Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Interventi in materia economico-finanziaria per lo sviluppo e l¿equità sociale - D.L. n. 159/2007 - A.S. 1819 - Lavori preparatori al Senato - Esame in Assemblea - Parte II
Riferimenti:
DL n. 159 del 01-OTT-07     
Serie: Progetti di legge    Numero: 282    Progressivo: 2
Data: 26/10/2007
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione
Altri riferimenti:
AS n. 1819/XV     


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

Interventi in materia economico-finanziaria per lo sviluppo
e l’equità sociale

D.L. n. 159/2007 - A.S. 1819

Lavori preparatori al Senato

Esame in Assemblea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 282/2

Parte II

 

26 ottobre 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

SIWEB

 

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File: D07159c.doc

 


 

INDICE

 

 

Volume II

 

Esame in Assemblea

§      Seduta del 23 ottobre 2007. 3

§      Seduta del 24 ottobre 2007 (antimeridiana)51

§      Seduta del 24 ottobre 2007 (pomeridiana)143

§      Seduta del 25 ottobre 2007 (antimeridiana)249

§      Seduta del 25 ottobre 2007 (pomeridiana)341


Esame in Assemblea


SENATO DELLA REPUBBLICA

¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾

 

235a SEDUTA

PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MARTEDÌ 23 OTTOBRE 2007

 

Presidenza del Presidente MARINI,
indi del vice presidente BACCINI

 

 

Discussione del disegno di legge:

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Relazione orale) (ore 16,45)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1819.

Il relatore, senatore Ripamonti, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni, la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, vorrei fare solo un'integrazione all'intervento scritto che chiedo sia allegato agli atti, mettendo in evidenza alcuni aspetti di carattere generale che ritengo importanti per affrontare questa discussione, riguardante un provvedimento al quale sia il Governo, sia la maggioranza assegnano un'importanza particolare.

Il provvedimento si inserisce nella politica economica generale del Governo e gli obiettivi globali sono il risanamento, l'equità e lo sviluppo. Ovviamente, non tutti i provvedimenti li contengono tutti e tre: alcuni sono prevalentemente impostati sul risanamento; questo, invece, è caratterizzato principalmente dall'attenzione al versante dell'equità e dello sviluppo.

Le risorse utilizzate derivano dall'extragettito fiscale verificatosi nel corso di quest'anno e, in particolare, dalla lotta all'evasione, che ha prodotto risultati importanti dal punto di vista delle entrate fiscali. Vi è un recupero della base imponibile e si inizia - attraverso alcune iniziative, come anche questo provvedimento - la restituzione progressiv11 nei confronti dei contribuenti. (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, senatore Ripamonti, ma i colleghi attorno a lei stanno facendo troppo rumore, per cui li prego di spostarsi. Prego, prosegua pure.

 

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, la ringrazio.

Dicevo che il provvedimento è possibile grazie al fatto che la lotta all'evasione ha prodotto risultati importanti: vi è un recupero della base imponibile e si inizia a restituire ai contribuenti, con un'azione progressiva nei loro confronti, per poter intervenire, appunto, con azioni di equità e di redistribuzione sociale.

In questo caso, il settore maggiormente interessato è quello dei redditi più bassi (il più in basso nella scala sociale del Paese). La copertura è quella usata anche per un provvedimento che è già stato adottato - il decreto di luglio - che ha iniziato quest'operazione di redistribuzione sociale. La caratteristica è la stessa: ricordo, tra l'altro, che nel decreto di luglio era inserita un'importante iniziativa nei confronti delle pensioni basse (la quattordicesima). Mi auguro che la finanziaria che esamineremo nei prossimi giorni riesca a garantire la copertura non solo per il 2007, come previsto dal decreto, ma anche per gli anni a venire, rendendo strutturale l'iniziativa relativa alla quattordicesima per le pensioni basse. La copertura è prevista anche con l'utilizzo di una parte del FAS (il Fondo per le aree sottoutilizzate): complessivamente, 1,1 miliardi.

Vi sono state, al riguardo, numerose critiche da parte di molti settori anche della maggioranza. Voglio solo ricordare, signor Presidente, che i soldi che vengono parzialmente utilizzati a copertura del provvedimento sono ripristinati con la legge finanziaria. Voglio anche rammentare - forse è il punto più importante - che il provvedimento destina al Sud, in particolare per quanto riguarda gli investimenti delle Ferrovie dello Stato e dell'ANAS, la maggior parte degli interventi nelle infrastrutture.

Gli interventi previsti sono per 2,92 miliardi e sono prevalentemente di carattere sociale. Ricordo il pacchetto-casa, le misure a favore degli incapienti, il finanziamento dei servizi socio-educativi per l'infanzia, i trasporti per migliorare il servizio metropolitano e ferroviario e il settore della scuola.

C'è inoltre un'iniziativa molto importante che riguarda il ripristino dei contributi agli organismi internazionali per la pace e gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo per 910 milioni. Vi sono inoltre anticipazioni di risorse per il rinnovo del contratto del pubblico impiego per un miliardo di euro. Queste iniziative denotano, quindi, il carattere sociale del provvedimento.

Più nel dettaglio, signor Presidente, voglio ricordare il cosiddetto piano-casa. (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Senatore Bellini, la prego. C'è un po' troppo mormorio, non disturbiamo il relatore. La prego di proseguire, senatore Ripamonti.

 

RIPAMONTI, relatore. Più nel dettaglio, voglio ricordare il cosiddetto piano‑casa, cui complessivamente sono destinati 700 milioni di euro, finalizzati al recupero di alloggi ex IACP o dei Comuni, all'acquisto, all'affitto e alla costruzione di alloggi da destinare agli sfrattati. Vi sono inoltre misure importanti di grande valore sociale. Certamente ritengo che questa iniziativa del pacchetto-casa sul piano sociale sia certamente superiore alla riduzione dell'ICI prevista dalla finanziaria.

Un'altra misura significativa è l'intervento per gli incapienti, cui sono destinati 1,9 miliardi. Certo, è una iniziativa ancora abbastanza rozza nell'identificazione della platea che può beneficiarne. Vi sono alcune incongruenze. C'è un tetto di spesa; quindi, si potrebbero ingenerare alcuni problemi dal punto di vista dell'accessibilità di coloro che potrebbero essere interessati da questa norma. Inoltre, è solo per quest'anno: non è ancora una norma, per così dire, permanente. Auguriamoci che nei prossimi anni si riescano a trovare le risorse per rendere permanente questa iniziativa. In ogni caso, ritengo sia una norma importante; infatti, un'iniziativa di questo tipo dovrebbe interessare circa 12 milioni di persone.

Per quanto riguarda i Paesi in via di sviluppo, vengono ripristinati i contributi dell'Italia agli organismi internazionali, saldando il debito del Governo di destra, che al riguardo era inadempiente. Credo si tratti di una iniziativa importante, perché riporta il nostro Paese all'interno del quadro internazionale, con una credibilità maggiore, e prevede 130 milioni per il versamento di una ulteriore quota, oltre a quella già destinata con il decreto di luglio, del contributo italiano a favore del Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria.

Sui trasporti e sulle infrastrutture, praticamente si incentra il 31 per cento delle risorse finanziarie complessive del provvedimento, vale a dire 2.225 milioni di euro. Si tratta di interventi rilevanti anche per la ricaduta ambientale in termini di abbattimento di CO2 nelle città in particolare: a favore della mobilità sostenibile vengono finanziate le metropolitane di Roma, di Napoli e di Milano per 800 milioni di euro; è presente una iniziativa importante per il miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina, sul trasferimento modale da e per la Sicilia per 75 milioni di euro; infine, 1.075 milioni di euro sono destinati alle Ferrovie dello Stato per finanziare investimenti e la manutenzione straordinaria della rete tradizionale delle infrastrutture ferroviarie, che viene utilizzata prevalentemente dai pendolari tutti i giorni per andare a lavorare.

Per quanto riguarda l'ambiente occorre sottolineare la norma programmatica di grande valore strategico: al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, i nuovi interventi pubblici devono essere accompagnati da una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra. Si tratta di una iniziativa importante dal punto di vista strategico perché incide positivamente sulla propensione dei soggetti che realizzano interventi pubblici a considerare non solol'aspetto della realizzabilità delle opere, quanto anche all'impatto che possono avere dal punto di vista delle emissioni e del rispetto del Protocollo di Kyoto.

Altra misura da menzionare concerne la riassegnazione delle risorse derivanti dai pagamenti a carico delle aziende per il danno ambientale: vengono considerata in questo caso anche le risorse derivanti dalle transazione del 2001 tra lo Stato e la Montedison e che vengono destinate per il risanamento di Marghera.

In Commissione sono già state approvate alcune modifiche migliorative. Mi riferisco in particolare alla norma sull'editoria, che riduce e definisce meglio la platea dei beneficiari, permettendo il salvataggio di alcune aziende ed esplicando un'azione volta ad una maggiore moralizzazione del settore. È stata modificata positivamente la norma inerente gli incapienti, anche qui definendo meglio la platea degli interessati e offrendo maggiori garanzie che l'iniziativa sia effettivamente destinata ai settori più deboli della società. Rimane il rammarico per non essere riusciti a conseguire in Commissione il risultato sperato in riferimento al problema rilevantissimo delle transazioni da stipulare con i soggetti emofiliaci e talassemici danneggiati da sangue infetto, anche se confidiamo di poter sfruttare utilmente il passaggio in Aula.

Signor Presidente, la maggioranza ha sostanzialmente ritirato gli emendamenti che erano stati presentati in Aula, ritenendo improprio ripresentare in tale sede proposte di modifica che in Commissione erano già state esaminate e che avevano ricevuto un parere negativo dal Governo e dal relatore. Mi risulta che l'opposizione abbia presentato in Aula 449 emendamenti, un numero maggiore di quelli presentati in Commissione. Considero tale atteggiamento inspiegabile e contraddittorio, proprio perché in Commissione abbiamo esaminato in modo molto approfondito tutti gli emendamenti, accogliendo anche molte proposte dell'opposizione, che ha contribuito in modo significativo al miglioramento del testo. Questo scelta mi sembra quindi un po' contraddittoria con l'atteggiamento che è stato tenuto in Commissione.

Signor Presidente, ritengo che questo provvedimento, anche con i miglioramenti ottenuti in Commissione, sia positivo, buono, utile ai settori sociali più deboli del paese e al Paese in generale. Mi auguro che venga approvato, pure con nuove ed eventuali modifiche che potranno essere apportate in questa sede. (Applausi dai Gruppi Ulivo e RC-SE).

 

PRESIDENTE. Senatore Ripamonti, la Presidenza l'autorizza a consegnare il testo del suo intervento.

Comunico che sono state presentate due questioni pregiudiziali e una questione sospensiva (QS1).

Ha chiesto di intervenire per illustrare la prima questione pregiudiziale il senatore Ferrara. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, siamo perfettamente consapevoli della difficoltà di presentare a quest'Aula una questione pregiudiziale ai sensi dell'articolo 93 del nostro Regolamento, anche perché, nella sostanza, per quanto attiene ai riferimenti che farò alla legge di contabilità, l'avevamo già presentata e discussa in occasione dell'esame del decreto cosiddetto tesoretto 1, ahimè approvato - come ricorderanno l'Aula e la Presidenza noi eravamo contrari - prima delle ferie estive.

Contrariamente a quelle che erano le nostre aspettative e speranze, il Governo non si è fermato a un "tesoretto 1" e ha preparato un secondo decreto, cosiddetto tesoretto 2, quasi a significare una vendetta nei confronti del contribuente, che si prepara a sperperare ancora una volta quelle sostanze, quelle risorse, quelle rinvenienze al Tesoro dello Stato che vengono dai sacrifici dei cittadini, perché è un cittadino cui il Governo continua a mettere le mani in tasca.

Siamo contrari a che il Senato continui a discutere di questo provvedimento. Siamo contrari, lo abbiamo detto in Commissione e vogliamo ribadirlo anche in questa sede, perché il provvedimento, così come quello precedente, è contrario alla legge di contabilità. Questo lo voglio ricordare ai disattenti colleghi della maggioranza, ai colleghi che si disperdono nei meandri del palazzo e anche nel meandro del percorso difficile, variegato e complesso che il Governo ha voluto affidare quest'anno alla formazione delle leggi di contabilità, attraverso un decreto e, contemporaneamente, una legge finanziaria e una legge di bilancio che si coniugano in questa Aula con norme che alle volte si sovrappongono, altre divergono, ma che hanno un'iniziativa unica: sperperare e non fare un bilancio che, come abbiamo più volte detto, deve essere veritiero, trasparente, prudente e anticiclico e non prociclico come si continua a fare.

Siamo contrari, dicevo, con riferimento alla legge di contabilità, una legge rafforzata, discendente direttamente dall'articolo 81 della Costituzione, che non può essere variata con la legge di bilancio, che non può essere variata se non con un'altra legge. Il dibattito in proposito ci ha visto coinvolti tante volte, tuttavia non abbiamo mai voluto variarla perché abbiamo ritenuto - il Parlamento ha ritenuto - che la legge di contabilità fosse una garanzia per il corretto procedimento legislativo, per poter fare una legge di bilancio e una legge finanziaria secondo i principi che lo stesso Parlamento ha voluto e che il Governo deve rispettare.

Il Governo, invece, contravviene e prepara questo decreto, che ha bisogno di circa 8 miliardi di euro, circa 16.000 miliardi di vecchie lire, che sono tolti agli italiani, a noi tutti, che si dicono essere disponibili perché esistono quasi 6 miliardi di euro (5.978 milioni) di extragettito e 1.300 milioni di minori spese che non debbono più essere sostenute per il concorso dell'Italia al finanziamento del bilancio europeo.

Inoltre, si tolgono altri 1.100 milioni di euro (2.200 miliardi di vecchie lire) al Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) e quindi al Mezzogiorno, contrariamente a quello che viene sbandierato ai quattro venti, che non c'è nei documenti contabili, che non c'è nel Paese; quello sbandierato interesse, quella sbandierata attenzione che il Governo dice di avere per il Mezzogiorno giustappunto è provato con la sottrazione al Fondo per le aree sottoutilizzate di 1.100 milioni di euro.

Come lo fa, signor Presidente? Con una copertura che trova fondamento nell'articolo 1 del decreto-legge: è stato fissato un indebitamento; l'indebitamento era il 2,9 per cento; le cose vanno meglio; vanno talmente meglio della prima volta, con il primo decreto, per cui eravamo al 2,5 per cento, che adesso addirittura ci ritroviamo all'1,9 per cento di indebitamento. Allora, visto che l'indebitamento è all'1,9 per cento, possiamo spendere tutta la differenza tra l'1,9 per cento e il 2,4 per cento (che è sempre meglio - a detta del Governo - del 2,8 per cento che era l'obiettivo da noi fissato nel Patto di stabilità e che avevamo convenuto con la Comunità europea), ossia possiamo spendere lo 0,5 per cento.

Come si fa a spendere questo 0,5 per cento? È possibile perché - articolo 1 - si variano gli obiettivi con il Documento di programmazione economico-finanziaria e a questo punto si ha la possibilità - prevista in ogni finanziaria - di utilizzare migliori rinvenienze (cosa dice sempre quell'articolo 1?) per tre motivi, cioè tenuto conto degli obiettivi di indebitamento, tenuto conto della strutturalità e della permanenza delle nuove entrate e tenuto conto che deve trattarsi di obiettivi di sviluppo, di equità, di redistribuzione del reddito. A questo punto cosa succede? Accade che gli obiettivi di indebitamento non sono quelli che erano stati fissati con i documenti legittimi stabiliti dalla legge di contabilità, la legge finanziaria, ma sono stati variati con un documento, il Documento di programmazione economico-finanziaria.

Questo introduce un primo vulnus, cioè la possibilità che in corso d'anno un Governo, attraverso un documento e non una legge (ossia quello che dal punto di vista della legge di contabilità rimane a regime giuridico-contabile un semplice documento) vari gli obiettivi che erano stati fissati antecedentemente.

C'è di più, motivo numero due: non sappiamo se le maggiori entrate sono permanenti, se sono strutturali, se sono delle entrate robuste. Il famoso documento che era previsto dal comma 4 della finanziaria da doversi produrre entro il 30 settembre non è stato prodotto e quindi ci ritroviamo nella impossibilità di vedere la loro strutturalità e la loro permanenza e quindi nella impossibilità di valutare se questo è in rispetto alla legge di contabilità o meno.

Le maggiori entrate che vengono ad essere utilizzate non rispondono alla necessità terza del comma 4 dell'articolo 1 della finanziaria, ossia che queste vengano utilizzate ai fini degli obiettivi di cui al punto 3, e quindi equità fiscale, redistribuzione del reddito, interventi per lo sviluppo, perché come sappiamo benissimo e come ci hanno detto in tutte le audizioni durante il dibattito, da quello che è emerso nell'esame approfondito delle disposizioni inserite nel provvedimento, con il decreto-legge non facciamo che aumentare la spesa corrente e non c'è alcuna misura per quanto attiene alla fiscalità.

A questo punto è logico ed evidente che stiamo realizzando un provvedimento che non è anticiclico ma è prociclico, ragion per cui speriamo tanto di non doverlo discutere e chiediamo all'Aula di impedire che si continui a violentare la legge di contabilità e di non proseguire nella trattazione dello stesso. (Applausi dal Gruppo FI. Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per illustrare la seconda questione pregiudiziale il senatore Pastore. Ne ha facoltà.

 

PASTORE (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, il mio sarà un intervento breve anche perché un'ora fa la Commissione affari costituzionali ha licenziato un parere condiviso, del quale mi auguro, nel caso si andrà ad esaminare il provvedimento nel merito, vorranno tener conto il relatore, il Governo e quest'Aula.

Il parere pone alcune questioni che formano oggetto della questione pregiudiziale. La prima di queste è costituita dall'ossequio a quanto stabilito dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 171 del 2007, con la quale la Corte ha individuato, non solo la propria potestà di censurare i decreti-legge per mancanza dei presupposti di necessità e urgenza, ma anche degli elementi tali da determinare l'eventuale dichiarazione di incostituzionalità.

Tra questi elementi c'è, per esempio, la mancata adesione del contenuto delle norme del decreto-legge al preambolo del decreto stesso. Il preambolo di questo decreto-legge stabilisce che le ragioni di urgenza riposano nell'avvio di un processo di restituzione del maggior gettito fiscale, dando priorità ai soggetti incapienti ed intervenendo a sostegno della realizzazione di infrastrutture e di investimenti.

Ebbene, chiunque abbia avuto occasione di sfogliare il decreto‑legge sa che solo una piccola parte delle norme che lo costituiscono fa riferimento ai due temi indicati dallo stesso Governo nel preambolo (preambolo da non confondersi con il titolo del provvedimento in esame). È chiaro che questo rappresenta un vulnus non emendabile e su questo vulnus, anche se con caratteri non di perentorietà quali quelli che sto indicando, si è pronunciata la Commissione affari costituzionali.

Un altro dato è quello della disomogeneità del provvedimento, perché esso contiene norme che vanno su vari capitoli, da quelli indicati, incapienti e infrastrutture, a quelli che riguardano la sanità, l'editoria, i finanziamenti di attività all'estero e altro ancora.

Oltre a queste censure, che riguardano l'urgenza e l'omogeneità del provvedimento, ve ne sono alcune specifiche, come quelle attinenti all'articolo 4, laddove è previsto, in maniera forse non voluta dall'estensore dell'articolo - al riguardo mi appello quindi al Governo e al relatore perché si facciano carico di una precisazione - che il commissario ad acta possa essere destinatario di poteri normativi. Dal momento che la formula «normativi» comprende anche poteri legislativi, potremmo arrivare a sostenere, attraverso un'interpretazione superficiale e letterale, che il commissario ad acta possa addirittura emanare leggi regionali.

Vi è poi l'articolo 35, che forma anch'esso oggetto di rilievo nel parere della Commissione, che stabilisce un regime di favore per le zone svantaggiate, se localizzate in località prossime ai confini di Regioni a Statuto speciale. Non vi è alcun motivo per giustificare un «trattamento di favore» del genere perché, o lo svantaggio è in re ipsa, oppure questo non può certamente dipendere solo dal fatto che le zone siano situate in località di confine con Regioni a Statuto speciale.

Per queste ragioni, signor Presidente, ritengo che il provvedimento non debba continuare l'esame in quest'Aula.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per illustrare la questione sospensiva QS1 il senatore Franco Paolo. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Signor Presidente, ho presentato la questione sospensiva QS1 ai sensi dell'articolo 93 del Regolamento. Il decreto-legge al nostro esame ha come oggetto, in particolar modo, le maggiori entrate dovute in parte - secondo quanto è emerso dalla relazione - dalla lotta all'evasione.

Tuttavia, non abbiamo avuto il piacere di avere a disposizione la relazione al Parlamento, che avrebbe dovuto essere presentata entro il 30 settembre scorso, sui risultati della lotta all'evasione, giunta in Commissione bilancio in data 22 ottobre, grazie anche alle reiterate richieste del presidente Morando. Credo sia impossibile oggi prendere atto di questa relazione fondamentale per il giudizio sul decreto‑legge. Pertanto, ritengo assolutamente fondata la questione sospensiva che ho avanzato, affinché sia rinviata la discussione sul provvedimento di una settimana per prendere visione di questo importantissimo documento. (Applausi del senatore Bettamio).

 

PRESIDENTE. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 93 del Regolamento, nella discussione sulle questioni pregiudiziale e sospensiva può prendere la parola non più di un rappresentante per Gruppo per non più di dieci minuti.

 

*ALBONETTI (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ALBONETTI (RC-SE). Signor Presidente, innanzitutto vorrei comunicare a tutta l'Aula - come ha già fatto il presidente Morando questa mattina presso la Commissione bilancio - che non inizierà l'esame degli emendamenti alla finanziaria se tutta la documentazione richiesta dall'opposizione e prevista dalla legge non sarà a conoscenza dell'intera Commissione; ciò al fine di garantire a tutti i colleghi che, per quanto attiene l'esame degli emendamenti alla legge finanziaria, esso procederà solamente allorché avremo contezza di tutta la documentazione.

Vista l'ampia argomentazione utilizzata dal collega Ferrara nell'illustrazione della questione pregiudiziale, impiegherò anch'io alcuni minuti per giustificare il voto contrario del Gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea alla sua richiesta. Proverò a motivarlo elencando brevemente i motivi di urgenza che poniamo a fondamento della necessità di procedere speditamente nei nostri lavori. Anzi, l'augurio che esprimo a nome del Gruppo è che questo provvedimento possa essere approvato secondo il calendario stabilito dalla Presidenza.

Voglio ricordare come alcuni interventi siano di particolare urgenza per diverse realtà del Paese. Il provvedimento ha come oggetto interventi infrastrutturali, come quelli richiamati all'articolo 2, nel quale sono autorizzati contributi alla rete ferroviaria, all'articolo 7, per ciò che concerne i contributi al trasporto metropolitano di Roma, Napoli e Milano, e all'articolo 8, per ciò che riguarda il trasferimento modale nel collegamento tra la Sicilia e la Calabria.

Nel decreto-legge sono contenute anche spese sociali di particolare urgenza: con l'articolo 4 - com'è stato più volte richiamato nel corso del dibattito in Commissione - si garantisce la correzione strutturale degli andamenti della spesa sanitaria. Credo che spetti a tutto il Parlamento il compito di essere preciso, puntuale e tempestivo nel mantenere sotto controllo la spesa sanitaria.

All'articolo 9 sono autorizzati contributi per permettere a Trenitalia di incassare le somme stanziate dalle leggi di bilancio 2006 e 2007 entro la fine dell'anno 2007.

All'articolo 13 sono previsti importanti finanziamenti alla ricerca. Voglio ricordare anche - come credo sia dovere di tutto il Parlamento - che occorre corrispondere agli impegni assunti dal Governo in materia di rinnovi contrattuali per il biennio 2006-2007 del pubblico impiego. Si tratta quindi dello stanziamento di fondi nel rispetto di un accordo siglato nel febbraio del 2007, che concerne il rinnovo di un contratto ormai scaduto.

Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sull'articolo 18 del provvedimento al nostro esame che riguarda gli adempimenti concernenti gli impegni internazionali per il Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria. Voglio ricordare come il nostro Paese si sia trovato nell'impossibilità di onorare impegni assunti anche dal Governo precedente, causa l'andamento della finanza pubblica. Mi sembra una misura su cui tutti si possa concordare della necessaria urgenza di riempire questo vuoto e di essere perciò coerenti rispetto agli impegni assunti a livello internazionale.

Per non parlare poi dell'emergenza casa; come ci ricorda l'articolo 21, esiste un programma di edilizia residenziale pubblica che va anche a rispondere, il prima possibile, a procedure esecutive per finita locazione e non per morosità; tante persone attendono risposte dal Parlamento e da tutte le forze politiche al problema della casa.

Mi soffermo quindi, per insistere sull'urgenza di questo provvedimento, sull'articolo 24, che prevede un sostegno straordinario a favore dei Comuni in dissesto e la possibilità per questi Comuni di pagamenti, crediti certi, liquidi ed esigibili, alla data del 31 dicembre 2006 con scadenza alla fine di quest'anno.

Così come l'articolo 32 risponde anche ad un giudizio della corte d'appello di Roma che ha concesso un rinvio della transazione tra ENEA e Finmeccanica che scade a dicembre del 2007; occorre pertanto intervenire con tempestività ed urgenza.

L'articolo 33 prevede disposizioni a favore dei soggetti talassemici: è un argomento delicato che coglie la sensibilità di noi tutti. Mi sembra davvero una corsa contro il tempo, in cui ogni giorno guadagnato può essere un giorno che regala una speranza a persone ammalate.

Termino il mio intervento, Presidente, ricordando come la stessa misura prevista dall'articolo 44, la misura fiscale a favore dei cosiddetti soggetti incapienti, abbia una sua urgenza sociale, una situazione che risponde ad una marginalità sociale diffusa, ad una povertà certificata nelle sue dimensioni allarmanti anche dall'ISTAT: credo che sia, anche in tal caso, dovere del Parlamento procedere con speditezza e sicurezza.

Per tutte le ragioni che ho brevemente ricordato ai colleghi senatori e alle colleghe senatrici, confermo il voto contrario sia alla questione sospensiva, presentata dai senatori Polledri e Franco Paolo sia alle questioni pregiudiziali, presentate dai colleghi Pastore e Ferrara. (Applausi dal Gruppo RC-SE e dei senatori Formisano e Manzella).

 

*VILLONE (SDSE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VILLONE (SDSE). Signor Presidente, intervengo per esprimere il dissenso rispetto alle questioni pregiudiziali e alla questione sospensiva presentate dai colleghi, che non sono, a mio avviso, meritevoli di essere accolte dall'Aula.

Non torno sulla questione dei presupposti perché non mi pare questa la sede appropriata. Discutiamo oggi di eventuali profili di incostituzionalità, ma non del particolare e specifico profilo della mancanza di presupposti perché, secondo il nostro Regolamento, questo profilo trova un momento specifico di attenzione e di discussione che avrebbe dovuto essere, laddove i colleghi dell'opposizione avessero voluto, la richiesta di riportare in Aula il voto espresso dalla Commissione affari costituzionali sul punto.

Poiché ciò non è stato fatto, ritengo corretto che in questo momento non si ritorni sulla questione; sarebbe infatti questo un modo per eludere un termine specificamente posto dal Regolamento.

Non mi pare poi che si debba andare molto oltre sul fatto che non sia opportuno procedere nell'esame del merito del decreto; mi riferisco alla questione sospensiva. Ho notato che il collega Ferrara ha voluto ricordare ancora una volta che questo decreto è servito e serve, nella sua opinione, a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Rispondo soltanto che la vera questione è da quali tasche vengano presi i quattrini e in quali tasche vadano a finire; se vengano presi, ad esempio, dalle tasche degli evasori e vadano a finire nelle tasche delle fasce deboli della popolazione.

Non arrivo a dire, con uno dei Ministri del mio Governo, che le tasse sono bellissime; francamente, mi pare che sia andato un po' oltre il segno. Sono infastidito anch'io dalle tasse; ma ricordo che la moderna statualità nasce proprio con la tassazione. Senza le tasse non esisterebbe lo stato moderno e non esisterebbero i parlamenti, che sono nati appunto per decidere chi, come e quando fosse chiamato a pagare le tasse. Forse i colleghi dell'opposizione non sono consapevoli di essere portatori di questo peccato originale, di questa tara genetica; se l'onorevole Berlusconi ne fosse consapevole, dovrebbe forse dimettersi per coerenza da qualsivoglia carica pubblica. Non mi occuperò pertanto di tali questioni.

Mi sembra che meritino invece attenzione le considerazioni del collega Pastore, ma non per l'argomento della mancata attinenza di singoli disposti o di singole norme contenuti nel provvedimento rispetto al preambolo o al titolo del provvedimento stesso. È vero - come egli ha ricordato - che nella sentenza n. 171 del 2007 la Corte Costituzionale ha fatto riferimento a questa discrasia, quando, nel dichiarare l'incostituzionalità di una specifica disposizione, ha rilevato che tale disposizione non aveva attinenza con l'intitolazione del decreto. In effetti, il titolo del decreto si riferiva a disposizioni urgenti in materia di enti locali, mentre la norma aveva a che fare con una causa di incompatibilità elettorale. Ma in quella sentenza, per la Corte, la mancanza di connessione rilevava proprio in quanto sintomatica della possibile mancanza della necessità e dell'urgenza. La Corte, cioè, non censura l'eterogeneità del contenuto come tale, ma la censura in quanto quel pezzo in sé è mancante di necessità e di urgenza. Nella stessa sentenza la Corte afferma ciò in modo specifico, in un passaggio in cui richiama il punto. Essa non avrebbe fatto questo richiamo se non fosse stato possibile che la questione fosse necessaria ed urgente a prescindere dal legame concettuale con il titolo. In altre parole, se l'eterogeneità rispetto al titolo bastasse da sola a negare la necessità e l'urgenza, quale bisogno avrebbe avuto la Corte di affermare nel caso in modo specifico quella mancanza di necessità e di urgenza?

Non è quindi conclusivo l'argomento del collega Pastore. Credo siano invece rilevanti le considerazioni da lui svolte per quanto riguarda alcune specifiche disposizioni. In particolare, voglio far riferimento agli articoli 4 e 35, che pure sono stati richiamati, e che toccano alcune delicate e complesse questioni.

Nel primo articolo abbiamo una fattispecie di commissariamento. Cioè, nell'ambito della questione sanità, che tanto ci ha affaticato in relazione alla necessità di mettere sotto controllo la spesa sanitaria, si prevede la definizione di una procedura nella quale, ad un certo punto, di fronte all'inerzia della Regione interessata, si può avere un commissariamento. È inoltre una fattispecie che sembrerebbe essere, nella lettura formale ed estrinseca, suscettibile di essere portata a comprendere addirittura l'adozione di atti normativi di rango primario: il commissario che fa le leggi.

Ora, deve essere chiaro che se fosse questa la lettura saremmo certamente di fronte a un caso di incostituzionalità. Lo voglio dire con grande chiarezza, affinché resti agli atti dell'Aula. Nell'ambito del modello costituzionale abbiamo la possibilità di arrivare all'adozione di atti normativi in via sostitutiva di carattere generale e di rango primario, ma la via per ottenere questo risultato non potrebbe che essere l'articolo 120 della Costituzione. Quindi, laddove prevediamo la possibilità di un commissario che assume atti a contenuto di generalità e astrattezza, dobbiamo pur sempre ritenere che siano atti che rimangono nell'ambito degli atti di natura amministrativa, mai degli atti di natura legislativa, né regolamentare. Questa è l'unica lettura possibile; è la lettura, come ho detto oggi in Commissione, secundum constitutionem. Dobbiamo quindi ritenere che sia questa la corretta lettura del decreto, che peraltro, per espressa e testuale formulazione, non impone una lettura diversa. Dunque, questa è la corretta lettura. Infatti, credo che la Commissione abbia espresso un giusto parere, nel senso della conformità alla Costituzione su tale presupposto.

Anche l'articolo 35 credo debba essere ricondotto nell'ambito di una corretta lettura secundum constitutionem. Anche in questo caso non possiamo ritenere che la mera contiguità alle Regioni a statuto speciale sia assunta come fondamento per attribuire un vantaggio a favore di questo o quel territorio. Quella norma deve intendersi nel senso che, laddove la contiguità sia di per sé produttiva di uno svantaggio, perché tale da creare condizioni comparativamente peggiori per un territorio rispetto ad altri (per esempio, a causa del minore costo di beni o servizi nel territorio della Regione limitrofa), in quel caso vi potrebbe essere un intervento di sostegno. Quindi, ci deve essere un'oggettiva e comprovabile diversità, non essendo la contiguità come tale suscettibile da essere assunta a fondamento di un vantaggio per questo o quel territorio. Anche in questo caso una lettura secundum constitutionem, che la norma nella sua formulazione testuale consente, deve essere necessariamente adottata se si vuole evitare l'incostituzionalità.

Con questi argomenti ritengo che le questioni pregiudiziali e la questione sospensiva che sono state proposte debbano essere rigettate dall'Aula. (Applausi dal Gruppo RC-SE e del senatore Calvi).

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, ancora una volta, assistiamo nell'Aula del Senato ad un ostruzionismo da parte della maggioranza. Non mi scandalizzo certamente per questo e nemmeno mi scandalizzo se fuori da quest'Aula c'è qualcuno che dà dell'analfabeta del diritto a qualcun altro. Non mi permetto di dare voti a nessuno né sul diritto né su altre materie, ma una cosa è certa: qualcuno è analfabeta della politica e questo credo dovremmo sottolinearlo.

C'è inoltre un aspetto che lei, signor Presidente, dovrebbe rilevare e cioè che l'Aula del Senato è piegata ai voleri di pochi senatori che discutono, fuori da quest'Aula, le sorti del Governo. E noi siamo qui ad aspettare la fine della riunione del Consiglio dei ministri: l'Aula del Senato registra l'ostruzionismo della maggioranza, aspettando appunto che termini il Consiglio dei ministri. Non mi pare che questo sia un modo corretto di procedere. (Applausi dai Gruppi AN, FI e LNP).

Non so se ci sia analfabetismo, ma una cosa è certa: c'è mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni, questo sì. Dobbiamo difendere l'Aula del Senato e lei, essendo il Presidente di tutti noi, ha il dovere di farlo prima di ognuno di noi.

Ripeto: non è possibile aspettare qui che si decidano le sorti di un Governo, e quindi le sorti di quest'Aula, fuori dall'Aula stessa. Coloro che sono fuori a discutere devono venire in Aula, chiedere la parola, intervenire e dichiarare cosa vogliano, così l'Aula avrà la possibilità di esprimersi. In questo momento, invece, c'è una mancanza di rispetto delle istituzioni che non ha precedenti nella storia della Repubblica italiana. (Applausi dai Gruppi AN, FI, UDC e LNP).

 

PRESIDENTE. Senatore Matteoli, mi sforzo di capire la politica, ma il Regolamento consente ai Gruppi di intervenire nella discussione sulle questioni incidentali.

FINOCCHIARO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Su quale argomento?

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Sull'osservazione appena formulata dal presidente Matteoli.

 

PRESIDENTE. Prego.

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Signor Presidente, credo che la dignità e la serietà delle istituzioni, del lavoro del Senato e lo stesso ruolo del Senato si difendano in molti modi. Uno di questi può essere quello di onorare i lavori parlamentari, come si sta facendo con gli interventi dei rappresentanti della maggioranza sulle questioni pregiudiziali.

Un altro modo, che trovo assai meno consono alla tutela di quegli obiettivi, è per esempio il fatto di trasformare l'Aula del Senato in un luogo in cui, come spesso è accaduto in questi mesi, anche più volte sullo stesso argomento, si discute esclusivamente di mozioni, ferma restando ovviamente la tutela della libertà delle opposizioni di proporre atti di controllo o di impegno del Senato su molte questioni.

Sarei francamente molto più allarmata, nelle vesti del presidente Matteoli, per il veleno che dall'esterno viene gettato sul Senato in questi giorni. Questo è davvero, invece, un profilo che mi inquieterebbe e mi inquieta assai di più.

Oggi pomeriggio stiamo svolgendo i nostri lavori. Il Consiglio dei ministri ha esitato il punto all'ordine del giorno che poteva riguardare, in qualche modo la soddisfazione di alcuni senatori della maggioranza e l'equivoco politico, la questione politica è stata ampiamente risolta.

Si trovano tracce non abbondanti, presidente Matteoli, ma abbondantissime, nelle storie di tutti i Governi e anche di quello che ha preceduto l'Esecutivo in carica, di episodi di ostruzionismo della maggioranza, ma di quelli veri. Ne ricordo più di uno nel corso della passata legislatura, che hanno sancito non una questione puntuale, ma piuttosto un'aperta divaricazione di punti di vista all'interno della maggioranza, per esempio a proposito della soggezione alle direttive europee, in particolare con riferimento alle forme di coordinamento delle attività giurisdizionali tra i Paesi europei.

Credo che sarebbe ed è nell'interesse di tutti - anche nell'interesse del presidente Matteoli, ne sono certa - che questa discussione sulle questioni pregiudiziali, che onora gli stessi presentatatori, si svolga e che il Senato tranquillamente voti. Non c'è da parte della maggioranza neanche un attimo di esitazione strumentale rispetto a questo. (Applausi dai Gruppi Ulivo, IU-Verdi-Com e RC-SE).

 

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione delle questioni incidentali.

 

SINISI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SINISI (Ulivo). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, mi limiterò a replicare puntualmente alle questioni di sostanza sollevate nell'ambito della presentazione sia della questione sospensiva sia di quelle pregiudiziali.

In merito alle pregiudiziali, ho ascoltato l'intervento del collega Ferrara; circa la sospensiva, ho letto il testo che è stato predisposto e credo che meriti una risposta puntuale che non può che fare riferimento alle norme evocate, cioè i commi 4 e 5 della legge finanziaria n. 296 del 2006 che disciplina le regole alle quali si dovrebbe ispirare la manovra di finanza pubblica per il 2007. Nella questione sospensiva presentata si fa però riferimento solo alla prima parte del comma 4. Vorrei invitare il collega Ferrara e gli altri presentatori di questioni incidentali a prendere atto che l'intera disputa potrebbe soltanto vertere sulla qualificazione di «permanenti» relativa alle eventuali maggiori entrate, quindi all'extragettito di carattere fiscale, poiché il comma 4 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, che dovrebbe essere, appunto, una norma di riferimento per i nostri comportamenti tecnici, ci impone di fare esattamente quello che è scritto nel decreto-legge n. 159 in esame.

Lo voglio ricordare, perché è scritto proprio nel comma 4 citato che, in quanto eccedenti rispetto agli obiettivi individuati dal Documento di programmazione economico-finanziaria, «le eventuali maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale sono destinate (...) a riduzioni della pressione fiscale finalizzata al conseguimento degli obiettivi di sviluppo ed equità sociale, dando priorità a misure di sostegno del reddito di soggetti incapienti ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse».

Il decreto-legge n. 159, signor Presidente, onorevoli colleghi, fa esattamente questo. Ha preso atto, con riferimento alle disposizioni di assestamento, che vi è stata un'entrata maggiore e permanente, ormai stabilizzata, dovuta, appunto, alla lotta all'evasione fiscale, comunque alle maggiori entrate e ne ha destinato una prima parte - lo dice il decreto-legge stesso - a quegli obiettivi di finanza pubblica che sono stati ritenuti urgenti e una parte successiva, con gli articoli da 2 in poi, ad una manovra di equità fiscale e sociale, dando rimborsi a coloro che non hanno potuto presentare nemmeno una dichiarazione dei redditi, dando sostegno ai lavoratori socialmente utili e dando supporto alle categorie svantaggiate.

Se dovessimo commentare questo decreto‑legge, il commento migliore sarebbe che il Governo ha dato piena, puntuale, fedele, tempestiva attuazione agli impegni assunti con la legge finanziaria per il 2007 e lo ha fatto con un decreto‑legge, signor Presidente - e a questo punto mi avvio ad affrontare il merito delle questioni pregiudiziali circa la costituzionalità e la scelta dello strumento - e non poteva fare diversamente, posto che tutte queste misure debbono incidere esattamente sull'anno 2007, cioè quello in corso. Qualsiasi altro strumento avrebbe potuto richiedere una legislazione di natura differente, ma in Commissione abbiamo svolto un'analisi molto puntuale di ciascuna delle disposizioni e mi sento di poter dire che non ve n'è nemmeno una che non svolga i suoi effetti nella immediatezza o perché attraverso caratteri di natura procedimentale pone le condizioni per attività che devono essere svolte successivamente o addirittura perché gli stessi effetti ed esiti economici e finanziari si sviluppano nell'ambito degli stessi sessanta giorni di vigenza del decreto.

Ha ragione il collega Pastore quando dice che, sulla base di una ormai nota sentenza della Corte costituzionale, il Governo avrebbe dovuto essere meno laconico nel titolo e nel preambolo. Anche noi abbiamo fatto questa osservazione, l'abbiamo condivisa, ma è un auspicio che non possiamo che riferire alla decretazione successiva. Peraltro, voglio ricordare che, se per il preambolo non vi sono strumenti, per il titolo la stessa Aula potrebbe adottare degli accorgimenti che alla fine comprendano tutti i punti, anche se, signor Presidente, onorevoli colleghi, devo riconoscere che nella laconicità il titolo fa però riferimento a "interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale". E credo che tutte le disposizioni (che riguardano finanza pubblica, interventi infrastrutturali e recupero di soggetti che si trovano in condizioni di svantaggio) possano essere racchiuse in questo titolo, anche se assai laconico.

Sono state poste, signor Presidente, onorevoli colleghi, anche alcune questioni che fanno più riferimento all'incidenza nel merito.

Per quanto riguarda l'articolo 4, sul quale è stata sollevata una questione che concerne la scelta del commissariamento ad acta per provvedimenti di natura normativa, ordinamentale, gestionale e amministrativa delle Regioni, si è voluto fare un approfondimento di carattere tecnico. Ci rendiamo conto e non possiamo non prendere atto del fatto che si tratta di materia concertativa, che le disposizioni dell'articolo 4 sono il frutto della Conferenza Stato-Regioni, che si tratta di atti sostanzialmente concordati, che i piani di rientro sanitari fanno parte appunto di quell'accordo che lo Stato e le Regioni hanno raggiunto nel momento in cui la manovra di finanza pubblica concernente la spesa sanitaria è stata concordata e che le stesse Regioni hanno riconosciuto tali atti come strumenti procedurali idonei.

Abbiamo ritenuto, però, di dover andare oltre quello che lo stesso Stato e le stesse Regioni hanno concordato: abbiamo riconosciuto il valore di carattere generale della disposizione della legge La Loggia, proprio in relazione alla sua capacità di dare attuazione all'articolo 120 della Costituzione e abbiamo richiamato il Governo - così come richiamiamo l'Aula - a verificare se le disposizioni procedimentali concernenti il commissariamento ad acta siano coerenti con quelle previste dalla normativa di carattere generale della legge La Loggia, che abbiamo voluto citare nel nostro parere. Abbiamo anche richiamato, signor Presidente, il rispetto dell'articolo 120 della Costituzione. L'ha detto molto bene il collega Villone: la legge La Loggia è meramente attuativa e la Costituzione non va richiamata ogni volta perché vige, al di là dei nostri richiami, nelle leggi attuative.

Di fatto, però, abbiamo voluto precisare che questo commissario ad acta, nel momento in cui potrà - perché potrà - compiere anche atti normativi nell'adempimento dei propri doveri (concernenti appunto l'attuazione dei piani di rientro che le Regioni non avranno attuato), certamente non potrà compiere atti di legislazione generale; non potrà nemmeno compiere atti di normazione di carattere primario che non abbiano esplicito, espresso e vincolante riferimento proprio a quel commissariamento per quei piani di rientro sanitario che gli sono stati affidati in sostituzione appunto di una Regione che non vi ha adempiuto.

Infine, signor Presidente, i colleghi Villone e Pastore hanno posto una questione che credo rilevante, relativa alle zone di confine, principio che per la prima volta introduciamo nel nostro Paese tra Regione e Regione e non fra Stato e Stato. È chiaro che questo va vincolato ad una situazione di effettivo svantaggio, che deriva dalla posizione limitrofa rispetto a queste Regioni. Penso che possiamo concludere che il lavoro che abbiamo svolto in Commissione e che il collega Pastore ha voluto citare ci possa tranquillizzare.

Le ragioni che ho espresso sulla sospensiva e quelle che abbiamo convenuto in Commissione affari costituzionali sulle pregiudiziali ci possono indurre tranquillamente a respingere tali questioni. Teniamo conto e sottolineiamo il fatto che il lavoro che possiamo svolgere insieme è comunque prezioso per il miglioramento delle disposizioni legislative che adottiamo. (Applausi dal Gruppo Ulivo e del senatore Bellini).

 

TIBALDI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TIBALDI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, sarò brevissimo nell'esprimere il mio invito a rigettare le questioni pregiudiziali di costituzionalità e la sospensiva presentata. I temi di cui si tratta all'interno di questo decreto, infatti, sono di grande rilevanza sociale perché rispondono ad emergenze alle quali è necessario dare una risposta.

Se mi permette, credo di essere finito in quest'Aula per puro caso, non sono un esperto di diritto costituzionale, ma da alcuni mesi faccio parte della Commissione affari costituzionali (anche se non riesco a seguirla con la dovuta puntualità) e da uomo del popolo (perché, come si dice dalle mie parti, ho fatto la terza media in bicicletta perché a 15 anni sono dovuto andare a lavorare... (Commenti dal Gruppo LNP). Non ho mica detto di essere l'unico: saranno pochi, ma qualcuno c'è. Non ho detto di essere l'unico.

Come stavo dicendo, ho però imparato una lezione, e cioè che i giudizi sulla possibile costituzionalità delle questioni sono un po', come si dice dalle mie parti, una maglia bernarda (vale a dire che si allunga o si allarga a piacimento), quindi possono variare a seconda di chi li interpreta. Pertanto, se sei in maggioranza, va sempre tutto bene, se sei all'opposizione va sempre tutto male, è tutto anticostituzionale e così via. (Applausi del senatore Bulgarelli).

Capisco che l'opposizione debba svolgere un suo ruolo. Capirei di più queste obiezioni se, con la stessa forza, tali problemi fossero stati posti anche all'interno della Commissione affari costituzionali, mentre così non è stato. I problemi che sono stati sollevati, come ha detto anche il collega Sinisi, sono stati raccolti e alcuni punti critici sollecitati sono stati portati all'attenzione dell'Assemblea, ma nel complesso non c'è stata proprio una particolare attenzione a tali questioni.

Mi pare, allora, che le questioni pregiudiziali di costituzionalità, così come le questioni sospensive, più che rispondere, per così dire, al vero ruolo di verifica che deve svolgere la Camera alta sulla possibile costituzionalità dei vari provvedimenti rispondono ad una logica un po' più di carattere ostruzionistico: altro che ostruzionismo di maggioranza. Credo che la presentazione delle pregiudiziali, sulle quali ritengo che la maggioranza sia tenuta a rispondere, abbia un valore unicamente ostruzionistico.

Mi pare che abbia un valore ostruzionistico anche la considerazione di chi sosteneva che non c'era necessità di ricorrere ad un provvedimento di urgenza, perché in realtà non si vuole che alcuni di questi provvedimenti siano approvati in tempo. Come già veniva ricordato, essi sono il naturale proseguimento e compimento delle indicazioni e degli indirizzi già assunti nella finanziaria; questo è il secondo decreto sul cosiddetto tesoretto, dovuto principalmente agli effetti della battaglia fiscale in termini di maggiori entrate derivanti da tassazione. Questo provvedimento riguarda tutti impegni di spesa relativi al 2007 e se lo si voleva attuare non si poteva che assumere la decisione attraverso un decreto-legge che ha immediata attuazione; diversamente sarebbe slittato tutto all'anno prossimo.

Secondo me, era ed è un provvedimento necessario, in particolare per quanto riguarda i 2,92 miliardi che vengono assegnati al settore sociale e della casa, che rispondono anche ad una logica di equità e di redistribuzione. Infatti, esiste davvero nel nostro Paese una emergenza sociale di cui anche noi, anche la maggioranza, parla, quando affronta i dibattiti sulla questione della perdita del potere di acquisto. Esiste una questione grande come una casa che riguarda il potere salariale e in Italia va affrontato il problema della casa, perché i giovani non ce la fanno, perché stiamo discutendo in questo periodo sulla ulteriore proroga di un decreto antisfratto. È assolutamente necessario risolvere tutto questo.

Sarebbe più utile, forse, anche se diventa più complicato svolgere un dibattito pubblico, discutere nel merito: allora, se l'opposizione non è d'accordo su alcuni provvedimenti di carattere sociale lo dica chiaramente, senza porre il problema della pregiudiziale di costituzionalità.

I finanziamenti destinati alle Ferrovie dello Stato e alle reti metropolitane rispondono ad emergenze vere: conveniamo sempre tutti che soprattutto il trasporto pubblico locale sia non solo carente ma versi in condizioni inaccettabili per i passeggeri. Perché allora non si vogliono affrontare con la dovuta serenità i provvedimenti che vengono assunti e che destinano proprio a tale scopo una parte rilevante delle risorse recate dal provvedimento?

Per le motivazioni esposte, voterò in modo convinto contro le pregiudiziali di costituzionalità e la questione sospensiva perché di carattere strumentale. Invito altresì l'opposizione ad evitare, per una questione di serietà, simili manfrine che hanno solo lo scopo di allungare il dibattito, salvo poi sostenere che se il dibattito comunque si svolgerà sulle questioni che hanno presentato diventa un ostruzionismo della maggioranza. (Applausi dai Gruppi IU-Verdi-Com e Ulivo).

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la questione pregiudiziale avanzata, con diverse motivazioni, dai senatori Ferrara e Pastore.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la questione sospensiva QS1, avanzata dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Proclamo il risultato della votazione mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti

314

Senatori votanti

313

Maggioranza

157

Favorevoli

156

Contrari

157

 

Il Senato non approva.

 

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

 

CALDEROLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CALDEROLI (LNP). Signor Presidente, in merito al provvedimento, ritengo vi siano contenuti riferibili all'articolo 98 del nostro Regolamento. Pertanto, propongo che l'Assemblea si esprima sulla nostra proposta di richiedere il parere del CNEL.

 

PRESIDENTE. Colleghi, c'è una richiesta del senatore Calderoli ai termini dell'articolo 98 del Regolamento.

Passiamo alla votazione.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, non so se, dopo che la Commissione bilancio ha esaminato gli emendamenti al provvedimento e dopo che in quella sede non è stato sollevato questo problema, sia usuale e quindi ammissibile in Assemblea la proposta del senatore Calderoli.

In ogni caso, noi siamo contrari, non soltanto perché è evidente la manovra ostruzionistica dell'opposizione, ma anche perché la Commissione bilancio ha effettuato le audizioni ... (Applausi dal senatore Morando) ... e il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è già stato ascoltato. Quindi, chiedo alla Presidenza di valutare l'ammissibilità di questa richiesta. Se non avessimo ascoltato il parere del Presidente del CNEL e di tutta la delegazione che è venuta in Commissione, forse la richiesta avrebbe potuto avere qualche rilevanza, ma nel momento in cui il parere è già stato espresso in Commissione, credo che la proponibilità della proposta del collega Calderoli vada valutata attentamente.

Siamo contrari anche perché è evidente l'espediente ostruzionistico dell'opposizione. Devo dare atto ai colleghi dell'opposizione che finalmente oggi sono tutti presenti, perché non è capitato di sovente, quindi ci hanno provato seriamente a dare la spallata; preso atto, però, che da un anno e mezzo sono ancora una volta in minoranza, ora tentano questo espediente dilatorio soltanto per perdere tempo.

Quindi, siamo contrari nel merito, siamo contrari per le procedure e siamo contrari anche perché questa forma di ostruzionismo esula da un ostruzionismo classico e ci pare piuttosto un ostruzionismo deleterio. (Applausi dai Gruppi Ulivo e RC-SE).

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, la questione che le volevo porre, perché lei si pronunci sulla ammissibilità di questa votazione per richiedere formalmente il parere al CNEL, è esattamente quella che è già stata proposta dal senatore Boccia, che però voglio, se lei me lo consente per pochi secondi, arricchire.

Faccio notare ai colleghi, in particolare al senatore Calderoli, che non ci troviamo in presenza di un qualsiasi decreto. Tanto è così, che noi abbiamo deciso in Commissione bilancio, con parere assolutamente condiviso, che la discussione generale su questo decreto fosse unita a quella sulla finanziaria e a quella sul bilancio, dimostrando così che è comunemente accettato che tale provvedimento sia parte organica della manovra di bilancio e quindi della sessione di bilancio.

Così è al punto che, durante le audizioni, moltissimi auditi si sono pronunciati e hanno formulato pareri - penso, ad esempio, all'ISTAT - prevalentemente sulle misure contenute nel decreto-legge (mi riferisco, per esempio, alla misura contenuta nel provvedimento a proposito degli incapienti), dando valutazioni sugli effetti della misura del provvedimento sulla manovra nel suo complesso.

Ora, signor Presidente, noi abbiamo acquisito formalmente in Senato, non in una attività privata, sul disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, esattamente come sul disegno di legge finanziaria e sul disegno di legge di bilancio, il parere del CNEL formulato dal suo Presidente in apposita audizione.

Quindi, a mio giudizio, la richiesta di mettere in votazione il punto, che le è stata fatta dal senatore Calderoli, è inaccoglibile e non si deve procedere alla votazione, perché il punto è già stato assolto nel corso delle audizioni, sulla base di una audizione formale che lei, signor Presidente, ha autorizzato, perché non avremmo mai potuto tenere l'incontro con il CNEL se lei non lo avesse autorizzato.

Per queste ragioni, a mio avviso, la richiesta del senatore Calderoli è del tutto inammissibile. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, voglio solo ricordarle che lei aveva già chiamato la votazione. È sempre un piacere ascoltare il senatore Boccia, ma lei aveva già chiamato la votazione. Lei, Presidente, ha detto: "È aperta la votazione"; (Commenti dai banchi della maggioranza) dopodiché ha dato la parola al senatore Boccia, ma vedo difficile che lei possa tornare indietro, perché le argomentazioni del senatore Boccia non credo siano sufficienti. Ha detto che noi facciamo ostruzionismo; va bene, vuol dire che facciamo ostruzionismo come avete fatto voi fino a pochi minuti fa, ma non mi sembrano questi argomenti sufficienti per farle cambiare idea.

Quindi, la invito a mettere in votazione la richiesta del collega Calderoli.

 

PRESIDENTE. Con assoluta tranquillità, vorrei fare questa considerazione. Io non ho detto: «È aperta la votazione» (ma si può sempre controllare); comunque, su un argomento sul quale non ci sono precedenti, secondo le valutazioni dei miei collaboratori, la discussione in Aula è un elemento, visto che spetta al Presidente decidere, per chiarire e formare il convincimento del Presidente medesimo.

Ora, diventa essenziale, secondo me, il fatto che la richiesta di parere del CNEL non ha, una volta votata, effetti dirompenti di grande rilievo politico, come magari possono averli la pregiudiziale o la sospensiva, perché il CNEL alla fine un parere lo può dare in uno o due giorni. Quindi, non c'è la caratteristica di rimettere in discussione una posizione politica forte; è soltanto un discorso di opportunità.

Il parere del CNEL, se è vero - come è vero - che il CNEL è stato ascoltato dalla Commissione, non può cambiare, dopo il rigetto della pregiudiziale e della sospensiva, una posizione politica di rilievo, per cui, in tranquillità, posso dire che, essendo stato ascoltato con il mio permesso, credo se ne possa fare a meno; questa è la mia decisione.

La Commissione lo ha ascoltato. Come voi sapete, io riconosco l'autorevolezza del senatore Morando, ma quando non sono d'accordo glielo dico, come è accaduto in altre occasioni in Assemblea. Questa volta mi pare assolutamente convincente, perché si tratta di un parere che può essere chiesto anche in due giorni, ma che non tocca il merito e le posizioni politiche in questa discussione.

Pertanto, mi sento, in tutta tranquillità, di dire che il CNEL è già stato ascoltato. Quindi, ritengo questa proposta non ammissibile.

 

CALDEROLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CALDEROLI (LNP). Signor Presidente, ascolto sempre con molto interesse le sue affermazioni.

È falso che non esistano precedenti, perché esiste un precedente nella passata legislatura, su richiesta del senatore Turroni, ora non più nostro collega. Quello che viene riferito nel corso delle audizioni non costituisce atti ufficiali: vengono alcuni rappresentanti del CNEL, ma non vi è un pronunciamento del CNEL, né tanto meno essi vengono auditi in Commissione ai sensi dell'articolo 98 del Regolamento del Senato. Quando quest'Aula si esprime, si richiede ufficialmente un parere all'organismo, che fino ad oggi non è stato dato perché non credo che si possa dire che quest'Aula ha il parere dell'ISTAT, ancorché audito in Commissione.

Il Regolamento prevede questo, il limite è posto dalla materia trattata e pertanto le risollecito che ci sia un'espressione ufficiale dell'Aula perché, diversamente, tanto vale strappare la pagina relativa all'articolo 98 del Regolamento.

 

PRESIDENTE. Comunico che non ho detto: «È aperta la votazione», bensì: «Passiamo alla votazione», alla fase della votazione. Formalmente non è la stessa cosa. (Applausi ironici dal Gruppo FI).

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.

Mi è stata recapitata adesso, portata da un assistente parlamentare, copia della relazione al Parlamento del Ministero dell'economia e delle finanze sui «Risultati della lotta all'evasione», inviata dal ministro Tommaso Padoa-Schioppa. La presente relazione è stata redatta dal vice ministro, onorevole professor Vincenzo Visco, nell'ambito delle deleghe a lui intestate. La data è la seguente: Roma, 22 ottobre 2007.

Oggi è il 23 ottobre, sono le ore 18,10 del pomeriggio e questa è la relazione dovuta per legge dal Governo (comma 4 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007), ripetutamente richiesta in Commissione bilancio dal presidente Morando allo stesso Governo. A me è arrivata dieci minuti fa, non so quanti altri colleghi senatori ne abbiano una copia e abbiano avuto il tempo di leggerla.

Questo argomento era parte fondamentale della questione pregiudiziale che avevamo posto, perché ci apprestiamo a discutere della conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, che disperde 7,6 miliardi di euro sulla base del presupposto che sono improvvisamente emerse quest'anno maggiori entrate, che queste maggiori entrate sono frutto della lotta all'evasione e che esse sono strutturali e permanenti. Senza questi elementi, il decreto che il Senato andrà a convertire in legge è privo di ogni base giuridica di riferimento.

A questo punto, signor Presidente, vorrei che lei verificasse quando questa nota è stata trasmessa al Senato e perché non è firmata dal Ministro dell'economia e delle finanze, posto che è espressamente scritto che è un documento del Vice Ministro dell'economia e delle finanze. Vorrei anche sapere di quali deleghe è fornito il vice ministro dell'economia e delle finanze, onorevole professor Vincenzo Visco. Quali deleghe sono del vice ministro Visco, visto che negli ultimi tempi, dopo le note vicende, non abbiamo più capito a che cosa è delegato? Alcune deleghe sono infatti state congelate, altre no.

Formalmente, quindi, questo documento, così come è scritto, non può essere ricevuto dall'Aula del Senato, né tanto meno da singoli senatori, come è successo a me, per di più brevi manu, pochi minuti fa.

 

PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico della sua richiesta di approfondire gli aspetti da lei sollevati.

Tornando alla questione precedente, comunico all'Assemblea che, in data 9 ottobre 2007, il presidente del CNEL Antonio Marzano ha inviato le osservazioni e le proposte del CNEL sul disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato e sul decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159. Abbiamo trasmesso, in data 17 ottobre, i suddetti pareri alla Commissione bilancio. Quindi, mi pare che la questione sia risolta.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, mi dispiace che lei stia divertendo, con questa semplice comunicazione, un importante problema sollevato poc'anzi dal senatore Calderoli, di grande pertinenza per i nostri lavori, richiamato in sede costituzionale e, in derivazione, dal Regolamento del Senato.

Il parere del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è previsto in due fattispecie diverse all'interno del Regolamento: la prima è richiamata all'articolo 98, la seconda all'articolo 49 del Regolamento del Senato. Il motivo per cui il Regolamento si occupa della possibilità di richiedere il parere del CNEL in due articoli distinti è legato all'individuazione dei due ambiti costituzionalmente adibiti alla formazione delle leggi: le Commissioni e l'Aula.

È, infatti, previsto all'articolo 49 che il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, se le Commissioni lo richiedono e, comunque, su tutti i provvedimenti che importino indirizzi di politica economica, finanziaria e sociale, esprima il proprio parere o, talvolta, garantisca la presenza dei propri componenti alle sedute delle Commissioni. Le norme contenute all'articolo 49 sono molto specifiche per quanto riguarda le prerogative del CNEL, perché prevedono la presenza, senza diritto di voto, dei componenti del CNEL, se richiesta, ai lavori delle Commissioni e viceversa, con una preminenza riservata alle prerogative - come si legge dal combinato disposto del comma 3 e 4 dell'articolo 49 - dei Presidenti e dei Vice Presidenti delle Commissioni del Senato, e non dei rappresentanti del CNEL, per le Commissioni specifiche sopra richiamate.

Ma tutto questo, Presidente, viene ad essere superato dall'articolo 98, perché esso parla del parere reso all'Aula dal CNEL e specifica, qualora ce ne fosse il dubbio, che la trattazione del parere debba essere svolta ai sensi dell'articolo 93 del Regolamento. Ciò risolve il problema relativo al parere reso in Commissione, atteso che esso possa e debba essere recepito non soltanto dai componenti della Commissione - che sono deputati ai più stretti lavori inerenti alla formazione delle leggi con finalità di politica economica, finanziaria e sociale (ragione per cui un senatore esterno alla Commissione deve essere messo nelle condizioni, non già per specifica volontà, per atto di predisposizione discenziale, di acquisire i pareri) - ma i suddetti pareri - come lei ha detto - inviati alla Commissione devono essere resi di pertinenza dei lavori dell'Aula.

I lavori della Commissione, acquisiti con il documento da lei richiamato nella comunicazione all'Aula, non è detto che corrispondano nella veste, nella titolazione e nelle caratteristiche ai documenti che sono stati ricevuti ed elaborati dall'Aula, ragion per cui le prerogative che discendono al parlamentare dall'articolo 98 possono essere salvaguardate soltanto da un voto dell'Assemblea.

Questo è il motivo per cui non esistono precedenti, così come richiamato dal senatore Calderoli e il fatto che lei voglia decidere in modo diverso costituisce - se mi permette, con il dovuto rispetto - un vulnus notevole per i lavori e per la formazione delle leggi con rilevanza economica, sociale e di programmazione economica. (Applausi dai Gruppi FI e del senatore Valentino).

 

PRESIDENTE. Senatore Ferrara, colgo l'occasione delle sue osservazioni per un approfondimento di una materia che ha una sua complessità, ma rispetto al procedimento legislativo, l'aver acquisito il parere esplicito e formale del CNEL sul decreto‑legge al nostro esame, mi pare che chiuda oggi la questione.

Tuttavia, possiamo approfondirla anche in considerazione delle sue osservazioni. Se occorre, sottoporremo la questione alla Giunta per il Regolamento, ma mi pare che essa sia risolta dalla decisione contenuta in questo documento trasmessoci dal presidente del CNEL.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Presidente, lei ovviamente farà quello che vuole e mi pare che questa discussione si sia anche svuotata di senso politico perché, anche se dovesse esserci una votazione formale, non succederà nulla. Ciò ci consente tuttavia di discutere più serenamente. E' evidenti che i due articoli vanno esaminati assieme e che deve essere considerato il loro combinato disposto. Le faccio sommessamente notare che il provvedimento in discussione è stato cambiato in Commissione e che l'articolo 49 del Regolamento prevede il parere del CNEL sul decreto così come esce dal Consiglio dei ministri e quindi sull'unico testo che il CNEL può esaminare.

L'articolo 98 richiede, invece, se l'Aula lo desidera e decide in tal senso, un ulteriore parere perché magari in Commissione il testo è stato radicalmente modificato. È quindi indubitabile che il combinato disposto dei due articoli va visto in questo modo. Ora, poiché il provvedimento è stato modificato in Commissione, è l'Aula che deve decidere se, in funzione dei cambiamenti intervenuti, il CNEL deve esprimersi una seconda volta. È questa la ratio che si evince dal Regolamento. Ripeto che la questione si è ormai svuotata di significati polemici e politici; decida pure quello che vuole, ma è del tutto ovvio che era necessaria una votazione dell'Aula. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

 

PRESIDENTE. Le assicuro che mi rafforzo nell'idea di andare ad un chiarimento nella Giunta per il Regolamento.

 

 

TOFANI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TOFANI (AN). Signor Presidente, credo sia inutile parlare ancora del nostro Regolamento; quanto detto dal senatore Calderoli è infatti chiaro a tutti ed è stato chiaro anche a lei, Presidente, tanto che ha concluso, dopo una brevissima consultazione con quelli che lei chiama i suoi collaboratori, annunciando all'Aula il passaggio al voto.

Ora, io non capisco il motivo per il quale non si voglia procedere a questo atto dovuto, atteso che non mi sembra esistano elementi di pericolosità in riferimento al risultato del voto, anche sulla base di quanto lei correttamente ha detto sul suo valore.

Pertanto, la invito, Presidente, a rivedere la sua posizione, tornando alla decisione di votare, perché in questo modo si produce un'incertezza nell'Aula. Noi abbiamo una visione tale delle decisioni della Presidenza per cui non è possibile che ad ogni stormir di fronda si possa cambiare opinione, atteso che qui non c'è opinione da cambiare, ma solamente la necessità di esprimersi con un voto, così come è stato richiesto.

Presidente, valuti con attenzione tutto questo perché anche quello che lei ci ha detto, pensando di correggere la sua decisione, in effetti l'ha rafforzata. Infatti, quando si chiede una votazione e si dice: «Passiamo alla votazione», significa che ha deciso di far votare l'Assemblea. Questo diventa un problema serio di tenuta di questo ramo del Parlamento.

Non si faccia richiamare dalle sirene della maggioranza; credo che si debba far chiamare di più dalla sua coerenza che spesso, in modo chiaro e determinato, ha dimostrato a quest'Aula. Non succede nulla per un voto! Quindi, non vi può essere un elemento di blocco e di ostruzione da parte di esponenti della maggioranza rispetto alla scelta che lei ha fatto.

Noi la invitiamo a far votare quest'Aula, Presidente, per correttezza, per coerenza, ma anche perché questo prevede il Regolamento. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. Senatore, confermo la necessità di portare quest'argomento alla Giunta per il Regolamento, Voglio soltanto sottolineare che l'apertura della votazione è una cosa, le parole: «Passiamo alla votazione» non rappresentano l'apertura della votazione. Quindi, c'è ancora la possibilità di dare la parola.

L'impegno comunque è chiaro: è un argomento che porterò in questi termini alla Giunta per il Regolamento.

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, prendiamo atto della sua decisione, ma allora bisogna sospendere i lavori ed aspettare l'esito della riunione; non possiamo continuare. Convochi subito la Giunta per il Regolamento, dopodiché deciderà se votare o meno.

Ammettiamo che la Giunta per il Regolamento decida che si doveva votare; come si rimedia a questo problema? Sospendiamo, pertanto, i nostri lavori, in attesa che la Giunta per il Regolamento si riunisca.

 

PRESIDENTE. Senatore Matteoli, stiamo discutendo un disegno di legge di conversione di un decreto‑legge, con tempi contingentati e concordati. La mia decisione è questa: non vedo oggi alcuna possibilità di votare, dopo la posizione ufficiale espressa dal CNEL alla Commissione. Malgrado ciò, porterò la questione in Giunta per il Regolamento per un approfondimento. (Il senatore Calderoli fa cenno di voler intervenire).

Senatore Calderoli, lei è già intervenuto due volte sulla questione, non può intervenire ancora.

 

STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, intervengo per esporre un ulteriore argomento a sostegno della tesi in base alla quale quello che viene presentato come parere del CNEL ex articolo 98 tale non è.

Al secondo comma dell'articolo 98 del nostro Regolamento, infatti, si dice espressamente che il parere viene pubblicato, subito dopo la trasmissione, in un apposito stampato allegato al disegno di legge. È evidente ictu oculi a tutti i senatori che al disegno di legge non è stato allegato alcun apposito stampato recante il predetto parere e che quindi quello che viene presentato come parere ex articolo 98 è altra cosa.

In questo caso c'è una procedura diversa, signor Presidente. L'articolo 98 del Regolamento stabilisce uno specifico procedimento attraverso cui l'Assemblea richiede un parere al CNEL, ma non prende atto di una decisione autonoma del CNEL attraverso cui formula il parere.

Possiamo aggiungere un'ulteriore considerazione. Nel formulare la richiesta al CNEL, l'Assemblea può chiedere specifici elementi di parere, che il CNEL, nella sua autonoma iniziativa, adottata in questa occasione, non poteva conoscere. Trattasi quindi di cose totalmente diverse, sia in diritto che in fatto. Per questo motivo, ritengo che dobbiamo procedere al voto, come è stato richiesto.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, credo che la questione del CNEL, che ho avuto già modo di sollevare in Aula in altre occasioni, sia sufficientemente chiara.

L'articolo 147, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati prevede che l'Assemblea e le Commissioni possano chiedere che il Presidente della Camera inviti il CNEL a compiere studi e indagini previa definizione dell'oggetto e della finalità; i risultati di tali studi e indagini sono stampati e distribuiti non appena trasmessi dal CNEL. Siamo pertanto nella fattispecie di una richiesta formulata in Assemblea.

Un'altra questione, signor Presidente, riguarda la relazione presentata dal vice ministro Visco. Non c'è nessun riferimento all'articolo 1, comma 4, della legge finanziaria dello scorso anno, come sarebbe stato necessario in ottemperanza ad una richiesta esplicita del Parlamento. Inoltre, questa relazione fa filosofia sulla politica tributaria, ma non fornisce i risultati della lotta all'evasione, come invece il Parlamento aveva chiesto.

Detto questo, signor Presidente, c'è un'altra questione sulla quale vorrei richiamare la sua attenzione. Il relatore ha presentato un emendamento al decreto fiscale che ontiene una delega sui giochi. Poiché abbiamo stabilito che le deleghe non devono essere contenute nei decreti‑legge, mi domando come possiamo votare un provvedimento nel quale si prevede una delega al Governo per 40 miliardi di euro, rispetto alla quale il Parlamento è estraneo in tutto il processo di definizione. Questa è una materia che non può essere contenuta nel decreto-legge se vogliamo un ordinato svolgimento dei nostri lavori.

Presidente, richiamo la sua personale attenzione affinché non ci sia questo scempio regolamentare. (Applausi dai Gruppi UDC, AN e FI).

 

PRESIDENTE. Per quanto riguarda questo aspetto, quando arriveremo agli emendamenti affronteremo anche tali questioni.

Voglio poi dire al senatore Stracquadanio che le osservazioni e le proposte del CNEL sono contenute negli stampati che sono stati distribuiti.

 

MALAN (FI). Presidente, ma dove sono?

 

PRESIDENTE. Porterò tale questione all'attenzione della Giunta per il Regolamento.

Procediamo dunque alla discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Montalbano. Ne ha facoltà.

 

MONTALBANO (Misto-CS). Signor Presidente, onorevoli colleghi, e soprattutto onorevoli colleghi della maggioranza (e non perché non mi voglia rivolgere ai colleghi dell'opposizione), bisogna riconoscere che il confronto in atto al Senato sul decreto fiscale si svolge in un clima tutt'altro che sereno per il Governo. La coalizione di centro-sinistra appare un convoglio i cui passeggeri non sono affatto d'accordo sulla destinazione. Esiste una fibrillazione politica che si accompagna ad un vasto e diffuso disagio sociale, che rischia di far velo ai numerosi e positivi provvedimenti che il Governo ha varato (e il decreto al nostro esame è uno di questi).

Il risanamento economico e finanziario non è qualcosa di estraneo alla soluzione dei problemi sociali drammaticamente aperti nel nostro Paese. Senza una crescita economica superiore a quanto previsto all'inizio della sessione di bilancio dell'anno scorso e senza un'importante emersione di parte dell'evasione fiscale non saremmo qui a discutere di come usare le risorse in più rispetto alle previsioni. È importante che il Governo rivendichi a sé i meriti di questa condotta ed è altrettanto importante che non abbandoni la strada del rigore.

Vi sono tuttavia in questo decreto, onorevoli colleghi, alcuni punti critici e ad alcuni di essi, come senatori della Costituente socialista, abbiamo cercato di porre rimedio con pochi e mirati emendamenti. L'anno scorso si è deciso che tenendo presenti le condizioni politiche e sociali del nostro Paese le risorse recuperate con la lotta all'evasione fiscale sarebbero state prioritariamente destinate ad interventi di sostegno ai cittadini e alle cittadine più povere e in difficoltà, utilizzando anche la leva fiscale, poiché è notorio a tutti che la pressione fiscale nel nostro Paese è troppo alta. Abbiamo sempre ritenuto che fornire servizi efficienti e duraturi e di buona qualità sia, nella specie, il sostegno migliore che lo Stato possa dare ai ceti più disagiati.

Per questo non siamo contrari alla presenza nel decreto di importanti spese in conto capitale, dalle infrastrutture all'edilizia residenziale pubblica; anzi, ci rallegriamo che gli investimenti pubblici rispetto alle spese correnti aumentino anche con la prossima legge finanziaria. Ridurre o almeno riqualificare la spesa corrente e aumentare la spesa in conto capitale dovrebbe essere una linea guida essenziale in un Paese come il nostro, dove mancano infrastrutture e ricerca. In questa direzione la riduzione del debito pubblico, la qualificazione della spesa, le misure per una maggiore equità sociale sono una priorità.

Ci chiediamo su questo fronte se proprio non si poteva fare di più. Certo che si poteva fare di più. Per esempio, la misura proposta inizialmente dal Governo in favore degli incapienti, diciamolo, non ci ha convinti in pieno. Quello che non ci è piaciuto delle misure proposte per la parte più indigente della nostra società è principalmente il fatto che di fronte ad una grossa spesa per lo Stato - quasi 2 miliardi di euro - la sua suddivisione tra un gran numero di persone implicherà un beneficio per ogni cittadino alquanto limitato, per di più temporaneo.

Il carattere una tantum della misura è appunto il secondo aspetto che non ci convince. Si dirà che non possiamo sapere se l'extragettito ha natura strutturale e dunque le risorse disponibili erano esse stesse una tantum; è vero, ma è per questo che sarebbe stato opportuno dedicarla agli investimenti che favorissero i più poveri e gli emarginati da un punto di vista strutturale. Per esempio, è per questo che le nuove risorse dedicate all'edilizia residenziale pubblica sono la misura sociale che più ci convince.

Con il primo emendamento che abbiamo presentato, abbiamo cercato di migliorare, e non eliminare, la misura in favore degli incapienti, innanzitutto puntando a qualificare meglio la platea dei beneficiari, per evitare il ridicolo di rischiare di dare soldi agli evasori. Il vantaggio deve andare a chi è assistito dai servizi di assistenza sociale dei Comuni, a nostro giudizio, a chi è disoccupato, a chi è lavoratore dipendente, ai pensionati tra i più poveri; quindi, avere come riferimento le condizioni economiche familiari e non già il reddito individuale.

Il nostro obiettivo è che la riduzione del numero dei destinatari e la selezione di quelli che versano in maggiore difficoltà possano portare ad un aumento del beneficio spettante ad ognuno, con un ancora più visibile miglioramento delle condizioni di vita, rispetto a quanto ipotizzato inizialmente dal Governo.

Inoltre, questa migliore selezione dei beneficiari dovrebbe portare, secondo i nostri calcoli, ad una riduzione della spesa per lo Stato. Abbiamo dimostrato che è possibile trovare almeno 200 milioni di euro per l'assistenza all'infanzia.

Il convergente lavoro nell'ambito della maggioranza ed il sostanziale accoglimento di alcune delle nostre proposte ci hanno consentito pertanto di ritirare l'emendamento di cui parlavo.

 

Presidenza del vice presidente BACCINI (ore 18,35)

 

(Segue MONTALBANO). L'extragettito di cui discutiamo dimostra come la qualità della spesa a sostegno dell'occupazione, lo sviluppo e la crescita economica siano la maniera migliore di risanare i conti pubblici.

L'altra maniera - non c'è dubbio alcuno - è il recupero dell'evasione fiscale. Tale risultato può e deve essere ottenuto con l'individuazione e la sanzione degli evasori, ma anche stabilendo un rapporto corretto tra Stato e cittadino. È per questo che ci sembra ben strano, in un momento in cui agli italiani chiediamo di fare sacrifici per risanare i conti e ridurre il debito, che tante importanti risorse - e ce ne sono tante, onorevoli colleghi - vengano sprecate, disperse in mille rivoli e in autentiche regalie. E non stiamo parlando di cittadini indigenti.

C'è un nostro emendamento al decreto, che manteniamo, che si riferisce all'8 per mille, in cui proponiamo, senza enfasi laiciste, una riflessione. Secondo le stime del Governo, solo il 41 per cento dei contribuenti destina il proprio 8 per mille a qualcuna delle opzioni proposte. Di questi, la maggioranza sceglie la Chiesa cattolica. Come ben sapete, lo Stato decide di destinare invece quasi tutte le risorse dell'8 per mille sulla base dell'indicazione di una minoranza dei contribuenti, ovvero destina l'inoptato ad un'ulteriore redistribuzione, pari percentualmente alle opzioni dichiarate, con il risultato di assegnare la quasi totalità delle risorse alla Chiesa cattolica. Insomma, chiediamo ai contribuenti di pagare le imposte e poi assegniamo risorse senza il consenso degli stessi e senza che neppure lo sappiano.

Noi, sia chiaro, onorevole Presidente, non intendiamo fare battaglie ideologiche contro la Chiesa, che svolge meritoriamente, con altre confessioni religiose o associazioni laiche, compiti di assistenza sociale e non proponiamo l'abolizione dell'8 per mille. L'assegnazione delle risorse, però, deve avvenire sulla base di scelte consapevoli e nell'assoluto rispetto del principio della libera manifestazione di volontà del contribuente, che invece nel nostro caso viene aggirata, per non dire - peggio - raggirata.

Proponiamo perciò di destinare l'8 per mille che non viene destinato dai cittadini a nessuna opzione al proseguimento, anche nel 2008, del piano straordinario di edilizia residenziale, avviato con questo decreto. Si tratta di mezzo miliardo di euro: davvero un aiuto concreto a tante persone in condizioni di disagio.

Concludo annunciando al relatore il ritiro dell'emendamento che riguarda l'editoria. Su questo argomento avremo modo di intervenire ulteriormente, ma valutiamo positivamente il lavoro svolto.

Onorevoli colleghi, confermo dunque il giudizio positivo dei senatori della Costituente Socialista, poiché il Governo ha creato le condizioni affinché ci fosse già nel primo anno di legislatura un extragettito di cui discutere. Confermo anche il giudizio sostanzialmente positivo su alcune misure.

La nostra iniziativa è tesa ad ottenere un'azione di Governo più incisiva ed efficace. Non chiudiamo certo gli occhi di fronte alle gravi contraddizioni che pervadono la maggioranza e il Governo. Siamo convinti che, una volta varata la manovra economica, bisognerà arrivare ad un chiarimento politico e strategico. Occorrono un nuovo programma ed un nuovo Governo. Certo, così non si può andare avanti.

Continuiamo a pensare che, con la nascita del Partito Democratico, bisogna ancora dimostrare che si rafforza il Governo e che le giuste istanze e le rivendicazioni provenienti dalla manifestazione di sabato scorso meritano di ricevere risposte da un'iniziativa parlamentare e di Governo innovativa e perciò autenticamente riformista. (Applausi dal Gruppo Misto-CS).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Baldassarri. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, ovviamente debbo svolgere questo mio intervento in discussione generale avendo letto soltanto la metà del punto fondante del dibattito che stiamo svolgendo, cioè la relazione sui risultati della lotta all'evasione fiscale, atto dovuto da parte del Governo entro il 30 settembre 2007 ma pervenuto al Senato soltanto oggi pomeriggio.

Ebbene, la prima riflessione che nasce dalla lettura di queste prime pagine è che questa sia una relazione clamorosa. Mi rendo conto che non interessa molto al Senato e ai colleghi senatori, anche perché credo che pochissimi tra i colleghi abbiano già a quest'ora a disposizione questa relazione, atto dovuto - ripeto - da parte del Governo entro il 30 settembre. E avendo io tentato di leggerla (sono arrivato soltanto a pagina 6 di un documento di 33 pagine), mi rendo conto che neanche i colleghi hanno potuto prenderne visione.

Signor Presidente, questa relazione è un fatto politico clamoroso. Il Governo ci viene a dire in quest'Aula che sono stati recuperati 23 miliardi di imposte evase, e ce lo dimostra sulla base di un'analisi dell'andamento del gettito nell'anno 2006. Ebbene, signor Presidente, questa è la controprova di quello che questo Governo ha commesso nel dicembre 2006, truccando i conti per l'anno 2007. Francamente avrei consigliato al Governo di scegliere un numero diverso e di non dire che il maggiore gettito ammonta a 23 miliardi di euro nel 2007; avrebbe fatto meglio se avesse fatto riferimento a 22,5 o a 23,5 miliardi.

Perché questo suggerimento al Governo, anche di natura estetica? Perché 23 miliardi sono esattamente il mancato gettito non registrato a dicembre rispetto ai dati del Governo, dati che sono clamorosamente confermati, signor Presidente, in questa relazione, nella quale il Governo afferma che già sulla base del consuntivo 2006 si poteva perfettamente calcolare che il gettito di quest'anno sarebbe arrivato a 726 miliardi e non a 703 miliardi, quelli iscritti in bilancio nel dicembre dello scorso anno.

Oltre a questa clamorosa conferma, dettata forse dalla concitazione di dover presentare al Senato qualche pezzo di carta per assolvere con ventitre giorni di ritardo all'obbligo di legge che imponeva al Governo la scadenza del 30 settembre per la presentazione della relazione, non ci si è accorti di questo primo forte boomerang. Il Governo mette per iscritto e documenta che nell'anno 2007 ha scritto un numero falso in bilancio (703 miliardi) e che con i dati disponibili per l'anno 2006 avrebbe potuto e dovuto scrivere 726 miliardi. Oggi ci mette una pezza definendo questi 23 miliardi in più quale recupero dovuto alla lotta all'evasione fiscale.

Andando avanti nella lettura ci si rende conto che non c'è un elemento, uno, che indichi che questo effetto sia dovuto alla lotta all'evasione. E l'uso dell'espressione inglese tax compliance non inganna nessuno, perché indica semplicemente la buona volontà dei contribuenti. Magari fosse stata una maggiore buona volontà dei contribuenti. Con questo documento, che - ripeto - forse non a caso il Ministro dell'economia non ha firmato e lo ha fatto presentare dal vice ministro Visco, il Governo lancia il suo primo pesante boomerang.

Sarebbe opportuno che le alte magistrature contabili e le alte magistrature della Repubblica - spero ne abbiano il tempo - leggessero attentamente questo documento (la relazione inviata al Parlamento dal Ministero dell'economia e delle finanze sui risultati della lotta all'evasione), nello stampato datato al 22 ottobre. È falsa anche la data, perché è pervenuto nel pomeriggio del 23: oggi, alle ore 13, in Commissione, il presidente Morando ha dovuto ulteriormente sollecitare il Governo a consegnare questa relazione (quindi, è falsa anche la data).

Signor Presidente, ecco il secondo boomerang che deriva da questo documento e da quanto ci apprestiamo a discutere. Prendo atto, pertanto, che, ancora una volta, svolgiamo una discussione generale - e, probabilmente, delle votazioni - in modo inconsapevole, perché non conosciamo bene il punto di riferimento del decreto che stiamo convertendo in legge. Vi era la decisione, una volta accertate la strutturalità e la permanenza del maggior gettito, di ridistribuirlo per fare equità sociale e sviluppo (l'ha ricordato oggi il relatore Ripamonti). Ebbene, questo è il secondo boomerang, perché il dettaglio delle voci di questo decreto dimostra che esso non ha niente a che vedere con lo sviluppo, né con l'equità fiscale e sociale.

Quindi, non solo si prendono risorse per 7,6 miliardi di euro, senza dare la concreta certezza che esistano anche per gli anni futuri e provengano dalla lotta all'evasione (non dall'aver commesso un falso in bilancio), ma il Governo con questa relazione commette anche un autogoal. Lo dichiara qui che a dicembre ha scritto un numero sbagliato: le prime dieci pagine, cari colleghi, analizzano in modo preciso i dati del 2006, cioè quel consuntivo sulla base del quale il Governo doveva apporre numeri giusti nel bilancio del 2007.

Occorre guardare i resoconti stenografici della Commissione e dell'Aula per ricordare che il Governo a dicembre rifiutò quello che scrive oggi, perché per prudenza invitò a mantenere ferme le previsioni di settembre, in quanto non vi era la possibilità di valutare se il maggior gettito emerso presentasse caratteristiche di strutturalità; oggi, invece, ci viene a raccontare che già allora avevano elementi di strutturalità. Quindi, deve rispondere alle alte magistrature della Repubblica e contabili di tale mancata registrazione di gettito.

Mi avvio a concludere ricordando il terzo boomerang.

 

PRESIDENTE. Senatore Baldassarri, la prego di concludere, perché è terminato il tempo a sua disposizione.

 

BALDASSARRI (AN). Concludo citando il terzo boomerang, signor Presidente, la ringrazio.

Anche qui, il dettaglio degli articoli e dei commi di questo decreto, raccolti in una piccola tabella, voce per voce, il cui totale arriva a 7,6 miliardi di euro, è disperso su circa 200 diversi provvedimenti, che oscillano singolarmente da un valore compreso tra 5 e 400 milioni, salvo l'accantonamento di 1,9 miliardi, messo lì tanto per poter dire che c'è la volontà di vedere cosa si può fare in termini di welfare.

Allora, di equità... (Il microfono si disattiva automaticamente).

 

PRESIDENTE. Senatore Baldassarri, ha terminato il tempo; concluda, per cortesia. Lei sta sviluppando ancora il suo intervento.

 

BALDASSARRI (AN). L'ultimo dato...

 

PRESIDENTE. Non deve riferire l'ultimo dato, ma concludere.

 

BALDASSARRI (AN). Sì, signor Presidente, concludo.

Di equità, in questo decreto, su 7,6 miliardi, vi è soltanto ed esclusivamente il cosiddetto provvedimento per gli incapienti. Si tratta di un provvedimento che rappresenta meno del 20 per cento del totale: per dare 41 centesimi al giorno ad una categoria di incapienti che probabilmente, proprio sulla base dei dati sull'evasione fiscale, rischiano di andare molto ad incapienti che risultano tali per evasione fiscale e magari poco agli incapienti veri. (Applausi dai Gruppi AN, UDC e FI).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Bonadonna. Ne ha facoltà.

 

BONADONNA (RC-SE). In attesa che il collega Baldassarri rintracci tutti i falsari e i falsificatori, ovviamente di bilancio...

 

BALDASSARRI (AN). Basta trovarne uno.

 

BONADONNA (RC-SE). ...una volta che non è più un reato, perché il falso in bilancio è stato depenalizzato, quindi si tratta di una esercitazione pressoché accademica...

 

BALDASSARRI (AN). Si tratta del bilancio dello Stato.

 

BONADONNA (RC-SE). Al di là di questo, credo che dobbiamo avere la consapevolezza di comunicare al Paese eventualmente anche una radicale differenza e difformità di valutazione sulle misure di politica economica fiscale e sociale che il Governo intende assumere e che il Senato si appresta a votare. Forse servirebbe a tutti (alla democrazia, al Paese, alle istituzioni) che il confronto tra maggioranza e opposizione non ripetesse un ritornello stanco: tu dici che ti do dei dati falsi, io invece ti rispondo che sono veri.

Nessuno di noi, né della maggioranza, né dell'opposizione, è impegnato a fare il gioco delle tre carte. Facciamo i conti con la situazione difficile in cui versano il Paese e l'economia dell'Occidente (italiana, europea e persino degli Stati Uniti d'America). Siamo in presenza di uno sconvolgimento degli equilibri mondiali. L'India e la Cina ormai rappresentano i fattori trainanti che da questo punto di vista determinano condizioni tali da incidere pesantemente sui rapporti di scambio, le divisioni del lavoro, la distribuzione delle risorse, il destino perfino del nostro Pianeta e sono in grado di scaricare sull'Europa e - pensate un po' - anche sull'Italia, gli effetti sia dei fattori trainanti che dei rallentamenti. Basta vedere quali sono stati gli effetti sull'economia europea della crisi dei subprime loans degli Stati Uniti, per renderci conto di come nel Regno Unito è fallita una banca e del fatto che la Banca europea è stata costretta ad intervenire in maniera pesante, così come aveva fatto la Federal Reserve americana.

Tutti noi sappiamo (di questo dovremmo occuparci) che coloro i quali, con prudenza e sacrifici, si sono caricati in questi anni e in questi mesi di un mutuo per comprare la casa, o altro bene a tasso variabile, nel corso di questo anno e mezzo si sono visti aumentare in maniera significativa la rata del mutuo, al punto tale che parecchi non ce la fanno e qualcuno, oltre a non farcela, non ce la fa più a resistere, a vivere e si uccide, se quello che abbiamo letto sulle cronache ci insegna qualcosa.

Sarei allora molto più prudente e attento ad affrontare certe questioni.

E evidente - lo ha ribadito il relatore - che il decreto in esame, come l'insieme della manovra, che affronteremo anche con la finanziaria e l'ulteriore provvedimento sul welfare, non rappresenta la svolta epocale delle condizioni economiche e sociali, però rappresenta una svolta rispetto all'anno scorso: mentre allora avevamo dovuto fronteggiare, in primo luogo, l'esigenza di coprire i deficit a livello interno ed internazionale, quest'anno si compie una operazione che non piace a tanti (non piace a molti editorialisti del «Corriere della Sera»; non piace da questo punto di vista neppure al Governatore della Banca d'Italia, ma se ne faccia una ragione perché non può pensare che sempre e comunque sono tutti ai suoi ordini; non va bene neppure al Presidente della Confindustria, anche lui se ne faccia una ragione): c'è qualcosa che va nella direzione della redistribuzione - guardate un po' - della spesa pubblica.

Allora, quando la spesa pubblica è indirizzata a risolvere problemi che valgono 5 miliardi di euro in ragione del cuneo fiscale a beneficio delle imprese, tutto va bene; quando la spesa pubblica va in direzione di 1.900 milioni di euro per gli incapienti - che significa 150 euro ed eventualmente altri 150 euro per ogni componente della famiglia che non arriva ad un livello di reddito tale da dover pagare le tasse: immaginate la ricchezza, siamo al di sotto dei 7.550 euro l'anno - e si dà un minimo di redistribuzione in questa direzione, a quel punto si levano gli alti lai: per carità, la spesa pubblica sta andando fuori controllo.

Un'altra quota di spesa pubblica è orientata allo sviluppo, alle infrastrutture, alle Ferrovie, all'ANAS. C'è da ragionare molto su come selezionare le priorità: credo sarebbe più rigoroso e necessario che il Governo desse una priorità alle infrastrutture, fisiche e telematico-informatiche, per favorire lo sviluppo del Mezzogiorno, piuttosto che - come appare ancora dalla distribuzione - alle Regioni del Centro-Nord, non per ragioni di campanilismo ma perché tanto più si sviluppa una economia sana nel Mezzogiorno, tanto più si contrastano la camorra e la mafia, togliendo terreno e quote di arricchimento indebito (quei 90 miliardi di euro di cui parlano i giornali oggi) e contemporaneamente si contribuisce alla crescita economica del Paese; nella misura in cui il Mezzogiorno contribuisce alla crescita è evidente che anche il Nord del Paese ne può trarre un grande beneficio.

Di questo stiamo parlando, di questo - voglio sottolinearlo in questa sede - ha parlato una grande manifestazione di popolo, sabato pomeriggio, che ha posto tali problematiche anche in maniera molto seria e molto ragionata. Vogliamo dire che li ha posti in maniera anche molto critica rispetto a ritardi e contraddizioni che ci sono nell'azione del Governo? Certo, Rifondazione Comunista individua in questa manifestazione anche gli elementi di criticità, di ritardo. Noi siamo animati dall'ansia di fare di più e meglio in questa legislatura con questo Governo; pensiamo che ci siano elementi importanti che sono stati definiti, sia con il concorso del Governo, sia con la partecipazione attiva nella discussione in Commissione, attorno a materie importanti dove c'è davvero una inversione di tendenza.

Signor Presidente, cari colleghi, è la prima volta dopo 16 anni che in una legge di bilancio, in una legge dello Stato, si prevede un finanziamento per l'edilizia residenziale pubblica. Non ce ne erano più dai tempi della controriforma delle pensioni e dalla cancellazione della Gescal. Per la prima volta, dopo anche la legge n. 9 del 2007, abbiamo 550 milioni di euro per la politica della casa; abbiamo un progetto per recuperare una parte del demanio militare da devolvere e orientare, sì ai servizi, ma anche all'abitazione; abbiamo un rilancio dei contratti di quartiere.

Abbiamo lavorato affinché in questo decreto entrasse anche la norma sulla moratoria della privatizzazione dell'acqua.

Signor Presidente, come vede noi abbiamo avanzato, insieme alla manifestazione di sabato, rivendicazioni correnti e concrete. Continueremo a sviluppare questo ragionamento. Lo approfondiremo durante la discussione della finanziaria e anche successivamente. Siamo convinti, nel confronto interno alla maggioranza, ma anche nel confronto e nella capacità di far pesare il Paese sulle scelte del Governo, di poter ritrovare una sintonia forte tra Governo Prodi e il Paese. Questo serve in una situazione in cui il Paese ha bisogno di certezza, ma anche di prospettiva. (Applausi dal Gruppo RC-SE).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pianetta. Ne ha facoltà.

 

PIANETTA (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, un attimo fa è stato detto che questa manovra non piace a tanti. Ci sarà pure un perché. Non piace - credo - alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani per il fatto che non affronta organicamente tutti gli aspetti sociali. Non piace poi perché non persegue un percorso di risanamento finanziario e di riduzione del rapporto tra deficit e PIL, anzi, addirittura sembra che vada nella direzione opposta, e quindi non favorisce la capacità di rilancio dell'economia italiana.

Si diceva, non piace a tanti. Infatti in questo periodo le istituzioni economiche e finanziarie, nazionali e internazionali, esprimono tante critiche all'operato del Governo sulla manovra di finanza pubblica. Dopo il Fondo monetario internazionale, dopo la Commissione europea, la Banca d'Italia, la Banca centrale europea, la Corte dei conti, le agenzie di rating, ieri c'è stata la critica dell'EUROSTAT. Ma allora ci sarà un motivo. L'esorbitante quantità di spesa pubblica e di debito spiegano le posizioni assunte, ad esempio, da Bruxelles nei confronti del nostro Paese. Anche la Commissione europea continua a criticare l'Italia e a rimproverarla di aver fatto troppo poco per il risanamento. Questo mi pare che sia un fatto fondamentale, perché se in una famiglia non c'è una situazione sana, il futuro viene messo a dura prova e diventa veramente precario.

Quindi, è proprio questo il momento di utilizzare le entrate fiscali per ridurre il deficit e il debito. Credo che su tale aspetto e su tale affermazione non si possa che concordare. Al contrario, invece, la manovra non solo - come ho detto prima - non persegue il risanamento dei conti pubblici, ma non riduce e neppure riqualifica la spesa pubblica.

Il commissario agli affari monetari ed economici Almunia accusa palesemente il Governo Prodi di utilizzare buona parte dell'extragettito per aumentare la spesa, in particolare con il decreto sul welfare. È un atteggiamento, a mio modo di vedere, colpevole ma sopratutto imprevidente, perché pone l'Italia in una condizione di ulteriore emergenza, anche per l'immediato futuro, proprio a causa dei livelli record della spesa e dei debiti dello Stato. Infatti, la manovra economica ha addirittura la stravaganza di accrescere il deficit pubblico rispetto all'andamento tendenziale senza l'intervento del Governo: invece dell'1,8 per cento si passerebbe al 2,2 per cento.

Come ho detto, ci sono - e lo sappiamo - le condizioni per investire a favore del risanamento e quindi della capacità del nostro Paese di ridurre gli handicap di natura economica e finanziaria per essere un Paese più competitivo ed efficiente non soltanto in Europa, ma nel cosiddetto contesto internazionale globalizzato. Se non siamo nella condizione di poter essere competitivi e di mettere in atto tutte quelle azioni per poterlo diventare, è chiaro che miniamo il nostro futuro in ragione della grande capacità e dell'aggressività non soltanto delle economie tradizionali ma anche dei Paesi emergenti; penso evidentemente alla Cina, all'India, ad alcuni Paesi dell'America latina. Allora veramente è colpevole da parte del Governo, a mio modo di vedere, non mettere in atto quelle misure che possono renderci più competitivi e creare anche quelle condizioni per un migliore sviluppo economico e sociale; questo mi pare che sia il fatto fondamentale.

Naturalmente, l'aumento della pressione fiscale colpirà le famiglie e le imprese, che in questo contesto internazionale - come dicevo poc'anzi - e anche con la moneta forte avranno ulteriori difficoltà non solo ad incrementare le proprie quote di mercato, ma addirittura a mantenere quelle attuali; e chi perde quote di mercato innesca un processo negativo per la stessa economia.

Per quanto riguarda le imprese, a fronte delle aliquote IRES e IRAP, vi è l'ampliamento delle basi imponibili; vengono ridotte le aliquote, ma si ampliano le basi imponibili. La conseguenza potrebbe essere per le imprese una parità di saldo, ma per alcuni osservatori addirittura dovrebbe invece avvenire una crescita del prelievo fiscale. Quindi sono condizioni indubbiamente molto difficili.

Voglio soffermarmi sull'IRES: l'aliquota scende dal 33 per cento al 27,5 per cento, ma l'ampliamento della base imponibile si realizza con un nuovo limite della deducibilità degli interessi passivi e con l'abolizione ad esempio degli ammortamenti anticipati. Quest'ultimo è veramente un provvedimento dannoso per le nostre imprese, perché eliminare la possibilità di deduzione dal reddito degli ammortamenti anticipati e accelerati per i beni strumentali significa creare le condizioni negative per le aziende in termini di possibilità di migliorare la capacità produttiva e soprattutto la capacità qualitativa dei nostri prodotti.

Quindi, questo è un provvedimento che da una parte indebolisce l'intero settore dei beni strumentali del nostro Paese (un settore veramente fondamentale che - lo ricordo - nell'anno passato ha avuto un beneficio di 12,5 miliardi come bilancia dei pagamenti) e dall'altro il fatto di ridurre la possibilità di un ammodernamento delle tecnologie produttive innesca indubbiamente un processo di depressione della nostra industria, della nostra capacità di essere competitivi a livello mondiale. Questo provvedimento è estremamente dannoso e io mi auguro che a ciò si possa rimediare in occasione della discussione.

Dicevo prima che non soltanto le aziende, ma anche le famiglie saranno maggiormente tassate. Cito un esempio: lo sgravio ICI è parziale ed è una tantum. Gli sgravi, inoltre, saranno compensati dall'incremento del carico tributario dovuto al drenaggio fiscale e alla revisione degli estimi catastali. È questo soltanto un esempio, ma che va indubbiamente ad incidere sull'economia di ogni famiglia.

C'è poi il tema delle infrastrutture, di cui parleranno altri colleghi. Si sarebbe potuto quanto meno incrementare gli investimenti in infrastrutture. Non si possono infatti realizzare quelle opere che sono veramente fondamentali per poter ridurre i costi della logistica e il numero degli incidenti e, conseguentemente, per poter realizzare condizioni di vita migliori. Penso, per esempio, alla grande difficoltà che in questo momento ha la Lombardia per quanto riguarda la possibilità di incrementare le proprie infrastrutture (penso alle strade e alle ferrovie). È un atteggiamento veramente incomprensibile, che non guarda al futuro e che anzi limita la capacità di poter creare delle condizioni per un futuro migliore.

Ben altre, quindi, devono essere - a mio modo di vedere - le necessità del Paese e ben altro avrebbe dovuto essere l'utilizzo di questo extra gettito. Esso avrebbe dovuto essere utilizzato per la riduzione delle tasse sulle famiglie e sulle imprese, per la riduzione del deficit e per la riqualificazione e la riduzione della spesa pubblica. Oggi si parla tanto di spesa pubblica, ma con il provvedimento in esame non si mette in atto una organica capacità di conseguirne una sua riduzione. Sarebbero stati poi necessari più investimenti per le infrastrutture e per la sicurezza. Mi sento quindi di dire che questa manovra fiscale non va nella direzione necessaria per il nostro Paese in questo particolare momento.

Queste che ho testé citato sono le misure proposte dalla Casa delle libertà e, guarda caso, sono proprio le stesse indicazioni che vengono dalla Banca d'Italia, dal Fondo monetario internazionale e dall'Unione Europea. La manovra di questo Governo è negativa per il Paese e deriva - questo è il punto politico - dall'incapacità del Governo ad avere una linea chiara e capace di affrontare organicamente i nodi fondamentali del Paese, così da metterlo nelle condizioni di realizzare un definito percorso di sviluppo economico e sociale. Questo, signor Presidente, è il punto negativo di questa maggioranza, che non ha capacità di coesione e non è in grado di avere una linea. La maggioranza deve quindi accontentare ora l'uno, ora l'altro e in questo modo si disperdono inutilmente le grande energie che il popolo italiano ha messo a disposizione anche attraverso un aggravio della pressione fiscale.

Purtroppo, esprimo un parere estremamente negativo su questa manovra e mi auguro che cali il più presto possibile il sipario su questa compagine che non fa bene al Paese.

 

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pellegatta. Ne ha facoltà.

 

PELLEGATTA (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, colleghi, nelle settimane scorse, abbiamo più volte discusso, in questa stessa Aula, della politica fiscale del Governo, a partire da talune forzature, come il dibattito sul generale Speciale. Insieme ad altri colleghi, anch'io avevo sostenuto allora come la sollecitazione ad affrontare le mozioni presentate al riguardo dai Gruppi di opposizione fosse strumentale ed esse fossero volte più a mettere in discussione una politica che a porre una questione istituzionale.

Ho voluto ripartire da lì perché oggi abbiamo un'ulteriore conferma di quella strumentalità e ci è data un'altra occasione per misurare gli effetti tangibili di una redistribuzione delle risorse, frutto di una politica fiscale ferma e coerente: i 6 miliardi di euro contenuti nel decreto-legge al nostro esame, che si aggiungono ai 7,5 miliardi di euro di cui al decreto di agosto, rappresentano il segno di come la lotta all'evasione fiscale sia un aspetto fondamentale della politica del Governo dell'Unione, non solo dal punto di vista della finanza pubblica, diretta alla crescita del Paese e alla giustizia sociale, ma anche dal punto di vista del rafforzamento dell'etica e del senso dello Stato. Questa è la via limpida che abbiamo intrapreso e che rivendichiamo: non più tasse, ma tasse eque, pagate da tutti e rigorosamente utilizzate.

In questa politica di redistribuzione abbiamo scelto di dare priorità a interventi di grande valore sociale: nel precedente decreto di agosto abbiamo dato un segno di risarcimento sociale a quei milioni di pensionati che, dopo una vita di lavoro, ricevono poche centinaia di euro al mese. Con questo nuovo intervento, affrontiamo la condizione degli incapienti, di chi ha un reddito talmente basso da non godere di nessun beneficio fiscale, e cominciamo ad aggredire il problema della casa che tanto pesantemente grava, quasi a divorarli, sui redditi di molte famiglie.

Accanto all'attenzione per i problemi e le necessità dei più deboli, c'è nel provvedimento una nuova sensibilità verso il tema del sapere e della conoscenza che voglio sottolineare con particolare soddisfazione. Si pensi, ad esempio, alla scelta di aumentare di 150 milioni di euro i fondi disponibili per l'innalzamento dell'obbligo d'istruzione disposto dalla legge finanziaria per il 2007, bloccando peraltro l'operatività della clausola di salvaguardia prevista in quella sede, con l'effetto di rallentare il processo di riduzione del personale scolastico.

Congelare la clausola di salvaguardia è una scelta chiara che dà un segno utile a quel mondo della scuola, rispetto al quale crescono, da parte delle società, le aspettative e le domande. Rafforzare la disponibilità economica per l'obbligo scolastico può essere la strada per costruire la scuola di tutte e di tutti che, con l'innalzamento dell'obbligo, vogliamo realizzare. Sarà così se la maggior parte delle risorse andranno ad eliminare quella che è una vera e propria tassa occulta: i libri di testo. È di queste settimane la notizia che anche l'Autorità per la concorrenza ha avviato un'indagine in materia e noi possiamo fare la nostra parte. La gratuità dei libri sarebbe il primo intervento per il diritto allo studio a doversi accompagnare all'innalzamento dell'obbligo scolastico.

Altro impegno positivo è quello che consente di sbloccare i fondi per la ricerca scientifica, affidando al Ministero dell'università la definizione dei criteri di accesso e delle modalità di utilizzo e gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST). Eravamo ormai di fronte ad una sofferenza del sistema universitario e degli enti di ricerca che ora potrà essere superato. Siamo allora di fronte ad un intervento utile dal punto di vista sociale, ma anche significativo in termini di sviluppo e crescita del Paese.

È nostra convinzione che una società più forte dal punto di vista della cultura e della conoscenza non solo contribuisce alla costruzione di una comunità più equa e coesa, ma anche ad affermare nuove opportunità di sviluppo e di crescita.

Cultura e conoscenza significa anche consapevolezza della propria storia.

Sull'investimento per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia abbiamo sentito in questi giorni qualche perplessità: sarà compito del Governo fugare tali riserve informando il Parlamento delle iniziative programmate per tali celebrazioni. Nel complesso mi pare un'idea molto valida, perché costruire una forte comunità nazionale, consapevole della propria storia, è un passaggio indifferibile per costruire futuro e speranza.

Nella spedizione dei Mille prima e nell'unificazione nazionale poi, noi troviamo il seme che farà poi germogliare la Repubblica dopo la triste parentesi del fascismo. È solo in quel cammino storico che possiamo trovare un futuro, tanto più in una fase convulsa come quella presente.

Non si tratta di fare della vuota retorica, ma di ancorarsi a forti e condivisi momenti che hanno sedimentato quello che poi è diventato il nostro Paese.

Per questo, sommessamente, abbiamo sollevato la necessità che nella celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, che si prepara oggi, la scuola abbia un ruolo importante e primario. Solo la scuola è il luogo della trasmissione del passato alle future generazioni, e da lì dobbiamo ripartire.

Nelle fredde cifre dello stanziamento, noi vogliamo leggere un messaggio. La responsabilità di ciascuno, nella propria funzione chiamato, fosse anche nel pagare le tasse, è ciò che consente di riaffermare la nostra comune storia, di progettare un cammino condiviso, di stare vicino a chi è più debole.

 

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Valpiana. Ne ha facoltà.

 

VALPIANA (RC-SE). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, il nome di Alexander Jonas non dirà nulla alla maggior parte dei colleghi e a tanti nostri concittadini. Così come pochi hanno soffermato la propria attenzione sul piccolo Francesco: si tratta di due morti, uno a soli 2 mesi, a Roma, l'altro a 61 anni, a Trieste, per il primo freddo di questi giorni. Così come a molti i nomi di Giuliano Nascimbeni, di 47 anni, morto nella falegnameria in cui lavorava in Provincia di Padova, e quello di Michele Cozzolino, di 31 anni, colpito da un tubo in una centrale ENEL, non dicono nulla: non sono che gli ultimi nomi della strage che ogni giorno si compie nei cantieri e nei posti di lavoro. Non si può nel 2007 morire per lavorare; non si può morire perché si è cittadini slovacchi e si dorme all'addiaccio; soprattutto, non si può morire a 2 mesi - ripeto, a 2 mesi - perché si è rom rumeni e si è costretti a vivere accampati lungo il Tevere, con due genitori poco più che bambini.

Inizio da qui il mio intervento sul decreto-legge oggi in discussione e sulla manovra di bilancio, perché è anche per queste persone, per evitare questi gravissimi e altri problemi forse meno gravi, ma più ampi, che colpiscono tante persone e tante famiglie che siamo stati chiamati a governare.

È anche per loro e per prevenire i drammi della solitudine, della povertà, dell'iniquità della distribuzione delle risorse, per aiutare il nostro Paese a imboccare una strada di sviluppo che sia anche di uguaglianza, che oggi ci accingiamo a lavorare alla manovra finanziaria. È perché nessuno più debba morire in fabbrica, nessuno più debba non avere una casa, non avere diritto all'infanzia e ad essere considerato un cittadino in sé, anche a soli 2 mesi (e godere, quindi, di uguali diritti di tutti gli altri coetanei, indipendentemente dalla cittadinanza e dalla condizione sociale dei genitori); è perché, in un Paese sviluppato e ricco come il nostro, dobbiamo avere tra i primi impegni quello di sconfiggere la povertà; è perché il diritto alla salute sia garantito a tutti attraverso un sistema pubblico, universalistico e solidale che consideriamo una priorità la lotta all'evasione fiscale e l'utilizzo equo delle risorse. Così Rifondazione Comunista e la sinistra di Governo salutano con interesse e partecipazione la novità di questa manovra 2008-2010, che è l'avviamento della strategia di redistribuzione sociale. Finalmente, in questo decreto collegato alla finanziaria è prevista la destinazione di 5,9 miliardi provenienti dalla lotta all'evasione fiscale, di cui circa 4 miliardi sono impegnati per iniziative sociali a vantaggio dei ceti più deboli.

Questa finanziaria, infatti, non è semplicemente lo strumento per risistemare i conti, ma un'occasione per dare all'Italia una nuova direzione nella politica economica e nell'uso della spesa pubblica. Insomma, oserei dire che in questa finanziaria, che purtroppo continua ad essere uno strumento un po' farraginoso e oscuro anche per chi, come me, è ormai alla sua ennesima finanziaria (figuriamoci per il cittadino elettore), sta pian piano emergendo un'anima.

Davvero - lo consiglio caldamente al Governo, e mi sembra che abbiamo timidamente iniziato a percorrere questa strada - la prima cosa da fare sarebbe quella di rendere più semplice il processo di costruzione e di lettura dei provvedimenti in finanziaria, evitando che diventi un puzzle in cui alla fine nessuno è più in grado di raccapezzarsi; probabilmente molti colleghi lo sanno fare meglio di me, ma spesso non si raccapezzano più nemmeno i parlamentari e gli esperti di finanza pubblica. Dico questo senza voler arrivare a citare la famosa cuoca di Lenin, per carità, ma ricordando a tutti noi che una norma finanziaria di più facile lettura, anche per il cittadino e la cittadina qualsiasi, sarebbe un gran bel biglietto da visita di un Governo che intende essere popolare.

Signor Presidente, non riuscirò ad entrare nell'argomento della sanità, visto il tempo a disposizione; chiedo pertanto di poter consegnare la restante parte del mio intervento, affinché sia allegato ai Resoconti della seduta odierna.

A conclusione del mio intervento, vorrei solo ricordare che in questo Paese è necessario costruire un welfare, rinnovato, che parta dai cambiamenti sociali, demografici e istituzionali che sono avvenuti negli ultimi decenni per rispondere con servizi efficaci ai diritti fondamentali dei cittadini (penso alla salute, all'istruzione, alla previdenza).

La sinistra della coalizione ha presentato emendamenti unitari, non certo per piantare "bandierine", ma per sottolineare punti qualificanti, che si inseriscono perfettamente nel solco del programma con il quale il Governo Prodi si è presentato agli elettori e che toccano elementi qualificanti su cui verificare la tenuta della maggioranza.

Dopo il corteo di sabato, con il quale tanti cittadini hanno chiesto al Governo che sostengono l'attuazione del programma, siamo determinati più che mai ad andare avanti con il nostro impegno e proponiamo un confronto nel merito su materie che toccano così da vicino la vita delle persone, come l'imponente presenza alla manifestazione della sinistra di sabato scorso ha dimostrato. (Applausi dal Gruppo RC-SE. Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza a consegnare il testo del suo intervento, senatrice Valpiana.

È iscritto a parlare il senatore Lunardi. Ne ha facoltà.

 

LUNARDI (FI). Signor Presidente, il mio intervento si riferisce all'emendamento al decreto-legge relativo alla soppressione della società del ponte sullo Stretto di Messina.

Signor Presidente, anche se è pura utopia, avrei gradito che fossero presenti oggi in quest'Aula anche il presidente Prodi, il vice presidente D'Alema e il ministro Amato. Avrei voluto chiedere loro - che rispettivamente solo dieci, nove e otto anni fa sono stati Presidenti del Consiglio di questa Repubblica - come possono rimanere impassibili di fronte ad una decisione che ha azzerato, senza alcuna logica motivazione, la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina; come possono aver preso parte all'annullamento di una loro decisione, assunta collegialmente in tre passati Governi da loro stessi presieduti. Tutto per sottostare al ricatto di una microaggregazione politica, quella rappresentata dai ministri Bianchi e Pecoraro Scanio; una minoranza partitica che, solo per motivare la propria esistenza e per produrre un vero condizionamento politico, ha usato il veto, non su un'opera, ma su un processo di sviluppo del Mezzogiorno.

Il ministro Di Pietro, intervenendo il 18 ottobre a Napoli alla conferenza sulle opere pubbliche, ha ribadito: "Il furore ideologico ed antagonista di Verdi e di sinistra, un furore simile ai talebani che distruggono i Buddha, costerà allo Stato 500 milioni di euro". Ma al ministro Di Pietro chiedo: come fa a rimanere ancora seduto negli scranni del Governo e come riesce a convivere con coloro che lui stesso ha definito, giustamente, talebani?

Ora, però, con questo decreto-legge collegato alla finanziaria siamo arrivati al momento terminale, al momento delle responsabilità, al momento in cui qualcuno, signor Presidente, dovrà rispondere di danno all'erario.

Questo mio intervento sarà sicuramente letto dal presidente della Corte dei conti, quindi, siccome sono convinto che in un organismo istituzionale come la Corte dei conti non alberga nessuna logica di schieramento, questa mia denuncia troverà, ne sono certo, un immediato riscontro.

La decisone assunta dal Governo, su proposta del ministro dei trasporti Bianchi, causerà un danno al Paese di oltre 1.460 milioni di euro, non di solo 500 milioni di euro, che, come ha ricordato il ministro Di Pietro, sono relativi solo alle spese di progettazione ed alle penali da pagare alle imprese.

L'importo di 1.460 milioni di euro tiene anche conto del mancato avvio dei lavori diciotto mesi fa e quindi del contestuale aumento di circa il 6 per cento del valore globale iniziale dell'opera e cioè di oltre 360 milioni di euro, sia del mancato utilizzo delle risorse dell'Unione Europea, pari ad almeno 600 milioni di euro (il 10 per cento del valore dell'opera). Il Governo dimentica, infatti, che l'opera, non solo fa parte del Corridoio 1 (Berlino-Palermo), ma è stata scelta dall'Unione Europea e dal Parlamento europeo come una delle 17 opere essenziali delle reti TEN.

Nella scelta di questo Governo di non realizzare il ponte, non si è mai, dico mai, affrontato il tema di questo grave danno, non si è mai giustificata una simile scelta antitetica ad ogni logica di corretta gestione della cosa pubblica.

Credevo che, in un consesso istituzionale così elevato come il Parlamento, la forza della ragione vincesse sulla forza dell'ignoranza e dell'arroganza.

Ritenevo, signor Presidente, che, prima di cadere nella trappola del più bieco integralismo, il Parlamento potesse far capire al Governo, o almeno ad alcuni suoi membri, quale danno, non quello del breve, ma quello del medio e lungo periodo, si stava arrecando al Paese.

Infatti, si è caduti nel più assurdo soggettivismo: quello di ritenere la scelta di realizzare il ponte (una scelta confermata dal consenso di dodici legislature, una scelta condivisa e confermata dal Parlamento europeo) un banale capriccio, una banale rincorsa per lasciare un segno sul territorio e non un'esigenza, quella di dare ai cittadini di un'isola un grado di libertà in più per renderli uguali agli altri cittadini del Paese e dell'Unione Europea. Sì, un folle e maniacale capriccio di chi governava in quel momento il Paese, dimenticando che nell'intera storia della nostra Repubblica la realizzazione del ponte sullo Stretto non ha mai avuto schieramenti democratici ad essa antitetici o contrari.

Purtroppo, signor Presidente, sta vincendo la forza dell'ignoranza, una forza governata da due ministri, Bianchi e Pecoraro Scanio; due Ministri che abbiamo sempre trovato tra i sostenitori dei "no TAV", dei "no ponte", dei "no MOSE", dei no a tutto ciò che significa crescita e sviluppo.

Al ministro Bianchi ed al ministro Pecoraro Scanio fa comodo un Paese non infrastrutturato, un Paese terzomondista, perché solo in tal modo, attraverso il loro integralismo di sinistra, possono gestire il sottosviluppo. Questa grave ignoranza contiene però, come ho detto prima, una chiara responsabilità oggettiva, che non si limita solo ai due Ministri, ma coinvolge direttamente tutto il Governo e tutte le forze della maggioranza; quelle forze, che non hanno nulla a che fare con un folle integralismo di sinistra, ma che hanno vissuto questa grave decisione, succubi solo di una smodata mania di potere. Dimenticando che quando le minoranze, all'interno di una coalizione di Governo, impongono le proprie decisioni, allora di democratico non rimane nulla.

Accanto a questa responsabilità oggettiva, a questa irresponsabile incapacità di misurare i vantaggi e gli svantaggi di una scelta, da addebitare a membri dell'attuale Governo ed in particolare ai ministri Bianchi e Pecoraro Scanio, quali portatori solo di un vergognoso ricatto politico, ritengo debba aggiungersi un'altra responsabilità: quella politica. Una responsabilità, quest'ultima, di chi non è all'interno del Governo o del Parlamento, ma che riveste ruoli altrettanto fondamentali. Mi riferisco, in particolare, ai Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno e al sindacato. Mi riferisco a tutti i Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno, in quanto nessuno di loro ha preferito, per un attimo, spogliarsi della veste partitica, privarsi della banale logica di schieramento, per rivendicare un interesse condiviso, non solo dal Paese, ma dall'intera Unione Europea.

Qualcuno potrebbe dire che, in questo elenco di Presidenti del Mezzogiorno, non può essere annoverato il presidente Cuffaro; senza dubbio, il presidente Cuffaro è stato l'unico che ha condiviso e difeso sempre la realizzazione del ponte, ma mi spiace che abbia accettato la quota delle risorse della società Fintecna destinate alla realizzazione del ponte. Quelle risorse potevano essere utilizzate solo «per investimenti che garantivano un ritorno economico certo». Accettando tali fondi, i due Presidenti delle Regioni Sicilia e Calabria si sono assunti, insieme al Governo, una grave responsabilità: hanno in realtà condiviso una vera «distrazione di fondi». Il presidente Cuffaro non doveva farsi attrarre da questo ridicolo specchietto per le allodole con cui il presidente Prodi ha giocato questa miserevole partita.

Accanto ai Presidenti del Mezzogiorno non posso non inserire il sindacato. Va dato atto: il sindacato, da sempre, ha difeso gli interessi del Mezzogiorno, e quindi si rimane sconcertati che, dopo diciotto mesi di Governo, nessuno dei rappresentanti sindacali abbia comparato quanto destinato al Mezzogiorno nella passata legislatura, attraverso il piano decennale delle infrastrutture strategiche (e cioè oltre il 48 per cento degli investimenti), e quanto destinato con l'ultimo DPEF. Il confronto è solo drammatico: nell'attuale DPEF, con l'azzeramento del ponte sullo Stretto e degli schemi idrici, si ottiene una percentuale per il Mezzogiorno non superiore al 25 per cento delle risorse della cosiddetta legge obiettivo. In tal modo, il sindacato perderà, nel breve periodo, la propria base, in quanto è venuto meno proprio alla sua primaria missione: quella di garantire davvero lo sviluppo del Mezzogiorno.

La sostenibilità istituzionale, signor Presidente, come tutti sappiamo, è la capacità di una legislatura di dare continuità alle scelte assunte nelle passate legislature e, nel caso del ponte, ben sette legislature avevano condiviso formalmente la realizzazione dell'opera; mi spiace doverlo constatare ma, quando ciò non avviene, vuol dire che ci si avvia verso forme irreversibili di crisi della democrazia parlamentare.

È una responsabilità che questo Governo e, purtroppo, questa legislatura si assumono, nei confronti non solo delle future generazioni di questo Paese, ma di quelle dell'intera Comunità europea.

Nessuno in futuro capirà i motivi, le logiche, gli schieramenti ideologici che hanno portato solo ad un risultato: il fallimento concettuale di una vera rivoluzione socio-economica del nostro Mezzogiorno. Un fallimento prodotto da forze ideologiche assimilabili, come dichiara un Ministro dell'attuale Governo, a quelle dei talebani.

Ci rivolgiamo quindi, signor Presidente, ai moderati della maggioranza per ricordare loro che oggi si sta decidendo di togliere a sei milioni di italiani, non un semplice tratto di strada o di ferrovia, ma la continuità territoriale, che è costata e sta costando, alla storia del Paese, risorse inimmaginabili in termini sociali, culturali ed economici.

Ci rivolgiamo, ripeto ancora una volta, ai moderati della maggioranza, affinché non si mettano, una volta tanto, allo stesso livello di quella minoranza fanatica, eversiva e devastante per lo sviluppo del Mezzogiorno e per il futuro della gente del Sud. (Applausi dai Gruppi FI, UDC e del senatore Santini).

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Confalonieri. Ne ha facoltà.

 

CONFALONIERI (RC-SE). Signor Presidente, onorevoli senatrici, onorevoli senatori, signori del Governo, penso che una manovra economica di qualsivoglia Governo dovrebbe essere misurata e giudicata sulla base della rispondenza ai bisogni dei cittadini, sulla base della capacità di affrontare i problemi di un Paese e sulla base del mantenimento della rispondenza non solo ai patti presi con i cittadini, ma anche a quelli che vengono conclusi in genere nelle Aule di Camera e Senato.

Ho detto «dovrebbe», nel senso che il condizionale mi pare d'obbligo, perché, ahimè, mi sembra che davvero troppo spesso le manovre si giudichino, o non si giudichino, sulla base di altri presupposti e di altri criteri.

Penso che invece questo decreto sia esattamente corrispondente a questi presupposti. Il provvedimento in esame ha avuto la capacità di rispondere a taluni dei problemi principali del nostro Paese; certamente non li risolve tutti, ma sicuramente ne affronta alcuni in senso pieno e compiuto.

Mi riferisco alla questione della moratoria sull'acqua, a quella dell'energia, a quella della redistribuzione sociale e, in particolar modo, alla questione del disagio abitativo, il grave e grande problema della casa, che è stato discusso in quest'Aula più volte e che interessa migliaia di famiglie. È un problema talmente all'ordine del giorno che il Governo, poco tempo fa, è stato costretto a reiterare un provvedimento contro gli sfratti, appunto perché la questione degli sfratti è tornata a costituire un'urgenza.

Il problema degli sfratti è inteso solamente con riferimento alla finita locazione. Ricordo a tutti noi un dato che già conosciamo e cioè che il 60-70 per cento degli sfratti nel nostro Paese non vengono ingiunti per finita locazione ma per morosità e la morosità non è figlia di furbizia; la gente non paga l'affitto non perché è particolarmente furba ma perché migliaia di famiglie non sono nella condizione di poterlo pagare. Questo è un dramma sociale che dovrebbe interessare tutti. Ricordo che gli italiani sono indebitati per oltre 200 miliardi di euro per l'acquisto della propria casa e gli ultimi dati statistici rilevano che una parte consistente delle famiglie che pagano l'affitto impegna per esso dal 20 al 50 per cento del proprio reddito. Questa è una situazione assolutamente seria, particolarmente pesante che un Governo non può non prendere in considerazione.

Voglio altresì ricordare che nel panorama europeo l'Italia è all'ultimo posto per disponibilità di patrimonio pubblico. I Paesi europei hanno un patrimonio pubblico stimato intorno al 14-15 per cento; l'Italia è al di sotto del 5 per cento. Questi sono i fatti che disegnano e dipingono un dramma sociale vero che esiste da anni, sul quale da anni si disserta ma su cui poco si è fatto.

La domanda è: questo decreto affronta o no questo problema? La risposta è affermativa, e lo dico senza alcuna concessione al fatto che faccio parte, con il mio Gruppo, della maggioranza. Lo affronta, e lo fa in maniera compiuta. 750 milioni di euro sono una cifra molto consistente. È una cifra che da anni non veniva messa in campo per le politiche abitative. Lo affronta, quindi, con un congruo e sostanzioso investimento; lo affronta con un investimento che non è una tantum, un investimento che oggi c'è e l'anno prossimo non ci sarà più, perché è legato alla legge n. 9 che abbiamo votato pochi mesi fa in quest'Aula la quale fa riferimento ad un progetto, ad un piano, all'idea che simili questioni, che questi grandi drammi devono essere affrontati assolutamente con una prospettiva di lungo periodo. Credo che la modalità con cui il decreto in esame affronta il problema della casa qualifichi, insieme ad altri, il suo senso profondo e quello della manovra in termini di equità e di giustizia sociale.

È del tutto evidente che per quanto ci riguarda noi abbiamo investito molto, ci siamo prodigati e abbiamo operato in questa direzione. È un problema quello della casa che sentiamo particolarmente e, quindi, particolarmente siamo contenti che questa manovra economica si qualifichi davvero per affrotare con compiutezza, determinazione e prospettiva uno dei principali problemi che questo Paese ha avuto e spero non avrà più nel futuro. (Applausi dal Gruppo RC-SE).

 

PRESIDENTE. Sono ora iscritti a parlare i senatori Divina e Albonetti. Non essendo presenti, si intende che vi abbiano rinunciato.

È iscritto a parlare il senatore Curto. Ne ha facoltà.

 

CURTO (AN). Signor Presidente, credo che intervenendo sul provvedimento in esame sia assolutamente doveroso fare una premessa. Il decreto-legge n. 159, che è parte integrante del disegno di legge finanziaria, contraddice sia nella esposizione sia nei fatti la sua descrizione.

Questo provvedimento viene descritto come contenente interventi urgenti in materia economico‑finanziaria per lo sviluppo e l'equità sociale; nei fatti, rappresenta non uno, ma molti passi indietro sulla via dello sviluppo, della ripresa economica, delle prospettive del Paese. Lo contraddice - e si contraddice - in quanto gli interventi previsti non si caratterizzano per la loro incisività, per la loro profondità ed efficacia; al contrario, si caratterizzano per la loro superficialità ed evanescenza. Tutto questo è molto grave, perché, nella particolarissima situazione che vive il nostro Paese, vi sarebbe stato bisogno di tutto, eccetto che di improvvisazione o di interventi a pioggia. Vi sarebbe stato bisogno di una politica ragionata, programmata, proiettata verso il futuro e, se vogliamo, anche comparata con le altre economie internazionali (ad iniziare da quelle europee, rispetto alle quali, giorno dopo giorno, in seguito e in conseguenza dei grandi passi falsi che sta compiendo questo Governo, le distanze aumentano sempre più).

Non ho molto tempo a disposizione, ma solo pochissimi minuti; cercherò pertanto di trattare alcuni argomenti e articoli che fanno emergere in maniera lampante le discrasie di questo Esecutivo. Si tratta di discrasie sicuramente di natura politica (lo abbiamo visto in queste ultime ore e lo vedremo ancor più nelle prossime), ma anche tecnica (probabilmente addebitabili alla farraginosità dell'impianto, costretto a mettere insieme culture di natura - anche economica - completamente differenti).

Ad esempio, si interviene sulle Ferrovie con 235 milioni di euro, quando mi pare di poter affermare (anche alla luce degli ultimi articoli pubblicati su importanti ed autorevolissimi settimanali) che queste non abbiano bisogno di interventi a pioggia, ma innanzi tutto di un esame analitico, preciso e puntuale, delle cause del loro arretramento rispetto ad altre ferrovie europee. Hanno bisogno, quindi, di una programmazione, di una verifica e - se mi si consente di dirlo - anche di una bonifica ambientale nel vero senso della parola. Rispetto alle notizie circolate negli ultimi giorni, infatti, sarebbe forse doveroso e opportuno, da parte del Governo, non rimanere in silenzio, ma cercare di chiarire al Parlamento e alla pubblica opinione la veridicità e la sostenibilità delle gravissime accuse sostanzialmente formulate.

E ancora, passiamo all'articolo 21 ("Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica"), peraltro - debbo dirlo - frutto della sensibilità del passato Governo, ma con una chicca che sostanzialmente lo contraddistingue, lo caratterizza e lo differenzia rispetto agli altri: la costituzione dell'osservatorio nazionale e di quelli regionali sulle politiche abitative, alla faccia del contenimento dei costi della politica. Invece di pensare, per esempio, alla capacità di incidenza del grosso problema dei mutui subprime sull'economia abitativa italiana; invece di verificare che oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, neanche a prezzi stracciati alcune fasce della nostra popolazione sarebbero nelle condizioni di acquistare una casa; anziché fare tutto questo, si sperperano risorse per fantomatici osservatori (nazionale o regionali), che non so cosa dovrebbero descrivere, visto che la situazione abitativa in Italia mi pare abbastanza chiara.

A proposito di contenimento dei cosiddetti costi della politica, si veda l'articolo 36, pomposamente rubricato: "Programma di interventi connessi alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità nazionale. Si stanziano 150 milioni di euro a pioggia, quando questa iniziativa si dovrà tenere nel 2011, per cui non costituisce assolutamente materia urgente da inserire all'interno del decreto-legge, anche se capisco - e non è ironia - che sapete già perfettamente che per quell'epoca non ci sarete più.

Ma si prenda anche in considerazione l'articolo 41, che prevede l'ennesima tassa di scopo per la costituzione di una società finalizzata all'incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa. Anche qui soldi a pioggia, forse per accontentare qualche forza politica o per tenere buono qualche senatore che potrebbe mettervi nelle condizioni di andar via o - a proposito di edilizia abitativa - di sfrattarvi proprio dall'Aula di Palazzo Madama: questo è l'obiettivo che state cercando di raggiungere?

Non credo che sia molto autorevole, prestigioso e credibile passare per il Governo delle mance, perché questo è il Governo delle mance. E una mancia disonorevole a mio avviso costituisce anche quella dei 150 euro dati agli incapienti. Gli incapienti, i poveri non vogliono elemosine, vogliono prospettive di lavoro e di inserimento sociale, vogliono prospettive relative alla possibilità di farsi una famiglia e non delle mance che non servono assolutamente a nulla, anzi suonano a disdoro di chi le riceve, ma soprattutto di chi le dà.

In sintesi, quindi, anche questo provvedimento è significativo rispetto all'incapacità di questo Governo di affrontare le più grandi questioni che affliggono il Paese. Pensiamo alle grandi battaglie, come quella del risanamento. Avete dilapidato i vari "tesoretti" senza aver fatto un passo indietro rispetto all'ammontare del debito pubblico. Avete perso la battaglia della crescita. Il nostro Paese è quello che cresce meno in Europa, cresce meno anche rispetto ad alcune economie come quelle dei Paesi dell'Est che nel passato avevamo distanti di molto. Oggi, invece, tutto questo non avviene più. Siete stati sconfitti sul fronte della riduzione della pressione fiscale: ma non è ridicolo dire che siamo al 43 per cento come se fosse una vittoria? E non è ancora più ridicolo (anzi io direi pure patetico) dire che la pressione fiscale diminuirà dello 0,001 entro l'anno prossimo?

Avete quindi dilapidato anche il maggiore gettito in termini monetari e finanziari che non è stato il frutto delle vostre battaglie contro l'elusione e l'evasione, ma della virtuosità del precedente Governo. E siete stati sconfitti sul terreno che doveva essere per voi il più privilegiato: l'equità sociale, la difesa e la tutela dei più deboli. Ma soprattutto sarete sconfitti in Parlamento e nel Paese. (Applausi del senatore Valditara).

 

PRESIDENTE. Sono iscritti a parlare la senatrice Bonfrisco e i senatori Martone, Augello, Ventucci, Massidda e Polledri. Stante la loro assenza, si intende che abbiano rinunciato.

È iscritto a parlare il senatore Ciccanti. Ne ha facoltà. Senatore, la ascolto con grande attenzione.

 

CICCANTI (UDC). La ringrazio, signor Presidente, per la sua attenzione, ma non poteva essere diversamente, conoscendo la sua nota squisitezza.

Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, alcuni mesi dopo la denuncia dei disastri della finanza pubblica annunciati dalla commissione Faini, incaricata dal ministro Padoa-Schioppa di monitorare i conti pubblici, lo stesso Ministro dell'economia e delle finanze, a settembre 2006, annunciava con la relazione previsionale e programmatica che le entrate per il 2007 sarebbero state pari a 434,9 miliardi di euro.

Nel settembre 2007, lo stesso documento approvato dal CIPE innalzava le entrate previste a 456,3 miliardi di euro, ossia a una previsione di maggior gettito di 21,4 miliardi di euro. La corsa alle entrate, però, non finiva qui.

Con la previsionale approvata il 28 settembre scorso, la notte di approvazione della finanziaria da parte del Governo, il tetto delle entrate si è alzato a 474,5 miliardi di euro. In due anni, tra il 2007 e il 2008, il Governo ha previsto di incassare maggiori tributi per quasi 40 miliardi di euro. A questi valori sono da aggiungere i maggiori contributi sociali per 15,7 miliardi di euro nel 2007, rispetto al 2006, che saliranno però di altri 10 miliardi nel 2008.

Questa posta di entrata Berlusconi se la sarebbe potuta sognare. Fortuna che c'è un Governo vicino agli operai e ai precari! Sommando quanto questo Governo ha sottratto al sistema delle imprese e delle famiglie negli anni 2006 e 2007 per destinarlo allo Stato, si arriva alla cifra da capogiro di 65 miliardi di euro. Prodi ha sottratto ricchezza agli italiani per sé e i suoi amici di centro-sinistra per il 4,3 per cento del PIL. La metà di queste cifra, infatti, servirà a coprire una maggiore spesa pubblica di 30 miliardi di euro: tanto è cresciuta tra il 2006 e il 2008, che ci accingiamo a prevedere con la finanziaria in esame.

Solo una parte di questa entrata stratosferica servirà al risanamento dei conti pubblici.

Il comma 4 dell'articolo 1 della finanziaria 2007 stabiliva che, se si fosse registrato un maggior gettito derivante da tributi rispetto alle previsioni, lo si sarebbe dovuto destinare alla riduzione del disavanzo e quindi del debito pubblico. Il successivo comma 5 disponeva che entro il 30 settembre il Governo era tenuto a presentare una relazione dove avrebbe evidenziato quanta parte del maggior gettito tributario era di natura permanente e quanto dovuto all'andamento ciclico dell'economia, quindi a carattere temporaneo: dei due commi, il primo non è stato adempiuto e per il secondo - ci giunge notizia - è stata consegnata la relazione solo qualche ora fa.

Il maggior gettito di 18 miliardi di euro è stato in parte destinato al decreto-legge n. 81 dello scorso luglio per 7.403 milioni di euro, in parte al decreto-legge n. 159 per circa 6 miliardi di euro e per la parte restante destinato alla finanziaria 2008, sicché, a causa di questa dissipazione di tesoretti, il disavanzo è cresciuto al 2,5 per cento del PIL nel 2007 e il debito pubblico, che a legislazione vigente si sarebbe attestato al 104, 7 per cento per il 2007 e al 102, 7 per cento del PIL per il 2008, risale rispettivamente al 105, 1 per cento e al 103, 2 per cento.

Invece di alleggerire il carico di debiti alle future generazioni lo avete appesantito. È una politica finanziaria da irresponsabili per due motivi: il primo, perché queste risorse tributarie - come vedremo - non sono destinate allo sviluppo, quindi con ricadute positive verso le future generazioni, ma a sostenere richieste volatili a carattere elettoralistico; il secondo, perché in uno momento di crescita economica avremmo dovuto utilizzare le maggiori entrate che si determinano e si determineranno per il risanamento, ovvero per gli investimenti, soprattutto se permanenti.

Al contrario le maggiori entrate tributarie derivanti dell'aumento della pressione fiscale - che ha raggiunto la cifra record del 43 per cento, pari a quella che si registrò nel 1997, quando l'Italia scelse l'euro, e che ritroveremo anche nel 2008, anzi alcuni istituti di valutazione economico-finanziaria addirittura prevedono un aumento della pressione fiscale al 43,2 per cento - dovevano essere restituite agli italiani, migliorando la quota di reddito destinata al risparmio e ai consumi, per il rilancio dell'economia e della domanda interna in particolare. Ne avrebbero beneficiato famiglie ed imprese, soprattutto i giovani e l'occupazione, combattendo il precariato con politiche reali e non con le mance di Stato a favore di chi versa in stato di bisogno.

C'è un proverbio cinese che recita: «Se uno ha fame, non dargli il pesce ma insegnagli a pescare»; voi invece state distribuendo pani e pesci, invece di proporre una decisa politica di riforme, che dia efficienza economica, liberando i mercati da vincoli e da protezioni, che elimini la spesa inutile ed improduttiva, che alleggerisca il costo diretto della burocrazia e quello indiretto degli adempimenti con un forte processo di semplificazione, continuando quell'opera meritoria che anche lei, presidente Baccini, da ministro della funzione pubblica, aveva con successo iniziato.

Niente di tutto questo. La riforma dei servizi pubblici locali è al palo, anzi è tornata indietro rispetto alle aperture proposte che anche l'UDC aveva considerato da valutare positivamente. Il federalismo fiscale è al palo anch'esso, con una riduzione degli spazi di responsabilità delle autonomie locali, che oggi lo contestano, soprattutto quei Sindaci e quei Presidenti di Regioni e di Province che fanno riferimento al centro-sinistra, ed anche con decisione.

La riforma della pubblica amministrazione e del pubblico impiego è una mera enunciazione, fortemente ipotecata da un rinnovo del contratto 2006/2007 che prevede uno scivolamento verso l'alto delle qualifiche senza merito e senza risultati di produttività. La riforma del welfare si è limitata a peggiorare i conti pubblici della previdenza senza preoccuparsi dei disoccupati e della famiglia, che registrano il peggior tasso di incentivi pubblici dell'Unione Europea.

Queste misure hanno avuto effetti depressivi sulla nostra economia, soprattutto hanno ridotto la domanda interna, tanto da rivedere al ribasso per il 2007 e il 2008 le stime di crescita previste nella Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria di settembre 2006. Noi dell'UDC, attraverso il sottoscritto, allora lo denunciammo con decisione. Fummo inascoltati, ma i fatti ora ci danno ragione.

Con questo decreto ci si aspettavano, quindi, misure per lo sviluppo. Ce ne sono alcune che vengono spacciate per tali, ma che tali non sono. Il resto è una legge mancia.

Che di mancia si tratti lo si deduce dall'elenco delle misure previste: contributi alla rete ferroviaria italiana e all'ANAS; contribuiti a Roma, Milano e Napoli per la metropolitana; contributi per affrontare l'emergenza trasporti sullo stretto di Messina dopo la cancellazione del ponte; contributi a Trenitalia Spa; contributi al Ministero dell'istruzione; contributi in materia di pubblico impiego; contributi all'ONU, per la pace e lo sviluppo, per la Corte internazionale, per le organizzazioni umanitarie, per la distruzione delle armi chimiche in Russia e quant'altro è previsto nella cooperazione internazionale; contributi aggiuntivi al 5 per mille; contributi per l'edilizia residenziale pubblica; contributi per Venezia, per il polo di ricerca Erzelli in Liguria, per i Comuni in dissesto finanziario, per la Regione Friuli-Venezia Giulia, per i lavoratori socialmente utili della Calabria, per l'ONAOSI, per i ciechi e i sordomuti, per l'ENEA e la Finmeccanica, per i talassemici, per le zone di confine, per il 150° anniversario dell'Unità nazionale e via di discorrendo.

Siete stati timidi e con le braccia corte sugli incapienti. Avete destinato loro appena 150 euro l'anno e per il solo 2007, come se per il 2008 diventassero ricchi. Gli incapienti sono coloro che non percepiscono i vantaggi delle deduzioni e delle detrazioni fiscali perché non hanno reddito, ovvero il reddito è così basso che non sono tassabili e quindi non hanno sgravi fiscali. Sono 12 milioni e mezzo di persone. Ebbene, per costoro solo 12 euro al mese, collega Bonadonna, mezzo chilo di pane ogni due giorni, e solo per il 2007. Niente per il 2008. Forse avete reintrodotto la tessera. Eppure è uno dei pezzi forti del vostro programma, insieme a quello dei non autosufficienti di cui vi siete dimenticati anche in finanziaria. Anche a questi compagni comunisti avete girato le spalle per qualche Ministero e Sottosegretario in più?

Vi siete convertiti alla grande editoria, finanziando senza pudore i grandi gruppi editoriali della FIAT, della Confindustria, dei palazzinari, persino di Berlusconi, senza battere ciglio. Avete votato all'unanimità, insieme ad altri alleati del centro-destra, contro il mio emendamento di riduzione del 50 per cento dei contributi all'editoria e soprattutto alla grande editoria. È questo il prezzo del potere? Che questo prezzo sia il prezzo, lo avete dimostrato votando contro l'emendamento del collega Calderoli alla Nota di aggiornamento al DPEF 2007 sulla riduzione dei Ministri e dei Sottosegretari. Spero che i senatori Bordon e Manzione ci riprovino tra qualche giorno, così vedrò come si muove il pensiero e la mano del senatore Salvi, di Rifondazione Comunista e dei dipietristi.

A parte altre considerazioni politiche, né sul decreto-legge n. 159 né sul disegno di legge finanziaria per il 2008 ci sono sgravi fiscali sul lavoro, soprattutto sui redditi più bassi; non ci sono misure per la conciliazione tra lavoro e impegni familiari, come il famoso annunciato piano per gli asili nido e gli incentivi alle madri lavoratrici facevano prevedere, per alzare il tasso di occupazione delle donne secondo le indicazioni dell'Agenda di Lisbona. Queste misure, che sono misure per lo sviluppo, sono state sacrificate per gli sgravi ICI che hanno un effetto limitato sulla domanda interna.

È mancato il coraggio di essere riformisti o riformatori; è mancata la capacità di essere governanti e uomini di Stato. Per queste ragioni ed altre che diremo durante l'esame del decreto-legge e del disegno di legge finanziaria, noi dell'UDC esprimiamo un forte dissenso sulla politica economica e finanziaria del Governo. (Applausi del senatore Novi).

 

 

PRESIDENTE. Sono iscritti a parlare i senatori Palermo e Cursi. Stante la loro assenza, si intende che abbiano rinunciato.

È iscritto a parlare il senatore Novi. Ne ha facoltà.

 

NOVI (FI). Signor Presidente, il decreto-legge n. 159 è l'espressione, la cartina di tornasole della miseria politica, morale e programmatica del Governo, del Presidente del Consiglio e di un Ministro presunto economista ma in realtà banchiere.

Vediamo cosa il Governo si promette spagnolescamente di realizzare con il decreto-legge n. 159 recante: «Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale». Per l'equità sociale in tutto sono 750 milioni di euro; ricordo che il Governo Berlusconi, con due interventi in materia fiscale, prese provvedimenti per 14 miliardi di euro. Quindi questo Governo di sinistra, sostenuto da Rifondazione Comunista e anche dai movimenti, si va manifestando ogni giorno come il Governo della speculazione, dei banchieri e delle oligarchie.

Avevate parlato di lotta all'evasione, ne parlate anche nel decreto-legge in esame; vediamo alcuni dati: con il Governo Prodi le risorse evase accertate sono state per 16,8 miliardi di euro; con il Governo Berlusconi e con il ministro Tremonti le risorse evase accertate ammontavano a 19,4 miliardi di euro. Spendete i soldi ma non siete in grado di scovare gli evasori. Non siete in grado neanche di scovare gli evasori totali, perché siete stati capaci nel 2006 di scovarne meno di quanti furono nel 2005.

Siete degli imbroglioni: il presidente Prodi e il ministro Padoa-Schioppa sono venuti in Parlamento a mentire spudoratamente, a mentire persino sul deficit. Ebbene, EUROSTAT certificò che il deficit per il 2001 era del 3,1 per cento del PIL; voi affermavate che era dello 0,8-0,9 per cento, cioè avevate un deficit nascosto del 2,3 per cento del PIL.

Vediamo come vi comportate nel sociale. Avete letteralmente rubato 4 miliardi di euro ai Co.Co.Co., ai collaboratori coordinati e continuativi, per coprire parte della spesa di 10 miliardi necessaria per mantenere la pensione ai cinquantottenni. Questo è poi un altro grosso inganno perché voi pretendete di azzerare e superare il cosiddetto scalone Maroni, mentre, con la vostra scalinata, arrivate all'età pensionabile per le donne di 62 anni. In realtà, quindi, avete innalzato l'età pensionabile.

Spenderete 10 miliardi di euro per la scalinata di Prodi. Quei 10 miliardi di euro potevano essere utilizzati per assicurare una rete di protezione sociale per i precari, per quegli italiani che guadagnano 1.000-1.200 euro al mese. Gli italiani che guadagnano 1.000-1.200 euro al mese e che tirano a campare voi li provocate con un provvedimento per l'equità sociale, annunciato spagnolescamente da questo disegno di legge, prevedendo 13 euro al mese per ogni nucleo familiare, uno sconto dell'ICI di 10-16 euro al mese, un bonus per gli incapienti di 12 euro al mese, un incentivo di 3 euro e mezzo al mese per i bambini che vanno in palestra o vanno a nuotare in piscina. Non vi vergognate?

Questo è un Governo inutile e dannoso. È un Governo commissariato dalla grande finanza. È un Governo che non batte ciglio di fronte a un ragazzotto di 40 anni - tale banchiere Arpe - che viene liquidato da Geronzi, nei cui confronti si è comportato da vero e proprio estorsore in doppiopetto. Questo Arpe, inoltre, era un allievo del professor Prodi, il quale, come tutti sanno, è uno che vive modestamente, pur avendo guadagnato nei cinque anni di presenza a Bruxelles quanto guadagnano in una vita i 2.000-2.500 metalmeccanici di Torino. Questi soldi poi non si sa che fine fanno, forse li invia a San Marino, perché il presidente Prodi è una persona che ha molti rapporti con la Repubblica di San Marino e con le sue banche.

Portate avanti una finanza allegra che incrementa la spesa pubblica primaria. Con il decreto di luglio e con questo in esame spendete soldi che dovete ancora incassare perché i 10 miliardi di euro del cosiddetto tesoretto non li avete ancora incassati tutti. Spendete soldi provenienti da entrate tendenziali; non siete sicuri che ci saranno. Il decreto si inquadra nel contesto di una politica economica che vede la manovra finanziaria per il 2008 come la peggiore finanziaria che questo Paese ha avuto negli ultimi 35 anni.

La spesa pubblica ormai è un cancro per questo Paese, ma perché essa cresce con voi? Cresce per un motivo semplicissimo: questo è un Governo che opera la politica del voto di scambio di massa. Questo è un Governo...

 

PRESIDENTE. Senatore Novi, mi perdoni. Io non sono intervenuto, ma lei sta usando termini molto pesanti. La prego di rientrare in una norma di linguaggio consona alla dignità di quest'Aula.

 

NOVI (FI). In quest'Aula nella precedente legislatura...

 

PRESIDENTE. Era solo un invito, senatore. La prego, continui.

 

NOVI (FI). I miei termini non sono affatto pesanti, anche se possono infastidire il Governo. In quest'Aula, nella precedente legislatura, non solo venivano usati termini estremamente pesanti, ma si minacciava addirittura di aggredire il presidente del Senato, il senatore Pera. Alcuni colleghi dichiaravano ai giornali: dobbiamo intimidirlo e mettergli paura.

Pertanto, questa è un'Aula che ha ascoltato le urla teppistiche e scomposte di un'opposizione che non aveva uno spirito girotondino, ma era estremista, radicale e criminalizzava l'avversario. Quest'ultimo, agli occhi di quell'opposizione, non era altro che un mafioso, un ladro o un evasore fiscale.

 

PRESIDENTE. Senatore Novi, la prego di ritornare al tema in discussione.

 

NOVI (FI). Per quanto riguarda la spesa pubblica, il tesoretto di 10 miliardi di euro lo dovete ancora incassare. La pressione fiscale salirà oltre il 43 per cento. Dobbiamo chiederci se sia possibile che questo Governo dei poteri forti improvvisamente si scontri con l'incomprensione del Fondo monetario internazionale, della Commissione Europea, della Banca d'Italia e della Corte dei conti.

In realtà, questo è sì un Governo dei poteri forti, ma composto da incapaci. Ha tentato di difendere gli interessi dei grandi sistemi bancari, ha venduto l'anima e il Paese alla grande speculazione, ai grandi gruppi parassitari e a quelle che un tempo venivano definite, nel gergo di Giolitti, le mafie meridionali, quelle che meritavano l'interdizione di un uomo come Salvemini.

Non a caso, quando si è votato per le primarie, che hanno visto recarsi ai seggi banchieri e uomini della grande borghesia, la Regione in cui il popolo è accorso in massa a votare è stata la Campania. A seguire, le altre Regioni in cui si è registrato un simile afflusso sono state la Calabria, la Sicilia e la Puglia.

In conclusione, signor Presidente, voi siete il Governo dei banchieri, dei parassiti, degli evasori fiscali e della malavita del Sud.

 

 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Legnini. Stante la sua assenza. si intende che abbia rinunciato.

Dichiaro pertanto chiusa la discussione generale.

Rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 


Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (1819)

 

 

PROPOSTA DI QUESTIONE SOSPENSIVA

 

QS1

 

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinta

Il Senato,

premesso che:

il decreto-legge n. 159 del 2007 è una manovra espansiva che distribuisce in interventi di varia natura le maggiori entrate fiscali verificatesi nel 2007, oltre quelle già rilevate e distribuite con il decreto legge n. 81 del 2007 e quelle evidenziate in sede di assestamento del bilancio 2007;

ai sensi del comma 4 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 il maggior gettito tributario deve essere destinato prioritariamente al miglioramento dei saldi di finanza pubblica e, successivamente, alla riduzione della pressione fiscale, in particolare al sostegno dello sviluppo e delle classi più deboli;

la quota delle maggiori entrate, da destinare alla riduzione della pressione fiscale, devono derivare dal recupero dell'evasione e non essere solo incrementi di entrate derivanti dal buon andamento dell'economia o da un forzoso prelievo fiscale operato nell'anno sulle aziende e sui contribuenti più produttivi;

a tal proposito, il comma 5 del citato articolo 1 della legge n. 296 del 2006 prevede l'obbligo per il Governo di presentare, entro il 30 settembre di ogni anno, una relazione al Parlamento che evidenzi le effettive maggiori entrate connesse al recupero dell'evasione, da destinare alla riduzione della pressione fiscale o a interventi di sostegno del reddito;

al momento della pubblicazione del decreto al nostro esame (il 2 ottobre 2007), la suddetta relazione non era stata ancora presentata e ad oggi, non è stata ancora sottoposta al vaglio del Parlamento,

delibera ex articolo 93 Reg. Sen.:

di sospendere, almeno per una settimana, l'esame del decreto n. 159 del 2007, confidando che al più presto il Governo voglia porre all'attenzione del Senato la suddetta relazione, la cui conoscenza e approfondimento risulta necessario al fine di poter valutare appieno gli effetti finanziari del decreto-legge in esame.

 


SENATO DELLA REPUBBLICA

¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾

 

236a SEDUTA

PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 24 OTTOBRE 2007

(Antimeridiana)

 

Presidenza del Presidente MARINI,
indi del vice presidente CAPRILI

 

 

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Relazione orale) (ore 9,43)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1819.

Ricordo che nella seduta di ieri il relatore ha svolto la relazione orale, sono state respinte le questioni pregiudiziale e sospensiva ed ha avuto luogo la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, vorrei svolgere una breve replica.

Ringrazio in primo luogo tutti i senatori intervenuti perché ritengo che la discussione svolta, relativa ad un provvedimento che interviene su alcuni criteri che stanno alla base della politica economica di questo Governo, sia stata importante.

Ricordo, signor Presidente, che, seppure con ritardo, è stata presentata dal vice ministro Visco la relazione che certifica il recupero di gettito relativo all'evasione fiscale. La richiesta della sua presentazione era stata avanzata anche dal Parlamento. C'è stato un ritardo nell'adempimento. In ogni caso, ritengo che tale relazione ci permetta di chiarire meglio alcuni aspetti relativi alle coperture del provvedimento sollevati in questi giorni e che hanno visto aprirsi un confronto serrato fra maggioranza e opposizione.

L'opposizione ha affermato che si tratta di un fatto politico clamoroso perché la relazione accerterebbe che siamo di fronte al cosiddetto falso in bilancio. Eppure non si può negare che c'è un recupero, accertato dalla relazione, di 23 miliardi di euro. Si può certo negare che questo recupero derivi dalla lotta all'evasione, però bisognerebbe anche spiegare la provenienza di questi soldi. Comunque, queste maggiori risorse ci sono e sono accertate, ed esse - come abbiamo constatato - sono destinate alla copertura sia del decreto n. 81 emanato lo scorso luglio, il quale - lo ricordo - ha inserito come importante misura sociale la quattordicesima mensilità per le pensioni basse, sia del decreto che stiamo esaminando in questi giorni, impostato prevalentemente su una linea di equità e di sviluppo. C'è quindi una linea comune che lega questi due provvedimenti. L'opposizione però - credo che questo sia l'elemento più interessante dal punto di vista del confronto, ed io mi concentrerò su questi aspetti - nega che vi siano sia equità sia sviluppo nelle scelte adottate dal decreto in esame.

In merito allo sviluppo, ricordo prima di tutto a me stesso e poi anche ai senatori presenti che quasi il 31 per cento dell'ammontare dell'intero provvedimento, circa 2 miliardi e 250 milioni, è destinato ai settori dei trasporti e delle infrastrutture. Si tratta di interventi rilevanti anche per la loro ricaduta ambientale in termini di abbattimento di CO2in particolare nelle città. Proprio perché si discute spesso di città congestionate, questo provvedimento fa un passo verso la mitigazione di tali problemi. C'è il finanziamento del trasporto metropolitano per le città di Roma, Napoli e Milano (800 milioni di euro); c'è un miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina (trasferimento modale da e per la Sicilia per 75 milioni); vi sono 1.075.000.000 euro per le ferrovie, per finanziare gli investimenti e la manutenzione straordinaria delle reti tradizionali (le reti che vengono utilizzate dai pendolari) e delle infrastrutture ferroviarie. Sono questi interventi per lo sviluppo? Lo chiedo all'Aula. Io ritengo di sì. Se si nega che questi sono interventi per lo sviluppo, credo sia solo per nascondere la verità e la realtà.

C'è poi il versante dell'equità sociale. Gli interventi previsti ammontano a 2.920.000.000 euro: c'è il cosiddetto pacchetto casa, ci sono le misure a favore degli incapienti (che devono essere migliorate e speriamo nei prossimi mesi di renderle strutturali e durature), i finanziamenti per il servizio socio-sanitario-educativo per l'infanzia e le misure nel settore della scuola. Sono interventi per incrementare le politiche sociali? Io ritengo di sì, altrimenti si spieghi quali altri interventi in questo settore dovrebbero essere adottati.

C'è inoltre una questione che è emersa ed è permanente nella discussione di queste settimane. Si dice che, anche con questo provvedimento, il Governo aumenta la spesa pubblica. Voglio ricordare che questa è una tendenza generale, che prosegue da molti anni: non è una caratteristica di questo Governo, essendolo stata anche per il Governo precedente e probabilmente in misura maggiore. La differenza è che noi, per aumentare la spesa pubblica, abbiamo utilizzato il cosiddetto extragettito, mentre il Governo precedente ha utilizzato l'avanzo primario, cioè il suo azzeramento, per finanziare la spesa pubblica corrente. La differenza è tutta qua. È certo che la spesa è aumentata (e questo a mio modo di vedere non va bene), però il Governo precedente ha aumentato il deficit e il debito, mentre noi lo stiamo diminuendo (infatti c'è il dato significativo dell'aumento dell'avanzo primario). Nel 2008 cerchiamo di stabilizzare la spesa pubblica, con l'obiettivo di ridurla nei prossimi anni. Certo che è difficile, certo che questo è un obiettivo ambizioso, tuttavia ritengo che esso possa essere raggiunto con azioni dirette a rendere più efficiente la pubblica amministrazione, a riqualificare la spesa (aumentandola in alcuni settori, ma riducendola in altri) e a garantire più produttività e trasparenza nella pubblica amministrazione.

Infine, signor Presidente, sono rimasto favorevolmente colpito da un nuovo richiamo, da una nuova aspirazione europeista dell'opposizione di centro-destra. Credo che sia un bene per tutti: per il confronto tra la maggioranza e l'opposizione e per il confronto nel Paese. Ho sentito continui richiami alla Commissione europea, alla Banca centrale europea, a EUROSTAT e ai vari istituti internazionali che si occupano di previsioni, che studiano gli andamenti dei conti pubblici nei vari Paesi, a partire dal Fondo monetario internazionale. Siamo attenti e preoccupati - lo dico in modo sereno e con grande franchezza - per alcuni giudizi espressi anche sul nostro Paese, sebbene li riteniamo a volte ingenerosi e non coerenti; ritengo però che essere europeisti significhi esserlo sempre e non a fasi alterne. Nel momento in cui si è al Governo, si critica la posizione rigorista della Commissione europea e ci si dimentica che, quando il centro‑destra è stato al Governo, si è chiuso a volte in posizioni localistiche e antieuropee. Invece, quando si è all'opposizione, si utilizza la Commissione europea e l'Unione Europea solo per criticare le politiche del Governo in carica; credo che questo non sia un bene e non si rende così un buon servizio al confronto nel Paese.

È mio dovere, Presidente, rivolgere un richiamo all'intervento del senatore Lunardi; lo farò con molta franchezza e serenità, ma non posso esimermi dall'esprimere un giudizio. Si è trattato infatti di un intervento molto critico e polemico, sotto alcuni aspetti anche offensivo e, alla fine, astioso. Credo che ciò non vada bene perché in questo modo si dimentica il merito della questione, la soppressione degli interventi relativi allo Stretto di Messina, rispetto invece alla forma e al metodo della critica.

E allora, guardate che in politica il metodo è sostanza e mi permetto, lo dico sommessamente, di rivolgere alcuni consigli al senatore Lunardi. Ritengo che la democrazia sia un esercizio complesso, a volte difficile e lungo, perché bisogna sentire tutti, convincere senza comandare, creare il consenso; qualcuno impara questo metodo, qualcuno ce l'ha dentro, altri non lo concepiscono. Mi auguro - lo dico con molta franchezza - che il senatore Lunardi non faccia parte della categoria di coloro che non concepiscono il metodo della democrazia.

Bisogna avere sempre rispetto del Parlamento: se il Parlamento infatti prende un'iniziativa, per esempio la soppressione della società Stretto di Messina, non è un'iniziativa di qualche pazzoide, ma il risultato di un confronto e di una discussione svolti all'interno delle forze politiche che sostengono questa maggioranza e nel Governo. È quindi una scelta responsabile e approfondita: non è una scelta irresponsabile. La soppressione del progetto e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è stata sottoposta al giudizio dell'elettorato, che ha premiato questa coalizione, di poco, ma l'ha premiata: è inutile non ricordare questo aspetto. Forse, il senatore Lunardi se ne è dimenticato, però è un male innamorarsi dei propri progetti perché, alla fine, chi decide non è solo la politica, ma l'elettorato in modo democratico. Se non si capisce questo, si parla al vento mentre la politica si sta occupando di altro.

C'è un ultimo aspetto che non posso dimenticare. Il senatore Lunardi ha rivolto critiche abbastanza pesanti, persino offensive, nei confronti dei ministri Bianchi e Pecoraro Scanio. (Commenti del senatore Polledri). Leggetevi il Resoconto!

 

PRESIDENTE. Per favore, vada avanti, senatore Ripamonti.

 

RIPAMONTI, relatore. Critiche offensive nei confronti dei ministri Bianchi e Pecoraro Scanio; due Ministri, ha detto il senatore Lunardi, che hanno fatto prevalere la forza dell'ignoranza. Sono ignoranti anche tutti gli altri Ministri che hanno approvato queste iniziative, la maggioranza e gli elettori che le sostengono? È questo il problema. (Commenti dal Gruppo LNP. Richiami del Presidente). Per fortuna non è così.

Un ultimo consiglio. Credo che gli avversari politici debbano essere rispettati e non vadano insultati: quando si ricorre all'insulto, c'è molto di ideologia e di intolleranza. (Commenti dai Gruppi AN e FI).

 

STORACE (Misto-LD). Mastella e Di Pietro!

 

PRESIDENTE. Colleghi, fate concludere il senatore Ripamonti.

 

RIPAMONTI, relatore. Questo a proposito di intolleranza, signor Presidente. Ritengo di essere una persona tollerante e cerco di comprendere le ragioni dei miei avversari. Le ragioni di chi ha sostenuto quel progetto, al di là degli insulti, sono molto deboli. È forse anche questo uno dei motivi per i quali il Ponte non viene realizzato. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

 

(omissis)

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819 (ore 9,58)

 

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, nel dibattito di ieri sera si è fatto riferimento alla dignità del Parlamento, che sarebbe stata offesa dal comportamento del Governo. La dignità del Parlamento e del Senato (mi rivolgo anche a lei, senatore Matteoli, perché ha sollevato la questione), a mio avviso, si difende anzitutto non parlando di acquisto di senatori, ma svolgendo una puntuale attività parlamentare, così come hanno fatto, insieme al Governo, i senatori della Commissione bilancio, che ha esaminato e sviscerato ogni norma di questo decreto, migliorandone alcune ed aggiungendone altre. Ringrazio perciò tutti i componenti della Commissione, che hanno lavorato molto e bene.

Do atto ai senatori dell'opposizione del loro contribuito, che in molti casi è stato considerato dal Governo, con l'accoglimento di molti emendamenti dei Gruppi di opposizione. Naturalmente, il mio ringraziamento va al relatore e al Presidente della Commissione: il loro lavoro è stato prezioso e proficuo.

In un momento di imbarbarimento della politica e di accentuata antipolitica, considero un dato positivo il fatto che in Commissione bilancio vi sia stata una corretta dialettica politica; anche in quest'Aula, al di là di un singolo intervento che ritengo fuori dalle righe, il dibattito è stato interessante e ringrazio quanti hanno ritenuto di intervenire su un provvedimento complesso, ma che è parte corposa dell'intera manovra finanziaria del Governo.

Indubbiamente, la discussione sul decreto-legge n. 159 non poteva non allargarsi all'intera manovra finanziaria presentata dal Governo; questa, oggettivamente, va valutata anche alla luce dei mutamenti economici a livello mondiale. L'economia italiana - come ha ricordato il senatore Bonadonna - subisce i riverberi del contesto internazionale. La crisi finanziaria determinata dai mutui subprime negli USA ridisegna la mappa economica mondiale, rallenta la fase espansiva negli Stati Uniti e i Paesi cosiddetti emergenti acquistano un peso sempre più rilevante nella crescita globale. Il Fondo monetario internazionale stima che il peso della Cina, dell'India e della Russia è ormai del 50 per cento. Ovviamente, ciò non può che incidere sull'economia dell'eurozona e dell'Italia, sull'export del nostro Paese.

Negli Stati Uniti e in Inghilterra vi sono state preoccupanti manifestazioni dei risparmiatori, ma anche in Italia i prodotti derivati e i mutui variabili hanno creato non pochi problemi, soprattutto alle piccole e medie imprese e ad alcune Regioni ed enti locali. In merito, la senatrice Bonfrisco ha presentato un emendamento che, se riformulato, sarà accolto dal Governo, che comunque segue la vicenda con grande attenzione.

L'anno scorso la manovra finanziaria - che, ricordo, fu di ben 35 miliardi - fu improntata in misura preponderante al risanamento dei conti pubblici; gli effetti si sono avuti e i dati sono eloquenti, senatore Ciccanti. Certo, occorre proseguire su questa strada; è nostro dovere farlo, perché il debito pubblico è davvero enorme. Però, i dati, al di là delle polemiche, sono davvero chiari. Ricordo a me stesso che l'avanzo primario è passato dallo 0,1 del 2006 al 2,5 del 2007, il rapporto deficit-PIL si è ridotto dal 4,4 del 2006 al 2,4 del 2007. Come già riportato nel Documento di programmazione economico‑finanziaria e nella Nota di aggiornamento, le misure una tantum nel 2006 hanno inciso per l'1,2 sul PIL; pertanto, al netto il disavanzo è stato pari al 3,3 per cento. Facendo lo stesso calcolo per il 2007, si stima un disavanzo pari al 2,5, incidendo per lo 0,1-0,2 le misure a carattere straordinario. In pratica, l'indebitamento netto tra il 2006 e il 2007 si è ridotto e le entrate sono aumentate. Si può discutere, senatore Baldassarri, su quanto abbia inciso la lotta all'evasione, ma è innegabile - come risulta dalla relazione presentata, anche se in ritardo - che tra il 2006 ed il 2007 sono stati recuperati al fisco circa 23 miliardi di maggiori entrate: dati certi, non falsati.

Avviato - come ho ricordato poc'anzi - il risanamento, con il decreto n. 81 del luglio scorso si è iniziata la politica di redistribuzione delle risorse resesi disponibili. A luglio si fece una operazione di 0,4 punti di PIL, si redistribuì il primo extragettito, determinato dal recupero di base imponibile, dalla lotta all'evasione e, per un terzo, dall'andamento dell'economia.

La manovra finanziaria attuale è profondamente innovata nella sua struttura. Mi rivolgo alla senatrice Valpiana, che ha posto questo problema ieri sera. La modifica, ancora non sufficiente, è merito anche del contributo delle Commissioni parlamentari del Senato e della Camera. Ora questa manovra è, comunque, più leggibile e intelligibile. Di questa manovra fa parte anche il decreto-legge n. 159, di cui stiamo discutendo. Il nesso è determinato dal fatto che esso dà attuazione ad importanti interventi previsti nel Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011. Trattasi di oneri derivanti dal contratto del pubblico impiego, dagli accordi per la cooperazione internazionale e dagli interventi per le ferrovie e l'ANAS.

Il tema principale posto dai senatori intervenuti in quest'Aula - in particolare, Pianetta e Baldassarri - è stato quello dell'opportunità o meno di destinare tutte le risorse disponibili derivanti dalle nuove entrate ad un'ulteriore riduzione del debito pubblico. Le condizioni economico-sociali e territoriali del nostro Paese non consentono una scelta drastica, tout court, di tale portata. Il Governo non sarebbe né responsabile, né coerente con il programma presentato se, dopo aver ridotto in misura notevole il rapporto deficit-PIL ed inciso, anche se di poco, sull'ammontare complessivo dell'indebitamento, non intervenisse a sostegno delle fasce più deboli della nostra società e dello sviluppo complessivo del Paese.

Le scelte riguardano anche il taglio della spesa. Il Governo ha scelto, perciò, un percorso rigoroso, ma graduale. Nel disegno di legge finanziaria si prevede una riduzione della spesa corrente con provvedimenti incisivi, che non riguardano soltanto il numero delle comunità montane e la riorganizzazione degli uffici e quant'altro. Ricordo, a coloro che lo hanno sottolineato più volte nei propri interventi, che anche il comma 4 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007 è stato sostanzialmente rispettato, poiché le risorse destinate agli incapienti sono la conseguenza di una riduzione del gravame impositivo.

Con il decreto-legge si destinano 8.321 milioni di euro: in parte, allo sviluppo e alle infrastrutture, alla ricerca e all'innovazione; in parte, ripeto, alle fasce più deboli. Non credo che destinare risorse all'ANAS, alle Ferrovie, alle metropolitane di Milano, Roma o Napoli, all'edilizia abitativa pubblica, alla costruzione di terminali di rigassificazione possa assumere il significato di uno spreco, di un gettare ulteriori risorse in un pozzo senza fondo. Significa, invece, creare ricchezza collettiva e condizioni per accelerare la crescita economica del Paese, aumentare la vivibilità nei vari territori e, soprattutto al Sud, l'appeal per gli investitori.

Gli stessi interventi destinati agli incapienti e al rinnovo dei contratti, oltre a dare un minimo di sollievo alle famiglie dei lavoratori, non potranno che fare bene all'economia, incidendo soprattutto sui consumi. Perciò, senatore Curto, nessun passo indietro sulla strada del risanamento, dello sviluppo e dell'equità, intrapreso con il primo provvedimento Bersani, con la finanziaria 2007 e proseguito, con coerenza e tenacia, prima con il decreto-legge n. 81 del luglio scorso ed ora con questo decreto-legge.

Il senatore Ferrara, con la sua solita puntualità argomentativa, ha sostenuto il non rispetto della legge di contabilità e degli accordi con l'Europa. Come evidenziato nel dossier del Servizio del bilancio del Senato, gli effetti complessivi del decreto-legge, senatore Ferrara, non stravolgono gli obiettivi concordati in sede europea, che erano del 2,8 per cento a fine 2006, né incidono sul tendenziale per il 2007, che nel Documento di programmazione economico-finanziaria è previsto al 2,5 per cento.

Il Governo, perciò, rivendica la positività delle scelte di fondo di questo decreto. Destinare una parte significativa delle risorse agli incapienti è un dovere, politico e morale. Certo trattasi di somme individuali esigue, ma non di mance, senatore Curto, perché quando si concede anche un solo euro a chi è indigente lo si deve fare con rispetto. E noi verso queste fasce deboli abbiamo il dovere, tutti, di essere rispettosi. Certo, è poco. Vorremmo e dovremo fare di più, ma non c'è bisogno di richiamare proverbi cinesi, come ha fatto il senatore Ciccanti, al quale ricordo che dalle mie parti, in Basilicata, nel Mezzogiorno, c'è un altro proverbio, che dice che chi è sazio non crede a chi è digiuno. Perciò anche poco è meglio di niente. Purtroppo in passato gli incapienti non hanno avuto niente.

L'intervento del senatore Lunardi è stato poi particolarmente tagliente e bene ha fatto il relatore a ricordarlo. È stato tagliente nell'attribuire al Governo comportamenti terzomondisti e una cultura intrisa di un integralismo sinistro che non ci appartiene. Si può criticare la scelta di sopprimere la società Stretto di Messina, ma non ci si può accusare di non pensare allo sviluppo e alle infrastrutture del Mezzogiorno, in Sicilia e in Calabria. Anche in questo decreto vi sono risorse destinate a tale scopo. E comunque, per quanto riguarda questa scelta, essa è compiuta in sede parlamentare, perché il Governo si è rimesso, nel caso specifico, alla volontà del Parlamento.

In conclusione, si può stare tranquilli che il decreto non sconvolgerà i conti pubblici ed è coerente con la complessiva politica economica del Governo. È un decreto che, insieme alla finanziaria, non toglie alle famiglie, ma dà; non aumenta le tasse, ma restituisce qualcosa, soprattutto ai più deboli.

Ha ragione la senatrice Pellegatta quando afferma che occorre rafforzare il senso dello Stato e dell'etica, puntando sulla cultura e sulla conoscenza per avere più senso della comunità, della collettività. Questo Governo, fin dal suo insediamento, si è mosso e ha agito nella consapevolezza di elevare la quantità e la qualità dello sviluppo, cui anche questo decreto finalizza alcune risorse, non soltanto per dare ai nostri concittadini migliori condizioni di vita e di lavoro, ma per tutelarne e garantirne i diritti e ridare al nostro Paese quello slancio morale ed ideale che fa grande una Nazione del mondo. (Applausi dal Gruppo Ulivo e dai banchi del Governo e del senatore Di Lello Finuoli).

 

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la proposta di non passare all'esame degli articoli NP1.

Ha chiesto di intervenire per illustrarla il senatore Davico. Ne ha facoltà.

 

DAVICO (LNP). Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 96 del Regolamento, avanzo a lei e all'Aula una proposta di non passare all'esame degli articoli e chiedo l'autorizzazione a depositare il testo scritto del mio intervento.

 

PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza in tal senso.

 

DAVICO (LNP). Mi permetto solo di illustrare brevemente la mia proposta.

In sede di esame del provvedimento in titolo, sono emerse una serie di contraddizioni relative anche alle disposizioni dell'articolo 12. In particolare, dove si parla di sostegno all'adempimento dell'obbligo di istruzione, si aumentano di 150 milioni di euro i fondi disponibili per l'innalzamento dell'obbligo di istruzione disposto dalla legge finanziaria per il 2007, bloccando l'operatività della clausola di salvaguardia, con l'effetto di rallentare il processo di riduzione del personale.

I rischi connessi alla mancata applicazione della clausola di salvaguardia, recata dall'articolo 1, comma 621, della legge 23 dicembre 2006, n. 296, sono confermati negli stessi documenti di bilancio per il 2008, che pongono l'attenzione sul peggioramento dell'indebitamento netto di circa il 50 per cento a fronte delle minori economie conseguite nell'anno medesimo. Al riguardo, si precisa che il comma 621, lettera b), della legge finanziaria 2007 non prevedeva né una sua applicazione parziale né, conseguentemente, risparmi inferiori a 448,2 milioni di euro per l'anno in corso.

L'assegnazione integrativa per il 2007 non è giustificata dal carattere di eccezionalità e, in specie, sarebbe altresì utile conoscere i criteri che si intende applicare per la predetta integrazione, a valere sugli anni successivi all'anno in corso. Il Governo, peraltro, sostiene l'adempimento dell'obbligo scolastico ridefinito al comma 622 della legge del 23 dicembre 2006, n. 296, contravvenendo ancora una volta alle regole che non consentono di inserire nell'ambito di una manovra finanziaria norme di delega o di carattere ordinamentale, ovvero organizzatorio, nonché violando le competenze di carattere normativo attribuite alle Regioni dalle disposizioni costituzionali, nel richiamato articolo 117, terzo comma, della Costituzione, senza tener conto del parere obbligatorio della Conferenza Stato-Regioni, anche in considerazione di eventuali contrazioni delle attuali competenze regionali in tema di istruzione e di formazione professionale.

L'estensione dell'obbligo scolastico al di là dell'istruzione inferiore è incostituzionale, salvo che il legislatore non qualifichi anche il biennio delle attuali scuole superiori come facente parte dell'istruzione inferiore. Tutto ciò premesso, avanzo la proposta di non passare all'esame degli articoli del disegno di legge n. 1819, così come previsto dall'articolo 96 del Regolamento del Senato. (Applausi del senatore Galli).

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, intervengo per annunciare il ritiro di alcuni emendamenti da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale.

In particolare, ritiriamo gli emendamenti: 7.15, 8.17, 8.0.2, 10.15, 14.0.6, 19.0.1, 21.6, 26.0.800/2, 26.0.800/3, 26.0.800/4, 26.0.800/5, 26.0.800/7, 26.0.800/10, 26.0.800/11, 32.20 e 36.503. Così, il Gruppo di Alleanza Nazionale scende sotto i 40 emendamenti presentati al decreto. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Morando).

 

VEGAS (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, poiché ieri sera, con lettera, il Gruppo di Forza Italia ha ritirato numerosi emendamenti, che però vedo ancora riportati sul fascicolo, vorrei far presente che il fascicolo stesso è al lordo dei ritiri già effettuati.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di non passare all'esame degli articoli NP1.

 

ALBONETTI (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ALBONETTI (RC-SE). Signor Presidente, intervengo per motivare politicamente, più che tecnicamente, il nostro voto contrario alla richiesta di non passaggio agli articoli proposta dal Gruppo della Lega Nord Padania. Il non passaggio agli articoli, in effetti, sembra più che altro reiterare un insistito tentativo dell'opposizione di mettere in difficoltà la maggioranza su questioni procedurali.

In ogni seduta dei nostri lavori, i colleghi della minoranza si esercitano con tentativi - a volte anche sofisticati e raffinati, altre volte un po' più grossolani - per costellare di ostacoli più o meno artificiali il già arduo cammino della maggioranza. È naturalmente fuori discussione la legittimità di questa battaglia tecnico-formale, ma, se mi è concesso di parlare con franchezza, in alcuni casi l'insistenza con la quale viene proposta e riproposta appare più il frutto di un'ostinata volontà a riproporre uno schema fisso di lotta parlamentare piuttosto che di rispondere ad un progetto politico di più ampio respiro.

Nel caso in discussione, soprattutto, questa richiesta sembra un sovrappiù rispetto alla discussione che ci attende sulle centinaia di emendamenti presentati, nonostante gli ultimi ritiri testè annunciati. Vorrei richiamare tutti noi al grande senso di responsabilità dimostrato in primo luogo dalle forze dell'opposizione in Commissione bilancio, laddove è stato possibile, grazie a quello stesso senso di responsabilità, esaminare nel dettaglio tutto l'articolato, tutti gli emendamenti, raccogliere, in diversi casi, gli stimoli positivi e le proposte della opposizione. Senso di responsabilità che permette oggi all'Aula di discutere ancora, nel merito, le proposte nuovamente presentate all'attenzione di tutti i colleghi e le colleghe. Da questo punto di vista, credo che lo sforzo comune sia stato pregevole e mi sarei aspettato un senso di responsabilità condiviso anche nel passaggio della discussione dalla Commissione all'Aula.

Vedo che oggi si parte al rallentatore: c'è un tentativo di mettere in difficoltà la maggioranza. Mi auguro che nel prosieguo dei nostri lavori prevalgano quello spirito di responsabilità e quella volontà di corrispondere alle attese del Paese, ragionando in maniera responsabile su un disegno di legge che, in qualche modo, risponde a criteri di urgenza e a bisogni impellenti dell'Italia. Mi auguro quindi che, superato anche questo voto, si possa entrare nel merito delle singole proposte ed arrivare speditamente all'approvazione del disegno di legge in esame. (Applausi dal Gruppo RC-SE).

 

CICCANTI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CICCANTI (UDC). Signor Presidente, nel discutere sull'articolo 1, che in qualche modo imposta tutto il decreto-legge, il Gruppo dell'UDC intende fare alcune precisazioni, riservandosi poi d'intervenire solo su alcuni emendamenti di carattere strategico, chiaramente per esigenze di economia dei lavori.

Sul punto relativo alle entrate che sorreggono tutto l'impianto di questo decreto-legge, dopo avere ascoltato con un po' di meraviglia la relazione del collega Ripamonti, mi preme sottolineare che, tra la Relazione previsionale e programmatica del settembre 2006 e quella del settembre 2007 le entrate sono passate da 434,9 a 474,5 miliardi.

In poco più di un anno, sottosegretario Lettieri, come le ricordavo ieri sera, il gettito tributario è aumentato di 45 miliardi. Se si considera l'aumento degli oneri sociali di 15,7 miliardi - che saliranno di altri 10 miliardi nel 2008 - il complesso delle entrate, come ricchezza sottratta al Paese, ammonta a 65 miliardi, di cui la metà è stata da voi destinata a maggiori spese. È su questi dati che dovete riflettere: si tratta di ben 4,3 punti di PIL.

Se le maggiori entrate registrate fossero state destinate alla riduzione del disavanzo, questo oggi si attesterebbe all'1,5 per cento del PIL. La Nota di aggiornamento al DPEF presentata dal Governo, invece, ha rivisto gli obiettivi di indebitamento netto per il 2007 al 2,5 per cento, una percentuale sicuramente inferiore al 2,8 deciso a livello ECOFIN, su cui vi state nascondendo, ma con un differenziale superiore certamente allo 0,5 per cento, previsto in sede ECOFIN, per il rientro nel pareggio di bilancio nel triennio 2008-2010.

Si tratta di stabilire se si rende un servizio alla comunità nazionale rimandando alle future generazioni un debito tra i più alti d'Europa; oppure, riducendo oggi la spesa pubblica corrente, intendendo escludere, ovviamente, la spesa sociale, che va ristrutturata in modo da non dare tutto a tutti, ma solo a chi ha veramente bisogno.

In questo senso intendiamo privilegiare la spesa in conto capitale, quella degli investimenti sulle infrastrutture, perché riguarderà le future generazioni. Questo è il dovere morale e politico di una classe dirigente. Sosteniamo perciò tutti gli emendamenti che vanno in tale direzione nel decreto-legge in esame.

Come Gruppo dell'UDC, comunque, intendiamo sfidare la maggioranza e il Governo annunciando che ritireremo tutti i nostri emendamenti se il Governo e la maggioranza rinunciano alla spesa del tesoretto, ripartito nel decreto-legge n. 159, ferma restando ovviamente la spesa sociale per gli incapienti e le infrastrutture strategiche di rilievo nazionale. Vedremo se sarete bravi ad accettare la nostra sfida. (Applausi dal Gruppo UDC).

 

VILLONE (SDSE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VILLONE (SDSE). Signor Presidente, prendo la parola per indicare all'Aula l'opportunità di votare contro la proposta di non passaggio agli articoli. Abbiamo oggi una richiesta da parte dei colleghi dell'opposizione che denota una legittima ma anche chiara strumentalità. Quand'è che si procede al non passaggio agli articoli? Quando si vuole impedire che la trattazione dell'argomento prosegua e questo può avere motivazioni tecniche o politiche; può darsi che la materia non sia stata correttamente affrontata, che non sia stata adeguatamente approfondita.

In questo caso, invece, credo sia evidente la motivazione politica che sta dietro la proposta dei colleghi dell'opposizione, che si trovano nella difficoltà - che non può essere dichiarata ma tuttavia, a mio modo di vedere, è evidente - di essere di fronte ad un'iniziativa del Governo e della maggioranza che, diversamente da quanto ieri è stato detto, non mette affatto le mani nelle tasche degli italiani ma al contrario mette qualcosa nelle tasche degli italiani. Ritengo che sia stata evidente questa natura nel corso della discussione in Commissione e anche adesso nei primi approcci di Aula. Abbiamo un'iniziativa che si affianca al disegno di legge finanziaria e che comincia a dare nell'insieme il segnale di un'azione di Governo che esce dalla fase emergenziale che ha connotato il primo avvio dell'esperienza in questa legislatura del centro-sinistra e comincia a dare risposte più vicine ad un assetto definitivo.

È un'iniziativa che politicamente assume il segno di un avvio di normalità, di un'azione di Governo che non risponde alla necessità immediata e pressante di rimettere in sesto i conti pubblici. Tale iniziativa prende atto che il primo contrasto, che è stato anche duro e difficile, alle condizioni disastrose della finanza pubblica che abbiamo ereditato ha avuto un successo in questa legislatura che consente ora di guardare in modo diverso all'utilizzazione delle risorse pubbliche.

E dunque, in questo decreto, e poi con la finanziaria, c'è una nuova attenzione alla distribuzione di risorse che si rendono disponibili, con l'inizio di un'azione di Governo complessivamente attenta alla domanda - anche sociale - che viene dal Paese.

Non voglio dire che questo decreto sia il migliore degli atti normativi che potessimo immaginare, anzi, non possiamo nasconderci che sotto il profilo tecnico nascono alcuni dubbi. Abbiamo colto ieri alcuni elementi nella discussione in Aula, in particolare sulle pregiudiziali di costituzionalità, e io stesso l'ho suggerito, per lasciare agli atti una lettura che potesse in qualche modo ridurre il dubbio della costituzionalità, che alcune delle norme contenute nel decreto potevano e possono fare nascere. Questi, però, sono appunto passaggi tecnici, poi affidati agli ordinari processi ermeneutici e all'azione degli operatori che domani saranno chiamati ad applicare la normativa; non toccano il giudizio politico che, invece, oggi si traduce in una risposta negativa alla richiesta di non passaggio agli articoli.

Comprendo perfettamente che la manovra che si sta mettendo in campo, tra questo decreto e la finanziaria, possa essere per i colleghi dell'opposizione un elemento di preoccupazione politica. Segna, infatti, un cambio d'indirizzo, che andrà perfezionato e approfondito, ma che, dal loro punto di vista, rappresenta un rischio per l'esito politico di quanto il Governo e la maggioranza stanno mettendo in campo. È, però, esattamente questo stesso motivo - rovesciato - che induce la maggioranza a sostenere, invece, la necessità che l'iter di formazione di quest'atto prosegua e che quindi esso sia discusso in quest'Aula, per come lo si vorrà fare, ma possibilmente nella maniera più approfondita, pacata e serena possibile, con un confronto il più aperto possibile, che tuttavia si chiuda con l'approvazione della legge oggi in discussione.

La maggioranza ha compiuto sull'iniziativa in esame un investimento politico importante, perché costituisce un pezzo molto significativo della complessiva azione del Governo nell'attuale fase. Contribuisce - come ho detto - a determinare un primo, corposo e importante segnale al Paese del cambiamento, di una nuova attenzione e di una nuova fase dell'azione di Governo, che è consentita, resa possibile e fondata sia sul risanamento, sia soprattutto sul recupero di risorse e sulla lotta all'evasione fiscale.

Pertanto, la proposta che proviene dai colleghi dell'opposizione va respinta nel suo significato politico più sostanziale. La maggioranza di centro‑sinistra riconosce un'importanza centrale al provvedimento oggi in discussione, ritenendolo un elemento necessario e fondativo della nuova fase dell'azione di Governo. Per tali motivi, pensiamo sia indispensabile proseguire e concludere la trattazione del disegno di legge di conversione in esame in quest'Aula, arrivando alla sua approvazione.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, la richiesta di non passaggio agli articoli è rafforzata da quanto appena detto dal relatore Ripamonti e dal collega Villone. Infatti, questo decreto palesemente continua e reitera un'operazione politica i cui contenuti sono in totale contraddizione con gli obiettivi annunciati. Quindi, delle due l'una: o Governo e maggioranza stanno compiendo una mistificazione nei confronti del Paese oppure la maggioranza non ha ben compreso cosa il Governo propone.

Collega Ripamonti, il deficit pubblico nel 2001, secondo l'EUROSTAT, è stato del 3,2 per cento e nel 2006 del 2,3 per cento; la pregherei quindi di smetterla di inventare numeri nei confronti del Governo di centro-destra. (Applausi dai Gruppi AN, FI e LNP). In ogni caso, avete tanti problemi con il vostro Governo di centro-sinistra che, anche laddove fosse vero, mi sembra che mal comune non faccia mezzo gaudio ma totale tristezza. L'avanzo primario nel 2001 era già stato ridotto al 2,3 per cento e nel 2006 al 2,4 per cento. I numeri ai quali lei fa riferimento sono quelli sbagliati comunicati dal Governo Amato alla Commissione europea e all'EUROSTAT e corretti due anni dopo dallo stesso EUROSTAT. I numeri veri sono quelli che ho ricordato. Ma allora di cosa stiamo parlando in questo decreto?

Il collega Villone ha detto che non bisogna mettere le mani in tasca agli italiani: ci mancherebbe, visto che le mani in tasca agli italiani le avete messe per oltre 45 miliardi di euro (con il decreto Visco-Bersani per 7 miliardi, con la finanziaria 2007 per 32 miliardi, e con decreti vari per la parte restante). Nonostante ciò, avete nascosto, come ben noto e dimostrato dalla relazione comunicata in grave ritardo dal Governo ieri al Parlamento, 23 miliardi di euro di gettito, che a tutt'oggi non sono neanche stati contabilizzati, visto che nella Nota di variazione al DPEF ne avete inseriti solo 19.

Quindi, gioco delle tre carte e trucchi contabili, con il risultato di avere una maggiore pressione fiscale (dal 40,6 al 43,1 per cento), una maggiore spesa pubblica corrente accentrata nei Ministeri, a scelta discrezionale dei Ministri, e un maggiore deficit pubblico, che la Banca d'Italia ha certificato essere quest'anno attorno all'1,5 per cento, dando retta ai dati del Governo, ma che, se registrassimo le entrate vere, sarebbe dell'1,2 per cento. Andate quindi a raddoppiare ildeficit pubblico, che nei dati tendenziali, senza le vostre manovre, sarebbe quest'anno dell'1,2 per cento, non del 2,4 per cento.

Ecco la mistificazione di questo decreto. La proposta di non passaggio all'esame degli articoli significa chiarire, delle due l'una: o maggioranza e Governo sono consapevoli di quanto fanno e quindi in contrasto con i loro obiettivi, perché si frena lo sviluppo, si aumenta il deficit pubblico e non si fa equità sociale (con 41 miseri centesimi al giorno agli incapienti come una tantum, 81 miseri centesimi al giorno alle pensioni minime e 41 euro al mese ai cosiddetti bamboccioni, e ci siamo stancati di ripetere queste cose) e quindi sono consapevoli di mistificare il messaggio all'opinione pubblica e cioè di dire che si assumono provvedimenti per lo sviluppo, il risanamento e l'equità sapendo che invece si sta frenando lo sviluppo e aumentando ildeficit senza fare equità fiscale e sociale, oppure occorre che la maggioranza rifletta, legga i documenti del Governo e si renda consapevole che quanto sta per approvare è un decreto che disperde le risorse a pioggia, non aiuta i deboli, frena la crescita e aumenta il deficit pubblico.

Lo avete già fatto con il decreto tesoretto di luglio e vi apprestate a farlo con il decreto del 1° ottobre e con il disegno di legge finanziaria, per un totale complessivo di ben 25 miliardi di euro, che corrisponde esattamente al maggior deficit che determinerete quest'anno e l'anno prossimo, dal quale andrà sottratto parzialmente quel tesoretto che state nascondendo e preparando per il 2008. Sfido chiunque, infatti, (e accetto qualunque scommessa) che dalla relazione unificata sull'economia e le finanze del marzo 2008, laddove questo Governo fosse ancora in vita, emergerà un nuovo tesoretto, cioè un nuovo gettito oggi costruibile e calcolabile, non contabilizzato, così da poter pronunciare ancora una volta la più clamorosa delle menzogne, e cioè che nascondendo i numeri e facendoli emergere qualche mese dopo si fa la lotta all'evasione.

Francamente, c'è molta tristezza in queste mie parole ma ci dovrebbe essere un pizzico di vergogna da parte della maggioranza e del Governo. (Applausi dai Gruppi AN e FI e del senatore Davico).

 

LEGNINI (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LEGNINI (Ulivo). Signor Presidente, la richiesta di non passaggio all'esame degli articoli è supportata da una motivazione chiaramente pretestuosa.

L'articolo 12 del decreto cui si riferisce il senatore Davico reca una reintegrazione del fondo destinato all'istruzione per coprire il conseguimento parziale dell'obiettivo di riduzione del personale ATA. Ricordo all'Aula che la legge finanziaria del 2006 prevedeva in un anno solo un obiettivo, troppo ambizioso, di riduzione di questo personale di 43.000 unità, che esso è stato conseguito solo in parte per 14.000 unità, ma che a tale obiettivo non si rinuncia nel triennio poiché l'aggiornamento contenuto nel disegno di legge finanziaria reca una cifra di 47.000 unità da raggiungere entro il 2011, con una scansione annuale più articolata che porta ad un effettivo risparmio in questo comparto di spesa. Credo che tutto possiamo dire ma non che il Ministero dell'istruzione sia stato poco attento alle esigenze di razionalizzazione e di riduzione della spesa. Il conseguimento di un obiettivo di tal genere in così poco tempo credo sia da sottolineare come risultato importante.

La richiesta avanzata dai colleghi, però, mira ad altro, e cioè a bloccare l'operatività di questo decreto sulla scorta delle argomentazioni testé svolte dal senatore Baldassarri e prima ancora dal senatore Ciccanti che meritano alcune argomentazioni di contrasto. Credo che tutto il volume di argomenti polemici sollevati sui decreti nn. 81 e 159, manovre in corso d'anno che hanno provveduto ad una utilizzazione virtuosa dell'extragettito che si è determinato, sia destituito di fondamento perché si basa su critiche anch'esse pretestuose.

L'opposizione sostiene che non dovevamo e non potevamo utilizzare quelle risorse in quanto ciò determina un peggioramento dei saldi, oltre al fatto che le utilizziamo non per conseguire gli obiettivi indicati nei documenti di politica economica e finanziaria del Governo, nel DPEF e, più nel dettaglio, nel famoso comma 4 della legge finanziaria per il 2007, ma per finalità di altro tipo, criteri di interventi a pioggia, dissipazione di denaro. Basta esaminare attentamente il contenuto dei due provvedimenti - in particolare quello di cui stiamo discutendo - per trarre argomenti solidi circa la totale infondatezza e la pretestuosità degli argomenti che sono stati al riguardo spesi.

A me preme sottolineare un ulteriore dato, e cioè che si assume che i saldi peggiorano. Non comprendo come si possa sostenere una tesi del genere se si considera che il risultato del combinato della manovra finanziaria dello scorso anno, dei due decreti e della manovra di bilancio di cui discuteremo nei prossimi giorni è quello di un netto miglioramento dei saldi rispetto agli obiettivi concordati in sede europea.

Si sostiene che potevamo fare di più. E certo che potevamo fare di più. Si sostiene che potevamo accelerare sul piano del risanamento. E certo che potevamo accelerare sul piano del risanamento. Ma si può sostenere questa tesi e al contempo dire che si fa poco per le infrastrutture, per l'equità e per la riduzione della pressione fiscale? Non si possono sostenere queste tesi tutte insieme. Mi sembra un'ovvietà. Non si possono sostenere queste tesi perché - questo vale per noi - o si tengono insieme tutti e tre gli obiettivi della politica economica e finanziaria del Governo - il risanamento, lo sviluppo e la crescita -, oppure non si regge la politica economica e finanziaria del Governo. Dal momento che noi crediamo che questa politica sia quella di cui il nostro Paese ha bisogno, riteniamo che al verificarsi del miglioramento delle entrate (e comunque, in generale, delle condizioni della finanza pubblica) debba conseguire un'accentuazione dell'impegno del Governo nella direzione di misure di sostegno allo sviluppo e all'equità sociale.

Voglio ricordare che i due provvedimenti - quello in discussione e quello di luglio - determinano, in combinazione con il rilevamento dell'extragettito, un miglioramento dello 0,4 per cento rispetto al dato di indebitamente netto programmato: il 2,8 era il dato programmato, mentre noi ci attesteremo a fine 2007 sul 2,4 per cento. Si è obiettato che se il Governo non avesse fatto nulla, la situazione della finanza pubblica - come dicevo prima - ci avrebbe portato ad un risultato dell'1,9 per cento al netto della manovra di luglio e all'1,5 al netto del decreto di cui stiamo discutendo. La verità è che queste misure non corrispondono compiutamente agli obiettivi che noi vorremmo porci sul tema dello sviluppo e dell'equità sociale.

Vorrei ricordare ai senatori Baldassarri e Ciccanti che i risultati economici e finanziari di cui stiamo discutendo, non soltanto sono migliori di quelli che erano stati programmati e previsti, ma non sono neanche lontanamente comparabili a quelli che furono conseguiti nel quinquennio di Governo del centro-destra. Ricordo all'Aula che il rapporto deficit-PIL nel 2002 veniva previsto nella misura dello 0,5 per cento e che l'esercizio si chiuse invece con un 2,5 per cento, ossia cinque volte di più di quanto era stato programmato. Nel 2003 avevate programmato l'1,5 per cento di indebitamento netto, mentre il rendiconto recava un risultato del 3,5 per cento, ossia più del doppio. Nel 2004, dal 2,2 programmato si arrivò al 3,5; nel 2005 dal 2,7 al 4,2. Ma vogliamo parlare, come avete fatto voi, dell'andamento dell'avanzo primario, questa speciale forma di accumulazione che con il nostro Governo è tornata a crescere a ritmo sostenuto (ricordo che la Nota di aggiornamento al DPEF prevede che si assesti al 2,7 per cento nel corrente anno e al 2,9 per cento nel 2008)? Ebbene, nel vostro quinquennio l'avanzo primario è sceso da un solido 5,3 per cento del 2001 allo 0,1 per cento nel 2006; avete divorato il risparmio che era stato accumulato con le politiche degli anni trascorsi.

Vi è, tuttavia, un altro argomento che viene speso a sostegno del blocco, dell'asserita erroneità ed inefficacia di queste manovre espansive, costituito, signor Presidente, dal fatto che l'extragettito non sarebbe esattamente individuato relativamente alla sua parte strutturale e a quella una tantum e che, quindi, il Governo non avrebbe fatto fino in fondo chiarezza sui conti, sulla natura e sul carattere permanente ovvero strutturale delle entrate. Su questo punto, abbiamo da ieri una novità importante: la relazione rimessa dal Governo, dal vice ministro Visco, sui risultati della lotta all'evasione, sull'esatta individuazione della natura dell'extragettito e sulla qualificazione del suo carattere permanente e strutturale; ma su questi argomenti torneremo nel prosieguo della discussione perché questa relazione, essa sì, merita attenzione e valutazione anche per misurare la congruità della manovra di bilancio di cui discuteremo nei prossimi giorni e settimane.

Ecco perché ritengo di votare contro la proposta di non passare all'esame degli articoli. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE e IU-Verdi-Com).

 

DAVICO (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DAVICO (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Davico, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della proposta di non passare all'esame degli articoli NP1, avanzata dal senatore Davico.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Seduti, per favore! Il presidente Baccini ha votato? Affrettarsi!

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Prima di procedere all'esame degli articoli, vorrei raccomandare all'Assemblea il massimo possibile di attenzione e di speditezza, prendendo atto della buona volontà, dal momento che in Aula sono stati ritirati alcuni emendamenti anche dall'opposizione, del fatto che il lavoro che abbiamo di fronte è faticoso, che i tempi sono contingentati e che l'obiettivo politico che con i Capigruppo ci siamo posti è di lasciare alla 5a Commissione il tempo necessario per esaminare la settimana prossima la legge finanziaria.

Passiamo dunque all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Procediamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, l'emendamento 1.2 serve a riportare l'azione del Governo in materia di politica fiscale al contenuto della finanziaria del 2007. Secondo la finanziaria, le eventuali maggiori entrate dovrebbero essere utilizzate per la riduzione della pressione fiscale e tale dovrebbe essere lo scopo di questo inutile decreto.

Invece questo decreto-legge, che credo sia dettato da null'altro che dalla paura di perdere le prossime elezioni, dispone spese a pioggia senza rendersi conto che in realtà si dovrebbe fare un'azione di contenimento della spesa pubblica e migliorare i saldi ovvero, come vorrebbe la finanziaria, restituire le imposte pagate in più dai contribuenti. Questo decreto‑legge non lo fa, anzi dispone una serie di spese, per cui francamente sarebbe meglio non passare neanche all'approvazione del decreto o comunque ritornare alla base di ciò che era stato fatto.

Ieri è stato diffuso un documento, francamente imbarazzante, del Ministro o del Vice ministro dell'economia e delle finanze, sui risultati della lotta all'evasione. È un documento che nella prima pagina sembra un riassunto di quello che avrebbe potuto fare un Ministro della cultura popolare della stampa e propaganda di regime, perché si dicono cose che non hanno alcun senso, tant'è vero che nella parte poi dove si spiega la politica fiscale si smentiscono le premesse politiche. Si assumerebbe che in questo Paese esiste una enorme evasione e che i cittadini, da quando esiste il radioso Governo di centro-sinistra, sono lieti di pagare le tasse, perché forse hanno paura di non adottare questo comportamento; in realtà poi si spiega che il gettito è aumentato semplicemente perché le misure non antielusive, ma di spremitura (soprattutto dell'impresa), hanno funzionato. Grazie, era facile.

Detto questo, visto che la pressione fiscale è salita di due punti nell'ultimo anno, bisognerebbe invece tornare ad una pressione fiscale più ragionevole, ad un rapporto più civile tra cittadini e contribuenti. Non si deve pensare che i contribuenti siano tutti dei potenziali evasori che non vogliono fare il loro dovere; bisognerebbe pensare che invece forse il livello di pressione fiscale è eccessivo sia con riferimento ai singoli contribuenti, sia con riferimento alla necessità di consentire di disporre di maggiori risorse per poter procedere ad uno sviluppo un po' meno stentato del Paese.

Per questi motivi, l'emendamento mira a riportare la questione, a rimettere sui piedi ciò che fino adesso era capovolto sulla testa e a far sì che venga veramente applicato il comma 4 dell'articolo 1 della finanziaria, restituendo ai contribuenti, per via di una minore pressione fiscale, il maltolto sottratto da questo Governo che, anziché prevedere misure di contenimento della spesa, anziché ascoltare quello che dicono importanti organismi internazionali a tutti i livelli (dal Fondo monetario all'Unione Europea), ma anche raccomandano organismi interni (come ad esempio la Banca d'Italia), dunque anziché migliorare e contenere la spesa pubblica diminuendo la pressione fiscale si dà alla spesa facile.

Caro Presidente, siamo tornati, alla politica di Agostino Magliani, a quella della spesa facile, ma questo non fa bene al Paese e neanche a chi la sta disponendo attualmente, perché giustamente i cittadini non gradiscono e si rivolteranno contro una politica di questo tipo, che spreca le loro risorse per finanziare una sorta di contiguità politica di coloro che sono vicini a questo Governo in via di chiusura. (Applausi dal Gruppo FI).

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, interverrò molto brevemente. Di fronte a queste entrate fiscali che vengono, per così dire, sperperate in mille rivoli, noi abbiamo posto il seguente problema. Ci sono 4,8 milioni di contribuenti che devono ricevere dall'amministrazione finanziaria 24,4 milioni di euro, 10,9 dei quali a rischio prescrizione, se questo decreto non verrà corretto con una norma specifica, quella contenuta nell'emendamento 1.500 che ho presentato.

Non si può tollerare che questi contribuenti non ricevano quanto vantano nei confronti dello Stato per il rischio che il credito cada in prescrizione per inattività dell'Amministrazione finanziaria; non si possono punire i contribuenti onesti che hanno sollecitato tali rimborsi. Crediamo che questa proposta sia un atto di giustizia per evitare che queste norme di risorse fiscali vengano prescritte.

 

SACCONI (FI). Signor Presidente, con l'emendamento 1.0.3 vogliamo proporre un tema straordinariamente attuale, come quello relativo ad una diversa tassazione delle componenti variabili del salario - come sono gli straordinari, i premi, gli incentivi, le liberalità - che dovrebbe essere secca, definitiva, moderata (nel senso che viene qui calcolata nella misura del 50 per cento dell'aliquota applicata alla persona nel precedente biennio). In questo modo si incoraggia il rapporto tra il salario, la maggiore produttività del lavoro e la maggiore competitività dell'impresa.

Ragionevolmente l'onerosità dell'emendamento è largamente compensata dall'emersione di molti redditi che oggi sono in parte inevitabilmente sottratti alla tassazione perché le parti frequentemente possono colludere nel pagamento in nero di queste prestazioni, stante l'altissimo livello della pressione fiscale e il definirsi quindi di aliquote marginali proprio in relazione a redditi più virtuosi, come sono appunto quelli che si collegano ad esigenze di flessibilità organizzativa o di maggiore produttività del lavoro nell'impresa.

 

PRESIDENTE. Il restante emendamento e gli ordini del giorno si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, l'emendamento 1.1 interviene sull'articolo 1, che definisce la destinazione delle maggiori entrate: il parere è contrario perché fondamentalmente destina le maggiori entrate in prevalenza - ad eccezione di una quota molto bassa di 835 milioni - al raggiungimento dei saldi di finanza pubblica. Tra l'altro, l'emendamento non tiene conto delle novità previste dalla Nota di aggiornamento del Documento di programmazione economico-finanziaria.

Esprimo parere contrario anche sull'emendamento 1.2, che interviene sulla stessa materia con la differenza, rispetto alla proposta precedente, di destinare tutte le maggiori entrate alla riduzione del carico fiscale.

Anche sull'emendamento 1.500 il parere è contrario.

L'emendamento 1.0.3 affronta un tema rilevante - al di là che nel merito si possa condividere o meno - tra l'altro presente anche nel dibattito tra le organizzazioni sindacali, che è quello di intervenire sulla tassazione degli straordinari.

Il relatore, dunque, nell'esprimere il parere chiede al senatore Sacconi di ritirare questo emendamento in quanto si tratta di una materia che può benissimo essere affrontata - e probabilmente con maggiore coerenza rispetto al provvedimento - nel Protocollo sul welfare. Qualora il senatore Sacconi non fosse disponibile, esprimo parere contrario.

Passando poi agli ordini del giorno, il G1.100 a firma del senatore Calderoli, impegnerebbe il Governo, nell'ambito della politica di contenimento della spesa pubblica, a prevedere un ridimensionamento quantitativo dell'Esecutivo, con particolare riferimento al numero dei Sottosegretari. Si tratta di un tema oggetto di discussione politica ormai da diverso tempo. Ne abbiamo già discusso anche in Aula allorché il senatore Calderoli presentò un ordine del giorno che andava proprio in questa direzione. La mia proposta è di affrontare la materia in sede di esame del disegno di legge finanziaria perché penso che tale argomento potrebbe essere meglio collocato in quella sede.

Aggiungo che esiste anche un problema di prerogative del Presidente del Consiglio che, con l'accoglimento di un ordine del giorno del genere, potrebbero essere messe in discussione. Quindi, il parere è contrario.

Con l'ordine del giorno G1.101 il senatore Calderoli chiede, sempre nell'ambito della politica di contenimento della spesa pubblica, di prevedere una riduzione complessiva della spesa nel quadriennio di programmazione di almeno 2,6 punti percentuali. Ovviamente si tratta di una proposta legittimamente avanzata, ma al riguardo ricordo che essa è in contrasto con quanto il Parlamento ha già votato in sede di approvazione del Documento di programmazione economico-finanziaria e della relativa Nota di aggiornamento.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo è conforme, nell'espressione del parere, a quello formulato dal relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1, sul quale relatore e Governi sono contrari.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, ha fatto bene a parlare di "Governi" al plurale: è un lapsus nel senso che magari, nei prossimi mesi, avremo modo di trovarne un altro.

Questo Governo sicuramente ha la memoria corta. Giustamente il collega Legnini ha cercato di tamponare la situazione, dicendo che sono stati migliorati un po' i saldi, sebbene si sarebbe dovuto fare di più, ma che ciò non è stato possibile per via della "cugina", del "nipote", delle manifestazioni che ci sono tutti i giorni, dei lavoratori socialmente utili, dello Stretto (che non si sa se chiuderlo o tenerlo aperto), della necessità di prevedere qualcosa per la Calabria e quant'altro. Tutto ciò però ci ha fatto dimenticare delle promesse.

Colleghi, se la legge conta qualcosa, ricordo che l'articolo 1, comma 4, del disegno di legge finanziaria 2007, che abbiamo citato tutti, prevedeva che le eventuali maggiori entrate, a carattere permanente, dovessero essere destinate prioritariamente al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e, in secondo luogo, alla riduzione della pressione fiscale finalizzata al conseguimento degli obiettivi di sviluppo ed equità sociale, dando priorità a misure di sostegno del reddito di soggetti appartenenti alle fasce più deboli. Nel provvedimento oggi in discussione non si sostengono le fasce più deboli, al massimo si aiutano gli incapienti, che con tutte le possibili trattenute, arriveranno ad avere circa 80 euro in più. Si prevede il caffè una tantum al pensionato; la pressione fiscale forse si riduce dello 0,1 per cento e il saldo della pubblica amministrazione alla fine aumenta dello 0,1 per cento.

Noi non avremo fatto benissimo, ma non avevamo un miliardo di euro in più al mese di entrate provenienti dalle tasche dei cittadini come invece avete avuto voi. Avevate l'obbligo, lo avete dichiarato, di restituire quei soldi ai cittadini e, prima di tutto, a chi paga. Noi ricordiamo quel Nord evasore che esiste soltanto nelle vostre menti persecutorie e il vice ministro Visco oggi sui giornali ha giustamente avuto quel che si meritava. Ma dov'è la tanto decantata evasione del Nord se sull'IRAP, in termini medi, abbiamo una evasione massima, dichiarata poi nella tabella, fino al 2005, del 26 per cento e sacche di lavoro completamente nero nelle zone della Puglia e della Campania, nelle quali la Guardia di finanza non va, perché i vostri Ministri la mandano al Nord, non dagli evasori della Calabria? Poi magari si spostano anche i giudici. Ma invece di spostare i giudici, mandate qualche controllo in più dove l'evasione è reale. (Applausi dal Gruppo LNP).

Noi magari diciamo qualcosa di semplice. Mantenete fede agli impegni che avete preso nella passata finanziaria, date quello che dovete per sistemare il debito pubblico e restituite a chi ha pagato in eccesso. (Applausi del Gruppo LNP e del senatore Vizzini).

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1,1, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 1.2, presentato dal senatore Vegas e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Senatore Eufemi, mantiene l'emendamento 1.500?

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, non posso ritirarlo. Non ho sentito alcuna dichiarazione, ma solo una valutazione complessiva, quindi ribadisco la necessità di impedire la prescrizione per i rimborsi fiscali.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.500.

 

FRANCO Paolo (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.500, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno G1.100.

 

CALDEROLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CALDEROLI (LNP). Signor Presidente, erroneamente il relatore ha fatto riferimento ad un ordine del giorno da me presentato, in sede di esame della Nota di aggiornamento del DPEF. Non era un ordine del giorno, ma un emendamento con cui si impegnava il Governo a prevedere un ridimensionamento della compagine governativa con particolare riferimento ai Sottosegretari.

Correttamente, il relatore ha parlato dell'autonoma potestà del Presidente del Consiglio in relazione al numero dei Ministri, ma pochi giorni fa abbiamo letto una dichiarazione del Presidente del Consiglio in cui egli affermava che il numero dei Ministri dipendeva invece da una scelta dell'onorevole Fassino e dell'onorevole Rutelli e quindi questa potestà non è stata esercitata.

In questa sede, numerosi esponenti anche di rilievo avevano espresso il loro accordo rispetto alla proposta, ma avevano giudicato non competente la sede in cui si andava a ridiscutere, cioè quella dell'esame della Nota di aggiornamento del DPEF. Correttamente, colleghi anche di maggioranza avevano presentato emendamenti che avanzavano in termini ordinatori la proposta di quell'emendamento alla proposta di risoluzione sulla Nota di aggiornamento, ma in sede di Commissione quegli emendamenti sono stati dichiarati inammissibili; la stessa inammissibilità verrà dichiarata anche rispetto agli emendamenti riproposti in Aula, per disomogeneità della materia. Cosa ci sia di omogeneo in questo decreto mi sembra difficile trovarlo, comunque posso accogliere questa valutazione e giudicare condivisibile l'inammissibilità.

Se però quest'Aula ha veramente la volontà di dare un indirizzo al Governo rispetto al sovradimensionamento del suo organico (ricordiamo che questo è il record storico della storia della Repubblica), se si dovrà discutere in sede di legge finanziaria, dovremo esprimerci con un ordine del giorno dando appunto un indirizzo. Può darsi che quest'Aula sia contraria al fatto che quel sovradimensionamento sia eccessivo e che debba essere confermato, ma con questi temi aperti sui costi della politica è bene che ciascuno si assuma la responsabilità di esprimere se giudica conforme al momento storico la presenza di un Governo di 103 elementi.

Purtroppo, sappiamo benissimo che questa impossibilità a procedere non è dettata da una volontà, ma dall'impossibilità di farlo, perché molti di essi sono stati dimissionati e non certo spontaneamente anche da queste Assemblee e hanno perso la carica di deputato o senatore e oggi si verificherebbe il fatto incredibile di dover dimissionare qualcuno che era stato prima costretto a dimettersi nonostante la volontà espressa dagli elettori.

Chiedo quindi un voto a sostegno di questo ordine del giorno, senza nascondersi più dietro ai giochini: se si vuole ridurre il numero dei rappresentanti del Governo, si vota a favore, se si esprime voto contrario, vuol dire che si vuole mantenerlo e mantenere e accrescere i costi della politica.

 

PRESIDENTE. Mi pare che il senatore Calderoli non abbia quindi accolto l'invito al ritiro.

 

VEGAS (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, dichiaro il mio voto a favore dell'ordine del giorno, perché prima o poi questa materia, che viene esaminata soltanto dalla stampa, se si vuol darle dignità, dovrebbe essere affrontata nella sede opportuna che è il Parlamento. Una tecnica di diniego dell'ammissibilità degli emendamenti che fa sì che sempre siano rinviati ad un'altra sede credo che debba finire, quindi penso sia giusto condividere quest'ordine del giorno e affrontare la materia direttamente, se non qui, certamente nella discussione sulla finanziaria.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, il mio voto su quest'ordine del giorno sarà conforme all'orientamento del relatore.

Volevo approfittare però dell'occasione fornita dalla presentazione di quest'ordine del giorno per informare l'Aula - poiché si tratta di un tema di grande rilievo politico - dell'orientamento che esplicitamente ho già annunciato in Commissione bilancio a proposito degli emendamenti che riguardano questa materia.

Com'è stato correttamente ricordato dal senatore Calderoli, da parte di colleghi erano stati presentati emendamenti al decreto che, in buon sostanza, contenevano la scelta, anche a fini di riduzione della spesa pubblica, di ripristinare in vita - lo dico adesso in maniera sbrigativa - la legge Bassanini sulla struttura del Governo.

Quegli emendamenti al decreto sono stati da me giudicati inammissibili. Ho chiarito tuttavia che, dato il loro carattere volto a ridurre strutturalmente la spesa pubblica, essi saranno considerati ammissibili in occasione della discussione sulla legge finanziaria: come tali, infatti, sono già stati ripresentati e considerati.

Per questo, dal momento che in Commissione è già in corso la discussione sulla legge finanziaria ed è ormai imminente la votazione su questi emendamenti (visto che in Commissione stiamo già procedendo alle votazioni sugli emendamenti e che questi emendamenti, in particolare, sono stati considerati ammissibili) e dal momento che l'Aula sarà impegnata nella votazione degli emendamenti alla finanziaria a distanza di dieci giorni, penso che sia la soluzione migliore rinviare a quella sede, dove potremo pronunciarci su emendamenti e non solo su ordini del giorno, in modo impegnativo per tutti.

In ogni caso, per questa ragione - mi rivolgo alla maggioranza - spero che la proposta del relatore venga accolta e che, in questa sede, si voti contro quest'ordine del giorno, per affrontare il tema, ripeto, in modo risoluto sugli emendamenti che sono stati presentati in proposito.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, esattamente per le ragioni illustrate adesso dal presidente Morando, il Gruppo di Alleanza Nazionale è favorevole all'ordine del giorno G1.100, proprio perché impegna da subito Parlamento e Governo nei sensi e sulle linee indicate dal presidente Morando.

Il collega Calderoli ha già ricordato un po' il giochetto che è stato fatto in passate occasioni. Non vedo perché si debba esprimere ora un parere contrario soltanto per il fatto che, fra qualche giorno, l'argomento verrà discusso in sede di legge finanziaria: è un ordine del giorno e rafforzerebbe quell'opinione.

Capisco l'imbarazzo che può avere la maggioranza nel votare un ordine del giorno con questo contenuto poiché, come abbiamo visto tutti, dal 14 ottobre c'è un Presidente del Consiglio che rivendica pro tempore la potestà di decidere il numero dei Ministri e c'è un altro Presidente del Consiglio, in pectore, che invece invita il Presidente del Consiglio pro tempore a tagliare a metà il numero dei Ministri. La maggioranza, dunque, ha tutta la nostra comprensione per l'imbarazzo ad esprimere un voto favorevole rispetto ad un ordine del giorno che ripete esattamente ciò che negli ultimi mesi abbiamo detto tutti, maggioranza compresa.

Per questo motivo il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore di quest'ordine del giorno.

 

FRANCO Paolo (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'ordine del giorno G1.100, presentato dal senatore Calderoli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno G1.101.

 

CALDEROLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CALDEROLI (LNP). Signor Presidente, non avevo dubbi sul parere del relatore e del rappresentante del Governo.

Ne approfitto per segnalare che c'è un andamento altalenante del volume degli interventi per cui, mentre quando parla un membro della maggioranza c'è un certo volume dell'audio, quando interviene un membro dell'opposizione è costretto a sgolarsi perché non si sente niente. Non vorrei che tra le tante discriminazioni ci fosse anche questa. Pregherei, dunque, l'addetto di adeguare l'audio, in modo che sia garantita la par condicio, almeno in termini di volume dell'intervento.

Signor Presidente,tutte le volte ci viene detto (la ringrazio perché la voce è arrivata) che lo farete domani e purtroppo la menzogna inizia ad essere ripetuta e questo pomeriggio avrò modo di parlare delle menzogne soprattutto quando vengono da una certa Commissione.

Gli ordini del giorno non sono un disposto normativo; sono un atto di indirizzo rispetto al Governo e alle posizioni che dovrà assumere in sede di Commissione e poi in Aula. Il fatto di voler votare contro la riduzione dei rappresentanti del Governo sta a significare che questa Assemblea, questi senatori non vogliono che vengano ridotti i numeri. Così come nel successivo, dove tutti si richiamano alla volontà di razionalizzare e contenere la spesa pubblica, la spiegazione che venne data in sede di Nota di variazione al Documento di programmazione economico-finanziaria fu che lo si sarebbe affrontato; oggi addirittura il relatore ci dice che contrasta.

Questo ordine del giorno, che fra l'altro è la fotocopia di un emendamento al Documento di programmazione economico-finanziaria presentato da esponenti di maggioranza e poi scomparso nel nulla, non fa altro che ribadire le stesse richieste del Governatore della Banca l'Italia e le richieste che ci vengono dall'Europa. Quindi o c'è la volontà di impostare un contenimento della spesa pubblica, e lo si deve dimostrare politicamente approvando l'ordine del giorno in esame, o diversamente si deve riconoscere che si vuole fare una politica della spesa, come il decreto-legge dimostra. Quindi, o si vuole contenere o si vuole sperperare e purtroppo per acquisire dei voti.

Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Calderoli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

 

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'ordine del giorno G1.101, presentato dal senatore Calderoli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Sull'emendamento 1.0.3 è stata avanzato un invito al ritiro. Senatore Sacconi, insiste nella votazione?

 

SACCONI (FI). Signor Presidente, ringrazio il relatore per l'attenzione che ha voluto prestare all'emendamento 1.0.3 chiedendone il ritiro affinché venga esaminato nel disegno di legge relativo al recepimento del recente accordo su lavoro e pensioni. Osservo tuttavia che con ogni probabilità quella legge delega sarà sostituita da emendamenti direttamente prescrittivi che il Governo presenterà al disegno di legge finanziaria, caricandoli con il voto di fiducia, impedendo quindi al Parlamento di esaminare la materia.

Si discute molto e giustamente dei bassi salari nel nostro Paese e del loro andamento piatto e moderato nel corso degli ultimi 15 anni. Il tema può essere affrontato concretamente con l'emendamento in esame che è disegnato all'insegna del lavorare di più per guadagnare di più. Quindi insisto nella richiesta del voto.

Chiedo che straordinari e premi aziendali vengano così sottratti all'ingiusta progressività che li penalizza; chiedo una sostanziosa detassazione di queste parti virtuose del salario per sostenere i redditi da lavoro e insieme la competitività delle imprese. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 1.0.3.

 

FRANCO Paolo (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Signor Presidente, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, intervengo per svolgere una breve dichiarazione di voto a favore dell'emendamento in esame, per due ragioni.

La prima è che in quest'Aula ho sentito dire tantissime volte, da tutte le parti politiche, che bisogna sostenere il reddito ed il potere d'acquisto dei lavoratori.

La seconda è che la formulazione di questo emendamento a me pare vada totalmente nel senso di uno dei punti del cosiddetto Protocollo sul welfare, in cui le parti sociali ed il Governo hanno concordato di procedere a incentivare, attraverso una minore tassazione, l'orario straordinario, anche perché così emergerebbe una parte del lavoro sommerso. Così ho letto nelle varie stesure, che sono cambiate nei giorni da una parte all'altra; ma questo punto è già lì.

Allora, abbiamo oggi l'occasione di cominciare a realizzare un pezzo di quel Protocollo, con l'accordo delle parti sociali, votato da un referendum di lavoratori, più o meno politicamente giudicabile (a mio avviso, positivamente). A questo punto, non vedo per quale motivo non votare a favore dell'emendamento 1.0.3, che, peraltro, non comporta costi. In realtà, se calcolassimo - come si dovrebbe fare - l'emersione del lavoro sommerso che esso incentiva, nei confronti dello straordinario e di queste forme di retribuzione, sarebbe francamente un gioco a somma positiva - come si suol dire - per tutti.

Per questo motivo, voteremo a favore dell'emendamento in esame.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.0.3, presentato dal senatore Sacconi e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

GARRAFFA (Ulivo). (Indicando il senatore Menardi). Deve togliere la scheda, signor Presidente!

 

PRESIDENTE. Questi problemi si affrontano prima del voto; dopo è inutile parlarne, senatore Garraffa.

 

GARRAFFA (Ulivo). Ci sono i prestigiatori!

 

PRESIDENTE. Non consigli troppo il Presidente sul da farsi, la prego.

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

STIFFONI (LNP). Signor Presidente, gli emendamenti 2.3 e 2.9 sono ritirati.

L'emendamento 2.10 prevede che le risorse di cui al comma 3 siano destinate prioritariamente alla rete ferroviaria nei territori montani o per le principali tratte viarie europee (come il corridoio multimodale n. 5, l'asse pedemontano e altri) ed è talmente chiaro che non ha bisogno di illustrazione.

 

GALLI (LNP). Signor Presidente, intervengo per ricordare, a proposito dell'emendamento 2.4, una delle tantissime opere assolutamente indispensabili nelle Regioni settentrionali (in questo caso, in particolare, nell'area lombarda dell'hinterland milanese, intasata dal punto di vista del traffico). Sarebbe comunque di per sé una piccola cosa, vista la modesta spesa richiesta, ma un segnale importante per una Regione ed un territorio che garantiscono un gettito fiscale ed un contributo economico al Paese assolutamente incredibili rispetto alla media nazionale.

Si tratta di un territorio che rientra nell'area lombarda, la quale - lo ricordiamo - perde ogni anno 5.700 euro per abitante, tra quanto dà allo Stato e quanto complessivamente riceve dalla cosa pubblica. Comunque, sarebbe una situazione da sanare, per rendere adeguata questa zona italiana al livello europeo di quelle analoghe, ad alta industrializzazione. Si tratta veramente di una piccola cosa, che però rappresenterebbe un segnale importante da parte dell'attuale maggioranza verso questo problema settentrionale, di cui tanto si riempie la bocca quando fa i congressi nelle nostre Regioni, ma di cui dopo si dimentica in fretta, quando riparte da Linate o da Malpensa (finché ci sarà Alitalia, poi faranno qualcos'altro).

Per tale ragione peroriamo veramente questo intervento, che si rivolge ad un'area particolarmente intasata del Paese, e non a caso, perché ha dato tantissimo alla collettività negli ultimi sessant'anni e oggi paga pesantemente questo contributo in termini di impatto ambientale e di mobilità. Sarebbe un segnale di ritorno importante da Roma per chi negli ultimi sessant'anni, e ancora oggi, mantiene tanta gente che anche in questa Aula è oggi presente.

 

FORTE (UDC). Signor Presidente, gli emendamenti 2.5 e 2.6 sono stati ritirati.

Quanto all'ordine del giorno G2.500, sottolineo come su di esso si sia registrato unanime consenso in Commissione.

 

ALLEGRINI (AN). Signor Presidente, l'emendamento 2.8 vuole risolvere l'annoso problema del completamento di un'opera quale la trasversale Orte-Civitavecchia, ovvero la strada statale 675 umbro-laziale. Attualmente è in fase concorsuale lo stralcio A del primo lotto, 3° tronco, per 7 chilometri che, verosimilmente, sarà aggiudicato nei primi di gennaio 2008.

Il completamento dell'opera è importantissimo, perché essa collega l'Adriatico al Tirreno e per questo occorre una cifra stimata intorno ai 250 milioni di euro. La Regione Lazio ha già stanziato 100 milioni di euro; si chiede al Governo di completare il finanziamento, anche perché ciò risponde a un preciso impegno assunto dal ministro Di Pietro lo scorso anno presso la prefettura di Viterbo.

 

LEONI (LNP). Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento 2.10, da noi c'è un detto: «Tutte le strade portano a Roma». Però la nostra gente non solo a Roma deve andare, anche perché ci sono città con cui il Nord si interfaccia molto più importanti di Roma dal punto di vista economico. Le posso garantire che le strade che vanno al di là delle Alpi sono state tracciate da Annibale e da Napoleone. Dunque, abbiamo la necessità profonda di dare respiro ad un'area del Paese, che poi sappiamo mantiene il resto dell'Italia.

Vorrei dare un suggerimento gli amici e colleghi della maggioranza, in particolar modo ai senatori del Nord, che ricorderanno sicuramente come si attivavano i Governi della prima Repubblica: iniziavano molti lavori e non li portavano mai a termine. Adesso siamo di fronte a situazioni assurde con opere per la realizzazione di strade che non sono mai state portate a termine. Chiediamo almeno attenzione per portare a termine queste opere che vergognosamente non sono finite. In particolar modo, chiedo di dare respiro all'aeroporto di Malpensa dove ancora adesso la bretella per il collegamento con l'autostrada Milano-Torino non è stata ancora attuata.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti e l'ordine del giorno si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. L'emendamento 2.2 utilizza alcuni finanziamenti finalizzati ad interventi sulla rete tradizionale delle Ferrovie.

 

ASCIUTTI (FI). È ritirato! Sveglia!

PRESIDENTE. Senatori, per favore, stiamo lavorando.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, l'emendamento 2.2 vive o è stato ritirato?

 

PRESIDENTE. L'emendamento vive.

 

RIPAMONTI, relatore. Allora, chiedo ai colleghi di evitare gli schiamazzi, perché se l'emendamento ancora vive io devo esprimere il parere.

 

PRESIDENTE. Stiamo facendo proprio questo e l'Aula sa che non deve schiamazzare.

 

RIPAMONTI, relatore. Quindi, l'emendamento 2.2, presentato dal senatore Ciccanti, prevede di utilizzare alcuni finanziamenti indirizzati alle Ferrovie dello Stato per la realizzazione di interventi sulla rete tradizionale che contemplano la costruzione di una strada e di un ponte.

Colgo l'occasione per ricordare che molti emendamenti presentati sono volti alla ricerca di microfinanziamenti per la realizzazione di opere pubbliche. In merito a questi interventi sarebbe opportuna la presentazione di emendamenti al disegno di legge finanziaria, ed in particolare alle tabelle A e B, parte corrente e parte capitale, prevedendo operazioni che garantiscano l'utilizzazione di questi soldi. Diventa infatti difficile, anche per problemi di copertura finanziaria, inserire i contenuti di un emendamento di questa natura nel decreto-legge in esame.

Invito i presentatori a ritirare l'emendamento 2.4, sempre per problemi di copertura. Molto spesso non si possono utilizzare gli accantonamenti previsti per i fondi speciali perché sono già stati prosciugati. Quindi, bisogna trovare le coperture all'interno dello stesso decreto e molto spesso è difficile scegliere. Quindi, pur comprendendo la necessità di un emendamento siffatto, chiedo al senatore Galli di ritirarlo.

Esprimo parere contrario sugli emendamenti 2.7 e 2.8.

Con l'emendamento 2.10, invece, si interviene sui 215 milioni destinati all'ANAS per progetti compresi nel piano di investimenti programmati nel contratto di programma 2007. Poiché l'emendamento 2.10 modifica tale programmazione, il mio parere è contrario. Così come è contrario anche sull'emendamento 2.0.500, mentre invito il presentatore a ritirare l'emendamento 2.0.501 in quanto la sua collocazione in questo decreto mi sembra impropria.

L'ordine del giorno G2.500 è stato approvato all'unanimità dalla Commissione; quindi, il parere è favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Accolgo poi l'ordine del giorno G2.500.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.2.

 

BACCINI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BACCINI (UDC). Signor Presidente, ho apprezzato il parere espresso dal relatore circa l'emendamento 2.2 che fa riferimento ad un'opera non particolare ma di carattere generale la quale consente una migliore accessibilità alle infrastrutture connesse all'aeroporto ed al porto di Fiumicino per il collegamento con le isole. Si tratta, quindi, di un'iniziativa che potrebbe essere compresa in un quadro generale e che noi sottoponiamo all'attenzione dei colleghi Montino e Bettini i quali sanno quanto siano utili opere di questo genere che non sono di grande particolarità ma che servono ad aumentare le capacità di infrastrutture di collegamento viario tra l'aeroporto e la portualità anche di Roma.

Per questo motivo, chiedo ai parlamentari della maggioranza che conoscono meglio il problema di intervenire a sostegno dell'emendamento in questione. (Applausi del senatore Eufemi).

 

CURSI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CURSI (AN). Intervengo a nome del Gruppo di Alleanza Nazionale per esprimere un parere favorevole, e quindi il voto positivo, su un tema che ci ha visti tutti impegnati.

Vorrei ricordare a qualche collega dell'opposizione romano che ha partecipato nei giorni scorsi ad una riunione promossa dal Presidente della Provincia di Roma, che Enrico Gasbarra ci ha richiamati tutti alla sensibilità perché sul territorio di Roma ci sia una maggiore disponibilità in termini finanziari. Vorrei altresì ricordare che il nuovo segretario del Partito Democratico - il sindaco Veltroni - ha promosso analoghe riunioni in Campidoglio, con la presenza di deputati e senatori, sia di maggioranza che di opposizione, richiamandoci alla sensibilità sui temi di Roma, in particolare su quelli che riguardano l'aeroporto di Fiumicino e quindi anche il Comune di Fiumicino, specie alla luce di quanto sta accadendo a livello nazionale, con le relative polemiche che sono nate.

Per ultimo ma non ultimo, vorrei ricordare l'accorato appello del presidente della Giunta della Regione Lazio Marrazzo che, rivolgendosi ai deputati e ai senatori del Lazio, ha chiesto di intervenire nella sede appropriata, che è questa, al fine di sostenere un impegno diverso per Roma Capitale.

In questo senso ci esprimiamo quindi favorevolmente, chiedendo a tutta l'Aula di farsi carico dei problemi di Roma Capitale, di un tema così delicato, che ha visti impegnati i deputati e i senatori di Roma e del Lazio. Mi auguro che su questo argomento i giornali pubblicheranno delle graduatorie, indicando quali sono i deputati e senatori del Lazio, sia di maggioranza che di opposizione, che hanno creduto a Roma e si sono adoperati per i finanziamenti.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, i tempi sono contingentati e quindi anche noi, per favorire un rapido esame del provvedimento, prenderemo la parola pochissime volte.

Colgo però questa occasione per parlare di una questione e non lo farò poi più (mi auguro che almeno per quest'Aula valga). Su questo provvedimento sono stati presentati qualche centinaia di emendamenti da parte dell'opposizione. Moltissimi di questi emendamenti sono mirati - e se ne comprende la ragione - ad interventi localistici e microsettoriali. Se noi, signor Presidente, volessimo accogliere tutti gli emendamenti localistici e microsettoriali, non basterebbero i soldi, non solo di questo provvedimento, ma dell'intera manovra finanziaria.

Comprendo che serve a tutti fare un comunicato stampa, un manifesto, per far sapere agli elettori di aver presentato un emendamento, che poi magari noi abbiamo bocciato. Comprendo le ragioni elettorali di queste cose, ma, avendo a cuore il rigore del provvedimento...

 

PRESIDENTE. Senatore Boccia, non siamo mica sotto elezioni.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Lo so, ma c'è una tendenza a lasciar intendere che lo siamo.

Intervengo una sola volta per dire che noi intendiamo mantenere un comportamento rigoroso, ancorché questo dia adito a queste basse speculazioni. (Applausi del senatore Giaretta).

 

PRESIDENTE. Non ci sono più dichiarazioni di voto, anzi no, vedo che il senatore Storace mi fa segno di voler intervenire.

Prego, senatore Storace, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

 

STORACE (Misto-LD). Capisco che può essere complicato guardare verso destra, però le assicuro che ci siamo ancora.

 

PRESIDENTE. Che ci sia lei non c'è dubbio, questo non lo può dimenticare nessuno.

 

STORACE (Misto-LD). Purtroppo c'è anche lei!

Vorrei manifestare sostegno all'emendamento del senatore Ciccanti, sui cui è intervenuto il collega Baccini, e intrattenere brevemente l'Aula sugli argomenti che ha portato nella discussione il senatore Boccia.

Il senatore Boccia vorrebbe che l'opposizione rinunciasse a fare il proprio mestiere, cioè proporre argomenti, e censura gli emendamenti dell'opposizione perché settoriali. Il senatore Boccia forse non ha letto il testo al nostro esame: la proposta del Governo - pensi a quello che c'è scritto nell'articolo 31 - è ricca di norme microsettoriali. (Applausi dal Gruppo UDC).

E, allora, arriveremo su tale questione; purtroppo, collega Baccini, credo che l'emendamento 2.2 non passerà perché vedo che da sinistra non c'è nessuna disponibilità, purtroppo non è stato nominato nemmeno un senatore a vita nativo di Fiumicino e, comunque, noi lo approveremo ugualmente. Grazie per la sua disponibilità, Presidente, e per il suo alto tasso di democrazia nel consentirci di parlare.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Signor Presidente, non mi intratterrò sul tema affascinante se le elezioni siano vicine o lontane, vorrei però far rilevare al collega Boccia che stiamo discutendo un provvedimento del Governo che ha smaccato carattere elettoralistico, prima di affrontare una finanziaria, che è una finanziaria di spesa, la quale è chiaramente mirata a distribuire denari a Gruppi sociali dei quali si corteggia il favore elettorale.

È buona norma all'inizio di una legislatura, quando si pensa di avere davanti a sé un lungo periodo di Governo, imporre agli elettori tutte le medicine amare, ma utili; questo Governo, invece, segue esattamente la procedura opposta: distribuisce denari, evita provvedimenti necessari, ma amari per gli elettori, e dà chiaramente l'impressione di sentirsi prossimo ad una scadenza elettorale e, magari, di tentare di scongiurarla proprio attraverso provvedimenti elettoralistici. Almeno, collega Boccia, ci risparmi una lezione di cui non abbiamo bisogno in materia di integrità. (Applausi dal Gruppo UDC).

 

STRANO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Senatore Strano, avendo io fatto un errore, cioè non avendo associato il senatore Baccini al senatore Buttiglione, e avendo poi parlato il senatore Cursi per il suo Gruppo, ha facoltà di intervenire, ma la prego di essere breve.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, evidentemente si è aperta una ghiotta occasione, che ci è data dal presidente Boccia, il quale, così acuto di solito, oggi è scivolato, mi permetto di dire, su una buccia di banana, proponendo un argomento specioso che non è nel suo stile, nella sua intelligenza così vivace e anche nella sua simpatia.

Come diceva il senatore Storace, basta guardare l'articolo 31, ma non soltanto: è tutto l'impianto di questa legge, che finanzia istituti di ricerca, importanti ricerche scientifiche ed altro, che a volte riescono anche a tenere in piedi in maniera suadente e canuta il Governo, ma ritengo che quanto detto non sia giusto. Per esempio, sono siciliano e non sono assolutamente contrario, anzi sono favorevole agli emendamenti su Fiumicino. La Nazione è costituita infatti da tanti particolari, onorevole Boccia, e con l'articolo 3 parleremo della Sicilia.

Ciò che mi stupisce, tuttavia, è che in questa pioggia di milioni e miliardi, contrariamente a quanto detto ieri da un senatore della sinistra, non ci sia nulla sulla sicurezza. Ieri, presidente Marini, è stato sbandierato anche qui in Aula da un senatore che molto spesso dirige l'Assemblea, dicendo chi ha e chi non ha la scheda, che il Consiglio dei ministri aveva approvato, o stava approvando, il pacchetto sicurezza. Dov'è questo pacchetto? Ieri sul pacchetto sicurezza l'estrema sinistra, la Bonino e qualche altro, compresa la Bindi, hanno avanzato riserve perché non vogliono dotazioni per la Polizia e i Carabinieri, i quali sono colpevoli a Genova di aver massacrato la gente e non di essere stati massacrati, colpevoli di non avere la benzina, di avere le macchine vecchie, di non poter perseguire i reati, di non farsi picchiare abbastanza dalla gente, dai no global e da altri.

Perché non pensano invece, oltre ai fatti particolari, di mettere sulla sicurezza un impegno? Questo impegno ancora ieri è stato disatteso dal Governo Prodi e dal Consiglio dei ministri ed è stato rinviato ancora una volta. Sulla sicurezza la gente è stanca, ma nonostante questo il Governo e parte della maggioranza oppongono un netto no ai rifinanziamenti delle dotazioni dei Carabinieri, della Polizia e della Guardia di finanza, mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini, che non sono dei particolari, onorevole Boccia, non sono dei microcosmi, ma sono il cosmo perché sono il tessuto di questa Nazione. (Applausi del senatore Valentino).

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 2.2, presentato dal senatore Ciccanti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

(Il senatore Garraffa scende al centro dell'emiciclo, recandosi ad indicare una fila di banchi dell'opposizione).

Senatore Garraffa, ci sono i senatori segretari per questo. Rimanga al suo posto. (Proteste dai banchi dell'opposizione).

 

Il Senato non approva.

 

Ricordo che l'emendamento 2.3 è stato ritirato.

Sull'emendamento 2.4 c'è un invito al ritiro. Senatore Galli, intende aderire a tale invito?

 

GALLI (LNP). Signor Presidente, ovviamente non accolgo l'invito a ritirare l'emendamento 2.4, anche perché in linea generale non capisco la logica di invitare il presentatore al ritiro: un senatore, un parlamentare presenta un emendamento perché evidentemente ritiene che ci sia un problema da risolvere. Non ho capito che cosa eventualmente succederebbe a fronte del ritiro: cosa dovremmo fare, il solito ordine del giorno oppure rimandiamo la questione alla prossima volta?

Si tratta del cuore della Brianza, che da settant'anni mantiene da sola un altro pezzo d'Italia dieci volte più grande. Se volete dare loro questi 50 milioni per fare un sottopasso ed evitare a chi lavora quattro ore di coda al giorno, fatelo, ma se non volete darli, assumetevene la responsabilità, comparendo di fronte a tutti gli abitanti di quel territorio e facendo capire loro chi vota a favore e chi contro.

Chiedo infine la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Galli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Presidenza del vice presidente CAPRILI (ore 11,58)

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.4, presentato dal senatore Galli e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti 2.5 e 2.6 sono stati ritirati.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.7.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, intervengo per due precisazioni. La prima è rivolta agli amici della Lega. Per noi contemporanei, le strade, in Italia, in Europa e quindi nel mondo, le hanno costruite i romani e spesso ci ritroviamo a percorrere le stesse strade dei romani: Annibale e Napoleone, molto tempo dopo, hanno aggiunto qualcosa.

L'altra precisazione è diretta al collega Boccia. Non si tratta semplicemente di qualche operetta localistica. Non perseguiamo il medesimo vostro metodo dei noti 1367 commi della vecchia finanziaria per il 2007, da me tecnicamente definiti marchette. Qui si tratta di avere una visione strategica della logistica del movimento di persone e merci nel nostro Paese. Storicamente l'Italia ha una dorsale tirrenica e una dorsale adriatica e altrettanto storicamente non ci sono le trasversali.

Queste opere, allora, non sono localistiche. Quello illustrato precedentemente dalla collega Allegrini è il completamento dell'asse Adriatico-Tirreno che da Orte porta a Civitavecchia e che collega i due maggiori porti nel medio Tirreno e nel medio Adriatico. Mi spiace che il relatore abbia espresso parere contrario sulla Cisterna-Valmontone, ma nel far questo l'ha espresso contro la Giunta di centro-sinistra della Regione Lazio, che fra tutte le possibili opere aveva sostenuto proprio tale collegamento, che non serve per i cisternini o i valmontonesi, ma per dare respiro all'Autostrada del Sole verso la costa tirrenica.

Quindi, si può essere favorevoli o contrari, ma non si può definire questa tipologia di emendamenti operette locali territoriali, come è il caso della Pedemontana e di altre opere che gli amici della Lega hanno inserito negli emendamenti e correttamente posto all'attenzione dell'Aula.

 

CICOLANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CICOLANI (FI). Signor Presidente, intendo apporre la mia firma e quella del senatore Fazzone all'emendamento in esame.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.7, presentato dal senatore Baldassarri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'emendamento 2.8.

 

ALLEGRINI (AN). Signor Presidente, mantengo l'emendamento e chiedo la votazione nominale a scrutinio simultaneo mediante procedimento elettronico.

 

CICOLANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CICOLANI (FI). Signor Presidente, intendo apporre la mia firma e quella dei senatori Fazzone e Giulio Marini a questo emendamento.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Allegrini, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.8, presentato dalla senatrice Allegrini e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 2.9 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.10.

 

LEONI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LEONI (LNP). Signor Presidente, mi sento umiliato perché, quando si ha un concetto federalista nella propria mente, venire a Roma a chiedere di portare a termine quelle opere - e sono tante - che i Governi della prima Repubblica avevano iniziato solo per tagliare nastri è vergognoso, soprattutto per una parte del Paese che continua a contribuire in modo fuori luogo al bene del Paese stesso, che poi con il cappello in mano deve venire a chiedere una necessità primaria per poter operare, lavorare e contribuire. Ma voi «Onda verde» la mattina non la sentite? Sentite un po' alle ore 6 di mattina come il Nord del Paese è in coda per poter andare a lavorare, perché non abbiamo strutture, perché viaggiamo - come si diceva prima - sulle strade tracciate da Napoleone e da Giulio Cesare!

Allora, rivolgo un appello ai colleghi della maggioranza che abitano nel Nord del Paese: è doveroso votare l'emendamento 2.10 - che poi non cambia nulla di tutto l'impianto - per poter riconoscere priorità al completamento di opere che vergognosamente rimangono ancora incompiute.

Signor Presidente, chiedo che l'emendamento 2.10 sia votato mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Leoni, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.10, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.500.

 

MARTINAT (AN). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Martinat, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 2.0.500, presentato dal senatore Martinat.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Chiedo al proponente se accoglie l'invito al ritiro formulato dal relatore sull'emendamento 2.0.501.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, insisto per la votazione.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 2.0.501, presentato dal senatore Ferrara.

Non è approvato.

 

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G2.500 non verrà posto in votazione. (Il senatore Ferrara fa ripetutamente cenno di voler intervenire).

 

PRESIDENTE.Su cosa intende intervenire, senatore Ferrara?

 

FERRARA (FI). Chiediamo la controprova sulla votazione precedente.

 

PRESIDENTE. Ma è evidente. Ormai ho proclamato il risultato.

 

FERRARA (FI). È evidente cosa, signor Presidente? Ho chiesto la parola, ma lei non me l'ha concessa.

 

PRESIDENTE. È evidente che io non l'ho vista e i senatori segretari non me lo hanno segnalato.

 

FERRARA (FI). Dal momento che lei ha proceduto al voto senza il sistema elettronico, visto che è stata tradita una consuetudine parlamentare, chiedevo la controprova.

 

PRESIDENTE. Ma io ho già proclamato il risultato della votazione e sono passato all'ordine del giorno G 2.500.

 

FERRARA (FI). Appunto, si procede alla controprova dopo che è stato dichiarato il risultato della votazione. Se lei non mi concede la controprova si tratta di una grave violazione.

 

PRESIDENTE.Non faccio nessuna violazione.

 

FERRARA (FI). Desidero soltanto che sia stigmatizzato e che resti a verbale che lei non mi ha concesso la controprova, che è stata chiesta, come da Regolamento, subito dopo la proclamazione del risultato. Non può essere richiesta prima.

 

PRESIDENTE. Senatore Ferrara, mi scuso per non averla vista, ma ho già dichiarato anche l'accoglimento dell'ordine del giorno G2.500 da parte del Governo, e pertanto non posso aderire alla sua richiesta. Di questo, naturalmente, mi dispiaccio.

Prima di procedere all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del decreto-legge e di dare la parola a chi intende illustrarli, come già comunicato durante l'esame del disegno di legge in Commissione bilancio, gli emendamenti 3.0.1, 3.0.2 e 3.0.3 risultano inammissibili poiché intervengono sui decreti legislativi recanti l'organizzazione e la struttura del Governo. Tali emendamenti potrebbero essere, ai fini dell'omogeneità della materia, ripresentati al disegno di legge finanziaria, che, in termini di risparmio di spesa, contiene norme di analoga natura.

Passiamo ora all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

MANZIONE (Ulivo). Signor Presidente, è evidente che - parlo anche a nome del collega Bordon, che ha sottoscritto i tre emendamenti per i quali lei ha dichiarato l'inammissibilità - non condivido la decisione assunta dalla Presidenza, sebbene sia consapevole dei limiti regolamentari previsti per i lavori del Senato.

A mio avviso, non deve mai confondersi l'assoluta linearità dei comportamenti politici che ci ha indotti, ad esempio, a non considerare l'ennesimo cavallo di Troia che era contenuto nell'ordine del giorno presentato ed illustrato poco fa dal collega Calderoli con l'incapacità di leggere correttamente gli accadimenti, privilegiando la ricerca della verità anche quando comporta un sacrificio. Proprio perché sono convinto che solo gli stupidi ritengano che l'adulazione generi amicizia e che la verità provochi rancore, sono dell'avviso, signor Presidente, che la ricerca della verità e del giusto debbano sempre animare i nostri intenti, anche quelli politici. Ed ho sempre diffidato di quei medici che hanno un rimedio per tutti, pensando che alcune cose nella vita, anche quando sono sgradevoli, debbano essere accettate ed affrontate.

La decisione assunta dalla Commissione bilancio e ribadita poco fa dalla Presidenza con lo speech che lei, Vice presidente, ha letto, non risolve il problema del Governo e genera, invece, un doppio danno.

I nostri tre emendamenti, signor Presidente (lo dico anche per l'Assemblea), proponevano, con soluzioni diverse, di ridurre la pletorica composizione del Governo. Le soluzioni erano diverse in merito all'efficacia della proposta e valutarle nel merito avrebbe comportato - ritengo - per la maggioranza la possibilità di una disamina corretta.

La soluzione scelta non è condivisibile, perché il decreto-legge oggi al nostro esame è un omnibus ordinamentale che si accompagna alla manovra finanziaria, anzi, come diceva ieri il presidente Morando, ne costituisce parte integrante. È chiaro che nell'omnibus, per definizione, entra tutto. (Brusìo).

Capisco che i colleghi non sono interessati, signor Presidente; però, se fosse possibile, almeno i colleghi davanti a me dovrebbero fare silenzio.

 

PRESIDENTE. Prego il senatore Martone e il direttore del Servizio della Biblioteca, che stanno parlando al banco davanti al senatore Manzione, di consentire all'oratore di svolgere il suo intervento.

 

MANZIONE (Ulivo). Mi rendo conto che i problemi della Biblioteca prevalgono su quelli della politica. Oggi il mondo sta cambiando e bisogna prendere atto di questo.

Dicevo che, per definizione, nell'omnibus entra tutto. Invece, con la decisione prima assunta in Commissione bilancio e poi ribadita in Aula, di natura preminentemente politica e non tecnica, vengono espulsi dall'omnibus i tre emendamenti sulla composizione del Governo, violando secondo me le procedure, i Regolamenti parlamentari e il buonsenso.

Il secondo errore sta nella violazione del comma 3 dell'articolo 11 della legge 5 agosto 1978, n. 468, che proibisce l'ingresso in finanziaria di norme con carattere ordinamentale. Purtroppo, pur di dire di no all'ingresso, in questo momento, della discussione su quei tre emendamenti, viene previsto uno spostamento.

Vedo che la Biblioteca continua nel dibattito. Come dicevo, viene previsto uno spostamento in sede di legge finanziaria. Non so perché vengano commessi questi due errori. Forse perché la nostra maggioranza in questo momento è particolarmente debole. Forse perché qualcuno furbescamente pensa che dopo si potrà risolvere tutto con il voto di fiducia. Ma in questo modo, signor Presidente, potremmo tentare di mettere a posto le carte, dare alla gente quella risposta che si aspetta e che si aspetta non come vocazione autonoma, ma perché i leader di molti grandi partiti della maggioranza, dal neoletto Veltroni al presidente Bertinotti...

 

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, senatore Manzione.

Prego i colleghi che si trovano di fronte all'oratore di spostarsi. Senatore Pasetto, mi scusi. Se volete parlare vi potete accomodare fuori. Lo stesso vale anche per il ministro Mastella e per il senatore Valentino.

Prego, senatore Manzione.

 

MANZIONE (Ulivo). Da Veltroni al presidente Bertinotti al segretario dei Comunisti Italiani, Diliberto, tutti hanno promesso che si procederà in questa direzione. Quindi, raccogliere questa sfida non è una provocazione, ma è un atteggiamento conseguente a valutazioni di carattere politico che sono state fatte dalla maggioranza.

Secondo me, con questa scelta la maggioranza e le istituzioni dimostrano, purtroppo, di essere pavide. Ecco perché, signor Presidente, le chiedo un gesto di orgoglio che riscatti almeno le istituzioni, recuperando la correttezza e la trasparenza dei comportamenti, rivalutando la dichiarazione di inammissibilità che è stata formulata testé, proprio perché, applicando il Regolamento, teoricamente questi emendamenti avrebbero diritto di cittadinanza nel decreto-legge, ma non l'avrebbero nella manovra finanziaria. Diversamente (ma cercherò fino alla fine, insieme al collega Bordon, di ragionare con la nostra maggioranza e di fare in modo che i comportamenti conseguenti e lineari appartengano a questa grande capacità che ha il centro-sinistra di vivere momenti di diversità e di confusione e poi di recuperare una grande forza per essere consequenziale), mi rassegnerò a discutere in finanziaria questi emendamenti.

Certo mi spiace questa rinuncia, che spero però possa vedere una consapevole resipiscenza in un suo comportamento. Qualora non ci fosse, è evidente che inviterò la mia maggioranza ad accettare comunque la sfida, che tiene conto di quanto abbiamo detto, sperando che non si debba arrivare a dover chiedere, invece, ad una valutazione numerica dell'Aula l'approvazione di una scelta che tutti facciamo finta di difendere e che dobbiamo avere il coraggio di portare fino in fondo con un atteggiamento che appartiene al DNA che il centro-sinistra ha sempre cercato di mettere in campo.

Vi invito a questo senso di responsabilità. Vi richiamo ad una valutazione che sia corretta e consequenziale. Diversamente, la sfiducia di qualcuno di noi non sarà di quest'Aula. Sarà invece una sfiducia che, attraversando il Parlamento, coinvolgerà inesorabilmente i comportamenti di quella gente alla quale quotidianamente ci richiamiamo.

Ecco perché, signor Presidente, nell'aspettarmi un gesto dalla Presidenza, voglio che comunque questo momento - che considero infausto - serva alla nostra maggioranza per una presa di coscienza che le faccia comprendere come il mondo fuori di quest'Aula pretenda dei comportamenti concludenti che abbiamo l'obbligo etico, morale e politico di mettere in atto. Mi auguro che ci riusciremo tutti insieme. (Applausi del senatore Bordon).

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, riferendomi alla questione sollevata dal senatore Manzione. Quest'ultimo è libero di attribuire virtù alla sua coalizione e ciò attiene alla libertà di opinione in quest'Aula, anche quando viene clamorosamente sconfessata da quello che leggiamo sui giornali; credo però, signor Presidente, che sia diritto dell'Aula sapere in quale fattispecie del Regolamento ci troviamo.

Ella ha parlato di inammissibilità. Se non sbaglio, siamo nella fattispecie prevista dagli articoli 126 e 128 del Regolamento, che riguardano l'inammissibilità di emendamenti sui disegni di legge finanziaria e collegati.

Se non è questa la fattispecie, il Presidente potrebbe dirci su quale articolo ha fissato la sua attenzione, perché l'Aula possa esserne edotta e perché vorrei fare un ragionamento su questo? A quale articolo fa riferimento?

 

PRESIDENTE. All'articolo 97, commi 1 e 3, del Regolamento.

 

STORACE (Misto-LD). Ho fatto riferimento prima agli articoli 126 e 128 (arrivo alla questione sulla quale ella adesso cortesemente ha voluto intrattenerci) perché nella parte legata alla inammissibilità sulla materia finanziaria c'è una disposizione molto precisa che la Presidenza dovrebbe rispettare. Si fa cioè riferimento all'inammissibilità di «emendamenti, d'iniziativa sia parlamentare che governativa, [...] che rechino disposizioni contrastanti con le regole di copertura stabilite dalla legislazione vigente»; lo stesso argomento viene proposto dall'articolo 128. Quello che contesto è che non venga applicata questa fattispecie: stiamo discutendo in una fase legata alla sessione di bilancio, all'esame della finanziaria, e queste sono le norme del nostro Regolamento che si riferiscono alla questione.

Ella (o gli uffici della Presidenza, non voglio attribuire alla sua persona la responsabilità) decide che stiamo invece parlando dell'articolo 97. Vorrei capire quale norma, nell'articolo 97, proibisce di discutere emendamenti che comportano un beneficio per le casse dello Stato.

Credo, signor Presidente, che si sia in presenza dell'instaurazione di un precedente pericoloso. Le ricordo che nella comunicazione che ha letto, se l'ho compresa bene, lei ha fatto riferimento alla modifica di un decreto legislativo: ebbene, le ricordo che il decreto-legge, il primo di questo Governo, quello che diede spazio alla spartizione dei Ministeri ed allo spacchettamento degli stessi, era tutto modificativo di decreti legislativi, vorrei capire perché l'Aula non può essere libera di riproporre emendamenti che vanno in direzione opposta a quella del Governo.

Vorremmo sapere se il Governo è il solo a poter dettare legge o se l'Aula del Senato è nelle condizioni di poter fare proposte e vedersele approvare o respingere.

Spero quindi che lei, Presidente, possa tornare sui suoi passi e darci la possibilità di discutere; l'Aula poi, con la maggioranza granitica che vediamo, sarà libera di respingere questi emendamenti, ma non si può stabilire un precedente per cui la struttura di governo non si tocca, soprattutto quando ciò farebbe risparmiare gli italiani. (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. Su questo punto mi pare di poter dare una risposta definitiva e, come dice ovviamente il nostro Regolamento, inappellabile, perché, non trattandosi di un disegno di legge collegato, valgono le valutazioni che qui ha fatto il Presidente della Commissione bilancio e che sono state sviluppate in quella Commissione.

La materia è disciplinata dalla legge finanziaria e del resto lo stesso ordine del giorno G1.100 del senatore Calderoli faceva riferimento precisamente alla legge finanziaria, non al provvedimento oggi all'ordine del giorno.

Ripeto, dunque, gli orientamenti della Presidenza, riferibili ai commi 1 e 3 dell'articolo 97 del Regolamento.

Colleghi, proseguiamo con l'illustrazione degli emendamenti tendenti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo l'articolo 3 del decreto-legge in esame.

 

D'ONOFRIO (UDC). Signor Presidente, chiedo la cortesia alla Presidenza di turno di mettere in votazione l'emendamento 3.0.4/500 dopo l'emendamento 3.0.4 della Commissione.

Infatti, come molti dipendenti pubblici in servizio o pensionati dell'INPDAP sanno, c'è molta incertezza sull'adesione: è un problema di silenzio assenso. Da questo punto di vista, l'emendamento da me proposto ha un significato complementare rispetto a quello della Commissione, sulla cui proposta mi auguro il Senato voterà a favore: avrei piacere, dunque, che l'emendamento da me presentato fosse votato successivamente.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore D'Onofrio, ma l'emendamento 3.0.4/500 è un subemendamento all'emendamento della Commissione, quindi si aggiunge ad esso.

 

D'ONOFRIO (UDC). Esattamente. Sostanzialmente, dovrebbe essere votato dopo quello della Commissione, perché integrativo rispetto ad esso e non alternativo o sostitutivo.

Se poi lo si vuole votare prima, in quanto modificativo dell'emendamento della Commissione, vorrei che si capisse che esso ha senso solo nel contesto dell'emendamento 3.0.4, che mi auguro il Senato approvi: di per sé, infatti, esso non avrebbe senso. Ha significato, lo ripeto, solo in quanto emendamento integrativo di quello della Commissione. Se lo si vota prima, quindi, occorre che i colleghi si rendano conto che in quel caso è come se già votassero l'emendamento della Commissione. Mi dispiacerebbe che fosse bocciato considerandolo una proposta dell'opposizione. (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Senatore D'Onofrio, mi scusi se la interrompo. Vorrei invitare i colleghi ad una maggiore tranquillità in Aula, perché addirittura non si capisce bene neppure l'oratore che parla. Si tratta di una discussione abbastanza delicata e precisa.

 

D'ONOFRIO (UDC). Immagino che subito dopo l'Aula voti a favore dell'emendamento 3.0.4, perché proposto dalla Commissione. Tra l'altro, non ho difficoltà a dire che proporrò al Gruppo dell'UDC di votare a favore di quell'emendamento, perché si tratta di una proposta assennata.

Ribadisco che l'emendamento da me presentato ha senso se viene approvato l'altro: considerato a sé stante, non vorrei venisse respinto, in quanto emendamento dell'opposizione, perché, di fatto, è complementare a quello della maggioranza. Per questo motivo ne chiedo la votazione successivamente al 3.0.4.

In ogni caso, ove lo si voti prima, vorrei che i colleghi si rendessero conto che non si sta approvando un emendamento dell'opposizione, ma si sta tentando un'operazione che ha senso per i dipendenti dell'INPDAP.

Volevo chiarire questo, chiedendo, ove proceduralmente possibile, di votare l'emendamento 3.0.4/500 dopo quello della Commissione; in caso contrario, ove si decida di votarlo prima, vorrei informare i colleghi che si tratta di un subemendamento che ha senso in quanto venga approvato l'emendamento 3.0.4.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, l'emendamento 3.0.5 intende risolvere un problema. Fino ad oggi la previdenza complementare non è partita sostanzialmente perché non era possibile revocare la propria scelta, ancorché dopo i tempi necessari, da parte di chi avesse optato per i fondi pensione o per quelli individuali.

L'emendamento intende invece consentire l'opzione, facendo quindi partire anche i fondi pensione e creando un vero mercato della previdenza. In caso contrario, si rischia di condannare i nostri lavoratori ad avere un trattamento previdenziale più basso rispetto a quello cui potrebbero legittimamente aspirare.

 

STRANO (AN). L'emendamento 3.0.500, che è assolutamente mantenuto, prevede un incremento delle risorse a favore della piccola e media industria della Sicilia, che, proprio in questi giorni, sta assumendo grande valenza per le resistenze che essa ha opposto, anche attraverso le Confindustrie locali, agli episodi delinquenziali e di altro tipo che infestano malauguratamente il Mezzogiorno e tutta la Nazione.

Non so cosa si potrebbe opporre contro l'emendamento 3.0.500; so di certo che, a fronte di un modesto stanziamento di 200 milioni di euro, lo Stato proprio in queste ore risponde invece con un abbassamento delle quote di stanziamento per la sicurezza e per i Corpi di sicurezza (come dicevo prima, Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza). Si ha un bel dire di guardare alla sicurezza e magari non si agevola la piccola e media industria della Sicilia, che rappresenta uno dei capisaldi importanti per il nostro sviluppo, ma soprattutto per la lotta ai fattori delinquenziali che infestano la nostra terra.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore a pronunziarsi sugli emendamenti in esame. (Brusìo).

Scusate se interrompo tutti questi conciliabili, però ci sarebbe da prendere atto del parere del relatore sugli emendamenti. Per cortesia, senatore Marino, presidente Finocchiaro, presidente Russo Spena.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, sull'emendamento 3.0.4/500, che è un subemendamento all'emendamento 3.0.4 presentato dalla Commissione, il parere del relatore è favorevole.

Per quanto riguarda l'emendamento 3.0.4, presentato dalla Commissione, vorrei segnalare all'Aula che esso è stato approvato in Commissione su una proposta dell'opposizione. Sono stati approvati anche molti altri emendamenti dell'opposizione, e lo dico per ricordare che in Commissione non c'è stata benevolenza da parte della maggioranza nei confronti degli emendamenti dell'opposizione, quanto un approfondimento delle questioni e un esame rigoroso del provvedimento.

L'emendamento 3.0.5, che riguarda la modifica delle norme relative alla portabilità del trattamento di fine rapporto, nello specifico interviene eliminando le modalità stabilite dai contratti o accordi collettivi, anche aziendali. Nella norma vi è una dicitura che il senatore Vegas vuole eliminare perché, per quanto riguarda alcune categorie, alcuni contratti prevedono che ci sia, oltre al TFR maturando che può essere trasferito, anche il contributo aziendale; e giustamente questo contributo aziendale deve essere normato da un accordo tra le parti. Il relatore esprime quindi parere contrario sull'emendamento 3.0.5 ed anche sull'emendamento 3.0.500, in quanto la copertura non è adeguata.

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, desidero sapere dal relatore per quale motivo la copertura è insufficiente.

 

PRESIDENTE. Non ha detto che è insufficiente; ha espresso parere contrario sull'emendamento.

Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti 3.0.1, 3.0.2 e 3.0.3 sono inammissibili.

Metto ai voti l'emendamento 3.0.4/500, presentato dal senatore D'Onofrio.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 3.0.4, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.0.5.

 

DIVINA (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DIVINA (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

(È pervenuta alla Presidenza la seguente richiesta di aggiunta di firma: all'emendamento 3.0.5 dal senatore Barbato).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Divina, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.0.5, presentato dal senatore Vegas e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.0.500.

 

STRANO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, innanzi tutto chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.0.500.

Al di là di questo, non è stato chiaro, da parte del relatore (e ciò mi stupisce, vista la precisione con la quale oggi ha stigmatizzato l'intervento del senatore Lunardi), il discorso sulla mancanza o la non congruità della copertura, a nostro avviso esaurientemente esposta nella parte ad essa dedicata.

A me farà piacere vedere i siciliani del centro-sinistra, i quali sbraitano o urlano o parlano contro la delinquenza e a sostegno della piccola e media industria, votare contro l'emendamento che riserva a questo scopo un Fondo, tra l'altro, gestito dal Ministero. Vorremmo vedere le facce dei siciliani quando torneranno a parlare alla Confindustria di Catania, di Palermo, di Messina, di Enna, di Caltanissetta, di Ragusa, di Siracusa o di Trapani. Vorremmo vedere le facce di questi senatori siciliani, quando affermeranno di sostenere la Confindustria e la piccola e media industria siciliana. (Applausi dal Gruppo AN).

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, associandomi alle parole del senatore Strano, vorrei ricordare una cosa molto semplice al senatore Boccia: qui stiamo parlando di una grande questione, non settoriale, che riguarda una terra nella quale si è scatenata la delinquenza organizzata e la piccola e media impresa viene minacciata ogni giorno.

Abbiamo nei nostri occhi le immagini dell'imprenditore Vecchio, più volte e per più giorni consecutivi minacciato. Chiedo scusa dell'espressione, signor Presidente, ma tutti si sciacquano la bocca con parole di solidarietà a questo imprenditore, che però non è il solo ad essere costretto in una situazione di autentica cattività da parte della criminalità organizzata.

Il senatore Strano ha avuto il merito di proporre all'attenzione dell'Aula l'emendamento 3.0.500. Vorremmo sapere se almeno i siciliani che stanno in questo Parlamento siano disponibili ad abbandonare le appartenenze. Su questo emendamento non cade il Governo, anzi, con esso si risolleva una terra: credo che questo sia importante.

Allora, collega Boccia, per una volta non diciamo di no, come sempre; aiutiamo l'impresa siciliana ad abbracciare un percorso di rinnovata fiducia nei confronti delle istituzioni. Vorrei che questo fosse compreso, al di là delle parti.

Signor Presidente, colleghi, potremmo anche dire di no a questo emendamento, chiedendo al collega Strano di ritirarlo, perché vi è il pacchetto sicurezza. Ma non vi è nemmeno quello: non si sa in questo Paese cosa si può fare per aiutare la gente contrastata dalla criminalità. Questo Governo ha rinunciato a fare il proprio dovere: vi sono troppe divisioni. Sarebbero opportune, da parte del Senato, una presa di coscienza ed una voglia di risvegliare il Paese e le istituzioni, affinché queste - almeno qui - facciano il loro dovere. (Applausi dal Gruppo AN e dei senatori Biondi e Polledri. Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Strano, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 3.0.500, presentato dal senatore Strano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Brusìo).

 

STRANO (AN). Bravi siciliani! Vergognatevi! Enzo Bianco, perché non voti? (Proteste del senatore Garraffa, che si rivolge al senatore segretario Ladu, indicando i banchi dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. Scusate, colleghi: se i senatori segretari mi segnalano qualche irregolarità, ovviamente sulla base delle loro indicazioni posso intervenire.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti e di un ordine del giorno riferiti all'articolo 4 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, abbiamo la fortuna di avere presente il Ministro al quale vorrei dire che l'articolo 4 prevede sanzioni nel caso di inadempienza. Ci risulta, signor Ministro, che a settembre ci sia stata un'ispezione alla Regione Lazio e che, secondo fonti di stampa, dall'ispezione è emerso che via sia stato un mancato rispetto del piano di rientro e dei 581 milioni di euro in esso previsti. La stessa Regione Lazio non lo ha negato.

Ciò significa, signor Ministro, che, ai sensi della normativa vigente, già oggi la Regione Lazio dovrebbe essere commissariata. Vorremmo allora sapere se questo è vero o no. È inutile che continuiamo a fare delle norme per dire: «Se non rispettate sarete puniti». Ai cittadini che ci ascoltano dobbiamo far sapere che la Regione Lazio ha 10 miliardi di disavanzo nelle gestioni, ha già ricevuto 2,1 miliardi dal cosiddetto decreto salva deficit e con il Fondo transitorio gli avete dato 300 milioni di euro per anno. Ancora adesso continuiamo a dargli dei soldi e voi chiedete: «E gli altri come fanno»? Gli altri fanno meglio, signor Ministro, ad iniziare, per esempio, dalla Lombardia... (Brusìo).

Presidente, si può avere un po' più di silenzio?

 

PRESIDENTE, Penso abbia ragione, però purtroppo, come vede, c'è una certa animazione in Aula.

 

POLLEDRI (LNP). Il problema è che dobbiamo gridare nel microfono.

Vorrei ricordare, ai cittadini lombardi per esempio, che non solo la Lombardia non sfonda i parametri previsti, come ha fatto il Lazio ed altre Regioni, ad esempio la Campania, ma partecipa al Fondo di solidarietà. Noi la solidarietà la facciamo con 3,43 miliardi di euro, il Lazio con 600 milioni di euro, il Veneto con 1,94 miliardi di euro per la solidarietà e il fondo perequativo, l'Emilia Romagna con 924 milioni di euro; la Campania si prende 2,4 miliardi di euro.

Signor Ministro, è ora che chi sbaglia paghi: ci dica se oggi la Regione Lazio deve essere commissariata o no.

 

PASTORE (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PASTORE (FI). Signor Presidente, ruberò pochi minuti per affrontare un tema importante, che ha formato oggetto di attenta analisi della 1a Commissione affari costituzionali. Credo che questa Aula debba licenziare l'articolo 4, se lo riterrà, con le idee chiare anche per chi leggerà poi la norma in fase applicativa.

Anzitutto, signor Presidente, premetto che il provvedimento è così eterogeneo, e questo articolo 4 ne è testimonianza, che l'inammissibilità lascia il tempo che trova, ma questo lo dico solo fra parentesi. Questo articolo prevede la possibilità per il Governo di nominare commissari ad acta, previa una procedura di diffida alle Regioni di adottare provvedimenti di natura normativa, organizzativa, amministrativa e così via, entro un termine di 15 giorni.

Il punto qual è? Mi auguro innanzi tutto che questo provvedimento preluda veramente ad una stagione di rigore e non cada poi sulle teste dei cittadini. Quello che però mi preoccupa dal punto di vista costituzionale e istituzionale è che il secondo comma di tale articolo, nel prevedere che in caso di inadempienza il Governo nomini commissari ad acta, fa un rinvio al primo comma, dove tra gli atti che le Regioni dovrebbero compiere e che quindi potrebbero compiere i commissari ad acta sono previsti anche atti normativi.

Tra gli atti normativi vi sono anche le leggi.

Credo sia pacifico che i commissari ad acta non possano adottare provvedimenti né formalmente né sostanzialmente legislativi. Si va però diffondendo negli ambiti regionali la convinzione e il passaparola che i commissari potrebbero anche sostituirsi ai consigli regionali, ma questa interpretazione è senz'altro esclusa non solo dai lavori della Commissione ma anche dagli interventi svolti in quest'Aula e so che questa posizione è condivisa anche dal relatore. Si rende pertanto opportuno un chiarimento.

Alla luce di tutto questo, penso sia necessario a sopprimere il comma 2, comma superfluo perché stabilisce qualcosa che è già contemplato dalla legge organica sull'esercizio dei poteri sostitutivi da parte del Governo, come previsto dall'articolo 120 della Costituzione; mi riferisco alla cosiddetta legge La Loggia che già prevede le procedure. A fronte di questa eventualità, intendo aggiungere la mia firma all'emendamento 4.3, presentato dal senatore Saporito, soppressivo del comma 2. In alternativa, il comma 2 potrebbe espressamente escludere i provvedimenti legislativi; ma questa potrebbe sembrare una forma ultronea. Infine, in ultima analisi, con funzione interpretativa, si potrebbe presentare un ordine del giorno come quello che ho predisposto - non so se sono ancora nella legittimazione di presentarlo e per questo ho chiesto al relatore, ove lo dovesse condividere, di presentarlo a suo nome - con cui si impegna il Governo a far sì che, in sede di applicazione del comma 2, si escluda, de plano per l'interpretazione della legge ma anche de facto, la possibilità per i commissari di svolgere attività legislativa che è riservata o ai consigli regionali o al Parlamento nazionale, secondo le rispettive competenze.

Il mio intervento, quindi, mirava ad illustrare questa posizione che spero sia colta dal relatore per poter poi deliberare di conseguenza.

 

SINISI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SINISI (Ulivo). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, vorrei ricordare al senatore Pastore e a tutta l'Aula che al riguardo è intervenuto il parere della 1a Commissione permanente che va proprio nel senso di interpretare la norma in modo univoco, e cioè escludendo che possano essere compiuti atti normativi di carattere generale. In questo senso crediamo non siano necessari emendamenti, ma laddove si volesse arrivare alla presentazione di un ordine del giorno sul punto, credo sarebbe perfettamente coerente con quanto la 1a Commissione permanente ha espresso al riguardo.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. L'articolo 4, come sappiamo, prevede la nomina di commissari per le Regioni inadempienti che sfondano il tetto della spesa sanitaria. L'emendamento 4.1 interviene sulle procedure precommissariamento eliminando la diffida. Il parere è contrario.

Esprimo parere contrario anche sull'emendamento 4.3, in quanto soppressivo del comma 2.

Esprimo invece parere favorevole sugli emendamenti 4.700, 4.8 e 4.701, e contrario sugli emendamenti 4.701/500, 4.12 e 4.9. Quest'ultimo in particolare, mi consenta, senatore Polledri, mi sembra che aumenti la pressione fiscale di competenza delle Regioni.

L'emendamento 4.13 affronta un problema importante. Ritengo, quindi, debba essere collocato in altro provvedimento e non in questo decreto che, come sappiamo, si limita ad alcuni interventi per il 2007.

Esprimo parere contrario sull'emendamento 4.14 e anche sull'emendamento 4.15, in quanto esso introduce una fattispecie di non eleggibilità per gli assessori, connessa a una scelta di responsabilità oggettiva. Il parere è infine favorevole sull'emendamento 4.20, che modifica la rubrica, e sull'ordine del giorno presentato dal senatore Pastore.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore. Colgo l'occasione per precisare che il potere legislativo non è del commissario, mi sembra ovvio.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.1, presentato dal senatore Cutrufo.

 

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 4.3, presentato dai senatori Saporito e Pastore.

Non è approvato.

 

FERRARA (FI). Chiediamo la controprova.

 

PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico. (Il senatore Garraffa fa segno che tra i banchi del Gruppo FI c'è una luce accesa senza la presenza di alcun senatore).

Mi viene segnalato che dietro la senatrice Bonfrisco c'è una scheda solitaria, senza padrone. (Il senatore Garraffa si dirige verso i banchi del Gruppo FI indicando una postazione. Proteste dei senatori del Gruppo FI).

Senatore Garraffa, la prego di stare al suo posto.

Non è approvato.

 

Ricordo che l'emendamento 4.4 è stato ritirato. (Commenti da parte del senatore Strano nei confronti del senatore Garraffa).

Senatore Strano, io richiamo chi ritengo opportuno. La prego, c'è già molta confusione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.700.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.8.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.8, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.701/500.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.701/500, presentato dai senatori Vegas e Ferrara.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. La richiesta è che i senatori rimangano seduti, perché facilitano il lavoro e impediscono anche di accreditare voti che ci sono o non ci sono in modo sbagliato; ne va del nostro lavoro complessivo.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.701.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.701, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.9.

 

GALLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Signor Presidente, intervengo sia sull'emendamento 4.9 che sull'emendamento 4.12 perché riguardano la stessa questione.

Qualche mese fa, quando in quest'Aula abbiamo approvato quel finanziamento scandaloso, rubando dalle tasche degli italiani a cui avete aumentato le tasse per coprire i buchi della sanità portati avanti da Regioni governate da governanti incapaci, avevamo sottolineato alcune questioni. Ad esempio, ogni volta che si sono fatti in passato, e si fanno ancora oggi, simili interventi, coprendo i buchi in maniera unilaterale e non seguendo una legge uguale per tutti, come minimo, visto che ogni volta si dice che è l'ultima volta, si dovrebbero poi prevedere in maniera chiara sanzioni o perlomeno precauzioni per il futuro.

Con questi due emendamenti chiediamo cose molto semplici. Con l'emendamento 4.12, che è di una linearità incredibile, chiediamo che i governanti che sono eletti dal popolo e che sono profumatamente pagati dall'erario, cioè dal contribuente, e che poi si dimostrano incapaci, se non li vogliamo mettere in galera e chiedere, come sarebbe giusto, che rispondano almeno percentualmente con il proprio patrimonio dei buchi che hanno fatto con il loro Governo, come minimo siano allontanati per manifesta incapacità di governare. Con l'emendamento 4.12 chiediamo che, nelle Regioni che creano buchi enormi, in questo caso, nella sanità, le persone fisiche che le governano, come una volta a chi si macchiava di reati erano tolti i diritti civili, perlomeno per qualche anno si tirino fuori dalla mischia, si riposino, si rinfreschino le idee, vadano a studiare o, magari, cinque anni a lavorare, il che non gli farebbe male, e poi ritornino a fare gli amministratori. (Applausi dal Gruppo LNP).

Per quanto riguarda l'emendamento 4.9, diciamo una cosa altrettanto... (Commenti dai banchi della maggioranza). Lasciate perdere, compagni siete voi. Anche con l'emendamento 4.9 chiediamo una cosa molto semplice: è ora di finirla che gli amministratori facciano bella figura nella propria Regione con i soldi dei cittadini delle altre Regioni. Non possiamo avere in eterno il Bassolino di turno che spende a destra e a manca, si fa rieleggere con il 70 per cento dei voti perché regala tutto a tutti nella sua Regione, tanto poi i buchi della sua Campania li paghiamo noi della Lombardia. È una cosa che in qualunque Paese normale sarebbe ridicolizzata.

Chiediamo che le Regioni che perseverano nel creare buchi paghino più tasse dirette, visto che oltretutto quelle Regioni già non le pagano. I cittadini che per comodità votano il Bassolino di turno, toccati sul portafoglio si renderanno conto di quello che i propri amministratori fanno e la volta dopo non li voteranno più, se non volete toglierli già d'ufficio dal loro posto; se oltre un certo limite devono tirare fuori i soldi dalle loro tasche, forse entreranno nell'ordine di idee che è meglio chiudere la sede a New York della Regione Campania, è meglio non finanziare più i corsi per aspiranti veline e, magari, far funzionare la sanità. Meglio questo piuttosto che tirar fuori altre 200-300 euro l'anno per famiglia. (Applausi dal Gruppo FI).

Oltretutto, ricordo (perché qui, veramente, a raccontare balle si è maestri) che le Regioni che fanno i buchi non hanno meno soldi pro capite di quelle che non li fanno: infatti, le Regioni Lombardia, Veneto e tante altre padane, oltre a non fare buchi (o coprire per conto proprio quei pochi che fanno) spendono meno della media nazionale pro capite, pur fornendo il 25-30 per cento di prestazioni non contabilizzate ad altri cittadini di altre Regioni.

Le Regioni che fanno i buchi sono quelle che spendono già di più in partenza pro capite, oltre tutto di soldi non propri, perché la Lombardia da sola copre il 57 per cento del fondo di solidarietà (pensate quale altro Paese al mondo ha una Regione che ha un sesto degli abitanti e che può coprire il 57 per cento di un fondo di solidarietà, ma questo è un altro discorso); quindi, oltre a coprire con i soldi degli altri i propri buchi, spendono soldi non propri, ma ne spendono di più. Non è che la Regione Campania faccia un buco perché i campani non pagano le tasse, però almeno spendono meno soldi, no: le Regioni Campania, Calabria e Sicilia spendono 150‑200 euro in più all'anno per abitante e in aggiunta ne fanno altrettanti di buco, tant'è che alla fine siamo qui sempre ogni volta a coprire questi buchi.

Quindi, veramente, se volete risanare il Paese (come dite di aver fatto), se volete introdurre il principio di responsabilità, la meritocrazia, il premio ai migliori fate queste cose che non costano niente: mandate a casa gli incapaci e aumentate le tasse a chi non paga e fa i buchi. (Applausi dai Gruppi LNP, FI e del senatore Baldassarri).

 

VEGAS (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, pur condividendo la finalità di questo emendamento, tuttavia non potremmo votarlo favorevolmente, perché se è giusto introdurre dei meccanismi di responsabilizzazione delle Regioni che sforano i parametri della spesa sanitaria, è assolutamente ingiusto aumentare ancora la pressione fiscale, soprattutto sulle imprese, e senza la previsione di un livello massimo, talché a livello di IRAP potremmo avere in alcune Regioni una pressione fiscale esageratamente alta: il che significa penalizzare le imprese che abbiano la sola colpa di risiedere in una Regione che non funziona bene e questo non va assolutamente bene.

Invece, le Regioni devono essere responsabilizzate principalmente sul comparto della spesa. Devono quindi essere precisati e migliorati i meccanismi di contenimento della spesa, piuttosto che scaricare su una fiscalità che in questo Paese è già fin troppo eccessiva per demerito, penso, dell'attuale gestione del sistema fiscale. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Morando). (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Potrei pregare per l'ennesima volta di fare un po' di silenzio?

 

FRANCO Paolo (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.9, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.12.

 

GALLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Signor Presidente, avevo anticipato il contenuto del mio intervento su questo emendamento, ma l'intervento del collega Vegas mi obbliga ad intervenire nuovamente.

È chiaro che siamo assolutamente contrari all'incremento della pressione fiscale ma qui, visto che siamo a Roma, è ora di finirla di parlare del pollo di Trilussa. È chiaro che la pressione fiscale in Italia è troppo alta (eviterei di dire "troppo eccessiva"), però non la si paga da tutte le parti in modo uguale. Come ho detto prima (mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro), sono proprio le Regioni che già pagano tante tasse che poi hanno la sanità che non fa i buchi e coprono i buchi degli altri.

Se alla Campania aumentiamo di 50 euro per famiglia o per persona l'IRAP, così mandano a casa Bassolino, credo sia un investimento per tutta la Nazione, non un incremento della pressione fiscale.

Se l'IRAP, che dovrebbe andare a coprire gran parte della sanità, viene pagata per l'85 per cento sopra al Po, questo, senatore Vegas, è un problema da risolvere non solo per la Padania ma per l'Italia, perché un Paese di 60 milioni di abitanti che continua a vivere sul contributo fiscale di 25 milioni non va da nessuna parte. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

FRANCO Paolo (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE.Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 4.12, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 4.13, presentato dai senatori Ruggeri e Monacelli.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 4.14, presentato dai senatori Ruggeri e Monacelli.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 4.15, presentato dai senatori Ruggeri e Monacelli.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 4.20, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Invito il senatore segretario a leggere il testo dell'ordine del giorno G4.100, presentato dal senatore Pastore.

 

PISTORIO, segretario. «II Senato, in riferimento al disposto dell'articolo 4, comma 2, del disegno di legge n. 1819, che in caso di inadempienza delle Regioni alla diffida rivolta dal Governo, prevede la nomina di commissari ad acta per il compimento degli atti di cui al primo comma dello stesso articolo 4 nel quale sono indicati anche "atti normativi";

ritenuto che da una lettura superficiale potrebbe desumersi che i Commissari governativi possano approvare anche atti legislativi;

considerato peraltro che il sistema delle fonti riserva in via tassativa con inequivoche norme di rango costituzionale la potestà legislativa solo ai consigli regionali ed al Parlamento nazionale secondo le rispettive competenze,

impegna il Governo a provvedere che la disposizione in esame abbia ad applicarsi escludendo che leggi regionali possano considerarsi di competenza di detti commissari».

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.100 non verrà posto in votazione.

Ricordo ai colleghi che, per quanto riguarda i lavori del Parlamento in seduta comune, il voto da parte dei senatori è previsto per le ore 13,45. Come deciso nella riunione dei Capigruppo, i lavori odierni proseguiranno pertanto fino alle ore 13,30.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

TOMASSINI (FI). Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 5.5, 5.6, 5.8, 5.10, 5.15, 5.16, 5.18, 5.38 e 5.43.

 

BIANCONI (FI). Signor Presidente, non intendo illustrare l'emendamento 5.42, mentre desidero soffermarmi sull'emendamento 5.52 che si occupa delle malattie rare. L'Organizzazione mondiale della sanità sostiene che l'incidenza di queste malattie sia di 5 casi su 10.000 abitanti. Spero che questo non ne faccia, per il senatore Boccia, un emendamento microsettoriale.

Ho presentato questo emendamento, sottoscritto tra l'altro da tutti i senatori della Casa delle Libertà, perché l'arbitraria definizione di rarità non ha agevolato assolutamente la ricerca. Pertanto, aiutare le ditte farmaceutiche che producono questi farmaci orfani, per malattie che sono devastanti sia per il paziente che per la famiglia, attraverso l'agevolazione fiscale del 23 per cento delle spese da esse sostenute, aiuterebbe la ricerca e implementerebbe tutto il percorso della cura.

Da questo punto di vista spero che il Governo sia estremamente sensibile; sebbene infatti il numero delle persone coinvolte, quello di 5 persone su 10.000 abitanti, non sia certamente esorbitante, vi assicuro che si tratta di malattie talmente particolari e devastanti che hanno assolutamente bisogno di essere messe sotto la lente di ingrandimento.

Con l'emendamento 5.0.1, che fa sempre riferimento al problema delle malattie rare e dei farmaci orfani, si chiede l'istituzione di un Fondo nazionale. Ne spiego subito il motivo. Se in una Regione in un anno i malati affetti da malattie rare sono più di quelli preventivati, il budget regionale splafona e normalmente queste persone incontrano grandissime difficoltà nel reperire questi farmaci che, tra l'altro, sono costosissimi.

Ci sono Regioni con punti di riferimento per quelle malattie, ma che sono costrette a chiedere ai pazienti di andarle a prendere i farmaci in altre Regioni. Se istituissimo un centro di riferimento, un centro di costo nazionale, potremmo bypassare la problematica regionale e dare copertura finanziaria a questi pazienti, perché oltre alla malattia rara e a tutto quello che devono subire, anche il doversi spostare alla ricerca del farmaco sembra una cosa aberrante.

L'emendamento 5.0.2 si occupa del problema dell'endometriosi. So che il Ministro è particolarmente sensibile a questo tema. Ricordo che si tratta di una malattia complessa e molto invalidante, che colpisce 14 milioni di donne in Europa. Purtroppo possiamo fare solo stime approssimative perché, non avendo un registro nazionale, non sappiamo esattamente quante sono le malate, dove sono allocate e dove, di conseguenza, indirizzare le risorse nei centri di riferimento. Con l'emendamento 5.0.2 si chiede, sostanzialmente, di creare un centro di riferimento, un registro nazionale in grado di fotografare la situazione in Italia dal punto di vista dell'endometriosi.

Tra l'altro, presso l'Istituto superiore della sanità è già previsto un registro sulle patologie di infertilità e il 30-35 per cento di malate di endometriosi - stiamo parlando di una donna su dieci - è affetta anche da patologie di infertilità, per cui il registro nazionale potrebbe essere unito a quello poc'anzi descritto con un dispendio di energie e di risorse minore. Ciò consentirebbe di fornire una risposta complessiva.

L'ultimo emendamento che intendo illustrare è il 5.0.4 che riguarda il bonus per i celiaci. Esprimo, al riguardo, una preghiera al Governo e a tutti i senatori: chi è veramente malato di celiachia ha problemi di reperimento delle materie prime utilizzabili per i propri pasti. Sono malati estremamente particolari. Con un decreto ministeriale del 2006 abbiamo dato loro la possibilità di disporre di un bonus, che tra l'altro si può spendere solo ed esclusivamente nelle farmacie, e stabilito i vari importi. Chiediamo che quegli importi vengano adeguati all'aumento dei prezzi normali e quindi aumentati del 30 per cento. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Polledri).

 

MONACELLI (UDC). Signor Presidente, illustrerò gli emendamenti 5.20, 5.22, 5.36 e 5.45, che sono stati presentati dal mio Gruppo.

Gli emendamenti 5.20 e 5.22 fanno riferimento ad una differente ripartizione. Attualmente l'attribuzione del ripiano dell'eventuale sfondamento della spesa farmaceutica territoriale è affidata per il 100 per cento a carico esclusivo della sola filiera. Questa attribuzione risulta a nostro avviso inaccettabile perché, da un lato, le imprese farmaceutiche hanno l'obbligo di fornire, ma, dall'altro, manca ogni leva che possa responsabilizzare le Regioni. Individuiamo quindi una differente ripartizione a livello regionale.

La motivazione di fondo dell'emendamento 5.36nasce dal tentativo di evitare la compromissione dell'attività di ricerca delle imprese. Il riferimento è al documento elaborato dal tavolo sulla spesa farmaceutica, previsto alla fine di giugno 2007 e proposto in materia di regolazione dei prezzi dei farmaci, e al mantenimento del prezzo di riferimento sui soli prodotti a brevetto scaduto, così come è già stato definito dall'AIFA. Nella motivazione del documento del tavolo si indicava il rischio di una disomogeneità del sistema di regolazione dei prezzi da Regione a Regione e della perdita di una sorta di coerenza del sistema di regolazione nazionale.

Con la modifica del regime di controllo della spesa farmaceutica territoriale verrebbe a cadere ogni ragione perché debba continuare a sussistere una norma come quella dell'articolo 10 della legge n. 405 del 2001, sul prezzo di rimborso di particolari categorie di farmaci in relazione alla metodica di adozione del prezzo di riferimento dei farmaci per categorie omogenee, che, se applicata, potrebbe essere davvero distorsiva del mercato e disincentivante dell'attività di ricerca. Per questo riteniamo opportuno abrogare esplicitamente la norma suddetta.

La ragione dell'emendamento 5.45 nasce dal tentativo di impedire aumenti eccessivi in una volta sola. Infatti, per effetto dell'articolo 1, comma 3, della legge n. 149 del 2005, il prezzo dei medicinali non rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale (così classificati, con le lettere c) e c-bis) dal comma 10 dell'articolo 8 della legge n. 537 del 1993, come modificato) può essere modificato in aumento soltanto nel mese di gennaio di ogni anno dispari, cioè ogni due anni. Questa disposizione comporterebbe il rischio di aumenti consistenti concentrati in un unico mese, ogni due anni.

Perquesto riteniamo che sarebbe necessario rivedere la norma consentendo la modifica in aumento ogni anno, magari entro il mese di gennaio, stabilendo un tetto massimo pari al tasso di inflazione, salvo ovviamente casi eccezionali che dovranno essere opportunamente motivati dalle aziende all'AIFA. Una norma di questo genere consentirebbe di evitare brusche variazioni dei prezzi dei farmaci non rimborsabili ogni due anni, con effetti negativi anche presso l'opinione pubblica. (Applausi dal Gruppo UDC e del senatore Amato).

 

CURSI (AN). Signor Presidente, ritiro l'emendamento 5.0.6, in quanto c'è una formulazione successiva, rappresentata dall'emendamento 5.0.500, che è migliorativa. Ritengo importante l'approvazione di questo emendamento per il rafforzamento dei poteri dell'Agenzia italiana del farmaco.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore e la rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

Chiedo che attorno al senatore Ripamonti si faccia un po' di silenzio.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 5.700 e 5.701 della Commissione e parere contrario sull'emendamento 5.701/3.

Sull'emendamento 5.7, che modifica i criteri di calcolo per l'attribuzione del budget annuale, esprimo parere contrario. Sull'emendamento 5.9, che pure modifica le percentuale di risorse allocate sul fondo farmaci innovativi, esprimo parere contrario.

Esprimo parere contrario sugli emendamenti 5.11, 5.14 e 5.19. Sull'emendamento 5.20, che tra l'altro utilizza come copertura la mancata istituzione di una società di scopo che interviene nel mercato immobiliare, esprimo parere contrario.

Esprimo parere contrario sugli emendamenti 5.21, 5.22 e 5.26. Esprimo invece parere favorevole sull'emendamento 5.28 della Commissione. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 5.33, 5.36 e 5.39; in quest'ultimo tra l'altro vi sono oneri non quantificati e non coperti. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 5.702 della Commissione. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 5.42, 5.45 e 5.51. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 5.46 della Commissione.

Esprimo parere contrario sull'emendamento 5.48. Sull'emendamento 5.49 e sull'emendamento 5.502, di uguale contenuto, il mio parere è favorevole, ma dopo le parole: «emoderivati» propongo di aggiungere le parole: «individuati con decreto del Ministro della salute su proposta dell'AIFA».

L'emendamento 5.52 fa parte di una serie di emendamenti, in particolare presentati dalla senatrice Bianconi, di grandissima rilevanza e che sono stati esaminati in modo approfondito in Commissione. Devo dire che sono imbarazzato nell'esprimere un parere su questi emendamenti, tuttavia l'orientamento del relatore e del Governo è di concentrare l'attenzione, rispetto a tutta questa partita, su un problema che avevo già anticipato nella mia relazione, quello cioè di intervenire trovando le risorse adeguate - lo stiamo ancora facendo, non lo dico per rinviare il problema, ma perché ci stiamo lavorando - sul problema di chi si è ammalato a seguito di trasfusioni di sangue infetto.

Questa è la mia proposta. Mi sento di chiedere alla senatrice Bianconi di ritirare i suoi emendamenti, che affrontano problemi di grandissima importanza, ma per i quali non siamo in grado in questo momento di trovare le coperture adeguate.

Invito i presentatori a ritirare l'emendamento 5.500: la proposta in esso contenuta potrebbe essere inserita in un altro provvedimento, ma non in questo decreto-legge.

Quanto all'emendamento 5.501, mi sembra che la questione cui esso si riferisce sia stata già affrontata dall'emendamento presentato dal Governo, diventato poi emendamento della Commissione: pertanto, invito i presentatori a ritirarlo. In caso contrario, il parere del relatore è contrario.

Allo stesso modo invito i presentatori a ritirare l'emendamento 5.0.1, che riguarda il tema che ho già anticipato prima, Presidente. Tra l'altro, si tratta di un emendamento anche molto oneroso, perché prevede una dotazione iniziale a favore del Fondo nazionale per i farmaci orfani di 250 milioni di euro.

Invito altresì i presentatori a ritirare gli emendamenti 5.0.2 e 5.0.4: quest'ultimo, in particolare, è un emendamento molto importante, ma sarebbe opportuno avere almeno una quantificazione degli oneri.

Infine, invito i presentatori a ritirare l'emendamento 5.0.500, perché riguarda anch'esso un tema parzialmente già affrontato dall'emendamento del Governo, poi diventato emendamento della Commissione.

 

TURCO, ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso del relatore su tutti gli emendamenti, ad eccezione di quello sull'emendamento 5.0.500, relativo alle disposizioni normative concernenti il funzionamento dell'Agenzia italiana del farmaco, su cui il parere del Governo, invece, è favorevole.

Volevo inoltre sottolineare l'importanza degli emendamenti presentati dalla senatrice Bianconi, invitandola anch'io a ritirarli. In particolare, per quanto riguarda l'emendamento 5.0.1, concernente l'istituzione del Fondo nazionale per i farmaci orfani, relativi a malattie rare, l'invito al ritiro nasce dal fatto che stiamo procedendo all'aggiornamento del registro delle malattie rare, che contempla anche l'ampliamento della copertura dell'assistenza farmaceutica; inoltre, come Governo abbiamo assunto l'impegno a potenziare la ricerca per i farmaci orfani, ora all'attenzione dell'AIFA .

Per quanto riguarda poi l'emendamento 5.0.2, sull'istituzione del registro nazionale endometriosi, mi trova molto favorevole: invito però la senatrice Bianconi a ritirarlo e a ripresentarlo in sede di legge finanziaria, perché in quel contesto, da parte del Governo, potrà essere espresso un parere favorevole.

 

PRESIDENTE. Quindi, sull'emendamento 5.0.500 il parere del rappresentante del Governo è favorevole. Sentiamo allora nuovamente il relatore.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, ripeto quanto ho già detto prima. Mi pare che questa materia sia già parzialmente risolta dall'emendamento del Governo, diventato poi emendamento della Commissione. Se il Governo ritiene di accogliere quest'emendamento, il parere del relatore è favorevole.

 

PRESIDENTE. Data l'ora, rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 

(omissis)

 

La seduta è tolta (ore 13,30).


Allegato A

 

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (1819)

 

PROPOSTA DI NON PASSARE ALL'ESAME DEGLI ARTICOLI

 

NP1

DAVICO

Respinta

Il Senato,

premesso che:

in sede di esame del provvedimento in titolo, è emersa una serie di valutazioni relative anche alle disposizioni recate dall'articolo 12. Entrando nel merito, emergono difatti alcune contraddizioni: in particolare, l'articolo 12 recante: «Sostegno all'adempimento dell'obbligo di istruzione», aumenta di 150 milioni di euro i fondi disponibili per l'innalzamento dell'obbligo d'istruzione, disposto dalla legge finanziaria 2007, bloccando l'operatività della clausola di salvaguardia, con l'effetto di rallentare il processo di riduzione del personale;

in particolare, a fronte della prevista riduzione di 43.000 unità lavorative, si è preso atto della sostenibilità di un decremento di sole 14.000 unità per il 2007-2008, ripartendo al successivo triennio il completamento della riduzione;

in particolare, i rischi connessi alla mancata applicazione della clausola di salvaguardia, recata dall'articolo 1, comma 621 della legge 23 dicembre 2006, n. 296, per l'anno 2007 sono confermati negli stessi documenti di bilancio per il 2008, che pongono l'attenzione sul peggioramento dell'indebitamento netto di circa il 50 per cento, a fronte delle minori economie conseguite nell'anno medesimo, rispetto alle previsioni recate dall'art. 1, comma 620, della legge finanziaria 2007;

le minori economie conseguibili si stimano in euro 282 milioni per l'anno 2007, 779 milioni per l'anno 2008, 5.135 milioni per l'anno 2009 e 214 milioni per l'anno 2010;

l'articolo 1, comma 125, della richiamata legge finanziaria 2007 ha stabilito che, per ottenere l'effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio, in caso di accertamento di minori economie, si provveda a ridurre le dotazioni complessive di bilancio del Ministero della pubblica istruzione, ad eccezione di quelle relative alle competenze del personale della scuola e dell'amministrazione centrale periferica della pubblica istruzione, in maniera lineare fino a concorrenza delle stesse;

pertanto, tenuto conto delle mancate economie, si è provveduto ad accantonare, per l'anno 2007, sul bilancio del Ministero della pubblica istruzione, 145 milioni di euro, corrispondenti, in termini di indebitamento netto della Pubblica Amministrazione, alle citate mancate economie lorde;

in merito agli effetti stimati sui saldi di finanza pubblica, il predetto e ulteriore stanziamento di 150 milioni di euro, di cui non sono indicati i criteri relativi alla quantificazione, «esporrebbe un'assoluta simmetria tra l'effetto peggiorativo atteso sul saldo di competenza finanziaria (recante 282 milioni di euro) e quello atteso su fabbisogno e indebitamento netto (recanti 145 milioni di euro)», producendo, conseguentemente un equivalente flusso di cassa nel solo 2007;

visto che:

il comma 621, lettera b) della legge finanziaria 2007, di cui la norma recata all'art. 12 in commento opera la sospensione, per il 2007, di una clausola di garanzia che non prevedeva né una sua applicazione "parziale", né conseguentemente risparmi inferiori a 448,2 milioni di euro per l'anno in corso;

l'assegnazione "integrativa" per il 2007 non è giustificata dal carattere di eccezionalità e, in specie, sarebbe altresì utile conoscere i criteri che si intendono applicare per la predetta «integrazione» a valere sugli anni successivi all'anno in corso;

considerato che:

la disciplina relativa all'obbligo scolastico trova fondamento nel precetto dell'articolo 34 della Costituzione che garantisce per almeno otto anni l'obbligatorietà dell'istruzione inferiore, senza porre limiti temporali al suo svolgimento. In base al dettato costituzionale, deve ritenersi garantito un certo percorso d'istruzione, individuato in termini temporali, ma non può invece considerarsi garantito il risultato scolastico, sì che appaiono generalmente e pienamente legittime le disposizioni relative all'adempimento dell'obbligo scolastico e al proscioglimento da esso, a condizione che siano emanate con norme di rango primario;

il Governo, contravvenendo alle regole che non consentono di inserire nell'ambito di una «manovra finanziaria» norme di delega o di carattere ordinamentale ovvero organizzatorio, nella Legge 23 dicembre 2006, n. 296, al comma 622, ridefìnisce l'obbligo scolastico e innalza l'età minima per l'accesso al lavoro, disponendo che a decorrere dall'anno scolastico 2007/2008 l'istruzione sia impartita obbligatoriamente per almeno dieci anni (e finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età); a tal fine viene elevata a 16 anni l'età per l'accesso al lavoro. Il comma 622, autorizza, fino alla messa a regime della nuova disciplina, la prosecuzione dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 28 del decreto legislativo n. 226 del 2005, come confermato dal Consiglio di Stato che ha dato parere favorevole;

al riguardo, il Consiglio di Stato avrebbe precisato il carattere di «temporanea sperimentazione» dell'obbligo d'istruzione nella prima fase d'attuazione relativa agli anni 2007/2008 e 2008/2009, sottolineando che tale «carattere» si connetterebbe alla definizione del quadro ordinamentale dell'istruzione secondaria superiore che entrerà in vigore dall'anno scolastico 2009/2010, secondo quanto disposto dal decreto-legge n. 7 del 2007;

la svolta federalista e, quindi, l'evoluzione costituzionale e legislativa assegna alle Regioni ampi poteri normativi, in materia d'istruzione e formazione professionale, definendo un'area di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. L'estensione dell'obbligo d'istruzione al primo biennio della scuola secondaria pone dei problemi in ordine alla compatibilità di tale provvedimento legislativo statale, peraltro privo di legittimità, con l'autonomia regionale in tema di istruzione e formazione professionale;

la scelta statale di delimitare la durata e la tipologia dell'istruzione obbligatoria inferiore, è vincolata al principio di leale collaborazione con le Regioni. Le modalità scelte in merito alia questione dell'obbligo scolastico, impongono per lo meno la richiesta del parere obbligatorio della Conferenza Stato-Regioni ai sensi dell'articolo 12, comma 5, della legge n. 400 del 1988 e dell'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo n. 281 del 1997;

a questo proposito si segnala il richiamo da parte della Conferenza Unificata sulla disparità, in termini qualitativi, tra i percorsi di istruzione e quelli di istruzione e formazione professionali, per i quali non è prevista pari dignità, dal momento che questi, a differenza di quelli statali, non possono mantenere invariati gli attuali ordinamenti;

alla luce delle critiche sollevate dalle medesime Regioni, non sembra esserci stato un riparto regionale equilibrato, in termini di assegnazione delle risorse umane, strutturali e finanziarie, legato alle modalità di recepimento dei saperi e delle competenze dell'obbligo d'istruzione;

valutato che:

lo Stato non può non tenere conto del parere obbligatorio della Conferenza Stato-Regioni, anche in considerazione di eventuali contrazioni delle attuali competenze regionali in tema di istruzione e di formazione professionale;

si ribadiscono quindi le riserve circa l'incertezza legislativa, nonché la violazione delle competenze di carattere normativo attribuite alle Regioni dalle disposizioni costituzionali, nel richiamato articolo 117, comma 3, della Costituzione;

il Governo ha fatto un provvedimento "senza preventivamente" emanare una legge con cui avesse qualificato anche il biennio delle attuali scuole superiori come facente parte dell'istruzione inferiore;

l'articolo 34 della Costituzione riguarda l'istruzione "di base". L'estensione dell'obbligo scolastico mediante ricorso all'obbligo formativo, fa leva sul dovere sociale dello svolgimento di un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società. L'articolo 4 della Costituzione si riferisce invece "al dovere di lavorare", e l'istruzione, anche quando si svolge nell'ambito di istituzioni della IeFP, non può essere considerata espressione di tale dovere. L'estensione dell'obbligo scolastico al di là dell'istruzione inferiore è incostituzionale, salvo che il legislatore non qualifichi anche il biennio delle attuali scuole superiori come facente parte "dell'istruzione inferiore",

delibera di non passare all'esame degli articoli del disegno di legge n. 1819, così come previsto dall'articolo 96 del Regolamento del Senato.

 

 

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

 

ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 1.

(Destinazione maggiori entrate)

1. Le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011 per l'anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro, ulteriori rispetto a quelle incluse nel provvedimento previsto dall'articolo 17, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e utilizzate a copertura del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, sono destinate, per lo stesso anno, alla realizzazione degli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente, definiti dal predetto Documento di programmazione economico-finanziaria e dalla relativa Nota di aggiornamento.

2. Gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni di cui al comma 1 includono gli effetti finanziari degli interventi disposti con il presente decreto, ivi comprese le misure di sviluppo ed equità sociale di cui all'articolo 1, comma 4, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

 

 

EMENDAMENTI

 

1.1

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«1. Le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il Documento di programmazione economica e finanziaria 2008-2011 per l'anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro, ulteriori rispetto a quelle incluse nel provvedimento previsto dall'articolo 17, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e utilizzate a copertura del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007 n. 127, sono destinate esclusivamente per lo stesso anno al miglioramento degli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente, definiti dal predetto Documento di programmazione economico-finanziaria, con esclusione di una quota pari a 835 milioni di euro, da destinare a copertura parziale degli interventi disposti con il presente decreto».

Conseguentemente sopprimere gli articoli 2, 7, 18, 23, 24, 26, 27, 35, 36, 41, 42, 43, 44 e 45.

Conseguentemente: all'articolo 47 apportare le seguenti variazioni:

al comma 1, alla lettera a) sostituire le parole: «5.978 milioni» con le seguenti: «835 milioni».

 

1.2

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, GRILLO, TADDEI

Respinto

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il Documento di programmazione economico-finanziaria per l'anno 2007 sono destinate a realizzare gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente, definiti dal predetto Documento di programmazione economico-finanziaria: Le eventuali maggiori entrate, in quanto eccedenti rispetto ai suddetti obiettivi, sono destinate alla restituzione pro quota a ciascun contribuente in sede di pagamento dell'imposta sul reddito (IRE)».

 

1.500

EUFEMI

Respinto

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. Le disposizioni di cui all'articolo 2 comma 58 della legge 14 dicembre 2003, n. 350, sono prorogate per l'esercizio finanziario 2008».

 

 

ORDINI DEL GIORNO

G1.100

CALDEROLI

Respinto

Il Senato,

premesso che:

le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il documento di programmazione economica finanziaria 2008-2011 per l'anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro, ulteriori rispetto a quelle incluse nel provvedimento previsto dall'articolo 17, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e utilizzate a copertura del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertite, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, sono destinate, per lo stesso anno, alla realizzazione degli obiettivi d'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente, definiti dal predetto documento di programmazione economica finanziaria e dalla relativa Nota di aggiornamento;

gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni includono gli effetti finanziari degli interventi disposti con il presente decreto, ivi comprese le misure di sviluppo ed equità sociale di cui all'articolo 1, comma 4, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;

gli obiettivi del presente decreto sono stati ritenuti dal Governo necessari e urgenti e potrebbero richiedere in futuro ulteriori interventi;

le maggiori entrate del gettito tributario potrebbero anche non ripetersi,

impegna il Governo:

ad una politica di contenimento della spesa pubblica ed in particolare a prevedere, già in sede di esame del disegno di legge finanziaria, un ridimensionamento quantitativo dell'esecutivo e dei relativi costi, con particolare riferimento al numero dei Sottosegretari.

 

G1.101

CALDEROLI

Respinto

Il Senato,

premesso che:

le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il documento di Programmazione economica finanziaria 2008-2011 per l'anno 2007, pari a 5.978 milioni di Euro, ulteriori rispetto a quelle incluse nel provvedimento previsto dall'art. 17, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e utilizzate a copertura del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertite, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, sono destinate, per lo stesso anno, alla realizzazione degli obiettivi d'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente, definiti dal predetto documento di Programmazione economica finanziaria e dalla relativa Nota di aggiornamento;

gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni includono gli effetti finanziari degli interventi disposti con il presente decreto, ivi comprese le misure di sviluppo ed equità sociale di cui all'art. 1, comma 4, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;

gli obiettivi del presente decreto sono stati ritenuti dal Governo necessari e urgenti e potrebbero richiedere in futuro ulteriori interventi;

le maggiori entrate del gettito tributario potrebbero anche non ripetersi,

impegna il Governo:

ad una politica di contenimento della spesa pubblica ed in particolare a mantenere il rapporto tra la spesa primaria corrente e il PIL nel limite del 39,3% nel 2008, del 38,7% nel 2009, del 38% nel 2010, del 37,2% nel 2011, con una riduzione complessiva nel quadriennio di programmazione di almeno 2,6 punti di percentuale.

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 1

 

1.0.3

SACCONI, CANTONI, GENTILE, MORRA, NOVI, PICCONE, VEGAS

Respinto

Dopo l'articolo 1, inserire il seguente:

«Art. 1-bis.

(Norme fiscali per il reddito da lavoro straordinario e premi aziendali)

1. I redditi derivanti da prestazioni di lavoro straordinario e da premi connessi a risultati sulla base di accordi individuali o collettivi in sede aziendale sono assoggettati ad imposizione fiscale sostitutiva, ai fini deIl'IRPEF, con applicazione dell'aliquota media dell'ultimo biennio, ridotta del 50 per cento. I predetti redditi non concorrono ad alcun titolo alla formazione del reddito complessivo o dell'indicatore della situazione economica del percipiente o del suo nucleo familiare.

2. I commi 18 e 19 dell'articolo 2 della legge 28 dicembre, n. 549, sono abrogati».

All'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

 

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 2.

(Imprese pubbliche)

1. Per la prosecuzione delle opere in corso sulla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria, previste dal contratto di programma 2007-2011 parte investimenti stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e la Rete Ferroviaria Italiana S.p.a., è autorizzato un contributo di 800 milioni di euro per l'anno 2007.

2. Per assicurare, per il periodo di vigenza del contratto di cui al comma 1, la continuità nell'attività di manutenzione straordinaria sulla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria, come indicato nella delibera CIPE n. 63 in data 20 luglio 2007, è autorizzato per l'anno 2007 un ulteriore contributo di 235 milioni di euro.

3. È autorizzata la spesa di 215 milioni di euro da utilizzare nel 2007 per i progetti ricompresi nel piano di investimenti allegato al Contratto di programma 2007 stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e da ANAS S.p.A.

 

 

EMENDAMENTI

2.2

CICCANTI

Respinto

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

«1-bis. Al fine di migliorare il collegamento dei vari centri abitati esistenti lungo la costa della Provincia di Roma con il sistema aeroportuale "Leonardo da Vinci", è concesso al Comune di Fiumicino un contributo straordinario di 15 milioni di euro, a valere delle risorse di cui al comma 1, per la costruzione di un nuovo attraversamento del fiume Tevere-Fossa Traianea per la ristrutturazione della viabilità comunale a servizio dell'aeroporto».

 

2.3

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Ritirato

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

«1-bis. Le risorse di cui al comma 1 sono prioritariamente destinate alla prosecuzione delle opere di ammodernamento e di potenziamento delle tratte ferroviarie della rete tradizionale situate nei territori delle comunità montane».

 

2.4

GALLI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo il comma 2, inserire il seguente:

«2-bis. Per il completamento della progettazione relativa all'interramento delle tratta ferroviaria in gestione delle Ferrovie Nord in corrispondenza dei centri cittadini di Seveso e Cesano Maderno e delle aree di maggior ostacolo alla viabilità brianzola, è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente: all'articolo 7, comma 1, sostituire le parole: «500 milioni»con le parole: «450 milioni»

 


2.5

FORTE

Ritirato

Sostituire il comma 3 con il seguente:

«3. È autorizzata la spesa di 215 milioni di euro da utilizzare nel 2007, di cui 205 milioni per i progetti ricompresi nel piano di investimenti allegato al contratto di programma 2007 stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e da ANAS S.p.A e 10 milioni per assicurare il concorso dello Stato al completamento della realizzazione delle opere infrastrutturali della Pedemontana di Formia, di cui alla delibera CIPE 29 marzo 2006 n. 98».

 

2.6

FORTE

Ritirato

Al comma 3 aggiungere il seguente periodo: «A valere delle risorse del precedente periodo è altresì autorizzata la spesa di 25 milioni di euro a titolo di ulteriore finanziamento degli interventi di cui al comma 981 dell'articolo 1 della legge 296 del 27 dicembre 2006».

 

2.7

BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. È autorizzata la spesa di 150 milioni di euro da assegnare all'ANAS per la realizzazione della bretella Cisterna-Valmontone».

Conseguentemente, sopprimere l'articolo 41.

 

2.8

ALLEGRINI, BALDASSARRI

Respinto

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. È autorizzata la spesa di 250 milioni di euro da utilizzare nel 2007, per il completamento della trasversale Orte-Civitavecchia realizzazione 3º lotto».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

2.9

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Ritirato

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Una parte delle risorse di cui al comma 3 è destinata alla realizzazione dell'opera stradale SS 36 Cinisello Balsamo, sotterraneo Viale Lombardia».

2.10

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Le risorse di cui al comma 3 sono destinate prioritariamente alle opere in corso di esecuzione, con particolare riferimento al completamento degli assi di collegamento del territorio nazionale con le principali tratte viarie europee, quali il corridoio multimodale n. 5, l'asse pedemontano, e i collegamenti trasversali e dei valichi alpini».

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 2

 

2.0.500

MARTINAT

Respinto

Dopo l'articolo 2,aggiungere il seguente:

«Art. 2-bis.

1. Relativamente agli appalti dl lavori pubblici, qualora per fatti non prevedibili dall'appaltatore all'atto dell'offerta e non imputabili a sua colpa, il tempo effettivo di esecuzione dei lavori ecceda il termine contrattuale maggiorato del 5 per cento, l'appaltatore ha diritto all'adegua mento del corrispettivo inerente la parte di contratto da eseguire dopo la scadenza di tale termine. Qualora, nel caso che precede, abbia luogo una diminuzione dei costi, e sempre che il ritardo non dipenda da colpa dell'amministrazione, il corrispettivo viene ridotto.

2. L'adeguamento o la riduzione di cui al comma 1 sono calcolati sulla base di aliquote stabilite annualmente con decreto del Ministro delle Infrastrutture, da emanarsi entro il mese di gennaio dell'anno successivo a quello cui si riferiscono.

3. Le aliquote di cui al comma 2 sono determinate con decreto del Ministro delle Infrastrutture, contenente rilevamenti mensili delle variazioni sulla base degli incrementi o decrementi dei prezzi dei fattori di costo oggetto del contratto.

4. L'adeguamento o la riduzione di cui al comma 2 si applicano al corrispettivo dei lavori eseguiti nel corso dell'anno antecedente alla emissione del decreto e successivamente alla scadenza del termine di cui al comma 1.

5. L'adeguamento del corrispettivo viene corrisposto con apposito certificato di pagamento che il responsabile del procedimento emette entro 30 giorni dall'emanazione del decreto di cui al comma 2. AI relativo pagamento si applica la stessa disciplina relativa al pagamento degli stati di avanzamento dei lavori.

6. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano ai contratti il cui temine di presentazione dell'offerta scada successivamente all'entrata il vigore della presente legge.

7. Le modalità di applicazione della disciplina di cui sopra saranno regolamentate con decreto del Ministro delle Infrastrutture da emanarsi entro 90 giorni dalla entrata in vigore della presente legge».

 

2.0.501

FERRARA

Respinto

Dopo l'articolo 2,inserire il seguente:

«Art. 2-bis.

1. I commi dal 426 al 429 articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono sostituiti dal seguente:

«426. Ai fini di quanto previsto dai commi da 404 a416, in relazione alle esigenze di conseguimento di economie di gestione e del miglioramento dei servizi resi all'utenza, si provvede, con le modalità, i tempi e i criteri previsti dal medesimo articolo:

a) alla ridefinizione delle competenze e delle strutture dei Dipartimenti Centrali;

b) al riordino dell'articolazione periferica del Ministero dell'economia e delle finanze mediante la costituzione di un unico ufficio periferico nell'ambito del territorio provinciale owero interprovinciale che assume la denominazione di Ufficio territoriale dell'economia e delle finanze e i compiti attualmente svolti dalle Ragionerie provinciali dello Stato e dalle Direzione provinciali dei Servizi vari con contestuale soppressione delle Ragionerie provinciali dello Stato e delle Direzioni provinciali dei Servizi vari;

c) gli uffici unici previsti al punto 1 lettera b) che non raggiungono un organico di almeno trenta unità, compreso il dirigente, non si costituiscono. Le relative competenze e personale sono accorpati alle sedi limitrofe;

d) alla semplificazione delle procedure amministrative, anche mediante eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali, con conseguente riduzione dei tempi del procedimento e il contenimento dei relativi costi.

Il regolamento di cui al comma 404 dovrà prevedere la ridefinizione delle competenze degli Uffici territoriali del Ministero dell'economia e delle finanze i quali risponderanno organizzativamente al Dipartimento dell'Amministrazione generale, del Personale e dei Servizi del tesoro e funzionalmente ai diversi Dipartimenti centrali del MEF per le materie loro attribuite».

 

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G2.500

FORTE, CICCANTI, FAZZONE, AZZOLLINI, VEGAS

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

premesso:

che la realizzazione della Pedemontana di Formia, di cui alla delibera CIPE 29 marzo 2006, n. 98, è stata valutata, con il finanziamento di un limite di spesa di 5 milioni per 15 anni, con la Finanziaria 2007, un'opera strategica per garantire il superamento delle strozzature in cui versa la viabilità di collegamento tirrenica, all'altezza della strada variante S.S. 7 Appia-bis;

che al fine di rendere canteriabile la progettazione in corso di definizione per il lotto funzionale Gaeta-Formia (12 km) a carico dell'ANAS S.p.A., si rende necessario un ulteriore contributo, sottoforma di limite di impegno di 5 milioni per 15 anni;

che con la Finanziaria 2008 detta somma può essere reperita come priorità nell'ambito del finanziamento delle infrastrutture stradali della grande viabilità;

impegna il Governo:

a valutare detta priorità segnalata, al fine di reperire il relativo finanziamento stante la comune valutazione di tutte le forze politiche, sociali e le istituzioni locali (province, regioni e comuni) interessati.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 3.

(Semplificazione delle procedure di utilizzo degli stanziamenti di cui all'elenco 1 annesso alla legge finanziaria 2007)

1. All'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 758, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Al fine di garantire la tempestiva attivazione del finanziamento in corso d'anno degli interventi previsti nel predetto elenco 1, è consentito, per l'anno 2007, l'utilizzo di una parte delle quote accantonate per ciascun intervento, nel limite di importi corrispondenti a effetti in termini di indebitamento netto pari all'ottanta per cento di quelli determinati nel medesimo elenco 1. Per gli anni 2008 e 2009 è consentito l'utilizzo di una parte delle quote accantonate per ciascun intervento, nel limite di importi corrispondenti a effetti in termini di indebitamento netto pari al settanta per cento di quelli determinati nel medesimo elenco 1.»;

b) al comma 759 è soppressa la parola: «trimestralmente»;

c) al comma 762 le parole: «per gli importi accertati ai sensi del comma 759» sono sostituite dalle seguenti: «secondo quanto previsto dai commi 758 e 759».

2. Il comma 2 dell'articolo 13 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, è sostituito dal seguente:

«2. Le anticipazioni di cui al comma 1 sono estinte a valere sulla quota delle somme stanziate sui pertinenti capitoli di bilancio indicata all'articolo 1, comma 758, secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, preventivamente rispetto agli utilizzi cui sono destinati gli stanziamenti stessi.».

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 3

 

3.0.1

MANZIONE, BORDON

Inammissibile

Dopo l'articolo 3, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Nuove norme in materia di formazione del Governo. Riduzione del numero dei componenti)

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, alla formazione del Governo si applicano le disposizioni di cui al presente articolo.

2. I Ministeri sono dodici, con le seguenti denominazioni:

a) Ministero degli affari esteri;

b) Ministero dell'interno;

c) Ministero della giustizia;

d) Ministero della difesa;

e) Ministero dell'economia e delle finanze;

f) Ministero delle attività produttive;

g) Ministero delle politiche agricole e forestali;

h) Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio;

i) Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

j) Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali;

k) Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

l) Ministero per i beni e le attività culturali.

3. Per ciascun Ministero possono essere nominati fino a due Sottosegretari. Fanno eccezione i Ministeri degli affari esteri, dell'interno e dell'economia e delle finanze, per ciascuno dei quali il numero massimo di Sottosegretari è stabilito in tre.

4. Possono essere nominati fino a sei Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tra di essi è individuato il Sottosegretario con delega alla tutela dei consumatori e dei diritti diffusi.

5. Per quanto non previsto dal presente articolo, si applicano alla formazione del Governo le disposizioni di cui ai Titoli I e IV del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, nel testo vigente alla data della sua entrata in vigore.

6. Sono abrogati il decreto-legge 12 giugno 2001, n. 217, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2001, n. 317, e successive modificazioni, e il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, e successive modificazioni.

7. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo adegua la struttura e l'organizzazione dei Ministeri e dei rispettivi Sottosegretariati secondo le disposizioni di cui al presente articolo.

 

3.0.2

BORDON, MANZIONE

Inammissibile

Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

(Norme sulla formazione del Governo)

1. Si applicano alla formazione del governo le norme di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, nel testo di cui alla Gazzetta Ufficiale n. 203 del 30 agosto 1999. Sono abrogati il decreto legge 12 giugno 2001, n. 217, convertito in legge 317 del 3 agosto 2001; il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito in legge 233 del 17 luglio 2006, e successive modificazioni.

2. In prima applicazione il Governo adegua la struttura e l'organizzazione dei ministeri secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 300 del 1999 entro quattro mesi dalla data della nomina del Presidente del Consiglio dei ministri.

3. A seguito dell'adeguamento di cui al comma 2 il numero totale dei componenti del governo a qualsiasi titolo, ivi compresi ministri senza portafoglio, viceministri e sottosegretari, non può essere superiore a cinquanta, nel rispetto dell'equilibrio di genere».

 

3.0.3

BORDON, MANZIONE

Inammissibile

Dopo l'articolo 3, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Nuove norme in materia di formazione del Governo. Riduzione del numero dei componenti)

1. Si applicano alla formazione del Governo le disposizioni di cui ai Titolo I e IV del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, nel testo vigente alla data della sua entrata in vigore.

2. Entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Governo adegua la struttura e l'organizzazione dei Ministeri secondo le disposizioni di cui al presente articolo.

3. Sono abrogati il decreto-legge 12 giugno 2001, n. 217, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2001, n. 317, e successive modificazioni, e il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, e successive modificazioni».

 

3.0.4/500

D'ONOFRIO

Approvato

All'emendamento 3.0.4, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

«a-bis) il comma 2 è sostituito dal seguente:

"2. Per i lavoratori ed i pensionati aderenti alla gestione credito INPDAP l'iscrizione decorre a partire dal 6º mese successivo alla pubblicazione della presente delle legge"».

 

3.0.4

LA COMMISSIONE

Approvato con un subemendamento

Dopo l'articolo 3, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Disposizioni in materia di accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall'INPDAP)

1. All'articolo 2 del decreto ministeriale 7 marzo, n. 45 (Gazzetta Ufficiale 10 aprile 2007, n. 83), sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

"1. I dipendenti in servizio ed i pensionati di cui all'articolo 1, possono iscriversi alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali di cui all'articolo 1, comma 245 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, con obbligo di versamento dei contributi nelle misure previste dall'articolo 3, previa comunicazione scritta all'INPDAP della volontà di adesione"».

 

3.0.5

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

Respinto

Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

(Modifiche al Decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252)

1. All'articolo 14 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, sopprimere al comma 6, quarto periodo, le parole: "nei limiti e secondo le modalità stabilite dai contratti o accordi collettivi, anche aziendali".»

 

3.0.500

STRANO

Respinto

Dopo l'articolo 3, aggiungere il seguente:

«Art. 3-bis.

1. È autorizzato lo stanziamento di 200 milioni di euro per il 2007, per incrementare le risorse del Fondo per gli interventi agevolativi alle imprese, al fine di sostenere le attività di piccole e medie imprese della Sicilia».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1, allegato al decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n.127.

 

 

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 4.

(Commissariamento di regioni inadempienti)

1. Qualora nel procedimento di verifica e monitoraggio dei singoli Piani di rientro, effettuato dal Tavolo di verifica degli adempimenti e dal Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, di cui rispettivamente agli articoli 12 e 9 dell'Intesa Stato-regioni del 23 marzo 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2005, con le modalità previste dagli accordi sottoscritti ai sensi dell'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, si prefiguri il mancato rispetto da parte della regione degli adempimenti previsti dai medesimi Piani, in relazione alla realizzabilità degli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi ivi programmati, in funzione degli interventi di risanamento, riequilibrio economico-finanziario e di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo amministrativo e contabile, tali da mettere in pericolo la tutela dell'unità economica e dei livelli essenziali delle prestazioni, ferme restando le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 796, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il Presidente del Consiglio dei Ministri, con la procedura di cui all'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, sentito il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, diffida la regione ad adottare entro quindici giorni tutti gli atti normativi, amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi previsti nel Piano.

2. Ove la regione non adempia alla diffida di cui al comma 1, ovvero gli atti e le azioni posti in essere, valutati dai predetti Tavolo e Comitato, risultino inidonei o insufficienti al raggiungimento degli obiettivi programmati, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, sentito il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, nomina un commissario ad acta per l'intero periodo di vigenza del singolo Piano di rientro. Gli eventuali oneri derivanti dalla nomina del commissario ad acta sono a carico della regione interessata.

 

EMENDAMENTI

4.1

CUTRUFO

Respinto

Al comma 1, le parole da: «con le procedure di cui all'articolo 8», sono sostituite dalle seguenti: «nomina un commissario ad acta per l'intero periodo di vigenza del piano di rientro, con oneri a carico della Regione interessata».

Sopprimere il comma 2.

 

4.3

SAPORITO

Respinto

Sopprimere il comma 2.

 

4.4

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Ritirato

Al comma 2, primo periodo, sostituire le parole da:«nomina un commissario ad acta fino alla fine del periodo» con le seguenti: «provvede alla copertura del maggiore sfondamento integralmente attraverso una riduzione automatica dei trasferimenti statali alla regione per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale nell'anno d'imposta dell'esercizio successivo».

 

4.700

LA COMMISSIONE

Approvato

AI comma 2, alla fine del primo periodo aggiungere le seguenti parole: «con la facoltà, fra le altre, di proporre alla Regione la sostituzione dei Direttori generali delle ASL ovvero delle Aziende Ospedaliere».

 

4.8

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 2, dopo il primo periodo introdurre il seguente: «La nomina a commissario ad acta è incompatibile con l'affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissariamento».

 

4.701/500

VEGAS, FERRARA

Respinto

All'emendamento 4.701 sostituire le parole: «cinque anni» con le seguenti: «dieci anni».

 

4.701

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. I crediti interessati dalle procedure di accertamento e riconciliazione del debito pregresso al 31 dicembre 2005, attivate dalle regioni nell'ambito dei piani di rientro dai deficit sanitari di cui all'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, per i quali sia stata fatta la richiesta ai creditori della comunicazione di informazioni, entro un termine definito, sui crediti vantati dai medesimi, si prescrivono in cinque anni dalla data in cui sono maturati, e comunque non prima di 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, qualora, alla scadenza del termine fissato non sia pervenuta la comunicazione richiesta. A decorrere dal termine per la predetta comunicazione, i crediti di cui al presente comma non producono interessi».

 

4.9

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Respinto

Dopo il comma 2, inserire il seguente:

«2-bis. Ad integrazione di quanto stabilito dall'art. 1, comma 796, lettera b) della citata legge n. 296 del 2006, il commissario ad acta nominato ai sensi del comma 2 è autorizzato ad applicare oltre i massimi livelli l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e la maggiorazione dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive».

 

4.12

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Respinto

Dopo il comma 2, inserire il seguente:

«2-bis. Nell'ipotesi di cui al comma 2, i membri degli esecutivi delle Regioni commissariate sono sanzionati con l'ineleggibilità da qualsiasi carica pubblica per un periodo di cinque anni a decorrere dal termine del relativo mandato».

 

4.13

RUGGERI, MONACELLI

Respinto

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«3. Al decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 "Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell'articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419", il comma 3 dell'articolo 3 è sostituito dal seguente:

"3. Gli aspiranti devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

a) diploma di laurea;

b) esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti, aziende, strutture pubbliche o private, in posizione dirigenziale con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie"».

 

4.14

RUGGERI, MONACELLI

Respinto

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«3. Al decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 "Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell'articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419", al comma 3 dell'articolo 3-bis (Direttore generale, direttore amministrativo e direttore sanitario) sopprimere la frase finale "svolta nei dieci anni precedenti la pubblicazione dell'avviso"».

 

4.15

RUGGERI, MONACELLI

Respinto

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«3. Al decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 "Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell'articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419", dopo il comma 3 dell'articolo 3-bis è inserito il seguente:

"3-bis. L'iscrizione nell'elenco regionale degli idonei alla nomina di Direttore Generale di Unità Sanitarie Locali ed Aziende Ospedaliere, dove istituito, sospende il termine di cui alla lettera b) del comma precedente"».

 

4.20

LA COMMISSIONE

Approvato

La rubrica è così sostituita: «Commissari ad acta per le regioni inadempienti».

 


ORDINE DEL GIORNO

 

G4.100

PASTORE

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in riferimento al disposto dell'articolo 4, comma 2 del disegno di legge n. 1819, che in caso di inadempienza delle regioni alla diffida rivolta dal Governo, prevede la nomina di commissari ad acta per il compimento degli atti di cui al primo comma dello stesso articolo 4 nel quale sono indicati anche "atti normativi",

ritenuto che da una lettura superficiale potrebbe desumersi che i commissari governativi possano approvare anche atti legislativi;

considerato peraltro che il sistema delle fonti riserva in via tassativa con inequivoche norme di rango costituzionale la potestà legislativa solo ai Consigli regionali ed al Parlamento nazionale secondo le rispettive competenze,

impegna il Governo a provvedere che la disposizione in esame abbia ad applicarsi escludendo che leggi regionali possano considerarsi di competenza di detti commissari.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 5.

(Misure di governo della spesa e di sviluppo del settore farmaceutico)

1. A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14,4 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, comprensivo delle risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie. Il valore assoluto dell'onere a carico del SSN per la predetta assistenza farmaceutica, sia a livello nazionale che in ogni singola regione è annualmente determinato dal Ministero della salute, entro il 15 novembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sulla base del riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale deliberato dal CIPE, ovvero, in sua assenza, sulla base della proposta di riparto del Ministro della salute, da formulare entro il 15 ottobre. Entro 15 giorni dalla fine di ciascun mese, le regioni trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati della distribuzione diretta, come definita dal presente comma, per singola specialità medicinale, relativi al mese precedente, secondo le specifiche tecniche definite dal decreto del Ministro della salute in data 31 luglio 2007, concernente l'istituzione del flusso informativo delle prestazioni farmaceutiche effettuate in distribuzione diretta. Il rispetto da parte delle regioni di quanto disposto dal presente comma costituisce adempimento ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato. Nelle more della concreta e completa attivazione del flusso informativo della distribuzione diretta, alle regioni che non hanno fornito i dati viene attribuita, ai fini della determinazione del tetto e della definizione dei budget di cui al comma 2, in via transitoria e salvo successivo conguaglio, una spesa per distribuzione diretta pari al 40 per cento della spesa complessiva per l'assistenza farmaceutica non convenzionata rilevata dal flusso informativo del nuovo sistema informativo sanitario.

2. A decorrere dall'anno 2008 è avviato il nuovo sistema di regolazione della spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, che è così disciplinato:

a) il sistema nel rispetto dei vincoli di spesa di cui al comma 1, è basato sulla attribuzione da parte dell'AIFA, a ciascuna Azienda titolare di autorizzazioni all'immissione in commercio di farmaci (AIC), entro il 15 gennaio di ogni anno, di un budget annuale calcolato sulla base dei volumi e dei prezzi degli ultimi dodici mesi per i quali sono disponibili i dati, distintamente per i farmaci equivalenti e per i farmaci ancora coperti da brevetto. Dal calcolo di cui al precedente periodo viene detratto, ai fini dell'attribuzione del budget, l'ammontare delle somme restituite al Servizio sanitario nazionale per effetto dell'articolo 1, comma 796, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e del comma 3. Viene detratto, altresì, il valore della minore spesa prevedibilmente conseguibile nell'anno per il quale è effettuata l'attribuzione del budget, a seguito delle decadenze di brevetti in possesso dell'azienda presa in considerazione; tale valore è calcolato sulla base dei dati dell'anno precedente. Ai fini della definizione dei budget l'AIFA utilizza anche il 60 per cento delle risorse incrementali derivanti dall'eventuale aumento del tetto di spesa rispetto all'anno precedente e di quelle rese disponibili dalla riduzione di spesa complessiva prevista per effetto delle decadenze di brevetto che avvengono nell'anno per il quale è effettuata l'attribuzione del budget. Un ulteriore 20 per cento delle risorse incrementali, come sopra definite, costituisce un fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi che saranno autorizzati nel corso dell'anno, mentre il restante 20 per cento costituisce un fondo di garanzia per esigenze allocative in corso d'anno. Il possesso, da parte di un farmaco, del requisito della innovatività è riconosciuto dall'AIFA, sentito il parere formulato dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica istituita presso la stessa Agenzia, e ha validità per 36 mesi agli effetti del presente articolo, fatta salva la possibilità dell'AIFA di rivalutare l'innovatività sulla base di nuovi elementi tecnico-scientifici resisi disponibili;

b) la somma dei budget di ciascuna Azienda, incrementata del fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi di cui alla lettera a), nonché dell'ulteriore quota del 20 per cento prevista dallo stesso comma, deve risultare uguale all'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica a livello nazionale, come determinato al comma 1;

c) in fase di prima applicazione della disposizione di cui alla lettera a) e nelle more della concreta e completa attivazione dei flussi informativi, l'AIFA, partendo dai prezzi in vigore al 1º gennaio 2007 risultanti dalle misure di contenimento della spesa farmaceutica di cui all'articolo 1, comma 796, lettera f), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, attribuisce a ciascuna Azienda titolare di AIC, entro il 31 gennaio 2008, un budget provvisorio sulla base delle regole di attribuzione del budget definite dalla stessa lettera a). Il budget definitivo viene attribuito a ciascuna Azienda entro il 30 settembre 2008 alla luce dei dati sulla distribuzione diretta forniti dalle regioni ai sensi del citato decreto del Ministro della salute in data 31 luglio 2007. In assenza di tali dati, ad ogni Azienda viene attribuito un valore di spesa per la distribuzione diretta proporzionale all'incidenza dei farmaci di PHT di cui alla determinazione AIFA del 29 ottobre 2004, pubblicata nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 259 del 4 novembre 2004;

d) l'AIFA effettua il monitoraggio mensile dei dati di spesa farmaceutica e comunica le relative risultanze al Ministero della salute ed al Ministero dell'economia e delle finanze con la medesima cadenza. L'AIFA verifica al 31 maggio, al 30 settembre e al 31 dicembre di ogni anno l'eventuale superamento a livello nazionale del tetto di spesa di cui al comma 1, calcolato sulla base dei dati dell'Osservatorio nazionale dell'impiego dei medicinali, disciplinato dall'articolo 68 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e dall'articolo 18 del decreto del Ministro della salute 20 settembre 2004, n. 245, nonché sulla base dei dati delle regioni concernenti la distribuzione diretta di cui al medesimo comma 1;

e) qualora i valori di spesa verificati al 31 maggio di ogni anno superino la somma, rapportata ai primi 5 mesi dell'anno, dei budget aziendali, con gli incrementi di cui alla lettera b), si dà luogo al ripiano dello sforamento determinato nel predetto arco temporale, secondo le regole definite al comma 3. Qualora i valori di spesa verificati al 30 settembre di ogni anno superino la somma, rapportata ai primi 9 mesi dell'anno, dei budget aziendali, con gli incrementi di cui alla predetta lettera b), si dà luogo al ripiano dello sforamento stimato del periodo 1º giugno-31 dicembre, salvo conguaglio determinato sulla base della rilevazione del 31 dicembre, secondo le regole definite al comma 3. La predetta stima tiene conto della variabilità dei consumi nel corso dell'anno.

3. Le regole per il ripiano dello sforamento sono così definite:

a) l'intero sforamento è ripartito a lordo IVA tra aziende farmaceutiche, grossisti e farmacisti in misura proporzionale alle relative quote di spettanza sui prezzi dei medicinali, tenendo conto dell'incidenza della distribuzione diretta sulla spesa complessiva. L'entità del ripiano è calcolata, per ogni singola azienda, in proporzione al superamento del budget attribuito di cui al comma 2, lettera b). Al fine di favorire lo sviluppo e la disponibilità dei farmaci innovativi la quota dello sforamento imputabile al superamento, da parte di tali farmaci, del fondo aggiuntivo di cui alla citata lettera b) del comma 2 è ripartita, ai fini del ripiano, al lordo IVA, tra tutte le aziende titolari di AIC in proporzione dei rispettivi fatturati relativi ai medicinali non innovativi coperti da brevetto;

b) la quota di ripiano determinata a seguito della verifica al 31 maggio, è comunicata dall'AIFA a ciascuna Azienda entro il 15 luglio. La quota di ripiano determinata a seguito della verifica al 30 settembre è comunicata dall'AIFA a ciascuna Azienda entro il 15 novembre. Le Aziende effettuano il ripiano entro 15 giorni dalla comunicazione dell'AIFA, dandone contestuale comunicazione all'AIFA e ai Ministeri dell'economia e delle finanze e della salute;

c) ai fini del ripiano, per le aziende farmaceutiche si applica il sistema di cui all'articolo 1, comma 796, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296; per la quota a carico dei grossisti e dei farmacisti, l'AIFA ridetermina, per i sei mesi successivi, le relative quote di spettanza sul prezzo di vendita dei medicinali e il corrispondente incremento della percentuale di sconto a favore del SSN. Le aziende farmaceutiche versano gli importi dovuti, entro i termini previsti dalla lettera b) del presente comma, direttamente alle regioni dove si è verificato lo sforamento in proporzione al superamento del tetto di spesa regionale;

d) la mancata integrale corresponsione a tutte le regioni interessate, da parte delle aziende, di quanto dovuto nei termini perentori previsti, comporta la riduzione dei prezzi dei farmaci ancora coperti da brevetto, in misura tale da coprire l'importo corrispondente, incrementato del 20 per cento, nei successivi sei mesi.

4. Entro il 1º dicembre di ogni anno l'AIFA elabora la stima della spesa farmaceutica, così come definita al comma 1, relativa all'anno successivo distintamente per ciascuna regione e la comunica alle medesime regioni. Le regioni che, secondo le stime comunicate dall'AIFA, superano il tetto di spesa regionale prefissato, di cui al comma 1, sono tenute ad adottare misure di contenimento della spesa, ivi inclusa la distribuzione diretta, per un ammontare pari almeno al 30 per cento dello sforamento e dette misure costituiscono adempimento regionale ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato. Le regioni utilizzano eventuali entrate da compartecipazioni alla spesa a carico degli assistiti a scomputo dell'ammontare delle misure a proprio carico.

5. A decorrere dall'anno 2008 la spesa farmaceutica ospedaliera così come rilevata dai modelli CE, al netto della distribuzione diretta come definita al comma 1, non può superare a livello di ogni singola regione la misura percentuale del 2 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, inclusi gli obiettivi di piano e le risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie. L'eventuale sforamento di detto valore è recuperato interamente a carico della regione attraverso misure di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera o di voci equivalenti della spesa ospedaliera non farmaceutica o di altre voci del Servizio sanitario regionale o con misure di copertura a carico di altre voci del bilancio regionale. Non è tenuta al ripiano la regione che abbia fatto registrare un equilibrio economico complessivo.

 

EMENDAMENTI

5.1

CAFORIO, GIAMBRONE

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14,4 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, comprensivo delle risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie. Il valore assoluto dell'onere a carico del SSN per la predetta assistenza farmaceutica, sia a livello nazionale che in ogni singola regione è annualmente determinato dal Ministero della salute, entro il 15 novembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sulla base del riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale deliberato dal CIPE, ovvero, in sua assenza, sulla base della proposta di riparto del Ministro della salute, da formulare entro il 15 ottobre. Entro 15 giorni dalla fine di ciascun mese, le regioni trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati della distribuzione diretta, PHT e primo ciclo di terapia come definita dal presente comma, per singola specialità medicinale, relativi al mese precedente, secondo le specifiche tecniche definite dal decreto del Ministro della salute in data 31 luglio 2007, concernente l'istituzione del flusso informativo delle prestazioni farmaceutiche effettuate in distribuzione diretta. Le regioni provvederanno alla compensazione dei fondi impiegati dalle Aziende Ospedaliere per la distribuzione diretta dei farmaci del PHT e del primo ciclo di terapia completo dalle Ausl alle Aziende Ospedaliere che ricadono nel loro territorio entro 15 giorni successivi ad ogni semestre. Le regioni, entro 15 giorni successivi ad ogni trimestre, trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati relativi alla spesa farmaceutica ospedaliera. Il rispetto da parte delle regioni di quanto disposto dal presente comma costituisce adempimento ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato. Nelle more della concreta e completa attivazione del flusso informativo della distribuzione diretta, alle regioni che non hanno fornito i dati viene attribuita, ai fini della determinazione del tetto e della definizione dei budget di cui al comma 2, in via transitoria e salvo successivo conguaglio, una spesa per distribuzione diretta pari al 40 per cento della spesa complessiva per l'assistenza farmaceutica non convenzionata rilevata dal flusso informativo del nuovo sistema informativo sanitario».

 

5.701/2

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Ritirato

Alla lettera a), sopprimere le seguenti parole: «, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti».

 

5.701/3

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Alla lettera a), sostituire le parole «di medicinali collocati in classe "A"» con le seguenti: «dei medicinali destinati all'assistenza domiciliare».

 

5.701

LA COMMISSIONE

All'articolo 5 apportare le seguenti modifiche:

«a) al comma 1, sostituire il primo periodo con il seguente: "A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta di medicinali collocati in classe 'A' ai fini della rimborsabilità, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, inclusi gli obiettivi di piano e le risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie.";

b) al comma 2, lettera c), dopo le parole: "del 4 novembre 2004", aggiungere le seguenti: ", e successive modificazioni";

c) al comma 5, primo periodo, sostituire le parole: "del 2 per cento", con le parole: "del 2,4 per cento";

d) aggiungere, in fine, il seguente comma:

"5-bis. All'articolo 6 del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, è aggiunto il seguente comma 2-bis:

'2-bis. Sono nulli i provvedimenti regionali di cui al comma 2, assunti in difformità da quanto deliberato, ai sensi del comma 1, dalla Commissione unica del farmaco o, successivamente alla istituzione dell'AIFA, dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica di tale Agenzia, fatte salve eventuali ratifiche adottate dall'AIFA antecedente al 1º ottobre 2007' "».

 

5.700

LA COMMISSIONE

Al comma 1, dopo le parole: «effettuate in distribuzione diretta» aggiungere le seguenti: «Le regioni, entro 15 giorni successivi ad ogni trimestre, trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati relativi alla spesa farmaceutica ospedaliera».

 

5.5

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Al comma 2, lettera a) sostituire le parole: «a ciascuna azienda titolare di autorizzazioni all'immissione in commercio di farmaci (AIC)» con le seguenti: «per ciascuna classe terapeutica a livello ATC 4».

 

5.6

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Al comma 2, lettera a) dopo le parole: «15 gennaio di ogni anno» inserire le seguenti: «nel caso in cui il sistema sia avviato in via definitiva».

 

5.7

TOMASSINI, VEGAS

Al comma 2, lettera a) alla fine del secondo periodo inserire le parole: «da parte delle aziende titolari delle AIC per i farmaci inseriti nella classe terapeutica interessata».

 

5.8

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Al comma 2, lettera a), terzo periodo, sostituire le parole: «in possesso dell'azienda presa in considerazione;» con le seguenti: «per i farmaci appartenenti a ciascuna classe».

 

5.9

TOMASSINI, VEGAS

Al comma 2, lettera a), quinto periodo sostituire rispettivamente le parole: «20 per cento» con le seguenti: «25 per cento» e «15 per cento».

 


5.10

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Al comma 2, lettera a), ultimo periodo sostituire le parole: «ha validità per 36 mesi» con le seguenti: «ha validità per almeno 36 mesi» e «di rivalutare l'innovatività» con le seguenti: «di incrementare tale durata».

 

5.11

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

Al comma 2, sopprimere le lettere b) e c).

 

5.14

TOMASSINI, VEGAS

Al comma 2, lettera c), primo periodo, sostituire le parole: «Azienda titolare di AIC» con le seguenti: «classe terapeutica».

 

5.15

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Al comma 2, lettera c), secondo periodo, sostituire le parole: «Azienda» con le seguenti: «classe terapeutica».

 

5.16

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Al comma 2, lettera d)sostituire le parole: «con la medesima cadenza. L'AIFA verifica al 31 maggio» con le seguenti: «L'AIFA verifica al 31 dicembre».

 

5.18

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Al comma 2, lettera e), primo e secondo periodo, sostituire le parole: «budget aziendali» con le seguenti: «budget per classe terapeutica».

 

5.19

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA

Al comma 3, lettera a), sostituire il primo periodo con il seguente: «l'intero sforamento è ripartito a lordo IVA tra le aziende farmaceutiche.»

Conseguentemente, alla lettera c), del comma 3 sopprimere le parole da: «per la quota a carico», sino a: «a favore del SSN».

 


5.20

MANINETTI, POLI, RUGGERI, CICCANTI, FORTE

Al comma 3 lettera a), primo periodo, sostituire la parola: «l''intero» con le parole: «il 60 per cento dello» e aggiungere infine le seguenti parole «, la restante parte è a carico del SSN».

Conseguentemente sopprimere l'articolo 41.

 

5.21

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Al comma 3, lett. a), sostituire la parola: «l'intero» con le parole: «il 60 per cento dello».

Conseguentemente, al comma 3, dopo la lett. a) inserire la seguente:

«a-bis) il 40 per cento dello sforamento viene ripianato dalle Regioni interessate attraverso l'adozione delle misure di cui all'articolo 48, comma 5, lett. f) del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269».

 

5.22

MANINETTI, POLI, RUGGERI, CICCANTI, FORTE

Al comma 3 lettera a), primo periodo, sostituire la parola: «l'intero» con le parole: «il 60 per cento dello».

Al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: «30 per cento» con le parole: «40 per cento».

 

5.23

SCARABOSIO

Ritirato

Al comma 3 lettera a)sostituire la parola: «l'intero» con le parole: «il 60 per cento dello».

 

5.26

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA

Al comma 3, lettera a), dopo il primo periodo, aggiungere il seguente: «Per quanto attiene le farmacie, le quote di spettanza sono considerate al netto degli sconti di cui alla legge 23 dicembre 1996, n. 662, all'articolo 1, comma 40 e successive modificazioni ed integrazioni».

Conseguentemente, al comma 4, secondo periodo, dopo le parole: «30 per cento dello sforamento», aggiungere le seguenti: «nonché della quota non ripartita tra gli operatori ai sensi del precedente comma 3, lettera a)».

 

5.28

LA COMMISSIONE

Al comma 3, lettera a), nel secondo periodo, sostituire le parole: «comma 2, lettera b)» con le seguenti: «comma 2, lettera a)» e, nel terzo periodo, sostituire le parole: «citata lettera b)» con le seguenti: «citata lettera a)».

5.31

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Ritirato

Al comma 3, lett. c), sostituire le parole da: «dove si è verificato lo sforamento» fino alla fine del periodo con le seguenti: «proporzionalmente alle relative vendite di medicinali rimborsati dal Servizio sanitario nazionale in ciascun arco temporale di cui al comma 2, lett. e)».

 

5.33

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: «ad adottare misure di contenimento della spesa» fino alla fine del comma con le seguenti: «ad applicare misure di compartecipazione alla spesa farmaceutica per un ammontare pari almeno al 50 per cento dello sforamento e dette misure costituiscono adempimento regionale ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato».

 

5.36

MANINETTI, POLI, RUGGERI, CICCANTI, FORTE

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. L'articolo 10 della legge 16 novembre 2001, n. 405 è abrogato.

 

5.38

TOMASSINI, VEGAS

Ritirato

Dopo il comma 5, inserire i seguenti:

«5-bis. Nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, le Regioni, ai fini del rispetto del tetto di cui al comma 1, possono adottare:

a) la misura della distribuzione diretta limitatamente ai farmaci elencati nel PHT;

b) misure di compartecipazione dei cittadini alla spesa farmaceutica e sanitaria;

c) linee guida per l'appropriatezza prescrittiva dei farmaci;

d) misure fiscali previste dalla normativa vigente.

5-ter. È esclusa la facoltà di adottare il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi nella medesima categoria terapeutica omogenea.

5-quater. Il comma 5-ter non si applica alle Regioni che entro il 1º ottobre 2007, nell'ambito dei Piani di rientro sottoscritti dalle stesse coi Ministri dell'Economia e Finanze e della Salute, hanno adottato il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi in una data categoria terapeutica omogenea e che hanno facoltà di mantenere tale misura nei limiti della categoria terapeutica per la quale è stata adottata.

5-quinquies. I princìpi desumibili dai commi 5-bis, 5-ter, 5-quater e dal presente articolo, costituiscono principi fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica.

All'onere derivante dall'attuazione della precedente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.39

POLI, CICCANTI, FORTE, MANINETTI, RUGGERI

Dopo il comma 5 aggiungere i seguenti:

5-bis. Nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, le Regioni, ai fini del rispetto del tetto di cui al comma 1, possono adottare:

a) la misura della distribuzione diretta limitatamente ai farmaci elencati nel PHT;

b) misure di compartecipazione dei cittadini alla spesa farmaceutica e sanitaria;

c) linee guida per l'appropriatezza prescrittiva dei farmaci;

d) misure fiscali previste dalla normativa vigente.

5-ter. È esclusa lo facoltà di adottare il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi nella medesima categoria terapeutica omogenea.

5-quater. Il comma 5-ter non si applica alle Regioni che entro il 1º ottobre 2007, nell'ambito dei Piani di rientro sottoscritti dalle stesse coi Ministri dell'economia e rinanze e della salute, hanno adottato il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi in una data categoria terapeutica omogenea e che hanno facoltà di mantenere tale misura nei limiti della categoria terapeutica per la quale è stata adottata.

5-quinquies. I princìpi desumibili dai commi 5-quater e dal presente articolo, costituiscono princìpi fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica.

 

5.702

LA COMMISSIONE

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. 1. Per la prosecuzione del progetto "Ospedale senza dolore" di cui all'accordo sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, in data 24 maggio 2001, è autorizzata la spesa di 1 milione di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente all'onere derivante dalla presente disposizione si provvede mediante riduzione corrispondente dell'importo di cui all'articolo 18, comma 2.

 

5.42

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. 1. Al fine di fronteggiare il rischio di una epidemia influenzale, è autorizzata la spesa di 81 milioni di euro per il 2007, per l'incremento di scorte regionali di farmaci antivirali e altro materiale profilattico».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.43

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA, BONFRISCO

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Al comma 297, dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: "1º gennaio 2006 nel numero di 190" sono sostituite dalle seguenti: "1º gennaio 2008 nel numero di 250"».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.45

MONACELLI, MANINETTI, FORTE, RUGGERI, POLI

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. I prezzi dei farmaci di cui alle lettere "c" e "c-bis" del comma 10, articolo 8 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, come modificata dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311, possono essere modificati in aumento dalle imprese interessate, soltanto nel mese di gennaio di ogni anno nei limiti del tasso di inflazione registratosi nell'anno precedente, salvo casi eccezionali che dovranno essere opportunamente motivati dalle Aziende all'AIFA».

5.51

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. I prezzi dei farmaci di cui alle lettere "c" e "c-bis" del comma 10, articolo 8 della Legge 24 dicembre 1993, n. 537, come modificata dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311, possono essere modificati in aumento dalle imprese interessate, soltanto nel mese di gennaio di ogni anno nei limiti del tasso di inflazione registratosi nell'anno precedente, salvo casi eccezionali che dovranno essere opportunamente motivati dalle Aziende all'AIFA».

 

5.46

LA COMMISSIONE

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. Nella prescrizione dei farmaci equivalenti il medico indica in ricetta o il nome della specialità medicinale o il nome del generico.

 

5.47

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Al comma 8 dell'art. 48 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente:

"c-bis) mediante eventuali introiti derivanti da contratti stipulati con soggetti privati per prestazioni di consulenza, collaborazione, assistenza, ricerca, aggiornamento, formazione agli operatori sanitari e attività editoriali, destinati a contribuire alle iniziative e agli interventi di cofinanziamento pubblico e privato finalizzati alla ricerca di carattere pubblico sui settori strategici del farmaco di cui alla lettera g) del comma 5, ferma restando la natura di ente pubblico non economico dell'Agenzia Italiana del farmaco"».

 

5.48

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA, MARINO

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Fermo restando il disposto del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, art. 61, comma 5 e della legge 28 dicembre 1995, n. 549, articolo 3, comma 130, l'autorizzazione, su domanda, all'immissione in commercio, dei medicinali equivalenti a base di uno o più principi attivi prodotti industrialmente, viene rilasciata solo dopo che il Ministero dello sviluppo economico, attraverso l'Ufficio italiano brevetti e marchi, abbia rilasciato un nulla osta, che attesti e certifichi che la copertura brevettuale o brevettuale complementare di l principio attivo è effettivamente scaduta».

 

5.49

TOMASSINI, FERRARA

Inserire, in fine, il seguente comma:

«5-bis. Al secondo periodo, comma 1, dell'art. 16 della legge n. 219 del 21 ottobre 2005, dopo le parole: "ad uso autologo" aggiungere le seguenti: "agli intermedi destinati alla produzione di emoderivati"».

 

5.502

POLLEDRI

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«5-bis. (Semplificazione dei procedimenti autorizzativi). Al secondo periodo, comma 1, dell'articolo 16 della legge n. 219, del 21 ottobre 2005, dopo le parole: "ad uso autologo" aggiungere le seguenti: "agli intermedi destinati alla produzione di emoderivati"».

 

5.52

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. 1. Al fine di favorire la ricerca e la produzione di farmaci orfani, è concessa un'agevolazione fiscale pari al 23% delle spese sostenute dalle industrie per la ricerca e lo sviluppo di farmaci e di presidi per la diagnosi e il trattamento delle malattie rare».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.500

IZZO, GIULIANO, DI BARTOLOMEO, BARBA, FERRARA

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«5-bis. Dopo l'articolo 13 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 è aggiunto il seguente:

"Art. 13-bis. - (Servizi dei comuni in materia sanitaria) 1. I comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti che siano sprovvisti di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale e che siano distanti oltre 30 chilometri da località dotate di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale o comunque siano ubicati in contesti territoriali caratterizzati da difficoltà di collegamenti stradali o da carenze di adeguati servizi di trasporto pubblico locale, hanno facoltà di istituire, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e per la regione, servizi locali di emergenza sanitaria di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio, mediante convenzione con strutture private adeguatamente qualificate, individuate mediante procedure ad evidenza pubblica di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163.

2. I comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti aventi le caratteristiche di cui al comma 1 possono associarsi allo scopo di istituire i servizi di cui al comma precedente, purché la popolazione complessiva dei comuni associati risulti non inferiore a 5.000 abitanti. Per l'erogazione dei servizi di cui al comma 1 i comuni e le associazioni di comuni possono deliberare, con regolamento approvato dalla giunta comunale in conformità agli indirizzi regionali, l'istituzione di forme di partecipazione alla spesa sanitaria per l'acceso ai servizi erogati dalle strutture sanitarie comunali o intercomunali, in misura non superiore e con le medesime forme di esenzione previste in ambito regionale per l'acceso ai servizi erogati dalle strutture sanitarie pubbliche.

3. La legge regionale disciplina:

a) i requisiti sanitari, logistici, organizzativi e funzionali delle strutture private;

b) lo schema generale di riferimento del contratto di servizio da stipulare tra i comuni e le strutture sanitarie private;

c) i parametri di dimensionamento dei Servizi sanitari comunali, in coerenza con la dimensione e la densità delle popolazioni e con le caratteristiche geografiche ed orografiche dei territori interessati;

d) i protocolli di erogazione dei servizi sanitari convenzionati, in coerenza con quanto stabilito per i servizi erogati dalle strutture sanitarie pubbliche;

e) le forme e l'entità di partecipazione alla spesa sanitaria da parte degli utenti, ove deliberate dai comuni;

j) il capitolato generale e gli schemi generali di riferimento dei bandi e dei capitolati speciali di gara per l'individuazione delle strutture private da convenzionare;

g) lo schema generale di riferimento della carta dei servizi degli utenti delle strutture di cui al comma 1, in coerenza con la previsione di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 286;

h) le modalità di certificazione annuale delle spese sostenute per l'erogazione dei Servizi sanitari locali.

4. Le Province, nell'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 19, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, hanno facoltà di erogare ai comuni di cui ai commi 1 e 2, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e la regione, contributi finanziari aventi specifica destinazione, per la parziale copertura delle spese relative all'erogazione dei servizi di cui al comma 1.

5. Al fine di assicurare un'adeguata informazione dei consumatori, in coerenza con le previsioni di cui agli articoli 5 e seguenti del Codice del Consumo approvato con decreto legislativo 6 settembre 2005 n. 206, i comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti effettuano con cadenza settimanale una rilevazione capillare dei prezzi praticati dagli esercizi commerciali operanti nel territorio comunale per la vendita al dettaglio di generi alimentari e non alimentari, individuandone il prezzo medio di vendita praticato sul mercato locale per ciascun periodo di riferimento.

6. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico adottato entro il 31 gennaio 2008 sono individuate le tipologie di prodotti alimentari e non alimentari oggetto della rilevazione di cui al comma 5. L'individuazione dei prodotti da sottoporre a rilevazione dei prezzo medi locali è aggiornata annualmente, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da emanarsi entro il 31 marzo di ciascun anno.

7. I comuni rendono effettivamente disponibile l'accesso ai dati della rilevazione dei prezzi di cui al comma 5 da parte dei consumatori, mediante l'edizione a stampa di apposita pubblicazione divulgativa settimanale, nonché mediante pubblicazione dei dati sul sito internet dell'amministrazione comunale. A tal fine, i comuni potranno stipulare appositi protocolli d'intesa con le amministrazioni pubbliche e le associazioni di utenti e consumatori, al fine di assicurare la più ampia forma di divulgazione dei dati tra i cittadini.

 

5.501

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. È esclusa la facoltà di adottare il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi nella medesima categoria terapeutica omogenea.

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 5

5.0.1

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Istituzione del Fondo nazionale per i farmaci orfani)

1. È istituito un Fondo Nazionale per i farmaci orfani con una dotazione iniziale pari a 250 milioni di euro per l'anno 2007. Le Regioni potranno attingere a tale fondo per finanziare l'utilizzo dei farmaci orfani sul territorio».

All'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.0.2

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Istrituzione del Registro nazionale endometriosi)

1. È istituito il Registro nazionale dell'endometriosi con una dotazione iniziale pari ad euro 200 mila per l'anno 2007».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.0.4

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«5-bis.

(Bonus celiaci)

1. Al decreto ministeriale 4 maggio 2006, all'allegato 1 tutti gli importi, del tetto massimo mensile corrispondente alle fasce di età già previste, sono aumentati del 30 per cento».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.0.6

CURSI, TOMASSINI, MONACELLI, GRAMAZIO, GHIGO, BIANCONI, TOTARO, LORUSSO, MASSIDDA

Ritirato

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Disposizioni normative concernenti il funzionamento dell'Agenzia italiana del Farmaco)

1. Al comma 297, dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole dal: "1º gennaio 2006" ad: "unità" sono sostituite dalle seguenti: "dal 1º gennaio 2008 nel numero di 250 unità". L'Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) è autorizzata ad avviare, entro due anni dall'entrata in vigore della presente legge, procedure finalizzate alla copertura dei posti vacanti in dotazione organica, risevate al personale già in servizio presso l'AIFA con contratti di lavoro flessibile.

2. L'onere derivante dall'attuazione della disposizione di cui al comma 1, è a carico del fondo di cui al comma 19, lettera b) n. 4 dell'articolo 48 della legge n. 326 del 2003 che rappresenta per l'AIFA una entrata certa con carattere di continuità.

3. Al comma 8 dell'articolo 48 della legge 24 novembre 2003, n. 326, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente:

"c-bis) mediante eventuali introiti derivanti da contratti stipulati con soggetti privati per prestazioni di consulenza, collaborazione, assistenza, ricerca, aggiornamento, formazione agli operatori sanitari e attività editoriali, destinati a contribuire alle iniziative e agli interventi di cofinanziamento pubblico e privato finalizzati alla ricerca di carattere pubblico sui settori strategici del farmaco di cui alla lettera g) del comma 5 dell'articolo 48 della legge 24 novembre 2003, n. 326., ferma restando la natura di ente pubblico non economico dell'Agenzia italiana del Farmaco"».

 

5.0.500

CURSI, TOMASSINI, MONACELLI, GRAMAZIO, GHIGO, BIANCONI, TOTARO, LORUSSO, MASSIDDA

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Disposizioni normative concernenti il funzionamento dell'Agenzia italiana del farmaco)

1. AI comma 297, dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole dal "1º gennaio 2006 ad unità" sono sostituite dalle seguenti: "dal 1º gennaio 2008 nel numero di 250 unità". L'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) è autorizzata ad avviare, entro due anni dall'entrata in vigore della presente legge, procedure finalizzate alla copertura dei posti vacanti in dotazione organica anche riservate al personale non di ruolo, già in servizio presso l'AIFA, in forza di contratti stipulati ai sensi del combinato normativa disposto dall'articolo 48, comma 7, della legge 24 novembre 2003, n.326 e dall'articolo 26 del decreto dei Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della funzione pubblica n. 245 del 20 settembre 2004.

2. L'onere pari a 2.467.253,87 milioni di euro derivante dall'attuazione della disposizione di cui al comma 1, è a carico di quota parte del fondo di cui al comma 19, lettera b), n. 4, dell'articolo 48 della legge 326/03 che rappresenta per l'AIFA un'entrata certa con carattere di continuità.

3. AI comma 8 dell'articolo 48 della legge 24 novembre 2003, n.326, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente:

"d) mediante eventuali introiti derivanti da contratti stipulati con soggetti privati per prestazioni di consulenza, collaborazione, assistenza, ricerca, aggiornamento, formazione agli operatori sanitari e attività editoriali, destinati a contribuire alle iniziative e agli interventi di cofinanziamento pubblico e privato finalizzati alla ricerca di carattere pubblico sui settori strategici del farmaco di cui alla lettera g) del comma 5 dell'articolo 48 della legge 24 novembre 2001, n. 326, ferma restando la natura di ente pubblico non economico dell'Agenzia italiana del farmaco"».

(omissis)


SENATO DELLA REPUBBLICA

¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾

 

237a SEDUTA

PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 24 OTTOBRE 2007

 

Presidenza del Presidente MARINI,
indi del vice presidente CAPRILI

 

 

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Relazione orale) (ore 16,48)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1819.

Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Ricordo che nella seduta antimeridiana ha avuto luogo l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 5 ed il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso il loro parere.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, intervengo a parziale correzione dei pareri espressi nella seduta antimeridiana. Mi riferisco all'emendamento 5.47 che nello stampato risultava a firma Tomassini, Bianconi ed altri; si tratta invece di un emendamento della Commissione e quindi io devo cambiare - lei comprenderà, Presidente - il parere da negativo a favorevole.

Per quanto riguarda poi l'emendamento 5.0.500, che prevede l'aggiunta dell'articolo 5-bis, sul quale c'è il parere favorevole del Governo e del relatore, segnalo che il comma 3 riproduce lo stesso testo dell'emendamento 5.47, sul quale ho appena espresso parere favorevole, intendendosi come un emendamento della Commissione. Pertanto, sul 5.0.500 il parere è favorevole per i primi due commi.

PRESIDENTE. Il comma 3 alla fine risulterà assorbito.

L'emendamento 5.1 è stato ritirato.

Metto ai voti l'emendamento 5.701/3, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, certamente sarò stato distratto, ma abbiamo già votato l'emendamento 5.700 della Commissione?

 

PRESIDENTE. È successivo, senatore; lo votiamo subito dopo il 5.701.

 

MORANDO (Ulivo). Mi rendo conto che è cambiato di nuovo il fascicolo.

 

PRESIDENTE. Non lo so; probabilmente abbiamo due fascicoli diversi, ma invertendo l'ordine dei fattori il risultato non cambia.

 

MORANDO (Ulivo). Sicuramente, solo che nel fascicolo che avevamo durante la discussione di questa mattina, e in cui ci sono tutti gli appunti della Commissione, l'emendamento 5.700 veniva prima.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.701.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Non essendo ancora trascorsi i venti minuti dal preavviso previsto dall'articolo 119, comma 1, del Regolamento per l'effettuazione di votazioni mediante procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 17,03.

 

(La seduta, sospesa alle ore 16,52, è ripresa alle ore 17,03).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.701, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.700, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.7.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.7, presentato dai senatori Tomassini e Vegas.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.9, presentato dai senatori Tomassini e Vegas.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.11.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.11, presentato dal senatore Vegas e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.14, presentato dai senatori Tomassini e Vegas.

Non è approvato.

Prego i colleghi di alzare la mano in un senso o nell'altro.

Metto ai voti l'emendamento 5.19, presentato dal senatore Tomassini e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 5.20.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Paolo Franco, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 5.20, presentato dal senatore Maninetti e da altri senatori, fino alla parola «dello».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Chiedo scusa al senatore Mauro, innanzi al quale risultano inserite nei rilevatori due schede, ma vorrei sapere di chi è l'altra tessera.

 

MAURO (FI). È del senatore Palma.

 

PRESIDENTE. La prego di estrarla e di lasciarla fuori.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 5.20 e gli emendamenti 5.21 e 5.22.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.26.

 

TOMASSINI (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TOMASSINI (FI). Intervengo per svolgere una breve dichiarazione di voto.

L'emendamento 5.26 propone un'interpretazione più coerente e precisa di come si debba applicare per le farmacie la ripartizione a seguito dello sforamento. Invito il Gruppo di Forza Italia e tutti coloro che vorranno associarsi a votare favorevolmente l'emendamento.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, pensiamo che la ripartizione del 100 per cento a carico della filiera risulti abbastanza inaccettabile, in quanto da una parte abbiamo le imprese farmaceutiche che hanno comunque l'obbligo della fornitura, ma dall'altra manca però qualunque leva che responsabilizzi le Regioni. Le aziende farmaceutiche sono sempre obbligate a fornire i prodotti. Ci sembra una specie di esproprio di Stato, qualcosa che ha a che fare con l'abitudine che avete, con i Casarini e quant'altro, agli espropri sociali.

 

CURSI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CURSI (AN). Signor Presidente, il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore dell'emendamento presentato dal senatore Tomassini ed altri, in quanto ritiene che nel riparto, così come è disposto, siano state penalizzate in modo particolare le aziende farmaceutiche. Con questa motivazione voteremo dunque a favore dell'emendamento 5.26.

 

PALMA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PALMA (FI). Signor Presidente, mi scusi, ma poco fa ho registrato che è stato chiesto di togliere la tessera dal mio banco per il voto che si stava esprimendo. Comprendo, per così dire, lo zelo e il rigore della Presidenza, faccio presente però che avevo votato e che mi trovavo sostanzialmente in Aula, in prossimità della porta... (Commenti dal Gruppo Ulivo).

 

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, il senatore Palma sta dando la spiegazione di un piccolissimo episodio avvenuto poco fa. Lasciatelo parlare.

 

PALMA (FI). Signor Presidente, mi consenta, ma sono davvero perplesso.

 

PRESIDENTE. Le consento.

 

PALMA (FI). La ringrazio, perché vedo che cominciamo ad essere in sintonia. Sono perplesso, perché anche in mattinata si è presentato un senatore della maggioranza, venendo qui di corsa. Allora, quello che volevo dire è che il voto era stato espresso da me, mi trovavo in prossimità della porta e non ho fatto in tempo a raggiungere di nuovo il mio posto per un problema visibile che ho ad una gamba.

Volevo solo dire questo, affinché nessuno potesse immaginare o strumentalizzare equivoci di sorta.

 

PRESIDENTE. Senatore Palma, non c'è niente di strumentale e ancor meno di personale nei suoi confronti. La Presidenza ha il dovere, in votazioni che avvengono con margini ristrettissimi per definire maggioranza e opposizione, a tutela del Senato e anche di coloro che votano, di far sì che il voto avvenga nella maniera più regolare possibile.

Lei ha dato adesso una spiegazione adesso di quanto è avvenuto, ma la Presidenza aveva il dovere di intervenire essendo quella la situazione che è stata descritta da lei stesso.

 

PALMA (FI). Signor Presidente, non volevo assolutamente criticare la decisione della Presidenza; volevo semplicemente chiarire una situazione, onde evitare che qualcuno avesse potuto pensare che altri avessero votato al mio posto.

 

PRESIDENTE. Dico soltanto che se si collaborasse un po' con la Presidenza, anche cercando di mantenere il proprio posto nelle votazioni, questi piccoli episodi non avverrebbero.

 

DIVINA (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DIVINA (LNP). Sull'emendamento 5.26 chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Divina, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.26, presentato dal senatore Tomassini e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto e di stare seduti.

Metto ai voti l'emendamento 5.28, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la controprova.

 

PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.

È approvato.

 

GASBARRI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GASBARRI (Ulivo). Signor Presidente, vorrei solo aiutare i senatori segretari a svolgere un proficuo lavoro: nell'ultima fila, dove siede il senatore Del Pennino, sistematicamente appaiono sei voti e non cinque quanti sono i senatori seduti. È dall'inizio che avviene questo.(Commenti dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Va bene, grazie della collaborazione, senatore Gasbarri.

 

Metto ai voti l'emendamento 5.33, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

Prego i colleghi di prendere posto, di stare tranquilli e di votare seduti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.36.

Senatore Nessa, quella è la scheda del senatore Barba; la prego di estrarla perché il senatore Barba è assente.

La richiamo all'ordine, senatore Nessa, non si può permettere di fare cose del genere verso la Presidenza del Senato. Invito gli assistenti parlamentari a ritirare la scheda del senatore Barba.

Senatore Nessa, non lo faccia la seconda volta, la avviso.

 

GARRAFFA (Ulivo). Nell'ultima votazione elettronica il senatore Barba risulta votante!

 

PRESIDENTE. Senatore Garraffa, la ringrazio della collaborazione, ma la prego di stare tranquillo.

Metto ai voti l'emendamento 5.36, presentato dal senatore Maninetti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 5.39, presentato dal senatore Poli e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 5.702, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 5.42, presentato dalla senatrice Bianconi e da altri senatori.

Non è approvato.

 

STRANO (AN). Chiediamo la controprova.

 

PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Veramente siamo in fase di votazione.

 

MATTEOLI (AN). Mi scusi, Presidente, ma occorre che lei si faccia aiutare perché il senatore Cursi ha ripetutamente chiesto di parlare e non gli è mai stata data la parola.

 

PRESIDENTE. Di questo non posso che dispiacermi e chiedergli scusa. Poco fa, quando il senatore Cursi ha chiesto la parola, gli è stata data.

 

CURSI (AN). Signor Presidente, ho ripetutamente alzato la mano, ma nessuno se ne è accorto. La prego di guardare qualche volta anche da questa parte.

 

PRESIDENTE. Le assicuro che, in qualità di Presidente, non mi ero accorto della sua richiesta e di ciò torno a chiederle scusa.

 

CURSI (AN). I senatori segretari, oltre a verificare chi vota e chi non vota, dovrebbero anche verificare chi alza la mano per chiedere di intervenire.

 

PRESIDENTE. I senatori segretari sono tenuti anche a questo tipo di verifica.

Non è approvato.

 

MATTEOLI (AN). Mi scusi, Presidente, se intervengo ancora, ma alla fine per parlare con lei non ho votato.

 

PRESIDENTE. Prendiamo atto della sua dichiarazione, senatore Matteoli, e registriamo il suo voto.

L'emendamento 5.43 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.45, identico all'emendamento 5.51.

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, intervengo su due emendamenti di identico contenuto che affrontano una questione molto importante e ringrazio i colleghi Monacelli e Polledri per averli portati all'attenzione dell'Assemblea.

La proposta di modifica in esame riguarda un decreto-legge, di cui mi occupai personalmente in qualità di Ministro della salute dell'epoca, relativo ai prezzi dei farmaci. I colleghi ricorderanno che quel decreto-legge, approvato con l'astensione dell'opposizione - e dunque non con un atteggiamento ostruzionistico rispetto a quella decisione - prevedeva il blocco biennale dei prezzi dei farmaci. Era il tempo in cui si diceva molto per propaganda, ma in parte anche con verità, che la gente non arrivava all'ultima settimana del mese quando oggi è invece noto che si va in villeggiatura per tutto il mese. In realtà, il tema dei prezzi delle medicine non è assolutamente cambiato rispetto al passato.

Con quella proposta si modificò il regime di determinazione del prezzo delle medicine, che prima dell'introduzione di quella norma veniva fissato e in che misura una volta l'anno dalle aziende, e si decise che tale facoltà fosse concessa alle aziende ogni due anni.

Oggi i colleghi Monacelli e Polledri - e condivido l'intuizione - chiedono di ritornare al periodo di un anno. Essi sostengono anche che le aziende farmaceutiche non possono aumentare indiscriminatamente, nel mese di gennaio di ogni anno, questo tipo di offerta al cittadino. Continuano poi affermando la necessità di consentire un aumento dei prezzi delle medicine una volta l'anno, ma nei limiti del tasso di inflazione, e se dovessero andare oltre, le aziende farmaceutiche dovranno adeguatamente motivare all'Agenzia italiana del farmaco la loro determinazione.

Credo, signor Presidente, che su tale questione sia difficile trovare contrarietà. È una norma che non costa al cittadino, anzi, lo fa risparmiare; è una norma che non costa allo Stato; è una norma di giustizia rispetto all'escalation dei prezzi. In questo caso ci occupiamo dei farmaci, avremmo voluto occuparci anche di altro, ma il Governo ha deciso di non permettercelo con il cosiddetto garante dei prezzi che si doveva istituire con un emendamento della maggioranza. Su tale questione comunque mi riesce davvero difficile accettare un'opposizione. Mi piacerebbe capiredal relatore se ha affrontato questo argomento con l'attenzione che merita. Di fronte a tantissimi emendamenti può anche capitare che una questione di tale importanza possa sfuggire.

Signor Presidente, vorrei che il Ministro facesse un passo in avanti rispetto a questa proposta, consentendo finalmente ai cittadini di sentirsi garantiti, soprattutto di fronte agli aumenti dei prezzi. (Applausi dal Gruppo Misto-LD).

 

MANINETTI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MANINETTI (UDC). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Maninetti, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.45, presentato dalla senatrice Monacelli e da altri senatori, identico all'emendamento 5.51, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.46, presentato dalla Commissione.

E' approvato.

 

STRANO (AN). Chiediamo la controprova.

 

PRESIDENTE. Senatore Strano, mi spiace, ma in questo caso la controprova non è ammessa perché la votazione è evidente.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.47.

 

TOMASSINI (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TOMASSINI (FI). Signor Presidente, intervengo brevemente perché potrebbe essersi creata della confusione. Volevo invitare i colleghi che avevano sottoscritto questo emendamento nella sua edizione errata, ad esprimere un voto favorevole altrimenti risulterà precluso il terzo paragrafo dell'emendamento 5.0.500, da noi presentato, sul quale il Governo ha espresso invece parere favorevole.

 

PRESIDENTE. La ringrazio per questo chiarimento, senatore Tomassini.

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, poc'anzi mi sono permesso di chiedere la controprova sulla precedente votazione e o non sono stato ascoltato o, ascoltato, sono stato ignorato. La prego, per il futuro, e prego anche i suoi collaboratori, di far eseguire la controprova quando viene chiesta, essendo prevista dal nostro Regolamento.

Seconda questione. Sarebbe opportuno far intervenire l'infermeria perché il senatore Garraffa è sempre agitato. Una dose diLexotan da 0,25 magari potrebbe aiutarlo.

 

PRESIDENTE. Senatore Strano, la ringrazio per la sua collaborazione medica.

Perquanto concerne la prima questione, senatore Strano, la votazione era evidente nel suo risultato e quindi la decisione rientrava nella facoltà della Presidenza. Mi spiace doverla deludere.

Metto ai voti l'emendamento 5.47, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.48.

 

TOMASSINI (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TOMASSINI (FI). Signor Presidente, per l'immissione in commercio dei generici o farmaci equivalenti ora basta semplicemente un'autocertificazione. Ciò é stato oggetto purtroppo di molte truffe perché basta costituire una società a responsabilità limitata e in pochi mesi, prima che si verifichi ancora la persistenza del brevetto, qualcuno può immettere illecitamente farmaci sul mercato.

Noi riteniamo che questa dichiarazione oggettiva dell'Ufficio italiano brevetti nulla costi, porti più chiarezza e diminuisca le truffe. Non riusciamo a comprendere il perché di un parere negativo del relatore e del Governo e, pertanto, noi voteremo favorevolmente l'emendamento 5.48.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.48, presentato dal senatore Tomassini e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.49 (testo 2), identico all'emendamento 5.502 (testo 2). (Il relatore Ripamonti e il senatore Cursi chiedono di intervenire. Il senatore Cursi lamenta di non essere stato notato).

 

PRESIDENTE. Senatore Cursi, ha ragione, dopo le darò la parola. Sto pregando i colleghi segretari di collaborare con il Presidente.

Ha chiesto di intervenire il relatore. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, questa mattina avevo espresso parere favorevole sull'emendamento 5.49, a condizione che venisse integrato nel modo seguente: dopo la parola «emoderivati», aggiungere le altre: «individuati con decreto del Ministro della salute, su proposta dell'AIFA».

 

PRESIDENTE. Il testo é già stato integrato con questa definizione; non l'ho citata pensando che avessimo il medesimo fascicolo. Entrambi gli emendamenti, sia quello del senatore Tomassini ed altri che quello del senatore Polledri, risultano integrati esattamente dalla stessa frase, così come lei aveva chiesto.

Pregherei gli Uffici di fornire al relatore e ai colleghi della Commissione lo stesso fascicolo che abbiamo noi.

 

CURSI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CURSI (AN). Signor Presidente, la ringrazio perché ci dà la parola. Conosciamo il garbo, il silenzio ed il riserbo dei sardi in genere, però, più che alzare la mano non so che fare quando voglio fare una dichiarazione.

Chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento 5.49 (testo 2) e chiedo il voto favorevole di Alleanza Nazionale perché ritengo sia importante puntare la nostra attenzione su un settore particolarmente delicato, quale è quello degli emoderivati. Credo che esprimendo questo voto favorevole renderemo un servizio alle aziende.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 5.49 (testo 2), presentato dal senatore Tomassini e da altri senatori, identico all'emendamento 5.502 (testo 2), presentato dal senatore Polledri.

È approvato.

 

Sull'emendamento 5.52 il relatore e la rappresentante del Governo hanno invitato i presentatori al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Senatrice Bianconi, cosa intende fare?

 

BIANCONI (FI). Signor Presidente, per quanto riguarda gli emendamenti 5.52 e 5.0.1, relativi ai farmaci orfani, chiedo di poterli trasformare in ordini del giorno, mentre per quanto concerne l'emendamento 5.0.2, relativo all'endometriosi, mi fido delle parole dette in quest'Aula dal Ministro; quindi, ritiro tale emendamento.

Chiedo, infine, di ritirare, trasformandolo in un ordine del giorno, anche l'emendamento 5.0.4, inerente i celiaci.

 

MASSIDDA (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MASSIDDA (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, in quanto cofirmatario dell'emendamento 5.52, chiedo un ulteriore chiarimento al Ministro.

Dal momento che il Ministro ci ha parlato di riordino delle malattie particolari, ma non dei farmaci orfani, vorrei sapere se il Governo intende intervenire per facilitare la produzione di farmaci per le malattie rare oppure no; altrimenti, è difficile escludere un emendamento non pertinente alla promessa fatta precedentemente. Vi è, cioè, l'intenzione di favorirlo?

Stiamo parlando, cari colleghi, di 5.000 patologie rare, che molto spesso (fortunatamente) colpiscono pochissimi malati e pertanto per esse non esiste una ricerca consequenziale a livello industriale. Quindi, o incentiviamo la ricerca, oppure non possiamo dare speranze, al di là della rivisitazione della categoria "malattie rare".

Per ritirare l'emendamento in esame, chiedo dunque un impegno volto a favorire la ricerca in tale ambito.

 

PRESIDENTE. La senatrice Bianconi ha chiesto di trasformare l'emendamento 5.52 in un ordine del giorno. Naturalmente, chiederò al relatore e al Governo di esprimersi al riguardo. Sull'eventuale trasformazione in un ordine del giorno - se ho capito bene l'intervento del senatore Massidda - si chiede un'ulteriore specificazione rispetto al quesito posto.

Invito, dunque, il relatore e la rappresentante del Governo a pronunziarsi su entrambe le questioni che sono state sollevate.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, il parere sulla trasformazione dell'emendamento 5.52 in ordine del giorno è favorevole, così come sulla specificazione.

 

TURCO, ministro della salute. Signor Presidente, il Governo si dichiara disposto ad accogliere l'ordine del giorno.

Per quanto attiene al quesito posto dal senatore Massidda, il 5 o 6 novembre prossimo è previsto un convegno dell'Istituto superiore di sanità, insieme all'AIFA, dedicato proprio alla ricerca attinente ai farmaci orfani.

L'impegno, dunque, è duplice: da un lato, l'aggiornamento del regolamento sulle malattie rare; dall'altro, un impegno nella ricerca sui farmaci orfani.

 

PRESIDENTE. All'ordine del giorno G5.3, che essendo stato accolto dal Governo non verrà posto in votazione, ha aggiunto la firma il senatore Camber.

Sull'emendamento 5.500 vi è un invito al ritiro del relatore e del Governo; diversamente, il parere è contrario. Senatore Izzo, cosa intende fare?

 

IZZO (FI). Signor Presidente, vorrei invitare il relatore ed il Governo, se sono disponibili, ad accettare la trasformazione dell'emendamento in un ordine del giorno, distinto eventualmente in due parti. Altrimenti, ne chiedo la votazione con il sistema elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore e la rappresentante del Governo a pronunziarsi in merito.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, l'emendamento 5.500 è estremamente complesso. Prima di esprimere un giudizio sulla sua trasformazione in ordine del giorno vorrei vedere il testo dell'ordine del giorno stesso.

 

IZZO (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

IZZO (FI). Signor Presidente, propongo di accantonare l'emendamento 5.500, in modo che il relatore possa approfondire la sua valutazione.

 

PRESIDENTE. Va bene, senatore Izzo. L'emendamento 5.500 è pertanto accantonato per verificare la possibilità di una sua trasformazione in ordine giorno.

Sull'emendamento 5.501 è stato formulato un invito al ritiro, altrimenti il relatore e il Governo esprimono parere contrario. Senatore Polledri, insiste per la votazione?

 

POLLEDRI (LNP). Sì, signor Presidente, e ne chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 5.501, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. L'emendamento 5.0.1 è stato ritirato e trasformato dai presentatori nell'ordine del giorno G5.1. Essendo stato accolto dal Governo, tale ordine del giorno non verrà posto ai voti.

Ricordo che l'emendamento 5.0.2 è stato ritirato.

L'emendamento 5.0.4 è stato ritirato e trasformato dai presentatori nell'ordine del giorno G5.2 che, essendo stato accolto dal Governo, non verrà posto ai voti.

Il comma 3 dell'emendamento 5.0.500, identico - come ricordava il senatore Tomassini - all'emendamento 5.47, è assorbito dall'approvazione di tale emendamento.

Metto pertanto ai voti i primi due commi dell'emendamento 5.0.500, presentato dal senatore Cursi e daaltri senatori.

Sono approvati.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 6.2 e parere contrario sugli emendamenti 6.5 e 6.6.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 6.2, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 6.5 e 6.6.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 7 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

GHIGO (FI). Signor Presidente, valuterò l'eventuale ritiro dell'emendamento 7.1 in relazione alle determinazioni del Governo sull'emendamento stesso.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, illustrerò brevemente l'emendamento 7.0.500, che fa riferimento al rafforzamento dei collegamenti con le isole minori.

Vorrei ricordare all'Aula che qualche mese fa, durante la discussione sul DPEF, un mio emendamento (concernente questa stessa materia) alla risoluzione di maggioranza fu accolto all'unanimità dall'Assemblea.

L'emendamento 7.0.500 serve a dare sostanza concreta a quell'indicazione programmatica. Le isole minori del nostro Paese, in modo particolare quelle che circondano la mia Regione, soffrono di gravissimi problemi di collegamento, che riguardano sia il trasporto di beni primari, come l'acqua, sia il trasporto delle persone; infatti, le modalità sono assolutamente inadeguate a quelle di un moderno collegamento. È di qualche giorno fa la notizia che l'isola di Lampedusa è stata separata per quattro giorni dalla Regione siciliana.

Vorrei allora approfittare dell'occasione per promuovere, in linea con il DPEF, un'intesa più ampia su questo emendamento e sollecitare i colleghi ad esprimere un voto favorevole.

 

DAVICO (LNP). Signor Presidente, mi pare che l'emendamento 7.11 sia abbastanza chiaro e parli da sé. È anche in sintonia con l'emendamento 7.1, con il quale si vuole contribuire allo sviluppo del trasporto metropolitano delle grandi città.

Non ci pare corretto che una città come Torino, che ha sostenuto negli ultimi anni un crescente sviluppo, raggiungendo una grande visibilità internazionale con una ragguardevole promozione d'immagine, venga o possa essere penalizzata dallo Stato centrale nella definizione di questi contributi e dei progetti che potrebbero ulteriormente arricchire, dal punto di vista dei trasporti e della vivibilità della città, il suo futuro e la sua crescita. Torino è una grande capitale: il Governo non può assolutamente perdere, a mio avviso, quest'ulteriore occasione per contribuire al suo sviluppo. (Applausi del senatore Polledri).

 

DIVINA (LNP). Signor Presidente, l'emendamento 7.7 è suddiviso in due parti che ritengo si possano votare separatamente.

La prima parte, comprendente il comma 1, riguarda un'operazione già prevista dal Governo, cioè lo stanziamento di 20 milioni di euro per i Comuni confinanti con le Regioni a Statuto speciale. Proponiamo che il fondo di 20 milioni di euro (l'emendamento non comporta dunque alcun incremento di spesa) sia suddiviso in due parti: 14 milioni di euro da destinare esclusivamente a favore di quei Comuni e 6 milioni di euro da ripartire tra i Comuni che confinano con la Confederazione Elvetica e l'Austria, perché questi ultimi hanno, di fatto, le stesse prerogative e vivono gli stessi disagi.

Pensiamo, ad esempio, alla benzina e a cosa si è fatto negli anni scorsi: due Regioni, l'una confinante con la Slovenia, cioè il Friuli, e l'altra confinante con la Svizzera, cioè la Lombardia, hanno potuto dividere il costo degli idrocarburi in tre fasce, proprio per evitare gli scompensi dei Comuni confinanti. Nella prima parte dell'emendamento 7.7 chiediamo quindi - ripeto - di suddividere quei 20 milioni di euro in 14 milioni di euro più 6.

La seconda parte, che comprende il comma 2, sulla quale chiediamo una votazione separata, riguarda una spesa aggiuntiva di 10 milioni di euro per i Comuni che abbiamo definito di «seconda fascia». Infatti, non è solo il Comune di confine a vivere i disagi derivanti dal trovarsi di fronte a politiche di incentivi che favoriscono la fuga di insediamenti aziendali, subendo inoltre un impoverimento dal punto di vista dell'occupazione, ma anche i Comuni limitrofi, perché è un disagio che non si limita esclusivamente al confine.

Credo che tutti i colleghi sappiano quello che sta accadendo a Nord, ai confini delle Regioni a Statuto speciale: si sta votando su una serie direferendum, in parte già espletati (il Comune di Cortina andrà a votare la prossima domenica), in cui si chiede l'annessione alle Regioni a Statuto speciale.

Ebbene, questo emendamento e queste provvidenze ai Comuni di confine servono anche a temperare quelle disfunzioni e ad evitare che il Parlamento debba, magari ogni mese, pronunciarsi su referendum di popolazioni che liberamente decidono di passare da una Regione all'altra.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, vorrei sostenere quanto poc'anzi evidenziato dal collega Giovanni Pistorio. I collegamenti con le isole minori sono fortemente necessari e assolutamente improcrastinabili per il potenziamento del sistema dei trasporti dalla Sicilia, ma lo sono anche in altre Regioni in cui sono ricomprese isole minori. Con il maltempo degli scorsi giorni abbiamo visto scollegate dall'isola e dal continente le isole di Lampedusa e Pantelleria, ma anche di Favignana, oltre che le isole Eolie. Ritengo che questa attenzione nei confronti delle isole minori vi debba essere. Le isole minori non debbono essere frequentate soltanto nel mese di agosto, quando tutto e bello e tutti vanno a fare le vacanze.

Bisogna pensare a queste isole anche quando queste devono vivere la loro vita di piccole municipalità nei mesi invernali; è in quel periodo che si annidano i pericoli per le isole e per i loro collegamenti. Auspico quindi che l'emendamento possa trovare il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza, oltre che di tutti i Gruppi vi è opposizione; non si tratta di campanilismo, ma di reali esigenze.

Inoltre, Presidente, mi permetto di dirle, in merito all'ordine dei lavori, che è fastidioso, mi creda, rivolgersi ad alta voce alla Presidenza, perché mi sembra anche offensivo. La pregherei, pertanto, di dare disposizioni a due assistenti parlamentari affinché guardino a destra e a sinistra dell'emiciclo e riferiscano le diverse richieste di parola per evitare di urlare "Presidente!"; non ci sembra delicato nei confronti di chi siede, meritatamente come nel suo caso, su quello scranno.

 

PRESIDENTE. Senatore Strano, la ringrazio del suo suggerimento e della sua delicatezza.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Signor Presidente, vorrei ribadire quanto appena sostenuto dal senatore Divina. Le vorrei fare un caso concreto: il prezzo dei carburanti e il differenziale tra Regioni a Statuto speciale e Regioni a Statuto ordinario. Pensiamo, ad esempio, al caso del comune di San Michele al Tagliamento, che si trova a 50 chilometri dal confine con la Slovenia, dove si paga per intero il prezzo del carburante, a differenza del comune di Sacile, in provincia di Pordenone, che si trova a 80 chilometri dal confine con lo Stato della Slovenia. Questo notoriamente determina, Presidente e colleghi, un malessere profondo, che abbiamo cercato più volte di affrontare, in tanti anni anche di vita parlamentare. Credo sia arrivato il momento di risolverlo definitivamente.

Quindi, ritengo non vi debba essere divisione tra maggioranza e opposizione di fronte ad un problema del genere, che suscita un malessere profondo in molti Comuni di confine, come ricordava giustamente il collega Divina. Prego pertanto i colleghi della maggioranza di farsi carico in maniera veramente seria del problema, che è particolarmente sentito.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei evidenziare agli onorevoli senatori che sostengono questi emendamenti che non è volontà perversa del Governo escludere le città di Torino e di Palermo e quindi non considerare anche i collegamenti con i piccoli centri, ai quali guardiamo con grande attenzione. È soltanto che il riferimento alle altre grandi città (Milano, Roma e Napoli) è obbligatorio farlo in questo provvedimento, perché, a differenza delle città di Torino e Palermo, non sono incluse nella Legge obiettivo che era stata inserita nella finanziaria precedente. Quindi, nessuna voglia di dividere, abbiamo bisogno di unità; il Paese ha bisogno di unità e, mi auguro, anche il Parlamento.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, l'emendamento 7.1 è stato ritirato?

 

PRESIDENTE. No, non è stato ritirato; il senatore Ghigo si è riservato di esprimere la propria opinione in sede di dichiarazione di voto, però voleva sentire il parere del relatore e del rappresentante del Governo.

 

RIPAMONTI, relatore. Per quanto riguarda l'emendamento 7.1, confermo sommessamente quanto ha già detto il rappresentante del Governo. Per la metropolitana di Torino in questo caso, ma anche di Palermo, che rientrano nell'ambito della programmazione prevista dalla Legge obiettivo, i soldi sono già stanziati in finanziaria. Per quanto riguarda, invece, le metropolitane di Roma, Napoli e Milano, si fa fronte con questo decreto e sono soldi finalizzati all'utilizzo nel 2007. Quindi, chiederei al senatore Ghigo di ritirare il suo emendamento. Lo stesso ragionamento e la stessa proposta faccio sul 7.11, a prima firma del senatore Davico.

Esprimo poi parere contrario sull'emendamento 7.4.

L'emendamento 7.501 del senatore Pistorio affronta la questione delle infrastrutture per il Mezzogiorno. Ovviamente è un tema di grande rilevanza, però mi sembra che il decreto già preveda alcuni finanziamenti non irrisori per la realizzazione di tali infrastrutture. Voglio anche ricordare che una quota del FAS viene utilizzata a copertura del provvedimento e la stragrande maggioranza degli interventi in infrastrutture è realizzato al Sud. Su questo emendamento, pertanto, esprimo un invito al ritiro; altrimenti, il parere è contrario, come è contrario sull'emendamento 7.6.

L'emendamento 7.7 è parzialmente assorbito da un emendamento del Governo all'articolo 35; in ogni caso, il parere è contrario, così come lo è sul 7.13, poiché si sottraggono risorse alla metropolitana di Roma.

Esprimo, invece, parere favorevole sugli emendamenti 7.900 e 7.700. Il 7.0.500 affronta il tema del trasporto pubblico tra Sicilia e Calabria. Al riguardo, però, vorrei segnalare che viene prevista una copertura non idonea, che non può essere utilizzata, perché si prevede di aumentare i risparmi di spesa relativi al contributo dovuto all'Unione Europea. Si tratta di un'operazione che non possiamo fare, perché sono risparmi non decisi dal Governo ma in altra sede. Invito, pertanto, al ritiro dell'emendamento altrimenti, il parere è contrario.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Sull'emendamento 7.1 c'è un invito al ritiro. Cosa intende fare, senatore Ghigo?

 

GHIGO (FI). Ritiro l'emendamento.

MORGANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORGANDO (Ulivo). Signor Presidente, avevo chiesto la parola prima dell'annuncio del ritiro da parte del senatore Ghigo. Volevo ricordare che analoghi emendamenti, a firma mia e dei colleghi Benvenuto e Negri, sono stati ritirati in Commissione sulla base delle già fornite assicurazioni del Governo. Quindi, nel presupposto che queste affermazioni diventino realtà e che effettivamente le cose stiano così, volevo rivolgere al collega Ghigo l'appello ad accettare l'invito al ritiro.

 

PRESIDENTE. Anche sull'emendamento 7.11 c'è un invito al ritiro; lo accoglie, senatore Davico?

 

DAVICO (LNP). Assolutamente no, Presidente. Non capisco cosa significhino le proposte di ritiro di questi giorni. Sembra quasi che vogliano dire che si condividono i princìpi di quanto viene richiesto, però non ci si può impegnare per realizzarli. Mi sembra assurdo. Si dica chiaramente no, non finanziamo questo perché finanziamo altro: finanziamo la metropolitana di Palermo e non quella di Torino o il suo proseguimento.

Se sono ancora in tempo, vorrei fare mio l'emendamento 7.1 perché rinunciarvi non ha nessun senso; oltretutto, l'emendamento 7.1 mette in relazione la metropolitana di Torino con il resto del sistema metropolitano di questo Paese. Mi sembra assurdo dover rinunciare così malamente ad una richiesta che è uguale a tutte quelle degli altri. Allora, ci sono Regioni di serie A e di serie B, ci sono Regioni che possono ricevere, ci sono città metropolitane che hanno problematiche e le problematiche degli altri non esistono. Mi sembra assurda la situazione che si sta creando in questo momento sui due emendamenti. Dico no al ritiro, chiedo il voto elettronico e chiedo, se possibile, di fare mio l'emendamento 7.1, perché venga messo in votazione.

 

PRESIDENTE. Senatore Davico, la sua ultima richiesta non è possibile, in quanto è fuori tempo.

Procediamo dunque alla votazione dell'emendamento 7.11.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Davico, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 7.11, presentato dal senatore Davico e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Sull'emendamento 7.4 c'è un invito al ritiro. Senatore Ferrara, cosa intende fare?

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, accolgo l'invito del Governo al ritiro dell'emendamento 7.4, anche se rimangono tutte le nostre riserve.

Il Governo dice che nella finanziaria c'è l'implementazione dei fondi sia per Torino che per Palermo. Noi abbiamo proposto una sottrazione su Roma, ma a questo punto, vista l'affermazione del Governo, non ha nessun significato.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto, senatore Ferrara.

 

 

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione, sua in particolare ma anche dell'Aula, sul fatto che poco fa abbiamo votato, con l'approvazione di tutto il Senato, sulla base del parere favorevole del relatore e del Governo (il relatore si era in un primo tempo pronunciato per il no, poi aveva cambiato parere), un emendamento, il 5.0.500, nel quale, al comma 2, si fa riferimento ad un onere di due miliardi di milioni di euro. Non so nemmeno pronunciare la cifra: se dovessi dire il numero, credo che si dovrebbe dire fantastiliardi.

Suggerisco che tale emendamento venga sottoposto ad una verifica, perché non possiamo aver seriamente votato un emendamento che prevede una cosa del genere a causa di un errore materiale; quindi, bisogna assolutamente sottoporre l'emendamento ad una valutazione.

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, la sua osservazione è pertinente. Sono stato informato, però, del fatto che la parola «milioni» (sto parlando del comma 2 dell'articolo 5-bis) sarebbe stata tolta. Comunque, accolgo la sua proposta di fare una verifica di quanto è effettivamente scritto. Grazie della collaborazione, senatore Morando.

 

CURSI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CURSI (AN). Signor Presidente, vorrei confermare la giusta osservazione del presidente Morando. È chiaro che la parola «milioni» è in più, perché si tratta di due milioni di euro complessivamente. Pertanto, è solo un errore di battitura.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.501.

 

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, annuncio il mio voto favorevole su questo emendamento e sottolineo quanto detto anche dal relatore, il quale - a mio avviso - ha errato nella valutazione dell'emendamento 7.0.500 del senatore Pistorio, assimilandolo all'intervento (sul quale la maggioranza si è come fossilizzata) di agevolazioni alle relazioni tra Messina e Reggio Calabria nello Stretto. L'emendamento 7.0.500, invece, riguarda le isole minori e non ha niente a che vedere con le motivazioni al parere contrario fornite dal relatore.

Annuncio il mio voto favorevole sull'emendamento 7.501, con questo ulteriore dubbio. Purtroppo, noi sappiamo che con la scorsa finanziaria il FAS è andato, per esprimermi con un termine aereoportuale, in overbooking. Questo overbooking ha comportato, soprattutto, una beffa incredibile nei confronti delle Province calabresi e siciliane che si sono viste attribuire, rispettivamente, la somma di 1.150 e 350 milioni di euro. Solo in seguito esse hanno scoperto che lo stanziamento, previsto dal comma 1152 della scorsa finanziaria, era assolutamente scoperto perché il FAS era stato impegnato molto più di quanto fosse la sua consistenza reale e che le destinazioni erano già state decise dal Governo.

Vorrei, dunque, che il Governo precisasse la consistenza del FAS e, soprattutto, quanto del FAS sia ancora disponibile onde non costringere i senatori tutti, di maggioranza e opposizione, ad impegnarsi nelle proposte di utilizzo dello stesso FAS che, invece, il Governo ha già abbondantemente utilizzato.

Evitiamo di prenderci in giro anche tra di noi dal momento che voi avete già preso abbastanza in giro le popolazioni di Calabria e Sicilia sulla viabilità secondaria.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, ho ascoltato l'invito al ritiro rivoltomi dal relatore, ma non posso accoglierlo proprio perché non condivido il merito delle sue argomentazioni.

Il relatore ha sostenuto, giustamente, che questi interventi sono relativi alla infrastruttura del Mezzogiorno e che altre parti del provvedimento rispondono positivamente a questa esigenza. Invece, proprio questa risposta non è sufficiente, perché il provvedimento è una risposta parziale, alla quale io ho cercato di dare un po' di contenuto.

Il ragionamento che andrebbe fatto con il Governo non deve constare di mere affermazioni di principio sulla volontà di intervenire in modo strutturato nel Mezzogiorno ma deve riguardare la capacità di esprimere proposte concrete nel merito. Questa è una proposta concreta: ad essa dicano di sì o di no.

Pertanto, insisto per la votazione dell'emendamento 7.501 e ne chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento 7.501 del senatore Pistorio.

 

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Pistorio, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 7.501, presentato dai senatori Pistorio e Strano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.6.

 

DIVINA (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Divina, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 7.6, presentato dal senatore Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Senatore Eufemi, alla sua destra, leggermente in alto, c'è una tessera di un senatore fantasma. Di chi è quella scheda? La può togliere, per favore? Grazie della collaborazione.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.7.

 

DIVINA (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DIVINA (LNP). Intervengo per chiedere la votazione dell'emendamento per parti separate e la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico su entrambe le parti.

L'emendamento al primo comma interessa circa 200 Comuni, al secondo comma circa 350 Comuni che non hanno colore, essendo i più disparati. Non si tratta, quindi, di una difesa di bandiera. Lo preciso tanto perché l'Assemblea sappia cosa sta apprestandosi a votare.

 

PRESIDENTE. La proposta era stata precedentemente ben illustrata dal senatore Franco Paolo.

Passiamo dunque alla votazione della prima parte dell'emendamento 7.7.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Divina, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 7.7, presentato dal senatore Franco Paolo, fino alla parola «territori».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della restante parte dell'emendamento 7.7.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Divina, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della restante parte dell'emendamento 7.7, presentato dal senatore Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 7.13, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 7.900, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 7.700, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.0.500.

 

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Spero che gli uffici abbiano già registrato, questa mattina, la mia richiesta di aggiungere la firma a questo emendamento.

 

PRESIDENTE. Sì, l'emendamento riporta già la sua firma, senatore.

 

D'ALI' (FI). Nel ribadire il voto favorevole all'emendamento, vorrei sottolineare che la politica per le isole minori è assolutamente trascurata dal Governo e l'accoglimento di tale proposta potrebbe essere un segnale importante.

Infatti, la circostanza che proprio ultimamente le isole minori della Sicilia siano rimaste isolate - nel senso letterale del termine - a lungo e per diversi giorni continuativamente è dovuto non solo e non tanto all'inadeguatezza dei mezzi, quanto all'inadeguatezza delle strutture. Il Ministero dell'ambiente continua a respingere le valutazioni di impatto ambientale per la messa in sicurezza dei porti delle isole minori.

Se consideriamo cittadini non di serie B ma di serie Z in questo caso gli abitanti delle isole minori, che durante l'inverno devono essere costretti a rimanere tagliati fuori dal resto del contesto nazionale, allora diciamo chiaramente che vogliamo che restino penalizzati in quel modo.

Le isole minori, a mio giudizio, hanno cittadini residenti che meritano, al pari di tutti gli altri residenti di questa nazione, di poter essere considerati cittadini con diritto alla mobilità.

Allora, approviamo questo emendamento e interveniamo ulteriormente, per quanto possibile, nei prossimi strumenti legislativi per risolvere questo gravissimo ed annoso problema. (Applausi del senatore Straquadanio).

 

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, vorrei, se possibile, l'attenzione soprattutto delle colleghe della maggioranza, in particolare le signore siciliane.

Non so se le colleghe della maggioranza sanno che da molti anni, ad esempio, a Lampedusa non nasce più alcun bambino. Sono anni, anni e anni che a Lampedusa non nascono bambini: come mai? Forse perché i lampedusani non sono capaci più di fare bambini?

Fortunatamente no, ma le puerpere, le mamme, in vista del parto sono costrette ad andare via, perché non esiste alcuna struttura in Lampedusa in grado di garantire un parto adeguato, né alcuna possibilità di potersi recare rapidamente in Sicilia nel caso di complicazioni.

Questa è la situazione di una terra che è lontanissima dalle nostre plaghe, ma che vive esattamente gli stessi problemi di abbandono da parte dello Stato centralista.

Di più, c'è un costo enorme da parte dei cittadini di Lampedusa per poter andare avanti e indietro rispetto al resto del territorio nazionale; oltre a questo danno, vivono la beffa di vedere un'unica categoria di cittadini, anzi non ancora cittadini ma di soggetti che invece vengono trasferiti gratuitamente nel resto del territorio nazionale, che sono i clandestini e gli extracomunitari.

Questa è la situazione di quest'isola. Mi rendo conto - mi rivolgo al relatore - che l'emendamento comporta problemi di copertura, ho ascoltato quando il relatore in sede di relazione ha detto che bisognava dare delle priorità ed è stata compiuta una scelta, lo capisco, però, credo che dovremmo dare una risposta al problema, soprattutto per l'isola di Lampedusa.

Qui delle due l'una... (Commenti del senatore Mazzarello) ...stiamo parlando di isole minori, caro collega, non so se ha capito. Ne stiamo discutendo qui non nel Parlamento siciliano, ne stiamo discutendo in questo momento con un emendamento considerato ammissibile dalla Presidenza, di questo stiamo discutendo, anche se a lei non piace.

Allora, all'interno di questa discussione vorrei capire dal relatore se c'è la possibilità di trovare una copertura, anche inferiore magari a quella proposta, nel qual caso, se il presentatore dell'emendamento è d'accordo, potremmo accantonarlo, oppure se il relatore e il Governo si sentono di accogliere una trasformazione in ordine del giorno - sempre ovviamente che il presentatore dell'emendamento sia d'accordo - ma che non sia il solito atto di indirizzo di quelli che non si negano a nessuno, che sia veramente un impegno al quale il Governo intende rispondere. Perché vedete, se un giorno o l'altro finalmente potrà nascere un bambino a Lampedusa, non ne guadagneranno in termini di civiltà soltanto gli abitanti dell'isola o il senatore Castelli, ma l'intero Paese.

Pertanto, auspico che su questo emendamento sia espresso un voto favorevole. (Applausi dai Gruppi LNP, FI e AN).

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, anche in quest'occasione mi riallaccio all'intervento del relatore che ha chiesto il ritiro dell'emendamento in esame ponendo il tema di una copertura finanziaria impropria.

Vengo ora al nocciolo della questione. Pur apprezzando alcune riflessioni del senatore Castelli, che conosce bene la realtà di Lampedusa, osservo che il tema dei collegamenti con le isole minori riguarda anche l'arcipelago delle isole Eolie, oltre che Pantelleria e Favignana, che pur così apprezzate dai tanti turisti italiani e stranieri estivi, nella parte restante dell'anno sono abbandonate a condizioni di disagio inaccettabili.

Credo che l'emendamento sia ammissibile e che la copertura sia legittima. Se invece si evidenzia un problema di copertura si può accantonare l'emendamento in attesa di verificare le modalità di copertura. Se invece il problema è di merito, di carattere politico, chiedo al relatore di assumere le sue responsabilità e di dichiarare un voto contrario. Chiedo che sia data un'indicazione precisa al riguardo. Non ho la presunzione di ritenere che la copertura che ho indicato sia necessariamente corretta, però ho necessità di comprendere se il problema è soltanto questo oppure se è in atto un meccanismo dialettico per tentare di superare l'impasse e l'imbarazzo legati al fatto che il Parlamento - ricordo ancora l'indicazione convinta del senatore Boccia - aveva votato quasi all'unanimità, nel corso dell'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria, il rafforzamento dei collegamenti con le isole minori.

Questo emendamento rappresenta il momento sostanziale di quell'indicazione programmatica.

 

VALPIANA (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALPIANA (RC-SE). Signor Presidente, pur non volendo entrare nel merito dell'emendamento, vorrei comunque chiederle di poter interloquire con il senatore Castelli. Vorrei ricordargli che è vero che da molti anni a Lampedusa non nascono bambini, però è anche vero che nella scorsa legislatura la Commissione affari sociali della Camera si è recata in quell'isola in missione proprio per verificarne in generale la situazione sanitaria. Sull'isola non solo non è presente una realtà di ostetricia o, almeno, un'ostetrica "condotta" per far nascere bambini, ma addirittura si evidenza una situazione drammatica dal punto di vista sanitario.

Ebbene, all'unanimità l'allora Commissione affari sociali della Camera aveva approvato una risoluzione nella quale si chiedeva specificamente, oltre ad un concorso per ostetriche per l'isola di Lampedusa e per le altre isole minori, la predisposizione di un punto di pronto soccorso per gli abitanti dell'isola e per i tantissimi immigrati che lì giungono attraverso i cosiddetti viaggi della disperazione.

Non ricordo se in quel momento era ministro il professor Sirchia o il senatore Storace, ma certo è che quella risoluzione approvata all'unanimità è rimasta lettera morta. Mi piacerebbe poi che quando il ministro Castelli parla di temi relativi alla nascita non si rivolgesse solo alle donne perché nel nostro Paese le nascite e il problema demografico non riguardano certo solo le donne. (Applausi dai Gruppi RC-SE e Ulivo).

 

BIANCO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BIANCO (Ulivo). Signor Presidente, colleghi, il tema in questo momento all'esame del Senato è certamente vero e reale. C'è una sofferenza particolarmente acuta nelle isole minori ed è vero e sacrosanto quanto è stato finora detto, vale a dire che la vita in questi piccoli paesi delle isole minori pullula durante il periodo estivo mentre viverci durante il periodo invernale è francamente molto difficile e i disagi sono molto forti.

È vero anche quello che ha detto il collega Castelli, vale a dire che da molti anni nell'isola di Lampedusa ma non solo in quella, non nascono bambini. Ha fatto bene la collega Valpiana a ricordare che il tema non è soltanto di oggi.

Mi verrebbe da chiedere ai colleghi dell'opposizione che hanno governato per cinque anni se è vero che non c'è stata natalità in queste isole negli anni precedenti. Evidentemente la responsabilità di ciò deriva dalla mancata adozione di una politica di attenzione negli anni passati. Poiché il problema è vero e reale, il senatore Castelli ha invitato il Governo in termini pressanti ad assumere un impegno per affrontare seriamente la questione.

Vista la presenza del ministro Bianchi, che di solito mostra attenzione nei confronti del Parlamento, vorrei unire la mia voce a quella di molti senatori siciliani, ma non solo, del centro-sinistra affinché assuma un impegno in tal senso: la questione relativa al problema dei trasporti nelle isole minori deve essere affrontata con l'attenzione che merita. Un impegno in questa direzione da parte del Governo verrà senz'altro apprezzato dall'intero Senato.(Applausi dal Gruppo Ulivo e del senatore Cusumano).

 

PRESIDENTE. Vorrei attirare l'attenzione del relatore e del Governo sull'andamento del dibattito che si è aperto su questo punto, che ha suscitato, giustamente, particolare attenzione da parte di diversi colleghi. Sull'emendamento 7.0.500 il relatore e il Governo avevano formulato un invito al ritiro. Nel corso della discussione che si è sviluppata, il senatore Castelli e successivamente anche il senatore Bianco hanno proposto di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno impegnativo e vincolante nei confronti del Governo.

Rispetto a tale proposta chiedo il parere del relatore e del Governo.

 

RIPAMONTI, relatore. Sulla trasformazione dell'emendamento in un ordine del giorno sia il relatore che il Governo esprimono un parere favorevole.

 

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, prima che il relatore e il Governo si esprimano definitivamente sulla questione, mi permetto di suggerire una modifica al presentatore dell'emendamento. L'emendamento 7.0.500 parla infatti di "acquisto di veicoli"; proporrei invece una formulazione più ampia, ovvero "mezzi e infrastrutture", perché l'osservazione del senatore D'Alì è assolutamente pertinente. Spesso, soprattutto a Lampedusa, non si riesce ad arrivare non perché manchino le navi, ma perché non è possibile attraccare a causa del mare in burrasca.

Pertanto, chiedo al presentatore se è disposto ad accettare una diversa formulazione nella quale invece del termine «veicoli» si utilizzi l'espressione «mezzi ed infrastrutture».

 

PRESIDENTE. Sulla proposta di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno integrato dalla modifica testé avanzata dal senatore Castelli, invito il Governo ad esprimere un parere.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere favorevole.

 

PRESIDENTE. Senatore Pistorio, la discussione è andata avanti anche in relazione alle sue proposte e a lei spetta ora l'ultima parola.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, ho apprezzato il dibattito fin qui svolto, però ho chiesto al relatore, che non ha risposto, se il suo invito al ritiro, motivato da una modalità di copertura non corretta, viene confermato e se egli mantiene questa valutazione. L'emendamento, infatti, è ammissibile.

Poc'anzi ho affermato di non essere innamorato delle soluzioni che ho adottato, ma vorrei sapere se la copertura è corretta o meno perché se è corretta le chiedo di decidere nel merito sul provvedimento, altrimenti propongo una modifica delle modalità di copertura. Vorrei che non si sfuggisse per la tangente rispetto ad una questione sulla quale c'è una forte sensibilità ma che personalmente vorrei si trasformasse in un atto concreto.

Signor Presidente, già con il DPEF ho avuto il contentino e quindi chiedo ora al relatore se si può agire diversamente.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Presidente, l'emendamento del senatore Pistorio trova la copertura nell'aumento dei risparmi di spesa previsti nei confronti della Comunità europea: si passa da 1.300 milioni a 1.350 milioni. Questa copertura sul piano formale va bene, però, non può essere usata perché i risparmi di spesa previsti nei confronti della Comunità Europea non li decide il Governo italiano. Sono decisi in altra sede.

 

PRESIDENTE. Senatore Pistorio, la risposta del relatore mi sembra precisa. C'è un'intesa e un accordo per quanto riguarda il merito dell'emendamento che lei ha proposto; è evidente che si rinvia ad un'altra formale copertura per far sì che questo impegno che prendiamo qui in Aula sia mantenuto. Condivide?

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, siccome non bisogna essere testardi - ho qualche dubbio su questa interpretazione perché si parla di correttezza formale - trasformo l'emendamento in ordine del giorno se questo Governo mi garantisce un impegno di massima che sappia sostanziare in norme prescrittive che diano a quelle comunità la possibilità di avere un collegamento stabile e certo con la terra ferma.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G7.100 non verrà posto ai voti.

Mi sembra che questa sia una soluzione positiva rispetto a un giusto problema che da tanti colleghi é stato sollevato.

Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 8 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 18,30)

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, intervengo molto brevemente per l'economia dei nostri lavori.

Abbiamo posto un problema in questo decreto: di fronte alla grave crisi delle famiglie, in conseguenza del rialzo dei tassi di interessi che si traduce in più costose rate sui mutui soprattutto per quelli accesi a tasso variabile, anziché sperperare risorse in tanti rivoli, abbiamo presentato una proposta concreta che si traduce in un aiuto vero, in un sostegno reale alle famiglie attraverso l'elevazione della detrazione fiscale e l'aumento dell'importo detraibile, fissato ancora ai valori del 1972.

Presidente, su questo chiedo che l'Aula si pronunci e annuncio la richiesta di voto palese.

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, sull'articolo 8 ho presentato diversi emendamenti che hanno come nocciolo fondamentale la questione relativa allo Stretto di Messina, alle modalità del collegamento e alla questione dello scioglimento della società Stretto di Messina. Gli emendamenti, come ha ricordato bene ieri il senatore Lunardi, richiamano la responsabilità di questo Governo su una scelta inaccettabile, improvvida e che costerà carissima non solo alle casse dello Stato, ma al destino delle popolazioni della Sicilia e della Calabria.

Questa norma dell'articolo 8, che il Governo ha predisposto nel tentativo di dare una soluzione alternativa al tema del ponte, è la dichiarazione plateale del fallimento di quella scelta. È una norma abborracciata, frammentaria, che tiene insieme interventi diversi che non hanno una ratio e che non risolvono il tema di un collegamento stabile e strutturalmente moderno tra la Sicilia e il resto del Paese, che non risolvono il tema della cesura del Corridoio 1 Berlino-Palermo, che era considerato rete strategica transeuropea, e che, ovviamente, ci consegnano ad un destino di emarginazione e di ritardo infrastrutturale.

Una politica delle infrastrutture alternativa al Ponte, caro ministro Bianchi, noi non la intravediamo. Non vediamo gli investimenti per garantire comunque l'intermodalità, non vediamo gli investimenti per un attraversamento moderno dello Stretto che consenta in un futuro, per quanto lontano, di avere l'alta capacità e l'alta velocità perché lei sa benissimo che le navi traghetto che oggi collegano le due sponde della Sicilia e della Calabria non sono tecnicamente attrezzate, per esempio, al trasporto degli Eurostar e che le Ferrovie dello Stato non hanno il benché minimo interesse ad investire nell'ammodernamento del naviglio quando già perdono ogni anno 100 milioni netti, oltre il contributo per la continuità territoriale che il Governo trasferisce alle Ferrovie dello Stato per il costo passivo dell'attraversamento dello Stretto.

Oggi, infatti, non vi è alcuna politica degli investimenti delle Ferrovie dello Stato al di sotto di Napoli perché l'aver risolto in termini negativi il tema del Ponte rende inappetibili gli investimenti nella penisola calabrese e abbandona la Sicilia sul terreno degli investimenti infrastrutturali delle Ferrovie. Ci sono disinvestimenti sia sulla linea Palermo-Messina, che per quanto riguarda la Catania-Messina nel tratto Giampilieri-Fiumefreddo già programmato ed oggi desertificato per quanto riguarda i finanziamenti.

Ma ancor più grave è la scelta, totalmente politica e assolutamente da sponsorizzazione di una opzione, che è ideologica e non una scelta razionale di sistema, che ha portato al completamento del percorso dello scioglimento della società Stretto di Messina, mandando in fumo esperienze, know-how, competenze per dover tenere insieme viziosamente non un circolo virtuoso ma un circolo vizioso che nasce da una scelta originaria.

Sono davvero sconcertato dall'aver ascoltato le dichiarazioni del suo collega Di Pietro, ministro Bianchi, che ha definito un'opera da talebani, equiparabile alla distruzione dei Buddha, avere deciso di sciogliere la società Stretto di Messina, perché si tratta di regalare 500 milioni di euro agli studi di ingegneristica che hanno operato sul progetto. Ritengo che, se vi è ancora un po' di serietà nei comportamenti, se il Ministro delle infrastrutture, che ha affermato in pubblico queste cose (tra l'altro si tratta di un personaggio politico che ha fatto del rigore la sua bandiera), ritiene davvero che vi sia uno spreco di risorse pari a 500 milioni di euro, questi avrebbe il dovere di dimettersi da questo Governo per una scelta che lui ha giudicato di tale natura.

Ma c'è un'altra soluzione per Di Pietro e per chiunque nella maggioranza voglia porre riparo a questa scelta senza avventurarsi, come voi ritenete, nella realizzazione del Ponte, ma non pregiudicando questa scelta in un futuro, visto che l'avete soltanto definita non prioritaria (alcuni esponenti della maggioranza la considerano certamente negativa, ma la maggioranza e il Governo nel suo complesso l'hanno sempre giudicata solo non prioritaria): piuttosto che sciogliere la società Stretto di Messina e procedere a strane trasformazioni con modalità del tutto incerte (l'emendamento del relatore è infatti assolutamente impreciso), vi chiedo di procedere ad una trasformazione della stessa società, se davvero c'è da pagare questo dazio ad un'ideologia imperante che vede nel ponte sullo Stretto un'opera di regime e dimentica che il ponte sullo Stretto è un'opera che ha attraversato i Governi e le leadership ed ha segnato l'impegno di Prodi alla Commissione europea, nonché quello di Rutelli, di D'Alema e di Amato (tutti pezzi importanti di questa coalizione). Tale opera viene oggi considerata come un'opera di parte.

Si proceda, pertanto, alla trasformazione della società in società di diritto pubblico, con la partecipazione delle Regioni interessate e dell'ANAS, mantenendo il know-how, le esperienze e le risorse di quella società pronti per essere utilizzati quando un ravvedimento operoso e una capacità di ragionare in termini di prospettiva e di rilancio di quell'area territoriale possano consentire di far scommettere questo Paese su una grande infrastruttura strategica, su una sfida al futuro che è anche una sfida alla legalità. Infatti, ho sentito fino a ieri mattina la stupidaggine secondo cui, tra le ragioni per le quali non si realizzerà più il ponte, c'è il fatto che questo avrebbe ingrassato la mafia. Ma vi rendete conto della banalità e della povertà intellettuale di chi sostiene queste ragioni? Un grande Paese e un Governo serio avrebbero accettato la sfida e avrebbero ritenuto che realizzare il ponte in modo trasparente ed efficiente sarebbe stato anche un segnale di legalità, di rigore e di capacità tecniche; questo nostro Paese, invece di declinare e di arretrare in tutti gli ambiti di sfida nel futuro, avrebbe avuto invece la capacità di porre questa scelta anche in termini simbolici. Tale scelta avrebbe consegnato a quei territori una sfida positiva e avrebbe innestato un volano che avrebbe potuto davvero consentire, attraverso questa infrastruttura, una nuova occasione di sviluppo.

Noi siamo legati a quest'opera. La consideriamo una sorta di manifesto politico di un nuovo modo di intendere lo sviluppo nel Sud e continueremo a batterci per essa. Ma ragionevolmente, prendendo atto di questa vostra inclinazione ideologica, accediamo anche ad ipotesi di mediazione, quale può essere ad esempio una società pubblica che tenga insieme l'ANAS e le Regioni interessate, pur di non perdere il titolo a quest'opera. (Applausi del senatore Possa).

 

CICOLANI (FI). Signor Presidente, il sentito intervento del collega Pistorio mi trova sostanzialmente d'accordo, tant'è che chiedo al collega di poter aggiungere la mia firma agli emendamenti 8.701/502, 8.701/4 e 8.701/503.

Nel contempo, vorrei illustrare l'emendamento 8.701/500, non dissimile da quelli del senatore Pistorio e che si muove nel solco dello stesso ragionamento, con qualche argomentazione di tipo diverso.

Quando ho visto l'emendamento 8.701 della Commissione, non l'ho condiviso; non soltanto per le ragioni appena illustrate dal collega Pistorio, ma anche perché secondo me è profondamente sbagliato, in quanto, senatore Ripamonti, manca completamente la copertura finanziaria.

Sappiamo perfettamente che mettere in liquidazione la società Stretto di Messina vuol dire dover corrispondere un prezzo che si muove nell'ordine di 500 milioni di euro (non parliamo quindi di poche lire) nei confronti di un contraente depositario di un contratto firmato con una società garantita dallo Stato. Pertanto, se non apponiamo una copertura finanziaria adeguata a tale emendamento, compiamo un'operazione in totale deroga all'articolo 81 della nostra Costituzione.

Pertanto, credo sia molto più ragionevole, anche per altri motivi che mi accingo ad illustrare, procedere più che verso la liquidazione della società Stretto di Messina, verso il trasferimento della stessa ad un altro gruppo aziendale che ho individuato nell'ANAS spa. Ne spiego le ragioni.

Prima di tutto, abbiamo un dovere. Quante volte in politica si sente dire che il nostro dovere è liberare e valorizzare le energie che ci sono nel Paese? Ebbene, il ponte sullo Stretto di Messina, certamente in un ambito limitato, è stato il nostro piccolo laboratorio scientifico e tecnologico, in un'area - quella dell'ingegneria civile - che per tanti anni è stata un settore di punta del nostro Paese e ha raccolto attorno a sé grandissime professionalità, consentendo a tanti professionisti del nostro Paese e a molti professori universitari di cimentarsi su un'opera grandiosa, che per loro è stata anche un sogno professionale, scientifico e tecnologico.

Ora la maggioranza di questo Paese vuole soprassedere, perché ritiene che non sia il momento di realizzare l'attraversamento del ponte sullo Stretto; ma un dovere lo abbiamo tutti, quello di valorizzare il lavoro di nostri illustri concittadini che si sono impegnati su questo fronte, non già per un loro vezzo, ma perché lo Stato dal 1971, cioè per 36 anni, aveva deciso di muoversi su quel solco.

Valorizzare questo patrimonio è in primo luogo il nostro dovere. Proponiamo quindi di non sciogliere la società, ma di trasferirla all'interno di un corpo più grande. Questa soluzione coglie anche un altro obiettivo: quello di valorizzare patrimonialmente quanto elaborato dalla società Stretto di Messina fino ad oggi; il lavoro di tanti uomini, donne e scienziati avrà pure un valore. Questo consente di conferire, patrimonializzandolo, ad un'altra società dello Stato il suddetto valore.

Un terzo punto che non è da sottovalutare. Senatore Ripamonti, quando si compiono delle scelte politiche, è assolutamente consentito farlo, ma abbiamo un dovere: quello di minimizzarne l'effetto ai fini della collettività, perché queste risorse sono sottratte a qualcos'altro. Una grande stazione appaltante ha molte possibilità in più di attenuare gli effetti negativi che l'eliminazione della società Stretto di Messina provocherebbe ai danni dello Stato: se, con la liquidazione della società, dovremmo pagare, ad esempio, 500 milioni di euro, probabilmente un'attività negoziale sviluppata all'interno della più grande stazione appaltante del Paese servirebbe ad attenuare un simile effetto, oltre a rendere possibile una gestione diversa del problema.

Come ultima considerazione, l'emendamento 8.701/500, caro Presidente, si snoda sulle dichiarazioni del ministro Di Pietro: pochi giorni fa a Napoli, durante un convegno, il ministro Di Pietro aveva suggerito, dopo l'approvazione dell'emendamento in Commissione bilancio recante lo scioglimento della società Stretto di Messina, di accorpare la medesima società all'interno dell'ANAS, probabilmente per tutte le ragioni che ho appena accennato o per parte di esse. Ancora una volta temo che il ministro Di Pietro non adotti comportamenti parlamentari conseguenti ai suoi annunci: da un lato, dichiara di essere a favore della realizzazione di opere pubbliche, dall'altro, sistematicamente, i suoi comportamenti parlamentari appaiono di tutt'altra natura.

Questo emendamento, che corrisponde ad una dichiarazione del ministro Di Pietro, può essere approvato soltanto se i senatori appartenenti all'Italia dei Valori lo voteranno: quindi, con questo appello, chiedo ai colleghi rappresentanti dell'area del ministro Di Pietro, oltre che evidentemente a tutta l'opposizione, di votarlo. (Applausi dai Gruppi UDC e FI).

 

BATTAGLIA Antonio (AN). Signor Presidente, l'emendamento 8.501 è finalizzato alla messa in sicurezza del porto di Termini Imerese. Questo non è un intervento per dare un contributo alla mia città natale. Il porto di Termini Imerese, per una scelta dell'attuale Governo, è stato inserito all'interno dell'autorità portuale di Palermo, ritenendo che così facendo si potesse disporre dei fondi necessari a rispondere alle esigenze del territorio.

Il territorio di Termini Imerese servirebbe, infatti, sulla base di questa strategia, a decongestionare il porto commerciale di Palermo, trasferendo sul porto, autorità portuale, le attività commerciali del porto di Palermo. A questo punto la competenza giuridica verrebbe trasferita al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture. Visto che questo porto servirebbe come supporto di quella grande azienda che vive all'interno del tessuto economico e sociale della Sicilia, cioè la FIAT, legata al porto di Termini Imerese, considerando che la FIAT ha sempre lamentato che la sua presenza in Sicilia non veniva sicuramente riconosciuta dal punto di vista economico e della produttività (realizzare un'automobile in Sicilia costa molto di più di quanto possa costare realizzarla in quel di Torino), si è ritenuto di porre in essere le condizioni per creare tali infrastrutture. In questo modo tutta la grande polemica intorno al futuro della FIAT di Termini Imerese, nonché alla realizzazione delle infrastrutture che si muovono intorno ad essa, ha avuto risposta con la realizzazione e il potenziamento del porto di Termini Imerese.

Occorre tener conto, altresì, che potenziare e mettere in sicurezza questo porto significherebbe dare risposta agli investimenti che il Governo ultimamente, ha fatto finanziando la realizzazione dell'interporto di Termini Imerese, una cinghia di trasmissione importantissima, insieme all'interporto di Catania, per materializzare quello che è stato definito il Corridoio Berlino-Palermo, che passa sicuramente attraverso la realizzazione, il potenziamento e il rilancio del porto di Termini Imerese.

Da cittadino termitano non ho condiviso la proposta di asservire il porto di Termini Imerese al porto di Palermo, facendolo diventare una sede ove andare a scaricare i container; dal momento però che tale scelta politica è stata realizzata, quantomeno cerchiamo di trarne dei benefìci. Il beneficio è quello di consentire la messa in sicurezza del porto, in modo tale che gli investimenti della zona industriale di quell'area possano soddisfare le esigenze del territorio e di tutta la Sicilia, visto che quella rimane un'area strategica per lo sviluppo del Tirreno e del Mediterraneo.

Ecco per quale motivo chiedo l'attenzione della maggioranza, soprattutto dei senatori della maggioranza, a questo emendamento, consapevoli anche dell'assunzione di responsabilità del ministro Bianchi nei confronti di tale problema, ritenendo che questa fosse una scelta intelligente. Ritengo che il Parlamento, il Governo, questa maggioranza e il Senato della Repubblica non possano fare a meno (tranne che non si stia qui per prendersi in giro, per fare proclami, per prendere in giro quella gente siciliana che ha avuto grande fiducia nel momento in cui ha ritenuto di dover sacrificare i propri terreni e le proprie aree al servizio di scelte che forse non condivideva e che ha subìto) di dare grande soddisfazione alla Sicilia. Tale soddisfazione la si deve dare con dei fatti, perché la politica passa attraverso atti amministrativi; non è possibile fare diversamente quando si sottopongono all'attenzione del Parlamento emendamenti finalizzati ad un momento di crescita del territorio, visto che gli investimenti proposti non sono così sconvolgenti per le sorti di tale provvedimento.

Ecco per quale motivo chiedo con forza che questo emendamento possa trovare l'afflato e il consenso dell'Aula del Senato. (Applausi dal Gruppo AN e dei senatori Vizzini e Di Lello Finuoli).

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, l'emendamento 8.200 interviene su una questione decisamente importante: chiede modifiche alla disciplina delle detrazioni di cui all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi. Esprimo parere negativo non tanto sul merito - è chiaro che bisognerebbe approfondire - quanto perché ritengo improprio affrontare questo problema in un decreto finalizzato ad alcuni interventi sul 2007.

L'emendamento 8.700 affronta anch'esso un tema decisamente importante: si tratta dell'istituzione di un Piano nazionale per la riduzione dei carichi azotati e l'auto‑approvvigionamento energetico delle aziende zootechine. Si tratta anche in questo caso di un intervento di indubbia rilevanza, per cui chiedo di poterlo collocare, se i presentatori sono d'accordo, in un altro provvedimento, altrimenti esprimo parere contrario. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti 8.3 e 8.4.

L'emendamento 8.5 affronta in termini ancora più decisi il tema dei collegamenti con la Sicilia e prevede, dando seguito ad una mozione approvata dalla Camera dei deputati, di autorizzare il Consiglio dei ministri a dichiarare lo stato di emergenza nelle Regioni Calabria e Sicilia in relazione alle condizioni di attraversamento dello Stretto. La gestione dello stato di emergenza sarebbe a carico del Consiglio dei ministri, di intesa con le Regioni interessate. Vengono previsti per la realizzazione delle opere alcuni finanziamenti importanti: al comma 3 è autorizzata una spesa di 200 milioni di euro e al comma 4 di 100 milioni. Francamente, all'interno di questo provvedimento è difficile trovare adeguata collocazione ad un onere così importante, pertanto il parere è negativo.

Esprimo poi parere favorevole sull'emendamento 8.9 della Commissione, contrario sull'8.10 del senatore Pistorio e ancora favorevole sull'8.12, anch'esso della Commissione. Il parere è contrario sull'emendamento 8.900/2, favorevole sull'8.900 e ancora contrario sugli emendamenti 8.15 e 8.16. Il parere è favorevole sugli emendamenti 8.20, 8.23 e 8.26.

Quanto all'emendamento 8.701 della Commissione, ne chiedo l'accantonamento unitamente a tutti i subemendamenti (8.701/500, 8.701/501, 8.701/502, 8.701/4 e 8.701/503).

Per quanto riguarda l'emendamento 8.501, così come ho fatto con altri emendamenti che hanno più o meno lo stesso tenore, trattandosi di interventi settoriali anche se decisamente importanti, la mia proposta è quella di intervenire su tali questioni attraverso emendamenti alle Tabelle A e B della legge finanziaria trattandosi, appunto, di interventi che possono essere risolti attraverso spostamenti di cifre nei fondi speciali di parte corrente e di parte capitale e poi attraverso un'azione legislativa che possa utilizzare questi soldi. Quindi invito il presentatore al ritiro dell'emendamento oppure il parere è contrario.

L'ordine del giorno G8.500 del senatore Pistorio tratta lo stesso tema della società Stretto di Messina e quindi anche di questo chiedo l'accantonamento.

Per quanto riguarda l'emendamento 8.0.500, esso tratta della questione delle zone franche urbane. È un tema che è già stato affrontato dalla scorsa finanziaria e credo che anche in quella di quest'anno vi saranno misure indirizzate in questa direzione. L'emendamento 8.0.501 tratta dello stesso tema quindi chiedo al senatore Pistorio di ritirare questi ultimi due emendamenti e di trattare la materia in finanziaria.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Abbiamo quindi una richiesta di accantonamento dell'80 per cento degli emendamenti. A questo punto mi chiedo se convenga aprire l'articolo oppure no.

 

MORANDO (Ulivo). La parte residua non c'entra nulla con l'accantonamento.

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire prima, ma evidentemente il meccanismo di comunicazione non ha funzionato, per cui non sono riuscito ad esprimere il mio pensiero, del tutto personale, che non impegna il Gruppo, sulla materia esposta poc'anzi anche da senatori siciliani, i quali partono dal massimo per ottenere il minimo pur sapendo che, da questo Governo, né il massimo né il minimo sarà possibile ottenere.

Vorrei ricordare a diversi senatori siciliani che il siciliano non è abituato alle questue, neanche quando è indigente, e contentarsi di modesti ordini del giorno che sappiamo tutti sono carta straccia, non contano niente come le promesse di fare in finanziaria, è veramente riduttivo se non addirittura umiliante. Quindi, la mia personale posizione, anche se dovessimo sfiorare di un voto la vittoria su qualcosa, come Casa delle Libertà e come opposizione, è quella di mantenermi su un rigetto di posizioni così concilianti.

Il Governo, con l'annullamento di tutte le procedure, è già riuscito a fare un regalo, presidente Calderoli e colleghi, alla società che aveva avuto aggiudicata la gara d'appalto del ponte sullo Stretto di Messina dal precedente Governo, cioè la Impregilo, che mi sembra, se non vado errato, sia nella zona di influenza di quella grossa industria automobilistica italiana (come si chiama?), la FIAT, credo, quella cui sono legati il presidente Montezemolo, la famiglia Agnelli e il senatore Furio Colombo ai tempi di New York.

Questa grande industria ha avuto dal Governo un regalo del 10 per cento, già cash, grazie al solo annullamento. La mia personale posizione è un invito, ai proponenti dei vari emendamenti e dell'ordine del giorno, a ritirarli tutti perché questo Governo antisiciliano, ma soprattutto antinfrastrutture, è pronto a fare regali a coloro i quali sono pronti a rimodernare e acquistare nuovi aliscafi.

Il caso vuole, poi, che un elemento di prestigio del Partito democratico siciliano sia gestore e proprietario dell'azienda acquirente degli aliscafi e gestore del servizio di traghettamento veloce tra Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Parlo del numero 1 del Partito democratico siciliano attualmente eletto.

Invito i nostri colleghi siciliani a ritirare tutto, perché è umiliante chiedere l'elemosina ad un Governo avaro non soltanto di elemosine (ma questo forse appartiene alla normale natura dell'uomo) ma anche del riconoscimento dei diritti dell'individuo. Allora, meglio sarebbe accantonare tutto, auspicare che questo Governo cada al più presto e che ne nasca uno nuovo in grado di rispettare il patto con i siciliani e i calabresi con la realizzazione vera e reale del Ponte sullo Stretto.

Eliminate pure tutte le società che volete, tanto non riuscirete a realizzare nessuno dei vostri obiettivi perché la vostra fine, fortunatamente per i siciliani, i calabresi e per tutta l'Europa, è vicina. (Applausi dal Gruppo AN).

 

ALLEGRINI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ALLEGRINI (AN). Signor Presidente, dal momento che il Governo ha già espresso il parere, vorrei sapere come mai non ho avuto la possibilità di illustrare l'emendamento aggiuntivo 8.0.2.

 

PRESIDENTE. Senatrice Allegrini, l'emendamento aggiuntivo 8.0.2 è stato ritirato dal suo Gruppo.

Colleghi, è stata formulata dal relatore una richiesta di accantonamento dell'emendamento 8.701, presentato dalla Commissione e dei subemendamenti ad esso collegati.

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su questa proposta. Inoltre, invito l'Aula ad esprimersi su questa richiesta di accantonamento perché, in caso di suo accoglimento, non consentirò dichiarazioni di voto sull'emendamento e sui subemendamenti accantonati.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere favorevole alla richiesta di accantonamento.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Presidente, volevo sottolineare, soprattutto a lei, che la proposta di accantonamento dell'emendamento 8.701, approvato in Commissione, sulla questione della società Stretto di Messina spa e, conseguentemente, la proposta di accantonare tutti i subemendamenti ad esso collegati, tende ad avere il tempo di affrontare meglio le questioni sollevate dai subemendamenti, presentati prevalentemente dall'opposizione ma anche da forze di maggioranza, rispetto alle decisioni assunte in Commissione.

Quindi, a fronte di una proposta del relatore che sembra testimoniare, come minimo, l'intenzione di un approfondimento, non credo che i proponenti dei sub- emendamenti modificativi del testo della Commissione intendano opporsi ad una richiesta di accantonamento solo per il principio della «contraddizion che non consente».

 

PRESIDENTE. Oltre a quello della Presidenza, è opportuno udire anche il parere dell'Assemblea.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, stamattina, nel consegnare il foglietto degli emendamenti ritirati, c'è stato un errore nella trascrizione, perché l'8.0.2 non andava ritirato.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto. Dal momento che anche in questo caso si tratta di un emendamento aggiuntivo, lo accantoniamo.

 

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCHIFANI (FI). Signor Presidente, siamo contrari all'accantonamento dell'emendamento 8.701 e dei relativi subemendamenti, in quanto attiene ad una tematica relativa alle conseguenze negative derivanti, appunto, dallo svuotamento del finanziamento per la realizzazione delle opere per il Ponte sullo Stretto di Messina.

Con questo emendamento della Commissione votato a maggioranza, si propone addirittura la messa in liquidazione di una società che ha commesso in appalto ad un gruppo di aziende, alcune italiane alcune straniere, la realizzazione di quest'opera: tale società rischia di pagare una penale non indifferente proprio per la mancata realizzazione dell'oggetto dell'appalto. Adesso, addirittura, attraverso la messa in liquidazione, rischia di vedersi sottrarre all'appaltatore che ha vinto quella gara il proprio contraente, il proprio committente.

Credo allora che vada fatta chiarezza su tale vicenda in quest'Aula, nel normale excursus dei lavori, e ciò va quindi fatto ora, in fase di votazione dell'articolo 8. Desideriamo che il Governo e la maggioranza si assumano una responsabilità in tal senso. Avete svuotato il finanziamento relativo alla realizzazione di questa opera strategica. Adesso in Commissione avete addirittura proposto l'azzeramento del committente, colui che ha stipulato un regolare contratto di diritto privato nei confronti di un appaltatore assumendo obbligazioni di carattere civile.

Ebbene, ritengo allora che su questa scelta vada fatta chiarezza non soltanto legislativa, signor Presidente, ma anche politica. Noi desideriamo che il Governo e la maggioranza non sfuggano da questa responsabilità, se l'assumano con un voto trasparente in Aula in questo momento. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo una proposta del relatore volta ad accantonare l'emendamento 8.701 e i subemendamenti ad esso riferiti, nonchè l'ordine del giorno G8.500 che verte sulla stessa materia; il Governo concorda con questa proposta, ma c'è un'opposizione.

Metto dunque ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la proposta di accantonamento, presentata dal relatore.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Risultano pertanto accantonati l'emendamento 8.701 e i subemendamenti ad esso riferiti, nonchè l'ordine del giorno G8.500.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.200.

 

EUFEMI (UDC). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 8.200, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 8.700, presentato dal senatore Pirovano e da altri senatori, fino alle parole «articolo 8».

Non è approvata.

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 8.700 e gli emendamenti 8.3 e 8.4.

Metto ai voti l'emendamento 8.5, presentato dal senatore Pistorio.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.9, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.10, presentato dal senatore Pistorio.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 8.12, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.900/2, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.900, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.15.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, con questo emendamento proponiamo di dare 10 milioni di euro in più agli asili nido e di toglierne altrettanti per la costruzione degli aliscafi degli amici del PD.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 8.15, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.16, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 8.20, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.23, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 8.26, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Ricordo che l'emendamento 8.701 ed i relativi subemendamenti sono stati accantonati.

Chiedo al presentatore se accoglie l'invito al ritiro formulato sull'emendamento 8.501.

 

BATTAGLIA Antonio (AN). Signor Presidente, mantengo l'emendamento 8.501 e chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Battaglia Antonio, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 8.501, presentato dal senatore Battaglia Antonio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Colleghi, c'è un articolo della Costituzione che recita che ciascun parlamentare esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Ogni tanto ci sono interventi che sembrano eccessivamente non rispettosi, sembrano quasi un aggressione quando c'è qualcosa che non funziona.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno G8.500 è stato accantonato.

Chiedo ai presentatori se accolgono l'invito a ritirare gli emendamenti 8.0.500 e 8.0.501.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, il relatore ha ritenuto correttamente che la materia possa essere trattata in modo più adeguato in sede di discussione della legge finanziaria. Trattandosi di una scadenza molto ravvicinata, ritengo di accogliere l'invito e ritiro gli emendamenti, ritenendo anche che il Governo, sulla materia delle zone franche urbane, saprà fare molto meglio rispetto a quanto fatto l'anno scorso in modo tecnicamente maldestro ed insufficiente dal punto di vista politico.

 

PRESIDENTE. Colleghi, domani sarò io a presiedere l'avvio della seduta: avviso il relatore che, all'apertura dei lavori, ripartirò con la materia accantonata, perché ho motivo di ritenere che, risolto quel problema, non ci saranno soverchie difficoltà nell'organizzare i nostri lavori e concludere l'esame del provvedimento.

Invito quindi il relatore a trovare una risposta per quella sede, di modo che i lavori possano procedere di conseguenza; diversamente, credo che i lavori procederanno in altra maniera. Sarà una sensazione, ma credo che questa sensazione possa essere confermata poi dai fatti.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 9 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 9.2/500, 9.4 e 9.0.2 e parere favorevole sull'emendamento 9.2.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 9.2/500, presentato dai senatori Vegas e Ferrara.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 9.2, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 9.4, presentato dai senatori Pistorio e D'Alì.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 9.0.2, presentato dal senatore Poli e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 10 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. L'articolo 10 contiene disposizioni concernenti l'editoria, con particolare riferimento ai contributi diretti ed indiretti.

Il relatore chiede all'Aula di approvare l'emendamento 10.700 della Commissione che, relativamente ai contributi diretti in favore delle imprese editrici, prevede una riduzione dal 7 per cento al 2 per cento mentre, relativamente ai contributi indiretti, la proposta è di prevedere il 7 per cento solo per le aziende che usufruiscono di un beneficio in termini di agevolazioni fino ad un milione di euro; per quelle il cui beneficio supera il milione di euro si propone di passare ad una percentuale del 12 per cento. In questo modo si spera di operare un'azione di moralizzazione del settore.

Inoltre, la Commissione prevede che tale contributo non possa comunque superare il costo complessivo sostenuto dal soggetto nell'anno precedente relativamente a grafici, poligrafici, giornalisti professionisti e praticanti, pubblicisti e collaboratori. Infine, il relatore propone di aggiungere a questi costi quelli della produzione e della distribuzione.

Esprimo parere contrario sui restanti emendamenti.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.2.

 

CARRARA (FI). Chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 10.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.2, presentato dal senatore Cutrufo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.5.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.5, presentato dal senatore Rotondi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 10.10.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 10.10, presentato dal senatore Ciccanti, fino alle parole «e successive modificazioni».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 10.10 e l'emendamento 10.13.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.700/1.

 

STEFANI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STEFANI (LNP). Signor Presidente, vorrei ricordare al relatore che ha parlato di moralizzazione che se veramente avesse voluto moralizzare il settore dell'editoria e dei relativi contributi avrebbe dovuto agire in maniera completamente diversa. Non si doveva sopprimere, come si cerca di fare, attraverso un ingiusto taglio ai contributi, la pluralità dell'informazione che significa democrazia. Non abbiamo mai visto sopprimere i contributi agli organi di partito da nessun Governo. In questa maniera si va verso la dittatura.

Se si voleva fare una drastica riduzione, e con un ulteriore emendamento lo proporremo in seguito, c'erano altre strade ed altre possibilità di risparmio. Mi riferisco, ad esempio, ai contributi di gran lunga superiori dati all'editoria di partito come rimborsi postali alle grandi testate. Parliamo di 25-30 miliardi ad ogni testata giornalistica.

Chiedo a tutte le forze democratiche di appoggiare l'emendamento 10.700/1 che riduce ulteriormente il prelievo dei contributi all'editoria di partito.

Mi esprimerò anche sugli altri emendamenti che prevedono l'accesso solo per i Gruppi presenti in queste Aule. È così che si moralizza, caro relatore.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.700/1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione l'emendamento 10.700/500.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, nella farraginosa produzione legislativa in ordine ai contributi per l'editoria - salvo le dissertazioni avanzate sia in sede di discussione generale che nelle pregiudiziali e che seguiranno, se avrà un esito favorevole la trattazione del provvedimento, anche nelle dichiarazioni finali di voto, e quindi salvo le riserve fatte sulla necessità di intervenire con urgenza a favore dell'editoria -, si inserisce l'articolo 10 del decreto, una parte del quale riguarda queste provvidenze, nonché l'emendamento 10.700 della Commissione.

Al comma 1, l'emendamento 10.700, presentato dalla Commissione propone di aggiungere: "Tale contributo non può comunque superare il costo complessivo sostenuto dal soggetto" - che sarà percettore dell'erogazione - "nell'anno precedente relativamente a grafici, poligrafici, giornalisti professionisti e praticanti, pubblicisti e collaboratori". Rispetto alla proposta della Commissione il relatore, a seguito di un dibattito e di sollecitazioni successive all'approvazione dell'emendamento da parte della Commissione, propone di restringere la platea di cui al contributo sottraendo alla disposizione la parte che va da «Tale contributo» fino a «collaboratori».

Propone, quindi, di non considerare i costi che sono relativi alla produzione e alla distribuzione eccetera. Cosa succede, Presidente? Questa è la nostra osservazione: sottraendo questa parte, la base che assume la prerogativa di poter ricevere le provvidenze aumenta di troppo. Tenuto conto, comunque, che c'è un limite che non può essere superato e che è il totale dei costi sostenuti da parte dell'impresa pubblicistica per ricevere il contributo, il considerare tutti questi costi (quelli interni ed esterni) può farne derivare una difficoltà rispetto all'obiettivo che si vuole raggiungere.

Allora, ci siamo permessi di presentare l'emendamento 10.700/500 - che, infatti, viene classificato e presentato come pregiudiziale rispetto a quello del relatore - per restringere la quantità di costi e sottrarre, quindi, al giudizio dell'Aula quella parte dispositiva che va da «tale contributo» a «collaboratori».

Questo potrebbe essere migliorativo rispetto alle garanzie di spesa, non allargherebbe la base dei percettori e, quindi, sarebbe di migliore garanzia rispetto ai potenziali utilizzatori della norma, in quanto a provvidenze ricevibili, e prudenziale nei confronti dell'azione di Governo e, quindi, della nostra responsabilità nel cercare di introdurre elementi di maggiore risparmio in proposito.

Spero che l'emendamento possa essere accolto dal relatore e che cambino i pareri del relatore e del Governo. Mi scuso di non averlo fatto nella fase dell'illustrazione degli emendamenti. Questo emendamento consente, secondo me, l'introduzione di un sistema migliore per garantire una più proficua utilizzazione delle risorse disponibili a favore dell'editoria.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, è evidente che stiamo affrontando due argomenti diversi che, forse, vale la pena chiarire. Il primo riguarda l'editoria riferibile ai partiti, ed il collega intervenuto precedentemente lo ha chiarito; il secondo, invece, è qual è il contributo che dalle tasse dei contribuenti arriva a queste iniziative editoriali. Nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento 10.700/500 e nell'esprimere anche un'opinione favorevole relativamente all'emendamento successivo del relatore, desidero chiarire ai colleghi senatori che, in realtà, dei soldi dei contribuenti una piccola parte finisce a sostegno di queste iniziative editoriali della politica, mentre una parte enorme e gigantesca finisce ad iniziative editoriali che, in qualche caso, sono quotate in borsa e distribuiscono dividendi. (Applausi dal Gruppo FI e dei senatori Stefani e Paravia). Una parte consistente dei dividendi distribuiti a quegli azionisti provengono direttamente dalla tasche dei contribuenti italiani. Questo è l'argomento che stiamo affrontando con questi tipi di emendamento.

Signor Presidente, non è un tecnicismo fermarsi a definire una riduzione che, invece, del 7 per cento sia solo del 2 per cento, inserendo un tetto che, in una prima stesura, era riferito soltanto al costo del lavoro, in un settore in cui l'incidenza maggiore viene a determinarsi dal costo di produzione, dalla carta e dal costo di distribuzione. Era quasi un eufemismo mettere un tetto riferito al costo del lavoro perché significava sostanzialmente distruggere quel tipo di iniziativa editoriale.

La correzione che propone il relatore ci trova d'accordo come soluzione di minimo perché almeno riferisce il tetto massimo al costo complessivo di produzione e distribuzione e costo del lavoro. Resta intonso il problema politico del perché si va a piluccare una serie di finanziamenti relativamente modesti a questo tipo di iniziative di editoria, che può essere un po' il sale della politica, mentre c'è il silenzio più assoluto sulle centinaia di milioni che, attraverso le agevolazioni tariffarie e postali, arrivano nella forma di dividendi ad azionisti privati e che sono pagati con le tasse dei contribuenti.

Un'ultima annotazione, signor Presidente.

Tra i vari trucchi che emergono spesso ce n'è uno molto banale. Si era cioè deciso di dare un contributo diretto di trasferimento all'azienda Poste Spa. Ora, per far tornare il deficit pubblico quest'anno al 2,4 per cento, come il Governo ha indicato, ed evitare che arrivasse al 2,5 per cento (uno 0,1 di differenza che pare stia molto a cuore alle vestali della contabilità pubblica del Ministero dell'economia e delle finanze, mentre non stanno loro a cuore le decine di miliardi che nascondono nei cassetti), il trucco qual è, signor Presidente? Quello di trasformare il trasferimento diretto alle Poste Spa in un aumento di capitale, in modo tale che tecnicamente, dal punto di vista contabile, va sotto la linea, poiché se è nella forma di aumento di capitale i soldi lo Stato li passa alle Poste, ma formalmente lo Stato ha una partecipazione azionaria.

Mero trucco contabile per limare addirittura dello 0,1 per cento ildeficit, quest'anno, in rapporto al PIL ed evitare una ennesima figuraccia al Governo che ha appena detto che sarà del 2,4 per cento, cioè doppio rispetto a quello che gli andamenti tendenziali, senza l'azione del Governo, lo stesso Governo aveva indicato (ricordo che si tratta dell'1, 2 per cento). Dunque, si va a limare lo 0,1 per cento.

Questo è il clima nel quale Governo e maggioranza stanno conducendo i lavori dell'Aula, con un rispetto delle istituzioni francamente, a mio parere, molto modesto. Ma ciò che è più grave è che dobbiamo discutere e mediare questa soluzione che condividiamo e che è proposta dal relatore nell'emendamento successivo, mentre non discutiamo delle centinaia di milioni che passano direttamente dalle tasche di lavoratori che pagano le tasse e quando ricevono 1.000 euro al mese netti di stipendio hanno pagato 1.000 euro al mese tra trasse e contributi sociali per andarli a mettere nei bilanci di società quotate che distribuiscono dividendi. Francamente, signor Presidente, a me pare un po' paradossale. (Applausi dai Gruppi AN e LNP).

 

Presidenza del vice presidente CAPRILI (ore 19,35)

 

CICCANTI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CICCANTI (UDC). Signor Presidente, onorevoli colleghi, quello che stiamo discutendo è uno degli articoli più interessanti, più importanti di questo decreto‑legge ed è stato riformulato dal relatore, ma ho la sensazione che con la riformulazione dell'emendamento 10.700 effettuata dal collega Ripamonti si sia generata più confusione che chiarezza.

Il primo rilievo è politico, collega Ripamonti. Se il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova disciplina dell'editoria con la relativa delega al Governo per l'emanazione di un testo unico per il riordino della legislazione, che senso ha inserire nella norma valutazioni di merito sulla legge per l'editoria attualmente esistente?

La seconda valutazione, invece, è specifica. L'UDC ritiene che i contributi all'editoria vadano ridotti e rivisti. Con l'emendamento 10.700 si riduce dal 7 al 2 per cento il prelievo dei contributi diretti di cui al comma 1 e il minore gettito è compensato dall'aumento dal 7 al 12 per cento dei contributi indiretti del comma 5.

Va osservato però che tale compensazione non funziona, collega Ripamonti, perché riguarda aziende editoriali che chiuderanno proprio a causa della riformulazione del relatore di maggioranza.

Da studi letti e da esperienza diretta, il costo per il personale è pari al 25 per cento del costo complessivo; se i contributi non possono superare il costo per il personale dell'anno precedente, ciò significa che la riduzione operata è pari al 60 per cento sui contributi diretti (che già, a loro volta, si quantificavano nel 60 per cento del costo globale), quindi ben superiore alla mia proposta di riduzione del 50 per cento che tanto aveva scandalizzato la maggioranza in Commissione.

Colleghi del centro-sinistra, se approvate l'emendamento 10.700 non chiuderanno solo i giornali di partito. Noi dell'UDC - badate bene - non siamo interessati a ciò; in quest'Aula il nostro è infatti l'unico Gruppo parlamentare il cui partito non riceve contributi pubblici per il proprio giornale. (Applausi dal Gruppo UDC). Ma chiuderanno anche, soprattutto, molti giornali di provincia, eliminando un sano e democratico pluralismo dell'informazione che dovrebbe essere tutelato dal Parlamento, se questo intende ancora tutelare la vera libertà di stampa.

Ritirate l'emendamento 10.700 e aspettiamo la riforma dell'editoria, dando concreta attuazione al quinto comma dell'articolo 21 della Costituzione, che recita: «La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica». Finora questa trasparenza non c'è stata, sebbene l'avessimo chiesta da tempo. Ci voleva un libro recentemente uscito, «La casta dei giornali», per farci capire quanto poco trasparenti fossero i finanziamenti e i contributi ad alcune società editrici.

Se proprio volete compiere un'operazione di equità, dimezziamo i contributi indiretti previsti dal comma 5, che invece, amici della sinistra, non avete voluto toccare.

Colleghi comunisti della sinistra antagonista, colleghi che avete sfilato sabato scorso con i precari e i disoccupati, voglio dirvi questo: è giusto finanziare per 23 milioni di euro il «Corriere della sera», per dare dividendi agli azionisti? (Applausi dai Gruppi UDC e FI). È giusto, colleghi della sinistra antagonista, dare 19 milioni al giornale della Confindustria? È giusto dare 10 milioni al quotidiano della FIAT? (Applausi dai Gruppi UDC, FI e del senatore Losurdo). È giusto dare 19 milioni per sconto di spese postali all'azienda editoriale di Berlusconi? E si potrebbe seguitare.

Un milione di persone avete gabbato ancora una volta, e non solo in Commissione; lo state facendo anche in quest'Aula. Non avete, cari amici della sinistra, il coraggio e la forza di alzare la testa, piegati come siete alle logiche di schieramento, senza saper realizzare quell'equità, quella trasparenza e quella giustizia cui l'Italia guarda e che da voi si aspetta, prima ancora che da noi. (Applausi dai Gruppi UDC, FI, AN e del senatore Losurdo. Congratulazioni).

 

MONTALBANO (Misto-CS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MONTALBANO (Misto-CS). Signor Presidente, mi trovo in una strana condizione nell'intervenire in questa parte del nostro dibattito. Mi trovo, infatti, ad essere d'accordo con alcune delle valutazioni del collega Baldassarri, che adesso vorrei riprendere, soprattutto in relazione alla formulazione dell'emendamento 10.700 della Commissione, e mi trovo assolutamente in disaccordo con le argomentazioni appena svolte dal collega Ciccanti. Credo infatti che sfugga al collega Ciccanti qualche elemento di merito nell'argomentare la sua posizione.

È indubbio che stiamo trattando una questione assai complessa. Non potendo sviscerarla totalmente in un contesto in cui si interviene con un emendamento e con una diminuzione parziale delle provvidenze che vanno all'editoria, è del tutto evidente che la nostra discussione lascia molto spazio alle interpretazioni, a volte anche eccessivamente estensive, come quella del collega Ciccanti.

Il collega Ciccanti saprà certamente che lo Stato spende nel nostro Paese una cifra che va da 700 milioni a un miliardo di euro per l'editoria e che questa spesa si è progressivamente calcificata sulla base di una scelta politica che il Parlamento ha operato, ma che è assolutamente inattuale e anacronistica. Infatti, certe scelte si sono compiute allorquando si trattava di garantire il pluralismo dell'informazione e dell'editoria, di garantire voce alle forze politiche più diverse nel nostro Paese, di assicurare agibilità a quei giornali che non godevano e non godono di una mole consistente di pubblicità e, quindi, tutelare il libero dispiegamento del confronto democratico nel nostro Paese.

Adesso tutto è cambiato, anche in ragione del fatto che a saltare sul carro della legge dell'editoria sono stati in tanti, anzi in troppi, ed è evidente che la nuova disciplina dovrà misurarsi con la necessità di una revisione organica degli interventi per l'editoria, perché i grandi sprechi, caro collega Ciccanti, sono sì a monte, dal momento che il «Corriere della Sera», «Il Sole 24 ORE» e «la Repubblica» da soli assommano contributi di 60 milioni di euro, cioè l'intera somma che lo Stato spende per i contributi ai giornali politici, ma le provvidenze sono anche disperse in mille rivoli, laddove si concede un aiuto indiretto, ma soprattutto diretto, alle piccole testate, che molto spesso sono il simbolo di una vivacità democratica e del dibattito culturale nel Paese.

Su questo punto ha ragione lei, senatore Ciccanti, ma c'è una parte di testate minori che sono finte e hanno alle spalle partiti e movimenti finti: non hanno un redattore, non hanno i macchinari, una segreteria e non hanno un personale. Uno Stato serio non può elargire contributi a quelle testate. (Applausi dai Gruppi FI e UDC).

Ecco perché l'emendamento 10.700 della Commissione è opportuno, perché riduce il taglio delle provvidenze a questi giornali, dal 7 al 2 per cento: il taglio è minore e ciò ha un significato politico che viene incontro alle sue argomentazioni. Ma è anche vero che, dal momento che l'emendamento prevede che il contributo non possa comunque superare il costo sostenuto complessivamente per il personale, il taglio si riferisce ad un parametro di obiettività e di verità. Nel momento attuale, un siffatto criterio garantisce un'elargizione seria e serena dei contributi, nelle more dell'intervento di una legge organica per l'editoria.

Quando, al comma 5, si fa riferimento ad un inasprimento delle somme da decurtare per le spese di spedizione, si fa riferimento esattamente a quella parte di contributi che tanti giornali - ormai di partito - assommano, predicando in questo nostro Paese, con un eccesso di disinvoltura, il liberismo politico. Ma si può essere liberali e liberisti quando si prendono dallo Stato 19 milioni di euro, come fa «Il Sole 24 ORE», o la cifra che assommano complessivamente tutte le grandi testate italiane, che, da sola, è pari a quella di tutti i partiti politici?

Quindi, su una materia come questa, occorre convergere almeno su un punto; sulla necessità di richiamare il Governo ad un intervento organico e serio che possa essere esaminato con urgenza dal Parlamento, affinché, in un momento in cui si parla di caste, a proposito e molto spesso a sproposito, si possa intervenire anche sul settore dell'editoria. Si tratta di un intervento di moralizzazione di tutte le testate italiane, dalla più grande alla più piccola, affinché le provvidenze statali puntino seriamente a perseguire pluralismo e dialettica democratica nel campo della stampa ed evitino che lo Stato si faccia carico in maniera eccessiva e soverchia di contributi che certamente non hanno ragione di esistere. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE e SDSE).

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, vorrei intervenire per dichiarazione di voto su questo complesso di emendamenti, cioè sull'emendamento 10.700 e sui relativi subemendamenti.

Signor Presidente, colleghi, la discussione che si sta svolgendo in questa Aula la trovo vagamente surreale. Cosa era previsto, infatti, nel testo del decreto a proposito di legge e di contributi per l'editoria politica e per l'editoria più in generale? Per quel che riguarda i contributi diretti, cioè editoria politica, cooperative editrici, imprese minori e così via, era previsto un taglio del 7 per cento rispetto ai fondi destinati a finanziare questo intervento. All'ultimo comma di questo stesso articolo 10 era previsto invece un taglio, sempre del 7 per cento, per quelli che in gergo vengono chiamati contributi indiretti a tutte le società editoriali, sostanzialmente il contributo per le spedizioni postali che viene dato dallo Stato a Poste italiane per realizzare tale servizio verso le società dell'editoria.

Ora, signor Presidente, tutto ciò avviene sulla base di una legge che è in vigore nel nostro Paese da circa vent'anni e questo fondo ogni anno, quale che sia il Governo che in quel momento sta dirigendo la cosa pubblica in Italia, viene sistematicamente, direi inesorabilmente aumentato. Per la verità, anche rispetto alla finanziaria - non disperino - ho l'impressione che l'aumento ci sarà anche quest'anno, ma spero di sbagliare; tuttavia, nel testo del decreto era previsto un taglio.

Ora, ho sentito accorati interventi da parte degli uni e degli altri a proposito del fatto che, certo, un conto è aiutare l'editoria politica, un conto aiutare l'editoria minore, un altro conto aiutare le associazioni no profit, che editano pubblicazioni da mandare alle famiglie per sollecitare sottoscrizioni, e così via. Sono tutte attività di grandissimo peso, ma si dice - e lo si fa sacrosantamente - che ci sono grandi società editrici che per i contributi indiretti - stiamo parlando del comma 5 dell'articolo 10 - ricevono dallo Stato un contributo che costituisce una parte enorme dei dividendi che tali società editoriali distribuiscono ai proprietari delle stesse e da parte di tutti si sostiene che bisognerebbe intervenire con un'operazione di moralizzazione.

Per la verità, signor Presidente, partendo da questa base, che ho potuto constatare essere largamente condivisa negli interventi che si sono adesso succeduti nell'Aula, la Commissione ha posto in essere un intervento, che in buona sostanza è così riassumibile. Poiché il contributo diretto, tagliato del 7 per cento, all'editoria politica e all'editoria minore comporta una diminuzione degli stanziamenti talmente drastica da mettere in forse l'esistenza di alcuni fondamentali quotidiani, in particolare dell'editoria politica sia di centro-sinistra che di centro-destra, la Commissione ha ritenuto questo taglio troppo brutale, troppo pesante: pur dovendosi di certo procedere ad una riforma, nel decreto c'era questo taglio.

Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di riforma, ma con un taglio nel decreto. Abbiamo allora deciso di passare da un taglio del 7 per cento ad un taglio - perché non abbiamo voluto sottrarci alla responsabilità di contribuire al risanamento della finanza pubblica anche da questo punto di vista - del 2 per cento, sulla base di emendamenti in questo senso che erano stati presentati, come si diceva una volta, da tutto l'arco costituzionale, a mio giudizio motivatamente.

Tuttavia, sulla base di una proposta del senatore Montalbano presentata in Commissione, la Commissione, ha pensato però che, fatta questa operazione per i contributi diretti sul comma 1, fosse necessario aggiungere una norma di moralizzazione. La cosa incredibile, Presidente, è che l'abbiamo messa: la Commissione ha votato quello che lei vede adesso nel testo della Commissione come - non è la dizione corretta - una specie di secondo comma e lo ha fatto approvando la proposta del senatore Montalbano, relativamente al contributo diretto. Infatti, è noto, signor Presidente, anche se non lo diciamo, che ci sono quotidiani che vengono editati per essere messi in due particolari edicole, e solo in quelle, i cassettini del Senato e della Camera - ma sono comunque quotidiani - che danno l'idea di un certo sperpero di denaro pubblico.

Allora, l'emendamento approvato dalla Commissione affermava in origine che il contributo diretto non potesse essere superiore a certi costi. Con il successivo subemendamento del relatore questo rigore sicuramente viene molto ridimensionato, ma c'è da allibire di fronte ad un subemendamento dell'opposizione che cancella addirittura tutta la frase, ma che viene illustrato come una proposta di risanamento. Non è così; in realtà, è una proposta che riduce l'efficacia di un emendamento che la Commissione ha approvato in termini di risanamento. Almeno facciamo in modo che il nostro dibattito sia trasparente.

L'emendamento della Commissione dice che il contributo non può essere superiore alla somma dei costi del lavoro di grafici, poligrafici, direttori, redattori, collaboratori del giornale che viene editato. Il relatore ha presentato un subemendamento sulla base della discussione in Commissione - il senatore Ripamonti non se l'è sognato, ma è stato indotto a presentare una modifica al testo della Commissione per ridurre la portata di questo comma - secondo cui il contributo diretto non può essere superiore alla somma di tutti i costi di produzione e di distribuzione. Ebbene, se voi editate un giornale e vi viene in mente un costo che non sia di produzione e di distribuzione, vi do il premio Nobel per l'economia. È chiaro che il subemendamento significa che tutti i costi sono coperti potenzialmente dal contributo.

Sul versante della contribuzione indiretta, che è la polpa della spesa pubblica in questo campo, cioè le spese per spedizione postale che si riferiscono anche alle grandi società editrici verso le quali si è menato scandalo negli interventi in questo campo, cosa fa la Commissione rispetto al testo del Governo? Dice che il taglio sulle società che hanno un contributo inferiore ad un milione resta al 7 per cento, mentre il taglio sulle società che hanno un contributo indiretto superiore al milione - ce ne sono cinque in Italia, colleghi, e sono quelle che avete nominato voi - diventa del 12.

Allora, Presidente, colleghi, adesso Governo e Parlamento faranno la riforma e verrà introdotta una moralizzazione, ma sostenere che il lavoro svolto in Commissione rispetto al testo del Governo non è una accentuazione del processo di moralizzazione e una riduzione di costi significativa per vantaggi che andavano a società che sembrano non averne bisogno, visto che distribuiscono dividendi a go go ai loro proprietari, non è vero. Mi spiace se vi ho fatto perdere tempo, ma credo si dovesse dire la verità e non farla passare per una realtà virtuale. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, FI e AN).

 

NOVI (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal mio Gruppo.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

 

NOVI (FI). Signor Presidente, penso che una moralizzazione sia necessaria, anche se tardiva, perché in questo Paese ci sono cinque testate che rappresentano precisi interessi dell'oligarchia, anche bancaria e finanziaria, e che lucrano 60 milioni di euro l'anno.

La cosa grottesca è che queste cinque testate, periodicamente, svolgono una campagna di mobilitazione dell'opinione pubblica contro le testate di nicchia e contro i giornali di partito, sempre in nome di una presunta moralizzazione. Penso che in questo momento sia quanto mai necessario limitare i contributi indiretti, che, in realtà, sono forme di finanziamento improprio a testate che distribuisco copiosi dividendi ai loro soci.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.700/500, presentato dai senatori Vegas e Ferrara.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.700/501.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, pregiudizialmente, so che oggi ricorre il suo genetliaco e quindi voglio porle i nostri migliori auguri e complimenti per come ha sempre condotto l'Aula nel corso di quest'anno. (Generali applausi).

 

PRESIDENTE. La ringrazio e vi ringrazio.

 

FERRARA (FI). Una volta tanto, Presidente, ho una pregiudiziale diversa rispetto alle altre.

Passando invece ai lavori di cui si tratta, visti i ragionamenti svolti in dichiarazione di voto sull'emendamento 10.700/500 da me e dagli altri colleghi, e in ultimo, prima della dichiarazione in dissenso del senatore Novi, autorevolmente dal presidente Morando, il Gruppo di Forza Italia è contrario all'approvazione dell'emendamento del relatore perché era stato un fatto un buon lavoro in Commissione. Quindi, senza l'approvazione dell'emendamento 10.700/501 rimarrebbe la proposta della Commissione, cioè l'emendamento 10.700, che è certamente migliore di tutto quel che potrebbe nascere con l'approvazione dell'emendamento del relatore che noi volevamo correggere.

Non potendolo modificare, a questo punto, meglio bocciare l'emendamento del relatore e ritornare all'ottimo lavoro che avevamo svolto in Commissione con la proposta della Commissione stessa. Non è un'inversione dialettica, Presidente, è una proposta chiara che ha una ragionevolezza credo.

 

AUGELLO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

AUGELLO (AN). Dichiaro il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale sull'emendamento 10.700/501, del relatore che ci pare ristabilisca, come ha già ricordato il Presidente della Commissione bilancio, un equilibrio che altrimenti avrebbe finito, permanendo la precedente formulazione, per venir meno proprio per i poteri deboli dell'editoria, perché questo sarebbe accaduto. A parte la circostanza, per lo meno suggestiva, data dalla comparazione dei costi, che ricordava anche il senatore Ciccanti, tra i costi riferibili ai salari e quelli riferibili alle altre voci che compongono le altre spese dell'editoria, sarebbe stato davvero mortificante e irrealistico mantenere la precedente formulazione.

Per tutte queste ragioni, Alleanza Nazionale annuncia il proprio voto favorevole.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.700/501, presentato dal relatore.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.700, nel testo emendato.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.700, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.16.

 

STEFANI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STEFANI (LNP). Signor Presidente, voglio dire al senatore Morando, e anche ai colleghi dell'estrema sinistra, che questo emendamento va nella direzione di quanto da voi richiesto.

Esso prevede, semplicemente, che i contributi all'editoria di partito vadano a quei giornali e a quei periodici che hanno un Gruppo parlamentare presente in Parlamento; ergo, si procede a quella moralizzazione da lei richiesta. Allora, quale è la ratio in base alla quale lei è si è espresso contro questo emendamento? Sono forse i soliti interessi di bottega perché qualcuno ha minacciato di far cadere il Governo? (Applausi dal Gruppo LNP).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.16, presentato dal senatore Stefani e dal altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.19.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.19, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.500.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.500, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Sulle recenti dichiarazioni del Presidente della Camera dei deputati

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, tutta l'Italia ha seguito, ieri sera in televisione e oggi sui giornali, una dichiarazione autorevolissima della terza carica istituzionale, il presidente della Camera dei deputati, onorevole Bertinotti. Questi ha dichiarato che il Governo è malato e che, anche se ha preso un brodino, la situazione è grave.

Qualche ora fa, è stata pubblicata una nota di Palazzo Chigi che in qualche modo aveva chiarito qual era la situazione, perché riportava: «Positive le parole di Bertinotti, chiarito l'equivoco». Sembrava quindi che tra il Presidente della Camera e Palazzo Chigi ci fosse stato il chiarimento politico che in qualche modo tranquillizzava gli italiani. Mi giunge ora una nota di agenzia, sempre relativa al presidente della Camera Bertinotti, che riporta: «Non c'è stato nessun equivoco; io non ho chiarito nulla. Sbaglia Palazzo Chigi».

Ebbene, di fronte a queste dichiarazioni di un autorevolissimo esponente della politica e delle istituzioni, e di fronte ad un falso di Palazzo Chigi che dichiara che è chiarito l'equivoco e da subito viene immediatamente smentito, chiedo alla Presidenza se non ritenga di dovere affrontare un dibattito in quest'Aula, non rinviandolo per giorni ma svolgendolo immediatamente, per chiarire se c'è stato o no l'equivoco. (Commenti dal Gruppo Ulivo).

 

PRESIDENTE. Senatore Matteoli, ovviamente la questione fa parte del confronto politico tra le cariche, alte e meno alte, dello Stato. Il Senato sta però ora discutendo di un altro provvedimento. È in ogni caso possibile presentare atti di sindacato ispettivo o documenti che sollecitino la discussione del Senato.

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819 (ore 20,07)

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.501.

 

STEFANI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STEFANI (LNP). Signor Presidente, colleghi, questo è l'ultimo di una serie di emendamenti che andavano tutti nella stessa direzione. Qui avete parlato più volte di moralizzazione. Io non ci credo. Voi non moralizzate proprio niente. Questo è il sistema di moralizzare? Sapete quanti contributi vengono erogati a gente che si presenta con testate fatiscenti: le hanno citate prima il relatore e il senatore Morando. Questa è veramente l'ultima occasione. I contributi devono andare agli organi di partito che hanno la rappresentanza di un Gruppo parlamentare, non di un singolo senatore o di un singolo parlamentare.

Questo è quanto vi chiediamo di votare. Naturalmente, vi nascondete, fate come gli struzzi dentro la sabbia, ripeto, poiché siete ricattati.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.501, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.22.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.22, presentato dal senatore Cutrufo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 10.20.

 

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Colleghi, vorrei attirare la vostra attenzione su questo emendamento, che mira a ridurre i costi della politica. Cosa accade? In questi mesi abbiamo vissuto una continua critica verso i nostri emolumenti: molti direttori di giornale sostenevano che noi guadagniamo troppo. Probabilmente è vero e quindi la Lega ha presentato una serie di emendamenti, sia in questo provvedimento che in finanziaria, che mirano a ridurre i costi della politica, ma io credo che dobbiamo moralizzare tutto il settore che gode di contributi pubblici.

Questo emendamento prevede che, se ci sono (come ci sono) direttori che hanno stipendi annuali miliardari in vecchie lire, non possano poi godere dei contributi pubblici, perché sono esattamente nella nostra situazione, vale a dire che ci sono direttori moralizzatori verso la politica che però non moralizzano se stessi.

Con questo emendamento prevediamo che i contributi pubblici possano essere erogati soltanto a quei giornali che al loro interno abbiano erogati degli stipendi al massimo pari agli emolumenti dei parlamentari.

Credo sia una misura di moralizzazione che il Parlamento dovrebbe condividere: non costa nulla allo Stato, anzi permetterebbe dei risparmi, francamente non ho capito bene per quale motivo il parere sia contrario. Poniamo quindi la proposta all'attenzione dei senatori. (Applausi dai Gruppi LNP e AN).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 10.20, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori, fino alle parole « di Sezione».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 10.20 e l'emendamento 10.23.

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 10.32.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 10.32, presentato dal senatore Grillo e da altri senatori, fino alle parole «98 milioni».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 10.32 e l'emendamento 10.502.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.37.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.37, presentato dal senatore Rotondi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.0.1.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.0.1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, vorrei completare l'espressione dei pareri, essendomi limitato in precedenza esclusivamente alla parte relativa all'editoria.

Sull'emendamento 10.0.700/500 il parere è favorevole, a condizione che venga espunto l'ultimo capoverso.

Il parere è ovviamente favorevole sull'emendamento 10.0.700 della Commissione, mentre esprimo invece parere contrario sugli emendamenti 10.0.3 e 10.0.4.

 

PRESIDENTE. Senatore Peterlini, è d'accordo con la proposta del relatore?

 

PETERLINI (Aut). Sono d'accordo.

 

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PALMA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PALMA (FI). Chiedo di poter apporre la mia firma all'emendamento del senatore Peterlini.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.0.700/500 (testo 2).

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 10.0.700/500 (testo 2), presentato dal senatore Peterlini e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.0.700, nel testo emendato.

 

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, mi sembra che nel testo in esame sia contenuto un errore materiale. Dopo la parola "slovena" doveva essere scritto "o tedesca" e non "e tedesca".

PRESIDENTE. Invito il relatore a pronunciarsi sulla proposta di modifica testè avanzata dal senatore Peterlini.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole.

 

PRESIDENTE. In sostanza, è un errore di trascrizione.

 

FRANCO Paolo (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Mi perdoni, Presidente, però il testo così come è scritto è molto chiaro. Voler cambiare la "e" con la "o" non è indifferente. Mi sembra assolutamente arbitrario introdurre questa modifica solo a seguito dell'osservazione fatta dal collega Peterlini. Credo invece che sia giusto che la trasmissione dei programmi debba essere effettuata contemporaneamente in lingua francese, ladina, slovena e tedesca, come è scritto nell'emendamento.

Qualsiasi modifica apportata successivamente alla votazione non è legittima.

PRESIDENTE. Credo che, trattandosi di un emendamento della Commissione, il relatore abbia facoltà di introdurre modifiche.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, io accolgo la proposta del senatore Peterlini. Mi limito solo a far notare all'Assemblea che questo emendamento non è stato ancora votato e quindi è legittimo che il relatore possa apportarvi eventuali modifiche. Comunque, affido alla Presidenza una valutazione in tal senso.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, prima che si proceda al voto, mi limito ad osservare, per chiarezza, che la modifica che si propone non è indifferente.

La Commissione aveva discusso la trasmissione in lingua francese, ladina, slovena e tedesca, cioè in tutte queste lingue. Se si sostituisce la "e" con la "o" vuol dire che francese, ladino e sloveno valgono tanto quanto la sola lingua tedesca. In un italiano corretto si sta votando un emendamento radicalmente diverso. Quindi, chiedo alla Presidenza di votare l'emendamento iniziale.

Se il collega Peterlini riteneva che fosse più indicato inserire la "o", poteva benissimo proporlo in sede di Commissione.

 

VEGAS (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, non intendo entrare nel merito della questione, ma, in punto di diritto, faccio presente che non è nella disponibilità del relatore modificare un emendamento approvato dalla Commissione. (Applausi dai Gruppi FI e UDC). L'emendamento va dunque votato nel testo proposto al nostro esame, a meno di non voler proporre un subemendamento all'emendamento in esame, ma si sarebbe dovuto presentarlo prima.

 

PRESIDENTE. Ritengo che il problema non sia legato semplicemente alla sostituzione di una "e" con una "o", ma se rispetto ad un emendamento della Commissione il relatore possa proporre eventuali modifiche.

Quindi, da questo punto di vista, mi sento di appoggiare la richiesta del relatore.

 

BALDASSARRI (AN). No, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Senatore Baldassarri, lei dice di "no", ma è la Presidenza che decide. Propongo di ascoltare il parere del Presidente della Commissione bilancio.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, vorrei invitare il senatore Peterlini a non insistere su tale modifica. La norma, che tutti avete letto, dice che devono trasmettere giornalmente tra le ore 6 e le ore 22, e per oltre la metà del tempo di trasmissione, programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca. Quella "e" è messa semplicemente alla fine di un'elencazione, che per il resto ha la virgola. Se ci mettiamo una "o" non cambia la sostanza, purché ci siano quelle ore dedicate a trasmissioni in lingua francese, ladina, slovena e tedesca; le emittenti prenderanno i relativi soldi, tanto per andare all'essenziale.

Francamente, non vedo perché quella "e" si dovrebbe trasformare in una "o" e viceversa.

 

PRESIDENTE. Sentiamo se il senatore Peterlini ci indica un modo per uscire da questa difficoltà.

 

PETERLINI (Aut). Ringrazio la Presidenza per l'interpretazione perché è una questione di chiarezza e di null'altro. È possibile leggere la disposizione nel modo in cui l'ha letta il Presidente della 5a Commissione. Per chiarezza, però, mi sembrava si dovesse tornare all'emendamento come lo intendevo nella formulazione originaria, essendo stato da me presentato. Naturalmente un'emittente non deve trasmettere in tutte le lingue perché diventerebbe ridicola, ma nelle Regioni autonome qui elencate, Friuli-Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta, nelle rispettive lingue. Questo è il senso della norma e, se esso viene confermato, con la "o" la disposizione diventerebbe più chiara per coloro che la leggono.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, poiché stiamo parlando di un emendamento della Commissione, vorrei capire a che titolo interviene il senatore Peterlini. Infatti, se lei interpella il senatore Peterlini tutti noi abbiamo diritto ad essere interpellati. Non capisco per quale motivo il senatore Peterlini deve da avere voce in capitolo sull'emendamento della Commissione. Se lei adotta questa prassi è tenuto ad interpellarci uno per uno per esprimere il nostro parere sull'emendamento. Non capisco questa sua preferenza verso il senatore Peterlini che non è certo il dominus né il presentatore di questo emendamento.

 

PRESIDENTE. Senatore Castelli, non c'è nessun dominus. Il senatore Peterlini ha avanzato una richiesta di modifica e per questo gli ho dato la parola e ho sentito il suo parere.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, a quest'ora corriamo il rischio di scrivere cose che non corrispondono alla nostra volontà. Se ho ben capito, le preoccupazioni del senatore Peterlini non sono quelle che apparivano fino a questo momento e rispetto alle quali il Presidente della Commissione bilancio aveva detto essere del tutto indifferente sia la "e" che la "o".

Adesso però il senatore Peterlini fa una precisazione affermando che se l'emendamento resta nell'attuale formulazione, con la "e" o con la "o", le emittenti devono trasmettere in tutte queste lingue, mentre egli chiede che in ciascuna Regione si trasmetta nella lingua della medesima Regione. Ciò che occorre capire della questione avanzata dal senatore Peterlini è se queste emittenti non prendono i contributi qualora non trasmettano in tutte queste lingue.

A questo punto, Presidente, è evidente che l'emendamento è scritto male. Allora, forse va inserita la parola «rispettivamente» più che una «e» o una «o». Prego, però, di fare attenzione a quello che facciamo perché altrimenti scriviamo una norma che poi rimarrà inapplicata.

 

PRESIDENTE. Mi pare che la questione si possa risolvere in questo modo. Siccome la «e» permette, come ha detto il senatore Morando, di svolgere le trasmissioni in tutte le lingue che sono indicate, sarei del parere di mettere in votazione l'emendamento nella formulazione originaria.

 

 

TOFANI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TOFANI (AN). Signor Presidente, credo che ci si stia sforzando nel non voler capire il problema. Infatti, l'ipotesi del collega Peterlini cambia completamente la sostanza perché quella «o» è in alternativa alle altre lingue. La cosa è talmente palese che è inutile che cerchiamo di girare intorno al problema: cambia l'emendamento.

Tra l'altro, con tutto il rispetto nei confronti del collega Peterlini, credo che lui sia la persona meno indicata ad intervenire perché si tratta di introdurre un chiaro elemento localistico e campanilistico in un'Aula del Parlamento italiano, non del Consiglio regionale o provinciale di... (Applausi dal Gruppo AN).

Quindi, la invito, signor Presidente, ad attenersi alle regole. Il collega Peterlini non può assolutamente avanzare specificità di modificazioni di nessun senso, in quanto questo emendamento è della Commissione e allora bisognerà seguire procedure diverse.

La invito, pertanto, data anche l'ora, a chiudere i nostri lavori; si tratta, infatti, di un argomento molto impegnativo e complesso che non possiamo liquidare in questa maniera.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Signor Presidente, il buon senso mi spinge a sostenere le tesi del senatore Peterlini che non mi sembrano così campanilistiche, ma ispirate a criteri di giusta tutela di minoranze linguistiche.

Bisogna, però, stare attenti perché questo testo, senatore Peterlini, è scritto con i piedi e, dopo questa discussione, si presta ancora di più ad essere contestato nell'aula di qualunque tribunale perché grammaticalmente quello che emerge è che ci sono, a termine di lingua italiana, due o forse tre letture possibili.

La prima è quella che sostiene lei, Presidente, e cioè che la trasmissione avvenga in una qualunque di queste lingue. La seconda lettura, egualmente possibile dal punto di vista della grammatica italiana, è che bisogna trasmettere in tutte queste lingue; infine, la terza lettura, che è quella che credo abbia attratto per prima l'attenzione del senatore Peterlini, è che, mentre è possibile trasmettere o in francese o in ladino, bisogna, invece, trasmettere in sloveno e tedesco. Ciò è assurdo perché la finalità è quella di garantire minoranze che, in questo caso, non si trovano in Trentino-Alto Adige perché non ci sono sloveni in quella Regione.

A questo punto, avrei suggerito di accantonare l'emendamento se altri, che meglio di me conoscono le procedure parlamentari, non mi avessero detto che non è più possibile. Io consiglierei di ritirare l'emendamento e di riformularlo alla Camera, assicurando anche la massima comprensione. Altrimenti, questo in tribunale porterà a un mare di contestazioni. Vi è la necessità di chiarire in Parlamento l'intenzione della legge che, scritta così, è assolutamente inapplicabile.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, volevo solo fare una proposta che, secondo me, risolve il problema attraverso un piccolo aggiustamento del testo. La «e» rimane tale, quindi, non cambia in «o» e, secondo me, dopo la parola «programmi», nel nuovo testo si dovrebbe leggere «rispettivamente in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle Regioni autonome». Ciò implicherebbe che in Valle d'Aosta si trasmette in francese, in Friuli-Venezia Giulia in ladino e sloveno e in Trentino-Alto Adige in tedesco.

Quindi, basta inserire il termine «rispettivamente» e tutta questa confusione si risolve.

 

PRESIDENTE. Considerando l'ora e il processo in atto di autoscioglimento della seduta, noi ci lasciamo con questa proposta.

Pertanto, rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 

La seduta è tolta (ore 20,32).

 


Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (1819)

 

 

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

 

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 5.

(Misure di governo della spesa e di sviluppo del settore farmaceutico)

1. A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14,4 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, comprensivo delle risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie. Il valore assoluto dell'onere a carico del SSN per la predetta assistenza farmaceutica, sia a livello nazionale che in ogni singola regione è annualmente determinato dal Ministero della salute, entro il 15 novembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sulla base del riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale deliberato dal CIPE, ovvero, in sua assenza, sulla base della proposta di riparto del Ministro della salute, da formulare entro il 15 ottobre. Entro 15 giorni dalla fine di ciascun mese, le regioni trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati della distribuzione diretta, come definita dal presente comma, per singola specialità medicinale, relativi al mese precedente, secondo le specifiche tecniche definite dal decreto del Ministro della salute in data 31 luglio 2007, concernente l'istituzione del flusso informativo delle prestazioni farmaceutiche effettuate in distribuzione diretta. Il rispetto da parte delle regioni di quanto disposto dal presente comma costituisce adempimento ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato. Nelle more della concreta e completa attivazione del flusso informativo della distribuzione diretta, alle regioni che non hanno fornito i dati viene attribuita, ai fini della determinazione del tetto e della definizione dei budget di cui al comma 2, in via transitoria e salvo successivo conguaglio, una spesa per distribuzione diretta pari al 40 per cento della spesa complessiva per l'assistenza farmaceutica non convenzionata rilevata dal flusso informativo del nuovo sistema informativo sanitario.

2. A decorrere dall'anno 2008 è avviato il nuovo sistema di regolazione della spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, che è così disciplinato:

a) il sistema nel rispetto dei vincoli di spesa di cui al comma 1, è basato sulla attribuzione da parte dell'AIFA, a ciascuna Azienda titolare di autorizzazioni all'immissione in commercio di farmaci (AIC), entro il 15 gennaio di ogni anno, di un budget annuale calcolato sulla base dei volumi e dei prezzi degli ultimi dodici mesi per i quali sono disponibili i dati, distintamente per i farmaci equivalenti e per i farmaci ancora coperti da brevetto. Dal calcolo di cui al precedente periodo viene detratto, ai fini dell'attribuzione del budget, l'ammontare delle somme restituite al Servizio sanitario nazionale per effetto dell'articolo 1, comma 796, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e del comma 3. Viene detratto, altresì, il valore della minore spesa prevedibilmente conseguibile nell'anno per il quale è effettuata l'attribuzione del budget, a seguito delle decadenze di brevetti in possesso dell'azienda presa in considerazione; tale valore è calcolato sulla base dei dati dell'anno precedente. Ai fini della definizione dei budget l'AIFA utilizza anche il 60 per cento delle risorse incrementali derivanti dall'eventuale aumento del tetto di spesa rispetto all'anno precedente e di quelle rese disponibili dalla riduzione di spesa complessiva prevista per effetto delle decadenze di brevetto che avvengono nell'anno per il quale è effettuata l'attribuzione del budget. Un ulteriore 20 per cento delle risorse incrementali, come sopra definite, costituisce un fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi che saranno autorizzati nel corso dell'anno, mentre il restante 20 per cento costituisce un fondo di garanzia per esigenze allocative in corso d'anno. Il possesso, da parte di un farmaco, del requisito della innovatività è riconosciuto dall'AIFA, sentito il parere formulato dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica istituita presso la stessa Agenzia, e ha validità per 36 mesi agli effetti del presente articolo, fatta salva la possibilità dell'AIFA di rivalutare l'innovatività sulla base di nuovi elementi tecnico-scientifici resisi disponibili;

b) la somma dei budget di ciascuna Azienda, incrementata del fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi di cui alla lettera a), nonché dell'ulteriore quota del 20 per cento prevista dallo stesso comma, deve risultare uguale all'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica a livello nazionale, come determinato al comma 1;

c) in fase di prima applicazione della disposizione di cui alla lettera a) e nelle more della concreta e completa attivazione dei flussi informativi, l'AIFA, partendo dai prezzi in vigore al 1º gennaio 2007 risultanti dalle misure di contenimento della spesa farmaceutica di cui all'articolo 1, comma 796, lettera f), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, attribuisce a ciascuna Azienda titolare di AIC, entro il 31 gennaio 2008, un budget provvisorio sulla base delle regole di attribuzione del budget definite dalla stessa lettera a). Il budget definitivo viene attribuito a ciascuna Azienda entro il 30 settembre 2008 alla luce dei dati sulla distribuzione diretta forniti dalle regioni ai sensi del citato decreto del Ministro della salute in data 31 luglio 2007. In assenza di tali dati, ad ogni Azienda viene attribuito un valore di spesa per la distribuzione diretta proporzionale all'incidenza dei farmaci di PHT di cui alla determinazione AIFA del 29 ottobre 2004, pubblicata nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 259 del 4 novembre 2004;

d) l'AIFA effettua il monitoraggio mensile dei dati di spesa farmaceutica e comunica le relative risultanze al Ministero della salute ed al Ministero dell'economia e delle finanze con la medesima cadenza. L'AIFA verifica al 31 maggio, al 30 settembre e al 31 dicembre di ogni anno l'eventuale superamento a livello nazionale del tetto di spesa di cui al comma 1, calcolato sulla base dei dati dell'Osservatorio nazionale dell'impiego dei medicinali, disciplinato dall'articolo 68 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e dall'articolo 18 del decreto del Ministro della salute 20 settembre 2004, n. 245, nonché sulla base dei dati delle regioni concernenti la distribuzione diretta di cui al medesimo comma 1;

e) qualora i valori di spesa verificati al 31 maggio di ogni anno superino la somma, rapportata ai primi 5 mesi dell'anno, dei budget aziendali, con gli incrementi di cui alla lettera b), si dà luogo al ripiano dello sforamento determinato nel predetto arco temporale, secondo le regole definite al comma 3. Qualora i valori di spesa verificati al 30 settembre di ogni anno superino la somma, rapportata ai primi 9 mesi dell'anno, dei budget aziendali, con gli incrementi di cui alla predetta lettera b), si dà luogo al ripiano dello sforamento stimato del periodo 1º giugno-31 dicembre, salvo conguaglio determinato sulla base della rilevazione del 31 dicembre, secondo le regole definite al comma 3. La predetta stima tiene conto della variabilità dei consumi nel corso dell'anno.

3. Le regole per il ripiano dello sforamento sono così definite:

a) l'intero sforamento è ripartito a lordo IVA tra aziende farmaceutiche, grossisti e farmacisti in misura proporzionale alle relative quote di spettanza sui prezzi dei medicinali, tenendo conto dell'incidenza della distribuzione diretta sulla spesa complessiva. L'entità del ripiano è calcolata, per ogni singola azienda, in proporzione al superamento del budget attribuito di cui al comma 2, lettera b). Al fine di favorire lo sviluppo e la disponibilità dei farmaci innovativi la quota dello sforamento imputabile al superamento, da parte di tali farmaci, del fondo aggiuntivo di cui alla citata lettera b) del comma 2 è ripartita, ai fini del ripiano, al lordo IVA, tra tutte le aziende titolari di AIC in proporzione dei rispettivi fatturati relativi ai medicinali non innovativi coperti da brevetto;

b) la quota di ripiano determinata a seguito della verifica al 31 maggio, è comunicata dall'AIFA a ciascuna Azienda entro il 15 luglio. La quota di ripiano determinata a seguito della verifica al 30 settembre è comunicata dall'AIFA a ciascuna Azienda entro il 15 novembre. Le Aziende effettuano il ripiano entro 15 giorni dalla comunicazione dell'AIFA, dandone contestuale comunicazione all'AIFA e ai Ministeri dell'economia e delle finanze e della salute;

c) ai fini del ripiano, per le aziende farmaceutiche si applica il sistema di cui all'articolo 1, comma 796, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296; per la quota a carico dei grossisti e dei farmacisti, l'AIFA ridetermina, per i sei mesi successivi, le relative quote di spettanza sul prezzo di vendita dei medicinali e il corrispondente incremento della percentuale di sconto a favore del SSN. Le aziende farmaceutiche versano gli importi dovuti, entro i termini previsti dalla lettera b) del presente comma, direttamente alle regioni dove si è verificato lo sforamento in proporzione al superamento del tetto di spesa regionale;

d) la mancata integrale corresponsione a tutte le regioni interessate, da parte delle aziende, di quanto dovuto nei termini perentori previsti, comporta la riduzione dei prezzi dei farmaci ancora coperti da brevetto, in misura tale da coprire l'importo corrispondente, incrementato del 20 per cento, nei successivi sei mesi.

4. Entro il 1º dicembre di ogni anno l'AIFA elabora la stima della spesa farmaceutica, così come definita al comma 1, relativa all'anno successivo distintamente per ciascuna regione e la comunica alle medesime regioni. Le regioni che, secondo le stime comunicate dall'AIFA, superano il tetto di spesa regionale prefissato, di cui al comma 1, sono tenute ad adottare misure di contenimento della spesa, ivi inclusa la distribuzione diretta, per un ammontare pari almeno al 30 per cento dello sforamento e dette misure costituiscono adempimento regionale ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato. Le regioni utilizzano eventuali entrate da compartecipazioni alla spesa a carico degli assistiti a scomputo dell'ammontare delle misure a proprio carico.

5. A decorrere dall'anno 2008 la spesa farmaceutica ospedaliera così come rilevata dai modelli CE, al netto della distribuzione diretta come definita al comma 1, non può superare a livello di ogni singola regione la misura percentuale del 2 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, inclusi gli obiettivi di piano e le risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie. L'eventuale sforamento di detto valore è recuperato interamente a carico della regione attraverso misure di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera o di voci equivalenti della spesa ospedaliera non farmaceutica o di altre voci del Servizio sanitario regionale o con misure di copertura a carico di altre voci del bilancio regionale. Non è tenuta al ripiano la regione che abbia fatto registrare un equilibrio economico complessivo.

 

EMENDAMENTI

5.1

CAFORIO, GIAMBRONE

Ritirato

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14,4 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, comprensivo delle risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie. Il valore assoluto dell'onere a carico del SSN per la predetta assistenza farmaceutica, sia a livello nazionale che in ogni singola regione è annualmente determinato dal Ministero della salute, entro il 15 novembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sulla base del riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale deliberato dal CIPE, ovvero, in sua assenza, sulla base della proposta di riparto del Ministro della salute, da formulare entro il 15 ottobre. Entro 15 giorni dalla fine di ciascun mese, le regioni trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati della distribuzione diretta, PHT e primo ciclo di terapia come definita dal presente comma, per singola specialità medicinale, relativi al mese precedente, secondo le specifiche tecniche definite dal decreto del Ministro della salute in data 31 luglio 2007, concernente l'istituzione del flusso informativo delle prestazioni farmaceutiche effettuate in distribuzione diretta. Le regioni provvederanno alla compensazione dei fondi impiegati dalle Aziende Ospedaliere per la distribuzione diretta dei farmaci del PHT e del primo ciclo di terapia completo dalle Ausl alle Aziende Ospedaliere che ricadono nel loro territorio entro 15 giorni successivi ad ogni semestre. Le regioni, entro 15 giorni successivi ad ogni trimestre, trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati relativi alla spesa farmaceutica ospedaliera. Il rispetto da parte delle regioni di quanto disposto dal presente comma costituisce adempimento ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato. Nelle more della concreta e completa attivazione del flusso informativo della distribuzione diretta, alle regioni che non hanno fornito i dati viene attribuita, ai fini della determinazione del tetto e della definizione dei budget di cui al comma 2, in via transitoria e salvo successivo conguaglio, una spesa per distribuzione diretta pari al 40 per cento della spesa complessiva per l'assistenza farmaceutica non convenzionata rilevata dal flusso informativo del nuovo sistema informativo sanitario».

 

5.701/3

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Alla lettera a), sostituire le parole «di medicinali collocati in classe "A"» con le seguenti: «dei medicinali destinati all'assistenza domiciliare».

 

5.701

LA COMMISSIONE

Approvato

All'articolo 5 apportare le seguenti modifiche:

«a) al comma 1, sostituire il primo periodo con il seguente: "A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta di medicinali collocati in classe 'A' ai fini della rimborsabilità, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, inclusi gli obiettivi di piano e le risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie.";

b) al comma 2, lettera c), dopo le parole: "del 4 novembre 2004", aggiungere le seguenti: ", e successive modificazioni";

c) al comma 5, primo periodo, sostituire le parole: "del 2 per cento", con le parole: "del 2,4 per cento";

d) aggiungere, in fine, il seguente comma:

"5-bis. All'articolo 6 del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, è aggiunto il seguente comma 2-bis:

'2-bis. Sono nulli i provvedimenti regionali di cui al comma 2, assunti in difformità da quanto deliberato, ai sensi del comma 1, dalla Commissione unica del farmaco o, successivamente alla istituzione dell'AIFA, dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica di tale Agenzia, fatte salve eventuali ratifiche adottate dall'AIFA antecedente al 1º ottobre 2007' "».

 

5.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, dopo le parole: «effettuate in distribuzione diretta» aggiungere le seguenti: «Le regioni, entro 15 giorni successivi ad ogni trimestre, trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati relativi alla spesa farmaceutica ospedaliera».

 

5.7

TOMASSINI, VEGAS

Respinto

Al comma 2, lettera a) alla fine del secondo periodo inserire le parole: «da parte delle aziende titolari delle AIC per i farmaci inseriti nella classe terapeutica interessata».

 

5.9

TOMASSINI, VEGAS

Respinto

Al comma 2, lettera a), quinto periodo sostituire rispettivamente le parole: «20 per cento» con le seguenti: «25 per cento» e «15 per cento».

 

5.11

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

Respinto

Al comma 2, sopprimere le lettere b) e c).

 

5.14

TOMASSINI, VEGAS

Respinto

Al comma 2, lettera c), primo periodo, sostituire le parole: «Azienda titolare di AIC» con le seguenti: «classe terapeutica».

 

5.19

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA

Respinto

Al comma 3, lettera a), sostituire il primo periodo con il seguente: «l'intero sforamento è ripartito a lordo IVA tra le aziende farmaceutiche.»

Conseguentemente, alla lettera c), del comma 3 sopprimere le parole da: «per la quota a carico», sino a: «a favore del SSN».

 

5.20

MANINETTI, POLI, RUGGERI, CICCANTI, FORTE

Le parole da: «Al comma» a: «dello» respinte; seconda parte preclusa

Al comma 3 lettera a), primo periodo, sostituire la parola: «l''intero» con le parole: «il 60 per cento dello» e aggiungere infine le seguenti parole «, la restante parte è a carico del SSN».

Conseguentemente sopprimere l'articolo 41.


5.21

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Precluso

Al comma 3, lett. a), sostituire la parola: «l'intero» con le parole: «il 60 per cento dello».

Conseguentemente, al comma 3, dopo la lett. a) inserire la seguente:

«a-bis) il 40 per cento dello sforamento viene ripianato dalle Regioni interessate attraverso l'adozione delle misure di cui all'articolo 48, comma 5, lett. f) del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269».

 

5.22

MANINETTI, POLI, RUGGERI, CICCANTI, FORTE

Precluso

Al comma 3 lettera a), primo periodo, sostituire la parola: «l'intero» con le parole: «il 60 per cento dello».

Al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: «30 per cento» con le parole: «40 per cento».

 

5.26

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA

Respinto

Al comma 3, lettera a), dopo il primo periodo, aggiungere il seguente: «Per quanto attiene le farmacie, le quote di spettanza sono considerate al netto degli sconti di cui alla legge 23 dicembre 1996, n. 662, all'articolo 1, comma 40 e successive modificazioni ed integrazioni».

Conseguentemente, al comma 4, secondo periodo, dopo le parole: «30 per cento dello sforamento», aggiungere le seguenti: «nonché della quota non ripartita tra gli operatori ai sensi del precedente comma 3, lettera a)».

 

5.28

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 3, lettera a), nel secondo periodo, sostituire le parole: «comma 2, lettera b)» con le seguenti: «comma 2, lettera a)» e, nel terzo periodo, sostituire le parole: «citata lettera b)» con le seguenti: «citata lettera a)».

 

5.33

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: «ad adottare misure di contenimento della spesa» fino alla fine del comma con le seguenti: «ad applicare misure di compartecipazione alla spesa farmaceutica per un ammontare pari almeno al 50 per cento dello sforamento e dette misure costituiscono adempimento regionale ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato».

5.36

MANINETTI, POLI, RUGGERI, CICCANTI, FORTE

Respinto

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. L'articolo 10 della legge 16 novembre 2001, n. 405 è abrogato.

 

5.39

POLI, CICCANTI, FORTE, MANINETTI, RUGGERI

Respinto

Dopo il comma 5 aggiungere i seguenti:

5-bis. Nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, le Regioni, ai fini del rispetto del tetto di cui al comma 1, possono adottare:

a) la misura della distribuzione diretta limitatamente ai farmaci elencati nel PHT;

b) misure di compartecipazione dei cittadini alla spesa farmaceutica e sanitaria;

c) linee guida per l'appropriatezza prescrittiva dei farmaci;

d) misure fiscali previste dalla normativa vigente.

5-ter. È esclusa lo facoltà di adottare il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi nella medesima categoria terapeutica omogenea.

5-quater. Il comma 5-ter non si applica alle Regioni che entro il 1º ottobre 2007, nell'ambito dei Piani di rientro sottoscritti dalle stesse coi Ministri dell'economia e rinanze e della salute, hanno adottato il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi in una data categoria terapeutica omogenea e che hanno facoltà di mantenere tale misura nei limiti della categoria terapeutica per la quale è stata adottata.

5-quinquies. I princìpi desumibili dai commi 5-bis, 5-ter, 5-quater e dal presente articolo, costituiscono princìpi fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica.

 

5.702

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. 1. Per la prosecuzione del progetto "Ospedale senza dolore" di cui all'accordo sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, in data 24 maggio 2001, è autorizzata la spesa di 1 milione di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente all'onere derivante dalla presente disposizione si provvede mediante riduzione corrispondente dell'importo di cui all'articolo 18, comma 2.

 

5.42

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Respinto

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. 1. Al fine di fronteggiare il rischio di una epidemia influenzale, è autorizzata la spesa di 81 milioni di euro per il 2007, per l'incremento di scorte regionali di farmaci antivirali e altro materiale profilattico».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.43

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA, BONFRISCO

Ritirato

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Al comma 297, dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: "1º gennaio 2006 nel numero di 190" sono sostituite dalle seguenti: "1º gennaio 2008 nel numero di 250"».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.45

MONACELLI, MANINETTI, FORTE, RUGGERI, POLI

Respinto

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. I prezzi dei farmaci di cui alle lettere "c" e "c-bis" del comma 10, articolo 8 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, come modificata dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311, possono essere modificati in aumento dalle imprese interessate, soltanto nel mese di gennaio di ogni anno nei limiti del tasso di inflazione registratosi nell'anno precedente, salvo casi eccezionali che dovranno essere opportunamente motivati dalle Aziende all'AIFA».

 

5.51

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Id. em. 5.45

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. I prezzi dei farmaci di cui alle lettere "c" e "c-bis" del comma 10, articolo 8 della Legge 24 dicembre 1993, n. 537, come modificata dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311, possono essere modificati in aumento dalle imprese interessate, soltanto nel mese di gennaio di ogni anno nei limiti del tasso di inflazione registratosi nell'anno precedente, salvo casi eccezionali che dovranno essere opportunamente motivati dalle Aziende all'AIFA».

 

5.46

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. Nella prescrizione dei farmaci equivalenti il medico indica in ricetta o il nome della specialità medicinale o il nome del generico.

 

5.47

LA COMMISSIONE

Approvato (*)

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Al comma 8 dell'art. 48 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente:

"c-bis) mediante eventuali introiti derivanti da contratti stipulati con soggetti privati per prestazioni di consulenza, collaborazione, assistenza, ricerca, aggiornamento, formazione agli operatori sanitari e attività editoriali, destinati a contribuire alle iniziative e agli interventi di cofinanziamento pubblico e privato finalizzati alla ricerca di carattere pubblico sui settori strategici del farmaco di cui alla lettera g) del comma 5, ferma restando la natura di ente pubblico non economico dell'Agenzia Italiana del farmaco"».

________________

(*) Presentato erroneamente a firma dei senatori: TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO e FERRARA

 

5.48

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA, MARINO

Respinto

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Fermo restando il disposto del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, art. 61, comma 5 e della legge 28 dicembre 1995, n. 549, articolo 3, comma 130, l'autorizzazione, su domanda, all'immissione in commercio, dei medicinali equivalenti a base di uno o più principi attivi prodotti industrialmente, viene rilasciata solo dopo che il Ministero dello sviluppo economico, attraverso l'Ufficio italiano brevetti e marchi, abbia rilasciato un nulla osta, che attesti e certifichi che la copertura brevettuale o brevettuale complementare di l principio attivo è effettivamente scaduta».

 

5.49

TOMASSINI, FERRARA

V. testo 2

Inserire, in fine, il seguente comma:

«5-bis. Al secondo periodo, comma 1, dell'art. 16 della legge n. 219 del 21 ottobre 2005, dopo le parole: "ad uso autologo" aggiungere le seguenti: "agli intermedi destinati alla produzione di emoderivati"».

 

5.502

POLLEDRI

V. testo 2

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«5-bis. (Semplificazione dei procedimenti autorizzativi). Al secondo periodo, comma 1, dell'articolo 16 della legge n. 219, del 21 ottobre 2005, dopo le parole: "ad uso autologo" aggiungere le seguenti: "agli intermedi destinati alla produzione di emoderivati"».

 

5.49 (testo 2)

TOMASSINI, FERRARA

Approvato

Inserire, in fine, il seguente comma:

«5-bis. Al secondo periodo, comma 1, dell'art. 16 della legge n. 219 del 21 ottobre 2005, dopo le parole: "ad uso autologo" aggiungere le seguenti: "agli intermedi destinati alla produzione di emoderivatiindividuati con decreto del Ministro della salute su proposta dell'AIFA"».

 

5.502 (testo 2)

POLLEDRI

Id. em. 5.49 (testo 2)

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«5-bis. (Semplificazione dei procedimenti autorizzativi). Al secondo periodo, comma 1, dell'articolo 16 della legge n. 219, del 21 ottobre 2005, dopo le parole: "ad uso autologo" aggiungere le seguenti: "agli intermedi destinati alla produzione di emoderivati individuati con decreto del Ministro della salute su proposta dell'AIFA"».

 

5.52

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Ritirato e trasformato nell'odg G5.3

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. 1. Al fine di favorire la ricerca e la produzione di farmaci orfani, è concessa un'agevolazione fiscale pari al 23% delle spese sostenute dalle industrie per la ricerca e lo sviluppo di farmaci e di presidi per la diagnosi e il trattamento delle malattie rare».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.500

IZZO, GIULIANO, DI BARTOLOMEO, BARBA, FERRARA

Accantonato

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«5-bis. Dopo l'articolo 13 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 è aggiunto il seguente:

"Art. 13-bis. - (Servizi dei comuni in materia sanitaria) 1. I comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti che siano sprovvisti di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale e che siano distanti oltre 30 chilometri da località dotate di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale o comunque siano ubicati in contesti territoriali caratterizzati da difficoltà di collegamenti stradali o da carenze di adeguati servizi di trasporto pubblico locale, hanno facoltà di istituire, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e per la regione, servizi locali di emergenza sanitaria di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio, mediante convenzione con strutture private adeguatamente qualificate, individuate mediante procedure ad evidenza pubblica di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163.

2. I comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti aventi le caratteristiche di cui al comma 1 possono associarsi allo scopo di istituire i servizi di cui al comma precedente, purché la popolazione complessiva dei comuni associati risulti non inferiore a 5.000 abitanti. Per l'erogazione dei servizi di cui al comma 1 i comuni e le associazioni di comuni possono deliberare, con regolamento approvato dalla giunta comunale in conformità agli indirizzi regionali, l'istituzione di forme di partecipazione alla spesa sanitaria per l'acceso ai servizi erogati dalle strutture sanitarie comunali o intercomunali, in misura non superiore e con le medesime forme di esenzione previste in ambito regionale per l'acceso ai servizi erogati dalle strutture sanitarie pubbliche.

3. La legge regionale disciplina:

a) i requisiti sanitari, logistici, organizzativi e funzionali delle strutture private;

b) lo schema generale di riferimento del contratto di servizio da stipulare tra i comuni e le strutture sanitarie private;

c) i parametri di dimensionamento dei Servizi sanitari comunali, in coerenza con la dimensione e la densità delle popolazioni e con le caratteristiche geografiche ed orografiche dei territori interessati;

d) i protocolli di erogazione dei servizi sanitari convenzionati, in coerenza con quanto stabilito per i servizi erogati dalle strutture sanitarie pubbliche;

e) le forme e l'entità di partecipazione alla spesa sanitaria da parte degli utenti, ove deliberate dai comuni;

j) il capitolato generale e gli schemi generali di riferimento dei bandi e dei capitolati speciali di gara per l'individuazione delle strutture private da convenzionare;

g) lo schema generale di riferimento della carta dei servizi degli utenti delle strutture di cui al comma 1, in coerenza con la previsione di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 286;

h) le modalità di certificazione annuale delle spese sostenute per l'erogazione dei Servizi sanitari locali.

4. Le Province, nell'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 19, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, hanno facoltà di erogare ai comuni di cui ai commi 1 e 2, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato e la regione, contributi finanziari aventi specifica destinazione, per la parziale copertura delle spese relative all'erogazione dei servizi di cui al comma 1.

5. Al fine di assicurare un'adeguata informazione dei consumatori, in coerenza con le previsioni di cui agli articoli 5 e seguenti del Codice del Consumo approvato con decreto legislativo 6 settembre 2005 n. 206, i comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti effettuano con cadenza settimanale una rilevazione capillare dei prezzi praticati dagli esercizi commerciali operanti nel territorio comunale per la vendita al dettaglio di generi alimentari e non alimentari, individuandone il prezzo medio di vendita praticato sul mercato locale per ciascun periodo di riferimento.

6. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico adottato entro il 31 gennaio 2008 sono individuate le tipologie di prodotti alimentari e non alimentari oggetto della rilevazione di cui al comma 5. L'individuazione dei prodotti da sottoporre a rilevazione dei prezzo medi locali è aggiornata annualmente, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da emanarsi entro il 31 marzo di ciascun anno.

7. I comuni rendono effettivamente disponibile l'accesso ai dati della rilevazione dei prezzi di cui al comma 5 da parte dei consumatori, mediante l'edizione a stampa di apposita pubblicazione divulgativa settimanale, nonché mediante pubblicazione dei dati sul sito internet dell'amministrazione comunale. A tal fine, i comuni potranno stipulare appositi protocolli d'intesa con le amministrazioni pubbliche e le associazioni di utenti e consumatori, al fine di assicurare la più ampia forma di divulgazione dei dati tra i cittadini.

 

5.501

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. È esclusa la facoltà di adottare il prezzo di riferimento tra farmaci rimborsabili coperti da brevetto o da certificato di protezione complementare inclusi nella medesima categoria terapeutica omogenea.

 

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G5.3 (già em. 5.52)

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 5.52.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 5

5.0.1

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Ritirato e trasformato nell'odg G5.1

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Istituzione del Fondo nazionale per i farmaci orfani)

1. È istituito un Fondo Nazionale per i farmaci orfani con una dotazione iniziale pari a 250 milioni di euro per l'anno 2007. Le Regioni potranno attingere a tale fondo per finanziare l'utilizzo dei farmaci orfani sul territorio».

All'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.0.2

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Ritirato

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Istrituzione del Registro nazionale endometriosi)

1. È istituito il Registro nazionale dell'endometriosi con una dotazione iniziale pari ad euro 200 mila per l'anno 2007».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.0.4

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Ritirato e trasformato nell'odg G5.2

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«5-bis.

(Bonus celiaci)

1. Al decreto ministeriale 4 maggio 2006, all'allegato 1 tutti gli importi, del tetto massimo mensile corrispondente alle fasce di età già previste, sono aumentati del 30 per cento».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

5.0.500 (testo corretto)

CURSI, TOMASSINI, MONACELLI, GRAMAZIO, GHIGO, BIANCONI, TOTARO, LORUSSO, MASSIDDA

Approvati i commi 1 e 2. Assorbito il comma 3 (cfr. em. 5.47)

Dopo l'articolo 5, aggiungere il seguente:

«Art. 5-bis.

(Disposizioni normative concernenti il funzionamento dell'Agenzia italiana del farmaco)

1. AI comma 297, dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole dal "1º gennaio 2006 ad unità" sono sostituite dalle seguenti: "dal 1º gennaio 2008 nel numero di 250 unità". L'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) è autorizzata ad avviare, entro due anni dall'entrata in vigore della presente legge, procedure finalizzate alla copertura dei posti vacanti in dotazione organica anche riservate al personale non di ruolo, già in servizio presso l'AIFA, in forza di contratti stipulati ai sensi del combinato normativa disposto dall'articolo 48, comma 7, della legge 24 novembre 2003, n.326 e dall'articolo 26 del decreto dei Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della funzione pubblica n. 245 del 20 settembre 2004.

2. L'onere pari a euro 2.467.253,87 derivante dall'attuazione della disposizione di cui al comma 1, è a carico di quota parte del fondo di cui al comma 19, lettera b), n. 4, dell'articolo 48 della legge 326/03 che rappresenta per l'AIFA un'entrata certa con carattere di continuità.

3. AI comma 8 dell'articolo 48 della legge 24 novembre 2003, n.326, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente:

"d) mediante eventuali introiti derivanti da contratti stipulati con soggetti privati per prestazioni di consulenza, collaborazione, assistenza, ricerca, aggiornamento, formazione agli operatori sanitari e attività editoriali, destinati a contribuire alle iniziative e agli interventi di cofinanziamento pubblico e privato finalizzati alla ricerca di carattere pubblico sui settori strategici del farmaco di cui alla lettera g) del comma 5 dell'articolo 48 della legge 24 novembre 2001, n. 326, ferma restando la natura di ente pubblico non economico dell'Agenzia italiana del farmaco"».

 

 

ORDINI DEL GIORNO

 

G5.1 (già em. 5.0.1)

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819;

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 5.0.1.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

G5.2 (già em. 5.0.4)

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819;

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 5.0.4.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

ARTICOLO 6 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 6.

(Sistema Alta Velocità/Alta Capacità Rete transeuropea di trasporto)

1. Ai fini della realizzazione delle tratte del Sistema «Alta Velocità/Alta Capacità» ricompreso nella Rete transeuropea di trasporto (TEN-T), come definita dalla decisione 2004/884/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, con delibera del CIPE, su proposta del Ministro delle infrastrutture, di concerto con i Ministri dei trasporti e dell'economia e delle finanze, viene determinato l'ammontare della quota del canone di utilizzo della infrastruttura ferroviaria, di cui al decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione in data 21 marzo 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 94 del 21 aprile 2000, e successive modificazioni, che concorre alla copertura dei costi d'investimento del suddetto Sistema fino alla copertura completa del costo dell'opera; con lo stesso provvedimento sono definiti i criteri e le modalità attuative.

 

EMENDAMENTI

6.2

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire l'articolo 6 con il seguente:

«Art. 6. - (Destinazione della quota del canone di utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria) - 1. Ai fini della realizzazione della infrastruttura ferroviaria nazionale, con delibera del CIPE, su proposta del Ministro delle infrastrutture, di concerto con i Ministri dei trasporti e dell'economia e delle finanze, viene determinato l'ammontare della quota del canone di utilizzo della infrastruttura ferroviaria, di cui al decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione in data 21 marzo 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 94 del 21 aprile 2000, e successive modificazioni, che concorre alla copertura dei costi d'investimento dell'infrastruttura suddetta; con lo stesso provvedimento sono definiti i criteri e le modalità attuative».

 

6.5

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Per la prosecuzione degli interventi relativi al Sistema Alta-Velocità/Alta-Capacità della rete ferroviaria Verona-Padova è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente, all'articolo 7, sopprimere il comma 2.

 

6.6

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Per la prosecuzione degli interventi relativi al Sistema Alta-Velocità/Alta-Capacità della rete ferroviaria Venezia-Trieste è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente, all'articolo 7, sopprimere il comma 2.

 

 

ARTICOLO 7 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 7.

(Contributi al trasporto metropolitano delle grandi città)

1. Per l'anno 2007, è autorizzata la spesa di 500 milioni di euro per la prosecuzione delle spese di investimento finalizzate alla linea «C» della metropolitana della città di Roma.

2. Per l'anno 2007, è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per spese di investimento relative al sistema metropolitano urbano e regionale di Napoli.

3. Per la realizzazione di investimenti relativi al sistema ferroviario metropolitano di Milano è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2007, quale cofinanziamento delle politiche a favore del trasporto pubblico.

4. Le somme di cui ai commi 2 e 3 sono da considerarsi in deroga al patto di stabilità interno, sia in termini di competenza che di cassa, a condizione che siano utilizzate entro il 31 dicembre 2007.

 

 

EMENDAMENTI

7.1

GHIGO, FERRARA

Ritirato

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 7. - (Contributi al trasporto metropolitano delle grandi città) - 1. Per l'anno 2007, è autorizzata la spesa di 350 milioni di euro per la prosecuzione delle spese di investimento finalizzate alla linea "c" della metropolitana della città di Roma.

2. Per l'anno 2007, è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per spese di investimento relative al sistema metropolitano urbano e regionale di Napoli.

3. Per la realizzazione di investimenti relativi al sistema ferroviario metropolitano di Milano è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2007, quale cofinanziamento delle politiche a favore del trasporto pubblico.

4. Per l'anno 2007, è autorizzata la spesa di 200 milioni di euro per spese di investimento relativi al sistema ferroviario metropolitano della città di Torino.

5. Le somme di cui ai commi 2, 3 e 4 sono da considerarsi in deroga al patto di stabilità interno, sia in tennini di competenza che di cassa, a condizione che siano utilizzate entro il 31 dicembre 2007».

 


7.11

DAVICO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: «500 milioni» con le parole: «250 milioni».

Conseguentemente all'articolo 7, dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Per il completamento dei lavori di prolungamento della linea 1 della metropolitana di Torino è autorizzata la spesa di 250 milioni di euro per l'anno 2007».

 

7.4

FERRARA, VIZZINI

Ritirato

Al comma 1 sostituire la parola: «500» con: «350»; al comma 4, dopo la parola: «2» aggiungere «2-bis».

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

«2-bis. Per l'anno 2007 è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per spese di investimento relative al sistema metropolitano urbano di Palermo».

 

7.501

PISTORIO

Respinto

All'articolo 7, apportare le seguenti modifiche:

al comma 1, sostituire le parole: «500 milioni» con le seguenti: «420 milioni»;

al comma 2, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «140 milioni»;

al comma 3, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «140 milioni».

Conseguentemente all'articolo 8, apportare le seguenti modifiche:

al comma 1, sostituire le parole: «12 milioni» con le seguenti: «24 milioni»;

al comma 2, sostituire le parole: «7 milioni» con le seguenti: «14 milioni»

al comma 3, sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «80 milioni»

al comma 4, sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «80 milioni»

al comma 6, sostituire le parole: «1 milione» con le seguenti: «2 milioni».

 

7.6

FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: «500 milioni» con le seguenti: «475 milioni».

All'articolo 33, al comma 3, sopprimere le parole: «, nei limiti dell'autorizzazione di spesa recata dal citato articolo 4».

Conseguentemente, al comma 3 aggiungere, in fine, le seguenti parole: «Ai maggiori oneri derivanti dall'attuazione del presente comma si provvede mediante corrispondente incremento dell'autorizzazione di spesa recata dal citato articolo 4 di 25 milioni di euro per il 2007».

 

7.7

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI, STIFFONI

Respinto. Votato per parti separate.

Al comma 1, sostituire le parole: «500 milioni» con le seguenti: «490 milioni».

Sostituire l'articolo 35 con il seguente:

«Art. 35. - (Fondo per i comuni di confine) - 1. All'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente:

"7. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione dei territori svantaggiati dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nonché dei comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di cui 14 milioni di euro sono destinati esclusivamente ai comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. Le modalità di erogazione del predetto Fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari. Il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali provvede, in applicazione dei criteri stabiliti con il decreto ministeriale, a finanziare specifici progetti di spesa corrente, finalizzati al sostegno economico e sociale, nonché allo sviluppo dei suddetti territori".

2. Per l'anno 2007 sono stanziati ulteriori 10 milioni di euro sul Fondo di cui al comma precedente da destinare, per le medesime finalità, ai comuni limitrofi ai comuni di confine con le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano, con la Confederazione Elvetica e l'Austria».

 

7.13

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Sopprimere il comma 2.

Conseguentemente dopo il comma 3 inserire il seguente:

«3-bis. Al fine di realizzazione di un sistema ferroviario integrato di trasporto pubblico che colleghi tra loro le città di Venezia, Padova e Treviso è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2007 per la prosecuzione degli investimenti relativi alla metropolitana di superficie per il trasporto di passeggeri».

 

7.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 3, dopo le parole: «150 milioni di euro» sono inserite le seguenti: «da utilizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163».

 

7.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

«3-bis. All'articolo 1, comma 979, secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo le parole: "del tratto della metropolitana di Milano M4 Lorenteggio-Linate" aggiungere le seguenti: "delle altre tratte della metropolitana di Milano"».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 7

7.0.500

PISTORIO, D'ALI'

V. testo 2

Dopo il comma inserire il seguente:

«Art. 7-bis. - (Trasporto pubblico locale da e per le isole minori). - 1. AI comma 1031 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, secondo periodo, le parole: «100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009» sono sostituite dalle seguenti: «150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, di cui 50 milioni per gli interventi di cui alla lettera c-bis)».

2. Conseguentemente, al comma 1031 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo la lettera c) è inserita la seguente:

«c-bis) per l'acquisto di veicoli destinati alla creazione o allo sviluppo di un servizio di trasporto pubblico locale che garantisca collegamenti con le isole minori».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, sostituire le parole: «8,321 milioni» con le seguenti: «8,371 milioni», le parole: «5,4 milioni per il 2008» con le seguenti: «55,4 milioni per il 2009» e le parole: «11,3 milioni a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «61,3 milioni a decorrere dall'anno 2009».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, lettera a), sostituire le parole: «1.300 milioni» con le seguenti: «1.350 milioni».

 

7.0.500 (testo 2)

PISTORIO, D'ALI'

Ritirato e trasformato nell'odg G7.100

Dopo il comma inserire il seguente:

«Art. 7-bis. - (Trasporto pubblico locale da e per le isole minori). - 1. AI comma 1031 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, secondo periodo, le parole: «100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009» sono sostituite dalle seguenti: «150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, di cui 50 milioni per gli interventi di cui alla lettera c-bis)».

2. Conseguentemente, al comma 1031 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo la lettera c) è inserita la seguente:

«c-bis) per l'acquisto di mezzi ed infrastrutture destinati alla creazione o allo sviluppo di un servizio di trasporto pubblico locale che garantisca collegamenti con le isole minori».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, sostituire le parole: «8,321 milioni» con le seguenti: «8,371 milioni», le parole: «5,4 milioni per il 2008» con le seguenti: «55,4 milioni per il 2009» e le parole: «11,3 milioni a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «61,3 milioni a decorrere dall'anno 2009».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, lettera a), sostituire le parole: «1.300 milioni» con le seguenti: «1.350 milioni».

 

ORDINE DEL GIORNO

G7.100 (già em. 7.0.500, testo 2)

PISTORIO, D'ALI'

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819;

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 7.0.500 (testo 2).

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

ARTICOLO 8 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 8.

(Interventi per il trasferimento modale da e per la Sicilia e per il miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina)

1. Al fine del potenziamento del trasporto merci marittimo da e per la Sicilia, anche con riferimento alle merci pericolose, per la realizzazione di interventi di adeguamento dei servizi nei porti calabresi e siciliani e i relativi collegamenti intermodali, per il miglioramento della sicurezza, nonché per la promozione ed informazione dei servizi è autorizzata altresì la spesa di 12 milioni di euro per l'anno 2007.

2. Per la realizzazione di interventi e servizi di messa in sicurezza della viabilità statale, tra i quali semaforizzazione, attraversamenti pedonali, pannelli informatizzati, della Calabria e della Sicilia direttamente interessata dall'emergenza è autorizzata la spesa di 7 milioni di euro per l'anno 2007.

3. Al fine del potenziamento del trasporto ferroviario pendolare sulla tratta Rosarno - Reggio Calabria - Melito Porto Salvo e del collegamento ferroviario con l'aeroporto, da realizzarsi in ragione dell'urgenza con le procedure di cui all'articolo 57, comma 2, ovvero di cui all'articolo 221, comma 1, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per l'anno 2007 per la realizzazione di investimenti per il materiale rotabile, la riqualificazione integrata delle stazioni e per interventi di integrazione e scambio modale.

4. Per potenziare il trasporto marittimo passeggeri nello Stretto di Messina è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per il 2007 per l'acquisto o il noleggio di navi, l'adeguamento e il potenziamento dei pontili e dei relativi servizi, il collegamento veloce dell'aeroporto di Reggio Calabria con Messina ed altri eventuali scali, nonché per la introduzione di agevolazioni tariffarie nel periodo dell'emergenza e la istituzione del sistema informativo dei servizi di mobilità nello Stretto.

5. Gli interventi e la ripartizione delle relative risorse di cui ai commi da 1 a 4 sono definiti con decreti del Ministro dei trasporti.

6. Al fine dell'adeguamento e della stipula dei contratti di servizio per l'adeguamento dei collegamenti marittimi tra le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, è assegnato alla regione Calabria e alla Regione siciliana un contributo annuo di 1 milione di euro per il 2007, da ripartirsi con decreto del Ministro dei trasporti, sentite le regioni interessate.

7. È istituita, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, l'area di sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina, individuata con decreto del Ministro dei trasporti, alla quale è preposta, in deroga agli articoli 16 e 17 del codice della navigazione e all'articolo 14, comma 1-ter, della legge 24 gennaio 1994, n. 84, l'Autorità marittima della navigazione dello Stretto, con sede in Messina, con compiti inerenti al rilascio delle autorizzazioni, concessioni ed ogni altro provvedimento in materia di sicurezza della navigazione nell'area e negli ambiti portuali in essa compresi, nonché la regolazione del servizi tecnico-nautici nell'intera area.

8. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 4 della legge 9 gennaio 2006, n. 13, come sostituito dall'articolo 1, comma 1046, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è ridotta di 20 milioni di euro per l'anno 2007.

9. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 245, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è ridotta di 5 milioni di euro per l'anno 2007.

 

 

EMENDAMENTI

8.200

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 44, aggiungere i seguenti:

«Art. 44-bis.

(Modifiche alla disciplina delle detrazioni di cui all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi)

1. Viene modificato il comma 1 dell'articolo 15 del TUIR recante la previsione della detraibilità dall'imposta lorda di un importo pari al 19 per cento di vari oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo: viene elevata dal 19 al 27 per cento la percentuale di detrazione dell'imposta lorda.

2. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni recate all'articolo 15, comma 1, lettera i-quinquies), del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, introdotta dal comma 1, lettera e), del presente articolo».

Conseguentemente ai maggiori oneri e alle minori entrate derivanti dalle precedenti disposizioni si provvede mediante soppressione degli articoli: 8, 10, 12, 15, 18, 21, 24, 27, 28, 34, 35.

All'articolo 36 ridurre l'importo a 20 milioni di euro.

«Art. 44-ter.

(Modifiche alla disciplina delle detrazioni di cui all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi)

1. Viene modificato il comma 1 dell'articolo 15 del TUIR, recante la previsione della detraibilità dall'imposta lorda di un importo pari al 19 per cento di vari oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo: viene elevato da 3.165,20 a 7.000 euro l'importo massimo su cui applicare la detrazione per gli interessi passivi pagati in dipendenza di mutui, garantiti da ipoteca su immobili, contratti per l'acquisto dell'abitazione principale.

2. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni recate all'articolo 15, comma 1, lettera i-quinquies), del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, introdotta dal comma « lettera e), del presente articolo».

Conseguentemente ai maggiori oneri e alle minori entrate derivanti dalle precedenti disposizioni si provvede mediante soppressione degli articoli: 8, 10, 12, 15, 18, 21, 24, 27, 28, 34, 35.

All'articolo 36 ridurre l'importo a 20 milioni di euro.

 

8.700

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Le parole: «Sopprimere l'articolo 8»: respinte; seconda parte preclusa

Sopprimere l'articolo 8; all'articolo 18, sopprimere il comma 2; sopprimere l'articolo 27.

Dopo l'articolo 42, aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis. - 1. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, definisce, entro centoventi giorni dalla data di conversione del presente decreto-legge, il Piano nazionale per la riduzione dei carichi azotati e l'auto-approvvigionamento energetico delle aziende zootecniche, di seguito definito Piano. Ai fini della predisposizione di tale Piano, le regioni classificano i loro territori in aree omogenee per tipologie di impresa zootecnica e per grado di vulnerabilità rispetto al rischio di inquinamento da nitrati delle acque. Con riferimento a detta classificazione, le regioni, entro novanta giorni dalla data di conversione del presente decreto-legge, indicano il numero e la tipologia di impianti ad uso comune da realizzare per il trattamento dei diversi effluenti zootecnici, finalizzato alla riduzione del carico azotato ed alla produzione di energia, tenendo anche presenti le possibilità di co-digestione degli stessi effluenti con le colture energetiche e con materia organica selezionata di origine agricola. Gli impianti di cui al presente comma non possono essere realizzati in aree protette e nei siti di cui alla direttiva 92/43/CEE. Nel Piano sono, altresì, indicate le forme di incentivazione per la realizzazione di impianti aziendali, da parte di imprese operanti nelle aree per le quali, le regioni non prevedono la realizzazione di impianti ad uso comune. Ai fini dell'attuazione del Piano di cui al presente articolo è autorizzata la spesa di 300 milioni di euro per l'anno 2007. Detto importo è destinato, per tre quarti, alla realizzazione di impianti ad uso comune e, per la restante parte, alla incentivazione della realizzazione di impianti aziendali».

 

8.3

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente all'articolo 27, comma 1, le parole: «60 milioni» sono sostituite dalle parole: «45 milioni».

 

8.4

MARTINAT, PONTONE, BUTTI, BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Precluso

Sopprimere l'articolo.

 

8.5

PISTORIO

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 8. - 1. Al fine di ovviare alle diffuse problematiche del sistema dei trasporti marittimi e ferroviari di merci e passeggeri da e per la Sicilia conseguente all'approvazione, da parte della Camera dei Deputati, della Mozione n. 1/00040, il Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'articolo 5, comma l della legge 24 febbraio 1992, n. 225 è autorizzato a dichiarare lo stato di emergenza nelle Regioni Calabria e Sicilia in relazione alle condizioni di attraversamento dello Stretto di Messina.

2. Per la gestione dello stato di emergenza di cui al comma 1, il Consiglio dei Ministri, d'intesa con le Regioni Calabria e Sicilia, nomina un commissario delegato cui è deputata l'elaborazione di un programma di interventi anche a carattere pluriennale per la razionalizzazione del sistema dei collegamenti marittimi e ferroviari sullo Stretto di Messina. Il mandato del commissario delegato è di durata annuale.

3. Per la realizzazione degli interventi di cui al comma 2, è autorizzata la spesa di 200 milioni di euro per il 2007.

4. Per la prosecuzione degli interventi ed il mantenimento delle opere di cui al comma 2, è autorizzata, a decorrere dal 2008, la spesa di 100 milioni di euro annui.

5. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 4 della legge 9 gennaio 2006, n. 13, come sostituito dall'articolo 1, comma 1046, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è ridotta di 20 milioni di euro per l'anno 2007.

6. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 245, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è ridotta di 5 milioni di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente, all'articolo 47, apportare le seguenti modifiche: ai comma 1, sostituire le parole: «8.321 milioni» con le seguenti: «8.621 milioni», «5,4 milioni per il 2008» con le seguenti: «5,5 milioni per il 2009» e le parole: «11,3 milioni a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «11,4 milioni a decorrere dall'anno 2009».

 

8.9

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, dopo le parole: «per il miglioramento della sicurezza,» aggiungere le seguenti: «anche tenendo conto dei dati sui sinistri ed infortuni marittimi in possesso dell'IPSEMA e delle Capitanerie di Porto,».

 

8.10

PISTORIO

Respinto

All'articolo 8, apportare le seguenti modifiche:

al comma 1, sostituire le parole: «12 milioni» con le seguenti: «24 milioni»; al comma 2, sostituire le parole: «7 milioni» con le seguenti: «14 milioni»; al comma 3, sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «80 milioni»; al comma 4, sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «80 milioni»; al comma 6, sostituire le parole: «1 milione» con le seguenti: «2 milioni».

Conseguentemente, all'articolo 47, apportare le seguenti modifiche: al comma 1, sostituire le parole: «8.321 milioni» con le seguenti: «8.421 milioni»; al comma 1, lett. a), sostituire le parole: «1.300 milioni» con le seguenti: «1.400 milioni».

 

8.12

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 2, dopo le parole: «dall'emergenza» inserire le seguenti: «di trasferimento del traffico per effetto dei lavori sul tratto Bagnara-Reggio Calabria della autostrada A3».

 

8.900/2

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 8.900, alla lettera b), sostituire le parole: «all'articolo 57, comma 2, ovvero di cui all'articolo 221, comma 1», con le seguenti: «all'articolo 56, comma 1,».

 

8.900

LA COMMISSIONE

Approvato

All'articolo 8 apportare le seguenti modifiche:

a) al comma 3, dopo le parole «con l'aeroporto,» le parole «da realizzarsi in ragione dell'urgenza con le procedure di cui all'articolo 57, comma 2, ovvero di cui all'articolo 221, comma l, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,» sono soppresse.

b) al comma 5 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole «e sono realizzati in ragione dell 'urgenza con le procedure di cui all'articolo 57, comma 2, ovvero di cui all'articolo 221, comma 1, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.».

 

8.15

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'articolo 45, comma 1, sostituire le parole: «25 milioni» con le seguenti: «35 milioni».

Conseguentemente al comma 4 dell'articolo 8 sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «30 milioni».

 

8.16

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'articolo 45, comma 2, sostituire le parole: «25 milioni» con le seguenti: «35 milioni».

Conseguentemente, al comma 4 dell'articolo 8 sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «30 milioni»

 

8.20

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 5, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, sentite le competenti commissioni parlamentari.».

 

8.23

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 6, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e le competenti commissioni parlamentari.».

 

8.26

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 7, dopo le parole: «e negli ambiti portuali in essa compresi,» aggiungere le seguenti: «di misure di prevenzione proposte dall'IPSEMA a norma del decreto legislativo 271/99,»

 

8.701/500

CICOLANI, D'ALI'

Accantonato

All'emendamento 8.701, sostituire i commi 9-bis, 9-ter, 9-quater con il seguente:

«9-bis. ANAS S.p.A. è autorizzata a rilevare da R.F.I. S.p.A. dalla Regione Siciliana e dalla Regione Calabria le partecipazioni azionarie da queste detenute in Stretto di Messina S.p.A. per prezzi corrispondenti agli importi dei relativi versamenti effettuati. Acquisito l'intero capitale azionario di Stretto di Messina S.p.A., ANAS S.p.A. darà immediatamente corso, secondo le specifiche disposizioni che verranno impartite al riguardo dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero delle infrastrutture, agli adempimenti occorrenti per incorporare detta società, apportando al proprio statuto sociale tutte le modificazioni e le integrazioni conseguentemente necessarie.»

 

8.701/501

D'ALI'

Accantonato

All'emendamento 8.701, sostituire il comma 9-bis con il seguente:

«9-bis. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1 comma 1152, della legge 27 dicembre 2006 n. 296 viene liquidata entro il 31 dicembre 2007.»

 

8.701/502

PISTORIO

Accantonato

All'emendamento 8.701, al comma 9-bis, sostituire le parole: «è sciolta e posta in liquidazione» con le seguenti: «è trasformata in un nuovo soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma societaria e partecipato dall'ANAS S.p.a. e dalle Regioni interessate o da soggetto da esse interamente partecipato».

Conseguentemente, al comma 9-bis, sopprimere il secondo periodo.

Conseguentemente, sopprimere il comma 9-quinquies.

 

8.701/4

PISTORIO

Accantonato

All'emendamento 8.701, al comma 9-bis, sostituire le parole: «è sciolta e posta in liquidazione» con le seguenti: «è trasformata in un nuovo soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma societaria e partecipato dall'ANAS S.p.a e delle regioni interessate o da soggetto da esse intermente partecipato».

 

8.701/503

PISTORIO

Accantonato

All'emendamento 8.701, sostituire il comma 9-quinquies con il seguente:

«È istituita la Società per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina, con particolare riferimento allo sviluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabria e Sicilia, quale soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma societaria e partecipato dall'ANAS S.p.a. e dalle Regioni interessate o da soggetto da esse interamente partecipato».

 

8.701

LA COMMISSIONE

Accantonato

Dopo il comma 9 aggiungere i seguenti:

«9-bis. A far data dal 1º marzo 2008, la società di cui all'articolo 1, primo comma, della legge 17 dicembre 1971, n. 1158 e successive modificazioni e integrazioni, è sciolta e posta in liquidazione. Allo scioglimento dei rapporti negoziali si applica l'articolo 21-quinquies comma 1-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241.

9-ter. La legge 17 dicembre 1971, n. 1158 è abrogata a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui al successivo comma 9-quater.

9-quater. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 1º marzo 2008 di concerto con i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, sono disciplinati gli atti e i rapporti giuridici sorti sulla base della legge 17 dicembre 1971, n. 1158, e successive modificazioni e integrazioni».

9-quinquies. È Istituita l'Agenzia per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina, con particolare riferimento allos viluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabraia e Sicilia sotto i poteri di indirizzo e vigilanza del Ministro delle economie e finanze di concerto, per quanto di competenza, con i Ministri delle infrastrutture dei trasporti».

 

8.501

BATTAGLIA ANTONIO

Respinto

Dopo il comma 9, aggiungere il seguente:

«9-bis. È autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro, da destinare all'Autorità Portuale di Palermo, per la messa in sicurezza del Porto di Termini Imerese e di 1 milione di euro, da destinare al Comune di Termini Imerese, per la messa in sicurezza del Porto di Termini Imerese».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1, allegato al decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127.

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G8.500

PISTORIO

Accantonato

Il Senato della Repubblica,

Premesso che:

l'emendamento 8.701 prevede lo scioglimento della Società Stretto di Messina e l'istituzione dell'Agenzia per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina;

l'Agenzia è dedicata allo sviluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabria e Sicilia;

tale sviluppo logistico ed intermodale richiede inevitabilmente una progettualità di mediolungo periodo atta a superare l'attuale situazione di disagio ed arretratezza in cui versa il sistema di collegamenti da e per la Sicilia e la frammentarietà degli interventi ad oggi previsti;

l'esigenza di elaborare strategie di promozione del sistema dei trasporti sullo Stretto alternative al Ponte impone di procedere su più versanti (il potenziamento del trasporto marittimo merci, il miglioramento dei collegamenti marittimi per i passeggeri, l'adeguamento delle connessioni intermodali tra il sistema ferroviario e il trasporto marittimo, ecc.);

la scelta di non procedere alla realizzazione del Ponte sullo Stretto - motivata con argomentazioni che riguardano la fattibilità, sostenibilità e convenienza del progetto - non può comunque sottrarre allo Stretto le risorse che il sistema pubblico aveva previsto di spendere per il relativo potenziamento infrastrutturale e viario,

impegna il Governo:

a provvedere, avvalendosi della istituenda Agenzia, ad elaborare un piano di intervento pluriennale per la riqualificazione del sistema di collegamenti da e per la Sicilia, sul quale convogliare le risorse pubbliche già destinate alla realizzazione ed al funzionamento del Ponte sullo Stretto di Messina ai sensi della Convenzione firmata dai Ministri Tremonti e Lunardi con la Società Stretto di Messina.

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 8

8.0.2

ALLEGRINI

Dopo l'articolo 8, aggiungere il seguente:

«Art. 8-bis.

(Interventi per la realizzazione dell'Aeroporto civile di Viterbo)

1. È autorizzata la spesa di 20 milioni di euro da destinare al Comune di Viterbo per la realizzazione dell'Aeroporto civile, quale terzo scalo aeroportuale del Lazio.»

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

8.0.500

PISTORIO, D'ALI'

Ritirato

Dopo l'articolo 8, inserire il seguente:

«Art. 8-bis.

(Zone franche urbane)

1. Il comma 342 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 è sostituito dai seguenti:

"342. Entro il 31 gennaio 2008, il CIPE, con apposita delibera, individua la quota capitaria corrispondente alle risorse del Fondo di cui al comma 340 e determina per ciascuna Regione del Mezzogiorno, sulla base della popolazione residente, l'ammontare delle risorse di relativa spettanza. Con il provvedimento di cui al precedente periodo, sono altresì definite le modalità e le procedure per la concessione del cofinanziamento in favore dei programmi regionali, nei limiti delle risorse del Fondo.

342-bis. Sulla base delle risorse assegnate ai sensi del comma 1, le Regioni del Mezzogiorno entro il 28 febbraio 2008 - individuano i Comuni destinatari degli interventi di cui al comma 340, sulla base dei seguenti indicatori:

a) densità abitativa;

b) popolazione residente per grado di istruzione;

c) tasso di occupazione generale e femminile;

d) reddito di impresa.

342-ter. In base ai criteri di cui al comma 1, i Comuni destinatari, entro il 15 marzo 2008, delimitano le aree da identificarsi come Zone Franche Urbane e procedono, d'intesa con la Regione, alla definizione del programma di riqualificazione, da trasmettersi entro 15 giorni al CIPE ai fini dell'accesso al cofinanziamento statale dei programmi regionali"».

 

8.0.501

PISTORIO, D'ALI'

Ritirato

Dopo l'articolo 8, inserire il seguente:

«Art. 8-bis.

(Zone franche urbane)

1. Al comma 340 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: "50 milioni di euro" sono sostituite dalle seguenti: "200 milioni di euro"».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, sostituire le parole: «5,4 milioni per il 2008» con le seguenti: «155,4 milioni per il 2009» e le parole: «11,3 milioni a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «161,3 milioni a decorrere dall'anno 2009».

 

 

ARTICOLO 9 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 9.

(Contratto di servizi pubblico con Trenitalia S.p.A.)

1. Nelle more della stipula dei nuovi contratti di servizio pubblico tra il Ministero dei trasporti e Trenitalia S.p.A., l'ammontare delle somme da corrispondere alla Società per gli anni 2006 e 2007 in relazione agli obblighi di servizio pubblico nel settore dei trasporti per ferrovia, previsti dalla vigente normativa comunitaria, è accertato, in via definitiva e senza dare luogo a conguagli, in misura pari a quella complessivamente prevista per gli stessi anni 2006 e 2007 dal bilancio di previsione dello Stato. Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato a corrispondere alla Società Trenitalia S.p.A. le somme spettanti.

2. Nelle more della rideterminazione dei criteri di ripartizione di cui all'articolo 20, comma 7, del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato a corrispondere direttamente alla società Trenitalia S.p.A. le risorse di cui all'articolo 1, comma 973, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

 

EMENDAMENTI

9.2/500

VEGAS, FERRARA

Respinto

All'emendamento 9.2, sopprimere le parole da: «con possibilità» fino a: «modifiche contrattuali».

 

9.2

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

3. All'articolo 38 della legge 1º agosto 2002, n. 166 e successive modificazioni, i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:

«2. I servizi di trasporto ferroviario di interesse nazionale da sottoporre al regIme degli obblighi di servizio pubblico sono regolati con contratti di servizio pubblico da sottoscrivere almeno tre mesi prima della loro entrata in vigore, di durata non inferiore a cinque anni, con possibilità di revisioni annuali delle caratteristiche quantitative e qualitative dei servizi senza necessità di procedere a modifiche contrattuali. Il Ministero dei trasporti affida, nel rispetto della normativa comunitaria, i contratti di servizio con i quali sono definiti gli obblighi di servizio pubblico, i relativi corrispettivi, nell'ambito delle risorse iscritte nel bilancio pluriennale dello Stato, nonché le compensazioni spettanti alla società fornitrice.

3. I contratti di servizio pubblico di cui al comma 2 sono sottoscritti, per l'amministrazione, dal Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere del Comitato interministeriale per la programmazione economica, da esprimere entro trenta giorni dalla data di trasmissione. All'articolo 1, comma 1, della legge 14 luglio 1993, n. 238, le parole: ", i contratti di servizio" sono soppresse».

 

9.4

PISTORIO, D'ALI'

Respinto

Dopo il comma 2, inserire il seguente:

«2-bis. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche agli obblighi di servizio svolti dalla società Trenitalia S.p.a. nelle Regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e Bolzano».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 9

 

9.0.2

POLI, CICCANTI, FORTE, MANINETTI, RUGGERI

Respinto

Dopo l'articolo 9, inserire il seguente:

«Art. 9-bis.

(Contratti con il gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale)

1. All'articolo 14 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, secondo periodo, le parole: "tre anni, nei limiti delle risorse annualmente iscritte nel bilancio dello Stato" sono sostituite dalle seguenti: "cinque anni, nei limiti delle risorse iscritte nel bilancio pluriennale dello Stato";

b) ai commi 2, 3 e 4, le parole: "nei limiti delle risorse annualmente iscritte nel bilancio dello Stato" sono sostituite dalle seguenti: "nei limiti delle risorse iscritte nel bilancio pluriennale dello Stato"».

Conseguentemente, sopprimere l'articolo 41.

 

ARTICOLO 10 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 10.

(Disposizioni concernenti l'editoria)

1. Per i contributi relativi agli anni 2007 e 2008, previsti dall'articolo 3, commi 2, 2-bis, 2-ter, 2-quater, 8, 10 e 11, e dall'articolo 4 della legge 7 agosto 1990, n. 250, si applica una riduzione del 7 per cento del contributo complessivo spettante a ciascun soggetto avente diritto ai sensi dell'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni.

2. A decorrere dai contributi relativi all'anno 2007, ai fini della corretta applicazione delle disposizioni contenute nel comma 454 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e nel comma 1246 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il termine per la presentazione dell'intera documentazione e di decadenza dal diritto alla percezione dei contributi, indicato dal comma 461 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per le imprese richiedenti i contributi di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, è fissato al 30 settembre successivo alla scadenza di presentazione della relativa domanda di contributo.

3. La trasmissione dell'intera documentazione necessaria per la valutazione del titolo d'accesso, la quantificazione del contributo e la sua erogazione, entro il termine di cui al comma 2, per i contributi relativi all'anno 2007 e di cui ai commi 454 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e 1246 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per gli anni precedenti, costituisce onere nei confronti degli aventi diritto, a pena di decadenza.

4. La regolarità contributiva previdenziale, relativa all'anno di riferimento dei contributi previsti in favore delle imprese editoriali, radiofoniche e televisive, deve essere conseguita entro il termine di cui al comma 2, a pena di decadenza. Tale condizione si intende soddisfatta anche quando le imprese abbiano pendente un ricorso giurisdizionale in materia di contributi previdenziali, ovvero abbiano ottenuto una rateizzazione del pagamento dei contributi ed abbiano regolarmente versato le rate scadute.

5. A decorrere dall'esercizio finanziario 2008, l'importo della compensazione dovuta alla Società Poste Italiane S.p.A. a fronte dell'applicazione delle tariffe agevolate previste dal decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, è ridotto del 7 per cento relativamente agli importi annui relativi a ciascuna impresa;

6. La Società Poste Italiane S.p.A. è tenuta ad applicare la riduzione dell'agevolazione tariffaria di cui al comma 5, operando gli eventuali conguagli nei confronti delle imprese interessate.

7. Ai fini dell'ammissione alle riduzioni tariffarie applicate alle spedizioni di prodotti editoriali, ai sensi del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, le pubblicazioni dedicate prevalentemente all'illustrazione di prodotti o servizi contraddistinti da proprio marchio o altro elemento distintivo sono equiparate ai giornali di pubblicità di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), del medesimo decreto-legge n. 353 del 2003.

8. A decorrere dal 1º gennaio 2008, il possesso del requisito di ammissione alle agevolazioni tariffarie, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, è richiesto e verificato per ogni singolo numero delle pubblicazioni spedite.

9. Per assicurare l'erogazione dei contributi diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250, relativi all'anno 2006, è autorizzata la spesa aggiuntiva di 50 milioni per l'esercizio finanziario 2007.

10. L'articolo 4 della legge 11 luglio 1998, n. 224, è abrogato.

 

 

EMENDAMENTI

10.2

CUTRUFO

Respinto

Sostituire l'articolo 10 con il seguente:

Art. 10.

(Disposizioni concernenti l'editoria)

1. A decorrere dall'esercizio finanziario 2007, i contributi previsti dall'articolo 3, commi 2, 2-bis, 2-quater, 8, 10 e 11, e dall'articolo 4 della legge 7 agosto 1990, n. 250 non spettano alle imprese che ne hanno diritto ai sensi dell'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni qualora le stesse, nell'esercizio finanziario in corso al 31 dicembre 2006, abbiano conseguito ricavi derivanti da raccolta pubblicitaria in misura complessivamente superiore a 4 milioni di euro.

2. A decorrere dai contributi relativi all'anno 2007, ai fini della corretta applicazione delle disposizioni contenute nel comma 454 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e nel comma 1246 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il termine per la presentazione dell'intera documentazione e di decadenza dal diritto alla percezione dei contributi, indicato dal comma 461 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per le imprese richiedenti i contributi di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, è fissato al 30 settembre successivo alla scadenza di presentazione della relativa domanda di contributo.

3. La trasmissione dell'intera documentazione necessaria per la valutazione del titolo d'accesso, la quantificazione del contributo e la sua erogazione, entro il termine di cui al comma 2, per i contributi relativi all'anno 2007 e di cui ai commi 454 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e 1246 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per gli anni precedenti, costituisce onere nei confronti degli aventi diritto, a pena di decadenza.

4. La regolarità contributiva previdenziale relativa all'anno di riferimento dei contributi previsti in favore delle imprese editoriali, radiofoniche e televisive, deve essere conseguita entro i termine di cui al comma 2, a pena di decadenza. Tale condizione si intende soddisfatta anche quando le imprese abbiano pendente un ricorso giurisdizionale in materia di contributi previdenziali, ovvero abbiano ottenuto una rateizzazione del pagamento dei contributi ed abbiano regolarmente versato le rate scadute.

5. A decorrere dall'esercizio finanziario 2008, le imprese editrici di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli operatori di comunicazione (ROC) non possono usufruire delle tariffe agevolate postali per la spedizione di prodotti editoriali previste dal decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, qualora nell'esercizio finanziario in corso al 31 dicembre 2007 abbiano conseguito ricavi derivanti da raccolta pubblicitaria in misura complessivamente superiore a 4 milioni di euro. L'importo dei rimborsi dovuti alla Società Poste Italiane SpA a fronte dell'applicazione delle predette tariffe agevolate è conseguentemente ridotto.

6. La Società Poste Italiane SpA è tenuta ad applicare le disposizioni di cui al comma 5, operando gli eventuali conguagli nei confronti delle imprese interessate.

7. Ai fini dell'ammissione alle riduzioni tariffarie applicate alle spedizioni di prodotti editoriali, ai sensi del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, le pubblicazioni dedicate prevalentemente all'illustrazione di prodotti o servizi contraddistinti da proprio marchio o altro elemento distintivo sono equiparate ai giornali di pubblicità di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), del medesimo decreto-legge n. 353 del 2003.

8. A decorrere dal 1º gennaio 2008, il possesso del requisito di ammissione alle agevolazioni tariffarie, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, è richiesto e verificato per ogni singolo numero delle pubblicazioni spedite.

9. Per assicurare l'erogazione dei contributi diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250, relativi all'anno 2006, è autorizzata la spesa aggiuntiva di 50 milioni per l'esercizio finanziario 2007.

10. L'articolo 4 della legge 11 luglio 1998, n. 224, è abrogato».

 

10.5

ROTONDI

Respinto

Sopprimere il comma 1.

 

10.10

CICCANTI

Le parole da: «Sostituire» a: «successive modificazioni» respinte; seconda parte preclusa

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«Per i contributi relativi al 2008 e gli anni seguenti, previsti dall'art. 3, commi 2, 2-bis, 2-ter, 2-quater, 8, 10 e 11, e dall'art. 4 della legge 7 agosto 1990, n. 250, si applica una riduzione del 50 per cento del contributo complessivo spettante a ciascun soggetto avente diritto ai sensi dell'art. 3 della legge 7 agosto 1950, n. 250, e successive modificazioni».

Conseguentemente, sopprimere il comma 5.

 

10.13

CICCANTI

Precluso

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. I contributi relativi al 2008 e gli anni seguenti, previsti dall'articolo 3, commi 2, 2-bis, 2-ter, 2-quater, 8, 10 e 11, e dall'articolo 4 della legge 7 agosto 1990, n. 250, si applica una riduzione del 50 per cento del contributo complessivo spettante a ciascun soggetto avente diritto ai sensi dell'articolo 3 della legge 7 agosto 1950, n. 250, e successive modificazioni».

 

10.700/1

STEFANI, FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Respinto

All'emendamento 10.700, al primo capoverso sostituire le parole: «2 per cento» con le seguenti: «0,5 per cento».

Conseguentemente, al capoverso 5, sostituire le parole: «12 per cento» con le seguenti: «14 per cento».

 

10.700/500

VEGAS, FERRARA

Respinto

All'emendamento 10.700, sopprimere da: «tale contributo» fino a: «collaboratori».

 

10.700/501

IL RELATORE

Approvato

All'emendamento 10.700, dopo le parole: «nell'anno precedente relativamente» aggiungere le seguenti: «alla produzione, alla distribuzione ed»..

 

10.700

LA COMMISSIONE

Approvato con un subemendamento

Al comma 1 sostituire le parole: «riduzione del 7 per cento» con le seguenti: «riduzione del 2 per cento»;

al comma 1 aggiungere alla fine: «Tale contributo non può comunque superare il costo complessivo sostenuto dal soggetto nell'anno precedente relativamente a grafici, poligrafici, giornalisti professionisti e praticanti, pubblicisti e collaboratori»;

il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. A decorrere dall'esercizio finanziario 2008, l'importo della compensazione dovuta alla società Poste Italiane S.p.A. a fronte dell'applicazione delle tariffe agevolate previste dal decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, è ridotto del 7 per cento per gli importi annui relativi a ciascuna impresa beneficiaria di agevolazioni fino ad un milione di euro e del 12 per cento per gli importi annui relativi a ciascuna impresa beneficiaria di agevolazioni superiori al milione di euro».

 

10.16

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, aggiungere in fine le parole: «salvo le testate che risultino essere organi o giornali di forze politiche che abbiano il proprio gruppo parlamentare rappresentato in almeno uno dei due rami del Parlamento italiano nell'anno di riferimento dei contributi».

Conseguentemente all'articolo 27, comma 2, sostituire le parole: «60 milioni» con le seguenti: «46,5 milioni».

Conseguentemente, per l'anno 2008, si provvede alla riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge n. 289 del 2002 per un importo pari a 13,5 milioni di euro.

 

10.19

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis: All'articolo 1, comma 460, lettera a), della legge 25 dicembre 2005, n. 266, aggiungere in fine le seguenti parole: "e la testata medesima non eroghi retribuzioni stipendiali superiori a quella del presidente di sezione"».

Conseguentemente all'articolo 27, comma 2, sostituire le parole: «60 milioni» con le seguenti: «46,5 milioni».

Conseguentemente, per l'anno 2008, si provvede alla riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge n. 289 del 2002 per un importo pari a 13,5 milioni di euro.

 

10.500

STEFANI, FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Respinto

Dopo il comma 2, inserire i seguenti:

«2-bis. All'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, comma 10, le parole: "in una delle due Camere o nel Parlamento europeo avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano» sono sostituite dalle seguenti: "in entrambe le Camere del Parlamento italiano".

2-ter. All'articolo 153 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, comma 2, le parole: "in una delle camere" sono sostituite dalle seguenti: "in entrambe le Camere del Parlamento italiano" e le parole: "avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano" sono soppresse.

2-quater. All'articolo 153 dellla legge 23 dicembre 2000, n. 388, i commi 4 e 5 sono soppressi».

 

10.501

STEFANI, FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Respinto

Dopo il comma 2, inserire i seguenti:

«2-bis. All'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, comma 10, le parole: "avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano" sono soppresse.

2-ter. All'articolo 153 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, comma 2, le parole: "avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento itlaiano" sono soppresse.

2-quater. All'articolo 153 dellla legge 23 dicembre 2000, n. 388, i commi 4 e 5 sono soppressi».

 

10.22

CUTRUFO

Respinto

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

«2-bis. Al comma 124 dell'articolo 2 della legge n. 286 del 24 novembre 2006, le parole: "a decorrere dai contributi relativi all'anno 2006", sono sostituite dalle seguenti: "a decorrere dai contributi relativi all'anno 2002. Qualora, a seguito dell'applicazione del precedente comma, si venga a determinare una differenza a danno delle imprese beneficiare dei contributi di cui all'art. 3 della legge n. 250 del 7 agosto 1990, non si procede al relativo recupero delle somme"».

 

10.20

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Le parole da: «Dopo il comma 3» a: «Presidente di Sezione» respinte; seconda parte preclusa

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

«3-bis: A decorrere dai contributi relativi all'anno 2007, l'impresa editrice percepisce i contributi di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250 e successive modificazioni, e di cui all'articolo 3 della legge 7 marzo 2001, n. 62, a condizione che la testata per la quale ha richiesto i contributi non eroghi retribuzioni stipendiali lorde superiori a quella del Presidente di Sezione.

Conseguentemente all'articolo 27, comma 2, sostituire le parole: «60 milioni» con le seguenti: «46,5 milioni».

Conseguentemente, per l'anno 2008, si provvede alla riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge n. 289 del 2002 per un importo pari a 13,5 milioni di euro.

 

10.23

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

«3-bis. A decorrere dai contributi relativi all'anno 2007, l'impresa editrice percepisce i contributi di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250 e successive modificazioni, e di cui all'articolo 3 della legge 7 marzo 2001, n. 62, a condizione che la testata per la quale ha richiesto i contributi non eroghi retribuzioni stipendi ali lorde superiori a quella del Presidente di Sezione».

 

10.32

GRILLO, BONFRISCO, FERRARA

Le parole da: «Al comma 9» a: «98 milioni» respinte; seconda parte preclusa

Al comma 9 sostituire le parole: «50 milioni» con le altre: «98 milioni».

Conseguentemente, apportare le seguenti modifiche:

All'articolo 11 (estinzione anticipate prestiti) sostituire le parole: «30 milioni di euro annui» con le seguenti: «25 milioni di euro per l'anno 2007 e 30 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009»;

All'articolo 18, comma 2 (partecipazione dell'Italia a banche e fondi di sviluppo), sostituire le parole: «410 milioni» con le seguenti: «400 milioni»;

All'articolo 20 (integrazione 5 per mille), sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «140 milioni»;

All'articolo 31 comma 1 (Istituto Gaslini di Genova) sostituire le parole: «40 milioni di euro» con le seguenti: «35 milioni di euro»;

All'articolo 35 (Fondo per le aree di confine) sostituire le parole: «20 milioni di euro» con le seguenti «17 milioni di euro»;

All'articolo 36, comma 2 (celebrazioni 150º anniversario Unità nazionale), sostituire le parole: «150 milioni di euro» con le seguenti: «135 milioni di euro».

 

10.502

STEFANI, FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Precluso

Al comma 9, sostituire le parole: «50 milioni» con le seguenti: «98 milioni».

Conseguentemente, all'articolo 27, comma 1, sostituire le parole: «60 milioni» con le seguenti: «12 milioni».

 

10.37

ROTONDI

Respinto

Dopo il comma 10, inserire il seguente:

«11. Il comma 127 dell'articolo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, è sostituito dal seguente:

"127. Qualora nella liquidazione dei contributi di cui all'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, sia stato disposto, in dipendenza dell'applicazione di diverse modalità di calcolo, il recupero dei contributi relativi agli anni 2002 e 2003, non si procede all'ulteriore recupero e si provvede alla restituzione di quanto recuperato"».

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 10

 

10.0.1

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo l'articolo 10, inserire il seguente:

«Art. 10-bis.

(Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti)

1. È istituito, per la durata di cinque anni a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti. Salva l'attuazione della riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, il predetto Fondo è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'informazione e l'editoria.

2. Il Fondo di cui al comma 1 è destinato ad effettuare interventi di sostegno a favore dei giornalisti professionisti dipendenti da imprese editrici di giornali quotidiani, da imprese editrici di periodici, nonché da agenzie di stampa a diffusione nazionale, i quali presentino le dimissioni dal rapporto di lavoro a seguito dello stato di crisi delle imprese di appartenenza.

3. I giornalisti beneficiari degli interventi di sostegno di cui al comma 2 devono possedere, al momento delle dimissioni, una anzianità aziendale di servizio di almeno cinque anni.

4. Gli interventi di sostegno di cui al presente articolo sono concessi, anche cumulativamente, per:

a) progetti individuali dei giornalisti che intendano riqualificare la propria preparazione professionale per indirizzarsi all'attività informativa nel settore dei nuovi mass media. Il finanziamento per ogni progetto è contenuto nei limiti di lire 20 milioni;

b) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, diretti a favorire l'esodo volontario dei giornalisti dipendenti collocati in cassa integrazione guadagni straordinaria, ovvero in possesso dei requisiti per accedere al prepensionamento ai sensi dell'articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, come sostituito dall'articolo 14 della presente legge. È erogata a ciascun giornalista una indennità pari a diciotto mensilità del trattamento tabellare minimo della categoria di appartenenza;

c) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, per il collocamento all'esterno, anche al di fuori del settore dell'informazione, dei giornalisti dipendenti. L'intervento di sostegno è contenuto nei limiti del 50 per cento del costo certificato del progetto. È erogata altresì a ciascun giornalista che accetti le nuove occasioni di lavoro proposte nell'ambito del progetto, una indennità pari a dodici mensilità del trattamento tabellare minimo della categoria di appartenenza.

5. Per le finalità di cui al presente articolo, a decorrere dall'anno 2007 e fino all'anno 2012, è autorizzata la spesa massima di 4,5 milioni di euro».

Conseguentemente, all'articolo 27, comma 2, sostituire le parole: «60 milioni» con le seguenti: «46,5 milioni».

Conseguentemente, per l'anno 2008, si provvede alla riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge n. 289 del 2002 per un importo pari a 13,5 milioni di euro.

 

10.0.700/500

PETERLINI, PINZGER, BOSONE, FAZIO, NEGRI, RUBINATO, TONINI

V. testo 2

All'emendamento 10.0.700, comma 1, il capoverso 2-quinquies sostituire l'alinea con i seguenti:

«2-quinquies. Per la concessione dei contributi alle emittenti radiotelevisive, di cui al comma 2-ter, si tiene conto soltanto dei seguenti criteri, e ciò in via di interpretazione autentica del comma 2-ter della presente legge:";

alla lettera c) le parole: «l'importo complessivo di 2.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009» sono sostituite dalle seguenti: «l'importo del contributo previsto dal comma 2-ter».

 

10.0.700/500 (testo 2)

PETERLINI, PINZGER, BOSONE, FAZIO, NEGRI, RUBINATO, TONINI

Approvato

All'emendamento 10.0.700, comma 1, il capoverso 2-quinquies sostituire l'alinea con il seguente:

«2-quinquies. Per la concessione dei contributi alle emittenti radiotelevisive, di cui al comma 2-ter, si tiene conto soltanto dei seguenti criteri, e ciò in via di interpretazione autentica del comma 2-ter della presente legge:"

«» «».

 

10.0.700

LA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 10, inserire il seguente:

Art. 10-bis.

(Disposizioni in materia di contributi alle imprese editrici di giornali e di radiodiffusione sonora e televisiva)

1. All'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, dopo il comma 2-quater è aggiunto il seguente:

«2-quinquies. Per la ripartizione dei contributi alle emittenti radiotelevisive di cui al comma 2-ter, si tiene conto, inoltre, dei seguenti criteri:

a) devono trasmettere giornalmente tra le ore 06.00 e le ore 22.00 e per oltre la metà del tempo di trasmissione programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, almeno in parte prodotti dalle stesse emittenti radiotelevisive o da terzi per loro conto;

b) devono possedere i requisiti previsti dall'articolo 1, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66;

c) l'importo complessivo di 2.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 è ripartito, anno per anno, in base al numero delle domande inoltrate, tra le emittenti radiofoniche e le emittenti televisive. La quota spettante alle emittenti radiofoniche è suddivisa, tra le emittenti radiofoniche stesse, ai sensi e per gli effetti del decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previsto dall'articolo 52, comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, mentre è suddivisa tra le emittenti televisive stesse, ai sensi della presente legge».

 

10.0.3

VEGAS, FERRARA

Dopo l'articolo 10, aggiungere il seguente:

«Art. 10-bis.

(Disposizioni in materia di società cooperative)

1. L'articolo 12 della legge 16 dicembre 1977, n. 904, come modificato dall'articolo 6 del decreto-legge 15 aprile 1992, n. 63, convertito nella legge 15 giugno 1992, n. 112, e successive modificazioni, si applica esclusivamente alle cooperative di qualsiasi tipo ed ai loro consorzi, a condizione che il fatturato globale annuo non superi la somma di euro 100 milioni. Ove superi tale somma, alle predette società si applica il regime tributario relativo alle società per azioni».

 

10.0.4

VEGAS, FERRARA

Dopo l'articolo 10, aggiungere il seguente:

«Art. 10-bis.

(Prestito da soci di cooperative)

1. All'articolo 6, comma 3, del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, della legge 15 giugno 2002, n. 112, dopo le parole: "territorio dello Stato" sono inserite le seguenti: "nella misura del 27 per cento".

2. All'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, le parole: "lire quaranta milioni", sono sostituite dalle seguenti: "euro cinquemila".

All'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.


SENATO DELLA REPUBBLICA

¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾

 

238a SEDUTA

PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 25 OTTOBRE 2007

(Antimeridiana)

 

Presidenza del vice presidente CALDEROLI,
indi del vice presidente CAPRILI

 

 

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Relazione orale) (ore 10)

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1819.

Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Ricordo che nella seduta pomeridiana di ieri ha avuto inizio la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 10.

Ricordo altresì che sono stati accantonati gli emendamenti 5.500, 8.701 e relativi subemendamenti, e 8.0.2, nonché l'ordine del giorno G8.500.

Riprendiamo con la votazione degli emendamenti all'articolo 10, per tornare successivamente agli emendamenti all'articolo 8.

Metto ai voti l'emendamento 10.0.700, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.0.3.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, sul decreto fiscale avevamo elaborato una proposta di cui abbiamo a lungo parlato in Commissione, ricevendo però il diniego da parte dei colleghi acché fosse inserita tra le proposte della Commissione all'Assemblea.

Avevamo cercato di affrontare nuovamente un problema che nella passata legislatura e anche prima ha costituito motivo di dibattito e di confronto dialettico all'interno dei due rami del Parlamento, che è quello delle cooperative. I colleghi e il Presidente ricorderanno che, rispetto allo scenario mondiale delle società e quindi del rapporto che nasce tra due o più persone per mettere insieme beni, capitali o servizi al fine di conseguire un lucro, accertata la professionalità degli stessi e quindi la non occasionalità, la persecuzione del lucro registra una eccezione nel nostro ordinamento, perché quel lucro non è una conseguenza assoluta sicura e riconducibile a quello che avviene nelle altre parti del mondo, atteso che esiste una particolarità di impresa che è quella delle cooperative.

Cosa succede nel mondo delle cooperative? Le cooperative nascono perché il corrispettivo pagato alle forze del lavoro dalle imprese non passi attraverso l'utile dell'impresa ma sia in forma di una corresponsione diretta e quindi, in quanto tale, non configurabile come utilità dell'impresa sottoposta ad imposizione, ma quale elemento che coniughi direttamente l'espletamento del lavoro all'ottenimento del corrispettivo per chi ha prestato il lavoro all'interno dell'impresa. Si sono però verificate delle conseguenze assolutamente aberranti nel nostro ordinamento e nella nostra società, atteso che non esistono soltanto delle cooperative di lavoratori, ma anche imprese che continuano a dirsi cooperativistiche pur non avendo più nulla di cooperativistico; altrimenti non si comprenderebbe perché in Italia vi siano cooperative composte da centinaia di migliaia di persone che vogliono comprare le banche, fare la scalata alle assicurazioni, impossessarsi di parti importanti dell'economia del Paese. A questo punto, allora, non sono delle cooperative e non c'è una dottrina che possa difenderne gli interessi da parte dei lavoratori che prestano la loro opera per ricevere il corrispettivo del proprio lavoro: non è possibile che nel mondo delle cooperative ci sia chi vuole comprare le prime banche italiane.

A questo punto è bene che il Senato, il Parlamento stabiliscano un tetto per cui le cooperative, quando raggiungono una certa importanza, non possono essere più considerate tali, ma devono essere considerate e giudicate imprese normali e che pertanto per esse deve essere applicato il medesimo sistema impositivo esistente per le imprese, per il capitale, direi per i padroni, a sentire l'illustre senatore Giannini, che nel suo intervento ha rilevato di non essere un uomo qualunque, ma di essere il comunista che esiste sempre nelle vostre file.

Se vogliamo fare una cosa seria, bisogna allora dire "basta" a questa ipocrisia: le cooperative, quando vogliono scalare le banche, non sono più tali e, superata una certa soglia, benedetto Iddio, paghino le tasse! Questa è la nostra proposta, ma voi non avete il coraggio di accettarla, perché siete ancora vincolati da una retriva imposizione che è quella di una società statalista. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Polledri).

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 10.0.3, presentato dai senatori Vegas e Ferrara.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.0.4.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, la completa disattenzione dell'Aula al dibattito mi fa supporre che non ci sia nessuno: per essere confortato sul diverso, chiedo la verifica del numero legale.

 

Verifica del numero legale

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 10.0.4, presentato dai senatori Vegas e Ferrara.

Non è approvato.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda gli emendamenti accantonati sull'articolo 8, ho pronta una proposta, ma vorrei avere il tempo di distribuire il testo ai colleghi. Le chiederei, pertanto, signor Presidente, di passare all'esame degli emendamenti all'articolo 11, per dare il tempo all'Aula di valutare la proposta che sono in condizione di presentare. (Commenti).

 

PRESIDENTE. Il relatore afferma di aver trovato una possibile proposta e richiederebbe il tempo per la distribuzione del testo.

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, la semplice distribuzione del testo non è sufficiente se non abbiamo il tempo anche di esaminarlo. Se continuiamo i nostri lavori, non siamo capaci di fare due cose insieme: siamo modesti personaggi e possiamo fare una cosa alla volta. Se ci viene distribuito il testo, sarebbe auspicabile sospendere la seduta per dieci minuti in modo da esaminarlo e poi proseguire con i nostri lavori.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, senatore Morando, ci dia il suo contributo.

 

MORANDO (Ulivo). Provo, non è detto che sia un contributo a risolvere.

Signor Presidente, il relatore, in rapporto con il Governo e con la maggioranza, sta cercando di vedere se c'è una soluzione da presentare, diversa dai testi al nostro esame, che possa raccogliere le diverse esigenze che si accumulano in maniera contraddittoria attorno a questo tema. È del tutto evidente che c'è nella maggioranza un problema, non è che bisogna essere particolarmente acuti per cogliere tale aspetto. Quindi, in piena trasparenza, il relatore dice: non sono ancora in grado di presentare a minuti questo testo, devo verificare se ci sono le condizioni.

Sono d'accordo con il senatore Matteoli: è chiaro che, se la proposta venisse presentata, la seduta dovrebbe essere sospesa per un tempo significativo in modo da consentire a tutti i Gruppi di valutare la proposta stessa. Al fine di dare al relatore il tempo per decidere se presentarla oppure no, le volevo avanzare la seguente proposta, signor Presidente: siccome abbiamo deciso un accantonamento, andiamo avanti con gli articoli 11 e 12 ancora per qualche tempo, il relatore decide se presentare una nuova soluzione oppure no; se la presenta, sospendiamo i lavori come richiesto dal senatore Matteoli, se non la presenta, a quel punto lei decreta il disaccantonamento e si vota sui testi al nostro esame.

Mi sembra un tentativo ragionevole, ammettendo una difficoltà della maggioranza e del Governo in modo trasparente, per ottenere una mezz'ora di tempo in più, mentre si votano gli altri articoli e non sospendendo i lavori. Non vedo quale difficoltà ci sia ad accogliere una proposta che mi sembra francamente di buonsenso.

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, avevo capito che la soluzione c'era e che doveva essere distribuita. Se la soluzione non c'è, è cosa diversa.

MORANDO (Ulivo). La soluzione c'è. Esiste un testo da presentare. Sul presentarlo o meno c'è una incertezza politica. Se lei ci dà mezz'ora per cercare di risolvere questa incertezza politica decidiamo se presentare questo testo oppure no. Qualora non venisse presentato, nulla quaestio, si voterebbe sui testi esistenti; in caso contrario, il problema si porrebbe in termini di sospensione, come richiesto dal presidente Matteoli, la cui proposta mi trova d'accordo in partenza.

Non mi sembra di chiedere la luna. A qualsiasi maggioranza, in qualsiasi Assemblea parlamentare, può accadere di avere bisogno di mezz'ora di tempo per definire una scelta politica.

 

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCHIFANI (FI). Signor Presidente, su questo tema già ieri l'Aula era intervenuta con un voto a maggioranza, approvando la richiesta del relatore di accantonare gli emendamenti relativi alla vicenda «Ponte sullo Stretto». Noi avevamo manifestato la nostra contrarietà chiedendo che l'Aula si pronunziasse sulle proposte emendative. L'Aula, sovrana, ha deciso di accantonarle. La decisione della Presidenza, della quale abbiamo preso atto, era quella di tornare immediatamente al voto su questi argomenti alla ripresa dei lavori, cosa che, puntualmente, la Presidenza sta realizzando. Adesso la maggioranza dichiara di non avere ancora, nonostante la serata, la notte e la mattina, risolto questo problema.

Ebbene, noi siamo all'opposizione ed abbiamo assunto una posizione responsabile in quest'Aula sulle votazioni relative a questo decreto-legge, ma non siamo certo un'opposizione stampella di una maggioranza che non c'è più. Allora, insistiamo, visto che c'è stato tanto tempo perché il Governo e la maggioranza risolvessero al proprio interno la questione, affinché si torni effettivamente all'attività sovrana dall'Aula, quella del voto. Se il relatore dispone di un emendamento nuovo, lo depositi, affinché lo si possa esaminare e, di conseguenza, valutare la posizione da assumere. Se però questo emendamento non c'è, non si possono paralizzare i lavori dell'Aula in attesa che la maggioranza risolva i suoi storici e strutturali problemi.

Signor Presidente, manifesto la piena contrarietà alla richiesta di sospensiva anche perché questo tema - ripeto - è stato già affrontato ieri, anche con una sospensione dei lavori. Credo sia giunto il momento, davanti agli occhi di tutti, che il Governo e la maggioranza ci dicano cosa intendano fare di una società che ha stipulato un contratto di appalto con un imprenditore, sottoposto alle regole del diritto civile, se questa società committente intende liquidarla per decreto, quindi per atto di imperio, o se intende rispettare il nostro codice civile e le aspettative di operatori internazionali che hanno investito e stipulato un contratto correttamente e che rischiano di vederselo cancellatoda questo Governo.

Attenzione, colleghi: rischiamo di far perdere al nostro Paese credibilità internazionale (Applausi dal Gruppo FI), perché tra gli appaltatori ci sono imprenditori internazionali stranieri che sono rimasti allibiti dall'atteggiamento del Governo. Essi erano venuti in Italia in buona fede, pronti ad investire, lo avevano fatto ed ora rischiano di vedersi cancellata la loro aspettativa, o meglio la loro posizione contrattuale, in forza di un atto di imperio.

Siamo in un regime di democrazia parlamentare e queste cose dobbiamo dircele, onorevoli colleghi, perché l'interesse del nostro Paese e la sua credibilità davanti al mondo intero è patrimonio di tutti e non solo di chi lo governa. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Pistorio).

 

FORMISANO (Misto-IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FORMISANO (Misto-IdV). Signor Presidente, essendo una parte della maggioranza in sofferenza su questo argomento, ritengo che i problemi debbano essere affrontati e non rinviati. C'è stato il tempo per ragionare, per trovare soluzioni. A mia conoscenza e a conoscenza dell'Italia dei Valori, soluzioni, in questo momento, non ve ne sono. Pertanto, credo che un ulteriore rinvio, non propedeutico e non costruito, non gioverebbe all'interesse del Paese. (Applausi dai Gruppi Misto-IdV e FI e del senatore Pistorio).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

SANTAGATA, ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, a nome del Governo, chiedo al Presidente dell'Assemblea e al presidente Morando di ritornare al testo originario dell'articolo 8 e, quindi, di valutare di conseguenza le posizioni da assumere in Commissione.

 

PRESIDENTE. Colleghi, adesso anche le mie idee iniziano a diventare poco chiare. Senatore Ripamonti, la invito a chiarircele.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, il relatore prende atto, con senso di responsabilità, della proposta formulata dal rappresentante del Governo. Di fronte ad un testo votato dalla Commissione, credo si dovrebbe prendere tenere in considerazione il lavoro rigoroso ed efficace svolto. Comunque, prendo atto della posizione del Governo e - ripeto - per senso di responsabilità propongo di ritirare l'emendamento 8.701, presentato dalla Commissione. (Applausi dal Gruppo FI).

 

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, come può il relatore ritirare un emendamento che non è suo? Si tratta, infatti, di un emendamento presentato dalla Commissione: come minimo, bisogna tornare in Commissione, dove si dovrà votare diversamente. Ribadisco che il relatore non può ritirare un emendamento presentato dalla Commissione. Da quando in qua?

 

SALVI (SDSE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SALVI (SDSE). Ho chiesto la parola per dire la stessa cosa che ha evidenziato il senatore Castelli: non credo che il relatore abbia la disponibilità degli emendamenti approvati in Commissione.

Chiedo una sospensione della seduta per poter esaminare la novità che abbiamo appreso in questo preciso momento da parte del Governo e del relatore.

 

PRESIDENTE. In effetti, non si tratta di un emendamento del relatore, ma di una proposta emendativa presentata dalla Commissione e quindi votata dalla Commissione.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, lei sa benissimo che vi sono precedenti - che hanno già reso storia e cultura di questo ramo del Parlamento - in base ai quali è prevista per il relatore la possibilità di chiedere il ritiro di un emendamento votato in Commissione. Tuttavia, Presidente, non c'è alcun problema se si sospende la seduta e si torna in Commissione.

 

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle ore 10,30 e metto a disposizione la sala Pannini per riunire i membri della Commissione.

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, dovremmo fare una sospensione più seria!

PRESIDENTE. Le faccio presente, senatore Boccia, che gli uffici mi avevano dato la disponibilità per una sospensione di cinque minuti; per non dire di riprendere i lavori alle ore 10,27, ho deciso per le ore 10,30. Credo che, se c'è la volontà, ciò che si può fare in sette minuti si fa in dieci minuti anche con più tranquillità.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, non intervengo per contestare, ma semplicemente per invitare i colleghi della Commissione bilancio a riunirci subito nella sala Pannini, qui di fianco (chiedo scusa se uso il microfono, ma non ho altro mezzo). Dobbiamo prendere una decisione molto semplice, e quindi immagino che ci sarà poco da discutere. Pertanto, accetto la sospensione per soli dieci minuti. In ogni caso, tra dieci minuti metterò ai voti in Commissione la proposta presentata dal relatore e risolverò comunque il problema.

 

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Morando.

Sospendo la seduta fino alle ore 10,30.

 

(La seduta, sospesa alle ore 10,17, è ripresa alle ore 10,36).

 

La seduta è ripresa.

Invito i colleghi a prendere posto. Non so se la cosa è nota, ma abbiamo ancora più di 200 votazioni da effettuare sul provvedimento: il Natale si avvicina.

 

(omissis)

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819 (ore 11)

 

PRESIDENTE. Colleghi, torniamo ora ad esaminare il provvedimento al nostro esame.

Per l'organizzazione dei nostri successivi lavori, segnalo che sinora abbiamo proceduto a circa 150 votazioni: ne mancano più di 250. Ieri ho sentito il presidente D'Onofrio manifestare la volontà di non incorrere nella cosiddetta ghigliottina; credo che negli interventi che seguiranno sia interesse di tutti non arrivare a quella procedura che - ricordo - determinerebbe il voto senza interventi solo degli emendamenti approvati in Commissione. Credo che questo rappresenterebbe il massimo danno per l'Assemblea.

Il presidente Morando intende relazionare all'Assemblea sulla decisione assunta dalla Commissione?

 

 

 

MORANDO (Ulivo). Sì, signor Presidente. La Commissione si è riunita, su suo mandato. È stata messa in votazione la proposta del relatore di procedere al ritiro dell'emendamento approvato in Commissione. Sulla base delle dichiarazioni di voto di tutti i Gruppi, tale proposta è stata respinta.

Gli emendamenti al nostro esame possono dunque essere esaminati per il voto esattamente come si presentano nel fascicolo distribuito.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PISTORIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, dopo la comunicazione del presidente Morando, per venire incontro alle esigenze di brevità, ma anche perché ritengo che la situazione interna alla maggioranza consenta un risultato importante, quale quello di evitare lo scioglimento della società Stretto di Messina, concentro la mia attenzione soltanto sul subemendamento 8.701/502 e ritiro i successivi 8.701/4 e 8.701/503, oltre all'ordine del giorno G8.500.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sui subemendamenti 8.701/500, 8.701/501 e 8.701/502. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 8.701. Esprimo altresì parere contrario sull'emendamento 8.0.2.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Per quanto riguarda l'emendamento sul quale la Commissione è stata chiamata a pronunciarsi nuovamente, il Governo prende atto della decisione assunta e si rimette all'Assemblea.

Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore sugli altri emendamenti.

 

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, con riferimento all'emendamento 8.701/501, su cui il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario, poiché si tratta di una sollecitazione all'Esecutivo rispetto ad un impegno assunto nella finanziaria scorsa, al comma 1152 dell'articolo 1, relativo alla viabilità secondaria nelle Regioni Sicilia e Calabria, potrei ritirarlo e trasformarlo in un ordine del giorno, atteso che l'argomento sarà certamente ripreso nella prossima finanziaria.

Si tratta - come ho detto nel mio intervento di ieri - di una prescrizione di legge allo stato non attuata dal Governo; trasformerei pertanto - ripeto - l'emendamento in un ordine del giorno, se il relatore e il Governo fossero disponibili ad accoglierlo.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sulla proposta testé formulata dal senatore D'Alì.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, sull'ordine del giorno esprimo parere favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo si dichiara sin d'ora disponibile ad accogliere un ordine del giorno in materia.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 8.701/500, presentato dai senatori Cicolani e D'Alì.

Non è approvato.

L'emendamento 8.701/501 è stato trasformato nell'ordine del giorno G8.600. Essendo stato accolto dal Governo, tale ordine del giorno non verrà posto in votazione.

Metto ai voti l'emendamento 8.701/502, presentato dal senatore Pistorio.

Non è approvato.

 

Ricordo che gli emendamenti 8.701/4 e 8.701/503 sono stati ritirati.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.701.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

FORMISANO (Misto-IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

 

FORMISANO (Misto-IdV). Signor Presidente, dichiaro il voto contrario dell'Italia dei Valori sull'emendamento 8.701, come su tutti gli altri che riguardano la medesima materia della quale ci stiamo occupando da ieri. Il punto di riferimento dell'Italia dei Valori in questa vicenda è e resta il provvedimento uscito dal Consiglio dei ministri, sul quale ci attestiamo e verso il quale manteniamo una posizione di fiducia.

Ci sembra che non si sia svolto un buon lavoro e soprattutto che questo emendamento, purtroppo, esponga ad azioni di responsabilità civile verso il Paese - così come veniva in precedenza evidenziato - per cui l'eventuale reiezione della norma probabilmente gioverebbe all'Italia.

Voteremo pertanto contro l'emendamento 8.701.

 

DONATI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

Colleghi, dobbiamo approvare il provvedimento e sono dodici ore che stiamo discutendo dell'articolo 8.

 

DONATI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, mi risulta che il Gruppo non abbia consumato alcun tempo.

Dichiaro il voto favorevole del Gruppo Insieme con l'Unione Verdi-Comunisti Italiani. Si tratta di una scelta coerente con il programma dell'Unione, che ha deciso di non realizzare il progetto del ponte sullo Stretto di Messina e coerentemente dà mandato, con atti molto articolati, di procedere sia allo scioglimento della società, sia all'ovvia risoluzione dei contratti.

Chi sostiene che questo è un modo per buttare via risorse pubbliche mente. Conosciamo tutti le regole e i contratti; ho qui una lettera del presidente della società Ciucci, ora anche amministratore dell'ANAS, nella quale si afferma che fino a quando non sarà approvato il progetto definitivo - e il centro-destra per fortuna ha approvato solo il progetto preliminare - si può recedere dal contratto senza pagare penali. Quindi, anche in nome di questa importante affermazione dell'amministrazione delegato, abbiamo assunto questa decisione difficile.

Naturalmente non credo che lasciare in un cassetto un contratto significhi ridurre in futuro il contenzioso. Ci siamo resi disponibili ad altre mediazioni, che però non hanno convinto altre parti della maggioranza; credo che questa sia una soluzione accettabile e giusta per dare una soluzione di prospettiva. Abbiamo già destinato a Sicilia e Calabria 1 miliardo di euro per infrastrutture che servono e, con la parte dell'articolo 8 che abbiamo sostanzialmente già votato (perché gli emendamenti sono stati respinti), stanziamo altri 100 milioni di euro, a conferma di un impegno forte dell'Unione a non realizzare il ponte, ma a risolvere i problemi di mobilità dell'area dello Stretto.

Per queste ragioni, chiedo ai colleghi di votare a favore dell'emendamento 8.701 della Commissione. (Applausi dal Gruppo IU-Verdi-Com).

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Signor Presidente, onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole del mio Gruppo dell'emendamento 8.701 della Commissione. Desidero fare, al riguardo, due puntualizzazioni, che mi sembrano utili per comprendere la vicenda, così come si è svolta in Aula e in Commissione.

Il testo è stato adottato dalla Commissione dopo una discussione lunga e approfondita. Esso, ovviamente, non viene condiviso - dico ovviamente perché il senatore Formisano lo ha appena annunciato - da una delle forze che compongono la maggioranza ed il Governo ne ha chiesto il ritiro, fermo restando l'impegno della Presidenza del Consiglio a formularne uno ulteriore. Tale richiesta è stata respinta dalla Commissione. È stata ribadita, cioè, da parte della Commissione bilancio del Senato la volontà di portare in votazione un testo che, come ho detto, è frutto di una lunga discussione.

A mio avviso, si tratta di un testo non compiutamente soddisfacente, ma che tiene in campo - questo è un punto che desidero evidenziare - una questione molto importante per il Mezzogiorno. Mi riferisco alla fedeltà di questo testo rispetto all'impegno, assunto anche con il Documento di programmazione economico-finanziaria, per la costituzione di un sistema di trasporto intermodale che garantisca il collegamento tra il Mezzogiorno, in particolare la Sicilia, e il resto d'Italia.

È ovvio che questo testo nella sua vicenda parlamentare ha visto la disponibilità di tutta la maggioranza a trovare ulteriori soluzioni che potessero essere più soddisfacenti e consone alle aspettative dell'intera maggioranza. Così è stato con l'accantonamento del voto di ieri per consentire un ulteriore approfondimento e così è stato oggi, con la responsabile richiesta da parte della Presidenza del Consiglio di prendere ancora altro tempo.

Credo che potremmo, però, convenire che di fronte ad una così inequivoca manifestazione di volontà da parte della Commissione bilancio e della maggioranza in quella sede, ferma restando la piena apertura e disponibilità ad una rivalutazione del testo e della sua costruzione, il voto del mio Gruppo non possa che essere favorevole.

 

BRUTTI Paolo (SDSE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BRUTTI Paolo (SDSE). Signor Presidente, il mio Gruppo voterà a favore dell'emendamento 8.701 della Commissione.

Anche noi lo riteniamo un compromesso non del tutto soddisfacente, ma che comunque raccoglie il consenso e gli spunti fondamentali sui quali il dibattito si èconcentrato. Naturalmente era possibile fare qualcosa di più, ma già qui vengono realizzate alcune condizioni importanti. Mi rivolgo significativamente a quei colleghi che sino ad oggi hanno manifestato ostilità alla soluzione del ponte sullo Stretto. Ve ne sono nelle file sia della maggioranza che dell'opposizione.

La soluzione adottata dalla Commissione chiude definitivamente la questione del ponte sullo Stretto di Messina. La chiude e non determina, a differenza di quanto sostenuto, aggravi a carico del bilancio dello Stato che già non esistano in questo momento. Infatti, se così fosse, gli aggravi si sarebbero dovuti determinare già nell'ambito del giudizio che la Commissione ha espresso su questo emendamento, mentre non vengono evidenziati elementi del genere.

Aggiungo che se ci sarà un voto che accoglierà compiutamente questo emendamento, potremo dire che il problema è risolto in via definitiva. Circa l'argomento che viene sollevato, secondo il quale, in ogni caso, nella posizione della Commissione ci sarebbe comunque un elemento che ricostituisce, per quel che riguarda lo Stretto, una struttura societaria, è da dire che quest'ultima ci sarebbe comunque, anche se ritornasse in vita l'articolo 8 così come è stato formulato nella posizione del Governo. In quella posizione, c'è il fatto che comunque si interviene sullo Stretto per i problemi di viabilità che voi conoscete e che, dunque, rendono necessario uno strumento del genere.

Per tali motivi, ritengo pertanto che sul punto si possa trovare una convergenza più ampia di quella che qualcuno sta immaginando. (Applausi dal Gruppo SDSE).

 

GALLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GALLI (LNP). Spero di avere almeno il tempo di chi mi ha preceduto.

 

PRESIDENTE. Lei ha a disposizione un minuto di tempo.

 

GALLI (LNP). Gli altri hanno parlato decisamente di più.

Il Gruppo della Lega è contrario all'emendamento 8.701 per una serie di ragioni. Storicamente il nostro movimento è contrario - lo dico con rispetto - a qualunque carrozzone di Stato che non porti risultati, ma costi al contribuente. In questo caso, però, è d'obbligo fare una serie di specificazioni.

In particolare, per quanto riguarda il ponte sullo Stretto di Messina, il nostro movimento ha sempre avuto perplessità, ed io personalmente ne ho anche di più, per una serie di ragioni oggettive. Si pone innanzi tutto un problema di opportunità rispetto ad altre infrastrutture sul territorio; inoltre, si pone un problema tecnico. Ricordo che il più lungo ponte ferroviario sospeso è di 800 metri; in questo caso, si parla di un ponte di 3,5 chilometri, cioè lungo quattro volte di più. Sappiamo tutti in quest'Aula, dove è diffusa grande cultura, che il momento flettente cresce con il quadrato della distanza: quindi, per un ponte quattro volte più lungo, la sezione sarebbe sollecitata 16 volte di più rispetto alla struttura più forte esistente in questo momento al mondo. Si tratta, però, di questioni tecniche che eventualmente si potrebbero risolvere.

Per essere chiari con gli amici della Sicilia, ricordo che nella scorsa legislatura i nostri Ministri si sono comunque espressi in modo favorevole ad eventuali impostazioni del ponte. Infatti, in una logica federalista, riteniamo che un territorio, se ha giustamente ottenuto risorse, debba poter scegliere. Quindi, se gli amici calabresi e siciliani sono favorevoli al ponte, non abbiamo problemi, a parte le questioni tecniche su cui bisogna ragionare.

Va, però, sottolineato quanto sia pittoresca la disposizione in esame, che cancella una società già esistente, ma ne forma un'altra che non si capisce bene cosa debba fare. Quindi, non si intende intervenire per razionalizzare la spesa dello Stato, eliminando un ente che in parte è inutile per distribuire le risorse in altri enti, magari evitando nuove assunzioni e sostituendo i pensionamenti; in realtà, si vuole costituire un altro carrozzone che certamente non servirebbe a niente. Non si capisce, infatti, a cosa la nuova società dovrebbe effettivamente servire.

PRESIDENTE. Senatore Galli, la invito a concludere il suo intervento.

GALLI (LNP). Va evidenziata l'assoluta incapacità della maggioranza di arrivare alla conclusione di alcunché: tolgono il ponte, ma non fanno niente al suo posto; sospendono la TAV, i trafori alpini, la Bre-Be-Mi, la Pedemontana. Vorrei capire di cosa stanno parlando in questo periodo, che tipo di sviluppo pensano di dare al Paese, che messaggio esce dalla loro politica.

Inoltre, in questi giorni, abbiamo assistito alle sceneggiate tra il ministro Mastella ed il ministro Di Pietro (che poi in qualche modo si sono accordati). Non riusciamo a capire se l'Italia dei Valori voglia, per questioni di principio, mantenere la società del ponte, oppure se abbia interessi diretti, come sta dimostrando in tante altre situazioni.

 

PRESIDENTE. Senatore Galli, la invito nuovamente a concludere; altrimenti, sarò costretto a toglierle la parola.

 

GALLI (LNP). Concludo, signor Presidente, evidenziando semplicemente che forse non si vogliono togliere le persone che sono state messe in questa società.

In sostanza, chiedo che la maggioranza decida che tipo di futuro intende dare, anche dal punto divista infrastrutturale, al Paese e si metta d'accordo sulle questioni importanti perché il messaggio e l'esempio che dà ai cittadini italiani è veramente devastante. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

D'ONOFRIO (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ONOFRIO (UDC). Signor Presidente, il Gruppo UDC esprimerà un voto contrario sull'emendamento 8.701, presentato dalla Commissione: poiché il Governo si è rimesso all'Aula, riteniamo sia nostro dovere far conoscere l'orientamento del Gruppo.

 

SODANO (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO (RC-SE). Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del Gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sull'emendamento 8.701, presentato dalla Commissione.

Come hanno già precisato i colleghi Donati, Finocchiaro e Paolo Brutti, l'emendamento è stato frutto di una lunga discussione a cui non ci siamo sottratti e che rappresenta comunque, a nostro avviso, una risposta a una scelta che il Governo ha già compiuto, quella di non costruire il ponte sullo Stretto.

Ascoltando il collega della Lega sembra quasi che stiamo facendo un altro dibattito. Il ponte sullo Stretto non è nelle priorità del Governo Prodi. Qui si sta discutendo se sopprimere o meno la società Ponte sullo Stretto e lo dico anche a quei colleghi che hanno dei dubbi e che in queste settimane si sono lasciati appassionare dai temi relativi ai costi della politica. Qui siamo davanti a un costo improprio di una struttura che negli ultimi anni, sotto la gestione dell'amministratore delegato Ciucci, che è anche presidente dell'ANAS, è aumentato in modo esponenziale solo per le spese consulenziali. Il ponte sullo stretto si è deciso che non sarà costruito; il tema è allora che senso abbia tenere in vita una società per tale ponte.

In secondo luogo, c'è un problema di logistica e di viabilità tra la Sicilia e la Calabria. A ciò si provvede con l'emendamento, prevedendo un'Agenzia che si occupi dei temi della viabilità e della logistica. Credo che quello in esame sia un emendamento di grande saggezza rispetto al quale quest'Aula dovrebbe abbandonare le divisioni su un dibattito che si è già tenuto.

Qui non stiamo discutendo se costruire o meno il ponte, ma se la società Ponte sullo Stretto debba essere soppressa. Noi voteremo perché essa venga soppressa. (Applausi dal Gruppo RC-SE).

 

BARBIERI (Misto-CS). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBIERI (Misto-CS). Signor Presidente, condivido, nel momento in cui è stata fatta dal Governo, la scelta di non procedere alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina; per quanto mi riguarda è discutibile, ma la scelta compiuta è di andare allo scioglimento della Società.

Ritengo però del tutto sbagliato il comma che riguarda l'istituzione dell'Agenzia, perché penso che siano sufficienti i poteri ordinari dei Ministeri per procedere, anche in coerenza con la formulazione precedente che tende all'eliminazione di un soggetto burocratico ed inutile.

Chiedo quindi una votazione per parti separate, ossia votare i commi 9-bis, 9-ter e 9-quater insieme e votare separatamente il comma 9-quinquies, altrimenti annuncio il mio voto contrario a tutto l'emendamento.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ad esprimere il suo parere sulla proposta avanzata dal senatore Barbieri.

 

RIPAMONTI, relatore. Sono d'accordo sulla votazione per parti separate.

 

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Chiediamo che l'emendamento sia votato nella sua interezza.

 

PRESIDENTE. Essendoci disaccordo, metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la richiesta di votazione per parti separate, avanzata dal senatore Barbieri.

 

Il Senato non approva. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

 

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.701, in precedenza avanzata dal senatore Ferrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 8.701, presentato dalla Commissione.

Colleghi, la votazione è molto delicata, per cui non vorrei che qualcuno si facesse scappare la mano nella buca vicina.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). (Vivi applausi e commenti dai Gruppi FI, AN, UDC, LNP e DCA-PRI-MPA).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno G8.500 è stato ritirato.

Metto ai voti l'emendamento 8.0.2, presentato dalla senatrice Allegrini.

Non è approvato.

 

ALLEGRINI (AN). Domando di parlare, Presidente, perché desidero intervenire sull'emendamento 8.0.2 che era stato recuperato.

 

PRESIDENTE. Senatrice Allegrini, è stato anche bocciato.

 

ALLEGRINI (AN). Lo vorrei illustrare.

 

PRESIDENTE. L'ha illustrato ieri.

 

ALLEGRINI (AN). Non l'ho illustrato ieri.

 

PRESIDENTE. Ha ragione, si trattava dell'emendamento del collega Martinat. È stato già votato e purtroppo bocciato.

 

ALLEGRINI (AN). Perché non me lo ha fatto illustrare, Presidente? Mi perdoni, ma non mi ha dato il tempo.

 

PRESIDENTE. Ora le concedo un minuto.

Colleghi, d'ora in poi procederò all'organizzazione dei tempi perché si possa concludere l'esame del decreto-legge.

 

ALLEGRINI (AN). Mi basta solo un minuto.

 

PRESIDENTE. Le do un minuto, senatrice.

Come dicevo, procederò all'organizzazione dei tempi per poter arrivare all'approvazione del decreto nei termini stabiliti. (Applausi dal Gruppo AN).

 

ALLEGRINI (AN). L'emendamento 8.0.2 si inserisce nella discussione sulla realizzazione del terzo scalo aeroportuale nel Lazio. (Brusìo).

Presidente, è difficile parlare in questo modo.

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ci sono ancora 40 articoli da esaminare.

Colleghi di maggioranza ed opposizione, ogni senatore che esprime il proprio voto, qualunque esso sia, ha il diritto di essere da tutti rispettato. (Applausi dai Gruppi AN, FI e UDC).

Senatori, vi prego di sedervi ai banchi. Le varie legislature hanno visto in tante occasioni il passaggio di colleghi al Gruppo Misto. È già capitato in passato e capiterà nuovamente in futuro.

Senatori di Alleanza Nazionale, vi prego di prendere posto e di permettere alla senatrice Allegrini di terminare il suo intervento.

 

ALLEGRINI (AN). Occupo il minuto a mia disposizione solo per avere l'attenzione del ministro Bianchi, per fortuna oggi in Aula, per sollecitarlo a prendere una decisione definitiva nei confronti della realizzazione del terzo scalo aeroportuale. Preciso che, per quanto riguarda il sito di Viterbo, una pista è quasi interamente realizzata e l'ENAV e l'ENAC hanno espresso parere favorevole.

Ci aspettiamo dal Ministro una decisione tecnica che favorisca la città di Viterbo. In questo senso sollecito il Ministro a prendere una decisione al più presto. Anche se l'emendamento è stato bocciato, è stato utile ricordare in questa Aula l'urgenza della decisione al ministro Bianchi. (Applausi dal Gruppo AN).

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Presidente, quello che è successo pochi minuti fa credo imponga una riflessione al ministro Bianchi e al Governo. Il Governo è stato battuto su un indirizzo specifico, sul no al ponte sullo Stretto di Messina e sulla cancellazione della società Stretto di Messina. Il ministro Bianchi e il Governo se ne devono andare. È un problema di riflessione politica. Il Governo è stato battuto su una scelta fondamentale dello stesso capo del Governo Prodi, degli ecologisti e degli ambientalisti.

Credo che non possa passare con sufficienza quanto è successo pochi minuti fa in Senato. Il Governo è stato battuto su un problema fondamentale, ossia lo Stretto di Messina e il suo no, che non è stato condiviso dall'Aula.

 

PRESIDENTE. Senatore Strano, da quello che mi risulta - ma potrei sbagliare - il Governo ha vinto e la maggioranza è stata battuta, perché mi risultava che il Governo non fosse sostanzialmente e particolarmente favorevole all'emendamento. Quindi, la maggioranza - se vogliamo - ha perso, mentre il Governo ha vinto.

Colleghi, vorrei sapere se ritenete opportuno andare avanti. Che il buon Dio abbia in gloria l'articolo 8! Devo organizzare a questo punto i lavori per poter approvare il decreto-legge al nostro esame. Quindi, mi comporterò in base ai i poteri che mi attribuisce il Regolamento nel procedere.

Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 11 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 11.1 e parere favorevole sull'emendamento 11.3.

Con riferimento all'ordine del giorno presentato dal senatore Eufemi c'è disponibilità ad accoglierlo se viene soppresso... (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Colleghi, volete fare silenzio? Il relatore sta facendo una proposta al collega Eufemi. Se quest'ultimo non riesce a sentire non potrà neanche dare una risposta conseguente.

Senatore Manzione, senatore Latorre, senatore Bordon, colleghi nell'emiciclo! Se qualcuno vuole chiacchierare è bene che si allontani.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, con riferimento all'ordine del giorno G11.500 esprimo parere favorevole a condizione che venga soppresso il primo comma del dispositivo ed il secondo comma sia trasformato nel senso di sostituire le parole «tre mesi» con le parole «sei mesi».

Esprimo poi parere contrario sull'emendamento 11.0.1, che fa riferimento ad un trattamento tributario riferito ai mutui per l'acquisto della prima casa. Su tale questione, come su altre che attengono allo stesso argomento, si è già previsto in finanziaria un intervento specifico. Pertanto, invito il proponente a ritirare l'emendamento, altrimenti il parere è contrario.

Con riferimento infine all'emendamento 11.0.550, presentato dalla senatrice Bonfrisco e da altri senatori, esprimo parere contrario. Tuttavia, nella mia veste di relatore, sottopongo alla Presidenza una riformulazione del testo in esame nella speranza che trovi condivisione anche da parte della senatrice Bonfrisco.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, intanto colgo l'occasione per precisare che il Governo non è stato battuto, essendosi rimesso all'Assemblea.

In secondo luogo, i pareri sono conformi a quelli espressi dal relatore, anche con riferimento all'ordine del giorno del senatore Eufemi, ovviamente se quest'ultimo concorda con la proposta.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, accolgo la riformulazione proposta dal relatore.

Abbiamo posto con forza il problema dei prodotti finanziari derivati. Vi sono stati abusi nell'utilizzo di questi strumenti delicati ed estremamente rischiosi. Abbiamo chiesto una verifica, oltre all'istituzione di una commissione di indagine, per capire compiutamente il fenomeno che accresce lo stock del debito degli enti locali. Ricordo poi un debito sommerso, che il ministro Padoa-Schioppa minimizza, anche se non è dato sapere quanto è stato stipulato da banche estere, tramite filiali e filiazioni, per i non residenti in Italia. Le dimensioni di questo debito sommerso sono di estremo rilievo, considerato anche che gli amministratori incauti hanno fatto scommesse che rischiano di penalizzare i cittadini contribuenti.

Intanto si vuole verificare l'emendamento proposto dalla senatrice Bonfrisco su cui eravamo d'accordo. Sarebbe opportuno conoscerne il contenuto. Riteniamo che non debbano essere fatti regali alle banche, soprattutto con l'elevazione ad un euro delle commissioni bancarie.

 

NOVI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

NOVI (FI). Signor Presidente, intervengo per sottolineare che questa ormai è una legislatura surrealista, perché non si è mai verificato, nella storia di questo Parlamento, che il Governo vince e la maggioranza perde. Quindi, dobbiamo prendere atto...

 

PRESIDENTE. No, è fuori argomento, senatore Novi. Basta con queste cose quest'oggi.

Senatrice Bonfrisco, deve rispondere alla proposta avanzata del relatore circa il suo emendamento.

 

BONFRISCO (FI). Signor Presidente, credo di avere qualche minuto di tempo a disposizione per ripercorrere...

 

PRESIDENTE. No, ha un minuto come tutti gli altri.

 

BONFRISCO (FI). No, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Io le do un minuto, poi le toglierò la parola.

 

BONFRISCO (FI). Va bene, mi tolga pure la parola; eppure, sa che il mio Gruppo ha rinunciato ai dieci minuti che gli spettavano.

 

PRESIDENTE. Ma poi li hanno usati ampiamente i suoi colleghi.

 

BONFRISCO (FI). Dicevo che credo di avere qualche minuto di tempo per rispondere alla proposta del relatore, sul tema sollevato da un emendamento presentato in Commissione bilancio e da ben due interrogazioni parlamentari, alla luce di alcune grandi inchieste giornalistiche, trasmesse anche dalla nostra televisione pubblica, svolte altresì da «Il Sole 24 ORE».

Mi pare che l'emendamento che il relatore suggerisce sia in realtà quello che questo Governo propone, nel tentativo estremo di continuare a coprire il grande scandalo dei derivati che in questo Paese sta assumendo proporzioni assai preoccupanti.

Se persino l'ex presidente della CONSOB Rossi ha dichiarato su «Milano Finanza» di due giorni fa che in questo Paese il vero pericolo sono i derivati, penso che da parte di quest'Aula non vi possa essere una convergenza sull'emendamento proposto dal Governo e dal relatore. Quest'Aula ha l'obbligo morale e la coscienza - se ce l'ha - di interrogarsi su quale Paese sta consegnando ai propri figli: tra qualche tempo, questo debito esploderà incontrollato, per cui oggi non potremo che tentare di fermarlo, ascoltando non il ministro Padoa-Schioppa, ma la coscienza di ciascuno di noi.

Pertanto, il mio voto è contrario alla proposta del relatore e mantengo il mio emendamento. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione proposta del relatore.

 

GIRFATTI (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIRFATTI (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, desideravo intervenire per chiedere di cedere tre dei minuti spettanti al nostro Gruppo alla senatrice Bonfrisco, che però ormai ha finito di parlare.

 

PRESIDENTE. Senatore Girfatti, guardi: o qui si rispetta la mia organizzazione dei tempi o finiamo per il 1º novembre. Se vuole, ha a disposizione un minuto per intervenire.

 

GIRFATTI (DCA-PRI-MPA). No, signor Presidente, desideravo soltanto cedere una piccola parte del nostro tempo alla senatrice Bonfrisco.

 

PRESIDENTE. No, oggi non si cede più nulla.

 

LEGNINI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LEGNINI (Ulivo). Signor Presidente, di questo tema abbiamo già discusso in Commissione, su un precedente testo presentato dalla senatrice Bonfrisco, poi riformulato con contenuti molto più impegnativi, nel testo oggi al nostro esame. Avevamo convenuto in Commissione di ricercare un'intesa su questa materia, che ha occupato l'opinione pubblica, il sistema degli enti territoriali e quello creditizio, nonché l'attenzione del Governo.

Ritengo che il testo della senatrice Bonfrisco sia eccessivamente invasivo, per così dire, in quanto incide sui meccanismi di formazione della volontà e sulla strutturazione dei prodotti, per cui credo che non vada bene. Parimenti, ritengo che l'emendamento oggi presentato dal relatore, di cui adesso abbiamo potuto apprendere il contenuto, sia eccessivamente...

 

PRESIDENTE. Si tratta di una riformulazione suggerita dal relatore, non di un emendamento presentato ex novo dal relatore, senatore Legnini.

 

LEGNINI (Ulivo). Sì, signor Presidente, parlo della riformulazione.

Credo non si affronti un problema, che tutti abbiamo ritenuto rilevante e decisivo ai fini della risoluzione di questa problematica: mi riferisco ad un meccanismo di controllo su questi prodotti finanziari (o di autorizzazione o di evidenziazione dei profili di rischiosità e, quindi, di assunzione di responsabilità di chi è chiamato a stipularli).

Per queste ragioni, inviterei sia la senatrice Bonfrisco sia il relatore a ritirare questi emendamenti e a convenire di svolgere la discussione sul testo presentato in finanziaria, approfittando di questi giorni per pervenire ad una formulazione condivisa.

 

AUGELLO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

AUGELLO (AN). Signor Presidente, intervengo per dichiarare che il Gruppo di AN ritiene del tutto insoddisfacente la riformulazione proposta dal relatore.

Può darsi che, come dice il collega Legnini, ci siano degli elementi, più che invasivi, di dettaglio nell'emendamento 11.0.550 della senatrice Bonfrisco, ma esso è certamente un tentativo di affrontare questo problema. La Commissione ha perso un'occasione per fare questo lavoro che oggi ci propone di fare in finanziaria il collega Legnini. Pertanto, ritengo che un segnale debba essere dato e non c'era motivo di trovare questo compromesso nei tempi nella Commissione.

Per questo il Gruppo di Alleanza Nazionale non è disponibile a sostenere la riformulazione e sosterrà l'emendamento Bonfrisco, alla cui stesura, tra l'altro, ha collaborato.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole della Lega Nord all'emendamento 11.0.550 e preannuncio la nostra richiesta di votazione a scrutinio simultaneo dello stesso.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 11.1, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 11.3, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Senatore Eufemi, accoglie le richieste di modifica del relatore sull'ordine del giorno G11.500, che egli ha posto come condizione per il suo accoglimento?

 

EUFEMI (UDC). Sì, signor Presidente, accolgo la riformulazione dell'ordine del giorno proposta dal relatore.

Mantengo, invece, l'emendamento 11.0.1. Vede, Presidente, rispetto alla vicenda che colpisce le famiglie avevamo anche proposto di utilizzare la norma Bersani relativa alla portabilità dei mutui, cosa che non è stata fatta da questo Governo e da questa maggioranza.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G11.500 (testo 2) non verrà posto ai voti.

Metto ai voti l'emendamento 11.0.1, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

Dobbiamo ora votare l'emendamento 11.0.550 nel testo originario, in quanto la senatrice Bonfrisco, prima firmataria, non intende modificarlo.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, vorrei precisare che la mia contrarietà a tale emendamento va intesa come tentativo per risolvere questo problema in quanto abbiamo fatto uno sforzo per presentare una riformulazione. Credo che a questo punto sia opportuno affrontare complessivamente tutta la materia in finanziaria, come è anche volontà del relatore alla finanziaria espressa nell'intervento svolto prima.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ringrazio la senatrice Bonfrisco, perché ha portato all'attenzione anche dell'opinione pubblica un problema che, per certi versi, interessa molto il nostro Paese: secondo i dati pubblicati sulla stampa in questi giorni, la questione dei derivati coinvolge infatti centinaia di piccole e medie imprese e molti enti locali. Il Governo sta seguendo con grande attenzione la vicenda ed è in relazione con la Banca d'Italia e la CONSOB.

Credo però sia opportuno affrontare questo tema in maniera più organica, anche alla luce della direttiva MIFID, che è stata approvata dal Parlamento, spostando la discussione e l'approvazione di una norma più stringente in sede di finanziaria, così come è stato richiesto dal relatore e dal senatore Legnini, affinché in quella sede possa essere approvata una norma più puntuale.

 

MANZIONE (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MANZIONE (Ulivo). Signor Presidente, per la verità, avrei preferito che la riformulazione che il collega Ripamonti ha suggerito alla collega Bonfrisco diventasse una proposta a disposizione dell'Assemblea. Non sono mai d'accordo a rinviare a domani quello che potremmo e dovremmo fare oggi. Il problema degli swap e dei derivati è grandissimo e investe, al di là di quello che possiamo immaginare, tutte le amministrazioni locali, con amministratori che, a volte per sprovvedutezza o perché sono in qualche modo degli speculatori, spostano il debito dell'amministrazione sugli anni futuri, incidendo così sulla vita futura delle comunità locali. È un problema serissimo che speravo venisse affrontato già in questa sede.

Sono d'accordo, quindi, con lo spirito dell'emendamento che la collega Bonfrisco ha proposto all'Aula e mi permetto, signor Presidente, di invitare il Governo e il relatore a ripensarci e a fare in modo che quel testo che si proponeva come riformulazione sia invece disponibile, per dimostrare tangibilmente che si interviene già da adesso.

 

PRESIDENTE. Senatrice Bonfrisco, intende accogliere la richiesta che è stata formulata?

 

BONFRISCO (FI). Signor Presidente, se mi consente pochi secondi di tempo voglio ricordare a tutti noi che sono aperte da qualche giorno numerose inchieste della magistratura perché il problema è più grave e più urgente di quello che si crede. Questa era la sede in cui potevamo e dovevamo trovare un modo per uscire da una situazione di non governo dei fenomeni derivati: nessuno li ha governati in questi anni, nessuno escluso. Non ne faccio una questione di parte, ma una questione generale dell'interesse delle nostre comunità locali e delle nostre coscienze.

 

PRESIDENTE. Mantiene quindi il suo emendamento nella formulazione originale?

 

BONFRISCO (FI). Io sono perché in questo decreto si trovi una soluzione. Se si propone una riscrittura dell'emendamento, come ho subito dichiarato sono disponibile a trovare delle soluzioni, ma non ad un rinvio della questione.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, senatrice, è stata presentata dal relatore una proposta di riformulazione: intende accoglierla, oppure mettiamo ai voti il suo emendamento, su cui è stato espresso parere contrario?

 

BONFRISCO (FI). Sulla riformulazione del relatore non concordo; concordo sul fatto che l'emendamento si possa riscrivere.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, credo che non sia giustificata l'animosità con cui si sta affrontando il tema. Capisco, in quest'Aula i rapporti tra la maggioranza e l'opposizione sono legati ad un voto e ogni cosa diventa una questione irrinunciabile per gli uni e per gli altri. Tuttavia vorrei far notare che la vera differenza tra la formulazione della senatrice Bonfrisco e quella proposta dal relatore consiste nel fatto che la senatrice Bonfrisco definisce obblighi di informazione a carico degli intermediari finanziari che sono previsti adesso dalla direttiva MIFID, finalmente recepita, e che quindi sono ampiamente ricompresi nella riformulazione del testo del relatore laddove si dice che i prospetti saranno redatti a cura di Banca d'Italia e di CONSOB in relazione, naturalmente, alla direttiva MIFID nuova, che fornisce obblighi di informazione e di tutela degli interessi del risparmiatore assolutamente solidi.

Quindi, secondo me, se invece di affrontare la questione con tanta animosità si entrasse un momento nel merito si vedrebbe che le differenze tra le due soluzioni sono limitate. Siccome la direttiva MIFID contiene un esplicito divieto di introdurre per gli intermediari obblighi non previsti dalla direttiva stessa, ma cerca di fare in modo che tutti gli intermediari abbiano gli stessi obblighi di conoscenza, la soluzione proposta dal relatore in termini di riformulazione altro non è che l'emendamento della senatrice Bonfrisco, reso compatibile con la direttiva MIFID. Secondo me si potrebbe votare la riformulazione del relatore. Se non si fa, perdiamo un'occasione, lo faremo in finanziaria. Tuttavia sarei tranquillo nel considerare i problemi risolti attraverso la riformulazione. Sono convinto che nel merito anche con la senatrice Bonfrisco si potrebbe trovare l'accordo.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, mi pare che l'intervento del presidente Morando abbia chiarito la questione: proprio perché è già in vigore la direttiva MIFID il Governo non può ignorare questo aspetto. Rivolgo davvero un appello alla senatrice Bonfrisco: non c'è dissenso. Mi auguro pertanto che si metta in votazione la riformulazione proposta dal relatore.

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, lo abbiamo chiesto due volte alla senatrice Bonfrisco, che si è dichiarata contraria a tale riformulazione. La senatrice Bonfrisco è seguita da altri dieci presentatori che intendono mantenere il loro emendamento. A questo punto, metto ai voti l'emendamento della senatrice Bonfrisco così com'è.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, in precedenza avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 11.0.550, presentato dalla senatrice Bonfrisco e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 12 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

DAVICO (LNP). Signor Presidente, gli emendamenti 12.5 e 12.0.2 sono volti a modificare l'articolo 12, che è il simbolo del fallimento del Governo per quanto riguarda la gestione e la programmazione in ambito scolastico.

L'emendamento 12.5 vuole evidenziare in particolare il fallimento della politica di contenimento dei costi e della riduzione del personale, che va poi a scaricarsi sul bilancio. Tale questione è stata anche oggetto della richiesta di non passaggio agli articoli presentata nella seduta di ieri. Quindi, vi è un fallimento totale nella gestione delle politiche scolastiche e un'incapacità di gestire e ridurre il personale con uno scaricamento del debito sugli anni successivi.

L'emendamento 12.0.2 prevede la possibilità di una riduzione dell'IVA a favore di tutti gli acquisti che possono andare a vantaggio della didattica e delle azioni rivolte agli alunni abili ma, soprattutto, diversamente abili.

Ne approfitto, onde guadagnare tempo, per illustrare l'emendamento 13.1 che riguarda anche un'azione di serietà nel porre un termine per la soppressione della Scuola di pubblica amministrazione. Se non è previsto un termine, vi è incertezza amministrativa nel prosieguo e, quindi, una situazione passata che continua, una futura della quale non si comprende bene lo sviluppo e una presente fatta di caos. Il comma 2 dell'articolo 13 proposto dal Governo reca una modifica testuale di una legge, quindi bisogna fare chiarezza, mettere un punto fermo qual è, appunto, quello indicato nell'emendamento 13.1.

 

PRESIDENTE. Il restante emendamento si intende illustrato.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario sugli emendamenti 12.3 e 12.5.

L'emendamento 12.0.2 affronta un tema rilevante. Tuttavia non possiamo risolverlo in questa sede e meglio sarebbe affrontarlo in sede di discussione della finanziaria. Se il presentatore è d'accordo, propongo di trasformarlo in ordine del giorno.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 12.3, presentato dal senatore Cutrufo.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 12.5, presentato dal senatore Davico e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Sull'emendamento 12.0.2 è stata avanzata dal relatore la proposta di trasformarlo in ordine del giorno e di affrontare il medesimo argomento in finanziaria. Chiedo al presentatore, senatore Davico, se accoglie tale proposta.

 

DAVICO (LNP). Signor Presidente, accolgo la proposta del relatore.

 

PRESIDENTE. L'emendamento 12.0.2 è dunque trasformato nell'ordine del giorno G12.1, il quale, essendo stato accolto dal Governo, non verrà posto in votazione.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 13 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario sull'emendamento 13.1 e favorevole sul 13.3.

Sull'emendamento 13.0.1 mi rimetto al Governo.

 

PRESIDENTE. È stato ritirato.

 

RIPAMONTI, relatore. Ne prendo atto.

 

PRESIDENTE. Se fossi stato giù l'avrei fatto subito mio, stavolta mi spiace non potervi aiutare. (Commenti del senatore Ripamonti).

 

RIPAMONTI, relatore. Sull'emendamento 13.0.700 il parere è favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 13.1, presentato dal senatore Davico e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). (Proteste da parte di senatori di maggioranza e di opposizione per la presenza di schede di votazione in banchi non occupati).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, da una parte e dall'altra.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.3.

 

MANTICA (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MANTICA (AN). Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula ma anche far riflettere il relatore su questo emendamento che, tra l'altro, ha una sua genesi strana e un risultato particolare. Lo stesso provvedimento, almeno nella ratio, è già previsto nella finanziaria dello scorso anno con tempi che non sono probabilmente quelli che tutti noi auspicavamo, ma il processo di razionalizzazione delle scuole della pubblica amministrazione è in corso.

Ora, il Parlamento, non contento evidentemente dell'azione iniziata sulla base della legge finanziaria dello scorso anno, sanziona in maniera perentoria il Governo, imponendogli, nell'amplificare peraltro alle scuole speciali come l'Istituto diplomatico e la Scuola per prefetti, una data che è per lo meno fuori dalle consuetudini: si provvede cioè a chiudere queste scuole nel momento in cui questa legge verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Io credo che ci sia uno stato d'animo o un sentimento nei confronti di questa vicenda che dovrebbe essere riportato alla razionalità. Non è questione di parte, opposizione o maggioranza, è un appello che faccio anche al Governo, al quale devo dire, peraltro, che capisco che il rappresentante del Governo non sia interessato alle scuole, però forse anche ascoltare il parere di componenti di altri Ministeri l'avrebbe portato a non dare un parere favorevole a questo emendamento. Infatti, oltretutto, non solo questo vuol dire smantellare un patrimonio di scuole di formazione ministeriali ma anche, molto probabilmente, impedire che si possa attuare quella razionalizzazione che la legge finanziaria dello scorso anno prevedeva.

Quindi, nell'annunciare il voto contrario del Gruppo di Alleanza Nazionale, invito anche gli altri Gruppi a ragionare; ripeto, non è una questione di parte, è una questione che riguarda le strutture della pubblica amministrazione: siamo per la qualità dei funzionari e stiamo provvedendo ad eliminare le scuole di formazione dei quadri della pubblica amministrazione. (Applausi dal Gruppo AN).

 

*VILLONE (SDSE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VILLONE (SDSE). Signor Presidente, io vorrei esprimere il mio consenso alla posizione della Commissione e il mio apprezzamento per il parere del relatore e del Governo. Mi consenta una brevissima premessa: noi abbiamo nel nostro sistema una molteplicità di scuole, scuolette e scuolettine, anche in specie ministeriali, per la formazione del personale pubblico. Si tratta di un sistema palesemente inefficiente e ad alto costo.

Perché succede questo? Come mai ne abbiamo tante?

Perché queste scuole non sono in realtà finalizzate esclusivamente alla formazione del personale pubblico. Piuttosto, costituiscono terreno privilegiato per le alte burocrazie ministeriali per la gestione, nel complesso, del personale. Sono strumenti per incidere anche sulle carriere, sulle posizioni, sul sistema complessivo, sulla gestione degli apparati.

Ora, come si ricordava, già nella finanziaria dell'anno scorso noi tentammo di razionalizzare. Il tentativo di puntare ad una piccola École Nationale d'Administration italiana fu battuto, in realtà, dalla resistenza dei Ministri. In quel caso, ogni Ministro difese la sua scuoletta. Un esempio evidente, da manuale, di cattura dei Ministri da parte degli interessi dicasteriali: il vertice della burocrazia preme sul Ministro, ed egli dice di no. Su queste cose sono stati scritti in dottrina ponderosi tomi.

 

Presidenza del vice presidente CAPRILI (ore 12)

 

(Segue VILLONE). Noi riprendiamo la via con questo emendamento perché, a riprova di quanto dicevo adesso, da mesi esiste un regolamento già scritto, in attuazione del dettato della finanziaria dell'anno scorso, che è finito in un cassetto a Palazzo Chigi e là dorme sonni tranquilli. Qualcuno impedisce che esca da lì. (Richiami del Presidente). Quindi, il senso di questa iniziativa parlamentare è di riprendere una strada che si era interrotta. (Il microfono si disattiva automaticamente).

Posso avere ancora 30 secondi?

 

PRESIDENTE. Sì: 30 secondi.

 

VILLONE (SDSE). Le alte burocrazie l'anno scorso sconfissero i Ministri sei a zero. Non vorrei che vincessero nuovamente sei a zero anche quest'anno. Chiedo all'Assemblea di confermare il voto della Commissione, perché è nell'interesse del Paese disporre di una formazione pubblica efficiente.

 

D'ALì (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALì (FI). Signor Presidente, mi spiace aver ascoltato l'intervento del senatore Villone, il quale ha inteso banalizzare una tradizione assai consolidata nella formazione dell'alta burocrazia del nostro Paese, sottacendo il tentativo di smantellamento delle scuole dei singoli Ministeri (che costituiscono fiori all'occhiello della nostra istruzione anche in campo europeo ed hanno prodotto la possibilità di raccordi e di istruzione, soprattutto negli ultimi anni, per i Paesi che hanno contraddistinto l'allargamento dell'Unione Europea e che sono venuti alle nostre fonti, alla nostra tradizione del diritto) e anche dell'alta burocrazia, la cui valenza ho avuto modo di toccare direttamente con mano.

La banalizzazione del senatore Villone ha trascurato di dire che l'accentramento in un'unica Agenzia rappresenta ancora una volta un segnale di questo Governo di voler demolire l'esistente per gestirlo secondo le direttive di qualcuno, di qualche singolo esponente dell'Esecutivo.

Raccomando allora all'Assemblea di riflettere: mi rivolgo soprattutto a coloro che fanno parte della maggioranza e che, avendo fatto parte di precedenti Governi, hanno toccato con mano la valenza e la capacità di formazione dell'alta burocrazia di queste istituzioni e che oggi forse stanno facendo passare questo provvedimento senza neanche considerarne più di tanto le conseguenze. Non si possono smantellare le scuole migliori, al cui interno è passata non solo la migliore burocrazia, ma anche, attraverso quella formazione, la migliore docenza universitaria del Paese.

 

PRESIDENTE. Deve terminare, senatore.

 

D'ALì (FI). Non si può smantellare con un colpo di penna tutto ciò, per affidarlo ad una Agenzia che porti solamente il nome e cognome di chi la deve andare a reggere per conto di un Governo che vuole sempre più centralizzare e demolire quanto di buono è stato fatto in passato.

Dichiaro quindi il mio voto fermamente contrario a questo emendamento della Commissione.

 

BIANCO (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BIANCO (Ulivo). Signor Presidente, non vorrei si caricasse questa votazione di un significato eccessivo rispetto alla questione in esame. Qui non stiamo discutendo se tornare indietro rispetto ad un orientamento già assunto con la precedente finanziaria e che prevede la razionalizzazione del sistema formativo, come capita in molti Paesi europei (l'esempio francese su tutti). Qui c'è una questione specifica che riguarda che cosa succede nella fase in cui non è ancora entrato in vigore il regolamento. Sotto questo profilo, avevo presentato un disegno di legge, su cui la 1a Commissione permanente si era espressa in modo largamente favorevole, il quale tendeva appunto a far sì che la scuola resti in vita sino al momento in cui viene approvato il regolamento.

Quindi, possiamo esaminare la questione solo sotto questo profilo, non caricandola di significati politici che non ha. L'emendamento della Commissione può essere condiviso o meno, ma non si tratta di rimettere in discussione un orientamento già maturato in Parlamento.

 

SAPORITO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SAPORITO (AN).Signor Presidente, intendo confermare l'intesa raggiunta in Commissione.

In relazione al problema dell'entrata in vigore delle norme soppressive, il Presidente del Consiglio dei ministri aveva emanato una circolare in cui si affermava che le scuole rimanevano in vita fin quando non fosse stato adottato dalla Presidenza del Consiglio il decreto di scioglimento di questi enti. Questa era la posizione unanime della Commissione, d'accordo con il Governo che - ripeto - aveva emanato un'apposita circolare in tale direzione.

Non comprendo allora questa accelerazione: si tratta di favorire qualcuno che aspetta di diventare il grande direttore generale di un'immensa scuola di formazione? Se è così, signor Presidente, come il senatore Bianco mi appello all'Aula affinché esamini bene il problema per tornare al testo e alle condizioni su cui ci eravamo accordati in Commissione affari costituzionali.

 

BACCINI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BACCINI (UDC). Signor Presidente, siamo di fronte all'ennesimo tentativo da parte del Governo e della maggioranza, almeno di una buona parte di essa, di sopprimere alcune istituzioni importanti del nostro Paese e concentrare in un'unica soluzione di potere, questa fantomatica Agenzia, soltanto per coprire alcuni spazi con alcuni disoccupati del Governo.

Abbiamo già vissuto la medesima storia nella precedente finanziaria: una storia che vuole chiudere la Scuola superiore della pubblica amministrazione, che vuole sopprimere l'Istituto diplomatico ed altri enti importanti.

Non si può risolvere con un emendamento una ristrutturazione, senza un piano oggettivamente riscontrabile che siamo disposti a discutere nelle sedi competenti. Ovviamente, però, non può essere un gioco di potere fatto accanto a qualche caminetto.

Si tratta di uno sconcio, signor Presidente, sul quale non solo voteremo contro , ma che denunceremo come atto di vandalismo politico che si sta perpetrando nei confronti di istituzioni del nostro Paese. (Applausi dai Gruppi UDCe FI).

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, già in sede di Commissione avevo chiesto di ritirare l'emendamento in esame, proprio perché il Governo sta lavorando alla formulazione del regolamento che dovrebbe dare attuazione alla norma contenuta nella finanziaria dell'anno scorso.

Rinnovo tale appello; in caso negativo il Governo evidentemente prenderà atto della decisione dell'Aula, alla quale si rimette.

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

D'ONOFRIO (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Senatore, per il suo Gruppo ha già parlato il senatore Baccini.

 

D'ONOFRIO (UDC).Signor Presidente, il senatore Baccini è intervenuto sull'emendamento.

Siccome il Governo si è rimesso all'Aula, desidero sottolineare che il Gruppo UDC voterà contro l'emendamento della Commissione, soprattutto sapendo che il Governo non ne fa una questione di maggioranza di Governo: è una questione politica di Aula, quindi occorre che i colleghi...

 

PRESIDENTE.Senatore D'Onofrio, ha già parlato il senatore Baccini, quindi mi pare che la posizione del suo Gruppo sia già stata definita.

 

D'ONOFRIO (UDC). Noi voteremo contro.

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 13.3, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC, LNP e DCA-PRI-MPA).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 13.0.1 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.0.700.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, già in Commissione abbiamo avuto modo di puntualizzare la nostra posizione su questo emendamento, che è frutto di una proposta della maggioranza approvata a maggioranza dalla Commissione e che riguarda un finanziamento a favore del CEINGE pari a 3 milioni di euro per l'anno 2007. Anzi, la proposta era di trasferire al CEINGE uno stanziamento pari a 13 milioni di euro, ma poi, su proposta del relatore, è stata approvata una riformulazione con il conseguente contenimento della dotazione da trasferire.

Il problema è che siamo già al secondo anno e che sono fortemente avanzati i lavori per creare un grandissimo centro di ricerca biotecnologica a Palermo. Mi riferisco all'ISMET di Palermo, che si avvale della collaborazione scientifica dell'università di Pittsburgh, di cui l'anno scorso quest'Aula si è ampiamente occupata con interventi da parte di tutti i senatori, sia di maggioranza che d'opposizione, con una rimodulazione di spese in conto capitale e spese in conto corrente e con altre questioni. Questo per dire che stiamo parlando di problemi reali. Ora, parlare della possibilità di creare un secondo fondo, mi sembra l'inversione di quanto accadeva nell'Ottocento - si diceva in Commissione un po' per ridere - quando l'invidia dei palermitani era quella per cui, visto che il re si trovava a Napoli, si prevedevano il Parlamento e il vice re a Palermo. Ora, accade il contrario: di fronte ad un'iniziativa molto importante nata a Palermo, chissà perché si vuole parimenti un intervento a Napoli. Questo significa sprecare risorse, per cui ritorniamo al ragionamento secondo il quale, invece di un decreto fiscale, variamo un decreto di sperpero.

 

TECCE (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TECCE (RC-SE). Signor Presidente, nel merito si può realizzare o meno l'intervento votato dalla Commissione, però, a titolo di informazione, faccio presente al senatore Ferrara che il CEINGE è una struttura di ricerca che già esiste da dieci anni, che già ha collezionato - le farò avere la pubblicazione, senatore Ferrara - un centinaio di partecipazioni a progetti internazionali e che è inserito all'interno di una rete europea.

Io, che pure auspico che in qualche modo si riprendano tradizioni del Regno delle due Sicilie, non escluderei che, quando si farà il centro a Palermo, potrà avere una direzione. Tuttavia, insisto a dire che stiamo discutendo di un centro già esistente che deve ottenere un completamento e un potenziamento rispetto ad un altro che auspico nasca al più presto.

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 13.0.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Alcuni senatori dell'opposizione protestano per la presenza di luci accese sui banchi della maggioranza cui non corrisponderebbero senatori).

 

Onorevoli colleghi, per cortesia, se ci sono cose da segnalare in tutte le direzioni la Presidenza ha intenzione di far rispettare il voto nominale.

Dove è la scheda in più? Senatore Barbato, lei vota laggiù?

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, chiuda la votazione! (Vivaci proteste dai banchi della maggioranza. Richiami del Presidente).

 

PRESIDENTE. Per cortesia, qui si crea una situazione di confusione che non permette una votazione regolare. Onorevoli colleghi, abbiamo già chiarito che nell'ultima fila in alto a destra c'è il senatore Storace: quindi, questo problema l'abbiamo eliminato. (Proteste dai banchi della maggioranza). Accanto al senatore Massidda chi c'è? Ecco, è entrato ora. Però forse non c'era. Dichiaro chiusa la votazione. (Il senatore segretario indica una postazione vuota accanto al senatore Bulgarelli. Proteste dei senatori Castelli, Ferrara e Giuliano).

 

MORANDO (Ulivo). Bisogna stare seduti al proprio posto per votare.

 

PRESIDENTE. Il Senato approva. (v. Allegato B). (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

FERRARA (FI). 157 a 156. Per un voto. Vergogna! (Proteste dai banchi dell'opposizione. Alcuni senatori fanno notare che al banco del Governo è assente il ministro Mastella, che invece risulta aver votato).

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Presidenza è intervenuta su tutte le segnalazioni: questa non è arrivata in tempo utile; me ne dispiaccio profondamente. Chiedo che venga estratta la tessera del ministro Mastella. (Reiterate proteste dai banchi dell'opposizione). Questo non vi permetto di dirlo!

Sottolineo che io ho fatto estrarre le tessere che mi sono state indicate dai senatori segretari. Non mi è stata indicata alcuna tessera sui banchi del Governo, altrimenti... (Vivaci commenti dai banchi dell'opposizione). La segnalazione mi è stata fatta dopo che avevo chiuso la votazione.

 

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCHIFANI (FI). Signor Presidente, abbiamo preso atto del ritorno tra i banchi del Governo del ministro Mastella, che salutiamo. Mi appello, però, al senso istituzionale del ministro Mastella per invitarlo, visto che risulta votante mentre in effetti non era in Aula, a riconoscere questo dato. Invito la Presidenza, alla luce dell'eventuale chiarimento del ministro Mastella, a ripetere la votazione.

Signor Presidente, può succedere qualche incidente di percorso, ma quando viene fatto votare un componente del Governo che non è in Aula, credo che ne pianga la democrazia parlamentare. Pertanto, mi auguro che il dato storico sbagliato di una rappresentazione di quest'Aula del Parlamento, dove esponenti del Governo votano mentre non sono in Aula, venga corretto con un chiarimento ed una ripetizione della votazione. (Applausi dal Gruppo FI).

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Grazie, signor Presidente.

Lei sa, senatore Schifani, sa che in questo periodo sono costretto a difendermi da diverse schifezze. Debbo dire, però, con molta obiettività, chiamando a riscontro le immagini fotografiche, che prima ho votato e poi sono uscito per andare in bagno. Lo dico per essere chiaro.

Poiché ritengo vi siano elementi che possano provarlo, ribadisco che ho votato e poi sono uscito. Mi creda, senatore Schifani: io ho votato, poi sono uscito. Se lei invece sostiene che uno debba stare al proprio posto anche dopo aver votato, allora le dico che io non c'ero; ma - ripeto in piena coscienza - ho votato. Chiamo a riscontro, quindi, gli elementi tecnocratici e burocratici perché si confermi questo fatto. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut e Misto-Pop-Udeur).

 

PRESIDENTE. Senatori, la questione è delicata e seria.

 

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Presidente, il ministro Mastella ha trovato, o ha creduto di trovare, una soluzione alla questione della sua assenza, ma è del tutto evidente che non è possibile votare e andare via. Questo è un dato ineludibile del Senato. I senatori votano quando sono presenti; non si vota né a rate né per procura..

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Ho votato io!

 

CASTELLI (LNP). Il Ministro non c'era. Io le ho segnalato, Presidente, che il Ministro era assente. Lei ha guardato i banchi del Governo, ha verificato che non c'era e poi ha chiuso la votazione. Non si fa così, signor Presidente!

 

PRESIDENTE. Senatore Castelli, questo non glielo permetto, perché non è vero! Non ho guardato i banchi del Governo, altrimenti avrei fatto rimuovere la scheda. L'avrei fatta rimuovere per primo al Ministro.

 

CASTELLI (LNP). Mi appello alla registrazione. Lei dovrebbe vedersi mentre china lo sguardo in direzione dei banchi del Governo. Chiedo che ci sia un giurì d'onore su tale questione, signor Presidente. (Proteste dai banchi della maggioranza).

Lei ha abbassato lo sguardo verso i banchi del Governo, ha preso atto che il Ministro non c'era e ha chiuso la votazione. La sfido su questo e sono pronto a chiederle scusa se avrò torto.

 

PRESIDENTE. Si prepari a chiedermi scusa.

 

NANIA (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

NANIA (AN). Presidente, non ho alcuna difficoltà a riconoscere che lei guida i lavori di quest'Aula con molto garbo e con molta attenzione. Però in questo momento siamo in una situazione molto delicata, perché in Aula su ciascun emendamento si perde o si vince per un voto.

Com'è ovvio, la giustificazione del ministro Mastella non ha alcun senso; se la accettassimo per modificare la scelta di voto, significherebbe che ciascuno di noi si può alzare e spiegare perché c'era o perché non c'era.

Resta però un fatto: nella votazione precedente, con il tempo perso per dichiarare chiusa la votazione, sono entrati parecchi parlamentari. Ne cito due, tra gli altri: i senatori D'Amico e Bordon. (Proteste dai banchi della maggioranza).

 

PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

 

NANIA (AN). Il punto del ragionamento è che in un momento come questo è importante più per la maggioranza esserci, per non essere battuta, che per l'opposizione tentare di fare il pianista. A mio avviso, qualunque ritardo che lei agevola nel ritenere chiuso il voto, di fatto, altera quello che in quel momento può essere il risultato finale, come, ad esempio, è avvenuto poco fa.

Pertanto, la voglio pregare da questo punto di vista di avvertire preliminarmente, se lei lo ritiene, tutti i parlamentari ad essere attenti al voto che si sta per esprimere e a chiudere la votazione il più presto possibile. Diversamente, lei agevola la maggioranza e, certamente nel caso di specie, non l'opposizione.

 

PALMA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PALMA (FI). Volevo fare solo una considerazione. È pacifico che l'emendamento di prima è stato approvato per un voto; sostanzialmente per quel voto che il ministro Mastella ha testé affermato di avere espresso, per poi allontanarsi e rientrare in Aula una volta... (Brusìo). Presidente, mi scusi, non capisco perché debbo essere disturbato da alcuni esponenti dell'opposizione; chiedo scusa, della maggioranza; ragionavo al futuro.

Il ministro Mastella è rientrato dopo che era stata dichiarata chiusa la votazione. In assenza di quel voto, Presidente, quell'emendamento non sarebbe passato e per l'ennesima volta oggi la maggioranza sarebbe andata sotto.

Ma non è questo il problema, signor Presidente. Volevo rappresentarle che ieri, nel corso di una votazione, ho espresso il voto, sono uscito e, in ragione di un'evidente e ridotta mobilità rispetto al ministro Mastella, non ho fatto in tempo a riposizionarmi per confermare l'espressione del voto. In ragione di tutto questo, in una situazione analoga la Presidenza - immagino su invito del solerte amico e segretario di Presidenza, senatore Ladu - ha imposto al senatore Mauro di estrarre la mia scheda. Presidente, siamo in presenza di una evidente disparità di trattamento a fronte di situazioni analoghe. (Applausi dai Gruppi FI e AN). Ciò credo possa essere comprensibile in ragione della diversità delle Presidenze. Faccio altresì presente di avere già sollevato in passato questo problema quando, in riferimento ad un emendamento bocciato dall'Aula, il presidente Marini ha inteso far ripetere il voto e il giorno dopo il vice presidente Angius, che era Presidente, non ha adottato uguale provvedimento in una situazione analoga.

Tutti quanti noi sappiamo qual è la situazione politica che sta vivendo il Governo e - ahimè! - per converso e non indirettamente anche il Paese. Vi è la necessità di una uniformità di comportamento. Indipendentemente da tutto, vi è la necessità di salvaguardare l'istituzione che ella in questo momento rappresenta. Consenta a me, come senatore della Repubblica, di manifestare il mio più profondo rammarico per questa disparità di trattamento che ha caratterizzato le decisioni della Presidenza e che per la seconda volta, senza che lei, Presidente, ne abbia colpa alcuna, ha oggettivamente favorito la maggioranza riscaldando quel brodino di cui ha avuto modo di parlare il Presidente della Camera in una sua intervista. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

 

FRANCO Paolo (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCO Paolo (LNP). Presidente, avendo lei ritenuto valida la votazione nonostante le precisazioni del ministro Mastella, il quale ha dichiarato di aver votato e di essere uscito dall'Aula, credo abbia aperto le porte (ed è quello che noi faremo) ad una possibilità - direi un vulnus proprio nel comportamento - nel momento del voto da parte dei senatori del seguente tipo: in sostanza, posso votare, allontanarmi dall'Aula e il mio voto rimane valido. Signor Presidente, questo comporta naturalmente (Applausi dai Gruppi LNP e FI), che noi faremo ciò e successivamente la Presidenza e i senatori segretari non potranno certo togliere le schede nel momento in cui, avendo votato regolarmente prima della nostra uscita dall'Aula, rappresenteranno un voto in un senso o nell'altro rispetto a quanto siamo stati chiamati a votare.

Credo sia molto grave che lei non abbia fatto togliere, nonostante l'appello del presidente Castelli, la scheda del ministro Mastella, e altrettanto molto grave è che lei abbia accettato le giustificazioni che sono state addotte. Quindi, nel prossimo futuro il comportamento mio, quando lo riterrò opportuno, e quello dei colleghi sarà di votare e di allontanarsi. Dico ai senatori segretari e alla Presidenza: guai a chi tocca la mia scheda. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

PIGLIONICA (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIGLIONICA (Ulivo). Presidente, mi aggiungo alle tante vestali della legalità che sono apparse in quest'Aula, tutte vergini che vedono violata la loro legalità.

Mi permetto, da una postazione privilegiata - sono quello che sta, come tanti, più in alto di tutti - di rammentare che due senatori del centro-destra sono entrati in Aula dopo la votazione. Siccome il senatore Mantovano è persona d'onore, certamente riconoscerà di essere entrato, come sono entrati un po' prima i senatori Bordon e D'Amico. La differenza è che per i senatori Bordon e D'Amico si è atteso che entrassero perché Dini ed altri votassero mentre, quando sono entrati gli altri due senatori, non vi era alcun problema in quanto il voto era stato già espresso da chi era presente in Aula.

Poiché in questa sede sono moltissime le vestali della legalità, mi permetto di farmi vestale della verità. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

 

 

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, nella fattispecie stavamo votando un emendamento presentato dalla Commissione che non aveva un grande rilievo politico, però è evidente che, con riferimento alle centinaia di votazioni che si sono svolte, si stanno svolgendo e si svolgeranno sugli emendamenti relativi al decreto-legge in esame, alcune votazioni hanno un significato politico rilevante. Non tutte, ma almeno alcune sì.

Poco fa, ad esempio, si è svolta una votazione relativa alla vicenda del ponte sullo Stretto di Messina che aveva un importante rilievo politico, anche se il Governo si era rimesso all'Aula. Tuttavia, era una remissione che già di per sé rappresentava un fatto politico significativo nel rapporto tra Governo e maggioranza.

La scoperta che si fa quotidianamente, insieme a tutti gli organi di informazione, del fatto che al Senato la maggioranza, ove ci sia, ha un voto o due in più dell'opposizione, mi sembra la scoperta della cosiddetta acqua calda e ciò accade tutti i giorni. Tuttavia, ciò di per sé non guasterebbe. Ma non può più essere tollerato che, ad un anno di distanza da quando si è determinata questa situazione, cioè che il Governo al Senato ha una maggioranza - se c'è - di un voto o due, bisogna garantire ai cittadini, se si deve determinare dopo un voto del Senato una qualche conseguenza politica significativa, che quel voto è stato espresso dai senatori, ciascuno per sé, non tanto perché questo elemento interessi la maggioranza o l'opposizione, ma perché è la sostanza della battaglia politica.

Questa soluzione è determinabile con un'operazione di carattere tecnico-elettronico nel giro di mezza giornata. Trovo incredibile che dopo più di un anno dalle elezioni si sia ancora qui a litigare per decidere se un collega era presente o no. Pur in presenza di una situazione in cui i voti determinano conseguenze politiche di portata generale per il Paese, non si è capaci di attribuire ad ogni senatore, una volta per tutte, una postazione di voto. È una vergogna per il Senato della Repubblica che ogni volta si ripeta una scena del genere.

A prescindere da chi porta la responsabilità per una manchevolezza del genere, anche se credo che da questo punto di vista ogni senatore sia responsabile, si dovrebbe arrivare ad una riflessione compiuta e, una volta per tutte, porre rimedio al problema nel giro di poche ore.

Signor Presidente, in attesa di questa banale soluzione, ritengo che i Presidenti di turno per dichiarare conclusa la votazione, quando essa si preannuncia a seguito delle dichiarazioni di voto - e quindi è noto quando l'Aula è pacificamente unanime o quasi e quando invece si vota sulla base di una contrapposizione - foriera di una contrapposizione che può determinare una vittoria o una sconfitta per un voto, debbano pretendere che tutti i senatori, nessuno escluso, rimangano seduti. (Applausi dal Gruppo Ulivo). Non si può restare in piedi mentre si vota perché ciò significa inesorabilmente occultare un voto illegale espresso dietro. Questo succede nel centro-sinistra e nel centro-destra.

Se il Presidente di turno non decide che tutti devono essere seduti prima di proclamare il voto e non fa il controllo relativo, non se ne viene a capo in nessun modo. Una volta avrà ragione l'uno, un'altra volta l'altro, ma sarà comunque una scena indecente. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

 

PRESIDENTE. Prima di proseguire nel dibattito e di dare la parola agli altrisenatori che lo hanno chiesto, trattandosi di una questione che vede in discussione il meccanismo di voto e anche l'atteggiamento della Presidenza, vorrei ricordare, in risposta all'intervento del senatore Morando, che martedì della prossima settimana avrà luogo un'apposita riunione della Conferenza dei Capigruppo nella quale si dovrebbe definire la questione secondo quanto era già stato deciso un anno fa, vale a dire di prevedere un posto per ciascun senatore in modo da rendere più semplici le operazioni di voto.

 

VEGAS (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Presidente, la questione non è se votare in piedi o seduti, il problema è un altro. (Commenti dal Gruppo Ulivo). Il fatto è che il ministro Mastella, con l'onestà intellettuale che tutti gli riconoscono, ha ammesso di avere votato e di essersi allontanato. (Proteste dal Gruppo Ulivo). E questo voto è stato decisivo per l'approvazione di un emendamento che altrimenti non sarebbe stato approvato.

Poiché il Senato in altri casi ha adottato una prassi diversa, credo non si possa procedere nell'esame di questo provvedimento, se non si chiarisce questo punto, dati i risicati limiti che ci sono fra la maggioranza e l'opposizione. Pertanto, le chiedo formalmente, Presidente, di riunire immediatamente la Giunta per il Regolamento, affinché si pronunci sull'argomento. A quel punto, potremo proseguire i nostri lavori. (Commenti dai Gruppi Ulivo e IU-Verdi-Com).

 

SILVESTRI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SILVESTRI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, durante la crisi dell'Impero romano d'Oriente, i saggi a Bisanzio discettavano sul sesso degli angeli. Noi saggi discettiamo invece sui tempi delle necessità biologiche del ministro Mastella. Scusate, ma mi pare che sia il segno dei tempi.

Nell'esprimere solidarietà al Ministro, voglio considerare la questione da un punto di vista positivo: forse non è vero che il Senato non lavora, visto che non si ha neanche il tempo di andare in bagno.

 

RANIERI (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RANIERI (Ulivo). Mi associo a quanto detto dal senatore Morando. In attesa della risolutiva riunione di martedì, per il proseguimento dei lavori di oggi, deve farsi valere una regola che è ovvia: non vale nessun voto, se non c'è una persona seduta o presente fisicamente dietro la luce che dimostra l'espressione del voto. Questo è l'unico modo con cui oggi possiamo tranquillamente concludere i lavori.

 

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo in modo di non trovare soluzioni ancora più rabberciate.

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Presidente, attendo una risposta da parte sua.

Abbiamo sentito poco fa parlare anche di solidarietà al Ministro. Capisco che la maggioranza tenga al posto fisso del ministro Mastella, però non risolveremo il problema con i posti fissi, perché il ministro Mastella si è alzato. (Il Presidente conversa con il senatore Sodano). Presidente, la prego di ascoltare; aspetto che lei finisca di parlare con il senatore Sodano, perché voglio porle una questione precisa.

 

PRESIDENTE. Prego.

 

STORACE (Misto-LD). Il senatore Paolo Franco ha posto una questione che è centrale. Lei ha stabilito un precedente: un senatore, che fa il Ministro, si alza e va a parlare al telefono con qualcuno della sua compagnia (non credo con De Magistris o con Michele Santoro), poi torna in Aula eppure quel voto è valido. Se lei fa passare questo precedente, si annullerà ogni controllo sui cosiddetti pianisti, perché ciascuno di noi potrà votare per gli altri e uscire dall'Aula. Così lei non potrà mai controllare come si vota.

Quella votazione non è valida, caro Presidente. È chiaro che se adesso lei fa votare di nuovo, probabilmente l'emendamento verrà approvato, ma lei avrebbe dovuto sentire il dovere di sanare questa grave situazione.

Penso che abbia ragione anche il senatore Castelli nel sollecitare il giurì d'onore. Ero al fianco del senatore Castelli, quando le indicava la scheda del ministro Mastella. Lei non ha voluto guardare dove le indicava il presidente Castelli e questo è molto grave da parte di chi presiede l'Aula. (Applausi dai Gruppi Misto-LD, FI e LNP).

 

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCHIFANI (FI). Innanzitutto, prendo atto delle parole del ministro Mastella e gli credo. Egli dichiara di aver votato e di essersi poi allontanato, non ho motivo per non credere alle parole del Ministro, persona che tra l'altro stimo.

Comunque, il ministro Mastella, con la sua onestà, ha aperto un tema, che lei, signor Presidente dovrebbe sottoporre alla Giunta e cioè che, perché un voto sia valido, occorre, al di là dell'espressione del voto, anche la presenza del senatore in Aula al momento in cui viene chiusa la votazione; oppure si può passare dall'Aula, ammaccare un bottone e andare alla buvette, considerando che il proprio voto è validamente dato?

Questo è il tema che poniamo. Signor Presidente, riconosciamo che in tutte le votazioni sono state sottratte delle schede dove si manifestava un'espressione di voto perché non si individuava all'interno dell'emiciclo la presenza del senatore. Quante schede sono state sequestrate proprio perché si è riscontrata l'assenza materiale del parlamentare al quale corrispondeva la scheda?

Per quanto riguarda un altro aspetto, vorrei rifarmi all'intervento accorato e responsabile del presidente Morando. Il presidente Morando ha posto il tema dell'assegnazione dei posti. Ce ne occuperemo, però, per cortesia, di cosa stiamo parlando? Abbiamo preso atto che oggi in questa Aula la maggioranza è andata sotto, non per episodi banali di pianismo, non per episodi di voti espressi da senatori che non erano in Aula, ma soltanto perché pezzi della maggioranza hanno votato significativamente con l'opposizione. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

Questo è il dato politico che emerge questa mattina di cui il Governo e la maggioranza si deve fare carico. Non si tratta dell'assegnazione dei posti. Non è un problema di ambulantismo senatoriale, chi c'è vota e chi non c'è vota lo stesso. Il tema che oggi sta esplodendo in questa Aula in tutta la sua evidenza è il seguente: non c'è più una maggioranza politica per il semplice motivo che su temi significativi vi siete dilaniati, vi siete divisi e vi siete spaccati. (Applausi dai Gruppi FI, AN e LNP).

 

PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto sono state fatte diverse valutazioni. Devo dire francamente, in uno spirito che credo possiate capire, che mi hanno colpito non già le valutazioni su un possibile errore della Presidenza, che ovviamente è sempre in agguato, ma quelle sulla sua cattiva fede, che non posso accettare. Ho dimostrato in quest'anno di attività che, per quanto possibile, ho cercato di non guardare ad una parte politica o all'altra.

 

PIROVANO (LNP). Come Scalfaro!

 

PRESIDENTE. Anzi, avendo fatto il parlamentare con l'allora presidente della Camera, Leonilde Iotti, cerco sempre di guardare alla parte politica da cui provengo con maggiore attenzione che alla parte destra di questo Senato. Non ho visto la segnalazione relativa al ministro Mastella. Non l'ho vista e ho interpretato le segnalazioni che venivano fatte come analoghe a quelle già fatte nel corso della precedente votazione per farla chiudere. Anche a me risulta che nell'Aula entrano senatori nel corso della votazione, quindi è chiaro che se la votazione si chiude più tardi si può favorire una parte o l'altra.

Devo anche dire al senatore Nania che ho chiuso la votazione in tempi un po' differiti perché i senatori segretari, facendo il loro lavoro, quindi non è loro responsabilità, mi avevano segnalato dei casi che dovevano essere valutati. Da questo punto di vista, mi sembra che la questione sia chiara e non ho intenzione di accettare alcuna valutazione di disparità di trattamento, perché anch'io ieri ho assistito alla vicenda che ha riguardato il senatore Palma.

Voglio anche ripetere al senatore Schifani, che ha usato una sorta di paradosso, che non c'è dubbio che l'espressione del voto possa avvenire solo in presenza del senatore o della senatrice in Aula. Questo non è un luogo di passaggio dove uno vota e poi va a fare telefonate, va alla buvette o anche a svolgere altri compiti.

Per questi motivi, tenendo conto delle dichiarazioni del ministro Mastella, sull'onestà delle quali mi sembra abbia preso atto l'intera Aula, e volendo in questo modo ripetere, con un gesto importante e anche un po' irrituale, che il voto si esprime solo in presenza del senatore e della senatrice, annullo il voto precedente e dichiaro nuovamente aperta la votazione. (Applausi dai Gruppi FI, AN e LNP).

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, trovo rispettabile la sua decisione che, pur non condividendo, accettiamo.

Tuttavia, Presidente, lei ricorderà che il risultato della votazione è stato 157 e 156 ed in quel momento, come tutti hanno riconosciuto, i senatori della maggioranza erano effettivamente 157: capisco, comunque, che poi lei chieda che i senatori siano presenti anche al momento della chiusura della votazione.

Volevo segnalare alla Presidenza che in questo preciso momento il collega Zavoli è dovuto uscire dall'Aula, perché gli scorreva il sangue dal naso: chiedo, quindi, quindici minuti di sospensione. (Commenti dai banchi dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. Scusatemi, colleghi, perché la questione è delicata. Non c'è Edmondo De Amicis, come qualcuno ha detto: c'è un fatto che mi è stato segnalato dal collega Antonio Boccia. Tuttavia, se accettassi la richiesta del senatore Boccia, pur legittima e molto civile, dovrei fermare poi la votazione tutte le volte che si ripresentasse il caso di un malato. Pertanto, pur capendo ed apprezzando le valutazioni espresse dal senatore Boccia, non posso aderire alla sua richiesta.

È per questo che indico nuovamente la votazione dell'emendamento 13.0.700, invitando tutti i colleghi a rimanere seduti e al proprio posto, perché non voglio che si creino altre questioni in Aula: mi sembrerebbe molto disdicevole. Invito anche il senatore questore Comincioli a sedersi.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, avevo chiesto anche prima di poter intervenire.

 

PRESIDENTE. Senatore Barbato, su tale questione anche altri colleghi avrebbero voluto intervenire, ma non l'ho permesso, e la stessa cosa devo fare, dunque, anche con lei.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Presidente, è sufficiente che lei mi dica se posso parlare.

 

PRESIDENTE. Prego, senatore.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). La ringrazio, Presidente.

 

PRESIDENTE. Passiamo nuovamente alla votazione dell'emendamento 13.0.700, su cui precedentemente il senatore Carrara aveva avanzato la richiesta di votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto nuovamente la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 13.0.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai banchi della maggioranza).

Per cortesia, colleghi!

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, prima non mi ha fatto parlare, ma la sua posizione è stata eccessivamente accomodante. Come vede, poi, il risultato è stato quello che è stato.

Si è disquisito troppo sulla questione del voto, mentre la realtà sostanziale è un'altra: il ministro Mastella...

 

PRESIDENTE. Senatore, per cortesia, questa discussione l'abbiamo già fatta!

Passiamo all'esame dell'articolo 14, sul quale sono stati presentati emendamenti che s'intendono illustrati e su cui invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è favorevole.

 

BUCCICO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BUCCICO (AN). Presidente, essendo io un senatore che non si muove mai dal suo posto, voglio esprimere a titolo personale il mio apprezzamento per la serietà con la quale ella conduce i lavori dell'Assemblea.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.1000.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 14.1000, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.0.900.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco, pertanto, la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 14.0.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 15 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

QUAGLIARIELLO (FI). Signor Presidente, l'emendamento 15.1 tende a eliminare il gioco delle tre carte e a dare potere al Parlamento. Nell'ultimo anno abbiamo assistito a una sorta di contrattazione permanente e, molto spesso, il Parlamento ha dovuto esprimersi su accordi sottoscritti dall'ARAN con i sindacati nel momento in cui non solo quegli accordi erano stati già stipulati, ma le risorse erano state in gran parte spese.

Dunque, per usare un'espressione del linguaggio popolare, la questione è stata portata alla nostra attenzione «a babbo morto», cioè quando qualsiasi tipo di provvedimento e di deliberazione avessimo assunto non avrebbe avuto alcun significato effettivo.

Con questo emendamento, noi chiediamo semplicemente che il lavoro dell'ARAN sia svolto su risorse effettivamente stanziate in finanziaria e, qualora vi siano accordi aggiuntivi, che questi avvengano nel momento in cui le risorse sono state reperite. Dal punto di vista metodologico, è un emendamento che segna non la centralità, forse, ma la dignità del Parlamento rispetto a una materia che, altrimenti, ci vedrebbe non comprimari ma semplici spettatori impotenti.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, vorrei invitare cortesemente il relatore e il Governo a riflettere sull'emendamento 15.0.2 che, in Commissione, è stato bocciato perché mancante di copertura finanziaria. Infatti, così non è perché questa proposta emendativa è relativa all'assunzione di dirigenti già assunti in seguito a provvedimenti dei giudici del lavoro e risultati idonei al concorso per dirigenti del Ministero della giustizia, bandito con un provvedimento del Direttore generale del Ministero della giustizia il 13 giugno 1997.

Peraltro, l'emendamento non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, in quanto i dirigenti di cui in premessa già prestano servizio presso gli uffici giudiziari in forza di provvedimenti cautelari; anzi, porta un risparmio di spese da parte del Ministero della giustizia, in quanto l'inquadramento in via definitiva farebbe venir meno il contenzioso, con evidente risparmio per il bilancio dello Stato.

 

BACCINI (UDC). Signor Presidente, l'ordine del giorno G15.100 intende aiutare la soluzione di un problema che ormai nella pubblica amministrazione costituisce un fondamentale principio di diritto.

Vorrei sottolineare che vi sono circa 7.500 dipendenti pubblici a tempo indeterminato, assunti con regolare concorso, che sono comandati nella pubblica amministrazione e ricoprono ruoli ormai fondamentali, strutturali negli uffici, per il buon andamento della pubblica amministrazione. Si tratta di 7.500 persone che ormai da molti anni, Presidente, sono costrette a non essere inquadrate, ad essere soltanto comandate; quindi, l'ordine del giorno - non abbiamo voluto presentare un emendamento per non caratterizzare questo intervento - vuole impegnare il Governo a studiare una soluzione, che noi immaginiamo sia quella di regolamentare e regolarizzare queste 7.500 persone, ormai da anni in giro per la pubblica amministrazione. Non c'è una un'aggiunta di spesa; significa solo, nelle more e nei regolamenti, dell'opportunità di dare un futuro strutturale e consentire a chi già lavora in quegli uffici di potervi rimanere.

 

PRESIDENTE. Colleghi, rispetto al dibattito mi atterrei agli orientamenti non contestati del mio predecessore; quindi, vi prego di svolgere interventi molto brevi in modo da poter raggiungere un risultato apprezzabile nella votazione del provvedimento.

Invito dunque il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento 15.1, il parere è contrario, ma le chiedo di concedermi qualche minuto per motivarlo. Il presentatore, senatore Quagliariello, ha detto che c'è una sorta di gioco delle tre carte e dice che bisogna restituire potere al Parlamento perché il Parlamento non sarebbe nelle condizioni di esercitare il potere di indirizzo e di decisione.

In questo caso si tratta, appunto, delle procedure relative ai contratti della pubblica amministrazione. Sappiamo tutti che, di solito, la procedura è questa: il Governo inserisce in finanziaria almeno la copertura relativa alla vacanza contrattuale e questo è ciò che si è verificato negli anni scorsi e anche quest'anno con la finanziaria; in un secondo momento, si apre la trattativa con le parti interessate e si stipula un accordo, che non diventa operativo sul piano finanziario immediatamente, ma solo quando la finanziaria prevede la copertura, cioè quando vengono previsti in finanziaria i soldi per renderlo operativo.

Quindi, il Parlamento non è bypassato: il Parlamento esercita il suo potere di decisione al riguardo. A me questo sembra pertanto un emendamento che potrebbe benissimo essere ritirato, perché non porta modifiche sostanziali alle procedure che di solito vengono adottate. In ogni caso, se non viene ritirato, il parere è contrario. Mi rimetto al Governo sull'emendamento 15.0.2. Ritengo, infine, che l'ordine del giorno G15.100 possa essere accolto come raccomandazione.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore sull'emendamento 15.1. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 15.0.2. Sull'ordine del giorno presentato dal senatore Baccini devo purtroppo esprimere parere contrario, perché alla luce della riorganizzazione complessiva dei Ministeri non possiamo prevedere che i comandati restino negli stessi uffici: bisognerà esaminare le piante organiche che andremo a definire. Mi sembra troppo vincolante.

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, ieri mattina avevo a disposizione il fascicolo n. 1 degli emendamenti. Oggi, ricontrollando il fascicolo n. 2, mi sono reso conto che ieri, purtroppo per un mio errore materiale, quando ho annunciato il ritiro degli emendamenti di Alleanza Nazionale, ho confuso il 14.06 con il 31.502, a causa delle varie edizioni dei fascicoli che si sono succedute. La pregherei, quindi, di considerare ritirato l'emendamento 31.502 ed in vita la proposta modificativa 14.06.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 15.1, presentato dai senatori Quagliariello e Ferrara.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Però mettiamoci d'accordo, se in fase di votazione si debba attendere o no che i senatori entrati in Aula procedano al voto: penso che chi entra in Aula abbia diritto di votare e quindi sia opportuno attendere che proceda al voto. (Il senatore Garraffa indica i banchi dell'opposizione per segnalare una irregolarità). Guardate, prima si è svolta una discussione in quanto erano assenti dei senatori. Quindi, per cortesia, rimanete al vostro posto. Capisco che si tratta di molte votazioni.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.0.2.

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, intervengo su un emendamento che mi ha un po' incuriosito e spero non incuriosisca tutti i cronisti che si occupano di antipolitica.

Nella piena legittimità del suo ruolo, il senatore Barbato ha illustrato l'emendamento 15.0.2 dicendo che era stato respinto in Commissione (immagino per qualche motivazione); poi, qui, come se non fosse accaduto nulla, il Governo ha espresso su di esso parere favorevole ed il relatore si è rimesso all'Assemblea. Nessuno ci ha spiegato perché fosse stato respinto in Commissione. È uno dei pochissimi emendamenti (se non l'unico) presentati da un parlamentare della maggioranza che, peraltro, appartiene ad un Gruppo che ogni giorno dice al Governo quello che deve fare, minacciandone una caduta che tanto non avviene mai.

Questo emendamento, signor Presidente, propone di inquadrare per legge 23 dirigenti del Dicastero della giustizia, retto da un Ministro che, oltre a trasferire magistrati, adesso vuole anche assumere dirigenti. Secondo quanto affermato nell'emendamento, queste persone, se hanno dei diritti, non li possono esercitare in sede giudiziaria perché il Ministero della giustizia le ricatta dicendo: o rinunciate al contenzioso giudiziario, o non vi assumo.

Cosa dobbiamo credere in questo Paese? Ad una giustizia che funziona? Perché il Ministero della giustizia condiziona un'assunzione di 23 persone alla rinuncia del ricorso alla sede giudiziaria?

Credo che questo emendamento sia emblematico, oltre che profondamente sbagliato, e getti, signori rappresentanti del Governo, una luce fosca su questa manovra. Non credo sia possibile accettare una impostazione del genere. (Applausi dal Gruppo Misto-LD).

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 15.0.2, presentato dal senatore Barbato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). (Applausi dal Gruppo Misto-LD).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

CICCANTI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CICCANTI (UDC). Signor Presidente, sull'ordine del giorno G15.100 il relatore si è rimesso al parere del Governo e il Sottosegretario ha sostenuto che la stabilizzazione riguarda il posto di lavoro dove attualmente vengono svolte le funzioni. Ciò non corrisponde al vero: se si legge bene il testo, l'ordine del giorno non chiede questo, ma dà mandato al Governo di decidere come stabilizzare.

Pregherei pertanto il sottosegretario Lettieri di rivedere l'orientamento già espresso, perché i problemi posti non esistono.

 

PRESIDENTE. Signor Sottosegretario, intende aggiungere qualcosa?

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, confermo l'orientamento già espresso.

 

 

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Vorrei semplicemente far riflettere il Governo sul fatto che il relatore non aveva detto di essere favorevole all'ordine del giorno, che propone la stabilizzazione di certi rapporti di lavoro nella pubblica amministrazione, ma di essere incline a suggerire al Governo di accogliere quest'ordine del giorno come raccomandazione. Lei sa, e non devo spiegarla all'Aula, qual è la differenza.

A mio parere, le rigidità menzionate dal Governo nell'ordine del giorno sono presenti e lo rendono non accoglibile; invece, come raccomandazione si supererebbe questo elemento di rigidità e non capisco perché il Governo non dovrebbe accoglierlo, lo ripeto, come raccomandazione.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ringrazio il presidente Morando per il suggerimento e accolgo l'ordine del giorno come raccomandazione.

 

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insiste per la votazione dell'ordine del giorno G15.100.

 

BACCINI. Sì, signor Presidente. Chiedo la votazione con il sistema elettronico.

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Signor Presidente, mi scusi se insisto, ma credo che il richiamo al Regolamento abbia la precedenza su tutto. Ho davanti a me il calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 17 ottobre-14 novembre, così come deliberato dalla Conferenza dei Capigruppo il 17 ottobre. È stato comunicato che per quanto riguarda il provvedimento in questione i tempi sono contingentati. Ho qui i tempi assegnati a ciascun Gruppo. Ora, non vorrei sbagliarmi e mi spiace di sollevare la questione; evidentemente, il tempo dei Gruppi non dipende solo dall'attuale Presidente, ma è il risultato di quanto si è consumato nell'arco dei due giorni, ma vorrei sapere se i Gruppi hanno ancora del tempo per argomentare, illustrare gli emendamenti e svolgere dichiarazioni di voto e quale sia, in modo specifico, la situazione Gruppo per Gruppo. Vorrei capire se, in sostanza, i tempi sono esauriti.

 

PRESIDENTE. Ho qui i residui dei tempi per ciascun Gruppo. Quindi, ci sono residui per articolare una discussione. Ovviamente terrò conto dell'indicazione della Presidenza espressa nella prima parte della seduta e della necessità di armonizzare la discussione - cosa che compete alla Presidenza - concedendo uno spazio relativamente breve ad ogni intervento.

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Vorrei sapere se i tempi sono esauriti o se, invece, ci sono ancora.

 

PRESIDENTE. Ci sono ancora tempi. Le farò avere la certificazione dei tempi residui per ciascun Gruppo.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Baccini, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'ordine del giorno G15.100, presentato dal senatore Baccini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 16 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 16, ad eccezione di quelli presentati dalla Commissione.

Gli emendamenti presentati tentano di anticipare la discussione già avviata sul cosiddetto disegno di legge di riforma Gentiloni. Queste proposte, quindi, avrebbero una migliore collocazione in quel provvedimento.

Segnalo, inoltre, che alcuni emendamenti, che poi sono diventati della Commissione, erano stati presentati dal Gruppo della Lega ed erano già stati approvati in Commissione cultura della Camera in sede di esame del citato disegno di legge Gentiloni.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 16.1, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Invito i colleghi a rimanere seduti e a votare ciascuno al proprio posto.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.3.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Onorevoli colleghi, per la regolarità del voto, dovete rimanere seduti al posto, che non è assegnato, ma si presume sia vostro.

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 16.3, presentato dal senatore Ciccanti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

(Proteste dai banchi dell'opposizione).

Onorevoli colleghi, per cortesia, è stata svolta una lunga discussione. Mi pare che ora il problema sia risolto.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.4.

 

STEFANI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma le raccomando di essere rapidissimo.

 

STEFANI (LNP). Signor Presidente, sarò telegrafico.

A volte penso che il relatore consideri soltanto la firma di chi presenta gli emendamenti, altrimenti non si capisce il motivo per cui possa esprimere parere contrario su un emendamento che tende ad anticipare la data prevista per la digitalizzazione in Italia. Voglio sottolineare che la Francia ha iniziato il processo molto più tardi di noi, ma ha indicato come obiettivo per la sua ultimazione il 2011 e già nel 2008 avrà gran parte del Paese coperto dal digitale.

Non capisco, quindi, perché si debba esprimere un parere contrario su un emendamento di questo tipo.

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Invito i colleghi a restare al proprio posto.

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 16.4, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.700.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 16.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). (Alcuni senatori dell'opposizione indicano che, per errore, un collega ha espresso un voto favorevole sull'emendamento 16.700).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Cosa succede?

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, l'emendamento 16.700 è stato approvato o no?

 

PRESIDENTE. Bisogna ripetere che «Il Senato non approva»?

Pensavo che i commenti fossero di giubilo; ho capito dopo che, invece, si stava indicando un errore commesso nella votazione. Ricordatevi, onorevoli colleghi, che errare è umano e capita a tutti!

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, credo che il dato sia oggettivo: tutti sanno che in Aula ci sono 157 colleghi della maggioranza e 156 dell'opposizione. Si è, però, registrato un problema - è la prima volta che accade dall'inizio della legislatura - nelle ultime due o tre votazioni. Ad esempio, poc'anzi il collega Ranieri ha regolarmente votato (anche i colleghi al suo fianco lo hanno visto votare), ma il suo voto non è risultato.

Presidente, in questa votazione c'è stato addirittura un collega dell'opposizione che ha sbagliato e per errore ha votato a favore. Quindi noi saremmo dovuti essere 158. Tutti i colleghi dichiarano di avere votato, Presidente. (Proteste dai banchi dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Presidente, aspetto il tabulato dal quale risulterà che due colleghi della maggioranza non hanno votato. Si alzeranno i due colleghi e diranno che non è vero. Loro hanno partecipato alla votazione, perché si sa che i numeri sono questi e ci troveremo in una situazione paradossale dove... (Proteste dai banchi dell'opposizione). A parte gli incidenti e le decisioni politiche, si aggiunge, Presidente, anche un sistema che ha dei problemi. Le chiederei almeno di far verificare il funzionamento del sistema. (Proteste dai banchi dell'opposizione).

Ci sono state tre votazioni in cui oggettivamente non c'è una rappresentazione.

 

PRESIDENTE. Scusate, colleghi. Francamente, non vorrei aprire un dibattito sul fatto indicato dal senatore Boccia. Abbiamo già fatto un lungo dibattito, di cui mi assumo la responsabilità, perché riguardava una decisione da prendere da parte della Presidenza.

È un anno e mezzo che ogni tanto - e di questo me ne rammarico, ovviamente - viene denunciato il fatto che si vota ma il voto non appare. Non è la prima volta, accade abbastanza frequentemente.

Facciamo verificare il sistema. Inoltre, se c'è un collega o una collega che vota e nota un malfunzionamento, lo segnali alla Presidenza, che bloccherà la votazione e ne farà verificare la causa. Qualche volta c'è un anche errore materiale da parte di chi vota. Il senatore questore Nieddu mi fa notare che non si tratta di qualche volta, ciò accade sempre (Brusìo).

Vi prego, colleghi perché questo provvedimento lo porteremo avanti nei tempi stabiliti, qualunque siano le votazioni.

 

STIFFONI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STIFFONI (LNP). Signor Presidente, non avrei chiesto la parola se non fosse intervenuto il collega Boccia. Ho visto chiaramente il collega di cui non ricordo il nome, con la cravatta rossa in secondo fila, che era al telefono e non ha fatto in tempo a votare. Si è poi meravigliato del fatto che una volta chiusa la votazione non abbia potuto votare. Ricordo al collega che anche quando si guida con il telefonino in macchina si perdono punti di patente. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Il senatore Boccia è uomo di esperienza e anche molto abile. Non solo oggi, ma anche nella giornata di ieri, dopo che la Presidenza aveva dichiarato aperta la votazione, ha chiesto la parola per cercare di rimediare a un disagio della sua maggioranza, rendendosi conto dal voto che si poteva andare sotto.

Ora siamo persino arrivati a sostenere che qui qualcuno trucca il voto. Mi pare un po' eccessivo fare questa considerazione. Il senatore Boccia prende la parola e chiede di verificare per perdere tempo, perché è evidente a tutti che la sua maggioranza è in un momento di crisi. È ovvio che «momento di crisi» è un eufemismo, perché questo momento dura da un anno e mezzo.

Questa è la verità, e allora vorrei pregare la Presidenza di non prestarsi a questo ostruzionismo surrettizio. Sicuramente dobbiamo dare atto dell'abilità del collega Boccia.

 

PRESIDENTE. Senatore Matteoli, quando si chiede la parola sull'ordine dei lavori si dà sempre, quindi da parte mia non c'è nessuna facilitazione per alcuno.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, intervengo soltanto per informare.

Capisco l'animosità di tutti qui accanitamente schierati, tra cui il sottoscritto, per il voto in più o il voto in meno. Vorrei solo far notare che tutti gli emendamenti della Commissione all'articolo 16, compresi quelli che stiamo per votare, sono emendamenti sì approvati dalla Commissione ma su testi proposti dall'opposizione.

Quindi, capisco tutto, ma attribuire un significato politico al fatto che un emendamento dell'opposizione accolto dalla Commissione non venga approvato dall'Aula è, come minimo, piuttosto ridicolo. Suggerirei di non impegnarci in questo tipo di esercizio. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com e SDSE).

Dunque, se l'opposizione conferma il suo orientamento favorevole su questi emendamenti, immagino che passeranno perché la maggioranza, che ha già votato a favore all'unanimità in Commissione, confermerà il suo voto. Se nel frattempo l'opposizione ha cambiato opinione su quegli emendamenti e non li sostiene più, pazienza non passeranno, ma non succede niente di politicamente rilevante.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, voglio soltanto rappresentarle che il senatore Boccia non ha tutti i torti perché, controllando a freddo, dal tabulato relativo all'ultima votazione il mio voto non risulta, mentre invece ho votato.

 

PRESIDENTE. D'accordo.

 

BIONDI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BIONDI (FI). Signor Presidente, non nascondo la mia grande ammirazione per il senatore Morando. Non la nascondo, però delle volte l'abilità è superiore agli effetti che intende produrre.

Lui è venuto a dire che se noi votiamo e la maggioranza no, la maggioranza avrebbe ugualmente il diritto di ritenere di non essere caduta. Ora la legge di gravità funziona anche per il senatore Morando che dunque non può immaginare che quando la sua maggioranza è in minoranza sarebbe in maggioranza lo stesso per un effetto traslativo. Capisco l'abilità però anche il funambulismo ha i suoi limiti. (Applausi dai Gruppi FI,AN e UDC).

 

MORANDO (Ulivo). È un testo vostro. (Il senatore Polledri fa cenno di volere intervenire).

 

PRESIDENTE. É già intervenuto il senatore Stiffoni, quindi non le posso dare la parola, come non posso darla al senatore Strano.

 

D'ONOFRIO (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ONOFRIO (UDC). Signor Presidente, non avrei chiesto di parlare se non fosse intervenuto il collega Morando prima.

Non è assolutamente vero che in Commissione sono stati approvati normalmente degli emendamenti dell'opposizione. Il caso politico sia dello Stretto di Messina, sia della scuola superiore c'è ed è clamoroso. Il senatore Morando non dica cose non vere.

Qualche emendamento della Commissione è dell'opposizione, ma questo rappresenta un caso politico e non è assolutamente vero che si tratti di un fatto normale. Oggi la maggioranza in quest'Aula è stata sconfitta velocemente e gravemente. (Applausi dai Gruppi UDC e FI).

 

Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, convocazione

 

PRESIDENTE. Annuncio ai colleghi e alle colleghe che la seduta terminerà alle ore 14 e che alle ore 15 è convocata la riunione dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, così avrete presente l'itinerario del vostro e nostro lavoro.

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819 (ore 13,25)

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.9.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 16.9, presentato dal senatore Stefani e da altri senatori.

Invitando cortesemente ognuno di voi a sedersi al proprio posto dichiaro aperta la votazione. Mettetevi seduti perché la regola vale per tutte le sedute non per una sola. Senatore Viceconte le dispiace mettersi seduto?

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.10.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, voglio rassicurare il senatore Morando che l'opposizione è ancora capace di intendere e di volere, per cui anche se comprendo i suggerimenti ancora sappiamo leggere.

Per questo motivo, a nome del mio Gruppo, sperando poi di interpretare anche le intenzioni degli altri Gruppi, voteremo a favore degli emendamenti 16.10 e 16.11 della Commissione, che derivano da una proposta comune dell'opposizione.

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 16.10, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.11.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 16.11, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Poiché non sono stati presentati emendamenti all'articolo 17 del decreto-legge, passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 18 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, con l'emendamento 18.550 si propone di intervenire, con un contributo per l'acquisto di veicoli nuovi a fronte della rottamazione di analoghi beni usati, per lo sviluppoe la crescita che può derivare al PIL nazionale, così come è avvenuto lo scorso anno e secondo quanto richiesto dall'Unione europea nella prospettiva del 2012.

L'emendamento 18.500 è particolarmente importante invece perché riguarda la proroga dell'aggiornamento dei dati relativi alle rendite catastali. Non mi soffermo sull'importanza di questa vicenda più volte richiamata in quest'Aula.

Con l'emendamento 18.2 pongo il problema di una salvaguardia rispetto a quanto sta accadendo con l'ICI. Migliaia e migliaia di contribuenti stanno ricevendo lettere da parte di amministrazioni comunali in cui, a seguito di una modifica delle rendite medesime, si arriva a chiedere fino a cinque anni di arretrati. Questa misura è particolarmente odiosa perché il beneficio che questo Governo prevede in favore dell'ICI viene assolutamente vanificato con una richiesta di tale portata.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Signor Presidente, l'emendamento in esame cerca di alleviare in maniera significativa la grave crisi di redditività che sta in questo momento interessando le imprese del settore della pesca del nostro Paese.

A lei e ai colleghi sarà noto che, dato l'atteggiamento remissivo e rinunciatario del Governo Prodi, a Bruxelles è stata approvata una riforma del settore della pesca mediterranea che introduce delle innovazioni fortemente penalizzanti per un settore in crisi di redditività. Aggiungo che l'aumento del prezzo del petrolio e dunque del gasolio determina una ulteriore crisi di redditività. Si sta parlando di migliaia di imprese artigianali costituite da gente povera e poverissima, che spesso vive anche al di sotto della soglia di sussistenza.

Credo che sia il caso di accogliere questo emendamento a seguito di una votazione bipartisan. Diversamente sarebbe ben difficile definirsi popolari. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Poiché ho sentito qualcuno urlare la parola «tempi», vorrei precisare che il Gruppo Forza Italia ha 48 minuti a disposizione.

 

COSTA (FI). In sede di prima applicazione delle norme relative alla trasmissione telematica dei dati, gli intermediari finanziari hanno trovato difficoltà per causa a loro non imputabile.

Con questo emendamento, che non costa nulla, si dà la possibilità a costoro, che sono grandi ausiliari, e che da soli hanno consentito la costruzione dell'anagrafe tributaria, di ripetere senza sanzioni l'adempimento. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti e l'ordine del giorno si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. L'emendamento 18.550, presentato dal senatore Eufemi, ripropone la rottamazione, che era stata introdotta con la scorsa finanziaria. Il parere del relatore è contrario, innanzitutto perché credo che non ci sia necessità da un punto di vista economico, dal momento che le case automobilistiche, a mio avviso, stanno già realizzando profitti importanti. Inoltre, dal punto di vista ambientale, abbiamo verificato che le rottamazioni, se non vengono effettuate in modo assolutamente rigoroso, e cioè con la garanzia che effettivamente le vecchie automobili vengano sostituite con un'automobile euro 4 o euro 5, l'impatto sulle emissioni di CO2 è assolutamente non rilevante al fine del contenimento delle emissioni.

In secondo luogo, con queste misure si adotta una procedura che droga il mercato e, quando la rottamazione termina i propri effetti, c'è il rischio che il mercato subisca dei contraccolpi. Non mi sembra quindi una buona misura da introdurre con questo provvedimento. Trattandosi però, come ho già detto altre volte, di interventi prevalentemente legati al 2007, il senatore Eufemi, se proprio ritiene opportuno introdurre questa misura, potrebbe presentare un emendamento per collocarla nel disegno di legge di finanziaria.

Sull'emendamento 18.500, esprimo parere contrario, prevalentemente per ragioni di copertura, perché propone la soppressione degli articoli 18 e 41.

Esprimo parere contrario anche sull'emendamento 18.2, poiché anch'esso propone di sopprimere gli articoli 18 e 41. Ricordo che l'articolo 18 è molto importante, poiché interviene sugli adempimenti conseguenti agli impegni internazionali. Vi sono alcuni interventi significativi per quanto riguarda gli accordi di pace ed altri interventi molto importanti che riguardano la partecipazione italiana al sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Con riferimento agli accordi di pace, si tratta di impegni di carattere internazionale, assunti dal nostro Paese, che non erano stati adeguatamente rispettati negli anni precedenti, a cui invece il Governo ha deciso di ottemperare. Per tale motivo, si prevede la possibilità di rimpinguare questi finanziamenti per il 2007.

Sull'emendamento 18.3, soppressivo dell'articolo 18, il parere non può che essere contrario, per i motivi appena esposti.

L'emendamento 18.8 è importante e riprende in generale il tema degli interventi a sostegno del settore della pesca, che è in crisi. Ci sono anche altre proposte di modifica, presentate agli articoli successivi, che intervengono su questo settore. Il comparto della pesca sta obiettivamente vivendo un momento di crisi e richiederebbe interventi di sostegno, oltre ad una riscrittura normativa. Ci sono infatti molte norme in contrasto tra di loro e questo a volte non dà la certezza del diritto agli operatori.

Circa questo problema generale della pesca l'operazione che è già stata posta in essere - c'è un emendamento della Commissione che ha avuto il sostegno di tutte le parti politiche, anche dell'opposizione - riguarda l'inserimento nel decreto di una norma che era stata stralciata dalla finanziaria, inerente ad un intervento a favore delle vittime del mare. Su questo intervento c'è un parere uniforme da parte dei membri della Commissione, sia di maggioranza che di opposizione. Credo si tratti di un intervento significativo, che va nella direzione di dare sostegno a questo settore. Per tale ragione esprimo parere contrario all'emendamento 18.8.

Anche per quanto riguarda l'emendamento 18.12 esprimo parere contrario, Presidente, prevalentemente perché anche questo interviene riducendo gli stanziamenti relativi all'articolo 18, che, ripeto, è una norma molto importante.

L'emendamento 18.700 della Commissione viene incontro ad una richiesta delle opposizioni, con le quali abbiamo trovato una soluzione comune. Mi auguro pertanto che l'Aula si ricordi che questa proposta viene presentata al nostro esame a firma della Commissione ma che è stata in realtà presentata dall'opposizione.

Anche sugli emendamenti 18.14 e 18.15 esprimo parere contrario, prevedendo gli stessi una riduzione degli stanziamenti previsti dall'articolo 18.

Circa l'emendamento 18.16 del senatore Eufemi esprimo parere contrario; sono tutti emendamenti che a mio parere richiederebbero un'altra trattazione.

L'emendamento 18.701, come stato comunicato, verrà affrontato al momento dell'esame dell'articolo 31.

Anche l'emendamento 18.19 è un emendamento che recepisce una proposta delle opposizioni, che poi è stata condivisa da tutta la Commissione. Mi auguro pertanto che ci sia da parte dell'Aula un voto favorevole da parte di tutti i colleghi.

Esprimo poi parere contrario all'emendamento 18.20. È evidentemente un emendamento un po' provocatorio, spero che il senatore Stracquadanio non lo sottoponga all'Aula per la votazione e che lo ritiri.

Esprimo poi parere favorevole all'emendamento 18.900 della Commissione.

Per quanto riguarda, infine, l'ordine del giorno G18.100 esprimo parere contrario.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, non sono riuscito ad ascoltare il relatore, ma volevo evidenziare che c'è un errore nel fascicolo degli emendamenti, che, se non corretto, probabilmente si tradurrà nella necessità di effettuare un coordinamento formale. All'emendamento 18.700 della Commissione, a pagina 74, si dice, all'ultimo capoverso: «Sostituire le parole: "25 milioni" con le altre: "220 milioni"», a fronte di 5 milioni di scostamento. Quindi, l'emendamento va corretto.

 

PRESIDENTE. Il relatore ha sentito? Senatore Ripamonti, il senatore Storace fa presente che l'emendamento 18.700 della Commissione, a pagina 74, contiene un errore relativamente alla formulazione: «Conseguentemente alla lettera d) di sostituire le parole: "25 milioni" con le altre: "220 milioni"».

 

RIPAMONTI, relatore. È un errore si tratta di 225 milioni, non di 25 milioni.

 

STORACE (Misto-LD). Altrimenti si danno i numeri.

 

PRESIDENTE. Ringrazio il senatore Storace per tale comunicazione.

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 18.550.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, intervengo per contestare le argomentazioni espresse dal relatore.

Infatti, se le aziende automobilistiche italiane ed europee realizzano utili, siamo contenti, perché distribuiscono ricchezza e creano occupazione: non siamo così masochisti da chiedere il loro affossamento.

Ciò che noi vogliamo, in verità, è l'abbattimento delle emissioni di CO2, nel rispetto degli obbiettivi europei. Mi dispiace che anche rappresentanti del Gruppo dei Verdi si muovano in senso contrario a quello che dovrebbe invece essere un obbiettivo comune.

Si pone, dunque, la necessità di far crescere e di determinare uno sviluppo forte e in modo competitivo. Per questo, Presidente, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.550.

 

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che sarà posta ai voti la prima parte dell'emendamento 18.550, comprendente le parole: «Sopprimere l'articolo 18». Nel caso in cui questa prima parte non venga approvata, saranno preclusi i successivi emendamenti fino all'emendamento 18.3.

 

MARTONE (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MARTONE (RC-SE). Vorrei dichiarare, a nome del mio Gruppo, il voto contrario all'emendamento 18.550, presentato dal senatore Eufemi.

In particolare, vorrei richiamare l'attenzione sulla rilevanza che l'eventuale soppressione dell'articolo 18 potrebbe avere per gli impegni internazionali del nostro Paese.

Vorrei ricordare che l'articolo 18 prevede l'erogazione di 500 milioni di euro per interventi per la pace e lo sviluppo. Il Governo italiano si impegna, tra l'altro, a sostenere la Peace Facility, cioè una struttura di finanziamento per la gestione di operazioni di pace in Africa, e quindi di sviluppo delle capacità endogene dei Paesi africani di intervenire con propri contingenti militari di pace. Si tratta di un aspetto estremamente importante: pensiamo, ad esempio, al caso del Darfur, che richiede un impegno forte da parte dei Paesi di quel continente per portare pace in quella zona.

Vorrei richiamare poi anche il contributo di 130 milioni di euro per la costituzione di un Fondo globale contro la malaria e l'AIDS, che si aggiungono ai 260 già stanziati dal Governo, e che dovrebbero andare ad anticipare la rata per il 2008, tenendo quindi finalmente fede ad un impegno che da troppi anni era rimasto disatteso. Anche in questo caso ci auguriamo che, in seguito, il Governo si impegni, con altrettanta forza, a costituire un fondo triennale che permetta un'erogazione prevedibile dei contributi italiani a quel Fondo.

L'articolo 18 prevede, ancora, che 100 milioni di euro andranno alla Corte penale internazionale e all'organizzazione dell'ONU per le forze di pace: si tratta di un impegno importantissimo da parte del nostro Paese. Vorrei ricordare che la Corte penale internazionale è stata fondata proprio qui a Roma.

Ci sono poi anche altre ragioni per cui esprimeremo un voto contrario sull'emendamento: se sarà possibile, le illustrerò in seguito.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, intendo fare una dichiarazione di voto su questo emendamento a nome del Gruppo dell'Ulivo.

Non ho alcuna intenzione di far perdere tempo all'Aula, ma voglio richiamare l'attenzione dei colleghi sulla portata particolarissima di questo emendamento.

Infatti, con questo decreto-legge e con l'articolo 18, in particolare, finalmente noi (e dico noi come sistema Paese, non come Governo, maggioranza o opposizione) facciamo una scelta di particolare rilievo, impegnando una quota rilevante delle risorse per il 2007 per onorare obblighi ed impegni internazionali che, purtroppo, sono stati molto spesso disattesi nel passato. (Applausi della senatrice Baio). Diciamo la verità, non abbiamo sempre onorato con precisione questi impegni, né quando abbiamo governato noi, con i Governi di centro‑sinistra, né nella fase del Governo di centro‑destra.

Vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula sul fatto che con l'articolo 18 è stato previsto, in particolare, l'intervento di 130 milioni di euro per versare la quota del contributo italiano a favore del Fondo globale per la lotta contro l'AIDS e l'intervento di 100 milioni di euro per l'ONU, per le forze di pace e per la Corte penale internazionale.

Richiamo solo questi due esempi per indicare la portata straordinaria di questi impegni, che non sono della maggioranza contro l'opposizione, o viceversa.

Io sono anche piemontese e nutro il massimo rispetto per l'obiettivo di un nuovo provvedimento per la rottamazione delle automobili. Mi rendo conto della portata positiva di questo emendamento ma, in questo momento, il mercato della nostra azienda nazionale fondamentale ha andamento abbastanza positivo.

Capisco la contrapposizione tra maggioranza e opposizione (c'è un solo voto di differenza) ma chiedo all'opposizione: per metterci di nuovo in minoranza, non potreste scegliere un altro emendamento, anziché questo? Infatti, l'idea di prendere i soldi degli accordi internazionali, per onorare i quali finalmente impieghiamo qualche risorsa aggiuntiva, per realizzare la rottamazione non mi sembra ottimale. Vi inviterei, dunque, a non votare a favore di questo emendamento. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

 

MELE (SDSE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MELE (SDSE). Signor Presidente, aggiungo alcune considerazioni alle parole del senatore Morando, a mio avviso molto ragionevoli, e alle affermazioni del senatore Martone.

Io sono stato io relatore in Commissione affari esteri sull'articolo 18 e - i colleghi della 3a Commissione ne sono testimoni - abbiamo approvato all'unanimità un ordine del giorno in merito, ritenendo importanti gli impegni contenuti all'interno dell'articolo 18.

Se anche il senatore Polledri ha prima riconosciuto che il senatore Morando era nel giusto e che quando si vota insieme sarebbe meglio farlo anche in Aula, qualche ragione vi sarà. Tale articolo mi sembra molto importante perché vi sono aiuti per gli adempimenti internazionali, che sono tali per qualsiasi Governo, di centro-sinistra o di centro-destra. È anche vero però che, in precedenza, sul Fondo contro l'AIDS vi era stato, da parte del Governo precedente, qualche problema che abbiamo dovuto risolvere.

Inoltre, è molto importante ricordare che, insieme a tutti i fondi stanziati per adempimenti internazionali, vi è anche l'emendamento 18.19 della Commissione che completa l'articolo 18. Quindi, rivolgo anche io un appello al senso di responsabilità politica da parte della maggioranza, ma anche da parte dell'opposizione, affinché nel merito veda degli impegni che deve onorare non il Parlamento, o una parte del Parlamento, ma lo Stato italiano.

Mi pare giusto, poi, continuare a discutere per trovare ulteriori soluzioni, anche su altre questioni relative agli affari esteri. Questi adempimenti, però, non possono essere sottratti a un voto positivo di questo ramo del Parlamento. (Applausi dal Gruppo SDSE).

 

TIBALDI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TIBALDI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario all'emendamento 18.550 perché per il nostro Paese è moralmente inaccettabile sopprimere l'articolo 18, che destina 500 milioni di euro a impegni già assunti, che vanno dalla questione della lotta all'AIDS ad altre. Sulla questione dei 500 milioni di euro sono già intervenuti alcuni colleghi.

Oltre a ciò, tale emendamento, per garantire la copertura dell'articolo 26-bis, elimina l'articolo 41, che reca una dotazione di 150 milioni destinati all'incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa in una situazione rispetto alla quale ogni giorno denunciamo la carenza di edilizia abitativa.

Io capisco che aiutare l'industria e favorire un minore inquinamento possa essere apprezzabile, ma la difesa della rottamazione - che andrebbe a favore, più che dell'ambiente, delle case automobilistiche, a partire dalla FIAT - in una situazione in cui il mercato automobilistico tira e soprattutto le condizioni della FIAT sono migliorate di molto, la troverei francamente inaccettabile, anche dal punto di vista morale.

Detto questo, quindi, sono perché l'emendamento 18.550 venga respinto.

 

TONINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TONINI (Aut). Signor Presidente, se lei me lo consente vorrei rivolgermi con il cuore in mano al collega Eufemi perché ritiri questo suo emendamento, che in sé può essere naturalmente discusso come una proposta interessante, ma non in questa sede e non in alternativa a questo finanziamento agli adempimenti conseguenti ad impegni internazionali.

Credo non sfugga a nessun collega, tanto meno ai colleghi dell'UDC che su questo hanno una storia anche di attenzione alla solidarietà internazionale, quanto sia significativo ed importante.

Vorrei anche rendere noto all'Aula che su questo punto c'è stato un consenso unitario all'interno della Commissione affari esteri, che ha espresso un parere favorevole veramente con il plauso e il consenso di tutti, come ha detto autorevolmente il collega Morando, non per un merito particolare del Governo di centro-sinistra, ma davvero perché il Paese, come tale, è riuscito a dare finalmente questa risposta.

 

PRESIDENTE. Senatore Tonini, vorrei pregare non lei, che sta parlando regolarmente, ma i colleghi di defluire nel silenzio, per quanto possibile.

 

TONINI (Aut). Signor Presidente, ho qualche anno di esperienza nella frequentazione di quest'Aula e so cosa significa quando si arriva all'orario di chiusura; quindi, non sussiste alcun problema. Insisto: chiedo al collega Eufemi di ritirare l'emendamento e di non dividere l'Aula su questo punto. (Applausi dal Gruppo Aut).

 

BALDASSARRI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, faccio riferimento per brevità di tempo agli emendamenti 18.550, 18.500 e 18.2, a firma del collega Eufemi.

Come Gruppo di Alleanza Nazionale condividiamo gli obiettivi che si pongono in questi emendamenti. Non condividiamo, però, che la copertura venga trovata attraverso la soppressione dell'articolo 18, perché questo mette in difficoltà gli impegni internazionali del Paese, e non è un problema di maggioranza o opposizione.

Pertanto, vorrei chiedere al collega Eufemi se accedesse ad una riformulazione sulla copertura, onde evitare che questi emendamenti vadano a togliere le risorse all'articolo 18 per gli impegni internazionali dell'Italia. In caso contrario saremmo costretti a votare contro, non per il merito dell'emendamento, ma per la formula scelta per la copertura. (Applausi del senatore Morando).

 

PRESIDENTE. Senatore Eufemi, intende accogliere la proposta?

 

EUFEMI (UDC). Ringrazio i colleghi che sono intervenuti.

Non ho nessun problema a modificare la copertura in questo senso. Era una copertura esclusivamente tecnica, tant'è vero che anche la norma di proroga dell'ICI e delle rendite era fatta a valere sull'articolo 18; quindi, era molto sovrabbondante. Ad ogni buon conto, è sufficiente ricorrere all'articolo 41, che è quello della società di scopo immobiliare, per coprire abbondantemente l'emendamento, perché il costo è di 100 milioni di euro e lì ce ne sono 150.

Quindi, escludiamo pure la questione delle missioni internazionali, sulle quali certamente non volevamo intervenire. Si trattava soltanto di un problema di copertura tecnica per presentare l'emendamento e richiamare l'attenzione dell'Assemblea su un problema che esiste.

Per queste ragioni, signor Presidente, limito la copertura di questi tre emendamenti all'articolo 41 e ritiro l'emendamento 18.3.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto. Naturalmente la questione verrà trattata alla ripresa dei lavori, perché la discussione del provvedimento sta per essere sospesa.

 

MORSELLI (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORSELLI (Misto-LD). Signor Presidente, intervengo telegraficamente per ristabilire la verità.

Non è vero che l'articolo 18 intervenga su spese obbligatorie: ci sono molte spese che incidono su ulteriori finanziamenti, sulla costituzione di nuovi capitoli, sui contributi volontari. Qui non si tratta, quindi, del rispetto degli impegni internazionali, ma di una chiara e legittima volontà politica: non si tratta assolutamente di un articolo che finanzi degli obblighi assunti dal nostro Paese. Lo dico per essere chiaro e affinché i colleghi sappiano cosa andremo a votare nel pomeriggio. (Applausi dal Gruppo Misto-LD).

 

PRESIDENTE. Data l'ora, rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

 

Sulla discussione dell'emendamento 10.0.700 del disegno di legge n. 1819

 

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, vorrei chiarire in tutta serenità un aspetto politico che non può essere archiviato senza averlo opportunamente chiarito. Si tratta del grave attacco avvenuto ieri sera in quest'Aula contro le minoranze linguistiche, in occasione della discussione e della votazione dell'emendamento 10.0.700. Non si tratta di entrare nel merito della questione che - vorrei qui sottolinearlo - fortunatamente è stata risolta.

Nella discussione del testo avevo pensato di mettere una "o" al posto della "e" per introdurre un elemento di maggiore chiarezza. Nel merito ho però ricevuto le rassicurazioni da parte del Governo, del presidente della Commissione bilancio e del relatore sul fatto che il testo così come era scritto andava bene, in quanto riprendeva la dizione originale della legge in vigore. Tale legge, la n. 250 del 1990, è stata sempre applicata nel senso da me esposto, vale a dire che le radio fanno informazione nella lingua della minoranza linguistica che rispettivamente rappresentano.

Con questo emendamento non si voleva porre in essere alcun colpo di mano ed anzi non si prevedevano né spese né innovazioni della legge: si intendeva praticamente aggiungere dei criteri per evitare dei soprusi. Lo affermo anche per motivi interpretativi, affinché rimanga agli atti: l'obiettivo rimane naturalmente di far sì che ogni radio parli nella lingua propria della minoranza linguistica.

Signor Presidente, nel ringraziarla per aver avuto la parola, rilevo che quello che invece deve essere respinto con forza è l'attacco qui espresso contro le minoranze linguistiche. Non faccio nomi per non sollevare altre polemiche.

 

PRESIDENTE. Per questo la ringrazio.

 

PETERLINI (Aut). Al contrario di quanto è stato detto, ieri sera in quest'Aula non si è trattato (e non si tratta) di una istanza localistica, ma della tutela delle minoranze linguistiche, la quale - mi permetto di ricordarlo in quest'Aula, signor Presidente - è prevista dall'articolo 6 della Costituzione. Ritengo che sia un fatto grave e offensivo della nostra Carta che una prerogativa prevista nei princìpi basilari sia delegata ad una istanza, come è stato detto, localistica e campanilistica.

Ringrazio, pertanto, i colleghi di maggioranza e anche di opposizione che al riguardo hanno espresso tutta la loro solidarietà rispetto a questo strumentale attacco, che respingo con fermezza. (Applausi dal Gruppo Aut).


Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (1819)

 

 

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

 

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

 

EMENDAMENTO 10.0.700 E SEGUENTI, TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 10

 

10.0.700

LA COMMISSIONE

Approvato con un subemendamento. Cfr. seduta n. 237

Dopo l'articolo 10, inserire il seguente:

Art. 10-bis.

(Disposizioni in materia di contributi alle imprese editrici di giornali e di radiodiffusione sonora e televisiva)

1. All'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, dopo il comma 2-quater è aggiunto il seguente:

«2-quinquies. Per la ripartizione dei contributi alle emittenti radiotelevisive di cui al comma 2-ter, si tiene conto, inoltre, dei seguenti criteri:

a) devono trasmettere giornalmente tra le ore 06.00 e le ore 22.00 e per oltre la metà del tempo di trasmissione programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, almeno in parte prodotti dalle stesse emittenti radiotelevisive o da terzi per loro conto;

b) devono possedere i requisiti previsti dall'articolo 1, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66;

c) l'importo complessivo di 2.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 è ripartito, anno per anno, in base al numero delle domande inoltrate, tra le emittenti radiofoniche e le emittenti televisive. La quota spettante alle emittenti radiofoniche è suddivisa, tra le emittenti radiofoniche stesse, ai sensi e per gli effetti del decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previsto dall'articolo 52, comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, mentre è suddivisa tra le emittenti televisive stesse, ai sensi della presente legge».

 

10.0.3

VEGAS, FERRARA

Respinto

Dopo l'articolo 10, aggiungere il seguente:

«Art. 10-bis.

(Disposizioni in materia di società cooperative)

1. L'articolo 12 della legge 16 dicembre 1977, n. 904, come modificato dall'articolo 6 del decreto-legge 15 aprile 1992, n. 63, convertito nella legge 15 giugno 1992, n. 112, e successive modificazioni, si applica esclusivamente alle cooperative di qualsiasi tipo ed ai loro consorzi, a condizione che il fatturato globale annuo non superi la somma di euro 100 milioni. Ove superi tale somma, alle predette società si applica il regime tributario relativo alle società per azioni».

 

10.0.4

VEGAS, FERRARA

Respinto

Dopo l'articolo 10, aggiungere il seguente:

«Art. 10-bis.

(Prestito da soci di cooperative)

1. All'articolo 6, comma 3, del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, della legge 15 giugno 2002, n. 112, dopo le parole: "territorio dello Stato" sono inserite le seguenti: "nella misura del 27 per cento".

2. All'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, le parole: "lire quaranta milioni", sono sostituite dalle seguenti: "euro cinquemila".

All'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

 

ARTICOLO 8 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 8.

(Interventi per il trasferimento modale da e per la Sicilia e per il miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina)

1. Al fine del potenziamento del trasporto merci marittimo da e per la Sicilia, anche con riferimento alle merci pericolose, per la realizzazione di interventi di adeguamento dei servizi nei porti calabresi e siciliani e i relativi collegamenti intermodali, per il miglioramento della sicurezza, nonché per la promozione ed informazione dei servizi è autorizzata altresì la spesa di 12 milioni di euro per l'anno 2007.

2. Per la realizzazione di interventi e servizi di messa in sicurezza della viabilità statale, tra i quali semaforizzazione, attraversamenti pedonali, pannelli informatizzati, della Calabria e della Sicilia direttamente interessata dall'emergenza è autorizzata la spesa di 7 milioni di euro per l'anno 2007.

3. Al fine del potenziamento del trasporto ferroviario pendolare sulla tratta Rosarno - Reggio Calabria - Melito Porto Salvo e del collegamento ferroviario con l'aeroporto, da realizzarsi in ragione dell'urgenza con le procedure di cui all'articolo 57, comma 2, ovvero di cui all'articolo 221, comma 1, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per l'anno 2007 per la realizzazione di investimenti per il materiale rotabile, la riqualificazione integrata delle stazioni e per interventi di integrazione e scambio modale.

4. Per potenziare il trasporto marittimo passeggeri nello Stretto di Messina è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per il 2007 per l'acquisto o il noleggio di navi, l'adeguamento e il potenziamento dei pontili e dei relativi servizi, il collegamento veloce dell'aeroporto di Reggio Calabria con Messina ed altri eventuali scali, nonché per la introduzione di agevolazioni tariffarie nel periodo dell'emergenza e la istituzione del sistema informativo dei servizi di mobilità nello Stretto.

5. Gli interventi e la ripartizione delle relative risorse di cui ai commi da 4 sono definiti con decreti del Ministro dei trasporti.

6. Al fine dell'adeguamento e della stipula dei contratti di servizio per l'adeguamento dei collegamenti marittimi tra le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, è assegnato alla regione Calabria e alla Regione siciliana un contributo annuo di 1 milione di euro per il 2007, da ripartirsi con decreto del Ministro dei trasporti, sentite le regioni interessate.

7. È istituita, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, l'area di sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina, individuata con decreto del Ministro dei trasporti, alla quale è preposta, in deroga agli articoli 16 e 17 del codice della navigazione e all'articolo 14, comma 1-ter, della legge 24 gennaio 1994, n. 84, l'Autorità marittima della navigazione dello Stretto, con sede in Messina, con compiti inerenti al rilascio delle autorizzazioni, concessioni ed ogni altro provvedimento in materia di sicurezza della navigazione nell'area e negli ambiti portuali in essa compresi, nonché la regolazione del servizi tecnico-nautici nell'intera area.

8. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 4 della legge 9 gennaio 2006, n. 13, come sostituito dall'articolo 1, comma 1046, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è ridotta di 20 milioni di euro per l'anno 2007.

9. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 245, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è ridotta di 5 milioni di euro per l'anno 2007.

 

 

EMENDAMENTO 8.701 PRECEDENTEMENTE ACCANTONATO,RELATIVI SUBEMENDAMENTI EORDINIDEL GIORNO

 

8.701/500

CICOLANI, D'ALI'

Respinto

All'emendamento 8.701, sostituire i commi 9-bis, 9-ter, 9-quater con il seguente:

«9-bis. ANAS S.p.A. è autorizzata a rilevare da R.F.I. S.p.A. dalla Regione Siciliana e dalla Regione Calabria le partecipazioni azionarie da queste detenute in Stretto di Messina S.p.A. per prezzi corrispondenti agli importi dei relativi versamenti effettuati. Acquisito l'intero capitale azionario di Stretto di Messina S.p.A., ANAS S.p.A. darà immediatamente corso, secondo le specifiche disposizioni che verranno impartite al riguardo dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero delle infrastrutture, agli adempimenti occorrenti per incorporare detta società, apportando al proprio statuto sociale tutte le modificazioni e le integrazioni conseguentemente necessarie.»

 

8.701/501

D'ALI'

Ritirato e trasformato nell'odg G8.600

All'emendamento 8.701, sostituire il comma 9-bis con il seguente:

«9-bis. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1 comma 1152, della legge 27 dicembre 2006 n. 296 viene liquidata entro il 31 dicembre 2007.»

 

8.701/502

PISTORIO

Respinto

All'emendamento 8.701, al comma 9-bis, sostituire le parole: «è sciolta e posta in liquidazione» con le seguenti: «è trasformata in un nuovo soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma societaria e partecipato dall'ANAS S.p.a. e dalle Regioni interessate o da soggetto da esse interamente partecipato».

Conseguentemente, al comma 9-bis, sopprimere il secondo periodo.

Conseguentemente, sopprimere il comma 9-quinquies.

 

8.701/4

PISTORIO

Ritirato

All'emendamento 8.701, al comma 9-bis, sostituire le parole: «è sciolta e posta in liquidazione» con le seguenti: «è trasformata in un nuovo soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma societaria e partecipato dall'ANAS S.p.a e delle regioni interessate o da soggetto da esse intermente partecipato».

 

8.701/503

PISTORIO

Ritirato

All'emendamento 8.701, sostituire il comma 9-quinquies con il seguente:

«È istituita la Società per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina, con particolare riferimento allo sviluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabria e Sicilia, quale soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma societaria e partecipato dall'ANAS S.p.a. e dalle Regioni interessate o da soggetto da esse interamente partecipato».

 

8.701

LA COMMISSIONE

Respinto

Dopo il comma 9 aggiungere i seguenti:

«9-bis. A far data dal 1º marzo 2008, la società di cui all'articolo 1, primo comma, della legge 17 dicembre 1971, n. 1158 e successive modificazioni e integrazioni, è sciolta e posta in liquidazione. Allo scioglimento dei rapporti negoziali si applica l'articolo 21-quinquies comma 1-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241.

9-ter. La legge 17 dicembre 1971, n. 1158 è abrogata a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui al successivo comma 9-quater.

9-quater. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 1º marzo 2008 di concerto con i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, sono disciplinati gli atti e i rapporti giuridici sorti sulla base della legge 17 dicembre 1971, n. 1158, e successive modificazioni e integrazioni».

9-quinquies. È istituita l'Agenzia per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina, con particolare riferimento allos viluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabraia e Sicilia sotto i poteri di indirizzo e vigilanza del Ministro delle economie e finanze di concerto, per quanto di competenza, con i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti».

 

G8.500

PISTORIO

Ritirato

Il Senato della Repubblica,

Premesso che:

l'emendamento 8.701 prevede lo scioglimento della Società Stretto di Messina e l'istituzione dell'Agenzia per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina;

l'Agenzia è dedicata allo sviluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabria e Sicilia;

tale sviluppo logistico ed intermodale richiede inevitabilmente una progettualità di mediolungo periodo atta a superare l'attuale situazione di disagio ed arretratezza in cui versa il sistema di collegamenti da e per la Sicilia e la frammentarietà degli interventi ad oggi previsti;

l'esigenza di elaborare strategie di promozione del sistema dei trasporti sullo Stretto alternative al Ponte impone di procedere su più versanti (il potenziamento del trasporto marittimo merci, il miglioramento dei collegamenti marittimi per i passeggeri, l'adeguamento delle connessioni intermodali tra il sistema ferroviario e il trasporto marittimo, ecc.);

la scelta di non procedere alla realizzazione del Ponte sullo Stretto - motivata con argomentazioni che riguardano la fattibilità, sostenibilità e convenienza del progetto - non può comunque sottrarre allo Stretto le risorse che il sistema pubblico aveva previsto di spendere per il relativo potenziamento infrastrutturale e viario,

impegna il Governo:

a provvedere, avvalendosi della istituenda Agenzia, ad elaborare un piano di intervento pluriennale per la riqualificazione del sistema di collegamenti da e per la Sicilia, sul quale convogliare le risorse pubbliche già destinate alla realizzazione ed al funzionamento del Ponte sullo Stretto di Messina ai sensi della Convenzione firmata dai Ministri Tremonti e Lunardi con la Società Stretto di Messina.

 

G8.600 (già em. 8.701/501)

D'ALI'

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 8.701/501, nei termini ivi indicati.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

EMENDAMENTO PRECEDENTEMENTE ACCANTONATO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 8

 

8.0.2

ALLEGRINI

Respinto

Dopo l'articolo 8, aggiungere il seguente:

«Art. 8-bis.

(Interventi per la realizzazione dell'Aeroporto civile di Viterbo)

1. È autorizzata la spesa di 20 milioni di euro da destinare al Comune di Viterbo per la realizzazione dell'Aeroporto civile, quale terzo scalo aeroportuale del Lazio.»

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

 

ARTICOLO 11 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 11.

(Estinzioni anticipate di prestiti)

1. Per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, a valere sul fondo ordinario di cui all'articolo 34, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, sono attribuiti, fino all'importo di 30 milioni di euro annui, contributi per incentivare l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione per l'estinzione anticipata di mutui e prestiti obbligazionari da parte di province e comuni. I contributi sono corrisposti, ai comuni e alle province che ne fanno richiesta, per far fronte agli indennizzi, penali o altri oneri corrisposti in aggiunta al debito residuo a seguito delle estinzioni anticipate effettuate negli anni 2007, 2008 e 2009 e sulla base di una certificazione, le cui modalità sono stabilite con decreto del Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, entro il 30 ottobre 2007. I contributi sono attribuiti fino alla concorrenza del complessivo importo di 90 milioni di euro per il triennio 2007-2009.

 

 

EMENDAMENTI

 

11.1

EUFEMI

Respinto

Sopprimere l'articolo.

 

11.3

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, dopo la parola: «indennizzi» sostituire le parole: «, penali o altri oneri corrisposti in aggiunta al debito residuo delle» con le seguenti: «correlati strettamente alle».

 

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G11.500 (testo 2)

EUFEMI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

esaminato l'articolo 11 del decreto-legge n. 159 del 2007, con il quale vengono destinati 30 milioni di euro per l'estinzione anticipata di prestiti da parte degli enti locali;

vista la grave crisi che ha colpito i mercati internazionali per l'utilizzo dei mutui subprime;

valutato altresì che l'indebitamento degli enti locali è cresciuto del 7 per cento e gli enti locali hanno fatto largo uso di strumenti di finanza derivata con gravi rischi sui bilanci fututi degli stessi;

impegna il Governo:

 

a presentare entro sei mesi una relazione al Parlamento sulla situazione complessiva di strumenti derivati da parte degli enti locali quali utilizzatori finali degli stessi.

________________

(*) Accolto dal Governo con la soppressione del primo capoverso del dispositivo: «a dare indicazioni per la sospensione per un periodo di sei mesi dell'utilizzo di tali strumenti da parte degli enti locali;» e con la parola evidenziata che sostituisce l'altra: «tre»

 

 


EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 11

 

11.0.1

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 11 inserire il seguente:

«Art. 11-bis.

1. All'articolo 15, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, concernente agevolazioni tributarie per operazioni di credito a medio e lungo termine, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, anche nel caso in cui sia prevista per il debitore la facoltà di recedere dal rapporto in ogni momento. Non si fa comunque luogo a recuperi o a rimborsi di imposta».

2. All'articolo 2, comma 1-bis, del decreto-legge 3 agosto 2004, n. 220, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 ottobre 2004, n. 257, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) dopo il primo periodo, è inserito il seguente: "Alle operazioni di mutuo finalizzate all'estinzione di mutui stipulati per l'acquisto della prima casa di abitazione, poste in essere da enti, istituti, fondi e casse previdenziali nei confronti dei propri dipendenti e iscritti, si applica lo stesso trattamento previsto per i mutui oggetto di estinzione";

b) al secondo periodo, le parole: "La disposizione del periodo precedente si applica" sono sostituite dalle seguenti: "Le disposizioni dei periodi precedenti si applicano"».

 

11.0.550

BONFRISCO, FERRARA, TADDEI, MALAN, AUGELLO, BALDASSARRI, EUFEMI, STRACQUADANIO, FRANCO PAOLO, POLLEDRI, DIVINA, SAIA, VENTUCCI

Respinto

Dopo l'articolo 11, inserire il seguente:

«Art. 11-bis.

(Norme per limitare i rischi degli strumenti finanziari sottoscritti dagli enti territoriali)

1. I contratti su strumenti finanziari, anche derivati, sottoscritti da Regioni ed enti locali, sono informati alla massima trasparenza contrattuale.

2. Le proposte di contratti su strumenti finanziari, anche derivati, sottoscritti da Regioni ed enti locali devono essere accompagnati da un prospetto informativo che illustra, in dettaglio, tutte le caratteristiche dello strumento, i rischi che i sottoscrittori si assumono con la sottoscrizione in relazione alle evoluzioni dei parametri finanziari e dei titoli eventualmente sottostanti tali contratti. I medesimi contratti devono indicare, in apposita sezione del prospetto informativo, i margini di oscillazione dei parametri e degli strumenti finanziari dai quali dipendono gli effetti finanziari dei contratti. Il prospetto informativo indica altresì il costo massimo dell'operazione a carico del sottoscrittore e il costo implicito del contratto derivato. Si intende per costo implicito il costo di transazione inteso come distanza fra il valore di mercato, definito come media denaro/lettera ed il valore applicato della banca all'ente. Tale costo va indicato sia in termini di punti base per anno che in valore attuale espresso in percentuale del nozionale dell'operazione.

3. La regione o l'ente locale sottoscrittore dello strumento finanziario deve attestare espressamente di aver preso piena conoscenza dei rischi e delle caratteristiche dello strumento proposto.

4. Ai fini del comma 2, la Consob provvede, sentite le associazioni degli intermediari bancari, e l'associazione dei consulenti finanziari indipendenti, in attesa che si costituisca l'albo previsto per legge, entro sessanta giorni dalla entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, ad emanare le istruzioni obbligatorie per la redazione del prospetto informativo da rendere all'ente locale da parte dell'intermediario finanziario che propone la sottoscrizione dello strumento finanziario.

5. Gli enti locali non possono sottoscrivere contratti su strumenri finanziari derivati per importi superiori al 5 per cento del totale delle spese risultanti dall'ultimo bilancio approvato, compresi tutti i contratti su strumenti finanziari già in essere.

6. Laddove gli effetti finanziari derivanti dai contratti di cui al presente articolo assumano caratteristiche tali da superare i margini di oscillazione indicati al comma 2, l'intermediario finanziario si assume i maggiori oneri eccedenti tale costo massimo».

 

 

ARTICOLO 12 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 12.

(Sostegno all'adempimento dell'obbligo di istruzione)

1. Ai fini di supportare l'adempimento dell'obbligo di istruzione di cui all'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è autorizzata la spesa 150 milioni di euro per l'anno 2007. Con decreto del Ministro della pubblica istruzione sono definiti i criteri e le modalità per l'assegnazione delle predette risorse.

2. La disposizione di cui all'articolo 1, comma 621, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, non si applica limitatamente all'anno 2007.

 

 

EMENDAMENTI

 

12.3

CUTRUFO

Respinto

Al comma 1 dopo le parole: «delle predette risorse» aggiungere le seguenti: «per sostegni alle famiglie nell'acquisto dei libri di testo e per contrastare la dispersione scolastica».

 

12.5

DAVICO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Sopprimere il comma 2.

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 12

 

12.0.2

DAVICO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Ritirato e trasformato nell'odg G12.1

Dopo l'articolo 12 aggiungere il seguente:

«Art. 12-bis.

(Esenzione dall'imposta IVA per l'acquisto di materiale didattico)

1. A decorrere dall'anno 2008 le spese effettuate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado per l'acquisto di materiale didattico, in considerazione del loro carattere strumentale per l'offerta formativa degli alunni, o per le attività integrative a favore degli alunni diversamente abili, sono esenti dall'imposta sul valore aggiunto. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, determinati in 20 milioni di euro, si provvede mediante coorrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 634, della legge 27 dicembre 2006, n. 296».

 

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G12.1 (già em. 12.0.2)

DAVICO

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 12.0.2.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

ARTICOLO 13 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 13.

(Disposizioni concernenti il sostegno ai progetti di ricerca e l'Agenzia della formazione)

1. All'articolo 1, comma 873, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Al fine di potenziare e rendere immediatamente operativo il sostegno ai progetti di ricerca, si provvede all'attuazione del presente comma, per il triennio 2008-2010, con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, di natura non regolamentare, da adottarsi entro il 30 novembre 2007.».

2. All'articolo 1, comma 580, terzo periodo della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: «a far tempo dal 15 giugno 2007» sono sostituite dalle seguenti: «a decorrere dalla data di entrata in vigore dei regolamenti di cui al comma 585».

 

 

EMENDAMENTI

 

13.1

DAVICO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Sostituire il comma 2 con il seguente:

«2. Al fine di riformare, nell'ambito di un rinnovato approccio al sistema della formazione dei dirigenti e dipendenti delle pubbliche amministrazioni e di sostegno all'innovazione e alla modernizzazione delle amministrazioni pubbliche, ai sensi dell'articolo 1, comma 580, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, la Scuola superiore della pubblica amministrazione è soppressa a decorrere dalla data di entrata in vigore di uno o più regolamenti di cui al comma 585, da emanarsi entro e non oltre il 30 marzo 2008. Dal 30 marzo 2008, le dotazioni finanziarie, strumentali e di personale sono trasferite alla Agenzia della Formazione, la quale, fatti salvi i risparmi di spesa previsti per effetto del comma 585, subentra nei loro rapporti attivi e passivi e nei relativi diritti ed obblighi. I regolamenti di cui al comma 585 provvedono alle necessarie armonizzazioni ordinamentali».

 

13.3

LA COMMISSIONE

Respinto

Sostituire il comma 2, con il seguente:

«2. Al comma 580 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole da: "La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione è soppressa a far tempo dal 15 giugno 2007" fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: "La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, l'Istituto diplomatico, la Scuola Superiore dell'amministrazione dell'Interno e la Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze sono soppresse a far tempo dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e le relative dotazioni finanziarie, strumentali e di personale sono trasferite alla Agenzia, la quale subentra nei loro rapporti attivi e passivi e nei relativi diritti ed obblighi. Il regolamento di cui al comma 585 provvede alle necessarie armonizzazioni ordinamentali"».

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 13

 

13.0.1

D'AMICO

Ritirato

Dopo l'articolo 13, inserire il seguente:

«Art. 13-bis.

(Età pensionabile dei professori universitari ordinari)

1. I professori universitari ordinari, compiuto il settantesimo ovvero, in caso di richiesta di proroga, il settantaduesimo anno di età, assumono a domanda la qualifica di professori ordinari fuori ruolo fino a tutto l'anno accademico durante il quale compiono il settantacinquesimo anno di età.

2. Con l'inizio dell'anno accademico successivo a quello in cui hanno compiuto il settantacinquesimo anno di età, i professori di cui al comma 1 vengono collocati a riposo.

3. I professori di cui al comma 1 possono chiedere di anticipare il collocamento fuori ruolo al compimento del sessantacinquesimo anno di età e quello a riposo al compimento dei cinque anni dal predetto collocamento fuori ruolo. Il collocamento fuori ruolo e quello a riposo anticipato sono disposti senza pregiudizio alcuno ai fini economici e previdenziali. L'anticipato collocamento fuori ruolo può essere richiesto anche dopo il compimento del sessantacinquesimo anno di età e fino al momento del pensionamento ovvero, in caso di richiesta di proroga, fino al termine di questa.

4. I professori nella posizione di cui al comma 1 conservano le prerogative accademiche che, ai sensi delle vigenti disposizioni, sono inerenti allo stato di professore di ruolo. La loro partecipazione all'attività didattica e scientifica e agli organi accademici resta regolata dalle norme vigenti. Le competenti autorità accademiche determinano i compiti didattici e scientifici dei professori fuori ruolo in relazione alloro impegno a tempo pieno o a tempo definito.

5. Ai professori nella posizione di cui al comma 1 viene erogato un trattamento economico di importo pari a quello pensionistico, senza trattenute contributive e previdenziali. Le singole università divengono creditrici della gestione pensionistica dello Stato per le somme a tal fine corrisposte nel triennio di fuori ruolo.

6. Nella determinazione del numero di professori ai fini dell'attribuzione dei posti di ruolo a materie d'insegnamento non si tiene conto dei professori fuori ruolo.

7. Il Ministro dell'università e della ricerca emana con proprio decreto, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, disposizioni di attuazione del presente articolo.

7. Sono abrogati l'articolo 19, primo comma, e, l'articolo 110 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382; l'articolo 1 della legge 7 agosto 1990, n. 239; l'articolo 1, comma 30, della legge 28 dicembre 1995, n. 549».

 

13.0.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 13, aggiungere il seguente:

«Art. 13-bis.

1. Ai fini del funzionamento di base del Centro di ricerca del CEINGE - Biotecnologie avanzate S.c.a.r.l di Napoli, ente senza fini di lucro, dotato di personalità giuridica di diritto privato, interamente partecipato da Amministrazioni ed enti pubblici, locali e non, è istituito un fondo con una dotazione di 3 milioni di euro per l'anno 2007, a sostegno di attività infrastrutturali di trasferimento tecnologico e di ricerca e formazione, secondo le indicazioni del Ministro per lo sviluppo economico, anche attraverso accordi di programma con altri Ministeri interessati. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, all'uopo utilizzando parte dell'accantonamento relativo al Ministro medesimo».

 

ARTICOLO 14 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 14.

(Razionalizzazione dei servizi aggiuntivi - Beni culturali)

1. Al fine di assicurare efficienza ed efficacia nell'erogazione dei servizi aggiuntivi di cui all'articolo 117 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, strumentali alla migliore fruizione dei beni culturali, razionalizzando le risorse disponibili, l'affidamento dei servizi stessi avviene in forma integrata rispetto sia alle varie tipologie indicate nel medesimo articolo 117 che ai diversi istituti e luoghi della cultura, nei quali i servizi devono essere svolti, presenti nel territorio di rispettiva competenza, da parte delle Direzioni regionali per i beni culturali e paesaggistici e degli Istituti dotati di autonomia speciale del Ministero per i beni e le attività culturali.

2. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro per i beni e le attività culturali, nel rispetto delle norme dell'ordinamento comunitario, è disciplinata l'organizzazione dei servizi aggiuntivi sulla base dei principi di cui al presente articolo, tra l'altro prevedendo che, in prima applicazione, l'affidamento integrato dei servizi avvenga, se necessario, anche con termini iniziali differenziati, garantendo la naturale scadenza dei rapporti concessori in corso.

3. In attesa dell'entrata in vigore della disciplina sull'affidamento integrato dei servizi aggiuntivi di cui ai commi 1 e 2, i rapporti comunque in atto relativi ai medesimi servizi restano efficaci fino alla loro naturale scadenza, ovvero, se scaduti, fino all'aggiudicazione delle gare da bandirsi entro il 28 febbraio 2008.

 

 

EMENDAMENTO

 

14.1000

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 2, dopo le parole: «nel rispetto delle norme dell'ordinamento comunitario» aggiungere le seguenti: «tenendo conto della specificità delle prestazioni richieste nonché delle esperienze e dei titoli professionali occorrenti,».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 14

 

14.0.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 14, aggiungere il seguente:

«Art. 14-bis.

(Debiti contributivi)

1. Per le imprese, enti ed organismi di spettacolo in stato di crisi attestato dalle competenti Direzioni provinciali del lavoro, l'accantonamento di cui all'articolo 2, comma 4 della legge 8 gennaio 1979, n. 7 è applicabile, relativamente ai debiti contributivi iscritti a ruolo alla data del 30 settembre 2007, e costituisce garanzia ai fini dell'ammissione al beneficio di cui al comma 3-bis dell'articolo 1 deI decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138 convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178. L'ente impositore, tenuto conto delle compatibilità del proprio bilancio, stabilisce i requisiti e le procedure per l'ammissione al beneficio».

 

 

ARTICOLO 15 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 15.

(Rinnovi contrattuali 2006-2007 - Autorizzazione di spesa)

1. Per fare fronte ai maggiori oneri contrattuali del biennio 2006-2007 relativi all'anno 2007, derivanti dall'applicazione degli accordi ed intese intervenute in materia di pubblico impiego nell'anno 2007, è autorizzata, in aggiunta a quanto previsto dall'articolo 1, commi 546 e 549, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, una spesa massima di 1.000 milioni di euro lordi, per la retrodatazione al 1º febbraio 2007 degli incrementi di stipendio per i quali gli atti negoziali indicati nei commi 2 e 3 hanno previsto decorrenze successive al 1º febbraio 2007.

2. La disposizione di cui al comma 1 trova applicazione per il personale delle amministrazioni dello Stato destinatario di contratti collettivi nazionali relativi al biennio 2006-2007 definitivamente sottoscritti entro il 1º dicembre 2007.

3. La disposizione di cui al comma 1 si applica altresì al personale statale in regime di diritto pubblico per il quale, entro il termine del 1º dicembre 2007, siano stati emanati i decreti di recepimento degli accordi sindacali o dei provvedimenti di concertazione relativi al biennio 2006-2007.

4. La disposizione di cui al comma 1 trova applicazione anche nei confronti del personale dipendente dalle amministrazioni del settore pubblico non statale per il quale, entro il 1º dicembre 2007, siano stati sottoscritti definitivamente i contratti collettivi nazionali relativi al biennio 2006-2007.

5. Gli importi corrisposti ai sensi dei commi 1, 2, 3 e 4 costituiscono anticipazione dei benefici complessivi del biennio 2006-2007 da definire, in sede contrattuale, dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria per l'anno 2008.

 

 

EMENDAMENTO

 

15.1

QUAGLIARIELLO, FERRARA

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 15. - 1. Dopo il comma 2 dell'articolo 48 del decreto legislativo n. 165 del 2001 è aggiunto il seguente comma:

"2-bis. Gli atti di indirizzo e i contratti sottoscritti dall'ARAN possono prevedere indicazioni riferite unicamente alle risorse stanziate ai sensi del comma 1 dalla legge finanziaria. Eventuali risorse aggiuntive, derivanti da accordi o protocolli stipulati successivamente alla approvazione della suddetta legge, potranno essere oggetto di separata attività di negoziazione solo dopo l'approvazione dei corrispondenti stanziamenti in sede di legge finanziaria"».

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 15

 

15.0.2

BARBATO

Respinto

Dopo l'articolo 15,inserire il seguente:

«Art. 15-bis.

(Personale dirigente del Ministero della Giustizia)

1. Al fine di conseguire risparmi di spesa relativi al protrarsi di contenzioso giurisdizionale, i dirigenti risultati idonei nel concorso a 23 posti di dirigente, nel ruolo del personale dirigenziale dell'amministrazione giudiziaria indetto con P.D.G. 13 giugno 1997 ed assunto in via provvisoria in esecuzione di ordinanze del Giudice del Lavoro, che alla data di entrata in vigore della presente legge abbiano già sottoscritto i relativi contratti, previa rinuncia espressa ad ogni contenzioso giudiziario sono inquadrati in via definitiva nel ruolo dirigenziale del Ministero della Giustizia».

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G15.100

BACCINI

Respinto

Il Senato,

premesso che

l'efficiente, efficace ed imparziale andamento della pubblica amministrazione costituisce un princìpio fondamentale del diritto, prescritto dall'articolo 97 della Costituzione;

che molti uffici della pubblica amministrazione, a livello centrale e periferico, per il loro funzionamento ordinario hanno assoluta necessità di utilizzare personale in posizione di comando e fuori ruolo;

che il provvedimento, di comando, che dovrebbe avere durata limitata nel tempo, è stato ed è tuttora utilizzato per coprire carenze organiche e per sopperire ai continui blocchi delle assunzioni;

che il personale comandato è dipendente a tempo indeterminato e di ruolo della pubblica amministrazione, vincitore di concorsi pubblici, ed è chiamato temporaneamente ed individualmente a prestare la propri attività in amministrazioni diverse da quelle di appartenenze;

che in tutta la pubblica amministrazione, oltre 7.500 dipendenti pubblici a tempo indeterminato lavorano in posizione di comando e fuori ruolo: la stessa presidenza del Consiglio dei ministri ha reiterato anche per 15 anni i propri provvedimenti di comando;

che la stabilizzazione dei dipendenti in posizione di comando è in linea con le scelte del Governo in materia di risparmi di spesa perché al momento ogni dipendente è gestito da tre diversi uffici del personale, con un enorme dispendio di risorse umane e strumentali,

impegna il Governo:

a porre allo studio tutte le misure volte a stabilizzare, senza oneri aggiuntivi, i dipendenti comandati e fuori ruolo, con esclusione del personale militare e delle forze di polizia alla data del 29 settembre 2007.

Nei limiti dei posti vacanti, il personale è trasferito nel rispetto dell'ordine di anzianità del servizio prestato in posizione di comando o fuori ruolo ed è inquadrato nella qualifica corrispondente.

Qualora i posti disponibili siano insufficienti, i dipendenti non immediatamente trasferiti permangono in servizio in posizione di comando o fuori ruolo fino all'immissione in ruolo al verificarsi delle occorrenti vacanze in organico, sulla base delle domande presentate.

 

ARTICOLO 16 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 16.

(Disposizioni in materia di sistema digitale terrestre)

1. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, i produttori ovvero gli importatori di apparecchi televisivi sono tenuti ad apporre sullo schermo e sull'imballaggio esterno degli apparecchi televisivi riceventi in sola tecnica analogica una etichetta delle dimensioni non inferiori a cm 24x10 con la scritta: «questo televisore non è abilitato a ricevere autonomamente trasmissioni in tecnica digitale». Per gli apparecchi già distribuiti ai rivenditori l'obbligo grava su questi ultimi.

2. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, gli apparecchi televisivi venduti dalle aziende produttrici ai distributori di apparecchiature elettroniche al dettaglio sul territorio nazionale integrano un sintonizzatore digitale per la ricezione dei servizi della televisione digitale.

3. Entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, gli apparecchi televisivi venduti ai consumatori sul territorio nazionale integrano un sintonizzatore digitale per la ricezione dei servizi della televisione digitale.

4. All'articolo 2-bis, comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, come modificato dall'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, le parole: «entro l'anno 2008» sono sostituite dalle seguenti: «entro l'anno 2012».

 

EMENDAMENTI

 

16.1

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Premettere i seguenti commi:

«1. Entro tre mesi dall'approvazione della presente legge, il Ministro delle comunicazioni, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, presenta un piano economico finanziario pluriennale per il sostegno delle iniziative connesse alla transizione al digitale con particolare riguardo alle:

a) agevolazioni alla diffusione dei ricevitori per i redditi più bassi;

b) finanziamenti alle emittenti locali per l'acquisizione di impianti trasmessivi digitali terrestri;

c) misure a favore della concessionaria del servizio pubblico ai fini di una maggiore efficienza trasmissiva digitale, al raggiungimento della copertura dell'intero territorio nazionale e la realizzazione di un'offerta di contenuti originali prodotti in Italia.

2. Tale piano è sottoposto all'approvazione delle Commissioni parlamentari competenti, che entro trenta giorni esprimono il parere».

 

16.3

CICCANTI

Respinto

Sopprimere il comma 4.

 

16.4

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 4, sostituire «2012» con: «2010».

 

16.700

LA COMMISSIONE

Respinto

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

«4-bis. All'articolo 2-bis, comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, come modificato dall'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, dopo il periodo: "A tale fine sono individuate aree all digital in cui accelerare la completa conversione", inserire il seguente periodo: "Il Ministero delle comunicazioni, sentite le regioni interessate, e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, definirà le aree geografiche nelle quali realizzare la sperimentazione della conversione delle reti alla tecnologia digitale"».

 

16.9

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

«4-bis. Dopo l'articolo 42, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, inserire il seguente:

"Art. 42-bis. - (Digital dividend) - 1. Il 30 novembre 2010, ovvero al termine del processo di digitalizzazione, l'Autorità per le comunicazioni individua le frequenze non necessarie al fine del funzionamento delle reti digitali in esercizio.

2. Nella valutazione della necessità o meno di ciascuna frequenza al fine dell'esercizio della rete, l'Autorità per le comunicazioni tiene conto delle caratteristiche geografiche ed urbanistiche dell'area servita e/o gli ostacoli che incidono sulla qualità del segnale trasmesso su differenti frequenze.

3. L'insieme delle frequenze di cui al comma 1 costituirà il digital dividend"».

 

16.10

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

«4-bis. All'articolo 2, comma 1 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, la lettera p) è sostituita dalla seguente:

"p) ambito locale televisivo, l'esercizio dell'attività di radiodiffusione televisiva in uno o più bacini, comunque non superiori a dieci, anche non limitrofi, purché con copertura inferiore al 50 per cento della popolazione nazionale; l'ambito è denominato 'regionale' o 'provinciale' quando il bacino di esercizio dell'attività di radiodiffusione televisiva è unico e ricade nel territorio di una sola regione o di una sola provincia, e l'emittente non trasmette in altri bacini; l'espressione 'ambito locale televisivo riportata senza specificazioni si intende riferita anche alle trasmissioni in ambito regionale o provinciale"».

 

16.11

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

«4-bis. L'articolo 23, comma 3, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 "Testo unico della radiotelevisione" è sostituito dal seguente:

"3. Fatto salvo il limite di tre concessioni o autorizzazioni per la radiodiffusione televisiva in ambito locale all'interno di ciascun bacino di utenza, e nel rispetto della definizione di ambito locale televisivo di cui all'articolo 2, comma 1, lettera p), un medesimo soggetto può detenere anche tramite società controllate e/o collegate, un numero plurimo di concessioni e autorizzazioni per l'esercizio dell'attività televisiva in ambito locale. In caso di diffusioni interconnesse, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 29"».

 

ARTICOLI 17 E 18 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 17.

(Somme da corrispondere a titolo di danno ambientale)

1. All'articolo 1, comma 868, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: «delle somme versate» sono sostituite dalle seguenti: «delle somme da versare» e dopo le parole: «transattivi negli anni» è inserita la seguente: «2001,».

 

Articolo 18.

(Adempimenti conseguenti ad impegni internazionali)

1. Per l'adempimento di impegni internazionali per la pace e lo sviluppo è autorizzata la spesa di 500 milioni di euro per l'anno 2007, da destinare:

a) per 40 milioni di euro, alla costituzione di un Fondo italiano per attività di mantenimento della pace in Africa «Peace Facility»;

b) per 130 milioni di euro, al versamento di una ulteriore quota del contributo italiano a favore del Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria (Global Health Found);

c) per 100 milioni di euro, alla corresponsione di quota parte dei contributi obbligatori dovuti all'Organizzazione delle Nazioni Unite per le Forze di pace e per la Corte penale internazionale;

d) per 225 milioni di euro, all'erogazione di contributi volontari ad organizzazioni umanitarie operanti a favore dei Paesi in via di sviluppo, di cui alla legge 3 gennaio 1981, n. 7, e alla legge 26 febbraio 1987, n. 49;

e) per 5 milioni di euro, al completamento delle attività di assistenza per la distruzione delle armi chimiche in Russia, di cui alla legge 19 luglio 2004, n. 196.

2. Per la partecipazione dell'Italia a banche e fondi di sviluppo internazionali per aiuti finanziari ai Paesi in via di sviluppo, è autorizzata la spesa di 410 milioni di euro, per l'anno 2007, da ripartire con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze.

 

EMENDAMENTI

 

18.550

EUFEMI

V. em. 26.0.950

Sopprimere gli articoli 18 e 41. Articolo 36, ridurre l'importo di 100 milioni di euro.

Dopo l'articolo 26, aggiungere il seguente:

26-bis.

(Contributo per l'acquisto di autoveicoli nuovi a fronte della rottamazione di analoghi beni usati)

1. Alle persone fisiche che acquistano in Italia, anche in locazione finanziaria, un veicolo nuovo di fabbrica di cui alle direttive europee con caratteristiche di emissioni Euro 4 e Euro 5, che consegnano per la rottamazione un veicolo immatricolato in data anteriore al 1º gennaio 1997 o che nel periodo di vigenza dell'agevolazione superi i dieci anni dalla data di immatricolazione è riconosciuto un contributo statale fino a euro mille per i veicoli di cilindrata fino a 1.600 centimetri cubici. Il contributo è corrisposto dal venditore mediante compensazione con il prezzo di acquisto.

2. Il contributo spetta per gli acquisti effettuati tra la data di conversione in legge del presente decreto legge e il 31 dicembre 2008 e risultanti da contratto stipulato dal venditore e dall'acquirente nello stesso periodo, a condizione che: a) il veicolo acquistato sia un'autovettura di cui all'articolo 54, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, non immatricolato in precedenza; b) il veicolo consegnato per la rottamazione sia un'autovettura di cui all'articolo 54, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e che sia intestato, da data anteriore al 30 giugno 2007, allo stesso soggetto intestatario del veicolo nuovo o ad uno dei familiari conviventi alla data di acquisto del veicolo nuovo, ovvero, in caso di locazione finanziaria del veicolo nuovo, che sia intestato al soggetto utilizzatore del suddetto veicolo o a uno dei predetti familiari; c) nell'atto di acquisto sia espressamente dichiarato che il veicolo consegnato è destinato alla rottamazione e siano indicate le misure dello sconto praticato e del contributo statale di cui al comma precedente.

3. Entro quindici giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo, il venditore ha l'obbligo di consegnare il veicolo usato ad un demolitore e di provvedere direttamente o tramite delega alla richiesta di cancellazione per demolizione al pubblico registro automobilistico.

3-bis. I veicoli usati, di cui al comma 3, non possono essere rimessi in circolazione e vanno avviati o alle case costruttrici o ai centri appositamente autorizzati, anche convenzionati con le stesse al fine della messa in sicurezza, della demolizione, del recupero di materiali e della rottamazione.

4. Le imprese costruttrici o importatrici del veicolo nuovo rimborsano al venditore l'importo del contributo e recuperano detto importo quale credito di imposta per il versamento delle ritenute dell'imposta sul reddito delle persone fisiche operate in qualità di sostituto d'imposta sui redditi da lavoro dipendente, dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dell'imposta sul reddito delle persone giuridiche, dell'imposta locale sui redditi e dell'imposta sul valore aggiunto, dovute anche in acconto per l'esercizio in cui viene richiesto al pubblico registro automobilistico l'originale del certificato di proprietà e per i successivi.

5. Fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata emessa la fattura di vendita, le imprese costruttrici o importatrici conservano la seguente documentazione, che deve essere ad essi trasmessa dal venditore:

a) copia della fattura di vendita e dell'atto di acquisto;

b) copia del libretto di circolazione e del foglio complementare del veicolo usato;

c) copia della domanda di cancellazione per demolizione del veicolo usato e originale del certificato di proprietà rilasciato dal pubblico registro automobilistico;

d) certificato dello stato di famiglia, nel caso previsto dal comma 2, lettera b).

5-bis. Fuori dell'ipotesi disciplinata dal comma 3, per l'annotazione nel pubblico registro automobilistico della cessazione dalla circolazione dei veicoli di cui all'articolo 54, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, immatricolati in data anteriore al 1º gennaio 1998 ed intestati a persone fisiche, non è dovuta l'imposta di bollo e gli emolumenti in favore dell'Automobile club d'Italia sono a carico del bilancio dello Stato, se la richiesta della formalità è presentata nel periodo compreso fra la data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto ed il 31 dicembre 1998. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della giustizia, sono stabilite le modalità di corresponsione di detti emolumenti. Per conseguire i benefici indicati nel primo periodo, il richiedente la formalità deve espressamente dichiarare, nel relativo modello, di non fruire del contributo statale di cui al comma 1; in caso di falsa dichiarazione i predetti benefici sono revocati di diritto.

6. Con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, possono essere emanate disposizioni di attuazione del presente articolo.

7. All'onere derivante dalle disposizioni di cui al presente articolo, valutato per l'anno 2008 in euro 100 milioni, si fa fronte mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario medesimo, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il predetto importo è iscritto su apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il successivo riversamento agli appropriati capitoli dell'entrata.

8. Con provvedimenti legislativi di variazioni di bilancio, gli eventuali miglioramenti del saldo netto da finanziare derivanti nel triennio 2008-2011 dalle maggiori entrate accertate in connessione con le maggiori vendite realizzate per effetto delle disposizioni di cui al presente articolo potranno, in deroga alla vigente normativa contabile, essere acquisiti a reintegrazione dell'accantonamento di cui al comma 7.

 

18.500

EUFEMI

V. em. 41.300

Sopprimere gli articoli 18 e 41.

Consegentemente, all'articolo 44, dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Il termine di cui al comma 339 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 è prorogato al 31 dicembre 2008».

 

18.2

EUFEMI

V. em. 41.301

Sopprimere gli articoli 18 e 41.

All'articolo 44, dopo il comma 4 aggiungere il seguente:

«4-bis. Per i contribuenti, per i quali si applicano le disposizioni di cui al presente articolo, viene sospesa l'applicazione di ogni disposizione dei Comuni sull'ICI, dall'entrata in vigore del presente decreto-legge e per l'esercizio finanziario 2008, sia relativamente alle modifiche delle rendite catastali che al relativo classamento».

 

18.3

EUFEMI

Ritirato

Sopprimere l'articolo.

 

18.8

SCARPA BONAZZA BUORA, PICCIONI, COMINCIOLI, SANCIU, ZANOLETTI, FERRARA

Dopo l'articolo 42,inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Sospensione di applicazione studi di settore per la pesca)

1. Nelle more della revisione periodica degli studi di settore prevista dall'articolo 1, comma 399 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, gli accertamenti per il periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge e per i due periodi di imposta successivi, sono sospesi per il settore della pesca in acque marine e lagunari e servizi connessi».

Conseguentemente ridurre l'importo di cui all'articolo 18 comma 1 del presente decreto.

 

18.12

FERRARA, COSTA

All'articolo 39 è aggiunto il seguente nono comma:

«9. In considerazione delle difficoltà tecniche incontrate dagli intermediari finanziari in sede di prima applicazione delle nuove disposizioni relative all'inoltro, per via telematica, delle risposte alle richieste formulate ai sensi dell'articolo 32, comma primo, n. 7, del decreto del Presidente della Repubblica 26 settembre 1973, n. 600 e dell'articolo 51, comma secondo, n. 7, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, gli stessi intermediari, di concerto con gli Uffici dell'Agenzie delle Entrate richiedenti, possono ripetere entro il 31 marzo 2008 (o altra data), senza applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 10, comma primo, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, gli invii delle risposte che sono risultate nel frattempo inevase o incomplete».

Conseguentemente ai maggiori oneri si provvede mediante riduzione del 1 per cento di tutti gli importi di cui all'articolo 18.

 

18.700 (testo corretto)

LA COMMISSIONE

Dopo la lettera e), inserire la seguente:

«e-bis) per 5 milioni di euro, al Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF).

Conseguentemente alla lettera d) sostituire le parole: «225 milioni» con le altre: «220 milioni».

 

18.14

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI, STIFFONI

Sostituire l'articolo 35 con il seguente:

«Art. 35. - (Fondo per i comuni di confine). - 1. All'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente:

"7. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione dei territori svantaggiati dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano, nonché dei comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di cui 14 milioni di euro sono destinati esclusivamente ai comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. Le modalità di erogazione del predetto Fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, .su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari. Il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali provvede, in applicazione dei criteri stabiliti con il decreto ministeriale, a finanziare specifici progetti di spesa corrente, finalizzati al sostegno economico e sociale, nonché allo sviluppo dei suddetti territori".

2. Per l'anno 2007 sono stanziati ulteriori 10 milioni di euro sul Fondo di cui al comma precedente da destinare, per le medesime finalità, ai comuni limitrofi ai comuni di confine con le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano, con la Confederazione Elvetica e l'Austria».

Conseguentemente, all'articolo 18, comma 1, lettera a) sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «30 milioni».

 

18.15

EUFEMI

Dopo l'articolo 42,aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

«1. All'articolo 234 del decreto legislativo n. 285 del 1992, e successive modificazioni, dopo il comma 5 sono aggiunti, in fine, i seguenti:

5-bis. L'articolo 27, comma 8-bis, si applica alle autorizzazioni rilasciate a far data dal 12 gennaio 2007, anche in relazione alle richieste presentate in data antecedente al suddetto termine. A decorrere dal 10 gennaio 2007, i canoni relativi alle autorizzazioni rilasciate in una data antecedente sono quantificati ai sensi del medesimo comma 8-bis.

5-ter. Per le richieste di autorizzazione pervenute entro il 31 dicembre 2007, l'ente proprietario autorizza gli accessi preesistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, anche in deroga alle distanze minime di cui all'articolo 45, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, e successive modificazioni, esclusivamente qualora la mancata autorizzazione renda il fondo intercluso ed a condizione che si rispettino i criteri di cui all'articolo 45, comma 5 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 495 del 1992, e successive modificazioni. Il requisito di preesistenza dell'accesso deve essere documentabile tramite atto pubblico che dimostri la proprietà del fondo in capo al richiedente, alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo».

Conseguentemente all'articolo 18 lettera c) e lettera d) ridurre gli importi per 2,5 milioni di euro per ciascun voce.

 

18.16

EUFEMI

Dopo l'articolo 42,aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

«1. Dopo il comma 8 dell'articolo 27 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è inserito il seguente:

"8-bis. Quando l'autorizzazione riguarda l'unico ed indispensabile accesso al fondo rustico ed agli annessi fabbricati rurali, il canone determinato in base ai criteri previsti annualmente con provvedimento del direttore di ANAS S.p.A. è ridotto ad un quinto".

2. Nel caso di più accessi a fondi rustici ed a fabbricati rurali della stessa azienda agricola, la disposizione di cui al comma 1 si applica ad uno solo di essi, che deve essere individuato dal titolare al momento della richiesta delle relative autorizzazioni.

3. L'autorizzazione è rilasciata a titolo gratuito per gli accessi relativi ai fondi rustici ubicati in comuni classificati montani o parzialmente montani».

Conseguentemente all'articolo 18 lettera c) e lettera d) ridurre gli importi per 2,5 milioni di euro per ciascuna voce.

 

18.701

LA COMMISSIONE

V. em. 31.900

All'articolo 31, dopo il comma terzo, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore della lega del filo d'oro».

Conseguentemente all'articolo 31, comma 1, sostituire la cifra: «40» con la cifra: «39».

 

18.19

LA COMMISSIONE

All'articolo 31 inserire il comma 4 «Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore dell'Ente Nazionale Sordi».

Conseguentemente ridurre per lo stesso importo lo stanziamento di cui alla lettera e), del comma 1 dell'articolo 18.

 

18.20

STRACQUADANIO

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. È vietata qualsiasi erogazione di denaro o altra utilità, da parte dello Stato e di ogni altro ente pubblico, in favore della Associazione Emergency».

 

18.900

LA COMMISSIONE

Al comma 2, dopo le parole: «su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze» inserire le seguenti: «d'intesa con il Ministro degli affari esteri»; aggiungere, in fine, il seguente comma:

«2-bis Per il perseguimento delle finalità istituzionali e per assicurare il proprio funzionamento, in coerenza con il processo di revisione organizzativa di cui all'articolo 1, comma 404, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ed ai fini della razionalizzazione della spesa, le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari di 1ª categoria sono dotati di autonomia gestionale e finanziaria, secondo modalità disciplinate con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400».

 


ORDINE DEL GIORNO

 

G18.100

CALDEROLI

Il Senato, premesso che:

Nella relazione tecnica al decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, si legge, a riguardo all'articolo 178, «poiché la pace viene garantita anche mediante l'impiego di uomini in armi sotto la bandiera delle Nazioni Unite, sono state stanziate risorse, per un importo di 100 milioni di euro, da corrispondere all'ONU per sostenere gli oneri derivanti dalle diverse missioni in atto».

Impegna il Governo:

a garantire, anche in futuro, le risorse per la partecipazione alle missioni internazionali, promosse dalle Nazioni Unite, delle forze armate e delle forse di polizia.


SENATO DELLA REPUBBLICA

¾¾¾¾¾¾¾¾¾ XV LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾¾

 

239a SEDUTA

PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 25 OTTOBRE 2007

(Pomeridiana)

 

Presidenza del vice presidente ANGIUS,
indi del presidente MARINI
e del vice presidente CALDEROLI

 

 

 

Seguito della discussione del disegno di legge:

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Relazione orale) (ore 17,12)

 

Approvazione, con modificazioni, con il seguente titolo: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1819.

Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Nella seduta antimeridiana di oggi sono stati illustrati gli emendamenti all'articolo 18, sui quali il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso il proprio parere.

Ricordo che gli emendamenti 18.550, 18.500 e 18.2 sono stati riformulati e trasferiti agli articoli 26 e 41 e l'emendamento 18.3 è stato ritirato.

 

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, presidente Schifani, stiamo iniziando i lavori ormai e le concedo solo il tempo per una battuta. (Commenti e proteste dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com e Misto-IdV).

 

SCHIFANI (FI). Signor Presidente, vorrei significare brevissimamente al collega Boccia che in modo opportuno l'opposizione in Commissione bilancio ha votato per il non ritiro, per il semplice motivo che la scelta politica adottata dalla Casa delle libertà era di portare in Aula le scelte di maggioranza e opposizione su questo tema e non altro. (Applausi dal Gruppo FI).

 

Saluto al Presidente del Senato canadese

 

PRESIDENTE. Saluto cordialmente a nome dell'Aula il Presidente del Senato del Canada, che assiste ai nostri lavori. (Generali Applausi).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819 (ore 17,14)

 

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.8.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Signor Presidente, stamani il relatore - conformemente anche al parere del Governo - ha espresso parere contrario su questo emendamento e francamente non ne ho capito le ragioni. Si tratta, infatti, di una proposta che sostanzialmente non costa nulla e va incontro - come spiegavo stamani - alle notevoli difficoltà che stanno attraversando i ceti pescherecci italiani a seguito di una serie di ragioni che adesso non voglio ripercorrere.

La giustificazione addotta dal senatore Ripamonti non è calzante, perché allorquando citava l'emendamento 46.0.801 della Commissione e ricordava che comunque il Governo e la maggioranza si erano espressi favorevolmente alla reintroduzione dell'aiuto per le vittime del mare di 50.000 euro a caduto, a parte il fatto - senatore Ripamonti - che si trattava di una misura introdotta dal Governo Berlusconi, da noi voluta fortemente e che voi poi avevate cancellato, le disposizioni di cui al primo comma dell'emendamento costituiscono un aggravio notevole ulteriore per i pescatori italiani.

Le ricordo per inciso, senatore Ripamonti, che i pescatori italiani sono costituiti per 36 unità da industriali della pesca e da circa 15.000 piccoli o piccolissimi pescatori artigiani iscritti a Confcooperative, alla Lega delle cooperative, alla AGC delle cooperative: quindi, non stiamo parlando di plutocrati capitalisti ma di gente piccola che ha difficoltà economiche enormi, rappresentate in modo particolare da un regolamento comunitario che è stato approvato, data l'assoluta incapacità dal Governo italiano - ben differente da quello precedente - di farsi sentire a Bruxelles e dovuto dall'aumento intollerabile del costo del gasolio.

Allora, onorevole relatore, signor Sottosegretario, signor Ministro, vi pregherei di voler modificare il precedente parere, perché, visto che questo provvedimento si definisce in titolo di «equità sociale», non si capisce a questo punto dove vada finire veramente l'equità sociale quando vengono colpiti anche dei poveri pescatori. (Applausi dal Gruppo FI).

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, intervengo, oltre che per augurarle un buon pomeriggio, per preannunciare che chiederò il voto mediante procedimento elettronico su tutti gli emendamenti.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, non ho assolutamente affermato che nel settore della pesca ci sono grandi capitalisti; ho detto anzi che è un settore in difficoltà, sia sul piano del mercato sia su quello delle normative, a volte contraddittorie tra di loro. Ho detto che facciamo un primo intervento con questo provvedimento che riguarda le vittime del mare e che su altre questioni inerenti a emendamenti presentati su questo provvedimento la proposta è quella di affrontare globalmente la questione in finanziaria.

Per quanto riguarda l'emendamento in esame, propongo ai presentatori di trasformarlo in ordine giorno sul quale il parere sarebbe ovviamente favorevole.

 

CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, sono d'accordo con la proposta del relatore di trasformare l'emendamento a prima firma del senatore Scarpa Bonazza Buora in ordine del giorno con l'impegno del Governo di inserirlo nella finanziaria che è prossima alla discussione in Parlamento.

 

PRESIDENTE. Intende accogliere la richiesta del relatore, senatore Scarpa?

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Signor Presidente, dati l'affetto e la stima che mi legano al presidente della mia Commissione, senatore Cusumano, e dati l'altrettanto affetto e stima che mi legano ai pescatori italiani, per i quali ho lavorato per cinque anni, accetto la proposta però con l'impegno da parte del Governo che questo ordine del giorno non costituisca il solito sigaro fumato. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Invito pertanto il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno così trasformato.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie l'ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G18.101 non verrà posto ai voti.

 

CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, vorrei informare l'Assemblea di un fatto grave che è avvenuto in questi minuti e che penso...

 

PRESIDENTE. Presidente Cusumano, stiamo votando gli emendamenti e, dati i tempi a nostra disposizione e le cose che ho detto, la pregherei di rinviare questo suo intervento magari a fine seduta.

 

CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur). Sarò estremamente breve, Presidente.

 

PRESIDENTE. Il problema è di principio; dandole la parola riaprirei il dibattito. Io sono sempre disponibile per principio a dare la parola ad un Capogruppo, ma ora la prego di accettare questa mia richiesta.

 

CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur). Va bene, Presidente.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.12.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, poiché l'emendamento in questione è già stato illustrato dal collega Costa, io intervengo in dichiarazione di voto. Vede, Presidente, sono stati fatti parecchi interventi nell'ultimo anno in Commissione e in Aula alla ricerca di una posizione di Governo e Parlamento, nei confronti del contribuente, che sia di stimolo alla leale collaborazione, per quanto questa possa essere difficile. Comunque sia, un percorso e una ricerca in questo senso sono auspicabili e in questa direzione va l'emendamento presentato all'articolo 18 per un'aggiunta del comma 9.

Il problema a cui cerchiamo una soluzione è che le disposizioni introdotte recentemente tendono a dare dei tempi troppo brevi ai contribuenti, e quindi ai loro consulenti, per trasmettere la richiesta di chiarimenti come impostata da tutta una serie di norme, quali ad esempio i decreti del Presidente della Repubblica nn. 600 del 1973 e 633 del 1972. Se questa data per la trasmissione telematica, che è stata introdotta recentemente per permettere agli uffici di fare controlli attraverso i chiarimenti richiesti, e quindi attraverso i documenti, a riprova della regolarità delle dichiarazioni presentate, ai sensi delle leggi già citate, fosse spostata un po' oltre non succederebbe assolutamente nulla.

 

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 17,20)

 

(Segue FERRARA). Abbiamo inserito una copertura perché in questi casi, quando si tratta di disposizioni fiscali, la copertura permette la sicurezza di proponibilità e quindi non si incorre nel pericolo di una veloce lettura e quindi nell'eventualità che l'emendamento sia dichiarato improponibile.

Il relatore, dopo l'illustrazione del senatore Costa, ha detto che l'emendamento prevedeva una copertura ai sensi dell'articolo 18. Adesso, non sarebbe più l'articolo 18, ma l'articolo 26, tuttavia non è questo il punto; il punto è che l'emendamento non ha bisogno di copertura, anzi esso comporterebbe, in sede di prima applicazione, una più facile lettura e quindi un più facile adeguamento alle nuove introduzioni. Non trattandosi di copertura, e visto che più volte è stato dichiarato dal Governo che la sua attività è una ricerca non di coercizione nei confronti del contribuente, bensì di leale collaborazione, il Ministro stesso potrebbe, a mio avviso, dare un parere favorevole, tenuto conto delle affermazioni espresse in Commissione e il relatore potrebbe rivedere il suo parere, così come è stato dibattuto in Commissione; infatti, in quella sede, ricordo al relatore, egli aveva chiesto al Governo di esprimersi e questo aveva detto che in quel momento non era in grado di svolgere una valutazione puntuale, mentre adesso qualche giorno è passato e il Governo è presente.

Si tratta di un emendamento che non comporta spese, che va soltanto alla ricerca di una collaborazione e non di una attività coercitiva, per cui credo ci sia tutta la possibilità, con la buona volontà dei proponenti e, credo, con la buona volontà del relatore e del Governo, per dare un segnale al contribuente, specie in questo momento in cui troppo vede mettersi, da parte dello Stato, le mani nelle tasche.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.12, presentato dai senatori Ferrara e Costa.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, mi raccomando, riprendiamo la sana abitudine di rimanere seduti.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.700.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, questo emendamento recepisce una proposta avanzata dall'opposizione in Commissione,quindi dichiariamo il nostro voto favorevole.

Con l'occasione, ringraziamo il Governo per la sensibilità con cui ha voluto accogliere la mia perorazione precedente, talché non ha ritenuto neanche di prodursi, se non in un'accettazione, in una dichiarazione di cortesia. Di questa cortesia e attenzione nei confronti del Parlamento, in quel momento da me modestamente rappresentato nella parte dell'opposizione, non chiediamo certamente conto, ma conto ne chiederanno gli elettori quando prossimamente voteranno contro questo Governo e contro la disattenzione (per non dire altro, usiamo questo eufemismo) del Governo nei nostri confronti.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.14.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.14, presentato dal senatore Franco Paolo e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.15.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.15, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.16.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.16, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.19.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.19, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.20.

 

STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, mi sembra che il relatore abbia formulato un invito al ritiro, che non accolgo. Vorrei spiegare il motivo per cui ho presentato questo emendamento e perché quindi ne chiedo l'approvazione.

Ho preso ispirazione da un autorevolissimo esponente del Governo in carica, che durante la vicenda Mastrogiacomo aveva dichiarato: «Penso che Gino Strada ed Emergency abbiano un atteggiamento così ambiguo tra l'umanitario e il politico che si può puntare a qualunque illazione e che giochino un ruolo ambiguo tra torturati e torturatori».

Con una descrizione di questo tipo di un'associazione, a me sembra doveroso da parte dello Stato italiano, ma di qualunque ente della pubblica amministrazione, negare qualunque finanziamento a chi sul piano internazionale opera in questo modo e si è reso probabilmente responsabile di fatti molto gravi, durante la vicenda del sequestro Mastrogiacomo e non solo.

Questo non si traduce naturalmente in un ostracismo nei confronti di qualunque associazione, perché esiste il modo di farsi finanziare dai privati ed esiste - questo è, per esempio, il caso di Emergency - il 5 per mille, che ha consentito appunto a tale associazione di raccogliere una cospicua fonte di finanziamenti.

Credo però che, se il Governo italiano, in una vicenda così difficile come il sequestro di un nostro connazionale, in un Paese in cui siamo impegnati in una missione di pace, pronuncia attraverso un suo autorevole esponente le parole che ho detto prima (si tratta della ministro Bonino, la quale ha detto, ripeto, che Emergency giocava un ruolo ambiguo tra torturati e torturatori), ebbene, credo che il nostro Paese unanimemente non possa concedere finanziamenti a chi svolge questo ruolo. (Applausi dai Gruppi DCA-PRI- MPA, FI e del senatore Divina).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.20, presentato dal senatore Stracquadanio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.900.

Forse si potrebbe procedere alla votazione elettronica senza registrazione dei nomi.

 

CARRARA (FI). No, Presidente, preferisco che venga verificato mediante procedimento elettronico se la richiesta è appoggiata.

 

PRESIDENTE. Invito pertanto il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 18.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno G18.100, su cui il relatore ha espresso parere contrario. Il rappresentante del Governo aveva espresso parere conforme a quello del relatore e successivamente lo ha modificato, rimettendosi all'Assemblea.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'ordine del giorno G18.100, presentato dal senatore Calderoli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 19 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

PARAVIA (AN). Signor Presidente, la proposta contenuta nell'emendamento 19.5 tende a limitare gli effetti perversi di una norma approvata l'anno scorso. Mi riferisco a quella che fa obbligo alla pubblica amministrazione, nelle sue varie sfaccettature e in caso di liquidazione di importi per servizi o prestazioni di beni, di chiedere preventivamente l'autorizzazione o, perlomeno, verificare la posizione dell'Agenzia delle entrate dell'impresa a cui è obbligata a pagare.

È noto a tutti che la pubblica amministrazione da tempo non rispetta i termini di pagamento che essa stessa impone nei capitolati d'appalto. La pubblica amministrazione è creditrice di tantissime piccole e medie imprese grazie anche ad un sistema giudiziario civile inefficiente quanto costoso che da tempo è in coma profondo e che quindi consente allo Stato, alle Regioni e agli enti locali di non soddisfare i loro obblighi grazie al fatto che le imprese trovano costoso ed inutile il ricorso all'autorità giudiziaria civile.

Vorrei che il ministro Padoa-Schioppa, che ogni tanto ci fa l'onore di essere qui con noi, in quanto Governo si chiedesse se questa norma, applicando un altro stop particolare, non voglia piuttosto favorire gli episodi di concussione che sono molteplici in questo Paese. Avrei compreso l'inserimento di questa norma nell'ambito dell'affidamento di appalto. Oltre a verificare la situazione contributiva e assicurativa delle imprese, controllare la regolarità fiscale è giusto. Certamente non è giusto, una volta che le prestazioni di beni e di servizi sono state fornite e lo Stato, le Regioni, gli enti locali sono inadempienti verso le imprese, inserire un'altra norma per creare un ulteriore stop.

Lei, Ministro, facendo così incentiva gli episodi di concussione: se ne senta moralmente responsabile! (Applausi dai Gruppi AN e FI).

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 19.500, 19.501, 19.502. Parere contrario anche sull'emendamento 19.3.

 

PRESIDENTE. Contrario sul 19.3?

 

RIPAMONTI, relatore. Chiedo scusa, sull'emendamento 19.3 esprimo parere favorevole.

 

PRESIDENTE. Oggi si è visto di tutto ma questo ancora no.

 

RIPAMONTI, relatore. Si è vista l'opposizione votare contro propri emendamenti approvati in Commissione... (Commenti dei senatori dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. E giustamente il relatore vuole recuperare anche questa sua prerogativa.

 

RIPAMONTI, relatore. Facciamo uno scambio bipartisan, signor Presidente.

Esprimo, dunque, parere favorevole sull'emendamento 19.3 e contrario sull'emendamento 19.4.

Per quanto riguarda l'emendamento 19.503, la lettera b) è soppressa dall'emendamento della Commissione, comunque il parere è contrario. Esprimo anche parere contrario sugli emendamenti 19.5, 19.504, 19.9 e 19.11.

 

PRESIDENTE. Il parere del Governo è conforme, immagino.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

FERRARA (FI). I suggerimenti non valgono.

 

PRESIDENTE. Non c'è certo bisogno di suggerimenti per il Sottosegretario che la sa lunga in materia.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.500.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.500, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.501.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.501, presentato dal senatore Ciccanti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.502.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.502, presentato dal senatore Ciccanti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.3.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.3, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.4.

 

CENTARO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CENTARO (FI). Signor Presidente, con la norma che si intende modificare è possibile che un ente pubblico, ad esempio un ente locale, blocchi un credito nei confronti di un'impresa per un contenzioso fiscale di appena 10.000 euro. Questo significa mettere in ginocchio ed in crisi la piccola e media impresa e certamente non svolgere un'attività di contrasto nei confronti di coloro che evadono il fisco.

L'emendamento 19.4 si propone pertanto di elevare congruamente questo importo; diversamente, si arriva al paradosso che queste imprese non potranno neppure regolare il loro contenzioso con il fisco, perché vedranno bloccato tutto. Si creerà disoccupazione e, alla fine, si conseguirà un effetto assolutamente negativo.

 

STRANO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma all'emendamento 19.4 dei senatori Centaro e Ferrara, mettendo in luce il fatto che, non approvandolo, il Governo danneggerebbe, per la seconda volta nell'arco di poche ore, quella piccola e media industria già messa in ginocchio dai fatti criminali al Sud e che ieri ha visto negata l'emergenza di 200 milioni di euro anche dai senatori eletti in Sicilia, che evidentemente se ne fregano di Andrea Vecchio e degli altri, tranne che per stringere loro la mano e per rivolgere loro della solidarietà verbale.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.4, presentato dal senatore Centaro e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Proteste dei senatori Adduce e Mazzarello per alcune luci accese cui non corrisponderebbe un senatore).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.503.

 

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, la lettera b) del comma 1 è stata soppressa. L'emendamento 19.503 è pertanto precluso.

 

PRESIDENTE. Non è precluso, senatore Morando: si tratta di un emendamento che intende aggiungere una lettera: se la lettera b) del comma 1 è stata soppressa, si inserirà dopo la lettera a).

 

MORANDO (Ulivo). Allora bisogna modificare il testo.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.503, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Proteste del senatore Adduce per alcune luci accese cui non corrisponderebbe un senatore).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.5. (Proteste del senatore Garraffa).

Solo i senatori segretari hanno la possibilità di interloquire con il Presidente. E quando i lavori proseguono rapidamente, è bene non interloquire neanche con il Presidente; così si procederà ancora più rapidamente. (Proteste del senatore Adduce).

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.5, presentato dal senatore Paravia e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Proteste dai banchi del centro-sinistra per alcune luci accese cui non corrisponderebbe alcun senatore. Il senatore Azzollini segnala la propria presenza in piedi nell'emiciclo).

 

Il senatore Azzollini è presente. I presidenti della Commissione bilancio, anche gli ex, hanno la possibilità di deambulare perché troppa loro pazienza viene messa alla prova.

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.504.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.504, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.9.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.9, presentato dai senatori Fluttero e Collino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.11.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 19.11, presentato dal senatore Paravia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Proteste dai banchi della maggioranza).

 

Colleghi, quando le cose funzionano, lasciatele funzionare!

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 20 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

MONTALBANO (Misto-CS). Signor Presidente, per precisione, vorrei esprimere qualche succinta valutazione sull'emendamento 20.12 e sulle ragioni che hanno spinto i senatori della Costituente Socialista ad insistere nella sua presentazione.

L'emendamento ha ad oggetto l'8 per mille e pensiamo che contribuisca ad attualizzare una norma contenuta all'articolo 47, comma 3, della legge 20 maggio 1985, n. 222, la quale recita: «In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione» - dell'8 per mille - «si stabilisce in proporzione alle scelte espresse». Alla luce del fatto che solo il 41 per cento dei contribuenti esprime la propria opzione per l'8 per mille alla Conferenza episcopale italiana, ciò comporta una redistribuzione ulteriore in ragione della proporzionalità con cui i contribuenti che hanno espresso la loro opzione si sono, appunto, pronunciati. Ne consegue, di fatto, che il 90 per cento dell'8 per mille - e non il 41 per cento di coloro che hanno scelto di versare il proprio contributo in favore della Chiesa cattolica - va alla Conferenza episcopale italiana.

Questa norma praticamente aggira il principio di assoluta volontarietà del contribuente: nonostante sia solo il 41 per cento dei contribuenti ad esprimere quell'opzione, il 90 per cento del gettito va a finire alla Conferenza episcopale. È evidente che ci sia un utilizzo improprio della norma che consente ad una minoranza di contribuenti di scegliere per tutti gli altri. Peggio ancora: scelgono per tutti gli altri, nell'inconsapevolezza degli altri e nell'assenza della scelta degli altri.

Questa norma, signor Presidente, era stata concepita come una misura di garanzia e di salvaguardia per la preoccupazione, originariamente fondata, che il gettito dell'8 per mille fosse insufficiente a coprire le esigenze del sostentamento del clero, che si stimavano, nel 1985, attorno ai 400 miliardi di lire.

Poiché allora vi era questa preoccupazione, si inserì questo terzo comma nell'articolo 47, per fare in modo che, se il gettito fosse stato insufficiente, lo Stato avrebbe potuto integrare quelle somme. Sta di fatto che dal 1990 ad oggi il gettito è quintuplicato, in ragione del fatto che si è registrata una crescente non adesione all'apostolato (i preti, per intenderci, sono diminuiti): c'è un gettito enorme.

Il punto allora qual è? Già allora, per porre in essere un'ulteriore adeguamento in caso di gettito non sufficiente, si decise di dar vita ad una commissione bilaterale Stato italiano-Vaticano. Questa commissione bilaterale, ogni tre anni, avrebbe dovuto stabilire un adeguamento dell'8 per mille, da un lato, a tutela dell'esigenza della Conferenza episcopale di mantenere un budget sufficiente alle proprie necessità, dall'altro, per ridurlo nel caso in cui vi fosse stato un gettito superiore. Ecco il punto su cui interveniamo.

Noi non lo facciamo per fare una battaglia ideologica, né per enfasi laicista, ma perché è giusto fare in modo che il pronunciamento del contribuente sia rispettato. Pensiamo quindi che la norma vada corretta. Per questo abbiamo proposto una modifica al terzo comma, per fare in modo che, in caso di scelte non espresse dai contribuenti, le relative risorse siano destinate a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione dello Stato.

Un'ultima questione, Presidente. Abbiamo avuto dei problemi nel corso della discussione. Il relatore ha fatto riferimento alla difficoltà di recuperare le risorse necessarie per far fronte alle esigenze di chi è affetto da gravi patologie, per esempio, quelle che riguardano gli emotrasfusi, i talassemici e così via. Noi avremmo la possibilità non solo di recuperare adeguate risorse per far fronte a questa esigenza di bilancio, ma, nello stesso tempo, anche di attualizzare una norma che invece, così come si è determinata alla luce del pronunciamento dei contribuenti, aggira la volontà e di fatto diventa quasi truffaldina. (Applausi dai Gruppi Misto-CS, RC-SE e SDSE).

 

VEGAS (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, vorrei intervenire per un richiamo al Regolamento relativamente all'emendamento 20.12, che è stato testé illustrato.

Vede, Presidente, questo emendamento, a mio sommesso avviso, è inammissibile, perché non è nella disponibilità del Parlamento modificare la legge n. 222 del 1985, che, in quanto direttamente attuativa della legge n. 206 del 1985, deriva dall'accordo di modifica del Concordato lateranense. L'accordo di modifica può essere esclusivamente modificato o con accordo con l'altra parte, ossia con la Santa Sede, oppure con modifica di livello costituzionale. Non si può fare con legge ordinaria. (Applausi dai Gruppi FI e UDC).

Per cui, francamente la invito a dichiarare inammissibile tale emendamento, salvo ovviamente le propensioni di ciascuno circa la devoluzione dell'8 per mille, che però sono altra cosa. (Applausi dai Gruppi FI e UDC).

 

PRESIDENTE. Prima di procedere (ho qui un lungo elenco di colleghi che hanno chiesto di intervenire), poiché credo che la motivazione sottoposta dal senatore Vegas abbia fondamento, chiedo al Governo se ritenga che rispetto a questo passaggio vi debba essere almeno un'intesa.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, le argomentazioni addotte dal senatore Vegas sono perfettamente condivisibili. (Applausi dai Gruppi FI e UDC).

 

PRESIDENTE. Dichiaro pertanto inammissibile l'emendamento 20.12. (Proteste dei senatori Angius e Russo Spena).

Colleghi, io ho il dovere di rispettare la Costituzione.

 

MORANDO (Ulivo). Ha ragione, Presidente. (Proteste del senatore Russo Spena).

 

PRESIDENTE. Il Governo ritiene che debbano esservi quelle intese rispetto ai trattati.

 

ANGIUS (Misto-CS). Non c'entrano nulla i trattati.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, intervengo per dichiararmi d'accordo con le argomentazioni del senatore Vegas. Ho commesso certamente un errore nei lavori della Commissione, perché lì ci siamo pronunciati sul punto ed in quella sede avrei dovuto fare quanto da lei fatto qui ora, su sollecitazione del senatore Vegas. Effettivamente, quindi, ho sbagliato in Commissione. (Applausi dai Gruppi FI, UDC e Aut e del senatore Polito).

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Presidente, concordo con le dichiarazioni del senatore Vegas.

 

GAGLIARDI (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GAGLIARDI (RC-SE). Signor Presidente, a mio avviso la discussione che si è svolta in quest'Aula è stata un po' sbrigativa, perché non stiamo ragionando del Concordato, ma della concreta applicazione della legge relativa all'8 per mille.

Sono dell'opinione che il Governo, che è il mio Governo e verso il quale ho il massimo rispetto, non è la fonte della legittimazione dell'ammissibilità di un emendamento: mantengo quindi una riserva profonda proprio sulla decisione che si annuncia e che è un po' sospetta visto che, ogni volta che si trattano materie di questo tipo - non si sa perché! - non si riesce neppure ad affrontarle.

Credo quindi che sia in questione, ancora una volta, il diritto del Parlamento ad esprimersi, quanto meno con un orientamento, su una questione che non riguarda assolutamente i rapporti tra Stato e Chiesa, ma una legge dello Stato e il fondamento della sua laicità. (Applausi dai Gruppi RC-SE e SDSE e del senatore D'Amico).

 

PRESIDENTE. Senatrice Gagliardi, credo che il Parlamento debba sempre potersi esprimere. C'è però l'articolo 7 della Costituzione, per cui prima il Parlamento cambia l'articolo 7, poi procederemo al resto.

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, intervengo per esprimere sostegno alla sua interpretazione. Vorrei dire alla collega Gagliardi che, per carità, noi possiamo discutere tutto ciò che vogliamo: il problema, però, è anche il metodo con cui si agisce rispetto a simili questioni. Il senatore Vegas ha colto esattamente i termini del problema.

Vorrei aggiungere, Presidente, proprio per sostenere la decisione della Presidenza, che se si vuole sollevare un tema così importante non lo si fa di nascosto. Ci siamo trovati di fronte al testo del decreto in cui, all'articolo 20, si parla di «5 per mille», mentre surrettiziamente si modifica un altro tipo di normativa, quella legata all'8 per mille. Credo che questo sia profondamente sbagliato, perché le leggi sono diverse e, probabilmente, ci sarebbe stata l'estraneità di materia, ancora prima di scomodare la Costituzione.

 

PRESIDENTE. Colleghi, c'è una serie infinita di richieste di intervento, ma sull'ammissibilità di un emendamento, dichiarata o meno, non sono ammesse repliche. Non intendo continuare una discussione sull'ammissibilità dell'emendamento 20.12, confortato, tra l'altro, dal Presidente della Commissione, dal Governo e dal Ministro, che appartengono all'attuale maggioranza. Non mi sembra, quindi, di assumere una posizione di parte, e l'ho già fatto in passato.

 

ANGIUS (Misto-CS). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANGIUS (Misto-CS). Signor Presidente, colleghi senatori, mi dispiace moltissimo intervenire in questa circostanza e in questo modo. Non è mio costume, né mio stile interferire su questioni di procedura, anche per il rispetto assoluto che ho per la Presidenza del Senato e nei personali confronti del presidente Calderoli: mi atterrò, quindi, a quanto la Presidenza deciderà.

Vorrei segnalare una questione di metodo e una questione di merito. La questione di metodo è presto detta: l'emendamento 20.12 era stato discusso nella Commissione bilancio dai colleghi, era stato respinto, poi era stato ritenuto ammissibile, tant'è che adesso è nel fascicolo che stiamo esaminando qui. Si tratta di un emendamento che cambia una legge dello Stato in un suo specifico e particolarissimo comma, in un dettaglio.

Evocare il cambiamento di una norma di carattere costituzionale, cioè l'articolo 7, quale impedimento a correggere l'applicazione pratica di una legge che è ordinaria, è qualcosa che sfugge alle mie nozioni, non solo politiche, ma anche parlamentari e costituzionali, le pochissime cioè che ciascuno di noi può avere assimilato nel tempo.

Dopo di che, non è il Governo che stabilisce l'ammissibilità di questo emendamento. Approfittando del fatto che è seduta qui, vorrei chiedere alla signora ministro Turco come mai negli anni 1997-1998 (mi corregga la Ministro), la ministro Turco anche allora Ministro della Repubblica, nel corso della discussione del disegno di legge finanziaria, aveva proposto una modifica simile a quella che propongo io.

Caro Presidente e cari colleghi, io propongo che sia rispettato un principio di libertà contenuto nella legge n. 222 del 1985, alla quale faceva riferimento il collega Montalbano. Si tratta di un principio semplicissimo: attraverso la dichiarazione dei redditi, con l'8 per mille ogni cittadino decide a chi versare questa quota del prelievo fiscale che egli conferisce allo Stato; può cioè scegliere se darlo alla Chiesa cattolica, a un'altra fede religiosa; insomma può decidere a chi conferirlo. Concretamente però il 60 per cento dei contribuenti italiani non scrive niente nella sua dichiarazione dei redditi; dopo di che questo 60 per cento, in base alla norma scritta, viene spalmato a quei soggetti ai quali soltanto il 40 per cento devolve il suo 8 per mille. Pertanto, quel 40 per cento dei contribuenti italiani che devolvono l'8 per mille alla Chiesa cattolica (che giustamente lo Stato finanzia anche per le finalità sociali alle quali - come sappiamo tutti - la Chiesa di Roma assolve, in particolare, nel nostro Paese) attraverso questa norma diventa non più il 40 per cento, ma il 90 per cento. E io cittadino italiano, contribuente italiano che deliberatamente non ho voluto devolvere a una confessione religiosa o alla Chiesa di Roma il mio 8 per mille, me lo vedo invece assegnato, io che ho compiuto un'altra libera scelta di cittadino e di contribuente, alla Chiesa cattolica.

La norma è di rispetto elementare delle persone, dei cittadini e dei contribuenti (Applausi dai Gruppi Misto-CS, SDSE, RC-SE e IU-Verdi-Com), signor Presidente, e se in quest'Aula non siamo neanche in diritto di discutere una simile tematica, io vedo lesa, caro Presidente e cari Ministri di questo Governo, la mia libertà di cittadino, di persona e di contribuente. Voi, cari colleghi, in realtà fate questo perché siete sotto quell'invadenza della Chiesa cattolica di Roma di cui oggi abbiamo avuto una prova provata nelle parole... (Vibrate proteste dai Gruppi FI, UDC e AN e dei senatori Binetti, Baio e Procacci).

 

PRESIDENTE. Senatore Angius, lei sta entrando nel merito di un emendamento che non esiste.

 

ANGIUS (Misto-CS). ...del segretario di Stato Vaticano, cardinale Bertone, quando interviene ingiungendo ad un quotidiano della Repubblica italiana che non deve scrivere dei finanziamenti pubblici che, ripeto, giustamente (ma bisogna sapere a quanto ammontano), lo Stato italiano devolve alla Chiesa di Roma.

Signor Presidente, ho concluso, mi basta soltanto questo. Dico però che mediterò su come votare - lo dico agli amici del Governo e della maggioranza - sugli emendamenti successivi, perché si impedisce a me e ad altri colleghi persino di pronunciarci su una questione così delicata. Le avrei chiesto la votazione elettronica, ma è evidente che questo non è più possibile; valuterò come proseguire nelle immediate votazioni e sul mio comportamento concreto in Aula.

Si tratta di una questione molto grave e la giudico come una violazione della mia libertà di parlamentare.

 

PRESIDENTE. Darò una risposta da un punto di vista tecnico, senza entrare nel merito. Non ho dato la parola a nessuno perché l'ammissibilità di un emendamento è relativa e di valutazione della Presidenza.

L'articolo 47, che l'emendamento vorrebbe modificare, fa parte del patto che discende dei Patti lateranensi che richiede una procedura modificata per cui deve essere raggiunta l'intesa nella Commissione.

 

ANGIUS (Misto-CS). Non è vero!

 

PRESIDENTE. Lei dice che non è vero? C'è un testo, venga a consultarlo. Se lo ripete, la richiamo all'ordine.

L'emendamento è inammissibile per quello che riguarda la Presidenza. Chiedo, quindi, al relatore di formulare i pareri. (Applausi delle senatrici Bianconi e Baio).

 

SCHIFANI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Colleghi, se si chiede di intervenire sull'ammissibilità dell'emendamento, non do la parola. Senatore Schifani, su che cosa intende intervenire?

 

SCHIFANI (FI). Signor Presidente, intervengo soltanto per dare atto all'Assemblea che leggo dall'agenzia Adnkronos che un proiettile con minacce sarebbe stato indirizzato al ministro Mastella. Acquisito questo dato intendo manifestare, a nome del mio Gruppo, la piena solidarietà nei confronti del ministro Mastella che siede tra i banchi della maggioranza. (Generali applausi).

 

PRESIDENTE. Il collega Cusumano, lo dico per amore di verità, aveva all'inizio della seduta chiesto la parola, ma non gli è stata concessa, pur volendo comunicare il medesimo atto. Ora ne ha facoltà.

 

CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi vogliamo rinnovare solidarietà ed amicizia al ministro Mastella per questo gravissimo atto intimidatorio che giunge in una fase convulsa del dibattito politico nazionale e in una fase di preoccupante e pericolosa deriva populista che attenta alla legittimità della funzione storica dei partiti all'interno della democrazia del nostro Paese ed attenta all'azione piena e legittima del Parlamento e della classe politica di questo Paese.

Questo atto intimidatorio, che fa seguito ad altre azioni parimenti minacciose, rappresenta l'inizio di un percorso di forte inquietudine rispetto al quale il Parlamento deve assumere posizioni forti e coerenti a tutela della democrazia del nostro Paese e degli organismi che sono parte integrante ed essenziale della nostra Carta costituzionale.

Rivolgo un invito forte a tutti i partiti di maggioranza e di opposizione perché elevino il livello dell'impegno parlamentare e dell'azione legislativa senza strumentalizzazioni di alcun tipo. Mi sembra opportuno riprendere la parte di intervento in cui il collega Angius parla in maniera impropria di un'invadenza della Chiesa rispetto alla libera azione legislativa del Senato della Repubblica.

Noi non contrastiamo, in nessuno modo, la libera azione dei parlamentari che attraverso un franco, e a volte anche rude, dibattito si trovano contrapposti sulla linea delle opzioni finali, ma immaginare un'azione surrettizia della Chiesa rispetto alla libera azione legislativa del Parlamento penso che sia offensivo ed osceno rispetto a un forte valore storico e culturale della Chiesa di Roma. (Applausi dai Gruppi Misto-IdV, Misto-Pop-Udeur, FI, UDC e AN).

 

PRESIDENTE. Senatore Cusumano, anche lei surrettiziamente ha usato la lettera di minacce per introdurre un argomento che nulla c'entra.

Anch'io esprimo la mia solidarietà al ministro Mastella. Ne ho ricevuti tanti anch'io; poi se sono del calibro giusto e arrivano ad un numero adeguato, può sempre andarci a caccia.

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Come ministro o senatore?

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Come senatore eletto dal popolo; l'altra è una nomina: si privilegia il mandato elettivo, dunque.

Intervengo per ringraziare i senatori Schifani, Cusumano e tutti gli altri, ma anche per stemperare la situazione. L'unica cosa che posso dire è che il proiettile non me lo sono inviato da solo. (Applausi).

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, vorrei anch'io portare la solidarietà al ministro Mastella e dirgli che nessuno come me, sul piano umano, lo può comprendere. Su questo punto può capire che la mia solidarietà è sincera. Questo non lo salva, ovviamente, dal giudizio politico, che è estremamente negativo.

Voglio anche consolarlo, però. L'ultima volta io di proiettili ne ho ricevuti 29 in un colpo solo (si vede che chi mi minacciava era più ricco di chi minaccia lei ora) e sono ancora qui. Ho detto questo per stemperare anch'io la situazione.

Vorrei però segnalare due elementi interessanti. Il primo è che il senatore Cusumano ha utilizzato accenti pesanti nei confronti di un suo collega di maggioranza il che, da un punto di vista politico, costituisce un dato che non possiamo sottacere, che aumenta ancora di più il clima di incertezza che c'è in questa giornata così convulsa. Il secondo è che inizio ad essere invidioso del Gruppo misto, che in queste ore si sta arricchendo sempre più. Ho notato che il ministro Mastella, da navigato della politica, quando ha fatto il plateale gesto di alzarsi, però non ha fatto mancare il suo voto: si è messo lì, ma continua a votare per questa sciamannata maggioranza. Ministro, pensi che lei può passare alla storia come colui il quale regalerà agli italiani la liberazione da questo Governo: ci pensi. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

BUTTIGLIONE (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Signor Presidente, intervengo per esprimere la convinta solidarietà dell'UDC al ministro Mastella e per condannare questo atto di intimidazione politica che è (non nascondiamoci dietro ad un dito) il risultato di una campagna di stampa bene orchestrata, la quale ha additato in Mastella il capro espiatorio dei vizi di tutta la classe politica italiana.

Credo che sia necessario condannare non solo questo atto, ma la campagna che lo ha preceduto, che si è svolta in buona parte anche sulla televisione di Stato italiana, senza che ciò corrisponda alle caratteristiche del servizio pubblico. Lotta politica dura, aspra sì, ma rispetto per le persone. Infatti, oggi corriamo il rischio che qualcuno prenda sul serio le parole demenziali che vengono diffuse dalla nostra televisione.

E mi consenta, visto che ho la parola, di dare un consiglio al senatore Angius, signor Presidente, perché sono molto preoccupato del fatto che egli si senta conculcato nei suoi diritti di cittadino, di italiano e di contribuente. Senatore Angius, tracci una crocetta su una delle tante scelte alternative che la dichiarazione dei redditi le offre e i suoi denari non andranno alla Chiesa cattolica che lei stima così poco. Vorrei ricordare, anche in questo caso, che non ci si può nascondere dietro ad un dito. Esiste una chiara campagna di stampa alimentata da alcune parti politiche di odio anticattolico che dall'inizio sostiene che la Chiesa cattolica deve tacere, altrimenti le saranno tolti i soldi che le derivano dall'8 per mille: questo emendamento ne è la traduzione parlamentare, nella forma di una imboscata, senza un dibattito preliminare adeguato all'importanza della questione; è il tentativo di tradurre quella minaccia. Allora dico a tutti voi che la Chiesa non si lascerà tappare la bocca: può diventare povera, può mendicare il pane, non può rinunciare a predicare la verità per la quale esiste. (Applausi dai Gruppi UDC, AN e FI).

 

BARBIERI (Misto-CS). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBIERI (Misto-CS). Signor Presidente, intervengo anche perché il senatore Buttiglione ci ha deliziato con un'analisi sull'argomento: in qualità di primo firmatario dell'emendamento 20.12 ho chiesto più volte la parola.

Accetto l'inammissibilità definita dalla Presidenza, che è assolutamente fuori discussione. Ritengo che non faccia onore né al relatore né al Governo essersi allineati con questa inammissibilità buttando la palla in corner dopo aver detto altre cose in Commissione. Entrando per un attimo nel merito della questione, qui si tratta solo di un semplice meccanismo aritmetico di redistribuzione dei residui, in cui il Trattato internazionale non c'entra nulla.

Quindi, si è in malafede se si pensa che si tratta di questione di merito del Trattato internazionale. Si poteva lasciare la libertà di votare, la maggioranza avrebbe vinto, nel senso che avrebbe deciso (ovviamente sappiamo come sarebbe andata), ma si sarebbe consentito una dignitosa testimonianza in Parlamento, che invece è stata impedita da una legittima decisione della Presidenza ma anche da una complicità inammissibile del relatore e del Governo. (Applausi del senatore Montalbano).

 

 

MANTOVANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MANTOVANO (AN). Signor Presidente, non discuto la sua decisione, però le parole adoperate in quest'Aula dal senatore Angius non possono cadere senza alcuna risposta, lo ha già fatto il senatore Buttiglione.

Esprimo un certo rammarico per il fatto che l'emendamento 20.12 non si voti, perché sarebbe interessante una discussione nel merito e sarebbe interessante che ognuno si assumesse fino in fondo le proprie responsabilità qualunque sia lo schieramento di appartenenza.

Tornando all'intervento del senatore Angius, le chiedo, signor Presidente, quantomeno che in quest'Aula il Governo, e in particolare la Presidenza del consiglio, renda conto, intanto, sulle percentuali dell'8 per mille che rimangono senza destinazione, perché ho qualche dubbio che siano quelle prima esposte, e poi, rispetto alla percentuale che rimane senza una crocetta da parte del contribuente italiano, qual è l'effettiva destinazione di queste somme.

Finora non ho sentito nessuno che si sia rizelato perché denari corrisposti, per esempio, alla Chiesa cattolica siano stati utilizzati per restaurare chiese che fanno parte del patrimonio di qualunque italiano, qualunque sia la propria confessione religiosa, e anche se non ha alcuna confessione religiosa; così come non ho sentito nessuno che si sia rizelato per denari che siano andati a sovvenzionare le esigenze dei veri poveri, non dei centri sociali che si celano dietro la formula così generica di questo emendamento.

Signor Presidente, se qualche chiesa è stata restaurata, e va a vantaggio di tutti se non altro per ragioni estetiche, non abbiamo trovato finora altrettanta generosità da parte di qualche amministrazione locale, che invece ha trovato disponibilità a dare gratuitamente terreni per moschee.

Anche questo è un gioco, quando vengono posti all'attenzione dell'Aula simili emendamenti: forse votarli avrebbe consentito a ciascuno di dire fino in fondo come la pensa su questioni che sono assolutamente trasparenti e che devono andare sotto l'attenzione di tutti, anche per manifestare gratitudine a chi anche poche briciole le utilizza per opere di effettiva carità. (Applausi dai Gruppi AN, FI e UDC).

 

PRESIDENTE. Colleghi, hanno chiesto di intervenire ancora cinque senatori e stiamo parlando di un argomento che non è più oggetto della nostra discussione: non voglio interrompere il confronto ma mi richiamo al senso di responsabilità dei Capigruppo.

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Signor Presidente, sarò estremamente sintetica.

Avevo chiesto la parola per manifestare la piena solidarietà del mio Gruppo al ministro Mastella e soprattutto per invitarci a riflettere - non certo oggi e in questa sede ma credo che debba essere uno degli oggetti del dibattito e della riflessione politica comune - sull'imbarbarimento di un clima che vede ormai l'invio di lettere minatorie, di proiettili o comunque altre minacce gravi come se fosse un fatto dell'ordinarietà. C'è una violenza della quale dovremmo avere grande paura, perché è in sé l'indizio di una crisi della qualità della libertà democratica nel Paese.

Voglio spendere una sola parola, perché qui ho sentito gli interventi diversi del senatore Angius, alcune reazioni, l'intervento del senatore Buttiglione e anche quello del senatore Mantovano.

Vorrei molto indegnamente ricordare che questo è un Parlamento laico (Applausi del senatore Biondi). È un luogo nel quale tutte le opinioni possono esprimersi in piena libertà e sono le regole della democrazia che determinano la decisione finale. Sarebbe davvero un guaio se la presentazione di un emendamento venisse considerata un'imboscata, se ciascuno di noi potesse o dovesse sentirsi limitato nella propria attività e nell'espletamento della propria funzione parlamentare. (Applausi dal Gruppo Ulivo e del senatore Biondi).

 

PRESIDENTE. A sostegno della risposta data precedentemente, ho verificato i precedenti: dal 1985 ad oggi si è sempre tenuto questo comportamento.

 

ROTONDI (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROTONDI (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, anche noi del Gruppo Democrazia Cristiana per le autonomie-Partito Repubblicano Italiano-Movimento per l'Autonomia esprimiamo solidarietà al ministro Mastella. Tuttavia, poiché Mastella non ha bisogno né di conforto né di serenate, vorrei affidare a questa Assemblea una considerazione politica: oggi il Ministro della giustizia è oggetto di un'aggressione senza precedenti, almeno in questa legislatura e nella precedente. Non mi riferisco soltanto al proiettile, che fa parte delle consuetudini invalse nella Seconda Repubblica; infatti, a ciascuno di noi avvengono episodi che in passato sarebbero stati oggetto di ben altro approfondimento.

Posso dire, perché forma oggetto di denunce, che casa mia a Roma è una sorta di albergo e casa aperta perché ogni tanto, senza effrazione, trovo i segni di visite quando non ci sono, ma non mi allarmo perché colleghi che abitano a Roma mi raccontano che è una consuetudine che non mi deve preoccupare. Raccolsi una volta addirittura la confidenza dell'ex sindaco di Roma, l'onorevole Darida, che mi consolò dicendomi che a lui, per lasciare il segno della loro presenza, abbandonarono addirittura il copertone di una gomma di camion. Colleghi, è inutile che releghiamo nel colore questi accadimenti; il proiettile ad un Ministro e gli episodi che ho raccontato sono inquietanti perché si iscrivono in un clima ben preciso.

Forse il senatore Cusumano per delicatezza non l'ha detto; voglio comunicarlo io all'Assemblea: contemporaneamente, la sede de «Il Campanile», il quotidiano del partito di Mastella, ha ricevuto la visita degli ufficiali della finanza, che sono andati a sequestrare carte nell'ambito dell'inchiesta Why not. Ebbene, nessuno qui dice che è un dato allarmante: stiamo parlando di un quotidiano di partito, sì di partito, di quelli che la gazzarra dell'antipolitica inscrive al primo posto del dispendio, della casta e di tutto ciò che digeriamo e qualche volta reciprocamente ci propiniamo (Applausi dai Gruppi DCA-PRI-MPA e FI).

Io che ho diretto il glorioso quotidiano «Il Popolo» e che ho sempre difeso i giornali di partito dico che questa è veramente un'Aula sorda e grigia se nello stesso giorno attende a braccia incrociate che la finanza visiti in maniera intimidatoria il quotidiano del partito del Ministro della giustizia, mentre egli riceve i proiettili e mentre noi siamo qui a fotografare questo Senato al fotofinish, che balla una volta con un voto avanti e una volta con un voto indietro.

Non parlo ad Angius perché rispetto le sue valutazioni. Collega Angius, io sono un cattolico non clericale e ritengo anch'io che vi sia una tentazione di clericalismo, di destra e di sinistra, che ogni tanto aleggia da quando non c'è più la Democrazia Cristiana. Mi sia però consentito di dire che chi non vuole dare i soldi alla Chiesa - ha ragione il senatore Buttiglione - mette una crocetta a vantaggio di altri e il discorso si chiude lì. Noi possiamo accettare che la religione abbia una dimensione distinta dalla nostra funzione legislativa ma non possiamo accettare la tentazione storica di un certo laicismo di considerare la religione cattolica una delle religioni italiane: non è la religione di Stato ma è la religione nella quale si riconosce la maggioranza di questo Paese.

È quindi naturale e legittimo difendere un ordine di valori e una dimensione legislativa che ne consegue.

Signor Presidente, concludo ribadendo la solidarietà al ministro Mastella, ma chiedendo anche che sui fatti che lo riguardano e, di conseguenza, ci riguardano, vi sia una sessione di dibattito parlamentare la prossima settimana, nella quale i lavori abbiano la capienza e lo spazio opportuni, ravvisando la necessità che un dibattito non occasionale illumini un passaggio inquietante della nostra vita nazionale. (Applausi dal Gruppo DCA-PRI-MPA e del senatore Tomassini).

 

BOCCIA Maria Luisa (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Maria Luisa (RC-SE). Signor Presidente, anch'io voglio esprimere innanzitutto, visto che ho preso la parola, piena solidarietà al ministro Mastella ed anche viva preoccupazione per il clima torbido che anche questo episodio segnala, preoccupante per la democrazia e la libertà di noi tutti.

Ho chiesto la parola sulla questione relativa all'emendamento presentato dai senatori Barbieri, Angius e Montalbano non perché, Presidente, voglia mettere in discussione la sua decisione.

 

PRESIDENTE. Senatrice Boccia, se ritorniamo sull'argomento precedente...

 

BOCCIA Maria Luisa (RC-SE). Siccome però altri sono intervenuti, lei fa esprimere anche a me una posizione di principio al riguardo, che non attiene ad una rimessa in discussione della decisione di inammissibilità, né ad argomenti di merito che tralascio. Posso solo dire che esprimo vicinanza con le posizioni e gli argomenti del senatore Angius.

Ha detto la presidente Finocchiaro che il Parlamento è laico perché tutte le opinioni si possono esprimere. Sarebbe così, Presidente, sarebbe stato così, se avessimo potuto discutere e votare nel merito dell'emendamento 20.12; così non è stato e mi voglio pronunciare su un unico aspetto, che però è delicatissimo e dirimente, cioè la questione della costituzionalità o incostituzionalità. Il pronunciamento su questo aspetto non attiene all'ammissibilità dell'emendamento e alle prerogative della Presidenza in merito; il pronunciamento sulla costituzionalità attiene all'Assemblea, che vota le questioni pregiudiziali, e alla Commissione affari costituzionali, cui si chiede un parere. Non è competenza né della Presidenza, con tutto il rispetto, né...

 

PRESIDENTE. Senatrice, è la Presidenza che giudica l'ammissibilità e sulla ammissibilità non c'è possibilità di replica, quindi le tolgo la parola.

 

BOCCIA Maria Luisa (RC-SE). L'ammissibilità è cosa diversa dalla costituzionalità. (Il microfono si disattiva automaticamente).

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Mi raccomando di restare all'argomento del ministro Mastella e di non trattare l'altra questione.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, non ho mai fatto mistero di essere amico del senatore Mastella, di essere suo amico quando è Ministro e nei momenti in cui vince le sue battaglie, ma sono amico di Mastella anche quando è in difficoltà; quindi, esprimere solidarietà all'amico Mastella non è per me un atto dovuto: lo faccio perché lo sento.

Tuttavia, non sarebbe sufficiente esprimere solidarietà al ministro Mastella senza svolgere una riflessione (le assicuro, di pochi secondi e non di più). Il ministro Mastella in questi giorni è stato isolato; è stato isolato dalla sua maggioranza e spesso si è trovato a combattere da solo: giusta che fosse la battaglia che portava avanti, comunque è stato isolato.

Alcuni anni fa ho fatto parte della Commissione antimafia ed è stata un'esperienza estremamente interessante.

Mi insegnarono allora che la criminalità organizzata prima punta all'isolamento, poi alla minaccia e infine, purtroppo, a qualcosa di più. Quindi, avere lasciato solo il ministro Mastella lo ha esposto a qualcosa di grave e di serio.

Questa maggioranza è divisa su tutto: sulla politica estera, sul welfare, sulle infrastrutture, sui valori cattolici. Un Esecutivo così debole espone le persone a situazioni molto gravi. Su cosa si regge questa maggioranza? Se ponessimo questa domanda a chiunque di noi, avremmo difficoltà a rispondere.

Allora, esprimendo con tutto il cuore la nostra solidarietà al ministro Mastella, desidero aggiungere che però occorre fare attenzione a tenere in piedi un Esecutivo così debole, che può creare soltanto situazioni molto difficili e sicuramente rappresenta una iattura per il popolo italiano. (Applausi dal Gruppo AN).

 

SILVESTRI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, auspicando che anche lei si attenga al tema.

 

SILVESTRI (IU-Verdi-Com). Certamente. Esprimo piena solidarietà al ministro Mastella. Non nascondo che su molti temi vi è sempre stata e vi è una dialettica forte, che porta talvolta a una vera e propria contrapposizione, ma credo sia bello che noi e tutto il Senato esprimiamo la nostra piena solidarietà quando le persone vengono colpite nelle proprie funzioni pubbliche e nella propria vita, nella propria esistenza.

Esprimiamo quindi la nostra solidarietà piena al Ministro, augurandoci che si avveri l'ipotesi, forte dal punto di vista politico, che nella nostra dialettica il ministro Mastella finalmente capisca che lui ha torto e noi ragione. (Applausi dal Gruppo IU-Verdi-Com. Il senatore Silvestri stringe la mano al ministro Mastella, che siede nei banchi del Gruppo IU-Verdi-Com).

 

RUSSO SPENA (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RUSSO SPENA (RC-SE). Esprimo la piena solidarietà dei Gruppi Rifondazione Comunista e Sinistra Democratica (parlo infatti anche a nome del senatore Salvi) al ministro Mastella.

Questo è il tempo della solidarietà e non dello scontro e del confronto aspro. Credo comunque che l'episodio accaduto al ministro Mastella evidenzi la necessità di una civilizzazione dei comportamenti politici, di sobrietà ed autonomia dei poteri, nella considerazione che l'avversario politico debba essere ritenuto non un nemico, ma una persona con cui ci si confronta, che è in ogni caso portatrice anche di un nocciolo di verità.

Mi permetta di aggiungere, Presidente, che come Capogruppo non ho affatto gradito che lei, dopo un dibattito comunque sgangherato sui contenuti e nel quale sono stati affrontati tanti temi, laici o meno, pertinenti o meno, abbia tolto la parola alla senatrice Boccia, che invece interveniva sul merito del giudizio di inammissibilità di un emendamento per motivi di incostituzionalità. (Applausi dal Gruppo RC-SE). Credo che anche la Presidenza del Senato, che rispettiamo, dovrebbe avere l'umiltà di accettare le critiche da parte di ogni senatrice e di ogni senatore. Questo la renderebbe più, e non meno, autorevole. (Applausi dai Gruppi RC-SE e SDSE).

 

PRESIDENTE. Senatore Russo Spena, lo dico per l'ultima volta, altrimenti passo ai provvedimenti disciplinari. Un senatore non può rivolgersi alla Presidenza dicendo che non spetta ad essa decidere sull'ammissibilità degli emendamenti, quando il nostro Regolamento lo prevede espressamente.

 

BOCCIA Maria Luisa (RC-SE). Non ho detto questo!

 

FORMISANO (Misto-IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Mi auguro che sia sintetico.

 

FORMISANO (Misto-IdV). Credo di avere sempre improntato i miei interventi alla massima sobrietà.

Ritengo sia doveroso in questa fase ricordare a me stesso una massima, credo di Voltaire, che diceva: «Non condivido neanche una parola di quelle che tu sostieni, ma mi batterò in tutte le sedi perché tu possa sostenerle».

Penso che questo sia il compito di sobrietà che abbiamo davanti, quando situazioni come quelle che sono state descritte in Aula lasciano intendere che, dal confronto forte ma democratico, si corre il rischio di passare ad altri tipi di confronto, che abbiamo alle nostre spalle e che vorremmo restassero tali.

Solidarietà quindi convinta al ministro Mastella, solidarietà convinta e sincera perché credo che la discussione politica mai debba essere intaccata o condizionata da vicende che con la politica e con la democrazia hanno poco da spartire.

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 1819.

Invito il relatore ed il Governo a pronunciarsi sugli emendamenti presentati all'articolo 20.

Ricordo, onorevoli colleghi, che gli emendamenti 20.2, 20.3 e 20.9 sono considerati subemendamenti all'emendamento 20.850, presentato dal relatore.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, l'emendamento 20.850 è una formulazione tecnica, tra l'altro segnalata dagli uffici.

Dal momento che prevediamo di assicurare degli stanziamenti aggiuntivi sul 5 per mille, la formulazione esatta dell'articolo 20... (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Colleghi! Senatore Iannuzzi e gruppetto!

 

RIPAMONTI, relatore. Come dicevo, la formulazione dell'articolo 20 è quella prevista dall'emendamento 20.850, presentato dal relatore, con il quale gli stanziamenti sull'unità previsionale di base sono integrati di 150 milioni di euro.

Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 20.0.2 e 20.9 e contrario su tutti gli altri.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Ricordo, onorevoli colleghi, che voteremo gli emendamenti 22.2, 20.3 e 20.9 come subemendamenti all'emendamento 20.850.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.2.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 20.2, presentato dal senatore Ciccanti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.3.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 20.3, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.9.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 20.9, presentato dal senatore Turigliatto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.850.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 20.850, presentato dal relatore.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 20.12 è inammissibile.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.0.2.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 20.0.2, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 21 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

CICCANTI (UDC). Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 21.22 e 21.0.2.

 

FLUTTERO (AN). Signor Presidente, intervengo per argomentare rapidamente quattro emendamenti all'articolo 21: si tratta degli emendamenti 21.4, 21.10, 21.31 e 21.37.

L'argomento è conosciuto dall'Aula e riguarda l'edilizia residenziale pubblica; si tratta di un argomento di grande interesse per molti cittadini. Per questo motivo, ritengo che i colleghi della maggioranza ascolteranno e valuteranno con attenzione gli emendamenti che abbiamo proposto, che vanno nella direzione di aumentare le risorse per interventi di edilizia residenziale pubblica.

L'emendamento 21.4 propone di passare da 550 milioni di euro a 1.000 milioni di euro resi disponibili. L'emendamento 21.10 propone di eliminare le parole «o la locazione di alloggi», in quanto si ritiene opportuno che questi investimenti, qualunque sia l'importo poi deliberato dall'Aula (550 o 1.000 milioni di euro), siano destinati a nuove edificazioni o ad acquisti, quindi a spese per investimenti, invece che a spese di parte corrente (favorendo la locazione di alloggi da parte delle pubbliche amministrazioni).

Sull'emendamento 21.31 chiedo ai colleghi della maggioranza grande attenzione. In un momento nel quale tutta l'opinione pubblica e anche noi stessi ragioniamo sulla riduzione dei costi della politica e sulla semplificazione, il comma 4 dell'articolo 21 prevede l'istituzione di un osservatorio nazionale per le politiche abitative e di osservatori regionali distribuiti per ogni Regione, stanziando per questo tipo di nuova struttura burocratica - udite bene - l'uno per cento della cifra complessivamente stanziata. Stiamo parlando di 5,5 milioni di euro che, invece di essere destinati a realizzare nuovi alloggi di edilizia popolare, andrebbero a finanziare, su base annua (per lo meno il primo anno, poi dovrebbero essere nuovamente stanziati), un ulteriore organo burocratico che andrebbe ad aumentare i costi della gestione della cosa pubblica, in controtendenza con quanto tutti stiamo dicendo.

L'emendamento 21.31 - che vi prego di valutare con attenzione e di approvare - chiede pertanto di eliminare l'istituzione di questi nuovi e costosi organi burocratici, sostituendoli con un invito assolutamente percorribile rivolto alle Regioni (nell'ottica della semplificazione e dell'uso razionale delle risorse) ad armonizzare ed eventualmente implementare le banche dati, che evidentemente ed ovviamente le Regioni già hanno presso le loro strutture, con la banca dati del Ministero delle infrastrutture e delle politiche sociali. Mi auguro grande attenzione nei confronti di questo emendamento.

L'emendamento 21.37 riguarda infine la possibilità di sostenere iniziative finalizzate alla vendita, ai soggetti locatari, di alloggi dagli stessi occupati, impiegando il ricavato in ulteriori interventi di edilizia sociale. Mi pare, anche in questo caso, un intervento del legislatore estremamente razionale ed utile ad aumentare l'offerta sul territorio di alloggi di edilizia sociale.

Mi auguro quindi che questi emendamenti vengano presi nella giusta considerazione da parte dei colleghi della maggioranza.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 21.2, 21.4, 21.5, 21.10, 21.700/1 e 21.700/2. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 21.8, 21.9, 21.12 e 21.700. L'emendamento 21.15 risulta assorbito dall'emendamento 21.700; quindi, formulo un invito al ritiro.

 

PRESIDENTE. Solo se viene approvato l'emendamento 21.700.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole agli emendamenti 21.16, 21.24, 21.27, 21.32, 21.33, 21.701 e 21.0.900. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 21.18, 21.23, 21.29, 21.30, 21.31, 21.37, 21.0.900/3 e 21.0.1.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme e quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.2.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.2, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.4.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.4, presentato dai senatori Fluttero e Collino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.5.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.5, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.8.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.8, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.9.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.9, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

FERRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, vorrei soltanto chiederle qualche secondo in più, perché ci sono emendamenti della Commissione recettivi di proposte della minoranza che determinano nei colleghi un minimo di necessità di attenzione in più. Le chiedo se potesse darci qualche secondo in più durante le votazioni, perché può capitare che qualcuno sia in ritardo e delle votazioni non siano comprensibili.

 

PRESIDENTE. Ai miei tempi, alla Camera dei deputati, il deputato di riferimento del Gruppo faceva cenno con il pollice in su o con il pollice verso per dare l'indicazione del voto. Il collega Boccia che viene dalla Camera dei deputati ha questa abitudine.

 

FERRARA (FI). Ma qui siamo in Senato.

 

PRESIDENTE. Quindi, qui è considerato un gestaccio quello che le ho suggerito?

Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.10.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.10, presentato dai senatori Fluttero e Collino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.12

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.12, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.700/1.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.700/1, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.700/2.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.700/2, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Colleghi, credo che se un collega si chiama Rossi possa votare anche verde.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.700.

 

ROSSI Fernando (Misto-Mpc). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Fernando (Misto-Mpc). Signor Presidente, colleghi, signori del Governo, capisco che la Commissione abbia lavorato febbrilmente e si sia trattato di mettere insieme diversi pareri, ma in questo caso il lavoro non è stato positivo, nel senso che in questo emendamento c'è una dicitura finale preoccupante. Nei Comuni della zona gira voce che ci sarà una nuova discussione e qualcuno darà via le carte per l'assegnazione dei finanziamenti. Siccome il terremoto è del 2002, siccome c'è un accordo già fatto con il Governo, che prevede che il 50 per cento dei finanziamenti vada al comune di Giuliano e il restante 50 per cento agli altri Comuni vicini, e questo è un accordo vigente, qualcuno ha sparso la voce che verranno cambiate le carte. Questa dicitura è molto brutta.

Credo quindi, dopo aver visto la puntata di "Report" e dopo aver sentito chi ha meno diritto che vuole spartire la torta, sarebbe meglio togliere, come prevedeva il subemendamento del senatore Polledri, le ultime due righe, e cioè chiudere i giochi. C'è un commissario che è pagato, che è il Presidente della Regione, si è lavorato con la Protezione civile, tutto è a posto: che senso ha riaprire? A meno che non si pensi che stanotte si debba verificare un nuovo terremoto. (Applausi del senatore Polledri).

 

PRESIDENTE. Tocchiamo ferro, senatore Fernando Rossi.

 

FERRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, l'emendamento 21.15, come può vedere la Presidenza, è perfettamente conforme all'emendamento 21.700, senza la copertura. Se mancasse veramente la copertura, sarebbe improponibile. Il problema è che in Commissione invece la copertura c'era (era un emendamento di spesa), ma era stato votato prima l'emendamento 21.700, perché inserito prima nella sequenza degli emendamenti, in quanto a copertura di un articolo precedente. Quindi, in Commissione già l'emendamento 21.15 era stato assorbito e non doveva essere presente. Tecnicamente credo occorra ritirarlo, ma di fatto era già stato assorbito nella proposta emendativa 21.700 della Commissione.

 

PRESIDENTE. Quindi, senatore Ferrara, viene ritirato?

 

FERRARA (FI). Attualmente non esiste, ma tecnicamente viene ritirato.

 

PRESIDENTE. È più chiaro in questo modo.

 

DI BARTOLOMEO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DI BARTOLOMEO (FI). Signor Presidente, vorrei anzitutto ringraziare la Commissione nel suo insieme per aver prodotto questo emendamento e quindi aver accolto anche l'emendamento da me presentato, insieme ai senatori Morra e Ferrara. C'è però un piccolo particolare che vorrei evidenziare al senatore Morando, che non me ne ha dato l'occasione ieri sera, e al relatore.

Questo emendamento fa riferimento al decreto legislativo n. 163 del 2006, che prevede che si facciano le gare di appalto per tutto. Questo va bene per le opere pubbliche, perché i 50 milioni di euro sono anche riferiti alle opere pubbliche, per le opere di costruzione di Comuni, di chiese ed altro, ma non va bene per privati che devono procedere ad una ricostruzione. Quella gente ancora oggi vive in baracche di legno e ora in Molise c'è una temperatura di meno due gradi centigradi. Se questo emendamento dovesse rimanere così, senza essere corretto, senatore Morando, i privati per la ricostruzione pesante, cioè per la ricostruzione dei PEU (progetti di edilizia unitaria) in classe A, saranno costretti a fare le gare di appalto, con tutti gli oneri che ne derivano; trattandosi per la maggior parte di popolazione contadina, sarebbero un oggetto nelle mani degli imprenditori.

Se possibile, quindi, volevo inserire nel testo dell'emendamento, al quarto rigo, «limitatamente alle opere pubbliche». (Applausi dal Gruppo FI).

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Presidente, sarò brevissimo. La mia opinione e quella della Commissione è nel senso che, ovviamente, la legge abbia questo riferimento per le opere pubbliche e non per quelle opere dei singoli cittadini.

Detto questo, siccome non fa male, si può benissimo aggiungere al testo dell'emendamento «limitatamente alle opere pubbliche», come propone il senatore Di Bartolomeo. È un di più che non serve, ma se vi vuole, inseriamolo pure.

 

PRESIDENTE. Rendiamo felice il senatore Di Bartolomeo!

Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 21.700 (testo 2).

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

Almeno sugli emendamenti su cui tutti sono d'accordo, si potrebbe votare per alzata di mano, che graficamente viene molto meglio!

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.700 (testo 2), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. L'emendamento 21.15 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.16.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.16, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.18.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.18, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. L'emendamento 21.22 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.23.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.23, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.24.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.24, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.27.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.27, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.29, identico all'emendamento 21.30.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.29, presentato dal senatore Martinat e da altri senatori, identico all'emendamento 21.30, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.31.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.31, presentato dai senatori Fluttero e Collino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.32.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.32, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.33.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.33, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.701.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.701, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.37.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.37, presentato dai senatori Fluttero e Collino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.0.900/3.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.0.900/3, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.0.900.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 21.0.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risulta pertanto precluso l'emendamento 21.0.1.

Ricordo che l'emendamento 21.0.2 è stato ritirato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 22 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, vorrei solo richiamare l'attenzione dell'Aula sull'emendamento 22.1. Ora, il fatto che il federalista Cacciari possa avere in questo provvedimento il pagamento da parte della fiscalità generale di una rete fissa antincendio per la città di Venezia credo sia un eccesso che quest'Aula potrebbe evitare di inserire nel decreto-legge al nostro esame. (Applausi della senatrice Bonfrisco).

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 22.1, 22.2, 22.3, 22.6. Mi rimetto, invece, al Governo, per quanto riguarda l'emendamento 22.7.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore; è contrario sull'emendamento 22.7.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 22.1, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 22.2, presentato dalla senatrice Bonfrisco e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 22.3, presentato dai senatori Ciccanti e Forte.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 22.6, presentato dal senatore De Poli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 22.7, presentato dai senatori Ramponi e Saia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Poiché all'articolo 23 del decreto-legge non sono stati presentati emendamenti, passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 24 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

D'ALI' (FI). Presidente, intervengo sull'emendamento 24.4 perché vorrei denunciare - mi dispiace che sia andato via il Ministro dell'economia che ogni giorno ci ammonisce sulla necessità di moralizzare i conti pubblici e sulla necessità di diminuire le spese inutili - un fatto gravissimo che questa maggioranza e questo Governo si apprestano a compiere: la reintroduzione dell'intervento del Governo al risanamento dei debiti maturati dai Comuni.

Ho una modesta esperienza nel settore e posso ascrivere alle tante positività del precedente Governo quella di avere concluso il dissesto del Comune di Napoli e della provincia di Napoli e di averli conclusi senza ulteriori aggravi per le casse dello Stato.

Oggi, dopo la sospensione, peraltro prevista dal Titolo V della Costituzione, si vuole reintrodurre l'intervento a sostegno dei Comuni dissestati, cioè si vuole ancora una volta premiare quei Comuni che non hanno ben operato e che si trovano in un stato di dissesto e lo si fa a spese dell'Erario. Allora, propongo di non continuare con queste elargizioni a perdere. Se questo costume dovesse proseguire, non oso immaginare quali saranno le elargizioni quando verranno a galla - come già nel dibattito di questa mattina in Aula e in Commissione finanze in più interrogazioni è emerso - i debiti che alcune amministrazioni comunali, provinciali e regionali stanno maturando a seguito delle operazioni finanziarie sui derivati.

Allora, il Governo chiarisca. Piuttosto che ammantare questo articolo con la dizione «Sostegno straordinario ai Comuni in dissesto» - che potrebbe sembrare, per chi non è della materia, una cosa ben fatta, ma che in realtà non lo è -, avrebbe fatto meglio ad indicare a quali Comuni intendeva elargire la somma ragguardevole di 150 milioni di euro. (Applausi dei senatori Azzollini e Pastore).

Allora, per effetto di questo meccanismo incredibile - peraltro, ancora tutto da scoprire nell'analisi di questo emendamento - in certi Comuni alcune amministrazioni controllate, che stanno provvedendo al dissesto, hanno già individuato i creditori, i crediti sono già dichiarati esigibili e il pagamento degli stessi avverrà entro dicembre. Si tratta, insomma, di un emendamento fotografia non solo per alcuni Comuni, ma anche per alcuni creditori di Comuni, i quali verranno pagati immediatamente grazie a questo emendamento, al di là delle normali procedure dei dissesti dei Comuni che presiedono la loro sistemazione.

Ancora una volta, quindi, si vedrà questo Parlamento intervenire a fotografia - ripeto - di alcune amministrazioni che, signor Presidente, le posso elencare: su 14 amministrazioni, 13 sono amministrate dal centro-sinistra ed una sola dal centro‑destra. Sono tutte amministrazioni che hanno mal operato e che vengono premiate con l'intervento a carico dell'Erario. Nonostante nella maggioranza ci siano, oltre al Ministro dell'economia, anche alcune forze politiche che predicano quotidianamente la moralità, la riduzione della spesa pubblica, l'indebitamento pubblico e la punizione per gli amministratori che mal governano, il risultato che si raggiunge è questo: si offre sul piatto di argento a chi ha mal governato la possibilità di risanare i suoi conti pubblici. È vero che verranno pagati alcuni creditori che forse incautamente hanno prestato la loro opera nei confronti di alcuni Comuni, ma è anche vero che questo intervento reintroduce una prassi, che dall'approvazione del Titolo V e dalle successive finanziarie del 2002, del 2003 e del 2004, era stata assolutamente bloccata.

Si trattava di un intervento dell'erario statale a sollievo dei conti dei Comuni che si erano indebitati in maniera sproporzionata e assolutamente non giustificata.

Quindi, credo sia molto più opportuno (perché, ripeto, molti componenti della maggioranza intervengono quotidianamente sulla necessità di moralizzare le amministrazioni locali e di moralizzare ciò che succede nel resto del Paese), invece, approvare l'emendamento 24.4 che prevede (se vi è effettivamente questa disponibilità negata durante l'ultima finanziaria a tutti i Comuni e a tutte le Province) di poter utilizzare gli avanzi di amministrazione per effettuare spese di investimento. Credo sia molto più opportuno non dare questi denari a chi ha male amministrato, ma darli all'intera collettività degli enti locali che attraverso gli avanzi di amministrazione potrebbero effettuare alcuni investimenti, cosa che ora non possono fare a causa delle regole del patto di stabilità.

Cerchiamo, una volta tanto, di operare nell'interesse reale di tutto il Paese e non solamente con emendamenti fotografia. (Applausi dai Gruppi FI e LNP).

 

CICOLANI (FI). Signor Presidente, premesso che condivido in toto quanto asserito dal senatore D'Alì, tuttavia l'emendamento che presento - vorrei dire al relatore e al Governo - tenta di rimuovere una, per così dire, ingiustizia, che si sta perpetrando. Dei 14 Comuni cui faceva riferimento il senatore D'Alì che sono in dissesto finanziario, due piccolissimi (uno in Provincia di Crotone ed uno in Provincia di Rieti) verrebbero esclusi da questo provvedimento e quindi non potrebbero partecipare al riparto delle somme. D'altro canto, è molto più corretto fare riferimento all'entrata in vigore della legge costituzionale, perché è quella la linea di discrimine che non ha consentito più, da quel momento in poi, ai Comuni di far ricorso a mutui a carico dello Stato per sanare il loro dissesto finanziario.

Chiedo quindi di accogliere questo emendamento che non comporta alcun onere aggiuntivo, in quanto nel riparto incide pochissimo (si pensi, ad esempio, quanto possa incidere un Comune di poche migliaia di abitanti rispetto al Comune di Taranto), e rimuoverebbe una ingiustizia che non consentirebbe a due Comuni di procedere alla sanatoria del proprio dissesto. (Applausi del Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti presentati, ad eccezione dell'emendamento 24.6.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Per comodità procederemo alle votazioni sempre con metodo elettronico senza registrazione dei nomi.

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la prima parte dell'emendamento 24.2, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri, fino alle parole «gli articoli 24,».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Aspettiamo che rientrino i senatori. Prego i senatori di entrambi gli schieramenti di prendere posto sui banchi.

 

Il Senato non approva.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 24.2 e l'emendamento 24.3.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 24.4.

 

D'ALI' (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Vorrei innanzitutto precisare, signor Presidente, che nel testo stampato il periodo che inizia con la parola: "conseguentemente" non ha motivo di esistere, perché l'emendamento propone una diversa destinazione di quanto già impegnato attraverso la formulazione dell'articolo 24.

Ribadisco ai colleghi della maggioranza che quotidianamente invocano una moralizzazione delle amministrazioni statali, regionali, provinciali e comunali, che la previsione del Governo, ove non venisse accolto questo emendamento, che invece apre agli investimenti dei Comuni che possono farlo perché hanno avanzi di amministrazione, apre l'intervento nuovamente nei confronti di chi ha male amministrato, premia i cattivi amministratori, introduce tra l'altro uno strano meccanismo - per chi ha ben letto la proposta del Governo - che individua quasi col bisturi quei creditori che devono essere pagati entro il 31 dicembre di quest'anno, quindi - non voglio sottintendere nulla - certamente nasconde qualcosa di inconfessabile.

Pertanto, si interviene a vantaggio di chi ha male amministrato, smentendo tutte le dichiarazioni che quotidianamente alcuni esponenti della maggioranza rilasciano in ordine alla necessità di moralizzazione, di promuovere la buona amministrazione e di punire la cattiva amministrazione: complimenti a voi tutti.

Chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico. (Applausi dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore D'Alì, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 24.4 (testo 2), presentato dai senatori D'Alì e Ferrara.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 24.6, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 24.500, presentato dai senatori Cicolani e Ferrara.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 24.7, presentato dal senatore Franco Paolo e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 25 del decreto-legge, che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 25. 900 e 25.0.700.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, mi conformo ai pareri del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.900.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 25.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 25.0.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 26 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

ALLEGRINI (AN). Signor Presidente, l'emendamento 26.4 interviene in due punti.

Innanzitutto, rispetto all'articolo 26 del decreto, laddove si stabilisce una dotazione di 20 milioni di euro per la tutela delle aree naturali protette, si chiede di gestirle e di stabilire i criteri di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, rientrando la pesca tra le competenze appunto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali quindi appare quanto mai opportuna una concertazione.

Invece, al secondo punto, si chiede di aggiungere un punto f-bis al comma 1112 dell'articolo 1 della finanziaria dell'anno scorso, laddove sono stabilite le priorità finanziate per le misure per l'attuazione del Protocollo di Kyoto: installazione di impianti di microgenerazione diffusa ad alto rendimento elettrico e termico, installazione di impianti di piccola taglia, sostituzione di motori elettrici, incremento dell'efficienza negli usi finali dell'energia, eliminazione delle emissioni di protossido di azoto. Rispetto a tutto questo si sono dimenticate, e a nostro parere devono essere aggiunte - e ci permettiamo di insistere - «le pratiche di gestione forestale sostenibile attuate attraverso interventi diretti a ridurre il depauperamento dello stock di carbonio nei suoli forestali e nelle foreste».

Un censimento ancora non pubblicato ci dice che abbiamo 10.500.000 ettari di foreste rispetto agli 8,5 milioni dell'ultimo censimento accertato, ma è altrettanto importante che siano applicate e attuate le pratiche forestali giuste.

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

 

DE ANGELIS (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DE ANGELIS (AN). Signor Presidente, vorrei solo che restasse a verbale che io ho votato contro l'emendamento 25.0.700 mentre la mia intenzione era di votare a favore.

 

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 26.3, contrario sul 26.4, favorevole sul 26.700, contrario sul 26.6 e favorevole sul 26.7. Per quanto riguarda l'emendamento 26.500, chiedo al senatore D'Alì di convergere sul 26.501 che affronta lo stesso tema, aggiungendo altri interventi, e sul quale esprimo parere favorevole.

Il parere è contrario sugli emendamenti 26.800/2, 26.800/3 e 26.800/4. È favorevole sugli emendamenti 26.800 e 26.14 della Commissione. L'emendamento 26.15 è uguale al 26.14. Esprimo poi parere favorevole sugli emendamenti 26.701 e 26.501.

Per quanto concerne gli ordini del giorno, esprimo parere favorevole sia sul G26.100 sia sul G26.101.

Il parere è contrario sull'emendamento aggiuntivo 26.0.800/9 e favorevole sul 26.0.800.

Per quanto riguarda l'emendamento 26.0.4, Presidente, mi concedo due minuti. Si tratta di un emendamento sul quale c'era l'accordo ad inserirlo nel disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni. Tuttavia, proprio per il merito del provvedimento e per il merito dell'emendamento in titolo, è evidente che c'è la necessità di un intervento immediato, che abbia valenza cogente. Quindi l'accordo che abbiamo raggiunto è quello di inserire questa disposizione all'interno del provvedimento in esame. Ovviamente, c'è la disponibilità da parte del relatore a valutare eventuali modifiche, come per esempio, quella richiesta dal senatore Barbato che prevede la soppressione al primo capoverso delle parole da «a soggetti» fino alle parole «enti pubblici».

Il senatore Barbato propone un'altra formulazione che sono disposto ad accettare quando la formalizzerà.

Anche al comma 2 c'è una riformulazione proposta dal senatore Barbato, cioè una aggiunta dopo «della presente legge» che il relatore è disposto ad accettare.

Esprimo parere contrario sull'emendamento 26.0.5

Con riferimento all'emendamento 26.0.950 (già 18.550, presentato dal senatore Eufemi), si tratta della questione che abbiamo affrontato nella seduta antimeridiana, che riguarda il tema della rottamazione. Presidente, sul merito, mantengo il mio giudizio globale negativo.

Voglio peraltro segnalare che l'emendamento sta in piedi dal punto di vista tecnico, ma mi pare che la copertura sia estremamente bassa rispetto all'onere che dovrebbe essere messo in campo da un provvedimento di questo tipo.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, su tutti gli emendamenti esprimo parere conforme a quello del relatore.

Con riferimento all'emendamento 26.7, della Commissione, desideriamo proporre un subemendamento con il quale, al secondo rigo, si sostituiscono le parole «20 milioni» con le parole «10 milioni» e viene modificato il secondo alinea come segue: «Conseguentemente, all'articolo 18, comma 2, sostituire le parole: "410 milioni" con le seguenti: "400 milioni"».

 

PRESIDENTE. Quando avrò il testo del relatore con le modifiche che aveva prospettato in riferimento all'emendamento 26.0.4, che gradirei avere per iscritto per avere certezza di cosa poi si andrà a votare, ne darò lettura.

Chiedo al relatore, in primo luogo, di esprimere il parere sul subemendamento all'emendamento 26.7, testé presentato dal Governo.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, il parere del relatore è quello di accogliere la proposta di ridurre da 20 a 10 milioni e di mantenere la copertura prevista dalla Commissione: ovviamente, tale copertura diminuirà e da 150 milioni diventerà 140 milioni.

Se posso avere ancora pochi secondi, vorrei motivare questo parere sulla copertura. Dopo la discussione svoltasi nella seduta antimeridiana, credo non sia ammissibile trovare ulteriori risorse per coprire iniziative di questo tipo attingendo ai fondi per gli interventi a livello internazionale, in particolare nei confronti dei Paesi in via di sviluppo.

 

PRESIDENTE. Senatore Ripamonti, vorrei un chiarimento sull'emendamento 26.0.4. Potrebbe formulare un subemendamento da sottoporre al voto dell'Aula?

 

RIPAMONTI, relatore. Posso presentare la proposta come nuovo emendamento e poi ne facciamo distribuire il testo.

 

TOFANI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TOFANI (AN). Signor Presidente, sono ormai anni che apprezzo le sue capacità nel presiedere l'Aula anche in momenti poco chiari, ma non penso che si possa andare avanti in questa maniera. Non ci può essere un dialogo tra il Presidente, con tutto il rispetto per la Presidenza, e il relatore, che tra l'altro non si capisce bene che cosa stia facendo, tanto che lei ha l'esigenza di chiedere continuamente chiarimenti. In questo modo, non riusciamo a capire che cosa si deve votare.

C'è un altro aspetto, che credo vada richiamato. Il relatore non può emendare in questa maniera gli emendamenti della Commissione.

 

MORANDO (Ulivo). Chi l'ha detto?

 

TOFANI (AN). Non può emendarli, così come non può rivolgersi al collega Barbato per chiedergli se è d'accordo su alcuni emendamenti già della Commissione.

È lo stesso discorso affrontato ieri sera con il collega Peterlini a ribadire proprio questo concetto: se l'emendamento è della Commissione, il relatore non può interloquire con l'uno o l'altro collega per motivi che debbo ritenere di carattere clientelare. Quali motivi possono esserci, infatti, se si cerca una mediazione di questo tipo? (Applausi dai Gruppi AN e FI ).

Cerchiamo di evitare questi fatti. Sono anni che siamo in Parlamento ed è la prima volta che accadono fenomeni di questo tipo. Non lo diciamo perché vogliamo coprirci con la famosa foglia, lo diciamo perché ci sono anche i modi, i luoghi, le circostanze, le situazioni per trovare momenti di sintesi su proposte emendative.

Quindi, signor Presidente, se ci sono problemi per il relatore, e considerato che ci sono problemi anche per il Governo (la questione non è univoca), credo sia necessario un momento di sospensione, per chiarire alcuni aspetti e riprendere poi con serenità, ma soprattutto per farci capire che cosa stiamo votando: qui non si riesce a capire che cosa si vota! (Applausi dal Gruppo AN).

 

PRESIDENTE. Colleghi, questa mattina avevamo sentito il bisogno di convocare la Commissione per consultarla sul ritiro di un emendamento. Si è assunta poi una decisione differente rispetto a quella manifestata in Aula.

In questo caso, trattandosi di un emendamento della Commissione, consiglio al relatore di presentare un suo subemendamento al testo votato in Commissione.

In questo momento, invece, ho il testo di una riformulazione che, come tale, dovrebbe essere riesaminato dalla Commissione. Se, al contrario, viene presentato un subemendamento del relatore, credo che la questione sia superata.

 

RIPAMONTI, relatore. Presidente, si tratta di un subemendamento.

 

PRESIDENTE. Ma io ho il testo di una riformulazione dell'emendamento 26.0.4.

Dovrei concludere che lei ritira, di sua iniziativa, il testo votato in Commissione.

 

RIPAMONTI, relatore. No, Presidente, non è così.

 

PRESIDENTE. Credo che si debba mantenere l'emendamento della Commissione e che lei dovrebbe presentare la modifica a quel testo.

 

RIPAMONTI, relatore. Presidente, le ho detto che si tratta di due subemendamenti all'emendamento della Commissione.

 

PRESIDENTE. A me non è ancora pervenuto il testo a cui lei fa riferimento, senatore Ripamonti. Io ho il testo di un emendamento riformulato.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, stiamo facendo un po' di confusione, certamente per colpa nostra, tuttavia la questione è semplice.

Il relatore, pensando di fare cosa utile, ha elaborato una riformulazione che contiene i due subemendamenti. Siccome lei giustamente chiede che il relatore formalizzi la presentazione dei due subemendamenti, adesso li formuliamo, se lei ci concede qualche minuto di tempo, così possiamo sottoporli a votazione.

Faccio presente anche al Presidente che diversa è la situazione in cui ci troviamo a proposito dell'emendamento su cui il Governo ha proposto una diversa soluzione per i problemi di copertura e il relatore ha risposto difendendo la copertura originaria. Lì non c'è nulla di oscuro; c'è un normale, trasparente dibattito che si è sempre sviluppato in casi come questo. Non c'è quindi nulla da nascondere; tutto è piuttosto chiaro ed anche politicamente apprezzabile, in un senso o nell'altro.

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, formulo una proposta che rivolgo a tutta l'Aula, che credo sia recepibile.

Procederei con la votazione degli emendamenti fino all'emendamento 26.0.4, ma senza metterlo ai voti per poi sospendere la seduta per 10 minuti, non solo per la formulazione dei subemendamenti, ma anche per altri bisogni dei colleghi, e riprenderla subito dopo.

Se non vi sono osservazioni, così resta stabilito.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.3.

 

CARRARA (FI). Per l'occasione, signor Presidente, chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.3, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 26.4, presentato dai senatori Allegrini e De Angelis.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.700.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, perché rimanga agli atti come si sta votando, chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Più senatori, della maggioranza e dell'opposizione, suggeriscono a gran voce di votare a favore e contro l'emendamento).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Colleghi, qui sembra davvero di essere allo stadio, però! Sedetevi che tra non molto sospenderemo i lavori per qualche minuto.

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 26.6, presentato dal senatore Leoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.7.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, ho chiesto la parola per provare a fare una proposta che renda chiara la votazione.

Entrambi, Governo e relatore, convergono sulla proposta di trasformare la prima cifra contenuta nella seconda riga dell'emendamento da 20 a 10. Su questo punto c'è coincidenza tra relatore e Governo.

Il punto sul quale non c'è coincidenza tra relatore e Governo, perché il relatore ha ribadito il suo parere contrario alla proposta del Governo, è quello che riguarda la copertura. Il relatore propone di cambiare la norma di copertura semplicemente scrivendo: «Conseguentemente, all'articolo 36, comma 2, sostituire le parole: "150 milioni" con le seguenti: "140 milioni"».

Siccome questa soluzione è più vicina a quella votata dalla Commissione rispetto alla proposta del Governo, le chiedo di mettere in votazione prima la proposta del relatore; se passa, quella del Governo è preclusa.

In ogni caso, l'importante è che sia chiaro che la proposta del relatore è quella che ho appena letto.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo ritira la sua proposta e converge su quella del relatore.

 

PRESIDENTE. Pertanto l'emendamento 26.7 verrà messo ai voti con le seguenti modifiche: alla seconda riga le parole «20 milioni» sono sostituite dalle parole «10 milioni»; all'ultima riga le parole «130 milioni» sono sostituite dalle parole «140 milioni».

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.7 (testo 2), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Senatore D'Alì, per quanto riguarda l'emendamento 26.500, accetta l'invito a convergere sul testo dell'emendamento 26.501?

 

D'ALì (FI). Signor Presidente, l'invito potrebbe essere accolto se la senatrice De Petris fosse disponibile a cambiare, nel secondo periodo, la parola «funzionamento» con le parole «primo avviamento». Non solo, infatti, la spesa prevista dalla senatrice De Petris per il funzionamento è irrilevante, ma è anche logico che le spese di funzionamento siano attivate sul complesso della somma che ogni anno si destina al funzionamento dei parchi.

Inoltre, poiché si tratta di territori molto complessi, la mia proposta di un 1 milione di euro era certamente più adeguata di quella di 250.000 euro; propongo pertanto di elevare tale cifra almeno fino a 500.000 euro. Ribadisco che si tratta di territori estremamente complessi; sicuramente occorre una cifra sensibile per poter installare le attività del parco.

Quindi, per essere più chiari, posso confluire sull'emendamento 26.501 se si sostituiscono la parola «funzionamento» con le parole «primo avviamento» e le parole «250.000,00 euro» con le parole «500.000,00 euro».

 

PRESIDENTE. Senatrice De Petris, accoglie tali proposte di modifica?

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, concordo sulla prima proposta, mentre mi sembra un po' azzardata la sostituzione della cifra di 250.000 euro con 500.000 euro. Va benissimo sostituire la parola «funzionamento» con le parole «primo avviamento», ma la cifra di 250.000 euro può rimanere tale, proprio perché si tratta di un primo avviamento. Poi, a regime, si vedrà ciò che è possibile fare.

 

PRESIDENTE. A seguito della prima modifica, e con il mantenimento della cifra di 250.000 euro, il relatore conferma il parere favorevole?

 

RIPAMONTI, relatore. Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Senatore D'Alì, concorda con quanto proposto dalla senatrice De Petris?

 

D'alì (FI). Sì, signor Presidente. Ritiro pertanto l'emendamento 26.500 e annuncio il mio voto favorevole sull'emendamento 26.501 modificato.

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Per quale motivo?

 

STRANO (AN). Per fare il senatore, signor Presidente. Per svolgere il mio ruolo, come anche lei svolge il suo, con grande capacità di mediazione.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, intendo dare la mia adesione a questo aumento finanziario proposto dal senatore D'Alì, per dei parchi che sono non soltanto un momento di riposo, ma sono soprattutto momenti di studio, specialmente quelli ai quali fa riferimento il senatore D'Alì.

Poc'anzi alcuni di noi siciliani hanno votato per errore contro il finanziamento della tutela della biodiversità sul canale di Sicilia: non vorremmo cadere nello stesso errore. Sosteniamo pertanto l'emendamento del senatore D'Alì, come Gruppo (spero; anzi, con certezza), ma soprattutto come abitanti della terra di Sicilia.

 

SODANO (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO (RC-SE). Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma, nonché quelle del senatore Liotta e del senatore Di Lello, all'emendamento 26.501, annunciando il nostro voto favorevole ed apprezzando la convergenza del senatore D'Alì su tale emendamento.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.800/2.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.800/2, presentato dal senatore Leoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 26.800/3, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 26.800/4, presentato dal senatore Leoni e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.800.

 

VEGAS (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, vorrei attirare l'attenzione dell'Assemblea sull'emendamento 26.800, perché se lo si approva si ottiene il semplice risultato che tutti i nuovi interventi pubblici dovranno essere accompagnati da un'attestazione relativa all'assolvimento degli obblighi ambientali, mentre il testo originario del comma 2 dell'articolo 26 prevedeva che solo il 40 per cento dei nuovi interventi pubblici dovesse essere accompagnato da tale certificazione. Ciò significa - tradotto in italiano - che non si potrà fare più alcun intervento pubblico, né di infrastruttura, né di edilizia in questo Paese. Se questo è quello che vuole la maggioranza, si accomodi. (Applausi del senatore Polledri).

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, per non rallentare i ritmi che lei ha impresso all'Aula, le chiedo, per tutti gli emendamenti a seguire, la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Senatore Carrara, teoricamente il Regolamento del Senato dispone che tutte le volte sia ripetuta la richiesta.

 

CARRARA (FI). Allora lo chiederò tutte le volte.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.800, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.14.

 

VEGAS (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Signor Presidente, intervengo con una breve dichiarazione di voto perché questo emendamento in materia di energie alternative sortirà il piacevole effetto - come si legge chiaramente nel comma 382-quater - di innalzare il costo dell'energia per i consumatori. Quindi, anche in questo caso, si tratta di un effetto negativo e si dimostra come il Governo non stia attento ai consumi, soprattutto a quelli sociali, ma guardi solo a chi è interessato a produrre energie e a ricavarne vantaggi economici.

 

ALLEGRINI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ALLEGRINI (AN). Signor Presidente, l'emendamento 26.14 che è stato fatto proprio dalla Commissione e presentato da Alleanza Nazionale (infatti, credo che sarà posto in votazione l'emendamento 26.14 e assorbito il nostro, cioè l'emendamento 26.15), dà piena attuazione alla legge finanziaria dell'anno scorso, laddove si prevedeva di «incentivare l'impiego a fini energetici delle materie prime provenienti dai contratti di coltivazione di cui all'articolo 90 del regolamento (CE) n. 1782/2003» e di «incentivare l'impiego a fini energetici di prodotti e materiali residui provenienti dall'agricoltura». Lo fa in una maniera abbastanza dettagliata, mediante i cosiddetti certificati verdi, che rappresentano una forma di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Si tratta di una commodity negoziabile il cui utilizzo è già diffuso in molti altri Paesi.

Quindi, chiediamo il sostegno a questo emendamento, che non solo è riferibile agli agricoltori che genereranno energie da fonti rinnovabili, ma riguarda anche gli altri produttori di energia che, secondo il Protocollo, sono obbligati a ricavare una percentuale di energia da fonti rinnovabili.

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.14, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risulta pertanto assorbito l'emendamento 26.15.

 

PALERMI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PALERMI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, vorremmo chiedere, per gentilezza, al senatore Carrara di smetterla di votare per il senatore Dell'Utri che se n'è andato.

 

PRESIDENTE. Sarà fatto.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.701.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Signor Presidente, intervengo solo per far notare al Governo e al relatore che evidentemente ci troviamo di fronte a uno svarione, allorquando in questo emendamento 26.701, al comma 4-septies, si prevede testualmente: «Gli imprenditori agricoli che producono oli vegetali non modificati chimicamente» (sic!) «e li impiegano per autoconsumo, quale carburante, nel parco macchine aziendale, fino ad un quantitativo annuo» (massimo, immagino) «di 5 tonnellate non sono soggetti ai regimi di deposito fiscale». In buona sostanza, Presidente, non capisco quanti possano essere gli imprenditori agricoli italiani o del mondo che siano in grado di mettere in campo una produzione, chimica o non chimica, di carburante alternativo in un quantitativo massimo di 5 tonnellate. Veramente, ma di che cosa stiamo parlando? Cinque tonnellate a cosa servono, ad alimentare una motosega? (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Eufemi).

Questo è l'intervento che pensate di disporre come Governo a favore delle energie alternative? Ma chi ve le scrive queste sciocchezze? Mi piacerebbe sentire il Governo, perché immagino che abbiate sicuramente delle spiegazioni scientifiche, tecniche ed economiche per avvalorare questa vostra scelta, che francamente mi lascia veramente sconcertato. (Applausi dal Gruppo FI e dei senatori Stefani ed Eufemi).

 

PRESIDENTE. Non sono sindacabili i consumi delle motoseghe, senatore Scarpa Bonazza Buora.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.701, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

Senatore Carrara, è la scheda che è stata appena segnalata o si tratta della scheda di un'altra persona?

Senatore Dell'Utri, capisco la comodità di aver un proprio votante, ma il nostro Regolamento prevede che lei raggiunga la sua postazione e confermi con la sua volontà il voto. Mi faccia la cortesia. Se siamo riusciti a far sedere il ministro Mastella riusciremo a far sedere anche il senatore Dell'Utri.

Senatore Carrara, estragga pertanto quella scheda. (Commenti del senatore Carrara). La vedo, ma l'abbiamo già chiesto prima ad un altro senatore e con quel precedente c'è questa necessità. Chiedo agli assistenti parlamentari di portare una scheda al senatore dell'Utri, il quale voterà dal posto del senatore Andreotti, che è libero.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.

Presidente, mi spiace contraddirla, ma ciò che ha affermato poco fa in merito alla posizione del senatore Dell'Utri non corrisponde al dettato del Regolamento del Senato, anzi è il contrario, nel senso che il collega poteva rimanere nell'emiciclo e da lì indicare la propria volontà al compagno che siede nello scranno accanto al suo.

 

PRESIDENTE. Cosa sta dicendo, senatore Cutrufo?

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Questo non solo è sancito dal Regolamento, ma è stato recentemente confermato in un processo civile dal tribunale di Milano. Quindi, mi spiace contraddirla, ma così stanno le cose, anche per gli uffici che hanno sostenuto quella tesi in tribunale.

 

PRESIDENTE. Senatore Cutrufo, le garantisco che se il voto può essere per delega allora stiamo a casa tutti e facciamo delle sedute telematiche. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.501 (testo 2).

 

FAZIO (Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FAZIO (Aut). Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma e quella del senatore Ferrante all'emendamento 26.501 (testo 2) della senatrice De Petris.

 

D'ALI' (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALI' (FI). Signor Presidente, nel chiederle conferma dell'avvenuta modifica del testo dell'emendamento 26.501 e dell'apposizione della mia firma, pur essendo assolutamente fuori da ogni prassi regolamentare (e lei sa quanto cerchi di esserne rispettoso), vorrei agganciarmi, se possibile, al precedente intervento del senatore Scarpa, raccomandando al relatore ed al Governo di eliminare, in fase di coordinamento, il comma 4-septies dell'emendamento 26.701, testé approvato, sulla base del fatto che si sta autorizzando un'assoluta ed indiscriminata presenza di carburanti senza nessun controllo fiscale sull'intero territorio nazionale.

È come se da oggi ciascun cittadino potesse attivare una distillazione, attualmente non consentita dalla legge, anche se in termini da poter ubriacare, però, un'intera città.

Chiedo scusa quindi per l'interferenza, ma ritengo che l'osservazione del senatore Scarpa sia puntualissima. Può darsi che il Sottosegretario ed il relatore, in sede di coordinamento, si rendano conto dell'enormità di tale previsione, che sottrae al controllo fiscale la possibilità di produrre carburante a casa e che riescano ad ovviare, anche alla Camera. In ogni caso, credo si tratti di un richiamo che anche il Ministro delle finanze non mancherebbe di fare, ove dovesse esserne a conoscenza.

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, intervengo brevemente per dire che non possiamo innovare con una prassi diversa da quella indicata, in verità, dal Regolamento, ma possiamo cambiare il Regolamento, che è quello che la Presidenza chiede da qualche tempo.

Tuttavia, insisto: è chiaro che non si può votare per delega, che significa non essere presenti in Aula e chiedere a qualcuno, magari per telefono, di votare per lui. Ma se si è presenti in Aula e si accende la luce rossa, perché un collega avendo preso l'indicazione dell'altro vota per lui, si può fare. Semmai questa vicenda la vedremo meglio in seguito.

Personalmente non sostengo, né difendo il voto per delega, anche se in un'aula di tribunale ho affermato, come questore nella scorsa legislatura, che quanto ho appena detto si può fare, e gli Uffici lo sanno bene.

 

PRESIDENTE. Lo faranno a Milano! Qui in Senato funziona in maniera diversa.

Chiedo ora ai colleghi Randazzo, Valpiana, Garraffa, Strano ed altri se intendono aggiungere la loro firma all'emendamento 26.501 (testo2) o se vogliono intervenire.

 

RANDAZZO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RANDAZZO (Ulivo). Signor Presidente, desiderio aggiungere la mia firma all'emendamento 26.501 (testo 2), con quella dei colleghi Papania, Adragna e Garraffa. (Commenti dai banchi del centro-destra).

 

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che chiunque intenda aggiungere la propria firma ad un emendamento lo può fare comunicandolo per iscritto alla Presidenza, anche dopo la votazione.

 

VALPIANA (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VALPIANA (RC-SE). Presidente, alle 19,20 lei aveva detto che avremmo sospeso i lavori per dieci minuti. Non credo di essere l'unica che, avendo spostato tutti i programmi che aveva per domani in vista della seduta di questa sera, deve recarsi all'agenzia viaggi - che chiude alle 20 - per cambiare i biglietti. Le chiedo, dunque, alcuni minuti di sospensione o di invitare l'agenzia viaggi a rimanere aperta oltre il consueto orario.

 

PRESIDENTE. Senatrice, abbiamo ancora tre votazioni. In ogni caso, non posso stabilire all'inizio il tempo necessario per la votazione, se i colleghi intervengono.

Credo che il senatore Carrara ci lascerà svolgere tranquillamente le tre votazioni che rimangono: poi sospenderemo la seduta.

 

(Sono pervenute alla Presidenza richieste di aggiunta di firme: all'emendamento 26.501 (testo 2) dai senatori Battaglia Giovanni, Cusumano e Mauro).

 

Metto ai voti l'emendamento 26.501 (testo 2), presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

È approvato.

 

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G26.100 non verrà posto ai voti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.0.800/9.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente lei non ha interpretato la mia volontà: chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.0.800/9, presentato dal senatore Pirovano e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.0.800.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.0.800, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto, visto il protrarsi dei nostri lavori, propongo all'Assemblea di sospendere la seduta fino alle ore 20,30 in modo che ciascuno possa anche mangiare qualcosa.

La seduta è sospesa.

 

(La seduta, sospesa alle ore 20, è ripresa alle ore 20,35).

 

Presidenza del vice presidente ANGIUS (ore 20,35)

 

La seduta è ripresa.

Abbiamo atteso qualche minuto rispetto alle ore 20,30 fissate dal vice presidente Calderoli, per consentire ai colleghi di rientrare in Aula.

Vorrei informare i colleghi che numerosi Gruppi sono andati assai vicini all'esaurimento totale del tempo a loro disposizione (anzi, per la verità, un Gruppo l'ha già raggiunto). Mi vedrò quindi costretto (i colleghi comprenderanno) ad essere avaro rispetto alle richieste di intervento e a sollecitare al massimo la stringatezza degli interventi di quei colleghi i cui Gruppi hanno invece ancora un po' di tempo a disposizione, considerato che nel contingentamento dei tempi era stato previsto pure il tempo destinato alle dichiarazioni di voto.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.0.4/1.

 

PASTORE (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PASTORE (FI). Signor Presidente, vorrei sapere innanzitutto di quanti minuti dispone il Gruppo, così cercherò di attenermi ad una parsimonia adeguata.

 

PRESIDENTE. Il suo Gruppo dispone di 15 minuti e 30 secondi.

 

PASTORE (FI). Signor Presidente, questo emendamento è stato recuperato dal testo del disegno di legge Bersani, che pur essendo intestato alle liberalizzazioni, in realtà blocca le gare per affidare la gestione dei servizi idrici ai privati.

Innanzitutto, c'è un problema di carattere costituzionale, perché questo emendamento ha ben poco a che vedere con il contenuto, ancorché disomogeneo, del decreto, non ha certamente ragioni di urgenza ed è al di fuori di qualsiasi canone fissato da ultimo dalla sentenza n. 171 del 2007 della Corte costituzionale. Siccome inciderà su interessi dei privati, ci auguriamo che i privati ricorrano alla Corte e ottengano giustizia.

Il problema di merito è però un altro, signor Presidente. Mentre si strombazza ai quattro venti che occorre affidare la gestione dei servizi pubblici locali ai privati, in questo modo si blinda la gestione dei servizi idrici con una norma di carattere centralista, statalista e inadeguata alla realtà odierna.

Signor Presidente, voglio ricordare ai colleghi che si sono create in molte Regioni italiane - in particolare, anche nella mia Regione, l'Abruzzo - dei partiti dell'acqua, cioè partiti costituiti da amministratori che gestiscono i servizi idrici, ne aumentano i canoni, non effettuano investimenti, pensano solo a creare società e subsocietà per affidare lauti posti di sottogoverno ad altri amministratori o ad ex amministratori pubblici. È una vera e propria vergogna e questo emendamento lo fa divenire un male inevitabile per tutte le Regioni italiane, anche laddove si vorrebbe e si potrebbe affidare, con gare trasparenti, regolate dalla normativa europea e nazionale, ad imprese private, che sono le uniche in grado di utilizzare al meglio i sistemi produttivi e di investire sul territorio.

Chiedo ai colleghi di riflettere, è una fuga in avanti su quanto già previsto dal disegno di legge Bersani, è un prezzo che si paga pesantemente alla sinistra radicale in nome dello statalismo e del privilegio alle amministrazioni pubbliche rispetto agli interessi dei cittadini e degli amministrati. (Applausi dal Gruppo FI e del senatore Eufemi).

 

GRILLO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le faccio però notare, senatore Grillo, che il tempo stringe, lo dico nell'interesse del Gruppo Forza Italia.

GRILLO (FI). Sarò brevissimo, signor Presidente.

Questo emendamento ha un'importanza significativa, in quanto rappresenta un vero trionfo della demagogia. Affidare al pubblico i servizi idrici ed impedire ai privati di fare investimenti significa che nei settori delle dighe, dei depuratori, dei dissalatori, degli impianti idrici e degli acquedotti i privati non potranno più intervenire.

Faccio presente ai colleghi eletti a Napoli che in questo momento una società privata sta mettendo a posto i depuratori di quella città consentendo alla stessa di avere acque limpide. L'emendamento in titolo in realtà ipotizza che lo Stato faccia tutto, laddove lo Stato, come sappiamo, non ha i soldi per poter intervenire. Allora si pensa alle aziende municipalizzate, ma queste non sono un esempio, un modello da seguire per la gestione di questo comparto. L'emendamento, signor Presidente, mette una pietra tombale a qualsiasi processo di liberalizzazione.

Quando il ministro Bersani è venuto in Parlamento sventolando il famoso decreto noi, facili profeti, avevamo avvertito di stare attenti; non si poteva incidere sul sistema produttivo operando misure di privatizzazione nei confronti di taxisti, notai, farmacisti e barbieri. Avremmo aspettato il Governo di fronte a privatizzazioni e liberalizzazioni più serie, quelle dei servizi pubblici locali. In questo comparto infatti siamo il fanalino di coda in Europa; siamo sotto procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea che da anni contesta che in questo comparto non c'è né concorrenza né competitività.

Signor Presidente, se passerà questo emendamento, purtroppo noi dovremo attestarci ad una condizione per cui alcune città nel Sud non ricevono l'acqua tutti i giorni; i depuratori nella maggioranza delle città non funzionano; molti acquedotti perdono più del 50 per cento dell'acqua che trasmettono perché sono pieni di falle. Ebbene, tutto questo dovrà essere affidato all'intervento dello Stato che non ha i soldi. È una vera ipocrisia, è demagogia pura; è il trionfo della cultura marxista, quella cultura che purtroppo ha fatto fallire nel mondo tanti sistemi economici. Per questo noi siamo assolutamente e risolutamente contrari. Un'opzione ideologica che avevamo sentito dire quando in Commissione si è parlato del disegno di legge di riforma...

 

PRESIDENTE. Senatore Grillo, la prego di concludere. Lo dico perché non resta il tempo per la dichiarazione di voto sul decreto del Gruppo Forza Italia. É presente il senatore Schifani che la sta ascoltando.

 

GRILLO (FI). Questo emendamento è un fatto veramente grave, Presidente. I colleghi che si riconoscono nella linea riformista, che ritengono che stare in Europa significa adeguare il Paese a quelle regole, non possono votare questo emendamento che è un prezzo pagato all'ala radicale di questa maggioranza, quell'ala radicale che si richiama a ideologie superate nel tempo. (Applausi dal Gruppo FI).

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, intervengo per sottolineare la mia contrarietà alla formulazione dell'emendamento 26.0.4, così come è stato approvato dalla Commissione. Tale formulazione, che introduce una moratoria sul servizio idrico assolutamente indefinita nei tempi e consistente nel divieto di esporre nuovi affidamenti, nei quali vengono ricomprese anche le procedure in corso, a soggetti privati si presta ad equivoci tali da aprire la strada a pericolosi contenziosi; si parla addirittura di 5 miliardi di euro.

Inoltre, l'inserimento della disposizione di principio della titolarità esclusiva agli enti pubblici delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche pare azzardata e quantomeno meritevole di maggiore approfondimento. Il tema acqua è così complesso che certamente non può essere così esaurito e definito nel decreto fiscale. È per questo che noi siamo intervenuti ed è utile infatti che su questa delicata questione si apra un confronto che guardi all'interesse generale del Paese e definisca come garantire la tutela della risorsa acqua insieme al suo uso solidale e razionale. La pubblicità delle infrastrutture idriche e la legislazione nazionale e regionale, che stabilisce l'acqua bene comune, sono dati indiscutibili; tuttavia, non si può disconoscere l'arretratezza infrastrutturale del nostro Paese in termini di collettamento e di depurazione delle acque reflue e non si può dimenticare che le norme comunitarie sempre più rigide nel rispetto dell'ambiente impongono investimenti sempre più onerosi e spesso incompatibili con le disponibilità delle comunità locali. Gli investimenti stimabili per i prossimi 20 anni ammontano a più di 50 miliardi di euro.

Per le ragioni sinteticamente esposte, voteremo a favore del subemendamento 26.0.4/1, così come formulato dal relatore.

 

D'ONOFRIO (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Raccomando ai colleghi la brevità, nonostante l'importanza dell'argomento.

 

D'ONOFRIO (UDC). Signor Presidente, il mio intervento tende soltanto ad evidenziare che il tema è talmente importante che meriterebbe molta più attenzione di quanto non sia possibile stasera in questo contesto.

Sono lieto non soltanto che torneremo ad occuparcene in finanziaria, ma che subito dopo, in sede di esame del provvedimento sulle cosiddette liberalizzazioni, condurremo in proposito una grande battaglia, cercando di mettere allo scoperto ciò che fino ad ora è apparso: è nella maggioranza, anche su questo punto, un dissidio fondamentale, come diceva poc'anzi il senatore Barbato, e questo dissidio fondamentale impedisce al Paese di andare avanti.

Per queste ragioni voteremo contro l'emendamento in esame, e nessuno si illuda che la partita termina qui.

 

*DEL PENNINO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DEL PENNINO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento 26.0.4./1 non rappresenta un intervento tecnico, né una misura di carattere economico che si colloca nel quadro della manovra finanziaria; esso pone, invece, un grave problema politico.

Lo ha detto con chiarezza il relatore: questo emendamento è il frutto dello stralcio di una norma dal provvedimento sulle liberalizzazioni presentato dal ministro Bersani. In quel provvedimento, la logica era di allargare lo spazio dell'intervento dei privati, di creare condizioni di concorrenza, di introdurre un sistema di liberalizzazioni nel nostro ordinamento economico. Tuttavia, vi era una norma che si collocava in controtendenza rispetto alla logica di quel provvedimento, una norma che era di chiusura rispetto ad un'ipotesi di concorrenza e di liberalizzazione, ed era quella relativa ai servizi idrici. Si trattava di una norma che era stata imposta, dopo un duro confronto all'interno dell'attuale maggioranza tra la componente riformista e la componente antagonista, dalla componente antagonista, che ne aveva fatto la condizione per dare il via libera anche al disegno di legge del ministro Lanzillotta sulle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali.

Oggi ci troviamo in una situazione in cui il disegno di legge sulla liberalizzazione dei servizi pubblici degli entilocali è fermo (ne abbiamo iniziato l'esame con le relazioni e poi si è bloccata la discussione in Senato); è fermo il disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni; invece, va avanti con ritmi serrati, con tempi rapidi, l'unica norma che rappresenta una chiusura pubblicistica e anticoncorrenziale che era nel provvedimento Bersani.

Questo è il senso politico di quello che stiamo discutendo oggi; un senso politico che mi porta a dire agli amici di Rifondazione Comunista e della sinistra antagonista: avete vinto, rispetto alle componenti moderate e riformatrici della vostra maggioranza; avete avuto un successo, ma questo successo politico non risponde a quelle che sono le esigenze del Paese, perché la condizione del nostro sistema idrico è ben nota.

 

PRESIDENTE. Senatore Del Pennino, le raccomanderei di avviarsi a concludere il suo intervento.

 

DEL PENNINO (DCA-PRI-MPA). Mi avvio a concludere, signor Presidente. Abbiamo il 42 per cento dell'acqua che viene dispersa dopo l'inserimento negli acquedotti.

Questo avviene perché abbiamo un sistema idrico che è un colabrodo e rispetto al quale l'intervento pubblico non è stato capace di modificare la condizione esistente.

Esaltando con questo emendamento la priorità, anzi l'esclusività dell'intervento pubblico, facciamo un'affermazione ideologica: diamo un contributo alla vittoria della sinistra antagonista, ma non realizziamo nulla che possa servire al Paese. (Applausi dai Gruppi DCA-PRI-MPA e FI).

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Esprimo una posizione assolutamente personale, che non vuole in alcun modo impegnare il voto che sarà dichiarato a nome del Gruppo di Sinistra Democratica.

Considero il subemendamento peggiorativo rispetto al testo dell'emendamento 26.0.4. Trovo tra l'altro assai singolare questo modo di procedere, per cui la Commissione approva un testo che poi in Aula - e non è la prima volta che succede - viene stravolto attraverso subemendamenti presentati dal relatore, che a mio avviso non ha questo mandato.

Considero peggiorativo il testo, Presidente e colleghi, perché viene espunta dal testo un'affermazione che, dal mio punto di vista (capisco che non deve necessariamente essere condiviso, anzi per quello che ho sentito non è condiviso affatto), è decisiva e fondamentale. Mi riferisco alla seguente frase contenuta nell'emendamento della Commissione: «La titolarità delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche è assegnata ad enti pubblici». Con questa affermazione, inserita in una legge della Repubblica, scioglieremmo definitivamente il nodo circa la possibilità di affidare la derivazione delle acque pubbliche e le concessioni a soggetti che non siano enti pubblici.

Se invece viene approvato il testo con la modifica proposta nel subemendamento presentato dal relatore, si ha semplicemente una moratoria rispetto alle gare in corso, nulla più che una moratoria, tra l'altro solo per dodici mesi. Si confida sul fatto che la delega dovrebbe essere esercitata e produrre effetti entro il mese di aprile, ma si sa che questi termini non sono affatto perentori. Per cui, alla fine di questo periodo, potremmo trovarci anche senza la moratoria.

Confermo pertanto il voto favorevole sull'emendamento 26.0.4 della Commissione, mentre non posso votare a favore del subemendamento proposto dal relatore.

 

PRESIDENTE. Colleghi, hanno chiesto di intervenire in dichiarazione di voto altri tre colleghi. Darò adesso la parola al senatore Caruso, che appartiene al Gruppo di Alleanza Nazionale, con la precisazione che il suo Gruppo ha totalmente esaurito il tempo a propria disposizione.

Prego invece gli altri colleghi, il senatore Sodano e la senatrice De Petris, di attenersi a tempi stringati, perché ho l'impressione che il programma che ci siamo dati, almeno sulla base di una convenzione che mi era sembrato di capire avevamo stabilito fra di noi, rischia di saltare.

 

CARUSO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARUSO (AN). L'intervento del senatore Battaglia mi aiuta, perché mi sembra che egli abbia dato un'interpretazione autentica del subemendamento, che peraltro non è dubbio, in questo senso. In sostanza, il secondo periodo, (credo che potrà confermarlo anche il relatore) è destinato a morire nella nuova versione proposta dal subemendamento, che determina un unico periodo per quanto riguarda il comma 1. Se così non fosse, signor Presidente, la pregherei di darmi un chiarimento.

Sempre con riferimento al subemendamento - e questa è la ragione che mi ha indotto ad intervenire - francamente non riesco a comprendere quale sia la portata delle parole: «e comunque entro e non oltre dodici mesi dall'entrata in vigore», nel senso che la giustificazione della moratoria imposta dall'emendamento è quella della necessità di emanare le disposizioni adottate in attuazione della legge del 2004, integrative ed attuative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Se così è, quindi se il subemendamento ha la funzione di chiarire questo e pur tuttavia di volere dare un limite a questo tempo individuandolo in un anno, secondo me non si può scrivere: «comunque non oltre dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge» perché è fuorviante; è sufficiente scrivere: «e comunque per un periodo massimo di dodici mesi».

In ogni caso la posizione di Alleanza Nazionale con riferimento a questo emendamento, ed ho concluso signor Presidente, è estremamente chiara e sinteticamente esprimibile. Alleanza nazionale è contraria all'emendamento perché è contraria al fatto che venga resa esclusivamente pubblica la gestione dei sistemi idrici; Alleanza nazionale è per un regime di concorrenza, per un regime di concorrenza e trasparenza e dunque accetta che possa essere dato in concessione questo servizio a condizione che vi siano debite gare che assicurino, come detto, trasparenza. (Applausi dai Gruppi FI e LNP).

 

SODANO (RC-SE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO (RC-SE). Signor Presidente, in riferimento a quanto affermato dal senatore Battaglia, a mio modesto avviso credo ci sia un errore di valutazione da parte del collega rispetto al testo. Probabilmente, anche il subemendamento, se lo si leggesse così come ho cercato di fare io cercando di mettere insieme i due pezzi all'interno del testo originale, non fa altro che chiarire ed esplicitare meglio quanto la Commissione aveva già deciso. Lo spiego brevemente.

In realtà, siamo nell'ambito di un regime normato fino all'aprile del 2008 dal decreto legislativo n. 152 (la cosiddetta delega ambientale, che scadrà, appunto, nell'aprile del 2008). Senza fissare un termine, il testo licenziato dalla Commissione avrebbe indicato soltanto che la moratoria avrebbe avuto durata fino all'aprile del 2008.

Venendo ai tempi della modifica, ecco che emerge il senso della moratoria: una moratoria non è sine die, è legata all'esigenza di una nuova legislazione che tenga conto e dia il senso dell'acqua come servizio pubblico e ne mantenga la proprietà pubblica. Questo credo sia evidente nella premessa del comma 1 dell'emendamento e in quella riforma bisognerà decidere quali sono le forme di affidamento.

Ma vi è una seconda modifica che viene apportata.

Viene soppressa la parola «soggetti privati». Nel decreto legislativo n. 152, infatti, si faceva riferimento a tre possibili opzioni per l'affidamento ed è evidente che non potevamo pensare ad una moratoria solo riferita ad un affidamento. Ma poiché si dovrà realizzare la riforma del sistema complessivo delle acque, si rende necessaria una moratoria complessiva. A scanso di equivoci, al comma 2 si dice chiaramente che sono sospesi tutti gli affidamenti di nuove concessioni.

Credo che questo rappresenti la garanzia che finché non ci sarà la riforma complessiva del sistema idrico integrato, in questo Paese non sarà possibile affidare a nessun privato la gestione del servizio pubblico delle acque. Non comprendere ciò credo nuoccia al lavoro che abbiamo svolto in queste settimane e che ci chiedono i movimenti trasversali di questo Paese che hanno condotto al riguardo una battaglia e presentato una proposta di legge d'iniziativa popolare in materia di acqua nel nostro Paese. (Applausi dal Gruppo RC-SE).

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DE PETRIS (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, anch'io intervengo per cercare di far comprendere che il subemendamento presentato poc'anzi dal relatore non scalfisce la questione fondamentale su cui abbiamo discusso a lungo, relativa alla moratoria per tutte le procedure di affidamento in corso.

Stiamo discutendo e stiamo rivedendo tutta la delega ambientale (il decreto legislativo n. 152 del 2006). Lo sapete perfettamente; ieri, in Commissione ambiente, abbiamo approvato di nuovo il decreto correttivo. La delega per rivedere il decreto legislativo n. 152 scade ad aprile; è evidente che entro quel termine dovremo aver deciso le forme della gestione pubblica (su questo, stiamo lavorando).

Con il subemendamento 26.0.4/1 non togliamo portata all'emendamento approvato dalla Commissione. Vorrei far rilevare che il decreto legislativo n. 152 attualmente prevede la possibilità di affidamento non solo ai soggetti privati, ma anche a società miste di altro genere. Non a caso, il subemendamento fa riferimento specifico alle procedure previste dall'articolo 150 del decreto legislativo n. 152. Quindi, si pone in essere una moratoria per tutti i procedimenti di affidamento in corso verso qualsiasi tipo di società (soggetti privati o società miste).

Da questo punto di vista, vorrei invitare il senatore Giovanni Battaglia a rendersi conto del fatto che possiamo realizzare il processo di riordino (per far sì che l'acqua, bene comune, sia davvero gestita pubblicamente) solo fin tanto che blocchiamo tutti i processi di affidamento in corso. È ovvio che questo deve avvenire all'interno delle procedure di revisione del decreto legislativo n. 152.

È veramente un valore importante riuscire oggi ad ottenere quello che tutti ci chiedono. I comitati dei Comuni che sono stati assetati in questi anni ci chiedono di bloccare i processi di affidamento. È questa la premessa per poter davvero riorganizzare in modo serio e in mano pubblica la gestione dell'acqua.

 

BRUTTI Paolo (SDSE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BRUTTI Paolo (SDSE). Signor Presidente, ho sentito la discussione che si è sviluppata all'interno della maggioranza. (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Vorrei che i colleghi non disturbassero il senatore Paolo Brutti, che sta svolgendo una dichiarazione di voto. Sottosegretario Grandi, senatore Benvenuto, per cortesia.

 

BRUTTI Paolo (SDSE). Capisco le ragioni che hanno spinto il senatore Giovanni Battaglia dichiararsi non soddisfatto del punto a cui siamo pervenuti con l'accoglimento dell'emendamento da parte della Commissione.

C'è un punto di verità nell'argomento sollevato dal senatore Gianni Battaglia: in realtà, vi è una differenza tra il vecchio e il nuovo testo in merito alla data entro la quale deve essere compiuta la moratoria (che nel precedente testo era fissata al mese di aprile dell'anno prossimo). Nel vecchio testo si poteva, in linea di principio, prolungare la delega ulteriormente e quindi, per questa via, ottenere una proroga delle moratorie; con il nuovo testo, invece, ci si chiude e si fissa una data precisa.

Però, avendo ascoltato anche le ragioni degli altri senatori, a me pare che si possa accogliere la proposta che è stata presentata, perché - voglio dirlo a Gianni Battaglia - spesse volte il meglio è nemico del bene. Certo, si poteva fare meglio; ma le conseguenze di una reiezione di questo emendamento e di un ritorno al regime precedente sono ampie, molto grandi, sia sotto il profilo specifico del settore idrico, sia - voglio sottolinearlo - sotto il profilo strettamente politico.

Pertanto, nel dichiarare che il nostro Gruppo voterà a favore di questo subemendamento, prego tutti di riconsiderare le dichiarazioni che ha fatto finora.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Le ricordo che il suo Gruppo ha ancora a disposizione tre minuti e nove secondi.

 

CASTELLI (LNP). A me risultavano cinque minuti, Presidente.

 

PRESIDENTE. Qui risultano esattamente quelli che le ho detto.

 

CASTELLI (LNP). La mancanza di tempo mi impedisce di argomentare. Dieci anni di posizioni della Lega Nord mi portano a dire che voteremo a favore dell'emendamento 26.0.4 e contro il subemendamento 26.0.4/1.

 

PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Castelli, è stato rapidissimo.

Invito il rappresentante del Governo a pronunziarsi sul subemendamento in esame.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere favorevole.

 

PRESIDENTE. Il testo del subemendamento 26.0.4/1 è conosciuto a tutti i Gruppi parlamentari. Pregherei i colleghi di prendere posto, trattandosi di una votazione - come mi è sembrato di capire - piuttosto controversa. Inviterei i senatori Ferrara, Schifani, Vegas e Del Pennino a prendere posto, così non solleviamo contestazioni.

Ricordo ai colleghi che questa è la prima votazione che effettuiamo, alle ore 21,10, dopo la ripresa dei nostri lavori. Abbiamo, per nostro compiacimento generale, ancora 180 votazioni da svolgere. Regolatevi voi.

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Su cosa? Ha già fatto la dichiarazione di voto.

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Signor Presidente, le chiedo scusa, ma mi è stato rivolto l'invito a riconsiderare il mio voto. Pur restando convinto che il subemendamento sia peggiorativo, per assecondare ed evitare che il voto del centro‑destra bocci non solo il subemendamento, ma anche l'emendamento cui esso si riferisce e che, quindi, la situazione finisca per essere peggiore di quanto pensassi, sempre nel convincimento che quello che stiamo facendo sia un passo indietro politicamente inaccettabile, voto in linea con quanto dichiarato dal senatore Paolo Brutti, cioè a favore del subemendamento 26.0.4/1. (Applausi SDSE, RC-SE, IU-Verdi-Com e Ulivo).

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del subemendamento 26.0.4/1, presentato dal relatore.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dal Gruppo RC-SE).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.0.4, nel testo emendato.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 26.0.4, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi RC-SE e SDSE).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 26.0.5, presentato dal senatore Polledri.

Non è approvato.

 

STORACE (Misto-LD). Sei un provocatore! Come ti permetti!(Rivolto al senatore Collino).

PRESIDENTE. Senatore Storace, che succede?

 

STORACE (Misto-LD). Il senatore Collino mi sta insultando per un voto che ho espresso.

 

PRESIDENTE. Senatore Storace, abbia pazienza e non ascolti, siamo in sede di votazione.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, vorrei fare una breve precisazione. La polemica sulla copertura era pretestuosa, perché la copertura che avevo utilizzato era stata svuotata dalla Commissione. Ritengo quindi di rinviare il problema in sede di legge finanziaria, eliminando ogni inutile polemica.

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 26.0.950 è stato ritirato dal senatore Carrara.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 27 del decreto-legge, che si intendono illustrati.

 

 

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, le chiedo di fare in modo che l'articolo 27 si voti contestualmente all'articolo 43.

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, non so cosa intenda per "contestualmente".

 

VIESPOLI (AN). Intendo in sequenza, altrimenti non si ha il senso complessivo di cosa il Senato sta votando. Infatti, l'articolo 27 è propedeutico all'articolo 43, che determina una serie di scelte che sono una conseguenza dell'approvazione dell'articolo 27 e servono a valutare complessivamente il problema di cui stiamo parlando, che non è di poco conto e di poco rilievo.

 

MORANDO (Ulivo). Presidente, non c'è problema, se vuole accantonarlo lo accantoniamo.

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, in sostanza lei sta proponendo di accantonare questo emendamento?

 

VIESPOLI (AN). Esatto.

 

PRESIDENTE. Non c'è nessun problema ad accantonarlo.

 

VIESPOLI (AN). Non posso deciderlo io. Lo posso solo prospettare.

 

PRESIDENTE. Ho capito, il problema riguardava il termine "contestualmente"; non potendo ovviamente anticipare la votazione dell'articolo 43, propongo di accantonare l'articolo 27 per poi votarlo a ridosso dell'articolo 43.

Poiché non si fanno osservazioni, così resta stabilito.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 28 del decreto-legge, che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario all'emendamento 28.2.

Esprimo parere favorevole all'emendamento 28.900,

Invito poi i presentatori a ritirare l'emendamento 28.5.

Esprimo quindi parere favorevole agli emendamenti 28.902, 28.900/700 e 28.901.

Esprimo infine parere contrario all'emendamento 28.0.1.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 28.2.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 28.2, presentato dai senatori Pontone e Coronella.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B). (Commenti dai banchi del centro-destra).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 28.900/700.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 28.900/700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Pregherei tutti i colleghi di stare seduti!

Il Senato non approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC, LNP e DCA-PRI-MPA).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 28.900.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Presidente, il senatore Legnini ha fatto cenno di voler intervenire.

 

PRESIDENTE. Senatore Legnini, la invito a rivolgersi alla Presidenza, qualora intenda prendere la parola. (Proteste dai banchi dell'opposizione). Colleghi, vi prego di prendere posto.

Prego, senatore Legnini, parli pure. Senatore Legnini, ha chiesto di intervenire: inizi pure. (Vivaci e vibrate proteste dai banchi dell'opposizione rivolte al senatore Legnini. Fischi e lanci di giornali).

Colleghi! Colleghi, questo è uno spettacolo indegno del Senato della Repubblica! È uno spettacolo indegno che io non tollero.

La seduta è sospesa.

 

(La seduta, sospesa alle ore 21,19, è ripresa alle ore 21,32).

 

La seduta è ripresa.

Riprendiamo le votazioni dall'emendamento 28.900. La seduta avrebbe potuto riprendere anche prima, ma c'era stato un surriscaldamento delle macchine (non so se per effetto anche del surriscaldamento dell'Aula) nell'impianto di comunicazione interna video; ora le macchine hanno ripreso a funzionare regolarmente. Penso quindi che possiamo riprendere i nostri lavori.

Prego però i colleghi di riprendere posto. Abbiate pazienza, ci attende un lavoro ancora lungo.

Ripeto, prego i colleghi di prendere posto, di non attardarsi nell'emiciclo in amabili conversazioni. Non abbiamo molto tempo da perdere: chi ne ha, può perderlo fuori dall'Aula.

Prego ancora una volta i colleghi di prendere posto, anziché deambulare per l'Aula.

Avevamo sospeso i nostri lavori mentre il senatore Legnini stava per intervenire.

 

LEGNINI (Ulivo). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LEGNINI (Ulivo). Signor Presidente, volevo cercare di spiegare all'Assemblea che la lettura dei testi avrebbe reso agevolissima la mia spiegazione. Mentre mi accingevo a ritrovare i testi sono stato, per così dire, verbalmente aggredito nei modi che abbiamo visto e ascoltato. Capisco l'esultanza dei colleghi dell'opposizione per l'esito della precedente votazione, ma credo che la dignità dell'Aula ci debba indurre a riflettere anche su cosa stiamo votando.

L'articolo 28 - come è noto a tutti i colleghi - prevede la soppressione della SPORTASS, un antico ente previdenziale sportivo, ed il suo accorpamento all'INPS e all'INAIL per le rispettive competenze, con tutte le conseguenze indicate nel testo medesimo. La Commissione, del tutto opportunamente, ha perfezionato questa norma con l'emendamento 28.900, provvedendo a proporre all'Assemblea di normare la cessazione dei contratti di consulenza in capo a questo ente. Si tratta quindi di un emendamento virtuoso, finalizzato a risparmiare e ad evitare che l'ente trasferito all'INPS portasse con sé rapporti di consulenza sedimentati nel corso degli anni e così via.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore Legnini, mi consenta di dirle che però non può illustrare a posteriori un emendamento o un subemendamento che abbiamo già votato. (Applausi dai Gruppi AN e FI). Lo preciso per aumentare l'efficacia dei nostri lavori. Le ricordo che siamo in sede di votazione dell'emendamento 28.900 e che lei ha chiesto di intervenire in dichiarazione di voto.

 

LEGNINI (Ulivo). Signor Presidente, io sto motivando il voto favorevole all'emendamento 28.900.

 

PRESIDENTE. Non l'aveva ancora detto e si riferiva al precedente emendamento.

 

LEGNINI (Ulivo). Per motivare il voto favorevole a tale emendamento...

 

PRESIDENTE. Va bene: la pregherei di essere conciso.

 

LEGNINI (Ulivo). ...cercavo di commentare il contenuto del subemendamento, anche al fine di poter valutare e verificare se la sua bocciatura sia o no idonea a svuotare di significato, a menomare l'emendamento principale. Stavo quindi costruendo questo ragionamento e stavo per arrivare al punto.

Il punto è che il contenuto dell'emendamento che adesso dobbiamo votare, sul quale sollecito un voto favorevole di tutta l'Assemblea, prevede che abbiano termine, che cessino tutti i rapporti di consulenza in capo alla disciolta SPORTASS, ente previdenziale degli sportivi.

Il subemendamento costituiva una precisazione, se vogliamo anche ultronea, superflua, ma comunque utile, cioè che l'INPS e l'INAIL non potessero riattivare quelle consulenze, tutto qui. Non capisco l'esultanza per una norma che costituiva un'utile sistemazione dell'emendamento e null'altro. (Commenti ed applausi ironici dai Gruppi FI, AN e LNP). Chiedo scusa, devo finire. Signor Presidente, vorrei concludere il mio intervento. Non mi sembra di riferire all'Aula... (Commenti dai Gruppi FI, AN e LNP). I colleghi dovrebbero essere più tolleranti, però.

 

PALMA (FI). Concluda!

 

LEGNINI (Ulivo). Se mi fate parlare, mi sbrigo.

 

PRESIDENTE. Pregherei i colleghi di lasciare concludere il senatore Legnini. Per favore, senatore Palma, abbia pazienza, lei avrà anche fretta.

Concluda, senatore Legnini.

LEGNINI (Ulivo). Grazie, signor Presidente, mi avvio a concludere.

Quindi, sollecito l'approvazione dell'emendamento, sottolineandone la positività in rapporto al contenuto complessivo della norma contenuta nell'articolo 28, che - ripeto - costituisce uno dei tanti interventi finalizzati a conseguire risparmi veri, a razionalizzare per davvero in questo caso il nostro sistema previdenziale; e sappiamo che vi è... (Commenti ed applausi ironici dai Gruppi FI, AN e LNP).

 

PRESIDENTE.Va bene.

 

LEGNINI (Ulivo). Signor Presidente, non ho concluso.

 

PRESIDENTE. Colleghi, se pensate di impedire i lavori del Senato con questi atteggiamenti palesemente ostruzionistici sbagliate.

Il senatore Legnini appartiene ad un Gruppo che ha numeroso tempo a disposizione per poter intervenire, esattamente come ce l'hanno altri Gruppi dell'opposizione. Allora, pregherei i colleghi dell'opposizione di consentire, nella brevità che la Presidenza sta sollecitando continuamente sia ai senatori della maggioranza che dell'opposizione, lo svolgimento degli interventi: più si interrompe, più perdiamo tempo.

Concluda, senatore Legnini.

 

LEGNINI (Ulivo). Concludo, signor Presidente, sollecitando l'approvazione dell'emendamento, che ci aiuta a perfezionare una norma molto utile contenuta nel decreto. (Applausi del senatore Morando).

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 28.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE.Sull'emendamento 28.5 c'è un invito al ritiro.

 

TURIGLIATTO (Misto-SC). Signor Presidente, ritiro l'emendamento.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 28.902.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 28.902, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 28.901.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 28.901, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 28.0.1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 28.0.1, presentato dal senatore Augello.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 29 del decreto-legge, che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 29.1 e 29.2.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 29.1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 29.1, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 29.2.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 29.2, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 30 del decreto-legge, che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 30.900 e contrario sull'emendamento 30.3.

Esprimo altresì parere favorevole sull'emendamento 30.5, mentre sull'emendamento 30.8 mi rimetto al Governo.

Chiedo al Governo di accogliere l'ordine del giorno G30.500 come raccomandazione, espungendo dal dispositivo il primo capoverso.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore sugli emendamenti per i quali il relatore ha espresso parere netto. Per quanto riguarda l'emendamento 30.8 il parere è favorevole.

Infine, con riferimento all'ordine del giorno G30.500 il Governo è disponibile ad accoglierlo come raccomandazione.

 

PRESIDENTE. Senatore Eufemi, accoglie la proposta formulata dal relatore in merito all'ordine del giorno G30.500?

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, accolgo la proposta testé formulata dal relatore. Quello che mi meraviglia è che il relatore, conoscendo la sua sensibilità, voglia impedire di evitare speculazioni immobiliari scongiurando la possibilità che i terreni mauriziani siano oggetto di compravendita finalizzata ad uso diverso da quello agricolo.

 

RIPAMONTI, relatore. Non c'è scritto questo, c'è scritta un'altra cosa.

 

EUFEMI (UDC). Ecco, questa è la mia preoccupazione. Per il resto, accetto la proposta del relatore relativamente alla espulsione del primo capoverso del dispositivo ed accetto anche che l'ordine del giorno sia accolto dal Governo come raccomandazione. Tuttavia, non posso non evidenziare, rispetto a questa vicenda dell'Ordine mauriziano, che anche in questo caso viene violata l'intesa, dato che l'Ordine mauriziano fa parte anche dell'intesa e quindi andava rispettato; tanto varrebbe allora sopprimere la norma che è in Costituzione. Quello che state facendo è contra legem.

 

Presidenza del presidente MARINI (ore 21,47)

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 30.900.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 30.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

GARRAFFA (Ulivo). Colleghi, dobbiamo votare tutti!

 

PRESIDENTE. Senatore Garraffa, si calmi, ci aiuta tutti.

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 30.3.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 30.3, presentato dal senatore Davico e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC e LNP).

 

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 30.5.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 30.5, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Vivaci proteste dal Gruppo Ulivo).

 

Colleghi, ho appena assunto la Presidenza, non capisco il motivo di questo nervosismo.

 

ADDUCE (Ulivo). Senatore Biondi, senatore Biondi! Presidente, c'è una luce in più!

 

PRESIDENTE. Adesso controlleranno i senatori segretari, lasciateli lavorare. Non capisco questo modo di affrontare il problema! Aspettate un momento! (Il senatore Adduce continua a ripetere a gran voce il nome del senatore Biondi).

State seduti, colleghi, altrimenti non possiamo riprendere la votazione. Senatore Adduce, non urli più, per favore, stia zitto. Per favore, vi chiedo di stare seduti. (Vivaci e reiterate proteste dal Gruppo Ulivo).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Vediamo se riusciamo a metterci d'accordo.

Seduti e lasciate lavorare i segretari, se volete un minimo di garanzia. Con le urla la garanzia non c'è per nessuno!

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Nella seconda fila!

 

PRESIDENTE. Lei, senatore Ladu, me lo segnali, ma quando votiamo.

 

ADDUCE (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ADDUCE (Ulivo). Signor Presidente, a fianco del senatore Biondi per due volte la luce si è accesa senza che fosse presente il senatore.

PRESIDENTE. Probabilmente se l'Aula fosse stata più ordinata i senatori segretari avrebbero sentito.

 

ADDUCE (Ulivo). Se mi avesse dato la parola subito, glielo avrei segnalato prima.

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FINOCCHIARO (Ulivo). Chiedo scusa, signor Presidente, avevo chiesto la parola anche prima perché nella votazione precedente all'ultima che abbiamo effettuato risultavano 156 voti per i senatori del centro-destra e la cosa risulta molto strana perché il senatore Pisanu era alla buvette; è ancora lì, i giornalisti lo hanno notato e stanno già battendo la notizia. Mi dispiace per il senatore Pisanu, ma certamente qualcuno ha votato per lui.

 

PRESIDENTE. In attesa di risolvere la questione dei posti fissi per cui ho già convocato la riunione dei Capigruppo, se vogliamo proseguire i nostri lavori con un po' di ordine due cose sono necessarie: seduti e niente urla, perché se urlate i due senatori segretari non sono in grado di svolgere il proprio lavoro.(Il senatore Pisanu fa il suo ingresso nell'emiciclo. Applausi ironici dai banchi della maggioranza).

 

PRESIDENTE. Per favore. Cosa urlate? Chi pensate di aiutare urlando? Nessuno, nemmeno la votazione!

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, posso testimoniare che il senatore Pisanu ha votato e poi è uscito. (Vivaci commenti dai banchi della maggioranza. Applausi dai banchi dell'opposizione).

 

MASTELLA, ministro della giustizia. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MASTELLA (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, intervengo sul dato del voto, perché bisogna essere corretti. Io durante le votazioni ho votato e sono uscito, avendo votato. Si è scatenata una mezza gazzarra, comprensibile quando il clima è di tensione; dopo di che il Vice Presidente che presiedeva i lavori ha chiesto, correttamente, che si rivotasse. Io chiedo analogamente che si ripeta quella votazione. (Vivi applausi dai banchi della maggioranza. Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Io non ero presente quando si è votato; quindi non posso ripetere la votazione.

 

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Si ripeta la votazione!

 

PRESIDENTE. Non ripeto la votazione! Non c'ero e non la ripeto! (Proteste dai banchi della maggioranza).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 30.8.

 

FRANCO Paolo (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Franco Paolo, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 30.8, presentato dal senatore Davico e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Poiché i presentatori non insistono per la votazione, l'ordine del giorno G30.500 (testo 2) non verrà posto ai voti.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 31 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, ritiro l'emendamento 31.800.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento 31.700, presentato dalla Commissione.

Poiché c'è un clima un poco surriscaldato, vorrei soltanto avvertire l'Aula - ammesso che sia possibile svolgere un ragionamento pacato in questa sede - che, in particolare su questo articolo, gli emendamenti approvati in sede di Commissione sono il frutto di larghe convergenze e, spesso, emendamenti dell'opposizione.

Vorrei segnalare ai colleghi dell'opposizione che forse qui non è il caso di fare la conta né di richiedere voti elettronici; forse, una volta tanto, si può votare tutti assieme, che non fa male a nessuno. Basta leggere gli emendamenti per capire che ciò che sto dicendo è vero.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma all'emendamento 31.7 e di poterlo illustrare. La prego anche di voler prendere nota del fatto che il Gruppo Per le Autonomie mi ha concesso molto gentilmente cinque minuti del proprio tempo, che vanno ad aggiungersi ai nostri miseri due minuti. Ringrazio il senatore Peterlini per questa cortesia; è stato molto democratico.

Vorrei ora attirare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento, che è molto delicato. Abbiamo visto cos'è accaduto oggi e quale peso abbiano i senatori a vita. Non voglio reintrodurre la querelle se essi abbiano diritto a votare o meno. Ormai è chiaro che la pensiamo diversamente ed è chiaro che, dal punto di vista regolamentare e costituzionale, essi hanno tutti i diritti di votare.

Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su un altro punto. L'articolo 59 della Costituzione dice che i senatori a vita, a meno che non siano tali di diritto, sono nominati dal Presidente della Repubblica perché hanno avuto altissimi meriti per la Patria. La Patria dovremmo essere tutti, credo. Tuttavia, abbiamo visto che in quest'Aula alcuni senatori a vita hanno fatto una scelta precisa di schieramento. È un dato di fatto. A questo punto, è evidente che il senatore a vita diventa parte politica di quest'Aula, non è più super partes. Autonomamente rinuncia al fatto di essere super partes, rinuncia a rappresentare tutta la Patria e diventa una parte politica. Allora, se scende nell'agone politico, si deve rassegnare a giocare la partita politica, che - come lei mi insegna, signor Presidente - è anche aspra, è fatta di scontro duro e di parole aspre. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

 

PRESIDENTE. Aspre, ma sempre rispettose.

 

CASTELLI (LNP). Sempre rispettose, signor Presidente, non c'è il minimo dubbio.

È con questo spirito che vorrei parlare dell'emendamento 31.7 che dà 3 milioni di euro ad un istituto che mi dicono essere molto vicino alla senatrice Levi-Montalcini. Questo non va bene, signor Presidente. Vorrei leggere l'articolo 416‑ter del nostro codice penale che definisce voto di scambio la promessa del voto in cambio di denaro. (Proteste dal Gruppo RC-SE. Applausi dal Gruppo LNP).

Credo, signor Presidente, che se la senatrice Levi-Montalcini vuol allontanare da sé il sospetto di un basso mercimonio, non dovrebbe far altro che votare a favore dell'emendamento 31.7, che fa rinunciare a questa sorta di emolumento che viene dato per il voto della senatrice Levi-Montalcini.

 

TECCE (RC-SE). Vergogna!

 

ROTONDI (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROTONDI (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, intervengo per preannunciare il mio voto a favore dell'emendamento 31.7. Condivido l'opinione del collega Castelli secondo la quale i senatori a vita sono senatori come tutti noi e, quindi, debbono accettare la ruvidezza dello scontro politico. Mi sembra che non abbiamo fatto alcuno sconto su questo piano. Ritengo che la signora Levi-Montalcini con la sua presenza in quest'Aula, a quest'ora, stia dando a tutti noi una grande lezione di passione civile. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV, Misto-Pop-Udeur e FI).

Pertanto, con il giusto riconoscimento, mi permetto di aggiungere una nota di perplessità nei confronti della maggioranza e del Governo che fanno dipendere la loro sopravvivenza da un atto di profondo cinismo politico. Lo dico in punta di voce, precisando che le mie considerazioni - è un appello che rivolgo a tutti i colleghi della Casa delle Libertà - devono rimanere nell'ambito del dibattito di questa sera.

Sull'emendamento specifico, per l'alto valore che rappresenta, nella coscienza civile del Paese, la scienziata Levi-Montalcini e per il contributo che queste istituzioni danno ad un settore già abbastanza disgraziato (com'è quello di cui discorriamo, perché non c'è stato mai da scialare per la ricerca scientifica e per la scienza in questo Paese), credo sia opportuna da parte di tutti una considerazione più generosa. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE e SDSE).

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOCCIA Antonio (Ulivo). Signor Presidente, sento il dovere di informare l'Assemblea di una circostanza, perché altrimenti si formulano giudizi sbagliati e spiacevoli. Pur consapevole delle difficoltà esistenti e della probabilità che sarebbe stato approvato un emendamento che cancella questo contributo (del quale ha già parlato esaurientemente il collega), ho notato che, sin dal momento in cui si è passati all'esame dell'articolo 31 del decreto-legge, la collega Rita Levi-Montalcini ha sfilato la scheda dal dispositivo e, pur correndo quel rischio, ha deciso di non votare. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-CS, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur).

 

BUTTIGLIONE (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Signor Presidente, preannuncio il voto contrario del Gruppo UDC all'emendamento 31.7 e a favore del finanziamento dell'istituto di cui al comma 3 dell'articolo 31 del decreto-legge, perché sappiamo tenere distinta la valutazione dei meriti scientifici dalla valutazione della lotta politica. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com e SDSE).

Colgo l'occasione (stasera mi sento in vena di essere buono) per rivolgere un pensiero carico di stima e affetto all'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ha sentito con forza che la sua dignità di senatore a vita non gli permetteva di prendere sistematicamente parte al dibattito politico come elemento integrante la vita di una coalizione politica. (Applausi dal Gruppo UDC). Infatti, nella giornata di oggi voi non lo vedete ed il fatto di non vederlo torna certamente a suo onore, perché chi deve rappresentare l'unità di tutti gli italiani non è bene che si qualifichi come parte sistematica di una coalizione politica; dovrebbe valutare di volta in volta nel merito i provvedimenti ed esprimere valutazioni di merito e non politico-partitiche.

Questo ebbe a dire lo stesso senatore Ciampi in un'intervista al «Corriere della Sera» che non ho dimenticato e lasciate che io esprima stima a tutti quei senatori a vita che sanno svolgere con dignità l'ufficio altissimo che il popolo italiano ha loro affidato. (Applausi dai Gruppi UDC, FI e AN).

 

LEVI-MONTALCINI (Misto). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LEVI-MONTALCINI (Misto). Signor Presidente, io non voterò, ma ringrazio molto quanti si rendono conto dell'attività svolta dall'istituto EBRI per la scienza italiana. Sono veramente molto grata a tutti coloro che si rendono conto di quanto stiamo facendo per la scienza, che mai è stata così utilmente portata avanti. Grazie infinite. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-CS, Misto-IdV, Misto-Pop-Udeur e dai banchi del Governo).

 

PALMA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PALMA (FI). Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione l'intervento del senatore Castelli e degli altri senatori che esprimendo posizioni in parte diverse sono intervenuti dopo di lui. Signori senatori, ciò che è in discussione non è in realtà l'emendamento. Siamo convinti, ed è per questo che il Gruppo di Forza Italia si asterrà, che, indipendentemente dalla denominazione dell'istituto beneficiario, qualsiasi finanziamento alla ricerca e alla scienza sia cosa positiva. Riteniamo, altresì, che un interesse uguale a quello che in questo momento dimostriamo per la scienza e la ricerca dovrebbe forse essere riservato da tutti voi alle istituzioni.

Da diverso tempo, ahimè, credo che in questa legislatura si sia toccato, in qualche modo, un ruolo fondamentale che i nostri padri costituenti hanno assegnato ai senatori a vita. (Voci dai banchi della maggioranza). Scusi, Presidente, noi abbiamo ascoltato con calma gli interventi dei colleghi. Non so come si chiami quel senatore; comunque, Presidente, se lei vuole, sto zitto, però credo di avere il diritto di parlare e di farlo pacatamente, garbatamente e serenamente così come stavo facendo. Se lei mi vuole lasciare la parola, Presidente, continuerò a parlare.

 

PRESIDENTE. Io le ho dato la parola, senatore Palma, e lei ha questo diritto.

 

PALMA (FI). La pregherei, allora, di evitarmi interruzioni inutili.

 

PRESIDENTE. È da un po' di tempo che sto tentando di evitare tutte le interruzioni inutili. Colleghi, rispettiamo il diritto del senatore Palma. Prego, senatore, continui.

 

PALMA (FI). Come dicevo, in realtà forse avreste dovuto dimostrare maggiore interesse al ruolo fondamentale che i nostri padri costituenti hanno assegnato ai senatori a vita. Qui non sono in discussione i diritti dei senatori a vita in quest'Aula; è in discussione il ruolo di terzietà, di saggezza, di parola neutrale che la nostra Costituzione assegna ai senatori a vita. Orbene, senatore Brutti, lei sorride, ma credo che spesso il sorriso ironico serva a coprire l'assenza di argomentazioni.

Poco fa ho avuto il piacere di sentire finalmente in quest'Aula la voce della senatrice Levi-Montalcini: avrei gradito sentirla in altri momenti, quando vi erano passaggi importanti su votazioni importanti per questo Paese; avrei gradito vederla così presente, come l'ho vista oggi in quest'Aula, anche in altri momenti. (Commenti dai banchi della maggioranza).

 

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Senatore Palma, la invito a concludere il suo intervento. Ha ancora un minuto, a quel che mi risulta, e stia certo che non baro!

 

PALMA (FI). Mi vuole togliere la parola, Presidente?

 

PRESIDENTE. No, senatore, la sto invitando a concludere.

 

PALMA (FI). Presidente, io posso concludere, ma se i colleghi devono gridare, questo è e questo rimane.

Volevo semplicemente dire che avrei gradito avere in altri momenti l'ausilio della senatrice Levi-Montalcini: prendo atto con grande piacere che la senatrice si asterrà da questo voto. Evidentemente nell'astenersi da questo voto... (Commenti del senatore Furio Colombo).

 

PRESIDENTE. La prego, senatore Colombo.

 

PALMA (FI). Prendo atto con piacere che la senatrice si asterrà da questo voto: evidentemente si asterrà perché ritiene ci sia una sua posizione d'interesse con riferimento a quel voto. Immagino che ugualmente si asterrà sul voto finale. (Voci dai banchi della maggioranza).

 

PRESIDENTE. Colleghi, credo che faremo molto fatica a portare avanti i nostri lavori questa sera.

 

CURSI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CURSI (AN). Signor Presidente, tenterò di spiegare all'Aula il senso che noi attribuiamo agli emendamenti 31.1 e 31.7.

L'articolo 31, così com'è concepito, finanzia i settori della ricerca: gli emendamenti da me richiamati, invece, dividono i relativi fondi. In particolare, l'emendamento 31.1 assegna 20 milioni all'Istituto Gaslini di Genova e 20 milioni al San Raffaele di Milano; l'emendamento 31.7, invece, chiede che i fondi siano passati dalla Fondazione EBRI al Dipartimento di neuroscienze della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor che, dovete sapere tutti, è un grosso istituto IRCCS che fa ricerca.

Non vogliamo penalizzare nessuno. Proporrei quindi al Governo e, in particolare, al Ministro della salute, competente anche per la ricerca scientifica, di dare i soldi a questi enti, compresa la Fondazione EBRI. Aumentate quindi lo stanziamento, per fare in modo che i fondi per la ricerca, di cui tutti parliamo, siano una cosa seria. Così questo diventerebbe un provvedimento serio a favore di tutti quegli enti che fanno ricerca che ho citato prima e che vengono ricordati negli emendamenti, compresa, in modo particolare, la Fondazione EBRI. Chiedo quindi l'intervento del Governo in questo senso.

 

STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, a differenza del mio Gruppo che credo abbia scelto un orientamento favorevole, mi asterrò su questi emendamenti, non perché io abbia qualcosa da ridire sull'operato della senatrice Levi-Montalcini e sulle cose che lei ci ha detto, non è questo in discussione. Io mi pongo una domanda che il dibattito che si è tenuto adesso non ha risolto e non mi ha chiarito: il Governo e la maggioranza avrebbero finanziato comunque l'istituto della senatrice Levi-Montalcini se non fosse stata senatrice a vita e a sostegno della maggioranza? Io non ho avuto questa risposta e pertanto non posso votare a favore di quel finanziamento.

 

PALERMI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PALERMI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, mi permetta di dire che considero intollerabile questo accanimento volgare e indecente contro la senatrice Levi-Montalcini e vorrei che anche lei facesse qualcosa, signor Presidente, per evitare che ciò accada. A nome di tutto il centro-sinistra desidero esprimere la nostra solidarietà e ammirazione alla senatrice Levi-Montalcini per il coraggio, la dignità e la fermezza con cui sopporta questa gazzarra ignobile, maleducata ed indecente nei confronti di una donna che ci ha dato il grande regalo del premio Nobel e il nostro Paese dovrebbe esserne orgoglioso, a cominciare da quest'Aula. La prego di fare qualcosa, signor Presidente, per evitare che si ripeta ancora.

 

PRESIDENTE. Cercherò, come sto facendo, di evitarlo con tutti i mezzi. Certamente, non aiuta chi si abbandona ad urla scomposte dentro l'Aula. Su questo non ho nessun dubbio. E ciò da una parte e dall'altra.

 

PALERMI (IU-Verdi-Com). Guardi da quella parte!

 

PRESIDENTE. La prego, cerchiamo di essere composti, perché così si aiuta anche la risoluzione di questo problema.

 

MONACELLI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MONACELLI (UDC). Signor Presidente, intendo sottrarmi a questa sorta di referendum pro o contro la senatrice Levi-Montalcini. Voglio invece parlare d'altro, cioè del tema della ricerca: sono oltre cento anni che un Nobel non viene assegnato a ricercatori italiani che operano sul territorio italiano. Noi non possiamo lavarci la coscienza con contributi settari, con interventi a pioggia che, tra l'altro, lasciano perfino il fumus della destinazione.

Non voglio entrare nel merito e nella specificità del ruolo della senatrice Levi-Montalcini; disquisisco sul fatto che molto probabilmente questo appare più come una sorta di contributo alla carriera - mi si consenta - piuttosto che un incentivo verso i giovani ricercatori di cui il Paese ha notevolmente bisogno. Per questa ragione, voterò a favore dell'emendamento che è stato proposto. (Il senatore Viespoli fa cenno di voler intervenire).

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, non le posso dare la parola, perché per il suo Gruppo è già intervenuto il senatore Cursi. Senatori, per andare avanti con i nostri lavori dobbiamo rispettare delle regole. Ha già chiesto di parlare il senatore Bonadonna.

 

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Presidente, intervengono sull'ordine dei lavori perché credo che, al di là della contrapposizione che si è determinata, stiano emergendo delle sensibilità diffuse che meritano un approfondimento. Presidente, vorrei fare il mio intervento sull'ordine dei lavori anche perché sono abituato a conquistarmela la parola.

Anziché dividerci in questo referendum che chiama in ballo un autorevole scienziato premio Nobel che dovremmo consegnare alla storia patria e alla storia del mondo, perché non cogliamo la possibilità di dare tutti insieme un grande segnale alla ricerca e non soltanto all'istituto della senatrice Levi-Montalcini? Gli emendamenti presentati prevedono un contributo di 40 milioni di euro. Se penso che tra poco discuteremo della lottizzazione campano-calabra e dei sussidi alla Calabria per i quali sono previsti 60 milioni di euro, credo che possiamo trovare i 40 milioni di euro per l'istituto della signora Levi-Montalcini. (Applausi dal Gruppo AN e del senatore Amato).

Chiedo, quindi, l'accantonamento e la discussione per verificare la possibilità di individuare le risorse anche per gli altri emendamenti.

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, assieme ai colleghi Morselli e Losurdo voteremo a favore dell'emendamento 31.7.

Motiverò in estrema sintesi questo atteggiamento partendo dalla considerazione che ha fatto la senatrice Palermi, che ha invitato il centro‑sinistra a stringersi attorno alla senatrice Levi-Montalcini; con questo atteggiamento lei fa diventare strumento di parte la senatrice Levi-Montalcini. La senatrice Levi-Montalcini sa bene - mi ha incontrato in Regione e al Ministero della salute - quanto abbiamo donato alla ricerca, soprattutto per il suo istituto. Quindi, da questo punto di vista la nobiltà del Nobel l'abbiamo rispettata tutti. Senatrice Palermi, è in gioco un'altra questione e lo dico con grande rispetto perché, a differenza di tutto quello che è stato combinato in questa settimana, se mi fosse dato ascolto una sola volta, forse si sarebbe capito quello che volevo dire.

Quello che contesto negli atteggiamenti dei senatori a vita è quello di prestarsi a mantenere in piedi un Governo che non ha consenso popolare; non c'è nessun premio Nobel al mondo che vota gli emendamenti di un Governo in un'Aula parlamentare. (Applausi dei senatori Amato e Marini Giulio). Questa è la questione che poniamo. Ha ragione il collega Stracquadanio. Vorrei sapere, senatrice Palermi, se avremmo dato il finanziamento alla fondazione EBRI o alla fondazione Tabor, se qui ci fosse stato un senatore a vita presidente della fondazione Tabor. Questo non significa esaltare la ricerca; questo significa utilizzare personalità della Nazione per giochi di parte. (Applausi dai Gruppi AN e Misto-LD).

 

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 31.1 e 31.7. Esprimo, invece, parere favorevole sugli emendamenti 31.700 e 31.80.

L'emendamento 31.501, presentato dal senatore Baldassarri, riproduce un emendamento presentato in Commissione dalla senatrice Bonfrisco; chiedo al senatore Baldassarri di ritirarlo e di votare a favore dell'emendamento della Commissione 31.900 (già 18.701).

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 31.1.

 

BONFRISCO (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BONFRISCO (FI). Signor Presidente, intervengo per una rapidissima dichiarazione di voto che spero ci aiuti ad uscire da questa situazione di impasse e ci consenta di ritrovarci attorno a tutti gli emendamenti presentati (mi riferisco al 31.1 e al 31.7 in particolare), in modo da poter sostenere insieme i soggetti più qualificati della ricerca medica in Italia, con un finanziamento distribuito sulla base della effettiva e comprovata capacità, così come avviene per la Fondazione EBRI ed anche per il Dipartimento di Neuroscienze della Fondazione San Raffaele e così come avviene per l'Istituto Gaslini di Genova ed anche per l'Istituto San Raffaele di Milano. Penso che questa possa essere una proposta rivolta al relatore che ci consenta di chiudere questa vicenda sapendo di aver fatto qualcosa di buono per il nostro Paese.

Mi consenta una sola annotazione, signor Presidente, che voglio svolgere non tanto perché partecipante a questa Assemblea, ma in quanto partecipante alla vita come ciascuno di noi del nostro Paese e come donna. Abbiamo poche donne che hanno raggiunto il livello di riconoscimento ottenuto dalla senatrice Rita Levi-Montalcini. Ecco perché forse da lei tanto ci attendiamo, perché sappiamo essere stata la sua vita assai difficile, e assai laborioso e assai duro per lei ottenere il risultato che ha ottenuto. Ma anche in virtù di questo io, che prima di essere una cittadina e una rappresentante di questo popolo sono una donna, chiedo a tutti noi di poter fare un passo indietro nelle nostre polemiche e poterci ritrovare attorno alla somma degli emendamenti presentati dalla magggioranza e dall'opposizione per sostenere davvero la ricerca in Italia, nel nostro Paese, intestata intanto a questi due grandi istituti, come quello che presiede la senatrice Levi-Montalcini ed anche come il San Raffaele di Milano. (Applausi dai Gruppi FI e LNP).

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 31.1, presentato dalla senatrice Bonfrisco e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 31.800 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 31.7.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Vorrei ulteriormente precisare il mio pensiero, visto che prima - non ho capito perché - mi ha tolto la parola, anche se avevo tempo, a termini regolamentari, per continuare ad articolare il mio ragionamento.

Mi rivolgo soprattutto ai colleghi della Casa delle Libertà che su determinate questioni dovrebbero - uso il condizionale, visto quello che è successo nella passata legislatura - essere compatti. Non pretendo che le mie argomentazioni siano sempre convincenti: mi rimetto, ovviamente, alle vostre decisioni. Intanto vi inviterei a fare due considerazioni. La prima è di leggere l'emendamento in votazione, che non è contro la ricerca: noi riteniamo che l'Istituto San Raffaele sia più meritevole dell'Istituto in questione, quindi riteniamo che abbia più titoli per ottenere quei finanziamenti.

Ma il problema è un altro, colleghi. Noto anche qui una sorta di timore reverenziale che la destra ha sempre avuto verso la sinistra e che non riesce a togliersi di dosso. Allora, per quanto mi riguarda - vorrei chiarirlo fino in fondo - la senatrice, anzi la dottoressa Levi-Montalcini fuori da quest'Aula è una persona che io ammiro e che ha dato un lustro enorme alla Nazione. Ma quando entra in quest'Aula vedo che per sua scelta è diventata un nostro avversario politico. (Applausi dai Gruppi LNP, AN e Misto-LD). Se non si capisce questo, andremo poco lontano, colleghi.

Non capisco come mai questo timore reverenziale di dover votare in un certo modo perché la dottoressa Levi-Montalcini - ripeto - fuori di qui ha raggiunto traguardi veramente eccezionali.

Senatrice Palermi, questa è la questione. Non vedo perché noi, che siamo senatori al pari di lei, dobbiamo prenderci tutti gli insulti del mondo - ed io ne ho presi tanti da voi, tanti - e invece la senatrice Levi-Montalcini, nel momento in cui entra nell'agone politico, deve essere al di sopra di noi. Per quale motivo, me lo vuole spiegare? Intendo semplicemente trattarla da avversario politico, perché questa è la casacca che si è messa in testa. Non abbiamo capito? Mi dispiace.

Mi dispiace che molti colleghi della Casa delle Libertà non lo abbiano capito: credo che dovremmo interrogarci meglio su quando andremo a governare per avere una uguale visione del mondo. (Applausi dai Gruppi LNP, AN e FI).

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti. (Commenti del senatore Garraffa). Io i Capigruppo, per uno o due minuti, li faccio parlare.

 

MORANDO (Ulivo). Anche quando hanno terminato il tempo?

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, il collega Castelli è sempre attento ai lavori dell'Aula, ma questa volta gli è sfuggito che il collega Cursi aveva parlato a favore del suo emendamento, posizione che confermo nonostante il tenore dell'intervento del senatore Castelli.

Devo però anche dire che quando la destra combatteva la sinistra molto probabilmente lei, senatore Castelli, era in qualche circolo a giocare a dama: noi eravamo a combattere la sinistra, l'abbiamo combattuta democraticamente, ma l'abbiamo sempre combattuta. (Applausi dal Gruppo AN e della senatrice Bonfrisco).

 

D'ONOFRIO (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ONOFRIO (UDC). Signor Presidente, nel brevissimo tempo che è consentito - e la ringrazio - dico al collega Castelli che siamo profondamente consapevoli che la collega Levi-Montalcini appartiene ad uno schieramento a noi avverso, ma questo non ha mai fatto velo, per quanto ci riguarda, nei confronti della gratitudine che abbiamo nei suoi confronti.

Per queste ragioni, votiamo contro un emendamento che toglie voti alla ricerca dell'Istituto presieduto dalla dottoressa Levi-Montalcini. (Applausi dal Gruppo UDC).

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Signor Presidente, chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 31.7, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 31.700.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 31.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 31.80.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

MORANDO (Ulivo). Ma è un vostro emendamento!

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 31.80, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 31.501 sul quale il relatore ha rivolto un invito al ritiro al presentatore. Senatore Baldassarri, accoglie l'invito?

Poiché i tempi a disposizione del suo Gruppo sono scaduti, la prego di intervenire per un minuto soltanto. (Vibrate proteste del senatore Garraffa).

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, non posso accogliere l'invito al ritiro.

Ha ragione il relatore a dire che in Commissione abbiamo concordato un emendamento con il quale si dà 1 milione di euro alla Lega del Filo d'Oro, l'unica istituzione europea che cura i sordo-ciechi-muti, in particolare i bambini, ma in Commissione abbiamo all'unanimità respinto un emendamento del Governo che voleva attribuire 1 milione di euro alla Presidenza del consiglio per assumere tre consulenti allo scopo di studiare lo sviluppo dei mercati finanziari italiani.

L'emendamento da me presentato vuole incrementare da 1 a 2 milioni di euro il contributo straordinario a favore della Lega del Filo d'Oro utilizzando ciò che in Commissione all'unanimità... (Reiterate proteste del senatore Garraffa).

 

PRESIDENTE. Ci sono ancora undici secondi. Senatore Baldassarri, la prego di concludere.

 

BALDASSARRI (AN). Mantengo l'emendamento 31.501 in coerenza con quanto deciso in Commissione.

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 31.501, presentato dal senatore Baldassarri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 31.900 (già 18.701).

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 31.900 (già 18.701), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 31.502 è stato ritirato.

Poiché all'articolo 32 del decreto-legge non sono stati presentati emendamenti, passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 33 del decreto-legge, che si intendono illustrati.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le per vedere finanze. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei rivolgere un invito al senatore Marino e agli altri firmatari a ritirare l'emendamento 33.500, presentando invece uno specifico ordine del giorno. Il problema posto tocca anche la nostra sensibilità personale e di Governo. Nel decreto-legge avremmo voluto prevedere più risorse. Abbiamo individuato 94 milioni di euro, una cifra certamente inadeguata per far fronte e a tutte le esigenze degli interessati. Per il 2008 il Governo in sede di finanziaria si impegna ad integrare in maniera adeguata questi fondi. Ora non è possibile farlo anche se quest'indicazione viene purtroppo data con grande rammarico da parte mia.

 

MARINO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MARINO (Ulivo). Signor Presidente, io credo che questo sia un problema davvero molto grave, che riguarda gli ultimi dei nostri cittadini. Pazienti, persone, che hanno contratto una malattia che purtroppo bisogna definire mortale avendo ricevuto attraverso prodotti del sangue virus come quello dell'AIDS, dell'epatite C e dell'epatite B, virus dai quali non si può guarire.

È un problema di cui la Commissione sanità si è occupata sin dal giorno del suo insediamento e più volte, all'unanimità, ha chiesto che si provvedesse in modo da intervenire con un indennizzo adeguato nei confronti di queste persone. Credo sia quindi importante farlo e farlo al più presto.

Penso anche che il lavoro svolto dal Ministro della salute durante quest'anno, che ha individuato esattamente quali sono i gruppi di pazienti e l'ammontare delle somme, nonché l'idea di prevedere una somma così ingente, che è di circa 1.800 milioni di euro, attraverso un piano di indennizzo pluriennale sia la strada da seguire. Se questo è l'impegno del Governo, ritiro l'emendamento, purché l'emendamento presentato sulla finanziaria, che si pone come obiettivo proprio questo indennizzo pluriennale, raccolga l'impegno effettivo del nostro Governo. (Applausi del senatore Carrara e della sottosegretario Magnolfi).

 

TURCO, ministro della salute. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TURCO, ministro della salute. Ringrazio i senatori e le senatrici per aver dimostrato attenzione a questo problema. Confermo quanto detto dal Sottosegretario e dal presidente Marino: come molti parlamentari, senatori e senatrici, sanno, abbiamo istituito fin dall'inizio presso il Ministero un tavolo con tutte le associazioni e abbiamo individuato una soluzione per affrontare a regime il problema. Questa proposta è all'attenzione del Ministero del tesoro e del Governo e quindi confermo l'impegno a portarla avanti nel corso dell'esame della legge finanziaria.

 

CURSI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, solo per un minuto.

 

CURSI (AN). Signor Presidente, intervengo sull'emendamento che ho presentato.

 

PRESIDENTE. Ho capito, ma ha un minuto lo stesso, perché è finito il tempo a disposizione.

 

CURSI (AN). Vorrei ricordare all'Assemblea che questo emendamento è frutto di un lavoro inutile svolto dal Governo e dalla Commissione, caro Presidente.

Lo scorso anno, in sede di esame della finanziaria, vi eravate impegnati a stanziare soldi per emofilici, talassemici, emotrasfusi: tutti soggetti danneggiati, sicuramente non per colpa loro.

Il precedente Governo stanziò circa 1.000 miliardi di vecchie lire, ossia 495 milioni di euro, e furono chiuse le operazioni con gli emofilici (ben 780 persone).

Caro presidente Marino, ci siamo visti lo scorso anno, abbiamo assunto alcuni impegni, è venuto il Ministro, che ha detto che avrebbe stanziato soldi e la finanziaria dello scorso anno non ha stanziato mezzo euro. Anche oggi dobbiamo assistere a questo balletto.

Non me la sento più di assistere a questo balletto: chiederemo la votazione del nostro emendamento, avendolo già presentato alla finanziaria. Ci auguriamo che il Governo, al di là delle dichiarazioni spicciole, stanzi soldi veri in finanziaria, perché non è giusto, né corretto che questa Assemblea prenda in giro persone che stanno morendo tutti i giorni.

 

MASSIDDA (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MASSIDDA (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, vorrei far presente all'intera Assemblea che il concetto di pluriennalità è fondamentale: 90, 100, 200 milioni di euro soloin un anno non servono a niente, perché 2.600 persone interessate non possono accedere ad alcuna transazione.

Ho sentito il Presidente della Commissione fare cenno ad un intento di pluriennalità ed ho sentito il Ministro palesare l'intenzione di intervenire con un'azione a regime, ma dal Sottosegretario non ho sentito parlare di pluriennalità.

Senza la previsione della pluriennalità, anche se stanziaste una cifra pari al doppio, sarebbe una presa in giro e questi malati non meritano prese in giro.

Ricordo quanto ha detto il senatore Cursi, sul fatto che, in occasione della finanziaria dello scorso anno, ci siamo fidati di una promessa che non è stata mantenuta. Vogliamo ancora aspettare, ma se nella finanziaria non sarà previsto un piano pluriennale, useremo le parole giuste, affermeremo cioè che state prendendo tutti in giro.

È quindi una grande responsabilità quella che vi state assumendo. E se siete coerenti, anche il Sottosegretario per l'economia deve prendere un impegno per la pluriennalità, perché quando fu varata la finanziaria dell'anno scorso lasciaste il Ministro della salute da sola, a prendere le pernacchie. Invece, lei fu una persona seria, come lo è stata anche adesso.

Allora, o siete coerenti e fate assumere questo impegno al titolare del Dicastero dell'economia, oppure significa che ci state prendendo in giro.

Se la ratio della norma è quella che dite, affermate ufficialmente che intendete assumere un impegno pluriennale. (Applausi dal Gruppo DCA-PRI-MPA).

 

DIVINA (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DIVINA (LNP). A me spiace molto che il senatore Marino abbia ritirato questo emendamento, perché - pur avendo presentato il successivo - avrei chiesto di sottoscriverlo. Non siamo ancora a posto, colleghi, abbiamo un debito nei confronti di più di 2.000 persone, in parte vive e malate terminali, in parte morte, che hanno instaurato cause civili contro lo Stato per responsabilità di unità sanitarie.

L'emendamento 33.500 si limitava purtroppo ad alcune patologie (la talassemia e l'emofilia), ma dobbiamo considerare altre categorie: gli emotrasfusi, i danneggiati da sangue o emoderivati infetti, i malati di epatite C e, da poco tempo, anche i malati di HIV. Questa patologia, che è relativamente nuova, non compariva infatti tra quelle per cui le unità sanitarie hanno l'obbligo di verificare le sacche di sangue.

Ci sono molte persone che hanno diritto ad un risarcimento, perché sono state fortemente penalizzate. Non è possibile che, in un decreto che stanzia più di 400 milioni, non si sia trovato il necessario (a parte le strade, le opere pubbliche, la ricerca) per dare il dovuto a queste famiglie.

È scandaloso! Non ritiro il mio emendamento, voglio che venga affossato da questo Senato, per rendere pubblico che non si riesce ad adempiere un obbligo che abbiamo nei confronti dei cittadini. (Applausi dal Gruppo LNP).

 

BIANCONI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BATTAGLIA Giovanni (SDSE). Presidente, è una vergogna. Non può far parlare tutti!

 

PRESIDENTE. Con i due minuti che concedo alla senatrice Bianconi, il Gruppo Forza Italia esaurisce il tempo che ha a disposizione. La senatrice Bianconi può intervenire. Voi dovete essere seri in questi rapporti! È chiaro il discorso? Prego, senatrice Bianconi.

 

BIANCONI (FI). Sono molto rattristata da questo atteggiamento del collega. Stiamo parlando di persone disperate e molto malate e attaccarsi anche a trenta secondi mi sembra una cosa veramente indegna da parte sua, senatore Battaglia, che peraltro rispetto moltissimo. (Applausi dai Gruppi FI e AN).

Signor Presidente, dobbiamo fare alcune considerazioni in quest'Aula, perché questa sera il Ministro e il Sottosegretario hanno assunto un impegno importantissimo, di fronte alla disperazione di persone malate di patologie riconosciute dai tribunali, purtroppo, per problematiche sorte in seguito a brutte esperienze di tipo sanitario.

Noi dobbiamo onorare l'impegno che per anni abbiamo deciso di assumerci rispetto a questi cittadini e il Ministro e il Sottosegretario, questa sera, hanno preso un preciso impegno. Voglio ricordarlo all'Aula, perché è questo che è stato pattuito con le associazioni: 1.800.000.000 euro per dieci anni.

Questo impegno dobbiamo vederlo chiaramente in finanziaria: su questo vigileremo, saremo come dei falchetti. Non si può scherzare su patologie così gravi e non onorare la disperazione di queste persone.

Noi affronteremo con coscienza l'emendamento presentato dal senatore Cursi, ma ci aspettiamo che il Ministro e il Sottosegretario siano persone d'onore e che in questa Aula non si assista a degli scippi, perché ciò sarebbe di una crudeltà inaudita. (Applausi dai Gruppi UDC, LNP e FI).

 

DE GREGORIO (Misto-Inm). Domando di parlare. (Commenti dai banchi dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. Qual è il problema? Il Gruppo Misto ha ancora tempo a disposizione.

Ne ha facoltà, senatore De Gregorio.

 

DE GREGORIO (Misto-Inm). Signor Presidente, intervengo per sottolineare il profondo disagio che provo nel veder ritirato l'emendamento presentato dal presidente Marino.

Probabilmente, alcuni dei colleghi che rumoreggiano non conoscono la realtà dei talassemici, che io conosco bene, purtroppo. Si tratta di uomini e donne che vivono sottoposti a trasfusioni continue, che non hanno molti anni da vivere e purtroppo spesso muoiono in giovanissima età, avendo delle limitazioni terribili che rivengono dall'essere appartenenti e cittadini di alcune aree molto ben identificate, tra le quali la Campania e la Sardegna, regioni che purtroppo vedono concentrato il maggior numero di malati di questa patologia terribile.

Non so se un miliardo e 800 milioni di euro saranno disponibili in finanziaria, ma 150 milioni di euro previsti dall'emendamento del presidente Marino e dei colleghi che insieme a lui l'hanno sottoscritto sono venuti fuori, o almeno erano venuti fuori in questo disegno di legge e sicuramente rappresentavano un obiettivo credibile ed immediato.

Ricordo che gli emofilici e i talassemici hanno consumato le scale di questo Parlamento, di questa Assemblea per chiedere di essere ricevuti ed io stesso, per non pregiudicare il risultato politico che sarebbe emerso in quest'Aula, ho evitato di apporre la mia firma all'emendamento, in quanto membro dell'opposizione, in modo che risultasse un emendamento presentato da questa maggioranza, che aveva avuto la coscienza di dedicare 150 milioni di euro subito, anziché fare una promessa che non sappiamo se verrà mantenuta.

La prego, senatore Marino, di riconsiderare la scelta di ritirare l'emendamento 33.500. Chieda che venga messo ai voti, non uccida la speranza di quei ragazzi e ragazze che lei ha ricevuto e che ha guardato in faccia rendendosi conto che hanno da vivere pochi mesi, o pochi anni. (Applausi dai Gruppi FI, UDC, AN e LNP).

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Presidente, mi consenta di intervenire su questo argomento che ho seguito anche personalmente. Ringrazio per averlo ricordato il senatore Cursi.

Signor Presidente, chiedo al presidente Marino, anche se credo che il Regolamento mi consenta di fare mio l'emendamento nel caso egli lo ritiri (quindi, porteremo comunque in votazione il suo emendamento), di non ripensarci, presidente Marino, lei è persona seria. Si deve chiedere perché non si assumono decisioni su una cifra minima di 150 milioni a fronte del miliardo e 800 milioni cui ha fatto riferimento la senatrice Bianconi.

Il Ministro della salute non ha la forza di sostenere questo emendamento nel Consiglio dei ministri, questa è la cosa grave. Il Ministero della salute non conta più nulla in questo Governo. Stiamo parlando di 150 milioni. Ci sono 16 senatori che hanno apposto il loro nome e cognome sotto questo emendamento per andare incontro ai malati.

Cari colleghi, non vi preoccupate dei minuti che si sprecano. Parliamo della tragedia di tantissime persone che hanno diritto a vedersi guardare con favore dalle istituzioni.

 

MORANDO (Ulivo). Questo era ministro della sanità!

Mi sbaglio o era Ministro della sanità? Mi sembra di ricordare vagamente.

 

STORACE (Misto-LD). Credo che anzitutto ci sia la pazienza dei malati, la loro sofferenza.

Signor Presidente, io le chiedo di porre in votazione ora quest'emendamento.

Mi rivolgo al senatore Marino: sulla finanziaria, con le fibrillazioni che ci sono nelle Aule, noi non siamo sicuri che si potranno approvare emendamenti e che non sarà posta la questione di fiducia.

Ora è il momento di approfittare. Cosa costa al Governo? Lo chiedo al rappresentante dell'Economia. (Brusìo).

Signor Presidente, è difficile avanzare delle proposte in Aula in queste condizioni.

 

PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

 

STORACE (Misto-LD). Signor Sottosegretario, voglio credere che voi siate persone d'onore e che quindi, quando prendete un impegno, lo vogliate mantenere. Cosa costa, nelle coperture relative ai 150 milioni (stiamo parlando del 5 per mille, stiamo parlando di un pezzo di credito sportivo, di un pezzo di agricoltura), rimettere quelle coperture in finanziaria e dare oggi una risposta ai malati? Fate un gesto di coraggio! Andate incontro alle persone che soffrono, non rifugiatevi a Palazzo! (Applausi del senatore Morselli).

 

MARINO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MARINO (Ulivo). Signor Presidente, penso - e lo penso soprattutto come medico - che nel corso di quest'anno siano state dette molte parole. E credo - lo credo sinceramente - che debba essere dato un segno prima della legge finanziaria. Quindi non ritiro più il mio emendamento. (Generali applausi).

 

SILVESTRI (IU-Verdi-Com). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SILVESTRI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, devo dire che le dichiarazioni del presidente Marino mi hanno tolto da un imbarazzo molto grosso, perché non condividevo per nulla il ritiro che era stato in precedenza annunciato.

Voglio ricordare all'Aula e a tutti noi che questa è una lunga tragedia che prosegue da anni. Già l'anno scorso la Commissione sanità nella sua interezza aveva posto questo problema, ma era stata "tradita". Quest'anno vi sono state altre garanzie da parte del Ministro e dei Sottosegretari, in incontri davvero difficili e umanamente molto pesanti con tutte le associazioni.

Mi rivolgo al Governo, al Sottosegretario e a chi ha preso impegni: io voglio davvero crederci. Onestamente, non capisco perché non si sia trovata subito questa piccola cifra, magari senza sottrarla al 5 per mille e alle associazioni che lavorano sul territorio, ma togliendola alle armi o stabilendo una tassa sul tabacco. Non lo capisco, ma voglio crederci. Sono, però, amareggiato, perché c'erano state promesse e garanzie.

Come al solito, il Governo ritiene la salute una merce. Come al solito, l'economicismo non tiene conto dei soggetti in carne ed ossa, che hanno diritto ad un risarcimento per quello che hanno avuto (non stiamo facendo della carità). Proprio perché voglio credere al Governo, l'unico gesto che posso compiere rispetto a questa situazione davvero incresciosa è dare le dimissioni da Vice Presidente della Commissione sanità. (Applausi dal Gruppo IU-Verdi-Com).

 

EMPRIN GILARDINI (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EMPRIN GILARDINI (RC-SE). Signor Presidente, ringrazio il presidente Marino per aver mantenuto il suo emendamento, di cui altrimenti ci saremmo fatti carico noi.

Si tratta di un argomento di cui si discute da molto tempo, da molto prima che questo Governo vincesse le elezioni. Credo sia venuto il momento di trasformare un impegno futuro ed eventuale in un impegno certo. Credo che il Governo qui rappresentato potrebbe, con un'assunzione di responsabilità, rimettersi alla volontà del Parlamento, perché è necessario ed indispensabile dare una risposta su questo problema. (Applausi dal Gruppo RC-SE e del senatore Tomassini).

 

IOVENE (SDSE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

IOVENE (SDSE). Signor Presidente, vorrei preannunciare il voto favorevole, a nome di Sinistra Democratica-Sinistra Europea sull'emendamento 33.500, che abbiamo sottoscritto nella Commissione sanità. Sappiamo benissimo che è solo una prima, parziale risposta ad un problema gravissimo - com'è stato ricordato nella discussione dell'Aula - e mi auguro che in finanziaria si possa dar luogo, attraverso i fondi necessari, ad un intervento pluriennale.

 

DIVINA (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto, senatore Divina.

 

DIVINA (LNP). Anche meno, Presidente. Dal momento che l'emendamento 33.501 da me presentato sarà probabilmente precluso, in caso di approvazione dell'emendamento 33.500, ringrazio il senatore Marino e chiedo che la mia firma e quella di tutti i colleghi della Lega Nord siano aggiunte all'emendamento 33.500.

 

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, prima di procedere al voto (credo persino che sarebbe stato opportuno chiedere il mio parere sulla copertura dell'emendamento), vorrei chiarire ai colleghi che hanno di fronte nel fascicolo l'emendamento 33.500, a firma del senatore Marino, che esso non è quello che verrà messo ai voti, perché il senatore Marino ha provveduto, anche dietro mio suggerimento (perché era abbastanza prevedibile che saremmo arrivati a questo punto), a riformulare la copertura. Infatti, molti dei colleghi (questa è un'antica abitudine di chi, sia del centro-destra che del centro‑sinistra, non si occupa di bilancio) pensano che gli emendamenti siano costituiti solo dalla prima parte e non leggono la parte che va da: «Conseguentemente» in poi. Semplicemente, non lo fanno.

 

PARAVIA (AN). Bravo professore!

 

MORANDO (Ulivo). È così.

 

PRESIDENTE. Non commentate, vi prego.

MORANDO (Ulivo). Di solito succede così. Si dice: bisogna attuare una misura, saranno i tecnici ad occuparsi di trovare i soldi per la copertura. Questo emendamento individuava una copertura francamente inaccettabile, perché reperiva le risorse dal 5 per mille.

 

PARAVIA (AN). Allora lo dovevi dichiarare inammissibile.

 

MORANDO (Ulivo). Il 5 per mille - lo faccio notare - è stato oggetto di numerosissimi emendamenti parlamentari che chiedevano di aumentare la somma a disposizione di questo contributo, perché sapete che molti cittadini italiani hanno sottoscritto il 5 per mille e poi ci siamo trovati a non avere i soldi. Il Presidente Marino ha provveduto a formulare una copertura che copre i 56 milioni di euro eccedenti (da 94 milioni di euro per arrivare a 150 milioni di euro) con un aumento dell'accisa sui tabacchi. Naturalmente, sotto il profilo della forma, è la peggiore delle coperture possibili, ma almeno non si riversa sul 5 per mille, cioè non peggiora una questione, già di per sé piuttosto complicata, che vede scontrarsi nel Paese lo Stato e i cittadini che hanno firmato le sottoscrizioni del 5 per mille a favore delle associazioni e del volontariato.

Spero che alla Camera dei deputati questa copertura piuttosto discutibile possa essere rimessa in discussione, ma volevo rassicurare i colleghi che, votando a favore dell'emendamento di Marino, non si tagliano le risorse del 5 per mille, ma semplicemente si aumenta l'accisa sui tabacchi, che sta diventando ormai molto simile alla vecchia tassa sul macinato. (Applausi dal Gruppo LNP e dei senatori Bonfrisco e Giarretta).

 

PRESIDENTE. La nuova stesura dell'emendamento è stata distribuita.

 

MONACELLI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MONACELLI (UDC). Signor Presidente, intervenendo per conto del mio Gruppo, devo evidenziare dire che in realtà non avevo giudicato molto bene il ritiro da parte del presidente Marino dell'emendamento 33.500 da lui presentato; lo avevo visto come una sorta di rinuncia, un ennesimo passo indietro rispetto a un problema che da troppo tempo esige una risposta. Non era il massimo quello che era stato presentato, perché, a fronte delle richieste e delle aspettative sacrosante di persone colpite dalle inefficienze e dalla malasanità si dava una risposta ancora una volta a mezza voce e dai toni piuttosto bassi.

Però, è pur questo un primo gesto, un primo segnale di disponibilità, un gesto di attenzione e di ritrovato coraggio da parte del presidente Marino di voler dimostrare con i fatti, piuttosto che barattando con le parole, le aspettative di persone colpite dalle inefficienze che si sono verificate nel passato del nostro sistema sanitario. In realtà, è un gesto meritevole di attenzione.

Al riguardo, annuncio anche la volontà da parte del Gruppo UDC, per conto del quale sto svolgendo questa dichiarazione di voto, di sottoscrivere l'emendamento in oggetto. È un piccolo gesto di attenzione, ma speriamo davvero che a questo ne seguano altri, verso un'aspettativa che non deve essere malriposta. (Applausi dai Gruppi LNP e UDC).

 

BIANCONI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Senatrice Bianconi, il suo Gruppo ha esaurito il tempo a disposizione; le concedo un minuto, altrimenti l'Aula si ribella,

 

BIANCONI (FI). Signor Presidente, poiché il presidente Marino non ha ritirato il suo emendamento, chiediamo di poterlo sottoscrivere come Gruppo di Forza Italia. Tengo a precisare che ne accettiamo la copertura, anche se va contro la nostra filosofia. Noi siamo sempre stati convinti che bisogna fare dei tagli, non degli aumenti di spesa.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole all'emendamento 33.500 (testo 2).

Invito poi i presentatori a ritirare gli emendamenti 33.4 - votando l'emendamento 33.500 (testo 2) - e 33.02, altrimenti il mio parere sarà contrario.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello relatore. In particolare, per quanto riguarda l'emendamento 33.500, presentato dal presidente Marino, mi rimetto, ovviamente con la massima sensibilità, al volere unanime di questa Aula, sapendo che il problema è tanto serio da non imporre demagogie a nessuno, anche se qualcuno ha tentato di farlo.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 33.500 (testo 2).

 

VALPIANA (RC-SE). Signor Presidente, credo sia stato molto saggio mettere in discussione questo emendamento e non ritirarlo, perché siamo tutti convinti dell'importanza di trovare finalmente un risarcimento per questi nostri concittadini che sono stati danneggiati da trasfusioni effettuate presso il servizio sanitario pubblico.

Credo che questo non debba essere vissuto, nella maniera più assoluta, come un atto ostile al Governo. Penso anzi che in questo modo la nostra Ministra della sanità verrà sostenuta, perché vogliamo dare forza al Ministero della sanità (Commenti e applausi ironici dal Gruppo LNP). La sanità in questo Paese non deve essere più fatta dal Ministro dell'economia, ma si deve arrivare ad una determinazione dei bisogni esistenti, e quello dei cittadini danneggiati, dei cittadini che stanno morendo, è sicuramente uno dei bisogni più grandi, una delle scelte primarie che dobbiamo compiere.

Per tale ragione credo che questa determinazione di tutta l'Aula sostenga l'azione della Ministra della sanità e la sanità nel nostro Paese. (Applausi dai Gruppi RC-SE e Ulivo).

 

BOSONE (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BOSONE (Aut). Signor Presidente, come Gruppo delle Autonomie esprimiamo il nostro voto favorevole sull'emendamento 33.500 (testo 2), anche perché risponde ad un lavoro che per molto tempo abbiamo svolto in Commissione, insieme al Governo. L'emendamento risponde anche ad un'esigenza dei cittadini italiani che sono stati danneggiati dalle emotrasfusioni.

Devo dire che trovo positiva, alla fine, la copertura che è stata trovata e lo sforzo che è stato fatto, forse con un po' di ritardo dagli organi competenti, visto che il problema era sul tappeto da tanto tempo. Il fumo, che comunque crea danno, in questo caso serve a rifondere i danni creati alla salute da altre situazioni: penso sia una compensazione positiva che si è trovata dal punto di vista della salute.

 

CURSI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CURSI (AN). Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare che il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore dell'emendamento 33.500 (testo 2), nella certezza e nella speranza che la proposta emendativa con primo firmatario il senatore Marino, a nome di tutti i 25 membri della Commissione, presentata in finanziaria, possa trovare, dopo le dichiarazioni fatte oggi dal Governo, non solo la copertura per un anno, ma per più anni. Solo in questo senso voteremo a favore dell'emendamento.

 

CARRARA (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

(E' pervenuta alla Presidenza la seguente richiesta di aggiunta di firme-: all'emendamento 33.500 (testo 2) dai senatori Scalera e Garraffa).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 33.500 (testo 2), presentato dal senatore Marino e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 33.501 è stato ritirato, mentre l'emendamento 33.4 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 33.500 (testo 2).

Sull'emendamento 33.0.2 era stato formulato un invito al ritiro. Senatore Eufemi, insiste per la votazione?

 

EUFEMI (UDC). Insisto, Presidente.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 33.0.2.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 33.0.2, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 23,15)

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34, sul quale sono stati presentati emendamenti che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 34.700/1. Esprimo invece parere favorevole sull'emendamento 34.700.

Quanto all'emendamento 34.500 c'è un errore di battitura nel testo: non si tratta di 100 milioni di euro, ma di 100.000 euro: invito comunque i presentatori a ritirarlo. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 34.701 e 34.12, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti 34.501 e 34.0.2.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 34.700/1.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 34.700/1, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 34.700.

 

CARRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 34.700, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Senatore Polledri, c'è un invito al ritiro dell'emendamento 34.500, lo accoglie?

 

POLLEDRI (LNP). Lo accolgo e chiedo se è possibile trasformarlo in un ordine del giorno.

 

RIPAMONTI, relatore. Il parere del relatore è favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G34.1 non sarà posto ai voti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 34.701.

 

 

MANTOVANO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MANTOVANO (AN). A mio avviso, l'articolo 34 è una delle poche norme condivisibili di questo decreto‑legge, perché consolida un sistema risarcitorio che si è venuto a costruire nel corso degli anni nei confronti delle vittime del terrorismo e del dovere. Tuttavia, vi è il rischio, certamente non voluto dalla Commissione che ha steso questo emendamento, che un passaggio dello stesso provochi un'ingiustizia.

Questo emendamento propone di istituire l'onorificenza di «vittima del terrorismo» nei confronti dei cittadini italiani non appartenenti alle Forze di polizia, o alla magistratura, o a organi dello Stato che abbiano subito lesioni o ai famigliari di coloro che hanno perso la vita in queste circostanze.

Lei mi dirà che alle ore 23,15 non è il caso di parlare di medaglie e di simboli, però penso che a tutti sia capitato di entrare in casa di famiglie che hanno perso i loro cari per l'adempimento del dovere e di vedere con quanta cura e con quanta devozione siano tenute lettere, per esempio, di comandanti o del Capo dello Stato. Quindi, non è solo un fatto simbolico e, comunque, se questo è un simbolo, è molto importante.

Quello che propongo, allora, è una nuova onorificenza, tant'è vero che si prevede un decreto del Ministro dell'interno che stabilisce tutti i criteri per la concessione di questa medaglia; quindi non è qualcosa di alternativo o di escludente rispetto alla medaglia al valor militare che, per esempio, già esiste da tempo.

C'è, tuttavia, il rischio che vengano escluse quelle vittime del terrorismo che, appartenendo alle Forze di polizia o alla magistratura, non hanno avuto nessun riconoscimento in termini di medaglia o di simbolo da parte dello Stato. Sento la responsabilità di essermi accorto tardi di questo emendamento e non ho proposto nessun subemendamento sul punto. Chiedo al relatore e al Governo di aggiungere semplicemente una parola: «ai cittadini italiani, appartenenti o non appartenenti alle Forze di polizia». Penso che se la memoria delle vittime del terrorismo ha un senso, lo ha se è condivisa da parte di tutta l'Aula del Senato.

 

PRESIDENTE. Relatore, ha colto il significato dell'osservazione del senatore Mantovano?

 

RIPAMONTI, relatore. Il parere del relatore è favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 34.701 (testo 2), presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 34.12, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 34.501.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, esprimiamo soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento che avevamo caldeggiato fortemente in Commissione e che rappresenta un segno di riconoscimento verso le vittime del terrorismo.

Ritiro l'emendamento 34.501 e lo trasformo in un ordine del giorno, auspicando che possa essere accolto affinché possa essere istituito anche il Museo nazionale delle vittime del terrorismo con sede a Torino nell'ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.

 

RIPAMONTI, relatore. Il parere del relatore è favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie l'ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G34.2 non sarà messo ai voti.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 34.0.2.

 

BERSELLI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BERSELLI (AN). In condizioni normali questo emendamento dovrebbe venir approvato da tutti i senatori, di maggioranza e di opposizione.

Come ricordate al 30 marzo 1977 risale la tragedia dell'aereo dell'aeronautica militare italiana che si schiantò sul Monte Serra, in provincia di Pisa. Nel disastro aereo perirono 38 cadetti della marina, l'ufficiale accompagnatore e i cinque membri dell'equipaggio. Dopo l'accertamento giudiziale della responsabilità del Ministero della difesa solo alcuni familiari ottennero, però, il risarcimento dei danni, risultando prescritti i diritti degli altri che, per motivi economici, non avevano promosso la causa contro il Ministero, non potendo affrontare le relative spese.

Nel corso della passata legislatura l'onorevole Lavagnini di Forza Italia presentò alla Camera dei deputati un ordine del giorno in cui il Governo si impegnava a risarcire i familiari rimasti esclusi. Tale ordine del giorno, accolto dal Governo come raccomandazione, non ebbe però seguito alcuno.

Chi vi parla, in occasione della discussione del cosiddetto decreto milleproroghe in questa legislatura, ha presentato un pressoché identico ordine del giorno sul quale il relatore Vitali espresse parere favorevole e che poi fu accolto dal Governo. Anche tale nuovo ordine del giorno non ha avuto seguito alcuno.

La Commissione difesa di questo ramo del Parlamento, in occasione del richiesto parere in ordine all'articolo 34, ora al nostro esame, ha all'unanimità invitato la Commissione di merito a valutare l'opportunità di includere tra i beneficiari del provvedimento anche i familiari delle vittime di Monte Serra. Tale appello non è stato purtroppo accolto dalla Commissione bilancio. I senatori Nieddu, Zanone, Follini, Latorre, Maccanico, Villecco Calipari, tutti i componenti della Commissione, anche con la mia firma aggiunta, hanno presentato l'emendamento 34.6 con cui si estendevano i previsti benefici anche ai familiari del disastro aereo di Monte Serra.

 

PRESIDENTE. Deve concludere.

 

BERSELLI (AN). Tale emendamento é stato poi ritirato non so per quale motivo. Resta, però, da votare l'emendamento 34.0.2, a pagina 130 dello stampato, con cui ci si propone di concedere ai familiari delle vittime di Monte Serra, che non hanno conseguito il risarcimento, di poter fare specifica richiesta al Ministero della difesa.

 

PRESIDENTE. Senatore Berselli, non può prepararmi un discorso e poi chiedermi un minuto.

 

BERSELLI (AN). Onorevoli colleghi, si impone la necessità di un atto di doverosa giustizia sia pure tardivo, essendo trascorsi, come già detto, più di 30 anni dal disastro aereo di Monte Serra. Si tratta di un'esigenza sentita.

 

PRESIDENTE. Lo abbiamo capito, senatore Berselli.

 

BERSELLI (AN). Chiedo che l'Aula possa valutare serenamente e con responsabilità questo emendamento.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l'emendamento 34.0.2, presentato dal senatore Berselli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 35 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti dal 35.2 al 35.5. Esprimo, invece, parere favorevole sugli emendamenti 35.900, 35.10 e 35.11 e parere contrario sull'emendamento 35.9.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). Per la votazione appena fatta aveva comunicato il dato finale del risultato.

 

PRESIDENTE. Si trattava di una votazione mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 35.2.

 

DIVINA (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DIVINA (LNP). Signor Presidente, parliamo dei Comuni di confine. Noi chiediamo al relatore e al Governo di rivedere la posizione perché è un emendamento che non comporta nessuna scopertura; rimane all'interno dei 20 milioni e suddivide tra tutti i Comuni che subiscono un certo disagio una certa perequazione, non comporta nessuna spesa. È soltanto una questione politica. Non riteniamo che si possa accettare.

 

PRESIDENTE. Il relatore non intende cambiare il suo parere.

 

DIVINA (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Divina, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 35.2, presentato dal senatore Franco Paolo e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 35.3, presentato dal senatore Franco Paolo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 35.4, presentato dal senatore Franco Paolo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 35.5, presentato dal senatore Franco Paolo e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 35.900, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 35.9, presentato dai senatori Fluttero e Collino.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 35.10, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 35.11, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo all'articolo 36, sul quale sono stati presentati emendamenti che si intendono illustrati.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, ritiro l'emendamento 36.17 e lo trasformo in ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 36.2 e 36.1. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 36.300. Mi rimetto al Governo sull'emendamento 36.5. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 36.6, 36.8, 36.500, 36.20 e 36.21.

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 36.220 e sull'ordine del giorno derivante dalla trasformazione dell'emendamento 36.17; comunque, si tratta di un intervento che dovremo fare in finanziaria e l'impegno è a prevederlo in quella sede.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 36.5.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 36.2.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 36.2, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri, fino alle parole «l'articolo».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 36.2 e l'emendamento 36.1.

Metto ai voti l'emendamento 36.300, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 36.5, presentato dai senatori Delogu e Fantola.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 36.6.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, chiederei la votazione dell'emendamento, perché questa è una integrazione, è una norma aggiuntiva rispetto alla finalizzazione di interventi per il 150° anniversario. Noi chiediamo quanto riportato, perché c'è un progetto che può essere benissimo utilizzato all'interno dei programmi.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 36.6, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 36.8, presentato dal senatore Eufemi, fino alle parole «le seguenti».

Non è approvata.

 

Risultano restano preclusi la restante parte dell'emendamento 36.8 e gli emendamenti 36.500 e 36.20.

Metto ai voti l'emendamento 36.21, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Poiché i presentatori non insistono per la votazione, l'ordine del giorno G36.1 non verrà posto ai voi.

Metto ai voti l'emendamento 36.220, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo all'articolo 39, su cui sono stati presentati emendamenti e un ordine del giorno che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 39.500. Esprimo parere contrario sull'emendamento 39.3. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 39.5. Esprimo parere contrario sui subemendamenti 39.802/500, 39.802/2 3 39.802/3. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 39.802 (testo corretto) e 39.800.

Esprimo parere contrario sugli emendamenti 39.10, 39.11, 39.12, 39.14, 39.15, 39,17. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 39.180. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 39.24, 39.25, 39.26, 39.27, 39.28 e 39.29. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 39.801 e 39.30. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 39.31 e 39.32.

Chiedo al Governo di accettare come raccomandazione l'ordine del giorno G39.500. Esprimo inoltre parere favorevole sugli emendamenti 39.0.800, 39.0.900, 39.0.20 e 39.0.4.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, esprimo parere favorevole su tutti gli emendamenti. Per quanto riguarda l'ordine del giorno G39.500, il Governo è disponibile ad accoglierlo come raccomandazione.

 

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insiste per la votazione dell'ordine del giorno.

 

DIVINA (LNP). Signor Presidente, sarebbe un po' più forte un ordine del giorno, la raccomandazione mi sembra lasci un po' il tempo che trova, però se c'è un impegno del Governo è meglio che niente.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, credo che due parole debbano essere spese sull'emendamento 39.802/500.

La scelta della Commissione prevede l'aumento delle commissioni bancarie per l'F24 da 0,52 centesimi a un euro. Abbiamo sollevato il problema in Commissione ritenendo questa scelta sbagliata. Nel momento in cui alle famiglie viene impedito di poter ricontrattare i mutui bancari, viene fatto un ennesimo regalo al sistema bancario.

C'è però un altro dato che merita di essere segnalato: si prevede addirittura che questo compenso possa essere determinato con un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate. Credo che ciò sia veramente troppo: le tasse le decide il Parlamento, non il direttore dell'Agenzia delle entrate.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 39.500, presentato dal relatore.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 39.3, presentato dal senatore Fantola e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 39.5, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.802/500.

 

EUFEMI (UDC). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 39.802/500, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 39.800/2, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 39.802/3, presentato dal senatore Saia e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.802 (testo corretto).

 

FERRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Ferrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 39.802 (testo corretto), presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 39.800, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 39.10, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 39.11, presentato dal senatore Ciccanti e da altri senatori, identico all'emendamento 39.12, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, la preghiamo di guardare da questa parte perché le anticipo che su alcuni emendamenti chiederemo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 39.14, presentato dal senatore Ciccanti e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 39.15, presentato dal senatore Eufemi, identico all'emendamento 39.17, presentato dal senatore Franco Paolo e Polledri.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 39.180 (testo corretto), presentato dalla Commissione.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.24, identico agli emendamenti 39.25 e 39.26.

 

EUFEMI (UDC). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 39.24, presentato dal senatore Ciccanti e da altri senatori, identico agli emendamenti 39.25, presentato dal senatore Eufemi, e 39.26, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 39.27, presentato dal senatore Ciccanti e da altri senatori, identico agli emendamenti 39.28, presentato dal senatore Eufemi, e 39.29, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 39.801, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 39.30, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 39.31, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 39.32, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri.

Non è approvato.

 

Poiché il presentatore non insiste per la votazione, l'ordine del giorno G39.500 non verrà posto in votazione.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.0.800.

 

FERRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Ferrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 39.0.800, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n.1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.0.900.

 

FERRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Ferrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 39.0.900, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n.1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.0.20.

 

FERRARA (FI). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Ferrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 39.0.20, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 39.0.4, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 40 del decreto-legge, che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 40.1, 40.2, 40.500 e 40.3. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 40.60. Esprimo poi parere contrario sull'emendamento 40.950/1 e parere favorevole sull'emendamento 40.950. Esprimo infine parere contrario sugli emendamenti 40.8, 40.0.3, 40.0.4, 40.0.500 e 40.0.501.

Se vi fosse stato più tempo avremmo potuto scrivere una norma condivisa. Mi rimetto comunque al Governo.

 

PRESIDENTE. Speriamo che non si metta a scriverla adesso.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Nel caso in cui il senatore Baldassarri intendesse trasformare l'emendamento 40.0.501 in un ordine del giorno, il Governo si dichiara favorevole ad accoglierlo come raccomandazione. Per il resto il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.1.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.1, presentato dal senatore Baldassarri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.2.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.2, presentato dal senatore Baldassarri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.500.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.500, presentato dal senatore Sacconi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (Il senatore Morando invita i senatori della maggioranza a non uscire dall'Aula durante le votazioni).

 

Guardate che il fumo - e lo dico da fumatore, purtroppo - oltre a far male qualche volta manda anche a casa i Governi. È meglio smettere in periodi di finanziaria.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.3.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.3, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.60.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.60, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.950/1.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, abbiamo approvato un gioco che, tramite i computer a casa, coinvolgerà mezzo milione di cittadini italiani il prossimo anno e 800.000 nel 2008. Chiediamo che parte dei soldi in più siano destinati a coloro che sono affetti da dipendenza dal gioco.

Su questo emendamento chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.950/1, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.950.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.950, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.8.

 

EUFEMI (UDC). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.8, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.0.3.

 

MANTOVANO (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MANTOVANO (AN). Signor Presidente, sull'emendamento 40.0.3 chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico e, se mi consente, vorrei dire una parola. Mentre questo decreto distribuisce un extragettito consistente, la legge finanziaria taglia in modo considerevole gli stanziamenti per il comparto del Viminale e in modo particolare taglia gli straordinari delle Forze di polizia di circa il 10 per cento, dopo averattuato l'intervento incredibile di aver riportato la remunerazione dello straordinario al livello dell'ora ordinaria.

Questo emendamento è un semplice, minuscolo segnale di attenzione verso gli appartenenti alle Forze di polizia. Esso punta ad esonerare gli stessi appartenenti dalle addizionali IRPEF comunali e regionali. Per noi non sarà un granché, per loro sì.

Ne sollecito l'approvazione. (Applausi dai Gruppi AN, FI e del senatore Polledri).

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Mantovano, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.0.3, presentato dal senatore Mantovano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

VOCI DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Colombo!

 

PRESIDENTE. E se il senatore Emilio Colombo volesse votare a favore?

Colleghi, l'articolo 67 della Costituzione esiste ancora. La prossima volta (è una tentazione che ho da parecchio) allontano qualcuno dall'Aula.

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.0.4.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.0.4, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.0.500.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.0.500, presentato dal senatore Baldassarri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Senatore Baldassarri, accoglie l'invito del Governo a trasformare l'emendamento 40.0.501 in ordine del giorno, che in tal caso verrebbe accolto come raccomandazione?

 

BALDASSARRI (AN). Signor Presidente, chiedo un minuto di attenzione da parte dei colleghi. (Commenti). Si tratta della vita dei nostri figli, sto parlando delle stragi del sabato sera.

 

PRESIDENTE. Colleghi, credo che il senatore Baldassarri faccia riferimento ad un emendamento approvato alla Camera che ha creato qualche problema.

 

BALDASSARRI (AN). Esattamente. Si tratta della vita dei nostri figli e delle stragi del sabato sera. Un emendamento approvato alla Camera, che blocca la vendita degli alcolici alle 2 di notte nei locali di intrattenimento, affronta nel modo sbagliato un problema sacrosanto, che è quello della sicurezza, del controllo, dell'uso dell'etilometro. Abbiamo discusso in Commissione di questo argomento.

Abbiamo tentato di elaborare un emendamento condiviso da tutta la Commissione. Abbiamo discusso con il Sottosegretario per l'economia e, oggi stesso, con il ministro dei trasporti Bianchi. C'è un'opinione condivisa su questo emendamento. L'unica differenza è che abbiamo l'opportunità, questa sera, di rimediare subito, con questo decreto, a quell'incidente - chiamiamolo così - che è avvenuto alla Camera, che porta a proibire la somministrazione di alcolici all'interno dei locali oltre le 2 di notte, ma non vieta a titolari di camioncini e a venditori abusivi di vendere bottiglie intere al di fuori dei locali.

L'emendamento 40.0.501 coinvolge la responsabilità dei gestori, che debbono essere chiamati a collaborare con la comunità, affinché si limitino questi incidenti e queste morti.

È per tale ragione, Presidente, che mi rivolgo in modo accorato all'Aula: votiamo subito questo emendamento e poi ci sarà la possibilità di affrontare in modo più completo, in un disegno di legge specifico, un argomento serio, che tocca moltissime famiglie.

Chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Baldassarri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 40.0.501, presentato dal senatore Baldassarri e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 41 del decreto-legge, che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 41.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

LIBè (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBè (UDC). Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di aggiungere la firma mia e del senatore Maffioli all'emendamento 41.0.500.

 

PRESIDENTE. Ne prendo atto, senatore Libè.

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 41.1, presentato dai senatori Ciccanti e Forte, fino alle parole «Sopprimere l'articolo».

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 41.1 e gli emendamenti 41.2, 41.300 e 41.301.

Metto ai voti l'emendamento 41.4, presentato dal senatore Vegas e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 41.5, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 41.9, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.11.

 

EUFEMI (UDC). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Eufemi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 41.11, presentato dal senatore Eufemi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 41.13, presentato dal senatore Stiffoni e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.0.500.

 

MATTEOLI (AN). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Matteoli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 41.0.500, presentato dal senatore Matteoli e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 42 del decreto-legge, che si intendono illustrati.

 

ALLEGRINI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ALLEGRINI (AN). Signor Presidente, prima che vengano espressi i pareri da parte del relatore e del Governo chiedo che l'emendamento 42.0.1 venga posto in votazione senza la copertura finanziaria, cioè che termini al comma 3‑ter, con le parole: «del gruppo A».

 

PRESIDENTE. Senza la copertura finanziaria? Dopo di che è scoperto?

 

ALLEGRINI (AN). Lo riformulo così perché dev'essere scoperto.

 

PRESIDENTE. In tal modo diventa identico ai due successivi.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, sull'emendamento 42.2 mi rimetto al Governo. Esprimo invece parere favorevole sull'emendamento 42.3 a condizione che venga riformulato nel seguente modo: «Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: "2‑bis. La dotazione del fondo di solidarietà nazionale - incentivi assicurativi, di cui all'articolo 15, comma 2, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 è incrementata, per l'anno 2007, della somma di euro 30 milioni. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente utilizzo delle disponibilità del fondo crisi di mercato, di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296"».

L'emendamento 42.5 è assorbito dall'emendamento che ho appena illustrato, nel caso in cui venga approvato. Comunque, invito al ritiro.

Esprimo poi parere favorevole sull'emendamento 42.500. L'emendamento 42.0.1 riformulato è identico all'emendamento 42.0.3, della Commissione, e al 42.0.503 del senatore Losurdo: su di essi esprimo parere favorevole.

Esprimo parere contrario sugli emendamenti 42.0.4, 42.0.5, 42.0.6 42.0.502, 42.0.7, 42.0501, 42.0.8, 42.0.500, 42.0.9, 42.0.504, 42.0.11, 42.0.14 e 42.0.15. Il parere è poi favorevole sull'emendamento 42.0.20 e contrario sugli emendamenti 42.0.12, 42.0.13, 42.0.16, 42.0.505 e 42.0.506.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore e parere favorevole sull'emendamento 42.2.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 42.2, presentato dal senatore Pirovano e da altri senatori.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.3 (testo 2), presentato dal senatore Bosone e da altri senatori.

È approvato.

 

L'emendamento 42.5 è assorbito.

Metto ai voti l'emendamento 42.500, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.0.1 (testo 2), presentato dai senatori Allegrini e De Angelis, identico agli emendamenti 42.0.3, presentato dalla Commissione, e 42.0.503, presentato dal senatore Losurdo.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 42.0.4.

PIROVANO (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIROVANO (LNP). Signor Presidente, l'emendamento 42.0.4, che non ha copertura perché non ha costi, servirebbe a diminuire il prezzo al dettaglio dell'ortofrutta, sollevando al contempo gli agricoltori dalle responsabilità che troppo spesso vengono loro attribuite. L'emendamento prevede che, oltre al prezzo di vendita, sia indicato anche il prezzo all'origine di tutti i prodotti ortofrutticoli.

Ribadisco che tale emendamento non ha costi. Sollecito pertanto i colleghi a votare favorevolmente, ricordando che in Commissione è stato approvato un ordine del giorno di identico contenuto.

Chiedo infine la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Pirovano, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 42.0.4, presentato dal senatore Pirovano e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 42.0.5, presentato dal senatore Pirovano e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 42.0.6, presentato dai senatori Allegrini e De Angelis, fino alle parole «della soluzione concordataria».

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 42.0.6 e l'emendamento 42.0.502.

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 42.0.7, presentato dai senatori Allegrini e De Angelis, fino alle parole «entro cinque anni».

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 42.0.7 e l'emendamento 42.0.501.

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 42.0.8, presentato dai senatori Allegrini e De Angelis, fino alle parole «per l'applicazione del comma 1».

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 42.0.8 e l'emendamento 42.0.500.

Metto ai voti la prima parte dell'emendamento 42.0.9, presentato dai senatori Allegrini e De Angelis, fino alle parole «dei dispositivi di ritenuta».

Non è approvata.

 

Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 42.0.9 e l'emendamento 42.0.504.

Metto ai voti l'emendamento 42.0.11, presentato dal senatore Scarpa Bonazza Buora e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.0.14, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.0.15, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.0.20, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.0.12, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.0.13, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 42.0.16, presentato dai senatori Allegrini e De Angelis.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 42.0.505.

 

DELOGU (AN). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Delogu, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 42.0.505, presentato dal senatore Delogu e da altri senatori, fino alle parole «di disposizioni comunitarie»

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 42.0.505 e l'emendamento 42.0.506.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 27 del decreto-legge, precedentemente accantonati, che si intendono illustrati e su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 27.1, 27.4, 27.6, 27.14, 27.10 e 27.11. Esprimo parere favorevole sul subemendamento 27.700/1 e sugli emendamenti 27.700, 27.18, 27.0.700. Per quanto riguarda l'emendamento 27.0.2 esprimo un invito al ritiro.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore, tranne che in merito all'emendamento 27.0.2, su cui esprimo parere contrario. Mi permetto di invitare il senatore Ferrara che, oltretutto, ha lavorato in Commissione bilancio su questo provvedimento con molta puntualità, a non sciupare questo argomento. Lo affronteremo in sede di finanziaria. Quindi, lo invito a ritirare l'emendamento .

 

SODANO (RC-SE). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SODANO (RC-SE). Signor Presidente, mi conceda un attimo di distrazione perché vorrei tornare all'emendamento 42.0.505 che abbiamo precedentemente votato.

Con i colleghi Delogu, Massidda e altri, avevamo deciso di affrontare quell'argomento in finanziaria. Questo serve a spiegare l'apparente contraddizione del nostro voto, espresso in modo difforme da quanto fatto in sede di presentazione di emendamenti alla legge finanziaria. Credo che sia quella la sede più idonea per affrontare la questione.

 

PRESIDENTE. Anche perché è una conseguenza della bocciatura dell'emendamento precedente.

 

DELOGU (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DELOGU (AN). Signor Presidente, gli agricoltori sardi apprezzeranno molto questa spiegazione del rinvio, del motivo per il quale non sono stati dati oggi i soldi.

 

PRESIDENTE. Ricordatevene in sede di finanziaria, altrimenti...

 

DELOGU (AN). Saranno molto contenti. Venite in Sardegna che sarete molto apprezzati.

 

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VIESPOLI (AN). Signor Presidente, ho chiesto l'accantonamento dell'articolo 27 per una discussione unita all'articolo 43, perché si tratta di un procedimento logico.

Vorrei dire brevissimamente che l'articolo 27 determina la seguente condizione: modifica l'articolo 1, comma 1156 della legge n. 296 del 2006, introducendo la lettera f-bis) e quindi, sostanzialmente, autorizza il contributo di 60 milioni di euro per i lavoratori di pubblica utilità in Calabria, determinando per la prima volta un principio finora inesistente. I lavoratori socialmente utili erano a carico del Fondo nazionale per l'occupazione, laddove i lavoratori di pubblica utilità erano a carico delle Regioni o dei Comuni. Con l'articolo 27 di questo decreto-legge si mettono sullo stesso piano. Per i calabresi, quindi, scatta il meccanismo per cui i lavoratori di pubblica utilità diventano uguali ai lavoratori socialmente utili.

Fatto questo, si scrive l'articolo 43 che determina la possibilità che si assumano nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti sia i lavoratori socialmente utili, sia quelli di pubblica utilità.

Faccio presente che in Calabria ci sono 4.374 lavoratori socialmente utili, ma non lavoratori di pubblica utilità. Dal 2005 al 2007 il processo di stabilizzazione ha riguardato 163 soggetti, di cui 80 assunti in una ditta privata, 23 in un ente utilizzatore, 60 per autoimpiego.

Il risultato qual è? Che si fa un'operazione becera di clientelismo, si determina una guerra tra poveri e non si affronta il problema vero di dare lavoro produttivo e speranza ai giovani della Calabria. Altro che i ragazzi di Locri! Vergognatevi! (Applausi dal Gruppo AN).

L'articolo 43 è quello che contiene il riferimento alla lettera f-bis) introdotta dall'articolo 27, e alla lettera f), modificandone la portata, e dunque consente l'assunzione dei lavoratori di pubblica utilità nei Comuni al di sotto di 5.000 abitanti, anche in sopranumero, scatenando rispetto a 4.000 e oltre lavoratori socialmente utili una guerra tra poveri e non determinando prospettive occupazionali. (Applausi dai Gruppi AN e FI).

 

PITTELLI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, anche a lei concedo un minuto.

 

PITTELLI (FI). Signor Presidente, utilizzerò meno di un minuto per dire che condivido pienamente quanto sostenuto dal senatore Viespoli.

 

PRESIDENTE. Senatore Pittelli, se deve dire qualcosa lo faccia a braccio, senza leggere i foglietti che vedo.

 

PITTELLI (FI). No, Presidente, non ho niente davanti è solo un mio appunto. Equiparare gli LSU agli LPU in Calabria vuol dire scatenare, come ha detto il senatore Viespoli, una guerra tra poveri, spalancare le porte ad un clientelismo del quale la Calabria non ha certamente bisogno. Non siamo riusciti a stabilizzare tra il 2005 e il 2007 se non 163 LSU rispetto ai quasi 4.500 esistenti. Sarebbe mettere sullo stesso piano LSU e LPU e scatenare una rivoluzione, sottraendo a coloro che non hanno da vivere una possibilità di vita.

 

FUDA (Misto-PDM). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FUDA (Misto-PDM). Signor Presidente, chiedo di intervenire per puntualizzare che il senatore Viespoli conosce bene la questione. Si tratta di una questione che abbiamo ereditato dal passato e che non è stata sistemata. Oggi, grazie a questa iniziativa si mette fine ad una colonizzazione e ad un servilismo, e tu Pittelli lo sai meglio di tutti, essendo calabrese anche tu! (Commenti dal Gruppo FI).

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 27.1.

 

VIESPOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Senatore Viespoli, le ho dato tre volte la parola. Io ho accantonato l'articolo ed ho atteso...

 

VIESPOLI (AN). Le posso chiedere la parola?

 

PRESIDENTE. Certamente che può.

 

VIESPOLI (AN). Non fare troppo il politicamente corretto.

 

PRESIDENTE. Scusi, a chi si è riferito dicendo: "Non fare troppo il politicamente corretto"?

 

VIESPOLI (AN). Io ti ho chiesto la parola per chiedere il voto elettronico, credo che lo posso fare.

 

PRESIDENTE. E lei si rivolga alla Presidenza con i toni che sono consoni.

 

VIESPOLI (AN). Io mi rivolgo alla Presidenza con la stessa attenzione che la Presidenza ha nei confronti dei senatori che chiedono la parola. E la Presidenza ha il dovere di chiedere perché si chiede la parola.

 

PRESIDENTE. Forse concedendola troppo spesso.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Viespoli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell''emendamento 27.1, presentato dai senatori Franco Paolo e Polledri, fino alle parole «Sopprimere l'articolo».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi la restante parte dell'emendamento 27.1 e gli emendamenti 27.4, 27.6, 27.14, 27.10 e 27.11

Metto ai voti l'emendamento 27.700/1, presentato dal relatore.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 27.700, nel testo emendato.

 

POLLEDRI (LNP). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Polledri, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 27.700, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 27.18, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Senatore Ferrara, sull'emendamento 27.0.2 c'è un invito al ritiro del relatore e del Governo: cosa intende fare?

 

FERRARA (FI). Signor Presidente, è evidente che l'emendamento è stato scritto anche in considerazione degli incontri che abbiamo realizzato con il Governo ed i sottosegretari Sartor e Lettieri. Quindi, l'invito al ritiro ha una buona ragione d'essere perché stiamo svolgendo un'approfondita discussione nell'ambito del disegno di legge finanziaria. Per tale ragione accolgo l'invito al riiro.

 

PRESIDENTE. Credo sia una decisione saggia.

Metto ai voti l'emendamento 27.0.700 (testo corretto), presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Poiché all'articolo 43 del decreto-legge non sono stati presentati emendamenti, passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 44 del decreto-legge, che s'intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 44.4 e 44.6.

Per quanto riguarda l'emendamento 44.501, la cui copertura tra l'altro non è adeguata, invito il presentatore a ritirarlo.

Esprimo parere contrario sull'emendamento 44.850/2, mentre il parere è favorevole sull'emendamento 44.850.

Esprimo parere contrario sull'emendamento 44.10 e parere favorevole sugli emendamenti 44.11, 44.140/1 e 44.140. Il parere è contrario sull'emendamento 44.0.1.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore, invitando in particolare il presentatore a ritirare l'emendamento 44.501, perché non c'è adeguata copertura.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 44.4.

 

TOFANI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TOFANI (AN). Signor Presidente, mi meraviglio del fatto che sia stato espresso parere contrario su questo emendamento, il cui fine è di evitare che possano usufruire dei famosi 150 euro anche soggetti che, pur non avendo reddito, vivono in un contesto familiare o comunque convivono con altri soggetti, così da avere... (Brusìo dai banchi del Gruppo di AN). Mi scusi, Presidente, ma non riesco a parlare!

 

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi, sta parlando il senatore Tofani! Mi riferisco anche ai senatori Collino e Nania, è un vostro collega!

 

TOFANI (AN). In estrema sintesi, quindi, chiedo al relatore e anche al Governo di voler valutare la possibilità di prevedere una griglia di tutela, perché non è difficile incontrare soggetti che di per sé non hanno reddito, ma vivono in un contesto familiare nel quale invece il reddito è più che sufficiente.

Solamente per questo motivo mi auguro che una maggiore attenzione a questo emendamento lo possa fare accogliere e ne chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico chiedo la votazione nominale

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Tofani, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 44.4, presentato dal senatore Tofani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 44.6, presentato dai senatori D'Alì e Ferrara.

Non è approvato.

 

Senatore Fernando Rossi, sull'emendamento 44.501, da lei presentato, è stato formulato un invito al ritiro. Intende accoglierlo?

 

ROSSI Fernando (Misto-Mpc). No, Presidente, non intendo ritirare l'emendamento.

Sono abbastanza preoccupato delle affermazioni del Governo. Nella finanziaria dello scorso anno si era deciso di utilizzare i fondi dormienti. C'è un decreto di giugno del Governo in cui si è addirittura deciso di istituire una Commissione per definire l'impiego di quelle risorse; c'è un comunicato della Presidenza del consiglio secondo cui con il 20 per cento di quei fondi sarà risolto il problema dei precari. Adesso mi si dice, invece, che non c'è copertura.

Ho rilievi da fare al Governo, ma adesso stanno diventando un po' consistenti, se si raccontano bugie. Siccome il Governo non racconta bugie, va considerato un incidente: i fondi dormienti ci sono, lo dice la Banca d'Italia. Una volta tanto che la Banca d'Italia si tiene le riserve auree e la valuta pregiata, che sono dello Stato, ed apre la borsa sui dormienti, il Governo dice che non c'è copertura? Non capisco. Secondo me la copertura c'è e c'è anche secondo il Governo, come risulta da atti ufficiali come la finanziaria dello scorso anno ed il decreto di giugno.

Alle mucche europee diamo 3 euro: credo che nel caso degli incapienti o stiamo zitti, e allora va bene non dargli niente, ma se diciamo che ci sono, dargli 30 centesimi al giorno è un po' poco. Cerchiamo di prevedere almeno ad una cifra per cui si accorgano che arriva qualcosa. (Applausi dai Gruppi AN, FI e LNP).

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, volevo solo chiarire un punto che a me sembra piuttosto rilevante. L'anno scorso, come adesso ha correttamente ricordato il senatore Fernando Rossi, noi abbiamo approvato in sede di manovra finanziaria una norma molto importante per creare le condizioni perché, attraverso una complessa procedura, vengano resi disponibili almeno gli interessi attivi dei cosiddetti conti dormienti e tali somme vengano messe in un fondo dopo una procedura di accertamento della loro esistenza. Abbiamo destinato - colleghi, vorrei che fosse chiaro - quelle risorse a finanziare un fondo per la stabilizzazione dei lavoratori precari della pubblica amministrazione.

Signor Presidente, mi scuso, ma volevo che lei seguisse perché secondo me c'è un evidente problema persino di ammissibilità dell'emendamento, perché se non definanziamo la legge che è finanziata per la stabilizzazione dei lavoratori precari attraverso il fondo dei conti dormienti e approviamo l'emendamento 44.501, ci troviamo di fronte alla stessa quantità di risorse che viene finalizzata per due coperture assolutamente alternative. Si creerebbe quindi una situazione di gravissima difficoltà, nel senso che non si saprebbe più qual è la volontà del Parlamento circa l'utilizzo delle somme rivenienti dai cosiddetti conti dormienti.

Per questo avevamo invitato il senatore Fernando Rossi a ritirare l'emendamento: non perché non ci sia copertura, ma perché è alternativa a quella che già è stata data al fondo per la stabilizzazione dei lavoratori precari. L'invito al ritiro era semplicemente dovuto a questo elementare ragionamento.

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore dell'emendamento presentato dal collega Fernando Rossi.

 

ROSSI Fernando (Misto-Mpc). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Fernando (Misto-Mpc). Signor Presidente, so che il senatore Morando è preparatissimo, ma è un periodo in cui tutto passa di lì; già mi sono accorto di altro e non importa. Ho la copia della dichiarazione del Presidente del consiglio in cui si afferma che per i precari verrà utilizzato il 20 per cento dei fondi dormienti, quindi le risorse ci sono e non sono in competizione.

 

EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, vorrei dichiarare il voto favorevole del Gruppo dell'UDC su questo emendamento che pone un problema corretto. Non c'è una quantificazione dei fondi dormienti, ma questa soluzione va perseguita con forza, e al tempo stesso non c'è incompatibilità con il problema dei precari.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 44.501.

 

PARAVIA (AN). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Paravia, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 44.501, presentato dal senatore Fernando Rossi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi FI, AN, UDC, LNP e DCA-PRI-MPA).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 44.850/2.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, il senatore Morando ha appena dichiarato che se fosse stato approvato questo emendamento si sarebbero creati gravissimi problemi di copertura, tant'è vero che non si sarebbe più saputo cosa andava a coprire la stessa somma. Credo allora che a questo punto bisognerà che la Commissione bilancio valuti cosa fare sulla questione inerente la copertura.

 

PRESIDENTE. Questo mi sembra un secondo problema, ma non riguarda questa sede. La Commissione bilancio discute il merito del provvedimento e non della copertura ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

 

VEGAS (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

VEGAS (FI). Presidente, credo che con questo emendamento sia saltato il decreto. Sarebbe, quindi, meglio interrompere la seduta e rinviare alla settimana prossima, in modo che il Governo ci pensi. (Generali applausi).

 

PRESIDENTE. Credo che ci dovrà pensare il Presidente della Repubblica quando gli arriverà il disegno di legge. Quindi, proseguirò.

Metto ai voti l'emendamento 44.850/2, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 44.850, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 44.10, presentato dal senatore Baldassarri e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 44.11, presentato dalla Commissione.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 44.140/1, presentato dalla senatrice Thaler Ausserhofer e da altri senatori.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 44.140, presentato dalla Commissione, nel testo emendato.

È approvato.

Metto ai voti l'emendamento 44.0.1, presentato dal senatore Eufemi.

Non è approvato.

Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 45 del decreto-legge, che si intende illustrato e sul quale invito il relatore ed il rappresentante dl Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 45.1.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 45.1, presentato dal senatore Cutrufo.

Non è approvato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 46 del decreto-legge, che si intendono illustrati e sui quali invito il relatore ed il rappresentante dl Governo a pronunziarsi.

Colleghi, ci eravamo impegnati a finire il decreto, come non si sapeva; adesso, però, va finito. Quindi, prego i senatori Ferrara, Castelli e Giuliani di sedersi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 46.3. Sull'emendamento 46. 500 (testo corretto) avanziamo un invito al ritiro e una proposta volta a riformulare l'emendamento in ordine del giorno.

Esprimo parere contrario sugli emendamenti da 46.9 a 46.11. Il parere è favorevole sull'emendamento 46.800, mentre è contrario sugli emendamenti 46.14 e 46.15. Invito il presentatore a ritirare l'emendamento 46.503. Esprimo parere contrario sugli emendamenti da 46.17 a 46.0.900/500. Il parere è, invece, favorevole sugli emendamenti 46.0.950 e 46.0.800. Il parere è contrario sull'emendamento 46.0.801/1, favorevole sull'emendamento 46.0.801 e di nuovo contrario sull'emendamento 46.0.1. (Brusìo).

 

PRESIDENTE. Colleghi, sospendo la seduta e riparto tra mezz'ora, se non mi mettete in condizione di proseguire. L'emiciclo si deve liberare.

Prego, senatore Ripamonti, può ripetere il suo parere sull'emendamento 46.0.1 perché mi è sfuggito?

 

RIPAMONTI, relatore. Il parere sull'emendamento 46.0.1 è contrario.

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 46.3.

 

MANINETTI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MANINETTI (UDC). L'emendamento 46.3, che ho presentato insieme ai colleghi Ruggeri, Ciccanti e Forte e che noto esser stato presentato in eguale misura dal senatore Barbato, precisa in maniera dettagliata le condizioni per il rilascio dell'autorizzazione alla costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto.

Noto, infatti, che prevede che siano comprese le opere connesse. Consente, inoltre, che qualora le opere comportino variazioni degli strumenti urbanistici l'autorizzazione unica costituisca variante ed è sostitutiva di ogni concessione.

Devo inoltre precisare che queste integrazioni si ricollegano ad un provvedimento che ha già iniziato il suo iter in questa Aula, quello cioè di modifica alle normative sullo sportello unico per le imprese e la disciplina dell'avvio dell'attività di impresa, che ha già registrato un largo consenso nella formulazione... (Il microfono si disattiva automaticamente).

 

PRESIDENTE. Colleghi, dovete sintetizzare gli interventi. Il tempo è già stato superato da tutti di almeno 15-20 minuti, quindi mi raccomando.

 

MANINETTI (UDC). Mi stupisce, quindi, il parere contrario del relatore e del Governo e spero che il voto dell'Assemblea renda giustizia anche di questi strani e contestati pareri.

Da ultimo, come è evidente, è giusto precisare, che oltre a rendere più efficace l'opera dell'ente pubblico, semplifica la procedura di autorizzazione. E, cosa non insignificante, non comporta oneri, ma consente risparmio di tempo e di denaro per gli operatori del settore, il che, in questi tempi di pressione burocratica e fiscale, rappresenta una inversione di tendenza che non può che essere positivamente apprezzata. (Applausi dal Gruppo UDC).

STORACE (Misto-LD). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STORACE (Misto-LD). È un orario, probabilmente, di quelli che non consente di comprendere molto. Però la vorrei pregare di richiamare l'attenzione dell'Assemblea su quello che abbiamo appena fatto, anche se può darsi che io sia in errore.

Stiamo approvando un decreto che registra entrate pari a circa 6.000 milioni di euro, per la precisione 5.978. Voglio sottoporre la questione all'attenzione dei Capigruppo dell'opposizione e della maggioranza. Abbiamo approvato un emendamento che sposta la manovra di altri 5 miliardi di euro. Ma noi siamo nelle condizioni di andare avanti, signor Presidente? Questa è la domanda che vorrei porre al Governo, perché la questione ha una sua rilevanza. Improvvisamente raddoppiamo la cifra prevista nel decreto. Credo allora che il Governo ci debba dire se questa disponibilità è effettiva, se non bisogna fermarsi. Vorremmo capire cosa succede nel momento in cui dovessimo approvare il decreto.

 

PRESIDENTE. Senatore Storace, non sono un grande estimatore del bicameralismo perfetto, ma in questo caso temo che vedremo il provvedimento tornare in quest'Aula dopo aver fatto la navetta verso la Camera.

 

SACCONI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SACCONI (FI). Intervengo solo per aggiungere la firma mia agli emendamenti 46.3 e 46.500, chiedendo per questi emendamenti la votazione attraverso il sistema elettronico e dichiarando il voto favorevole per le stesse ragioni del collega Maninetti: sono emendamenti essenziali perché si possano davvero e finalmente realizzare i rigassificatori.

 

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. I tempi sono finiti per tutti i Gruppi, mentre interviene addirittura più di una persona per Gruppo.

 

STRANO (AN). La prego di farmi intervenire. La prego, questo lo faccia al circolo di un paese, ma non qui al Senato della Repubblica: la vedo così attento alle istituzioni, ma così non me lo faccia, la prego, anche perché a lei io non lo farei. Le direi qualche altra cosa, ma questo gesto non glielo farei.

Signor Presidente, il provvedimento, al di là del fatto che vada alla Camera e poi torni al Senato, deve uscire da qui con una copertura certa: è questo che le chiedono il collega Storace ed altri. Il fatto che poi possa essere emendato alla Camera (possibilmente, ma non è certo) non impedisce che debba uscire da qui con una copertura certa, che ci deve indicare il Governo questa sera. Non può essere approvato con un fumus che ci preoccupa fortemente.

 

PRESIDENTE. Senatore Strano, il nostro Regolamento prevede addirittura che con il parere contrario della 5a Commissione, purché ci siano 15 richiedenti, si possa procedere alla votazione elettronica e il Senato - così come la Camera - possono decidere liberamente, anche in assenza di una copertura. Sono problemi che non riguardano la Presidenza, ma il Governo e chi è titolato a reperire le risorse per coprire le spese.

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Signor Presidente, intendo apporre la mia firma all'emendamento 46.500 (testo corretto).

 

PRESIDENTE. Se resiste, perché c'è un invito del relatore a trasformarlo in ordine del giorno e dobbiamo sentire al riguardo l'opinione del presentatore.

 

CUTRUFO (DCA-PRI-MPA). Nel caso in cui dovesse essere ritirato, lo faccio mio, quindi in ogni caso...

 

PRESIDENTE. No, se viene trasformato in un ordine del giorno non può farlo suo.

 

GARRAFFA (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GARRAFFA (Ulivo). Signor Presidente, potremmo tornare a votare, secondo le sue indicazioni, stando seduti? Da un confronto fatto, le assicuro che c'è qualcuno che non è più presente in Aula e che ha votato. Quindi, cortesemente, la invito a chiedere a tutti i colleghi di stare seduti.

 

PRESIDENTE. Senatore, questa sera è stato tra quelli pescati a passeggio con voto espresso, quindi conceda anche agli altri lo stesso diritto. Ad ogni modo, invito i colleghi a sedersi nelle proprie postazioni, anche per evitare perdite di tempo.

 

GARRAFFA (Ulivo). Dov'è il senatore Divella? (Commenti ironici dal Gruppo AN).

 

STRANO (AN). Dov'è il senatore Divella? Dov'è il senatore Divella? Dov'è il senatore Divella?

 

PRESIDENTE. Senatore Strano, si segga, per cortesia!

Passiamo alla votazione dell'emendamento 46.3.

 

MENARDI (AN). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Menardi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 46.3, presentato dal senatore Maninetti e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Consiglio a tutti i colleghi di rimanere vicini alla propria postazione, perché sono tentato di sospendere per 10 minuti e anche di più.

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accoglie l'invito del relatore a trasformare in ordine del giorno l'emendamento 46.500 (testo corretto).

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, l'emendamento proposto ha l'obiettivo di meglio specificare il campo di applicazione della disposizione e di snellire la procedura autorizzativa dei termini di rigassificazione del GNL. Chiedo al relatore e al Governo anche la disponibilità ad accogliere la trasformazione dell'ultimo comma dell'emendamento in un ordine del giorno, votando il mio emendamento.

 

PRESIDENTE. È il relatore che ha suggerito la trasformazione dell'emendamento in ordine del giorno.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, non avevo compreso perché c'era troppa confusione. Allora va bene.

 

PRESIDENTE. Nel caso, avrebbe espresso parere favorevole e il Governo lo avrebbe accolto.

Mi sembra che il senatore Barbato abbia proposto la trasformazione in ordine del giorno dell'ultimo comma dell'emendamento, dico bene?

 

SACCONI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SACCONI (FI). Signor Presidente, non essendo parte dell'emendamento trasformata in ordine del giorno, può essere ripresa dal sottoscritto che aveva apposto la propria firma?

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è la sintesi rispetto ad un complessivo emendamento. (Commenti dal Gruppo FI). Ma cosa ci sono gli emendamenti e gli ordini del giorno per parti separate rispetto alla trasformazione che non abbiamo ancora avuto?

Senatore Barbato, ci fa la cortesia di consegnare alla Presidenza il testo dell'ordine del giorno? Accantono per il momento la questione, procedo con le votazioni degli altri emendamenti e poi torniamo al punto riferito all'ordine del giorno.

Colleghi, leggo il testo dell'ordine del giorno testé consegnato: «Impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 46.500».

 

POSSA (FI). Non era questa l'intenzione espressa dal senatore Barbato!

 

PRESIDENTE. Io ho qui un testo a firma Barbato e vi ho letto quello che c'è scritto.

Il relatore ha espresso parere favorevole e il Governo si è dichiarato disponibile ad accoglierlo.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, sono d'accordo nel votare l'emendamento così riformulato, ad eccezione delle ultime tre righe che vengono trasformate in un ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Senatore Barbato, allora non ci capiamo proprio.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Non intendo assolutamente ritirarlo.

 

PRESIDENTE. Mi vuole spiegare cosa dobbiamo fare? Io francamente non riesco a capire.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Chiedo che il mio emendamentosia messo ai voti nel testo modificato. In tal senso le ultime tre righe dell'emendamento vengono trasformate in un ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, ma è un falso il testo che è stato presentato a sua firma?

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). L'ordine del giorno riguarda una parte del mio emendamento. Avevo chiesto al relatore, che già ne era informato, se era d'accordo su questa procedura. Non è mia intenzione trasformare l'intero emendamento in un ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è dunque da intendersi come segue: «Impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche relative all'autorizzazione unica rilasciata...». L'ordine del giorno, basandosi sull'ultimo comma dell'emendamento, ha senso compiuto? Per quanto riguarda la prima parte, ad esclusione dell'ultimo comma, il relatore esprime un parere favorevole?

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, io ho proposto il ritiro dell'emendamento 46.500 e ho dichiarato la mia disponibilità ad accogliere un ordine del giorno risultante dalla trasformazione dell'emendamento. Pertanto, non riesco a capire questa discussione.

 

PRESIDENTE. Il senatore Barbato vuole mantenere i primi tre commi dell'emendamento e presentare un ordine del giorno in relazione all'ultimo comma. A questo punto ho bisogno di disporre di un testo per procedere alla votazione per parti separate. (Il senatore Morando abbandona il suo banco e sale verso i banchi in cui siede il senatore Barbato con il quale interloquisce).

 

PARAVIA (AN). Signor Presidente, il senatore Morando sta cercando di intimidire il senatore Barbato. Non è corretto.

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, non intimidisca il teste. (Vive e reiterate proteste dai banchi del centro-destra).

 

RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, la mia proposta è di chiedere al presentatore dell'emendamento di convergere sul testo presente nel decreto-legge, emendato della proposta della Commissione, considerato che non vi sono differenze sostanziali. Per questo motivo avevo chiesto il ritiro dell'emendamento, dichiarandomi disponibile ad accogliere un ordine del giorno in tal senso.

 

PRESIDENTE. Il presentatore ha detto chiaro e tondo che non intende ritirare l'emendamento.

 

RIPAMONTI, relatore. È chiaro che se non lo ritira, il parere del relatore è contrario.

 

SODANO (RC-SE). Signor Presidente, credo che vi sia un'incomprensione tra il relatore ed il presentatore dell'emendamento in esame perché in realtà la proposta del relatore va nella stessa direzione di quanto è scritto nel testo dell'emendamento del senatore Barbato. Soltanto l'ultimo comma è incompatibile con il parere espresso dal relatore e con il testo originario del Governo. Il senatore Barbato intende trasformare l'ultimo comma dell'emendamento in un ordine del giorno. In realtà, la modifica proposta dal senatore Barbato è quella che in parte risulta, tra l'altro in modo più stringato, dal testo del relatore. In sostanza, invece del parere di compatibilità ambientale per i rigassificatori c'è bisogno di una valutazione di impatto ambientale per le aree portuali e i presidi industriali. Vengono estrapolate le aree esterne a quelle delle aree portuali e industriali.

Se fosse possibile accantonare tale questione per dieci minuti in attesa che si possa... (Vive e reiterate proteste dai banchi dell'opposizione).

 

PRESIDENTE. Senatore Morando, lasci stare il senatore Barbato, per cortesia.

 

SODANO (RC-SE). Presidente, le chiedo qualche minuto per poter scrivere il testo correttamente, perché non mi pare che ci sia una tale divergenza tra il relatore ed il senatore Barbato. Credo ci sia una differenza di interpretazione data dalla stanchezza delle lunghe ore passate in quest'Aula. Chiedo l'accantonamento di questo emendamento.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, mi sembra assai irrituale questo sistema per cui i relatori e i rappresentanti del Governo si alzano, vanno verso il presentatore di un emendamento, lo apostrofano in un modo tale che l'Assemblea non possa ascoltare.

Credo che dobbiamo mantenere tutti la calma e lasciare che ciascun senatore svolga il proprio compito come fanno tutti, anche i senatori a vita. Lasciamolo fare anche agli altri!

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Signor Presidente, vorrei far notare come la proposta avanzata dal senatore Barbato abbia una sua logica, se leggiamo attentamente l'emendamento. Avrei preferito che l'emendamento restasse integro e avrei fatto una dichiarazione di voto a favore.

Confermo il mio voto a favore dell'emendamento. La sua logica, Presidente, c'e l'ha, dal momento che nella parte che resta e che ci accingiamo a votare, c'è una autorizzazione unica che costituisce variante urbanistica, industriale e anche del piano regolatore portuale. La parte che invece il senatore Barbato trasforma in ordine del giorno auspica che tutto ciò sia relativo a coloro che già dispongono di accordi di fornitura di gas naturale liquefatto.

Chi conosce il problema sa che in Italia esso ha due aspetti: quello di costruire rigassificatori e quello di approvvigionamento del gas; tant'è vero che, nella polemica, una parte della sinistra sostiene che è inutile costruire rigassificatori, perché poi vi saranno problemi per l'approvvigionamento del gas, cosa che non credo assolutamente, perché l'approvvigionamento dipende anche dai comportamenti dei Governi.

Era meglio se l'emendamento restava in piedi interamente; tuttavia, dichiaro che il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore sia dell'emendamento che dell'ordine del giorno.

 

DE GREGORIO (Misto-Inm). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DE GREGORIO (Misto-Inm). Signor Presidente, mi auguro vivamente che il senatore Barbato voglia mantenere il suo emendamento anche nella parte iniziale e interpreto il sentimento di molti colleghi, che questo emendamento intendono liberamente votare, trattando un problema fondamentale per il futuro del Paese.

Si tratta di una questione importante, per la quale stiamo guardando con simpatia all'iniziativa del senatore Barbato e a sostegno della stessa.

Oltre ad evidenziare il mio voto favorevole, quindi, mi auguro vivamente che il senatore Barbato mantenga l'emendamento e ci consenta di votarlo, dando solidarietà ad una iniziativa importantissima per il futuro di questo Paese.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BARBATO (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, ringrazio il Presidente ed anche il senatore De Gregorio, ma delle sue simpatie posso fare a meno.

Concordo con la spiegazione data dal relatore, che recepisco, e quindi ritiro l'emendamento, trasformandolo in un ordine del giorno.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Presidente, gli emendamenti successivi di fatto riprendono il contenuto dell'emendamento presentato dal collega Barbato. Faccio notare alla maggioranza che, tranne l'ultima parte dell'emendamento, che avrebbe comportato una forte intromissione, la prima parte non è dirompente e poteva essere approvata, poiché semplicemente riscrive la norma in modo corretto, anche con riferimento alle competenze del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Pertanto, Presidente, poiché gli emendamenti successivi sono sostanzialmente dello stesso tenore, facciamo nostro l'emendamento 46.500 (Testo corretto) e ne chiediamo la votazione.

 

SACCONI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SACCONI (FI). Chiedo anch'io, come firmatario dell'emendamento, che esso venga posto ai voti, come stava per essere votato secondo l'articolazione che era stata prospettata dallo stesso collega Barbato.

 

GARRAFFA (Ulivo). Domando di parlare. (Commenti dai Gruppi AN e FI. Richiami del Presidente).

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GARRAFFA (Ulivo). Non sono un ghostbuster e non voglio assolutamente provocare le ire dei colleghi, ma dobbiamo essere coscienti che si stanno votando norme significative.

Rilevo che per due volte il collega Divella non è presente in Aula. La scheda si trova nella postazione dietro il collega Mantovano, ma il senatore Divella non è presente in Aula. La prego di farla togliere, Presidente.

 

PRESIDENTE. Verrà fatto. Ho già dato disposizioni agli assistenti parlamentari in tal senso.

Colleghi, propongo di votare l'emendamento in esame per parti separate, cioè i primi tre commi e poi il quarto, fino alla parola: «portuale», su cui il Governo e il relatore hanno espresso parere contrario.

 

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MATTEOLI (AN). Presidente, facciamo nostro l'emendamento per intero e chiediamo di sottoporlo ad un'unica votazione nel suo complesso.

Chiediamo inoltre la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE. Procediamo pertanto ad un'unica votazione.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Matteoli, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 46.500 (testo corretto), presentato dal senatore Barbato, ritirato dal proponente e fatto proprio dal senatore Sacconi e da altri senatori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 46.9, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 46.10, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 46.11, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 46.800, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 46.14, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 46.15, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Senatore Rossi Fernando, accoglie l'invito a ritirare l'emendamento 46.503?

 

ROSSI Fernando (Misto-Mpc). Accolgo l'invito.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 46.17, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 46.18, presentato dal senatore Polledri e da altri senatori.

Non è approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 46.19.

 

LIBE' (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LIBE' (UDC). Presidente, mi ha meravigliato il parere contrario sul mio emendamento, anche perché esso ripristina una situazione vigente prima del 2001, quindi prima del Governo Berlusconi.

Noi parliamo di dipendenza energetica, di problemi legati all'approvvigionamento; parliamo di fonti pulite. Possediamo un giacimento di 35 miliardi di metri cubi nell'alto Adriatico ed anche in Ministero dell'ambiente, l'attuale Ministero, ha valutato che i problemi che erano stati paventati, cioè il problema della subsidenza, non esistono.

L'emendamento 46.19 chiede l'abrogazione dell'articolo 26 della legge 31 luglio 2002, n. 179, che riporterebbe alla situazione precedente, in cui era possibile fare della ricerca e coltivare idrocarburi nell'alto Adriatico ad una distanza di 12 miglia dalla costa, previe le necessarie valutazioni di impatto ambientale e l'accordo con la regione Veneto.

Nel chiedere la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, per questo emendamento, invito anche tutti gli amici Verdi, che parlano di fonti pulite come il metano, a votarlo.

 

STIFFONI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STIFFONI (LNP). Signor Presidente, vorrei far presente all'Aula che l'emendamento in questione, certamente di un senatore non veneto, sottintende l'avvio di trivellazioni, perforazioni ed estrazioni nella laguna di Venezia.

Personalmente penso non sia il caso neppure di andare avanti con altri commenti al riguardo.

 

PRESIDENTE. Speriamo che non si buchi il MOSE prima che venga realizzato.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Libè, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 46.19, presentato dal senatore Libè.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 46.0.900/2, presentato dai senatori Polledri e Franco Paolo.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 46.0.900/500, presentato dal senatore Ciccanti.

Non è approvato.

Metto ai voti l'emendamento 46.0.950, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 46.0.800, presentato dalla Commissione.

È approvato.

 

Passiamo all'emendamento 46.0.801/1.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SCARPA BONAZZA BUORA (FI). Signor Presidente, chiedo che questo emendamento venga votato per parti separate.

Il comma 1 in buona sostanza prevede un aggravio di costi per i pescatori davvero insostenibile. Si tratta di fondi che nel 1999 sono stati ritenuti dalla Commissione europea indebitamente percepiti dai pescatori italiani sulla base di provvedimenti di legge autorizzati e votati da Governi, tra l'altro, di centro-sinistra tre legislature fa.

Faccio notare che né il Governo Amato, né successivamente il Governo Berlusconi hanno mai voluto attivarsi affrontando un confronto anche molto acceso con le autorità comunitarie per la ripetizione di queste somme da coloro che hanno percepito tali aiuti.

Anche se nell'emendamento è prevista una rateizzazione in 14 rate annuali, francamente credo sia sbagliato, in un momento come questo, per i motivi che dicevo prima, andare a gravare in maniera così pesante su una categoria tanto povera come quella dei pescatori.

Per quanto concerne invece il comma 2, ovviamente il voto sarà favorevole, dal momento che, tra l'altro, si tratta di una misura che abbiamo proposto noi con il nostro Governo.

Chiedo, infine, la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico dell'emendamento 46.0.801.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 46.0.801/1, presentato dal senatore D'Alì.

Non è approvato.

Non essendoci obiezioni, procediamo alla votazione dell'emendamento 46.0.801 per parti separate.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Scarpa Bonazza Buora, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento 46.0.801, presentato dalla Commissione, fino alle parole «delle somme».

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B).

 

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1819

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della seconda parte dell'emendamento 46.0.801.

 

AZZOLLINI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

AZZOLLINI (FI). Signor Presidente, non avevamo avuto indicazioni sulla parte di emendamento appena votata. Essa riguarda le vittime del mare; si tratta di un emendamento del relatore, che però aveva visto la convergenza di tutti. (Commenti del senatore Scarpa Bonazza Buora, che fa cenno di voler intervenire).

 

PRESIDENTE. Colleghi, siamo in votazione. Queste questioni vanno chiarite dopo.

Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la restante parte dell'emendamento 46.0.801, presentato dalla Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva.

 

Metto ai voti l'emendamento 46.0.801, presentato dalla Commissione, nel suo complesso.

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell'emendamento 46.0.1.

 

MENARDI (AN). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MENARDI (AN). Signor Presidente, sono stupito per il parere negativo espresso dal relatore e dal Governo sull'emendamento 46.0.1. Tale emendamento chiede semplicemente di poter condividere le reti di adduzione dell'energia proveniente da centrali che utilizzano energia rinnovabile.

Poiché si parla tanto di energia rinnovabile (e mi pare che il Governo voglia raggiungere obiettivi importanti sotto questo profilo), non riesco a capire per quale motivo si esprima parere contrario su questo emendamento, che non costa una lira e chiede semplicemente, a chi già ha un conduttore, di poterlo condividere con chi lo può utilizzare. Mi sembra si tratti di un risparmio - è il caso di dirlo - di energia e di risorse per tutti. (Applausi dal Gruppo AN).

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere favorevole all'emendamento 46.0.1. Da una lettura più attenta, emerge infatti che il senatore Menardi ha ragione.

 

PRESIDENTE. Il relatore si associa al parere del Governo?

 

RIPAMONTI, relatore. Sì, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 46.0.1, presentato dal senatore Menardi.

È approvato.

 

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 47 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

 

AZZOLLINI (FI). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

AZZOLLINI (FI). Signor Presidente, vorrei fare innanzitutto una precisazione sull'emendamento 46.0.801 e su ciò che è accaduto poco fa. Aveva ragione il collega Scarpa: non era stata votata la seconda parte dell'emendamento, ma la prima. Sulla seconda parte, riguardante le vittime del mare, abbiamo espresso tutti un voto favorevole.

Intervenendo invece sull'ordine dei lavori, vorrei sottolineare che non è possibile passare all'esame dell'articolo 47, perché è evidente che la copertura finanziaria da esso prevista, a seguito degli emendamenti che sono stati approvati, uno dei quali di particolarissima rilevanza finanziaria (dell'ordine di miliardi euro), non funziona più.

Non mi sfugge il fatto che l'emendamento del senatore Rossi avesse in sé una copertura. Com'è noto, però, una delle violazioni tipiche delle coperture è la mancata quantificazione delle stesse. Non può verificarsi solo l'inesistenza della copertura, ma anche la sua mancata quantificazione.

Se si esamina quell'emendamento, si vedrà che la copertura basata sui conti quiescenti è molto generica, che si fa riferimento ad una percentuale (il 30 per cento) che non è assolutamente quantificata e, soprattutto, che non viene assolutamente stabilita la corrispondenza temporale fra l'erogazione dei contributi e la copertura; quest'ultima, essendo basata sui conti quiescenti, è ancora del tutto in mente Dei e non se ne sa assolutamente alcunché. Ha pertanto carattere di aleatorietà e di mancata quantificazione.

A me pare che il Governo, per poter portare una norma di copertura, debba elaborare una relazione tecnica nuova, spiegarci a quanto ammonta la copertura effettiva e stabilire se quella del senatore Rossi è accettabile sulla base di una relazione tecnica regolarmente vidimata dalla Ragioneria generale dello Stato. Solo allora potremo prendere in considerazione l'esame dell'articolo 47.

 

MORANDO (Ulivo). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MORANDO (Ulivo). Signor Presidente, non voglio minimamente intralciare i lavori in corso. Prima di votare quell'emendamento, avevo provato a dire che, a mio giudizio, non si sarebbe dovuto porre in votazione, perché c'era un problema di evidente inammissibilità determinata dal fatto che non c'era un definanziamento della legge che quelle risorse sono chiamate a finanziare.

Tuttavia, ho preso atto sia della sua decisione (cioè di mettere ai voti l'emendamento, considerandolo ammissibile), sia della decisione dell'Aula. Immagino che nella seconda lettura si potrà porre rimedio a ciò. In ogni caso, l'emendamento è stato posto in votazione con un copertura addirittura, ove esistesse, sovrabbondante. Quindi, l'argomento usato dal senatore Azzollini (se mi posso permettere, dato che è un amico), anche considerando che ha votato a favore di quell'emendamento, è capzioso.

 

PRESIDENTE. Può darsi che si sia pentito. Se la copertura è davvero sovrabbondante, siamo tutti tranquilli sull'esito.

Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 47.2 e 47.1.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esprimo parere conforme a quello del relatore.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BUTTIGLIONE (UDC). Signor Presidente, il problema in questo momento non è se vi sia o meno la copertura, ma se l'equilibrio complessivo del provvedimento che è soggetto oggi alla nostra attenzione sia mantenuto o no e se, alla luce dei cambiamenti avvenuti, il Governo si senta ancora di confermare che le cifre contenute in quest'ultimo articolo siano tenibili.

Dal momento che il Parlamento è sovrano, ma non sulla matematica, perché essa si sottrae alla sovranità del Parlamento, stiamo per votare qualcosa che è evidentemente falso. C'è un problema di onestà intellettuale che investe noi come voi della maggioranza, fin quando la si potrà chiamare così: stiamo per votare un'operazione aritmetica che non torna. A mio parere, non possiamo farlo: un Parlamento serio non lo fa.

 

RIPAMONTI, relatore. Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RIPAMONTI, relatore. Ci sono problemi sulla copertura, nel senso che l'emendamento 44.501, a firma del senatore Rossi, aveva una copertura in eccedenza rispetto a quanto previsto dall'emendamento. La destra ha deciso di votarlo; probabilmente, adesso si sta pentendo.

STRANO (AN). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

STRANO (AN). Signor Presidente, sono intervenuto nella prima fase per chiedere se questo riequilibrio esisteva. Noi abbiamo necessità di avere sull'impianto complessivo una certificazione politica, ma non soltanto; vorremmo una certificazione anche contabile da parte del Governo, che non c'è. La certificazione non la può dare né il relatore, né tanto meno il Presidente della Commissione.

 

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

POLLEDRI (LNP). Vorrei innanzitutto ricordare al relatore che l'emendamento lo approva il Parlamento e non la destra o la sinistra. Vorrei inoltre riconoscere al collega Rossi una coerenza con i suoi princìpi e un coraggio che forse noi nella passata legislatura non abbiamo avuto.

In secondo luogo, il presidente Morando ha quasi scritto libri sul discorso dei conti dormienti ed il fatto che oggi ci venga a dire che questa copertura è a norma perfetta ci stupisce. Consiglieremmo anche noi al Governo di abrogare l'articolo 47.

 

PRESIDENTE. Procederemo ora alla votazione degli emendamenti all'articolo 47. Se il Governo non risponde significa che autocertifica, non so se con il sistema ISO 9000, però vuol dire che concorda .

Metto ai voti l'emendamento 47.2, presentato dal senatore Vegas da altri senatori.

Non è approvato.

 

Metto ai voti l'emendamento 47.1, presentato dal senatore Baldassarri e da altri senatori.

Non è approvato.

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno G5.7, presentato dal senatore Izzo, su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

 

PRESIDENTE. Senatore Izzo, il relatore ha espresso parere favorevole all'ordine del giorno G5.7, da lei presentato, così come il Governo. Insiste per la votazione?

 

IZZO (FI). Sono chiaramente d'accordo. L'ho proposto e ho trovato adesione. È vero che siamo stanchi, però.

 

PRESIDENTE. Si può insistere per la votazione come accontentarsi.

 

IZZO (FI). Presidente, l'ho trasformato io il mio emendamento in ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Va bene, ma quando il relatore esprime un parere favorevole, si può dire: "Sono soddisfatto", e basta.

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G5.7 non verrà posto in votazione.

Passiamo ora all'esame dell'emendamento 14.0.6, precedentemente accantonato, che invito il presentatore ad illustrare..

 

BUCCICO (AN). Signor Presidente, si tratta di un emendamento che non comporta alcun onere finanziario e riguarda una legge famosa del 1986, dovuta al presidente Colombo, che ha portato al trasferimento in concessione al Comune di buona parte della proprietà edilizia del Rione Sassi. Esso riguarda la trasformazione delle subconcessioni gratuite del demanio al Comune di Matera in proprietà e la destinazione da parte del Comune a subconcessionari, ferma la legislazione vincolistica molto rigida, atteso che i Sassi sono un bene protetto dall'UNESCO.

Quindi, siccome non c'è nessun onere finanziario e si tratta di una razionalizzazione di una legge del 1986, penso che questo emendamento possa essere approvato.

 

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento in esame.

 

RIPAMONTI, relatore. Propongo al presentatore di trasformare tale emendamento in ordine del giorno, che sicuramente sarebbe accolto dal relatore e penso anche dal Governo.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Anche io invito il senatore Buccico a trasformare tale emendamento in ordine del giorno. Il problema sollevato è reale e va inquadrato in una dimensione un po' più ampia, perché vi sono altre realtà. Il Governo in sede di finanziaria affronterà questa normativa e sono sicuro che il problema della città di Matera sarà risolto.

 

PRESIDENTE. Senatore Buccico, cosa intende fare?

 

BUCCICO (AN). Sono d'accordo con la proposta del relatore e del Governo, Presidente. Pertanto, trasformo l'emendamento 14.0.6 nell'ordine del giorno G14.6. Affronteremo il problema nel corso dell'esame della finanziaria.

 

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G14.6 non verrà posto in votazione.

Passiamo ora all'esame della proposta di coordinamento C1, su cui invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

 

RIPAMONTI, relatore. Esprimo parere favorevole.

 

LETTIERI, sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Anche il Governo è favorevole.

 

PRESIDENTE. Metto ai voti la proposta di coordinamento C1, presentata dalla Commissione.

È approvata.

 

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, abbiamo vissuto tutti questa giornata ed abbiamo verificato che questa è stata una sorta di prova tecnica di finanziaria. Ci dobbiamo aspettare un clima molto simile in finanziaria. Non sfugge a nessuno che per ogni voto ogni singolo senatore è assolutamente prezioso e non sfugge nemmeno a nessuno che lei oggi si è preso carico in larga misura della Presidenza. Questo le va a merito, ma non credo sia giusto.

Credo - lo dico qui ma solleverò il problema anche in sede di Conferenza dei Capigruppo - che si debba regolamentare in maniera assolutamente rigorosa il tempo per il quale ogni Vice Presidente occupa lo scranno della Presidenza. Altrimenti, è evidente che la maggioranza, oltre a numerosi altri vantaggi, più o meno surrettizi, acquisisce anche questo.

Credo, inoltre, che stasera debba venire il presidente Marini per il voto finale e non debba sfuggire a questa sua responsabilità, perché non credo sia giusto che l'opposizione si prenda in carico anche la Presidenza del Senato quando fa comodo avere un voto in meno. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

 

PRESIDENTE. Senatore Castelli, non credo che francamente il suo intervento sia riferito all'avere un voto in più o in meno. Talvolta con i colleghi Sottosegretari non si partecipa al voto per riequilibrare le cose e credo sia la soluzione migliore.

Colleghi, dobbiamo procedere alla dichiarazioni di voto ed al voto finale. I tempi a disposizione di una parte sono esauriti, mentre, dall'altra, sono invece esaurite le forze. Francamente vorrei proporre all'Aula di procedere al voto, punto e basta; tanto, sono già emerse chiaramente tutte le diverse volontà. (Generali applausi).

Mi sembra siano già emersi chiaramente gli orientamenti al riguardo; direi quindi di procedere al voto finale, subito dopo aver posto in votazione la proposta di coordinamento C2.

Metto ai pertanto ai voti la proposta di coordinamento C2, presentata dal relatore.

È approvata.

 

Procediamo dunque alla votazione finale. Come sempre il senatore Carrara chiede la votazione elettronica.

Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Carrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

 

Presidenza del presidente MARINI (ore 1,13)

 

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

 

PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge, composto del solo articolo 1, nel testo emendato, con il seguente titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale», con l'intesa che la Presidenza si intende autorizzata ad effettuare gli ulteriori coordinamenti che si rendessero necessari.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

 

Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur).

 

Vorrei ringraziare per l'impegno e anche per il nerbo della discussione tutti i senatori.

La seduta è tolta (ore 1,25).

 


Allegato A

 

 

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (1819)

(V. nuovo titolo)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (1819)

(Nuovo titolo)

 

 

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE (*)

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

________________

(*) Approvato, con emendamenti al testo del decreto-legge, il disegno di legge composto del solo articolo 1.

 

 

ARTICOLO 18 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 18.

(Adempimenti conseguenti ad impegni internazionali)

1. Per l'adempimento di impegni internazionali per la pace e lo sviluppo è autorizzata la spesa di 500 milioni di euro per l'anno 2007, da destinare:

a) per 40 milioni di euro, alla costituzione di un Fondo italiano per attività di mantenimento della pace in Africa «Peace Facility»;

b) per 130 milioni di euro, al versamento di una ulteriore quota del contributo italiano a favore del Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria (Global Health Found);

c) per 100 milioni di euro, alla corresponsione di quota parte dei contributi obbligatori dovuti all'Organizzazione delle Nazioni Unite per le Forze di pace e per la Corte penale internazionale;

d) per 225 milioni di euro, all'erogazione di contributi volontari ad organizzazioni umanitarie operanti a favore dei Paesi in via di sviluppo, di cui alla legge 3 gennaio 1981, n. 7, e alla legge 26 febbraio 1987, n. 49;

e) per 5 milioni di euro, al completamento delle attività di assistenza per la distruzione delle armi chimiche in Russia, di cui alla legge 19 luglio 2004, n. 196.

2. Per la partecipazione dell'Italia a banche e fondi di sviluppo internazionali per aiuti finanziari ai Paesi in via di sviluppo, è autorizzata la spesa di 410 milioni di euro, per l'anno 2007, da ripartire con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze.

 

 

EMENDAMENTO 18.8 E SEGUENTI

 

18.8

SCARPA BONAZZA BUORA, PICCIONI, COMINCIOLI, SANCIU, ZANOLETTI, FERRARA

Ritirato e trasformato nell'odg G18.101

Dopo l'articolo 42,inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Sospensione di applicazione studi di settore per la pesca)

1. Nelle more della revisione periodica degli studi di settore prevista dall'articolo 1, comma 399 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, gli accertamenti per il periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge e per i due periodi di imposta successivi, sono sospesi per il settore della pesca in acque marine e lagunari e servizi connessi».

Conseguentemente ridurre l'importo di cui all'articolo 18 comma 1 del presente decreto.

 

18.12

FERRARA, COSTA

Respinto

All'articolo 39 è aggiunto il seguente nono comma:

«9. In considerazione delle difficoltà tecniche incontrate dagli intermediari finanziari in sede di prima applicazione delle nuove disposizioni relative all'inoltro, per via telematica, delle risposte alle richieste formulate ai sensi dell'articolo 32, comma primo, n. 7, del decreto del Presidente della Repubblica 26 settembre 1973, n. 600 e dell'articolo 51, comma secondo, n. 7, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, gli stessi intermediari, di concerto con gli Uffici dell'Agenzie delle Entrate richiedenti, possono ripetere entro il 31 marzo 2008 (o altra data), senza applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 10, comma primo, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, gli invii delle risposte che sono risultate nel frattempo inevase o incomplete».

Conseguentemente ai maggiori oneri si provvede mediante riduzione del 1 per cento di tutti gli importi di cui all'articolo 18.

 

18.700 (testo corretto)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo la lettera e), inserire la seguente:

«e-bis) per 5 milioni di euro, al Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF).

Conseguentemente alla lettera d) sostituire le parole: «225 milioni» con le altre: «220 milioni».

 

18.14

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI, STIFFONI

Respinto

Sostituire l'articolo 35 con il seguente:

«Art. 35. - (Fondo per i comuni di confine). - 1. All'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente:

"7. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione dei territori svantaggiati dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano, nonché dei comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di cui 14 milioni di euro sono destinati esclusivamente ai comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. Le modalità di erogazione del predetto Fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, .su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari. Il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali provvede, in applicazione dei criteri stabiliti con il decreto ministeriale, a finanziare specifici progetti di spesa corrente, finalizzati al sostegno economico e sociale, nonché allo sviluppo dei suddetti territori".

2. Per l'anno 2007 sono stanziati ulteriori 10 milioni di euro sul Fondo di cui al comma precedente da destinare, per le medesime finalità, ai comuni limitrofi ai comuni di confine con le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano, con la Confederazione Elvetica e l'Austria».

Conseguentemente, all'articolo 18, comma 1, lettera a) sostituire le parole: «40 milioni» con le seguenti: «30 milioni».

 

18.15

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 42,aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

«1. All'articolo 234 del decreto legislativo n. 285 del 1992, e successive modificazioni, dopo il comma 5 sono aggiunti, in fine, i seguenti:

5-bis. L'articolo 27, comma 8-bis, si applica alle autorizzazioni rilasciate a far data dal 12 gennaio 2007, anche in relazione alle richieste presentate in data antecedente al suddetto termine. A decorrere dal 10 gennaio 2007, i canoni relativi alle autorizzazioni rilasciate in una data antecedente sono quantificati ai sensi del medesimo comma 8-bis.

5-ter. Per le richieste di autorizzazione pervenute entro il 31 dicembre 2007, l'ente proprietario autorizza gli accessi preesistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, anche in deroga alle distanze minime di cui all'articolo 45, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, e successive modificazioni, esclusivamente qualora la mancata autorizzazione renda il fondo intercluso ed a condizione che si rispettino i criteri di cui all'articolo 45, comma 5 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 495 del 1992, e successive modificazioni. Il requisito di preesistenza dell'accesso deve essere documentabile tramite atto pubblico che dimostri la proprietà del fondo in capo al richiedente, alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo».

Conseguentemente all'articolo 18 lettera c) e lettera d) ridurre gli importi per 2,5 milioni di euro per ciascun voce.

 

18.16

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 42,aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

«1. Dopo il comma 8 dell'articolo 27 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è inserito il seguente:

"8-bis. Quando l'autorizzazione riguarda l'unico ed indispensabile accesso al fondo rustico ed agli annessi fabbricati rurali, il canone determinato in base ai criteri previsti annualmente con provvedimento del direttore di ANAS S.p.A. è ridotto ad un quinto".

2. Nel caso di più accessi a fondi rustici ed a fabbricati rurali della stessa azienda agricola, la disposizione di cui al comma 1 si applica ad uno solo di essi, che deve essere individuato dal titolare al momento della richiesta delle relative autorizzazioni.

3. L'autorizzazione è rilasciata a titolo gratuito per gli accessi relativi ai fondi rustici ubicati in comuni classificati montani o parzialmente montani».

Conseguentemente all'articolo 18 lettera c) e lettera d) ridurre gli importi per 2,5 milioni di euro per ciascuna voce.

 

18.701

LA COMMISSIONE

V. em. 31.900

All'articolo 31, dopo il comma terzo, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore della lega del filo d'oro».

Conseguentemente all'articolo 31, comma 1, sostituire la cifra: «40» con la cifra: «39».

 

18.19

LA COMMISSIONE

Approvato

All'articolo 31 inserire il comma 4 «Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore dell'Ente Nazionale Sordi».

Conseguentemente ridurre per lo stesso importo lo stanziamento di cui alla lettera e), del comma 1 dell'articolo 18.

 

18.20

STRACQUADANIO

Respinto

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. È vietata qualsiasi erogazione di denaro o altra utilità, da parte dello Stato e di ogni altro ente pubblico, in favore della Associazione Emergency».

 

18.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 2, dopo le parole: «su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze» inserire le seguenti: «d'intesa con il Ministro degli affari esteri»; aggiungere, in fine, il seguente comma:

«2-bis Per il perseguimento delle finalità istituzionali e per assicurare il proprio funzionamento, in coerenza con il processo di revisione organizzativa di cui all'articolo 1, comma 404, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ed ai fini della razionalizzazione della spesa, le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari di 1ª categoria sono dotati di autonomia gestionale e finanziaria, secondo modalità disciplinate con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400».

 

 

ORDINI DEL GIORNO

 

G18.100

CALDEROLI

Respinto

Il Senato, premesso che:

Nella relazione tecnica al decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, si legge, a riguardo all'articolo 178, «poiché la pace viene garantita anche mediante l'impiego di uomini in armi sotto la bandiera delle Nazioni Unite, sono state stanziate risorse, per un importo di 100 milioni di euro, da corrispondere all'ONU per sostenere gli oneri derivanti dalle diverse missioni in atto».

Impegna il Governo:

a garantire, anche in futuro, le risorse per la partecipazione alle missioni internazionali, promosse dalle Nazioni Unite, delle forze armate e delle forse di polizia.

 

G18.101 (già em. 18.8)

SCARPA BONAZZA BUORA, ZANETTIN, PICCIONI, COMINCIOLI, SANCIU, ZANOLETTI, FERRARA

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819,

impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative volte ad affrontare e risolvere le problematiche sollevate dall'emendamento 18.8.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

ARTICOLO 19 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 19.

(Misure in materia di pagamenti della P.A.)

1. Al comma 1 dell'articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, introdotto dal comma 9 dell'articolo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole: «Le amministrazioni pubbliche» sono sostituite dalle seguenti: «A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2, le amministrazioni pubbliche»;

b) le parole: «e le società a prevalente partecipazione pubblica,» sono soppresse;

c) dopo il comma 2 è aggiunto, in fine, il seguente:

«2-bis. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze, l'importo di cui al comma 1 può essere aumentato, in misura comunque non superiore al doppio, ovvero diminuito.».

 

 

EMENDAMENTI

19.500

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera a), inserire la seguente:

«a-bis) sostituire le parole: "diecimila euro" con le parole: "cinquantamila euro".

 

19.501

CICCANTI

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

«a-bis) le parole: "e la società a partecipazione pubblica" sono soppresse.

 

19.502

CICCANTI

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

«a-bis) le parole: "a prevalente" sono sostituite dalle seguenti: "a totale"».

 

19.3

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1 sopprimere la lettera b).

 

19.4

CENTARO, FERRARA

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera b), inserire la seguente:

«b-bis) le parole: «diecimila euro» sono sostituite dalle seguenti: «cinquecentomila euro».

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

19.503

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera b), inserire la seguente:

«b-bis) al comma 2, dopo le parole: «da adottare» sono aggiunte le seguenti: «, previo parere della Conferenza Unificata Stato Regioni Autonomie Locali».

 

19.5

PARAVIA, BALDASSARRI, AUGELLO

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera b) inserire la seguente:

«b-bis) la parola "diecimila" è sostituita dalla seguente: "centomila"».

 

19.504

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, sopprimere la lettera c).

 

19.9

FLUTTERO, COLLINO

Respinto

AI comma 1, lettera c),sostituire il comma «2-bis» con il seguente:

«2-bis. L'importo di cui al comma 1 deve essere completo di eventuali more e sanzioni maturate».

 

19.11

PARAVIA

Respinto

Al comma 1, capoverso «2-bis» dopo le parole: «può essere aumentato» sopprimere: «in misura comunque non superiore al doppio, ovvero diminuito».

 

 

ARTICOLO 20 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 20.

(5 per mille)

1. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 337, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è integrata di 150 milioni di euro per l'anno 2007.

 

 

EMENDAMENTI

 

20.2

CICCANTI

V. em. 20.850/1

Sostituire le parole: «150 milioni di euro» con le seguenti: «300 milioni di euro».

Conseguentemente sopprimere l'articolo 41.

 

20.850/1 (già 20.2)

CICCANTI

Respinto

All'emendamento 20.850, sostituire le parole: «150 milioni di euro» con le seguenti: «300 milioni di euro».

Conseguentemente sopprimere l'articolo 41.

 

20.3

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

V. em. 20.850/2

Le parole: «di 150 milioni di euro» sono sostituite con le seguenti: «di 210 milioni di euro».

Conseguentemente sopprimere l'articolo 27.

 

20.850/2 (già 20.3)

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Respinto

All'emendamento 20.850, le parole: «di 150 milioni di euro» sono sostituite con le seguenti: «di 210 milioni di euro».

Conseguentemente sopprimere l'articolo 27.

 

20.9

TURIGLIATTO

V. em 20.850/3

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

«1-bis. A modifica dell'art. 1, comma 337 della Legge 23-12-2005, n. 266 e dell'art. 1, commi 1234 e seguenti, della Legge 27-12-2006, n. 296, sono ammesse al riparto della quota del 5 per mille IRPEF le Associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal C.O.N.I. a norma di legge».

 

20.850/3 (già 20.9)

TURIGLIATTO

Approvato

All'emendamento 20.850, dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

«1-bis. A modifica dell'art. 1, comma 337 della Legge 23-12-2005, n. 266 e dell'art. 1, commi 1234 e seguenti, della Legge 27-12-2006, n. 296, sono ammesse al riparto della quota del 5 per mille IRPEF le Associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal C.O.N.I. a norma di legge».

 

20.850

IL RELATORE

Approvato con un subemendamento

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 1. Lo stanziamento di cui all'u.p.b.4.1.5.21 (5 per mille IRE volontariato e ricerca) di cui al bilancio dello Stato 2007 è integrato di 150 milioni di euro per l'anno 2007».

 

20.12

BARBIERI, ANGIUS, MONTALBANO

Inammissibile

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«2. All'articolo 47, comma 3, della legge 20 maggio 1985, n. 222, il secondo periodo è sostituito dal seguente: "In caso di scelte non espresse dai contribuenti, le relative risorse sono destinate a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale"».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 20

 

20.0.2

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 20, inserire il seguente:

«Art. 20-bis.

(Fondo rotativo per infrastrutture strategiche)

1. All'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) nel comma 355, dopo la lettera c), è aggiunta la seguente lettera:

"c-bis) infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale, di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443".

b) nel comma 357, è aggiunto alla fine il seguente periodo: "Il decreto di cui al presente comma, relativamente agli interventi di cui al comma 355, lettera c-bis), è emanato dal Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze"».

 

 

ARTICOLO 21 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 21.

(Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica)

 

1. Nei comuni di cui all'articolo 1, comma 1, della legge 8 febbraio 2007, n. 9, al fine di garantire il passaggio da casa a casa delle categorie sociali ivi indicate e di ampliare l'offerta di alloggi in locazione a canone sociale per coloro che sono utilmente collocati nelle graduatorie approvate dai comuni, è finanziato, nel limite di 550 milioni di euro per l'anno 2007, un programma straordinario di edilizia residenziale pubblica finalizzato prioritariamente al recupero e l'adattamento funzionale di alloggi di proprietà degli ex IACP o dei comuni, non occupati, all'acquisto o la locazione di alloggi, nonché all'eventuale costruzione di alloggi, da destinare prioritariamente a soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio in possesso dei requisiti di cui all'articolo 1 della citata legge n. 9 del 2007 e diretto a soddisfare il fabbisogno alloggiativo individuato dalle regioni e province autonome sulla base di elenchi di interventi prioritari e immediatamente realizzabili, con particolare riferimento a quelli ricompresi nei piani straordinari di cui all'articolo 3 della stessa legge e in relazione alle priorità definite nel tavolo di concertazione generale sulle politiche abitative.

2. Entro venti giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano trasmettono al Ministero delle infrastrutture e al Ministero della solidarietà sociale gli elenchi degli interventi di cui al comma 1.

3. Con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro della solidarietà sociale, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono individuati gli interventi prioritari e immediatamente realizzabili, sulla base degli elenchi di cui comma 1. Col medesimo decreto sono definite le modalità di erogazione dei relativi stanziamenti che possono essere trasferiti direttamente ai comuni ed agli ex IACP comunque denominati, ovvero possono essere trasferite in tutto o in parte alla Cassa depositi e prestiti, previa attivazione di apposita convenzione per i medesimi fini. La ripartizione dei finanziamenti deve assicurare una equa distribuzione territoriale, assicurando che in ciascuna regione vengano localizzati finanziamenti per una quota percentuale delle risorse di cui al comma 1, pari a quella stabilita dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 17 marzo 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 132 del 10 giugno 2003.

4. L'1 per cento del finanziamento di cui al comma 1 è destinato alla costituzione ed al funzionamento dell'Osservatorio nazionale e degli Osservatori regionali sulle politiche abitative, al fine di assicurare la formazione, l'implementazione e la condivisione delle banche dati necessarie per la programmazione degli interventi di edilizia residenziale con finalità sociali. Con apposito decreto del Ministro delle infrastrutture, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono definite le modalità di funzionamento della rete degli Osservatori e di impiego del finanziamento.

 

 

EMENDAMENTI

 

21.2

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: «è finanziato, nel limite di 550 milioni di euro per l'anno 2007, un programma straordinario di edilizia residenziale pubblica finalizzato» con le seguenti: «sono finanziati, nel limite di 550 milioni di euro per l'anno 2007, programmi straordinari regionali di edilizia residenziale pubblica finalizzati».

 

21.4

FLUTTERO, COLLINO

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: «550 milioni di euro» con le seguenti: «1000 milioni di euro».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007, n. 127.

 

21.5

EUFEMI

Respinto

Il limite di finanziamento pari a 150 milioni di euro per il 2007 previsto dall'art. 41 del decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159 va a incrementare le risorse di cui all'art. 21 del medesimo decreto-legge per la concessione di contributi in misura non superiore al quaranta per cento del costo di costruzione previsto dal decreto del ministro dei lavori pubblici 5 agosto 1994 da destinare al recupero o alla realizzazione di alloggi in locazione in base alle proposte pervenute alla regione da parte di imprese di costruzione, cooperative di abitanti e loro consorzi.

Conseguentemente sopprimere l'articolo 41.

 

21.8

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, sostituire le parole: «non occupati» con le seguenti: «non assegnati».

 

21.9

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1 sostituire le parole: «all'acquisto o la locazione di alloggi, nonché all'eventuale costruzione di alloggi» con le seguenti: «nonché all'acquisto, alla locazione di alloggi e all'eventuale costruzione di alloggi» e, in fine, aggiungere le seguenti parole: «In ottemperanza alla normativa comunitaria e nazionale relativa aI rendimento energetico in edilizia, il programma straordinario di edilizia residenziale pubblica di cui al presente comma deve essere attuato in modo da garantire il rispetto dei criteri di efficienza energetica, di riduzione delle emissioni inquinanti, di contenimento dei consumi energetici e di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile».

 

21.10

FLUTTERO, COLLINO

Respinto

Al comma 1, sopprimere le parole: «o la locazione di alloggi».

 

21.12

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, dopo le parole: «da destinare prioritariamente» inserire le seguenti: «alle giovani coppie a basso reddito e».

 

21.700/1

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 21.700, sopprimere le parole: «ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163».

 

21.700/2

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 21.700, sopprimere le parole: «anche attraverso rimodulazioni dei singoli interventi in base alle esigenze accertate».

 

21.700

LA COMMISSIONE

V. testo 2

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «per l'anno 2007 è stanziata la somma di 50 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1008, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da realizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche attraverso la rimodulazione dei singoli interventi in base alle esigenze accertate».

Conseguentemente, all'articolo 41, comma 1, le parole: «150 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «100 milioni»

 

21.700 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «per l'anno 2007 è stanziata la somma di 50 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1008, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da realizzare limitatamente alle opere pubbliche ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche attraverso la rimodulazione dei singoli interventi in base alle esigenze accertate».

Conseguentemente, all'articolo 41, comma 1, le parole: «150 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «100 milioni»

 

21.15

MORRA, DI BARTOLOMEO, FERRARA

Assorbito

Al comma 1, in fine, aggiungere il seguente periodo: «A valere sulle risorse di cui al presente comma è stanziata la somma di 50 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1008, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da realizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche attraverso la rimodulazione dei singoli interventi in base alle esigenze accertate».

 

21.16

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: «Le graduatorie sono revisionate annualmente e a tal fine viene considerato l'intero reddito familiare del soggetto richiedente, nonché la disponibilità di altri immobili da parte del richiedente. L'amministrazione finanziaria provvede ad effettuare periodicamente accertamenti a campione su tali soggetti».

 

21.18

EUFEMI

Respinto

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Al fine di aumentare l'offerta di alloggi in locazione a canone concordato, di cui all'articolo 2, comma 3, della legge 3 dicembre 1998, n. 431, da destinare prioritariamente a favore di soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio e non aventi i requisiti per accedere ad alloggi di edilizia residenziale pubblica, i Comuni destinano una quota parte delle disponibilità di cui al comma 1, al cofinanziamento, in misura non superiore al 50 per cento, alla realizzazione, da parte di imprese e cooperative di abitazione, di interventi di alloggi sociali in locazione di immediata cantierabilità».

Al comma 3, dopo le parole: «comunque denominati» inserire le seguenti: «e a soggetti privati di cui al comma 1-bis».

 

21.22

CICCANTI, FORTE

Ritirato

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

«2-bis. Le Regioni entro 3 mesi dall'entrata in vigore della presente legge definiranno le procedure per incentivare, nel caso di Piani Urbanistici Attuativi di iniziativa privata , la cessione di una quota parte della volumetria ammissibile da PUA da destinare ad edilizia residenziale pubblica secondo i seguenti criteri:

a) cessione di un minimo del 20% dell'intera volumetria realizzabile con l'obbligo della integrazione di tale volumetria nel progetto generale;

b) abbattimento degli oneri concessori ( costo di costruzione e costo di urbanizzazione) in ragione del doppio del corrispettivo della volumetria ceduta;

c) attribuire al cedente un credito di volumetria pari a quella ceduta per l'edilizia residenziale pubblica da collocare anche in zone agricole prive di vincoli di inedificabilità ambientali ed archeologici da individuare in sede di PUA;

d) consentire il cambio di destinazione d'uso di immobili dimessi anche attraverso la demolizione e ricostruzione con il completamento di pari volumetria a quella ceduta per l'edilizia residenziale pubblica da destinare ad edilizia residenziale privata o attrezzature di servizio privato».

 

21.23

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 3, sostituire le parole: «trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto» con le seguenti: «sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge».

 

21.24

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 3, al primo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni».

 

21.27

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 3, sostituire le parole: «pari a quella stabilita dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 17 marzo 2003, pubblicato nella Gazzetta ufficialen. 132 del 10 giugno 2003.» con le seguenti: «secondo parametri che saranno definiti d'intesa con le Regioni e Province autonome».

 

21.29

MARTINAT, PONTONE, BUTTI, BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Sopprimere il comma 4.

 

21.30

EUFEMI

Id. em. 21.29

Sopprimere il comma 4.

 

21.31

FLUTTERO, COLLINO

Respinto

Sostituire il comma 4 con il seguente:

«4. Le regioni devono armonizzare ed eventualmente implementare le banche dati necessarie alla programmazione di interventi di edilizia residenziale pubblica al modello definito in accordo con il Ministro delle infrastrutture e delle politiche sociali».

 

21.32

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 4, dopo le parole: «finalità sociali» è inserito il seguente periodo: «, nonché al fine di monitorare il fenomeno dell'occupazione senza titolo degli alloggi di proprietà dell'ex IACP o dei comuni».

 

21.33

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 4, sostituire il secondo periodo con il seguente: «Il Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro della solidarietà, con decreto da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge tenuto conto della concertazione istituzionale di cui al comma 1 dell'articolo 4 della legge 8 febbraio 2007, n. 9, sentita la Conferenza unificata definisce la composizione, l'organizzazione e le funzioni dell'Osservatorio, anche ai fini del collegamento con le esperienze ed osservatori realizzati anche a livello regionale».

 

21.701

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Tutti i soggetti gestori del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica hanno l'obbligo, nel rispetto dei principi di efficienza, flessibilità e trasparenza, di assicurare attraverso un sistema di banche dati consultabile via Internet, tutte le informazioni necessarie al pubblico, permettendo al contempo un controllo incrociato dei dati nell'ambito di un sistema integrato gestito dall'amministrazione finanziaria competente. Dall'attuazione della presente norma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

 


21.37

FLUTTERO, COLLINO

Respinto

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Le regioni, sentiti i comuni ad elevata tensione abitativa, predispongono e sostengono, anche finanziariamente, iniziative finalizzate alla vendita ai soggetti locatari degli alloggi dagli stessi occupati impiegando il ricavato in ulteriori interventi di edilizia sociale».

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 21

 

21.0.900/3

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 21.0.900, al comma 1, dopo le parole: «sono destinate al finanziamento delle proposte» inserire le seguenti: «con la maggiore quota di cofinanziamento da parte delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano».

 

21.0.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 21, aggiungere il seguente:

«Art. 21-bis.

(Rifinanziamento dei programmi innovativi in ambito urbano "Contratti di quartiere II")

1. Alla scadenza del termine del 31 dicembre 2007, di cui all'articolo 4, comma 150, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 ed all'articolo 13, comma 2, deI decreto legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, le risorse originariamente destinate ai programmi costruttivi di cui all'art. 18 del decreto-legge 18 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, non impegnate, sono destinate al finanziamento delle proposte già ritenute idonee e non ammesse al precedente finanziamento tra quelle presentate ai sensi dei decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 27 dicembre 2001, n. 2522, 30 dicembre 2002 e 21 novembre 2003 concernenti il programma innovativo in ambito urbano denominato "Contratti di quartiere II". Nell'ambito delle predette risorse una quota fino a 60 milioni di euro è altresì destinata alla prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1008, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 da realizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche attraverso la rimodulazione dei singoli interventi in base alle esigenze accertate.

2. Con decreto del Ministro delle infrastrutture, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono stabilite le modalità di ripartizione delle risorse di cui al comma 1, primo periodo nonché la quota di cofinanziamento regionale e le modalità di individuazione delle proposte da ammettere a finanziamento.

3. Il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro delle infrastrutture, è autorizzato ad iscrivere, nei limiti degli effetti positivi stimati per ciascun anno in termini di indebitamento netto le risorse di cui al comma 1, previo versamento all'entrata del Bilancio delle Stato delle risorse finanziarie depositate sui conti correnti di tesoreria n. 20126 e n. 20127 intestati al Ministero dell'economia e delle finanze, in un fondo dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, ai fini del finanziamento delle iniziative di cui al medesimo comma 1.

4. Le regioni che hanno finanziato con propri fondi tutte le proposte di Contratti di quartiere II già ritenute idonee in attuazione dei richiamati decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 27 dicembre 2001, n. 2522, 30 dicembre 2002 e 21 novembre 2003, possono utilizzare le risorse di cui al comma 3 per finanziare nuovi programmi aventi caratteristiche analoghe a quelle dei Contratti di quartiere II che saranno individuati con il decreto di cui al comma 2».

 

21.0.1

EUFEMI

Precluso

Dopo l'articolo 21, aggiungere il seguente:

«Art. 21-bis.

1. Alla scadenza dei termini di cui all'articolo 4, comma 150 della legge 24 dicembre 2003, n. 350 e all'articolo 13, comma 2, del decreto legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito con modificazioni con la legge 23 febbraio 2006, n. 51, le risorse già destinate al finanziamento dei programmi costruttivi di cui all'articolo 18 del decreto legge 18 maggio 1991, n. 152 convertito con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203 e non impegnate da accordi di programma nel frattempo ratificati, sono destinate al finanziamento dei programmi innovativi in ambito urbano "Contratti di Quartiere".

2. Con decreto del Ministero delle infrastrutture, previa intesa in sede di Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, sono ripartite tra le Regioni secondo i criteri già adottati con D.M. 30 dicembre 2002, le risorse di cui al comma 1, a cui si aggiunge la quota di cofinanziamento regionale, pari almeno al 35% di quello statale.

3. Non meno del 60% delle risorse disponibili dovrà essere destinato all'aumento dell'offerta di alloggi sociali in locazione, anche tramite cofinanziamento pubblico-privato.

4. Agli interventi di edilizia sovvenzionata di cui all'art. 18 del decreto legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203 per i quali non sia stato ancora aggiudicato l'appalto, fermo restando il finanziamento a suo tempo concesso, si applicano i limiti di costo di cui al D.M. 5 agosto 1994 del Ministro dei lavori pubblici aggiornati ai sensi dell'art. 9 del medesimo decreto. In tal caso si può procedere ad una riduzione del numero di alloggi da realizzare o in alternativa il concessionario del programma può contribuire con fondi propri all'incremento del finanziamento statale.

5. Gli alloggi realizzati con il finanziamento privato di cui al comma 4 sono destinati alle finalità di cui al soprarichiamato art. 18 e possono essere ceduti agli enti locali, agli istituti autonomi case popolari o enti comunque denominati, a persone giuridiche che si impegnino a destinarle prioritariamente alla locazione ad appartenenti ai corpi armati dello Stato a cooperative costituite tra gli appartenenti ai corpi armati dello Stato ad un valore non superiore a quello indicato nella convenzione sottoscritta con il comune. Nel caso in cui gli alloggi vengano ceduti o rimangano nella disponibilità del promotore, questi saranno comunque destinati alla locazione per un periodo di 12 anni con le modalità di cui all'articolo 2, comma 3, della legge 9 dicembre 1998, n. 431.

 

21.0.2

CICCANTI, FORTE

Ritirato

Dopo l'articolo 21, aggiungere il seguente:

Art. 21-bis.

(Sospensione provvedimenti rilascio immobili per finita locazione)

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, non si applicano le esecuzioni dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili adibiti ad uso abitazione, nei confronti di conduttori con reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro, o siano o abbiano nel proprio nucleo familiare persone ultrasessantacinquenni, o siano malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, purché non siano in possesso di altra abitazione adeguata al nucleo familiare sul tutto il territorio nazionale.

2. Ai soggetti di cui al comma precedente saranno rinnovati i contratti di locazione ad uso abitativo, sottoscritti in qualità di conduttore, applicando la maggiorazione prevista dall'articolo 6, comma 6 della legge 9 dicembre 1998, n, 431.

3. Sono altresì annullate tutte le procedure di rilascio dell'immobile ad uso abitativo, esecutive e non esecutive, alla data di entrata in vigore della presente legge.

4. Le disposizioni di cui ai commi precedenti non si applicano al locatore che dimostri di trovarsi nelle condizioni di necessità sopraggiunta dell'abitazione».

 

 

ARTICOLO 22 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 22.

(Rifinanziamento della legge speciale per Venezia e MOSE)

1. Nell'ambito degli interventi per la salvaguardia di Venezia, di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 139, e successive modificazioni, con particolare riguardo alla definizione di una rete fissa antincendio per la città di Venezia e di un nuovo sistema di allertamento per i rischi rilevanti da incidente industriale nella zona di Marghera Malcontenta, è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2007.

2. Per il proseguimento della realizzazione del sistema MOSE è autorizzata la spesa di 170 milioni di euro per l'anno 2007.

 

 

EMENDAMENTI

22.1

EUFEMI

Respinto

Al comma 1 sopprimere le parole: «di una rete fissa antincendio per la città di Venezia».

 

22.2

BONFRISCO, ALBERTI CASELLATI, GHEDINI, SACCONI, SCARPA BONAZZA BUORA, ZANETTIN

Respinto

Al comma 1, dopo la parola: «Malcontenta» aggiungere le seguenti: «nonché per il proseguimento delle attività di disinquinamento di competenza della Regione Veneto e la riqualificazione ambientale dei centri storici di Chioggia» e sostituire la cifra:«20» con la seguente: «50».

All'onere derivante dall'attuazione della precedente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

22.3

CICCANTI, FORTE

Respinto

Al comma 1, dopo la parola:«Malcontenta» aggiungere le seguenti: «nonché per la riqualificazione ambientale dei centri storici di Chioggia» e sostituire le parole: «20 milioni» con le seguenti: «25 milioni».

Conseguentemente all'articolo 36 le parole: «150 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «145 milioni».

 

22.6

DE POLI

Respinto

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. Una quota pari a 1.000.000 di euro della spesa di cui al precedente comma 2 è assegnata all'istituzione dell'Ecomuseo della Laguna di Venezia e dei Territori di gronda allo scopo di ricostruire, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura materiale, le relazioni fra ambiente naturale ed ambiente antropizzato, le attività e le modalità in cui gli insediamenti antropici hanno determinato e caratterizzato l'evoluzione del paesaggio. Per la gestione di tale somma verrà stipulata dal Ministero dei beni e delle attività culturali entro 60 giorni dall'approvazione di tale legge, apposito accordo con la Associazione di promozione sociale HERMETE costituita con la partecipazione delle amministrazioni locali ed enti ed istituzioni scientifiche e culturali».

 

22.7

RAMPONI, SAIA

Respinto

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. Una quota pari a 350 mila euro della spesa di cui al precedente comma 2, è assegnata al sostegno delle attività dell'Ecomuseo della Laguna di Venezia e dei Territori di gronda allo scopo di ricostruire, testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura materiale, le relazioni fra ambienti natura ed ambiente antropizzato, le attività e le modalità in cui gli insediamenti antropici hanno determinato e caratterizzato l'evoluzione del paesaggio. Per la gestione di tali somme il Ministero dei beni e delle attività culturali stipula, entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge, apposito accordo con la Associazione di promozione sociale HERMETE costituita con la partecipazione delle amministrazioni locali ed enti di istituzioni scientifiche e culturali».

 

 

ARTICOLI 23 E 24 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 23.

(Polo ricerca Erzelli ed interventi infrastrutturali nella regione Liguria)

1. Per le opere di infrastrutturazione del polo di ricerca e di attività industriali ed alta tecnologia, da realizzarsi nell'area di Erzelli nel comune di Genova, è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2007.

2. All'articolo 1, comma 1302, ultimo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole: «ai fini del riversamento all'entrata del bilancio dello Stato negli anni dal 2007 al 2011» sono soppresse;

b) le parole da: «e della successiva riassegnazione» fino al termine del periodo sono soppresse.

Articolo 24.

(Sostegno straordinario ai comuni in dissesto)

1. Al fine di accelerare i pagamenti dei crediti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2006, per i comuni che abbiano deliberato il dissesto successivamente al 31 dicembre 2002, viene trasferita una somma pari a 150 milioni di euro per l'effettuazione di pagamenti entro il 31 dicembre 2007. Detta somma sarà ripartita nei limiti della massa passiva accertata, al netto di altri eventuali contributi statali e regionali previsti da precedenti disposizioni, sulla base della popolazione residente al 31 dicembre 2006. Per ciascun comune, le risorse sono trasferite sui conti vincolati delle rispettive gestioni commissariali.

2. Le somme non utilizzate per l'effettuazione di pagamenti entro il termine del 31 dicembre 2007 sono riversate al bilancio dello Stato con imputazione ad apposito capitolo dello stato di previsione dell'entrata.

3. Nel caso di adozione, da parte della Giunta municipale, della modalità semplificata, ai sensi dell'articolo 258 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, la somma di cui al comma 1 rientra tra le risorse finanziarie messe a disposizione dal Comune per le transazioni che saranno definite dall'Organo straordinario di liquidazione e che dovranno essere liquidate entro il 31 dicembre 2007.

4. Con le eventuali risorse residuali, l'ente procede, fermo restando quanto previsto al comma 2, al pagamento dei residui passivi, così come definiti dall'articolo 255, comma 10, del citato decreto legislativo n. 267 del 2000, e successive modificazioni, relativi a investimenti.

5. In caso di mancata adozione della modalità semplificata, al fine di rispettare il principio della par condicio creditorum, le risorse potranno essere utilizzate dall'ente e dall'Organo straordinario di liquidazione, ciascuno per le rispettive competenze. Le risorse devono essere utilizzate per il pagamento di quanto già previsto nel comma 4; e per il pagamento, in via transattiva, secondo l'ordine di priorità di seguito indicato, di una quota, comunque non superiore al 60 per cento del debito accertato, afferente:

a) alle spese per le quali sussiste già un titolo esecutivo;

b) alle procedure esecutive estinte.

 

 

EMENDAMENTI

 

24.2

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Le parole: «Sopprimere gli articoli 24» respinte; seconda parte preclusa

Sopprimere gli articoli 24, 27 e 36.

Conseguentemente, all'articolo 44, al comma 3, le parole: «pari a 1.900 milioni di euro» sono sostituite con le seguenti: «pari a 2.260 milioni di euro».

 

24.3

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI

Precluso

Sopprimere l'articolo 24.

Conseguentemente, all'articolo 35, sostituire il comma 1, con il seguente:

«1. Per l'anno 2007 la dotazione del Fondo di cui all'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, è integrata di 150 milioni di euro».

 

24.4

D'ALI', FERRARA

V. testo 2

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 24. - (Sostegno straordinario ai comuni in dissesto) - 1. All'articolo 2, del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, apportare le seguenti modificazioni:

a) al comma 2, lettera a) la percentuale residua del 2,6 per cento, destinata alle restanti province, è incrementata di una percentuale corrispondente ad un margine pari a 50 milioni di euro;

b) al comma 2, lettera b) la percentuale residua del 2,9 per cento, destinata ai restanti comuni, è incrementata di una percentuale corrispondente ad un margine pari a 100 milioni di euro».

Conseguentemente, all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

24.4 (testo 2)

D'ALI', FERRARA

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 24. - (Sostegno straordinario ai comuni in dissesto) - 1. All'articolo 2, del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, apportare le seguenti modificazioni:

a) al comma 2, lettera a) la percentuale residua del 2,6 per cento, destinata alle restanti province, è incrementata di una percentuale corrispondente ad un margine pari a 50 milioni di euro;

b) al comma 2, lettera b) la percentuale residua del 2,9 per cento, destinata ai restanti comuni, è incrementata di una percentuale corrispondente ad un margine pari a 100 milioni di euro».

 

24.6

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: «pagamenti dei crediti» con le seguenti: «pagamenti dei debiti».

 

24.500

CICOLANI, FERRARA

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: «deliberato il dissesto successivamente al 31 dicembre 2002» con le seguenti: «dichiarato il dissesto successivamente all'entrata in vigore della legge costituzionale n. 3/2000».

 

24.7

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI

Respinto

Al comma 1 sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «50 milioni».

Conseguentemente, all'articolo 35, sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Per l'anno 2007 la dotazione del Fondo di cui all'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, è integrata di 100 milioni di euro».

 

 

ARTICOLO 25 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 25.

(Interventi nella regione Friuli-Venezia Giulia)

1. È autorizzata, per l'anno 2007, la spesa di 65 milioni di euro, iscritti nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, finalizzata al collegamento stradale veloce tra l'Autostrada A4 e l'area della zona produttiva nel comune di Manzano.

2. È autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per l'anno 2007 per fare fronte agli interventi di riduzione del rischio idrogeologico e alluvionale conseguenti all'evento calamitoso del 27 maggio 2007 di cui all'ordinanza di protezione civile n. 3610 del 30 agosto 2007, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 208 del 7 settembre 2007.

 

 

EMENDAMENTO

 

25.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, come determinata dalla tabella C della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si intende comprensiva, per l'anno 2008, dell'importo di euro 138 milioni da destinare alla prosecuzione dell'operatività del Fondo di cui all'articolo 138, comma 16, della legge 23 dicembre 2000, n. 388. Con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri vengono disciplinati i criteri e le modalità di trasferimento delle risorse».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 25

 

25.0.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 25, aggiungere il seguente:

«Art. 25-bis.

(Interventi per fronteggiare la crisi idrica ed ambientale nella Regione Abruzzo)

1. Al fine di fronteggiare la crisi idrica ed ambientale detenninatasi nell'area delle province di Chieti e Pescara, a valere sull'ordinanza di protezione civile n. 3504 del 9 marzo 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 64 del 17 marzo 2006, e successive integrazioni, è autorizzata la spesa di 15 milini di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente:

a) all'articolo 18, comma 2, sostituire le parole: «40 milioni»con le seguenti: «400 milioni»;

b) al comma 1 dell'articolo 47, sostituire le parole: «8.321 milioni» con le seguenti: «8.326 milioni»;

c) al comma 1, lettera a) dell'articolo 47, sostituire le parole: «e quanto» con la parola: «quanto» e aggiungere, in fine, il seguente periodo: «e quanto a 5 milini di euro mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsione di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, parzialmente utilizzando quanto ad euro 1 milioni l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze e quanto ad euro 4 milioni l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri».

 

 

ARTICOLO 26 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 26.

(Disposizioni in materia di ambiente)

1. Per l'anno 2007 è concesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un contributo straordinario di 20 milioni di euro per l'attuazione di programmi di intervento per le aree protette e per la difesa del mare. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono definite le modalità e i criteri di utilizzazione delle somme stanziate.

2. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, i nuovi interventi pubblici, almeno nella misura del 40%, devono essere accompagnati da una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra, secondo procedure e modalità definite con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e delle politiche agricole forestali e alimentari.

3. Il Governo inserisce annualmente nel DPEF un aggiornamento, predisposto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti gli altri Ministri interessati, sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall'attuazione del Protocollo di Kyoto e sui relativi indirizzi, anche in relazione al piano di azione nazionale di cui all'articolo 2 della legge 1º giugno 2002, n. 120.

4. Al fine di consentire al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di esercitare in maniera più efficace le proprie competenze, all'articolo 1, comma 8-bis, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, le parole «il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare» sono soppresse.

 

 

EMENDAMENTI

 

26.3

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, primo periodo, aggiungere in fine le seguenti parole: «nonché per la tutela della biodiversità nel Canale di Sicilia».

 

26.4

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Respinto

All'articolo 26 sono apportate le seguenti modifiche:

al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: «Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare» sono aggiunte le seguenti: «di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali»;

dopo il comma 2, è aggiunto il seguente:

«2-bis. All'articolo 1, comma 1112, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è aggiunta la seguente lettera:

"f-bis) pratiche di gestione forestale sostenibile attuate attraverso interventi diretti a ridurre il depauperamento dello stock di carbonio nei suoli forestali e nelle foreste"».

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreta-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

26.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, secondo periodo dopo le parole: «e del mare», aggiungere le seguenti: «previo parere delle competenti commissioni parlamentari sono individuate le aree di intervento e».

 

26.6

LEONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, aggiungere, in fine le seguenti parole: «che sono ripartite con meccanismi premiati per gli enti "virtuosi", proporzionalmente alla capacità di autofinanziamento degli enti parco e delle aree marine protette nazionali».

26.7

LA COMMISSIONE

V. testo 2

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Per l'anno 2007 è concesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un contributo straordinario di 20 milioni di euro per l'attuazione di interventi urgenti di adattamento e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, con particolare riferimento agli interventi di protezione degli ecosistemi e della biodiversità terrestre e marina più compromessi, di difesa e gestione del suolo nelle aree a rischio idrogeologico e a rischio desertificazione, di gestione delle risorse idriche , ripristino delle aree costiere e delle zone umide, con priorità per gli interventi nelle aree esposte a rischio di eventi alluvionali o franosi ovvero a rischio valanga. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono definite le modalità e i criteri di utilizzazione delle somme stanziate, assicurando il coordinamento con le istituzioni e le regioni interessate».

Conseguentemente, all'articolo 36, comma 2, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «130 milioni».

 

26.7 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Per l'anno 2007 è concesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un contributo straordinario di 10 milioni di euro per l'attuazione di interventi urgenti di adattamento e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, con particolare riferimento agli interventi di protezione degli ecosistemi e della biodiversità terrestre e marina più compromessi, di difesa e gestione del suolo nelle aree a rischio idrogeologico e a rischio desertificazione, di gestione delle risorse idriche , ripristino delle aree costiere e delle zone umide, con priorità per gli interventi nelle aree esposte a rischio di eventi alluvionali o franosi ovvero a rischio valanga. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono definite le modalità e i criteri di utilizzazione delle somme stanziate, assicurando il coordinamento con le istituzioni e le regioni interessate».

Conseguentemente, all'articolo 36, comma 2, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «140 milioni».

 

26.500

D'ALI'

Ritirato

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

«1-bis. Date le previsioni del comma 1, con decreto del Ministro dell'ambiente di intesa con la regione siciliana e sentiti gli enti locali interessati è istituito il Parco nazionale delle isole Egadi e del litorale trapanese. Per le spese di istituzione e di primo avviamento del Parco si provvede nel triennio 2008-2010 mediante gli stanziamenti del suddetto comma 1 per un onere di 1 milione di euro per anno».

 

26.800/2

LEONI, STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 26.800, al comma 2, dopo le parole: «i nuovi interventi pubblici» inserire le seguenti: «di costruzione di edifici di rilevante impatto sulla qualità dell'aria».

 

26.800/3

STIFFONI, LEONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 26.800, al comma 2, dopo le parole: «i nuovi interventi pubblici» inserire le seguenti: «di rilevante impatto sulla qualità dell'aria, escluse le infrastrutture viarie e ferroviarie,».

 

26.800/4

LEONI, STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 26.800, al comma 2, dopo le parole: «i nuovi interventi pubblici» inserire le seguenti: «di costruzione di edifici».

 

26.800

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire il comma 2 con il seguente:

«2. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, i nuovi interventi pubblici devono essere accompagnati da una certificazione attestante il contributo ai fini degli obblighi di riduzione delle emissioni di gas serra nonché da una certificazione energetica che attesti la realizzazione degli interventi secondo standard di efficienza energetica conformi alle migliori tecniche disponibili e l'utilizzo di una quota obbligatoria di calore ed elettricità prodotti da fonti rinnovabili. Le procedure e le modalità di certificazione sono definite con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri interessati sulla base delle tipologie di intervento. Il ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare presenta annualmente al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione delle misure di cui al presente comma».

 

26.14

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Al fine di sviluppare l'offerta di energia ottenuta da fonti rinnovabili, l'articolo 1, comma 382, della legge 27 dicembre 2007, n. 296, è sostituito dai seguenti:

«382. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, ottenuti nell'ambito di intese di filiera o contratti quadro ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto legislativo n. 102 del 2005, oppure di filiere corte, cioè ottenuti entro un raggio di 70 chilometri dall'impianto che li utilizza per produrre energia elettrica, autorizzata in data successiva al 31 dicembre 2007, è incentivata con i meccanismi di cui ai successivi commi. Con le medesime modalità è incentivata la sola quota di produzione di energia elettrica imputabile alle fonti energetiche di cui sopra, realizzata in impianti che impiegano anche altre fonti energetiche non rinnovabili.

382-bis. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati dalle fonti di cui al comma 382 e di potenza elettrica superiore ad l MW (megawatt), è incentivata mediante il rilascio di certificati verdi, per un periodo di quindici anni. Sono fatti salvi i più favorevoli diritti acquisiti ai sensi del successivo comma 382-quinquies. I predetti certificati sono utilizzabili per assolvere all'obbligo della quota minima di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79. L'immissione dell'energia elettrica prodotta nel sistema elettrico è regolata sulla base dell'articolo 13 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.

382-ter. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati daIIe fonti di cui al comma 382 e di potenza elettrica non superiore ad l MW, immessa nel sistema elettrico, ha diritto, in alternativa ai certificati verdi di cui al comma 2 e su richiesta del produttore, a una tariffa fissa omnicomprensiva pari a 0,30 euro per ogni KWh, per un periodo di quindici anni. Al termine di tale periodo, l'energia elettrica è remunerata, con le medesime modalità, alle condizioni economiche previste dall'articolo 13 del decretò legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. La tariffa omnicomprensiva di cui al presente comma può essere variata, ogni tre anni, con decreto del Ministro deIIo sviluppo economico di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaIi, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell'incentivazione dello sviluppo di tali fonti.

382-quater. A partire dall'anno 2008, i certificati verdi, ai fini del soddisfacimento della quota dell'obbligo di cui all'articolo 11, comma 1 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, hanno un valore unitario pari ad 1 Mwh, e vengono emessi dal GSE (Gestore del sistema elettrico) per ciascun impianto a produzione incentivata, numero pari al prodotto della produzione di energia elettrica dalle fonti di cui al comma 382 dell'anno precedente, moltiplicata per il coefficiente di 1,8. Tale coefficiente può essere aggiornato, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro deIle politiche agricole alimentari e forestali, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell'incentivazione dello sviluppo delle suddette fonti.

382-quinquies. Per gli impianti alimentati dalle fonti di cui al comma 382, l'elevazione del periodo di riconoscimento dei certificati verdi eventualmente acquisita ai sensi dell'articolo 20, comma 6, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, è da intendersi aggiuntiva al prolungamento del periodo di diritto ai certificati verdi, di cui all'articolo 267, comma 4, lettera d), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ottenuto dagli impianti entrati in esercizio dopo il 29 aprile 2006 fino al 31 dicembre 2007. Per i medesimi impianti l'accesso agli incentivi di cui ai commi da 382 a 382-quinquies è cumulabile con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale, locale o comunitaria in conto capitale e/o conto interessi con capitalizzazione anticipata, non eccedenti il 40% del costo dell'investimento.

382-sexies. In caso di sostituzione del combustibile di origine agricola di cui al comma 382, in data successiva all'autorizzazione, con altre biomasse agricole, viene acquisito il diritto alle diverse e specifiche forme di incentivazione eventualmente previste per tali combustibili in sostituzione di quelle previste dai commi 382-ter e 382-quater, viceversa qualora venisse sostituito con altri combustibili non di origine agricola tale quota di energia non avrà diritto all'emissione di certificati verdi.

382-septies. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaIi di intesa del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità con le quali gli operatori della fili era di produzione e distribuzione di biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, sono tenuti a garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della fili era, al fine di accedere agli incentivi di cui commi da 382 a 382-quinquies».

 

26.15

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Assorbito

Dopo il comma 4, è aggiunto il seguente:

«4-bis. Al fine di sviluppare l'offerta di energia ottenuta da fonti rinnovabili, l'articolo 1, comma 382, della legge 27 dicembre 2007, n. 296, è sostituito dai seguenti:

382. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, ottenuti nell'ambito di intese di filiera o contratti quadro ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto legislativo n. 102 del 2005, oppure di filiere corte, cioè ottenuti entro un raggio di 70 chilometri dall'impianto che li utilizza per produrre energia elettrica, autorizzata in data successiva al 31 dicembre 2007, è incentivata con i meccanismi di cui ai successivi commi. Con le medesime modalità è incentivata la sola quota di produzione di energia elettrica imputabile alle fonti energetiche di cui sopra, realizzata in impianti che impiegano anche altre fonti energetiche non rinnovabili.

382-bis. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati dalle fonti di cui al comma 382 e di potenza elettrica superiore ad 1 MW (megawatt), è incentivata mediante il rilascio di certificati verdi, per un periodo di quindici anni. Sono fatti salvi i più favorevoli diritti acquisiti ai sensi del successivo comma 5. I predetti certificati sono utilizzabili per assolvere all'obbligo della quota minima di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79. L'immissione dell'energia elettrica prodotta nel sistema elettrico è regolata sulla base dell'articolo 13 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.

382-ter. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati dalle fonti di cui al comma 382 e di potenza elettrica non superiore ad 1 MW, immessa nel sistema elettrico, ha diritto, in alternativa ai certificati verdi di cui al comma 2 e su richiesta del produttore, a una tariffa fissa omnicomprensiva pari a 0,30 euro per ogni KWh, per un periodo di quindici anni. Al termine di tale periodo, l'energia elettrica è remunerata, con le medesime modalità, alle condizioni economiche previste dall'articolo 13 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. La tariffa omnicomprensiva di cui al presente comma può essere variata, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell'incentivazione dello sviluppo di tali fonti.

382-quater. A partire dall'anno 2008, i certificati verdi, ai fini del soddisfacimento della quota dell'obbligo di cui all'articolo 11, comma 1 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, hanno un valore unitario pari ad 1 Mwh, e vengono emessi dal GSE (Gestore del sistema elettrico) per ciascun impianto a produzione incentivata, in numero pari al prodotto della produzione di energia elettrica dalle fonti di cui al comma 382 dell'anno precedente, moltiplicata per il coefficiente di 1,8. Tale coefficiente può essere aggiornato, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell'incentivazione dello sviluppo delle suddette fonti.

382-quinquies. Per gli impianti alimentati dalle fonti di cui al comma 382, l'elevazione del periodo di riconoscimento dei certificati verdi eventualmente acquisita ai sensi dell'articolo 20, comma 6, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, è da intendersi aggiuntiva al prolungamento del periodo di diritto ai certificati verdi, di cui all'articolo 267, comma 4, lettera d), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ottenuto dagli impianti entrati in esercizio dopo il 29 aprile 2006 fino al 31 dicembre 2007. Per i medesimi impianti l'accesso agli incentivi di cui ai commi da 382 a 382-quinquies è cumulabiIe con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale, locale o comunitaria in conto capitale e/o conto interessi con capitalizzazione anticipata, non eccedenti il 40% del costo dell'investimento.

382-sexies. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali di intesa del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità con le quali gli operatori della filiera di produzione e distribuzione di biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, sono tenuti a garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della filiera, al fine di accedere agli incentivi di cui commi da 382 a 382-quinquies».

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

26.701

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 4, aggiungere i seguenti:

«4-bis. Nel testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, all'articolo 22-bis sono apportate le seguenti modificazioni:

a) nel comma 1:

1) dopo le parole: "250.000 tonnellate", sono aggiunte le seguenti: "al fine di compensare i maggiori costi legati alla produzione,";

2) le parole: "in autotrazione", sono sostituite dalle seguenti: "tal quale o";

3) le parole: "di cui all'allegato I" sono sostituite dalle seguenti: "di cui all'allegato I; al fine della funizione del beneficio spettante per i quantitativi di biodiesel rientranti nel contingente e miscelati con il gasolio, contabilizzata, in detrazione, nelle scritture contabili inerenti l'accisa dovuta del deposito fiscale dove è avvenuta la miscelazione, l'ammontare dell'imposta derivante dalla differenza tra l'aliquota applicata al gasolio impiegato come carburante e la predetta aliquota ridotta, come eventualmente rideterminata ai sensi del comma 3.";

4) dopo le parole: "da contratti quadro", sono aggiunte le seguenti: ", le modalità per la contabilizzazione e la fruizione del beneficio fiscale";

5) le parole: "sui quantitativi assegnati e non immessi in consumo" sono sostituite dalle seguenti: "sui quantitativi assegnati che, al termine dell'anno di assegnazione, risultassero non ancora miscelati con il gasolio ovvero non ancora trasferiti ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, non ancora immessi in consumo.";

6) il quarto periodo è sostituito dal seguente: "Per ogni anno di validità del programma i quantitativi del contingente che risultassero, al termine di ciascun anno, non ancora miscelati con il gasolio ovvero non ancora trasferiti ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, non ancora immessi in consumo, sono ripartiti tra gli operatori proporzionalmente alle quote loro assegnate; tali quantitativi devono essere miscelati con il gasolio ovvero trasferiti ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, immessi in consumo, entro il successivo 30 giugno.".

b) nel comma 2 il terzo ed il quarto periodo sono soppressi;

c) dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:

"2-bis. Per l'anno 2007, nelle more dell'autorizzazione comunitaria di cui al comma 1, la parte del contingente di cui al medesimo comma 1 che residua dopo l'assegnazione di cui al comma 2 è assegnata, dall'Agenzia delle dogane, previa comunicazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali relativa ai produttori di biodiesel che hanno stipulato contratti di coltivazione realizzati nell'ambito di contratti quadro o intese di filiera e alle relative quantità di biodiesel ottenibili dalle materie prime oggetto dei contratti sottoscritti, proporzionalmente a tali quantità. In considerazione della pendente valutazione della Commissione europea in merito alla compatibilità del programma pluriennale di cui al comma 1 con il quadro normativo comunitario, l'assegnazione di cui al presente comma è effettuata subordinatamente alla prestazione, da parte degli operatori della garanzia relativa al pagamento della maggiore accisa gravante sui quantitativi di biodiesel rispettivamente assegnati; nel caso in cui le autorità comunitarie, nell'ambito della loro competenza esclusiva in materia, non ritengano di autorizzare il programma di cui al comma 1 i soggetti assegnatari di quantitativi di biodiesel ai sensi del presente comma sono tenuti al pagamento della maggiore accisa gravante sul biodiesel rispettivamente assegnato e immesso in consumo.

2-ter. Per ogni anno del programma l'eventuale mancata realizzazione delle produzioni dei singoli operatori previste in attuazione dei contratti quadro e intese di filiera, nonché dai relativi contratti di coltivazione con gli agricoltori, comporta la decadenza dall'accesso al contingente agevolato per i volumi non realizzati e determina la riduzione di pari volume del quantitativo assegnato all'operatore nell'ambito del programma pluriennale per i due anni suecessivi.";

d) con effetto dal 1º gennaio 2008, dopo il comma 5-ter è aggiunto il seguente: "5-quater. Nelle more dell'entrata in vigore del decreto di cui al primo periodo del comma 5-bis trovano applicazione, in quanto compatibili, le disposizioni del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui all'articolo 21, comma 6-ter del presente testo unico nella formulazione in vigore al 31 dicembre 2006".

4-ter. Per i quantitativi del contingente di biodiesel del programma pluriennale di cui all'articolo 22-bis, comma 1, del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, come modificato dal comma 1, assegnati agli operatori nel corso dell'anno 2007, il termine per miscelare i medesimi con il gasolio ovvero per trasferirli ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, per immetterli in consumo, è prorogato al 30 giugno 2008. Relativamente al primo anno del programma la ripartizione di cui al quarto periodo del predetto comma 1 dell'articolo 22-bis, è effettuata per i soli quantitativi del contingente che risultassero non ancora assegnati al 31 dicembre, dando priorità al prodotto proveniente da intese di filiera o da contratti quadro.

4-quater. Alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, all'articolo 1, nel comma 374, le parole: "e, nei limiti di tali risorse, può essere destinata anche come combustibile per riscaldamento" sono soppresse.

4-quinquies. Relativamente all'anno 2007, in caso di mancato impiego del contingente di biodiesel di cui all'articolo 22-bis, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, le corrispondenti maggiori entrate per lo Stato sono destinate ad aumentare il contingente annuo di 250.000 tonnellate, di cui al comma 1 dell'articolo 22-bis del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.

4-sexies. Gli importi annui previsti dall'articolo 21, comma 6-ter, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, come modificato dal comma 520 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, non utilizzati nell'anno 2007 sono destinati per il 50 per cento dei medesimi importi, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze all'incremento del contingente di biodiesel di cui all'articolo 22-bis, comma 1 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 504 del 1995 per l'anno 2008. Il restante 50 per cento è assegnato al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422 della legge 23 dicembre 2005, n. 266. L'importo previsto dall'articolo 1, comma 380 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 non utilizzato nel 2007, è assegnato al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422 della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

4-septies. Gli imprenditori agricoli che producono oli vegetali non modificati chimicamente e li impiegano per autoconsumo, quale carburante, nel parco macchine aziendale, fino ad un quantitativo annuo di 5 tonnellate non sono soggetti al regime di deposito fiscale relativo alla produzione, trasformazione e cessione dei prodotti soggetti ad accisa».

 

26.501

DE PETRIS

V. testo 2

Dopo il comma 4 aggiungere il seguente:

«4-bis. Con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la Regione e sentiti gli Enti locali interessati, sono istituiti i seguenti Parchi nazionali: Parco delle Egadi e del litorale trapanese, Parco delle Eolie e Parco degli Iblei. L'istituzione ed il funzionamento dei detti parchi nazionali sono finanziati nei limiti massimi di spesa di 250.000,00 euro per ciascun parco nazionale a decorrere dall'anno 2007 a valere sul contributo straordinario previsto nel primo comma».

 

26.501 (testo 2)

DE PETRIS, D'ALI'

Approvato

Dopo il comma 4 aggiungere il seguente:

«4-bis. Con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la Regione e sentiti gli Enti locali interessati, sono istituiti i seguenti Parchi nazionali: Parco delle Egadi e del litorale trapanese, Parco delle Eolie e Parco degli Iblei. L'istituzione ed il primo avviamento dei detti parchi nazionali sono finanziati nei limiti massimi di spesa di 250.000,00 euro per ciascun parco nazionale a decorrere dall'anno 2007 a valere sul contributo straordinario previsto nel primo comma».

 

 

ORDINI DEL GIORNO

 

G26.100

DE PETRIS, BELLINI, TIBALDI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

considerato che con le disposizioni contenute nel comma 2 dell'articolo 26 si intende prevedere misure volte al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto e che attraverso le misure previste dal comma 3 il Governo inserisce annualmente nel DPEF un aggiornamento sullo stato di attuazione degli impianti per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall'attuazione del Protocollo di Kyoto;

impegna il Governo:

ad includere, in sede di predisposizione dell'allegato ambientale del DPEF e nel quadro delle misure connesse al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, un apposito capitolo relativo alle misure e agli obiettivi da perseguire entro il 2020, come previsto dall'Unione europea, al fine di conseguire l'obiettivo del 20 per cento almeno dei consumi di energia da fonti rinnovabili, nonché al fine di aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica rispetto alle proiezioni del 2020 e ridurre di almeno il 20 per cento le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990;

ad aggiornare conseguentemente la delibera CIPE N. 123 del 2002.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

G26.101

IOVENE, VILLECCO CALIPARI, FUDA, BRUNO, GIANNINI

V. odg G27.101

Il Senato,

premesso:

che tra Governo, Regione Calabria e parti sociali è intercorso nei mesi scorsi un accordo che prevede la destinazione di 60 milioni di euro per la stabilizzazione degli LSU ed LPU calabresi, riportato nel testo originario del decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri;

che lo stanziamento di 70 milioni di euro previsto dall'emendamento all'articolo 27 del decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159 recante: «interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale» è finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori LSU e LPU delle Regioni Calabria e Campania,

impegna il Governo:

a ripartire i fondi previsti dall'articolo 27 del decreto nella misura di 60 milioni euro per la Regione Calabria e 10 milioni di euro per la Regione Campania così rispettando gli accordi richiamati in premessa.

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 26

 

26.0.800/9

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 26.0.800, al comma 1, lettera f), sopprimere le parole: «incompleto o».

 

26.0.800

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 26, inserire il seguente:

«Art. 26-bis.

(Variazioni colturali)

1. All'articolo 2, comma 33, del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo periodo la locuzione: "dal regolamento (CE) n. 1782/03 del Consiglio, del 29 settembre 2003, e dal regolamento (CE) n. 796/2004 della Commissione, del 21 aprile 2004" è sostituita dalla seguente: "dalla normativa comunitaria relativa alle Organizzazioni comuni di Mercato (OCM) del settore agricolo";

b) al terzo periodo le parole: "All'atto della accettazione della suddetta dichiarazione" sono sostituite dalla seguente locuzione: "Le disposizioni di cui al periodo precedente si applicano anche alle comunicazioni finalizzate all'aggiornamento del fascicolo aziendale costituito a norma del decreto Presidente delIa Repubblica del 1º dicembre 1999, n. 503. All'atto della accettazione delle suddette dichiarazioni";

c) il quarto periodo è sostituito dal seguente: "L'Agenzia del territorio, sulla base delle suddette proposte, provvede ad inserire nei propri atti i nuovi redditi relativi agli immobili oggetto delle variazioni colturali.";

d) il quinto periodo è sostituito dal seguente: "In deroga alle vigenti disposizioni ed in particolare all'articolo 74, comma 1, della legge 21 novembre 2000, n. 342, l'Agenzia del territorio, con apposito comunicato da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, rende noto, per ciascun comune, il completamento delle operazioni e provvede a pubblicizzare, per i sessanta giorni successivi alla pubblicazione del comunicato, presso i comuni interessati, tramite gli uffici provinciali e sul proprio sito internet, i risultati delle relative operazioni catastali di aggiornamento.";

e) il sesto periodo è sostituito dal seguente: "I ricorsi di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, e successive modificazioni, avverso la variazione dei redditi possono essere proposti entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione del comunicato di cui al periodo precedente.";

f) è aggiunto, in fine, il seguente ultimo periodo: "Qualora i soggetti interessati non forniscano le informazioni previste ai sensi del successivo comma 35 e richieste nelle dichiarazioni relative all'uso del suolo ovvero le forniscano in modo incompleto o non veritiero, si applica la sanzione amministrativa tributaria da euro 1.000,00 ad euro 2.500,00; all'irrogazione delle sanzioni provvede l'Agenzia del territorio sulla base delle comunicazioni effettuate da AGEA"».

 

26.0.4/1

Il RELATORE

Approvato

Al comma 1, sostituire le parole da:«non possono essere disposti» fino alla fine con le altre: «e comunque entro e non oltre dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente presente decreto non possono essere disposti nuovi affidamenti ai sensi dell'articolo 150 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 52».

Al comma 2, alla fine, aggiungere: «fatte salve le concessioni già affidate».

 

26.0.4

LA COMMISSIONE

Approvato con un subemendamento

Dopo l'articolo 26, aggiungere il seguente:

Art. 26-bis.

(Disposizioni in materia di servizi idrici)

1. Al fine di assicurare la razionalizzazione e la solidarietà nell'uso delle acque, fino all'emanazione delle disposizioni adottate in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n. 308, integrative e correttive del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, contenenti la revisione della disciplina della gestione delle risorse idriche e dei servizi idrici integrati, non possono essere disposti nuovi affidamenti a soggetti privati. La titolarità delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche è assegnata ad enti pubblici.

2. Nell'ambito delle procedure di affidamento di cui al comma 1 sono ricomprese anche le procedure in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.

3. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, predispone e trasmette alle Camere una relazione sullo stato delle gestioni esistenti circa il rispetto dei parametri di salvaguardia del patrimonio idrico e in particolare riguardo all'effettiva garanzia di controllo pubblico sulla misura delle tariffe, alla conservazione dell'equilibrio biologico, alla politica del risparmio idrico e dell'eliminazione delle dispersioni, alla priorità nel rinnovo delle risorse idriche e per il consumo umano».

 

26.0.5

POLLEDRI

Respinto

Dopo l'articolo 26, aggiungere il seguente:

«Art. 26-bis.

1. Dopo l'articolo 14, della legge 30 marzo 2001, n. 125 , è inserito il seguente:

"Art. 14-bis. - (Disposizioni sulla distribuzione di bevande alcoliche). - 1. Chiunque vende o somministra bevande alcoliche dopo le ore 02.00 è tenuto ad inserire nella propria struttura uno strumento di rilevamento del tasso alcolemico per permettere ai frequentatori che lo richiedono di sottoporsi volontariamente al test. I titolari delle strutture con superficie di somministrazione superiore a 600 mq devono mettere a disposizione idonei spazi di riposo.

2. I titolari dei luoghi di cui al comma 1 devono esporre all'entrata, all'interno ed all'uscita apposite tabelle che riproducano:

a) la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica nell'aria alveolare espirata;

b) le quantità, espresse in centimetri cubici, delle bevande alcoliche più comuni che determinano il supera mento del tasso alcolemico per la guida in stato di ebbrezza, pari a 0,5 grammi per litro, da determinare anche sulla base del peso corporeo;

c) le sanzioni previste dall'articolo 186 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 125, e successive modificazioni.

3. I titolari dei luoghi di cui al comma 1 promuovono, tramite le categorie di rappresentanza, di intesa con le regioni e gli enti locali, coerentemente con le disposizioni di cui all'articolo 117 della Costituzione, specifici programmi anche finanziari per incentivare il "guidatore designato", il trasporto degli utenti di locali di trattenimento e spettacolo attraverso servizi di taxi e di trasporto pubblico locale. Agli oneri di cui al presente comma si provvede con il fondo di cui all'articolo 6-bis del decreto legge 3 agosto 2007, n. 117 convertito con legge 2 ottobre 2007, n. 160.

4. All'articolo 689 del codice penale, comma primo, le parole: "L'esercente un'osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande il quale somministra in luogo pubblico o aperto al pubblico" sono sostituite dalle seguenti: "Chiunque vende o somministra".

5. Chiunque vende o somministra alcolici su spazi od aree pubbliche diverse dalle pertinenze degli esercizi di cui al comma successivo, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 30.000 euro e la confisca della merce e delle attrezzature utilizzate.

6. La somministrazione di alcolici ed il loro consumo sul posto può essere effettuata esclusivamente negli esercizi muniti della licenza prevista dal comma 1 dell'articolo 86 del Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

7. Dalle ore 22.00 alle ore 07.00 la vendita di alcolici può essere effettuata esclusivamente negli esercizi di cui al comma precedente. Le violazioni sono punite con la sanzione amministrativa da 2.000 a 12.000 euro e con la confisca della merce.

8. Le violazioni delle disposizioni di cui al comma 1 sono punite con la sanzione amministrativa da 1.000 a 6.000 euro.

9. Sono soppressi i commi 2, 3 e 4 dell'articolo 6 del decreto legge 3 agosto 2007, n. 117 convertito con legge 2 ottobre 2007, n. 160".

2. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge il Ministro della salute con proprio decreto, di concerto con i Ministri dell'interno, dello sviluppo economico e dei trasporti adotta il regolamento di attuazione del primo comma dell'articolo 14-bis della legge 30 marzo 2001, n. 125, introdotto dal comma 1 del presente articolo».

 

26.0.950 (già 18.550)

EUFEMI

Ritirato

Dopo l'articolo 26, aggiungere il seguente:

26-bis.

(Contributo per l'acquisto di autoveicoli nuovi a fronte della rottamazione di analoghi beni usati)

1. Alle persone fisiche che acquistano in Italia, anche in locazione finanziaria, un veicolo nuovo di fabbrica di cui alle direttive europee con caratteristiche di emissioni Euro 4 e Euro 5, che consegnano per la rottamazione un veicolo immatricolato in data anteriore al 1º gennaio 1997 o che nel periodo di vigenza dell'agevolazione superi i dieci anni dalla data di immatricolazione è riconosciuto un contributo statale fino a euro mille per i veicoli di cilindrata fino a 1.600 centimetri cubici. Il contributo è corrisposto dal venditore mediante compensazione con il prezzo di acquisto.

2. Il contributo spetta per gli acquisti effettuati tra la data di conversione in legge del presente decreto legge e il 31 dicembre 2008 e risultanti da contratto stipulato dal venditore e dall'acquirente nello stesso periodo, a condizione che: a) il veicolo acquistato sia un'autovettura di cui all'articolo 54, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, non immatricolato in precedenza; b) il veicolo consegnato per la rottamazione sia un'autovettura di cui all'articolo 54, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e che sia intestato, da data anteriore al 30 giugno 2007, allo stesso soggetto intestatario del veicolo nuovo o ad uno dei familiari conviventi alla data di acquisto del veicolo nuovo, ovvero, in caso di locazione finanziaria del veicolo nuovo, che sia intestato al soggetto utilizzatore del suddetto veicolo o a uno dei predetti familiari; c) nell'atto di acquisto sia espressamente dichiarato che il veicolo consegnato è destinato alla rottamazione e siano indicate le misure dello sconto praticato e del contributo statale di cui al comma precedente.

3. Entro quindici giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo, il venditore ha l'obbligo di consegnare il veicolo usato ad un demolitore e di provvedere direttamente o tramite delega alla richiesta di cancellazione per demolizione al pubblico registro automobilistico.

3-bis. I veicoli usati, di cui al comma 3, non possono essere rimessi in circolazione e vanno avviati o alle case costruttrici o ai centri appositamente autorizzati, anche convenzionati con le stesse al fine della messa in sicurezza, della demolizione, del recupero di materiali e della rottamazione.

4. Le imprese costruttrici o importatrici del veicolo nuovo rimborsano al venditore l'importo del contributo e recuperano detto importo quale credito di imposta per il versamento delle ritenute dell'imposta sul reddito delle persone fisiche operate in qualità di sostituto d'imposta sui redditi da lavoro dipendente, dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dell'imposta sul reddito delle persone giuridiche, dell'imposta locale sui redditi e dell'imposta sul valore aggiunto, dovute anche in acconto per l'esercizio in cui viene richiesto al pubblico registro automobilistico l'originale del certificato di proprietà e per i successivi.

5. Fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata emessa la fattura di vendita, le imprese costruttrici o importatrici conservano la seguente documentazione, che deve essere ad essi trasmessa dal venditore:

a) copia della fattura di vendita e dell'atto di acquisto;

b) copia del libretto di circolazione e del foglio complementare del veicolo usato;

c) copia della domanda di cancellazione per demolizione del veicolo usato e originale del certificato di proprietà rilasciato dal pubblico registro automobilistico;

d) certificato dello stato di famiglia, nel caso previsto dal comma 2, lettera b).

5-bis. Fuori dell'ipotesi disciplinata dal comma 3, per l'annotazione nel pubblico registro automobilistico della cessazione dalla circolazione dei veicoli di cui all'articolo 54, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, immatricolati in data anteriore al 1º gennaio 1998 ed intestati a persone fisiche, non è dovuta l'imposta di bollo e gli emolumenti in favore dell'Automobile club d'Italia sono a carico del bilancio dello Stato, se la richiesta della formalità è presentata nel periodo compreso fra la data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto ed il 31 dicembre 1998. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della giustizia, sono stabilite le modalità di corresponsione di detti emolumenti. Per conseguire i benefici indicati nel primo periodo, il richiedente la formalità deve espressamente dichiarare, nel relativo modello, di non fruire del contributo statale di cui al comma 1; in caso di falsa dichiarazione i predetti benefici sono revocati di diritto.

6. Con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, possono essere emanate disposizioni di attuazione del presente articolo.

7. All'onere derivante dalle disposizioni di cui al presente articolo, valutato per l'anno 2008 in euro 100 milioni, si fa fronte mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario medesimo, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il predetto importo è iscritto su apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il successivo riversamento agli appropriati capitoli dell'entrata.

8. Con provvedimenti legislativi di variazioni di bilancio, gli eventuali miglioramenti del saldo netto da finanziare derivanti nel triennio 2008-2011 dalle maggiori entrate accertate in connessione con le maggiori vendite realizzate per effetto delle disposizioni di cui al presente articolo potranno, in deroga alla vigente normativa contabile, essere acquisiti a reintegrazione dell'accantonamento di cui al comma 7».

Conseguentemente, sopprimere l'articolo 41 e, all'articolo 36, ridurre l'importo di 100 milioni di euro.

 

 

ARTICOLO 27 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 27.

(Modifiche all'articolo 1, comma 1156, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 - LSU Calabria)

 

1. All'articolo 1, comma 1156, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo la lettera f), è inserita la seguente:

«f-bis) al fine di favorire la stabilizzazione dei lavoratori di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, e di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 280, in favore della regione Calabria è concesso un contributo per l'anno 2007 di 60 milioni di euro, previa stipula di apposita convenzione con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, a valere sul Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, che a tale fine è integrato del predetto importo per l'anno 2007. Ai soli fini della presente lettera e della lettera f), i lavoratori facenti parte del bacino di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 280, della regione come sopra individuata sono equiparati ai lavoratori di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, delle medesime regioni.».

2. All'onere derivante dal presente articolo, pari a 60 milioni di euro per l'anno 2007, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, come determinata dalla tabella C della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

 

 

EMENDAMENTI

 

27.1

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Le parole: «Sopprimere l'articolo» respinte; seconda parte preclusa

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, sostituire il comma 1 dell'articolo 34 con il seguente:

«1. Alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ed alle vittime della criminalità organizzata, di cui all'articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302, ed ai loro familiari superstiti, riconosciute alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono corrisposte, per l'anno 2007, aumentate del 20 per cento, le elargizioni di cui all'articolo 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206. Ai beneficiari vanno compensate le somme già percepite. L'onere recato dal presente comma è valutato in 230 milioni di euro per l'anno 2007».

 

27.4

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, dopo l'articolo 42, aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

1. Al fine di fare fronte agli ingenti problemi di reddito e di liquidità delle imprese operanti nel settore apicolo, colpite dagli attacchi di varroa e da altre forme di moria delle popolazioni degli alveari, nonché per sostenere il completamento delle azioni necessarie al ripristino delle condizioni socio-economiche ed ambientali essenziali e per favorire la ripresa delle normali attività produttive delle stesse imprese è autorizzata, per l'anno 2007 la spesa di euro 15 milioni. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, con proprio decreto emanato d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente, provvede a ripartire il suddetto importo tra le regioni interessate».

 

27.6

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, dopo l'articolo 42, aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

1. Al fine di favorire la tutela sui mercati internazionali dei prodotti alimentari e dei vini con denominazione di origine, ai sensi delle vigenti norme comunitarie e nazionali, ai Consorzi di tutela dei prodotti medesimi è riconosciuto il rimborso delle spese sostenute per il deposito dei marchi presso le competenti strutture dei Paesi extra UE, ove è rilevante la necessità di tutelare i prodotti agroalimentari nazionali da fenomeni di agro-pirateria. Ai fini dell'attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, sono stabiliti i termini e le modalità per la concessione dei rimborsi di cui al presente articolo».

 

27.14

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, dopo l'articolo 42, aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

1. AI fine di favorire l'innovazione di processo e di prodotto delle imprese agricole singole ed associate operanti nel settore ortofrutticolo è autorizzata la spesa per la concessione, attraverso credito di imposta, di un contributo pari all'80% delle spese sostenute per le innovazioni medesime. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole e forestali, sono stabiliti i termini e le modalità per la concessione del suddetto credito di imposta nel limite massimo di euro 50 milioni per l'anno 2007».

 

27.10

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, dopo l'articolo 42, aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

1. Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali elabora un piano strategico di intervento, finalizzato alla riduzione degli sprechi ed alla regimazione delle acque per uso agricolo. Il Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali determina, con proprio, decreto le modalità di incentivazione fiscale in favore delle imprese agricole ed agro-alimentari che si impegneranno nella realizzazione del programma di cui al presente comma. Ai fini della concessione di detti incentivi è autorizzata la spesa di euro 50 milioni per l'anno 2007».

 

27.11

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, dopo l'articolo 42, aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

1. Alle imprese agricole ed agro-alimentari che adottano regimi obbligatori di certificazione e di controllo, ai sensi dei Regolamenti CE del Consiglio n. 510/2006 del 20 marzo 2006 e n. 2092/91 del 24 giugno 1991 è concesso un credito di imposta pari al 75% delle spese sostenute ai fini della certificazione medesima. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, sono stabiliti i tennini e le modalità per la concessione del suddetto credito di imposta nel limite massimo di euro 50 milioni per l'anno 2007».

 

27.700/1

Il Relatore

Approvato

All'emendamento 27.700, sostituire le parole: «di 70 milioni» con le altre: «rispettivamente di 60 e 10 milioni» e sopprimere le parole: «secondo criteri di equità da definire».

 

27.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, alla lettera f-bis)sostituire le parole: «in favore della regione Calabria è concesso un contributo per l'anno 2007 di 60 milioni di euro,» con le seguenti: «in favore della regione Calabria e della regione Campania è concesso un contributo per l'anno 2007 di 70 milioni di euro, da ripartire secondo criteri di equità da definire con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze».

Conseguentemente, all'articolo 18, comma 2, le parole: «410 milioni» sono sostituite dalle altre: «400 milioni».

 

27.18

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, capoverso f-bis), sostituire l'ultimo periodo con il seguente: «Ai soli fini della presente lettera e della lettera f), i lavoratori impegnati nelle attività di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 280, nella regione Calabria sono equiparati ai lavoratori di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81;».

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 27

 

27.0.2

FERRARA, VIZZINI

Ritirato

Dopo l'articolo 27, aggiungere il seguente:

«Art. 27-bis.

1. Per un ammontare pari a 62 milioni di euro, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e autorizzato a stipulare, a decorrere dall'anno 2008, apposite convenzioni con i comuni destinatari degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1166, legge 296 del 2006, previa intesa con le regioni competenti, anche in deroga alla normativa vigente relativa ai lavoratori socialmente utili, per lo svolgimento di attività socialmente utili (ASU) e per l'attuazione di misure di politiche attive del lavoro finalizzate alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impiegati in ASU, nella disponibilità degli stessi comuni da almeno un triennio, nonché dei soggetti utilizzati da quest'ultimi attraverso convenzioni stipulate ai sensi dell'articolo 10 comma 3 del decreto legislativo 1º dicembre 1997, n. 468, estendendo a quest'ultima tipologia di lavoratori i benefici e gli incentivi previsti per i lavoratori LSU.

2. Per le finalità suddette, gli enti utilizzatori potranno avvalersi della facoltà, in deroga ai vincoli legislativi in materia di assunzioni e di spesa annuale di cui all'articolo 1 comma 557 della legge n. 296 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni, di procedere ad assunzioni in pianta organica a tempo indeterminato nelle categorie A e B dei soggetti di cui al precedente capoverso, nonché ad assunzioni a tempo determinato, con inquadramento nelle categorie C e D, secondi i profili professionali previsti dai rispettivi ordinamenti, in ogni caso attraverso procedure selettive.

3. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, dispone annualmente con proprio decreto, a far data dall'esercizio 2008 e secondo l'importo annuale di cui al comma 1, di una quota del fondo per l'occupazione, a beneficio dei comuni di cui al primo comma, a copertura integrale degli oneri relativi alla prosecuzione delle attività in ASU ed alla gestione a regime delle unità stabilizzate tramite assunzioni in pianta organica e/o assunzione a tempo determinato».

 

27.0.700 (testo corretto)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 27, aggiungere il seguente:

«Art. 27-bis.

1. Nei limiti dell'importo stanziato dall'articolo 1, comma 940, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i Parchi nazionali della Maiella e del Gran Sasso sono autorizzati a utilizzare le somme eccedenti quelle occorrenti per la stabilizzazione del personale fuori ruolo interessato dal suddetto comma 940, per l'assunzione dei lavoratori già titolari di rapporto di lavoro precario e degli ex lavoratori socialmente utili previa procedura selettiva».

 

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G27.101 (già em. odg G26.101)

IOVENE, VILLECCO CALIPARI, FUDA, BRUNO, GIANNINI

Ritirato

Il Senato,

premesso:

che tra Governo, Regione Calabria e parti sociali è intercorso nei mesi scorsi un accordo che prevede la destinazione di 60 milioni di euro per la stabilizzazione degli LSU ed LPU calabresi, riportato nel testo originario del decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri;

che lo stanziamento di 70 milioni di euro previsto dall'emendamento all'articolo 27 del decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159 recante: «interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale» è finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori LSU e LPU delle Regioni Calabria e Campania,

impegna il Governo:

a ripartire i fondi previsti dall'articolo 27 del decreto nella misura di 60 milioni euro per la Regione Calabria e 10 milioni di euro per la Regione Campania così rispettando gli accordi richiamati in premessa.

 

 


ARTICOLO 28 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 28.

(Soppressione della Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi (SPORTASS) e disposizioni sul credito per l'impiantistica sportiva)

1. L'ente pubblico «Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi» (SPORTASS), riconosciuto ente morale con regio decreto 16 ottobre 1934, n. 2047, e dichiarato ente pubblico necessario, ai sensi dell'articolo 3 della legge 20 marzo 1975, n. 70, con decreto del Presidente della Repubblica 1º aprile 1978, n. 250, è soppresso con effetto dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

2. Con effetto dalla medesima data e con evidenza contabile separata, l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) subentra in tutti i rapporti pendenti, attivi e passivi, relativi al ramo previdenziale, incluso il Fondo dei medagliati olimpici, e l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) subentra in tutti i rapporti pendenti, attivi e passivi, relativi al ramo assicurativo. Il personale in servizio alle dipendenze della SPORTASS è provvisoriamente trasferito alle dipendenze dell'INPS fino all'emanazione dei decreti di cui al comma 3. Il direttore generale mantiene l'attuale rapporto di lavoro per la gestione della fase transitoria e per un periodo non superiore alla durata del contratto in essere. Il trasferimento del personale di cui al presente articolo non comporta in ogni caso l'istituzione di strutture dirigenziali presso l'istituto previdenziale di destinazione. Con effetto dal 31 dicembre 2007 le convenzioni assicurative stipulate dall'ente sono risolte di diritto.

3. Con successivi decreti, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, dei Ministri per le politiche giovanili e le attività sportive e del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze, sentiti gli enti destinatari, e, limitatamente al trasferimento del personale, sentite anche le organizzazioni sindacali, sono definite, le modalità attuative del trasferimento del personale e dei beni mobili e immobili all'INPS e all'INAIL, nonché ogni altro adempimento conseguente alla soppressione dell'ente e alla successione da parte dell'INPS e dell'INAIL nei rapporti pendenti, inclusi quelli con le banche creditrici. A tale fine è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2007, 5,4 milioni di euro per l'anno 2008 e 11,3 milioni di euro a decorrere dal 2009. Per ridurre l'esposizione debitoria della SPORTASS sono assegnati, altresì, all'Istituto per il credito sportivo 18 milioni di euro a parziale compensazione del credito vantato dallo stesso Istituto nei confronti della SPORTASS, a valere sulle risorse del Fondo previsto dall'articolo 1, comma 1291, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

4. Per agevolare il credito per l'impiantistica sportiva, anche al fine di realizzare il programma straordinario previsto dall'articolo 11 del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2007, n. 41, volto a favorire la redditività della gestione economico-finanziaria anche attraverso la privatizzazione degli impianti, è assegnato all'Istituto per il credito sportivo un contributo di 20 milioni di euro per l'anno 2007. Il contributo concorre ad incrementare il fondo speciale di cui all'articolo 5 della legge 24 dicembre 1957, n. 1295. Con decreto del Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono determinati i criteri per la concessione del credito.

 

 

EMENDAMENTI

 

28.2

PONTONE, CORONELLA

Respinto

Al comma 2, sostituire le parole: «l'Istituto nazionale di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) subentra» con le seguenti: «l'Istituto nazionale di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e l'Istituto di previdenza per il settore marittimo per gli sport (IPSEMA) per gli sport acquatici subentrano in tutti i rapporti pendenti, attivi e passivi, relativi al ramo assicurativo».

 

28.900/700

LA COMMISSIONE

Respinto

All'emendamento 28.900, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e non possono essere riattivati dall'INPS e dall'INAIL verso gli stessi soggetti».

 

28.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge i contratti di consulenza in essere sono risolti di diritto».

 

28.5

TURIGLIATTO

Ritirato

Al comma 3 le parole: «a valere sulle risorse del Fondo previste dall'articolo 1, comma 1291, della Legge 27-12-2006, n. 296» sono sostituite dalle seguenti: «a valere sulle risorse annuali concesse dallo Stato al C.O.N.I. e viene quindi reintegrato il Fondo previsto dall'articolo 1, comma 1291, della Legge 27-12-2006, n. 296».

 

28.902

LA COMMISSIONE

Approvato

Aggiungere, in fine, i seguenti commi:

«4-bis. AI fine di garantire l'attuazione della decisione della Commissione europea n. 1828 del 30 aprile 2007 e il pieno utilizzo delle risorse del programma comunitario "Gioventù in azione", la dotazione organica del personale dell'Agenzia nazionale per i giovani, di cui all'articolo 5 del decreto legge 27 dicembre 2006, n. 297, convertito in legge 23 febbraio 2007, n. 15, è determinata in 45 unità di personale di ruolo, di cui tre dirigenti di seconda fascia. Nell'ambito delle procedure di autorizzazione all'assunzione, mediante utilizzo dell'apposito fondo previsto dall'articolo 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è prioritariamente considerata l'immissione in servizio del personale dell'Agenzia per i giovani, previo l'effettivo svolgimento di procedure di mobilità. Nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale a tempo indeterminato, all'Agenzia per i giovani è consentito assumere, nel limite massimo di 15 unità, personale a tempo determinato, anche in deroga all'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con contratti di durata non superiore a due anni non rinnovabili, nonché il ricorso al fuori ruolo o all'assegnazione temporanea di personale secondo le modalità previste dall'articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127».

4-ter. All'onere derivante dal comma 4-bis, pari a 0,5 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009, si fa fronte mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 19, comma 2, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 convertito, con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.

4 -quater. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

Conseguentemente nella rubrica, sostituire le parole: «e disposizioni sul credito per l'impiantistica» con le seguenti: «disposizioni sul credito per l'impiantistica e sull'Agenzia nazionale per i giovani».

 

28.901

LA COMMISSIONE

Approvato

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«4-bis. L'autorizzazione di spesa di cui al comma 282 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è integrata di 12 milioni di euro per l'anno 2007. Al relativo onere, pari a 12 milioni di euro per l'anno 2007, si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini deI bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale "Fondo speciale" di parte corrente, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 28

 

28.0.1

AUGELLO

Respinto

Dopo l'articolo 28, aggiungere il seguente:

«Art. 28-bis.

(ICS - Istituto per il Credito Sportivo)

1. Il Ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali ed il Ministro dell'economia, sentite le organizzazioni sindacali, provvede ad emanare entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, uno schema di regolamento riguardante l'Istituto per il credito sportivo con particolare riferimento:

1. al ruolo centrale dell'ICS in materia di attività ed impiantistica sportiva nonché attività di sostegno e sviluppo del settore culturale;

2. alla proprietà dell'ICS, attraverso un rafforzamento dell'assetto pubblico facilitando anche il trasferimento delle quote di partecipazione di natura strettamente privatistica alle Fondazioni di origine bancaria;

3. alla funzione di avviamento alla pratica sportiva, con specifico rilievo al disagio giovanile, alle diverse abilità e all'associazionismo, compreso quello che si realizza attraverso la frequenza degli oratori;

4. all'aumento della presenza sul territorio, al rafforzamento dei servizi di consulenza alle Regioni ed alle province autonome di Trento e Bolzano, alle altre autonomie locali ed alle associazioni, in particolare quelle dilettantistiche, che operano nel settore, anche in sinergia con il Coni, il Comitato paraolimpico e le Federazioni nazionali e gli Enti di promozione sportiva.

2. Nelle more del processo di riorganizzazione e di definizione del ruolo nazionale dell'Istituto per il Credito sportivo, si provvede, ai fini dell'incentivazione alla realizzazione dello scopo statutario, a reintegrare il "fondo apportato" presso l'ICS fino a 100 milioni di euro.»

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

 

ARTICOLO 29 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 29.

(Contributi alla Fondazione ONAOSI)

1. Nelle more della riforma della fondazione ONAOSI finalizzata a rendere omogenea la sua disciplina a quella degli enti assistenziali e previdenziali concernenti le libere professioni, al fine di ottemperare al disposto della sentenza n. 190 del 5 giugno 2007 della Corte costituzionale, il contributo obbligatorio dovuto alla Fondazione ONAOSI da tutti i sanitari dipendenti pubblici, iscritti ai rispettivi ordini professionali italiani dei farmacisti, dei medici chirurghi e odontoiatri, dei veterinari, nel rispetto dei princìpi di autonomia affermati dal decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, è determinato dal consiglio di amministrazione della Fondazione in modo da assicurare l'equilibrio della gestione e la conformità alle finalità statutarie dell'ente rapportandone l'entità, per ciascun interessato, ad una percentuale della retribuzione di base e all'anzianità di servizio.

2. Degli stessi criteri di cui al comma 1 tiene conto il consiglio di amministrazione della Fondazione ONAOSI nel procedere alla rideterminazione dei contributi dovuti dai sanitari ivi indicati, per il periodo compreso dalla data del 20 giugno 2007 di pubblicazione della sentenza n. 190 del 5 giugno 2007 della Corte costituzionale a quella di entrata in vigore del presente decreto.

 

 

EMENDAMENTI

 

29.1

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 2, sostituire le parole: «dalla data del 20 giugno 2007» con le seguenti: «dal giorno successivo alla data del 20 giugno 2007».

 

9.2

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

«2-bis. La riforma di cui al comma 1, assicura la continuità delle prestazioni in essere, l'individuazione di ulteriori prestazioni assistenziali a favore dei contribuenti in condizioni di vulnerabilità, la separazione tra le funzioni di indirizzo, i compiti di gestione amministrativa, finanziaria e tecnica e le funzioni di vigilanza, nonché la democraticità della vita associativa, prevedendo la partecipazione al voto di tutti i contribuenti».

 

 

ARTICOLO 30 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 30.

(Commissariamento della Fondazione Ordine Mauriziano)

1. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentiti i Ministri dell'interno e per i beni e le attività culturali, dispone entro sette giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il commissariamento della Fondazione Ordine Mauriziano, di seguito denominata FOM, con sede a Torino, nominando il commissario cui sono attribuite la rappresentanza anche giudiziale nonché l'attività di gestione e liquidazione, nel rispetto dei valori storico-culturali e secondo le norme del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 gennaio 2005, n. 4, in quanto compatibili col presente articolo.

2. L'attività di gestione e liquidazione è controllata da un comitato di vigilanza composto da cinque membri, nominati: uno, con funzioni di presidente, dal Presidente del Consiglio dei Ministri, sentiti i Ministri dell'interno e per i beni e le attività culturali, uno dalla regione Piemonte e tre dai creditori. Il comitato autorizza gli atti di valore pari o superiore ad un milione di euro ed il presidente del comitato medesimo presiede l'assemblea dei creditori competente ad approvare il piano di soddisfazione.

3. Nessuna azione individuale, esecutiva o cautelare, può essere iniziata o proseguita nei confronti della FOM dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

4. Il commissario predispone in via d'urgenza un piano di liquidazione dei beni della FOM, con esclusione di quelli gravati da vincoli storico-culturali di cui all'allegato A del citato decreto n. 277 del 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 4 del 2005. Il piano è sottoposto al comitato di vigilanza. Alla liquidazione il commissario procede tramite procedure competitive, assicurando adeguate forme di pubblicità. Il commissario può avvalersi di esperti, nonché degli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze.

5. Il piano di liquidazione è approvato dai creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto. Ove siano previste diverse classi di creditori, il piano è approvato se tale maggioranza si verifica inoltre nel maggior numero di classi. Il piano può prevedere che i creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca non vengano soddisfatti integralmente, purché il piano ne preveda la soddisfazione in misura non inferiore a quella realizzabile, in ragione della collocazione preferenziale, sul ricavato in caso di liquidazione, avuto riguardo al valore di mercato attribuibile ai beni o diritti sui quali sussiste la causa di prelazione, indicato nella relazione giurata di un professionista in possesso dei requisiti di cui all'articolo 67, terzo comma, lettera d), del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni, designato dal comitato di vigilanza. Il trattamento stabilito per ciascuna classe non può avere l'effetto di alterare l'ordine delle cause legittime di prelazione.

6. L'atto di approvazione è trasmesso al Tribunale di Torino, che, verificatane la correttezza formale, pronuncia, con ordinanza, l'esdebitazione della FOM, con liberazione di essa dai debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti. Con tale atto è disposta la cancellazione dei pignoramenti e delle ipoteche a qualunque titolo ed in qualunque momento iscritte su beni della FOM. Contro l'atto di approvazione del piano i creditori possono proporre reclamo al Tribunale di Torino, in composizione collegiale, funzionalmente competente, che decide con ordinanza in camera di consiglio. Contro tale provvedimento può essere proposto soltanto ricorso alla Corte di cassazione per motivi di legittimità.

7. Gli atti di costituzione di pegno o ipoteca iscritti su beni della FOM, successivi al 23 settembre 2003, non possono essere opposti al commissario e sono inefficaci. Sono altresì inefficaci i pagamenti eseguiti dopo tale data dalla FOM, con esclusione di quelli di carattere retributivo per prestazioni di lavoro o per spese correnti. Il commissario cura la ripetizione delle somme eventualmente corrisposte. La richiesta di restituzione di somme, approvata dal comitato di vigilanza, costituisce titolo esecutivo.

8. Per quanto non disposto dal presente articolo si applicano le norme sulla liquidazione coatta amministrativa di cui al titolo V del regio decreto n. 267 del 1942, e successive modificazioni, nonché, per quanto attiene al procedimento, dagli articoli 125 e 126 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

 

 

EMENDAMENTI

 

30.900

LA COMMISSIONE

Approvato

All'articolo 30 apportare le seguenti modificazioni:

a) al comma 2 le parole: «tre creditori» sono sostituite dalle seguenti: «tre tra i creditori»;

b) al comma 5, primo periodo, le parole: «piano di liquidazione» sono sostituite dalle seguenti: «piano di soddisfazione, predisposto dal commissario»;

c) al comma 8, le parole: «per quanto attiene al procedimento» sono soppresse.

 


30.3

DAVICO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Approvato

Al comma 2, dopo il primo periodo, aggiungere, il seguente: «La Fondazione preventivamente all'attività del comitato di liquidazione deve presentare una relazione tecnica patrimoniale - che dovrà allegare al suo bilancio annuale - contenente elementi idonei a valutare la consistenza complessiva dei debiti da liquidare, a fronte del valore stimato di massima della consistenza patrimoniale e delle passività in atto».

 

30.5

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 4, terzo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e ferma restando l'applicazione della disciplina in materia di prelazione e di riscatto agrari di cui all'articolo 8 della legge 26 maggio 1965, n. 590, e successive modificazioni e all'articolo 7 della legge 14 agosto 1971, n. 817».

 

30.8

DAVICO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Approvato

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. I compensi spettanti al commissario e ai componenti del comitato di vigilanza per le procedure di cui ai commi 1 e 4 non producono effetti a carico della finanza pubblica».

 

 

ORDINE DEL GIORNO

G30.500 (testo 2)

EUFEMI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

esaminato il decreto-legge 159/2007;

visto l'articolo 30 del decreto-legge con il quale si interviene con il commissariamento della Fondazione Ordine Mauriziano;

visto l'orientamento della Regione Piemonte di togliere ogni tipo di vincolo sui terreni dell'Ordine con il fine di rendere disponibile e quindi vendibile il patrimonio fondiario;

tenuto conto che su diversi Comuni del Piemonte insistono grandi appezzamenti di terreni agricoli di alto valore qualitativo di proprietà del Mauriziano;

tenuto conto delle conseguenze della vendita dei terreni in oggetto a soggetti non interessati all'attività agricola, ma ad altre attività economiche con forte impatto ambientale e territoriale;

riaffermata la necessità di tutelare i terreni agricoli rispetto alle scelte di sviluppo sostenibile, moderato ed attento ai valori sociali e di salvaguardia del territorio,

impegna il Governo:

a salvaguardare le aziende agricole nella proprietà del Mauriziano;

a promuovere un tavolo di concertazione con tutti quegli enti che hanno terreni mauriziani sul loro territorio, in modo da costruire uno strumento con il quale affrontare con maggior incisività le problematiche connesse alle proprietà mauriziane ed alla loro destinazione finale.

________________

(*) Accolto dal Governo come raccomandazione con la soppressione del primo capoverso del dispositivo: «a utilizzare ogni strumento per evitare speculazioni immobiliari, scongiurando la possibilità che i terreni mauriziani siano nel prossimo futuro oggetto di compravendita finalizzata a fini diversi da quelli agricoli;»

 

 

ARTICOLO 31 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 31.

(Istituto Gaslini di Genova - Unione italiana ciechi - Fondazione EBRI)

1. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di 40 milioni di euro a favore dell'Istituto Gaslini di Genova.

2. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di 1 milione di euro a favore dell'Unione italiana ciechi.

3. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di 3 milioni di euro a favore della Fondazione EBRI (European Brain Research Institute).

 

 

EMENDAMENTI

 

1.1

BONFRISCO, PIANETTA, COLLI, CANTONI, FERRARA, POSSA

Respinto

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di 20 milioni di euro a favore dell'Istituto Gaslini di Genova ed ulteriori 20 milioni di euro a favore del San Raffaele di Milano».

 

31.800

EUFEMI

Ritirato

Sopprimere il comma 3.

Conseguentemente, aumentare proporzionalmente i contributi previsti al comma 1 e al comma 2.

 

31.7

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

Respinto

Al comma 3, sostituire le parole: «della Fondazione EBRI (European Brain Research Institute)» con le seguenti: «del Dipartimento di Neuroscienze della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor».

 

31.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Ai fini di favorire l'attività di formazione superiore internazionale, agli istituti universitari, diretta emanazione di Università estere, autorizzati a rilasciare titoli ammessi a riconoscimento in Italia ai sensi della Convenzione di Lisbona dell'11 aprile 1997 e della legge n. 148 dell'11 luglio 2002 è concesso un contributo, nel limite complessivo di 3 milioni per il 2007, a sostegno dei loro programmi di formazione internazionale a studenti di nazionalità italiana e di ricerca con partecipazione anche di soggetti di alta formazione esteri. Il contributo può essere fruito anche come credito di imposta riconosciuto automaticamente secondo l'ordine cronologico di presentazione delle relative domande da presentarsi entro il 28 febbraio di ciascun anno al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento delle politiche fiscali. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca, sono fissate le procedure e le modalità per l'attuazione del presente comma».

Conseguentemente al comma 1, sostituire le parole: «40 milioni di euro» con le suguenti: «37 milioni di euro».

 

31.80

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di 1 milione di euro a favore delle associazioni ANMIC (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili), ENS (Ente nazionale sordomuti), UNMS (Unione nazionale mutilati per servizio) e ANMIL (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) da ripartire, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, in proporzione ai loro iscritti».

Conseguentemente, al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo.

 

31.501

BALDASSARRI

Respinto

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è autorizzato un contributo straordinario di 2 milioni di euro a favore della lega del Filo d'oro».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1, allegato al decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n.127.

 

31.900 (già 18.701)

LA COMMISSIONE

Approvato

All'articolo 31, dopo il comma terzo, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore della lega del filo d'oro».

Conseguentemente all'articolo 31, comma 1, sostituire la cifra: «40» con la cifra: «39».

 

31.502

BALDASSARRI

Ritirato

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è autorizzato un contributo straordinario di 5 milioni di euro a favore della Fondazione Redemptoris Mater - Seminario Neocatecumenale per il completamento delle strutture del servizio e del centro di interscambio culturale e religioso tra Italia e Cina».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1, allegato al decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n.127.

 

 

ARTICOLI 32 E 33 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 32.

(Disposizione concernente Finmeccanica ed ENEA)

1. Le somme versate all'entrata del bilancio dello Stato da parte delle imprese beneficiarie dei contributi di cui alla legge 24 dicembre 1985, n. 808, sono riassegnate all'ENEA per fare fronte, anche mediante appositi atti transattivi, al pagamento, fino a concorrenza, degli oneri afferenti al contratto di appalto per la realizzazione dell'impianto prototopico nucleare denominato PEC per le prove su elementi combustibili.

2. I pagamenti di cui al comma 1 non concorrono alla determinazione del fabbisogno finanziario annuale dell'ENEA stabilito ai sensi dell'articolo 1, commi 638 e 639, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

Articolo 33.

(Disposizioni a favore dei soggetti talassemici danneggiati da trasfusioni infette)

1. Per le transazioni da stipulare con soggetti talassemici danneggiati da sangue o emoderivati infetti, che hanno instaurato azioni di risarcimento danni tuttora pendenti, è autorizzata la spesa di 94 milioni di euro annui per l'anno 2007.

2. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono fissati i criteri per l'accesso alle transazioni di cui al comma 1, con priorità, a parità di gravità dell'infermità, per le condizioni economiche del soggetto definite mediante l'utilizzo dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, e successive modificazioni.

3. L'ulteriore indennizzo previsto dall'articolo 4 del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, è da intendersi concedibile, nei limiti dell'autorizzazione di spesa recata dal citato articolo 4, anche ai soggetti emofilici di cui al medesimo articolo, per i quali, pur in assenza di ascrizione tabellare ai sensi della legge 25 febbraio 1992, n. 210, sia stato comunque riconosciuto dalla competente commissione medico ospedaliera il nesso tra la trasfusione, o la somministrazione di emoderivati infetti, e la patologia riscontrata.

4. L'assegno una tantum aggiuntivo previsto dall'articolo 4 della legge 29 ottobre 2005, n. 229, da corrispondersi per la metà al soggetto danneggiato e per l'altra metà ai congiunti che prestano od abbiano prestato al danneggiato assistenza in maniera prevalente e continuativa, nel caso in cui il danneggiato sia minore di età od incapace di intendere e di volere è corrisposto interamente ai congiunti che prestano od abbiano prestato al danneggiato assistenza in maniera prevalente e continuativa.

5. Ai soggetti già deceduti alla data di entrata in vigore della legge n. 229 del 2005, e che siano già titolari dell'indennizzo previsto ai sensi della legge 25 febbraio 1992, n. 210, e successive modificazioni, è corrisposto in favore degli «aventi diritto», su domanda degli interessati da prodursi entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, un assegno una tantum il cui importo è definito, con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, secondo criteri di analogia all'assegno una tantum di cui all'articolo 1, comma 3, della legge n. 229 del 2005. A tale fine è autorizzata la spesa di 6 milioni di euro per l'anno 2007. Ai fini del presente articolo sono considerati «aventi diritto», nell'ordine, i seguenti soggetti: il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli minorenni, i fratelli maggiorenni inabili al lavoro.

 

 

EMENDAMENTI

 

33.500

MARINO, BAIO, BASSOLI, BINETTI, BODINI, BOSONE, CABRAS, CAFORIO, EMPRIN GILARDINI, IOVENE, LADU, NIEDDU, ROSSA, SERAFINI, SILVESTRI, VALPIANA

V. testo 2

Sostituire i commi 1 e 2 con i seguenti:

«1. Per le transazioni da stipulare con soggetti talassemici, affetti da altre emoglobinopatie o affetti da anemie ereditarie, emofilici ed emotrasfusi occasionali danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie che hanno instaurato azioni di risarcimento danni tuttora pendenti è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per il 2007.

2. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono fissati i criteri in base ai quali sono definite, nell'ambito di un Piano pluriennale, le transazioni di cui al comma 1 e, comunque, nell'ambito delle predette autorizzazioni, in analogia e coerenza con i criteri transattivi già fissati per i soggetti emofilici dal decreto del Ministro della salute 3 novembre 2003, sulla base delle conclusioni rassegnate dal gruppo tecnico istituito con decreto del Ministro della salute in data 13 marzo 2002, con priorità, a parità di gravità dell'infermità, per i soggetti in condizioni di disagio economico accertate mediante l'utilizzo dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, e successive modificazioni».

Conseguentemente sostituire la rubrica con la seguente: «Disposizioni in favore di soggetti danneggiati in ambito sanitario».

Conseguentemente all'articolo 20, comma 1, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «50 milioni»; all'articolo 28, comma 3, sostituire le parole: «50 milioni» con le seguenti: «10 milioni»; all'articolo 42, sopprimere il comma 2.

 

33.500 (testo 2)

MARINO, BAIO, BASSOLI, BINETTI, BODINI, BOSONE, CABRAS, CAFORIO, EMPRIN GILARDINI, IOVENE, LADU, NIEDDU, ROSSA, SERAFINI, SILVESTRI, VALPIANA

Approvato

Sostituire i commi 1 e 2 con i seguenti:

«1. Per le transazioni da stipulare con soggetti talassemici, affetti da altre emoglobinopatie o affetti da anemie ereditarie, emofilici ed emotrasfusi occasionali danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie che hanno instaurato azioni di risarcimento danni tuttora pendenti è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per il 2007.

2. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono fissati i criteri in base ai quali sono definite, nell'ambito di un Piano pluriennale, le transazioni di cui al comma 1 e, comunque, nell'ambito delle predette autorizzazioni, in analogia e coerenza con i criteri transattivi già fissati per i soggetti emofilici dal decreto del Ministro della salute 3 novembre 2003, sulla base delle conclusioni rassegnate dal gruppo tecnico istituito con decreto del Ministro della salute in data 13 marzo 2002, con priorità, a parità di gravità dell'infermità, per i soggetti in condizioni di disagio economico accertate mediante l'utilizzo dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, e successive modificazioni».

Conseguentemente sostituire la rubrica con la seguente: «Disposizioni in favore di soggetti danneggiati in ambito sanitario».

Conseguentemente all'articolo 20, comma 1, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «50 milioni»; all'articolo 28, comma 3, sostituire le parole: «50 milioni» con le seguenti: «10 milioni»; all'articolo 42, sopprimere il comma 2.

2-bis. All'onere derivante dal comma 1 si provvede, quanto a 56 milioni di euro, mediante incremento, fino a concorrenza del predetto importo, delle aliquote di base di cui all'articolo 5 della legge 7 marzo 1985, n. 76, per il calcolo dell'imposta sui tabacchi lavorati destinati alla vendita al pubblico nel territorio soggetto a monopolio, da stabilire con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze».

 

33.501

DIVINA

Ritirato

Sostituire il comma 1 con i seguenti:

«1. Per le transazioni da stipulare con soggetti emotrasfusi, o eredi di soggetti deceduti, danneggiati da sangue o emoderivati infetti, che hanno instaurato azioni per il risarcimento del danno pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge, è autorizzata la spesa di 198.500.000 euro per il 2007, 108.500.000 per il 2008 e 78.500.000 per il 2009.

1-bis. Costituiscono requisiti per accedere alle transazioni di cui all'articolo 1:

a) l'avere instaurato una causa per il risarcimento del danno pendente alla data di entrata in vigore della presente legge;

b) l'esistenza del nesso di ca.us,alità tra la trasfusione di sangue infetto ovvero l'assunzione di emoderivati infetti e i danni permanenti alla salute successivamente riportati.

1-ter. La data di effettuazione della trasfusione di sangue infetto o dell'assunzione di emoderivati infetti e la natura della patologia che ha dato causa ai medesimi trattamenti non costituiscono cause ostative alla stipulazione delle transazioni di cui all'articolo 1».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, sostituire le parole: «8.321 milioni» con le seguenti: «8.425,5 milioni», le parole: «5,4 milioni per il 2008» con le seguenti: «113,9 milioni per il 2009» e le parole: «11,3 milioni a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «89,8 milioni a decorrere dall'anno 2009».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, lettera a), sostituire le parole: «1.100 milioni» con le seguenti: «1.204,5 milioni».

 

33.4

CURSI, TOMASSINI, MONACELLI, GRAMAZIO, GHIGO, BIANCONI, TOTARO, LORUSSO, CORONELLA, POLLEDRI, MASSIDDA, SANCIU, D'ALI'

Precluso dall'approvazione dell'em. 33.500 (testo 2)

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Per le transazioni da stipulare con soggetti talassemici, affetti da anemie ereditarie, emofilici ed emotrasfusi occasiona li danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, che hanno instaurato azioni di risarcimento danni tuttora pendenti, è autorizzata la spesa di 1 miliardo e 800 milioni di euro da erogarsi in 10 anni».

Conseguentemente, sostituire, la rubrica con la seguente: «(Disposizioni a favore dei soggetti danneggiati da trasfusione con sangue infetto, da somministrazione di emoderivati infetti e da vaccinazioni obbligatorie)».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

 


EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 33

 

33.0.2

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 33,inserire il seguente:

«Art. 33-bis.

1. A carico del fondo di cui all'articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, si provvede a liquidare le richieste di indennizzo relative agli eventi verificatisi nel triennio 2002-2004, relativamente alle istanze presentate anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti della somma di 500.000 euro. AI relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per l'anno 2008, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1º ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244.

2. Il fondo di cui all'articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81 viene incrementato di 250.000 euro per far fronte agli indennizzi relativi al triennio 2007-2009».

 

 

ARTICOLO 34 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 34.

(Estensione dei benefici riconosciuti in favore delle vittime del terrorismo, previsti dalla legge 3 agosto 2004, n. 206, alle vittime del dovere a causa di azioni criminose, nonché ai loro familiari superstiti)

1. Alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ed alle vittime della criminalità organizzata, di cui all'articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302, ed ai loro familiari superstiti, riconosciute alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono corrisposte, per l'anno 2007, le elargizioni di cui all'articolo 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206. Ai beneficiari vanno compensate le somme già percepite. L'onere recato dal presente comma è valutato in 170 milioni di euro per l'anno 2007.

2. Il Ministero dell'interno provvede al monitoraggio degli oneri di cui al presente articolo, informando tempestivamente il Ministero dell'economia e delle finanze, anche ai fini dell'adozione dei provvedimenti correttivi di cui all'articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni. Gli eventuali decreti emanati ai sensi dell'articolo 7, secondo comma, n. 2), della legge 5 agosto 1978, n. 468, prima della data di entrata in vigore dei provvedimenti o delle misure di cui al primo periodo, sono tempestivamente trasmessi alle Camere, corredati da apposite relazioni illustrative.

3. Gli enti previdenziali privati gestori di forme pensionistiche obbligatorie provvedono, per la parte di propria competenza, al pagamento dei benefici di cui alla legge n. 206 del 2004, in favore dei propri iscritti aventi diritto ai suddetti benefici, fornendo rendicontazione degli oneri finanziari sostenuti al Ministero dell'interno, il quale provvede a rimborsare gli enti citati nei limiti di spesa previsti dalla legge n. 206 del 2004.

 

EMENDAMENTI

 

34.700/1

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Respinto

All'emendamento 34.900, sostituire la lettera a) con la seguente:

«a) Alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ed alle vittime della criminalità organizzata, di cui all'articolo l della legge 20 ottobre 1990, n. 302, ed ai loro familiari superstiti, sono corrisposte, per l'anno 2007, aumentate del 20 per cento, le elargizioni di cui all'articolo 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206. Ai beneficiari vanno compensate le somme già percepite. L'onere recato dal presente comma è valutato in 233 milioni di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente, sopprimere l'articolo 27.

 

34.700

LA COMMISSIONE

Approvato

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ed alle vittime della criminalità organizzata, di cui all'articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302, ed ai loro familiari superstiti sono corrisposte le elargizioni di cui all'articolo 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206. Ai beneficiari vanno compensate le somme già percepite. L'onere recato dal presente comma è valutato in 173 milioni di euro per l'anno 2007, 2,72 milioni di euro per l'anno 2008 e 3,2 milioni a decorrere dal 2009».

Sostituire il comma 3 con i seguenti:

«3. Alla legge 3 agosto 2004, n. 206, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 2, comma 1, le parole da "si applica" fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: "la retribuzione pensionabile va rideterminata incrementando la medesima di una quota del 7,5 per cento";

b) all'articolo 3, dopo il comma 1, è inserito il seguente:

"1-bis. Ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti spetta, a titolo di trattamento equipollente al trattamento di fine rapporto, un'indennità calcolata applicando l'aliquota del 6,91 per cento ad un importo pari a dieci volte la media dei redditi, da lavoro autonomo ovvero libero professionale degli ultimi cinque anni di contribuzione, rivalutati, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, aumentata del 7,5 per cento. La predetta indennità è determinata ed erogata in unica soluzione nell'anno di decorrenza della pensione.".

3-bis. La decorrenza dei benefici di cui al comma 3 è la medesima delle disposizioni di cui agli articoli 2 e 3 della legge 3 agosto 2004, n. 206.

3-ter. L'onere derivante dai commi 3 e 3-bis è valutato in 2 milioni di euro per l'anno 2007, in 0,3 milioni di euro per l'anno 2008 e in 0,4 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.

3-quater. Gli enti previdenziali privati gestori di forme pensionistiche obbligatorie provvedono, per la parte di propria competenza, al pagamento dei benefici di cui alla legge 3 agosto 2004, n. 206, in favore dei propri iscritti aventi diritto ai suddetti benefici, fornendo rendicontazione degli oneri finanziari sostenuti al Ministero del lavoro e della previdenza sociale. Il predetto Ministero provvede a rimborsare gli enti citati nei limiti di spesa previsti dalla predetta legge n. 206 del 2004».

Conseguentemente, all'articolo 47, al comma 1, sostituire le parole: «8.321 milioni di euro per l'anno 2007, 5,4 milioni di euro per l'anno 2008 e 11,3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «8.326 milioni di euro per l'anno 2007, 8,42 milioni di euro per l'anno 2008 e 14,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009»;

al medesimo comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:

«b-bis) quanto a euro 5 milioni per l'anno 2007, euro 3,02 milioni per l'anno 2008 ed euro 3,6 milioni a decorrere dall'anno 2009, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando per l'anno 2007 l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze, per gli anni 2008 e 2009 l'accantonamento relativo al Ministero dell'università e della ricerca.».

 

34.500 (testo corretto)

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, BONFRISCO

Ritirato e trasformato nell'odg G34.1

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. I medesimi benefici di cui al comma 1 sono altresì riconosciuti ai familiari superstiti di sindaci e amministratori locali, che, a far data dal 1º gennaio 2000, sono state vittime di azioni criminose legate all'esercizio delle loro funzioni pubbliche. A tal fine per l'anno 2007 è stanziata una ulteriore somma di 100.000 euro».

Conseguentemente:

all'articolo 47, comma 1, lettera a) sostituire le parole: «1.100 milioni» con le seguenti: «1.200 milioni».

 

34.701

LA COMMISSIONE

V. testo 2

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:

«2-bis. Ai cittadini italiani non appartenenti alle Forze dell'ordine, alla magistratura e ad altri organi dello Stato, colpiti dalla eversione armata per le loro idee e per il loro impegno morale, il Presidente della Repubblica concede la onorificenza di "vittima del terrorismo" con la consegna di una medaglia ricordo in oro.

2-ter. L'onorificenza di cui all'articolo 1 è conferita alle vittime del terrorismo ovvero, in caso di decesso, ai parenti e affini entro il secondo grado, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno.

Al fine di ottenere la concessione dell'onorificenza, le vittime del terrorismo o, in caso di decesso, i loro parenti e affini entro il secondo grado, presentano domanda alla Prefettura di residenza o al Ministero dell'interno, anche per il tramite delle associazioni rappresentative delle vittime del terrorismo.

L'onorificenza è corrisposta alla vedova o ai figli all'atto del decesso del titolare. Nel caso la vittima non sia coniugata, o non abbia figli, viene conferita ai parenti e affini entro il secondo grado.

Le domande e i documenti occorrenti per ottenere l'onorificenza sono esenti da tassa di bollo e da qualunque altro diritto.

Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro tre mesi dalla data di entra in vigore della presente legge, sono definite:

a) le caratteristiche della medaglia di cui all'articolo 1 comma 2;

b) le condizioni previste per il conferimento dell'onorificenza; il possesso delle predette condizioni è provato con dichiarazione, anche contestuale alla domanda, sottoscritta dall'interessato, con firma autenticata dal segretario comunale o da altro impiegato incaricato dal sindaco.

 

34.701 (testo 2)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:

«2-bis. Ai cittadini italiani appartenenti o non appartenenti alle Forze dell'ordine, alla magistratura e ad altri organi dello Stato, colpiti dalla eversione armata per le loro idee e per il loro impegno morale, il Presidente della Repubblica concede la onorificenza di "vittima del terrorismo" con la consegna di una medaglia ricordo in oro.

2-ter. L'onorificenza di cui all'articolo 1 è conferita alle vittime del terrorismo ovvero, in caso di decesso, ai parenti e affini entro il secondo grado, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno.

Al fine di ottenere la concessione dell'onorificenza, le vittime del terrorismo o, in caso di decesso, i loro parenti e affini entro il secondo grado, presentano domanda alla Prefettura di residenza o al Ministero dell'interno, anche per il tramite delle associazioni rappresentative delle vittime del terrorismo.

L'onorificenza è corrisposta alla vedova o ai figli all'atto del decesso del titolare. Nel caso la vittima non sia coniugata, o non abbia figli, viene conferita ai parenti e affini entro il secondo grado.

Le domande e i documenti occorrenti per ottenere l'onorificenza sono esenti da tassa di bollo e da qualunque altro diritto.

Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro tre mesi dalla data di entra in vigore della presente legge, sono definite:

a) le caratteristiche della medaglia di cui all'articolo 1 comma 2;

b) le condizioni previste per il conferimento dell'onorificenza; il possesso delle predette condizioni è provato con dichiarazione, anche contestuale alla domanda, sottoscritta dall'interessato, con firma autenticata dal segretario comunale o da altro impiegato incaricato dal sindaco.

 


34.12

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

«3-bis. 1. All'articolo 1, comma 1, della legge 3 agosto 2004, n. 206, è aggiunto in fine il seguente periodo: "Ai fini della presente legge, sono ricompresi fra gli atti di terrorismo le azioni criminose compiute sul territorio nazionale in via ripetitiva, rivolte a soggetti indeterminati e poste in essere in luoghi pubblici e aperti al pubblico"».

 

34.501

EUFEMI, BUTTIGLIONE

Ritirato e trasformato nell'odg G34.501

Aggiungere, in fine, i seguenti commi:

«3-bis. È istituito il Museo nazionale delle vittime del terrorismo.

3-ter. A favore della Associazione italiana vittime del terrorismo e dell'eversione contro l'ordinamento costituzionale dello Stato viene concesso, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica, una porzione dell'immobile demaniale denominato "ex commissariato Doria" sito in Torino, Corso Farini, limitatamente agli usi strettamente necessari compatibilmente con gli usi governativi in atto».

Conseguentemente, all'articolo 36, sostituire le parole: «150 milioni di euro» con le seguenti: «145 milioni di euro».

 

 

ORDINI DEL GIORNO

 

G34.1

POLLEDRI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 34.500 (testo corretto).

________________

(*) Accolto dal Governo

 

G34.501 (già em. 34.501)

EUFEMI, BUTTIGLIONE

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

esaminato il decreto-legge n. 159 del 2007,

valutato l'articolo 36 relativo al programma di interventi connessi alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'unità d'Italia,

impegna il Governo a ricomprendere nell'ambito di tali interventi la istituzione del Museo nazionale delle vittime del terrorismo, con sede a Torino nel complesso demaniale "ex commissariato Doria" in Corso Farini limitatamente agli usi strettamente necessari compatibilmente con gli usi governativi in atto.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 34

 

34.0.2

BERSELLI

Respinto

Dopo l'articolo 34,aggiungere il seguente:

«Art. 34-bis.

(Proroga dei termini per la domanda di erogazione di benefici in favore delle vittime dell'incidente del Monte Serra (Pisa) del 3 marzo 1977)

1. I familiari dei 38 cadetti della Marina militare, dell'ufficiale accompagnatore e dei cinque membri dell'equipaggio, vittime dell'aeromobile schiantatosi sul Monte Serra (Pisa) il 3 marzo 1977, che non hanno avuto risarcimento del danno del disastro aereo, possono farne specifica richiesta al Ministro della difesa, entro il 31 ottobre 2008».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007 n. 127».

 

 

ARTICOLO 35 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 35.

(Fondo per le zone di confine)

1. All'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente:

«7. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007. Le modalità di erogazione del predetto fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Il Dipartimento per gli affari regionali provvede a finanziare, in applicazione dei criteri stabiliti con il decreto ministeriale e sentite le province interessate, specifici progetti finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei territori dei comuni confinanti con le regioni a statuto speciale.».

 

 

EMENDAMENTI

 

35.2

FRANCO PAOLO, STIFFONI, POLLEDRI

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 35.

(Fondo per i comuni di confine)

1. All'articolo 6 del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni dalla Legge 3 agosto 2007 n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente: «è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale, l'Austria e la Confederazione Elvetica, con dotazione di venti milioni di euro per l'anno 2007. Quattordici milioni di euro del Fondo sono destinati esclusivamente e direttamente ai comuni confinanti con le regioni a statuto speciale. Sei milioni di euro sono destinati esclusivamente e direttamente ai comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, che non siano appartenenti a regioni a statuto speciale. Con decreto del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono determinati i criteri di erogazione del predetto Fondo. Il Dipartimento per gli Affari regionali provvede a finanziare, in applicazione dei criteri stabiliti con il decreto ministeriale, specifici progetti in spesa corrente, finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei territori confinanti con le regioni a statuto speciale e con l'Austria e la Confederazione Elvetica».

 

35.3

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI, STIFFONI

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 35.

(Fondo per i comuni di confine)

1. All'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente:

"7. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione dei territori svantaggiati dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano, nonché dei comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di cui 14 milioni di euro sono destinati esclusivamente ai comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. Le modalità di erogazione del predetto Fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari. Il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali provvede, in applicazione dei criteri stabiliti con il decreto ministeriale, a finanziare specifici progetti di spesa corrente, finalizzati al sostegno economico e sociale, nonché allo sviluppo dei suddetti territori"».

 

35.4

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI, STIFFONI

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 35.

(Fondo per i comuni di confine)

1. All'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente:

"7. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione dei territori svantaggiati dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano, nonché dei comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di cui 14 milioni di euro sono destinati esclusivamente ai comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. Le modalità di erogazione del predetto Fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari. Il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali provvede direttamente al finanziamento dei comuni interessati. La ripartizione è effettuata per il 60% in base alla popolazione, per il 20 per cento in base al territorio e per il 20 per cento in base al reddito pro-capite"».

 

35.5

FRANCO PAOLO, DIVINA, POLLEDRI, STIFFONI

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 35.

(Fondo per i comuni di confine)

1. All'articolo 6 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, il comma 7 è sostituito dal seguente:

"7. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Fondo per la valorizzazione e la promozione dei territori svantaggiati dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano, nonché dei comuni confinanti con la Confederazione Elvetica e l'Austria, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di cui 14 milioni di euro sono destinati esclusivamente ai comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale e le Province autonome. Le modalità di erogazione del predetto Fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari. n Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali provvede direttamente al finanziamento dei comuni interessati. La ripartizione è effettuata per il 90 per cento in base alla popolazione, per il 10 per cento in base al territorio"».

 

35.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, capoverso 7, primo periodo, sostituire le parole: «con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007» con le seguenti: «con una dotazione di 25 milioni di euro per l'anno 2007».

Aggiungere, in fine il seguente comma:

"1-bis. All'onere derivante dal presente articolo, pari a 5 milioni per il 2007, si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale "Fondo speciale" di parte corrente del Ministero dell'economia e finanze, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero"».

 

35.9

FLUTTERO, COLLINO

Respinto

Al comma 1, capoverso 7, secondo periodo, sostituire le parole: «di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze» con le seguenti: «previa istruttoria delle regioni interessate,».

 

35.10

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, capoverso 7, terzo periodo, sostituire le parole: «sentite le province interessate» con le seguenti: «sentite le regioni interessate».

 

35.11

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, capoverso 7, aggiungere in fine il seguente periodo: «Tra i criteri di valutazione dovrà avere particolare importanza la caratteristica sovracomunale dei progetti».

 

 

ARTICOLO 36 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 36.

(Programma di interventi connessi alle celebrazioni per il 150º anniversario dell'Unità nazionale)

1. Al fine di realizzare il programma di interventi e di iniziative funzionali alle celebrazioni per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia, il Comitato dei Ministri denominato: «150 anni dell'Unità d'Italia» di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 24 aprile 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 122 del 28 maggio 2007, in raccordo con gli enti territoriali interessati, definisce, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le attività di cui al citato decreto 24 aprile 2007, ed in particolare:

a) la realizzazione e il completamento di un programma di qualificati interventi ed opere, anche infrastrutturali, di carattere culturale e scientifico, nonché di un quadro significativo di iniziative allocate su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle città di preminente rilievo per il processo di Unità della Nazione, tali da assicurare la compiuta diffusione e testimonianza del messaggio di identità ed Unità nazionale proprio delle celebrazioni;

b) la messa a punto dei piani economici degli interventi, sia attraverso strumenti di co-finanziamento provenienti dalle realtà pubbliche e private del territorio e, in primo luogo, dai comuni e dalle regioni, che mediante il ricorso ad impegni di spesa ed obbligazioni pluriennali.

2. Per la realizzazione delle opere, degli interventi e delle iniziative connessi alle celebrazioni per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia è autorizzata la spesa di 150 milioni di euro per l'anno 2007.

3. Ferme restando le funzioni di indirizzo e di coordinamento proprie del Comitato dei Ministri denominato «150 anni dell'Unità d'Italia», il Presidente del Consiglio dei Ministri, entro un mese dalla data di entrata in vigore del presente decreto, costituisce il Comitato dei garanti, formato da personalità di qualificato e pluralistico orientamento politico e culturale, cui è demandato il compito di verifica e monitoraggio del programma e delle iniziative legate alle celebrazioni dell'Unità nazionale, anche attraverso la condivisione della relazione quadrimestrale che il Presidente del Comitato dei Ministri rende al Consiglio dei Ministri alla stregua delle previsioni di cui all'articolo 2, comma 2, del citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 aprile 2007 e della relazione annuale da presentarsi entro il 31 dicembre di ogni anno al Parlamento.

 

 

EMENDAMENTI

 

36.2

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Le parole «Sopprimere l'articolo» respinte; seconda parte preclusa

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, all'articolo 44, comma 3, le parole: «pari a 1.900 milioni di euro» sono sostituite con le seguenti: «pari a 2.050 milioni di euro».

 

36.1

DAVICO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Precluso

Sopprimere l'articolo.

 

36.300

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, dopo le parole: «Al fine di realizzare il programma di interventi e di iniziative», aggiungere le seguenti: «dotate di particolare coerenza culturale e simbolica con gli ideali unitari risorgimentali».

 

36.5

DELOGU, FANTOLA

Respinto

AI comma 1, lettera a), dopo le parole: «in particolare nelle città» aggiungere le seguenti: «di Roma, Torino, Firenze e Cagliari».

 

36.6

EUFEMI

Respinto

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Il Ministero per i beni e le attività culturali, d'intesa con la regione Piemonte e con il concorso dei soggetti proprietari o detentori di residenze sabaude e degli altri soggetti pubblici e privati interessati, istituisce un sistema integrato di valorizzazione del patrimonio culturale sabaudo, costituito dagli immobili, dalle raccolte artistiche, dai documenti, dai libri e da ogni altra testimonianza riferibile alle vicende della dinastia saba uda, attribuendo ad esso apposita soggettività giuridica ed adeguata autonomia organizzativa e finanziaria, provvedendo altresì al reperimento delle necessarie risorse finanziarie».

Conseguentemente al comma 2 sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «20 milioni».

 

36.8

EUFEMI

Le parole da: «Al comma 2» a: «le seguenti» respinte; seconda parte preclusa

Al comma 2 sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «20 milioni».

 

36.500

EUFEMI

Precluso

Al comma 2, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «50 milioni».

Conseguentemente, all'articolo 45, sostituire il comma 1 con i seguenti:

«1. Al fine di promuovere e sostenere la realizzazione su tutto il territorio nazionale di almeno 3.000 nuovi asili nido entro l'anno 2010, in attuazione dell'obiettivo comune della copertura territoriale del 33 per cento fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000, il Fondo di cui all'articolo 1, comma 1259, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è incrementato nella misura di 125 milioni di euro per l'anno 2007.

1-bis. Le maggiori risorse di cui al comma 1 sono destinate al cofinanziamento degli investimenti promossi dalle amministrazioni locali per la costruzione ovvero la riqualificazione di strutture destinate ad asili nido, come individuati con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, adottato d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, di cui all'articolo 12 della legge 23 agosto 1988, n. 400, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».

 

36.20

MARTINAT, FLUTTERO, MENARDI

Precluso

Al comma 2, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «300 milioni, dei quali almeno 150 milioni destinati a Torino».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

36.21

EUFEMI

Respinto

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

«2-bis. Al fine di fronteggiare le carenze di personale educativo all'interno degli istituti penitenziari della regione Piemonte, il Ministero della giustizia è autorizzato all'immissione in servizio di 22 unità di personale risultato idoneo in seguito allo svolgimento di concorsi pubblici di Educatore professionale - C1 , a tempo determinato. da destinare all'area penitenziaria della regione Piemonte. A tal fine è autorizzata la spesa di 1 milione di euro. a decorrere dal 2008, in favore del Ministero della giustizia che provvederà all'immissione di detto personale nei ruoli di destinazione finale dell'amministrazione penitenziaria e al conseguente adeguamento delle competenze economiche del personale in servizio risultato vincitore ovvero idoneo nel concorso richiamato».

Conseguentemente all'articolo 36 ridurre gli stanziamenti fino alla copertura della spesa.

 

36.17

BARBATO

Ritirato e trasformato nell'odg G36.3

Dopo l'articolo 41, inserire il seguente:

«Art. 41-bis.

(Istituzione del Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa)

1. È istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze il Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2007.

2. Per i contratti di mutuo riferiti all'acquisto di unità immobiliari da adibire ad abitazione principale del mutuatario, questi può chiedere la sospensione del pagamento delle rate per non più di due volte e per un periodo massimo complessivo non superiore a diciotto mesi nel corso dell'esecuzione del contratto. In tal caso, la durata del contratto di mutuo e quella delle garanzie per esso prestate è prorogata di un periodo eguale alla durata della sospensione. Al termine della sospensione, il pagamento delle rate riprende secondo gli importi e con la periodicità originariamente previsti dal contratto, salvo diverso patto eventualmente intervenuto fra le parti per la rinegoziazione delle condizioni del contratto medesimo.

3. La sospensione prevista dal comma 2 non può essere richiesta dopo che sia iniziato il procedimento esecutivo per l'escussione delle garanzie.

4. Nel caso di mutui concessi da intermediari bancari o finanziari, il Fondo istituito dal comma 1, su richiesta del mutuatario che intenda avvalersi della facoltà prevista dal comma 2, presentata per il tramite dell'intermediario medesimo, provvede al pagamento dei costi delle procedure bancarie e degli onorari notarili necessari per la sospensione del pagamento delle rate.

5. Per conseguire il beneficio di cui al comma 2, il mutuatario deve dimostrare, nelle forme stabilite dal regolamento di attuazione previsto dal comma 6, di non essere in grado di provvedere al pagamento delle rate del mutuo, per le quali chiede la sospensione, e degli oneri indicati al comma 4.

6. Con regolamento del Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite le norme di attuazione del fondo di cui al presente articolo».

Conseguentemente all'articolo 36, comma 2, sostituire le parole: «150 milioni di euro» con le seguenti: «140 milioni di euro».

 

36.220

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 3, sostituire le parole: «formato da personalità di qualificato e pluralistico orientamento politico e culturale», con le seguenti: «formato da personalità qualificate che garantiscano un orientamento politico e culturale pluralistico».

 

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G36.3 (già em. 36.17)

BARBATO

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 36.17.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

ARTICOLI 37, 38 E 39 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 37.

(Investimenti degli enti previdenziali pubblici)

1. Fermi restando i vincoli di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, gli enti previdenziali pubblici possono assumere, nell'ultimo trimestre dell'anno 2007, obbligazioni giuridicamente perfezionate a fronte di piani di impiego già approvati dai Ministeri vigilanti, a condizione che le stesse diano luogo a pagamenti da effettuarsi entro il 31 dicembre 2007.

 

Articolo 38.

(Potenziamento ed interconnessione del Registro generale del casellario giudiziale)

1. Al fine di potenziare gli strumenti di conoscenza dei precedenti giudiziari individuali, il Ministero della giustizia provvede alla realizzazione della banca dati delle misure cautelari di cui all'articolo 97 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, nonché al rafforzamento della struttura informatica del Registro generale del casellario giudiziale ed alla sua integrazione su base nazionale con i carichi pendenti, prevedendo il relativo sistema di certificazione.

2. Per le finalità di cui al comma 1 è autorizzata, per l'anno 2007, la spesa di 20 milioni di euro.

 

Articolo 39.

(Disposizioni in materia di accertamento e riscossione)

1. All'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i commi 101, 102 e 103 sono abrogati.

2. All'articolo 2752, primo comma, del codice civile, dopo le parole: «per l'imposta sul reddito delle persone giuridiche», sono inserite le seguenti: «, per l'imposta regionale sulle attività produttive».

3. Per certificare la spesa sanitaria relativa all'acquisto dei medicinali effettuata a decorrere dal 1º gennaio 2008, utile al fine della deduzione o della detrazione di cui agli articoli 10 e 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, non è più utilizzabile l'allegazione allo scontrino fiscale della documentazione contestualmente rilasciata dal farmacista specificante la natura, qualità e quantità dei medicinali venduti.

4. All'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 56, dopo le parole: «alla condivisione» sono inserite le seguenti: «, al costante scambio»;

b) al comma 57, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Il Ministro dell'economia e delle finanze svolge, nei confronti di tutte le strutture dell'Amministrazione finanziaria, l'attività di indirizzo necessaria a garantire la razionalizzazione ed omogenee modalità di gestione del sistema informativo della fiscalità funzionali ad un'effettiva ed efficace realizzazione del sistema integrato di cui al comma 56.».

5. All'articolo 3 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, dopo il comma 7-bis è inserito il seguente:

«7-ter. Nell'ambito degli acquisti di cui al comma 7, la Equitalia S.p.a. può attribuire ai soggetti cedenti, in luogo di proprie azioni, obbligazioni ovvero altri strumenti finanziari.».

6. All'articolo 3, comma 12, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, le parole: «31 agosto 2005» sono sostituite dalle seguenti: «30 settembre 2007» e le parole: «31 ottobre 2008» sono sostituite dalle seguenti: «30 settembre 2010».

7. Ai fini di cui agli articoli 19, comma 2, lettera b), e 53, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, la comunicazione dei dati ivi previsti, relativi all'attività di riscossione dei ruoli di cui all'articolo 3 del decreto del Ministro delle finanze 3 settembre 1999, n. 321, svolta fino alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, può essere effettuata entro il 30 giugno 2008.

8. Al decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 26:

1) al comma 1, le parole da: «provvede» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «, entro trenta giorni dal ricevimento di tale incarico, invia apposita comunicazione all'avente diritto, invitandolo a presentarsi presso i propri sportelli per ritirare il rimborso ovvero ad indicare che intende riceverlo mediante bonifico in conto corrente bancario o postale.»;

2) dopo il comma 1 è inserito il seguente:

«1-bis. Il concessionario anticipa le somme di cui al comma 1, provvedendo al pagamento:

a) immediatamente, in caso di presentazione dell'avente diritto presso i propri sportelli;

b) entro dieci giorni dal ricevimento della relativa richiesta, in caso di scelta del pagamento mediante bonifico; in tale caso le somme erogate sono diminuite dell'importo delle relative spese.»;

b) all'articolo 48 le parole: «il termine di sessanta giorni di cui all'articolo 26, comma 1» sono sostituite dalle seguenti: «i termini di cui all'articolo 26, comma 1-bis».

 

 

EMENDAMENTI

 

39.500

IL RELATORE

Approvato

Al comma 1, sostituire le parole: «, 102 e 103» con le seguenti: «» e 102» e inserire infine le seguenti parole: «, e al comma 104 le parole: "nell'anno 2007" sono sostituite dalle seguenti: "a decorrere dall'anno 2007".».

 

39.3

FANTOLA, CICCANTI, FORTE, MANINETTI, RUGGERI

Respinto

Sopprimere il comma 3.

 

39.5

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 3, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «Delle nuove disposizioni viene data comunicazione ai contribuenti mediante avviso affisso e visibile nei locali della farmacia».

 

39.802/500

EUFEMI

Respinto

All'emendamento 39.802, al comma 4-bis,lettera a), sopprimere i numeri 1) e 2).

 

39.802/2

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 39.802, il punto 1) della lettera a) del comma 4-bis è soppresso.

Al punto 2) della lettera a) del comma 4-bis le parole: «supera il 2 per cento» sono sostituite con le seguenti: «supera il 4 per cento».

Il comma 4-ter è soppresso.

Al comma 4-quinquies le parole: «supera il 2 per cento» sono sostituite con le seguenti: «supera il 4 per cento».

 

39.802/3

SAIA, AUGELLO, BALDASSARRI

Respinto

All'emendamento 39.802, sopprimere il comma 4-ter.

 

39.802 (testo corretto)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 4, inserire i seguenti:

«4-bis. Nell'articolo 3, comma 3-ter, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, concernente il regolamento sulle modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all'imposta regionale sulle attività produttive e all'imposta sul valore aggiunto ai sensi dell'articolo 3, comma 136 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 3-ter:

1) nel primo capoverso, le parole: "di euro 0,52", sono sostituite dalle seguenti: "di 1 euro";

2) l'ultimo capoverso è sostituito dal seguente: "La misura del compenso può essere adeguata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, quando la variazione percentuale del valore medio dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al periodo di dodici mesi terminante al 31 agosto, supera il 2 per cento rispetto al valore medio del medesimo indice rilevato con riferimento allo stesso periodo dell'anno 2008.".

b) al comma 11:

1) nel secondo periodo, le parole: "la misura del compenso spettante e" sono soppresse;

2) l'ultimo periodo è soppresso.

4-ter. La misura del compenso spettante alle banche convenzionate e alla Poste italiane S.p.a. per il servizio di ricezione e di trasmissione telematica delle dichiarazioni di cui all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, è fissata in 1 euro per ciascuna dichiarazione.

4-quater. La misura del compenso spettante agli intermediari di cui all'articolo 3, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, in relazione allo svolgimento, da parte degli stessi intermediari, del servizio di pagamento con modalità telematiche, in nome e per conto del contribuente, delle entrate oggetto del sistema di versamento unificato con compensazione, è fissata in 1 euro per ogni delega di pagamento modello F24 trasmessa.

4-quinquies. La misura del compenso di cui ai commi 4-ter e 4-quater, può essere adeguata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, quando la variazione percentuale del valore medio dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al periodo di dodici mesi terminante al 31 agosto, supera il 2 per cento rispetto al valore medio del medesimo indice rilevato con riferimento allo stesso periodo dell'anno 2008.».

 

39.800

LA COMMISSIONE

Approvato

AI comma 8, lettera a), n. 2), nell'alinea del nuovo comma 1-bis dell'articolo 26 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, le parole: «Il concessionario» sono sostituite dalle seguenti: «L'agente della riscossione».

 

39.10

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo il comma 8, sono inseriti i seguenti:

«9. All'articolo 7, comma 4-ter, del decreto-legge 10 giugno 1994, n. 357, convertito con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 489, le parole: "per il quale non siano scaduti i termini per la presentazione delle relative dichiarazioni annuali," sono sostituite dalle seguenti: "per il quale i termini di presentazione delle relative dichiarazioni annuali non siano scaduti da oltre tre mesi,".

10. All'articolo 5, comma 1 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 gennaio 2004, le parole: "Entro il mese successivo alla scadenza dei termini stabiliti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all'imposta regionale sulle attività produttive e all'imposta sul valore aggiunto" sono sostituite dalle seguenti: "Entro il termine previsto per la stampa dei registri contabili tenuti con sistemi meccanografici di cui all'articolo 7, comma 4-ter, del decreto-legge 10 giugno 1994, n. 357, convertito con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 489".

11. Nelle ipotesi in cui il procedimento di conservazione sostitutiva dei documenti è affidato, in tutto o in parte, a terzi secondo quanto disposto dall'articolo 5, comma 3 della deliberazione dell'Autorità per l'Informatica nella pubblica amministrazione n. 11 del 19 febbraio 2004, il termine per la trasmissione telematica dell'impronta dell'archivio informatico, della firma elettronica e della marca temporale di cui all'articolo 5, comma 1 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 gennaio 2004 è prorogato di 30 giorni».

 

39.11

CICCANTI, FORTE, MANINETTI, POLI, RUGGERI

Respinto

Dopo il comma 8, sono inseriti i seguenti:

«8-bis. All'articolo 7, comma 4-ter, del decreto-legge 10 giugno 1994, n. 357, convertito con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 489, le parole: "per il quale non siano scaduti i termini per la presentazione delle relative dichiarazioni annuali," sono sostituite dalle seguenti: "per il quale i termini di presentazione delle relative dichiarazioni annuali non siano scaduti da oltre tre mesi,".

8-ter. All'articolo 5, comma 1 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 gennaio 2004, le parole: "Entro il mese successivo alla scadenza dei termini stabiliti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all'imposta regionale sulle attività produttive e all'imposta sul valore aggiunto" sono sostituite dalle seguenti: "Entro il termine previsto per la stampa dei registri contabili tenuti con sistemi meccanografici di cui all'articolo 7, comma 4-ter, del decreto-legge 10 giugno 1994, n. 357, convertito con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 489".

8-quater. Nelle ipotesi in cui il procedimento di conservazione sostitutiva dei documenti è affidato, in tutto o in parte, a terzi secondo quanto disposto dall'articolo 5, comma 3 della deliberazione dell'Autorità per l'Informatica nella pubblica amministrazione n. 11 del 19 febbraio 2004, il termine per la trasmissione telematica dell'impronta dell'archivio informatico, della firma elettronica e della marca temporale di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 gennaio 2004, è prorogato di 30 giorni».

 

39.12

EUFEMI

Id. em. 39.11

Dopo il comma 8, sono inseriti i seguenti:

«8-bis. All'articolo 7, comma 4-ter, del decreto legge 10 giugno 1994, n. 357, convertito con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 489, le parole: "per il quale non siano scaduti i termini per la presentazione delle relative dichiarazioni annuali," sono sostituite dalle seguenti: "per il quale i termini di presentazione delle relative dichiarazioni annuali non siano scaduti da oltre tre mesi,".

8-ter. All'articolo 5, comma 1 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 gennaio 2004, le parole: "Entro il mese successivo alla scadenza dei termini stabiliti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all'imposta regionale sulle attività produttive e all'imposta sul valore aggiunto" sono sostituite dalle seguenti: "Entro il termine previsto per la stampa dei registri contabili tenuti con sistemi meccanografici di cui all'articolo 7, comma 4-ter, del decreto-legge 10 giugno 1994, n. 357, convertito con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 489".

8-quater. Nelle ipotesi in cui il procedimento di conservazione sostitutiva dei documenti è affidato, in tutto o in parte, a terzi secondo quanto disposto dall'articolo 5, comma 3 della deliberazione dell'Autorità per l'Informatica nella pubblica amministrazione n. 11 del 19 febbraio 2004, il termine per la trasmissione telematica dell'impronta dell'archivio informatico, della firma elettronica e della marca temporale di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 23 gennaio 2004, è prorogato di 30 giorni».

 

39.14

CICCANTI, FORTE, MANINETTI, POLI, RUGGERI

Respinto

Dopo il comma 8 è inserito il seguente:

«8-bis). All'articolo 6 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, in fine, è aggiunto il seguente comma:

"10. Nelle ipotesi di violazioni nell'applicazione del meccanismo di inversione contabile di cui all'articolo 17, commi da 5 a 7 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633, e successive modificazioni, si applica la sanzione dal 100 al 200 per cento dell'imposta non versata connessa all'operazione. Qualora in relazione all'operazione sia stata comunque versata l'imposta sul valore aggiunto, si applica la sanzione da euro 200 a euro 500. Alla sanzione di cui al presente comma sono solidalmente responsabili entrambi i soggetti coinvolti nell'operazione"».

 

39.15

EUFEMI

Respinto

Dopo il comma 8 è inserito il seguente:

«8-bis). All'articolo 6 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, in fine, è aggiunto il seguente comma:

"10. Nelle ipotesi di violazioni nell'applicazione del meccanismo di inversione contabile di cui all'articolo 17, commi da 5 a 7 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633, e successive modificazioni, si applica la sanzione dal 100 al 200 per cento dell'imposta non versata connessa all'operazione. Qualora in relazione all'operazione sia stata comunque versata l'imposta sul valore aggiunto, si applica la sanzione da euro 200 a euro 500. Alla sanzione di cui al presente comma sono solidalmente responsabili entrambi i soggetti coinvolti nell'operazione"».

 

39.17

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Id. em. 39.15

Dopo il comma 8 è inserito il seguente:

«8-bis). All'articolo 6 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, in fine, è aggiunto il seguente comma:

"10. Nelle ipotesi di violazioni nell'applicazione del meccanismo di inversione contabile di cui all'articolo 17, commi da 5 a 7 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633, e successive modificazioni, si applica la sanzione dal 100 al 200 per cento dell'imposta non versata connessa all'operazione. Qualora in relazione all'operazione sia stata comunque versata l'imposta sul valore aggiunto, si applica la sanzione da euro 200 a euro 500. Alla sanzione di cui al presente comma sono solidalmente responsabili entrambi i soggetti coinvolti nell'operazione"».

 


39.180 (testo corretto)

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 8, aggiungere i seguenti:

«8-bis. All'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

"a) nel comma 1, lettera a) dopo le parole: "regolamento del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, che" sono aggiunte le seguenti: ", se previsto nell'incarico di trasmissione";

b) il comma 2, è soppresso».

 

39.24

CICCANTI, FORTE, MANINETTI, POLI, RUGGERI

Respinto

Dopo il comma 8, è inserito il seguente:

«8-bis. All'articolo 12, nel comma 2, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471:

a) le parole: "contestate ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472" sono sostituite dalle seguenti: "definitivamente accertate";

b) dopo le parole: "scontrino fiscale", sono aggiunte le seguenti: "di importo unitario superiore a 25 euro"».

 

39.25

EUFEMI

Id. em. 39.24

Dopo il comma 8, è inserito il seguente:

«8-bis. All'articolo 12, nel comma 2, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471:

a) le parole: "contestate ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472" sono sostituite dalle seguenti: "definitivamente accertate";

b) dopo le parole: "scontrino fiscale", sono aggiunte le seguenti: "di importo unitario superiore a 25 euro"».

 

39.26

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Id. em. 39.24

Dopo il comma 8, è aggiunto il seguente:

«9. All'articolo 12, nel comma 2, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471:

1 le parole: "contestate ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472" sono sostituite dalle seguenti: "definitivamente accertate";

2 dopo le parole: "scontrino fiscale," sono aggiunte le seguenti: "di importo unitario superiore a 25 euro"».

 

39.27

CICCANTI, FORTE, MANINETTI, POLI, RUGGERI

Respinto

Dopo il comma 8, è inserito il seguente:

«8-bis). La disposizione contenuta nel terzo periodo del comma 8 dell'articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e successive modificazioni si interpreta nel senso che per ciascun immobile strumentale le quote di ammortamento dedotte nei periodi di imposta precedenti al periodo di imposta in corso al » luglio 2006 calcolate sul costo complessivo sono riferite proporzionalmente al costo dell'area e al costo del fabbricato».

39.28

 

EUFEMI

Id. em. 39.27

Dopo il comma 8, è inserito il seguente:

«8-bis). La disposizione contenuta nel terzo periodo del comma 8 dell'articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e successive modificazioni si interpreta nel senso che per ciascun immobile strumentale le quote di ammortamento dedotte nei periodi di imposta precedenti al periodo di imposta in corso al » luglio 2006 calcolate sul costo complessivo sono riferite proporzionalmente al costo dell'area e al costo del fabbricato».

 

39.29

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Id. em. 39.27

Dopo il comma 8, è inserito il seguente:

«8-bis. La disposizione contenuta nel terzo periodo del comma 8 dell'articolo 36 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e successive modificazioni, si interpreta nel senso che per ciascun immobile strumentale le quote di ammortamento dedotte nei periodi di imposta precedenti al periodo di imposta in corso al 4 luglio 2006 calcolate sul costo complessivo sono riferite proporzionalmente al costo dell'area e al costo del fabbricato».

 

39.801

LA COMMISSIONE

Approvato

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«8-bis. Il comma 43 dell'articolo 37 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 è sostituito dal seguente:

"43. Per gli emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente di cui all'articolo 17, comma 1, lettera b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, corrisposti a decorrere dal 1º gennaio 2004, per le indennità di fine rapporto, per le altre indennità e somme e per le indennità equipollenti di cui all'articolo 19 del medesimo decreto, corrisposte a decorrere dal 1º gennaio 2003, nonché per le prestazioni pensionistiche di cui all'articolo 20 del medesimo decreto, corrisposte a decorrere dal 1º gennaio 2003, non si procede all'iscrizione a ruolo ed alla comunicazione di cui all'articolo 1, comma 412, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, né all'effettuazione di rimborsi, se l'imposta rispettivamente a debito o a credito è inferiore a cento euro"».

 

39.30

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 8 è aggiunto il seguente:

«8-bis). 1. L'articolo 24 della legge 27 febbraio 1985, n. 52, è sostituito dal seguente:

"Art. 24. - 1. Nelle conservatorie l'orario per il pubblico è fissato dalle ore 8 alle ore 12,30 dei giorni feriali, con esclusione del sabato".

2. Nell'ultimo giorno lavorativo del mese l'orario per il pubblico è limitato fino alle ore 11».

 

39.31

EUFEMI

Respinto

Dopo il comma 8, aggiungere il seguente:

«8-bis. Per l'anno 2008 sono prorogate le disposizioni di cui all'articolo 11 della legge 23 dicembre 2000, n. 388».

 

39.32

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo il comma 8, si aggiunge il seguente:

«8-bis. Con decreto deI Ministero dell'economia e delle finanza, da emanare entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono rivisitate le tabelle di ammortamento stabilite dal decreto ministeriale 31 dicembre 1988».

 

 

ORDINE DEL GIORNO

 

G39.500

DIVINA

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

premesso che:

4,8 milioni di italiani debbono ricevere dall'amministrazione finanziaria 28,4 MLD di euro di cui 10,9 a rischio prescrizione, se non verrà corretta la legge finanziaria appena presentata;

già nel dicembre 2003, l'Amministrazione finanziaria tentò invano di azzerare parte dei rimborsi fiscali;

successivamente si arrivò all'inserimento di un comma nella finanziaria del 2004 (articolo 2 comma, comma 58, della legge n. 350 del 24 dicembre 2003), per salvaguardare i crediti IRPEF ed IRPEG fino all'anno d'imposta 1996;

oggi, nuovamente, rischiano di andare in prescrizione i crediti IRPEF, IRPEG, ILOR ed IVA fino al 1997,

considerato che:

non è corretto invocare la prescrizione se il tempo è trascorso non per colpa del contribuente, il quale ha presentato regolare domanda, ma per l'inattività dell'Amministrazione finanziaria e perciò non si possono punire i contribuenti che hanno seguito alla lettera le indicazioni del Fisco, chiamando ripetutamente i call center invece che citare in giudizio l'Agenzia delle Entrate, magari avvalendosi del difensore del contribuente presente presso «Lo sportello del Contribuente», ponendo in essere la procedura necessaria per interrompere la prescrizione e per far valere i propri diritti,

impegna il Governo:

a ripristinare la certezza giuridica, eliminando anomale procedure (es. domande di rimborso inoltrate all'Amministrazione finanziaria tramite call center) per accedere ai rimborsi fiscali o ad latri diritti dei contribuenti, procedure che il più delle volte hanno finito per danneggiare anziché agevolare i contribuenti stessi.

________________

(*) Accolto dal Governo come raccomandazione

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 39

 

39.0.800

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

(Diritti aeroportuali di imbarco)

1. Le disposizioni in materia di tassa d'imbarco e sbarco sulle merci trasportate per via aerea di cui al decreto-legge 28 febbraio 1974, n. 47, convertito dalla legge 16 aprile 1974, n. 117, e successive modificazioni, di tasse e di diritti di cui alla legge 5 maggio 1976, n. 324, di corrispettivi dei servizi di controllo di sicurezza di cui all'articolo 8 del decreto ministeriale 29 gennaio 1999, n. 85, adottato dal Ministero dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministero dell'interno, concernente il regolamento recante norme di attuazione dell'articolo 5 del decreto-legge 18 gennaio 1992, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1992, n. 217, in materia di affidamento in concessione dei servizi di sicurezza, nonché in materia di addizionale comunale sui diritti di imbarco di cui all'articolo 2, comma 11, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, si interpretano nel senso che dalle stesse non sorgono obbligazioni di natura tributaria.».

 

39.0.900

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

1. Al testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) alla tabella A, punto 12:

1) la voce: "benzina e benzina senza piombo: 40 per cento aliquota normale della benzina senza piombo", è sostituita dalla seguente: "benzina: euro 359,00 per 1000 litri;";

2) nella voce "gasolio" le parole: "40 per cento aliquota normale", sono sostituite dalle seguenti: "euro 302,00 per 1000 litri;";

b) alla tabella A, nel punto 13:

1) la voce: "benzina 40 per cento aliquota normale;" é abrogata;

2) la voce: "benzina senza piombo: 40 per cento aliquota normale;", è sostituita dalla seguente: "benzina: 359,00 euro per 1000 litri;";

3) nella voce "gasolio" le parole: "40 per cento aliquota normale;", sono sostituite dalle seguenti: "euro 302,00 per 1000 litri;".

2. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un fondo con lo stanziamento di euro 100.000 per l'anno 2007 e di euro 24.300.000 a decorrere dall'anno 2008, finalizzato al miglioramento dell'efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni ambientali delle autovetture da noleggio da piazza, compresi i motoscafi che in talune località sostituiscono le vetture da piazza e quelli lacuali, adibiti al servizio pubblico da banchina per il trasporto di persone. Con regolamento da adottare con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono stabiliti i criteri e le modalità di ripartizione del fondo ai soggetti beneficiari.

3. Nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un fondo con lo stanziamento di euro 100.000 per l'anno 2007 e di euro 4.000.000 a decorrere dall'anno 2008, finalizzato al miglioramento dell'efficienza dei veicoli adibiti al servizio di trasporto degli ammalati e dei feriti effettuato dagli enti di assistenza e di pronto soccorso di cui al punto 13 della tabella A allegata al testo unico approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e delle relative attrezzature. Con regolamento da adottare con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dei trasporti e con il Ministro della salute sono stabilite le modalità ed i criteri di ripartizione del fondo ai soggetti beneficiari.

4. All'onere derivante dai commi 2 e 3, pari ad euro 200.000 per l'anno 2007 e ad euro 28.300.000 a decorrere dall'anno 2008, si provvede come segue: per l'anno 2007, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando l'accandonamento relativo al Ministero medesimo, a decorrere dal 2008, mediante utilizzo delle maggiori entrate derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma 1, lettere a) e b)».

 

39.0.20

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

(Modifiche all'articolo 1, comma 188 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 in materia di esenzione contributiva per esibizioni musicali in spettacoli di intrattenimento)

1. All'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al comma 188, primo periodo, le parole da: "in spettacoli musicali" fino a: "l'importo di 5.000 euro" sono sostituite dalle seguenti: "musicali dal vivo in spettacoli o in manifestazioni di intrattenimento o in celebrazioni di tradizioni popolari e folkloristiche effettuate da giovani fino a diciotto anni, da studenti fino a venticinque anni, da soggetti titolari di pensione di età superiore a 65 anni e da coloro che svolgono una attività lavorativa per la quale sono già tenuti al versamento dei contributi ai fini della previdenza obbligatoria ad una gestione diversa da quella per i lavoratori dello spettacolo, gli adempimenti di cui agli articoli 3, 4, 5, 6, 9 e 10 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, ratificato, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 1952, n. 2388, sono richiesti solo per la parte della retribuzione annua lorda percepita per tali esibizioni che supera l'importo di 5.000 euro"».

39.0.4

 

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

(Disposizioni in materia di determinazione del tasso di cambio ai fini fiscali per i residenti a Campione d'Italia)

1. Il comma 28 dell'articolo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e successive modificazioni, è abrogato».

Conseguentemente, all'articolo 47 sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1, le parole: "8.321 milioni" sono sostituite dalle seguenti: "8.341 milioni";

b) al comma 1, lettera a), le parole: "1.300 milioni" sono sostituite dalle seguenti: "1.320 milioni".

 

ARTICOLO 40 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 40.

(Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e disposizioni fiscali)

1. Al fine di garantire la continuità di esercizio del gioco Enalotto e del suo gioco opzionale, nonché la tutela dei preminenti interessi pubblici connessi, considerato che l'assegnazione della nuova concessione, avviata con il bando di gara del 29 giugno 2007, ai sensi dell'articolo 1, comma 90, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sarà operativa nel corso dell'anno 2008, la gestione del gioco continuerà ad essere assicurata dall'attuale concessione fino a piena operatività della nuova concessione e comunque non oltre il 30 settembre 2008.

2. Per la gestione delle funzioni esercitate dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è istituita, a decorrere dal 1º marzo 2008, senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, una Agenzia fiscale, alla quale sono trasferiti i relativi rapporti giuridici, poteri e competenze, che vengono esercitati secondo la disciplina dell'organizzazione interna dell'Agenzia stessa.

3. In fase di prima applicazione il Ministro dell'economia e delle finanze stabilisce con decreto i servizi da trasferire alla competenza dell'Agenzia.

4. Entro il termine di quattro mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto vengono nominati il direttore e il comitato direttivo dell'Agenzia. Con propri decreti il Ministro dell'economia e delle finanze approva lo statuto provvisorio e le disposizioni necessarie al primo funzionamento dell'Agenzia.

5. Il Ministro dell'economia e delle finanze stabilisce la data a decorrere dalla quale le funzioni svolte dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato secondo l'ordinamento vigente, sono esercitate dall'Agenzia. Da tale data le funzioni cessano di essere esercitate dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, che è soppressa. Con il regolamento previsto dal comma 15 dell'articolo 1 del decreto-legge 3 ottobre 2006 n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, alcune funzioni già esercitate dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato possono essere assegnate, senza oneri a carico della finanza pubblica, ad altre Agenzie fiscali; con il predetto regolamento sono apportate modifiche all'organizzazione del Dipartimento per le politiche fiscali e può essere disposta la trasformazione dell'Agenzia fiscale di cui al comma 2 in ente pubblico economico.

6. Si applica l'articolo 73, commi 2, 5 e 6, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.

7. All'articolo 1 del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, l'ultimo periodo del comma 4 è sostituito dal seguente:

«Ai fini della determinazione dell'acconto, l'aliquota di cui al comma 3 e la soglia di esenzione di cui al comma 3-bis sono assunte nella misura vigente nell'anno precedente, salvo che la pubblicazione della delibera sia effettuata entro il 31 dicembre precedente l'anno di riferimento.».

8. All'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le regioni possono deliberare che la maggiorazione, se più favorevole per il contribuente rispetto a quella vigente, si applichi anche al periodo di imposta al quale si riferisce l'addizionale.».

 

 

EMENDAMENTI

 

40.1

BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Sostituire l'articolo 40, con il seguente:

«Art. 40. - (Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e disposizioni fiscali). - 1. Al fine di garantire la continuità di esercizio del gioco Enalotto e del suo gioco opzionale, nonché la tutela dei preminenti interessi pubblici connessi, considerato che l'assegnazione della nuova concessione, avviata con il bando di gara del 29 giugno 2007, ai sensi dell'articolo l, comma 90 della legge 27 dicembre 2009, n. 296, sarà operativa nel corso dell'anno 2008, la gestione del gioco continuerà ad essere assicurata dall'attuale concessione fino alla piena operatività della nuova concessione e comunque non oltre il 30 settembre 2008.

2. Per la gestione delle funzioni esercitate dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è istituita, a decorrere dal 1º giugno 2008, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, una agenzia fiscale, alla quale sono trasferiti il personale, le risorse finanziarie e strumentali della medesima Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, nonché i rapporti giuridici, i poteri e le competenze afferenti a quest'ultima Amministrazione.

3. Entro il 1º giugno 2008, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, sentite le organizzazioni sindacali in relazione alla destinazione del personale, viene approvato lo statuto e l'organizzazione, e vengono nominati il direttore e il comitato direttivo dell'Agenzia indicata al comma 2. Con il medesimo decreto viene altresì disciplinato il trasferimento del personale, delle risorse finanziarie e strumentali di cui al medesimo comma 2.

4. All'articolo 1 del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, l'ultimo periodo del comma 4 è sostituito dal seguente: "Ai fini della determinazione dell'acconto, l'aliquota di cui al comma 3 e la soglia di esenzione di cui al comma 3-bis sono assunte nella misura vigente nell'anno precedente, salvo che la pubblicazione della delibera sia effettuata entro il 31 dicembre precedente l'anno di riferimento.".

5. All'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Le regioni possono deliberare che la maggiorazione, se più favorevole per il contribuente rispetto a quella vigente, si applichi anche al periodo di imposta al quale si riferisce "addizionale."».

 

40.2

BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Sostituire l'articolo, con il seguente:

«Art. 40. - (Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e disposizioni fiscali). - 1. Al fine di garantire la continuità di esercizio del gioco Enalotto e del suo gioco opzionale, nonché la tutela dei preminenti interessi pubblici connessi, considerato che l'assegnazione della nuova concessione, avviata con il bando di gara del 29 giugno 2007, ai sensi dell'articolo 1, comma 90 della legge 27 dicembre 2009, n. 296, sarà operativa nel corso dell'anno 2008, la gestione del gioco continuerà ad essere assicurata dall'attuale concessione fino alla piena operatività della nuova concessione e comunque non oltre il 30 settembre 2008.

2. All'articolo 1 del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, l'ultimo periodo del comma 4 è sostituito dal seguente: "Ai fini della determinazione dell'acconto, l'aliquota di cui al comma 3 e la soglia di esenzione di cui al comma 3-bis sono assunte nella misura vigente nell'anno precedente, salvo che la pubblicazione della delibera sia effettuata entro il 31 dicembre precedente l'anno di riferimento.".

3. All'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Le regioni possono deliberare che la maggiorazione, se più favorevole per il contribuente rispetto a quella vigente, si applichi anche al periodo di imposta al quale si riferisce "addizionale."».

 

40.500

SACCONI

Respinto

Sostituire l'articolo, con il seguente:

«Art. 40. - (Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e disposizioni fiscali). - 1. Al fine di garantire la continuità di esercizio del gioco Enalotto e del suo gioco opzionale, nonché la tutela dei preminenti interessi pubblici connessi, considerato che l'assegnazione della nuova concessione, avviata con il bando di gara del 29 giugno 2007, ai sensi dell'articolo 1, comma 90 della legge 27 dicembre 2009, n. 296, sarà operativa nel corso dell'anno 2008, la gestione del gioco continuerà ad essere assicurata dall'attuale concessione fino alla piena operatività della nuova concessione e comunque non oltre il 30 settembre 2008.

2. Per la gestione delle funzioni esercitate dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è istituita, a decorrere dal 1º giugno 2008, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, una agenzia fiscale, alla quale sono trasferiti il personale, le risorse finanziarie e strumentali della medesima amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, nonché i rapporti giuridici, i poteri e le competenze afferenti a quest'ultima amministrazione.

3. Entro il 1º giugno 2008, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, sentire le organizzazioni sindacali in relazione alla destinazione del personale, viene approvato lo statuto e l'organizzazione, e vengono nominati il direttore e il comitato direttivo dell'Agenzia indicata al comma 2. Con il medesimo decreto viene altresì disciplinato il trasferimento del personale, delle risorse finanziarie e strumentali di cui al medesimo comma 2.

4. All'articolo 1 del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, l'ultimo periodo del comma 4 è sostituito dal seguente: "Ai fini della determinazione dell'acconto, l'aliquota di cui al comma 3 e la soglia di esenzione di cui al comma 3-bis sono assunte nella misura vigente nell'anno precedente, salvo che la pubblicazione della delibera sia effettuata entro il 31 dicembre precedente l'anno di riferimento.".

5. All'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Le regioni possono deliberare che la maggiorazione, se più favorevole per il contribuente rispetto a quella vigente, si applichi anche al periodo di imposta al quale si riferisce "addizionale."».

 

40.3

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Respinto

Sopprimere i commi da 2 a 6.

 

40.60

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 3, dopo la parola:«stabilisce» inserire le altre: «sentite le organizzazioni rappresentative dei dipendenti dell'Amministrazione e le associazioni di categoria dei soggetti titolari di concessione alla rivendita di generi di monopolio».

Al comma 5, terzo periodo, sopprimere le parole da: e può essere» fino alle parole: «pubblico economico».

Conseguentemente, dopo il comma 5 inserire il seguente:

«5-bis. I decreti del ministro dell'economia e delle finanze previsti ai commi 3,4 e 5, sono adottati sentite le competenti commissioni parlamentari. Il ministro invia periodicamente una relazione al Parlamento sul processo di trasformazione dell'Amministrazione autonoma».

 

40.950/1

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

AIl'emendamento 40.950, al comma 6-ter, è aggiunta, infine, la seguente lettera:

«h) le eventuali maggiori entrate rispetto al 2006 derivanti dal settore dei giochi dovranno essere utilizzate per interventi a tutela delle vittime della dipendenza da gioco.».

 

40.950

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo il comma 6, aggiungere i seguenti:

«6-bis. Il Ministro dell'economia e delle finanze, con propri decreti, definisce, relativamente al gioco a distanza:

a) per i giochi, concorsi e scommesse il cui esercizio è affidato in concessione a più concessionari, i requisiti minimi richiesti ai soggetti affidatari di concessioni per l'esercizio dei giochi e per la raccolta dei giochi stessi;

b) per i giochi, concorsi e scommesse il cui esercizio è affidato in concessione a un solo concessionario, i requisiti minimi richiesti ai soggetti abilitati alla loro raccolta;

c) le modalità per la partecipazione al gioco da parte dei consumatori.

6-ter. I provvedimenti di cui al comma 6-bis sono definiti in conformità ai seguenti principi e criteri:

a) tutela del consumatore;

b) tutela della concorrenza, anche ai sensi dell'articolo 49 del trattato CE, nel rispetto della tutela del consumatore e della difesa dell'ordine e della sicurezza pubblica, perseguite in ossequio ai principi di necessità, di proporzionalità e di non discriminazione tra soggetti italiani ed esteri;

c) rispetto dei diritti di esercizio e di raccolta di giochi, concorsi e scommesse determinati dalle concessioni in essere;

d) esplicita abrogazione delle disposizioni, concernenti la regolazione dei requisiti minimi per l'esercizio e per la raccolta del gioco a distanza nonché delle relative modalità di partecipazione, in contrasto con quelle definite dai provvedimenti di cui comma 6-bis;

e) pluralità dei soggetti raccoglitori del gioco, anche relativamente ai giochi il cui esercizio è affidato in concessione ad un unico soggetto;

f) obbligo della nominatività del gioco a distanza;

g) esercizio della promozione e della pubblicità dei prodotti di gioco, nel rispetto dei principi di tutela dei minori, dell'ordine pubblico e del gioco responsabile.

6-quater. I requisiti minimi richiesti ai concessionari unici affidatari dell'esercizio dei giochi, concorsi e scommesse sono definiti dalle specifiche convenzioni di concessione.

6-quinquies. La regolazione dei singoli giochi esercitati a distanza è definita con specifici decreti direttoriali.

6-sexies. All'articolo 1, comma 287, lettera i), della legge 30 dicembre 2004, n. 311, ed all'articolo 38, comma 4, lettera i), del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalle legge 4 agosto 2006, n. 248, le parole: "previo versamento di un corrispettivo non inferiore a euro duecentomila" sono abrogate. Il Ministero dell'economia e delle finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato definisce, in conformità con i principi di tutela della concorrenza e di non discriminazione dei soggetti titolari delle concessioni in essere, l'importo del corrispettivo a carico dei soggetti che intendono acquisire il diritto del gioco a distanza, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della convenzione per l'affidamento in concessione dei giochi pubblici, di cui all'articolo 38, commi 2 e 4, del predetto decreto-legge.».

 

40.8

EUFEMI

Respinto

Dopo il comma 8,aggiungere il seguente:

«8-bis. Al comma 1 del decreto legge 17 giugno 2005, n. 106, convertito, con modificazioni, in legge 31 luglio 2005, n. 156 dopo le parole: "società commerciali" aggiungere le seguenti: "di cui al Libro V, Titolo V, Capo 111 e seguenti del Codice Civile". All'onere derivante dalla presente disposizione, valutata in 150.000 euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento dell'unità previsionale di base «Fondo speciale» di parte corrente, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, per gli anni 2008, 2009 e 2010, allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero del lavoro e della previdenza sociale».

 

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 40

 

40.0.3

MANTOVANO

Respinto

Dopo l'articolo 40,è inserito il seguente:

«Art. 40-bis.

(Esenzioni per le addizionali all'imposta sul reddito delle persone fisiche)

1. Nell'ambito della specificità delle funzioni e attività svolte, il personale delle forze di polizia è esonerato, a decorrere dall'anno d'imposta 2007, dall'applicazione delle addizionali all'imposta sul reddito delle persone fisiche:

a) di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, recante l'istituzione di una addizionale comunale all'IRPEF, a norma dell'articolo 48, comma 10, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 come modificato dall'articolo 1, comma 10, della legge 16 maggio 1998, n. 191 e dal comma n. 142 dell'articolo 1, legge 27 dicembre 2006, n. 296;

b) di cui all'articolo 50, comma 3, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, recante l'istituzione di una addizionale regionale aIl'IRPEF, a norma dell'articolo 3 commi da 143 a 149 e 151, della legge 23 dicembre 1996 n. 662, come modificato dall'articolo 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 506, e dal comma 70 dell'articolo 2, decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, come modificato dalla relativa legge di conversione.".

2. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 200 milioni di euro annui a decorrere dall'anno d'imposta 2007, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007».

 

40.0.4

FRANCO PAOLO, POLLEDRI

Respinto

Dopo l'articolo 40,è inserito il seguente:

«Art. 40-bis.

1. Le disposizioni di cui ai commi 340, 341, 342 e 343, dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano anche ai comuni e ai comuni appartenenti alle comunità montane confinanti con il territorio delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

2. Per le finalità di cui al comma 1, la dotazione del fondo di cui al comma 340 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è incrementata di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

3. AI comma 507 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: "a 5.031 milioni di euro e a 4.922 milioni di euro" sono sostituite dalle seguenti: "a 5.231 milioni di euro e a 5.122 milioni di euro".

4. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

 

40.0.500

BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Dopo l'articolo 40,aggiungere il seguente:


«Art. 40-bis.

(Violenza o minaccia nei confronti degli addetti ai controlli ed alla sicurezza nei locali notturni e discoteche o strutture in cui si svolgono manifestazioni e convegni)

1. Chiunque commette uno dei fatti previsti dagli articoli 336 e 337 del Codice Penale nei confronti dei soggetti incaricati del controllo dei titoli di accesso e dell'instradamento degli utenti e di quelli incaricati di assicurare il rispetto del regolamento d'uso dei locali notturni, delle discoteche o delle strutture in cui si svolgono manifestazioni e convegni, purché riconoscibili ed in relazione alle mansioni svolte, e punito con le stesse pene previste dai medesimi articoli.

2. Tali incaricati devono possedere i requisiti morali di cui all'articolo 11 del Testo Unico delle leggi di pubbblica Sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773; alla preventiva formazione ed istruzione degli stessi provvederà il Ministero degli interni mediante appositi corsi o, in alternativa, vi potranno provvedere le Associazioni di Categoria su autorizzazione e regolamentazione del contenuto dei corsi da parte del Ministero degli interni che contribuirà alla relativa spesa, previamente determinandone l'ammontare.

3. È in facoltà di detti incaricati provvedere alla identificazione, mediante richiesta del relativo documento, dei nominativi di coloro che, all'interno degli anzidetti luoghi, manifestino di essere in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti sottopondendoli al relativo test di rilevazione scientifica o, comunque, rechino disturbo verbale o fisico alle altre persone.

4. Nel caso in cui il test risulti positivo, indicando violazioni di legge, l'incaricato dovrà provvedere al ritiro della patente del relativo soggetto, comunicando, immediatamente via fax, alla prefettura competente per territorio l'esecuzione del detto provvedimento e presso la quale dovrà provvedere al deposito del documento stesso entro le successive dodici ore.

5. I gestori dei locali notturni, delle discoteche e delle strutture in cui si svolgono manifestazioni e convegni, dovranno depositare presso le questure territorialmente competenti, il testo dei Regolamenti d'uso dei locali in questione che dovranno essere affissi, in modo visibile e facilmente leggibile, all'interno degli stessi in ognuna delle pareti».

 

40.0.501

BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Dopo l'articolo 40,aggiungere il seguente:

«Art. 40-bis.

(Introduzione dell'articolo 14-bis della legge 30 marzo 2001, n. 125)

1. Dopo l'articolo 14 della legge 30 marzo 2001, n. 125, è inserito il seguente:

"Art. 14-bis. - (Disposizioni sulla distribuzione di bevande alcoliche). - 1. Chiunque vende o somministra bevande alcoliche dopo le ore 02.00 è tenuto ad inserire nella propria struttura uno strumento rilevamento del tasso alcolemico per permettere ai frequentatori che lo richiedono di sottoporsi volontariamente ai test. I titolari delle strutture con superficie di somministrazione superiore a 600 mq devono mettere a disposizione idonei spazi di riposo.

2. I titolari dei luoghi di cui al comma 1 devono esporre all'entrata, all'interno ed all'uscita apposite tabelle che riproducano:

a) la descrizione dei sintomi correlati ai diversi Livelli di concentrazione alcolemica nell'aria alveolare espirata.

b) le quantità, espresse in centimetri cubici, delle bevande alcoliche più comuni che determinano il superamento del tasso alcoemico per la guida in stato di ebbrezza, pari a 0,5 grammi per litro, da determinare anche sulla base del peso corporeo;

c) le sanzioni previste dall'articolo 186 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1921 n. 125, e successive modificazioni.

3. I titolari dei luoghi cui al comma 1 promuovono, tramite le categorie di rappresentanza di intesa con le regioni egli enti locali, coerentemente con le disposizioni di cui all'articolo 117 della Costituzione, specifici programmi anche finanziari per incentivare il "guidatore designato", il trasporto degli utenti di locali di trattenimento e spettacolo attraverso servizi di taxi e di trasporto pubblico locale. Agli oneri di cui al presente comma si provvede con il fondo di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito con legge 2 ottobre 2007, n. 160.

4. All'articolo 689 del codice penale, comma primo, le parole: "L'esercente un'osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande il quale somministra in luogo pubblico o aperto al pubblico" sono sostituite dalle seguenti: "Chiunque vende o somministra".

5. Chiunque vende o somministra alcolici su spazi od aree pubbliche diverse dalle pertinenze degli esercizi cui al comma successivo, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria 5.000 a 30.000 euro e la confisca della merce e delle attrezzature utilizzate.

6. La somministrazione di alcolici ed il loro consumo sul posto può essere effettuata esclusivamente negli esercizi muniti della licenza prevista dal comma 1 dell'articolo 86 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

7. Dalle ore 22.00 alle ore 07.00 la vendita di alcolici può essere effettuata eslcusivamente negli esercizi di cui al comma precedente. Le violazioni sono punite con la sanzione amministrativa da 2.000 a 12.000 euro e con la confisca della merce.

8 Le violazioni delle disposizioni di cui al comma 1 sono punite con la sanzione amministrativa da 1.000 a 6.000 euro.

9. Sono soppressi i commi 2, 3 e 4 dell'articolo 6 del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito con legge 2 ottobre 2007, n. 160.".

2. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge il Ministro della salute con proprio decreto, di concerto con i Ministri dell'interno, dello sviluppo economico e dei trasporti adotta il regolamento di attuazione dei primo comma dell'articolo 14-bis della legge 30 marzo 2001, n. 125, introdotto dai comma 1 dei presente articolo».

 

 

ARTICOLO 41 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 41.

(Incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa)

1. Ai fini dell'incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa, con particolare riguardo a quello a canone sostenibile nei comuni soggetti a fenomeni di disagio abitativo e alta tensione abitativa, il Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri delle infrastrutture e della solidarietà sociale, costituisce, tramite l'Agenzia del demanio, una apposita società di scopo per promuovere la formazione di strumenti finanziari immobiliari a totale o parziale partecipazione pubblica, per l'acquisizione, il recupero, la ristrutturazione, la realizzazione di immobili ad uso abitativo anche con l'utilizzo, d'intesa con le regioni e gli enti locali, di beni di proprietà dello Stato o di altri soggetti pubblici. Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata, per l'anno 2007, la spesa massima di 150 milioni di euro.

 

EMENDAMENTI

 

41.1

CICCANTI, FORTE

Le parole: «Sopprimere l'articolo» respinte; seconda parte preclusa

Sopprimere l'articolo.

Conseguentemente, all'articolo 45, sostituire, ove ricorrenti, le parole: «25 milioni di euro» con le seguenti: «100 milioni di euro».

 

41.300 (già 18.500)

EUFEMI

Precluso

Sopprimere l'articolo 41.

Conseguentemente, all'articolo 44, dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Il termine di cui al comma 339 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 è prorogato al 31 dicembre 2008».

 

41.301 (già 18.2)

EUFEMI

Precluso

Sopprimere l'articolo 41.

All'articolo 44, dopo il comma 4 aggiungere il seguente:

«4-bis. Per i contribuenti, per i quali si applicano le disposizioni di cui al presente articolo, viene sospesa l'applicazione di ogni disposizione dei Comuni sull'lCI, dall'entrata in vigore del presente decreto-legge e per l'esercizio finanziario 2008, sia relativamente alle modifiche delle rendite catastali che al relativo classamento».

 

41.2

MARTINAT, PONTONE, BUTTI, BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Precluso

Sopprimere l'articolo.

 

41.4

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 41. - (Incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa). - 1. Il limite di finanziamento pari a 150 milioni di euro per il 2007, previsto dall'articolo 41 del decreto-legge 1º ottobre 2007, n. 159, va ad incrementare le risorse di cui all'articolo 21 del medesimo decreto-legge per la concessione di contributi in misura non superiore al quaranta per cento del costo di costruzione previsto dal decreto del Ministro dei lavori pubblici del 5 agosto 1994 da destinare al recupero o alla realizzazione di alloggi in locazione in base alle proposte pervenute alla regione da parte di imprese di costruzione, cooperative di abitanti e loro consorzi».

 

41.5

STIFFONI, LEONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Ai fini dell'incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa, con particolare riguardo a quello a canone sostenibile nei comuni soggetti a fenomeni di disagio abitativo e alta tensione abitativa, il Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri delle infrastrutture e della solidarietà sociale, può costituire, d'intesa con ciascuna regione interessata, un'apposita società di scopo, quale soggetto di diritto pubblico appositamente costituito in forma societaria e partecipato dal Ministero dell'economia, tramite l'Agenzia del demanio, e dalla regione interessata o da soggetto da essa direttamente partecipato. Le società di cui al presente comma hanno la funzione di promuovere la formazione di strumenti finanziari immobiliari a totale o parziale partecipazione pubblica, per l'acquisizione, il recupero, la ristrutturazione e la realizzazione di immobili ad uso abitativo anche con l'utilizzo, d'intesa con le regioni e gli enti locali, di beni di proprietà dello Stato o di altri soggetti pubblici. Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata, per l'anno 2007, la spesa massima di 50 milioni di euro.».

 

41.9

STIFFONI, LEONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, dopo le parole: «tramite l'Agenzia del demanio» inserire le seguenti: «e d'intesa con la regione competente per territorio».

 

41.11

EUFEMI

Respinto

Al comma 1, dopo le parole: «soggetti pubblici» inserire le seguenti: «AI fine di coinvolgere soggetti privati nella formazione degli strumenti finanziari immobiliari, il Ministero delle infrastrutture, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze e quello della solidarietà sociale, seleziona tramite avviso pubblico, soggetti privati operanti a livello nazionale nel campo della promozione immobiliare e dell'alloggio sociale interessati a partecipare alla società di scopo per una quota non superiore al 49 per cento del capitale».

 

41.13

STIFFONI, LEONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «50 milioni».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 41

 

41.0.500

MATTEOLI, AUGELLO, CURTO

Respinto

Dopo l'articolo 41,aggiungere il seguente:

«Art. 41-bis.

1. Al comma 1 dell'articolo 30 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n.139, le parole: "Corpo nazionale" sono sostituite dalla seguente: "Dipartimento", conseguentemente, al comma 2 del medesimo articolo del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, prima delle parole: "al dirigente generale - Capo del Corpo nazionale" sono inserite le seguenti: "al Capo del Dipartimento," e dopo le parole: "ai dirigenti generali, sono soppresse le parole: "del Corpo nazionale"».

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivanti dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1, allegato al decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127.

 

 

ARTICOLO 42 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 42.

(Rafforzamento controlli nel settore agricolo attuazione OCM ortofrutta e fondo solidarietà nazionale)

1. All'articolo 1, comma 1050, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: «23 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «48 milioni». Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa, per l'anno 2007, di cui all'articolo 1, comma 1090, della medesima legge n. 296 del 2006.

2. L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura è autorizzata ad attivare, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, del decreto legislativo 27 maggio 1999, n. 165, le misure nazionali a supporto della riforma dell'organizzazione comune di mercato dell'ortofrutta, nei limiti della somma di 10 milioni di euro per l'anno 2007. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa, per l'anno 2007, di cui all'articolo 1, comma 289, della medesima legge n. 296 del 2006.

 

EMENDAMENTI

42.2

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Approvato

Al comma 2, aggiungere, in fine, seguente il periodo: «Entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali provvede, con proprio decreto emanato d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, stabilisce i criteri per il riparto, tra le regioni interessate, delle risorse di cui presente comma».

 

42.3

BOSONE, DE PETRIS, PETERLINI, FAZIO, MOLINARI, NEGRI, PERRIN, PINZGER, RUBINATO, THALER AUSSERHOFER, TONINI

V. testo 2

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. La dotazione del fondo di solidarietà nazionale - incentivi assicurativi, di cui all'articolo 15, comma 2, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 è incrementata, per l'anno 2007, della somma di euro 40 milioni.

Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa, per l'anno 2007, relativa al fondo per le crisi di mercato, di cui all'articolo 1, comma 1072, della citata legge n. 296 del 2006».

 

42.3 (testo 2)

BOSONE, DE PETRIS, PETERLINI, FAZIO, MOLINARI, NEGRI, PERRIN, PINZGER, RUBINATO, THALER AUSSERHOFER, TONINI

Approvato

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. La dotazione del fondo di solidarietà nazionale - incentivi assicurativi, di cui all'articolo 15, comma 2, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 è incrementata, per l'anno 2007, dalla somma di euro 30 milioni.

Al relativo onere si provvede mediante corrispondente utilizzo delle disponibilità del fondo per le crisi di mercato, di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ».

 

42.5

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Assorbito

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. La dotazione finanziaria del fondo di solidarietà nazionale - interventi assicurativi, di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, è incrementata, per l'anno 2007, di 20 milioni di euro».

Conseguentemente, all'articolo 47, comma 1, lettera a), le parole: «1.100 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «1.120 milioni».

 

42.500

DE PETRIS, MARCORA, CUSUMANO, PIGNEDOLI, NARDINI, BOSONE, MONTALBANO, LIOTTA, BETTINI, LADU, MASSA, RANDAZZO, TURANO

Approvato

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. La disciplina del risarcimento diretto, prevista dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2006, n. 254, non si applica ai sinistri che coinvolgono le macchine agricole, come definite dall'articolo 57 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni».

Conseguentemente, alla rubrica, aggiungere, in fine, le parole: «e macchine agricole».

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 42

 

42.0.1

ALLEGRINI, DE ANGELIS

V. testo 2

Dopo l'articolo 42,inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Fabbricati rurali)

1. In attuazione delle disposizioni recate dal comma 339, lettera b), dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, all'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 3, la lettera a) è sostituita dalle seguenti:

"a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione:

1) dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno per esigenze connesse all'attività agricola svolta;

2) dall'affittuario del terreno stesso o dal soggetto che con altro titolo idoneo conduce il terreno a cui l'immobile è asservito;

3) dai familiari conviventi a carico dei soggetti di cui ai numeri 1) e 2) risultanti dalle certificazioni anagrafiche; da coadiuvanti iscritti come tali a fini previdenziali;

4) da soggetti titolari trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura;

5) da uno dei soci o amministratori delle società agricole di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale;

a-bis) i soggetti di cui ai numeri 1), 2) e 5) della lettera a) del presente comma devono rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essere iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580»;

b) al comma 3, la lettera b) è abrogata;

c) il comma 3-bis è sostituito dai seguenti:

3-bis. Ai fini fiscali deve riconoscersi carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell'attività agricola di cui all'articolo 2135 del codice civile e in particolare destinate:

a) alla protezione delle piante;

b) alla conservazione dei prodotti agricoli;

c) alla custodia delle macchine agricole, degli attrezzi e delle scorte occorrenti per la coltivazione e l'allevamento;

d) all'allevamento e al ricovero degli animali;

e) all'agriturismo;

f) ad abitazione dei dipendenti esercenti attività agricole nell'azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a 100, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento;

g) alle persone addette all'attività di atpeggio in zona di montagna;

h) ad uso di ufficio dell'azienda agricola;

i) alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;

I) all'esercizio dell'attività agricola in maso chiuso.

3-ter. Le porzioni di immobili di cui al comma 3-bis, destinate ad abitazione, sono censite in catasto, autonomamente, in una delle categorie del gruppo A».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

42.0.1 (testo 2)

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Approvato

Dopo l'articolo 42,inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Fabbricati rurali)

1. In attuazione delle disposizioni recate dal comma 339, lettera b), dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, all'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 3, la lettera a) è sostituita dalle seguenti:

"a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione:

1) dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno per esigenze connesse all'attività agricola svolta;

2) dall'affittuario del terreno stesso o dal soggetto che con altro titolo idoneo conduce il terreno a cui l'immobile è asservito;

3) dai familiari conviventi a carico dei soggetti di cui ai numeri 1) e 2) risultanti dalle certificazioni anagrafiche; da coadiuvanti iscritti come tali a fini previdenziali;

4) da soggetti titolari trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura;

5) da uno dei soci o amministratori delle società agricole di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale;

a-bis) i soggetti di cui ai numeri 1), 2) e 5) della lettera a) del presente comma devono rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essere iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580»;

b) al comma 3, la lettera b) è abrogata;

c) il comma 3-bis è sostituito dai seguenti:

3-bis. Ai fini fiscali deve riconoscersi carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell'attività agricola di cui all'articolo 2135 del codice civile e in particolare destinate:

a) alla protezione delle piante;

b) alla conservazione dei prodotti agricoli;

c) alla custodia delle macchine agricole, degli attrezzi e delle scorte occorrenti per la coltivazione e l'allevamento;

d) all'allevamento e al ricovero degli animali;

e) all'agriturismo;

f) ad abitazione dei dipendenti esercenti attività agricole nell'azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a 100, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento;

g) alle persone addette all'attività di atpeggio in zona di montagna;

h) ad uso di ufficio dell'azienda agricola;

i) alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;

I) all'esercizio dell'attività agricola in maso chiuso.

3-ter. Le porzioni di immobili di cui al comma 3-bis, destinate ad abitazione, sono censite in catasto, autonomamente, in una delle categorie del gruppo A».

 

42.0.3

LA COMMISSIONE

Id. em. 42.0.1 (testo 2)

Dopo l'articolo 42,inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Fabbricati rurali)

1. In attuazione delle disposizioni recate dal comma 339, lettera b), dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, all'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 3, la lettera a) è sostituita dalle seguenti:

"a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione:

1) dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno per esigenze connesse all'attività agricola svolta;

2) dall'affittuario del terreno stesso o dal soggetto che con altro titolo idoneo conduce il terreno a cui l'immobile è asservito;

3) dai familiari conviventi a carico dei soggetti di cui ai numeri 1) e 2) risultanti dalle certificazioni anagrafi che; da coadiuvanti iscritti come tali a fini previdenziali;

4) da soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura;

5) da uno dei soci o amministratori delle società agricole di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale;

a-bis) i soggetti di cui ai numeri 1), 2) e 5) della lettera a) del presente comma devono rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essere iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580);

b) al comma 3, la lettera b) è abrogata;

c) il comma 3-bis è sostituito dai seguenti:

"d-bis. Ai fini fiscali deve riconoscersi carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell'attività agricola di cui all'articolo 2135 del codice civile e in particolare destinate:

a) alla protezione delle piante;

b) alla conservazione dei prodotti agricoli;

c) alla custodia delle macchine agricole, degli attrezzi e delle scorte occorrenti per la coltivazione e l'allevamento;

d) all'allevamento e al ricovero degli animali;

e) all'agriturismo;

f) ad abitazione dei dipendenti esercenti attività agricole nell'azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a 100, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento;

g) alle persone addette all'attività di alpeggio in zona di montagna;

h) ad uso di ufficio dell'azienda agricola;

i) alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;

l) all'esercizio dell'attività agricola in maso chiuso".

3-ter. Le porzioni di immobili di cui al comma 3-bis, destinate ad abitazione, sono censite in catasto, autonomamente, in una delle categorie del gruppo A».

 

42.0.503

LOSURDO

Id. em. 42.0.1 (testo 2)

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Fabbricati rurali)

1. In attuazione delle disposizioni recate dal comma 339, lettera b), dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, all'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 3, la lettera a) è sostituita dalle seguenti:

"a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione:

1) dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno per esigenze connesse all'attività agricola svolta;

2) dall'affittuario del terreno stesso o dal soggetto che con altro titolo idoneo conduce il terreno a cui l'immobile è asservito;

3) dai familiari conviventi a carico dei soggetti di cui ai numeri 1) e 2) risultanti dalle ce rtificazion i anagrafiche; da coadiuvanti iscritti come tali a fini previdenziali;

4) da soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura;

5) da uno dei soci o amministratori delle società agricole di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale;

a-bis) i soggetti di cui ai numeri 1), 2) e 5) della lettera a) del presente comma devono rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essere iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580";

b) al comma 3, la lettera b) è abrogata;

c) il comma 3-bis è sostituito dai seguenti:

"3-bis. Ai fini fiscali deve riconoscersi carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell'attività agricola dì cui all'articolo 2135 del codice civile e in particolare destinate:

a) alla protezione delle piante;

b) alla conservazione dei prodotti agricoli;

c) alla custodia delle macchine agricole, degli attrezzi e delle scorte occorrenti per la coltivazione e l'allevamento;

d) all'allevamento e al ricovero degli animali;

e) all'agriturismo;

f) ad abitazione dei dipendenti esercenti attività agricole nell'azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a 100, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento;

g) alle persone addette all'attività di alpeggio in zona di montagna;

h) ad uso di ufficio dell'azienda agricola;

i) alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;

l) all'esercizio dell'attività agricola in maso chiuso.

3-ter. Le porzioni di immobili di cui al comma 3-bis, destinate ad abitazione. sono censite in catasto, autonomamente, in una delle categorie del gruppo A"».

 

42.0.4

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo l'articolo 42,aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

1. Al fine di assicurare la libera concorrenza e, conseguentemente, di favorire il contenimento dei prezzi al consumo dei prodotti ortofrutticoli, nonché per consentire l'aggiornamento e la revisione annuale degli studi di settore della relativa filiera, a decorrere dallo gennaio 2008 è fatto obbligo, per tutti i prodotti ortofrutticoli, di riportare il prezzo all'origine, corrisposto al produttore in tutte le fatture di vendita, fino a quella finale. È fatto altresì obbligo di indicare, con la medesima evidenza, per tutti i prodotti ortofrutticoli esposti per la vendita al dettaglio, sia il prezzo unitario di vendita, sia il prezzo unitario all'origine, quale risulta dalle rispettive fatture di acquisto. La violazione delle disposizioni di cui al presente comma comporta l'applicazione della sanzione di cui al comma 3 dell'articolo 22 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114».

 

42.0.5

PIROVANO, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

Dopo l'articolo 42, aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

Al fine di assicurare la libera concorrenza e, conseguentemente, di favorire il contenimento dei prezzi al consumo dei prodotti agro-alimentari, nonché per consentire l'aggiornamento e la revisione annuale degli studi di settore delle relative filiere, a decorrere dal 1º gennaio 2008 è fatto obbligo, per tutti i prodotti agro-alimentari, di riportare il prezzo all'origine, corrisposto al produttore in tutte le fatture di vendita, fino a quella finale. È fatto altresì obbligo di indicare, con la medesima evidenza, per tutti i prodotti agroalimentari esposti per la vendita al dettaglio, sia il prezzo unitario di vendita, sia il prezzo unitario all'origine, quale risulta dalle rispettive fatture di acquisto. La violazione delle disposizioni di cui al presente comma comporta l'applicazione della sanzione di cui al comma 3 dell'articolo 22 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.».

 

42.0.6

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Le parole da: «Dopo l'articolo 42» a: «soluzione concordataria."».» respinte; seconda parte preclusa

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Consorzi agrari)

1. All'articolo 1, comma 9-bis, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, come modificato dall'articolo 1, comma 1076, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al quinto periodo le parole: "con il compito di chiudere la liquidazione entro il 31 dicembre 2007, depositando gli atti di cui all'articolo 213 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267" e le parole: ", limitatamente alla nomina di un nuovo commissario unico." sono soppresse e dopo le parole: "la medesima disposizione si applica anche ai consorzi agrari in stato di concordato" è aggiunto il periodo: ". Entro il 31 dicembre 2008, l'autorità amministrativa che vigila sulla liquidazione revoca l'autorizzazione all'esercizio provvisorio dell'impresa dei consorzi agrari in liquidazione coatta amministrativa, salvo che nel frattempo sia stata presentata ed autorizzata domanda di concordato ai sensi del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 ovvero sussistano ragioni oggettive, oggetto di valutazione da parte della medesima autorità amministrativa, ostative all'attivazione della soluzione concordataria."».

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

42.0.502

LOSURDO

Precluso

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Consorzi agrari)

1. All'articolo 1, comma 9-bis, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, come modificato dall'articolo 1, comma 1076, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al quinto periodo le parole: "con il compito di chiudere la liquidazione entro il 31 dicembre 2007, depositando gli atti di cui all'articolo 213 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267" e le parole: ", limitatamente alla nomina di un nuovo commissario unico." sono soppresse e dopo le parole: "la medesima disposizione si applica anche ai consorzi agrari in stato di concordato" è aggiunto il periodo: ". Entro il 31 dicembre 2008, l'autorità amministrativa che vigila sulla liquidazione revoca l'autorizzazione all'esercizio provvisorio dell'impresa dei consorzi agrari in liquidazione coatta amministrativa, salvo che nel frattempo sia stata presentata ed autorizzata domanda di concordato ai sensi del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, ovvero sussistano ragioni oggettive, oggetto di valutazione da parte della medesima autorità amministrativa, ostative all'attivazione della soluzione concordataria.».

 

42.0.7

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Le parole da: «Dopo l'articolo 42» a: «cinque anni» respinte; seconda parte preclusa

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Essiccatoi agricoli)

1. All'articolo 281, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le parole: "entro tre anni" sono sostituite dalle seguenti: "entro cinque anni"».

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

42.0.501

LOSURDO

Precluso

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Essiccatoi agricoli)

1. All'articolo 281, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le parole: "entro tre anni" sono sostituite dalle seguenti: "entro cinque anni"».

 

42.0.8

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Le parole da: «Dopo l'articolo 42» a: «comma 1» respinte; seconda parte preclusa

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Rinnovo parco autocarri)

1. Le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 227, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano anche ai soggetti titolari di imprese agricole.

2. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, da adottare entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabiliti i criteri per l'applicazione del comma 1».

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

42.0.500

LOSURDO

Precluso

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Rinnovo parco autocarri)

1. Le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 227, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano anche ai soggetti titolari di imprese agricole.

2. Con decreto le Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, da adottare entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabiliti i criteri per l'applicazione del comma 1».

 

42.0.9

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Le parole da: «Dopo l'articolo 42» a: «dei dispositivi di ritenuta» respinte; seconda parte preclusa

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Trattrici agricole)

1. Le trattrici agricole, di cui al comma 2, lettera a), punto 1), dell'articolo 57 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in attuazione delle normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro, devono essere dotate di dispositivi di ritenuta del sedile del conducente e di dispositivi di protezione in caso di capovolgimento. Le trattrici già in circolazione prive dei suddetti dispositivi devono essere messe a norma entro il 31 dicembre 2009.

2. Con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro del lavoro, sono stabilite le caratteristiche dei suddetti dispostivi, nonché le tipologie di trattrici escluse dall'obbligo, in quanto sprovviste, fin dall'origine, di specifici punti di attacco per l'installazione dei dispositivi di ritenuta».

Conseguentemente, agli eventuali maggiori oneri derivante dal presente emendamento, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

 

42.0.504

LOSURDO

Precluso

Dopo l'articolo 42,inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Trattrici agricole)

1. Le trattrici agricole, di cui al comma 2, lettera a), punto 1, dell'articolo 57 del decreto legislativo 30 aprile1992, n. 285, in attuazione delle normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro, devono essere dotate di dispositivi dì ritenuta del sedile del conducente e di dispositivi di protezione in caso di capovolgimento, Le trattrici già in circolazione prive dei suddetti dispositivi devono essere messe a norma entro il 31 dicembre 2009.

2. Con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro del lavoro, sono stabilite le caratteristiche dei suddetti dispostivi, nonché le tipologie di trattricì escluse dall'obbligo, in quanto sprowiste, fin dall'origine, di specifici punti di attacco per l'installazione dei dispositivi di ritenuta».

 

42.0.11

SCARPA BONAZZA BUORA, PICCIONI, COMINCIOLI, SANCIU, ZANOLETTI, FERRARA

Respinto

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Concessioni demaniali per la pesca e l'acquacoltura)

1. All'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154, dopo le parole: "legge 17 febbraio 1982, n. 41", sono inserite le seguenti: ", ad eccezione dell'articolo 27-ter,"».

 

42.0.14

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 42, è aggiunto il seguente:


«Art. 42-bis.

1. Allo scopo di semplificare le operazioni necessarie all'avvio e alla gestione amministrativa delle imprese della pesca e dell'acquacoltura, è istituito lo sportello unico dei servizi alle imprese di pesca.

2. Lo sportello unico di cui al comma 1 può essere gestito direttamente dall'Amministrazione o attraverso apposite convenzioni con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative nel settore della pesca e dell'acquacoltura.

3. Con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministero per lo sviluppo economico e dei trasporti e dell'economia, sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative nel settore, da emanarsi entro 60 giorni dalla data di conversione della presente legge vengono definiti termini, modalità, e i servizi prestati dallo sportello unico».

 

42.0.15

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 42, è inserito il seguente:

«Art. 42-bis.

1. Alle concessioni di specchi acquei demaniali per attività di acquacoltura, rilasciate o rinnovate dopo il 1º gennaio 1990, per le aree non occupate da strutture produttive, si applica il canone annuo pari ad un decimo di quanto previsto dal decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 15 novembre 1995, n. 595, e successive modificazioni. Le eventuali somme versate in eccedenza, rispetto a quelle dovute negli anni precedenti, sono compensate con quelle da versare allo stesso titolo con decorrenza dal giorno 1º gennaio 2004.

2. Alle concessioni di aree demaniali marittime e loro pertinenze, nonché di zone di mare territoriale richieste da soggetti diversi da quelli di cui all'articolo 2511 del codice civile per iniziative di acquacoltura, pesca, ripopolamento attivo e passivo, protezione della fascia costiera e di zone acquee, nonché di realizzazione di manufatti per il conferimento, il mantenimento, l'eventuale trasformazione e la commecializzazione del prodotto, si applica il canone meramente ricognitorio previsto dall'articolo 48, lettera e) del regio decreto 8 ottobre 1931, n. 1604».

 

42.0.20

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

1. All'articolo 1193 del codice della navigazione è aggiunto il seguente comma:

"1-bis: La sanzione di cui al comma 1 è ridotta a 100 euro nel caso in cui il comandante di una nave da pesca esibisca all'autorità che ha contestato l'infrazione i documenti di bordo regolarmente tenuti ed aggiornati entro quarantotto ore dall'accertamento della violazione di cui al comma 1"».

 

42.0.12

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

Le iniziative di cui alla legge del 17 maggio 1999, n. 144, e successive modificazioni (Misure in materia di investimenti, delega al Governo per il riordino degli incentivi all'occupazione e della normativa che disciplina l'INAIL, nonché disposizioni per il riordino degli enti previdenziali) sono estese al settore della pesca marittima e dell'acquacoltura».

 

42.0.13

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

Nelle more della revisione periodica degli studi di settore prevista dall'articolo 1, comma 399 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, gli accertamenti per il periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge e per i due periodi di imposta successivi, sono sospesi per il settore della pesca in acque marine e lagunari e servizi connessi».

 

42.0.16

ALLEGRINI, DE ANGELIS

Respinto

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Documento programmatico per il settore apistico)

1. Per l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 5, della legge 24 dicembre 2004, n. 313, è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2007.

2. AI relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa, per l'anno 2007, di cui all'articolo 1, comma 1084, della legge 27 dicembre 2006, n. 296».

 

42.0.505

DELOGU, MASSIDDA, FANTOLA, SANCIU

Le parole da: «Dopo l'articolo 42» a: «disposizioni comunitarie» respinte; seconda parte preclusa

Dopo l'articolo 42,aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

(Interventi straordinari per le aziende agricole Sarde)

1. È autorizzata la spesa di 12 milioni di euro per il 2007 per la copertura delle spese a carico delle aziende agricole sarde, derivanti dalla sospensione, fino al 31 dicembre 2008, di tutte le procedure esecutive avviate nei loro confronti, a seguito di disposizioni comunitarie».

Conseguentemente, al maggior onere derivante dal presente emendamento, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'importo di cui al comma 1 dell'articolo 42.

 

42.0.506

MASSIDDA, SANCIU

Precluso

Dopo l'articolo 42,aggiungere il seguente:

«Art. 42-bis.

(Interventi straordinari per le aziende sarde)

1. È autorizzata la spesa di 12 milioni di euro per il 2007 per la copertura delle spese a carico delle aziende agricole sarde, derivanti dalla sospensione, fino al 31 dicembre 2008, di tutte le procedure esecutive avviate nei loro confronti, a seguito di disposizioni comunitarie.

All'onere derivante dall'attuazione delle precedenti disposizioni, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico».

 

 

ARTICOLI 43 E 44 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 43.

(Lavori socialmente utili)

1. Le assunzioni dei soggetti collocati in attività socialmente utili disciplinate dall'articolo 1, comma 1156, lettere f) e f-bis), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, possono essere effettuate anche in soprannumero nel rispetto dei vincoli finanziari previsti per i comuni con meno di 5.000 abitanti dall'articolo 1, comma 562, della citata legge n. 296 del 2006. I comuni che dispongono le assunzioni in soprannumero non possono procedere ad altre assunzioni di personale fino al totale riassorbimento della relativa temporanea eccedenza.

 

Articolo 44.

(Misura fiscale di sostegno a favore dei contribuenti a basso reddito)

1. Ai soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, la cui imposta netta dovuta per l'anno 2006 risulti pari a zero, è attribuita, per l'anno 2007, una somma pari a euro 150 quale rimborso forfetario di parte delle maggiori entrate tributarie affluite all'erario.

2. Ai soggetti indicati al comma 1 è, inoltre, attribuita un'ulteriore somma pari a euro 150 per ciascun familiare a carico. Qualora il familiare sia a carico di più soggetti la somma è ripartita in proporzione alla percentuale di spettanza della detrazione per carichi familiari.

3. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un Fondo, per l'anno 2007, con una dotazione pari a 1.900 milioni di euro, per l'erogazione delle somme di cui ai commi 1 e 2.

4. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di natura non regolamentare, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono individuate, nel rispetto del limite di spesa fissato dal comma 3, le categorie dei soggetti aventi diritto, con particolare riferimento ai titolari di redditi da lavoro e da pensione. Con lo stesso decreto sono stabilite le modalità di erogazione delle somme di cui ai commi 1 e 2, nonché le altre disposizioni necessarie per l'attuazione del presente articolo.

 

 

EMENDAMENTI

 

44.4

TOFANI

Respinto

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Ai soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, la cui imposta netta dovuta per l'anno 2006 risulti pari a zero, è attribuita, per l'anno 2007, una somma pari a euro 150 quale rimborso forfetario di parte delle maggiori entrate affluite all'erario, a condizione che il reddito complessivo, relativo al medesimo periodo d'imposta, del beneficiario e dell'eventuale nucleo delle persone con esso conviventi non superi euro 40.000».

 

44.6

D'ALI', FERRARA

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: «l'anno 2006», con le seguenti: «il biennio 2004-2006».

 

44.501

ROSSI FERNANDO

Approvato

Al comma 1, dopo le parole: «una somma pari a euro», sostituire la cifra: «150» con: «300».

Al comma 2, dopo le parole: «un'ulteriore somma pari a euro», sostituire la cifra: «150» con: «300».

Sostituire il comma 3 con il seguente:

«3. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un Fondo, per l'anno 2007, per l'erogazione delle somme di cui ai commi 1 e 2, con una dotazione pari a 5.000 milioni di euro, derivante anche dall'impiego del 30% del fondo costituito dai depositi dormienti».

 

44.850/2

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 44.850 sopprimere la lettera a).

 

44.850

LA COMMISSIONE

Approvato

All'articolo 44 apportare le seguenti modifiche:

a) al comma 1, sostituire le parole: «una somma», con le altre: «una detrazione fiscale»;

b) al comma 1, in fine, aggiungere il seguente periodo: «Fermo quanto previsto al comma 2, la misura di sostegno di cui al presente comma non spetta a coloro che, nell'anno 2006, risultano fiscalmente a carico di altri soggetti;

c) al comma 2, primo periodo, le parole: «un'ulteriore somma», sono sostituite dalle seguenti: «un'ulteriore detrazione fiscale». Nel medesimo comma, al secondo periodo, le parole: «la somma», sono sostituite dalle seguenti: «la detrazione fiscale»;

d) al comma 4, sostituire le parole: «con particolare riferimento», con le seguenti: «con riferimento»;

e) dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

"4-bis. La misura di sostegno di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo non spetta ai soggetti il cui reddito complessivo, nell'anno 2006, sia stato superiore a 50.000 euro"».

44.10

 

BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Gli importi riportati nella Tab. A allegata all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge n. 81 del 2 luglio 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007 n. 127, per l'anno 2007 sono moltiplicati per due».

Conseguentemente, ai maggiori oneri derivanti dal presente emendamento, pari a 900 milioni di euro si provvede, quanto a 750 milioni mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127; quanto a 150 milioni di euro, mediante corrispondente riduzione dell'importo di cui al comma 1 dell'articolo 8 del medesimo decreto-legge.

 

44.11

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 4, dopo le parole: «Ministro dell'economia e delle finanze» aggiungere le seguenti: «di concerto con il Ministro della solidarietà sociale e il Ministro per le politiche per la famiglia».

 

44.140/1

THALER AUSSERHOFER, RUBINATO, PINZGER, PETERLINI, FAZIO, BOSONE, MOLINARI, NEGRI, PERRIN, TONINI

Approvato

All'emendamento 44.140 sostituire le parole: «nei dodici» con le seguenti: «nei diciotto».

44.140

LA COMMISSIONE

Approvato con un subemendamento

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«4-bis. Al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, all'articolo 15, al comma 1-ter, dopo il primo periodo, è inserito il seguente:

"La detrazione è ammessa a condizione che la stipula del contratto di mutuo da parte del soggetto possessore a titolo di proprietà o altro diritto reale dell'unità immobiliare avvenga nei sei mesi antecedenti, ovvero nei dodici mesi successivi dall'inizio dei lavori di costruzione"».

 

 

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 44

 

44.0.1

EUFEMI

Respinto

Dopo l'articolo 44, aggiungere il seguente:

«44-bis.

1. Dopo l'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 aggiungere il seguente:

"Art. 15-bis. - In riferimento ai mutui accesi a far data dal 1 o gennaio 2005, dall'imposta lorda si detrae un importo pari al 27 per cento dei seguenti oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo:

a) gli interessi passivi, e relativi oneri accessori, nonché le quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione pagati a soggetti residenti nel territorio dello Stato o di uno Stato membro della Comunità europea ovvero a stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti in dipendenza di mutui garantiti da ipoteca su immobili contratti per l'acquisto dell'unità immobiliare da adibire ad abitazione principale entro un anno dall'acquisto stesso, per un importo non superiore a 5.000 euro. L'acquisto della unità immobiliare deve essere effettuato nell'anno precedente o successivo alla data della stipulazione del contratto di mutuo. Non si tiene conto del suddetto periodo nel caso in cui l'originario contratto è estinto e ne viene stipulato uno nuovo di importo non superiore alla residua quota di capitale da rimborsare, maggiorata delle spese e degli oneri correlati. In caso di acquisto di unità immobiliare locata, la detrazione spetta a condizione che entro tre mesi dall'acquisto sia stato notificato al locatario l'atto di intimazione di licenza o di sfratto per finita locazione e che entro un anno dal rilascio l'unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale. Per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente. La detrazione spetta non oltre il periodo d'imposta nel corso del quale è variata la dimora abituale; non si tiene conto delle variazioni dipendenti da trasferimenti per motivi di lavoro. Non si tiene conto, altresì, delle variazioni dipendenti da ricoveri permanenti in istituti di ricovero o sanitari, a condizione che l'unità immobiliare non risulti locata. Nel caso l'immobile acquistato sia oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia, comprovata dalla relativa concessione edilizia o atto equivalente, la detrazione spetta a decorrere dalla data in cui l'unità immobiliare è adibita a dimora abituale, e comunque entro due anni dall'acquisto. In caso di con titolarità del contratto di mutuo o di più contratti di mutuo il limite di 5 mila euro è riferito all'ammontare complessivo degli interessi, oneri accessori e quote di rivalutazione sostenuti. La detrazione spetta, nello stesso limite complessivo e alle stesse condizioni, anche con riferimento alle somme corrisposte dagli assegnatari di alloggi di cooperative e dagli acquirenti di unità immobiliari di nuova costruzione, alla cooperativa o all'impresa costruttrice a titolo di rimborso degli interessi passivi, oneri accessori e quote di rivalutazione relativi ai mutui ipotecari contratti dalla stessa e ancora indivisi. Se il mutuo è intestato ad entrambi i coniugi, ciascuno di essi può fruire della detrazione unicamente per la propria quota di interessi; in caso di coniuge fiscalmente a carico dell'altro la detrazione spetta a quest'ultimo per entrambe le quote".

2. Alle minori entrate derivanti dall'attuazione della presente legge si provvede, fino a concorrenza, ai sensi dell'articolo 17 del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, nella legge 3 agosto 2007, n. 127, intendendosi conseguentemente modificato l'articolo 1 del medesimo decreto al fine di tener conto dell'ulteriore incremento delle entrate tributarie registratosi successivamente alla data di entrata in vigore del medesimo decreto-legge».

 

 

ARTICOLO 45 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 45.

(Integrazione dei finanziamenti dei servizi socio-educativi per la prima infanzia e del Fondo politiche sociali)

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, comma 1259, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativo ad un piano straordinario per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, il finanziamento ivi previsto è integrato, per l'anno 2007, di 25 milioni di euro.

2. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 20, comma 8, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, come determinata dalla tabella C allegata alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, è integrata, per l'anno 2007, di 25 milioni di euro.

 

 

EMENDAMENTO

 

45.1

CUTRUFO

Respinto

Al comma 1, le parole: «per l'anno 2007» sono sostituite dalle seguenti: «a decorrere dall'anno 2007».

 

 


ARTICOLO 46 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 46.

(Procedure di autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto)

1. L'autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, anche situati al di fuori di siti industriali, è rilasciata ai sensi dell'articolo 8 della legge 24 novembre 2000, n. 340, a seguito di giudizio di compatibilità ambientale di cui all'articolo 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349. Nei casi in cui gli impianti siano ubicati in area portuale o ad essa contigua, il giudizio è reso anche in assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici di cui all'articolo 5, comma 3, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, che deve essere espresso nell'ambito della conferenza di servizi di cui al citato articolo 8 della legge n. 340 del 2000. In tali casi, l'autorizzazione è rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la regione interessata. L'autorizzazione costituisce variante anche del piano regolatore portuale.

 

 

EMENDAMENTI

 

46.3

MANINETTI, RUGGERI, CICCANTI, FORTE

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 46. - 1. L'autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di GNL e delle opere connesse, anche situati al di fuori di siti industriali è rilasciata con procedimento unico, ai sensi dell'articolo 8 della legge 24 novembre 2000, n. 340, a seguito di giudizio di compatibilità ambientale di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006. Qualora le opere comportino variazioni degli strumenti urbanistici, del piano regolatore portuale o di altri strumenti di pianificazione del territorio, l'autorizzazione unica costituisce variante, ed è sostitutiva di ogni concessione, atto amministrativo, parere e atto di assenso comunque denominato, anche in deroga all'articolo 5 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, ed è rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro delle infrastrutture, del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la regione interessata.

2. L'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di terminali di rigassificazione di GNL viene rilasciata prioritariamente ai proponenti che, alla data di entrata in vigore della presente legge, già dispongano di accordi di forni tura di GNL».

 

46.500 (Testo corretto)

BARBATO

Respinto (*)

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 46. - L'autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, e delle opere connesse, situati in aree portuali o in sisti industriali, è rilasciata con procedimento unico ai sensi dell'articolo 8 della legge 24 novembre 2000, n. 340 anche nelle regioni a statuto speciale, a seguito di valutazione di impatto ambientale di cui all'articolo 35 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche.

L'autorizzazione unica è rilasciata ai sensi dell'articolo 14-ter comma 9 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e sostituisce ogni autorizzazione, concessione, atto amministrativo, parere o atto di assenso comunque denominato.

Nei casi in cui gli impianti siano ubicati in area portuale o in siti industriali, il giudizio è reso anche in assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici di cui all'articolo 5, comma 3, della legge 28 gennaio 1994, n. 84 che deve essere espresso al Ministro delle infrastrutture che deve pronunciarsi nell'ambito della conferenza di servizi di cui all'articolo 8 della legge 24 novembre 2000, n. 340.

L'autorizzazione unica è rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro delle infrastrutture e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di intesa con la regione interessata. L'autorizzazione unica costituisce variante urbanistica, industriale ed anche del piano regolatore portuale.

L'autorizzazione unica viene rilasciata prioritariamente ai proponenti che, alla data di entrata in vigore della presente legge già dispongano di accordi di forniture di gas naturale liquefatto.

________________

(*) Ritirato dal proponente è fatto proprio dal senatore Polledri e da altri senatori.

 

46.9

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, STEFANI

Respinto

Al comma 1, dopo le parole: «gas naturale liquefatto» aggiungere le seguenti: «e delle opere connesse».

 

46.10

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, STEFANI

Respinto

Al comma 1. dopo le parole: «è rilasciata» aggiungere le seguenti: «, con un unico provvedimento di autorizzazione,».

 

46.11

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, STEFANI

Respinto

Al comma 1, dopo le parole: «legge 24 novembre 2000, n. 340,» aggiungere le seguenti: «anche nelle regioni a statuto speciale».

 

46.800

LA COMMISSIONE

Approvato

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da: «giudizio» fino alla fine del periodo, con le seguenti: «valutazione dell'impatto ambientale ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e successive modifiche».

 

46.14

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, STEFANI

Respinto

Al comma 1, dopo le parole: «che deve essere espresso» inserire le seguenti: «al Ministro delle infrastrutture che deve pronunciarsi».

 

46.15

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, STEFANI

Respinto

AI comma 1, penultimo e ultimo periodo, sostituire la parola: «l'autorizzazione» con le seguenti: «il provvedimento unico di autorizzazione».

 

46.503

ROSSI FERNANDO

Ritirato

Al comma 1, dopo le parole: «d'intesa con la regione interessata» aggiungere le parole: «e con l'amministrazione comunale e l'autorità portuale interessati».

 

46.17

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, STEFANI

Respinto

Al comma 1, sostituire le parole: «anche del piano regolatore portuale» con le seguenti: «dello strumento urbanistico, dell'eventuale piano industriale e del piano regolatore portuale».

 

46.18

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, STEFANI

Respinto

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «In tali casi, il termine di cui all'articolo 8, comma 4, della citata legge n. 340 del 2000, è ridotto in trenta giorni».

 

46.19

LIBE'

Respinto

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Il comma 2 dell'articolo 26 della legge 31 luglio 2002, n. 179, è abrogato».

Conseguentemente, sostituire la rubrica con la seguente: «(Procedure di autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto e misure per la ricerca e coltivazione degli idrocarburi)».

 

 

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 46

 

46.0.900/2

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

Respinto

All'emendamento 46.0.950, sopprimere il comma 3.

Sostituire il comma 4 con il seguente:

«4. A decorrere da 1º gennaio 2008 il canone delle concessioni di distribuzione è incrementato, ove minore, al 45 per cento del vincolo ricavi di distribuzione di cui alla delibera dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas 28 dicembre 2000, n. 237, e successive modifiche e integrazioni, con riferimento all'anno 2008».

 

46.0.900/500

CICCANTI

Respinto

All'emendamento 46.0.950, al comma 3, dopo le parole: «sono incrementati», le parole: «due anni» sono sostituite dalle parole: «cinque anni».

Al comma 4, dopo le parole: «ove minore» le parole: «al 10%» sono sostituite dalle parole al 5%».

 

46.0.950

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 46,inserire il seguente:

«Art. 46-bis.

(Disposizioni in materia di concorrenza e qualità dei servizi essenziali nel settore della distribuzione del gas)

1. Al fine di garantire al settore della distribuzione di gas naturale maggiore concorrenza e livelli minimi di qualità dei servizi essenziali, il Ministro dello sviluppo economico e degli affari regionali e delle autonomie locali sentita la Conferenza Unificata e su parere dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, individuano entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge i criteri di gara e di valutazione dell'offerta per l'affidamento del servizio di distribuzione di gas previsto dall'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, tenendo conto in maniera adeguata, oltre che delle condizioni economiche offerte in particolare quelle a vantaggio dei consumatori, degli standard qualitativi e di sicurezza del servizio, dei piani di investimento e di sviluppo delle reti e degli impianti.

2. I Ministeri dello sviluppo economico e degli affari regionali e delle autonomie locali, su proposta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas e sentita la Conferenza Unificata, determina gli ambiti territoriali minimi per lo svolgimento delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas, a partire da quelli tariffari, secondo l'identificazione di bacini ottimali di utenza, in base a criteri di efficienza e riduzione dei costi, e determina misure per l'incentivazione delle relative operazioni di aggregazione.

3. Al fine di incentivare le operazioni di aggregazione di cui al comma 2 i termini del 31 dicembre 2007 e del 31 dicembre 2009 stabiliti dall'articolo 23, comma 1, della legge 23 febbraio 2006, n. 51, sono incrementati di due anni.

4. A decorrere dal 1º gennaio 2008, i comuni interessati dalle nuove scadenze di cui al comma 3, possono incrementare il canone delle concessioni di distribuzione, solo ove minore e limitatamente al periodo di proroga, fino al 10 per cento del vincolo dei ricavi di distribuzione di cui alla delibera dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas 28 dicembre 2000 n. 237 e successive modifiche e integrazioni, destinando prioritariamente le risorse aggiuntive all'attivazione di meccanismi di tutela relativi ai costi dei consumi di gas da parte delle fasce deboli di utenti».

 

46.0.800

LA COMMISSIONE

Approvato

Dopo l'articolo 46,inserire il seguente:

«Art. 46-bis.

(Sostegno all'imprenditoria femminile)

1. Al comma 848 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, aggiungere in fine il seguente periodo: «Nel caso in cui si adottino misure per sostenere la creazione di nuove imprese femminili e il consolidamento aziendale di piccole e medie imprese femminili il decreto che fissa i criteri di intervento è adottato dai Ministro dello sviluppo economico di concerto col Ministro per i diritti e le pari opportunità».

 

46.0.801/1

D'ALI'

Respinto

Al comma 2, sostituire le parole: «nel triennio 2002-2004» con le seguenti: «nel periodo 2002-2007».

 

46.0.801

LA COMMISSIONE

Approvato. Votato per parti separate

Dopo l'articolo 46,aggiungere il seguente:

«Art. 46-bis.

(Pesca e vittime del mare)

1. Il recupero degli aiuti erogati ai sensi del decreto-legge 30 settembre 1994, n. 561, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 1994, n. 655, dichiarati incompatibili con il mercato comune con decisione della Commissione europea del 28 luglio 1999, nonché di quelli erogati ai sensi del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 maggio 1995, n. 206, nonché ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1997, n. 30, dichiarati incompatibili con il mercato comune con decisione della Commissione europea del 25 novembre 1999, è fissato in quattordici rate annuali, fino alla concorrenza del complessivo ammontare delle somme effettivamente percepite e degli interessi legali maturati. Le amministrazioni preposte al recupero degli aiuti suddetti, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabiliscono con propri provvedimenti le modalità attuative per la restituzione delle somme.

2. A carico del fondo di cui all'articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, si provvede a liquidare le richieste di indennizzo relative agli eventi verificatisi nel triennio 2002-2004, relativamente alle istanze presentate anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti della somma di 500.000 euro. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per l'anno 2008, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1º ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244».

 

46.0.1

MENARDI

Approvato

Dopo l'articolo 46,aggiungere il seguente:

«Art. 46-bis.

1. Al fine di favorire la produzione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, qualora la connessione alla rete elettrica possa essere effettuata con l'utilizzo di infrastrutture di proprietà di un produttore, quest'ultimo è tenuto a condividere, quando tecnicamente fattibile, le sue infrastrutture con il produttore richiedente. A tal fine, il richiedente corrisponde un contributo in misura proporzionale per l'utilizzo dell'infrastruttura medesima».

 

 

ARTICOLO 47 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 47.

(Copertura finanziaria)

1. Agli oneri netti derivanti dal presente decreto, determinati in 8.321 milioni di euro per l'anno 2007, 5,4 milioni di euro per l'anno 2008 e 11,3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009, si provvede:

a) per l'anno 2007, quanto a 5.978 milioni di euro con le maggiori entrate di cui all'articolo 1, quanto a 1.300 milioni di euro mediante utilizzo della riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1 del decreto-legge 9 gennaio 1989, n. 3, convertito dalla legge 7 marzo 1989, n. 84, inclusa nel provvedimento previsto dall'articolo 17, primo comma, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e quanto a 1.100 milioni di euro mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289;

b) per gli anni 2008 e 2009 mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge n. 289 del 2002.

2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

 

 

 

EMENDAMENTI

 

47.2

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, GRILLO, TADDEI

Respinto

Al comma 1, lettera a), sopprimere le seguenti parole da:«e quanto a 1.100 milioni di euro», fino alla fine del periodo.

Conseguentemente all'onere derivante dall'attuazione della presente disposizione, si provvede mediante corrispondente riduzione di tutti gli stanziamenti di spesa corrente a carattere discrezionale del bilancio dello Stato con esclusione dei soli stanziamenti determinati direttamente per legge, della spesa obbligatoria e degli interessi sui titoli del debito pubblico.

 

47.1

BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Respinto

Al comma 1, lettera a), sopprimere le parole: «e quanto a 1.100 milioni di euro mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289».

Conseguentemente, al maggior onere, si provvede proporzionalmente mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127.

Conseguentemente, ai maggiori oneri, pari a 1.100 milioni di euro si provvede, quanto a 750 milioni mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007 n. 127; quanto a 200 milioni di euro, mediante corrispondente riduzione dell'importo di cui al comma 1 dell'articolo 8 del medesimo decreto-Iegge; quanto a 150 milioni di euro sopprimendo l'articolo 41.

 

 

ARTICOLO 48 DEL DECRETO-LEGGE

 

Articolo 48.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

 

 

ORDINE DEL GIORNO G5.7

 

G5.7 (già em. 5.500)

IZZO

Non posto in votazione (*)

Il Senato, in sede di esame dell'Atto Senato 1819,

impegna il Governo:

a prevedere opportune soluzioni normative per garantire ai Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, sprovvisti di strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale, la facoltà, con onere a carico dei propri bilanci e senza oneri per lo Stato, di istituire servizi locali di emergenza sanitaria di primo intervento, di continuità assistenziale sanitaria e di diagnostica di laboratorio anche mediante apposite convenzioni con strutture private individuate con procedure ad evidenza pubblica;

ad assicurare ai Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti la facoltà di effettuare, con cadenza settimanale, una rilevazione capillare dei prezzi praticati dagli esercizi commerciali operanti nel territorio comunale, individuandone il prezzo medio di vendita praticato sul mercato locale per ciascun periodo di riferimento con oneri a carico degli stessi Comuni e delle Camere di Commercio.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

EMENDAMENTO 14.0.6 TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 14

 

14.0.6

BUCCICO, BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA

Ritirato e trasformato nell'odg G14.6

Dopo l'articolo 14,inserire il seguente:

«Art. 14-bis.

1. Dopo l'articolo 14 della legge 11 novembre 1986, n. 771 (Conservazione e recupero dei Rioni Sassi di Matera) aggiungere il seguente:

 

"Art. 14-bis.

1. La proprietà degli immobili del demanio dello Stato affidati in concessione al Comune e da questi affidati in sub-concessione ai privati per uso non residenziale, è trasferita al comune a titolo gratuito.

2. Il comune è autorizzato, nell'atto di cessione, ad alienare a titolo oneroso gli immobili di cui al comma 1 ai medesimi su-concessionari, alle seguenti condizioni: aver conservato la destinazione d'uso dei beni, aver rispettato tutti gli altri vincoli di legge e di contratto (divieto di sub-concessione, pagamento del canone, ecc.). l privati acquirenti, inoltre, devono impegnarsi a conservare anche dopo l'acquisto la destinazione d'uso dell'immobile.

3. Le risorse finanziarie rivenienti dalla vendita degli immobili sono utilizzate dal comune solo ed esclusivamente per effettuare interventi di conservazione e recupero architettonico, urbanistico, ambientale ed economico nei Rioni Sassi e per dare impulso alle attività turistiche e commerciali ivi ubicate"».

 

 


ORDINE DEL GIORNO

 

G14.6 (già em. 14.0.6)

BUCCICO

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge n. 1819,

impegna il Governo ad affrontare e risolvere le problematiche di cui all'emendamento 14.0.6.

________________

(*) Accolto dal Governo

 

 

PROPOSTE DI COORDINAMENTO

 

C1

LA COMMISSIONE

Approvata

Art. 4.

Al comma 1, sostituire le parole: «pubblicata nella Gazzetta Ufficiale» con le seguenti: «pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale» e le parole: «tali da mettere in pericolo» con le seguenti: «tale da mettere in pericolo».

Art. 5.

Al comma 1, terzo periodo, sostituire le parole: «in data 31 luglio 2007» con le seguenti: «31 luglio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 229 del 2 ottobre 2007».

Al comma 2, lettera a), secondo periodo, dopo le parole: «del comma 3» inserire le seguenti: «del presente articolo».

Al comma 2, lettera b), sostituire le parole: «prevista dallo stesso comma» con le seguenti: «prevista dalla stessa lettera a)».

Al comma 2, lettera d), sostituire le parole: «dell'impiego» con le seguenti: «sull'impiego» e dopo le parole: «articolo 18 del» inserire le seguenti: «regolamento di cui al».

Al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: «e dette misure» con le seguenti: «; dette misure».

Art. 8.

Al comma 1, sostituire le parole: «e i relativi collegamenti» con le seguenti: «e dei relativi collegamenti» e le parole: «ed informazione dei servizi» con le seguenti: «dei servizi e la relativa informazione al pubblico».

Al comma 3, dopo la parola: «l'aeroporto» inserire le seguenti: «di Reggio Calabria» e, dopo le parole: «articolo 221, comma 1, del» inserire le seguenti: «codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al».

Al comma 4, dopo le parole: «dell'emergenza» inserire le seguenti: «di cui al comma 2».

Al comma 7, sostituire le parole: «nonché la regolazione dei servizi» con le seguenti: «nonché alla regolazione dei servizi».

Art. 10.

Al comma 5, sostituire le parole: «a ciascuna impresa;» con le seguenti: «a ciascuna impresa».

Art. 14.

Al comma 1, dopo la parola: «117» inserire le seguenti: «codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al».

Art. 15.

Al comma 1, sostituire le parole: «indicati nei commi 2 e 3» con le seguenti: «indicati nei commi 2, 3 e 4».

Art. 19.

Al comma 1:

nell'alinea, sostituire le parole: «Al comma 1 dell'articolo» con le seguenti: «All'articolo» e sopprimere le parole da: «introdotto» fino a: «n. 286,»;

sostituire le lettere a) e b) con la seguente: «a) al comma 1, le parole: "Le amministrazioni pubbliche" sono sostituite dalle seguenti: "A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2, le amministrazioni pubbliche" e le parole: "e le società a prevalente partecipazione pubblica," sono soppresse;»;

sostituire l'alinea della lettera c) con il seguente: «b) dopo il comma 2 è aggiunto, in fine, il seguente:».

Art. 21.

Al comma 1, sostituire le parole: «l'adattamento funzionale» con le seguenti: «all'adattamento funzionale» e le parole: «la locazione» con le seguenti: «alla locazione».

Al comma 4, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «di cui al presente comma».

Art. 24.

Al comma 5, secondo periodo, sostituire le parole: «nel comma 4;» con le seguenti: «nel comma 4».

Art. 26.

Al comma 4, sostituire le parole: «il Ministero dell'ambiente» con le seguenti: «, il Ministero dell'ambiente».

Art. 30.

Al comma 4, primo periodo, sostituire le parole: «all'allegato A del» con le seguenti: «alla tabella A allegata al».

Al comma 8, sostituire le parole: «articoli 125 e 126» con le seguenti: «articoli 183 e 184».

Art. 33.

Nella rubrica, sostituire le parole: «dei soggetti talassemici danneggiati» con le seguenti: «di soggetti danneggiati».

Al comma 1, sopprimere la parola: «annui».

Art. 34.

Nella rubrica, dopo le parole: «alle vittime del dovere a causa di azioni criminose» inserire le seguenti: «e alle vittime della criminalità organizzata».

Art. 35.

Al comma 1, capoverso 7, terzo periodo, sostituire le parole: «decreto ministeriale» con le seguenti: «predetto decreto del Presidente del Consiglio».

Art. 38.

Al comma 1, sostituire le parole: «articolo 97» con le seguenti: «articolo 97 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al».

Art. 39.

Al comma 7, dopo le parole: «articolo 3 del» inserire le seguenti: «regolamento di cui al».

Al comma 8, lettera b), dopo le parole: «articolo 48»inserire le seguenti: «, comma 1,».

Art. 40.

Al comma 1, sostituire le parole: «dall'attuale concessione» con le seguenti: «dall'attuale concessionario».

Al comma 5, primo periodo, sostituire le parole. «ordinamento vigente,» con le seguenti: «ordinamento vigente».

Art. 42.

Nella rubrica, sopprimere le parole: «e fondo solidarietà nazionale» e, dopo le parole: «settore agricolo» inserire la seguente: «e».

Art. 45.

Al comma 2, sostituire le parole: «legge 23 dicembre 2000, n. 388» con le seguenti: «legge 8 novembre 2000, n. 328».

Art. 46.

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: «articolo 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349» con le seguenti: «articolo 31 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152».

 

C2

Il Relatore

Approvata

1) All'articolo 3-bis, comma 1, lettera b), introdotta dal sub emendamento 3.0.4/500, sostituire le parole: «pubblicazione della presente legge» con le seguenti: «data di entrata in vigore della presente disposizione».

2)All'articolo 7, nel comma 3, inserire le parole: «da utilizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163», introdotte dall'emendamento 7.900, dopo le parole: «150 milioni di euro per l'anno 2007».

3)All'articolo 7, nel comma 3-bis inserito dall'emendamento 7.700 sostituire le parole: «comma 979, secondo periodo» con le seguenti: «comma 979, terzo periodo».

4)All'articolo 8, nel comma 7, sostituire le parole: «di misure...»introdotte dall'emendamento 8.26 con le seguenti: «e di misure...».

5) All'articolo 9, nel comma 2-bis, introdotto dall'emendamento 9.2:

trasformare l'ultimo periodo del capoverso 3 in comma 2-terdell'articolo 9.

6)All'articolo 13-bis, introdotto dall'emendamento 13.0.700:

a) inserire la seguente rubrica: «Risorse per il funzionamento del centro di ricerca CEINGE»;

b) nel comma 1, sostituire le parole: «secondo le indicazioni del» con le seguenti: «da destinare secondo criteri e modalità individuati dal»

7)All'articolo 74-bis, introdotto dall'emendamento 14.0.900, nel comma 1, sostituire le parole: «comma 3-bis dell'articolo 1» con le seguenti: «comma 3-bis dell'articolo 3»

8)All'articolo 18, comma 1, lettera e), sostituire le parole: «5 milioni» con le seguenti: «4 milioni»

9)All'articolo 18, comma 2, sostituire le parole: «410 milioni di euro» con le seguenti: «399 milioni di euro».

10)All'articolo 18, nel comma 2, come modificato dall'emendamento 18.900, sostituire le parole: «d'intesa» con le seguenti: «di concerto».

11)All'articolo 21, nella rubrica aggiungere le seguenti parole: «. Risorse per opere di ricostruzione delle zone del Molise e della provincia di Foggia colpite da eventi sismici»

12)All'articolo 21, spostare il periodo aggiunto al comma 1 dall'emendamento 21.700 come comma 4-bis.

13)All'articolo 21, al comma 4, secondo periodo, come modificato dall'emendamento 21.33, sostituire le parole: «entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».

14)All'articolo 25, nella rubrica, aggiungere le seguenti parole: «. Prosecuzione dell'operatività del Fondo regionale di protezione civile».

15)All'articolo 26, nel comma 4-bis, introdotto dall'emendamento 26.14:

a) al capoverso 382-sexies, sostituire le parole: «, viceversa, qualora venisse sostituito» con le seguenti: «. In caso di sostituzione»;

b) al capoverso 382-septies, sostituire le parole: «vigore della presente legge» con le seguenti: «vigore della presente disposizione».

16)All'articolo 26-bis, introdotto dall'emendamento 26.0.800, al comma 1, lettera f), sostituire le parole: «sanzione amministrativa tributaria» con le seguenti: «sanzione amministrativa».

17)All'articolo 26-bis, introdotto dall'emendamento 26.0.4, nei commi 2 e 3, sostituire le parole: «entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».

18)All'articolo 27-bis, introdotto dall'emendamento 27.0.700 (testo corretto) inserire la seguente rubrica: «Stabilizzazione del personale operante negli enti Parco nazionale del Gran Sasso - Monti della Laga e della Maiella».

19)All'articolo 28, nel comma 2, come modificato dall'emendamento 28.900, sostituire le parole: «entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».

20)All'articolo 30, nel comma 4, sostituire le parole: «piano di liquidazione» con le seguenti: «piano di soddisfazione».

21)All'articolo 31 sostituire la rubrica con la seguente: «Contributi ad enti e associazioni».

22)All'articolo 34, nel comma 2-septies, introdotto dall'emendamento 34.701 sostituire le parole: «entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».

23)All'articolo 39, nei commi 4-bis numero 2), e 4-quinquies, introdotti dall'emendamento 39.802 (testo corretto), aggiungere, infine, le seguenti parole: «ovvero dell'anno per il quale ha effetto l'ultimo adeguamento»

24) All'articolo 39-bis, introdotto dall'emendamento 39.0.900, inserire la seguente rubrica: «Misure per il miglioramento dell'efficienza energetica e per la riduzione delle emissioni ambientali di autovetture da noleggio e autoambulanze»

25)All'articolo 42-bis, introdotto dall'emendamento 42.0.20 inserire la seguente rubrica: «Modificazione dell'articolo 1193 del codice della navigazione».

26)All'articolo 46-bis, introdotto dall'emendamento 46.0.950:

a) al comma 1, sostituire le parole: «entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto»;

b) al comma 3, sostituire la parola: «incrementati» con la seguente: «prorogati».

27)All'articolo 46-bis, introdotto dall'emendamento 46.0.801, nei commi 1 e 2, sostituire le parole: «entrata in vigore della presente legge» con le seguenti: «entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».

28)All'articolo 47 dopo le parole: «incluso» inseguire le seguenti: «per 1.300 milioni».