Allegato B
Seduta n. 97 del 24/1/2007

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BURGIO e PAGLIARINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti, anche sulla base di notizie riportate dagli organi di stampa, che il 31 dicembre 2006 dieci psicologhe e assistenti sociali, impiegate da anni come operatrici nella sezione femminile del Centro di prima accoglienza per minori di Roma, sono state licenziate;
le strutture di prima accoglienza, che ospitano - per un periodo di tempo di quattro giorni e al fine di evitare ai minori dai 14 ai 18 anni giuridicamente imputabili un impatto traumatico con la realtà carceraria - fino a 1200 ragazzi all'anno, dipendono dal Dipartimento giustizia minorile del ministero della giustizia;
le dieci lavoratrici avevano un contratto a tempo determinato con la cooperativa «Tartaruga verde», alla quale il ministero della giustizia aveva affidato in appalto nel luglio 2005 il servizio di accoglienza dei minori arrestati;
le dieci lavoratrici hanno svolto in questi anni (alcune anche da tredici) le proprie mansioni con competenza e professionalità riconosciute ed incontestabili, ragione per cui i loro contratti sono stati costantemente rinnovati dalle diverse cooperative affidatarie avvecendatesi nell'aggiudicazione dell'appalto;
la comunicazione di licenziamento è giunta via fax, allo stesso Centro di accoglienza, in spregio alla legislazione vigente sul rispetto della privacy;
questi licenziamenti, a giudizio degli interroganti, sono aggravati dal fatto che le lavoratrici avevano da poco chiesto all'amministrazione il rispetto dei diritti economici e normativi elusi, come il pagamento di ferie, straordinari e scatti di anzianità -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell'episodio in parola;
se il Ministro, sulla base delle considerazioni svolte, non ritenga opportuno assumere a riguardo ulteriori informazioni;
quali urgenti misure e provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di garantire i diritti delle lavoratrici di cui in premessa;
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno considerare, alla luce dell'esperienza descritta, l'ipotesi di reinternalizzare il servizio attraverso la definizione di una forma diretta di gestione dei contratti da parte dell'Amministrazione.
(5-00595)

LO PRESTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale del lavoro di Palermo conta attualmente un organico di 8 giudici, ciascuno dei quali ha in carico circa 2000 processi;
con decreto del 22 dicembre 2006 il Consiglio Superiore della Magistratura, ha disposto l'applicazione per 6 mesi del giudice dottor Simone Medioli Devoto presso la sezione lavoro del Tribunale di Parma che in atto è in carenza di organico;
il carico dei processi pendenti presso il Tribunale di Parma è nettamente inferiore a quello di Palermo (circa 600 cause per giudice del lavoro, a fronte delle già citate 2000) e dunque, a giudizio dell'interrogante, non appare giustificata l'assegnazione temporanea di un giudice presso un ufficio meno ingolfato di quello di provenienza, ove soprattutto si consideri che a Palermo, tutte le cause in carico al magistrato trasferito, resteranno sospese per tutto il tempo dell'applicazione presso il Tribunale di Parma, nel quale, invece, un'applicazione così limitata nel tempo non potrebbe portare alcun giovamento -:
quali provvedimenti ed iniziative intenda assumere per evitare che la già

critica situazione del Tribunale lavoro di Palermo, si aggravi ulteriormente nei prossimi sei mesi, con riferimento al numero di processi che rimarrebbero sospesi e all'aumento del carico dei processi in corso per gli altri magistrati operanti presso la sezione.
(5-00602)

Interrogazioni a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la Calabria è, purtroppo, la Regione madre della più grossa, potente e pervasiva organizzazione criminale e come tale, qualsiasi struttura giudiziaria rappresenta un importante punto di riferimento per i cittadini onesti ed una significativa presenza dello Stato;
il precedente Governo Nazionale guidato dal Presidente Berlusconi, supportato da un criterio di equa distribuzione sul territorio nazionale, ha decretato la istituzione della Scuola di Magistratura a Catanzaro;
diventa sempre più acclarata la notizia dello spostamento della citata Scuola di Magistratura da Catanzaro a Benevento;
se la notizia corrispondesse al vero, rappresenterebbe una reale ulteriore espoliazione della Calabria, Regione già sufficientemente penalizzata, in favore di altre zone del territorio nazionale;
la situazione del dipartimento giustizia calabrese è allarmante, a causa di una serie di fattori, in parte attribuibili ad incuria del Governo centrale e ad una non adeguata valutazione da parte del CSM;
la sottrazione di una Scuola di Magistratura ad un territorio così «inquinato» quale quello calabrese, rappresenterebbe anche uno scoraggiamento nei confronti dei giovani calabresi, ai quali costantemente viene richiamata la cultura della legalità, che dovrebbe essere loro impartita con i fatti e non più solo «a parole»;
l'Amministrazione comunale di Catanzaro ha recentemente anche deliberato la destinazione per la Scuola di Magistratura di un immobile, recentemente ristrutturato, mettendolo a disposizione del ministero della giustizia;
le Istituzioni hanno il dovere di non spegnere l'entusiasmo di quei giovani calabresi che, dopo l'omicidio Fortugno, accanto ai cittadini onesti della Regione, stanno dimostrando di battersi per una realtà, che, scevra da forme di campanilismi vari, può essere in grado di divenire competitiva con il resto della Nazione -:
se non ritenga indispensabile mantenere le precedenti scelte governative, lasciando la città di Catanzaro sede della prestigiosa Scuola di Magistratura.
(4-02273)

NACCARATO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la sezione lavoro del Tribunale di Padova dal 2004 dispone di quattro magistrati che compongono la dotazione organica;
le liti pendenti sono circa 5.000 con un carico medio per ogni magistrato di 1.250 cause;
la notevole produttività dei magistrati impegnati non ha impedito che rimanesse costante nel tempo il numero delle liti pendenti con una leggera tendenza al peggioramento;
questa situazione appare da tempo la più difficile della regione Veneto;
i tempi occorrenti per una decisione di una causa ordinaria media non sono inferiori ai quattro/cinque anni, ma sono frequenti i casi di liti risolte dopo 6, 8 e persino 10 anni;
tali dati si allontanano pericolosamente sia dagli indicatori di efficienza raccomandati dal Consiglio Superiore della Magistratura, sia dai pareri della Corte di Cassazione e della Corte europea sulla durata dei processi, in particolar modo di quelli riguardanti cause di lavoro;

se si considera la centralità della funzione esercitata dai Tribunali del lavoro in una delle zone più produttive dell'Italia, in cui occupazione e contenzioso presentano indici elevatissimi, si coglie ancor meglio il grado di criticità della situazione descritta;
come conseguenza di questi abnormi tempi della specialità del diritto del lavoro, vengono meno le tutele di valori essenziali e primari per i «contraenti deboli» del rapporto di lavoro quali il diritto al lavoro, il recupero di crediti, il riconoscimento di diritti previdenziali elementari;
inoltre si aggrava progressivamente il giudizio che le imprese italiane e straniere formulano sulle tutele offerte dai nostri tribunali rispetto contenziosi riguardanti le liti di lavoro, con il risultato che si consolida l'orientamento a spostare all'estero gli stabilimenti produttivi;
ciò, infine, determina da un lato malumori crescenti dei cittadini verso il funzionamento della giustizia, sfiducia verso le istituzioni e il tramutarsi delle funzioni esercitate dalle organizzazioni sindacali e dagli uffici legali in attività assimilabili ad ammortizzatori sociali, dall'altro il rischio della caduta verticale delle motivazioni dei magistrati e del personale della Giustizia e del servizio istituzionale offerto e garantito ai cittadini -:
se il Ministro sia al corrente dei fatti sopra esposti;
se intenda disporre la destinazione di almeno due magistrati per incrementare l'organico del Tribunale del lavoro di Padova;
quali ulteriori provvedimenti intenda adottare al fine di garantire un celere recupero di tempi certi per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e per il raggiungimento degli standards europei sopra richiamati indispensabili al funzionamento della giustizia e del mondo della produzione e del lavoro.
(4-02279)