Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca
Titolo: Le pensioni in Europa e negli Stati Uniti
Serie: Materiali di legislazione comparata    Numero: 14
Data: 31/10/2007
Organi della Camera: XI-Lavoro pubblico e privato
Altri riferimenti:
AC n. 3178/XV     


 

Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 
SERVIZIO BIBLIOTECA

 

Materiali di legislazione comparata

 

 

 

LE PENSIONI IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N. 14 - Ottobre 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ufficio Legislazione Straniera

SIWEB

 

 

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SIWEB

 


Indice

 

 

Nota introduttiva.. 1

 

Documentazione.. 13
(schede estratte e tradotte da "Pensions at a glance: public policies across OECD countries, 2007 edition", a cura dell'OCDE)

belgio.. 15

DANIMARCA.. 19

FRANCIA.. 25

GERMANIA.. 33

olanda.. 37

REGNO UNITO.. 41

SPAGNA.. 47

STATI UNITI. 51

SVEZIA.. 55

 

Dottrina.. 65

FORNERO, E. e MONTICONE, C. Il pensionamento flessibile in Europa, “Quaderni europei sul nuovo welfare”, 2007, n. 7, pp. 7-20.. 67

CHEN, Y.P. e SCOTT, J.C. Il pensionamento progressivo negli USA: chi lo sceglie e a che scopo?, “Quaderni europei sul nuovo welfare”, 2007, n. 7, pp. 39-64. 81

 

 


Nota introduttiva

 

 

Il presente dossier aggiorna la documentazione presentata in precedenti numeri della serie “Materiali di legislazione comparata”, a cura del Servizio Biblioteca, a partire dal n. 60 “Le pensioni in Europa” (gennaio 2002), seguito dal n. 84 “Le pensioni in Europa” (settembre 2003), fino al n. 112 “Pensioni e previdenza complementare” (luglio 2005).

Negli ultimi due anni vi sono stati altri interventi di rilievo in ambito previdenziale nei principali paesi europei e negli Stati Uniti d’America.

 

Nel Regno Unito, innanzi tutto, la Commissione di studio sulle pensioni, istituita nel 2002 dal governo inglese e presieduta da Adair Turner, dopo aver presentato un primo rapporto nel 2004 sullo stato e le tendenze del sistema pensionistico nazionale, ha pubblicato il 30 novembre 2005 un secondo e più voluminoso rapporto, di quasi 500 pagine, contenente le proposte della commissione per una futura riforma delle pensioni pubbliche e private britanniche, intitolato A New Pension Settlement for the Twenty-First Century. The Second Report of the Pensions Commission[1]

Come evidenziato in apertura del documento, la preoccupante tendenza demografica verso l’invecchiamento medio della popolazione, unita al già inadeguato ed iniquo sistema attuale di accantonamenti, contraddistinto da un’eccessiva complessità amministrativa e da un elevato livello di costi gestionali, fa prevedere una deriva verso l’impoverimento generalizzato della popolazione anziana, in assenza di riforme strutturali.

La commissione Turner è partita quindi da due idee principali:

- la possibile riduzione dei costi tramite un sistema di conti individuali amministrati a livello nazionale;

- la possibile applicazione dell’iscrizione automatica ai piani di risparmio pensionistico sia a livello nazionale che a livello del singolo datore di lavoro.

La riforma si deve quindi basare sulla creazione di un Sistema di Risparmio Pensionistico Nazionale (National Pension Savings Scheme), gestito e finanziato a livello nazionale, nel quale i lavoratori verrebbero inseriti automaticamente, pur con la possibilità di avvalersi del diritto di rinuncia, con una quota modesta di contributi obbligatori da parte dei datori di lavoro.

In dettaglio la proposta prevede dei contributi minimi forfetari attorno all’8% dei salari individuali netti, costituiti da:

- 4% di versamenti da parte dei lavoratori;

- 3% di contributi obbligatori dei datori di lavoro;

- 1% ricavato da sgravi fiscali.

Tale schema generalizzato consentirebbe innanzi tutto di risparmiare i considerevoli costi dell’attuale sistema, basato sull’accertamento delle fonti e dei livelli di reddito individuali, garantendo inoltre maggiore equità per coloro che al momento soffrono di disparità  di  trattamento,  dovute  a  situazioni  di  interruzione della  vita  lavorativa  per diverse responsabilità assistenziali (si tratta, per la maggior parte, delle donne lavoratrici).

I contributi potrebbero continuare ad essere raccolti mediante la tassazione diretta alla fonte (Pay As You Earn), tenuti in conti individuali, gestiti dalla pubblica amministrazione (ministero competente od organismo ad hoc) ed investiti secondo le disposizioni dei singoli, con un fondo forfetario per chi non compie alcuna scelta. A questo livello di base può essere aggiunto un secondo livello, finanziato con contributi volontari ulteriori, versati sia dai dipendenti che dagli imprenditori, al fine di ottenere un rendimento pensionistico più consistente.

I redattori del rapporto proponevano inoltre di indicizzare il trattamento pensionistico di base, garantito dal National Pension Savings Scheme, alla crescita media dei salari, in una prospettiva di lungo termine, in modo da assicurare una pensione minima sufficiente per tutti. Nonostante i risparmi ottenuti mediante l’accentramento statale di tutta la parte burocratica ed amministrativa (è prevista una spesa massima annua di gestione dei conti pari allo 0,3 per cento), la commissione riteneva che ciò renderà necessario l’accrescimento della spesa pubblica per le pensioni statali, dall’attuale 6,2% del PIL ad una percentuale tra il 7,5% e l’8% entro il 2050. Per finanziare tale aumento di spesa, a sua volta, non resta che l’elevazione graduale dell’età pensionistica (State Pension Age), secondo il seguente schema:

- 66 anni entro il 2030;

- 67 anni entro il 2040;

- 68 anni entro il 2050.

Tale schema, in base a come avverrà la progressione dell’aumento della spesa pensionistica pubblica, potrebbe addirittura essere così inasprito:

- 67 anni entro il 2030;

- 68 anni entro il 2040;

- 69 anni entro il 2050.

La presentazione del rapporto ha suscitato reazioni non solo favorevoli, anche all’interno dello stesso governo inglese. Le fonti d’informazione hanno riportato, in particolare, la contrarietà dell’allora Ministro del Tesoro, Gordon Brown, preoccupato soprattutto del possibile aggancio delle pensioni ai salari e del conseguente aumento della spesa pubblica.

Nei mesi successivi la Commissione presentò poi un rapporto finale di sintesi, al quale fece seguito la pubblicazione di due Libri bianchi del Governo (“Security in Retirement: towards a new pensions system” del 25 maggio 2006 e “Personal Accounts: a new way to save” del 12 dicembre 2006), il primo dei quali propedeutico alla presentazione al Parlamento del Pensions Bill, avvenuta lo scorso novembre 2006 e che ha portato all’approvazione definitiva del testo nel luglio 2007.

Il Pensions Act 2007[2] contiene disposizioni riguardanti, in primo luogo, il sistema pensionistico statale, nonchè altre disposizioni concernenti i piani pensionistici aziendali e privati ed i conti pensione individuali. La legge intende, nel complesso, estendere la copertura della pensione di vecchiaia a favore di alcune fasce deboli, svantaggiate dalla normativa precedente, aumentando nel contempo il trattamento economico e finanziando l’aumento di spesa con il graduale innalzamento dell’età pensionistica, reso indispensabile anche dall’invecchiamento generale della popolazione.

Le principali misure contenute nella legge sono:

- riduzione del numero degli anni di contribuzione necessari all’ottenimento della Pensione Statale di Base (Basic State Pension) al massimo livello, che passano da 44 anni per gli uomini e da 39 per le donne a 30 anni per entrambi i sessi, a partire dal 6 aprile 2010;

- semplificazione e miglioramento delle regole e delle procedure per l’accredito dei contributi a favore di categorie precedentemente svantaggiate, come coloro (in genere donne) che devono prestare assistenza domiciliare ai propri figli fino all’età di 12 anni oppure sono impegnate, per almeno 20 ore alla settimana, nell’assistenza a disabili gravi del proprio nucleo familiare;

- adeguamento economico della Pensione Statale di Base non più in consonanza con l’aumento dei prezzi al consumo (misura introdotta dai governi Thatcher) ma in base all’accrescimento dei salari, a partire dal 2012, in caso di congiuntura economica favorevole o, al più tardi, a partire dal 2015;

- semplificazione e miglioramento delle regole e delle procedure per il calcolo e l’accredito dei contributi anche con riferimento alla Pensione Integrativa Statale (State Second Pension), che a partire dal 2030 sarà interamente costituita da importi fissi aggiuntivi settimanali (flat-rate weekly top-up) alla Pensione Statale di Base. La possibilità di accedere alla Pensione Integrativa Statale viene riconosciuta anche per quelle categorie particolarmente svantaggiate, precedentemente indicate con riguardo alla Pensione Statale di Base;

- elevamento graduale dell’età pensionabile (State Pension age), attualmente fissata a 60 anni per le donne ed a 65 per gli uomini. In primo luogo, a partire dal 2010 e fino al 2020, l’età per le donne verrà progressivamente elevata a 65 anni e successivamente, a partire dal 2024 e fino al 2046, l’età per entrambi i sessi verrà gradualmente aumentata fino a 68 anni;

Con riferimento ai piani pensionistici aziendali e privati (occupational and personal pension schemes), la nuova legge introduce varie misure volte a semplificare la gestione amministrativa collegata a tali piani (con riduzione dei costi connessi), tra le quali si segnala l’abolizione della possibilità, finora accordata ai lavoratori, di passare dalla Pensione Integrativa Statale ad un piano pensione aziendale del tipo “a contribuzione definita” (defined contribution basis), dal momento in cui la Pensione Statale di Base verrà indicizzata seguendo l’aumento dei salari. Ciò al fine sia di assicurare trattamenti economici più favorevoli per i lavoratori sia di ridurre i costi gravanti sull’amministrazione finanziaria dello Stato, dovuti ai complessi meccanismi di gestione di tali passaggi.

Il Pensions Act 2007 intende infine preparare la futura riforma dei conti pensione individuali (personal accounts), attuativa del secondo Libro Bianco precedentemente citato (“Personal Accounts: a new way to save” del dicembre 2006) e che sarà realizzata con la presentazione di un prossimo disegno di legge governativo in materia. La legge, a tale proposito, istituisce una nuova authorityindipendente, denominata Personal Accounts Delivery Authority, incaricata di presentare proposte sull’argomento, al fine di aiutare quelle fasce di lavoratori con stipendi medio-bassi a costituirsi una pensione aggiuntiva personale, costituita mediante quote definite di accantonamenti propri, del datore di lavoro e dello Stato.

 

In Germania invece va segnalata, in primo luogo, la Gesetz über die Weitergeltung der aktuellen Rentenwerte ab 1. Juli 2006, approvata il 15 giugno 2006 dal Parlamento(Legge sul mantenimento delle attuali prestazioni pensionistiche dopo il 1° luglio 2006).[3]

L’obiettivo della nuova legge è, in sostanza, di mantenere invariato il livello delle prestazioni pensionistiche fino al 2009. Oggetto del provvedimento sono le sole pensioni della previdenza obbligatoria (gesetzliche Rentenversicherung, circa 20 milioni di assicurati), mentre non rientrano nel suo campo di applicazione la previdenza aziendale, quella privata e la previdenza del pubblico impiego.

In Germania le pensioni sono indicizzate all’andamento delle retribuzioni lorde dei lavoratori in attività. Secondo l’Istituto federale di statistica queste erano lievemente calate nell’ultimo anno di riferimento (2005), per cui il Governo aveva dovuto preventivare un calo del livello delle prestazioni pensionistiche a partire dal 1° luglio 2006.

La legge si propone di rimediare a questo calo tramite la modifica del meccanismo di adeguamento (Rentenanpassungformel). Già nel corso del 2004 la legge sulla sostenibilità del finanziamento della previdenza obbligatoria (cosiddetta RV-Nachhaltigkeitsgesetz) aveva introdotto fra gli elementi di calcolo un “fattore di rallentamento”, che prendeva in conto lo sviluppo del rapporto numerico fra lavoratori e pensionati. Ora, con la presente legge, si introduce un’ulteriore modifica al meccanismo di adeguamento, in base alla quale eventuali “tagli”, calcolati in periodo di crisi economica, vengono posticipati ad un periodo di aumento delle retribuzioni lorde. Questa modifica del meccanismo, come detto, resterà in vigore fino al 2009.

Deve poi essere segnalata, in secondo luogo, la fondamentale Gesetz zur Anpassung der Regelaltersgrenze an die demografische Entwicklung und zur Stärkung der Finanzierungsgrundlagen der gesetzlichen Rentenversicherung , approvata il 20 aprile 2007 dal Parlamento (Legge che adegua l’età pensionabile legale allo sviluppo demografico e che rafforza le basi finanziarie dell’assicurazione pensionistica obbligatoria).[4]

Essa aumenta l’età legale della pensione in Germania dagli attuali 65 anni a 67 anni nel 2029.

In dettaglio, tale età aumenterà di un mese l’anno fra il 2012 e il 2024, di due mesi l’anno fra il 2025 e il 2029. La riforma sarà pienamente operativa per i nati a partire dal 1964. Chi interromperà la vita lavorativa in anticipo subirà quindi una riduzione dell’assegno pensionistico.

In Germania i contributi pensionistici sono versati per metà dal datore di lavoro e per l’altra metà dal lavoratore. L’obiettivo dichiarato dal Governo è che l’ammontare di tali contributi, rispetto alla retribuzione lorda, non superi il 20% fino al 2020 e il 22% da questa data al 2030 (attualmente corrisponde al 19,9%).

Allo stesso modo, per quanto riguarda il livello delle pensioni, sempre rispetto alla retribuzione lorda, l’obiettivo dichiarato dal Governo è che esso non scenda sotto il 46% fino al 2020 e sotto il 43% da questa data al 2030 (attualmente corrisponde al 52,4%).

Tuttavia, la legge mantiene l’età pensionabile a 65 anni se il cumulo dei contributi raggiunge 45 anni.

 

Negli Stati Uniti, infine, è stato promulgato, il 17 agosto 2006, il Pension Protection Act of 2006 (Public Law 109-280).[5]

Tramontata al momento la possibilità di realizzare una riforma complessiva del sistema della Sicurezza Sociale americana, l’amministrazione Bush ha puntato su un provvedimento di portata più limitata, ma ugualmente importante per affrontare un problema fortemente sentito dall’opinione pubblica americana.

Negli ultimi tempi si erano infatti verificati negli Stati Uniti diversi fallimenti di compagnie del trasporto aereo e di società dei settori dell’acciaio e delle componenti di auto, avvenimenti che hanno mostrato preoccupanti lacune nel sistema della previdenza privata americana. I lavoratori delle industrie in fallimento hanno infatti lamentato lo stato di sottofinanziamento dei loro fondi pensione aziendali, rispetto agli accordi sottoscritti con le aziende, sicché si è reso necessario l’intervento, in base alla normativa vigente, dell’agenzia federale che assicura i piani pensionistici, la Pension Benefit Guaranty Corporation (PBGC), la quale accusa però un deficit crescente, stimato in 22.8 miliardi di dollari alla fine del 2005.

Come sottolineato dal Presidente Bush, al momento della firma della legge, il deficit nel settore della previdenza privata è un problema che riguarda tutti gli americani, e non soltanto i lavoratori direttamente coinvolti nei crac aziendali, poiché, in assenza di misure correttive specifiche, si renderebbe necessario il ricorso alla tassazione generale per il sostegno finanziario del settore.

La nuova legge, che modifica il testo dell’Employee Retirement Income Security Act of 1974 (ERISA), vuole quindi sia imporre obblighi più stringenti sulle aziende nel finanziamento dei loro fondi pensione sia aumentare la loro partecipazione finanziaria nel sostegno dell’agenzia federale PBGC.

Le principali misure contenute nella legge sono:

- aumento del livello minimo obbligatorio di versamento dei contributi nei fondi pensione da parte delle aziende, dal 90% attuale al 100%. Alle società è concesso un periodo di 7 anni per adeguarsi alle nuove disposizioni, ma deroghe favorevoli sono stabilite, ad esempio, a favore di alcune compagnie aeree in particolari difficoltà finanziarie (American e Continental, che avranno 10 anni di tempo, e Delta e Northwest, che avranno 17 anni,  al fine  di  ripianare  gli  ammanchi  nei  rispettivi  piani  pensione  aziendali). Al contrario, sono previsti schemi di rientro accelerato per alcuni piani pensionistici considerati a rischio (at-risk plans), cioè quelli che non arriverebbero a coprire il 70% di quanto promesso, nella peggiore ipotesi possibile, oppure l’80%, in presenza di circostanze normali;

- introduzione di un nuovo versamento extra di 1,25 dollari, calcolato per ogni partecipante ad un piano pensione aziendale, a carico delle aziende che siano costrette a chiudere un fondo pensione per motivi di insolvenza. Il nuovo premio, che andrà pagato immediatamente al termine del procedimento fallimentare, servirà a coprire le necessità del sistema, con particolare riguardo al bilancio della PBGC. A tale proposito va segnalato che il proposito di aumentare il premio di base, già versato alla PBGC da ogni datore di lavoro per ciascun dipendente inserito in un piano pensione aziendale, elevandolo da 19 a 30 dollari annui, è stato scorporato dal testo del progetto originario ed inserito nell’apposito disegno di legge di adeguamento della normativa vigente agli obiettivi della manovra di bilancio (budget reconciliation bill);

- inserimento di una serie di limiti ulteriori a carico delle aziende, che vanno, ad esempio, dal divieto, per i fondi sottofinanziati, di promettere aumenti futuri delle prestazioni erogate in compensazione delle perdite attuali, fino alla proibizione di utilizzare versamenti effettuati in passato in eccedenza al livello minimo di contribuzione richiesto (credit balances), al fine di compensare difficoltà di finanziamento presenti o future, in caso di fondi pensione che risultino versati in percentuale inferiore all’80%. La legge vuole comunque incoraggiare i versamenti extra nei piani pensione da parte dei datori di lavoro, nei periodi di congiuntura favorevole, elevandone i livelli finora consentiti e mantenendone la massima deducibilità fiscale;

- richiesta alle aziende ed ai gestori dei fondi pensione di maggiore trasparenza ed assistenza nei confronti dei dipendenti. Si tratta di un pacchetto di misure volte a garantire ai lavoratori maggiori informazioni e dettagli sia in sede di sottoscrizione degli investimenti, con maggiori possibilità di accesso a servizi di consulenza professionale, sia durante l’evoluzione dei piani pensionistici, con accresciuto controllo dei sottoscrittori sulle modalità di investimento, nonché verifica degli effettivi rendimenti ottenuti;

- maggiore flessibilità a favore delle aziende, con possibilità di inserimento automatico dei dipendenti in piani a contribuzione definita (defined contribution plans), pur mantenendo un’opzione di uscita a loro favore (opt-out option). La legge contiene inoltre una serie di disposizioni intese a favorire la diffusione di alcuni piani a contribuzione definita che hanno ottenuto particolare favore tra i sottoscrittori, come gli Investment Retirement Accounts (IRA) e quelli noti come “401(k)”, dall’articolo del codice federale della legislazione degli Stati Uniti che li disciplina, rendendo permanenti alcune agevolazioni concesse inizialmente fino al 2010.

Al termine del suo discorso il presidente Bush ha comunque tenuto a ribadire la necessità di riforme organiche del sistema della Social Security e del programma federale di assistenza sanitaria Medicare, a causa del futuro impatto che avrà il pensionamento massiccio della generazione del cosiddetto “baby boom”.

 


Documentazione


belgio

 

Il sistema pensionistico prevede due diverse componenti: un regime pensionistico pubblico subordinato al reddito con una pensione minima, ed una rete di sicurezza subordinata al livello delle risorse.

 

Condizioni di idoneità

Ai sensi delle norme adottate nel 2004, con 34 anni di contributi è possibile fare richiesta di pensione a 60 anni. A partire dal 2005, la condizione contributiva aumenterà a 35 anni. Poiché un lavoratore che abbia completato la propria carriera lavorativa e che sia impiegato nel mercato del lavoro dall’età di 20 anni sarà in grado di rispettare tale condizione, tale modello presume che le persone percepiscano la pensione a partire da 60 anni.

La normale età pensionabile per gli uomini è 65 anni. Per quanto concerne le donne, l’età di idoneità nel 2004 era di 63 anni. Essa aumenterà fino a 64 anni nel 2006 e a 65 nel 2009.

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni subordinate al reddito

Il tasso di sostituzione complessivo per ogni pensionato che sia unico componente del nucleo familiare (“single”) è pari al 60%, mentre nel caso dei pensionati con coniuge a carico tale percentuale è pari al 75%. Il tasso di accantonamento annuo è quindi pari a 60/45 = 1,33% per gli uomini e per le donne. La valutazione del reddito si basa sul reddito medio dell’intera vita lavorativa. Il reddito degli anni precedenti viene rivalutato in linea con i prezzi.

La pensione piena viene versata a condizione che vengano rispettate le condizioni di idoneità descritte precedentemente. In caso di storia contributiva di durata inferiore, la pensione viene ridotta in maniera proporzionale.

È stato fissato un tetto per quanto concerne il reddito pensionabile, che nel 2004 è stato pari a Euro 41.564,11 (circa il 117% del reddito medio).

Le pensioni in pagamento vengono rivalutate in linea con l’indice dei prezzi al consumo (che esclude alcuni beni). Sono stati messi in atto anche aumenti reali discrezionali (chiamati “adattamenti al benessere”). Recentemente, tuttavia, tali incrementi sono stati molto limitati (alle pensioni più basse o di lungo periodo). A partire dal 2008, il governo dovrà adottare decisioni in merito alla rivalutazione di tutte le pensioni ogni due anni.

Esistono ulteriori pagamenti (assegni per ferie o indennità supplementari) che possono essere corrisposti una volta l’anno. Essi ammontano al valore della pensione mensile fino ad un limite massimo di Euro 505 in caso di unico componente del nucleo familiare (“single”) ed Euro 631 per pensionati con coniuge a carico.

 

Prestazione minima

È stato fissato un credito annuo minimo per aumentare il diritto alla pensione delle persone che svolgono un lavoro part-time e/o con un reddito basso. I redditi annui inferiori ad Euro 14.520,06 (pari al 41% del reddito medio) vengono incrementati a questo livello. Per avere diritto ai crediti minimi, è necessario il versamento dei contributi assicurativi per almeno 15 anni. (In questo modo, la pensione minima effettiva di un lavoratore che sia unico componente del nucleo familiare (“single”) al completamento della carriera sarà pari a Euro 11.959,67, pari al 34% del reddito medio).

È stata istituita anche una pensione minima subordinata al reddito, pari ad Euro 10.191,95 per una persona che sia unico componente del nucleo familiare (“single”) (pari a Euro 12.735,92 in caso di coniuge a carico) che abbia rispettato tutte le condizioni contributive. Nel caso di persona “single”, è pari a circa il 29% del reddito medio. La prestazione corrisponderà ad una proporzione di tale minimo in caso di carriere lavorative non complete, laddove il numero totale degli anni sia almeno due terzi del totale. Altrimenti, il valore della prestazione si otterrà semplicemente tramite l’applicazione della formula delle prestazioni (non ci sarà alcun “livellamento” della prestazione in linea con le pensioni minime).

La pensione minima viene indicizzata ai prezzi, fatta eccezione per alcuni beni. Le prestazioni subiscono un aumento del 2% ogni qualvolta l’inflazione cumulativa superi una data soglia (2%) dall’ultimo adeguamento.

I titolari di pensione riceveranno la pensione minima più alta descritta precedentemente, e la pensione calcolata sulla base del credito annuo minimo.

 

Prestazione mirata

Il reddito da rete di sicurezza per gli anziani è pari a Euro 7.889,28 per pensionati che vivano soli (22% del reddito medio) e a Euro 5.259,48 in caso di persone anziane che vivano con altri. L’indicizzazione avviene anche in questo caso sulla base dei prezzi, escludendo alcuni beni.

 

Pensionamento anticipato

Il pensionamento anticipato è possibile a partire da 60 anni di età, con 34 anni di contributi nel 2004 che aumenteranno a 35 anni a partire dal 2005. Non vi è alcuna riduzione attuariale nel calcolo delle pensioni. La pensione, tuttavia, sarà incompleta in caso di carriera professionale di minore durata. Esiste una valutazione del reddito che limita la possibilità di associare una pensione anticipata con il lavoro. Tale test è ancor più severo della valutazione del reddito effettuata dopo la normale età di pensionamento (si legga di seguito).

 

Pensionamento ritardato

Le persone che continuano a lavorare hanno la possibilità di posticipare la pensione oltre la normale età di pensionamento. L’attività lavorativa oltre l’età di 62 anni o oltre 44 anni di contributi riceve un bonus. Il lavoro oltre la normale età del pensionamento può anche essere utilizzato per colmare i gap di carriera lavorativa allo scopo di percepire una pensione intera oppure per migliorare l’importo della pensione, poiché nel calcolo vengono presi in considerazione soltanto gli ultimi 45 anni.

È possibile, entro i limiti, associare pensioni e reddito (dopo la normale età di pensionamento). In caso di reddito annuo inferiore ad Euro 13.556,68 (“single”) oppure Euro 17.267,48 (con un figlio a carico), le pensioni non saranno ridotte. La soglia per un componente unico del nucleo familiare (“single”) è pari al 38% del reddito medio. Oltre tale limite massimo, la pensione verrà ridotta dell’importo del quale il reddito supera tale limite. Laddove il reddito superasse questi limiti del 15%, la pensione sarà ritirata interamente.

 


DANIMARCA

 

Il regime pensionistico pubblico (folkepension) è composto da un importo di base e da un’integrazione della pensione subordinata al livello di reddito. Ai titolari di pensione più svantaggiati dal punto di vista finanziario viene versata una prestazione pensionistica supplementare correlata al livello delle risorse. Esistono anche due piani basati sui contributi dei singoli, la ATP (Schema Pensionistico Supplementare) e la SP (il Regime Pensionistico Speciale). Inoltre, i regimi professionali obbligatori negoziati come parte dei contratti collettivi coprono circa il 90% dei dipendenti a tempo pieno.

 

Condizioni di idoneità

La normale età di pensionamento è 65 anni (67 per le persone nate prima del 1 luglio 1939). Per percepire una pensione pubblica piena di anzianità sono necessari 40 anni di residenza. In caso di periodi minori si ha diritto ad una prestazione proporzionale (con una residenza minima di tre anni).

La piena titolarità alla ATP e SP richiede contributi fino al completamento della carriera. Il regime ATP è stato istituito nel 1964, mentre quello SP nel 1999.

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni di base

L’importo pieno della pensione di base è pari a DKK 4.648 al mese o DKK 55.776 l’anno, pari al 17,6% del reddito medio. Viene inoltre effettuata una valutazione del reddito, e tale test fa si che la prestazione venga ridotta laddove la retribuzione percepita dovesse superare DKK 237.000 l’anno (tre quarti del reddito medio). Il 30% della prestazione viene ritirato in caso di reddito superiore a tale livello.

 

Prestazione mirata

La pensione complementare piena è pari a DKK 4.679 al mese o DKK 56.148 l’anno in caso di componente unico del nucleo familiare (“single”) (17,7% del reddito medio). Viene effettuata una valutazione delle fonti di reddito (incluse ATP, SP e pensioni professionali), fatta eccezione per l’importo della pensione di base. Nel caso di componente unico del nucleo familiare (“single”) la pensione complementare viene ritirata non appena il reddito superi DKK 52.300 l’anno (16.5% del reddito medio). Il 30% della prestazione viene ritirato in caso di reddito superiore a tale livello per le persone “single”.

Nel 2004 è stata introdotta una nuova prestazione pensionistica complementare legata alla pensione pubblica di vecchiaia, pari a DKK 6.200 (2005). Il regime pensionistico complementare è tassabile e pagato una volta l’anno. Tale prestazione è subordinata al livello delle risorse e destinata ai pensionati più poveri.

La pensione pubblica di vecchiaia (l’importo di base e la pensione complementare) ed il regime pensionistico integrativo vengono adeguati su base annua in linea con il reddito medio. L’adeguamento si basa su un indice di incremento salariale nel corso dei due anni precedenti. Laddove la crescita del reddito nominale superi il 2%, un massimo di 0,3 punti percentuali dell’aumento in eccesso verranno stanziati e destinati ad una riserva di spesa sociale. Di conseguenza, l’indicizzazione delle pensioni ed altre prestazioni sociali si basano su aumenti salariali meno qualunque stanziamento alla riserva.

 

 

Prestazione professionale

Si tratta di regimi a contribuzione definita interamente finanziati e concordati tra le parti sociali. La copertura di questi regimi è pressoché universale. I contributi ammontano generalmente tra il 9% ed il 17% del reddito. Nel 2006, la percentuale per la maggior parte dei lavoratori danesi è stata portata al 10,8%, e tale aliquota di contribuzione viene utilizzata ai fini del modello.

In genere, le prestazioni vengono ritirate sotto forma di rendita. Il tasso di interesse considerato è dell’1,5% per i contributi recenti o per i nuovi regimi. Tuttavia, i regimi operano su una base di profitto, in cui gli aumenti pensionistici dipendono dalla redditività dell’attivo e dalla esperienza di mortalità del fondo. Molti regimi consentono anche ritiri forfetari. A partire dal 2000, il calcolo della rendita annua deve avvalersi di tabelle di mortalità unisex.

 

Contributi definiti (ATP)

Tecnicamente, il regime ATP versa una rendita annua differita. I contributi vengono suddivisi: due terzi vengono versati dal datore di lavoro ed un terzo dal lavoratore. L’importo delle contribuzioni riflette il numero di ore lavorate. Il piano dei contributi rispetto alle ore lavorate è riportato nella tabella seguente (per i lavoratori che percepiscono un salario mensile):

 

Ore mensili

<39

39-77

78-116

>116

Contributo, DKK/mese fino al 2006

 

0

 

74,55

 

149,10

 

223,65

Contributo, DKK/mese dal 2006


0


81,30


162,60


243,90

 

Di conseguenza, un dipendente a tempo pieno nel settore privato ha versato DKK 2.684 nel 2005 – una cifra nominale, in vigore dal 1996. Il valore della contribuzione viene adeguato se e quando le parti sociali decidono di procedere in tal senso all’interno dei contratti collettivi. Nel corso degli ultimi 20 anni, i contributi sono stati aumentati in fasi più o meno in linea con il reddito medio. Il modello presuppone che i contributi aumenteranno in linea con il reddito medio. Tuttavia, per il 2006 è stato concordato un aumento del 9%.

Fino al 2002, ogni DKK 396 di contributi davano luogo a DKK 100 di prestazioni pensionistiche versate a partire da 67 anni, indipendentemente dall’età in cui venivano effettuati. Ciò ha implicato un tasso di interesse di circa il 4,5%. Dal 2002, è stato considerato un tasso di interesse nominale dell’1,5%. ATP è un regime “con profitto”: laddove il rendimento effettivo superi il 4,5% o l’1,5%, rispettivamente, le pensioni possono essere aumentate. All’interno del modello, si presuppone che l’ATP ottenga lo stesso tasso di interesse considerato per i piani a contribuzione definita finanziati in altri paesi OCSE.

Il regime ATP aumenta sia le pensioni in pagamento e sia i diritti alla pensione laddove la sua condizione finanziaria lo consenta. Ciò avviene sotto forma di bonus che riflettono la differenza nei tassi d’interesse impliciti per contributi versati prima e dopo il 2002.

Il modello presuppone una piena indicizzazione all’inflazione dei prezzi.

 

Contribuzione definita (Pensione Speciale, SP)

I dipendenti, i lavoratori autonomi e i beneficiari di prestazioni di disoccupazione e di malattia versano un contributo pari all’1% del reddito a questo regime di risparmio pensionistico individuale obbligatorio. Gli investimenti vengono attualmente gestiti a livello centrale. A partire dal 2005, i beneficiari hanno potuto scegliere il proprio gestore ed il proprio portafoglio. Non vi è alcun tetto al reddito coperto da tale regime. Le prestazioni vengono versate a partire dai 65 anni. Nel caso in cui il saldo contabile sia inferiore a DKK 15.000, esso viene versato come importo forfetario. Se è pari ad un importo compreso tra DKK 15.000 e DKK 120.000, 1/10 del saldo viene versato nel primo anno, 1/9 nell’anno successivo, ecc. Laddove il saldo fosse superiore a DKK 120.000 all’età di 65 anni, i pagamenti saranno mensili con adeguamenti annuali per riflettere il valore di mercato del conto.

Sulla base di un accordo economico e politico, i contributi per il piano SP sono stati sospesi dal 2004 al fine di dare una spinta verso l’alto ai consumi ed aumentare l’occupazione. Il modello adotta una prospettiva a lungo termine, e presuppone quindi che i contributi SP riprendano.

 

Pensionamento anticipato

È prevista una pensione parziale per pensionamento anticipato, destinata ai lavoratori in età compresa tra 60 e 65 anni che continuano a lavorare da 12 a 30 ore a settimana. Il beneficiario deve ridurre le ore settimanali di lavoro di almeno sette ore a settimana o di almeno un quarto delle ore totali lavorate in una settimana media. La pensione parziale viene calcolata come importo fisso per ogni ora ridotta. L’importo è pari a circa DDK 71 l’ora per il 2004. A partire dal 1999, i beneficiari sono soggetti ad una deduzione della pensione.

Le persone che accedono a qualunque programma di pensionamento anticipato tornano alla pensione di vecchiaia standard non appena raggiungono la normale età di pensionamento di 65 anni.

 

Pensionamento ritardato

È possibile ritardare la pensione di anzianità pubblica di un massimo di dieci anni. L’incremento per il rinvio della pensione per un anno viene calcolato sulla base del rapporto tra il periodo di rinvio e la speranza media di vita nel momento in cui la pensione viene ritirata. Ad esempio, le proiezioni sulla popolazione realizzate dalla Banca Mondiale/Nazioni Unite mostrano che la speranza di vita per un sessantaseienne è di 18,7 anni. Di conseguenza, l’incremento per rinviare di un anno da 65 anni sarebbe 1/18,7 = 5,3%.

 


FRANCIA

 

Il sistema pensionistico ha due livelli: un regime pensionistico pubblico subordinato al reddito ed un regime pensionistico professionale obbligatorio, basato su un sistema a punti. Il regime pensionistico pubblico prevede anche una pensione minima.

 

Condizioni di idoneità

Una pensione pubblica piena richiederà 40 anni di contributi entro il 2008, rispetto ai 37,5 anni del passato. Tra il 2008 ed il 2012 ci sarà un aumento graduale a 41 anni. Dopo il 2012, la contribuzione minima aumenterà in linea con l’aumento della speranza di vita, in modo che il rapporto tra il periodo di pagamento della pensione ed il periodo di vita lavorativa resti costante. La normale età pensionistica è 60 anni. Il modello presuppone che l’intera carriera lavorativa vada dall’età di 20 a 60 anni. La pensione minima prevede le stesse condizioni di idoneità del regime pensionistico pubblico subordinato al reddito.

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni subordinate al reddito

La pensione pubblica mira ad un tasso di sostituzione del 50% dopo il completamento della carriera lavorativa (che prevede 40 anni di contributi e poi un aumento ulteriore come descritto precedentemente). Per ogni trimestre mancante, le prestazioni vengono ridotte dell’1,25%, portando ad una riduzione (decote) del 5% per ogni anno mancante.

Per periodi contributivi inferiori all’intero completamento della carriera, il tasso di sostituzione fissato viene ridotto proporzionalmente e con un’ulteriore penale per ogni anno mancante (o ogni anno in cui la pensione viene ritirata prima dei 65 anni).

La misura del reddito si basa su una serie di anni di reddito migliore, valorizzati in linea con l’inflazione dei prezzi. A partire dal 2008, la retribuzione verrà portata ad una media di 25 anni, mentre attualmente è prevista per circa 20 anni.

A causa del numero limitato di anni inclusi nella misura del reddito per calcolare le prestazioni pensionistiche e la politica di valorizzazione in linea con i prezzi, il tasso di sostituzione del sistema pubblico francese è molto sensibile al profilo di tempo del reddito nell’arco dell’intera carriera del lavoratore. Partendo dal presupposto che vi sia una crescita continua del reddito reale pari al 2% durante la carriera di un lavoratore, associato al fatto che i calcoli dell’OCSE utilizzano la media rivalutata del reddito di tutta la vita come salario di riferimento, i tassi di sostituzione calcolati sono inferiori rispetto a quelli calcolati utilizzando l’avanzamento dei salari osservato in Francia, in cui gli aumenti salariali sono concentrati soprattutto nella prima metà della carriera lavorativa.

Esiste un tetto al reddito ammissibile, che nel 2004 era pari ad Euro 29.712. Si tratta di un importo molto simile al reddito medio nella misura OCSE (Euro 29.549) ma rappresenta il 142% del reddito medio della misura nazionale. Le prestazioni in pagamento sono indicizzate ai prezzi.

 

Prestazione minima

Esiste una pensione minima, che nel 2004 ammontava ad Euro 6.706, ed è pari al 23% del reddito medio nella misura OCSE. Ai fini dell’ammissibilità all’intera prestazione sono necessari 38 anni (40 anni nel 2008, che verranno ulteriormente aumentati in seguito) di contributi; la pensione minima viene corrisposta in maniera proporzionale per periodi più brevi. Poiché la pensione professionale obbligatoria integra le prestazioni pensionistiche pubbliche, i lavoratori che completano la propria carriera saranno ammissibili raramente al programma di assistenza di vecchiaia. Il valore della pensione minima è indicizzato ai prezzi.

 

Prestazione professionale obbligatoria

Il regime ARRCO copre la maggior parte dei dipendenti del settore privato. Norme diverse trovano applicazione nel caso di “quadri” (coloro che rivestono posizioni professionali o manageriali) ai sensi del programma AGIRC; le norme seguenti trovano applicazione ai non-quadri.

Anche in caso di contributi maggiori, le prestazioni saranno percepite soltanto sul 6% del reddito. Tra una e tre volte il limite massimo del regime pubblico, le prestazioni sono corrisposte sul 16% del reddito. Di conseguenza, il tetto ARRCO è tre volte maggiore di quello del regime della pensione pubblica: Euro 89.136 (si noti che non vi è un tetto per il programma AGIRC dei quadri).

Ogni anno, il numero di punti ottenuti è pari al valore dei contributi diviso per il costo di un punto della pensione. Al momento del pensionamento, il numero di punti accumulati viene convertito in prestazione pensionistica moltiplicando per il valore di un punto della pensione. Il valore del punto della pensione è stato di Euro 1,0698 dall’aprile 2003 all’aprile 2004, e Euro 1,0866 dall’aprile 2004, portando ad un importo annuale per il 2004 di Euro 1,0839. Il costo dei punti della pensione è stato pari ad Euro 12,362 per l’anno solare 2004.

La rivalutazione del costo e del valore dei punti pensione viene concordato tra le parti sociali. L’accordo attuale, valido fino al 2008, prevede di aumentare il costo dei punti pensione in linea con il reddito, ed il valore dei punti pensione in linea con i prezzi. Il modello prevede che questa rivalutazione differenziale tra il costo ed il valore di un punto continui in futuro. Inoltre, questa politica di effettiva valorizzazione dei diritti acquisiti per gli anni precedenti porta a prestazioni inferiori rispetto alla valorizzazione del reddito. Nelle ipotesi di base, la riduzione è pari al 69% del diritto alla pensione ai sensi della valorizzazione del reddito.

È importante rilevare che la politica di rivalutazione di questi due parametri influenza sia il percorso delle pensioni in pagamento (qui definito “indicizzazione”) e la variazione del valore dei diritti alla pensione acquisiti tra il momento in cui essi venivano acquisiti ed il momento in cui vengono ritirati (simile al processo di “valorizzazione” nei regimi pensionistici correlati al reddito).

 

Prestazione mirata

È previsto un reddito minimo pari a Euro 7.053 l’anno per le persone di 65 anni. Questa prestazione, equivalente al 24% del reddito medio, viene adeguata in linea con il reddito.

La riforma del 2003 ha introdotto un nuovo obiettivo in base al quale, a partire dal 2008, le persone che hanno completato la propria carriera professionale e che percepiscono un salario minimo (corrispondente a circa il 40% del reddito medio della misura OCSE) riceveranno una pensione pari ad almeno l’85% del salario minimo netto. Questo modello è stato sviluppato come garanzia del reddito totale minimo pari all’85% del salario minimo netto di una settimana di 35 ore. Per il 2004, il salario minimo netto è stato di Euro 11.086, fissando un target minimo di Euro 9.423 per il 2004 laddove tale politica fosse già in vigore.

 

 

Situazione prima della riforma

L’obiettivo che prevede un tasso di sostituzione del 50% del regime pensionistico subordinato al reddito non è stato modificato. Tuttavia, la misura del reddito è stata estesa dai migliori dieci anni e arriverà a considerare i migliori 25 anni. La valorizzazione dei prezzi in relazione al reddito degli anni precedenti è stata introdotta nel 1987. Di conseguenza, sia lo scenario precedente la riforma che quello post-riforma presuppongono la valorizzazione dei prezzi. Il prolungamento del periodo di titolarità contributiva da 37,5 a 41 anni (ed oltre) è stato spiegato precedentemente. L’indicizzazione post-pensionamento delle pensioni in pagamento è stata effettuata sui prezzi a partire dal 1998.

Passando al regime ARRCO, il cambiamento principale è stato introdotto nel 1996. Tra il 1997 ed il 2001, il costo di un punto della pensione è stato aumentato in linea con il reddito medio ed il valore del punto della pensione è stato aumentato in linea con i prezzi. Nel 1996, il costo di un punto pensione era di Euro 9,30 mentre nel 2004 era pari a Euro 12,36, con un aumento nel corso di tale periodo pari al 33%. Per quanto concerne il valore del punto, la cifra del 1996 era leggermente superiore ad Euro 0.98, aumentata poi ad Euro 1,08 nel 2004, con un aumento dell’11%. Si presuppone per lo scenario precedente la riforma che la relazione tra il costo del punto ed il valore del punto del 1996 è stato mantenuto, dando un valore di punto per il 2004 (in assenza della riforma) di Euro 1,30 piuttosto che Euro 1,08. Nell’ambito del caso precedente la riforma, si presuppone che sia il costo e sia il valore dei punti pensione siano stati aumentati in linea con il reddito medio.

 

Pensionamento anticipato

Il pensionamento anticipato si svolge all’interno di un programma separato, amministrato dal fondo per l’occupazione (FNE). Il pensionamento anticipato è possibile da 57 anni e talvolta da 56, nel caso in cui sussistano alcune particolari circostanze legate alle condizioni di lavoro. Il tasso di sostituzione è di circa l’80%. Nella normale età di pensionamento (oppure nell’età in cui i lavoratori acquisiscono la titolarità ad una pensione di vecchiaia regolare e piena fino a 65 anni), le persone passano alla pensione statale. Il periodo coperto dalle prestazioni FNE viene accreditato interamente per la pensione pubblica.

Nell’ambito della pensione professionale, il pensionamento anticipato è possibile, spesso in base alle riduzioni legate all’età del pensionamento o agli anni di contribuzione, o entrambi. Il pensionamento è possibile a 60 anni con 40 anni di copertura senza riduzione. Con una copertura inferiore ai 40 anni, la pensione viene adeguata così come indicato nella Tabella, in cui l’adeguamento è quello più favorevole: in relazione all’età del pensionamento o al numero di anni mancanti. Per il pensionamento all’età di 61 anni, ad esempio, la pensione viene ridotta all’83% dell’intero valore. Tuttavia, laddove un individuo vada in pensione a 61 anni con 39 anni di contributi, la riduzione è solo al 96%, visto che manca soltanto un anno.

 


Età del pensionamento

555

556

557

558

559

660

661

662

663

664


Anni mancanti

 

 

 

 

 

55

44

33

22

11


Coefficiente

00.43

00.50

00.57

00.64

00.71

00.78

00.83

00.88

00.92

00.96

 

 

 

Pensionamento ritardato

Se le persone lavorano oltre i 60 anni di età ed hanno raggiunto le condizioni di idoneità ad una pensione piena (che avrà una copertura di 40 anni ed un ulteriore aumento dopo il 2008), ogni anno aggiuntivo aumenta la prestazione del 3% ai sensi del regime pubblico. Nel corso del periodo di pensionamento ritardato, le persone continuano ad accumulare punti ARRCO.

Il lavoro ed il percepimento della pensione possono essere associati, a condizione che le persone abbandonino il proprio lavoro tradizionale.


GERMANIA

 

Il sistema pensionistico pubblico obbligatorio ha un unico livello e si tratta di un sistema PAYG (Pay As You Go o a ripartizione) correlato al reddito. Il calcolo delle pensioni si basa su punti di pensionamento. Esiste una rete di sicurezza di assistenza sociale destinata ai pensionati a basso reddito.

 

Condizioni di idoneità

La pensione può essere percepita a partire da 65 anni con cinque anni di contributi e dall’età di 63 anni per coloro che sono nati dal 1952 in poi. Con il pagamento di contributi per meno di cinque anni non viene percepita alcuna prestazione.

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni subordinate al reddito

Un anno di contributi al reddito medio dei contribuenti dà diritto ad un punto pensione. Il reddito medio è più o meno identico al reddito medio dei Conti Nazionali. I contributi basati su un reddito minore o maggiore danno diritto a più o meno punti pensione, in maniera proporzionale. Nel 2004 i contributi venivano imposti su redditi annui fino a Euro 61.800. Il tetto è pari a circa il 210% del relativo reddito medio. Nel 2004 il relativo reddito medio è stato di Euro 28.973, pari al 70% della misura di reddito medio dell’OCSE.

Al momento del pensionamento, vengono sommati i punti accumulati per ogni anno. La somma dei punti pensione viene moltiplicata per un “valore di punti pensione”, che nell’anno solare 2004 è stato pari a Euro 313,56. Il valore dei punti pensione è valido sia per i nuovi pensionati che per coloro che già percepiscono una pensione. Viene rivalutato su base annua in linea con i salari lordi, ma dipende anche da due fattori aggiuntivi. Il primo fattore include le variazioni dei tassi di contribuzione al regime pensionistico obbligatorio e ai regimi pensionistici professionale e personale volontari. Un aumento dei tassi di contribuzione ridurrà l’adeguamento del valore del punto pensione. Il secondo, il cosiddetto fattore di sostenibilità, collega l’adeguamento del valore dei punti pensione ai cambiamenti nell’indice di dipendenza, ovvero, il rapporto tra pensionati e contribuenti.

Questi fattori sono stati integrati nelle norme di indicizzazione con l’obiettivo di limitare l’aumento del tasso di contribuzione dall’attuale 19,5% al 22%. L’aumento del rapporto pensionato/contribuente darà luogo ad una indicizzazione inferiore ai salari medi. Nel lungo termine, l’adeguamento del valore dei punti pensione dovrebbe essere del 18% al di sotto dell’aumento dei redditi medi.

Il relativo reddito medio per calcolare i punti pensione ed il valore dei punti pensione è leggermente diverso nel nuovo Länder. Questa differenza dovrebbe scomparire nel lungo periodo, man mano che i salari saranno allineati.

 

Assistenza sociale

Alle persone con un reddito basso è destinata un’assistenza sociale che trova applicazione anche nel caso dei pensionati. L’assistenza sociale nei Länder Occidentali nel 2004 ammonta a Euro 7.932 l’anno, incluse le indennità di alloggio ed i costi per i carburanti; ciò equivale al 19,3% del reddito medio.

 

 

Pensionamento anticipato

Per i nati a partire dal 1952, il pensionamento anticipato è possibile a partire da 63 anni con 35 anni di contributi ed otto anni di contributi immediatamente prima del pensionamento. In caso di pensionamento prima dei 65 anni, le prestazioni vengono ridotte del 3,6% per ogni anno di pensionamento anticipato. Inoltre, rispetto a coloro che vanno in pensione a 65 anni, la titolarità della pensione è significativamente più bassa in considerazione dei due anni in meno di attività lavorativa e come conseguenza del non ottenimento dei punti pensione aggiuntivi.

 

Pensionamento ritardato

Posticipare la pensione dopo i 65 anni porta ad ottenere un incremento del 6% per ogni anno di lavoro aggiuntivo.

 

Situazione prima della riforma

Per quanto attiene allo scenario prima della riforma, il modello considera il valore dei punti pensione senza adeguamento per gli aumenti della contribuzione ed il fattore di sostenibilità. Lo scenario precedente la riforma prende in considerazione le agevolazioni fiscali sul reddito pensionistico, mentre i risultati di base presuppongono che la transizione dal vecchio sistema fiscale alla piena tassazione delle pensioni sia completata.


olanda

 

Il sistema pensionistico olandese è composto da due livelli principali: un regime pubblico ad aliquota unica e schemi professionali subordinati al reddito. Nonostante non vi sia alcun obbligo di legge in base al quale i datori di lavoro debbano offrire un regime pensionistico ai propri dipendenti, i contratti sindacali indicano che tale copertura riguarda il 91% dei dipendenti. Tali regimi sono quindi meglio considerati come quasi-obbligatori.

 

Condizioni di idoneità

La pensione di base di vecchiaia viene corrisposta a partire da 65 anni di età. All’interno dei piani professionali, la normale età di pensionamento è anch’essa generalmente di 65 anni. Tutti i residenti sono in possesso dei requisiti per percepire tale prestazione.

 

Calcolo della prestazione

Prestazione di base

Per i componenti unici del nucleo familiare (“single”), la prestazione pensionistica lorda nel 2004 è stata pari ad Euro 921,28 nel primo semestre dell’anno ed Euro 920,12 nel secondo semestre. È stato versato un ulteriore assegno per ferie pari rispettivamente ad Euro 43,78 ed Euro 43,69. Ciò porta ad un importo totale annuo di Euro 11.578, o 31% del reddito medio. Nel caso di una coppia, la prestazione annuale totale è pari ad Euro 15.906. Il valore della prestazione è legato al salario minimo netto, che viene rivalutato ogni due anni.

La prestazione di base matura al 2% del valore complessivo per ogni anno in cui un lavoratore vive o lavora nel paese. Esiste anche un regime di assistenza sociale per gli anziani. Il suo valore è pari alla pensione di base netta.

 

Regimi professionali

In Olanda è in vigore anche un sistema pensionistico privato con un’ampia copertura. Il sistema è composto da 819 fondi pensione; 101 di essi sono piani di categoria. In alcuni casi, le società olandesi possono rinunciare a questi piani laddove offrano i propri regimi con prestazioni equivalenti. Inoltre, esistono circa 700 regimi amministrati da un unico soggetto. Altri 40.500 datori di lavoro (nel 2002), soprattutto di piccole aziende, offrono regimi gestiti da società assicurative.

Circa il 97% dei dipendenti che hanno sottoscritto tali fondi sono coperti da un regime a prestazione definita. I restanti dipendenti sono coperti da un regime a contribuzione definita.

Per circa tre quarti di coloro che hanno sottoscritto regimi a prestazioni definite, la misura del reddito si basa sul reddito medio della loro vita, e nel 13% dei casi sul salario finale. Nei casi restanti, si tratta di un’associazione dei due (9%) oppure un importo fisso (1%).

Non esiste alcun requisito di legge per quanto concerne l’età di accesso ai regimi professionali. Nel 2004, poco più della metà dei dipendenti con un piano pensionistico aveva sottoscritto un regime senza età di ingresso, l’8% aveva sottoscritto regimi con un’età compresa tra 16 e 20 anni, il 18% con un’età tra 21 e 24 anni e circa il 19% con 25 anni.

La maggior parte dei regimi basati sull’ultimo stipendio corrispondono l’1,75% di tale reddito per ogni anno di servizio, implicando un tasso di sostituzione del 70% dopo 40 anni di carriera. Nella maggior parte dei regimi basati sullo stipendio medio, il tasso di maturazione varia dall’1,75% al 2% per ogni anno di servizio.

Non esistono requisiti giuridici per la valorizzazione della retribuzione dei primi anni, e in genere si varia tra regimi a seconda delle norme concordate dalle parti sociali. Per circa l’80% dei partecipanti ai regimi a stipendio medio, il reddito passato viene valorizzato in linea con la crescita del reddito medio, mentre per il 6% viene utilizzato il tasso di inflazione. Il modello presuppone un regime di salario medio con la valorizzazione in base al reddito medio.

Anche se non vi è alcun requisito legale di rivalutazione, la maggior parte delle pensioni in pagamento viene anch’essa incrementata su base annua. Quasi la metà delle pensioni in pagamento viene indicizzata alla crescita salariale nella rispettiva industria, mentre il 27% delle pensioni vengono indicizzate sulla base dei prezzi.

I diritti pensionistici sono completamente trasferibili quando le persone cambiano lavoro. Esiste un requisito giuridico per indicizzare i diritti pensionistici delle persone che lasciano un regime prima del pensionamento, esattamente nello stesso modo in cui vengono indicizzate le pensioni in pagamento. I periodi di assegnazione sono molto brevi.

Non esiste alcun tetto ai redditi pensionabili.

Le pensioni professionali sono integrate con il sistema pensionistico pubblico. Le attuali norme fiscali consentono una prestazione massima del 100% della paga finale a 65 anni sia nell’ambito del sistema pubblico che di quello privato. La maggior parte dei regimi hanno un obiettivo di tasso di sostituzione pari al 70% della paga finale, in modo tale che le prestazioni private vengano ridotte di un importo in franchigia. Nel 2004, l’importo in franchigia medio è stato pari a Euro 14.500, quindi maggiore della pensione piena di base.

 

 

Pensionamento anticipato

La pensione di base non può essere corrisposta prima dei 65 anni.

Esistono programmi di pensionamento anticipato, chiamati Vervroegde Uittreding (VUT), che corrispondono prestazioni di pre-pensionamento tra i 60 e 65 anni. I tassi di sostituzione differiscono a seconda dei diversi regimi; in media, essi ammontano a circa l’80%. I criteri di ammissibilità differiscono in maniera rilevante tra società e filiali. Nel 2004, il governo e le parti sociali hanno concordato di mettere fine alla condizione di agevolazione fiscale dei piani VUT al fine di aumentare la partecipazione nel mercato del lavoro dei lavoratori più anziani.

 

Pensionamento ritardato

Non è possibile rinviare il regime pensionistico di base di vecchiaia oltre i 65 anni. È possibile associare il percepimento della pensione di base con un’attività lavorativa.

Le norme sul rinvio del pensionamento differiscono a seconda dei piani professionali. È possibile associare il regime pensionistico professionale con il lavoro. In effetti, alcuni regimi consentono ad un beneficiario di percepire la pensione e continuare a lavorare con lo stesso datore di lavoro. Non esiste alcuna legislazione in merito a tale questione.

 


REGNO UNITO

 

La Gran Bretagna è dotata di un sistema pensionistico complesso, che mette assieme accantonamenti pubblici e privati. Il regime pubblico ha due pilastri (una pensione di base ad aliquota fissa ed una pensione complementare subordinata al reddito), che vengono integrati da un vasto settore di pensioni private volontarie. La maggior parte dei dipendenti che versano i contributi “derogano” dal secondo pilastro pubblico e passano a pensioni private di diversi tipi. È stata introdotta di recente una nuova prestazione correlata al reddito (pension credit – credito di pensione), volta a destinare una spesa pubblica aggiuntiva ai pensionati più poveri.

 

Condizioni di idoneità

L’età pensionistica, attualmente di 60 anni per le donne e 65 per gli uomini, verrà uniformata nel corso del periodo che va dal 2010 al 2020. L’età di idoneità per il minimo credito pensionistico/di garanzia è 60 anni, e aumenterà in linea con l’età pensionistica delle donne. Il nuovo credito al risparmio è disponibile soltanto a partire da 65 anni sia per gli uomini che per le donne.

Ai fini dell’idoneità per la pensione pubblica di base, le persone devono pagare i contributi di previdenza sociale oppure avere crediti pari a circa nove decimi della loro vita lavorativa potenziale (44 anni). Le persone che non rispettano appieno le condizioni di idoneità possono accedere ad una pensione ridotta in modo proporzionale, ma soltanto ad un minimo del 25% (ad es. 11 anni).

 

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni di base

La pensione statale piena di base per una persona che sia un unico componente del nucleo familiare (“single”) era di GBP 79,60 a settimana nel 2004/2005 (GBP 77,45 nel 2003/2004, con un totale annuo nel 2004 di GBP 4.111), pari al 15% del reddito medio.

 

Prestazioni subordinate al reddito

In caso di reddito compreso tra il limite inferiore (GBP 4.108 l’anno nel 2004/2005 e GBP 4.004 nel 2003/2004) e la prima soglia (GBP 11.600, GBP 11.200), il tasso di sostituzione è pari al 40% della differenza. Il limite inferiore del reddito è pari al 15% del reddito medio, mentre la prima soglia è pari al 42%. Ciò trova applicazione anche nel caso di persone coperte dai crediti. Ciò equivale a trattare le persone il cui reddito è al di sotto di tale soglia come se esse avessero percepito retribuzioni a questo livello. Nel gruppo successivo, il tasso di sostituzione è del 10%, fino a GBP 26.600, GBP 25.600. Tra questa soglia e il tetto massimo, il tasso di sostituzione è pari al 20%. Il tetto massimo era di GBP 31.720 nel 2004/2005 e di GBP 30.940 nel 2003/2004. La soglia superiore è pari a circa il 96% del reddito medio, ed il tetto massimo è del 115% del reddito medio.

Il valore della prestazione è calcolato sul salario medio dell’intera vita, in cui il reddito dei primi anni viene rivalutato in linea con il reddito medio. La prestazione viene quindi indicizzata sulla base dei prezzi a seguito del pensionamento.

 

Prestazione in deroga convenzionale

Circa il 48% dei dipendenti “derogano” dalla seconda pensione pubblica e passano ad un piano professionale (fornito da un datore di lavoro), una pensione personale, oppure ad uno stakeholder plan (entrambi forniti da società di servizi finanziari). I regimi professionali sono soprattutto a prestazione definita, ma a partire dalla metà degli anni ’80 si è verificata una rapida crescita dei piani professionali a contribuzione definita, anche se da una base molto bassa. Le pensioni personali e gli stakeholder plan sono a contribuzione definita.

Un dipendente in regime di pensione di deroga convenzionale rinuncia a parte o all’intero diritto alla propria seconda pensione statale. Nel caso di dipendenti che derogano convenzionalmente tramite un regime professionale a prestazione definita, vi è un tasso minore di contributi della previdenza sociale. Al contrario, per un regime pensionistico a contribuzione definita derogato convenzionalmente, il datore di lavoro ed il dipendente continuano a versare l’intera percentuale dei contributi di previdenza sociale (anche se vi è una piccola riduzione nel caso di regimi professionali a contribuzione definita), ma lo Stato offre il proprio contributo al regime, in relazione all’età del dipendente. I regimi a prestazione definita derogati convenzionalmente devono rispettare gli standard di prestazione minima.

Il governo fissa gli abbuoni di previdenza sociale, che vengono rivisti ogni cinque anni, dietro il parere del Government Actuary. Gli abbuoni sono concepiti per riflettere il valore dei diritti delle pensioni statali cui si rinuncia come risultato della deroga convenzionale.

 

Prestazioni mirate

Il credito di pensione, introdotto nel 2003, ha come obiettivo il livello minimo di reddito. Si tratta di GBP 105,45 per il 2004/2005 (GBP 102.10 per il 2003/2004) per una persona che sia componente unico del nucleo familiare (“single”). Per ricevere il credito di pensione mon è richiesto il versamento dei contributi previdenziali. Il credito ammonta a circa un quinto del reddito medio.

Il credito di pensione comprende anche un “credito di risparmio” in aggiunta al “credito di garanzia” descritto precedentemente. È stato concepito per ridurre il reale tasso di ritiro delle prestazioni dal 100% ai sensi del regime precedente fino al 40%. Le persone il cui reddito (a parte il credito di pensione) è inferiore al reddito minimo indicato, ma superiore ad un “punto di partenza”, ricevono un’integrazione. Il punto di partenza è pari all’intero valore della pensione di base. L’integrazione è pari al 60% del reddito al di sopra del punto di partenza. Per le persone con redditi al di sopra del reddito minimo, il regime viene ridotto del 40% dell’importo eccedente. Il credito di risparmio massimo per il 2004/2005 è quindi pari a circa (GBP 105 – GBP 80) x 60% = GBP 15 a settimana per una persona “single”.

 

Situazione prima della riforma

La seconda pensione statale è una versione emendata del regime pensionistico pubblico subordinato al reddito, noto come Serps, introdotto dal 2002-2003. Il piano Serps è stato introdotto nel 1978 e sostanzialmente riformato nel 1988.

La differenza principale tra la seconda pensione statale ed il Serps è l’introduzione di un tasso di sostituzione differenziale nelle varie fasce di reddito. La prestazione Serps aveva un unico tasso di accumulazione su tutti i redditi tra i limiti di reddito maggiore ed inferiore. A seguito della riforma del 1988, il tasso di sostituzione era del 20%, con un tasso di accumulazione annuo di 20/49 o lo 0,41% nel lungo termine. Prima del 1988, il tasso di sostituzione era del 25%. Inoltre, il regime pensionistico era stato concepito con una maturazione accelerata per le prime generazioni. Per ricevere una pensione piena erano necessari soltanto 20 anni, offrendo un tasso di accumulazione a qualcuno che andava in pensione nel 1998-99 o prima pari a 25/20 o l’1,25%. Ciò influenza le coorti intermedie fino a che le persone non abbiano trascorso un’intera carriera lavorativa ai sensi del Serps/seconda pensione statale (ad es. coloro che raggiungono un’età di idoneità alla pensione dopo il 2027-2028).

Lo scenario precedente la riforma prende il tasso di accumulazione a lungo termine per il Serps, includendo l’effetto complessivo della riforma del 1988.

Una riforma successiva ha sostituito dal 2003-2004 la garanzia minima di reddito con il credito di pensione. Il Mig viene considerato come parte del sistema precedente la riforma. Il tasso del Mig utilizzato nel modello è lo stesso del credito di garanzia ai sensi del nuovo credito di pensione.

Lo scenario precedente la riforma comprende anche l’effetto dell’aumento dell’età pensionabile per le donne, poiché ciò faceva parte di una riforma diversa precedente.

 

Pensionamento anticipato

Il regime pubblico non prevede il pensionamento anticipato.

 

Pensionamento ritardato

Fino all’aprile 2005, il rinvio della pensione statale era possibile fino a 70 anni. Ciò portava ad un incremento del 7,4% l’anno. A partire dall’aprile 2005, il limite di età per il rinvio verrà eliminato e l’incremento sarà aumentato al 10,4%. Inoltre, sarà possibile ricevere un importo forfetario dopo il periodo di rinvio. L’importo della pensione non richiesto durante il periodo del rinvio sarà pagato alla fine, con un tasso di interesse garantito pari ad almeno due punti percentuali al di sopra del tasso repo (operazione pronti contro termine) (il tasso di riferimento della Banca d’Inghilterra).


SPAGNA

 

Il sistema pensionistico pubblico spagnolo è composto da un unico regime subordinato al reddito. Esiste anche una pensione minima subordinata al livello delle risorse, che sostituisce il precedente regime speciale di assistenza sociale.

 

Condizioni di idoneità

L’età di pensionamento per percepire una prestazione piena è di 65 anni per gli uomini e per le donne. Per ottenere l’idoneità ad una prestazione pensionistica sono necessari 15 anni di contributi.

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni subordinate al reddito

La prestazione matura sulla base di un piano. Dopo 15 anni di contributi, la prestazione è pari al 50% della base di reddito. Nel corso dei dieci anni successivi, viene maturato un ulteriore 3% l’anno, seguito successivamente dal 2%. La maturazione massima è del 100%, raggiunta dopo 35 anni di contribuzione.

La base di reddito è il salario percepito nel corso degli ultimi 15 anni, rivalutato in linea con i prezzi, fatta eccezione per gli ultimi due anni. Ciò significa che il tasso di sostituzione relativo al salario finale è inferiore al 100%. Sulla base di un presupposto standard relativo alla crescita del reddito e l’inflazione dei prezzi, si calcola che esso ammonti all’88%.

Esiste un limite massimo alle retribuzioni per fini contributivi e di prestazione pari ad Euro 32.778, corrispondente al 165% del reddito medio.

Le prestazioni sono indicizzate sulla base dei prezzi.

 

Prestazione minima

È istituita una pensione minima pagabile a partire dai 65 anni e pari ad Euro 417,81 al mese, oppure al 30% del reddito medio, per i pensionati senza coniuge a carico. Sono previsti 14 pagamenti l’anno.

 

Pensionamento anticipato

Il pensionamento anticipato è consentito a partire da 61 anni per le persone che sono entrate nel sistema dal 1967 in poi e che sono disoccupate, a condizione che esse abbiano versato contributi per almeno 30 anni. La riduzione attuariale dipende dal numero di anni della contribuzione: 8% (30 anni), 7,5% (31-34 anni), 7% (35-37 anni), 6,5% (38-39 anni), e 6% per oltre 40 anni di contribuzione.

Per le persone che sono entrate nel sistema prima del 1967, il pensionamento anticipato è possibile a partire da 60 anni.

La pensione minima per coloro che accedono ad un sistema di pensionamento anticipato ammonta ad Euro 389,31 o 27% del reddito medio, e dopo i 65 anni passa al livello maggiore.

Tra i 60 ed i 64 anni è possibile associare il percepimento della pensione parziale ed un lavoro part-time, nel caso in cui le ore di lavoro vengano ridotte tra il 25% e l’85%. Altri dipendenti devono sostituire le restanti ore di lavoro lasciate dal pensionato parziale.

 

 

Pensionamento ritardato

È possibile rinviare la pensione dopo la normale età di pensionamento. Per le persone con 65 anni di età e 35 anni di contribuzione, l’importo della pensione può superare il 100% della base di calcolo. La prestazione aumenta del 2% per ogni anno di rinvio.

A partire dai 65 anni c’è anche la possibilità di associare la pensione parziale ed un lavoro part-time. In questo caso, non vi è alcun obbligo di sostituire le ore di lavoro.


STATI UNITI

 

La prestazione pensionistica pubblica, nota come social security, prevede una formula progressiva delle prestazioni. È a disposizione dei pensionati a basso reddito anche un’integrazione subordinata al livello delle risorse.

 

Condizioni di idoneità

L’età pensionistica (chiamata età normale di pensionamento, o NRA) è tra 65 e 66 anni nel 2004, e sarà portata gradualmente a 67 anni. L’idoneità alle prestazioni pensionistiche dipende dal numero di anni in cui vengono versati i contributi, con un requisito minimo di dieci anni di contribuzione. Il pensionamento anticipato è possibile a partire da 62 anni con prestazioni ridotte.

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni subordinate al reddito

La formula delle prestazioni è progressiva. Il reddito mensile equivalente a USD 612 porta ad un tasso di sostituzione del 90%. La fascia di reddito tra USD 612 e USD 3.689 al mese è sostituita al 32%. Queste soglie sono pari, rispettivamente, al 22 e 33% del reddito medio. Un tasso di sostituzione del 15% trova applicazione tra l’ultima soglia ed il tetto del reddito. Un’aggiunta del 50% per le persone a carico è a disposizione delle coppie sposate in cui i percettori di reddito secondario all’interno della famiglia hanno sviluppato una piccola titolarità, e con un figlio a carico.

Il reddito degli anni precedenti viene rivalutato fino all’anno in cui il beneficiario raggiunge i 60 anni in linea con la crescita dei guadagni medi. Non vi è alcun adeguamento dei guadagni per gli anni successivi ai 60 anni di età. La prestazione di base viene calcolata ai fini del pagamento a 62 anni. Successivamente, la prestazione di base viene adeguata in linea con i prezzi. La prestazione si basa sul reddito medio nel corso della carriera lavorativa per i 35 anni con le maggiori retribuzioni (a seguito di valorizzazione), inclusi gli anni con zero reddito, laddove necessari per raggiungere un totale di 35 anni.

Il limite massimo di reddito sia per la contribuzione che per le prestazioni è pari a USD 87.900 l’anno, corrispondente a quasi tre volte (290%) il reddito medio incrementato ogni anno in linea con la crescita del reddito medio.

Le pensioni in pagamento vengono adeguate in linea con i prezzi.

 

Prestazione minima

Nell’ambito della social security è prevista una pensione minima. Le persone il cui reddito è inferiore rispetto all’importo dell’assicurazione pensionistica primaria ricevono una pensione minima che dipende dagli anni totali di copertura nel corso della propria vita, e che varia da USD 32 per 11 anni di copertura a USD 639 per 30 anni. La soglia per questa pensione minima era di USD 9.765 nel 2004, pari al 32% del reddito medio. (La soglia viene definita formalmente come il 15% della contribuzione della “vecchia legge” e la base delle prestazioni). La pensione minima non influisce sui risultati del modello poiché la gamma delle retribuzioni interessata è inferiore a quella presentata.

 

 

Prestazione mirata

Gli Stati Uniti prevedono una prestazione subordinata al livello delle risorse per gli anziani, nota come reddito previdenziale integrativo. Le persone “single” con età superiore a 65 anni possono essere in possesso dei requisiti di idoneità fino a USD 6.768 l’anno, a seconda dei loro beni e di altri redditi da esse percepiti. L’aliquota delle prestazioni per le coppie è pari a USD 10.152 (50% maggiore rispetto all’aliquota relativa ai single). Tali percentuali sono pari a circa il 22% e 33% del salario medio nazionale, rispettivamente. La prestazione è indicizzata sulla base dei prezzi.

Le valutazioni compiute sui beni sono molto rigide: le persone “single” hanno un limite di beni pari a USD 2.000 e le coppie a USD 3.000, fatta eccezione per gli effetti personali, la casa, la macchina, l’assicurazione funeraria e l’assicurazione vita (le ultime due prevedono un valore non superiore a USD 1.500). Vi è una piccola “inosservanza” nel calcolo della titolarità. La prestazione viene quindi ritirata alla percentuale del 100% a fronte del reddito superiore a tale livello.

L’analisi viene complicata dal fatto che gli stati possono versare un’integrazione sull’importo minimo determinato a livello federale. Mentre 12 stati versano soltanto il minimo federale, 28 stati amministrano il proprio sistema, e 12 offrono integrazioni che vengono gestite dalla Social Security Administration. Il pagamento medio aggiuntivo in questi 12 stati è pari al 13% per i pensionati “single” e al 18% per le coppie. Si rilevi che il modello non comprende questi pagamenti aggiuntivi.

 

Pensionamento anticipato

Il pensionamento anticipato è possibile a partire dai 62 anni, sulla base di una riduzione attuariale. Per i primi tre anni di pensionamento prima dell’età normale, la prestazione viene ridotta del 62/3 per cento l’anno. Successivamente, la riduzione scende al 5%. Ciò trova applicazione nel caso di pensionati in normale età di pensionamento (NRA) oltre i 65 anni. Nel caso di pensionati idonei a 62 anni nel 2004, la normale età di pensionamento è di 65 anni e dieci mesi. Tale età aumenterà gradualmente per raggiungere 67 anni nel caso di persone che otterranno l’idoneità nel 2022.

 

Pensionamento ritardato

Il percepimento iniziale della pensione può essere rinviato fino a dopo la NRA, ed è possibile un rinvio fino a 70 anni. L’incremento attuariale per il 2004 è del 7% per ogni anno di rinvio. Sarà pari al 7,5% nel 2006-2007 e all’8% a partire dal 2008.

È anche possibile associare l’attività lavorativa al percepimento della pensione sulla base di una valutazione del reddito. Per i beneficiari con età al di sotto della NRA, la pensione viene ridotta del 50% in caso di reddito superiore a USD 11.640. Per i lavoratori che hanno raggiunto la propria NRA, non vi è alcuna riduzione delle prestazioni sulla base del reddito.


SVEZIA

 

Il nuovo sistema pensionistico, introdotto nel 1999, trova applicazione nel caso di persone nate a partire dal 1954. Il vecchio ed il nuovo sistema copriranno i lavoratori anziani in maniera proporzionale: le persone nate tra il 1938 ed il 1953 riceveranno le pensioni nel quadro di norme vecchie e nuove. La parte relativa alle pensioni subordinate al reddito si basa sui conti figurativi, ed è previsto un piccolo contributo obbligatorio per le pensioni individuali a contributo definito. Vi è anche un’integrazione pensionistica subordinata al reddito. I regimi pensionistici professionali – con elementi a prestazione definita e a contributo definito – hanno un’ampia copertura.

 

Condizioni di idoneità

L’ammissibilità alla pensione di garanzia si acquisisce con tre anni di residenza. È possibile percepire una pensione di garanzia a partire dai 65 anni di età.

La pensione di garanzia massima viene percepita con 40 anni di residenza ed è ridotta in maniera proporzionale per periodi di tempo più brevi. La pensione può essere richiesta a partire da 65 anni di età.

L’età di pensionamento nel regime professionale per i lavoratori impiegati privati (il regime ITP) è 65 anni, con un’età di pensionamento anticipato di 55 anni. L’età minima di ingresso prevista è 28 anni.

 

 

Calcolo delle prestazioni

Prestazioni subordinate al reddito

Il nuovo regime subordinato al reddito utilizza conti figurativi. La contribuzione del 16% del reddito pensionabile viene accreditato e successivamente incrementato in linea con una media triennale del reddito. La retribuzione da pensione viene definita sulla base del reddito meno i contributi versati dal dipendente al sistema pensionistico (sia al conto figurativo che alla premium pension) del 7% del reddito lordo, portando ad un tasso di contribuzione effettivo sul reddito lordo del 14,88% al sistema dei conti figurativi. I contributi vengono versati solo quando il reddito annuo superava, nel 2004, un livello minimo di SEK 16.600, meno del 5% del reddito medio, anche se si versano sul reddito totale di tutte le persone che percepiscono importi superiori a tale livello minimo. Esiste anche un tetto di prestazioni calcolato in termini di reddito da pensione pari a SEK 317.500 NEL 2004. Tuttavia, ciò concerne ancora una volta il reddito da pensione, portando ad un tetto al reddito medio di SEK 341.400 nel 2004 (circa il 130% del reddito medio). Anche i contributi dei datori di lavoro vengono versati al limite massimo, ma vi è un’ulteriore imposta sul reddito al di sopra di tale tetto. Questa imposta prevede la stessa percentuale dei contributi pensionistici ma va direttamente al governo centrale. Non matura alcun diritto pensionistico.

I conti figurativi vengono incrementati ogni anno tramite la distribuzione dei saldi pensionistici delle persone decedute della stessa età dei superstiti (reddito di successione). I redditi di successione delle persone che muoiono prima dell’età della pensione minima (61 anni) sono quelli che stanno aumentando. Dopo questa età, il fattore dei redditi di successione viene stimato sulla base della mortalità osservata per un periodo precedente (calcolata sulla base di tabelle quinquennali di mortalità unisex).

Al momento del pensionamento, il capitale figurativo accumulato verrà convertito in rendita. Tale calcolo utilizzerà un coefficiente dipendente dall’età del pensionamento e dalla speranza di vita di quel momento (sulla base delle tabelle quinquennali di mortalità unisex). Ai fini di tale calcolo, sarà preso in considerazione un tasso di sconto reale pari all’1,6% l’anno. I valori esplicativi per il coefficiente di rendita a 65 anni sono di 15,4 per il 2000, 16,8 entro il 2020 e 17,4 entro il 2040.

Il coefficiente di rendita è attualmente pari a 18,0 per il pensionamento all’età di 61 anni e 12,8 all’età di 70 per le persone nate nel 1940.

Dopo il pensionamento, le pensioni vengono rivalutate con un aumento del reddito medio nominale meno il tasso di interesse imputato nel divisore della rendita annua dell’1,6%.

Esiste anche un “meccanismo di pareggio”: nel caso in cui l’attivo (il fondo di sicurezza più il valore stimato dei beni sotto forma di entrata contributiva) dovesse scendere sotto il passivo (capitale pensionistico figurativo maturato e valore del capitale delle pensioni in uscita), l’indicizzazione delle pensioni in pagamento e i rendimenti accreditati sui conti figurativi verranno ridotti del rapporto tra attivo e passivo. Il rapporto di bilanciamento è ora vicino al punto in cui viene attivato il meccanismo di bilanciamento automatico (1,0097 nel 2003, 1,0014 nel 2004 e 1,0044 nel 2005). Il rapporto di bilanciamento per l’anno t viene utilizzato per calcolare il numero di bilanciamento o la necessità di attivare il meccanismo di bilanciamento nell’anno t+2. L’attivazione del meccanismo di bilanciamento significherebbe minori tassi di sostituzione da parte del sistema nazionale, ma potrebbe anche produrre maggiori risultati quando il sistema pensionistico recupera e l’importo di bilanciamento aumenta (l’indice di bilanciamento può superare l’indice di reddito durante il periodo di recupero).

Ai fini del modello, i coefficienti di rendita vengono calcolati utilizzando le norme suesposte e i relativi dati di mortalità della popolazione provenienti dalla banca dati dell’ONU e della Banca Mondiale. Si presuppone che il meccanismo di bilanciamento non influenzi l’aumento delle prestazioni.

 

Prestazione minima

La “pensione di garanzia” è una integrazione subordinata al livello di reddito destinata alle persone con bassi livelli di reddito sulla base dei conti figurativi. Per ogni persona rappresentante un unico componente del nucleo familiare (“single”), la prestazione garantita nel 2004 è stata di SEK 83.709 per i pensionati nati dopo il 1938 o il 33% del reddito medio lordo.

La pensione di garanzia viene ritirata al 100% contro i primi SEK 49.518 (2004) di reddito, per una persona “single”, dalla pensione subordinata al reddito, e successivamente al 48%. Tale soglia è equivalente al 20% del reddito medio. Solo quando la pensione subordinata al reddito supera SEK 120.651 – circa il 50% del reddito medio – la titolarità alla garanzia si esaurisce.

Ai sensi della legislazione attualmente in vigore, il livello di garanzia è indicizzato ai prezzi. Tuttavia, il presupposto di base nel modello per tutti i paesi è che il valore delle prestazioni pensionistiche di rete di sicurezza tenderanno, nel corso del tempo, a seguire il reddito medio piuttosto che scendere in relazione agli standard di vita generali.

Esiste anche una indennità di alloggio che copre il 93% dei costi abitativi fino ad un massimo di SEK 5.000 al mese per un pensionato “single”. La prestazione è una parte importante dello standard di vita minimo dei pensionati svedesi. Questa prestazione subordinata al livello delle risorse non è inclusa nei calcoli del modello.

 

 

 

Contributo definito

Un ulteriore 2,5% di reddito da pensione (che dà un tasso di contribuzione reale contro il reddito lordo del 2,325%) verrà versato nei conti pensione personali: la “premium pension”. Le persone hanno a disposizione un’ampia scelta in merito a dove investire tali fondi.

Al momento del pensionamento, le persone possono scegliere come ritirare le prestazioni. In primo luogo, le persone possono convertire la pensione in una rendita annuale per evitare i rischi di investimento. In alternativa, si potrà optare per una rendita annuale variabile, in cui in loro fondi continuano ad essere investiti dai gestori di fondi che hanno scelto. Queste rendite non hanno un valore garantito. Il principio del calcolo della pensione in questo caso è che il valore del conto viene diviso da un divisore di rendita (basato sulla stima della speranza di vita media) e la prestazione pensionistica viene accreditata con un tasso di interesse futuro stimato del 3% meno i costi amministrativi. Nel caso in cui il rendimento superasse il 3%, sarà effettuato un pagamento aggiuntivo oppure il saldo del conto rappresenterà la base per calcolare la pensione annuale.

 

 

Prestazione professionale quasi obbligatoria

Si stima che l’insieme dei regimi professionali copra circa il 90% dei dipendenti. Esistono soltanto quattro regimi professionali principali. Il modello utilizza il regime ITP per i lavoratori con posizione impiegatizia, che mette assieme diversi elementi di prestazione definita e contribuzione definita.

La prestazione definita è pari al 10% del salario finale sul reddito fino ad un tetto pari a 7,5 volte l’importo del reddito imponibile o pari a SEK 317.250 nel 2004. Tuttavia, questa soglia è in pratica più bassa rispetto al tetto effettivo del regime pubblico poiché trova applicazione nel caso di reddito lordo piuttosto che nel reddito da pensione. Tra questa soglia e circa 3,1 volte il reddito medio, il tasso di sostituzione per l’intera carriera è pari al 65%; e da 3,1 a 4,6 volte il reddito medio, è pari al 32,5%. Una pensione piena si ottiene con 30 anni di contributi a partire da un’età di ingresso di 28 anni. Periodi contributivi minori danno luogo ad una prestazione ridotta in maniera proporzionale.

Le pensioni in pagamento vengono adeguate a discrezione del consiglio direttivo dell’ITP. Tuttavia, i recenti aumenti sono stati ampiamente in linea con l’inflazione dei prezzi e quindi questa procedura viene presa in considerazione all’interno del modello.

L’ITP ha anche una componente a contribuzione definita, che riceve un contributo del 2% del reddito lordo. Il modello presuppone che venga ritirato alla normale età pensionistica sotto forma di rendita annuale indicizzata sulla base dei prezzi. L’età di ingresso è anche in questo caso 28 anni.

Il regime ITP è stato recentemente rinegoziato ed il nuovo regime trova applicazione nel caso di persone nate a partire dal 1979. Il nuovo regime è una contribuzione definita con un contributo del 4,5% del reddito lordo fino ad importi di base di reddito pari al 7,5 (SEK 333.750 nel 2006) ed il 30% dei salari lordi al di sopra di tale limite. Questo sistema non è stato sviluppato come modello all’interno dei calcoli.

 

Pensionamento anticipato

Il pensionamento anticipato è possibile a partire da 61 anni nell’ambito del regime di pensioni statali (sia all’interno della pensione da reddito che della premium pension). Non è prevista alcuna età fissa di pensionamento. I conti figurativi ed i calcoli delle rendite prevedono una riduzione attuariale automatica in base all’età di pensionamento.

La pensione di garanzia subordinata al livello del reddito non può essere richiesta prima dei 65 anni. Laddove la pensione basata sui conti figurativi venisse ritirata prima o dopo i 65 anni di età, la pensione di garanzia continuerebbe ad essere calcolata come se la pensione basata sui conti figurativi fosse stata ritirata a 65 anni.

È possibile ritirare la pensione professionale ITP a partire da 55 anni. È prevista una riduzione delle prestazioni in caso di pensioni richieste prima dei 62 anni. In caso di pensionamento a partire da 62 anni, la pensione professionale piena viene pagata come se i contributi fossero stati versati fino all’età di 65, anche se con una riduzione dello 0,5% per ogni mese in cui la pensione viene ritirata prima dei 65 anni.

 

Pensionamento ritardato

È possibile rinviare la pensione basata sui conti figurativi senza alcun limite di età, anche in questo caso con adeguamenti attuariali automatici.

È possibile rinviare la pensione professionale ITP dopo i 65 anni. Non è comunque possibile maturare diritti pensionistici dopo i 65 anni.

È possibile associare l’attività lavorativa e il percepimento della pensione. Le pensioni possono essere ritirate parzialmente (al 25, 50 o 75% dell’intera pensione). La pensione di garanzia viene adeguata contro altre pensioni previste all’interno del sistema pensionistico di vecchiaia svedese e da pensioni nazionali estere simili, ma non viene ridotta dal reddito salariale, il reddito da capitale, la pensione professionale o l’assicurazione pensionistica privata. Di conseguenza, è anche possibile associare il lavoro con il percepimento della pensione di garanzia.

 

 

 

 

Situazione prima della riforma

La riforma del sistema pensionistico pubblico è stata introdotta nel 1999. La copertura del vecchio e del nuovo sistema è stata descritta precedentemente.

Il vecchio sistema era composto da due pilastri. Il primo si componeva di una pensione di base basata sulla residenza (40 anni) o sui contributi (30 anni) con una riduzione proporzionale laddove il numero di anni fosse inferiore rispetto a quelli previsti. Il valore della pensione per una persona “single” era pari al 96% dell’importo base del prezzo, e nel 2004 l’importo era di SEK 39.300. L’importo di base dei prezzi è indicizzato sui prezzi.

Il pilastro correlato al reddito era basato su un sistema a punti. Il percepimento della pensione richiedeva una contribuzione di almeno tre anni. Il valore della pensione era pari al 60% dell’importo di base (al momento del raggiungimento dell’età della pensione) moltiplicato per il numero medio di punti nei 15 anni con il punteggio maggiore. A sua volta, il numero di punti veniva definito considerando il reddito meno l’importo di base contemporaneo diviso per l’importo di base contestuale. (Si rilevi che poiché l’importo di base veniva indicizzato sulla base dei prezzi e la formula dipendeva sia dall’importo contemporaneo che da quello di base finale, questa politica è equivalente alla valorizzazione dei prezzi). Il tetto del reddito pensionabile era di 7,5 volte gli importi di base del prezzo. Una pensione piena richiedeva 30 anni di contributi con riduzioni proporzionali per storie contributive più brevi. Le pensioni in pagamento ai sensi del sistema in vigore prima della riforma erano indicizzate ai prezzi. Il pensionamento anticipato (fino a 61 anni) e quello ritardato (fino a 70) erano possibili con alcuni adeguamenti. Essi erano pari allo 0,5% al mese (6% l’anno) per il pensionamento anticipato e dello 0,7% al mese (8,4% l’anno) per il pensionamento ritardato.

Il sistema pensionistico precedente la riforma prevedeva anche un’integrazione della pensione, pagabile a coloro che percepivano una pensione subordinata al reddito esigua o inesistente. Si trattava di 0,56 volte gli importi di base del prezzo (SEK 21.565 nel 2002). Veniva ritirato a fronte della pensione subordinata alle retribuzioni (senza altre fonti di reddito).

Come parte del pacchetto della riforma che ha introdotto la pensione di garanzia, le agevolazioni fiscali per gli anziani sono state ritirate. Nel 2002, gli anziani avevano diritto ad una deduzione speciale di imposta sul reddito tra SEK 11.104 e SEK 59.688 (a seconda del reddito da pensione). Questa deduzione aggiuntiva è stata ritirata al 66,5% del reddito al di sopra del livello pensionistico minimo, implicando l’assenza di deduzioni speciali per pensionati con redditi superiori a SEK 132.605.

 


Dottrina


FORNERO, E. e MONTICONE, C. Il pensionamento flessibile in Europa, “Quaderni europei sul nuovo welfare”, 2007, n. 7, pp. 7-20

 

[testo disponibile nella versione a stampa in Intranet]


CHEN, Y.P. e SCOTT, J.C. Il pensionamento progressivo negli USA: chi lo sceglie e a che scopo?, “Quaderni europei sul nuovo welfare”, 2007, n. 7, pp. 39-64

 

[testo disponibile nella versione a stampa in Intranet]

 



[1] Il testo integrale del rapporto è consultabile all’indirizzo Internet http://www.dwp.gov.uk/publications/dwp/2005/pensionscommreport/main-report.pdf.

[2] Il testo ufficiale della legge è disponibile all’indirizzo http://www.opsi.gov.uk/acts/acts2007/pdf/ukpga_20070022_en.pdf.

[3] Il testo ufficiale della legge è disponibile all’indirizzo http://www.bgblportal.de/BGBL/bgbl1f/bgbl106s1304.pdf.

[4] Il testo ufficiale della legge è disponibile all’indirizzo http://dip.bundestag.de/btd/16/043/1604372.pdf.

[5] Il testo ufficiale della legge si trova all’indirizzo web  http://frwebgate.access.gpo.gov/cgi-bin/getdoc.cgi?dbname=109_cong_public_laws&docid=f:publ280.109.pdf.