Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali |
Titolo: | Repubblica democratica di Corea |
Serie: | Schede Paese Numero: 35 |
Data: | 16/10/2007 |
VISITA DEL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA DEL POPOLO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DI COREA, CHOE TAE BOK
Roma, 15 OTTOBRE 2007 |
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OTTOBRE 2007
DATI GENERALI 2007[1] |
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Superficie
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120.540 KMQ (più di un terzo del territorio italiano) |
Capitale |
PYONGYANG (4.000.000 di abitanti) |
Abitanti |
23.000.000 (OGNI MILLE PERSONE, 40 FANNO PARTE DELL’ESERCITO |
Tasso di crescita della popolazione |
0,8 |
Mortalità infantile |
120 su mille nati. La stessa di Paesi africani quali la Somalia ed il Ruanda. |
Aspettativa di vita |
72 anni |
Composizione etnica |
etnia coreana praticamente omogenea. ristrette minoranze di cinesi e giapponesi. |
Religioni praticate |
buddismo e confucianesimo |
Lingue ufficiali |
coreano |
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI
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Crescita PIL (2006) |
1,6% |
PIL pro capite (2006) a parità di potere di acquisto |
1.800 dollari (Italia: 30.200) |
Spesa annuale per la difesa |
5 miliardi di dollari (circa il 33% del PIL) |
Dopo la guerra di Corea e durante gli anni ’60 e ’70, l’economia pianificata della Corea Nord è cresciuta ad un ritmo sostenuto, ponendosi come uno dei modelli da imitare per i Paesi socialisti sottosviluppati. Fino alla fine degli anni ’70, la condizioni economiche della Corea del Nord erano considerate superiori a quelle della Repubblica di Corea. Oggi l’economia della Corea del Nord, una delle più pianificate ed isolate al mondo, è in condizioni critiche. L’apparato industriale è sottoposto a continui interventi per far fronte ad anni di mancati investimenti e carenza di parti di ricambio. Inoltre, a causa delle alluvioni della fine dello scorso anno, il Paese si trova a soffrire per il 12 anno di fila la mancanza di generi alimentari. Questo è dovuto anche alla scarsa presenza di terre arabili, alla cronica mancanza di trattori e di carburante ed agli esiti non felici che ha avuto la collettivizzazione delle aziende agricole. Interventi massicci lanciati a livello internazionale hanno permesso al Paese di superare la fase più critica della fame (1995), ma la popolazione continua a soffrire a causa della malnutrizione e delle pessime condizioni di vita. Inoltre, le ingenti spese per gli armamenti assorbono molte risorse, a danno di investimenti maggiormente produttivi e volti ad alleviare le sofferenze del popolo. Secondo le stime USA, la Corea del Nord conta il quarto esercito al mondo (1,21 milioni di uomini armati, ovvero il 20% degli uomini in età compresa tra 17 e 54 anni). Le spese per la difesa ammontano a circa il 20% del PIL (5 miliardi di dollari), mentre quelle della Corea del Sud non superano il 3% del PIL. Nel 2004, il Governo ha concesso la libera vendita presso “mercati agricoli” di una certa quantità di beni. Ha inoltre permesso l’esistenza di un certo numero di fattorie private per aumentare la produzione agricola. Nell’ottobre 2005, tuttavia, il Governo ha ribaltato tali politiche ed ha puntato di nuovo ad una produzione e ad una distribuzione centralizzata dei prodotti agricoli. Nel dicembre 2005, il regime ha posto fine a molte operazioni umanitarie nel Paese (che il Governo definiva di “assistenza allo sviluppo”) ed ha ristretto l’attività di molte ONG ed organizzazioni internazionali, quali ad esempio il World Food Programme. Il cibo arriva nel Paese ora principalmente dalla Cina e dalla Corea del Sud, sotto forma di crediti a lunga scadenza, anche se questi aiuti sono posti in relazione ai progressi nei “Six Parts Talks”. Meritano altresì attenta considerazione iniziative integrate con la Corea del Sud, come la Zona industriale di Gaesong, le quali, oltre ad una specifica valenza economica, potrebbero avere nel tempo un rilevante impatto sull’atteggiamento della popolazione nei confronti del regime.
CARICHE DELLO STATO
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Capo dello Stato |
KIM Jong-il presidente della Commissione di difesa nazionale (dal settembre 1998) e Segretario Generale del Partito dei Lavoratori coreani. detiene il potere effettivo. Chiamato dal popolo “il caro leader” KIM jong Nam Il Presidente del Presidium della Suprema Assemblea del Popolo svolge formalmente il compito di Capo di Stato KIM Il Sung (deceduto nel 1994), fondatore nel 1948 della Repubblica Democratica Popolare di Corea, è designato dalla Costituzione “Presidente Eterno”. definito ufficialmente il “grande leader” |
Primo Ministro |
KIM Yong-il
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Presidente dell’Assemblea del Popolo |
CHOE Tae Bok
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Ministro degli Esteri |
PAK Hui-Chun
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SCADENZE ELETTORALI
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Rinnovo dell’Assemblea del Popolo |
2008
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QUADRO POLITICO
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Governo in carica
La Repubblica Popolare Democratica di Corea (DPRK) è una Repubblica socialista edificata sull’ideologia della Juche (“autarchia”)[2]. Tuttavia sono forti le relazioni con altri Paesi retti da regimi socialisti o da giunte militari (Vietnam, Laos, Cina, Cambogia e Myanmar). Molte organizzazioni di difesa dei diritti umani (incluse Amnesty International e Human Rights Watch) considerano la Repubblica Democratica di Corea uno dei maggiori violatori dei diritti umani, dopo aver constatato l’esistenza di campi di rieducazioni, casi di omicidi, torture e stupri e sperimentazioni mediche. Nonostante che le carestie abbiano provocato – secondo alcune stime – circa due milioni di morti a metà degli anni ’90, il leader KIM Jong-il ha varato la politica “Esercito prima di tutto”, nel 1995, tendente a privilegiare le spese militari.
QUADRO ISTITUZIONALE
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Sistema politico
Dopo la scomparsa di KIM Il Sung (8 luglio 1994) il potere – non la Presidenza, che rimane “eternamente” assegnata al padre defunto – è stato trasferito al figlio KIM Jong Il, che ufficialmente ricopre le cariche di Comandante Supremo dell’Esercito del Popolo (sin dal 1991), di Presidente della Commissione per la Difesa Nazionale (1997) e di Segretario Generale del Partito dei Lavoratori Coreani (1998).
La funzione legislativa è demandata alla Suprema Assemblea del Popolo. Essa si riunisce solo due volte l’anno in sessioni di alcuni giorni e i 687 parlamentari (eletti a suffragio universale ogni 5 anni) si trovano de facto ad autorizzare provvedimenti governativi già decisi. Quando l’Assemblea non è riunita spetta al suo Praesidium (composto da 15 parlamentari scelti dalla Assemblea stessa) esercitare le funzioni legislative nonché il potere di nomina e revoca dei Ministri e di altri alti funzionari dello Stato. Dal 1988 Presidente del Praesidium è KIM Jong Nam. Secondo la Costituzione, quest’ultimo ricopre formalmente il più elevato incarico della DPRK, assimilabile a quello di Capo dello Stato. Alla sua carica sono demandate anche funzioni internazionali, come ricevere le visite di Stato nella DPRK di statisti stranieri e le credenziali degli Ambasciatori e firmare dei trattati internazionali.
Il potere esecutivo è invece esercitato dal Premier, ora KIM Yong-Il, nominato nello scorso aprile durante la quinta sessione della 11a Suprema Assemblea del Popolo. Il Governo è nominato dall’Assemblea Nazionale del Popolo, ad eccezione del Ministro delle Forze Armate del Popolo.
In sostanza, KIM Jong-il, KIM Jong Nam e KIM Yong-Il compongono una sorta di Esecutivo tripartito. Il potere effettivo è però nelle mani del Leader, a cui si aggiunge il ruolo sempre condizionante dell’apparato militare.
Alla base del funzionamento del regime vi sono i seguenti elementi: mobilitazione di massa mediante l’inquadramento della popolazione nel partito o in strutture paramilitari (organizzazioni giovanili, femminili, milizia, commissari politici in tutte le strutture statali)[3]; fortissimo culto della personalità quasi a configurare una vera e propria religione e fede (opportunamente coltivata) nelle capacità della carismatica famiglia Kim; monopolio assoluto dei mezzi di informazione, che permette una capillare ed incontrastata azione di propaganda; isolamento del paese (movimenti degli stranieri controllati, assenza di collegamenti Internet, canale televisivo unico, stampa di regime); repressione (ad esempio, il codice penale prevede due pene base: quella di morte per i crimini più gravi e la detenzione nei campi di rieducazione attraverso il lavoro; la magistratura e l’ufficio del pubblico ministero sono identificati con la volontà del potere centrale); priorità in quanto a risorse materiali, umane, soprattutto alimentari attribuita alle forze armate; uso (ora meno ossessivo) del concetto di “nemico esterno” (Usa, Giappone e Corea del Sud) nella propaganda, il che ha consentito fino ad ora di perpetuare all’interno del paese una situazione di continua mobilitazione.
DIRITTI UMANI (a cura del MAE)
Secondo l’ultimo rapporto dei Capi Missione UE accreditati a Pyongyang, la Repubblica Democratica Popolare di Corea (DPRK), pur avendo ratificato i principali strumenti internazionali di tutela dei diritti umani delle Nazioni Unite, è ben lontana dal rispettare le norme in essi contenute, rifiutandosi peraltro di collaborare con il Relatore Speciale per la DPRK del Consiglio dei Diritti Umani, Prof. Muntarbhorn.
La forte chiusura delle Autorità locali verso forme di controllo della comunità internazionale sul proprio operato si manifesta anche nei confronti dei Rappresentanti dell’UE, i quali rilevano l’impossibilità di ottenere permessi per presenziare ai processi e visitare luoghi di detenzione.
Per quanto riguarda il contesto nazionale di protezione dei diritti umani, l’ultimo rapporto dei Capi Missione UE – giugno 2007 – evidenzia l’inesistenza di un sistema giudiziario indipendente, nonché sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani in merito a scomparse forzate di persone, detenzioni arbitrarie e condanne a morte per motivi politici e numerose esecuzioni extra-giudiziarie. Vengono inoltre registrate diffuse pratiche di aborto forzato, infanticidio e persecuzioni a carattere religioso.
Nel Paese non sono rispettate le libertà di informazione: l’accesso a radiofrequenze, internet, libri e periodici provenienti dall’estero è bloccato dai severi controlli imposti dalle Autorità locali. Non sono riconosciuti diritti ai lavoratori ed i sindacati autorizzati vengono utilizzati dal Partito Coreano dei Lavoratori (KWP) come strumento di controllo sociale. La società nord-coreana continua ad essere ampiamente maschilista e le donne continuano ad essere vittime di abusi e violenze. I Capi Missione UE esprimono inoltre notevole preoccupazione per l’aumento delle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani – specialmente per prostituzione e matrimoni forzati – lungo il confine con la Cina.
L’Italia partecipa attivamente, nel contesto comunitario, alla formazione della posizione dell’UE negli organismi multilaterali. Anche grazie al nostro contributo, l’UE ha presentato, nel quadro dei lavori della 61esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, una risoluzione di condanna della situazione dei diritti umani in Corea del Nord, a testimonianza della priorità accordata dall’Unione al rispetto dei diritti umani da parte del regime di Pyongyang. La risoluzione è stata approvata dall’Assemblea Generale il 19 dicembre 2006 (per la prima volta anche con il voto della Corea del Sud) ed esprime la profonda preoccupazione della comunità internazionale per lo stato dei diritti umani in Corea del Nord: si riferisce, in particolare, alle continue notizie circa sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani, alle torture ed altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, alle esecuzioni pubbliche, alle detenzioni arbitrarie e comminazioni della pena di morte per motivi politici, nonché all’esistenza di un gran numero di campi di prigionia e l’esteso ricorso ai lavori forzati. La Risoluzione sollecita la Corea del Nord a rispettare pienamente tutti diritti e le libertà fondamentali, a facilitare la presenza continua nel Paese di organizzazioni umanitarie ed a cooperare con lo Special Rapporteur, garantendogli un accesso libero e senza restrizioni nel Paese.
Dopo aver constatato l’assenza di miglioramenti sul terreno, il Gruppo PESC diritti umani – COHOM ha deciso che l’UE presenterà una risoluzione di condanna della situazione dei diritti umani in DPRK anche in occasione della riunione della Terza Commissione (questioni sociali, culturali e umanitarie) della prossima sessione UNGA (62esima). L’Italia appoggerà questa risoluzione anche quest’anno.
Il 6-7 marzo 2007 i Direttori Regionali dei MAE della Troika UE hanno effettuato una missione in DPRK. Nei colloqui è stato affrontato anche il tema del rispetto dei diritti umani, rispetto al quale le Autorità nord-coreane hanno alternato segnali di apertura (disponibilità a riprendere il dialogo con l’UE sui diritti umani ed a collaborare allo scambio di esperti in materia) ad accuse agli Europei di aver creato, con la propria azione nei fora multilaterali, un clima di confronto (perseguito anche dal Relatore Speciale) che impedirebbe la continuazione del dialogo.
Si ricorda infine che la Repubblica Democratica Popolare di Corea è un Paese che mantiene la pena di morte nel proprio ordinamento giuridico. Le esecuzioni, talvolta pubbliche, sono principalmente imposte per motivi politici.
ATTUALITA’ POLITICA |
L’ultima sessione dei “Six Party Talks” (Pechino, 30 settembre 2007)[4]
L’incontro in questione è stato concepito con lo scopo di preparare il contesto per il processo di denuclearizzazione, alla cui attuazione la Corea del Nord si è già impegnata. La notizia più importante è che il Paese si è impegnato a smantellare entro il 31 dicembre 2007 le sue installazioni nucleari (il reattore di Yongbyon è già stato chiuso in luglio, secondo le intese di febbraio a Pechino). Il negoziatore USA, Hill, ha precisato che, oltre a smantellare gli impianti per produrre plutonio, i nordcoreani dovranno indicare con chiarezza il materiale fissile in loro possesso e garantire che non procederanno ad arricchimenti di uranio. Inoltre la Corea del Nord avrebbe ribadito l’impegno a non trasferire a terzi materiali nucleari, tecnologia o know-how nel medesimo settore. Di rilievo, rispetto alle precedenti tornate dei colloqui, è il fatto che stavolta la bozza di accordo è stata subito trasmessa ai rispettivi Governi per l’approvazione definitiva..
Per quanto riguarda la cancellazione della Corea del Nord dalla lista degli “Stati canaglia”, da parte del Giappone (dove il nuovo Premier, Yasuo Fukuda dimostra un atteggiamento più possibilista dell’ultraconservatore Abe) si è dimostrata una cauta disponibilità, ed anche riguardo ad una futura normalizzazione dei rapporti tra Corea del Nord ed USA (mediante la firma di un trattato di pace che sostituisca l’armistizio del 1953), il negoziatore USA si è dimostrato possibilista. Lo smantellamento delle installazioni nucleari verrà diretto e finanziato dagli USA.
Fra i benefici che la Corea del Nord dovrebbe ottenere in seguito all’accordo, si segnala, in particolare la promessa di una fornitura di carburante (50.000 tonnellate) per un importo pari a 25 milioni di dollari. I Paesi facenti parti del dialogo hanno inoltre promesso, ad eccezione del Giappone, aiuti alimentari alla Corea del Nord, alle prese con una difficile situazione umanitaria.
Il Secondo Vertice Intercoreano (Pyongyang, 2-4 ottobre 2007)
Il vertice tra i due leader, Kim Jon il e Roh Moohyun, si è concluso con un comunicato che lascia ben sperare sul futuro delle penisola. Ecco in sintesi i punti principali:
§ Accordo sulla sostituzione dell’attuale armistizio con un vero e proprio trattato di pace;
§ Creazione di una “zona speciale di pace” nel mare a occidente della penisola;
§ Istituzione di uno stabile sistema servizio di trasporto di merci su rotaia lungo la linea transfrontaliera riaperta lo scorso 17 maggio;
§ Chiusura della centrale di Yongbyon (già stabilita nei “colloqui a sei”);
§ Costruzione di un cantiere navale congiunto presso la città nordcoreana di Nampo.
La generosa offerta sudcoreana di assistenza allo sviluppo infrastrutturale è un’alternativa temporanea, che ha però suscitato perplessità a Washington: l’erogazione di aiuti in assenza di precisi vincoli con la questione nucleare potrebbe, infatti, disincentivare Pyongyang dall’assumere ulteriori misure nel processo di smantellamento. È tuttavia plausibile supporre che l’operazione di Seul, che ha incontrato il favore della classe imprenditoriale sudcoreana e segnato un’importante svolta nel rapporto tra le due coree, sia mirata anche alle fasi successive alla denuclearizzazione, quando investire in Corea del Nord potrebbe diventare vantaggioso e redditizio. E l’ammonimento dell’ex-premier sudcoreano Kim Dae-jung, riguardo all’attuale coinvolgimento della sola Cina nelle questioni economiche nordcoreane, ne sembra essere la prova.
Il problema delle inondazioni
Anche quest’anno, la Corea del Nord ha subito gravi danni all’agricoltura per le inondazioni recentemente causate dal tifone “wipha”, e che hanno esposto il Paese anche a rischio di epidemie. Anche in agosto la Corea del Nord è stato colpito da inondazioni che hanno provocato 600 tra morti e dispersi, e causando danni tanto gravi da imporre un rinvio di un mese al vertice inter-coreano in programma a Pyongyang agli inizi di settembre.
Secondo l'agenzia del regime di Pyongyang, sarebbero almeno 800 gli edifici pubblici danneggiati o distrutti, così come 1.000 industrie. 30.000 abitazioni sarebbero state sommerse lasciando senzatetto 63.300 famiglie. Ingenti danni sono stati causati a decine di miniere del paese, una delle principali fonti di ricchezza, mentre gravi interruzioni hanno interessato il sistema ferroviario e la rete stradale a causa di frane e smottamenti. Le perdite materiali sarebbero dunque colossali e rischiano di acuire ulteriormente le grandi difficoltà di vita della popolazione ed arrestare ogni tentativo di sviluppo economico. Sempre secondo stime ufficiali del regime nordcoreano, già a metà agosto più dell’11% dei campi di riso e grano erano stati sommersi o alluvionati nel periodo più importante del ciclo produttivo.
La visita del Sottosegretario Vernetti in Corea del Nord (18 settembre 2007)
Accompagnato dall'Ambasciatore dell' Italia nella Corea del Sud, Massimo Andrea Leggeri, Vernetti ha incontrato nella capitale il presidente dell' Assemblea del Popolo Kim Yong-nam, il ministro degli esteri Pak Ui-chun e il viceministro Kung Sok-ung.
Il sottosegretario ha rilevato il ruolo svolto dall' Italia nel favorire il dialogo tra le due Coree e ha presentato le iniziative della cooperazione italiana:
§ un milione di euro di aiuti per le vittime delle alluvioni dell' estate scorsa;
§ 2,5 milioni di euro per la sanità che verranno veicolati attraverso le organizzazioni internazionali come l' Unicef e l' Organizzazione mondiale della sanita' (Oms);
§ 750mila euro per il restauro della tombe della dinastia Koguryo risalenti al quinto secolo;
§ l' istituzione di un lettorato di italiano all' Università di Pyongyang.
Vernetti ha infine ricordato ai suoi interlocutori l' importanza che l' Italia e l' Ue attribuiscono al rispetto dei diritti umani.
POLITICA ESTERAA CURA DEL MAE
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La difesa dal pericolo esterno rappresentato essenzialmente dagli USA è stata la base della politica estera della DPRK fino alla più recente evoluzione. Attraverso fasi di acuta contrapposizione e di temporaneo dialogo si è giunti alla attuale congiuntura che sembra promettere in generale un nuovo clima e un nuovo approccio nordcoreano. Il “negoziato a 6” si è ravviato con nuova linfa, grazie al nuovo atteggiamento statunitense che si mostra disponibile a dare alla DPRK (parallelamente alla soluzione della questione nucleare) quel riconoscimento “ad esistere” che da sempre è stato posto da Pyongyang in cima ai propri obiettivi di politica estera.
Con gli USA, la DPRK intenderebbe avviare anche il negoziato per porre formalmente fine alla Guerra di Corea. Lo stesso vale per la Corea del Sud, con cui ora si assiste ad un forte rilancio del dialogo intercoreano, che ha culminato con il previsto incontro fra i leader dei due paesi.
Con la Cina, Pyongyang mantiene un rapporto di fondamentale fiducia che ha anche permesso, alla fine del 2006, il riavvio dei 6PT. Pechino ha svolto un ruolo essenziale per innescare il dialogo DPRK-USA e vuole ora mantenere una propria autorevole presenza in una fase nella quale potrebbe disegnarsi il nuovo quadro geopolitico dell’area del NE asiatico.
La Russia sta invece svolgendo un ruolo alquanto defilato, nella tematica della stabilità della penisola coreana, sebbene l’intervento di una banca russa abbia risolto il problema dei fondi nordcoreani bloccati presso il Banco Delta di Macao. I contatti avviati per una cancellazione del pesante debito della DPRK verso la Russia si sono conclusi con la totale cancellazione del debito stesso.
Il Giapponerimane l’avversario storico della DPRK. Tokyo segue con molta cautela il progredire dei colloqui a 6, ma, seppur con molte riserve e cautele, non ha potuto esimersi dall’accettare le evoluzioni dell’accordo del 13 febbraio 2007. L’atteggiamento negoziale nipponico continua ad essere pesantemente condizionato dalla problematica dei cittadini giapponesi rapiti nei decenni scorsi da Pyongyang e mai restituiti dai nord coreani.
LE IMPLICAZIONI DELLA RAGGIUNTA INTESA A PECHINO PER LA UE
Dopo la troika inviata dall’UE a Pyongyang il 6-7 marzo u.s., quale segnale di sostegno all’intesa del 13 febbraio, e per ipotizzare un più attivo coinvolgimento dell’Europa negli assetti derivanti dall’Accordo di Pechino, si è recata in Corea del Nord a fine giugno u.s. una delegazione di parlamentari europei.
Nei suoi incontri a Pyongyang, il gruppo di parlamentari, che sotto la presidenza del tedesco Hubert Pirker (EEP-ED) includeva Istavan Szent-Ivanyi, ungherese del Gruppo Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa, Glyn Ford, britannico del Gruppo Socialista e l’italiano Jas Gawronski del Partito Popolare europeo, si è soffermato con i propri interlocutori sul tema della questione nucleare, dei diritti umani e delle relazioni UE-DPRK. Gli interlocutori nord coreani hanno mostrato una generale aspettativa per una ripresa della cooperazione economica da parte della UE, così come dei contatti di natura politica. I parlamentari europei, che si propongono di tornare nella DPRK in futuro, hanno invitato lo speaker dell'Assemblea Nazionale nord coreana a visitare il Parlamento Europeo l'anno venturo.
Da rilevare che nel mese di agosto (7-9) ha avuto luogo una missione svedese a Pyongyang, guidata dall’ex Sottosegretario agli Esteri, Dahlgren, il quale ha incontrato il Vice Ministro degli Esteri Kung Sok Ung, nonché di una delegazione parlamentare bulgara.
Per il momento, dato che le ispezioni dell’AIEA in DPRK mancano ancora di fondi, che non sono previsti nel bilancio 2007 dell’Organizzazione, né in quello 2008, l’Unione Europea ha dichiarato, durante la riunione del Consiglio dei Governatori dell’AIEA del 9 luglio u.s., la propria disponibilità a contribuire alle iniziative di ispezione e monitoraggio in questione (per un ammontare che dovrebbe essere di 1.000.000 di euro e che si dovrebbe formalizzare all’immediata vigilia della riunione del Sottosegretario). Si tratta comunque di un segnale politico molto importante circa il crescente coinvolgimento europeo.
LA POSIZIONE DELL’ITALIA
Nell’ambito dell’azione dell’Unione Europea, l’Italia ha sempre svolto un ruolo di rilievo, in particolare, cercando di adoperarsi anche nei momenti più difficili, non solo per favorire un ruolo più attivo dell’UE a sostegno del negoziato a sei, ma anche per aiutare il proseguimento del dialogo intercoreano e per evitare che la Corea del Nord venisse totalmente esclusa dalla comunità internazionale.
L’impegno italiano per la pacificazione e denuclearizzazione della Penisola coreana ha riscosso negli anni un crescente riconoscimento da parte dei principali attori regionali. Nel corso della visita del Ministro D’Alema in Corea del Sud all’inizio di febbraio, così come durante la visita del Presidente sudcoreano a Roma a metà febbraio, e quella del Presidente del Consiglio Prodi a Seul il 18-19 aprile, si sono raccolti importanti apprezzamenti per il ruolo da noi svolto in questi anni, sia in connessione al fatto che l’Italia fu il primo Paese del G7, nel 2000, a stabilire le relazioni diplomatiche con Pyongyang, sia circa le nostre ulteriori importanti iniziative.
Fra esse spiccano: la missione dell’allora Ministro degli Esteri Dini, a Pyongyang nel marzo del 2000 di quell’anno[5]; la missione della Troika U.E., sotto Presidenza italiana, a Pyongyang con attraversamento simbolico della DMZ nel 2003; e la “shuttle diplomacy” condotta dall’allora Sottosegretario Boniver con la sua missione nel 2005 a Washington, Seoul e Pyongyang, nel tentativo – in buona parte riuscito – di superare una fase di forte diffidenze fra i principali attori del processo.
Una nuova importante tappa in tale processo è stata costituita dalla missione del Sottosegretario Vernetti in Corea del Nord (13-15 settembre 2007). Il Sottosegretario è il primo esponente di Governo di un Paese europeo a giungere in Corea del Nord negli ultimi due anni. Obiettivo della visita, oltre a confermare il tradizionale pluriennale impegno dell’Italia a sostegno del processo di dialogo intercoreano, è quello di valorizzare l’azione che l’Italia ha già svolto e potrà continuare a svolgere sia bilateralmente, che in ambito U.E. e ONU.
Rilevante appare anche l’organizzazione di seminari annuali sulla Penisola coreana fin dal 2002, giunti quest’anno alla loro 5° edizione. Infatti a Como, il 26 marzo scorso, è stato organizzato dal Ministero degli Esteri in collaborazione con il Landau Network Centro Volta un nuovo seminario internazionale dal titolo: “Cooperative Stability in North East Asia in the Aftermath of the la test Round of the 6-Party Talks”.
Naturalmente, nel diverso clima che si è creato dopo l’Accordo di Pechino, il Seminario di quest’anno ha avuto la finalità di approfondire i termini dell’Intesa e di esplorare quale sia il ruolo che in prospettiva l’Europa possa giocare nello scenario in evoluzione della Penisola coreana.
Dal primo gennaio 2007, l’Italia, oltre che membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è Presidente del Comitato Sanzioni sulla Corea del Nord per il rispetto delle sanzioni previste dalla Risoluzione 1718 del Consiglio di Sicurezza.
1. Le relazioni intercoreane rimangono al centro delle priorità di politica interna ed estera di entrambe i Paesi, nel duplice aspetto della normalizzazione del rapporto bilaterale e della definizione di un quadro di stabilità e di sicurezza nella penisola coreana. Il vertice tra i leader delle due Coree di ottobre ha coronato una strategia avviata con lo storico incontro del 15 giugno 2000 tra l’allora Presidente sud-coreano KIM Dae-jung ed il leader della DPRK KIM Jong-il. La “Sunshine policy” adottata da Seoul ed orientata alla riconciliazione e alla cooperazione tra le due Coree, talora fortemente contestata dall’opposizione, è stata proseguita con pervicacia dall’Amministrazione del Presidente ROH Moo-hyun, e si è – alla resa dei conti – dimostrata finora vincente.
2. Lo storico incontro dovrebbe dare un decisivo impulso non solo al processo di denuclearizzazione nordcoreano e a quello verso la pacificazione delle due Coree, ma anche alla riduzione delle tensioni nell’area, agli aiuti umanitari a beneficio di Pyongyang, al processo di riunificazione delle famiglie, alle collaborazioni in campo economico sul modello dei complessi industriali o turistici di Kaesong o del Monte Kumgang. In sostanza, il binario del dialogo intercoreano viene costruito in parallelo con quello dei 6PT, rispecchiandone i positivi sviluppi e influenzandoli a sua volta. A questo riguardo va segnalato che sono state rinviate, per permettere una migliore atmosfera per il vertice, le annuali esercitazioni militari congiunte USA-ROK, originariamente previste per l’estate in territorio sudcoreano.
3. Le vie che dovrebbero portare ad una riunificazione della Coree non vengono mai indicate con chiarezza da parte delle Autorità sud-coreane, le quali si rendono conto che accelerare i tempi avrebbe degli effetti dirompenti sulla propria economia. Al momento si mira a favorire un processo di dialogo politico assortito da forme di collaborazione economica (oltre che umanitaria). Queste collaborazioni economiche, oltre ad alleggerire lo stato di degrado della economia nord coreana, dovrebbero avere anche un indotto politico positivo sulla popolazione, favorendo una spontanea, progressiva integrazione con la Corea del Sud.
4. La collaborazione intercoreana si sostanzia in particolare in alcuni progetti-chiave, fra cui:
· scambi culturali tra le popolazioni civili, attraverso la realizzazione - a cura del conglomerato sud-coreano della Hyundai - del complesso turistico ubicato nel sito nord-coreano del Monte Kumgang, visitato (a pagamento) ogni anno da migliaia di cittadini sud-coreani.
· settore industriale, mediante lo sviluppo del complesso di Kaesong in cui il management e i finanziamenti (ancora Hyundai) sono sud coreani e la manodopera nord coreana (alla fine di giugno c.a., vi erano circa 15.000 operai del Nord impiegati nel progetto).
Sono allo studio analoghi, ulteriori progetti congiunti.
Approfondimento sul complesso industriale di Kaesong
La zona è data in concessione dal governo nord-coreano ad un gestore privato della Corea del Sud, Hyundai (che gode tuttavia di un forte sostegno del Governo di Seoul) e aperto agli investimenti di piccole e medie imprese sud-coreane, e di Paesi terzi, fra cui prossimamente la Cina.
La Corea del Sud, nei numerosi negoziati intrapresi per aree di libero scambio (anche con la UE), chiede regolarmente la concessione di un trattamento preferenziale alle merci prodotte a Gaesong (clausola sulle zone produttive fuori territorio). Tale richiesta nasce dalla forte volontà del Governo di Seoul di favorire il successo del complesso con l’apertura di mercati esteri per le sue merci, ma soprattutto con la volontà di contribuire in questo modo al processo di distensione, cooperazione e dialogo intercoreano. Posizioni critiche sono state espresse in ambito internazionale, invece, sulla base del mancato rispetto dei diritti umani in Corea del Nord (per quanto riguarda il complesso di Gaesong non vengono applicate le convenzioni ILO) e del fatto che questo complesso rappresenta una fonte di preziosa valuta estera per il governo di Pyongyang.
All’Unione europea è già stata presentata dai negoziatori coreani una richiesta di inserire una clausola “Gaesong” nel futuro accordo di libero scambio UE-Corea. Al fine di preparare la posizione negoziale europea in merito, sarà dunque necessaria una approfondita analisi e discussione della questione, sia a livello nazionale, sia a livello di Consiglio UE.
1. Da notare la rilevanza dell’interscambio coreano che nel corso del 2006 ha raggiunto la cifra record di 1,35 miliardi di dollari (+ 27,8% rispetto al 2005).
2. A questo si aggiungono gli importanti quantitativi di fertilizzanti e di alimenti (300/400.000 tonnellate di riso) che vengono ogni anno forniti da Seul sotto forma di “prestito”. Si calcola che nell’ultimo decennio la Corea del Sud abbia erogato un volume complessivo di aiuti pari ad oltre 1,46 miliardi di dollari in favore del Nord.
3. In questo contesto si inseriscono anche i periodici incontri tra i rispettivi vertici militari (per valutare le eventuali modulazioni delle reciproche misure di sicurezza) o eventi simbolicamente importanti come il test ferroviario realizzato il 17 maggio scorso e che per la prima volta ha visto un convoglio passare attraverso la linea di demarcazione.
4. Nel quadro della attuazione delle intese a Sei dello scorso febbraio, agli inizi di agosto, Seoul ha ultimato la consegna delle prime 50.000 tonnellate di carburante (altre 50.000 sono state consegnate dalla Cina).
5. Una legislazione ad hoc concede al Governo la possibilità di garantire la necessaria assistenza ai rifugiati nord-coreani che decidono di riparare in Corea del Sud (programmi di “integrazione sociale” nei centri di accoglienza, assegni sociali, finanziamenti agevolati, offerte di lavoro).
La Corea del Nord auspica una riforma del CdS che ponga rimedio agli squilibri attuali ed assicuri una migliore rappresentanza dei Paesi in via di sviluppo e di quelli non-allineati. Tale posizione è stata ribadita, da ultimo, alle consultazioni in Assemblea Generale dell’11-12 dicembre 2006. Ha inoltre manifestato in più occasioni una netta opposizione all’attribuzione di un seggio permanente al Giappone. Solo in tale ultima sfumatura si può dire che gli interessi nordcoreani ed i nostri appaiono convergenti.
Politicamente l’Unione Europea ha mantenuto per lunghi anni nei riguardi della penisola coreana una posizione defilata. Su tale atteggiamento ha avuto notevole influenza l’attitudine francese; Parigi è infatti fortemente ostile a Pyongyang e non ha mutato il suo orientamento neanche di recente. L’Europa non è parte dei colloqui a 6, né chiede formalmente di esservi associata, e mantiene nei confronti della DPRK le posizioni concordate in ambito internazionale (sanzioni del CdS) e ferme posizioni in materia di diritti umani (risoluzione in ambito Consiglio Diritti Umani). Negli ultimi anni ha assicurato alla DPRK un sostegno in materia umanitaria (tramite ECHO).
Si è però già accennato al fatto che, a seguito del nuovo clima instauratosi nella Penisola coreana, ed anche per l’azione di stimolo svolta dall’Italia, l’UE sta mutando gradualmente il proprio orientamento optando ora per un maggiore coinvolgimento. Vari Paesi Membri intrattengono relazioni diplomatiche con Pyongyang e alcuni hanno una Ambasciata in loco (oltre agli ex Paesi dell’Est, anche UK, Germania, Svezia). Solo la Francia non ha rapporti diplomatici. All’inizio dello scorso marzo la Troika si è recata a Pyongyang. In tale occasione è stata ribadita la disponibilità della UE a riprendere il sostegno umanitario ed economico alla DPRK, laddove si vedano concreti progressi sui temi della denuclearizzazione e della tutela dei diritti umani.
L’UE ha partecipato negli anni 90 al consorzio internazionale del KEDO (Organizzazione per lo Sviluppo dell’Energia nella Penisola Coreana di cui hanno fatto parte anche Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone) finalizzato alla realizzazione di due reattori nucleari ad acqua leggera ad uso civile in Corea del Nord, per sostenere finanziariamente (oltre 118 milioni di euro di contributi) e politicamente gli sforzi della Comunità internazionale per evitare i rischi di proliferazione del programma nucleare nord-coreano. Il programma è stato poi sospeso a partire dal novembre 2003, in relazione alla nota questione nucleare e successivamente definitivamente chiuso (maggio 2006). Una risoluzione adottata “ad referendum” dal Consiglio Esecutivo del KEDO il 10 maggio scorso ha deciso la chiusura del Segretariato nella sua composizione attuale a partire dal 31 maggio scorso, facendo tuttavia salva la personalità giuridica dell’Organizzazione. Il mantenimento della personalità giuridica dell’Organizzazione consentirebbe infatti di assicurare la necessaria continuità nel caso in cui il processo di denuclearizzazione dovesse essere concretamente completato dalla DPRK e si decidesse di stipulare un similare, nuovo accordo con Pyongyang per la rivitalizzazione dell’Organismo.
Nonostante la disattivazione del reattore nucleare di Yongbyon, in ottemperanza agli accordi del 13 febbraio u.s., restano attualmente in vigore le misure restrittive nei confronti della Corea del Nord introdotte dall’Unione Europea a fine 2006 (con il Regolamento EC No 329/2007 del 27 marzo 2007) a seguito della Risoluzione 1718 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con cui venne condannato il test nucleare eseguito il 9 ottobre 2006, e furono imposte sanzioni.
Tali misure prevedono il divieto di trasferire o esportare merci, armi o tecnologie che potrebbero contribuire allo sviluppo del programma nucleare della Corea del Nord, il divieto di fornire assistenza tecnica o finanziaria connessa ad alcuni tipi di merci e tecnologie, il divieto di esportare beni di lusso nonché il congelamento dei fondi e delle risorse economiche legate ad alcune entità, individui ed organismi designati dal Comitato per le sanzioni dell’ONU.
La cooperazione finanziaria UE- Corea del Nord
Tra il 2001 e il 2006 il principale strumento finanziario di assistenza della UE per la Corea del Nord è stato il Programma “ALA”, concepito per i Paesi dell’America Latina e dell’Asia. Il Country Strategy Paper elaborato per il periodo 2001-2004 inquadrava la strategia dell’assistenza. La dotazione finanziaria complessiva del Programma per il periodo 2001-2006 era di 35 milioni di euro, ripartiti su tre settori prioritari: a) supporto istituzionale; b) gestione sostenibile delle risorse naturali; c) azioni a favore dello sviluppo rurale sostenibile.
Nel nuovo ciclo finanziario 2007-2013 la Corea del Nord è teoricamente tra i paesi destinatari delle previdenze del nuovo Strumento per la cooperazione allo sviluppo (“DCI”). La Corea è inoltre ammissibile alla partecipazione ad alcuni programmi “Asia-Wide” (es. Asia Invest, Asia Urbs, Asia Link etc.), con le modalità previste nell’ambito della nuova architettura finanziaria 2007-2013.
Attualmente, tuttavia, la cooperazione “classica” con la Corea del Nord è sospesa, salvo iniziative di carattere umanitario scevre da implicazioni politiche (in particolare nel settore degli aiuti alimentari, del sostegno all’agricoltura, dell’assistenza sanitaria e tecnica, ecc.). Per l’aiuto umanitario, la UE è tra i principali donatori, con l’obiettivo di alleviare le conseguenze della crisi economica e di far fronte alle sue cause (nonché, da ultimo, per alleviare le conseguenze delle inondazioni del luglio scorso). I primi interventi risalgono al 1995, sempre a seguito delle disastrose inondazioni che colpirono il paese.
La Commissione stima a 344 milioni di euro l’ammontare degli aiuti erogati a partire dal 1995 (tale importo sale a circa 450 milioni, se si comprendono i contributi erogati al KEDO).
Dal 2007 sono state sospese le attività del UNDP in Corea del Nord. Tale decisione deriva da alcune pressioni giapponesi ed americane circa la gestione non trasparente delle attività dell’ UNDP nel paese, ed in particolare circa il mancato controllo dei passaggi di denaro in valuta pregiata con cui veniva pagato il personale locale dell’ UNDP (sembra che esso potesse in ultima analisi arricchire esponenti del regime).
Dal 2007 il Rappresentante del World Food Program svolge il ruolo di Resident Coordinator delle residue attività UNDP.
RAPPORTI BILATERALI(A CURA DEL MAE)
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A fronte di un sensibile interesse nord coreano, la nostra azione di promozione culturale è stata limitata, per logici motivi collegati alle tensioni in campo nucleare, alla partecipazione ad alcune rassegne di cinema e musica (di recente l’Orchestra Florence Symphonietta di Firenze ha partecipato al 23^ April Spring Friendship Festival di Pyongyang, dal 9 al 19 aprile 2006).
Nella prospettiva di poter aumentare ora il nostro impegno nel settore della cultura a seguito delle positive schiarite della situazione politica sarebbe opportuno estendere la competenza dell’Istituto di Cultura di Seoul alla DPRK (che attualmente non è coperta da alcun Istituto di Cultura), armonizzandone la giurisdizione con quella dell’Ambasciata (la Germania oltre all’Ambasciata in loco ha aperto a Pyongyang una sede del Goethe Institut).
Al momento la nostra azione nel settore della cultura si va sviluppando su tre direttrici, in parte rientranti nelle attività di cooperazione allo sviluppo: un programma di borse di studio che quest’anno è stato sensibilmente rafforzato (da 24 mensilità nel 2006, a 50 per l’anno accademico 2007-2008, a seguito di una iniziativa ad hoc della DGAO, condivisa dalla Direzione per la Promozione Culturale); la istituzione di un Lettorato di italiano presso l’Università di Pyongyang che dovrebbe essere finalizzato a breve; il finanziamento, deciso in luglio, per 750.000 mila euro, del restauro di parte del patrimonio tombale di Koguryeo.
Per quanto riguarda il lettorato, l’Università di Pyongyang ha accettato di istituirne la relativa cattedra e di sfruttare parte delle borse di studio italiane per preparare quattro insegnanti che affiancheranno il lettore di lingua italiana già individuato dal MAE (il professore Marco Scorrano dell’Università la Sapienza) e che potrebbe prendere servizio nella stessa università entro metà del 2008.
Per quanto riguarda il restauro delle pitture murali di una delle tombe di Koguryeo, si tratta di un’attività diagnostica, di formazione dei restauratori nord-coreani e di effettuazione degli interventi stessi di restauro. Il progetto rappresenta una prosecuzione di un programma finanziato dall’UNESCO e che si avvaleva di esperti italiani (Univ. Bologna -Prof. Mazzeo-, ICR, ENEA, CNR-ICVBC) che dovrebbero intervenire in questa nuova iniziativa. L’iniziativa è finanziata dalla DGCS del MAE (750.000 euro in due anni e si basa su un progetto del Ministero dei Beni Culturali). Il Sottosegretario Vernetti potrà farne positivo stato nei suoi colloqui a Pyongyang ed auspicare la collaborazione delle amministrazioni nord-coreane. Nei giorni immediatamente precedenti la visita del Sottosegretario, si è recata in Corea del Nord una missione di esperti per la definizione tecnica del nostro intervento.
Tra i due Paesi esiste un Accordo di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica, firmato a Roma il 27 settembre 2000, e del quale si è recentemente sollecitata da parte della DGAO la conclusione del processo di ratifica parlamentare che era stato congelato a seguito delle tensioni in materia nucleare.
Da circa dieci anni (dal 1998) l’Italia fornisce alla Corea del Nord assistenza umanitaria tramite interventi di emergenza gestiti dalla nostra Cooperazione (in una prima fase anche con l’azione di due ONG italiane che hanno poi lasciato il Paese). Ulteriori interventi sono finanziati sul canale multilaterale (UNICEF, PAM, OMS, ecc.), sempre nei settori alimentare, sanitario (lotta al morbillo), sociale, ecc.
La passata situazione di “cautela” adottata dalla comunità internazionale nei riguardi della DPRK ha comportato la delimitazione delle attività di cooperazione al settore della emergenza. Le iniziative da noi realizzate e in fase di lancio sono ora suscettibili di esplicare (se gli ultimi positivi sviluppi saranno auspicabilmente confermati) la loro valenza anche in una prospettiva di sviluppo
1. Si è in questi giorni positivamente conclusa l’iniziativa di emergenza avviata nel 2006 per un importo di 850.000 dollari a favore della popolazione della Provincia di Kangwon. L’iniziativa si e’ articolata in tre settori: sanitario (fornitura di attrezzature per ospedali), agrario (forniture di trattori) ed idrico (costruzione di un acquedotto per acqua potabile).
2. E’ stato inoltre previsto un contributo di 1.000.000 Euro per il 2007 per un’iniziativa alimentare di emergenza a valere sui fondi Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) nel quadro della Convenzione di Londra sull’aiuto alimentare del 13 aprile 1999.Tale contributo è da porre in relazione all’emergenza determinata dalle inondazioni del luglio scorso.
3. E’ stata approvata nelle scorse settimane una nuova iniziativa per un valore di 900.000 euro, che sarà realizzata nel settore sanitario in collaborazione con l’OMS a favore della maternità e dell’infanzia. Nel dettaglio si tratta di un progetto OMS che prevede corsi di formazione in medicina pediatrica e neonatale; fornitura di apparecchiature mediche per terapia intensiva e pediatrica; fornitura di farmaci salvavita.
4. Inoltre sono stati stanziati 300.000 euro a favore dell’UNICEF per delle iniziative sempre nel settore della maternità e dell’infanzia. Parte del finanziamento è stato allocato al sostegno di un progetto nel settore dell’educazione, seguito a Pyongyang da una esperta italiana dell’UNICEF, progetto di cui andrebbe sottolineata l’importanza. Va considerato che anche queste due recentissime iniziative possono essere ora messe in relazione allo stato di emergenza post-alluvione dichiarato nel Paese.
5. Un ulteriore contributo di 100.000 euro è stato erogato all’OMS per una campagna di vaccinazione contro il morbillo, che rappresenta una priorità per la DPRK.
6. Anche per il 2007, la Cooperazione italiana ha concesso 10 borse di studio a giovani funzionari nord-coreani per seguire dei corsi di gestione e contabilità aziendale (soprattutto delle piccole e medie imprese) a Roma.
7. Infine, tenuto conto dei positivi risultati raggiunti dalla prima fase dello “Special Programme for Food Security” della FAO, finanziato nel 2000 con un contributo volontario di 1 milione di euro, è stato deciso di finanziarne una seconda fase, per un valore di 2,5 milioni di euro sul canale multibilaterale, più focalizzata su logiche di medio periodo e di sviluppo. Il programma in questione è al momento in valutazione presso l’Unità Tecnica Centrale della DGCS e sarà presumibilmente finanziato nel 2008.
Per quanto riguarda le relazioni economiche, gli scambi commerciali sono ridotti (10 milioni di euro circa all’anno che vedono un consistente avanzo commerciale dell’Italia), specie se paragonati a quelli di altri Paesi europei, come Germania, Regno Unito e Spagna. Alcune nostre ditte sono comunque attive nel Paese: la Misano SpA con un investimento nel settore dei forni siderurgici, lo studio legale Birindelli che fornisce consulenze per le imprese che vogliono fare busniess in Corea del Nord e la Selex Sistemi Integrati SpA, che ha installato il radar di controllo dell’aereoporto di Pyongyang.
A seguito delle prescrizioni contenute nella Risoluzione 1718 del CdS ONU, occorre effettuare una attenta valutazione su eventuali divieti di esportazione che ricadano sui beni da noi abitualmente esportati (macchinari, beni di lusso).
Il Centro Estero delle Camere di Commercio del Piemonte sta conducendo un’iniziativa finanziata dalla UE (progetto Asia Invest) e finalizzata a facilitare il dialogo e la reciproca conoscenza fra imprese europee e nord-coreane. Nel quadro di questa iniziativa, si è svolto lo scorso marzo un seminario a Torino che ha visto la partecipazione di delegati ed aziende nord-coreane. Una rappresentanza del Centro Estero delle Camere di Commercio Piemontesi ha in programma di recarsi in Corea del Nord (il 15 / 20 ottobre 2007) per proseguire il progetto e i contatti.
Una nota dolente delle relazioni economiche bilaterali è rappresentato da un contenzioso con la SACE relativo ad un debito di circa 81 milioni $USA mai pagato dalle autorità nord-coreane. Si tratta del valore di una fornitura di macchinari italiani (fornitura effettuata nel 1991 e mai pagata dai nord-coreani) assicurata dalla SACE stessa. Acquirente era la Daesong Bank garantita dallo stesso Ministero delle Finanze coreano. La SACE, a seguito della azione di sensibilizzazione svolta da parte del Ministero degli Esteri si è detta pronta a trovare con i nord-coreani una soluzione di compromesso. A queste aperture della SACE le Autorità di Pyongyang non hanno sino ad ora fornito riscontro. Sarebbe dunque opportuna un’azione di sensibilizzazione degli interlocutori coreani anche da parte del Sottosegretario Vernetti nei suoi colloqui a Pyongyang.
Il 27 settembre 2000, con la Corea del Nord l’Italia ha firmato:
· l’Accordo quadro sulla cooperazione economica, con annesso
· l’Accordo sulla promozione e protezione degli investimenti
Per entrambi gli Accordi, anche a causa delle ricadute negative delle ripetute crisi nucleari prima dell’Accordo del 13 febbraio 2007, non è stato finora portato a termine l’iter di ratifica. A seguito dei recenti sviluppi positivi si è provveduto a riattivare la procedura di ratifica, con una serie di solleciti da parte della DGAO.
Principali indicatori macroeconomici
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2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005b |
PIL a prezzi costanti (mld US$) |
15,7 |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
Variazione reale del PIL |
3,7% |
1,2% |
1,8% |
2,2% |
n.d. |
Popolazione(mln) |
22,3 |
22,4 |
22,5 |
22,7% |
n.d, |
Valuta |
Won |
Won |
Won |
Won |
Won |
Tasso di cambio 1US$= Won |
2.20 |
2.20 |
145.00 |
500.00b |
1.000b |
Bilancia commerciale (mln US$) |
-1.021 |
-888 |
-983 |
- 1.001
|
-1.375 |
Esportazioni (mln US$) |
826 |
1.007 |
1.066 |
1.278 |
1.338 |
Importazioni (mln US$) |
1.847 |
1.895 |
2.049 |
2.279 |
2.713 |
Principali esportazioni |
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1.Prodotti animali |
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2.Prodotti tessili |
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3.Macchinari e prodotti elettronici |
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Principali importazioni |
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1.Minerali |
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2.Macchinari e prodotti elettronici |
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3.Prodotti tessili |
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Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report August 2006
Valori in milioni di dollari USA se non diversamente indicato b)stime EIU
a) I grandi aumenti di prezzi e degli stipendi effettuati dal Luglio del 2002 hanno inevitabilmente avuto ripercussioni sul tasso di cambio. Sebbene non sia mai stato formalmente annunciato, la drastica svalutazione è stato confermata nel mese di febbraio del 2003, quando il rapporto Won:USS aveva raggiunto I 148 Won per 1US$.
Dati statistici bilaterali
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ESPORTAZIONI |
IMPORTAZIONI |
1. Macchine ed apparecchi meccanici |
1. Articoli in gomma e materie plastiche |
2. Macchine ed apparecchiature elettriche |
2. Prodotti tessili e di abbigliamento |
3. Alimentari, bevande e tabacco |
3. Macchine ed apparecchiature elettriche |
4. Prodotti chimici e fibre sintetiche ed artificiali |
4. Metalli e prodotti di metallo |
5. Prodotti industrie manifatturiere |
5. Macchine ed apparecchi meccanici |
Fonte: ISTAT |
INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO (2005) |
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Esportazioni verso la Corea del Nord sul totale delle esportazioni italiane |
0,0032% |
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Importazioni dalla Corea del Nord sul totale delle importazioni italiane |
0,0018% |
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QUOTE DI MERCATO (2005) |
|||
PRINCIPALI FORNITORI |
% su import |
PRINCIPALI ACQUIRENTI |
% su export |
1.CINA |
39,8 |
1.CINA |
37,3 |
2. COREA DEL SUD |
26,2 |
2.COREA DEL SUD |
25,4 |
3.RUSSIA |
8,3 |
3.GIAPPONE |
9,8 |
4.THAILANDIA |
7,6 |
4.THAILANDIA |
9,3 |
Fonte: EIU |
[1] Fonte: CIA Worldfactbook 2007
[2] Kim Il-Sung avviò l'idea di Juche il 28 dicembre 1955 nel discorso Sull'eliminazione del dogmatismo e del formalismo e della instaurazione di Juche nel lavoro ideologico. Tale discorso era una risposta decisa contro la de-stalinizzazione che l'Unione Sovietica stava ponendo in atto. L'idea Juche è un amalgama di Neo-confucianesimo e di stalinismo, che mira a creare una società di stampo comunista, al contempo permeata dal culto tipico dell'autorità e degli antenati. Negli anni, l'idea ha preso sempre più forma, divenendo, allo stato attuale, una vera e propria ideologia. Juche ha ufficialmente rimpiazzato tanto le religioni tradizionali quanto l'ideologia marxista, portando ad un culto della personalità e ad un autoritarismo che non hanno pari in nessuna parte del mondo. Oggetto di questo culto sono stati prima il "presidente eterno" Kim Il-Sung e poi suo figlio, il "caro leader" Kim Jong-Il. Forte è l'accento su un'assoluta fedeltà al partito e ai suoi leader (entrambi di natura divina): Kim Il-Sung e suo figlio Kim Jong-Il sono visti entrambi come guide assolute ed infallibili. La Corea del Nord ha assunto una variante del calendario Gregoriano basata sul Juche. Tale variante prevede che l'anno 1 parta dall'anno di nascita di Kim Il-Sung e cioè il 1912 (ufficialmente non esiste una data di morte, in quanto il "Grande Leader" e presidente per l'eternità non è mai morto, ma solo asceso in cielo). Tale calendario è stato assunto nel 1997. In genere, però, il calendario Juche è utilizzato a fianco di quello gregoriano. L'anno viene perciò talvolta indicato in questo modo: Juche 94 (2005). Kim Il Sung è morto nel Luglio 1994, pochi giorni prima di uno storico incontro programmato con il Presidente della Corea del Sud. Dopo la sua morte, il faraonico palazzo del "Grande Leader", nel centro della capitale, è stato trasformato - sotto la puntigliosa supervisione del figlio Kim Jong Il- in un mausoleo assolutamente unico al mondo per dimensioni e megalomania. Il feretro – imbalsamato - posto al centro di una enorme sala di marmo rosso scuro, è visitabile sia dai nord coreani che dai turisti.
[3] Uno degli eventi di cultura più popolari in Corea sono i “Giochi di Massa”. Consistono in manifestazioni di ginnastica, danza e coreografia che possono ai quali possono partecipare fino a 100.000 figuranti e durare diverse settimane. Negli ultimi che si sono tenuti, chiamati “Arirang” i sentimenti anti-occidentali sono stati mitigati.
[4] Dalla firma dell’Accordo di Pechino del 13 febbraio 2007, che ha riaperto le prospettive del negoziato a 6 (che include Cina, Russia, Corea del Nord, Corea del Sud, USA e Giappone) sulla denuclearizzazione in Corea del Nord, si sono riscontrati numerosi positivi sviluppi della questione nord-coreana, fra cui i più importanti sono stati:
§ l’autorizzazione concessa agli ispettori della AIEA a visitare il Paese e l’effettuazione dell’ispezione stessa (in luglio);
§ lo spegnimento del reattore nucleare di Yongbyon, verificato dagli stessi Ispettori (sempre in luglio);
§ la ripresa delle forniture alimentari sud-coreane a beneficio di Pyongyang.
[5] Gli obiettivi erano di favorire l’integrazione della Corea del Nord nella comunità internazionale, contribuire al dialogo tra le due Coree, rilanciare le occasioni di contatto sul piano multilaterale e promuovere il dialogo su alcune tematiche di specifico interesse italiano (quali le armi chimiche); sfruttando un periodo particolarmente favorevole nell’atteggiamento nordcoreano.