Allegato A
Seduta n. 43 del 27/9/2006

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(Sezione 5 - Iniziative volte ad inasprire le pene previste per la violenza sessuale in particolare se commessa ai danni di minori)

CIOFFI, FABRIS e SATTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è sempre più frequente il ripetersi di episodi di violenza fisica e sessuale nei confronti delle persone e, in particolare, delle donne, come da ultimo a Bologna, dove nella giornata del 24 settembre 2006 una studentessa di 26 anni, che aveva passato la serata con un ragazzo che conosceva da tempo, è stata aggredita e picchiata a casa di lui;
una ricerca Istat, pubblicata alla fine del 2004, attesta che ogni giorno in Italia sette donne in media subiscono una violenza sessuale. I dati si riferiscono ovviamente ai casi che vengono denunciati alle autorità; alcuni studi stabiliscono che questi rappresentano soltanto l'8 per cento degli episodi effettivi di violenza sessuale. Il restante 92 per cento delle vittime, dunque, decide per motivi diversi (vergogna o «copertura» del molestatore, soprattutto se all'interno del contesto familiare) di non denunciare la violenza subita alla polizia o ai carabinieri;
nel corso dell'estate 2005, una serie di episodi conosciuti che si sono susseguiti in pochi giorni hanno dato l'impressione che il fenomeno degli stupri sia in crescita;
tale impressione potrebbe avere origine solo da una maggiore attenzione che i media stanno riservando al fenomeno, ma potrebbe anche essere il segnale di un malessere sociale crescente, che si trasforma in violenza ed aggressività;
dalla lettura dei dati riportati nella citata ricerca dell'Istat si scopre che solo nell'8,6 per cento dei casi la violenza sessuale viene praticata in un luogo pubblico. Più spesso gli stupri avvengono nella propria abitazione (31,2 per cento), in automobile (25,4 per cento) o nella casa

dell'aggressore (10 per cento). Da tali dati si evince che nella stragrande maggioranza dei casi l'aggressore è una persona ben conosciuta dalla vittima, che può essere il marito o convivente (20,2 per cento dei casi), un amico (23,8 per cento), il fidanzato (17,4 per cento), un conoscente (12,3 per cento); solo il 3,5 per cento dei violentatori non ha mai visto la sua vittima prima dello stupro;
secondo alcuni analisti, tali dati confuterebbero la tesi per la quale l'aumento degli stupri è da collegare alla crescente presenza extracomunitaria nel nostro Paese -:
se il Ministro voglia adottare iniziative urgenti volte ad inasprire sensibilmente tutte le pene previste dal codice penale nei casi di violenza sessuale perpetrata ai danni di persone e, in particolare, nei confronti di minori. (3-00253)
(26 settembre 2006)