Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Missione di studio in Polonia (25-26 giugno 2007)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 86
Data: 22/06/2007
Descrittori:
POLONIA   RELAZIONI INTERNAZIONALI
STATI ESTERI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Documentazione e ricerche

 

 

 

 

 

 

 

Missione di studio in Polonia

(25-26 giugno 2007)

 

 

 

 

 

 

 

n. 86

 

 

22 giugno 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento affari esteri

 

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File:es0123.doc


INDICE

Scheda paese  (a cura del Ministero degli Affari esteri)3

Nota di aggiornamento  37

§      La Polonia e il processo di riforma della UE   40

§      La questione dello scudo antimissilistico  42

Relazioni parlamentari Italia – Polonia (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)47

Dibattiti parlamentari

§      Camera dei Deputati – Commissione Difesa  51

-       Interrogazioni a risposta immediata

Seduta del 22 marzo 2007  51

§      Camera dei Deputati – Assemblea  55

-       Interpellanze urgenti

Seduta del 12 aprile 2007  55

§      Senato – Assemblea  63

-       Interpellanze 2-00173 e 2-00184

Seduta del 31 maggio 2007  63

§      Camera dei Deputati – Assemblea  67

-       Interrogazioni a risposta immediata

Seduta del 20 giugno 2007  67

Pubblicistica

§      ’U.S.: The Real Reason Behind Ballistic Missile Defense’, in: Sito Internet http://www.stratfor.com, 18 giugno 2007  75

§      G. Friedman ’Russia: Using Missile Defense as a Geopolital Lever, in: Sito Internet http://www.stratfor.com, 12 giugno 2007  75

§      A. Z. Nowak ‘Poland in the European Union Initial Balance of Two Years Selected Aspects’, in: ISPI – Osservatorio Europa, maggio 2007  75

§      S. Silvetti ‘L’antimissile ha perso la guida’, in: Affari Internazionali, 15 marzo 2007  75

§      R. R. Kaufman ‘Market Reform and Social Protection: Lessons from the Czech Republic, Hungary, and Poland’, East European Politics and Societies, n. 1/2007  75

§      C. Bassu ‘La Polonia nell’Unione europea: profili costituzionali’, in: Diritto pubblico comparato ed europeo –settembre 2006  75

§      P. Morawski ‘Contraddizioni polacche’, in: Acque e Terre, n. 6/2006  75

§      R. A. Epstein ‘When Legacies Meet Policies: NATO and the Refashioning of Polish Military Tradition’, in: East European Politics and Societies, n. 2/2006  75

§      A. Beghini ‘La politica di coesione europea a favore della Polonia’, in: Affari sociali internazionali, n. 2/2006  75

§      R. David ‘In Exchange for Truth: The Polish Lustrations and the South African Amnesty Process, in: Politikon, aprile 2006  75

§      P. Belmonte ‘Quanto polacca è la Bielorussia’, in: Limes, n. 1/2006  75

§      F. Speranza ‘Il pedaggio di Vilnius, in: Limes, n. 1/2006  75

§      M. Zaborowki ‘From America’s protégé to constructive European’ in: Occasional Paper, n. 56/2004  75

Documentazione

§      NATO Issues, Missile defence, Sito Internet della NATO   81

 

 


 

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Nota di aggiornamento
 

 

Per quanto riguarda la politica interna polacca, il 6 febbraio è stato annunciato un rimpasto di governo, dopo che il giorno precedente si era dimesso il Ministro della Difesa Sikorski. Il 7 febbraio si sono avute le dimissioni del Ministro dell'Interno Dorn, strettissimo collaboratore dei fratelli Kaczynski al vertice dello Stato: peraltro, Dorn ha mantenuto la carica di Vice Premier.

Il dibattito politico in Polonia è stato, recentemente, condizionato da diverse iniziative che hanno dato luogo a diversi contrasti con l'Unione europea: il Ministro polacco dell'educazione e della cultura Giertych, durante una riunione informale a Heidelberg degli omologhi ministri europei, svoltasi all'inizio di marzo, è giunto ad esempio a chiedere all'Unione europea di vietare l'omosessualità in quanto tale. Lo scopo sarebbe secondo Giertych quello di rilanciare la demografia in calo in tutta l'Europa. Va peraltro segnalato che il Governo polacco ha subito preso le distanze dalle affermazioni di Giertych. Ciò nonostante si è aperto un nuovo fronte polemico con Bruxelles, oltre a quello rappresentato dalle ripetute prese di posizione del Presidente della Polonia Lech Kaczynski a favore della pena di morte, ignorando come il divieto della pena capitale sia uno dei criteri politici di adesione alla stessa Unione europea. Ambienti della Commissione europea hanno fatto notare che anche il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione costituisce un criterio politico fondamentale per far parte di essa, e contro i principi della Carta si sono poste esplicitamente le dichiarazioni del Ministro polacco Giertych.

Un nuovo momento di contrasto della Polonia con le Istituzioni europee si è avuto il 26 aprile, quando il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo, ha accolto a maggioranza una risoluzione di sollecito alle autorità polacche ad astenersi dal proporre e tanto più dall'adottare alcuni provvedimenti, evocati da componenti del governo guidato da Jaroslaw Kaczynski, con intenti punitivi della presenza e della propaganda omosessuale nelle scuole, giungendo fino al licenziamento degli insegnanti dichiaratamente gay; il Parlamento europeo ha inoltre diffidato le autorità polacche dal porre in essere misure di intimidazione nei confronti delle organizzazioni degli omosessuali.

La questione dell'aborto è stata al centro di ulteriori vicende della politica interna polacca: il 13 aprile la Camera bassa ha respinto cinque proposte di emendamento alla Costituzione ispirate a una tutela completa della vita dal concepimento alla morte naturale. Gli emendamenti avrebbero comportato una modifica in senso restrittivo della normativa sull'aborto, ma nessuna delle cinque proposte ha raggiunto la necessaria maggioranza dei due terzi. In tal modo la coalizione di governo ha dovuto registrare una sconfitta, a seguito della quale il presidente del Parlamento Jurek, esponente del Partito Diritto e Giustizia dei fratelli Kaczynski, si è dimesso dalla propria carica. Il 27 aprile è stato eletto il nuovo Presidente del Sejm (la Camera bassa), nella persona del vice premier Dorn.

Particolare rilievo ha rivestito la questione della legge sulla "lustracja", ossia l'autodenuncia del passato comunista imposta soprattutto per volontà dei fratelli Kaczynski. La legge prevede un termine di due mesi di tempo, a decorrere dal 15 marzo 2007, a disposizione di circa 700.000 cittadini (fra i quali giornalisti, professori universitari, avvocati, religiosi, alti funzionari, ecc.) sui quali ricade l'obbligo di presentare una dichiarazione scritta all'Istituto della memoria nazionale, nella quale si attesti di non avere collaborato né direttamente né indirettamente con i servizi segreti del passato regime comunista, la SB. È previsto che coloro i quali dovessero fornire false dichiarazioni siano puniti almeno con l'allontanamento dal posto di lavoro per 10 anni, se non con la perdita totale di esso. Analoga sanzione è prevista anche per chi avrà ammesso di aver collaborato con i servizi comunisti. A differenza di quanto accaduto per esempio nel caso del Sud Africa, non pare di poter ravvisare nella legge l'ipotesi di un ravvedimento: tale mancanza, unitamente alle lungaggini connesse ai processi di verifica, potrebbe di per sé rendere il provvedimento inapplicabile. Per comprendere la portata della  legge sulla "lustracja", va tenuto presente che essa potrebbe teoricamente colpire persino un individuo che all'età di 18 anni, pur svolgendo mansioni di secondaria importanza, avesse cooperato con il regime filosovietico, magari per ricatto o stretta necessità. Un punto di particolare delicatezza nella realtà polacca è rappresentato dal fatto che lo stesso clero è particolarmente esposto alle accuse di passate collusioni con il regime comunista: va infatti ricordato che Monsignor Wielgus ha dovuto rinunciare il 7 gennaio del 2007 all'arcidiocesi di Varsavia, mentre sembra che tra i religiosi nel mirino vi sia anche il direttore della emittente conservatrice Radio Maria, padre Rydzyk. Non a caso le critiche contro la legge sulla "lustracja" sono state numerose, non ultimo da parte di persone con un passato inoppugnabile di dissidenti anticomunisti. Va anche ricordato che il provvedimento ha avuto un precedente nel 1997, ma di portata assai più limitata, poiché concerneva solo particolari categorie come parlamentari, membri del governo, alti funzionari pubblici e magistrati, per un totale di non più di 30.000 persone.

Nonostante alcune manovre dilatorie della maggioranza di governo probabilmente volte a superare il termine del 15 maggio stabilito nella legge sulla "lustracja" (tra cui una richiesta di rinvio del Presidente della Camera bassa Dorn, nonché l'accusa a due giudici della Corte costituzionale di essere stati collaboratori dei servizi segreti in epoca comunista, a seguito della quale il presidente della Corte ha escluso i due giudici dalla seduta), l'11 maggio la Corte costituzionale ha emesso una sentenza in merito alla legge sulla "lustracja", accogliendo parzialmente il ricorso presentato dall'opposizione - anche sull'onda di un vasto movimento di contrasto al provvedimento in tutto il Paese, nel quale hanno fatto spicco due importanti ex esponenti di Solidarnosc come Geremek e Mazowiecki, rispettivamente ex Ministro degli esteri e ex Premier della Polonia. La sentenza ha giudicato incostituzionale per alcune categorie l'obbligo di denunciare il proprio passato durante il regime comunista: si tratta in particolare dei giornalisti ma anche dei direttori di istituti scolastici e rettori di scuole o università private, nonché dei dirigenti di società private.

La polemica sul passato regime non si è tuttavia arrestata: il 20 giugno un quotidiano ha riferito che il nome dell'ex capo dello Stato Kwasniewski sarebbe incluso in una lista di 500 persone redatta dall'Istituto nazionale della memoria, nella quale figurerebbero i collaboratori dei servizi segreti in epoca comunista. Kwasniewski, del quale è peraltro ben noto il passato di appartenente al partito comunista, è attualmente schierato con l'ex leader di Solidarnosc Lech Walesa in un movimento per la difesa della democrazia opposto al partito dei fratelli Kaczynski. Lo stesso Kwasniewski ha peraltro ricordato di essere stato già scagionato in sede giudiziaria sette anni fa da accuse simili a quelle attuali.

Sulla scena internazionale va anzitutto ricordato l'incontro bilaterale Polonia Ucraina del 7 marzo 2007, nel corso del quale i due capi dello Stato Kaczynski e Juschenko hanno trattato principalmente i temi dell'energia, con particolare riferimento alla possibilità di un prolungamento del gasdotto fra Odessa e Brody, di particolare interesse per la Polonia; discutendo altresì della questione dello scudo spaziale, e segnatamente del ruolo della Polonia nel progetto statunitense di difesa missilistica in Europa.

Il 16 e 17 marzo si è recata in Polonia la Cancelliera tedesca Angela Merkel, anche nella sua veste di Presidente di turno dell'Unione europea: la missione della Merkel ha avuto diversi profili di interesse, non ultimi quelli dei rapporti bilaterali tra Germania e Polonia, che tuttora risentono di alcune questioni legate alle vicende della seconda guerra mondiale e degli anni immediatamente successivi. Un altro punto di frizione non indifferente nei rapporti bilaterali continua ad essere rappresentato dall'irritazione di Varsavia per il progetto del gasdotto tra Russia e Germania, capace di scavalcare il territorio polacco passando sotto il Baltico. La Germania non è poi troppo favorevole agli indirizzi di politica estera inaugurati dai fratelli Kaczynski, con un atteggiamento euroscettico e un totale consenso con gli Stati Uniti: la stessa questione dello scudo spaziale è vista dalla Germania in modo più ampio, come questione che dovrebbe riguardare la NATO, e non i meri rapporti bilaterali tra Stati Uniti e Polonia. Infine, come Presidente di turno della UE, la Merkel non ha mancato di trattare i temi legati alla ripresa del percorso costituzionale europeo, rispetto al quale la Polonia si mostra tiepida e minaccia addirittura di ostacolarlo ponendo un veto.

L'8 giugno è stato il Presidente statunitense Bush a recarsi per alcune ore in Polonia: nel corso dei colloqui è stato ribadito che il progetto dello scudo spaziale sarà portato avanti in vista di un rafforzamento della sicurezza in Polonia. Sia Bush che Kaczynski hanno peraltro ribadito le rassicurazioni nei confronti della Russia, lanciando profferte di collaborazione ed escludendo che il progetto dello scudo spaziale possa essere rivolto contro Mosca (sul punto, cfr.oltre).

Va infine ricordato che il 14 giugno è stato il Presidente francese Sarkozy ad effettuare una breve visita in Polonia, ove ha esortato le autorità a mostrare un atteggiamento costruttivo in vista dell'imminente Consiglio europeo di Bruxelles, astenendosi da qualunque veto, che confermerebbe la paralisi istituzionale dell'Unione. Le esortazioni di Sarkozy non sembrano tuttavia aver fatto breccia nei vertici politici di Varsavia, che hanno invece ribadito la necessità di ulteriori negoziati.

 

La Polonia e il processo di riforma della UE

 

A tale ultimo proposito, si segnala che durante il Consiglio Europeo del 21 e 22 giugno in corso a Bruxelles, la ferma opposizione della delegazione polacca al voto a maggioranza qualificata nel Consiglio in base al sistema della doppia maggioranza ( 55 per cento degli Stati che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell'Unione) si è configurata come uno degli ostacoli maggiori ai fini del raggiungimento di una intesa in ordine al seguito da dare al Trattato costituzionale e al processo di riforma della Ue.

La Polonia si oppone a tale sistema, contemplato nella bozza costituzionale approvata nel 2004,  sostenendo che esso avvantaggia troppo i grandi Paesi e che in questo modo un voto di un cittadino tedesco vale 1,8 mentre quello di un cittadino polacco vale 1.

In alternativa, Varsavia propone il c.d. metodo “Penrose”, secondo cui i voti sono assegnati in base alla radice quadrata della popolazione. Tale metodo a sua volta sembra tuttavia inaccettabile a tutti gli altri Paesi e la delegazione polacca è arrivata a Bruxelles con l’intenzione di negoziare un compromesso che comunque aumenti il peso degli Stati membri medi in seno al Consiglio, o quanto meno ottenere un mandato “aperto” per la Conferenza intergovernativa - cui spetterà mettere a punto un Trattato semplificato, estrapolando i contenuti fondamentali dalla bozza costituzionale bocciata nel 2005 dal referendum di Francia e Olanda  - per poter poi ritornare sulla questione in autunno. Nella bozza di mandato messo a punto prima del Vertice, gli esperti della delegazione polacca hanno insistito affinché si inserisse in una nota il principio secondo cui se il sistema di voto dovrà essere ridiscusso affinché questo “rispetti il principio della pari influenza di ogni cittadino nelle decisioni della Ue”.

Al fine di venire incontro alle posizioni di Varsavia sono state pertanto avanzate diverse ipotesi.  La prima soluzione potrebbe essere quella di adottare il sistema “a doppia maggioranza”, ma dilazionandone l'entrata in vigore per alcuni anni, onde consentire alla Polonia di giovarsi ancora dell'attuale meccanismo di voto (che le attribuisce con maggiore peso in Consiglio Ue) quando si concluderanno i negoziati su finanziamenti agricoli e fondi strutturali per il periodo 2014-2020. La seconda proposta, avanzata dalla delegazione Ceca (l'unica che ha sostenuto la Polonia nelle sue rivendicazioni), è quella di elevare la soglia della maggioranza qualificata della popolazione. In questo modo sarebbe più facile per Varsavia conseguire quello appare come il vero obiettivo sottostante alla questione, ossia poter costruire più facilmente, con altri alleati, minoranze di blocco contro le decisioni del Consiglio Ue. Attualmente, tale proposta sembra registrare risposte più possibiliste da parte di paesi come Francia e Spagna; appare invece improbabile che possa essere accettata la proposta originaria polacca, posto che un sistema di voto ponderato basato sulla radice quadrata della popolazione di ogni paese costituirebbe una radicale modifica rispetto a quanto prevede la bozza di Trattato Costituzionale. Esiste, infine, la possibilità di inserire dei correttivi, o delle clausola di salvaguardia, al sistema della “doppia maggioranza”, prevedendo per esempio che la minoranza di blocco comprenda non più almeno quattro, ma cinque o sei Stati membri (ciò che diminuirebbe il potere di blocco dei grandi paesi).

Il negoziato in corso appare pertanto molto complesso, e allo stato non è ancora chiaro se si deciderà di riaprire il capitolo concernente il sistema di voto, oppure lo si terrà fuori dal negoziato come previsto dalla proposta tedesca, una decisione che tuttavia rischierebbe di provocare il veto di Varsavia.                            A testimonianza della complessità della questione, si segnala che Lech Kaczynski, alla fine della prima giornata del vertice (21 giugno), dopo aver avuto incontri privati con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ed il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato che “i colloqui fino a questo momento mostrano che la situazione è molto difficile. Sfortunatamente non posso dire di essere un ottimista, ma è mio dovere come membro del Consiglio Europeo andare avanti con i colloqui e lo faremo''. Nel corso di ulteriori negoziati intercorsi nella notte tra il presidente Lech Kaczynski, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Sarkozy, quest’ultimo avrebbe proposto l'inserimento della c.d. "clausola di Ioannina"[1], dal nome di una città greca dove è stata definita nel 1994 per la prima volta, la quale consentirebbe ad un piccolo gruppo di paesi che arrivano a toccare la soglia di minoranza di blocco di chiedere il riesame della decisione presa a maggioranza qualificata. In risposta, la Polonia avrebbe proposto un compromesso a suo vantaggio: ritardare fino al 2020 l'adozione del sistema di voto a doppia maggioranza previsto dal nuovo Trattato costituzionale, mantenendo sino ad allora il sistema di Nizza; in tal modo Varsavia potrebbe sfruttare la vantaggiosa ripartizione dei voti per altri 13 anni, assicurandosi un forte potere negoziale per i prossimi due budget comunitari. Al momento i negoziati sono ancora in corso. Secondo le ultime dichiarazioni de Presidente del Parlamento europeo, Hans-Gert Poettering, "la posizione della Polonia si sta muovendo perché accetta ormai in modo evidente il principio della doppia maggioranza"; quanto alla proposta polacca di continuare con la procedura del Trattato di Nizza fino al 2020 per  poi introdurre il sistema di voto a doppia maggioranza, essa è una soluzione che "naturalmente non è accettabile per il Parlamento europeo”, ma - ha aggiunto Poettering – “vi è chiaramente un movimento su questa questione e quando c'è movimento, c'è speranza di un risultato in extremis".

Si segnala, infine, che secondo un sondaggio condotto dall'Istituto Cbos nel mese di maggio su un campione rappresentativo della società polacca, solo il 27 per cento dei polacchi è interessato al destino del Trattato europeo, mentre il 69 per cento non ha alcun interesse e il 55 per cento non conosce la posizione del proprio Governo al riguardo; l'89 per cento della popolazione è comunque favorevole all'integrazione della Polonia nell'Ue, contro il 5% di avviso contrario.

 

La questione dello scudo antimissilistico

 

Negli ultimi mesi le relazioni tra la Russia e l’Occidente sono state dominate dalla controversa questione del cd. scudo missilistico, i cui più recenti sviluppi, tuttavia, potrebbero fare evolvere i motivi di forte contrapposizione in un’importante occasione di cooperazione politico-militare.

Come è ormai noto, a metà gennaio 2007 gli Stati Uniti hanno proposto alla Polonia e alla Repubblica Ceca di installare un nuovo dispositivo antimissilistico nell’Europa orientale, composto da un radar da collocare nella Repubblica ceca e da una base dotata di missili intercettori da dislocare in Polonia. Il progetto è stato elaborato dalla Missile Defence Agency del Pentagono e viene proposto come la prima componente di un sistema più ampio di difesa antimissilistica destinato a difendere il territorio europeo da attacchi di missili a lungo raggio provenienti da gruppi terroristici o da stati canaglia, come in particolare – a giudizio dell’amministrazione statunitense - Iran e Corea del Nord. Attualmente, il territorio americano è protetto con analoghe installazioni in Alaska (Fort Greely) e in California (Vandenberg).

La Russia ha dimostrato di non credere a tale motivazione, reagendo sin dall’inizio in modo duro (si ricorda il discorso di Putin alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco del 10 febbraio scorso), attraverso la minaccia di installare armamenti analoghi presso l’enclave russa di Kaliningrad e di rompere il trattato che bandiva i missili a corto e medio raggio stipulato nel 1987 da Reagan e Gorbaciov, in forza del quale, nell’ultimo ventennio, Europa e Russia non hanno più avuto missili puntati reciprocamente contro i propri territori.

Dal canto loro, i due governi direttamente interessati – Polonia e Repubblica ceca – hanno già dato il loro parere favorevole al progetto USA. Reazioni fredde - o comunque interlocutorie - sono invece state espresse da quasi tutti i paesi europei. Valga per tutte la posizione assunta il 6 marzo scorso dal Cancelliere tedesco Merkel, che, pur dichiarandosi convinta della natura difensiva delle installazioni americane, ha comunque chiesto che la questione sia affrontata in un negoziato USA – Russia, “meglio se in una cornice NATO”.

In un’intervista al Financial Times rilasciata il 12 marzo 2007, il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer ha dichiarato che il rischio di attacchi missilistici da parte iraniana o nordcoreana è reale, ma che lo scudo americano potrebbe integrarsi al piano della Nato per un sistema di difesa antimissili da teatro, un dispositivo che dovrebbe essere dislocato entro il 2010, del costo di 20 miliardi di dollari, sul quale sarebbe disponibile, sin dallo scorso anno, un dettagliato studio di fattibilità.

In effetti, la NATO ha intenzione di dotarsi di un sistema per la protezione delle forze terrestri da attacchi missilistici. Il sistema transatlantico di difesa aerea a medio raggio MEADS (Medium Extended Air Defense System, un sistema tattico mobile a 360° di concezione italo-americana-tedesca) dovrebbe essere dispiegato entro il 2012. Il MEADS, che usa come intercettori di base i missili americani PAC-3 “hit-to-kill”, offrirà alla Forza di Reazione Rapida dell’Alleanza un’efficace copertura contro i missili tattici balistici e da crociera, affiancandosi all’esistente sistema SHORAD (Shorter Range Air Defense) basato su missili Stinger. La NATO, inoltre, sta lavorando anche a un sistema multi-livello di difesa antimissile di teatro ALTBMD (Active Layered Theatre Ballistic Missile Defence) contro le minacce da missili balistici a medio e corto raggio e altre armi aeree. L’ALTBMD prevede l’impiego di diversi sistemi di difesa antimissile a bassa e alta quota per l’intercettazione dei missili in fase di lancio (attraverso UAV e laser aviotrasportati), sia intermedia (tramite il sistema THAAD di produzione americana), sia finale (tramite MEADS, Pac-3 e il sistema franco-Italiano SAMP/T, basato sul missile Aster 30). Il sistema ALTBMD prevede anche una componente navale, formata da un sistema Aegis di produzione americana e dall’anglo-franco-italiano PAAMS. Alla NATO spetterà il segmento di comando, controllo e comunicazioni dell’ALTBMD, il cui spiegamento è previsto entro il 2010.

Durante la visita di Stato in Austria, svoltasi il 23 maggio scorso, il Presidente russo Putin ha nuovamente espresso il timore che il progetto americano di scudo antimissilistico in Europa rilanci la ''corsa alle armi'', posto che i missili iraniani non hanno la gittata per colpire l'Europa, e ha ribadito che le rassicurazioni ricevute da Washington sulla natura esclusivamente difensiva del sistema non "hanno fatto cambiare posizione" alla Russia.

Il 31 maggio il Presidente russo ha nuovamente dichiarato che con il progetto di scudo antibalistico "gli Stati Uniti hanno cominciato una nuova corsa agli armamenti", sottolineando come l'esperimento di due giorni prima con il lancio di prova da parte russa di un missile balistico intercontinentale multitestata sia "stata una risposta ai passi americani che hanno sconvolto l'equilibrio strategico".

In un’intervista al Corriere della Sera del 3 giugno, il leader russo ha addirittura dichiarato che i missili nucleari russi torneranno ad essere puntati contro città e obiettivi militari europei se gli Usa insisteranno a modificare l'attuale assetto strategico coinvolgendo Polonia e Repubblica Ceca nella creazione di un 'scudo' anti-balistico, ma anche a causa del moltiplicarsi delle basi militari Usa in Europa a fronte di una sostanziale passività della Nato nei confronti del principale alleato. Ha anche ribadito che, poiché le forze armate iraniane non dispongono di missili a lunga gittata, l’installazione del dispositivo nell’Europa orientale si configura, in realtà, come una minaccia rivolta alla Russia.

Appena più concilianti sono risultati i toni con cui è tornato sull’argomento il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che si è detto pronto a riprendere i colloqui con la Nato su uno scudo anti-missile congiunto. Secondo l'agenzia Interfax, Lavrov ha confermato che "difendersi da minacce inesistenti non ha senso, e che meglio sarebbe riprendere i lavori all'interno del Consiglio Nato-Russia sulla creazione di un teatro di difesa missilistico".

Tale dichiarazione potrebbe pertanto rilanciare una discussione della difesa antimissilistica in sede NATO, già auspicata nello scorso mese di marzo dai ministri degli esteri e della difesa tedeschi.

Poi però anche Lavrov si è scagliato contro il progetto americano, sostenendo che "se apparati strategici dell'arsenale statunitense si affacciassero in Europa vicino ai nostri confini, saremmo costretti a sbarazzarci delle potenziali minacce derivanti da quel dispiegamento", e, in una dichiarazione alla televisione pubblica Vesti-24, ha polemizzato direttamente con l'amministrazione Bush, accusata di lavorare ad un progetto che "risponde perfettamente alla visione complessiva degli americani di un sistema di difesa anti-missile globale che, a guardare le mappe, verrebbe dispiegato lungo i confini della Russia e, guarda caso, della Cina".

Tale collocazione, peraltro, suscita perplessità anche presso alcuni analisti, secondo i quali, essendo tecnicamente preferibile intercettare potenziali vettori nelle fasi iniziali di lancio sulla base della scia di fuoco rilasciata, piuttosto che all’apogeo della traiettoria, le installazioni potrebbero essere più utilmente realizzate nell’Europa mediterranea o in Turchia, e potenzialmente integrate con quelle russe presenti nel Caucaso. Esperti militari fanno inoltre notare che la distruzione di missili balistici all’altezza degli spazi aerei polacchi implicherebbe la caduta dei rottami e degli eventuali detriti radioattivi sull’Europa settentrionale. La questione si intreccia infine con la polemica insorta a proposito della paventata mancanza di copertura difensiva in favore di Grecia, Turchia e parte del territorio italiano, che lo scudo sconterebbe se realizzato nell’europa orientale senza strumenti protettivi complementari.

Successivamente, a margine della riunione dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G8, svoltasi dal 6 all’8 giugno scorsi ad Heiligendamm, in Germania, in un incontro bilaterale il Presidente russo Putin ha proposto al Presidente americano Bush una diversa collocazione dello scudo antibalistico, offrendo una possibile integrazione funzionale con le analoghe postazioni russe site in Azerbaigian, e precisamente nella base di Qabala, a circa 200 chilometri dalla capitale Baku. Il ministro degli esteri azero, Mamediarov, si è dichiarato pronto ad avviare i necessari negoziati, ma il segretario generale della NATO, pur sottolineando l’approccio costruttivo dell’incontro tra i due leader, ha paventato che quella localizzazione geografica potrebbe risultare poco efficace in quanto troppo vicina a possibili fonti di minaccia come l’Iran. 

L’argomento sarà ulteriormente discusso nell’ambito della visita che Putin svolgerà negli Stati Uniti i primi giorni di luglio, in una sede di approfondimento congiunto che vedrà la partecipazione anche degli esperti dei rispettivi apparati militari. Nelle more di tale vertice, la Russia, attraverso il Ministro della Difesa, ha comunque chiesto che gli Stati Uniti “congelino” il progetto di installazione antibalistica in Polonia e Repubblica Ceca. Tale ultima richiesta è stata tuttavia respinta dal vice premier ceco Alexandr Vondra in una dichiarazione del 10 giugno, il quale non rinviene, nella posizione di Mosca, motivi ostativi al prosieguo delle trattative con gli USA, nonostante otto comuni della Repubblica ceca abbiano a larga maggioranza bocciato per via referendaria il progetto di dislocazione del radar intercettore nei rispettivi territori.

Sull’argomento, poi, il presidente Bush ha cercato di rassicurare il suo collega Georgi Parvanov durante la visita di Stato in Bulgaria dello scorso 11 giugno, ribadendo che il sistema allo studio e' mirato solo contro i missili a lunga gittata, lanciati da stati canaglia come l'Iran o la Corea del Nord, e questi missili sorvolerebbero in ogni caso la Bulgaria. Durante la conferenza stampa con Parvanov, Bush ha anche ripetuto la esortazione alla Russia a cooperare sullo scudo in quanto ''sarebbe di beneficio'' ad entrambi i paesi, ma anche ha sottolineato che è ancora allo studio la fattibilità tecnologica di un eventuale progetto di difesa comune.

All’esito del vertice dei Ministri della Difesa dei paesi della NATO, svoltosi a Bruxelles il 14 e 15 giugno, si è quindi deciso di condurre una valutazione complessiva ''sulle implicazioni militari e politiche'' in Europa del progetto americano di scudo spaziale entro il febbraio 2008: tale verifica si estenderà anche alla proposta russa di realizzazione del dispositivo antimissile in territorio azero, ma non pregiudicherà la continuazione dei lavori istruttori all’interno del Consiglio NATO-Russia.

Lo studio della NATO, secondo quanto riferito dal Segretario Generale De Hoop Scheffer, sarebbe in particolare finalizzato all’eventuale predisposizione di un sistema antimissile a corto raggio da rendere complementare a quello complessivo cui stanno lavorando gli USA, il cui Segretario alla Difesa Gates, peraltro, secondo fonti diplomatiche raccolte a Bruxelles, parrebbe comunque intenzionato a proseguire il progetto americano nonostante la positiva valutazione della controproposta russa, che però considera solo “aggiuntiva”. Naturalmente Mosca ha valutato negativamente la decisione della Casa Bianca di portare avanti il piano di difesa antibalistica in Polonia e Repubblica ceca nelle more del prossimo vertice bilaterale di luglio tra Bush e Putin. Prima di questo importante appuntamento, cui però i russi non annettono una valenza risolutiva, Scheffer potrebbe incontrare Putin a Mosca il 26 giugno.

Da ultimo, in una dichiarazione rilasciata il 21 giugno, il ministro degli esteri russo, Lavrov, ha ribadito il monito agliUSA di congelare i negoziati con Polonia e Repubblica ceca fino a che non siano definiti eventuali accordi comuni, sostenendo che un rifiuto americano di dislocare lo scudo nella base di Qabala non sarebbe spiegabile con ragioni tecniche e tradirebbe l’intento di colpire gli interessi russi piuttosto che di realizzare una difesa contro attacchi missilistici da parte iraniana. Lavrov ha anche significativamente definito “allarmanti” lo stato delle attuali relazioni tra Stati Uniti e Russia.

 

 

 

 


Relazioni parlamentari Italia – Polonia
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 

 

 

XV LEGISLATURA

 

 

 

Rappresentanze diplomatiche

 

Ambasciatore d’Italia a Varsavia S.E. Anna Maria Blefari Melazzi

 

Ambasciatore di Polonia a Roma S.E. Michal Radlicki

 

 

 

 

Incontri delle Commissioni

 

Il 16 gennaio 2007 la Commissione Affari esteri della Camera dei deputati ha incontrato una delegazione della Commissione Esteri del Sejm polacco.

 

Il 15 novembre 2006 il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri, ha ricevuto l'Ambasciatore di Polonia, Michal Radlicki.

Il colloquio è stato incentrato sul ruolo futuro dell’Unione europea e sul rapporto UE e Polonia.

In particolare, l’on. Ranieri ha evidenziato l’importanza di un’Europa forte e pronta ad impegnarsi nei vari scenari internazionali affiancando così, in posizione di parità, gli USA. Ha quindi rilevato la necessità dell’UE di risolvere i problemi di assetto politico ed istituzionale. L’Ambasciatore Radlicki, nell’auspicare un maggiore protagonismo italiano negli affari europei, ha sottolineato come il 70% della popolazione polacca sia a favore dell’UE, seppure il restante 30% sia fortemente antieuropeista. Secondo l’Ambasciatore, l’Unione europea avrebbe dovuto impegnarsi maggiormente nel dare contenuto simbolico all’adesione, tenuto conto della forte ideologizzazione di alcuni paesi nuovi membri, tra cui la Polonia. Al termine dell’incontro è stato auspicato il rafforzamento della cooperazione parlamentare e prospettata l’eventualità di un incontro tra le Commissioni esteri dei due Parlamenti.

 

 

Cooperazione multilaterale

 

La Polonia invia proprie delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, dell’UEO (in quanto membro associato), della NATO (di cui è membro effettivo dal marzo 1999), dell’OSCE, dell’INCE (di cui ha esercitato, nel 2003, la presidenza) e al Patto di Stabilità per l’Europa Sudorientale.

 

 

La Conferenza su “Il ruolo dei parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della società dell’informazione”

 

Alla Conferenza su Il ruolo dei parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della società dell’informazione, ospitata dalla Camera dei deputati, il 3 e il 4 marzo 2007, organizzata congiuntamente all’Unione Interparlamentare e all’UNDESA, in quanto inserita nel quadro dell’iniziativa Gobal Centre for ICT in Parliaments, hanno partecipato, in rappresentanza del Parlamento polacco, l’onorevole Katazyna Piekarska per il Sejm, ed i senatori Edmund Wittbrodt e Jerzy Szymura per il Senato.

 

 

Attività legislativa

 

AS 1218 / C 2375

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Polonia in materia di cooperazione culturale e di istruzione, fatto a Roma il 12 luglio 2005.

 

Il disegno di legge è stato approvato dal Senato il 14 marzo 2007 ed è attualmente in corso di esame in Commissione

 

 


Dibattiti parlamentari

 


IV COMMISSIONE PERMANENTE

(Difesa)
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

 

Giovedì 22 marzo 2007. - Presidenza del vicepresidente Elettra DEIANA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Marco Verzaschi.

 

La seduta comincia alle 13.05.

 

Elettra DEIANA, presidente, comunica che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

 

5-00868 Betta: Sulla protezione antimissile dell'Europa e dell'Italia.

 

Mauro BETTA (Ulivo) illustra l'interrogazione in titolo.

 

Il sottosegretario Marco VERZASCHI risponde all'interrogazione in titolo, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

 

Mauro BETTA (Ulivo), nel dichiararsi parzialmente soddisfatto della risposta del Governo, ritiene che tale risposta, sia apprezzabile nella parte in cui sottolinea la necessità di una riflessione per ricondurre la questione dello scudo antimissile ad una dimensione sinergica tra l'Unione europea e la NATO, ma sia carente nella parte in cui non chiarisce, come invece richiesto nell'interrogazione, quali siano le ragioni tecniche che porterebbero, almeno per il momento, ad escludere l'Italia dalla protezione dello scudo antimissile.

 

 


ALLEGATO 2

 

Interrogazione 5-00868 Betta: sulla protezione antimissile dell'Europa e dell'Italia.

 

 

TESTO DELLA RISPOSTA

 

La questione oggetto dell'interrogazione in discussione sta avendo particolare evidenza mediatica, a seguito delle recenti dichiarazioni rilasciate al quotidiano inglese Financial Times dal Segretario Generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, in merito al progetto statunitense d'installare un sistema di difesa antimissilistico in Europa.

La difesa missilistica si inquadra nel più generale concetto di «deterrenza» e prende atto dalla natura imprevedibile, asimmetrica delle nuove minacce provenienti dal terrorismo internazionale e dagli Stati proliferatori di armi di distruzione di massa. In questo quadro concettuale, si collocano i programmi portati avanti in ambito NATO e quelli sviluppati sul piano bilaterale con gli Stati Uniti e da alcuni Paesi europei.

Ciò detto, il sistema progettato dagli Stati Uniti prevederebbe, in particolare, l'installazione di un sistema radar nella Repubblica Ceca e di batterie di missili intercettori in Polonia.

L'amministrazione americana ha dato nuovo slancio ai programmi nazionali di difesa missilistica in un quadro concettuale che attribuisce maggior peso alla deterrenza negativa, cioè alla vanificazione degli obbiettivi dei potenziali aggressori.

Il progetto americano, inizialmente, concepito in funzione della difesa nazionale, è evoluto a programma volto a tutelare anche i territori e le popolazioni dei Paesi amici e alleati.

Gli USA hanno avviato il rafforzamento dei loro sistemi operativi dislocando sistemi di missili intercettori, sensori e radar in Alaska e California.

Analogamente, Washington intende dispiegare sistemi di difesa (prevalentemente radar per allertamento rapido, ma anche sistemi per l'intercettazione dei missili offensivi nella prima fase del lancio) anche in Polonia e Repubblica Ceca. I principali alleati sono stati incoraggiati ad associarsi ai progetti americani e sono state avviate cooperazioni con vari paesi, fra i quali, Italia, Giappone, Regno Unito, Danimarca, Australia, Israele, Olanda e Russia.

La difesa contro la proliferazione della minaccia missilistica è avvertita in seno all'Alleanza Atlantica come un'esigenza.

Da parte italiana, sul progetto dello scudo «antimissilistico», essendo esso un problema che riguarda la coesistenza e la stabilità e la sicurezza in Europa, siamo del parere che sia necessaria una riflessione per ricondurre la questione in una dimensione sinergica tra Unione europea e NATO, anche in riscontro alle recenti sollecitazioni delle stesse Repubblica Ceca e Polonia che, in relazione alle sopra citate installazioni, hanno fatto stato della loro volontà che esse divengano parte di un sistema di protezione «alleato».

In tale quadro, per l'Italia si conferma che sono in corso di sviluppo e di realizzazione, con finanziamenti nazionali, i sistemi missilistici «SAMP/T» (in collaborazione con la Francia) e «MEADS» (in collaborazione con la Germania e gli Stati Uniti).

Tali sistemi sono funzionali ad un progetto relativo alla protezione delle truppe rischierate e di obiettivi d'interesse strategico; per gli stessi, è prevista l'integrazione nel dispositivo di difesa missilistica Nato, per assicurare la protezione da missili balistici di teatro.

 

 


RESOCONTO

STENOGRAFICO

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Seduta di giovedì 12 aprile 2007

 

 

(Posizione dell'Italia riguardo al progetto statunitense di realizzazione di un sistema di intercettazione missilistica con basi in Europa - n. 2-00452)

 

 

 

PRESIDENTE. La deputata Deiana ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00452 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, la questione posta nell'interpellanza è di grande rilievo politico ed investe le scelte di destinazione dei fondi pubblici, le strategie militari del nostro paese ed anche la qualità dei rapporti tra le istituzioni dello Stato.
Qualora il contenuto nella nostra interpellanza corrispondesse a verità - in tal senso attendo la risposta del sottosegretario - significherebbe che vi sono stati dei meccanismi di indebolimento della trasparenza che su una materia di questo genere deve essere assicurata sia all'interno del Governo sia nel rapporto tra Governo e Parlamento.
Già nei mesi scorsi la stampa internazionale aveva veicolato all'attenzione pubblica la vicenda del sistema antimissilistico, riportando la notizia secondo la quale l'amministrazione Bush ha riesumato il progetto dello scudo spaziale, questa volta, a differenza che nel passato, con l'intenzione di allargare la protezione anche alla Polonia e alla Repubblica Ceca, nell'ambito, evidentemente, di una geopolitica orientale tendente ad inglobare nei meccanismi di autotutela dei paesi occidentali della NATO porzioni dell'ex impero sovietico.
La questione ci riguarda perché la stampa nazionale nelle ultime settimane ha dato notizia non solo del progetto statunitense per un sistema di intercettazione missilistica con basi in Europa orientale, ma ha rivelato l'esistenza di un coinvolgimento dell'Italia in questo progetto. Ne hanno parlato diversi organi di

stampa nazionale, Il Manifesto con ricchi particolari, ma anche altri giornali, tra cui Il Messaggero di Roma.
In particolare, la stampa che si è occupata della questione ha riportato la notizia che la fonte di queste informazioni è il comandante dell'Agenzia missilistica del Pentagono, generale Henry Obering, il quale avrebbe affermato che il Governo italiano ha siglato un accordo quadro che definisce linee principali e meccanismi sulla base dei quali l'Italia collaborerà al progetto. Si tratta di una fonte ufficiale di grande autorevolezza e autorità, espressione dell'establishment statunitense che praticamente è stata veicolata a livello internazionale senza che il Governo italiano abbia avuto nulla da ridire.
Il quotidiano Il Manifesto, in un articolo a firma Manlio Dinucci e Tommaso Di Francesco del 1o aprile 2007, come già detto, arricchisce di particolari la vicenda, precisando che il memorandum di accordo quadro sarebbe stato siglato, al Pentagono, lo scorso febbraio, probabilmente dal sottosegretario per la difesa Giovanni Forcieri. Si fa riferimento ad un viaggio effettivamente compiuto dal citato sottosegretario - si tratta di una notizia ufficiale - per firmare l'assunzione di ulteriori impegni, da parte del nostro paese, nel programma del caccia statunitense F-35. Probabilmente, quindi, tale memorandum sarebbe stato siglato dallo stesso sottosegretario Forcieri.
Il problema, ovviamente, non è chi abbia firmato tale atto, ma se detto documento sia stato effettivamente firmato, nonché come si sia potuta adottare una scelta di questo genere senza che - come ci risulta - la questione sia stata discussa nel Consiglio dei ministri (come, del resto, richiederebbe l'articolo 2, lettera h), della legge 23 agosto 1988, n. 400), o tanto meno in Parlamento.
Ribadisco che si tratta di una questione che solo il dibattito provinciale del nostro paese sulle questioni internazionali e della difesa (ridotte a vicende che vengono continuamente derubricate a «faccenduole» del cortile di casa o dei rapporti tra maggioranza e minoranza) può ignorare! Insomma, siamo di fronte ad un tema di grandissima portata, che riguarda la nostra politica europea ed i nostri rapporti con la Russia.
Non è un caso, infatti, che la Federazione russa abbia sollevato, più volte, critiche rispetto a tale progetto, minacciando l'uscita dal trattato per l'eliminazione dei missili nucleari e richiedendo agli Stati Uniti, successivamente, la firma di un trattato di non aggressione. Ebbene, tale paese ha recentemente annunciato un programma di rinnovo di circa la metà del proprio arsenale ed equipaggiamento militare.
Vorrei segnalare che io stessa ho partecipato ad un incontro svolto con una delegazione di parlamentari russi dell'Assemblea della NATO, i quali hanno fatto di tale questione il tema centrale del confronto con la delegazione italiana. Siamo di fronte, dunque, ad un problema tutt'altro che secondario.
La scusa addotta dagli Stati Uniti per installare, già in fase sperimentale, questa protezione antimissilistica in Polonia e nella Repubblica ceca è l'esistenza del pericolo che proverrebbe dai futuri arsenali nucleari iraniani. Desidero osservare, tuttavia, che tutti i calcoli matematici circa la possibilità che si tratti di un'effettiva difesa contro l'Iran dimostrano che è solo una scusa: in realtà, si tratta di un riordinamento strategico, al fine di condizionare la Russia. Ciò pone notevoli problemi e rischia di far diventare l'Europa, qualora si portasse a termine un progetto di questo genere, una sorta di continente «cuscinetto».
Insomma, desidero sottolineare tale questione al di là dei problemi relativi agli aspetti di trasparenza, democrazia e onestà tra le istituzioni dello Stato, nonché agli impegni finanziari. Sussiste, infatti, l'esigenza di capire in cosa consisterebbe, laddove fosse stato firmato, un accordo di questo genere, poiché, come è evidente, non si può prescindere, di fronte a scelte così impegnative, dai contesti geopolitici e dalle strategie internazionali e militari del nostro paese.

Chiedo al Governo, quindi, se corrispondano al vero le notizie riportate dalla stampa in ordine alla decisione italiana di aderire a tale progetto; se così fosse, vorrei sapere per quale motivo una scelta così impegnativa sia stata assunta all'oscuro del Parlamento, sottraendola anche alla discussione in seno allo stesso Governo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Marco Verzaschi, ha facoltà di rispondere.

MARCO VERZASCHI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, l'interpellanza in discussione affronta la questione del progetto statunitense di installare un sistema di intercettazione missilistica in Europa che sta avendo particolare evidenza mediatica. Infatti, nell'ambito della stessa interpellanza vengono citate diverse testate giornalistiche che riportano, tra l'altro, la notizia che ipotizzerebbe la decisione italiana di aderire a tale progetto.
In senso generale è opportuno considerare che la difesa missilistica si inquadra nel più generale concetto di «deterrenza» e prende spunto dalla natura imprevedibile ed asimmetrica delle nuove minacce provenienti dal terrorismo internazionale e dagli Stati potenzialmente ostili proliferatori di armi di distruzione di massa.
In questo quadro concettuale si collocano i programmi portati avanti in ambito NATO e quelli sviluppati sul piano bilaterale con gli Stati Uniti da alcuni paesi europei.
Ciò detto, il sistema progettato dagli Stati Uniti prevedrebbe, in particolare, l'installazione di un sistema radar nella Repubblica Ceca e di batterie di missili intercettori in Polonia.
L'amministrazione americana ha dato nuovo slancio ai programmi nazionali di difesa missilistica in un quadro concettuale che attribuisce maggior peso alla «deterrenza negativa», vale a dire alla vanificazione degli obiettivi dei potenziali aggressori. Il progetto americano, inizialmente concepito in funzione della difesa nazionale, è evoluto a programma volto a tutelare anche i territori e le popolazioni dei paesi alleati e amici.
Gli Stati Uniti hanno avviato il rafforzamento dei loro sistemi operativi dislocando sistemi di missili intercettori, sensori e radar in Alaska e California.
Analogamente, Washington intenderebbe dispiegare sistemi di difesa (prevalentemente radar per allertamento rapido, ma anche sistemi per l'intercettazione dei missili offensivi nella prima fase del lancio) anche in Polonia e nella Repubblica Ceca.
I principali alleati sono stati incoraggiati ad associarsi ai progetti americani e sono state avviate cooperazioni, oltre che con il nostro paese, anche con altri paesi, fra i quali Giappone, Regno Unito, Danimarca, Australia, Israele, Olanda e Russia.
La difesa contro la proliferazione della minaccia missilistica è avvertita in seno all'Alleanza atlantica come un'esigenza soprattutto protettiva.
Da parte italiana, è stato recentemente firmato un Accordo quadro di cooperazione Italia-USA che amplia il perimetro di tale cooperazione al settore della difesa da missili balistici.
Si ricorda che con gli Stati Uniti esistono già da tempo rapporti di collaborazione industriale nel settore missilistico, tra i quali emerge per importanza quello per la progettazione e lo sviluppo del sistema Medium Extended Air Defence system (MEADS), sistema che gli Stati Uniti intendono utilizzare in sostituzione del sistema di difesa denominato Patriot, utilizzato da numerose nazioni europee e non.
Il citato Accordo quadro di cooperazione si inserisce nelle molteplici iniziative intraprese in ambito NATO, dove, fin dal 1996, sono state avviate varie attività volte alla realizzazione di idonei strumenti a protezione dell'Alleanza dal rischio derivante dall'uso di missili balistici equipaggiati con armi di distruzione di massa (WMD) da parte di nazioni ostili o gruppi terroristici.
L'Accordo in questione è giustificato dalla volontà dei due paesi di creare un quadro normativo che consenta alle due nazioni di rafforzare la cooperazione in ambito bilaterale in tale specifico settore, per consentire di dare l'avvio a scambi di informazioni propedeutici a eventuali successive collaborazioni.
In particolare per l'Italia appare infatti necessario avviare uno scambio di informazioni per supportare lo sviluppo di una policy nazionale, basandosi anche sull'attività in corso negli Stati Uniti con il programma di difesa del territorio e della popolazione da missili balistici ed un vista della possibilità che la NATO decida di dotarsi di un sistema similare in grado di difendere territori e popolazioni dell'Alleanza.
L'accordo non determina impegni e/o oneri finanziari tra le parti. È infatti demandata alla stipula degli accordi attuativi successivi, ciascuno finalizzato allo specifico settore di collaborazione, la definizione delle caratteristiche e delle modalità per la suddivisione dei costi associati. Anche in ambito NATO esistono avanzati programmi di cooperazione in materia di difesa antimissile, che mirano alla protezione di tutti i territori e delle popolazioni alleate.
A questo riguardo, l'Italia, unitamente ad altri alleati, ha sollecitato l'avvio di una riflessione sulle opportunità di integrazioni fra i due progetti NATO ed USA, anche in riscontro alle recenti sollecitazioni delle stesse Repubbliche Ceca e Polacca, che in relazione alle sopracitate installazioni, hanno fatto stato della loro volontà che esse diventino parte di un sistema di protezione «alleato».
È fuor di dubbio che la difesa missilistica abbia eminentemente una finalità protettiva, ma nuovi programmi sono suscettibili di alterare equilibri strategici consolidati, in particolare con la Russia.
Conseguentemente, il ministro degli affari esteri, onorevole D'Alema, unitamente a esponenti di altri paesi partner, tra i quali il primo ministro tedesco Merkel, hanno convenuto sull'opportunità che tale materia sia affrontata in ambito NATO, anche nel formato Consiglio NATO-Russia, così come anche nella dimensione dell'Unione europea.
Il Governo americano ha, peraltro, più volte sottolineato, sia nell'ambito dell'Alleanza atlantica che nel corso di contatti bilaterali con la Russia, le finalità prettamente difensive di tali sistemi, collegandole esclusivamente a potenziali minacce provenienti dal quadrante orientale e mediorientale.
Nelle ultime settimane poi, da parte americana è stata manifestata ampia disponibilità ad inserire a pieno titolo la difesa missilistica tra le questioni in discussione nel quadro del Consiglio NATO-Russia.
L'Italia auspica che questo confronto possa continuare ed anzi rafforzarsi, in uno spirito costruttivo e senza preclusioni pregiudiziali, poiché esso valorizza il ruolo di strumento di dialogo politico (oltre che di cooperazione pratica) del Consiglio NATO-Russia, soprattutto in materia di sicurezza.
Esso inoltre giova a dissipare timori da parte di Mosca, che appaiono ingiustificati, ma che meritano tuttavia di essere tenuti in debita considerazione e riscontrati.
L'Italia è da sempre impegnata, con coerenza, nella promozione degli strumenti multilaterali di non proliferazione, di controllo degli armamenti e di disarmo nonché nella ricerca di soluzioni pacifiche e negoziali delle controversie internazionali. Aspetti questi che costituiscono un caposaldo della politica estera del nostro Governo.

PRESIDENTE. La deputata Deiana ha facoltà di replicare.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, non sono soddisfatta della risposta. D'altra parte, l'ammissione del sottosegretario Verzaschi è molto chiara e, tra l'altro, contrasta con le dichiarazioni rese dal sottosegretario Forcieri ad un giornale a seguito di una mia critica in ordine alla mancanza di trasparenza relativamente a tale vicenda. In quell'occasione, il sottosegretario Forcieri aveva dichiarato che non era vero nulla e che avrebbe smentito tutto, mentre lei, sottosegretario Verzaschi, nella sua risposta ammette ogni cosa.

Pertanto, prendo atto che, attraverso questo memorandum di cooperazione, siamo entrati all'interno di un piano, al quale gli Stati Uniti stanno lavorando da tempo e al quale attribuiscono una grandissima importanza.
Sono insoddisfatta nel constatare come, nell'assunzione di decisioni di questo genere, le regole non abbiano alcun valore. Infatti, la scelta di firmare questo memorandum d'intesa - mi piacerebbe sapere chi lo ha firmato e quando ciò è avvenuto e chiederò che sia messo a disposizione delle competenti Commissioni - non è passata neanche attraverso il Consiglio dei ministri. Quindi, si tratta di decisioni assunte in un ambito assolutamente separato, senza la possibilità di una discussione né in sede governativa né in sede parlamentare.
Pertanto, si modifica strada facendo la logica sottesa alla politica internazionale, alle alleanze ed alle preoccupazioni tattiche della politica internazionale senza che il Parlamento ne sia informato.
Voglio sottolineare l'enfasi con cui il generale Obering ha dichiarato, il 27 marzo di quest'anno, che aveva il piacere di annunciare che nello scorso febbraio era stato definito un memorandum di accordo-quadro con l'Italia, grazie al quale l'Italia e gli Stati Uniti avrebbero potuto iniziare a condividere tecnologie di difesa missilistica, analisi e altre forme di collaborazione.
Quindi, secondo queste dichiarazioni, si tratta di un passo importante, decisivo, che probabilmente non comporterà soltanto la disponibilità a fungere da lato sud-orientale della difesa missilistica, ma anche che l'Italia farà parte della linea difensiva e quindi, sostanzialmente, si troverà a dover ulteriormente sviluppare quel profilo di «colonia militare», continuando ad accogliere basi militari.
L'Italia infatti non soltanto continuerà ad ospitare le basi già esistenti, senza rimetterne in discussione assolutamente la logica, ma sembra condividere l'opportunità di un loro ampliamento, indispensabile per le strategie statunitensi.
Si tratta di una idea di difesa del nostro Paese che andrebbe discussa seriamente in sedi pubbliche, nelle sedi istituzionali della rappresentanza, e non negli stati maggiori o in sedi separate.
Sembra infatti che si accentui questo carattere di «colonia militare», accogliendo la collocazione di questi missili. Questa è una probabilità insita nelle parole del generale Obering e nella logica dell'accordo, perché non si tratta soltanto di scambi tecnologici e di cooperazione «letteraria».
Oltre a questo aspetto poi, evidentemente, se ci sarà possibilità di condivisione di tecnologie e di ricerche, è chiaro che ci saranno anche impegni di tipo economico. Tutto questo, ripeto, avviene in senza il coinvolgimento del Parlamento e questo non può essere assolutamente accettato.
Tornerò a chiedere spiegazioni su questo aspetto, chiederò che il memorandum sia messo a disposizione e, laddove non avvenga, chiederò se esso sia classificato, riguardando una materia che dovrebbe essere di dominio pubblico, oggetto di discussione pubblica.
Ciò in ragione della delicatezza politica immediata della materia, che non ha nulla a che vedere con questioni di difesa o di pericolo nazionale, perché si tratta invece di una questione di strategia, di programma, che dovrebbe seguire tutt'altro iter, laddove fosse deciso democraticamente di accedere ad una impostazione di questo genere.
Voglio sottolineare che si tratta di un sistema di difesa offensiva e non difensiva - lo ripeto, offensiva e non difensiva - che sostanzialmente garantirebbe agli Stati Uniti un first strike contro un paese nemico, un sistema che comporta un forte condizionamento nei confronti del lato orientale dell'Europa, in particolare della Russia.
Accolgo positivamente le preoccupazioni che sono state espresse dal Governo, in particolare, per quello che ho capito, dal ministro D'Alema, che su questi aspetti dimostra sempre delle sensibilità positive nei confronti delle preoccupazioni della Russia.

La Russia ovviamente non spreca occasione per criticare questa impostazione, così come continuamente critica l'espansione a est della NATO. Uno dei motivi ricorrenti negli incontri con la delegazione dei parlamentari russi è esattamente questo: vi è sostanzialmente - come dire - la percezione di essere sottoposti ad un accerchiamento da parte della NATO.
Non entro nel merito delle ragioni per cui il Governo russo solleva continuamente tale questione. Indubbiamente però, il fatto che la sollevi costituisce un problema e il fatto che lo scudo missilistico venga concepito e collocato sul versante orientale con la scusa dell'Iran, ma in realtà con un evidente, fattuale condizionamento nei confronti della Russia, costituisce un problema di politica estera, che sarà affrontato dal Governo italiano - come lei, sottosegretario, ha detto - in sede Nato, in sede di Consiglio di sicurezza, in sede europea, nei rapporti in questo istituito organismo della Nato che comprende la Russia. Sta di fatto però che il problema rimane in tutta la sua gravità e in tutto il suo peso.
Accolgo dunque il chiarimento fornito circa l'esistenza di questo memorandum di intesa. Dunque, le notizie che ci sono venute dalla conferenza stampa del generale Obering sono vere. Rilevo che il Governo italiano non aveva fatto nulla per informare...

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Deiana.

ELETTRA DEIANA. ...né la stampa, ma soprattutto il Parlamento, e rilevo che lo stesso Governo ha preso le decisioni senza un coinvolgimento di tutto il Governo.
Resto in attesa di poter leggere il memorandum e mi auguro che tutte le questioni di politica internazionale che ho sollevato possano essere oggetto di discussione e di approfondimento adeguati.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

 

 


 

 

 

 

Senato della Repubblica

XV LEGISLATURA

 

Assemblea

 

 

 

 

RESOCONTO STENOGRAFICO

 

 

ASSEMBLEA

 

159a seduta pubblica (pomeridiana)

 

 

giovedì 31 maggio 2007

 

Presidenza del vicepresidente ANGIUS

 

 


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Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni

PRESIDENTE. Passa allo svolgimento delle interpellanze 2-00173 e 2-00184, con procedimento abbreviato, ai sensi dell'articolo 156-bis del Regolamento.

GIANNINI (RC-SE). Illustra l'interpellanza 2-00173. Sembra che il Governo italiano abbia segretamente firmato un accordo quadro con gli USA sulla difesa antimissile in Europa - che prevede l'installazione di 10 missili intercettori in Polonia e di un radar nella Repubblica Ceca - senza informare né il Parlamento né l'opinione pubblica. Ufficialmente si tratterebbe di un sistema di difesa contro possibili attacchi da parte di «stati canaglia» quali Iran e Corea del Nord, ma questa spiegazione non convince sia per la collocazione geografica del sistema antimissile, sia per il fatto che tali Paesi non dispongono di missili o testate in grado di impensierire l'Europa o gli USA. Si tratta in realtà di un sistema di offesa, poiché in grado di annullare un'eventuale rappresaglia ad un attacco nucleare americano e poiché gli stessi missili intercettori potrebbero essere dotati in futuro di testate nucleari; anche l'installazione del radar rappresenta un vantaggio per il Pentagono sul piano dell'attività di intelligence; la Russia ha visto in tutto ciò un atto ostile ed ha già annunciato durissime contromisure. Dall'accordo quadro derivano poi altre gravi conseguenze, quali l'indebolimento politico dell'Europa e la sua sottomissione militare agli Stati Uniti (che intendono dividerla tra Stati dell'Est subalterni e Stati dell'Ovest critici nei confronti della politica estera americana), l'aumento della spesa militare italiana e una maggiore militarizzazione delle sue attività di ricerca, nonché il rafforzamento delle basi statunitensi in Italia. Nello stigmatizzare gravemente le reticenze e le contraddizioni del Governo in questa vicenda, auspica che la maggioranza di centrosinistra sappia recuperare la sintonia con il proprio elettorato (che le recenti elezioni amministrative hanno evidenziato assai indebolita), ponendo termine alla missione in Afghanistan e dimostrando maggiore autonomia dagli Stati Uniti e dalla NATO.

PISA (SDSE). Illustra l'interpellanza 2-00184. Il programma di installazione di un sistema di difesa antimissile in Polonia e in Repubblica Ceca ha provocato un'ampia querelle internazionale e forti critiche in ambito europeo, in particolare per la scelta di procedere alla stipula di accordi bilaterali al di fuori dell'Unione Europea, ma ha soprattutto causato la pesante irritazione della Russia, la cui probabile reazione darà luogo ad un'escalation militare ed il ritorno ad un clima da guerra fredda. È grave che il Governo italiano abbia firmato in segreto l'accordo quadro con gli USA su tale programma e ne abbia tenuto all'oscuro sia il Consiglio dei Ministri che il Parlamento, violando così la Costituzione e le leggi e proseguendo una deprecabile prassi già avviata nella scorsa legislatura. La partecipazione al programma da parte di aziende del gruppo Finmeccanica è lo strumento per rendere sostanziale e potenzialmente irreversibile la condivisione politica del progetto (come accaduto per altri Paesi), che allo stato il Governo non ha ancora dichiarato. Chiede pertanto al Ministro di far conoscere al Parlamento il contenuto e le motivazioni dell'accordo, nonché chi lo abbia materialmente firmato, ritenendo che la mancata concertazione con l'Unione Europea costituisca di per sé una frattura e un pericoloso precedente.

FORCIERI, sottosegretario di Stato per la difesa. L'Italia ha recentemente firmato un accordo quadro di cooperazione con gli Stati Uniti nel settore della difesa da missili balistici, non nell'ambito del progetto per la realizzazione del cosiddetto scudo antimissili, ma con lo scopo di procedere a scambi di informazioni in vista della definizione delle scelte che sarà chiamata ad assumere, sia in sede bilaterale, sia in ambito NATO, per la protezione del territorio nazionale dai rischi derivanti dall'uso di missili equipaggiati con armi di distruzione di massa da parte di Paesi ostili o di gruppi terroristici. Ulteriormente diverso è l'accordo siglato in sede NATO per la messa in comune dei sistemi missilistici di breve gittata per la protezione delle forze militari nel teatro delle operazioni. Poiché nessun accordo bilaterale è stato siglato dall'Italia in relazione alla proposta di utilizzare sui territori NATO il sistema di protezione missilistica statunitense, nessuna azienda italiana è attiva in tale progetto. L'Italia, da sempre impegnata alla promozione degli strumenti di non proliferazione degli armamenti ed alla ricerca di soluzioni pacifiche e negoziali alle controversie internazionali, è consapevole del rischio che il progetto di scudo antimissile alteri gli equilibri strategici consolidati e ritiene che la materia vada affrontata in sede multilaterale ed in particolare nell'ambito del Consiglio NATO-Russia. Del resto, dalle consultazioni svolte è emerso anche l'impegno degli Stati Uniti a tutelare, oltre all'indivisibilità della sicurezza euro-atlantica, anche gli equilibri strategici con la Russia.

DEL ROIO (RC-SE). Si dichiara insoddisfatto della risposta e chiede una discussione trasparente in ordine al coinvolgimento diretto o indiretto dell'Italia nel programma americano antimissile. La creazione del cosiddetto scudo stellare, infatti, determina timori di alterazione degli equilibri mondiali, come peraltro confermato dalle recenti dichiarazioni del presidente russo Putin.

PISA (SDSE). Manifesta soddisfazione per i chiarimenti in ordine alla partecipazione di imprese italiane al programma antimissili. Insoddisfacente è invece la risposta in ordine alla tipologia di accordo stipulato che appare come il primo passo verso l'adesione della NATO al programma americano, che sta già trovando applicazione in alcuni Paesi europei, nonostante la ferma contrarietà delle popolazioni. Chiede pertanto al Governo una maggiore trasparenza nella gestione della politica di difesa e di tener conto del malcontento del popolo della pace circa gli indirizzi assunti in materia nel corso della legislatura, molti dei quali contrastanti con il programma dell'Unione.

PRESIDENTE. Passa all'interrogazione 3-00408.

CALO', sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Osserva in premessa che, ai sensi della legge n. 103 del 1975, il sindacato sulla programmazione televisiva della RAI non compete al Governo, ma alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisi, che determina altresì gli indirizzi dei programmi. Allo stesso modo, è competenza del Direttore generale della RAI assicurare la coerenza della programmazione radiotelevisiva con le linee editoriali e le direttive formulate dal Consiglio di amministrazione. Con riferimento alla fiction «L'ultimo dei Corleonesi», lo stesso procuratore Grasso, il cui commento è riportato nell'interrogazione, ha precisato che il suo giudizio non intendeva costituire critica alla correttezza del prodotto, che, in quanto rappresentazione cinematografica e non mera cronistoria o documentario, necessariamente enfatizza personaggi e circostanze, ed ha anzi riconosciuto alla RAI il merito di aver riportato da tempo l'attenzione sul tema della lotta alla mafia.

GRAMAZIO (AN). Nel rilevare che il Governo non adotta comportamenti coerenti con il principio di non ingerenza nell'attività della RAI (come dimostra la vicenda delle dimissioni del consigliere Petroni), si dichiara completamente insoddisfatto per la risposta fornita dal Sottosegretario, il quale si è limitato a riportare una parte delle dichiarazioni del procuratore Grasso, che ha però anche rilevato il poco spazio riservato nel film all'operato delle forze dell'ordine. Ricordate le recenti manifestazioni promosse dalle istituzioni per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della lotta alla mafia, esprime rammarico per il trattamento riservato invece dalla RAI a chi quotidianamente combatte tale fenomeno. (Applausi del senatore Eufemi).

PRESIDENTE. Passa all'interrogazione 3-00295.

LI GOTTI, sottosegretario di Stato per la giustizia. Dagli atti in possesso della competente Direzione generale del Dipartimento amministrazione penitenziaria risulta che la gestione del personale della Casa circondariale di Tolmezzo è rispettosa della normativa vigente. In ordine ai profili problematici sollevati nell'atto ispettivo, osserva che i riposi vengono fruiti normalmente e che i criteri di distribuzione del lavoro straordinario stabiliti sono puntualmente osservati; rileva altresì che il godimento della mensa di servizio avviene nel rispetto delle disposizioni vigenti e che non si registrano lamentele in ordine alla qualità. Sul piano del presunto inasprimento dei procedimenti disciplinari, si assiste al contrario ad un significativo decremento degli stessi: Per quanto riguarda il crescente assenteismo, la Direzione generale si limita a seguire gli sviluppi degli eventuali procedimenti, prima di prendere in considerazione qualsiasi provvedimento. Con riguardo alla carenza di organico del personale di Polizia penitenziaria, sono stati adottati venti provvedimenti di distacco in sedi extraregionali. Infine, risultano infondate le lamentele riguardanti lo stile gestionale del Direttore dell'Istituto e non confermate le doglianze riportate dall'Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria.

EUFEMI (UDC). Si dichiara completamente insoddisfatto per la risposta burocratica fornita dal Sottosegretario, osservando al tempo stesso che il Governo non riserva adeguata attenzione ai problemi del personale della Polizia penitenziaria. L'interrogazione, al pari di altre a sua firma, muove dalla constatazione di una diffusa situazione di malessere del personale della Polizia penitenziaria, evidenziato dall'incremento dei procedimenti disciplinari e giudiziari che spesso si risolvono con l'assoluzione. Auspica pertanto un segnale di discontinuità, sottolineando la necessità di procedere ad ispezioni sulla gestione degli istituti e che al personale penitenziario non vengano assegnati compiti che esulano dalla sua competenza.

 

 


RESOCONTO

STENOGRAFICO

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Seduta di mercoledì 20 giugno 2007

(omissis)

Allegato A

(Sezione 5 - Accordo quadro sottoscritto dal Governo italiano in relazione al programma statunitense di difesa antimissile)

 


GALANTE e SGOBIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:

il vertice del G8 svoltosi il 6 giugno 2007 a Heiligendamm, sulla costa baltica tedesca, è stato messo a dura prova dai nuovi venti di «guerra fredda» tornati a soffiare sui rapporti tra Stati Uniti e Russia;

il dispiegamento di missili in Polonia e di impianti radar nella Repubblica ceca, nel quadro del progetto statunitense di sistema di difesa antimissile (Antiballistic missile), altrimenti conosciuto come scudo spaziale, sta continuando a provocare le proteste della Russia e divisioni all'interno dell'Unione europea, dove importanti Stati membri, tra cui Francia e Germania, esprimono perplessità o prendono finanche le distanze dalla decisione dei due Paesi dell'Europa dell'Est e dal metodo impiegato dagli Usa, basato su accordi bilaterali, che non contemplano alcun coinvolgimento dell'Unione europea, in quanto soggetto politico complessivo;

la costruzione dello scudo spaziale solleva molti dubbi. In primo luogo, risulta poco credibile la motivazione addotta dall'amministrazione Bush al posizionamento delle strutture in Europa, perché i missili si trovano a ridosso della Russia, anziché vicino all'Iran, cioè alla base presunta del pericolo di lancio di missili nucleari. L'Iran, inoltre, è molto lontano dalla tecnologia che gli renderebbe possibile non solo realizzare testate nucleari, ma anche lanciarle negli Usa o in Europa. Un'eventuale fornitura all'Iran di missili nord coreani, sulla cui efficacia nella fase di test molti scienziati avanzano dubbi, metterebbe a disposizione missili con gittata non superiore ai 1500 chilometri di distanza, cioè inferiore alla distanza tra Iran e Usa ed Europa occidentale. Si rischia così di ripetere lo stesso errore commesso nel caso dell'invasione dell'Iraq, giustificata con l'obiettivo di eliminare le armi di distruzione di massa, che in effetti non sono mai state trovate;

la prepotente volontà unipolare degli Usa sta innescando una corsa al riarmo sempre più preoccupante. Dopo la pretestuosa invasione dell'Iraq alla ricerca di armi di distruzione di massa mai trovate, ora con analoga pretestuosità, adducendo  presunte minacce nucleari provenienti dall'Asia e dall'Iran, gli Usa posizionano missili in Europa dell'Est ai confini della Russia e spingono per la secessione del Kosovo. La tanto sbandierata difesa dei diritti umani è una copertura che non inganna nessuno. L'obiettivo effettivo è geostrategico: separare l'Unione europea e la Germania dalla Russia, la loro principale fonte di approvvigionamento energetico. È per queste ragioni che l'Italia deve tirarsi fuori dal cosiddetto scudo spaziale americano;

molti scienziati ritengono inattuabile una efficace difesa Abm, in quanto i missili, raggiungendo velocità ed altezze incomparabilmente superiori a quelle degli aerei, generano difficoltà di puntamento che rendono ineliminabile la possibilità di errore, come è stato provato dal sostanziale fallimento dei missili Patriot quando sono stati impiegati. I missili, poi, possono essere dotati di congegni che permettono la detonazione delle testate trasportate prima di essere colpiti. Comunque, nel caso di abbattimento in quota, si determinerebbe la dispersione anche più ampia sul terreno sottostante di agenti patogeni, se la testata fosse biologica, e di materiale radioattivo, se la testata fosse nucleare;

il programma dell'Unione, con il quale l'attuale Governo ha chiesto la fiducia degli elettori italiani, testualmente recita: «Dovremo richiedere la ripresa di atti concreti, di disarmo da parte delle potenze nucleari così da esercitare una più efficace pressione su quegli Stati che hanno appena realizzato o aspirano a realizzare le loro ambizioni nucleari.»; ed inoltre, che: «In questo quadro lavoreremo per ricollocare l'Italia tra i Paesi guida dell'Europa, riaffermare e riequilibrare i rapporti transatlantici per contribuire alla sicurezza internazionale e ad assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni»;

il modo migliore di rendere inefficace un sistema Abm è l'aumento dei missili lanciati, in modo da rendere ancora più difficile l'opera di intercettazione. Questo provoca due conseguenze nefaste. La prima consiste nell'aumento esponenziale delle spese belliche, che, per lo scudo spaziale Usa, già oscillano tra i 120 miliardi (stime del Council for a livable world) e i 240 miliardi di dollari (stime del Center on strategic and international studies). La seconda è l'avvio della corsa al riarmo nucleare internazionale, con conseguenti diminuzione del grado di sicurezza internazionale e aumento della tensione con un Paese come la Russia, con cui il nostro Paese sta saldando relazioni economiche sempre più strette nel vitale settore energetico;

nonostante tali controindicazioni, il Governo italiano ha firmato, sempre in relazione allo scudo spaziale, un accordo quadro con gli Usa, «giustificato», secondo la risposta ad un'interpellanza parlamentare del Sottosegretario per la difesa Marco Verzaschi, «dalla volontà di creare un quadro normativo che consenta alle due nazioni di rafforzare la cooperazione in ambito bilaterale in tale specifico settore, per consentire di dare l'avvio a scambi di informazioni propedeutici a eventuali successive collaborazioni»;

con dichiarazioni rese il 7 giugno 2007, il Ministro degli affari esteri, onorevole Massimo D'Alema, ha affermato che il Governo italiano non è ostile in linea di principio alla proposta di dotarsi di sistemi di protezione anti-missilistica, ma che la discussione dovrà ricondursi in sede Nato;

sarebbe comunque da chiarire a quale Nato il Ministro intende riferirsi, perché se si trattasse di quell'alleanza «ridisegnata» dalle sciagurate campagne militari degli ultimi anni, dalla Serbia all'Afghanistan, allora si rischierebbe di produrre un effetto pericoloso per l'Europa, che, proprio con il progetto di scudo spaziale e la conseguente rincorsa agli armamenti, rimarrebbe stritolata in una morsa mortale;

se il nostro Paese partecipasse al progetto darebbe un contributo attivo all'innesco di una contrapposizione sempre  più ampia e grave alla Russia, un Paese senza la cui cooperazione energetica, economica, politica e anche militare non può esserci alcuna reale sicurezza né per l'Italia, né per l'Unione europea -:

se il Governo italiano non ritenga, data l'importanza del tema in oggetto, di dover precisare, in questa sede, in che cosa consistano sia «gli scambi di informazioni», sia «le eventuali successive collaborazioni», cui fa riferimento il Sottosegretario Marco Verzaschi, mettendo il testo dell'accordo firmato dal Governo a disposizione della Commissione difesa della Camera dei deputati, al fine di verificare che l'accordo stesso non contrasti con la necessità, dichiarata da questo Governo, di costruire una comune posizione europea sulle questioni di politica internazionale e di difesa e che la collaborazione italiana alla realizzazione dello scudo spaziale non contribuisca a generare una nuova corsa agli armamenti nucleari, con conseguenti diminuzione del grado di sicurezza internazionale ed aumento della tensione con la Russia, tutti effetti che disattenderebbero gli impegni assunti con gli elettori. (3-01002)

(19 giugno 2007)

 


 


Allegato A

 

(Sezione 6 - Iniziative per una moratoria dell'installazione in Europa del terzo sito del programma statunitense di difesa antimissile)

 

DEIANA, MANTOVANI, MIGLIORE, GIORDANO, ACERBO, BURGIO, CACCIARI, CANNAVÒ, CARDANO, CARUSO, COGODI, DE CRISTOFARO, DE SIMONE, DIOGUARDI, DURANTI, FALOMI, DANIELE FARINA, FERRARA, FOLENA, FORGIONE, FRIAS, IACOMINO, LOCATELLI, LOMBARDI, GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA, MASCIA, MUNGO, OLIVIERI, PEGOLO, PERUGIA, PROVERA, KHALIL detto ALÌ RASHID, ANDREA RICCI, MARIO RICCI, ROCCHI, FRANCO RUSSO, SINISCALCHI, SMERIGLIO, SPERANDIO e ZIPPONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
dalle recenti, ripetute ed inequivocabili dichiarazioni del Presidente della Federazione russa Putin, riportate dalla stampa internazionale, nonché nelle posizioni ufficiali espresse dalla Federazione russa e dal suo Ministro degli esteri Lavrov, nelle sedi internazionali, è emersa in modo inequivocabile la ferma opposizione della Russia alla dislocazione in Europa del terzo sito del programma Usa di difesa antimissile, denominato «Ballistic missile defence system» (Bmds), che prevede l'installazione di speciali sistemi radar nella Repubblica ceca e di rampe di lancio per missili intercettori in Polonia;
anche nel recente incontro avvenuto nel corso del G8 a Rostock, al di là delle dichiarazioni rilasciate alla stampa, non si è realizzato, in concreto, nessun passo in avanti relativamente alla risoluzione di tale controversia;
a fronte di questa iniziativa, che viene percepita come un'alterazione degli equilibri strategici nel nostro continente, la risposta della Russia è quella di preannunziare delle misure di ritorsione militare, le quali prevedono - nuovamente - che i sistemi missilistici russi siano puntati contro l'Europa;
la nuova iniziativa americana, che si sviluppa in aperta contrapposizione con i principi stabiliti dal Trattato anti missili balistici (Abm), che come è noto è stato denunziato dal Presidente degli Stati Uniti, nel giugno del 2002, riaccendendo il confronto militare con la Russia, sta creando le condizioni per il ritorno ad una nuova guerra fredda, che appare non meno pericolosa e destabilizzante della prima, essendo fondata più su una contrapposizione di tipo nazionalistico che governata da un confronto politico-ideologico;
in questo nuovo clima internazionale provocato dall'unilaterale iniziativa americana sul territorio europeo rischia di essere cancellata la possibilità per l'Unione europea di sviluppare in modo indipendente, pacifico e conforme ai propri interessi, le relazioni con la Russia nel quadro della Pesc, restando così pregiudicata l'identità stessa dell'Unione europea nella relazioni internazionali;
l'Italia non ha alcun interesse a perseguire una politica che - quali che siano le intenzioni dei suoi promotori - sfocia in una grave contrapposizione politico-militare con la Russia, accrescendo i rischi per la sicurezza e per la libertà di autodeterminazione del nostro Paese e per gli stessi interessi economici che l'Italia intrattiene con Mosca -:
se il Governo intenda attivarsi in tutte le sedi internazionali per ottenere una moratoria dell'installazione in Europa del terzo sito del programma Usa di difesa antimissile denominato Bmds, in particolare promuovendo le iniziative più opportune nell'ambito della Pesc, del Consiglio atlantico, del Consiglio Nato-Russia, dell'Osce, del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché nei rapporti bilaterali, congelando ogni forma di cooperazione con la realizzazione e lo sviluppo del programma Bmds, e se il Governo intenda dare conto alle competenti commissioni parlamentari delle posizioni assunte e dei voti espressi dai rappresentanti del Governo italiano nelle sedi anzidette. (3-01003)
(19 giugno 2007)

 

 




[1]    La formula. di 'Ioannina', ideata durante un Consiglio europeo nella città greca da un diplomatico belga nel 1994, è un meccanismo di salvaguardia per i Paesi che non sono d'accordo con una decisione a maggioranza qualificata. In tal caso, se i contrari non raggiungono, ma sono vicini a formare una minoranza di blocco sulla decisione, possono riaprire la discussione in seno al Consiglio Ue. Qualora, dopo un "periodo ragionevole", gli Stati membri non siano riusciti a trovare un consenso più ampio, la decisione viene approvata con una maggioranza qualificata rafforzata.