Allegato A
Seduta n. 97 del 24/1/2007

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(Sezione 10 - Posizione del Ministro delle politiche per la famiglia sul riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali)

MARONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, COTA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI, POTTINO e STUCCHI. - Al Ministro delle politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende dalle comunicazioni ufficiali del Governo e dalle trattazioni sull'argomento che quotidianamente vengono riportate dagli organi di stampa, sembra oramai certa l'intenzione da parte del Governo di presentare in tempi brevi un disegno di legge la cui ratio è quella di giungere al riconoscimento pubblico delle unioni di fatto (convivenze more uxorio);
considerata l'irragionevolezza e la mancanza di logica giuridica nel voler legiferare riguardo al riconoscimento pubblico delle convivenze more uxorio tra persone di sesso diverso che liberamente scelgono di non voler contrarre matrimonio o che vivono in una fase nella quale per ragioni legali è loro precluso l'istituto matrimoniale, è obiettivamente palese dedurre che tutto ciò è architettato al fine ultimo ed esclusivo del riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali;
il riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali o l'equiparazione legale delle medesime al matrimonio esporrebbe le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio, fondamento della famiglia come sancito dall'articolo 29 della Costituzione;
il riconoscimento legale delle unioni omosessuali in un secondo tempo potrebbe portare al riconoscimento di altri diritti, quali l'adozione o la possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione assistita;

anche l'esperienza scientifica ha più volte sottolineato come l'assenza della bipolarità sessuale crea ostacoli allo sviluppo normale dei bambini eventualmente inseriti all'interno di queste unioni;
il legislatore è chiamato a legiferare in nome del popolo e deve agire sempre nel rispetto della ragione e dell'ordine naturale; non si può, pertanto, non tenere presente anche le ultime indicazioni rese note dal cardinale Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha rivendicato come un riconoscimento legale delle unioni omosessuali «contrasta con fondamentali dati antropologici e, in particolare, con la non esistenza del bene della generazione dei figli, che è la ragione specifica del riconoscimento sociale del matrimonio» -:
quali siano le reali intenzioni del Ministro interrogato riguardo al riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali o all'equiparazione legale delle medesime al matrimonio.
(3-00541)
(23 gennaio 2007)