Allegato B
Seduta n. 43 del 27/9/2006

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

TASSONE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 16 ottobre 2005 un sicario uccideva il vice presidente della Regione Calabria, Francesco Fortugno nel seggio dove si stavano svolgendo le primarie dell'Unione;
a circa un anno di distanza le indagini avrebbero individuato i presunti sicari e chi ha materialmente organizzato l'assassinio, ma nulla è emerso circa i suoi mandanti né il movente, mentre si deve invece rilevare l'anomalo trasferimento del pubblico ministero delegato al procedimento;
gli atti di molti processi già definiti e quelli relativi a procedimenti ancora pendenti riguardanti rapporti tra politica e 'ndragheta sono confluiti nel procedimento riguardante il Fortugno a testimonianza dell'esistenza di una matrice mafiosa in tutti questi delitti ed attentati;
nonostante gli sforzi messi in campo dalle forze dell'ordine e dalla magistratura si assiste ad una recrudescenza di fenomeni delittuosi da parte della criminalità organizzata su un territorio che vanta già un triste primato di delitti e attentati da parte della `ndragheta, cui le istituzioni non sembrano in grado di far fronte creando malcontento tra le popolazioni che vedono violate le loro legittime attese -:
per quali motivi il pubblico ministero delegato alle indagini sia stato trasferito.
(3-00267)

Interrogazioni a risposta scritta:

PELINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie apparse sul quotidiano il Sole 24 Ore, dello scorso 18 settembre, si apprende che, nonostante le rassicurazioni fornite dal Ministro della giustizia, il tribunale di Sulmona rischia la soppressione, unitamente a numerosi altri sparsi in tutta Italia;
perplessità e preoccupazione, sulla presunta soppressione, sono state espresse dal presidente dell'ordine degli avvocati con un articolo apparso su un quotidiano locale dove ha dichiarato, riferendosi alla soppressione del tribunale, che la «situazione appare complicata e i segnali della chiusura ci sono e ben precisi»;
il circondario del tribunale di Sulmona comprende un'area, omogenea per peculiarità geografiche e morfologiche, che si estende in una zona interamente montana ubicata in gran parte oltre i mille metri di altitudine e all'interno di quest'area Sulmona occupa una posizione di assoluta centralità, anche dal punto di vista dei collegamenti stradali e ferroviari con gli altri 36 comuni del circondario che fanno capo al tribunale;
per la città di Sulmona la soppressione o il ridimensionamento del tribunale sarebbe un danno gravissimo perché, come è noto, i tribunali rappresentano con la loro funzionalità imprescindibili presidi territoriali per il compimento della giustizia, e la stessa Carta costituzionale conferisce la massima valenza al diritto di azione giudiziaria, inibendone qualsiasi limitazione;
i tribunali sono abilitati con la loro intrinseca funzione a rendere l'autorità giudiziaria più vicina alle esigenze ed alle aspettative dei cittadini e questo rappresenta per lo Stato un obiettivo primario da raggiungere;
è necessario pertanto valorizzare maggiormente i piccoli tribunali e quindi salvaguardare il tribunale di Sulmona non solo attraverso il suo mantenimento, ma anche mediante l'attuazione di un consistente potenziamento, sia di organico che di ulteriori competenze territoriali;
questa richiesta è supportata dal fatto che nell'ambito del circondario del tribunale di Sulmona non solo, come già accennato, gravitano ben 36 comuni, ma che questi comprendono zone ad alta vocazione turistica con notevole incremento della popolazione sia nel periodo estivo che in quello invernale sussistendo il parco nazionale d'Abruzzo, il parco della Maiella ed il parco regionale del Velino-Sirente e che quindi le problematiche giuridiche connesse alla tutela dell'ambiente comportano ovvie ripercussioni in ambito giudiziario, come chiaramente dimostrano i numerosi procedimenti civili e penali pendenti;
che la città di Sulmona è sede della più importante casa di reclusione dell'Abruzzo-Molise e che, come tale, non può prescindere dall'esistenza in loco di una funzionale sede di tribunale;
che lo spinoso argomento della revisione delle circoscrizioni giudiziarie non può spingersi a sostenere l'idea che un tribunale che abbia in pianta organica meno di 14 magistrati non debba ritenersi efficiente;
a tutto quanto su indicato non è poi da sottovalutare il gravissimo disagio che, allorché la paventata decisione ministeriale si attuasse, verrebbe a crearsi per i cittadini tutti, utenti, avvocati, consulenti, testimoni e ufficiali di polizia costretti a percorrere, anche quotidianamente, centinaia di chilometri su strade di montagna, spesso prive di illuminazione, mal ridotte e quindi pericolose soprattutto nei mesi invernali;
secondo l'interrogante tale ipotesi determinerebbe non solo un importante discapito per l'amministrazione giudiziaria, ma come ampiamente esposto, un grave danno per un numero altissimo di cittadini e per l'immagine stessa dello Stato che risulterebbe incurante delle loro esigenze -:
quali siano, al momento, le decisioni assunte dal Ministro della giustizia sulla

eventuale soppressione o ridimensionamento del tribunale di Sulmona;
qualora le notizie sulla presunta chiusura del tribunale di Sulmona, rispondessero al vero, se non intenda riesaminare la decisione;
se non sia necessario, al contrario, potenziare il tribunale di Sulmona, come già del resto era in fieri proprio perché costituisce oggettivamente un punto di riferimento di grande importanza per tutto il territorio regionale.
(4-01067)

GIULIO CONTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la questione dei Tribunali Minori è tornata di grande attualità dopo le dichiarazioni del Ministro della Giustizia onorevole Mastella rese al Senato;
il Ministro di Grazia e Giustizia, proprio in considerazione della sorte dei Tribunali Minori, ha rilasciato dichiarazioni che hanno sollevato enorme preoccupazione, soprattutto a Camerino e in tutti i centri della montagna della Regione Marche e anche in tutti quei Comuni d'Italia dove esiste il problema dei Tribunali Minori -:
su quali documentate valutazioni si basi l'espressione «rami secchi» e quali siano i reali motivi che lo hanno indotto a rilasciare tali dichiarazioni;
se sia vero che, secondo il Ministro, i Tribunali Minori dovrebbero essere dismessi per procedere ad una operazione di risparmio delle spese del Ministero da lui diretto e se questa sia una sua idea personale o una visione strategia dell'attuale Governo;
se sia parte di un suo progetto che per la sopravvivenza dei Tribunali Minori debbano intervenire finanziariamente i Comuni del relativo territorio;
se sia a conoscenza che Camerino è Sede Universitaria di una Facoltà di Giurisprudenza (Legge) fra le più antiche e rinomate d'Italia;
se sia a conoscenza che Camerino è sede di un carcere, unico nella provincia di Macerata;
se invece non ritenga opportuno intervenire presso il suo Governo onde potenziare le strutture dipendenti dal suo Ministero, quali il Tribunale e il Carcere camerte, per garantire servizi essenziali per la vita dei cittadini in quella parte disastrata dell'entroterra marchigiano, invece di manifestare la volontà di eliminarli creando grossi problemi a quel territorio e a quelle popolazioni.
(4-01084)

CIRIELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento italiano ha approvato la Legge 31 luglio 2006, n. 241 in materia di «Concessione di indulto» secondo la quale «... è concesso indulto, per tutti i reati commessi fino a tutto il 2 maggio 2006 ...»;
dopo l'entrata in vigore della legge concessiva di indulto 31 luglio 2006, n. 241, la totalità, o quasi, delle scarcerazioni dovrebbe essere stata portata a compimento;
appare necessario apprendere tutti i dati ufficiali ed aggiornati relativi all'applicazione del predetto provvedimento clemenziale ed alle sua ricadute in ordine alla conseguente consistenza della popolazione penitenziaria;
sarebbe utile venire a conoscenza dell'evoluzione della criminalità organizzata nella nostra società civile a distanza di due mesi dall'applicazione del provvedimento di indulto -:
quanti detenuti, condannati con sentenza definitiva, abbiano beneficiato della concessione dell'indulto, distinti per tipologia di reato;
quanti, essendo stati scarcerati per concessione dell'indulto, siano stati nuovamente arrestati, distinti per tipologia di

reato e quanti siano nuovamente indagati per reati commessi dopo aver beneficiato del provvedimento premiale;
quali dimensioni abbia assunto e quale sia stata l'evoluzione della criminalità organizzata dopo il 1o agosto 2006 con riferimento al medesimo periodo dell'anno precedente.
(4-01090)