Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: CANADA
Serie: Schede Paese    Numero: 39
Data: 29/10/2007

Canada

 


 

 

 

Dati generali[1]

Superficie

9.984.670 km2 , poco più estesa degli Stati Uniti

Abitanti

33.098.932, con un tasso di crescita dello 0.88%

Capitale

OTTAWA (1.045.000 abitanti)

Lingue ufficiali

Inglese (59.3%) e francese (23.2%)

Confessioni religiose

Cattolica (42.6%), protestante (23.3%), altre confessioni cristiane (4.4%), musulmani (1.9%), altri (11.8%)

Gruppi etnici

Originari delle isole britanniche (28%), originari della Francia (23%), europei (15%), amerindi (2%), altri, prevalentemente asiatici, africani ed arabi (6%),

 

 

 

 


 

Principali cariche dello Stato

Sovrano

Elisabetta II d’Inghilterra, dal 6 febbraio1952 e rappresentata dal Governatore generale

Governatore generale

Michaelle JEAN, dal 27 settembre 2005

Primo Ministro

 

Stephen HARPER  (Conservatore), dal 6 febbraio 2006

Presidente della Camera dei Comuni

Peter MILLIKEN (Liberale), dal gennaio 2001. Confermato il 4 ottobre 2004 e il 3 aprile 2006

Presidente del Senato

Noël A. KINSELLA (Conservatore), dall’8 febbraio 2006

Ministro degli Esteri

Maxime BERNIER (Conservatore) dal 14 agosto 2007

Ministro della Difesa

Peter Gordon MacCAY (Conservatore) dal 14 agosto 2007

Ministro della Giustizia e Procuratore Generale

Rob NICHOLSON  (Conservatore) dal 4 gennaio 2007

Ministro delle Finanze

Jim FLAHERTY (Conservatore) dal 6 febbraio 2006

 

 

Scadenze elettorali

 

Camera dei Comuni:

le ultime elezioni, anticipate, si sono tenute il 23 gennaio 2006; le prossime sono previste per il 2011

Senato:  

i senatori sono nominati dal Governatore generale su proposta del Primo Ministro

 

 

           


 


 

Quadro istituzionale

 

La Costituzione del Canada consiste di atti scritti e non scritti, di consuetudini, decisioni giudiziali e tradizioni. La parte scritta consiste della Costituzione del 29 marzo 1867, che ha istituito una federazione di quattro province, e della Costituzione del 17 aprile 1982, che ha trasferito il controllo sulla costituzione dal Regno Unito al Canada e include la Carta canadese dei Diritti e delle Libertà.

 

 

Sistema politico

Il Canada è uno Stato federale, membro del Commonwealth. Il territorio è suddiviso in Province, ma il principio organizzativo risulta antitetico a quello normalmente accolto negli Stati federali (ad esempio negli Stati Uniti) in cui la Costituzione assegna esplicitamente allo Stato federale i poteri spettanti e utilizza il criterio residuale per gli Stati membri. Invece, in Canada, la Costituzione elenca i poteri sia per lo Stato federale sia per le Province, prevedendo per alcune materie la concorrenza dei poteri. Tale peculiarità è stata dettata dall’esigenza di governare uno Stato caratterizzato da una grandissima estensione e dalla convivenza di più lingue e più religioni.

Ogni Provincia dispone di un proprio Parlamento e di un proprio Governo locale. I tre Territori del Nord non hanno lo status di Provincia, ma dispongono comunque di un’ampia autonomia, ad eccezione delle materie riguardanti le risorse naturali e l’assetto giuridico, spettanti allo Stato federale.

 

 

Capo dello Stato

Il Capo dello Stato è, formalmente, il Sovrano del Regno Unito, rappresentato, a livello federale, dal Governatore generale e, a livello provinciale, dai Vicegovernatori.

Il Governatore generale del Canada è nominato per cinque anni dal Sovrano del Regno Unito, nella sua veste di Sovrano del Canada, su proposta del Primo Ministro canadese. Il Governo può consultare, nell’esercizio delle proprie funzioni, il Governatore generale e questi può rivolgere inviti o moniti ai membri dell’Esecutivo.

 

 

Parlamento

Il Parlamento è a struttura bicamerale.  La Camera dei Comuni ha un numero variabile di membri in base alla popolazione; attualmente è composta da 308 seggi. I componenti della Camera dei Comuni sono eletti, per cinque anni, dal corpo elettorale con sistema maggioritario. Il Senato è composto da un numero variabile di senatori (fino a 105 membri)cherestano in carica fino al 75mo anno di età, ma possono decadere nel caso in cui non siano presenti per più di due sessioni consecutive. I senatori sono nominati dal Governatore generale su proposta del Primo Ministro.

In base alle ultime elezioni del 23 gennaio 2005, il Parlamento risulta così composto

 

PARTITO

CAMERA

SENATO

Conservatori

125[2]

23

Liberali

102

65

Blocco del Quebec

  51

=

Nuovo Partito Democratico

  29

 1

Indipendenti

   1

 4

Partito Conservatore Progressista

=

 3

TOTALE

308

96[3]

 

Le donne presenti nella Camera dei Comuni sono 64 pari al 20,78%. Al Senato le donne sono 35 pari al 35%.

L’iter legislativo si svolge all’insegna del bicameralismo pressoché perfetto: ambedue i rami del Parlamento esaminano, con procedure identiche, i disegni di legge. Ai senatori è preclusa l’iniziativa di disegni di legge che comportino aumenti di spesa e in materia fiscale. Il procedimento legislativo avviene secondo il sistema delle tre letture. I disegni di legge approvati dalla due Camere vengono inviati al Governatore generale per ottenere la sanzione regia (Royal Assent).

 

Governo

Il Governo, così come nella legislazione britannica, viene essenzialmente disciplinato da norme ricavate dalla consuetudine. Il Governatore generale nomina il Primo Ministro, indicando per prassi il leader della formazione politica di maggioranza presso la Camera dei Comuni. Il Governatore generale, su proposta del Primo Ministro, nomina i ministri, scelti tra i membri della Camera dei Comuni.

I Ministri sono solidalmente responsabili verso la Camera dei Comuni.

 

 

Corte suprema

La Corte Suprema è composta da 9 giudici e delibera sulla costituzionalità delle leggi, soprattutto in relazione alle controversie tra Stato federale e Stati membri.

 

Ambasciatore italiano in Canada: Gabriele Sardo

Ambasciatore canadese in Italia: Alex Himelfarb (dal 21 settembre 2006)

 

 

 


 

ATTUALITà DI POLITICA INTERNA ED ESTERA
in collaborazione con il Ministero Affari esteri

 

 

 

L’attuale Governo canadese è guidato dal Partito conservatore, uscito vittorioso alle elezioni tenutesi il 23 gennaio 2006. Con l’affermazione di Stephen Harper si è chiusa una stagione politica, durata oltre dodici anni, che ha visto al potere, prima con Jean Chrétien e quindi con Paul Martin, il partito liberale. I conservatori sono divenuti la forza politica di maggioranza relativa, ottenendo 124 seggi su 308 (pari al 36,4% dei suffragi), ma si sono trovati nella necessità, com’era successo a Martin nel 2004, di creare un Governo monocolore di minoranza.

 

Il Governo Harper, che finora si è sostenuto in Parlamento avvalendosi spesso dei voti del Bloc quebecoise, ha affrontato nelle ultime settimane dei momenti difficili rischiando di incassare un voto di sfiducia che ne avrebbe determinato la caduta e l’indizione di nuove elezioni. Lo scorso il 16 ottobre è stato presentato, alla riapertura della Sessione del Parlamento, il cosiddetto “Discorso dal Trono” in cui sono enunciate le linee programmatiche del Governo. Il partito quebecoise (indipendentista) e il Nuovo Partito democratico (di sinistra) avevano anticipato l’intenzione di votare contro. I liberali si sono trovati nella situazione di poter determinare la caduta del Governo ma il leader, Stéphane Dion, ha dichiarato di non voler andare alle elezioni a meno che nel discorso di Harper non ci fossero dichiarazioni inaccettabili.  In effetti i liberali, pur avendo vinto le elezioni locali nell’Ontario, sono secondo gli ultimi sondaggi in lieve discesa (28%). Sembrava che Harper avrebbe cercato di andare alle elezioni proprio per avvantaggiarsi di tale debolezza e ricostituire un nuovo governo appoggiato da una maggioranza parlamentare più stabile.  Secondo la Costituzione canadese sul  “Discorso dal trono” devono essere espressi tre voti di fiducia. L’ultimo si è avuto il 24 ottobre: a favore si sono espressi 126 deputati, contro 79 (49 dei Quebecoise e 30 del Nuovo partito democratico); i liberali che dispongono di 96 voti si sono astenuti. Nel suo programma Harper ha dichiarato di volere ridurre le imposte, rafforzare la lotta alla criminalità e difendere la sovranità canadese nell’Artico. Ha inoltre affermato che il Canada non potrà conformarsi alle obbligazioni di Kyoto, cosa che invece l’opposizione sostiene con vigore. Altra questione di contrasto è il mantenimento delle truppe canadesi in Afghanistan. Il Canada ha ad oggi inviato 2500 uomini nel sud del paese, subendo 71 perdite dal 2002. La missione dovrebbe terminare nel febbraio 2009, ma Harper ha proposto un suo prolungamento al 2011 suscitando le critiche dell’opposizione: il Nuovo Partito democratico, in particolare, auspica invece un ritiro immediato delle truppe. Su quest’ultima questione ci dovrà comunque essere un voto del Parlamento e il Governo ha istituito una Commissione ad hoc.

 

Si rammenta che il Primo Ministro Harper ha vinto le elezioni 2006 presentando un programma non sostanzialmente diverso da quelli dei Liberali ma, accusandoli di non essere capaci di dare seguito alle promesse, è riuscito a incontrare la fiducia degli elettori. Non lo hanno votato, tuttavia, le grandi città (Toronto, Montreal e Vancouver, rimaste prevalentemente e tradizionalmente liberal) e non lo hanno votato i canadesi di origine italiana, che nel suo Gabinetto non sono rappresentati (erano otto Ministri nel precedente Governo). L’unico deputato conservatore di origine italiana è Dean Del Mastro, probabilmente troppo giovane per un incarico ministeriale.

Il Governo Harper ha avuto il merito di realizzare, nei primi mesi del 2006, la gran parte delle proprie promesse elettorali: riforma del sistema di responsabilità della pubblica amministrazione (coinvolta con i Liberal in scandali da tangenti), inizio della riduzione dell’IVA (1 punto, un altro punto dovrebbe seguire nel 2007); sussidi all’infanzia e nuovi asili nido; forte giro di vite in materia di law & order (e anche, su pressione americana, di antiterrorismo); 5 miliardi di dollari di nuove spese militari, per nuovi mezzi aerei navali e terrestri, in funzione dell’impegno in Afghanistan, ma anche per dotarsi di una nuova flotta di velivoli di search and rescue nell’immenso territorio canadese (settore d’interesse per Alenia Finmeccanica). Ha inoltre ottenuto il prolungamento fino al 2009 della presenza militare canadese in Afghanistan.

Il 19 marzo 2007 il Ministro delle Finanze Jim Flaherty ha presentato il “Budget 2007” che prevede un programma di investimenti settennale in infrastrutture, nell’istruzione e nella sanità per un totale di 39 miliardi di dollari canadesi. Il provvedimento si contraddistingue inoltre per la concessione di nuovi sgravi fiscali per le famiglie (fino a 2000 dollari canadesi per ogni figlio) ed una nuova riduzione del debito federale di 9,2 miliardi di dollari canadesi grazie al decimo surplus di bilancio consecutivo dell’amministrazione

 

Sul fronte dell’opposizione, nel corso della convention nazionale del dicembre 2006, Stephane Dion ha assunto la guida del Partito liberale canadese. Dion, ex ministro Federale dell’Ambiente, è stato scelto per le sue qualità di mediatore e di costruttore di unità, doti necessarie ai liberali per riguadagnare la fiducia dell’elettorato in vista delle prossime elezioni.

Tra le priorità programmatiche di Stephane Dion un impegno crescente per la salvaguardia dell’ambiente, un ripensamento degli obiettivi e delle modalità della presenza canadese in Afghanistan, l’utilizzo del surplus di bilancio per obiettivi di maggiore equità sostanziale, l’incentivazione dello sviluppo di poli ad alta tecnologia e, non da ultimo, la riaffermazione della sovranità unitaria del Canada in risposta ai recenti riconoscimenti nei confronti delle spinte indipendentiste del Quebec.

 

Si segnala che lo scorso 14 agosto 2007 vi è stato un rimpasto di Governo che ha visto la modifica di alcuni Ministeri chiave del Governo Harper.

           

 

 

1. Priorità di politica estera

 

La politica estera del Canada si fonda sulla fedeltà atlantica, sugli stretti rapporti con gli Stati Uniti e sul pieno appoggio all'azione delle Nazioni Unite (in particolare nel settore dell’aiuto allo sviluppo e delle attività di mantenimento della pace).

La difesa del multilateralismo costituisce un elemento centrale della politica estera di Ottawa. Il Canada è il solo membro del NAFTA che ha aderito al Protocollo di Kyoto, ratificandolo nel dicembre 2002, dopo un lungo dibattito politico. Tuttavia, l’attuale Governo ha fatto presente a più riprese che non potrà rispettarne gli obiettivi quantitativi. Il recente Piano ambientale canadese, opera del nuovo Ministro Baird, sposta al 2020 la riduzione concreta delle emissioni e continua ad essere particolarmente “realistico” ed attento alle esigenze del settore industriale.

In generale, il Canada si considera un protagonista “assoluto” sul piano internazionale, a fianco (specie con Harper) degli Stati Uniti e di altre nazioni che sono ritenute protagoniste del “futuro”: Giappone, Cina e India.

 

La vocazione atlantica del Canada trova fondamento non solo nel suo ruolo nella NATO, ma anche nel differente gioco di alleanze con i Paesi europei, che l'Alleanza offre a complemento del rapporto con gli USA. Il Canada ha inoltre appoggiato l’accordo NATO- Russia nel maggio 2002, al fine di migliorare l’integrazione di Mosca con l’Alleanza sui temi della sicurezza euro-atlantica e vede con favore l’apertura a nuovi possibili membri (Ucraina, Georgia) che verrebbero in tal modo coinvolti nelle dinamiche di stabilità di cui l’Organizzazione è garante. Dal giugno 2005 il ruolo di Chief of the Militar Committee, la massima carica militare in seno all’organizzazione, è occupata dal Generale Ray Henault, ex Capo di Stato maggior canadese (incarico attualmente in scadenza cui l’Italia ha recentemente candidato il Generale Di Paola).

 

Ottawa è attiva in tutte le istanze di disarmo e di non proliferazione nucleare e delle armi di distruzione di massa e afferma con forza la propria contrarietà ad azioni intese a legittimare l’uso dell’arma atomica come strumento di politica internazionale. In tale contesto, non può non ricordarsi l’impegno canadese per la conclusione di una Convenzione per la messa al bando della produzione e dell’uso delle mine anti-uomo, firmata ad Ottawa nell’ottobre 1998. Nel corso dell’ultimo vertice G8 di Heiligendamn (giugno 2007) l’Italia ed il Canada hanno cooperato attivamente per un linguaggio comune nel quadro della dichiarazione finale sulla non proliferazione.

 

Il Canada guarda inoltre con grande interesse al settore del sostegno allo sviluppo, a cui già destina lo 0,26% del PIL, ed intende incrementare gli stanziamenti nei prossimi anni. In questo contesto riserva una particolare attenzione all’America latina ed alle possibilità di integrazione regionale, nonché all’intero continente africano. Particolare sensibilità è stata dimostrata da Ottawa rispetto ai drammatici sviluppi della situazione ad Haiti nella primavera 2004, dove il Canada ha inviato anche un contingente, a fianco di quelli statunitense e francese, per agevolare la pacifica transizione del Paese dopo l’allontanamento di Aristide ed  ha recentemente annunciato (marzo 2007) un contributo di oltre mezzo miliardo di CAN nei prossimi cinque anni.

 

Il Canada manifesta, infine, una spiccata sensibilità a proposito dell'"overfishing" ed ha ospitato nel maggio 2005 una Conferenza Internazionale sulla Pesca in Alto Mare per tutelare gli interessi della zona economica esclusiva canadese nei confronti degli altri Paesi (molti dei quali membri UE) ed anche al fine di porre rimedio al notevole depauperamento di quelli che fino a qualche decennio fa erano tra i più ricchi banchi di merluzzo (e di altri pesci). Questo problema ha ridimensionato enormemente l'industria della pesca canadese, su cui si reggeva l'economia delle Province atlantiche, con notevoli conseguenze sociali facilmente immaginabili.

 

 

2. Posizione nelle principali aree di interesse

 

La contiguità territoriale con gli Stati Uniti rende il Canada fortemente interdipendente rispetto al “grande vicino”, pur avendo mantenuto in passato posizioni autonome rispetto a Washington in merito a numerose questioni internazionali (l’allora Primo Ministro Chrétien, in Parlamento, aveva a suo tempo definito l’intervento statunitense in Iraq “ingiustificabile”), così come su alcuni contenziosi bilaterali. Appare tuttavia sempre più evidente l'impegno – intensificato dal Governo Harper – per rimediare alle incomprensioni sorte con Washington soprattutto durante i Governi Chrétien e Martin. Significative sono risultate le dichiarazioni di Ottawa sulle nuove spese nel settore militare, sulla politica di sicurezza nazionale, sulla lotta al terrorismo (da ultimo lo scorso 11 settembre nel corso della Commemorazione in Parlamento delle vittime degli attacchi di New York), sulla permanenza delle truppe canadesi a Kabul e Haiti, e sull’impegno finanziario in Iraq, così come la soluzione dell’annosa questione del soft timber wood relativamente al quale la Camera dei Comuni di Ottawa ha ratificato, lo scorso 19 settembre, l’accordo raggiunto l’estate scorsa tra il Primo Ministro Harper e il Presidente Bush.

 

L’Afghanistan costituisce il dossier più importante nella politica estera del Canada. I  canadesi sono, infatti, in prima linea con un contingente di oltre 2500 uomini, dislocati anche nella difficile area meridionale del Paese. A tale riguardo, il Canada, che sostiene da tempo presso i principali partner e nei fori multilaterali la necessità di aumentare l’impegno militare internazionale nel Paese per arrivare ad una sua reale e duratura stabilizzazione, ha mostrato grande soddisfazione sia per gli impegni assunto dai partner NATO nel corso dello scorso Vertice NATO di Riga (sia per i progressi compiuti in termini di contributi nazionali di truppe e di flessibilizzazione dei caveat[4] ).

Il Governo canadese, pur fronteggiando notevoli perplessità in seno all’opinione pubblica a causa del crescente numero di caduti (57 militari e 1 diplomatico a giugno 2007), ha più volte confermato il proprio impegno e la Camera dei Comuni, nel maggio 2006, ha approvato il prolungamento di due anni della missione militare.

 

Su Medio Oriente ed Iran le posizioni e le sensibilità canadesi sono molto vicine a quelle americane. Per quanto riguarda la crisi israelo-libanese, il Canada, dopo aver espresso una posizione nettamente pro-israeliana, ha fatto presente di non poter partecipare alla attuazione della Risoluzione ONU 1701, dato che le capacità militari del Paese di svolgere operazioni fuori dal proprio territorio sarebbero esaurite soprattutto a causa del cospicuo impegno canadese in Afghanistan.

 

Per quanto riguarda l’Iraq, l’atteggiamento di Ottawa è stato sempre ispirato alla moderazione ed alla cautela. Ottawa, di fronte alle richieste statunitensi di un sostegno militare, rese chiaro che un eventuale intervento canadese avrebbe potuto essere preso in considerazione solo in base ad una nuova decisione del Consiglio di Sicurezza che autorizzasse in modo esplicito l’uso della forza. Il Canada ha continuato da allora a tenersi fuori dall’Iraq, pur impegnandosi a versare 300 milioni di dollari in aiuti umanitari per il popolo iracheno, all’allarme lanciato dall’ONU, quale contributo per rispondere ai bisogni dei civili.

 

Quanto ai rapporti bilaterali con i Paesi europei, un particolare accenno va fatto alla Francia, in considerazione della delicata questione del Québec, verso la quale Parigi, soltanto dal 1991, dopo anni di appoggio dichiarato alle aspirazioni della provincia francofona, ha assunto una posizione di sostanziale neutralità (“non ingerenza, non indifferenza”). Tale linea – che considera le aspirazioni del Québec all’indipendenza un problema interno del Canada - è stata ribadita nel corso delle visite in di vari esponenti politici del Québec.

 

Le relazioni con la Russia sono caratterizzate dall’importanza che Ottawa riconosce al vicino d’oltre Artico per motivi di strategia sia globale sia bilaterale: proprio in Canada nel corso del Vertice G8 di Kananaskis del 2002 venne lanciata l'iniziativa Global Partnership per la messa in sicurezza degli impianti e dei sottomarini nucleari russi; quello stesso anno venne altresì adottato un piano di azione congiunto per il rafforzamento della partnership bilaterale. Il Primo Ministro Harper, in occasione di un incontro nel marzo 2006 con il Ministro degli Esteri russo Lavrov, ha confermato la collaborazione bilaterale  soprattutto per quanto riguarda le questioni energetiche (in particolare le forniture di gas liquido russo al Canada). Il Canada rimane, tuttavia, preoccupato il deterioramento della democrazia in particolare qualora dovessero concretizzarsi le ipotesi di modifica costituzionale che consentirebbe un ulteriore mandato al Presidente Putin.

 

Tra le aree geografiche di prioritario interesse per il Canada, un’attenzione particolare è ovviamente riservata al Continente americano. Gli assi portanti dell’impegno canadese in America Latina sono la partecipazione politica (da intendere anche nel senso di governance), l’integrazione economica e l’accesso ai mercati. Questo ultimo obiettivo viene perseguito sia a livello continentale, attraverso una intesa di ampio respiro come l’ALCA – che però si ritiene, alla luce degli esisti del vertice di Mar de la Plata (novembre 2005), difficilmente potrà essere concluso nel breve periodo – sia a livello sub-regionale, tramite accordi bilaterali con Paesi e gruppi di Paesi quanto possibile omogenei ai regimi dell’OMC e del NAFTA, in modo da non pregiudicare il quadro multilaterale.

Il Primo Ministro Harper, nel corso del suo intervento del 2 marzo 2007 al Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA), ha riaffermato l’impegno di Ottawa a contribuire per quanto possibile allo sviluppo equilibrato del continente ed al rafforzamento dello Stato di diritto, con particolare riferimento alla ricerca di posizioni e programmi d’azione condivisi ed adottati per consenso (i.e. Carta Democratica e Carta Sociale interamericana).

 

Attenzione particolare viene rivolta dal Canada anche alla regione del Pacifico. Si moltiplicano le missioni commerciali canadesi verso i Paesi della regione. L’interesse appare corrisposto, tanto che il Presidente della Cina Hu Jin Tao si è recato in visita ufficiale in Canada nel settembre 2005, siglando svariati accordi commerciali e definendo Ottawa un “partner strategico”. Ulteriore conferma di tale avvicinamento viene dall’annuncio (marzo 2006) dell’ente pubblico radiotelevisivo canadese CBC di aver aperto un ufficio a Shangai, distaccandovi un corrispondente stabile. Ottawa resta comunque vigile verso il problema del rispetto dei diritti umani in Cina.

 

In crescita anche le relazioni del Canada con l’India. A seguito della firma nel gennaio 2005 di una Dichiarazione Congiunta tra i due Primi Ministri, nell’ottobre seguente il Canada ha annunciato la ripresa del dialogo con l’India in materia nucleare (sospeso dal 1976 a seguito dei primi test nucleari indiani, effettuati peraltro con tecnologia fornita dal Canada) e le forniture di materiale “dual use” per gli impianti nucleari civili. Ciò spiega la posizione sostanzialmente positiva di Ottawa vero le intese USA-India sul nucleare. Si registra inoltre l’intensificazione delle relazioni nel campo della ricerca, con la recente conclusione di un accordo di cooperazione scientifica e tecnologica.

 


RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA

 

 

Il Canada rappresenta uno dei principali partner dell’Unione Europea. Le relazioni sono passate, nel corso degli anni, da un rapporto strettamente economico ad una articolata alleanza strategica. Nel 1976 l’allora Comunità Economica Europea ed il Canada firmarono un primo Accordo quadro sulla Cooperazione economica; nel 1990 i leader europei e canadesi adottarono una dichiarazione sulle Relazioni Transatlantiche, che ampliò lo spettro dei rapporti e stabilì consultazioni regolari a livello ministeriale; nel 1996, nel corso del Summit EU-Canada di Ottawa, fu firmata una nuova dichiarazione politica che prevedeva nuove aree di cooperazione. Più di recente, il 18 marzo 2004, è stata adottata una Partnership Agenda con l’obiettivo di rafforzare l’azione comune sui principali dossier di politica internazionale.

In generale, vi è da parte canadese la consapevolezza della necessità di dare un sempre maggiore impulso al rapporto con l’Europa, specie in relazione a quello tra UE e Stati Uniti, anche se, in particolare negli ultimi due anni, non sono mancati periodi di freddezza e alcune controversie in campo commerciale.

 

Il Vertice UE-Canada, che ha avuto luogo lo scorso 4 giugno a Berlino, ha offerto l’occasione per riprendere ad alto livello le consultazioni tra Bruxelles e Ottawa dopo la cancellazione, su richiesta canadese e con sole tre settimane di preavviso, dell’appuntamento di Tampere del 27 novembre 2006.

Il Summit, i cui esiti sono stati definiti molto soddisfacenti da entrambe le parti, ha affrontato in particolare tre temi: Afghanistan, i cambiamenti climatici e la cooperazione economica, con una netta prevalenza di accenti sugli ultimi due.

Per quanto riguarda l’Afghanistan, è stata definitivamente concordata la partecipazione canadese alla missione EUPOL a Kandahar dedicata alla formazione del personale giudiziario e di polizia (In-Service training facility ISTF), mentre per i temi ambientali è stato raggiunto un accordo molto ambizioso che prevede la riduzione di almeno del 50% entro il 2050 delle emissioni responsabili del riscaldamento terrestre.

Si sono registrate  infine, ampie convergenza anche sul capitolo economico, adottando una road map sulla cooperazione regolamentare ed concordando l’avvio di uno studio di fattibilità per una maggiore integrazione economica. Da parte canadese non si è fatto cenno alle ipotesi di abbandono, ventilate nelle fasi preparatorie del Vertice, del progetto di Trade and Investment Enhancement Agreement (TIEA).

 

Il Canada, infine, ha in più occasioni espresso preoccupazione per le ipotesi di un ampio bando delle importazioni di prodotti derivati dalle foche a livello comunitario o in ragione di legislazioni nazionali, anche effettuando passi a livelli dei singoli paesi, tra cui l’Italia.


SITUAZIONE ECONOMICA

 

 

1. Andamento congiunturale

 

Il Canada presenta una solida economia industriale, avvantaggiata da una rilevante dotazione di materie prime, che conta per circa il 25% del Prodotto Interno Lordo, da un settore agricolo tradizionalmente forte e incentrato sulla produzione di grano e, non da ultimo, dalla prossimità geografica del grande mercato statunitense. I principali comparti produttivi del Paese sono quello dei macchinari da  trasporto, dei prodotti chimici, dei minerali (si stima che entro il 2015 il Canada sarà leader nel mercato internazionale dei diamanti), del petrolio e gas naturale, il settore agroalimentare, del legname e carta, ittico, turismo.

La crescita economica canadese nel 2006 ha registrato un incremento del 2,5%. Il dato risulta inferiore rispetto al +2,9% nel 2005 principalmente a causa del rallentamento dell’economia statunitense.

Le proiezioni della Banca Centrale canadese sulla crescita economica per il 2007 prevedono un tasso di sviluppo del PIL del 2.3% per raggiungere il 2.8% nel 2008. Secondo la Banca del Canada la minore domanda da parte USA e conseguente riduzione delle esportazioni saranno bilanciate da una robusta domanda interna e da una forte crescita economica delle Province occidentali canadesi.

Nel 2006 il tasso di inflazione si e’ attestato sul valore del 2% programmato dalla Banca Centrale. Il contenimento dei prezzi è stato realizzato anche grazie alla riduzione del prezzo delle benzina e di quello delle principali risorse energetiche, verificatosi nella seconda metà dell’anno. Il tasso di sconto rimane al momento fermo al 4,25%, come confermato ai primi di giugno 2007 dalla Banca Centrale. Tuttavia, pure in presenza di una conferma dell’attuale livello dei tassi, è opinione diffusa della stampa specializzata locale che già nel corso della prossima estate la Bank of Canada disporrà un rialzo del tasso di interesse.

(mess. Ottawa 1027/06) Si è registrato, inoltre, un positivo andamento del mercato del lavoro con un ulteriore calo della disoccupazione, scesa nel 2006 al 6,3% (media annuale) dal 6,8% del 2005 (alcune regioni, specialmente ad Ovest, registrano anzi scarsità di manodopera). Nei primi mesi del 2007 l’occupazione ha mantenuto il trend positivo, registrando nel febbraio un ulteriore calo del tasso di disoccupazione (6,1%).

 

[rapp.congiunto marzo 2004]Le riforme strutturali introdotte negli anni ’90 con le politiche fiscali e monetarie decise dalle Autorità hanno posto le basi per la crescita economica del Paese e per migliorarne la capacità di adattamento al cambiamento delle circostanze. Tra i Paesi industrializzati, il Canada vanta il bilancio pubblico in migliori condizioni ed un tasso di crescita economica particolarmente elevato. Gli obiettivi fondamentali di politica macroeconomica alla base della crescita del Paese sono stati, negli ultimi anni, i seguenti: 1) riduzione del debito pubblico rispetto al PIL; 2) mantenimento del tasso di inflazione intorno al 2%; 3) riforme strutturali per migliorare il funzionamento dei mercati; 4) apertura al commercio con l’estero. Il FMI indica in particolare che il consolidamento fiscale operato nell’ultimo decennio pone il Canada in una posizione migliore rispetto a quella di molti Paesi industriali, specie quando bisognerà affrontare le spese aggiuntive che deriveranno dall’invecchiamento della popolazione. La sanità rimane un settore di primaria importanza in cui Province e Governo Federale dovranno lavorare ulteriormente per sviluppare meccanismi che limitino la crescita della spesa.

Il rapporto debito-PIL, dal 68,4% del 1996 quando, tra i Paesi del G7, il Canada si classificava al secondo posto come rapporto debito-PIL più elevato, è sceso al 31,6% nel 2006. Il Ministro delle Finanze ha annunciato, nel novembre 2006, un piano economico a lungo termine il cui punto focale è l’eliminazione entro il 2021 del debito pubblico nazionale che attualmente ammonterebbe a circa 480 milioni di CAD. Il piano prevede una riduzione annuale media di 3 miliardi di CAD.

Nel campo delle riforme strutturali si segnalano la liberalizzazione del trasporto aereo, sulla quale incidono anche i negoziati in corso UE-USA per un accordo aereo (proposta della Commissione Europea di una “Open Aviation Area”). Tra gli aspetti salienti della liberalizzazione rientra l’allentamento delle restrizioni alla proprietà estera dei vettori canadesi (attualmente limitata al 25%) e la concessione di diritti di cabotaggio a vettori esteri per trasportare passeggeri tra due aereoporti canadesi (cosa attualmente non possibile). I costi di utilizzo degli aeroporti canadesi, i cui vertiginosi aumenti sono stati oggetto di rimostranze dei vettori internazionali (inclusa l’Alitalia) e della IATA, rientreranno nell’adeguamento della normativa allo studio. [Msg.AmbOtta 3019 23.11.04]

 

 

2. Relazioni economiche e commerciali con i principali Paesi partner

 

Il commercio estero - con esportazioni pari ad oltre il 32% del PIL ed importazioni a circa il 28% - costituisce una componente di primo piano dell’economia canadese. La bilancia degli scambi commerciali canadesi si è chiusa nel 2006 con un saldo attivo di circa 43 miliardi di dollari canadesi, ma in netta flessione rispetto all’anno precedente (55,4 miliardi di dollari canadesi).

(msg. 330 da Ottawa del 10.2.2006)Il partner commerciale predominante del Canada, per evidenti motivi geografici ed economici, è rappresentato dagli Stati Uniti. I legami tra le due economie si sono ulteriormente rafforzati nell’ultimo decennio per effetto del Trattato di Libero Scambio Nordamericano (NAFTA), sottoscritto nel 1994 da Canada, Stati Uniti e Messico. Dal punto di vista dei rapporti commerciali, l’interscambio con gli USA rappresenta circa il 69% dei flussi di import-export del Canada: esso è però risultato, nel corso del 2006, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. La perdita di valore del dollaro americano rispetto al dollaro canadese, che ha raggiunto nel corso del 2006 il valore record di 91 centesimi per un dollaro statunitense, se da una parte implica la riduzione delle esportazioni canadesi verso gli Usa, dall’altra incoraggia l’importazione a prezzi favorevoli di macchinari e tecnologie più avanzate e si traduce quindi in un incremento nella produttività di alcuni settori (fra cui quelli estrattivo, minerario e della meccanica). 

Il Canada si sta orientando verso una crescente diversificazione dei propri partner commerciali. La disponibilità canadese di materie prime e la crescita industriale cinese stanno, infatti, ridisegnando il profilo delle relazioni commerciali canadesi. La Cina è ormai il secondo partner commerciale del Canada. Nel corso del 2006 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha raggiunto i 42,2 miliardi di CAD, rispetto a 36,6 miliardi di CAD dell’anno precedente. A rafforzare questo trend, vi è anche la produzione delocalizzata di alcune ditte canadesi in Cina. Ad esempio, [msg Ottawa 330/06le imprese canadesi Nortel (telecomunicazioni) e Bombardier (leader mondiale delle costruzioni ferroviarie) hanno acquisito importanti commesse rispettivamente per la fornitura di sistemi di comunicazione senza fili "GSM for railways" e per la costruzione di una ferrovia che collega la Cina al Tibet, mentre le imprese cinesi mostrano un interesse crescente per le risorse naturali, specie energetiche, di cui il Canada è ricco.

[msg  Ambotta 761 del 29.3.05]

 

Importazioni. Nel 2006 le importazioni totali canadesi (CAD 396 miliardi) hanno registrato un incremento del 4,11% rispetto allo stesso periodo del precedente anno.

Per quanto riguarda i singoli partner commerciali, le importazioni dagli Stati Uniti, nel corso del 2006 hanno segnato una modesta crescita, passando da 215 miliardi di CAD a 217,6 (+2,96%), ma la quota di mercato sul totale delle importazioni canadesi (54,9%) si è ridotta di circa 1,5 punti percentuali.

Una parte importante e crescente del mercato interno canadese è ora detenuta dalla Cina, le cui esportazioni verso il Canada sono cresciute del 16,8% nel 2006, permettendo al Paese asiatico di raggiungere la quota di mercato del 8,7% e rafforzandone la posizione di secondo fornitore del mercato canadese, davanti al Giappone (+3,6%) e Messico (+9,5%) (entrambi con una quota sul totale delle importazioni di circa il 4%).

Tra i paesi europei, la Germania ha superato nel 2006 il Regno Unito con un valore delle esportazioni verso il Canada pari a 11,1 miliardi di dollari canadesi. Da registrare fra i paesi fornitori il calo del 10% della Norvegia, le cui esportazioni sono rappresentate al 90% da idrocarburi. La Francia mantiene la propria nona posizione e vede invariata la quota di mercato del 1,3% con un incremento delle esportazioni del 3,6%. Per i dati di Statistics Canada l’Italia (esportazioni pari a 4,91 miliardi di CAD) si posiziona subito a ridosso della Francia e dell’Algeria (4,95 miliardi di CAD), con una quota di mercato pari all’1,24%, e con una crescita delle esportazioni verso il Canada pari al 7,2 per cento.

 

L’analisi delle importazioni canadesi per settore evidenzia che le quote dei vari comparti (beni industriali, beni di consumo durevoli e prodotti agroalimentari) sono rimaste pressoché invariate, nel contesto di un incremento totale delle importazioni del 4,11%. Il comparto agroalimentare ha registrato un aumento del 6,2%, con guadagni suddivisi su tutti le tipologie di prodotti. Per i vini in particolare si registra un incremento annuo del 13,6 %. Nel comparto dei beni di consumo, equivalente al 20% delle importazioni totali, vi e’ un aumento del 3.9%. Per i beni industriali, le importazioni ammontano ad oltre il 73,6% del totale, con un aumento del 4% annuo. In tale comparto un particolare peso specifico rivestono i metalli (+8,5%), e i prodotti minerali e chimici (+5,84%).

 

Esportazioni. Nel 2006 le esportazioni totali canadesi hanno raggiunto 439,5 CAD miliardi, registrando un lieve incremento (0,75%) rispetto allo stesso periodo del precedente anno.

Come per le importazioni, la quota più importante delle esportazioni canadesi è destinata agli Stati Uniti, ma anche tale quota mostra, da alcuni anni, una leggera e costante diminuzione. Gli USA rimangono di gran lunga il principale partner commerciale del Canada - anche per le numerose multinazionali americane che producono in Canada per entrambi i mercati - assorbendo circa l’82% dei prodotti canadesi (in calo di quasi due punti percentuali rispetto al 2005). Le principali voci delle esportazioni sono composte da: idrocarburi con una quota del 23%; autovetture (20%): a seguire macchinari e legname con quote comprese tra il 7 ed il 4%, e con quest’ultimo settore in ribasso del 16% a testimonianza dell’involuzione del settore edile.

La regressione delle esportazioni a sud del confine, a causa della marcata preponderanza del commercio con gli USA, ha influenzato la crescita complessiva delle esportazioni canadesi, che appaiono stabili con un incremento minimo dello 0.75%. A parte il raffronto con gli USA, le statistiche rivelano segnali di crescita nelle esportazioni verso la maggior parte degli altri partner, con una crescita del 18% verso i primi 15 mercati di destinazione.

In particolare le esportazioni verso il Regno Unito, ora secondo mercato dopo gli USA, hanno registrato un incremento del 22% nel 2006, sospinto da risorse naturali quali oro, nickel ed uranio (quest’ultimo in crescita del 170%). Particolare peso hanno assunto anche i prodotti della pesca, dell’agricoltura e i beni industriali, in particolare i velivoli.

Il Giappone, appena spodestato dalla Gran Bretagna, ha confermato la propria quota del 2%, ed assieme alla Cina e alla Corea del Sud rappresenta un mercato importante per minerali, acciaio, idrocarburi e legname. In evidenza anche il peso del mercato messicano con una crescita del 30% per prodotti finiti, i macchinari, i prodotti agroalimentari e le risorse minerarie. Oltre che nei confronti dell’Asia e dei Paesi dell’area NAFTA, le esportazioni canadesi si concentrano nei paesi UE. In particolare, si segnala un incremento del 20% dell’export verso la Germania, del 39% verso i Paesi Bassi e del 14% verso la Francia. Il valore delle esportazioni verso l’Italia (1,89 miliardi di CAD) è diminuito del 1,75% con una quota di mercato pari allo 0,43% (dati Statistics Canada).  

 

Nel complesso, le esportazioni canadesi del comparto agroalimentare hanno recuperato il terreno perso nel 2005, con un aumento del 4%, mentre all’interno del comparto dei beni di consumo durevoli, in stasi con variazione negativa del 3%, hanno sofferto principalmente carta e legno, con una riduzione del 6,3 per cento. Buona la performance dei beni industriali, con un aumento di quasi 2%, in cui hanno brillato metalli ed altri prodotti minerali. Nel complesso ottimi risultati per tutte le materie prime minerali, ferrose e preziose (ferro, alluminio, acciaio, oro, uranio e nickel), così come gli idrocarburi. In ribasso gli autoveicoli commerciali e veicoli aerei e spaziali, assieme all’industria della carta e del legno.

 

Investimenti esteri. In base a quanto riportato da Statistics Canada, nel 2005 gli Stati Uniti continuano ad essere la principale destinazione degli investimenti diretti canadesi verso l’estero, con 213,7 miliardi di dollari canadesi (45,9% del totale), seguiti dal Regno Unito con 42,7 miliardi di dollari canadesi (9,1%). Il primo investitore estero in Canada sono ancora gli Stati Uniti, con 266,5 miliardi di dollari canadesi (64,1% del totale), seguiti dal Regno Unito (29,9 miliardi di dollari canadesi, 7,2% del totale).

Per il 2006 gli investimenti diretti esteri in Canada, secondo le stime di Statistics Canada, dovrebbero essere pari a 475 miliardi di CAD e gli IDE canadese all’estero pari a 432 miliardi di CAD.

L’Italia rappresenta solo il diciassettesimo Paese estero investitore diretto in Canada. Secondo i dati dell’Ufficio Italiano Cambi (UIC), nel 2005 gli investimenti diretti italiani (flussi) verso il Canada sono stati circa 44,4 milioni di euro, mentre quelli canadesi verso l’Italia sono stati 21,5 milioni di euro.

 

Accordi commerciali di libero scambio. La politica canadese di diversificazione del commercio estero trova riscontro anche nei diversi accordi commerciali di libero scambio avviati e/o conclusi dal Canada nell’ultimo decennio. Sono attualmente in vigore: NAFTA (con USA e Messico) dall’aprile 1994, Israele (dal gennaio 1997), Cile (luglio 1997), Costa Rica (novembre 2002). E’ altresì in vigore un Canada-Mercosur Trade and Investment Cooperation Arrangement (TICA) dal giugno 1998 il cui sviluppo viene inquadrato, da parte canadese, nei  negoziati per il FTAA (Free Trade Area of the Americas) che coinvolgono dal 1998 i 34 Stati del continente (Cuba esclusa). In corso di negoziato anche il CA-4 (“Central American 4” - con El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua). Per CARICOM e Rep. Dominicana i negoziati formali non avranno inizio prima della fine di quelli relativi al CA-4. Il Canada e l’Unione Europea hanno sospeso, nel maggio 2006, il negoziato per un accordo volto al rafforzamento degli scambi e degli investimenti reciproci (Trade and Investment Enhancement AgreementTIEA). Gli esiti positivi del recente Vertice UE-Canada (giugno 2007) fanno tuttavia sperare in una ripresa del negoziato per l’importante accordo.


3. Principali indicatori macroeconomici

 

 

2004

2005

   2006

PIL (prezzi costanti)

992.100

1.131.800

1.287.400

Variazione reale del PIL

3,3%

2,9%

2,7%

Composizione del PIL:

- industria

26,6%

29,1%

n.d.

- servizi

71,2%

68,7%

n.d

- agricoltura

2,2%

2,2%

n.d.

Reddito pro capite (PPP)

32.296 US$

34.053 US$

34.180 US$

Occupazione (sul totale della popolazione)

67,6%

67,1%

67,2%

Disoccupazione (sul totale della forza lavoro)

7,0%

6,8%

6,3%

Inflazione (media)

1,8%

2,2%

2%

Riserve (escluso oro)

34.400

33.000

38.840

Valuta

CAN $

CAN $

CAN $

Tasso di cambio

(€/CAD)

0,618

0.663

0.70

Bilancia partite correnti

21.200

26.300

26.600

Bilancia commerciale

+50.300

+53.500

+57.800

Esportazioni

329.800

373.900

415.300

Importazioni

279.500

320.400

357.500

Principali esportazioni

Macch. e attrezz.

Minerali, chimici

Olii minerali

 

Veicoli

Veicoli

Veicoli

 

Altri manufatti

Carta, legno

Macch. e attrezz.

Principali importazioni

Macch. e attrezz.

Macch. e attrezz.

Veicoli

 

Veicoli

Veicoli

Macch. e attrezz.

 

Altri manufatti

Carta, legno

Olii minerali

Principali Paesi fornitori (quota)

USA (58,7%)

USA (56,5%)

USA (54,9%)

 

Cina (6,8%)

Cina (7,7%)

Cina (8,7%)

 

Giappone (3,8%)

Giappone (3,9%)

Messico(4%)

Principali Paesi clienti

(quota)

USA (84,5%)

USA (83,9%)

USA  (81,6%)

 

Giappone (2,1%)

Giappone (2,1%)

Regno Unito (2,3%)

 

Regno Unito (1,9%)

Regno Unito (1,9%)

Giappone(2,1%)

Debito estero (3)

n.d.

n.d.

n.d.

Fonte: EIU – FMI/Banca Mondiale – OCSE – Statistics Canada -  Strategis, Industry Canada, (3) CIA World Factbook

Valori in milioni di dollari USA se non diversamente indicato

 


 RAPPORTI BILATERALI

 

 

1. Relazioni politiche

 

Le relazioni tra Italia e Canada sono caratterizzate da una significativa convergenza di interessi nei fori multilaterali, quali l'ONU, il G8, l'OSCE, la NATO e sui principali dossier di politica internazionale. Su molti temi i due Paesi votano nello stesso modo ed hanno analoghe sensibilità, ancorché esistano ulteriori margini di affinamento delle intese reciproche.

Registriamo una forte identità di vedute in materia di non proliferazione e di riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. A tale ultimo proposito, il Canada fa parte di quei Paesi cosiddetti like-minded che si oppongono a un aumento dei membri permanenti del massimo organo societario, formula ritenuta inadatta a soddisfare le esigenze di maggiore democraticità ed efficienza del CdS.

Si segnala, inoltre, una positiva collaborazione in Afghanistan. L’Italia ha registrato con soddisfazione i contributi canadesi alla riforma del settore della Giustizia e la conferma, nel corso dell’ultimo vertice UE-Canada del 4 giugno 2007, della partecipazione canadese alla missione EUPOL in quel Paese. Il Ministro degli Esteri canadese MacKay, inoltre, ha confermato la sua partecipazione, alla Conferenza “Rule of Law” che  avrà luogo il prossimo 3 luglio alla Farnesina.

 

Sul piano più strettamente bilaterale, le relazioni politiche sono eccellenti e la visita del Sottosegretario Craxi in Canada (17-21 ottobre 2006) ha consentito di inviare al Governo canadese un ulteriore messaggio dell’attenzione che l’Italia riserva ad un partner così importante. In tale occasione è stato altresì firmato con l’allora Vice Ministro degli Esteri canadese Harder un Memorandum di intesa sugli scambi giovanili, che consente soggiorni fino a sei mesi nei rispettivi Paesi per apprendere la lingua e svolgere contestualmente una attività lavorativa.

Successivamente, numerosi contatti bilaterali hanno contribuito a colmare una carenza di contatti a livello politico particolarmente evidente negli ultimi anni. A livello di Capi di Governo, il Presidente Prodi ha incontrato il Primo Ministro Harper a margine del Vertice NATO di Riga (novembre 2006), mentre il Ministro D’Alema ha, da ultimo, avuto un colloquio con il Ministro degli Esteri canadese MacKay a margine della ministeriale NATO di Oslo, lo scorso aprile[5]. Il Ministero per l’Innovazione Nicolais si è recato in Canada per ben due volte tra novembre e gennaio scorsi.

 

Nel quadro di una strategia complessiva volta a valorizzare le opportunità di collaborazione in campo economico e scientifico, lo scorso 28 maggio 2007 il Ministero degli Affari Esteri ha inaugurato, alla Farnesina, un “Tavolo Canada”. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di avviare una riflessione strategica degli attori, istituzionali e privati, del Sistema Italia sulle possibili iniziative di collaborazione da promuovere nel medio periodo verso il Canada.

In effetti, sul piano economico e scientifico, i rapporti non hanno l’intensità che, considerato l’ottimo andamento delle relazioni politiche e la presenza in Canada di una ampia comunità di origine italiana, si potrebbe immaginare. Ciò è dovuto al fatto che il Canada guarda soprattutto agli Stati Uniti ed alle economie emergenti, trascurando (fatta eccezione, per ovvie ragioni storiche, per il Regno Unito) la dimensione europea. Pesa anche un’informazione non sufficientemente approfondita della società italiana e delle sue potenzialità economiche e culturali. Il Tavolo Canada si è dunque proposto anche come strumento operativo per mostrare la 'faccia avanzata' delle rispettive economie, obbligate a perseguire la strada della innovazione a 360 gradi per mantenersi competitive.

Il Governo canadese, che ha ben colto il messaggio di attenzione costituito dal Tavolo, al punto da volervi contribuire attivamente, e' stato rappresentato alla parte iniziale dell'evento dall'Assistant Deputy Minister del Ministero degli Esteri e del Commercio internazionale, Stewart Beck.

Da parte italiana sono intervenuti il Ministro degli Affari Esteri, On. D’Alema, il Ministro del Commercio Internazionale, On. Bonino, il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Prof. Nicolais, i Presidenti delle Regioni Piemonte e Marche. In occasione del Tavolo, il Ministro D’Alema ha anche annunciato, a testimonianza dell’attenzione che l’Italia riserva al Paese nordamericano, l’avvio dell’iter di ratifica di importanti Accordi firmati in passato con il Canada, tra i quali, l’Accordo di Sicurezza Sociale, il Trattato di estradizione e quello sulla Doppia Imposizione.

Il momento istituzionale presso la Farnesina è stato accompagnato da un evento a carattere essenzialmente imprenditoriale che ha avuto luogo, nel pomeriggio dello stesso giorno, presso Confindustria, e che ha visto riunite circa 20 imprese ed Enti di ricerca canadesi ed una quarantina di aziende italiane (con successivi incontri business to business e visite ai distretti tecnologici ed industriali di Roma e Napoli), configurando così un'intera giornata di lavori dedicati al Canada.

Il Sindaco di Milano Moratti, infine, si è recato ad Ottawa, il 6 e 7 giugno scorsi, per illustrare alle Autorità canadesi le modalità ed i contenuti della candidatura di Milano ad ospitare l’EXPO 2015. Nella stessa occasione, il Sindaco Moratti ha lanciato l’idea di organizzare, nel prossimo mese di novembre, una “Settimana del Canada a Milano”, anche come seguito operativo del Tavolo Canada.

 

2. Relazioni economiche, finanziarie e commerciali

 

Secondo i dati Istat, nel 2006 l’interscambio dell’Italia con il Canada ha avuto un incremento di circa l’8% per un valore pari a 4.127,1 milioni di Euro. Le esportazioni italiane verso il Canada, cresciute del 12% rispetto al 2005, hanno raggiunto i 2.723 milioni di Euro. Le importazioni dall’Italia, pari ad un valore di 1.403,8 milioni di Euro, sono aumentate solo dello 0,9% . La bilancia commerciale si è confermata saldamente positiva a favore dell’Italia per oltre 1,3 miliardi di Euro, in aumento del 27% circa.

 

Nel corso degli ultimi anni, la composizione relativa dell’export italiano verso il Canada ha subito una graduale trasformazione: laddove la componente di beni di consumo (durevoli e non durevoli) rappresentava nel passato la maggioranza dell’export italiano verso il Canada, a partire dal 2001 i beni industriali costituiscono invece più della metà del nostro export.

 

Da un’analisi dettagliata dell’interscambio bilaterale, secondo i dati rilevati da Statistics Canada, emergono gli ottimi progressi delle esportazioni italiane del comparto agroalimentare, il quale ha guadagnato il 16%, corrispondente all’aumento di un punto percentuale nella quota sulle esportazioni totali verso il Canada. I guadagni del comparto sono stati sospinti soprattutto dai risultatidel vino, dell’olio d’oliva, delle paste alimentari e dei prodotti da forno.

Situazione molto positiva anche per i beni industriali, con un incremento delle esportazioni pari al 12,5%. In netta ripresa i veicoli (fra cui autovetture, camion, trattori, motociclette, velivoli ed imbarcazioni), che con una crescita del 17% hanno recuperato la posizione detenuta prima della battuta d’arresto nel 2005.

I prodotti minerali e chimici hanno raddoppiato il proprio tasso di crescita arrivando al 27% annuo. In questa categoria le voci trainanti sono state quelle dei prodotti farmaceutici e chimici, tra i quali composti eterociclici (un nuovo mercato che registra un più 150%), oli leggeri combustibili e derivati dal petrolio (+42%, per un valore di oltre $250 milioni).

Per i macchinari industriali, singola componente più consistente delle esportazioni italiane in Canada, si registra una crescita del 5,2% su base annua, con un valore di 1,3 miliardi di dollari canadesi.

Un comparto che ha fatto registrare risultati poco incoraggianti e’ stato quello delle calzature, del tessile e delle pelli, con un calo medio del 6,7% rispetto all’anno precedente. In flessione del 4,6% anche la carta, il legno, la gomma e la plastica. In calo di circa il 4% gli articoli di ceramiche, pietre e metalli, dove però le perdite si concentrano prevalentemente nella voce dei prodotti in cemento o pietra artificiale. Per mobili ed ottica, due voci di valori complessivi simili, il 2006 ha evidenziato un andamento contrastante: +18,8% per ottica e strumenti medici, raggiungendo $170 milioni di esportazioni,  mentre l’arredamento ha ceduto il 17,5%, pari a circa $30 milioni di dollari, ambito in cui si evidenzia l’inversione del 28% per il settore delle sedie,  caduto a livelli di scambio inferiori al valore raggiunto nel 2000. Per il mobile va segnalato però che il ribasso complessivo cela alcune note positive (sebbene per importi contenuti) per voci specifiche quali l’illuminazione nel British Columbia e i mobili in Alberta, oltre ai progressi delle cucine assemblate, soprattutto in Ontario.

 

In un contesto molto competitivo in cui le importazioni totali canadesi di beni di consumo hanno segnato un discreto aumento, il nostro Paese ha visto ridurre la propria quota di mercato, di fronte alla continua avanzata dei prodotti cinesi, che in tutte le suddette categorie di beni di consumo hanno registrato un aumento medio del 15%. Da notare che i progressi della Cina nei settori paragonati dei beni industriali si attestano sul 20%, ma in tali settori l’Italia non ha palesato le medesime difficoltà a competere, guadagnando anziché perdendo quote di mercato.

 

Sul versante delle esportazioni canadesi verso l'Italia (valore di 1.403,8 milioni di Euro) nel 2006 si è registrato un lieve incremento dello 0,9% rispetto al precedente anno. Il peso dell’Italia sulle esportazioni canadesi si mantiene più o meno invariato (0,4%).

 

Nel dettaglio, secondo i dati di Statistics Canada, le esportazioni verso l’Italia del comparto agroalimentare hanno registrato una ripresa, dopo una netta diminuzione nel 2005, ma l’export totale non ha raggiunto i livelli registrati nel 2004.

In negativo i beni di consumo, dove carta e legno, assieme a ceramiche e pietre, hanno rispettivamente subito una diminuzione del 19,2% e del 14,3%. Buoni progressi per mobili ed ottica (+30%), con un peso sulle esportazioni tuttavia di poco superiore al 4%.

I beni industriali nel 2006 hanno raggiunto la quota del 50% sulle esportazioni totali, con un aumento del 6,1%, per un ammontare di poco inferiore al miliardo di dollari. Tale crescita però cela un momento negativo per prodotti minerali e chimici, in perdita di oltre il 40%, mentre a trainare le esportazioni sono state le transazioni di veicoli, settore che ha guadagnato il 159,3%, portando il proprio peso sul totale dal 6% al 16,5%, per un totale di $300 milioni. Buona crescita per i metalli, in aumento del 29,5% sull’anno.

 

Nel contesto delle iniziative volte a favorire la cooperazione economica tra i due Paesi, si ricorda anche l’accordo di riassicurazione stipulato da SACE con l’omologo ente canadese EDC per la copertura di polizze a beneficio di aziende italiane e canadesi che operino congiuntamente verso Paesi terzi.

           

 

3. Quadro degli investimenti reciproci

 

Investimenti diretti italiani in Canada. (Generalità) Gli investimenti diretti tra Italia e Canada rimangono tuttora contenuti, e non rispecchiano il livello delle relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi. Secondo i dati del Bollettino Statistico dell’UIC, gli investimenti diretti italiani (flussi) verso il Canada nel 2005 (44,4 milioni di €) sono aumentati del 10,3% rispetto all’anno precedente (circa 40 milioni di euro), mentre quelli canadesi verso l’Italia si sono più che dimezzati (dai 51,5 milioni di euro del 2004 ai 21,5 milioni di euro del 2005).

L’Italia rappresenta solo il diciassettesimo Paese estero investitore diretto in Canada. Gli investitori italiani in Canada sono presenti nei settori dei macchinari industriali ed agroalimentari (food packaging/processing), mentre i produttori italiani di auto e veicoli sono pressoché assenti dal mercato canadese (come anche per il settore delle tecnologie avanzate). In genere si osserva uno scarso interesse verso il mercato canadese da parte delle imprese italiane medio-grandi. Inoltre, i fattori oggettivi legati alle caratteristiche proprie della struttura produttiva delle PMI rendono disagevole la crescita degli investimenti italiani in Canada ed impediscono ai nostri capitali di occupare in Canada gli spazi corrispondenti al peso dell’Italia nell’economia mondiale[t.so 2288 29.08.03].

 

Presenza imprenditoriale italiana in Canada. Circa 275 aziende canadesi sono filiali controllate o partecipate da imprese italiane. Le principali aziende italiane presenti in Canada con impianti di produzione sono: la Parmalat, la Ferrero (che presente in Canada da 30 anni, ha inaugurato, alla presenza del SS. Craxi, uno stabilimento produttivo a Brantford nell’area di Toronto l’ottobre scorso), l’Italcementi, la Mapei, la Pirelli, la Riello, la Luxottica. Intesa- BCI, l’unico gruppo bancario italiano ad essere presente in Canada, è uscito da questo mercato nella primavera 2004. Nel settore della meccanica strumentale tra le maggiori imprese italiane presenti in Canada con impianti produttivi o filiali commerciali possono essere menzionate: Comau, FTP, Parpas, Salvagnini (macchine per lavorazione dei metalli); Biesse, SCM Giben (macchine per la lavorazione del legno); Piovan, Negri Bossi, Automa, Amut, Meico Group, Oms, Bmb, Esse-ci (macchine per la lavorazione della plastica); Travaglini, Soncini, Simonazzi, Zanussi (macchine alimentari); Cerruti (macchine per stampa e grafica); Ima-Zanasi (macchine per confezionamento ed imballaggio). (msg Ottawa 330/2006)Nel settore dell’aeronautica (dove Montreal costituisce il terzo polo aeronautico del continente nordamericano) si segnala l’acquisizione da parte della MECAER di uno stabilimento a Montreal e l’apertura di una unità operativa sempre a Montreal della DEMA, azienda di servizi per l’ingegneria aeronautica. Inoltre, si rileva che l’azienda canadese Pratt & Whitney fornisce motori alla PIAGGIO Aero Industries (Genova) le cui esportazioni di aerei verso Paesi terzi utilizzano all’80% motori prodotti dall’azienda canadese. La Piaggio Aero, inoltre, ha recentissimamente (ottobre 2006) acquisito il 25% della stessa Pratt & Whitney Turbo Engines Corporation, con un investimento di circa 50 milioni di euro. Nel 2004 si è registrata l'apertura da parte della SORIN di Milano di un impianto per la progettazione e la produzione di valvole biomediche a Burnaby (Vancouver); la GEOX di Treviso (calzature) ha aperto due punti vendita a Toronto e Montreal; e WALD di Perugia (gruppo di produttori di ceramiche ed articoli per la casa) ha aperto un proprio punto vendita a Montreal con rete distributiva e magazzino di servizio. Il Gruppo Autogrill, tramite una controllata americana (HMSHost Corporation), ha finalizzato (ottobre 2006) l’acquisizione di Air Terminal Restaurant, azienda che opera i servizi di ristorazione in 9 aeroporti canadesi.

Nel dicembre 2003, la ExxonMobil Canada, che possiede il 50,8% di un progetto di sviluppo dei giacimenti di gas naturale al largo della Provincia canadese della Nuova Scozia, ha affidato ad una joint-venture guidata dalla SAIPEM un contratto per la progettazione, la costruzione e l’installazione (nell’estate del 2006) di una piattaforma di compressione al largo dell’Isola di Sable. Il contratto è parte integrante per lo sviluppo di uno dei progetti più importanti nel Canada Atlantico per l’estrazione di gas naturale. [msg 3419 11.12.03] SNAMPROGETTI (l’unità engineering dell’ENI) ha concluso, nell’aprile 2005, un accordo di joint-venture con la SNC Lavalin di Montreal per la realizzazione di tre unità di trattamento acque di un impianto di produzione di greggio che fa parte del più ampio programma “Horizon Oil Sands Project” con il quale si intende realizzare una cava di estrazione delle sabbie bituminose in Alberta. Nel predetto programma è presente anche la società italiana TECHNIP ITALIA spa, che ha firmato un contratto con la società canadese proprietaria dell’area (la Canadian Natural Resources Ltd) per attività di “engineering, procurement, supply, construction and precommissioning” di due unità produttive. Entrambe le società, Snam e Technip Italia, nel 2006 hanno aperto un proprio ufficio a Calgary.[msg.CG Edmonton 1178/05]

Nel novembre 2005, la SELI Italia si è aggiudicato il contratto, per un importo totale di 140 milioni di dollari canadesi, per la realizzazione di un tratto della metropolitana che collegherà il centro di Vancouver con l’aeroporto internazionale. Il progetto, che dovrebbe concludersi nel novembre 2008, sarà realizzato dalla SLCP-SELI nata dalla joint-venture tra la società italiana e la SNC-LAVALIN.

 

L’aumento delle spese previste nel Bilancio Federale 2005 per la difesa ha aumentato le prospettive per l’industria italiana. Alenia intende candidare il proprio C-27J “Spartan” nella gara d’appalto per la fornitura alle Forze Armate canadesi di 15 velivoli “Search and Rescue” (circa 2,6 mld di dollari canadesi). Il principale concorrente è il velivolo C-295 del consorzio franco-ispano-tedesco EADS-CASA, tecnicamente meno valido, ma meno costoso. In caso di successo, l’esigenza di dover predisporre un piano di ritorno industriale pari al 100% del valore del contratto crea le condizioni per lo sviluppo di collaborazioni industriali in settori avanzati digrande interesse per entrambi i Paesi. La commessa in parola è stata, da ultimo, oggetto degli incontri con le Autorità Canadesi del SS. Craxi nel corso della recente (ottobre 2006) visita ad Ottawa e Toronto.

Fincantieri, nonostante la mancata affermazione nella gara per la fornitura alla Marina Militare di tre navi per rifornimento e supporto logistico (“Joint Support Ship” – JSS), conserva la possibilità di essere prescelta per lo svolgimento di compiti ausiliari nel programma. Grande attenzione ha inoltre dedicato alla notizia dell’eventuale futura acquisizione, da parte canadese, di due unità per operazioni anfibie.

         

Investimenti diretti canadesi in Italia. Dopo la particolare impennata registrata nell’anno 2000 nei flussi degli investimenti diretti canadesi in Italia, i dati degli anni successivi mostrano che il valore degli investimenti diretti canadesi in Italia è tendenzialmente contenuto (attorno ai 27 milioni di euro nel biennio 2002-2003). Mentre nel 2004 si è registrata una interessante ripresa degli investimenti (51,5 milioni di euro) i dati del 2005 mostrano un ritorno ai precedenti valori (21,5 milioni di euro). Il flusso netto (saldo investimenti meno disinvestimenti) per il 2005 è stato pari a +2,4 milioni di euro, mentre era stato di 37,6 milioni di euro nel 2004 (+19 milioni nel 2002, +16,6 nel 2003). Gli investimenti canadesi si concentrano nei seguenti comparti: bevande, carta e cartone, editoria e stampa, information technology, lavorazione dei metalli, macchine industriali, sistemi di sicurezza, strumentazione biomedicale, telecomunicazioni. Il Nord Italia rappresenta la principale area di localizzazione delle iniziative canadesi. Si tratta generalmente di imprese grandi o medio-grandi ad alto livello di specializzazione settoriale, che, salvo rare eccezioni, realizzano tali investimenti con un massiccio ricorso all’acquisizione. La conclusione di accordi di joint-venture appare una tendenza recente e peculiare dei comparti ad alta tecnologia (telecomunicazioni e information technology). Si segnala infine che il Governo della Provincia dell’Alberta ha incluso l’Italia come “Paese Prioritario” (assieme ad USA e Germania) come fonte di investimenti nel settore dei prodotti per l’edilizia, con speciale riferimento a macchine e tecnologia per la produzione e la lavorazione dei mobili da cucina per uso locale e riesportazione, e nel settore delle tecnologie di lavorazione dei prodotti alimentari (assieme a Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi).

 

Presenza imprenditoriale canadese in Italia. Le principali imprese canadesi con operazioni in Italia sono Alcan, Bombardier, Nortel, Patheon e Celestica. La società canadese Alcan, uno dei leader mondiali nella produzione di alluminio, ha annunciato la vendita della sua divisione tubi in alluminio ad un gruppo formato dai dirigenti che la gestiscono attualmente insieme alla "21 Centrale Partners", fondo di investimento francese specializzato in imprese di medie dimensioni. La vendita, resa necessaria dai regolamenti comunitari che vietano alle imprese di assumere posizioni dominanti all'interno del mercato unico, ha per oggetto lo stabilimento italiano di Cividale al Piano, oltre ad uno in Francia ed un terzo nella Repubblica Ceca. [msg Ambotta 842 del 6.4.2005] Si registra una crescita dell’interesse delle principali catene alberghiere canadesi ad essere presenti nel nostro Paese. La “Four Seasons”, gruppo canadese leader negli alberghi di lusso che ha aperto negli scorsi anni un albergo a Milano, sta per aprire un secondo albergo a Firenze ed è in trattative per la costruzione nel borgo medioevale di Agnolla, nei pressi di Perugia, di un polo turistico a cinque stelle comprensivo del castello, del borgo e di un campo da golf.

La Bombardier Aeronautica ha annunciato la vendita di 19 jet a corto medio raggio Bombardier CRJ900 per un valore di 702 milioni di $USA alla compagnia My Way Airlines di Vicenza.

 

Investimenti diretti tra Italia e Canada (non sono considerati i disinvestimenti)

Anno

I.D.E. italiani in Canada

(milioni di €)

I.D.E. canadesi in Italia

(milioni di €)

2001

318,4

72,0

2002

59,0

26,7

2003

49,8

27,0

2004

40,2

51,5

2005

44,4

21,5

(Fonte: Ufficio Italiano Cambi)

 

 

Aree di intervento. L’Italia sconta, in un mercato particolarmente competitivo come quello canadese, sia le caratteristiche della sua struttura produttiva, nella quale prevalgono le piccole e medie aziende, sia la vicinanza magnetica del Canada agli USA, che inevitabilmente polarizzano attenzione ed investimenti della maggior parte delle aziende italiane. Il rafforzamento della presenza commerciale ed economica italiana in Canada dovrebbe procedere su un doppio binario: un migliore radicamento sul mercato (strutture di commercializzazione, magazzini di ricambi), in funzione di  stimolo alla crescita dell’attuale quota di mercato (al di sotto del 1,3%), lo sviluppo di investimenti diretti, collaborazioni industriali, cessioni di know-how e scambi di tecnologia.

La vivacità nel quadro degli investimenti canadesi verso gli altri Paesi, l’avanzato livello tecnologico dell’industria e la vocazione delle principali imprese canadesi ad investire all’estero per compensare gli svantaggi derivanti da un mercato interno caratterizzato da una popolazione di 32 milioni di abitanti sparsa su enormi distanze, rendono più che mai opportuna un’intensificazione della nostra azione di attrazione degli investimenti, in particolare con lo sviluppo di azioni informative focalizzate su selezionati gruppi di potenziali investitori canadesi e volte a promuovere l'immagine dell'Italia quale Paese che ha una presenza molto significativa anche nel panorama internazionale dell’alta tecnologia. Tra i settori di potenziale interesse si segnala che negli ultimi anni le industrie canadesi dell’alta tecnologia hanno raggiunto punte di eccellenza mondiale nell’ICT, nella farmaceutica, nell’aerospaziale, nell’industria ambientale, nelle nanotecnologie e nelle biotecnologie (il Canada è il secondo Paese al mondo per numero di imprese in quest’ultimo settore).

 

Problematiche di politica commerciale e di accesso al mercato. Il Canada partecipa attivamente al sistema commerciale multilaterale ed alle attività dell’O.M.C., ed è generalmente rispettoso degli obblighi internazionali previsti dagli accordi multilaterali, bilaterali o regionali. L'Italia è elencata fra le nazioni favorite (Most Favoured Nations) e a seguito dell'attuazione delle riduzioni tariffarie dell'Uruguay Round il trattamento tariffario medio è del 6,8%.

Permangono tuttora delle barriere tariffarie significative in alcuni specifici settori: alimentare (specie per i prodotti caseari); tessile ed abbigliamento; calzature; costruzioni navali. In particolare, sulle importazioni di prodotti alimentari, il Canada ha implementato un sistema di quote (TRQ) in sintonia con i suoi diritti in ambito OMC. Le importazioni che superano le loro quote specifiche sono assoggettate a tariffe maggiorate. Per alcune categorie di prodotto le tariffe applicabili possono toccare il 200%, come nel caso dei prodotti caseari. In Canada non sono tuttora ammessi molti prodotti di carne cruda trattata provenienti dall’Italia. Il Paese presenta situazioni di controllo più o meno intenso per la commercializzazione di vino e alcolici (in quasi tutte le Province del Canada hanno un Ente di Monopolio che controlla, in tutto o in parte, la commercializzazione delle bevande alcoliche).

Il Canada ha sottoscritto numerosi accordi bilaterali e multilaterali che includono misure per eliminare e/o diminuire le barriere all’interscambio ed agli investimenti anche nel settore degli appalti pubblici. Tuttavia, in tale settore esistono, a livello provinciale, delle preferenze che offrono vantaggi a piccole industrie e ad aziende canadesi.

La legislazione canadese è carente per alcuni diritti di proprietà intellettuale, specialmente per quanto riguarda la tutela delle indicazioni geografiche. La posizione canadese su proprietà intellettuale e origine geografica dei nomi talvolta crea problemi alle imprese italiane che vedono i loro nomi usati illeggittimamente in Canada.

Tra le principali istanze di patrocinio espresse dal sistema produttivo italiano nei confronti delle Autorità canadesi si segnalano la questione relativa alla gara per la fornitura di elicotteri navali alla Marina Militare (a seguito dell’aggiudicazione della commessa alla statunitense Sikorsky e ritenendo inaccettabile la pretesa “non compliance” della propria offerta, nel 2004 AgustaWestland ha intentato causa contro il Governo Canadese, con decisione attesa per fine 2007) nonchè le iniziative di carattere giudiziario per tutelare gli interessi del Consorzio Prosciutto di Parma. Un recente verdetto ha visto infatti assegnare l’utilizzo del marchio “Parma” alla ditta canadese Maple Leaf, titolare del marchio “Parma” registrato in Canada nel 1971. Il Consorzio Prosciutto di Parma ha presentato ricorso presso le Autorità giudiziarie canadesi contro la ditta canadese giacché la titolarità a quest’ultima ditta è fuorviante per il consumatore ed impedisce al Consorzio di impiegare il proprio marchio per le esportazioni in Canada, che avvengono con la denominazione “Original Prosciutto”


4. Programma promozionale

 

Le attività promozionali in Canada sono realizzate in stretta collaborazione tra la rete diplomatico-consolare, che assicura la funzione di raccordo con le istituzioni locali e svolge il ruolo di coordinamento delle iniziative dei diversi protagonisti del “Sistema” in Canada, e gli Uffici ICE (Montreal e Toronto), gli Istituti Italiani di Cultura, ENIT e le quattro Camere di Commercio (Montreal, Toronto, Vancouver–Edmonton-Calgary e Winnipeg).

Le proposte promozionali per il Canada tengono in considerazione che tale Paese fa parte dell’area NAFTA, il maggiore mercato mondiale, con importazioni annuali pari a oltre 1.600 miliardi di dollari USA. Pur nella logica dell’integrazione, il Canada è un mercato che presenta peculiarità storiche, linguistiche e politiche, ed una disponibilità di risorse economiche che impongono una specifica differenziazione. La visione prospettica delle nostre istituzioni nel medio-lungo periodo è  volta a:

 

-          consolidare le quote di mercato acquisite;

-          sostenere i settori dei beni che necessitano di consolidamento;

-          rilanciare in maniera sostanziale la meccanica strumentale italiana con azioni di comunicazione e di marketing massicce e sostenute da iniziative promozionali;

-          proporre all’attenzione dei mercati locali settori strategici delle produzioni e servizi nazionali (Hi-Tech, TLC, Aerospazio, Bio-Tech, sicurezza, etc.);

-          intensificare le attività a sostegno degli investimenti da e verso l’Italia (senza quest’azione la corrente esportativa potrebbe – nel giro di qualche anno – sensibilmente ridursi);

-          operare nelle aree più periferiche dove l’export italiano non è ancora conosciuto pur in presenza – in alcuni casi – di alti redditi e potere d’acquisto tali da poterne giustificare la presenza.

 

Per il 2006 sono state realizzate circa 40 iniziative promozionali sul territorio canadese per un ammontare complessivo di 4,2 milioni di euro, ripartite principalmente nei settori agro-alimentare (11 iniziative, tutte nell’area di Montreal), in quello moda-persona-tempo libero (10 iniziative, di cui 6 nell’area di Montreal) ed in quello della meccanica-elettronica (9 iniziative, tutte nell’area di Toronto). Per il programma promozionale 2007 sono stati individuati i seguenti settori di interesse: agroalimentare, enologico, gioielleria, moda, calzature, energia e ambiente, alta tecnologia, nautica e macchine per la lavorazione del legno.

 

 

5. Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

 

L'Accordo di Collaborazione Culturale, Scientifico e Tecnologico tra l'Italia e il Canada è stato firmato ad Ottawa il 17.05.1984 (ratificato il 26.08.1985). Il  Programma Esecutivo di Cooperazione Culturale, Scientifica e Tecnologica, firmato a Roma il 29.11.2000, è scaduto nel 2004. La Parte canadese ha fatto pervenire una  proposta  di collaborazione culturale che è attualmente all’esame delle Amministrazioni italiane. Per l’aspetto scientifico si è proceduto ad avviare contatti con le Autorità canadesi, ma non sembra vi sia interesse a rinnovare il Protocollo quanto piuttosto a sviluppare ulteriormente la cooperazione diretta tra gli enti e gli Istituti di ricerca dei due Paesi.

Il programma esecutivo scaduto nel 2004 ha previsto intense e strette forme di collaborazione con Ministeri, Enti Pubblici, Accademie, Istituzioni Universitarie e vari Centri di Ricerca Scientifica. Nel giugno 2001, in occasione del rinnovo del Programma di Collaborazione Culturale con il Canada, fu istituita una sottocommissione italo – quebecchese per negoziare programmi fra Italia e Quebec. E’ attualmente in fase di negoziazione il rinnovo del VI Programma Esecutivo di Collaborazione Culturale Scientifica e Tecnologica Italia – Quebec per gli anni 2007-2009.

 

Borse di studio: per l’a.a. 2006/07 sono state offerte dall’Italia n. 76 mensilità dell’importo di € 700, e n. 16 mensilità di analogo importo a cittadini italiani residenti in Canada oltre al biglietto aereo A/R per le borse della durata uguale o superiore a 8 mesi.

 

Collaborazione Interuniversitaria[6]. Nell’ambito dei programmi di internazionalizzazione (avviati nel triennio 1998-2000) il MiUR ha cofinanziato  accordi per programmi integrati di studio con rilascio di titoli di master e dottorato congiunti tra Atenei italiani e canadesi. Per il triennio 2004-2006 sono stati cofinanziati i seguenti  accordi: Università di Chieti – Geriatric Institute, Montreal University (Dottorato di ricerca congiunto nel settore medico); Università dell’Insubria – McMaster University, Thrombosis Unit, Dept. Haematology (progetto congiunto di ricerca); Università del Molise – University of Calgary – Haskin School of Business (progetto congiunto di ricerca in Analisi della competitività della destinazione turistica); Università di Trento – York University di Toronto (progetto congiunto di ricerca nel settore giuridico); IUAV di Venezia – University of British Columbia (progetto congiunto di ricerca di Osservatorio sperimentale sulle migrazioni internazionali nelle aree urbane dell’America Latina).

 

Appare poi significativa e ricca di prospettive la collaborazione in atto nell'ambito della ricerca scientifica e tecnologica fra gli enti canadesi e numerosi enti italiani (Istituto Nazionale di Fisica Molecolare - 14 progetti di ricerca; CNR - 5 progetti; Istituto Nazionale Tumori di Milano  - 1 progetto; Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova - 7 progetti; Istituto Regina Elena di Roma, Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli - 2 progetti; Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica di Bologna - 1 progetto).

In prospettiva, appaiono vieppiù interessanti i progetti di collaborazione tra Accademia dei Lincei e Royal Society in campo ambientale; tra la municipalità di Ottawa e quella di Catania nell’alta tecnologia; il contributo di Confindustria allo sviluppo delle PMI locali; l’accordo internazionale di cooperazione Italia-Canada in fieri sull’e-government e digital divide avente lo scopo di “promuovere la connettività favorendo la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e le attività di e-government, attraverso il lancio di iniziative congiunte, il coordinamento delle singole iniziative nazionali e con altri progetti nei PVS, con particolare riferimento all’Africa, all’America latina e ai Carabi”.

 

Diffusione della lingua italiana. L’italiano mantiene in Canada il quarto posto dopo inglese, francese e cinese. In Ontario la presenza di oltre 650.000 persone di origine italiana determina una diffusione dell’italiano a tutti i livelli di studio (su 14 atenei della regione, 12 hanno cattedre d’italiano, tra cui il Dipartimento d’italiano della University of Toronto, che risale al 1843). Nell’Ovest del Canada invece, l’italiano è in posizione più svantaggiata: nelle province di British Columbia e Alberta una sola Università ha un programma di laurea in italiano e nessuna ha il programma di dottorato.

A livello accademico, l’italiano è insegnato in 28 sedi universitarie, ove operano anche quattro lettori di ruolo (Calgary, Montréal, Ottawa e Vancouver) e sette lettori locali finanziati da contributi ministeriali. Corsi d’italiano sono organizzati  dai tre Istituti Italiani di Cultura di Montreal, di Toronto e di Vancouver e dagli otto Comitati della Società Dante Alighieri presenti nel Paese.

 

Manifestazioni culturali di rilievo. Nell’area francofona del Québec, l’Istituto di Cultura di Montréal opera consolidando le già proficue forme di collaborazione con le più importanti istituzioni culturali locali (musei, teatri e festival), sempre interessate a inserire mostre o manifestazioni italiane nei loro cartelloni. Tra le varie manifestazioni realizzate o in corso di realizzazione quest’anno, si segnalano il concerto di Maurizio Pollini, lo scorso mese di maggio, unica tappa canadese della tournée nordamericana del maestro e la mostra di design “Il modo italiano” presso il Musée des Beaux-Arts de Montréal. L’Istituto di Montréal si è inoltre attivato per la realizzazione di una grande rassegna cinematografica italiana annuale sul modello dell’ormai ventennale Festival del Cinema Italiano di Annecy, che in Francia si è rivelato una formula di sicuro successo.  Anche l’Istituto di Cultura di Toronto, e la sua sezione di Vancouver, perseguono un’azione di diffusione capillare della cultura italiana, in collaborazione con le istituzioni locali. Tra gli eventi del 2006, si ricordano la prima nordamericana dell’opera di Antonio Vivaldi “La Griselda”, promossa in cooperazione con l’associazione Opera in Concert a Toronto, lo scorso mese di gennaio, e il concerto tenuto lo scorso maggio dal trio Solisti della Scala” dedicato a Dante Alighieri.Vanno poi menzionate le diverse iniziative a sostegno del cinema italiano, con la partecipazione a diversi festival cinematografici, quali il XX Film festival dell’Unione Europea e il Toronto International Film Festival. Va segnalata, inoltre, la retrospettiva sull’opera di Michelangelo Antonioni, tenutasi fra luglio e agosto.

 

 

6. Comunità italiana, comunità del Paese in Italia e questioni migratorie

 

Il primo flusso di emigranti italiani verso il Canada può essere datato alla fine dell’ottocento. Secondo stime ufficiali canadesi, circa 120.000 italiani sono entrati nel Paese fino allo scoppio del primo conflitto mondiale. Per la maggior parte si trattava di agricoltori, minatori e di personale utilizzato nella costruzione delle ferrovie verso l’ovest ed il nord. Dopo un rallentamento negli arrivi tra le due guerre, il flusso migratorio è ripreso con intensità nel dopoguerra ed è continuato a livelli elevati fino alla fine degli anni sessanta. Le statistiche canadesi stimano in 540.000 gli arrivi di italiani tra il 1947 ed il 1981. La stragrande maggioranza di tali arrivi era costituita da persone in cerca di un lavoro di sussistenza (manovali, carpentieri, agricoltori, ecc.) facilmente ottenibile in un Paese dove la domanda di manodopera era molto alta, soprattutto nei settori delle costruzioni, nell’industria estrattiva e nell’agricoltura specializzata.

 

Dalla fine degli anni sessanta l’emigrazione italiana verso il Canada si è andata riducendo a numeri quasi irrilevanti: nel decennio 1981-1991 gli arrivi hanno pareggiato i rientri, mentre dal 1991 ad oggi il saldo risulta negativo, anche se di pochissime unità (circa 400 arrivi all’anno, contro i circa 500 rientri).

In sostanza, secondo i dati statistici canadesi, gli italiani emigrati verso il Canada ammontano fino adoggi a 700.000 unità. Non si è quindi lontani dalla realtà se, depurando tale dato dai defunti e dai rientri ed aggiungendovi i nati di seconda e terza generazione, si stima in circa 1.200.000 il totale degli italo-canadesi residenti in Canada (nel censimento del 1991, 1.150.000 persone hanno dichiarato di essere di origine italiana). Il 68% di tale collettività risiede nella provincia dell’Ontario; il 22% nella provincia del Québec; il restante 10% nelle altre province.

Per una corretta valutazione del dato sopra citato riferito ai cittadini italiani, è necessario ricordare che la maggior parte degli italiani arrivati in Canada ha “dovuto subire” le previsioni della legge sulla cittadinanza italiana n. 555/1912. In sostanza, costretti a naturalizzarsi canadesi per poter ottenere la residenza ed il lavoro, quasi tutti hanno perso la cittadinanza italiana. E’ quindi comprensibile la corsa al riacquisto verificatasi subito dopo l’entrata in vigore della nuova legge n. 91/92 che indica anche un desiderio concreto di mantenere vivi i legami con la patria d’origine. Oggi quindi in Canada parlare di cittadini italiani significa riferirsi a “doppi cittadini” tenendo presente che la prassi della doppia cittadinanza (italiana e canadese) è quella più comune, sia per riacquisto, sia per discendenza.

Sulla base di tali premesse e rilevando che le statistiche ufficiali canadesi non aiutano ad identificare una nazionalità aggiuntiva rispetto a quella locale, si può affermare che il numero totale di cittadini italiani o doppi cittadini i quali risultano iscritti nell’anagrafe consolare è di 102.403 unità (fine 2005). Si tratta certamente di un numero inferiore alla realtà ma non molto lontano da essa. Un calcolo di buona approssimazione prospetta infatti un’area di cittadini doppia rispetto a quella rilevata dall’anagrafe. Ne costituirebbero la base i tanti individui nati in Canada da genitori che non avevano ancora perso la cittadinanza italiana, probabilmente inconsapevoli di una eventuale italianità anagrafica e debolmente incline a rivendicarla ed a esercitarla.

 

Come ultima annotazione, vale la pena di rilevare che la quasi totalità dei membri dei cinque Comites costituiti in Canada è composta da doppi cittadini e che il potere di penetrazione e di intervento della nostra rete diplomatico-consolare è in parte ridotto dalla doppia cittadinanza (le Autorità canadesi garantiscono ai propri cittadini la riservatezza dei dati a loro riferiti che non possono, in moltissimi casi, essere da noi acquisiti per via amministrativa).

 

Ad un primo approccio, l’integrazione della nostra Comunità nel tessuto sociale del Canada appare più che soddisfacente. Uno sguardo ravvicinato focalizza però una realtà più complessa, dettata anche dalle specificità territoriali, etniche e linguistiche di questo grande Paese. La politica del “multiculturalismo”, perseguita dai governanti canadesi a partire dagli anni sessanta come simbolo della identità nazionale del Canada, ha comportato l’assenza di misure discriminatorie, legali o fattuali nei confronti delle comunità non anglofone (dominante) o non francofona (minoritaria e concentrata nel Québec); ciò ha consentito una partecipazione attiva alla vita quotidiana della società locale ed il raggiungimento di posizioni politiche di rispetto sul piano comunale, provinciale e federale.

Tuttavia, tale rilevante presenza non si traduce in una “lobby italiana” nei gangli ove si determinano, o si influenzano, le sorti del Paese e delle province: nell’alta finanza, nella grande industria, negli organi di informazione, negli ambienti artistici e dello spettacolo, qui dotati di speciale impatto. Gli italiani sono in sostanza sottorappresentati lì dove altre comunità si sono ricavate nicchie più larghe. Anche la composizione del Governo Harper, nel quale, a differenza di quanto successo con Paul Martin, la rappresentanza italo-canadese è scarsa, rispecchia tale situazione. I rappresentanti politici di origine italiana eletti nell’attuale legislatura sono 13 (Maurizio Bevilacqua, Joe Comuzzi, Raymond Folco, Joe Fontana, Albina Guerrieri, Karen Longo Redman, Maria Minna, Massimo Pacetti, Anthony Rota, Francio Scarpaleggia, Judy Sgro’, Joseph Volpe, e  appartengono tutti al Partito Liberale, con l’eccezione dell’On. Dean Del Mastro del Partito Conservatore). I senatori (nominati dal Governatore Generale su proposta del Primo Ministro) sono due: Consiglio Di Nino e Marisa Ferretti Barth.

 

Dopo lunghi e complessi negoziati le autorità canadesi hanno acconsentito alla partecipazione al voto per le elezioni politiche italiane dello scorso aprile 2006 da parte dei connazionali colà residenti. La partecipazione al voto è stata elevata, con una media del 43,3% di buste restituite nei tempi di legge rispetto ai plichi inviati, ed è risultato eletto alla camera dei Deputati l’On. Gino Bucchino (Unione), residente a Toronto.

 

COMITES: Le Autorità canadesi non consentono l’elezione diretta dei Comites, per cui sin dal 1993 sono stati costituiti a Ottawa, Montreal, Toronto, Edmonton e Vancouver dei comitati "spontanei"  che nel corso del 1994 hanno ottenuto i riconoscimenti previsti dalla legge italiana per diventare operativi.

Tali comitati sono stati rinnovati nel 2004, con procedure di consultazioni tra le Associazioni locali, condotte dagli Uffici consolari i quali hanno poi proceduto alla loro formale “istituzione”.

CGIE: I membri del CGIE per il Canada sono i seguenti: il Sig. Gino BUCCHINO, residente a Toronto e componente del Comitato di Presidenza per i Paesi anglofoni; il Sig. Rocco DI  TROLIO, residente a Vancouver; il Sig. Giovanni RAPANA’, residente a Toronto, componente del Comitato di Presidenza per i Paesi anglofobi, il sig. Domenico MAROZZI, residente ad Edmonton; il Sig. DI GIOVANNI, residente a Toronto; il Sig. Carlo CONSIGLIO, residente a Toronto, Consigliere di nomina governativa per il CTIM.


7. Dati statistici bilaterali

 

 

INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA-CANADA 2006 - 2007

(dati ISTAT in milioni di euro)

genn. 2006

genn. 2007

Var.  07/06

Esportazioni italiane verso il Canada

189,2

188,5

-0.37%

Importazioni italiane dal Canada

130,2

145,0

+11,3%

Totale interscambio bilaterale

319,4

333,5

+4,4%

Saldo per l’Italia

+59,0

+43,5

-26,2%

Fonte Istat

 

 

 

 


 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI ITALIANE (anno 2006)

ESPORTAZIONI

IMPORTAZIONI

1. Macchinari e materiale da trasporto

1. Materie prime non commestibili, esclusi carburanti

2. Prodotti finiti

2. Macchinari e materiale da trasporto

3. Prodotti chimici

3. Prodotti alimentari e animali vivi

4. Bevande e Tabacchi

4. Combustibili minerali, lubrificanti e prodotti connessi

5. Prodotti alimentari e animali vivi

5. Prodotti chimici e prodotti connessi

6. Oli, grassi e cere

6. Prodotti finiti

   Fonte: Istat

 

 

INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO

 

2004

2005

2006

 Esportazioni verso il Canada sul totale dell’export italiano

0,82%

0,83%

0,83%

 Importazioni dal Canada sul totale dell’import italiano

0,48%

0,46%

0,40%

   Fonte: Istat

 

 

QUOTE DI MERCATO (anno 2006)

PRINCIPALI FORNITORI

% su import

PRINCIPALI ACQUIRENTI

% su export

1. Stati Uniti

54,89

     1. Stati Uniti

81,62

2. Rep. Pop. Cinese

8,70

     2. Regno Unito

2,29

3. Messico

4,03

     3. Giappone

2,15

4. Giappone

3,87

     4. Rep. Pop. Cinese

1,74

5. Germania

2,80

     5. Messico

1,00

6. Regno Unito

2,74

     6.  Germania

0,88

7. Corea del Sud

1,45

     7.  Corea del Sud

0,74

11. Italia

1,24

    12. Italia

0,43

   Fonte: Statistics Canada – Industry Canada

 


 


INVESTIMENTI DIRETTI DA E VERSO IL CANADA (stocks) (anno 2005)

Dal Canada

Mld $ CAN

% tot

In Canada

Mld $ CAN

% tot

1. Stati Uniti

213,7

45,9

     1. Stati Uniti

266,5

64.1

2. Regno Unito

42,7

9.1

     2. Regno Unito

29,9

7,2

3. Barbados

34,7

7,5

     3. Francia

28,4

6,8

4. Irlanda

19,5

4,2

     4. Paesi Bassi

21,7

5,2

5. Bermuda

13,6

2,9

     5. Svizzera

13,0

3,1

Totale Paesi

465,1

100

  Totale Paesi

415,6

100

Fonte: Statistics Canada – I.C.E.

 

 

 

 

SACE ( al 31.12.2006 – milioni di Euro )

 Categoria di rischio

0

 

Impegni in essere (a)

8,55

 

Indennizzi erogati da recuperare (b)

0

 

Esposizione complessiva (a + b)

8,55

 

Fonte:SACE

 

 

 

 

 

 

 

FLUSSI TURISTICI BILATERALI ITALIA-CANADA

 

Dall’Italia

Verso l’Italia

Anno 2000

110.000 arrivi

186.000 arrivi

Anno 2001

106.000 arrivi

266.000 arrivi

Anno 2002

141.000 arrivi

257.000 arrivi

Anno 2003

95.000 arrivi

190.000 arrivi

Anno 2004

96.000 arrivi

411.000 arrivi

Anno 2005 

94.000 arrivi

513.000 arrivi

Anno 2006

81.000 arrivi

562.000 arrivi

Fonti: U.I.C.

 



[1] Fonte: CIA Worldfactbook .

[2] Alle ultime elezioni i conservatori avevano ottenuto 124 seggi, cui si è aggiunto un membro dei liberali  passato nelle fila dei conservatori portando quindi i seggi a 125.

[3] 9 seggi sono vacanti.

[4] Restrizioni nazionali all’impiego delle truppe per operazioni pianificate, cioè non di emergenza

[5] L’attuale Governatore Generale, Michaelle Jean è stata ricevuta al Quirinale dal Presidente Ciampi per una visita di cortesia il 27  febbraio 2006, in occasione di un suo viaggio in Italia per assistere alla cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici invernali di Torino. Il Presidente del Senato canadese Kinsella, dopo aver  incontrato il Presidente del Senato Marini, è stato ricevuto il 10 ottobre in visita di cortesia dal Presidente Napolitano.

 

[6] Particolarmente attivo nell’area canadese il Politecnico di Milano, che risulta aver  stipulato quattro accordi per lo scambio di studenti con la McGill University, con l’Università del Quebec di Montreal (due accordi, uno nel settore architettura, l’altro nel design), con la Simon Fraser University, nonché una convenzione quadro con la University of Waterloo per la promozione di attività e progetti congiunti (seminari, scambio materiali e documentazione, scambio docenti ecc.). Si menzionano, altresì, un accordo quadro tra l’Università di Genova e quella di Ottawa, e due accordi dell’Università di Roma La Sapienza con la University of British Columbia di Vancouver (settore scienze economiche e statistiche) e con la York University di Toronto (Settore Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche).  Recentemente la nostra Ambasciata ha segnalato che la Carleton University di Ottawa ha mostrato interesse ad instaurare rapporti di partnership nel settore delle Scienze Politiche. Di ciò è stata data informativa ad alcune Università italiane, ricevendo risposte positive dalle Università di Roma La Sapienza, della Calabria, Genova e Bologna.