Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: Visita ufficiale del Presidente della Camera in Bolivia, Perù, Ecuador e Venezuela - Processi di integrazione regionale in America Latina
Serie: Documentazione per l'attività internazionale    Numero: 34    Progressivo: 5
Data: 07/01/2008

 

Visita ufficiale del Presidente della Camera in Bolivia, Perù, Ecuador e Venezuela

 

PROCESSI DI INTEGRAZIONE REGIONALE IN AMERICA LATINA

 

Documentazione per l’attività internazionale

 

 

 

 

XV legislatura

 

 

n. 34/5

 

gennaio 2008

 

CAMERA DEI DEPUTATI

 

Servizio Rapporti internazionali

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI
Servizio Rapporti internazionali

Consigliere Capo Servizio

Mirella Cassarino (9330)

Consigliere

Maria Teresa Calabrò (2049)

Documentarista

Aurora Tacus (2593)

Segretaria

Giulia Bernardini (9515)

 

 

 

I dossier dei Servizi e degli Uffici della Camera dei deputati sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l’attività degli organi parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione ai fini non consentiti dalla legge.


 

 

 

 

INDICE

 

 

 

 

 

1... Iniziative di dialogo interparlamentare .................................................       Pag.         3

 

2... La Comunità Sudamericana delle Nazioni .............................................         “            9

 

3... Iniziative dell’Unione europea in favore dell’integrazione regionale dell’America Latina (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)               “...................................................................................................................... 13

 

4... Processi di integrazione regionale in America Meridionale (a cura del Ministero degli Affari esteri)........................................................................................         “          23

 

5... Mercosur (a cura del Ministero degli Affari esteri)...............................         “          29

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. Iniziative di dialogo interparlamentare



 

INIZIATIVE DI DIALOGO INTERPARLAMENTARE

 

 

Il 9 novembre 2006 ha avuto luogo, a Bruxelles, la riunione costitutiva dell’Assemblea Parlamentare euro-latinoamericana, a cui hanno partecipato i Presidenti del Parlamento europeo, del Parlamento andino, del Parlamento centroamericano e del Parlamento latinoamericano. L’Assemblea, composta da 120 parlamentari provenienti pariteticamente dal Parlamento europeo, dai parlamenti di integrazione latinoamericani e dalle commissioni parlamentari miste  (Cile e Messico), si riunisce una volta l’anno, alternativamente in un Paese dell’America latina e nel Parlamento europeo, oppure in uno Stato membro dell’Unione, in seguito a un invito di quest’ultimo e d’intesa con le istanze competenti del Parlamento europeo.

L’Assemblea si articola in tre commissioni permanenti:

·        Commissione per gli Affari politici, la sicurezza e i diritti umani;

·        Commissione per gli Affari economici, finanziari e commerciali;

·        Commissione per gli Affari sociali, gli scambi umani, l’ambiente, l’educazione e la cultura.

Durante la sessione costitutiva, sono stati eletti due co-presidenti, l'eurodeputato spagnolo José Ignacio Salafranca (gruppo del partito popolare europeo) e il deputato brasiliano Ney Lopes, già presidente del Parlamento Latino Americano, 12 vice-presidenti e un regolamento provvisorio. Anche le commissioni di EUROLAT hanno tenuto il loro primo incontro costitutivo nella medesima data e sono poi tornate a riunirsi il 6 e 7 luglio 2007, a Quito (Ecuador). La prima sessione ordinaria dell’Assemblea si è tenuta a Bruxelles dal 18 al 20 dicembre 2007.

 

Il Parlamento latinoamericano (Parlatino), costituitosi a Lima nel dicembre 1964, è attualmente formato da delegazioni dei Parlamenti dei seguenti 23 Paesi: Antille Olandesi, Argentina, Aruba, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panamà, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana, Suriname, Uruguay e Venezuela. Ciascuna delegazione nazionale è composta da un massimo di 12 parlamentari. La sede del Parlatino è a San Paolo (Brasile). Attuale Presidente del Parlatino è il senatore cileno Jorge Pizarro Soto (Democrazia Cristiana), ha sostituito l’8 dicembre 2006 Ney Lopes.


 

Il 7 maggio 2007, dopo quasi 22 anni dalla nascita del MERCOSUR[1], è stato formalmente inaugurato il Parlamento del MERCOSUR, che costituisce un passo avanti per far assomigliare di più all’Unione europea l’organizzazione degli Stati americani.

Il Parlamento del MERCOSUR, creato nel dicembre 2005 dai Capi di Stato di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, è formato da 18 rappresentanti per ciascun paese membro eletti fra i deputati e senatori nazionali, più nove delegati del Venezuela che avranno diritto di parola ma non di voto fino a quando il paese non sarà a pieno titolo nell'organizzazione. Sede del Parlasur è a Montevideo.

Dopo la riunione istitutiva, il Parlasur è tornato a riunirsi il 26 giugno scorso, all’ordine del giorno della riunione era l’approvazione del Regolamento interno dell’Assemblea, tuttavia nel corso della riunione non è stato possibile raggiungere un accordo e l’approvazione del documento è stato rinviato ad altra sessione.

Al fine di agevolare la creazione del nuovo organismo, l’Unione europea ha varato, congiuntamente alla Commissione Parlamentare congiunta del MERCOSUR[2], un progetto di cooperazione tecnica volto ad agevolare la realizzazione di azioni istituzionali a livello regionale, necessarie all’istituzione del nuovo Parlamento. Il progetto inoltre fornirà un supporto logistico per il suo funzionamento.

La Presidenza di turno del Parlasur, che per l’attuale semestre spetta all’Argentina, è stata assunta il 18 dicembre 2007 dal senatore argentino José Pampuro, in occasione della riunione del Parlasur avvenuta in coincidenza del XXXIV Vertice Presidenziale del Mercosur.

 

 

La Comunità Andina di Nazioni (CAN), formata da Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù (il Venezuela si è ritirato dalla Comunità andina nell’aprile 2006), si è dotata, con il Trattato costitutivo del 25 ottobre 1979[3]  di un Parlamento comunitario, denominato Parlamento andino, con l’obiettivo di accompagnare il processo di integrazione regionale. Il Parlamento andino è formato da 20 parlamentari (5 per ogni Stato membro), ed è attualmente presieduto dall’on. Ivonne Baki, rappresentante del Parlamento dell’Ecuador, eletta il 26 novembre 2007. Sede del Parlamento andino è a Bogotà, in Colombia.

 

 

Il Parlamento centroamericano (PARLACEN) è formato da parlamentari di El Salvador, Guatemala, Honduras  Nicaragua, e Panamà. La Repubblica domenicana ha lo status di osservatore speciale, mentre Messico, Venezuela, Porto Rico, Cina e Taiwan sono osservatori permanenti. Il Parlamento è formato da 20 deputati per ciascuno Stato membro, eletti direttamente per un periodo di cinque anni, e dagli ex Presidenti ed ex Vice Presidenti di El Salvador, Guatemala, Honduras  Nicaragua, e Panamà e da 22 parlamentari designati dalla Repubblica domenicana. Sede del PARLACEN è in Guatemala. Attuale Presidente del Parlacen è l’on. Julio González Gamarra del Guatemala.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2. La Comunità Sudamericana delle Nazioni



 

La comunità sudamericana delle Nazioni

 

SACN member states.

 

Paesi membri: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù, Venezuela, Cile, Guyana e Suriname.

 

 

            E’ stata istituita a Cuzco (Perù) l’8 dicembre 2004, in occasione del terzo vertice dei Presidenti dell’America del Sud. Si propone come modello l’UE. Riguarda un territorio di 17,7 milioni di Km2 e una popolazione di 376 milioni di persone. La Guyana rimane territorio francese, mentre Messico e Panamá hanno lo statuto di osservatori.

 

La Comunità intende stabilire una zona di libero scambio delle merci fra i Paesi aderenti alla Comunità Andina, quelli aderenti al Mercosur, il Cile, la Guyana e il Suriname.

La Comunità Sudamericana delle Nazioni intende portare a termine, a breve, la completa integrazione fra la Comunità Andina e il Mercosur, che costituiranno le "fondamenta" della CSN. Non verranno infatti costituite nuove istituzioni comuni durante questa prima fase, ma verranno utilizzate le istituzioni già presenti per gestire le prime problematiche comuni.


I 12 Paesi si sono impegnati inoltre a:

            Nella riunione di Cuzco sono stati sottoscritti numerosi progetti per la realizzazione di infrastrutture comuni, in particolare nel settore delle comunicazioni e delle energia. Le più importanti sono:

 

Banco del sur

 

Il 10 dicembre 2007 è stato firmato a Buenos Aires l’atto di fondazione del Banco del sur, varato da sette Paesi: Argentina, Brasile, Bolivia, Ecuador, Paraguay, Uruguay e Venezuela e dotato di un capitale di sette miliardi di dollari. Nato da una idea di Chávez presentata al vertice di Cochabamba del dicembre 2006, la banca intende fornire risorse finanziarie alternative a quelle della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale allo scopo di realizzare infrastrutture per lo sviluppo e l’integrazione regionale.

La nuova istituzione, che non si chiama Banca del Sudamerica, ma semplicemente Banco del Sur in quanto l’intenzione futura dei suoi fondatori è di trascendere i confini latino-americani per accogliere i contributi di nazioni di altri continenti come Africa e Asia, membri di quell’insieme di nazioni note come Sud del mondo e creare così un fronte di interessi e obiettivi unico, contrapposto al predominio del nord progredito ed economicamente ricco.


 

Il Banco del Sur avrà sede a Caracas e due filiali, una a Buenos Aires e una a La Paz.

La Banca opera come una banca di sviluppo che finanzia opere di infrastruttura e sostiene imprese pubbliche e private dei Paesi firmatari.

Questo progetto finanziario intende dare impulso a misure di integrazione economica volte a rafforzare l’Unione delle Nazioni Sudamericane e inoltre si propone di la creazione di una moneta comune sudamericana in termine di circa cinque anni.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3. Iniziative dell’Unione europea in favore
 dell’integrazione regionale dell’America Latina

(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)



Iniziative dell’Unione europea in favore dell’integrazione regionale dell’America latina

 

 

Le relazioni tra Unione europea e America latina, istituite già a partire dagli anni sessanta, hanno visto un sostanziale incremento soprattutto nelle passate tre decadi. Attualmente le relazioni si svolgono a vari livelli: tra UE e America latina, a livello regionale (vedi infra) nonché tra UE e singoli paesi (Messico e Cile).

I Caraibi, in particolare, fanno parte dei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) con i quali l’UE ha sviluppato relazioni speciali risalenti al Trattato di Roma, attualmente regolate dall’Accordo di Cotonou.

La direzione strategica delle relazioni tra UE, America latina e Caraibi è definita attraverso un dialogo politico istituzionalizzato che si svolge prevalentemente nei due fora principali, rappresentati dal Gruppo di Rio e dal Vertice dei Capi di Stato UE-America latina e Caraibi (su cui si veda il paragrafo successivo).

Si ricorda che il Gruppo di Rio, istituito nel 1986 tra sei paesi dell’area per facilitare il dibattito su temi di interesse comune, comprende attualmente l’intera America latina nonché una rappresentanza dei paesi caraibici. Con la Dichiarazione di Roma del 20 dicembre 1990, l'Unione europea ha istituito con il Gruppo di Rio un dialogo regolare che prevede una riunione annuale o biennale, a livello ministeriale. Tali incontri rappresentano una piattaforma fondamentale per agevolare il dialogo politico, intensificare le relazioni tra l’UE e l’America Latina e identificare gli obiettivi comuni.

In tali ambiti l’UE ha sempre incoraggiato il processo di integrazione regionale, contribuendo anche in virtù della propria storia e della propria esperienza ad aiutare i partner a beneficiare dei vantaggi di tale integrazione: facilitazione dello  sviluppo economico, consolidamento della stabilità politica, prevenzione dei conflitti, rafforzamento dei soggetti interessati sulla scena internazionale. 

 

I Vertici UE/America latina e Carabi

 

Ogni due anni si tiene un Vertice tra i Capi di Stato e di Governo dei paesi dell’UE, dell’America latina e dei Caraibi. Fino a questo momento se ne sono tenuti quattro[4]; il prossimo è previsto a Lima, in Perù, nel maggio 2008. Tali Vertici rappresentano pietre miliari nelle relazioni reciproche e costituiscono un’occasione unica per un dibattito di alto livello  che affronti i temi principali del partenariato tra le regioni. Ogni Vertice si conclude con l’approvazione di una dichiarazione che contiene affermazioni politiche congiunte e impegni in materia di cooperazione.

 


 

Un partenariato rafforzato

           

            Il tema dell’integrazione regionale compare inoltre tra le proposte di azione che la Commissione avanza nella sua comunicazione “Un partenariato rafforzato tra l’Unione europea e l’America latina[5], adottata dalla Commissione in vista del quarto Vertice UE-America latina e Caraibi, tenutosi a Vienna nel 2006. La Commissione si propone l’obiettivo di incoraggiare un’integrazione regionale più forte in due diversi ambiti:

v     favorendo il processo di integrazione in America latina.

La Commissione rileva che i paesi dell’America latina hanno avviato processi di integrazione regionale che hanno già avuto notevoli effetti. In questo ambito, tra i paesi in via di sviluppo, l’America latina è quella che ha compiuto i maggiori sforzi. La Commissione ritiene che sarebbe opportuno avviare una riflessione con i partner latinoamericani circa l’opportunità di attuare una strategia di integrazione regionale per tutta l’America latina. Si tratterebbe di una strategia a lungo termine che non pregiudicherebbe l’impegno attuale a favore dei processi di integrazione subregionale.

v     promuovendo integrazione territoriale e interconnettività.

La complessa configurazione geografica dell’America latina costituisce un ostacolo alla sua integrazione territoriale. Attraverso infrastrutture più efficienti, gli esportatori latinoamericani potrebbero migliorare notevolmente le loro prestazioni commerciali. La Commissione cerca di sollecitare le istituzioni finanziarie europee e latinoamericane a sostenere l’integrazione territoriale attraverso l’interconnettività delle reti infrastrutturali, ad esempio nei settori dell’energia, delle risorse idriche, dei trasporti, delle telecomunicazioni e della ricerca. La Commissione si propone di condividere la sua esperienza in materia di interconnettività delle reti infrastrutturali e incoraggerà la BEI a fornire il suo sostegno nell’ambito di uno specifico Strumento per l’America latina.

 

            Il quarto Vertice, il cui tema generale era il rafforzamento dell’associazione strategica bi-regionale, ha confermato la rilevanza delle attuali politiche chiave del partenariato e in particolare ha sottolineato la necessità di cooperare nell’area del multilateralismo e di rafforzare integrazione regionale e coesione sociale. L’agenda del Vertice – come risulta anche dalla dichiarazione finale - è stata dedicata anche ai seguenti temi: democrazia e diritti umani; terrorismo; droga e crimine organizzato; ambiente, inclusi prevenzione e mitigazione dei disastri; energia; crescita e occupazione; lotta contro povertà, disuguaglianza ed esclusione; cooperazione allo sviluppo e finanziamento internazionale; migrazione; condivisione della conoscenze e costruzione delle capacità umane; istruzione superiore, ricerca, scienza e tecnologia, cultura.


 

            Inoltre, nell’occasione è stato deciso di avviare i negoziati per un accordo di associazione con l’America centrale ed è stata accolta con favore la decisione dell’UE e della Comunità andina di avviare negoziati analoghi (vedi infra).

 

            Largo consenso è stato infine registrato sulla proposta di istituzione di un’Assemblea parlamentare UE-America latina (EUROLAT), che si è successivamente riunita per l’incontro costitutivo a Bruxelles il 9 novembre 2006. Il secondo incontro si è tenuto a Bruxelles dal 18 al 20 dicembre scorsi e si è concluso con l’approvazione unanime di tre risoluzioni rispettivamente su: le relazioni tra Unione europea ed America latina in vista del V Vertice UE-America latina che si terrà a Lima nel 2008 e con uno speciale riferimento alla governance democratica; sfide ed opportunità derivanti dalla globalizzazione per le relazioni economiche e commerciali tra UE e America latina; sviluppo sostenibile ed equilibrio ambientale nelle relazioni tra UE ed America latina nel contesto del riscaldamento globale.

 

Il terzo Vertice UE-America latina Caraibi

 

            Il tema dell’integrazione regionale, insieme a multilateralismo e coesione sociale è stato posto in particolare al centro del dibattito del terzo Vertice UE/America latina e Caraibi tenutosi a Guadalajara, in Messico, il 28 maggio 2004. I tre citati temi di dibattito sono stati avanzati dalla Commissione[6] che li ritiene tra loro strettamente legati: integrazione regionale e coesione sociale accelereranno la crescita economica, facilitando l’inserimento dei singoli paesi nel mercato internazionale e consentiranno all’America latina di diventare un soggetto più influente sulla scena mondiale. D’altra parte, un sistema multilaterale efficace, con le Nazioni Unite al centro, è essenziale per affrontare sfide globali, quali povertà, fame, traffici illegali, AIDS, degrado ambientale.

 

            La Commissione ha incoraggiato, inoltre, la partecipazione dei governi locali e della società civile alla preparazione del Vertice, sostenendo e cofinanziando l’organizzazione di incontri intercontinentali tra diversi tipi di partner (accademici, parlamentari, autorità locali, sindacati, organizzazioni non governative) sui temi dell’integrazione regionale e della coesione sociale, della migrazione, della vulnerabilità di particolari gruppi sociali, dell’accesso alla giustizia, del debito estero. 


 

La dichiarazione di Guadalajara

 

            Il Vertice ha consentito alle Parti di assumere, sui tre temi proposti dalla Commissione, posizioni ed impegni comuni, esposti nella dichiarazione finale messa a punto dai 58 leader presenti. Si segnala in particolare che:

·        le Parti hanno condannato ogni forma di unilateralismo e hanno espresso il loro pieno sostegno al multilateralismo come strumento per risolvere le nuove sfide globali. Le Parti hanno riconosciuto la necessità di rendere il sistema multilaterale più efficace, ribadendo l’impegno a riformare e rivitalizzare l’ONU, compresi Assemblea generale e Consiglio di sicurezza;

·        l’Unione europea si è impegnata ad esplorare i modi per promuovere, nel rispetto dei criteri dell’Organizzazione mondiale del commercio, l’accesso preferenziale al mercato UE per i prodotti provenienti dalle nazioni più colpite dal fenomeno della produzione e del traffico di droga;

·        la dichiarazione ribadisce l’obiettivo del millennio di ridurre della metà la povertà nel mondo entro il 2015 e di destinare lo 0,75% del PIL dei paesi industrializzati allo sviluppo. La dichiarazione si rallegra per le iniziative che prospettano fonti innovative di finanziamento, tra cui: l’iniziativa venezuelana per attuare un fondo internazionali di sviluppo, la proposta britannica di un’agevolazione finanziaria internazionale, l’iniziativa del gruppo di Rio in favore di un meccanismo di finanziamento delle attività in materia di governance e lotta alla povertà;

·        le Parti hanno sottolineato che spetta ai governi dei paesi interessati la responsabilità del processo di riforma destinato ad aumentare la coesione sociale, lottando contro povertà, disuguaglianze e emarginazione sociale;

·        il Vertice ha deciso di estendere fino al 2008 il piano d’azione 2002/2004 finalizzato alla creazione di un’area comune dedicata all’istruzione superiore. Le Parti incoraggeranno la partecipazione di istituzioni universitarie e di ricerca al programma Erasmus Mondus[7];

·        le parti si impegnano a valutare la possibilità di estendere ai paesi caraibici i programmi di cooperazione destinati all’America latina, quali AL-INVEST per sostenere le piccole e medie imprese, ALFA e AlBan sulla promozione dell’istruzione superiore, @lis in materia di società dell’informazione;

·        nella dichiarazione si prospetta la possibilità di sviluppare una più stretta cooperazione in materia di navigazione via satellite;

·        il Vertice si è rallegrato per gli studi di fattibilità in corso su iniziative volte a ridurre la vulnerabilità dei paesi latino-americani alle catastrofi naturali.


I processi di integrazione

Come già anticipato, i paesi dell’America latina sono decisamente avviati lungo percorso dell’integrazione regionale, in particolare attraverso le esperienze di Mercosur, Comunità andina e America centrale. Con tutti e tre questi organismi l’UE ha da tempo relazioni giuridicamente definite e sta lavorando alla loro intensificazione.

 

Mercosur

 

Le relazioni tra Unione europea e Mercosur[8] sono regolate dall'Accordo quadro interregionale di cooperazione (AQI) tra l’Unione europea e il Mercosur, entrato in vigore il 1° luglio 1999 e articolato in tre elementi principali: dialogo politico, cooperazione e volet commerciale.

 

L’Accordo costituisce uno strumento transitorio e di preparazionea una futura associazione interregionale che predisponga, a medio termine, un'area di libero scambio di beni e servizi tra Unione europea e Mercosur, nel pieno rispetto delle regole stabilite dall’Organizzazione mondiale del commercio. In tale prospettiva, nel novembre 1999, le Parti hanno formalmente avviato i negoziati che si sarebbero dovuti concludere entro ottobre 2004. Tuttavia, gli ultimi round negoziali non hanno consentito di risolvere le questioni tuttora aperte: in particolare da parte europea si chiede un migliore accesso al mercato dei beni industriali e dei servizi, degli investimenti, degli appalti pubblici a fronte di una maggiore apertura del mercato agricolo europeo. Dopo il fallimento della riunione ministeriale tenutasi a Lisbona il 21 ottobre 2004, nel tentativo di rispettare la scadenza prefissata, il dialogo tra le Parti è ripreso il 2 settembre 2005, con la riunione dei negoziatori a livello ministeriale, ed è tuttora in corso.

 

Il principale obiettivo della cooperazione tra Unione europea e Mercosur è il rafforzamento del processo di integrazione regionale in corso. A tale scopo, le iniziative dell’UE si conformano allo stato di avanzamento del processo e alle tabelle di marcia definite dai governi dei paesi del Mercosur. In questa prospettiva, il documento strategico regionale adottato dalla Commissione per il periodo 2007-2013 concentra la cooperazione dell’UE sull’obiettivo di promuovere l’integrazione regionale, preparando il terreno all’attuazione del futuro accordo di associazione e fornendo assistenza legata al commercio.


Comunità andina

 

L’Unione europea ha sostenuto il processo di integrazione della regione già a partire dall’accordo di Cartagena che ha istituito la Comunità andina (Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela) nel 1969[9]. Attualmente le relazioni sono regolate dall’Accordo quadro di cooperazione firmato il 23 aprile 1993 tra l’UE e i paesi membri dell’Accordo di Cartagena, che formano il cosiddetto Patto andino, o Comunità andina.

 

L’Accordo, basato sul rispetto dei principi democratici e dei diritti umani, promuove il consolidamento del processo d’integrazione regionale andino e prevede un’intensificazione della cooperazione economica e commerciale tra le Parti, che si riconoscono vicendevolmente il trattamento della nazione più favorita, conformemente a quanto disposto dall’Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT). Inoltre, è prevista l’intensificazione della cooperazione allo sviluppo, al fine di accrescere l’efficacia nei settori agricolo, forestale e rurale.

 

Il dialogo politico tra l’Unione europea e i paesi della Comunità andina, non previsto espressamente dall’attuale accordo, si svolge nel quadro della dichiarazione congiunta firmata a Roma il 30 giugno 1996, nella quale le Parti hanno stabilito di porre le relazioni reciproche in una prospettiva ampia e durevole ed hanno previsto, a tal fine, meccanismi di dialogo istituzionalizzato.

 

Un nuovo accordo di dialogo politico e cooperazione tra l’UE e la Comunitàandina è stato firmato a Roma il 15 dicembre 2003 dopo due soli round negoziali tenutisi nell’ottobre 2003. Il nuovo accordo, che entrerà in vigore a conclusione delle procedure di ratifica[10], istituzionalizza e rafforza il dialogo politico ed estende la cooperazione, includendo aree come migrazione, prevenzione dei conflitti, governance e attività contro il terrorismo. Come ribadito dai Capi di Stato e di Governo in occasione del IV Vertice UE-America latina e Caraibi di maggio 2006, l’obiettivo di lungo termine è rappresentato dall’istituzione di una vera e propria associazione politica, economica e di sviluppo che preveda anche un’area di libero scambio. I negoziati sono stati avviati ufficialmente il 14 giugno 2007.

 

 

America centrale

Nel settembre 1984, in un momento di grave crisi politica, l’Unione europea ha avviato con i sei paesi dell'America centrale (oltre al Salvador, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama) il Dialogo di San José[11]. All’epoca l’obiettivo principale dell’iniziativa era quello di contribuire alla soluzione dei conflitti armati in corso attraverso il dialogo e i negoziati.


 

 

            Nel corso del tempo, le conferenze annuali tenutesi tra i ministri degli affari esteri dei paesi dell’America centrale e i rappresentanti dell’UE hanno contributo gradualmente a sviluppare il processo, considerato come una piattaforma per favorire cooperazione, legami economici e integrazione regionale. Obiettivo dell'Unione europea nella regione è quello di contribuire alla stabilizzazione politica e all'affermazione dei diritti umani e dello stato di diritto.

 

 

            La base legale per le relazioni tra l’Unione europea e i sei paesi dell’America centrale è attualmente rappresentata dall’Accordo quadro di cooperazione del 1993, in attesa che entri in vigore[12] il nuovo Accordo di dialogo politico e cooperazione economica[13] firmato a Roma il 15 dicembre 2003. Il nuovo accordo rappresenta un importante rafforzamento delle relazioni fra le Parti e introduce nuove aree di cooperazione, quali prevenzione dei conflitti, governance, lotta al terrorismo e immigrazione illegale. L’obiettivo è quello di arrivare, nel medio termine, alla realizzazione di un Accordo di associazione e di una zona di libero scambio[14].

 

Assistenza finanziaria

 

            In linea con la citata comunicazione della Commissione del dicembre 2005, la cooperazione allo sviluppo a livello regionale da parte dell’UE per il periodo 2007-2013 si concentra su tre aree: coesione sociale, puntando alla riduzione della povertà e dell’esclusione e alla lotta alle droghe; sviluppo delle risorse umane e mutua comprensione tra UE e America latina; integrazione regionale e cooperazione economica, attraverso i programmi AL-INVEST (per favorire gli investimenti e la cooperazione economica tra le piccole e medie imprese europee e latino-americane)e @lis (volto a favorire i benefici dell’uso della tecnologia informatica e a colmare il cosiddetto “divario digitale”. A quest’ultima area sono destinati 139 milioni di euro per l’intero periodo. L’obiettivo generale è quello di promuovere integrazione regionale e interconnetività nella regione per favorire lo sviluppo sostenibile attraverso interventi specifici volti a: promuovere scambi e investimenti; favorire una maggiore comprensione e comuni approcci nella regione; dialogo su politiche e strumenti nei settori di maggiore


preoccupazione a livello regolamentare e a livello di operatori economici; promuovere ambiente sicuro per le attività economiche attraverso lo sviluppo di reti integrate; facilitare l’accesso delle imprese alle informazioni sul quadro regolamentare; aumentare la capacità nel settore dell’export; sostenere le infrastrutture per facilitare integrazione regionale sostenibile; promuovere scambi di buone pratiche per mitigare il cambiamento climatico.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4. Processi di integrazione regionale in America Meridionale

(a cura del Ministero degli Affari esteri)



DIREZIONE GENERALE per i Paesi delle americhe

 

Processi di integrazione regionale in america meridionale

 

 

Per quanto riguarda i processi di integrazione regionale, l’America latina presenta un panorama in evoluzione. Emerge, seppur con modalità e impostazioni non sempre coerenti, la volontà di individuare forme e percorsi capaci di favorire una maggiore integrazione, soprattutto economica ma, in futuro, anche politica, fra i vari Paesi della regione.

 

Per quanto riguarda il Mercosud, l’organizzazione, con l’ingresso del Venezuela (aprile 2006), vede aumentare la propria rilevanza anche dal punto di vista energetico. Resta da verificare l’impatto dell’ingresso di Caracas nell’organizzazione (nella insolita posizione di membro a pieno titolo, ma non ancora effettivo, in pendenza della ratifica della sua adesione da parte dei Parlamenti di Brasile e Paraguay), tanto sotto il profilo politico che sul versante dell’integrazione economica. Permangono, infatti, dubbi circa la compatibilità delle scelte di politica economica venezuelana con l’acquis del Mercosud. Si teme, inoltre, tra i soci originari del Mercosud, che Caracas possa tentare di usare l’organizzazione come una cassa di risonanza per prese di posizione in chiave antiamericana.

In occasione del vertice energetico sudamericano di Isla Margarita (Venezuela) il 16-17 aprile 2007, sono inoltre emerse serie divisioni in materia di politica energetica all’interno del blocco, in particolare tra il Brasile, Paese leader nella produzione dei biocarburanti ed il Venezuela, feroce oppositore per evidenti ragione di carattere economico legate al sua posizione preminente di produttore di petrolio. Si è tentato di occultare le divergenze escludendo la tematica dei biocarburanti dall’agenda dei lavori e facendo un generico riferimento nel comunicato finale all’esigenza di rendere complementare l’apporto dei biocarburanti rispetto a quello tradizionale degli idrocarburi. Le tensioni prodotte all’interno del Mercosud dall’ingresso del Venezuela sono parse eclatanti in occasione del vertice di Assunzione  di giugno del 2007, disertato dal Presidente Chavez, in polemica contro la lentezza nel processo di ratifica del trattato di adesione del Venezuela da parte dei parlamenti paraguaiano e brasiliano. Nel caso brasiliano, le tensioni per la ritardata ratifica da parte del Parlamento di Brasilia, anche in considerazione delle preoccupazioni per la tenuta delle libertà democratiche a seguito della chiusura per decisione governativa del canale televisivo venezuelano RCTV, sono sfociate in uno scambio di vivaci dichiarazioni che hanno coinvolto lo stesso presidente Chavez e il Ministro degli Esteri brasiliano Amorim. Lo stato di crisi del Mercosud è emerso chiaramente anche in occasione del vertice di Montevideo del dicembre 2007, in occasione del quale ha avuto luogo il passaggio dalla presidenza semestrale di Montevideo a quella argentina per il primo semestre del 2008. Il vertice, disertato dal Presidente Chavez, si è svolto in un clima di grande freddezza, attraversato, in particolare, dalla controversia tra Uruguay ed Argentina per la vicenda della fabbrica di cellulosa dell’impresa finlandese Botnia, installata sul lato uruguaiano del fiume Uruguay, che delimita la frontiera tra Argentina e Uruguay, che Buenos Aires accusa Montevideo di avere autorizzato in spregio alle norme internazionali che regolano l’amministrazione del fiume.

 Un’ulteriore incognita è rappresentata dalla volontà della Bolivia – che gode già dello status di  associato – di entrare a far parte del Mercosud quale membro a pieno titolo, pur rimanendo parte della Can. Il possibile ingresso di La Paz nel Mercosud solleva interrogativi circa la compatibilità della contemporanea permanenza della Bolivia nella Can e nel Mercosud, con particolare riferimento alla diversità delle rispettive tariffe esterne comuni e all’incompatibilità fra gli impegni assunti con l’UE dalla Can e quelli assunti dal Mercosud. Sotto il profilo politico ed economico, invece, l’ingresso della Bolivia potrebbe riequilibrare i rapporti interni al Mercosud, attenuando la preminenza del ruolo di Brasile e Argentina a vantaggio delle istanze di cui si fanno interpreti, senza troppo successo, i membri minori dell’organizzazione (Uruguay e Paraguay).

 

Quanto alla Can (Comunità Andina delle Nazioni), dopo la crisi della primavera 2006 con l’uscita del Venezuela dall’organizzazione, si trova tuttora in una condizione di incertezza, anche a causa dell’annuncio boliviano di voler entrare a far parte del Mercosud

Al di là, infatti, delle dichiarazioni di rito in occasione del vertice di Quito del giugno 2006, che ha visto tutti i membri ribadire la propria intenzione di continuare nel cammino intrapreso, il futuro della Can,  anche alla luce delle notevoli differenze che caratterizzano le politiche economiche dei Paesi membri – con la decisione di Perù e Colombia di firmare accordi di libero scambio con gli USA – appare incerto. In questo contesto, l’avvio nel 2007 dei negoziati relativi all’Accordo di associazione Ue-Can,  potrebbe costituire esso stesso un fattore capace di imprimere  maggiore coesione all’interno dell’organizzazione ed un rinnovato interesse, da parte dei suoi membri, nei confronti delle sue prospettive future. Tale analisi coincide largamente con quella presentata al Ministro D’Alema dal Ministro degli Esteri peruviano, Belaunde, in occasione della sua missione a Roma il 15 marzo 2007. In tale occasione, il Ministro peruviano aveva peraltro suggerito che la fuoriuscita del Venezuela potesse interpretarsi come un fattore di semplificazione delle dinamiche all’interno della CAN ed essere quindi valutato, tutto sommato, positivamente.

 

L’Unione Sudamericana della Nazioni (UNASUR, gia Comunità sudamericana della Nazioni), si presenta come un tentativo di riunire, all’interno di un unico consesso allargato, i Paesi membri della Can e del Mercosud, al fine di favorirne l’integrazione economica e, in prospettiva, quella politica. Attualmente UNASURpromossa dal Brasile che ambisce a farne uno strumento della propria leadership regionale – rappresenta un’incognita. La mancata partecipazione di Kirchner al vertice di Cochabamba (dicembre 2006) mostra l’indisponibilità di un importante attore regionale, come l’Argentina, a farsi parte attiva in uno strumento dalle finalità ancora non chiare e la resistenza verso qualsiasi forma di legittimazione della pretesa leadership regionale di Brasilia. Al di là delle dichiarazioni di principio, inoltre, i progressi concreti appaiono modesti: accantonata l’idea di una Segreteria pro tempore, si è ripiegato sull’istituzione di una Commissione di alti funzionari, incaricati di coordinare le iniziative esistenti; iniziative che, tuttavia, si sono limitate all’organizzazione di un incontro sulle tematiche energetiche ad Isla Margarita (Venezuela) il 16-17 aprile 2007.

Quale risultato di tale primo vertice energetico dei Paesi sudamericani in ambito UNASUR (seguiti di Cochabamba), si segnala:

1.       Sotto l’impulso del Venezuela, il Brasile ha aderito alla dichiarazione finale comune che rinomina appunto la CSN (Comunità sudamericana delle Nazioni) UNASUR (Unione sudamericana delle Nazioni) con sede a Quito

2.       In cambio il Brasile ha ottenuto (per intervento di Amorim che ha addotto ad argomento l’esigenza di contemperare le ragioni di produttori e consumatori) di soprassedere al lancio della OPPEGASUR promossa dal Venezuela (che dovrebbe riunire i Paesi latinoamericani produttori di gas naturale).

 

         Va, infine, segnalato che in concomitanza con la cerimonia di insediamento della Presidente Kirchner, il 9 dicembre 2007, è stata annunciata a Buenos Aires la creazione, entro il 2008, della “Banca del Sud” da parte di Argentina, Bolivia, Brasile, Ecuador, Uruguay, Paraguay e Venezuela. Parrebbe trattarsi di un segnale di segno opposto alle serie difficoltà incontrate dall’integrazione regionale latinoamericana sopra evocate. In realtà, il progetto della “Banca del Sud” appare ancora piuttosto confuso e fortemente animato, almeno per il momento, più dalla volontà di opporsi al modello neoliberale rappresentato dal FMI che da idee chiare sugli obiettivi e sulle procedure di funzionamento del costituendo organismo finanziario regionale.

 

L’Italia sostiene con convinzione i processi di integrazione regionale in America meridionale, convinta che progressi su tale fronte sono suscettibili di imprimere un’auspicabile impulso ai negoziati bi-regionali in corso tra UE e MERCOSUD e UE e CAN. Un tangibile segnale di tale impostazione è l’adesione dell’Italia nel 2007 (operativa a partire dal 2008) alla principale banca di integrazione regionale, la Corporación Andina de Fomento (CAF), con una partecipazione di circa 60 milioni di dollari al suo capitale. L’Italia diventa così l’unico Paese non iberoamericano membro della banca di sviluppo regionale (la Spagna lo è dal 2003), a testimonianza della specialità dei legami che uniscono Roma all’America Latina e ai Paesi emergenti. L’Italia è anche il primo ed in prospettiva l’unico Paese del G8 a fare il proprio ingresso nella Banca di Sviluppo regionale trattandosi dell’unico Paese non iberoamericano al quale sia stato aperto l’accesso al capitale dell’istituzione.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5. Mercosur

(a cura del Ministero degli Affari esteri)



DIREZIONE GENERALE per i Paesi delle americhe

 

Mercosur

 

Membri: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Venezuela (Protocollo di adesione del Venezuela firmato nel 2006, mancano ratifiche da parte del Parlamento brasiliano e del Parlamento paraguaiano).

Paesi associati: Bolivia, Cile, Perù, Ecuador, Colombia

Osservatori: Messico.

 

Struttura dell’Organismo

 

Il trattato istitutivo del Mercosur del 1991 prevede la progressiva abolizione delle barriere tariffarie tra i Paesi membri, in vista della creazione di una zona di libero scambio con tariffa esterna comune (in vigore dal 1° gennaio 1995) e libera circolazione al suo interno di beni, servizi e capitali (già realizzata per l’85% delle categorie di prodotto). Il trattato prevede, altresì, l'armonizzazione delle politiche economiche e la concertazione tra i membri nei principali fori internazionali.

La struttura istituzionale si avvale dei seguenti principali organi di natura intergovernativa: il Consiglio del Mercato Comune, il Gruppo del Mercato Comune, la Commissione di Commercio - questi tre con potere decisionale – il Parlamento del Mercosur (che ha sostituito la Commissione Parlamentare Congiunta) riunitosi per la prima volta a Montevideo il 7 maggio 2007, il Foro Consultivo Economico e Sociale e la Segreteria Amministrativa. Sede della Segreteria Amministrativa è Montevideo. La Presidenza è esercitata a rotazione semestrale da parte di ciascuno dei Paesi membri. Fino al 31 dicembre 2007 spetta all’Uruguay, dal 1 gennaio 2008 all’Argentina.

Non vi è dubbio che il Mercosur - che rappresenta il quarto mercato mondiale con circa 300 milioni di consumatori - abbia avuto un notevole impatto sulla realtà economica dell'area, con una sensibile crescita del commercio sub-regionale grazie all'adozione di misure dirette a favorire gli scambi tra i Paesi membri. Ciò ha favorito, al contempo, l'avvio di un processo di allargamento verso l’esterno.


 

Nel corso del Vertice di San Luis, in Argentina, del 25 giugno 1996, i Capi di Stato dei quattro Paesi membri del Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay) hanno firmato un Accordo di Associazione con il Cile ed un Accordo-Quadro con la Bolivia che prevede una riduzione progressiva ed automatica dei dazi doganali (avviata dal 1997), con l'obiettivo di giungere all'istituzione di una zona di libero scambio per l'80% dei prodotti nel termine di 10 anni.

In tale occasione, venne anche creato il Meccanismo di Consultazione Politica e Coordinamento – ispirato, fra le altre fonti, anche al Trattato di Roma e al Trattato di Maastricht – sulla scorta della esigenza di trattare temi estranei all’agenda doganale ed economico-commerciale. In precedenza, esistevano solo alcune forme di consultazione politica fra i Paesi interessati (i Corridoi interoceanici, fra Mercosur e Cile; la Commissione del Bacino del Rio della Plata, fra Mercosur e Bolivia).

Con la Dichiarazione di Assunzione del 1997, che stabiliva gli elementi fondamentali del “Mercosur politico”, si adottò l’impegno a mantenere in ogni Paese un regime democratico  pienamente realizzato; nel giugno 1998 con il protocollo al Trattato di Assunzione tale impegno si è trasformato in obbligo.

Nella riunione tenutasi a Rio de Janeiro (8–9 dicembre 1998) si è proceduto all’istituzionalizzazione del Meccanismo di Consultazione e Concertazione Politica, con un suo ruolo giuridico internazionale.

Il Vertice Presidenziale del Mercosur che si è tenuto a Montevideo il 23 dicembre 2001, profondamente segnato dalla crisi politico-economica argentina, si è concluso con una stringata dichiarazione contenente un appello alla comunità internazionale, inclusi organismi ed istituzioni finanziarie, alla collaborazione ed appoggio all’Argentina.

Nuovo impulso al processo di integrazione subregionale è stato dato dal Presidente brasiliano Lula Da Silva che ha più volte ribadito di considerare il rilancio del Mercosur una priorità della politica estera di Brasilia, anche per controbilanciare la spinta statunitense verso l’Area di libero scambio delle Americhe (ALCA).[15]

 

Nel vertice di Iguazú, che si è tenuto in data 8 luglio 2004, è stato stabilito lo status di paese osservatore per il Messico. In tale vertice è stata annunciata l'istituzione del "Tribunal Permanente de Revisión del Mercosur” previsto dal Protocollo de Olivos, firmato in Argentina nel gennaio 2002, con lo scopo principale di dirimere le controversie tra i Paesi Membri. Tale Tribunale è stato inaugurato il 13 agosto 2004 ad Asunción.


Il 4 luglio 2006 è stato firmato a Caracas il protocollo d'adesione del Venezuela al Mercosur. Alla cerimonia hanno partecipato i Presidenti dei 4 originari Paesi membri (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), il Presidente del Venezuela Chavez, ed il Presidente boliviano Evo Morales, il cui Paese ha lo status di associato al Mercosur. Il protocollo stabilisce la creazione della zona di libero scambio tra i 5 Paesi del Mercosur tra il 2010 e il 2013. I primi a dover adottare il regime di libero scambio nei confronti del Venezuela, tenuto conto della maggiore forza e competitività della propria economia, saranno Brasile e Argentina (entro il 1.1.2010). Per Uruguay e Paraguay tale scadenza è prevista al 1.1.2013.  Il 1.1.2012 è la data prevista per l'adozione da parte del Venezuela della tariffa esterna comune. Eccezioni sono previste per i prodotti "sensibili" per i quali è prevista una proroga fino al 1.1.2014.

Il Protocollo di adesione del Venezuela attende peraltro tuttora la ratifica da parte del Parlamento Brasiliano e del Parlamento paraguaiano. L’attesa è imputabile alle reticenze di settori dei due Parlamenti rispetto all’ingresso di un socio politicamente difficile come il Venezuela di Hugo Chavez, sia per la complessa situazione interna al Venezuela sia per la politica estera di Caracas e le dichiarazioni programmatiche relative ai futuri orientamenti del Mercosur.

 

Sul piano degli obiettivi di integrazione raggiunti, il bilancio del Mercosur non è certo lusinghiero. La situazione attuale è lontanissima dalle aspirazioni delle origini. Non solo il Mercosur non è ancora pienamente una vera unione doganale (la tariffa esterna unica soffre di numerose eccezioni) e tanto meno un mercato unico, ma non si intravede nessun elemento di quella sopranazionalità che è invece il tratto caratterizzante del processo di unificazione europea, cui il Mercosur si ispirava, almeno idealmente, alle proprie origini. Il profilo del Mercosur continua pertanto ad essere strettamente intergovernativo. Tutte le decisioni devono quindi essere prese all’unanimità.

Il Mercosur è poi stato costantemente attraversato da un frattura  dovuta all’asimmetria tra i membri di maggiori dimensioni (Brasile e Argentina) e quelli più piccoli (Uruguay e Paraguay). I soci minori hanno sempre protestato per la compressione dei loro interessi da parte dei partners maggiori, a tal punto che, negli ultimi anni hanno anche minacciato di concludere accordi di libero scambio bilaterali con Paesi terzi. In effetti, all’interno del Mercosud, si contrappongono, da un lato, gli interessi del Brasile (ed misura minore dell’Argentina), interessato ad alte barriere tariffarie per le importazioni di prodotti industriali, di cui mira ad essere il fornitore di riferimento nel Mercosud, disponendo di una economia altamente industrializzata, e dall’altro gli interessi di Paesi quasi esclusivamente agroesportatori (come Uruguay e Paraguay), che sarebbero invece interessati ad una liberalizzazione delle importazioni di prodotti industriali (beneficiando così di prezzi migliori), in cambio della possibilità di esportare con maggiore libertà verso mercati terzi i prodotti della propria agroindustria.

Da ultimo, la prospettiva dell’ingresso del Venezuela rischia semmai di ulteriormente esacerbare le contraddizioni interne al blocco sia perché accentua le citate asimmetrie tra “grandi” e “piccoli”, sia perché la filosofia “bolivariana” di integrazione del subcontinente latinoamericano non appare in sintonia con l’ispirazione originaria del Mercosud che, pur fra mille contraddizioni, è ispirata ad un’integrazione di tipo funzionale basata sull’integrazione dei mercati e la liberalizzazione dei commerci.

Lo stato di grave difficoltà in cui versa il Mercosur si è manifestato in occasione del vertice di Montevideo del 17-18 dicembre 2007, dal basso profilo, dai risultati deludenti e svoltosi sulo sfondo del conflitto tra Uruguay (presidenza uscente) ed Argentina (presidenza entrante) per l’installazione in territorio uruguaiano, sulle sponde del fiume Uruguay (che delimita la frontiera con l’Argentina) di un impianto per la produzione di cellulosa, che Buenos Aires contesta sulla base, asseritamente, di considerazioni di impatto ambientale, che agli osservatori più accorti appaiono invece secondarie rispetto a considerazioni di politica interna argentina.

 

Negoziato per un Accordo di Associazione tra UE e Mercosur

 

Con l’Accordo Quadro inter-regionale di cooperazione economica e commerciale fra UE e il Mercosur, firmato a Madrid il 15 dicembre 1995 ed in vigore dal 1° luglio 1999, si sono poste le basi per l’inizio dei negoziati su un Accordo di Associazione, che dovrebbe condurre alla più grande area di libero scambio del pianeta, unitamente all’attivazione di strumenti strutturati di dialogo politico e cooperazione allo sviluppo tra i due blocchi regionali.

         Il negoziato per la conclusione di un Accordo di Associazione con il Mercosur rappresenta attualmente l’elemento di maggior rilevanza nel quadro delle relazioni fra l’Unione Europea ed il continente sudamericano[16].

I negoziati sono iniziati nel novembre del 1999 e le maggiori difficoltà, che hanno impedito fino ad oggi di giungere ad un accordo, si sono riscontrate sugli aspetti commerciali, a causa sia delle persistenti carenze nell’integrazione economico-istituzionale del blocco sud-americano (ancora lontano dall’obiettivo del mercato comune), sia della complessità degli interessi “offensivi” in gioco per l’una e l’altra parte: per il Mercosur in campo agricolo; per l’UE in tema di prodotti industriali, servizi, investimenti e appalti pubblici.

         In occasione dell’ultimo incontro a livello ministeriale, svoltosi a Santo Domingo il 19 aprile 2007, le Parti hanno ribadito il loro interesse politico ed economico per una finalizzazione dell’accordo attraverso un negoziato che affronti tutti i temi oggetto delle trattative (beni, servizi, proprietà intellettuale, ecc.), indicando con chiarezza gli obiettivi e le possibili concessioni. L’impegno preso dalle due parti per riprendere le discussioni ha tuttavia risentito negativamente del sopraggiunto stallo dei negoziati a 4 (UE, USA, Brasile e India) sul Doha Round.

Nonostante quindi permangano incertezze su una pronta ripresa dei negoziati tra UE e Mercosur, negli ultimi mesi sta emergendo da parte europea rinnovata volontà e impegno al fine di rilanciare le trattative. Il Comunicato Congiunto UE-Mercosur adottato in occasione della visita del Commissario Almunia a Montevideo dello scorso 17 dicembre, in occasione del vertice che ha sancito il termine della presidenza uruguaiana del Mercosud, è stato un chiaro segnale in tal senso. Le due Parti infatti hanno ribadito il loro impegno a riavviare le trattative per l’Accordo di Associazione, pur riaffermando il carattere prioritario di una positiva conclusione del Doha Round.

Da parte italiana si seguono con grande interesse questi sviluppi e si sostiene pienamente il rinnovato approccio propositivo da parte dell’UE.  In questo quadro si potrebbero considerare iniziative bilaterali volte a incoraggiare la ripresa del negoziato. Proprio in tale prospettiva, il tema dei negoziati commerciali sarà inserito nell’agenda dei colloqui tra il Ministro D’Alema ed il suo omologo brasiliano Amorim, in programma alla Farnesina il 24 gennaio 2007, in preparazione delle visita di Stato del Presidente Lula a Roma in aprile.

Tra gli interessi italiani preminenti, in vista della ripresa dei negoziati, vi sono quelli difensivi in materia agricola (con particolare riferimento alla protezione delle Indicazioni Geografiche) e offensivi di apertura dei mercati sudamericani dei servizi, degli investimenti, di maggior attenzione all’accesso al mercato per le piccole e medie imprese e di maggiori concessioni da parte del Mercosur in ambito NAMA. Particolare sensibilità verso l’Accordo viene dimostrata dalla nostra industria automobilistica (soprattutto FIAT, Iveco e Magneti e Marelli), da anni saldamente radicata nella regione in posizione di leadership sul mercato e per questo interessata ad una apertura graduale del mercato (con congrui periodi di transizione per lo smantellamento tariffario), asimmetrica (riconoscendo al Mercosur un periodo di transizione più lungo) e programmata.

 



 



[1] Formato da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay a cui si è aggiunto il Venezuela (sebbene ancora non sia membro a pieno titolo).

[2] La Commissione Parlamentare Congiunta del Mercosur è un’istanza parlamentare formata complessivamente da 64 parlamentari (16 per ciascun Paese membro) con funzioni consultive e di indirizzo.

[3] Entrato in vigore, dopo la conclusione del processo di ratifica, il 1° gennaio 1984.

[4]Rio de Janerio il 28 e 29 giugno 1999; Madrid il 17 e 18 maggio 2002; Guadalajara, in Messico, il 28 maggio 2004; Vienna il 12 maggio 2006.

[5] COM (2005) 636. La strategia nei confronti dell’America latina include il rafforzamento del dialogo politico, promozione di scambi economici e commerciali, incoraggiamento della integrazione regionale, affrontando la questione della ineguaglianza e adeguando la politica di sviluppo e di aiuto alle reali condizioni della regione.

[6] Comunicazione sugli obiettivi della Commissione nel quadro delle relazioni tra l'Unione europea e l'America latina in vista del terzo vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea, dell'America latina e dei Caraibi che si terrà a Guadalajara (Messico) il 28 maggio 2004 (COM (2004) 220).

[7] Erasmus mundus è un programma d'azione comunitaria per il miglioramento della qualità nell’istruzione superiore e la promozione della comprensione interculturale mediante la cooperazione con i paesi terzi.

[8] Il Mercato Comune del Sud (MERCOSUR) è stato istituito il 26 marzo 1991, con la firma del Trattato di Asunción da parte di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, con l’obiettivo ambizioso di creare un mercato comune tra i paesi partecipanti. Il MERCOSUR ha firmato accordi di associazione con il Cile e con la Bolivia. Il 4 luglio 2006, durante un vertice a Caracas, i rappresentanti del Mercosur hanno formalizzato l’ammissione del Venezuela quale quinto membro dell’organizzazione, mentre, per quanto riguarda la Bolivia, sono state avviate le procedure per consentirne la trasformazione dallo stato di paese associato (1997) a quella di membro a pieno titolo.

[9]Il Venezuela, che faceva parte della Comunità andina, è uscito dall’organizzazione il 19 aprile 2006.

[10] L’accordo deve essere ancora ratificato dalla Comunità andina, dal Belgio, dalla Colombia, dalla Germania, dalla Grecia e dal Perù.

[11]Il dialogo prende il nome dalla capitale del Costa Rica che ospitò la prima riunione.

[12] L’Accordo entrerà in vigore il 1° giorno successivo alla data di completamento delle procedure di ratifica delle Parti. Devono ancora ratificare l’accordo Belgio, Costa Rica e Grecia.

[13] La decisione di negoziare il nuovo accordo fu presa nel corso del Vertice UE-America latina e Caraibi nel 2002; i negoziati sono stati conclusi rapidamente in due soli round negoziali nell’ottobre 2003.

[14] I negoziati sono stati avviati ufficialmente il 29 giugno 2007.

[15] Il progetto ALCA è stato di fatto abbandonato dagli Stati Uniti a seguito del vertice delle Americhe di Mar del Plata (Argentina) del novembre 2005. Gli Stati Uniti hanno allora intrapreso a stipulare singoli accordi di commercio bilaterali (con Perù, Ecudor e Colombia ad esempio) con cui intendono perseguire il medesimo obiettivo di liberalizzazione commerciale, attraverso una pluralità di accordi piuttosto che con un unico strumento, come sarebbe stato l’ALCA.

[16] Le relazioni bi-regionali sono attualmente regolate dall’Accordo quadro di Cooperazione interregionale del 1995 (entrato in vigore il 1° luglio 1999), fondato sui tre pilastri del dialogo politico (con appuntamenti sia al livello di Capi di Stato che ministeriale, che di alti funzionari), della cooperazione e del commercio (l’UE è il primo partner commerciale del Mercosur).