Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali |
Titolo: | Ecuador |
Serie: | Schede Paese Numero: 38 |
Data: | 16/10/2007 |
Ecuador
Cenni storici
Una cultura indigena sviluppata esisteva in Ecuador ancor prima della conquista da parte dell’impero Inca nel XV secolo. Nel 1534, gli spagnoli colonizzarono l’intera regione andina. La popolazione indigena fu decimata dalle malattie e furono create le “encomiendas” infeudate a latifondisti spagnoli. Nel 1563, Quito divenne sede di una “audiencia real”, suddivisione amministrativa del Regno di Spagna.
Nel 1822, l’Ecuador si unì alla Repubblica di Gran Colombia di Simon Bolivar, per distaccarsene nel 1830. Dopo un periodo di instabilità, il conservatore Gabriel García Moreno unificò il paese verso il 1870 con il sostegno della Chiesa cattolica.
Alla fine del XIX secolo, la crescente domanda da parte dei mercati internazionali determinò la specializzazione dell’economia ecuadoriana nella coltivazione del cacao e provocò vaste migrazioni interne dalle montagne verso le nuove aree agricole della costa. E’ legata a questa fase la rivoluzione del liberale Eloy Alfaro, nel 1895.
La crisi del mercato internazionale del cacao provocò nuova instabilità politica. Gli anni ’30 e ’40 furono marcati dal populismo, il cui massimo rappresentante fu il cinque volte presidente José Velasco Ibarra.
Nel gennaio del 1942, con la firma del Protocollo di Rio, fu posto fine ad un breve conflitto con il Perù, che ottenne concessioni territoriali nella regione amazzonica.
Dopo la seconda guerra mondiale, la ripresa dei mercati agricoli (banane) consentì all’Ecuador di godere di un periodo di sviluppo economico e di stabilità politica, dal 1948 al 1960. Il primo dei tre presidenti liberamente eletti fu Galo Plaza.
Una nuova fase di instabilità caratterizzò gli anni ’60 e 70, con ripetuti colpi di stato militari, mentre iniziò lo sfruttamento di giacimenti petroliferi nella regione amazzonica dell’Ecuador. Dopo la diminuzione dei prezzi internazionali del greggio, l’Ecuador tornò ad un governo democratico nel 1979.
Una nuova guerra con il Perù scoppiò fra il gennaio e il febbraio 1995, per una controversia sulla demarcazione di una parte remota e pressoché insignificante della frontiera stabilita dal Protocollo di Rio del 1942.
Abdala Bucaram fu eletto presidente nel 1996, quale candidato del Partito roldosista ecuadoriano (PRE). Il Congresso decretò la sua deposizione nel 1997, per “incapacità mentale”.
Il 12 luglio 1998, Jamil Mahuad, sindaco di Quito e candidato del Partito democrazia popolare si impose al secondo turno. Il suo insediamento, il 10 agosto 1998, coincise con l’entrata in vigore della nuova Costituzione. Mahuad concluse la pace con il Perù il 26 ottobre 1998.
Il 21 gennaio 2000, polizia ed esercito si rifiutarono di reprimere una manifestazione di gruppi indigeni a Quito. I dimostranti imposero una giunta di tre persone, con l’appoggio di alcuni ufficiali dell’esercito. Il presidente Mahuad fu costretto a dimettersi e il vice presidente Gustavo Noboa fu nominato capo dello Stato, con la ratifica del Congresso, convocato il 22 gennaio a Guayaquil.
Noboa cercò di superare le tensioni sociali e di ricreare condizioni di crescita economica, basandosi su fluttuanti maggioranze parlamentari. Il suo mandato è terminato il 15 gennaio 2003, con l’insediamento del nuovo presidente Gutierrez.
Nell’aprile 2005, dopo una giornata di disordini, il Congresso, riunito in una sede di fortuna e con soli 60 voti sui 67 richiesti dalla Costituzione, ha destituito il Presidente Gutierrez e la Presidenza è stata assunta da Alfredo Palacio. Nel novembre 2006, l’economista di sinistra Rafael Correa ha vinto le elezioni presidenziali, prevalendo sul candidato conservatore Alvaro Noboa, il principale imprenditore del Paese nel settore delle banane.
Dati generali
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Abitanti |
13.755.680 abitanti |
Superficie |
283,560 Kmq |
Capitale |
QUITO (1.500.000 abitanti) |
Lingue |
Spagnolo, lingue amerindie, (soprattutto Quechua) |
Gruppi etnici |
Meticci 65%, merini 25%, ispanici ed altri 7% |
Religioni praticate |
cattolica |
CARICHE DELLO STATO
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Presidente della Repubblica e Capo del Governo |
Rafael CORREA DELGADO |
Vice Presidente |
Lenin MORENO GARCÉS |
Presidente dell’Assemblea Legislativa |
Jorge CEVALLOS MACÍAS |
Ministro degli Esteri, del Commercio e dell’integrazione |
María Fernanda ESPINOSA |
Ministro dell’Economia e delle Finanze |
Fausto ORTIZ DE LA CADENA |
Ministro della Difesa |
Wellington SANDOVAL |
Quadro politico
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Il 15 gennaio 2007 si è insediato il nuovo Presidente ecuadoriano, Rafael Correa Delgado, giovane economista, fondatore del movimento Alianza País, che, al secondo turno delle elezioni del 25 novembre 2006, si è imposto con il 57% dei voti sul candidato di destra, Alvaro Noboa.
Tra le priorità del suo programma di Governo la convocazione di un’Assemblea costituente con l’incarico di riscrivere la Costituzione del 1998 per rendere possibile un’effettiva partecipazione dei cittadini alla vita democratica; la rinegoziazione del debito estero il cui peso vanifica qualsiasi politica sociale e di sviluppo.
Nelle prime dichiarazioni il neo Presidente ha dichiarato che il suo è un trionfo della speranza e della cittadinanza, volto a creare un'era di giustizia sociale, istruzione, salute, lavoro, casa e dignità per tutte e tutti. Ed ha ribadito l’impegno per la convocazione del referendum costituzionale.
La riforma della Costituzione è stato uno degli assi centrali della campagna elettorale di Correa che intende “rifondare” lo Stato, togliere potere alla vecchia partitocrazia e sradicare la corruzione e il clientelismo politico.
Tuttavia, proprio la questione del referendum ha aperto una grave crisi istituzionale nel Paese: di fronte alla decisione del Tribunale Supremo Elettorale di investire il Parlamento della decisione di indire la consultazione referendaria, ci sono state manifestazioni popolari di protesta, sostenute dal Governo che non ha rappresentanza nell’attuale Parlamento, in quanto la sua coalizione Alianza País non ha presentato candidati alle elezioni legislative con l’idea di convocare un’Assemblea costituente.
Di fronte all’ondata sempre più grave di protesta, che ha portato i manifestanti a porre in stato d’assedio il Parlamento, il Tribunale Supremo Elettorale ha stabilito di convocare il referendum per il 15 aprile 2007. Tale decisione è stata respinta da 57 deputati dell’opposizione (su 100 seggi in totale) che hanno deciso di destituire il Presidente del Tribunale Supremo Elettorale.
Il Presidente del Tribunale Supremo Elettorale, in base alla legge che consente di destituire o sospendere i diritti politici di qualunque funzionario che interferisca in un processo elettorale, ha destituito i 57 parlamentari che si opponevano al referendum, lasciando, però, in questo modo il Parlamento ecuadoriano senza il quorum sufficiente per legiferare. Successivamente i deputati destituiti sono stati sostituiti da supplenti che hanno consentito la ripresa dell’attività parlamentare.
Il referendum, svoltosi regolarmente il 15 aprile, ha segnato una netta vittoria per il Presidente Correa che ha ottenuto l’82% dei voti favorevoli alla sua proposta di indire un’Assemblea costituente. Tale risultato di fatto ha prepotentemente collocato il Presidente Correa al centro della vita politica dell’Ecuador, decretando al tempo stesso la crisi dei partiti politici tradizionali
Lo scontro tra poteri dello Stato non ha però accennato a diminuire: il 24 aprile 2007 il Tribunale costituzionale ha deciso di reintegrare i parlamentari destituiti dal Tribunale Supremo Elettorale. A tale misura il Parlamento ha risposto con l’approvazione, con 52 voti a favore su 100, di una risoluzione che impone la conclusione del mandato ai nove membri del Tribunale Costituzionale, sei dei quali avevano votato a favore del reintegro dei parlamentari.
Il 30 settembre 2007 si sono svolte le elezioni per l’Assemblea costituente che hanno visto il trionfo del Partito del Presidente, Movimiento Patria Altiva y Soberana. (Mi País). I risultati, ancora non definitivi, attribuiscono al Presidente il 69,5% delle preferenze, mentre le altre formazioni raggiungono percentuali assai distanti. La formazione più vicina al Governo, il Partido Sociedad Patriótica (PSP) ha ottenuto il 7,29%, a cui seguono il Partido Renovador Institucional Acción Nacional (Prian), con il 6,59%, il Partido Social Cristianos (PSC) con il 3,86%, il Movimiento Red Ética y Democracia (MRED) con il 2,01%, il Partido Movimiento Popular Democrático (PMPD) con l’1,68% e Una Nueva Opción (Uno) con 1,11%. Le restanti formazioni hanno ottenuto meno dell1% delle preferenze.
Il risultato delle elezioni per l’Assemblea costituente conferma, quindi, la crisi dei partiti politici tradizionali e la forza del movimento che sostiene l’azione del Presidente Correa.
Con tale risultato si prevede che al Movimento Patria Altiva y Soberana (Mi País) siano attribuiti nella prossima Assemblea Costituente 80 dei 130 seggi disponibili (di cui 6 in rappresentanza degli ecuadoriani all’estero).
I lavori dell’Assemblea Costituente si apriranno nel mese di novembre e avranno a disposizione un periodo di 180 giorni per elaborare una nuova Carta costituzionale. Tale periodo di tempo potrà essere prorogato per un massimo di sessanta giorni. Il testo approvato dall’Assemblea dovrà essere ratificato dal popolo mediante referendum.
Attuale composizione del Congreso
ID, Partido Izquierda Democrática |
8 |
PRE, Partido Roldosista Ecuatoriano |
6 |
MUPP-NP, Partido Pachakutik |
6 |
PRIAN, Partido Renovador Independiente Acción Nacional |
5 |
RED, Red Etica y Democracia |
5 |
PSP, Partido Sociedad Patriotica |
5 |
UDC, Unión Demócrata Cristiana |
4 |
PSC, Partido Social Cristiano |
3 |
MPD, Movimiento Popular Democrático |
3 |
PS-FA, Partido Socialista Frente Amplio |
1 |
ARE, Acción Regional por la Equidad |
1 |
MCNP, Movimiento Ciudadano Nuevo País |
1 |
DN, Dignidad Nacional |
1 |
Deputati non appartenenti ad alcuna formazione politica |
51 |
Totale |
100 |
L’attuale composizione del Parlamento (i cui dati provengono dal sito del Parlamento dell’Ecuador), riflette la decisione del Tribunale Supremo Elettorale di dichiarare decaduti i deputati che si erano opposti allo svolgimento della consultazione referendaria. La decisione di reintegrare 50 deputati su 57 stabilita dal Tribunale Costituzionale non ha finora modificato tale composizione.
Il Presidente Correa ed i suoi più stretti collaboratori, inclusi i membri del suo partito in seno all’Assemblea Costituente, ritengono che con l’entrata in funzione di detto organo il mandato del Congresso ecuadoriano deve considerarsi esaurito ed hanno invitato i parlamentari a dimettersi. Questi ultimi hanno replicato che non intendono farlo. Tuttavia sulla base del risultato della consultazione elettorale e dei nuovi equilibri del Paese, si tratterebbe comunque di un Congresso privo di potere e inviso all’opinione pubblica.
La nuova Assemblea costituente dovrebbe quindi dissolvere il Congresso e installare una Commissione legislativa, incaricata del disbrigo degli affari correnti, in attesa di procedere a nuove elezioni.
Quadro istituzionale
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L’attuale Costituzione dell’Ecuador è stata adottata il 5 giugno 1998 ed è entrato in vigore il successivo 10 agosto.
Presidente della Repubblica
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L'Ecuador è una Repubblica presidenziale. Il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica, che esercita il potere esecutivo con l’ausilio dei Ministri da lui nominati e rimossi, è eletto a suffragio diretto a doppio turno, unitamente al Vice Presidente, e resta in carica 4 anni. Il Presidente della Repubblica non può essere immediatamente rieletto. In caso di impedimento del Presidente, le sue funzioni vengono assunte dal Vice Presidente fino alla scadenza del mandato. In caso di contemporaneo impedimento, il Congresso Nazionale elegge un Presidente e un Vicepresidente fino alla conclusione del mandato.
Parlamento
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La funzione legislativa è esercitata da un Parlamento monocamerale con sede a Quito. Il numero dei parlamentari è proporzionale a quello della popolazione ed attualmente è di 100 deputati.
Il sistema di voto, con collegi su base regionale e nazionale, è di tipo proporzionale.
Attualità di politica estera(in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri)
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Priorità di politica estera
L’Ecuador persegue da anni una politica di integrazione latino-americana non limitata alla Comunità Andina, ma estesa anche al rafforzamento del dialogo in corso con il Mercosur. Parallelamente, sono di natura privilegiata i rapporti con Washington, Canada e Giappone. Particolare interesse si registra anche verso l’Europa.
La vittoria di Correa potrebbe rappresentare una svolta nella conduzione delle relazioni internazionali dell’Ecuador. Nell’ultima fase della campagna elettorale il Presidente eletto ha dichiarato che intende mantenere una linea di politica estera autonoma ed ispirata a un “sano nazionalismo”, teso anche a porre rimedio al forte esodo di connazionali alla ricerca di migliori condizioni di vita all’estero. Tuttavia, non è improbabile un allineamento al “fronte latinoamericano”, fortemente polemico con Washington, costituto da Chávez e Morales, anche se non può ancora prevedersi quale intensità possa assumere il rapporto con Venezuela e Bolivia. Si tratta di due Paesi con cui l’Ecuador ha intrattenuto buoni rapporti per anni ma senza quella vicinanza “ideologica” che costituirebbe adesso la base delle relazioni tra Quito, Caracas e La Paz. A ciò si aggiunga che i tre Paesi sono accomunati dall’affrontare problemi simili (anche se di intensità diversa) legati all’esportazione di idrocarburi. Inoltre, Bolivia e Ecuador, i paesi latinoamericani a maggior presenza indigena, condividono una struttura “duale” del territorio e della vita politica nella dicotomia tra, da una parte, l’altopiano andino e, dall’altra, le pianure della costa (in Ecuador) e del tropico orientale (in Bolivia). In ogni caso, i rapporti con il Venezuela si sono intensificati in occasione della visita di Chavez a Quito (12 agosto 2007): sono stati firmati vari accordi in materia energetica tra cui un importante intesa per la costruzione della più grande raffineria della costa pacifica dell’America Latina. Essa proietterà l’Ecuador sul mercato energetico dell’estremo oriente; le opere, del valore di circa 5 miliardi di dollari, saranno finanziate da Caracas.
L’Ecuador sostiene attivamente il processo di integrazione regionale, secondo linee interpretative che rendono spesso simili le posizioni ecuadoriane e quelle venezuelane. Il presidente Correa si è espresso in termini entusiastici in merito a quanto è stato deciso in occasione del vertice dell’Isla Margarita (16-17 aprile 2007), e cioè di sostituire la denominazione di "Comunitá Sudamericana delle Nazioni" con "Unione delle Nazioni Sudamericane" (UNASUR) che sarà dotata altresì di un Segretariato permanente con sede a Quito e di un Segretario Generale. Ragione di ulteriore soddisfazione per Correa è stata la scelta dell’ex presidente dell’Ecuador, Rodrigo Borja, come Segretario (ancora in pectore) di UNASUR.
Rapporti con i principali Paesi partner
Le relazioni con il Perù, su cui si è incentrata l’attenzione della politica estera negli ultimi anni, sono state finalmente iscritte nel quadro di un articolato sistema pattizio. Il raggiungimento della pace definitiva con Lima ha posto fine alla controversia territoriale che aveva provocato i conflitti armati del 1981 e del 1995. In tale contesto merita attenzione il programma di sviluppo della regione di frontiera che attrae, infatti, un buon numero di iniziative di cooperazione. In tale contesto l’Italia può rivendicare un ruolo positivo: la nostra cooperazione realizza l’iniziativa denominata "Programma di Cooperazione Socio-sanitaria a Sostegno del Piano Binazionale di Pace". E’ importante notare come, nonostante permangano forti differenze politiche tra le amministrazioni Garcia e Correa, i due Presidenti abbiano deciso nel corso della prima “Riunione binazionale del Gabinetto dei Ministri di Perù ed Ecuador” (Tumbes, 1 giugno 2007) di istituzionalizzare le riunioni dei ministri e, soprattutto, di creare un meccanismo “2 + 2” dei ministri degli esteri e della difesa.
Risolto il contenzioso con il Perù le maggiori asperità nella politica estera riguardano le relazioni con la Colombia. Destano preoccupazione le infiltrazioni di narco-guerriglieri nelle province nord-amazzoniche di confine e la questione dei rifugiati colombiani che abbandonano il loro Paese per evitare le violenze del conflitto interno. In effetti, sia il Governo sia l’opinione pubblica ecuadoriana continuano a manifestare preoccupazione per le ripercussioni internazionali della crisi colombiana. Recentemente i rapporti si erano fatti ancora più tesi a seguito sia della posizione assunta da Correa, che ha dichiarato di non considerare la FARC un gruppo terrorista, sia del danno ambientale e sanitario causato, anche in Ecuador, dalle fumigazioni aeree delle coltivazioni di coca ordinate dall’Amministrazione Uribe. Sono da registrare due sviluppi positivi per i rapporti tra Quito e Bogotà: la partecipazione di Uribe all’insediamento di Correa e un accordo sulle fumigazioni. In un incontro tra i due in occasione dell’insediamento di Daniel Ortega (gennaio 2007) si sarebbe convenuto che la Colombia si impegna a condurre le fumigazioni in modo da non arrecare danni all’Ecuador e a notificare preventivamente tali attività potenzialmente pericolose per consentire ad esperti ecuadoregni di ispezionare la frontiera. L’intesa non esclude, tra l’altro, che l’Ecuador persegua azioni internazionali per il risarcimento del danno ambientale già subito. L’OSA potrebbe comunque essere investita della questione. Correa, peraltro, ha partecipato il 12 ottobre 2007 al Vertice di La Guajira (Colombia) con Chavez e Uribe, lì riuniti per l’inaugurazione di un gasdotto che, tra qualche anno, verrà prolungato verso nord fino al Nicaragua e verso sud fino ad Ecuador (da qui la presenza di Correa), Peru e Bolivia. In tale occasione Uribe e Correa hanno rivolto a Chavez l’invito a rientrare nella Comunidad Andina de Naciones.
Buoni i rapporti sia con il Brasile, di cui l’Ecuador sostiene le posizioni circa la riforma del Consiglio di Sicurezza ONU, sia con l’Argentina. Il Presidente eletto ha gia visitato Buenos Aires e Brasilia dove è stato ricevuto da Kirchner e Lula. Tradizionalmente buone anche le relazioni con il Cile, rafforzate forse anche dalla memoria storica dei molti cileni che trovarono rifugio in Ecuador dopo il golpe del settembre 1973.
Quanto al rapporto con gli Stati Uniti, Correa ha dichiarato che manterrà la dollarizzazione e cercherà di sfruttare le occasioni di dialogo. Tuttavia, Correa ha reiterato più volte che non intende né rinnovare l’accordo per la concessione della base aerea militare di Manta né, per il momento, firmare un Trattato di Libero Commercio sul quale, in ogni caso, peserebbero le incognite legate al cambio di maggioranza in seno al Congresso degli USA. Visto che oltre il 50% del commercio estero ecuadoriano si sviluppa con gli Stati Uniti le esportazioni e le importazioni ecuadoregne potrebbero trarre beneficio da un’ulteriore, improbabile, liberalizzazione del commercio. A ciò si aggiunga che la questione si intreccia con quella del rinnovo del regime di preferenze doganali accordato unilateralmente dagli Stati Uniti ai Paesi andini che perseguono politiche atte a prevenire e reprimere la produzione e commercializzazione di coca. Tale regime preferenziale – ATPDEA (Andean Trade Promotion and Drug Eradication Act) – che era stato rinnovato fino a giugno 2007, è attualmente in discussione al Congresso USA. Secondo alcuni, esso dovrebbe essere confermato solo per quei Paesi che, nel frattempo, abbiano firmato e ratificato un Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti.
Relazioni con le principali Organizzazioni internazionali
· Riforma del Consiglio di Sicurezza
L’Ecuador si é espresso a favore dell’aumento dei seggi permanenti e non permanenti del Consiglio di Sicurezza ed appoggia le aspirazioni del Brasile (Correa si è impegnato in tal senso nel corso della visita di Stato a Brasilia nell’aprile 2007).
In occasione di un incontro bilaterale (Sottosegretario Craxi) a margine della 62° UNGA, peraltro, le autorità di Quito hanno comunicato che il Ministero degli Esteri dell'Ecuador starebbe finalizzando uno studio sulle possibili opzioni di riforma, nel quale verrebbe favorita un'opzione molto vicina alla posizione italiana. Si segnala che il Presidente Correa non ha affrontato la questione della riforma del CdS nel suo intervento al Dibattito Generale dell’UNGA il 26 settembre 2007.
· Candidatura italiana al Consiglio dei Diritti Umani e questione pena di morte
L’Ecuador ha assicurato il sostegno alla candidatura italiana alle elezioni per il Consiglio dei Diritti Umani che hanno avuto luogo nel maggio del 2007 (mandato 2007-2010).
Il Governo ecuadoriano si è associato alla proposta italiana ed europea in sede ONU per l’abolizione universale della pena di morte.
Relazioni con l’Unione Europea
Le relazioni tra l’Unione Europea e l’Ecuador si inquadrano nel contesto delle relazioni fra l’UE e la Comunità Andina delle Nazioni (CAN: Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e, sino all’aprile 2006, Venezuela).
L’Unione Europea ha avviato un dialogo formale con la Comunità Andina (CAN: Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e, sino all’aprile 2006, Venezuela) a partire dalla metà degli anni ‘90, affrontando, nel corso del tempo, tematiche strategiche, tra cui la lotta agli stupefacenti e un’intensa cooperazione in campo commerciale[1].
Il 15 dicembre 2003 è stato firmato a Roma, durante la presidenza italiana, l’Accordo di dialogo politico e cooperazione, già ratificato dal nostro Paese. L’intesa, pur non prevedendo misure di liberalizzazione commerciale, rafforza i legami reciproci, istituzionalizzando e promovendo il dialogo politico e migliorando la cooperazione in vari settori, con l’obiettivo ultimo di porre in essere le condizioni per la negoziazione di un vero e proprio Accordo di Associazione e la creazione di un’area di libero scambio. Esso assicurerà la necessaria continuità alle relazioni commerciali, incentivando ulteriormente gli scambi e gli investimenti.
Nel gennaio 2005 è stato quindi ufficialmente lanciato l’esercizio di valutazione congiunto sullo stato di integrazione regionale, ritenuto dall’UE una condizione necessaria per avviare i negoziati per l’Accordo di Associazione. Questi avrebbero dovuto essere lanciati in occasione dell’ultimo Vertice UE-LAC di Vienna del 12 maggio scorso, ma il ritiro venezuelano dalla CAN e la sua contemporanea adesione al Mercosur, nel mese precedente, ha sospeso la decisione e compromesso temporaneamente l’intero esercizio di integrazione regionale andina.
Se l’episodio in sé non viene considerato da parte comunitaria un ostacolo determinante all’avvio dei negoziati bi-regionali, esso rischia tuttavia di avere serie ripercussioni sulla tenuta interna della Comunità Andina e comprometterne, di fatto, il futuro quale interlocutore affidabile per un legame di Associazione.
In occasione del Vertice della Comunità Andina, svoltosi a Quito il 13 giugno scorso, i quattro Stati rimanenti hanno tuttavia ribadito la comune e ferma volontà di proseguire nel cammino dell’integrazione regionale ed hanno elaborato un preciso scadenzario per rilanciare quel processo di valutazione congiunta, che dovrà condurre ai negoziati per l’Accordo di libero scambio.
Il ritiro del Venezuela dalla Comunità Andina ha altresì presentato difficoltà di ordine strettamente giuridico. Ciononostante il Consiglio Affari Generali dell’UE ha approvato lo scorso 23 aprile le direttive negoziali a beneficio della Commissione Europea.
I negoziati hanno avuto inizio in occasione della riunione del Comitato Congiunto UE-CAN dello scorso 29-30 maggio. Non è stato però possibile raggiungere un consenso minimo a causa dell’inflessibile posizione boliviana di escludere dalle future trattative quattro settori fondamentali (proprietà intellettuale, servizi, appalti pubblici e investimenti). Da parte della Commissione è stata ribadita la posizione dell’UE: non è possibile escludere a priori 4 capitoli.
Peraltro l’8 giugno, i Ministri degli Esteri dei 4 membri della Comunità Andina hanno a sorpresa approvato un documento congiunto che detta le linee guida comuni in vista dell’avvio dei negoziati con l’UE. Il testo è il frutto dello sforzo prodotto negli ultimi giorni all’interno della CAN per rassicurare La Paz sulla necessità di prevedere un andamento flessibile del negoziato per tener conto delle asimmetrie all’interno della CAN. In ogni caso, il rilievo più significativo sembra essere che nel corso del vertice CAN di Tarija (12-14 giugno), alla presenza del negoziatore UE Duplà del Moral, è stato dato l’annuncio della ripresa dei negoziati e, significativamente, è stato sottolineato che anche per l’Ecuador si terrà conto delle asimmetrie.
Il primo round di negoziati per la conclusione di un Accordo di Associazione, inclusa la costituzione di un’area di libero scambio, tra l’UE e la Comunità Andina ha avuto luogo a Bogotà dal 17 al 20 settembre 2007.
Le relazioni bi-regionali si articoleranno attorno ai tre pilastri del dialogo politico, della cooperazione, e del commercio e libero scambio. Tra i principali risultati dell’incontro si segnala, per quanto riguarda il dialogo politico, la disponibilità andina ad includere nel testo dell’Accordo le clausole cd. “standard” del Consiglio UE (terrorismo, diritti umani, migrazione, good governance, Corte Penale Internazionale, collaborazione in materia di non proliferazione).
L’appuntamento di Bogotà ha permesso un confronto fruttuoso soprattutto sulla materia commerciale, la più controversa delle tre. Le discussioni hanno fatto registrare una convergenza di massima sugli obiettivi generali per il prosieguo delle trattative, centrati sull’effettivo accesso al mercato per i prodotti, i servizi e gli investimenti, e sulla necessità di stabilire regole che salvaguardino la flessibilità in tema di liberalizzazione commerciale. L’obiettivo perseguito dalla CAN, e pienamente condiviso dall’UE, è infatti quello di indirizzare i negoziati in modo che gli impegni che le due Parti assumeranno tengano conto delle asimmetrie di sviluppo economico esistenti fra le due regioni e all’interno dello stesso raggruppamento andino[2]. Da notare inoltre un certo ammorbidimento della richiesta boliviana, avanzata negli scorsi mesi e giudicata inaccettabile dall’UE, di escludere a priori dall’oggetto negoziale (e quindi dal programma di liberalizzazione) gli interi settori della proprietà intellettuale, dei servizi, degli appalti pubblici e degli investimenti. Tale flessibilità dovrà essere naturalmente verificata nelle prossime tornate negoziali.
Per il futuro delle trattative, la Commissione intende procedere con prudenza e flessibilità, a cominciare da un’interpretazione non troppo rigida delle “condizionalità” stabilite dall’UE per l’avanzamento del negoziato[3]. L’UE prevede quindi un’applicazione differenziata delle clausole e lunghi periodi transitori per l’applicazione delle misure di liberalizzazione commerciale evitando, al contempo, di procedere verso la conclusione di un accordo a geometria variabile che minerebbe l’intero processo di integrazione economica regionale, uno degli obiettivi principali dell’associazione con l’UE.
L’importanza dell’incontro di Bogotà va individuata anzitutto nella ritrovata unità del raggruppamento andino, finalmente giunto compatto al tavolo negoziale. Esso rappresenta un ulteriore passo, che da parte europea si auspica decisivo, verso il definitivo superamento di un periodo di grande turbolenza all’interno della CAN (ritiro del Venezuela, divisioni interne e difficoltà nel cammino dell’integrazione regionale, “intemperanze chaviste” boliviane e, in sottordine, ecuadoriane) che si era inevitabilmente riflesso sul dialogo con l’Unione Europea, ostacolandone lo svolgimento.
Rifugiati colombiani
Nonostante la povertà, che secondo le statistiche colpisce almeno il 40% dei 13,7 milioni di abitanti, l`Ecuador è stato definito dall’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, "un modello da seguire per il resto del mondo nell’accoglienza ai profughi, in un pianeta in cui vediamo crescere l’intolleranza, il razzismo e la xenofobia". Dopo una visita sul terreno, a gennaio, Guterres ha elogiato "lo sforzo ammirevole di una popolazione povera, ma molto generosa e solidale", che condivide le sue risorse e i servizi sociali con i cittadini colombiani. Il governo del presidente socialdemocratico Rafael Correa ha lanciato recentemente il “Plan Ecuador”, in risposta al controverso e fallimentare “Plan Colombia”, il programma anti-droga e anti-guerriglia sostenuto dalla Casa Bianca. Un piano "centrato sull’essere umano e sui suoi diritti", nelle parole di Correa, e "guidato dai principi universali della pace e della cooperazione come sistema di convivenza tra Stati" che, con uno stanziamento iniziale di 135 milioni di dollari "punta ad accogliere i rifugiati colombiani perché non esistono essere umani illegali, ma pratiche illegali e violente.
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI *
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PIL |
61,52 miliardi di dollari |
Composizione per settore |
Agricoltura 6,3%, industria 33,5%, servizi 60,2% |
Crescita PIL |
4,1% |
PIL pro capite |
4.500 dollari |
Inflazione |
3,4% |
Tasso di disoccupazione |
10,6 (ufficiale, ma il 47% della popolazione è sottoimpiegata) |
Tasso di povertà |
38,5% |
Debito estero |
18,1 miliardi di dollari |
Nonostante le convulse vicende politiche che il Paese ha attraversato negli ultimi anni, i fondamentali dell’economia ecuadoregna si sono rilevati abbastanza solidi dopo la dollarizzazione. Pur avendo causato un contraccolpo sulla competitività delle imprese esportatrici, infatti, essa ha rappresentato un elemento fondamentale nel percorso di stabilizzazione economica intrapreso a partire dal 2003 e nella drastica riduzione dell’inflazione.
Nel 2006 il PIL é cresciuto, in termini reali, del 4.1%. La crescita dell’economia ecuadoriana è sostenuta, in buona misura, dall’aumento del prezzo del greggio. Un elemento di preoccupazione per le prospettive di crescita dell’economia è stata la decisione dell’amministrazione Gutiérrez di aumentare di circa il 20% il salario base, nel tentativo di dare una risposta alle profonde disuguaglianze sociali che affliggono la società ecuadoriana. La misura ha generato vivo malcontento tra gli imprenditori.
Nel corso del 2006 la bilancia commerciale ha registrato un attivo di 1.721 milioni di dollari. Vi ha contribuito soprattutto l’aumento delle vendite all’estero di gamberi e banane, oltre al ruolo trainante delle entrate derivanti dal settore petrolifero. Anche le importazioni sono in crescita. L’Ecuador ha importato materie prime, beni di consumo, beni d’investimento, combustibili e lubrificanti.
Il settore petrolifero rappresenta un quinto dell’economia ecuadoriana e costituisce la prima risorsa del commercio estero (circa 40% delle esportazioni). Occorrerà seguire con attenzione la politica in materia della nuova amministrazione e gli eventuali risvolti di politica estera della stessa (ulteriore avvicinamento a Morales e Chávez da parte di un Correa che già desta qualche preoccupazione in molti circoli politici e finanziari). Al riguardo si segnala la richiesta dell’Ecuador, formalizzata il 19 ottobre 2007, di poter rientrare nell’OPEC a seguito di sollecitazioni in tal senso da parte di Chávez.
All’inizio di ottobre 2007 un Decreto presidenziale ha modificato la legge che stabiliva il meccanismo di partecipazione dello Stato nella gestione dei proventi petroliferi. In sostanza, una volta fissato il prezzo del greggio nei contratti con le compagnie, lo Stato fino ad ora si assicurava almeno il 50% del surplus quando il prezzo del barile superava quello fissato per contratto con le compagnie private. Con la recente modifica lo Stato si assicurerà il 99% del differenziale tra i circa 24 dollari previsti come prezzo del barile nei contratti e i 64 dollari che rappresentano la quotazione del greggio ecuadoriano.
Nonostante l’aumento generale dei costi di produzione causato dalla dollarizzazione dell’economia, l’abbondanza di risorse naturali e di mano d’opera renderebbero l’Ecuador un Paese attraente per gli investimenti stranieri. Tuttavia l’endemica instabilità politica, la mancanza di sicurezza giuridica, la diffusa corruzione, i costi delle tariffe dei servizi troppo elevate e la mancanza di infrastrutture inducono ancora alla prudenza molti investitori stranieri (soprattutto Canada, USA e Paesi UE; tra questi ultimi si distinguono Spagna e Italia) il cui settore d’interesse è costituito dall’attività petrolifera e mineraria (91% del totale).
RAPPORTI BILATERALI
(in collaborazione con il MAE)
Ambasciatore italiano in Ecuador:
S.E. Giulio Cesare PICCIRILLI
Ambasciatore dell’Ecuador in Italia:
S.E. Gioconda GALAN CASTELO, dal 26/07/2007
Sino a non molto tempo fa i rapporti dell’Italia con l’Ecuador erano legati soprattutto alla nostra attività di Cooperazione. Della diminuzione degli interventi della cooperazione italiana aveva risentito la generalità delle relazioni con il Paese, nel quale, fra l’altro, non risiede una nostra comunità particolarmente numerosa.
Gli interessi italiani nei confronti dell’Ecuador sono prevalentemente di natura economica, in considerazione dell’impegno della nostra industria nell’importante settore degli idrocarburi. Non trascurabile è anche il nostro impegno in materia di cooperazione allo sviluppo, soprattutto sul versante della riconversione del debito concessionale. Sul piano culturale, giova ricordare l’azione svolta dall’Università di Roma per la salvaguardia dell’ecosistema delle isole Galapagos.
Relazioni politiche
La visita del Sottosegretario Di Santo in occasione dell’insediamento del Presidente eletto Correa, nel gennaio 2007 (incontri con il Vice Presidente, Lenin Moreno, col Ministro degli Esteri, María Fernanda Espinosa e con l’allora Ministro dell’Economia, Ricardo Patiño), ha rappresentato un’occasione per il rilancio dei rapporti con un Paese a noi legato da vincoli economici e, soprattutto, sociali, ma con il quale le relazioni politiche non sono state mantenute ad un livello adeguato: l’ultima visita di un esponente del Governo italiano in Ecuador era stata, infatti, quella del Sottosegretario Danieli, che si era recato a Quito nel gennaio del 2001. Il Sottosegretario Budin ha visitato Guayaquil il 16 e 17 luglio scorso. Il Presidente Correa è stato Milano il 13 e 14 luglio per incontri con le comunità di ecuadoriani residenti nel capoluogo lombardo. E’ prevista una sua nuova visita in Italia per partecipare al forum “Per un mondo senza violenza” organizzato a Napoli dalla Comunità di Sant’Egidio il 21 ottobre 2007. La Cancillera Espinosa ha assistito alla III Conferenza Nazionale sull’America Latina del 16-17 ottobre, a margine della quale ha incontrato il Ministro D’Alema.
Con l’eccezione della visita del Sottosegretario Di Santo, quindi, da oltre sei anni gli incontri bilaterali con personalità ecuadoregne hanno avuto luogo in Italia: l’allora Ministro degli Esteri, Moeller Freile, ha incontrato il Ministro Dini nell’agosto 2000. Nel novembre l’allora Presidente Gustavo Noboa. Nel maggio 2002 il Sottosegretario Baccini e l’Ambasciatore dell’Ecuador in Italia, Gangotena, hanno firmato a Roma l’Accordo di ristrutturazione debitoria applicativo dell’Intesa multilaterale del Club di Parigi per un importo pari a 268 milioni di dollari. Con Nina Pacari (Ministro degli Esteri dell’amministrazione Gutiérrez) il Sottosegretario Baccini ha poi firmato a Milano nel marzo 2003 un accordo di conversione del debito per 26 milioni di dollari.
Quattro sono i temi di maggior rilievo e attualità nell’agenda bilaterale:
Ø il debito, sia nell’ambito del Club di Parigi sia nella prospettiva di una eventuale richiesta ecuadoriana per un secondo Accordo di conversione del debito a credito d’aiuto;
Ø l’iniziativa “Keeping crude oil in the ground: a challenge for Ecuador and the world”, lanciata dallo stesso Correa per salvaguardare aree attualmente destinate alla trivellazione ma ricche di biodiversità. Spesso si fa riferimento a tale iniziativa con la sigla ITT (Ishpingo-Tambococha-Tiputini), dal nome delle località coinvolte.
Ø l’interesse ecuadoriano a sottoscrivere con l’Italia un Accordo in materia di lavoro, da noi subordinato, tuttavia, alla previa conclusione di un Accordo di riammissione. Dopo la Spagna, l’Italia è con gli Stati Uniti la prima destinazione per gli emigranti ecuadoregni. Ciò rende necessaria un’attenta politica migratoria nei confronti di questo Paese, ma offre anche opportunità di rilievo. Il tema delle rimesse, ad esempio, può costituire un tema da approfondire perché, se per l’Ecuador si tratta della seconda voce del PIL nazionale, per l’Italia è un volet sul quale è stata manifestata, fin dal vertice di Sea Island nel 2004, una notevole sensibilità.
Ø gli interessi delle nostre imprese, alla luce del processo di riforma della Costituzione attualmente in corso e degli ultimi provvedimenti adottati dal Presidente Correa in materia di spartizione del sovrapprezzo petrolifero.
Riguardo al tema dei visti, si segnala che nel corso della campagna elettorale il Presidente eletto aveva criticato, oltre che le ambasciate di USA e Spagna, anche la nostra rappresentanza a Quito. Nel corso di un colloquio con l’Amb. Piccirilli, tuttavia, Correa sembra aver rettificato una volta appreso che i tempi di concessione del visto sono molto più rapidi di quanto inizialmente pensasse (circa 25 giorni) e che la nuova struttura che ospita la cancelleria consolare da poco completata, offre adeguati servizi agli ecuadoregni che vi si recano per depositare la domanda di visto.
Si segnala, infine, che il nostro Paese, nonostante le criticità finanziarie, non ha seguito l’esempio di partner europei che hanno chiuso le loro rappresentanze a Quito. Solo Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Germania e Paesi Bassi mantengono loro Ambasciate in Ecuador, mentrealtriPaesi, (ad es. il Belgio) dopo la chiusura della rappresentanza hanno mantenuto un ufficio per la cooperazione allo sviluppo.
Relazioni economiche, finanziarie e commerciali
L’interscambio commerciale nel 2006 è cresciuto del 6,5% rispetto all’anno precedente totalizzando 435,4 milioni di EURO, ma la bilancia commerciale pende nettamente a favore dell’Ecuador. (Fonte ISTAT)
Le principali esportazioni italiane sono state rappresentate da macchinari ed apparecchi meccanici, prodotti elettronici, prodotti chimici e metallurgici, prodotti dell’industria alimentare. Le importazioni italiane sono state rappresentate principalmente dai prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca seguiti dai prodotti alimentari e dell’industria manifatturiera.
L’ENI ha in Ecuador interessi nei settori petrolifero e della produzione di energia elettrica. Attualmente è presente con l’Agip e tra i suoi interessi prioritari a breve figura la ristrutturazione della raffineria Esmeralda (Snam ed Enichem).
L’AGIP detiene in Ecuador un’alta quota del mercato del gas liquido, con buone prospettive anche per il futuro. La società ha ripreso i lavori di ricerca ed estrazione nel campo VILLANO di cui è operatore al 100% dal 1 febbraio 2000. Ad oggi la produzione media giornaliera è di circa 30.000 barili, quota che fa dell’Agip il primo produttore privato del Paese.
L’Agip, inoltre, in consorzio con tutte le compagnie già presenti nel Paese (Oxi, Aec, Repsol, Kmg) ha realizzato l’OCP (Oleoducto Crudos Pesados) con un investimento di circa 600 milioni di dollari. Attualmente ne è comproprietaria, con una quota del 4,49%. La costruzione di tale oleodotto dovrebbe rendere possibile la realizzazione di ulteriori iniziative (Progetto JV Campi Petroecuador – per l’incremento della produzione di olio leggero – e Nuovi Blocchi Esplorativi in area amazzonica).
L’ANSALDO ha realizzato insieme all’Impregilo sia l’impianto idroelettrico del Paute sia l’impianto idroelettrico di Daule Peripa.
L’IMPREGILO si è aggiudicata nell’ottobre 2004 la gara per le opere civili della centrale idroelettrica del Mazar del valore di 300 milioni di dollari. La centrale del Paute è stata realizzata dalla stessa Impregilo per i lavori civili negli anni 80 e dalla Ansaldo per la parte elettromeccanica. Il progetto Mazar è stato studiato, fin dagli anni 80 per garantire a quello del Paute, che rappresenta il 60% della capacità idroelettrica del paese, una vita utile di 50 anni. L’Impregilo ha chiesto la copertura SACE per il finanziamento di tale progetto. Nel dicembre 2004 una denuncia presentata dal Deputato Édgar Ortiz ed una campagna di stampa orchestrata, pare, dal concorrente brasiliano dell’Impregilo, hanno messo in qualche modo in discussione l’assegnazione dei lavori.
Nel settore alimentare è presente la FERRERO che, con l’ampliamento del proprio stabilimento - del valore stimato di 25 milioni di dollari - costruito negli anni ’80, ha incrementato le vendite dei propri prodotti in tutta l’area andina. Dal 2004 la produzione della Ferrero si vede attualmente penalizzata da una direttiva della Presidenza della Repubblica, recepita dal Ministero dell’Agricoltura che vieta l’importazione di qualsiasi tipo di latte in polvere. La Ferrero infatti, per rispettare le normative italiane, impiega un tipo di latte non reperibile sul mercato locale.
La società SEA è capofila del consorzio che si è aggiudicato nel gennaio 2003 la gara per la gestione dell’aeroporto internazionale di Guayaquil – il più importante del Paese – il cui contratto, valido per 10 anni, prevede importanti investimenti per la ristrutturazione ed il rilancio della struttura.
Da segnalare il potenziale sviluppo del settore turistico.
Numerosa é, inoltre, la presenza di piccole e medie imprese italiane appartenenti a nostri connazionali o rappresentate da operatori locali, sopratutto nei settori turistico, della ristorazione e della coltivazione di fiori.
Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche
Per quanto riguarda le relazioni culturali con l’Ecuador, particolare attenzione è dedicata alla cooperazione interuniversitaria, alla valorizzazione e salvaguardia del patrimonio culturale e alla collaborazione in materia scientifica e tecnologica
ACCORDI DI COLLABORAZIONE
Accordo di Collaborazione Culturale Scientifica e Tecnologica; firmato a Quito l’8.02.99, ratificato l’11.12.2003.
Protocollo Esecutivo di Collaborazione Culturale, scientifica e tecnologica: firmato a Quito il 9.12.2005, valido fino al 2008.
(medicina e biotecnologie). Sono stati selezionati 7 progetti finalizzati alla mobilità dei ricercatori e 3 di particolare rilievo .
COLLABORAZIONE INTERUNIVERSITARIA
Da un’indagine CONICS del 2005 risultano 27 accordi di collaborazione tra le Università dell’Ecuador e quelle italiane di Ancona, Cagliari, Castellanza, Ferrara, Genova, Varese, Milano Politecnico, Milano Cattolica, Napoli L’Orientale, Padova, Pavia, Perugia Stranieri, Pisa, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Siena Stranieri, Torino, Torino Politecnico, Venezia IUAV, Verona. Per il triennio 2004-2006 si segnala, in particolare, l’accordo finanziato dal MIUR tra l’Università di Genova e l’Università Tecnica di Ambato per l’organizzazione di una Summer School nel settore medico. Sulla base di un accordo tra l’Università La Sapienza di Roma e l’Università San Francisco di Quito è stata costituita la fondazione "Galapagos-ARCA La Sapienza", per migliorare organizzazione e coordinamento delle iniziative volte allo sviluppo sostenibile delle Isole Galapagos, nonché a promuovere azioni di ricerca e formazione per la tutela di un ecosistema unico al mondo.
RICONOSCIMENTO TITOLI DI STUDIO
L'Accordofirmato a Quito nel 1952 prevede il riconoscimento di 7 titoli accademici rilasciati dall'Università di Quito.
Negli ultimi anni Università ecuadoregne hanno rilasciato a distanza lauree in odontoiatria a 70 italiani, senza la frequenza del relativo corso di laurea, attraverso l'intermediazione di un centro privato. Il fenomeno ha dato luogo a indagini degli organi inquirenti. A causa di tale situazione e delle recenti modifiche apportate al nostro sistema universitario, che rendono di fatto inapplicabile la tabella comparativa dei titoli a suo tempo introdotta, si sono avviate, da parte italiana, le procedure di sospensione dell'applicazione dell'Accordo di cui sopra.
STUDENTI ECUADORIANI PRESSO LE UNIVERSITA’ ITALIANE
Nell’a.a. 2005-2006 risultano 254 cittadini ecuadoregni iscritti presso Università italiane, pari all’1,02% del totale degli studenti con cittadinanza straniera iscritti e allo 0,03% del totale nazionale.
BORSE DI STUDIO
28mensilità offerte dall’Italia per l’a.a. 2006-2007, dell’importo di 700 euro
DIFFUSIONE DELLA LINGUA ITALIANA
Presso l’Università Centrale e quella Cattolica di Quito opera un lettore di ruolo d’italiano con incarichi extra-accademici. Grazie anche alla sua attività è stato possibile consolidare la nostra presenza a livello accademico e ampliare il numero delle cattedre d’italiano.
L’italiano è attualmente insegnato in 6 università: Università Tecnica ad Ambato, Università di Cuenca a Cuenca, Università di Guayaquil a Guayaquil, Università Centrale dell’Ecuador a Quito, Pontificia Università Cattolica dell’Ecuador a Quito, Università San Francisco a Quito. L’Università di Guayaquil offre un corso di laurea in italiano.
Nel 2006 è stato rinnovato il contributo alla cattedra d’italiano dell’Università Centrale dell’Ecuador a Quito.
Molte scuole private, nelle principali città del Paese, organizzano corsi di lingua italiana frequentati da un buon numero di studenti.
Sono operanti, a Quito e a Cuenca, i Comitati della Società Dante Alighieri.
Sesta Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (23-29 ottobre 2006, tema comune “Il cibo e le feste nella lingua e nella cultura italiana”): le attività sono state realizzate a Quito dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con il Comitato di Quito della Società Dante Alighieri e la partecipazione di diverse Scuole ed Università. La Settimana, che ha registrato un notevole numero di eventi, è stata inaugurata da un concerto del “Quartetto d’archi di Roma” tenutosi presso il Teatro National Sucre di Quito ed è proseguita presso il cinema “Ocho y medio” di Quito con una retrospettiva delle opere di Luchino Visconti e con la proiezione di altri classici italiani.
Presso la Facoltà di Architettura dell’Universidad Central del Equador è stata allestita una esposizione dei disegni di Leonardo da Vinci su attrezzi da cucina. Presso il Teatro Universitario San Francisco de Quito è stato presentato l’atto unico “Mangiare Italiano”, riduzione teatrale del film “La cena” di E. Scola.
Tra gli eventi musicali meritano menzione il concerto jazz “Sergio Lavia & Dilene Ferraz” organizzato dalla Società Dante Alighieri presso il Teatro Nacional Sucre, mentre una serata musicale “Festa italiana”, rassegna di canzoni e balli tradizionali d’Italia, è stata organizzata dal Liceo Italiano Michelangelo. Presso la Facoltà di Architettura dell’Universidad Central del Equador, il prof. Francisco Vera ha tenuto una conferenza sul tema: “Influenza dell’Architettura Italiana in Equador”.
ISTITUZIONI SCOLASTICHE ITALIANE
A Tumbaco-Quito funziona l'Istituto “Collegio Michelangelo - Liceo Italiano” paritario a livello di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado (94 alunni). Presso l'Ambasciata d'Italia a Quito è stato assegnato un dirigente scolastico competente per tutte le istituzioni e iniziative scolastiche italiane. Per l’e.f. 2006 il MAE ha concesso € 40.000
ISTITUTI DI CULTURA ED EVENTI CULTURALI
In Ecuador l’Istituto Italiano di Cultura non è presente. La promozione culturale è curata dall’Ambasciata d'Italia a Quito.
Comunità italiana, comunità del Paese in Italia e questioni migratorie
Collettività italiana in Ecuador
I primi italiani giunsero in Ecuador nella seconda metà dell’ 800 e si installarono sulla costa nella città di Guayaquil e nei dintorni. Solo all’inizio del secolo l’immigrazione si estese nelle zone interne e nella Capitale, Quito. Le principali regioni di provenienza dell’immigrazione italiana sono la Liguria (da dove proviene la colonia più numerosa), la Calabria, la Sicilia, la Puglia, il Piemonte ed il Veneto.
Gli italiani oggi presenti in Ecuador sono circa 13.000, la maggior parte dei quali di seconda e terza generazione.
Non fu un’immigrazione soltanto di poveri, ma anche di imprenditori, di professionisti (architetti, ingegneri) ed artisti, le cui attività produssero, a loro volta, ulteriore immigrazione nel corso del XX secolo. Molti fuoriusciti giunsero in Ecuador durante il ventennio fascista e molti ex fascisti vi elessero la loro dimora alla fine della seconda guerra mondiale. Già all’inizio del secolo le principali industrie alimentari (pasta, dolciumi, salumi) erano in mano agli italiani. La più importante era La Universal di Guayaquil, fondata da Domenico Norero ed Emilio Segále, giunta fino ai giorni nostri e venduta qualche anno fa alla Nestlè.
Personaggio di grande rilievo è considerato, tra gli italiani, l’aviatore Cosme Renella, che fu nei primi anni del novecento, il fondatore dell’Aviazione ecuadoriana ed al quale la stessa aviazione militare è ancora oggi intitolata.
L’ immigrazione più recente, dagli anni 60 in poi, è legata alla presenza di grosse società italiane che hanno inciso sul tessuto socio-economico: la scoperta del petrolio e del gas hanno portato in Ecuador sia l’ Agip oil che l’ Agip gas e lo sfruttamento delle risorse agricole come il cacao ed il latte industrie alimentari di grande rilievo come la Ferrero e la Parmalat. Nel campo assicurativo l’Italia è oggi presente con le Generali e nel campo tessile con la Loro Piana e Benetton, con punti di vendita. Grandi imprese di costruzione come l’Impregilo e l’Ansaldo hanno costruito in Ecuador, negli ultimi anni importanti opere pubbliche nel campo dell’ingegneria idroelettrica (dighe) e dei trasporti (la ristrutturazione dell’aeroporto di Guayaquil operata dell’Ansaldo). L’Impregilo è oggi presente con suo personale per la costruzione di una diga sul fiume Mazar, nei pressi di quella di Paute, costruita anni fa sempre da Impregilo.
Fin dalla prima emigrazione, le attività sociali degli italiani in Ecuador furono caratterizzate da un forte spirito associazionistico. La Società di assistenza italiana “Garibaldi” di Guayaquil, fondata nel 1882 ed ancora oggi operante, é tra le più vecchie tra quelle esistenti in tutta l’America Latina.
Molto attiva in Ecuador, la sezione ecuadoriana del Liguri nel mondo di Guayaquil. La Dante Alighieri, è presente con tre Comitati: a Quito, a Guayaquil ed a Cuenca. Da segnalare anche la presenza a Quito della Casa d’Italia.
Al Congresso Nazionale ecuadoriano siedono 2 parlamentari di origine italiana: Pasquale Del Cioppo e Marcelo Dotti.
In occasione delle scorse elezioni politiche, la partecipazione al voto è stata pari al 36,88%.
Attualmente sono detenuti presso le carceri ecuadoriane, per traffico di stupefacenti, 30 cittadini italiani. Alcuni di loro hanno presentato domanda di trasferimento in Italia ai sensi della Convenzione di Strasburgo del 1983 sul trasferimento delle persone condannate. Lamentano condizioni di vita carceraria molto gravose.
COMITES
La collettività italiana in Ecuador è rappresentata da un Comitato degli Italiani all’Estero eletto nella città di Quito.
Nel 2006, al suddetto Comites è stato concesso un contributo pari a 7500 euro.
CGIE
L’Ecuador è attualmente rappresentato all’interno del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero da un Consigliere, Marina Salvarezza, residente a Quito.
ASSISTENZA DIRETTA (CAP. 3121)
Per l’assistenza diretta in favore dei connazionali indigenti, nel corso del 2006 sono stati erogati 7.375 euro.
Comunità ecuadoriana in Italia
I cittadini ecuadoriani legalmente soggiornanti nel nostro Paese sono circa 34.000. Difficile calcolare il numero esatto degli irregolari (quantificabili a circa 150.000). Numerose le domande di regolarizzazione, soprattutto per lavoro domestico.
I cittadini ecuadoriani in posizione irregolare hanno costituito, per consistenza numerica, il 5° gruppo nazionale (dopo quello rumeno, ucraino, albanese e marocchino) che ha potuto beneficiare della regolarizzazione.
Nel decreto Flussi 2006 al 21 luglio sono state presentate dai cittadini dell’Ecuador 5.678 domande d’ingresso per lavoro non stagionale, di cui 3.639 per lavoro domestico
I detenuti ecuadoriani nelle carceri italiane al 30 giugno 2006 sono 146, di cui 130 uomini e 16 donne.
Il Presidente Correa ha incontrato a Milano il 13 e 14 luglio 2007 le comunità ecuadoriane residenti in Lombardia. Correa è stato il primo Presidente ecuadoriano a fare del sostegno alle collettività espatriate una priorità di governo.
La Ministro Fernanda Espinosa ha anticipato al Ministro D’Alema l’interesse dell’Ecuador per la conclusione di un Accordo in materia di lavoro.
L’Italia aveva avviato nel 2002 negoziati con l’Ecuador per la stipula di un Accordo di riammissione degli immigrati in posizione irregolare in Italia.
Era tuttavia emersa la riluttanza del governo dell’Ecuador alla stipula di tale accordo, qualora non venga accompagnato da un formale impegno alla concessione di quote privilegiate di ingresso in Italia a favore dei propri connazionali. Da parte italiana non si e’ ritenuto di poter accettare la predetta condizione. Tuttavia, nel corso dei colloqui D’Alema-Espinosa dell’ottobre 2007 è stato chiarito alla controparte ecuadoriana che l’Accordo di riammissione non è uno strumento di rimpatrio massivo ma uno strumento per limitare l’immigrazione illegale.
Nel 2006 l’Ecuador si è classificato all’86^[4] posto della classifica mondiale relativa all’indice di sviluppo umano redatta dall’UNDP.
Secondo informazioni riportate dall’Ambasciata d’Italia, l’Italia figura tra i primi dieci Paesi donatori.
QUADRO NEGOZIALE E INIZIATIVE DI COOPERAZIONE
La cooperazione italiana in Ecuador è impegnata attivamente con iniziative volte alla riduzione della povertà come strumento per favorire l’attenuazione delle tensioni sociali e militari nella regione andina e per combattere il narcotraffico.
L’Ecuador è inoltre destinatario dell’iniziativa di conversione parziale del debito derivante da crediti di aiuto. In tale contesto, nel marzo 2003 è stato firmato un accordo che prevede la conversione dei ratei debitori (pari a circa 26 milioni di dollari) per un quinquennio. I fondi liberati dalla conversione del debito verranno utilizzati per finanziare programmi di lotta alla povertà e di protezione dell’ambiente.
Principali iniziative in corso
Nell’ambito del “Piano bi-nazionale di sviluppo della regione di frontiera”, presentato dalla autorità ecuadoriane a seguito della conclusione delle ostilità fra Ecuador e Perù, la cooperazione italiana realizza l’iniziativa denominata "Programma di Cooperazione Socio-sanitaria a Sostegno del Piano Binazionale di Pace". Tale programma, di durata triennale, ha come obiettivo specifico il miglioramento delle condizioni di salute delle popolazioni che vivono in prossimità delle zone di frontiera assicurandone l'accesso ai servizi sanitari. Il progetto ha un costo di 3,8 milioni di euro. Fra le attività in corso vi sono:
· la ristrutturazione ed ampliamento dell'ospedale di Macarà, che sarà messo al servizio delle popolazioni dei due Paesi;
· la costruzione / ristrutturazione e la fornitura di attrezzature medicali per numerosi centri sanitari sia nella provincia di Loja (Ecuador) che nel dipartimento di Piura (Perù);
· l'organizzazione di una rete binazionale "transfrontaliera" dei servizi sanitari e dei sistemi primari di informazione, gestione e manutenzione;
· la realizzazione di corsi e di attività di formazione per gli operatori sanitari.
Sempre nell’ambito del Piano Binazionale di Pace si inserisce il “Programma di lotta alla povertà, componente di sviluppo rurale”, finanziato dalla DGCS per un importo di 2,1 milioni di USD e la cui esecuzione è stata affidata all’Istituto Italo Latino Americano.
E’ inoltre in corso un programma ambientale del valore di 2,2 milioni di euro nelle isole Galapagos, affidato all'UNDP in collaborazione con l'Università “La Sapienza” di Roma.
Nel 2004 è stato concesso un contributo volontario di 330.000 USD al PAM per il “Country Programme”.
Inoltre, è da segnalare che nel 2004 l’Ecuador è stato destinatario, insieme al Nicaragua ed al Paraguay, di una iniziativa dell’UNESCO finanziata dall’Italia con un contributo volontario di 994.206 USD, mirata a fornire istruzione di base alle popolazioni delle aree rurali.
Per quanto riguarda gli interventi “promossi” dalle ONG, essi sono per lo più incentrati sullo sviluppo rurale e sulla formazione, con particolare attenzione alla tutela della donna e dei bambini di strada. Si segnalano in particolare le seguenti iniziative:
“Progetto di promozione dell’autosviluppo di alcune comunità indigene dell’Ecuador” del VIS, approvato al CD dell’8 ottobre 2004, per un importo pari a 773.000 euro.
“Attivazione di una rete di servizi socio-riabilitativi della provincia di Esmeraldas” dell’Organismo di volontariato per la cooperazione internazionale, per un importo pari a 626.000 euro;
“Promozione sociale e formazione professionale della popolazione emarginata di Esmeraldas” dell’Associazione centro ELIS, per un totale di 604.000 euro;
“Gestione agroecologica delle aziende contadine nella provincia di LOS RIOS di Terra Nuova” per un importo pari a 575.000 euro;
“Sviluppo agro- forestale del Canton Shushufindi” del MLAL con un finanziamento della DGCS pari a 404.000 euro.
Rafforzamento dell’Istituto nazionale di ceramica di Cuenca, della ONG COOPI, con un finanziamento di 750.000 euro.
Le due iniziative, dell’ONG CRIC, - denominate rispettivamente - “Programma in appoggio delle organizzazioni di base di piccoli produttori alimentari, per un importo pari a 770.000 euro e il “Programma di sostegno al sistema di produzione agricola sostenibile in 9 comunità Quevchua” di importo pari a 370.000 euro circa.
“Appoggio al popolo Achuar per salvaguardare l’identità culturale e per valorizzare l’uso sostenibile delle risorse naturali proprie della cultura tradizionale” (AID 8061) del valore di € 447.406, promosso dall’ONG ACRA ed approvato dal CD del 25.10.2005
“Sistemi produttivi e commerciali sostenibili per il consolidamento socio-economico di Cotacachi” (AID 8001) del valore di € 773.847, promosso dall’ONG UCODEP ed approvato dal CD del 25.10.2005
Infine, approvato nel 2000 ma rifinanziato nel 2004 è il progetto dell’ISCOS di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza pari a 111.554 euro.
Cooperazione dell’Unione Europea
Per il periodo 2000-2006 la strategia comunitaria di assistenza (Country Strategy Paper) si propone di sostenere la riduzione delle ineguaglianze sociali, il miglioramento dei servizi sociali, dell’agricoltura e dell’ambiente, lo sviluppo economico ed il miglioramento dell’integrazione e della cooperazione economica, in particolare attraverso lo sviluppo delle infrastrutture nel settore dei trasporti. Il budget indicativo ammonta a 92 milioni di euro .
Fonte: ISTAT milioni di EURO
PRINCIPALI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI ITALIANE (2005) (SCAMBI PER SETTORI) |
|
ESPORTAZIONI |
IMPORTAZIONI |
1. Macchinari ed apparecchi meccanici |
1. Prodotti dell’agric., silvicol. e pesca |
2. Prodotti elettronici e di precisione |
2. Prodotti ind. alimentare, bevande |
3. Prodotti chimici e fibre sintetiche |
3. Prodotti dell’industria manifatturiera |
4. Prodotti della metallurgia |
4. Articoli di abbigliamento |
5. Prodotti dell’ind. alimentare, bevande |
5. Calzature e cuoio |
Fonte ICE |
|
INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO |
|
Esportazioni verso Ecuador su totale esportazioni italiane |
0,032% (2005) 0,037% (2006) |
Importazioni da Ecuador su totale importazioni italiane |
0,10% (2005) 0,090% (2006) |
Fonte: ISTAT
QUOTE DI MERCATO (2006) |
|||
PRINCIPALI FORNITORI |
% su import |
PRINCIPALI ACQUIRENTI |
% su export |
1. Stati Uniti |
24,00% |
1. Stati Uniti |
51,36% |
2. Colombia |
14,41% |
2. Perù |
8,17% |
3. Venezuela |
7,66% |
3. Colombia |
4,43% |
4. Brasile |
7,02% |
4. Cile |
4,11% |
5. Cina |
6,29% |
5. Italia |
2,66% |
6. Giappone |
3,82% |
|
|
7. Corea del Sud |
3,74% |
|
|
8. Cile |
3,71% |
|
|
9. Messico |
3,36% |
|
|
10. Perù |
3,20% |
|
|
11. Argentina |
2,88% |
|
|
12. Germania |
2,35% |
|
|
13. Spagna |
1,92% |
|
|
14.Thailandia |
1,48% |
|
|
15. Italia |
1,34% |
|
|
Fonte : ICE/ FMI |
|
|
|
INVESTIMENTI E DISINVEST. DIRETTI ITALIANI ED ECUAD. IN ITALIA |
||||||
ANNO |
INV. ITAL. |
DIS. ITAL. |
SALDO |
INV. ECUAD. |
DIS. ECUAD. |
SALDO |
2002 |
1.320 |
1.176 |
+144 |
8 |
8 |
0 |
2003 |
2.122 |
43 |
+2.079 |
40 |
38 |
+2 |
2004 |
885 |
63 |
+822 |
67 |
20 |
+47 |
2005 |
2.144 |
566 |
+1.578 |
77 |
102 |
-25 |
Fonte : UIC – Valori in migliaia di Euro |
SACE (milioni di Euro) |
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Categoria di rischio |
7 |
in sospensiva (prevista deroga in caso mitigazione rischio) |
Impegni in essere |
0 |
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Indennizzi erogati da recuperare |
223,72 |
4% del totale |
Esposizione complessiva (al 30.09.06) |
223,72 |
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Fonte SACE |
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ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEBITORIA |
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Ultima intesa Club di Parigi |
13 giugno 2003 |
Ultimo Accordo Bilaterale |
11 febbraio 2005 |
Fonte SACE |
[1] I rapporti commerciali tra UE e Cominità Andina sono attualmente basati sul Sistema delle Preferenze Generalizzate con concessioni supplementari (SPGplus), che assicura, ai Paesi impegnati a rispettare le convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo, sociali, in materia di ambiente e buon governo e di lotta al narcotraffico, l’accesso al mercato europeo in regime di totale esenzione doganale sino al 31 dicembre 2008.
[2] Si prevede, in sostanza, la partecipazione di tutti e quattro i Paesi della CAN ai negoziati, salvo invocare la richiesta di asimmetrie nel processo di liberalizzazione non appena saranno toccati interessi che ciascun Paese, soprattutto la Bolivia, considererà vitali (l'eccezione dovrebbe essere invocata da parte boliviana per proprietà intellettuale e investimenti).
[3] Le trattative dovranno procedere con la contestuale verifica di significativi progressi, da parte dei Paesi andini, in quattro settori specifici: l’adozione di un punto di partenza comune per lo smantellamento tariffario, l’armonizzazione delle procedure doganali, l’ulteriore liberalizzazione dei servizi e l’agevolazione del trasporto stradale transfrontaliero.
*Fonte: CIA – The World Factbook, 2007
[4]L’Ecuador – preceduto dal Perù e seguito dalle Filippine – è il terz’ultimo Paese del Cono sud in termini di sviluppo umano: fanno registrare un indice inferiore solo la Bolivia (115^) e il Paraguay (91^).