Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: PORTOGALLO - Riunione dei Segretari generali dei Parlamenti dell'Unione europa - Lisbona, 3-4 aprile 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 61
Data: 10/04/2008

Portogallo

 

 

 

 


 

 

 


DATI GENERALI

Abitanti

10.642.836 (stima luglio 2007)

Superficie

92.391 kmq (quasi 1/3 del territorio italiano)

Capitale

LISBONA

Tasso crescita popolazione

0,334%

Aspettative di vita

77,87

Lingua ufficiale

Portoghese

Tasso di alfabetizzazione

93,3%

Confessioni religiose

Romano cattolica (84.5%), altri cristiani (2.2%), altri (0,3%),

Tasso di crescita della popolazione

0,33%

 

 

 

 

PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO

 

Presidente della Repubblica

Anibal CAVACO SILVA, dal 9 marzo 2006

Presidente dell'Assemblea della Repubblica

Jaime José Mato da GAMA

Primo Ministro

José SOCRATES, dal 12 marzo 2005

Ministro di Stato e degli Affari esteri

Luis AMADO, da 30 giugno 2006

Ministro di Stato e delle Finanze

Fernando TEIXEIRA DOS SANTOS, dal 21 luglio 2005

Ministro di Stato e dell’Amministrazione interna

Rui PEREIRA, dal 17 maggio 2007

Ministro della Difesa

Nuno SEVERIANO TEIXEIRA, dal 30 giugno 2006

Ministro della Giustizia

Alberto COSTA

 

SCADENZE ELETTORALI

Presidente della Repubblica: Gennaio 2011

Assemblea della Repubblica: Febbraio 2009

 


 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

Il Portogallo è una Repubblica parlamentare. La Costituzione è entrata in vigore nell'aprile 1976 ed è stata emendata più volte.

 

Presidente della Repubblica

Il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale diretto per un mandato di cinque anni. Non può essere rieletto per più di due mandati consecutivi. Rappresenta la Repubblica portoghese, garantisce l’indipendenza nazionale, l’unità dello Stato e il regolare funzionamento delle istituzioni democratiche. È comandante supremo delle forze armate.

Il Presidente della Repubblica nomina il Primo Ministro sulla base dei risultati elettorali, ma può, d’altra parte, anche costringere alle dimissioni il Governo qualora lo ritenga indispensabile per garantire il funzionamento democratico delle istituzioni (art. 195 della Costituzione).  Ugualmente, il Presidente della Repubblica può procedere allo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e, conseguentemente, alle dimissioni del Governo. Può inoltre decretare, sentito il Governo e su autorizzazione del Parlamento, lo stato di emergenza. Può esercitare il potere di veto, anche se tale facoltà incontra delle limitazioni. Il Presidente può consultare il Consiglio di Stato in ordine alle decisioni più importanti. Fanno parte del Consiglio le più alte autorità dello Stato, compreso il Presidente dell’Assemblea della Repubblica.

 

Parlamento

Il Parlamento è a struttura monocamerale.L'Assemblea della Repubblica è eletta per quattro anni con sistema proporzionale; può essere formata da un minimo di 180 a un massimo di 230 deputati, come nella composizione attuale che include 4 deputati in rappresentanza dei portoghesi all’estero.

Le ultime elezioni si sono svolte il 20 febbraio 2005 a seguito dello scioglimento anticipato nel dicembre 2004. Le precedenti elezioni generali si erano tenute nel marzo 2002.

In base alle ultime consultazioni elettorali, il Parlamento risulta così composto:

 

PARTITO

%

SEGGI

Partito socialista (PS)

45.03%

121

Coalizione Democratica Unita (CDU - Coalizione Verdi - Comunisti)

7,54%

14

Blocco di sinistra (BE)

6,35%

8

Partito socialdemocratico (PSD)

28,76%

75

Partito Social Democratico - Partido Popular (CDS - PP)

7,25%

12

TOTALE

 

230

 

Le donne presenti nell’Assemblea della Repubblica sono 49, pari al 21,30%.

I progetti di legge sono approvati a maggioranza dall'Assemblea; la Costituzione prevede la presenza di particolari leggi "rinforzate", definite leggi organiche, la cui approvazione definitiva deve avvenire a maggioranza assoluta dei membri. Le modifiche costituzionali sono approvate a maggioranza dei due terzi degli aventi diritto al voto. Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica che può opporre il proprio veto; se l'Assemblea approva nuovamente il testo a maggioranza assoluta (di due terzi nel caso di leggi organiche), la legge deve essere obbligatoriamente promulgata. Non è previsto il veto presidenziale per i disegni di legge di revisione costituzionale.

 

Governo

Il Governo è formato dal Primo Ministro, dai Ministri e dai Segretari. Il Presidente della Repubblica nomina, e può revocare il Primo Ministro; i Ministri sono nominati dal Presidente della Repubblica su indicazione del Primo Ministro. Il Presidente della Repubblica può presiedere il Consiglio dei Ministri solo se ne è richiesto dal Primo Ministro. Il Governo deve avere la fiducia del Parlamento, che si considera presunta fino ad un eventuale voto di sfiducia, approvato a maggioranza assoluta dei membri dell'Assemblea.

 

Amministrazioni locali

All'Amministrazione locale portoghese sono preposti gli organi di governo locale: i Municipi e le "Freguesias". Si tratta di enti autonomi, di lunga tradizione storica, che perseguono gli interessi collettivi propri della popolazione residente in una determinata area circoscrizionale del territorio nazionale, tramite organi rappresentativi democraticamente eletti a suffragio universale diretto e a scrutinio segreto dai cittadini residenti. Gli arcipelaghi di Madeira e delle Azzorre sono organizzati in forma di Regioni Autonome. Sono organi di Governo propri di ciascuna regione l'Assemblea Regionale e il Governo Regionale. L'Assemblea Regionale è eletta a suffragio universale diretto e a scrutinio segreto, con sistema proporzionale. La sovranità della Repubblica, nelle regioni autonome, è rappresentata da un Ministro della Repubblica, la cui nomina compete al Presidente della Repubblica su proposta del Governo. Il Presidente del Governo Regionale è nominato dal Ministro della Repubblica, sulla base dei risultati delle elezioni per l'Assemblea Regionale.

 


 

QUADRO POLITICO

(in collaborazione con il MAE)

 

 

Governo in carica

Le elezioni legislative del 20 febbraio 2005 hanno visto la netta affermazione del Partito Socialista – guidato da José Socrates – che, primo caso nella storia parlamentare portoghese dal 1974, ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi (120 su 230) e il 45% dei voti. Secca la sconfitta dei Socialdemocratici (dal 40,2% al 28,7%, 75 seggi), in calo anche i Popolari (7,3% dall’8,8%, 12 deputati). I partiti della sinistra radicale hanno invece aumentato i consensi: i comunisti (CDU), con il 7,5% e 14 deputati, il Blocco di sinistra da 3 a 8 seggi.

Sin dal suo discorso programmatico, Socrates aveva illustrato una linea di sostanziale continuità in politica estera (tradizione atlantica ed europea), indicando come obiettivo anche la realizzazione del referendum sulla Costituzione Europea (poi rinviato piu’ volte a seguito degli esiti referendari francese ed olandese); sul piano interno, presentava un ambizioso programma di riforme, a partire dal settore della pubblica amministrazione e per la creazione di una “via rapida per l’investimento”.

Alle elezioni presidenziali del gennaio 2006, Anibal Cavaco Silva, espressione del centro-destra otteneva la vittoria con una maggioranza del 50,59%. Manuel Alegre, socialista, otteneva il secondo posto (20,72), contro il 14,34 di Mario Soares, candidato della sinistra e già due volte Presidente (tra il 1986 ed il 1996).

Peraltro l’alto tasso di astensione, pari al 37,39%, dimostrava il basso profilo di una campagna elettorale che poco aveva mobilitato la società civile. La vittoria di Cavaco Silva era da attribuire soprattutto al suo carattere di “politico apolitico”; la maggioranza minima che lo ha designato rappresenta una sorta di investitura moderata, adatta ad una “coabitazione pacifica” tra Presidente e Governo.  L’appartenenza ideologica sia del Presidente che del Primo Ministro al “riformismo trasversale” rassicurava sulla possibilità di cooperazione istituzionale al fine di far fronte alle difficili sfide che attendono il Paese travagliato negli anni precedenti da una lunga crisi economica e sociale.

Il bilancio e' sin qui nel complesso positivo per il Primo Ministro Socrates, che continua a godere di una solida popolarità ed e’ fortemente appoggiato dal partito (che al Congresso di novembre 2006 lo ha rieletto Segretario Generale con il 97% dei voti).

Va peraltro segnalato che la scorsa primavera il Primo Ministro e’ stato al centro di una dura campagna della stampa di opposizione che denunciava la presunta falsificazione del suo titolo di laurea: la vicenda si è conclusa senza conseguenze rilevanti per il Capo del Governo, la cui statura morale è uscita tuttavia ridimensionata dalla vicenda.

Il 29 gennaio 2008 il premier socialista portoghese Jose' Socrates ha annunciato un mini-rimpasto del governo monocolore che guida da tre anni, con la sostituzione dei ministri della sanita' e della cultura. Alla cultura e' prevista la sostituzione dell'uscente Isabel Pires de Lima, contestata in una recente petizione di diverse centinaia di artisti e intellettuali, con il giurista Jose' Antonio Pinto Ribeiro. Alla sanita' il titolare Antonio Correia de Campos, ispiratore di una molto discussa riforma dei servizi del pronto soccorso, è stato sostituito dalla ex-direttrice dei servizi sanitari di Lisbona Ana Jorge.

 

ATTUALITA’ DI POLITICA ESTERA

 (in collaborazione con il MAE)

 

 

Il Portogallo è ben consapevole che il suo futuro si gioca in Europa; perciò aveva partecipato attivamente e con un approccio “bi-partisan” all’elaborazione, in seno alla Convenzione e nei fori istituzionali, dei nuovi scenari sul futuro dell’Europa. Ha dato inoltre pieno sostegno all’allargamento, ma è attento a contenere i pericoli di una marginalizzazione geopolitica, le spinte verso ipotetici Direttori, la diminuzione del flusso dei fondi strutturali e degli aiuti della PAC.  Difende fortemente il principio della pari dignità degli Stati membri.

Il Governo portoghese aveva espresso soddisfazione per gli esiti del negoziato sulla Costituzione europea, promuovendo una modifica costituzionale per rendere possibile un referendum popolare: fissato dapprima ad ottobre 2005, e’ stato poi piu’ volte rinviato a seguito della “pausa di riflessione” decisa dopo i referendum francese ed olandese.

Nei due anni di “riflessione” Lisbona ha mantenuto a lungo una posizione piuttosto ambigua ed interlocutoria, salvo avvicinarsi ad inizio 2007 al Gruppo degli “Amici del Trattato”; la principale preoccupazione riguardava il rischio di ereditare dalla Presidenza tedesca un mandato poco chiaro sul rilancio del processo europeo. Percio’ Lisbona ha accolto con grande soddisfazione i risultati del Consiglio Europeo di giugno, che hanno fornito un chiaro mandato alla Conferenza Intergovernativa che si è aperta il 23 luglio del 2007, sotto la Presidenza portoghese ed ha portato alla sottoscrizione del nuovo Trattato di Lisbona il 13 dicembre 2007.

Nel Il semestre del 2007, la Presidenza portoghese del Consiglio Europeo ha costituito una grande opportunità per il Paese, che ha potuto valorizzare la sua posizione internazionale, difendere i propri interessi economici e culturali e rafforzare la sua immagine nel mondo. All’indomani del Vertice UE-Africa del 7-8 dicembre 2007, infatti, organizzato in modo impeccabile, si sono riscontrati effetti positivi sulla politica interna e in particolare sull’immagine del leader socialista.

Durante il semestre di presidenza UE, il Portogallo ha posto l’accento su:

- il rilancio delle relazioni transatlantiche;

- la stabilizzazione della frontiera orientale, ciò che implica una gestione attenta del rapporto con la Serbia e anche  ridefinire la strategia di cooperazione con la Russia;

- una strategia di contenimento nei confronti del radicalismo islamico; in quest’ottica il processo di adesione della Turchia alla UE e il coinvolgimento nel processo di pace in Medio Oriente costituiscono elementi determinanti;

- la leadership del processo di regolamentazione necessario in seguito ai disequilibri imposti dalla globalizzazione.

 

Giova altresì ricordare che portoghese è anche il Presidente in carica della Commissione europea, José Manuel Durão Barroso (dal 22 novembre 2004, con 449 voti a favore, 149 contro e 82 astenuti del Parlamento europeo). Appena insediato a tale carica il Presidente Barroso ha dichiarato: “Ho organizzato questa forte squadra in modo da assicurare che possiamo lavorare in modo efficiente e conseguire gli obiettivi che ci proponiamo. Attribuisco la massima importanza al gioco di squadra di persone che si fanno guidare dall’interesse generale europeo. I Commissari lavoreranno insieme per apportare benefici reali ai cittadini dell’UE”.

 

Il riferimento principale di Lisbona in Europa è naturalmente la Spagna, primo partner economico: la solidità dei rapporti tra i due Paesi (non esenti peraltro da diffidenze anche per retaggi storici e rivalità coloniali) è stata riaffermata nel XXIII Vertice bilaterale, svoltosi nel gennaio 2008 a Braga. Accomunati da una leadership socialista e dalla sintonia personale tra i rispettivi Primi Ministri, i due Paesi hanno confermato il momento molto favorevole dei rapporti bilaterali. Un altro importante risultato è stata la creazione del Consiglio Luso-Spagnolo di Sicurezza e Difesa, che, oltre a reiterare l’impegno comune dei due Paesi nella lotta al terrorismo ed all’immigrazione illegale, dovrebbe facilitare i negoziati bilaterali sui materiali di armamento.

 

A livello regionale è da sottolineare l’interesse per i Paesi del bacino del Mediterraneo (con il Marocco ad esempio, in occasione del IX Vertice svoltosi nel marzo 2007, è stata sottoscritta una Dichiarazione bilaterale di carattere politico). La cooperazione tra le due rive del Mediterraneo costituisce infatti una priorita’ della politica estera portoghese come, del resto, dimostrato da ultimo dalla perseveranza con cui Lisbona ha perseguito il rilancio del Dialogo 5+5 e la disponibilita’ ad appoggiare, anche se in chiave comunitaria, vale a dire con la partecipazione di tutti gli Stati membri cosi’ come suggerito da parte tedesca (e non solo di quelli della sponda Sud), il varo della nuova “Unione per il Mediterraneo” proposta dal Presidente Sarkozy confermando la propria presenza al prossimo Vertice di Parigi (fissato per il 12-13 luglio 2008) che ne dovrebbe segnare il varo.

 

Lisbona mantiene peraltro una marcata visibilità nel contesto delle operazioni internazionali di pace: pur avendo ritirato il proprio contingente dall’Iraq, e’ infatti presente in Kossovo, Bosnia e Afghanistan (paese dal quale il Governo Socrates è in procinto di richiamare 150 uomini).

 

L’Africa e il Brasile occupano - anche per ragioni storiche - un posto di primo piano, dato l’interesse specifico per i Paesi ex colonie. Uno degli assi strategici dell’azione politico-diplomatica portoghese è infatti il rafforzamento della relazione privilegiata con  i paesi lusofoni. Il Vertice UE-Africa svoltosi a Lisbona il 7-8 dicembre 2007, ha costituito, secondo il Primo Ministro Socrates, una svolta nelle relazioni tra UE e Africa, soprattutto per l’approccio globale che lo ha caratterizzato, dalla sicurezza alla democrazia e al buon governo, passando per i cambiamenti climatici, lo sviluppo e le migrazioni.

Lisbona si muove inoltre con dinamicità sul fronte latino-americano, anche a seguito della sua piena partecipazione ai Vertici ibero-americani, ed aspira, insieme alla Spagna, ad un ruolo di interprete delle istanze latino-americane in seno all’UE.

Il Portogallo ha profondi legami storici ed interessi comuni con il Brasile, col quale spesso condivide strategie convergenti sulla scena internazionale (rapporti con l’Unione Europea e con i paesi di lingua portoghese). Da questo punto di vista, il Ministro Amado sottolinea come il socialismo di Lula rappresenti un esempio di riformismo moderato alla europea, da sostenersi quale fattore di normalizzazione delle relazioni politiche del continente. Ogni biennio si svolge un Vertice tra i due Paesi.

In Asia rimane una costante l’interesse verso l’ex colonia di Timor Est: Lisbona ha definito l’indipendenza di Timor Est il 20 maggio 2002 uno dei più grandi successi delle Nazioni Unite. Finita la fase dell’assistenza umanitaria d’emergenza, l’impegno e’ ora rivolto a ricostruzione e sviluppo. A seguito degli incidenti interni scoppiati nel maggio 2006, Lisbona aveva inviato sull’isola un contingente di 120 soldati nel quadro della forza ONU.

Il Portogallo ha compiuto anche aperture verso la Cina, aiutato in questo da un rapporto politico-culturale la cui testimonianza più recente è stata costituita dal ristabilimento delle relazioni diplomatiche oltre 26 anni fa, nonché dal trasferimento nel ’97 dell’amministrazione di Macao alla Cina. La visita del Primo Ministro cinese nel dicembre 2005 - durante la quale è stata firmata una dichiarazione congiunta in cui viene formalizzato un accordo di partnership strategica globale tra i due Paesi - ha costituito una nuova importante tappa nel rafforzamento delle relazioni politico diplomatiche tra i due Paesi.

 

 

Principali indicatori economici*

 

2007

2008

2009

Crescita PIL (%)

1,8

2

2,1

Inflazione (%)

2,4

2,4

2,3

Saldo bilancio P.A./PIL (%)

-2,3

-2,1

-2,1

Debito/PIL (%)

64,4

64,7

64,5

Tasso di disoccupazione (%)

8

7

7,7

PIL (a parità di potere d’acquisto, dato 2005)**

2,32 miliardi di dollari USA

PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto, in dollari USA, dato 2005)**

21,800 dollari USA

 

Composizione PIL per settore **

7,9% agricoltura; 25,9 % industria; 66,2% servizi

Debito estero **

4,155 miliardi di dollari USA

*    Fonti: Commissione europea. Previsioni economiche. Autunno 2007

**  Fonti: The Cia Worldfactbook 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

FOCUS: SETTORE DELL’ENERGIA

 (a cura del MAE)

 

 

 

Il settore è ancora controllato dallo Stato, anche se è stato avviato un processo di apertura al mercato ed alla gestione privata.

Nel campo dell’elettricità la liberalizzazione si sta realizzando nell’ambito del progetto MIBEL, “Mercato Iberico dell’Elettricità”, nato nel 2001 con la firma di un Protocollo tra la REN (Rede Eléctrica Nacional) e la Rede Electrica  spagnola - e trasformato dai Governi portoghese e spagnolo in fiore all’occhiello della cooperazione bilaterale con l’accordo durante il Vertice di Santiago di Compostela nell’ottobre 2004 (vedi oltre).

 

A partire dal settembre 2006 è scattata la liberalizzazione dei prezzi dell’energia elettrica per la fornitura a tre milioni di clienti in bassa tensione normale (consumo domestico e piccole imprese). Al di fuori dell’EDP, sostenuta dallo Stato portoghese, le altre imprese interessate (le spagnole Iberdrola, Sodesa, Union Fenosa e la italo-spagnola Enel-Viesgo) non hanno potuto proporre  al mercato  tariffe più basse e quindi competitive.

           

Il mercato del gas naturale é ancora in attesa di una parziale liberalizzazione. Secondo quanto deciso dal Governo, potranno scegliere il loro fornitore soltanto i produttori di elettricità in regime ordinario. Restano invece obbligati ad acquistare gas alla Galp Energia, fino al 2010, i produttori che utilizzano la cogenerazione (centrali a ciclo combinato di elettricità e energia termica) e rappresentano il 13% del consumo nazionale di elettricità. Si tratta di grandi progetti industriali che hanno scelto questo sistema alternativo per ridurre i costi di produzione. I maggiori benefici andranno quindi all’EDP che gestisce le due uniche centrali elettriche a gas naturale, realizzando il 60% del consumo nazionale di gas.

 

Il settore delle energie alternative è in grande sviluppo, in particolare  l’energia eolica e l’uso delle biomasse. Il Governo, per  ridurre la dipendenza energetica dall'estero, prevede investimenti nell’ordine di 8 miliardi entro il 2012 (con una partecipazione di privati per il 90%) e punta su progetti che favoriscano anche la creazione di impiego. Nel luglio 2006 è stato annunciato il progetto di costruzione del parco eolico Minho I, il maggiore d’Europa (240MW totali).

Del resto già nel 2004 le fonti alternative avevano pesato per il 35% sul consumo dell'energia elettrica, mettendo il Portogallo al terzo posto tra i Paesi dell'UE. Alla fine di settembre 2005 la potenza installata di origine rinnovabile era di 6114MW (entro il 2010 dovrà raggiungere i 9680MW per rientrare nei parametri stabiliti del Protocollo di Kyoto, passando dal 16% al 32% di produzione elettrica da fonti rinnovabili).

Il Primo Ministro Josè Socrates ha presentato gli obiettivi in materia di protezione dell’ambiente e superamento della dipendenza energetica che il Paese si prefigge di raggiungere. In base ai piani del Governo, nel 2010 il 45 % dell’elettricità utilizzata in Portogallo sarà prodotta da fonti rinnovabili, con un netto miglioramento rispetto all’obiettivo del 39 % anteriormente fissato ed anticipando così di dieci ani quanto richiesto dall’Unione Europea.

 

Il contributo principale verrà fornito dall'energia eolica con l'entrata in funzione di sei nuovi parchi ed il rafforzamento di due già esistenti.

Il primo parco eolico risale al 1988, nelle Azzorre. Attualmente il Portogallo ha circa 1.188 turbine eoliche, con una capacita' di produzione elettrica pari a 1.974MW.

Secondo l'Istituto di Ingegneria Meccanica e Gestione Industriale (INEGI) gli australiani sono al primo posto nell'energia eolica in Portogallo attraverso la Societa' Enersis di cui detengono il 25%.

Il Consorzio Eolico Portoghese si è aggiudicato l’asta per l’installazione di nuovi impianti eolici e la fornitura di 1000 MWdi energia elettrica (fase A del concorso).  Il progetto, che include la creazione di un cluster industriale e di un fondo per l’innovazione, prevede la costruzione di sette nuove fabbriche di autogeneratori a Viana do Castelo, l’installazione di 48 parchi eolici in tutto il paese entro il 2009. Il 45% del capitale utilizzato è di origine straniera. La tedesca Enercon continuerà a finanziare il progetto fino al 2011, per poi cedere gradualmente la sua partecipazione azionaria interamente al Consorzio. Dopo questa data, si calcola che il 70% dell’energia prodotta, eccedendo il fabbisogno portoghese, potrà essere destinata all’esportazione.

I consorzi concorrenti, Ventinveste (guidato dall’ENI-Galp), Ventonorte (integrato dall’ENEL) e NEI ( guidato da Iberdrola con Gamesa), rimasti tagliati fuori da questa prima fase della gara, hanno voluto comunque partecipare alla fase B che aggiudicherà ulteriori 500MW di energia e prevede sempre la creazione di clusters industriali collegati. L’Enel, insieme alla spagnola Unión Fenosa rappresenta il 63,7% del gruppo Ventonorte. Il consorzio include tra l’altro anche l’azienda indiana di aerogeneratori in grande ascesa Suzlon (5%), WDP (27,3%) e Enervento (4%).

Sono previsti poi ulteriori minori concorsi per 50-100MW di potenza che potrebbero interessare piccole e medie imprese.

 

In materia di energia bicombustibile (biomasse), il Ministero dell'Economia ha bandito, il 18 gennaio scorso, una gara per l'attribuzione di 100 megawatts di potenza in biomassa, che permetterà la costruzione di almeno 10 centrali per la produzione di elettricità utilizzando i residui forestali - per la cui raccolta sono previsti aiuti del Governo (Ministero dell'Agricoltura). La consegna dei progetti dovrebbe avvenire entro settembre. L’Enel è intenzionata a partecipare.

L'obiettivo del Portogallo è produrre entro il 2010 150 megawatts di energia elettrica biocombustibile. Attualmente soltanto due centrali termoelettriche liquide utilizzano biomassa forestale come principale combustibile; vi sono inoltre nove centrali di cogenerazione, installate nelle industrie del settore forestale, che utilizzano la biomassa per la produzione di calore.

Interessati alla gara sono: EDP, Gruppo Caima, Portucel e Soporcel oltre a Fomentinvest e Finerge del gruppo Endesa.

 

“Mercato Iberico dell’Elettricità – MIBEL”

 

Il settore dell’elettricità in Portogallo è ancora controllato dallo Stato, anche se è stato avviato un processo di apertura al mercato ed alla gestione privata che si sta realizzando nell’ambito del progetto MIBEL.

Il MIBEL prevede, attraverso l’integrazione dei sistemi elettrici portoghesi e spagnolo, la creazione di un mercato unico, concorrenziale e integrato al fine di migliorare l’efficienza economica delle imprese del settore a beneficio anche dei consumatori. Dovrebbe raggiungere circa 53 milioni di consumatori, costituendo il quarto maggiore produttore di elettricità europeo e permettere al Portogallo di prepararsi alle sfide di un mercato globalizzato. In particolare prevede la convergenza tariffaria tra i due paesi in materia di accesso alle reti elettriche, garanzia di potenza, meccanismi di gestione dell'interruzione di energie e l'adozione di procedure comuni per l'acquisto di energia da parte degli operatori del settore.

I Governi dei due Paesi si sono impegnati ad emanare leggi necessarie a liberalizzare il mercato, a ridurre la concentrazione della produzione e a migliorare i collegamenti  oltre che fra di loro anche con l’Europa centrale per creare un mercato libero e concorrenziale.

A marzo 2007 è stato firmato l’accordo bilaterale tra il Ministro dell’economia portoghese, Manuel Pinho ed il Ministro spagnolo dell’Industria Joan Clos, per l’attuazione del “Mercato Iberico dell’Elettricità” (MIBEL),  nato sulla carta nel 2001 con la firma di un Protocollo tra la REN (Rede Eléctrica Nacional) e la Rede Electrica  spagnola - e trasformato dai Governi portoghese e spagnolo in fiore all’occhiello della cooperazione bilaterale tra i due Paesi con l’accordo raggiunto durante il vertice di Santiago di Compostela nell’ottobre 2004.

E’ prevista la creazione dell'operatore Unico del Mercato Iberico (OMI), che nascerà dalla fusione del polo portoghese OMIP (responsabile per la gestione dei mercati a termine) e dello spagnolo OMEL (responsabile per la gestione del mercato ordinario e straordinario). La presidenza sarà alternata ed inizierà dal Portogallo. L'operatore indipendente sarà costituito da due società, una portoghese e una spagnola, che avranno una compartecipazione azionaria del 10% e si occuperà della commercializzazione. Dovrà garantire al consumatore la possibilità di cambiare gestore senza difficoltà.

E’ previsto uno scambio di partecipazioni tra gli operatori di rete portoghesi (REN-Redes Energeticas Nacionais) e spagnoli (REE-Rede Eléctrica de España).

La spagnola REE otterrà il 5% della REN mentre, secondo quanto affermato dal Ministro dell'Economia la portoghese, REN acquisirà il 3% della REE.

Questo scambio simbolico di partecipazioni è considerato strategico, in quanto entrambi gli operatori sono in prima linea nel rinforzare la capacità di connessione tra i due paesi, che è attualmente di 1500 megawatts. Secondo il Ministro spagnolo, tale capacità dovrebbe essere raddoppiata nei prossimi anni.

I due paesi hanno inoltre previsto la realizzazione di aste pubbliche per facilitare l'ingresso di altri operatori nella commercializzazione dell'energia, in modo da rendere più dinamico il mercato. Le aste saranno realizzate da un'entità indipendente e avranno come oggetto l'elettricità prodotta da parte dei produttori più importanti dei due paesi. Secondo il direttore generale dell'Energia, Miguel Barreto, inizialmente sono previste due aste, la prima a Giugno per un ammontare di 500 megawatts, la seconda a Ottobre di 690 megawatts (80% forniti dalle spagnole Iberdrola e Enedesa, 20% dalla REN)

Secondo il Ministro portoghese dell'Economia Pinho nei prossimi quattro anni si dovrebbe giungere ad una convergenza delle tariffe elettriche che riguarderà l'accesso alle reti da parte dei consumatori, il cui valore verrà misurato secondo criteri standard in modo da impedire che i differenti operatori paghino prezzi differenti per il trasporto dell'elettricità.

Portogallo e Spagna hanno siglato anche un accordo sulle riserve petrolifere strategiche che permette agli operatori dei due paesi di costituire delle riserve in entrambi i paesi. E’ prevista inoltre la possibilità di ricorrere, in caso di necessità, all'altro Paese, che dovrà mettere a disposizione le proprie riserve.

Con la firma degli accordi si prevede di superare le difficoltà oggettive che ostacolano la creazione del Mercato Iberico quali le asimmetrie regolamentari e tariffarie esistenti tra Portogallo e Spagna, la debolezza intrinseca del mercato portoghese (sottodimensionato, chiuso e periferico) e l’inadeguatezza delle reti di trasporto e di distribuzione.

Suscita perplessità l’avvio del nuovo mercato iberico: la struttura del mercato portoghese è ancora lontana da una vera logica concorrenziale e  le sue dimensioni sono nettamente inferiori a quelle del mercato spagnolo. Le reti di trasporto e distribuzione portoghesi dell’elettricità dovranno essere rafforzate per garantire la consegna dell’energia oggetto di transazioni. La diversa regolamentazione del settore tra Spagna e Portogallo crea d’altra parte notevoli difficoltà. Infine, l’EDP, primo produttore di elettricità in Portogallo non ha le condizioni per collocare sul mercato consistenti ordini di vendita di energia - avendo già vincolato il 90% della produzione alle regole fissate nei Contratti di Acquisizione (CAE). Soltanto il superamento di questi vincoli renderà più flessibile l’azione dell’EDP creando maggiore liquidità nel mercato.

A partire dal 4 settembre 2006 è scattata la liberalizzazione dei prezzi dell’energia elettrica per la fornitura a quasi tre milioni di clienti in bassa tensione normale (consumo domestico e piccole imprese, pari al 43% del consumo energetico del Paese). Al di fuori dell’EDP, sostenuta dallo Stato portoghese, le altre imprese interessate (le spagnole Iberdrola, Sodesa, Union Fenosa e la italo-spagnola Enel-Viesgo) non hanno potuto proporre  al mercato  tariffe più basse e quindi competitive.