Allegato B
Seduta n. 86 del 13/12/2006

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

MARIO RICCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'ACI è stato riconosciuto come Ente Pubblico non economico grazie al ruolo sociale svolto nel campo della mobilità e della tutela di interessi generali, nonché per lo svolgimento per conto dello Stato dei cosiddetti «servizi delegati»;
la sua attività si delinea lungo due direttrici fondamentali: quella della gestione del Pubblico Registro Automobilistico e le convenzioni Tasse automobilistiche, e quella più propriamente istituzionale legata alla mission statutaria (tutela degli interessi generali legati all'automobilismo, associazionismo, educazione stradale eccetera);
in relazione allo svolgimento delle funzioni delegate dallo Stato, il servizio, anche grazie alla professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, si è sempre più adeguato alla esigenze del cittadino di avere una Pubblica Amministrazione capace di garantire un servizio di qualità, fornendo anche un valido apporto agli Enti Territoriali ed alle Forze di Polizia. Fondamentale l'attività dell'Ente per quanto riguarda il controllo delle tasse automobilistiche, nelle gestione degli errori dovuti a disguidi dovuti all'attività di terzi (Poste, Lottomatica, utenti eccetera) e dei tentativi di elusione ed evasione fiscale garantendo alle Regioni il gettito relativo;
l'ente ha avuto un disavanzo di 30 milioni di euro nel bilancio dell'anno 2006, coperto intaccando fortemente l'avanzo di amministrazione;
da fonti sindacali si apprende che tale disavanzo sarebbe determinato da una gestione dispendiosa delle risorse (consulenze, stipendi a dirigenti esterni, ripianamento del bilancio di società collegate eccetera);
in particolare negli ultimi anni si sarebbero indirizzate ingenti risorse finanziarie verso le società controllate. Quasi 100 milioni di euro di ripianamenti e acquisizioni che, secondo tali fonti, non hanno portato nulla alle economie dell'Ente (si pensi all'AciGlobal e alla Ventura Spa);
dubbi sono stati avanzati dalle organizzazione sindacali sia sotto il profilo circa il ruolo di tali società, in virtù anche delle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea in tema di affidamenti in House, sia rispetto alle modalità di nomina esterna di direttori generali (in particolare quella di direttore generale della istituenda Direzione Commerciale ACI) e dirigenti generali di persone a poche settimane dalla pensione;
il Tar del Lazio ha pubblicato lo scorso 23 ottobre la sentenza n. 10838/06, che ha condannato l'ACI a rivedere i suoi assetti di Federazione Sportiva Automobilistica, sottolineando l'imperfezione degli organi statutari dell'Ente in quanto non garantiscono la giusta partecipazione dei rappresentanti del mondo dello sport automobilistico;

su La Stampa del 31 ottobre 2006 si legge che l'Ente ha espresso, invece di uniformarsi alla norma la volontà di abbandonare la sua qualità di Federazione Sportiva, statutariamente prevista -:
se il Ministro sia conoscenza della situazione in cui versa l'Ente e che giudizio ne dia;
se, qualora accertasse la veridicità delle affermazioni in premessa, intenda intervenire per ripristinare una situazione di corretta gestione al fine di tutelare, oltre che i lavoratori e le lavoratrici, anche tutti i cittadini a cui va garantito non solo un servizio migliore, ma anche la certezza che l'ACI possa svolgere funzioni di tutela e rappresentanza nel campo della mobilità.
(3-00492)

Interrogazione a risposta in Commissione:

VANNUCCI e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la salvaguardia della sicurezza dei cittadini è valore primario dell'attività di governo;
la sicurezza degli utenti di apparecchi di sollevamento installati in edifici civili rientra nella fattispecie di cui sopra;
con decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162 è stata recepita la direttiva 95/16/CE riguardante il miglioramento della sicurezza negli ascensori;
con decreto ministeriale 26 ottobre 2005 avente per oggetto: «Miglioramento della sicurezza degli impianti di ascensori installati negli edifici civili precedentemente alla data di entrata in vigore della direttiva 95/16/CE» si sono stabilite norme di adeguamento per il miglioramento della sicurezza degli ascensori installati antecedentemente la direttiva medesima;
con decreto del Direttore Generale del Ministero attività produttive del 16 gennaio 2006 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica la norma Tecnica europea UNI EN 8180;
il comma V dell'articolo 2 del decreto ministeriale 26 ottobre 2005 stabiliva che entro 60 giorni dalla entrata in vigore il Direttore Generale dello sviluppo produttivo e competitività avrebbe emanato un decreto circa le modalità di svolgimento delle verifiche e i criteri generali delle prescrizioni di adeguamento -:
quale sia l'intenzione del Ministero circa l'emanazione del previsto decreto direttoriale di cui alla premessa;
quali siano i tempi previsti e le eventuali problematiche impeditive eventualmente intercorse.
(5-00496)

Interrogazioni a risposta scritta:

LO MONTE. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'Esercito Italiano è formato nella stragrande maggioranza dei quadri da personale proveniente dalle Regioni Meridionali;
la Sicilia è, tra le Regioni meridionali, quella che più contribuisce a garantire una presenza di risorse umane necessarie al funzionamento di una organizzazione strutturata esclusivamente su base volontaria;
dal punto di vista dello sviluppo del territorio, l'attuale dislocazione delle Forze Armate penalizza fortemente la Sicilia poiché allontana sistematicamente i giovani dalle comunità locali. Questo porta a dare ricchezza ad altri territori nazionali a volte già sviluppati facendo perdere ai territori di provenienza dei giovani la possibilità di beneficiare degli investimenti nel settore della sicurezza;
un diverso approccio avrebbe come conseguenza indiretta il risveglio economico delle zone su citate grazie all'afflusso di denaro contante proveniente dagli emolumenti

delle reclute e dei quadri permanenti; porterebbe inoltre all'incremento turistico della zona per le periodiche visite di amici e parenti dei militari ed, in ultimo la possibilità di impiegare il personale militare in attività di controllo del territorio e delle coste con evidenti economie di spesa ed efficienza nei servizi;
insediare, o meglio riattivare una delle tante strutture presenti nel territorio idonee ad ospitare un R.A.V. (Reparto Addestramento Volontari) creerebbe indubbiamente sviluppo in un territorio per tanti versi penalizzato;
dal punto di vista militare non dovrebbero esserci difficoltà alla riattivazione poiché si tratta di caserme scuola e non di reparti operativi;
la Sicilia, nell'anno 2005, si è collocata, a livello nazionale, al secondo posto (dopo la Campania) per il suo contributo di «volontari in ferma prefissata di 1 anno» (VFP 1) con ben 17.389 arruolati. L'isola mantiene una posizione di rilievo, terzo posto dopo la Campania e la Puglia, quando si considera la categoria «volontari in servizio permanente» (VSP), con ben 2.863 volontari. Tale posizione si conserva quando si considera la categoria di «volontari in ferma breve» (VFB) con ben 3.757 arruolati dopo la Campania e la Puglia;
non si può sottacere che, a fronte di un così cospicuo contributo, la ricaduta in termini di presenza nell'Isola delle sopra menzionate categorie di militari si riduca a poche centinaia di unità. Una discrepanza - questa - che non sembra trovare giustificazioni di ordine geopolitico e di orientamento di impiego in termini di esigenze del territorio. Sembra logico infatti che il centro strategico, ai fini di stabilità e di pace, debba essere orientato, diversamente al passato, ad uno spostamento verso Sud. Da qui l'importanza strategica della Sicilia e la conseguente positiva incidenza di una più rispondente dislocazione delle forze;
fino ad oggi non si è avuto alcun confronto con i quadri della Difesa in quanto il Ministro competente non ha mai riferito sull'argomento presso le competenti Commissioni Parlamentari così come previsto dall'articolo 3 comma 3 del decreto legislativo n. 464 del 1997 -:
quale sia lo stato di attuazione della riforma strutturale delle Forze armate, prevista dal decreto legislativo n. 464 del 1997 e quali provvedimenti i Ministri interrogati abbiano intenzione di assumere al fine di una possibile riapertura di reparti di addestramento reclute in strutture già presenti nel territorio siciliano.
(4-01951)

QUARTIANI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
risulta da notizie di stampa (Italia Oggi 18 novembre 2006) che Terna stia partecipando alla gara internazionale per l'acquisizione della rete elettrica delle Filippine;
non appare chiara quale sia la logica industriale che presiede all'eventuale acquisizione di questa rete, specie considerando il ruolo pubblico di Terna e la sua principale fonte di fatturato, ossia le tariffe elettriche italiane pagate dai nostri consumatori;
a giudizio dell'interrogante sarebbe pertanto logico auspicare una maggiore trasparenza delle ricadute di operazioni internazionali di Terna per i consumatori italiani;
posto che sussiste una strategia complessiva che guida i programmi di investimento di Terna, in presenza di un mercato interno caratterizzato da colli di bottiglia che condizionano il meccanismo di formazione dei prezzi interni dell'elettricità (zone di mercato) e le opportunità di investimento nei Paesi del mediterraneo che più si inquadrerebbero in una strategia di diversificazione dei canali di approvvigionamento del mercato elettrico italiano;

il quadro complessivo di riferimento dovrebbe essere il piano industriale di Terna;
a quanto risulta all'interrogante, Terna si accinge a varare un piano di riorganizzazione interna, che riflette orientamenti già noti oltre un anno fa, prima cioè dell'unificazione di Terna e GRTN a giudizio dell'interrogante di fatto ignorando i nuovi orientamenti industriali di Terna, enunciati agli inizi del 2006;
dalle notizie a disposizione non si tratterebbe di una nuova organizzazione, resasi necessaria in considerazione della nuova collocazione di Terna sul mercato nazionale (come nuova società indipendente) ed internazionale (potenziale nuovo soggetto investitore in infrastrutture di trasporto collegate alle prospettive, in chiave euromediterranea, di evoluzione del mercato elettrico italiano ed europeo), bensì di un processo di riposizionamento interno di determinati profili professionali, in una logica aziendale interna orientata più agli aspetti gestionali che a quelli industriali, che rischia di non premiare la crescita del know how specialistico in grado di conferire a Terna una posizione di eccellenza fra gli operatori dei sistemi elettrici di trasmissione a livello europeo e mondiale -:
se il Ministero competente sia stato informato del progetto di sviluppo industriale di Terna, come concessionario esclusivo delle attività di trasmissione e come azienda a controllo pubblico, in relazione al mandato che le proviene dall'atto di concessione ed alle esigenze di progressiva apertura del mercato elettrico italiano ed europeo;
quali logiche gestionali ed organizzative corrispondenti vengano adottate da Terna per perseguire gli obiettivi aziendali e di miglioramento del funzionamento del mercato elettrico italiano, e quali misure non meramente finanziarie il Governo intenda adottare per favorire lo sviluppo industriale di Terna, anche sul piano organizzativo coerente con gli obiettivi di un piano industriale orientato al raggiungimento di posizioni di eccellenza a livello europeo ed internazionale.
(4-01968)

TURCI e CREMA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 16 ottobre 2006 è stato pubblicato dall'ISVAP il regolamento n. 5, concernente la disciplina dell'attività di intermediazione assicurativa e riassicurativa, per l'attuazione delle norme contenute del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 (codice delle assicurazioni private);
il regolamento suddetto contiene normative che secondo gli interroganti rendono in concreto impraticabile l'intermediazione assicurativa in regime di plurimandato, così come previsto dall'articolo 8 della legge sulle liberalizzazioni del mercato assicurativo;
il sindacato nazionale agenti assicurativi ha inoltrato all'Antitrust osservazioni su tale regolamento, denunziandone le gravi limitazioni alla libertà di concorrenza;
sempre lo stesso sindacato lamenta una grave intromissione da parte dell'ISVAP nei rapporti tra gli agenti e le compagnie mandanti, allo scopo di rendere ancor meno libero e concorrenziale il mercato assicurativo, con grave abuso del potere regolamentare che non trova alcun riscontro nel decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209;
i regolamenti costituiscono fonte di normazione secondaria attuativi e specificativi delle norme primarie contenute in leggi o altre fonti ad esse equiparate e non una normazione autonoma ed indipendente che può estendere la sua disciplina a temi ed istituti non previsti dalla fonte primaria;
gli agenti assicurativi hanno sempre appoggiato le iniziative di liberalizzazione e di difesa dei consumatori proposte dal Governo, pur denunciandone l'insufficienza

ed hanno promosso una giornata di sciopero contro la bozza di regolamento ISVAP;
l'associazione che rappresenta gli agenti assicurativi ha inoltrato ricorso al TAR del Lazio, chiedendo la sospensiva per lo stesso;
i tempi di consultazione e pubblicazione del suddetto regolamento hanno di fatto impedito qualsiasi concertazione;
il 1o gennaio 2007 dovrebbe entrare in vigore la nuova normativa -:
quali iniziative normative intenda assumere sulle materie disciplinate dal regolamento ISVAP, e soprattutto se intenda proporre una proroga oltre la data del 31 dicembre 2006 per tutti gli adempimenti previsti dal regolamento, con particolare riguardo a quelli burocratici e di iscrizione e/o trasferimento al nuovo albo, avviando nel contempo una attenta valutazione sui contenuti del regolamento stesso.
(4-01973)