Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||||
Altri Autori: | Servizio Rapporti Internazionali , Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Missione di studio in Albania (4-5 maggio 2007) | ||||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 64 | ||||
Data: | 03/05/2007 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
Camera dei deputati
XV LEGISLATURA
SERVIZIO STUDI
Documentazione e ricerche
Missione di studio in Albania
(4-5 maggio 2007)
n. 64
3 maggio 2007
Dipartimento affari esteri
SIWEB
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.
File:es0084.doc
INDICE
Rapporti tra l’Unione europea e l’Albania (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)
§ Processo di stabilizzazione ed associazione
§ Accordo di stabilizzazione ed associazione
Relazioni parlamentari Italia-Albania (a cura del Servizio Rapporti internazionali)
§ F. Gustincich, Tornano le milizie albanesi, in: I Quaderni speciali di Limes, supplemento al n. 6/2006
§ I. Mara e P. Drouhaud, Intervista al Primo Ministro della Repubblica albanese: Albania: Le grand nettoyage, in: Politique internationale, n. 111/2006
§ D. Naso, Albania: la rinascita del paese dimenticato, in: Ideazione, n. 6/2006
§ Country Report, Albania, febbraio 2007
L’Albania è una democrazia di recente formazione: è solo tra il 1990 e il 1992, infatti, che un sistema multipartitico ha preso il posto del regime comunista durato 46 anni. I governi che hanno gestito la transizione hanno dovuto affrontare questioni complesse, quali quelle della grave disoccupazione, della corruzione dilagante e della criminalità organizzata.
Il processo di democratizzazione è andato progressivamente sviluppandosi fin dallo svolgimento delle prime elezioni democratiche nel 1992, vinte dal Partito Democratico, il cui Presidente Sali Berisha venne eletto Presidente della Repubblica. La giovane Repubblica parlamentare avviò quindi un significativo ciclo di riforme democratiche, di liberalizzazione del mercato e di apertura verso l’Occidente.
Da
allora, i diversi governi che si sono succeduti, pur tra alterne vicende - quali, ad esempio, la crisi delle
organizzazioni finanziarie piramidali che all’inizio del 1997 sfociò in
popolari che condussero alle elezioni anticipate e il tentativo di colpo di
stato del settembre del 1998 – hanno perseguito nella sostanza i medesimi obiettivi
di politica estera ed interna: l’integrazione europea ed euroatlantica
del Paese, le relazioni preferenziali con l’Italia e
Anche le ultime elezioni politiche del 2005 sono state vinte dal Partito Democratico, e dai partiti ad esso alleati, sulla base di un programma che puntava sulla riduzione del crimine e della corruzione, sulla promozione della crescita economica e sulla modernizzazione dell’apparato governativo.
Quanto al profilo economico, nonostante si continui a registrare un trend di crescita del PIL, l’Albania resta ancora uno dei paesi europei più poveri, caratterizzato da una economia informale e dalla mancanza di infrastrutture adeguate, particolarmente nel settore dell’energia e dei trasporti.
Sul piano delle relazioni esterne, l’Albania ha giocato un ruolo fondamentale nella gestione delle tensioni interetniche nell’Europa sudorientale e ha partecipato alla lotta al terrorismo internazionale con l’invio di truppe sia in Afghanistan che in Iraq. L’Albania, inoltre, si sta fortemente adoperando nella direzione di un suo possibile ingresso nella NATO e nell’Unione europea. A tale ultimo riguardo, l’Italia è impegnata a sostenere le aspirazioni europee dell’Albania nel quadro del negoziato ASA, nonché a favorirne la rapida integrazione nell’Alleanza Atlantica, una volta che il necessario processo interno di riforme sarà compiuto.
L’Albania
è una Repubblica parlamentare.
Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento a scrutinio segreto e a maggioranza qualificata pari ai tre quinti degli aventi diritto (84 voti su 140) e resta in carica cinque anni; può essere rieletto una sola volta.
Il
Presidente garantisce il rispetto della Costituzione ed è a capo delle Forze
armate. Può inviare messaggi alle Camere; indice le elezioni delle nuove Camere
e ne fissa la prima riunione; promulga le leggi ed emana decreti; può concedere
la grazia; su proposta del Primo Ministro nomina i rappresentanti diplomatici;
accredita e riceve i rappresentanti diplomatici dei Paesi esteri; firma, nei
casi indicati dalla legge, i trattati internazionali; su proposta del Primo
Ministro, nomina il direttore dell’agenzia di intelligence. Il Presidente può
rinviare una legge all’Assemblea, prima della sua promulgazione. Tale potere
può essere esercitato una sola volta. Nel caso di gravi violazioni alla
Costituzione o di gravi reati, il Presidente della Repubblica può essere posto
in stato d’accusa dal Parlamento, a maggioranza dei due terzi. Competente a
giudicare di questi reati è
Nelle ultime elezioni presidenziali, che hanno avuto luogo il 24 giugno 2002, è stato eletto Presidente, Alfred Moisiu. Le prossime elezioni sono previste entro la prima settimana del mese di luglio 2007.
Il potere
legislativo spetta al Parlamento
unicamerale, Kuvendi Popullor
(l’Assemblea del popolo), composto di 140 deputati eletti per quattro anni.
Le deliberazioni dell’Assemblea del Popolo sono adottate a maggioranza dei voti, alla presenza della maggioranza dei suoi componenti. Le modifiche alla Costituzione devono essere approvate dai due terzi dei componenti dell’Assemblea. L’iniziativa legislativa spetta a ciascun deputato, al Consiglio dei Ministri e al Corpo elettorale (in misura di almeno 20.000 elettori). Un particolare comparto della legislazione (ordinamento e attività degli organi costituzionali, diritto di cittadinanza, codici, leggi elettorali, amnistia, stato di emergenza) deve essere approvata a maggioranza qualificata, corrispondente ai tre quinti dei membri dell’Assemblea.I referendum devono essere richiesti da almeno 50.000 elettori.
Il Consiglio dei ministri è composto dal Primo Ministro, dal Vice Primo Ministro e dai Ministri. Il Consiglio dei ministri, all’atto dell’insediamento, riceve il voto di fiducia dell’Assemblea sulla sua composizione e sul suo programma.
Il
Primo Ministro è nominato dal
Presidente della Repubblica, che nomina
e revoca anche i Ministri, su proposta del Primo Ministro. La nomina del Primo
Ministro deve essere approvata dall’Assemblea: in caso contrario è possibile
che il Presidente nomini un altro Premier. Se anche la seconda nomina non
dovesse essere approvata dal Parlamento,
A seguito delle elezioni politiche del 3 luglio 2005, è stato nominato Premier Sali Berisha, già capo di Stato, tornato al potere dopo otto anni.
Il sistema giudiziario si compone della Corte Suprema (il Presidente è eletto dall’Assemblea del Popolo e rimane in carica per cinque anni), delle Corti di appello e di Corti distrettuali.
Alla Corte Costituzionale spetta la competenza a decidere in merito alla costituzionalità delle leggi.
Come più sopra ricordato, le ultime elezioni presidenziali si sono svolte il 24 giugno 2002 ed hanno assegnato la vittoria ad Alfred Spiro Moisiu, che si è insediato nella carica il 24 luglio successivo. La candidatura di Moisiu, un militare di carriera di formazione comunista, già ministro della difesa in un governo tecnico, era sostenuta sia da Berisha che da Nano.
Le
prossime elezioni sono previste per il mese di luglio 2007. La possibilità di giungere ad un accordo sull’elezione
consensuale del Presidente della Repubblica resta legata alla capacità di
lavorare congiuntamente, così come auspicato sia dal sindaco di Tirana, il
leader socialista Edi Rama (che ha lanciato la proposta), sia da Berisha, per portare avanti le grandi riforme di cui il
paese necessita, da quella elettorale alla ristrutturazione del sistema
energetico. L’importanza di raggiungere un
accordo tra i due schieramenti per una candidatura condivisa risiede nel fatto
che, in assenza di un tale accordo, in occasione dell’elezione del capo dello
Stato l'Albania corre il rischio
di una crisi parlamentare con conseguenti elezioni politiche anticipate: in
caso di mancata elezione del Presidente dopo il terzo scrutinio, infatti,
Allo stato, i due più probabili candidati sembrerebbero essere il vicepresidente Bamir Topi per il Partito Democratico, che l'opposizione preferirebbe alla guida di un governo di larghe intese e, fino a poco tempo fa, l’ex Premier Fatos Nano per il Partito socialista, fautore del dialogo con l’opposto schieramento.
Contro la candidatura di Nano, però, hanno preso posizione - il 10 aprile, nel corso del IX Congresso del partito socialista – il leader del Partito Edi Rama e il segretario generale Pandeli Majko, suscitando la reazione di Nano che ha minacciato la scissione del Partito.
Un rischio che l’Unione europea, gli USA e la comunità internazionale più in generale vogliono evitare in considerazione del fatto che senza una riforma elettorale e la realizzazione di una anagrafe nazionale che renda certe le liste degli aventi diritto al voto,non è pensabile una consultazione elettorale senza polemiche.
Il governo, formato in seguito alle elezioni
Le elezioni del 3 luglio – che hanno peraltro registrato irregolarità che ne hanno comportato la parziale ripetizione in agosto - si sono svolte per la prima volta secondo la nuova legge elettorale e dopo che le due principali forze politiche (il Partito democratico di Sali Berisha e il Partito Socialista di Fatos Nano) avevano operato un rinnovamento dei rispettivi apparati dirigenti.
Il Partito Democratico ha conquistato 56 seggi nei collegi uninominali contro i 42 ottenuti dal Partito Socialista. La coalizione di governo può contare complessivamente su 83 deputati (su 140), grazie non soltanto alla ripartizione dei voti del sistema proporzionale tra gli altri partiti che aderiscono alla stessa coalizione, ma anche in seguito all'ingresso nel governo di due partiti precedentemente alleati dei socialisti: il Partito della Minoranza Greca e il Partito Agrario Ambientalista.
Della coalizione di governo fanno quindi parte:
§ il Partito Democratico (PD);
§ il Partito Repubblicano Albanese (PR) guidato da Fatmir Mediu;
§ il Nuovo Partito Democratico Albanese (PDR) guidato da Genc Pollo;
§ il Partito Democristiano Albanese (PDK) guidato da Nard Ndoka;
§ l'Unione Liberal-Democratica Albanese (BLD).
§ il Partito della Minoranza Greca (PBDNJ);
§ il Partito Agrario Ambientalista Albanese
§ Unione per i diritti umani.
L’azione del nuovo Esecutivo è volta dichiaratamente a promuovere una gestione di governo più trasparente e ferma nella lotta contro il fenomeno della corruzione, e a rilanciare il processo di riforme, in particolare ai fini del miglioramento delle condizioni socio-economiche del Paese e del perseguimento dell’obiettivo strategico della sua integrazione nella NATO e nell’UE. Sul versante della politica estera, oltre a perseguire la progressiva integrazione alle strutture europee ed euro – atlantiche ed il miglioramento dei rapporti con i Paesi vicini, il nuovo Governo ha confermato di attribuire particolare importanza ai rapporti con i principali Paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, e di volere altresì consolidare il legame con gli Stati Uniti (cfr.oltre).
Sul piano della dialettica politica interna, il confronto tra governo e opposizione rimane caratterizzato da toni particolarmente duri, con diverbi ed episodi di abbandono dell’aula del Parlamento da parte dell’opposizione; tale contrapposizione è stata peraltro mitigata dal raggiungimento, nel gennaio scorso, di un accordo tra maggioranza ed opposizione sulle riforme elettorali e sulle modalità di svolgimento delle elezioni amministrative.
A seguito del deludente risultato per la coalizione di governo conseguito proprio nelle recenti elezioni amministrative (v. infra), il Premier Berisha ha operato un importante rimpasto di governo, con la sostituzione di 6 ministri [1]. La nuova compagine, che ha ottenuto la fiducia del Parlamento il 19 marzo è così composta:
Primo Ministro |
Sali Berisha |
PD |
Vice Primo Ministro |
Gazmend Oketa |
PD |
Agricoltura |
Jemin Gjana |
PD |
Cultura e turismo |
Ylli Pango |
----[2] |
Difesa |
Fatmir Mediu |
PR |
Economia, commercio, energia |
Genc Ruli |
PD |
Istruzione e scienza |
Genc Pollo |
PDR |
Ambiente e acqua |
Lufter Xhuveli |
Agrario Ambient. |
Integrazione europea |
Majlinda Bregu |
PD |
Finanze |
Ridvan Bode |
PD |
Affari esteri |
Lulzim Basha[3] |
PD |
Salute |
Nard Ndoka |
PDK |
Interni |
Bujar Nishani |
PD |
Giustizia |
Iliri Rusmajli |
PD |
Lavoro e pari opportunità |
Koco Barka |
Unione diritti umani |
Trasporti |
Sokol Olldashi[4] |
PD |
L’opposizione
ha duramente criticato il cambiamento, ritenendolo unicamente di facciata,
mostrando apprezzamento unicamente per la nomina a Ministro della salute
Il 18 febbraio 2007 si sono svolte le elezioni amministrative, che, in Albania, si svolgono con un sistema misto: attraverso il maggioritario a un turno vengono eletti i sindaci, mentre con il proporzionale vengono eletti i membri dei consigli municipali
Le elezioni amministrative erano da tutti attese con molto interesse in quanto primo test elettorale dopo le politiche del 2005. La data, inizialmente fissata per il 20 gennaio, è stata fatta slittare di quasi un mese a causa, come accennato, dei forti contrasti tra il Partito democratico che guida la maggioranza di governo e il Partito socialista, il maggior partito di opposizione. I contrasti si sono ricomposti grazie alla forte pressione internazionale, ma anche grazie alla presa di posizione di Fatos Nano che, insieme a Berisha, ha rilasciato una dichiarazione nella quale invitava le forze della propria parte politica ad accettare le proposte della maggioranza di governo per porre fine alla crisi che stava paralizzando la preparazione delle elezioni amministrative.
Le elezioni amministrative hanno segnato un arretramento delle posizioni della maggioranza guidata dal premier Sali Berisha e una vittoria del partito socialista nella maggior parte dei capoluoghi di provincia, fra cui Tirana, dove il leader dell’opposizione Edi Rama è stato rieletto sindaco per la terza volta.
A differenza di quanto si era verificato nelle elezioni politiche del 2005, gli osservatori dell’OSCE che hanno monitorato l’intera fase elettorale, hanno dichiarato che le elezioni amministrative non si sono svolte nel pieno rispetto degli standard democratici. Tra le irregolarità registrate, la cui responsabilità secondo l’OSCE è da ripartirsi equamente fra tutte le forze politiche, vi sarebbe il fatto che l’approvazione del nuovo codice elettorale era avvenuta troppo a ridosso del voto.
Come accennato, il nuovo Governo intende perseguire in modo netto un processo di progressiva integrazione del Paese alle strutture europee ed euro – atlantiche.
Quanto all’Europa, le relazioni tra l’UE e l’Albania, come per gli altri paesi dei Balcani occidentali, si svolgono prevalentemente nel quadro del Processo di stabilizzazione ed associazione (PSA), che costituisce la cornice entro cui diversi strumenti – accordo di stabilizzazione ed associazione, programma di assistenza finanziaria, preferenze commerciali, supporto tecnico, dialogo politico, cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni – sostengono gli sforzi compiuti da questi paesi nella fase di transizione verso democrazie ed economie di mercato stabili, facilitando il rafforzamento delle relazioni con l’UE . Nel lungo periodo, la prospettiva è quella della piena integrazione nell’Unione europea, sulla base delle previsioni del Trattato sull’Unione europea e dei criteri di Copenaghen.
Il principale strumento di tale processo è l’Accordo di Stabilizzazione e di Associazione (ASA), il quale si prefigge di integrare le economie della regione con quelle dell’UE, attraverso la graduale realizzazione di un’area di libero scambio e l’attuazione delle politiche connesse, tra le quali concorrenza, aiuti di stato, proprietà intellettuale.
Dopo l’ex-Repubblica jugoslava di
Macedonia e
Da parte comunitaria è stato
evidenziato come il periodo che intercorre tra la firma e la ratifica dell’ASA
debba essere accompagnato da un lavoro di sostanza da parte albanese e da
costanti progressi tali da rendere il Paese “convincente” non solo agli occhi
della Commissione europea, ma anche a quelli degli Stati membri che ancora
nutrono percezioni negative nei confronti dell’Albania. Nel consueto Rapporto
annuale sui progressi compiuti dal Paese nel corso dell’ultimo anno, presentato
lo scorso 8 novembre,
Quanto ai criteri economici,
Per quanto attiene all’integrazione nell’Alleanza Atlantica, si ricorda che l’Albania è stata ammessa nel 1994 al “Partnership for Peace (PfP)” dell’Alleanza e che partecipa, assieme a Croazia ed ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, al Membership Action Plan (MAP).
Si ricorda che il Membership
Action Plan (Map) è un programma che ha
l’obiettivo di aiutare i paesi che aspirano ad entrare nella NATO a portare
avanti le riforme necessarie per: raggiungere gli standard
richiesti dall’organizzazione; assicurare la compatibilità delle norme e delle
strutture del paese aspirante con quelle della NATO. Ogni paese partecipante è
libero di fissare i propri obiettivi a seconda delle priorità nazionali. Deve
poi presentare un programma annuale che copra diverse aree tematiche: politica,
economia, sicurezza e difesa, gestione delle risorse, sistema giudiziario.
Devono comunque essere raggiunti alcuni obiettivi minimi in campo politico ed
economico, ad esempio stabilire un controllo democratico sulle proprie forze
armate, promuovere stabilità e benessere garantendo la libertà economica e la
giustizia sociale.
Il Vertice atlantico di Riga del novembre
scorso ha confermato la prospettiva
della possibile piena adesione nell’Alleanza già a partire dal
Dopo l’adesione di sette nuovi paesi (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia) avvenuta nel marzo del 2004, l’adesione dei tre Paesi sopra citati costituirebbe un altro tassello di quella riunificazione dell’Europa dopo le divisioni geopolitiche della Guerra Fredda che ha ispirato gli allargamenti del 1999 e del 2004. È nell’area balcanica, del resto, che la guerra è tornata ad affacciarsi prepotentemente in Europa dopo la caduta del muro di Berlino. Integrare dunque i Balcani nella NATO appare funzionale a quell’idea di “area di pace e sicurezza europea” che sia gli americani sia le nazioni europee hanno coltivato almeno sin dalla fine della seconda guerra mondiale.
Da ultimo, si segnala che il 2 maggio 2003, i Ministri degli Affari Esteri di Albania, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e Croazia hanno firmato a Tirana con il Segretario di Stato americano Powell una “Carta Adriatico-USA”. In tale documento è stato riaffermato ufficialmente il sostegno degli Stati Uniti ai tre Paesi in vista della futura integrazione nella NATO. Nel corso della visita è stato, peraltro, firmato un Accordo bilaterale fra Stati Uniti e l’Albania per garantire ai propri cittadini l’esenzione dalla giurisdizione della Corte penale internazionale, accordo che ha rappresentato un forte avvicinamento fra l’Albania e gli Stati Uniti e che si pone in linea con l’intenzione dichiarata anche dal nuovo Governo albanese di volere consolidare il legame con gli Stati Uniti.
Il Governo albanese è impegnato nel sostegno delle popolazioni albanesi che vivono al di fuori dei propri confini e in particolare nella provincia serba del Kosovo, dove il 90 per cento circa della popolazione è di origine albanese.
La questione kosovara è cominciata nel 1989 quando la nuova costituzione serba ha revocato lo statuto di grande autonomia che, dal 1974, garantiva alla maggioranza albanese l’insegnamento della propria lingua e il rispetto delle festività della prevalente religione musulmana.
Dopo anni di crisi segnati molto spesso da episodi di violenza terroristica, dopo numerosi tentativi di stabilire degli accordi di pace, e dopo l’intervento armato della NATO, nel giugno 1999 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato la risoluzione n. 1244 che accoglie due accordi conclusi precedentemente in ambito G8 nonché agli accordi di Rambouillet, non accettati dalla parte serba.
La risoluzione, che intendeva avviare un processo per garantire una sostanziale autonomia del Kosovo,ha chiesto la nomina di un Rappresentante speciale che sovrintenda alla presenza civile internazionale nel Kosovo, ed ha autorizzato la costituzione di una amministrazione civile provvisoria guidata dalle Nazioni Unite (UNMIK) proprio per favorire il progressivo recupero di autonomia nel Kosovo, devastato dalla guerra.
La questione dello status finale per il Kosovo non è ancora stata definita: il 21 novembre 2005 è iniziato il negoziato formale, con l’arrivo a Pristina dell’inviato ONU per il Kosovo Martti Ahtisaari, ma la trattativa si è da subito rivelata molto complicata a causa della immutabilità della posizione delle due parti in causa: i kosovari puntano alla totale indipendenza per la attuale provincia serba, mentre Belgrado continua a chiedere il rispetto della risoluzione ONU 1244 che garantisce l’autonomia del Kosovo, ma sotto la sovranità jugoslava. I colloqui tra le autorità kosovaro-albanesi e quelle serbe sono continuati - senza grandi risultati - per tutto il 2006, con la mediazione dell’ONU; ora l’ultima parola è rimessa al Consiglio di sicurezza.
Di recente, le forze politiche albanesi nel loro complesso hanno accolto con favore il Piano sostenuto dall’ONU e reso pubblico il 2 febbraio 2007 (c.d. Piano Ahtisaari). Il Piano Ahtisaari non menziona la parola “indipendenza” riguardo al futuro status del Kosovo ma, nel contempo, non fa neppure riferimento alla sovranità della Serbia sul territorio. Il Piano prevede che il Kosovo possa acquisire alcuni attributi propri di uno Stato sovrano, quali una propria bandiera, l’inno nazionale e un piccolo esercito, nonché la possibilità che esso possa far parte di organizzazioni internazionali quali, ad esempio, il Fondo monetario.
Il Piano ha trovato l’appoggio
Simile alla questione alla situazione del Kosovo e ad essa parzialmente
legata è la questione macedone.
La costituzione adottata nel 1991
si prefiggeva di assicurare alle minoranze che abitano il Paese una piena
uguaglianza, ma fu duramente criticata dagli albanesi etnici che ravvisavano
invece in essa uno strumento di discriminazione a causa del costante
riferimento allo Stato macedone come lo stato del popolo macedone. Nel
Preambolo veniva dichiarato infatti: “
La discriminazione nei confronti degli albanesi etnici ha raggiunto l’acme, nell’opinione di questi ultimi, in alcuni episodi verificatisi nel corso degli anni Novanta: nel censimento del 1994 contestato dagli albanesi [5], nell’incidente di Mala Recica nel 1995, negli interventi a Tetovo e Gostivar nel 1997.
Dal censimento del giugno-luglio 1994 emerse che la popolazione della Macedonia era composta per il 66,5% da macedoni, per il 22,9% da albanesi (440 mila persone), per il 4% da turchi, per il 2,3% da zingari e per il 2% da serbi. I risultati furono però contestati da alcune comunità etniche, tra le quali quella albanese che, da ricerche fatte prima del censimento, valutato la propria presenza in oltre un milione di individui, oltre il doppio di quella censita.
Nel febbraio 1995 nel villaggio di Mala Recica, nel Tetovo, la polizia ha affrontato con la forza una manifestazione organizzata in occasione dell’apertura di una università di lingua albanese, giudicata ''anticostituzionale'' dal governo macedone: un manifestante fu ucciso e parecchi altri feriti. Dopo il processo seguito ai fatti, il rettore dell’università fu condannato a due anni e mezzo per incitazione alla resistenza alle forze dell'ordine. Due anni dopo (1997) durante alcune dimostrazioni a Gostivar, mentre venivano issate bandiere albanesi, sono stati uccisi tre albanesi etnici in uno scontro con la polizia. Il sindaco di Gostivar, ritenuto il responsabile, fu condannato a due anni e mezzo di carcere per vilipendio della costituzione, la quale vieta l'esposizione su edifici pubblici di bandiere diverse da quella nazionale. All’incirca la stessa sorte toccò al sindaco di Tetovo che aveva esibito il simbolo nazionale albanese nella sede del municipio.
Dopo questi episodi, e dopo che all’incirca 225 mila profughi albanesi provenienti dal Kosovo avevano trovato rifugio in Macedonia facendo temere una rottura del già delicato equilibrio fra le etnie nel paese, la situazione è precipitata con la comparsa, nel 2001, dell’esercito di liberazione nazionale, l’UCK, minacciando l’integrità territoriale del Paese. Componenti albanesi confluite nell’UCK, che hanno optato per la lotta armata, hanno compiuto una serie di atti terroristici ai danni delle forze armate e di polizia macedoni., dopo sei mesi di scontri, il 13 agosto 2001 i leader dei quattro principali partiti – sotto l’egida dell’allora Presidente della Repubblica Trajkovski, e grazie all’opera dei due inviati dell’UE e degli Stati Uniti - hanno firmato l’Accordo Quadro di Ohrid, che garantisce maggiori diritti civili e politici alla minoranza albanese (l’uso della lingua albanese, l’inserimento nelle forze di polizia, pari opportunità nelle cariche della Pubblica Amministrazione), consentendo l’avvio di una fase di riconciliazione nazionale. Nel frattempo, l’UCK è stato smantellato e disarmato dalla Missione NATO “ Essential Harvest ” (Raccolto Essenziale). Nel novembre 2001, gli Accordi di Ohrid sono stati inseriti nella nuova Costituzione.
L’Albania sta affrontanto il difficile percorso verso un’economia di mercato, in questo superata dai paesi balcanici suoi confinanti. L’economia è sostenuta da rimesse dall’estero, valutate in circa 600-800 milioni di dollari l’anno, provenienti per la maggior parte da albanesi emigrati in Grecia e in Italia, che aiutano a compensare il forte deficit commerciale.
L’agricoltura, che contribuisce al PIL per circa un quarto
La scarsità di energia e l’inadeguatezza delle infrastrutture, inoltre, scoraggiano gli investimenti stranieri.
A fronte di tutto ciò, va detto tuttavia che si è registrata una forte crescita del PIL negli anni dal 2003 al 2006 (intorno al 6%) e che il tasso di inflazione è basso e stabile; inoltre, il Governo ha preso serie misure per contrastare il crimine e per ridurre l’economia sommersa, tanto diffusa da essere stimata intorno al 50% del PIL ufficiale.
I principali settori economici del Paese sono: il tessile-abbigliamento e il calzaturiero, con una rilevante presenza di imprese italiane ed estere; l’agro-alimentare; il settore minerario e quello delle costruzioni.
Anche nel 2005, l’Italia si è confermata primo partner commerciale dell’Albania, occupando una quota pari a circa il 29,3% delle importazioni e il 72,44% circa delle esportazioni albanesi.
L’Italia è dunque il primo partner commerciale dell’Albania, con una quota superiore al 40% dell’interscambio complessivo, il primo investitore (con quasi la metà di tutti gli investimenti stranieri nel Paese e oltre 500 aziende miste operanti nel Paese) ed il terzo donatore bilaterale (dopo Stati Uniti e Grecia).
Nella tabella seguente sono riportati alcuni dati relativi alla situazione economica dell’Albania:
PIL (a parità di potere di acquisto): |
20,21 miliardi di dollari USA |
PIL – tasso di crescita reale: |
5% (2006 stimato) |
PIL pro capite): |
5.600 $ (2006 stimato) |
PIL – per settore: |
agricoltura: 23.3% |
Forza lavoro: |
1,09 million (esclusi 352 mila lavoratori emigranti) |
Tasso di disoccupazione: |
13.8% (la percentuale può arrivare al 30% a causa delle condizioni di minima sussistenza dell’agricoltura (settembre 2006 stimato) |
Popolazione al di sotto della soglia di povertà: |
25% (2004 stimato) |
Tasso di inflazione (prezzi al consumo): |
2.5% (2006) |
Merci esportate: |
tessili, calzature, asfalto, metalli, minerali, petrolio greggio, vegetali, frutta, tabacco |
partners commerciali (esportazioni): |
Italia 72.4%, Grecia 10.5%, Serbia - Montenegro 5% (2005) |
merci importate: |
macchinari, equipaggiamenti, generi alimentari, tessili, prodotti chimici |
partners commerciali (importazioni): |
Italia 29.3%, Grecia 16.4%, Turchia 7.5%, Cina 6.6%, Germania 5.4%, Russia 4% (2005) |
Debito estero: |
1,55 miliardi di $ (2004) |
Aiuti internazionali: |
$366 milioni
di $ dai paesi ODA (Official Development Assistance. NB: i maggiori
donatori erano Italia, l’UE e |
Le relazioni tra l’UE e l’Albania, come per gli altri paesi dei Balcani occidentali[6], si svolgono prevalentemente nel quadro del Processo di stabilizzazione ed associazione (PSA), istituito nel 1999. Il processo è la cornice entro cui diversi strumenti – accordo di stabilizzazione ed associazione, programma di assistenza finanziaria, preferenze commerciali[7], supporto tecnico, dialogo politico, cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni – sostengono gli sforzi compiuti da questi paesi nella fase di transizione verso democrazie ed economie di mercato stabili, facilitando il rafforzamento delle relazioni con l’UE[8]. Nel lungo periodo, la prospettiva è quella della piena integrazione nell’Unione europea, sulla base delle previsioni del Trattato sull’Unione europea e dei criteri di Copenaghen[9].
La pietra angolare del PSA è rappresentata dalla conclusione, con ciascun paese della regione, di un accordo di stabilizzazione ed associazione (ASA), basato sul rispetto dei principi democratici e degli elementi fondanti del mercato unico europeo.
L’accordo si prefigge di integrare le economie della regione con quelle dell’UE, attraverso la graduale realizzazione di un’area di libero scambio e l’attuazione delle politiche connesse, tra le quali concorrenza, aiuti di stato, proprietà intellettuale. Per le aree in cui l’accordo non richiede obblighi specifici di adeguamento all’acquis comunitario, sono comunque previste forme di cooperazione e dialoghi specializzati. Gli accordi sono modulati sulle esigenze di ciascun paese, benché l’obiettivo finale sia il medesimo: la piena realizzazione di un’associazione formale con l’UE.
Per ciascun paese, la Commissione è chiamata a valutare l’opportunità di avviare i negoziati per un accordo di stabilizzazione ed associazione sulla base di diversi criteri: il grado di compatibilità con le condizioni poste dal PSA; il funzionamento generale del paese; l’esistenza di una politica commerciale unitaria; i progressi nelle riforme settoriali.
Per quanto riguarda l’Albania, i negoziati avviati il 31 gennaio 2003, si sono conclusi il 12 giugno 2006 con la firma dell’accordo, che entrerà in vigore a conclusione delle procedure di ratifica[10].
Lo stato di avanzamento del processo di stabilizzazione ed associazione viene costantemente seguito dalla Commissione che, attraverso la pubblicazione di una relazione annuale, fornisce indicazioni sui progressi realizzati dai paesi dei Balcani occidentali rispetto alla situazione dell’anno precedente. La relazione rappresenta l’indicatore principale per valutare se ciascun paese sia pronto per intrattenere rapporti più stretti con l’UE.
L’ultima relazione è stata pubblicata l’8 novembre 2006, nell’ambito del pacchetto allargamento, e fa riferimento al periodo 1° ottobre 2005-30 settembre 2006[11].
Come nei casi precedenti, per ciascun paese la Commissione descrive lo stato delle relazioni con l’UE; analizza la situazione politica in termini di democrazia, Stato di diritto, rispetto dei diritti umani e protezione delle minoranze; analizza la situazione economica in termini di sviluppo economico e progressi verso la stabilità e la competitività; verifica la capacità di mettere in pratica gli standard europei, rendendo la legislazione nazionale compatibile con quella dell’UE; valuta quanto il paese abbia corrisposto alle priorità indicate dal Parlamento europeo.
Per quanto riguarda l’Albania, la Commissione segnala che la firma dell’ASA rappresenta un importante passo in avanti sulla strada che porta all’Unione europea. Al momento l’Albania è chiamata a rispondere alla sfide poste da un’attuazione positiva dell’ASA, a cominciare dalle previsioni commerciali contenute nell’accordo provvisorio entrato in vigore il 1° dicembre 2006.
Quanto alla situazione politica, secondo la Commissione il paese: ha fatto progressi in diverse aree chiave ed ha dimostrato determinazione nella lotta alla corruzione; ha adottato un piano per rispettare gli obblighi derivanti dal partenariato europeo (vedi infra) e dall’ASA; ha continuato a contribuire alla stabilità della regione. La relazione segnala tuttavia che sono necessari ulteriori progressi per rendere operative le riforme, in particolare per quanto riguarda: miglioramento della capacità amministrativa e ristrutturazione dei ministeri, tutela dei diritti umani, riforma giudiziaria, lotta alla corruzione e al crimine organizzato, libertà dei media.
Quanto ai criteri economici, la Commissione segnala che l’Albania ha fatto progressi in direzione di un’economia di mercato funzionante e ha mantenuto stabilità macroeconomica, forte crescita e bassa inflazione. Inoltre, secondo la Commissione è proseguito il consolidamento fiscale. La relazione segnala diversi aspetti da migliorare: le esportazioni rimangono deboli; l’ambiente deve essere reso più favorevole agli affari, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture; si rendono necessari ulteriori sforzi per formalizzare l’economia grigia.
Per quanto riguarda l’applicazione degli standard europei, l’Albania ha compiuto progressi nell’adozione di nuova legislazione e nella creazione di nuove istituzioni, in particolare in materia di dogane, concorrenza, standardizzazioni e statistiche. Ulteriori riforme sono necessarie, tra l’altro, in materia di appalti pubblici, diritti di proprietà intellettuale, società dell’informazione e media, controlli veterinari e fitosanitari.
Il 30 gennaio 2006, con la decisione 2006/54/CE, il Consiglio ha modificato il Partenariato europeo adottato il 14 giugno 2004, per adeguarlo alla nuova situazione del paese. Lo strumento del partenariato europeo, modellato sull’esempio dei partenariati di adesione e istituito con regolamento (CE) n. 533/2004 il 27 marzo 2004, ha lo scopo di aiutare i paesi dei Balcani occidentali a prepararsi in vista dell’adesione entro un contesto coerente.
I partenariati guidano infatti le riforme dei potenziali candidati, indicando azioni concrete considerate prioritarie nel breve (uno, due anni) e nel medio (tre, quattro anni) termine, nell’ambito dei seguenti settori: democrazia e Stato di diritto; diritti umani e protezione delle minoranze; cooperazione regionale e internazionale; economia di mercato e riforme strutturali; gestione della finanza pubblica; rispetto degli standard europei per quanto riguarda mercato interno, energia, trasporti, telecomunicazioni, agricoltura e ambiente; cooperazione nei settori giustizia e affari interni. Sulla base delle indicazioni contenute nel partenariato, l’Unione europea richiede a ciascun paese di predisporre un piano nazionale, contenente una tabella dei tempi e l’indicazione delle misure specifiche da adottarsi per rispondere alle priorità. I partenariati europei, che costituiscono la base per la programmazione dell’assistenza finanziaria dell’UE, sono costantemente aggiornati per adeguarsi alle esigenze dei singoli paesi e al livello di preparazione.
L’Albania, dal 1991 al 2006, ha beneficiato di un aiuto finanziario da parte dell’UE pari a circa 1358 milioni di euro.
Fino al 2000 la maggior parte dei finanziamenti è stata erogata nell’ambito del programma PHARE, che costituisce uno dei tre strumenti con cui l’Unione europea ha finanziato i processi di pre-adesione a partire dal 1989.
Nel novembre 2000, a sostegno del citato Processo di stabilizzazione ed associazione, è stato istituito uno strumento finanziario specifico, destinato ai paesi dei Balcani occidentali, denominato programma CARDS[12] e dotato diuno stanziamento di circa cinque miliardi di euro[13] per il periodo 2000-2006.
L’assistenza comunitaria, originariamente destinata agli interventi relativi alle infrastrutture ed alle misure di stabilizzazione democratica (ivi compresi gli aiuti ai profughi), ha gradualmente spostato l’accento sul potenziamento istituzionale e sulle iniziative in materia di giustizia e affari interni.
A partire dal 1° gennaio 2007 l’assistenza finanziaria ai paesi dei Balcani occidentali viene fornita attraverso il nuovo strumento di preadesione, denominato IPA[14], che sostituisce oltre al programma CARDS anche i programmi Phare (institution building e coesione economica e sociale), ISPA (ambiente e trasporti) e SAPARD (sviluppo rurale) nonché lo strumento finanziario per la Turchia. L’IPA è costituito da cinque componenti, di cui soltanto due (assistenza alla transizione e all’institution building; cooperazione transfrontaliera)[15] sono accessibili per i paesi dei Balcani occidentali.
Come risulta dal quadro finanziario multiannuale predisposto dalla Commissione per il periodo dal 2007 al 2010, i paesi dei Balcani occidentali beneficeranno di assistenza per un totale di circa 1,8 miliardi di euro, di cui 306 milioni di euro andranno all’Albania.
Ambasciatore d’Italia in Albania
Amb.Attilio Massimo Iannucci
Ambasciatore d’Albania in Italia
Amb.Llesh Zef Kola[16]
XV Legislatura
Si ricorda che sabato 5 maggio 2007 il Presidente della Commissione affari esteri, on. Umberto Ranieri, è stato invitato dall’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana ad inaugurare, con una lectio magistralis, il primo corso di formazione destinato a parlamentari albanesi presso il “Centro di formazione dei parlamentari dell’Europa Sud-Est” .
Si segnala, inoltre, che il prossimo 10 maggio l’on Umberto Ranieri incontrerà il Ministro albanese per l’integrazione europea.
Incontri bilaterali
Il 21 novembre 2006 il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha incontrato a Roma il Presidente della Repubblica di Albania, Alfred Moisiu, inaugurando al contempo mostra allestita a Palazzo sui rapporti tra Italia e Albania, dal titolo, “L’amicizia tra l’Italia e l’Albania: passato, presente, futuro. La presenza italiana in Albania nella prima metà del XX secolo”.
Aprendo il colloquio, il Presidente Bertinotti ha affermato che l’organizzazione della mostra conferma la speciale amicizia che esiste tra Italia e Albania.
Il Presidente Moisiu ha espresso profonda soddisfazione per l’iniziativa, ricordando i continui rapporti storici intercorsi tra i due paesi: con l’eccezione del periodo fascista l’Italia è sempre stata al fianco dell’Albania. Le vicende del passato, in particolare la feroce dittatura, hanno lasciato un segno profondo sul paese, che adesso è però una giovane democrazia che vuole svilupparsi. L’Italia è sempre stata il partner economico principale, in questo momento sono presenti nel paese circa 500 aziende italiane. In Italia vi sono attualmente 150 mila immigrati albanesi regolari, che si sono ben integrati. In Calabria e Sicilia le comunità albanesi conservano da secoli le loro tradizioni.
Il Presidente Moisiu ha poi ringraziato l’Italia per il sostegno dato agli albanesi del Kossovo, e ha chiesto al nostro paese di ratificare rapidamente l’Accordo di Stabilizzazione ed Associazione con l’Unione europea.
Il Presidente Bertinotti ha parlato poi della complementarietà dei fenomeni dell’immigrazione e della delocalizzazione delle imprese, sostenendo che l’Italia potrebbe creare progetti di sviluppo industriale in Albania, all’interno dei quali potrebbero trovare posto dei progetti complementari di cooperazione che comprendano anche la politica dell’immigrazione.
Il Presidente Moisiu ha concluso sostenendo che i progetti di sviluppo non dovrebbero essere guidati dall’alto, ma favoriti creando le condizioni per i necessari investimenti. Solo investendo in un paese l’emigrazione può essere governata.
Il Vice Presidente della Camera, on. Carlo Leoni, ha incontrato il Presidente del Parlamento albanese, Jozefina Topalli, a margine della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee parlamentari europee (Tallin, 30-31 maggio 2006).
Aprendo il colloquio, il Vice Presidente Leoni ha garantito che i rapporti parlamentari tra Italia ed Albania proseguiranno con l’intensità della precedente legislatura. La Presidente Topalli ha chiesto all’Italia di ratificare rapidamente l’Accordo di stabilità ed associazione con l’Ue ed ha invitato il Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, a compiere una visita in Albania ricordando il suo impegno in favore della stabilità nei Balcani. La Topalli ha anche chiesto l’invio di una delegazione parlamentare in Albania.
Occorre infine segnalare che, con una missiva del dicembre 2006, la Presidente del Parlamento, Jozefina Topalli, ha rivolto un invito ufficiale al Presidente della Camera a recarsi in visita ufficiale a Tirana. Un analogo invito è stato indirizzato al Presidente della Commissione Affari esteri.
Commissioni parlamentari
Il 28 marzo 2007 il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri, ha incontrato l'Ambasciatore di Albania, Llesh Kola. Nel corso dell’incontro l’Ambasciatore ha fatto il quadro della situazione politica del suo paese dopo le recenti elezioni amministrative. L’Ambasciatore ha inoltre ricordato i difficili rapporti tra Fatos Nano e l’attuale Presidente del Partito Socialista Rama. Ha inoltre ricordato la presenza di grandi banche italiane nel paese come il San Paolo e ha quindi sollecitato la ratifica, da parte italiana, dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’UE:
Il 16 gennaio 2007, il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri, ha ricevuto l’Ambasciatore italiano a Tirana, Attilio Massimo Iannucci, per un colloquio incentrato sulle prospettive delle relazioni italo-albanesi e sull’evoluzione del quadro politico alla vigilia delle elezioni amministrative in Albania.
Il 30 novembre 2006 il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri, ha ricevuto l’ Ambasciatore albanese in Italia, Llesh Kola.
Il 23 novembre 2006 il Presidente Ranieri ha incontrato l’on. Tritan Shehu, già Ministro degli Affari esteri albanese ed attualmente parlamentare del Nuovo Partito democratico nonché Vice Rettore dell’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana.
Cooperazione multilaterale
L'Albania invia proprie delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, dell'OSCE, dell'INCE, della NATO (in qualità di membro associato ha aderito alla Partnership for Peace[17]) e della UEO (con lo status di invitato speciale). Aderisce inoltre al Patto di stabilità per l’Europa sud-orientale. L’Albania partecipa inoltre alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Quadrilaterale "Bassa” (Albania, Bulgaria, Italia e Macedonia).
Si ricorda che il 2 e 3 novembre 2006 il Parlamento albanese ha ospitato a Tirana la riunione dell’Assemblea parlamentare dell’INCE. La delegazione italiana guidata dal suo Presidente, on. Maurizio Gasparri, era composta per la Camera dei deputati dagli onn. Raffaello De Brasi e Francesco Stradella.
Attività legislativa
AC 2193 / AS1381
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali.
Si segnala che il decreto legge all’art 3, comma 4, autorizza, fra l’altro, la proroga della partecipazione di personale militare alle missioni internazionali, tra le quali Albania 2. Il testo inoltre, al comma 11, prevede la spesa di euro 3.099.000 per la prosecuzione delle attività di assistenza alle Forze armate albanesi. Il comma 15 infine autorizza, fino al 31 dicembre 2007, la spesa di euro 7.859.063 per la proroga dei programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania ed in altri Paesi dell’area balcanica.
Approvato definitivamente il 27 marzo 2007. Legge n. 38/07 del 29 marzo 2007, GU n. 76 del 31 marzo 2007. Testo coordinato G.U. n. 76 del 31 marzo 2007.
Occorre infine evidenziare che non è ancora stato presentato alle Camere il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica del Trattato di Associazione e Stabilizzazione (ASA) tra l’Albania e l’Unione europea, sottoscritto a Lussemburgo il 12 giugno 2006. L’accordo è attualmente all’esame dei competenti organi del Ministero degli Affari esteri. Il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri ha sollecitato la presentazione del provvedimento. Si ricorda che anche in occasione della visita dell’Ambasciatore albanese Kola (28 marzo 2007) il Presidente Ranieri si è messo in contatto con il MAE sollecitando nuovamente il provvedimento.
XIV Legislatura
Incontri bilaterali
Il 6 dicembre 2005, il precedente Presidente della Camera, on Pier Ferdinando Casini, ha incontrato il Primo Ministro albanese, Sali Berisha, insieme aiMinistri Lulezim Basha (Lavori pubblici) e Genc Rruli (Economia).
Il 29 novembre 2005, Casini ha incontrato a Roma la Presidente del Parlamento di Albania, Jozefina Topalli. All’incontro era presente anche Cesare Romiti.
L’on. Casini ha inoltre incontrato il precedente Presidente del Parlamento albanese, Servet Pellumbi, nelle seguenti occasioni:
§ il 17 marzo 2005 (visita ufficiale a Roma);
§ il 6 e 7 maggio a Budapest, a margine della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea;
§ il 10 maggio 2004 a Portorose, a margine dellaIV Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi aderenti all’Iniziativa Adriatico Ionica;
§ il 7 luglio 2003 a Tirana, nel corso della visita ufficiale in Albania;
§ il 10 e 11 maggio 2002 a Zagabria, a margine della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee parlamentari europee.
Il 21 gennaio 2005, Casini si è recato a Tirana per intervenire alla cerimonia inaugurale dell’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio”, parte integrante dell’omonimo complesso ospedaliero universitario, voluto da Madre Teresa di Calcutta nel 1993.
Il 2 dicembre 2004, Casini ha incontrato a Roma il Presidente della Repubblica di Albania, Alfred Moisiu.
L’8 aprile 2004, Casini ha incontrato l’allora Primo Ministro albanese, Fatos Nano, in visita in Italia.
Il 2 febbraio 2004, il Presidente Casini ha incontrato l’allora Ministro degli Affari esteri albanese, Kastriot Islami.
Il 7 luglio 2003, l’on. Casini si è recato in visita ufficiale in Albania ed ha incontrato il Presidente della Repubblica, Alfred Moisiu, l’allora Primo Ministro, Fatos Nano, e l’allora Presidente del Parlamento, Servet Pellumbi.
Il 2 aprile 2003, il Presidente della Repubblica, Alfred Moisiu, ha incontrato a Roma l’on. Casini, nell’ambito di una visita ufficiale in Italia.
Il 18 settembre 2002, l’on. Casini ha incontrato l’allora Primo ministro albanese, Fatos Nano, accompagnato da una delegazione di cui facevano parte anche il Ministro per l’Ordine pubblico, il Ministro per l’Economia e il Ministro per l’Integrazione europea. Nano era stato invitato a compiere una visita in Italia dal Presidente del Consiglio Berlusconi in occasione del Vertice ONU di Johannesburg.
Il 24 gennaio 2002 Casini ha incontrato a Roma l’allora Presidente della Repubblica di Albania, Rexhep Meidani.
Infine, Casini ha incontrato a Roma, il 20 settembre 2001, una delegazione del Governo albanese, guidata dall’allora Primo Ministro, Ilir Meta.
Commissioni parlamentari
Il 29 novembre 2005, l’allora Presidente della Commissione Affari esteri della Camera, on. Gustavo Selva, ha incontrato il Presidente del Parlamento di Albania, Jozefina Topalli
Il 7 febbraio 2005, l’on. Selva, ha ricevuto l’ Ambasciatore albanese in Italia, Pavli Zeri.
Il 29 luglio 2004, l’on. Selva ha incontrato il Presidente del Partito repubblicano albanese, Sabri Godo. All’incontro era presente anche l’ex Ambasciatore Pellumb Xhufi.
Il 14 giugno 2004, l’on. Selva ha ricevuto l'Ambasciatore di Albania, Pellumb Xhufi.
Il 7 aprile 2004,l’ex Primo Ministro Fatos Nano è stato ricevuto dall’on. Selva.
Nei giorni 8 e 9 marzo 2004, il Presidente della Commissione Affari esteri, on.Gustavo Selva ed il Presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, on. Giancarlo Giorgetti, hanno incontrato una delegazione parlamentare albanese guidata dall’on. Fatos Beja, Vicepresidente della Commissione affari costituzionali.
Il 2 febbraio 2004, l’on. Gustavo Selva, ha incontrato il Ministro degli esteri albanese, Islami.
Una Delegazione dell'Ispettorato albanese per il controllo sul patrimonio dei parlamentari ha effettuato uno stage presso la Camera dei deputati il 19 dicembre 2003.
Il 1° aprile 2003, l’on. Selva ha incontrato a Roma il Presidente della Repubblica d’Albania Alfred Moisiu.
L’on. Selva si è recato in visita in Albania (28-29 marzo 2003), accogliendo un invito rivoltogli dall’allora Presidente della Commissione Affari esteri dell’Assemblea albanese, ed ha incontrato le massime Autorità dello Stato: il Presidente della Repubblica, Alfred Moisiu, l’allora Primo Ministro, Fatos Nano, l’allora Vice Premier e Ministro degli Affari esteri, Ilir Meta, nonché gli allora leaders delle forze di opposizione, Sali Berisha e Genc Pollo.
Il 26 febbraio 2003, l’on. Selva ha incontrato l’allora Ministro albanese del Turismo, Besnik Dervishi.
Il 20 gennaio 2003, l’on. Gustavo Selva ha incontrato l’allora Presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento albanese, On. Ilir Zela, accompagnato dall’Ambasciatore Pellumb Xhufi.
Cooperazione multilaterale
L'Albania invia proprie delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, dell'OSCE, dell'INCE (della quale, dal gennaio scorso, ha assunto la Presidenza di turno)[18], della NATO (in qualità di membro associato ha aderito alla Partnership for Peace[19]). Aderisce inoltre al Patto di stabilità per l’Europa sud-orientale. L’Albania partecipa inoltre alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Quadrilaterale "Bassa” (Albania, Bulgaria, Italia e Macedonia).
Il Presidente della Repubblica albanese, Alfred Moisiu, ha partecipato in qualità di relatore alla Conferenza La sicurezza euro-atlantica all’indomani del Vertice di Praga, tenutasi alla Camera dei deputati il 2-3 dicembre 2002.
Il Parlamento albanese partecipa inoltre al Patto di Stabilità per l'Europa sud-orientale (si segnala, a riguardo, che dal 14 al 16 ottobre 2002 il Parlamento albanese ha ospitato a Tirana la Terza Conferenza Parlamentare del Patto di Stabilità).
Il Parlamento albanese prende inoltre parte all'Iniziativa Adriatico Ionica. Si ricorda che alla Quinta Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi aderenti all’Iniziativa Adriatico Ionica, che si è tenuta a Santo Stefano (Montenegro) il 30 maggio 2005, ha partecipato il Presidente del Parlamento albanese, on. Servet Pellumbi.
Il Forum Parlamentare di Cettigne
Il Parlamento albanese aderisce, inoltre, al Forum Parlamentare di Cettigne[20] (Montenegro) che costituisce un’istanza di cooperazione parlamentare tra i Paesi aderenti all’Iniziativa Adriatico-Ionica, operante a livello di Presidenti di commissioni parlamentari.
La Conferenza parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza
Si segnala che le onn. Fathbardha SHABANI, Presidente della Sottocommissione per la gioventù e l’infanzia, eMarjeta ZACE, Vice Presidente della Commissione per il lavoro e gli affari sociali, hanno preso parte alla Conferenza mondiale delle donne parlamentari per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza che è stata ospitata dalla Camera dei deputati il 17 e 18 ottobre 2004.
UIP
Nella precedente legislatura ha operato la sezione bilaterale di amicizia Italia – Europa sud-orientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia e Montenegro) presieduta dall’on. Luciano Mario Sardelli.
Il 29 novembre 2005 il Presidente Sardelli insieme ai membri della Sezione bilaterale di Amicizia dell'Unione Interparlamentare, ha incontrato la Presidente del Parlamento di Albania, Jozefina Topalli
La Camera dei deputati, il Parlamento albanese e l’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio”[21] di Tirana hanno promosso la creazione di un Centro di formazione parlamentare, finalizzato al perfezionamento dei parlamentari (e del personale amministrativo delle strutture di supporto) albanesi e degli altri Paesi dell’Area nelle discipline giuridico-istituzionali e nelle tecniche legislative.
Il Centro che ha sede a Tirana, presso l’Ateneo menzionato (che ospita una Facoltà di Scienze economiche e politiche convenzionata con l’Università degli Studi di Bari), sorge in attuazione di un indirizzo assunto dalla Presidenza della Camera e recepito nella dichiarazione finale adottata dalla V Riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi aderenti all’Iniziativa Adriatico-Ionica, svoltasi a Santo Stefano (Montenegro), il 30 maggio scorso.
La convenzione istitutiva del Centro (e del connesso protocollo attuativo che disciplina l’articolazione dei corsi per il 2006) è stata firmata il 29 novembre 2005 dal Presidente Casini, dal Rettore dell’Università, Cesare Romiti, e dal Presidente del Parlamento albanese, Jozefina Topalli, nel corso della visita ufficiale di quest’ultima a Roma.
Il primo modulo di formazione si svolgerà a Tirana, nella sede dell’Università, dal 7 all’11 maggio prossimi e sarà rivolto ad una quindicina di parlamentari albanesi. La lectio magistralis di apertura sarà tenuta dal Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri.
Il programma degli incontri, approvato dal Consiglio direttivo del Centro[22] presenterà i caratteri di un’“introduzione generale” alla governance parlamentare e si strutturerà sui seguenti ambiti tematici, individuati nel Protocollo di attuazione della menzionata Convenzione del 29 novembre:
- L’organizzazione ed il funzionamento delle Assemblee parlamentari;
- Il procedimento legislativo;
- Il controllo e l’inchiesta parlamentare;
- Lo status del parlamentare;
- Sistemi parlamentari e rappresentanza politica;
Gli incontri tematici saranno tenuti da alcuni funzionari della Camera, con esperienze nel settore della formazione specialistica, coordinati dal Vice Segretario generale, dott. Alessandro Palanza, che terrà altresì l’incontro tematico di chiusura. Il pool sarà assistito, oltre che dal personale dell’Università e del Parlamento albanese, dalla nostra Ambasciata a Tirana.
A latere degli incontri programmati nel modulo di formazione, è previsto lo svolgimento di due seminari di approfondimento, di taglio colloquiale, con due deputati italiani, particolarmente legati alle problematiche politiche e sociali albanesi. l’on. Nicola Rossi (Ulivo), già Preside della Facoltà di scienze economiche e sociali dell’Università “Nostra Signora” e l’on. Riccardo Migliori (AN), componente della delegazione italiana presso l’Assemblea dell’OSCE e membro del gruppo di lavoro di quell’Assemblea sull’Europa sud-orientale.
E’ inoltre previsto un secondo modulo, indirizzato a parlamentari albanesi e parlamentari degli altri Paesi dell’area dell’Europa sud-orientale, svolto da cinque docenti (individuati con i criteri adottati per il primo modulo), che affronteranno i tratti comuni ed i nodi problematici comuni delle giovani democrazie dell’area con la seguente articolazione:
- Sistemi elettorali, partiti politici e rapporto Governo-Parlamento;
- Le tecniche legislative;
- Diritto nazionale e diritto comunitario;
- Il controllo parlamentare della politica estera e la diplomazia parlamentare;
- I sistemi parlamentari nel mondo contemporaneo: l’eredità del Novecento e le prospettive di sviluppo.
[1] Sono stati sostituiti i Ministri dell’Interno, dell’Integrazione europea, della Cultura, della Giustizia, della Sanità oltre al Vice primo ministro.
[2] Ylli Pango è un professore universitario presso la facoltà di Scienze sociali dell’Albania di Tirana. Dal 2003 è consigliere politico del Presidente della Repubblica.
[3] Basha, fino a quel momento Ministro dei Trasporti, è stato nominato agli esteri dal Premier il 25 aprile in seguito alle dimissioni del precedente incaricato, Mustafaj. Al posto di Basha, è stato nominato Sokol Olldashi, già ministro degli interni, dimessosi per potersi candidare alla carica di sindaco di Tirana.
[4] v. nota precedente.
[5] Dal censimento del giugno-luglio 1994 emerse che la popolazione della Macedonia era composta per il 66,5% da macedoni, per il 22,9% da albanesi (440 mila persone), per il 4% da turchi, per il 2,3% da zingari e per il 2% da serbi. I risultati furono però contestati da alcune comunità etniche, tra le quali quella albanese che, da ricerche fatte prima del censimento, valutato la propria presenza in oltre un milione di individui, oltre il doppio di quella censita.
[6] Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia.
[7] Il 14 novembre 2005, su proposta della Commissione, il Consiglio ha approvato un regolamento che proroga al 31 dicembre 2010 l’attuale sistema di preferenze commercialiconcesse ai paesi dei Balcani occidentali.
[8] In questo quadro, il 22 novembre 2004 il Consiglio ha approvato accordi con i cinque paesi della regione per consentire loro di partecipare ad alcuni programmi comunitari.
[9] Tale approccio è stato ribadito in più occasioni dal Consiglio europeo, a partire da quello tenutosi a Feira il 19 e 20 giugno 2000 che ha definito i paesi della regione “candidati potenziali all’adesione all’Unione europea”. Da ultimo il Consiglio europeo del dicembre 2006 ha confermato che il futuro dei paesi dei Balcani occidentali è nell’Unione europea.
[10] Al momento l’accordo risulta ratificato, oltre che dall’Albania, soltanto dalla Lettonia (19 dicembre 2006) e dalla Slovenia (16 marzo 2007). Si segnala che il 14 aprile 2005 UE e Albania hanno firmato un accordo sulla riammissione delle persone in soggiorno irregolare, entrato in vigore il 1° maggio 2006.
[11] COM (2006) 649.
[12] Community Assistance for Reconstruction, Development and Stabilisation.
[13] La cifra indica l’ammontare complessivo dell’assistenza finanziaria fornita dall’UE sia ai singoli paesi sia a livello regionale.
[14] Regolamento CE 1085/2006 del 17 luglio 2006.
[15] Le altre tre componenti sono: sviluppo regionale; sviluppo delle risorse umane; sviluppo rurale.
[16] Dal 28 settembre 2006.
[17]Al Summit di Praga della Nato del novembre 2002 l'Albania, la Croazia e la Macedonia sono stati gli unici Paesi candidati a non essere inclusi nella lista dei Paesi invitati ad avviare i negoziati di adesione all'Alleanza Atlantica. L’Albania è considerata comunque uno dei Paesi favoriti per i prossimi progetti di allargamento della Nato.
[18] Sulla base della Decisione 26, adottata dalla Commissione Permanente nella riunione di Bruxelles del 22 settembre 2003, è stato proposto ai parlamenti di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica yugoslava di Macedonia e Serbia-Montenegrolo status di «invitati speciali» presso l’Assemblea parlamentare della UEO.
[19] Al Summit di Praga della Nato del novembre 2002 l'Albania, la Croazia e la Macedonia sono stati gli unici Paesi candidati a non essere inclusi nella lista dei Paesi invitati ad avviare i negoziati di adesione all'Alleanza Atlantica. L’Albania è considerata comunque uno dei Paesi favoriti per i prossimi progetti di allargamento della Nato.
[20] Il Forum è stato promosso nel febbraio 2004, data in cui ha avuto luogo la I riunione, dal Parlamento montenegrino e dal Parlamento federale serbo-montenegrino. Alle riunioni sono invitati in veste di partecipanti Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Slovenia Montenegro, Serbia, Unione di Serbia e Montenegro, Bulgaria, Romania oltre ad alcuni paesi europei tra cui l’Italia. Le finalità del Forum sono, tra le altre, l’approfondimento delle priorità di politica estera e della difesa dei rispettivi Paesi nella regione e le loro prospettive di integrazione nell’Unione europea. Il Forum ha tenuto una riunione, a livello di Presidenti delle Assemblee parlamentari, il 31 maggio 2005, nella capitale montenegrina. Era presente, in rappresentanza del Presidente Casini, l’on. Francesco Stradella.
[21]L’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio”, riconosciuta nel 2004 con decreto dal Governo albanese, è parte integrante dell’omonimo complesso ospedaliero universitario, voluto da Madre Teresa di Calcutta nel 1993. Il complesso universitario nasce come istituzione libera, aperta a tutti, a carattere non profit, ed al servizio non solo dell’Albania ma anche degli altri Paesi dell’area balcanica. L’ateneo è attualmente in grado di offrire, per la prima volta in Albania, le strutture e l’offerta curricolare (diploma di laurea, laurea specialistica, master, corsi di specializzazione e dottorati di ricerca) previste dal cosiddetto “Processo di Bologna”, in conformità alla nuova legislazione universitaria in vigore in Italia.
[22] Il Comitato direttivo è formato dai rappresentanti delle tre Parti promotrici. Per il primo biennio di funzionamento è presieduto dal Rappresentante della Camera dei deputati