Allegato B
Seduta n. 25 del 13/7/2006

TESTO AGGIORNATO AL 13 FEBBRAIO 2007

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, il Ministro delle infrastrutture, per sapere - premesso che:
lo sfruttamento delle cave di marmo di Covelano, nella Val Venosta, è affidato ad imprese concessionarie dell'esercizio delle cave marmifere;
un anno fa, la Tiroler Marmorwerke srl di Laces ha ottenuto l'autorizzazione, da parte della Provincia autonoma di Bolzano, per la coltivazione della cava di marmo denominata «Cava di marmo Covelano», dopo aver fatto vari ricorsi al TAR per omissione di gare d'appalto per i diritti di coltivazione delle cave;
mentre la Lasa Marmo spa, storica impresa concessionaria dei contratti per l'esercizio delle cave marmifere, utilizza la tradizionale funicolare, circa un anno fa, è stata concessa, da parte del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, l'autorizzazione per l'uso provvisorio e limitato della strada forestale nel comune catastale di Monte Tramontana per il trasporto dei blocchi di marmo dalla cava di Covelano a valle;
nell'atto di autorizzazione per l'uso provvisorio della strada forestale nel comune catastale di Monte Tramontana finalizzato al trasporto dei blocchi di marmo è espressamente indicato, nelle premesse, che «tale sistema di trasporto ha carattere provvisorio, sino alla individuazione di una diversa soluzione, comune alle cave di Silandro e Lasa, che preveda il potenziamento delle infrastrutture sino ad ora utilizzate o la costruzione di nuova funivia»;
nonostante l'autorizzazione sia stata concessa a titolo provvisorio pare, però, che la Tiroler Marmorwerke srl abbia già presentato richiesta per poter continuare il trasporto su strada;
tra le finalità del Parco Nazionale dello Stelvio vi sono la protezione della natura e la tutela del paesaggio e, contrariamente, il transito su strada di mezzi pesanti adibiti al trasporto del marmo causa immense nuvole di polvere e inquinamento dell'ambiente circostante -:
se i Ministri interpellati siano informati della situazione e delle eventuali richieste di proroga dell'autorizzazione per l'uso della strada forestale nel comune catastale di Monte Tramontana per il trasporto dei blocchi di marmo;
se il Ministro delle infrastrutture non ritenga doveroso intervenire, per quanto di sua competenza e in rapporto con la Provincia Autonoma di Bolzano, affinché si trovi finalmente una soluzione definitiva per il trasporto a valle del marmo con una funicolare modernizzata oppure con una nuova funivia che possa essere utilizzata in comune dalle tre ditte escavatrici al fine di scongiurare l'ipotesi che, nelle more

degli interventi di ammodernamento, una situazione temporanea possa diventare, col tempo, definitiva;
quali siano le valutazioni del Ministro dell'ambiente in ordine alle ripercussioni che il transito dei mezzi pesanti sulla strada forestale nel comune catastale di Monte Tramontana per il trasporto del marmo ha sull'ambiente circostante, tenuto conto, in particolare, che si tratta di una zona compresa nel Parco Nazionale dello Stelvio.
(2-00067) «Boato, Francescato».

Interrogazioni a risposta scritta:

NUCARA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
un numeroso gruppo di cittadini della città di Messina, circa 140 nuclei familiari, risultano essere residenti nel quartiere di Fondo Fucile, le cui fatiscenti abitazioni sono in gran parte costruite con materiali cancerogeni come l'amianto e con pessimi servizi igienici (fogne a cielo aperto);
tali condizioni abitative sono state denunciate con una petizione e un dossier inviati al Sindaco della città, al Presidente dell'Istituto Autonomo delle Case Popolari, all'Assessore al Risanamento ed all'A.U.S.L. competente;
un dossier sull'emergenza amianto e sui rischi incombenti per la salute è stato inviato al Ministro dell'Ambiente ed alla Compagnia dei Carabinieri per la Tutela Ambientale di Roma, Palermo e Catania e che del dossier stesso, oltre ad alcune foto che documentano in maniera inequivocabile il degrado del quartiere Fondo Fucile, sono parte integrante una relazione tecnica che denuncia lo stato di pericolosità dell'amianto che funge da copertura alle baracche ed una relazione sul degrado sociale e sulle difficili condizioni di vita;
nel quartiere di Fondo Fucile queste fatiscenti strutture adibite ad abitazione esistono da oltre 60 anni, senza che le Amministrazioni locali siano riuscite a risolverne i problemi che assumono sempre più i connotati della drammaticità;
la salute del cittadino è tutelata dalla nostra Costituzione e che la situazione del quartiere Fondo Fucile, come emerge dal dossier succitato, evidenzia rischi gravissimi per la salute stessa delle famiglie residenti -:
se il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio abbia predisposto atti finalizzati ad un intervento risolutivo per i gravi problemi del quartiere di Fondo Fucile del Comune di Messina;
se intenda disporre una ispezione immediata per verificare lo stato di pericolosità delle lastre di amianto-eternit presenti nella baraccopoli;
se in considerazione della incapacità a risolvere un problema così drammatico, non ritenga necessario che si proceda alla eventuale individuazione di un Commissario ad acta per il risanamento di Fondo Fucile a Messina.
(4-00555)

CAMILLO PIAZZA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
dopo due anni di negoziati, lo scorso 4 luglio il Parlamento europeo ha approvato unadirettiva volta a garantire, entro il 2008, l'attuazione in tutta Europa di sistemi per la raccolta di batterie e accumulatori che, ad oggi, sono applicati solamente in sei Stati membri;
la Direttiva contiene disposizioni precise sulla raccolta differenziata, vieta il commercio di pile inquinanti e fissa rigorosi limiti al contenuto in cadmio e mercurio, prevede l'introduzione, da parte dei produttori, di sistemi per il trattamento ed il riciclaggio dei rifiuti di pile ed accumulatori, impone agli stati di informare i consumatori attraverso etichette sui prodotti, istruzioni e campagne di informazione;

ogni anno, circa 800.000 tonnellate di batterie per auto, 190.000 tonnellate di batterie industriali c 160.000 tonnellate di pile portatili (di cui 30 per cento ricaricabili) vengono immesse sul mercato nei paesi europei, e se durante l'utilizzo, non sono particolarmente nocive per l'ambiente o la salute umana, quando le pile si esauriscono il loro contenuto in mercurio, piombo e cadmio comporta altissimi rischi;
nel 2002, nei paesi dell'Ue a 15, quasi la metà di tutte le batterie vendute è stata smaltita in inceneritori o in discariche;
le principali disposizioni contenute nella direttiva prevedono obiettivi per la raccolta di pile portatili, divieto di smaltimento delle batterie industriali e automobilistiche in discariche o inceneritori, requisiti minimi di riciclaggio per tutte le batterie raccolte, requisiti minimi per i piani nazionali di raccolta e riciclaggio e assunzione di responsabilità da parte dei produttori/importatori per la gestione di tutte le pile una volta allo stato di rifiuti;
attualmente in Europa, solo Austria, Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svezia e, parzialmente l'Italia dispongono di un sistema nazionale di raccolta di tutti i tipi di batterie usate destinate al riciclaggio, nelle altre nazioni la raccolta, il trattamento e il riciclaggio delle pile usate sono frammentari;
gli Stati membri dovranno poi adottare le misure necessarie affinché le pile e gli accumulatori che non soddisfano i requisiti stabiliti dalla direttiva non siano immessi sul mercato o siano ritirati dallo stesso, e potranno, inoltre, ricorrere a strumenti economici per promuovere la raccolta dei rifiuti di pile e accumulatori o per incentivare l'uso di prodotti contenenti meno sostanze inquinanti, «adottando ad esempio aliquote di imposta differenziata». In tal caso, tuttavia, dovranno notificare alla Commissione le misure relative all'attuazione di tali strumenti;
la direttiva contiene indicazioni anche per i sistemi di raccolta che dovranno essere adeguatamente predisposti per gli utilizzatori finali in luoghi facilmente accessibili e non comportare né oneri aggiuntivi, né obbligo di acquisto di nuove pile o nuovi accumulatori, e che impongano ai distributori di recuperare gratuitamente i rifiuti indipendentemente dalla composizione chimica e dall'origine;
le stesse indicazioni valgono per i produttori di batterie e accumulatori per autoveicoli che dovranno introdurre sistemi di raccolta presso gli utilizzatori finali o in punti di raccolta agevolmente accessibili nelle vicinanze. È poi precisato che, in caso di prodotti destinati a autoveicoli ad uso privato non commerciale, tali sistemi non devono comportare oneri per gli utilizzatori finali nel momento in cui si disfano dei rifiuti, né l'obbligo di acquistare nuove batterie o nuovi accumulatori;
entro tre anni dall'entrata in vigore della, direttiva, ogni stato dovrà assicurarsi che i produttori abbiano introdotto sistemi per il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori «basati sulle migliori tecniche disponibili, in termini di tutela della salute e dell'ambiente». Saranno inoltre tenuti a garantire che tutte le pile e gli accumulatori individuabili e raccolti a norma siano sottoposti a trattamento e riciclaggio con sistemi che siano conformi, come minimo, alla normativa comunitaria, in particolare per quanto riguarda la salute, la sicurezza e la gestione dei rifiuti;
gli Stati membri saranno anche tenuti a promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio e di trattamento, nonché la ricerca di metodi di riciclaggio ecocompatibili e con un buon rapporto costi/efficacia per tutti i tipi di pile e di accumulatori, nonché lo sviluppo e la commercializzazione di pile e accumulatori contenenti minori quantità di sostanze pericolose o contenenti sostanze meno inquinanti, in particolare in sostituzione del mercurio, del cadmio e del piombo;
entro sei anni dall'entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri saranno

tenuti a conseguire un tasso di raccolta pari ad almeno il 25 per cento, tasso che 4 anni dopo dovrà raggiungere il 45 per cento -:
quali iniziative il Governo intenda intraprendere per giungere alle scadenze previste dalla direttiva, senza inadempienze e con il raggiungimento di tutti gli obiettivi richiesti.
(4-00558)