Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: Incontro della Commissione Cultura della Camera con una delegazione della Commissione istruzione, ricerca e affari della Chiesa del Parlamento norvegese - Roma, 20 febbraio 2008
Serie: Documentazione per l'attività internazionale    Numero: 39
Data: 19/02/2008

 

Incontro della Commissione Cultura della Camera con una delegazione della Commissione istruzione, ricerca e affari della Chiesa del Parlamento norvegese

 

Roma, 20 febbraio 2008

 

DOSSIER INCONTRI INTERNAZIONALI

 

 

 

 

XV legislatura

 

N. 39

 

19 febbraio 2008

 

 

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI

 

Servizio Rapporti internazionali

 


INDICE

 

1.  Regno di Norvegia – Scheda Paese                                    pag.  1

2.  Rapporti bilaterali Italia-Norvegia (a cura del Ministero degli Affari esteri)                                                                                          “     19

3.  Rapporti parlamentari Italia-Norvegia                                 “     27

4.  C.V. Dagrun Eriksen                                                                “     33

5.  C.V. Ine Marie Eriksen Søreide                                              “     35

 


 

 

regno di norvegia

 


 

DATI GENERALI

Superficie

323,802 kmq

Capitale

Oslo

Abitanti

4,627,926

Tasso crescita popol.

0,363%

Speranza di vita

79,67

Tasso alfabetizzazione

100%

Composizione etnica

Norvegesi; sami (20000)

Lingue

Norvegese; lappone (minoranza sami)

Religioni praticate

Luterana evangelica 85.7% (religione di Stato), altre 14,3%

 

 

 

 

CARICHE DELLO STATO

 

Monarca

Sua Maestà Re Harald V (dal 1971)

Presidente dello Storting

Thorbjørn Jagland 

Primo Ministro 

Jens Stoltenberg (dall’ottobre 2005) (laburista)

Ministro degli Esteri

Jonas Gahr Støre (laburista)

Ministro della Difesa

Anne-Grete Strøm-Erichsen (laburista)

Ministro della giustizia

Knut Stortberget (laburista)

Ministro delle Finanze

Kristin Halvorsen (socialista di sinistra)

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Elezioni legislative

 

2009

 

 

 

 

QUADRO POLITICO

 

 

 

 

Governo in carica

 

Dopo quattro anni di un governo di minoranza di centro-destra, una coalizione tra partito laburista, partito socialista della sinistra e partito di centro ha dato vita, nell’ottobre del 2005, dopo le elezioni politiche, ad un governo cosiddetto “rosso-verde” con una maggioranza di 87 deputati su 169, formato dal Partito laburista (AP), il Partito Socialista di Sinistra (SV) ed il Partito di Centro (Sp). Il presidente del partito laburista, Jens Stoltenberg, è il Primo Ministro. 

 

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

Sistema politico

 

Formalmente, la Norvegia è una monarchia costituzionale con un sistema di governo democratico e parlamentare. Democratico, in quanto la fonte del potere politico e della legittimità, in accordo alla Costituzione, è fondata sul popolo. Tutti i cittadini possono partecipare allo Storting (il Parlamento norvegese), ai consigli regionali e comunali.  Parlamentare, in quanto il Governo, che detiene il potere esecutivo, non può esercitare i propri poteri senza la fiducia dello Storting, che esercita il potere legislativo.
Monarchia Costituzionale, perché il Governo, in accordo con gli articoli originari della  Costituzione, riceve la propria autorità dal potere esecutivo di cui è investito il Re.

Sia il governo democratico che la monarchia vennero istituite con la Costituzione del 1814. Il Parlamentarismo fu introdotto nel 1884. Oggi il Re ha poco potere politico effettivo, ma ricopre un'importante funzione simbolica come Capo dello Stato e rappresentante ufficiale della società e dell'industria norvegesi. La monarchia svolge un ruolo cruciale per l'unità del Paese, ruolo particolarmente evidente nei momenti di crisi nazionale. Questo fu dimostrato durante la Seconda Guerra Mondiale quando il Re Haakon VII, che si oppose all'invasione nazista della Norvegia nel 1940, lasciò la Norvegia per combattere contro l'occupazione dall'esilio di Londra.

Il potere dello Stato è formalmente distribuito tra queste istituzioni: lo Storting (potere legislativo), il Governo (potere esecutivo) e i tribunali (potere giudiziario). Inoltre, la pubblica amministrazione, che venne progettata per assistere gli organi politici, è vista a volte come il quarto potere dello stato, dato che ai giorni nostri essa prende sempre più decisioni indipendenti e può influenzare le scelte sulle politiche da attuare. Esiste anche una distribuzione di carattere geografico del potere politico tra lo Stato, le regioni e i comuni.

La partecipazione del popolo alla sfera politica avviene attraverso le elezioni dirette e l'iscrizione alle diverse organizzazioni. Un norvegese medio è membro di quattro organizzazioni e circa il 70% della popolazione adulta è iscritto ad almeno una. Queste organizzazioni influenzano le autorità mediante contatti formali e informali con la pubblica amministrazione. Gli stretti contatti esistenti tra le commissioni parlamentari in carica, i ministeri e i gruppi d'interesse indicano che le politiche della Norvegia sono orientate verso alcuni ambiti precisi, come quello industriale, quello agricolo e quello legato al mondo dell'istruzione. L'affluenza alle urne in occasione di elezioni è vicina all'80%. Il suffragio generale per gli uomini fu introdotto nel 1898, il suffragio universale nel 1913. Attualmente sono 18 gli anni per ottenere la maggiore età.   

 

Monarchia

 

 

La tradizione della monarchia norvegese, anche se sotto forme diverse, ha radici lontane, risalenti a più di mille anni fa. La Norvegia è stata in unione con la Danimarca dal 1381 al 1814, per poi passare in unione con la Svezia dal 1814 al 1905, quando divenne nuovamente indipendente sotto Haakon VII di Norvegia.

Sua Maestà Re Harald V è nato il 21 febbraio 1937 nella casa dei genitori, la residenza estiva di Skaugum, nei pressi di Oslo. Unico figlio del Principe Ereditario Olav (in seguito Re Olav V) e della Principessa Märtha, è stato il primo principe a nascere in Norvegia nell’arco di 567 anni.

 

Parlamento

Lo Storting (il Parlamento norvegese) è l'organo politico più alto in Norvegia dal 1884, anno in cui fu introdotto il parlamentarismo. Le elezioni per lo Storting si tengono ogni quattro anni e i mandati sono distribuiti sulla base di un sistema proporzionale. Il Governo viene formato all'interno del Parlamento per conto del Re.

Una maggioranza parlamentare può utilizzare il voto di sfiducia per portare alla caduta di un governo o alle dimissioni di un ministro. Una mozione di sfiducia può essere richiesta da qualsiasi membro del Parlamento, oppure è il Governo stesso ad avere la possibilità di porre la questione sulla fiducia. Nel caso in cui un Governo infrangesse una legge o violasse la Costituzione, esso può essere messo sotto stato d'accusa dal Parlamento, cosa accaduta raramente.

Lo Storting mantiene il controllo formale sui due principali strumenti di governo: l'emanazione delle leggi e l'approvazione del bilancio nazionale. La maggior parte delle proposte di legge e quelle relative alla Legge Finanziaria vengono presentate al Parlamento dal Governo in carica. Generalmente, vengono apportate soltanto piccole modifiche ai progetti di legge, in quanto il Governo ha già provveduto ad assicurarsi in Parlamento la maggioranza necessaria, oppure ha già adattato la propria proposta di legge per soddisfare le richieste della maggioranza dello Storting.

Lo Storting ha il compito di vigilare su tutte le azioni del Governo. I principali strumenti di monitoraggio sono la richiesta del voto di fiducia, la richiesta di una corte per l'impeachment, i controlli effettuati dalla Corte dei Conti, oltre al sistema di interrogazioni e inchieste parlamentari.


Lo Storting è costituito da 169 membri che rappresentano i diversi partiti politici. Si tratta tecnicamente di un parlamento unicamerale modificato; quando vengono esercitate le funzioni legislative, esso si divide in due camere, l'Odelsting ( ¾ dei deputati) e il Lagting (1/4 dei parlamentari), ognuna con poteri relativamente uguali. Le proposte di legge vengono prima sottoposte all'approvazione dell'Odelsting e poi del Lagting. La Finanziaria e gli emendamenti alla Costituzione sono discussi in assemblea plenaria. Gli emendamenti alla Costituzione richiedono un voto di maggioranza di almeno due terzi, ma in tutti gli altri casi è sufficiente una semplice maggioranza di voti.

Il Parlamento è presieduto da un Consiglio formato da sei membri. Le negoziazioni e il dibattito all'interno della camera dello Storting tendono a giocare un ruolo minore nella decisione finale su una data questione. La maggior parte dei lavori avviene nelle commissioni fisse, all'interno delle quali vengono proposte gran parte delle modifiche da apportare alle leggi del Governo. Insieme ai vari gruppi parlamentari, le dodici commissioni fisse rappresentano l'organo più importante del Parlamento.


Lo Storting è eletto dalle circoscrizioni secondo il sistema proporzionale: ad esempio, a ogni circoscrizione viene assegnato uno specifico numero di rappresentanti in base al numero di abitanti.

 

 

Composizione del Parlamento

 

Partiti

SEGGI

(elezioni del 12 settembre 2005)

Partito laburista norvegese

61

Partito progressista

38

Partito conservatore

23

Partito socialista di sinistra

15

Partito cristiano democratico

11

Partito di centro

11

Partito liberale

10

Totale

169

 

 

 

Governo

 

Il Governo esercita il potere esecutivo. Le sue funzioni più importanti sono quelle di sottoporre leggi e proposte di bilancio allo Storting (il Parlamento norvegese) e di mettere in atto le decisioni attraverso i vari Ministeri. Il Governo deriva dallo Storting ed è capeggiato dal Primo Ministro. Da un punto di vista formale, è il Re che chiede al partito di maggioranza di formare un governo o una coalizione attuabile.

Le decisioni del Governo sono formalmente prese dal Re all'interno di un Consiglio (vengono approvate dal Re e dal Consiglio di Stato) ogni venerdì. Tutti i regi decreti devono essere sottoposti alla firma del Sovrano e controfirmati dal Primo Ministro.

Sia in termini formali che reali, il Governo norvegese, e in particolar modo il Primo Ministro, ha meno potere rispetto a molte altre nazioni occidentali. Le più alte cariche del Governo sono tradizionalmente rappresentate dal Primo Ministro, dal Ministro degli Affari Esteri e dal Ministro delle Finanze.

Dato l'aumento delle mansioni dello Stato, il potere legislativo è stato sempre più delegato dallo Storting al Governo e dal Governo ai singoli ministeri. La Norvegia è caratterizzata da un governo di carattere ministeriale, con un Ministro che funge da leader politico del proprio Ministero. La figura più vicina al Ministro è il Segretario di Stato, nominato politicamente, oltre al Viceministro e al Consigliere Politico.

I Ministeri sono strutturati gerarchicamente, con il Segretario Generale che ricopre la carica amministrativa più alta, seguito successivamente dal Direttore Generale (ekspedisjonssjef) a livello ministeriale, dal Direttore Generale vicario (avdelingsdirektør) a livello ministeriale oppure di dipartimento, dal Vicedirettore Generale (underdirektør) a livello di dipartimento, dal Capo Divisione (byråsjef) per il livello delle Divisioni, oltre a un organico civile che comprende vari gradi di consiglieri, ufficiali esecutivi e personale ecclesiastico.

 

Potere giudiziario

 

Tradizionalmente il potere giudiziario è considerato il terzo potere di governo. I tribunali ordinari in Norvegia sono costituiti dalla Corte Suprema di Giustizia (Høyesterett), dai Comitati di Appello interlocutori della Corte Suprema (Høysteretts kjæremålsutvalg), dalle Corti di Appello (lagmannsrettene), dalle Corti Distrettuali (tingrett) e dalle Corti di Conciliazione (forliksrådet), oltre che da alcune corti speciali. Il paese è diviso in sei giurisdizioni territoriali (lagdømmer) e in 15 distretti giuridici (lagsogn).

Quello giudiziario è un settore relativamente indipendente dal governo. Due elementi contraddistinguono il suo ruolo politico: innanzitutto, esso fa eseguire le leggi adottate dallo Storting (il Parlamento norvegese), e inoltre, esso controlla il potere legislativo ed esecutivo, assicurandosi che essi si comportino seguendo le leggi precedentemente adottate.

Il potere giudiziario ha la possibilità di rifiutare una legge approvata dallo Storting nel caso in cui la ritenesse in contrasto con la Costituzione. Questo diritto di "censurare" il Parlamento non è riscontrabile nella Costituzione ed è perciò tema di controversie. Venne esercitato in diverse occasioni durante il periodo 1884-1918, quando alcune riforme costituzionali radicali furono bloccate dalla Corte Suprema. Da allora, i rappresentanti del potere giudiziario si sono mostrati riluttanti a invocare questo diritto. Tutti i livelli del sistema giudiziario ordinario possono esaminare la validità di una legge, ma in questi casi diviene inevitabile il ricorso alla Corte Suprema. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quadro politico

(in collaborazione con il MAE)

 

 

POLITICA INTERNA

 

 

Leelezioni del 12 settembre 2005 hanno segnato la chiara affermazione del Partito Laburista, ritornato sopra il 30% dopo la storica sconfitta alle elezioni del 2001, riacquistando così il ruolo di forza predominante della scena politica norvegese.

L’esito del voto ha altresì registrato il crollo delle forze di centro-destra e la sconfitta di Conservatori e Cristiano-Popolari, al Governo dal 2001.

Per la prima volta dal 1945, i Laburisti, guidati da Stoltenberg, già primo Ministro alla guida di un Governo monocolore nel 2000-2001, hanno deciso di formare un governo di coalizione, accettando di negoziare con altre forze politiche le proprie istanze programmatiche.

Al termine di un negoziato protrattosi per oltre tre settimane, laburisti, socialisti e centristi, caratterizzati da orientamenti ideologici diversi, hanno raggiunto un accordo programmatico e varato la nuova coalizione di Governo (“red-green coalition”). Dei due Partiti che affiancano il laburista nella composizione dell’Esecutivo, il partito socialista di Sinistra è alla sua prima esperienza di Governo, mentre il Partito di centro – difensore degli interessi agrari ed ora anche dei valori ecologici– ha partecipato a numerosi Governi ma solo in coalizioni di centro destra.

Il Governo di Jens Stoltenberg, il primo ad avere una maggioranza in Parlamento negli ultimi 20 anni, è in carica dal 17 ottobre 2005.

Nell’autunno 2007, a seguito delle elezioni amministrative del 10 settembre 2007, che hanno segnato una pesante sconfitta per il partito dei Socialisti di Sinistra , il Primo Ministro Stoltenberg ha operato un rimpasto del Governo che ha coinvolto i Ministeri del Petrolio e dell’Energia, degli Affari comunali e regionali, Ambiente e Istruzione, Università e Ricerca.

Il Primo Ministro ha anche attuato una profonda riorganizzazione dei Dicasteri.

 

Elemento centrale della politica interna, come anche della proiezione esterna, di questo Paese è la forte sensibilità alle tematiche dell’ambiente, anche perché sul suo territorio artico ha modo di sperimentare gli effetti dei cambiamenti climatici legati allo scioglimento massiccio dei ghiacci. Il dibattito in questo ambito è molto vivo sia a livello politico che di opinione pubblica. Nel 2006 è stato prodotto dal Governo un “libro bianco” sulla politica ambientale, ancora in discussione al Parlamento, contenente misure per combattere le emergenze climatiche. Tuttavia, solo nel gennaio del 2008 è stato raggiunto un accordo al riguardo tra Governo ed opposizione. I contenuti principali dell’accordo mirano a rendere la Norvegia “Carbon-neutral entro il 2030, in particolare sviluppando tecniche innovative per il sequestro del carbonio dal gas naturale estratto (in modo che non venga prodotta anidride carbonica nella fase di consumo), aumentando la produzione di energia eolica con centrali off-shore e promuovendo l’uso dei trasporti pubblici.

 

 


 

Attualità di politica estera

In collaborazione con il MAE

 

 

1. Priorità di politica estera

I punti di riferimento della politica estera norvegese sono il rapporto transatlantico e la sua configurazione di sicurezza (NATO), i rapporti con l’Europa (SEE/UE) e con la Russia.  Ad essi occorre aggiungere una vocazione internazionalista che ha nella collaborazione nordica, nel sistema delle Nazioni Unite e nelle collaborazioni regionali e sub-regionali un fermo ancoraggio. Tra le nuove priorità del Governo di centro-sinistra insediatosi nel novembre 2005, vi è innanzitutto l’obiettivo di rafforzare le Nazioni Unite e quello della ristrutturazione delle Forze Armate nella prospettiva di aggiornare l’organizzazione lasciata in retaggio dalla Guerra Fredda, e farne uno strumento compatibile con le nuove sfide asimmetriche del mondo contemporaneo.

La politica estera norvegese è particolarmente attiva e visibile, sicuramente al di là di quanto le dimensioni del Paese suggerirebbero. Un suo aspetto specifico è il particolare impegno posto in essere nel dopoguerra, sia direttamente che tramite le ONG, per attenuare le tensioni internazionali e mediare situazioni di conflitto in determinate aree (Medio-Oriente, Sri Lanka, Guatemala, Colombia, Haiti, Cipro e Sudan).

La Norvegia è presente in Afghanistan in ambito ISAF con una presenza complessiva di 550 unità e ciò rappresenta il più importante impegno all’estero delle truppe norvegesi. Anche per il futuro si prevede che l’Afghanistan resti l’area prioritaria di intervento in tale ambito. La Norvegia ha la responsabilità del PRT  di Meymeneh, dove sono presenti 75 militari. Il resto delle truppe (insieme a personale medico e logistico) si trova nella provincia di Faryab, dove opera una quick reaction force. Una piccola presenza esiste anche a Kabul, presso il quartier generale ISAF e l’aeroporto.  Anche a seguito dell’attentato del gennaio 2008, a Kabul, durante la visita del Ministro degli Esteri Gahr Store, che ha causato numerose vittime tra cui una norvegese, il dibattito interno sulla presenza norvegese in Afghanistan è più vivace che mai. Pur evitando ogni riferimento agli appelli della NATO e degli USA per uno spiegamento di truppe aggiuntive al sud o all’est, oltre alle nuove 150 Forze Speciali destinate a Kabul a partire da marzo per 18 mesi, il Governo ha comunque confermato che le truppe norvegesi resteranno in Afghanistan indefinitamente, con il compito di sostenere dall’esterno gli sforzi civili di ricostruzione del paese.

 

La Norvegia è presente nell’area dei Balcani con 5 ufficiali che partecipano a missioni KFOR e UNMIK in Kossovo e 21 sono inseriti nel NATO/EUFOR HQ e Liaison Observer Team a Cazin in Bosnia.

Il 30 giugno 2004 sono rientrati in Norvegia dall’Iraq, dopo un anno di operatività nel Paese, i militari impegnati nella forza di stabilizzazione (una Compagnia del Genio di 150 uomini), dislocati a Bassora sotto comando britannico.

 

La presenza norvegese in Medio Oriente consiste, al momento, di 12 osservatori nell’ambito della missione UNTSO, e 3 nella MFO del Sinai, cui si devono aggiungere 26 civili nella TIPH di Hebron.

Da lungo tempo coinvolta attivamente nel processo di pace in Medio Oriente (si ricordino a titolo esemplificativo gli accordi di Oslo tra Israele e Palestina del 1993, promossi dall’allora Ministro degli Esteri norvegese Johan Jorgen Holst), la Norvegia sostiene la necessità di  dialogo con tutte le parti coinvolte; aveva prontamente riconosciuto il Governo di Unità Nazionale creato in Palestina in seguito all’affermazione elettorale di Hamas, contrariamente a quanto fece il Quartetto e suscitando l’irritazione di Israele. Dopo i fatti di Gaza dell’estate 2007, la Norvegia intende continuare comunque ad avere rapporti con Hamas a livello diplomatico, mentre sono sospesi quelli a livello politico.

 

In Africa, 4 osservatori norvegesi partecipano alla missione UNMEE in Etiopia e Eritrea, mentre sono in atto i preparativi per l’invio di un massimo di 28 osservatori e ufficiali di Stato Maggiore alla UNMIS in Sudan.

 

La Norvegia, paese dalla cultura politica tradizionalmente consensuale, è notevolmente impegnata nell’assistenza ai Paesi in via di sviluppo (ponendosi in primissimo piano in termini di aiuti, con quasi l’1% del PIL), nonché nelle attività di soluzione dei conflitti internazionali ed a favore dei processi di pace nel mondo (Sri Lanka, Sudan, Filippine, e Colombia).

 

2. Rapporti con i principali Paesi partners

La Norvegia intrattiene rapporti privilegiati con i Paesi Nordici, con cui collabora attraverso consultazioni rafforzate e tramite la comune partecipazione in numerosi organismi regionali, di cui il più importante è il Consiglio Nordico. L’adesione all’UE di Svezia e Finlandia nel 1995 ha accentuato l’importanza della collaborazione nordica per la Norvegia, quale foro di consultazione ed informazione sugli sviluppi delle politiche dell’Unione nei vari settori di interesse norvegese.

La Norvegia - insieme agli altri Paesi nordici - segue con attenzione lo sviluppo economico e il consolidamento democratico in atto nei Paesi Baltici, di cui ha sostenuto fortemente l’ingresso nella NATO e nell'Unione Europea. Tale interesse si articola a livello operativo in diverse forme di collaborazione nordico-baltiche, anche nel settore della sicurezza e difesa.

La Norvegia ha in corso un programma di collaborazione con il Regno Unito per la distruzione delle armi chimiche, gestito da Londra, ma finanziato in parte da risorse norvegesi.

 

Il rapporto con gli Stati Uniti è naturalmente molto forte in virtù della comune appartenenza alla NATO. Peraltro, il Governo norvegese non ha lesinato critiche nei confronti di Washington per l’unilateralismo di cui ha dato mostra non solo in occasione della crisi irachena, ma anche in relazione alla mancata partecipazione ad importanti accordi multilaterali, quali il Protocollo di Kyoto, il Trattato sul bando degli esperimenti nucleari, e lo Statuto della Corte Penale Internazionale. Ma le tensioni connesse con la guerra in Iraq e le critiche mosse all’approccio americano alle crisi globali, non hanno scalfito la lealtà norvegese verso gli Stati Uniti sul piano bilaterale e nel quadro dell’Alleanza Atlantica.

Resta sempre confermato l’impegno norvegese nella sfera del ”peace-keeping” e dell’aiuto allo sviluppo (0,95% del PIL):  iniziative che, come quelle di facilitazione in Sri Lanka e Sudan, o di sostegno sociale nei Territori Palestinesi, finiscono per dare al Paese un rilievo internazionale superiore al suo peso specifico. Ad esse, il nuovo Governo Stoltenberg si è proposto di destinare maggiori risorse.

3. Rapporti con la Russia

Particolare importanza rivestono le relazioni con la Russia, sia per quanto attiene l'interesse di Oslo al rafforzamento della stabilità ai propri confini nord-orientali sia per le prospettive di collaborazione economica e di sviluppo dell’area del Barents (regioni settentrionali della Norvegia, Svezia e Finlandia e regioni russe di Murmansk, Arcangelo e Carelia). In relazione al Mare di Barents, è ancora in corso un negoziato tra Russia e Norvegia per la definizione della linea di delimitazione della piattaforma continentale. La controversia si incentra essenzialmente sulla metodologia utilizzata per tracciare la linea di demarcazione. Oslo sostiene che sulla base di quanto previsto dal diritto internazionale alla luce della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia- il punto di partenza dovrebbe essere la linea mediana, da adattare alle specificità geografiche del caso. Mosca ritiene invece che il confine dovrebbe essere stabilito sulla base di una linea dritta tracciata dalla frontiera terrestre fino al polo la c.d. “linea di settore”. Le trattative, interrotte per alcuni anni, si sono riaperte con la visita di Eltsin ad Oslo nel marzo 1996. In un incontro, avvenuto a margine del Consiglio Euro-artico di Barents il 9 e 10 novembre 2005, i Ministri degli Esteri Gahr Støre e Lavrov hanno annunciato una nuova tornata negoziale sulla delimitazione delle frontiere marittime nel Barents (trattative queste di fondamentale importanza per la Russia, vista la rilevanza del rafforzamento della partnership con l’Europa e gli Stati Uniti, che va oltre la mera ottica di mercato).

I programmi di Mosca di trasformare l’area di Barents in un’area di produzione ed esportazione petrolifera di importanza mondiale, e le intese che si stanno intessendo tra Russia e Stati Uniti per lo sfruttamento congiunto di queste risorse, acuiscono in Oslo il timore della propria marginalizzazione internazionale ed in particolare che, in caso di ipotizzabili tensioni con la Russia, venga meno da parte dell’Alleanza Atlantica e degli Stati Uniti la protezione di cui il Paese beneficiava durante la Guerra fredda.

Il nuovo Governo norvegese ha posto il Nord ai vertici della sua agenda politica, accrescendo la presenza in loco della Guardia Costiera, della Marina e dell’Aeronautica Militare e, di conseguenza, la sua capacità di esercitarvi la propria sovranità in particolare in casi di emergenze ambientali. Punto centrale della politica norvegese nel Nord è la collaborazione con la Russia. Su tale linea, un rafforzamento dei rapporti con il grande vicino si rendono necessari, così come testimonia la volontà di Oslo di pervenire ad una intensificazione della collaborazione sui temi del Nord.

Nel corso del 2005, Oslo ha concordato con Francia e Canada programmi di collaborazione per lo svolgimento di progetti relativi alla sicurezza nucleare in Russia, essenzialmente volti allo smantellamento delle batterie radioattive di numerosi fari nella regione del Barents.

4. Relazioni con le principali Organizzazioni Internazionali

L'appartenenza alla NATO rimane il cardine della politica di sicurezza del Paese. A causa della conformazione geografica, la difesa del territorio norvegese dipende dal tempestivo arrivo di rinforzi dei paesi dell'Alleanza, in primo luogo degli Stati Uniti. In tale ottica, rimane centrale il rapporto con Washington. Oslo è favorevole e partecipa per quanto possibile alla PESD, ponendo però l’accento sulla necessità di salvaguardare la stabilità dei tradizionali rapporti con gli Stati Uniti, che continuano ad essere qui considerati i garanti ultimi della sicurezza nazionale.

A livello regionale è da segnalare l’attiva partecipazione della Norvegia nel Consiglio degli Stati del Mar Baltico (di cui sono membri gli Stati rivieraschi, la Norvegia e l’Islanda; l’Italia ha il ruolo di osservatore), nel Consiglio Euro-Artico di Barents (di cui la Norvegia ha detenuto la Presidenza nel 2005), nonché nel Consiglio Artico. Da qui anche l'attenzione con cui segue lo sviluppo della Dimensione settentrionale dell’UE.

Il tradizionale impegno internazionalista della Norvegia si manifesta particolarmente nel quadro delle Nazioni Unite, dove la Norvegia è fortemente coinvolta sia in termini finanziari (la Norvegia è il secondo maggior contribuente, dopo la Danimarca (0,96%), pro capite al sistema delle Nazioni Unite e destina alla cooperazione allo sviluppo lo 0,95 % del PIL con l'obiettivo di raggiungere l’1% entro il 2005), che attraverso la partecipazione ad operazioni di peace-keeping. L'impegno attuale in questo settore è concentrato nei Balcani.

 

 

 

 

RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA

 

La Norvegia ha respinto per due volte, con referendum (nel 1972 con il 53,3% e nel 1994 con il 52,2% dei voti), la progettata adesione all’Unione Europea. Malgrado questo doppio rifiuto, ogni Governo norvegese si è costantemente impegnato a coltivare con l’Unione i legami più stretti compatibili con la sua posizione di non-membro. Dal gennaio 1994 la Norvegia fa parte dello Spazio Economico Europeo (SEE), partecipando al Mercato Unico e al relativo Consiglio (15+3: Norvegia, Islanda e Liechtenstein) ed impegnandosi a recepire la legislazione comunitaria nei settori previsti dall’Accordo SEE.

Dal 25 marzo 2001 la Norvegia - insieme agli altri Paesi nordici - partecipa al sistema Schengen.

La mancata adesione all'Unione Europea non ha quindi impedito alla Norvegia di intrattenere eccellenti relazioni con i Paesi UE e di seguire con particolare interesse gli sviluppi dell’Unione, ed in particolare la Dimensione settentrionale dell’UE. La Norvegia intrattiene regolari consultazioni con la Presidenza di turno dell’UE (incontri tra i Ministri degli Esteri e/o Primi Ministri all’inizio di ogni semestre di presidenza e partecipazione dei Ministri competenti alle varie riunioni informali dell'UE su temi specifici di interesse SEE).

L'improvviso benessere conosciuto dal Paese a partire dagli anni 70 è anche, se non completamente, responsabile del persistente sentimento contrario della popolazione nei riguardi di un'adesione all'Unione Europea. Negli ultimi mesi tuttavia si va gradatamente percependo un certo mutamento degli umori dell'opinione pubblica e di alcuni importanti gruppi di influenza. L'allargamento dell'Unione Europea pone infatti in tutta la sua evidenza il crescente isolamento della Norvegia, reso ancora più grave dalla lenta erosione di quei tradizionali forti legami di solidarietà intrattenuti con altri Paesi scandinavi, che invece dell'Unione fanno parte. Anche la prospettiva di un progressivo esaurimento, a medio termine, delle risorse petrolifere e di gas contribuisce a riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica il problema del collocamento futuro del Paese. Gli esiti negativi dei referendum francese ed olandese sul Trattato Costituzionale europeo (rispettivamente 27 maggio e 3 giugno 2005) hanno tuttavia rinviato ulteriormente il dibattito.

 

A seguito dell’ingresso dei nuovi membri centro-orientali nell’Unione, l’allora Primo Ministro Bondevik manifestò un atteggiamento riservato, nei riguardi dell’Unione, evidenziando come l’Europa allargata del 2004 sia differente, e, quindi, meritevole di differenti valutazioni rispetto a quella oggetto dell’ultimo referendum norvegese del 1994. In particolare, Bondevik precisò che la presenza di un numero crescente di membri contribuisce a rendere più flessibile l’architettura comunitaria; l’adesione non unanime a Schengen e alla Moneta Unica si valutano con interesse ad Oslo, a fronte di aspetti negativi che vi si considerano con attenzione, in particolare per quanto concerne il rischio di unaintegrazione troppo rigida e di conseguenze non favorevolisull’agricoltura e la pesca norvegese (si ricordano, in proposito, le misure comunitarie contro le importazioni di salmone norvegese, sostenute in particolare modo dai produttori scozzesi e per cui Oslo considererebbe possibile un ricorso al WTO). In definitiva, Bondevik affermò di continuare a riservarsi un’opinione definitiva sull’Unione.

Il tema dell’adesione all’Unione Europea è stato evocato all’indomani dell’insediamento del nuovo Governo Stoltenberg, che ha reso esplicito che non richiederà l’adesione della Norvegia all’Unione e che la collaborazione con l’UE continuerà sulla base dell’Accordo sullo Spazio Economico Europeo, con la riserva tuttavia, di utilizzare il diritto di veto quando si avverta la minaccia di fondamentali interessi nazionali.

In virtù dell’accordo concluso con la Commissione in relazione all’allargamento dello Spazio Economico Europeo dei nuovi 10 membri dell’Unione Europea, la Norvegia ha incrementato in misura rilevante il suo contributo al fondo di coesione (circa 225 milioni di euro all’anno, per i prossimi cinque anni).

 

Il 22 novembre 2004 la Norvegia, con altri 6 Paesi non membri dell’Unione, ha preso parte a Bruxelles al vertice dedicato al futuro della Difesa europea. In quell’occasione, è stato siglato un accordo con l’Unione in merito alla cooperazione in tema di difesa, e scambio di informazioni classificate. Circa la partecipazione a “battle groups” europei, la Norvegia si è detta disponibile a contribuire con circa 150 uomini ad una Forza di reazione rapida nordica a disposizione dell’Unione dal 2008. Il contingente norvegese rimarrà sotto comando nazionale ed il mandato delle operazioni dovrà essere conforme al diritto internazionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

Quadro economico

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI*

 

PIL a parità di potere d’acquisto

257,4 miliardi dollari USA

Composizione per settore

2,4% agricoltura; 42,9% industria; 54,7% servizi;

Crescita PIL

4,9%

PIL pro capite

55,600 dollari

Inflazione

0,4%

Tasso di disoccupazione

2,4%

Tasso di povertà

n.d

Debito estero

La Norvegia non ha debito estero

 

Al secondo posto al mondo per reddito pro-capite, la Norvegia rappresenta una delle economie di maggior successonel campo del benessere sociale (al primo posto negli ultimi anni secondo l’Indice di Sviluppo Umano predisposto dall’UNDP, solo nel 2007 è stata superata dall’Islanda), caratterizzata da un alto livello di qualità della vita e da un ampio sistema di protezione sociale e ambientale.

La Norvegia è ai primi posti nel mondo quanto a livello di aiuto allo sviluppo in proporzione al PIL (0,98%), ed è anche attivamente impegnata sul piano internazionale a fornire un contributo concettuale alla definizione di politiche e strategie della cooperazione allo sviluppo.

Il sistema economico è inoltre caratterizzato dalla forte presenza dello Stato (azionista di maggioranza delle principali aziende nazionali nel settore energetico, bancario, manifatturiero di base), e da un diffuso tessuto di piccole e medie imprese attive nei servizi  e nei comparti manifatturiero e tecnologico.

Il ciclo positivo dell’economia norvegese, iniziato nel 2004, è continuato nel 2007, facendo registrare il più alto tasso di crescita degli ultimi quattro anni: si stima  un aumento del PIL del 3,1%, contro il 2,2% dell’anno precedente. I consumi privati, sostenuti dalla crescita dell’occupazione, da significativi incrementi salariali e da bassa inflazione, sono stati la principale componente della crescita. L’inflazione, al 2,3% nel 2006, è stimata nel 2007 intorno allo 0,8%, in parte a causa della diminuzione dei prezzi in settori quali quello dell’abbigliamento, delle apparecchiature audiovisive e delle telecomunicazioni, ma soprattutto in seguito ad una notevole riduzione delle tariffe dell’energia elettrica nei primi otto mesi dell’anno. Tornato a crescere negli ultimi mesi del 2007, il tasso d’inflazione previsto per il 2008 è decisamente superiore e si dovrebbe attestare al 3%. La Banca Centrale è intervenuta più volte nel corso degli ultimi due anni per modificare il tasso ufficiale di sconto, che è aumentato dal 3,75% nel gennaio 2006, all’attuale 5,25%.

La disoccupazione, già molto bassa, si è ridotta dal 3,5% del 2006 ad un probabile 2,5% nel 2007, valore attorno al quale dovrebbe mantenersi costante anche nel biennio successivo.    

 

 

Gli indicatori di finanza pubblica continuano ad essere decisamente confortanti, con un surplus di bilancio nel 2007 pari a circa il 18,6% del PIL ed un rapporto debito pubblico/PIL del 55,6%, in diminuzione rispetto all’anno precedente (59,5%).

 

L’economia norvegese è fortemente orientata verso la fornitura di materie prime e prodotti semilavorati (idrocarburi, pesce fresco e lavorato, legname, minerali).

Il suo principale motore di sviluppo rimane il settore petrolifero. Lo sfruttamento delle vaste risorse di idrocarburi nel Mare del Nord ha assunto, nel corso degli ultimi trentacinque anni, un ruolo predominante, contribuendo da solo per il 25% del PIL norvegese, con una incidenza degli introiti petroliferi sul reddito statale pari al 33%.

La Norvegia, con una produzione giornaliera di 2,7 milioni di barili, si posiziona al settimo posto nella graduatoria dei paesi produttori di petrolio (grezzo e NGL), mentre rimane al terzo posto tra i paesi esportatori dopo l’Arabia Saudita e la Russia. Il Paese, con la recente entrata in funzione dei nuovi giacimenti di Ormen Lange e di Snoehvit, è inoltre il secondo esportatore mondiale di gas per via gasdotti e soddisfa il 15% del fabbisogno dell’Europa occidentale.

 

Altri settori economici di rilievo restano inoltre l’industria metallurgica, la cantieristica navale, l’industria delle attrezzature navali e quella delle attrezzature petrolifere.

 

 

3. Relazioni economiche e commerciali con i principali paesi partner

 

Gli indicatori di commercio estero relativi agli ultimi anni confermano il carattere aperto dell’economia norvegese.

La Norvegia, tramite la sua adesione all’OMC ed allo Spazio Economico Europeo (SEE), è attivamente impegnata nel processo di liberalizzazione dei rapporti economici internazionali. Dal 1998 al 2006, il valore complessivo del commercio estero (beni e servizi) è passato da 812 miliardi di corone (ca.100,8 miliardi di euro) a 1606 miliardi di corone (ca. 199,5 miliardi di euro), con la seguente ripartizione: esportazioni = 998 miliardi (circa 124 miliardi di euro), importazioni = 608 miliardi (ca. 75,5 miliardi di euro). Il peso del commercio estero sul PIL, nel 2006 è stato del 46,4%.

La Norvegia importa essenzialmente prodotti finiti, tra cui macchine ed apparecchi meccanici, apparecchiature elettriche di alta tecnologia, nonché mezzi di trasporto e beni di consumo (abbigliamento, calzature, elettronica), mentre esporta principalmente prodotti del settore primario.

Dal punto di vista geografico, l’Unione Europea  è la principale area diinterscambio commerciale della Norvegia: nel 2006 essa ha assorbito l’82,03 dell’export globale norvegese (una crescita rispetto all’anno precedente di 1,33%) ed è inoltre la principale area di provenienza delle importazioni con un’incidenza sul totale del 53,83% (crescita di 0,3% rispetto al 2005. A seguire, nell’ordine, figurano l’America settentrionale, l’Asia, i Paesi dell’Europa orientale, l’America meridionale, l’Africa e l’Oceania.

 

 

I principali partner commerciali della Norvegia:

 

 

PAESE

Percentuale dell’import

Svezia

15,4

Germania

13,5

Danimarca

6,9

Regno Unito

6,4

Cina

5,7

Stati Uniti

5,3

Paesi Bassi

4,1

Francia

3,9

Italia

3,4

Finlandia

3,2

Canada

2,7

Giappone

2,7

 

 

 

PAESE

Percentuale dell’export

Regno Unito

26,6

Germania

12,2

Paesi Bassi

10,4

Francia

8,2

Svezia

6,4

Stati Uniti

5,9

Danimarca

3,4

Italia

3,2

Canada

3,1

Belgio

2,6

Spagna

2,2

 

Fonte: Istituto di Statistica Norvegese.

 


 

 

 

RAPPORTI BILATERALI ITALIA-NORVEGIA

(a cura del Ministero affari esteri)

 

 

1. Rapporti economici bilaterali

 

I rapporti economici italo-norvegesi sono caratterizzati da un flusso crescente di scambi commerciali  oltre che da promettenti prospettive di crescita nei settori delle collaborazioni industriali e degli investimenti reciproci.

Sul piano più strettamente commerciale si è registrato negli ultimi anni un sensibile incremento dell’interscambio. La bilancia commerciale, tradizionalmente attiva per l’Italia, ha registrato una inversione di tendenza a seguito della progressiva entrata a regime delle forniture di gas naturale al nostro Paese, che insieme al petrolio rappresentano le principali voci delle nostre importazioni dalla Norvegia.  L’aumento generalizzato delle nostre esportazioni, con particolare riguardo a quelle dei prodotti tipici e delle bevande alcoliche, ha consentito di contenere entro limiti modesti il nostro deficit commerciale.

I dati statistici riferiti al 2006 confermano lo squilibrio a nostro sfavore degli scambi commerciali. Questi  ultimi sono ammontati a 38,9 miliardi di corone (ca. 4,8 miliardi di euro) con un aumento del 26,3% rispetto al 2005. Tale aumento è imputabile principalmente all’aumento delle importazioni italiane che sono passate a 24,9 miliardi di corone (ca. 3,1 miliardi di euro) (+30,7% rispetto al 2005). Nel 2006 la bilancia commerciale ha registrato un deficit per l’Italia di 10,9 miliardi di corone (ca. 1,4 miliardi di euro).

L’andamento degli scambi bilaterali ha evidenziato un forte aumento dellenostre importazioni rispetto all’anno 2005. Le  importazioni di petrolio dalla Norvegia sono aumentate nel 2006 del 43,7% per un totale di 7,8 miliardi di NOK (ca. 0,97 miliardi di euro). Aumentate anche le importazioni di gas (+35,9% per un totale di 10 miliardi di NOK/1,25 miliardi di euro). Sono invece diminuite le importazioni di ferro e acciaio (-20,4%), fertilizzanti e materiali grezzi (-26%).

Hanno registrato incrementi notevoli le esportazioni italiane di macchine e mezzi di trasporto (+29,3%); fra questi in particolare macchine generatrici, motori e loro accessori (+72,5%) e macchine utensili per la lavorazione dei metalli (+126.2%). Una crescita sensibile è stata riscontrata anche nelle nostre esportazioni di pelli e pelletterie (+34,7%), prodotti metallici non ferrosi (+23,8%), e cereali e paste alimentari (+31,4%). In aumento anche l’export di filati e tessuti (+14,8%), prodotti di ferro e acciaio (+7,6%) e mobili e loro accessori (+11,9%). Sono invece diminuite le nostre esportazioni di abbigliamento (-6,3%) e continua a diminuire anche quella di prodotti chimico-farmaucetici (-3,4%).

 

a)Presenza italiana in Norvegia

 

Gli investimenti italiani in Norvegia hanno un’entità limitata e sono concentrati soprattutto nei settori della produzione ed esplorazione petrolifera e in quello meccanico, mentre una decina di societàgeneralmente di dimensionipiccole/medie, operano nel comparto commerciale. Va evidenziato che nessuna banca italiana è presente nel paese con propri sportelli.

Al fine di ulteriormente estendere gli ambiti della collaborazione bilaterale, si realizzano periodiche consultazioni a livello di Ministri del commercio con l'estero in concomitanza con incontri di operatori dei due Paesi nel quadro del Forum economico italo-norvegese, le cui ultime edizioni hanno avuto luogo ad Oslo nell’ottobre 2002 ed a Ravenna nel febbraio 2004, con la partecipazione da parte italiana dell’allora Vice Ministro delle Attività Produttive, On. Adolfo Urso. L’iniziativa, giunta alla VII edizione, punta ad approfondire, alla presenza dei responsabili della politica commerciale nei due Paesi, gli aspetti più promettenti  della collaborazione industriale e degli investimenti reciproci.

Grande importanza riveste, nel quadro delle relazioni economiche bilaterali, la consolidata collaborazione esistente nel settore dell’energia. La Norsk Agip, società del gruppo ENI, è stata attiva sulla piattaforma continentale norvegese fin dall’avvio dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi norvegesi. Il gruppo ENI ha, nel corso degli ultimi anni, rafforzato in maniera significativa le proprie posizioni (con un aumento del 40% della sua capacità produttiva in seguito all’acquisizione della società finlandese Fortum Petroleum) e, dal 1° gennaio 2004, ha riorganizzato la propria presenza in Norvegia, creando la nuova società ENI Norge AS, frutto della fusione tra la Norsk Agip e la Fortum Petroleum (rinominata ENI Norge dal momento dell’acquisto nel 2002 fino alla fine del 2003). Inoltre, dal 2001 è attiva la fornitura di gas norvegese all’Italia (1 miliardo di metri cubi annui fino al 2006, che cresceranno a 6 miliardi dal 2006 al 2025), inaugurata dal Re di Norvegia Harald V a San Donato Milanese durante la sua visita di Stato in Italia nell’ottobre 2001. Ad oggi la produzione di petrolio e gas in quota ENI è giunta attualmente a circa 140.000 barili di olio equivalente al giorno, elemento questo che ha indotto il Ministro dell’Energia e del Petrolio ad esprimere il suo apprezzamento per l’attività svolta dall’ENI-Norge.

Oltre all’ENI Norge AS, le principali affiliate di società italiane presenti in Norvegia sono le seguenti: Ansaldobreda, Bechromal (prodotti elettromeccanici), Norway, Brevini Norge, GE Nuovo Pignone, Guzzini, Indesit Company Norge, IVECO Norge, Luxottica, Petrolvalves, Rescon Mapei (prodotti chimici per l’edilizia), Sonsub, Saipem (che si è aggiudicato il contratto di decommissioning di 7 piattaforme nel Mare del Nord).

Sono assenti filiali ed uffici di rappresentanza di banche ed organi di stampa italiani.

La presenza italiana potrebbe essere rafforzata, sia in termini di interscambio commerciale che di collaborazioni industriali, in settori di potenziale sviluppo quali quello della pesca e allevamenti ittici, delle macchine per l’industria alimentare e l’imballaggio, delle macchine utensili per la lavorazione dei metalli e del legno, delle apparecchiature per telecomunicazioni e degli investimenti bilaterali o in paesi terzi.

In tema di collaborazione industriale e di joint-ventures, occorre ricordare la fornitura alla Marina militare norvegese di 14 elicotteri NH90 prodotti dal Consorzio europeo NHI (Nordic Helicopter Industries), in cui l’Agusta ha una partecipazione di circa il 30%.. Al termine di una procedura particolarmente accelerata intrapresa dall’Ufficio Logistico della Difesa, il Ministero della Difesa norvegese ha annunciato la sostituzione dei veicoli da trasporto militari Mercedes con nuovi mezzi ibridi prodotti dalla IVECO. Il contratto, firmato nel marzo del 2006, prevede la consegna di 25 mezzi per un costo di circa 8.6 milioni di euro. Tra i negoziati commerciali aperti figurano quelli relativi alla fornitura di elicotteri Agusta e di aerei da trasporto Alenia.

Limitatamente al settore dei trasporti, si sta esaurendo la fornitura di 36 elettrotreni Ansaldobreda alle Ferrovie Norvegesi e sono in corso le modifiche tecniche concordate per i 32 supertram all’Azienda dei trasporti urbani di Oslo (Oslo Sporveier AS).

 

b) Investimenti norvegesi in Italia

 

Nel 2004 (ultimi dati disponibili con distribuzione geografica-settoriale) gli investimenti diretti Esteri (IDE) ammontavano a 543.358 milioni di corone, un decremento del 1,3% rispetto al 2003. Nel 2004 oltre il 60,7% degli IDE sono stati effettuati nei paesi europei, con una netta concentrazione sugli altri paesi nordici (26,1%). Negli USA, che sono il paese extraeuropeo con la maggiore concentrazione di investimenti diretti norvegesi, è concentrata una quota del 7,4%.

Circa il 41,7% degli investimenti sono destinati al settore industriale, il 26,9% al settore petrolifero, mentre il 8,2% risulta destinato l settore dei servizi commerciali-immobiliari.

Gli investimenti norvegesi in Italia rappresentano lo 0,5% (in base a dati del 2004, un aumento del 150% rispetto al 2003) del totale e riguardano soprattutto, secondo i dati di Innovation Norway (l’agenzia pubblica norvegese per la promozione commerciale all’estero), la costituzione di filiali e l’acquisto di impianti produttivi italiani. Le affiliate norvegesi in Italia sono attualmente oltre 50. Di tali società, una trentina sono filiali di vendita (prodotti informatici e di telecomunicazione, carta, metalli, servizi) mentre circa 20 svolgono attività produttrici di beni (prodotti chimici, metalli, macchinari) e di servizi (certificazione, trasporti, turismo).

Dai dati a disposizione risulta che 10 delle imprese in questione hanno oltre 50 dipendenti e che i due terzi delle stesse sono ditte piccole, con non più di 10 dipendenti. Geograficamente, la maggior parte delle affiliate norvegesi sono site nel Nord Italia (la metà in Lombardia).

Va segnalata la presenza delle Società Norsk Hydro e Yara, soprattutto con la filiale italiana Hydro Agri Italia (produzione di fertilizzanti).

2. Il Fondo Petrolifero

 

Va segnalato anche il ruolo del Fondo Petrolifero quale canale privilegiato per il collocamento degli investimenti di portafoglio norvegesi in Italia.

Istituito nel 1990 con legge parlamentare, il Fondo Petrolifero è amministrato dalla Banca di Norvegia su delega del Ministro delle Finanze. Quale amministrazione pubblica responsabile della gestione del Fondo, il Ministero delle Finanze fissa le linee strategiche di investimento del Fondo (ripartizione percentuale per tipo di investimento e per area geografica, fissazione del portafoglio di riferimento, stabilito sulla base di indici di mercato internazionalmente riconosciuti, limiti di assunzione di rischio ecc.) che la Banca di Norvegia deve applicare nell’espletamento del suo mandato, volto ad ottenere il miglior risultato possibile in termini di plusvalenze.

Al 31 dicembre 2006, il valore di mercato  del fondo Globale ammontava a NOK 1784 miliardi, pari a 221,6 miliardi di euro, con una crescita del 21,5% rispetto all’inizio del’anno. Trattasi di investimenti di portafoglio così ripartiti (non considerando il cosiddetto Fondo ambientale di ca. NOK 1,6 miliardi):

·        pacchetto azionario: NOK 435,5 miliardi, pari al 39,9% del totale. Esso comprende  azioni europee (50,3% del totale),  azioni americane, asiatiche ed australiane (49,7%);

·        titoli a reddito fisso: NOK 654,6 miliardi, pari al 60,1% del totale. Esso comprende titoli europei (54,7%), titoli americani (35,3%) e titoli asiatici e australiani (10%).

Gli investimenti in titoli italiani del Fondo Petrolifero risultano ancora modesti:  al 31 dicembre 2006 rappresentavano il 3,3% del portafoglio azionario complessivo ripartito secondo il Paese di investimento. Nello stesso periodo gli investimenti in titoli spagnoli rappresentavano il 3,4%, quelli in titoli britannici il 16,8%, il 5,6%  quelli in titoli tedeschi e  l’8,2% gli investimenti in titoli del mercato francese.

Per settore economico di impiego il portafoglio italiano è prevalentemente costituito da titoli del settore bancario e assicurativo, da titoli Telecom, della distribuzione di energia (Italgas), dell’industria (Pirelli, Fiat), dei beni di consumo (Bulgari, Benetton).

Va tuttavia ricordato che il Fondo Petrolifero, per sua natura, è stato concepito quale strumento di “finanza speculativa” in mano al Governo e non consente quindi il finanziamento di progetti di investimento diretto in un determinato Paese. La ripartizione del Fondo tra i vari Paesi è predeterminata in base ad un criterio oggettivo, sottoposto a revisione annuale, che, per quanto riguarda il comparto dei titoli azionari, si fonda sul valore della capitalizzazione di mercato in ciascun Paese, e che, per i titoli obbligazionari, è legato alla valuta ed è proporzionale al valore del PIL espresso da ciascuna aerea valutaria (EUR, USD, JPY, GBP, etc.).

3. Turismo

 

L’industria turistica norvegese è dominata da alcuni grandi operatori charter, come avviene in altri Paesi dell’area nord-europea. Il numero di viaggi all’estero è in continua crescita. Il 76% della popolazione compresa tra i 16 e i 79 anni ha effettuato un viaggio all’estero nel 2005. Circa il 50% dei viaggi è stato consumato all’interno dei confini nazionali, mentre le destinazioni estere più popolari hanno continuato ad essere la Spagna, la Danimarca e la Svezia.

 

Gli ultimi dati disponibili, riguardanti l’anno 2005, vedono l’Italia in settimaposizione. Si tratta di una posizione piuttosto stabile nel tempo. Nell’arco di sei anni, dal 1999 al 2005, la distribuzione dei flussi è rimasta praticamente la stessa. Le conseguenze sono:

·        Concentrazione dei flussi su 5 regioni italiane ( in ordine di rilevanza per numero di pernottamenti): 1. Veneto, 2. Lazio, 3. Toscana, 4. Campania, 5. Lombardia;

·        Debolezza complessiva dell’offerta del Sud Italia (con la sola eccezione della Campania), che non riesce a trovare condizioni di espansione.

La maggioranza dei flussi si indirizza verso le città d’arte e le località balneari, in risposta alle due motivazioni di fondo del consumatore turistico norvegese: approfondimento culturale ed evasione climatica.

 

Le priorità strategiche da seguire per far valere la superiorità dell’offerta turistica italiana, rispetto alla concorrenza sono:

·        una forte politica di promozione delle Regioni del Sud ed una presentazione innovativa delle grandi città d’arte.

·        puntare sui turismi di “nicchia”, spesso ad alto valore aggiunto, che rispondano in modo adeguato alle nuove esigenze del turismo internazionale.

·        conoscenza e diversificazione del prodotto.

4. Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

 

Insegnamento della lingua italiana:

In Norvegia la lingua italiana è insegnata presso tre Università: Oslo, Bergen eTrondheim. Sono previsti sia ad Oslo che a Bergen due lettori, inviati dal Ministero degli Affari Esteri. La lingua italiana è inoltre insegnata in numerose altre scuole pubbliche e private.

Un rilevamento condotto su scala nazionale nel 2004 dall’Ambasciata d’Italia, in collaborazione con il locale Istituto di Cultura, circa l’insegnamento della lingua italiana da parte di scuole ed enti privati, avvalora la percezione di una forte domanda verso l’apprendimento della nostra lingua in Norvegia. Si sono contati, nel primo semestre del 2004, 1722 studenti in tutta la Norvegia. Si tratta di una presenza rilevante, in un Paese in cui la popolazione non eccede i 4 milioni e mezzo. 

A tale mole di domanda non corrisponde peraltro un’adeguata offerta formativa da parte delle strutture pubbliche: risulta infatti che, per rimanere all’ambito dell’educazione superiore non universitaria, solo otto scuole superiori pubbliche in tutto in Paese – di cui una ad Oslo -  includono l’italiano come lingua facoltativa nei rispettivi piani di studio.

 

 

Organizzazioni culturali:

La Società "Dante Alighieri" è presente in Norvegia con sei Comitati, molto attivi, nelle città di Oslo, Bergen, Stavanger, Trondheim, Halden e Kristiansand.

E' in vigore tra Italia e Norvegia un accordo culturale firmato il 15 giugno 1955. L’ultimo Protocollo Esecutivo è scaduto nel dicembre 2003, senza essere stato rinnovato.

In Norvegia, l’interesse nei confronti della cultura italiana è in costante crescita, risalendo ai molti contatti e soggiorni di grandi personalità della cultura e dell'arte norvegese in Italia (basti ricordare, fra tutti, Henrik Ibsen). Dal dicembre 2007 sono state estese ai cittadini della Norvegia le agevolazioni per l’ingresso nelle istituzioni culturali pubbliche italiane già previste per i cittadini dell’Unione Europea.

Più in generale, l'attenzione nei confronti dell'Italia è dimostrata dalle numerose traduzioni di opere letterarie, dalla distribuzione nelle sale cinematografiche di diversi film italiani ogni anno, dalla messa in scena di alcune tra le opere teatrali più conosciute, dalle esposizioni di arte italiana nei musei di Oslo. Ampia diffusione e  prestigio godono inoltre il design, la moda e la gastronomia italiana.

 

 

Cooperazione scientifica

 

Nel dicembre 1994 è stato firmato a Tromsø un M.o.U. tra i Governi italiano e norvegese sulle ricerche nell’Artico. Tale accordo è stato ratificato dal Parlamento italiano nel novembre 1997 ed è entrato in vigore nel maggio 1998.

Nel maggio 1997 è stato firmato ad Oslo tra il CNR ed il corrispondente ente norvegese un M.o.U. (immediatamente esecutivo) sulla collaborazione scientifica tra i due Paesi e nell'aprile 1999 si è riunito il Comitato scientifico congiunto.

Nel maggio 1997 è stata inaugurata a Ny Ålesund nelle isole Svalbard la Base del CNR «Dirigibile Italia», nella quale sono continuamente presenti sette o otto ricercatori italiani.

Ad Oslo è accreditato dal 2001 l’Addetto Scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Stoccolma.

 

5. Comunità italiana e comunità del Paese in Italia

La collettività italiana residente in Norvegia è composta da circa 2.330 persone, di cui circa 800 risiedono nella capitale Oslo e dintorni. La Norvegia, un paese certamente non di primo piano per la nostra emigrazione, ha visto comunque i primi italiani giungere, anche se in numero molto limitato, già alla fine dell’Ottocento. In questa prima fase tra i migranti vi erano soprattutto persone che venivano impiegati da artisti locali e soprattutto artigiani.

Tra le due guerre il numero di immigrati italiani e’ rimasto ancora molto ridotto e gli italiani trasferitisi in Norvegia sono motivati da scopi commerciali o dalla conclusione di matrimoni misti. La comunità italiana è diventata la prima vera comunità di stranieri facilmente individuabile tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, fornendo manodopera in particolare nel settore dell’industria e dell’artigianato.

Con l’inizio dell’importazione delle automobili Fiat, giungono in Norvegia anche operai meccanici specializzati ed alcuni impiegati. Altri gruppi professionali includono barbieri, parrucchieri e musicisti, soprattutto di piccole bande musicali, impiegati a contratto in ristoranti e alberghi.Arrivati in Norvegiaessenzialmente per motivi di lavoro, molti italiani a seguito di matrimoni con norvegesi, rimangono stabilmente in questo Paese.

Dall’inizio degli anni settanta, con lo sviluppo dell’industria petrolifera norvegese, si verifica l’arrivo di nuovi gruppi di italiani, altamente specializzati, che lavorano sia per la società italiana Agip che per altre compagnie petrolifere, e che si concentrano in gran parte nella regione di Stavanger. Negli anni ottanta, con la diffusione della cucina italiana e l’apertura di molti ristoranti italiani, un numeroso gruppo di persone arriva in Norvegia per lavorare nel settore della ristorazione. Negli anni novanta, infine, diventa sempre più forte, anche in conseguenza dei programmi di scambi culturali ed accademici a tutti i livelli, la presenza in Norvegia di studenti, ricercatori ed esperti italiani, nonché personale medico e paramedico.

Attraverso lo Spazio Economico Europeo i cittadini dell'UE possono risiedere, lavorare, studiare e svolgere attività indipendenti in Norvegia e, con i loro familiari conviventi, rientrano nel sistema previdenziale norvegese ai fini della malattia e, al termine del rapporto di lavoro, ai fini pensionistici.

In Norvegia non esistono scuole italiane.

Notevole è il flusso turistico e numerosi sono gli studenti norvegesi (negli ultimi anni circa 120-130) chestudiano in Italia attraverso programmi di scambio sia bilaterali che comunitari, a cui la Norvegia partecipa attraverso l'accordo sullo Spazio Economico Europeo.

Sono circa 2000 i norvegesi attualmente residenti in Italia.

 

 


DATI STATISTICI BILATERALI

INTERSCAMBIO ITALO-NORVEGESE

              (Dati in milioni di NOK)

 

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Esportazioni Italiane

9 845

10 653

11 209

11 484

11744  139

     13983

Variazione %

3,3

8,2

5,2

2,5

2,26  19

19

Importazioni Italiane

11 387

17 735

17 022

13 381

20083 

24919

Variazione %

15,3

55,7

-4,0

-21,4

25,2

30,7

Interscambio

21 232

28 388

28 231

24 865

31 827 

38902

Saldo per l'Italia

-1 542

-7 082

-5 813

-1  897

-8339 

-10936

 

 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI  E IMPORTAZIONI ITALIANE 2006

ESPORTAZIONI (in mln di NOK)

IMPORTAZIONI (in mln di NOK)

 

  1. macchinari e mezzi di trasporto (6.170)

 

1.   Oli minerali, combustibili (17.848)

  1. Prodotti finiti (2.759)

2.   Prodotti finiti (3.618)

  1. Prodotti industria manifatturiera (2630)

3.   Prodotti alimentari (1.444)

  1. Prodotti chimico-farmaceutici (1115)

4.   Macchinari e mezzi di trasporto (806)

  1. Prodotti alimentari (806)

5.   Prodotti chimici (498)

  1. Bevande e tabacco (406)

6.   Materie prime non commestibili (435)

 

Fonte: Istituto Nazionale di Statistica Norvegese


 

RAPPORTI PARLAMENTARI ITALIA-NORVEGIA

 

 

 

 

 

Presidente dello Storting

 

 

Thorbjørn Jagland 

 

 

 

Ambasciatore norvegese in Italia

 

S.E. EINAR MARENTIUS BULL, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario

 

 

Ambasciatore italiano in Norvegia

 

 

S.E. CONIGLIO PAPALIA ROSA ANNA

 

 

Nella XV legislatura non si sono registrati incontri parlamentari bilaterali.

 

Cooperazione multilaterale

 

La Norvegia invia proprie delegazioni presso le Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della UEO (in quanto membro associato), della NATO e dell'OSCE.

 

Le onn. Sonja Irene Sjøli e Eirin Faldet, rispettivamente Presidente e membro della Commissione cultura del Parlamento, hanno partecipato alla “Conferenza mondiale delle donne parlamentari per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza” (Roma, 17-18 ottobre 2004).

 

UIP

 

Nell’ambito dell’Unione Interparlamentare, opera la sezione di amicizia Italia-Paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia). Nella XV legislatura sono stati nominati gli onn. Siegfried Brugger (Misto) e Giuseppe Fioroni (PD – L’Ulivo) a farne parte.

 

 

Attività legislativa

 

Allo stato attuale non vi sono progetti di legge relativi al Regno di Norvegia all’esame delle Camere.

 

XIV LEGISLATURA

 

 

Incontri del Presidente

 

Il Presidente della Camera, on. Pier Ferdinando Casini, si è recato in visita ufficiale in Norvegia il 1° febbraio 2005 ed ha avuto colloqui con il Presidente del Parlamento Jørgen Kosmo, con il Primo ministro Kjell Magne Bondevik, con il Presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento norvegese, Thorbjørn Jagland e conil Presidente del Gruppo norvegesedella UIP,Karin Andersen.

Durante l’incontro con il Presidente del Parlamento norvegese sulla questione di un’eventuale futura adesione all’UE, il Presidente Kosmo ha dichiarato di essere personalmente favorevole all’ingresso della Norvegia nell’Unione europea ed ha sottolineato come l’UE si sia andata progressivamente democratizzando, grazie anche alla  crescente cooperazione interparlamentare.

Il Presidente Casini ha rivolto un invito a rafforzare la cooperazione parlamentare bilaterale, mostrando apprezzamento per l’azione della Norvegia nel settore della cooperazione internazionale e, in relazione alle questioni europee, ha sottolineato l’importanza del ruolo dei Parlamenti nella Costituzione europea affinché l’Europa dei popoli prenda il posto dell’Europa delle burocrazie. Il Presidente Kosmo ha affermato di aver apprezzato lo sforzo italiano nei Balcani, dove sarebbe auspicabile una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Unione europea ed un impegno costante per evitare che si creino nuovi focolai di crisi. Ha sottolineato, inoltre, l’importanza della cooperazione per delineare una politica comune, ed in particolare della cooperazione tra parlamenti e la UIP e le altre Assemblee internazionali. Il colloquio ha poi toccato questioni relative ai cambiamenti climatici, allo sfruttamento energetico della zona di Barents, ai compiti della NATO e alla situazione della Russia.

Il Presidente Casini ha incontrato il Primo ministro norvegese Kjell Magne Bondevik del quale ha apprezzato l’impegno per il dialogo inter-religioso; durante il colloquio è emersa sintonia nella valutazione di molte questioni, in particolare si è ribadita la validità dello strumento multilaterale per affrontare le crisi, anche nel settore della protezione civile. Su un eventuale ingresso della Norvegia nell’UE, il Primo ministro norvegese ha convenuto che l’Unione europea è cambiata molto, soprattutto dopo l’ingresso dei Paesi scandinavi ed ha affermato che nel Paese sarà aperto un nuovo dibattito sull’adesione, ma non in tempi brevi.

Il Presidente Casini ha incontrato anche il Presidente della Commissione Affari esteri Thorbjørn Jagland, che a proposito della prospettiva di adesione della Norvegia all’UE ha affermato che occorrerà aspettare le prossime elezioni, previste per settembre, e il referendum in Gran Bretagna e Danimarca sul Trattato Costituzionale, poiché la Norvegia, avendo già avuto due consultazioni referendarie negative sull’adesione, non può permettersi una terza sconfitta. Il Presidente Casini ha sottolineato l’apprezzamento dell’Italia per il ruolo svolto dalla Norvegia nella cooperazione internazionale e si è informato sulla questione relativa allo sfruttamento dei giacimenti di gas nello stretto di Barents. Sono state infine esaminate questioni relative alla situazione in Medio Oriente.

Il Presidente Casini ha incontrato la Presidente del Gruppo norvegese UIP Karin Andersen con la quale ha avuto un colloquio incentrato prevalentemente sul futuro della UIP. Il Presidente Casini ha sottolineato che in passato la UIP è stata il foro privilegiato per la diplomazia parlamentare e che adesso occorrerebbe farla diventare la dimensione parlamentare delle Nazioni Unite facendo pressioni sugli USA affinché tornino a farne parte. La presidente Anderson, ha convenuto che si tratta di un momento delicato per la UIP in cui, a suo avviso, è necessario superare la divisione che si avverte al suo interno tra i diversi gruppi geo-politici e che il nuovo Presidente dovrebbe farsi carico del superamento di tali contrapposizioni. Il Presidente Casini ha affermato che i Gruppi geo-politici dovrebbero essere ripensati al loro interno e divenire un luogo di elaborazione di posizioni politiche. Ha poi segnalato che vi è un problema di autorevolezza della UIP, che deve evitare i rischi di burocratizzazione, e al tempo stesso dare maggiore visibilità alle iniziative intraprese, prevedendo anche la costituzione di un gruppo di assistenza ai Parlamenti dei Paesi in via di sviluppo.

 

Il 4 febbraio 2003, il Presidente Casini ha avuto un colloquio con il Ministro degli affari esteri norvegese, Jan Petersen.

 

Al centro del colloquio la crisi irachena e i suoi riflessi negli equilibri internazionali, le conseguenze dell’allargamento dell’UE e l’eventuale adesione della Norvegia all’UE. Il Presidente Casini ha posto l’accento sull’importanza di fondare le relazioni internazionali sul multilateralismo e sulla necessità che l’Unione europea parli con una sola voce sui temi di politica estera. È stato poi auspicato un approfondimento delle relazioni tra le parti.

 

Il Presidente della Camera, On. Pier Ferdinando Casini, ha incontrato a Roma il 24 ottobre 2001 i Reali di Norvegia, Re Harald V e la Regina Sonja.

 

Nel corso dell’incontro, il Presidente Casini ha ricordato il ruolo svolto dalla Norvegia nel campo dei diritti umani e delle missioni di pace, e si è augurato che i rapporti di collaborazione bilaterali possano essere sempre più proficui ed intensi. A tal fine, propone che tra il Parlamento norvegese e la Camera dei deputati venga stipulato un Protocollo di cooperazione. Il Presidente della Camera si è poi soffermato sulla crisi afgana e su quella medio-orientale, e sulle tematiche afferenti l’UE (moneta unica, politica estera e di difesa comune). Il RE di Norvegia, da parte sua, ha dichiarato di aver desiderato da lungo tempo di svolgere una visita in Italia, e che i due Paesi debbono adoperarsi affinché i rapporti bilaterali si intensifichino.

 

Commissioni parlamentari

 

Il Presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati, on. Gustavo Selva, ha incontrato il 20 gennaio 2003 il suo omologo del Parlamento norvegese, Jagland Thorbson.


Dagrun Eriksen

Partito cristiano-democratico

 

 

Luogo e data di nascita:

28 giugno 1971,a  Kristiansand, Norvegia

 

Istruzione ed esperienze di lavoro:

1996-1997: Insegnante supplente e assistente alla docenza presso la Solholmen School

1993-1994: Assistente presso il Centro “Straitunet Day Care

 

Commissioni presso lo Storting:

2006: Vice Presidente della Commissione permanente istruzione, ricerca e affari della Chiesa 

2001-2005: Membro della Commissione permanente sulla famiglia, affari culturali e governo dell’amministrazione

1997-2000: Member della Commissione difesa

 

Delegazioni:

1997-2000: Membro della delegazione norvegese all’Assemblea parlamentare della NATO

 

Incarichi locali:

1995-1999: Membro del Consiglio municipale di  Kristiansand

Incarichi politici:

2004-: Vice Presidente del Partito cristiano-democratico


Ine Marie Eriksen Søreide

Partito conservatore

 

 

Luogo e data di nascita:

2 maggio 1976, a Lørenskog, Norvegia

 

Istruzione ed esperienze di lavoro

1995-:  specializzazione in legge all’Università di Tromsø

2001: produttrice, Metropol TV

2002: praticante presso lo studio legale Grette

 

Commissioni parlamentari:

2005-: Presidente della Commissione istruzione, ricerca e affari della Chiesa

2001-2005: membro della Commissione istruzione, ricerca e affari della Chiesa

 

Incarichi locali:

1995-1999: membro eletto del Consiglio municipale di Tromsø

 

Incarichi politici:

2000-: membro della commissione esecutiva centrale del partito conservatore

2000-2004: Presidente dei giovani conservatori in Norvegia

1998-2000: Vice presidente dei giovani conservatori in Norvegia

1996-1998: membro della Commissione centrale esecutiva dei giovani conservatori in Norvegia

1995-1996: Vice presidente dei giovani conservatori di Troms

 



* Fonte: CIA – The World Factbook.