Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali |
Titolo: | RUSSIA |
Serie: | Schede Paese Numero: 22 |
Data: | 21/09/2007 |
Federazione russa
settembre 2007
CENNI STORICIA CURA DEL MAE |
Prima dell’apparizione degli slavi in Europa, il territorio europeo attualmente occupato da Russia, Belarus e Ucraina aveva ospitato insediamenti di diverse popolazioni e subito le invasioni di Unni, Avari, Goti e Magiari. Le prime testimonianze relative agli stanziamenti slavi risalgono al VI secolo.
Nel IX secolo la rotta commerciale che univa il Baltico con il Mar Nero lungo il fiume Dnepr (cosiddetta “via dai Variaghi ai Greci”) acquistò un’importanza strategica a livello europeo ed il primo Stato russo, conosciuto come Rus’ di Kiev, sorse in seguito alle lotte fra i Chazari, del sud, ed i Variaghi (tribù d’origine scandinava) del nord. Il periodo della Rus’ di Kiev (dall’860), che vede nel 988 la cristianizzazione della Russia, termina con le invasioni mongolo-tartare, sulle cui ceneri nascerà lo Stato della Moscovia (di cui si ricordano Ivan il Grande ed Ivan il Terribile).
Sarà in seguito ad un periodo di transizione, detto “dei torbidi” (1598-1613), che emergerà la dinastia dei Romanov, la quale aprirà il XVIII secolo con la fondazione di San Pietroburgo (1703) da parte di Pietro il Grande. Tra il 1710 ed il 1712 si completò il trasferimento da Mosca del Governo e della Corte: San Pietroburgo divenne la capitale dell'Impero.
Caterina II la Grande, imperatrice dal 1762 al 1796, ampliò i già vasti confini dell'Impero a danno della Polonia e della Turchia, sfruttando le alleanze con la Prussia e l'Austria. Ella pose termine al Regno polacco tra il 1773 ed il 1795, acquisendo altresì la Moldavia, la Valacchia, la Podolia, la Lituania e la Curlandia, mentre ai Turchi sottrasse la Crimea (1777), l'Ucraina meridionale ed il fiume Kuban.
Della dinastia dei Romanov vanno anche ricordati Alessandro I ed Alessandro II. Il primo, zar dal 1801 al 1825, abolì la tortura, riformò l'amministrazione statale e raddoppiò il numero delle università russe; il secondo, zar dal 1855 al 1881, abolì la servitù della gleba (1861), istituì le assemblee provinciali elettive (zemstva), avviò la riforma giudiziaria, riorganizzò l'esercito, sconfisse in guerra la Turchia ed espanse l’Impero in Asia centrale.
Con la guerra civile conseguente alla Rivoluzione d’Ottobre del 1917, guidata da Lenin, la storia della Russia conosce un’importante cesura: dal dissolvimento dell’Impero Zarista nasce l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (30 dicembre 1922), delle quali la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa è quella più estesa e popolata; inoltre, la capitale torna a Mosca (1918). Dalle disastrose conseguenze economiche della guerra civile (tra cui la terribile carestia del 1920-21), si uscì parzialmente con la NEP (Novaja Ekonomičeskaja Politika).
Dopo la morte di Lenin (gennaio 1924), il suo successore, Stalin, mise fine alla NEP e diede un nuovo impulso, spesso con mezzi spietati, alla trasformazione della Russia in uno stato totalitario di marca comunista. La collettivizzazione delle fattorie si tradusse in una guerra contro la classe contadina, che costò milioni di morti. Altrettanto drastica fu l’industrializzazione forzata della Russia, avviata con il primo piano quinquennale (1928-1932). I processi politici degli anni trenta aprirono la strada a vaste persecuzioni contro i veri o presunti dissidenti, rinchiusi a milioni nei lager e, in molti casi, fucilati. Malgrado le sofferenze inflitte al suo popolo, alla sua morte (1953) Stalin beneficiava di una grande popolarità, guadagnata con la resistenza alle armate hitleriane ed il ritorno -nel corso della “Grande Guerra Patriottica”- ai simboli tradizionali della nazione russa. Tre anni dopo, al XX Congresso del PCUS (1956), il suo successore, Nikita Khrushchev, denunciandone i crimini, gli errori e le deviazioni, diede il via al processo di "destalinizzazione".
Nella seconda metà degli anni ’80, la perestrojka (ristrutturazione) e la glasnost’ (trasparenza) del Segretario Generale del PCUS, Mikhail Gorbachev, conducono ad una progressiva liberalizzazione della società sovietica e, in ultima analisi, allo scioglimento dell’URSS (25 dicembre 1991). La Federazione Russa, che sotto la guida di Boris Eltsin aveva già proclamato la propria sovranità nel 1990, diviene pertanto indipendente, confermando il proprio assetto federale nel marzo 1992.
Con la fine del regime comunista non viene immediatamente sanata però la frattura tra la Chiesa ortodossa ufficiale russa e la brancaesule in Occidente che risale al periodo rivoluzionario. L'accordo che stabilisce ufficialmente la "comunione canonica"in base alla quale le due Chiese si riconoscono reciprocamente, sia in termini di ricorrenze che di gerarchia ecclesiastica, è stato infatti sancito solo recentemente (17 maggio 2007). La cerimonia si è svolta a Mosca nella chiesa del Cristo Salvatore e vi hanno partecipato il Presidente Putin, il Patriarca Alessio II e il Metropolita Lavr, tutti concordi nel definire tale riunificazione un evento di grande portata storica.
Il russo (con l’ucraino e il bielorusso) appartiene al ceppo orientale delle lingue slave, che derivano dal «proto-slavo», del X sec. La lingua russa ha adottato l’alfabeto cirillico, diretta conseguenza dell’influenza della Chiesa Ortodossa d’Oriente. Fino al XVII sec. la lingua della cultura e della religione era lo slavo «ecclesiastico». Gradualmente esso subì l’influsso del russo parlato e si trasformò in una lingua più vicina alle esigenze del popolo. Con l’avvento di Pietro il Grande, assorbì un certo numero di parole straniere. Tra il XVIII ed il XIX sec., il russo divenne la lingua della cultura e della letteratura pur conservando la tradizione dello slavo ecclesiastico.
DATI GENERALI 2007[1] |
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Superficie |
17.075.000 KMQ
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Capitale |
MOSCA (11.000.000 abitanti)
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Abitanti |
141.377.000 (6° Paese al mondo per popolazione. La densità è di 9 ab.per Kmq. Il 16,6% della popolazione ha meno di 14 anni) La popolazione russa si riduce di circa 700.000 unità all’anno.
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Tasso di crescita della popolazione |
-0,48%[2] |
Aspettativa di vita |
65,8 anni
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Popolazione sieropositiva (2001) |
860.000 |
Composizione etnica |
Russi (81,5%), Tatari (3,8%), Ucraini (3%)
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Religioni praticate |
Cristiana ortodossa (75%), Islamica (10%). I cattolici rappresentano lo 0,4% della popolazione ed sono circa 600.000. |
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI (2006)
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PIL (a parità di potere d’acquisto) |
1.723 miliardi dollari[3] |
PIL (al cambio ufficiale) |
733 miliardi di dollari |
Composizione per settore |
5,4% agricoltura; 37,1% industria; 57,5% servizi; |
Crescita PIL |
6,6% |
PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto) |
12.100 dollari USA. (Italia: 30.200 dollari) |
Inflazione |
9% |
Popolazione al di sotto della soglia di povertà |
15% |
Tasso di disoccupazione |
6,9% (è presente comunque una larga fascia di sottoccupati) |
Rapporto debito pubblico/PIL |
8% (Italia: 107,8%) |
Debito estero |
215,3 miliardi di dollari |
Quote esportazioni russe |
Paesi Bassi (9,2%), Germania (8,5%), Italia (7,3%), Cina (5,5%), Ucraina (5,5%), Turchia (4,5%), Svizzera (4,3%), USA (4%) |
Quote importazioni russe |
Germania (16%), Cina (10,8%), Ucraina (6,8%), Italia (5,4%), Giappone (4,8%), Finlandia (4,8%) |
Interscambio commerciale con il resto del mondo |
470 miliardi di dollari (+27% rispetto al 2005) |
Surplus commerciale |
19 miliardi di dollari |
Fonti: The Cia Worldfactbook 2007; Ministero degli Affari Esteri
Dopo la crisi finanziaria del 1998, la Russia ha avuto sei anni di crescita continua, con una media del 6,7% annuo. Sebbene questa sia dipendente dagli altri prezzi del greggio e dal valore contenuto del rublo, dal 2000 ha giocato un ruolo importante anche la crescita della domanda interna. La resa media degli investimenti è stata del 10%, mentre i redditi sono aumentati del 12%.
Fondamentale è stata poi la riduzione del debito estero, passato dal 90% del PIL a circa il 39% (mentre il debito federale è calato, è cresciuto in maniera considerevole il debito commerciale). Le esportazioni di petrolio hanno permesso di elevare la riserva valutaria da 12 a 315 miliardi di dollari, rendendola la terza posto al mondo (alla fine del 2006).
Il bilancio federale è in attivo dal 2001 e, nel 2006, ha chiuso con un attivo pari al 9% del PIL. Grazie a questi risultati, il Governo russo è riuscito a ripianare tutti i debiti contratti in era sovietica (Club di Parigi) e quelli nei confronti del FMI. Simili performances, insieme alle riforme strutturali varate dal Governo, hanno incoraggiato gli investiimenti esteri, passati da 14,6 miliardi di dollari nel 2005 ai circa 50 del 2006.
Nonostante questo, gravi problemi persistono ed una percentuale consistente della popolazione vive in condizioni disagiate. Lo stipendio medio in Russia si aggira sui 400 dollari.
Principale elemento di attenzione nell’ambito di questo contesto macroeconomico favorevole – che ha indotto alcune importanti agenzie internazionali ad innalzare tra luglio e settembre 2006 il “rating” russo – permane l’inflazione che ha fatto peraltro registrare un andamento declinante, per effetto di una più decisa azione della Banca Centrale Russa e una maggiore flessibilità nel tasso di cambio (con conseguente rafforzamento del rublo), che controbilancia parzialmente il progressivo rilassamento fiscale dell’Esecutivo ed il sostenuto incremento della spesa pubblica finanziata dagli alti introiti delle materie prime. Nel 2006 l’inflazione è infatti scesa al 9% (10,9% nel 2005) e i dati positivi del primo trimestre 2007, che registrano un tasso di inflazione contenuto al 3,4% (+5% nel I° trimestre 2006) potrebbero consentire al Governo di raggiungere l’obiettivo prefissatosi del 7-8% per l’intero anno.
Inoltre il tasso di disoccupazione nel2006 ha continuato a diminuire, scendendo al 6,9% e, nel primo trimestre 2007, ha fatto registrare un 7,2%.
L’economia russa continua tuttavia ad essere - come noto - gravata da una serie di vulnerabilità di natura strutturale: crescente intervento dello Stato nell’economia, instabilità fiscale, mancata definizione di regole vincolanti per le imprese private e pubbliche, un quadro giuridico-regolamentare incerto, scarsa trasparenza amministrativa e giudiziaria, alle quali si aggiungono gravi carenze nel campo delle infrastrutture, scarsa diversificazione economica, difficoltà di crescita delle PMI, inadeguatezza del sistema bancario e scarso dinamismo del sistema finanziario. A tali ultime carenze, soprattutto nel settore dei finanziamenti a medio-lungo termine per i maggiori investimenti produttivi suppliscono in maniera crescente le Banche estere, con una percentuale di credito al settore non finanziario che ha raggiunto il 40% del totale.
Il progetto di legge finanziaria per il 2007, a fronte di prezzi elevati del petrolio, prevede un rallentamento dell’economia nei prossimi anni, che scenderebbe al 6% nel 2007, al 5,8% nel 2008 e al 5,9% nel 2009. L’inflazione proseguirebbe la sua discesa, mentre il rublo continuerebbe ad apprezzarsi gradualmente sul dollaro.
Per quanto riguarda l’interscambio col resto del Mondo, nel 2006 il suo volume complessivo ha sfiorato i 470 miliardi di dollari (+27%) e, nel primo trimestre 2007, la bilancia commerciale continua a presentare saldi ampiamente positivi (19 mld di dollari), nonostante un rallentamento della crescita delle esportazioni (+4,8%) dovuto al minor fabbisogno energetico da parte dei principali partner commerciali, al quale corrisponde una sensibile crescita delle importazioni (+39%), spinte verso l’alto dall’aumento dei consumi privati e dal costante rafforzamento del rublo sulle principali valute straniere. I principali partner si confermano l’Unione Europea (con Germania, Italia e Olanda ai primi posti), i Paesi CSI (soprattutto Bielorussia e Ucraina), mentre si segnala una forte espansione dei rapporti commerciali con la Cina.
Le maggiori esportazioni del Paese (80%) sono costituite da petrolio, gas naturale, metalli e legname, e questo lascia la Russia indifesa di fronte alle oscillazioni del loro prezzo. Per mantenere un’elevata crescita economica, la Russia deve inoltre rinnovare le proprie strutture industriali che hanno conosciuto un intenso sfruttamento e costituire un sistema bancario efficiente. Nel 2003 il Presidente Putin ha esteso il suo controllo sui cosiddetti “oligarchi”, come ha dimostrato l’arresto del magnate del petrolio, Khodorkovsky, accusato di bancarotta e frode fiscale. Sono in corso i negoziati per l’adesione della Russia al WTO[4]. Alla fine di agosto, il Presidente Putinsi è rivolto alle autorità finanziarie per frenare la crescita del rublo, dimostrando preoccupazione sia per l’aumento delle importazioni, sia per un’eventuale riduzione delle quote di mercato russe. Attualmente un dollaro è quotato circa 26 rubli[5] (nel 2002 ne occorrevano 31) e l’indebolimento della divisa americana è fonte di apprensione per milioni di russi che hanno lo stipendio fissato in dollari e convertito ogni mese in rubli al cambio del momento. Dal primo luglio 2006 il rublo è diventato convertibile. La decisione è stata accompagnata da dall’intenzione di Putin di creare una borsa a Mosca per la compravendita di gas e petrolio in rubli. La Duma ha inoltre iniziato una campagna per proibire al Governo di usare il dollaro come riferimento nei bilanci.
L’espansione della rete di trasporto degli idrocarburi verso l’estero riveste un ruolo essenziale nella politica economica, politica ed energetica di Putin, il cui obiettivo è far diventare la Russia, in breve tempo, il numero uno al mondo per fornitura di energia, con una particolare attenzione alla sicurezza ed il controllo delle reti di transito.
Punto forza di tale strategia sono le compagnie russe produttrici di gas e petrolio: Gazprom (per il 51% del governo), Transneft (gestore monopolista pubblico della rete di oleodotti) e la recentemente acquisita Sibneft (quinta compagnia del Paese, ribattezzata Gazprom Neft). Importanti sono state anche le alleanze strategiche e gli accordi economici bilaterali che la Russia ha stretto in questi anni. I progetti in atto e conclusi sono molti. Tra questi:
- il gasdotto del Mar Baltico, nato dall’accordo strategico tra Gazprom e la tedesca BASF e che dovrebbe essere completato entro il 2010, consentirà un trasporto annuo diretto di 55 miliardi di metri cubi di gas in Germania;
- il gasdotto Blue Stream, realizzato da un consorzio ENI-Gazprom con partecipazione turca, entrato in funzione già all’inizio di novembre 2005, porta il gas russo (16 miliardi di metri cubi l’anno) attraverso il Mar Nero fino in Turchia.
Sono stati elaborati anche progetti finalizzati ad ottenere uno sbocco verso est per la produzione russa. In questo quadro va inserito il nuovo progetto di Transneft, che a maggio 2006 ha dato avvio alla costruzione della prima tratta dell’oleodotto Taishet-Nakhodka, attraverso il quale il petrolio russo potrà essere trasportato in Cina e, in prospettiva, anche in Giappone, verso i Paesi rivieraschi del Pacifico e gli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la politica a favore degli investimenti esteri, nel luglio 2005, il Presidente Putin ha firmato il disegno di legge sulle Zone Economiche Speciali (ZES) che contempla incentivi di tipo fiscale, doganale e amministrativo a favore degli investitori stranieri nel campo delle infrastrutture e nei settori ad alto contenuto tecnologico, per stimolare sia insediamenti industriali sia la creazione di nuovi parchi tecnologici in particolari regioni. Tuttavia, l’avvio del primo anno di attività dell’Agenzia per le Zone Economiche Speciali non è stato molto brillante.
Ad agosto 2006 il Governo russo ha approvato la creazione di una Società pubblica di investimenti per promuovere l'afflusso di capitali nel settore delle alte tecnologie, che continua a segnare il passo rispetto alla concorrenza internazionale. Con tale strumento si conta di attrarre oltre 30 miliardi di rubli (1,12 miliardi di dollari) già entro il 2007.
Principali cariche dello stato[6]
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Presidente della Repubblica |
Vladimir PUTIN (dal 2000) IL SUO MANDATO SCADrA’ NEL MARZO 2008 E NON PUò ESSERE RINNOVATO. PUTIN POTREBBE TUTTAVIA RICANDIDARSI ALLE ELEZIONI CHE SI TERRANNO NEL 2012. |
Primo Ministro |
Mikhail FRADKOV (dal 5 marzo 2004)
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Primo Vice Primo Ministro, Capo dell’Amministrazione del Cremlino e Presidente del CdA di Gazprom |
Dimitri MEDVEDEV |
Primo Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa |
Sergei IVANOV |
Vice Primo Ministro |
Aleksandr ZHUKOV |
Presidente della Duma (Camera Bassa) |
Boris GRYZLOV (dal 29 dicembre 2003)
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Presidente del Consiglio della Federazione |
Sergei MIRONOV (dal 2001) |
Ministro degli Esteri |
Sergei LAVROV |
Interni |
Rashid NURGALIJEV |
Finanze |
Aleksei KUDRIN |
Giustizia |
VLADIMIR VASILYEVICH USTINOV |
Segretario del Consiglio di Sicurezza del Cremino |
Igor IVANOV |
Capo del FSB (ex KGB) |
NIkolai PATRUSHEV |
Procuratore Generale |
yuri CHAYKA |
Scadenze elettorali
Presidenziali 2 marzo 2008
Politiche 2 dicembre 2007
Quadro istituzionale
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Sistema politico
Nel dicembre 1993 la Federazione russa si è dotata di una nuova Costituzione, dai tratti fortemente presidenzialisti. La Federazione russa è composta da 89 entità (Repubbliche, regioni, territori autonomi e province). Con la riforma approvata nel 2004 a seguito dei fatti dell’attentato di Beslan, sono stati accentuati ulteriormente i poteri presidenziali (c.d. “verticalizzazione del potere”) ed è stata abolita la quota del proporzionale pure nelle elezioni per la Duma (era pari al 50% del totale e favoriva l’elezione di candidati “indipendenti” a discapito di quelli organizzati).
Presidente della Repubblica
Al Presidente federale sono conferiti ampi poteri normativi, di indirizzo della politica interna ed estera, di nomina del Capo del Governo e dei ministri essendogli attribuiti, inoltre, funzioni di garanzia circa il sistema costituzionale e la tutela dei diritti. A seguito della formazione di sette grandi distretti amministrativi, il Presidente della Repubblica ha anche il potere di nominare i sette Rappresentanti speciali che hanno il compito di assicurare l’applicazione delle leggi federali nei soggetti della Federazione e di vigilare sull’operato dei Governatori.
Grazie alla riforma del 2004, spetta ora al Presidente designare (ed eventualmente rimuovere) gli 89 Governatori della Federazione[7]. Il candidato designato è sottoposto alla ratifica delle Assemblee regionali. Se queste per due volte esprimono un voto negativo, possono essere sciolte con decreto presidenziale.
Fra gli organi dell’Amministrazione presidenziale si segnala il Consiglio di Sicurezza Nazionale[8] (di cui è stato recentemente nominato Segretario l’ex Ministro degli Esteri, Igor Ivanov) che riferisce direttamente al Presidente in ordine alle politiche strategiche e di sicurezza da adottare, sia in politica estera, sia in politica interna.
E’ presente anche un’Amministrazione presidenziale incaricata in particolare di redigere i decreti presidenziali e di coordinare le varie agenzie che fanno capo al Presidente (cfr infra).
Parlamento
Il Parlamento federale è articolato in due camere, la Duma di Stato e il Consiglio della Federazione. La Duma consta di 450 deputati ed è eletta dal popolo ogni quattro anni, a suffragio universale, sulla base di un sistema che, a partire dalle prossime elezioni (dicembre 2007), sarà interamente maggioritario (con barrage del 7%)[9]. L’attuale Duma è stata eletta il 7 dicembre 2003.
Il Consiglio della Federazione è composto da 178 membri e rappresenta (due membri per ogni soggetto) gli 89 organi esecutivi e legislativi dei “soggetti della Federazione” (Repubbliche, regioni e territori autonomi, province). In base alla riforma promossa dal Presidente Putin nel luglio 2000, a partire dal 2002, dei due membri chiamati a rappresentare i “soggetti della Federazione” in seno al Consiglio della Federazione, uno è designato dal Governatore con il consenso dell’assemblea legislativa locale e l’altro è eletto direttamente da quest’ultima. L’inizio del loro mandato dipende dalle elezioni delle singole entità federate.
Per introdurre modifiche alla Costituzione occorre la maggioranza dei due terzi dei componenti della Duma, ovvero 301 seggi. (L’attuale partito di maggioranza, Russia Unita, ne dispone di 309).
Composizione della Duma (Fonte: CIA worldfactbook 2007)
PARTITO |
Seggi |
Russia Unita (centro-destra, filopresidenziale) |
309 |
Partito comunista e agrari |
45 |
Rodina-Madrepatria (nazionalisti) |
35 |
Partito liberal-democratico (estrema-destra) |
29 |
Partito del Popolo della Federazione russa |
12 |
Indipendenti |
18 |
vacanti |
2 |
TOTALE |
450 |
Presidente |
Commissione |
Nikolay Kovalev |
Affari dei veterani |
Andrey Kokoshin |
Affari della CSI e relazioni con i russi all’estero |
Konstantin Kosachev |
Affari Esteri |
Valentina Pivnenko |
Affari Nord e Estremo Oriente |
Viktor Grishin |
Affari Regionali |
Gennady Kulik |
Agricoltura |
Vladimir Grachov |
Ambiente |
Oleg Kovalev |
Amministrazione della Duma |
Vladimir Mokry |
Amministrazione Locale |
Yuri Vasilev |
Bilancio ed Imposte |
Vladimir Pligin |
Costituzionale ed Affari Interni |
Iosif Kobzon |
Cultura |
Viktor Zavarzin |
Difesa |
Ekaterina Lakhova |
Donne, Famiglia ed Affari giovanili |
Evgenij Fedorov |
Economia, Imprenditoria e Turismo |
Nikolay Bulayev |
Educazione e Scienza |
Valeri Yazev |
Energia, Trasporti e Comunicazioni |
Martin Shakkum |
Industria e Tecnologia |
Andrey Isayev |
Lavoro e Politica Sociale |
Pavel Krasheninnikov |
Legislativa |
Evgeni Trofimov |
Nazionalità |
Vladislav Reznik |
Organizzazioni di Credito e Mercati Finanziari |
Sergey Popov |
Organizzazioni Pubbliche e Religiose |
Valeri Komissarov |
Politica d’Informazione |
Viktor Pleskachevsky |
Proprietà |
Natalya Komarova |
Risorse Naturali |
Tatyana Yakovleva |
Salute Pubblica |
Vladimir Valisev |
Sicurezza |
Valdislav Tretyak |
Sport e Giovani |
Mikhail Rokitskij |
Mandato e Etica |
Mikhail Grishankov |
Anti corruzione |
(vacante) |
Fatti di Beslan |
Yury Volkov |
Regolamentazione tecnica |
Vladimir Katrenko |
Questioni Nord Caucaso |
Nikolay Gonchar |
Applicazione legge elettorale |
Natalya Narochnitskaya |
Applicazione diritti dell’uomo e libertà fondamentali e controllo sull’applicazione negli altri Paesi |
(N.B.: i dati di questa tabella sono aggiornati a maggio 2007)
Governo
Il Potere esecutivo, diversamente da quanto avviene in altri Paesi aventi un ordinamento a carattere presidenziale, è ripartito tra un’Amministrazione presidenziale - dotata di un imponente apparato burocratico che spesso si articola in numerosi organi collegiali, e che incide largamente sulla concezione e sullo sviluppo degli indirizzi governativi - e la struttura ministeriale vera e propria, cui spettano concrete prerogative di attuazione a livello tecnico di quegli indirizzi. Di rilievo è la figura del Capo dell’Amministrazione di Governo, che ha il compito di coordinare l’attività del Governo e regolare i conflitti che possono insorgere tra le diverse Amministrazioni.
Magistratura
Il sistema giudiziario della Federazione Russa è disciplinato dalla Costituzione federale. La Corte Costituzionale controlla la legittimità delle leggi federali, degli atti normativi del Presidente, dei trattati internazionali e degli accordi interni fra i “soggetti” della Federazione. La Russia è l’unico Paese appartenente al Consiglio d’Europa a non avere ancora ratificato l’abolizione della pena di morte (che tuttavia non viene applicata grazie ad una moratoria).
Particolare importanza riveste il Procuratore Generale, che ha le seguenti funzioni: rappresentare lo Stato nei pubblici processi nonché gli interessi dei cittadini nei casi previsti dalla legge; controllare tutta l’attività investigativa ed accertare eventuali violazioni di legge commesse nell’emanazione di sentenze da parte dei tribunali, vigilare sull’applicazione di misure di coercizione e di limitazione della libertà personale emesse a sfavore dei cittadini. Il Procuratore Generale è nominato dal Presidente della Federazione e dura in carica cinque anni. La sua nomina deve essere approvata dalla maggioranza dei componenti del Consiglio della Federazione. I giudici di tutte le corti sono nominati a vita dal Consiglio della Federazione su proposta del Presidente della Federazione.
Attualità Di Politica Interna
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La nomina di Viktor Zubkov a Primo Ministro (12 settembre)
La nomina di Zubkov, precedentemente alla guida dell’agenzia investigativa contro i crimini finanziari[10], alla carica di Primo Ministro è un avvenimento che potrebbe condizionare l’esito delle prossime elezioni legislative (2 dicembre) e presidenziali (2 marzo 2008).
Secondo gli analisti, infatti, chi ottiene la carica di Primo Ministro può contare su una posizione di vantaggio nella corsa alla massima carica dello Stato. Pertanto la stampa aveva avanzato l’ipotesi che sarebbe stato nominato Primo Ministro Igor Ivanov, attuale Vice Primo Ministro, considerato il candidato con maggiori chances per il Cremlino. Putin ha così commentato la nomina di Zubkov: “Dobbiamo definire insieme come creare la struttura di potere più idonea in vista dei prossimi appuntamenti elettorali”. Putin ha inoltre ricordato di aver compiuto la stessa scelta alla vigilia delle ultime elezioni presidenziali (marzo 2004).
Probabilmente, come ritengono molti analisti, la scelta di Zubkov dovrebbe servire a favorire una transizione il più possibile morbida tra Putin ed il suo successore, ed il fatto di non aver scelto né Ivanov, né Medvedev starebbe a significare che Putin non intende favorire alcuno dei due più accreditati candidati a succedergli. Oppure la scelta di non indicare chiaramente il proprio successore potrebbe essere un’abile mossa di Putin per non rischiare di diventare “un’anatra zoppa”sei mesi prima della scadenza del suo mandato.
L’inizio dei rapporti tra Zubkov e Putin risale all’inizio degli anni ’90, quando entrambi facevano parte del Commissione per gli Affari Esteri della città di San Pietroburgo.
Il 13 settembre, Zubkov ha dichiarato che potrebbe candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. Si ricorda che, a sei mesi dalle elezioni presidenziali, non vi sono ancora candidati ufficiali.
Per quanto riguarda la composizione del prossimo esecutivo, la stampa russa dà per scontata la partenza di alcuni Ministri: fra questi figurano i nomi di German Gref (sviluppo economico) Mikhail Zurabov (salute ed affari sociali), Aleksei Gordeiev (agricoltura) e Viktor Kristenko (energia). Il Ministro della Difesa, Anatoly Srdyukov si è dimesso il 18 settembre, prima della presentazione del nuovo Governo, in quanto genero del nuovo Primo Ministro.
Le previsioni per le prossime elezioni politiche (2 dicembre 2007)
Secondo un sondaggio effettuato dall’istituto Vtsiom il 1° settembre 2007, riusciranno a superare lo sbarramento del 7% solo 4 partiti: Russia Unita, (partito del Presidente Putin di centro-destra), Russia Giusta (partito creato dal Presidente del Senato, Serghei Mironov, di centro-sinistra), il Partito Comunista di Gennady Zjuganov ed il Partito Liberaldemocratico di Vladimir Zhirinovski (di tendenze ultranazionaliste). Anche nella scorsa tornata elettorale solo quattro partiti sono riusciti a superare la soglia di sbarramento al 5% fissata per la quota di seggi assegnati con sistema maggioritario.
Situazione in Cecenia
Nel 2004 una serie di durissimi colpi sono stati inferti dalla guerriglia e dal terrorismo ceceni alla politica di “normalizzazione” perseguita dal Presidente Putin, avviata subito dopo la fine “ufficiale” delle ostilità (aprile 2002): l’attentato di Grozny costato la vita al Presidente ceceno Akhmad Kadyrov (maggio 2004), l’attacco del giugno 2004 a Nazran (Ingushetia), gli atti di terrorismo dell’estate-autunno 2004 (due Tupolev esplosi in volo, bomba alla metropolitana di Mosca e – soprattutto - la tragedia della scuola di Beslan in settembre). La Costituzione della Repubblica caucasica, approvata con referendum del marzo 2003, attribuisce al Cremlino il potere di convocare le elezioni in Cecenia.
Le elezioni presidenziali cecene dell’agosto 2004 sono state vinte dal candidato del Cremlino Alkhanov, appoggiato dal clan dei Kadyrov. Sono state seguite, nel novembre 2005, dalle elezioni parlamentari.
Nel luglio 2006 il leader della guerriglia cecena, Shamil Basayev è stato ucciso nel corso di un'operazione realizzata dai Servizi Federali di Sicurezza. L'uccisione di Basayev ha così posto fine alla caccia dell’emissario di Al-Qaeda nel Caucaso settentrionale, l'ispiratore di tutti i più tragici atti terroristici compiuti in Russia negli ultimi anni infliggendo, in tal modo, un durissimo colpo alla guerriglia cecena e ai fautori di una soluzione militare del conflitto.
Nell’agosto 2006 il Presidente Putin ha annunciato il ritiro parziale delle Forze di sicurezza federali dalla regione entro il 2008. La misura interessa solo una parte, ma cospicua e professionalmente qualificata, delle Forze federali attualmente impiegate in Cecenia (circa 10.000 unità). Da tempo l’allora Primo Ministro Ramzan Kadyrov (figlio del Presidente Akhmad Kadyrov, assassinato nel 2004) chiedeva a Mosca un graduale disimpegno delle Forze federali per poter accreditare agli occhi dell'opinione pubblica interna l'immagine di una Cecenia che, grazie al suo operato, si sottrae alla tutela militare di Mosca. Il 15 febbraio 2007 Kadyrov è stato nominato da Putin Presidente ceceno “protempore” al posto di dimissionario Alkhanov. Con la ratifica da parte del Parlamento ceceno (2 marzo 2007), Kadyrov è diventato a tutti gli effetti Presidente della Repubblica Cecena.
La tensione non accenna comunque a diminuire, non solo nella Repubblica secessionista, ma in tutta l’area del Caucaso. Agli inizi di settembre sono morti quattro poliziotti in Cecenia in due distinti attentati, mentre in Inguscezia, l’FSB ha lanciato un campagna in grande stile per arrivare alla cattura del comandante di un gruppo di guerriglieri, Magomed Albakov, sospettato, tra l’altro, di uno essere uno degli organizzatori della strage di Beslan (settembre 2004). Vi sono inoltre timori, secondo quanto affermato dalla stampa russa, di possibili infiltrazioni di Al Qaeda in Caucaso, in particolare nella Repubblica di Inguscezia.
Le indagini sull’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’omicidio della giornalista sarebbe stato compiuto da un gruppo criminale moscovita con a capo un uomo di origine cecena, avrebbe coinvolto anche agenti dell’FSB e del Ministero degli interni russo, e sarebbe stato pianificato all’estero per destabilizzare il Paese. La giornalista, secondo gli investigatori, conosceva l’uomo che ordinò di spararle nell’androne del suo condominio, il 7 ottobre 2006.
Il 27 agosto la Procura Generale ha ordinato il fermo di dieci persone (tra le quali figurerebbe l’uomo che si ritiene abbia commesso materialmente l’omicidio). Tra le personalità chiamate in causa figurano nomi eccellenti: primo tra tutti Boris Berezovsky, ex oligarca, grande oppositore del Cremlino ed oggi in esilio a Londra (il Governo inglese ha ripetutamente respinto le richieste di estradizione avanzate da Mosca) ed il colonnello Pavel Ryagozov, funzionario dell’amministrazione centrale dell’FSB a Mosca, arrestato il 21 agosto scorso perché presunto responsabile di estorsione ed abuso di potere.
Secondo il Procuratore Generale, Chaika, il gruppo fermato sarebbe responsabile anche di altri omicidi, come quello del giornalista di cittadinanza americana, Paul Klebnikov (ucciso nel 2004) e del Vice Presidente della Banca Centrale russa, Andrei Kozlov, eliminato a Mosca nel settembre 2006.
I colleghi della giornalista, che apparteneva alla testata “Novaya Gazeta” hanno accolto con cautela i risultati delle indagini, anche se almeno in un punto le indagini condotte dal giornale e quelle condotte dalle istituzioni tendono a coincidere: l’omicidio è stato compiuto da due gruppi compenetrati, di cui uno appartiene alla criminalità comune, l’altro è interno alle istituzioni.
Il 15 settembre 2007 la polizia ha arrestato il ceceno Shamil Burayev, ex capo di un distretto ceceno, sospettato di aver preso parte all’organizzazione dell’omicidio della giornalista.
L’affermarsi del nazionalismo, del razzismo e della xenofobia
In Russia sono aumentate le aggressioni naziste nel primo trimestre 2007 rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno: 49 casi di xenofobia, 13 persone uccise e 50 ferite. I principali bersagli delle aggressioni sono gli abitanti delle ex repubbliche dell’URSS, quali Georgia, Azerbajan, Uzbekistan ed Armenia. Per fronteggiare il fenomeno, la Duma ha approvato in via definitiva il 19 aprile una legge che inasprisce le pene per episodi di vandalismo e propaganda razzista. Il testo, che dovrà essere approvato anche dal Consiglio della Federazione, prevede fino a tre anni di reclusione per i danni alla proprietà privata commessi con motivazioni ideologiche, razziali, etniche o religiose. Sono state elevate da tre a cinque anni le condanne per la profanazione di cimiteri. Sanzioni pesanti (da 30 a 3.000 rubli) sono state fissate per la produzione, la distribuzione, l’acquisto o l’utilizzo di oggetti, uniformi o simboli di carattere nazista.
A partire dal crollo dell’Unione Sovietica, degli osservatori stranieri hanno sottolineato la forte radicalizzazione della società russa suggerendo, tra l’altro, che se la Russia non poteva più essere comunista sarebbe necessariamente stata nazionalista. All’inizio dell’anno, lo stesso Presidente Putin durante una conferenza televisiva aveva messo in evidenza che gli elementi fascisti particolarmente estremisti dovevano essere eliminati in toto dalla carta politica. Qualche giorno più tardi, egli domandò ufficialmente allo FSB di dedicare particolare attenzione agli errori fatti. Da allora solo poche cose sembrano cambiate pertanto l’interrogativo resta sempre aperto: la società russa si trova veramente sotto attacco? Mark Urnov, direttore d’Expertiza (agenzia di studi sociali) in un’intervista rilasciata a RIA Novisti (canale di notizie governative) ha ammesso che nel paese è presente una popolazione con un livello piuttosto elevato di sentimenti aggressivi e nazionalisti. Urnov, inoltre, precisa che: “la Russia dei nostri giorni si trova di fronte ad un incrocio di un tortuoso cammino e tutti potrebbero facilmente sbandare”. Secondo le sue approssimazioni, in un paese in cui il 40% della popolazione è infettata da idee scioviniste ed il 70 % considera gli stranieri in maniera negativa, e dove, in aggiunta, la tensione relativa al Caucaso aumenta di giorno in giorno: la situazione non può che essere preoccupante. Inoltre, Urnov ci ricorda che in Russia le premesse per lo sviluppo di movimenti estremisti esistono oggettivamente: esse sono radicate nel forte dislivello tra le classi povere e ricche, nei livelli di vita delle persone meno abbienti, nell’umiliazione nazionale dello Stato il cui peso è sensibilmente diminuito sulla scena internazionale. A questi fattori si aggiungono sia le vecchie credenze antisemite, che ancora persistono in Russia, sia un forte sentimento d’intolleranza nei confronti degli abitanti del Caucaso e dell’Asia centrale sempre più numerosi nelle grandi città russe. L’anno scorso 388 attacchi, di cui 44 omicidi, sono stati attribuiti a dei gruppi fascisti e nazionalisti: una tendenza peraltro non in diminuzione. Nella sola città di Mosca, durante i primi 10 giorni del 2006 tre persone hanno perso la vita in seguito ad attacchi nazisti ed una sinagoga è stata presa d’assalto da parte di un’estremista che ha ferito 8 persone.
Nel Paesi si assiste inoltre all’esplosione di mini cellule estremiste di tipo fasciste i cui membri, ogni sera, ispezionano le grandi arterie russe alla ricerca di qualche straniero da torturare. In Russia sarebbero presenti quasi 100 mila skinheads. Un gruppo di resistenza civile formato dallo scrittore Dmitri Lipskerov denuncia la mancanza di azione del governo e delle forze di polizia: “quando dei gruppi estremisti come il Partito della Libertà può agire contro la nostra società e contro i nostri cittadini in maniera del tutto semplice e può descrivere i propri crimini etnici come esplosioni; quando gli studenti stranieri si fanno frequentemente assassinare ed hanno paura di uscire dai propri dormitori; quando persone di altre religioni si fanno tormentare, o meglio colpire a morte, vuol dire che abbiamo un grave problema”. Lipskerof ricorda che la Russia oggigiorno vive nell’era della globalizzazione, di frontiere aperte ed il numero dei lavoratori stranieri provenienti principalmente dall’Asia e dal Caucaso continuerà ad aumentare considerevolmente durante i prossimi decenni.
ATTUALITÀ DI POLITICA ESTERA
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Le critiche russe allo scudo spaziale
Gli Usa hanno deciso di installare dieci missili intercontinentali in Polonia e un radar nella Repubblica Ceca quali primi elementi di uno “scudo spaziale” per difendersi da eventuali attacchi di Stati canaglia. L’accordo è stato fatto direttamente con la Repubblica Ceca e la Polonia, senza coinvolgere né l’Ue, né la NATO. Nel corso dell’ultimo G8 tenutosi ad Heiligendamm (Germania) il Presidente russo, secondo quanto riferito dalla stampa avrebbe proposto al Presidente Bush di trasferire il sistema in Azerbaijan. Bush, sempre secondo notizie stampa, avrebbe dimostrato interesse alla proposta e si sarebbe riservato di approfondirla.
Il sistema, dopo le ratifiche dei Parlamenti, dovrebbe essere pronto entro il 2012.
Le principali obiezioni russe sono le seguenti:
§ Se il sistema è rivolto contro l’Iran, la scelta è quanto meno troppo pessimista: la Repubblica islamica non potrebbe munirsi – secondo gli analisti – di missili balistici prima del 2030;
§ Il sistema sarebbe una velata minaccia alla Russia (che risulterebbe accomunato a cosiddetti “Stati canaglia”).
§ La posizione dei missili è sospetta. Se veramente gli USA vogliono difendere anche la Russia, perché non piazzano i missili nel Caucaso o nella parte meridionale della Russia?
§ In realtà, lo scopo dei missili USA è quello di distruggere satelliti russi o cinesi che vengano lanciati nello spazio con finalità strategiche (il 27 marzo 2007 il Presidente Putin e quello cinese, HuJintao, hanno firmato un accordo di collaborazione per lo sviluppo di tecnologie strategiche nello spazio. Il Presidente Bush, il 31 agosto 2006, ha frimato il documento di politica spaziale USA che non prevede, al di fuori delgi USA, l’uso strategico dello spazio).
Il 18 settembre è stato effettutato un sopralluogo congiunto tra USA, Russia ed Azerbaijan alla base radar di Gabala, che Mosca ha proposto come alternativa a quella prevista nella Repubblica Ceca dal progetto USA di scudo spaziale. La base radar di Gabala è stata attivata nel 1985 per monitorare i lanci di missili balistici nell’emisfero meridionale, Gli esperti sostengono che tale radar controlla i territori di Iran, Iraq, Turchia, Pakistan, India, Cina, Australia e di gran parte dei Paesi africani, come pure delle isole degli oceani indiano ed Atlantico. In base ad un accordo del 2002, Mosca ha in affitto la bae per dieci anni e paga annualmente sette milioni di dollari a Baku.
Nel frattempo, continua la corsa della Russia per ammodernare il proprio sistema di difesa nucleare, sullo sfondo del braccio di ferro con Washington. Il prossimo dicembre, secondo quanto affermato dalle autorità russe il 1° settembre, sarà operativa una seconda divisione di sistemi missilistici mobili TOPOL-M (missili balistici continentali, dotati di una sola testata nucleare). I missili TOPOL-M possono essere lanciati sia da silos, sia da lanciarazzi mobili che possono essere nascosti o camuffati nelle foreste. Secondo le aspettative russe, tali missili dovrebbero garantire la sicurezza della Russia nei prossimi 20 o 30 anni.
Il Vertice dei Paesi APEC[11] (Cooperazione economica Asia-Pacifico)
Al Vertice, che si è tenuto a Sidney dal 7 al 9 settembre, hanno partecipato 21 Capi di Stato e di Governo. La dichiarazione finale ha toccato, in particolare i seguenti punti:
§ Commercio internazionale. I Paesi aderenti si sono impegnati a sostenere a livello internazionale i risultati raggiunti nel Vertice WTO di Doha, sottolinando che le priorità sono rappresentate dall’agricoltura e dai prodotti industriali. A livello regionale, è stato decido si rafforzare i legami economici e continuare a lavorare per la creazione di un accordo di libero commercio per la regione;
§ Contrasto di tutte le possibili minacce alla crescita economica. In particolare, sono state definite minacce alla crescita economica i disastri naturali, la contaminazione delle forniture alimnetari e le pandemia come l’influenza aviaria. E’ stato deciso di costituire una task force sulla sicurezza dei cibi, presieduta da Cina ed Australia;
§ Salvaguardia del clima e dell’ambiente. Il principale obiettivo della “dichiarazione di Sidney” è di raggiungere il 25% dell’intensita energetica (rapporto tra consumo di energia e produzione della stessa) entro il 2030. I firmatari si sono inoltre impegnati ad aumentare la copertura forestale della regione di almeno 20 milioni di ettari entro il 2020. La dichiarazione di Sidney, concordata da Cina e USA, sarà ora al centro dei negoziati dei prossimi mesi a Washington, New Yoirk e Bali, che dovranno formulare un meccanismo che succesa a Kyoto tra cinque anni.
Le accuse contro l’Estonia
Senza nominarla direttamente, il 29 aprile il Presidente Putin, durante i festeggiamenti per il 62 anniversario della vittoria sul nazismo, ha accusato l’Estonia di seminare discordia e sfiducia tra i popoli dopo la rimozione del monumento all’Armata Rossa dal centro di Tallinn. Putin ha affermato che “quelli che oggi tentano di sminuire un’esperienza senza prezzo e di profanare monumenti di guerra insultano i loro popoli e seminano discordia e nuova sfiducia tra i Paesi e le loro genti. Le ragioni che si nascondono dietro ogni guerra dovrebbero essere cercate prima di tutto negli errori e nelle valutazioni sbagliate dei tempi di pace, e le loro radici sono nell’ideologia del confronto e dell’estremismo. Ciò è particolarmente vero perché tutte queste minacce sono ancora in essere ai giorni nostri. Si sono solo trasformate e hanno cambiato aspetto. Proprio come ai tempi del terzo Reich, queste nuove minacce presuppongono il disprezzo della vita umana, le pretese di esclusività globale ed i diktat. Solo la nostra comune responsabilità ed un equa partnership sono in grado di fronteggiare tali sfide e di offrire una solida resistenza a qualsiasi tentativo di scatenare un altro conflitto armato e di minare la sicurezza globale.”
Dopo la Lettonia, anche la Polonia è pronta a varare una legge per cancellare, insieme alle statue, pure i nomi delle strade e tutti gli altri simboli della memoria sovietica, mossa che rischia di aggravare i già tesi rapporti con Mosca che, con il suo embargo alle carni polacche, ha bloccato l’avvio del negoziato per il negoziato della partenership Ue-Russia.
Nei giorni precedenti, il Ministero della Difesa ha rivisto al rialzo il numero delle perdite militari russe nel corso dell’ultimo conflitto: 8.860.400, ovvero 200 mila in più rispetto al bilancio del 1993. ma continua ad oscillare anche il numero totale delle vittime, come nell’ex URSS, quando il prezzo della vittoria variava in funzione della situazione politica, passando dai 7 milioni indicati da Stalin nel 1946 ai 20 milioni dell’epoca di Krushev fino ai 27 milioni dell’era Gorbaciov. Nel 1989 uno studio del comitato sovietico dell’Università Lomonosov aveva fissato la cifra totale in 26,6 milioni. Questo spiega perché la commorazione della fine della guerra sia così sentita in Russia, dove ongi famiglia ha almeno un morto o un veterano di guerra.
POLITICA ESTERAa cura del MAE
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La fermezza dimostrata da Putin sul piano della politica interna si è accompagnata ad un notevole pragmatismo in politica estera che, nell’ambito di un progetto di ancoraggio della Russia all’Occidente, è funzionale a restituire al Paese la capacità di svolgere un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Questa aspirazione si sostanzia in una politica estera multipolare volta a contrastare l’emergere di nuove egemonie sullo scacchiere internazionale.
Il rapporto con gli Stati Uniti resta solido, ma si sviluppa in un clima di crescente conflittualità. Nel rapporto sulla Russia del Council on Foreign Relations (marzo 2006) venivano stigmatizzati, tra l’altro, la deriva autoritaria interna avviata da Putin, la forte limitazione delle libertà individuali e di espressione e l’uso spregiudicato dell’arma energetica. Il rapporto riflette opinioni diffuse nel Congresso e nell’opinione pubblica, che l’Amministrazione ha gradualmente fatto proprie, pur mantendendo un approccio pragmatico. Il nucleo centrale del partenariato con gli Stati Uniti rimane l’azione di contrasto al terrorismo internazionale ed alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, ma sostanziali differenze di approccio stanno emergendo in relazione a diversi dossier dell’attualità internazionale, tra cui l’Iran ed il Kossovo.
Fra i principali elementi di frizione vi è senz’altro il c.d. “Vicino Estero”, Europa orientale, Asia centrale e Caucaso, regioni nelle quali è percepibile uno strisciante contrasto di opposte sfere di influenza. Preoccupata per le possibili “derive filo-occidentali” nello spazio post-sovietico, Mosca ha dato il via ad un grande attivismo politico e diplomatico finalizzato al recupero di posizioni nell’area.
Da ultimo, l’annuncio da parte statunitense del dispiegamento, nei prossimi anni, di installazioni per un sistema antimissilistico in Polonia e Repubblica Ceca ha provocato forti reazioni a Mosca. In diverse occasioni pubbliche (discorso al Wehrkunde di Monaco del 10 febbraio 2007, messaggio al Parlamento del 25 aprile 2007, ecc.) Putin ha criticato senza mezzi termini l’unilateralismo di Washington.
I rapporti con la NATO stanno in effetti attraversando una fase delicata a causa di diversi fattori, quali l’atteggiamento di cautela di alcuni dei Paesi di nuova adesione, la mancata ratifica da parte della Duma del NATO SOFA (trattato sullo status delle forze armate), l’insoddisfazione di Mosca per le questioni legate alla difesa missilistica, l’avvio del “Dialogo Intensificato” con la Georgia (settembre 2006). La maggior parte degli Alleati ritiene sia comunque necessario continuare ad impegnarsi per consolidare ulteriormente i rapporti con la Russia attraverso un incremento della cooperazione pratica e la valorizzazione del Consiglio NATO-Russia (istituito con la “Dichiarazione di Roma”, approvata in occasione del Vertice di Pratica di Mare del maggio 2002) qual prezioso foro dove mantenere con Mosca un serio dialogo politico, anche su tematiche controverse. I rapporti NATO-Russia sono ulteriormente complicati dal ritardo da parte alleata nella ratifica del Trattato CFE Adattato (la Russia vi ha provveduto, assieme a pochi altri Paesi, da ben due anni e mezzo), sulla base di quello che Mosca considera come un vero e proprio "pretesto", ossia la insistita richiesta da parte alleata dell'adempimento degli "impegni di Istanbul" sul ritiro delle truppe russe da Transnistria e Georgia. Di recente (maggio) la Federazione Russa ha addirittura minacciato l’abbandono del Trattato, con tutte le conseguenze potenzialmente destabilizzanti che ciò comporterebbe tanto sul piano politico che su quello militare e operativo.
A partire dal 2004 la Russia ha a più riprese espresso forti critiche nei confronti dell’operato dell’OSCE, chiedendo che si proceda ad un ripensamento delle priorità dell’Organizzazione per riequilibrare l’eccessivo peso assegnato al “primo cesto” (diritti umani e libertà democratiche) a favore della lotta al terrorismo e della dimensione economica.
La Russia è il membro permanente del CdS dell’ONU che schiera al momento il minor numero di caschi blu (meno di 300, la maggior parte in Sudan), preferendo la partecipazione, in ambito CSI, ad operazioni di pace regionali (es. Georgia, Moldova). Ha inviato in Libano un battaglione del Genio costruzioni, ma al di fuori della cornice delle Nazioni Unite (UNIFIL).
Nel maggio 2004 è stato concluso l’accordo bilaterale con l’UE sull’adesione all’OMC (richiesta dalla Russia fin dal 1993). I negoziati tecnici sono stati ripresi a livello multilaterale a Ginevra nel giugno 2005.
L’obiettivo sembra essere divenuto realisticamente raggiungibile nel corso del 2007, a seguito della recente conclusione, dopo 13 anni di negoziato, dell’accordo bilaterale con gli USA sull’accesso al mercato (novembre 2006). Rimangono tuttavia alcuni altri ostacoli, tra cui anzitutto la decisione della Georgia di riaprire il proprio negoziato con Mosca.
Nell’ottobre 2004 è stato ratificato dalla Russia il Protocollo di Kyoto, alla Duma con 334 voti contro 73, al Consiglio della Federazione con 139 voti contro 1. Alla Duma si è avuta una vivace opposizione dei comunisti e dei nazionalisti, che ha fatto seguito al dibattito accesosi nel Paese anche con la comunità scientifica, gli ambienti economici e gli stessi consiglieri del Presidente Putin, divisi sui reali benefici e svantaggi dell’adesione. Di tale confronto resta traccia anche nella legge di ratifica, che subordina la decisione russa di partecipare anche alla seconda e terza fase del Protocollo all’andamento dei negoziati che impegneranno gli Stati firmatari nei prossimi anni. È implicita in tale formula la facoltà per Mosca di sospendere la partecipazione al Protocollo, ove la sua concreta applicazione si rivelasse in effetti nociva per le ambizioni di crescita del Paese.
I rapporti fra UE e Russia si articolano intorno ai Quattro Spazi Comuni (Economico; di Libertà, Sicurezza e Giustizia; di Sicurezza Esterna; di Ricerca, Istruzione e Cultura). Definiti formalmente al Vertice UE-Russia del 10 maggio 2005, essi formano la nuova cornice politica delle relazioni tra i due partner, nel quadro dei meccanismi e delle istituzioni previsti dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione (APC), in scadenza il 1° dicembre 2007.
In vista di tale termine, il 3 luglio u.s. la Commissione ha presentato una proposta di mandato negoziale per la finalizzazione di un nuovo accordo, articolato su tutti e quattro gli Spazi Comuni e giuridicamente vincolante. Sotto il profilo commerciale, l’accordo includerà disposizioni su un futuro regime di libero scambio di merci e di servizi, prospettiva condizionata dall’accessione russa all’OMC. L’avvio dei negoziati per il nuovo accordo, che la Presidenza finlandese auspicava di poter lanciare in occasione del XVIII Vertice UE-Russia del 24 novembre u.s., è stato posticipato a causa del veto posto dalla Polonia, che non ha sinora consentito l’adozione del mandato negoziale da parte del Consiglio. Varsavia ha condizionato il suo consenso all’avvio dei negoziati alla revoca di un embargo russo sulla carne proveniente dal proprio territorio e a garanzie sulla questione della sicurezza energetica.
Il 18 maggio 2007 si è svolto a Samara il Vertice UE-Russia.
Sul piano commerciale, l’UE contribuisce per il 50% al commercio estero russo (è il quinto partner commerciale dell’UE, dopo Stati Uniti, Svizzera, Cina e Giappone), mentre la Federazione Russa assorbe il 4,4% delle esportazioni UE e contribuisce per il 7,6% alle importazioni comunitarie. La Russia è il secondo fornitore di petrolio dell’UE e assicura un quarto del fabbisogno europeo di gas. A sua volta, l’UE è il quarto mercato di sbocco delle esportazioni russe ed è il terzo esportatore in Russia (dopo USA e Cina).
Quanto al futuro delle relazioni con l’UE, dopo l’adesione all’OMC la Russia intende proporre la costituzione di una zona di libero scambio, attraverso il nuovo Accordo di Partenariato o, se ciò dovesse rivelarsi troppo complicato, attraverso un accordo separato.
Il 1° giugno 2007 è entrato in vigore l’Accordo tra la Comunità Europea e la Federazione Russa sulla facilitazione del rilascio dei visti ai cittadini dell’Unione Europea e della Federazione Russa. Trattasi del primo accordo di facilitazione visti concluso dalla Comunità Europea in questo settore.
Rapporti bilateralia cura del MAE
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Ambasciatore italiano presso la Federazione russa
Vittorio Claudio Surdo
Ambasciatore della Federazione russa in Italia
Aleksei Meshkov
L’Italia ha sviluppato con la Russia relazioni di un’intensità tale da poterle qualificare come “rapporto privilegiato”. Si tratta tuttavia di un edificio che trova le sue fondamenta nella storia e, più di recente, nel sincero sostegno dell’Italia al progressivo avvicinamento della Russia alla “comunità occidentale” (UE, NATO, OMC, OCSE). Nel corso degli ultimi anni le relazioni fra l’Italia e la Russia hanno conosciuto una fase di intenso sviluppo che ha permesso non solo un approfondimento dei rapporti fra i due Paesi ma anche la realizzazione di progetti comuni in molteplici settori che spaziano dall’ambito culturale a quello economico.
Su queste basi, dalla formazione del Governo Prodi si sono già svolte diverse visite ad alto livello: il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri si sono già recati in visita in Russia, rispettivamente, tre e due volte. Lo stesso Primo Vice-Primo Ministro Medvedev, nel corso di una conferenza stampa successiva alla sua visita a Roma (giugno 2007), ha definito "senza precedenti" il livello di collaborazione raggiunto tra la Russia e l'Italia nella sfera politica, economica, culturale e sociale. Medvedev ha espressamente indicato l'interazione tra Russia ed Italia nelle forniture di gas come un "brillante" esempio delle potenzialità di cooperazione esistenti all'interno della "stessa casa europea" e dei solidi legami che possono essere intrecciati, utilizzando i vincoli economici.
Le relazioni bilaterali italo-russe hanno trovato un fondamentale momento di consolidamento ed ulteriore slancio nella recente visita a Roma del Presidente Vladimir Putin, che ha incontrato il Presidente della Repubblica Napolitano ed il Presidente del Consiglio Prodi (13 marzo 2007), cui ha fatto seguito il Vertice intergovernativo di Bari (14 marzo). Il Vertice italo-russo e gli incontri ad altissimo livello che lo hanno preceduto hanno permesso di consolidare il partenariato strategico maturato in questi ultimi tempi e articolato in un crescendo di dialogo politico e di collaborazione economica in svariati campi di primario interesse.
In occasione del Vertice si è proceduto alla firma di alcuni accordi intergovernativi: l’“Accordo per la reciproca protezione della proprietà intellettuale nell'ambito della cooperazione tecnico-militare”, il Protocollo sulla collaborazione per la realizzazione del Progetto “Super Jet 100” ed il Programma Esecutivo di Collaborazione Culturale 2007-2009. Il Vertice ha inoltre fornito la cornice per la firma di diversi accordi tra banche, imprese ed enti italiani e russi. Tra questi, l’Accordo di Cooperazione tra Finmeccanica e Ferrovie Russe, gli Accordi tra Intesa-San Paolo e le banche russe VTB e Sberbank, gli Accordi finanziari tra Mediobanca e le banche russe VTB e VEB, il Memorandum d'Intesa tra ENEL e ROSATOM e l’Accordo fra la Città di Ferrara ed il Museo Ermitage per l’istituzione a Ferrara di una prima sede estera dell’Ermitage.
Le relazioni bilaterali italo-russe hanno trovato un fondamentale momento di consolidamento ed ulteriore slancio nella recente visita a Roma del Presidente Vladimir Putin, che ha incontrato il Presidente della Repubblica Napolitano ed il Presidente del Consiglio Prodi (13 marzo 2007), cui ha fatto seguito il Vertice intergovernativo di Bari (14 marzo). Il Vertice italo-russo e gli incontri ad altissimo livello che lo hanno preceduto hanno permesso di consolidare il partenariato strategico maturato in questi ultimi tempi e articolato in un crescendo di dialogo politico e di collaborazione economica in svariati campi di primario interesse.
In occasione del Vertice si è proceduto alla firma di alcuni accordi intergovernativi: l’“Accordo per la reciproca protezione della proprietà intellettuale nell'ambito della cooperazione tecnico-militare”, il Protocollo sulla collaborazione per la realizzazione del Progetto “Super Jet 100” ed il Programma Esecutivo di Collaborazione Culturale 2007-2009. Il Vertice ha inoltre fornito la cornice per la firma di diversi accordi tra banche, imprese ed enti italiani e russi. Tra questi, l’Accordo di Cooperazione tra Finmeccanica e Ferrovie Russe, gli Accordi tra IntesaSan Paolo e le banche russe VTB e Sberbank, gli Accordi finanziari tra Mediobanca e le banche russe VTB e VEB, il Memorandum d'Intesa tra ENEL e ROSATOM e l’Accordo fra la Città di Ferrara ed il Museo Ermitage per l’istituzione a Ferrara di una prima sede estera dell’Ermitage.
La Federazione Russa rappresenta un paese dalle opportunità straordinarie: al considerevole aumento del PIL (in costante crescita da 8 anni ad un ritmo non inferiore al 5%), si accompagna quello del reddito e della capacità di acquisto in misura del 15-20% annuo. Da queste favorevoli condizioni hanno tratto beneficio le relazioni commerciali bilaterali; secondo le statistiche russe relative al 2006, l’Italia (7%) si colloca al secondo posto tra i Paesi UE, dopo la Germania (10%), per il volume dell’interscambio commerciale, cresciuto del 50% nell’ultimo quadriennio. L’apparente secondo posto attribuito dalle statistiche russe all’Olanda (8,8%) risente infatti delle notevoli triangolazioni commerciali praticate da quest’ultima.
Tuttavia esistono margini di possibile miglioramento. Pur riconoscendo gli sforzi compiuti dalla Russia per garantire un quadro favorevole agli investimenti esteri ed al commercio con l’estero, uno dei problemi più acuti con cui gli investitori italiani devono confrontarsi è rappresentato dall’ancora imperfetto funzionamento dello Stato di diritto, dall’assenza di un quadro giuridico certo e dalla debolezza del potere giudiziario locale.
Nel 2006 l’interscambio commerciale ha confermato il positivo andamento delle relazioni economiche tra i due Paesi: il volume complessivo ha superato i 21 mld di €, con una crescita del 19,2% rispetto al 2005. Anche nel primo semestre 2007, l’interscambio ha fatto registrare un incremento dell’8% rispetto al corrispondente periodo del 2006, trainato da una forte espansione delle nostre esportazioni (+32%) - grazie anche al progressivo miglioramento del tenore di vita della popolazione ed alla conseguente maggiore richiesta di prodotti di qualità - a fronte di un rallentamento delle nostre importazioni (-3%) nel primo semestre 2007, a seguito del minore fabbisogno energetico per il clima più mite dell’inverno 2006-07 rispetto alla stagione invernale 2005-06. Il saldo della bilancia commerciale, comunque negativo, a causa della dipendenza energetica dell’Italia, si è di conseguenza ridimensionato in misura significativa (-31%), rispetto al corrispondente periodo del 2006, scendendo a 2,7 mld di € nel primo semestre 2007. L’analisi dell’interscambio per settori di attività conferma quali aree merceologiche di punta delle nostre esportazioni, i macchinari (32%), i prodotti tessili e dell’abbigliamento (15%) ed i mobili (7,3%). Seppure in flessione, oltre il 68% delle nostre importazioni è rappresentato invece, come è noto, da prodotti energetici.
Per quanto attiene il volume degli investimenti italiani in Russia, nel primo semestre 2006 si sono avuti investimenti italiani per 87,5 milioni di dollari (di cui 47,5 investimenti diretti). A livello cumulato, a partire dagli anni ’90 al 2006, la Russia avrebbe attratto investimenti dall’Italia per un ammontare totale di 553 mln di dollari, dei quali 386 rappresentati da investimenti diretti. Va comunque precisato che tali dati sono fortemente sottostimati poiché molti investimenti italiani in Russia, per motivi di strategia aziendale, sono stati effettuati per il tramite di società affiliate registrate in altri Paesi.
Il Consiglio Italo-Russo per la Cooperazione Economica, Industriale e Finanziaria è stato istituito dal Trattato di Amicizia e Cooperazione nel 1994. L’ultima sessione si è svolta a Mosca il 5 dicembre 2006 ed è stata co-presieduta dal Ministro D’Alema e dal Ministro delle Finanze russo Kudrin. La X sessione avrà luogo in Italia nel 2007.
Cronologia delle sessioni del Consiglio di Cooperazione
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Luogo |
Data |
Co-Presidente italiano |
Co-Presidente russo |
I |
Roma |
9 apr 1996 |
Min. Esteri Agnelli |
Vice Premier Kadannikov |
II |
Mosca |
22 mag 1997 |
Min. Esteri Dini |
Vice Premier Nemtsov |
III |
Roma |
21 mag 1998 |
Min. Esteri Dini |
Vice Min. Comm. Estero Gabunia |
IV |
Mosca |
16 mar 1999 |
Min. Esteri Dini |
Vice Premier Gustov |
V |
Roma |
1° ago 2000 |
Min. Esteri Ruggiero |
Vice Premier e Min. Finanze Kudrin |
VI |
Mosca |
18 dic 2001 |
Min. Esteri Frattini |
Vice Premier e Min. Finanze Kudrin |
VII |
Roma |
17 dic 2002 |
Min. Esteri Frattini |
Vice Premier e Min. Finanze Kudrin |
VIII |
Roma |
21 giu 2005 |
Min. Esteri Fini |
Ministro delle Finanze Kudrin |
IX |
Mosca |
5 dic 2006 |
Min. Esteri D’Alema |
Ministro delle Finanze Kudrin |
Va inoltre ricordata la strategia del Governo di promuovere l’insediamento in Russia di distretti industriali italiani. E’ stato all’uopo creato un apposito Gruppo misto di Lavoro, che ha elaborato un Memorandum relativo alla creazione dei distretti industriali sul territorio russo, firmato a Roma nel novembre 2003.
Gli investimenti russi in Italia sono ancora di modesta portata ma presentano buone prospettive di crescita se si considera che molti gruppi russi (in particolare nei settori petrolifero, diamanti ed oro, metallurgico e siderurgico) guardano con crescente interesse alla prospettiva d'investire all'estero.
La Federazione Russa è un partner strategico per l’approvvigionamento energetico dell’Italia (importiamo dalla Russia circa il 30% del nostro fabbisogno annuo di gas e petrolio), i rapporti bilaterali si configurano su questo piano come una vera e propria interdipendenza. I rapporti fra l’Eni e la Gazprom sono consolidati da tempo (tra gli altri, gasdotto Blue Stream, oleodotto e gasdotto offshore nell’isola di Sakhalin ad opera della Saipem) e sono stati rafforzati alla fine dello scorso anno dalla sottoscrizione di un accordo bilaterale (14 novembre 2006) articolato su uno scambio di “assets” fra i due Gruppi che consente all’ENI di accedere all’upstream russo dello sfruttamento di giacimenti ed a Gazprom di accedere al downstream italiano della distribuzione (con prolungamento del contratto di fornitura di gas all’Italia fino al 2035) contemplando anche scenari di collaborazione in Paesi terzi.
Solidi sono anche i rapporti tra Gazprom ed ENEL che nel 2004 si è aggiudicata un contratto di gestione e modernizzazione della centrale termoelettrica Nord Ovest di San Pietroburgo e a luglio 2006 ha acquisito il 45% della RusEnergoSbyt (RES).
In Aprile 2007 inoltre, Enineftegaz, il consorzio di cui fanno parte Eni ed Enel, ha vinto l'asta per alcuni importanti “assets” del fallito gigante energetico privato russo Yukos (20% delle azioni di Gazpromneft, quinta industria petrolifera russa, i pacchetti di controllo delle filiali di Yukos, Arktikgaz e Urengoil e azioni di altre 19 aziende del settore energetico). Si tratta di un risultato eccezionale per il nostro Paese che ora si trova ai vertici della classifica degli investitori stranieri in Russia.
L’Enel si è inoltre aggiudicata l’asta per la privatizzazione del 25,03% di Ogk-5 (Genco – Generation Company n. 5), una delle società di produzione elettrica in via di dismissione da parte della società statale RAO-UES. Tale acquisizione è stata completata il 22 giugno con l’acquisito di un’ulteriore quota pari al 4,96% del capitale della OGK-5.
Negli ultimi mesi la Russia ha impresso un’accelerazione allo sviluppo del progetto di gasdotto “Black Sea Stream” per il collegamento tra la Russia e l’Europa occidentale attraverso il Mar Nero (conosciuto anche come Blue Stream II in quanto costituisce un’estensione dell’attuale Blue Stream). L’attraversamento del Mar Nero prevede il collegamento della costa russa (Beregovaya) con quella bulgara (Varna) tramite un percorso di attraversamento della Bulgaria, proseguendo lungo due direttrici: nord ovest (verso l’Austria) e verso sud-ovest (verso l’Italia). Il 23 giugno 2007 Eni e Gazprom hanno firmato a Roma, alla presenza dei Ministri Bersani e Khristenko, un Memorandum d’Intesa per la realizzazione di uno studio di fattibilità del progetto di gasdotto diretto in Italia. Il South Stream rappresenta un ulteriore passo nell’attuazione dell’accordo strategico firmato nel novembre 2006 tra Eni e Gazprom: la sua costruzione dovrebbe infatti anche consentire a Eni di sfruttare appieno i giacimenti (Arktikgas e Urengoil) acquistati di recente in Siberia.
2. Principali esportazioni e importazioni italiane (2006) |
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Esportazioni |
Importazioni |
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1. macchine e apparecchi meccanici |
29,3% |
1. minerali energetici |
72% |
2. tessili e abbigliamento |
17% |
2. metalli e prodotti in metallo |
15,7% |
3. mobili |
10% |
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4. metalli e prodotti in metallo |
8% |
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5. cuoio e prodotti in cuoio |
7,7% |
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Fonte: ISTAT |
3. Incidenza interscambio sul commercio estero italiano |
2004 2005 2006 |
Esportazioni verso la Russia sul totale delle esportazioni italiane |
1,7% 2,0% 2,3% |
Importazioni dalla Russia sul totale delle importazioni italiane |
3,3% 3,7% 3,8% |
Fonte: ISTAT |
4. Investimenti esteri in Russia (1991-2006 - in milioni di dollari) |
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Paesi |
Investimenti totali cumulati (1) |
Consistenze totali Investimenti diretti (incidenza %) (IDE) (2) |
Cipro |
32.276 |
22.796 33,5% |
Paesi Bassi |
23.451 |
19.234 28,3% |
Lussemburgo |
22.870 |
587 0,8% |
Germania |
12.260 |
3.320 4,8% |
Gran Bretagna |
11.801 |
2.907 4,2% |
Stati Uniti |
7.698 |
4.588 6,7% |
Isole Vergini (GB) |
4.259 |
2.410 3,5% |
Francia |
3.699 |
1.058 1,5% |
Svizzera |
2.725 |
1.353 1,9% |
Giappone |
2.390 |
249 0,3% |
Italia |
553 |
386 0,6% |
Altri Paesi |
18.502 |
8.999 13,2% |
Totale |
142.926 |
67.887 |
(1) Investimenti totali cumulati includono: investimenti diretti, di portafoglio e altri investimenti. (2) Gli investimenti di ciascun Paese possono essere sovra-sottostimati se effettuati tramite controllate estere. |
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Fonte: Servizio Federale di Statistica |
5. SACE (31 dicembre 2006 – milioni di Euro) |
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Categoria di rischio |
3° (su 7) |
per BT e MLT |
Impegni in essere (a) |
2.165,88 |
|
Indennizzi erogati da recuperare (b) |
----- |
|
Sinistri in corso (c) |
0,46 |
|
Esposizione complessiva (a+b+c) |
2.166,34 |
|
Fonte: SACE |
TITOLO |
Data firma |
In vigore |
|
Accordo di cooperazione economica, industriale e tecnica |
30.11.89 |
13.04.90 |
|
Trattato di amicizia e cooperazione |
14.10.94 |
22.05.97 |
|
Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica |
01.12.95 |
08.06.99 |
|
Accordo per la promozione e la protezione degli investimenti |
09.04.96 |
07.07.97 |
|
Convenzione per evitare le doppie imposizioni fiscali |
09.04.96 |
30.11.98 |
|
Accordo di cooperazione nel campo del controllo valutario |
29.07.96 |
30.06.98 |
|
Accordo sulla cooperazione nel campo della Difesa |
14.11.96 |
31.03.00 |
|
Accordo sulla cooperazione in materia doganale |
10.02.98 |
01.11.02 |
|
Accordo di collaborazione nel campo della cultura e dell'istruzione |
10.02.98 |
25.07.00 |
|
Accordo sui Centri Culturali |
30.11.98 |
22.06.01 |
|
Memorandum d’intesa sulla cooperazione per le PMI |
21.05.98 |
21.05.98 |
|
Accordo sull’Autotrasporto Internazionale di viaggiatori e merci |
16.03.99 |
17.07.01 |
|
Accordo sulla assistenza alla distruzione delle armi chimiche |
20.01.00 |
14.06.01 |
|
Accordo sulla protezione delle informazioni classificate |
12.04.00 |
12.04.00 |
|
Accordo di collaborazione turistica |
05.06.00 |
26.01.01 |
|
Accordo sullo spazio extra atmosferico |
28.11.00 |
24.08.04 |
|
Convenzione Consolare |
15.01.01 |
01.05.04 |
|
Accordo sulla cooperazione in ambito giovanile |
15.01.01 |
17.10.03 |
|
Memorandum d'Intesa tra le due Agenzie Spaziali |
03.04.02 |
03.04.02 |
|
Accordo sulla collaborazione nel settore della cinematografia con relativo Protocollo per la co-produzione cinematografica |
28.11.02 |
15.06.06 |
|
Protocollo aggiuntivo all’Accordo sulla distruzione armi chimiche |
17.04.03 |
21.12.04 |
|
Accordo per lo smantellamento dei sommergibili nucleari russi |
05.11.03 |
17.11.05 |
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Memorandum sull’organizzazione di sezioni bilingue italiano-russo |
05.11.03 |
06.04.04 |
|
Protocollo sulla sperimentazione del velivolo Beriev Be 200 ES |
22.12.04 |
22.12.04 |
|
Accordo per la semplificazione delle procedure di rilascio dei visti |
12.06.04 |
25.03.05 |
|
Protocollo sugli scambi giovanili per gli anni 2006-2007 |
29.11.05 |
29.11.05 |
|
Programma esecutivo di collaborazione culturale 2007-2009 |
14.03.07 |
14.03.07 |
|
Protocollo interministeriale sulla collaborazione per la realizzazione del Progetto Super Jet 100 |
14.03.07 |
14.03.07 |
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2. Principali accordi firmati, non ancora in vigore |
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Memorandum di conversione del debito ex-sovietico/russo[12] |
17.12.02 |
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|
Accordo sulla cooperazione nella lotta alla criminalità |
05.11.03 |
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Accordo per la distruzione degli stock russi di armi chimiche |
05.11.03 |
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Accordo sugli studi di italiano in Russia e di russo in Italia |
05.11.03 |
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|
Protocollo sulla cooperazione nella conservazione dei beni culturali |
05.11.03 |
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|
Accordo per la reciproca protezione della proprietà intellettuale nell’ambito della cooperazione bilaterale tecnico-militare |
14.03.07 |
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[1] Fonte: CIA, Word Factboock, 2007.
[2] La questione demografica è uno dei più importanti problemi da affrontare per il Presidente Putin. Secondo alcune stime, il numero dei russi potrebbe scendere addirittura a 100 milioni nel 2050 (un terzo in meno rispetto ad oggi). La crisi demografica russa ha due principali cause: la bassissima natalità e la galoppante mortalità, più elevata rispetto agli altri Paesi sviluppati. Il 33% delle russe non sono in grado di avere figli perché sterili. Molto diffuse sono poi le malattie cardiache, il cancro e la turbercolosi, mentre i sieropositivi ammontano a 5 milioni. Il 40% dei giovani di leva è riformato in quanto “fisicamente non idoneo”. La crisi demografica russa potrebbe avere ripercussioni a livello geopolitco, dal momento che la Russia è un Paese immenso ed a bassa densità demografica. A fronte dei 500.000 russi che tornano ogni anno in Patria dalle ex Repubbliche sovietiche, ammonterebbero a 5/6 milioni i cinesi che si sarebbero già trasferiti in Siberia.
[3] Per quanto riguarda la posizione secondo il PIL, la Russia è al 25mo posto al mondo (nono in Europa). E’ paragonabile in assoluto a quello del Belgio ed poco più di un quinto del PIL italiano. Se si calcolasse invece il PIL a parità di potere di acquisto, la Russia occuperebbe il 14mo posto al mondo ed il sesto in Europa.
[4] Nell’aprile 2006, il Presidente della Duma, Boris Gryzlov ha dichiarato che la Russia potrà ritardare l’adesione al WTO, se le saranno imposte condizioni svantaggiose. Il Presidente USA, Bush, ha infatti insistito per una maggiore liberalizzazione in vari settori (incluso quello bancario) e per una lotta più efficace contro la piaga della pirateria. Gryzlov ha comunque ribadito che è interesse della Russia aderire al WTO. Mentre il capo-negoziatore russo, Maksim Medvedkov, continua restare ottimista, Gryzlov ha affermato che su alcuni punti non può esserci compromesso. Il WTO chiede che i prezzi del gas praticati all’estero siano allineati con quelli praticati in Russia, e questo dal Presidente della Duma è considerato inaccettabile. Anche in tema di contraffazione, Gryzlov ed i dirigenti russi ritengono che si stiano adottando due pesi e due misure: la contraffazione è presente in maniera massiccia in Cina e Ucraina, ma questo non ha impedito loro di entrare nel WTO. La Russia deve ancora completare i negoziati bilaterali con USA, Costa Rica, Georgia e Moldavia.
[5] Il cambio rublo/dollaro ha seguito negli ultimi anni questo andamento:
Anno |
Rubli per un $ |
2002 |
31,349 |
2003 |
30,692 |
2004 |
28,814 |
2005 |
28,284 |
2006 |
26 |
2007 |
25,84 |
[6] Il Governo russo ha dato le dimissioni lo scorso 12 settembre. Fino alla nomina dei nuovi membri del Governo, restano in carica i precedenti per il disbrigo delle pratiche correnti. Il nuovo Governo dovrebbe entrare in carica alla fine di settembre.
[7] Il 9 marzo 2005, per la prima volta Putin si è avvalso della facoltà di rimuovere il Governatore della regione Koryakia, Loghinov, per non aver saputo garantire il riscaldamento ai cittadini della provincia. Al momento, Putin ha già provveduto a nominare diversi Governatori.
[8] E’ stato creato nel 1992 ed è presieduto dal Presidente della Federazione. Lo stesso Putin ne è stato Segretario nel 1999 prima di diventare Primo Ministro e poi Presidente. Ivanov sostituisce Vladimir Rushailo, passato alla carica di Segretario della CSI.
[9] Il 30 giugno 2006, la Duma ha approvato definitivamente una riforma elettorale intesa a punire i deputati “sleali” nei confronti del proprio partito, punendoli con la sospensione dalla carica legislativa e sbarrando la strada per un passaggio politico all’opposizione. Il Parlamento ha inoltre posto fine alla possibilità di “votare contro tutti” riservata agli elettori che avessero in tal modo voluto esprimere il proprio dissenso contro tutti i candidati. La norma antitrasformismo renderà impossibili non solo le “aggregazioni” all’interno del Parlamento ma impedirà anche il sostegno a partiti da parte di candidati di altri schieramenti durante le campagne elettorali a livello regionale e nazionale.
[10] L’agenzia è specializzata nel combattere ogni forma di riciclaggio di denaro.
[11] L’APEC riunisce Australia, Brunei, Canada, Cile, Cina, USA, Hong Kong, Indonesia, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Perù, Filippine, Russia, Singapore, Corea del Sud, Taiwan Thailandia e Vietnam.
[12] Non ha avuto seguiti perché la Federazione Russa ha negoziato con il Club di Parigi (e portata a compimento) l’estinzione totale del debito.