Camera dei deputati
XV LEGISLATURA
Ufficio Rapporti con l’Unione
europea
Proposte di atti normativi
dell’Unione europea
AGENDA EUROPEA PER LA CULTURA
Comunicazione della
Commissione europea
n. 8
19 giugno 2007
Alla
redazione del presente dossier ha collaborato il Dipartimento Cultura del
Servizio Studi
Segreteria generale - Ufficio rapporti
con l’Unione europea
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono
destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari
e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la
loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla
legge.
I N D I C E
Schede
di lettura
1
Premessa 3
1.
Agenda europea per la cultura 5
1.1.
Il contributo dell’UE alla cultura 6
1.2.
Obiettivi di un’agenda europea per la cultura 9
1.3.
Nuovi partenariati e metodi di lavoro 11
2.
Interventi delle Istituzioni europee 14
2.1.
Attività del Consiglio 14
2.2. Strategia politica annuale e programma legislativo della Commissione 15
2.3.
Attività del Parlamento europeo 16
2.4.
Programmi ed azioni adottati nel campo della cultura e dell’istruzione 16
2.5. Formazione e istruzione 19
2.5.1.Apprendimento permanente e formazione professionale 20
2.5.2.
Altre iniziative e proposte 23
2.6.
Aiuti di Stato nel settore 24
3. La
cultura nelle relazioni internazionali26
3.1.
La cultura e i Paesi terzi 26
3.2.
Il Partenariato euromediterraneo 28
3.2.1.
La Fondazione euromediterranea 30
3.3.
La politica europea di vicinato 32
4. I
recenti indirizzi della legislazione nazionale nell’ambito delle politiche
dell’istruzione e della cultura (a cura del
Servizio Studi)35
4.1. Incentivazione del livello medio di istruzione 35
4.2.
Diffusione della cultura tecnico-scientifica 36
4.3. Sviluppo e promozione delle attività artistico-culturali 36
Documentazione 39
Commissione europea
«Comunicazione su un’agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione» (COM(2007)242 def.) 41
Conclusioni del
Consiglio sul contributo dei settori culturale e creativo al conseguimento
degli obiettivi di Lisbona 57
Schede di lettura
Il primo riconoscimento al ruolo della cultura, nei Trattati
europei, viene tributato nel Trattato di Maastricht
(1993) che ha fornito, con l’articolo 128, una base legale all’azione
comunitaria nel campo della cooperazione culturale. Il Trattato di Amsterdam
(1997) ha, quindi, integrato tale orientamento, introducendo l’obbligo di
tenere in debito conto, in tutte le politiche comunitarie, il rispetto e la
promozione della diversità culturale (art. 151).
L’articolo 151 (ex 128) del Trattato che
istituisce la Comunità europea costituisce tuttora la base giuridica per
l’azione dell’UE nel campo della cultura.
In particolare, la norma prevede che la Comunità debba
contribuire al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel
rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, mettendo in evidenza, nel
contempo, tutto gli elementi riconducibili ad una eredità
comune. L'azione della Comunità, inoltre, deve incoraggiare la cooperazione tra
Stati membri nonché la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni
internazionali competenti in materia di cultura, in particolare con il
Consiglio d'Europa. La Comunità, infine, deve tener conto degli aspetti
culturali nell'azione che svolge in tutte le altre politiche previste dal
trattato, in particolare ai fini di rispettare e promuovere la diversità delle
sue culture.
Nel presente dossier, dopo una ricostruzione dei contenuti
della comunicazione della Commissione su un’agenda europea per la cultura, si
darà conto dei principali interventi delle Istituzioni europee nei settori
della cultura, istruzione e formazione, anche in
riferimento alla disciplina sugli aiuti di stato in materia. Inoltre, dal momento
che la cultura occupa un posto di primo piano anche nell’ambito delle relazioni
internazionali, si passerà ad esaminare la questione degli scambi culturali
nelle relazioni dell’UE con i Paesi terzi. Da ultimo, si riporta una sintetica
descrizione della recente attività del Parlamento italiano in merito alle
politiche dell’istruzione e della cultura.
Il 10 maggio 2007 la Commissione
ha presentato una comunicazione su un’agenda europea per la cultura
in un mondo in via di globalizzazione (COM(2007)242).
La
Commissione sottolinea che l'originalità e il successo dell'Unione europea
risiedono soprattutto nella sua capacità di rispettare la diversità culturale
degli Stati membri e di dare contestualmente vita a un sentire e a norme comuni
che hanno garantito pace, stabilità, prosperità e solidarietà. L’unità nella
diversità pone al centro del progetto europeo, secondo la Commissione, oltre al
rispetto della diversità culturale e linguistica, la promozione di un comune
patrimonio culturale. I recenti allargamenti, la globalizzazione,
che sollecita scambi culturali sempre più intensi, nonché la richiesta di
sviluppare con efficacia il dialogo interculturale, pongono l’Europa di fronte
alla necessità di elaborare una propria identità e di garantire società
interculturali e coese. Inoltre, la Commissione sottolinea che la cultura è
divenuta una risorsa economica importante, in un mondo basato sulla conoscenza,
al punto che il Consiglio europeo di primavera del 2007 ha evidenziato come gli
imprenditori creativi e un'industria culturale vivace costituiscano una
straordinaria fonte di innovazione per il futuro.
La Commissione,
consapevole del ruolo che l’UE deve svolgere nella promozione della sua
ricchezza e diversità culturali in Europa e nel mondo, che la cultura è un
elemento essenziale per conseguire gli obiettivi strategici dell'UE in materia
di prosperità, solidarietà e sicurezza, e per garantire, nel contempo, una
presenza più forte sulla scena internazionale, esamina il rapporto tra cultura
ed Europa, in un mondo in via di globalizzazione, e
propone gli obiettivi di una nuova agenda europea per la cultura. La
Commissione prospetta, a tal fine, l’istituzione di nuovi partenariati
e lo sviluppo di nuovi metodi di cooperazione tra Commissione, Stati membri,
società civile e Parlamento europeo affinché tali obiettivi siano condivisi e
realizzati.
La comunicazione è basata su un'ampia consultazione,
conclusa il 9 novembre 2006. In tale occasione, le parti interessate hanno
espresso alla Commissione un forte consenso a favore dell’elaborazione di una
nuova agenda dell'UE per la cultura, nonché individuato alcuni obiettivi
condivisi. Tale esito ha consentito alla Commissione di assumere l’impegno, che
trova espressione a partire dal programma legislativo e di lavoro per il 2007,
a presentare nel primo quarto del 2007 una comunicazione sulla cultura.
L'attenzione della comunicazione si
concentra principalmente sull'importanza che rivestono i diversi aspetti della
cultura nell'elaborazione di strategie all'interno dell'UE e con i paesi terzi
poiché, la Commissione ricorda, la cultura resta fondamentalmente una
prerogativa degli Stati membri e in alcuni paesi la materia è in larga misura
trattata a livello regionale, se non addirittura locale. L'azione a livello
comunitario deve essere intrapresa, perciò, nel pieno rispetto del principio
di sussidiarietà, che vede l'UE svolgere un ruolo
complementare e di sostegno, ma non sostitutivo rispetto a quello degli Stati
membri, ed essere altresì condotta rispettando la diversità e stimolando gli
scambi, il dialogo e la comprensione reciproca tra gli Stati membri.
La comunicazione della Commissione passa in rassegna le
modalità attraverso cui l’UE ha, finora, promosso le attività culturali in
Europa. Tra tali modalità figurano:
·
i programmi comunitari nel campo della cultura quale, ad
esempio, l’attuale programma “Cultura 2007” (2007-2013)[1],
che intende favorire la diffusione di valori culturali europei comuni
attraverso lo sviluppo della cooperazione culturale tra creativi, responsabili
culturali e istituzioni culturali al fine di far emergere dal basso un’identità
europea.
Il programma concentra l’azione comunitaria su 3
obiettivi principali: la mobilità transnazionale di coloro che
lavorano nel campo della cultura, la circolazione transnazionale delle opere
d’arte e dei prodotti artistici e culturali nonché il dialogo
interculturale. Il programma sosterrà anche gli organismi attivi nel
settore della cultura a livello europeo e darà un riconoscimento a importanti
realizzazioni culturali europee attraverso premi nel campo dell'architettura,
del patrimonio culturale e della musica e alla manifestazione "capitali
europee della cultura";
·
i programmi che propongono, attraverso specifici progetti
culturali, la promozione dell'uso delle lingue straniere, la forte
associazione tra apprendimento e cultura o lo stimolo di esperienze
culturali personali, tra i quali il programma “L’Europa per i cittadini”
(2007-2013)[2], per la
promozione della cittadinanza europea attiva, inteso a superare il divario tra
i cittadini e le istituzioni europee, favorendo la cooperazione fra i cittadini
e le organizzazioni della società civile dei vari paesi partecipanti nonché i
programmi a sostegno dell'apprendimento permanente (compresi Erasmus e Erasmus Mundus), del multilinguismo
e della mobilità dei giovani;
·
il programma MEDIA 2007,
nel settore audiovisivo e cinematografico, che prevede l'intervento
del sostegno comunitario nelle fasi di preproduzione
(formazione iniziale ai mestieri dell’audiovisivo e accesso ai finanziamenti da
parte delle PMI) e di postproduzione (sostegno alla
distribuzione, promozione delle opere audiovisive e miglioramento della
circolazione delle opere cinematografiche). Dotato di 671 milioni di euro, il
programma intende rafforzare la competitività del settore, promuovere nell'UE e
nel mondo le opere audiovisive europee nonché conservare e valorizzare la
diversità culturale europea e il suo patrimonio cinematografico audiovisivo.
Tra gli elementi centrali del programma figura anche il sostegno alla digitalizzazione.
Sempre nel settore cinematografico si ricorda la raccomandazione relativa al patrimonio cinematografico e alla
competitività delle attività industriali correlate, approvata il
16 novembre 2005, che delinea interventi concreti per quanto concerne
il patrimonio cinematografico;
·
una serie di programmi finanziati nell’ambito di altre politiche
dell’UE quali, ad esempio, la politica di coesione o quella per lo sviluppo
rurale, quella per la società dell'informazione (es. l'iniziativa
"biblioteche digitali" che mira a rendere più accessibile
on line il variegato patrimonio culturale e scientifico europeo) o la
ricerca (programmi quadro di ricerca).
L'azione comunitaria, che si sviluppa in base al disposto del
citato articolo 151, paragrafo 4, TCE, persegue tra l’altro la realizzazione
della promozione della diversità culturale all’interno dei molteplici e
legittimi obiettivi delle politiche pubbliche, pur nella complessità di tale
intervento.
A tale proposito la Commissione ricorda:
·
il forte nesso tra la promozione della cultura e della creatività e la
normativa comunitaria in materia di diritto d'autore e diritti connessi;
·
il contributo al rafforzamento del pluralismo dei media
e della diversità culturale dato dalla direttiva "televisione senza
frontiere", adottata nel 1989, che ha posto le condizioni per la
trasmissione transfrontaliera di programmi televisivi nel mercato interno
europeo, e ha così istituito un quadro giuridico per la libera circolazione dei
contenuti audiovisivi europei nell'UE.
·
in materia di aiuti di Stato, le modifiche introdotte dal
trattato di Maastricht[5] hanno
consentito alla Commissione di approvare un'ampia gamma di misure nazionali di
cui hanno usufruito beneficiari nel settore culturale (musei, beni culturali,
produzioni teatrali e musicali, pubblicazioni culturali e settore audiovisivo e
cinematografico).
·
per dare espressione e un elevato profilo ai processi di dialogo
interculturale, con l'obiettivo di instaurare una strategia sostenibile
oltre il 2008, l'UE ha proclamato il 2008 "anno europeo del dialogo
interculturale".
Un'attenzione particolare verrà riservata alla
dimensione multilinguistica di questo dialogo.
Sulla base degli attuali programmi finanziati dalla
Comunità, la Commissione intende dichiarare il 2009 "anno europeo della
creatività e dell'innovazione" attraverso l'istruzione e la cultura,
in modo da sensibilizzare l'opinione pubblica, promuovere un dibattito politico
all'interno degli Stati membri e contribuire a incoraggiare la creatività,
l'innovazione e le competenze interculturali.
La Commissione ritiene che il
rafforzamento delle iniziative delle istituzioni europee volte, negli ultimi
anni, a sviluppare e rafforzare la cooperazione in ambito culturale renda
maturi i tempi per sviluppare una comune agenda culturale, nonché nuovi partenariati e metodi di cooperazione con gli Stati membri,
la società civile e i paesi terzi.
A quest’ultimo proposito, la
Commissione rileva che da tempo la cultura occupa un posto importante nelle relazioni
esterne dell’UE e, in particolare, nell’ambito dei principali programmi e
strumenti di cooperazione,
nonché negli accordi bilaterali dell'Unione con i paesi terzi (si veda infra la parte terza del presente dossier).
La
Commissione ricorda, ad esempio, che esistono progetti e programmi culturali,
nel quadro dell'assistenza tecnica e finanziaria fornita dall’UE alle regioni
in via di sviluppo, che hanno per obiettivo la conservazione e il recupero
di siti del patrimonio culturale, la produzione e la circolazione di opere
d'arte, la creazione e il restauro di musei, il consolidamento delle capacità
degli operatori culturali e degli artisti a livello locale e l'organizzazione
di importanti manifestazioni culturali. La Commissione gestisce, inoltre, fondi
e azioni a sostegno della nascita e del rafforzamento delle industrie culturali
nei paesi partner, soprattutto nel settore audiovisivo e cinematografico, e per
la promozione dell'accesso locale alla cultura e della diversità culturale nei
paesi terzi.
Altri punti forti dell’azione
dell’UE in tale ambito, ricorda la Commissione, riguardano la tutela e
promozione dei diritti culturali, il dialogo interculturale al servizio della
pace e della prevenzione dei conflitti nonché l’inserimento degli eventi culturali nelle
strategie diplomatiche pubbliche, volte a diffondere nei paesi terzi importanti
messaggi relativi all'Europa, alla sua identità e alla sua esperienza nel
costruire ponti tra le diverse culture.
La Commissione rammenta che recenti
sondaggi hanno evidenziato in modo chiaro che la maggior parte dei cittadini
europei
auspica una maggiore presenza dell'Europa nel mondo accompagnata da una
politica esterna che ne rifletta i valori, in un’impostazione multilaterale
basata sulla costruzione di un consenso che presuppone, secondo la Commissione,
la centralità del ruolo della cultura.
La comunicazione ricorda, infine, l’impegno dell’UE e degli
Stati membri, quali parti contraenti, all’applicazione della convenzione
UNESCO
sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali
che mira a costruire un nuovo pilastro di governancemondiale e di sviluppo sostenibile in ambito culturale, soprattutto
attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale.
L'agenda, secondo la Commissione,
dovrebbe fondarsi su tre obiettivi tra loro correlati:
·
la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale;
Il pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel
rispetto delle loro diversità nazionali e regionali è un importante obiettivo
dell'UE sancito dal trattato CE. Gli obiettivi specifici da perseguire in
questo settore, secondo la Commissione, dovrebbero essere:
-
la promozione della mobilità degli
artisti e dei professionisti della cultura, e la promozione della circolazione
transnazionale di ogni espressione artistica attraverso, ad esempio, la
mobilitazione di risorse pubbliche e private, la promozione della mobilità
delle opere d'arte e delle altre espressioni artistiche nonché un migliore
coordinamento europeo di quei fattori che incidono sulla mobilità dei
lavoratori della cultura nell'UE;
-
la promozione e il rafforzamento delle
competenze e del dialogo interculturali, in particolare mediante lo
sviluppo della "consapevolezza e dell'espressione culturale", delle
"competenze sociali e civiche" e della "comunicazione nelle
lingue straniere", che fanno parte delle competenze chiave per
l'apprendimento permanente individuate dal Parlamento europeo e dal Consiglio
nel 2006[11].
·
la promozione della cultura quale catalizzatore della creatività nel
quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione;
Le industrie culturali e il settore creativo
contribuiscono in misura importante al PIL, alla crescita e all'occupazione
in Europa[12]
, rappresentando una
risorsa essenziale per l'economia e la competitività europee nel quadro della globalizzazione. Secondo la Commissione la creatività è
alla base dell'innovazione sociale e tecnologica e di conseguenza costituisce
un importante motore di crescita, competitività e occupazione nell'UE. Gli
obiettivi specifici da perseguire, in tale settore, dovrebbero essere:
- la promozione
della creatività nell'istruzione (formale e informale), attraverso, ad
esempio, il coinvolgimento del settore culturale per sfruttare le potenzialità
della cultura quale strumento e fattore concreto di apprendimento permanente;
- la promozione
delle capacità nel settore della cultura, sostenendo la formazione
riguardante le competenze manageriali, l'imprenditorialità, la
conoscenza delle attività di mercato e la dimensione europea;
- la
realizzazione di partenariati creativi tra
il settore della cultura e altri settori (TIC, ricerca, turismo, parti
sociali, ecc.) al fine di rafforzare l'impatto socioeconomico degli
investimenti in cultura e creatività, soprattutto per quanto riguarda la
promozione della crescita e dell'occupazione e lo sviluppo e la capacità di
attrazione di regioni e città.
·
la promozione della cultura quale elemento essenziale
delle relazioni internazionali dell'UE.
La Comunità e gli Stati membri, quali
parti contraenti della convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione
della diversità delle espressioni culturali, sono impegnate a sviluppare un
nuovo ruolo culturale più proattivo dell'Europa nelle
relazioni internazionali e a includere la dimensione culturale quale elemento
essenziale nei rapporti dell'Europa con i paesi e le regioni partner. La
Commissione ritiene che per promuovere la conoscenza e la comprensione delle
culture europee nel mondo sia necessario sviluppare un attivo dialogo
interculturale con tutti i paesi e tutte le regioni. A tal fine la Commissione
propone una strategia, articolata su due elementi: integrazione
sistematica della dimensione culturale e dei diversi aspetti della
cultura in tutte le politiche e in tutti i progetti e programmi in
materia di relazioni esterne e sviluppo; sostegno a specifiche azioni e
manifestazioni culturali. Gli obiettivi specifici, in tale settore, dovrebbero
essere:
- sviluppare
ulteriormente il dialogo politico nel settore della cultura con tutti i paesi e
tutte le regioni e promuovere gli scambi culturali tra l'UE e le regioni e i
paesi terzi;
- promuovere
l'accesso al mercato europeo e agli altri mercati dei beni e dei servizi
culturali dei paesi in via di sviluppo;
- utilizzare le
politiche esterne e di sviluppo per proteggere e promuovere la diversità
culturale attraverso un sostegno finanziario e tecnico finalizzato, da un lato,
alla tutela del patrimonio culturale e all'accesso a tale patrimonio e,
dall'altro, a stimolare e incoraggiare attivamente le attività culturali nel
mondo;
- garantire che
tutti i programmi e progetti di cooperazione dell'UE tengano
conto, in fase di elaborazione e attuazione, della cultura locale e
contribuiscano a migliorare l'accesso alla cultura e ai mezzi di espressione
culturale, compresi i contatti interpersonali, tenendo in particolare conto
l'istruzione;
- promuovere il
coinvolgimento attivo dell'UE nei lavori delle organizzazioni internazionali
che si occupano di cultura e nell'ambito dell'iniziativa delle Nazioni Unite
"Alleanza di civiltà".
Gli Stati
membri e le loro regioni, la Commissione e tutti gli altri attori interessati
sarebbero chiamati ad agire in tale contesto nel pieno rispetto del principio
di sussidiarietà.
Per
l'attuazione dell'agenda per la cultura l'Europa deve contare su un forte partenariato tra tutti i protagonisti, articolato su quattro
aspetti essenziali:
· Ulteriore sviluppo del dialogo con il settore culturale;
La Commissione è impegnata a
proseguire il dialogo strutturale con il settore, riconoscendone le peculiarità
tra cui, ad esempio, l’eterogeneità di coloro che ne sono i protagonisti,
proponendo alcune iniziative, tra cui:
- una
rilevazione del settore per individuare e meglio comprendere quali siano tutti
i soggetti interessati;
- l’istituzione
di un "forum culturale" per consultare i soggetti interessati;
- sollecitare
le parti sociali del settore della cultura a sviluppare ulteriormente il loro
autonomo dialogo culturale previsto dagli articoli 138 e 139 del TCE;
- far entrare,
attraverso le rappresentanze della Commissione, una dimensione culturale nei dibattiti
pubblici europei.
· Adozione di un metodo aperto di coordinamento;
Negli ultimi anni gli Stati membri
hanno esplorato nuove forme di cooperazione flessibile per collaborare più
strettamente in vista del conseguimento di obiettivi comuni, nel settore della
cultura. Il Consiglio ha approvato il piano di lavoro pluriennale per il
periodo 2005-2007[13], e sono state sviluppate forme di cooperazione
flessibile su temi specifici, quali la mobilità delle collezioni dei musei.
La Commissione ritiene che occorra
rinnovare il piano di lavoro e che gli Stati membri accrescano la loro
cooperazione attraverso lo strumento del metodo aperto di coordinamento
(OMC), in uno spirito di partenariato,
già utilizzato con successo in settori quali l’istruzione, la formazione, la
gioventù e la protezione sociale.
La Commissione ritiene che, nel
settore della cultura, l'OMC potrebbe offrire un quadro adeguato per la
cooperazione tra gli Stati membri in quanto non vincolante, pur consentendo lo
scambio di esperienze a livello politico e l'azione concertata. Questo metodo
comporta la fissazione di obiettivi comuni, una verifica periodica dei progressi
compiuti nel loro conseguimento, lo scambio delle migliori pratiche e dei dati
pertinenti in modo da favorire l'apprendimento reciproco.
La Commissione propone che tali
obiettivi siano fissati dal Consiglio dei Ministri, sulla base delle
indicazioni contenute nella comunicazione della Commissione, e che tali
obiettivi siano sottoposti ad una verifica ogni due anni. A questo processo
dovrebbero partecipare anche il Parlamento europeo, il Comitato economico e
sociale europeo e il Comitato delle regioni.
· Sostegno all'elaborazione di politiche fondate su dati fattuali;
La Commissione intende svolgere, se
necessario, un ruolo di sostegno e di coordinamento in relazione agli obiettivi
e al metodo aperto di coordinamento proposto. A tal fine promuoverà, tra
l’altro, la raccolta e condivisione di dati favorendo, al contempo, la
cooperazione in materia di metodologie di valutazione e analisi di impatto.
· Integrazione della cultura in tutte le politiche pertinenti;
La Commissione intende rafforzare il
coordinamento tra servizi al proprio interno, in modo che nell'adozione di
decisioni o nella presentazione di proposte a carattere normativo o finanziario
si trovi il giusto equilibro tra i molteplici obiettivi legittimi delle
politiche pubbliche, che comprendono anche la promozione della diversità
culturale.
Per quanto attiene alla dimensione
esterna, la Commissione indica come prioritari il dialogo multiculturale, interculturale e interreligioso, la
promozione della comprensione tra l'UE e i suoi partner internazionali. In
particolare, la comunicazione fa riferimento al ruolo svolto dall'educazione e
al contributo che potrà dare, in questo senso, il nuovo programma Erasmus Mundus. La
Commissione sostiene, inoltre, il dialogo e le attività legate alla cultura nel
quadro della politica europea di vicinato (PEV), del programma
"Investire nelle persone", di istituzioni quali la Fondazione euromediterranea Anna Lindh, e
anche nell'ambito dell'iniziativa dell'ONU "Alleanza di civiltà".
Infine, per sostenere efficacemente specifiche azioni culturali nei paesi ACP
la Commissione propone la creazione di un fondo culturale UE-ACP quale
contributo europeo comune a favore della distribuzione e in alcuni casi della
produzione di beni culturali degli ACP.
Conclusivamente, la Commissione
invita le Istituzioni europee a pronunciarsi sulla comunicazione relativa ad
un’agenda europea per la cultura. In particolare, invita il Consiglio ad adottare le misure idonee a stabilire una serie di
obiettivi condivisi e un sistema di rendicontazione
adeguato, nel quadro del metodo aperto di coordinamento, che il Consiglio
europeo dovrebbe approvare nelle sue conclusioni.
Il Consiglio europeo dell’8
e 9 marzo 2007, nelle sue conclusioni, nel valutare i progressi
ottenuti nella realizzazione degli obiettivi previsti dalla strategia di
Lisbona per la crescita e l'occupazione, al fine di realizzare un mercato interno
ben funzionante, capace di rispondere alle nuove realtà economiche nonché di
rafforzare ulteriormente la fiducia dei consumatori e delle imprese, chiede al
Consiglio di prestare particolare attenzione alla stimolazione del potenziale
delle piccole e medie imprese, anche nei settori culturale
e creativo, in considerazione del loro ruolo di motore della
crescita, della creazione di posti di lavoro e dell'innovazione.
Il Consiglio
istruzione del 24 e 25 maggio 2007 ha approvato conclusioni
in relazione al contributo dei settori culturale e creativo al
conseguimento degli obiettivi di Lisbona.
Il Consiglio, nel prendere atto che lo studio
sull'"economia della cultura in Europa" (vd.
nota 12) evidenzia il contributo dell’industria culturale alla crescita
economica e all’occupazione in Europa, riconosce altresì la mancanza di dati
evidenti e comparabili, che consentano di valutare in
modo adeguato il contributo economico di tali settori. Rilevate, inoltre, le
difficoltà che tale settore incontra a livello di informazione e formazione per
i professionisti del settore, di accesso al finanziamento per le piccole
imprese o di ostacoli alla libera circolazione delle persone creative e alla
distribuzione dei prodotti, il Consiglio ritiene necessario:
·
promuovere l'elaborazione di politiche basata su dati
comprovati, ad esempio definendo priorità e
individuando nuovi settori di raccolta dei dati per misurare il contributo
delle industrie culturali e creative all'agenda di Lisbona;
·
rafforzare il legame tra istruzione, formazione e settori culturale e creativo, ad esempio, promuovendo i contatti e la cooperazione tra il settore
creativo e il mondo degli affari per sensibilizzare maggiormente quest'ultimo
al potenziale dei settori culturale e creativo o promuovendo sinergie tra la
cultura e l'istruzione al fine di sviluppare le capacità creative;
·
ottimizzare il potenziale delle piccole e medie imprese nei settori culturale e creativo, ad esempio, agevolando l’accesso delle PMI al finanziamento;
·
sfruttare meglio le strutture, i programmi e le iniziative
esistenti, ad esempio, valutando meglio l'impatto dei vari
programmi e iniziative comunitari sui settori culturale e
creativo o utilizzando in modo più efficace il Fondo di coesione e i fondi
strutturali per ottimizzare il sostegno alle PMI nei settori culturale e
creativo.
Nella strategia
politica annuale per il 2008
la Commissione individua – tra le principali iniziative da sviluppare in via
prioritaria al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi
strategici e, in particolare, dell’obiettivo del rafforzamento della solidarietà
- la realizzazione di interventi volti a promuovere la crescita e
l’occupazione, rafforzando la tutela dei diritti fondamentali e della
cittadinanza europea nonché la promozione, in collaborazione con gli
Stati membri, del multilinguismo e dell’interculturalità. Inparticolare, la Commissione
intende proporre iniziative volte ad accrescere la consapevolezza dei vantaggi
offerti dall'apprendimento delle lingue in fatto di competitività, inserimento
professionale e comprensione tra le culture, tra le quali spicca la
proclamazione del 2008 come Anno europeo del dialogo interculturale.
Si ricorda che la Commissione individua nella strategia
politica annuale le principali iniziative da sviluppare in via prioritaria
nell’anno di riferimento, anche al fine di contribuire alla realizzazione degli
obiettivi strategici definiti all’inizio del suo mandato e riguardanti la
prosperità, la solidarietà, la sicurezza e la libertà nonché il rafforzamento
del ruolo dell’Europa nel mondo.
Si segnala,
inoltre, che il programma legislativo e di lavoro per il 2007 della
Commissione, fa riferimento alla possibilità di un’ulteriore comunicazione relativa
ad un approccio globale al multilinguismo
nell’Unione europea, facendo seguito a quanto annunciato con la comunicazione
“Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo”
(COM(2005)596), presentata il 22 novembre 2005.
Con la comunicazione del 2005, la Commissione ha
presentato per la prima volta una strategia per la promozione del multilinguismo nella società europea, proponendo una serie
di iniziative specifiche tra cui la creazione di un gruppo di alto livello
sul multilinguismo con compiti di sostegno e consulenza in materia. Il
gruppo dovrebbe, tra l’altro, valutare le relazioni sulle iniziative adottate
per realizzare il piano d’azione “Promuovere l’apprendimento delle lingue e la
diversità linguistica” (COM(2003)449) che, entro il 2007, gli Stati membri sono
stati invitati a presentare. Sulla base delle relazioni e dei pareri espressi
dal gruppo di alto livello, la Commissione intende elaborare la sua nuova
proposta.
Il 15
novembre 2006 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione
d’iniziativa (estranea cioè ad un procedimento legislativo)su una
nuova strategia quadro per il multilinguismo.
Il Parlamento europeo ritiene, tra l’altro, che in
un'Europa pluralista il multilinguismo rappresenti un
fattore essenziale dell'integrazione culturale, economica e sociale, in quanto
rafforza le competenze e le qualifiche dei cittadini e ne facilita la mobilità.
Il Parlamento europeo, inoltre, sostiene la promozione dell'apprendimento
precoce di almeno due lingue straniere da parte dei cittadini, compresi gli
insegnanti, e sottolinea la ricchezza culturale delle lingue regionali,
chiedendo all'UE di promuovere e tutelare la diversità linguistica.
Il 7
settembre 2006 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione
d’iniziativa volta a tutelare e promuovere il
patrimonio culturale europeo.
In particolare, il Parlamento europeo ritiene che il
patrimonio naturale, architettonico e culturale dell’UE costituisca un elemento
importante dell’identità europea e, per tale ragione, chiede che sia
adeguatamente protetto e valorizzato, in particolare nelle zone rurali e nelle
piccole isole, anche con il concorso di tutti i fondi comunitari. Il Parlamento
europeo, inoltre, considera importante sostenere le professioni, le arti e le
tecniche indispensabili alla conservazione del patrimonio nonché prevedere
incentivi alla demolizione degli “ecomostri”.
Il 7
giugno 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione
d’iniziativa in materia di tutela
degli artisti.
Il Parlamento europeo, tra l’altro, sollecita l’UE a
migliorare la sicurezza sociale degli artisti, ad aumentare la consapevolezza
nei confronti dei loro diritti, in particolare il diritto alla mobilità degli
artisti all'interno dell'UE. Per gli artisti non europei che lavorano
nell'Unione, in particolare, il Parlamento europeo sollecita una politica dei
visti e garanzie specifiche che non ne ostacolino il
movimento. Inoltre, il Parlamento ritiene necessario sviluppare l'educazione
artistica nonché il riconoscimento dei diplomi artistici. Infine, il Parlamento
europeo ritiene necessaria un'analisi degli strumenti per finanziare la
protezione degli artisti viventi europei.
Nel contesto del compromesso
interistituzionale sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013, sono
stati approvati i seguenti programmi:
· “Gioventù in azione” per il periodo 2007-2013 (decisione n.
1719/2006/CE del 15 novembre 2006), che mira a sviluppare la cooperazione nel
settore della gioventù nell’Unione europea.
Gli obiettivi
principali sono i seguenti: promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, in
generale, e la loro cittadinanza europea, in particolare; sviluppare la solidarietà e promuovere la tolleranza fra i giovani, in
particolare per rafforzare la coesione sociale dell’UE; favorire la
comprensione reciproca tra i giovani di paesi diversi; contribuire allo
sviluppo della qualità dei sistemi in sostegno alle attività dei giovani ed
allo sviluppo della capacità delle organizzazioni della società civile nel
settore della gioventù; favorire la cooperazione europea nel settore della
gioventù.
· “Cultura 2007” per il periodo
2007-2013 (decisione n. 1855/2006/CE del 12 dicembre 2006), per la
diffusione di valori culturali europei comuni attraverso lo sviluppo della
cooperazione culturale tra creativi, responsabili culturali e istituzioni
culturali al fine di far emergere dal basso un’identità europea. Il programma
concentra l’azione comunitaria su 3 obiettivi principali: la mobilità
transnazionale di coloro che lavorano nel campo della cultura, la circolazione
transnazionale delle opere d’arte e dei prodotti artistici e culturali nonché
il dialogo interculturale;
· “L’Europa per i cittadini” per il periodo 2007-2013 (decisione n.
1904/2006/CE del 12 dicembre 2006) per la promozione della cittadinanza europea
attiva, inteso a superare il divario tra i cittadini e le istituzioni europee
favorendo la cooperazione fra i cittadini e le organizzazioni della società
civile dei vari paesi partecipanti.
Il programma persegue obiettivi
specifici, da realizzare attraverso il sostegno a determinate azioni. In particolare, gli obiettivi sono finalizzati a: avvicinare tra
loro le persone appartenenti alle comunità locali di tutta Europa, perché
possano condividere e scambiare esperienze, opinioni e valori, trarre
insegnamento dalla storia e operare per costruire il futuro; promuovere le
iniziative, i dibattiti e la riflessione in materia di cittadinanza europea e
democrazia, valori condivisi, storia e cultura comuni; avvicinare l'Europa ai
suoi cittadini, promuovendo i valori e le realizzazioni dell'Europa e
preservando la memoria del passato europeo; favorire l'interazione tra i
cittadini e le organizzazioni della società civile di tutti i paesi
partecipanti, contribuendo al dialogo interculturale e mettendo in evidenza la
diversità e l'unità dell'Europa.
· Settimo programma quadro di attività comunitarie nei settori della
ricerca e dello sviluppo tecnologico (2007-2013)(decisionen. 1982/2006/CE del 18 dicembre 2006), considerato
strumento fondamentale ai fini dell’attuazione di uno degli obiettivi
prioritari dell’UE: incrementare il potenziale di crescita economica e
rafforzare la competitività europea investendo nella conoscenza, l’innovazione
e il capitale umano.
Attraverso tale programma la Comunità
si è posta l'obiettivo, sancito dal Trattato, di rafforzare le basi
scientifiche e tecnologiche dell'industria comunitaria, garantendo in tal modo
un elevato livello di competitività a livello internazionale. A tal fine, la
Comunità ha il compito di promuovere tutte le attività di ricerca ritenute
necessarie, in particolare incoraggiando le imprese, ivi comprese le piccole e
medie imprese ("PMI"), i centri di ricerca e le università nelle loro
attività di ricerca e sviluppo tecnologico. In questo contesto è opportuno dare
priorità a settori e progetti per i quali il finanziamento e la cooperazione
europei sono di particolare importanza e si traducono in valore aggiunto.
Tramite il suo sostegno alla ricerca alle frontiere della conoscenza, alla
ricerca applicata e all'innovazione, la Comunità intende favorire le sinergie
nella ricerca europea e consolidare quindi le basi dello Spazio europeo della
ricerca. Ciò fornirà un utile contributo al progresso economico, sociale e
culturale di tutti gli Stati membri. Il 7° programma
quadro è strutturato in quattro programmi specifici, che ricalcano i quattro
obiettivi principali della politica europea di ricerca (Cooperazione[17], Idee[18], Persone[19], Capacità[20]). Tutte le decisioni relative ai programmi
specifici sono state adottate il 19 dicembre 2006.
Inoltre, la
decisione n. 1720/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15
novembre 2006, ha istituito un programma d'azione nel campo
dell'apprendimento permanente per il periodo 2007-2013.
Il programma d’azione istituisce
quattro nuovi programmi specifici: Comenius,
per le attività di istruzione generale fino al compimento del livello di
istruzione secondaria; Erasmus, per
l’istruzione e la formazione avanzata a livello di istruzione superiore; Leonardo
da Vinci, per tutti gli altri aspetti dell’istruzione e della formazione
professionale; Grundtvig, per l’istruzione
degli adulti, più un programma “trasversale”. La proposta
comprende inoltre un programma Jean Monnet a sostegno di azioni connesse all’integrazione
europea, di istituzioni e associazioni europee operanti nel campo
dell’istruzione e della formazione. Questi programmi completano l’attività
legislativa dell’Unione e forniscono un quadro politico coerente all’azione
dell’UE in un settore considerato di primaria importanza per i cittadini
europei e contribuiscono a raggiungere i quattro obiettivi strategici della
Commissione (prosperità, solidarietà, sicurezza, far sentire la voce
dell’Europa nel mondo) (in relazione ad alcuni programmi, si veda anche la
parte terza del presente dossier).
Si segnala,
da ultimo, la decisione n. 1622/2006/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 24 ottobre 2006 che ha istituito un’azione comunitaria
a favore della manifestazione “Capitale europea della cultura” per gli
anni dal 2007 al 2019, intesa a valorizzare la ricchezza, la diversità e
le caratteristiche comuni delle culture europee al fine di contribuire a
migliorare la comprensione reciproca tra i cittadini europei.
La decisione stabilisce che le città degli Stati membri e
dei Paesi che aderiranno all'Unione europea dopo il 31 dicembre 2006 possono
essere nominate capitali europee della cultura per un anno, secondo un ordine
prestabilito figurante in un allegato alla decisione che può essere modificato
di comune accordo tra gli Stati membri interessati. In base a tale calendario
l’Italia potrà presentare una candidatura per l’anno 2019.
L’atto di
candidatura deve contenere un progetto culturale rispondente a criteri
raggruppabili nelle due categorie:
- Dimensione
europea, al fine di promuovere la cooperazione tra
operatori culturali, artisti e città degli Stati membri interessati e di altri
Stati membri in qualsiasi settore culturale, valorizzare la ricchezza della
diversità culturale in Europa nonché evidenziare gli aspetti comuni delle
culture europee;
- Città e
cittadini, al fine di promuovere la partecipazione degli abitanti
della città e del suo circondario costituendo parte integrante dello sviluppo
culturale e sociale a lungo termine della città.
I più recenti
Consigli europei hanno evidenziato l’importanza di puntare sull’istruzione e la
formazione, quale modo per valorizzare le risorse umane, soprattutto giovanili,
al fine di dare piena attuazione alla strategia di Lisbona.
In particolare, il Consiglio europeo del 22-23
marzo 2005, nell’individuare gli assi fondamentali del rilancio della
strategia di Lisbona, ha posto l’accento sul capitale umano, invitando
gli Stati membri ad intensificare gli sforzi per elevare il livello generale
di istruzione e sottolineando che l’apprendimento permanente (cfr. paragrafo 2.5.1.)
costituisce una condicio sine qua non per realizzare gli obiettivi di Lisbona.
Il Consiglio europeo del 23-24 marzo 2006,
nelle sue conclusioni, considera una priorità investire nel campo
dell’istruzione e della formazione, settori centrali nell’agenda di
Lisbona. In tale contesto, le conclusioni pongono l’accento sul programma di
apprendimento permanente per il periodo 2007-2013 e sulla necessità di
migliorare i collegamenti tra istruzione superiore, ricerca e imprese
nonché di accelerare riforme che pongano in essere
sistemi scolastici di elevata qualità, efficaci ed equi. Il Consiglio europeo
ritiene che le strategie nazionali per l’apprendimento permanente dovrebbero
fornire a tutti i cittadini le competenze e le qualifiche loro occorrenti,
avvalendosi di un’assistenza crescente a livello comunitario da parte di
programmi di istruzione e formazione quali Erasmus e
Leonardo. A tal fine, il Consiglio europeo ritiene che andrebbero compiuti
progressi rispetto al quadro europeo delle qualifiche (cfr. paragrafo 2.5.1.)
per favorire maggiore mobilità e un efficiente mercato del lavoro. Il Consiglio
europeo richiama, infine, l’attenzione sull’Istituto europeo di tecnologia, importante iniziativa per colmare il divario
esistente tra insegnamento superiore, ricerca e innovazione.
Si riportano
di seguito le iniziative specifiche in tale contesto all’esame delle
Istituzioni dell’Unione europea.
Il 18
dicembre 2006 è stata adottata la raccomandazione del Parlamento
europeo e del Consiglio n. 2006/962/CE, relativa a competenze chiave
per l’apprendimento permanente, intesa a realizzare uno strumento di
riferimento europeo che definisca le “competenze
chiave” da fornire a tutti i cittadini, mediante l'apprendimento permanente,
per contribuire alla realizzazione personale, alla partecipazione attiva e al
miglioramento dell’occupabilità della persona in
economie e società basate sulla conoscenza.
Di fronte alle sfide poste dalla globalizzazione,
ciascun cittadino dell'Unione europea dovrà disporre di un'ampia gamma di
competenze chiave per adattarsi in modo flessibile a un mondo in rapido
mutamento e caratterizzato da forte interconnessione.
L'Unione
europea ha, pertanto, deciso di definire un quadro di riferimento per
assicurare che i cittadini europei acquisiscano le competenze chiave necessarie
per adattarsi con flessibilità a siffatti cambiamenti.
I principali scopi del quadro di riferimento sono: identificare e
definire le competenze chiave necessarie per la realizzazione personale, la
cittadinanza attiva, la coesione sociale e l'occupabilità
in una società della conoscenza; coadiuvare l'operato degli Stati membri
per assicurare che al completamento dell'istruzione e formazione iniziale i
giovani abbiano sviluppato le competenze chiave a un livello che li renda
pronti per la vita adulta e costituisca la base per ulteriori occasioni di
apprendimento; fornire uno strumento di riferimento a livello europeo
per i responsabili politici, i formatori, i datori di lavoro e i discenti
stessi; costituire un quadro per un'azione ulteriore a livello
comunitario sia nell'ambito del programma di lavoro "Istruzione e
formazione 2010" sia nel contesto dei programmi comunitari nel campo
dell'istruzione e della formazione.
Le competenze
sono definite alla stregua di una combinazione di conoscenze, abilità e
attitudini appropriate al contesto. Le competenze otto competenze chiave
individuate dal documento sono:
1)
comunicazione nella madrelingua;
2)
comunicazione nelle lingue straniere;
3) competenza
matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
4) competenza
digitale;
5) imparare a
imparare;
6) competenze
sociali e civiche;
7) spirito di
iniziativa e imprenditorialità;
8)
consapevolezza ed espressione culturale.
Tali
competenze chiave sono intese come ugualmente importanti, poiché ciascuna di esse può contribuire a una vita positiva nella società della
conoscenza.
Il 6 dicembre
2005 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento
relativo alla produzione e allo sviluppo di statistiche sull'istruzione
e sull’apprendimento permanente (COM(2005)625), che si propone di stabilire un
quadro comune per la produzione sistematica di statistiche nel campo
dell’educazione e dell’apprendimento permanente nell’Unione europea.
La proposta è
attualmente all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo, secondo la
procedura di codecisione.
Il 5
settembre 2006 la Commissione ha presentato una proposta di
raccomandazione relativa all’istituzione di un Quadro europeo delle
qualifiche per l’apprendimento permanente (QEQ) (COM(2006)479).
La proposta intende fornire uno strumento di riferimento
per confrontare le qualifiche dei diversi sistemi di istruzione e di formazione
nell’UE. L’elemento chiave è la definizione di otto livelli di riferimento
che descrivono le conoscenze e le capacità di chi apprende, spostando
l’attenzione dagli input dell’apprendimento (durata, tipo di istituzione)
ai risultati dell’apprendimento.
Il Consiglio
istruzione del 13 novembre 2006 ha convenuto su un orientamento
generale, in attesa dell’esame in prima lettura,
secondo la procedura di codecisione, da parte del
Parlamento europeo. La discussione in seduta plenaria si dovrebbe svolgere
nella sessione del 29 settembre 2007. La Commissione auspica che l’adozione
della proposta possa avvenire entro il 2007.
Il Parlamento
europeo ha approvato, nel corso della seduta del 25 settembre 2006,
una risoluzione d’iniziativa sulla creazione di un quadro europeo
delle qualifiche.
La risoluzione sottolinea la necessità di istituire un
sistema europeo di riconoscimento delle qualifiche e delle competenze al fine
di favorirne la trasparenza, la trasferibilità, il riconoscimento e l’impiego
da parte dei vari Stati membri, nel pieno rispetto delle ricchezze e delle
specificità territoriali.
Il 23
novembre 2006 la Commissione ha presentato la comunicazione “Educazione
degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere” (COM(2006)614), nella
quale invita gli Stati membri, tra l’altro, ad
adoperarsi per definire priorità ed attuare sistemi di istruzione per gli
adulti efficaci ed integrati nella strategia dell’apprendimento permanente.
Tali sistemi dovrebbero permettere ai partecipanti un migliore accesso al
mercato del lavoro ed una migliore integrazione sociale.
Il documento della Commissione individua cinque priorità
nel campo dell’educazione degli adulti: eliminare gli ostacoli alla
partecipazione, garantire la qualità dell’educazione degli adulti, individuare
forme di riconoscimento e convalida dei risultati dell’apprendimento, fornire
stimoli ad investire nella popolazione che invecchia e nei migranti, elaborare
la qualità e la comparabilità dei dati sull’educazione degli adulti. Sulla base
di tali priorità, la Commissione intende presentare un piano d’azione
nel 2007.
Sulla base di
un documento presentato il 31 ottobre 2006 e sottoposto ad una consultazione
pubblica,che si è conclusaa marzo 2007 (SEC(2006)1431), la Commissione
si è impegnata a promuovere lo sviluppo di un sistema europeo di crediti
accademici nel campo dell’istruzione e formazione professionale (ECVET),
che aiuti a rendere le conoscenze professionali - acquisite a livello
individuale, anche in contesti di apprendimento differenti - trasferibili,
cumulabili e riconoscibili tra Paesi e sistemi educativi diversi. Sulla base
dei risultati della consultazione, la Commissione potrebbe decidere, entro dicembre 2007, ulteriori iniziative per perfezionare
l’introduzione dell’ECVET.
Il progetto ECVET prevede la messa a punto di un sistema che permetta la descrizione delle qualifiche in termini di unità
di apprendimento acquisite (conoscenze, abilità e competenze) alle quali
associare dei crediti formativi in forma di punteggio. Il sistema non dovrebbe
essere obbligatorio, ma sarebbe basato sulla partecipazione volontaria
degli Stati membri, all’interno dei rispettivi sistemi di qualifica e
formazione professionale. Il progetto ECVET ritiene
prioritario facilitare e migliorare: la mobilità degli studenti; la
convalida dei risultati dell’apprendimento permanente; la trasparenza
delle qualifiche; un clima di fiducia reciproca.
Il Consiglio
Istruzione nella riunione del 14 novembre 2006 ha approvato conclusioni
sulle priorità future di una maggiore cooperazione europea in materia di
istruzione e formazione professionale.
Il Consiglio, ribadendo il ruolo chiave dell’Istruzione e
formazione professionale nel fornire un’ampia base di capacità e conoscenze,
nel miglioramento della coesione sociale e nel sostegno alla competitività del
mercato del lavoro europeo, sottolinea, tra l’altro, la necessità di sviluppare
strumenti europei comuni per creare uno spazio europeo in materia di istruzione
e formazione professionale (IFP) che includono, ad esempio, l’ECVET, il sistema
EUROPASS, quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle
competenze, ed il quadro europeo delle qualifiche.
Tra le ulteriori iniziative in
materia si segnalano in particolare:
- la comunicazione:
“Efficienza ed equità nei sistemi europei di istruzione e formazione”
(COM(2006)481), presentata l’8 settembre 2006 dalla Commissione,
che individua nell’efficienza e nell’equità i temi chiave per
promuovere il processo di modernizzazione dei sistemi d’istruzione e di
formazione negli Stati, come previsto dal quadro della Strategia di Lisbona.
- la raccomandazione
del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2006/961/CE, relativa alla
mobilità transnazionale nella Comunità a fini di istruzione e formazione: la Carta
europea di qualità per la mobilità (adottata il 18 dicembre 2006).
- la comunicazione
“Portare avanti l’agenda di modernizzazione delle università:
istruzione, ricerca e innovazione” (COM(2006)208), presentata il 10
maggio 2006 dalla Commissione.
Come
evidenziato nella comunicazione della Commissione, sono all’esame delle
Istituzioni europee iniziative volte ad agevolare la concessione di aiuti di
stato nel settore della cultura.
Si ricorda comunque che l’articolo 87, paragrafo 3,
lett. d), TCE, stabilisce che possono considerarsi compatibili
con il mercato comune gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la
conservazione del patrimonio, purchè non alterino
la concorrenza in modo contrario al comune interesse.
Tra queste,
si segnala, in particolare, il piano di azione “Aiuti di Stato meno numerosi e più
mirati: itinerari di riforma degli aiuti di Stato
2005-2009” (COM(2005)107)[30], adottato il 7 giugno 2005
dalla Commissione europea.
Il documento
ha prospettato una serie di interventi intesi a razionalizzare e a semplificare
le procedure in materia, in modo da perseguire due obiettivi generali:
· definire un quadro regolamentare più chiaro e prevedibile per gli
Stati membri in merito ai criteri e ai parametri cui la Commissione europea si
attiene nell’applicazione della disciplina degli aiuti di Stato;
· contribuire all’attuazione degli obiettivi di Lisbona in materia
di crescita sostenibile, competitività, coesione regionale e sociale e tutela
dell’ambiente.
Tra i
principi che dovranno sottendere la riforma degli aiuti di Stato, illustrati
dalla Commissione nel piano d’azione figura, tra l’altro, il riesame degli
atti comunitari relativi alla disciplinadegli aiuti
di Stato al fine di assicurare l’applicazione coerente e
generalizzata degli stessi princìpi nei medesimi
atti. La Commissione annuncia che, tra tali atti, valuterà l'opportunità
di procedere ad un riesame della comunicazione su taluni aspetti giuridici
riguardanti le opere cinematografiche e audiovisive (COM(2001)534).
Inoltre, sulla base dell'esperienza maturata in tale settore, la Commissione
prospetta la possibilità di chiedere al Consiglio di estendere il campo di
applicazione del regolamento (CE) n. 994/98 - relativo
all’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato CE (ex articoli 92 e 93) a
determinate categorie di aiuti di Stato orizzontali(cosiddetto
“regolamento di abilitazione”) - in modo che anche il cinema possa
beneficiare di un'esenzione per categoria.
Si ricorda che il regolamento (CE) n. 994/1998 del
7 maggio 1998, sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del TCE a determinate
categorie di aiuti di stato orizzontali, è volto, in sostanza, a delegare alla
Commissione il compito di individuare – per il tramite di appositi regolamenti
di esecuzione – certe categorie di aiuto come compatibili con il mercato comune
ed esentate, quindi, da obblighi di notifica.
Facendo
seguito a quanto previsto nel piano d’azione per la riforma degli aiuti di
Stato, sopra citato, il 5 ottobre 2006 la Commissione europea ha avviato
una consultazione pubblica su un progetto preliminare di proposta di
regolamento volta a modificare il regolamento n. 994/98 di
cuisopra. La modifica è intesa ad estendere l’esenzione dall’obbligo
di notifica agli aiuti di Stato anche nel settore della cultura.
La consultazione si è conclusa il 9 novembre 2006.
In tale
progetto preliminare, in particolare, la Commissione constata come il vigente
regolamento n. 994/98 conferisca alla Commissione, tra l’altro, la facoltà
di esentare dall’obbligo di notifica gli aiuti nel settore della cultura,
ma soltanto ove siano concessi a piccole e medie imprese. In particolare
nei settori cinematografico e audiovisivo, tuttavia, i beneficiari degli aiuti
sono spesso grandi imprese, sebbene certi progetti non di ampia portata
(film non in serie, a forte connotazione culturale e di bilancio modesto) non
giustificherebbero un ingente investimento di risorse da parte della
Commissione per il loro controllo. Per evitare, quindi, inutili procedure di
notifica dell’aiuto di Stato e per consentire alla Commissione d’incentrarsi
sui tipi di aiuti di Stato che causano maggiori distorsioni della concorrenza,
si prospetta l’estensione del campo di applicazione del regolamento in esame,
per determinati progetti ed a determinate condizioni, anche agli aiuti a favore
delle grandi imprese che operano nel campo della promozione della cultura e
della conservazione del patrimonio.
Anche nelle
relazioni con i Paesi terzi l’Unione europea riserva un’attenzione particolare
alla promozione degli scambi culturali e della conoscenza reciproca attraverso
diversi mezzi.
Spesso tale aspetto figura tra gli obiettivi specifici
degli accordi bilaterali o di atti analoghi che disciplinano le relazioni tra
l’UE e i singoli Paesi.
Un esempio è
rappresentato dalla dichiarazione congiunta, sottoscritta a
l’Aja il 18 luglio 1991, che disciplina i
rapporti tra UE e Giappone. Sulla base di tale dichiarazione, uno degli
obiettivi del dialogo e della cooperazione tra Unione europea e Giappone
è rappresentato dallo sviluppo di programmi di scambio culturale. A tale
proposito si ricorda che nel 2005 è stata lanciata una campagna intesa ad
incoraggiare gli scambi e i contatti per promuovere una migliore conoscenza e
comprensione fra le società e le culture giapponese ed
europea. Inoltre, il ravvicinamento fra i popoli e le culture
rappresenta uno dei quattro obiettivi strategici (insieme alla promozione della
pace e della sicurezza, al consolidamento del partenariato
economico e commerciale e alla lotta contro le sfide globali) del piano
d’azione adottato l’8 dicembre 2001 per rafforzare ulteriormente le relazioni
reciproche, in occasione del X Vertice UE-Giappone.
Gli aspetti
culturali sono stati tenuti in considerazione anche nell’ambito dei
quattro spazi comuni che Unione europea e Russia hanno concordato di realizzare
allo scopo di rafforzare le relazioni reciproche, nel corso dell’undicesimo
Vertice che si è svolto il 31 maggio 2003 a San Pietroburgo.
I quattro spazi comuni sono: uno spazio economico comune;uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia;uno
spazio comune di cooperazione nel settore della sicurezza esterna;uno
spazio di ricerca e istruzione che comprenda anche gli aspetti
culturali.
Quest’ultimo
spazio identifica misure significative per promuovere la crescita economica,
rafforzare i vincoli tra ricerca e innovazione, incoraggiare una stretta
cooperazione nel settore dell’istruzione e promuovere la diversità culturale e
linguistica. Per quanto riguarda in particolare la cultura gli obiettivi sono
tre:
·
promuovere un approccio strutturato alla cooperazione
culturale tra UE allargata e Russia per favorire la creatività e la mobilità
degli artisti; l’accesso del pubblico alla cultura; la disseminazione di arte e
cultura; il dialogo interculturale e la conoscenza della storia e del patrimonio
culturale dei popoli dell’Europa;
· rafforzare l’identità europea sulla base di valori comuni, ivi inclusi
libertà di espressione, democrazia funzionante nell’ambito dei
media, rispetto dei diritti umani - compresi i diritti delle persone che
fanno parte delle minoranze - e promozione della diversità linguistica come
elemento di vitalità della società civile;
· sviluppare la cooperazione tra le industrie culturali dell’UE e della
Russia per incrementarne l’impatto culturale ed economico.
Inoltre, nella gran parte degli accordi di associazione che l’Unione
europea stipula con i paesi terzi sono previste specifiche clausole
cosiddette culturali, che si prefiggono la promozione delle identità
culturali e del dialogo interculturale, la salvaguardia del patrimonio
culturale, la produzione ed il commercio di prodotti e servizi culturali.
Particolare
importanza assume tale aspetto nell’ambito della politica di sviluppo. L’accordo
di Cotonou
si basa, infatti, su cinque pilastri interdipendenti, di cui uno è
rappresentato dalle strategie di sviluppo mirate alla riduzione della povertà.
Una di tali strategie prevede la promozione dello sviluppo culturale
attraverso il riconoscimento, la protezione e la valorizzazione delle
tradizioni e del patrimonio culturale. A questo fine, il Fondo europeo di
sviluppo
finanzia ad esempio progetti di sviluppo del patrimonio culturale iniziative
culturali locali, formazione nel settore artistico, produzione e distribuzione
di film, organizzazione di festival ed eventi. Tra le iniziative più recenti si
segnala l’istituzione di EDULINK, il primo programma di cooperazione ACP-UE
in materia di istruzione superiore, che si prefigge di rafforzare la capacità e
l’integrazione nel settore attraverso la creazione di una rete istituzionale e
di sostenere un sistema di istruzione di qualità che sia rilevante per le
necessità del mercato del lavoro e congruente con le priorità di sviluppo dei
paesi ACP.
Da ultimo, si segnala che l’UE ha di frequente esteso ai Paesi terzi la partecipazione
a specifici programmi comunitari, finalizzati alla promozione della
cultura. Tra questi, si segnala, in particolare, il programma Cultura
2007-2013 (su cui si veda supra il paragrafo
2.4), la cui partecipazione è stata estesa anche ai Paesi terzi, ed in
particolare ai Paesi membri dello Spazio economico europeo, agli Stati
candidati, che beneficiano di una strategia di preadesione,
agli Stati dei Balcani occidentali e a tutti i Paesi
terzi che abbiano concluso con l’Unione europea accordi di associazione o di
cooperazione contenenti clausole culturali (per altri programmi europei, la
cui partecipazione sia stata estesa ai Paesi terzi, si vedano i paragrafi
successivi).
Particolare
importanza riveste l’aspetto culturale nell’ambito del partenariato
euromediterraneo, inaugurato dalla Conferenza di
Barcellona del 27 e 28 novembre 1995, che ha riunito i Ministri
degli esteri degli Stati membri dell'Unione europea insieme a
quelli di Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Siria,
Tunisia, Turchia e dell'Autorità palestinese.
Il Partenariatosi articola, infatti, su tre
assi principali, uno dei quali è rappresentato dal partenariato
sociale, culturale e umano che si prefigge di sviluppare le risorse umane e
di favorire la comprensione tra le culture e gli scambi tra le società civili.
Tale partenariato si fonda, da un lato, sul riconoscimento
e sul rispetto reciproco di tradizioni, culture e civiltà diverse su entrambe
le sponde del Mediterraneo e, dall'altro, sulla valorizzazione delle radici
comuni. In tale ottica, la dichiarazione di Barcellona e l’allegato programma
di lavoro pongono l'accento tra l’altro sullo sviluppo delle risorse umane nel
settore della cultura, attraverso scambi culturali, conoscenza di altre lingue,
attuazione di programmi educativi, miglioramento dell’istruzione superiore.
A questo proposito, si segnala che una delle iniziative più significative
avviate nell’ambito del partenariato è rappresentata
dalla Fondazione euromediterranea, istituita
dalla Conferenza ministeriale di Napoli nel 2003 per promuovere il dialogo tra
civiltà e culture (su cui si veda paragrafo successivo).
Tra le
ulteriori iniziative, si ricorda che in occasione della conferenza dei Ministri
degli esteri euromediterranei di Valencia del 2002 è
stato adottato un piano d’azione volto a rafforzare il dialogo tra le culture,
in cui è stato data enfasi particolare ai temi della gioventù, dell’istruzione
e dei media. In quella occasione i Ministri degli
esteri hanno anche concordato di estendere ai paesi euromediterranei
il programma Netd@ys.
Netd@ys è un'iniziativa
della Commissione europea volta a promuovere l'uso dei nuovi mezzi di
comunicazione (multimedia, Internet, videoconferenza e nuovi strumenti
audiovisivi) nel campo dell'istruzione e della cultura. Rivolta a tutti, si
concentra in particolare sui giovani tra i 15 e i 25 anni. La Commissione cofinanzia (fino ad un massimo del 50% del totale) e
promuove progetti a livello locale, regionale e nazionale, oltre a svolgere le
funzioni di organizzazione e coordinamento.
Si segnala inoltre che i paesi euromediterranei
hanno accesso anche al programma europeo Erasmus
mundus istituito nel 2003 con l’obiettivo di aumentare la qualità dell'istruzione
superiore europea favorendo la cooperazione con i paesi terzi, al fine di
migliorare il grado di attrattiva dell'istruzione superiore in Europa. Gli
obiettivi specifici del programma sono i seguenti:
·
promuovere un'offerta di qualità nel settore
dell'istruzione superiore che produca un valore aggiunto spiccatamente europeo;
·
incoraggiare i laureati e gli studiosi altamente
qualificati di tutto il mondo ad acquisire qualifiche e/o esperienze
all'interno dell'Unione europea e metterli in condizioni di ottenerle;
·
garantire una cooperazione più strutturata tra l'Unione
Europea e gli istituti dei paesi terzi ed una maggiore mobilità esterna
dall'Unione europea;
·
migliorare l'accessibilità all'istruzione superiore ed
accrescerne la visibilità nel mondo.
Il programma Erasmus
Mundus è attuato mediante cinque azioni diverse:
master; borse di studio; partenariati con gli
istituti d'istruzione superiore dei paesi terzi; attività promozionali; misure
di sostegno tecnico.
Tra le
iniziative prioritarie previste nel programma legislativo e di lavoro per il
2007, la Commissione intende presentare, entro luglio 2007,
una proposta di decisione relativa all’istituzione di un programma “Erasmus Mundus II” per il
potenziamento della qualità nell'istruzione superiore e la promozione
della comprensione interculturale attraverso la cooperazione con i paesi
terzi[38].
L’obiettivo complessivo della proposta è di promuovere la
cooperazione nel campo dello sviluppo sociale e umano in generale attraverso un
sistema internazionale di borse di studio, che aumenti l’interesse mondiale per
l’istruzione superiore in Europa, ne promuova la presenza, incoraggi il
rafforzamento della qualità dell’istruzione superiore e la promozione della
comprensione interculturale attraverso la cooperazione coi paesi terzi.
A livello di
cooperazione regionale, altre attività sono finanziate nell’ambito del
programma Euromed gioventù, adottato
nel 1998 con l’obiettivo di:
· facilitare l’integrazione dei giovani nella vita sociale e professionale;
· promuovere il processo democratico e di costruzione della società civile
nei partner del Mediterraneo, sulla base del rispetto reciproco, della
tolleranza e del dialogo tra le diverse culture;
· promuovere gli scambi di informazioni ed esperienze tra le organizzazioni
giovanili delle due sponde del Mediterraneo.
Si tratta di
un programma di educazione non formale che promuove progetti europei di
mobilità internazionale di gruppo e individuale per i giovani di età compresa
tra i 15 e i 25 anni. Prevede in particolare tre tipologie
di iniziative:
· scambio di giovani. Si tratta di attività di mobilità
per gruppi di giovani (15-25 anni) fino ad un massimo di 60 membri. Gli scambi,
della durata minima di una settimana, offrono la possibilità di approfondire
temi comuni e di imparare a conoscere le reciproche culture;
· servizio di volontariato europeo. Nel quadro di
quest'azione, i giovani (18-25 anni) hanno la possibilità di trascorrere
all'estero un periodo (di minimo 3 e massimo 12 mesi) lavorando come
"volontari europei" in progetti locali nell'ambito di iniziative
sociali ecologiche e ambientali, in campo artistico e culturale o relative a
nuovi sviluppi tecnologici, al tempo libero e allo sport;
·
misure di accompagnamento, quali attività di formazione e cooperazione degli attori della politica
della gioventù; di informazione per i giovani e studi sulla gioventù; di
informazione e visibilità delle azioni destinate ai giovani.
La
fondazione, denominata “Fondazione euromediterranea
Anna Lindh per il dialogo fra le culture”, in memoria
del ministro degli affari esteri svedese assassinata nel 2003, ha sede nella
biblioteca di Alessandria d’Egitto,
dove gode della collaborazione dell’Istituto svedese della stessa città
egiziana. Configurata come “una rete delle reti”,
rappresenta una creazione originale, oltre ad essere la prima istituzione
comune del processo cofinanziata da tutti i paesi
partner. La missione della fondazione è quella di:
· promuovere un concetto dinamico di dialogo tra le culture
attraverso la cooperazione tra partner della società civile nei
settori istruzione cultura scienza e comunicazione;
·
rafforzare la cooperazione intellettuale e la capacity building in settori come diritti
umani, cittadinanza democratica, sviluppo sostenibile, formazione, società
della conoscenza e dell’informazione; genere e gioventù;
· contribuire a fare dello uno spazio euromediterraneo un’area di cooperazione, scambio,
mobilità, comprensione reciproca e pace.
Tale missione
viene perseguita attraverso diversi tipi di azione:
·
riunire persone e organizzazioni attraverso esperienze
pratiche di cooperazione transfrontaliera;
·
informare e sensibilizzare sulla popolazione, la storia e
la civiltà dell’area Euro-Mediterranea;
·
promuovere un dibattito culturale continuo attraverso gli
strumenti multimediali, la cooperazione con giornalisti, scrittori, artisti e
registi all’interno della regione;
·
creare e conservare uno stretto e regolare dialogo tra i
circoli culturali che spesso rimangono esclusi dai principali scambi culturali
e diplomatici;
·
incoraggiare la creazione di network per organizzare o
partecipare a festival musicali o teatrali, mostre, seminari e dibattiti;
·
invitare i governi ad incoraggiare il turismo culturale
giovanile;
·
identificare e incoraggiare aspetti culturali comuni tra
le popolazioni dei paesi partner, incoraggiando iniziative finalizzate a
sradicare la xenofobia e il razzismo;
·
migliorare la visibilità del processo di Barcellona come
strumento essenziale per promuovere la reciproca comprensione e il rispetto;
·
istituire un marchio di qualità Euromed
come riconoscimento di tutti i progetti nei quali la Fondazione svolge un ruolo
e in cui i valori che promuove siano manifestati.
Sulla base di
tali principi, la fondazione ha approvato il 25 gennaio 2005 il programma
triennale 2005-2007 e il programma dettagliato per il 2006. Le iniziative
sono attuate per il 75 % attraverso progetti
realizzati dalle reti nazionali insieme ai loro partner e finanziate da bandi
pubblici.
Si ricorda che per l’anno 2006 erano
state individuate le seguenti priorità tematiche:
·
musica euromediterranea e
creazioni culturali per sostenere iniziative che
incoraggino una maggior comunicazione, scambi di esperienze e creazioni
congiunte fra artisti, musicisti e scrittori dell’area euro-mediterranea;
·
programmi scolastici euromediterranei, per sostenere progetti scolastici di scambio e cooperazione fra
insegnanti, educatori e studenti tra i 12 e i 18 anni i progettipossono
prevedere la preparazione di numeri speciali euro-mediterranei delle riviste
scolastiche esistenti o di contributi scritti; iniziative di formazione per gli
insegnanti; sviluppo di materiali di apprendimento allettante; iniziative di
istruzione sull’arte e sulla musica;
·
gruppi di giovani ricercatori euromediterranei per promuovere gli scambi e la cooperazione fra giovani ricercatori nel
settore della ricerca scientifica sociale e naturale, supportando le loro
qualifiche attraverso il lavoro in team multinazionali.;
·
scuole e tirocini estivi per
promuovere la crescita della mobilità dei giovani e incoraggiare gli scambi, la
creazione congiunta e il contributo della comunità locale allo sviluppo,
attraverso l’organizzazione di Summer schools, workshop e campi di lavoro;
·
biblioteche, promozione di libri e traduzioni per aumentare la partecipazione cittadina alla società dell’informazione
e della conoscenza attraverso la creazione di reti e il risalto attribuito al
ruolo del pluralismo linguistico, delle biblioteche, dei libri, della lettura,
della traduzione e della società dell’informazione;
·
scambi interculturali tra organizzazioni femminili della
società civile per aumentare la partecipazione
delle donne al processo decisionale a tutti i livelli della società.
La promozione
della cultura rappresenta un obiettivo importante dell’UE anche nell’ambito di
altre iniziative rivolte ai Paesi terzi. Il rafforzamento della dimensione
umana e il miglioramento della comprensione reciproca, anche attraverso la
promozione degli scambi culturali e dei contatti fra i popoli, rappresentano infatti uno dei settori di intervento dei piani d’azione,
nel contesto della politica europea di vicinato (PEV).
I piani d’azione, che rappresentano una delle componenti
principali della PEV, vengono concordati dall’Unione
europea con ciascuno dei paesi interessati. Tali piani d’azione, differenziati,
per riflettere lo stato delle relazioni con ciascun paese, le sue necessità e
capacità, nonché gli interessi comuni, definiscono per ciascuno dei settori
individuati, il percorso da seguire nei successivi 3-5 anni.
Il 4
dicembre 2006 la Commissione ha presentato una comunicazione sul rafforzamento
della politica europea di vicinato (COM(2006)726). La nuova comunicazione
intende accrescere l'impatto di questa politica proponendo diversi modi in cui
l'UE può aiutare i partner favorevoli alle riforme a rendere questo processo
più rapido e più efficiente, offrendo contemporaneamente incentivi per
convincere quelli che sono ancora indecisi. Le nuove proposte sono corredate di
relazioni sui progressi registrati nei paesi in cui l'attuazione dei piani
d'azione è iniziata nel 2005.
La relazione
sottolinea l’importanza degli scambi interpersonali all’interno della
PEV. La Commissione ritiene infatti che essi, oltre a
favorire la mobilità, possono offrire ai cittadini dell'UE e dei paesi vicini
maggiori possibilità di interagire migliorando, al tempo stesso, la conoscenza
e la comprensione reciproche delle società e delle culture degli altri paesi.
La
Commissione ritiene che gli scambi di studenti e di giovani, nell’ambito, ad
esempio, del programma TEMPUS per la cooperazione interuniversitaria o
del nuovo programma di borse di studio “Erasmus Mundus – Cooperazione esterna”, costituiscano un elemento
centrale della PEV e testimoniano l’importanza che l’Ue
attribuisce all’istruzione superiore per lo sviluppo sociale ed
economico, nella produzione di risorse umane di alta qualità e nella diffusione
di scoperte scientifiche e conoscenze avanzate.
La
Commissione sottolinea, inoltre, la necessità di agevolare la mobilità dei ricercatori
al fine di promuovere la cooperazione nel settore della ricerca fra l’UE e i
paesi PEV, di promuovere gli scambi tra giovani professionisti di tutti i
settori, comprese l’arte e la cultura nonché di intensificare gli scambi
a livello della società civile, dando ampio spazio agli scambi culturali e
al dialogo interculturale.
La
comunicazione è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo. Il
Consiglio affari generali e relazioni esterne dell’11 dicembre 2006, nel
felicitarsi per la presentazione della comunicazione, si è prefisso di
approfondirne l’esame e di studiare le future proposte della Commissione e ha
invitato le prossime Presidenze a fare progressi nel rafforzamento della
politica di vicinato. La Presidenza tedesca è stata altresì invitata a
presentare una relazione sull’andamento dei lavori. La relazione dovrebbe
essere presentata in occasione del Consiglio europeo che si terrà
il 21 e 22 giugno 2007.
In tale nuovo
contesto, l’assistenza finanziaria ai paesi interessati dal partenariato
euro-mediterraneo viene fornita, a partire dal 1°
gennaio 2007, attraverso uno nuovo strumento, denominato strumento
europeo di vicinato e partenariato
(anche detto ENPI), destinato alla frontiera esterna dell’UE allargata.
Tale strumento sostituisce i programmi geografici e tematici esistenti,
compreso il programma MEDA.
Il regolamento istitutivo del nuovo strumento è stato
approvato dal Consiglio del 17 ottobre 2006, a seguito di un accordo raggiunto
con il Parlamento europeo, in prima lettura, nel quadro dell’accordo
interistituzionale sulle nuove prospettive finanziarie 2007-2013. Il nuovo
strumento ha una dotazione finanziaria di 11 miliardi di euro per
l’intero periodo e prevede, oltre a programmi nazionali e multinazionali, una
componente specifica e innovativa che consiste nella cooperazione
transfrontaliera, la quale interessa regioni degli Stati membri e dei paesi
vicini che condividono una frontiera comune. I Paesi partner mediterranei sono
interessati da tre programmi multinazionali: un programma regionale
euro-mediterraneo, rivolto cioè al vicinato meridionale, un programma rivolto
al vicinato orientale e un programma rivolto all’insieme dei paesi che formano
il vicinato dell’Unione europea.
Sulla base
delle iniziative concordate con i partner nel contesto del Partenariato
euro-mediterraneo e della PEV, nonché della situazione dei paesi del bacino
meridionale del Mediterraneo, il 7 marzo 2007 la Commissione ha
presentato il documento strategico regionale 2007-2013 e il programma
indicativo regionale 2007-2010, in cui sono indicate le priorità
dell’assistenza che, nel quadro dell’ENPI,
l’UE intende fornire a livello regionale, ai paesi interessati dal partenariato euro-mediterraneo. In base a
tali documenti i 343 milioni di euro resi disponibili a livello
regionale per gli anni 2007-2010 saranno concentrati oltre che nei
settori giustizia e sicurezza e sviluppo
economico sostenibile, anche nel settore sviluppo sociale e scambi
culturali. L’obiettivo è quello di promuovere il dialogo culturale e la
partecipazione della società civile al partenariato euromediterraneo e per potenziare il ruolo dei media negli scambi culturali.
In tale
settore, il programma indicativo regionale 2007-2010 prevede di
potenziare l’impatto del programma Euromed
gioventù attraverso scambi multilaterali di giovani e di animatori socio
educativi, la promozione di un servizio di volontariato, la formazione e la
messa in rete di animatori e operatori attivi nel settore della gioventù;
consolidare i risultati fin qui conseguiti nell’ambito dei programmi volti a
favorire il dialogo culturale e la promozione dell’eredità culturale.
Gli aiuti previsti in tale settore ammontano a 67 milioni di euro.
Con l’avvio della XV legislatura si è
definita l’esigenza, in linea con gli obiettivi posti dalle politiche
comunitarie del settore, d’incentivare il livello medio di istruzione,
contrastando il fenomeno dell’abbandono anticipato della scuola da parte degli
studenti.
In particolare, nella legge
finanziaria per il 2007sono stati previsti alcuni interventi mirati, tra i quali:
-
nuove
misure di contrasto degli insuccessi scolastici (pur nell’ambito
dell’elevamento del valore medio del rapporto alunni/classe);
-
la
ridefinizione dell’obbligo scolastico ed il
contestuale innalzamento -da quindici a sedici anni- dell’età minima per
l’accesso al lavoro;
-
la
disponibilità dei locali scolastici, anche al di fuori dell’orario di lezione,
per attività destinate oltre che agli studenti agli adulti del territorio;
-
il
riordino del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS)
post secondaria;
-
la
riorganizzazione delle strutture attualmente preposte all’ educazione
degli adulti, (centri territoriali permanenti e corsi serali) al fine di
qualificare meglio l’offerta di formazione, anche attraverso l’insegnamento
della lingua italiana agli stranieri;
-
l’incremento
delle dotazioni tecnologiche delle istituzioni scolastiche;
-
la
possibilità di noleggiare i libri di testo da parte delle istituzioni
scolastiche, delle reti di scuole e delle associazioni dei genitori al fine di
ridurre i costi per le famiglie;
-
l’estensione
delle agevolazioni sull’acquisto dei libri di testo previste per le scuole
medie inferiori anche al biennio delle superiori;
-
l’istituzione
delle classi primavera, dedicate ai bambini fra i 2 e 3 anni,
nell’ambito di un progetto educativo, cui il Ministero contribuisce con
personale adeguatamente formato, d’intesa con gli enti locali, in via
sperimentale;
-
la
facoltà dei contribuenti, già prevista per il 2006, di destinare il 5 per
mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a varie finalità tra
le quali figura il finanziamento agli enti della ricerca scientifica e
dell'università.
E’ inoltre opportuno ricordare, per quanto
attiene ai provvedimenti in corso di esame da parte del Parlamento, che la I Commissione della Camera dei deputati ha adottato un
testo unificato (A.C.24 ed abb.)
in materia di riforma del diritto di cittadinanza, prevedendo che possono
acquisire lo status di cittadini italiani i figli di genitori stranieri,
di cui uno residente in Italia, che abbiano frequentato interamente un ciclo
scolastico o un corso di formazione professionale.
Nell’ottica, poi, di promuovere la diffusione
della cultura tecnico-scientifica è stata recentemente prevista
la costituzione di “Poli tecnico professionali”,
comprensivi di istituti statali di istruzione secondaria (tecnici e professionali);
strutture regionali preposte alla realizzazione dei percorsi di istruzione e
formazione professionale;
istituti tecnici superiori, risultanti dalla trasformazione degli attuali
Istituti di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore dei quali, come già
segnalato,sopra la legge finanziaria 2007 ha disposto
il riordino
Con riguardo alle iniziative
legislative per lo sviluppo e la promozione delle attività
artistico culturali: si segnala che è stato recentemente approvato
dalla Camera e trasmesso al Senato un disegno di legge di iniziativa
governativa, recante misure per agevolare agevolare le attività
produttive e commerciali,
quest’ultimo, tra l’altro estende la nozione comunitaria di piccola e
media impresa- e la conseguente possibilità di friure
di contributi- agli organismi costituiti in forma di impresa ed operanti
nei settori dello spettacolo, della cinematografia, dei servizi e dei beni
culturali .ì
E’ stato inoltre avviato, presso la
Commissione finanze della Camera, l’esame di una proposta di legge
recante erogazione di contributi e misure agevolative
di carattere fiscale e a favore della cinematografia e dell’audiovisivo.
Si ricorda, inoltre che la VII
Commissione della Camera ha avviato un’indagine conoscitiva, tuttora in
corso di svolgimento, sulle problematiche connesse al settore dell’arte
figurativa italiana, con particolare riferimento alle condizioni della sua
esistenza e sviluppo.
Come è dato leggere nel programma dell’indagine, approvato
nella seduta del 30 gennaio 2007, i temi che la Commissione si prefigge di
approfondire sono i seguenti:
-
ricognizione della disciplina del settore, sia sul piano della normativa
esistente che in relazione all’emersione di nuove figure professionali, quali
il professionista della raccolta di fondi (fund raiser) e il direttore di progetto (project manager);
-
verifica dei percorsi di formazione ed educazione
degli artisti figurativi, anche in riferimento all’organizzazione degli
istituti d’arte e alle Accademie;
-
organizzazione delle facoltà collegate al settore, quali le facoltà di storia
dell’arte e ulteriori modalità di promozione dell’attività professionale degli
storici dell’arte;
-
organizzazione del mercato delle gallerie, delle case d’asta e delle fiere
d’arte;
-
caratteristiche del collezionismo privato e d’impresa, nonché caratteristiche e
funzionamento della curatela delle mostre;
-
organizzazione delle sedi espositive e museali
pubbliche;
-
analisi del rapporto tra informazione e arte;
-
promozione all’estero dell’arte moderna e contemporanea italiana.
Documentazione
Conclusioni del Consiglio sul
contributo dei settori culturale e creativo al conseguimento
degli obiettivi di
Lisbona
(24 e 25 maggio
2007)
Il 18 ottobre 2006, la Commissione ha
presentato la proposta di regolamento relativa alla creazione dell’Istituto
europeo di tecnologia - IET (COM(2006) 604). L’Istituto, che si propone di
rappresentare un faro di eccellenza in Europa e un modello di riferimento per
la collaborazione tra università, ricerca e imprese, dovrebbe rafforzare
le sinergie fra i tre settori del cosiddetto triangolo della conoscenza
(istruzione, ricerca e innovazione) al fine di rendere l’Europa un’area
maggiormente competitiva. L'IET potrebbe entrare in
funzione nel 2008; le sue attività saranno finanziate da fonti diverse: dall’UE,
dagli Stati membri e dal mondo imprenditoriale. Il bilancio è stimato ad un
massimo di 2,4 miliardi di euro per il periodo 2008-2013. Il
provvedimento, che segue la procedura di codecisione,
è attualmente all’esame, in prima lettura, del Consiglio e del Parlamento
europeo.
Inaugurata dalla Commissione con una comunicazione
presentata l’11 marzo 2003, la politica europea di vicinato si rivolge ai nuovi
Stati indipendenti (Bielorussia, Moldova,
Ucraina), ai paesi del Mediterraneo meridionale (Algeria, Autorità
palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria,
Tunisia) e, a seguito della decisione del Consiglio del 14 giugno 2004, anche
agli Stati del Caucaso (Armenia, Azerbaigian e Georgia),
con l’obiettivodi creare una zona di prosperità condivisa e buon
vicinato.