Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali |
Titolo: | Incontro del Presidente della Commissione affari esteri con il Ministro Plenipotenziario, Achille Amerio - Roma, 20 febbraio 2008 |
Serie: | Documentazione per l'attività internazionale Numero: 40 |
Data: | 20/02/2008 |
CAMERA DEI DEPUTATI Servizio Rapporti internazionali
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2006
INCONTRO DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI ESTERI CON IL MINISTRO PLENIPOTENZIARIO, ACHILLE AMERIO
Roma, 20 febbraio 2008
DOCUMENTAZIONE
N. 40 – febbraio 2008
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CAMERA DEI DEPUTATIServizio Rapporti internazionali |
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Consigliere Capo Servizio |
Mirella Cassarino (06
6760 9330) |
Documentarista |
Andrea Micozzi (06 6760 3874) |
Segretaria |
Maria Amico (06 6760 3948) |
Scheda paese Siria (a cura del Servizio rapporti internazionali)............. " 1
Relazioni parlamentari (a cura del Servizio rapporti internazionali))....... " 7
repubblica araba di siria
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febbraio 2008
DATI GENERALI[1] |
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Superficie |
185.180 Kmq (più della metà dell’Italia) |
Capitale |
DAMASCO (2.300.000 abitanti) |
Abitanti |
19.300.000 Circa 40.000 siriani vivono nelle alture del Golan, occupate da Israele nel 1967, insieme a 20.000 arabi (drusi e alatiti) e 20.000 coloni ebrei. |
Tasso di crescita della popolazione |
2,3% |
Tasso di alfabetizzazione |
76,39% |
Aspettativa di vita |
70,32 anni |
Gruppi etnici |
ARABI (90,3%); CURDI, ARMENI ED ALTRI (9,7%) |
Religioni |
Musulmani sunniti (74%), Alatiti, Drusi ed altri (16%) |
Lingue |
Arabo |
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI 2007*
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PIL a parità di potere di acquisto |
86,59 miliardi di dollari |
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PIL al cambio ufficiale |
29,28 miliardi di dollari |
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Crescita PIL |
3,5% |
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PIL pro capite a parità di potere di acquisto |
4.900 dollari (PIL pro capite italiano: 31.000 dollari) |
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Composizione del PIL per settori |
Agricoltura (26%), Industria (14%) Servizi (51%) |
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Popolazione al di sotto della soglia di povertà |
11,9% |
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Inflazione |
2,6% |
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Quota delle spese militari sul PIL |
5,9% |
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Debito estero |
6,61 miliardi di dollari |
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Rapporto debito pubblico/PIL |
37,2% del PIL |
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La crescita del PIL nel 2007 è stata del 3,5%, trainata dal settore petrolifero ed agricolo, che insieme formano circa la metà del PIL. Gli attuali alti prezzi del petrolio dovrebbero consentire anche per il prossimo futuro buone entrate per il Governo. Il Governo siriano ha realizzato modeste riforme economiche negli ultimi due anni (taglio degli interessi, apertura di banche private, adeguamento dei prezzi degli alimentari calmierati), ma tutta l’economia del Paese resta sotto il controllo dello Stato. Nel 2008 dovrebbe entrare in funzione la Borsa di Damasco. Sulla futura crescita del Paese pesano alcune incognite: crescita demografica, inflazione ed alta disoccupazione, crescita del deficit pubblico, sfruttamento idrico, inquinamento legato allo sviluppo industriale.
PRINCIPALI CARICHE POLITICHE
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Presidente della Repubblica e Capo del Governo |
Bashar al-Assad (dal 17 luglio 2000) |
Vice Presidente |
Farouk al-Shara (dall’11 febbraio 2006) |
Primo Ministro |
Muhammad Naji al-Utri |
Ministro degli Esteri |
Walid Mualem |
Ministro delle Finanze |
Muhammad al Husayn |
Ministro della Difesa |
Gen. Hassan Ali Turkmani |
Ministro degli Interni |
Gen. Basam Abd Al-Majid |
Presidente dell’Assemblea del Popolo |
Mahmoud Abrache |
SCADENZE ELETTORALI
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Presidenziali |
2014
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Politiche |
2011 (Le ultime elezioni si sono tenute il 22 aprile 2007)
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QUADRO POLITICO
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Governo in carica
La Siria è una repubblica sottoposta ad un regime militare dal 1963. In quell’anno il partito pan-arabo Baath (rinascita) ha assunto il potere sotto il controllo della minoranza alawita. Il regime Baath si è contraddistinto per il suo autoritarismo ed i suoi accesi sentimenti anti-israeliani. Nel 2005 le forze siriane, su pressione internazionale, sono state costrette a lasciare il Libano dopo l’assassinio dell’ex Primo Ministro, Rafiq Hariri. Malgrado i rapporti ONU attestino il contrario, la Siria ha sempre negato ogni coinvolgimento nell’assassinio del leader libanese. La scontata rielezione di Bashar Assad a presidente della Siria (giugno 2007) ha aperto una nuova fase nella politica interna del paese. Abbandonando i vecchi ideali pan-arabi, il leader di Damasco sta rafforzando i legami con i magnati sunniti e con le organizzazioni islamiche a lui favorevoli. Tutto questo per rafforzare il sentimento nazionalista siriano di cui egli stesso intende diventare simbolo. L'obiettivo rimane l'ottenimento di un maggiore controllo sul paese, realizzabile anche a causa di un'effettiva debolezza dell'opposizione interna.
QUADRO ISTITUZIONALE
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Sistema politico
Secondo il primo articolo della Costituzione, promulgata nel marzo 1973, la Siria è una Repubblica democratica, popolare e socialista.
Il Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato. Il candidato, indicato dal Baath[2] e di religione obbligatoriamente musulmana, viene nominato dall’Assemblea del Popolo. Tale nomina viene sottoposta al giudizio del corpo elettorale con un referendum popolare, approvato a maggioranza assoluta[3]. Il mandato ha una durata di sette anni.
Il Presidente è il capo delle Forze Armate nonché titolare del potere esecutivo; nomina e revoca il Primo Ministro e i ministri che compongono il Consiglio dei ministri. Il Governo è responsabile nei confronti del Presidente della Repubblica e dell’Assemblea del Popolo. Il Presidente della Repubblica può convocare il Consiglio dei ministri.
Il Presidente della Repubblica, con decreto motivato, può sciogliere il Parlamento.
Potere legislativo
Il potere legislativo spetta all'Assemblea del Popolo (Majlis al Chaab), composta da 250 membri, eletti con sistema maggioritario per 4 anni. Le prossime elezioni si terranno nel 2011. La Costituzione stabilisce che almeno la metà dei membri siano operai o contadini, così come definiti dalla legge ordinaria. La composizione è la seguente:
FRONTE NAZIONALE PROGRESSISTA (Partito Baath alleati) 172 seggi;
INDIPENDENTI 78 seggi.
Le leggi, approvate dall’Assemblea, sono promulgate dal Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può opporre il veto alla promulgazione; in tal caso la legge, per poter essere obbligatoriamente promulgata, deve essere nuovamente approvata a maggioranza di 2/3 dei membri.
L’Assemblea del Popolo può proporre una mozione di sfiducia, firmata da almeno 1/5 dei componenti, nei confronti del Governo e dei singoli ministri. Se approvata a maggioranza assoluta, i membri dell’Esecutivo colpiti dalla mozione sono costretti a rassegnare le dimissioni.
Le modifiche costituzionali, approvate a maggioranza di 2/3 dall’Assemblea del Popolo, possono essere proposte dall’Assemblea stessa e dal Presidente della Repubblica.
ATTUALITA’ POLITICA
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Dopo la Conferenza di Annapolis e il possibile allentamento delle tensioni con Israele, la Siria si trova ad un bivio storico importante nei rapporti con Hamas e in linea generale con tutta la “questione palestinese”. Questo nell’ampio quadro del processo di pace arabo-israeliano e della crisi nei rapporti tra Israele e Stati Uniti da un parte e Iran dall’altro.Il recente incontro ad Annapolis sembra poter lasciare spazio ad un allentamento della tensione tra Siria ed Israele: l’eventuale trattativa per il ritorno delle Alture del Golan sotto la sovranità siriana, che Damasco chiede indietro dopo l’occupazione israeliana del 1967 (con la successiva annessione nel 1981 senza il riconoscimento internazionale) potrebbe riavvicinare i due paesi e portare la Siria a rivedere i suoi rapporti con Hamas, con la possibilità che Damasco abbandoni definitivamente la rivendicazione di Gerusalemme Est come capitale della futura Palestina.
Se fino a ieri il nemico comune di Hamas e Siria era Israele, questa certezza, dopo la Conferenza di Annapolis, potrebbe subire degli scossoni. La strategia diplomatica israeliana e statunitense è di allontanare la Siria dall’Iran, da Hamas e da Hezbollah. Damasco sarebbe disposta ad aperture non solo se venisse messa sul tavolo delle trattative la restituzione delle Alture, ma anche se venisse lasciata “mano libera” in Libano. Sembrano essere questi i due aspetti chiave dai quali potrebbe svilupparsi un negoziato concreto. Washington e Israele attendono segnali forti soprattutto legati ad una netta presa di posizione nei confronti della leadership di Hamas, operativa direttamente su suolo siriano. Un probabile primo segnale di svolta in tal senso, riguarda proprio la questione legata al leader di Hamas protetto nelle capitale siriana, Walid Meshaal, che secondo fonti legate a Fatah sarebbe stato messo sotto pressione da parte del governo siriano che spingerebbe per un rientro dei militanti islamici sotto il controllo del governo palestinese di Mahmoud Abbas. Sempre secondo queste fonti, sarebbe stato direttamente il Ministro degli Esteri siriano Walid al- Moualem, a fare pressione diretta nei confronti di Meshaal.
Non va nascosto il fatto che la Siria ha necessità di portare avanti il suo sviluppo economico. La recente apertura ad un economia di mercato (non ultima la privatizzazione del sistema bancario), porterà ad ingenti investimenti da parte del capitale europeo e americano in svariati settori. Questo potrebbe essere sicuramente un indizio decisivo verso future scelte di politica internazionale. Tra l’altro primi indizi importanti si cominciano a scovare sui quotidiani del paese, che cominciano a parlare della necessità di rendere normali i rapporti con Washington, e che è inutile pensare solamente alla soluzione della “questione palestinese”, ma che il processo di pace dovrà basarsi necessariamente su accordo di vasta portata generale.
Le recenti scelte turche di operare una nuova gestione delle acqua del Tigri e dell’Eufrate, mette in ansia Damasco che visto l’aumento demografico e conseguenti aumenti del consumo dell’acqua, ha bisogno di trovare strade alternative. Restano in gioco le pressioni iraniane e russe, con Mosca non disposta ad arretrare ulteriormente in Medio Oriente sotto la spinta americane. Per Teheran invece, la perdita di un alleato così importante, oltre ad un danno economico evidente legato alla forte partnership commerciale con Damasco, porterebbe ad una maggiore difficoltà pratica nel far affluire gli armamenti verso Hamas e Hezbollah.
RECENTI AVVENIMENTI ALL’ESTERO CHE POSSONO AVERE RIFLESSI SUI RAPPORTI CON LA SIRIA
Le ultime settimane hanno segnato il ritorno della violenza nelle strade del Libano. Il confronto politico ha ormai superato le sedi istituzionali ed è andato anche oltre le uccisioni politiche mirate, coinvolgendo in misura crescente la popolazione civile, soprattutto sciita, che protesta contro le interruzioni di corrente elettrica e di acqua decisi dal governo, identificate come misure punitive piuttosto che dettate da necessità economiche. Il malcontento popolare è una nuova arma nelle mani dell’opposizione pro-siriana, con la quale può prolungare la crisi fino alle prossime elezioni politiche del 2009.
Il 2 marzo 2008, con le elezioni presidenziali, la Russia eleggerà il successore di Putin. Le previsioni danno Medvedev, il delfino dell’attuale presidente, in netto vantaggio rispetto agli altri candidati. Questa eventuale elezione rappresenta un segnale di forte continuità rispetto alla politica estera dell’attuale presidente.
Sono 7168 gli iraniani, di cui 590 donne, che si sono registrati come candidati alle elezioni parlamentari in programma per il prossimo 14 marzo. Ad opinione di molti studiosi, queste elezioni non cambieranno la direzione della politica nucleare iraniana che è determinata dalla Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, ma rappresentano sicuramente un esame della presidenza Ahmadinejad ed un indicatore chiave per le elezioni presidenziali del 2009.
RELAZIONI PARLAMENTARI
ITALIA-SIRIA
Rappresentanze diplomatiche |
Ambasciatore della Repubblica di Siria in Italia:
Samir Al KASSIR
Ambasciatore d’Italia a Damasco:
Francesco CERULLI
Disegni di legge di ratifica di trattati internazionali all’esame del Parlamento |
Non vi sono disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Repubblica di Siria attualmente all’esame del Parlamento.
Incontri bilaterali |
Il Vice Presidente della Camera, on. Pierluigi Castagnetti, ha ricevuto a Roma, il 21 giugno 2006, la visita dell’Ambasciatore di Siria, Samir al-Kassir.
Nel corso dell’incontro è stata sottolineata l’importanza di intensificare i rapporti parlamentari tra i due Paesi, facendo seguito ai momenti di contatto e di interscambio reciproco avviati negli anni passati. In tale quadro, è stata auspicata la valorizzazione delle relazioni bilaterali, anche attraverso la creazione di un Gruppo di collaborazione parlamentare, ed è stato sottolineato, da parte dell’Ambasciatore, l’interesse del Presidente dell’Assemblea del Popolo siriano, Mahmoud Abrache, a realizzare una visita alla Camera dei deputati così da poter incontrare ed approfondire temi di interesse comune.
L’Ambasciatore ha quindi evidenziato il ruolo strategico che, nell’ambito della complessa questione mediorientale, l’Italia è chiamata a svolgere, anche alla luce della sua posizione geografica. E’ stata quindi auspicata sicurezza e stabilità in Medio Oriente e sottolineata l’importanza di “liberare” l’area mediorientale dalla presenza di armi di distruzione di distruzione di massa.
Incontri delle Commissioni |
Il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Umberto Ranieri (PD), ha ricevuto a Roma, il 12 aprile 2007, il 1° agosto 2006 ed il 7 dicembre 2006, la visita dell’Ambasciatore di Siria, Samir al-Kassir.
Durante l’ultimo incontro, il Presidente della Commissione Esteri ha discusso con l’Ambasciatore della situazione in Medio Oriente e degli sviluppi della piattaforma emersa al vertice della Lega Araba di Riad del 28 e 29 marzo 2007 per il rilancio del processo di pace. E’ stata inoltre esaminata la situazione in Libano ed i possibili sviluppi della politica estera siriana.
Si è tenuto a Roma, il 1° agosto 2006, l’incontro del Presidente della Commissione Affari esteri, on. Umberto Ranieri, con il Ministro dell'informazionesiriana, Moshen Bilal, cui era presentel'Ambasciatore siriano in Italia, Samir Al Kassir.
Nel corso dell’incontro, il Ministro Bilal ha espresso apprezzamento per il ruolo svolto dall’Italia nella soluzione della crisi libanese, che insieme a Paesi come la Spagna potrebbe svolgere una funzione importante anche per quanto attiene la situazione in Medio Oriente. Da parte sua, il Presidente Ranieri ha auspicato un ruolo da protagonista anche per la Siria, in grado di svolgere un’importante funzione stabilizzatrice dell’area, chiedendosi se, in prospettiva, è possibile ipotizzare un atteggiamento più collaborativo da parte dell’ala di Hamas che ha la propria sede a Damasco. Il Ministro siriano ha affermato che la parte di Hamas siriano è al momento meno intransigente di quella operante nei territori ed ha auspicato un interessamento della comunità internazionale per un cessate il fuoco in Libano e per evitare un allargamento del conflitto in atto alla Siria. Ha quindi evidenziato come, a suo avviso, ciò che gli israeliani non avrebbero mai dovuto fare era proprio iniziare i bombardamenti in Libano.
Il Ministro siriano ha quindi affermato che qualsiasi opzione è possibile, nel quadro della crisi israelo-palestinese, purché gli israeliani accettino di ritirarsi dai territori “occupati”. La Siria concorda con il “documento dei prigionieri” redatto di recente – peraltro saltato, a suo avviso, a causa dei timori israeliani - e con l’ipotesi di formare un governo di unità nazionale in Palestina.
La Commissione Esteri è stata infine invitata a compiere quanto prima una visita in Siria.
Cooperazione multilaterale |
La Siria partecipa alla cooperazione parlamentare nell’ambito del Partenariato Euromediterraneo. Ha siglato, in tale ambito, un trattato di Associazione con l’UE.
E’ membro dell’Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), cui partecipa con una propria delegazione.
[1] Fonte: CIA Worldfactbook 2008
*Cia The World Factbook, 2008.
[2] L’articolo 8 della Costituzione specifica che il Baath ricopre il ruolo di partito-guida.
[3] Nel referendum tenutosi il 10 luglio 2000 hanno votato a favore di Bashar il 97,92% dei votanti (l’affluenza è stata pari al 94,59% degli aventi diritto).