Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: Montenegro
Serie: Schede Paese    Numero: 19
Data: 01/07/2007

 

 

REPUBBLICA DEL MONTENEGRO

 

Map of Montenegro

 


 

 

 

CENNI STORICI

 

L’uso del nome Montenegro si fa risalire al XV secolo quando la dinastia Crojevic impose il suo dominio sulla municipalità di Zeta. Nei secoli seguenti il Montenegro riuscì a mantenere la propria indipendenza dall’Impero Ottomano. Dal XVI al XIX secolo il paese divenne una specie di teocrazia governata da una serie di principi-vescovi. Nel 1852 si trasformò infine in un principato secolare.

Durante il Congresso di Berlino, il Paese ottenne il riconoscimento internazionale della sua indipendenza, a seguito della crisi dell'Est (1875-1878). Il 28 agosto 1910, il principe Petar Petrovic Njegos di Montenegro si autoproclamò re. Nel 1918 il Montenegro perse la sua indipendenza ed entrò a far parte del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. I montenegrini rimasti fedeli al re Nicola si ribellarono nel 1919, per poi essere vinti dall'esercito del nuovo Stato nel 1924. Dal 1945 fece parte della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.

Nel referendum del 1992 con il 95,96% dei voti, la popolazione montenegrina decise di rimanere nella Federazione Jugoslava assieme alla Serbia, sebbene l'affluenza alle urne fosse stata del 66% a causa del boicottaggio dell'etnia musulmana, delle minoranze cattoliche e degli indipendentisti. Questi sostenevano che la votazione fosse stata organizzata in condizioni non democratiche.

Nel 1996, il governo di Milo Dukanovic attenuò il legame tra Montenegro e Serbia. Le tensioni tra i due stati erano ancora critiche nonostante il cambio di politica di Belgrado. Il Montenegro formò la propria linea politica economica ed introdusse il marco tedesco come moneta corrente, come proposto al tempo dal ministro dell'economia. Attualmente utilizza l’Euro, sebbene non faccia parte dell’Eurozona. Il dinaro serbo non è usato in Montenegro.

Lo Stato unitario di Serbia e Montenegro fu istituito sulla base di un accordo sottoscritto a Belgrado nel marzo del 2002 che prevedeva esplicitamente l’opzione di una consultazione referendaria per l’indipendenza del Montenegro entro una scadenza prestabilita. D’altro canto, tale stesso accordo, che era stato propiziato dall’Alto Rappresentante Solana, diede vita ad uno Stato dotato di competenze particolarmente limitate, sostanzialmente circoscritte agli affari esteri ed alla difesa, munito di una serie di distorsioni funzionali che ne hanno compromesso l’attività amministrativa. Tra l’altro, ciò ha determinato l’esigenza nella stessa Bruxelles di avviare negoziati distinti per il processo di avvicinamento alla Unione Europea con la Serbia e con il Montenegro (c.d. twin track).

Il 21 maggio 2006 si è svolta la consultazione referendaria per decidere circa  l’eventuale indipendenza del Montenegro o la conferma dello Stato unitario serbo-montenegrino, ultimo tassello della vicenda, per molti versi tragica, della graduale dissoluzione della Jugoslavia. Il referendum è stato convocato a seguito di un impegnativo negoziato tra lo schieramento indipendentista guidato dalla formazione di Governo ed in particolare dal suo leader Djukanovic e le opposizioni montenegrine, favorevoli alla conferma del vincolo con Belgrado. Un Inviato Speciale dell’Unione Europea, l’Ambasciatore slovacco Lajcak, ha offerto i propri buoni uffici nella ricerca di una intesa sulle modalità di svolgimento del referendum.

Il negoziato svolto da Lajcak si è concluso con l’adozione di una formula che fissava la maggioranza del 55% dei votanti quale quorum necessario per approvare la scelta secessionista.

A seguito del successo conseguito dal fronte secessionista nel referendum del 21 maggio (il 55,4% dei votanti si è espresso a favore dell’indipendenza del Montenegro), il Parlamento di Podgorica ha proclamato l’indipendenza del Montenegro il 3 giugno 2006.

Nello spirito della dichiarazione sul riconoscimento della Repubblica del Montenegro contenuta nelle conclusioni adottate dal Consiglio Affari Generali dell’Unione Europea, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri D'Alema ha formalizzato il 14 giugno 2006 con una lettera al suo omologo Vlahovic il riconoscimento del Montenegro da parte dell'Italia.

 


Dati generali 2007 [1]

Superficie

14.026 kmq

Capitale

Podgorica - ab. 152.000

Abitanti

630.548 (2004)

Tasso di crescita popolazione

3,5 %

Composizione etnica

Montenegrini 43%, Serbi 32%, Bosniaci 8%, Albanesi 5%, altri (Musulmani, Croati, Rom) 12%

Religioni praticate

Ortodossa, musulmana, cattolica

Lingue

Serbo (dialetto Ijekavian, ufficiale), bosniaco, albanese, croato

 

 

 

CARICHE DELLO STATO

 

 

Presidente della Repubblica

Filip VUJANOVIC
(dall’11 maggio 2003)

 

 

Primo Ministro

Zeljko STURANOVIC
(dal 13 novembre 2006)

 

 

Presidente del Parlamento

Ranko KRIVOKAPIC (SDP)

 

 

Vice Primo Ministro per l’integrazione europea

Gordana DJUROVIc

 

 

Vice Primo Ministro
per la politica economica

Vujica LAZOVIĆ

 

 

Ministro degli Affari esteri

Milan ROCEN

 

 

Ministro delle Finanze

Igor LUKSIC

 

 

Ministro della Giustizia

Miras RADOVIC

 

 

Ministro della Difesa

Boro VUCINIC

 

 

Ministro dello Sviluppo economico

Branimir GVOZDENOVIC

 

SCADENZE ELETTORALI

Elezioni politiche

2010

Elezioni presidenziali

2008

 

 

 

QUADRO POLITICO-istituzionale

 

 

 

Sistema politico

 

Il Montenegro è una Repubblica semi-presidenziale. La Costituzione in vigore è ancora quella del 12 ottobre 1992, risalente al periodo jugoslavo, che è stata approvata dal Parlamento montenegrino.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica, eletto per 5 anni a suffragio universale diretto. Può essere rieletto una seconda volta. Propone la nomina del Primo Ministro che deve essere accettata dal Parlamento.

Nomina inoltre i Ministri che fanno parte del Governo, su indicazione del Primo Ministro.

 

 

Parlamento

 

Il potere legislativo è esercitato da un Parlamento monocamerale (Skupstina), che si compone di 81 membri che durano in carica 4 anni, eletti con sistema proporzionale in due diverse circoscrizioni: una elegge 76 seggi mentre l’altra ne elegge cinque che sono riservati alla minoranza albanese. I partiti presentano un’unica lista di candidati, che è valida in entrambe le circoscrizioni. È previsto uno sbarramento del 3% in ogni singola circoscrizione per ottenere un seggio, ma se una lista non lo supera in una circoscrizione i voti riportati sono aggiunti a quelli ottenuti nell’altra.

I seggi divenuti vacanti nel corso di legislatura sono attribuiti ai primi non eletti delle stesse liste di partito.

Il voto non è obbligatorio.

 

Elezioni legislative
10 settembre 2006

 

Nelle elezioni del 10 settembre 2006 si sono presentati 747 candidati e 12 partiti politici. Il DPS, partito guidato dall’allora primo Ministro Djukanovic, ha vinto le elezioni dopo aver formato la Coalizione per un Montenegro europeo con il Partito Socialdemocratico (SDP), chiedendo per il paese l’integrazione nell’UE e nella NATO. Tale coalizione ha ottenuto la maggioranza assoluta con 41 seggi su 81.

La partecipazione al voto è stata del 72% circa.

Il giudizio dell’OSCE sulle elezioni è stato positivo, giudicandole “largamente in linea con gli standard internazionali”, con alcune note riguardo alcuni arresti ed interrogatori di candidati alla vigilia del voto.

 

Distribuzione dei seggi

 

Coalizione per un Montenegro europeo(DPS-SDP)

41

Lista serba

12

Coalizione SNP-NS-DSS

11

Movimento per il cambiamento

11

Coalizione Partito liberale - Partito bosniaco

3

Unione democratica degli albanesi

1

Coalizione Lega democratica Albanese – Partito della prosperità democratica

1

Alternativa albanese

1

 

Distribuzione per sesso

 

Uomini

74

Donne

7

% di donne

8,64 %

 

 

 

 

ATTUALITÀ POLITICA[2]

 

 

Processo di associazione e stabilizzazione

Dopo la dichiarazione d’indipendenza montenegrina, l’Unione europea ha iniziato ad adottare gli strumenti necessari per il processo di associazione e stabilizzazione, sono iniziati i negoziati per un futuro accordo e nel novembre 2006 la Commissione ha pubblicato un primo Progress Report annuale sul Montenegro.

I Ministri degli Esteri dell’Unione europea, riunitisi il 22 gennaio 2007 a Bruxelles, hanno stabilito i principi, le priorità e le condizioni della partnership con il Montenegro. L’accordo individua i passi da compiere per l’avvicinamento all’Unione europea e sarà una guida a cui il Montenegro potrà affidarsi per compiere gli sforzi necessari all’ingresso, con obiettivi da raggiungere a breve termine, entro 2 anni, e obiettivi da raggiungere entro un periodo di 3 – 4 anni.

Su consiglio dell’Unione europea il governo montenegrino ha individuato sette diverse aree prioritarie. Prima di tutto, l’adozione della nuova Costituzione, fondata sul consenso generale, in linea con gli standard europei, particolarmente nell’ambito dei diritti umani e dell’organizzazione del sistema giuridico, del sistema della pubblica sicurezza e della difesa del Paese.

Il secondo tema è quello dei meccanismi giuridici ed istituzionali, necessari per il funzionamento del Montenegro come stato indipendente, meccanismi che tra l’altro forniscono la possibilità di siglare e ratificare gli accordi e le convenzioni internazionali ed assicurare anche la membership nelle organizzazioni mondiali.

Le riforme economiche rappresentano il terzo problema: un’economia di mercato funzionante e la capacità di operare in presenza delle forze di mercato e della concorrenza dell’Unione europea sono le pre-condizioni necessarie per l’adesione all’Unione europea.

Il quarto tema è l’amministrazione pubblica che deve essere in grado di applicare e gestire efficacemente gli strumenti giuridici comunitari. L’UE ha inoltre sottolineato la necessità anche della lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata.

I rimanenti temi riguardano il rafforzamento del ruolo del Parlamento, la cooperazione regionale, e infine l’esecuzione completa di tutti gli obblighi che il Paese intraprenderà secondo l’Accordo di Associazione e Stabilizzazione.

L’Accordo di Associazione e Stabilizzazioneè stato poi siglato il 15 marzo 2007, a Podgorica: si tratta di un atto preliminare a cui seguirà, nel prossimo autunno, la firma definitiva, dopo il perfezionamento degli ultimi dettagli. Il Commissario europeo all'allargamento, Olli Rehn, nel siglare l’accordo ha sottolineato la necessità del Paese di portare avanti le riforme economiche annunciate, nonché di migliorare gli accordi doganali e di rafforzare la lotta alla corruzione e alla criminalità.

 

Questioni migratorie in ambito UE/Accordi comunitari, facilitazioni, visti e riammissione

Le questioni di Giustizia e Affari Interni costituiscono un aspetto fondamentale delle relazioni tra l’Unione Europea e la regione dei Balcani occidentali, in linea con la più generale prospettiva di promuovere la stabilità e l’affermazione del principio democratico nei Paesi interessati, anche attraverso il consolidamento dello stato di diritto.

La strategia dell’Unione in tale ambito si basa su quattro aree prioritarie:

  1. cooperazione di polizia, pubblica sicurezza, lotta al crimine organizzato ed ai traffici illeciti, con particolare riferimento al traffico di droga;
  2. controllo e gestione integrata delle frontiere;
  3. riforma dei sistemi giudiziari;
  4. politiche di asilo e migrazione, con riguardo alla lotta all’immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani.

 

In materia di facilitazione visti e di riammissione, nel 2006 l’UE ha espresso la propria disponibilità a negoziare in via prioritaria siffatti accordi con i Paesi dei Balcani candidati potenziali all’adesione. Il mandato negoziale conferito alla Commissione europea riguardava facilitazioni per il rilascio di visti di breve durata nonché la conclusione di accordi di riammissione con il Montenegro,oltre che con la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, l’Albania e la Fyrom. La facilitazione dei visti concerne principalmente gli studenti, i ricercatori e i diplomatici. Le misure proposte sono multiple: dalla semplificazione dei documenti da fornire alla riduzione dei costi per determinate categorie di cittadini ad una procedura accelerata per la concessione dei visti.

Gli accordi di facilitazione visti e di riammissione con il Montenegro sono stati parafati dal Vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, a Zagabria il 13 aprile 2007 e dovrebbero quindi essere approvati dal Consiglio UE il prossimo autunno.

 

Montenegro e “Partnership for peace (P4P)” della NATO

Il 14 dicembre 2006, la Repubblica di Montenegro, insieme a Serbia e Bosnia, è entrata a far parte del programma “Partnership for peace (P4P)” della NATO, considerata una sorta di anticamera a una futura adesione all'Alleanza Atlantica, secondo quanto deciso al Vertice dei leader dell’Alleanza Atlantica che si è svolto a Riga nel novembre 2006.

L’adesione alla PfP della NATO rientra nella strategia di avvicinamento alle strutture euroatlantiche seguita con decisione dalle autorità di Podgorica fin dall’ottenimento dell’indipendenza. La decisione di Riga rappresenta un importante riconoscimento dell’approccio sostenuto dal Governo italiano e basato sul mantenimento di una strategia regionale nei confronti dei Balcani occidentali.

Nel quadro di un giro nelle capitali dei Paesi di nuova adesione al Partenariato per la Pace, il Segretario Generale, de Hoop Scheffer ha effettuato una visita a Podgorica il 16 marzo 2007. Negli incontri con le Autorità montenegrine, il Segretario Generale ha riscontrato un generale entusiasmo in merito al percorso intrapreso verso l’integrazione nelle strutture euro-atlantiche. Da parte di Podgorica si è inoltre particolarmente enfatizzato il “modello di società multi-etnica”, così come l' "atteggiamento moderato" sulle principali questioni di politica estera e regionali, a partire dal Kossovo, in una cornice di buone relazioni sia con Belgrado che con Pristina".

 

Podgorica ha presentato nel maggio scorso il “Documento di Presentazione”, strumento di preliminare inserimento nei meccanismi del Partenariato che rappresenta tradizionalmente il "biglietto da visita" che i nuovi membri EAPC inviano al Consiglio Atlantico. In tale documento, le Autorità montenegrine confermano la priorità da esse attribuita al processo di integrazione euro-atlantica del Paese e le ambizioni di progressivo avvicinamento alla NATO attraverso un pieno utilizzo degli strumenti del Partenariato per la Pace.

Con riferimento ai programmi da attuare in vista di un avvicinamento alla NATO, il Montenegro individua come aree prioritarie lo sviluppo del dialogo politico e della cooperazione in ambito NATO e regionale, lo sviluppo istituzionale, la riforma e il controllo democratico delle forze armate, lo sviluppo dell’interoperabilità con le forze NATO al fine di contribuire alle missioni di sostegno alla pace dell’Alleanza, nonché l’impegno in iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica incoraggiandone il sostegno alla prospettiva di adesione alla NATO (finora limitato, secondo recenti sondaggi, a circa il 36%), anche attraverso lo stabilimento di un ufficio di collegamento NATO in Montenegro, sulla base di quanto già avvenuto a Belgrado ed a Sarajevo. Podgorica intende inoltre istituire in tempi brevi una missione diplomatica ed una rappresentanza militare del Montenegro presso la NATO.

Da parte italiana proseguono i programmi di cooperazione militare bilaterale avviati in passato con la Serbia-Montenegro in attesa della definizione di un accordo quadro specifico per il Montenegro.

 

Iniziativa italiana per una moratoria della pena di morte

L’impulso dato dall’Italia a partire dall’estate scorsa alla campagna contro la pena di morte ha condotto alla presentazione di una “Dichiarazione di Associazione” sulla moratoria ed abolizione della pena di morte, anche grazie all’impegno italiano, la “Dichiarazione” è stata sottoscritta fino ad oggi da 95 Paesi, da parte della Presidenza dell’UE alla 61ma sessione dell’Assemblea Generale, il 19 dicembre 2006.

Il Montenegro, Paese abolizionista, è tra i firmatari la “Dichiarazione di Associazione” sulla moratoria ed abolizione della pena di morte; quanto alla possibilità di cosponsorizzare o sostenere una risoluzione contro la pena di morte alla 62esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri montenegrino, su sollecitazione italiana, ha espresso la disponibilità  del Montenegro ad essere co-sponsor della risoluzione.

 

Altre questioni

Il 18 dicembre 2006, inoltre, la Repubblica di Montenegro è stata ammessa al Fondo Monetario Internazionale. Tra le questioni indicate dal Fondo da affrontare primariamente, vi sono la liberalizzazione del mercato del lavoro e il settore dell’energia. Inoltre occorre, a giudizio dell’FMI, proseguire con una rigida politica fiscale al fine della riduzione del debito.

 

Il Montenegro, il 1° maggio 2007, ha firmato un accordo con gli Stati Uniti nel settore della difesa, relativo allostatus delle rispettive forze armate che permette ai soldati americani di venire dispiegati sul territorio della piccola repubblica balcanica. L’8 maggio successivo è stato firmato un altro accordo nel settore della difesa che permette il passaggio delle truppe di EUFOR, la forza di pace europea in Bosnia, nel territorio montenegrino. Le truppe dell'EUFOR potranno così, con breve preavviso, transitare via terra o aria verso il Kosovo nel caso debbano fornire sostegno alle forze della KFOR (Kosovo Force) dispiegate nella provincia. L'accordo verrà applicato anche per l'eventuale transito delle forze KFOR qualora debbano fornire aiuto alle unità EUFOR in Bosnia.

 

La Repubblica del Montenegro è diventata, l’11 maggio 2007, il 47° Stato membro del Consiglio d'Europa.

 

Inchiesta sull’ex Presidente Djukanovic

Il 21 maggio 2007, l'ex Presidente e premier del Montenegro nonché principale artefice dell'indipendenza del Montenegro, Milo Djukanovic, è stato rieletto leader del partito democratico dei socialisti (SPD). L'opposizione lo ha accusato in varie occasioni di essere coinvolto in casi di corruzione e in affari criminali, ma nonostante questo lo scorso settembre ha ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni parlamentari. Djukanovic, inoltre è stato posto sotto inchiesta dagli inquirenti italiani per un presunto coinvolgimento in un affare di contrabbando di sigarette multimilionario attraverso l'Adriatico. L'ex premier è, infatti, ritenuto il promotore dell'associazione di stampo camorristico-mafioso alla quale avrebbero preso parte esponenti di primo piano della mafia pugliese e insospettabili uomini d'affari svizzeri. Nel mese di giugno 2007, la Procura di Bari ha inviato all’indagato un avviso di garanzia, in vista di un’udienza preliminare che si dovrebbe tenere il prossimo autunno.

Milo Djukanovic ha respinto tali accuse e  ha chiesto allo stesso tempo al Governo montenegrino di intervenire in sua difesa. Secondo Djukanovic il commercio di sigarette era perfettamente legale, secondo la legislazione vigente allora in Serbia e Montenegro, e la responsabilità di eventuali violazioni ricadrebbe per intero nell’Italia che avrebbe dovuto prevenire il contrabbando di sigarette attraverso l'Adriatico.

L'ex Presidente del Montenegro, Momir Bulatovic, invece, ha ammesso recentemente in un'intervista che il contrabbando di sigarette degli anni '90 era un traffico gestito dallo Stato, poiché Serbia e Montenegro si trovavano sotto sanzioni internazionali e cercavano il modo di sopravvivere.

 

 


Quadro della visita del ministro degli esteri Milan Roćen

(a cura del MAE)

 

L’incontro con il Ministro degli Esteri, Roćen, si inserisce in una fase di lancio delle relazioni bilaterali, avviata con la visita del Sottosegretario Crucianelli a Podgorica nel luglio 2006, all’indomani dell’indipendenza del Montenegro. Sullo svolgimento di un più intenso programma di visite a Podgorica  aveva influito in passato la vicenda giudiziaria del leader politico Djukanovic (ex Presidente ed ex Primo Ministro). Gli ultimi sviluppi di tale vicenda – avviso fatto pervenire all’indagato dalla Procura di Bari nello scorso giugno in vista della convocazione di una udienza preliminare in autunno - hanno alimentato una accesa dialettica fra i sostenitori di Djukanovic ed i suoi oppositori; essi peraltro non incidono direttamente sul rapporto con l’Italia.

Non vi è dubbio che il Montenegro aspiri ad instaurare con l’Italia un rapporto privilegiato, in considerazione del ruolo che il nostro Paese può esercitare nel sostenere il suo percorso di avvicinamento alle istituzioni europee ed euro-atlantiche. A riguardo, il Ministro degli Affari Esteri D’Alema firmerà il 25 luglio un Accordo di cooperazione in materia di lotta alla criminalità ed un Memorandum di collaborazione tra i Ministeri degli Esteri, quest’ultimo volto ad instaurare consultazioni periodiche riguardanti i vari aspetti dei rapporti bilaterali.

 

 

 

RAPPORTI BILATERALI

(in collaborazione con il MAE)

 

 

Rapporti economici bilaterali

Le relazioni economico-commerciali bilaterali testimoniano un trend positivo: il nostro Paese rappresenta il principale partner commerciale del Montenegro.

Secondo i dati dell’Istituto di Statistica locale (MONSTAT), l’Italia nel 2005 è risultata il secondo Paese fornitore (9,2% del totale importazioni) del Montenegro, dopo la Serbia, seguita da Slovenia e Croazia. Nel 2005 inoltre circa il 27% delle esportazioni montenegrine si sono dirette verso l’Italia, che rappresenta il primo paese di destinazione dopo la Serbia, seguito da Grecia e Slovenia. L’interscambio totale e’ stato pari a circa 90 milioni di euro di importazioni e 120 milioni di euro di esportazioni verso l’Italia, con un saldo negativo per il nostro Paese di circa 30 milioni di euro.

 

E’ stata predisposta una linea di credito da destinare alle Piccole e Medie Imprese Montenegrine per un importo di circa 5 milioni di Euro.

 

Investimenti italiani

L’Italia si trova solo al 14° posto per flusso di IDE nel periodo 2001-2005, con un totale di soli 6 mln di euro, a fronte del flusso massiccio di capitali in provenienza da paesi quali Ungheria, Austria, Gran Bretagna, Slovenia, Germania e Russia. Tale assenza delle imprese italiane va sicuramente in parte imputata alla scarsa conoscenza della realtà’ montenegrina e alla mancanza di un valido interlocutore istituzionale in loco (ad esempio mancano un ufficio ICE e una camera di commercio italo-montenegrina).

Ciononostante si sta registrando un’accelerazione dei contatti fra le imprese delle due sponde dell’adriatico. Si fanno infatti sempre più numerose le missioni compiute da delegazioni di imprenditori italiani in Montenegro, interessati ad investire principalmente nel settore turistico ed energetico.

Al fine di promuovere i contatti tra operatori italiani e montenegrini, si prevede l’organizzazione a Podgorica di un Forum economico il prossimo autunno. Le imprese italiane sono estremamente interessate al mercato del Paese. Per sostenere la presenza di investitori italiani in Montenegro, è opportuno che si compia ogni sforzo per creare un clima di legalità e fiducia.

 

L’Italia intende rafforzare il livello di cooperazione con il Montenegro, in particolare nel settore del turismo e dello sviluppo delle PMI. Confermiamo la volontà di concedere una linea di credito a sostegno del settore privato (PMI) montenegrino. Ci impegniamo a definire al piu’ presto il progetto per una linea di credito del valore di circa 5 milioni di euro e le modalità di esecuzione. Una missione di valutazione tecnica si renderà a Podgorica il prima possibile nel corso dell’autunno.

 

Cooperazione allo sviluppo

La politica di cooperazione con il Montenegro è mirata al sostegno del processo di associazione all’Unione Europea e al consolidamento dei rapporti fra i due Paesi, con l’intento di favorire il rafforzamento istituzionale, lo sviluppo economico e il consolidamento delle condizioni di stabilità del Paese e in generale dell’intera regione balcanica.

Sono attualmente in corso di realizzazione i seguenti progetti promossi:

 

Iniziative future

Un altro progetto promosso è attualmente in fase di elaborazione: Sostegno allo sviluppo turistico sostenibile del nord del Montenegro per un valore di 811.000,00 euro, promosso dalla ONG COSV, che ha il fine di identificare i siti monumentali, il miglioramento dell’offerta di servizi alla comunità locale e dell’accessibilità turistica, la formazione professionale e iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione sociale sulla problematica ambientale e la difesa del territorio. E’ inoltre allo studio l’ipotesi di un’estensione regionale, con interventi che potranno realizzarsi anche in Montenegro a partire dal 2008, del programmaInsediamento e reintegrazione dei rifugiati (SIRP). Il programma, affidato a UN-HABITAT e attualmente in corso di realizzazione in Serbia realizza la costruzione di alloggi, l’assistenza a sette municipalità serbe e azioni volte all’integrazione sociale dei profughi serbi.

 

Il Programma Adriatico-IPA 2007-2013, che vede il Montenegro beneficiare per la prima volta di programmi di cooperazione comunitari, è di circa 220 milioni di euro e coinvolge le sette regioni adriatiche italiane (l’Abruzzo è capofila del Programma).

L’Italia intende, quindi, partecipare congiuntamente ai futuri bandi IPA per la cooperazione transfrontaliera rafforzando così sinergie e partenariati. Il Governo italiano intende, inoltre, rafforzare il livello di cooperazione con il Montenegro, in particolare nel settore del turismo sostenibile e dello sviluppo delle PMI; in tale contesto si conferma la volontà di concedere una linea di credito a sostegno del settore privato (PMI) montenegrino, realizzando una linea di credito del valore di circa 5 milioni di euro. Una missione di valutazione tecnica si renderà a Podgorica il prima possibile nel corso dell’autunno.

 

Questioni migratorie e visti

Per quanto riguarda le politiche migratorie, al momento si rilevano alcune difficoltà a stabilire:

 

Per quanto riguarda la cooperazione in materia di riammissione, occorre sottolineare che nel corso del 2006, l’Ambasciata serbo-montenegrina in Italia, interessata dalle Questure per l’ottenimento di documenti di viaggio per il rimpatrio di cittadini serbo-montenegrini irregolari presenti sul nostro territorio, ha fatto presente di non poter procedere poiché l’Accordo di riammissione del 1997 esistente tra l’Italia e la Repubblica Serbo-Montenegrina contemplava l’assunzione di contatti diretti tra i rispettivi Organi Centrali. Occorre invece evidenziare che il predetto Accordo e’ stato sostituito da quello sottoscritto a Belgrado nel 2003 ed entrato in vigore il 1° aprile 2005. Quest’ultimo prevede all’art. 2, paragrafi 4 e 5  l’attivazione delle Autorità diplomatico-consolari per l’accertamento, anche mediante intervista, della nazionalità degli stranieri da rimpatriare.

 

Alla data del 30 maggio 2007 risultano regolarmente soggiornanti in Italia 35.922 maggiorenni e 11.643 minori iscritti sul titolo dei propri genitori. Il dato non comprende i titoli di soggiorno in attesa di rinnovo in quanto scaduti.

I dati si riferiscono sia ai cittadini serbi che montenegrini.

 

Le motivazioni più ricorrenti per le quali sono stati rilasciati permessi di soggiorno sono le seguenti :

a) Lavoro subordinato                          16.979

b) Motivi familiari                                              13.193

c) Motivi commerciali/Lavoro autonomo        3.126

Nel corso del 2007 sono stati destinatari di provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale i sottoindicati cittadini serbo-montenegrini, suddivisi come segue :

SERBIA MONTENEGRO

Cittadini destinatari di provvedimenti :                                              1.110

Allontanati :                                                                                                       615

Non rimpatriati :                                                                                    495

 

SERBIA MONTENEGRO (cittadini di origine kossovara) :

Cittadini destinatari di provvedimenti :                                              196

Allontanati :                                                                                                       35

Non rimpatriati :                                                                                    161

 

Visti

Il numero dei visti di ingresso rilasciati nei primi sei mesi del 2007 dall’Ambasciata di Podgorica è stato di 6.523, con un aumento del 71% rispetto al medesimo periodo del 2006. In particolare, i visti per turismo sono praticamente raddoppiati (tra i Paesi Schengen l’Italia risulta essere la destinazione principale dei cittadini montenegrini, seguita dalla Germania e dall’Austria). Da segnalare anche il notevole incremento dei visti per affari (29%), per studio (59%) e per transito (36%).

La nostra Ambasciata si pone come un punto di riferimento in quanto è la sola dotata di un ufficio organizzato per fornire l’intera gamma dei servizi consolari, inclusi i visti (escludendo il piccolo Ufficio consolare greco).

Non risultano particolari problemi in merito al rilascio dei visti in Montenegro se non fosse per il fatto che, la mancanza di Uffici Visti presso le altre Ambasciate Schengen, induce la numerosa utenza, interessata a recarsi in Paesi come la Germania e l’Austria, a rivolgersi al nostro Ufficio Visti, almeno per i soggiorni di breve durata.

In questo contesto, le autorità montenegrine stanno da tempo esercitando forti pressioni affinché l’Italia si faccia carico della rappresentanza di tutti i Paesi Schengen, proponendo altresì l’istituzione di un Common Application Center (CAC) per i visti presso la nostra Rappresentanza.

A prescindere dal fatto che la riflessione, presso il Gruppo Visti Schengen a Bruxelles, sulle modalità operative e normative dei CAC è ancora ad uno stadio del tutto preliminare, per quanto riguarda Podgorica l’ipotesi di un CAC presso la nostra Ambasciata è del tutto priva di fondamento, dato che il nostro limitato personale è già interamente assorbito dai visti di nostra competenza e logisticamente irrealizzabile per assoluta mancanza di spazi. Da tener presente, al riguardo, che dal 15 gennaio di quest’anno già rappresentiamo la Francia per il rilascio di visti Schengen di breve durata e abbiamo dovuto declinare un’analoga richiesta tedesca, che avrebbe comportato un raddoppio del numero dei visti emessi.

Anche per il Montenegro, come per gli altri Paesi dei Balcani occidentali, è stato dato mandato alla Commissione a seguito del quale è stato parafato un accordo di facilitazione per il  rilascio dei visti per soggiorni di breve durata tra l’Unione Europea e la Repubblica del Montenegro; accordo che prevede, tra l’altro, l’esenzione del visto per i titolari di passaporto diplomatico.

 

Prendiamo atto con soddisfazione che le strette relazioni bilaterali tra Italia e Montenegro  siano anche confermate dall’incremento del numero di visti di ingresso rilasciati nel primo semestre del 2007 dall’Italia a cittadini montenegrini (6.523  + 71%), rispetto al medesimo periodo del 2006.

Per quanto riguarda la proposta di istituire un Common Application Center presso i locali della nostra Rappresentanza, nel ricordare che l’Italia già rappresenta la Francia a Podgorica, deve rilevarsi che essa non appare praticabile per l’assoluta mancanza di spazi disponibili nonché di personale. Da parte italiana non si è mancato di intervenire presso i principali Partners (Austria e Germania) per indurli ad aprire al più presto delle Sezioni visti a Podgorica.

 

 Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

Non esiste al momento un Accordo bilaterale culturale e scientifico tra Italia e Montenegro. Per quanto riguarda la cooperazione culturale, laddove le Autorità del Montenegro ritengano di mantenere l’Accordo con l’ex Unione di Serbia-Montenegro di collaborazione culturale, attualmente in vigore, si potrebbe procedere al negoziato per la stipula del relativo Programma Esecutivo.

Nel 2007 è stato assegnato un contributo  all’Università Ca’ Foscari di Venezia per una missione a Stari Bar diretta dal prof. Sauro Gelichi. Da un’indagine CONICS del 2005 risultano otto accordi tra l’Università del Montenegro e le Università italiane di Bari (tre accordi), Bari Politecnico, Chieti, Foggia, Teramo, Trieste SISSA. Tra questi si segnalano le collaborazioni finanziate dal MUR per il triennio 2004-06: con l’Università di Teramo,  per la realizzazione di un Master congiunto in InterAdriatic cooperation and Local Development, e con la SISSA di Trieste per un progetto congiunto di ricerca nel settore delle Scienze matematiche.

 

In materia di diffusione della lingua italiana, è attivo un lettorato d’italiano di ruolo presso l’Università di Montenegro a Niksic. Presso la cattedra di Italianistica della Facoltà di Filosofia dell’Università di Niksic all’inizio del 2005 i laureati in italiano sono stati 25; gli iscritti al corso quadriennale di laurea in Lingua e Letteratura italiana sono stati ben 240 ai quali si aggiungono circa 170 allievi dei corsi d’italiano biennali o triennali di altre Facoltà e dunque ai vari corsi universitari d’italiano  risultano iscritti complessivamente circa 400 studenti.

Diffusione della lingua

In Montenegro, l’italiano è la lingua più studiata dopo l’inglese e conta circa 12.000 studenti nelle scuole elementari, medie e superiori.

A livello universitario corsi di italiano sono attivi  anche presso la Facoltà di Nautica e la Facoltà di Turismo di Cattaro. A Podgorica, presso la Facoltà di Economia, nell’ambito del programma “Tempus”, 25 studenti vengono selezionati ogni anno per frequentare un corso di italiano realizzato in collaborazione con l’Università di Udine.Sempre a Podgorica, presso i locali della cosiddetta “Antenna Culturale”, istituita originariamente dal ‘04  grazie all’interessamento del Sindaco di Podgorica e con il supporto dell’IIC di Belgrado, circa un centinaio di allievi seguono i corsi di lingua italiana.

Fra scuole primarie e secondarie gli studenti di italiano risultano almeno 7.500 sparsi su tutto il territorio montenegrino (Podgorica, Cattaro, Cettigne, Budva, Bar, Niksic, Tivat, Herceg Novi). In Montenegro è presente a Cattaro un Comitato della Dante Alighieri. Non sono presenti istituzioni scolastiche italiane. Il MAE per l’e.f. 2006 ha concesso un contributo di € 5.600 per corsi d’italiano a docenti locali dell’Unione Montenegrina (Dipartimento Italianistica di Podgorica).

Grazie all’appoggio di alcuni sponsor italiani e al Sindaco di Podgorica, che ha messo a disposizione un locale nel centro della città, è stata definitivamente e con successo avviata l’attività dell’Antenna dell’Istituto di Cultura di Belgrado, inaugurata alla fine del 2004 dall’Ambasciatore d’Italia a Belgrado, esperimento inedito che è stato fortemente apprezzato come un ulteriore impegno e rafforzamento della presenza italiana in Montenegro. Presso l’Antenna sono stati attivati dei corsi di lingua italiana che sono stati frequentati da circa 200 studenti.

 



[1] Fonte: CIA The World factbook 2007.

[2] In collaborazione con il MAE