Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali |
Titolo: | Venezuela |
Serie: | Schede Paese Numero: 4 |
Data: | 01/10/2006 |
Repubblica bolivariana del Venezuela
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CENNI STORICI
Cristoforo Colombo toccò la penisola di Paria durante il suo secondo viaggio, nel 1498. Nuevo Toledo, primo insediamento spagnolo dell’America meridionale, fu fondato in Venezuela nel 1522. Nel 1681 la Corona spagnola impose il controllo diretto delle colonie e nel 1739 si compì l’unificazione politica e militare del Paese.
Dopo numerose sollevazioni, nel 1811 fu proclamata l’indipendenza dalla Spagna e nel 1812 Simon Bolivar fu proclamato Liberatore. Il paese ottenne l’indipendenza nel 1821, sotto la guida di Simon Bolivar. Venezuela, con Colombia, Panama ed Ecuador, costituiva la Repubblica della Grande Colombia fino al 1830, quando la Repubblica di Gran Colombia si divise nei tre Stati: Colombia ( con l’attuale Panama), Ecuador e Venezuela.
La Spagna riconobbe l’indipendenza del Venezuela nel 1851, con il Trattato di Madrid.
La maggior parte del XIX secolo fu caratterizzata da instabilità politica, regimi dittatoriali e tumulti rivoluzionari.
Nella prima metà del XX secolo, il Paese fu governato da dittature dal 1908 al 1935 e dal 1950 al 1958.
L’economia del Venezuela, incentrata sull’agricoltura, a partire dal 1922, con la scoperta di vasti giacimenti petroliferi, si fondò progressivamente sullo sfruttamento degli idrocarburi.
Dalla caduta del Gen. Marcos Perez Jimenez nel 1958, il Venezuela ha consolidato un’ininterrotta tradizione di governi democratici. Nel 1960 il Venezuela prende l’iniziativa per la costituzione dell’OPEC, il cartello internazionale dei Paesi produttori di petrolio. Fino alle elezioni del 1998, Azione Democratica (AD) ed il Partito Cristiano Democratico (COPEI) hanno dominato la scena politica.
Le fluttuazioni del prezzo del petrolio fra il 1973 ed il 1983 portarono il Paese verso la recessione, particolarmente acuta verso la fine degli anni ’80. Nel 1989 le misure di austerità e di aggiustamento strutturale adottate dalle autorità provocarono gravi tensioni sociali.
Nel 1992 si verificarono due tentativi di colpo di Stato, uno dei quali fu condotto dall’allora Tenente Colonnello Hugo Chávez Frias, eletto poi Presidente della Repubblica nel 1998, a capo del Movimento V Repubblica.
Nel 1999 un referendum approva una nuova Costituzione ed il nome ufficiale del Paese è modificato in Repubblica Bolivariana del Venezuela.
DATI GENERALI |
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Superficie |
912.050 (più di tre volte la superficie dell’Italia)
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Capitale |
CARACAS (2.900.000 abitanti)
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Abitanti |
25.730.435 |
Tasso di crescita della popolazione |
1,38% |
Aspettativa di vita |
74,5 anni |
Religioni praticate |
Cattolica 96%; Riformata 2%
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d
CARICHE DELLO STATO
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Presidente della Repubblica e Capo del Governo |
Hugo Chávez (dal 1999) |
Vice Presidente della Repubblica
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José Vicente Rangel |
Presidente dell’Assemblea Nazionale |
Cilia Adela Flores |
Ministro degli Esteri |
Nicolás Maduro Moro |
Interni e Giustizia |
Jesse Chacón Escamillo |
Finanze |
Nelson J. Merentes D. |
SCADENZE ELETTORALI
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Presidenziali |
3 dicembre 2006 |
Politiche |
Si sono svolte il 4 dicembre 2005 (durata della legislatura 5 anni) |
QUADRO POLITICO*
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Hugo Chávez Frías è stato eletto alla Presidenza della Repubblica del Venezuela nel febbraio 1999, appoggiato dal “polo patriottico” comprendente tutti i maggiori partiti della sinistra, ottenendo il 56,5% dei voti.
La Costituzione bolivariana del 1999.
Subito dopo la nomina a Presidente, Chávez ha annunciato la dichiarazione dello “stato di emergenza sociale” ed ha indetto un referendum per sciogliere il Congresso ed eleggere un’Assemblea Costituente.
L’Assemblea Nazionale Costituente, le cui elezioni, tenutesi 25 luglio 1999, hanno visto una schiacciate vittoria del “polo patriottico” (120 seggi su 131), ha elaborato un progetto di Costituzione i cui punti principali sono:
· Adozione del nome “Repubblica Bolivariana del Venezuela;
· Allungamento del mandato presidenziale da cinque a sei anni (rinnovabile una sola volta) e rafforzamento delle sue prerogative;
· Inserimento accanto ai poteri tradizionali dello Stato (esecutivo, legislativo, giudiziario ed elettorale) di un quinto potere l’Autorità cittadina;
· Sostituzione del Congresso con Parlamento unicamerale (Assemblea Nazionale).
Inoltre, la nuova Costituzione contiene un intero capitolo (l’VIII) dedicato ai diritti delle popolazioni indigene, alle quali riconosce il diritto a mantenere ed a sviluppare la loro identità tecnica e culturale, i valori, la spiritualità ed i luoghi sacri e di culto (art. 121), nonché a mantenere ed a promuovere le loro pratiche economiche basate sulla reciprocità, sulla solidarietà e sull’interscambio, le loro attività tradizionali, la partecipazione alla economia nazionale e a definirne le priorità (art. 123).
La costituzione del 1999 prevede, altresì, al capitolo IX la tutela dei diritti ambientali, stabilendo in particolare in capo allo Stato l’obbligo fondamentale di garantire che la popolazione viva in un ambiente libero da inquinamento, dove aria, acqua suolo, coste, clima, la fascia d’ozono e le specie viventi siano particolarmente protette.
Inoltre, la Costituzione garantisce l’assistenza medica, l’istruzione e la pensione a tutti i cittadini, sanzioni pesanti per il reato di evasione fiscale, maggiori poteri per gli enti locali.
La nuova Costituzione, sottoposta a nuovo referendum (71,2% di voti a favore e partecipazione del 46% del totale degli aventi diritto), è entrata ufficialmente in vigore il 20 dicembre 1999. Dopo l’entrata in vigore della nuova Costituzione, una nuova consultazione popolare ha confermato con un largo consenso il Presidente Chávez nella sua carica fino al 2006.
Il colpo di Stato dell’aprile 2002 e lo sciopero generale di dicembre 2002 – gennaio 2003
L’approvazione da parte del Congresso di una legge-delega che autorizzava il Governo a legiferare per un intero anno aveva ampliato il malcontento, sfociato in uno sciopero generale, seguito da una imponente manifestazione davanti al palazzo presidenziale. Dopo la repressione della manifestazione, il Presidente Chávez era stato costretto a rinunciare temporaneamente al suo mandato; successivamente era tratto in arresto e sostituito dal Presidente di FEDERCAMARAS (l’associazione degli industriali) Carmona, alla testa di un governo provvisorio.
Le misure adottate da Carmona (scioglimento dell’Assemblea Nazionale, allontanamento dei vertici del sistema giudiziario, nomine di capi militari) avevano però favorito il ritorno al potere del Presidente legittimo, sostenuto dalle fasce sociali più emarginate e da buona parte delle Forze Armate. Carmona si era poi sottratto agli arresti domiciliari, per trasferirsi a Bogotá, previa formale richiesta di asilo politico.
Da allora, sebbene Chávez, tornato al potere, dichiarasse di voler riprendere il dialogo tra le forze politiche, la contrapposizione fra le istituzioni, per molti versi incapaci di compiere scelte efficaci, e l’opposizione (in cui sono confluiti, in una non semplice convivenza, gli interessi degli imprenditori, di una parte delle Forze Armate, dei sindacati, della Chiesa cattolica e dei principali mezzi d’informazione) si sono costantemente aggravate, fino a giungere al grande sciopero che, a partire dal 4 dicembre 2002, ha bloccato il paese per due mesi, con l’intento di spingere il Governo ad accettare di indire un referendum sulla permanenza di Chávez alla Presidenza. Lo sciopero si è concluso il 31 gennaio 2003 con la raccolta da parte dell’opposizione di ben 4 milioni di firme (pari al 40% dell’elettorato venezuelano e più dei voti ottenuti da Chávez alle elezioni del 2000).
Il 15 agosto del 2004 ha quindi avuto luogo il referendum, vinto da Chávez con quasi il 60% dei voti. La consultazione si è svolta senza incidenti e ha visto un notevole afflusso di elettori. Con la vittoria di Chávez la crisi politica vissuta dal Paese ha trovato una soluzione pacifica, costituzionale e democratica, come era negli auspici della comunità internazionale.
Nel corso del 2005 la popolarità del Presidente Chávez si è mantenuta su livelli molto elevati ed ha certamente rappresentato il fattore determinante per la travolgente affermazione delle forze politiche di maggioranza (il “Movimento V Repubblica” – che fa direttamente riferimento al Presidente ed alcuni partiti “satelliti” minori) in occasione delle elezioni parlamentari del 4 dicembre 2005.
Le elezioni, che si sono svolte secondo modalità sostanzialmente regolari, in base a quanto riportato dagli osservatori elettorali dell’UE, sono state caratterizzate da un forte astensionismo da parte di tutte le maggiori forze politiche dell’opposizione, che, alla vigilia delle consultazioni, hanno deciso di boicottare il voto in seguito al mancato raggiungimento di un accordo con la Commissione Elettorale sull’utilizzo del sistema di voto elettronico, ritenuto suscettibile di inficiare la segretezza del voto e, più in generale, la correttezza delle consultazioni. In conseguenza del ritiro di tutte le maggiori forze dell’opposizione, i partiti che fanno riferimento al Presidente hanno ottenuto la totalità dei seggi in Parlamento, ben al di là dei 2/3 dei seggi (114 su un totale di 167) richiesti dalla Costituzione per apportare modifiche costituzionali.
Attualmente lo scenario politico venezuelano si presenta completamente dominato dalla figura di Chávez, come appare confermato non solo dal travolgente risultato elettorale ma anche dalle prime mosse della nuova maggioranza parlamentare, in cui il “Movimento V Repubblica” – che ha imposto agli alleati propri candidati tanto per la poltrona di Presidente del Congresso, quanto per quelle dei due Vice Presidenti, a differenza di quanto avvenuto nella precedente legislatura in cui al partito alleato “Podemos” era stata affidata una vice-presidenza – ha anche ottenuto la presidenza di 13 delle 15 Commissioni Parlamentari Permanenti, in molte delle quali occupa anche la Vice Presidenza. In questo contesto, tenuto anche conto della recente tradizione democratica del Paese, i rischi di una involuzione in senso non democratico del panorama politico venezuelano appaiono piuttosto concreti. Recentemente, ad esempio, Human Rights Watch (HWR) ha espresso la propria preoccupazione in seguito all’approvazione di alcuni provvedimenti legislativi che minerebbero l’indipendenza del potere giudiziario e consentirebbero violazioni della libertà di stampa e d’espressione[1].
Elezioni Presidenziali del prossimo 3 dicembre
Alle elezioni presidenziali del prossimo 3 dicembre, a sfidare il Presidente Chávez sarà Manuel Rosales, attuale Governatore dello Stato di Zulia. Rosales ha dichiarato che intende essere il leader di aerea progressista, con l’obiettivo di meglio distribuire le ricchezze del Paese e di investire nell’istruzione secondaria. Tuttavia, allo stato attuale, il Presidente Chávez continua a mantenere un consenso molto alto nei sondaggi che lo vedono prevalere con oltre il 55% dei consensi, davanti a Rosales che si attesterebbe intorno al 20-22%.
QUADRO ISTITUZIONALE
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Sistema politico
Il Venezuela è una Repubblica Presidenziale con ordinamento federale. La Costituzione attuale è stata varata nel 1999.
Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente con suffragio universale per un mandato di sei anni. Per essere eletto, un candidato deve ottenere la maggioranza dei voti validi. Il Presidente può essere rieletto, immediatamente e soltanto per una volta, per un altro mandato.
Il Presidente della Repubblica è alla guida del Governo, di cui nomina i Ministri ed il Vice Presidente.
Può convocare l’Assemblea Nazionale in casi di urgenza; non è comunque soggetto alla fiducia parlamentare, ma può essere destituito dal Tribunale Supremo di Giustizia e attraverso un referendum popolare, purché sia trascorsa almeno la metà del suo mandato (art. 72)[2].
La Costituzione del 1999 ha introdotto la figura del Vice Presidente. Il Vicepresidente può presiedere, se autorizzato dal Presidente della Repubblica, il Consiglio dei Ministri. Presiede il Consiglio Federale di Governo, che ha il compito di coordinare le attività del governo con le entità federali (gli Stati, i territori, le dipendenze e il distretto della capitale). Il Vice Presidente può essere, al pari dei Ministri, sfiduciato dall’Assemblea Nazionale.
Parlamento
Il potere legislativo spetta all'Assemblea Nazionale, composta da 165 membri che durano in carica cinque anni. I deputati sono eletti con sistema proporzionale. Tre seggi sono riservati alle popolazioni indigene.
L’iniziativa legislativa spetta al Potere Esecutivo, alla Commissione Delegata e alle Commissioni Permanenti, ad almeno tre membri dell’Assemblea Nazionale, agli elettori purché rappresentino lo 0,1% del corpo elettorale.
I progetti di legge sono discussi in due dibattiti separati. Nel primo dibattito si discute il testo nel suo complesso. Successivamente il progetto viene inviato alla Commissione permanente competente. Ricevutane la relazione, l’Assemblea esamina il progetto in seconda lettura articolo per articolo. Se approvato senza modificazioni, viene sanzionato dal Presidente della plenaria; in caso contrario, il testo viene rimandato in Commissione. Sul testo della Commissione torna a deliberare l’Assemblea per l’approvazione finale.
Il Presidente della Repubblica può rinviare per una volta il testo approvato all'Assemblea perché lo riesamini (nel qual caso è richiesta per l'eventuale riapprovazione la maggioranza assoluta dei presenti) oppure può sottoporlo alla Sezione costituzionale del Tribunale Supremo di Giustizia. Se autorizzato dall'Assemblea, il Presidente della Repubblica può anche emanare decreti aventi forza di legge.
L’Assemblea Nazionale può sfiduciare con una mozione il Vice Presidente esecutivo ed i Ministri che compongono il Governo. La mozione deve essere votata dai due terzi dei componenti dell’Assemblea. Se nel corso di una legislatura vengono sfiduciati tre Vice Presidenti, il Presidente della Repubblica può sciogliere l’Assemblea, purché essa non sia giunta all'ultimo anno delmandato.
Si segnala infine, tra le novità della Costituzione del 1999 che ha proclamato il Venezuela Stato democratico e sociale di diritto e di giustizia nel nome di Simon Bolivar, la previsione del Consiglio morale repubblicano, di cui fanno parte anche il Difensore del Popolo, il Procuratore Generale e il Controllore Generale. Tale Consiglio è incaricato non solo di svolgere opera di prevenzione, indagine e sanzione in materia di etica pubblica e di moralità amministrativa, ma anche di promuovere l'educazione ai valori della cittadinanza e della democrazia.
Il Presidente dell’Assemblea ha mandato annuale.
AMBASCIATORE ITALIANO IN VENEZUELA |
Gerardo Carante
AMBASCIATORE DEL VENEZUELA IN ITALIA |
In attesa di nomina
Quadro economico(in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri)
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PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI
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PIL |
164,1 miliardi di dollari |
Composizione per settore |
Agricoltura 4,6; industria 48,2; servizi 47,2 |
Crescita PIL |
9,1% |
PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto)
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6.500 dollari (Italia 27.700) |
Inflazione |
15,7 |
Disoccupazione |
12,3% |
Popolazione al di sotto della soglia di povertà
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47% (dato 1998) |
Debito estero |
39,79 miliardi di dollari |
· Dati relativi al PIL espressi a parità di potere di acquisto. Dati Cia Worldfactbook 2006
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Dopo la grave crisi economica subita dal 2001 dal Venezuela, che ha portato ad una contrazione del PIL, nel 2003, pari al 9,4%, a partire dal 2004 si è assistito ad un’accentuata ripresa nei diversi settori dell’economia nazionale con conseguente e rapido incremento del PIL (stimato oltre il 17%).
Questa notevole crescita del PIL è stata spinta da un’espansione del 72,5% delle attività petrolifere (il Venezuela è attualmente il 5° esportatore mondiale e le sue riserve sono stimate essere le 7me del mondo, e ciò senza considerare le ricchissime riserve di petrolio extrapesante situate nella Falda dell’Orinoco) e del 8,7% di quelle del resto dell’economia. Gli alti prezzi del petrolio incoraggiano il Venezuela a perseguire una strategia petrolifera ambiziosa e mirata, all’interno, ad espandere la capacità di produzione e, all’esterno, a diffondere la propria concezione “solidaria” delle relazioni internazionali. Il petrolio, inoltre, fornisce allo Stato circa il 50% delle sue entrate e circa l’80% della valuta estera.
Il significativo incremento del settore petrolifero è frutto di una notevole ripresa della produzione da parte della compagnia statale PDVSA, le cui attività erano risultate bloccate dagli scioperi. La PDVSA ha dato l’avvio ad un ambizioso piano di sviluppo che prevede, fra il 2005 ed il 2012, investimenti per circa 56 miliardi di dollari al fine di aumentare la capacità di produzione giornaliera dagli attuali 3,3, milioni di barili a 5 milioni di barili, in particolare mediante il potenziamento delle capacità di lavorazione del petrolio pesante. Ulteriori 16 miliardi di investimenti sono previsti nel settore della produzione di gas, con l’intenzione di espandere la produzione giornaliera dagli attuali 6,3 miliardi di piedi cubici al giorno fino a 11,5 miliardi nel giro di 6 anni.
Per il 2006 è previsto un aumento del PIL del 9,2%, mentre il tasso d’inflazione si dovrebbe assestare intorno al 15,5%.
Relazioni bilaterali(in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri)
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Il Venezuela rappresenta, con Argentina e Brasile, un partner tradizionale dell’Italia in America Latina.
La valorizzazione del ruolo della numerosa comunità italiana e di origine italiana e l’importanza strategica delle riserve di idrocarburi costituiscono fattori essenziali per l’azione italiana nei confronti del Venezuela.
Stabilità politica e apertura economica rappresentano condizioni irrinunciabili per tutelare la nostra comunità e promuovere in modo efficace i nostri interessi economico-commerciali.
In campo politico la presenza di diversi parlamentari di origine italiana dimostra l’importanza della nostra collettività, così come i numerosi scambi sia a livello governativo sia a livello parlamentare testimoniano il buon andamento delle relazioni.
Chávez è stato ricevuto a Roma il 15 gennaio 1999 dal Presidente della Repubblica e dal Ministro degli Esteri on. Dini. Il Sottosegretario sen. Toia, ha successivamente partecipato alle cerimonie per l’insediamento del Presidente Chávez. Il 28 giugno 1999, il Presidente del Consiglio on. D’Alema, si è incontrato con il Presidente Chávez, a margine del Vertice di Rio tra l’Unione Europea ed i Paesi dell’America Latina. Il 23 settembre successivo, Chávez è stato ricevuto in visita dal Presidente della Repubblica, durante un breve intermezzo italiano alla visita del leader venezuelano in Germania. Il 12 ottobre 2001 Chávez ha effettuato una breve visita di lavoro a Roma, nel corso della quale ha incontrato il l’on. Presidente del Consiglio. Nel luglio del 2004 il Ministro delle Finanze Nobrega ha visitato l’Italia, dove è stato ricevuto dal Sottosegretario Vegas e dal Ministro dell’Economia Siniscalco.
Nel lungo e cordiale colloquio Il Presidente Chávez ha reiterato il proprio apprezzamento per la presenza italiana in Venezuela, ricordando anche con soddisfazione il contributo italiano in materia di infrastrutture ferroviarie nonché la presenza dell’ENEL nel settore dell’orimulsione. Il Presidente del Consiglio e il Presidente Chávez si sono di nuovo incontrati al margine del Vertice UE-LAC di Madrid nel maggio 2002.
Il 6 aprile 2005 si è svolta a Roma la prima riunione del Consiglio Italo-Venezuelano, prevista dall’Accordo Quadro, con la partecipazione del Sottosegretario agli Esteri Bettamio e del Vice Ministro degli Affari Esteri, Rodríguez e del Ministro Giordani, Ministro per la Pianificazione.
scambi di visite recenti con l’Italia
· 15 gennaio 1999: visita del Presidente “eletto” Chávez a Roma;
· 2 febbraio 1999: partecipazione del Sottosegretario Sen.Toia alle cerimonie d’insediamento del Presidente Chávez a Caracas.
· settembre 1999: visita del Presidente Chávez a Roma e in Vaticano. Incontro con il Presidente Ciampi.
· 12 ottobre 2001: visita del Presidente Chávez a Roma e incontro con il Presidente Berlusconi.
· 18 maggio 2002 incontro a latere del Vertice UE-LAC di Madrid tra il Presidente Berlusconi e il Presidente Chávez.
· 17-19 novembre 2002 visita a Caracas di una delegazione della Commissione Esteri della Camera, guidata dall’on. Selva, che ha incontrato il Presidente Chávez.
· 15 – 18 febbraio 2003 visita a Caracas del Sottosegretario on. Baccini, che ha incontrato il Presidente Chávez, il Ministro degli esteri, altre Autorità, esponenti dell'’opposizione e rappresentanti della comunità italiana.
· 27 – 30 aprile 2003 visita a Caracas di una delegazione della Commissione Esteri e della Commissione Speciale Diritti Umani del Senato.
· Gennaio 2005 visita in Venezuela del Comitato per le questioni degli italiani all’Estero del Senato della Repubblica.
· Agosto 2005 visita a Roma del Vice Ministro degli Esteri Reinaldo Bolívar in occasione delle celebrazioni del bicentenario del giuramento di Monte Sacro.
· Il Presidente Chávez ha compiuto, il 17 e 18 ottobre 2005 viaggio di lavoro in Italia nell’ambito di un più vasto giro europeo che lo ha visto presente anche in Francia e Spagna (in quest’ultimo paese in occasione del Vertice Iberoamericano di Salamnca del 15 ottobre p.v.). In Italia il leader venezuelano ha partecipato alle celebrazioni previste per il 60mo anniversario della FAO (17 ottobre 2005) e alla Seconda Conferenza Nazionale sull’America Latina che si è tenuta a Milano il 17 e il 18 ottobre 2005. In occasione della visita, Chávez ha incontrato il PdC Berlusconi a Milano e avrebbe dovuto incontrare il Presidente Ciampi, che, tuttavia, ha annullato l’incontro per poter partecipare alle esequie del Vice Presidente del Consiglio Regionale calabrese.
· 27 novembre-1° dicembre 2005: il Sottosegretario Sen. Bettamio ed il Vice Ministro alle Attività Produttive, On. Urso, hanno effettuato una visita a Caracas in occasione della prima riunione dei “Gruppi di Lavoro” istituiti dal Consiglio italo-venezuelano per la cooperazione economica. Nel corso dela visita sono stati firmati 11 Memorandum of Understanding in vari settori; di particolare rilievo quelli riguardanti la collaborazione in campo energetico e la cooperazione sul versante delle infrastrutture.
· 4 – 6 aprile 2006: Il Sottosegretario di Stato Sen. Bettamio si è nuovamente recato in visita a Caracas in occasione della firma del “Progetto complementare” al contratto siglato dal Governo venezuelano con il “Gruppo Imprese Italiane” (Astaldi, Ghella, Impresilo) per la realizzazione di 3 importanti tratte ferrovoiariue nel Paese latinoamericano.
Relazioni economiche, finanziarie e commerciali
Le relazioni economiche bilaterali sono eccellenti: con la firma il 14 febbraio 2001 dell’Accordo Quadro di Cooperazione Economica, Industriale e per lo Sviluppo e dell’Accordo per la Promozione e Protezione degli Investimenti (quest’ultimo in attesa di ratifica) é stato definito un adeguato quadro normativo. Il 6 aprile 2005 si è tenuta la prima riunione del Consiglio italo-venezuelano, previsto da tale Accordo, seguita nel novembre dello stesso anno dalla riunione dei gruppi di lavoro contemplati da tale Consiglio.
E’ generalmente riconosciuto che gli immigrati di origine italiana, così come le imprese di grandi costruzioni del nostro Paese, hanno contribuito in maniera essenziale allo sviluppo dell’apparato industriale e finanziario venezuelano. La comunità imprenditoriale locale é caratterizzata tuttora da una forte componente di italo-venezuelani, mentre grandi imprese italiane mantengono a loro volta una rilevante presenza nel Paese.
L’interscambio commerciale tra i due paesi è stato tradizionalmente fiorente. Nel 2003 però le esportazioni italiane si sono attestate sui 268 milioni di euro (con un decremento del 58,0% rispetto al 2002), mentre le importazioni hanno registrato 289 milioni (con una diminuzione del 25,7% rispetto all’anno precedente). Il saldo per il nostro paese, tradizionalmente fortemente positivo, è passato ad essere negativo (-21,0 milioni di Euro). Il 2004 ha visto un ritorno ad un saldo positivo per il nostro paese di 198 milioni di euro, infatti le nostre esportazioni hanno registrato un aumento 64,6% mentre le importazioni italiane sono diminuite del 15,9%. Tale risultato è dato dall’aumento degli acquisti di prodotti esteri da parte del Venezuela, in ragione di una ripresa dell’attività economica e di una flessibilizzazione del controllo dei cambi. Tale tendenza è stata confermata anche nel 2005 che si è chiuso con un saldo a nostro favore di 251 milioni di euro. Le esportazioni sono cresciute del 15,7% e le importazioni hanno visto un incremento del 6,6%.
Nel 2005 l’Italia è stata il nono partner commerciale del Venezuela per le importazioni venezuelane ed il dodicesimo per le esportazioni (petrolio escluso). I principali prodotti esportati dall’Italia sono macchine per impieghi speciali, macchine ed apparecchi per la produzione e l’impiego di energia meccanica, altre macchine di impiego generale, prodotti chimici di base e parti ed accessori per autoveicoli e loro motori. L’Italia importa dal Venezuela principalmente prodotti della siderurgia, prodotti petroliferi raffinati, carbon fossile, minerali di ferro, pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce.
Da segnalare, inoltre, la recente controversia insorta fra l’ENI – titolare di diversi investimenti in Venezuela ed in particolare del campo petrolifero di Dación (capace di una produzione superiore ai 50.000 barili di greggio al giorno) – e le Autorità venezuelane, a causa del rifiuto della società italiana (insieme ad altre multinazionali, fra le quali ExxonMobil, Total e StatOil) di aderire alla richiesta di Caracas di mutare l’attuale regime giuridico che disciplina gli investimenti stranieri in campo energetico in joint-ventures a capitale misto, con partecipazione maggioritaria (dal 60 all’80%) dell’Ente petrolifero di Stato venezuelano, PDVSA. In conseguenza di ciò, l’ENI ha deciso di abbandonare il mercato venezuelano.
Merita una menzione, infine, la recente (6 aprile 2006) firma a Caracas (presente il Sottosegretario, Sen. Bettamio) del “Progetto complementare” al contratto fra Governo venezuelano e “Gruppo di Imprese Italiane” (Astaldi-Ghella-Impregilo) per la costruzione di tre importanti tratte ferroviarie nel Paese latinoamericano. Tale rilevante commessa, che si può considerare, almeno in parte, un portato dell’Accordo Quadro del 2001, testimonia dell’attuale ottimo stato delle relazioni economiche bilaterali.
Il Consiglio di Amministrazione SACE nella riunione del 10 novembre 2004 ha recepito la decisione del Gruppo Esperti Rischio Paese dell’OCSE di promuovere il Venezuela dalla 7^ alla 6^ categoria di rischio in considerazione del progressivo miglioramento della situazione politica e finanziaria del Paese.
Le condizioni di assicurabilità si configurano come segue: 6^ categoria di rischio (su sette); classe B; plafond paese, valido sia per il breve che per il medio-lungo termine, di 250 milioni di Euro (ad oggi residuano 213,3 milioni di Euro); per il rischio sovrano sono assicurabili operazioni assistite da garanzia sovrana; per i rischi bancario e corporate vige la possibilità di assicurare operazioni con la PDVSA (Ente petrolifero di Stato venezuelano) e operazioni (preferibilmente di piccolo importo) previa verifica della possibilità di accesso alle valute straniere da parte degli operatori venezuelani.
CLUB DI PARIGI
Il Venezuela non ha mai fatto sinora ricorso al Club di Parigi.
DEBITO ESTERO E DEBITO NEI CONFRONTI DELL’ITALIA
Il debito estero totale del Venezuela (dati Banca Mondiale), a fine 2003 (ultimo dato disponibile), ammontava a USD 34,85 miliardi (41,8% del PIL).
Il debito nei confronti dell’Italia ammonta a 2,66 milioni di EURO, tutti per crediti commerciali.
Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche
Sono in vigore due Accordi di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica con il Venezuela, firmati a Caracas nel 1990 (Culturale) e nell’87 (Collaborazione Scientifica e Tecnologica ).
Si segnalano i seguenti accordi di collaborazione interuniversitaria:
Da una rilevazione del 2003 risultano in atto 18 Accordi di collaborazione con il coinvolgimento di 11 Università italiane, tra cui è particolarmente attiva l’Università di Palermo (5 accordi).
L’Italia ha offerto per l’anno accademico 2005-2006 n. 160 mensilità di borse di studio, a cui ne vanno aggiunte altre 36 nell’ambito di quelle destinate agli Italiani residenti all’estero (IRE).
Le scuole italiane in Venezuela, a differenza della maggior parte delle scuole italiane dell'America Latina, sono istituzioni che hanno avuto un limitato sviluppo in quanto vari ostacoli dovuti alla normativa locale ne hanno reso difficile il funzionamento e hanno impedito o limitato l'accesso degli studenti locali e degli italiani naturalizzati.
A Caracas funziona un complesso scolastico a livello infanzia, elementare, medio e liceale, gestito dall'Associazione "Agostino Codazzi", riconosciuto dal Governo italiano. La media e il liceo scientifico hanno iniziato l'attività rispettivamente nel 1956 e 1959, tuttavia l'utenza è limitata in quanto i titoli di studio intermedi e finali non sono riconosciuti nel Paese. E’ attualmente in corso di negoziato un Accordo di integrazione educativa per il riconoscimento dei titoli di studio. La scuola elementare ha iniziato l'attività nell'anno scolastico 1996/97 poiché solo recentemente la legislazione locale ha consentito il funzionamento di scuole straniere elementari sul territorio venezuelano. Il numero complessivo degli alunni è di 330 unità; il MAE ha inviato 1 unità di personale di ruolo. Per il funzionamento della scuola, relativamente all’e. f. 2005, sono stati concessi contributi per € 122.100,00.
A partire dall'anno scolastico 2001/2002, in virtù di un decreto emanato dal Ministero dell'Educazione della Repubblica Venezuelana, è stato introdotto lo studio della lingua italiana come insegnamento obbligatorio in 25 scuole private venezuelane.
Note: L'Accordo culturale del 1990, prevede espressamente l'impegno a studiare la soluzione per il riconoscimento bilaterale dei titoli di studio rilasciati dalle scuole dell'altra Parte funzionanti sul proprio territorio. E’ stato formato un gruppo di lavoro tecnico misto per lo studio dell’adeguamento dei piani di studio dell’Istituto Scolastico paritario “A. Codazzi”, al fine del riconoscimento da parte venezuelana del titolo di studio finale.
La domanda di lingua italiana è aumentata in questi ultimi anni, come dimostra il numero degli iscritti ai corsi di lingua dell’Istituto Italiano di Cultura e di alcuni importanti Enti venezuelani. In particolare l’IIC ha curato l’organizzazione di corsi rivolti a dirigenti e funzionari di Enti locali.
A livello universitario l’italiano viene insegnato presso otto Atenei. Presso l’Universidad Central de Venezuela di Caracas opera un lettore diruolo inviato dal MAE.
Nel 2005 è stato assegnato un contributo per la cattedra di italiano dell’Università de los Andes di Trujillo.
L’insegnamento dell’italiano è presente in altre sei università venezuelane. È operante, a Maracay, un Comitato della Società Dante Alighieri.
Nel corso del 2003, a carico del Cap. 2491, è stata fornita l’attrezzatura DATA SHOW all’Ambasciata d’Italia a Caracas e materiale librario al Lettorato dell’Universidad Central de Venezuela.
Comunità italiana, comunità del Paese in Italia e questioni migratorie
La collettività italiana è attualmente la quarta collettività straniera nel Paese, dopo quelle di Colombia, Spagna e Portogallo. I connazionali iscritti presso le anagrafi dei nostri Uffici consolari in Venezuela sono 90.711 alla data del 10 novembre 2005, di cui 76.232 a Caracas e 14.479 a Maracaibo.
I cittadini venezuelani di origine italiana sono ritenuti essere più di un milione. Numerosi connazionali, infatti, a causa del divieto di doppia cittadinanza della costituzione venezuelana del 1961, hanno dovuto rinunciare alla propria cittadinanza per poter esercitare determinate professioni o partecipare a società commerciali. La costituzione entrata in vigore il 30 dicembre 1999 ammette, invece, il principio della doppia cittadinanza.
La comunità italiana, che presenta per lo più carattere permanente, risulta pienamente inserita nel contesto venezuelano ed è generalmente stimata ed apprezzata. E’ dedita, per la maggior parte, alle attività economico-commerciali (costruzioni in particolare), industriali (meccanica, edile, alimentare) e alle libere professioni. Il coinvolgimento nella politica nazionale è piuttosto limitato. La presenza di italiani o oriundi italiani nel mondo culturale, scientifico, artistico e accademico è forte.
Il Venezuela non è un Paese prioritario per la cooperazione italiana, sebbene nell’ottobre del 1991 fosse stato concordato con tale Paese un ambizioso programma di aiuti mai realizzato sia per difficoltà della controparte venezuelana, sia per l’entrata in vigore delle modifiche alla normativa italiana (l. 412/91) sull’affidamento dei programmi di cooperazione.
Le attività di cooperazione in Venezuela sono state ridimensionate in ragione del livello raggiunto dal reddito pro-capite del Paese; tuttavia, in seguito alle calamità naturali del ’99, è stato concesso un credito d’aiuto del valore di circa 8 milioni di USD.
I pochi interventi compiuti negli ultimi anni hanno interessato i settori socio-sanitario e della formazione nel settore agricolo.
DATI STATISTICI BILATERALI
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PRINCIPALI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI ITALIANE (2005) |
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ESPORTAZIONI |
IMPORTAZIONI |
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1. Macchine per impieghi speciali |
1. Prodotti della siderurgia |
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2. Macchine e apparecchi per la produzione e l’impiego di energia meccanica |
2. Prodotti petroliferi raffinati |
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3. Altre macchine di impiego generale |
3.Carbon fossile |
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4. Prodotti chimici di base |
4. Minerali di ferro |
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5. Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori |
5. Pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce |
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Fonte: ICE |
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INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO (2005) |
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Esportazioni verso Venezuela sul totale delle esportazioni italiane |
0,172 % |
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Importazioni da Venezuela sul totale delle importazioni italiane |
0,085 % |
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QUOTE DI MERCATO (2004) |
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PRINCIPALI FORNITORI |
% su import |
PRINCIPALI ACQUIRENTI (1) |
% su export |
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1. USA |
31,16 |
1. USA |
7,5 |
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2. Colombia |
10,64 |
2. Colombia |
2,6 |
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3. Brasile |
8,43 |
3. Messico |
1,7 |
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4. Messico |
4,67 |
4. Ecuador |
0,7 |
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5. Spagna |
3,68 |
5. Paesi Bassi |
0,7 |
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6. Giappone |
3,64 |
6. Cina |
0,6 |
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7. Regno Unito |
3,29 |
7. Giappone |
0,5 |
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8. Germania |
3,19 |
8. Spagna |
0,4 |
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9. Italia |
2,85 |
9. Brasile |
0,3 |
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10. Antille Olandesi |
0,3 |
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11. Canada |
0,3 |
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12. Italia |
0,3 |
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(1) non include le esportazioni di petrolio e minerale di ferro del settore pubblico Fonte: ICE |
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INVESTIMENTI E DISINVESTIMENTI DIRETTI ITALIANI |
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anno |
investimenti |
disinvestimenti |
saldo |
2002 |
12.465 |
12.331 |
+ 134 |
2003 |
8.251 |
10.991 |
- 2.740 |
2004 |
2.363 |
2.459 |
- 96 |
Fonte UIC – valori in migliaia di euro |
SACE (31 dicembre 2005 - in milioni di EURO) |
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Categoria di rischio (dal 10 nov. 2004) |
6a |
Classe B |
Impegni in essere |
764,02 |
3,92% del totale (7° paese) |
Indennizzi erogati da recuperare |
2,66 |
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Sinistri in essere |
0 |
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Esposizione complessiva |
766,69 |
2,6% del totale (11° paese) |
Fonte SACE |
* In collaborazione con il Ministero degli Affari esteri.
[1] In base al Worldwide Press Freedom Index 2005,il Venezuela si colloca in 90ma posizione, a livello mondiale, per libertà di stampa, vale a dire al terzultimo posto in America del sud, seguita solo dal Perù (116mo) e dalla Colombia (128ma).
[2] L’art. 72 della Costituzione recita così: “Tutte le cariche e le magistrature sono revocabili. Trascorsa la metà del periodo per il quale è stato eletto un funzionario, un numero non inferiore del 20% degli elettori iscritti nella corrispondente circoscrizione potrà sollecitare un referendum per revocare il suo mandato. Quando un numero uguale o maggiore di elettori, rispetto a quelli che hanno eletto il funzionario, abbiano votato a favore della revoca, e sempre che al referendum partecipino almeno il 25% degli elettori della circoscrizione, il funzionario si considererà deposto”.