Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: Riunione della Commissione Politica dell'Assemblea Parlamentare dell'Iniziativa Centro Europea - INCE - "Il ruolo dell'INCE nella politica di cooperazione dell'Unione Europea verso i Paesi dell'Europa Centro-Orientale" Roma, 29 ottobre 2007
Serie: Delegazioni presso le Assemblee parlamentari internazionali    Numero: 51
Data: 26/10/2007

SENATO DELLA REPUBBLICA

Servizio Affari internazionali

 

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2006

ASSEMBLEA PARLAMENTARE DELL’INCE

 

Riunione della Commissione Politica

 

“Il ruolo dell’INCE nella politica di cooperazione dell’Unione europea verso i Paesi dell’Europa centro-orientale”

Roma, 29 Ottobre 2007

 

 

DOCUMENTAZIONE

 

 

 

N. 51 –  ottobre 2007


Il dossier è stato predisposto in occasione della riunione della Commissione politica dell’Assemblea parlamentare dell’INCE, promosso dalla Delegazione italiana presso quella Assemblea internazionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SENATO DELLA REPUBBLICA
Servizio Rapporti internazionali

Direttore del Servizio                    Valeria Agostini (06 6706 9330)

 

Segreteria Delegazione italiana presso l’Assemblea INCE

Consigliere Capo Ufficio

Stefano Filippone Thaulero (06 6706 3652)

Documentarista

Giuseppe Trezza (06 6706 3478)

Segretaria

Antonella Usiello (06 6706 4611)

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI
Servizio Rapporti internazionali

Consigliere Capo Servizio             Mirella Cassarino (06 6760 9330)

 

Segreteria Delegazione italiana presso l’Assemblea INCE

Consigliere Capo Ufficio

Valeria Galardini (06 6760 3021)

Documentarista

Federico Caselli (06 6760 3720)

Segretaria

Stefania Perozzi (06 6760 3789)


INDICE

 

-       Programma..............................................................................................    pag.          1

-       Lista provvisoria dei partecipanti..........................................................    pag.          3

-       Componenti della Delegazione italiana................................................    pag.          7

Schede di lettura

-       Scheda di lettura (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera dei deputati)...................................................................................................    pag.          11

-       Scheda sui Balcani occidentali  (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’UE della Camera dei deputati)...................................................................................................    pag.          15

-       Scheda sulla politica di vicinato (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’UE della Camera dei deputati)...................................................................................................    pag.          23

L’Iniziativa Centro Europea (INCE)

-       Nota di sintesi (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera dei deputati).     .......................................................................................................... pag.        33

v    Allegati:

Ø       Chairman’s Summary del Vertice dei Ministri degli Affari Esteri dei Paesi membri dell’INCE (Sofia, 18 maggio 2007)...............................................................................    pag.          39      

Ø       Final Document del Vertice dei Capi di Governo dei Paesi membri dell’INCE (Tirana, 24 novembre 2006)...............................................................................................    pag.          41

Ø       Guidelines and rules of procedure della dimensione governativa dell’INCE        pag.                45

-       La dimensione parlamentare, nota di sintesi (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera dei deputati)....................................................................    pag.          53

v    Allegati:

Ø       Documento Finale della Sessione Annuale dell’Assemblea parlamentare 2006 (Tirana, 2-3 novembre 2006)................................................................................    pag.          59

Ø       Regolamento dell’Assemblea parlamentare dell’INCE (Bratislava, 4 novembre 2005)    pag.    ..................................................................................................... 63

-       Risoluzione in Commissione 7-00228 (III Comm. Affari esteri e comunitari.         pag.    ................................................................................................................. 75

Stato attuale dell’INCE e ipotesi di rilancio

-          Draft Decision del Vertice dei Capi di Governo dei Paesi membri dell’INCE (Sofia, 27 novembre 2007)......................................................................................    pag.          81

-          Final Document del Vertice dei Capi di Governo dei Paesi membri dell’INCE (Sofia, 27 novembre 2007)......................................................................................    pag.          85      

-       Appunto trasmesso dal Min. Eugenio Campo, Vice Direttore Generale, Segretariato Esecutivo INCE di Trieste........................................................    pag.          89


L' Iniziativa Centro-Europea (INCE)
dopo l'allagamento dell’Unione europea

 

 

 

 

A 18 anni dalla nascita dell’INCE, individuata sin dalla sua origine come istituzione "ponte" tra la UE e i Paesi dell'Europa centro-orientale e balcanica in transizione politica ed economica, la situazione geopolitica è radicalmente cambiata.

Se fino al 2003 solo due Paesi membri (Austria e Italia) facevano parte dell'Unione europea, attualmente sono ben nove (su diciotto) i Paesi INCE che fanno parte dell'Unione a 27.

A tutt'oggi, restano esclusi dalla UE i sei Paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro e Serbia) e i tre Paesi dell'Europa orientale ex-Unione Sovietica (Bielorussia, Moldova e Ucraina).

In occasione del Vertice dei Primi Ministri dei 18 Paesi membri dell’INCE, che si è tenuto a Tirana il 24 novembre 2006, la Delegazione italiana ha proposto la costituzione di una Task Forceche - sotto il coordinamento italiano - valutasse tutti gliaspetti (politici, programmatici e operativi) del processo di riforma dell’Iniziativa Centro Europea, con l'obiettivo di identificare le condizioni che ne consentano il rilancio.

Dopo un periodo di sei mesi di lavoro, la Task Force ha ottenuto i primi risultati. Le linee guida per la riforma dell’INCE dovrebbero prevedere interventi immediati su:

·          Una più equilibrata ripartizione degli oneri finanziari, al momento coperti dall'Italia per poco meno del 95%.

·          Una sostanziale finalizzazione delle attività su obiettivi prioritari (sviluppo territoriale sostenibile, ambiente e fonti energetiche rinnovabili, promozione del sistema delle PMI) superando l’attuale dispersione delle risorse umane e finanziarie su una grande quantità di attività di modesta portata.

 

Le priorità politiche possono invece essere sintetizzate come:

·          La necessità di un radicale riposizionamento geopolitico della Iniziativa che individui i principali beneficiari nei Paesi dei Balcani Occidentali, non ancora integrati nell’UE,con l'obiettivo di favorirne lo sviluppo socio/economicoe il consolidamento politico/istituzionale, presupposti indispensabili in vista di una loro più o meno vicina integrazione nell'Unione europea

·          L'opportunità di una sostanziale semplificazione delle attività dell’INCE e la loro concentrazione su pochi e qualificati obiettivi prioritari.

·          L'ipotesi di perseguire con tutti gli strumenti disponibili il rafforzamento dei collegamenti con l'Unione europea.

·          La identificazione delle possibili convergenze e sinergie della nuova INCE con le altre Iniziative Regionali attive nell’ambito dell’Europa centro-orientale e balcanica.

 

Nella stessa ottica, sul versante della Dimensione parlamentare, la Delegazione italiana eletta nella XV Legislatura ha svolto una serie di incontri istituzionali allo scopo di ampliare il dibattito sul tema, interessandone sia il Parlamento sia la Commissione europea.

La Delegazione, a tale scopo, ha dapprima riunito a Roma, il 25 ottobre 2006, tutti gli ambasciatori dei Paesi membri dell’INCE ed ha poi partecipato ai lavori della Sessione Annuale svoltasi a Tirana dal 2 al 4 novembre 2006. In seguito si è recata a Bruxelles, il 10 gennaio 2007, per incontrare il Commissario italiano Franco Frattini, responsabile della Commissione UE per la libertà, la sicurezza e la giustizia. Da ultimo, ha promosso degli incontri con i Presidenti delle Commissioni Affari esteri della Camera e del Senato, Umberto Ranieri e Lamberto Dini, insieme ad alcuni componenti delle stesse e ha partecipato alla Sessione primaverile svoltasi a Sofia dal 23 al 25 aprile 2007.

Nel quadro delle attività sopramenzionate è emersa:

1)     la convinzione che l’Iniziativa Centro Europea possa ancora svolgere un ruolo politico importante, soprattutto nei confronti dei Paesi dell’area balcanica, rispetto ai quali esiste uno specifico interesse da parte dell’Italia che inoltre, essendo stata il Paese promotore dell’Iniziativa, nonché quasi esclusivo finanziatore, ha tutto l’interesse a proseguire un lavoro già intrapreso, che ha dato oltretutto, fino ad oggi, buoni risultati;

2)     l’opportunità di creare un collegamento stabile con l’Unione europea in considerazione del ruolo politico dell’organizzazione, che può considerarsi una sorta di anticamera per la successiva adesione all’Unione europea. In particolare l’INCE potrebbe assolvere ad una funzione di partnership per determinati programmi UE e proporsi come Autorità di gestione dei programmi di cooperazione transfrontaliera;

3)     la necessità quindi di prevedere un adeguato rifinanziamento dell’Iniziativa già in sede di predisposizione del Documento di programmazione economico-finanziaria.

La Delegazione ha quindi promosso, il 12 giugno 2007, una Tavola Rotonda dal titolo “L’INCE dopo l’allargamento dell’Unione Europea”, con lo scopo di mettere a confronto la dimensione governativa e quella parlamentare, con il contributo tecnico di chi ha coordinato i lavori della task force sopramenzionata.

È stata quindi concordata la presentazione di una risoluzione - dinanzi alle Commissioni Affari esteri di Camera e Senato - per il rilancio dell’Iniziativa Centro Europea secondo i criteri sopramenzionati, che lasciano intravedere una visione del tutto coincidente tra la dimensione governativa e quella parlamentare.

La risoluzione (7/00228) è stata presentata dal Presidente della Commissione esteri, on. Ranieri, ed approvata il 4 luglio 2007.

Da ultimo, il Presidente della Delegazione, on. Gasparri, ha organizzato una riunione della Commissione per gli affari politici dell’Assemblea INCE, da lui presieduta, che si terrà a Roma, presso la Camera dei deputati, il 29 ottobre, i cui lavori verteranno sul tema:“Il ruolo dell'INCE nella politica di cooperazione dell'Unione europea verso i Paesi dell'Europa cento-orientale”.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCHEDE DI LETTURA

 

 

 

 

 

 


L’Iniziativa Centro Europea (INCE)

 

 

 

ORIGINI

L’INCE (Iniziativa Centro Europea) ha la sua origine nell’accordo firmato a Budapest nel novembre del 1989 dai Ministri degli esteri di quattro Paesi, Italia, Austria, Jugoslavia e Ungheria, che dava vita a quella che allora si chiamava la Quadrangolare.

Scopo di tale iniziativa era quello di dare una prima risposta, da parte di alcuni paesi occidentali, alla richiesta di alcuni paesi dell’ex area di influenza sovietica di avvicinarsi all'Europa occidentale.

Nel maggio del 1990, con l'ingresso della Cecoslovacchia, l'iniziativa prese il nome di Pentagonale e nel 1991, a seguito della adesione della Polonia, divenne Esagonale. Nel Vertice dei Capi di Governo di Vienna (16-17 luglio 1992), si stabilì di adottare la denominazione di “Iniziativa Centro Europea”. Ai sei paesi della Esagonale si sono via via aggiunti quasi tutti gli altri paesi dell’Europa centro-orientale, fino al Vertice dei Capi di Governo di Budapest (25 novembre 2000), che ha approvato l’ammissione dell’allora Federazione Jugoslava quale diciassettesimo membro. Dal 1° agosto 2006 il Montenegro, staccatosi dalla Serbia, è divenuto il 18° Stato membro del’INCE.

COMPOSIZIONE

Sono membri dell’INCE 18 Stati:Albania, Austria, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Italia, Macedonia, Moldova, Montenegro, Polonia, Romania, Rep.Ceca, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ucraina, Ungheria.

OBIETTIVI

“Gli obiettivi strategici dell’INCE sono:

a.                 lavorare per la coesione di una Europa unita, senza linee di divisione, una Europa con valori condivisi, che abbracci tutti i paesi, le regioni, i popoli e i cittadini del continente;

b.                 centrare la cooperazione nel quadro dell’INCE sul rafforzamento dell’assistenza al rafforzamento delle capacità dei Paesi membri meno avanzati e a quelli che necessitano maggiormente di un accelerato sviluppo economico.”

(CEI Guidelines and Rules of Procedures, art. 4)

ASPETTI ORGANIZZATIVI

La Presidenza dell'INCE è detenuta a rotazione, per la durata di un anno solare, da ciascuno dei paesi membri. Dal 1° gennaio 2007 è passata alla Bulgaria, nel 2008 sarà il turno della Moldova.

 

Nell’ambito dell’INCE si possono distinguere tre diversi organi:

 

L’azione governativa si sviluppa secondo un meccanismo particolarmente flessibile, con diversi livelli di partecipazione, tra cui assumono un ruolo basilare i seguenti tipi di incontri:

 

·          dei Capi di Governo, che si riuniscono una volta l'anno, in autunno, per l'approvazione delle linee guida e degli orientamenti politici ed economici dell'attività dell'INCE. Approvano inoltre i Piani d’Azione, decidono sullo status dei Paesi membri o che hanno chiesto di diventarlo, approvano il Rapporto annuale del Direttore del Segretariato.

·          dei Ministri degli esteri, che si riuniscono una volta l'anno, in primavera, per determinare, in particolare, gli aspetti operativi dell'attività, la struttura organizzativa, le contribuzioni annuali. Nominano inoltre il Direttore generale del Segretariato di Trieste e i suoi Vice.

·          dei Direttori politici dei Ministeri degli esteri dei Paesi membri, che si riuniscono a Roma almeno una volta l’anno.

·          dei Coordinatori nazionali, che si incontrano regolarmente durante l’anno, di norma una volta al mese, con il compito di attuare i programmi ed i progetti lanciati dei vertici governativi. Il Coordinatore per l’Italia è un funzionario del Ministero degli Affari esteri.

·          dei Gruppi di lavoro, che costituiscono la struttura di base dell'Iniziativa, concordano ed elaborano i progetti e possono promuovere l'effettuazione di studi di fattibilità nonché il relativo finanziamento. I Gruppi si riuniscono di norma due volte l'anno. Attualmente sono attivi 18 Gruppi di lavoro, sui seguenti temi: Agricoltura, Protezione civile, Lotta contro il crimine organizzato, Cooperazione transfrontaliere, Cultura, Educazione, Energia, Ambiente, Risorse umane, Informazione e media, Information Technology, Migrazioni, Minoranze, Scienza e tecnologia, Piccole e medie imprese, Turismo, Trasporti, Giovani.

 

Nel corso del Vertice di Varsavia dei Capi di Governo dei paesi membri (6-7 ottobre 1995), venne decisa la costituzione di un Centro di informazione e documentazione sull'INCE,con sede a Trieste. Tale centro, che ha assunto attualmente la denominazione e le funzioni di Segretariato esecutivo[1], ha il compito di produrre, raccogliere e distribuire materiali informativi sull'attività dell'INCE, nonché quello di svolgere tutti gli altri eventuali compiti ad esso affidati dalle conferenze dei Capi di Governo o da altri organismi dell'Iniziativa.

L'INCE dispone inoltre di un Segretariato progetti presso la BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo), che ha il compito di fornire una assistenza qualificata in quella sede ai progetti approvati dall'INCE, eseguendo studi di fattibilità tecnico-economica.

 

 

Per la parte economica (Business Dimension) sono da segnalarsi le numerose iniziative che sono state create stabilmente in seno all’INCE, come l’Iniziativa Centro Europea delle Camere di Commercio (CECCI), che tiene una Conferenza annuale dei propri Presidenti, ha un proprio Segretariato ed organizza un Forum economico annuale.

 

Infine si segnala che nell’ambito dell’INCE sono stati costituiti una rete tra le Università dei Paesi membri ed un Network in materia di scienza e tecnologia.


Rapporti tra l’Unione europea e i Balcani occidentali

Come ribadito in più occasioni dalle istituzioni europee, la prossima fase del processo di allargamento riguarderà i paesi dei Balcani occidentali[2] che, già in occasione del Consiglio europeo tenutosi a Feira il 19 e 20 giugno 2000, sono stati definiti “candidati potenziali all’adesione all’Unione europea”. Tale approccio è stato ribadito da ultimo dal Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006.

L’impegno dell’Unione europea nei confronti dei Balcani è confermato anche nella strategia per l’allargamento, presentata l’8 novembre 2006, in cui la Commissione segnala l’importanza di una prospettiva europea convincente per il proseguimento del processo di riforma in atto in questi paesi.

Peraltro, nell’ambito della riforma dell’assistenza esterna, proposta dalla Commissione nel quadro delle nuove prospettive finanziarie 2007-2013, è previsto che i Balcani occidentali beneficino dei finanziamenti dell’UE attraverso lo strumento dedicato all’assistenza preadesione[3].

Il Processo di stabilizzazione ed associazione

Attualmente le relazioni tra l’Unione europea e i cinque paesi dei Balcani occidentali si svolgono prevalentemente nel quadro del Processo di stabilizzazione ed associazione (PSA), istituito nel 1999. Il processo è la cornice entro cui diversi strumenti sostengono gli sforzi compiuti da questi paesi nella fase di transizione verso democrazie ed economie di mercato stabili; come già anticipato, nel lungo periodo la prospettiva è quella della piena integrazione nell’Unione europea, sulla base delle previsioni del Trattato sull’Unione europea e dei criteri di Copenaghen.

I principali elementi dell’impegno di lungo termine nella regione sono stati proposti in una comunicazione della Commissione del 26 maggio 1999[4] ed approvati dal Consiglio il 21 giugno dello stesso anno. Successivamente, il Vertice di Zagabria del 24 novembre 2000 con la dichiarazione finale ha suggellato il PSA, ottenendo il consenso della regione su un insieme definito di obiettivi e condizioni. Gli strumenti che compongono il processo di stabilizzazione ed associazione, formalizzati in quell’occasione, sono stati successivamente arricchiti da elementi ispirati al processo di allargamento nel giugno 2003, con l’approvazione da parte del Consiglio europeo della cosiddetta “Agenda di Salonicco”.

Lo stato di avanzamento del processo viene costantemente seguito dalla Commissione che, attraverso la pubblicazione di una relazione annuale[5], fornisce indicazioni sui progressi realizzati dai paesi dei Balcani occidentali rispetto alla situazione dell’anno precedente. Tale relazione rappresenta l’indicatore principale per valutare se ciascun paese sia pronto per una relazione più stretta con l’UE.

Le componenti principali del PSA sono quattro: accordi di stabilizzazione ed associazione, elevato livello di assistenza finanziaria, misure commerciali e dimensione regionale.

a) Accordi di stabilizzazione ed associazione

La pietra angolare del PSA è rappresentata dalla conclusione, con ciascun paese della regione, di un accordo di stabilizzazione ed associazione (ASA), basato sul rispetto dei principi democratici e degli elementi fondanti del mercato unico europeo.

L’accordo si prefigge di integrare le economie della regione con quelle dell’UE, attraverso la graduale realizzazione di un’area di libero scambio e l’attuazione delle politiche connesse, tra le quali concorrenza, aiuti di stato, proprietà intellettuale. Per le aree in cui l’accordo non richiede obblighi specifici di adeguamento all’acquis comunitario, sono comunque previste forme di cooperazione e dialoghi specializzati. Gli accordi sono modulati sulle esigenze di ciascun paese, benché l’obiettivo finale sia il medesimo: la piena realizzazione di un’associazione formale con l’UE.

Per ciascun paese, la Commissione è chiamata a valutare l’opportunità di avviare i negoziati per un accordo di stabilizzazione ed associazione sulla base di diversi criteri: il grado di compatibilità con le condizioni poste dal PSA; il funzionamento generale del paese; l’esistenza di una politica commerciale unitaria; i progressi nelle riforme settoriali.

In particolare, si ricorda che accordi di stabilizzazione ed associazione sono già in vigore con la Croazia[6] e con la ex Repubblica iugoslava di Macedonia[7]. Albania e Unione europea hanno firmato l’accordo il 12 giugno 2006.

I negoziati tecnici con la Bosnia Erzegovina, avviati il 25 novembre 2005, sono stati conclusi a dicembre 2006 ma, a causa del deterioramento del clima politico nel paese, l’ASA non è ancora stato siglato. In particolare, si richiede alla Bosnia Erzegovina di raggiungere un accordo sulla riforma delle forze di polizia. Per quanto riguarda Serbia-Montenegro, i negoziati sono stati avviati il 10 ottobre 2005 e sospesi il 3 maggio 2006 in mancanza di una piena collaborazione della Serbia con il Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia. Il 26 settembre 2006, tenendo pienamente conto del risultato del referendum sull’indipendenza del Montenegro e dei successivi atti approvati dai Parlamenti di Serbia e Montenegro, l’Unione europea ha avviato negoziati separati con il Montenegro, che si sono conclusi il 15 ottobre 2007, con la firma dell’accordo. Per quanto riguarda la Serbia, i negoziati sono stati ripresi il 13 giugno 2007 e conclusi, per quanto riguarda i contenuti tecnici, il 10 settembre 2007. La procedura di firma dell’accordo è tuttavia in sospeso dal momento che la piena collaborazione della Serbia con il citato Tribunale resta una condizione indispensabile per procedere ulteriormente. A tale proposito si segnala che il 15 ottobre 2007, nel riferire al Consiglio, il procuratore generale del Tribunale penale per la ex Iugoslavia, Carla Del Ponte, ha tracciato un bilancio negativo del livello di collaborazione con le autorità serbe[8]. Un’ulteriore relazione sull’argomento è prevista per la fine di ottobre.

La situazione del Kosovo non consente al momento di negoziare alcun accordo[9].

b) Assistenza finanziaria.

Nell’ambito del processo di stabilizzazione ed associazione, fino al 2006 l’assistenza finanziaria dell’UE è stata fornita a ciascun paese e a livello regionale attraverso il programma CARDS (Community Assistance for Reconstruction, Development and Stabilisation). Documenti strategici e programmi pluriennali hanno consentito di dirigere il sostegno finanziario verso i settori prioritari nell’ambito dell’accordo di stabilizzazione ed associazione.

Per il periodo 2000-2006 l’UE ha stanziato in favore dei Balcani occidentali circa cinque miliardi di euro[10]. L’assistenza comunitaria, originariamente destinata agli interventi relativi alle infrastrutture ed alle misure di stabilizzazione democratica (ivi compresi gli aiuti ai profughi), ha gradualmente spostato l’accento sul potenziamento istituzionale e sulle iniziative in materia di giustizia e affari interni.

Come già anticipato, a partire dal 1° gennaio 2007 l’assistenza finanziaria ai paesi dei Balcani occidentali viene fornita attraverso il nuovo strumento di preadesione, denominato IPA, che sostituisce oltre al programma CARDS anche i programmi Phare (institution building e coesione economica e sociale), ISPA (ambiente e trasporti) e SAPARD (sviluppo rurale) nonché lo strumento finanziario per la Turchia. L’IPA è costituito da cinque componenti, di cui soltanto due (assistenza alla transizione e all’institution building; cooperazione transfrontaliera)[11] sono accessibili per i paesi dei Balcani occidentali.

Come risulta dal quadro finanziario multiannuale predisposto dalla Commissione per il periodo dal 2007 al 2010, i paesi dei Balcani occidentali beneficeranno di assistenza per un totale di circa 1,8 miliardi di euro, così suddivisi: 771 milioni di euro alla Serbia; 131,3 al Montenegro; 261,4 al Kosovo; 332 alla Bosnia Erzegovina e 306 all’Albania.

c) Misure commerciali.

Nel marzo 2000, il Consiglio europeo ha dichiarato che la conclusione di accordi di stabilizzazione e di associazione con i paesi dei Balcani occidentali doveva essere preceduta da una liberalizzazione asimmetrica degli scambi. Conformemente a questa dichiarazione, il regolamento del Consiglio n. 2007/2000 del 18 settembre 2000 prevede misure commerciali eccezionali, stabilendo che i prodotti originari dei paesi della regione possono essere importati nella Comunità senza restrizioni quantitative e in esenzione dai dazi doganali o da altre imposte di effetto equivalente. Il regime preferenziale rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2010.

Per beneficiare di tali misure preferenziali i paesi interessati devono rispettare alcune condizioni:

·         applicare la definizione comunitaria di “prodotto originario”[12];

·         non introdurre altri dazi o imposte equivalenti sulle importazioni originarie della Comunità europea;

·         collaborare con l’UE per evitare frodi;

·         dare prova di volere realizzare riforme economiche efficaci e di impegnarsi in una cooperazione regionale con gli altri paesi interessati.

d) Dimensione regionale.

Il PSA non è semplicemente un processo bilaterale tra l’UE e ciascun paese della regione. Già in occasione del Vertice UE-Balcani di Zagabria del 2000, le Parti hanno posto una grande enfasi sulla centralità della cooperazione regionale nell’ambito del processo.

In materia di cooperazione regionale, i principali obiettivi della politica dell’UE sono:

·         incoraggiare i paesi della regione a sviluppare relazioni reciproche comparabili a quelle esistenti tra gli Stati membri;

·         creare una rete di accordi bilaterali di libero scambio, eliminando qualsiasi barriera alla circolazione dei beni nella regione;

·         integrare gradualmente i Balcani occidentali nelle reti infrastrutturali della vicina Europa in materia di trasporti, energia, gestione delle frontiere;

·         promuovere la collaborazione tra i paesi della regione in materia di crimine organizzato, immigrazione e altre forme di traffico illegale.

La strategia futura

Il 27 gennaio 2006, la Commissione ha adottato la comunicazione “I Balcani occidentali sulla strada verso l’UE: consolidare la stabilità e rafforzare la prosperità[13]”, in cui propone di promuovere commercio, sviluppo economico, movimento di persone, istruzione e ricerca, cooperazione regionale e dialogo con la società civile nel Balcani occidentali come parte della strategia europea di integrazione dei popoli della regione. La comunicazione definisce misure concrete per rafforzare la politica dell’UE e gli strumenti a sua disposizione. L’obiettivo è quello di aiutare questi paesi a rafforzare la prospettiva europea, che rappresentaun forte incentivo ad attuare riforme politiche ed economiche e ha favorito la riconciliazione tra i popoli della regione. Nella comunicazione la Commissione sottolinea, infatti, i progressi compiuti dai paesi della regione negli ultimi tre anni, in particolare in termini di stabilizzazione e riconciliazione, riforma interna e cooperazione regionale.

Per promuovere il commercio, gli investimenti e lo sviluppo economico e sociale, la Commissione propone:

·         di concludere rapidamente un accordo regionale di libero scambio tra i paesi della regione[14];

·         di sostenere le iniziative in corso volte a promuovere l’integrazione commerciale regionale, attraverso la riduzione o l’eliminazione degli ostacoli non tariffari e l’armonizzazione delle normative;

·         di promuovere l’inclusione e l’integrazione sociale, concentrandosi in particolare sui gruppi vulnerabili e sulle zone più colpite da crisi economiche, sociali ed etniche;

·         di creare una zona di “cumulo diagonale dell’origine[15] tra l’UE e i paesi della regione che hanno concluso con essa accordi di libero scambio (attualmente Croazia ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia) come prima tappa dell’inclusione della regione nel sistema di cumulo Paneuromediterraneo;

·         di prorogare ai Balcani per altri tre anni la Carta europea per le piccole e medie imprese. In questo contesto la Commissione progetta di contribuire al processo con circa 60 milioni di euro nel 2006, nell’ambito del fondo europeo per l’Europa sud-orientale;

·         di favorire il rafforzamento della capacità amministrativa e giudiziaria dei paesi dei Balcani occidentali, anche al fine di favorire il rapido allineamento con la legislazione comunitaria;

·         di rafforzare, nel quadro della cooperazione regionale, la dimensione parlamentare, attraverso la definizione di una strategia comune per i parlamenti dell’Europa sudorientale;

·         di tenere in considerazione gli obiettivi dell’agenda di Lisbona nelle politiche dell’UE per la regione.

Tra le altre misure proposte si segnala inoltre che:

·         la Commissione intende portare avanti iniziative per facilitare il rilascio dei visti[16]. Verranno attuate misure specifiche per facilitare i viaggi di ricercatori e studenti;

·         le iniziative di istruzione destinate a studenti e ricercatori nell’ambito di programmi finanziati dall’UE verranno ulteriormente incrementate;

·         i paesi dei Balcani occidentali saranno incoraggiati ad assumere su di maggiori responsabilità nell’ambito della cooperazione regionale;

·         il dialogo con la società civile già avviato con i paesi canditati sarà esteso all’intera regione;

·         l’UE assicurerà che le priorità della sua politica verso i Balcani siano supportate da strumenti finanziari commisurati.

La comunicazione della Commissione ha costituito la base di discussione della riunione informale del Consiglio tenutasi a Salisburgo il 10 e 11 marzo 2006, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti dei paesi candidati e potenziali candidati dei Balcani occidentali. Nella dichiarazione comune adottata a conclusione della riunione, i ministri partecipanti hanno accolto con favore la strategia proposta dalla Commissione ed hanno espresso la comune intenzione di dare sostegno alla sua attuazione.

Il Consiglio europeo del 15 e 16 giugno 2006

Il Consiglio europeo del 15 e 16 giugno 2006, nelle sue conclusioni a proposito dei Balcani occidentali:

·         ha sottolineato come tutti i paesi della regione abbiano compiuto nello scorso anno passi significativi nel loro cammino verso l'UE;

·         ha accolto con favore i progressi iniziali compiuti nell'attuazione della citata comunicazione della Commissione;

·         ha ribadito che l'Unione europea continuerà ad assistere i paesi dei Balcani occidentali con misure pratiche per rendere la prospettiva europea più tangibile; 

·         ha salutato con favore l'intenzione della Commissione di ampliare e intensificare la sua cooperazione con la Banca europea per gli investimenti e le altre istituzioni finanziarie internazionali nei Balcani occidentali, al fine di adottare misure adeguate volte all'istituzione di un meccanismo di finanziamento per i Balcani occidentali.


La politica europea di vicinato

La “politica europea di vicinato” (PEV) si rivolge ai nuovi Stati indipendenti[17], ai paesi del Mediterraneo meridionale[18] e agli Stati del Caucaso[19]. L’obiettivo è quello di prevenire l’emergere di nuove linee di divisione tra l’Unione europea allargata e i suoi vicini, condividendo con questi ultimi i benefici dell’allargamento e consentendo loro di partecipare alle diverse attività dell’UE, attraverso una cooperazione politica, economica e culturale rafforzata.

La politica europea di vicinato, nettamente distinta dalla questione della potenziale adesione all’UE, propone un nuovo approccio nei confronti dei paesi interessati: in cambio dei progressi concreti compiuti in termini di riconoscimento dei valori comuni e di attuazione effettiva di riforme politiche, economiche e istituzionali, si riconosce loro una partecipazione al mercato interno dell’UE, nonché un’ulteriore integrazione e liberalizzazione per favorire la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali.

Inaugurata dalla Commissione con una comunicazione[20] presentata l’11 marzo 2003, l’iniziativa è stata rafforzata e precisata con due successive comunicazioni del 1° luglio 2003[21]  e del 12 maggio 2004[22], con la creazione di una task-force per l’Europa ampliata e con i suggerimenti avanzati dalle altre istituzioni comunitarie. In particolare, la comunicazione del 12 maggio 2004, che fissa principi, metodologie, ambiti geografici e temi della cooperazione regionale, rappresenta un importante passo in avanti nella definizione delle azioni concrete che l’UE intende mettere in campo per realizzare la politica di vicinato. Si segnalano in particolare:

·         l’istituzione, per il periodo 2004-2006, di programmi di vicinato, volti a garantire la sicurezza delle frontiere esterne, a rafforzare la cooperazione transfrontaliera su temi comuni (ambiente, salute pubblica, lotta alla criminalità organizzata) e a favorire l’integrazione nello spazio europeo della ricerca e nei settori delle reti di trasporto, delle telecomunicazioni e dell’energia. Tali programmi sono finanziati con un importo globale di 955 milioni di euro, nell’ambito degli strumenti finanziari esistenti;

·         a partire dal 2007, nel quadro delle prospettive finanziarie 2007-2013, l’istituzione di un unico strumento finanziario, effettivamente adottato[23], (Strumento europeo di vicinato e partenariato), in sostituzione dei diversi programmi attualmente esistenti, destinato alla frontiera esterna dell’UE allargata. Una componente specifica e innovativa di questo strumento consiste nella cooperazione transfrontaliera, la quale interesserà regioni degli Stati membri e dei paesi vicini che condividono una frontiera comune;

·         la pubblicazione di country reports, che danno conto dei progressi compiuti da ciascun paese nell’attuazione degli accordi bilaterali[24] e delle relative riforme. Tali documenti riflettono la situazione politica, economica, sociale e istituzionale nei diversi paesi e forniscono un punto di partenza per lo sviluppo delle relazioni future;

·         la predisposizione di piani d’azione per ciascuno dei paesi interessati[25]. Si tratta di strumenti considerati cruciali dalla Commissione nel processo di avvicinamento all’Unione, che non sostituiscono gli accordi di associazione o di cooperazione vigenti ma si avvalgono dell’esperienza acquisita nella loro attuazione. I piani d’azione saranno differenziati, per riflettere lo stato delle relazioni di ciascun paese con l’UE, le sue necessità e capacità, nonché gli interessi comuni, e definiranno il percorso da seguire nei prossimi 3-5 anni.

In linea generale, tali strumenti offrono assistenza per allineare la legislazione nazionale a quella comunitaria con l’obiettivo di migliorare l’accesso al mercato interno; consentono la partecipazione a numerosi programmi comunitari, fra cui quelli in materia di istruzione, ricerca, ambiente e audiovisivi; accrescono la cooperazione in materia di gestione delle frontiere, di migrazione, di tratta di esseri umani, di crimine organizzato, di riciclaggio di denaro e di crimini finanziari ed economici; migliorano i collegamenti con l’UE in materia di energia, trasporti e tecnologie dell’informazione; estendono il dialogo e la cooperazione ai temi della lotta al terrorismo, della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e della gestione dei conflitti regionali. La loro attuazione verrà monitorata su base regolare e i piani d’azione potranno essere conseguentemente adeguati.I primi sette piani d’azione (Autorità palestinese, Giordania, Israele, Marocco, Moldova, Tunisia e Ucraina), presentati dalla Commissione il 9 dicembre 2004, sono stati approvati dal Consiglio nella riunione del 13 e 14 dicembre 2004. Successivamente sono stati approvati dal Consiglio i piani di azione per il Libano (17 ottobre 2006) e per Armenia, Azerbaigian e Georgia (21 novembre 2006). Il piano d’azione per l’Egitto è stato approvato il 6 marzo 2007.

La comunicazione della Commissione

Il 4 dicembre 2006 la Commissione ha presentato una comunicazione sul rafforzamento della politica europea di vicinato[26]. La nuova comunicazione intende accrescere l'impatto di questa politica proponendo diversi modi in cui l'UE può aiutare i partner favorevoli alle riforme a rendere questo processo più rapido e più efficiente, offrendo contemporaneamente incentivi per convincere quelli che sono ancora indecisi. Le nuove proposte sono corredate di relazioni sui progressi registrati nei paesi in cui l'attuazione dei piani d'azione è iniziata nel 2005.

La comunicazione propone di:

·         offrire a tutti i partner, a est e a sud, una prospettiva chiara di profonda integrazione commerciale ed economica con l'Unione europea, andando al di là del libero scambio di beni e di servizi per affrontare la questione delle barriere non tariffarie onde assicurare gradualmente una convergenza globale a livello normativo;

·         migliorare considerevolmente le procedure in materia di visti per determinati tipi di visitatori;

·         organizzare con i partner riunioni ad hoc o riunioni periodiche tra ministri o tra esperti su argomenti come l'energia, i trasporti, l'ambiente e la pubblica sanità. Quest'impostazione multilaterale può integrare in modo efficace l'azione bilaterale su cui si basa la politica europea di vicinato;

·         intensificare la cooperazione politica, associando sistematicamente i partner alle iniziative dell'UE (dichiarazioni sulla politica estera, posizioni nei consessi internazionali e partecipazione ai programmi e alle agenzie principali dell'UE);

·         rafforzare il ruolo dell'UE nell'ambito della risoluzione dei conflitti nella regione;

·         rafforzare l'impostazione regionale a est prendendo spunto dalla cooperazione esistente nella zona del Mar Nero.

Gli stanziamenti che saranno destinati nel periodo 2007-2013 ai paesi che partecipano alla PEV, pari a 12 miliardi di euro, superano del 32% in termini reali quelli del periodo di bilancio precedente. Al fine di ottimizzare l'impatto e l'effetto leva dei finanziamenti UE, la Commissione propone un Fondo d’investimento per la politica di vicinato, a cui gli Stati membri saranno invitati a contribuire, da utilizzare per mobilitare prestiti supplementari della Banca europea per gli investimenti, della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e di altre banche di sviluppo. Il contributo del bilancio comunitario ammonterebbe a 700 milioni di euro. Un contributo degli Stati membri equivalente a quello dell’Unione europea permetterebbe al fondo di generare un importo estremamente ingente di prestiti agevolati.

La Commissione preannuncia inoltre uno stanziamento di 300 milioni di euro per un Fondo "governance" onde integrare le assegnazioni normali per i singoli paesi in modo da riconoscere e sostenere l'impegno dei partner che hanno fatto più progressi nell'attuare i rispettivi piani d'azione.

La comunicazione è stata trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo. Il Consiglio affari generali e relazioni esterne dell’11 dicembre 2006, nel felicitarsi per la presentazione della comunicazione, si è prefisso di approfondirne l’esame e di studiare le future proposte della Commissione e ha invitato le prossime Presidenze a fare progressi nel rafforzamento della politica di vicinato. Un ulteriore scambio di opinioni in seno al Consiglio affari generali e relazioni esterne si è tenuto nel corso della riunione del 22 gennaio 2007.

Assistenza finanziaria

Come preannunciato, l’assistenza finanziaria ai paesi interessati dalla politica europea di vicinato viene fornita, a partire dal 1° gennaio 2007, attraverso il nuovo strumento, denominato strumento europeo di vicinato e partenariato (anche detto ENPI), destinato alla frontiera esterna dell’UE allargata.

Il regolamento istitutivo del nuovo strumento è stato approvato dal Consiglio del 17 ottobre 2006, a seguito di un accordo raggiunto con il Parlamento europeo, in prima lettura, nel quadro dell’accordo interistituzionale sulle nuove prospettive finanziarie 2007-2013. Il nuovo strumento ha una dotazione finanziaria di 11 miliardi di euro per l’intero periodo e prevede, oltre a programmi nazionali e multinazionali, una componente specifica e innovativa che consiste nella cooperazione transfrontaliera, la quale interessa regioni degli Stati membri e dei paesi vicini che condividono una frontiera comune. I paesi partner sono interessati da tre programmi multinazionali: un programma regionale euro-mediterraneo, rivolto cioè al vicinato meridionale, un programma rivolto al vicinato orientale e un programma rivolto all’insieme dei paesi che formano il vicinato dell’Unione europea.

In tale contesto e sulla base delle iniziative concordate con i partner, il 7 marzo 2007 la Commissione ha presentato il documento strategico regionale 2007-2013 e il programma indicativo regionale 2007-2010, in cui sono indicate le priorità dell’assistenza nel quadro dell’ENPI per tutti i paesi interessati dalla PEV. In base a tali documenti i 260,6 milioni di euro resi disponibili a livello regionale per gli anni 2007-2010 saranno concentrati nei seguenti settori:

·         promozione delle riforme attraverso l’esperienza e la competenza europee;

·         promozione dell’istruzione superiore e della mobilità studentesca;

·         promozione della cooperazione tra attori locali nell’UE e nei paesi partner;

·         promozione dell’attuazione della PEV.

Nella stessa occasione la Commissione ha presentato:

·         il programma indicativo per i vicini orientali della PEV. In base a tale documento, i 223,5 milioni di euro resi disponibili a livello regionale per i vicini orientali per gli anni 2007-2010 saranno concentrati nei seguenti settori: trasporti ed energia; protezione ambientale e forestazione; gestione delle frontiere e della migrazione; scambi culturali; sminamento ed armi di piccolo calibro;

·         il programma indicativo per i vicini meridionali della PEV. I 343 milioni di euro resi disponibili a livello regionale per i paesi partner del bacino del Mediterraneo per gli anni 2007-2010 saranno concentrati nei seguenti settori: giustizia  e sicurezza; sviluppo economico sostenibile; sviluppo sociale e scambi culturali.

La relazione della Presidenza tedesca

Secondo quanto disposto dal Consiglio dell’11 dicembre 2006, la Presidenza tedesca ha presentato una relazione sullo stato dei lavori della politica europea di vicinato, approvata dal Consiglio del 18 e 19 giugno 2007 e dal successivo Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007. La relazione traccia il bilancio del consenso politico raggiunto e dei progressi compiuti nel settore nel corso degli mesi e individua le ulteriori misure pratiche per intensificare proficuamente la PEV.

In primo luogo, la relazione sintetizza i tre elementi di fondo su cui si registra il consenso tra gli Stati membri:

·         la PEV è una delle priorità fondamentali dell’azione esterna dell’UE. Promuovere la stabilità, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani, migliorare la governance e la modernizzazione economica dei paesi vicini costituiscono per l’UE un chiaro imperativo geopolitico;

·         una politica di vicinato intensificata rappresenta un quadro d’azione unico, coerente ed aperto, sufficientemente flessibile da consentire ai paesi partner di autodifferenziarsi in base a capacità, esigenze e risultati;

·         La PEV resta distinta dal processo di allargamento dell’UE e non pregiudica eventuali sviluppi futuri delle relazioni dei paesi partner con l’UE.

Nell’ambito dei progressi che sono stati compiuti finora nel quadro della PEV e che si configurano come anticipatori di prospettive future, la relazione segnala in particolare: i negoziati in corso per un accordo rafforzato con l’Ucraina e i lavori per concretizzare uno status avanzato per il Marocco; l’approfondimento delle relazioni nei settori energetico, delle infrastrutture e dell’immigrazione clandestina; la conclusione di accordi di riammissione e di agevolazione dei visti con Ucraina e Moldova; il nuovo approccio integrato alla politica marittima dell’Unione europea, che riveste particolare interesse per i paesi partner del bacino del Mediterraneo; l’apertura graduale e mirata di agenzie e programmi comunitari alla partecipazione dei paesi PEV.

Per quanto riguarda le iniziative future la Presidenza tedesca ritiene necessario in particolare:

·         rafforzare la dimensione parlamentare della PEV, anche attraverso iniziative di “gemellaggio parlamentare” volte a trasferire know-how democratico. L’obiettivo è quello di esercitare un effetto di leva rispetto alle riforme dei partner nei settori della democratizzazione e della costruzione istituzionale;

·         migliorare l’accesso al mercato dell’UE, prevedendo condizioni favorevoli per i partner ed eventualmente delineando elementi di asimmetria a loro vantaggio. L’obiettivo di lungo termine è l’adozione di accordi approfonditi di libero scambio bilaterali, dopo che i singoli paesi avranno aderito all’Organizzazione mondiale del commercio; 

·         avvalersi meglio del peso finanziario dell’Unione europea – peraltro incrementato in maniera significativa con il nuovo strumento finanziario - promuovendo in particolare la realizzazione delle due proposte avanzate dalla Commissione nella comunicazione di dicembre 2006 (Fondo di investimento e Fondo governance);

·         incentrare maggiormente la PEV sui temi settoriali trasversali, in particolare per quanto riguarda migrazione e cooperazione energetica, promuovendo l’utilizzo del programma TAIEX[27] e degli strumenti di gemellaggio per aiutare i partner ad imparare dalle migliori prassi e a condividere più efficacemente le competenze acquisite;

·         favorire un maggiore coinvolgimento dei cittadini, rafforzando la dimensione della società civile, anche attraverso più intense attività in materia di istruzione e formazione.

Come segnalato anche nella relazione della Presidenza tedesca, nell’ambito della PEV rafforzata e, in particolare, dopo l’adesione di Bulgaria e Romania, è di grande importanza per l’UE potenziare le relazioni con la regione del Mar Nero, un'area geografica distinta, ricca di risorse naturali e strategicamente situata al punto d'incrocio fra Europa, Asia Centrale e Medio Oriente.

La sinergia del Mar Nero

A tal fine l’11 aprile 2007 la Commissione ha presentato la comunicazione “Sinergia del Mar Nero” (COM (2007) 160). Come evidenziato dalla stessa Commissione, non si intende proporre una strategia indipendente per il Mar Nero, dal momento che la politica generale dell'UE per la regione è già definita nella strategia di preadesione della Turchia, nella PEV e nel partenariato strategico con la Russia. Ciò che serve, a parere della Commissione, è un'iniziativa complementare a queste politiche, che concentri l'attenzione sul livello regionale e che rinvigorisca i processi di cooperazione in corso per promuovere la stabilità e le riforme nei paesi che si affacciano sul Mar Nero. Obiettivo primario della Sinergia del Mar Nero sarebbe quindi lo sviluppo di una cooperazione all'interno della regione del Mar Nero nonché tra l'insieme di questa regione e l'Unione europea.

La Sinergia del Mar Nero prenderà spunto dai programmi e dalle iniziative settoriali attuati dall’UE in settori come la governance, la circolazione delle persone e la sicurezza, l'energia, i trasporti, l'ambiente, la politica marittima, la pesca, il commercio, la ricerca, l'istruzione, l'occupazione, gli affari sociali, la scienza e la tecnologia. Si tratterà di un quadro flessibile, tale da migliorare la coerenza e il coordinamento fra le diverse attività tenendo conto degli interessi comuni di tutti i partner.

Ai finanziamenti comunitari di cui beneficiano i paesi della regione si aggiunge un programma specifico di cooperazione transfrontaliera per il Mar Nero volto a promuovere le attività della società civile nelle regioni costiere.

 Il Consiglio del 14 maggio 2007 ha accolto con favore l’iniziativa della Commissione e ha invitato le prossime presidenze e la Commissione europea a proseguire i lavori finalizzati ad un maggiore e coerente coinvolgimento dell'UE nella regione. Tenuto conto dell'importanza strategica che l'area del Mar Nero riveste per l'UE, la Commissione è inoltre invitata ad effettuare nel primo semestre del 2008 un esame dell'evoluzione dell'iniziativa "Sinergia del Mar Nero", sul quale il Consiglio baserà un eventuale ulteriore coinvolgimento nei confronti della regione nel suo complesso.

La Conferenza del 3 settembre 2007

Tra gli sviluppi della citata comunicazione della Commissione del dicembre 2006 e della successiva relazione della Presidenza tedesca, si segnala che il 3 settembre 2007 si è tenuta a Bruxelles la prima riunione di ministri e altri rappresentanti di tutti i paesi cui si applica la politica europea di vicinato (PEV), per un incontro con i loro omologhi dell’Unione europea. L’obiettivo di carattere generale di tale conferenza, intitolata “Lavorare insieme – Rafforzare la politica europea di vicinato”, era quello di raccogliere le reazioni, le opinioni e i suggerimenti dei paesi partner rispetto alle proposte recentemente avanzate dall’Unione europea. Organizzata e ospitata dalla Commissione, la conferenza ha previsto al mattino una sessione a livello ministeriale, incentrata in particolare sulle opportunità in materia di liberalizzazione degli scambi e di mobilità, nonché sulle sfide del mutamento climatico e della sicurezza energetica. La sessione pomeridiana ha allargato il dibattito ad altri interlocutori, tra cui i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni non governative. La conferenza è stata inaugurata da José Manuel Barroso, Presidente della Commissione, e dal Commissario per le relazioni esterne e la politica di vicinato, Benita Ferrero-Waldner.

 

 

Meeting of the Heads of Government

of the Member States of the Central European Initiative

 

Sofia, 27 November 2007

 

 

The Heads of Government of the CEIMemberStates and their representatives, assembled in Sofia, 27 November 2007,

 

Having considered the work of the Task Force set up in February of this year, according to the proposal of the Italian Government to the Meeting of the Heads of Government assembled in Tirana in November 2006, in order to evaluate the options open to the CEI in its reform process,

 

Acknowledging the recommendations submitted by the CNC,

 

Convinced that the following decisions on the reform of the CEI will render this intergovernmental Forum of eighteen Member States a more effective instrument of cooperation, better equipped to serve the needs of its Member States and to more fully exploit its comparative advantages such as its unique membership, its high political visibility, its demand-driven operational activities and its intergovernmental networks,

 

Adopt the following,

 

Decisions

 

1. Decision on the CEI Mandate:

 

The mandate of the CEI as contained in article 5 of the Guidelines and Rules of Procedure is reformulated as follows:

 

The co-operation within the framework of the CEI shall aim at the following principal objectives:

a) “strengthening co-operation among Member States, and in particular on the European agenda, as an added value without prejudice to further EU enlargement”.

b) “supporting all interested Member States in their endeavours to move further towards (further ITA) European integration (and EU accession, Ukraine).”

c) “strengthening its cooperation with the European Union by taking part in and facilitating the implementation ofapplicable EU programmes.”

d) “promoting the development of the civil society known to be a catalyst in the democratic transformation processes”.

 

2. Decision on the CEI High Level Meetings:

 

The traditional role of the CEI as a forum of political dialogue needs to be maintained and further enhanced. It is reflected in the annual meetings of the CEI Heads of Government and Ministers of Foreign Affairs as well as in a number of other high level meetings convened by the Presidency. The meeting of the Ministers of Foreign Affairs shall be convened once a year at the time proposed by the CEI Presidency. As a rule, there should be only one negotiated Final Document annually in the context of the Meeting of Heads of Government. It is up to the Presidency to decide whether there should be, for the Meeting of the Ministers of Foreign Affairs, another kind of document such as a Chairman’s Summary or Conclusions of the Presidency.

 

3. Decision on the CEI Operational Activities:

 

The CEI will continue and develop furtherits current Operational Activities (Cooperation Activities, Technical Cooperation Projects, Know-how Exchange Programme, the Science & Technology Network, the University Network, the CEI Feature Events, Partnerships within EU-funded Projects and Incentives for scientists, entrepreneurs, journalists and persons involved in intercultural activities). The CEI will apply these instruments in a flexible, user-friendly manner and adjust them to changing framework-conditions. All activities shall be targeted to the key areas indicated below.

 

4. Decision on streamlining the CEI Areas of Activities:

 

The areas of CEI activities are streamlined in the light of past experience taking into account the existing comparative advantages, the demand from MemberStates and the available resources. The CEI will, as of now, focus its activities on the following areas:

 

Ø       Climate, Environment and Sustainable Energy

Ø       (Civil Protection)

Ø       Enterprise Development including Tourism

Ø       Human Resource Development

Ø       Information Society and Media

Ø       Intercultural Cooperation including Minorities

Ø       Multimodal Transport

Ø       Science and Technology

Ø       Sustainable Agriculture

 

Interregional and Cross-Border Cooperation shall be retained as a horizontal instrument for implementation of relevantactivities.

 

All projects and actions implemented in the areas of activity need to be compatible with the principle objectives defined in the CEI mandate.

 

Activities of the CEI can also take place in other areas provided there is clear evidence of an interest among MemberStates and substantial support by them.

 

The areas of CEI activities will be reviewed on an annual basis. If no activities or projects are registered in certain areas, their deletion from the above-mentioned list will be considered.

 

5. Decision on the Meetings of the Committee of National Coordinators:

 

The Committee of National Coordinators will, as a rule, meet six times annually, namely in January, March, May, September, October and November. Cooperation Activities which require immediate decisions can be decided by written procedure. It remains up to each Presidency, in consultation with the CEI Executive Secretariat, to convene additional CNC meetings as required.

 

6. Decision on the CEI Working Groups:

 

The CEI Working Groups are herewith dissolved. They will be replaced by a network of focal points designated by the respective governmental bodies of the CEI Member States in each of the areas of CEI activities. These focal points will serve as a reservoir of experts to be consulted on questions of policy and they will be associated to the Project Implementation Groups to be convened for the implementation of concrete projects. The focal point will be fully informed on and invited to evaluate all CEI activities in their areas of competence. In addition, they should act as originators or facilitators of project ideas from their countries. (Ad hoc meetings of Task Forces can be convened upon the initiative of the CEI Executive Secretariat)

 

7. Decision on the Financial Resources of the CEI for Operational Activities:

 

In order to allow the CEI to achieve a larger impact in its Operational Activities, its financial resources should be increased. The CEI Member States commit themselves to make every effort during the forthcoming years to improve gradually their financial contribution to the Operational Activities. The target would be the doubling of the funds of 1,5 million Euro currently put at the disposal of the CEI Executive Secretariat by Italy. These contributions can be provided under specific modalities: they can be earmarked for specific areas of activities; they can impose a special conditionality; they can be on a voluntary or obligatory basis.

 

8. Decision on the Creation of a Special Fund for Climate and Environmental Protection:

 

(A Special Fund for Climate and Environmental Protection will be established at the CEI-Executive Secretariat. It will be based on voluntary contributions from CEIMemberStates and other interested donors, availing itself of the know-how acquired in the management of the CEI Trust Fund at EBRD currently provided by Italy. The modalities of the Fund’s operation will be decided by the Committee of Donors).

 

9. Decision on the Relations with the European Union:

 

The CEI should continue to work for closer relations with the European Union. On an operational level it should seek to enhance the participation in EU-funded projects and establish close working relations with the respective EU Programmes. The goal of becoming an instrument in the implementation of such Programmes (Managing Authority) should be pursued. At the same time, the CEI needs to continue its efforts for better institutional contacts with the European Commission, in particular with the Directorates General Relex, Enlargement and Regio. The CEI will continue to invite the EU to participate actively to its meetings and stresses theusefulnessof meetings at least once per year between the European Commission and the CEI to allow for a comprehensive review of their cooperation.

 

10. Decision on the Regional Cooperation:

 

The emergence of new regional actors makes efforts at coordination and cooperation imperative. In order to avoid duplication and to achieve the desired synergies, the CEI should exploit the existing potential for joint activities, especially with partners with a sufficient degree of compatibility. Appropriate steps should be taken in order to arrive at meaningful division of labour among the regional actors.

 

11. Decision on the CEI Plan of Action:

 

The current CEI Plan of Action will be redrafted in order to render it fully compatible with the Decisions on the Repositioning of the CEI.

 

12. Decision on the CEI Guidelines and Rules of Procedure:

 

The CEI Guidelines and Rules of Procedure will be amended in conformity with the Decisions on the Repositioning of the CEI.

(Italy: the title Director General should be changed into Secretary General)

 

 

 

Meeting of the Heads of Government

of the Member States of the Central European Initiative

 

Sofia, 27 November 2007

 

 

Final Document

 

 

1.       The Heads of Government of the Member States of the Central European Initiative (CEI) held their annual Summit Meeting in Sofia on 27 November 2007. The meeting was chaired by H.E. Mr. Sergei Stanishev, Prime Minister of Bulgaria, holding the CEI Presidency for the current year.

 

2.       The meeting was attended by the Heads of Government or their representatives of Albania, Austria, Belarus, Bosnia and Herzegovina, Bulgaria, Croatia, the CzechRepublic, Hungary, Italy, Macedonia, Moldova, Montenegro, Poland, Romania, Serbia, Slovakia, Slovenia, Ukraine.

Representatives of the European Commission, the European Bank for Reconstruction and Development, the Organization for Security and Cooperation in Europe , the Council of Europe , the South East European Cooperation Process  and the Regional Co-operation Council,  the Stability Pact for South Eastern Europe,theBlack Sea Economic Cooperation, the Adriatic Ionian Initiative , the Council of the Baltic Sea States and the United Nations Economic Commission for Europe  attended the meeting in their capacity of special guests.

The meeting was also attended by the Director General of the Central European Initiative – Executive Secretariat and the Head of the Central European Initiative – Project Secretariat as well as by the representatives of the CEI Parliamentary Assembly and of the Central European Chambers of Commerce Initiative.

 

The Situation in the Region

 

3.       Upon invitation of the Bulgarian CEI Presidency, the CEI Heads of Government expressed their views on the overall theme “The CEI for Active and Attractive Regional Cooperation.

 

4.       They agreed that – on the whole – the region was advancing on its path of strengthening democratic institutions within pluralistic societies. They affirmed that this was not only a prerequisite for membership in the European Union but also an important asset in its own right guaranteeing stability and a peaceful development of the entire Region.

 

5.    In parallel to the processes of strengthening the democratic institutions, serious reform efforts to establish functioning market economies are being undertakenin the CEI Member States in various stages of accession or approximation towardsthe EU.

 

6.       The Heads of Government welcomed the progress made towards EU integration, reflected in the completion of the fifth wave of enlargement, and called for an efficient and comprehensive implementation of the EU enlargement agenda.

 

 

 

 

7.       They expressed their conviction that the accession process of the candidate countries will further advance, according to their individual performance. They also noted with satisfaction the progress made by countries in the implementation of the SAA. At the same time, they expressed hope that these countries would sign the SAA as soon as possible. In their assessment, there exists considerable potential for speedy progress of SAA countries on the road towards accession to the EU, provided they remain fully committed to their reform processes and to a comprehensive implementation of the Copenhagen and SAP criteria.

 

8.       The Heads of Government welcomed the progress in the implementation of the Action Plans of the EU with two CEI Member States and stressed the need for further agreements between these countries and the EU.

 

9.       They pointed out the particular importance of the visa facilitation agreements concluded with a number of countries in the Region, and called for further steps towards full visa liberalization, once the necessary criteria are fulfilled. Visa facilitation agreements are an important incentive offered to these countries.

 

10. The Heads of Government stressed the important role the EU is playing in stabilizing the region and thus bringing the countries closer to the EU. They welcomed the EU’s commitment to the future of the region and its continuing support for the political, economic and social development of SEE. In this context, the Heads of Government expressed their gratitude for the various EU initiatives in helping the countries to promote economic growth, in particular in important areas such as trade and investment, education, regional cooperation, and financial assistance.

 

11. The Heads of Government attached high importance to NATO’s role in further enhancing security and stability throughout the Euro-Atlantic region and to the further development of co-operation between NATO and those CEI countries that are currently not members of the Alliance. The Heads of Government welcomed the favorable developments that haven taken place since their last meeting in the relationship between the Alliance and partner MemberStates of the CEI and look forward to the further enhancement of such co-operation. They expressed their conviction that an early NATO membership of the three aspirant countries will contribute to the security and overall stability in South East Europe. They also encouraged the three Partnership for Peace Countries from this Region to take full advantage stemming from their participation to the PfP.

 

12.     The Heads of Government acknowledged the importance of supporting the efforts of theinternational community, and particularly those of the European Union, to assist the parties concerned in finding just and lasting solutions of the existing problems in the Region in order to ensure its stability and peaceful development.

 

[12 bis.   In this context, the Heads of Governments considered the settlement of the issue of Kosovo as very important for the Region’s stability and welcome the efforts by the UN Secretary-General, Mr. Ban Ki–moon, for a balanced and long–term solution. They expressed the confidence that the new round of talks between Prishtina and Belgrade, led by the EU –USA– Russia Troika, will find an agreed solution, which would provide peace and stability in the region and strengthen its integration prospects. (ALBANIA)]

 

The Role of the CEI

 

13. The Heads of Government encouraged the CEI to focus on a more dynamic cooperation between its EU and non-EU Member States with a view to develop a coherent framework of assistance. They expressed appreciation for the role played by the CEI over the years in fostering political dialogue and cooperation among Member States and praised its contribution to supporting their integration goals.

 

14. In particular, the Heads of Government pointed to the need for the CEI to draw the maximum benefits from its participation in the EU financial instruments and programmes. They considered that the CEI, with an equal number of EU and non-EU Member States, is in a strategic position of linking these two groups of countries. The Heads of Government underlined that in the future the Initiative should remain fully committed to facilitating further EU integration by focusing on the European prospects of the countries of the South-Eastern Europe and intensifying dialogue andcooperation with European neighbourhood countries.

 

15. The Heads of Government emphasized that the CEI should interact and further develop its cooperation with existing regional bodies and initiatives. In particular, they commended the commitment by the countries of the SEE to take ownership of, and responsibility for, their specific regional cooperation.

 

16. The Heads of Government expressed their satisfaction with the events organised by the Bulgarian Presidency, such as the Meeting of the Ministers of Foreign Affairs, the Tenth CEI Summit Economic Forum, the Roundtable of the Ministers of the Economic Sectors and the Youth Forum. They commended the Bulgarian CEI Presidency for convening Meetings of the Ministers of Transport and of Agriculture of the CEI Member States and of the Leaders of the CEI National Tourism Administrations.

 

17.     They took note with appreciation of the Meeting of the CEI Parliamentary Assembly whose final document was brought to their attention. This document reflects the continuing commitment of the Parliamentary Dimension to cooperation in the framework of CEI. The Heads of Government received a message of the VІІ CEI Youth Forum focusing on the development and implementation of youth policy at European, regional, national and local level.

 

18.     The Heads of Government expressed their appreciation for the work done on the Repositioning of the CEI and, based on the CNC recommendations, adopted a number of decisions meant to render the CEI a more effective instrument of cooperation and to open up new perspectives for its future activities.

 

19.     They thanked the Bulgarian Government for the excellent organisation and warm hospitality offered to them during the Summit Meeting of the Heads of Government of the Member States of the Central European Initiativein Sofia on 27 November 2007.

 

20.     They also extended their best wishes to the incoming Moldovan  CEI Presidency to whom they pledged their full cooperation and support.

 

Decisions

 

21.     On the Repositioning of the CEI

 

22.     On the Adoption of the Annual Report of the Director General of the CEI Executive Secretariat

 

La dimensione parlamentare dell’INCE

 

 

La dimensione parlamentare dell'INCE, nata per impulso autonomo dei Parlamenti di alcuni dei paesi membri, ha vissuto alterne vicende prima di venire "istituzionalizzata" nel 1993, nel corso dell'anno di presidenza ungherese, con l'approvazione di un Regolamento ad hoc.

Mentre nei primi anni era il Parlamento del paese che deteneva la presidenza di turno dell'INCE ad invitare, con una certa flessibilità di tempi, i rappresentanti delle assemblee degli altri paesi membri, dal 1993 è stato fissato il principio di far svolgere almeno due sessioni parlamentari annuali. Inoltre, a differenza degli anni iniziali, in cui generalmente agli incontri partecipavano i membri delle Commissioni esteri delle varie Assemblee, attualmente tutti i parlamenti, in base a quanto previsto all'articolo 3 del Regolamento, hanno designato una delegazione permanente.

Nel corso della sessione svoltasi a Bratislava il 4 novembre 2005 è stata approvata una riforma del Regolamento dell’Assemblea.

ORGANIZZAZIONE

La dimensione parlamentare prevede vari organi:

L’Assemblea Parlamentare, a cui partecipano le delegazioni nazionali al completo, si riunisce di norma in autunno, almeno 15 giorni prima del Vertice dei Capi di Governo. La presidenza segue il principio della rotazione, che coincide con l'ordine di rotazione della presidenza governativa, ed è esercitata dal Presidente della rispettiva delegazione nazionale. La Presidenza di turno, quella dell'anno precedente e del successivo formano la cosiddetta Troika. Per il 2006 la Presidenza è esercitata dall'Albania.

La Commissione Parlamentare, a cui ogni paese membro può inviare due delegati, e che si riunisce di norma in primavera, almeno 15 giorni prima dell'incontro dei Ministri degli esteri.

Al termine delle sessioni dell’Assemblea e della Commissione parlamentare viene approvata una Dichiarazione finale, che viene poi sottoposta all’attenzione dei Ministri degli Esteri e dei Capi di Governo dell’INCE nel corso delle rispettive riunioni (art. 13 delle Working Procedures)

La Commissione permanente (Standing Committee), che assicura la continuità e l’efficienza dei lavori della Dimensione parlamentare nei periodi tra le sessioni. Di essa fanno parte il Presidente e i due vicepresidenti dell’Assemblea, i presidenti delle tre Commissioni generali e i presidenti delle 17 delegazioni nazionali.

Tre Commissioni generali, ognuna delle quali formata da un terzo dei parlamentari dell’Assemblea, che sono incaricate rispettivamente degli affari politici, degli affari economici e degli affari culturali. Le Commissioni generali hanno la possibilità di istituire sotto-commissioni al loro interno, collegandone l’attività ai Gruppi di lavoro governativi.

Le delegazioni nazionali della Dimensione parlamentare dell’INCE si compongono di tre delegati per i paesi con una popolazione fino a 5 milioni di persone, di cinque delegati per i paesi con una popolazione tra i 5 e i 12 milioni di persone e di sette delegati per i paesi con popolazione superiore ai 12 milioni.

I Parlamenti bicamerali stabiliscono le modalità di ripartizione e designazione dei propri delegati e la durata del mandato dei membri delle delegazioni (stabilita dal Parlamento di provenienza conformemente al proprio regolamento ed alla prassi parlamentare).

Anche per la Presidenza della Assemblea parlamentare si segue il principio della rotazione, facendola coincidere con l'ordine di rotazione della presidenza della Dimensione governativa. I Presidenti delle delegazioni nazionali del paese che ha detenuto la presidenza nell’anno precedente, nell’anno in corso e nel successivo formano la cosiddetta Troika.

L’Assemblea parlamentare non dispone di un segretariato permanente, e le spese della sua attività sono a carico del Paese che esercita la presidenza.

COMPOSIZIONE

L’Assemblea parlamentare è composta da 84 membri così ripartiti:

·          7 delegati: Italia, Polonia, Romania e Ucraina

·          5 delegati: Austria, Bielorussia, Bulgaria, Serbia, Rep. Ceca, Slovacchia ed Ungheria

·          3 delegati: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Moldova, Montenegro e Slovenia.

PRINCIPALI ATTIVITÀ NELLA XV LEGISLATURA

Dal 2 al 4 novembre 2006 si è svolta a Tirana l'annuale riunione dell'Assemblea parlamentare INCE. I lavori della Assemblea sono stati incentrati sui temi dello "Sviluppo della Dimensione parlamentare dell’INCE e attuazione del nuovo regolamento", e dello “Sviluppo dell’educazione superiore nella regione nei paesi membri dell’INCE”.


 

 

 

 

 

Nel corso dei lavori sono stati eletti per la prima volta i Presidenti delle tre commissioni generali. Il Presidente della Delegazione italiana, on. Maurizio Gasparri, è stato eletto presidente della Commissione per gli affari politici.

L’Assemblea ha infine discusso e votato una Dichiarazione finale.

 

Dal 23 al 25 aprile 2007 si è svolta a Sofia la Sessione primaverile dell’Assemblea dedicata ai temi del “MercatoenergeticoneiBalcaninelcontestodelle nuove strategie energetiche dell'UE” e della “Cooperazione regionale nei Balcani e l’allargamento dell’Unione europea”. A conclusione dei lavori, non è stato approvato un documento finale.

Durante la Sessione si sono riunite le Commissioni Generali per gli Affari politici ed interni e per gli Affari Economici, nell’ambito delle quali si è avuto l’occasione di discutere del tema del rilancio politico dell’Iniziativa Centro Europea. Il Presidente della Delegazione italiana, on. Gasparri, ha inoltre proposto di riunire a Roma nel mese di ottobre la Commissione per gli Affari politici ed interni.

PROSSIMI IMPEGNI

La sessione plenaria 2007 dell’Assemblea si terrà a Sofia il 20-21 novembre.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

COMPONENTI DELLA DELEGAZIONE ITALIANA

 

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI

 

 

DE BRASI Raffaello

L’Ulivo

FORLANI Alessandro

U.D.C.

GASPARRI Maurizio

Alleanza Nazionale

STRADELLA Francesco

Forza Italia

 

 

 

SENATO DELLA REPUBBLICA

 

 

MANZIONE Roberto

L’Ulivo

TECCE Raffaele

Rifondazione Comunista

TOFANI Oreste

Alleanza Nazionale

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7-00228

 

(III COMMISSIONE AFFARI ESTERI E COMUNITARI)

 

 



[1] Il Segretariato ha lo status di soggetto giuridico internazionale (Legge 286 del 28 agosto 1997). La direzione del Segretariato generale è attualmente affidata all’Ambasciatore Harald Kreid (Austria), dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2009 tale carica passerà all’Ambasciatore italiano Pietro Ercole Ago.

[2] Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia-Montenegro e Kosovo. La Croazia e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia sono già paesi candidati.

[3] A partire dal 1° gennaio 2007, nel quadro delle nuove prospettive finanziarie 2007-2013, è in vigore un nuovo strumento di preadesione (denominato IPA) destinato a paesi candidati e precandidati, istituito con il regolamento (CE) n. 1085/2006 del 17 luglio 2006. L’IPA sostituisce i diversi strumenti finanziari esistenti.

[4] Comunicazione sul processo di stabilizzazione e di associazione per i paesi dell'Europa sud-orientale (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica federale di Iugoslavia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania) (COM (1999)235).

[5] L’ultima relazione della Commissione è stata pubblicata l’8 novembre 2006.

[6] Il 29 ottobre 2001 la Croazia e l’UE hanno concluso l’Accordo di stabilizzazione ed associazione, che è entrato in vigore il 1° febbraio 2005.

[7] Il 23 febbraio 2004, UE ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia hanno firmato l’Accordo di stabilizzazione ed associazione, che è entrato in vigore il 1° aprile 2004.

[8] In particolare, il procuratore segnala come Radko Mladic sia tuttora latitante, nonostante tutte le promesse e le dichiarazioni fatte dalle autorità serbe in questi ultimi anni.

[9] In considerazione dei progressi realizzati, il 24 ottobre 2005, l’ONU ha deciso di avviare un processo politico per determinare il futuro status del Kosovo. Dopo una serie di sette incontri tecnici, avviati il 20 febbraio 2006 a Vienna, alla presenza di rappresentanti di UE e USA, il 24 luglio 2006 sono stati avviati i dialoghi diretti di alto livello tra il Presidente e il Primo ministro serbi e le loro controparti kosovare che sono in una fase di stallo. Attualmente è al lavoro una troika di mediatori (Unione europea, Russia e Stati Uniti), con il compito di trovare una soluzione al problema e di presentare una relazione all’ONU per il 10 dicembre 2007.

[10] La cifra indica l’ammontare complessivo dell’assistenza finanziaria fornita dall’UE sia ai singoli paesi sia a livello regionale.

[11] Le altre tre componenti sono: sviluppo regionale; sviluppo delle risorse umane; sviluppo rurale.

[12]    Regolamento CEE n. 2454/93.

[13] COM (2006) 27.

[14] Tale obiettivo è stato raggiunto per il momento con l’estensione ai paesi dei Balcani occidentali dell’Accordo di libero scambio dell’Europa centrale (CEFTA) già esistente, di cui Bulgaria, Romania e Croazia sono membri. I dialoghi per l’estensione e la modifica del CEFTA, avviati il 6 aprile 2006 a Bucarest, si sono conclusi il 19 dicembre 2006 con la firma del nuovo accordo.

[15] Il sistema dovrebbe consentire ai paesi di unirsi per adempiere ai criteri sulle regole di origine stabiliti per la vendita di prodotti nell’UE. In pratica, con il sistema del cumulo diagonale di origine, vengono considerati originari di un determinato paese anche i prodotti comprendenti elementi di altri paesi o parzialmente fabbricati in altri paesi.

[16] Il 13 novembre 2006 il Consiglio ha autorizzato la Commissione ad avviare i negoziati. Il 18 settembre 2007 l’UE e tutti i paesi dei Balcani occidentali hanno firmato gli accordi di riammissione e di facilitazione delle procedure per il rilascio di visti di breve durata.

[17] Bielorussia, Moldova, Ucraina.

[18] Algeria, Autorità palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia.

[19] Armenia, Azerbaigian e Georgia.

[20] COM(2003)104.

[21] COM(2003)393

[22] COM(2004) 373.

[23]Regolamento CE 1638/2006 del 24 ottobre 2006. Il nuovo strumento dispone di una dotazione finanziaria di 11 miliardi di euro per l’intero periodo.

[24] Sono in vigore: gli accordi euromediterranei di associazione con Tunisia (1° marzo 1998), Marocco (1° marzo 2000), Israele (1° giugno 2000), Giordania (1° maggio 2002), Egitto (1° giugno 2004), Algeria (1° settembre 2005) e Libano (1° aprile 2006); l’accordo interinale d’associazione sugli scambi e la cooperazione con l’Organizzazione per la liberazione della Palestina a vantaggio dell’Autorità palestinese (1° luglio 1997); gli accordi di partenariato e cooperazione con Armenia, Azerbaigian, Georgia (1° luglio 1999), Moldova e Ucraina (1° luglio 1998).

[25] I piani d’azione, negoziati tra la Commissione e le autorità del singolo paese, devono essere approvati dal Consiglio e in seguito sottoscritti dai rispettivi consigli di associazione o di cooperazione istituiti dagli accordi bilaterali.

[26] COM(2006)726. La comunicazione è accompagnata dalle relazioni sullo stato di attuazione dei piani d’azione di Autorità palestinese, Giordania, Israele, Marocco, Moldova,Tunisia ed Ucraina.

[27] TAIEX (Technical Assistance and Information Exchange) è un programma della direzione generale allargamento della Commissione europea destinato ad assistere i nuovi Stati membri, i paesi candidati e potenziali candidati, nonchè i paesi della PEV nell’adeguamento della legislazione nazionale al diritto comunitario.