Allegato B
Seduta n. 86 del 13/12/2006

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INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

NESPOLI e CASTIELLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Municipalità di Chiaia, a Napoli, già rilasciava a favore dei cittadini residenti sul territorio di competenza «Carte d'Identità Elettroniche» in luogo dei tradizionali documenti di riconoscimento;
da tempo, ormai, il Ministero dell'interno non fornisce più tutto il materiale occorrente per l'erogazione di tale servizio all'utenza;
il comune di Napoli presso il quale funzionari ed amministratori della Municipalità di Chiaia hanno giustamente esposto il problema riferisce che, in riferimento all'accaduto, la responsabilità è da ricercarsi unicamente in una disfunzione da parte del Ministero dell'interno;
la Municipalità di Chiaia rappresenta l'unica ad erogare tale servizio al cittadino

peraltro con ottimi risultati in termini di efficienza e gratificazione delle richieste avanzate dall'utenza -:
cosa si intenda fare per superare la disfunzione attuale e chiarirne i motivi;
quali azioni intenda porre urgentemente in atto al fine di fornire in tempi celeri al comune di Napoli e, per esso, alla Municipalità di Chiaia, tutto il materiale idoneo e necessario al ripristino del servizio di rilascio di «Carte d'Identità Elettroniche» oggi temporaneamente sospeso.
(3-00490)

PICANO e FORMISANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel territorio della Provincia di Frosinone si susseguono episodi di criminalità sempre più numerosi con assalti a Banche, uffici postali e negozi e con continui furti nelle abitazioni;
tutto ciò sta creando un clima di forti disagi sociali e una preoccupante atmosfera di insicurezza come se lo Stato fosse sempre più impotente;
la dilagante azione della criminalità si sta facendo sentire particolarmente nel Cassinate;
un sottosegretario all'Interno del precedente Governo aveva garantito l'istituzione di poliziotti di quartiere nei centri più grandi della Provincia -:
quali provvedimenti il Governo intenda intraprendere per rafforzare gli organici delle forze dell'ordine nel territorio provinciale; per avere un migliore coordinamento tra il Comitato di sicurezza e i sindaci per istituire immediatamente i poliziottidi quartiere e per interessare la Dia affinché segua le tracce degli ingenti investimenti che la criminalità sta effettuando nel territorio frosinate.
(3-00491)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:

ZACCARIA e VICO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in base all'impossibilità accertata dal Commissario Straordinario Prefettizio al Comune di Taranto, di destinare all'operazione di riequilibrio di bilancio 2006 ulteriori entrate e disponibilità, per l'ente civico tarantino con atto deliberativo del 17 ottobre 2006 è stato dichiarato il Dissesto Finanziario;
il Disavanzo di Amministrazione sinora accertato ammonta a 357 milioni di euro di cui: 103 milioni di euro relativi al Disavanzo delle Gestioni di Competenza 2005, 138 milioni di euro relativi al Disavanzo della Gestione dei Residui 2005, 51,500 milioni di euro relativi ai Debiti Fuori Bilancio accertati alla data del 13 ottobre 2006, 64,700 milioni di euro relativi a Debiti Fuori Bilancio in corso di istruttoria;
il Disavanzo è destinato ad aumentare vertiginosamente una volta censite con esattezza tutte le voci riguardanti i debiti del Comune verso terzi, fornitori ed istituti di credito;
in data 10 ottobre 2006 le anticipazioni di cassa hanno già raggiunto la somma di 14 milioni di euro, su un totale di 33 milioni predisposte da parte delle società che gestiscono la riscossione dei tributi;
attualmente le casse del Comune di Taranto dispongono di soli 5 milioni di euro, a fronte di un fabbisogno complessivo da parte dell'Ente di oltre 60 milioni di euro fino al 31 dicembre 2006;
la disastrata condizione delle casse comunali mette oggi a rischio la riscossione degli stipendi da parte dei dipendenti comunali, pregiudica il futuro occupazionale di circa duemila lavoratori tra diretti e indotto e rischia di abbattersi come una scure sui servizi indispensabili per la comunità: servizi a domanda individuale, igiene urbana e trasporti;

è assolutamente necessario fare chiarezza e riportare la città nell'alveo della legalità e per questo la normativa vigente prevede, una volta dichiarato il dissesto finanziario, che sia la Corte dei conti ad accertare eventuali responsabilità da parte dei precedenti amministratori;
rispetto a quanto accaduto lo Stato non può rimanere indifferente e per evitare ulteriori emergenze sociali è opportuno che il Governo nazionale assuma la condizione della città di Taranto come una delle priorità nell'ambito delle strategie di sviluppo che riguardano le regioni del Sud -:
quali iniziative si intendano assumere, e con quali modalità, in merito alla grave situazione descritta in premessa.
(5-00508)

MASCIA e FRIAS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Samira Mangoud è nata a Roma 26 anni fa, dove ha vissuto senza soluzione di continuità e dove ha frequentato le scuole pubbliche, fino a conseguire la laurea in Discipline dei servizi sociali presso l'Università di Roma tre;
Samira Mangoud pur essendo nata in Italia è figlia di madre cittadina della Repubblica delle Filippine e di padre cittadino della Repubblica Araba d'Egitto;
allo scadere del diciannovesimo anno di età, Samira Mangoud non avendo ricevuto alcuna informazione che la sollecitasse, non avanzava alcuna richiesta per l'ottenimento della cittadinanza italiana, nonostante ne avesse certamente titolo;
tuttavia va rilevato che dal 1980, anno di nascita, fino al 1986 la stessa non aveva provveduto a farsi riconoscere la residenza presso la città Roma, bensì risultava semplicemente domiciliata presso l'abitazione dei datori di lavoro della madre, comunque in Roma;
a seguito della laurea conseguita nel 2004 Samira Mangoud veniva assunta presso gli «Sportelli H» del Comune di Roma, prima attraverso una agenzia di lavoro interinale, successivamente con contratto a tempo determinato direttamente dall'Ente Locale;
in corrispondenza delle ultime elezioni amministrative del Comune di Roma, la stessa Samira Mangoud veniva individuata come Presidente di seggio, a tal proposito la stessa riferiva nuovamente della sua cittadinanza Filippina che le impediva di svolgere quanto richiesto;
nel maggio 2006 a seguito della scadenza del suo contratto di lavoro, il Comune di Roma non provvedeva al rinnovo dello stesso in funzione della sua cittadinanza non italiana;
il rilascio della cittadinanza italiana avviene in funzione delle prove di una residenza maturata negli anni e certificata;
la pubblica amministrazione non può assumere personale straniero se non con rare eccezioni rispetto a mansioni particolari;
nella condizione descritta si trovano decine di cittadini che per errori, omissioni, inadempienza a procedure burocratiche di difficile comprensione per il cittadino straniero, non riescono a ottenere, pur avendone nei fatti diritto, il riconoscimento della cittadinanza italiana -:
se non ritenga opportuno adottare iniziative normative volte a modificare le norme, a giudizio degli interroganti, palesemente discriminatorie per il lavoro nella pubblica amministrazione.
(5-00509)

ADENTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
recentemente il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) di Pavia ha denunciato una grave carenza di mezzi per l'espletamento delle funzioni della Polizia stradale, carenza che riguarda gli autoveicoli a disposizione, la dotazione di computer e strumenti informatici e le altre attrezzature utili al servizio;

la carenza di automezzi interessa anche il parco veicoli delle Volanti della Questura;
il numero e la tipologia dei servizi richiesti è in costante aumento e tali carenze inevitabilmente pregiudicano l'efficienza e la qualità del servizio in particolare per quanto riguarda il controllo del territorio provinciale che come è noto è oggetto di numerosi e gravi azioni criminose, come le cosiddette rapine in villa;
deve essere riconosciuta grande disponibilità e sensibilità alla risoluzione di questa problematica da parte dei dirigenti della struttura;
parimenti deve essere riconosciuto un meritevole spirito di servizio del personale che spesso ha provveduto personalmente a sanare alcune di dette carenze al fine di garantire i servizi -:
quale sia la reale situazione in termini di dotazioni di automezzi e attrezzature indispensabili per il servizio della Polizia stradale e delle Volanti della Questura di Pavia e se siano state intraprese o siano programmate azioni volte a sanare tali carenze al fine di garantire idonee condizioni di lavoro per il personale e un adeguato, efficiente e efficace sistema di controllo e di garanzia della sicurezza a livello provinciale.
(5-00510)

RONCONI e D'ALIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con due precedenti interrogazioni a risposta scritta, la n. 4-00771 presentata nella seduta del 31 luglio 2006, nonché la n. 4-01042 presentata nella seduta del 22 settembre 2006, che non hanno ancora ricevuto risposta, l'interrogante ha già segnalato la preoccupante condizione in cui versa il Comune di Perugia, il quale sta da mesi pubblicamente manifestando una gravissima crisi dei suoi conti, ormai giunti alle conclamate caratteristiche di un vero e proprio dissesto;
la vicenda, come già sommariamente ma precisamente descritta nei suoi elementi essenziali con i due predetti atti, si è andata ulteriormente aggravando, visti i fatti che si sono andati a comporre ancora successivamente;
in data 25 settembre 2006, il Consiglio comunale di Perugia ha, infine, approvato il rendiconto relativo all'anno 2005, dichiarando un disavanzo di euro 3.807.746,93;
per arrivare a questo dato, pur grave, è stata, però, omessa la contabilizzazione di un debito nei confronti della concessionaria riscossione tributi, Sorit S.p.A., pari ad euro 10.784.098,34, mentre sono stati riportati a bilancio crediti virtuali per contravvenzioni al codice della strada, già in passato valutate inesigibili per un quota di euro 4.699.060,30;
il reale deficit riferito al 2005 è, pertanto, di almeno euro 19.290.907,59, limitandosi alle sole due irregolarità più evidenti e clamorose, senza neanche considerare tutta una serie di ulteriori e più complessi rilievi, anche denunciati dal revisore dei conti che ha espresso parere negativo su tale rendiconto;
nonostante le fortissime ed argomentate proteste dei Consiglieri comunali dell'opposizione, che sono arrivati ad occupare per una settimana l'Aula consiliare, anche sostenute dalle predette iniziative parlamentari dell'interrogante, il Comune di Perugia ha, perciò, occultato la sua reale condizione di deficit, dissimulando nei suoi fondamentali strumenti contabili una condizione di particolare gravità, con un effettivo deficit superiore al 10 per cento della parte corrente, assimilabile, tanto per rendere una proporzionata idea, a circa 30 miliardi di euro di voragine nella parte corrente del Bilancio dello Stato;
le predette macroscopiche omissioni e irregolarità nel bilancio comunale non sono passate inosservate alla Corte dei conti dell'Umbria, Sezione Regionale di Controllo, la quale, con Deliberazione n. 2006/G/F/20 del 10 novembre 2006, notificata in data 24 novembre 2006, in

virtù delle competenze ad Essa attribuite dall'articolo 1, comma 168, della legge n. 266 del 2005, ha contestato al Comune di Perugia «la sussistenza di profili di grave irregolarità contabile, incidenti sulla sana gestione finanziaria dell'Ente e consistenti nell'emersione di passività maturate in esercizi pregressi non contabilizzate coerentemente in conto competenza, nonché aspetti di rilevante precarietà derivanti dall'utilizzo di entrate straordinarie di incerta realizzazione per il perseguimento dell'equilibrio economico»;
con 21 pregevolissime pagine di argomentate e chiare valutazioni la Corte ha, in estrema sintesi, contestato l'omessa contabilizzazione del predetto debito nei confronti di Sorit S.p.A., nonché l'ingiustificata eccessiva stima delle entrate derivanti dalle contravvenzioni al codice della strada e dal recupero dell'evasione fiscale;
la Corte ha, perciò, invitato il Comune di Perugia ad apportare le necessarie correzioni nella espressa sede di variazione di assestamento generale al bilancio di previsione 2006;
nonostante la chiara previsione di cui al predetto articolo 1, comma 168, legge n. 266 del 2005, che vincola l'ente locale a conformarsi alla pronuncia della Corte - «Le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, qualora accertino (...) comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria (...) adottano specifica pronuncia e vigilano sull'adozione da parte dell'ente locale delle necessarie misure correttive (...)» - il Comune di Perugia non ha ottemperato ai contenuti ed al relativo dispositivo di tale provvedimento;
con delibera del 30 novembre 2006, difatti, il Consiglio comunale di Perugia ha approvato la manovra di assestamento del bilancio 2006 di fatto secondo l'interrogante senza tenere in considerazione il predetto provvedimento emesso dalla Corte dei conti;
con altra delibera adottata nella stessa seduta, il Consiglio comunale ha approvato un provvedimento definito «articolo 193 del Tuel - provvedimenti di salvaguardia degli equilibri del bilancio» con il quale si è dichiarato di recepire le disposizioni date dalla predetta pronuncia della Corte dei conti;
in realtà, i provvedimenti di riequilibrio previsti dall'articolo 193 del Tuel possono essere adottati solo entro il 30 settembre di ciascun anno, come anche espressamente previsto dagli articoli 26 e 27 del Regolamento di contabilità del Comune di Perugia, in stretto raccordo ed immediato recepimento delle risultanze del rendiconto appena approvato, con possibilità, in caso di suo deficit, di rientro con frazionamento in tre esercizi;
con tale qualificazione giuridica - secondo l'interrogante abnorme - riequilibrio ex articolo 193 del Tuel invece che assestamento, ovvero variazione di bilancio ex articolo 175 del Tuel, il Comune di Perugia ha frazionato il debito nei confronti di Sorit S.p.A. in due esercizi, facoltà non consentita in sede di assestamento, e lo ha finanziato, per il 2006, evitando i rigorosi limiti imposti dall'articolo 175 del Tuel, commi 6 e 7;
con tale provvedimento, secondo l'interrogante, abnorme sembra che il comune non abbia corrisposto alla chiarissima pronuncia della Corte dei conti, la quale, non a caso, ha più volte richiamato la necessità di provvedere alle descritte correzioni in sede di assestamento;
di settimana in settimana, di mese in mese, da un'interrogazione parlamentare all'altra, la situazione del Comune di Perugia sta progressivamente aggravandosi, secondo l'interrogante, con una sequenza di atti, comportamenti e provvedimenti di tale «macroscopica irregolarità», espressione usata dalla stessa Corte dei Conti, da suscitare pubblico e permanente scandalo presso la pubblica opinione perugina ed umbra, nella totale e silente inerzia delle Autorità di Governo che pure, da tempo, come richiamato nelle precedenti interrogazioni, avrebbero l'obbligo di intervenire

per ripristinare i minimi requisiti di legalità nell'azione amministrativa di tale, realmente dissestato, ente locale -:
se non ritenga di dover, ormai, promuovere lo scioglimento del Consiglio comunale di Perugia, ai sensi dell'articolo 141 del Tuel, per le gravi, reiterate e persistenti violazioni di legge, come anche certificate dalla Corte dei conti dell'Umbria, ormai incidenti sugli stessi primi requisiti di tenuta dell'ordine pubblico ripetutamente e permanentemente violato o quantomeno di dover, almeno, promuovere presso il Consiglio comunale di Perugia, per tramite del locale U.T.G., la procedura di dichiarazione di dissesto dell'Ente, di cui all'articolo 246 del Tuel, che avrebbe, almeno, il pregio di garantire, con l'intervento dell'organo straordinario di liquidazione, un effettivo risanamento dei conti di un ente sempre più in balia di un'amministrazione politicamente irresponsabile, che neanche si cura più di salvare le minime apparenze, tanto si ritiene intoccabile di fronte a qualsiasi Autorità.
(5-00511)

Interrogazione a risposta scritta:

MINARDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è assolutamente nota la situazione di grave rischio di ordine pubblico in cui operano soprattutto i pronto soccorso degli ospedali, anche nella provincia di Ragusa, visto che spesso si verificano episodi di violenza e di furti all'interno delle strutture sanitarie in modo particolare nelle ore notturne;
la presenza di un presidio di vigilanza negli ospedali rappresenta un fattore deterrente rispetto a possibili arti di violenza e delinquenza che sottraggono ogni serenità al lavoro professionale degli operatori sanitari, la cui attività, già delicata, viene resa ancor più precaria dall'insussistenza delle garanzie di sicurezza della propria incolumità;
è di fondamentale importanza la predisposizione di un servizio di controllo continuo che assicuri tutela ed incolumità degli operatori e degli utenti -:
quali misure il Governo intenda porre in essere per garantire adeguate misure di sicurezza nelle strutture sanitarie esposte ad importanti e reali rischi di ordine pubblico ed in particolare in quelle che hanno già subito atti del genere;
se intenda provvedere all'istituzione di un posto fisso di Polizia di Stato, attivo 24 ore su 24, come già attuato in alcune città del nord, per garantire un ambiente di lavoro sicuro e sereno.
(4-01966)