Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2008. XIV Commissione
Riferimenti:
n. 640/2007     
Serie: Proposte e documenti all'esame delle istituzioni europee    Numero: 2    Progressivo: 14
Data: 25/01/2008


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

Ufficio Rapporti con l'Unione europea

 

Proposte e documenti all’esame delle istituzioni europee

 

 

 

 

Programma legislativo e di lavoro

della Commissione europea per il 2008

 

(Commissione politiche dell'Unione europea)

 

 

 

 

 

N. 2/XIV - 25 gennaio 2008

 


Segreteria generale –  Ufficio Rapporti con l’Unione europea

SIWEB

 

 

 

3987

9818

8022

2146

4157

 


I N D I C E

Premessa.. 1

·         Trattato di Lisbona. 3

·         Allargamento. 4

-          Croazia. 4

-          Turchia. 6

-          Ex Repubblica iugoslava di Macedonia. 8

-          Balcani occidentali9

-          La strategia di allargamento 2007-2008. 11

·         Ambiente. 14

-          Cambiamento climatico. 14

-          Sviluppo sostenibile. 20

-          GMES (sistema globale di osservazione per l'ambiente e la sicurezza)24

-          Rifiuti24

-          Politica marittima. 25

-          Biodiversità. 27

-          Foreste. 28

-          Informazioni ambientali29

-          Ambiente e agricoltura. 29

·         Applicazione del diritto comunitario. 32

·         Asilo e protezione internazionale. 33

·         Bilancio e gestione dei programmi finanziari35

·         Commercio internazionale. 37

-          Accesso al mercato. 37

·         Competitività. 40

-          Imprese. 40

-          Industria. 43

-          Dimensione esterna. 44

·         Cooperazione di polizia. 46

·         Cooperazione giudiziaria civile. 51

·         Cooperazione giudiziaria penale. 53

·         Difesa. 59

·         Diritti fondamentali e cittadinanza. 62

·         Diritto societario. 63

·         Energia. 65

·         Fiscalità. 71

-          IVA ridotta. 71

-          Base imponibile unica per le società. 72

·         Innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico. 74

·         Istruzione, formazione e cultura. 80

-          Istruzione e formazione. 80

-          Cultura. 83

·         Mercato Interno. 86

-          Riforma del mercato interno. 86

-          Concorrenza. 89

·         Migrazione e controllo delle frontiere. 93

·         Paesi terzi e gruppi regionali101

·         Pari opportunità. 106

·         Pesca. 110

·         Politica agricola comune (PAC)113

·         Politica di coesione. 117

·         Politica di sviluppo. 119

-          Aiuti allo sviluppo. 119

-          Paesi ACP.. 120

-          Aiuto umanitario. 121

·         Politica di vicinato. 123

·         Politiche per l’occupazione. 128

-          Flessicurezza. 128

-          Occupazione. 129

-          Protezione sociale. 131

-          Sicurezza sul lavoro. 132

·         Politiche sociali133

-          Bilancio della realtà sociale. 133

-          Inclusione attiva. 134

-          Sfida demografica. 136

-          Giovani137

·         Salute degli animali139

·         Sanità. 141

-          Servizi e cure sanitarie. 141

-          Farmaci143

·         Semplificazione della legislazione. 145

·         Servizi finanziari147

·         Sicurezza alimentare. 151

·         Società dell’informazione – Comunicazioni153

-          Internet153

-          Telefonia. 154

-          Navigazione satellitare. 155

·         Spazio di libertà, sicurezza e giustizia. 157

·         Strategia di Lisbona e governance economica. 158

·         Trasporti161

-          Trasporto sostenibile. 161

-          Trasportomarittimo. 163

-          Trasporto aereo. 166

-          Trasporto stradale. 168

-          Trasporto ferroviario. 170

-          Reti transeuropee di trasporto. 170

-          Trasporto di materiale radioattivo. 172

-          Diritti dei passeggeri172

·         Tutela dei consumatori173

·         Unione economica e monetaria. 176

 

Norme in materia di esame parlamentare delle proposte di atti normativi comunitari181

Le procedure decisionali dell'Unione europea.. 187

 


 

 


Premessa

 

La Commissione europea ha presentato il 23 ottobre 2007 il programma legislativo e di lavoro per il 2008 (COM(2007)640). Il programma, elaborato sulla base della strategia politica annuale presentata dalla Commissione il 21 febbraio 2007, individua per il 2008 le priorità politiche, gli obiettivi e le principali iniziative della Commissione.

Al documento è allegato un elenco che comprende: a) le iniziative strategiche (ritenute di particolare rilevanza politica da realizzare nel corso dell’anno); b) le iniziative prioritarie (che dovrebbero essere presentate nei prossimi 12-18 mesi); c) le proposte di semplificazione legislativa; d) le proposte pendenti che verranno ritirate; e) le priorità di comunicazione per il 2008[1].

Il programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008 è stato esaminato dal Parlamento europeo, che il 12 dicembre 2007 ha adottato una risoluzione.

La procedura indicata dalla Giunta per il Regolamento della Camera il 9 febbraio 2000 per l’esame di tale documento, nonché degli strumenti di programmazione del Consiglio[2], prevede:

·       l’esame da parte di tutte le Commissioni permanenti (per i profili ricadenti nell’ambito delle rispettive competenze), che nominano un relatore incaricato di riferire alla XIV Commissione;

·       l’esame generale da parte della XIV Commissione (anche con l’audizione degli europarlamentari italiani), che presenta una relazione all’Assemblea;

·       la discussione in Assemblea con votazione di eventuali strumenti di indirizzo.

La proposta di rendere istituzionale a livello europeo l’esame del programma legislativo della Commissione da parte dei Parlamenti nazionali è stata avanzata da parte italiana in numerose sedi interparlamentari. Il Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali, allegato al Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 ed attualmente sottoposto a procedura di ratifica presso gli Stati membri, prevede espressamente la trasmissione ai Parlamenti nazionali da parte della Commissione europea del programma legislativo annuale e di tutti gli altri strumenti di programmazione legislativa o di strategia politica.

 

Il dossier, articolato in fascicoli predisposti per ciascuna Commissione permanente secondo le rispettive aree di interesse, presenta sinteticamente le priorità indicate nel programma di lavoro della Commissione per il 2008.

Su ciascun tema sono indicate distintamente, dando conto in modo sintetico dell’oggetto e, se del caso, dello stato dell’iter:

·      le proposte che la Commissione intende presentare nel corsodell’anno 2008;

·      eventuali altre proposte di particolare rilievo, attualmente all’esame delle istituzioni dell’UE, non indicate tra le priorità del 2008, ma ad esse collegate.

Si fa inoltre riferimento alla risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 dal Parlamento europeosul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008 nonché ai pareri che le Commissioni parlamentari hanno espresso sullaRelazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006 (Doc. LXXXVII, n. 2).

Tale rassegna delle proposte e dei temi considerati prioritari - individuando, secondo le competenze di ciascuna Commissione, le questioni su cui le istituzioni europee intendono assumere decisioni nei prossimi mesi – mira anche a fornire le informazioni utili per la predisposizione del programma dei lavori delle Commissioni, che ai sensi dell’art. 25, comma 4, del Regolamento deve assicurare il tempestivo esame di progetti di atti comunitari.

In allegato al dossier, due schede danno sinteticamente conto delle procedure decisionali dell’UE e delle norme in materia di esame parlamentare delle proposte di atti normativi comunitari.

 


Trattato di Lisbona

La presidenza Slovena considera prioritario condurre con successo il processo di ratifica del Trattato di Lisbona nel corso del 2008, con l’obiettivo del suo completamento in tempo utile per le elezioni del Parlamento europeo del giugno 2009. A tal fine la presidenza slovena si coordinerà con la prossima presidenza francese dell’UE (1° luglio – 31 dicembre 2008).

Il Trattato di Lisbona è stato firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea. Il Trattato modifica il Trattato sull'Unione europea (TUE) - che mantiene il suo titolo attuale - e il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE), che è ridenominato Trattato sul funzionamento dell'Unione (TFUE). Il processo di ratifica da parte dei 27 Stati membri dell’Unione europea, come previsto espressamente dal Trattato di Lisbona, si dovrebbe concludere entro il 1° gennaio 2009, prima delle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2009. Fino ad oggi l’unico Paese ad aver ratificato il Trattato è l’Ungheria che vi ha proceduto il 17 dicembre 2007. Al momento solo l’Irlanda ha annunciato che svolgerà un referendum sull’approvazione del Trattato, obbligatorio secondo le disposizioni costituzionali.

 

La I Commissione Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera, nell’esprimere parere favorevole sulla Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006 (Doc. LXXXVII, n. 2), ha impegnato il Governo italiano affinché adotti in sede europea tutte le iniziative possibili per garantire che, attraverso il nuovo Trattato di riforma istituzionale dell’Unione europea, sia data piena attuazione alle innovazioni relative ai Parlamenti nazionali, con speciale ma non esclusivo riguardo a quelle che incidono sui diritti fondamentali delle persone.


Allargamento

Priorità della Commissione

Come indicato nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 secondo la Commissione, la politica di allargamento estende in Europa la pace e la stabilità, la prosperità, la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto. Il proseguimento di tale processo figura dunque tra le priorità della Commissione europea che riferirà in merito ai progressi realizzati dai paesi che partecipano ai negoziati di adesione[3] ed al processo di stabilizzazione ed associazione (vedi infra).

In particolare, per il 2008 la Commissione preannuncia le seguenti iniziative strategiche:

·   relazioni sui progressi compiuti da Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Turchia verso l’adesione, nonché sui progressi compiuti da Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia, ivi compreso il Kosovo, nella realizzazione del processo di stabilizzazione ed associazione;

·   un documento di strategia sull’allargamento, che comprende le risultanze principali delle relazioni sopra citate nonché proposte per il futuro.

Anche la Presidenza slovena, nel suo programma per il semestre gennaio-giugno 2008, segnala l’allargamento come una delle politiche dell’UE di maggior successo e lo indica - insieme alla politica di vicinato (vedi infra) – fra i cinque settori prioritari di intervento. Durante il semestre di presidenza slovena, verranno proseguiti i negoziati di adesione in corso con Croazia  e Turchia, conformemente ai progressi realizzati da ciascun paese nel rispetto dei criteri fissati dall’UE.

Croazia

La Croazia, dichiarata paese candidato dal Consiglio europeo del 17 e 18 giugno 2004, ha avviato formalmente i negoziati per l’adesione il 3 ottobre 2005.

Con l’apertura formale dei negoziati di adesione, la Commissione ha avviato il processo di screening della legislazione croata che è stato completato alla fine di ottobre 2006. Il capitolo 25 (scienza e ricerca) è già stato negoziato e provvisoriamente chiuso il 12 giugno 2006, nel corso della prima conferenza di adesione tra UE e Croazia; il capitolo 26 (istruzione e cultura) è stato chiuso nel corso della seconda conferenza di adesione alla fine del 2006. Sono attualmente aperti quattordici capitoli negoziali[4].

L’ultima relazione della Commissione sui progressi della Croazia, pubblicata il 6 novembre 2007, segnala che il paese continua a rispettare i criteri politici richiesti per l’adesione. Passi ulteriori sono stati intrapresi per affrontare i problemi delle minoranze e per favorire il ritorno dei rifugiati; prosegue la piena collaborazione con il Tribunale penale per l’ex Iugoslavia; la Croazia ha ratificato il nuovo Accordo di libero scambio dell’Europa centrale (CEFTA)[5] e ha continuato a partecipare in modo attivo alla cooperazione a livello regionale. Benché l’attuazione delle strategie per riformare il sistema giudiziario e per contrastare la corruzione siano proseguite (il numero delle cause arretrate è stato ridotto e qualche primo risultato nella lotta alla corruzione è stato registrato) secondo la Commissione molto resta da fare in questi due settori chiave. Tra gli altri aspetti da migliorare, si segnala: la riforma della pubblica amministrazione; la persecuzione dei crimini di guerra; la soluzione delle questioni bilaterali con i paesi vicini, in particolare per la delimitazione dei confini. Dal punto di vista economico, la Croazia è un’economia di mercato funzionante e nel medio termine dovrebbe essere in grado di fare fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione, a condizione che attui con determinazione il suo programma di riforme per ridurre le debolezze strutturali. La relazione della Commissione segnala che: la crescita economica si è incrementata; la stabilità macroeconomica è stata mantenuta; il deficit si è ridotto significativamente; l’inflazione resta bassa; è cresciuta l’occupazione ed è migliorato l’ambiente per gli affari. Tuttavia, secondo la Commissione l’aumento del debito esterno può diventare un elemento di rischio. Inoltre, le riforme strutturali - in particolar modo nei settori della cantieristica navale e dell’acciaio – procedono molto lentamente e l’intervento dello Stato nell’economia rimane significativo. La Croazia ha fatto molti progressi nella trasposizione del diritto comunitario e nel miglioramento della capacità amministrativa. In alcuni capitoli, tra i quali trasporti e ambiente, i progressi sono stati sostenuti; in altri (tassazione e appalti pubblici) sono stati limitati.

Nelle conclusioni adottate il 10 dicembre 2007, il Consiglio affari generali e relazioni esterne, nel salutare i progressi compiuti dalla Croazia nell’anno appena trascorso, ribadisce che restano cruciali per il proseguimento del processo di avvicinamento all’UE, la piena cooperazione con il Tribunale penale per l’ex Iugoslavia e l’adempimento degli obblighi derivanti dall’Accordo di stabilizzazione ed associazione (vedi infra). Il Consiglio richiama inoltre la Croazia al pieno rispetto dell’intesa del 4 giugno 2004 in materia di zona di protezione ecologica e della pesca[6].

Turchia

La Turchia ha ottenuto lo status di paese candidato dal Consiglio europeo di Helsinki del dicembre 1999 e come la Croazia ha avviato formalmente i negoziati per l’adesione il 3 ottobre 2005.

Dopo l’apertura formale dei negoziati e l’avvio del processo di screening della legislazione turca, è stato possibile avviare la fase dei negoziati tecnici. Il 12 giugno 2006, nel corso della prima conferenza di adesione tra UE e Turchia, è stato provvisoriamente chiuso il negoziato sul capitolo scienza e ricerca.

Uno degli aspetti più seri riscontrati dalla Commissione nel corso dei negoziati ed evidenziati nella relazione del novembre 2006[7] è rappresentato dalla mancata applicazione del protocollo di Ankara. Si richiede infatti che la Turchia applichi il protocollo integralmente e in maniera non discriminatoria e che siano eliminati tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, comprese le restrizioni sui mezzi di trasporto nei confronti di Cipro. In più occasioni le istituzioni dell’Unione europea hanno ribadito che tale applicazione integrale è considerata determinante per il buon proseguimento dei negoziati. Dopo il fallimento delle iniziative diplomatiche avviate dalla Presidenza finlandese per trovare una soluzione e sulla base della raccomandazione della Commissione, l’11 dicembre 2006 il Consiglio Affari generali ha deciso di congelare parzialmente le trattative per l'adesione di Ankara sospendendo otto dei 35 capitoli in cui è diviso il negoziato  fintanto che la Commissione non avrà confermato che la Turchia ha rispettato i propri impegni[8]. Gli altri capitoli andranno avanti ma non si chiuderanno fino a quando Ankara non avrà soddisfatto i requisiti che riguardano Cipro. Il Consiglio valuterà costantemente la situazione sulla base delle relazioni predisposte annualmente dalla Commissione, con particolare riguardo agli anni 2007, 2008 e 2009.

Nelle conclusioni adottate, il Consiglio enfatizza il fatto che il processo di screening continuerà e che i capitoli per i quali il processo sia stato completato verranno aperti sulla base di quanto stabilito nel quadro negoziale approvato il 3 ottobre 2005, in occasione dell’apertura formale dei negoziati di adesione. I ministri hanno inoltre concordato di affidare ad una dichiarazione della Presidenza il riferimento alla necessità di risolvere in sede Onu il contenzioso che divide Cipro. Nella stessa occasione il Consiglio ha inoltre trovato un accordo politico di massima sui passi da intraprendere per porre fine all'isolamento economico dell'area nord di Cipro (vedi infra), ma questa intesa avrebbe dovuto essere confermata a gennaio 2007[9].

Si segnala che il Consiglio europeo di dicembre 2006 ha approvato integralmente le conclusioni del Consiglio dell'11 dicembre 2006 sulla Turchia.

Come anticipato dal Consiglio, i negoziati tra Unione europea e Turchia proseguono sugli altri capitoli negoziali: nel corso della seconda conferenza di adesione a marzo 2007 è stato aperto il capitolo impresa e politica industriale; due ulteriori capitoli (controllo finanziario e statistica) sono stati aperti il 26 giugno 2007, nel corso della terza conferenza di adesione. Infine, nel corso della quarta conferenza di adesione sono stati aperti i capitoli: reti transeuropee; salute e protezione dei consumatori. Si segnala inoltre che, come anticipato durante la seconda conferenza di adesione, il 17 aprile 2007 il governo turco ha adottato una tabella di marcia finalizzata a rendere più spedito il processo riformatore, attraverso la programmazione della legislazione primaria e secondaria da adottare nel periodo 2007-2013.

Il 6 novembre 2007, nell’ambito dell’annuale pacchetto allargamento, la Commissione ha pubblicato la relazione periodica sui progressi compiuti dalla Turchia[10], che ha evidenziato come il Paese continui a rispettare sufficientemente i criteri politici di Copenaghen, rilevando peraltro il ritardo che si è registrato nel corso del 2007 rispetto agli anni precedenti per quanto riguarda le riforme politiche. A parere della Commissione è importante che il nuovo governo assuma iniziative immediate in alcune aree prioritarie, quali libertà di espressione – in riferimento alla quale, la Commissione ha proposto che la revisione delle disposizioni del codice penale turco in materia di libertà di espressione costituisca un benchmark per l’apertura del capitolo negoziale su sistema giudiziario e diritti fondamentali –, diritti delle comunità religiose non musulmane, lotta alla corruzione, sistema giudiziario, diritti sindacali e culturali, controllo civile sulle forze militari. La Commissione segnala l’ulteriore cruciale questione dei rapporti con l’Iraq, in riferimento al recente incremento degli attacchi terroristici del PKK, nonché il fatto che la Turchia persista nel mantenere le restrizioni nei collegamenti diretti con Cipro.

La relazione evidenzia i risultati positivi registrati in merito ai criteri economici (la Turchia può essere considerata un’economia di mercato funzionante) nonché in ordine alla sua capacità di adeguarsi all’acquis comunitario e di corrispondere agli obblighi derivanti dalla partecipazione all’Unione europea, che appare ulteriormente migliorata. Progressi sono, inoltre, segnalati in molte aree, tra le quali libera circolazione dei beni; servizi finanziari; reti transeuropee; scienza e ricerca. La relazione segnala peraltro che le pressioni inflazionistiche sono aumentate e che rigidità strutturali nel mercato del lavoro e pressione fiscale ostacolano la creazione di posti di lavoro, in particolar modo per quanto riguarda l’occupazione femminile. Si richiedono ulteriori allineamenti in particolare per quanto riguarda la libera fornitura di servizi; gli aiuti di stato; l’agricoltura; la pesca; la sicurezza alimentare; le politiche veterinarie e fitosanitarie; l’ambiente.

Il 10 dicembre 2007 il Consiglio affari generali e relazioni esterne ha adottato conclusioni sulla Turchia in cui, nell’esprimere il proprio compiacimento per la soluzione della crisi politica e costituzionale attraversata dal paese nel 2007, lamenta tuttavia i limitati progressi compiuti nel corso dell’anno sul versante delle riforme.

Nel parere espresso in merito alla relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006, la I Commissione della Camera dei Deputati ha chiesto al Governo italiano di adoperarsi  nell’ambito del processo di allargamento dell’Unione europea, per incoraggiare la Turchia ad adempiere alle riforme interne, in quanto condizione necessaria per proseguire nel negoziato di adesione all’Unione europea, con particolare riferimento al rispetto dei diritti fondamentali, della libertà religiosa, dei diritti delle minoranze e al rispetto del protocollo di Ankara per il commercio con Cipro.

La risoluzione del Parlamento europeo

Il 24 ottobre 2007, in vista dell’imminente pubblicazione della relazione della Commissione sui progressi verso l'adesione, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulle relazioni tra Unione europea e Turchia. Nella risoluzione si ricorda che l'apertura dei negoziati con tale paese costituisce un «punto di partenza di un processo senza limiti di tempo» e che «la piena osservanza di tutti i criteri di Copenaghen rimane la base per l'adesione all'UE al pari della capacità di integrazione dell'Unione».

Congratulandosi con la Turchia per lo svolgimento di elezioni «libere ed eque» e per l'elezione del nuovo Presidente come «segno della robustezza della democrazia turca», il Parlamento europeo invita il Presidente Gül a promuovere «il pluralismo e l'unità del popolo turco nel quadro di uno Stato laico» e si compiace dell'impegno assunto dal nuovo governo di intensificare il processo di riforma nei prossimi mesi e anni. A tale proposito il PE ricorda che sono necessarie riforme per migliorare il funzionamento della magistratura e la lotta alla corruzione, il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali della persona umana, la tutela dei diritti delle donne, l'attuazione di una politica di tolleranza zero nei confronti della tortura, nonché la protezione dei diritti delle minoranze e dei diritti culturali e religiosi.

Ex Repubblica iugoslava di Macedonia

La ex Repubblica iugoslava di Macedonia, che ha avanzato domanda di adesione all’Unione europea il 22 marzo 2004, ha ottenuto lo status di paese candidato dal Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2005. Sulla base del parere favorevole espresso dalla Commissione, il Consiglio europeo ha tenuto conto in particolare dei progressi compiuti dal paese nell’attuazione dell’accordo di stabilizzazione ed associazione[11]. Il Consiglio europeo ha precisato che ulteriori misure dovranno tenere conto delle discussioni sulla strategia per l’allargamento, del rispetto dei criteri e dei requisiti richiesti per l’adesione da parte dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia nonché della capacità di assorbimentodell’Unione europea.Al momento non è prevista l’apertura dei negoziati di adesione.

Nella relazione pubblicata il 6 novembre 2007[12] la Commissione segnala che il paese ha compiuto ulteriori progressi verso il rispetto dei criteri politici di Copenaghen; tuttavia, le continue tensioni politiche stanno ritardando il processo riformatore e il dialogo tra tutti i partiti in Parlamento richiede di essere condotto in maniera pacifica e costruttiva. Secondo la Commissione è necessario assicurare che tutti i soggetti coinvolti svolgano il ruolo previsto dalla Costituzione e cooperino per garantire un effettivo processo democratico[13]. Solo in tal modo, a parere della Commissione, possono essere compiuti progressi significativi in aree come forze di polizia, sistema giudiziario, consolidamento dello stato di diritto e protezione delle minoranze. Per quanto riguarda i criteri economici, il paese ha progredito ulteriormente verso il conseguimento di un’economia di mercato funzionante e dovrebbe essere in grado nel medio termine di reggere le pressioni concorrenziali e le forze di mercato nell’Unione, a condizione che attui vigorosamente il suo programma di riforme per ridurre le significative debolezze strutturali.

Il Consiglio affari generali e relazioni esterne del 10 dicembre 2007 ha adottato conclusioni sull’ex Repubblica iugoslava di Macedonia in cui lamenta i ritardi nelle riforme causati delle tensioni interne che hanno distolto le istituzioni politiche del paese dalle priorità dell’integrazione europea. E’ stata inoltre sottolineata la perdurante mancanza di una soluzione sulla questione del nome. A tale proposito il Consiglio ha chiesto al governo di fare rinnovati sforzi, in un approccio costruttivo, per trovare con la Grecia una soluzione negoziate e reciprocamente accettabile.

Balcani occidentali

Come ribadito in più occasioni dalle istituzioni europee, la prossima fase del processo di allargamento riguarderà i paesi dei Balcani occidentali[14]. A tale proposito, la Presidenza slovena si impegnerà a rafforzare la prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali per garantire una stabilità a lungo termine nella regione, in particolare rinnovando l’Agenda di Salonicco (vedi infra) a cinque anni dalla sua definizione, finalizzando gli accordi di stabilizzazione ed associazione con tutti i paesi della regione e rafforzando la cooperazione regionale in vari settori.

Attualmente le relazioni tra l’Unione europea e i cinque paesi dei Balcani occidentali si svolgono prevalentemente nel quadro del Processo di stabilizzazione ed associazione (PSA), istituito nel 1999. Il processo è la cornice entro cui diversi strumenti sostengono gli sforzi compiuti da questi paesi nella fase di transizione verso democrazie ed economie di mercato stabili; come già anticipato, nel lungo periodo la prospettiva è quella della piena integrazione nell’Unione europea, sulla base delle previsioni del Trattato sull’Unione europea e dei criteri di Copenaghen.

I principali elementi dell’impegno di lungo termine nella regione sono stati proposti in una comunicazione della Commissione del 26 maggio 1999[15] ed approvati dal Consiglio il 21 giugno dello stesso anno. Successivamente, il Vertice di Zagabria del 24 novembre 2000 con la dichiarazione finale ha suggellato il PSA, ottenendo il consenso della regione su un insieme definito di obiettivi e condizioni. Gli strumenti che compongono il processo di stabilizzazione ed associazione, formalizzati in quell’occasione, sono stati successivamente arricchiti da elementi ispirati al processo di allargamento nel giugno 2003, con l’approvazione da parte del Consiglio europeo della cosiddetta “Agenda di Salonicco”. Elaborata sulla base di una comunicazione della Commissione europea di maggio 2003[16],l’Agenda propone una serie di iniziative per sostenere e migliorare il processo di integrazione europeo, tra le quali in particolare: promozione della cooperazione parlamentare, anche con la creazione di commissioni parlamentari congiunte con tutti i paesi aderenti al PSA; istituzione dei partenariati europei, ispirati ai partenariati per l’adesione relativi ai paesi candidati; rafforzamento delle istituzioni, attraverso l’utilizzo dello strumento del gemellaggio[17] e la fornitura di un’assistenza tecnica ulteriore; promozione del dialogo politico e della cooperazione nel settore della politica estera e di sicurezza comune; partecipazione dei paesi della regione alle agenzie e ai programmi comunitari; cooperazione nella lotta al crimine organizzato.

Le componenti principali del PSA sono quattro: elevato livello di assistenza finanziaria, misure commerciali, dimensione regionale e, in particolare, accordi di stabilizzazione ed associazione basati sul rispetto dei principi democratici e degli elementi fondanti del mercato unico europeo che rappresentano la pietra angolare del processo. A tale proposito si segnala che accordi di stabilizzazione ed associazione sono già in vigore con la Croazia[18] e con la ex Repubblica iugoslava di Macedonia[19] e sono stati firmati con Albania[20] (12 giugno 2006) e Montenegro[21] (15 ottobre 2007).  La Bosnia Erzegovina e la Serbia hanno di recente siglato l’accordo, rispettivamente il 4 dicembre e il 7 novembre 2007[22].

Kosovo

Come indicato nel programma di lavoro e legislativo della Commissione per il 2008 nonché nel programma della Presidenza slovena, particolare attenzione sarà dedicata alla definizione del futuro status del Kosovo e alla sua concreta realizzazione. In particolare la Presidenza slovena intende agire sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2007, continuando i preparativi in vista della Conferenza dei donatori per il Kosovo e sostenendo i progressi dell’area nell’ambito del Processo di stabilizzazione ed associazione.

Benché la situazione non consenta al momento di negoziare alcun accordo, il Kosovo è fortemente ancorato al Processo di stabilizzazione ed associazione. Già fortemente impegnata nel processo di definizione dello status del Kosovo[23], l’Unione europea è determinata a giocare un ruolo importante anche nella fase attuale. A tale scopo ha deciso di intensificare i preparativi per una presenza europea ed internazionale in Kosovo, in stretto contatto con gli altri attori internazionali. Le modalità e le caratteristiche della presenza dell’UE in Kosovo prendono le mosse tra l’altro da una comunicazione della Commissione del 2005[24] e dalle successive relazioni periodiche predisposte congiuntamente dalla Commissione e dall’Alto rappresentante per la PESC come parte del processo di valutazione sui possibili contributi dell’UE agli sforzi internazionali in Kosovo.

L’impegno dell’UE in tal senso è stato ribadito anche nelle conclusioni del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 che, per quanto riguarda la situazione del Kosovo, ha:

·   deplorato il mancato accordo tra le parti, sottolineando che lo status quo nella regione è insostenibile e necessita di una soluzione che assicuri un Kosovo democratico e multietnico;

·   dichiarato che la soluzione della questione in sospeso dello status del Kosovo è un caso sui generis, che non potrà costituire un precedente;

·   sottolineato che l'UE è pronta a svolgere un ruolo guida nel rafforzamento della stabilità sostenibile, anche tramite una missione della PESD e un contributo ad un ufficio civile nel quadro delle presenze internazionali, essendo pronta ad assistere lo sviluppo economico e politico in una chiara prospettiva europea;

·   ribadito l’importanza della stabilizzazione della Serbia per l’equilibrio generale della regione balcanica, ritenendo che l’avvicinamento del Paese verso l’UE, inclusa la concessione dello status di paese candidato, possa essere accelerato.

·   nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione, il Parlamento europeo si attende che la Commissione presenti ulteriori valutazioni e proposte sull’assistenza dell’UE al Kosovo in funzione dell’evolversi della situazione.

La strategia di allargamento 2007-2008

Il 6 novembre 2007, contestualmente alle relazioni periodiche sui progressi realizzati dai paesi candidati e potenziali candidati, la Commissione ha presentato la comunicazione Strategia per l’allargamento e principali sfide 2007-2008[25], in cui conferma che l’agenda attuale riguarda i Balcani occidentali e la Turchia ed espone come si stia procedendo ad attuare con attenzione e con prudenza il rinnovato consenso sull’allargamento, raggiunto nel dicembre 2006, in particolare:

·   concentrandosi su alcuni temi prioritari (institution building, lotta al crimine organizzato e alla corruzione, cooperazione regionale e relazioni di buon vicinato, promozione del ruolo della società civile e del dialogo tra i cittadini dell’UE e quelli dei paesi candidati e potenziali candidati);

·   rafforzando la qualità e la trasparenza dei processi negoziali, tra l’altro attraverso l’utilizzo di benchmark per determinare le condizioni di apertura e chiusura dei singoli capitoli negoziali e favorendo la diffusione delle informazioni;

·   rafforzando la prospettiva europea dei Balcani e la cooperazione regionale, attraverso la promozione delle diverse iniziative in atto (attuazione dell’Accordo di libero scambio dell’Europa centrale – CEFTA; cooperazione alla Carta europea per le piccole e medie imprese; attuazione del Trattato sull’energia[26]; partecipazione alla zona comune europea in materia di aviazione[27], facilitazione del sistema dei visti e partecipazione ai programmi comunitari Tempus[28] ed Erasmus mundus[29]);

·   rafforzando il sostegno alle riforme attraverso il nuovo strumento IPA (vedi nota 3), anche attraverso il migliore coordinamento dell’aiuto con le istituzioni finanziarie internazionali e gli altri donatori;

·   assicurando il sostegno dell’opinione pubblica al processo di allargamento, attraverso l’ascolto dei cittadini, la risposta alle loro preoccupazioni e la diffusione di informazioni.

·   Il Consiglio del 10 dicembre 2007 ha adottato in merito conclusioni in cui, in linea con la strategia per l’allargamento adottata dal Consiglio europeo di dicembre 2006, ha salutato con favore la comunicazione della Commissione e ha preso nota delle analisi e delle raccomandazioni in essa contenute. Come ribadito dal Consiglio, il rinnovato consenso sull’allargamento, che è fondato sul consolidamento degli impegni assunti, sul rispetto di condizioni eque e rigorose e sul miglioramento della comunicazione, nonché sulla capacità dell’UE di integrare nuovi membri, continua a costituire la base della strategia dell’UE in materia.

Altre proposte all’esame delle istituzioni europee

Partenariati

Il 6 novembre 2007, insieme alle relazioni sui progressicompiuti dai paesi candidati e precandidati, la Commissione ha presentato proposte di decisione relative alla revisione dei partenariati (partenariati per l’adesione o partenariati europei) con Croazia, Turchia, ex Repubblica di Macedonia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia, ivi compreso il Kosovo[30].

Il partenariato già sperimentato nel precedente allargamento, è lo strumento con cui l’UE guida le riforme dei paesi candidati e potenziali candidati, indicando le priorità da rispettare nel breve e medio termine e sono periodicamente aggiornati sulla base delle risultanze delle relazioni[31].

Sulla proposta relativa al partenariato per l’adesione con la Croazia il Consiglio ha raggiunto l’accordo politico il 20 dicembre 2007. Le altre proposte sono tuttora in attesa di esame da parte del Consiglio.

Questione cipriota

A seguito del risultato negativo del referendum sul piano di unificazione dell’isola proposto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e tenutosi a Cipro il 24 aprile 2004, il 1° maggio 2004 ha aderito all’UE soltanto la parte meridionale dell’isola, vale a dire la Repubblica di Cipro, abitata dalla comunità greco-cipriota. Allo scopo di porre fine all’isolamento della parte settentrionale dell’isola e di facilitare la riunificazione di Cipro, promuovendone lo sviluppo economico e sociale, su invito del Consiglio, il 7 luglio 2004 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento del Consiglio che agevola gli scambi tra la parte settentrionale dell’isola e l’UE (COM (2004) 466), prevedendo l’applicazione di un regime preferenziale ad una serie di beni, prodotti o trasformati a Cipro, ammessi sul territorio doganale dell’UE[32].

La proposta è in attesa di esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Il 14 settembre 2004 il Parlamento europeo ha respinto la richiesta di procedura d’urgenza per l’esame della proposta della Commissione.

 


Ambiente

 

Cambiamento climatico

Priorità della Commissione

La lotta contro il cambiamento climatico formerà parte integrante delle priorità della Commissione per il 2008, per garantire all’Europa una prosperità sostenibile. In primo luogo, la Commissione è impegnata a precisare e a concretizzare le proposte relative all'energia e al cambiamento climatico presentate nel 2007.

Si ricorda che il 10 gennaio 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Limitare il surriscaldamento dovuto ai cambiamenti climatici a +2 gradi Celsius – La via da percorrere fino al 2020 e oltre” (COM(2007)2), in cui propone di ridurre almeno del 20%, entro il 2020,le emissioni di gas serra nell’UE rispetto ai livelli del 1990, all’interno di un’azione internazionale volta a raggiungere l’obiettivo di ridurre del 30% le emissioni di gas serra a livello globale, di cui l’UE deve farsi promotrice. L’obiettivo di riduzione indicato dovrebbe essere raggiunto secondo la Commissione ricorrendo al sistema UE di scambio delle quote di emissione (vedi infra), ad altre politiche in materia di cambiamenti climatici nonché ad interventi nel contesto della politica energetica. A tale scopo nella stessa occasione la Commissione ha presentato un pacchetto integrato di misure volte a definire una nuova politica energetica per l’Europa mirata a contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici e a rafforzare la sicurezza energetica e la competitività dell’UE. Il pacchetto è costituito dalla comunicazioneUna politica energetica per l’Europa” (COM(2007)1) che presenta il riesame strategico della politica energeticadell’Unione europea e da un piano d’azione energetico in dieci punti.

Sulla base delle citate comunicazioni, il Consiglio europeo di marzo 2007 ha definito gli obiettivi strategici della politica climatica ed energetica integrata del’UE, approvando il piano d’azione globale in materia di energia per il periodo 2007-2009.

In tale contesto, il 23 gennaio 2008 la Commissione ha presentato il nuovo pacchetto di proposte in materia di energia e cambiamento climatico.

Le proposte sono intese a modificare la struttura del consumo energetico da parte degli Stati membri privilegiando le fonti di energia meno inquinanti, secondo quanto previsto dal piano d’azione per una politica energetica europea e dalla strategia europea per la lotta ai cambiamenti climatici, approvati dal Consiglio europeo del marzo 2007 (vd. supra).

Il pacchetto di proposte della Commissione comprende:

·       una proposta di modifica della direttiva 2003/87/CE relativa al sistema comunitario di scambio delle quote di emissione.

La proposta è intesa ad estendere e rafforzare il sistema comunitario di scambio di quote di emissione (ETS) che a partire dal 2013 sarà applicato ad un numero maggiore di gas serra (attualmente lo scambio delle quote concerne soltanto l’anidride carbonica) e riguarderà tutti i grandi impianti industriali responsabili delle emissioni. La proposta prevede, tra l’altro, un tetto europeo di quote da attribuire ogni anno, che garantisca l'efficienza del sistema al minor costo. Tale meccanismo dovrebbe garantire il raggiungimento, nel 2020, di una riduzione del 21% delle emissioni totali rispetto al loro livello del 2005, considerato anno di riferimento;

·       una proposta relativa alla ripartizione degli sforzi da intraprendere per adempiere all’impegno comunitario a ridurre unilateralmente le emissioni di gas serra in settori non rientranti nel sistema ETS (come i trasporti, l’edilizia, l’agricoltura e i rifiuti).

La proposta intende stabilire una ripartizione degli sforzi necessari agli Stati membri per raggiungere l'obiettivo complessivo dell'UE di riduzione delle emissioni del 10% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2020. Per ciascuno Stato membro la Commissione prevede un obiettivo specifico di riduzione che, nel caso dell’Italia, è fissato al 13% in meno rispetto al 2005. Gli obiettivi assegnati ai singoli paesi saranno calcolati, per metà, in funzione del PIL di ciascuno Stato, per rispondere all'esigenza di equità e solidarietà tra gli Stati membri;

·       una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, concernente anche l'utilizzo dei biocarburanti, per contribuire a conseguire entrambi gli obiettivi di riduzione delle emissioni sopra indicati.

La proposta intende fissare obiettivi giuridicamente vincolanti per ciascuno degli Stati membri tali da incrementare la quota complessiva di energie rinnovabili sul consumo energetico finale dell’UE, attualmente pari all’8,5%, fino a raggiungere l’obiettivo fissato del 20%, entro il 2020. Per l’Italia tale quota finale non potrà essere inferiore al 17%. La proposta lascia a ciascuno Stato membro il compito di elaborare piani d’azione nazionali che preciseranno modalità, tempi e settori d’intervento, attraverso i quali intende conseguire i propri obiettivi. La proposta riguarda anche l’obiettivo minimo del 10% di biocarburanti nel settore dei trasporti, da raggiungere in percentuale uguale per tutti gli Stati membri. La proposta, inoltre, individua una serie di chiari criteri di sostenibilità per la produzione di tali carburanti;

·       una proposta di direttiva relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio, accompagnata da una comunicazione sulle attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio.

La proposta è intesa a ridurre notevolmente le emissioni di CO2 derivanti dalla combustione dei combustibili fossili nelle centrali elettriche e nell'industria. Attraverso il ricorso a moderne tecnologie, tali emissioni sarebbero trattenute stoccate nel sottosuolo, anziché liberate nell'atmosfera. Lo stoccaggio del carbonio in miniere dovrebbe avvenire esclusivamente nel territorio degli Stati membri.

·       la nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale.

Obiettivo della nuova disciplina, che entrerà in vigore dieci giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è quello di fornire agli Stati membri nuovi strumenti adatti a sviluppare politiche sostenibili in materia di clima e di energia. Tali strumenti dovrebbero produrre un livello di tutela dell'ambiente più elevato nonché effetti positivi, a livello di distorsione della concorrenza, superiori agli effetti negativi, tenendo conto del principio "chi inquina paga".

A tale proposito la Presidenza slovena ritiene che dovrebbe essere una priorità di tutti i partner dell’UE il raggiungimento celere di accordi sul pacchetto clima-energia, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, il sistema di scambio di quote di emissione e le fonti di energia rinnovabili.

Adeguamento ai cambiamenti climatici

Dal momento che il mutamento climatico è già in atto, la Commissione segnala la necessità di determinare in quale modo le politiche pubbliche dell’UE debbano aiutare il processo di adeguamento alle nuove realtà.

A tal fine, fra le iniziative strategiche per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione di un Libro bianco sull’adeguamento ai cambiamenti climatici che individuerà le misure necessarie per adattarsi ai cambiamenti climatici in diversi settori fondamentali per il modello di vita dell'UE (ad esempio industria, agricoltura, energia, pesca, silvicoltura, turismo, politica sociale), riducendone la vulnerabilità ed accrescendone la flessibilità di fronte alle inevitabili conseguenze negative dei cambiamenti climatici. L'obiettivo è quello di evitare un impatto significativo sulla salute umana, la biodiversità e gli habitat nonché sulla qualità di vita dei cittadini dell'UE. Le misure contenute nel Libro bianco comporteranno anche alcuni cambiamenti nelle politiche comunitarie. Il Libro bianco terrà conto tra l’altro dei risultati di un’ampia consultazione on line organizzata tra luglio e dicembre 2007 sulla base delle proposte contenute nel Libro verde: adattamento al cambiamento climatico in Europa – opzioni per un’azione europea (COM(2007)354), presentato il 29 giugno 2007.

Con il Libro verde la Commissione evidenzia come, parallelamente alle iniziative volte ad invertire il senso del processo di cambiamento climatico in corso attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, si rendano necessarie azioni urgenti per adattarsi ai cambiamenti previsti per la regione europea e per limitarne l’impatto su persone, economia ed ambiente. Si tratta di un processo complesso, anche considerando che la gravità dell’impatto varierà in maniera significativa da regione a regione e che le misure concrete possono essere anche molto costose. A parere della Commissione, l’Unione europea non può non raccogliere la sfida dell'adattamento al cambiamento climatico, lavorando in collaborazione con gli Stati membri e con i partner a livello mondiale. L’approccio europeo non può che essere complementare rispetto alle azioni a livello nazionale, regionale e locale, garantendo il coordinamento e la compatibilità delle diverse iniziative, favorendo la condivisione delle informazioni e delle esperienze e assicurando che il tema dell’adattamento al cambiamento climatico sia integrato in tutte le politiche dell’Unione europea rilevanti.  

Il Libro verde propone quattro linee di azioni prioritarie:

·   azioni immediate per sviluppare strategie di adattamento per i settori nei quali il livello delle conoscenze è sufficiente e che sono sorretti da politiche dell’UE e da fondi comunitari (tra i quali, a titolo esemplificativo, agricoltura, commercio, trasporti);

·   integrazione del tema dell’adattamento globale nelle relazioni esterne dell’UE, in particolare per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, e costruzione di una nuova alleanza con i partner a livello internazionale;

·   riduzione dell’incertezza, ampliando le conoscenze in materia di adattamento attraverso le attività di ricerca a livello comunitario, le innovazioni tecnologiche e lo scambio di informazioni;

·   coinvolgimento di tutti i segmenti della società e del mondo degli affari attraverso la costituzione di un gruppo europeo di consultazione sull’adattamento al cambiamento climatico per analizzare strategie ed azioni coordinate. 

Contesto internazionale

Per quanto riguarda il contesto internazionale, la Commissione sarà impegnata nella promozione di intensi negoziati al fine di dare seguito alla Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Bali, 3-14 dicembre 2007) con l'obiettivo di giungere ad un accordo che subentri al protocollo di Kyoto.A tale proposito, la Presidenza slovena segnala che, sulla base dell’accordo raggiunto alla conferenza, avvierà tutte le iniziative necessarie per assicurare posizioni negoziali comuni dell’UE, lavorando in stretta collaborazione con la prossima Presidenza francese.

La Conferenza di Bali ha deciso l’avvio formale dei negoziati relativi ad un accordo sul regime climatico per gli anni successivi al 2012, quando si concluderà il primo periodo di impegno previsto dal protocollo di Kyoto. La Conferenza ha fissato al 2009 la scadenza per la conclusione dei negoziati  in  modo da consentire ai 192 Paesi coinvolti di ratificare l’accordo in tempo utile. Nella stessa occasione è stata definita una tabella di marcia che individua gli elementi principali del futuro accordo: consistente mitigazione del cambiamento climatico attraverso la limitazione o la riduzione delle emissioni; adattamento al cambiamento climatico, azioni in favore dello sviluppo e del trasferimento di tecnologie; aumento di finanziamenti e investimenti per sostenere attività di mitigazione e adattamento. La tabella di marcia fissa inoltre quattro sessioni negoziali nel 2008, a partire da marzo o aprile.

La Presidenza slovena segnala inoltre la relazione sull’impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza internazionale che l’Alto rappresentante per la PESC e la Commissione europea presenteranno al Consiglio europeo di primavera e che costituirà la base per proporre misure concrete a livello di Unione europea.

Nel parere espresso in merito alla relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006, la Commissione ambiente della Camera dei deputati raccomanda di rafforzare nell’ordinamento interno e in ambito comunitario le misure in materia di cambiamenti climatici, assumendo – in particolare – gli orientamenti e le proposte contenuti nella relazione approvata dalla VIII Commissione ai fini della definizione delle politiche a livello nazionale e internazionale e delle connesse iniziative, anche normative, a partire dalla corrente legge finanziaria; invita, inoltre, il Governo ad affiancarsi all’iniziativa annunciata dai governi inglese e francese, che mira ad utilizzare le politiche fiscali per favorire le politiche di contenimento delle emissioni di gas ad effetto serra.

Nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2008 approvata il 12 dicembre 2007, il Parlamento europeo incoraggia la Commissione a realizzare le proposte in materia di cambiamento climatico, apprezzando il raggiungimento dell’accordo politico sulla "condivisione degli oneri" necessaria per conseguire entro il 2020 una riduzione dei gas a effetto serra del 20% rispetto al 1990; caldeggia infine un potenziamento degli sforzi dell'UE e dei suoi Stati membri e regioni a sostegno di tutte le fonti energetiche che non emettano CO2.

Iniziative di semplificazione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione preannuncia l’intenzione di presentare una proposta di revisione del regolamento (CE) n. 2037/2000 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono.

Dal momento che la produzione e il consumo delle sostanze in questione sono stati ridotti o gradualmente eliminati, secondo la Commissione è opportuno abrogare o aggiornare la maggior parte delle disposizioni del regolamento a sette anni di distanza dalla sua entrata in vigore. L'iniziativa ridurrà le ambiguità in sede di interpretazione, il rischio di violazioni e le conseguenti spese amministrative. In particolare, la riduzione dei costi amministrativi deriverà in gran parte dalla cessazione delle disposizioni di deroga su alcune sostanze che riducono lo strato di ozono. Complessivamente, secondo la valutazione della Commissione il risparmio derivante dalla cessazione delle deroghe dovrebbe essere superiore agli eventuali costi aggiuntivi legati alle nuove misure di controllo per combattere il commercio illegale delle sostanze che riducono lo strato di ozono.

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Cambiamento climatico e paesi in via di sviluppo

Il 18 settembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazioneDare vita ad un'alleanza mondiale contro il cambiamento climatico tra l'Unione europea e i paesi poveri in via di sviluppo maggiormente esposti” (COM (2007) 540).

Secondo le analisi del quarto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC)[33], il cambiamento climatico colpirà prima e in modo più violento i paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo, che sono peraltro i meno attrezzati per far fronte ai mutamenti in questione e per adeguare il proprio stile di vita. D'altro canto, tali paesi, che rappresentano realtà economicamente poco sviluppate, sono anche i meno responsabili delle immissioni di gas ad effetto serra nell'atmosfera e quindi del cambiamento climatico.

Sulla base di tali considerazioni, la Commissione propone dunque di istituire un'alleanza mondiale contro il cambiamento climatico tra l'Unione europea ed i paesi poveri in via di sviluppo maggiormente esposti, che si concentri su cinque settori prioritari:

-    aiutare i paesi in via di sviluppo ad estendere la base delle conoscenze sugli effetti del cambiamento climatico e a mettere a punto e attuare strategie di adattamento;

-    ridurre le emissioni di anidride carbonica dovute al disboscamento nei paesi in via di sviluppo, tramite la creazione di incentivi economici per la tutela forestale, preservando al tempo stesso il sostentamento e gli ecosistemi dipendenti dalle foreste;

-    estendere la partecipazione dei paesi in via di sviluppo al mercato mondiale del carbonio, aiutandoli a trarne beneficio tramite il meccanismo di sviluppo pulito;

-    rendere i paesi e le società in via di sviluppo più pronti ad affrontare le calamità naturali dovute al clima, a ridurne il rischio e a limitarne le conseguenze;

-    assistere i paesi in via di sviluppo affinché la problematica del cambiamento climatico sia sistematicamente contemplata dalle strategie di sviluppo e dagli investimenti, nonché nell'ambito della cooperazione allo sviluppo.

La comunicazione è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo.

Impatto del trasporto aereo sui cambiamenti climatici

Il 20 dicembre 2006 la Commissione ha presentato una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2003/87/CE - che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra -,  al fine di includere le attività di trasporto aereo nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione dei gas ad effetto serra (COM(2006)818).

La proposta della Commissione intende garantire parità di trattamento a tutti gli operatori aerei, siano essi comunitari o stranieri. A partire dal 2011 rientreranno nel sistema tutti i voli nazionali ed internazionali effettuati tra aeroporti dell’UE e dal 2012 il sistema sarà esteso anche a tutti i voli internazionali in arrivo ed in partenza dagli aeroporti dell’UE.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata il 13 novembre 2007 in prima lettura dal Parlamento europeo, che l’ha approvata con alcuni emendamenti parzialmente accolti dalla Commissione. Il 20 dicembre 2007 il Consiglio ha raggiunto l’accordo politico sulla proposta.

Veicoli leggeri

Nel quadro degli obiettivi fissati dall’UE in materia di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e di limitazione dell’aumento della temperatura globale, la Commissione ha rilevato la necessità di intervenire anche nel settore del trasporto su strada, che è il secondo settore dell’UE per emissioni di gas ad effetto serra ed uno dei pochi nei quali le emissioni continuano ad aumentare.

In tale contesto, il 19 dicembre 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento volta a ridurre le emissioni di CO2 delle automobili (COM (2007) 856)[34], fissando in 130 grammi per km il limite di emissioni di CO2 per i nuovi veicoli immatricolati nell’UE a partire dal 2012. Oltre a conseguire risultati a livello ambientale, secondo la Commissione questa proposta comporterà vantaggi per i consumatori in termini di considerevoli risparmi di carburante; rafforzerà la sicurezza, promuoverà le ecoinnovazioni e determinerà la creazione di posti di lavoro di elevata qualità.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è in attesa di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.

La proposta si inserisce nel quadro dell’approccio integrato proposto dalla Commissione con le comunicazioni “Risultati del riesame della strategia comunitaria per ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri” (COM (2007)19) e Un quadro normativo competitivo nel settore automobilistico per il XXI secolo”(COM (2007) 22). In tali comunicazioni la Commissione prevede una serie di misure complementari che determinerebbero un’ulteriore riduzione di 10 g/km o una diminuzione equivalente, in misura tale da conseguire l’obiettivo comunitario di 120 g/km, grazie a miglioramenti tecnologici e ad un maggiore uso dei biocarburanti.

 

Sviluppo sostenibile

Priorità della Commissione

Nel quadro delle nuove azioni che verranno valutate nel corso del 2008, la Commissione segnala che, nel contesto dello sviluppo sostenibile, studierà in particolare le modalità per: tener conto degli obiettivi ambientali nella normativa; garantire un accesso sostenibile alle materie prime al di fuori del settore energetico; affrontare le ripercussioni del mutamento climatico sulla salute.

Si ricorda che Il Consiglio europeo del 15 e 16 giugno 2006 ha adottato una nuova strategia per lo sviluppo sostenibile (SSS), che si basa sulla dichiarazione sui principi direttori dello sviluppo sostenibile – adottata dal Consiglio europeo nel giugno 2005 – e sulla comunicazione della Commissione sul riesame della strategia in favore dello sviluppo sostenibile (COM(2005) 658) del 13 dicembre 2005.

L'obiettivo generale della nuova strategia dell'UE è quello di individuare e sviluppare le azioni che permetteranno all'UE di migliorare costantemente la qualità della vita delle generazioni attuali e future tramite la creazione di comunità sostenibili, capaci di gestire ed utilizzare le risorse in maniera efficace e di sfruttare il potenziale di innovazione ecologica e sociale dell'economia, assicurando prosperità, tutela dell'ambiente e coesione sociale. La strategia s'incentra su sette settori d'azione prioritari: cambiamenti climatici e energia pulita; trasporti sostenibili; consumo e produzione sostenibili; conservazione e gestione delle risorse naturali; salute pubblica; inclusione sociale, demografia e migrazione; povertà mondiale e sfide dello sviluppo.

La Commissione presenterà ogni due anni, a decorrere dal 2007, una relazione sulla situazione dei lavori relativa all'attuazione dell'SSS nell'UE e negli Stati membri, includendovi anche le priorità, gli orientamenti e le azioni per il futuro. La prima di tali relazioni, presentata il 20 ottobre 2007 (COM (2007) 642) passa in rassegna i risultati ottenuti nell'attuazione dei sette principali obiettivi e individua le iniziative politiche, a livello sia di UE sia di Stati membri, che hanno contribuito a tali risultati[35]. Dalla relazione risulta che i progressi concreti realizzati sono alquanto modesti, mentre lo sviluppo di iniziative politiche, nell'UE e negli Stati membri, è più promettente.

Il Consiglio europeo di dicembre 2007, nell’accogliere con favore la relazione, ha sottolineato che la nuova strategia dell'UE e le strategie nazionali per lo sviluppo sostenibile devono essere collegate più strettamente e che occorre utilizzare pienamente e rafforzare gli strumenti dell'SSS, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio dei progressi e la condivisione delle migliori pratiche. Il Consiglio europeo inoltre invita la Commissione a presentare nel giugno 2009, con la sua prossima relazione sull'andamento della strategia, una tabella di marcia che elenchi le azioni ancora da realizzare con la massima priorità.

Tra le iniziative prioritarie per il 2008, la Commissione preannuncia l’adozione di un pacchetto sostenibilità composto da:

·   una comunicazione e un piano d'azione sulla politica industriale sostenibile (PIS);

·   un piano d'azione su produzione e consumo sostenibili (PCS).

L'iniziativa PIS/PCS consiste in una strategia integrata per aiutare l'economia dell'UE a diventare più sostenibile e competitiva dal punto di vista ambientale e riguarderà l'innovazione, il mercato interno e la dimensione esterna, ivi compresi i modelli di produzione e di consumo. L'iniziativa - che definirà la strategia e i piani d'azione per la sua attuazione - potrebbe includere alcune proposte legislative. Un elemento chiave dell'iniziativa consisterà nel varo di una nuova politica dei prodotti che introduce requisiti dinamici in materia di sostenibilità, attraverso un ampliamento della direttiva sui prodotti che consumano energia, abbinati a "norme di rendimento" su base volontaria. Tali norme verranno promosse a livello internazionale attraverso accordi settoriali internazionali. Sono inoltre previste importanti misure per stimolare l'innovazione (ad esempio un sistema europeo per le tecnologie ambientali), per promuovere un consumo più intelligente - ivi compresa la revisione del marchio di qualità ecologica (vedi infra) -, altre misure per aiutare l'industria a rendere più sostenibili i processi di produzione (anche attraverso la revisione del sistema EMAS – vedi infra - e il programma per il rispetto delle norme ambientali da parte delle piccole e medie imprese) e alcune iniziative per promuovere appalti pubblici e privati più sostenibili.

Nel suo programma per il semestre gennaio-giugno 2008, la Presidenza slovena segnala che dedicherà particolare attenzione alle iniziative della Commissione in  materia di politica industriale sostenibile ed eco innovazione.

Nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2008 approvata il 12 dicembre 2007, il Parlamento europeo chiede alla Commissione di potenziare le sinergie tra l'occupazione/lo sviluppo industriale, da un lato, e lo sviluppo/l'uso di tecnologie pulite, dall'altro, poiché gli elementi complementari sono forti e rappresentano una fonte potenziale di maggiore competitività.

Iniziative di semplificazione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione di:

·   una proposta di revisione del regolamento (CE) n. 1980/2000 relativo al sistema comunitario, riesaminato, di assegnazione di un marchio di qualità ecologica.

La revisione punta a migliorare l'efficacia e l'impatto sul mercato aumentando la gamma dei prodotti e servizi con marchio di qualità ecologica offerti al consumatore. A tal fine: verrà radicalmente cambiata e semplificata la procedura di sviluppo e adozione dei criteri in materia di marchio di qualità ecologica; verrà rafforzata la partecipazione degli operatori economici al processo, migliorando in tal modo la titolarità e gli aspetti riguardanti l'autoregolamentazione e riducendo nel contempo gli oneri amministrativi a carico degli Stati membri; verranno agevolate le sinergie con i marchi di qualità ecologica esistenti a livello nazionale; verrà fissato un limite per i costi e le tasse che le autorità degli Stati membri possono applicare al richiedente. Inoltre, i criteri dovrebbero essere definiti in maniera tale da poter essere facilmente applicati ai fini degli appalti pubblici verdi.

·   una proposta di revisione del regolamento (CE) n. 761/2001, del 19 marzo 2001, sull'adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS).

La revisione mira a migliorare i risultati ambientali delle organizzazioni che partecipano al sistema e ad accrescere la partecipazione del settore pubblico e di quello industriale. Il miglioramento dei risultati ambientali e il rispetto delle norme da parte delle organizzazioni partecipanti verranno facilitati mediante consulenze sugli obblighi giuridici in campo ambientale e mediante orientamenti sulle migliori pratiche di gestione ambientale. Tutte le organizzazioni aderenti trarranno vantaggio dalla riduzione dei requisiti procedurali, dalla semplificazione delle norme sull'utilizzo del logo e dall'armonizzazione delle norme in materia di accreditamento, verifica e registrazione. Inoltre, le piccole e medie imprese e i piccoli enti locali trarranno beneficio dalla riduzione degli obblighi di verifica e informazione e delle spese di registrazione. Verranno favorite le sinergie con gli altri sistemi di gestione ambientale. Verranno promossi gli incentivi e le semplificazioni normative da parte degli Stati membri a favore delle organizzazioni partecipanti.

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Il 21 dicembre 2007, dopo un processo di revisione di due anni, la Commissione ha adottato un pacchetto di misure volto a migliorare la politica dell’Unione europea in materia di emissioni industriali composto da:

·   la comunicazione “Verso una politica più efficace in materia di emissioni industriali” (COM (2007) 843);

·   il documento di valutazione sull’impatto dell’intervento (SEC(2007)1679) e la relativa sintesi (SEC(2007)1682);

·   una proposta di direttiva sulle emissioni industriali (in materia di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento) (COM (2007) 844). La proposta riunisce le disposizioni di sette diverse direttive in un unico strumento normativo chiaro e coerente: direttiva 96/61/CEE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (IPPC); direttiva 2001/80/CE sui grandi impianti di combustione; direttiva 2000/76/CE sull’incenerimento dei rifiuti; direttiva 1999/13/CE sulle emissioni dei solventi nonché tre direttive relative ai rifiuti provenienti dell'industria del biossido di titanio(1978/176/CEE, 1982/883/CEE) 1992/112/CEE).

Il pacchetto è stato trasmesso al Consiglio e al Parlamento europeo che esamineranno la proposta di direttiva secondo la procedura di codecisione. 

 

Trasporto sostenibile

Si veda il paragrafo “Trasporto sostenibile” all’interno del capitolo “Trasporti” riportato  alle pagine seguenti.

 

GMES (sistema globale di osservazione per l'ambiente e la sicurezza)

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione segnala che l’attuazione di una vigilanza mondiale in materia di ambiente e di sicurezza (GMES) fornirà un potente strumento per calibrare le politiche europee.

A tal fine tra le iniziative prioritarie per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione di una comunicazione sull'avvio del programma GMES, che definirà la sostenibilità nel lungo termine del programma ed il relativo quadro finanziario. La comunicazione potrebbe essere accompagnata o seguita da proposte legislative di attuazione.

Si ricorda che il 10 novembre 2005 la Commissione ha presentato la comunicazione Monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (GMES): dal concetto alla realtà[36],in cui delinea una strategia per la realizzazione di un sistema globale di osservazione della terra che ricorra a tecniche spaziali e terrestri. L’obiettivo del GMES è assicurare, su basi durevoli, servizi affidabili e puntuali riguardo ai temi ambientali e della sicurezza, per andare incontro ai bisogni di coloro che indirizzano le politiche pubbliche. Il GMES è un’iniziativa guidata dall’UE, nel cui ambito all’Agenzia spaziale europea spetta il compito di attuare la componente spaziale, mentre la Commissione gestirà le azioni volte ad individuare e sviluppare servizi basati sia su dati disponibili in situ che su dati ottenuti tramite telerilevamento. Secondo quanto indicato dalla Commissione il sistema GMES verrà sviluppato a tappe, la prima delle quali prevede che i primi tre servizi operativi relativi al monitoraggio terrestre, al monitoraggio marino e alla gestione di emergenze entrino nella fase pilota entro il 2008, grazie al finanziamento del Settimo programma quadro per la ricerca.

 

Rifiuti

Iniziative di semplificazione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione di una proposta di revisione della direttiva 2002/96/CE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La revisione esaminerà le possibilità per accrescere l'efficienza e l'efficacia della direttiva in termini di realizzazione degli obiettivi ambientali ed eliminerà i costi superflui per le imprese, i consumatori, le organizzazioni non governative e le pubbliche amministrazioni derivanti dall'attuazione della direttiva. La revisione riguarderà gli obiettivi, l'ambito di applicazione, i requisiti di trattamento e l'attuazione delle disposizioni riguardanti la responsabilità del produttore.

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Il 21 dicembre 2005 la Commissione ha presentato la strategia per la prevenzione e il riciclo di rifiuti, che comprende una comunicazione[37]e una proposta di direttiva[38] per modernizzare la direttiva quadro sui rifiuti 75/442/CEE (c.d. direttiva quadro sui rifiuti). La strategia individua un obiettivo a lungo termine, che mira a fare dell’Europa una società che ricicla, cerca di contenere la produzione di rifiuti e trasforma in risorsa i rifiuti che non possono essere evitati. Per realizzare tale obiettivo saranno sfruttate le conoscenze generate dalla strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali[39], adottata nella medesima data. L’attenzione è focalizzata sul concetto di ciclo di vita[40] nella politica di gestione dei rifiuti.

Il Consiglio ambiente del 27 giugno 2006 ha approvato conclusioni con le quali accoglie favorevolmente la strategia tematica della Commissione. La proposta di direttiva è stata esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo il 13 febbraio 2007, nell’ambito della procedura di codecisione. Il Parlamento europeo ha proposto diversi emendamenti parzialmente accolti dalla Commissione. Il Consiglio ambiente del 20 dicembre 2007 ha adottato una posizione comune sulla proposta di direttiva, introducendo alcune modifiche. L’esame in seconda lettura del Parlamento europeo è previsto per maggio 2008.

 

Politica marittima

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione segnala che verrà gradualmente attuato il piano d’azione a favore della nuova politica marittima dell’Unione europea adottato nel 2007.

Il 10 ottobre 2007 la Commissione ha presentato una comunicazione in cui propone una nuova politica marittima integrata per l'UE (COM (2007) 575), nonché un piano d'azione dettagliato che fissa un programma di lavoro ambizioso per i prossimi anni (SEC(2007)1278/2). Sulla base della proposta della Commissione, la nuova politica sarà basata sull'eccellenza dell'Europa nel campo della ricerca marina, della tecnologia e dell'innovazione. Essa sarà inoltre legata all'agenda di Lisbona per la crescita e l'occupazione e all'impegno generale dell'UE volto a garantire che lo sviluppo economico non si realizzi a scapito della sostenibilità ambientale.

Tra le iniziative prioritarie per il 2008 si segnala in particolare, nell’ambito del pacchetto sul trasporto marittimo[41], una comunicazione sulla futura politica del trasporto marittimo dell’UE corredata di proposte legislative.

Nelle intenzioni della Commissione, la comunicazione terrà conto dei cambiamenti intervenuti in seguito alla presentazione della strategia sul trasporto marittimo del 1996 e cercherà, inoltre, di dare una risposta a tutte le questioni riguardanti il ruolo ed il contributo del trasporto marittimo al sistema economico europeo nel suo insieme. La comunicazione dovrebbe, in particolare, esaminare aspetti quali le conseguenze derivanti dall’intensificazione del processo di globalizzazione, l’espansione degli scambi, i vincoli in campo energetico e quelli legati al cambiamento climatico,  gli aspetti relativi alla sicurezza, lo sviluppo sostenibile, il fattore umano, la competitività e le nuove tendenze in campo logistico.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Protezione ambiente marino

Nel quadro del sesto programma d’azione per l’ambiente, il 25 ottobre 2005 la Commissione ha presentato la strategia tematica per la protezione e la conservazione dell’ambiente marino (COM(2005)504), congiuntamente ad una proposta di direttiva che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (COM(2005) 505).

Obiettivo finale della strategia – che costituirà il pilastro ambientale della politica marittima - è quello di raggiungere un buon livello ecologico dell’ambiente marino entro il 2021 e di proteggere tale risorsa dalla quale dipendono attività economiche e sociali rilevanti. La proposta di direttiva che accompagna la strategia istituisce, tra l’altro, sulla base di criteri geografici e ambientali, le regioni marine europee: il Mar Baltico, l'Atlantico nord-orientale e il Mar Mediterraneo.

Sulla proposta di direttiva, che segue la procedura di codecisione, il 23 luglio 2007 il Consiglio ambienteha adottato una posizione comune. L’11 dicembre 2007 Il PE ha esaminato in seconda lettura la proposta proponendo alcuni emendamenti alla posizione comune del Consiglio .

Nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2008 approvata il 12 dicembre 2007, il Parlamento europeo sottolinea la necessità di una strategia dell'Unione europea per il Mar Baltico e chiede alla Commissione di presentare una siffatta strategia nel corso del 2008.

Mar Mediterraneo

Dopo un’ampia consultazione informale sul sito web della Commissione dedicato all’ambiente, il 6 settembre 2006 la Commissione europea ha presentato una comunicazione in cui propone una strategia ambientale a lungo termine per la pulizia e la protezione del Mar Mediterraneo (COM (2006) 475).

I punti centrali della strategia sono:

-    ridurre i livelli di inquinamento nella regione;

-    promuovere l’uso sostenibile del mare e delle zone costiere;

-    incoraggiare i paesi rivieraschi a cooperare sui temi ambientali;

-    aiutare i paesi partner a sviluppare istituzioni e politiche efficaci per proteggere l’ambiente.

-    coinvolgere le organizzazioni non governative e la società civile nelle decisioni ambientali che le riguardano.

Tali obiettivi saranno raggiunti attraverso quattro strumenti: supporto finanziario dei programmi dell’Unione europea già in corso o pianificati; rafforzamento del dialogo con i rappresentanti della regione; migliore coordinamento con altre organizzazioni e partner; condivisione dell’esperienza acquisita dall’Unione europea nella lotta contro l’inquinamento nel Mediterraneo e in altre regioni.

La strategia è in attesa di esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.

 

Biodiversità

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie per il 2008 la Commissione preannuncia l’adozione di un pacchetto biodiversità composto da:

·   la relazione intermedia sull'attuazione del piano d'azione sulla biodiversità.

Si ricorda a tale proposito che il 22 maggio 2006 la Commissioneha adottato la comunicazioneArrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 e oltreSostenere i servizi ecosistemici per il benessere umano” (COM(2006)216). Il documento definisce un approccio per interrompere entro il 2010 la perdita di biodiversità nell’Unione europea e contribuire a garantire la biodiversità planetaria entro lo stesso termine. In particolare, la Commissione propone un piano d’azione contenente misure concrete; definisce le responsabilità delle istituzioni dell’UE e degli Stati membri; specifica indicatori per monitorare i progressi realizzati. Il piano d'azione sulla biodiversità impone alla Commissione di riferire sulla sua attuazione nel 2008, tenendo conto delle relazioni degli Stati membri e di altri dati. L'obiettivo è fornire una descrizione aggiornata sull'attuale ritmo di avanzamento del piano d'azione, evidenziando i settori problematici alla luce dell'impegno assunto per il 2010;

·   una comunicazione sulle opzioni strategiche per combattere le specie invasive esotiche alle quali è esposto il patrimonio naturale dell'UE. Sulla base di uno studio attualmente in corso verranno proposte nel 2009-2010 ulteriori azioni contro le specie invasive. L'obiettivo è prevenire e controllare l'ingresso di specie invasive esotiche, proteggendo in tal modo la biodiversità nell'UE.

La preservazione di natura e biodiversità figurano anche tra le priorità della Presidenza slovena, che rappresenterà l’UE alla Conferenza delle Parti alla Convenzione sulla diversità biologica che si terrà a Bonn a maggio 2008. L’impegno dell’UE in tale occasione è quello di battersi per favorire progressi a livello internazionale.

 

Foreste

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie per il 2008 la Commissione preannuncia l’adozione di un “pacchetto foreste” che dovrebbe essere composto da:

·   una comunicazione sulle misure volte a combattere la deforestazione;

·   una comunicazione sulle misure contro il commercio nell'UE del legname tagliato illegalmente e dei suoi prodotti. La comunicazione potrebbe essere accompagnata da una proposta legislativa a seconda dei risultati della valutazione d'impatto attualmente in corso. Sulla base degli attuali e dei futuri negoziati bilaterali con i principali produttori di legname, in vista della conclusione di accordi bilaterali FLEGT (Forest Law Enforcement, Governance and Trade), l'iniziativa punta a proteggere le foreste vulnerabili dalle attività illegali di disboscamento e a combattere la vendita nell'UE dei prodotti derivanti da tali attività.

Si ricorda che il regolamento (CE) n. 2173/2005 del Consiglio, del 20 dicembre 2005, relativo all’istituzione di un sistema di licenze FLEGT per l’importazione di legname nella Comunità europea, non affronta direttamente la questione del commercio di legname con i paesi terzi che non aderiscano al sistema volontario di rilascio delle licenze. Pertanto, ad ulteriore sostegno del piano d’azione proposto nel 2003 per combattere il fenomeno del disboscamento illegale e facendo seguito alle sollecitazioni in tal senso da parte di Consiglio e Parlamento europeo, la Commissione sta valutando la possibilità di nuove iniziative legislative.

Il 21 maggio 2003 la Commissione ha presentato la comunicazione “L'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT) - Proposta di un piano d'azione dell'Unione europea” (COM (2003) 251). Nella comunicazione la Commissione propone una serie di misure per affrontare il problema sempre più grave dei disboscamenti illegali e del relativo commercio di legname. Le componenti del piano d'azione sono: il sostegno ai paesi produttori di legname; le iniziative per sviluppare una collaborazione multilaterale finalizzata alla lotta contro il commercio di legname tagliato illegalmente; misure volontarie per garantire sostegno ai governi che intendono impedire l'accesso al mercato comunitario al legname tagliato illegalmente sul loro territorio; la politica degli appalti pubblici; le iniziative del settore privato; provvedimenti volti ad evitare investimenti in attività che incentivano i disboscamenti illegali; misure in materia di "legname da guerra", vale a dire di legname che viene commerciato da gruppi armati e i cui proventi servono a finanziare conflitti armati. L’adozione del citato regolamento (CE) n. 2173/2005 rientra tra le misure previste dal piano d’azione.

A tal fine la Commissione ha avviato tra dicembre 2006 e marzo 2007 una consultazione pubblica sui modi per combattere il disboscamento illegale e, in particolar modo, per evitare che l’UE serva come mercato per lo scambio di legname illegalmente disboscato da parte dei paesi che sono sospettati di fare ampiamente ricorso a tale pratica. Una delle possibili opzioni previste dalla Commissione è quella di rendere illegale l’importazione nel territorio dell’Unione europea di legname illegalmente prodotto nei paesi stranieri. Come rilevato dalla Commissione nell’analisi dei risultati della consultazione – pubblicati sulle pagine del sito web della Commissione dedicate alla cooperazione allo sviluppo – tale opzione sembrerebbe aver raccolto il maggior sostegno.

 

Informazioni ambientali

Iniziative di semplificazione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione di alcune proposte legislative volte a promuovere lo sviluppo di un Sistema comune di informazioni ambientali (Shared Environmental Information System – SEIS); a semplificare i sistemi di informazione e ad armonizzare gli approcci in materia di controllo e informazione. L'iniziativa mira a migliorare la disponibilità, la qualità e la comparabilità dei dati, evitare ridondanze negli obblighi di notifica agli Stati membri e quindi i costi amministrativi, rimuovere gli ostacoli riguardanti l'accessibilità delle informazioni e migliorare la coerenza degli indicatori e dei sistemi di controllo.

 

Ambiente e agricoltura

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione sottolinea di volere impegnarsi al massimo per garantire il rispetto della legislazione in materia di protezione fitosanitaria.

Nell’anno in corso, infine, la Commissione intende precisare il quadro giuridico per la valutazione dei rischi inerenti agli OGM da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

 

La Presidenza slovena si occuperà prioritariamente dei due dossier relativi ai prodotti fitofarmaceutici e ai pesticidi; in particolare la Presidenza cercherà di favorire l’adozione, entro il giugno 2008, di una posizione comune sulla proposta di direttiva sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi e ad un accordo politico sull’immissione sul mercato dei prodotti fitofarmaceutici. Inoltre la Presidenza ricercherà l’accordo sulla proposta di direttiva relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutta che potrebbe essere adottata entro il primo semestre del 2008.

Iniziative di semplificazione

Tra le iniziative di semplificazione previste per il 2008, la Commissione precisa di voler procedere:

·    alla revisione della legislazione relativa all’immissione sul mercato dei biocidi. La proposta fa seguito alla relazione del 2007 sull’attuazione della direttiva 98/8/CE sui biocidi ed ha come obiettivo l’allineamento del quadro giuridico in materia alla politica dell’UE sulle sostanze chimiche (regolamento Reach);

·   all’armonizzazione dei livelli massimi di residui nei pesticidi; la revisione è volta a sostituire le quattro direttive attualmente esistenti in materia (76/895/CEE, 86/362/CEE, 86/363/CEE e 90/642/CE) con un unico regolamento.

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Il 12 luglio 2006 la Commissione ha presentato una comunicazione sulla strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi (COM(2006)372) ed una proposta di direttiva (COM(2006)373) che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi. La proposta è volta a dare attuazione alle parti della strategia tematica che comportano l’adozione di una nuova normativa.

Sulla comunicazione il Consiglio ha adottato conclusioni il 20 febbraio 2007. Il 23 ottobre 2007 la proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata dal Parlamento europeo che l’ha approvata con emendamenti. Il 17 dicembre 2007 il Consiglio ha raggiunto un accordo sulla posizione comune.

L’11 dicembre 2006 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2006)778) relativo alle statistiche sui prodotti fitosanitari. La proposta si propone come principale obiettivo quello di garantire la rilevazione di dati comparabili in tutti gli Stati membri, permettendo così di calcolare indicatori di rischio armonizzati e di misurare i progressi compiuti in direzione di un uso più sostenibile dei prodotti fitosanitari in tutta la Comunità.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, verrà esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo, presumibilmente nella sessione del 30 gennaio 2008.

Il 22 dicembre 2006 la Commissione ha presentato una proposta di direttiva che modifica la direttiva 98/8/CE relativa all’immissione sul mercato dei biocidi per quanto riguarda le competenze di esecuzione conferite alla Commissione.

Il 14 novembre 2007 la proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata dal Parlamento europeo che ha approvato alcuni emendamenti.

In materia di organismi geneticamente modificati, si ricorda che la Commissione ha presentato, il 18 dicembre 2007, quattro proposte di decisione relative all’autorizzazione all’immissione in commercio di mangimi ottenuti dalla patata geneticamente modificata (COM(2007)813), di prodotti contenenti mais MON863xNK603 (COM(2007)814), di prodotti contenenti mais MON863xMON810 (COM(2007)815) e di prodotti contenenti mais MON863xMON810xNK603 (COM(2007)816).

Tali proposte, che seguono la procedura di comitologia, sono in attesa di essere esaminate dal Consiglio.


Applicazione del diritto comunitario

Priorità della Commissione

La Commissione considera prioritario garantire nel corso del 2008 un'applicazione effettiva ed equa del diritto comunitario, anche attraverso un dialogo più strutturato con gli Stati membri, sulla base delle indicazioni contenute nella comunicazione "Un'Europa dei risultati – L'applicazione del diritto comunitario" del settembre 2007 (COM (2007) 502).

Nella comunicazione COM(2007)502, la Commissione europea individua i seguenti settori in cui possono essere introdotti dei miglioramenti: 1) prevenzione, attraverso la considerazione degli aspetti relativi all’attuazione del diritto comunitario sin dall’inizio del processo di elaborazione delle proposte legislative; 2) un più efficace scambio di informazione, in particolare con le competenti autorità nazionali degli Stati membri; 3) un perfezionamento dei metodi di lavoro e un più efficace sistema di gestione delle violazioni del diritto comunitario; 4) il rafforzamento del dialogo e delle trasparenza, intensificando la cooperazione tra le istituzioni europee e migliorando l’informazione per il pubblico.

Particolare accento sarà posto sulla corretta applicazione del diritto comunitario nei seguenti settori: trasporti, ambiente, sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali, protezione fitosanitaria. La Commissione ritiene che per agevolare l'attuazione e l'applicazione del diritto comunitario sia essenziale la cooperazione con gli Stati membri, attraverso meccanismi di monitoraggio preventivo delle nuove legislazioni nazionali, promuovendo l'attiva partecipazione alla rete SOLVIT[42] e lavorando con reti informali quali il Forum dei giudici.

La Commissione intende avviare una o più nuove inchieste settoriali nel campo della concorrenza su mercati per i quali sono state individuate carenze e, nel quadro del piano d'azione in materia di aiuti di Stato, assumerà iniziative volte a completare il passaggio a disposizioni più snelle ed efficaci in materia di sovvenzioni, sottese da solide analisi economiche.


Asilo e protezione internazionale

Priorità della Commissione

La definizione di una politica comune in materia di asilo è una delle priorità della Commissione per il 2008, in quanto espressione dei valori di solidarietà dell’Unione europea. Sulla base del programma dell’Aja e del Libro verde presentato in materia il 6 giugno 2007[43], la Commissione prevede, tra le iniziative strategiche, la presentazione di una pacchetto di misure comprendente:

·         una comunicazione relativa ad un Piano strategico in materia di asilo;

Il Piano strategico comprenderà proposte relative alle componenti di lungo termine del regime comune europeo di asilo descritte nel programma dell’Aja, tra cui la procedura di richiesta, lo status uniforme per i beneficiari di protezione sussidiaria e l’ufficio europeo di sostegno per tutte le forme di cooperazione tra gli Stati membri.

·         una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2003/9/CE sulle norme relative all’accoglienza dei richiedenti asilo;

·         una proposta di regolamento che modifica il regolamento CE n. 343/2003, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di asilo;

·         una proposta di direttiva che modifica le procedure in materia di asilo;

·         una proposta di direttiva sul riconoscimento dello status di rifugiato e sul ravvicinamento delle forme di protezione sussidiaria.

Le proposte di direttiva intendono modificare o chiarire alcune disposizioni delle attuali direttive al fine di armonizzare i pertinenti standard e garantire al coerenza con gli sviluppi dell’acquis in materia di asilo.

L’impegno per la realizzazione di un sistema europeo comune di asilo è considerato una delle priorità della Presidenza slovena per il primo semestre 2008.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 6 giugno 2007 la Commissione ha presentato un insieme di misure volte ad avviare la realizzazione del futuro regime comune europeo in materia di asilo, entro il 2010, in attuazione di quanto previsto dal Programma dell’Aja.

Le misure proposte della Commissione comprendono:

·         una relazione sulla valutazione del sistema di Dublino (COM(2007)299).

Il sistema di Dublino comprende quattro strumenti legislativi[44] volti a determinare quale Stato sia competente ad esaminare una domanda di asilo presentata in uno degli Stati membri delle comunità europee, Norvegia e Islanda[45], da parte di un cittadino proveniente da paesi terzi. Tale sistema è stato elaborato per dare attuazione alla Convenzione di Dublino[46] e costituisce la prima fase dell’applicazione del programma dell’Aja. La relazione presentata dalla Commissione intende iniziare il periodo di valutazione[47] di tale prima fase, che ha avuto come finalità principale l’armonizzazione degli ordinamenti degli Stati membri sulla base di norme minime comuni.

·         il Libro verde sul futuro del regime comune europeo di asilo (COM(2007)301), inteso a stimolare il dibattito in materia;

La consultazione, lanciata dal Libro verde e conclusasi il 31 agosto 2008, ha inteso fornire un contributo affinché sia garantito un più elevato standard di protezione ed una maggiore parità di trattamento attraverso l’UE nonché assicurare un più elevato livello di solidarietà tra gli Stati membri.

·         una proposta di direttiva (COM(2007)298), recante modifica della direttiva 2003/109/CE del 25 novembre 2003, relativa allo status dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo, al fine di estendere il suo campo di applicazione anche ai beneficiari di una protezione internazionale.

La proposta di direttiva, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo nella seduta del 22 aprile 2008.


Bilancio e gestione dei programmi finanziari

Priorità della Commissione

La Commissione ricorda nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 che procederà nel corso dell’anno a dare esecuzione al bilancio dell’UE per il 2008, che riserva circa il 44% degli stanziamenti d'impegno ad attività a sostegno della crescita e dell'occupazione in Europa, attraverso investimenti in settori quali la ricerca, la competitività e l'innovazione, il trasporto e le reti energetiche, l'istruzione e la formazione nell'intero arco della vita, nonché la coesione economica e sociale. Inoltre, la Commissione continuerà a gestire la fase finale dei programmi e progetti del periodo 2000- 2006 (precedente periodo di delle prospettive finanziarie). In particolare, la Commissione intende garantire l'ottimizzazione delle limitate risorse, onde ottenere i migliori risultati sociali ed economici, raggiungendo il miglior rapporto costi-efficienza e badando nel contempo a garantire un elevato grado di esecuzione del bilancio. Per la parte del bilancio che gestisce assieme agli Stati membri la Commissione formulerà, se del caso, appositi orientamenti. Se non riuscirà ad ottenere le necessarie garanzie, la Commissione valuterà l'opportunità di sospendere i pagamenti a favore degli Stati membri carenti.

La Commissione preparerà, inoltre, la revisione del bilancio dell’UE per ottimizzare la capacità dell'Europa di fronteggiare le grandi sfide del prossimo decennio.

L’avvio di una riflessione sulla revisione del bilancio dell’UE è espressamente previsto dall’accordo interistituzionale sul quadro finanziario dell’UE per il 2007-2013,  stipulato il 17 maggio 2006.  Un’apposita dichiarazione allegata all’accordo, infatti, stabilisce che la Commissione europea elabori una relazione, da presentare entro il 2008-2009, su tutti gli aspetti del bilancio comunitario, inclusi, tra gli altri, la spesa per la politica agricola comune e lo sconto britannico. Sulla base della relazione della Commissione, il Consiglio europeo potrebbe procedere ad eventuali modifiche alle prospettive finanziarie in corso (2007-2013) ed iniziare contestualmente i lavori preparatori per il quadro finanziario post-2013. La medesima dichiarazione impegna inoltre la Commissione, nell’ambito del processo di consultazione volto alla preparazione della revisione nel 2008-2009, a tenere conto dello scambio di vedute approfondito che avrà con il Parlamento europeo. La Commissione prende inoltre atto dell'intenzione del Parlamento europeo di chiedere una conferenza che coinvolga il Parlamento europeo ed i Parlamenti nazionali per riesaminare il sistema delle risorse proprie e di considerare l'esito di tale conferenza un contributo nel quadro del processo di consultazione volto alla revisione. Al fine di avviare il dibattito, la Commissione europea ha adottato il 12 settembre 2007 un documento di consultazione pubblica in vista della revisione del bilancio. Dopo la chiusura della consultazione il 15 aprile 2008, la Commissione organizzerà il 27 maggio 2008 una conferenza sul tema della revisione del bilancio dell’UE.

 

Nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, il Parlamento europeo sottolinea che attende con interesse i risultati del processo di consultazione avviato dalla Commissione e chiede che il Parlamento sia pienamente associato alla revisione delle spese dell'UE e del sistema delle risorse proprie.

La V Commissione bilancio, tesoro e programmazionedella Camera, nell’esprimere parere favorevole in merito alla Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006 (Doc. LXXXVII, n. 2), ha impegnato il Governo con riferimento alla riflessione attualmente in corso sulle risorse proprie e sulla struttura del bilancio comunitario, alla definizione da parte dell’Italia di una posizione che promuova la concentrazione delle risorse comunitarie nella realizzazione di interventi a sostegno della crescita che abbiano una effettiva valenza sovranazionale ovvero risultino idonei a superare i divari territoriali, tenendo conto altresì dell’esigenza di limitare le spese amministrative degli apparati comunitari e di non aggravare il saldo netto negativo a carico dell’Italia.


Commercio internazionale

Accesso al mercato

Priorità della Commissione

Come preannunciato nel programma legislativo e di lavoro, la Commissione proseguirà nel suo piano d’azione a favore della competitività esterna dell’Europa, continuando ad attivarsi per un accordo commerciale in sede di Organizzazione mondiale del commercio (OMC), lavorando nel contempo ad una serie ambiziosa di negoziati bilaterali.

Nell’ambito delle iniziative adottate per favorire la competitività esterna, si ricorda che il 18 aprile 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Europa Globale: un partenariato rafforzato per assicurare l'accesso ai mercati per gli esportatori europei” (COM (2007) 183).

Si veda al riguardo il paragrafo “Dimensione esterna” all’interno del capitolo “Competitività”.

 

Anche la Presidenza slovena, nel programma di lavoro per il semestre, segnala che l’Unione europea rafforzerà il suo ruolo globale stringendo partenariati commerciali con paesi terzi e regioni, impegnandosi per concludere con successo un accordo globale ed equilibrato nell’ambito dell’Agenda di Doha per lo sviluppo[48] e promuovendo una politica commerciale libera ed aperta con mutui benefici e nel rispetto delle regole internazionali.

Si segnala che i negoziati di Doha per lo sviluppo, sospesi nel luglio 2006[49], sono ripresi sulla base delle proposte avanzate nel luglio 2007 dai presidenti dei gruppi negoziali sui prodotti agricoli e sui prodotti industriali. Il Consiglio affari generali e relazioni esterne, nella sua riunione del 23 e 24 luglio 2007, dopo essere stato informato dal commissario europeo al commercio, Mandelson sull’andamento dei negoziati, “ha chiesto alla Commissione di proseguire gli sforzi per migliorare le proposte, al fine di raggiungere gli obiettivi comunitari nelle prossime fasi dei negoziati”.

Si ricorda che la posizione negoziale dell’UE è stata aggiornata da ultimo il 28 ottobre 2005, in vista della conferenza ministeriale di Hong Kong di dicembre 2005. In quella occasione l’UE ha fatto alcune concessioni per quanto riguarda il capitolo agricolo, proponendo tra l’altro:

·   la riduzione del 70 percento degli aiuti interni all’agricoltura aventi effetti distorsivi sugli scambi;

·   una riduzione dei dazi doganali del 60 percento per quelli più elevati, mentre per quelli meno elevati la riduzione proposta va dal 35 al 60 percento;

·   l’eliminazione dei sussidi alle esportazioni ad una data precisa se gli altri membri dell’OMC assumono il medesimo impegno.

Tale offerta in campo agricolo è stata subordinata all’accettazione da parte dei membri dell’OMC di un certo numero di richieste in aree negoziali estranee all’agricoltura (beni industriali, paesi in via di sviluppo, indicazioni geografiche, discipline più stringenti).

In relazione all’offerta dell’UE e all’andamento dei negoziati in sede OMC, in più occasioni, il Consiglio ha sottolineato la necessità di giungere ad un risultato equilibrato su tutti i punti principali dell'agenda, con un'attenzione particolare rivolta ai bisogni dei paesi in via di sviluppo, e di disporre di contributi di tutti i partner commisurati ai rispettivi livelli di sviluppo[50]. Il Consiglio agricoltura del 7 maggio 2007 nelle sue conclusioni ha ribadito che ogni modifica dell’UE all’offerta avanzata il 28 ottobre 2005 deve avvenire in conseguenza di chiari cambiamenti da parte dei partner negoziali.

Nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione, il Parlamento europeo pone l'accento sulla necessità di una conclusione positiva del Doha Round; sottolinea che l'UE deve rafforzare anche il suo impegno con le economie emergenti attraverso accordi bilaterali o regionali di libero scambio, quale strumento complementare all'approccio multilaterale, e chiede allo stesso tempo che vengano incluse disposizioni sull'applicazione delle norme fondamentali del lavoro; ritiene che gli scambi debbano essere liberi ed equi; invita infine la Commissione ad assicurare una più efficace protezione ai diritti di proprietà intellettuale e a fare tutto il possibile per lottare contro la contraffazione.

Altre proposte all’esame delle istituzioni europee

Il 16 dicembre 2005 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento relativa all’indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi (COM (2005)661).

Attualmente sulla maggior parte dei prodotti commercializzati nell’Unione europea non vi è l’obbligo di indicare il nome del paese di origine. La proposta di regolamento prevede dunque l’introduzione di un sistema di marchio di origine obbligatorio: tale sistema riguarda un certo numero di settori che lo ritengono vantaggioso ed è applicabile esclusivamente alle merci importate. La Commissione sottolinea che, al fine di ridurre per quanto possibile l'onere derivante dall'applicazione del nuovo sistema, il regolamento limita gli obblighi e le condizioni di apposizione del marchio sui prodotti al minimo indispensabile per garantire che il marchio di origine sia facilmente riconosciuto e compreso dal consumatore, pur non essendo, al tempo stesso, facilmente sostituibile o imitabile. Quanto al regime linguistico, il regolamento offre la possibilità di redigere e apporre la dicitura “Fabbricato in”, o altra espressione analoga in una qualsiasi delle lingue ufficiali della Comunità europea che sia comprensibile per l’acquirente finale. Riconoscendo che i mezzi specifici per l’apposizione di un marchio di origine possano dipendere dal tipo di prodotto, il regolamento dà facoltà alla Commissione di disciplinare ulteriormente questo aspetto. Considerando inoltre che anche altri settori potrebbero essere interessati ad aderire al sistema del marchio di origine, o che il marchio di origine potrebbe rivelarsi meno pertinente per altri settori, il regolamento dà altresì facoltà alla Commissione di includere o eliminare i settori in questione.

La proposta è in attesa di essere esaminata dal Consiglio che, in base all’articolo 133, paragrafo 2, TCE, delibera senza l’obbligo di acquisire il parere del Parlamento europeo.

Sull’argomento si è comunque espresso anche il Parlamento europeo, che il 6 luglio 2006 ha approvato una risoluzione con la quale:

-    sottolinea l’importanza dell’introduzione del marchio origine, della promozione dell’immagine delle industria europea nonché della protezione dei consumatori;

-    invita Commissione e Consiglio a compiere tutti i passi necessari per assicurare parità di condizioni con i partner commerciali che hanno applicato le disposizioni in materia di marchio di origine e a porre in essere un’adeguata sorveglianza doganale.

Si segnala infine che il 25 ottobre 2007 il Parlamento europeo ha approvato una dichiarazione scritta con la quale chiede agli Stati membri di adottare senza indugio la proposta di regolamento volta a introdurre l'indicazione obbligatoria del paese di origine di alcuni prodotti importati da paesi terzi nell'UE.I deputati sottolineano che ciò è nell'interesse dei consumatori, dell'industria e della competitività nell'Unione europea. La dichiarazione, presentata nel corso del mese di settembre scorso al fine di sbloccare la situazione, è stata sottoscritta dalla maggioranza dei deputati; pertanto, è stata iscritta al processo verbale della seduta dell’11 dicembre 2007 tra i testi approvati e sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, diventando così posizione ufficiale dell'Assemblea.


Competitività

Strategia di Lisbona

Si veda il capitolo “Strategia di Lisbona e governance economica” riportato alle pagine seguenti.

 

Imprese

Priorità della Commissione

Nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione sottolinea che inizierà a preparare le azioni in vista dell’anno europeo della creatività e dell’innovazione nel 2009. La Commissione, inoltre, sottolinea che una “normativa sulle piccole imprese” preparerà misure specifiche per migliorare il loro rendimento economico e annuncia, tra le sue priorità, la presentazione di una comunicazione “Legge sulle piccole imprese (Small Business Act-SBA) per l’Europa”, che offrirà una combinazione di principi generali, azioni in campo giuridico, e azioni concrete da parte degli Stati membri e della Commissione.

La Commissione, tra le iniziative di semplificazione, continua a puntare sulla riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese a livello dell’Unione europea e nazionale.

 

Il programma della Presidenza slovena richiama l’attenzione sulla promozione di una economia competitiva e dinamica soprattutto mediante il sostegno alle PMI che costituiscono il motore della crescita economica e dello sviluppo della competitività. La Presidenza si impegnerà per migliorare le possibilità di accesso delle PMI alle risorse finanziarie ed alle infrastrutture della ricerca.

 

Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 12 dicembre 2007, accoglie con favore la determinazione della Commissione a realizzare una riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese a livello dell’Unione europea e nazionale; ritiene che ciò costituisca una priorità chiave – in particolare per le PMI – nei prossimi mesi ed un contributo essenziale al conseguimento degli  obiettivi di Lisbona.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 4 ottobre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione  “Piccole e medie imprese, essenziali per conseguire una maggiore crescita e rafforzare l’occupazione - Valutazione intermedia della politica moderna a favore delle PMI” (COM(2007) 592).

La comunicazione ribadisce che l’azione della Commissione europea si è ispirata agli impegni strategici relativi ai cinque settori chiave: riduzione degli ostacoli burocratici, migliore accesso delle PMI ai mercati; promozione dello spirito imprenditoriale e delle competenze; miglioramento delle capacità di crescita delle PMI; consolidamento del dialogo e della consultazione delle PMI.

 

L’8 ottobre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Piccole, ecologiche e competitive – un programma inteso ad aiutare le piccole e medie imprese a conformarsi alla normativa ambientale (COM(2007) 379)”. Consapevole dell’elevato livello di pressione che affligge le piccole imprese, la Commissione europea intende adoperarsi per venire loro incontro con un programma che intende aiutare le PMI a ottemperare ai propri obblighi e a migliorare il proprio rendimento ambientale. La Commissione propone una serie di azioni che vertono sui seguenti temi:

-   snellire le procedure amministrative a carico delle aziende;

-   aiutare le PMI a integrare le problematiche ambientali nei processi aziendali;

-   sostenere le reti regionali e nazionali;

-   sviluppare le competenze locali in materia di ambiente per le PMI;

-   migliorare la comunicazione e rendere più mirata l’informazione.

 

La Commissione ha presentato, il 31 ottobre 2007, la comunicazione “Aumentare la crescita della produttività: punti chiave della relazione sulla concorrenzialità europea per il 2007 (COM(2007)666), incentrata sulla produttività, considerata il motore essenziale della concorrenzialità e del benessere a lungo termine.

La relazione sulla concorrenzialità è stata reimpostata nel 2006 in modo da costituire una solida base analitica del pilastro microeconomico della strategia di Lisbona, pur continuando ad esplorare aspetti più specifici della concorrenzialità dell’industria europea. La relazione esamina le riforme microeconomiche nell’ambito del programma per la crescita e l’occupazione dal punto di vista delle potenzialità di incrementare la produttività, soffermandosi in particolare sulle competenze come fattore di concorrenzialità. La relazione valuta i punti di forza e di debolezza delle industrie europee e si conclude con una visione a lungo termine dell’industria manifatturiera europea al fine di evidenziare le tendenze e le sfide emergenti e di verificare se le politiche attuali ne tengono conto.

 

Il 21 dicembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Mercati di punta: un’iniziativa per l’Europa” (COM(2007)860) intesa a promuovere rapidamente la nascita e lo sviluppo di sei mercati di punta in cui l’Europa ha la possibilità di diventare leader mondiale.

L'”iniziativa mercati di punta per l'Europa[51] della Commissione individua i settori in cui le autorità pubbliche europee possono agevolare l'innovazione guidata dall'industria proponendo, per ognuno di essi, piani d’azione intesi a: creare quadri giuridici e normativi favorevoli, sostenere la ricerca, fissare standard, migliorare l'accesso al capitale di rischio nonché promuovere appalti pubblici per beni e servizi innovativi.

L’iniziativa della Commissione mira a favorire, in una prima fase, lo sviluppo di sei mercati a forte valore economico in termini di fatturato e di occupazione:

-   eSalute (salute on line);

-   tessili tecnici;

-   edilizia sostenibile;

-   bio-prodotti;

-   riciclaggio dei prodotti;

-   energie rinnovabili;

La Commissione annuncia, altresì, l’impegno a lanciare consultazioni con le parti interessate e a pubblicare una comunicazione sull’approccio ai mercati di punta entro il 2009.

Il 13 novembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione relativa all’Iniziativa europea per lo sviluppo del microcredito a sostegno della crescita e dell’occupazione (COM(2007) 708), considerato un mezzo per incoraggiare la crescita del lavoro autonomo e la formazione e lo sviluppo di microimprese, in molti casi in congiunzione con gli sforzi volti a promuovere il passaggio dalla disoccupazione al lavoro autonomo.

Il Consiglio, nella sessione del 22-23 novembre 2007, ha adottato conclusioni su “Competitività/Approccio integrato” nelle quali ribadisce che occorrono politiche più integrate che contribuiscano alla competitività europea, tenendo conto della globalizzazione, dei progressi della scienza e della tecnologia nonché delle sfide in materia di ambiente e energia, conseguibili in particolare:

·         garantendo un miglior funzionamento del mercato unico;

·         rafforzando il triangolo della conoscenza: ricerca e sviluppo tecnologico, innovazione e istruzione;

·         migliorando le condizioni generali in cui operano le imprese, stimolando lo spirito imprenditoriale e favorendo le condizioni atte a liberare tutto il potenziale delle PMI per promuoverne la crescita e lo sviluppo;

·         contrastando il cambiamento climatico e promuovendo il passaggio a un’economia a bassa emissione di carbonio grazie ad un nuovo approccio sostenibile alla politica industriale;

·         valorizzando ulteriormente la dimensione esterna della competitività.

Industria

Priorità della Commissione

Nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione preannuncia la presentazione di una strategia integrata per aiutare l’economia dell’UE a diventare più sostenibile e competitiva dal punto di vista ambientale. La strategia riguarda l’innovazione, il mercato interno e la dimensione esterna, ivi compresi i modelli di produzione e di consumo. Un elemento chiave consisterà nel varo di una nuova politica dei prodotti che introduce requisiti dinamici in materia di sostenibilità; sono inoltre previste misure per stimolare l’innovazione (ad es. un sistema europeo per le tecnologie ambientali), per promuovere un consumo più intelligente (compresa la revisione del marchio di qualità ecologica), misure per aiutare l’industria a renderere più sostenibili i processi di produzione e alcune iniziative per promuovere appalti pubblici e privati più sostenibili. Le due iniziative al centro di tale strategia sono: una comunicazione e piano d’azione sulla politica industriale sostenibile (PIS) e un piano d’azione “produzione e consumo sostenibili” (PCS).

 

La Presidenza slovena intende dedicare un’attenzione particolare alle iniziative della Commissione europea intese a promuovere una politica industriale sostenibile e l’ecoinnovazione, che possono contribuire in misura determinante alla competitività e all’innovazione dell’economia europea.

 

Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 12 dicembre 2007, chiede alla Commissione di potenziare le sinergie tra l’occupazione/lo sviluppo industriale, da un lato, e lo sviluppo e l’uso di tecnologie pulite, dall’altro.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 4 luglio 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Esame intermedio della politica industriale – Un contributo alla strategia dell’Unione europea per la crescita e l’occupazione” (COM(2007) 374) che si prefigge tre scopi:

-    descrivere l’attuale situazione economica dell’industria nell’Unione europea e individuare le grandi sfide a cui essa deve far fronte;

-    analizzare i progressi compiuti per quanto riguarda le azioni orizzontali e settoriali previste dalla comunicazione sulla politica industriale del 2005[52];

-    tenendo conto dei dati e delle sfide attuali e dei progressi realizzati, stabilire le misure per il periodo 2007-2009.

 

Nelle sue conclusioni del 22-23 novembre 2007 su “Competitività/Approccio integrato”, il Consiglio prende atto dell’iniziativa sulla politica industriale sostenibile e invita la Commissione a elaborare un piano d’azione complementare per promuovere la produzione e il consumo sostenibili, promuovendo nel contempo le sinergie con il piano strategico europeo per le tecnologie energetiche[53] proposto e con il piano d’azione per le tecnologie ambientali[54] dell’UE tuttora in corso e tenendo conto delle ripercussioni sulla competitività internazionale delle industrie dell’UE, in particolare di quelle ad alto consumo energetico.

 

Il 5 dicembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Una strategia per un’industria europea della difesa più forte e competitiva (COM(2007) 764).

La comunicazione riconosce il carattere speciale di tale industria e il suo rapporto particolare con il settore pubblico, ma afferma anche che si può fare molto per liberarne il pieno potenziale, al fine di garantire che abbia un buon rapporto costi/benefici per gli Stati membri e che offra le capacità necessarie, in modo efficiente ed efficace, per la PESD.

 

Dimensione esterna

Priorità della Commissione

Nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione pone l’accento sul piano d’azione a favore della competitività esterna dell’Europa sottolineando che esso contribuisce a generare una crescita e un’occupazione sostenibili all’interno, a promuovere gli scambi e a liberare possibilità di sviluppo all’esterno.

Nell’ambito delle iniziative adottate per favorire la competitività esterna, si ricorda che il 18 aprile 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Europa Globale: un partenariato rafforzato per assicurare l'accesso ai mercati per gli esportatori europei” (COM (2007) 183). Questa strategia, volta ad abbattere le barriere commerciali estere e ad assicurare nuove opportunità di esportazione, si inserisce nel nuovo quadro di politica commerciale inaugurato dalla Commissione con la comunicazione del 4 ottobre 2006 “Europa globale – competere nel mondo[55]. Il fulcro di questa nuova strategia[56] è costituito da un nuovo partenariato decentrato tra la Commissione, gli Stati membri e le aziende attive sul terreno nei paesi terzi in cui l'esperienza locale agevola l'identificazione e il superamento delle barriere commerciali.

Tra gli elementi chiave della nuova strategia vi sono:

-   una cooperazione più stretta e più attiva tra la Commissione europea, gli Stati membri e le imprese, compresa la costituzione sul terreno di gruppi[57] per l'accesso al mercato nei paesi terzi, sia per identificare le barriere commerciali, prima che si manifestino, sia per affrontare gli ostacoli esistenti agli scambi;

-   una migliore definizione delle priorità in materia di risorse, con particolare attenzione per certi “mercati bersaglio”, settori chiave o tematiche quali i diritti di proprietà intellettuale;

-   un miglior uso delle opportunità offerte dai negoziati – in particolare nell'ambito del Doha Round e della nuova generazione di accordi di libero scambio dell'UE – per registrare progressi in materia di ostacoli non tariffari;

-   una maggiore attenzione per gli aspetti applicativi delle norme commerciali globali e bilaterali – mediante un sistema istituzionale di composizione delle controversie e di strumenti europei in materia di barriere commerciali;

-   un servizio più efficiente e trasparente rivolto alle imprese, compresi una registrazione e un follow-up più sistematici dei casi e una base di dati migliorata sull'accesso ai mercati (Market Access Database).

La comunicazione è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo. Il 17 giugno 2007 il Consiglio ha adottato conclusioni in merito in cui, nell’accogliere positivamente l’iniziativa della Commissione, concorda sull’importanza di fornire assistenza soprattutto alle piccole e medie imprese per superare gli ostacoli all’accesso ai mercati, e desidera aiutare la Commissione a dare ampia pubblicità, a livello nazionale, comprese le PMI, al partenariato per l’accesso ai mercati e ai suoi servizi. Il Consiglio concorda inoltre sul fatto che non occorrano nuove istituzioni e che sia al contrario necessario far funzionare in maniera più efficace quelle esistenti. Il Consiglio infine esprime l’intenzione di valutare periodicamente i progressi compiuti nella attuazione della strategia.

 

 

 


Cooperazione di polizia

Priorità della Commissione

Nell’ambito delle iniziative prioritarie relative alla cooperazione di polizia, in particolare nel settore della lotta al terrorismo, la Commissione adotterà una comunicazione sulla radicalizzazione violenta, con la quale verranno individuate le iniziative da adottare sulla base di studi condotti sul campo e di nuovi dati empirici, nel quadro di un approccio comparativo e interdisciplinare.

La Presidenza slovena concluderà il processo di integrazione delle disposizioni del Trattato di Prüm[58] nel quadro giuridico dell’Unione europea e proseguirà l’azione di rafforzamento di Europol e la cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. In particolare, la Presidenza intende assicurare la continuità di azione contro il terrorismo internazionale tramite l’attuazione delle strategie e dei piani d’azione relativi alla lotta al terrorismo e alla lotta contro il finanziamento del terrorismo, della strategia di lotta contro la radicalizzazione e il reclutamento a fini terroristici e della strategia di controllo degli esplosivi, conducendo nel contempo una valutazione della preparazione degli Stati membri ad affrontare queste minacce.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Europol

Il 20 dicembre 2006 la Commissione ha presentato una proposta di decisione (COM(2006)817) con la quale si provvede a sostituire integralmente la Convenzione del 26 luglio 1995, istitutiva dell’Ufficio di polizia europeo (Europol).

La proposta di decisione, da adottare ai sensi dell’articolo 34, paragrafo 2, lettera c) del Trattato UE[59], incorpora nell’ambito del diritto UE le disposizioni della convenzione originaria e le modifiche ad essa apportate da successivi protocolli, aggiungendo nuove disposizioni, volte a rafforzare il ruolo di supporto di Europol nei confronti delle autorità degli Stati membri.

La proposta, che segue la procedura di consultazione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo nella seduta del 16 gennaio 2008.

Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha sottolineato la necessità che il Consiglio raggiunga un accordo sulla decisione che istituisce l'Europol al più tardi entro il mese di giugno 2008 e  che esamini regolarmente l'andamento dei lavori riguardo al piano di attuazione.

Lotta al terrorismo

La prevenzione e il contrasto del terrorismo sono considerati elementi chiave del programma dell’Aja. Nel dicembre 2005, il Consiglio europeo ha adottato la Strategia antiterrorismo[60], che ha fornito le linee guida per l’intervento dell’UE in questo settore. Il Piano d’azione di lotta al terrorismo adottato nel 2004[61] e riveduto, da ultimo, nel marzo 2007[62], ricalca il modello delineato nella Strategia, ordinando gli interventi previsti in quattro campi: prevenzione, protezione, perseguimento e risposta.

In questo quadro, il 6 novembre 2007 la Commissione ha presentato un pacchetto di misure comprendenti:

·         una comunicazione sull’intensificazione della lotta al terrorismo (COM(2007)649);

La comunicazione costituisce una presentazione del pacchetto di proposte, volta a chiarirne la funzione di strumenti rafforzativi della lotta al terrorismo. La Commissione ribadisce inoltre la necessità di un impegno congiunto degli Stati membri e delle istituzioni dell’Unione europea nella lotta al terrorismo, ricorda le azioni già intraprese nei vari settori: contrasto alla radicalizzazione violenta; protezione delle infrastrutture; miglioramento nello scambio delle informazioni tra le autorità nazionali; capacità di reazione a minacce non convenzionali (armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari); miglioramento della rilevazione delle situazioni di pericolo; sostegno alle vittime; contrasto ai canali di finanziamento del terrorismo, ricerca e sviluppo tecnologico.

·         una proposta di decisione quadro che modifica la decisione quadro 2002/475/GAI sulla lotta al terrorismo (COM(2007)650);

La proposta è volta ad armonizzare le disposizioni nazionali sull’incitamento a commettere atti terroristici e sul reclutamento e l’addestramento a fini terroristici, affinché tali comportamenti siano penalmente perseguibili e soggetti a sanzioni, anche quando commessi attraverso Internet. In particolare con il termine addestramento a fini terroristici, la proposta di decisione quadro intende la comunicazione di istruzione per la fabbricazione di esplosivi, armi da fuoco e altre armi o di sostanze nocive o pericolose, o di altri specifici metodi e tecniche al fine di commettere crimini terroristici come definiti dall’articolo 1, paragrafo 1 della decisione quadro 2002/475/GAI.

Il Consiglio giustizia e affari interni del 6-7 dicembre 2007 ha tenuto un primo dibattito orientativo sulla proposta, approvandone largamente i contenuti. Il Consiglio, in particolare, ha sottolineando l’importanza di considerare reati terroristici l’incitamento pubblico, il reclutamento e l’addestramento, nello spirito della Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo, di cui il Consiglio ha nel contempo sollecitato  la rapida ratifica da parte di tutti gli Stati membri. Il Consiglio ha altresì rilevato che il testo della proposta stabilisce un giusto equilibrio nei confronti del diritto alla libertà di espressione, del diritto di riunione e associazione e del diritto al rispetto della vita familiare.

·         una comunicazione sul rafforzamento della sicurezza degli esplosivi (COM(2007)561), contenente un Piano d’azione basato estensivamente sulla cooperazione pubblico-privato;

Prioritaria è giudicata la creazione di: una rete europea di eliminazione degli ordigni esplosivi; un sistema di allerta precoce; una banca dati europea sugli attentati dinamitardi; un comitato permanente di esperti di precursori; un gruppo di lavoro sulla rilevazione degli esplosivi.

Il Consiglio giustizia e affari interni del 6-7 dicembre 2007 ha accolto con favore la comunicazione, adottando gli orientamenti strategici e il piano d’azione in essa previsti.

·         una proposta di decisione quadro sull'uso dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) nelle attività di contrasto (COM(2007)654).

La proposta di decisione quadro prevede che i vettori aerei mettano a disposizione delle autorità competenti degli Stati membri i dati PNR riguardanti i passeggeri che si trovino su voli internazionali, al fine di prevenire e combattere i reati terroristici e la criminalità organizzata. Le informazioni PNR sono costituite da un insieme di 19 dati, elencati in allegato alla proposta, che permettono il controllo e il trattamento delle prenotazioni da parte delle compagnie aeree[63].

La proposta di decisione quadro, che segue la procedura di consultazione, dovrebbe essere esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo nella seduta dell’8 ottobre 2008.

Nella stessa data la Commissione ha inoltre presentato la seconda relazione[64] relativa all’attuazione della decisione quadro 2002/475/GAI sulla lotta al terrorismo (COM (2007)681.

Trattato di Prüm

Il 27 febbraio 2007 è stata presentata la proposta di decisione (GAI(2007)3)[65] sul rafforzamento della cooperazione transfrontaliera nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera[66]. L’iniziativa era stata preannunciata in occasione del Consiglio informale giustizia e affari interni del 15 gennaio 2007.

La proposta intende integrare nel quadro giuridico dell’Unione europea importanti disposizioni del Trattato di Prüm[67] relative alla cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale e allo scambio di informazioni su profili DNA, impronte digitali e targhe di veicoli, ad eccezione delle disposizioni sugli interventi di polizia transfrontalieri in caso di pericolo imminente e alle iniziative di cooperazione su richiesta[68].

La proposta, che segue la rpocedura di consultazione, è in attesa di decisione finale da parte del Consiglio che l’ha, da ultimo, esaminata nella riunione del 6 dicembre 2007. Il Parlamento europee ha espresso il parere nella seduta del 7 giugno 2006.

Il Consiglio Giustizia e affari interni dell’8-9 novembre 2007 ha raggiunto un orientamento comune sulla proposta di decisione sul rafforzamento della cooperazione tra le unità di intervento speciali degli Stati membri in situazione di crisi (GAI(2006)5).

La proposta di decisione stabilisce le norme e le condizioni generali volte a consentire ad unità speciali d’intervento[69] di uno Stato membro di fornire assistenza e/o operare sul territorio di un altro Stato membro (Stato membro richiedente) ove quest’ultimo ne abbia fatto richiesta ed esse abbiano deciso di accoglierla per far fronte a una situazione di crisi [70].

La proposta, che segue la procedura di consultazione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento nella seduta del 31 gennaio 2008.

Lotta alla criminalità

Il 19 febbraio 2005 la Commissione ha presentato la proposta di decisione quadro relativa alla lotta contro la criminalità organizzata (COM(2005)6).

La proposta di decisione mira ad armonizzare la legislazione degli Stati membri per quanto riguarda la definizione di organizzazione criminale e all’entità delle sanzioni penali che vengono comminate in relazione alla partecipazione ad una organizzazione criminale e ai delitti commessi nel quadro di attività criminali organizzate. La decisione quadro dovrebbe abrogare l’azione comune 98/733/GAI del 21 dicembre 1998, relativa alla partecipazione ad un’organizzazione criminale negli Stati membri dell’UE; attualmente vigente.

La proposta che segue la procedura di consultazione, è in attesa di decisione finale da parte del Consiglio.

Il 7 agosto 2006 la Commissione ha presentato una comunicazione relativa all’elaborazione di una coerente strategia globale per la misurazione della criminalità e della giustizia penale, contenente un Piano d’azione dell’Unione europea per il 2006-2010 (COM(2006)437).

La comunicazione è in attesa di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.

Il 22 maggio 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Verso una politica generale di lotta contro la cibercriminalità” (COM(2007)267), volta ad individuare azioni specifiche per incrementare la cooperazione a livello internazionale e migliorare la collaborazione e il coordinamento tra le autorità di contrasto e gli operatori del settore privato.

La comunicazione è stata esaminata dal Consiglio giustizia e affari interni il 9 novembre 2007.

 


Cooperazione giudiziaria civile

Priorità della Commissione

In materia di cooperazione giudiziaria civile, la Commissione prevede, tra le iniziative prioritarie, la presentazione di una proposta di regolamento in materia di successioni e testamenti.

Obiettivo della proposta è creare un quadro coerente a livello UE per quanto riguarda i conflitti di giurisdizione in materia di successioni, competenza giudiziaria, riconoscimento reciproco ed esecuzione delle decisioni, documenti e atti extragiudiziali necessari per la risoluzione extragiudiziale in campo successorio (testamenti, atti amministrativi).

Nel 2008 la Commissione prevede inoltre di impegnarsi in un lavoro preparatorio relativo alla cooperazione giudiziaria in materia civile con i paesi terzi.

La Presidenza slovena indica tra le sue priorità il miglioramento della cooperazione tra le amministrazioni giudiziarie in materia civile e commerciale, in particolare attraverso azioni nell’ambito del progetto “giustizia informatica”. La Presidenza dedicherà particolare attenzione a ciò che attiene alle obbligazioni alimentari e allo scioglimento del matrimonio.

Altre proposte all’esame delle istituzioni europee

Nel quadro del programma dell’Aja, che considera prioritario il completamento dell’adozione di misure sul reciproco riconoscimento delle decisione giudiziarie entro il 2011, sono in corso di esame da parte delle Istituzioni europee:

·         la proposta di regolamento relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e alla esecuzione delle decisioni e alla cooperazione giudiziaria in materia di obbligazioni alimentari (COM(2005)649);

La proposta, che segue la procedura di consultazione, è stata esaminata dal  Parlamento europeo il 13 dicembre 2007 in vista della decisione finale da parte del Consiglio. Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha invitato il Consiglio a raggiungere un accordo sulla proposta, tenendo conto del recente accordo in merito alla convenzione dell'Aia sull'esazione internazionale di prestazioni alimentari nei confronti di figli e altri membri della famiglia.

·         la proposta di regolamento sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (cd. ROMA I) (COM(2005)650 )[71]. La proposta mira alla modernizzazione e alla trasformazione in strumento comunitario della Convenzione di Roma del 1980 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali.

 

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata approvata dal Parlamento europeo, in prima lettura, nella seduta del 29 novembre 2007 ed è in attesa di esame finale da parte del Consiglio, che su di essa ha raggiunto l’accordo politico  nella riunione del 6 dicembre 2007.

·         la proposta di regolamento, che modifica il regolamento (CE) n.2201/2003 limitatamente alla competenza giurisdizionale e introduce norme sulla legge applicabile in materia matrimoniale (c.d. ROMA III) (COM(2006)399);

La proposta, che segue la procedura di consultazione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo nella seduta del 12 marzo 2008.

Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha ribadito la necessità di un rapido accordo sulla proposta.

 

Si ricorda inoltre che il 3 aprile 2007, la Comunità europea ha aderito formalmente alla Conferenza internazionale dell’Aja di diritto privato, a cui partecipano attualmente 67 Stati.

Tale Conferenza è un’organizzazione esistente dal 1883 il cui obiettivo è dare impulso a convenzioni internazionali in aree tematiche quali la protezione dell’infanzia, la cooperazione internazionale e giuridica e i procedimenti giudiziari, nonché il diritto commerciale internazionale e finanziario, al fine di realizzare la progressiva unificazione delle norme di diritto internazionale provato.

Il 30 ottobre 2007 è stata firmata la nuova Convenzione di Lugano tra la Comunità europea e Svizzera, Norvegia e Islanda, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.

La nuova convenzione sostituisce la precedente convenzione di Lugano del 1988, al fine di adeguarla all’attuale quadro giuridico comunitario rappresentato dal cosiddetto regolamento di Bruxelles[72].


 

Cooperazione giudiziaria penale

Priorità della Commissione

Nell’ambito delle iniziative prioritarie, la Commissione intende presentare una proposta di decisione relativa al potenziamento di Eurojust.

La proposta mira a rafforzare l’azione di Eurojust nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale, attraverso l’ampliamento dei poteri dei membri nazionali e la riorganizzazione dei rapporti tra Eurojust e la rete giudiziaria europea.

La Commissione prevede inoltre la presentazione di una comunicazione sulla giustizia elettronica (e-Justice).

La comunicazione ha l’obiettivo di definire una strategia globale della Commissione riguardante principalmente gli sttuali e i futuri strumenti comunitari, quali i casellari giudiziari e l’ordine di pagamento elettronico a livello UE, e definire una posizione circa i progetti di interconnessione dei portali nazionali.

Per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria penale, la Presidenza slovena prevede la presentazione di una proposta sul giudizio in contumacia e il miglioramento della base giuridica di Eurojust al fine di accrescerne l’efficacia di funzionamento. In materia di cooperazione di polizia, la Presidenza slovena concluderà il processo di integrazione delle disposizioni del Trattato di Prüm nel quadro giuridico dell’Unione europea e proseguirà l’azione di rafforzamento di Europol e la cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. In particolare, la Presidenza intende assicurare la continuità di azione contro il terrorismo internazionale tramite l’attuazione delle strategie e dei piani d’azione relativi alla lotta al terrorismo e alla lotta contro il finanziamento del terrorismo, della strategia di lotta contro la radicalizzazione e il reclutamento a fini terroristici e della strategia di controllo degli esplosivi, conducendo nel contempo una valutazione della preparazione degli Stati membri ad affrontare queste minacce.

Nel quadro della Strategia relativa alla dimensione esterna della giustizia e affari interni, la Slovenia si impegnerà in particolare nel rafforzamento del dialogo con i Balcani occidentali attraverso la trasmissione delle buone pratiche dell’Unione europea nel settore della lotta contro il crimine organizzato.

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Eurojust

Il 23 ottobre 2007, la Commissione ha presentato una comunicazione sul ruolo di Eurojust[73] e della rete giudiziaria europea[74] nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata (COM(2007)644).

La comunicazione sottolinea che Eurojust ha dato prova di grande efficacia  consentendo di potenziare in modo concreto la cooperazione operativa in materia giudiziaria tra i 27 Stati membri e riscuotendo notevoli successi sul piano operativo.Tuttavia, rispondendo alle richieste del Consiglio giustizia e affari interni del 13 giugno 2007, la Commissione suggerisce  possibili miglioramenti volti a conferire poteri più estesi ai membri nazionali.

Sulla comunicazione il Consiglio ha adottato conclusioni nella riunione del 6 dicembre 2007. La necessità di un miglioramento nel funzionamento di Eurojust è stata sottolineata dal Consiglio Europeo del 14 dicembre 2007, che ha ribadito inoltre il carattere prioritario del rafforzamento della cooperazione giudiziaria e di polizia.

Giustizia elettronica

In materia di giustizia elettronica (e-Justice), il Consiglio giustizia e affari interni, nella riunione del 12-13 giugno 2007, ha esaminato la relazione elaborata dal Gruppo “Informatica Giuridica” istituito dal Coreper il 20 dicembre 2006, sui risultati dell’esame dei requisiti e delle possibilità di sviluppare le attività nel settore della giustizia elettronica a livello dell’UE.

La relazione contiene una panoramica della situazione degli Stati membri per quanto riguarda l’impiego dell’informatica nell’ambito della giustizia, con particolare riferimento alla gestione elettronica degli atti, alla comunicazione elettronica con le persone coinvolte nei procedimenti, ai registri elettronici, alla presenza del settore della giustizia su Internet. Il testo si sofferma poi sugli aspetti tecnici e le migliori soluzioni per realizzare un sistema decentrato a livello europeo che crei l’interconnessione dei sistemi già esistenti negli Stati membri.

Il Consiglio giustizia e affari interni nelle sue conclusioni ha ribadito la necessità di proseguire i lavori nel settore della giustizia elettronica al fine di creare, a livello europeo, una piattaforma tecnica che dia accesso nella sfera della giustizia, a sistemi elettronici utilizzati a livello nazionale, comunitario e, se del caso, internazionali.

L’azione dell’UE nel settore dovrebbe limitarsi alle questioni transfrontaliere in materia civile e commerciale e in materia penale e dovrebbe coprire:

·         l’istituzione di un’interfaccia europea (portale “Giustizia elettronica”);

·         l’eventuale utilizzo delle tecnologie dell’informazione (TI) per le comunicazioni fra le autorità giudiziarie e le parti interessate (ricorrente, convenuto e altri partecipanti al procedimento);

·         l’eventuale utilizzo delle TI nel contesto di procedure specifiche;

·         l’accesso ai registri giudiziari su supporto elettronico, nel pieno rispetto degli ordinamenti giuridici degli Stati membri.

Il Consiglio sottolinea inoltre che la piena attuazione di un sistema sulla Giustizia elettronica richiederà risorse appropriate a livello europeo e degli Stati membri e invita la Commissione ad effettuare studi a riguardo, pur lasciando liberi gli Stati membri di istituire autonomamente progetti pilota.

Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha riaffermato la necessità di migliorare l'accesso alla giustizia nell'Unione europea grazie a procedure semplificate, più efficaci e accessibili e, compiacendosi dei risultati conseguiti nel settore della giustizia elettronica ha chiesto di proseguire i lavori al riguardo.

Lotta al terrorismo

La prevenzione e il contrasto del terrorismo sono considerati elementi chiave del programma dell’Aja. Nel dicembre 2005, il Consiglio europeo ha adottato la Strategia antiterrorismo[75], che ha fornito le linee guida per l’intervento dell’UE in questo settore. Il Piano d’azione di lotta al terrorismo adottato nel 2004[76] e riveduto, da ultimo, nel marzo 2007[77], ricalca il modello delineato nella Strategia, ordinando gli interventi previsti in quattro campi: prevenzione, protezione, perseguimento e risposta.

In questo quadro, il 6 novembre 2007 la Commissione ha presentato un pacchetto di misure comprendenti:

·         una comunicazione sull’intensificazione della lotta al terrorismo (COM(2007)649);

La comunicazione costituisce una presentazione del pacchetto di proposte, volta a chiarirne la funzione di strumenti rafforzativi della lotta al terrorismo. La Commissione ribadisce inoltre la necessità di un impegno congiunto degli Stati membri e delle istituzioni dell’Unione europea nella lotta al terrorismo, ricorda le azioni già intraprese nei vari settori: contrasto alla radicalizzazione violenta; protezione delle infrastrutture; miglioramento nello scambio delle informazioni tra le autorità nazionali; capacità di reazione a minacce non convenzionali (armi chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari); miglioramento della rilevazione delle situazioni di pericolo; sostegno alle vittime; contrasto ai canali di finanziamento del terrorismo, ricerca e sviluppo tecnologico.

·         una proposta di decisione quadro che modifica la decisione quadro 2002/475/GAI sulla lotta al terrorismo (COM(2007)650);

La proposta è volta ad armonizzare le disposizioni nazionali sull’incitamento a commettere atti terroristici e sul reclutamento e l’addestramento a fini terroristici, affinché tali comportamenti siano penalmente perseguibili e soggetti a sanzioni, anche quando commessi attraverso Internet. In particolare con il termine addestramento a fini terroristici, la proposta di decisione quadro intende la comunicazione di istruzione per la fabbricazione di esplosivi, armi da fuoco e altre armi o di sostanze nocive o pericolose, o di altri specifici metodi e tecniche al fine di commettere crimini terroristici come definiti dall’articolo 1, paragrafo 1 della decisione quadro 2002/475/GAI.

Il Consiglio giustizia e affari interni del 6-7 dicembre 2007 ha tenuto un primo dibattito orientativo sulla proposta, approvandone largamente i contenuti. Il Consiglio, in particolare, ha sottolineando l’importanza di considerare reati terroristici l’incitamento pubblico, il reclutamento e l’addestramento, nello spirito della Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo, di cui il Consiglio ha nel contempo sollecitato  la rapida ratifica da parte di tutti gli Stati membri. Il Consiglio ha altresì rilevato che il testo della proposta stabilisce un giusto equilibrio nei confronti del diritto alla libertà di espressione, del diritto di riunione e associazione e del diritto al rispetto della vita familiare.

·         una comunicazione sul rafforzamento della sicurezza degli esplosivi (COM(2007)561), contenente un Piano d’azione basato estensivamente sulla cooperazione pubblico-privato;

Prioritaria è giudicata la creazione di: una rete europea di eliminazione degli ordigni esplosivi; un sistema di allerta precoce; una banca dati europea sugli attentati dinamitardi; un comitato permanente di esperti di precursori; un gruppo di lavoro sulla rilevazione degli esplosivi.

Il Consiglio giustizia e affari interni del 6-7 dicembre 2007 ha accolto con favore la comunicazione, adottando gli orientamenti strategici e il piano d’azione in essa previsti.

·         una proposta di decisione quadro sull'uso dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) nelle attività di contrasto (COM(2007)654).

La proposta di decisione quadro prevede che i vettori aerei mettano a disposizione delle autorità competenti degli Stati membri i dati PNR riguardanti i passeggeri che si trovino su voli internazionali, al fine di prevenire e combattere i reati terroristici e la criminalità organizzata. Le informazioni PNR sono costituite da un insieme di 19 dati, elencati in allegato alla proposta, che permettono il controllo e il trattamento delle prenotazioni da parte delle compagnie aeree[78].

La proposta di decisione quadro, che segue la procedura di consultazione, dovrebbe essere esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo nella seduta dell’8 ottobre 2008.

Nella stessa data la Commissione ha inoltre presentato la seconda relazione[79] relativa all’attuazione della decisione quadro 2002/475/GAI sulla lotta al terrorismo (COM (2007)681.

Trattato di Prüm

Il 27 febbraio 2007 è stata presentata la proposta di decisione (GAI(2007)3)[80] sul rafforzamento della cooperazione transfrontaliera nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera[81]. L’iniziativa era stata preannunciata in occasione del Consiglio informale giustizia e affari interni del 15 gennaio 2007.

La proposta intende integrare nel quadro giuridico dell’Unione europea importanti disposizioni del Trattato di Prüm[82] relative alla cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale e allo scambio di informazioni su profili DNA, impronte digitali e targhe di veicoli, ad eccezione delle disposizioni sugli interventi di polizia transfrontalieri in caso di pericolo imminente e alle iniziative di cooperazione su richiesta[83].

La proposta, che segue la procedura di consultazione, è in attesa di decisione finale da parte del Consiglio che l’ha, da ultimo, esaminata nella riunione del 6 dicembre 2007. Il Parlamento europee ha espresso il parere nella seduta del 7 giugno 2006.

Il Consiglio Giustizia e affari interni dell’8-9 novembre 2007 ha raggiunto un orientamento comune sulla proposta di decisione sul rafforzamento della cooperazione tra le unità di intervento speciali degli Stati membri in situazione di crisi (GAI(2006)5).

La proposta di decisione stabilisce le norme e le condizioni generali volte a consentire ad unità speciali d’intervento[84] di uno Stato membro di fornire assistenza e/o operare sul territorio di un altro Stato membro (Stato membro richiedente) ove quest’ultimo ne abbia fatto richiesta ed esse abbiano deciso di accoglierla per far fronte a una situazione di crisi[85].

La proposta, che segue la procedura di consultazione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento nella seduta del 31 gennaio 2008.


Difesa

Il tema della Politica di difesa e sicurezza comune è affrontato nel programma della Presidenza slovena per il primo semestre 2008, che ne prevede il rafforzamento, al fine di garantire la stabilità e lo sviluppo in Europa e nel mondo, in un quadro multilaterale efficace e basato sulla Strategia europea di sicurezza[86]. La presidenza Slovena ha l’intenzione di promuovere l’ulteriore sviluppo delle capacità militari e civili dell’Unione europea e di assicurare uno svolgimento efficace e coerente delle operazioni di gestione delle crisi.

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Mercato della difesa

Il 5 dicembre 2007 la Commissione ha presentato un pacchetto di misure volte ad aumentare la trasparenza e la concorrenza negli appalti transfrontalieri delle commesse militari e a definire procedure comuni nel controllo delle esportazioni di armamenti e di attrezzature di difesa e sicurezza.

Si tratta in particolare di:

·         la comunicazione “Un’ industria europea della difesa più forte e competitiva” (COM(2007)764);

La comunicazione indica le azioni che potrebbero aumentare la competitività nel settore. In particolare la Commissione intende: promuovere l’utilizzazione di norme comuni; garantire una concorrenza equa; lanciare uno studio, nel 2008 sulle modalità di controllo futuro degli investimenti stranieri nelle imprese strategiche in materia di difesa; incoraggiare il coordinamento con e tra gli Stati membri.

La comunicazione è in attesa di esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.

·         una proposta di direttiva concernente la semplificazione delle modalità e delle condizioni dei trasferimenti all’interno delle Comunità di prodotti destinati alla difesa (COM(2007)765);

Attraverso la previsione di licenze “generali” e “globali”, la proposta è volta ad agevolare la circolazione dei prodotti per la difesa, migliorando al contempo le condizioni di partecipazione al mercato da parte delle piccole e medie imprese.

·         unaproposta di direttivarelativa alle procedure di appalto di alcuni contratti pubblici di lavori, forniture e servizi nel settore della difesa e della sicurezza (COM(2007)766).

La proposta mira a sostenere, rispettandone le caratteristiche di complessità e sensibilità, la competitività delle industrie e del mercato della difesa, introducendo nel quadro normativo vigente tre nuovi elementi: l’eliminazione delle restrizioni relative alle procedure di negoziazione per i contratti di fornitura; specifiche disposizioni in materia di sicurezza dell’informazione, al fine di garantire che le informazioni sensibili rimangano protette; speciali clausole sulle sicurezza degli approvvigionamenti.

Le proposte di direttiva, che seguono la procedura di codecisione sono in attesa di esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.

 

Sviluppo delle capacità

A margine del Consiglio Affari generali e relazioni esterne, il 19 novembre 2007 si è tenuta la Conferenza ministeriale sullo sviluppo delle capacità civili, nel corso della quale è stato adottato il nuovo Obiettivo primario civile 2010 (Civilian Headline Goal 2010 – CHG 2010), basato sui risultati conseguiti dal precedente Obiettivo primario civile 2008[87].

Il nuovo Obiettivo dovrà contribuire a garantire :

·          una quantità sufficiente di personale qualificato per le aree prioritarie civili della PESD e per le missioni di supporto;

·         lo sviluppo e il rafforzamento delle capacità di pianificazione, degli equipaggiamenti, delle procedure, delle attività di training e dei concetti;

·         un aumento di visibilità per la politica di sviluppo delle capacità civili sia a livello UE che a livello degli Stati membri;

·         il rafforzamento della cooperazione e coordinazione con gli attori esterni, nel pieno rispetto dell’autonomia decisionale dell’Unione europea.

Il Consiglio Affari generali e relazioni esterne ha accolto favorevolmente i progressi registrati nel quadro dell’Obiettivo primario 2010 per lo sviluppo delle capacità militari.

Tale Obiettivo, adottato dal Consiglio europeo del 4 maggio 2004[88], definisce un elenco di azioni e misure finalizzate al rafforzamento delle capacità operative militari dell’UE entro il 2010, sulla base di un “catalogo delle forze” rese disponibili dagli Stati membri e di una “tabella di marcia” (capabilities improvement chart) aggiornata semestralmente, che indica i progressi compiuti e le carenze che rimangono da colmare. L’Obiettivo primario 2010 colloca al centro degli sforzi europei tre elementi: interoperabilità, schierabilità e sostenibilità[89]. Il processo di sviluppo prevede che sia compito del Comitato militare dell’UE mettere in evidenza, nella “ tabella di marcia”, le lacune che possono più significativamente ripercuotersi sull’efficienza operativa, invitando gli Stati membri a concentrare i loro sforzi su tali questioni. L’Agenzia europea di difesa è incaricata di fornire aiuto agli Stati membri nell’elaborazione di progetti, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti industriali e della ricerca.

 

In esito all’esame della Relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea (anno 2006), la IV Commissione difesa ha evidenziato l’opportunità di sviluppare ulteriormente in sede di Unione europea le iniziative utili ai fini del rafforzamento della cooperazione civile-militare e di dare ad esse adeguato rilievo nelle prossime Relazioni sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea.


Diritti fondamentali e cittadinanza

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie previste dal Programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione prevede la presentazione di una proposta di direttiva che attua il principio della parità di trattamento al di fuori dell’ambito dell’occupazione.

La Commissione sottolinea che tre direttive già in vigore sanciscono il divieto nell’ambito del lavoro di ogni discriminazione fondata sul sesso, la razza o l’origine etnica.

Nel programma della Presidenza slovena per il primo semestre 2008 relativamente allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, sono considerati obiettivi prioritari: il proseguimento dei lavori per l’implementazione del nuovo sistema d’informazione Schengen (SIS II)[90]e l’instaurazione delle condizioni necessarie per la valutazione dell’adesione della Svizzera all’area Schengen.

 

Si ricorda che a partire dal 21 dicembre 2008 sono stati aboliti i controlli alle frontiere interne marittime e terrestri nei  paesi entrati a far parte dell’Unione europea nel 2004: Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Malta (Cipro esclusa).

Il Consiglio giustizia e affari interni dell’8-9 novembre 2007 aveva infatti dichiarato positivamente concluse le procedure di valutazione sui requisiti Schengen degli Stati membri in questione. In base ai risultati delle valutazioni, il Consiglio ha rilevato che gli Stati membri interessati sono risultati sufficientemente pronti ad applicare tutte le disposizioni dell’acquis, comprese quelle relative al Sistema informativo Schengen (secondo il progetto SISOne4ALL) soddisfacendo pertanto le condizioni necessarie per l’adozione della decisione prevista dall’articolo 3, paragrafo 2, dell’Atto di adesione, con cui si sancisce l’eliminazione dei controlli alle frontiere marittime e terrestri a partire dal 21 dicembre 2007 e quelli alle frontiere aeree a partire dal 30 marzo 2008. La decisione finale in questo senso è stata adottata dal Consiglio giustizia e affari interni del 6 e 7 dicembre 2007.

Il 15 novembre 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla piena applicazione delle disposizioni dell’acquis di Schengen, nella quale , nel sottolineare che l’ingresso dei nuovi Stati nell’area Schengen è un evento di grande valore storico e simbolico, evidenzia la necessità di accelerare i preparativi per l’avvio di un SIS II pienamente operativo.


Diritto societario

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie del programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, la Commissione intende presentare una proposta di regolamento relativa ad uno Statuto europeo della società privata.

La proposta mira a migliorare la mobilità e la competitività delle PMI europee, attraverso la definizione di norme comuni tra gli Stati membri che rendano più semplice e meno onerosa la creazione e la gestione di società nell’UE.

Nell’ambito delle iniziative di semplificazione, la Commissione prevede la rifusione[91]dell’acquis in materia di diritto societario, contabilità e revisione contabile e la rifusione dei regolamenti pubblicati in materia di International Financing Reporting Standards (IFRS), in modo che un unico regolamento contenga tutti gli IFRS recepiti sinora nell’ordinamento comunitario. La Commissione prevede inoltre la codificazione[92] della sei attuali direttive relative all’assicurazione autoveicoli in un’unica direttiva.

Il Parlamento europeo, nella risoluzione adottata il 12 dicembre 2007 sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, tra le altre cose, accoglie con particolare soddisfazione l'annuncio, da parte della Commissione, di una proposta legislativa concernente la società privata europea; chiede che la proposta sia presentata nei primi mesi del 2008 al fine di sostenere le PMI; deplora che la Commissione non intenda presentare la proposta legislativa concernente la Quattordicesima direttiva sul diritto delle società (trasferimento della sede sociale), e sottolinea che questa direttiva da tempo attesa colmerebbe una lacuna del mercato interno per le società.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 10 luglio 2007 la Commissione ha presentato una comunicazione[93] su una semplificazione del contesto in cui operano le imprese in materia di diritto societario, contabilità e revisione contabile.

Richiamandosi alle conclusioni del Consiglio europeo dell’8-9 marzo 2007, in cui si sottolinea l’importanza della riduzione degli oneri amministrativi per stimolare l’economia europea, la comunicazione ha individuato nel diritto societario, nella contabilità e nella revisione contabile i settori prioritari in cui operare un riesame dell’acquis comunitario e ha lanciato una consultazione, conclusasi il 15 ottobre 2007, volta a raccogliere osservazioni sugli orientamenti proposti.

Sulla comunicazione il Consiglio ha adottato conclusioni nella riunione del 22 novembre 2007.

Il 21 dicembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Eliminare gli ostacoli agli investimenti transfrontalieri dei fondi di capitali di rischio” (COM(2007)853).

La comunicazione indica i principi a cui gli Stai membri dovrebbero ispirarsi al fine di ridurre al frammentazione del mercato e migliorare le condizioni di raccolta di capitali di rischio.

La comunicazione è in attesa di esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio

Si segnalano inoltre:

·         la consultazione sul possibile statuto per una società privata europea EPC, svolta dai servizi della direzione generale mercato interno tra il 19 Luglio e il 31 ottobre 2007.

·         la pubblicazione da parte delle Commissione, il 18 giugno 2007 dei risultati della consultazione, lanciata il 18 gennaio 2007, in merito all’opportunità di una riforma del regime di responsabilità dei revisori dei conti nell’Unione europea e alle possibili strategie per attuarla.

 


Energia

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione annuncia, tra le sue priorità, l’impegno a precisare le proposte presentate nel quadro del piano d’azione in materia di politica energetica europea per ilperiodo 2007-2009, approvato dal Consiglio europeo del marzo 2007, in particolare, per ciò che riguarda gli obiettivi in materia di gas a effetto serra e di energie rinnovabili, nonché di radicale cambiamento nel settore delle tecnologie energetiche.

Tra le iniziative strategiche la Commissione inserisce la presentazione di un pacchetto di misure in materia energetica comprendenti:

·         una comunicazione sul secondo esame strategico della politica energetica.

In vista del Consiglio europeo che si terrà nella primavera del 2009, la Commissione presenterà un'analisi che valuterà i progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi strategici concordati nel marzo del 2007 e analizzerà l'evoluzione del mercato interno, le azioni volte ad accrescere la percentuale delle fonti energetiche rinnovabili nel mix energetico, le emissioni di gas a effetto serra in campo energetico e i principali sviluppi e risultati tecnologici nella politica energetica esterna dell'UE. Tale riflessione costituirà la base per un nuovo piano d'azione dal 2010 in poi.

·         una proposta di direttiva sulle scorte petrolifere.

La proposta è intesa a sostituire l'attuale legislazione ed è finalizzata a creare un efficace strumento politico per gestire, in maniera appropriata, le interruzioni delle forniture petrolifere nell'UE;

·         una proposta di  rifusione della direttiva 2002/91/CE del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia.

La proposta è intesa a rafforzare e precisare alcuni aspetti della normativa esistente quali, ad esempio, i requisiti minimi di rendimento energetico per quanto riguarda i nuovi edifici e le ristrutturazioni importanti di edifici esistenti, nonché alcuni aspetti finanziari;

·         una proposta legislativa di revisione della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici.

La Commissione proporrà un riesame della direttiva sulla tassazione dell'energia intesa a trasformare la tassazione dei prodotti energetici in uno strumento più attivo ed efficace ai fini del raggiungimento degli obiettivi UE in materia di energia e cambiamenti climatici, secondo quanto prospettato nel Libro verde sugli strumenti di mercato utilizzati a fini di politica ambientale (COM(2007)140).

Il programma inserisce l’energia e i cambiamenti climatici tra le priorità di comunicazione.

Il programma della Presidenza slovena dell’UE (1 gennaio – 30 giugno 2008) individua, tra le sue priorità l’approfondimento della discussione, in seno al Consiglio, sulle proposte della Commissione relative al mercato interno dell’energia; alle risorse energetiche rinnovabili; al piano strategico sulle tecnologie energetiche; alla dimensione esterna della politica energetica. Con particolare riferimento alla dimensione esterna, la Presidenza slovena seguirà da vicino gli sforzi di attuazione del Trattato che istituisce la Comunità dell’energia. Inoltre la Presidenza slovena ritiene che dovrebbe essere una priorità di tutti i partner dell’UE il raggiungimento di accordi celeri sul pacchetto clima-energia, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, il sistema di scambio di quote di emissione e le fonti di energia rinnovabili.

 

Il 10 ottobre 2007 la Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame della relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea relativa all’anno 2006, ha osservato, in relazione allo sviluppo della politica energetica a livello europeo, che il Governo valuti l'opportunità di riformulare complessivamente una politica del settore che, oltre ad attuare le direttive europee (ai sensi delle disposizioni del disegno di legge del Governo A.S. 691, da troppo tempo ormai all'esame del Senato della Repubblica), miri alla elaborazione di un Piano energetico nazionale che programmi complessivamente lo sviluppo della politica in tale settore con la prospettiva del miglioramento del livello di autosufficienza energetica del Paese, e di una ridefinizione del mix energetico di base.

Iniziative di semplificazione

Tra le iniziative di semplificazione in materia di energia il programma inserisce:

·         una proposta di rifusione della legislazione sulle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione dai pericoli derivanti dall’esposizione a radiazioni ionizzanti in un’unica direttiva;

·         una proposta di rifusione della direttiva 92/75/CEE del Consiglio, del 22 settembre 1992, concernente l'indicazione del consumo di energia e di altre risorse degli apparecchi domestici, mediante l'etichettatura ed informazioni uniformi relative ai prodotti;

·         una proposta di rifusione degli oltre 20 atti, tra direttive, regolamenti e raccomandazioni che disciplinano il trasporto di materiale radioattivo in seno all’UE, con l’obiettivo finale di semplificare le norme e le procedure.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Piano d’azione in materia di politica energetica europea per il periodo 2007-2009

Il Consiglio europeo dell’8-9 marzo 2007 ha approvato un piano d’azione globale in materia di energia per il periodo 2007-2009, sulla base della comunicazione “Una politica energetica per l’Europa” (COM(2007)1), presentata dalla Commissione il 10 gennaio 2007.

Il pianocomprende un insieme di azioni prioritarie finalizzate al raggiungimento dei tre obiettivi della politica energetica europea, già prospettati nel Libro verde sull’energia presentato dalla Commissione nel marzo 2006[94]:

-   aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento;

-   garantire la competitività delle economie europee e la disponibilità di energia a prezzi accessibili;

-   promuovere la sostenibilità ambientale e lottare contro i cambiamenti climatici.

L’ obiettivo strategico per la politica energetica europeaè di ridurre almeno del 20%, entro il 2020,le emissioni di gas serra derivanti dal consumo di energia nell’UE rispetto ai livelli del 1990, all’interno di un’azione internazionale volta a raggiungere l’obiettivo di ridurre del 30 % le emissioni di gas serra a livello globale, di cui l’UE deve farsi promotrice.

Il piano d’azione, tra l’altro, stabilisce obiettivi quantificati altamente ambiziosi in materia di efficienza energetica, di energie rinnovabili e di uso dei biocarburanti e, in particolare: sottolinea la necessità di aumentare l'efficienza energetica nell'UE in modo da raggiungere l'obiettivo di risparmio dei consumi energetici dell'UE del 20% rispetto alle proiezioni per il 2020; adotta un obiettivo vincolante che prevede una quota del 20% di energie rinnovabili nel totale dei consumi energetici dell'UE entro il 2020; adotta un obiettivo vincolante che prevede una quota minima del 10% per i biocarburanti nel totale dei consumi di benzina e gasolio per autotrazione dell'UE entro il 2020.

Terzo pacchetto energia della Commissione

Il 19 settembre 2007 la Commissione ha presentato un pacchetto di misure volte a realizzare pienamente l’apertura del mercato dell’energia nei settori dell’elettricità e del gas completando la normativa esistente.

In particolare si tratta di:

·       una proposta di regolamento che istituisce un'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (COM(2007)530);

·       una proposta di direttivache modifica la direttiva 2003/54/CE relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica (COM(2007)528);

·       una proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1228/2003 relativo alle condizioni di accesso alla rete per gli scambi transfrontalieri di energia elettrica (COM(2007)531);

·       una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2003/55/CE relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale (COM(2007)529);

·       una proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1775/2005 relativo alle condizioni di accesso alle reti di trasporto del gas naturale (COM(2007)532).

Le proposte della Commissione riguardano, in particolare:

-   la disaggregazione delle attività di produzione/distribuzione dell’energia  e della proprietà delle reti di trasporto (unbundling);

-   misure di salvaguardia volte ad assicurare il rispetto delle norme UE nell'ipotesi in cui le imprese di paesi terzi vogliano acquisire un interesse significativo o il controllo su una rete dell'UE;

-   il rafforzamento dei poteri e indipendenza delle autorità di regolamentazione nazionali negli Stati membri;

-   la creazione di un'Agenzia di cooperazione delle autorità di regolamentazione nazionali nel settore dell'energia;

-   la realizzazione di una sorta di rete degli operatori europei dei sistemi di trasmissione europea;

-   il miglioramento del quadro legislativo, così da facilitare l’accesso dei terzi alle infrastrutture chiave, aumentare la trasparenza sul mercato, sviluppare l’integrazione del mercato e migliorare l’accesso dei clienti al dettaglio;

-   la promozione della solidarietà regionale e bilaterale in caso di minacce per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.

Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche

Il 22 novembre 2007 la Commissione ha presentato un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche (piano SET[95]) (COM(2007)723) inteso ad accelerare lo sviluppo e l’impiego diffuso di tecnologie a bassa emissione di carbonio attraverso la predisposizione di un nuovo ed ampio programma di ricerca nel campo energetico.

In particolare, la Commissione propone un nuovo modello di cooperazione che consenta di sfruttare il potenziale degli interventi pubblici, dell’industria europea e dei ricercatori a livello degli Stati membri, comunitario nonché a livello globale. A tale scopo, il piano SET della Commissione propone, tra l’altro:

-   la creazione di un gruppo di pilotaggio sulle tecnologie energetiche strategiche, all’inizio del 2008, che definisca priorità e azioni nel settore della ricerca energetica;

-   lanciare, a partire dal 2008, una serie di nuove iniziative industriali europee nei seguenti settori prioritari: energia eolica; energia solare; bioenergia; cattura, trasporto e stoccaggio di CO2; rete elettrica intelligente; fissione nucleare sostenibile;

-   istituire un’alleanza europea per la ricerca nel settore dell’energia anche avvalendosi del ruolo che potrà svolgere l’Istituto europeo di tecnologia; 

-   aumentare gli investimenti ed ampliare la base delle risorse umane;

-   promuovere in modo rafforzato la cooperazione internazionale per una piena attuazione del piano SET.

Pacchetto clima-energia

Il 23 gennaio 2008 la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte nel settore dell'energia e della lotta ai cambiamenti climatici.

Le proposte sono intese a modificare la struttura del consumo energetico da parte degli Stati membri privilegiando le fonti di energia meno inquinanti, secondo quanto previsto dal piano d’azione per una politica energetica europea e dalla strategia europea per la lotta ai cambiamenti climatici, approvati dal Consiglio europeo del marzo 2007 (vd. supra).

Il pacchetto di proposte della Commissione comprende:

·       una proposta di direttiva che modifica la direttiva relativa al sistema comunitario di scambio delle quote di emissione.

La proposta è intesa ad estendere e rafforzare il sistema comunitario di scambio di quote di emissione (ETS) a partire dal 2013 e prevede, tra l’altro, un tetto europeo di quote da attribuire ogni anno, che garantisca l'efficienza del sistema al minor costo. Tale meccanismo dovrebbe garantire il raggiungimento, nel 2020, di una riduzione del 21% delle emissioni totali rispetto al loro livello del 2005, considerato anno di riferimento;

·       una proposta relativa alla ripartizione degli sforzi da intraprendere per adempiere all’impegno comunitario a ridurre unilateralmente le emissioni di gas serra in settori non rientranti nel sistema ETS (come i trasporti, l’edilizia, l’agricoltura e i rifiuti).

La proposta intende stabilire una ripartizione degli sforzi necessari agli Stati membri per raggiungere l'obiettivo complessivo dell'UE di riduzione delle emissioni del 10% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2020. Per ciascuno Stato membro la Commissione prevede un obiettivo specifico di riduzione che, nel caso dell’Italia, è fissato al 13% in meno rispetto al 2005. Gli obiettivi assegnati ai singoli paesi saranno calcolati, per metà, in funzione del PIL di ciascuno Stato, per rispondere all'esigenza di equità e solidarietà tra gli Stati membri;

·       una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, concernente anche l'utilizzo dei biocarburanti, per contribuire a conseguire entrambi gli obiettivi di riduzione delle emissioni sopra indicati.

La proposta intende fissare obiettivi giuridicamente vincolanti per ciascuno degli Stati membri tali da incrementare la quota complessiva di energie rinnovabili sul consumo energetico finale dell’UE, attualmente pari all’8,5%, fino a raggiungere l’obiettivo fissato del 20%, entro il 2020. Per l’Italia tale quota finale non potrà essere inferiore al 17%. La proposta lascia a ciascuno Stato membro il compito di elaborare piani d’azione nazionali che preciseranno modalità, tempi e settori d’intervento, attraverso i quali intende conseguire i propri obiettivi. La proposta riguarda anche l’obiettivo minimo del 10% di biocarburanti nel settore dei trasporti, da raggiungere in percentuale uguale per tutti gli Stati membri. La proposta, inoltre, individua una serie di chiari criteri di sostenibilità per la produzione di tali carburanti;

·       una proposta di direttiva relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio, accompagnata da una comunicazione sulle attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio.

La proposta è intesa a ridurre notevolmente le emissioni di CO2 derivanti dalla combustione dei combustibili fossili nelle centrali elettriche e nell'industria. Attraverso il ricorso a moderne tecnologie, tali emissioni sarebbero trattenute stoccate nel sottosuolo, anziché liberate nell'atmosfera. Lo stoccaggio del carbonio in miniere dovrebbe avvenire esclusivamente nel territorio degli Stati membri.

·       la nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale.

Obiettivo della nuova disciplina, che entrerà in vigore dieci giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è quello di fornire agli Stati membri nuovi strumenti adatti a sviluppare politiche sostenibili in materia di clima e di energia. Tali strumenti dovrebbero produrre un livello di tutela dell'ambiente più elevato nonché effetti positivi, a livello di distorsione della concorrenza, superiori agli effetti negativi, tenendo conto del principio "chi inquina paga".


Fiscalità

IVA ridotta

Priorità della Commissione

Tra le priorità indicate dalla Commissione nel programma legislativo per il 2008 rientra la revisione dell'attuale legislazione in materia di aliquote IVA ridotte[96].

La Commissione ricorda di avere già adottato una comunicazione sulle aliquote IVA diverse dall'aliquota IVA normale (COM(2007)380), sulla base dei risultati di uno studio condotto da un gruppo di riflessione indipendente sull'impatto delle aliquote ridotte in termini di creazione di occupazione, crescita economica e buon funzionamento del mercato interno, con l'obiettivo di avviare un dibattito nel Consiglio, nel Parlamento europeo e con le altre parti interessate. La Commissione sottolinea che tutti i pareri raccolti su questo argomento serviranno a elaborare nel medio termine una proposta sostenibile ed equilibrata in materia di aliquote IVA.

Lo studio sopra citato esaminava principalmente l'impatto delle aliquote IVA ridotte e delle deroghe non solo sui servizi prestati localmente, ma anche in maniera più generale (per esempio, l’incidenza sulla distribuzione del reddito, sull'economia informale e sui costi di adempimento delle imprese). Più in particolare, sottolineava che:

-    un'aliquota IVA unica rappresenta di gran lunga la scelta migliore da un punto di vista puramente economico;

-    il ricorso ad aliquote IVA ridotte può tuttavia produrre vantaggi particolari in settori accuratamente selezionati;

-   le aliquote IVA ridotte comportano per le imprese e le autorità fiscali costi significativi di adeguamento alla normativa;

-    altri strumenti politici, come le sovvenzioni dirette a favore di attività particolari, raggiungono generalmente gli stessi obiettivi delle aliquote IVA ridotte con costi inferiori.

Nel programma legislativo 2008 la Commissione interpreta questi risultati come la conferma che l'applicazione di aliquote ridotte ai servizi prestati localmente può rivelarsi utile, ma solo a condizione che tali misure siano molto ben mirate e che condizioni di mercato specifiche siano soddisfatte. Rileva tuttavia che gli effetti sull'occupazione restano limitati.

La VI Commissione finanze della Camera, nell’esprimere parere favorevole sulla Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006 (Doc. LXXXVII, n. 2), ha sottolineato l’esigenza che il Governo segua con la massima attenzione, assicurando la piena e tempestiva informazione al Parlamento, le tematiche concernenti l’esame, da parte della Commissione europea, delle richieste di deroga al regime IVA ordinario presentate dall’Italia; ha inoltre rilevato positivamente la pubblicazione della direttiva 2006/18/CE, che proroga al 31 dicembre 2010 l’esperimento delle aliquote ridotte per i servizi ad alta intensità di lavoro. Infine ha auspicato il raggiungimento, in sede ECOFIN, di un compromesso in materia di semplificazione del sistema IVA (vedi infra), con particolare riguardo al luogo di tassazione dei servizi, alla creazione di uno sportello unico e al rimborso in favore dei cittadini non residenti.

Altre proposte all’esame delle istituzioni europee

Il Consiglio Ecofin del 4 dicembre 2007 ha raggiunto, nell’ambito della procedura di consultazione, un accordo politico sul pacchetto di proposte relativo alla semplificazione e all’ammodernamento del sistema IVA, presentato dalla Commissione il 29 ottobre 2004 (COM(2004)728) e che dovrebbe essere adottato in una prossima riunione del Consiglio in modo tale da potere entrare in vigore il 1º gennaio 2010.

Il pacchetto di proposte comprende:

-    una proposta di modifica della direttiva 77/388/CEE (“Sesta direttiva IVA”) con lo scopo di semplificare gli obblighi IVA;

-    una proposta di direttiva che disciplina il rimborso dell’IVA, già previsto dalla direttiva 777/388/CEE, per i soggetti di imposta che risiedono in un altro Stato membro;

-    una proposta di modifica del regolamento (CE) 1798/20031, volta a introdurre modalità cooperazione tra le amministrazioni finanziarie nazionali coerenti con l’introduzione dello sportello unico e con le modifiche al  sistema di rimborso IVA.

 

Base imponibile unica per le società

Priorità della Commissione

La Commissione nel programma legislativo per il 2008 afferma che proseguiranno i lavori in vista della predisposizione di una proposta legislativa[97]. che permetta alle imprese di scegliere una base di imposizione unica a livello dell’Unione, come previsto dalla strategia politica annuale per il 2008. Il programma ricorda che per esaminare le varie opzioni e le relative ripercussioni è stata avviata una valutazione d’impatto

 

Il 2 maggio 2007 la Commissione aveva già adottato una comunicazione sui progressi compiuti nel 2006 e sui prossimi passi verso una proposta in materia di base imponibile consolidata comune per le società (CCCTB) (COM(2007)223).

La comunicazione illustra il lavoro svolto nel corso del 2006, nel quadro del programma delineato nel 2004, mettendo in luce alcuni degli aspetti più rilevanti e alcune delle questioni strategiche in materia:

-   la inevitabile differenza esistente tra le imposte locali. Al riguardo la Commissioneritiene che sia preferibile prevedere una serie di norme comuni più complete possibili, evitando per quanto possibile “deroghe” nazionali o imposte addizionali;

-   i redditi prodotti all’estero, chesecondo la Commissionepossono essere completamente esclusi dalla CCCTB o esservi incorporati, dovendosi trovare in tal caso un metodo per includerli nel meccanismo di consolidamento e di ripartizione, tenendo conto dei diversi metodi per evitare le doppie imposizioni attualmente applicati dagli Stati membri in base alle loro normative e alle convenzioni bilaterali da essi concluse con paesi terzi;

-   la definizione del gruppo. Inparticolare, secondo la Commissione sarà necessario definire in modo particolareggiato che cosa costituisca un gruppo di società ai fini del consolidamento); le operazioni infragruppo,per le quali grazie al consolidamento saranno evitati i problemi relativi ai prezzi di trasferimento.

Il Consiglio del 5 giugno 2007 ha preso atto della relazione della Commissione e ha svolto uno scambio di opinioni.

Nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, il Parlamento europeo ha deplorato l’assenza di un'iniziativa da parte della Commissione sull’'introduzione di una base comune consolidata per l'imposta sulle società; ciò avrebbe consentito il completamento di un mercato interno in cui la concorrenza leale porta a una maggiore trasparenza e le imprese possono operare secondo le stesse regole all'estero e nel loro paese, gli scambi transfrontalieri e la concorrenza tra Stati membri ne escono rafforzati per quanto concerne l'attrazione degli investimenti.

La VI Commissione finanze della Camera, nell’esprimere parere favorevole sulla Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006 (Doc. LXXXVII, n. 2), ha rilevato l’esigenza di proseguire gli sforzi per definire una base imponibile comune consolidata nel settore della tassazione societaria, al fine di eliminare gli ostacoli fiscali al funzionamento del mercato interno, nonché di migliorare la competitività delle imprese europee.

 


Innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico

Priorità della Commissione

La Commissione considera ricerca e lo sviluppo tecnologico essenziali per promuovere lo sviluppo sostenibile e l'innovazione, affinché l'Europa possa restare, in futuro, una società competitiva e prospera. La Commissione considera, perciò, prioritario:

·         completare lo sviluppo dello spazio europeo della ricerca, anche sulla base dei risultati della consultazione sul Libro verde chiusa il 31 agosto 2007 (vd.infra), formulando proposte intese, ad esempio, ad attuare una programmazione congiunta della ricerca attorno alle grandi problematiche cui la società deve far fronte, coniugando le risorse europee e quelle nazionali;

·         rendere pienamente operativo l’Istituto europeo di tecnologia che, nel quadro della strategia ad ampio raggio a favore dell'innovazione, dovrebbe contribuire a colmare il divario tra l'Unione e i suoi principali concorrenti, promuovendo la ricerca strategica e la formazione;

·         proseguire l'attuazione del settimo programma quadro di attività comunitarie nei settori della ricerca e dello sviluppo tecnologico (2007-2013).

Tra le iniziative prioritarie della Commissione figurano:

·         una proposta di regolamento relativo ad un quadro giuridico dedicato per la creazione e la gestione di nuove infrastrutture di ricerca paneuropee una iniziativa prioritaria.

Lo scopo della proposta dovrebbe essere quello di facilitare la formazione di consorzi europei per la creazione e gestione di strutture di ricerca di interesse paneuropeo necessarie per l'efficiente esecuzione dei programmi di ricerca comunitari;

·         la comunicazione "Verso una programmazione congiunta della ricerca" intesa ad accrescere, attraverso una programmazione congiunta, il valore degli investimenti nazionali nella ricerca affinché possano raggiungere la massa critica e le economie di scala e di scopo necessarie per produrre un impatto a livello globale.

 

La Presidenza slovena individua, nel settore della ricerca, le seguenti priorità: instaurare collegamenti tra il settore pubblico e privato, rafforzare lo Spazio europeo della ricerca (SER), promuovere la mobilità intersettoriale e sostenere le piattaforme tecnologiche europee nell'attuazione delle rispettive agende di ricerca strategica (ARS). La Presidenza slovena, inoltre, intende garantire una partecipazione più efficace dei Balcani occidentali nelle attività dell'UE, l'aumento della presenza femminile in campo scientifico e lo sviluppo di infrastrutture di ricerca, in particolare a livello regionale.

 

Il 10 ottobre 2007 la X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame della relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea relativa all’anno 2006, ha osservato, anche in considerazione della priorità assegnata dal Consiglio europeo al «maggiore investimento nella conoscenza e nell'innovazione», l’opportunità che il Governo valuti come compiere ogni sforzo utile a colmare il gap italiano nel settore della ricerca rispetto agli altri Paesi avanzati dell'Unione.

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Spazio europeo della ricerca

Il 4 aprile 2007 la Commissioneha presentatoil libro verde “Lo spazio europeo della ricerca: nuove prospettive” (COM(2007)161), inteso ad aprire un ampio dibattito per definire quali orientamenti e quali misure siano necessarie per completare lo sviluppo dello spazio europeo della ricerca (SER). Il Libro verde della Commissione prospetta una visione del possibile sviluppo del SER, individuando sei priorità:

-   un flusso adeguato di ricercatori competenti;

-   infrastrutture di ricerca di livello mondiale;

-   organismi di ricerca "eccellenti";

-   una vera condivisione delle conoscenze;

-   priorità e programmi di ricerca adeguatamente coordinati;

-   apertura dello Spazio europeo della ricerca al mondo.

Nel 2008, la Commissione formulerà delle proposte in materia sulla base dei risultati della consultazione a cui Il libro verde è stato sottoposto fino al 31 agosto 2007.

Istituto europeo di tecnologia

Il 18 ottobre 2006, la Commissione ha presentato la proposta di regolamento relativa alla creazione dell’Istituto europeo di tecnologia - IET (COM(2006)604) che si propone di divenire un faro di eccellenza in Europa e un modello di riferimento per ciò che concerne la collaborazione tra università, ricerca e imprese, al fine di rendere l’Europa un’area maggiormente competitiva.

La Commissione propone una struttura articolata su due livelli: una piccola struttura centrale di gestione (comitato direttivo), composta da esponenti di massimo livello degli ambienti scientifici e del mondo economico, e una rete di comunità della conoscenza sparse su tutto il territorio europeo, che ne attueranno i compiti.

Il 26 settembre 2007 il Parlamento europeo ha esaminato il provvedimento in prima lettura, secondo la procedura di codecisione. Il 21 gennaio 2008 il Consiglio ha approvato una posizione comune sulla creazione dell'Istituto europeo di innovazione e di tecnologia. Il provvedimento è ora in attesa della seconda lettura da parte del Parlamento europeo, che potrebbe esaminarlo il 19 maggio 2008. Per ciò che concerne il suo finanziamento, il 26 novembre 2007 il Consiglio,approvando in seconda lettura il progetto di bilancio dell’Unione europea per il 2008, ha assegnato all’Istituto europeo di tecnologia una dotazione di 309 milioni di euro di stanziamenti d'impegno per il periodo 2008-2013.

Come più volte auspicato dalla Commissione e dal Consiglio europeo gli accordi raggiunti potrebbero rendere possibile l’approvazione del provvedimento in seconda lettura, secondo la procedura di codecisione, entro la primavera del 2008 consentendo all’IET di essere operativo in tempi brevi.

 

Settimo programma quadro di attività comunitarie nei settori della ricerca e dello sviluppo tecnologico

Il settimo programma quadro per la ricerca (2007-2013), istituito con decisione n. 1982/2006/CE del 18 dicembre 2006, è strutturato in quattro programmi specifici, che ricalcano i quattro obiettivi principali della politica europea di ricerca: cooperazione”[98], che prevede il finanziamento dell’intera gamma di azioni di ricerca condotte nell’ambito della cooperazione transnazionale, dai progetti e le reti in collaborazione fino al coordinamento dei programmi di ricerca; “idee”[99], che prevede la costituzione di un Consiglio Europeo della Ricerca (CER)[100]; “persone”[101], che prevede attività a favore della formazione e dello sviluppo delle prospettive di carriera dei ricercatori attraverso le cosiddette “Azioni Marie Curie”; “capacità”[102], che prevede il finanziamento degli aspetti chiave delle capacità europee di ricerca e innovazione quali, ad esempio, le infrastrutture di ricerca, la ricerca a vantaggio delle piccole e medie imprese (PMI), i cluster regionali orientati alla ricerca, le attività orizzontali di cooperazione internazionale. Il settimo programma quadro comprende anche il finanziamento delle azioni dirette del Centro comune di ricerca[103].

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Iniziative tecnologiche congiunte

Al fine di potenziare al massimo la collaborazione tra i settori pubblico e privato nel campo della ricerca, il settimo programma quadro di ricerca (2007-2013) ha previsto la costituzione di imprese comuni per l’attuazione di iniziative tecnologiche congiunte (ITC), intese a creare partenariati pubblico-privato con il coinvolgimento delle imprese, della comunità della ricerca e delle autorità pubbliche a livello europeo (Stati membri, Commissione).

Il 10 ottobre 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento per la realizzazione di una iniziativa tecnologica congiunta sullo sviluppo delle celle a idrogeno e combustibile (COM(2007)571). Tale iniziativa tecnologica congiunta è tra quelle individuate dal programma specifico "Cooperazione" di attuazione del settimo programma quadro.

La proposta della Commissione, che segue la procedura di consultazione, si aggiunge ai primi quattro regolamenti relativi all’attuazione di ITC adottati formalmente dal Consiglio il 20 dicembre 2007[104].

Nanotecnologie e nano scienze

Il 21 settembre 2007 si è chiusa una consultazione della Commissione volta a preparare le condizioni per la definizione di un codice di condotta per la ricerca responsabile nel campo delle nanoscienze e nanotecnologie (N&N)[105], che si dovrebbe basare su tre principi fondamentali: precauzione, per garantire che, in caso di incertezza sul piano scientifico, si proceda mantenendo il massimo livello di protezione e sicurezza della salute dell’uomo; inclusività e integrità.

La consultazione dovrebbe fornire alla Commissione elementi ulteriori per l’elaborazione, in forma di raccomandazione, di una proposta per l’adozione su base volontaria di un codice di comportamento per la ricerca responsabile nelle N&N.

Appalti pre-commerciali nel settore R&S

Il 14 dicembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazioneAppalti pre-commerciali: promuovere l’innovazione per garantire servizi pubblici sostenibili e di elevata qualità” (COM(2007)799), inteso ad avviare un dibattito su come incoraggiare la spesa pubblica nel settore della ricerca e dello sviluppo delle tecnologie richiamando l’attenzione sulle opportunità, poco sfruttate, offerte dagli appalti pre-commerciali, ossia di appalti relativi alla fase di ricerca e sviluppo (R&S) che precede quella della commercializzazione vera e propria di un servizio o prodotto.

Sulla base delle risultanze del dibattito la Commissione potrebbe proporre, nel secondo semestre del 2008, un insieme di azioni in materia, analizzando l’eventuale necessità di nuove piattaforme di cooperazione sugli appalti pre-commerciali sostenendo, ad esempio, la costituzione a livello europeo di specifiche reti che potrebbero includere settori di interesse pubblico (quali l’efficienza energetica, la tutela dell’ambiente, i servizi sanitari, la sicurezza) e potrebbero fornire esempi di appalti pre-commerciali al fine di diffondere l’approccio proposto dalla Commissione e di scambiare esperienze tra le parti interessate.

Strategia dell’innovazione per l’UE

La Commissione ha presentato, il 13 settembre 2006, la comunicazione “Mettere in pratica la conoscenza: un’ampia strategia dell’innovazione per l’UE” (COM(2006)502). Si tratta di un programma concernente un’azione a livello nazionale ed europeo destinata a promuovere l’innovazionecome stimolo principale dell’economia europea,[106] articolato in dieci azioni prioritarie:

-   definizione di sistemi di insegnamento favorevoli all’innovazione;

-   creazione di un Istituto europeo per la tecnologia;

-   costituzione di un mercato del lavoro unico per i ricercatori;

-   rafforzamento delle connessioni tra ricerca e industria;

-   promozione dell’innovazione regionale nel quadro dei nuovi programmi di politica di coesione;

-   riforma della regolamentazione degli aiuti di Stato in materia di ricerca e sviluppo tecnologico e di innovazione e miglioramento degli orientamenti per gli incentivi fiscali in questo settore;

-   rafforzamento della protezione dei diritti di proprietà intellettuale;

-   prodotti e servizi numerici – iniziativa concernente il percepimento dei diritti d’autore;

-   messa a punto di una strategia per i mercati pilota favorevoli all’innovazione;

-   incentivi all’innovazione attraverso gli appalti.

 

Il 24 maggio 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla comunicazione nella quale plaude al lancio della strategia allargata a favore delle piccole e microimprese, il cui potenziale di innovazione non è stato finora sufficientemente riconosciuto e sfruttato e afferma che l’eco-innovazione svolge un ruolo importante ai fini dell’efficienza energetica oltre a promuovere la competitività europea.

L’esigenza di migliorare il trasferimento delle conoscenze gli organismi di ricerca e i terzi, ivi compresi l’industria e gli organismi della società civile è stata sottolineata dalla Commissione nella comunicazione “Migliorare il trasferimento delle conoscenze tra gli organismi di ricerca e le imprese nell’insieme dell’Europa: per un’innovazione aperta – Attuare l’agenda di Lisbona”, presentata il 4 aprile 2007 (COM(2007) 182)

Il Consiglio ha adottato conclusioni, il 25 giugno 2007, sul trasferimento delle conoscenze, nelle quali, accogliendo positivamente la comunicazione della Commissione, riconosce le opportunità offerte dagli orientamenti politici proposti, nonché la necessità di elaborare a livello europeo una concezione comune del trasferimento delle conoscenze sotto forma di carta volontaria per migliorare: la valorizzazione della ricerca finanziata con fondi pubblici e le collaborazioni in materia di ricerca e sviluppo tecnologici tra gli organismi di ricerca e l’industria.

 


Istruzione, formazione e cultura

 

Istruzione e formazione

Priorità della Commissione

La Commissione considera prioritario cercare nuovi mezzi per promuovere l'istruzione, la formazione, la ricerca e l'innovazione - elementi fondamentali per la strategia di Lisbona - ritenendo lo sviluppo di una società della conoscenza quale chiave di volta della strategia europea per la crescita e l'occupazione. A tal fine il programma legislativo e di lavoro per il 2008 individua, tra le sue priorità, la preparazione delle azioni in vista dell'anno europeo della creatività e dell'innovazione nel 2009. In quest'ambito, la Commissione prevede la predisposizione di un'ampia gamma di programmi comunitari, in particolare in materia di istruzione e di formazione lungo l'intero arco della vita, e di iniziative culturali che, in aggiunta ai programmi "Gioventù in azione"[107] e "Europa dei cittadini"[108] attualmente in vigore, sottolineeranno il contributo che l'istruzione e la cultura possono offrire all'innovazione e alla creatività. Le azioni relative alle priorità sopra citate saranno preparate attraverso analisi d'impatto di nuove azioni, studi e consultazioni delle parti interessate.

Tra le iniziative prioritarie il programma inserisce ilLibro verde sulla migrazione e l'istruzione inteso a ribadire il ruolo fondamentale svolto dall'istruzione nelle politiche di integrazione, a richiamare l'attenzione sui problemi incontrati dai figli dei migranti nonché ad analizzare le possibili soluzioni e le buone pratiche. Il Libro verde della Commissione dovrebbe comprendere, altresì, un esame dei programmi e dei finanziamenti comunitari esistenti per valutarne la capacità di sostegno allo sviluppo della strategia proposta nel Libro verde stesso.

La Presidenza slovena sosterrà gli sforzi di coordinamento delle politiche nazionali finalizzati a migliorare la qualità, l’efficacia e l’accessibilità dei sistemi di istruzione e formazione, aumentandone la trasparenza e l’apertura al mondo intero. Inoltre, la Presidenza slovena dedicherà speciale attenzione all’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, mediante una migliore formazione professionale.

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Programma di lavoro "Istruzione e formazione 2010"

Il 12 novembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “L'apprendimento permanente per la conoscenza, la creatività e l'innovazione” - Progetto di relazione congiunta 2008 del Consiglio e della Commissione sull'attuazione del programma di lavoro Istruzione e formazione 2010[109] (COM(2007)703).

La Commissione, tra l’altro, propone misure d’intervento nei seguenti settori:

-    attuazione dell’apprendimento permanente per ottenere efficienza ed equità, tra l’altro: migliorando la base delle conoscenze; rendendo più sostenibili i finanziamenti ai sistemi d’istruzione; potenziando l'attrattività dell'istruzione e formazione professionale (IFP); garantendo equità di accesso, di partecipazione, di trattamento e di risultati; dedicando particolare attenzione alla situazione dei migranti; garantendo un insegnamento di qualità elevata attraverso una migliore preparazione professionale per gli insegnanti;

-    innovazione e creatività, tra l’altro, potenziando l'eccellenza, la creatività e l'apprendimento ad apprendere in tutti i sistemi e a tutti i livelli di istruzione e formazione;

-    gestione e applicazione dei risultati del programma Istruzione e formazione 2010, rafforzando il ricorso al metodo aperto di coordinamento nell'istruzione e nella formazione, potenziando i collegamenti tra l'attuazione e lo sviluppo degli orientamenti di Lisbona e il programma di lavoro Istruzione e formazione 2010;

-    periodo successivo al 2010, iniziando fin da subito la riflessione in merito alle priorità principali del programma di lavoro per il periodo successivo al 2010.

Apprendimento permanente

Dopo l’approvazione, da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, di alcune rilevanti proposte riguardanti il settore dell’apprendimento permanente, quali l’istituzione di un programma d'azione nel campo dell'apprendimento permanente per il periodo 2007-2013[110], l’adozione di una raccomandazione relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente[111], o la raccomandazione relativa all’istituzione di un Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (QEQ)[112], il 27 settembre 2007 la Commissione ha presentato un piano d’azione in materia di educazione degli adulti E’ sempre il momento di imparare”, il cui obiettivo generale è dare attuazione ai messaggi chiave contenuti nella comunicazione “Non è mai troppo tardi per apprendere” (COM(2006)614), presentata dalla Commissione il 23 ottobre 2006: eliminare gli ostacoli alla partecipazione; migliorare la qualità e l'efficienza del settore; accelerare il processo di convalida e riconoscimento; garantire investimenti sufficienti; monitorare il settore.

Il piano d’azione propone azioni nei seguenti ambiti:

-    analisi degli effetti sull'educazione degli adulti prodotti dalle riforme realizzate negli Stati membri in tutti i settori dell'istruzione e della formazione;

-    migliore qualità delle prestazioni nel settore dell'educazione degli adulti;

-    maggiori possibilità offerte agli adulti di acquisire almeno la qualifica di livello immediatamente superiore a quella precedentemente posseduta;

-    accelerazione del processo di valutazione delle competenze e abilità sociali, loro convalida e riconoscimento in termini di risultati di apprendimento;

-    migliore monitoraggio del settore dell'educazione degli adulti.

Su questo tema il 16 gennaio 2008 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione d’iniziativa, estranea cioè ad un procedimento legislativo, che accoglie favorevolmente la proposta della Commissione.

Istruzione professionale

La Commissioneè impegnata a sviluppare un sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ECVET[113]) inteso a facilitare il trasferimento, la capitalizzazione e il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento in Europa.

In particolare,  l’ECVET si propone di rendere i risultati dell’apprendimento più facilmente trasferibili da un contesto di apprendimento e/o da un sistema di qualifica ad un altro. L’ECVET propone una metodologia che descrive ogni qualifica in termini di unità dei risultati dell’apprendimento (conoscenze, abilità e competenze) ai quali sono associati dei punti di credito che possono essere capitalizzabili e riconoscibili in tutta Europa. L’ECVET si propone di essere adattabile a qualsiasi contesto di apprendimento in quanto facilita la validazione e il trasferimento dei risultati dell’apprendimento non formale e informale e contribuisce a migliorare l’accesso alle qualifiche per ogni persona, nel corso di tutta la vita, contribuendo a migliorare la mobilità nell’ambito della formazione professionale iniziale e continua, nonché a migliorare la trasparenza delle qualifiche. L’ECVET dovrebbe essere sviluppato e attuato gradualmente su base volontaria, senza obblighi legali, in quanto non ha funzione di norma. L’applicazione dell’ECVET nei Paesi che prenderanno la decisione di adozione dovrà tenere conto della legislazione nazionale o regionale e/o dei regolamenti settoriali esistenti che riguardano le qualifiche.

Sulla base dei risultati di un ampio processo consultivo, svolto su un documentodella Commissione (SEC(2006)1431) e concluso nel 2007, la Commissione potrebbe decidere ulteriori iniziative per perfezionare l’introduzione dell’ECVET.

Programmi d’azione

Il 12 luglio 2007 la Commissione ha presentato una proposta di decisione che istituisce un programma d'azione comunitaria per il miglioramento della qualità nell’istruzione superiore e la promozione della comprensione interculturale mediante la cooperazione con i paesi terzi (Erasmus Mundus) (2009-2013) (COM (2007)395).

La proposta è intesa ad ampliare la portata del programma Erasmus Mundus, attualmente in corso, fino al termine fine dell'attuale quadro finanziario (2013). L’obiettivo complessivo della proposta è di promuovere la cooperazione nel campo dello sviluppo sociale e umano in generale attraverso un sistema internazionale di borse di studio, che aumenti l’interesse mondiale per l’istruzione superiore in Europa, ne promuova la presenza, incoraggi il rafforzamento della qualità dell’istruzione superiore e la promozione della comprensione interculturale attraverso la cooperazione coi paesi terzi.

Il Consiglio istruzione del 15-16 novembre 2007 ha definito un orientamento generale in vista di un eventuale accordo in prima lettura, secondo la procedura di codecisione, con il Parlamento europeo.

 

Cultura

Priorità della Commissione

La Commissione inserisce tra le sue priorità la celebrazione del 2008 quale anno del dialogo interculturale, proclamato il 18 dicembre 2006 con decisione n.1983/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio.

Con tale iniziativa si intende sensibilizzare coloro che vivono nell’Unione europea a partecipare appieno alla gestione della diversità culturale presente in Europa e a sviluppare una cittadinanza europea attiva aperta al mondo, rispettosa della diversità culturale e dei principi di libertà e democrazia, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.  

L'Anno europeo del dialogo interculturale 2008  è un'iniziativa congiunta dell'Unione europea e degli Stati membri con il coinvolgimento della società civile europea. Le attività dell'Anno europeo beneficiano di un finanziamento di 10 milioni di euro, inteso a sostenere la campagna di informazione, indagini e studi sul dialogo interculturale, nonché a cofinanziare sette progetti europei di eccellenza e 27 progetti nazionali – uno per ciascuno Stato membro – sul dialogo interculturale nell'UE.

Tra le iniziative prioritarie il programma inserisce la comunicazione sul multilinguismo. Con tale documento la Commissione intende fornire alcuni orientamenti per creare una migliore sinergia tra le politiche dell'UE e quelle degli Stati membri in materia di multilinguismo, in particolare ricorrendo al metodo aperto di coordinamento[114] e mediante un migliore utilizzo delle iniziative e dei programmi europei. La nuova strategia della Commissione dovrebbe contribuire a migliorare l'occupabilità dei cittadini, la competitività delle imprese europee, il dialogo interculturale e l'inclusione sociale, nonché a creare uno spazio europeo per il dialogo con i cittadini. Tale strategia dovrebbe pertanto abbracciare tutte le politiche dell'UE, coinvolgere tutte le parti interessate ed essere elaborata e attuata in stretta cooperazione con tutti gli Stati membri.

La presentazione della comunicazione sul multilinguismo fa seguito a quanto annunciato nella precedente comunicazione della Commissione “Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo” (COM(2005)596), presentata il 22 novembre 2005, con cui la Commissione, per la prima volta, ha proposto una strategia per la promozione di un approccio globale del multilinguismo nella società europea e che ha consentito, tra l’altro, la creazione di un gruppo di alto livello sul multilinguismo[115] che ha compiti di sostegno e consulenza alla Commissione in materia.

La Presidenza slovena inserisce tra le sue priorità il dialogo interculturale che, oltre alla proclamazione del 2008 anno europeo interculturale, dovrà essere sviluppato: attraverso il dialogo con i paesi terzi; rafforzando le competenze interculturali dei cittadini dell’Unione europea, in particolare i giovani; stimolando il turismo culturale e la mobilità degli artisti; riconoscendo il valore economico del settore culturale e creativo. In tale contesto la Presidenza slovena intende adoperarsi per favorire l’attuazione del Patto europeo per la gioventù[116] e, in occasione dell’Anno europeo del dialogo interculturale, porre l’accento sulla promozione del multilinguismo e delle competenze interculturali che favoriscono l’impiego, la mobilità e l’inclusione sociale dei giovani. La Presidenza slovena, inoltre, considera prioritario elaborare un nuovo piano di lavoro per il periodo 2011-2013 nel quadro dell’attuazione dell’agenda europea della cultura.

 

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Agenda europea per la cultura

Il 10 maggio 2007 la Commissione ha presentato una comunicazione su un’agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione (COM(2007)242) che propone, per la prima volta, una strategia culturale a livello europeo che comprende anche l’aspetto delle relazioni dell’Europa con i paesi terzi.

La comunicazione definisce tre grandi obiettivi che costituiscono nel loro insieme una strategia culturale per le istituzioni europee, gli Stati membri e i settori della cultura e della creazione artistica:

·         la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale;

·         la promozione della cultura quale catalizzatore della creatività nel quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione;

·         la promozione della cultura quale elemento essenziale delle relazioni internazionali dell'UE.

Per l'attuazione dell'agenda per la cultura l'Europa la Commissione auspica un forte partenariato tra tutti i protagonisti, articolato su quattro aspetti essenziali: sviluppo del dialogo con il settore culturale, ad esempio attraversoun "forum culturale" per la consultazione dei soggetti interessati; adozione del metodo aperto di coordinamento[117] per accrescere il livello di cooperazione tra gli Stati membri; sostegno all'elaborazione di politiche fondate su dati fattuali, favorendo la raccolta e la condivisione di dati nonché la cooperazione in materia di metodologie di valutazione e analisi di impatto; integrazione della cultura in tutte le politiche pertinenti, con particolare riferimento all’integrazione della cultura nelle politiche che fanno riferimento alla dimensione esterna.

Il Consiglio europeo del 13-14 dicembre 2007 ha approvato l'agenda europea per la cultura ed il piano di lavoro (2008–2010), approvato dal Consiglio il 15 novembre 2007, che definisce una serie di azioni prioritarie finalizzate, tra l’altro, a: migliorare le condizioni per consentire la mobilità degli artisti; promuovere l'accesso alla cultura; ottimizzare il potenziale delle industrie culturali e creative; promuovere e attuare la convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali.


Mercato Interno

Riforma del mercato interno

Priorità della Commissione

Nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione sottolinea che il riesame del mercato unico ha individuato nuove iniziative – di cui molte saranno presentate nel 2008 – grazie alle quali il mercato unico potrà poggiare su una base industriale solida, innovativa e competitiva, in grado di sfruttare appieno il potenziale di servizi, e all’interno del quale vigeranno norme che potranno servire quale riferimento a livello internazionale. Afferma inoltre che intende concentrarsi su settori nei quali le politiche possano offrire i migliori benefici ai consumatori non meno che alle imprese e, in particolare, alle piccole e medie imprese (PMI). Ciò richiede un’azione mirata, come un maggiore coordinamento della vigilanza per garantire la conformità dei beni e dei servizi alla normativa, un monitoraggio più sistematico dei mercati e dei singoli settori, oltre a una metodologia atta a quantificare i risultati a favore del consumatore che il mercato interno rende possibili.

Nell’ambito delle iniziative di semplificazione, la Commissione prevede l’abrogazione di quattro direttive sugli apparecchi a pressione (76/767/CEE, 84/525/CEE, 84/526/CEE, 84/527/CEE) e l’integrazione delle disposizioni ancora pertinenti nella revisione della direttiva 99/36/CE (attrezzature a pressione trasportabili). La Commissione intende inoltre fornire un quadro giuridico coerente per la metrologia legale e pertanto intende ampliare il campo di applicazione della direttiva 2004/22/CE, relativa agli strumenti di misura, e abrogare otto direttive relative al “vecchio metodo”.

 

Il programma della Presidenza slovena considera necessario migliorare l’efficienza del mercato interno mediante interventi prioritari volti a fare avanzare le proposte in materia di comunicazioni elettroniche, servizi finanziari e postali, creazione di un brevetto comunitario, ammodernamento del codice doganale e fiscalità.

 

Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, chiede alla Commissione, facendo seguito alla sua revisione del mercato interno, di intensificare gli sforzi tesi a estendere e ad approfondire il mercato interno e a porre l’accento sull’attuazione tempestiva e coerente della direttiva sui servizi, e in particolare a istituire “sportelli unici” efficienti per promuovere l’accesso al mercato unico. Il Parlamento europeo sottolinea altresì la necessità di un livello adeguato di protezione dei diritti di proprietà intellettuale ed è favorevole all’iniziativa volta ad instaurare un sistema di brevetti a costi accessibili, sicuro ed efficace, che favorisca investimento e ricerca; esorta le tre istituzioni a lavorare insieme per giungere a un consenso politico su un autentico miglioramento del regime dei brevetti.

 

La Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame della Relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per il 2006 ha osservato, fra l’altro, che il Governo deve valutare, in relazione alla prossima applicazione della “direttiva servizi” (direttiva 2006/123/CE), la possibilità di assegnare la priorità all’obiettivo dell’approvazione, presso l’altro ramo del Parlamento, di un provvedimento sullo sportello unico, licenziato dalla Commissione X e poi dalla Camera dei deputati ad aprile 2007, che si muove esattamente nella direzione indicata dalla direttiva europea.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Riesame del mercato unico

Il 20 novembre 2007 la Commissione ha  presentato un pacchetto di iniziative volte a rendere il mercato unico più moderno e vantaggioso per i cittadini europei:

·         la comunicazione “Un mercato unico per l’Europa del XXI secolo” (COM(2007)724), che conclude il riesame avviato nel 2006 ed è accompagnata da cinque documenti di lavoro concernenti i settori:

-         realizzazioni del mercato unico;

-         strumenti per una politica moderna del mercato unico;

-         risultati del primo esame settoriale nel quadro dell’attuazione del nuovo metodo di monitoraggio del mercato e settori chiave;

-         dimensione esterna del riesame del mercato unico;

-         iniziative nel settore dei servizi finanziari di dettaglio;

·         la comunicazione “I servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali di interesse generale: un nuovo impegno europeo” (COM(2007)725);

·         la comunicazione “Opportunità, accesso e solidarietà: verso una nuova visione sociale per l’Europa del XXI secolo” (COM(2007) 726), volta ad alimentare la consultazione in corso sulla realtà sociale e a preparare il lancio della nuova agenda sociale a metà 2008.

Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha invitato il Consiglio ad esaminare le iniziative illustrate nel pacchetto citato così da permettergli di trarre, nella riunione di primavera 2008, conclusioni sulle priorità d’azione futura.

Mercato interno delle merci

La Commissione ha presentato, il 14 febbraio 2007, un pacchetto di misure per rafforzare e rendere più efficiente il mercato interno delle merci.

Il pacchetto comprende quattro iniziative, articolate in base a due priorità:

·   riconoscimento reciproco”:

-   una proposta di regolamento che stabilisce procedure relative all’applicazione di determinate norme tecniche nazionali a prodotti legalmente commercializzati in un altro Stato membro (proposta sul “riconoscimento reciproco) (COM(2007) 36, procedura di codecisione);

·    “revisione del nuovo approccio”:

-   un progetto di regolamento che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione (COM(2007) 37);

-   un progetto di decisione relativa a un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti (COM(2007) 53);

-   comunicazione interpretativa sulle procedure per l’immatricolazione degli autoveicoli originari di un altro Stato membro (SEC(2007)169).

 

Servizi postali

Il 18 ottobre 2006 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva (COM(2006)594) volta a modificare la direttiva 97/67/CE relativa a regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari ed il miglioramento della qualità del servizio (cosiddetta “direttiva postale”).

 L’obiettivo della proposta è quello di completare la realizzazione del mercato interno dei servizi postali entro il 2009, abolendo i diritti speciali o esclusivi e garantendo un livello comune di servizio universale per tutti gli utenti. La Commissione precisa che, in caso di conflitto con altre norme comunitarie, e in particolare con riferimento alla direttiva  2006/123/CE sui servizi nel mercato interno (cosiddetta “direttiva Bolkenstein”), prevarranno le disposizioni della nuova direttiva postale.

L’11 luglio 2007 il Parlamento europeo ha esaminato in prima lettura la proposta di direttiva, approvando emendamenti. L’8 novembre 2007 il Consiglio ha adottato la posizione comune che  verrà esaminata dal Parlamento europeo per la seconda lettura, secondo la procedura di codecisione.

Il Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007 ha invitato il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione a concludere con celerità l’esame della proposta di direttiva in oggetto.

Marchi  e brevetti

La Commissione ha presentato, il 19 dicembre 2006, le seguenti proposte di atti normativi:

·       proposta di direttiva relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi di impresa (codificazione) (COM(2006)812, procedura di codecisione);

·        proposta di regolamento sul marchio comunitario (codificazione) (COM(2006)830, procedura di consultazione).

Il 19 giugno 2007 il Parlamento europeo si è espresso favorevolmente, in prima lettura, sulle due proposte di atti normativi.

Il 3 aprile 2007 la Commissione ha presentato la comunicazioneMigliorare il sistema dei brevetti in Europa” (COM(2007) 165) che verte, in particolare, sull’introduzione del brevetto comunitario e sull’istituzione di una efficiente giurisdizione in materia di brevetti su scala comunitaria; affronta argomenti quali la qualità dei brevetti, il sostegno alle piccole  e medie imprese, il trasferimento di tecnologia e le questioni attuative, compresi i modi alternativi di risoluzione delle controversie, l’assicurazione per le spese connesse alle controversie in materia di brevetti e gli aspetti internazionali dell’applicazione.

 

Concorrenza

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione considera prioritario proseguire l’azione volta a garantire la piena e corretta applicazione delle norme europee in materia di concorrenza ai singoli casi, al fine di promuovere i mercati maggiormente funzionanti a tutto vantaggio dei consumatori e della competitività globale. In tale contesto, la Commissione avvierà una o più inchieste settoriali su mercati per i quali sono state individuate carenze.

La Commissione, inoltre, ritiene prioritario avviare i lavori relativi al riesame del regolamento sulle concentrazioni n. 139/2004, del regolamento di procedura n. 1/2003 relativo all’applicazione delle regole di concorrenza (artt. 81 e 82 TCE), mentre nel quadro del piano d'azione in materia di aiuti di Stato, la Commissione assumerà iniziative volte a completare il passaggio a disposizioni più snelle ed efficaci in materia quale, ad esempio, una proposta di regolamento generale di esenzione per categoria[118] (GBER), che riunisca per la prima volta tutti i regolamenti di esenzione per categoria in un unico regolamento. Il nuovo GBER si applicherà ai settori già coperti dalle esenzioni per categoria (formazione, occupazione, PMI) e a nuovi settori (innovazione, ambiente, capitale di rischio, aiuti regionali). Sempre in materia di aiuti di Stato, la Commissione intende aprire consultazioni per rivedere gli orientamenti relativi agli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà, nonché per disciplinare gli aiuti all'industria cantieristica.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Per ciò che concerne il settore delle norme antitrust:

·         il 21 dicembre 2007 si è conclusa una consultazione della Commissione relativa a:

-   una comunicazione della Commissione concernente la transazione nei procedimenti per l’adozione di decisioni nei casi di cartelli (artt. 7 e 23 reg. n.1/2003);

-   una proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 773/2004 della Commissione per quanto riguarda la transazione nei procedimenti relativi ai cartelli.

Il pacchetto della Commissione propone una procedura di transazione per permettere alla Commissione di trattare i casi di cartelli onde giungere a un più rapido accordo con le parti.

Per quanto riguarda il settore delle concentrazioni:

·         il 10 luglio 2007 la Commissione ha adottato una comunicazione intesa a fornire linee guida su questioni giurisdizionali che possono porsi in relazione all’applicazione del regolamento sulle concentrazioni del 2004.

La comunicazione sostituisce e consolida in un unico testo quattro precedenti comunicazioni, adottate dalla Commissione in forza del precedente regolamento sulle concentrazioni (4064/89);

·         il 29 giugno 2007 si è conclusa una consultazione, avviata dalla Commissione, relativa ad un progetto preliminare di revisione delle linee guida per le misure correttive in materia di controllo delle concentrazioni.

La proposta è intesa ad adattare le linee guida attualmente in vigore alla più recente giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee e al nuovo regolamento comunitario sulle concentrazioni (139/04).

Per quanto riguarda la riforma della disciplina degli aiuti di Stato, individuata come priorità nell’ambito del rilancio della strategia di Lisbona[119]:

·         il 25 ottobre 2007 la Commissione ha approvato una comunicazione relativa all'esecuzione effettiva delle decisioni della Commissione che ingiungono agli Stati membri di recuperare gli aiuti di Stato illegali e incompatibili.

Il documento approvato dalla Commissione intende fornire orientamenti agli Stati membri al fine di ottenere una più immediata ed efficace esecuzione delle decisioni relative al recupero di aiuti di Stato illecitamente concessi;

·         il 12 dicembre 2007 la Commissione ha approvato un regolamento recante modifiche al regolamento n. 794/2004 di attuazione del regolamento del Consiglio (CE) 659/1999 che definisce le norme per l’applicazione dell’art. 88 TCE.

Con tale documento la Commissione europea intende chiarire le norme per la notifica degli aiuti di Stato nonché garantire procedure più rapide modificando il regolamento che prevede le disposizioni procedurali per l'applicazione delle norme sugli aiuti di Stato del trattato CE (il cosiddetto "regolamento di esecuzione"). In particolare, si intende rendere obbligatoria la presentazione delle notificazioni di aiuti di Stato alla Commissione da parte degli Stati membri attraverso un sistema elettronico di notifica e di un sistema protetto di posta elettronica entro il 1° luglio 2008[120];

·         il 12 dicembre 2007 la Commissione ha approvato una comunicazione relativaadun nuovo metodo per fissarei criteri per determinare il tasso di interesse da utilizzare per il recupero degli aiuti di Stato concessi in violazione dell’art 88, par. 3 TCE relativo alla disciplina degli aiuti di Stato.

Il nuovo metodo proposto dalla Commissione si attiene maggiormente ai principi di mercato poiché comprende un sistema che permette di tener conto della situazione specifica dell'impresa o del progetto e migliora quindi l'approccio economico nell'analisi degli aiuti di Stato, come annunciato nel piano di azione nel settore degli aiuti di Stato. Il nuovo metodo entrerà in vigore il 1° luglio 2008;

·         il 20 dicembre 2007 la Commissioneha approvato il regolamento 1535/2007 relativo allapplicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CEagli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli.

Il regolamento della Commissione aumenta a 6 mila euro per beneficiario, in un triennio, il massimale individuale degli aiuti di Stato di modesta entità, gli (c.d. aiuti “de minimis”) a favore  dell’agricoltura. Il limite massimo complessivo per Stato membro è portato allo 0,6% del valore della produzione agricola (in precedenza tale limite era pari allo 0,3%);

·         il 23 gennaio 2008 la Commissioneha adottato la nuova disciplina degli aiuti di Stato per la tutela ambientale, intesa ad estendere l’ambito di applicazione degli aiuti in materia e ad aumentare le intensità di aiuto rispetto alla precedente normativa.

Obiettivo della nuova disciplina, che entrerà in vigore dieci giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è quello di fornire agli Stati membri nuovi strumenti adatti a sviluppare politiche sostenibili in materia di clima e di energia. Tali strumenti dovrebbero produrre un livello di tutela dell'ambiente più elevato nonché effetti positivi, a livello di distorsione della concorrenza, superiori agli effetti negativi, tenendo conto del principio "chi inquina paga";

·         il 25 settembre 2007 si è conclusa una consultazione avviata dalla Commissione su un progetto preliminare di revisione della comunicazione n.2000/C 71/07 della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie.

Con tale proposta la Commissione intende fornire agli Stati membri maggiori indicazioni in merito ai principi sui quali la Commissione intende basarsi per l'interpretazione degli articoli 87 e 88 nonché per l'applicazione di tali articoli alle garanzie statali. In tale contesto, la Commissione intende continuare a conferire la massima trasparenza possibile alla propria politica in materia rendendo prevedibili le proprie decisioni e garantendo la parità di trattamento. In particolare, la Commissione intende fornire alle PMI e agli Stati membri, ai fini di un'esenzione, specifiche soglie di sicurezza che predeterminino, per una data impresa e sulla base del suo rating finanziario, il margine minimo che andrebbe addebitato affinché una garanzia statale non venga considerata aiuto. Analogamente, qualsiasi differenziale negativo rispetto a tale livello potrebbe essere considerato come elemento di aiuto;

·         il 23 novembre 2007 si è conclusa una consultazione avviata dalla Commissione su un progetto di regolamento volto ad estendere alle piccole e medie imprese attive nel settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca l’esenzione dall’obbligo di notifica preventiva già prevista dal regolamento (CE) n, 70/2001 per le piccole e medie imprese;

·         il 30 novembre 2007 si è conclusa una consultazione avviata dalla Commissione su un progetto preliminare per  la revisione degli Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà;

·         il 21 dicembre 2007 la Commissione ha lanciato una consultazione relativa ad un progetto preliminare di Linee guida comunitarie per gli aiuti di stato alle imprese ferroviarie. La Commissione, sulla base dei risultati della consultazione che si chiuderà il 25 gennaio 2008, intende formulare una proposta definitiva entro il primo semestre del 2008.

Gli orientamenti proposti dalla Commissione intendono migliorare la trasparenza dei finanziamenti pubblici e la certezza del diritto nel settore del trasporto ferroviario, con particolare riguardo alle norme del trattato sull’apertura dei mercati alla concorrenza ed ai principi stabiliti con i tre pacchetti ferroviari recentemente approvati che, tra l’altro, puntano ad aprire il trasporto ferroviario alla concorrenza rafforzandone la competitività;

·         il 10 gennaio 2008 la Commissione ha lanciato una consultazione relativa alla revisione della Comunicazione relativa all'applicazione delle regole sugli aiuti di Stato al servizio pubblico di radiodiffusione (c.d. “Comunicazione sulla radiodiffusione”). La Commissione, sulla base dei risultati della consultazione che si chiuderà il 10 marzo 2008, valuterà se presentare una proposta di revisione della Comunicazione sulla radiodiffusione, eventualmente nella seconda metà del 2008, in modo che possa entrare in vigore nell'estate 2009.

La proposta della Commissione è intesa ad elaborare un quadro normativo adeguato per il futuro finanziamento del servizio pubblico di radiodiffusione in un contesto di nuovi media. Tale quadro dovrebbe tener conto dell'importanza del carattere pubblico dei servizi di radiodiffusione e della loro necessità di sostegno pubblico da un lato, nonché degli eventuali effetti negativi sulla concorrenza, dall'altro. I principi guida dovrebbero essere la trasparenza, la proporzionalità e la responsabilità.

Migrazione e controllo delle frontiere

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione ribadisce il suo impegno prioritario verso una politica comune in materia di migrazione, basata su un approccio pluridimensionale che valorizzi le potenzialità di sviluppo socioeconomico insite nel fenomeno. La Commissione ritiene pertanto che si debba al tempo stesso gestire correttamente la migrazione legale, sostenere la migrazione circolare e promuovere l’istruzione e l’integrazione dei lavoratori migranti, contrastando risolutamente la migrazione clandestina e il traffico di esseri umani. In questo contesto il programma considera tra le iniziative strategiche, la presentazione di un pacchetto di misure comprendente:

·         una comunicazione sul sistema di ingresso /uscita e su altri strumenti di gestione delle frontiere;

la comunicazione è volta a rafforzare le procedure in materia di controllo dei cittadini dei paesi terzi lungo le frontiere, contribuire a migliorare la gestione delle frontiere stesse, e combattere l’immigrazione clandestina, facilitando le procedure di ingresso e di uscita dall’Unione europea per i cittadini UE e per i viaggiatori in buona fede, provenienti dai paesi terzi, al fine di destinare le risorse in maniera più efficiente ai controlli lungo le frontiere.

·         una relazione sulla valutazione e il futuro sviluppo dell’Agenzia per la gestione delle frontiere esterne dell’Unione europea (Frontex)[121];

partendo dalla valutazione di Frontex e delle squadre di intervento rapido, composte da esperti nazionali, di recente costituzione, la relazione intende fornire la base per valutare la fattibilità di un eventuale “sistema europeo di guardie di frontiera”.

·         una comunicazione sul sistema europeo di controllo delle frontiere;

nella comunicazione la Commissione intende proporre la creazione di un “sistema europeo di controllo delle frontiere” che accresca sensibilmente al sicurezza nell’area Schengen (combattendo l’immigrazione clandestina, la tratta degli esseri umani etc.) e riduca il tragico bilancio di vittime tramite il potenziamento delle operazioni di salvataggio in mare. Il sistema dovrebbe essere attuato in tre fasi: messa in collegamento dei sistemi di informazione e controllo degli Stati membri (2008-2009); sviluppo e attuazione di strumenti e dispositivi comuni di controllo delle frontiere (2008-2013); creazione di una rete comune per lo scambio di informazioni in campo marittimo nell’area del Mare Mediterraneo e del Mar Nero (2012-2013).

Tra le iniziative prioritarie la Commissione prevede la presentazione di

·         una proposta di direttiva sulle condizioni di ingresso e residenza dei lavoratori stagionali;

La proposta, annunciata nel Piano d’azione per l’immigrazione legale, presentato dalla Commissione il 21 dicembre 2005[122] e nella comunicazione  “Migrazione circolare e partenariati di mobilità tra UE e paesi terzi”[123]  presentata il 16 maggio 2006, intende garantire la sicurezza dello status giuridico e una maggiore protezione contro lo sfruttamento di una categoria particolarmente debole di lavoratori dei paesi terzi.

·         una proposta di direttivasulle procedure che regolano l’ingresso, il soggiorno temporaneo e la residenza delle persone temporaneamente trasferite dalla loro società e le condizioni di ingresso e di residenza dei tirocinanti retribuiti.

La proposta intende fornire un quadro giuridico per i lavoratori temporaneamente trasferiti, nei settori non coperti dai negoziati GATS. Per quanto riguarda i tirocinanti retribuiti, l’obiettivo principale è sviluppare una politica sulla migrazione circolare. La Commissione ritiene infatti che permettere ai cittadini di paesi terzi di acquisire conoscenze e competenze grazie ad un periodo di tirocinio in Europa può costituire un modo per incoraggiare la “circolazione dei cervelli”, con benefici sia per i paesi di origine che per quelli di accoglienza.

·         un Libro verde sulla migrazione e l’istruzione.

Il Libro verde sarà dedicato ai problemi incontrati dai figli dei migranti, analizzando le possibili soluzioni e le buone pratiche, anche in riferimento ai programmi e ai finanziamenti comunitari.

Si ricorda inoltre che il Programma legislativo e di lavoro pone il tema della migrazione tra le principali priorità nel campo della comunicazioneistituzionaleper il 2008. La Commissione rileva a questo proposito come studi recenti dimostrino che le principali preoccupazioni dei cittadini dell’Unione vertano in particolare sulle prospettive occupazionali, sulla migrazione e sulle questioni connesse con la sicurezza dei cittadini.

 

La Presidenza slovena si impegna nel suo programma per il primo semestre 2008 a proseguire la realizzazione della politica di approccio globale alle migrazioni, accordando particolare attenzione all’armonizzazione e all’adozione di una legislazione nel settore dell’immigrazione legale, della lotta contro l’immigrazione clandestina e della instaurazione di un codice comunitario dei visti.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Orientamenti generali

In linea con i programmi di Tampere e dell’Aja, che costituiscono il quadro di riferimento per la politica migratoria dell’Unione europea[124], il 5 dicembre 2007 la Commissioneha presentato una comunicazione sul tema “Verso una politica comune dell’immigrazione” (COM(2007)780).

Analizzando gli interventi di armonizzazione compiuti in materia di immigrazione legale, ampliamento dell’area Schengen e gestione delle frontiere, contrasto all’immigrazione clandestina, sviluppo della dimensione esterna della politica UE, la Commissione sottolinea che nell’ultimo decennio sono state gettate progressivamente le basi per una politica comune di immigrazione che permetta di andare al di là delle 27 politiche d’immigrazione nazionali. Nella considerazione che l’immigrazione possa fornire un grande apporto alla prosperità dell’Unione, la Commissione indica le misure da intraprendere al fine di rinnovare l’impegno a favore di una politica comune volta a realizzare un quadro europeo, all’interno del quale il livello nazionale e quello dell’Unione possano completarsi a vicenda.

La comunicazione è in attesa di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.

Si ricorda inoltre che il 10 agosto 2007 la Commissione ha presentato una proposta di decisione (COM(2007)466) che istituisce una rete europea sulle migrazioni (REM).

Obiettivo della REM è "soddisfare le esigenze di informazione sulla migrazione e sull’asilo delle istituzioni comunitarie, delle autorità e delle istituzioni degli Stati membri e dei cittadini, fornendo informazioni aggiornate, oggettive, affidabili e comparabili nell’intento di sostenere il processo politico e decisionale nell’Unione europea in questi settori".

La proposta, che segue la procedura di consultazione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo nella seduta dell’11 marzo 2008.

Approccio globale all’immigrazione

Nell’ambito del consolidamento e sviluppo dell’ “Approccio globale alla gestione delle migrazioni” adottato dal Consiglio europeo il 14-15 dicembre 2006[125], il 16 maggio 2007, la Commissione ha presentato un pacchetto di iniziative volte al sostegno dell’immigrazione legale e al contrasto all’immigrazione clandestina. Il pacchetto comprende:

·         la comunicazione  “Migrazione circolare e partenariati di mobilità tra UE e paesi terzi” (COM(2007)248), volta a promuovere l’immigrazione legale e ad incoraggiare il flusso proveniente da paesi con cui l’UE concluderà accordi di cooperazione;

La comunicazione è stata esaminata dal Consiglio nelle riunioni del 18 giugno e del 10 dicembre 2007.

·         la comunicazione “Applicazione dell’approccio globale in materia di migrazione alle aree orientali e sudorientali vicine all’Unione europea” (COM(2007)247), che intende ribadire l’importanza di rafforzare il dialogo e la cooperazione in materia di immigrazione sulla base delle iniziative già esistenti e si rivolge principalmente alle aree sud-orientali e orientali vicine all’UE;

La comunicazione è stata esaminata dal Consiglio il 18 giugno 2007.

·         la proposta di direttiva (COM(2007)249), relativa a sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi in posizione irregolare (vedi infra, paragrafo “Lotta all’immigrazione clandestina”).

 

Immigrazione legale

In linea con quanto stabilito nel Piano d’azione per l’immigrazione legale, presentato dalla Commissione il 21 dicembre 2005 (COM(2005)669), al fine di sviluppare una politica coerente dell’UE in materia, nel periodo rimanente del programma dell’Aia (2006-2009), il 23 ottobre 2007, la Commissioneha presentato un pacchetto di misure comprendente:

·         una proposta di direttiva (COM(2007)637) relativa all’ammissione nell’Unione di migranti per posti di lavoro altamente qualificati. La proposta di direttiva ha l’obiettivo di:

- instaurare una procedura speciale per l’ingresso e il soggiorno di cittadini  di paesi terzi che richiedano di risiedere nell’Unione europea per occupare posti di lavoro altamente qualificati per un periodo superiore a tre mesi;

- definire le condizioni in cui i cittadini di paesi terzi che si trovino in situazione di soggiorno regolare in uno Stato membro, ai sensi della proposta di direttiva in questione, possano soggiornare con le loro famiglie in altri Stati membri.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura nella seduta del 2 settembre 2008.

·         una proposta di direttiva (COM(2007)638), che istituisce una procedura unica per la richiesta di permesso unico di residenza e lavoro e stabilisce un insieme comune di diritti per i lavoratori dei paesi terzi che soggiornano legalmente in uno Stato membro.

In base alla proposta di direttiva:

- ogni domanda di autorizzazione a soggiornare e a lavorare sul territorio dello Stato membro è introdotta nel quadro di una procedura di domanda unica;

- la decisione relativa al rilascio, modifica o rinnovo del permesso unico prende la forma di un titolo combinato che autorizza contestualmente a soggiornare e a lavorare nel quadro di un atto amministrativo unico.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura nella seduta del 2 settembre 2008.

Integrazione

L’11 settembre 2007 la Commissione ha presentato la terza relazione annuale su migrazione e integrazione (COM(2007)512)[126], nella quale, richiamandosi ai “Principi di base comuni della politica di integrazione dell’immigrante nell’Unione europea (PCB)”, adottati dal Consiglio europeo del 4-5 novembre 2004, nel quadro del programma dell’Aja e della comunicazione della Commissione ”Un programma comune per l’integrazione” (vedi supra), ribadisce la necessità di rafforzare il nesso fra le politiche relative all’immigrazione legale e le strategie di integrazione.

Si ricorda inoltre che, nel corso del vertice informale dei ministri UE responsabili dell’immigrazione, tenutosi a Potsdam il 10-11 maggio 2007, la Commissione ha presentato la seconda edizione del manuale sull’integrazione dei cittadini di paesi terzi[127].

Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007, ribadendo che l'integrazione è un elemento centrale della politica migratoria globale europea, ha chiesto un migliore coordinamento tra le politiche migratorie e d'integrazione, invitando nel contempo la Commissione e gli Stati membri a porre in risalto, nel quadro dell'Anno europeo del dialogo interculturale (2008) le opportunità, i vantaggi e le sfide della migrazione in un'Europa pluralistica.

Lotta all’immigrazione clandestina

Il 16 maggio 2007, la Commissione ha presentato la proposta di direttiva (COM(2007)249), relativa a sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi in posizione irregolare, al fine ridurre le discrepanze fra le misure preventive, le sanzioni e le modalità di applicazione già esistenti nei vari Stati membri.

La proposta di direttiva prevede sanzioni per i datori di lavoro (persone fisiche o giuridiche, ma anche privati cittadini quando agiscono in qualità di datori di lavoro) che impieghino cittadini di paesi terzi in posizione irregolare, senza aver svolto le necessarie verifiche. In base alla proposta infatti, e come misura preventiva, i datori di lavoro, prima dell’assunzione sono tenuti a verificare che i cittadini di paesi terzi siano in possesso di permesso di soggiorno o di altra autorizzazione analoga. Oltre a multe ed altre sanzioni amministrative, la Commissione propone, per i casi più gravi anche sanzioni penali.

La proposta di direttiva, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura nella seduta del 20 giugno 2008.

E’ inoltre all’esame delle Istituzioni europee la proposta di direttiva(COM(2005)391), che stabilisce norme comuni in materia di rimpatrio di cittadini di Paesi terzi in condizioni di soggiorno irregolare.

La proposta introduce norme comuni riguardanti il rimpatrio, l’allontanamento, l’uso di misure coercitive, la custodia temporanea e il reingresso di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente. La proposta attribuisce una dimensione europea agli effetti delle misure di rimpatrio adottate a livello nazionali, ponendo in essere un divieto al rientro sul territorio, valido per l’insieme dell’Unione europea.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo, in prima lettura, nella seduta del 21 maggio 2008. Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha sottolineato la necessità di trovare un accordo su norme comuni in materia di politica di rimpatrio e incoraggiato il Consiglio e il Parlamento europeo a proseguire gli sforzi intesi a trovare rapidamente una base di accordo sulla proposta, tenendo presenti le particolari circostanze di ciascuno Stato membro.

Controllo delle frontiere

Il 24 maggio 2007 l’Agenzia per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne (Frontex) ha lanciato il programma “Rete di pattuglie europea” (EPN), primo sistema di coordinamento delle pattuglie di sorveglianza delle frontiere marittime dell’Unione europea, per contrastare l’immigrazione clandestina. Il progetto interessa le coste atlantiche e mediterranee, al fine di sincronizzare le misure adottate dagli Stati membri e permettere la loro integrazione alle attività comuni dell’UE.

Si segnala inoltre che il Consiglio giustizia e affari interni del 18 settembre 2007 ha adottato conclusioni sull’ulteriore rafforzamento delle frontiere marittime meridionali dell’UE[128]nelle quali esorta gli Stati membri, in uno spirito di solidarietà e di responsabilità condivisa, a fornire supporto, in modo bilaterale, a singoli Stati membri[129] che siano sottoposti a particolari pressioni, acuite da fattori quali la loro posizione geografica, il livello di impegno degli Stati terzi confinanti nell’ adempiere ai loro obblighi internazionali in materia di ricerca e salvataggio e lo stato attuale della cooperazione con detti paesi.

Politica UE in materia di visti

Il Programma dell’ Aja ha sottolineato la necessità di sviluppare la politica comune in materia di visti quale parte integrante di un sistema a più livelli, inteso a facilitare i viaggi legittimi e a combattere l’immigrazione clandestina, tramite una ulteriore armonizzazione delle legislazioni nazionali e delle prassi per il trattamento delle domande di visto, presso le rappresentanze consolari locali.

In questo quadro, sono all’esame delle istituzioni europee:

·         la proposta di regolamento (COM(2004)835), concernente il sistema di informazione visti (VIS) e lo scambio di dati tra Stati membri.

La proposta definisce lo scopo, le funzionalità e le competenze del VIS, conferisce alla Commissione il mandato di istituirlo e gestirlo e stabilisce le procedure e le condizioni per lo scambio di dati tra Stati membri in merito alle domande di visto per soggiorni di breve durata, onde agevolare l’esame di tali richieste e le relative decisioni.

Sulla proposta, che segue la procedura di codecisione, il Consiglio ha raggiunto l’accordo politico nella riunione del 12 giugno 2007. Il Parlamento europeo aveva approvato il testo in prima lettura nella seduta del 7 giugno 2007.

·         la proposta di decisione (COM(2005)600), relativa all’accesso per la consultazione al sistema di informazione visti

La proposta mira a creare la base giuridica necessaria per permettere alle autorità degli Stati membri competenti in materia di sicurezza interna e ad Europol di accedere al detto sistema e a stabilire le condizioni di tale accesso. Ciò permetterà a questi organismi di consultare il sistema VIS per prevenire e individuare atti terroristici nonché le forme di criminalità e i reati di competenza di Europol, e a fini d’indagine in materia.

L’iter di adozione della proposta, secondo la procedura di consultazione, è terminato il 12 giugno 2007 e si attende la pubblicazione dell’atto nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.

Si ricorda inoltre che il 31 maggio 2006, la Commissione ha presentato una proposta di regolamento recante, modifica dell’Istruzione consolare comune diretta alle rappresentanze diplomatiche e consolari di prima categoria, in relazione all’introduzione di elementi biometrici e comprendente norme sull’organizzazione del ricevimento e del trattamento delle domande di visto (COM(2006)269).

La proposta, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura nella seduta del 9 aprile 2008.

Il 19 luglio 2006, la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2006)403)[130], che istituisce un Codice comunitario dei visti, volto, secondo le indicazioni contenute nel programma dell’Aja, a facilitare i viaggi effettuati legalmente ed a lottare contro l’immigrazione clandestina mediante una maggiore armonizzazione delle leggi nazionali e delle prassi degli uffici consolari locali. Ai fini della semplificazione, e in accordo con la politica della Commissione di “legiferare meglio”, la proposta incorpora in un unico Codice dei visti tutti gli strumenti giuridici che disciplinano le decisioni relative alle condizioni e alle procedure di rilascio dei visti.

Il Parlamento europeo dovrebbe esaminare la proposta, in prima lettura secondo la procedura di codecisione, nella seduta del 9 aprile 2008.


Paesi terzi e gruppi regionali

Priorità della Commissione

Per quanto riguarda le relazioni dell’UE con paesi terzi e gruppi regionali, tra le priorità della Commissione per il 2008 figurano:

·   il proseguimento dei lavori in materia di preparazione, varo, negoziato o conclusione di accordi con diversi paesi[131] - tra i quali si segnalano Russia[132], Ucraina[133], Cina[134], India[135], Iraq[136] - nonché con ASEAN[137], Consiglio di cooperazione del Golfo[138], Comunità andina, America centrale e Mercosur[139];

·   l’attuazione dei primi provvedimenti per istituire relazioni formali con la Libia[140];

·   il potenziamento del partenariato transatlantico che è considerato la chiave di volta delle relazioni esterne dell’Europa;

·   il proseguimento dei suoi sforzi in favore della stabilizzazione e della ricostruzione in Medio Oriente, in Africa ed in Asia del Sud.

L’impegno dell’Unione europea nelle aree citate per favorire la risoluzione delle crisi in atto figura anche tra le priorità della Presidenza slovena.

Tra le priorità per il 2008 la Commissione segnala il rafforzamento delle relazioni tra Unione europea ed Africa che, in particolare dopo il secondo Vertice UE-Africa dell’8 e 9 dicembre 2007, dovrebbero entrare in una nuova fase. In occasione del Vertice, infatti, sono stati adottati la strategia comune UE-Africa, che propone una visione di lungo termine attraverso un partenariato strategico tra le parti, ed un piano d’azione 2008-2010 che individua le priorità da attuare nei prossimi tre anni. L’attuazione di tale strategia e dell’allegato piano d’azione figura anche tra le priorità della Presidenza slovena.

In tale contesto tra le iniziative strategiche per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione della comunicazione “Misure concrete di follow-up in relazione alla strategia comune UE-Africa” in cui procederà ad una valutazione degli interventi dell’Unione europea in favore dell’Africa, integrerà le priorità individuate nel citato piano d’azione e definirà gli orientamenti per la loro applicazione. La comunicazione si baserà sui risultati di un questionario distribuito agli Stati membri all’inizio del 2008 con l’obiettivo di predisporre un documento di monitoraggio a livello di Unione europea.

Tra le iniziative prioritarie per il 2008 la Commissione preannuncia altresì la presentazione della comunicazione “L’UE, l’Africa e la Cina: verso un dialogo e una cooperazione trilaterali per la pace, la stabilità e lo sviluppo sostenibile in Africa”. La comunicazione mira a definire un programma innovativo volto a promuovere un dialogo ed una cooperazione trilaterali in risposta ai nuovi ed importanti sviluppi nelle relazioni dell’UE con entrambi i partner e nella cooperazione sud-sud. Secondo quanto indicato dalla Commissione nel programma legislativo e di lavoro, le conseguenze per la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo sostenibile in Africa nonché per la governance mondiale, derivanti dall’affermarsi della Cina come principale partner dell’Africa, richiedono una risposta politica da parte dell’UE ed un miglioramento della coerenza dei programmi comunitari verso entrambe le realtà. La comunicazione proporrà un dialogo costruttivo, una maggiore cooperazione e alcune soluzioni per gestire la concorrenza, in maniera tale da promuovere la pace, la prosperità e lo sviluppo sostenibile in Africa.

La Presidenza slovena segnala che dedicherà particolare attenzione all’attuazione della strategia per l’Asia centrale, anche in considerazione della verifica prevista per giugno 2008, ad un anno dalla sua inaugurazione.

Tale strategia è stata infatti adottata dal Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007. Come indicato nelle conclusioni, essa servirà da quadro generale per le relazioni dell'UE con l'Asia centrale, ivi compresi i settori dei diritti umani, dello stato di diritto, del buon governo e della democrazia, dell'istruzione, dello sviluppo economico, del commercio e degli investimenti, dell'energia e dei trasporti, delle politiche ambientali, della migrazione e del dialogo interculturale. Il Consiglio europeo specifica inoltre che la strategia definisce le priorità dell'UE per la sua cooperazione con la regione nel suo insieme, ma l'attuazione verrà adeguata alle esigenze e ai risultati specifici di ciascuno Stato dell'Asia centrale. Sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo, Consiglio e Commissione sono invitati a valutare periodicamente i progressi compiuti nell'attuazione di questa strategia e di presentare una prima relazione sullo stato di avanzamento dei lavori entro la metà del 2008.

Tra gli incontri con i paesi terzi previsti nel semestre di Presidenza slovena, l’evento principale è rappresentato dal quinto Vertice UE-America latina e Caraibi[141] che sarà dedicato a due ambiti prioritari: i temi sociali - quali povertà, disuguaglianza e inclusione - da una parte e i temi dello sviluppo sostenibile - quali ambiente, energia e cambiamento climatico - dall’altra. La Presidenza slovena ricorda inoltre i Vertici bilaterali con Stati Uniti d’America, Giappone e Russia.

Nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione, il Parlamento europeo ritiene che, per quanto concerne il Medio Oriente, oltre a fornire fondi per la sopravvivenza economica e la ricostruzione, segnatamente in Libano e Palestina, l'UE debba continuare a sviluppare iniziative politiche per rafforzare ulteriormente il suo ruolo di diplomazia attiva nella regione. Inoltre il PE chiede alla Commissione di potenziare il partenariato strategico biregionale tra l'Unione europea e l'America Latina e i paesi dei Caraibi, e plaude all'inserimento della strategia UE-Africa tra le priorità della Commissione, sottolineando la necessità che ad essa vengano associati i parlamenti e la società civile.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 24 luglio 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Dare slancio all'agricoltura africana - Proposta per una cooperazione a livello continentale e regionale in materia di sviluppo agricolo in Africa” (COM (2007) 440). Il documento individua una serie di principi e di settori chiave per promuovere una cooperazione tra Unione europea e Unione africana in materia di sviluppo agricolo in Africa, in ambito regionale e continentale. Come specificato dalla Commissione, la cooperazione in tale ambito è intesa come complemento ed incentivo allo sviluppo agricolo a livello nazionale - dove l'attività di collaborazione continuerà ad essere intensa - ed è pienamente in linea con gli orientamenti politici definiti nel Consenso europeo[142] e nella strategia dell’UE per l’Africa[143]. Entrambi i documenti sottolineano infatti il ruolo centrale dell'agricoltura e dello sviluppo rurale per alleviare la povertà e stimolare la crescita. La cooperazione UE-Africa in materia di sviluppo agricolo proposta dalla Commissione punta a favorire: l'intensificazione sostenibile della produzione; la competitività dei mercati regionali ed internazionali; la gestione dei rischi; lo sviluppo tecnologico e le attività di ricerca; lo sviluppo zootecnico e la lotta alle malattie.

La comunicazione è stata trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio. Il 29 novembre 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui chiede che l’UE finanzi le infrastrutture di base in Africa a servizio del settore agricolo (irrigazione, elettricità, trasporti, rete viaria, ecc.), incoraggi le importazioni agricole, elimini gli aiuti all'esportazione e favorisca il trasferimento di know how. Secondo il PE inoltre i programmi di aiuto alimentare non devono impedire lo sviluppo della produzione locale, né favorire la dipendenza, la distorsione dei mercati locali, la corruzione e l'utilizzazione di alimenti nocivi per la salute, come gli OGM. Il Parlamento europeo d’altro canto invita i governi africani a promuovere le riforme agrarie nei loro paesi allo scopo di garantire un migliore accesso alla terra e alle risorse produttive per la popolazione rurale. In tale contesto chiede che il piano d'azione che accompagna la Strategia congiunta UE-Africa attribuisca grande priorità al rafforzamento degli ordinamenti giuridici per consentire ai tribunali di fare rispettare in modo efficace il diritto in materia di proprietà rurale.

Il 20 ottobre 2006 la Commissione ha presentato la comunicazione “Strategia per l’Africa: un partenariato politico regionale per la pace, la sicurezza e lo sviluppo nel Corno d’Africa” (COM (2006) 601).L’obiettivo dell’iniziativa è quello di contribuire a ridurre l’instabilità nel Corno d’Africa, una delle regioni del mondo più esposte ai conflitti ed una delle più povere, quale presupposto indispensabile per conseguire gli Obiettivi di sviluppo del millennio. La comunicazione presenta un’impostazione globale per la prevenzione dei conflitti nel Corno d’Africa, affrontando a breve e medio termine le cause principali dell’instabilità a livello nazionale e regionale e potenziando la cooperazione regionale.

La comunicazione è stata trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio. Il 10 maggio 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sull’argomento in cui chiede all’UE di impegnarsi di più a favore del Corno d’Africa, non limitando il suo intervento alle questioni di sicurezza, ma affrontando anche «le cause strutturali dei conflitti connesse all'esclusione sociale, politica ed economica». Ritenendo inoltre che i conflitti del Corno d'Africa vadano affrontati con un «approccio globale regionale», il PE propone la convocazione di una conferenza globale per la sicurezza, la pace e lo sviluppo nella regione e invita Commissione e Consiglio ad attivarsi in tal senso.

Il 13 luglio 2006 la Commissione ha adottato la comunicazione “Promuovere le interconnessioni in Africa: il partenariato UE-Africa per le infrastrutture” (COM (2006) 376). L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sviluppare e supportare reti sostenibili che facilitino l’interconnessione a livello continentale per favorire l’integrazione regionale e la crescita economica. Un importo di base pari a 5,6 miliardi di euro a valere sul 10° Fondo europeo di sviluppo (FES, 2008-2013) sarà destinato alle infrastrutture nel settore dei trasporti terrestri, dell’energia, dell'acqua, delle tecnologie dell'informazione e delle reti di telecomunicazione in una prospettiva regionale.

La comunicazione è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo. Il Consiglio del 16 ottobre 2006 ha adottato conclusioni in materia, in cui ha sottolineato che il partenariato dovrà fondarsi sui principi di titolarità africana, sostenibilità, solidità economica e sostenibilità del debito e dovrà rispondere agli obiettivi e ai piani di sviluppo dell'Unione africana e delle organizzazioni regionali del continente.

Il 24 ottobre 2006 la Commissione ha presentato la comunicazione “UE – Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte” (COM (2006) 631). In considerazione dell’affermarsi della Cina come potenza economica e politica mondiale, la Commissione propone un nuovo, ambizioso programma di lavoro per le relazioni UE-Cina negli anni a venire.

L'iniziativa definisce un'impostazione globale, i cui aspetti prioritari sono: il sostegno alla transizione della Cina verso una società più aperta e pluralistica, lo sviluppo sostenibile, compresa la cooperazione con la Cina per le questioni energetiche, i cambiamenti climatici e lo sviluppo internazionale; il commercio e le relazioni economiche, il rafforzamento della cooperazione bilaterale, anche in campo scientifico e tecnologico, e la migrazione; la promozione della sicurezza internazionale nell'Asia orientale e nel resto del mondo e una cooperazione più vasta in materia di non proliferazione.

Completa la strategia un documento programmatico sul commercio e gli investimenti tra l’UE e la Cina (COM (2006) 632), che individua le seguenti priorità: attuazione da parte della Cina degli obblighi OMC; maggiore liberalizzazione del mercato cinese; lotta al trasferimento forzato di tecnologia, alla pirateria e alla contraffazione; maggiore trasparenza dei sistemi di sovvenzione; riforma del sistema bancario cinese; protezione dei diritti di proprietà intellettuale europei; assistenza alle imprese europee in Cina; formazione linguistica; soluzione dei litigi in seno all’OMC; utilizzazione se necessario di misure di antidumping e di sovvenzioni.

Le comunicazioni sono state trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio.

 

 


Pari opportunità

Priorità della Commissione

Il programma legislativo della Commissione prevede la presentazione, tra le iniziative prioritarie, di una proposta di direttiva che attua il principio di parità di trattamento al di fuori dell’ambito dell’occupazione, ritenendo che il livello di tutela contro le discriminazioni fondate sulla religione o le convinzioni personali, l’età, gli handicap o le tendenze sessuali sia minore rispetto alle discriminazioni fondate sulla razza.

 

Il programma della Presidenza slovena intende promuovere le pari opportunità, dedicandosi in particolare al rafforzamento del ruolo delle donne nella società ed alla lotta contro le discriminazioni a tutti i livelli sociali, con particolare riferimento agli invalidi.

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Tabella di marcia

Il 1° marzo 2006 la Commissione ha presentato una comunicazione relativa ad una tabella di marcia (COM(2006)92) che individua sei ambiti prioritari dell’azione dell’UE in tema di parità tra i generi per il periodo 2006-2010:

-    una pari indipendenza economica per le donne e gli uomini;

-    l’equilibrio tra attività professionale e vita privata;

-    la pari rappresentanza nel processo decisionale;

-    l’eradicazione di tutte le forme di violenza fondate sul genere;

-    l’eliminazione di stereotipi sessisti;

-    la promozione della parità tra i generi nelle politiche esterne e di sviluppo.

Considerando la tabella di marcia, il Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2006 ha adottato un patto europeo per la parità di genere, al fine di incoraggiare l’azione a livello di Stati membri e di Unione europei nei seguenti settori: misure per colmare i divari di genere e combattere gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro; misure per promuovere un migliore equilibrio tra vita professionale e familiare per tutti; misure per rafforzare la governance tramite l’integrazione di genere.

 

Il 13 marzo 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla “tabella di marcia”, nella quale, fra l’altro, chiede alla Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e le parti sociali, di incoraggiare la creazione di politiche di conciliazione fra vita familiare e vita professionale. Agli Stati membri chiede di integrare o rafforzare i propri piani nazionali per l’occupazione e l’integrazione sociale al fine di inserirvi misure volte a favorire l’accesso delle donne al mercato del lavoro in situazione di pari dignità e di pari retribuzione per pari lavoro e a promuovere l’imprenditoria femminile, nonché a identificare e promuovere nuove opportunità di lavoro nel settore socio-sanitario e nei servizi alla persona e alla famiglia, dove la forza lavoro è prevalentemente composta di donne, mettendo in rilievo il valore economico e sociale di tali lavori e prevedendo un contesto normativo atto ad assicurare la qualità dei servizi, il riconoscimento dei diritti sociali e la dignità degli operatori.

Seguito dell’anno europeo per le pari opportunità per tutti (2007)

Il Consiglio ha adottato, nella riunione del 5-6 dicembre 2007, una risoluzione sul seguito dell’anno europeo per le pari opportunità per tutti (2007) nella quale, fra l’altro, invita gli Stati membri e la Commissione europea a intensificare gli sforzi volti a prevenire e a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale, nell’ambito del mercato del lavoro o al di fuori di esso; ad intensificare gli sforzi per dare attuazione al patto europeo per la parità di genere e alla tabella di marcia della Commissione per la parità tra donne e uomini 2006-2010, nonché alla dichiarazione e alla piattaforma d’azione di Pechino, attraverso azioni specifiche e l’integrazione della prospettiva di genere in ogni fase del processo politico, al fine di promuovere la parità tra donne e uomini.

Disabili

Il 26 novembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “La situazione dei disabili nell’Unione europea: il piano d’azione europeo 2008-2009 (COM(2007) 738), che si prefigge i seguenti scopi: analizzare l’evoluzione della situazione delle persone con disabilità; fare un bilancio della seconda fase del piano d’azione per i disabili 2006-2007; definire le priorità per il periodo 2008-2009 in vista del conseguimento degli obiettivi strategici del PAD (piano d’azione dell’Unione europea 2003-2010 a favore delle persone disabili). Il PAD si articola in fasi della durata di due anni ciascuna, caratterizzate da diverse priorità strategiche tese ad eliminare le differenze di trattamento subite dalle persone disabili.

Conciliazione tra vita professionale e vita privata

Sulla base di un apposito documento (SEC(2006)1245), la Commissione ha avviato, il 12 ottobre 2006, la prima fase di consultazione dei partner sociali europei (UNICE/ueapme, CEEP e CES) sulla conciliazione della vita professionale, privata e familiare[144], conformemente alla procedura prevista all’articolo 138 del Trattato CE[145].

Il 30 maggio 2007 la Commissione ha avviato la seconda fase della medesima consultazione.

Essendo emersi pareri molto divergenti sulla maniera di procedere, il documento su cui si basa la seconda fase insiste sul fatto che è cruciale progredire in diversi settori – anche non legislativi - affinché i cittadini europei possano godere di una vita migliore al lavoro, nella sfera privata e in famiglia.

Sul piano delle misure concrete, il documento invita le parti sociali a rendere noto il proprio punto di vista sul modo migliore di:

-    sviluppare l’offerta di strutture di accoglienza per i bambini, assicurandosi che non siano costose, che siano accessibili e di buona qualità;

-    rafforzare lo scambio di buone pratiche;

-    incoraggiare gli uomini ad approfittare delle misure volte a conciliare lavoro e vita privata/familiare;

-    sviluppare e promuovere delle organizzazioni del lavoro innovative, modulabili e flessibili.

La Commissione chiede inoltre alle parti sociali di valutare le disposizioni dell’accordo quadro sul congedo parentale[146] nella prospettiva del suo eventuale riesame e di riferire sui progressi registrati entro marzo 2008. Sulla base del parere delle parti sociali europee, la Commissione deciderà sull’opportunità di una proposta legislativa.

Sulla base del parere delle parti sociali europee, la Commissione deciderà sull’opportunità di una proposta legislativa.

Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 12 dicembre 2007, chiede l’introduzione di misure intese a promuovere un miglior equilibrio tra vita professionale e vita privata.

 

La Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame della Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006, ha valutato, fra l’altro, positivamente l’obiettivo di favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro e i tempi i cura familiare, in modo da incrementare il tasso di attività femminile, molto basso rispetto alla media europea, estendendo i congedi di maternità e di paternità sia attraverso l’inclusione tra i beneficiari anche dei lavoratori precari e discontinui sia attraverso l’allungamento dell’età dei figli per i quali è possibile usufruire del congedo.

Divario retributivo

Il 18 luglio 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione sull’analisi delle cause del divario tra le retribuzioni degli uomini e quelle delle donne e l’individuazione delle possibili modalità per porvi rimedio (COM(2007) 424).

Per affrontare la questione, la comunicazione individua quattro campi d’intervento:

-    applicare meglio l’attuale legislazione, analizzando in che modo adeguare la legislazione vigente e adottando iniziative di sensibilizzazione;

-    combattere il divario tra le retribuzioni come parte integrante delle politiche a favore dell’occupazione degli Stati membri, tra l’altro sfruttando pienamente le potenzialità dei finanziamenti comunitari, come il Fondo Sociale europeo;

-    promuovere la parità salariale fra i datori di lavoro, soprattutto grazie a iniziative che stimolino la responsabilità sociale;

-    sostenere lo scambio delle migliori pratiche nell’intera UE e interessare le parti sociali.

Molestie e violenza sul luogo di lavoro

L’8 novembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione che presenta l’accordo quadro europeo sulle molestie e la violenza sul luogo di lavoro (COM(2007) 686).

La comunicazione mira ad informare il Parlamento europeo e il Consiglio circa l’accordo quadro europeo firmato il 26 aprile 2007 dalle parti sociali europee, che fa seguito ad una consultazione organizzata dalla Commissione europea in base all’articolo 138 del trattato CE. L’accordo mira ad impedire e, se del caso, a gestire i problemi di prepotenza, molestie sessuali e violenza fisica sul luogo di lavoro. Condanna tutte le forme di molestia e violenza e conferma il dovere del datore di lavoro di tutelare i lavoratori contro tali rischi. La Commissione invita le istituzioni europee a promuovere l’accordo con tutti i loro mezzi, fornendo un’adeguata pubblicità e sostenendo l’attuazione a livello nazionale.

Relazione sulle pari opportunità tra donne e uomini - 2008

Il 23 gennaio 2008 la Commissione ha presentato la quinta relazione annuale sulle pari opportunità tra donne e uomini (2008) (COM(2008)10), che per la prima volta si riferisce all’Europa allargata a 27 Stati membri.

La Commissione sottolinea che la aumentata diversità dell’Unione europea può porre sfide nuove per le politiche a favore dell’uguaglianza. Osserva, tuttavia, che l’allargamento a nuovi Stati testimonia la loro adesione ai valori fondamentali dell’UE e il loro impegno nel perseguire i suoi obiettivi fondamentali, tra i quali le pari opportunità tra donne e uomini.


Pesca

Priorità della Commissione

Nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione evidenzia come la ridefinizione e il potenziamento delle modalità di controllo della politica comune della pesca costituirà un passo decisivo verso lo sviluppo sostenibile del settore. In tale ambito la Commissione considera prioritarie alcune iniziative che verranno presentate nell’anno in corso. Si tratta in particolare di:

·   una comunicazione sullo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura nella Comunità; la Commissione, richiamando la strategia del 2002 e, sulla base della rilevazione del mancato pieno raggiungimento degli obiettivi di crescita fissati e previsti da tale documento (mentre i risultati sul fronte ambientale e su quello della salute sembrerebbero migliori) fisserebbe come obiettivo quello di individuare i principali vincoli e problemi che hanno ostacolato la crescita sostenibile e la definizione di un ruolo da attribuire alle singole parti per contribuire a creare un quadro imprenditoriale e giuridico più trasparente e favorevole alla promozione degli investimenti e dello sviluppo;

·   una proposta di regolamento sulla modernizzazione e sulla rifusione del sistema di controllo della politica comune della pesca nel quadro del regolamento (CE) n. 2847/93; tale iniziativa avrebbe come obiettivo la promozione del potenziamento, dell’armonizzazione e della semplificazione delle attuali norme riguardanti il controllo della pesca; la modernizzazione delle procedure migliorerebbe l’applicazione delle norme, riducendo gli oneri ed i limiti imposti all’industria e alle pubbliche amministrazioni e promuovendo l’utilizzo degli strumenti informatici per diminuire gli obblighi di informazione[147] .

 

Tra le iniziative di semplificazione, la Commissione precisa di voler presentare una proposta di regolamento sulle modalità di esecuzione per la raccolta e la gestione dei dati necessari per la conduzione della politica comune della pesca, basata sulla proposta di regolamento quadro in materia, tuttora in discussione (COM(2007)196).

 

La Presidenza slovena sottolinea, nel suo programma, di volere concentrare i propri sforzi nella lotta contro la pesca illegale e non regolamentata al fine di favorire una gestione responsabile delle risorse. Oltre a tale dossier, gli sforzi della Presidenza saranno dedicati alla proposta sulla protezione degli ecosistemi marini vulnerabili di fronte alle pratiche di pesca nefaste. La Presidenza inoltre intende proseguire i lavori relativi alla proposta di regolamento sulle autorizzazioni di pesca dei navigli UE fuori dalle acque comunitarie e sulla revisione della strategia di sviluppo dell’acquacoltura europea del 2002.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 18 aprile 2007 la Commissioneha presentato una proposta di regolamento che istituisce un quadro comunitario per la raccolta, la gestione e l’uso dei dati nel settore della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica comune della pesca (COM(2007)196). La proposta ha come obiettivo l’elaborazione di programmi regionali di campionamento, a lungo termine e ben integrati, comprendenti dati biologici, economici, ambientali e sociali. Un’innovazione significativa inclusa nella proposta è la raccolta di dati ambientali con lo scopo fondamentale di controllare l’impatto delle attività di pesca sull’ecosistema marino. Il nuovo sistema di raccolta dei dati coprirà l’insieme del processo, dalla raccolta dei dati nei porti e in mare al loro uso da parte degli utilizzatori finali (in particolare la comunità scientifica e gli organismi consultivi).

In attesa della decisione finale del Consiglio, il Parlamento europeo ha esaminato la proposta, nell’ambito della procedura di consultazione, ed ha  approvato alcuni emendamenti il 13 novembre 2007.

 

Il 18 giugno 2007 la Commissioneha presentato una proposta di regolamento sulle autorizzazioni delle attività di pesca dei pescherecci comunitari al di fuori delle acque comunitarie e all’accesso delle navi di paesi terzi alle acque comunitarie (COM(2007)330).

La proposta, che segue la procedura di consultazione, verrà esaminata dal Parlamento europeo presumibilmente nella sessione del 9 aprile 2008.

 

Il 17 ottobre 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca INN) (COM(2007)602). La proposta istituisce un regime destinato a porre fine alle importazioni di prodotti della pesca INN nella Comunità. A questo scopo sarà introdotto un sistema di certificazione in base al quale i prodotti della pesca (anche trasformati) potranno essere importati nella Comunità solo se accompagnati da un certificato dello Stato di bandiera interessato che attesti che sono stati catturati legalmente. Tale misura sarà integrata da nuove disposizioni in materia di accesso ai porti della Comunità e di trasbordi, volte a migliorare il sistema di controllo degli sbarchi effettuati da pescherecci di paesi terzi. La proposta, infine, introduce disposizioni intese a rafforzare la responsabilità degli Stati membri nei confronti dei loro cittadini che partecipano ad attività di pesca praticate al di fuori della Comunità o che fornisco sostegno a tali attività.

La proposta è in attesa di essere esaminata dal Consiglio. Il Parlamento europeo la esaminerà, nell’ambito della procedura di consultazione,  presumibilmente nella sessione del 4 giugno 2008.

 

Il 17 ottobre 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento sulla protezione degli ecosistemi marini vulnerabili d’alto mare dagli effetti negativi degli attrezzi da pesca di fondo.

La proposta è in attesa di essere esaminata dal Consiglio. Il Parlamento europeo la esaminerà, nell’ambito della procedura di consultazione,  presumibilmente nella sessione del 4 giugno 2008.

 

Sull’equilibrio sostenibile tra capacità e possibilità di pesca, la Commissione ha presentato:

·   il 28 marzo 2007, la comunicazione (COM(2007)136) “Una politica per ridurre le catture accessorie ed eliminare i rigetti nella pesca europea”;

·   il 26 febbraio 2007, la comunicazione (COM(2007)73), relativa agli strumenti di gestione basati sui diritti di pesca;

·   il 26 febbraio 2007, la comunicazione (COM(2007)39) relativa al miglioramento degli indicatori della capacità e dello sforzo di pesca nell’ambito della politica comune della pesca.

In relazione a tali documenti, il 5 settembre 2007 , il Parlamento europeo ha adottato una relazione di iniziativa con la quale prende atto del fatto che si è verificata una riduzione della capacità e della portata complessiva della flotta (pari a circa il 2% annuale) senza che sia stato ridotto il livello di sfruttamento delle risorse a causa dei miglioramenti tecnici dei pescherecci; chiede alla Commissione di adottare le iniziative necessarie per l’eventuale passaggio da un regime di gestione delle flotte basato sulla limitazione del tonnellaggio e della portata delle navi da pesca ad un altro regime che permetta di controllare lo sforzo di pesca mediante una gestione per aree geografiche e l’utilizzazione di misure tecniche adeguate per una gestione sostenibile delle risorse.

 

Si ricorda, infine, che in materia di acquacoltura, la Commissione ha svolto una consultazione, conclusasi il 15 giugno 2007, sulla certificazione e sui marchi di qualità, avente come obiettivo l’esplorazione delle opinioni del settore sui sistemi di qualità esistenti e su un’eventuale azione a livello comunitario. Un’altra consultazione, conclusasi il 15 luglio 2007, è stata svolta invece sulle opportunità di sviluppo dell’acquacoltura nell’Unione europea, al fine di stabilire quali iniziative siano auspicabili a livello UE affinché sia i produttori che i consumatori possano trarre i massimi vantaggi dal previsto sviluppo del settore, garantendo al tempo stesso la sostenibilità delle attività in questione. I risultati di entrambe le consultazioni verranno utilizzati dalla Commissione per valutare i possibili aggiornamenti della Strategia per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura europea del 2002.


Politica agricola comune (PAC)

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione sottolinea che la politica agricola comune (PAC) riformata formerà oggetto di un check-up inteso a determinare se la riforma del 2003 del regime di pagamento unico e di determinati mercati agricoli, e la sua attuazione negli Stati membri, richiedano alcuni ritocchi; tale esame contribuirà, secondo la Commissione, a preparare l’impostazione futura della PAC e la definizione delle sue priorità.

Inoltre, precisa la Commissione, nel 2008 verranno poste in essere le ultime riforme di mercato nel quadro della PAC, intese a proseguire lo sforzo per rendere l’agricoltura europea più sostenibile e più competitiva.

Tra le iniziative prioritarie che intende adottare nel 2008, la Commissione segnala la presentazione di:

·   un libro verde sulla qualità dei prodotti agricoli, nel cui ambito intende studiare in che modo l’ottimizzazione della qualità possa soddisfare le richieste dei consumatori e incrementare il valore della produzione agricola.  Il Libro verde esaminerà le varie opzioni di cui dispongono gli agricoltori e i produttori che vogliano orientare la loro produzione alla qualità, e inviterà a fornire contributi e formulare pareri e proposte per lo sviluppo di misure e di un adeguato quadro giuridico per facilitare la transizione verso una produzione e un marketing di qualità. Il Libro verde inviterà inoltre le parti interessate a esprimere il loro parere sullo sviluppo degli attuali sistemi di qualità per le indicazioni geografiche e le specialità tradizionali;

·   una proposta di regolamento sulla revisione del regime per le zone rurali svantaggiate; il sostegno alle zone svantaggiate viene concesso con l’obiettivo di contribuire alla conservazione delle zone rurali attraverso il proseguimento delle attività agricole e il mantenimento e la promozione dei sistemi di agricoltura sostenibile; la proposta prefigurata dalla Commissione consentirà di migliorare il sistema di delimitazione delle zone svantaggiate adattando in tal modo l’intervento alle nuove circostanze.

 

Inoltre, su richiesta del Consiglio agricoltura, la Commissione sta preparando un’iniziativa sul consumo di frutta nella scuola, materia sulla quale è in corso una consultazione, i cui risultati verranno utilizzati per la preparazione di una proposta.

 

Facendo seguito alla comunicazione sullo stato di salute della PAC (COM(2007)722)[148], la Commissione intende presentare alcune proposte legislative che formuleranno alcune opzioni per accrescere l’efficienza del regime di pagamento unico, adattare gli strumenti di sostegno al mercato e far fronte alle nuove sfide in campo agricolo.

 

Il 20 novembre 2007 la Commissione europea ha presentato la comunicazione “Preparare il ‘bilancio di salute’ della PAC riformata[149], contenente il programma volto a rendere più efficiente e moderna la politica agricola comune dell'Unione europea la Commissione sottolinea come l’aggiornamento della PAC, proposto con il documento in questione, non costituisca una riforma ma intenda semplicemente consentire   all’agricoltura europea di meglio adattarsi ad un ambiente in rapida evoluzione e contribuire al dibattito sulle priorità future nel settore della politica agricola anche alla luce del riesame del bilancio comunitario per il quale, nel 2007 e 2008, la Commissione definirà il proprio approccio, come previsto nella comunicazione “Riformare il bilancio, cambiare l’Europa”.

Per favorire il dibattito la Commissione ha lanciato un’ampia consultazione, i cui risultati verranno utilizzati dalla Commissione che nella primavera 2008presenterà le sue proposte legislative, con la speranza che siano adottate dai ministri dell'agricoltura entro la fine del 2008 e che possano entrare in vigore immediatamente. Oltre ad una valutazione e semplificazione del regime unico di pagamento, la Commissione configura, per il settore lattiero-caseario, le varie ipotesi relative alla soppressione delle quote-latte ed alla graduale fuoriuscita dal regime, nonché l’aumento del tasso di modulazione dei pagamenti diretti e la revisione del regime di intervento per i cereali.

Sulla comunicazione, che è in attesa di essere esaminata dal Parlamento europeo, il Consiglio ha avviato la discussione il 26 novembre 2007. Nel corso della riunione del Consiglio del 21 gennaio 2008 la Presidenza ha sottolineato la propria intenzione di adottare conclusioni nel marzo 2008, al fine di consentire alla Commissione di presentare le proposte legislative nel maggio 2008.

 

La Presidenza slovena intende svolgere una consultazione al fine di valutare i risultati dell’ultima revisione della politica agricola comune (PAC), apportando, laddove necessario, gli opportuni adeguamenti allo scopo di migliorare gli strumenti esistenti. La Presidenza slovena, inoltre, ricorda l’importanza della riforma del settore del vino, intesa a migliorare la promozione dei vini europei nel mondo.

Iniziative di semplificazione

La Commissione, poi, individua una serie di iniziative di semplificazione, che intende presentare e attuare nel corso dell’anno:

·   una proposta di regolamento sulle azioni di informazione e promozione per i prodotti agricoli nel mercato interno e nei paesi terzi, volta a definire il cofinanziamento dei programmi di informazione e promozione per tali prodotti; l’iniziativa consisterà nella consolidamento i due attuali regolamenti della Commissione (1071/2005 e 1346/2005);

·   revisione del regolamento che stabilisce norme comuni per l’ammasso privato dei prodotti agricoli nell’ambito della politica agricola comune al fine di sostituire le molteplici regole settoriali con norme orizzontali e semplificare i meccanismi gestionali;

·   revisione del regolamento (CE) n. 1234/2007 sull’organizzazione comune dei mercati che integra nell’OCM unica alcune modifiche adottate successivamente dal Consiglio (nei settori dello zucchero, degli ortofrutticoli, delle sementi, delle carni bovine e del latte e prodotti lattiero-caseari) al fine di disporre di un unico testo giuridico semplificato che faciliterà l’accesso alla legislazione in vigore, rafforzando in tal modo la trasparenza e la chiarezza del diritto;

   La proposta di regolamento in questione, presentata dalla Commissione il 20 dicembre 2007 (COM(2007)854), verrà esaminata dal Parlamento europeo presumibilmente nella sessione del 19 febbraio 2008.

·   un pacchetto cosiddetto “latte”, costituito da due proposte di regolamento recanti modalità di esecuzione riguardo all’intervento per il burro e all’intervento per il latte scremato in polvere, aventi come obiettivo la semplificazione delle procedure riguardanti l’intervento per il burro e l’abolizione delle categorie nazionali di qualità del burro e gli aiuti per l’ammasso privato di crema o di latte scremato in polvere;

·   la revisione del regolamento (CE) n. 769/2004 recante modalità di applicazione della condizionalità, della modulazione e del sistema integrato di gestione e controllo;

·   la revisione della normativa sulle restituzioni alla produzione nel settore dei cereali, al fine di aumentare la soglia per l’applicazione delle disposizioni speciali di controllo, semplificando il contesto imprenditoriale nel quale operano i produttori europei di amido;

·   la revisione della normativa sui controlli fisici al momento dell’esportazione di prodotti agricoli che beneficiano di una restituzione;

·   la revisione della  normativa sulla commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli freschi, volta alla riunione in un unico regolamento dei trentaquattro regolamenti attualmente esistenti sulla commercializzazione degli prodotti ortofrutticoli, razionalizzando le operazioni di controllo e l’elenco dei prodotti coperti dalle norme in oggetto;

·   la revisione della normativa sull’organizzazione comune dei mercati nel settore del vino per integrare norme specifiche nelle norme generali riguardanti l’organizzazione comune dei mercati nel settore appena adottate.

Altre proposte all’esame delle istituzioni europee

Il 4 luglio 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2007)372), relativa ad un’ampia riforma del settore vitivinicolo. Gli obiettivi della riforma sono: l’aumento di competitività dei produttori europei, la riconquista dei mercati, l’equilibrio della domanda e dell’offerta, la semplificazione delle norme, la salvaguardia delle migliori tradizioni della produzione vitivinicola europea, il rafforzamento del tessuto delle zone rurali e la salvaguardia dell’ambiente[150].

Il Parlamento europeo ha esaminato la proposta, nell’ambito della procedura di consultazione, il 12 dicembre 2007, approvando alcuni emendamenti. Il Consiglio ha raggiunto un accordo politico il 17 dicembre 2007 ed adotterà formalmente la proposta in una delle prossime riunioni.

 

Il 29 agosto 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2007)484) volta a migliorare il regime di condizionalità introducendo le seguenti modifiche:

·   attuazione progressiva in un triennio (a partire dal 2009) dei regolamenti di gestione per i nuovi Stati membri, che hanno optato per il regime di pagamento unico per superficie;

·   semplificazione delle regole per determinare se gli agricoltori abbiano diritto al pagamento unico;

·   chiarimento sulla responsabilità degli agricoltori in materia di condizionalità, nel caso di cessione dei terreni nel corso dell’anno;

·   introduzione di una regola “de minimis” che permetta di non applicare, nell'ambito della condizionalità, riduzioni per sanzioni inferiori ai 50 euro per agricoltore/per anno.

L’11 dicembre 2007 la proposta, che segue la procedura di consultazione, è stata esaminata dal Parlamento europeo, che ha approvato alcuni emendamenti.

 

Il 12 dicembre 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento sull’organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli con riguardo alle quote nazionali per il latte (COM(2007)802); dal momento che le prospettive del mercato, a livello comunitario e mondiale, sono positive e che dall'analisi effettuata dalla Commissione con riferimento ad un aumento del 2% della produzione di latte risulta che il mercato può assorbire facilmente questi quantitativi supplementari, la proposta prevede l’aumento del 2% delle quote di tutti gli Stati membri a decorrere dal periodo 2008/2009.

La proposta è in attesa di essere esaminata dal Consiglio. Il Parlamento europeo la esaminerà, nell’ambito della procedura di consultazione, nella sessione dell’11 marzo  2008.


Politica di coesione

Priorità della Commissione

Tra le priorità segnalate dalla Commissione nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 vi è la presentazione di un libro verde sulla coesione territoriale, ora espressamente riconosciuta dal Trattato di Lisbona e disciplinata accanto alla coesione economica e sociale, tra gli obiettivi generali e le politiche dell’UE. Con tale iniziativa, la Commissione si prefigge i seguenti obiettivi:

·         analizzare, da un punto di vista istituzionale, politico e operativo, l’interpretazione e applicazione del concetto di coesione territoriale da parte degli Stati membri;

·         fornire una definizione comune del concetto e proporre eventuali strumenti per una migliore integrazione della dimensione territoriale nei Fondi strutturali e in alcune politiche settoriali aventi un impatto territoriale;

·         avviare un dialogo approfondito tra gli Stati membri e la Commissione.

Anche la Presidenza slovena ricorda, nel suo programma, i lavori in corso relativi alla coesione territoriale e allo sviluppo urbano, precisando di voler continuare l’operato delle precedenti presidenze su tali settori considerati fondamentali per lo sviluppo regionale dell’UE e sottolinea a tale riguardo l’importante ruolo che spetta agli enti locali nel raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e nell’attuazione del principio di sussidiarietà.

Il Parlamento europeo, nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro per il 2008 della Commissione, approvata il 12 dicembre 2007, appoggia senza riserve la presentazione di un Libro verde sulla coesione territoriale europea, sottolineando altresì la propria convinzione che la nozione di coesione territoriale, avallata dal trattato di Lisbona, avrà un ruolo centrale nello sviluppo delle politiche comunitarie.

 

Si ricorda che il 24 e 25 maggio 2007, si è svolta a Lipsia, la riunione informale dei ministri responsabili dello sviluppo urbano e della coesione territoriale, nel corso della quale sono stati adottati due documenti: l’“Agenda territoriale dell’UE” e la “Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili[151].

Il primo documento è inteso a promuovere una intensificazione della cooperazione territoriale attorno ai temi della crescita economica sostenibile, delle politiche del mercato del lavoro; dello sviluppo urbano e territoriale sostenibile, associando i diversi attori regionali e locali.

Il secondo documento sottolinea che una pianificazione urbana integrata è la condizione indispensabile per lo sviluppo sostenibile delle città europee e propone le strategie volte a valorizzare il tessuto urbano e a migliorare il mercato dell’occupazione, i trasporti urbani e l’integrazione degli immigrati.

Nel corso della riunione informale dei ministri responsabili della politica regionale tenutasi il 23 e 24 novembre 2007 alle Azzorre, le delegazioni degli Stati membri hanno preso atto dell’adozione del Primo programma d’azione per l’attuazione dell’Agenda territoriale dell’Unione europea per il periodo 2007-2011, (come già prospettato nell’Agenda territoriale).  

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Per quanto riguarda i futuri sviluppi della politica di coesione, si ricorda che la Commissione europea ha presentato, il 30 maggio 2007, la IV relazione sulla coesione economica e sociale.

La relazione analizzata la situazione economica, sociale e territoriale dell’UE a 27 e delle sue 268 regioni[152], individua una serie di sfide che gli Stati membri e le regioni saranno chiamati ad affrontare nei prossimi anni, alcune delle quali sono particolarmente importanti per la politica di coesione in quanto suscettibili di produrre un impatto disuguale sul territorio dell’Europa, amplificando le disparità sociali ed economiche: il rafforzamento della pressione globale verso la ristrutturazione e la modernizzazione, il cambiamento climatico, l’aumento dei prezzi dell’energia, i nuovi squilibri demografici e l’aumento delle tensioni sociali, la difficoltà che incontrano le politiche nazionali a reagire rapidamente ai cambiamenti imposti da tali mutamenti.

In una comunicazione (COM(2007)273) che accompagna la IV Relazione, la Commissione suggerisce una serie di questioni per strutturare  il dibattito sul futuro della politica di coesione, dibattito aperto dal Quarto forum sulla coesione, tenutosi a Bruxelles nel settembre 2007, e culminato con una consultazione pubblica sul potenziamento dello sviluppo regionale e della convergenza attraverso la politica di coesione. I risultati di tale dibattito, che si concluderà il 31 gennaio 2008, verranno utilizzati dalla Commissione e presentati nella primavera del 2008 unitamente alla V Relazione intermedia sulla coesione economica e sociale.

La Presidenza slovena sottolinea, nel suo programma, di voler promuovere, sulla base del Quarto forum sulla coesione, una serie di consultazioni sul futuro della politica di coesione


Politica di sviluppo

Aiuti allo sviluppo

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione di una comunicazione dal titolo “Fare di più, meglio e più rapidamente - rispettare i nostri impegni” in cui intende illustrare il contributo che l’UE potrà fornire al terzo forum ad alto livello sul’efficacia degli aiuti (previsto ad Accra nel settembre 2008) e alla conferenza di follow-up sul finanziamento allo sviluppo (prevista a Doha nel dicembre 2008).La comunicazione analizzerà inoltre la coerenza delle politiche per lo sviluppo dell’UE, anche nel quadro della relazione presentata nel settembre 2007 e del contributo fornito dall’UE in termini di aiuto per il commercio.

Si ricorda che il 20 settembre 2007 la Commissione ha presentato una relazione sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo, che si basa sui contributi forniti dai servizi della Commissione e sulle informazioni acquisite dagli Stati membri attraverso un questionario inviato nel gennaio 2007.

L'obiettivo della relazione è quello di analizzare i progressi realizzati dall'UE nel promuovere un livello più elevato di coerenza fra le principali politiche riguardanti i paesi in via di sviluppo nonché quello di individuare i maggiori problemi in sospeso che dovranno essere affrontati con ulteriori interventi. Il quadro politico che funge da riferimento per la relazione è stato stabilito nel 2005, nel quadro del pacchetto di misure adottate per accelerare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo del millennio[153]. Tali impegni sono stati confermati al livello politico più elevato nel consenso europeo sullo sviluppo.

Si segnala inoltre che il 15 ottobre 2007 il Consiglio ha approvato una strategia UE di "aiuto per il commercio", volta a consentire a tutti i paesi in via di sviluppo, in particolare a quelli meno avanzati, di integrarsi meglio nel sistema mondiale di scambi e di utilizzare le attività commerciali in modo più efficace, contribuendo alla riduzione della povertà in un contesto di sviluppo sostenibile.

La strategia si compone di azioni articolate nei seguenti assi:

-          aumentare il volume collettivo dell'aiuto per il commercio dell'UE nell'ambito degli impegni ambiziosi in materia di sviluppo per aumentare gradualmente l'aiuto complessivo dell'UE;

-          rafforzare l'orientamento a favore dei poveri e la qualità dell'aiuto dell'UE per il commercio;

-          aumentare la capacità dei donatori a livello di UE e di Stati membri in linea con principi di efficacia dell'aiuto concordati a livello mondiale;

-          consolidare, incentivare e sostenere i processi di integrazione regionale ACP (vedi infra) tramite un'ottica specifica nella strategia comune dell'UE in materia di aiuto per il commercio;

-          sostenere un'efficace attività di monitoraggio e di presentazione di relazioni riguardo all'aiuto per il commercio.

Nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione, il Parlamento europeo sottolinea la necessità di una coerenza politica nel settore della politica di sviluppo dell'Unione europea; fa presente che nel quadro delle altre politiche europee si deve tener conto delle questioni relative allo sviluppo; accoglie favorevolmente l'intenzione della Commissione di esaminare nuovi approcci per l'attuazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio; esorta la Commissione a garantire che le sue politiche di sviluppo abbiano un impatto positivo per il consolidamento della pace.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni

Il 25 ottobre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione Verso una risposta dell'Unione alle situazioni di fragilità: l'intervento in circostanze difficili per lo sviluppo sostenibile, la stabilità e la pace (COM (2007)643).

Nella comunicazione la Commissione rileva che le situazioni di fragilità richiedono particolare impegno in quanto, ostacolando lo sviluppo sostenibile, la crescita equa e la pace, comportano fenomeni di instabilità regionale, rischi per la sicurezza a livello mondiale e flussi migratori incontrollati. Secondo la Commissione dunque l'Unione deve essere in grado di definire e coordinare una strategia di risposta a fronte di tali situazioni che inglobi l'ampia gamma di dispositivi esistenti sia a livello degli Stati membri che della Comunità. La comunicazione – che intende gettare le basi per una simile strategia di risposta dell'Unione da sviluppare di concerto con il Consiglio e con gli Stati membri - tiene conto del quadro politico, degli strumenti di intervento comunitari in vigore e del dibattito in corso a livello internazionale, dando rilievo ai vantaggi comparativi e all'esperienza che l'Unione può vantare. La comunicazione tiene inoltre conto dei risultati di un dibattito aperto che ha coinvolto le organizzazioni della società civile e di una riunione informale tra i ministri dell'Unione competenti in materia di sviluppo.

La comunicazione è in attesa di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.

 

Paesi ACP

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie per il 2008 la Commissione preannuncia la presentazione di una comunicazione che mira ad individuare le migliori strategie per promuovere sviluppo economico ed integrazione regionale (ivi compreso il tema del commercio) negli Stati ACP (Africa, Caraibi e Pacifico)[154], ponendo un particolare accento sullo sviluppo del settore privato. Come appena anticipato, tale intervento rientra negli assi portanti della citata strategia dell’UE di aiuto al commercio. L’obiettivo dell’iniziativa è anche quello di garantire la complementarietà degli interventi e degli strumenti esistenti a livello di Unione europea e di Stati membri.

A tale proposito, la Commissione segnala che nel 2008, con l’attuazione degli Accordi di partenariato economico e del decimo Fondo europeo di sviluppo[155], il partenariato con i paesi ACP godrà di nuove priorità e nuove risorse.

Il 17 giugno 2002 il Consiglio dell’Unione ha autorizzato la Commissione a negoziare accordi di partenariato economico (APE) con gli Stati aderenti all’Accordo di Cotonou[156], destinati a sostituire le previsioni in materia di commercio e sviluppo contenute nell’Accordo perché queste ultime rappresentano una deroga temporanea alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio. I negoziati sono stati aperti ufficialmente a settembre 2002 a Bruxelles. Dopo una prima fase di colloqui con tutti i paesi ACP, che ha portato il 2 ottobre 2003 ad un’intesa preliminare sui temi generali, sono stati avviati negoziati a livello regionale, che si sono conclusi in via definitiva soltanto con i paesi dei Caraibi. Essendo la deroga scaduta con il 1° gennaio 2008 e in assenza di un’alternativa compatibile con le regole dell’OMC, a fine 2007 la Commissione ha siglato APE ad interim con l’obiettivo di trasformarli nel corso del 2008 in accordi complessivi e definitivi.

Aiuto umanitario

Priorità della Commissione

La Commissione segnala che per il 2008 i lavori nel campo dell’assistenza umanitaria si baseranno sulla comunicazione “Verso un consenso europeo sull'aiuto umanitario” (COM 2007 317) presentata il 13 giugno 2007. L’obiettivo è quello di incrementare la coerenza e l’efficacia anche nella fornitura di aiuti umanitari da parte dell’Unione europea, analogamente a quanto fatto nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. In particolare, la Commissione invita l’Unione europea a collaborare più strettamente ad un consenso sull’aiuto umanitario che dovrebbe favorire una risposta collettiva alle crisi umanitarie. A parere della Commissione l'UE dovrebbe:

·   far rispettare e promuovere i principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza, contribuendo quindi a preservare lo spazio umanitario e la capacità di fornire aiuti;

·   difendere con vigore e coerenza il rispetto del diritto internazionale;

·   garantire la coerenza, la complementarietà e l'efficacia delle politiche avvalendosi di tutti gli strumenti e dell'influenza di cui dispone per affrontare le cause delle crisi umanitarie e prevenirle.

Il Consiglio del 18 giugno 2007 ha riconosciuto l’importanza dell’iniziativa, anche in considerazione del fatto che l’Unione europea rappresenta collegialmente il primo fornitore di aiuti umanitari su scala internazionale, ed ha incoraggiato tutte le parti a proseguire i lavori per raggiungere al più presto un accordo su un consenso dell’UE sugli aiuti umanitari. Il 14 novembre 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui esprime il proprio favore all’adozione di una dichiarazione - “il Consenso” - sui principi, obiettivi e strategie dell'UE per l'aiuto umanitario. Elencando i principi su cui deve basarsi l’azione UE, nota che questa deve mirare all’autosviluppo e sottolinea che l’intervento militare è accettabile solo come ultima risorsa e se legittimato dall’ONU. Occorre poi garantire la prevedibilità dei finanziamenti, sviluppare una capacità di risposta rapida e sostenere le ONG.


Politica di vicinato

Priorità della Commissione

Il rafforzamento della politica di vicinato figura tra le priorità della Commissione per il 2008, in quanto – come indicato nel programma legislativo e di lavoro – essa contribuisce a creare relazioni stabili e proficue con gli altri paesi, fondate su principi comuni e su interessi condivisi. La Commissione intende tradurre nei fatti i propri impegni per il rafforzamento degli incentivi in favore dei paesi partner e operare in stretta cooperazione con gli Stati membri per garantire che tale politica trovi attuazione. Secondo quanto indicato nel programma, i vantaggi della politica europea di vicinato potranno essere estesi alla Bielorussia, sempre che si impegni a favore della democratizzazione e del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto[157]. La Commissione segnala inoltre che, sulla base del partenariato euro mediterraneo, la politica di vicinato conferisce all’Unione europea i mezzi per intensificare il dialogo regionale avviato da lunga data e la cooperazione con tutti i paesi del bacino del Mediterraneo.

In tale contesto, tra le iniziative strategiche del programma figura la presentazione di relazioni sullo stato di avanzamento dei singoli paesi (vedi infra). Si tratterà della seconda relazione per Israele, Giordania, Moldova, Marocco, Autorità palestinese, Tunisia e Ucraina[158]e della prima per Armenia, Azerbaigian, Egitto, Georgia e Libano.

Politica europea di vicinato

Inaugurata dalla Commissione con una comunicazione[159] presentata l’11 marzo 2003, la politica europea di vicinato si rivolge ai nuovi Stati indipendenti[160], ai paesi del Mediterraneo meridionale[161]e, a seguito della decisione del Consiglio del 14 giugno 2004, anche agli Stati del Caucaso[162], con l’obiettivo di creare una zona di prosperità condivisa e buon vicinato. La politica europea di vicinato, nettamente distinta dalla questione della potenziale adesione all’UE, propone un nuovo approccio nei confronti dei paesi interessati: in cambio dei progressi concreti compiuti in termini di riconoscimento dei valori comuni e di attuazione effettiva di riforme politiche, economiche e istituzionali, si riconosce loro una partecipazione al mercato interno dell’UE, nonché un’ulteriore integrazione e liberalizzazione per favorire la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali.

Una delle componenti principali della politica europea di vicinato è rappresentata dai piani d’azione: i primi sette piani d’azione (Autorità palestinese, Giordania, Israele, Marocco, Moldova, Tunisia e Ucraina), presentati dalla Commissione il 9 dicembre 2004, sono stati approvati dal Consiglio nella riunione del 13 e 14 dicembre 2004. Successivamente sono stati approvati dal Consiglio i piani di azione per il Libano (17 ottobre 2006), per Armenia, Azerbaigian e Georgia (21 novembre 2006) e per l’Egitto (6 marzo 2007). Recentemente per i paesi che hanno avviato l’attuazione del piano d’azione, la Commissione ha cominciato a presentare relazioni annuali sullo stato di avanzamento dei lavori.

La promozione della politica di vicinato figura anche tra le priorità della Presidenza slovena, che – in linea con il principio della differenziazione e dell’approccio individuale - intende rafforzare la cooperazione con i vicini orientali e meridionali, promuovendo in particolare la cooperazione economica, la mobilità ed il dialogo tra le società civili. La Presidenza slovena segnala inoltre che dedicherà particolare attenzione alla Sinergia per il Mar Nero che costituirà il principale argomento di dibattito dell’incontro dei ministri degli affari esteri degli Stati della regione e dell’UE previsto in Ucraina (vedi infra). Con riguardo al Partenariato euromediterraneo, la Presidenza slovena segnala che porrà particolare enfasi sul rafforzamento del dialogo interculturale, in particolare attraverso l’istituzione di una Università euromediterranea a Piran, sulla costa slovena.

Nel parere espresso in merito alla relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006, la Commissione affari esteri della Camera dei Deputati chiede che nella prossima relazione sia adeguatamente illustrato il ruolo dell’Italia nell’attuazione degli obiettivi della Politica europea di vicinato e nell’impiego delle relative risorse, con riferimento alle diverse aree geografiche interessate. 

Partenariato euro mediterraneo

Il partenariato euro mediterraneo è stato inaugurato dalla Conferenza di Barcellona del 27 e 28 novembre 1995, che ha riunito i Ministri degli esteri degli Stati membri dell’Unione europea insieme a quelli di Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e dell’Autorità palestinese[163]. Dal 6 novembre 2007 partecipano a pieno titolo al Processo di Barcellona anche Albania e Mauritania. Obiettivo generale dell’iniziativa è quello di fare del bacino del Mediterraneo una zona di dialogo, di scambi e di cooperazione che garantisca la pace, la stabilità e la prosperità. Entro il 2010 è prevista la creazione di una zona di libero scambio.

Si segnala che il 5 e 6 novembre 2007 si è tenuta a Lisbona la nona conferenza dei ministri degli affari esteri euro mediterranei. In preparazione della conferenza, il 17 ottobre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Il partenariato euromediterraneo: promuovere la cooperazione regionale per sostenere la pace, il progresso e il dialogo interculturale[164], in cui vengono esaminati i progressi realizzati nel corso del 2007 nell'attuazione delle iniziative definite dalla conferenza di Tampere[165] e presentate proposte per il 2008.

Anche sulla base della comunicazione della Commissione, i ministri degli esteri euro mediterranei riuniti a Lisbona hanno valutato l'attuazione del programma di lavoro quinquennale adottato dal vertice di Barcellona nel 2005 e definito le priorità per il 2008, discutendo su come portare avanti tale programma di riforme per produrre risultati concreti.

Tra le attività concordate per il 2008 si prevede:

-    collaborazione nella lotta al terrorismo, compresa l'applicazione del codice di condotta definito nel 2005, con particolare attenzione per le questioni tecniche, come il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia penale e la lotta all'uso di Internet per finalità terroristiche;

-    liberalizzazione degli scambi di servizi e diritto di stabilimento[166], istituzione di un meccanismo di composizione dei conflitti[167], convergenza regolamentare e promozione degli investimenti per approfondire l'integrazione economica;

-    avvio del primo anno del dialogo interculturale euromediterraneo;

-    conferenze ministeriali su società dell'informazione, industria, commercio, turismo e occupazione;

-    ulteriore cooperazione tra partner del nord e del sud per aiutare questi ultimi, in relazione alle zone costiere poco elevate minacciate dai cambiamenti climatici, per quanto riguarda: allarme precoce, trasferimento di tecnologie e sviluppo delle capacità;

-    ulteriore attuazione del piano di azione concordato nella prima riunione ministeriale tenutasi a Istanbul nel 2006 sul rafforzamento del ruolo delle donne nella società;

-    avvio di un partenariato tra la Commissione e le amministrazioni nazionali dei paesi mediterranei per promuovere il distacco e lo scambio di funzionari e tirocinanti.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 5 dicembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Una forte politica europea di vicinato” (COM (2007) 774), che prende in esame le attività che gli Stati membri e la Commissione dovranno intraprendere per mettere in pratica le proposte discusse nel corso del 2007.

La comunicazione stabilisce i seguenti obiettivi per il 2008 e gli anni successivi:

-    un impegno politico più deciso per favorire l'integrazione economica e migliorare l'accesso al mercato. La comunicazione invita gli Stati membri ad appoggiare i negoziati agricoli in corso, limitando in particolare il numero dei prodotti esclusi dalla liberalizzazione totale;

-    agevolazione dei viaggi di breve durata effettuati legalmente e sviluppi più ambiziosi, a più lungo termine, per quanto riguarda la migrazione gestita. La Commissione invita il Consiglio e il Parlamento europeo ad adottare il pacchetto 2006 sui visti[168] e ad avvalersi appieno delle possibilità di agevolare i viaggi offerte dalle norme in vigore;

-    un ulteriore impegno con i partner PEV per risolvere i conflitti latenti, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione dell'UE per stabilizzare le zone di conflitto e postconflitto;

-    un maggiore sostegno dell'UE alle riforme settoriali dei paesi partner nei seguenti settori: energia, cambiamenti climatici, pesca, trasporti, politica marittima, ricerca, società dell'informazione, istruzione, occupazione e politica sociale.

La comunicazione è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo.

Sinergia del Mar Nero

L’11 aprile 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Sinergia del Mar Nero” (COM (2007) 160), in cui propone un'iniziativa complementare alle politiche dell’Unione europea già in atto[169], che concentri l'attenzione sul livello regionale e che rinvigorisca i processi di cooperazione in corso per promuovere la stabilità e le riforme nei paesi che si affacciano sul Mar Nero. Obiettivo primario della Sinergia del Mar Nero sarebbe quindi lo sviluppo di una cooperazione all'interno della regione del Mar Nero nonché tra l'insieme di questa regione e l'Unione europea.

La comunicazione è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo. Il Consiglio del 14 maggio 2007 ha accolto con favore l’iniziativa della Commissione e ha invitato le prossime presidenze e la Commissione europea a proseguire i lavori finalizzati ad un maggiore e coerente coinvolgimento dell'UE nella regione. Tenuto conto dell'importanza strategica che l'area del Mar Nero riveste per l'UE, la Commissione è inoltre invitata ad effettuare nel primo semestre del 2008 un esame dell'evoluzione dell'iniziativa, sul quale il Consiglio baserà un eventuale ulteriore coinvolgimento nei confronti della regione nel suo complesso.

Nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione, il Parlamento europeo ritiene che la Sinergia del Mar Nero rappresenti un importante primo passo nell'elaborazione di una strategia globale nei confronti della regione e invita la Commissione a sviluppare ulteriori proposte specifiche, compreso un piano d'azione comprendente obiettivi specifici e criteri di riferimento per potenziare la cooperazione tra l'UE e i paesi della regione del Mar Nero.


Politiche per l’occupazione

 

Strategia di Lisbona

Si veda il capitolo “Strategia di Lisbona e governance economica” riportato alle pagine seguenti.

 

Flessicurezza

Priorità della Commissione

Il programma legislativo della Commissione pone l’accento sulla creazione di nuovi posti di lavoro, quale premessa per la ripresa economica, per una migliore qualità della vita e per una risposta al problema posto dall’invecchiamento della popolazione. A tal fine ritiene necessario coniugare flessibilità e sicurezza a vantaggio dei datori di lavoro non meno che dei lavoratori.

 

Il programma della Presidenza slovena considera tra le sue priorità gli investimenti nel capitale umano al fine di fare fronte alle molteplici sfide a cui l’Europa si trova oggi di fronte. Ricorda l’importanza della flessicurezza e sottolinea che una delle prossime tappe decisive risiede nell’elaborazione di modalità nazionali di flessicurezza.

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

La Commissione ha presentato, il 27 giugno 2007, una comunicazione intesa a definire principi comuni in materia di flessicurezza, che fa seguito a un processo di consultazione, concluso a marzo 2007[170], sulla base del Libro verde “Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo (COM (2006) 708).

La Commissione indica alcuni percorsi tipici per consentire agli Stati membri di sviluppare strategie di flessicurezza adattate al proprio contesto nazionale, incoraggiandoli a collaborare con le parti sociali al fine di includere i loro approcci in materia nei loro programmi nazionali attuativi della Strategia di Lisbona.

Il Consiglio occupazione del 5-6 dicembre 2007, accogliendo positivamente la comunicazione della Commissione, ha approvato i principi comuni in materia di flessicurezza e ha adottato conclusioni nelle quali invita la Commissione ad assumere le iniziative necessarie per consentire l’attuazione dell’approccio proposto per gli Stati membri e a lanciare un´iniziativa pubblica in stretta cooperazione con le parti sociali europee al fine di favorire l’adesione ai principi in oggetto da parte delle parti interessate sul mercato del lavoro, di sensibilizzare i cittadini alla flessicurezza e alle sue componenti, alle sue conseguenze e di informare il Consiglio della sua azione a tal riguardo.

Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha approvato l’accordo sui principi comuni di flessicurezza e ha invitato gli Stati membri a prenderne nota nell’attuaizone delle politiche nazionali.

Il 29 novembre 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione su principi comuni di flessicurezza nella quale sottoscrive con decisione la conclusione che la flessibilità può essere nell’interesse sia dei datori di lavoro che dei lavoratori e che possa essere raggiunta attraverso la promozione di disposizioni contrattuali adattabili e sicure; sottolinea, tuttavia, che la flessicurezza può rappresentare una strategia politica per la riforma del mercato del lavoro e in quanto tale deve essere globale e includere tutti gli aspetti esistenti della politica sociale e dell’occupazione, a livello sia nazionale sia dell’Unione europea.

 

Occupazione

Priorità della Commissione

Il programma legislativo della Commissione prevede la presentazione, tra le iniziative prioritarie, della comunicazione “anticipare e gestire i cambiamenti”, con la quale intende fornire una descrizione politica delle iniziative adottate in seguito all’adozione della comunicazione sulle ristrutturazioni e l’occupazione (COM(2005)120). La comunicazione, con la quale Commissione intende avviare una seconda fase di consultazione delle parti sociali europee su come anticipare le ristrutturazioni in campo aziendale, dovrebbe favorire un partenariato europeo per l’adattamento ai cambiamenti, ponendo in risalto il ruolo e le responsabilità dei principali attori preposti alla gestione di tali cambiamenti (Commissione, Stati membri, regioni, industrie, imprese, lavoratori e parti sociali).

Nella comunicazioneRistrutturazioni e occupazione”, sopra richiamata, la Commissione ha sottolineato che le ristrutturazioni possono garantire il progresso economico e sociale, a patto che siano correttamente anticipate, che le imprese possano gestirle in modo efficace e rapido e che l’azione pubblica contribuisca ad accompagnarle in condizioni ottimali.

Il programma legislativo prevede inoltre, tra le iniziative prioritarie, la presentazione di una proposta di revisione della direttiva 94/45/CE sui comitati aziendali europei, al fine di rendere la legislazione UE più coerente ed efficiente e rafforzare il ruolo dei comitati aziendali europei, provvedendo in particolare ad anticipare e accompagnare le ristrutturazioni.

Il programma legislativo della Commissione, nell’ambito delle iniziative di semplificazione, prevede la presentazione di una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2001/23/CE sul mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimento.

Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione sul programma legislativo della Commissione del 12 dicembre 2007, plaude all’imminente revisione proposta della direttiva riguardante il comitato aziendale europeo, che dovrebbe portare a una chiarificazione in materia di informazione, consultazione e partecipazione, ma esorta vivamente la Commissione a consultare preventivamente le parti sociali.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Orario di lavoro – Lavoratori interinali

La Commissione ha presentato, il 22 settembre 2004, una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2003/88/CE concernente taluni aspetti dell’orario di lavoro (COM(2004)607).

La proposta mira essenzialmente:

·         ad assicurare certezza giuridica, dopo le recenti sentenze della Corte di giustizia europea sulla definizione dell’”orario di lavoro”;

·         a riesaminare le disposizioni della dir. 2003/88/CE concernenti la possibilità e le condizioni di deroga al periodo di riferimento per applicare la durata massima settimanale dell’orario di lavoro, nonché alla durata massima settimanale del lavoro se il lavoratore lo desidera (disposizione di “opt-out”).

Dopo la prima lettura del Parlamento europeo conclusa l’11 maggio 2005, nell’ambito della procedura di codecisione, la Commissione ha presentato, il 31 maggio 2005, una proposta modificata (COM(2005)246). Il Consiglio ha ripetutamente cercato di raggiungere l’accordo politico sulla proposta in prima lettura, senza riuscirvi a causa della diversità di situazioni del mercato del lavoro e di opinioni degli Stati membri su alcuni aspetti della proposta.

 

Il 20 marzo 2002 la Commissione ha presentato una proposta di direttiva relativa alle condizioni di lavoro dei lavoratori temporanei (COM(2002) 149), volta ad assicurare la protezione dei lavoratori temporanei e a migliorare la qualità del lavoro temporaneo garantendo, in particolare, il rispetto del principio dell’uguaglianza di trattamento in relazione ai lavoratori reclutati dall’impresa utilizzatrice per svolgere lo stesso lavoro.

Dopo la prima lettura del Parlamento europeo, avvenuta il 21 novembre 2002, la Commissione ha presentato, il 28 novembre 2002, una proposta modificata (COM(2002)201), secondo la procedura di codecisione.

Il Consiglio occupazione del 5-6 dicembre 2007 ha sottolineato la necessità di far avanzare i due dossier e ha evidenziato un legame tra le due proposte in quanto si riferiscono ad aspetti rilevanti della regolamentazione dei mercati del lavoro contemporanei. In considerazione della difficoltà di trovare soluzioni distinte per ogni dossier, ha sottolineato che sarebbe più efficace ricercare una soluzione simultanea e integrata, in modo da consentire agli Stati membri di trovare un equilibrio accettabile dal punto di vista politico tra le due proposte di direttiva.

Lavoro non dichiarato

La Commissione ha presentato, il 24 ottobre 2007, una comunicazione sul rafforzamento della lotta al lavoro sommerso (COM(2007) 628), nella quale identifica i principali fattori di spinta dell’economia informale, definisce metodi efficaci per ridurne l’ampiezza e propone un insieme di misure di controllo a livello tanto europeo quanto nazionale.

Mobilità del lavoro

Il 6 dicembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “La mobilità, uno strumento per garantire nuovi e migliori posti di lavoro: Piano d’azione europeo per la mobilità del lavoro (2007-2010) (COM (2007)773).

Il 20 ottobre 2005 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva relativa al miglioramento delle condizioni di trasferibilità dei diritti alla pensione complementare (COM(2005) 507). La proposta, che segue la procedura di codecisione, mira ad agevolare la mobilità dei lavoratori eliminando gli ostacoli derivanti dai differenti ordinamenti nazionali in materia di regimi pensionistici complementari.

Il 20 giugno 2007 il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura la proposta di direttiva, secondo la procedura di codecisione, adottando emendamenti. Il 9 ottobre 2007 la Commissione, accogliendo alcuni degli emendamenti del Parlamento europeo, ha presentato una proposta modificata di direttiva (COM(2007) 603) che è ora all’esame del Consiglio, il quale peraltro nella riunione del 5-6 dicembre 2007 non è riuscito a pervenire ad un accordo.

 

Protezione sociale

Priorità della Commissione

Il programma legislativo della Commissione prevede, nell’ambito delle iniziative prioritarie, la presentazione della comunicazione “Un rinnovato impegno per la giustizia sociale in Europa: approfondire il metodo aperto di coordinamento nel campo della protezione sociale e dell’inclusione sociale”, volta a consentire agli Stati membri di individuare con maggiore chiarezza il problema dell’inclusione sociale e delle carenze nei rispettivi sistemi di protezione sociale e di elaborare le politiche più idonee per far fronte a tali problemi attraverso controlli e parametri più rigorosi e un maggiore accento sulle strategie e sui relativi meccanismi di attuazione.

La Presidenza slovena pone l’accento sull’importanza di sistemi di protezione sociale adeguati.

 

Sicurezza sul lavoro

Priorità della Commissione

Il programma legislativo della Commissione  prevede la presentazione, tra le iniziative prioritarie, di una proposta di direttiva che modifica la direttiva 92/85/CEE, concernente l’attuazione delle misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento. Obiettivo della direttiva è aiutare a conciliare meglio la vita professionale, privata e familiare migliorando le attuali disposizioni in materia di tutela della maternità.

 Tra le iniziative di semplificazione allegate al programma legislativo, è prevista una proposta sulle patologie muscolo scheletriche connesse al lavoro, volta a integrare in unico strumento legislativo le disposizioni riguardanti la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori dal rischio di patologie muscolo scheletriche connesse al lavoro.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 21 febbraio 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Migliorare la qualità e la produttività sul luogo di lavoro: strategia comunitaria 2007-2012 per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro” (COM(2007) 62), il cui obiettivo principale è una riduzione continua, durevole ed omogenea degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. In particolare, la Commissione mira a ridurre del 25% l’incidenza degli infortuni sul lavoro a livello dell’UE-27, entro il 2012.

Il 30 maggio 2007 il Consiglio occupazione ha adottato una risoluzione sulla strategia comunitaria 2007-2012 per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.

Il Parlamento europeo ha approvato, il 15 gennaio 2008, una risoluzione sulla strategia nella quale, fra l’atro, si compiace dell’ambizioso obiettivo della Commissione di ridurre in media del 25% il numero degli infortuni sul lavoro e ritiene che il forte accento posto dalla Commissione sull’assistenza alle piccole e medie imprese (PMI) affinché soddisfino i loro obblighi in materia di salute e sicurezza sia estremamente positivo.

Il Parlamento europeo, inoltre, nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo della Commissione, chiede l’introduzione di misure in materia di salute e sicurezza per tutti i lavoratori.


Politiche sociali

Bilancio della realtà sociale

Priorità della Commissione

Il programma legislativo della Commissionepone l’accento, tra le priorità di comunicazione per il 2008, sul bilancio della realtà sociale.

Il Parlamento europeo, nella risoluzione del 12 dicembre 2007, invita la Commissione, nel quadro del bilancio sulla realtà sociale, a procedere all’individuazione di iniziative in materia di governance economica e sociale e ribadisce la richiesta di un’agenda europea in cui vi sia un reale sostegno reciproco tra prosperità e solidarietà.

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 26 febbraio 2006 la Commissione ha presentato una relazione intermedia sull’inventario della realtà sociale (COM(2007) 63) destinata al Consiglio europeo di primavera dell’8 e 9 marzo 2007, il quale ne ha sottolineato l’importante contributo ai fini del dibattito sulle questioni sociali. La relazione è accompagnata da un documento di consultazione, e da un sondaggio Eurobarometro[171] incentrato su questioni connesse al benessere. Con tali documenti la Commissione ha inteso lanciare una vasta consultazione sui temi e le sfide sociali dell’Europa nell’intento di intavolare il dialogo con i vari interlocutori per discutere cosa caratterizzi la “realtà sociale” europea. La consultazione, che è stata prorogata a febbraio 2008, mira a raccogliere i diversi punti di vista sul mutamento sociale, sui principali fattori che presiedono alla trasformazione delle società in Europa, senza vagliare specifiche posizioni politiche.

I risultati della consultazione saranno tenuti in considerazione dalla Commissione in vista dell’elaborazione di iniziative politiche future, quali la revisione intermedia dell’agenda della Commissione per la politica sociale, prevista per il 2008[172].

 

Nell’ambito del pacchetto di iniziative[173] presentate dalla Commissione il 20 novembre 2007 al fine di rendere il mercato unico più moderno e vantaggioso per i cittadini europei, la Commissione ha presentato la comunicazioneOpportunità, accesso e solidarietà: verso una nuova visione sociale per l’Europa del XXI secolo” (COM(2007)726).

La comunicazione delinea una nuova visione sociale imperniata sulle “opportunità di successo” per l’Europa del XXI secolo, fondata su un’analisi preliminare dei cambiamenti in atto nelle nostre società, delle nuove sfide sociali e del modo in cui gli Stati membri dell’Unione potrebbero collaborare per cogliere tali sfide.

La comunicazione contribuisce alla consultazione in corso indicando possibili settori di intervento e il ruolo che l’UE potrebbe svolgere a tal fine. Sulla base di tale consultazione, la Commissione redigerà un programma sociale rinnovato che, unitamente al riesame del mercato unico, dovrebbe consentire di fornire ulteriori risultati concreti ai cittadini europei.

 

Nell’ambito del citato pacchetto di iniziative compare inoltre la comunicazione “I servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali di interesse generale: un nuovo impegno europeo” (COM(2007)725) con la quale la Commissione si prefigge di contribuire alla chiarezza, alla coerenza e alla conoscenza delle norme UE, in modo che i servizi di interesse generale possano assolvere alla loro missione e contribuire a migliorare la qualità di vita dei cittadini europei. La Commissione annuncia che la comunicazione sarà presto seguita da un’iniziativa sui servizi di assistenza sanitaria.

Nell’aprile 2006 la Commissione ha avviato un’ampia consultazione con gli Stati membri, i prestatori di servizi e gli utenti al fine di comprendere meglio la natura di questi servizi in tutta l’UE e valutare l’esperienza degli interessati in materia di applicazione delle norme comunitarie.

 

Inclusione attiva

Priorità della Commissione

Il programma legislativo della Commissione  prevede la presentazione, tra le sue iniziative prioritarie, di una raccomandazione della Commissione sull’inclusione attiva, considerata complementare – nell’ambito della strategia di Lisbona - alla strategia di “flessicurezza” in quanto destinata alle persone più lontane dal mercato del lavoro. La Commissione sottolinea che tale iniziativa  costituisce la fase finale di un processo avviato nel 2000 - con una consultazione basata sull’articolo 138[174], riguardante l’inclusione attiva delle persone più lontane dal mercato del lavoro - e che all’inizio del 2008 i risultati emersi dalla consultazione citata (“Inventario della realtà sociale”) saranno al centro del dibattito politico nell’UE.

 

Il programma della Presidenza slovena pone l’accento sulla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale (in particolare infanzia e gioventù, inserimento attivo, sistemi di protezione sociale adeguati e servizi sociali accessibili e di qualità).

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 17 ottobre 2007 la Commissione ha avviato – sulla base della comunicazione “Ammodernare la protezione sociale per un rafforzamento della giustizia sociale e della coesione economica: portare avanti il coinvolgimento attivo delle persone più lontane dal mercato del lavoro” (COM(2007) 620) – la seconda fase di una consultazione dei partner sociali europei, che si concluderà il 28 febbraio 2008.

Dopo una prima fase della consultazione, svoltasi nella primavera 2006, la Commissione ha lanciato altre iniziative in materia, tra cui un esame approfondito dei piani d’azione nazionali contro la povertà e l’esclusione sociale, in seno al comitato per la protezione sociale, il sesto incontro delle persone in povertà (4-5 maggio 2007) e la conferenza delle arti interessate sul coinvolgimento attivo (15 giugno 2007). Alla luce delle indicazioni sinora emerse, la comunicazione in esame prospetta alle parti sociali il rafforzamento del metodo aperto di coordinamento[175] in questo settore mediante l’adozione, con apposita raccomandazione, di principi comuni da sottoporre a monitoraggio e valutazione.

 

Il 12 dicembre 2007 la Commissione ha presentato la proposta di decisione relativa all’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale (2010) (COM(2007)797), accompagnata da un documento di lavoro contenente una sintesi della valutazione di impatto (SEC(2007)1662)[176].

 

Il 22 febbraio 2007 il Consiglio ha approvato il testo della Relazione congiunta per il 2007 sulla protezione e sull’inclusione sociale, presentata dalla Commissione europea (COM(2007)13) che esamina i progressi compiuti dagli Stati membri in materia di inclusione sociale, pensioni, assistenza sanitaria e cure di lunga durata, secondo gli obiettivi fissati dal Metodo aperto di coordinamento integrato, introdotto nel 2006.

Con specifico riferimento alla situazione italiana, il documento sottolinea che la sfida principale riguarda la possibilità di garantire una sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche promuovendo, al tempo stesso, una forte crescita economica e maggiore coesione ed equità a livello sociale

 

Il Consiglio ha adottato, nella riunione del 5-6 dicembre 2007, conclusioni sulla comunicazione nella quale, fra l’altro, invita la Commissione europea e gli Stati membri a promuovere la visibilità politica e il valore particolare dell’inclusione sociale in quanto elemento importante degli strumenti politici strategici per lo sviluppo economico e sociale; a migliorare i meccanismi di governance nel campo dell’inclusione, in particolare migliorando i processi nell’ambito del metodo di coordinamento aperto al fine di elaborare politiche che incoraggino sia l’integrazione nel mercato del lavoro che una protezione sociale adeguata; a promuovere l’ulteriore sviluppo del modello ormai consolidato della tavola rotonda annuale sulla povertà e l’esclusione sociale, tenendo una tavola rotonda sperimentale a livello ministeriale; si compiace al riguardo dell’intenzione della presidenza francese entrante di tenere una tavola rotonda sperimentale a livello ministeriale sulla povertà e l’esclusione sociale nell’ottobre 2008.

 

Sfida demografica

Il programma della Presidenza slovena intende proseguire il dibattito sui cambiamenti demografici, con particolare riferimento alle opportunità offerte dalla collaborazione tra generazioni.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 10 maggio 2007 la Commissione ha presentato la comunicazionePromuovere la solidarietà tra le generazioni” (COM(2007)244), volta ad aiutare gli Stati membri ad affrontare la sfida demografica.

La comunicazione fa seguito a quella presentata il 12 ottobre 2006, “Il futuro demografico dell’Europa, trasformare una sfida in un’opportunità” (COM(2006) 571), che sottolinea la capacità degli Stati membri di far fronte alle sfide dell’assottigliarsi della forza lavoro e dell’invecchiamento demografico. La comunicazione definisce cinque nuovi ambiti d’azione per aiutare gli Stati membri ad adeguare i loro contesti nazionali al cambiamento demografico:

-    aiutare i lavoratori ad aiutare i lavoratori ad equilibrare la vita professionale, familiare e privata, in modo che i potenziali genitori possano avere il numero di figli che desiderano;

-    migliorare le opportunità di lavoro per i lavoratori anziani;

-    aumentare la produttività e la competitività potenziale valorizzando il contributo apportato sia dai lavoratori anziani sia da quelli giovani;

-    sfruttare l’impatto positivo dell’immigrazione sul mercato del lavoro;

-    garantire finanze pubbliche sostenibili per consentire di assicurare la protezione sociale a lungo termine.

Alleanza per la famiglia

La comunicazione della Commissione “Promuovere la solidarietà tra le generazioni”, prima citata, accoglie favorevolmente l’iniziativa di una Alleanza europea per la famiglia, annunciata dal Consiglio europeo di primavera, intesa a fornire una piattaforma per lo scambio di conoscenze e di esperienze sulle politiche favorevoli alle famiglie e sulle buone pratiche degli Stati membri, destinate a rispondere alle sfide poste dal cambiamento demografico. In occasione del terzo forum demografico[177], previsto per il 2010, la Commissione presenterà una relazione sulle realizzazioni portate a termine nel quadro dell’Alleanza.

Il Consiglio occupazione del 30 e 31 maggio 2007, facendo seguito alle conclusioni del Consiglio europeo dell’8-9 marzo 2007, ha adottato conclusioni sull’importanza delle politiche favorevoli alla famiglia in Europa e sulla creazione di un’Alleanza per la famiglia, nelle quali, nel riconoscere la diversità delle famiglie e delle politiche familiari nell’Unione europea, invita gli Stati membri e la Commissione a prendere in considerazione le esigenze delle famiglie nei lavori dei pertinenti comitati e gruppi di esperti a livello europeo preposti alla formulazioni di politiche e a riunire le misure adottate e i progressi compiuti nel contesto dell’Alleanza per la famiglia in un portale Internet pubblico.

Il Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007 ha invitato gli Stati membri, la Commissione e le parti sociali a fare buon uso dell’Alleanza per la famiglia al fine di promuovere le buone prassi e approcci innovativi in materia di politiche favorevoli alla famiglia compatibili con l’ordine pubblico nazionale degli Stati membri e di promuovere la parità di genere.

 

Giovani

La Presidenza slovena intende dedicare particolare attenzione all’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, mediante una migliore formazione professionale, prendendo in considerazione anche l’adozione di un’apposita raccomandazione sull’occupazione dei giovani. Intende inoltre adoperarsi per favorire l’attuazione del Patto europeo per la gioventù, e, in occasione dell’Anno europeo del dialogo interculturale, pone l’accento sulla promozione del multilinguismo e delle competenze interculturali che favoriscono l’impiego, la mobilità e l’inclusione sociale dei giovani.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 5 settembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazionePromuovere la piena partecipazione dei giovani all’educazione, al mondo del lavoro e alla società” (COM(2007) 498). La comunicazione è accompagnata da due documenti, dei quali, il primo analizza per la prima volta la situazione occupazionale dei giovani tra i 15 e i 30 anni nell’UE-27, e il secondo presenta una rassegna analitica delle politiche nazionali sulle attività giovanili di volontariato.

La Commissione sottolinea la necessità di ridurre in maniera sensibile la disoccupazione dei giovani e di migliorare la qualità del lavoro, proponendo iniziative volte a creare dei ponti tra l’educazione e l’occupazione e a promuovere la cittadinanza attiva dei giovani. Tra le iniziative suggerite, emergono: la creazione di una carta europea per la qualità degli stages, la valutazione d’impatto sulle attività volontarie dei giovani e uno studio in materia di accesso dei giovani alla cultura. La Commissione propone inoltre di promuovere il coordinamento trasversale attraverso un rapporto comunitario sulla gioventù predisposto con cadenza triennale.


Salute degli animali

Priorità della Commissione

La Commissioneevidenzia, nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, di voler adottare un piano d’azione relativo alla strategia europea in materia di salute animale[178] (attualmente in discussione) e di volerne altresì avviare l’attuazione. Tale piano avrà la durata di sei anni. 

La Commissione sottolinea, inoltre, che continuerà ad impegnarsi al massimo per garantire il rispetto della legislazione dell’Unione, per quel che riguarda in particolar modo il benessere degli animali.

Iniziative di semplificazione

Tra le iniziative di semplificazione, la Commissione intende presentare:

·   la revisione delle procedure di elencazione, aggiornamento e pubblicazione delle informazioni in campo veterinario e zootecnico riguardanti per esempio gli elenchi di strutture veterinarie e gli istituti zootecnici riconosciuti negli Stati membri e nei paesi terzi e gli elenchi di taluni laboratori nazionali di riferimento. L’obiettivo generale è quello di semplificare e armonizzare circa 22 atti del Consiglio, essenzialmente mediante strumenti elettronici;

·   la revisione delle disposizioni riguardanti i mangimi in relazione alla questione dei rischi connessi all’encefalopatia spongiforme trasmissibile; il divieto di somministrazione di farine di carne e ossa di animali è stato introdotto nel luglio 1994; tale divieto è stato trasformato nel 2001 in una sospensione totale, a livello UE, dell’impiego di proteine animali trasformate nei mangimi per animali allevati ai fini della produzione di cibo, con alcune eccezioni (come ad es. l’utilizzo delle farine di pesce per i non ruminanti) e pertanto qualsiasi presenza di sostanze di origine animale nei mangimi viene considerata una violazione del divieto (tolleranza zero); l’avvio della revisione prefigurata dalla Commissione dovrebbe essere basato sul rischio e dovrebbe nel contempo tenere conto degli strumenti di controllo disponibili per valutare e garantire l’adeguata attuazione del divieto.

Su tali iniziative di semplificazione e sulla strategia europea in materia di salute animale intende impegnarsi anche la Presidenza slovena.  

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Il 19 settembre 2007 la Commissione ha presentato una comunicazione su una nuova strategia per la salute degli animali nell’Unione europea 2007-2013 “Prevenire è meglio che curare” (COM(2007)539). La nuova strategia sarà relativa allasalute di tutti gli animali allevati nell'UE, sia di quelli destinati alla produzione di alimenti, sia di quelli allevati per le attività sportive, per la compagnia, per lo spettacolo e nei giardini zoologici. Essa comprende anche animali selvatici e animali utilizzati nella ricerca scientifica quando esiste il rischio che trasmettano malattie ad altri animali o all'uomo. La strategia riguarda inoltre la salute degli animali durante il trasporto da, per o all'interno dell'UE.

 Il documento definisce il quadro delle misure da adottare nel corso dei prossimi sei anni, mettendo l’accento sulle misure di precauzione, sulla sorveglianza delle malattie, sulla ricerca e sulle misure di lotta contro tali malattie al fine di ridurre la loro incidenza e limitare al massimo le conseguenze negative; viene proposto un piano d’azione basato su quattro pilastri:

1.      definizione delle priorità d’intervento;

2.      quadro comunitario della salute animale;

3.      prevenzione, sorveglianza e preparazione;

4.      scienza, innovazione e ricerca.

Sulla comunicazione il Consiglio ha approvato conclusioni il 17 dicembre 2007.

 

L’8 gennaio 2008 la Commissioneha presentato una comunicazione sui vari sistemi di allevamento delle galline ovaiole, in particolare sui sistemi di cui alla direttiva 1999/74/CE che stabilisce le norme minime per la protezione di tali animali e definisce in particolare disposizioni applicabili ai sistemi con gabbie (modificate e non) e ai sistemi alternativi senza gabbie.

La comunicazione è in attesa di essere esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

 


Sanità

Servizi e cure sanitarie

Priorità della Commissione

La Commissione, nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008, individua tra le priorità da perseguire, al fine di conseguire l’obiettivo di collocare il cittadino al centro del processo europeo, il fatto che l’Unione debba dotarsi dei mezzi necessari per neutralizzare i rischi per la salute e per la sicurezza insiti in un mondo aperto. La Commissione sottolinea di volere tradurre la dimensione europea dei servizi sanitari in iniziative concrete in materia di sicurezza dei pazienti e di qualità dei servizi sanitari, mentre continuerà ad impegnarsi al massimo per garantire il rispetto della legislazione dell’Unione, ponendo in particolare l’accento sulla salute e sulle possibilità di affrontare le ripercussioni del mutamento climatico sulla salute. Infine la Commissione continuerà nell’esecuzione delle iniziative previste dal programma di semplificazione.

Tra le iniziative strategiche che intende presentare nel 2008, la Commissione segnala la presentazione di un “pacchetto sanità” costituito da:

·         una comunicazione e proposta di raccomandazione del Consiglio sulla sicurezza dei pazienti e sulla qualità dei servizi sanitari aventi come obiettivo di fornire sostegno agli Stati membri per garantire ai pazienti il massimo livello di sicurezza in tutti i servizi sanitari e di rassicurare i cittadini sul livello di informazioni in loro possesso sulla sicurezza dei sistemi sanitari dell’Ue nonché sugli operatori sanitari del proprio e degli altri Paesi;

·         una proposta di raccomandazione del Consiglio sulle infezioni associate all’assistenza sanitaria che presenterebbe una serie di misure specifiche da attuare da parte degli Stati membri per contenere la diffusione di tali infezioni (misure preventive e di controllo, prevenzione delle infezioni, programmi di controllo, istituzione di sistemi di vigilanza attiva o potenziamento degli stessi, promozione dell’istruzione, formazione, ricerca, scambio di informazioni in materia di prevenzione e controllo).

 

La Commissione inoltre segnala, tra le iniziative prioritarie che intende presentare nel 2008:

·         un Libro verde sugli operatori sanitari in Europa al fine di avviare un processo di riflessione ad alto livello sui problemi legati alla mobilità degli operatori sanitari;

·         una comunicazione su un’azione europea nel settore delle malattie rare[179], ivi comprese le malattie genetiche, volta a migliorare le possibilità dei pazienti di ottenere cure e informazioni adeguate sulle malattie rare e invertire l’attuale situazione di incertezza e invisibilià delle persone affette da tali malattie;

·         una proposta di direttiva sulla qualità e la sicurezza della donazione e del trapianto diorgani che fisserà i principi necessari a definire un quadro di base per la qualità e la sicurezza in tale materia, tra cui in particolare l’istituzione di una autorità nazionale responsabile dell’attuazione delle disposizioni della direttiva, la definizione di una serie comune di standard di qualità e di sicurezza per la conservazione e il trasporto degli organi, la garanzia della tracciabilità e notifica degli incidenti gravi; la proposta di direttiva sarà  accompagnata da un piano d’azione, volto a stabilire una più stretta cooperazione tra gli Stati membri in materia di donazione e trapianto di organi, che individuerà gli obiettivi comuni per i quali è stata concordata la necessità di una risposta a livello comunitario, descriverà e azioni e gli indicatori e i parametri quantitativi e qualitativi concordati e introdurrà l’obbligo di presentare relazione periodiche;

·         una comunicazione sulla telemedicina e sulle tecnologie innovative per la gestione delle malattie croniche nella quale verranno proposti alcuni opportuni meccanismi di valutazione e accreditamento delle tecnologie al fine di evitare la frammentazione del mercato e migliorare la trasparenza e la sicurezza dei pazienti.

 

Tra le azioni prioritarie individuate dalla Presidenza slovena nel suo programma vi è, oltre alla realizzazione delle priorità e strategie individuate dalle presidenze precedenti[180], una maggiore cooperazione nel settore della salute, al fine di prevenire le malattie, con particolare riferimento alla lotta contro il cancro, e garantire un migliore accesso alle cure sanitarie, anche mediante la creazione di servizi sanitari transfrontalieri, tenuto conto dell’invecchiamento della popolazione e delle differenze tra gli Stati membri e all’interno di essi. La Presidenza slovena, inoltre, metterà l’accento sull’importanza di limitare la consumazione di alcool e le malattie conseguenti al suo consumo eccessivo. Un’ultima priorità è costituita infine dallo sviluppo dell’informatica nel settore della salute: su questo tema la Presidenza intende organizzare una Conferenza.

 

Il Parlamento europeo, nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, chiede alla stessa Commissione di contribuire al rafforzamento della sicurezza del paziente, dell’informazione di quest’ultimo, dei suoi diritti e della sua tutela e di affrontare le cause delle malattie rare. Chiede inoltre, sempre alla Commissione, di intensificare gli sforzi per mettere a punto una politica coerente con riferimento alle emergenze nel settore sanitario, alle persone con disabilità, alle malattie croniche e all’informazione dei pazienti; chiede infine alla Commissione di prestare particolare attenzione alla questione delle misure di preparazione alle pandemie.

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

Il 30 maggio 2007 la Commissione ha presentato una comunicazione sulla “Donazione e trapianto di organi: azioni politiche a livello UE” (COM(2007)275). Il documento illustra le iniziative che la Commissione intende assumere in materia per garantire la qualità e la sicurezza degli organi, per fare aumentare la loro disponibilità e combatterne il traffico, e per rendere più efficienti e accessibili i sistemi dei trapianti. Dopo aver analizzato i problemi principali da affrontare, la Commissione sottolinea nel documento come l’approccio organizzativo più efficace sembra consistere in un sistema flessibile che combini una rete decentrata formata da organizzazioni locali – attive principalmente nel reperimento degli organi – con la promozione della donazione presso grandi organizzazioni impegnate soprattutto ad incoraggiare la “messa in comune” degli organi  e la cooperazione. La Commissione avrebbe intenzione quindi di proporre:

·         un piano d’azione per una cooperazione rafforzata fra Stati membri;

·         una proposta di direttiva sulla qualità e la sicurezza della donazione e del trapianto di organi recante un quadro giuridico inglobante l’istituzione di autorità nazionali di sorveglianza o responsabilità dell’attuazione della direttiva, un insieme comune di norme sulla qualità e sulla sicurezza, la garanzia della rintracciabilità e la segnalazione di gravi eventi o reazioni, l’istituzione di strutture ispettive e di misure di controllo, la garanzia di una completa caratterizzazione degli organi per dar modo alle equipes di trapianto di procedere ad una appropriata valutazione del rischio.

Sulla comunicazione il Consiglio ha approvato conclusioni il 6 dicembre 2007.

 

Farmaci

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie segnalate dalla Commissione, nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008, vi è la presentazione di un “pacchetto prodotti farmaceutici”, costituito da:

·         una comunicazione sul futuro del mercato unico dei prodotti farmaceutici per uso umano;

·         una proposta di direttiva sull’uso dei prodotti farmaceutici e l’informazione dei pazienti anche attraverso l’uso di Internet;

·         una proposta di regolamento sul rafforzamento e razionalizzazione della farmacovigilanza nell’UE volta ad accrescere la sicurezza dei prodotti farmaceutici.

 

Inoltre la Commissione segnala di voler presentare alcune iniziative volte alla semplificazione del settore. Si tratta in particolare :

·         della revisione del base giuridica nella direttiva 2001/83/CE recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano e nella direttiva 2001/82/CE relativa ai medicinali veterinari. L’obiettivo è semplificare le norme relative alle modifiche dei farmaci successive al rilascio dell’autorizzazione (i cosiddetti regolamenti sulle variazioni) alleggerendo così gli oneri amministrativi per l’industrie; l’attuale base giuridica per le modalità di esecuzione delle modifiche dell’autorizzazione all’immissione sul mercato non consente alla Commissione di fissare norme su base nazionale; secondo la Commissione occorre quindi ampliare la base giuridica per colmare il divario ai fini dell’armonizzazione;

·         della revisione dei regolamenti sulle “variazioni” in campo farmaceutico attraverso la semplificazione e modernizzazione dei regolanti (CE) n. 1084/2003 e n. 1085/2003 (a seguito della revisione delle direttive 2001/83/CE e 2001/82/CE prima citata).

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 22 dicembre 2006 la Commissioneha presentato una proposta di direttiva (COM(2006)919) che modifica la direttiva 2001/83/CE relativa ai medicinali per uso umano. La proposta è volta ad adeguare la normativa comunitaria in materia in modo da conformarla alla decisione (CE) n. 2006/512 del 17 luglio 2006 sulle competenze di esecuzione conferite alla Commissione.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è in attesa di essere esaminata dal Consiglio. Il Parlamento europeo l’ha esaminata, in prima lettura, il 29 novembre 2007 approvando alcuni emendamenti.

 

Il 20 dicembre 2007 la Commissione ha presentato una comunicazione concernente la relazione sulle attuali prassi in materia di comunicazione e informazioni sui medicinali ai pazienti che analizza le azioni avviate dagli Stati membri in questo settore (COM(2007)862).


Semplificazione della legislazione

Priorità della Commissione

Programma legiferare meglio

La Commissione considera il miglioramento della cornice normativa una sua priorità essenziale. All'inizio del 2008, in preparazione del Consiglio europeo che si terrà in primavera, la Commissione intende presentare un'analisi sui progressi conseguiti nel 2007 dal programma "Legiferare meglio"[181]. La Commissione intende attualizzare e potenziare tale programma e fare il punto sull'attuazione del programma d'azione per ridurre gli oneri amministrativi, nonché sull'esito delle nuove disposizioni che disciplinano l'analisi d'impatto da quando l'apposito comitato è stato istituito.

La Commissione considera che l'attuazione del programma di semplificazione in corso procede in modo soddisfacente. Su 47 iniziative di semplificazione previste per il 2007, la Commissione indica che 44 (ovvero il 94%) sono state adottate entro la fine del 2007.

L'esecuzione delle iniziative previste dal programma proseguirà nel 2008 e il programma pluriennale sarà potenziato grazie a nuovi sforzi, tra cui il numero crescente di proposte di semplificazione destinate a ridurre gli oneri amministrativi. La Commissione prevede di adottare 45 iniziative di semplificazione nel 2008, con l’obiettivo, in particolare, di:

·         semplificare le disposizioni attuali in materia di riciclaggio di vecchi apparecchi elettrici ed elettronici, nell'intento di agevolare per i fabbricanti, i distributori e i consumatori, il rispetto dei loro obblighi per la salvaguardia dell'ambiente;

·         giungere a una semplificazione significativa dell'attuale quadro normativo in materia di biocidi e rispondere alle preoccupazioni per la complessità e onerosità delle norme, nonché per la disponibilità di certi tipi di biocidi;

·         abrogare una cinquantina di direttive tecniche nel settore automobilistico, per sostituirle eventualmente con riferimenti ai regolamenti ECE delle Nazioni Unite;

·         ridurre gli oneri amministrativi che gravano sull'industria, semplificando le norme che disciplinano i prodotti farmaceutici;

·         alleggerire gli obblighi in materia di rapporti statistici degli operatori economici (Intrastat), in particolare delle PMI;

·         consolidare ed estendere i settori nei quali le autorità nazionali, regionali e locali possono erogare aiuti senza bisogno dell'accordo preventivo della Commissione, grazie alla semplificazione del regolamento relativo alle esenzioni categoriali in materia di aiuti di Stato.

Proposte pendenti

La Commissione indica nel programma legislativo e di lavoro l'elenco di 30 proposte pendenti che intende ritirare. La Commissione continuerà a seguire le proposte pendenti lungo l'iter legislativo per valutare l'opportunità di un loro ritiro o decidere di adottare un'altra azione conforme alle proprie priorità politiche e ai suoi principi in fatto di miglioramento della normativa.

Riduzione degli oneri amministrativi

Il programma d'azione varato nel 2007 mira a ridurre del 25%, nel 2012, gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese dell'Unione. I principali beneficiari di tale riduzione saranno le piccole e medie imprese. La Commissione ha allestito un sito Internet in tutte le lingue ufficiali dell'Unione, che invita le imprese europee a presentare qualsiasi suggerimento che permetta di ridurre gli oneri amministrativi; ed ha istituito un gruppo ad alto livello di esperti indipendenti, con una funzione consultiva in sede di attuazione del programma d'azione.

 

La Presidenza slovena si è impegnata a condurre un dibattito sui progressi conseguiti dal programma sulla riduzione degli oneri amministrativi, concentrando in particolare l’attenzione sulla riduzione degli oneri amministrativi per le imprese, al fine di rafforzarne la flessibilità e promuovere l’utilizzo di nuove tecnologie

 

Nella risoluzione approvata il 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, il Parlamento europeo:

·         accoglie con favore la determinazione della Commissione a realizzare entro il 2012 l'obiettivo di una riduzione del 25% degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese a livello dell'Unione europea e nazionale, sottolinea che esaminerà le proposte legislative sotto questo profilo e chiede alla Commissione di presentare un quadro di valutazione dettagliato sull'attuazione del piano d'azione;

·         appoggia la Commissione nello sforzo volto a migliorare la qualità della normativa dell'UE e sottolinea la necessità di accelerare la semplificazione e il consolidamento della legislazione,  garantire un rapido recepimento e una corretta applicazione della legislazione A tale proposito si chiede un più incisivo meccanismo di controllo sull’applicazione della legislazione dell'Unione europea negli Stati membri;

·         sottolinea che il principio di sussidiarietà prevede chiaramente che, nei settori che non sono di sua esclusiva competenza, la Comunità intervenga solo nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e che l'inazione degli Stati membri non crea di per sé una competenza dell'UE;

·         insiste sulla necessità di valutazioni indipendenti delle conseguenze della legislazione; ritiene che tali valutazioni debbano essere effettuate sistematicamente nel contesto delle procedure legislative come pure nel processo di semplificazione della legislazione;

·         osserva che i fascicoli relativi alle proposte pendenti che la Commissione intende ritirare sono comunque obsoleti.


Servizi finanziari

Priorità della Commissione

Alla luce delle recenti perturbazioni sui mercati finanziari, il Programma legislativo e di lavoro della Commissione prevede l’approfondimento di un certo numero di questioni affinché i responsabili politici e gli organismi di regolamentazione e vigilanza possano trarre le debite conclusioni e proporre eventuali modifiche della normativa in vigore.

Nel corso del 2008, la Commissione esaminerà, pertanto, con altri soggetti e responsabili a livello UE e in campo internazionale: la trasparenza per gli investitori, i mercati e le autorità di garanzia; le norme di valutazione patrimoniale, anche per gli attivi illiquidi; la disciplina prudenziale, la gestione del rischio e la vigilanza nel settore finanziario; il funzionamento del mercato, compreso il ruolo delle agenzie di rating.

Nell’ambito della iniziative prioritarie, la Commissione prevede la presentazione di una proposta di direttiva che modifichi le direttive sui requisiti patrimoniali (direttiva 2006/48/CE, relativa all'accesso all'attività degli enti creditizi ed al suo esercizio e direttiva 2006/49/CE, relativa all'adeguatezza patrimoniale delle imprese di investimento e degli enti creditizi)

La proposta mirerà a: innovare il quadro per la cooperazione e lo scambio di informazioni tra gli organi di vigilanza (in particolare per le situazioni di emergenza) e permettere l’accesso degli organi di vigilanza del paese ospitante alle informazioni sulle filiali; rivedere le norme relative ai grandi rischi e al trattamento prudenziale per gli strumenti di fondi propri ibridi ammissibili al capitale di classe 1; estendere le deroghe per le banche cooperative; introdurre chiarimenti e adeguamenti tecnici della direttiva sui requisiti patrimoniali (compreso il trattamento del rischio di insolvenza nel portafoglio di negoziazione).

 

La Presidenza slovena si è impegnata a trattare diffusamente, in varie riunioni del Consiglio, il tema della situazione dei mercati finanziari in seguito alle perturbazioni causate dalla crisi dei mutui subprime.

Il Parlamento europeo, nella risoluzione adottata il 12 dicembre 2007 sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, tra le altre cose, chiede alla Commissione di presentare proposte che permettano di migliorare l'efficacia della vigilanza prudenziale europea, in particolare per quanto riguarda i fondi speculativi e le agenzie di rating; ricorda le gravi conseguenze della crisi dei mutui ipotecari negli Stati Uniti per i mercati finanziari europei; si attende che la Commissione proceda a un'analisi rigorosa delle cause e delle conseguenze di tale crisi , e in particolare a una valutazione del rischio per i mercati europei; chiede una valutazione dei sistemi e degli strumenti attuali di vigilanza prudenziale in Europa, e insiste su una stretta concertazione con il Parlamento, che si traduca in chiare raccomandazioni quanto alle modalità per migliorare la stabilità del sistema finanziario e la capacità di quest'ultimo di fornire finanziamenti sicuri a lungo termine alle imprese europee.

 

Il Parlamento europeo insiste inoltre sulla corretta applicazione della nuova procedura di comitato[182] prevista per l’adozione di misure di attuazione degli atti legislativi in materia e sulla salvaguardia dei diritti del Parlamento in tale contesto; attribuisce particolare importanza alle procedure di comitato nel settore dei servizi finanziari (procedura Lamfalussy), che meritano la massima attenzione, in quanto vari ed importanti provvedimenti sono attualmente oggetto di adeguamenti; ritiene che la corretta applicazione del quadro regolamentare in materia sia essenziale per il buon funzionamento del sistema finanziario come pure per evitare le crisi finanziarie; chiede il totale rispetto dei diritti del Parlamento, quali convenuti, ed esige che gli accordi attuali trovino attuazione concreta.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Per quanto riguarda i documenti di carattere strategico all’esame delle istituzioni UE, si segnala che il 20 novembre 2007 la Commissione ha presentato, in accompagnamento alla comunicazione “Un mercato unico per l’Europa del XXI secolo”, un documento di lavoro relativo alle iniziative nell’area dei servizi finanziari al dettaglio (SEC(2007)1520).

Sulla base del Libro verde sui servizi finanziari al dettaglio[183] (COM(2007)226), il documento di lavoro identifica gli ambiti di intervento al fine di aumentare l’efficienza e la competitività dei mercati dei servizi finanziari al dettaglio. Si tratta in particolare di azioni volte a : incrementare la possibilità di scelta e al mobilità dei consumatori, procedere verso regole più adeguate e coerenti per la distribuzione dei prodotti di investimento al dettaglio; promuovere l’educazione e l’inclusione finanziaria e migliori meccanismi alternativi di riorientamento nel settore di servizi finanziari.

La comunicazione è in attesa di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.

Nella stessa data la Commissione europea ha presentato una comunicazione[184] sul tema “Revisione della procedura Lamfalussy. Rafforzamento della convergenza in materia di vigilanza”[185].

 

In considerazione della sempre maggiore integrazione dei mercati e delle possibili conseguenza transfrontaliere delle crisi finanziarie, la comunicazione espone le modifiche che la Commissione ritiene pratiche, necessarie e realizzabili, al fine di migliorare la procedura in questione sotto il profilo del rafforzamento della cooperazione tra le autorità nazionali di vigilanza e la garanzia di una maggiore coerenza e convergenza nel recepimento e nell’applicazione della normativa UE a livello nazionale.

Il Consiglio Ecofin del 4 dicembre 2007 ha adottato conclusioni sulla revisione della procedura Lamfalussy, stabilendo una Tabella di marcia per gli interventi in materia. Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha affermato l’intenzione di procedere ad un ulteriore dibattito sul tema dell’architettura della supervisione e della gestione delle crisi nella riunione informale che si terrà durante la primavera 2008.

Si ricorda inoltre che il Consiglio Ecofin del 9 ottobre 2007 nell’ambito delle sue conclusioni in materia di stabilità finanziaria dell’Unione europea, ha adottato il documento “ Principi comuni per la gestione delle crisi finanziarie transfrontaliere” e la “Tabella di marcia strategica per il rafforzamento delle disposizioni dell'UE in materia di stabilità finanziaria”.

Il 18 dicembre 2007 la Commissione ha presentato il Libro bianco sul mercato del credito ipotecario (COM(2007)807).

Il documento riassume le conclusioni di un vasto esame dei mercati europei del credito ipotecario residenziale e presenta un insieme di misure non legislative, volte a migliorare l’efficienza e la competitività di tali mercati in particolare incoraggiando l’offerta e i finanziamenti transfrontalieri e migliorando la diversità dei prodotti offerti. Il Libro bianco intende altresì fare il punto sugli insegnamenti da trarre dalla recente crisi del mercato dei mutui statunitensi.

Nella stessa data la Commissione ha presentato inoltre una comunicazione sull’educazione finanziaria (COM(2007)808).

La comunicazione sottolinea fortemente la necessità di rafforzare la capacità degli europei di comprendere e utilizzare i prodotti e i servizi finanziari. La comunicazione definisce i principi di base destinati a fornire un orientamento in tal senso agli educatori, ispirandosi alle migliori pratiche attualmente esistenti.

La comunicazione è in attesa di esame da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.

Tra le proposte legislative in materia di servizi finanziari all’esame delle istituzioni dell’Unione europea, rivestono particolare rilevanza:

·         la proposta di direttiva (COM(2007)361), presentata dalla Commissione il 10 luglio 2007, sull’accesso alle attività di assicurazione e di riassicurazione e sul loro esercizio, con la quale si provvede alla completa revisione del regime di solvibilità attualmente vigente, realizzando il nuovo regime di solvibilità – Solvibilità II, già preannunciato nel Piano d’azione per il Servizi finanziari 1999-2005. In linea con quanto fatto in campo bancario; la proposta di direttiva interviene sia in materia di requisiti patrimoniali delle imprese di assicurazione, sia in materia di supervisione sulle medesime.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura nella seduta dell’8 luglio 2008.

·         la proposta modificata di direttiva[186] relativa all’armonizzazione delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di contratti di credito ai consumatori, che modifica la direttiva 93/13/CE del Consiglio (COM(2005)483), presentata dalla Commissione il 7 ottobre 2005.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata approvata dal Parlamento europeo in seconda lettura il 16 gennaio 2008.

 

Tra il 26 ottobre 2007 e il 18 gennaio 2008 la Commissione ha svolto, sulla base di un apposito documento di lavoro, una consultazione pubblica[187] volta a valutare la necessità di uniformare il quadro normativo vigente a livello comunitario in materia di requisiti di trasparenza e per la distribuzione di prodotti finanziari al dettaglio tra loro “sostituibili”.

 

Tra le altre iniziative avviate dalle Istituzioni europee in materia di servizi finanziari si segnalano:

·         il Libro verde sui servizi finanziari al dettaglio[188], presentato il 2 maggio 2006, nel quale la Commissione ha definito gli obiettivi fondamentali della sua politica in questo settore, avviando una consultazione delle parti interessate conclusasi il 16 luglio 2007; una sintesi dei risultati è stata pubblicata il 18 settembre 2007.

·         la consultazione pubblica, svolta dalla Commissione tra il 12 giugno e il 30 settembre 2007, sull’attuazione della direttiva 2004/21/CE relativa al risanamento e alla liquidazione degli istituti di credito, al fine di verificarne l’efficacia in vista di una sua eventuale estensione ai gruppi bancari transfrontalieri.

 

Nell’esprimere parere favorevole in esito all’esame della Relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nel 2006, la VI Commissione finanze, tra l’altro, ha rilevato i passi avanti compiuti nel completamento del Piano d’azione per i mercati finanziari, soprattutto attraverso il recepimento della direttiva Mifid[189] e della direttiva sulla trasparenza[190]e ha segnalato l’opportunità di procedere, al termine di tale processo di armonizzazione, ad un’azione di coordinamento complessivo della disciplina nazionale in materia.

 


Sicurezza alimentare

Priorità della Commissione

La Commissione sottolinea, nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, di volere continuare ad impegnarsi al massimo per garantire il rispetto della legislazione dell’Unione, anche per quel che riguarda la sicurezza alimentare.

Anche la Presidenza slovena, nel suo programma, sottolinea il proprio impegno a promuovere una maggiore sicurezza alimentare.

Altre proposte all’esame delle istituzioni europee

Il 28 luglio 2006, la Commissione ha presentato un pacchetto legislativo sulla sicurezza alimentare. Si tratta in particolare di:

·   una proposta di regolamento che istituisce una procedura uniforme di autorizzazione per gli additivi, gli enzimi e gli aromi alimentari (COM(2006)423;

·   una proposta di regolamento relativo agli enzimi alimentari (COM(2006)425) che prevede l’istituzione di un elenco comunitario degli enzimi autorizzati e fissa le regole di etichettatura  in materia;

·   una proposta di regolamento relativo agli aromi e ad altri ingredienti con proprietà aromatizzanti (COM(2006)427 che prevede una procedura di autorizzazione centralizzata;

·   una proposta di regolamento relativo agli additivi alimentari (COM(2006)428).

Le proposte, che seguono la procedura di codecisione, sono state esaminate in prima lettura dal Parlamento europeo, il 10 luglio 2007, che ha approvato alcuni emendamenti. La Commissione ha presentato, il 24 ottobre 2007, quattro proposte modificate (rispettivamente: COM(2007)672, COM(2007)670, COM(2007)671 e COM(2007)673). Su tutte e quattro tali proposte il Consiglio ha raggiunto un accordo politico il 17 dicembre 2007. Il Parlamento europeo esaminerà le proposte, in seconda lettura, presumibilmente il 16 giugno 2008,

 

Il 13 ottobre 2006 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento relativa alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari (COM(2006)607), volta a modificare la normativa del settore per allinearla con la decisione 2006/512/CE del Consiglio che modifica la decisione 1999/468/CE, recante modalità per l’esercizio delle competenze di esecuzione conferite alla Commissione.

Il 7 giugno 2007 la proposta è stata esaminata dal Parlamento europeo, nell’ambito della procedura di codecisione, che ha approvato alcuni emendamenti. La proposta è stata quindi adottata dal Consiglio il 17 dicembre 2007 ed è in attesa di essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.

 

Il 28 giugno 2007 la Commissioneha presentato una proposta di regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari (COM(2007)368), volta a prvedere un adeguato periodo transitorio per le indicazioni sulla salute che si riferiscono allo sviluppo e alla salute dei bambini.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo il 12 dicembre 2007. Il Consiglio l’ha adottata il 21 gennaio 2008 e pertanto la proposta è ora in attesa di pubblicazione.

 

Il 14 gennaio 2008 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento relativo ai nuovi prodotti alimentari (COM(2007)872, volta a centralizzare la procedura di valutazione e autorizzazione di tali alimenti. Una volta autorizzato, il richiedente iniziale potrà commercializzare il prodotto per un periodo di cinque anni prima che il prodotto stesso divenga un alimento generico la cui produzione e commercializzazione potrà essere effettuata anche da altri.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è in attesa di essere esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.


Società dell’informazione – Comunicazioni

 

Nel programma legislativo per il 2008 la Commissionerileva la costante evoluzione di Internet e dei nuovi mezzi di comunicazione di massa nonché la stretta interconnessione a livello planetario delle infrastrutture di comunicazione e di informazione. Ricordando inoltre che le nuove tecnologie portano con sé nuove possibilità, nuove applicazioni e nuove sfide, ritiene che un approccio europeo coerente sia la chiave per sviluppare nuovi mercati in un contesto sicuro.

 

La Presidenza slovena nel suo programma sottolinea l’intenzione di volere sostenere l’ulteriore sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in quanto costituiscono una pietra miliare della società dell’informazione, incoraggiano la competitività e lo sviluppo dell’economia e stanno per diventare una delle componenti più importanti della qualità della vita.

 

Internet

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie la Commissione individua l’approvazione di un programma volto a proteggere i bambini che utilizzano Internet e i nuovi mezzi di comunicazione (2009-2013). Questo nuovo programma si basa sui risultati ottenuti con il programma Safer internet plus. L’obiettivo è promuovere un utilizzo piùsicuro di Internet e delle nuove tecnologie online, soprattutto per i minori, e combattere i contenuti illegali e i contenuti non richiesti dall’utente finale, nell’ambito di una strategia coerente dell’UE.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 3 gennaio 2008 la Commissione ha adottato una comunicazione sui contenuti creativi onlinenel mercato unico(COM(2007)836), cioè i contenuti e i servizi come i media audiovisivi (film, televisione, musica, radio), i giochi e le pubblicazioni online.

Per la risoluzione delle problematiche legate alla diffusione via internet dei contenuti creativi, la Commissione prevede l’istituzione di una “piattaforma sui contenuti online”, cioè un quadro di discussione a livello europeo che consentirebbe di portare avanti negoziati, sia su contenuti specifici, sia intersettoriali e riunirebbe, in funzione dell’ordine del giorno delle singole riunioni, fornitori di contenuti, titolari di diritti, imprese e organismi del settore delle telecomunicazioni e delle tecnologie e rappresentanti dei consumatori.

Per la metà del 2008 la comunicazione prevede inoltre l’adozione di una proposta di raccomandazione che riguarderebbe: la trasparenza (etichettatura) e l’interoperabilità dei DRM (sistemi digitali dei diritti – digital rights management); l’incentivazione all’istituzione di regimi di licenza innovativi nel settore delle opere audiovisive; le offerte lecite e la pirateria.

La Commissione desidera consultare le parti interessate che sono pertanto invitate ad esprimere il loro parere sugli elementi di cui all’allegato della comunicazione entro il 29/02/2008.

 

Telefonia

Priorità della Commissione

La Commissione ritiene prioritaria l’adozione della Comunicazione sulla revisione del funzionamento del regolamento sul roaming.

Al riguardo la Commissione intende verificare il funzionamento del regolamento sul roaming (REG/CE 27 giugno 2007, n. 717) e riferirne al Parlamento europeo e al Consiglio al più tardi il 30 dicembre 2008. La Commissione valuterà in particolare se gli obiettivi del regolamento saranno stati raggiunti.

Nella relazione la Commissione esaminerà:

·         l'andamento dei prezzi all'ingrosso e al dettaglio per la fornitura, ai clienti in roaming, di servizi di chiamate vocali e di trasmissione di dati, tra cui messaggi SMS e MMS, includendovi se del caso raccomandazioni sulla necessità di regolamentare tali servizi;

·         tenuto conto dell'andamento del mercato e in considerazione sia della concorrenza sia della protezione dei consumatori, l'eventuale necessità di prorogare la validità del regolamento oltre il termine ultimo del 30 giugno 2010, previsto dall'articolo 13 del medesimo regolamento, o di modificarlo, tenendo conto dell'evoluzione dei prezzi dei servizi di telefonia mobile vocale e di trasmissione di dati a livello nazionale e delle incidenze del regolamento sulla situazione concorrenziale degli operatori di piccole dimensioni, indipendenti o che hanno recentemente avviato la loro attività.

 

Il 17 gennaio 2008 è stato pubblicato dal Gruppo europeo regolatore il primo rapporto sul roaming internazionale che riporta osservazioni sull'attuazione del regolamento n. 717 del 2007 e rileva un recepimento abbastanza conforme in tutti gli Stati membri. La Commissione da parte sua ha incoraggiato i regolatori nazionali a fare in modo che tutti i consumatori possano beneficiare di tariffe di roaming sempre più eque.

 

Navigazione satellitare

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie la Commissione indica l’adozione della Comunicazione sull'avvio del programma GMES (sistema globale di osservazione per l'ambiente e la sicurezza) sulla sua gestione nel lungo termine e sul relativo quadro finanziario che probabilmente sarà accompagnata o seguita da proposte legislative di attuazione e che definirà la sostenibilità nel lungo termine del programma GMES analizzando i seguenti aspetti:

·                   un quadro programmatico per dar seguito agli interventi preparatori;

·                   il coordinamento dei contributi alle infrastrutture spaziali e di osservazione in loco per garantire la fornitura di dati;

·                   la gestione nel lungo termine del sistema GMES.

 

La Presidenza slovena nel suo programma ricorda che l’Unione europea riconosce l’alto valore scientifico, economico e strategico del progetto GALILEO e per tale motivo si impegnerà per mettere in opera il progetto nel migliore dei modi.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Galileo è un programma di radionavigazione satellitare di natura civile messo a punto dall’Unione europea al fine di garantire la propria indipendenza nei confronti dei sistemi satellitari americano (GPS) e russo (GLONASS), in un settore considerato di grande valore strategico. Membri fondatori sono la Comunità europea, rappresentata dalla Commissione, e l’Agenzia spaziale europea (ESA).

In relazione alla situazione complessa venutasi a creare nel corso dei negoziati, relativamente, in particolar modo, ai contratti di concessione, il 16 maggio 2007 nella comunicazione “Galileo a un bivio: l’attuazione dei programmi europei di navigazione satellitare (GNSS)”(COM(2007)261), la Commissione europea rilevava un ritardo di 5 anni e sottolineava l’esistenza di molti problemi, dovuti soprattutto alla posizione dell’industria e alla difficoltà di trasferire il rischio al settore privato a condizioni ragionevoli. Dopo una serie di ulteriori valutazioni, la Commissione ha invitato il Consiglio e il Parlamento europeo a concludere che l’unica soluzione soddisfacente per il futuro sia arrivare ad un partenariato pubblico-privato articolato in due fasi[191].

L’8 giugno 2007 il Consiglio trasporti ha adottato una risoluzione sui programmi di navigazione satellitare Galileo e EGNOS in cui viene constatato il fallimento dei negoziati con il settore privato a proposito dell'attribuzione delle concessioni dei progetti, stabilendo che per la loro attuazione da parte del settore pubblico sarebbe necessario un finanziamento pubblico supplementare.

Il Consiglio trasporti del 29 novembre 2007, adottando conclusioni sulla comunicazione avanzamento del programma Galileo: riconfigurazione del programma GNSS europeo (COM(2007)534), ha raggiunto un accordo grazie al quale l’Europa potrà disporre di un proprio sistema di navigazione satellitare, a partire dal 2013. Il Consiglio si è pronunciato sui principi della gestione pubblica e dei contratti di acquisto prevedendo regole, criteri e principi relativi, tra l’altro, alla sorveglianza e alla sicurezza, agli appalti pubblici, al regime proprietario (l’UE è proprietaria dei beni materiali e immateriali di Galileo).


Spazio di libertà, sicurezza e giustizia

Priorità della Commissione

Il Programma legislativo e di lavoro per il 2008 prevede che la Commissione presenti una comunicazione relativa alla prossima strategia pluriennale per istituire uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, a conclusione del Programma dell’Aja.

In considerazione del nuovo slancio che la politica dell’Unione europea nel settore dovrebbe ricevere con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la comunicazione sarà volta a definire le priorità e gli obiettivi del futuro sviluppo nonché i mezzi e le iniziative per realizzarli.

Il programma dell’Aja, adottato dal Consiglio europeo il 5 novembre 2004, contiene la strategia politica per il rafforzamento dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia nell’Unione europea per il periodo 2005-2010. Il programma dell’Aja fa seguito al precedente programma di Tampere, approvato dal Consiglio europeo nel 1999, in attuazione alle disposizioni del trattato di Amsterdam[192] relative alla creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia nell'Unione europea.

Il Parlamento europeo, nella risoluzione adottata il 12 dicembre 2007 sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, relativamente ai vari settori di intervento nell’ambito dello spazio di libertà giustizia e sicurezza:

·         ritiene che una politica comune in materia di migrazione, visti e diritto di asilo, nonché un'efficace integrazione economica, sociale e politica degli immigrati sulla base di principi comuni rappresentino due facce della stessa medaglia e costituiscano una sfida chiave;

·         invita la Commissione a potenziare le misure di lotta contro il traffico di esseri umani e, in particolare, ad esaminare l'attuazione del piano d'azione 2005 del Consiglio in tale ambito; attende dalla Commissione la valutazione dell'applicazione della direttiva sulla libera circolazione prevista per il 2008 e chiede ulteriori misure volte a garantire il pieno esercizio di tale diritto nell'UE;

·         evidenzia che – in relazione alla prevista estensione dell'acquis di Schengen ai nuovi Stati membri - si devono adottare misure rigorose per assicurare il corretto funzionamento del sistema e l'integrità delle frontiere esterne dell'UE; invita la Commissione ad associare strettamente il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali all'elaborazione di tali disposizioni;

·         chiede una maggiore cooperazione operativa a livello europeo nella lotta contro il terrorismo nonché, ove opportuno, un maggiore coinvolgimento del Parlamento.


Strategia di Lisbona e governance economica

Priorità della Commissione

Tra le priorità del programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione è inclusa la strategia di Lisbona, considerata lo strumento essenziale per plasmare un’Unione europea più prospera, più responsabile in campo ambientale e più attenta a favorire l’integrazione sociale, attraverso un partenariato con gli Stati membri. La Commissione pone l’accento sul Consiglio europeo che si riunirà il 13 e 14 marzo 2008, occasione per consentire all’Unione europea di riflettere sull’esigenza di perfezionare la strategia di Lisbona, onde rispondere più efficacemente alle sfide della globalizzazione.

La strategia di Lisbona compare, inoltre, tra le priorità di comunicazione della Commissione per il 2008.

 

Tra le iniziative strategiche, la Commissione segnala la presentazione della relazione annuale sullo stato di avanzamento della strategia di Lisbona, che descrive gli obiettivi conseguiti a livello comunitario e di Stati membri ed individua un numero limitato di azioni da sottoporre a decisione.

L’11 dicembre 2007 la Commissione ha già presentato la “Relazione strategica sulla strategia di Lisbona rinnovata per la crescita e l’occupazione: il nuovo ciclo (2008-2010). Stare al passo con i cambiamenti” (COM (2007) 803 – parte I), che si basa sulle relazioni annuali presentate da tutti gli Stati Membri[193]. La relazione, che sarà ilprincipale documento di discussione al Consiglio europeo di primavera 2008, presenta proposte relative al futuro della strategia e la valutazione dei progressi registrati dai singoli Stati membri nell’attuazione dei rispettivi programmi nazionali di riforma e delle raccomandazioni per paese adottate dal Consiglio.

Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 ha accolto la relazione sull’attuazione della strategia di Lisbona rinnovata augurandosi che il prossimo ciclo triennale possa essere avviato nella riunione del marzo 2008.

Il 4 dicembre 2007 il Consiglio ECOFIN ha adottato conclusioni sull’attuazione dei programmi nazionali di riforma 2005-2008, osservando che tutti gli Stati membri stanno compiendo progressi nell’attuazione dei rispettivi programmi, malgrado le loro differenti performance. Il Consiglio ritiene tuttavia necessario aumentare gli sforzi di riforme in settori che hanno visto limitati progressi nel 2007, in particolare rafforzando la competitività – specialmente nel settore dei servizi e nei mercati dell’energia – incrementando incentivi nei sistemi di protezione sociale e attuando misure di flessicurezza adeguate alle situazioni nazionali.

 

La relazione strategica fa parte del “pacchetto” di iniziative presentate dalla Commissione l'11 dicembre 2007 per consentire l’avvio del nuovo ciclo triennale di governance della strategia di Lisbona. Tale pacchetto di iniziative comprende inoltre:

·         una proposta di raccomandazione del Consiglio per l’aggiornamento delle raccomandazioni specifiche per paese e degli obiettivi su cui concentrarsi;

·         una propostadi nuovi orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione (2008-2010) comprendenti: raccomandazione della Commissione relativa agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità e proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per  le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione[194];

·         una proposta di programma comunitario di Lisbona 2008-2010 (COM(2007) 804) che definisce, analogamente ai programmi nazionali di riforma degli Stati membri, le principali misure a livello comunitario;

·         l'analisi relativa al riorientamento dei fondi strutturali a favore della crescita e dell’occupazione.

 

Il programma della Presidenza slovena considera tra le sue priorità la strategia per la crescita e l’occupazione e pone l’accento sulla riuscita del nuovo ciclo triennale, che si fonda sull’impegno degli Stati membri nel condurre i programmi nazionali di riforma conformemente alla strategia comune. La Presidenza intende impegnarsi nella ricerca di un compromesso tra la stabilità del quadro di programmazione, le linee direttrici integrate ed il programma comunitario di Lisbona, da un lato, e la necessità di rispondere alle nuove sfide e di apportare correttivi, dall’altro. Confermando che i pilastri su cui si basa la strategia di Lisbona continueranno ad essere la costruzione della società dell’innovazione e della conoscenza, la promozione di un’economia competitiva e dinamica, la valorizzazione delle risorse umane e la ricerca di risposte alle sfide demografiche nonché la soluzione dei problemi energetici ed ambientali, la Presidenza slovena sottolinea la necessità di aggiungere la dimensione internazionale a quella nazionale ed europea della strategia di Lisbona. Ritiene inoltre che sia necessario dare ai cittadini UE la possibilità di appropriarsi della strategia e di conoscerla meglio. La Presidenza, infine, richiama l’attenzione sulla necessità di adottare in tempo opportuno gli orientamenti integrati per consentire agli Stati membri di metterli in pratica.

 

Il Parlamento europeo, nella risoluzione del 12 dicembre 2007 sul programma legislativo della Commissione per il 2008, esorta vivamente la Commissione a non sacrificare la dimensione sociale della strategia di Lisbona e le chiede di rispettare l’equilibrio tra i vari pilastri di tale strategia. Ritiene che un adeguato investimento nella conoscenza crei un’economia più prospera in grado di lottare contro problemi quali la povertà, l’esclusione sociale e la disoccupazione e di garantire una migliore protezione dei lavoratori.

 

La Commissione Bilancio della Camera dei deputati, nel parere espresso in esito all’esame della relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea relativa all’anno 2006, ha segnalato l’esigenza che il Governo si impegni, sia a livello comunitario che a livello nazionale, a semplificare e rendere più incisivi gli strumenti di programmazione e attuazione della strategia di Lisbona.


Trasporti

 

Trasporto sostenibile

Priorità della Commissione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008, la Commissione segnala che particolare attenzione sarà dedicata alle misure volte a favorire l’integrazione della dimensione ambientale nel settore dei trasporti. A tal fine, tra le iniziative strategiche per il 2008, la Commissione preannuncia l’adozione di un “pacchetto verde” che comprenderà:

·         una comunicazione relativa all’integrazione degli aspetti ambientali nel settore dei trasporti.

Nelle intenzioni della Commissione la comunicazione dovrebbe presentare i principali risultati di tre iniziative nel settore dei trasporti riguardanti rispettivamente l’internalizzazione dei costi esterni, la propulsione ecologica ed il piano d’azione ITS (Intelligent Transport System), nonché formulare eventualmente raccomandazioni per il futuro;

·   una comunicazione sull’internalizzazione dei costi esterni dei trasporti che fornirà un modello generalmente applicabile, trasparente e comprensibile per la valutazione dei costi esterni delle varie modalità di trasporto.

Il documento, inoltre, dovrebbe analizzare in quale modo le misure di internalizzazione possano correggere i fallimenti del mercato che incidono particolarmente nel settore dei trasporti e che consiste nella presenza di importanti esternalità negative; saranno individuati, infine, gli strumenti politici disponibili per affrontare il problema quali il sistema europeo di scambio di quote di emissione, le tasse, le imposte o combinazioni di essi, analizzandone le possibili ripercussioni economiche, sociali ed ambientali. La comunicazione potrebbe essere corredata di proposte legislative o annunciarne la presentazione per la fine del 2008.

Nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2008 approvata dal Parlamento europeo il 12 dicembre 2007 si accoglie favorevolmente l’intenzione della Commissione di pubblicare un pacchetto sul “trasporto verde” e si ribadisce la necessità che la mobilità sostenibile nell’UE sia assicurata in funzione della lotta contro il cambiamento climatico. 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Le interrelazioni tra la politica dei trasporti e quelle in materia di ambiente e di energia sono state sottolineate dalle istituzioni europee in varie sedi, soprattutto in considerazione del notevole contributo che i trasporti possono dare al perseguimento di importanti obiettivi comunitari quali:

·         la riduzione, entro il 2020, di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990, delle emissioni di gas serra derivanti dal consumo di energia nell’UE al fine di contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici;

·         il raggiungimento, entro il 2020, di una quota pari al 20% di energie rinnovabili nel consumo energetico dell'UE;

·         la riduzione delle emissioni di CO2 a 120g/km entro il 2012.

 

Al fine di contribuire alla realizzazione dei suddetti obiettivi, la Commissione ha intrapreso una serie di iniziativeche si inseriscono sostanzialmente nell’ambito della strategia europea per lo sviluppo sostenibile (COM(2001)264).

Oggetto di riesame nel 2005 (COM(2005)658), la strategia sottolinea la necessità che i benefici della mobilità siano realizzati ad un costo ambientale, sociale ed economico nettamente inferiore.

Al fine di promuovere il trasporto sostenibile, la  Commissione ha presentato una serie di proposte e di documenti di natura non legislativa che riguardano vari settori di intervento:

·         la promozione di carburanti alternativi e maggiormente rispettosi dell’ambiente: piano di azione nel settore della biomassa (COM(2005)628), strategia dell’UE per i biocarburanti (COM(2006)34), qualità dei carburanti(COM(2007)18);

·   i cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni: strategia tematica sull’inquinamento atmosferico (COM(2005)446), proposta di direttiva relativa alla qualità dell’aria ambiente (COM(2005)447),strategia tematica sull’ambiente urbano (COM(2005)718), piano d’azione relativo alla politica energetica dell’UE (COM(2007)1),comunicazione “Limitare il surriscaldamento dovuto ai cambiamenti climatici a +2 gradi Celsius – La via da percorrere fino al 2020 ed oltre” (COM(2007)2);

·   l’efficienza energetica e le energie alternative: piano d'azione in materia di efficienza energetica(COM(2006)545),comunicazione relativa ad una roadmap per le energie rinnovabili (COM(2006)848), comunicazione “Verso un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche” (COM(2006)847), proposta di regolamento relativa ad una iniziativa tecnologica congiunta sullo sviluppo delle celle a idrogeno e combustibile (COM(2007)571),proposta di regolamento sull’impiego dell’idrogeno allo stato liquido o gassoso per la propulsione di veicoli a motore (COM(2007)593);

·         la tassazione: proposta di direttivain materia ditasse basate sulle emissioni delle autovetture (COM(2005)261),proposta di direttiva sul coordinamento della tassazione della benzina senza piombo e del gasolio utilizzati come carburante per motori (COM(2007)52).

Sono inoltre all’esame delle istituzioni dell’UE altri documenti che propongono misure specifiche volte a favorire la sostenibilità di ogni singola modalità di trasporto:

·         trasporto su strada: comunicazione Risultati del riesame della strategia comunitaria per ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri” (COM(2007)19),libro verde "Verso una nuova cultura della mobilità urbana" (COM(2007)551), proposta di direttiva relativa alla promozione di veicoli stradali puliti e a basso consumo energetico (COM(2007)817);

·         trasporto aereo: proposta di regolamento sull’integrazione del trasporto aereo nel sistema UE di scambio di quote di emissione di CO2 (COM(2006)818), proposta di regolamento relativa all’iniziativa Clean Sky intesa a favorire la riduzione delle emissioni inquinanti e sonore del trasporto aereo (COM(2007)315), iniziativa transatlantica AIRE (Atlantic Interoperability Initiative to reduce Emissions) avviata con gli Stati Uniti;

·         trasporto marittimo: relazione “Greenhouse Gas Emissions for Shipping and Implementation Guidance for the Marine Fuel Sulphur Directive”; studio “Analysis of Policy Measures to Reduce Ship Emissions in the Context of the Revision of the National Emissions Ceilings Directive”; comunicazione sulla promozione della politica portuale europea (COM(2007)616) che sottolinea la necessità di ridurre le emissioni inquinanti delle navi; relazione sulle autostrade del mare (SEC(2007)1367) e documento di lavoro sulla creazione di uno spazio del trasporto marittimo europeo senza barriere (SEC(2007)1351) nella quale se ne sottolinea l’importanza al fine di contribuire alla riduzione dell’inquinamento grazie al trasferimento del traffico merci dal trasporto su strada a quello marittimo;

·         trasporto ferroviario: comunicazione sulla creazione di una rete ferroviaria a priorità merci (COM(2007)608) nella quale si sottolinea la necessità di trasferire il trasporto merci dalla strada alla ferrovia al fine di ridurre l’impatto ambientale.

 

Trasporto marittimo

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie del programma legislativo e di lavoro per il 2008 figura la presentazione di un pacchetto sul trasporto marittimo che dovrebbe comprendere:

·         una comunicazione sulla futura politica del trasporto marittimo dell’UE corredata di proposte legislative.

Nelle intenzioni della Commissione la comunicazione, che farà parte del piano d’azione per una politica marittima integrata dell’UE (SEC(2007)1278/2), terrà conto dei cambiamenti intervenuti in seguito alla presentazione della strategia sul trasporto marittimo del 1996 e cercherà, inoltre, di dare una risposta a tutte le questioni riguardanti il ruolo ed il contributo del trasporto marittimo al sistema economico europeo nel suo insieme. La comunicazione dovrebbe, in particolare, esaminare aspetti quali le conseguenze derivanti dall’intensificazione del processo di globalizzazione, l’espansione degli scambi, i vincoli in campo energetico e quelli legati al cambiamento climatico,  gli aspetti relativi alla sicurezza, lo sviluppo sostenibile, il fattore umano, la competitività e le nuove tendenze in campo logistico;

·         una proposta di revisione del regolamento (CE) n. 1406/2002 che istituisce l’Agenzia europea per la sicurezza marittima (ottobre 2008).

L’obiettivo principale della revisione è quello di tenere conto degli sviluppi intervenuti nella legislazione comunitaria in campo marittimo in seguito all’adozione del regolamento e, soprattutto, delle innovazioni prospettate dal terzo pacchetto sulla sicurezza marittima attualmente all’esame delle istituzioni europee che contiene disposizioni intese a migliorare ulteriormente le funzioni dell’Agenzia. Fra le modifiche che la Commissione intende proporre - che riguarderanno fondamentalmente un ampliamento dei compiti dell’Agenzia - figurano il trasferimento di alcune attività previste dal memorandum di intesa di Parigi[195] in materia di controllo dello Stato di approdo, l’attribuzione di nuovi compiti nel settore della sicurezza, della ricerca e della politica marittima in generale, la cooperazione con i paesi terzi e le questioni legate alla governance;

·         una proposta di regolamento relativa alla creazione di uno spazio marittimo europeo senza frontiere (ottobre 2008).

La proposta – che si inserisce nel quadro del piano d’azione integrato per la politica marittima precedentemente citato - farà seguito alla consultazione in materia avviata dalla Commissione il 18 ottobre 2007 (vedi infra). La proposta dovrebbe contenere misure intese a semplificare le procedure amministrative applicate nel settore considerato che, secondo la Commissione, esse costituiscono uno dei principali ostacoli alla creazione di un vero e proprio mercato interno del trasporto marittimo a corto raggio. Tali misure contribuiranno, inoltre, a ridurre la congestione, l’impatto negativo sull’ambiente ed il consumo energetico, migliorando al contempo la sicurezza.

 

La promozione della sicurezza del trasporto marittimo figura fra le priorità del programma di lavoro della Presidenza slovena.

 

Nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2008 approvata il 12 dicembre 2007, il Parlamento europeo ricorda l’importanza della semplificazione amministrativa al fine di garantire un autentico sviluppo del trasporto marittimo a corto raggio che rappresenta un elemento fondamentale nella creazione di un sistema di rete integrato, coerente e sostenibile.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Il 23 novembre 2005 la Commissione ha presentato il terzo pacchetto di misure legislative in materia di sicurezza marittima (cosiddetto pacchetto Erika III) che comprende:

·         una proposta di direttiva relativaal rispetto degli obblighi dello Stato di bandiera (COM(2005)586).

L’obiettivo della proposta è quello di responsabilizzare maggiormente gli Stati di bandiera nei confronti degli obblighi che hanno contratto a livello internazionale al fine di rafforzare la sicurezza marittima e quella della gente di mare, garantendo al contempo una maggiore tutela ambientale;

·         una proposta di direttiva relativa agli organi che effettuano le ispezioni e le visite di controllo delle navi (COM(2005)587).

La proposta prospetta una rifusione della direttiva 94/57/CE, relativa alle disposizioni ed alle norme comuni per gli organi che effettuano le ispezioni e le visite di controllo delle navi e per le pertinenti attività delle amministrazioni marittime, al fine di rendere più chiare le disposizioni in essa contenute e di definire meglio il suo campo di applicazione. L’obiettivo della proposta è quello di migliorare l’attuale sistema di riconoscimento delle società di classificazione incaricate di effettuare le ispezioni sulle navi e di certificarne la sicurezza;

·         una proposta di direttiva relativa al controllo da parte dello Stato di approdo (COM(2005)588).

La Commissione intende procedere ad una rifusione della direttiva 95/21/CE che fissa la disciplina in materia per rafforzare e rendere più efficace il controllo delle navi da parte dello Stato di approdo soprattutto nei confronti delle navi al di sotto delle norme;

·         una proposta di direttiva intesa a modificare la direttiva 2002/59/CE relativa all’istituzione di un sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale e di informazione (COM(2005)589).

L’obiettivo della proposta è quello di rafforzare il sistema comunitario di controllo del traffico navale mediante una stretta cooperazione negli scambi di informazione, in particolare per quanto riguarda i prodotti trasportati dalle navi. Le modifiche prospettate sono volte, in particolare, ad integrare nella direttiva 2002/59/CE i princìpi definiti in occasione di lavori congiunti tra la Commissione e gli Stati membri per l’attuazione del sistema di scambi di dati sulla sicurezza marittima SafeSeaNet[196], promuovendo la cooperazione tra gli Stati membri per il monitoraggio e lo sviluppo di tale sistema. La Commissione precisa che in quest’ottica tutti i sistemi nazionali dovranno essere compatibili con SafeSeaNet e tutte le informazioni di interesse comunitario dovranno poter essere armonizzate;

·         una proposta di direttiva relativa alle inchieste sugli incidenti nel settore del trasporto marittimo (COM(2005)590).

La proposta è intesa ad istituire un quadro comunitario armonizzato per lo svolgimento di inchieste in seguito ad un incidente marittimo e a rafforzare l’indipendenza delle autorità preposte. Essa tiene in debito conto i poteri in materia dell’Agenzia per la sicurezza marittima, come previsto dal regolamento (CE) n. 1406/2002/CE che istituisce l’Agenzia;

·         una proposta di regolamento sulla responsabilità dei vettori che trasportano passeggeri via mare e per vie navigabili interne in caso di incidente (COM(2005)592).

La proposta è intesa ad armonizzare i regimi di responsabilità per il risarcimento delle vittime di incidenti sulla base del protocollo del 2002 alla Convenzione di Atene del 1974 relativa al trasporto via mare di passeggeri e dei loro bagagli[197];

·         una proposta di direttiva relativa alla responsabilità civile degli armatori (COM(2005)593).

A tal fine la Commissione propone che tutti gli Stati membri ratifichino la Convenzione del 1996 relativa alla limitazione di responsabilità per i crediti marittimi al fine di fissare regole comuni in materia di responsabilità civile ed assicurativa per i proprietari delle navi al fine di prevenire gli incidenti e di riparare ai danni.

Tutte le proposte, che seguono la procedura di codecisione, sono già state esaminate dal Parlamento europeo in prima lettura. Dopo la prima lettura da parte del Consiglio, saranno sottoposte alla seconda lettura del Parlamento europeo presumibilmente il 16 dicembre 2008, ad eccezione della proposta relativa agli obblighi dello Stato di bandiera il cui esame è previsto per il 17 giugno 2008.

 

Inoltre, il 18 ottobre 2007 la Commissione europea ha presentato un documento di lavoro sulla creazione di uno spazio del trasporto marittimo europeo senza barriere (SEC(2007)1351) con il quale ha avviato una consultazione pubblica – che si concluderà il 20 gennaio 2008 - in vista dell’elaborazione di una proposta legislativa in materia.

Il documento – che fa parte di un pacchetto di misure intese a migliorare l’efficienza e la sostenibilità del trasporto merci comunitario[198] - rileva che, in vista della crescita consistente della domanda di trasporto, occorrerà utilizzare al massimo delle loro capacità tutti i mezzi di trasporto esistenti. In tale contesto viene sottolineata l’importanza del trasporto marittimo e, in particolare, del trasporto marittimo a corto raggio[199] che deve diventare parte integrante della catena logistica e la conseguente necessità di istituire uno spazio del trasporto marittimo europeo senza barriere al fine di estendere, mediante la semplificazione delle procedure amministrative, il mercato interno comunitario al trasporto marittimo per renderlo più efficiente e competitivo.

 

Trasporto aereo

Priorità della Commissione

Tra le iniziative prioritarie del programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008 figura l’adozione di una comunicazione relativa allo sviluppo del “cielo unico europeo” che presenterà tre iniziative riguardanti l’ulteriore sviluppo del cielo unico:

·         una proposta di regolamento intesa a modificare i regolamenti vigenti relativi al cielo unico[200](giugno 2008).

Le modifiche sono intese principalmente a migliorare l’efficienza della gestione del traffico aereo (ATM – Air Traffic Management), garantire che le infrastrutture ATM rispondano alle esigenze previste in termini di aumento del traffico, promuovere le nuove tecnologie in conformità con gli obiettivi di Lisbona, fare in modo che la gestione del traffico aereo contribuisca a realizzare gli obiettivi in materia di sostenibilità;

·         una proposta legislativa recante modifica del regolamento (CE) n. 1592/2002 recante regole comuni nel settore dell’aviazione civile e che istituisce l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) (giugno 2008).

Le modifiche che la Commissione intende prospettare dovrebbero essere intese ad estendere le regole comuni nel settore dell’aviazione civile ai servizi di navigazione aerea, alla gestione del traffico aereo ed agli aeroporti al fine di aumentare la sicurezza e l’interoperabilità;

·         una relazione sullo stato di avanzamento della fase di sviluppo SESAR (2008-2013)[201] e, in particolare, la presentazione del piano generale ATM in vista della sua approvazione da parte del Consiglio, delle modalità di transizione dalla fase di sviluppo alla fase di attuazione del progetto SESAR nonché delle modalità relative alla partecipazione di paesi terzi al progetto.

 

Nella risoluzione del 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2008, il Parlamento europeo si compiace delle proposte preannunciate dalla Commissione miranti a promuovere una maggiore efficienza della gestione del trasporto aereo al fine di indurre una significativa riduzione dei costi, dei ritardi e delle emissioni di gas ad effetto serra.

Iniziative di semplificazione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione preannuncia l’intenzione di presentare, nel settembre 2008, una proposta di modifica della direttiva 94/56/CE, che stabilisce i princìpi fondamentali in materia di inchieste sugli incidenti ed inconvenienti nel settore dell’aviazione civile, e della direttiva 2003/42/CE relativa alla segnalazione di alcuni eventi nel settore dell’aviazione civile al fine di riunirle in un unico atto giuridico. Lo scopo è quello di tenere conto dei cambiamenti intervenuti nel settore, soprattutto in seguito all’istituzione dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea, al fine soprattutto di stabilire una serie minima di funzioni centralizzate compresa una banca dati per consentire alle autorità preposte di effettuare un’analisi delle tendenze o altro tipo di studi e seguire le raccomandazioni sulla sicurezza, fornendo nel contempo informazioni al pubblico.

 

Trasporto stradale

Iniziative di semplificazione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 si preannuncia l’intenzione della Commissione di procedere ad una revisione del regolamento in materia di sicurezza dei veicoli e degli pneumatici al fine di riunire in un unico atto la legislazione esistente. Tale regolamento, che comprenderà anche i sistemi di controllo elettronico della stabilità e gli pneumatici a bassa resistenza al rotolamento, abrogherà circa 50 direttive, sostituendole, laddove opportuno, con appositi riferimenti ai regolamenti UNECE (United Nations Economic Commission for Europe)[202]. La Commissione sottolinea che la semplificazione della legislazione in materia contribuirà ad alleggerire gli oneri amministrativi per gli Stati membri poiché li solleverà in futuro dall’obbligo di recepire gli atti giuridici nel settore della sicurezza dei veicoli. Inoltre, i riferimenti ai regolamenti UNECE eliminerebbero gli attuali doppioni tra la legislazione UE e le norme UNECE, contribuendo in tal modo ad una migliore regolamentazione.

 

La promozione della sicurezza del trasporto stradale figura fra le priorità del semestre di Presidenza slovena del Consiglio dell’UE.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Allo stato attuale sono all’esame delle istituzioni europee diverse iniziative presentate dalla Commissione al fine di disciplinare e rafforzare vari aspetti della sicurezza stradale; esse sono intese, in larga misura, a dare seguito agli orientamenti individuati nel libro bianco sulla politica comune dei trasporti (COM(2001)370) e nel programma di azione sulla sicurezza stradale relativo al periodo 2003-2010 (COM(2003)311) – e successivamente ribaditi in una serie di altri documenti in materia -, con particolare riferimento al raggiungimento dell’obiettivo di dimezzare, entro il 2010, il numero delle vittime degli incidenti stradali.

Le iniziative in questione comprendono:

·         una proposta di direttiva del 27 marzo 2003 relativa al dispositivo di ritenuta per passeggeri dei veicoli a motore a due ruote (COM(2003)145).

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo il 21 ottobre 2003. Il 2 giugno 2006 la Commissione ha presentato una proposta modificata (COM(2006)265) intesa tra l’altro, alla luce dei dibattiti svolti in seno al Consiglio, ad apportare alcune rettifiche alla direttiva 93/32/CE sula stessa materia. La proposta modificata è stata esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo il 25 settembre 2007 ed è in attesa dell’esame da parte del Consiglio;

·         una proposta di direttiva del 5 ottobre 2006 riguardante la gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali (COM(2006)569).

La proposta, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura il 22 aprile 2008;

·         una proposta di direttiva del 13 giugno 2007 relativa ai dispositivi di rimorchio e di retromarcia dei trattori agricoli o forestali a ruote (COM(2007)319).

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo l’11 dicembre 2007 ed è in attesa dell’esame del Consiglio;

·         una proposta di direttiva del 21 giugno 2007 relativa alle targhette ed alle iscrizioni regolamentari nonché alla loro posizione e modo di fissaggio per i veicoli a motore e i loro rimorchi (COM(2007)344).

La proposta, che segue la procedura di codecisione, sarà esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura il 19 febbraio 2008;

La proposta, che segue la procedura di codecisione, sarà esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura il 19 febbraio 2008;

·         una comunicazione del 17 settembre 2007 relativa all’iniziativaAutomobile intelligente (COM(2007)541) che presenta una serie di misure e ditecnologie “salvavita” per rendere le automobili più sicure;

·         un libro verde dal titolo "Verso una nuova cultura della mobilità urbana" (COM(2007)551) che individua alcune misure da attuare in via prioritaria intese a migliorare la sicurezza della circolazione stradale in ambiente urbano;

·         una proposta di regolamento del 3 ottobre 2007 relativa alla protezione dei pedoni e degli altri utenti vulnerabili della strada (COM(2007)560).

La proposta, che segue la procedura di codecisione, dovrebbe essere esaminata dal Parlamento europeo in prima lettura il 22 aprile 2008;

·         una proposta di direttiva del 5 dicembre 2007 relativa all’installazione dei dispositivi di illuminazione e di segnalazione luminosa sui veicoli a motore a due e tre ruote (COM(2007)768).

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio.

 

Trasporto ferroviario

Iniziative di semplificazione

Dopo una valutazione del funzionamento del settore operata con la presentazione di una relazione sull’attuazione del primo pacchetto ferroviario (COM(2006)189), nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione preannuncia l’adozione, nell’ottobre 2008, di una comunicazione corredata di una proposta di modifica o di rifusione delle tre direttive facenti parte del primo pacchetto ferroviario al fine di riunirle in un unico atto giuridico (“codice sull’accesso ferroviario”). Le direttive in questione sono la direttiva 2001/12/CE relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie, la direttiva 2001/13/CE relativa alle licenze delle imprese ferroviarie e la direttiva 2001/14/CE relativa alla ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria, all'imposizione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria ed alla certificazione di sicurezza. L’obiettivo finale è quello di semplificare la normativa in materia, facilitandone la comprensione e l’attuazione da parte delle autorità competenti e delle parti interessate.

 

La promozione della sicurezza ferroviaria figura tra le priorità del programma di lavoro della Presidenza slovena.

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Allo stato attuale è all’esame delle istituzioni dell’UE una proposta di direttiva del 13 dicembre 2006 che modifica la direttiva 2004/49/CE relativa alla sicurezza delle ferrovie comunitarie (COM(2006)784), in particolare per quanto riguarda la definizione delle condizioni in base alle quali il materiale rotabile utilizzato in uno Stato membro può essere autorizzato a circolare in un altro Stato membro. A tal fine la proposta prospetta una apposita procedura a livello comunitario.

La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo il 29 novembre 2007 e, dopo l’esame in prima lettura del Consiglio, sarà esaminata in seconda lettura dal Parlamento europeo presumibilmente l’8 luglio 2008.

 

Reti transeuropee di trasporto

Fra le priorità del programma di lavoro della Presidenza slovena figura l’intenzione di favorire l’ulteriore sviluppo della rete transeuropea di trasporto e, in particolare, le interconnessioni con il trasporto marittimo e terrestre.

 

 

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Con riferimento ai collegamenti tra le reti transeuropee ed il trasporto marittimo si ricorda l’importante ruolo che possono svolgere a tal fine le autostrade del mare

Lo strumento delle autostrade del mare è stato introdotto dalla Commissione nel libro bianco sulla politica comune dei trasporti del 2001 (COM(2001)370) quale parte integrante della rete transeuropea di trasporto stabilita dalla decisione n. 1692/96/CE, come da ultimo modificata dalla decisione n. 884/2004/CE. Tale decisione individua nell’allegato III quattro autostrade del mare da realizzare entro il 2010: l’autostrada del mar Baltico che collega gli Stati membri del mar Baltico a quelli dell’Europa centrale ed occidentale; l’autostrada del mare dell’Europa occidentale che collega la penisola iberica al Mare del Nord e al Mare d’Irlanda; l’autostrada del mare dell’Europa sud-orientale che collega il mare Adriatico al mar Ionio e al Mediterraneo orientale; l’autostrada del mare dell’Europa sud-occidentale checollega Spagna, Francia, Italia, compresa Malta, nonché l’autostrada del mare dell’Europa sud-orientale.

 

Il 18 ottobre 2007 la Commissione europea ha presentato una relazione sulla realizzazione delle autostrade del mare (SEC(2007)1367), con la quale ha avviato, nella stessa data, una consultazione pubblica che si è conclusa il 20 gennaio 2008.

Il documento, che fa parte di un pacchetto di misure intese a migliorare l’efficienza e la sostenibilità del trasporto merci comunitario[203], sottolinea che al fine di garantire la realizzazione delle autostrade del mare è necessario inserirle all’interno di un’ottica più vasta riguardante la promozione di una rete multimodale perfettamente integrata, efficiente e sostenibile, nella quale il trasporto marittimo a corto raggio svolga un ruolo determinate. Per quanto riguarda i progressi che si registrano nella loro realizzazione risulta che, sebbene le relative iniziative siano state individuate nel citato libro bianco del 2001, solo a partire dal 2005 sono state avviate le prime azioni necessarie tal fine. La relazione ricorda, infine, che al fine di favorire il coordinamento degli interventi intesi alla realizzazione delle autostrade del mare, il 27 settembre 2007 la Commissione ha designato un coordinatore europeo[204] per le autostrade del mare che dovrà presentare una relazione sulla sua attività nel marzo 2008.

 

Trasporto di materiale radioattivo

Iniziative di semplificazione

Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione si impegna a presentare una proposta di rifusione degli oltre 20 atti, tra direttive, regolamenti e raccomandazioni che disciplinano tale tipo di trasporto in seno all’UE, con l’obiettivo finale di semplificare le norme e le procedure.

 

Diritti dei passeggeri

Nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008 approvata dal Parlamento europeo il 12 dicembre 2007 si sottolinea la necessità di rafforzare i diritti dei passeggeri, in particolare per quanto riguarda il trasporto a bordo di pullman su lunghe distanze.

 


Tutela dei consumatori

Priorità della Commissione

Nel suo programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione sottolinea la volontà di presentare alcune nuove iniziative grazie alle quali il mercato unico potrà poggiare su una base industriale solida, innovativa e competitiva, in grado di sfruttare appieno il potenziale di servizi, e all’interno del quale vigeranno norme che potranno servire quale riferimento a livello internazionale. Mercati aperti che garantiranno a tutti le stesse condizioni di partenza e permetteranno ai consumatori di trarre i massimi vantaggi. La Commissione intende in particolare concentrarsi su misure volte a far funzionare meglio i mercati dei servizi finanziari ai privati, nonché su settori nei quali le politiche possano offrire benefici ai consumatori non meno che alle piccole e medie imprese; ciò richiede un’azione mirata, come un maggiore coordinamento della vigilanza per garantire la conformità dei beni[205] e dei servizi alla normativa, un monitoraggio più sistematico dei mercati e dei singoli settori, oltre a una metodologia atta a quantificare i risultati a favore del consumatore che il mercato interno rende possibili.

In questo ambito la Commissione intende presentare, tra le sue iniziative prioritarie, una proposta di direttiva quadro sui diritti contrattuali dei consumatori. L’obiettivo generale della revisione dell’acquis è semplificare e migliorare la coerenza del quadro normativo relativo ai consumatori, migliorando in tal modo la certezza del diritto per i consumatori e le imprese. Lo strumento giuridico consisterà in una combinazione di codificazione e abrogazione di parti di direttive esistenti e nella promulgazione di nuove norme. A seconda dell’esito finale della revisione l’azione normativa più probabile consisterà in un approccio misto alla revisione dell’acquis. L’approccio si baserà su uno strumento orizzontale accompagnato, ove opportuno, da soluzioni verticale.

Inoltre, tra le iniziative di semplificazione, la Commissione ha segnalato di voler presentare la rifusione della direttiva 92/75/CEE concernente l’indicazione di alcune informazioni come il  consumo di energia negli apparecchi domestici mediante l’etichettatura e le informazioni uniformi relative ai prodotti.

 

Nella risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, approvata il 12 dicembre 2007, il Parlamento europeo sottolinea l’importanza ai fini di una migliore tutela dei consumatori di migliorare la sorveglianza del mercato e, in particolare, di combattere le contraffazioni; il PE incoraggia la Commissione a continuare a garantire i diritti dei consumatori in materia di sicurezza dei prodotti, mettendo l’accento sul problema della sicurezza dei giocattoli e sul settore delle aste on-line.

 

La Presidenza slovena nel suo programma ha sottolineato il proprio impegno ad adottare misure concrete nel settore della tutela dei consumatori, in particolare per quanto riguarda le problematiche relative alla risoluzione collettiva dei conflitti tra consumatori e distributori, le iniziative volte a rafforzare la fiducia dei consumatori negli acquisti transnazionali. La Presidenza favorirà infine l’accordo definitivo nel settore dei crediti al consumo.

 

Il 21 maggio 2007 il Consiglio ha raggiunto un accordo politico su una proposta di direttiva volta ad armonizzare le norme UE da applicare al credito al consumo (COM(2002)443). La proposta fissa la soglia di penalità oltre la quale i consumatori dovrebbero versare un’indennità alle banche o agli organismi di credito in caso di rimborso anticipato del loro credito a tasso fisso. Dalla proposta è escluso il credito ipotecario.

La proposta è in attesa di essere esaminata dal Parlamento europeo, in seconda lettura e nell’ambito della procedura di codecisione, nella sessione del 16 gennaio 2008.

Altre iniziative  all’esame delle istituzioni europee

La Commissione ha presentato, l’8 febbraio 2007, il Libro verde sulla Revisione dell’acquis relativo ai consumatori. Il documento intende dare avvio ad un processo di profonda revisione delle norme comunitarie in materia di protezione dei consumatori anche al fine di adattarle alle nuove esigenze della realtà digitale e delle vendite on-line[206]. Inoltre, allegate al Libro verde, vengono presentate 28 proposte concrete di intervento, sulle quali la Commissione ha indetto una consultazione conclusasi il 15 marzo 2007 e relative al diritto di recesso, alle modalità e ai costi di restituzione dei prodotti anche per quanto riguarda gli acquisti transfrontalieri e all’opportunità di estendere a determinati servizi on-line le garanzie e i diritti che valgono per i prodotti acquistati in negozio.

Sulla comunicazione, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione il 6 settembre 2007.

 

Il 30 aprile 2007 la Commissione ha presentato il Libro verde sui servizi finanziari al dettaglio (COM(2007)226) con il quale definisce gli obiettivi generali della sua politica in questo settore e avvia una consultazione, terminata il 16 luglio 2007, volta a raccogliere osservazioni sugli orientamenti scelti. Tra gli obiettivi della Commissione per la realizzazione di una migliore regolamentazione dei servizi finanziari al dettaglio vi è quello di garantire ai consumatori l’accesso a sistemi di soluzione alternativa delle controversie. Sui servizi finanziari al dettaglio, inoltre, la Commissione ha indetto una consultazione, conclusasi il 18 gennaio 2008, i cui risultati verranno pubblicati dalla Commissione stessa nella primavera del 2008.

 

Il 7 giugno 2007 la Commissione ha presentato una proposta di direttiva su alcuni aspetti della multiproprietà, dei prodotti per le vacanze di lungo termine, della rivendita e dello scambio (COM(2007)303). La direttiva 94/47/CE, attualmente in vigore e concernente la tutela dell'acquirente per taluni aspetti dei contratti relativi all'acquisizione di un diritto di godimento a tempo parziale di beni immobili, riesce solo parzialmente a tutelare i diritti dei consumatori. La proposta è quindi volta ad estendere il campo di applicazione delle regole in vigore ad ulteriori tipologie di contratti e prodotti  (come le roulottes, le chiatte fluviali e le navi da crociera, i clubs di vacanze a lungo termine, e gli scambi di prodotti in multiproprietà) e  comprende norme su:

·         il diritto dei consumatori ad ottenere informazioni chiare sul contratto tramite opuscoli;

·         il periodo di riflessione;

·         il diritto di recedere entro 14 giorni;

·         il divieto di vendite forzate e della pretesa di versamenti di acconti nel corso del periodo di recesso;

·         l’obbligo per l’operatore di fornire un contratto scritto.

La proposta, che segue, la procedura di codecisione, è in attesa di essere esaminata dal Consiglio. Il Parlamento europeo dovrebbe esaminarla presumibilmente nella sessione del 20 maggio 2008.


Unione economica e monetaria

Priorità della Commissione

Tra le priorità segnalate dalla Commissione nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 vi è la preparazione di un’analisi strategica dell’Unione monetaria europea, dieci anni dopo il suo avvio: a tal fine il programma prevede, tra le iniziative prioritarie, la presentazione di una comunicazione che dovrebbe illustrare i principali risultati di tale revisione e presentare le principali raccomandazioni per il futuro, sulla base di un’analisi approfondita dell’UEM.

In relazione alla zona euro, inoltre, il programma legislativo e di lavoro prevede le seguenti iniziative prioritarie:

·         la relazione del 2008 sulla convergenza[207].

Ai sensi dell’art. 121, paragrafo 1, del trattato CE, ogni due anni o a su richiesta dello Stato membro che non fa parte della zona Euro la Commissione e la Banca Centrale Europea preparano ciascuna una relazione con cui esaminano la compatibilità della legislazione dello Stato membro con le disposizioni del trattato relative all’unione economica e monetaria e con lo statuto del sistema europeo di banche centrali nonché il rispetto dei criteri di convergenza (inflazione, situazione di bilancio pubblico, stabilità del tasso di cambio e tassi d’interesse a lungo termine);

·         eventuali proposte di decisione del Consiglio ai sensi dell’articolo 122, paragrafo 2, sull’adesione alla zona euro da parte di uno o più nuovi Stati membri;

·         eventuali proposte di regolamento del Consiglio che modificano il regolamento (CE) n. 2866/98 sui tassi di conversione tra l’euro e le monete degli Stati membri che adottano l’euro[208].

 

La Presidenza slovena, ricordando l’ingresso, a partire dal 1° gennaio 2008, di Cipro e Malta nell’area euro, si impegna sostenere gli altri Stati membri in vista della loro futura adesione all’euro.

Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 12 dicembre 2007 sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008, chiede alla Commissione e al Consiglio di dare al Parlamento il tempo necessario per esprimere il suo parere sui futuri allargamenti della zona dell’euro.

Altre iniziative all’esame delle istituzioni europee

Area euro

Il 3 maggio 2007 la Commissione ha presentato la Dichiarazione annuale sull’area dell’euro 2007 (Comunicazione della Commissione, COM(2007) 231) e la Relazione annuale sull’area dell’euronelle quali si presentano suggerimenti su come i paesi che hanno adottato la moneta unica possono far fronte alle responsabilità e sfide comuni. La Dichiarazione annuale intende, in particolare, fornire un contributo al dialogo della Commissione con il Parlamento europeo sulla politica economica dell’area dell’euro.

Nella dichiarazione annuale la Commissione sottolinea la necessità di ulteriori riforme strutturali per accrescere il potenziale di crescita dell’area dell’euro e garantire il regolare funzionamento dell’UEM, in particolare in vista della sfida posta dall’invecchiamento della popolazione europea. La Commissione ribadisce inoltre che, ai fini di un migliore funzionamento dell’UEM e di un aggiustamento senza problemi dell’area dell’euro nel suo insieme e di singoli Stati membri agli shock e alle tendenze dell’economia, sono necessarie politiche fiscali prudenti, miglioramenti nella qualità delle finanze pubbliche, una maggiore capacità di adattamento dei mercati dei beni e dei servizi, migliore allineamento dell’evoluzione delle retribuzioni all’andamento della produttività e ad un’accelerazione dell’integrazione dei mercati finanziari. La dichiarazione annuale rileva infine che, con la crescita del peso dell’euro a livello mondiale, aumenta anche il ruolo della moneta unica nella governance economica mondiale.

Il 12 luglio 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla relazione annuale 2007 sull’area dell’euro nella quale formula numerose indicazioni ed indirizzi con riguardo ai vari aspetti esaminati nel documento della Commissione europea.

 

Il 21 novembre 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “L’economia dell’UE: rassegna 2007. Spostare più avanti la frontiera della produttività in Europa” (COM(2007) 721)” che presenta un’analisi dettagliata dell’evoluzione della produttività e delle politiche volte ad aumentarne la crescita in Europa.

La comunicazione rileva il permanere di un importante margine di miglioramento della produttività in Europa, in particolare promuovendo l’innovazione, intensificando gli investimenti nel capitale umano e  nel capitale collegato alle TIC, favorendo la concorrenza e razionalizzando la regolamentazione dei mercati di beni e servizi, del mercato del lavoro e dei mercati finanziari. La Commissione pone, pertanto. l'accento sull’esigenza di dare attuazione delle politiche iscritte nella strategia di Lisbona, che può costituire un vettore efficace per la gestione di questo processo di transizione essenziale per far avanzare la frontiera della produttività in Europa.

Sostenibilità delle finanze pubbliche

Il 13 giugno 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Le finanze pubbliche nell’UEM – 2007. Assicurare l’efficacia del braccio preventivo del patto di stabilità e crescita[209]” (COM(2007)316), accompagnata dall’ottava relazione annuale sulle finanze pubbliche nell’UEM, sui cui risultati essa si basa.

Al fine di rafforzare il braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, introdotto dalla riforma del Patto del 2005, la comunicazione formula proposte concrete relative alle modalità con cui i governi formulano e attuano le loro strategie di bilancio a medio termine, sulle modalità per migliorare a livello UE la sorveglianza e il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio al fine di appoggiare l’attuazione di politiche di bilancio sostenibili che contribuiscano a promuovere la crescita e l’occupazione.

Il Consiglio ECOFIN ha adottato, il 9 dicembre 2007, conclusioni sulla base della comunicazione della Commissione, nelle quali, in particolare: invita la Commissione ad approfondire la sua valutazione periodica delle politiche di bilancio nazionali con un’analisi più completa della situazione macroeconomica globale e una migliore misurazione della posizione di bilancio sottostante degli Stati membri. Il Consiglio, inoltre, ritiene che i programmi di stabilità e convergenza dovrebbero inoltre precisare come saranno conseguiti gli obiettivi di bilancio a medio termine, specificando in che misura siano necessari ulteriori interventi per colmare il divario tra gli obiettivi a medio termine e i trend di bilancio nell’ambito delle politiche già in atto.

Statistiche europee

Il 16 ottobre 2007 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento relativo alle statistiche europee (COM(2007) 625), intesa alla revisione dell’attuale quadro giuridico in materia, in relazione alla necessità di una più chiara definizione del ruolo del sistema statistico europeo (SSE).

La proposta verrà esaminata secondo la procedura di codecisione.

 

Il 19 luglio 2007 la Commissione ha presentato la proposta di decisione relativa ad un programma finalizzato ad ammodernare le statistiche europee sulle imprese e sugli scambi (MEETS) (COM(2007)433), che sarà esaminata secondo al procedura di codecisione.

 

 

Previsioni economiche d’autunno

Il 9 novembre 2007 la Commissione europea ha presentato le previsioni economiche di autunno per il 2007-2009 le quali prevedono che la crescita economica rallenti lungo il periodo oggetto della previsione, passando dal 2,9% nel 2007 al 2,4% nel 2008 e nel 2009 (e, nell’area dell’euro, dal 2,6% nel 2007 al 2,2% nel 2008 e al 2,1% nel 2009).

La Commissione ritiene che il rallentamento sia dovuto agli effetti delle turbolenze nei mercati finanziari che hanno provocato un inasprimento delle condizioni di finanziamento e un aumento dell’incertezza. Tuttavia, grazie ad un quadro mondiale tuttora favorevole e a fondamentali solidi, la revisione al ribasso rispetto alle previsioni di primavera è limitata a 0,3 punti percentuali nel 2008 per entrambe le aree. La Commissione afferma che i principali rischi di un peggioramento delle prospettive di crescita sono collegati ad eventi verificatisi nei mercati finanziari e alla possibilità di un rallentamento più marcato o più protratto del previsto negli USA. D’altro canto, il mercato del lavoro potrebbe registrare risultati migliori del previsto, il che rafforzerebbe i redditi da lavoro e la fiducia dei consumatori. Per quanto riguarda l’inflazione, ulteriori aumenti del prezzo del petrolio e incrementi dei prezzi degli alimentari e delle materie prime determinano rischi di un’inflazione più elevata rispetto alle previsioni dello scenario di base.

Spazio unico dei pagamenti in euro

Il 22 gennaio 2008, il Consiglio ECOFIN ha adottato conclusioni sullo Spazio unico dei pagamenti in euro (SEPA, Single Euro Payments Area) nelle quali pone l’accento sull’obiettivo di tale strumento, che è quello di creare un mercato dei servizi di pagamenti in euro integrato, sottoposto ad una concorrenza effettiva e nel quale non esista differenza tra i pagamenti nazionali e i pagamenti transfrontalieri in euro all’interno dell’Unione economica e monetaria.

 

 

 


 

 

Norme in materia di esame parlamentare delle proposte di atti normativi comunitari

 


 

1. Disposizioni di legge

La legge 4 febbraio 2005, n. 11, recante “Norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari”, ha sostituito, abrogandola, la legge 9 marzo 1989, n. 86 (legge La Pergola). La nuova legge ribadisce gli obblighi posti a carico del Governo per quanto riguarda la disciplina della comunicazione di progetti di atti normativi alle Camere - nonché alle regioni, comprese quelle a statuto speciale, ed alle province autonome – e introduce l’istituto della riserva d’esame parlamentare.

In base all’articolo 3 della legge n. 11 del 2005, il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per le politiche comunitarie trasmettono alle Camere, per l'assegnazione alle Commissioni parlamentari competenti, i progetti di atti ed atti comunitari e dell’Unione europea e le eventuali modifiche, nonché gli atti "preordinati alla formulazione degli stessi". In questa categoria devono ritenersi compresi gli atti a carattere conoscitivo, consultivo e di indirizzo, ai quali fanno ampiamente ricorso le istituzioni dell’Unione europea (in particolare vi rientrano le comunicazioni, e i libri bianchi e libri verdi della Commissione europea).  L'articolo dispone, inoltre, che gli atti siano comunicati alle Camere contestualmente alla loro ricezione da parte del Governo, e che sia indicata la data presumibile in cui verranno discussi o adottati dagli organi comunitari. Le Commissioni parlamentari formulano osservazioni e adottano ogni opportuno atto di indirizzo al Governo. A tale fine gli organi parlamentari possono richiedere al Governo una relazione tecnica che dia conto dello stato dei negoziati, delle eventuali osservazioni espresse da soggetti già consultati nonché dell’impatto sull’ordinamento, sull’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e sull’attività dei cittadini e delle imprese.

L’articolo 4 della legge n. 11 del 2005 introduce l’istituto della riserva d’esame parlamentare: qualora le Camere abbiano iniziato l’esame di progetti di atti o di atti comunitari e dell’Unione europea, il Governo può procedere alle attività di propria competenza per la formazione dei relativi atti soltanto a conclusione dell’esame parlamentare, apponendo in sede di Consiglio dei Ministri dell’Unione europea la riserva d’esame parlamentare. In casi di particolare importanza di progetti o atti all’esame del Consiglio dei Ministri dell’Unione europea, il Governo può apporre(di propria iniziativa) in sede di Consiglio una riserva d’esame parlamentare, inviando alle Camere il testo sottoposto a decisione affinché su di esso si esprimano i competenti organi parlamentari. In entrambi i casi, decorso il termine di venti giorni dalla comunicazione alle Camere dell’apposizione della riserva d’esame parlamentare in sede di Consiglio dei Ministri dell’Unione europea, il Governo può procedere alle attività dirette alla formazione dei relativi atti comunitari e dell’Unione europea, anche in mancanza della pronuncia parlamentare.


 

2. Il regolamento della Camera

L'articolo 25, comma 4, prevede che nella predisposizione del programma e del calendario di ciascuna Commissione parlamentare occorra garantire il "tempestivo esame" degli atti comunitari e dei progetti normativi comunitari.

L'articolo 126-bis prevede che la Commissione politiche dell'Unione europea e le Commissioni permanenti possano svolgere un dibattito con l'intervento del ministro competente, in relazione a proposte della Commissione europea o in previsione dell'inserimento delle proposte stesse o di determinate materie all'ordine del giorno del Consiglio dell'Unione europea.

L’articolo 126-ter disciplina una “sessione comunitaria”, prevedendo l’esame congiunto del disegno di legge comunitaria e della relazione annuale del Governo sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea (che in base alla legge 11/2005 deve essere trasmessa alle Camera entro il 31 gennaio di ogni anno). La Commissione politiche dell’Unione europea ne è investita in sede referente e predispone una relazione generale all’Assemblea, a cui sono allegati i pareri approvati dalle Commissioni competenti per materia. La relazione annuale viene, quindi, discussa in aula insieme al disegno di legge comunitaria e può essere oggetto di risoluzioni che sono poste in votazione soltanto dopo la votazione finale di quest’ultimo.

L'articolo 127 dispone che gli atti e i progetti di atti normativi adottati dal Consiglio o dalla Commissione europea, non appena pubblicati sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee, siano deferiti per l'esame alla Commissione parlamentare competente per materia e per il parere alla Commissione politiche dell'Unione europea. Le Commissioni competenti possono concludere l'esame del testo normativo esprimendo in un "documento finale" il proprio parere sull'opportunità di possibili iniziative, entro trenta giorni.

 

3. Il Trattato di Amsterdam

Il Trattato di Amsterdam, entrato in vigore il 1° maggio 1999, ha allegato al TUE e al TCE un protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell'Unione europea, che configura una loro concreta partecipazione al processo di formazione degli atti comunitari. Il protocollo prevede che:

·   tutti i documenti di consultazione della Commissione (libri bianchi, libri verdi e comunicazioni) siano puntualmente trasmessi ai parlamenti nazionali degli Stati membri;

·   le proposte legislative della Commissione siano trasmesse ai governi degli Stati membri con un anticipo sufficiente a far sì che ogni Parlamento nazionale le riceva in tempo utile;

·   salvo eccezioni per motivi d'urgenza, trascorra un periodo di sei settimane tra il momento in cui la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una proposta legislativa - o una proposta relativa ad una misura che debba essere adottata in virtù del titolo VI (Cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni) del trattato sull'Unione europea - e la data di iscrizione di tale proposta all'ordine del giorno del Consiglio.

Il protocollo contiene inoltre, nella parte II, alcune disposizioni sulla Conferenza degli organismi specializzati per gli affari europei (COSAC)[210]. Pur non vincolando in alcun modo i Parlamenti nazionali, né pregiudicandone la posizione, la COSAC può trasmettere al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione qualsiasi contributo che ritenga utile con riferimento all’attività legislativa dell’Unione, in particolare per quanto riguarda l’applicazione del principio di sussidiarietà, lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, nonché le questioni relative ai diritti fondamentali.

 

4. Il Trattato di Lisbona

Il Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 ed attualmente sottoposto a procedura di ratifica presso gli Stati membri dell’Unione europea, ha modificato il Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali e il Protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità[211] rafforzando il ruolo dei Parlamenti nazionali. I due protocolli prevedono:

·   la trasmissione diretta ai Parlamenti nazionali dei documenti di consultazione della Commissione; di tutte le proposte legislative, nonché delle loro modifiche nel corso del procedimento[212]; del programma legislativo annuale, della strategia politica annuale e degli altri strumenti di programmazione della Commissione;della relazione annuale della Commissione sull’applicazione dei principi fondamentali in tema di delimitazione delle competenze; della relazione annuale della Corte dei conti;

   La Commissione europea ha avviato a partire dal 1° settembre 2006 la trasmissione diretta ai Parlamenti nazionali delle proposte legislative e dei documenti di consultazione. Tale iniziativa, annunciata dalla Commissione il 9 maggio 2006, è stata accolta con favore dal Consiglio europeo del 15 e 16 giugno 2006, che ha invitato la Commissione a prendere in debita considerazione le osservazioni formulate dai Parlamenti nazionali sui documenti ad essi trasmessi, in particolare per quanto riguarda i princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità.

·   la comunicazione diretta ai Parlamenti nazionali degli ordini del giorno e dei risultatidei lavori del Consiglio –compresi i processi verbali delle sessioni nelle quali il Consiglio delibera su progetti di atti legislativi europei - nello stesso momento in cui sono comunicati ai Governi degli Stati membri;

·   la possibilità per ciascun Parlamento nazionale (o Camera) di sollevare obiezioni, entro un termine di otto settimane dalla data di trasmissione di un progetto, sulla corretta applicazione del principio di sussidiarietà (cosiddetto early warning o allerta precoce) in relazione alle proposte legislative;

   L’obiezione assume la forma di un parere motivato da inviare ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione nel quale sono esposte le ragioni per le quali si ritiene che la proposta in causa  non sia conforme al principio di sussidiarietà. Qualora i pareri motivati rappresentino almeno un terzo dell’insieme dei voti attribuiti ai Parlamenti nazionali il progetto deve essere riesaminato (cosiddetto “cartellino giallo”). A tal fine ciascun Parlamento nazionale dispone di due voti, ripartiti in funzione del sistema parlamentare nazionale; in un sistema parlamentare nazionale bicamerale ciascuna delle due Camere dispone di un voto. Ciascun Parlamento nazionale o ciascuna Camera può consultare all’occorrenza le Assemblee regionali con poteri legislativi. La soglia per l’obbligo di riesame è abbassata a un quarto, nel caso di proposte della Commissione o di una iniziativa di un gruppo di Stati membri che si riferiscono allo spazio di libertà sicurezza e giustizia. Al termine del riesame il progetto in questione può essere – con una decisione motivata - mantenuto, modificato o ritirato. Il Trattato di Lisbona attribuisce, inoltre, ai Palamenti nazionali un potere di attivare una procedura di “riflessione” del procedimento legislativo (cosiddetto “cartellino arancione”). In base a tale procedura qualora i pareri motivati sul mancato rispetto del principio di sussidiarietà da parte di una proposta di atto legislativo rappresentino almeno la maggioranza semplice dei voti attribuiti ai Parlamenti nazionali la proposta è riesaminata. Al termine di tale riesame, la Commissione può decidere di mantenere la proposta, di modificarla o di ritirarla. Qualora scelga di mantenerla, la Commissione spiega, in un parere motivato, perché ritiene la proposta conforme al principio di sussidiarietà. Il parere motivato della Commissione e i pareri motivati dei parlamenti nazionali sono sottoposti al legislatore dell'Unione affinché ne tenga conto nella procedura: a) prima della conclusione della prima lettura, il legislatore (Consiglio e Parlamento europeo) esamina la compatibilità della proposta legislativa con il principio di sussidiarietà, tenendo particolarmente conto delle ragioni espresse e condivise dalla maggioranza dei parlamenti nazionali, nonché del parere motivato della Commissione; b) se, a maggioranza del 55% dei membri del Consiglio o a maggioranza dei voti espressi in sede di Parlamento europeo, il legislatore ritiene che la proposta non sia compatibile con il principio di sussidiarietà, la proposta legislativa non forma oggetto di ulteriore esame.

·   la facoltà per ciascun Parlamentonazionale (oCamera) di presentare – attraverso la trasmissione effettuata dai relativi Governi - un ricorso alla Corte di giustizia per violazione del principio di sussidiarietà;

·   l’organizzazione di una efficace e regolare cooperazione interparlamentare definita congiuntamente da Parlamento europeo e Parlamenti nazionali;

·   la possibilità  per la Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari ed europei (COSAC) di sottoporre all'attenzione delle istituzioni europee i contributi che ritiene utili; la Conferenza promuove inoltre lo scambio di informazioni e buone prassi tra i Parlamenti degli Stati membri e il Parlamento europeo, nonché tra le loro commissioni specializzate, e può altresì organizzare conferenze interparlamentari su temi specifici che rientrano nella politica estera e di sicurezza comune e nella politica di sicurezza e di difesa comune.


 

Le procedure decisionali dell'Unione europea

 

A. Atti normativi comunitari (1° pilastro)

B. Misure di politica estera e di sicurezza comune (2° pilastro)

C. Misure di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (3°pilastro)

 

 

 


 

A. Atti normativi comunitari (1° pilastro)

Gli atti normativi comunitari sono adottati secondo procedure diverse, che si applicano di volta in volta a seconda della materia, sulla base delle relative disposizioni dei Trattati (c.d. “basi giuridiche”). La Commissione detiene il potere di iniziativa ed è responsabile dei lavori preparatori. Il Parlamento codecide o vota pareri (vincolanti e non, a seconda della procedura applicata). Il Consiglio, eventualmente insieme al Parlamento europeo, adotta l’atto definitivo a maggioranza qualificata oppure all’unanimità, a seconda della materia, ma sempre all’unanimità qualora si discosti dalla proposta della Commissione. Sia il Consiglio sia il Parlamento possono, peraltro, chiedere alla Commissione di elaborare proposte. Possono essere consultati il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni.

Le procedure normative comunitarie sono sostanzialmente tre: consultazione, codecisione e parere conforme.

La procedura di cooperazione (art. 252) è limitata ad alcune disposizioni di applicazione relative all’Unione economica e monetaria.

Procedura di codecisione

La procedura di codecisione è stata istituita dal Trattato di Maastricht e successivamente semplificata ed estesa a nuove basi giuridiche con i trattati di Amsterdam e Nizza. In base a tale procedura un atto può essere adottato soltanto in presenza di un accordo su uno stesso testo tra Parlamento europeo e Consiglio, in prima o seconda lettura. In caso di disaccordo è previsto il ricorso ad una procedura di conciliazione tra le due istituzioni in un comitato apposito. In ogni caso il Parlamento europeo può rigettare la proposta legislativa in ultima istanza. Il Consiglio delibera normalmente a maggioranza qualificata, salvo i casi in cui il Trattato prevede espressamente l’unanimità.

Procedura di consultazione

Nella procedura di consultazione, che è quella prevista in origine dai Trattati, la proposta della Commissione viene trasmessa dal Consiglio al Parlamento, che esprime un parere e può formulare emendamenti; la Commissione riesamina la proposta e può modificarla sulla base del parere del Parlamento; il Consiglio adotta quindi l’atto in linea generale all’unanimità.

Procedura del parere conforme

La procedura del parere conforme implica che il Consiglio ottenga il consenso del Parlamento europeo (maggioranza assoluta dei suoi membri) affinché possano essere prese alcune decisioni che rivestono particolare importanza. Il Parlamento europeo ha facoltà di accettare o di respingere una proposta ma non può modificarla.

Il parere conforme è richiesto in particolare per l'adesione di nuovi Stati membri, per alcuni accordi internazionali e per le sanzioni a carico degli Stati membri in caso di violazioni dei diritti fondamentali.

 

B. Misure di politica estera e di sicurezza comune (2° pilastro)

La politica estera e di sicurezza comune (PESC), il cosiddetto secondo pilastro, ha il suo fondamento giuridico nel titolo V del Trattato sull’Unione europea. I poteri decisionali nell’ambito della PESC si esplicano mediante procedure intergovernative. Ogni Stato membro e la Commissione possono sottoporre al Consiglio questioni che rientrano nella PESC e presentare proposte.

Il Consiglio europeo, formato dai Capi di Stato e di governo degli Stati membri, stabilisce i principi e gli orientamenti generali della PESC, decidendo le strategie comuni che l’Unione deve attuare nei settori in cui gli Stati membri hanno importanti interessi in comune.

Il Consiglio dell'Unione europea, formato da rappresentanti di ciascuno Stato membro a livello ministeriale, decide le misure necessarie alla definizione e all’attuazione della PESC, in base agli orientamenti generali adottati dal Consiglio europeo. Il Consiglio dell'Unione europea può adottare azioni comuni su specifiche situazioni in cui si ritiene necessario un intervento operativo dell’Unione, oppure posizioni comuni per definire l’approccio dell’Unione su una questione particolare. Relativamente alla conclusione di accordi internazionali nel settore PESC, il Consiglio può autorizzare la Presidenza ad avviare negoziati. Tali accordi sono in seguito deliberati dal Consiglio. Inoltre, l'Unione europea può adottare dichiarazioni comuni che esprimono pubblicamente una posizione, una richiesta o un'aspettativa dell'Unione europea rispetto ad un Paese terzo o ad una questione internazionale.

La regola generale per le decisioni in ambito PESC è l'unanimità, mitigata dall’astensione “costruttiva” (che non impedisce l’adozione dell’atto). E’ previsto il ricorso alla maggioranza qualificata per le misure di attuazione adottate sulla base di strategie comuni del Consiglio europeo, per le decisioni di attuazione di un’azione comune o di una posizione comune, per la nomina di rappresentanti speciali con mandati politici specifici.

Il Parlamento europeo viene informato periodicamente dalla Presidenza e dalla Commissione sugli sviluppi della politica estera e di sicurezza comune. E’ inoltre consultato sui principali aspetti e sulle scelte fondamentali della PESC. Può rivolgere interrogazioni ed indirizzare raccomandazioni al Consiglio ed una volta all’anno tiene un dibattito sui progressi compiuti in materia.

 

C. Misure di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (3° pilastro)

La cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, il cosiddetto terzo pilastro, ha il suo fondamento giuridico nel titolo VI del Trattato dell'Unione europea.

Originariamente il Trattato dell’Unione europea includeva nel terzo pilastro tutte le materie relative alla giustizia e agli affari interni. Successivamente il Trattato di Amsterdam ha fatto confluire le disposizioni concernenti visti, asilo, immigrazione e altre politiche connesse alla libera circolazione delle persone nel titolo IV del Trattato istitutivo della Comunità europea (vale a dire nel primo pilastro).  Nel terzo pilastro sono rimaste le disposizioni relative alla cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.

In questo ambito il Consiglio può adottare:

·         posizioni comuni che definiscono l’orientamento dell’Unione in merito a una questione specifica;

·         decisioni-quadro per ravvicinare le disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. Tali atti sono vincolanti quanto al risultato da ottenere (analogamente alle direttive) e non hanno efficacia diretta;

·         decisioni per qualsiasi altro scopo coerente con gli obiettivi prefissati, escluso il ravvicinamento delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri; le decisioni sono vincolanti ma prive di efficacia diretta. Le misure di attuazione delle decisioni a livello dell’Unione sono deliberate a maggioranza qualificata;

·         convenzioni, soggette alla successiva ratifica degli Stati membri.

 

Il Consiglio delibera all’unanimità, su proposta della Commissione europea o di uno Stato membro. Le misure di attuazione delle decisioni a livello europeo sono invece adottate a maggioranza qualificata.

 

Il Parlamento europeo è informato regolarmente ed è consultato prima che siano stabilite decisioni-quadro, decisioni o convenzioni: il parere del Parlamento è obbligatorio, ma non vincolante. Il Parlamento può rivolgere al Consiglio interrogazioni e raccomandazioni; ogni anno un dibattito parlamentare è dedicato ai progressi compiuti nel settore.

 

Parlamento

se non respinge entro sei settimane successive a maggioranza assoluta dei membri tale testo, l’atto si considera approvato

 

 
 



[1]       Nel suo piano d’azione 2005 relativo al miglioramento della comunicazione sull’Europa (SEC(2005)985), la Commissione europea ha deciso di concentrare la sua attività di comunicazione su priorità essenziali, da selezionare tenendo conto dei principali obiettivi politici.

[2]       Il Consiglio europeo di Siviglia del giugno 2002 aveva stabilito un nuovo metodo di programmazione dell’attività annuale e pluriennale del Consiglio, che si fondava sulla presentazione di un programma strategico triennale e un programma operativo annuale da parte delle Presidenza di turno coinvolte. Tali innovazioni erano state recepite nel regolamento interno del Consiglio. Con decisione del 15 settembre 2006, il Consiglio ha modificato il proprio regolamento interno, prevedendo che ogni 18 mesi le tre Presidenze successive preparino un programma del Consiglio per tale periodo. Quest’ultimo programma sostituisce dunque sia il programma strategico triennale che il programma operativo annuale.

[3]       Croazia e Turchia.

[4]       Diritto di stabilimento e libera fornitura di servizi; diritto societario; servizi finanziari; società dell’informazione; statistica; controllo finanziario; proprietà intellettuale; politica economica e monetaria; impresa e politica industriale; salute e protezione dei consumatori; unione doganale; relazioni esterne; reti transeuropee; previsioni finanziarie e di bilancio.

[5]       Il CEFTA, creato nel 1992 da Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, è stato successivamente esteso a Slovenia, Romania, Bulgaria, Croazia ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Dopo l’adesione all’Unione europea della maggior parte dei suoi membri,  il 19 dicembre 2006 il CEFTA è stato esteso a Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania e Moldavia.

[6]       Con l’intesa raggiunta a Bruxelles con Slovenia ed Italia sotto gli auspici della Commissione europea, la Croazia si era impegnata a non applicare il blocco dell’attività ittica, prima di aver raggiunto un accordo con i due paesi. Contravvenendo a tale intesa, la Croazia ha dato attuazione ad una decisione del 2003, istituendo a partire dal 1° gennaio 2008 una zona di protezione ittica ed ecologica in Adriatico.

[7]       SEC (2006) 1390.

[8]       Si tratta dei capitoli riguardanti settori politici interessati dalle restrizioni applicate dalla Turchia nei confronti della Repubblica di Cipro: capitolo 1 - Libera circolazione delle merci; capitolo 3 - Diritto di stabilimento e libertà di prestare servizi; capitolo 9 - Servizi finanziari; capitolo 11 - Agricoltura e sviluppo rurale; capitolo 13 – Pesca; capitolo 14 - Politica dei trasporti; capitolo 29 - Unione doganale; capitolo 30 - Relazioni esterne.

[9]       Nelle sue conclusioni del 22 gennaio 2007, il Consiglio ha dichiarato che i I lavori per l'adozione della proposta della Commissione devono riprendere senza indugio.

[10]        SEC(2007)1436.

 

[11]     Il 23 febbraio 2004 UE e ex Repubblica iugoslava di Macedonia hanno firmato l’Accordo di stabilizzazione ed associazione, che è entrato in vigore il 1° aprile 2004.

[12]     SEC (2007) 1432.

[13]     Intervenendo in commissione  al Parlamento europeo il 21 novembre 2007, il commissario per l’allargamento Olli Rehn ha dichiarato che si richiede nel paese un dialogo politico costruttivo ed inclusivo per far avanzare le riforme nel 2008. Ciò rappresenta una condizione indispensabile per poter procedere ad un nuovo stadio delle relazioni tra  ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Unione europea.

[14]     Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia-Montenegro e Kosovo. La Croazia e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia sono già paesi candidati.

[15]     Comunicazione sul processo di stabilizzazione e di associazione per i paesi dell'Europa sud-orientale (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica federale di Iugoslavia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania) (COM (1999)235).

[16]     COM (2003) 285, I Balcani e l’integrazione europea, del 25 maggio 2003.

[17]     Creato per i paesi candidati, lo strumento del gemellaggio prevede il distaccamento  di funzionari degli Stati membri presso le autorità omologhe dei paesi interessati.

[18]     Il 29 ottobre 2001 la Croazia e l’UE hanno concluso l’Accordo di stabilizzazione ed associazione, che è entrato in vigore il 1° febbraio 2005.

[19]     Il 23 febbraio 2004, UE ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia hanno firmato l’Accordo di stabilizzazione ed associazione, che è entrato in vigore il 1° aprile 2004.

[20]     L’accordo è in attesa di essere ratificato da: Austria, Belgio, Cipro, Repubblica ceca, Germania, Danimarca, Francia, Grecia, Malta e Portogallo. Il 12 dicembre 2007 l’Italia ha approvato definitivamente il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo con l’Albania. La legge è stata promulgata il 7 gennaio 2007 ed è in attesa di pubblicazione.

[21]     L’accordo è stato al momento ratificato soltanto dall’Estonia e dal Montenegro.

[22]     Secondo notizie di stampa, Belgio e Paesi Bassi non sarebbero disposti a firmare l’ASA con la Serbia, in mancanza di una piena collaborazione con il Tribunale penale per l’ex Iugoslavia. In particolare si richiede alla Serbia la consegna del generale Radko Mladic al Tribunale de L’Aja.

[23]     Il processo negoziale tra le parti sul futuro status del Kosovo si è concluso il 10 dicembre 2007, senza pervenire ad un accordo. Il processo negoziale è stato facilitato da una troika, costituita da Unione europea, Russia e Stati Uniti. Nella stessa data una relazione finale è stata presentata al Segretario generale delle Nazioni Unite da parte del Gruppo di contatto, composto da Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Russia.

[24]     Facendo seguito all’invito rivolto dal Consiglio del 21 febbraio 2005, il 20 aprile 2005 la Commissione ha adottato la comunicazione “Un futuro europeo per il Kosovo“ COM (2005) 156 in cui vengono illustrati i contributi che l’UE si prefigge di dare in favore della stabilizzazione del Kosovo e per rendere reale la prospettiva di un futuro nell’Unione.

[25]     COM (2007) 663.

[26]     Il Trattato sull’energia, firmato nell’ottobre 2005, istituisce una comunità energetica tra l’UE e i paesi dell’Europa sud-orientale.

[27]     Nel dicembre 2005 la Commissione Europea e i paesi dell’Europa sud orientale hanno raggiunto un accordo relativo a regole e standard comuni sulla sicurezza e sulla completa liberalizzazione del traffico aereo.

[28]     TEMPUS è il programma transeuropeo di cooperazione per l'insegnamento superiore.

[29]     Il programma Erasmus mundus, istituito con la decisione 2317/2003/CE del 5 dicembre 2003, è finalizzato a migliorare la qualità nell'istruzione superiore e promuovere la comprensione interculturale mediante la cooperazione con i paesi terzi

[30]     COM (2007) 656-661

[31]     Sono attualmente in vigore i partenariati per l’adesione con la Croazia (decisione 2006/145/CE del 20 febbraio 2006) e con la Turchia (2006/35/CE del 23 gennaio 2006) e i partenariati europei con Albania (2006/54/CE del 30 gennaio 2006), Bosnia Erzegovina (2006/55/CE del 30 gennaio 2006), Serbia e Montenegro, incluso il Kosovo (2006/56/CE del 30 gennaio 2006), ex Repubblica iugoslava di Macedonia (2006/57/CE del 30 gennaio 2006).

[32]     La proposta della Commissione non incontra il favore del governo cipriota che ritiene che tali misure comportino di fatto un riconoscimento politico della comunità turca da parte dell’UE.

[33]     IPCC, 4th Assessment Report: Climate Change 2007.

[34]     Proposta di regolamento che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove nell'ambito dell'approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri.

[35]     La valutazione si basa sulla relazione di controllo Eurostat del 2007 sugli indicatori dello sviluppo sostenibile (ISS), sulle relazioni intermedie di 27 Stati membri in merito all'attuazione della strategia UE per lo sviluppo sostenibile e su uno studio realizzato da un consulente indipendente. Data l'impossibilità di individuare tendenze significative sulla base dei dati relativi ad un solo anno, la Commissione ha scelto il 2000 come punto di partenza rispetto al quale vengono misurati i progressi realizzati nei vari campi.

 

[36]     COM (2005) 565.

[37]     COM (2005) 666.

[38]     COM (2005) 667.

[39]        COM (2005) 670.

[40]     La comunicazione sottolinea che va tenuto in considerazione, da un punto di vista ambientale, l’intero ciclo vitale delle risorse, essendo ormai riconosciuto che l’impatto ambientale di molte risorse è spesso connesso alla fase del loro utilizzo e non soltanto alla fase iniziale e finale del loro ciclo di vita.

[41]     Del pacchetto fanno parte anche: una proposta di revisione del regolamento (CE) n. 1406/2002 che istituisce l’Agenzia europea per la sicurezza marittima; una proposta di regolamento relativa alla creazione di uno spazio marittimo europeo senza frontiere.

[42]     SOLVIT è una rete on-line che permette di trovare una risoluzione extragiudiziale (informale) alle denunce dei consumatori e delle imprese, relative ad una scorretta applicazione delle norme sul mercato interno da parte delle amministrazioni pubbliche. La rete SOLVIT è stata istituita con la Raccomandazione della Commissione del 7 dicembre 2001 relativa ai principi per l'utilizzo di "SOLVIT".

 

[43]     Vedi infra e Dossier Fonti e documenti n.40, “Libro verde: regime comune europeo di asilo”, 18 luglio 2007, a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea

[44]     Regolamento del Consiglio (CE) n. 343/2003 del 18 Febbraio 2003 (Regolamento di Dublino) e relativo regolamento di attuazione (Regolamento della Commissione (CE) n.1560/2003 del 2 settembre 2003), e regolamento (CE) n. 2725/2000 dell’ 11 Dicembre 2000, concernente l’istituzione del sistema “EURODAC” per il confronto delle impronte digitali per un efficace applicazione della convenzione di Dublino (Regolamento Eurodac) e relativo regolamento di attuazione (Regolamento del Consiglio (CE) n. 407/2002 del 28 febbraio 2002).

[45]     A partire dal 21 febbraio 2006 il sistema è stato esteso anche alla Danimarca, che inizialmente non aveva aderito. L’ambito territoriale del sistema è stato recentemente esteso anche alla Svizzera, attraverso un accordo internazionale, attualmente applicato in forma provvisoria.

[46]     Convenzione sulla determinazione dello Stato competente per l'esame di una domanda di asilo presentata in uno degli Stati membri delle comunità europee - Convenzione di Dublino, pubblicata in GU C 254 del 19 agosto 1997.

[47]     A questo proposito, il 26 novembre 2007, la Commissione ha presentato una relazione (COM(2007)745), sull’applicazione della direttiva 2003/9/CE, recante norme minime relative all'accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri.

[48]     La quarta Conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), svoltasi dal 9 al 14 novembre 2001 a Doha (Qatar), ha lanciato un negoziato commerciale diretto a consentire una maggiore apertura dei mercati e a stabilire un rinnovato sistema di regole multilaterali per sostenere e rilanciare gli scambi mondiali. Il programma di lavoro delineato nella Dichiarazione ministeriale approvata dalla Conferenza - comunemente indicato come Agenda di Doha per lo sviluppo, in quanto  pone le esigenze dei paesi in via di sviluppo e di quelli meno avanzati al centro dei suoi obiettivi – ha enumerato 21 questioni oggetto di negoziato e stabilito un calendario per ciascun settore.

[49]     I punti che hanno determinato l’arresto del negoziato sono stati essenzialmente due: il fallimento dello scambio fra l’apertura del mercato agricolo da parte del Nord del mondo e la speculare caduta delle barriere per i prodotti industriali da parte dei Paesi in via di sviluppo; le tensioni tra USA e UE sugli aiuti di stato agli agricoltori statunitensi, da un lato, e sui dazi che l’UE impone ai prodotti agricoli importati, dall’altro.

[50]     Si vedano le conclusioni del Consiglio del 18 ottobre 2005, 21 e 22 novembre 2005, 12 giugno 2006.

[51]     Lead Markets Initiative for Europe (LMI).

[52]             COM(2005)474

[53]     COM(2007) 723, vedi capitolo “Energia”, paragrafo “Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche”.

[54]     Il 2 maggio 2007 la Commissione ha presentato la relazione sul piano d’azione per le tecnologie ambientali (2005-2006) (COM (2007) 162).

[55]     COM(2006)567. Obiettivo della comunicazione è quello di definire una strategia per aprire nuovi mercati esteri all’Unione europea, assicurando che gli esportatori europei siano in grado di sostenere una leale competitività, e per mantenere aperti i propri mercati.

[56]     La precedente strategia di accesso al mercato dell’Unione europea è stata definita nel 1996, sulla base della comunicazione della Commissione “Una strategia di accesso ai mercati per l'Unione europea” (COM (1996) 53) del 14 febbraio 1996.

[57]     Si tratterebbe di gruppi comunitari, impiantati localmente, composti da rappresentanti delle delegazioni della Commissione, delle ambasciate degli Stati membri e delle organizzazioni delle imprese.

[58]     L’accordo di Prüm è un accordo internazionale relativo alla collaborazione transfrontaliera di polizia firmato da Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Lussemburgo ed Olanda il 27 giugno 2005. Altri nove stati hanno dichiarato formalmente di voler aderire: Finlandia, Italia[58], Portogallo, Slovenia, Svezia, Romania, Bulgaria, Grecia e Estonia.

[59]     In base all’articolo 34, par.2 lett. c) TUE, il Consiglio adotta misure e promuove la cooperazione finalizzata al conseguimento degli obiettivi dell’Unione. A questo scopo, deliberando all’unanimità, su iniziativa di uno Stato membro o della Commissione, il Consiglio può adottare decisioni aventi qualsiasi altro scopo coerente con gli obiettivi del presente titolo, escluso qualsiasi ravvicinamento delle disposizioni legislative e regolamentari dehli Stati membri. Queste decisioni sono vincolanti e non hanno efficacia diretta. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, adotta le misure necessarie per l’attuazione di tali decisioni a livello dell’Unione

[60]     Registro del Consiglio, documento n. 14469/4/05.

[61]     Piano d’azione sulla lotta al terrorismo adottato dal Consiglio europeo del 17-18 giugno 2004.

[62]     Registro del Consiglio, documento n. 7233/1/07.

[63]     Si tratta in particolare di: codice relativo al dossier del passeggero (codice PNR); data della prenotazione o dell’emissione del biglietto; data prevista del viaggio; nome del passeggero; indirizzo e recapiti del passeggero; mezzi di pagamento, compreso l’indirizzo di fatturazione; itinerario completo del PNR in questione; profilo del cliente fedele; agenzia di viaggio; statuto del passeggero (conferma, check–in, mancata presentazione, assenza di prenotazione); dossier PNR scissi o divisi; osservazioni generali (escluse informazioni sensibili); dati relativi al biglietto (numero, data etc.); numero del posto e altre informazioni a riguardo; condivisione dei codici; bagagli; numero e nomi di altri passeggeri eventualmente figuranti nel dossier PNR; informazioni API; ogni modificazione dei dati finora elencati.

[64]     La prima relazione è stata presentata l’8 giugno 2004 (COM(2004)409).

[65]     La proposta è un’iniziativa di Belgio, Bulgaria, Germania, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Slovenia, Slovacchia, Italia, Finlandia, Portogallo, Romania e Svezia.

[66]     Le disposizioni attuative per la proposta di decisione in questione sono definite in un’ulteriore proposta di decisione presentata il 18 giugno 2007 (GAI(2007)7), che è stata esaminata dal Consiglio il 9 novembre 2007.

[67]     L’accordo di Prüm è un accordo internazionale relativo alla collaborazione transfrontaliera di polizia firmato da Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Lussemburgo ed Olanda il 27 giugno 2005. Altri nove stati hanno dichiarato formalmente di voler aderire: Finlandia, Italia, Portogallo, Slovenia, Svezia, Romania, Bulgaria, Grecia e Estonia.

[68]     Artt. 25 e 27 dell’accordo. La presidenza tedesca ha osservato che la cooperazione su richiesta (art. 27 dell’accordo) è già coperta dalla decisione quadro 2006/960/GAI del 18 dicembre 2006 sulla semplificazione dello scambio di informazioni e intelligence tra le autorità degli Stati membri.

[69]     Per unità speciale di intervento, si intende qualsiasi autorità di contrasto di uno Stato membro specializzata nel controllo di situazioni di crisi. In seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001 le unità speciali di intervento di tutte le autorità di contrasto degli Stati membri hanno già intrapreso attività di cooperazione, la cui importanza è stata ribadita dalla dichiarazione sulla solidarietà contro il terrorismo, sottoscritta dai capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell’UE il 25 marzo 2004.

[70]     Con il termine situazione di crisi la proposta intende qualunque situazione provocata dall’uomo in uno Stato membro che rappresenti una seria minaccia fisica diretta per persone o istituzioni di detto Stato membro, in particolare, la cattura di ostaggi, i dirottamenti aerei ed eventi simili.

[71]     Si ricorda che l’11 luglio 2007 è stato adottato il Regolamento (CE) n. 864/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, sulla legge applicabile alle obbligazioni extracontrattuali ( Roma II ).

[72]     Regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio del 22 dicembre 2000 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.

[73]     Eurojust, organo dotato di personalità giuridica volto a rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità, è stato istituito con decisione del Consiglio 2002/187/GAI del 28 febbraio 2002, sulla scorta delle conclusioni del Consiglio europeo di Tampere del 15-16 ottobre 1999. Si compone di un membro nazionale (magistrato del pubblico ministero, giudice o funzionario di polizia con pari prerogative) distaccato da ciascuno Stato membro. Ha competenza generale per: forme di criminalità e reati per i quali Europol è competente ad agire; criminalità informatica; frode, corruzione e qualsiasi reato che colpisca gli interessi finanziari della Comunità europea; riciclaggio dei proventi di reati; criminalità ambientale; partecipazione ad un’organizzazione criminale. Le attività svolte sono finalizzate a stimolare e migliorare il coordinamento delle indagini e delle azioni penali condotte da almeno due Stati membri e agevolare la prestazione dell’assistenza giudiziaria internazionale e l’esecuzione delle richieste di estradizione.

[74]     La Rete giudiziaria europea, istituita con azione comune 98/428/GAI del 29 giugno 1998, si articola in una serie di punti di contatto costituiti da: autorità centrali responsabili in ambito nazionale della cooperazione giudiziaria; magistrati di collegamento, in qualità di corrispondenti di Eurojust; una persona di contatto, designata dalla Commissione: Ha lo scopo di migliorare, fornendo informazione giuridiche o pratiche, la cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri dell’Unione europea nel campo del contrasto alla criminalità organizzata, della lotta contro la droga, la corruzione e il terrorismo.

 

[75]     Registro del Consiglio, documento n. 14469/4/05.

[76]     Piano d’azione sulla lotta al terrorismo adottato dal Consiglio europeo del 17-18 giugno 2004.

[77]     Registro del Consiglio, documento n. 7233/1/07.

[78]     Si tratta in particolare di: codice relativo al dossier del passeggero (codice PNR); data della prenotazione o dell’emissione del biglietto; data prevista del viaggio; nome del passeggero; indirizzo e recapiti del passeggero; mezzi di pagamento, compreso l’indirizzo di fatturazione; itinerario completo del PNR in questione; profilo del cliente fedele; agenzia di viaggio; statuto del passeggero (conferma, check–in, mancata presentazione, assenza di prenotazione); dossier PNR scissi o divisi; osservazioni generali (escluse informazioni sensibili); dati relativi al biglietto (numero, data etc.); numero del posto e altre informazioni a riguardo; condivisione dei codici; bagagli; numero e nomi di altri passeggeri eventualmente figuranti nel dossier PNR; informazioni API; ogni modificazione dei dati finora elencati.

[79]     La prima relazione è stata presentata l’8 giugno 2004 (COM(2004)409).

[80]     La proposta è un’iniziativa di Belgio, Bulgaria, Germania, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Slovenia, Slovacchia, Italia, Finlandia, Portogallo, Romania e Svezia.

[81]     Le disposizioni attuative per la proposta di decisione in questione sono definite in un’ulteriore proposta di decisione presentata il 18 giugno 2007 (GAI(2007)7), che è stata esaminata dal Consiglio il 9 novembre 2007.

[82]     L’accordo di Prüm è un accordo internazionale relativo alla collaborazione transfrontaliera di polizia firmato da Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Lussemburgo ed Olanda il 27 giugno 2005. Altri nove stati hanno dichiarato formalmente di voler aderire: Finlandia, Italia, Portogallo, Slovenia, Svezia, Romania, Bulgaria, Grecia e Estonia.

[83]     Artt. 25 e 27 dell’accordo. La presidenza tedesca ha osservato che la cooperazione su richiesta (art. 27 dell’accordo) è già coperta dalla decisione quadro 2006/960/GAI del 18 dicembre 2006 sulla semplificazione dello scambio di informazioni e intelligence tra le autorità degli Stati membri.

[84]     Per unità speciale di intervento, si intende qualsiasi autorità di contrasto di uno Stato membro specializzata nel controllo di situazioni di crisi. In seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001 le unità speciali di intervento di tutte le autorità di contrasto degli Stati membri hanno già intrapreso attività di cooperazione, la cui importanza è stata ribadita dalla dichiarazione sulla solidarietà contro il terrorismo, sottoscritta dai capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell’UE il 25 marzo 2004.

[85]     Con il termine situazione di crisi la proposta intende qualunque situazione provocata dall’uomo in uno Stato membro che rappresenti una seria minaccia fisica diretta per persone o istituzioni di detto Stato membro, in particolare, la cattura di ostaggi, i dirottamenti aerei ed eventi simili.

[86]     Il 12-13 dicembre 2003 il Consiglio europeo di Bruxelles ha adottato la strategia europea in materia di sicurezza, presentata dal Segretario generale/Alto rappresentante per la PESC, Javier Solana.

        Il documento, intitolato “Un’Europa sicura in un mondo migliore”, analizza le minacce emergenti nel nuovo contesto internazionale e, alla luce di questa analisi, propone tre obiettivi strategici per l’Unione europea:

1.       estendere la zona di sicurezza intorno all’Europa, contribuendo alla stabilità e al buon governo delle regioni limitrofe;

2.       rafforzare l’ordine internazionale, nella convinzione che la sicurezza e prosperità europee dipendono da un sistema multilaterale efficace. In questo quadro, obiettivo dell’UE dovrebbe essere il perseguimento di un buon funzionamento delle istituzioni internazionali e di un ordine internazionale basato sul diritto. Il documento sottolinea che, se si desidera che le organizzazioni, i meccanismi e i trattati internazionali siano in grado di far fronte alle minacce che incombono sulla pace e la sicurezza internazionali, l’Europa dovrà essere pronta ad entrare in azione quando le norme da essi sancite sono infrante. Il quadro fondamentale in cui si collocano le relazioni internazionali è la Carta delle Nazioni Unite. Le relazioni transatlantiche sono da annoverare tra gli elementi essenziali del sistema internazionale, nell'ottica non solo degli interessi bilaterali europei, ma anche del rafforzamento della comunità internazionale nel suo insieme. La NATO è un'espressione importante di queste relazioni;

3.       contrastare le minacce; il documento sottolinea che le minacce di oggi sono più lontane, dinamiche e complesse che in passato e che la prima linea di difesa sarà spesso all'estero. Inoltre, la natura dinamica di tali minacce implica la necessità di essere pronti ad agire prima che una crisi insorga. Contrariamente alla minaccia visibile e imponente della guerra fredda, nessuna delle nuove minacce è di natura puramente militare né alcuna di esse può essere affrontata con mezzi solamente militari. Ciascuna di esse richiede invece una combinazione di strumenti (intelligence, mezzi politici, diplomatici, economici, militari e di altro genere).

        Il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007, sottolineando che la Strategia europea in materia di sicurezza adottata nel 2003 è risultata molto utile,ha invitato l'SG/AR ad esaminare, in piena associazione con la Commissione e in stretta collaborazione con gli Stati membri, l'attuazione della strategia, nella prospettiva di proporre elementi su come migliorarla ed eventualmente integrarla, affinché siano adottati dal Consiglio europeo del dicembre 2008.

 

[87]     Il tema dello sviluppo delle capacità civili è stato affrontato nel Consiglio europeo di Santa Maria da Feira del giugno 2000. In quell’occasione il Consiglio europeo ha individuato quattro ambiti di intervento prioritari nel campo dell’azione civile: la cooperazione di polizia, l’assistenza giudiziaria, l’assistenza all’amministrazione civile e la protezione civile. Con decisione del Consiglio 2000/354/PESC del 22 maggio 2000, è stato inoltre istituito il comitato (CIVCOM) che si occupa degli aspetti civili della gestione delle crisi allo scopo di migliorare i rapporti tra la componente militare e quella civile.  Sulla base delle indicazioni contenute nella Strategia europea di sicurezza il Consiglio europeo del 17 dicembre 2004 ha adottatol’Obiettivo primario civile 2008 (c.d. Civilian Headline Goal 2008”),  con l’indicazioni delle azioni da intraprendere entro il 2008, al fine di aumentare l’afficacia dell’intervento UE sia nei settori prioritari individuati dal consiglio di Feira, che nelle missioni di monitoraggio e nel sostegno all’attività dei Rappresentati speciali dell’Unione europea. La relazione finale sull’Obiettivo primario civile 2008 è stata presentata alla Conferenza ministeriale del 19 novembre 2007.

[88]     Con l’adozione dell’obiettivo primario 2010, l’UE ha inteso proseguire il processo avviato con l’obiettivo primario militare per il periodo 1999-2003 (“Helsinky Headline Goal”) stabilito dal Consiglio europeo di Helsinky del dicembre1999.

[89]     L’interoperabilità indica la capacità delle forze armate UE di operare insieme ed interagire con altri strumenti civili. La schierabilità comporta la capacità di trasferire il personale e il materiale verso il teatro delle operazioni, mentre la sostenibilità implica il sostegno logistico reciproco tra le forze schierate.

[90]     Uno degli elementi essenziali dell’acquis di Schengen è rappresentato dal Sistema d’informazione Schengen (SIS), un sistema comune d’informazione finalizzato a permettere lo scambio di informazioni tra le competenti autorità degli Stati membri nel quadro dell’istituzione di uno spazio senza controlli alle frontiere interne. La decisione di creare un nuovo SIS, cd. SIS II, nasce dalla riconosciuta necessità di dotare il sistema di nuove funzionalità (rafforzamento della sicurezza e uso più efficiente dei dati) e di integrare i nuovi Stati membri in uno spazio di sicurezza senza frontiere interne, tenuto conto che il sistema SIS primario (C-SIS) è tecnicamente incapace di servire più di 18 paesi.

La tabella di marcia presentata dalla Commissione il 25 gennaio 2007 stabilisce l’attivazione del SIS II per il 17 dicembre 2008.

        Nell’attesa della piena operatività del SIS II, al fine di permettere agli Stati membri entrati nell’Unione europea nel 2004 di poter partecipare alla cooperazione in materia di sicurezza di Schengen, il Consiglio Giustizia e affari interni del 5 dicembre 2006 ha adottato il programma SISOne4All, che consiste in un’estensione tecnica del sistema SIS attualmente operativo.

[91]     Istituita il 28 novembre 2001 con l’accordo interistituzionale (2007/C 77/01) del 28 novembre 2001, la rifusione dei testi legislativi consiste nell’adozione di un nuovo atto giuridico che apporta le modifiche necessarie ad un atto base abrogandolo. (essa permette, cioè, di raggruppare, in un unico testo, tanto le modifiche apportare che le disposizioni non modificate della legislazione vigente). Attraverso tale tecnica si evita la proliferazione di atti modificativi isolati che rendono difficile, molto spesso, la leggibilità della legislazione comunitaria.

[92]     La codificazione ufficiale, oggetto di uno specifico accordo interistituzionale adottato il 20 novembre 1994, consiste invece nel riunire un atto normativo e tutte le successive modifiche in un unico atto che abroga tutti gli atti oggetto di codificazione senza apportare sostanziali modifiche.

[93]     COM(2007)394.

[94]     Libro verde “Una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura” (COM(2006)105).

[95]     Strategic Energy Technology Plan.

[96]     La proposta dovrebbe essere presentata nel terzo trimestre 2008.

[97]     La proposta dovrebbe essere presentata nel terzo trimestre 2008.

[98]    Decisione 2006/971/CE.

[99]    Decisione 2006/972/CE.

[100]    Effettivamente istituito con la Decisione della Commissione 2007/134/CE del 2 febbraio 2007. Il CER è costituito da un consiglio scientifico indipendente assistito da una specifica struttura esecutiva snella istituita sotto forma di agenzia esecutiva, e destinato a sostenere la “ricerca di frontiera” realizzata da équipe in concorrenza tra loro a livello europeo e relativa a tutti i settori scientifici e tecnologici, ad esempio l’ingegneria, le scienze socio-economiche e le scienze umanistiche.

[101]  Decisione 2006/973/CE.

[102]  Decisione 2006/974/CE.

[103]  Decisione 2006/975/CE. Il Centro comune di ricerca (CCR) ha la missione di fornire un supporto scientifico e tecnico personalizzato alla progettazione, allo sviluppo, all'attuazione e al controllo delle politiche dell'UE. Istituito presso la Commissione europea, il CCR gode dello status di direttorato Generale che ne garantisce l’indipendenza da interessi specifici, siano essi privati o nazionali. Il CCR comprende 7 istituti di ricerca specializzati, dislocati in cinque sedi europee e conta su un personale composto di 2 700 addetti e su un bilancio di funzionamento di 300 milioni di EUR all'anno. I principali settori di competenza sono: prodotti alimentari, prodotti chimici e salute; ambiente e sostenibilità; sicurezza nucleare e controlli di sicurezza, nonché attività orizzontali relative a materiali e misurazioni di riferimento, previsioni tecnico-economiche, sicurezza pubblica e lotta antifrode.

[104]    Si tratta, in particolare, di:

-         un regolamento inteso ad istituire l’impresa comune per l'ITC in materia di medicinali innovativi - IMI (COM(2007)241);

-         un regolamento relativo alla costituzione dell’”Impresa comune ARTEMIS” (COM(2007)243), l'ITC per i sistemi informatici incorporati, vale a dire i computer invisibili che fanno funzionare le moderne apparecchiature;

-         un regolamento che istituisce l'impresa comune "CLEAN SKY"(= cielo pulito) (COM(2007)315), che dovrà, tra l’altro, sviluppare tecnologie innovative a ridotto impatto ambientale nel settore dell'aeronautica e dei trasporti aerei;

-         un regolamento che istituisce un’impresa comune per la gestione di una iniziativa tecnologica nel settore della nanoelettronica denominata ENIAC[104] (COM(2007)356).

[105]    La proposta di adozione di un codice di condotta dà seguito a quanto annunciato dalla Commissione nel piano d’azione sulle N&N per il periodo 2005-2009 (COM(2005)243). Il piano d’azione si basa sulla precedente comunicazione della Commissione “Verso una strategia europea a favore delle nanotecnologie” (COM(2004) 338).

[106]    Con tale documento la Commissione ha inteso fornire un punto di partenza al dibattito che si è svolto in occasione del Consiglio informale di Lahti (Finlandia) il 20 ottobre 2006.

[107]    Il programma “Gioventù in azione” per il periodo 2007-2013 (decisione n. 1719/2006/CE del 15 novembre 2006) mira a sviluppare la cooperazione nel settore della gioventù nell’Unione europea.

[108]    “Il programma “Europa per i cittadini” per il periodo 2007-2013 (decisione n. 1904/2006/CE del 12 dicembre 2006) per la promozione della cittadinanza europea attiva, è inteso a superare il divario tra i cittadini e le istituzioni europee favorendo la cooperazione fra i cittadini e le organizzazioni della società civile dei vari paesi partecipanti.

[109]    Il programma di lavoro "Istruzione e formazione 2010, approvato dal Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002, costituisce il quadro di riferimento strategico per lo sviluppo delle politiche dell'istruzione e della formazione a livello comunitario al fine di rendere, entro il 2010, i sistemi d'istruzione e di formazione in Europa un punto di riferimento di qualità a livello mondiale, secondo quanto stabilito dagli obiettivi della strategia di Lisbona. In particolare esso persegue tre obiettivi strategici:: aumentare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e formazione nell’Unione europea; agevolare l’accesso di tutti ai sistemi di istruzione e formazione; aprire al mondo esterno i sistemi di istruzione e formazione.

[110]    Decisione n. 1720/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 novembre 2006.

[111]    Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2006/962/CE  del 18 dicembre 2006.

[112]    Sulla proposta di raccomandazione relativa all’istituzione del Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli per l’apprendimento permanente (COM(2006)479), come emendata dal Parlamento europeo in prima lettura, secondo la procedura di codecisione, il Consiglio ha raggiunto un accordo politico.  L'atto sarà formalmente adottato dal Parlamento e dal Consiglio non appena il testo sia disponibile in tutte le lingue ufficiali.

[113]    ECVET: European Credit System for Vocational Education and Training.

[114]    Conformemente al principio della sussidiarietà, il metodo aperto di coordinamento completa e sostiene le iniziative nazionali senza addivenire all’adozione di misure legislative a livello europeo. In particolare, il metodo  implica la fissazione di obiettivi comuni, la loro attuazione nelle strategie di politica nazionali e, come parte integrante di un processo di scambio reciproco di esperienze, il controllo regolare dei progressi raggiunti sulla base, per quanto possibile, di indicatori concordati e definiti congiuntamente.

[115]    Il gruppo di alto livello sul multilinguismo è stato istituito dalla Commissione con decisione 2006/644/CE del 20 settembre 2006 e comprende 11 esperti provenienti da vari paesi europei.

[116]    Il Consiglio europeo di primavera del 2005, sottolineando come i giovani debbano fruire di una serie di politiche e di misure pienamente integrate nella strategia di Lisbona riveduta, ha adottato un patto europeo per la gioventù articolato in tre parti: occupazione, integrazione e promozione sociale; istruzione, formazione e mobilità; conciliazione tra vita familiare e professionale.

[117]    Vd. nota 114.

[118]    Si ricorda che il 7 giugno 2005 la Commissione ha adottato un piano d’azione sugli aiuti di Stato per il periodo 2005-2009 (COM(2005)107). Tale piano prevede, tra l’altro, l’allargamento del campo di applicazione del Regolamento 994/98 - relativo all'applicazione degli articoli 92 e 93 TCE a determinate categorie di aiuti di stato orizzontali - ai settori: cultura e conservazione del patrimonio, calamità naturali; produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; aiuti a carattere sociale nel settore dei trasporti. L’8 ottobre 2007 si è conclusa una consultazione lanciata dalla Commissione su un progetto preliminare di regolamento generale di esenzione per categoria in materia di aiuti di Stato.

[119]    Vedi nota precedente.

[120]    Il provvedimento fa riferimento ad un’applicazione web denominata SANI, pienamente operativa a livello UE dal 2006.

[121]    L’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (FRONTEX) è stata istituita con il regolamento (CE) n. 2007/2004 del 26 ottobre 2004. L’Agenzia ha il compito di:

·          coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri in materia di gestione delle frontiere esterne;

·          assistere gli Stati membri nella formazione di guardie nazionali di confine, anche elaborando norme comuni in materia di formazione;

·          preparare analisi dei rischi;

·          seguire l’evoluzione delle ricerche in materia di controllo e sorveglianza delle frontiere esterne;

·          aiutare gli Stati membri che devono affrontare circostanze tali da richiedere un’assistenza tecnica e operativa rafforzata alle frontiere esterne;

·          fornire agli Stati membri il sostegno necessario per organizzare operazioni di rimpatrio congiunte.

 

[122]    COM(2005)669

[123]    COM(2007)248, su cui si veda infra.

[124]    Le linee direttrici della politica europea comune in materia di asilo e immigrazione, come delineati nei programmi di Tampere e dell’Aja, prevedono:

·    partenariato con i paesi di origine, nel quadro di un approccio globale che affronti gli aspetti politici, i diritti dell'uomo e i problemi dello sviluppo nei paesi e nelle regioni di origine e di transito;

·   regime comune europeo in materia di asilo, fondato, a termine, su una procedura d'asilo comune e uno status unico;

·   equo trattamento dei cittadini dei paesi terzi che soggiornano legalmente nel territorio degli Stati membri;

·   gestione dei flussi migratori, basata, segnatamente, su una politica comune attiva in materia di visti e di documenti falsi, sulla lotta contro la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento economico dei migranti e sulla regolamentazione dell’entrata e del diritto di soggiorno, del permesso di lavoro e delle questioni relative al ricongiungimento familiare.

[125]    Richiamandosi esplicitamente ai Consiglio di Tampere e dell’Aja, il Consiglio europeo del 14-15 dicembre 2006 ha sottolineato, in particolare, che far fronte alle sfide e cogliere le opportunità derivanti dalla migrazione è una delle maggiori priorità dell'UE all'inizio del XXI secolo e ha pertanto indicato le misure a tal fine previste per il 2007:

-   rafforzare e approfondire la cooperazione e il dialogo internazionali con i paesi terzi, in particolare mediante il partenariato tra l'UE e i paesi africani e mediterranei, tra l’altro mediante l’invio di missioni specifiche nei paesi africani e l’istituzione di piattaforme differenziate per paese;

-   rafforzare la cooperazione fra gli Stati membri nella lotta all'immigrazione illegale, tenendo conto a tale proposito della comunicazione della Commissione sulle priorità politiche (COM(2006)402);

-   migliorare la gestione delle frontiere esterne dell'Unione europea sulla scorta della strategia di gestione integrata delle frontiere adottata dal Consiglio nel 2006.

-   elaborare politiche nel campo della migrazione legale nel pieno rispetto delle competenze nazionali;

-   promuovere l’integrazione;

-   realizzare entro la fine del 2010 il regime europeo comune in materia di asilo;

- rendere disponibili risorse adeguate per l’attuazione della politica migratoria globale utilizzando i finanziamenti disponibili (Fondo frontiere esterne, fondo per l’integrazione, fondo per i rifugiati, fondo per i rimpatri, ecc.).

 

[126]    Il Consiglio europeo di Salonicco del giugno 2003 ha stabilito la pubblicazione di relazioni annuali che descrivano le misure prese a livello nazionale e comunitario in materia di ammissione ed integrazione dei cittadini di paesi terzi e analizzino i cambiamenti intercorsi La prima relazione annuale COM(2004)508 è stata pubblicata nel luglio 2004, la seconda SEC(2006)892 nel giugno 2006.

[127]    L’idea di elaborare un manuale sull’integrazione è nata dal Consiglio europeo di Salonicco del giugno 2003, al fine di sviluppare la cooperazione e gli scambi di informazioni tra i differenti Punti di contatto nazionali sull’integrazione, allora istituiti. La prima edizione del manuale è stata pubblicata nel novembre 2004, durante la presidenza olandese.

[128]    Il 30 novembre 2006, sulla base delle indicazioni del Consiglio del 5-6 ottobre 2006, la Commissione ha presentato la comunicazione “Rinforzare la gestione delle frontiere marittime meridionali dell’Unione europea”. La comunicazione, finalizzata a rafforzare l’attività dell’Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne, evidenzia una serie di nuovi strumenti destinati a migliorare la gestione integrata delle frontiere europee. Si propone, fra l'altro, una rete di pattugliamento costiero, un sistema europeo di sorveglianza e un'assistenza operativa, volta a migliorare la capacità degli Stati membri di gestire flussi misti di immigranti illegali. La comunicazione è stata esaminata dal Consiglio nella riunione del 4 dicembre 2006.

[129]    Ad esempio, nelle operazioni di rimpatrio, di accoglienza, di presa a carico dei richiedenti asilo e dei profughi.

[130]    La proposta fa parte di un “pacchetto” di iniziative che mira ad accrescere la solidarietà fra gli Stati membri, in particolare per quanto riguarda la gestione delle frontiere, a combattere con maggior vigore l’immigrazione clandestina e a stabilire un’efficiente e coerente politica comunitaria dei visti. Oltre alla proposta in questione, il pacchetto comprende la comunicazione (COM(2006)402), riguardante le priorità politiche nella lotta contro l’immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi, e la proposta di regolamento (COM(2006)401) relativa ai poteri e al finanziamento di squadre di rapido intervento alle frontiere, definitivamente adottato dal Consiglio il 12 giugno 2007.

[131]    Nel programma legislativo e di lavoro la Commissione cita: Moldova, Armenia, Azerbaigian, Georgia, Indonesia, Tailandia, Singapore, Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei, Laos e Cambogia.

[132]    La base giuridica delle relazioni bilaterali tra l’Unione europea e la Russia è costituita dall’Accordo di partenariato e di cooperazione (APC), entrato in vigore il 1° dicembre 1997 per un periodo iniziale di 10 anni ed esteso dal Vertice UE-Russia del 24 novembre 2006 fino all’entrata in vigore di un nuovo accordo. Il 3 luglio 2006 la Commissione ha presentato una propostarelativa alle modalità di negoziato di un nuovo accordo tra l’Unione europea e la Russia che dovrebbe sostituire quello attualmente in vigore, fissando obiettivi più ambiziosi per le relazioni UE-Russia. La Commissione propone infatti un accordo che riguardi tutti i settori di cooperazione tra l’UE e la Russia, atto a sviluppare e approfondire, in particolare, le relazioni commerciali e a sviluppare apertamente ed in modo equo le relazioni tra l’UE e la Russia nel settore dell’energia. La proposta non è ancora stata approvata per il veto posto dalla Polonia che chiede alla Russia di revocare il suo embargo sulla carne polacca.

[133]    Le relazioni tra l'Unione europea e l'Ucraina sono attualmente regolate dall’Accordo di partenariato e cooperazione,firmato il 14 luglio 1994 e entrato in vigore il 1° marzo 1998  per una durata di dieci anni. In vista della scadenza, il 5 marzo 2007 sono stati avviati negoziati per un nuovo accordo, che includa un’area di libero scambio e una cooperazione più intensa in campo energetico.

[134]    La base giuridica dei rapporti tra UE e Cina è tuttora rappresentata dall’Accordo di Cooperazione e Commercio firmato nel 1985, che, in sostituzione di un precedente accordo del 1978, copre le relazioni economiche e commerciali nonché i programmi di cooperazione UE-Cina. Nel corso del Vertice bilaterale, tenutosi a Helsinki il 9 settembre 2006, UE e Cina hanno deciso di avviare i negoziati per un accordo quadro di partenariato e cooperazione che dovrebbe ampliare la natura puramente commerciale delle relazioni tra UE e Cina ad altri importanti settori di cooperazione, quali immigrazione, lotta al terrorismo, tutela dei diritti umani, non proliferazione nucleare. I negoziati sono stati formalmente aperti a gennaio 2007 e sono tuttora in corso.

[135]    Le relazioni tra l’Unione europea e l’India, avviate a partire dagli anni sessanta, sono attualmente regolate dall’Accordo di cooperazione, firmato dalla Comunità europea e dall’India il 20 dicembre 1993 ed entrato in vigore il 1° agosto 1994. Nel corso del Vertice UE-India del 13 ottobre 2006, è stato deciso di avviare i negoziati per un accordo su commercio e investimenti.

[136]    Durante il regime di Saddam Hussein, l’Unione europea non ha intrattenuto con l’Iraq relazioni politiche o commerciali e il suo ruolo si è limitato all’attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU ed alla fornitura di assistenza umanitaria. Dopo la caduta del regime, l’Unione europea ha avviato un processo di approfondimento delle relazioni con l’Iraq per contribuire attivamente alla normalizzazione della situazione nel paese e alla stabilità della regione. In tale contesto, si segnala l’avvio dei negoziati per un accordo di scambio e cooperazione avvenuta il 20 novembre 2006.

[137]    L’Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico (ASEAN) è stata istituita in Thailandia l’8 agosto 1967 tra cinque nazioni (Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e Thailandia), alle quali si sono aggiunte nel corso del tempo Brunei, Vietnam, Laos, Birmania/Myanmar e Cambogia.Le relazioni tra l’Unione europea e l’ASEAN sono state avviate nel 1977 e successivamente regolate dall’Accordo di cooperazione nel 1980. Si segnala che il novembre 2007 si è tenuto il Vertice dei Capi di Stato e di Governo UE-ASEAN per festeggiare il trentesimo anniversario delle relazioni formali. Con l’occasione il  Vertice ha adottato un piano d’azione che getta le basi per relazioni reciproche più strette in tutte le aree di mutuo interesse (questioni politiche e di sicurezza, sviluppo, sicurezza dell’approvvigionamento energetico, cambiamenti climatici). A partire dal 2004, l’UE sta rafforzando le proprie relazioni con la regione, anche avviando negoziati per accordi di cooperazione e partenariato con i singoli paesi. 

[138]    Le relazioni tra Unione europea e Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati arabi uniti, Kuwait, Oman e Katar) sono attualmente disciplinate dall’Accordo di cooperazione firmato nel 1988. Nel 2001 la Commissione ha ricevuto mandato dal Consiglio di negoziare un accordo di libero scambio che dovrebbe riguardare non soltanto il commercio dei beni ma anche i servizi e i diritti di proprietà intellettuale. I negoziati sono tuttora in corso.

[139]    Sono in corso i negoziati per un accordo di associazione con l’America centrale (Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama e Salvador), la Comunità andina (Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù) e il Mercosur (Mercato Comune del Sud cui partecipano Argentina, Brasile, Paraguay Uruguay e Venezuela).

[140]    La Libia è l’unico paese del bacino del Mediterraneo a non avere relazioni formali con l’Unione europea. Partecipa con lo status di osservatore ai principali incontri che si svolgono nel quadro del Partenariato euro mediterraneo.

[141]    I Vertici UE-America latina e Caraibi, che si tengono ogni due anni, rappresentano la sede privilegiata del dialogo politico tra le Parti e consentono di definire la direzione strategica delle relazioni reciproche. I precedenti si sono svolti a Rio de Janeiro nel 1999, a Madrid nel2002, aGuadalajara, in Messico nel 2004 e a Vienna nel 2006.

 

[142]    Il 20 dicembre 2005, il Presidente di turno dell’Unione europea e i Presidenti della Commissione e del Parlamento europeo hanno firmato la dichiarazione comune intitolata “Il consenso europeo sullo sviluppo”. Il consenso europeo – il cui obiettivo è quello di definire la nuova politica di sviluppo dell’UE per contribuire alla riduzione della povertà, in linea con gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM)  - fornisce, per la prima volta in 50 anni di cooperazione allo sviluppo, un quadro comune di obiettivi, valori e princìpi che l’Unione europea – la Commissione e i 27 Stati membri – promuoverà come partner globale.

[143]    Come premessa alla futura strategia comune UE-Africa, la strategia per l’Africa è stata adottata dal Consiglio europeo di dicembre 2005 sulla base di una comunicazione della Commissione del 12 ottobre 2005. La strategia definisce le iniziative che l'Unione europea prenderà nel lasso di tempo compreso tra il 2005 e il 2015 per sostenere gli sforzi dell’Africa per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio.

[144]    In proposito, si veda il Bollettino sull’attività dell’Unione europea n. 9 del 30 ottobre 2006 “Conciliazione della vita professionale, privata e familiare”, a cura dell’Ufficio RUE.

[145]    In base all’art. 138 del Trattato, la Commissione ha il compito di promuovere la consultazione delle parti sociali a livello comunitario e prende ogni misura utile per facilitarne il dialogo provvedendo a un sostegno equilibrato delle parti. A tal fine la Commissione, prima di presentare proposte nel settore della politica sociale, consulta le parti sociali sul possibile orientamento di un’azione comunitaria. Se, dopo tale consultazione, ritiene opportuna un’azione comunitaria, la Commissione consulta ulteriormente le parti sociali sul contenuto della proposta prevista. Le parti sociali trasmettono alla Commissione un parere o, se opportuno, una raccomandazione. La durata della procedura non può superare i nove mesi, salvo proroga decisa in comune dalle parti sociali interessate e dalla Commissione.

[146]    Direttiva 96/34/CE del 3 giugno 1996 concernente l’accordo-quadro sul congedo parentale concluso dall’UNICE, dal CEEP e dalla CES.

[147]    La Commissione ha presentato, il 10 aprile 2007, una relazione sul controllo dell’applicazione della pesca da parte degli Stati membri nel periodo 2003-2005 nella quale vengono raccomandate alcune misure prioritarie da attuare a breve termine per il miglioramento dell’esecuzione e della conformità delle attività di controllo.

[148]    Si veda Dossier “Preparazione della valutazione dello stato di salute della PAC”, n. 24 del 14 gennaio 2008, a cura dell’Ufficio rapporti con l’UE.

[149]    COM(2007)722.

[150]    Contestualmente alla proposta di regolamento, la Commissione ha presentato la relativa valutazione di impatto (SEC(2007)893). Sulla proposta, si veda il Dossier RUE, Proposte di atti normativi dell’UE,  n. 10 del 15 ottobre 2007.

[151]    Si veda il dossier Politiche dell’Unione europea “Agenda territoriale dell’UE e Carta di Lipsia sulle città”, n. 16, del 20 giugno 2007, a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea.

[152]    Si ricorda che il 23 maggio 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sull’impatto e le conseguenze delle politiche strutturali sulla coesione dell’Unione europea, mentre la Commissione ha presentato, l’11 dicembre 2007, una comunicazione “Gli Stati membri e le regioni concretizzato la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione grazie alla politica di coesione comunitaria 2007-2013 (COM(2007)798), nella quale viene fornita la sintesi dei negoziati che hanno portato all’adozione delle strategie e dei programmi relativi alla politica di coesione per il periodo 2007-2013; i  dati ora disponibili su oltre 400 programmi nazionali e regionali ripartiti su tutti gli Stati Membri mostrano per esempio che più di 85 milioni di euro (25% del budget totale della politica di coesione) saranno investiti nella conoscenza e l’innovazione. Viene inoltre sottolineato il ruolo positivo che i programmi di coesione territoriale potrebbero potrebbero giocare a favore della strategia di Lisbona nel prossimo ciclo triennale.

 

[153]    Comunicazione della Commissione "Coerenza delle politiche per lo sviluppo – Accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio" COM(2005)134 def. del 12 aprile 2005 e conclusioni del Consiglio "Affari generali e relazioni esterne" del maggio 2005 sugli obiettivi di sviluppo del millennio.

[154]    Si tratta di paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico le cui relazioni con l’UE hanno avuto inizio con la firma della prima convenzione di cooperazione (Convenzione di Yaoundé) nel 1964 e sono proseguite con le quattro convenzioni di Lomé, l'ultima delle quali è scaduta il 29 febbraio 2000.

[155]    Il Fondo europeo di sviluppo (FES) rappresenta lo strumento principale degli aiuti comunitari per la cooperazione allo sviluppo con gli Stati ACP, nonché con i paesi e territori d'oltremare (PTOM). Il decimo fondo, che copre il periodo 2008-2013, dispone di una dotazione finanziaria di 22,682 milioni di euro. Di questo importo, 21.966 milioni di euro sono stanziati per i paesi ACP, 286 milioni di euro per i PTOM e 430 milioni di euro per la Commissione a titolo delle spese di sostegno legate alla programmazione e all'attuazione del FES.

[156]    L'Accordo di Cotonou che sostituisce la IV Convenzione di Lomè, scaduta a febbraio 2000, riunisce in una nuova partnership l’Unione europea e i 77 paesi ACP. E’ stato firmato il 23 giugno 2000 a Cotonou in Benin per una durata di 20 anni e riveduto per la prima volta nel 2005, con lo scopo di stimolare e accelerare lo sviluppo economico, sociale e culturale degli Stati ACP, di contribuire alla pace e alla sicurezza e di favorire un clima politico stabile e democratico.

 

[157]    Il 4 novembre 2006 con il documento “Cosa l’UE può dare alla Bielorussia” la Commissione ha ribadito che la Bielorussia può partecipare a pieno titolo alla PEV a condizione che avvii le riforme politiche ed economiche fondamentali per avvicinare il paese ai valori fondamentali dell’UE. Il documento fornisce esempi concreti di come la popolazione potrebbe avvantaggiarsi da più strette relazioni con l’UE.

[158]    La prima serie di relazioni per i paesi indicati è stata presentata dalla Commissione il 4 dicembre 2006.

[159]   COM(2003)104.

[160]    Bielorussia, Moldova, Ucraina.

[161]    Algeria, Autorità palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia.

[162]    Armenia, Azerbaigian e Georgia.

[163]    Malta e Cipro, che partecipavano al partenariato euromediterraneo, sono dal 1° maggio 2004 membri dell’Unione europea.

[164]    COM (2007) 598.

[165]    Nel corso dell’ottava Conferenza tenutasi a Tampere il 27 e 28 novembre 2006, i ministri degli affari esteri euromediterranei, dopo aver esaminato il lavoro realizzato nel corso del 2006, hanno concordato, nell’ambito del programma quinquennale, le iniziative da tenere nel corso del 2007. In quella occasione, al fine di rafforzare il dialogo politico, i ministri degli esteri euromediterranei hanno concordato di incontrarsi regolarmente alla fine di ogni anno, anche con l’obiettivo di definire le priorità del piano d’azione quinquennale per l’anno avvenire.

[166]    All’inizio del 2008 la Commissione dovrebbe avviare con alcuni dei partner euromediterranei negoziati volti a concludere protocolli bilaterali in materia di servizi e diritto di stabilimento. L’obiettivo è quello di arrivare alla progressiva liberalizzazione entro il 2010.

[167]    I negoziati avviati a Marrakech nel marzo 2006, in occasione della conferenza ministeriale sul commercio, hanno già fatto buoni progressi con alcuni dei partner euromediterranei.

[168]    Il pacchetto di misure presentato dalla Commissione il 19 luglio 2006 comprendeva: la proposta di regolamento relativo alle squadre di intervento rapido (COM (2006) 401), definitivamente approvata il 12 giugno 2007; la comunicazione sulle priorità politiche nella lotta contro l’immigrazione clandestina di cittadini di paesi terzi (COM (2006) 402); la proposta di regolamento che istituisce un Codice comunitario dei visti (COM (2006) 403), che è tuttora in attesa di esame da parte del Consiglio e del Parlamento europeo secondo la procedura di codecisione.

[169]    La politica generale dell'UE per la regione è già definita nella strategia di preadesione della Turchia, nella PEV e nel partenariato strategico con la Russia

[170]    La Commissione ha presentato, il 24 ottobre 2007, una comunicazione che illustra in forma sintetica i risultati della consultazione sull’adattamento della normativa del lavoro all’attuale mondo del lavoro e individua le principali questioni politiche che ne risultano (COM(2007) 627).

[171]    Il sondaggio Eurobarometro sulle diverse dimensioni della realtà sociale è stato realizzato alla fine del 2006.

[172]    Il 9 febbraio 2005 la Commissione ha presentato la comunicazione sull’”Agenda sociale” (COM(2005) 33), relativa al periodo 2006-2010, volta ad affrontare l’ammodernamento del modello sociale europeo. L’Agenda prospetta una serie di azioni chiave relativamente all’occupazione, alle pari opportunità e all’inclusione.

[173]    Il 20 novembre 2007 la Commissione ha presentato un pacchetto di iniziative per rendere il  mercato unico più moderno e vantaggioso per i cittadini europei: la comunicazione “Un mercato unico per l’Europa del XXI secolo” (COM(2007) 724), la comunicazione “I servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali di interesse generale: un nuovo impegno europeo” (COM(2007) 725) e la citata comunicazione “Opportunità, accesso e solidarietà”.

[174]    In base all’art. 138 del Trattato, la Commissione ha il compito di promuovere la consultazione delle parti sociali a livello comunitario e prende ogni misura utile per facilitarne il dialogo provvedendo a un sostegno equilibrato delle parti.  A tal fine la Commissione, prima di presentare proposte nel settore della politica sociale, consulta le parti sociali sul possibile orientamento di un’azione comunitaria. Se, dopo tale consultazione, ritiene opportuna un’azione comunitaria, la Commissione consulta ulteriormente le parti sociali sul contenuto della proposta prevista. Le parti sociali trasmettono alla Commissione un parere o, se opportuno, una raccomandazione. La durata della procedura non può superare i nove mesi, salvo proroga decisa in comune dalle parti sociali interessate e dalla Commissione.

[175]    Conformemente al principio della sussidiarietà, il metodo aperto di coordinamento completa e sostiene le iniziative nazionali senza addivenire all’adozione di misure legislative a livello europeo. In particolare, il metodo  implica la fissazione di obiettivi comuni, la loro attuazione nelle strategie di politica nazionali e, come parte integrante di un processo di scambio reciproco di esperienze, il controllo regolare dei progressi raggiunti sulla base, per quanto possibile, di indicatori concordati e definiti congiuntamente.

[176]    La Commissione ha elaborato la valutazione dell’impatto della proposta di decisione (SEC(2007) 1661).

[177]    La Commissione ha organizzato, il 30 e 31 ottobre 2006, il primo Forum biennale sulla demografia, che ha riunito gli esperti dei governi nazionali di questo settore. Il secondo Forum è previsto per l’autunno del 2008.

[178]    COM(2007)539.

[179]    Si ricorda che sulle malattie rare, la Commissione ha aperto una consultazione che terminerà il 15 febbraio 2008 ed i cui risultati verranno utilizzati dalla Commissione stessa per la preparazione delle eventuali proposte ritenute opportune. Si veda RUE, Bollettino consultazioni n. 41 del 10 gennaio 2008.

[180]    Si ricorda che il 23 ottobre 2007 la Commissione ha presentato il Libro bianco “Insieme per la salute: un approccio strategico per l’UE 2008-2013” (COM(2007)630), recante il secondo programma d’azione nel settore per il periodo 2008-2013; il documento propone quattro grandi principi volti al conseguimento dei seguenti obiettivi: migliorare la salute dei cittadini, promuovere la salute e ridurre le ineguaglianze, diffondere le informazioni. Sul Libro bianco il Consiglio ha approvato conclusioni il 6 dicembre 2007.

 

[181]    Adottato dalla  Commissione europea il 25 ottobre 2005 con la comunicazione “Attuazione del programma comunitario di Lisbona: Una strategia per la semplificazione del contesto normativo” (COM2005) 535).

[182]    Si tratta della cd. procedura di “regolamentazione con controllo” inserita tra le procedure dette di “ comitatologia” dalla decisione 2006/512/CE, al fine di potenziare il controllo esercitabile da parte del Parlamento europeo e del Consiglio sull’esercizio di poteri di attuazione conferiti alla Commissione da un atto legislativo adottato in codecisione. Con il termine comitatologia o comitologia si designano le procedure mediante le quali la Commissione, in base all’articolo 202 del Trattato CE, esercita i poteri ad essa delegati per l’attuazione degli atti comunitari “legislativi”, vale a dire adottati dal Parlamento e dal Consiglio o dal solo Consiglio secondo una delle procedure decisionali previste dal Trattato CE (consultazione, codecisione, cooperazione, parere conforme). Le cinque procedure di comitatologia (consultazione, gestione, regolamentazione, regolamentazione con controllo e di salvaguardia), prevedono l’obbligo della Commissione di sottoporre i progetti di misure di attuazione a comitati composti da funzionari delle amministrazioni nazionali. L’efficacia del parere del comitato dipende dal tipo di procedura di cui l’atto legislativo dispone di volta in volta l’applicazione.

[183]    Vedi Bollettino Consultazioni n.28 “Il libro verde sui servizi finanziari al dettaglio”, 4 giugno 2007, a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea.

[184]    COM(2007)727

[185]    La direttiva 2005/1/CE, che ha istituito una nuove struttura organizzativa per i comitati del settore dei servizi finanziari, impone alla Commissione di eseguire un riesame della procedura Lamfalussy entro la fine del 2007.

[186]    La proposta costituisce una modifica dell’originaria proposta di direttiva COM(2002)443, presentata dalla Commissione l’11 settembre 2002.

[187]    Vedi Bollettino Consultazioni n.38 “ Prodotti finanziari al dettaglio “, 5 dicembre 2007, a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea.

[188]    COM(2007)226.

[189]    Direttiva 2004/39/CE, sui mercati degli strumenti finanziari.

[190]    Direttiva 2004/109/CE.

[191]    Le due fasi consisterebbero:

-   la prima: nel partire, attraverso una concessione specifica, con l’attuazione immediata di EGNOS, precursore di Galileo, rendendo disponibili i primi servizi all’inizio del 2008, e nell’integrare l’attuale appalto pubblico dei satelliti e delle infrastrutture iniziali realizzando la prima costellazione completa di Galileo nell’ambito di un appalto pubblico, puntando a raggiungere la piena capacità operativa entro la fine del 2012.

-   la seconda: in parallelo, nel negoziare e costituire un partenariato pubblico privato per la successiva fase di esercizio di EGNOS e Galileo articolata nel periodo 2010-2030.

[192]    La cooperazione nel settore della giustizia, degli affari interni (GAI) nell’originaria formulazione del Trattato di Maastricht, era interamente compresa nel terzo pilastro dell’Unione europea, disciplinato dal titolo VI del Trattato. Il Trattato di Amsterdam ha poi comunitarizzato, spostandoli nel Trattato che istituisce la comunità europea (nuovo titolo IV della parte terza: articoli 61-69,) alcuni settori originariamente rientranti nel terzo pilastro (in particolare le materie dell’immigrazione, dell’asilo, del controllo delle frontiere e al cooperazione giudiziaria in materia civile). Il terzo pilastro ha perso la denominazione GAI, acquisendo quella di cooperazione di polizia giudiziaria in materia penale.

[193]    Il 23 ottobre 2007 Il Governo italiano ha presentato il Secondo Rapporto sullo stato di attuazione del piano nazionale di riforma, che espone lo stato di avanzamento degli interventi programmati in attuazione della strategia di Lisbona e evidenzia le priorità strategiche per la prosecuzione e il rafforzamento delle azioni di politica economica finalizzate allo sviluppo.

 

[194]    Gli orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione includono:  le linee direttrici macroeconomiche, intese a sostenere uno sviluppo economico equilibrato e a sfruttare il massimo potenziale attuale di crescita; le linee direttrici microeconomiche, intese a rinforzare l’efficacia e la capacità di adattamento dell’economia europea ed accrescerne il potenziale di crescita; gli orientamenti per  le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione, che enunciano gli obiettivi generali e le azioni prioritarie in materia di occupazione nell’Unione europea e nei suoi Stati membri.

[195]    Al memorandum d’intesa di Parigi sul controllo delle navi da parte dello Stato di approdo del 1982 aderiscono diverse amministrazioni marittime, aventi competenza sulle acque degli Stati costieri dell’Europa occidentale e del bacino nord-atlantico dal Nord America all’Europa. L’obiettivo è quello di eliminare da questi spazi di mare le navi sotto norma grazie ad un sistema armonizzato di controllo da parte dello Stato di approdo.

 

[196]    SafeSeaNet è un sistema comunitario per lo scambio di dati marittimi sviluppato dalla Commissione in cooperazione con gli Stati membri per garantire l’attuazione della normativa comunitaria. Esso comprende, da un lato, una rete per lo scambio di dati e, dall’altro, una standardizzazione delle principali informazioni disponibili sulle navi e sui loro carichi (preavvisi e resoconti).

[197]    La Convenzione di Atene, che è entrata in vigore il 28 aprile 1987, al 31 dicembre 2007 risultava ratificata da 32 Stati, compresi 9 Stati membri dell’UE (Belgio, Grecia, Spagna, Irlanda, Lussemburgo, Regno Unito, Estonia, Lettonia e Polonia). La Convenzione ha avuto tre protocolli successivi:

-         il primo protocollo del 1976, in vigore dal 30 aprile 1989, è stato ratificato da 25 Paesi, compresi gli stessi Stati membri dell’UE che hanno ratificato la Convenzione;

-         il secondo del 1990, ratificato da 67 Paesi, compresi Spagna e Lussemburgo. Il protocollo del 1990 non è in vigore ed è stato sostituito da un terzo protocollo adottato nel 2002;

-         il terzo protocollo del 2002, non in vigore, è volto ad aumentare le indennità in caso di perdita di vite umane o di danni fisici subiti dai passeggeri nel corso della navigazione e a prevedere un meccanismo per assistere i passeggeri ad ottenere i risarcimenti. Il protocollo è stato ratificato da 4 Stati, tra cui la Lettonia.

        L’Italia non è parte della Convenzione, e quindi nemmeno dei protocolli.

[198]    Per un approfondimento si rinvia al dossier Politiche dell’Unione europea n.  21 del 22 novembre 2007 a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea.

[199]    La promozione del trasporto marittimo a corto raggio costituisce l’oggetto specifico di un programma varato dalla Commissione europea nel 2003 (COM(2003)155) e soggetto a revisione nel 2006 (COM(2006)380). Lo sviluppo di questa modalità di trasporto figura, inoltre, nel piano di azione per l’efficienza energetica (COM(2006)545) come una delle modalità di trasporto più ecologiche e meno dispendiose in termini di energia. In tali documenti, tra l’altro, si riconosce che le formalità amministrative troppo complesse che gravano sul settore ne ostacolano lo sviluppo.

[200]    Il "cielo unico europeo" è stato istituito dal regolamento (CE) n. 550/2004 sulla fornitura di servizi di navigazione aerea nel cielo unico europeo, dal regolamento (CE) n. 551/2004 sull'organizzazione e l'uso dello spazio aereo nel cielo unico europeo e dal regolamento (CE) n. 552/2004 sull'interoperabilità della rete europea di gestione del traffico aereo.

[201]    Il sistema SESAR è inteso a modernizzare l’infrastruttura di controllo del traffico aereo al fine di adeguarla alle trasformazioni che hanno interessato la gestione del traffico aereo in seguito alla creazione del "cielo unico europeo". SESAR, che rappresenta l'aspetto tecnologico del “cielo unico europeo”, si articola in tre fasi: definizione (2005-2007), sviluppo (2008-2013) ed implementazione (2014-2020) e sarà gestito di concerto dalla Commissione europea e da Eurocontrol. La dotazione finanziaria (circa 300 milioni di euro all'anno) dovrebbe provenire prevalentemente dal bilancio della Comunità europea attraverso i programmi quadro di ricerca e sviluppo tecnologico e le reti transeuropee, dal bilancio di Eurocontrol e dall'industria.

 

[202]    L’UNECE è la Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite, una delle cinque commissioni regionali dell’ONU istituita nel 1947 al fine di promuovere l’integrazione economica paneuropea. L’UNECE, tra l’altro, fissa norme, standard e convenzioni per facilitare la cooperazione internazionale. Il campo di attività dell’UNECE comprende: l’integrazione e la cooperazione economica, l’energia, l’ambiente, le statistiche, il commercio ed i trasporti.

[203]    Per un approfondimento si rinvia al dossier Politiche dell’Unione europea n. 21 del 22 novembre 2007 a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea.

[204]    Il 20 luglio 2005 la Commissione ha adottato la decisione C(2005)2754, modificata da ultimo dalla decisione C(2007)3190 del 5 luglio 2007, relativa alla nomina di sei coordinatori europei, con la missione di facilitare la realizzazione di alcuni progetti prioritari della rete transeuropea di trasporto in modo coordinato tra gli Stati membri. Sulla base dei risultati positivi raggiunti, la Commissione, nel settembre 2007, ha deciso di nominare due nuovi coordinatori, tra cui Luis Valente de Oliveira (Portogallo) per le autostrade del mare.

[205]    In materia di sicurezza dei prodotti, si ricorda che, il  26 settembre 2007, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulla sicurezza dei prodotti ed in particolare su quella dei giocattoli. Facendo seguito alle preoccupazioni suscitate in Europa dal ritiro massiccio di giocattoli cinesi potenzialmente pericolosi, commercializzati dalla ditta Mattel, il PE ha chiesto alla Commissione di introdurre nella normativa comunitaria il divieto senza condizioni di talune sostanze chimiche pericolose, come le sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione.

[206]    Sulla fiducia dei consumatori nell’ambiente digitale, il Parlamento europeo ha adottato, il 21 giugno 2007, una risoluzione nella quale invita la Commissione a rafforzare la protezione giuridica dei consumatori, anche per quanto riguarda i contatti commerciali elettronici e ad accelerare l’esame delle questioni relative ai meccanismi di ricorso collettivo per le controversie transfrontaliere tra imprese e consumatori nell’ambiente digitale.

[207]    Le relazioni sulla convergenza, relative a Stati membri che non fanno parte della zona euro.

[208]    Qualora si consideri che uno o più Stati membri soddisfino le condizioni stabilite per l’adozione dell’euro, il Consiglio decide sui tassi di conversione dei nuovi membri della zona euro in conformità con l’articolo 123, paragrafo 5.

[209]    Il trattato impone la sorveglianza e il coordinamento delle politiche di bilancio, fissa una soglia pari al 3% del PIL per i disavanzi pubblici e dispone che il debito nazionale sia inferiore al 60% del PIL o si avvicini a tale soglia con un ritmo adeguato. Il patto di stabilità e crescita comprende un braccio preventivo mirante ad evitare disavanzi eccessivi tramite una solida programmazione ed esecuzione del bilancio a medio termine.

[210]    Il Parlamento italiano è rappresentato nella COSAC da tre membri della Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera dei deputati e da tre membri della Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato della Repubblica.

[211]            Il protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità vigente non contiene disposizioni relative ai Parlamenti nazionali.

[212]      Per “progetto di atto legislativo europeo” si intende la proposta della  Commissione, l’iniziativa di un gruppo di Stati membri, l’iniziativa del Parlamento europeo, la richiesta della Corte di giustizia, la raccomandazione della Banca centrale europea, la richiesta della Banca europea per gli investimenti, intese all’adozione di un atto legislativo europeo. I progetti presentati dalla Commissione sono trasmessi dalla Commissione; i progetti presentati dal Parlamento europeo sono trasmessi dal Parlamento europeo; tutti gli altri progetti sono trasmessi ai Parlamenti nazionali dal Consiglio.