Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: Visita ufficiale del Presidente della Camera in Bolivia, Perù, Ecuador e Venezuela - Perù
Serie: Documentazione per l'attività internazionale    Numero: 34    Progressivo: 2
Data: 07/01/2008

 

 

Visita ufficiale del Presidente della Camera in Bolivia, Perù, Ecuador e Venezuela

 

PERU’

 

Documentazione per l’attività internazionale

 

 

 

 

XV legislatura

 

 

n. 34/2

 

gennaio 2008

 

CAMERA DEI DEPUTATI

 

Servizio Rapporti internazionali

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI
Servizio Rapporti internazionali

Consigliere Capo Servizio

Mirella Cassarino (9330)

Consigliere

Maria Teresa Calabrò (2049)

Documentarista

Aurora Tacus (2593)

Segretaria

Giulia Bernardini (9515)

 

 

 

I dossier dei Servizi e degli Uffici della Camera dei deputati sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l’attività degli organi parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione ai fini non consentiti dalla legge.


 

 

 

 

INDICE

 

 

 

 

 

1.   Biografie

·        Alan García Pérez, Presidente della Repubblica .............................          Pag.         3

·        Jorge del Castillo Gálvez, Primo Ministro........................................             “            5

·        Luis Javier Gonzales Posada Eyzaguirre, Presidente del Congreso della Repubblica............................................................................................             “            7

·        José Antonio Garcia Belaunde, Ministro degli Affari  esteri..........             “            9

 

2... Scheda - Paese ...........................................................................................             “          13

 

3... Rapporti parlamentari ............................................................................             “          49

·        Messaggio del Presidente della Camera al Presidente del Congresso del Perù, a seguito del terremoto dell’agosto 2007..............................................             “          53

 

4... Progetto Cesvi ..........................................................................................             “          57



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. Biografie



 

 

ALAN GARCĺA PÉREZ

PRESIDENTE DELLA REPUBBBLICA DEL PERU’

 

 

 

 

Alan Gabriel Ludwig García Pérez è nato a Lima il 23 maggio 1949, laureato in sociologia e diritto, di professione avvocato. E’ sposato con Pilar Nores de García, argentina naturalizzata peruviana.

E’ stato eletto il 28 luglio 2006 Presidente della Repubblica del Perù, sconfiggendo Ollanta Humala, leader dell’Unione per il Perù. La sua gestione risultava, a fine dicembre 2007, approvata per il 32% dei peruviani.

Ha aderito giovanissimo al Partito Aprista ed è stato il pupillo prediletto del suo fondatore, Víctor Raúl Haya de la Torre.

Ha cominciato la sua carriera politica come congressista costituente, successivamente è stato letto deputato, poi Presidente della Repubblica, poi senatore.

Eletto per la prima volta alla Presidenza della Repubblica tra il 1985 e il 1990, ha governato una controversa amministrazione durante la quale il Paese ha sofferto la peggiore crisi economica della sua storia, con l’iperinflazione, il terrorismo di Sendero luminoso e un grande scontento sociale. Inoltre, il suo primo Governo fu al centro di scandali di corruzione che portarono a dimissioni di personalità di primo piano.

Nel 1992 cominciò il suo esilio politico, prima in Colombia e poi in Francia, a causa delle persecuzioni contro la sua persona e contro il Partito Aprista volute dal Fujimori.


Dopo la caduta di Fujimori, García fece ritorno in Perù e si presento alle elezioni del 2001 dove però venne sconfitto da Alejandro Toledo. Durante la Presidenza Toledo ha rivestito il ruolo di leader dell’opposizione.

Alle elezioni del 2006 ha superato Lourdes Flores e, soprattutto, Ollanta Humala, candidato che contava sull’appoggio internazionale di Chávez.

La sua nuova gestione si è caratterizzata per misure austere e per progetti di sviluppo economico.

 


 

 

JORGE DEL CASTILLO GÁLVEZ

PRIMO MINISTRO DELLA REPUBBLICA DEL PERU’

 

 

 

 

Jorge Alfonso Alejandro del Castillo Gálvez è nato a Lima il 2 luglio 1950, sposato con Carmen Haas, avvocato, è un dirigente del Partito Aprista peruviano di cui è stato Segretario generale fino al 2006. E’ stato deputato e sindaco delle città di Lima e Barranco. Dal 28 luglio 2006 è Primo Ministro del Perù.

Ha studiato Diritto all’Universidad Nacional Mayor de San Marcos, dove divenne militante dell’Alianza Popular Revolucionaria Americana. Nel 1993 -1994 ha studiato Diritto nella Pontificia Università Cattolica del Perù, a quel periodo risale la militanza nel Partito Aprista peruviano.

E’ stato sindaco di Barranco, nel distretto di Lima, dal 1984 al 1986; nel 1985, il Presidente García lo nominò Prefetto di Lima, sotto la tutela del Ministero dell’Interno. Nel 1987 venne eletto sindaco di Lima, incarico che ha mantenuto fino al 1989.

Durante la sua gestione le condizioni della città subirono un deterioramento di livello senza precedenti, dovuto in particolare alla nascita di nuovi tuguri, al commercio ambulante, al caos nei trasporti pubblici, alla crescita della microcriminalità e del fenomeno della delinquenza in generale, all’abbandono di quartieri e strade alla sporcizia e al degrado. Inoltre la sua amministrazione è stata al centro di numerose denunce di corruzione, tra cui quella particolarmente nota del treno elettrico di Lima che coinvolse anche il Presidente Alan García e i cui lavori, dopo un enorme sperpero di denaro pubblico, rimasero paralizzati nel 1989.

Eletto deputato nelle file del Partito Aprista Perdano nel 1990, si ritirò dalla vita politica dopo la decisione di Fujimori nel 1992 di sciogliere il Parlamento.

Rieletto deputato nelle elezioni generali del 2001 e del 2006; fu anche nel 2001 candidato alla seconda Vice Presidenza del Perù. Nel Congresso è stato Vice Presidente nel periodo legislativo 2001-2002.

Sotto il profilo della sua attività politica nel Partito Aprista, nel 1999 è stato designato Segretario Generale, incarico nel quale venne confermato nel 2004. Del Castillo, inoltre, ha rappresentato l’APRA nell’Accordo Nazionale e nell’ambito dell’Organizzazione degli Stati Americani. Più recentemente è stato incaricato di coordinare il dibattito presidenziale tra Alan García e Ollanta Humala.

Il 27 luglio 2006, Alan García ha comunicato la decisione di designare Del Castillo Presidente del gabinetto dei suoi ministri. In tale veste ha cercato di mediare i conflitti sociali, cercando di trovare soluzioni di compromesso soprattutto nel settore minerario.

Il ministro Del Castillo  appare comunque al centro di moltissime polemiche relative sia ai trascorsi politici, sia a dichiarazioni di redditi mendaci, sia ad operazioni immobiliari legate alla sua funzione pubblica che hanno dato origine ad una pagina nel “blog”di Cesar Vásquez (http://cavb.blogspot.com/) che contiene i documenti di riferimento.


 

Luis Javier Gonzales Posada Eyzaguirre

Presidente del Congresso della Repubblica

 

 

 

 

Luis Javier Gonzales Posada Eyzaguirre è nato a Ica, Perù il 30 giugno 1945, avvocato.

Dirigente del Partito Aprista peruviano, rappresenta il dipartimento di Ica al Congresso dal 2001. Come deputato si è sempre occupato del settore della politica estera. Dal 27 luglio 2007 è Presidente del Congresso.

Durante il precedente Governo di Alan García, nel 1985, è stato Ministro della Giustizia, incarico che ha occupato fino al giugno 1986, divenendo poi Ministro degli Affari esteri dal maggio 1988 al marzo 1989.

Fino al 2001 è stato lontano dalla politica peruviana, rivestendo incarichi internazionali nell’Organizzazione degli Stati Americani, sia a Washington che in Venezuela. Tornato alla vita politica come parlamentare, divenne Presidente della Commissione Affari esteri del Congresso. Durante la sua gestione è stato un successo il reintegro di 17 diplomatici allontanati in modo arbitrario ed illegale dal Governo Fujimori e l’adesione del Perù alla Corte penale Internazionale.

E’ stato inoltre rappresentante speciale del Perù davanti al re del Marocco per la questione della richiesta dei cammelli per il ripopolamento di alcune zone, richiesta che è stata accolta dal re Mohammed VI.

Confermato nelle elezioni legislative del 2006, è stato dapprima eletto Presidente della Commissione difesa e il 26 luglio 2007 è stato eletto Presidente dell’Assemblea (periodo che terminerà a luglio 2008).

 



 

JOSÉ ANTONIO GARCÍA BELAÚNDE

MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI DELLA REPUBBLICA DEL PERU’

 

 

José Antonio García Belaúnde è nato a Lima il 16 marzo 1948, avvocato. Fratello di Víctor Andrés García Belaúnde, Leader storico del Partito di centro Acción Popular, e nipote dell’ex Presidente Fernando Belaúnde Terry, dal 28 luglio 2006 è Ministro degli esteri del secondo Governo di Alan García.

Si è laureato in diritto presso l’Università Pontificia di Lima e come diplomatico presso l’Accademia diplomatica del Perù. Inoltre, ad Oxford ha conseguito la specializzazione in politica estera.

E’ stato ambasciatore in Uruguay durante il primo Governo di Alan García, inoltre ha ricoperto incarichi presso le Nazioni Unite, Madrid, Messico, Parigi, Quito, Washington, l’Associazione latinoamericana d’integrazione (ALADI), è stato Direttore segretario dell’Accordo di Cartagena, Direttore generale della Comunità andina delle nazioni e Consigliere del Segretario Gnerale della Comunità andina delle nazioni fino alla nomina a Ministro degli Affari esteri.

L’inizio della sua gestione diplomatica si è caratterizzata per il tentativo di migliorare le relazioni con il Cile e per il lavoro teso ad organizzare i Vertice che il Perù organizzerà nel 2008 (con l’Unione europea, 14 – 17 maggio e con i Paesi che si affacciano sul Pacifico, APEC, 20 – 23 novembre).

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Scheda - Paese



 

 

REPUBBLICA DEL PERU’

 

 

 

 

Flag of Peru


 

Cenni storici

 

Verso l'inizio del XV secolo gli Incas, dopo altre civiltà, avevano il controllo di gran parte della regione, riuscendo ad estendere la loro influenza in Colombia e in Cile. Tra il 1526 e il 1528, il conquistador spagnolo Francisco Pizarro esplorò le aree costiere del Perú e, dopo aver marciato su Cajamarca, nel nord del paese, catturò, tenne in ostaggio e infine giustiziò l'imperatore degli Incas, Atahualpa, nel 1533. Nel 1535, Pizarro fondò la città di Lima. Nei due secoli successivi Lima divenne il principale centro politico, sociale e commerciale dei paesi andini.

Lo sfruttamento della popolazione indigena da parte dei conquistatori spagnoli portò, nel 1780, a una rivolta guidata da Tupac Amaru II.

Il Perú rimase fedele alla Spagna fino al 1824, quando fu liberato da due stranieri: il venezuelano Simón Bolívar e l'argentino José de San Martín. Nel 1866 il Perú vinse un breve conflitto con la Spagna, ma subì una sconfitta dal Cile nella guerra del Pacifico (1879-1883), che si concluse con la perdita di redditizi giacimenti di nitrato nel deserto dell'Atacama. Nel 1941, il Perú entrò in guerra anche con l'Ecuador per una disputa di confine. Il trattato di Rio de Janeiro del 1942 concesse l'area a nord del Río Marañón al Perú, ma la decisione fu fortemente contestata dall'Ecuador.

Nel 1965, l'Esercito di Liberazione Nazionale organizzò azioni di guerriglia d'ispirazione cubana senza alcun esito, ma negli anni '80, una serie di scioperi su scala nazionale, accompagnati da una violenta insurrezione guidata dai guerriglieri del gruppo d'ispirazione maoista denominato Sendero Luminoso, portarono all'instabilità politica. In questo periodo guadagnò consensi anche un'altra formazione di guerriglieri, il Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA).

Con la vittoria alle elezioni presidenziali del 1990 di Alberto Fujimori sul romanziere peruviano Mario Vargas Llosa e la cattura, nel 1992, dei leader del MRTA e di Sendero Luminoso, il Paese cominciò a sperare in un prolungato periodo di pace. Nonostante la rapida crescita economica, la minaccia principale per la stabilità della nazione restava la disoccupazione e la conseguente povertà. Fujimori fu rieletto nell'aprile del 1995, con un’ampia vittoria sull'ex segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuellar.

Nel 1998 fu firmato un trattato con l'Ecuador, che risolveva pacificamente la controversa disputa sui territori di confine che durava da 57 anni, aprendo la strada all'aumento degli investimenti stranieri in entrambi i paesi. Nel novembre 1999, il Perú e il Cile hanno risolto la loro ultima disputa territoriale di lunga data in merito all'importante lingua di terra di Arica.

Nelle elezioni svoltesi nell'aprile 2000 Alejandro Toledo, un indiano andino di umili origini divenuto economista presso la Banca Mondiale, si candidò alla presidenza sfidando il già due volte presidente Alberto Fujimori. Pur risultando Fujimori vincitore della controversa competizione elettorale, egli si ritirò dal suo terzo mandato presidenziale in novembre e si rifugiò in Giappone, anche in seguito allo scandalo per corruzione di cui si era reso protagonista il capo dei servizi segreti Vladimiro Montesinos. Alle elezioni del giugno 2001 è stato eletto Toledo, primo presidente indio, che ha sconfitto al ballottaggio lo sfidante García, leader dell'Alleanza popolare rivoluzionaria americana (APRA).

Nel giugno del 2006, Alain García ha vinto le elezioni presidenziali, sconfiggendo al ballottaggio il candidato filo-chavista Ollanta Humala e riguadagnando la Presidenza dopo 16 anni.

 


 


DATI GENERALI

Superficie

1.285.220 KMQ (più di quattro volte la superficie dell’Italia)

Capitale

Lima(6.840.000 abitanti)

Abitanti

28.674.757

Tasso di crescita della popolazione

1,28%

Aspettativa di vita

70,14

Composizione etnica

amerindi 45%, meticci 37%, bianchi 15%, altri 3%

Lingue

Spagnolo (ufficiale), quechua(ufficiale), aymara e varie lingue amazzoniche

Tasso di alfabetizzazione

87,7%

Religioni praticate

Cattolica 81%

 

 

CARICHE DELLO STATO

 

Presidente della Repubblica

Alan García Pérez

Presidente del Consiglio dei Ministri

Jorge del Castillo Gálvez

Presidente del Congresso della Repubblica

Luis Javier Gonzales Posadas Eyzaguirre (Partido Aprista Peruano, periodo legislativo 2007, in carica fino a luglio 2008)

Ministro degli Esteri

José Antonio García Belaúnde

Interni

Luis Alva Castro

Economia e Finanze

Luis Carranza Ugarte

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidenziali e politiche

Aprile 2011 (le ultime si sono svolte ad aprile 2006)

 


 

 

QUADRO POLITICO

 

 

 

Governo in carica

 

Il 9 aprile 2006, Alan García è ritornato, dopo 16 anni, alla presidenza del Perù, sconfiggendo nel secondo turno il candidato filo-chavista Ollanta Humala. Il Presidente García, che – giovanissimo - aveva governato il Paese dal 1985 al 1990, ha improntato i primi mesi del suo Governo ad un prudente riformismo, soprattutto sul versante della politica economica, lontani quindi dall’atteggiamento populista che connotò la sua prima esperienza, caratterizzata della guerriglia di Sendero Luminoso e da un’iperinflazione che aveva portato l’economia sull’orlo del collasso e che gli valse la definizione, da parte di molti commentatori – fra i più caustici lo scrittore Vargas Llosa –, di “peggior Presidente della storia del Perù”.

Poiché le elezioni legislative non gli avevano assicurato la maggioranza, dandogli invece un’esigua rappresentanza parlamentare di 36 deputati su 120, il Presidente García è stato costretto ad un Governo di coalizione che gode dell’appoggio del Partito dell’ex Presidente Fujimori (Alleanza per il Futuro, 13 deputati) e del Partito di centro destra di Lourdes Flores Nano, Unità Nazionale (17 deputati).

 

Composizione del Congresso*

 

Partiti

seggi

Unione per il Perù  (UPP)

45

Alleanza Popolare rivoluzionaria americana (APRA)

36

Unità Nazionale

17

Alleanza per il futuro

13

Fronte del centro

5

Partito “Perù Possibile”

2

Restaurazione Nazionale

2

TOTALE

120

 

Il 9 aprile 2006 si sono tenute congiuntamente alle elezioni presidenziali anche le elezioni legislative. Il Partito centrista Perù Possibile, fondato nel 1999 dal Presidente Alejandro Toledo che aveva ottenuto nelle precedenti elezioni 45 seggi, è stato travolto dagli scandali legati alla corruzione che hanno determinato il ritiro della candidatura presidenziale di Rafael Balaunde Aubry e la netta perdita dei consensi da parte dell’elettorato. Il grande vincitore della tornata elettorale è stato l’UPP (Unión por el Perú), il Partito che aveva espresso la candidatura di Ollanta Humala, anziano membro delle forze armate, che aveva promesso di nazionalizzare settori strategici dell’economia

(miniere e gas) al fine di assicurare una migliore distribuzione della ricchezza nel Paese. L’APRA, guidato da Alan García, ha cercato di ottenere i consensi della sinistra moderata, ottenendo un parziale successo.

 

*Dati tratti dal sito Internet dell’Unione Interparlamentare

 

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

 

Sistema politico

 

Il Perù è una Repubblica Presidenziale. L’attuale Costituzione approvato con referendum il 31 ottobre 1993 è stata successivamente emendata più volte.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente con suffragio universale per un mandato di cinque anni; non può essere rieletto per un altro mandato consecutivo. Se un candidato non riceve più del 50% dei voti al primo turno, si tiene un ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto più voti. Il Presidente della Repubblica è al vertice del potere esecutivo.

 

 

Parlamento

 

Il potere legislativo spetta al Congresso, monocamerale, composto da 120 membri che durano in carica cinque anni. Il sistema elettorale è proporzionale.

L’iniziativa legislativa appartiene al Presidente della Repubblica, ai membri del Congresso e, nelle materie di propria competenza, agli altri soggetti dello Stato, agli enti locali e ai collegi professionali nonché ai cittadini. Il Presidente della Repubblica ha il potere di rinviare al Parlamento una legge già approvata.

Le modifiche alla Costituzione sono approvate a maggioranza assoluta e poi devono essere ratificate mediante referendum.

 


 

Governo

 

 

Spetta al Presidente della Repubblica nominare/dimissionare il Presidente del Consiglio, ed i Ministri. Tutti i decreti presidenziali o le proposte di legge che il Presidente  presenta al Congresso  devono essere approvate dal Consiglio dei Ministri. Entra 30 giorni dalla sua formazione il governo presenta al Congresso il programma politico e su questo chiede la fiducia. 

Il Presidente della Repubblica può sciogliere il Congresso e convocare nuove elezioni solo in caso voti la sfiducia al Governo.

 

 

Sistema giudiziario

 

Vi sono numerosi tribunali di prima istanza che fanno capo alla Corte Suprema. Quest’ultima si compone di 16 membri e ha sede a Lima. Sono stati creati alcuni tribunali speciali per far fronte ai numerosi processi pendenti. Nel 1996 è stato istituito un ufficio dell’Ombudsman per i Diritti Umani

 

 

Struttura amministrativa

 

Il Perù è suddiviso  in 25 regioni a loro volta suddivisi in province. Il processo di riforma costituzionale ha modificato le competenze e le funzioni delle 25 regioni a partire dal 1° gennaio 2003.

 

 

 

 

Attualità di politica interna

 

 

Linee di politica interna

 

Dello slogan elettorale “cambio responsabile”, su cui aveva basato la propria campagna elettorale, il Presidente Alan García sembra favorire l’elemento della responsabilità e della continuità, su quello del cambiamento: del resto il ritorno di García è stato favorito proprio dal timore dell’elettorato moderato nei confronti dei mutamenti troppo radicali proposti dal suo avversario al ballottaggio, il filo-chavista Ollanta Humala.

            Condizionato dall’esiguità della presenza in Parlamento del proprio partito, il Presidente è stato costretto a un’intesa coi sostenitori dell’ex Presidente Fujimori e con i

parlamentari di Unidad Nacional il partito di centro-destra guidato da Lourdes Flores Nano, esclusa per pochi voti dal ballottaggio in occasione delle presidenziali. Ne è risultato un Gabinetto composito, con esponenti non riconducibili al partito di maggioranza relativa. Il panorama politico mostra, quindi, un Esecutivo attento ad evitare strappi con il passato.

           

            Nella fase attuale, le istituzioni appaiono salde e la dialettica politica si inserisce in un normale dibattito parlamentare. Il Governo si muove su una prudente linea riformista, di lotta alla povertà (che è la priorità di governo) affrontando problemi accumulatisi negli anni (larghe fasce della popolazione, fuggendo dalla Sierra -le Ande- colpite dal terrorismo e da uno sviluppo economico ridotto, si sono disordinatamente inurbate alle periferie delle maggiori città con una progressiva "tugurizzazione"). La stampa è libera, anche se non impermeabile all'influenza di determinati gruppi economici.

 

 

Il Presidente García appare deciso ad assicurare al Paese una crescita progressiva, senza pericolose scorciatoie, alla ricerca di investimenti internazionali, confermandosi tenace negoziatore di trattati di libero commercio (l'ultimo è quello più importante, il TLC con gli Stati Uniti). All'interno del Congresso (il parlamento monocamerale di 120 membri) pur non avendo una maggioranza precostituita, García riesce a far passare i provvedimenti più ponderati grazie alle sponde offertegli da Unione nazionale (cattolici popolari) e fujimoristi. I programmi del governo sono ambiziosi: debellare l'analfabetismo entro il quinquennio di governo, ridurre la povertà in modo sostanziale (dal 44 per cento di oggi al 30/31 per cento al termine del quinquennio), portare l'acqua in tutti i cosiddetti pueblos jovenes (le desolate periferie urbane), ridurre drasticamente la denutrizione infantile.

            Si assiste altresì ad una crescente decentralizzazione, con le 25 regioni che puntano ad una maggiore autonomia finanziaria dallo stato centrale.

 

 

 

Processo ad Alberto Fujimori

 

La settimana del 10 dicembre inizia con un evento di portata storica, l’avvio del processo all’ex-Presidente Alberto Fujimori. Le accuse riguardano tre episodi specifici della “guerra sucia” che il “Grupo Colina”, vero e proprio escuadrón de la muerte, condusse clandestinamente prima e dopo il cosiddetto “autogolpe” del 5 aprile 1992 (quando Fujimori sciolse il Parlamento e le supreme magistrature giudiziarie) contro i membri dei gruppi terroristi Sendero Luminoso e MRTA.

Il primo è il massacro di Barrios Altos del dicembre 1991 quando il “Grupo Colina” assassinò 15 persone che si erano riunite al primo piano di un palazzo per una festa di fund-raising e furono tragicamente confuse con membri di Sendero Luminoso che invece si riunivano al secondo piano.

Il secondo è il sequestro e l’uccisione, il 18 luglio 1992, di nove studenti e di un professore dell’Universidad Nacional de Educación Enrique Guzmán y Valle, La Cantuta, nella ricerca degli autori dell’attentato dinamitardo di due giorni prima, il 16 luglio, quando terroristi di Sendero Luminoso avevano ucciso più di 40 persone nella via Tarata del quartiere Miraflores di Lima.


Al totale di 25 morti, si aggiunge l’accusa all’ex-presidente di aver ordinato a personale militare, all’indomani dell’autogolpe del 5 aprile 1992, il rapimento del giornalista Gustavo Gorriti e dell’imprenditore peschiero Samuel Dyer (entrambi poi liberati) giornalisticamente denominati il “caso dei sotterranei” (“Sótanos”) del Servizio di intelligence dell’Esercito.

Per questi reati il Pubblico Ministero chiederà una condanna a 30 anni di reclusione, insieme ad un’ammenda di 100 milioni di soles (1 euro=4,3 soles) come indennizzo per le vittime della repressione e di 300 mila soles in favore delle persone sequestrate dal Servizio di Intelligence (il SIN), oltre al divieto di esercitare incarichi pubblici.

Alla base delle accuse vi sarà il principio della “autoria mediata”, ovvero il “commettere un delitto tramite un’altra persona”, espressamente previsto dal codice penale del 1991.

Il processo, che non mancherà di suscitare una certa turbolenza, dovrebbe durare non meno di cinque o sei mesi e la condanna dovrebbe limitare la libertà dell’ex-presidente per un periodo piuttosto lungo.

 

 

 

Il terremoto dell’agosto 2007

 

Il 15 agosto 2007 due scosse di terremoto, rispettivamente di magnitudo 8 e 6 sulla scala Richter hanno devastato il Perù centrale, causando la morte di più di 500 persone, migliaia di feriti e la distruzione di oltre 39.000 abitazioni. I due sismi, distanziati di circa 25 minuti uno dall'altro, sono i più forti registrati nella zona da oltre trent'anni. La zona più colpita è quella di Ica,  epicentro del sisma, a 145 km da Lima, dove il 70% delle abitazioni è stato distrutto.

L’evento, che ha sollevato inizialmente un allarme tsunami, successivamente rientrato, ha suscitato la solidarietà internazionale, oltre che dei paesi confinanti.

In occasione del terremoto del 15 agosto, l’Italia ha immediatamente messo a disposizione della FITCROSS 200 mila USD per interventi di prima necessità canalizzati tramite OCHA. L’aereo italiano con tonnellate di materiale messo a disposizione dalla protezione civile è stato il primo dall’Europa ad atterrare all’aeroporto di Pisco, nella zona più colpita dal sisma. Il velivolo è stato accolto dal Presidente Garcia e dall’Ambasciatore d’Italia a Lima.

 

 

 

Priorità di politica estera e integrazione regionale

 

Riguardo all’integrazione latinoamericana, il Perù, che ha ospitato il vertice di Cuzco (dicembre 2004) in cui è nata la Comunità Sudamericana delle Nazioni ed ha partecipato al massimo livello alla citata recente Cumbre dell’organizzazione a Cochabamba (8-9 dicembre 2006), non sembra nutrire eccessive aspettative sulle prospettive della CSN nel breve periodo. Lima, anche grazie alla sua centralità geografica nella regione e al solido rapporto con Brasilia, ritiene di poter giocare un ruolo di rilievo nel processo di integrazione regionale. Allo stato, emerge, tuttavia, una preoccupazione per l’ancora eccessiva frammentazione del quadro politico latinoamericano, con particolare riferimento a quel “fondamentalismo andino” che preoccupa Lima.


Alla iniziale attenzione verso la Comunità Andina delle Nazioni sta subentrando, complice anche la positiva evoluzione delle relazioni commerciali bilaterali con gli USA, un certo scetticismo sulle efficacia della CAN e sulla
possibilità di progressi significativi tra Paesi, come il Perù e la Colombia, liberoscambisti, e quelli, segnatamente Ecuador e Bolivia, che continuano a mostrare reticenze verso aperture rapide delle loro economie

Nel 2008 il Perù si troverà ad ospitare due impegnativi eventi di rilievo mondiale, il Vertice UE-ALC (14-17 maggio) ed il Vertice APEC (20 23 novembre).

All'ordine del giorno del Vertice ("Cumbre") con l'UE vi saranno due punti, la lotta contro la povertà e i cambiamenti climatici. I rapporti con l'Unione Europea sono però cadenzati soprattutto dal negoziato per un Accordo di Associazione UE-CAN che difficilmente potrà concludersi per il maggio 2008.

 

 

Il Perù è attore a pieno titolo dell'APEC (l'organizzazione dei Paesi che si affacciano sul Pacifico), di cui organizzerà il Vertice nel novembre 2008 a Lima. Nell'APEC sono rappresentate alcune tra le più importanti economie del mondo (USA, Cina, Giappone, India, ecc.) a cui Lima guarda con preciso interesse. I rapporti con gli USA sono molto intensi e in crescita. In questi giorni è stato ratificato dal Senato americano l'accordo di libero commercio (TLC), che comporterà un processo di modernizzazione del paese.

 

 

 

Relazioni con i principali Paesi partner

 

Sul versante delle relazioni internazionali, la nuova Presidenza gestisce con attenzione il rapporto con gli Stati Uniti, caratterizzato da un allineamento di Lima sulle posizioni di Washington – soprattutto sul versante della lotta alle coltivazioni di cocae dalla volontà di accreditare il Paese quale alleato strategico degli USA in un contesto regionale connotato dall’azione di quello che, in occasione dell’incontro fra García e Bush dell’ottobre scorso a Washington, il Presidente peruviano ha definito il “fondamentalismo andino”. La prossima entrata in vigore del TLC rafforza tale rapporto ma contribuisce a complicare le relazioni con la Bolivia, il cui Presidente, Morales, aveva censurato la scelta di concludere tale Accordo, presentandola come un tradimento della solidarietà andina.

 

Tesi, ma in via di miglioramento anche i rapporti col Venezuela di Chávez, che aveva apertamente sostenuto il candidato della sinistra populista, Ollanta Humala, in occasione delle elezioni presidenziali del 2006 facendo anche ricorso ad espressioni ingiuriose nei confronti di García.

 

L’altro asse portante della politica estera peruviana è il rapporto, eccellente, con il Brasile, che rappresenta il principale socio commerciale del Perù in ambito Mercosur (88% dell’interscambio).In occasione della sua visita a Brasilia, a inizio novembre 2006, Garcia ha definito il Brasile“il gigante buono del Continente”, siglando con Lula ben 13 accordi di cooperazione nei settori più diversi. Di rilievo è il progetto di costruzione dell’”asse stradale interamazzonico” che consentirà un più rapido sbocco sul Pacifico alle merci brasiliane, contribuendo allo sviluppo di entrambe le economie.


Elemento caratterizzante la politica estera del nuovo governo è la volontà di recupero del rapporto col Cile: una sorta di “nemico ereditario” nell’immaginario collettivo peruviano, a causa della sconfitta di Lima nella “guerra del Pacifico” contro il vicino meridionale, alla fine dell’‘800. Il nuovo corso avviato da García, oltre allo scambio di visite ad alto livello, mira a non porre l’accento sugli elementi di divisione fra i due Paesi, quali la delimitazione delle frontiere marittime o la problematica relativa alla presunta appropriazione, da parte cilena, di prodotti nazionali tipici peruviani, quali il famoso “pisco”. Sintomatica del nuovo clima fra i due Paesi, oltre che dei condizionamenti interni cui è esposto García, è stata la moderata insistenza esercitata da Lima per l’estradizione dell’ex Presidente Fujimori.

Buone le relazioni con la Colombia (salvo qualche tensione per lo sconfinamento in Perù di guerriglieri del vicino Paese e i rapporti di questi ultimi con esponenti di “Sendero Luminoso”) e, dopo gli accordi sulle frontiere, con l’Ecuador, con il quale Lima ha avviato un “Piano di Sviluppo della Regione Frontaliera”, a vantaggio delle popolazioni che vivono a ridosso del confine[1]. E’ importante notare come, nonostante permangano forti differenze politiche tra le amministrazioni Garcia e Correa, i due Presidenti abbiano deciso nel corso della prima “Riunione binazionale del Gabinetto dei Ministri di Perù ed Ecuador” (Tumbes, 1° giugno 2007) di istituzionalizzare le riunioni dei  ministri e, soprattutto, di creare un meccanismo “2 + 2” dei ministri degli esteri e della difesa.

In generale, comunque, il terremoto del 15 agosto 2007 ha costituito l’occasione per una grande dimostrazione di solidarietà da parte di vari Paesi latinoamericani e non. Tra i primi, il Venezuela di Chávez ha dichiarato che contribuirà allo sforzo per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto.

Merita un menzione anche il ruolo della Cina, che nel corso degli ultimi anni ha notevolmente consolidato le sue relazioni commerciali col Perù, con cui è ora seconda solo agli Stati Uniti in termini di interscambio commerciale. In Cina, ad esempio, era previsto il primo viaggio di Alan Garcia fuori dall’America Latina ad agosto, ma la visita è stata cancellata dopo il terremoto.

 

 

 

Relazioni con le principali Organizzazioni internazionali

 

 

Riforma del Consiglio di Sicurezza

 

Il Perù - attuale membro non permanente del CdS per il biennio 2006-2007 - in passato si è più volte espresso a favore dell’aumento dei seggi permanenti e non permanenti ed ha manifestato sostegno alle aspirazioni di Germania, India e, soprattutto, del Brasile. Recentemente, abbiamo registrato alcuni segnali incoraggianti da parte di Lima: il Vice Ministro degli Esteri Gutiérrez Reinel, nel suo intervento al dibattito generale della 62esima UNGA (2 ottobre 2007), ha fatto solo riferimenti generici alla necessità di rendere il CdS più rappresentativo.


 

Si tratta di interessanti segnali di apertura del Perù nei confronti delle posizioni di Uniting for Consensus, sebbene il Presidente García abbia ribadito anche di recente l’appoggio di Lima alle ambizioni brasiliane[2].

 

 

 

Situazione dei diritti umani

 

Sul piano interno, rilevante è la presenza di un ufficio dell’Ombudsman, dotato di considerevole indipendenza e particolarmente attivo sul terreno della protezione e promozione dei diritti umani, in un contesto comunque caratterizzato dalla debolezza del sistema giudiziario e da una diffusa corruzione. Nell’ambito dei diritti civili e politici, punti di criticità sono costituiti dai casi rilevati (individuali e non sistematici) di ricorso alla tortura e di uso della forza da parte della polizia e delle forze armate, dalle carenze del sistema di giustizia penale (specie nel campo dei mandati di cattura, dove si segnalano casi di arresti arbitrari) e dal sovraffollamento delle carceri. Sul piano del rispetto dei diritti della donna, l’ordinamento peruviano riconosce la parità dei diritti e favorisce la partecipazione femminile alla vita politica ed economica. Nella sostanza, tuttavia, le donne incontrano ostacoli, sovente di ordine culturale, nella loro partecipazione alla vita sociale e molte lavorano senza salario regolare o protezione sociale. I casi di violenza domestica hanno raggiunto cifre allarmanti e viene data poca attenzione agli aspetti di prevenzione e protezione del fenomeno (si registra una generale non applicazione delle misure decise dai tribunali in merito). Nonostante il lavoro minorile sia stato regolato da un apposito codice, restano in vigore alcune misure, introdotte dal regime Fujimori, che violano diritti del fanciullo in materia di salario e di ore lavorative.

Numerose ONG sono attive in Perù ed operano senza interferenze governative. Va però rilevato che le medesime autorità non hanno spesso fornito adeguata protezione ai difensori di diritti umani vittime di minacce ed intimidazioni.

In tema di non discriminazione, il Perù ha ratificato i trattati internazionali relativi e li ha incorporati nella legislazione interna. Tuttavia, la discriminazione su base etnica è di fatto presente nella società peruviana. Nonostante il Perù sia un Paese multietnico, manca una politica di effettiva protezione o promozione della diversità etnica o culturale. Le circa 8 milioni di persone che, riunite in differenti comunità, vivono nelle zone andine ed amazzoniche non risultano integrate nella vita sociale, politica ed economica del Paese e si registrano pochi progressi in tal senso.

Si segnala che il 21 settembre scorso il Perù ha ottenuto l’estradizione da parte del Cile dell’ex-Presidente Fujimori, accusato di corruzione e, soprattutto, di violazione dei diritti umani (si tratta dei casi di Barrios Altos e la Cantuta, 1991 e 1992, in cui morirono 25 persone).


Il Perù è membro del Consiglio dei Diritti Umani (mandato 2006-2008). Tra Italia e Perù vi è stato un accordo di reciproco sostegno, in base al quale l’Italia ha sostenuto il Perù alle elezioni del 2006 al CDU ed il Perù si è impegnato a sostenerci alle elezioni del 2007 al medesimo organismo.

 

 

Questione della pena di morte

 

Dall’inizio del mandato del Presidente García sono stati presentati, dal Governo e dall’APRA, quattro disegni di legge intesi a reintrodurre la pena di morte nell’ordinamento peruviano, oltre che per gli atti di terrorismo che causino il decesso di civili e per quelli compiuti da terroristi recidivi, anche per le violenze sui minori che comportino la morte del soggetto offeso, se minore di sette anni.

A questo proposito si segnala che la pena capitale per atti di terrorismo è già prevista dall’ordinamento peruviano, ed in particolare dall’Art.140 della Costituzione,  ma non viene applicata dal 1979, in base ad una moratoria de facto. Anche il leader storico di Sendero Luminoso, Guzman, non è stato condannato a morte, bensì all’ergastolo.

Per quanto riguarda, invece, le violenze sessuali sui minori che comportino il decesso della persona offesa, si tratterebbe di modificare la Carta Costituzionale in modo tale da ampliare l’ambito di possibile applicazione della pena capitale – ora delimitato dall’Art. 140 al terrorismo ed all’alto tradimento – in linea con quanto promesso dall’attuale Presidente García nel corso della campagna elettorale.

 Il 10 gennaio 2007, il Parlamento ha rigettato – con 46 voti contro 29 – uno dei quattro disegni di legge proposti dalla maggioranza e dal Governo, inteso a garantire l’applicazione effettiva della pena capitale per gli atti di terrorismo.

Allo stato, rimangono pendenti altri tre disegni di legge, due dei quali – quelli relativi ai violentatori e omicidi di minori di sette anni – suggeriscono anche il ritiro del Perù dalla Convenzione Americana dei Diritti Umani, in quanto la Convenzione vieta espressamente qualsiasi ampliamento dell’ambito applicativo della pena capitale.  

Se tali proposte di legge venissero approvate il Perù diverrebbe l’unico Paese dell’America meridionale a fare ricorso alla pena di morte, fatta eccezione per il caso della Guyana, che non ha mai proceduto alla sua abrogazione.

La proposta di legge ha destato preoccupazione in ambito comunitario, con un primo passo presso il Ministero degli Esteri di Lima condotto dalla Troika UE il 31 ottobre 2006. L’8 gennaio 2007, la Troika Ue ha proceduto ad una nuova  demarche, presso il Ministero degli Esteri, mentre il 9 gennaio è stato effettuato un passo anche presso il Congresso. L’UE ha invitato Lima a mantenere la moratoria de facto sull’esecuzioni capitali, nella prospettiva di una completa abolizione della pena morte.

Al momento, comunque, pare che l’iniziativa di reintroduzione della pena capitale sia su un binario morto e che non vi sia interesse, da parte di alcuno, a “rivitalizzarla”. E’ presumibile che il Perù si astenga nella votazione alla Assemblea Generale delle N.U. sulla Risoluzione presentata dall’U.E. sulla moratoria delle esecuzioni capitali.

 


 

Relazioni con l’Unione Europea

 

 

Quadro istituzionale: L’Unione Europea ha avviato un dialogo formale con la Comunità Andina (Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e, sino all’aprile 2006, Venezuela) già a partire dalla metà degli anni ‘90, affrontando, nel corso del tempo, tematiche strategiche, tra cui la lotta al narcotraffico e un’intensa cooperazione in campo commerciale. Le relazioni bi-regionali si svolgono nel contesto dell’Accordo Quadro di Cooperazione del 1993 e verranno rafforzate con l’entrata in vigore dell’Accordo di Dialogo Politico e Cooperazione (firmato a Roma nel dicembre 2003 durante la Presidenza Italiana dell’UE e già ratificato dal nostro Paese), il cui obiettivo è di sviluppare l’integrazione regionale e lo sviluppo socio-economico dell’area. Benché non preveda misure di liberalizzazione commerciale, esso amplia la portata dell'accordo del 1993 allo scopo, da un lato, di rafforzare la cooperazione, estendendola a nuovi settori quali le politiche migratorie, la prevenzione dei conflitti, il buon governo e la lotta al terrorismo e, dall’altro, di creare le condizioni necessarie alla successiva conclusione di un vero e proprio Accordo di Associazione tra l’UE e la regione andina. Si sottolinea inoltre che la regione andina è l’unica al mondo con la quale l’UE mantiene un regolare “dialogo specializzato ad alto livello sulla droga” con cadenza annuale.

Per quanto riguarda l’avvio dei negoziati per la conclusione di un Accordo di Associazione, il primo round di negoziati,  che ha incluso la costituzione di un’area di libero scambio tra l’UE e la Comunità Andina, ha avuto luogo a Bogotà dal 17 al 20 settembre 2007. La seconda tornata negoziale ha avuto luogo a Bruxelles dal 10 al 14 dicembre u.s..

 

 

L’Unione Europea rappresenta il secondo maggiore partner economico-commerciale della Comunità andina (dopo gli Stati Uniti). La CAN (soprattutto Colombia e Perù) esporta verso l’UE essenzialmente materie prime e prodotti agricoli ed importa beni industriali.

I rapporti commerciali sono peraltro attualmente basati sul Sistema delle Preferenze Generalizzate con concessioni supplementari (SPGplus), che assicura, ai Paesi impegnati a rispettare le convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo, sociali, in materia di ambiente e buon governo e di lotta al narcotraffico, l’accesso al mercato europeo in regime di totale esenzione doganale sino al 31 dicembre 2008. La combinazione del meccanismo SPG+ e delle disposizioni riguardanti la nazione più favorita consente al 90% delle esportazioni di prodotti andini l’accesso all’UE in totale esenzione doganale.

Da un punto di vista strettamente commerciale, il futuro Accordo di Associazione, il cui obiettivo principale è quello di rafforzare il processo di integrazione economica regionale, di contribuire allo sviluppo dell’area e di garantire un più fluido accesso al mercato, si preannuncia molto ambizioso (cd. “WTO+”)[3] essendo finalizzato al più alto grado possibile di liberalizzazione degli scambi, che includa anche i servizi e gli investimenti, garantisca l’abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffarie e preveda importanti aspetti regolamentari. Esso coprirà inoltre i cd. temi di Singapore[4], esclusi dal negoziato commerciale multilaterale di Doha in ambito WTO.

Sollecitata da alcune delegazioni, tra cui quella italiana, nel corso del dibattito a Bruxelles, la Commissione si è detta disponibile a tenere debitamente conto, nel corso delle trattative, delle asimmetrie di sviluppo tra le aree coinvolte nel negoziato, non escludendo l’applicazione differenziata, a beneficio delle economie più fragili delle due regioni latino-americane, delle tappe relative alla liberalizzazione degli scambi (soprattutto nel settore agricolo).

 

 

Le relazioni UE-Perù si inseriscono principalmente nel più ampio contesto bi-regionale dei rapporti tra l’UE e la Comunità andina.

Per quanto riguarda le relazioni strettamente bilaterali, l’UE rappresenta per il Perù, dal punto di vista commerciale, la prima fonte di investimenti stranieri diretti ed il secondo partner commerciale (dopo i Paesi del NAFTA). In particolare, il 26% dell’export peruviano è diretto verso l’UE. Di questo ben due terzi sono costituiti da beni primari. Al contrario, il 19 % delle importazioni peruviane proviene dal mercato comunitario, che fornisce principalmente prodotti manufatti. Il Paese beneficia del Sistema delle Preferenze Generalizzate Plus (SPG+)[5], che insieme alla clausola della Nazione più favorita (MFN: Most-Favoured Nation) permette l’ingresso nell’UE in esenzione doganale a circa l’85% dei prodotti agricoli peruviani.

 

Tra le più recenti ed importanti problematiche di carattere commerciale, si ricorda quella relativa al riconoscimento della bevanda alcolica Pisco, originaria del Perù. Il governo di Lima aveva avanzato la richiesta di protezione esclusiva del distillato, in base agli Accordi di Lisbona. Tale richiesta, tuttavia, risultava in contrasto con gli obblighi derivanti agli Stati membri dell’UE dall’Accordo di Associazione concluso con il Cile nel novembre 2002, con cui si riconosceva la denominazione pisco di produzione cilena, sebbene non in forma esclusiva. Gli unici sei Paesi membri della UE interessati alla vicenda, in quanto sottoscrittori anche degli Accordi di Lisbona[6], sono infine giunti ad una posizione comune per accogliere la richiesta di protezione anche del pisco peruviano ma senza il carattere di esclusività. Tale orientamento non contrasta né con l’Accordo di Associazione UE-Cile, che non esclude omonimie, né con la prassi finora seguita in sede di applicazione dell’Accordo di Lisbona e dei principali accordi regionali e multilaterali riguardanti la protezione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche.

 

Per quanto riguarda le iniziative di cooperazione, l’UE è il principale donatore di aiuti pubblici per lo sviluppo dell’area. Con il ciclo finanziario 2007-2013, il Paese è destinatario del nuovo Strumento di Cooperazione allo Sviluppo (DCI), che riserva all’America Latina, nell’intero settennio, circa 2,7 miliardi di euro, ed al Perù in particolare, secondo  una programmazione indicativa, 132 milioni di euro.


Attraverso la strategia 2007-2013, l’UE intende contribuire alla stabilizzazione e rafforzamento della democrazia che, malgrado il Paese sia tra i più stabili della regione andina, rimane ancora molto fragile e coesiste con seri problemi di ineguaglianza e mancanza di coesione sociale. La programmazione si propone di incrementare la stabilità, ridurre la povertà e di migliorare le condizioni di vita della popolazione, in linea con il programma di sviluppo varato dal governo peruviano.

 

Per il periodo 2007-2013 sono stati individuati due obiettivi prioritari: a) contribuire al rafforzamento delle istituzioni dello Stato, rafforzare la governance e dare maggiore attenzione ai temi sociali; b) sostenere l’integrazione e lo sviluppo sociale in determinate regioni del Paese, attraverso il rafforzamento della coesione sociale.

Il Perù puó beneficiare, infine, di prestiti e finanziamenti agevolati concessi dalla BEI. Nel 2007 è stato approvato un progetto nel settore delle telecomunicazioni per un ammontare di 60 milioni di euro.

 

 

 

Situazione debitoria

 

 

Il Perù ha ottenuto dal Club di Parigi cinque ristrutturazioni del debito estero, di cui l’ultima il 20.7.96, che ha ristrutturato USD 6,724 miliardi. L’Accordo bilaterale applicativo con l’Italia, che ha ristrutturato USD 828 milioni, è stato firmato il 23.5.97.

Accordo di pre-pagamento del 2005.

Il Club di Parigi il 15 giugno 2005 ha approvato i termini dell’offerta peruviana di pagamento anticipato alla pari delle scadenze del debito estero, relative ai crediti commerciali, comprese tra dicembre 2005 e dicembre 2009 per un ammontare complessivo fino a USD 2 miliardi. L’Italia ha aderito all’offerta. Il Governo peruviano ha effettuato regolarmente i pagamenti previsti entro la scadenza del 15/8/2005. L’Italia è stata il secondo maggior beneficiario del “pre-payment”, dopo la Francia e prima della Spagna, con una quota di USD 341 milioni circa, pari al 21,7 % degli USD 1,6 miliardi pagati anticipatamente dal Perù.

 


 

Accordo di pre-pagamento del 2007.

Il Club di Parigi il 23 maggio 2007 ha concordato con il Perù i termini del rimborso anticipato del debito commerciale - in scadenza tra il 2010 e il 2015. Nel giugno 2007 l’Italia ha accettato la richiesta peruviana di potere rimborsare anticipatamente il 100% del debito commerciale. Il nostro Paese, avendo accettato tale richiesta limitatamente al 50% dell’ammontare del debito complessivo, si è comunque dimostrato il creditore più generoso (altri partner, pur avendo aderito alla richiesta peruviana al 100%,  vantavano crediti minori). SACE ha successivamente comunicato l’avvenuto pagamento da parte peruviana, con valuta 1° ottobre, degli importi di USD 125,6 milioni e Euro 52,4 milioni relativi al rimborso anticipato alla pari del 50% del debito peruviano, come previsto dall'Accordo bilaterale perfezionato il 3 settembre u.s.


 

 

In base ai dati più recenti dell’ Economist Intelligence Unit nel 2006 era pari a USD 28,2 miliardi.

Al 31 agosto 2007 il debito con l’Italia ammontava a Euro 336,64 milioni, di cui € 282,77 milioni in crediti commerciali e € 53,87 milioni in crediti di aiuto (oggetto di conversione).

           

 

 

ACCORDO DI CONVERSIONE DEL DEBITO derivante da crediti d’aiuto

 

L’Italia ha firmato con il Perù, il 10.10.2001, un Accordo bilaterale di conversione del debito derivante da crediti di aiuto in scadenza tra il 2002 ed il 2006, per un importo dell’ordine di USD 116 milioni circa. Il controvalore in valuta locale dei debiti convertiti è confluito in un Fondo Italo-Peruviano, che ha finanziato 185 progetti di sviluppo, nel campo dei servizi e delle infrastrutture sociali, in favore delle comunità indigene, nel settore della protezione ambientale, per studi di fattibilità, assistenza tecnica e addestramento relativo ai progetti, che hanno beneficiato circa tre milioni e mezzo di persone.

Alla luce del successo dei progetti finanziati con il Fondo suddetto, il Governo peruviano ha richiesto la conversione di una seconda tranche del debito, per le scadenze dei crediti di aiuto comprese tra il 2007 ed il 2011, per un importo valutabile in € 56 milioni circa.

L’Accordo bilaterale di conversione è stato quindi firmato il 4.1.2007. Sono attualmente in via di  definizione i progetti che saranno finanziati con la conversione debitoria.

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI*

 

PIL

186,6 miliardi di dollari

Composizione per settore

Agricoltura 8,7%; industria 26,2%, servizi 65,1%

Crescita PIL

8%

PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto)

 

6.600 dollari (Italia, 30.200)

Inflazione

2%

Disoccupazione

7,2%

Popolazione al di sotto della soglia di povertà

 

il 53,1% della popolazione vive al disotto della soglia di povertà (2004)

Debito estero

28,32 miliardi di dollari (2006)

Debito pubblico

32,6 del PIL

* Dati Cia Worldfactbook 2007.

 

L’economia peruviana, dopo un decennio di applicazione dei principi del libero mercato, ha realizzato notevoli progressi (stabilità del tasso di cambio, controllo del deficit fiscale, regressione del debito pubblico). Il quadro macroeconomico è stabile, con una bassa inflazione (2% nel 2006 e 1,5% secondo le stime EIU per il 2007) e una buona dotazione di riserve (oltre 20 miliardi di dollari nel 2007). La crescita del PIL si mantiene sostenuta (6,4% nel 2005, l’8% nel 2006 ed intorno al 7% nel 2007). La Banca Mondiale colloca il Perù tra Paesi i più “virtuosi” dell’area in termini di capacità di attrazione di investimenti, trasferimenti tecnologici e flessibilità in materia salariale e contrattuale. Permangono, tuttavia, elementi critici: inefficienza dell’apparato burocratico e corruzione della pubblica amministrazione, inadeguatezza del regime fiscale e delle infrastrutture. Inoltre, nonostante la diminuzione di barriere non tariffarie, sussistono regolamenti ai limiti della legalità rispetto ai parametri OMC. Forti le carenze anche sul versante degli investimenti nell’educazione e innovazione tecnologica. Accanto ai nodi strutturali (deficit della bilancia dei pagamenti e debito estero pari a circa il 30% del PIL nel 2006), restano i problemi legati alla distribuzione del reddito e sottoccupazione (il 58% dei lavoratori è impiegato nel settore informale), che si associa alle esigue risorse dedicate alla spesa sociale, anche a causa della limitata pressione tributaria, circa il 13%. In questo contesto circa il 50% della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà.

L’atteggiamento del nuovo Governo in materia economica appare attento ai vincoli dell’economia ed alla necessità di evitare strappi. In una linea di sostanziale continuità, l’attuale Amministrazione mira soprattutto a favorire una maggiore apertura commerciale, a promuovere la piccola e media impresa – che raccoglie oltre la metà della forza lavoro – e a realizzare investimenti nei settori dell’istruzione, dell’assistenza sociale e delle infrastrutture che consentano anche alle fasce più emarginate una piena partecipazione allo sviluppo economico e produttivo del Paese.

La sfida essenziale rimane tuttavia la capacità di utilizzare il boom economico quale strumento per la modernizzazione della struttura istituzionale e amministrativa e per generare valore aggregato tramite i processi di trasformazione in loco delle materie prime. In particolare, la necessità di attrarre investimenti per avviare un processo di sviluppo sostenibile dovrà necessariamente passare attraverso la creazione, da parte del Governo, di un quadro giuridico-regolamentare stabile e trasparente e l’avvio di un piano strategico di azione che combini l’intervento pubblico e privato per identificare le potenzialità di investimento regionale e migliorare la competitività del sistema produttivo nazionale (soprattutto a livello di micro e piccole imprese che costituiscono circa il 90% del tessuto produttivo e che nella stragrande maggioranza sono informali).

 

 

 

Relazioni bilaterali

(a cura del MAE)

 

 

Ambasciatore italiano a Lima:

S.E. Fabio Claudio De Nardis

 

 

Ambasciatore del Perù in Italia:

S.E. Carlos Roca Caceres

 

Relazioni politiche

 

In un contesto di eccellenti relazioni bilaterali, i contatti fra i due Paesi si sono andati intensificando nel corso degli ultimi anni. A testimonianza dell’importanza che l’Italia annette ai rapporti con Lima, il Ministro D’Alema ha inserito il Perù nel corso della sua prima visita in America latina (gennaio 2007). Vale ricordare, per inciso, che l’ultimo Ministro degli Esteri italiano a recarsi in Perù era stato Emilio Colombo nell’agosto 1982, mentre l’ultima visita di Stato in Perù risale addirittura ai tempi del Presidente Gronchi[7].

 

Il Ministro degli Esteri Garcia Belaunde ha partecipato a Roma alla III Conferenza Nazionale sull’America Latina il 16 e 17 ottobre 2007.


Prima di tale occasione, l’ultima occasione di incontro con il Ministro degli Esteri peruviano si era avuta il 15 marzo 2007, quando il ministro Garcia Belaunde ha incontrato alla Farnesina il Presidente D’Alema (nel luglio del 2005, invece, Rodriguez Cuadros incontrò a Roma il Ministro Fini). Nel corso dell’incontro si è discusso di impegno comune per l’integrazione regionale e il successo del vertice di Lima; delle difficoltà interne alla CAN (proposta boliviana di correttivi per le asimmetrie); della necessità che il cammino dell’integrazione regionale latinoamericana prenda le mosse da concrete misure d’integrazione economica; la crescita peruviana e la lotta alla povertà; Il Ministro Belaunde, infine, ha consegnato una lettera con la quale il Presidente Garcia invita l'On. Presidente del Consiglio ad effettuare una visita in Perù.

All’insediamento del Presidente García, nel luglio 2006, ha presenziato per l’Italia il Sottosegretario Di Santo.

 

A febbraio del 2007 ha visitato l’Italia il Vice Presidente Amm. Giampietri (di origine italiana) che ha incontrato il Presidente del Senato Franco Marini e il Presidente della Commissione Esteri della Camera On. Ranieri.

 

A testimonianza della vicinanza fra i due Paesi,  vi è stata la pronta solidarietà dimostrata dall’Italia in occasione del terremoto del 15 agosto. L’Italia ha immediatamente messo a disposizione della FITCROSS 200 mila USD per interventi di prima necessità canalizzati tramite OCHA. L’aereo italiano con tonnellate di materiale messo a disposizione dalla protezione civile è stato il primo dall’Europa ad atterrare all’aeroporto di Pisco, nella zona più colpita dal sisma. Il velivolo è stato accolto dal Presidente Garcia e dall’Ambasciatore d’Italia a Lima.

Infine, la nomina, all’inizio dell’anno, di Carlos Roca Caceres quale Ambasciatore peruviano in Italia è stato un ulteriore segnale di attenzione per il nostro Paese. Personalità di spicco, è stato responsabile delle relazioni internazionali ed è ora membro della direzione nazionale dell’APRA[8], il più antico raggruppamento politico del Paese, nonché partito di García. Caceres e García, eletti giovanissimi all’Assemblea Costituente nel 1978, hanno condiviso un percorso di militanza politica e sono legati da un vincolo di amicizia personale. L’Amb. Caceres – che conosce bene il nostro Paese, avendo frequentato la facoltà di Scienze Politiche a Torino – sarà a Lima in concomitanza della visita.

 

 

Relazioni economiche, finanziarie e commerciali

 

I principali indicatori dei rapporti economici tra Perù ed Italia evidenziano uno squilibrio tra il versante commerciale della nostra presenza e quello produttivo, ancora assi debole. Per ciò che concerne l’interscambio commerciale, nel corso del 2006 le nostre esportazioni in Perù sono aumentate del 30,9% rispetto al 2005 passando da 168,8 milioni di euro a circa 221; le importazioni italiane sono notevolmente aumentate (84,8%), passando da 305 milioni di euro (nel 2005) a circa 564 milioni di euro nel 2006. Il saldo passivo è quindi ulteriormente lievitato, toccando i 343 milioni di euro rispetto ai 136 circa del 2005. Anche per i primi sei mesi del 2007 si registra un notevole incremento delle importazioni ed un conseguente aumento del saldo passivo rispetto allo stesso periodo del 2006.


In un contesto caratterizzato, quindi, da una limitata presenza di operatori economici italiani (SAIPEM, SPEA, AQUA AMERICAN QUALITY, MACCAFERRI, AMERICA TEL-GRUPPO TELECOM, ACEA IMPREGILO), il panorama attuale, grazie soprattutto all’interesse peruviano ad approfondire le relazioni con l’Italia, presenta interessanti opportunità.

Nel corso dell’incontro tra il Ministro Belaunde e il Pres. D’Alema a Roma (marzo 2007) è stato espresso l’auspicio di un maggior ruolo delle imprese italiane e in generale di una più forte presenza dell'Italia in Peru'. Per le infrastrutture e' stata quindi citata - fra le altre - la presenza del gruppo Autostrade in Cile e, quanto all'elettricità', da parte italiana e' stata menzionata l'ENEL, anche alla luce dell'esperienza dell'azienda nel settore geotermico. L'impegno a stimolare un maggiore interesse da parte delle nostre imprese potra' essere accompagnato da visite in Peru' di altri membri del nostro Governo.

Le ottime relazioni tra i due paesi sono testimoniate anche dall’adesione italiana alla richiesta di rimborso anticipato del debito commerciale peruviano (giugno 2007). La SACE ha infatti accettato il rimborso per il 50% del totale dei crediti vantati dal nostro Paese (da parte peruviana era stato chiesto di potere rimborsare il 100% del credito). Tuttavia, anche con un’adesione al 50%, l’Italia si è dimostrata il creditore più generoso nei confronti del Perù, cui riconosce la funzione di pilastro di stabilità, anche sul piano macroeconomico, nella regione andina (la Germania, ad esempio, pur avendo accettato un pagamento anticipato del 100% vantava crediti pari ad un decimo di quelli italiani, mentre la Francia, primo creditore commerciale del Perù, non ha accettato la proposta di pagamento anticipato).

Promettenti appaiono forme di collaborazionenel campo delle infrastrutture, con particolare riferimento ai corridoi interoceanici che dovrebbero facilitare il traffico di merci tra porti dell’Atlantico e del Pacifico, attraversando il territorio peruviano. In questo settore, l’Italia dispone non solo di imprese che vantano una specifica competenza, ma anche di una particolare esperienza nella gestione amministrativa di tali macro-progetti, sviluppata nell’ambito della progettazione dei corridoi intereuropei.

Sempre sul versante della realizzazione di importanti opere infrastrutturali, il Presidente García ha fatto stato all’Amb. De Nardis dell’interesse peruviano per il completamento della metropolitana leggera di Lima, anche nella prospettiva del possibile coinvolgimento di imprese italiane. L’opera, già origine di un contenzioso – che attualmente sembra avviato verso una positiva soluzione – fra le Autorità peruviane ed il consorzio italiano Tralima (gruppo Finmeccanica), che aveva gestito la prima fase dei lavori, costituisce una priorità per il Governo, che appare intenzionato a bandire a breve due gare internazionali per l’aggiudicazione dei contratti per la realizzazione e la manutenzione della metropolitana leggera.

Il Ministro per l’Energia ha inoltre suggerito al nostro Ambasciatore di sollecitare l’ Enel a individuare forme di collaborazione nel settore geotermico, ancora non sfruttato, sulla falsariga di quanto avviene in Cile, con il coinvolgimento della stessa Enel. Contestualmente, lo stesso ministro ha proposto di offrire all’Italia una serie di progetti per l’elettrificazione rurale, che dovrebbe portare l’energia elettrica in circa 750 località del Paese andino. All’Italia si richiedebbe di presentare adeguati pacchetti finanziari per favorire la realizzazione dell’opera[9].


 

Da parte peruviana, inoltre, si mostra interesse nei confronti di contatti a livello di organismi di rappresentanza delle imprese, auspicabilmente mediante visite periodiche. L’Ambasciatore del Perù ha poi sottolineato l’interesse per un approfondimento dei rapporti nel settore agricoloed agroalimentare, anche grazie alla complementarità delle agricolture italiana e peruviana, nel settore della produzione agro-industriale, della sicurezza alimentare, delle nuove tecnologie della produzione e dell’utilizzo di piante e prodotti agricoli di alto valore proteico-nutritivo e medicinale ancora poco conosciuti in Europa. Il Perù, fra l’altro, è uno dei Paesi che presenta il maggiore quoziente di biodiversità, elemento che, al di là della dimensione economica-commerciale, potrebbe risultare d’interesse anche sotto il profilo dei rapporti scientifici.

Da parte peruviana si è manifestato l’interesse ad un Accordo di sicurezza sociale con l’Italia. Sull’argomento – sul quale non è stata ancora avviata la fase negoziale – grava, tuttavia, l’incognita degli oneri finanziari, che ha sinora determinato un notevole ritardo nella ratifica di analoghi accordi con Brasile e Cile.

Inoltre, da parte peruviana potrebbe essere sollevata la questione dello stallo nei negoziati per un Accordo per evitare la doppia imposizione. Permane infatti il disaccordo sullo scambio di informazioni. L’Italia – come confermato dal Ministero dell’Economia e Finanze – si considera vincolata al modello di accordo maturati in ambito Ocse, grazie proprio all’azione del nostro Paese, che non prevede il segreto bancario, Lima, invece, ha confermato l’indisponibilità ad attivare una procedura di revisione del disposto costituzionale che protegge il segreto bancario, sottolineando, nel contempo, che analoghi accordi per evitare la doppia imposizione sono stati conclusi con Francia e Spagna senza la necessità di emendare la Costituzione.

Il Perù, inoltre, ha recentemente richiesto il sostegno dell’Italia per la propria candidatura al Comitato Investimenti dell’Ocse[10], in qualità di osservatore. Nel garantire il nostro sostegno a tale candidatura, si potrà cogliere l’occasione per sottolineare l’opportunità che Lima adotti, anche sulla questione del segreto bancario, un atteggiamento più in linea con gli orientamenti Ocse.

Da parte nostra, si potrebbe invece fare stato dell’ancora insufficiente livello di tutela dei diritti di proprietà intellettuale in Perù. La questione riguarda in particolare la registrazione di marchi (le Autorità peruviane hanno più volte proceduto, nonostante le nostre segnalazioni, alla registrazione di marchi contenenti la parola “Italy” o “Italia”, violando, oltre la stessa legge peruviana, le normative della CAN in tema di tutela dei consumatori) e alla falsa denominazione di origine, con unanormativa doganale che impedisce il sequestro di merci importate con falsa denominazione, delegando il compito a un apposito ente che tuttavia non dispone delle risorse umane e finanziarie necessarie. L’analisi delle importazioni in Perù di prodotti cinesi con falsa denominazione d’origine italiana denota un trend di crescita esponenziale dal 1998 ad oggi. Si tratta di un fenomeno più volte segnalato alle competenti Autorità peruviane.

 

 


Collaborazione militare

 

Con il Perù è in atto da anni una fattiva collaborazione sul versante delle forniture militari, con particolare riferimento al settore navale. Dopo un programma di riammodernamento gestito dalla Fincantieri, il 20 gennaio è stata consegnata a Callao, il porto di Lima, la quarta fregata classe Lupo, già in forza alla Marina Militare italiana e ceduta alle forze navali peruviane. Queste 4 fregate si aggiungono alle altre 4 già direttamente vendute tra il 1979 e il 1985. Fonti della Marina del Paese andino hanno, inoltre, fatto stato al nostro Ambasciatore a Lima del possibile interessamento nei confronti di alcune unità della classe Maestrale, in procinto di essere sostituite dalla nostra Marina Militare. A testimonianza dell’ottima collaborazione nel settore navale – che vede, fra l’altro, numerosi ufficiali peruviani partecipare ai corsi dell’Accademia Navale di Livorno – il Capo di Stato maggiore della Marina italiana, Amm. La Rosa, si è recato in visita a Lima a marzo del 2007. In tale occasione il Ministro della Difesa Wagner ha accettato l’invito in Italia: la visita dovrebbe aver luogo nel febbraio 2008. A settembre 2007 ha visitato l’Italia l’Amm. Darcourt Adrianzen, comandante della Marina da Guerra del Perù.

L’interesse peruviano nei confronti dei prodotti della nostra industria della difesa, potrebbe inoltre estendersi – sulla scorta della collaudata collaborazione nel settore navale – anche ai settori aeronautico – addestratori, aerei da trasporto e da pattugliamento marittimo – ed elicotteristico.

Da parte italiana vi è soddisfazione per la positiva collaborazione già in atto, e si auspica che possa estendersi. Si segnala anche l’apertura dell’Ufficio dell’Addetto Militare presso la nostra Ambasciata a Lima.

 

 

Collaborazione culturale e scientifica

 

Le relazioni culturali col Perù sono regolate da:


 

In un contesto caratterizzato dai numerosi accordi di collaborazione che legano Atenei italiani con Università peruviane, dall’ampia diffusione dello studio della lingua italiana a livello universitario e dall’interesse per le manifestazioni culturali italiane in Perù, si presenta particolarmente sviluppata soprattutto la collaborazione nel settore delle ricerche archeologiche.

 

Maschera funebre di Sicán – si tratta di un reperto archeologico precolombiano di grande interesse storico e culturale. Illecitamente trafugata dal Perù, essa fu acquistata in buona fede da un cittadino italiano. In seguito alle indagini del Nucleo Carabinieri per il Recupero delle Opere d’arte, nella primavera del 2004 il reperto archeologico fu rinvenuto e sequestrato. Il possessore decise di restituirlo alle autorità peruviane senza attendere l’esito del procedimento giudiziario avviato e senza richiedere indennizzo. La Maschera è stata esposta dal 20 gennaio al 20 marzo 2005 al Palazzo del Quirinale. Il 21 marzo 2005 si è svolta a Roma la cerimonia di restituzione, alla presenza del Presidente della Repubblica Ciampi e del Ministro degli Esteri peruviano.

 

COLLABORAZIONE INTERUNIVERSITARIA

Varie Università italiane hanno stipulato accordi di collaborazione con Università peruviane. Particolarmente attiva risulta l'Università di Roma "La Sapienza".

Si segnalano i significativi accordi firmati nel 2007 dal Rettore di Roma Tre, in occasione  di una sua missione a Lima, e in quanto Presidente del CRUL (Comitato regionale di coordinamento delle Università del Lazio) con due gruppi molto qualificati di università peruviane, ovvero i maggiori atenei privati, raccolti nel “Consorcio” e i maggiori atenei pubblici, riuniti nell’”Alianza Estrategica”; con questi accordi viene creata una rete di collaborazione per accrescere la mobilità accademica tra i due Paesi.

Si segnalano, infine, i due accordi siglati nel 2007 dal Politecnico di Milano con la Pontificia Università Cattolica del Perù per scambi docenti, ricercatori e studenti e per l’organizzazione congiunta di seminari e di altre iniziative.

 

RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO

Il vigente Programma Esecutivo dell’Accordo culturale prevede lo “scambio di materiale informativo sui sistemi scolastici e universitari dei due Paesi, al fine di concordare, attraverso un gruppo misto di esperti, le cui conclusioni saranno formalizzate con un accordo tramite scambio di lettere, criteri di corretta valutazione comparativa degli studi compiuti e dei titoli previsti nei rispettivi ordinamenti”. Recentemente l’Ambasciata peruviana a Roma ha manifestato l’interesse ad iniziare colloqui con l’obiettivo di creare uno strumento bilaterale in materia di riconoscimento dei periodi di studio, dei certificati scolastici, dei gradi superiori di studio e titoli universitari. La proposta e la documentazione relativa sono attualmente allo studio del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca.


 

STUDENTI PERUVIANI ISCRITTI PRESSO UNIVERSITA’ ITALIANE

Nell’a.a. 2006/2007 risultano 949 cittadini peruviani iscritti presso le Università italiane, il 3,07 % del totale degli studenti con cittadinanza straniera iscritti e lo 0,09% del totale nazionale degli iscritti. 54 le mensilità offerte dall’Italia in favore dei cittadini peruviani per l’a.a. 2007/2008.

 

DIFFUSIONE DELLA LINGUA ITALIANA

A livello universitario l’italiano viene insegnato presso 15 Atenei. Presso le Università Nacional de San Agustín di Arequipa e l’Universidad de Lima operano due lettori di ruolo. La Società Dante Alighieri è presente con due Comitati locali: uno a Truilljo ed un altro ad Arequipa.

 

ISTITUZIONI SCOLASTICHE ITALIANE

A Lima è in funzione dal 1930 il complesso scolastico italiano "A. Raimondi" paritario (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado). L'istituzione fruisce del doppio riconoscimento, italiano e peruviano.

 

ISTITUTI DI CULTURA ED EVENTI CULTURALI

In Perù è presente un Istituto Italiano di Cultura a Lima. L’Istituto opera in stretta collaborazione con le istituzioni locali e la rete diplomatico-consolare. Nel luglio 2007 l’Italia è stata Paese  ospite d’onore alla Fiera del libro di Lima. L’iniziativa è  stata sostenuta, anche finanziariamente, dalla Direzione Generale per i paesi delle Americhe e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonché dall’Associazione Italiana Editori.

 

Collettività italiana in Perù, comunità peruviana in Italia e questioni migratorie

 

 

Collettività italiana in Perù

 

Al 31 dicembre 2006 risultavano iscritti all’Anagrafe Consolare dell’Ambasciata in Lima circa 28.000 connazionali, di cui soltanto circa 2000 nati in Italia. Moltissimi discendenti puntano sul riconoscimento della cittadinanza italiana per ottenere il passaporto che permette di viaggiare negli USA o in Europa senza necessità di visto. Le generazioni successive, quelle nate in Perù da genitori o nonni italiani più che "italiani all'estero", andranno definite peruviani di origine italiana e non formano una "comunità italiana" che si riconosca come tale, con abitudini distinte da quelle del resto del Paese. Il loro grado di integrazione nella società locale è eccellente.

I primi nuclei di italiani si sono insediati in Perù nella seconda metà del secolo scorso. Il flusso migratorio maggiore, proveniente in gran parte dalla Liguria, si è registrato a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, mentre è stato modesto quello del secondo dopoguerra.

Gli italiani hanno dato un sostanziale apporto allo sviluppo del Paese, soprattutto nel commercio e nell’industria e godono oggi di stima e prestigio ampiamente riconosciuto. Le condizioni socio-economiche della collettività italiana sono pienamente soddisfacenti. Alcuni dei suoi membri appartengono ai livelli più alti registrati nel Paese, altri sono benestanti e rarissimi comunque sono i casi di indigenza.

Attualmente la collettività italiana annovera numerosi imprenditori di successo (soprattutto nei settori manifatturiero, tessile, bancario ed assicurativo), commercianti e liberi professionisti.

Anche in Perù si registra da tempo - come in Cile, ma forse con minore intensità – la richiesta di disporre di un Ufficio consolare di I categoria nella capitale in grado di offrire servizi più adeguati ad  una collettività in costante aumento a causa dei riconoscimenti di cittadinanza italiana  jure sanguinis.

Nel Congresso del Perù siedono 7 deputati di origine italiana.

 

 

VOTO ALL’ESTERO

 

Alle consultazioni politiche dell’aprile 2006 ha preso parte il 50,16% degli aventi diritto al voto, percentuale elevata ed analoga a quella media dell’America latina (51,1%).

 

COMITES

La collettività italiana in Perù è rappresentata da un Comitato degli Italiani all’Estero eletto nella città di Lima.

 

CGIE

Il Perù è attualmente rappresentato all’interno del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero da 1 Consigliere, Giacomo Canepa, residente a Lima (eletto con 14 voti di preferenza).

 

 

Comunità peruviana in Italia

 

La collettività peruviana in Italia è numericamente consistente (i cittadini peruviani legalmente soggiornanti in Italia, secondo i dati al 30 giugno 2007, sono più di 47.000) ma caratterizzata anche da un elevato indice di irregolarità (nei primi sei mesi del 2007, 361 cittadini peruviani sono stati fermati in posizione irregolare nel nostro Paese. I detenuti peruviani nelle carceri italiane al 31 dicembre 2006 erano 90). Nel Decreto Flussi 2006, al 21 luglio 2006, le domande presentate da cittadini peruviani per il lavoro subordinato non stagionale sono state 8.208, di cui 6.562 per lavoro domestico.

 

Il 12 ottobre 2004, nel corso della visita in Italia del Ministro degli Esteri peruviano Manuel Rodríguez, e’ stato firmato, d’intesa con il Ministero dell’Interno, un Memorandum in materia migratoriafra Italia e Perù. Esso costituisce il primo accordo in questo settore con un Paese dell’America Latina e mira a stabilire una collaborazione bilaterale diretta ed efficace, attraverso un insieme di attività che dovrebbero essere realizzate al fine di favorire i flussi legali di migranti e la loro integrazione nel Paese di destinazione, nonché di prevenire e contrastare le migrazioni irregolari ed i traffici di esseri umani. La cooperazione prevista, secondo il Memorandum, dovrebbe essere di volta in volta definita attraverso consultazioni e gruppi di lavoro tra le due Parti e  riguardare essenzialmente lo scambio di informazioni sui vari aspetti del fenomeno migratorio, le procedure di rimpatrio e la formazione di funzionari. All’interno del Memorandum in questione di particolare importanza, per l’Italia, è la clausola relativa alla collaborazione per quanto concerne il “rapido espletamento delle formalità richieste nei casi di rimpatrio di persone che non soddisfano le condizioni previste per l’ingresso ed il soggiorno”. A questo proposito e’ da notare che da parte nostra sin dal 2002 si e’ insistito per concludere uno specifico Accordo in materia di riammissione con il Perù.


I peruviani sono però costantemente apparsi restii a firmare un tale accordo e hanno proposto invece un’intesa in materia di lavoro che, però, e’ stata favorevolmente valutata dal nostro Ministero del Lavoro. D’altra parte, il presupposto di un accordo di lavoro, dal nostro punto di vista, e’ la conclusione di un accordo di riammissione, di cui una bozza è stata trasmessa alle Autorità peruviane tramite la nostra Ambasciata, da ultimo all’inizio del 2006. A tutt’oggi non si sono registrate reazioni peruviane alla bozza di cui sopra.

Il nostro Paese auspica una ripresa dei negoziati relativi ad un accordo in materia di riammissione e considera questo tipo di intesa un presupposto per un possibile futuro accordo bilaterale in materia di lavoro.

Il Perù non ha mai beneficiato di quote riservate nell’ambito della programmazione annuale dei flussi dei lavoratori stranieri. I lavoratori subordinati non stagionali peruviani hanno potuto comunque concorrere, negli anni passati, sulla quota non gestita per nazionalità ma per tipologia di lavoro dei Decreti flussi, che per il 2006 e’ stata di 78.500 unità.

 

 


Cooperazione allo sviluppo

 

Il Perù, che si colloca al 79° posto nella classifica mondiale relativa all’indice di sviluppo umano, è stato per lungo tempo Paese di prima priorità per la Cooperazione italiana, beneficiando tra il 1987 ed il 1994 di un volume di aiuti di circa 250 milioni di Euro, tra doni e crediti di aiuto. Negli anni successivi, a causa delle restrizioni in bilancio, le risorse disponibili sono state principalmente destinate al completamento dei programmi in corso di esecuzione. Con la firma, nel 2001, dell'Accordo di conversione del debito la cooperazione allo sviluppo con il Perù ha subito un nuovo forte impulso. In base alla statistica OCSE (media 2003-2004), l’Italia non figura, in ogni caso, tra i primi dieci Paesi donatori.

La Cooperazione italiana interviene in particolare su due problematiche. La prima è il sostegno alla lotta alla droga, sia con programmi a dono, sia attraverso crediti d’aiuto a condizioni particolarmente favorevoli. In secondo luogo, essa sostiene il piano di sviluppo della zona di frontiera con l’Ecuador, concordato tra i due Paesi nell’ambito degli accordi di pace.

 

Il Perù è beneficiario dell’iniziativa di conversione parziale del debito derivante da crediti di aiuto. Attualmente il debito concessionale del Perù con l’Italia ammonta a circa 200 milioni di USD, da convertire in misura graduale. L’accordo, firmato il 10 ottobre 2001 e valido fino a febbraio 2008, prevede la conversione della parte del debito del Perù in scadenza tra il 2002 e il 2006 - pari a 116 milioni  di dollari, che con gli interessi raggiunge la cifra di circa 127 milioni -  in programmi di lotta alla povertà e sviluppo nelle 12 regioni più povere e nelle tre città principali del Paese. In occasione della vista dell’On.le Ministro D’Alema, agli inizi dello scorso gennaio (2007) è stato firmato l’Accordo relativo alla seconda fase della conversione del debito peruviano verso l’Italia, per l’ammontare residuo del debito, pari a circa 70 milioni di dollari.

L’Accordo è entrato in vigore il 7 marzo 2007 e nel luglio successivo è stato sottoscritto anche il relativo Regolamento di esecuzione. Il primo bando di gara, per la selezione delle iniziative da realizzare nell’ambito della II fase del programma di conversione del debito, è stato lanciato nel settembre 2007.

Tale Accordo riconferma il primato italiano in tale ambito, vista la minore portata delle conversioni realizzate da altri importanti paesi occidentali, quali Germania, Spagna e Francia

 

 

 

Per l’identificazione e l’esecuzione dei progetti da finanziare con i fondi della conversione del debito, è stato istituito il Fondo Italo-peruviano (FIP), gestito bilateralmente ed amministrato da due co-direttori (uno italiano in rappresentanza del MAE-DGCS e uno peruviano nominato dal Ministero dell'economia peruviano) si articola in due organismi interni responsabili del processo decisionale: un comitato tecnico cui partecipano i due co-direttori nonché rappresentanti della società civile peruviana, del mondo delle organizzazioni indigene e dei governi regionali e il Comitato di Amministrazione. Quest'ultimo, che costituisce il massimo organo direttivo chiamato a ratificare le decisioni del Comitato tecnico e a delineare il quadro strategico di azione del Fondo- è composto dall'Ambasciatore d'Italia a Lima e dal direttore del debito pubblico del MEF peruviano.

Il FIP utilizza lo strumento del concorso pubblico per garantire la massima trasparenza per la selezione sistematica dei progetti e lo stanziamento delle risorse. La cooperazione bilaterale erogata attraverso il FIP è coerente con gli obiettivi di riduzione della povertà e stimolo allo sviluppo umano sostenibile dichiarati dalla comunità internazionale per la regione andina, e conferisce priorità al sostegno al processo di decentramento istituzionale e alla partecipazione della società civile conformemente alla strategia governativa di lotta alla povertà e all'emarginazione socio-economica. I settori di intervento attraverso i fondi del II Accordo di conversione (cui potranno accedere, oltre ai governi locali, ONG italiane e peruviane anche le università italiane e peruviane) riguardano il sostegno allo sviluppo sociale e al rafforzamento istituzionale di amministrazioni locali e organizzazioni di base, allo sviluppo delle comunità indigene, alla protezione dell'ambiente (riforestazione, tutela della biodiversità) opere di infrastruttura che presentino una componente produttivo-sociale in grado di garantirne la sostenibilità, appoggio alle comunità locali attraverso meccanismi di microcredito e titolazione delle terre.

Tra le iniziative attualmente in corso va menzionato il contributo italiano per circa 8 milioni di euro al Piano di sviluppo binazionale nella zona di frontiera: Perú-Ecuador, nato al termine del conflitto tra i due Paesi per favorire lo sviluppo socio-economico e contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza nella zona di confine.

L'iniziativa prevede un intervento nel settore sanitario (creazione di una rete sanitaria sul lato peruviano collegata con l'Ospedale di Macara', interamente ristrutturato sul lato ecuadoriano) e uno di sviluppo rurale (opere di irrigazione, assistenza tecnica agli agricoltori, riforestazione, microcredito per rivitalizzare l'economia agricola della zona di frontiera, aumentare i livelli di occupazione e il reddito della popolazione rurale in condizioni di povertà estrema.

Il Fondo italo-peruviano ha anche stanziato 5 milioni di dollari per l'intervento di ricostruzione post-emergenza sismica in due province della regione di Huancavelica. Attraverso un bando di concorso "ad hoc" riservato agli enti locali e Ong operanti nel territorio ci si propone di finanziare progetti di ricostruzione in tre settori prioritari : ricostruzione e/o riparazione dei canali di irrigazione, interventi per la miglioria delle tecniche di piantagione e produzione agricola, sostegno alle amministrazioni provinciali nella predisposizione di piani di ricostruzione urbanistica nei due capoluoghi provinciali (Huaytara' e Castrovirreyna).

Il MAE ha inoltre approvato lo stanziamento di 600.000 euro per un intervento post-emergenza terremoto da realizzarsi nei distretti attorno alla citta´ di Chincha (Regione di Ica) nel settore igienico-sanitario per il ripristino dei centri sanitari, la riabilitazione della rete idrica e fognaria e lo smaltimento dei residui solidi. Si tratta di un intervento che verra´ gestito da 5 Ong italiane gia operanti nella zona e costituite in un consorzio ad hoc per la realizzazione di progetti di aiuto post-sismico finanziati da diverse entita´(ECHO, UNICEF, governi locali, ecc.).

Infine, sono stati concessi sul canale dell’emergenza Euro 200.000 alla FICROS (Federazione Internazionale delle Croci Rosse e Mezze Lune Rosse)  ed è stato inoltre inviato un volo umanitario per la fornitura di generi di prima necessità, costituito prevalentemente da materiale sanitario, tende, impianti di potabilizzazione dell’acqua, cucine da campo, per un valore complessivo di US$ 198.00.

Si segnala inoltre che in seguito alle richieste di aiuto a seguito dell’inondazione nel distretto di San Ramon, nel 2007 la DGCS ha deciso di attivare un fondo in loco per la realizzazione di interventi di emergenza del valore di circa 100.000 euro.

 

 

Il Fondo italo-peruviano ha stanziato 5 milioni di dollari per l’intervento di ricostruzione post-emergenza sismica in due province della regione di Huancavelica. Attraverso un bando di concorso “ad hoc” riservato agli enti locali e Ong operanti nel territorio ci si propone di finanziare progetti di ricostruzione in tre settori prioritari : ricostruzione e/o riparazione dei canali di irrigazione, interventi per la miglioria delle tecniche di piantagione e produzione agricola, sostegno alle amministrazioni provinciali nella predisposizione di piani di ricostruzione urbanistica nei due capoluoghi provinciali (Huaytara’ e Castrovirreyna).

 

Il MAE ha inoltre approvato lo stanziamento di 600.000 euro per un intervento post-emergenza terremoto da realizzarsi nei distretti attorno alla citta´ di Chincha (Regione di Ica) nel settore igienico-sanitario per il ripristino dei centri sanitari, la riabilitazione della rete idrica e fognaria e lo smaltimento dei residui solidi. Si tratta di un intervento che verra´ gestito da 5 Ong italiane gia operanti nella zona e costituite in un consorzio ad hoc per la realizzazione di progetti di aiuto post-sismico finanziati da diverse entita´(ECHO, UNICEF, governi locali, ecc.).

 

Il quadro attuale delle nostre attività e’ completato dalla donazione di aiuti alimentari, carne avicola in scatola per un ammontare di € 3 milioni e da un intervento di emergenza (100.000 euro a gestione in loco) a favore della cittadina di San Ramón, colpita nel gennaio 2007 da una forte alluvione che ha causato ingenti danni alla popolazione e all’ambiente. Al riguardo sono stati forniti alle popolazioni locali strumentazione per il risanamento ambientale (3 termonebulizzatori), un veicolo tipo pick-up e materiale per la costruzione degli argini dei fiumi straripati quale intervento nell’ambito della corretta gestione del territorio e di prevenzione di futuri disastri naturali.

 

 


DATI STATISTICI BILATERALI

 

Fonte: ISTAT milioni di EURO

 

 

Genn.- Giug. 2006

Genn.- Giug. 2007

Variaz. % periodo

Export

88,1

98,4

+11,7

Import

262,1

369,0

+40,78

Saldo

-174

-270,6

 

Interscambio

350,2

467,4

+33,46

Fonte: ISTAT milioni di EURO

 

 

 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI ITALIANE

(SCAMBI PER SETTORI)

 

ESPORTAZIONI

IMPORTAZIONI

1. Macchine e apparecchi meccanici

1. Metallo e prodotti in metallo

2. Prodotti elettronici e di precisione

2. Prodotti minerari

3. Metallo e prodotti in metallo

3. Prodotti dell’ind. alimentare, bevande

4. Mezzi di trasporto

4. Prodotti tessili

5. Prodotti chimici e fibre sintetiche

5. Articoli abbigliamento e pellicce

Fonte: ICE (2007)

 

 

 

INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO

 

Esportazioni verso il Perù sul totale delle esportazioni italiane

 0,057 %    (2005)

     0,067 %    (2006)

Importazioni dal Perù sul totale delle importazioni italiane

 0,099 %    (2005)              0,161 %     2006)

Fonte: ISTAT

 

 

QUOTE DI MERCATO 2006

 

PRINCIPALI FORNITORI

% su import

PRINCIPALI ACQUIRENTI

% su export

1. Stati Uniti d'America

20,07%

1. Stati Uniti d'America

25,63%

2. Brasile

8,12%

2. Cina

11,97%

3. Ecuador

7,51%

3. Canada

8,41%

4. Cina

6,94%

4. Cile

5,94%

5. Cile

6,38%

5. Giappone

5,40%

6. Colombia

6,20%

6. Svizzera

4,16%

7. Argentina

5,22%

7. Germania

3,38%

8. Venezuela

4,28%

8. Spagna

3,26%

9. Messico

3,53%

9. Italia

2,96%

10. Germania

2,98%

 

 

11. Corea del Sud

2,76%

 

 

 Giappone

2,61%

 

 

13. Angola

2,18%

 

 

14. Italia

1,92%

 

 

Fonte: ICE/ FMI

 

 

 

 

 

INVESTIMENTI  E  DISINVEST.  DIRETTI  ITALIANI  E  PERUVIANI  IN  ITALIA

ANNO

INV. ITAL.

DIS. ITAL.

SALDO

INV. PER.

DIS. PER.

SALDO

2002

4.276

385

+3.891

193

191

+2

2003

1.351

386

+965

83

36

+47

2004

1.366

326

+1.040

487

245

+242

2005

2.476

1.131

+1.345

160

136

+24

Fonte : UIC – Valori in migliaia di Euro

 

 

 

SACE (in milioni di EURO)

Categoria di rischio

4

su 7

Impegni in essere

3,63

 

Indennizzi erogati da recuperare

247,05

4,4 % del totale

Sinistri in essere

0,01

 

Esposizione complessiva (30.09.2006)

250,68

0,90 % del totale

Fonte SACE

 

 

 

ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEBITORIA

Ultima intesa Club di Parigi

20.7.1996

Ultimo Accordo Bilaterale

23.5.1997

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3. Rapporti parlamentari



 

RAPPORTI PARLAMENTARI   ITALIA – PERÙ

 

 

 

 

 

Incontri delle Commissioni

 

 

Il 10 maggio 2007 il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri, ha avuto un incontro con il Presidente della Lega parlamentare di amicizia Perù - Parlamento europeo, Alvaro Gutiérrez. Durante il colloquio il parlamentare peruviano si è soffermato sui drammatici problemi che il Paese deve affrontare, pur essendo in una fase di crescita economica, ma con una situazione in cui oltre il 50% della popolazione è al di sotto della soglia della povertà. Occorrerebbe una maggiore attenzione da parte dell’Unione europea, in particolare per cercare di risolvere questioni che poi divengono comuni come quelle legate al narcotraffico. Sotto questo profilo l’on Gutiérrez ha sottolineato l’importanza di sostenere l’agricoltura per dare l’opportunità ai contadini di sopravvivere con colture alternative alla coca.

 

Il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Umberto Ranieri, ha incontrato a Roma, il 9 febbraio 2007, il Vice Presidente della Repubblica del Perù, Luis Alesandros Giampietri Rojas.

 

Nel corso dell’incontro, il Vice Presidente ha tracciato un quadro economico del Paese andino sottolineandone le possibilità di sviluppo: crescita al 9%, inflazione bassa e stabilità. Il Perù è inoltre il maggiore produttore di pesce al mondo. Malgrado questo, la disoccupazione, soprattutto nella foresta amazzonica, è superiore al 50%. Le risorse minerarie sono sfruttate soprattutto da compagnie straniere e questo ha spinto parte della popolazione ad abbracciare le teorie della “teologia della liberazione”. E’ presente anche la coltivazione di stupefacenti, appoggiata da nuclei di terroristi. La comunità di origine italiana è perfettamente integrata ed ha un ruolo da protagonista nell’economia. Il Perù si aspetta dall’Italia e dall’Europa la stipula di un trattato di libero commercio e, per quanto riguarda l’Italia in particolare, si aspetta l’ampliamento del Consolati. Il Perù purtroppo non può appoggiare la proposta italiana di moratoria della pena di morte, in quanto la maggioranza della popolazione non la vuole eliminare. Il Presidente Ranieri ha concluso l’incontro promettendo il suo impegno per il potenziamento dei rapporti bilaterali, con particolare riguardo alle questioni consolari.

 


 

 

Cooperazione multilaterale

 

 

Conferenza su Il ruolo dei parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della società dell’informazione

 

Alla Conferenza su Il ruolo dei parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della società dell’informazione, ospitata dalla Camera dei deputati, il 3 e il 4 marzo 2007, organizzata congiuntamente all’Unione Interparlamentare e all’UNDESA, in quanto inserita nel quadro dell’iniziativa Gobal Centre for ICT in Parliaments, hanno partecipato gli onorevoli Isaac MERKLER NEIMAN ed Alejandro AGUINAGA-RECUENCO.

 

 

 

 

Unione interparlamentare

 

 

Nell’ambito dell’Unione interparlamentare opera la sezione di amicizia la sezione di amicizia UIP Italia-America Meridionale (Bolivia, Ecuador, Paraguay, Perù ed Uruguay) , presieduta dal senatore  Francesco D’Onofrio (CCD-CDU) e di cui fanno parte i deputati Dario Rivolta (FI), Andrea Martella (PD- L’Ulivo), Marisa Bafile (PD- L’Ulivo), Ramòn Mantovani (RC-Sinistra europea) e Ricardo Merlo (Gruppo Misto).

Con lettera del 29 settembre 2006, è stato comunicata da parte peruviana la costituzione della sezione di amicizia UIP Perù-Italia e che il Comitato esecutivo della Lega Parlamentare di Amicizia Perù-Italia del Congresso della Repubblica è formato dai congressisti Renzo Reggiardo Barreto, che ricopre la carica di Presidente, Gabriela Pérez de Solar Cuculiza, Vicepresidente, e Luciana Leòn Romero, segretaria

 

 

Parlamentari eletti nella circoscrizione Estero

 

Circoscrizione Estero - Ripartizione AMERICA MERIDIONALE

 

 

Eletti alla Camera dei deputati

Ricardo Antonio MERLO - ASS.ITAL.SUD AMERICA

Mariza BAFILE - L´UNIONE

Giuseppe ANGELI - PER ITALIA NEL MONDO


 

Eletti al Senato della Repubblica

Luigi PALLARO - ASS.ITAL.SUD AMERICA

Edoardo POLLASTRI - L´UNIONE


 



[1] La cooperazione italiana è attivamente impegnata nel sostegno di tale piano di sviluppo.

[2] Nel corso di una visita a Brasilia (9 novembre 2006).

[3] La struttura della parte commerciale dell’accordo prevede: scambi di beni; servizi e stabilimento; appalti; commercio e concorrenza; proprietà intellettuale; movimenti di capitale e pagamenti; dogane e agevolazione degli scambi; commercio e sviluppo sostenibile.

[4] Protezione degli investimenti, concorrenza, trasparenza e appalti pubblici, facilitazione degli scambi.

[5] Questo specifico Sistema, che è previsto dal nuovo Sistema delle Preferenze Generalizzate, introdotto dal Consiglio UE con il Regolamento 980 del giugno 2005, è destinato agli Stati che si impegnino a rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani, sociali, in materia di ambiente e del buon governo. Tale Sistema è entrato in vigore nel gennaio scorso e terminerà il 31 dicembre 2008.

[6] Italia, Francia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia ed Ungheria.

[7] Fu in occasione di tale visita che si verificò un famoso errore nella storia della filatelia italiana, con il francobollo celebrativo – il famoso “Gronchi Rosa” – ritirato dalla circolazione per l’erronea individuazione dei confini del Perù.

[8] Alianza Popular Revolucionaria Americana.

[9] Valore stimato: circa 31 milioni di dollari.

[10] Vi sono già stati ammessi, per quanto riguarda il sudamerica, Argentina, Brasile e Cile.