Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Interventi in materia economico-finanziaria per lo sviluppo e l¿equità sociale - D.L. n. 159/2007 - A.S. 1819 - Lavori preparatori al Senato - Testo A.S. 1819 - Esame in sede consultiva e in sede referente - Parte I
Riferimenti:
DL n. 159 del 01-OTT-07     
Serie: Progetti di legge    Numero: 282    Progressivo: 2
Data: 26/10/2007
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione
Altri riferimenti:
AS n. 1819/XV     


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

Interventi in materia economico-finanziaria per lo sviluppo
e l’equità sociale

D.L. n. 159/2007 - A.S. 1819

Lavori preparatori al Senato

Testo A.S. 1819
Esame in sede consultiva
e in sede referente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 282/2

Parte I

 

26 ottobre 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

SIWEB

 

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File: D07159b.doc

 


 

INDICE

 

 

Volume I

 

Testo del disegno di legge A.S. 1819

Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale. 1

Esame in sede consultiva

Commissione 1a (Affari costituzionali)

§      Seduta del 3 ottobre 2007. 117

§      Seduta del 4 ottobre 2007. 120

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 124

Commissione 2a (Giustizia)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 125

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (antimeridiana)126

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (pomeridiana)139

Commissione 3a (Affari esteri)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 143

Commissione 4a (Difesa)

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (antimeridiana)149

Commissione 6a (Finanze)

§      Seduta del 9 ottobre. 151

§      Seduta del 10 ottobre (antimeridiana)157

§      Seduta del 10 ottobre (pomeridiana)165

§      Seduta dell’11 ottobre. 170

Commissione 7a (Istruzione pubblica)

§      Seduta del 9 ottobre 2007 (antimeridiana)181

§      Seduta del 9 ottobre 2007 (pomeridiana)184

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (antimeridiana)201

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (pomeridiana)214

Commissione 8a (Lavori pubblici)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 221

§      Seduta del 10 ottobre 2007. 223

§      Seduta del 10 ottobre 2007. 228

Commissione 9a (Agricoltura)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 231

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (pomeridiana)234

Commissione 10a (Industria)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 237

§      Seduta del 10 ottobre 2007. 238

Commissione 11a (Lavoro)

§      Seduta del 9 ottobre 2007 (antimeridiana)241

Commissione 12a (Igiene e sanità)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 243

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (antimeridiana)256

§      Seduta del 10 ottobre 2007 (pomeridiana)263

§      Seduta dell’11 ottobre 2007. 267

Commissione 13a (Territorio)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 271

§      Seduta del 10 ottobre 2007. 277

Commissione 14a (Politiche dell’Unione europea)

§      Seduta del 9 ottobre 2007. 287

Commissione Questioni regionali

§      Seduta del 10 ottobre 2007. 299

Esame in sede referente

Commissione 5a (Bilancio)

§      Seduta dell’11 ottobre 2007. 307

§      Seduta del 16 ottobre (antimeridiana) 2007. 318

§      Seduta del 16 ottobre (pomeridiana) 2007. 328

§      Seduta del 17 ottobre 2007 (antimeridiana)333

§      Seduta del 17 ottobre 2007 (pomeridiana)337

§      Seduta del 17 ottobre 2007 (notturna)343

§      Seduta del 18 ottobre 2007 (antimeridiana)348

§      Seduta del 18 ottobre 2007 (pomeridiana)350

§      Seduta del 19 ottobre 2007 (antimeridiana)375

§      Seduta del 19 ottobre 2007 (pomeridiana)397

§      Seduta del 22 ottobre 2007 (pomeridiana)425

§      Seduta del 22 ottobre 2007 (notturna)455


Testo del disegno di legge
A.S. 1819

 


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Esame in sede consultiva


AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

Mercoledì 3 ottobre 2007

158a Seduta

Presidenza del Presidente

BIANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5ª Commissione ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento. Esame e rinvio)

 

Il relatore SINISI (Ulivo) si sofferma sui motivi di necessità e urgenza delle singole disposizioni del decreto-legge n. 159, sottolineando che si tratta di norme di immediata applicabilità, dirette a determinare condizioni giuridiche favorevoli alla piena efficacia della manovra finanziaria per il 2008; in particolare esse vertono in materia fiscale o comunque sono riferite a un periodo di tempo contingente, compreso nel termine del 31 dicembre del 2007.

L'articolo 1 stabilisce la destinazione del maggior gettito tributario rispetto alle previsioni definite con il Documento di programmazione economico-finanziaria. L'articolo 2 autorizza contributi per interventi infrastrutturali, in particolare nella rete ferroviaria, mentre l'articolo 3 reca semplificazione delle procedure di utilizzo degli stanziamenti indicati nell'elenco 1 annesso alla legge finanziaria per il 2007. L'articolo 4 è diretto a garantire la correzione strutturale degli andamenti della spesa sanitaria attraverso la diffida ad adempiere rivolta alle Regioni e la nomina di un commissario ad acta in caso di mancato adempimento, mentre l'articolo 5 introduce un nuovo sistema di regolazione della spesa farmaceutica, per garantire gli effetti finanziari previsti dalla normativa vigente. L'articolo 6 prevede la determinazione da parte del CIPE del canone di utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria da destinare alla realizzazione delle tratte del sistema alta velocità-alta capacità, mentre l'articolo 7 stanzia contributi per il trasporto metropolitano nelle città di Roma, Napoli e Milano e l'articolo 8 prevede un piano di interventi atto a migliorare il trasferimento modale da e per la Sicilia e il trasporto pubblico in Calabria e nello stretto di Messina. L'articolo 9 interviene sui contratti di servizio pubblico tra Trenitalia S.p.A. e il Ministero dei trasporti; l'articolo 10 stabilisce un'anticipazione per il 2007 degli effetti della riforma della disciplina concernente i contributi in favore delle imprese editrici; l'articolo 11 prevede un contributo a favore delle province e dei comuni che provvedono a estinguere anticipatamente mutui e prestiti attraverso l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione.

L'articolo 12 provvede ad assegnare per l'anno 2007 risorse destinate all'adempimento dell'obbligo di istruzione, mentre l'articolo 13 è diretto a garantire la massima efficacia degli interventi nel settore della ricerca con la definizione dei criteri di accesso e delle modalità di utilizzo e gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica; inoltre, al comma 2, collega in maniera più puntuale la nascita dell'Agenzia della formazione con la soppressione della Scuola superiore della pubblica amministrazione, secondo quanto proposto anche dal disegno di legge n. 1757 all'esame della Commissione.

L'articolo 14 prevede l'affidamento in forma integrata di tutti i servizi aggiuntivi erogabili nel complesso degli istituti o luoghi di cultura, mentre l'articolo 15, in linea con gli accordi in materia di pubblico impiego, anticipa la retrodatazione degli incrementi stipendiali al 1° febbraio 2007. L'articolo 16 reca disposizioni volte a incentivare la diffusione della tecnologia digitale e sposta al 2012 il termine per la completa conversione del sistema televisivo su frequenze terrestri alla tecnica digitale; l'articolo 17 è teso a migliorare l'interpretazione di una norma contenuta nella legge finanziaria per il 2007 relativa alle somme corrisposte a titolo di danno ambientale; l'articolo 18 prevede l'erogazione di contributi a sostegno della prevenzione dei conflitti e dello sviluppo, mentre l'articolo 19 interviene in materia di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Con l'articolo 20 si incrementa l'autorizzazione di spesa che permette ai contribuenti di vincolare il 5 per mille dell'IRPEF a sostegno di enti che svolgono attività socialmente rilevanti; l'articolo 21 attiva un programma straordinario triennale di edilizia residenziale pubblica; l'articolo 22 reca il rifinanziamento della legge speciale per Venezia e il progetto MOSE, mentre l'articolo 23 reca stanziamenti per incentivare le attività industriali e l'alta tecnologia nell'area di Erzelli (Liguria). L'articolo 24 prevede interventi straordinari in favore dei comuni che si trovano in stato di dissesto e l'articolo 25 finanzia alcuni interventi nella Regione Friuli-Venezia Giulia per il collegamento autostradale con l'area produttiva di Manzano e per la riduzione del rischio idrogeologico e alluvionale. L'articolo 26 contiene disposizioni in materia ambientale, mentre l'articolo 27 è volto a favorire la stabilizzazione dei soggetti impegnati in lavori socialmente utili. L'articolo 28 prevede la soppressione della Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi, che si trova in una gravissima situazione di dissesto, e l'articolo 29 è diretto a ovviare a una situazione di incertezza giuridico-normativa e operativa determinatasi a seguito di una recente sentenza della Corte costituzionale concernente il contributo obbligatorio dei sanitari iscritti agli ordini professionali. L'articolo 30 dispone il commissariamento della Fondazione Ordine Mauriziano e l'articolo 31 concede contributi straordinari all'Istituto Gaslini di Genova, all'Unione italiana ciechi e alla Fondazione EBRI, mentre l'articolo 32 è diretto a favorire la soluzione di una controversia tra Finmeccanica ed ENEA. L'articolo 33 introduce disposizioni a favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni infette, mentre l'articolo 34 estende i benefici della legge 3 agosto 2004, n. 206 alle vittime del dovere e della criminalità organizzata e ai loro familiari superstiti. L'articolo 35 reca un fondo per le zone di confine con le Regioni a statuto speciale, mentre l'articolo 36 costituisce un fondo per le celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia. L'articolo 37 stabilisce che gli enti previdenziali pubblici possono emettere obbligazioni solo nei casi in cui diano luogo a pagamenti entro il 31 dicembre 2007; l'articolo 38 provvede al potenziamento e all'interconnessione del Registro generale del casellario giudiziale. L'articolo 39 reca disposizioni in materia di accertamento e riscossione, in particolare per quanto riguarda l'ICI e l'IRAP, mentre l'articolo 40 interviene in materia di amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e con altre disposizioni fiscali. L'articolo 41 è volto a incentivare l'ampliamento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione abitativa; l'articolo 42 introduce misure per rafforzare i controlli nel settore agricolo; l'articolo 43 prevede che l'assunzione di soggetti collocati in attività socialmente utili può essere effettuata anche in sovrannumero. Infine, l'articolo 44 reca misure fiscali di sostegno a favore dei contribuenti a basso reddito, l'articolo 45 integra i finanziamenti dei servizi socio-educativi per la prima infanzia e il fondo per le politiche sociali, l'articolo 46 disciplina le procedure di autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione del gas naturale liquefatto e l'articolo 47 detta le necessarie disposizioni relative alla copertura finanziaria.

Conclude, proponendo di esprimere un parere favorevole sulla sussistenza dei presupposti costituzionali.

 

Il senatore PASTORE (FI) si riserva di svolgere durante il seguito dell'esame le obiezioni della sua parte politica circa i presupposti costituzionali del decreto-legge n. 159 e sottolinea intanto l'incongruità di numerose disposizioni rispetto al preambolo del provvedimento d'urgenza, che si riferisce semplicemente alla restituzione del maggior gettito fiscale, ovvero alla realizzazione di infrastrutture e investimenti.

 

Il senatore SAPORITO (AN), in via preliminare, esprime perplessità sui presupposti costituzionali del decreto-legge n. 159, anzitutto per la previsione di norme di interposizione, quali ad esempio i regolamenti attuativi, che dimostra la mancanza dei requisiti dell'urgenza e della necessità. Sottolinea, inoltre, l'assoluta disomogeneità delle disposizioni e l'invadenza nell'autonomia delle Regioni, che contraddice l'obiettivo di un effettivo federalismo, con particolare riguardo alle misure per il controllo della spesa sanitaria e farmaceutica.

Per tali motivi, preannuncia un voto contrario sulla proposta di parere avanzata dal relatore.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

giovedì 4 ottobre 2007

159a Seduta

Presidenza del Presidente

BIANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5ª Commissione, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole)

 

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 3 ottobre.

 

Il senatore VILLONE (SDSE) ricorda la recente sentenza della Corte costituzionale, n. 171 del 2007, che ha censurato il carattere eterogeneo delle disposizioni contenute in un decreto-legge e ha dichiarato illegittime quelle sprovviste dei requisiti di necessità ed urgenza. Nonostante alcune riserve su quella sentenza, egli ritiene che essa incida in misura rilevante sulla possibilità per il Governo di ricorrere alla decretazione d’urgenza, implicando l’opportunità di una maggiore prudenza rispetto al passato.

Ciò premesso, rileva che le disposizioni del decreto-legge n. 159, di cui si esamina la conversione in legge, sono eterogenee e ritiene insufficiente, ai fini della verifica dei presupposti costituzionali, l’argomento che si tratta di impegni di spesa che si esaurirebbero con l’esercizio 2007. Vi sono, infatti, numerose disposizioni che prevedono spese anche in anni successivi o comunque palesemente carenti sotto il profilo dell’urgenza.

Sottolinea il valore istituzionale della pronuncia della Corte costituzionale, che opportunamente riconduce interamente alla sede parlamentare la valutazione su norme legislative che, se collocate all’interno di un provvedimento d’urgenza, possono assumere un significato clientelare o particolaristico.

Preannuncia dunque l’intenzione di astenersi sul parere proposto dal relatore, con la riserva di chiedere una votazione articolata sulle singole disposizioni del decreto-legge.

 

Il senatore PASTORE (FI) ritiene che il Governo e lo stesso Presidente della Repubblica non abbiano adeguatamente vagliato le disposizioni del decreto-legge n. 159 alla luce della sentenza della Corte costituzionale citata. Infatti, numerosissime norme non sono pertinenti al preambolo del decreto-legge, che si riferisce sinteticamente al processo di restituzione del maggior gettito fiscale, con priorità per i soggetti incapienti, e alla realizzazione di infrastrutture e investimenti.

Rileva, in particolare, l’incongruenza dell’articolo 4, in netto contrasto con la disciplina dei poteri sostitutivi dello Stato di cui all’articolo 8 della cosiddetta legge La Loggia (legge 5 giugno 2003, n. 131) attuativo dell’articolo 120, secondo comma della Costituzione: esso addirittura prospetta la possibilità che il commissario ad acta si sostituisca al legislatore regionale. Sottolinea l’eterogeneità di altre numerose disposizioni, tra loro e rispetto al preambolo del decreto-legge, in palese contrasto con i princìpi affermati dalla Corte costituzionale.

 

Il senatore MALAN (FI), condividendo le osservazioni critiche svolte dai senatori Villone e Pastore, osserva che l’interpretazione delle norme costituzionali riguardanti i requisiti della decretazione d’urgenza rischia di ampliarsi progressivamente fino a escludere ogni limite per i criteri di necessità e urgenza.

Dopo aver sottolineato a sua volta l’incongruenza dell’articolo 4 rispetto alle norme della cosiddetta legge La Loggia, nota che l’articolo 26, comma 2, differisce l’obbligo della certificazione relativa alla riduzione dei gas serra all’emanazione di un decreto del Ministro dell’ambiente e non chiarisce cosa debba intendersi per "intervento pubblico". Osserva, inoltre, che l’articolo 1 richiama la Nota di aggiornamento del Documento di programmazione economico-finanziaria che all’atto dell’emanazione del decreto-legge non era stata approvata dal Parlamento. Infine, sottolinea l’assoluta carenza di urgenza delle disposizioni di cui all’articolo 36 (programma di interventi connessi alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità nazionale) e richiama l’attenzione sulla improprietà del termine "rimborso" di cui all’articolo 44, che attribuisce una somma pari a 150 euro alle persone fisiche la cui imposta netta per il 2006 risulti pari a 0.

 

Il presidente BIANCO sottolinea l’opportunità di dare seguito al dibattito svolto dalla Commissione sulla sentenza della Corte costituzionale n. 171 del 2007, attraverso un documento che individui i criteri essenziali a cui attenersi nella verifica parlamentare dei presupposti costituzionali.

 

Il relatore SINISI (Ulivo), intervenendo in replica, condivide l’esigenza appena sottolineata dal Presidente e sottolinea l’opportunità di corrispondere alle osservazioni della Corte costituzionale. Ricorda che la stessa Corte ha limitato la propria competenza nella verifica della sussistenza dei requisiti costituzionali dei decreti-legge ai soli casi in cui la carenza sia evidente. Alla stregua di tale criterio, ritiene che le disposizioni del decreto-legge n. 159 corrispondano in via generale al preambolo del provvedimento (effettivamente molto sintetico) per la loro immediata applicazione; inoltre, esse danno seguito alle priorità individuate collegialmente dal Governo.

Sottolinea che la maggior parte delle misure attengono a saldi di finanza pubblica del 2007 che, ove non fossero tempestivamente impegnati, sarebbero considerati perenti; in alcuni casi, inoltre, si tratta di somme alle quali corrisponde un cofinanziamento degli interventi a valere su fondi dell’Unione europea.

Per quanto concerne l’articolo 1, precisa che la Nota di aggiornamento del Documento di programmazione economico-finanziaria è stata approvata dal Parlamento, mentre l’articolo 4 si fonda su un puntuale accordo fra Stato e Regioni. Anche per quanto riguarda l’articolo 5 (misure di governo della spesa e di sviluppo del settore farmaceutico), si tratta di adempimenti preliminari da realizzare con immediatezza. Gli articoli da 6 a 9 rimuovono ostacoli amministrativi e finanziari per la realizzazione di opere strategiche e per l’attuazione di altri investimenti; l’articolo 13 favorisce la realizzazione di progetti di ricerca che, altrimenti, non potrebbero essere operativi nel 2008. L’articolo 14 provvede a razionalizzare i servizi aggiuntivi strumentali alla migliore fruizione dei beni culturali prima che intervenga il rinnovo dei contratti già in essere. L’articolo 16 dispone in materia di sistema digitale terrestre nel senso indicato dall’Autorità garante e dalle istituzioni europee, anche al fine di garantire il previsto tasso di sostituzione della tecnologia analogica con quella digitale, mentre gli articoli 17 e 19 tendono ad assicurare maggiori entrate all’erario. Gli articoli 29 e 30 intervengono sulla gestione dell’ONAOSI e per il commissariamento dell’Ordine mauriziano, in modo da scongiurare un pregiudizio e un danno economico; analogamente l’articolo 32 provvede a risolvere il contenzioso fra l’Enea e la Finmeccanica, dal quale potrebbero derivare oneri per lo Stato. L’articolo 35 garantisce l’erogazione di stanziamenti già previsti nella finanziaria 2007, mentre l’articolo 37 introduce un limite per l’assunzione di obbligazioni da parte degli enti previdenziali pubblici. Gli articoli 39 e 40 riguardano la materia fiscale e l’articolo 43 rimuove un ostacolo giuridico all’effettiva attuazione di una norma prevista dalla legge finanziaria per il 2007. Infine, l’articolo 46 è diretto a garantire i cittadini nelle procedure di autorizzazione per la costruzione di rigassificatori e ad assicurare una maggiore qualità dell’ambiente.

Ritiene, quindi, che le disposizioni contenute nel decreto-legge partecipano al progetto di redistribuzione delle maggiori entrate secondo un programma di equità sociale e a favore di investimenti, dotando di risorse finanziarie o rimuovendo ostacoli giuridici o amministrativi che ne impediscono la realizzazione nell’anno in corso, secondo quanto indicato nel titolo e nel preambolo; osserva, pertanto, che per l’insieme delle disposizioni può ritenersi sussistente il requisito della omogeneità rispetto alle finalità complessive e che ciascuna delle disposizioni richiede immediatezza nella attuazione, per il giovamento che reca o il pregiudizio che rimuove, e ribadisce infine la proposta di esprimere un parere favorevole in ordine alla sussistenza dei presupposti di necessità e urgenza.

 

Il sottosegretario LETTIERI assicura l’attenzione del Governo alle considerazioni svolte nel dibattito sulla sussistenza dei presupposti costituzionali del decreto-legge n. 159 e sostiene il parere proposto dal relatore, con le relative argomentazioni, che dichiara di condividere.

 

Si procede alle dichiarazioni di voto.

 

Il senatore PASTORE (FI), preannunciando un voto contrario del suo Gruppo sulla proposta di parere avanzata dal relatore, sottolinea come l’articolo 4 del decreto-legge (commissariamento di regioni inadempienti), contraddicendo l’articolo 8 della legge La Loggia è carente anche nel senso che non rispetta i limiti dell’articolo 120, secondo comma, della Costituzione. L’assoluta incoerenza di numerose disposizioni del decreto-legge rispetto al preambolo rappresenta, a suo avviso, un dileggio nei confronti della pronuncia della Corte costituzionale.

Infine, considerati i limiti di legittimità del provvedimento, auspica che, nell’iter per la conversione in legge non si inseriscano ulteriori disposizioni disomogenee rispetto alle finalità del decreto-legge.

 

Il senatore VILLONE (SDSE) giudica improprio il riferimento del senatore Pastore al vaglio di costituzionalità da parte del Presidente della Repubblica che trova un limite nel giudizio di legittimità in via incidentale che la Costituzione attribuisce alla Corte costituzionale. Tuttavia egli giudica inadeguate anche le argomentazioni del relatore a sostegno della sussistenza dei presupposti costituzionali. La circostanza che si tratta di saldi di finanza pubblica del 2007 non è decisiva, in quanto le somme potrebbero essere destinate ad altre finalità. Inoltre, la priorità riconosciuta nella sede collegiale del Governo non costituisce un elemento decisivo, anche perché lo stesso Governo non ha preventivamente verificato quelle priorità con la maggioranza parlamentare.

Né può essere addotta l’intesa fra lo Stato e le Regioni: infatti, la Conferenza Stato-Regioni è caratterizzata da un livello di rappresentanza e da un equilibrio di interessi che possono non coincidere con quelli individuati dal Parlamento. In proposito, osserva che la sentenza della Corte ha di fatto spostato il peso istituzionale fra Governo e Parlamento a favore di quest’ultimo.

Ribadisce, infine, l’intenzione di astenersi sulla proposta di parere riservandosi, qualora la questione circa la sussistenza dei presupposti costituzionali sia riproposta in Assemblea, di chiedere un voto per parti separate sugli articoli 3, 4, 5, 10, 13 (comma 2), 14, 19, 20, 25 (comma 1), 26 (commi 2, 3, e 4), 29, 35, 36 e 46, in ordine ai quali in quella sede egli si esprimerebbe negativamente.

 

Il senatore MANTOVANO (AN) preannuncia il voto contrario del suo Gruppo sulla proposta di parere avanzata dal relatore, sottolineando l’assenza di una previsione che integri gli stanziamenti di risorse alle Forze di polizia e in considerazione della drastica riduzione operata in proposito dalla legge finanziaria per il 2007.

 

Il senatore ZANDA (Ulivo), a nome del suo Gruppo, esprime apprezzamento per le argomentazioni svolte dal relatore nella replica e preannuncia un voto favorevole sulla proposta di parere favorevole.

 

Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva il parere favorevole proposto dal relatore sulla sussistenza dei presupposti costituzionali.

 


AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

martedì 9 ottobre 2007

160a Seduta

Presidenza del Presidente

BIANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5ª Commissione. Esame e rinvio)

 

Il relatore SINISI (Ulivo) ribadisce le considerazioni svolte in sede di verifica dei presupposti costituzionali. Richiama l’attenzione sulle disposizioni ordinamentali che potrebbero essere ricondotte alla competenza legislativa concorrente o anche propria delle Regioni, ad esempio per quanto attiene il controllo della spesa sanitaria e l’incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, e sulle censure, svolte anche in sede di dibattito intorno alle motivazioni di necessità e urgenza del provvedimento, circa la presunta violazione delle prescrizioni costituzionali che regolano l’esercizio del potere sostitutivo dello Stato (articolo 120 della Costituzione); si domanda, in proposito, se la concertazione che ha portato a un’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, in particolare per quanto concerne l’articolo 4 (commissariamento di Regioni inadempienti), possa considerarsi sufficiente ai fini del rispetto sostanziale della disciplina costituzionale.

Conclude, riservandosi di avanzare una proposta di parere in base al dibattito che si svolgerà in Commissione.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

(omissis)

 

La seduta termina alle ore 16,30.


GIUSTIZIA (2a)

Martedì 9 ottobre 2007

113a Seduta

Presidenza del Presidente

SALVI

 

 

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

 

Il presidente SALVI propone la relazione e la discussione generale congiunta del disegno di legge n. 1819, decreto-legge n. 159 del 2007, in materia economico-finanziaria e dei disegni di legge n. 1818, bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010 e n. 1817, disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008).

 

Il senatore CASTELLI (LNP) rileva la violazione dell'articolo 126, comma 5, del Regolamento, che prevede la partecipazione dei Ministri competenti per materia alle sedute di Commissione riservate all'esame congiunto dei disegni di legge di approvazione dei bilanci di previsione dello Stato e del disegno di legge finanziaria.

In assenza del ministro Mastella, l'oratore chiede di sconvocare la seduta.

 

Intervengono i senatori D'ONOFRIO (UDC) e MANZIONE(Ulivo).

 

Si associa alla richiesta del senatore Castelli il senatore CARUSO(AN), il quale rileva che la seduta, se svolta in assenza del Ministro, sarebbe illegittima per violazione dell'articolo 126, comma 5 del Regolamento.

 

Il PRESIDENTE sospende la seduta.

 

La seduta sospesa alle ore 15,15 è ripresa alle ore 15,25.

 

Il PRESIDENTE comunica alla Commissione che il ministro Mastella è all'estero. Per tale ragione rinvia l'esame alla seduta antimeridiana di domani, per la quale assicura la presenza del Ministro.

 

La seduta termina alle ore 15,30.


GIUSTIZIA (2a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

114a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

SALVI

indi del Vice Presidente

MANZIONE

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 5) Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Rapporti alla 5a Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5a Commissione per il disegno di legge n. 1819. Esame congiunto e rinvio)

 

Il presidente SALVI, come preannunciato nella seduta di ieri, propone il congiungimento della relazione e della discussione generale sui disegni di legge nn. 1818 e 1817, con il disegno di legge n. 1819.

 

La Commissione concorda.

 

Riferisce alla Commissione il senatore RIA (Ulivo) il quale, in riferimento allo stato di previsione del Ministero della giustizia per il 2008, rileva che esso presenta una nuova formulazione rispetto al passato, essendo realizzato non in base a centri di responsabilità amministrativa ma in base a finalità di spesa, articolate in "missioni", a loro volta distinte in programmi.

Dopo aver rilevato che il rapporto tra le spese del Ministero della giustizia e il bilancio dello Stato per il 2008 si assesta sull'1.6 per cento, in linea con la previsione registrata nei quattro anni precedenti, il relatore si sofferma sui programmi in cui si articola la missione giustizia, ovvero l'amministrazione penitenziaria, la giustizia civile e penale, la giustizia minorile ed l'edilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile. Al riguardo osserva che i primi tre programmi sono caratterizzati da riduzioni di spesa, anche laddove la compensazione tra gli andamenti dei macroaggregati è di segno positivo. In particolare, egli rileva che l'incremento di circa 12 milioni di euro delle spese riferite al programma per l'amministrazione penitenziaria è dato dalla compensazione tra la crescita dei finanziamenti relativi agli interventi in molteplici settori e la riduzione delle spese per il funzionamento.

Il relatore svolge alcune brevi considerazioni sulla più significativa riduzione di risorse prevista, quella relativa alla giustizia civile e penale. In particolare, ritiene significativa la riduzione delle spese per interventi, corrispondenti alle unità previsionali di base relativi alle spese di giustizia, agli accordi internazionali, alla devoluzione di proventi e agli uffici giudiziari.

Dopo aver evidenziato le riduzioni subite dai macroaggregati relativi alle altre due missioni cui partecipa il bilancio della giustizia, il relatore passa alla illustrazione delle disposizioni della formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008), concernenti il settore della giustizia.

In primo luogo, egli si sofferma sui commi da 23 a 29 dell'articolo 3, volti ad introdurre una misura agevolativa al fine di favorire la crescita dimensionale delle aggregazioni professionali. In particolare il comma 23 riconosce agli studi professionali associati o alle altre entità giuridiche, anche in forma societaria, risultanti dall’aggregazione di almeno quattro, ma non più di dieci, professionisti, un credito d’imposta di importo pari al 15 per cento dei costi sostenuti per l’acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, dei beni indicati al comma 26, nonché per l’ammodernamento, la ristrutturazione e la manutenzione degli immobili utilizzati. Dopo aver illustrato il comma 24, che individua le operazioni assoggettabili al credito di imposta, l'oratore svolge alcune considerazioni sul comma 25, volto ad individuare le condizioni per la partecipazione alle operazioni di aggregazione, rilevando in particolare che l'attività professionale deve svolgersi esclusivamente all’interno della struttura risultante dall’aggregazione.

Quanto al comma 26, l'oratore osserva che il credito d’imposta risulta commisurato all’ammontare complessivo dei costi sostenuti per l’acquisizione di beni mobili e materiali di varia natura; in riferimento invece al comma 27, egli evidenzia la utilizzabilità in compensazione del credito di imposta così definito.

Dopo aver illustrato il comma 28, che rinvia ad un decreto ministeriale le modalità di attuazione delle disposizioni in esame, nonchè le procedure di monitoraggio e di controllo, le specifiche cause di revoca del credito d’imposta e di applicazione delle sanzioni, l'oratore riferisce brevemente sul comma 29, che subordina l'efficacia delle previsioni di cui ai commi da 23 a 28 all’autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato CE.

Il relatore passa all'esame dell'articolo 23, volto alla razionalizzazione del sistema delle intercettazioni telefoniche, ambientali e altre forme di comunicazione informatica o telematica, illustrando, in particolare, la predisposizione di un sistema unico nazionale delle intercettazioni telefoniche, ambientali e altre forme di comunicazione informatica o telematica disposte o autorizzate dall’autorità giudiziaria, ai fini di una opportuna razionalizzazione delle spese connesse all'esecuzione delle operazioni di intercettazione. Al riguardo egli ricorda che, nella relazione conclusiva della indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni telefoniche, la Commissione giustizia si espresse sull'opportunità di imporre per legge che le operazioni di intercettazione avvengano senza corrispettivo specifico ovvero in cambio di rimborsi forfetari.

Quanto all'articolo 36, comma 5, l'oratore rileva che, al fine di fronteggiare l'emergenza nelle carceri, il disegno di legge finanziaria prevede l'avvio di un programma straordinario di edilizia penitenziaria, finalizzato all'adeguamento strutturale degli edifici esistenti o alla realizzazione di nuovi edifici. Ciò in coerenza con il Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011, che aveva evidenziato la necessità di intraprendere, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, iniziative volte al potenziamento, all'adeguamento e alla messa in sicurezza delle strutture carcerarie.

Il relatore si sofferma quindi sull'articolo 53, che prevede stanziamenti per la diffusione della cultura e delle politiche di responsabilità sociale d'impresa. Al riguardo il comma 1 istituisce un fondo sociale con una dotazione di 1,25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Tale fondo - osserva il relatore - deve finanziare una Conferenza nazionale annuale sulla responsabilità sociale d'impresa, al fine di assicurare un confronto permanente tra i diversi stakeholders, garantire un'attività costante di promozione e sostegno delle politiche di responsabilità sociale.

Dopo aver svolto alcune considerazioni sull'articolo 55, che istituisce un fondo destinato ad un Piano contro la violenza alle donne, rilevando come esso si confermi nel programma di tutela dei diritti umani indicato dal Documento di Programmazione economico-finanziaria 2008-2011, il relatore si sofferma sull'articolo 77, volto al contenimento complessivo dei costi della giustizia militare. Egli osserva al riguardo che il disegno di legge prevede la soppressione di numerosi uffici di primo e secondo grado, nonché la riduzione del ruolo organico della magistratura militare, disponendo il transito dei magistrati militari in esubero nei ruoli della magistratura ordinaria e riducendo, nello stesso tempo, il numero dei componenti del Consiglio della magistratura militare. Nell'illustrare in modo diffuso le modifiche all'ordinamento giudiziario militare di pace, il relatore si sofferma in particolare sulle modifiche alla legge 561 del 1988, istitutiva del Consiglio superiore della magistratura militare, osservando come non sia chiaro se la ratio della riforma sia l'eliminazione della figura di vice-presidente del Consiglio della magistratura militare ovvero, più in generale, la riduzione dei componenti del Consiglio.

Quanto all'articolo 78, volto ad evitare maggiori spese, a carico della pubblica amministrazione, derivanti dall’esito di controversie riferite ai rapporti di lavoro, l'oratore osserva che la disposizione in esame proroga, anche per il triennio 2008-2010, il divieto di estendere i benefici derivanti da un giudicato, o da una decisione giurisdizionale divenuta comunque esecutiva, favorevole ad un proprio dipendente anche nei riguardi di altri impiegati rimasti estranei al relativo giudizio, nelle controversie aventi ad oggetto il rapporto di lavoro del personale delle amministrazioni pubbliche.

Il relatore passa quindi all'illustrazione dell'articolo 86, che vieta alle pubbliche amministrazioni di inserire clausole compromissorie in tutti i contratti aventi ad oggetto lavori, forniture e servizi ovvero, relativamente ai medesimi contratti, di sottoscrivere compromessi. In particolare egli osserva che la violazione del divieto comporta sia la nullità delle clausole compromissorie sia la responsabilità disciplinare ed erariale per i responsabili dei relativi procedimenti.

Dopo aver descritto il regime transitorio per i contratti già sottoscritti dalle amministrazioni alla data di entrata in vigore del disegno di legge in titolo, il relatore passa all'illustrazione degli articoli 91 e 92.

Quanto all'articolo 91, egli osserva che, analogamente alla normativa posta dalla legge finanziaria per il 2007, è previsto un tetto massimo alle retribuzioni di alcune categorie di dirigenti pubblici; per quanto riguarda invece l'articolo 92, in tema di conferimento di incarichi da parte delle pubbliche amministrazioni, il relatore rileva che il comma 1 sostituisce il requisito della "comprovata competenza" con quello della "particolare e comprovata specializzazione universitaria", con ciò circoscrivendo l’ambito soggettivo degli "esperti esterni" utilizzabili dalla pubblica amministrazione.

Il relatore si sofferma infine sull'articolo 93, in tema di assunzioni di personale. In particolare l'oratore, dopo aver descritto il regime di vigenza delle graduatorie dei concorsi già espletati, riferisce sulla previsione, contenuta al comma 7, che autorizza alcune pubbliche amministrazioni, per l'anno 2010, a procedere, previo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 60 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell’anno precedente.

Il relatore si sofferma quindi sul disegno di legge n. 1819, di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007 e, in particolare, sugli articoli 34 e 38, di competenza della Commissione Giustizia.

L'articolo 34 estende per l'anno 2007, anche alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, nonché alle vittime della criminalità organizzata ed ai loro familiari superstiti, le elargizioni che l’articolo 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206, già prevedeva a favore delle vittime del terrorismo.

In particolare egli osserva che tale somma è ripartita in una integrazione di elargizioni già corrisposte a chi abbia subito un'invalidità connessa, e in una integrazione di elargizioni già corrisposte ai familiari di chi abbia perso la vita.

Dopo aver riferito sull'obbligo di monitoraggio, in capo al Ministero dell'interno, sugli oneri che derivano da tali previsioni, il relatore si sofferma sul comma 3 dell'articolo 34 il quale impone agli enti previdenziali privati, gestori di forme pensionistiche obbligatorie, di provvedere, per la parte di propria competenza, al pagamento dei benefici di cui alla legge n. 206 del 2004, in favore dei propri iscritti aventi diritto ai suddetti benefici, fornendo la rendicontazione degli oneri finanziari sostenuti al Ministero dell'interno, il quale provvede a rimborsare gli enti citati previsti dalla stessa legge n. 206 del 2004.

Il relatore passa quindi all'esame dell'articolo 38, il quale autorizza, per l'anno in corso, la spesa di 20 milioni di euro per la realizzazione della banca dati delle misure cautelari, di cui all'articolo 97 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, nonché per il rafforzamento della struttura informatica del Registro generale del casellario giudiziario e per la sua integrazione su base nazionale con i carichi pendenti, prevedendo altresì il relativo sistema di certificazione.

Il relatore rileva che, con l'intervento in esame, si assicurerebbe lo scambio e l'integrazione dei dati tra il sistema di indagine del centro interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza, ove confluiscono tutte le segnalazioni di reato effettuate dalle varie Forze di polizia, la banca dati del sistema automatizzato di identificazione delle impronte, che custodisce il codice unico identificativo dei soggetti sottoposti a fotosegnalamento, la banca dati delle misure cautelari, il sistema dell'anagrafe dei detenuti, il sistema del casellario e dei carichi pendenti e infine il sistema dei registri della cognizione penale.

 

Il presidente SALVI fissa per le ore 16,30 di oggi il termine per la presentazione degli emendamenti alla Tabella 5 allegata al disegno di legge di approvazione del bilancio e degli ordini del giorno al disegno di legge di bilancio e al disegno di legge finanziaria.

Dichiara quindi aperta la discussione generale congiunta.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) rileva, con profondo disappunto, che le spese per il comparto giustizia, ancora una volta drasticamente ridimensionate, risultano inidonee a far fronte alle molteplici emergenze, in particolare a quelle connesse alla lentezza dei processi e al carico di arretrato che grava sugli uffici giudiziari. Al riguardo, dopo aver chiesto al Ministro della Giustizia di fornire statistiche aggiornata sul numero e sullo stato dei processi pendenti, l'oratore palesa il suo stupore per il fatto che la magistratura non abbia espresso alcun rilievo critico, contrariamente a quanto accadeva nella passata legislatura.

L'oratore ritiene che la previsione, contenuta nell'articolo 77 del disegno di legge finanziaria, del contenimento complessivo dei costi della giustizia militare non costituisce un intervento organico adeguato per risolvere il problema della scarsità di risorse, anche prevedendo il passaggio dei magistrati militari nell'organico della magistratura ordinaria.

Dopo aver appuntato le sue critiche sulla riduzione consistente di quasi tutte le voci dello stato di previsione del Ministero della giustizia, l'oratore si sofferma in particolare sulle spese per l'edilizia penitenziaria, osservando che il Governo, disattendendo gli impegni assunti in Parlamento con l'accoglimento, nel luglio del 2006, di un ordine del giorno relativo all'incremento degli istituti di pena, ha proceduto in senso opposto, riducendo gli stanziamenti e lasciando incompiute numerose opere progettate. Al riguardo, egli critica la scelta di non procedere nella costruzione dei penitenziari attraverso forme di leasing, ricordando in proposito che tale strumento, disposto dal Governo di centro-sinistra nel corso della XIII legislatura, e finanziato dal Governo di centro-destra, non fu completato a causa dei ricorsi promossi dalle associazioni di costruttori. Chiede quindi al Ministro della Giustizia di fornire dettagliate informazioni sullo stato dei giudizi pendenti e sui tempi per un eventuale prosecuzione dei numerosi progetti già finanziati.

L'oratore esprime quindi forti perplessità sull'assenza di adeguati stanziamenti per la copertura delle spese per le attività di intercettazione, per l'informatizzazione degli uffici e per lo snellimento del processo civile, ribadendo che, tra quanto è stato promesso e quanto è stato effettivamente realizzato, corre uno scarto eccessivo e ingiustificabile.

 

Il senatore CASSON (Ulivo) palesa forti perplessità sulle scelte di politica finanziaria adottate dal Governo per il settore della giustizia, ritenendo che la Commissione, così come ha fatto per la precedente legge finanziaria, sarà costretta a formulare un giudizio critico sugli indirizzi governativi e ad evidenziare, con imbarazzo, lo scarso impegno del Governo nell'attuazione degli interventi, in più sedi richiesti e mai realizzati, in tema di sicurezza e di giustizia.

Quanto agli interventi puntuali contenuti nel disegno di legge finanziaria, l'oratore si sofferma in primo luogo sull'articolo 23, relativo alla razionalizzazione del sistema delle intercettazioni telefoniche. Al riguardo osserva che tale norma, volta a prevedere un sistema unico nazionale di intercettazioni, si pone in netta antitesi con quanto previsto nel disegno di legge n. 1512, in materia di intercettazioni telefoniche, attualmente all'esame della Commissione. Egli ricorda che, sul punto, il provvedimento prevede, al contrario, un decentramento razionalizzato dei centri d'ascolto. Ritiene quindi che, nel rapporto finale della Commissione giustizia, debba essere richiesta la soppressione integrale dell'articolo 23.

Dopo aver criticato l'assenza di adeguati finanziamenti per l'edilizia penitenziaria, l'oratore si sofferma sull'articolo 77, volto al contenimento complessivo dei costi della giustizia militare. Al riguardo egli ritiene che, nel lungo periodo, occorra pensare ad una definitiva eliminazione dell'ordinamento della magistratura militare. A tal fine ritiene però necessario un procedimento di revisione costituzionale.

L'oratore esprime quindi forti critiche sull'articolo 78, rilevando che la sospensione per le pubbliche amministrazioni della facoltà, in caso di soccombenza in cause di lavoro, di estendere il giudicato favorevole agli impiegati rimasti estranei al relativo giudizio, da una parte rappresenta una palese ingiustizia nei confronti di cittadini costretti a ricorrere in giudizio per il riconoscimento di diritti già acclarati da una sentenza per situazioni identiche e, dall'altra, non reca alcun vantaggio alle finanze pubbliche, ma anzi un grave danno perché moltiplica le cause in cui l'amministrazione risulterà soccombente. Ritiene quindi opportuno che, nel rapporto alla Commissione di merito, si richieda anche la soppressione dell'articolo 78.

L'oratore si sofferma infine sull'articolo 92, rilevando che esso, nell'indicare requisiti più specifici per il conferimento di incarichi da parte della pubblica amministrazione, correttamente riduce l'eccessiva discrezionalità, prima attribuita alle pubbliche autorità, nell'individuazione di soggetti cui affidare attività di consulenza o di amministrazione attiva.

 

Il senatore D'AMBROSIO (Ulivo) manifesta la sua delusione per la scarsità di risorse stanziate per la giustizia, in particolare a fronte della auspicata riduzione della durata dei processi civili e penali e del carico di arretrato in capo agli uffici giudiziari. Al riguardo egli ritiene che, piuttosto che intervenire a sanzionare i danni da processo, sarebbe più opportuno - e meno gravoso dal punto di vista finanziario - intervenire sulle cause, attraverso interventi di riforma chiari e efficaci sui codici di rito.

L'oratore lamenta inoltre la scarsa attenzione rivolta a quelle iniziative legislative tese ad intervenire sulla efficacia e sulla celerità della condanna, rilevando in proposito che interventi di tal genere possono svolgere una funzione di ben maggiore deterrenza rispetto a indiscriminati aumenti delle pene edittali.

L'oratore critica anche l'assenza, nel disegno di legge finanziaria, di interventi sulle norme relative al gratuito patrocinio, rilevando come tali spese costituiscano un costo enorme per l'amministrazione della giustizia. Poiché infatti la legge prevede, quali requisiti per l'accesso, un reddito inferiore a 9.000 euro l'anno e la condizione di non essere sottoposti a procedimento penale per reati fiscali, un numero rilevante di cittadini, indagati per reati particolarmente gravi, riescono a beneficiare del gratuito patrocinio, gravando lo Stato di costi di notevole entità per coprire non solo le spese per l'onorario degli avvocati, ma anche tutte le operazioni ritenute necessarie per la difesa. Auspica quindi che il Governo introduca una correzione a tale normativa, escludendo dal diritto di accesso al patrocinio a spese dello Stato coloro che risultano indagati o imputati per alcune categorie di reato caratterizzate da un elevato tasso di offensività.

L'oratore esprime inoltre vivo disappunto per l'assenza di normative adeguate in ordine alla destinazione dei beni sequestrati nel corso di un procedimento giudiziario. Al riguardo egli ricorda di avere in più occasioni sollevato la questione relativa alla giacenza, presso le banche o gli uffici postali, di un numero notevole di beni e di liquidità sequestrate le quali potrebbero essere proficuamente utilizzate per far fronte alle tante situazioni di disagio in cui versano molti uffici giudiziari.

L'oratore ritiene infine necessario intervenire, con adeguati stanziamenti, al fine di garantire a tutti i detenuti la possibilità di lavorare all'interno degli istituti penitenziari, in ossequio al principio costituzionale che assicura il carattere rieducativo della pena e il conseguente reinserimento sociale del condannato, rilevando come l'Italia, a confronto con le altre nazioni europee, versi in uno stato di eccessiva arretratezza, per quanto attiene i programmi di riabilitazione dei detenuti.

 

Il senatore MANZIONE (Ulivo) ricorda come nella seduta di ieri, quando alcuni colleghi avevano sollevato la questione dell'assenza del Ministro, egli aveva espresso l'opinione che sarebbe stato opportuno cominciare comunque l'esame dei documenti finanziari.

In realtà la relazione del senatore Ria dimostra quanto fosse effettivamente opportuna la presenza del Ministro, ed anzi egli ritiene che sarebbe stato forse auspicabile che quest'ultimo, oltre che in sede di replica, fosse intervenuto già all'inizio della discussione in modo da dare alla Commissione, e in particolare ai senatori di maggioranza, una chiave di lettura di uno stato di previsione e di interventi nella finanziaria che, così come sono, non possono essere valutati positivamente.

In primo luogo, egli esprime un vivo disagio per il fatto che, pur nell'ambito di un contenimento delle dinamiche della spesa pubblica che non può che essere condiviso, si operi con un sistema di tagli orizzontale, che vede lo stato di previsione della giustizia fra le principali vittime, dal momento che le risorse complessive diminuiscono del 2,1% rispetto al bilancio approvato lo scorso anno e addirittura del 2,7% rispetto alle previsioni assestate, numeri dietro i quali si leggono problemi irrisolti come quello della precarietà del posto di lavoro di molti operatori e della minore attenzione alla sicurezza e alla giustizia, specialmente se si tiene conto del fatto che alla giustizia civile e penale vengono sottratti ben 145 milioni di euro.

Nel riallacciarsi alle considerazioni precedentemente formulate dal senatore Castelli sull'edilizia penitenziaria, egli invita il Governo ad assumersi chiare responsabilità di fronte alle denunce di questa o quella trasmissione televisiva sull'esistenza di strutture carcerarie inutilizzate, ponendo fine a queste situazioni quando sono vere, ovvero smentendo con chiarezza tali notizie quando sono infondate.

L'oratore si sofferma quindi su talune disposizioni della finanziaria, e in particolare sugli articoli 77 e 78.

Per quanto riguarda la prima disposizione egli ricorda come, a seguito dello stralcio approvato dal Senato in occasione dell'esame della riforma dell'ordinamento giudiziario, vi sia un apposito disegno di legge del quale il Governo dovrebbe coltivare la discussione e l'approvazione, mentre non sembra che la finanziaria sia la sede propria per intervenire su questa materia.

Quanto all'articolo 78, egli concorda con le considerazioni del senatore Casson circa l'assoluta incondivisibilità di una norma che, mentre determina un'ingiustizia sostanziale, non assicura alcun vantaggio alle finanze pubbliche, che saranno anzi danneggiate dalle conseguenze di un incremento della litigiosità nei confronti delle pubbliche amministrazioni di cui non si avverte alcun bisogno.

 

La senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE), nel rilevare come negli interventi fin qui svolti da colleghi, sia di maggioranza che di opposizione, siano emersi forti elementi di critica rispetto allo stato di previsione del Ministero della giustizia e alle norme recate dalla finanziaria, ritiene però necessario sottolineare un'importante differenza: ella infatti, come certamente la maggioranza nel suo complesso, ritiene di non poter assolutamente condividere le critiche del senatore Castelli circa una sostanziale assenza dell'azione di Governo in tema di giustizia.

Al contrario, in questa legislatura, anche su iniziativa del Governo, sono stati approvate le leggi che hanno modificato e completato l'ordinamento giudiziario, ed è stato avviato, o si è deciso di avviare, l'esame di riforme di grande rilievo, quali quella della parte generale del codice penale, quella del processo civile, quella del processo del lavoro e quelle sulla condizione dei detenuti, solo per parlare del Senato, mentre alla Camera dei deputati è in corso di esame la riforma del processo penale.

Proprio questo lodevole impegno della maggioranza e del Governo, e in particolare del Ministro della giustizia, fa risaltare ancora di più la carenza, nella manovra finanziaria, di risorse che sarebbero invece particolarmente necessarie proprio per sostenere quest'attività riformatrice.

A suo parere questa circostanza tradisce il fatto che nella cultura della classe politica e più in generale della classe dirigente del nostro Paese la giustizia occupi da sempre una posizione molto bassa nella graduatoria delle priorità di Governo.

Più precisamente, le problematiche inerenti alla giustizia vengono lette e collocate in una posizione ancillare alle questioni inerenti la sicurezza e l'ordine pubblico, laddove ella ritiene che, in particolare alla luce dei principi costituzionali, le questioni inerenti alla giustizia debbano essere affrontate attraverso una politica di interventi diretti a promuovere l'equità, la giustizia sociale e lo sviluppo economico.

Pur consapevoli dei limiti derivanti da un bilancio costituito per l'89,9 per cento da risorse vincolate, i senatori di Rifondazione Comunista presenteranno alcuni

emendamenti alla Tabella 5 che intendono testimoniare la possibilità di un approccio diverso ai problemi della giustizia.

L'oratrice si sofferma quindi sul disegno di legge finanziaria esprimendo in primo luogo il suo apprezzamento per la disposizione di cui all'articolo 55 che rifinanzia il fondo per le attività di contrasto alla violenza contro le donne - un problema questo profondamente radicato nella nostra cultura e con il quale la nostra cultura deve fare i conti, senza utilizzarlo strumentalmente come argomento e strumento per giustificare e alimentare i cosiddetti conflitti di civiltà - fondo che è stato voluto nella scorsa legislatura dalle senatrici della maggioranza, ma che poi è stato colpevolmente utilizzato per scopi diversi da quelli istituzionali.

Pur condividendo poi la necessità di un intervento più complessivo, anche di ordine costituzionale, per la soppressione della giustizia militare, ella esprime apprezzamento per l'articolo 77, pur se raccomanda la riformulazione del comma 3 che, non prevedendo avviso alle parti circa la riassegnazione e la calendarizzazione dei procedimenti pendenti davanti ai Tribunali soppressi, rappresenta un inaccettabile vulnus del diritto di difesa.

La senatrice si sofferma quindi sull'articolo 34 del decreto-legge n. 1819, che prevede l'estensione ai familiari delle vittime della criminalità organizzata dei benefici attualmente previsti per le vittime del terrorismo.

Si tratta di una disposizione che si riallaccia allo schema di decreto legislativo n. 130, di cui ella è relatrice, diretto a dare attuazione alla direttiva 2004/80/CE in materia di indennizzo alle vittime di reati, recepimento che il Governo sembra a suo parere fare in maniera troppo restrittiva, facendo cioè riferimento alla legislazione vigente in Italia piuttosto che alla definizione di vittima recata dalla direttiva europea.

 

Il senatore DI LELLO FINUOLI (RC-SE), nell'associarsi alle considerazioni svolte dalla senatrice Boccia e da altri senatori, ritiene però che la valutazione delle risorse destinate dalla manovra di bilancio alla giustizia, certamente insufficienti, non possa non tener conto del fatto che il ministro Mastella, come tutti i Ministri, deve confrontarsi con le direttive e i limiti posti dal Ministro dell'economia, e soprattutto che sarebbe ingiusto e ingeneroso attribuire a questo Ministro e a questo Governo una serie di carenze storiche, e che si sono spesso aggravate durante la legislatura precedente.

Il senatore, mentre condivide alcuni dei rilievi mossi alla finanziaria - in particolare per quanto riguarda la disposizione, quanto mai inopportuna, recata dall'articolo 78 - esprime invece apprezzamento per l'articolo 86, che vieta alle pubbliche amministrazioni di inserire nei loro contratti clausole compromissorie o sottoscrivere compromessi, nell'intento di porre fine al ricorso agli arbitrati che, in quelle cause che vedono le pubbliche amministrazioni come parte, rappresentano una giustizia fasulla, e che finisce per dare sistematicamente torto alla parte pubblica.

 

Il senatore D'ONOFRIO (UDC) ritiene necessario un chiarimento sull'oggetto politico del dibattito in corso.

Come è evidente dagli interventi fin qui svolti, le risorse attribuite alla giustizia sono infatti considerate del tutto insufficienti tanto dall'opposizione quanto dalla maggioranza.

Poiché però, come è stato evidente, in particolare, dall'intervento della senatrice Boccia, le critiche della maggioranza non sembrano mettere in discussione il rapporto di fiducia col Governo, cosicché l'opposizione non può vedere questo dibattito come l'occasione per mettere in crisi l'attuale esecutivo, è allora tanto più necessario chiarire il senso delle critiche mosse dal centro-destra, che non sono all'operato del ministro Mastella in quanto tale - anzi si riconosce la buona volontà della sua azione e la saggezza di molte sue iniziative - ma al fatto che al suo ministero non sono state attribuite le risorse necessarie, nonostante il Governo abbia beneficiato di entrate non previste - il cosiddetto "tesoretto" - per euro 10 miliardi circa.

Ciò è tanto più significativo se si considera che il Governo non ha destinato per intero questo surplus alla riduzione del debito pubblico - dato che in tal caso si sarebbe potuto affermare che la Giustizia partecipava, al pari degli altri comparti, allo sforzo per il risanamento delle finanze pubbliche - ma ha distribuito una parte importante di tali risorse a interventi ritenuti prevalenti, specialmente a quelli di carattere sociale richiesti dalla sinistra radicale.

E' stato cioè chiaramente dimostrato, ed è su questo punto il fulcro della critica del centro-destra, che la giustizia e la sicurezza non sono priorità per questo Governo, come la stessa senatrice Boccia ha riconosciuto.

Dichiara quindi di condividere sia le critiche del senatore Casson alla formulazione dell'articolo 23, sia le critiche del senatore D'Ambrosio sulle storture che si sono verificate sull'applicazione della legge sul gratuito patrocinio. Su tale questione, peraltro, egli osserva che la rimodulazione dei criteri per l'ammissione al gratuito patrocinio non potrà consistere in una semplice esclusione da tale beneficio degli imputati per determinati reati, dal momento che una simile decisione contrasterebbe con i principi costituzionali sia sotto il profilo dell'eguaglianza di fronte alla legge, sia sotto quello della presunzione di non colpevolezza.

 

Il senatore CARUSO (AN) ringrazia in primo luogo il senatore Ria per la sua relazione molto puntuale, esaustiva e chiarificatrice di testi indubbiamente di lettura molto complessa e difficile.

Al tempo stesso però, pur comprendendo i limiti in cui si può esercitare l'azione di un relatore di maggioranza, egli ritiene come dal tenore della relazione e soprattutto degli interventi fin qui svolti debba emergere un parere ben più critico di quanto, almeno fino ad ora, sembra che il relatore voglia proporre. Nell'associarsi quindi alle considerazioni svolte dai colleghi sull'assoluta insufficienza delle risorse assegnate al ministero dal disegno di legge di bilancio - come pure a quanto osservato dal senatore D'Onofrio circa il fatto che tale insufficienza non sia imputabile al ministro Mastella, ma testimoni il disinteresse del Governo verso la giustizia - l'oratore si sofferma su talune questioni di merito, in primo luogo rettificando parzialmente quanto affermato dal senatore Castelli circa il fatto che i 70 milioni di euro destinati all'edilizia carceraria sarebbero appena sufficienti alla costruzione di poche centinaia di nuovi posti letto.

In realtà, a suo parere, su tali risorse non si può fare alcun conto, in primo luogo perché il loro ammontare complessivo, a un'attenta valutazione, è ben inferiore alla cifra indicata, in secondo luogo perché tali risorse sono destinate non solo alla costruzione di nuove strutture penitenziarie, ma anche all'adeguamento e alla messa a norma di quelle esistenti, vale a dire al compimento di interventi che sono, per loro natura, al tempo stesso obbligatori, urgenti e onerosi, tanto che finiranno di sicuro per assorbire tutte le risorse disponibili.

Il senatore coglie l'occasione per una parziale rettifica di un'altra affermazione del senatore Castelli, e cioè che l'iniziativa della costruzione in leasing delle carceri fosse del ministro Fassino: in realtà il ministro Fassino, con l'intelligenza e la pragmatica rapidità che gli sono propri, e che gli avevano consentito di svolgere attività di Governo in una materia per lui sicuramente ostica ed estranea come la giustizia, aveva compreso le potenzialità di una normativa, quella per gli interventi in leasing nell'edilizia giudiziaria, che era stata frutto di una dura battaglia condotta dai parlamentari di Alleanza Nazionale fin dai tempi del ministro Flick.

In proposito l'oratore osserva come la questione delle norme che disciplinano la realizzazione delle opere pubbliche sia essenziale non meno di quella delle risorse disponibili, laddove si pensi, ad esempio, al caso della struttura di Bollate, inaugurata proforma appunto dal ministro Fassino, e la cui costruzione, iniziata ventiquattro anni prima, si era conclusa da sei anni, ma la struttura non era entrata in funzione rimanendo abbandonata al vandalismo.

Il senatore Caruso si sofferma quindi sui commi da 23 a 29 del disegno di legge finanziaria, esprimendo la più viva perplessità sul senso di un insieme di disposizioni inteso a promuovere la formazione di aggregazioni tra professionisti - una sorta, si potrebbe dire, di kolchoz delle attività professionali - di cui non si vedono i vantaggi per il sistema economico e produttivo, a meno che la causa di questa disposizione non si debba ricercare nell'inconfessata speranza che il controllo fiscale su queste attività associate sia più facile che sui singoli professionisti.

L'oratore condivide il severo giudizio di altri colleghi sull'articolo 78, rilevando come, al di là dei suoi effetti dirompenti - contrariamente oltretutto alle sprovvedute aspettative di chi lo propone - sulle finanze pubbliche, rappresenta una vera e propria ingiuria gratuita nei confronti di cittadini che vengono costretti ad assumersi gli oneri e il peso di un'azione giudiziaria per ottenere il riconoscimento di un diritto la cui fondatezza è già stata acclarata con sentenza in un caso identico al loro.

Un'altra norma, a suo parere, quanto mai inopportuna è quella recata dall'articolo 86 in materia di divieto, per le pubbliche amministrazioni, di stipulare clausole compromissorie e compromessi relativamente ai contratti aventi ad oggetto lavori, forniture e servizi.

In proposito egli si rammarica di dover dissentire da quanto affermato dal senatore Di Lello Finuoli circa il fatto che il ricorso alla giurisdizione ordinaria invece che agli arbitrati determinerebbe una soccombenza meno frequente da parte delle pubbliche amministrazioni. In realtà, se il 96 per cento dei lodi arbitrali vedono lo Stato soccombente, ciò non avviene perché gli arbitri siano corrotti, ma perché nella maggior parte dei casi lo Stato ha effettivamente torto, e ciò in quanto il nostro Paese ha una pubblica amministrazione inefficiente e arretrata che, nella maggior parte dei casi, non è capace di governare correttamente un appalto.

Ad un 96 per cento di lodi contrari si sostituirà quindi un 96 per cento di sentenze contrarie, peraltro con un pesante aggravio per la giustizia civile, anche in termini economici, che ridurrà di molto quello che è il vero vantaggio che questa norma intende realizzare, vale a dire il risparmio netto derivante dalla mancata corresponsione dei compensi agli arbitri, un risultato che meglio si può conseguire attraverso una riduzione delle loro parcelle ed una moralizzazione dell'intero sistema: in proposito non si capisce perché, avendo opportunamente vietato ai giudici ordinari di far parte di collegi arbitrali, questa attività continui ad essere consentita ai giudici amministrativi.

L'oratore si sofferma quindi sulle considerazioni del senatore D'Ambrosio: mentre non può condividere quanto da questi affermato in tema di auspicabile riforma del gratuito patrocinio, dal momento che discriminare la possibilità di ricorrere ad un istituto specificamente previsto per i non abbienti sulla base dell'imputazione rappresenterebbe una chiara delazione della Costituzione - la proposta di introdurre un meccanismo per la devoluzione allo Stato delle somme sequestrate di cui non è stata né disposta la confisca né chiesta la restituzione, appare condivisibile. Tuttavia deve essere chiaro che la giacenza di queste risorse presso il sistema bancario è sempre la conseguenza dell'inazione di qualche magistrato, che dovrebbe, a suo parere, costituire causa di valutazione negativa da parte del Consiglio superiore della magistratura.

Il senatore Caruso si sofferma altresì sull'articolo 55, osservando che quanto lamentato dalla senatrice Boccia - cioè il fatto che il fondo per lo sviluppo del piano contro la violenza alle donne sia stato utilizzato l'anno scorso per altri scopi - è destinato a ripetersi anche quest'anno, considerata l'assoluta vaghezza della destinazione del fondo stesso, che si rivela semplicemente come un accantonamento disposto dal Ministro dell'economia e delle finanze per emergenze straordinarie, con un titolo diretto a dare un contentino a chi in Parlamento, e soprattutto nella maggioranza, si preoccupa giustamente della violenza alle donne.

Infine, nell'esprimere una valutazione complessivamente positiva sull'articolo 54, che dispone l'equiparazione tra i diritti dei genitori biologici e di quelli adottivi in materia di congedi di paternità e parentale, auspica che analoghe disposizioni di favore possano essere individuate anche a favore degli adottanti che svolgano attività lavorative autonome.

 

Il senatore CENTARO (FI) auspica, fatto salvo il rapporto di minoranza che, comunque, l'opposizione presenterà, che anche da parte della maggioranza della Commissione non si addivenga ad un parere assolutorio su una manovra finanziaria che penalizza pesantemente il settore giustizia.

L'oratore si associa quindi alle critiche, da più parti formulate, su singole disposizioni del disegno di legge finanziaria, in particolare sul divieto di estensione del giudicato di cui all'articolo 78, che si presenta come una vera e propria manifestazione di ottusità burocratica, nonché sull'articolo 23, ricordando come, attraverso il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, all'esame in Commissione, si può, più opportunamente, intervenire organicamente sul complesso delle cause che contribuiscono alla lievitazione dei costi di queste attività di indagine.

Egli non può invece condividere le considerazioni del senatore D'Ambrosio, circa la riforma del gratuito patrocinio, istituto che non è certamente inteso come una sorta di "premio" per chi commette reati di minore gravità, ma come uno strumento per assicurare l'esercizio del diritto di difesa, costituzionalmente garantito, ai cittadini meno abbienti, indipendentemente dal capo di imputazione.

Sarebbe quindi forse preferibile pensare ad una riforma complessiva del sistema, magari immaginando una sorta di avvocato pubblico obbligatorio per chi non sia in condizione di nominare un avvocato di fiducia, così evitando gli abusi verificatisi in questi anni.

Al di là delle singole disposizioni recate alla finanziaria, però, l'aspetto veramente critico dei documenti in esame è la riduzione delle risorse per il comparto giustizia, e, in particolare, per il funzionamento della giustizia civile e penale.

In proposito egli osserva come - e non potrebbe essere altrimenti di fronte alla continua riduzione di risorse - i problemi concreti e quotidiani di funzionamento della giustizia continuano a permanere irrisolti, se non più gravi, rispetto a quelli che nella passata legislatura erano quotidianamente denunciati con sdegno dai media, e sui quali sembra adesso essere calato il silenzio.

Egli condivide quanto affermato dai senatori D'Onofrio e Caruso circa il fatto che di questa situazione non può essere fatto carico al ministro Mastella se non in quanto membro di un Governo che, attraverso l'ordine di priorità concretamente manifestato con la redazione del bilancio, dimostra il proprio disinteresse verso la giustizia e l'ordine pubblico, e soprattutto verso i temi cruciali della lotta alla criminalità organizzata ed alla mafia, preferendo demagogicamente - come dimostra la volontà di attribuire ai Sindaci maggiori poteri in materia di ordine pubblico - concentrare la sua attività repressiva su fenomeni di poco conto come quello dei lavavetri.

 

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

 

Intervenendo in sede di replica il ministro MASTELLA ringrazia tutti i componenti della Commissione per il costruttivo contributo al dibattito.

L'approvazione da parte del Governo della manovra finanziaria è un atto collegiale, del quale pertanto egli condivide in pieno la responsabilità.

Non c'è dubbio peraltro che nel confronto che ha portato all'elaborazione di questi documenti le aspettative della giustizia hanno finito per essere alquanto sacrificate, soprattutto se si fa il confronto con quanto era previsto dal Documento di programmazione economico-finanziaria.

Nel rimettersi dunque alla valutazione che il Governo nel suo complesso ha operato circa la priorità dell'allocazione delle risorse pubbliche, egli non può però che auspicare che dal dibattito parlamentare emerga la possibilità di un miglioramento complessivo e, a questo proposito, esprime vivo apprezzamento e condivisione per le considerazioni che sono state svolte da tutte le parti politiche nel dibattito di oggi, con un atteggiamento che, per una volta, ha fatto apparire perseguibile quell'obiettivo, da lui spesso enunciato di rendere la politica della giustizia - così come una volta si diceva dovesse essere la politica estera - un campo sottratto ai conflitti di natura essenzialmente ideologica.

Peraltro egli osserva che, come ricordato dal senatore Di Lello Finuoli, i problemi della giustizia non nascono oggi e in questo anno egli ritiene si siano fatti passi avanti importanti in direzione del recupero dell'efficienza e lo stesso rifinanziamento, certamente ancora insufficiente, del fondo per l'edilizia penitenziaria ne è la prova.

Certamente altri importanti passi avanti saranno possibili se il Governo e il Parlamento porteranno avanti speditamente le grandi riforme strutturali che, come ha ricordato la senatrice Boccia, sono attualmente in discussione e sono destinate a favorire la modernizzazione e l'efficienza del sistema giudiziario. E' evidente come il prossimo anno per il Ministro della giustizia potrà essere sicuramente più facile far finanziare adeguatamente l'attuazione di interventi in stato avanzato di realizzazione.

Un'analoga disponibilità è manifestata dal Ministro circa interventi migliorativi di disposizioni di carattere sostanziale contenute nella legge finanziaria, anche queste non necessariamente e non sempre del Ministro della giustizia.

Per quanto riguarda, in particolare, l'articolo 77, egli sottolinea come tale disposizione non abbia in alcun modo lo scopo di scavalcare il Parlamento, ed anzi egli manifesta la sua piena disponibilità a portare avanti la legge sul riordinamento della giustizia militare, ma ha unicamente la finalità di approfittare del percorso abbreviato offerto dalla finanziaria per introdurre primi elementi di razionalizzazione, di cui soprattutto il Ministero della difesa ha palesato la necessità.

Egli manifesta poi la sua disponibilità per quanto riguarda una riformulazione dell'articolo 23 e la soppressione dell'articolo 78, a proposito del quale egli ritiene del tutto condivisibili le critiche manifestate da tutte le parti politiche.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


GIUSTIZIA (2a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

114a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

SALVI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 5) Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Rapporti alla 5a Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5a Commissione per il disegno di legge n. 1819. Seguito dell'esame congiunto e sospensione)

 

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana odierna.

 

Il senatore RIA (Ulivo) ringrazia i senatori intervenuti in sede di discussione generale congiunta, evidenziando i molteplici rilievi sollevati da esponenti della maggioranza e dell'opposizione in ordine alla scarsità di risorse stanziate per il comparto giustizia e in ordine alle contraddizioni che emergono dalla lettura delle disposizioni della legge finanziaria relative al settore di interesse della Commissione.

Condivide in particolare quanto affermato dalla senatrice Boccia, la quale ha rilevato con disappunto che, a fronte dei numerosi disegni di legge all'esame della Commissione giustizia i quali, intervenendo su molteplici settori, palesano la volontà del Parlamento di correggere le più gravi patologie del sistema, non corrisponde un'adeguata sollecitudine del Governo a stanziare risorse sufficienti per sostenere i costi delle riforme.

Il senatore Ria illustra infine la proposta di parere formulata alla luce degli interventi in discussione generale. Al riguardo, si sofferma sulla esigenza, considerata improcrastinabile, di aumentare le risorse economiche ai fini di una progressiva informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria, in particolare per quanto riguarda il casellario giudiziario, la digitalizzazione del processo civile e del processo penale. Osservando che investimenti informatici si dimostrano, nel lungo periodo, altamente redditizi, poiché consentono la realizzazione di numerose economie di scala, il relatore propone che il parere della Commissione, pur favorevole, contenga una precisa osservazione in ordine a tale questione.

 

Interviene sull'ordine dei lavori il senatore CENTARO(FI), il quale censura con disappunto l'assenza del Ministro della giustizia, in palese violazione dell'articolo 126, comma 5, del Regolamento.

Rilevando che il comportamento dell'opposizione è stato sempre caratterizzato da profonda lealtà istituzionale e da spirito collaborativo, chiede alla Presidenza di sospendere la seduta fino all'arrivo del Ministro, al fine di garantire una legittima prosecuzione dei lavori.

 

Il PRESIDENTE sospende la seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 17,15, viene ripresa alle ore 19,50.

 

Il PRESIDENTE avverte che, essendo terminata la fase congiunta dell'esame dei disegni di legge nn. 1818, 1817 e 1819, si procederà ora al seguito dell'esame disgiunto di quest'ultimo ai fini dell'espressione del parere alla 5a Commissione.

 

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Parere alla 5a Commissione. Ripresa e conclusione dell'esame. Parere favorevole con osservazione)

 

Riprende l'esame dianzi sospeso.

 

Il PRESIDENTE ricorda che il relatore, senatore Ria, ha già illustrato una proposta di parere sul disegno di legge di conversione in legge del decreto legge n. 159 del 2007, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria. Comunica altresì che anche i capigruppo dell'opposizione, senatori Centaro, Caruso, D'Onofrio e Castelli, hanno presentato una proposta di parere sul disegno di legge di conversione del decreto 159 del 2007.

 

Il senatore CENTARO(FI), nell'illustrare la proposta di parere presentata da tutti i Capigruppo dell'opposizione, osserva che, nella motivazione, essa non si discosta dalla proposta di parere presentata dal senatore Ria. Analoghi rilievi critici sono infatti rivolti all'inadeguatezza degli investimenti informatici, come pure all'insufficienza dello stanziamento previsto per la realizzazione della banca dati delle misure cautelari e per il rafforzamento della struttura informatica del registro generale del casellario giudiziale.

Il parere di minoranza si discosta invece da quello di maggioranza per quanto attiene alla parte dispositiva. L'oratore ritiene infatti che la constatazione di tali carenze negli stanziamenti finanziari per il settore giustizia non può che indurre, coerentemente, alla formulazione di un parere sfavorevole.

 

Posto ai voti, è approvata la proposta di parere presentata dal senatore Ria.

 

La proposta di parere presentata dai senatori Centaro, Caruso, D'Onofrio e Castelli risulta pertanto preclusa.

 

(omissis)

 

La seduta termina alle ore 21,35.

 

 

 

Allegato

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione, in riferimento alle parti di competenza del disegno di legge di conversione del decreto legge 1 ottobre 2007 n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale,

considerato che esso contribuisce alla manovra di bilancio nell’ordine di 7,5 miliardi di euro, a valere sull’esercizio finanziario 2007, con interventi sia di riduzione del carico fiscale in favore dei soggetti meno abbienti, sia - tra gli altri - di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture, la mobilità e l’abitazione;

considerato che il finanziamento adeguato delle operazioni di digitalizzazione dell'amministrazione giudiziaria, compresi l'aggiornamento informatico del casellario giudiziario, nonché dei processi civili e penali, consentono una evidente razionalizzazione delle risorse, connessa all'aumento dell'efficacia e dell'efficienza del sistema della giustizia;

apprezzando - in un quadro economico complessivo, caratterizzato da un contenimento della spesa - le previsioni contenute nell'articolo 34 con cui si estendono per l'anno 2007,anche alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, nonché alle vittime della criminalità organizzata ed ai loro familiari superstiti, le elargizioni già previste a favore delle vittime del terrorismo;

apprezzando, inoltre, le previsioni contenute nell'articolo 39 del disegno di legge in esame, che autorizzano per l'anno in corso, la spesa di 20 milioni di euro per la realizzazione della banca dati delle misure cautelari, oltre che il rafforzamento della struttura informatica del Registro generale del casellario giudiziario e sua integrazione su base nazionale con i carichi pendenti, prevedendo il relativo sistema di certificazione.

Formula, per quanto di competenza, parere favorevole con la seguente osservazione:

risulta improcrastinabile l'aumento di risorse economiche volte alla complessiva informatizzazione dell'Amministrazione Giudiziaria concernenti, in particolare, il casellario giudiziario, la digitalizzazione del processo civile e di quello penale. Si osserva, a questo proposito, come gli investimenti informatici si dimostrino, almeno nel lungo periodo, altamente redditizi poiché consentono la realizzazione di numerose economie di scala.

 

PROPOSTA DI PARERE PRESENTATA DAI SENATORI CENTARO, CARUSO, D'ONOFRIO E CASTELLI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione, in riferimento alle parti di competenza del disegno di legge di conversione del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria per lo sviluppo e l'equità sociale, considerato che gli investimenti informatici si dimostrano nel lungo termine altamente redditizi poiché consentono la realizzazione di economie di scala e che il finanziamento delle operazioni di digitalizzazione dell'amministrazione giudiziaria, compreso l'aggiornamento informatico del casellario giudiziale nonché dei processi civili e penali, risulta inadeguato; rilevata l'inadeguatezza delle previsioni dell'articolo 39, con riferimento all'autorizzazione di spesa di 20 milioni di euro ivi contenuta, ai fini della realizzazione della banca dati delle misure cautelari, del rafforzamento della struttura informatica del Registro generale del casellario giudiziale con l'integrazione su scala nazionale concernente i carichi pendenti; attesa l'opportunità di estendere per l'anno 2007 ma anche successivamente le elargizioni previste a favore delle vittime del terrorismo anche alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti nonché alle vittime della criminalità organizzata ed ai loro familiari superstiti; formula, per quanto di competenza, parere sfavorevole.


AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

Martedì 9 ottobre 2007

78a Seduta

Presidenza del Presidente

DINI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Esame e sospensione)

 

Il relatore MELE (SDSE) riferisce sul provvedimento in titolo rilevando come nell'ambito della complessiva manovra di bilancio, costituita dal disegno di legge finanziaria 2008 (atto Senato n. 1817) e dal disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato (atto Senato n. 1818), sia stato adottato dal Governo (e presentato alle Camere per la relativa conversione) il decreto legge n. 159 del 2007 recante misure finalizzate allo sviluppo e all'equità sociale. In generale, posto che il disegno di legge finanziaria concorre alla manovra complessiva per 11 miliardi di euro, il decreto in esame consta di un intervento di 7,5 miliardi di euro con effetti immediati sul 2007 e prevede, in particolare, riduzioni fiscali per 2,2 miliardi di euro e misure di sostegno agli investimenti infrastrutturali per circa 3,4 miliardi. Sono destinati inoltre 500 milioni di euro per l’anticipo del contratto del pubblico impiego e 150 milioni aggiuntivi per il capitolo 5 per mille.

Per quanto di competenza della Commissione, segnala l'articolo 18 ai sensi del quale si dispone l'autorizzazione di spesa per un importo complessivo pari a 910 milioni di euro atta a consentire l’adempimento di impegni internazionali, prevalentemente in materia di cooperazione allo sviluppo.

In particolare, il comma 1 prevede uno stanziamento di 500 milioni di euro per l’anno 2007 a sostegno di interventi per la pace e lo sviluppo. In particolare, per il Fondo italiano per attività di mantenimento della pace (Peace Facility) sono destinati 40 milioni di euro (comma 1, lett. a)). Si tratta di un Fondo finanziario italiano ad hoc, destinato ad operare in raccordo con il Fondo europeo già esistente, che mira a sostenere gli sforzi dell’Unione Africana e dei principali organismi sub regionali a favore della pace e della sicurezza, assicurando l'impegno da parte italiana alla collaborazione istituzionale, culturale e politica con i paesi africani interessati, nel quadro di una partnership con l’Africa.

Al Fondo globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria (Global Health Fund) vengono assegnati 130 milioni di euro (ai sensi del comma 1, lettera b)). Il Fondo globale, istituito nel 2002, rappresenta ad oggi uno dei principali meccanismi di finanziamento dei programmi di lotta ad AIDS, tubercolosi e malaria. Quanto all'impegno italiano, ricorda che l’articolo 6 del decreto legge n. 81 del 2 luglio 2007, convertito dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, autorizzava la spesa di 260 milioni di euro per consentire l’erogazione per il 2007 del contributo italiano al Fondo. Al riguardo segnala inoltre che è all'esame della III Commissione della Camera la proposta di legge atto Camera n. 1194 volta a rendere stabile e certo il contributo italiano al Fondo globale, attraverso la costituzione di un apposito accantonamento destinato esclusivamente al finanziamento del Fondo stesso, posto che alcuni finanziamenti effettuati nel passato sono stati a carico dei fondi ordinari stanziati per la cooperazione allo sviluppo.

Si prevede inoltre una spesa di 100 milioni di euro destinati alla corresponsione di quota parte dei contributi obbligatori dovuti all’Organizzazione delle Nazioni Unite per le forze di pace e per la Corte penale internazionale (comma 1, lett. c)). Al riguardo, oltre agli oneri di volti a finanziare il bilancio ordinario delle Nazioni Unite, contributi obbligatori sono dovuti anche per le spese sostenute per le operazioni di mantenimento della pace, per le attività dei Tribunali delle Nazioni Unite, nonché per il "Capital master plan", introdotto nel 2003 per il rinnovo della sede ONU a New York.

Per l’erogazione di contributi volontari ad organizzazioni umanitarie operanti a favore dei paesi in via di sviluppo si prevedono poi 225 milioni di euro (ai sensi del comma 1, lettera d)). Gli stanziamenti a titolo di contributi volontari finalizzati alle organizzazioni internazionali, banche e fondi di sviluppo impegnati nella cooperazione con i paesi in via di sviluppo vengono iscritti nello stato di previsione del Ministero Affari esteri al capitolo 2180, ai sensi della legge n. 49 del 1987. Consentono la realizzazione di iniziative, per lo più di emergenza, realizzate per il tramite di organismi internazionali, tra cui quelli specializzati nei settori socio-sanitari e degli aiuti alimentari, quali il PAM (Programma alimentare mondiale), l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), l’OCHA (Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari), l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia), l’UNCHR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e l’UNDP (Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite). A riguardo ricorda che la Commissione ha ascoltato il rappresentante dell’UNDP, Dervis, nel quadro dell’indagine conoscitiva sulla riforma delle Nazioni Unite, mentre è divenuta ormai prassi che i dirigenti dell’OCHA siano incontrati nel corso della tradizionale visita della delegazione della Commissione alle Nazioni Unite in occasione dell’apertura della Sessione annuale dell’Assemblea Generale.

Al completamento delle attività di assistenza per la distruzione delle armi chimiche in Russia vengono destinati 5 milioni di euro (comma 1, lett. e)), in attuazione del Protocollo aggiuntivo all’Accordo di Mosca del 20 gennaio 2000. Tali risorse sono versate a titolo di assistenza gratuita, con l’impegno, da parte russa, di impiegare tali finanziamenti nella continuazione del sistema di distribuzione di gas naturale ai fini della costruzione dell’impianto di distruzione delle armi chimiche di Schuch’ye.

Il comma 2 invece autorizza la spesa di 410 milioni di euro, per l’anno 2007, per la partecipazione dell’Italia a banche e fondi di sviluppo internazionali per aiuti finanziari ai paesi in via di sviluppo (di cui alla legge n. 49 del 1987), la cui ripartizione è demandata ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze. In proposito sottolinea l’opportunità di segnalare l’esigenza, nel parere, da rendere alla Commissione bilancio, di prevedere anche il concerto del Ministro degli affari esteri, posta l’esigenza di assicurare un maggior grado di coordinamento tra tale Dicastero e il Ministero dell’economia e delle finanze nella gestione delle risorse finalizzate al pagamento dei contributi italiani agli organismi internazionali, esigenza che la Commissione ha avuto modo di verificare nel corso dei lavori svolti nei mesi scorsi in relazione ai disegni di legge sulla riforma della disciplina in materia di politica di cooperazione allo sviluppo. Rileva quindi che le principali istituzioni finanziarie internazionali di cui l’Italia fa parte sono quelle del Gruppo della Banca mondiale: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRD) e l’Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA). Ad esse si aggiungono agenzie affiliate, quali la Società Finanziaria internazionale (IFC), l’Agenzia multilaterale per la garanzia agli investimenti (MIGA) e il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti diretti esteri (ICSID), nonché, organismi che operano a livello regionale come la Banca asiatica di sviluppo (AsDB) e il Gruppo della Banca africana di sviluppo (AfDB).

In proposito ricorda altresì che è attualmente in discussione alla Camera dei deputati (dopo essere stato approvato dal Senato con modificazioni) il disegno di legge (atto Camera n. 2936) relativo alla partecipazione italiana, tra gli altri, alla ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo (X ricostituzione), dell’Associazione internazionale per lo sviluppo (XIV ricostituzione) e del Fondo denominato Chernobyl shelter Fund, un meccanismo finanziario multilaterale messo in atto dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo finalizzato al miglioramento della sicurezza nucleare nei paesi dell’Europa centrale e orientale e dell’ex Unione sovietica.

Infine, per quanto concerne la copertura di cui all’articolo 47, posto che per 5.978 milioni di euro si provvede a valere delle maggiori entrate nette rispetto alle previsioni definitive indicate con il DPEF e quanto a 1.100 milioni di euro mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa del Fondo per le aree sottoutilizzate, segnala che, quanto a 1.300 milioni, si provvede mediante riduzione dell’autorizzazione di spesa prevista dal decreto-legge n. 3 del 1989 concernente il concorso italiano al finanziamento del bilancio delle Comunità europee per l’anno 1988.

In conclusione, propone di rendere un parere favorevole a condizione che siano recepite le condizioni dianzi indicate.

 

Su proposta del presidente DINI, come testé convenuto, la Commissione sospende l'esame del disegno di legge n. 1819.

(omissis)

Riprende l'esame del disegno di legge n. 1819 dianzi sospeso.

 

Il senatore MANTICA (AN) chiede se il contributo di 130 milioni per il Fondo per l'AIDS di cui all'articolo 18, comma 1, lettera b), del disegno di legge n. 1819, posto che si aggiunge ai 260 milioni stanziati dal decreto legge n. 81 del 2007, è versato al citato Fondo come quota parte per l'anno 2007, ovvero per l'anno 2008.

Quanto all'erogazione di contributi volontari alle agenzie delle Nazioni Unite, pur esprimendo un generale apprezzamento per l’iniziativa, sottolinea tuttavia l'esigenza di una maggiore trasparenza nella rendicontazione contabile da parte di tali organismi il cui operato meriterebbe una valutazione più attenta da parte dell’Italia.

Soffermandosi quindi sulle finalità complessive del decreto, pur esprimendo un giudizio sostanzialmente positivo circa la destinazione di risorse per 910 milioni di euro alla cooperazione allo sviluppo, si dichiara tuttavia apertamente critico sull'utilizzo dell'extra gettito nel suo complesso da parte del Governo, lamentando la mancanza di una precisa strategia di fondo.

Il senatore TONINI (Aut), dopo essersi ampiamente diffuso sul contesto finanziario in cui si colloca il decreto-legge all'esame della Commissione, saluta con favore lo stanziamento delle risorse che l'Italia si era impegnata a corrispondere sul versante della cooperazione multilaterale. In questo quadro, tuttavia, associandosi al senatore Mantica, condivide l'esigenza di una verifica puntuale dell'azioni intraprese dalle agenzie delle Nazioni Unite, quale problema peraltro evidenziato in seno al dibattito attualmente in corso sulla riforma della legge 49 del 1987. Quanto al rapporto tra i finanziamenti una tantum e le corresponsioni ordinarie, sollecita chiarimenti circa eventuali effetti di contrazione delle risorse in termini reali previsti dalla legge n. 49 del 1987, derivanti dagli stanziamenti di cui al decreto in esame.

Sottolinea infine l'esigenza di riprendere in considerazione i commi 6 e 7 dell'articolo 20 del disegno di legge n. 1817, concernenti il funzionamento delle strutture periferiche del Ministero degli affari esteri, di cui è stato disposto lo stralcio in quanto ritenute disposizioni ordinamentali, verificando eventualmente la possibilità di riproporli come emendamenti al decreto presso la Commissione bilancio, competente per l’esame in sede referente.

 

Il senatore MARTONE (RC-SE), nel rallegrarsi della avvenuta anticipazione dell'erogazione per il 2007 del contributo italiano al Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria, esprime l'auspicio che l'iter della proposta di legge atto Camera n. 1194, testé richiamata dal relatore nel corso dell'esposizione introduttiva, concluda rapidamente il suo iter parlamentare al fine di conferire maggiore sistematicità all’erogazione dei contributi italiani a fondi e organismi internazionali.

Puntualizza quindi che appare improprio ricomprendere nell’aiuto pubblico allo sviluppo gli interventi correlati ad attività di mantenimento della pace previsti nel decreto in esame.

Ricorda inoltre che in sede di approvazione del disegno di legge atto Camera n. 1108, ora all'esame della Camera dei deputati, volto alla partecipazione dell'Italia all'istituzioni finanziarie internazionali, è stato accolto un ordine del giorno che impegna il Governo ad adoperarsi per una riduzione dei vincoli macroeconomici dei paesi più poveri e una moratoria nel processo di privatizzazione dell'acqua, nonché è stato approvato un emendamento concernente l'obbligo del Governo a presentare un rendiconto relativo alla suddetta partecipazione con riferimento al conseguimento degli obiettivi del millennio.

Condivide infine la proposta del relatore di prevedere il concerto del Ministro degli affari esteri nell’erogazione dei contributi di cui all’articolo 18, comma 2.

 

Il senatore PIANETTA (DCA-PRI-MPA), pur esprimendo apprezzamento per l'assegnazione di un’ulteriore quota di risorse al Ministero degli affari esteri per far fronte agli obblighi assunti in sede internazionale nel campo della cooperazione, evidenzia tuttavia un orientamento critico in ordine alla gestione complessiva delle risorse aggiuntive derivanti dall’extra gettito.

Auspicando che attraverso il Fondo italiano per attività di mantenimento per la pace, cui sono destinati 40 milioni di euro, l'Italia possa svolgere un valido ruolo nella collaborazione istituzionale con i paesi dell'Unione africana, avanza una richiesta di chiarimenti circa i criteri di ripartizione della spesa di 410 milioni di euro per la partecipazione dell'Italia a banche e fondi di sviluppo internazionali.

 

Il senatore DEL ROIO (RC-SE) nel condividere l'esigenza già emersa nel corso del dibattito, di una maggiore trasparenza sui bilanci delle agenzie dell'ONU, fa presente altresì la necessità di procedere ad una sistematica revisione agli accordi a lungo termine in materia di cooperazione allo sviluppo, alla luce dei cambiamenti intervenuti nel panorama internazionale complessivo.

 

Il presidente DINI, in relazione alla richiesta di chiarimenti avanzata dal senatore Mantica, ricorda che alcune misure richiamate nel disegno di legge, pur attenendo a spese da erogare nel 2008, sono state contabilizzate anticipatamente nel 2007, al fine di ridurre la crescita della spesa primaria per il 2008.

 

Al riguardo, il vice ministro INTINI interviene confermando che si tratta della quota al Fondo per l’AIDS prevista per il 2008, posto che le quote pregresse fino al 2007 sono state pagate attraverso i fondi stanziati dal decreto legge dello scorso luglio.

Con riferimento all’intervento del relatore e di altri senatori, dichiara altresì di condividere la proposta da questi avanzata circa la procedura di ripartizione dei contributi di cui all’articolo 18, comma 2.

 

Il relatore MELE (SDSE) alla luce delle considerazioni emerse nel corso del dibattito, illustra una proposta di parere (pubblicata in allegato al resoconto).

 

Il senatore MANTICA (AN) interviene preannunciando la propria astensione, anche a nome della sua parte politica, sulla base delle osservazioni espresse nell'ambito della discussione generale.

 

Il senatore PIANETTA (DCA-PRI-MPA) preannuncia l'astensione al voto anche a nome del Gruppo di appartenenza.

 

Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva, infine la proposta di parere del relatore.

 

 

Allegato

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione Affari esteri, emigrazione, esaminato il disegno di legge in titolo, sottolineando l’esigenza di rafforzare l’intesa e il coordinamento tra il Ministero degli affari esteri ed il Ministero dell’economia e delle finanze nella gestione delle risorse relative ai contributi italiani per gli organismi internazionali, esprime, per quanto di competenza, parere favorevole a condizione che l’articolo 18, comma 2, sia modificato aggiungendo, alla fine, le parole "di concerto con il Ministero degli affari esteri".

La Commissione chiede la pubblicazione del presente parere ai sensi dell’articolo 39, comma 4, del Regolamento.


DIFESA (4a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

114a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

DE GREGORIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Esame. Parere favorevole con osservazione)

 

La senatrice PISA (SDSE) illustra il provvedimento in titolo, con specifico riferimento alle parti di competenza.

Dopo aver rilevato l’opinabilità dell’esistenza dei presupposti di urgenza e l’eterogeneità delle disposizioni in esso contenute, notando che, accanto a impegni di spesa che si esauriscono nel 2007, esse ricomprendono anche impegni per gli anni successivi, si sofferma in particolare sugli articoli 3, 15 e 34 del decreto legge in conversione. Conclusivamente, e ferme restando le perplessità di merito, propone l’espressione di un parere favorevole.

 

La senatrice BRISCA MENAPACE (RC-SE) si associa, segnalando altresì l’opportunità di ricomprendere sotto la dizione di vittime del dovere, cui l’articolo 34 si riferisce, anche le vittime accertate da uranio impoverito.

 

Il senatore BERSELLI (AN) ricorda che nel corso della discussione in Senato sul decreto-legge cosiddetto "milleproroghe" (A.S. n. 1293) aveva presentato un emendamento a favore dei familiari delle vittime di Monte Serra, poi trasformato in ordine del giorno accolto dal Governo, rimasto tuttavia inattuato.

La formulazione dell’articolo 34 del decreto legge in conversione gli pare una sede idonea a recepire il contenuto di quel suo emendamento, per un principio di equità e doveroso riconoscimento.

 

Nessun altro chiedendo di intervenire, ha la parola il sottosegretario FORCIERI, che ringrazia la relatrice e la Commissione.

In particolare, si sofferma sull’articolo 3 del decreto legge, segnalando l’importanza che i finanziamenti siano resi disponibili immediatamente e nella loro interezza, eliminando le percentuali attuali del 70 per cento e dell’80 per cento, rispettivamente per l’anno in corso e per il 2008.

Ritiene inoltre che l’attuale disposizione dell’articolo 34 già ricomprenda la problematica cui si riferisce il senatore Berselli, e anticipa che il Governo si farà carico di essa.

 

La relatrice PISA (SDSE) interviene brevemente in sede di replica, formulando una nuova bozza di parere, favorevole con osservazione (allegato al resoconto della seduta).

 

Previa verifica della presenza del prescritto numero di senatori, il PRESIDENTE mette ai voti tale bozza di parere, che è approvata all’unanimità.

 

(omissis)

La seduta termina alle ore 12.15.

 

 

 

Allegato

 

SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAL RELATORE ED APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione Difesa,

esaminate le parti di competenza del provvedimento,

esprime, per quanto di competenza, parere favorevole, invitando la Commissione di merito a valutare l'opportunità di includere, nell’estensione dei benefici riconosciuti in favore delle vittime del dovere, nonché dei loro familiari, di cui all’articolo 34, anche le vittime accertate da uranio impoverito, nonché i familiari dei 38 cadetti della Marina militare, dell’ufficiale accompagnatore e dei 5 membri dell’equipaggio, vittime nell’incidente aereo sul Monte Serra (Pisa), avvenuto il 3 marzo 1977.


FINANZE E TESORO(6a)

Martedì 9 ottobre 2007

127a Seduta

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010

- Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Rapporti alla 5a Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5a Commissione per il disegno di legge n. 1819. Esame congiunto e rinvio)

 

Il relatore BARBOLINI (Ulivo) riferisce alla Commissione sullo stato di previsione delle entrate (Tab. 1 allegata al disegno di legge n. 1818) e sul disegno di legge finanziaria per il 2008 (Atto Senato n. 1917) per le parti di competenza, focalizzando l’attenzione sull’andamento del gettito delle entrate erariali, che si pone alla base del risanamento compiuto e delle prospettive finanziarie per l’anno prossimo. Osserva che la crescita del gettito trova spiegazioni in fattori economici, come la crescita degli utili e dell’economia in generale, in fattori legislativi, come le misure adottate nel corso della legislatura, nonché in elementi riconducibili a valutazioni di convenienza dei contribuenti rispetto all’azione accertatrice della Amministrazione finanziaria (a fronte dell'annuncio di una linea politica contraria all’adozione di misure di clemenza fiscale).

Per quanto riguarda la Tab. 1, sullo stato di previsione delle entrate, segnala che la nuova articolazione del bilancio dello Stato consente di rendere più semplice e immediata la lettura di tale documento, soprattutto in rapporto alla divisione tra entrate ricorrenti e entrate non ricorrenti, nonché tra entrate derivanti dall'attività ordinaria e quelle derivanti dall’attività di accertamento e controllo. Fa quindi presente che le entrate tributarie per il 2008 sono stimate in crescita per una cifra complessiva di 427.376 milioni di euro, con un incremento rispetto alle previsioni assestate di circa 9 miliardi di euro. Anche le entrate extratributarie sono previste in crescita: in totale le entrate finali sono stimate in incremento per circa 12.000 milioni di euro.

Passando ad esaminare alcune voci del bilancio di competenza delle entrate, evidenzia la stima in riduzione del gettito IVA (meno 3.843 milioni di euro) e la crescita dell’IRES (pur segnalando che tale stima potrà essere influenzata dagli effetti delle disposizioni recate dalla finanziaria) e la crescita delle stime delle entrate extratributarie derivanti dal controllo e repressione delle irregolarità.

Commentando le misure del disegno di legge finanziaria, sottolinea che, per il reddito di impresa, i profili più rilevanti sono i seguenti: la semplificazione fiscale, la riduzione dell’aliquota IRES dal 33 al 27,5 per cento, la forte semplificazione nel calcolo degli interessi passivi non deducibili, la ridisciplina degli ammortamenti anticipati e l'introduzione di un criterio semplificato di calcolo dell’imposta per le imprese minori o marginali.

Rilevato che la base di calcolo del reddito d'impresa viene ampliata, in contrapposizione all’abbattimento dell’aliquota nominale di tassazione delle società di capitali, degli enti commerciali e delle stabili organizzazioni in Italia di società estere, che passa dal 33 al 27,5 per cento, il relatore osserva che, per quanto riguarda l’eliminazione degli ammortamenti anticipati e accelerati, andrebbe chiarito se l’applicazione delle disposizioni innovative a decorrere dal periodo di imposta successivo al 31 dicembre 2007 si riferisca ai contratti di acquisto dei beni ammortizzabili ovvero alla disciplina degli ammortamenti per beni già iscritti nel conto economico negli anni precedenti.

Si prevede inoltre, egli prosegue, l’applicazione dell’aliquota ridotta per le società di persone e le ditte individuali: a decorrere dal 2008, infatti, tali soggetti potranno scegliere di sottoporre a tassazione gli utili non distribuiti e impiegati nell’azienda con aliquota IRES al 27,5 per cento.

Evidenzia inoltre che, per l’IRAP, viene prevista la riduzione dell’aliquota dal 4,25 al 3,9 per cento, accompagnata da una semplificazione del calcolo dell’imposta, nonché dall’eliminazione di tale imposta dal modello Unico. Per le imprese marginali o minori, prevede un unico prelievo a titolo definitivo del 20 per cento per imprese e professionisti con un ammontare di ricavi e compensi non superiore a 30.000 euro: il regime prevede l’esonero dal versamento dell’IRES e dell’IRAP, la franchigia per l’IVA e un solo adempimento IRPEF, con esclusione dell’applicazione degli studi di settore. Sottolinea che tale misura da un lato corrisponde alle aspettative dei settori interessati che vedono drasticamente ridotti gli adempimenti tributari e dall’altro potrebbe avere anche effetti positivi in termini di gettito.

Pur esprimendo un forte apprezzamento per tale misura, segnala quindi l’utilità di valutare l'adozione di un modello flessibile nell’applicazione dei criteri per la fruizione della tassazione opzionale, per evitare che la soglia dei ricavi diventi, indirettamente, un elemento di freno alla crescita economica e produttiva.

Passando al commento delle disposizioni sulla casa, delle quali sottolinea il rilevo sociale ed economico, osserva che l’articolo 2, comma 1, introduce, rispetto alla normativa vigente, un’ulteriore detrazione fruibile in sede di versamento dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) gravante sulla cosiddetta «prima casa», riguardando circa il 40 per cento dei proprietari. Si tratta, a suo parere, di una disposizione di grande rilievo sociale, che rafforza l'indirizzo volto a tutelare un bene rilevante, come l'immobile adibito ad abitazione, la cui applicazione, peraltro, andrebbe attentamente valutata alla luce del previsto limite di fruibilità fissato in 50.000 euro di reddito annuale del soggetto proprietario. Dopo aver illustrato alcuni casi di differente fruizione del beneficio tra famiglie monoreddito e bireddito, svolge alcune considerazioni in merito alla natura patrimoniale dell'imposta comunale sugli immobili e sulla opportunità di valutare approfonditamente il predetto limite di reddito. Dopo aver dato compiutamente conto della disciplina così introdotta, passa in rassegna le agevolazioni fiscali per gli inquilini, soffermandosi sulle novelle all’articolo 16 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986 (Testo unico delle imposte sui redditi – TUIR) che attribuiscono una detrazione di imposta ai titolari di contratti di locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale nonché, a favore dei giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni, titolari di un contratto di locazione relativo alla propria abitazione principale, la possibilità di usufruire, per i primi tre anni, della stessa detrazione. Osservato che il comma 9 dell’articolo 2 mira ad evitare che il reddito dell’abitazione principale e delle relative pertinenze rilevi ai fini del calcolo delle detrazioni per carichi di famiglia e delle detrazioni per categorie di reddito, rammenta, in proposito, che il Governo aveva accolto un ordine del giorno della Commissione, nel corso dell’esame del disegno di legge n. 1485, tendente ad elevare il limite di reddito al di sotto del quale un componente della famiglia è considerato soggetto fiscalmente a carico, richiamando al riguardo le argomentazioni a suo tempo svolte.

Dopo aver commentato la norma contenuta nel comma 7 dell’articolo 2, sull’esonero dal versamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per i contribuenti il cui reddito complessivo è formato soltanto da redditi fondiari di importo complessivo non superiore a 500 euro, segnala, in tema di edilizia, la proroga al 2010 delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e le spese per il risparmio energetico nonché la riduzione dell’imposta di registro sui trasferimenti degli immobili compresi in piani urbanistici diretti all’attuazione di programmi di edilizia residenziale.

Conclude la propria illustrazione, dichiarandosi disponibile a tener conto delle indicazioni che emergeranno nel corso del dibattito, e preannunciando l’inserimento nello schema di rapporto di alcune importanti osservazioni già espresse nel corso dell’esame del disegno di legge 1485, quali ad esempio quelle concernenti la misura del compenso per i centri di assistenza fiscale nel caso di dichiarazioni con una cifra da versare o compensare inferiore a 12 euro e le misure a favore dei giovani e dei gruppi musicali. Infine, richiama l’attenzione della Commissione sull’opportunità di inserire una serie di osservazioni concernenti l’applicazione del 5 per mille, lo scorrimento delle graduatorie degli idonei all’Agenzia delle Entrate e la clausola di salvaguardia per il trattamento fiscale del TFR.

 

Il relatore Paolo ROSSI (Ulivo) riferisce alla Commissione sulla Tab. 2, allegata al disegno di legge di approvazione del bilancio dello Stato per il 2008 (Atto Senato n. 1818) e sul disegno di legge finanziaria per il 2008 (Atto Senato n. 1817) per le parti di competenza, soffermandosi sulla riclassificazione del bilancio per programmi e missioni. Con tale nuova articolazione, il Governo ha operato la riclassificazione del bilancio in senso funzionale, passando da una struttura basata sulle Amministrazioni (centri di responsabilità che gestiscono le risorse) a una che pone al centro le funzioni (cosa viene fatto con le risorse in funzione degli obiettivi). Il bilancio viene così suddiviso in missioni (nel numero di 34) che rappresentano le grandi finalità perseguite con la spesa pubblica e che si realizzano attraverso uno o più programmi di spesa (stabiliti nel numero di 168), a loro volta costituiti da aggregati omogenei di attività all’interno di ogni Ministero. La nuova classificazione funzionale, attuata in tempi estremamente rapidi, per permettere la sua applicazione già al bilancio di previsione per il 2008, è certamente suscettibile di miglioramenti e perfezionamenti (come segnala la relazione illustrativa del Governo), tuttavia il risultato ottenuto, grazie a una proficua e serrata collaborazione istituzionale, costituisce un primo passo di un percorso che condurrà a una rivisitazione più immediata e sistematica dei documenti di bilancio e di programmazione.

Il relatore focalizza quindi l’attenzione sulle previsioni iniziali contenute nel bilancio per il 2008, evidenziando le appostazioni di bilancio relative al Ministero dell’economia e delle finanze: le spese correnti sono pari a 277,937 miliardi in competenza e a 293,194 miliardi di autorizzazioni di cassa mentre la spesa in conto capitale viene indicata in 25,422 miliardi in competenza e in 26,385 miliardi in cassa. Il rimborso passività finanziarie ammonta a 198 miliardi in competenza e in cassa. Le risorse complessive sono pari a 501,517 miliardi in competenza e a 517,739 miliardi per le autorizzazioni di cassa. Dopo aver raffrontato i dati di competenza relativi alle previsioni assestate per il 2007 con quelli riguardanti le previsioni per il 2008, commenta gli stanziamenti relativi ai singoli centri di responsabilità, osservando che, per quanto riguarda il Dipartimento per le politiche fiscali, il riepilogo missione/programma/centro di responsabilità evidenzia, per il 2008, previsioni di spesa pari a 60,052 miliardi di euro in conto competenza e a 60,369 in conto cassa; per quanto attiene invece alla Guardia di Finanza, la previsione di competenza ammonta a 3,609 miliardi di euro e a 3,655 in conto cassa.

Per quanto riguarda l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, il relatore sottolinea che il raffronto tra le previsioni per l'anno 2008 e le previsioni di bilancio per l'anno 2007, assestate a seguito della presentazione del disegno di legge (Atto Senato n. 1679) per l'assestamento del bilancio dello Stato, evidenzia identici stanziamenti per le entrate e le spese, i quali risultano pari, rispettivamente, a 12,657 miliardi di euro per le previsioni assestate 2007, e a 12,167 miliardi di euro per le previsioni 2008.

Relativamente alle disposizioni del disegno di legge finanziaria per il 2008, segnala i commi dal 31 al 34 dell’articolo 4, i quali autorizzano i Consorzi di Garanzia fidi (Confidi), sottoposti alla vigilanza prudenziale della Banca d’Italia, a prestare garanzie e fideiussioni nei confronti dello Stato, ai fini specificamente fiscali, laddove tale facoltà sia già attribuita dalla vigente normativa alle banche. Dopo aver riepilogato la vigente disciplina concernente tale tipologia di consorzi, dà compiutamente conto delle previsioni contenute nell’articolo in commento.

Si sofferma quindi sull’articolo 56, concernente la disciplina degli investimenti nel settore immobiliare da parte degli enti previdenziali pubblici, evidenziando le modalità con le quali si intende razionalizzare la spesa per investimenti in tale ambito.

Nel concludere la propria illustrazione, commenta le previsioni dell’articolo 83, volte a far emergere, con gradualità, nel bilancio dello Stato, i costi connessi all’uso degli immobili pubblici. A tal proposito, fa presente che vengono modificati i commi dal 204 al 208 dell’articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007). Altresì, vengono prescritte sia l’individuazione di piani di razionalizzazione degli spazi sia la riduzione della spesa. Infine, analizza nel dettaglio le singole novelle recate alla legge finanziaria per l’anno 2007.

 

Sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007 (Atto Senato n. 1819) riferisce alla Commissione la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), segnalando, per quanto di competenza, che l’articolo 1 prevede che le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il DPEF siano destinate, per il 2007, a realizzare gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente.

Si sofferma quindi sull’articolo 11, il quale dispone che, al fine di incentivare l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per l’estinzione anticipata di mutui e prestiti obbligazionari da parte di province e comuni, siano attribuiti appositi contributi, il cui ammontare non potrà superare il tetto dei 30 milioni di euro annui. La loro corresponsione verrà effettuata sulla base di una certificazione da redigersi secondo modalità stabilite con decreto del Ministero dell’interno, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, da emanarsi entro il 30 ottobre 2007.

Dopo aver dato conto dell’articolo 17 e dell’articolo 20, il quale integra di 150 milioni di euro per l’anno 2007, l’autorizzazione di spesa relativa alla destinazione del 5 per mille dell’IRPEF a scopi di pubblica utilità, focalizza l’attenzione sull’articolo 39, rilevando al riguardo che esso abroga, al comma 1, alcune norme della legge finanziaria per il 2007, che avevano introdotto l’obbligo di indicare nella dichiarazione dei redditi numerosi dati relativi all’imposta comunale sugli immobili (ICI), mentre, al comma 2, dispone che anche l’imposta sul reddito delle attività produttive (IRAP) rientri nel regime privilegiato dei crediti dello Stato. Con riguardo al comma 3, prosegue la relatrice, esso conferma che, dal 1° gennaio 2008, non sarà più utile, ai fini delle deduzioni e detrazioni dalle imposte sui redditi, allegare allo scontrino fiscale la documentazione contestualmente rilasciata dal farmacista, la quale specifichi la natura, la qualità e la quantità dei medicinali venduti: infatti occorrerà che la fattura o lo scontrino fiscale contenga la specificazione della natura, qualità e quantità dei farmaci nonché l'indicazione del codice fiscale del destinatario. Al riguardo, valuta criticamente la possibilità, concessa dall'Agenzia delle Entrate fino al 31 dicembre 2007, di allegare allo scontrino la suddetta documentazione.

Commentando il comma 4 dell’articolo 39, che modifica alcune disposizioni della legge finanziaria per il 2007 relative al sistema integrato delle banche dati in materia finanziaria e tributaria, la relatrice rileva che, tra le sue finalità istituzionali, rientra anche lo scambio costante di informazioni dell’intero settore pubblico. Dopo aver fatto riferimento al potere di indirizzo attribuito al Ministro dell’economia e delle finanze nei confronti di tutte le strutture dell’Amministrazione finanziaria, esprime l’auspicio che lo scambio di informazioni che si intende realizzare sia limitato alle banche dati pubbliche, senza coinvolgere archivi di soggetti privati.

Dopo aver dato compiutamente conto dei restanti commi dell’articolo 39, si sofferma su alcuni profili dell’articolo 40: da un lato si prevede che la gestione del gioco Enalotto e del suo gioco opzionale (Superenalotto) continui ad essere assicurata dall’attuale concessione fino alla piena operatività della nuova concessione e, comunque, non oltre il 30 settembre 2008, e, dall’altro, si prevede l’istituzione, a decorrere dal 1° marzo 2008 senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, di un’apposita agenzia fiscale preposta all’esercizio delle funzioni attualmente svolte dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Un ulteriore profilo concerne la modifica dei criteri di calcolo dell’acconto dell’addizionale comunale e dell’aliquota dell’addizionale regionale all’IRPEF.

In riferimento all’articolo 41, sottolinea che esso prevede la costituzione, da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, di un’apposita società di scopo per la promozione della formazione di strumenti finanziari immobiliari (fondi immobiliari o società di investimento immobiliare quotate) finalizzati all'acquisizione, al recupero, alla ristrutturazione o alla realizzazione di immobili ad uso abitativo.

Conclude la propria illustrazione, dando conto delle previsioni di cui all’articolo 44, che dispone l’attribuzione, per l’anno 2007, di una somma pari a 150 euro a favore dei soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), il cui debito di imposta netto dovuto per l’anno 2006 risulti pari a zero.

 

Riservandosi di intervenire in sede di discussione generale, il senatore EUFEMI (UDC) sottolinea il rilievo dell’atteggiamento dei Gruppi dell’opposizione, che hanno rinunciato a promuovere il pronunciamento in Assemblea sui presupposti di costituzionalità del decreto-legge.

Tuttavia rileva che il quadro di finanza pubblica per il 2007, assunto a riferimento del decreto-legge, rimane impregiudicato in assenza della definitiva approvazione del disegno di legge di assestamento del bilancio (Atto Senato n. 1679), e che tale circostanza ha effetti anche sulle stime contenute nei documenti di bilancio per l'anno 2008. Si tratta di un rilievo che, a suo parere, mette in forse l'intera impalcatura della manovra finanziaria.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 


FINANZE E TESORO(6a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

128a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010

- (Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Rapporti alla 5a Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5a Commissione per il disegno di legge n. 1819. Seguito dell'esame congiunto e rinvio) 

 

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta di ieri.

 

Si apre la discussione generale congiunta.

 

Nel porre in luce gli elementi di criticità nell’azione del Governo, il senatore CANTONI (FI) trae spunto dalle indicazioni emerse nel corso dell’audizione del Governatore della Banca d’Italia dinanzi alle Commissioni bilancio di Camera e Senato. Sottolinea poi che il testo del disegno di legge finanziaria presenta il tenore e i caratteri di un vero e proprio programma elettorale, ritenendo anche infondate le solenni dichiarazioni degli impegni programmatici rese dai componenti del Governo. Infatti, l’oratore ritiene infondato il quadro prospettato all’avvio della legislatura di un andamento fortemente negativo dei conti pubblici, tenuto conto che nell’anno in corso il rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo è in linea con i vincoli previsti in ambito comunitario. Dopo aver fatto presente che le maggiori entrate tributarie rispetto alle previsioni iniziali discendono da una sottostima da parte del Governo e che la finalità di redistribuzione del reddito, annunciata dall’Esecutivo, non ha trovato un concreto riscontro, commenta criticamente l’andamento tendenziale della pressione fiscale, la quale è destinata ad attestarsi al 43 per cento nel prossimo anno. Precisato che il Governo, nella sua azione, sembra animato da un intento di controriforma rispetto all’operato del precedente Esecutivo (per quanto riguarda le politiche in materia di previdenza, di mercato del lavoro, di investimenti per le infrastrutture e di disciplina dell’immigrazione), richiama gli obiettivi programmatici enunciati nel primo DPEF del Governo, consistenti nella riduzione della spesa corrente per i quattro principali comparti. Secondo l’oratore, tale linea di intervento è rimasta una enunciazione di mero principio, a fronte di una politica di aumento generalizzato della pressione fiscale per il finanziamento di maggiori spese.

Si sofferma quindi criticamente sul decreto-legge n. 159 del 2007, in ordine al quale muove rilievi di legittimità costituzionale, sotto un duplice profilo, tanto per la mancanza dei presupposti di straordinaria necessità e urgenza quanto per il ricorso alla decretazione d’urgenza per intervenire sui saldi di bilancio. Per quanto riguarda la manovra nel suo complesso, evidenzia che essa peggiora i valori tendenziali del quadro di finanza pubblica, in particolare per il rapporto deficit/PIL, di cui si prevede per l’anno prossimo il peggioramento di mezzo punto percentuale. Segnalando quindi che non vi è assolutamente alcuna redistribuzione delle maggiori entrate, esprime preoccupazione per gli effetti della manovra, che rinviano al triennio 2009-2011 il raggiungimento degli obiettivi di riequilibrio della finanza pubblica, a fronte di una sensibile contrazione nella crescita dell’economia. In tal senso, osserva che la manovra rappresenta un’occasione sprecata per la restituzione delle maggiori entrate registrate: esse infatti (cifrate in circa 13 miliardi di euro) non vengono destinate alla riduzione del debito pubblico ma all’incremento delle spese. Peraltro, il volume complessivo della correzione dei conti è ben maggiore di quanto dichiarato dal Governo, dal momento che occorre tenere conto degli effetti finanziari recati dal decreto-legge e dal provvedimento che recepisce il protocollo sulla riforma del Welfare. In merito ai rapporti finanziari con le autonomie territoriali, rileva l’insoddisfacente funzionamento del federalismo fiscale, citando l’esempio negativo rappresentato dalla prassi di stanziare fondi a favore delle Regioni che non hanno governato il ciclo della spesa sanitaria.

Giudica inoltre fallimentare anche l’operato in tema di politiche per lo sviluppo: il Governo francese aveva deciso di subordinare il riequilibrio dei conti pubblici all’intrapresa di un’azione di rilancio dell’economia, attuata con l’alleggerimento del prelievo sul reddito d’impresa attraverso una rimodulazione della base imponibile. Al contrario, le modalità con le quali si prevede di attuare la revisione dell’imponibile e delle aliquote IRES e IRAP si traducono di fatto in un aumento del prelievo sulle imprese.

Dopo aver sottolineato che non vi sono sgravi fiscali per il reddito di lavoro dipendente (nella prospettiva di ottenere un incremento dei salari netti), giudica inefficaci le misure che riguardano la cosiddetta «prima casa» e gli sgravi a favore degli inquilini.

 

Il senatore D'AMICO (Ulivo) evidenzia che l’analisi dell’andamento del gettito delle entrate non può comunque essere disgiunta dalla valutazione del ciclo della spesa: non concorda con l’impostazione secondo la quale soltanto con la riduzione della pressione fiscale si favorisce la crescita e lo sviluppo dell’economia. Non ritiene applicabile tale modello all’Italia, a causa del consistente volume del debito pubblico, che aumenta l’incidenza delle oscillazioni dei mercati finanziari e dei tassi di interesse. La questione centrale è rappresentata, a suo avviso, proprio dalla crescita economica, la quale può essere favorita non attraverso interventi sul carico impositivo, ma soltanto attraverso una riduzione delle spese di parte corrente (tenuto conto della inopportunità o della difficoltà di intervenire sulle spese in conto capitale o sul rimborso dei prestiti).

Nel prendere in esame l’andamento della spesa pubblica negli ultimi dieci anni nei Paesi europei, enuclea la costante secondo la quale la curva di esso risente dell’andamento del ciclo economico. Al contrario, il sistema italiano presenta un carattere di anomalia, per il quale esprime preoccupazione, consistente nell’aumento della spesa pubblica in misura maggiore del prodotto interno lordo, dimostrando che la politica di spesa non è influenzata né dal ciclo economico né dai mutamenti politici negli assetti di Governo. Osserva quindi negativamente che con il disegno di legge finanziaria per il 2008 la spesa di parte corrente è destinata ad un ulteriore incremento, in base tra l’altro all’erroneo convincimento (comune a tutti gli Esecutivi) che il ricorso all’ampliamento del deficit rappresenti l’unica leva per lo sviluppo economico. All’inverso, la manovra presentata dal Governo non interviene sulla soglia della povertà né agisce sulla riduzione delle forti disparità di reddito. L’obiettivo di riequilibrio della finanza pubblica, il cui raggiungimento è rinviato al 2011, richiede invece un intervento coraggioso di contenimento della spesa corrente. Sotto altro profilo, non disconosce che l’apporto del Parlamento alle decisioni di bilancio presenta in genere un impatto marginale, che non influisce in modo significativo sulle grandezze macroeconomiche di riferimento.

Passando al merito dei provvedimenti all’esame congiunto, l’oratore propone di valutare adeguatamente una più proficua utilizzazione della somma di 150 milioni di euro stanziata dal decreto-legge n. 159 del 2007 per realizzare il programma di interventi e iniziative funzionali alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Inoltre, tali risorse potrebbero essere utilizzate per incrementare la soglia di detraibilità degli interessi passivi pagati sui mutui immobiliari stipulati a tasso variabile.

Per quanto riguarda le disposizioni del disegno di legge finanziaria per il 2008, esprime condivisione per l’attuale struttura dell’ICI, posto che si tratta di un’imposta a base patrimoniale con aliquota contenuta che non produce effetti distorsivi nella riallocazione del reddito e costituisce al contempo un importante strumento di finanziamento dei Comuni. Manifesta quindi netto dissenso rispetto alle modalità con le quali si prevede la concessione di una specifica detrazione d’imposta, da fruire in sede di versamento dell’ICI, in particolare per ciò che concerne la soglia di reddito prevista per il beneficio fiscale. Infatti, il meccanismo prospettato presenta profili fortemente sperequativi per quanto riguarda la platea dei soggetti potenziali beneficiari. Formula quindi un’analitica indicazione in merito alle modalità con le quali provvedere alla compensazione del minor gettito, intervenendo sull’acquisto dei beni intermedi e sulle regole relative al turnover del personale della pubblica amministrazione.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) osserva che la manovra del Governo è contraddittoria e presenta effetti finanziari molto maggiori di quanto affermato dallo stesso Esecutivo. Infatti rileva criticamente l’incremento della spesa corrente e il mantenimento della pressione fiscale a livelli molto alti. Sottolineata l’inefficacia dell’azione di contrasto all’evasione e all’elusione, pone in luce il fatto che la manovra peggiora il valore tendenziale dei saldi finanziari per il prossimo triennio, con una serie di misure di carattere espansivo. Segnala poi che non sono affatto previsti interventi in favore della ripresa demografica, esprimendo al contempo preoccupazione per il generalizzato aumento dei livelli tariffari relativi ai servizi pubblici. A suo parere occorre inoltre approfondire le ricadute economiche della crisi dei mutui statunitensi sub-prime, nella consapevolezza che è necessario evitare che tali turbolenze possano avere effetti negativi sui redditi delle famiglie che hanno contratto un mutuo immobiliare a tasso variabile (al riguardo concorda con il rilievo espresso dal senatore D’Amico riguardo all’opportunità di elevare la percentuale di detraibilità dei costi). Commenta poi criticamente le modifiche previste alla disciplina sull’ICI: in proposito il criterio per la concessione della detrazione d’imposta dovrebbe essere più razionale, prendendo a riferimento il reddito della famiglia nel suo complesso e considerando anche la tipologia di unità immobiliare posseduta.

In riferimento alla revisione dell’imponibile dell’IRES, sottolinea che l’intervento è penalizzante per le piccole e medie imprese, le quali risultano meno capitalizzate e più indebitate rispetto alle altre, esprimendo il timore che esso possa alla fine agevolare principalmente i grandi gruppi.

Per quanto riguarda la disciplina in materia di IVA, osserva che il disegno di razionalizzazione dovrebbe considerare i seguenti profili: l’ampliamento delle scadenze periodiche per i pagamenti, la costituzione di un fondo di garanzia per il versamento del tributo all’Amministrazione finanziaria e il subordinare l’esigibilità dell’imposta all’effettiva percezione del corrispettivo.

Dopo avere osservato in termini generali che la manovra per il 2008 interrompe il percorso di riequilibrio dei conti pubblici, incrementando il ricorso alla politica di deficit spending (senza una contestuale riduzione del carico tributario), commenta criticamente la misura e le modalità con le quali viene prevista la corresponsione di un bonus agli incapienti: infatti evidenzia l’inefficacia dell’intervento previsto rispetto alla necessità di intervenire sulla linea della povertà.

Svolge infine una serie di ampie considerazioni sulla necessità di introdurre misure che favoriscano la sostituzione di autoveicoli inquinanti, sulla riduzione degli stanziamenti per la Guardia di Finanza (sollecitando al riguardo un chiarimento a fronte dell’ampliamento delle funzioni istituzionali del Corpo), sulle prospettive di riorganizzazione del SECIT, sulle linee di intervento da adottare per razionalizzare la disciplina tributaria del reddito di impresa e sulle previsioni contenute nell’articolo 40 del decreto-legge. In proposito, pur non dichiarandosi aprioristicamente contrario all’ipotesi di una trasformazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato in agenzia fiscale, segnala la necessità di valutare adeguatamente la prospettiva di trasformare tale organismo in ente pubblico economico.

 

Al riguardo, il presidente BENVENUTO rende noto che i sindacati rappresentativi dei dipendenti dell’AAMS hanno consegnato, nel corso dell’audizione svolta stamattina dinanzi all’Ufficio di Presidenza, una documentazione che è disponibile per la consultazione.

 

Pur condividendo in linea di principio l’adozione di misure di favore per le fasce reddituali più basse, il senatore Paolo FRANCO (LNP) rileva tuttavia che il complesso degli interventi recati dal disegno di legge finanziaria per il 2008 non affronta in modo efficace il problema rappresentato dalla linea della povertà, il quale è stato segnalato anche dal Governatore della Banca d’Italia come una delle principali questioni nell’agenda politica. Per quanto riguarda il lato dell’entrate, svolge una serie di considerazioni critiche tanto sulla detrazione d’imposta ai fini dell’ICI sulla prima casa quanto sul fatto che la prevista riduzione dell’aliquota IRES, per le modalità con le quali viene prospettata, determina una redistribuzione di reddito nell’ambito degli stessi soggetti passivi d’imposta senza un’effettiva attenuazione del prelievo.

In linea generale, l’oratore giudica insufficiente la politica attuata dal Governo sul lato delle entrate, con la previsione di misure dal carattere minimale, citando, a titolo di esempio negativo, gli sgravi fiscali per gli inquilini e le provvidenze in favore degli incapienti. Per quanto riguarda il riequilibrio dei conti pubblici, osserva che tale obiettivo avrebbe potuto essere raggiunto già nel prossimo anno finanziario, a condizione però che le maggiori entrate tributarie fossero state destinate alla riduzione del debito pubblico anziché al finanziamento delle spese correnti, come deciso dal Governo. Dopo aver rammentato il giudizio critico espresso da alcune istituzioni italiane e internazionali sull’impianto della manovra, osserva che la crescita del PIL emersa nel 2006 era dovuta, in parte, anche alla favorevole congiuntura internazionale oltre che alle misure di riduzione del prelievo fiscale attuate negli anni 2004 e 2005. Tale circostanza dimostra a suo parere, contrariamente a quanto rilevato dal senatore D’Amico, che la promozione di un’azione di sostegno dell’economia può discendere anche da una attenuazione del carico impositivo.

Al fine di conseguire una più razionale allocazione delle risorse disponibili, l’oratore evidenzia l’opportunità di impostare in maniera diversa il rapporto tra lo Stato e gli enti locali, nella prospettiva di favorire una maggiore assunzione di responsabilità da parte degli amministratori di questi ultimi per quanto riguarda il controllo delle dinamiche di spesa.

Conclude il proprio intervento, osservando che il disegno di legge del Governo sul federalismo fiscale non sembra tener conto di tale esigenza.

 

A giudizio del senatore PEGORER (Ulivo) l’azione di risanamento dei conti pubblici posta in essere nel corso dell’attuale legislatura ha già conseguito risultati di grande rilievo, testimoniati dall’andamento decrescente del debito pubblico, dalla crescita dell’avanzo primario e da una sostanziale ripresa del controllo sull’andamento della spesa pubblica complessiva.

Si sono così gettate le basi per una graduale riduzione della pressione fiscale complessiva e oggi il Parlamento è chiamato a valutare una manovra di bilancio per il 2008 che non prevede alcuna correzione dell’andamento dei conti pubblici e che avvia una prima, anche se parziale, restituzione di risorse finanziarie ai contribuenti e alle imprese.

Tali risultati sono stati conseguiti grazie ad un andamento crescente del gettito delle entrate erariali, come a tutti noto ben superiore alle stime previste, che va ricondotta, al di là di una serie di fattori messi in luce dalla relazione del senatore Barbolini, anche ad una più efficace e serrata azione sul fronte della lotta all’evasione fiscale. Non vi è dubbio che la riduzione del prelievo sulle imprese, ovvero la ridefinizione della base imponibile IRES e IRAP, sono state possibili grazie alle maggiori risorse strutturali che il fisco è stato in grado di incassare.

Commenta poi positivamente la misura che prevede l’aliquota forfetaria sull’imponibile delle imprese i cui ricavi non superano i 30 mila euro annui. In tale contesto, peraltro, ritiene opportuna una riflessione circa gli strumenti equitativi messi in campo dalla manovra e ritiene opportuno segnalare al relatore sulla Tabella 1 la possibilità di suggerire l’incremento del limite della detraibilità delle spese per interessi pagati sui mutui edilizi, l’introduzione di una clausola di salvaguardia per le somme percepite a titolo di fine rapporto da assoggettare alle aliquote vigenti nel 2006 e il ripristino di alcune detrazioni a sostegno della famiglia come quelle per gli asili nido. Per quanto riguarda in generale le istanze da più parti avanzate a ridurre il volume complessivo della spesa pubblica corrente, segnala in termini positivi le misure riferite alla riduzione dei costi dell’attività politica e amministrativa e ritiene opportuna una riflessione anche sui costi di funzionamento degli organismi costituzionali, prima di tutto il Parlamento.

 

Interviene quindi il senatore COSTA (FI), il quale, dopo aver condiviso le osservazioni del senatore D’Amico relativamente alle nuove detrazioni dell’imposta comunale sugli immobili, svolge una serie di osservazioni critiche in tema di razionalizzazione della base imponibile IRES, i cui effetti sul conto economico delle imprese, nonostante le assicurazioni del Governo, saranno certamente peggiorativi in quanto l’eliminazione degli ammortamenti accelerati e anticipati ovvero la riduzione della deducibilità degli interessi passivi incidono negativamente sulla capitalizzazione e ammodernamento dell’apparato produttivo delle imprese stesse. Anche la misura forfetaria dell’aliquota sugli utili delle imprese cosiddetti minori non ha una reale incidenza sulle stesse.

Viceversa, sono del tutto assenti misure di sostegno al reddito familiare. In tale scenario si inseriscono le critiche circostanziate espresse dal Governatore della Banca d’Italia che invoca, giustamente, un forte rallentamento della spesa corrente e una decisa azione di investimenti nel capitale produttivo e umano del Paese. Pur condividendo tale indirizzo, si dichiara scettico sulla possibilità di ridurre in maniera significativa la spesa corrente, senza una profonda riforma dei meccanismi di spesa, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità dei manager pubblici e i meccanismi effettivi di realizzazione delle opere pubbliche.

 

A giudizio del senatore BONADONNA (RC-SE) è rimasto finora ai margini del dibattito il dato strutturale che caratterizza l’economia nazionale e la finanza pubblica e cioè il livello abnorme dell’evasione fiscale e l’iniqua distribuzione dei redditi. Senza una considerazione degli effetti sulle reali dinamiche economiche della sperequazione dei redditi e dell’incidenza effettiva della pressione fiscale su alcuni tipi di redditi, ogni analisi della manovra di bilancio risulta parziale.

Le osservazioni del senatore D’Amico sull’iniquità del limite di reddito dichiarato per fruire della detrazione dell’imposta sugli immobili non sembra considerare che le dichiarazioni dei redditi sono una falsa rappresentazione della ricchezza del Paese e che, viceversa, occorre rammentare che circa il 60 per cento dei redditi è costituito da rendite e profitti e che solo la parte rimanente afferisce a salari, stipendi e pensioni. A suo parere, infatti, negli ultimi anni i redditi da lavoro sono stati continuamente penalizzati a vantaggio della spesa improduttiva e delle rendite e tale sperequazione strutturale non solo non è stata attenuata, ma è stata accentuata dalle numerose manovre di contenimento dei conti pubblici. A suo giudizio, quindi le risorse per qualificare meglio e indirizzare in senso più equitativo la spesa corrente dovrebbero essere recuperate incidendo appunto su quella parte di società la cui ricchezza è determinata dai profitti e dalle stesse rendite. Inoltre ritiene che la richiesta di ridurre la spesa corrente non tenga in alcun conto gli effetti che dal 2000 in poi si sono determinati nel settore pubblico con l’adozione delle riforme portate avanti dal ministro Bassanini e di modifica del titolo V della Costituzione.

Citando analiticamente numerosi casi di moltiplicazione e duplicazione di apparati pubblici, soprattutto negli enti decentrati e locali, ritiene che le riforme dianzi citate abbiano sostanzialmente sottratto ad un controllo politico le spese per l’erogazione di numerosi servizi da parte della Pubblica amministrazione.

A suo giudizio infatti vanno ridotti drasticamente i costi della politica, cioè i costi dell’intermediazione politica della gestione del denaro pubblico, ma non possono essere intaccati i costi della democrazia, quali potrebbero essere ad esempio le spese relative al numero dei consiglieri nei piccoli comuni. L’abnorme crescita della spesa corrente determinata da tale funzione di intermediazione politica (creazione di società erogatrici di servizi pubblici esternalizzati, consigli di amministrazione delle stesse, nomina di consulenti per lo svolgimento di funzione proprie dell’apparato) si abbina ad una sempre più bassa qualità dei servizi sociali erogati ai ceti più deboli. La stessa Pubblica amministrazione, nel suo complesso, rimane umiliata da retribuzioni basse, sperequazioni organizzative e decisioni discrezionali. Entrando nel merito di alcun scelte compiute con la manovra di bilancio in materia tributaria ritiene discutibile un intervento a sostegno delle aziende operanti nelle zone svantaggiate attraverso strumenti indifferenziati e senza compiere scelte strategiche di fondo. Conclude invocando un riequilibrio e una riqualificazione della spesa corrente, ricordando che la spesa pubblica pro capite in Italia rimane ancora troppo bassa.

 

Il senatore BALBONI (AN), in riferimento anche al tenore dell’intervento del senatore Bonadonna, sostiene che la propria parte politica considera il lavoro autonomo una ricchezza per il Paese, continuamente penalizzato dal prelievo tributario crescente e percepito sostanzialmente come iniquo. In termini più generali, la manovra finanziaria per il 2008, contrariamente alle sollecitazioni di tutti i centri di analisi, non concorre a ridurre il debito pubblico, non frena l’aumento della spesa corrente ed è indebolita dalla decisione del Governo di utilizzare l’extragettito del 2007 a fini redistributivi e non a riduzione del deficit.

A suo parere il Governo, pur avendo avuto la possibilità di utilizzare risorse aggiuntive nel 2007 (frutto di scelte compiute anche nella scorsa legislatura), perdendo un’occasione storica, disperde tali risorse e, correlativamente, trascura settori della pubblica amministrazione di grandissimo rilievo come quello della sicurezza. Rileva poi che la manovra complessiva, alla quale manca ancora un tassello fondamentale come la riforma delle pensioni e le misure sul costo del lavoro, si allinea in termini finanziari con le manovre degli anni scorsi, inglobando tra l’altro una serie di misure redistributive che, pur condivisibili, in linea teorica, appaiono come concessioni alle pressioni della sinistra radicale ed indeboliscono la tenuta dei conti pubblici. A suo parere, l’enfasi sui risparmi di spesa del capitolo "costi della politica", assume un carattere esclusivamente propagandistico poiché non incide minimamente sui reali fattori politico-amministrativi, che hanno fatto crescere la spesa pubblica. Conclude, esprimendo una valutazione fortemente critica sul limite fissato per fruire delle nuove detrazioni ICI e sulla riforma dell’imposta sui redditi delle società; analoghe considerazioni critiche svolge poi sul nuovo regime forfetario della tassazione dei redditi delle imprese minori.

 

A giudizio della senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) la valutazione sul complesso della manovra non può non partire dalla considerazione che la pressione fiscale complessiva, cresciuta dal 2005 di circa 2 punti percentuali, rimane anche per il 2008 su livelli altissimi, risultando sostanzialmente un freno allo sviluppo del Paese. Occorre quindi, a suo parere, riproporre la crescita dell’economia quale obiettivo fondamentale della politica economica, anche attraverso una riduzione del prelievo a carico delle imprese e delle famiglie. In tale prospettiva, le misure di riequilibrio sociale relative ai soggetti incapienti ovvero riferite all’imposta comunale sugli immobili vanno in una giusta direzione, anche se occorre considerare la modestia degli importi messi in campo. Dopo aver lamentato l’assenza di misure specifiche a favore del reddito familiare, sottopone all’attenzione della Commissione l’esigenza di riproporre per l’anno d’imposta 2008 alcune misure agevolative previste negli anni precedenti quali l’agevolazione per i sistemi di teleriscaldamento con l’utilizzo di biomasse, l’aliquota agevolata per le accise sui combustibili da riscaldamento ad uso privato nelle zone montane e la detrazione per le spese delle famiglie per l’uso degli asili nido. Per quanto riguarda più in particolare la riduzione dell’ICI per la prima casa condivide le perplessità circa la correlazione di tale beneficio con il limite del reddito annuo dei 50 mila euro. Inoltre, ritiene che il meccanismo previsto possa creare problemi applicativi per gli enti locali. Per quanto riguarda invece la riforma dell’IRES, esprime, da un lato, il timore che la rimodulazione della base imponibile possa sostanzialmente favorire le imprese di maggiori dimensioni e penalizzare invece le piccole imprese che ricorrono al capitale di debito. Inoltre, a suo parere, la neutralità delle misure introdotte in tema di IRES non sembra essere rispettata per l’anno d’imposta 2008, in riferimento al quale il Governo ha stimato un incremento di gettito. Per quanto riguarda l’IRAP infine sottolinea criticamente la riduzione delle deduzioni forfetarie. Infine esprime perplessità per la misura che riduce la possibilità di utilizzare gli ammortamenti anticipati e accelerati, che rischia di penalizzare nei prossimi esercizi le imprese che hanno effettuato investimenti in beni strumentali.

 

A giudizio del senatore VENTUCCI (FI) la situazione di precarietà e fragilità della società italiana e dell’economia nazionale, che presenta aspetti di novità rispetto a periodi storici precedenti nel corso dei quali sono state superate prove ben più difficili come la ricostruzione postbellica, origina sostanzialmente dalla perdita di autorevolezza della politica che non riesce a governare secondo un indirizzo condiviso. Esiste anche un problema di classe dirigente amministrativa, ma appare chiaro che l’azione economica sembra orientata più a soddisfare interessi particolari che non il bene comune.

Esiste indubbiamente a suo parere il peso dell’enorme debito pubblico accumulato nel passato, ma ritiene che le misure messe in campo nell’attuale legislatura non siano in grado di dare fiducia ai giovani e di ribaltare una condizione di sostanziale declino. Da tale punto di vista, è sintomatico l’utilizzo dell’extragettito, che non intacca minimamente il debito pubblico e disperde risorse. D’altro canto, l’analisi delle singole misure redistributive ne mostra la modestia sia in termini di sostegno alla domanda, sia per le risorse a favore dei singoli beneficiari.

In termini politici più generali, la valutazione sulle due manovre finanziarie poste in essere dall’attuale Governo mostra, da un lato, la mistificazione delle reali condizioni della finanza pubblica (con l’enfasi posta, all’inizio di legislatura, su un’emergenza inesistente), dall’altro spacciando per riduzione del prelievo fiscale una misura sul reddito delle persone giuridiche assolutamente ininfluente. Dopo aver svolto alcune considerazioni critiche anche sulle misure di riduzione dei cosiddetti costi della politica, preannuncia un voto nettamente contrario della propria parte politica, sottolineando il carattere sostanzialmente preelettorale della manovra e l’incapacità di sostenere il tessuto produttivo, che dovrà certamente affrontare nel prossimo esercizio una riduzione della crescita.

 

Il presidente BENVENUTO dichiara chiusa la discussione generale e rinvia il seguito dell’esame congiunto con gli interventi di replica dei relatori e dei rappresentanti del Governo nella seduta pomeridiana.

 

La seduta termina alle ore 14.

 


FINANZE E TESORO(6a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

129a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010

- (Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Rapporti alla 5a Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5a Commissione per il disegno di legge n. 1819. Seguito dell'esame congiunto e rinvio) 

 

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.

 

Preso atto che non vi sono ulteriori iscritti a parlare, il presidente BENVENUTO dichiara chiusa la discussione generale congiunta e concede la parola ai relatori per i rispettivi interventi di replica.

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo), relatore sullo stato di previsione delle entrate (Tabella 1 allegata al disegno di legge di approvazione del bilancio dello Stato per il 2008) e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria, valuta positivamente l’impianto generale della manovra, che risulta pienamente coerente con gli obiettivi programmatici di sostegno dello sviluppo, di risanamento dei conti pubblici e di equità fiscale. Il quadro di finanza pubblica registra un significativo incremento del gettito delle entrate tributarie, riconducibile a diversi fattori, fra i quali una favorevole congiuntura, l’emersione di una maggiore base imponibile e l’adempimento spontaneo dei contribuenti. Rileva quindi la natura strutturale di tale crescita, esprimendo sorpresa per la difforme valutazione operata dalla Corte dei conti. In termini generali, prosegue il relatore, la manovra del Governo pone un freno all’espansione della spesa pubblica, riducendo il disavanzo primario; al contempo, essa reca una serie di misure di tregua fiscale e di interventi volti a favorire la redistribuzione del reddito, nella consapevolezza che occorre prestare attenzione ai ceti socialmente più deboli.

Espresso apprezzamento per la nuova articolazione del bilancio dello Stato e per l’adozione di criteri di spending review, condivide l’obiettivo di una maggiore incidenza sulla linea della povertà, con un’integrazione dei trattamenti pensionistici minimi e delle somme a favore degli incapienti.

In relazione al prelievo sul reddito di impresa, valuta positivamente il disegno di semplificazione alla base della revisione della disciplina sull’IRAP, anche se rimane impregiudicata la questione concernente l’inclusione nel novero dei soggetti passivi dell’imposta dei professionisti che operano senza una stabile organizzazione.

Osservato che occorre chiarire gli effetti delle misure sulla riduzione del cosiddetto «cuneo fiscale», si sofferma sulla revisione della disciplina dell’IRES, condividendone il disegno di razionalizzazione e semplificazione ed evidenziando al contempo che per quanto riguarda l’eliminazione degli ammortamenti anticipati e accelerati, occorre chiarire se l’applicazione delle nuove norme a decorrere dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2007 si riferisca ai contratti di acquisto dei beni ammortizzabili o agli ammortamenti per beni già iscritti nel conto economico.

In relazione al regime di esenzione fiscale per le imprese marginali o minori, esprime l’auspicio che il limite di fatturato per la concessione del beneficio non si trasformi in un freno alla crescita di tali soggetti.

Prendendo atto dell’assenza di misure a favore del reddito familiare e della ripresa demografica, focalizza l’attenzione sulla detrazione d’imposta sulla «prima casa». La previsione di un limite di reddito complessivo per la fruizione del beneficio in sede di versamento dell’ICI pone il problema del trattamento differenziato tra famiglie mono e bireddito, con la necessità di rapportare la misura agevolativa al valore dell’immobile o di trasformare l’aiuto fiscale direttamente sul reddito. Per quanto concerne il prelievo tributario sulla casa, il relatore sottolinea l’opportunità di incrementare il limite di deducibilità della spesa per interessi sui mutui immobiliari, attesa la crescita dei tassi di interesse di natura variabile. In merito alla previsioni di sgravi fiscali per gli inquilini, richiama poi l’ordine del giorno accolto dal Governo in sede di esame del disegno di legge n. 1485, volta ad elevare il limite di reddito per i familiari fiscalmente a carico.

Richiama l’attenzione sulla necessità di recepire una serie di misure già esaminate dalla Commissione, come quelle sul compenso per i centri autorizzati di assistenza fiscale nel caso di dichiarazioni d’imposta con un debito o un credito inferiore a 12 euro, quelle a favore dei giovani e dei gruppi musicali, quelle sul giorno di chiusura delle conservatorie.

Ulteriori osservazioni reputa opportuno inserire nello schema di rapporto sulla riproposizione delle detrazioni per gli asili nido nonché per la clausola di salvaguardia ai fini fiscali per le somme corrisposte a titolo di trattamento di fine rapporto.

Conclude la propria replica, sottoponendo al Governo l’ipotesi di rendere stabile l’assegnazione di una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per le attività di volontariato, condividendo al riguardo anche la possibilità di una nuova commisurazione della percentuale delle somme suscettibili di assegnazione.

 

Il senatore Paolo ROSSI (Ulivo), relatore sullo stato di previsione delle spese del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella 2 allegata al disegno di legge di bilancio per il 2008) e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria, non condivide il tono estremamente pessimistico delle osservazioni svolte dai Gruppi dell’opposizione, in particolare i rilievi critici del senatore Cantoni. In proposito, osserva che la crescita del debito pubblico è una costante storicamente presente nell’ambito dell’operato di numerosi Esecutivi: semmai il Governo del centrodestra dovrebbe assumersi la responsabilità per non aver promosso un processo di inversione della tendenza e di ripresa dell’economia.

Il ciclo della spesa pubblica rappresenta da un lato il tema centrale dell’analisi, mentre dall’altro, secondo la prospettazione del senatore Pegorer, occorre inquadrare la situazione della finanza pubblica nell’ambito degli obiettivi del programma di Governo (sostegno allo sviluppo, risanamento ed equità fiscale). Espresso apprezzamento per l’ampio dibattito svolto, condivide in particolare le considerazioni del senatore Balboni sui costi della politica nonché quelle della senatrice Thaler Ausserhofer.

Conclude il proprio intervento, rilevando che il quadro di finanza pubblica evidenzia importanti segnali per l’avvio di un’inversione di tendenza. 

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), relatrice sul decreto-legge n. 159 del 2007, apprezza le misure di favore per gli incapienti, anche se rileva l’esigenza di valutare adeguatamente l’ipotesi di un accrescimento della misura del bonus previsto oltre all’opportunità di rendere stabile tale provvidenza. Dopo aver evidenziato la necessità di adottare misure più efficaci per il sostegno del reddito familiare e osservato che occorre ripristinare la detrazione per gli asili nido, esprime condivisione per il disegno di unificazione degli enti previdenziali, che risponde a una logica di razionalizzazione dell’organizzazione amministrativa e di conseguimento di un consistente risparmio di spesa. Dopo aver valutato positivamente le modificazioni alla disciplina sulla dichiarazione dei redditi in relazione all’eliminazione dell’obbligo di indicare taluni dati relativi all’ICI nonché la semplificazione dei criteri di calcolo dell’acconto dell’IRPEF, si sofferma sulla previsione contenuta nell’articolo 39, che al comma 3 stabilisce che per certificare la spesa sanitaria relativa all’acquisto dei medicinali (effettuata a decorrere dal 1° gennaio 2008), utile al fine della deduzione o detrazione prevista, non è più utilizzabile l’allegazione allo scontrino fiscale della documentazione contestualmente rilasciata dal farmacista specificante la tipologia dei medicinali venduti. Commenta criticamente il tenore di tale previsione oltre alla norma transitoria prevista nella legge finanziaria per il 2007.

Convenendo con le osservazioni del senatore D’Amico riguardo alla necessità di una riallocazione degli stanziamenti previsti per il programma delle celebrazioni dell’unità d’Italia (nella prospettiva di razionalizzare la spesa pubblica) per coprire gli oneri di un incremento del limite di detraibilità dei costi dei mutui, manifesta un consenso in linea teorica alla trasformazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, esprime infine l’auspicio che vengano destinate all’Amministrazione finanziaria e alla Guardia di finanza adeguate risorse finanziarie e di personale per il potenziamento della strategia antievasiva e antielusiva.

 

Il vice ministro VISCO sottolinea in premessa che la manovra sottoposta alla valutazione del Parlamento rispetta e migliora gli obiettivi concordati in sede europea e, nello stesso tempo, pone le basi per affrontare alcuni capitoli essenziali della politica economica, quali la ripresa degli investimenti pubblici in infrastrutture e la riqualificazione della spesa sociale. L’uscita della fase di emergenza dei conti pubblici, nella quale versava il Paese all’avvio della legislatura - e che giustificava ampiamente la terapia d’urto posta in essere l’anno scorso - è stata conseguita grazie ad una crescita importante e strutturale del gettito erariale, a sua volta derivante da un sostanziale mutamento delle aspettative dei contribuenti. Come è noto, prosegue, una combinazione equilibrata di controlli e sanzioni riduce la convenienza ad evadere. Il Governo quindi ha avviato un’opera di riduzione del prelievo e di ridefinizione della base imponibile. Non vi è dubbio inoltre che, ricorrendo ad un’ulteriore manovra correttiva nel prossimo esercizio, potrà essere poi conseguito l’obiettivo del pareggio di bilancio nei tempi già programmati.

Rispetto agli strumenti che il Governo può utilizzare, certamente la pressione fiscale, che ha raggiunto livelli pressoché ineguagliati nella storia del dopoguerra, non può essere più incrementata. Quanto alla spesa corrente, viceversa, più che l’Esecutivo sarà il Parlamento, a dover individuare le misure per eliminare la spesa corrente improduttiva e ridurre drasticamente gli sprechi.

In merito alle analisi svolte dalla Corte dei conti sulla manovra, il Vice ministro puntualizza che le spese previste con il decreto-legge sono integralmente coperte con le maggiori entrate certificate del 2007. Puntualizza, inoltre, che le stime dell’andamento del gettito erariale nel 2007 fanno ragionevolmente ipotizzare un surplus complessivo annuale rispetto alle previsioni di circa 9 miliardi di euro.

Dopo aver analiticamente illustrato i fattori che hanno inciso sull’extragettito realizzatosi nel 2006, di cui circa un terzo deriva dall’accresciuto adempimento dei contribuenti, sottolinea che tale crescita ha un carattere strutturale e quindi si è riproposta anche nel 2007. Inoltre, fa presente che le stime effettuate dal Governo sono calcolate utilizzando un fattore di elasticità prudenziale del gettito rispetto al PIL, cifrato di poco inferiore all’unità, e che tali stime sono sostanzialmente convalidate dall’analisi del gettito aggiornato a settembre. Passando a commentare le misure concernenti la tassazione fortettaria per le microimprese, dopo aver dato conto della platea dei contribuenti interessati, sottolinea l’enorme semplificazione degli adempimenti realizzata con la misura in commento, non escludendo peraltro che un’analisi successiva di tale norma possa tener conto dei rilievi avanzati nel corso della discussione generale sugli effetti del limite dei 30 mila euro per rientrare nel regime opzionale. In particolare, ritiene possibile immaginare un meccanismo di indicizzazione di tale limite.

Per quanto riguarda, invece, la revisione dell’imposta sui redditi delle società, sottolinea il rilievo dell’allargamento della base imponibile e l’azione di razionalizzazione operata, soprattutto in riferimento alle interferenze tra bilancio civilistico e bilancio ai fini fiscali. Ribadisce poi che l’allargamento della base imponibile e la riduzione di 5,5 punti dell’aliquota non ha un effetto reale, ma solo finanziario. Le piccole imprese invece trarranno un immediato beneficio dalla riduzione dell’aliquota dell’IRAP. In generale, quindi, la manovra sull’IRES ha un forte effetto sulla competitività delle imprese e incentiva gli investimenti.

Tuttavia l’oratore ritiene possibile valutare una lieve revisione della disciplina degli ammortamenti, con la previsione di una fase transitoria per il nuovo regime (potrebbe essere un triennio). Per quanto riguarda, invece, le erogazioni a favore dei soggetti fiscalmente "incapienti" - misura che risponde all’esigenza di tener conto degli strati meno abbienti della società - l’intervento rappresenta certamente un primo passo ma, più in generale, va segnalata l’esigenza di rivedere la struttura dell’imposta sulle persone fisiche, razionalizzandone e semplificandone il carattere.

Dopo aver ricordato che le modifiche delle aliquote IRPEF sono state rese necessarie lo scorso anno per riequilibrare i conti pubblici, si sofferma in particolare sulla riduzione dell’imposta comunale sugli immobili sulla casa di abitazione, ricordando che la scelta di intervenire su tale comparto costituisce un’indicazione politica e che, allo stesso modo, rappresenta il risultato di un confronto politico, la limitazione di tale beneficio a coloro che posseggono un reddito annuo non superiore ai 50 mila euro. Per quanto riguarda il settore casa, avrebbe preferito un incremento della detrazione per la spesa per interessi sui mutui ipotecari; più in generale, il Vice ministro ritiene che l’eventuale approvazione definitiva della riforma del catasto potrà costituire la base per una revisione del prelievo sugli immobili.

Sulla trasformazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato in agenzia, puntualizza poi che le opzioni tra agenzia e ente pubblico economico rimangono ancora aperte e che il problema maggiore è rappresentato dall’opportunità di conservare o meno l’unitarietà di tale organismo. Dopo aver dichiarato di condividere la sollecitazione a incrementare gli stanziamenti a favore dell’Amministrazione finanziaria e della Guardia di finanza per l’assunzione di personale altamente qualificato, conclude il proprio intervento riepilogando le modalità attuative della disposizione relativa al 5 per mille, confermando che tra pochi giorni verranno pubblicati i dati degli organismi beneficiari delle scelte compiute l’anno scorso dai contribuenti. Ribadisce quindi l’orientamento favorevole del Governo a prevedere una disposizione relativa all’anno d’imposta 2007, nei limiti delle disponibilità di bilancio.

 

Dopo un intervento del senatore EUFEMI (UDC), il vice ministro VISCO assicura che verrà trasmessa nei prossimi giorni al Parlamento la relazione che definisce i risultati derivanti dalla lotta all’evasione e la quantificazione delle maggiori entrate destinate a riduzione della pressione fiscale.

 

Su specifica richiesta del senatore GIRFATTI (DCA-PRI-MPA), il vice ministro VISCO ribadisce l’opinione espressa in materia di trasformazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.

 

Il presidente BENVENUTO, avverte che l’esame dei disegni di legge in titolo proseguirà disgiuntamente nelle sedute di domani con la valutazione e la votazione dei rapporti e del parere.

 

La seduta termina alle ore 17,20.


FINANZE E TESORO(6a)

giovedì 11 ottobre 2007

130a Seduta

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008-2010

- (Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Rapporti alla 5a Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5a Commissione per il disegno di legge n. 1819. Seguito e conclusione dell'esame congiunto dei disegni di legge nn. 1818 e 1817: rapporto favorevole con osservazioni sulla Tabella 1, per quanto di competenza, e le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria; rapporto favorevole con osservazione sulla Tabella 2, per quanto di competenza, e le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria. Disgiunzione e conclusione del seguito dell’esame del disegno di legge n. 1819: parere favorevole con osservazioni)

 

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

Il presidente BENVENUTO (Ulivo) avverte che l’esame congiunto dei provvedimenti in titolo concerneva esclusivamente la discussione generale. Si procederà quindi al seguito dell’esame del disegno di legge n. 1819, disgiunto dagli altri, per poi riprendere l’esame dei documenti di bilancio.

 

La Commissione prende atto.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), relatrice sul disegno di legge n. 1819, illustra una proposta di parere favorevole con osservazioni soffermandosi sulle osservazioni con le quali si esprime condivisione per una serie di profili normativi del decreto-legge. In particolare, esse si riferiscono alle misure previste a favore degli incapienti, con la sottolineatura dell’esigenza che la misura di sostegno deve essere resa permanente, al disegno di unificazione degli enti previdenziali e alla semplificazione, in materia di accertamento e riscossione, con l’eliminazione dell’obbligo di esporre nella dichiarazione dei redditi alcuni dati concernenti l’ICI.

Recependo un’indicazione emersa nel corso del dibattito, con la proposta di parere in illustrazione si suggerisce un’accurata utilizzazione delle risorse disponibili, segnatamente per quanto riguarda lo stanziamento per la celebrazione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, il quale potrebbe essere impiegato a sostegno delle iniziative indicate nel parere stesso.

La relatrice pone poi l’accento sull’esigenza di introdurre una specifica misura volta a incrementare la detrazione d’imposta ai fini IRPEF degli interessi sui mutui contratti per l’acquisto e la costruzione della prima casa, mentre esprime condivisione per l’ipotesi di una trasformazione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato in agenzia fiscale, segnalando al contempo al Governo la necessità di adottare un metodo di concertazione con le parti sociali e di prevedere inoltre anche l’espressione del parere parlamentare sui decreti di attuazione. Relativamente alla prospettiva di una trasformazione dell’AAMS in ente pubblico economico, la relatrice ritiene necessario un maggiore approfondimento.

Conclude la propria illustrazione, sottolineando la necessità di dotare di adeguate risorse finanziarie e di personale gli organismi preposti all’azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, in particolare per quel che concerne la Guardia di finanza.

 

Il presidente BENVENUTO avverte quindi che si procederà alla votazione della proposta di parere favorevole con osservazioni, illustrata dalla relatrice.

 

Pur avendo apprezzato l’esposizione del vice ministro Visco, intervenuto in sede di replica per il Governo, il senatore EUFEMI (UDC) giudica elusive alcune osservazioni da lui formulate su questioni particolarmente delicate. Tra queste, annette particolare importanza al problema della detrazione d’imposta per gli interessi passivi dei mutui immobiliari e alla proposta di rendere permanente la previsione della possibilità di destinare una quota del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche alle attività di volontariato e di utilità sociale.

Ritiene inoltre che anche il quadro informativo presentato in merito alla riduzione degli stanziamenti per la Guardia di finanza e al progetto di riorganizzazione dell’AAMS sia stato impreciso e lacunoso.

Pur esprimendo condivisione per la valutazione favorevole della relatrice sulla previsione del bonus per gli incapienti, sottolinea l’esigenza di rendere più efficaci tali misure, con un approccio più completo che tenga conto anche di altri fattori, oltre al reddito, come per esempio il numero dei figli: a sostegno della propria tesi richiama i contenuti delle osservazioni rassegnate dai rappresentanti dell’ISTAT in sede di audizione dinanzi alle Commissioni bilancio della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nella prospettiva di prevedere interventi mirati e selettivi in favore dei redditi familiari.

Valutata positivamente la semplificazione in materia di ICI, suggerisce, in merito al finanziamento del programma per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, di considerare una più razionale allocazione delle risorse disponibili.

Condivide l’obiettivo di prevedere misure fiscali di favore per i mutui immobiliari, ritenendo tuttavia più incisiva una duplice misura relativa sia alla percentuale di detrazione sia alla rivalutazione del limite di detraibilità.

Per quanto riguarda la detrazione d’imposta da fruire in sede di versamento dell’ICI sulla cosiddetta prima casa, commenta criticamente la scelta di aver subordinato la spettanza del beneficio alla presenza di un limite di reddito. Ritiene infatti preferibile, al fine di conferire maggiore efficacia all’intervento, un approccio più ampio, che tenga conto delle caratteristiche economiche del territorio e della classificazione catastale dell’immobile.

Ritiene infine di aver motivato il voto contrario della propria parte politica al parere proposto dalla relatrice e conclude ribadendo che le misure di sostegno previste per gli incapienti e per gli inquilini di età compresa tra i venti e i trenta anni sono inefficaci e occasionali.

 

Il senatore CURTO (AN) richiama l’analisi compiuta da alcuni importanti esperti nella materia economico-finanziaria, per motivare la propria valutazione negativa sulla manovra complessiva del Governo. In termini generali, non condivide l’assunto secondo il quale le maggiori entrate tributarie rispetto alle previsioni iniziali sarebbero riconducibili all’azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. Al contrario, l’extragettito discende a suo parere dal mutato atteggiamento dei contribuenti nei confronti dell’obbligazione tributaria, da imputare alla positiva esperienza del Governo del centrodestra che ha posto le basi, nella precedente legislatura, per un miglioramento dei rapporti con il fisco. Rileva inoltre criticamente la circostanza che mentre nella passata legislatura il dibattito si era concentrato sulla misura di una riduzione della pressione fiscale, nell’attuale, all’inverso, l’attenzione viene focalizzata sul volume complessivo di questa pressione, che risulta notevolmente accresciuto, anche alla luce della curva dei tributi locali.

Pur apprezzando in termini generali il richiamo alla piena osservanza dello statuto dei diritti del contribuente, contenuto nelle premesse della proposta di parere, osserva tuttavia criticamente che il testo presentato non contiene assolutamente alcun rilievo volto a stigmatizzare la frequente violazione dei precetti dello statuto stesso nell’azione normativa dell’attuale Governo.

Esprime inoltre netto dissenso rispetto alla valutazione favorevole della relatrice sul progetto di unificazione degli enti previdenziali: infatti, sottolinea che il dibattito sulle prospettive di riorganizzazione del settore dimostra al contrario che la strada da seguire è quella di una maggiore specializzazione e segmentazione delle singole gestioni, tanto per evitare squilibri amministrativi quanto per la tenuta dei conti pubblici.

In relazione al trattamento fiscale degli immobili adibiti ad abitazione principale, evidenzia la necessità di potenziare la linea di intervento in tale ambito, con la previsione di un’esenzione totale per il mutuo contratto per l’acquisto o la costruzione della prima casa: infatti rileva che secondo gli studi il titolare dell’immobile finisce per versare all’erario, dopo un certo numero di anni, una somma corrispondente al valore dell’immobile. Posto che un tema centrale nella manovra complessiva del Governo è rappresentato dalla promozione dello sviluppo economico, l’oratore focalizza l’attenzione sulla crisi del mercato edilizio, interrogandosi sull’opportunità di prevedere un incremento della detrazione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche per l’acquisto e la costruzione anche delle unità immobiliari che non sono adibite ad abitazione principale.

Ritiene quindi di aver motivato il voto contrario della propria parte politica sul parere proposto dalla relatrice, richiamando gli elementi emersi in sede di audizione del Presidente della Confederazione degli industriali dinanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa in merito alla distribuzione sul territorio nazionale del prodotto interno lordo.

 

In relazione alla riorganizzazione dell’AAMS, il senatore GIRFATTI (DCA-PRI-MPA) propone di integrare la proposta di parere della relatrice, specificando che l’organismo di nuova costituzione non deve avere natura commerciale.

 

In relazione alla questione testé sollevata, il presidente BENVENUTO rammenta che il vice ministro Visco ha reso noto che in seno all’Esecutivo non è ancora maturato un indirizzo definitivo sulla natura giuridica del nuovo organismo.

 

Il sottosegretario GRANDI fa al riguardo presente che il Governo prevede di affidare ad una società di consulenza il compito di elaborare una proposta sulla riorganizzazione dell’AAMS. Dopo aver riepilogato le varie prospettive all’esame, suggerisce di inserire nel parere un’osservazione volta a specificare l’obbligo del Governo di informare con cadenza periodica le competenti Commissioni parlamentari sugli esiti della procedura. Sottolinea infine di non poter accogliere, in quanto tale, l’indicazione del senatore Girfatti, poiché essa significherebbe aver già adottato una scelta definitiva.

 

La relatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) evidenzia che il tenore del parere proposto tiene conto dei rilievi avanzati dai sindacati rappresentativi dei dipendenti dell’AAMS e che la trasformazione dell’organismo in un ente pubblico economico rappresenta soltanto un’ipotesi allo studio del Governo. Rammenta infine che con il parere si pone l’accento sul coinvolgimento delle parti sociali e del Parlamento sul progetto di riorganizzazione. Dopo che il presidente BENVENUTO ha richiamato la necessità di un coinvolgimento anche delle associazioni rappresentative delle categorie interessate, la relatrice dichiara di accogliere le proposte di modifica testé formulate dal rappresentante del Governo e dallo stesso presidente Benvenuto.

 

Il senatore VENTUCCI (FI) motiva il voto contrario della propria parte politica, giudicando erronea la premessa dalla quale trae origine la manovra complessiva del Governo, secondo la quale le maggiori entrate tributarie sarebbero riconducibili alle misure adottate sul fronte della lotta all’evasione fiscale. Al contrario, ritiene che le maggiori risorse affluite all’erario siano da correlare con un momento congiunturale particolarmente favorevole a livello internazionale, del quale si sono giovati anche i conti pubblici italiani. Esprime poi perplessità in merito al richiamo al rispetto dello Statuto dei diritti del contribuente, che giudica condivisibile in termini generali, posto che tale rilievo non si concilia con l’impianto generale della manovra, che non agisce sul versante della riduzione del debito pubblico. Infatti, l’atteggiamento del Governo nell’elaborazione della manovra complessiva sconta a suo parere un presupposto errato, consistente nel ritenere che la promozione dello sviluppo dell’economia discenda da una politica di aumento delle spese.

Conclude l’intervento, sottolineando che il decreto-legge sembra costituire un’occasione per elargire ulteriori risorse finanziarie, prima della conclusione dell’esercizio in corso, e che il Parlamento si vede esautorato delle proprie competenze, posto che nei fatti il testo del provvedimento non potrà subire modificazioni sostanziali.

 

Dopo la dichiarazione del voto contrario, a nome del proprio Gruppo, da parte del senatore Paolo FRANCO (LNP), il presidente BENVENUTO, verificata la sussistenza del prescritto numero legale per deliberare, pone in votazione la proposta di parere favorevole con osservazioni della relatrice, nel testo modificato (e pubblicato in allegato al resoconto dell’odierna seduta), che viene approvato.

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo), relatore sullo stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008 (Tabella 1 allegata al disegno di legge n. 1818) e sulle parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria (Atto Senato n. 1817), illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazioni, soffermandosi in premessa sull’orientamento del Governo tendente a non introdurre nuove imposte o forme di prelievo per il prossimo esercizio (scelta strategica che condivide) e sul carattere strutturale di una quota dell’extragettito emerso nel 2007. In proposito, dopo aver osservato che il recupero di base imponibile è avvenuto grazie all’azione di contrasto all’evasione e all’elusione e all’accresciuto adempimento spontaneo dei contribuenti, sollecita una modifica del disegno di legge finanziaria per il 2008, volta a destinare le maggiori entrate in via prioritaria alla riduzione del prelievo sui redditi di lavoro dipendente, attraverso una specifica misura volta al recupero del drenaggio fiscale e mediante l’incremento della detrazione prevista per gli stessi lavoratori a titolo di oneri.

Dà quindi compiutamente conto delle osservazioni inserite nello schema di rapporto sulla tassazione dei redditi d’impresa e sulle misure di sostegno al reddito. Sotto il primo profilo, invita il Governo a rivedere la decisione di attenuare la misura agevolativa sulla riduzione del costo del lavoro attraverso la riduzione del cuneo fiscale, in concomitanza con la revisione della base imponibile e dell’aliquota IRAP (per le quali misure esprime apprezzamento). Condividendo il disegno di semplificazione e razionalizzazione dell’imposizione ai fini dell’IRES, suggerisce di prevedere una specifica norma transitoria concernente gli ammortamenti anticipati e accelerati in relazione ai contratti e agli investimenti effettuati a partire dall’anno d’imposta 2008. In merito al regime fiscale di favore per le microimprese, reputa opportuno individuare un meccanismo flessibile che contempli la possibilità di mantenere il criterio di tassazione forfetaria anche nel caso di scostamenti modesti in rapporto al tetto dei ricavi, con l’introduzione di un criterio di rivalutazione automatica di tale limite. Andrebbe poi immaginato un criterio di calcolo che tenga conto della specifica organizzazione aziendale dei diversi settori produttivi.

Per quanto riguarda il comparto della famiglia, il relatore ammette l’assenza di misure volte al sostegno del reddito familiare o della natalità, ma suggerisce, in termini generali, di prevedere un’ampia revisione di tutte le misure di detrazione e deduzione dal reddito, al fine di garantire che il livello di reddito dichiarato rappresenti l’effettiva capacità contributiva posseduta. Per quanto riguarda il trattamento fiscale sulla casa, osserva che la detrazione prevista per gli inquilini appare modesta, anche in relazione al limite di reddito per fruire delle agevolazioni. Relativamente all’introduzione della detrazione dall’imposta comunale sugli immobili, suggerisce di tener conto dei proprietari che non potranno fruire del beneficio, in quanto già esentati dal pagamento dell’imposta per espressa previsione degli enti locali nonché dell’esigenza di prevenire una sperequazione correlata alla previsione del limite di reddito di 50 mila euro. Sollecita poi l’incremento della detrazione delle spese per gli interessi sui mutui per l’acquisto della prima casa.

Dopo aver richiamato l’esigenza di prorogare alcune misure agevolative, pone l’accento sull’obiettivo di prevedere nuove assunzioni di personale specializzato presso le Agenzie delle Entrate e delle Dogane e la Guardia di Finanza, anche con lo scorrimento delle graduatorie degli idonei nei concorsi pubblici. Conclude la propria illustrazione, suggerendo di introdurre una disposizione volta ad innovare le modalità di liquidazione e riscossione delle spese di giustizia e delle pene pecuniarie, prevedendo la costituzione di un’apposita società da parte di Equitalia. Integra quindi il testo illustrato dello schema di rapporto con un’osservazione che invita il Governo a prevedere misure che incentivino l’acquisto di autoveicoli ecosostenibili.

 

Il senatore GIRFATTI (DCA-PRI-MPA) propone di inserire nello schema di rapporto un’osservazione con la quale invitare il Governo a rideterminare in misura adeguata lo stanziamento annuale di bilancio per il contributo al Centro italiano di ricerca aerospaziale, atteso l’indubbio valore dell’attività di ricerca da esso condotta.

 

Il relatore BARBOLINI (Ulivo) dichiara di accogliere la proposta di modifica.

 

Il presidente BENVENUTO avverte quindi che si procederà alla votazione dello schema di rapporto, favorevole con osservazioni, illustrato dal relatore.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia il voto contrario della propria parte politica e illustra analiticamente uno schema di rapporto contrario (pubblicato in allegato al resoconto dell’odierna seduta), soffermandosi sulla crescita della pressione fiscale, sui negativi effetti finanziari della manovra complessiva, sul mancato controllo della dinamica della spesa e sulla necessità di ridurre il carico impositivo sui redditi di lavoro dipendente e d’impresa.

 

Per dichiarare il voto contrario della propria parte politica interviene il senatore CURTO (AN), il quale esprime netto dissenso rispetto alla prospettazione contenuta nello schema di rapporto secondo la quale il Governo avrebbe mantenuto l’impegno di non introdurre, per il prossimo anno finanziario, nuove imposte o forme di prelievo. Occorre infatti considerare la pressione complessiva che grava sui contribuenti e che è costituita anche dal pagamento delle imposte locali, dei contributi a vario titolo dovuti e dalle tariffe per i servizi pubblici. Ne discende quindi un livello di pressione fiscale molto più elevato rispetto agli anni precedenti. Dopo aver ribadito che l’extragettito non è imputabile all’adozione delle misure antievasive e antielusive, bensì all’indirizzo politico del Governo di centrodestra che nella passata legislatura ha creato le condizioni per un miglioramento del rapporto con il fisco, sottolinea che l’allargamento della base imponibile conduce all’aumento delle somme versate dai medesimi contribuenti, senza alcun effetto di equa redistribuzione del carico tributario. In merito al trattamento fiscale del reddito da lavoro dipendente, sul quale interviene lo schema di rapporto in votazione, rileva la necessità di una impostazione più completa che contempli anche la possibilità di utilizzare strumenti più efficaci quali il quoziente familiare. Osserva peraltro criticamente che la maggioranza di centrosinistra, pur avendo presentato specifiche iniziative legislative, non ha profuso un impegno sufficiente affinché queste sortissero effetti concreti.

Per quanto riguarda gli incentivi fiscali per l’acquisto e la costruzione di immobili ad uso abitativo, avrebbe preferito un riferimento più ampio alla prima casa, per i motivi precedentemente esposti.

Evidenzia poi che i richiami al Governo riguardo allo scorrimento delle graduatorie dei candidati idonei sono rimasti del tutto inascoltati (con l’avvio di una nuova procedura selettiva per le assunzioni presso l’Agenzia delle Entrate) e che l’ipotesi di costituire una società per la riscossione delle spese giudiziarie rappresenta un’ulteriore dispersione di risorse pubbliche.

Sulla manovra complessiva del Governo, che presenta il carattere di un programma elettorale, richiama i rilievi critici del Governatore della Banca d’Italia; commenta poi criticamente l’aumento della spesa pubblica nonostante l’emersione delle maggiori entrate e il conseguente peggioramento dei valori tendenziali della finanza pubblica.

In conclusione, stigmatizza la decisione di ridurre le risorse destinate al fondo per le aree economicamente depresse, la quale testimonia un atteggiamento di grave disattenzione rispetto alla problematica dello sviluppo delle Regioni meridionali.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) preannuncia il voto contrario sullo schema di rapporto del relatore.

 

Il senatore GIRFATTI (DCA-PRI-MPA) dichiara il voto contrario del proprio Gruppo, pur apprezzando l’osservazione che recepisce il suggerimento da lui avanzato sul CIRA.

 

Interviene la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) per preannunciare il proprio voto favorevole e per suggerire al relatore di inserire nello schema di rapporto un’indicazione al Governo sull’esigenza di rivedere la disciplina concernente la deducibilità degli interessi passivi, soprattutto in relazione all’attività delle piccole e medie imprese.

 

Il relatore BARBOLINI (Ulivo) accoglie la proposta di integrazione testé avanzata.

 

Verificata la sussistenza del prescritto numero legale per deliberare, il presidente BENVENUTO pone in votazione lo schema di rapporto favorevole con osservazioni del relatore, nel testo modificato (pubblicato in allegato al resoconto dell’odierna seduta), che risulta approvato.

Dichiara quindi preclusa la votazione dello schema di rapporto alternativo illustrato dal senatore Eufemi.

 

Il senatore Paolo ROSSI (Ulivo), relatore sullo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008 (Tabella 2 allegata al disegno di legge n. 1818) e sulle parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria per lo stesso anno (Atto Senato n. 1817), illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazione (pubblicato in allegato al resoconto dell’odierna seduta), precisando che con essa si invita il Governo ad assicurare la prosecuzione dell’operatività del Fondo relativo ai consorzi di garanzia collettiva fidi, atteso l’indiscutibile valore dell’attività di tali organismi. Infatti, prosegue il relatore, con la legge finanziaria per il 2007 è stata disposta la soppressione del predetto Fondo e l’istituzione del Fondo per la finanza d’impresa, la cui operatività, tuttavia, è circoscritta agli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale previsto dalla legge. Con la già richiamata osservazione, contenuta nello schema di rapporto, si intende assicurare che il regime di aiuto economico continui a operare anche per i Confidi iscritti nell’apposita sezione dell’elenco previsto dalla legge, nella consapevolezza di dover adeguare per il prossimo anno finanziario tale regime alle priorità di intervento e alle modalità di funzionamento del predetto Fondo per la finanza d’impresa.

 

A giudizio del senatore EUFEMI (UDC) le osservazioni avanzate dal senatore Paolo Rossi colgono opportunamente un aspetto problematico della legge finanziaria, ma avrebbe preferito una maggiore attenzione anche su altri aspetti di competenza riferiti alla Tabella 2. In relazione alla materia dei Confidi, tra l’altro, registra ancora una volta una sottovalutazione degli orientamenti emersi in Parlamento, ricordando come su tale materia, anche in passato, le aspettative delle piccole e medie imprese siano state disattese. Si ripropone quindi, come è accaduto già con la vicenda degli idonei dei concorsi svolti dall’Agenzia delle Entrate, una questione relativa alla lesione delle prerogative parlamentari. Analogamente, svolge considerazioni critiche rilevando l’assenza di una osservazione concernente gli stanziamenti riferiti alle spese di funzionamento della Guardia di Finanza e ribadisce la richiesta della propria parte politica a poter disporre quanto prima della relazione governativa circa i risultati in termini di extragettito della lotta all’evasione fiscale, essendo già decorso il termine previsto dalla legge finanziaria dell’anno scorso. Per i motivi accennati preannuncia il voto contrario della propria parte politica sulla proposta di rapporto favorevole illustrata dal senatore Paolo Rossi.

 

Intervengono quindi per dichiarazioni di voto contrario i senatori GIRFATTI (DCA-PRI-MPA), VENTUCCI (FI), Paolo FRANCO (LNP) e CURTO (AN), il quale condivide le osservazioni del senatore Eufemi circa la progressiva marginalizzazione del Parlamento.

 

Verificata la presenza del numero legale per deliberare, il presidente BENVENUTO pone ai voti la proposta di rapporto favorevole sullo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella 2) e sul disegno di legge finanziaria, per le parti di competenza (pubblicato in allegato al resoconto della seduta odierna), che viene approvata.

 

La seduta termina alle ore 11,45.

 


Allegato

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione Finanze e tesoro, esaminato il disegno di legge in titolo, valuta positivamente la scelta di anticipare all’esercizio 2007 una serie di misure di spesa utilizzando una parte del gettito delle entrate erariali risultato superiore alle stime previste. Tale scelta, consentita dai risultati ottenuti anche grazie ad una più efficace lotta all’evasione fiscale, è testimonianza dell’orientamento della maggioranza di avviare fin da adesso quell’azione di restituzione delle imposte prevista con la legge finanziaria dello scorso anno, e che dovrà proseguire nel prossimo esercizio, a partire dalle famiglie e dalle piccole e medie imprese. Inoltre, sottolinea con favore l’integrale rispetto delle disposizioni recate dallo Statuto dei diritti del contribuente, secondo gli indirizzi più volte manifestati dalla Commissione all’unanimità.

La Commissione esprime quindi un parere favorevole con le seguenti osservazioni:

 

- esprime un sostanziale apprezzamento per le misure previste a favore dei soggetti IRPEF cosiddetti incapienti, ma sottolinea l’esigenza che tale misura di sostegno debba essere resa permanente e quindi estesa anche agli esercizi successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto;

- esprime apprezzamento per il primo passo avviato verso l'unificazione degli enti previdenziali già annunciata dal Presidente del Consiglio l'estate scorsa e auspica che vi siano al più presto nuovi interventi di unificazione al fine di rendere più razionale e chiaro il sistema previdenziale e consentire risparmi di spesa non indifferenti;

- apprezza le semplificazioni burocratiche riguardo all'indicazione dei dati ICI nella dichiarazione dei redditi e in relazione al calcolo dell'acconto IRPEF;

- in merito alla razionalizzazione della spesa pubblica e all'utilizzo accurato delle risorse disponibili, la Commissione suggerisce di utilizzare parte delle somme di cui all'articolo 36, comma 2, che prevede lo stanziamento di 150 milioni di euro per le celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia, per gli interventi qui suggeriti;

- La Commissione sollecita poi l’introduzione di una specifica misura volta ad incrementare la detrazione dall'IRPEF degli interessi sui mutui per l'acquisto e la costruzione della prima casa;

- in merito alla trasformazione dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato in Agenzia fiscale la Commissione condivide tale indirizzo, nel presupposto che la riorganizzazione dell’ente avvenga con il coinvolgimento delle associazioni di categoria dei soggetti interessati e quello diretto e costante delle organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori, garantendo ad essi una clausola di salvaguardia del trattamento economico; si suggerisce inoltre di prevedere una relazione periodica del Governo sulle procedure di riorganizzazione e l’espressione di un parere parlamentare sui decreti attuativi. Per l’eventuale trasformazione in ente pubblico economico la Commissione suggerisce un maggiore approfondimento;

- al fine di incrementare il livello di protezione e di sicurezza degli esercenti attività di commercio di beni di monopolio e rivendite di tabacchi la Commissione sollecita l'adozione di misure fiscali agevolative, nella forma del credito di imposta per una quota degli investimenti in strumenti di sicurezza passiva dei locali di rivendita e per investimenti volti a favorire l'utilizzazione di forme di pagamento con moneta elettronica;

- suggerisce di introdurre una disposizione già approvata dalla Commissione Finanze in sede di esame del disegno di legge n. 1485 volta a prevedere la chiusura delle conservatorie il sabato: si tratta di una disposizione che oltre a rispondere a evidenti ragioni di razionalizzazione dei moduli organizzativi (la utilizzazione da parte degli utenti degli uffici pubblici è molto scarsa) rappresenta anche un risparmio di spesa; per la realizzazione completa della riforma del decentramento del catasto, si suggerisce di prevedere che i lavoratori dipendenti dell’Agenzia del territorio distaccati presso gli enti locali conservino l’integrale trattamento economico;

- suggerisce poi di introdurre nel decreto-legge una misura relativa ai compensi da corrispondere ai centri di assistenza fiscale e agli intermediari fiscali anche nel caso in cui il contribuente presenti la dichiarazione nonostante la sussistenza della causa di esonero dall'obbligo di presentazione della dichiarazione stessa e le disposizioni originariamente previste dall'articolo 4, commi dal 23 al 26 del disegno di legge finanziaria per il 2008, recanti disposizioni in materia di revisione dei compensi spettanti per la trasmissione telematica delle dichiarazioni e delle deleghe unificate di pagamento;

- apprezza e condivide la necessità di assicurare un costante incremento dell'azione volta a contrastare l'evasione e l'elusione fiscale attraverso controlli mirati e sottolinea la necessità di munire di adeguate risorse finanziarie e di personale gli enti preposti a questi controlli, in particolare la Guardia di finanza.

(omissis)


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Martedì 9 ottobre 2007

124a Seduta (antimeridiana)

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Esame e rinvio)

 

Riferisce alla Commissione la relatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com), la quale osserva anzitutto che il disegno di legge in titolo ripartisce il maggior gettito disponibile rispetto alle previsioni del Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) per l’anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro, che si aggiunge alle risorse di cui al decreto-legge n. 81 del 2007, ammontanti a 7.403 milioni di euro. Ciò è stato possibile in quanto, nel corso del 2007, anche in ragione della lotta all’evasione fiscale, si è prodotta una maggiore disponibilità di circa 13 miliardi e mezzo di euro.

Dopo aver apprezzato che l’istruzione e la cultura abbiano avuto un ruolo significativo nella destinazione di queste risorse, illustra l’articolo 12, che prevede di aumentare di 150 milioni di euro i fondi disponibili per l’innalzamento dell’obbligo di istruzione disposto dalla legge finanziaria 2007, bloccando peraltro l'operatività della clausola di salvaguardia prevista in quella sede, con l'effetto di rallentare il processo di riduzione del personale. In particolare, comunica che, a fronte della prevista riduzione di 43.000 unità lavorative, si è preso atto della sostenibilità di un decremento di sole 14.000 unità, che ha comunque consentito un risparmio di oltre 280 milioni di euro.

Nel rimarcare la forte consapevolezza del Parlamento in ordine alla difficoltà di un piano così accelerato, rispetto ai ritmi previsti di pensionamento, esprime soddisfazione per il "congelamento" della clausola di salvaguardia, mediante il quale si può mantenere un giusto equilibrio tra esigenze di bilancio e necessità del sistema scolastico.

L’articolo 13, prosegue la relatrice, affida al Ministero dell’università e della ricerca la definizione dei criteri di accesso e delle modalità di utilizzo e gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST). In particolare, esprime rammarico per la tardiva utilizzazione delle risorse disponibili - conseguente a svariate misure come la copertura a carico del trattamento di fine rapporto - che ha determinato la sofferenza del sistema universitario e degli enti di ricerca. Dopo aver auspicato che la prevista riorganizzazione del Ministero possa contribuire a sbloccare il Fondo nel quale - rammenta - confluiscono i progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN), il Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR) e il Fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB), osserva che la piena funzionalità dello strumento è necessaria vista l’imminenza del nuovo Piano nazionale delle ricerche. Rileva altresì che la norma in questione assicura continuità tra la nascita dell’Agenzia per la formazione e la contestuale chiusura della Scuola superiore della pubblica amministrazione.

Passando all’articolo 14, ella sottolinea che i servizi aggiuntivi siti negli istituti e nei luoghi di cultura previsti dalla legge Ronchey dovranno essere gestiti in maniera integrata, sia dal punto di vista dei diversi servizi sia dal punto di vista territoriale. Resta invariato invece quanto disposto in materia di forme di gestione dal Codice dei beni culturali. L’articolo prevede peraltro una congrua fase di transizione, sicchè se i rapporti sono ancora in essere se ne attende la naturale scadenza; se fossero già scaduti, essi sono prorogati fino all’aggiudicazione delle nuove gare, che devono tenersi entro il 28 febbraio 2008.

Al riguardo, la relatrice osserva che questi servizi, purtroppo, non sono mai riusciti ad essere, se non in casi sporadici, una attività in grado di rafforzare le risorse a disposizione del sistema culturale nazionale e, pur essendo servizi necessari per qualificare e valorizzare il patrimonio, troppo spesso si sono rivelati antieconomici. Auspica quindi che l’unità di gestione possa essere l’occasione per un loro rilancio.

Ella illustra indi l’articolo 20, che ripristina, con una autorizzazione di spesa di 150 milioni di euro, il 5 per mille devoluto volontariamente dai contribuenti agli enti che svolgono attività socialmente rilevanti, alla ricerca e all’università; l’articolo 23, che prevede di sostenere la nascita del Parco scientifico tecnologico di Genova Erzelli attraverso l’investimento di 10 milioni di euro; nonché l’articolo 28, che dispone la soppressione dell'ente previdenziale e assicurativo in favore degli sportivi SPORTASS. In proposito, la relatrice sostiene che si tratti di una scelta inevitabile e forse tardiva, dal momento che, da un lato, il fondo di previdenza ha già sfondato i 170 milioni di deficit e, dall’altro, il fondo assicurativo ha visto le federazioni sportive rescindere il rapporto. Ricorda altresì come un piano di salvataggio, con un prestito di 30 milioni da parte dell’Istituto per il credito sportivo, subordinato a rendere più efficiente l’ente, era già stato effettuato, con esiti irrilevanti, dal momento che il disavanzo è cresciuto annualmente. I rapporti previdenziali pendenti verranno assunti dall’INPS, che come già in altre gestioni si dovrà far carico di queste perdite, e i rapporti assicurativi dall’INAIL. Tali enti, inoltre, assorbiranno personale e beni mobili e immobili della disciolta SPORTASS. L'articolo stanzia altresì 65 milioni di euro per far fronte alla posizione debitoria di SPORTASS verso banche e creditori ed assegna 18 milioni all’Istituto per il credito sportivo a parziale compensazione. Conseguentemente, è purtroppo ridotto di pari importo il Fondo per gli eventi sportivi internazionali, scelta necessaria vista la posizione del CONI di garante di SPORTASS nei confronti dell’Istituto.

Lo stesso articolo prevede ancora ulteriori 20 milioni di euro destinati alla sicurezza degli stadi e alla realizzazione di infrastrutture rispondente alle mutate esigenze di fruibilità, apertura e redditività della gestione economica finanziaria.

La relatrice si sofferma poi sull'articolo 31, che prevede alcuni contributi straordinari: 40 milioni all’ospedale Gaslini, 1 milione all’Unione italiana ciechi e 3 milioni alla Fondazione European Brain Research Institute (EBRI). A tale ultimo proposito, rammenta che l'Istituto è un’organizzazione senza scopo di lucro, nata con la missione di studiare il sistema nervoso centrale, dai neuroni al cervello, in condizioni normali e patologiche, ed è stato fondato e ispirato scientificamente dal Premio Nobel professoressa Levi-Montalcini, il cui straordinario curriculum non consente illazioni di alcun tipo.

Quanto all’articolo 36, che istituisce un apposito fondo di 150 milioni di euro per i centocinquant’anni dell’unità d’Italia, la relatrice rileva che quello del 2011 è un appuntamento con la Storia del Paese e si augura una grande iniziativa innanzitutto culturale, che sappia restituire ai cittadini il valore e il senso del momento dell’Unità nazionale. Lamenta tuttavia che, nel comitato interministeriale incarico di pianificare gli eventi, la Pubblica istruzione e la scuola non abbiano goduto della necessaria attenzione. Accenna infine al Comitato dei garanti, partecipato da personalità di qualificato e pluralistico orientamento politico e culturale, cui è demandato il compito di verifica e monitoraggio del programma e delle iniziative.

 

Il seguito dell'esame è rinviato.

 

La seduta termina alle ore 12,30.

 


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Martedì 9 ottobre 2007

125a Seduta (pomeridiana)

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

indi della Vice Presidente

PELLEGATTA

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alla parti di competenza)

- (Tab. 7) Stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l’anno finanziario 2008

- (Tab. 14) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l’anno finanziario 2008

- (Tab. 17) Stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca per l’anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Rapporti alla 5ª Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Seguito dell'esame delle parti di competenza della Tabella 2 e rinvo. Seguito dell'esame delle Tabelle 7 e 14 e rinvio. Esame della Tabella 17 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio. Parere alla 5ª Commissione per il disegno di legge n. 1819. Seguito dell'esame, congiunzione con il seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge nn. 1818 e 1817 e rinvio)

 

Riprende l'esame sospeso nella seduta antimeridiana, nel corso della quale - ricorda la PRESIDENTE - si erano svolte le relazioni introduttive sulla Tabella 14 del disegno di legge di bilancio recante lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali, sulla Tabella 2, limitatamente alle competenze in materia di sport, nonché sulla Tabella 7, recante lo stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il relatore RANIERI (Ulivo) illustra la Tabella 17, recante lo stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2008 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, osservando con soddisfazione che si è passati da una finanziaria di contenimento, quale era quella del 2007, ad una di investimenti, pur nei limiti delle difficoltà di bilancio. Ciò rappresenta a suo giudizio un segnale positivo per l'università e per la ricerca anche se per quest'ultimo settore purtroppo in misura minore.

Con riferimento al disegno di legge finanziaria, fa presente che per l'anno in corso è previsto un incremento delle risorse dell'università pari a circa il 4,7 per cento rispetto al 2007, che testimonia una scelta di investimenti sul settore, come risulta anzitutto dall'articolo 52, comma 2. Quest'ultimo infatti subordina l'assegnazione delle risorse all'adozione di un piano programmatico orientato al miglioramento della qualità del sistema universitario ripartendo la spesa sulla base di un meccanismo di incentivi.

La volontà di riqualificazione è stata peraltro a suo giudizio accompagnata da numerosi provvedimenti rilevanti, quali l'approvazione della legge delega sugli enti di ricerca, l'imminente varo dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) - la quale assicura credibilità istituzionale al Piano disposto dal citato articolo 52, comma 2 - e il Patto per l'università siglato ad agosto tra i Dicasteri dell'università e dell'economia. In particolare quest'ultimo simboleggia un mutamento di impostazione fondato sulla connessione tra la lotta agli sprechi e alle inefficienze, da un lato, e il reinvestimento nel settore universitario, dall'altro.

Tra le altre norme del disegno di legge finanziaria di interesse per la Commissione cita poi l'articolo 3, comma 19, che eleva le agevolazioni fiscali per le imprese che investono in ricerca e sviluppo, attraverso l'aumento dell'aliquota del credito fino al 40 per cento nonché l'importo massimo degli investimenti su cui calcolare il credito stesso.

Esprime un giudizio positivo anche sull'articolo 5, comma 36, che amplia l'ambito di applicazione delle detrazioni fiscali introdotte dalla finanziaria 2007 ai canoni di ospitalità relativi ad enti per il diritto allo studio, università e collegi, sostenendo in tal modo la mobilità degli studenti.

Nel ritenere che l'andamento degli stanziamenti previsti nel disegno di legge di bilancio sia in linea con l'evoluzione della spesa in base alle leggi vigenti, manifesta apprezzamento per lo snellimento della legge finanziaria, peraltro auspicato già durante lo scorso anno al fine di evitare l'introduzione di disposizioni a carattere ordinamentale. Negli attuali documenti contabili, prosegue il relatore, prevale difatti la dimensione finanziaria dei costi, come peraltro auspicato dalla Presidenza della Repubblica.

Segnala tuttavia un possibile irrigidimento della disciplina, atteso che potrebbe risultare difficile reperire risorse in corso d'anno per esigenze normative sopravvenute. Auspica pertanto un completamento della riforma di bilancio orientata a stabilire una congrua dotazione per i Ministeri tale da supportare eventuali ulteriori misure legislative.

Nell'esprimere un giudizio favorevole sull'impianto complessivo delle disposizioni, reputa tuttavia che non si tratta di una vera svolta, in quanto la sfida reale si gioca sul terreno della conoscenza. Nonostante il Patto tra i Dicasteri dell'università e delle finanze abbia segnato, in linea con l'articolo 52 del disegno di legge finanziaria, un passaggio fondamentale per il rilancio del settore, manifesta infine rammarico per l'incompleta inversione di tendenza, atteso che il tema della conoscenza non è ancora diventato l'anima della manovra di bilancio.

Il ministro MUSSI osserva preliminarmente che i risultati del settore universitario possono essere inquadrati in un contesto comparativo di varia natura. Se si paragonano infatti gli impegni assunti in Italia a favore del comparto rispetto agli obiettivi di Lisbona - peraltro già ridotti in corso d'opera - si registra un fallimento rispetto agli ambiziosi traguardi, difficilmente raggiungibili entro il 2010; analogamente dal confronto tra gli investimenti italiani in università e ricerca, pari rispettivamente all'1,2 per cento e all'1,5 per cento, e la media OCSE è evidente una insufficienza degli stanziamenti, che pure comunque non risultano esigui in valore assoluto.

Pur riconoscendo quindi l'esistenza di lacune da colmare, sottolinea i rilevanti obiettivi della manovra finanziaria del 2008 rispetto a quella dello scorso anno: l'attuale disegno di legge finanziaria è più semplice, privo di norme ordinamentali, frutto di una precisa scelta di restituire a tale provvedimento la sua natura correttiva del bilancio dello Stato.

Quanto alle disposizioni per l'università, fa presente che il fondo triennale di incremento del Fondo di finanziamento ordinario per l'università (FFO), previsto dall'articolo 52, consente un aumento sul bilancio consolidato pari a 320 milioni di euro per il 2008 e 450 milioni di euro per il 2009. Al riguardo, tiene a sottolineare le particolari modalità di gestione del suddetto Fondo, secondo le quali è previsto il concerto tra i Ministri dell'università e dell'economia, sentita la Conferenza dei rettori. Fa presente del resto che la norma in questione reca già una serie di vincoli per l'utilizzo del fondo connessi al contenimento delle spese di personale, al riequilibrio finanziario tra gli atenei e alla ridefinizione del vincolo dell'indebitamento.

In merito al recente Patto tra Governo e Università, sottolinea la destinazione di una quota pari al 5 per cento dell'FFO agli atenei sulla base della valutazione, in ordine alla quale ritiene comunque necessaria una accurata definizione circa l'oggetto dell'azione premiante.

Dopo aver ricordato che il decreto-legge n. 81 del 2007, convertito con modificazioni dalla legge n. 127 del 2007, ha sospeso per l'anno in corso l'applicazione del taglio dei consumi intermedi, fa presente che quest'ultimo non sarà più applicato comunque a partire dal 2008, raccogliendo in tal modo il forte disagio emerso nel settore.

Con riferimento agli enti di ricerca comunica che nel bilancio consolidato si registra un aumento di 50 milioni di euro per il 2007 e di 65 milioni di euro per il 2008, nella vigenza delle norme della finanziaria per il 2007 che destinavano risorse specifiche al Fondo per gli investimenti in ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), sbloccate con il decreto-legge n. 81 in seguito a precedenti accantonamenti. In tal modo, i prossimi bandi per i progetti di ricerca di interesse nazionale, per i quali nel 2007 si sono registrati forti ritardi, saranno pronti già da febbraio 2008, con una dotazione più ampia di risorse.

Tiene inoltre a sottolineare che l'articolo 3, comma 19, del disegno di legge finanziaria ha elevato il massimale degli investimenti su cui calcolare il credito di imposta a favore delle imprese che investono in ricerca e sviluppo anche attraverso committenze.

Le disposizioni summenzionate si collocano del resto, prosegue il ministro Mussi, in un generale contesto di miglioramento del quale fanno parte il nuovo regolamento sul reclutamento dei ricercatori, attualmente all'esame del Consiglio di Stato, nonché il regolamento concernente l'istituzione dell'ANVUR. Con riferimento all'assunzione di ricercatori, esprime talune perplessità in ordine all'emendamento approvato alla Camera al decreto-legge n. 147 del 2007, secondo il quale si sottopone alla valutazione solo un segmento del settore, peraltro oggetto di monitoraggio della nascente Agenzia, ancora non operante. Pur condividendo il principio della valutazione, ritiene che la formulazione attuale della norma possa determinare rischi e contraddizioni.

Comunica infine con soddisfazione che è stato definitivamente firmato il decreto per la individuazione del numero delle scuole di specializzazione in medicina, consentendo di recuperare il ritardo fino ad ora registrato nella emanazione dei bandi per l'esame di ammissione.

 

La PRESIDENTE, data l'omogeneità degli argomenti trattati, propone di congiungere l'esame del disegno di legge n. 1819 con quello dei documenti di bilancio, per la sola fase della discussione generale. Sul provvedimento sarà poi svolta un'autonoma replica della relatrice e del rappresentante del Governo e sarà espresso un distinto parere.

 

Conviene la Commissione.

La PRESIDENTE dichiara indi aperta la discussione generale sulla Tabella 17 del disegno di legge di bilancio e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge n. 1819.

 

Il senatore VALDITARA (AN), pur esprimendo un sincero apprezzamento per la disponibilità al dialogo manifestata dal ministro Mussi, giudica non soddisfacente il contenuto della manovra finanziaria, in quanto i maggiori investimenti saranno comunque oggetto nel 2008 della "tagliola" rappresentata dal decreto-legge n. 223 del 2006, cosiddetto "decreto Bersani", mentre per il 2007 i tagli sono stati sospesi dal decreto-legge n. 81.

 

In una breve interruzione il ministro MUSSI conferma che il taglio dei consumi intermedi non avrà luogo.

 

Riprendendo il suo intervento, il senatore VALDITARA (AN), riservandosi di verificare le affermazioni del Ministro, ritiene comunque che considerato l'extra-gettito ottenuto nel 2007 ci si aspettava un'attenzione maggiore all'università e alla ricerca.

Lamenta inoltre il sostanziale commissariamento del Ministero dell'università da parte del Dicastero dell'economia, rammentando al riguardo che, nella passata legislatura a fronte di un'ipotesi analoga si è verificata una vera e propria sollevazione delle forze politiche.

Pur giudicando condivisibili alcuni principi contenuti nella manovra finanziaria, sottolinea che gran parte delle nuove risorse non sono pienamente utilizzabili, in quanto assorbite da spese fisse. In ordine al riequilibrio finanziario tra gli atenei deplora l'assenza di una precisa percentuale di destinazione, ritenendo preferibile l'assegnazione di una quota pari ad almeno il 50 per cento alla valorizzazione delle università più efficienti, nella prospettiva di segnare una effettiva inversione di tendenza.

Stigmatizza altresì la sottoretribuzione dei dottorandi e dei ricercatori, i quali percepiscono uno stipendio assolutamente inadeguato rispetto all'attività svolta.

 

Il ministro MUSSI tiene a sottolineare che sono disponibili circa 20 milioni di euro in seguito alla manovra di luglio, che saranno destinati ad aumentare le borse di studio per i dottorandi, determinando così un incremento del 10 per cento dell'importo complessivo, pari circa a 100 euro mensili.

 

Prosegue il senatore VALDITARA (AN), il quale ritiene comunque che la somma stanziata non sia ancora pienamente soddisfacente, pur apprezzando le intenzioni del Ministro. In proposito, dopo aver auspicato che uno sforzo in tal senso sia compiuto anche con riferimento agli assegni dei ricercatori, reputa fondamentale incrementare gli stipendi onde rendere più appetibile l'ingresso nella carriera universitaria e realizzare una effettiva concorrenza tra gli atenei, mediante la possibilità di una contrattazione, anche individuale, aggiuntiva rispetto alla retribuzione prevista dalla legge.

Ritiene inoltre che la formulazione dell'articolo 92 rischi di ingessare il sistema evitando il ricorso alle cooperative di studenti. Tale norma consente peraltro solo i progetti specifici mentre non permette di instaurare rapporti di ricerca a termine. Chiede pertanto maggiori delucidazioni circa la corretta interpretazione della norma e si dichiara sin da ora disponibile a collaborare per migliorare il testo.

In merito alla valutazione, giudica fondamentale che oggetto del monitoraggio siano i singoli atenei e non i docenti, i quali dovrebbero essere soggetti esclusivamente a meccanismi meritocratici anche in termini economici.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE) si sofferma anzitutto sulle disposizioni del disegno di legge finanziaria, osservando che le risorse stanziate dall'articolo 52, al netto degli aumenti contrattuali previsti dall'articolo 95, commi 8 e 14, saranno solo 345 milioni di euro rispetto ai 550 milioni di euro nominali. I maggiori fondi stanziati per il biennio successivo non scontano a suo giudizio gli oneri del futuro rinnovo contrattuale, che non sono ancora prevedibili.

Dopo aver delineato il meccanismo di gestione del fondo previsto dall'articolo 52, comma 1, giudica comunque positivo lo stanziamento netto previsto, che si avvicina ai 400 milioni di euro considerati indispensabili per permettere il funzionamento delle università gravate dai tagli degli scorsi anni. Manifesta perciò apprezzamento per il finanziamento degli incrementi contrattuali nonché per il fatto che il nuovo meccanismo di attribuzione dei fondi non sia esclusivamente legato alla valutazione.

Con riguardo all'articolo 92, comma 3, ritiene da un lato condivisibile il principio per cui le università non devono avvalersi di contratti di lavoro flessibile per progetti finanziati con fondi esterni e, dall'altro, problematica l'applicazione della norma, atteso che in molti casi la ricerca su fondi esterni costituisce gran parte dell'attività in cui si concentra il maggior numero di precari. Auspica pertanto che si introducano idonei correttivi per ridurre il fenomeno del precariato.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) non ritiene la manovra finanziaria particolarmente innovativa per il sistema dell'università e della ricerca, in quanto gran parte delle risorse previste dall'articolo 52 sono assorbite dalle spese fisse, mentre non ci sono accenni al personale a contratto che lavora negli atenei. Pur apprezzando l'incremento della borsa per i dottorandi di ricerca, registra con rammarico che tale aumento è comunque inferiore rispetto allo stipendio percepito dagli specializzandi in medicina.

 

Con particolare riguardo al disegno di legge n. 1819, nel rilevare l'attribuzione di risorse alla Fondazione European Brain Research Institute (EBRI), creata dal premio Nobel professoressa Levi-Montalcini, si rammarica che quest'ultima in qualità di senatrice non assicuri una presenza altrettanto frequente in Commissione che in Aula, dalla quale il lavoro parlamentare potrebbe sicuramente trarre giovamento.

Coglie indi l'occasione per manifestare riserve in ordine all'emendamento approvato alla Camera sul decreto-legge n. 147 del 2007, tanto più che esso fa riferimento ad un sistema di valutazione individuale a livello centralizzato, svolto da una Agenzia ancora non operante. Stigmatizza in merito che dagli effetti negativi della valutazione dei singoli ricercatori derivino tagli di risorse alle università.

Soffermandosi inoltre sul richiamo esercitato dalle più alte cariche dello Stato in ordine alla natura del disegno di legge finanziaria, tiene a sottolineare che il Parlamento è la sede più appropriata per effettuare scelte di natura legislativa, nel pieno rispetto della separazione dei poteri.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) ritiene che il disegno di legge finanziaria per il 2008 segni una prima inversione di tendenza dopo anni in cui il sistema universitario ha visto una progressiva riduzione dei trasferimenti. La scelta di un investimento pari a oltre un miliardo e mezzo di euro nel triennio e, soprattutto, la disponibilità immediata di 550 milioni di euro fin dal prossimo anno sono a suo giudizio un elemento assolutamente positivo.

Si pronuncia con favore anche sulla modalità di distribuzione e assegnazione delle risorse, correlata ad un preciso piano di efficienza, qualità e valutazione. Tiene infatti a sottolineare che l'autonomia significa responsabilità e capacità di programmazione; giudica altresì positiva la scelta di ricondurre enti e società controllate dalle università sotto l’ombrello dei vincoli di bilancio, garantendo una maggiore trasparenza al sistema.

Dopo aver manifestato preoccupazione in ordine alla destinazione delle maggiori risorse alle retribuzioni, ritiene utile una riflessione più approfondita circa gli incentivi al raccordo tra le imprese e il sistema pubblico della ricerca. In particolare, nel rammentare i dati forniti dal Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) circa gli esigui investimenti del sistema produttivo in ricerca, esprime rammarico per il ritardo dell'Italia rispetto al resto d'Europa.

Condivide quindi la scelta di rafforzare la strada delle detrazioni fiscali, prevista dall'articolo 3, comma 19, del disegno di legge finanziaria, rispetto alla quale giudica necessario un monitoraggio costante a lungo termine dei risultati degli investimenti in termini di ricerca nazionale, onde valutare se accanto a tali strumenti debba essere potenziata la domanda pubblica. In tal senso, la riduzione degli oneri sociali per l’assunzione di ricercatori potrebbe, a suo giudizio, avere effetti positivi per un tessuto produttivo che trova nell’innovazione l’unica strada per la competizione internazionale.

Sempre con riferimento alle norme fiscali contenute nel disegno di legge finanziaria, esprime soddisfazione per le detrazioni inerenti i canoni di locazione degli studenti fuori sede, nell'ottica di assicurare il diritto allo studio.

Nel ritenere necessario un approfondimento sul lavoro cognitivo nel nostro sistema universitario e della ricerca, dal punto di vista sia delle retribuzioni che dell’inquadramento, paventa il rischio che il blocco previsto per il lavoro a tempo determinato possa determinare una contraddizione con le disposizioni contenute nella finanziaria dell’anno scorso. Inoltre, esprime viva contrarietà in ordine all'idea per cui la ricerca si può fare attraverso personale precario, in quanto ciò significa far ricadere gli effetti delle scelte sulla condizione materiale di vita dei ricercatori, snaturando il ruolo degli enti di ricerca.

Con riguardo alle retribuzioni, lamenta la posizione economica dei dottorandi, ancora significativamente più bassa della media europea, auspicando che si possa porre rimedio alla miopia che ha sovente caratterizzato il sistema universitario, costringendo i migliori cervelli a spostarsi in altri Paesi.

 

Il senatore MARCONI (UDC), nell'esprimere anzitutto apprezzamento per la relazione del senatore Ranieri e per i dati forniti dal ministro Mussi, rammenta che in alcune occasioni, come ad esempio in merito alla riforma degli enti di ricerca, si è verificata una ampia condivisione di intenti tra le forze politiche.

Dopo aver manifestato stupore in ordine alle affermazioni rese di recente dal vice ministro Visco, circa la situazione di declino del Paese, ritiene che debba essere dedicata maggiore attenzione al settore della ricerca. In proposito, nega l'esistenza di una totale decadenza del sistema produttivo come dimostra la crescita di alcune imprese italiane che hanno saputo positivamente sfruttare le potenzialità offerte dalla moneta unica.

 

In una breve interruzione, il ministro MUSSI comunica che le esportazioni italiane registrano andamenti positivi per quanto concerne la tecnologia matura, mentre altrettanto non si verifica con riferimento al settore dell'alta tecnologia.

 

Riprendendo il suo intervento il senatore MARCONI (UDC) ritiene quindi necessario incentivare la ricerca proprio in quei comparti in cui l'Italia non è al passo con gli altri Paesi.

Coglie poi l'occasione per suggerire di destinare una quota fissa delle risorse all'abbattimento del debito, dato che si rilevano costanti contraddizioni tra la gestione dell'ordinario e l'esigenza di porre in essere interventi straordinari.

Ritiene altresì che la snellezza del disegno di legge finanziaria sia necessariamente conseguente all'attuale situazione politica, in cui la ricerca di un punto di mediazione nel Centro-sinistra risulta quanto mai difficile. Nell'esprimere comunque apprezzamento per il rispetto della natura del disegno di legge finanziaria, richiama le preoccupazioni espresse dal relatore in merito alla impossibilità di registrare scostamenti in corso d'anno rispetto agli interventi programmati.

Quanto alle risorse stanziate a favore delle università, domanda chiarimenti in ordine ai recenti incrementi della indennità di carica di cui beneficiano i rettori e i presidi, giudicando urgente porre fine a tale tendenza al rialzo.

Nel rammentare di aver in altre occasioni suggerito un ripensamento del sistema "3+2" – che ha determinato un eccessivo aumento dei docenti e degli insegnamenti – auspica un progressivo incremento della spesa in conto capitale rispetto a quella corrente, atteso che la prima mira a produrre investimenti.

Dopo essersi soffermato sulle attuali modalità di svolgimento dei concorsi universitari, chiede infine maggiori informazioni circa la prima applicazione del 5 per mille, rilevando che molti enti non hanno potuto concorrere al riparto dei fondi in quanto la documentazione presentata non risultava completa.

 

Il senatore DAVICO (LNP) concorda con il relatore circa le differenze tra la manovra finanziaria per il 2008 e quella del 2007, pur sottolineando l'inadeguatezza delle misure previste per il settore, atteso che non si riscontra una vera svolta in termini di progettualità.

I maggiori contributi previsti sono infatti destinati a coprire le spese fisse e non determinano pertanto un vero salto di qualità nella ricerca. Deplora quindi l'eccessivo centralismo della manovra evidenziando che solo attraverso l'assunzione di concreti oneri e onori si realizza l'autonomia.

Lamenta altresì lo scarso coinvolgimento delle risorse private e giudica necessario incentivare la ricerca industriale finalizzata alla messa sul mercato dei prodotti realizzati, pur riconoscendo l'importanza della ricerca pura. Richiama in proposito le considerazioni del ministro Mussi circa la scarsa competitività dell'Italia nell'alta tecnologia la quale richiede ingenti investimenti.

Avviandosi alla conclusione sottolinea l'esigenza di realizzare un connubio tra il settore pubblico e quello privato per convogliare le risorse destinate alla ricerca onde non perdere occasioni rilevanti di sviluppo.

 

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il relatore RANIERI (Ulivo) il quale tiene a precisare di non aver utilizzato toni trionfalistici riconoscendo che questa finanziaria non conduce ad una svolta radicale. Ribadisce comunque che si tratta di una manovra di ripresa, come dimostra l'incremento delle risorse pari al 4,7 per cento rispetto al 2007.

Nell'esprimere compiacimento per l'eliminazione del taglio delle spese intermedie, che aveva peraltro determinato un serrato dibattito, ritiene che il credito di imposta a favore delle imprese sia un segnale positivo nella direzione degli incentivi al sistema produttivo, in linea con il quale si colloca il Patto per l'università siglato dai Dicasteri dell'economia e dell'università. Nega al riguardo la presunta tutela del Ministero dell'università rispetto al Dicastero dell'economia, osservando che si tratta di una comune presa di coscienza della necessità di investire concentrando le risorse sull'attività di valutazione, rispetto alla quale la quota del 5 per cento si configura come un'importante punto di partenza.

Con riferimento alle affermazioni del senatore Asciutti, ritiene che i richiami delle più alte cariche dello Stato abbiano costituito esclusivamente un invito a rispettare la natura contabile dei documenti di bilancio, evitando di inserire norme ordinamentali, per le quali occorre assicurare uno spazio parlamentare più ampio che esuli dai tempi ristretti della sessione di bilancio. In tal senso si colloca quindi la scelta del Governo di snellire il disegno di legge finanziaria.

 

Replica a sua volta il ministro MUSSI il quale ritiene preliminarmente che il dibattito sulla manovra finanziaria possa costituire un'utile occasione di convergenza e manifesta pertanto disponibilità ad apportare miglioramenti al testo, come è accaduto in occasione del riordino degli enti di ricerca.

Pone in luce inoltre gli effetti benefici nel lungo periodo conseguenti ai provvedimenti assunti nella finanziaria del 2007, come ad esempio il freno posto alla proliferazione dei corsi di laurea, troppo spesso correlata ad interessi localistici e di accademia.

Giudica quindi prioritario sostenere la competizione tra gli atenei purchè essa si collochi su un profilo elevato e non sfoci in pericolose tendenze come fra l'altro quella delle "lauree facili" in convenzione con le pubbliche amministrazioni.

Fa presente indi che la collaborazione con il Ministero dell'economia è il risultato di un lavoro incentrato sul Libro verde sulla spesa pubblica, orientato a superare i pregiudizi inerenti il sistema universitario; in particolare dà conto dell'analisi compiuta circa il costo medio dell'Italia per ciascuno studente, pari a circa 5.600 euro, che si colloca al di sotto della media europea e di quella OCSE. Nonostante gli sprechi, il sistema universitario è dunque tutt'ora sottofinanziato, per cui occorre definire regole chiare che inducano al rigore e alla assunzione di responsabilità.

Fa presente altresì che il rapporto tra investimenti pubblici e autofinanziamento degli atenei è in Italia pari a 78 su 22 rispetto ad una media generale di 80 su 20. Rispondendo ad una sollecitazione del senatore ASCIUTTI (FI) circa le ragioni geografiche di tali valori, fa presente che in economie più strutturate ci sono maggiori possibilità per le università di reperire ulteriori risorse rispetto al finanziamento pubblico.

Lo Stato italiano attualmente, prosegue il ministro Mussi, impegna in ricerca circa il 20-30 per cento in meno di quanto spendono gli altri Paesi, mentre le imprese nazionali stanziano circa l'80 per cento in meno rispetto alle aziende europee. Tale dato risulta comunque sottostimato in quanto per le imprese di piccole dimensioni i dati sugli investimenti in ricerca sono rilevabili statisticamente con maggiori difficoltà.

Dopo aver dato conto della presenza italiana nei progetti presentati nell'ambito del VII Programma quadro, sottolinea la necessità di incrementare le risorse per i ricercatori italiani fortemente motivati, tanto più che tali investimenti determinano un ritorno economico diretto.

Riservandosi di fornire in seguito maggiori informazioni in merito alla prima applicazione del 5 per mille, si sofferma sulla questione del debito pubblico, sottolineando che esso può produrre effetti positivi senza deprimere l'economia solo nel momento in cui è utilizzato per l'accumulazione di capitale materiale e immateriale.

 

La PRESIDENTE rinvia il seguito dell'esame della Tabella 17, recante lo stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria ad altra seduta.

Dichiara indi aperto il dibattito sulla Tabella 2, recante lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per quanto concerne le competenze in materia di sport, sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge n. 1819.

 

Il senatore MARCONI (UDC) osserva anzitutto che la manovra finanziaria per il 2008 introduce assai poche novità nel settore dello sport.

Anche sul mero piano finanziario, ritiene che un incremento di appena 20 milioni di euro sia eccessivamente esiguo. In tal senso, ritiene che sia stata accordata troppa enfasi all'articolo 72 del disegno di legge finanziaria, che istituisce il Fondo per lo sport di cittadinanza. In proposito, reputa peraltro inutile la finalità di costituire un Osservatorio nazionale per l'impiantistica sportiva, atteso che per il censimento delle strutture esistenti sono sufficienti le risorse del Dipartimento. E' altresì palese a tutti che gli impianti sportivi sono prevalenti al Centro-Nord e nelle aree periferiche del Paese. Sollecita pertanto iniziative concrete per incrementare gli impianti delle grandi città, anche per valorizzare la funzione dello sport a fini di contrasto del disagio giovanile.

Giudica poi indispensabile una maggiore integrazione con le istituzioni scolastiche per migliorare il servizio offerto in quella sede, ad esempio attraverso la promozione di attività pomeridiane.

Auspica altresì il sostegno alle iniziative private in tal senso, ovviamente a seguire rispetto all'impegno a favore delle scuole, e comunque limitatamente alle spese di costruzione, con esclusione di quelle gestionali.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI), preso atto che il finanziamento del Coni rimane invariato rispetto al 2007, svolge considerazioni di carattere più generale sul settore dello sport, auspicando a sua volta una maggiore interazione con la Pubblica istruzione e l'Università. Registra infatti con rammarico l'inadeguatezza dell'insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole, con conseguente nocumento non solo fisico ma anche sociale dei giovani. Si augura quindi che tutte le energie, pubbliche e private, concorrano al medesimo scopo migliorando il servizio attualmente reso.

Esprime infine apprezzamento per l'attenzione dedicata agli sportivi disabili.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE) formula anzitutto un giudizio positivo sulla struttura della nuova manovra finanziaria, che risulta senz'altro di lettura più agevole.

Entrando nel merito, valuta positivamente l'articolo 72 del disegno di legge finanziaria, che riconosce il carattere fondativo dello sport rispetto alla cittadinanza e ne esalta il ruolo di legame sociale e di sostegno della vita nelle periferie.

Dopo aver condiviso anche il contributo al Comitato paraolimpico, conviene sull'esigenza di considerare l'educazione motoria un elemento strutturale della didattica. Riporta tuttavia un'esperienza più positiva rispetto a quella manifestata dal senatore Asciutti.

Esprime invece forte preoccupazione per la soppressione della Sportass, recata dall'articolo 28 del decreto-legge n. 159, tanto più alla luce del fallimento dei precedenti tentativi di salvataggio. Ritiene infatti del tutto inadeguato il trasferimento dei relativi rapporti previdenziali all'Inps e assicurativi all'Inail, attese le condizioni di difficoltà in cui versano i predetti enti.

Piuttosto, ritiene doveroso abolire la Coni Servizi S.p.A., istituita nella scorsa legislatura, tornando ad una gestione pubblica.

 

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il relatore SCALERA (Ulivo), il quale conviene sullo stretto rapporto che deve caratterizzare lo sport e la scuola ai fini sia della formazione della persona che della tutela della salute. Dopo aver ricordato i danni anche di natura economica conseguenti a una mancata o incorretta educazione motoria, ne sollecita una valorizzazione oraria, auspicando nel contempo un potenziamento degli impianti. In tal senso rivolge un accorato appello al Ministro, affinché consolidi la svolta impressa per la promozione dello sport.

Quanto all'istituzione dell'Osservatorio nazionale, ritiene che sia un primo passo importante per la pianificazione del settore. Conviene tuttavia sulla necessità di un contestuale rilancio della formazione.

Sulla Sportass, la replica compete invece alla senatrice Pellegatta, relatrice sul disegno di legge n. 1819.

 

La PRESIDENTE rinvia il seguito dell'esame della Tabella 2, limitatamente alle parti di competenza sullo sport, e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria, alla seduta antimeridiana di domani nella quale, rammenta, è prevista la replica del ministro Giovanna Melandri.

Dichiara indi aperto il dibattito sulla Tabella 7 e connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) lamenta che non sia stata intrapresa un'azione decisa a favore del precariato storico, composto da persone per lo più qualificate in quanto abilitate e vincitrici di concorso.

Deplora poi il lassismo che caratterizza il mondo della scuola, dove molti docenti sono rimasti al loro posto nonostante condanne passate in giudicato. Condivide quindi i proclami di rigore del ministro Fioroni anche se ritiene insufficienti le misure proposte fra cui anche la mobilità dei docenti inidonei.

Critica infine aspramente la riduzione dei docenti di sostegno, che contraddice il tradizionale impegno dell'Italia a favore degli alunni disabili. Pur prendendo atto della volontà di inquadrare in ruolo un certo numero di docenti, ritiene infatti del tutto errato bloccare le deroghe all'organico di fatto, che hanno rappresentato in tutti questi anni una modalità efficace per corrispondere alle esigenze delle famiglie. Sollecita pertanto un'azione comune di tutte le forze politiche per mantenere almeno l'organico di fatto dell'anno scorso, evitando di compiere le riduzioni di spesa proprio a danno delle fasce più deboli. Ritiene del resto che tali misure si pongano in netto contrasto con l'attenzione che il Governo sostiene di dedicare al sociale e si interroga su quale sarebbe stata la reazione del Centro-sinistra se una siffatta iniziativa fosse stata assunta dal precedente Governo.

 

La senatrice NEGRI (Aut) rileva che la manovra finanziaria in esame discende direttamente dall'ultimo DPEF, nonché dal Libro verde sulla spesa pubblica e dal Quaderno bianco sulla scuola, in un quadro di risorse non crescenti, nel quale gli investimenti di qualità debbono essere compiuti attraverso risparmi e razionalizzazioni di spesa.

Dopo essersi associata alla richiesta di maggiore chiarimenti in ordine ai tagli sul sostegno, osserva che le economie di spesa strutturali sono le condizioni imprescindibili per il profilo più innovativo della manovra finanziaria, rappresentato a suo avviso dai commi da 9 a 17 dell'articolo 50, che dispongono la sperimentazione triennale di un nuovo modello organizzativo attraverso procedure innovative di cooperazione con gli enti locali. Si tratta del resto, prosegue, di una risposta alle esigenze più volte sollevate in Commissione dai rappresentanti della Lega ed emerse anche nel corso dell'indagine conoscitiva sulla scuola. L'iniziativa avrà peraltro esiti positivi solo a fronte della tenuta del ruolo della Conferenza Stato-Regioni e dell'autonomia scolastica, con particolare riferimento ai compiti di verifica e monitoraggio. Tali disposizioni rappresentano comunque una svolta significativa, in quanto le esigenze di contenimento innescano un processo virtuoso di riorganizzazione.

Si sofferma infine sul regime di assunzioni, con particolare riferimento alle specializzazioni, ai tirocini e ai concorsi.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) ritiene che la finanziaria 2008, pur registrando un rallentamento delle riduzioni di spesa previste lo scorso anno, conferma una filosofia insufficiente rispetto alla necessità del Paese. Mentre l’anno scorso, per il triennio 2007/2009, erano previsti tagli per 3,1 miliardi di euro, nella presente manovra si riscontra un dimezzamento dei suddetti tagli, a dimostrazione degli importanti passi avanti compiuti. Giudica comunque erroneo confermare la clausola di salvaguardia tanto più che tale strumento è ritenuto da più parti non equilibrato.

Dopo aver evidenziato l'esigenza di una nuova strategia basata sul reinvestimento dei risparmi nei settori della conoscenza, valuta con soddisfazione la detrazione fiscale contenuta nel disegno di legge finanziaria per l’aggiornamento dei docenti e l’impegno di ulteriori 20 milioni di euro per l’edilizia scolastica.

Reputa utile e positivo l’aumento e la stabilizzazione tanto degli insegnanti di sostegno, quanto di 10.000 unità ATA in più e rileva tuttavia con rammarico l'inadeguatezza delle misure inerenti il reclutamento. In proposito occorre a suo giudizio ripensare le modalità di reclutamento e la formazione iniziale dei docenti mediante il coinvolgimento del Parlamento, in un contesto generale che tenga conto del processo di stabilizzazione dei precari avviato l’anno scorso.

Nel rammentare che con l’istituzione delle Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (SISS) nel 1998 non si è adeguatamente risolta la questione del precariato, ritiene urgente un approfondimento su nuove regole che definiscano il percorso di formazione, il ruolo del tirocinio e del praticantato, nonché la tempistica inerente alla selezione e al reclutamento.

E' necessaria inoltre a suo giudizio una chiara individuazione del contenuto dei piani triennali territoriali, al fine di una razionalizzazione della rete scolastica e di un raccordo permanente tra Stato e enti locali. Al riguardo suggerisce di effettuare un monitoraggio costante dei risparmi di spesa, onde valutare le reali esigenze del sistema scolastico; in tal senso, ritiene che il Quaderno bianco non costituisca una base affidabile.

Domanda altresì maggiori chiarimenti in ordine agli effetti delle riduzioni di spesa e alla destinazione delle maggiori risorse, esprimendo dissenso circa l'eventualità di "monetizzare" il consenso degli enti locali.

Nel sottolineare la rilevanza della partecipazione della società alle decisioni delle istituzioni scolastiche, manifesta condivisione circa l'impianto complessivo della manovra per il comparto scuola rispetto al quale l'Esecutivo dovrà porre in essere adeguati provvedimenti attuativi.

 

Il senatore VALDITARA (AN) esprime un giudizio pessimo sulla finanziaria per le parti relative alla scuola, che confermano una politica fatta di improvvisazioni e di cedimenti.

Tanto più alla luce dei 13 miliardi di euro disponibili per l'extra-gettito, si chiede come sia stato possibile infliggere tagli così pesanti al settore, quali mai erano stati apportati dai precedenti Governi. Al contrario, rammenta che nella scorsa legislatura tutti i risparmi dovevano essere reinvestiti nella scuola. Con questa finanziaria, invece, si utilizza la scuola come strumento di abbattimento del debito pubblico, nonostante lo stesso Quaderno bianco confermi che la spesa complessiva rispetto al PIL è inferiore alla media OCSE.

Addirittura, prosegue, si prevedono risparmi sul sostegno, a dispetto dei proclami "progressisti" del Centro-sinistra.

Né la finanziaria contiene norme sull'inquadramento dei docenti precari, nonostante il piano di assunzioni approvato lo scorso anno. Al riguardo, egli riporta la delusione del mondo sindacale, che in parte si appresta a protestare con vigore contro il tradimento degli impegni assunti.

Anche con riferimento al contratto 2008-2009, rileva che gli aumenti riconosciuti sono estremamente esigui, addirittura inferiori a quelli assicurati dal primo contratto siglato dall'ex ministro Moratti oltre quattro anni fa.

Dopo aver lamentato il mancato finanziamento dalla vacanza contrattuale, stigmatizza che sia stato addirittura saltato il rinnovo per il 2006, rispetto al quale non verranno corrisposti gli arretrati.

Passando al comma 6 dell'articolo 50 del disegno di legge finanziaria, esprime il suo sdegno per l'ipotesi di procedere con semplice regolamento alla riforma del reclutamento, con un intollerabile esproprio delle prerogative parlamentari. Preannuncia perciò un'opposizione durissima su questo punto.

Apprezza invece le detrazioni fiscali concesse per le spese di autoaggiornamento degli insegnanti, rivendicando di aver patrocinato per primo tale iniziativa quando era amministratore locale e averne successivamente sollecitato l'estensione a livello nazionale con le prime leggi finanziarie del Governo Berlusconi.

Suscitano poi perplessità le scarse risorse assicurate all'edilizia scolastica, tanto più a fronte delle critiche avanzate dal Centro-sinistra nella scorsa legislatura quando l'allora ministro Moratti stanziò somme superiori.

Avviandosi alla conclusione, invita la maggioranza di Governo a sostenere la proposta di reinvestire nel settore tutti i risparmi compiuti, rammentando l'analoga inziativa da lui assunta in occasione dell'esame della prima legge finanziaria del Centro-destra, che condusse al pieno reinvestimento delle risorse derivanti dagli interventi di razionalizzazione.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE) - preso atto con rammarico della marginalità strutturale della scuola nelle manovre di bilancio, cui corrisponde tuttavia quest'anno un provvedimento che reca meno tagli dell'anno scorso - concorda sulle finalità inerenti l'articolo 5, comma 35, del disegno di legge finanziaria, circa la detrazione fiscale per le spese di aggiornamento professionale dei docenti, nonché sui fondi per l'adeguamento strutturale e antisismico degli edifici scolastici, rilevando comunque che le risorse stanziate sono ancora insufficienti rispetto allo scopo. Al riguardo, ritiene peraltro inadeguata la copertura a carico dei fondi destinati ai partiti politici, che comprime inopinatamente i costi della democrazia.

Con riferimento all'articolo 50, comma 1, ritiene che si irrigidiscano i criteri per la formazione delle classi nei licei diminuendo peraltro la possibilità di scelta della tipologia di studi da seguire. Giudica perciò tale misura puramente ragionieristica e lamenta, da un lato, l'eccessiva frammentazione della scuola superiore e, dall'altro, la mancata riconversione professionale. In proposito reputa inaccettabile il superamento della coerenza tra titolo di studio e insegnamento sottolineando altresì la delicatezza del passaggio al sostegno, da incentivare ma non da imporre.

In merito al comma 2 dell'articolo 50, registra con favore la diminuzione dei tagli pur esprimendo rammarico per la persistenza della clausola di salvaguardia disapplicata solo per un periodo limitato, sollecitandone una abrogazione definitiva.

Passando ai commi 3 e 4 dell'articolo 50, manifesta forte contrarietà all'abolizione della possibilità di deroghe, in quanto lede i diritti dei disabili.

Dopo aver registrato con favore l'incremento delle assunzioni inerenti il personale ATA, esprime indignazione in ordine al comma 6 dell'articolo 50 sulle nuove procedure di formazione degli insegnanti, rilevando che la delegificazione del reclutamento non è mai stata oggetto di discussione. Né ritiene accettabile rivedere i meccanismi vigenti in assenza di una preventiva riflessione sui risultati delle SISS.

Si sofferma infine sui commi da 9 a 17 dell'articolo 50, inerenti la sperimentazione triennale di nuovi modelli di formazione degli organici, osservando che l'integrazione deve essere una conseguenza più che un presupposto delle misure di razionalizzazione.

Richiama infine la paradossale condizione di un gruppo di Presidi di Trento che, pur avendo vinto il concorso, non ha potuto partecipare al successivo corso per inerzia della Provincia ed auspica un'adeguata soluzione.

 

Il senatore MARCONI (UDC) ritiene di non dover compiere lo stesso errore del Centro-sinistra, che criticò duramente la riforma Maroni e la legge Biagi, ma si trova ora a dover apportare analoghi interventi correttivi. Dichiara quindi di condividere l'ottica di ridurre il numero degli insegnanti, purché ciò comporti un cambio di prospettiva a favore degli studenti e delle famiglie. Gli insegnanti possono infatti essere ridotti nel numero a condizione che vengano pagati meglio, a tal fine reinvestendo i risparmi ottenuti nel settore. Analogamente, la reintroduzione di forme di verifica in ordine al saldo effettivo dei debiti degli studenti comporta costi che possono essere coperti con il reinvestimento.

Egli si esprime poi a favore della riduzione del numero degli insegnamenti e della valutazione dei carichi didattici, invitando il Governo ad elaborare meccanismi premiali per i docenti più meritevoli.

Dopo aver manifestato a sua volta scetticismo in ordine alla esiguità di risorse destinate all'edilizia scolastica, prende atto dei fondi stanziati dall'articolo 12 del decreto-legge n. 159 per l'innalzamento dell'obbligo. Evidenzia tuttavia l'esigenza che le scuole non impongano più il pagamento delle tasse per il primo e secondo anno delle superiori, eventualmente richiedendo un mero contributo libero.

 

Il senatore DAVICO (LNP), associandosi alle considerazioni già svolte sulle riduzioni di spesa e sull'edilizia scolastica, deplora l'arroganza con cui la maggioranza si propone di smantellare le riforme approvate nella scorsa legislatura e critica l'utilizzo di strumenti sbagliati per il riordino del settore scolastico. Invoca quindi il passaggio parlamentare, a tutela dello Stato democratico.

Lamenta poi che la maggioranza non faccia tesoro delle esperienze condotte negli ultimi dieci anni di Governo disponendo arretramenti che giungono fino alla demolizione dell'ordinamento.

Condivide infine le considerazioni del senatore Valditara a difesa del settore scolastico.

 

Il senatore MAURO (FI) rileva che neanche gli interventi degli esponenti di maggioranza hanno potuto mettere in luce aspetti positivi nella manovra in esame. La stessa relazione introduttiva della senatrice Soliani è sostanzialmente un elenco di auspici. Sorge il dubbio di uno scollamento fra il Governo e la sua maggioranza, che sostiene di voler abbassare il debito pubblico per rilanciare lo sviluppo economico, ma poi mette in atto una politica di redistribuzione delle risorse in spese improduttive volte unicamente ad accontentare alcune componenti politiche.

L'indirizzo politico risulta così scarsamente difendibile ed incoerente con le sue premesse, così come le dichiarazioni del Ministro dell'economia mancano di onestà intellettuale nei confronti del Parlamento e suscitano indignazione.

Ritiene quindi che il Governo Prodi sia ormai non solo impopolare ma anche dannoso, mettendo a repentaglio i diritti delle future generazioni.

Entrando nel merito, stigmatizza il recente contratto del comparto, che non segue criteri meritocratici nonostante la valutazione non sia ormai più appannaggio della sola Destra.

Lamenta altresì che i risparmi di spesa non siano reinvestiti a favore della scuola e critica duramente i tagli sul sostegno. Al riguardo, registrato un diffuso consenso, sollecita la maggioranza ad un'azione comune che lasci almeno agli atti una testimonianza di coerenza, tanto più che la manovra finanziaria sarà comunque riscritta da un maxi-emendamento del Governo.

 

La PRESIDENTE dichiara conclusa la discussione generale e rinvia il seguito dell'esame della Tabella 7 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria ad altra seduta. Dichiara indi aperta la discussione generale sulla Tabella 14 (beni culturali) e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge n. 1819.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE) auspica anzitutto un chiarimento in ordine alle imprese beneficiarie delle norme di semplificazione di cui all'articolo 4 del disegno di legge finanziaria, con particolare riferimento ai restauratori.

Si esprime poi a favore dell'articolo 7, recante incentivi fiscali a favore del settore cinematografico, sollecitando tuttavia alcune precisazioni sull'articolo 40 in materia di quote di investimento.

Manifesta indi apprezzamento per l'aumento del FUS, ma ricorda alla maggioranza l'impegno ad abrogare la cosiddetta "norma Asciutti" sul blocco delle assunzioni nelle fondazioni lirico-sinfoniche.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) conviene che tale norma, a suo tempo inserita in un decreto-legge a seguito dell'approvazione di un suo emendamento, abbia potuto incontrare resistenze. Si trattava tuttavia di una misura importante, che si muoveva nel senso del rigore ancora oggi invocato. Anche con riguardo all'incremento del FUS, occorre infatti che le nuove risorse disponibili non finiscano per alimentare gli sprechi, in un'ottica di piena trasparenza dei contributi pubblici. Apprezzando gli accenni in tal senso già manifestati dal relatore, auspica che essi siano resi espliciti nel rapporto alla Commissione bilancio.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) pone in evidenza alcune misure particolarmente rilevanti per il settore dei beni culturali, quali l’articolo 7 e l’articolo 40, che rappresentano a suo avviso parti significative del processo di riforma che il cinema italiano attende. Richiamando la relazione al disegno di legge finanziaria, sottolinea l'impegno profuso dalla Commissione per il rilancio del settore cinematografico, sia mediante la relativa indagine conoscitiva che con i provvedimenti legislativi attualmente in corso d'esame, rispetto ai quali auspica una celere conclusione dell'iter.

Esprime il suo favore in ordine all’introduzione del meccanismo del credito d'imposta per i soggetti interni ed esterni alla filiera cinematografica, evidenziando le connessioni tra arte e industria esistenti nel comparto del cinema. Dopo aver enfatizzato la rilevanza del cinema inteso quale tratto determinante dell’identità del Paese, registra tuttavia un limite nella previsione di riduzioni e agevolazioni disposte in maniera indifferente a favore di opere italiane e opere realizzate sul territorio nazionale, in quanto occorre una decisione chiara circa l’opzione dell’eccezione culturale, sul modello francese.

Coglie indi l'occasione per evidenziare l'esigenza di contestualizzare le misure previste dal disegno di legge finanziaria, tenendo conto delle differenze tra progetti stranieri realizzati in Italia e investimenti di nuovi soggetti nazionali. Inoltre occorre che tali incentivi siano accompagnati da una adeguata trasparenza sui valori dichiarati fiscalmente, tanto più che il processo di valorizzazione delle opere è assolutamente aleatorio, come talvolta dimostrano le sovrastime dei costi rispetto a quelli reali di produzione.

Giudica altresì importante affermare l’incompatibilità tra soggetti dello stesso gruppo e introdurre la "carta di identità" delle opere, limitando inoltre le posizioni dominanti e il consolidamento di monopoli, onde fugare il pericolo di una diacronia tra questi interventi e la legge di sistema.

Quanto all’obbligo di acquisto dei contenuti e delle opere cinematografiche, reputa imprescindibile tener conto del dibattito attualmente in corso in Parlamento e paventa il rischio che la mancata previsione nell’ambito delle quote di reinvestimento di destinazioni specifiche alle produzioni indipendenti sminuisca la creatività degli autori. In conclusione, nell'apprezzare le misure introdotte con la manovra finanziaria, auspica comunque che siano attuate in maniera coerente con le proposte normative all'esame della Commissione.

 

Il senatore MARCONI (UDC) chiede al relatore chiarimenti in ordine all'auspicio, formulato nella relazione introduttiva, di misure volte al contenimento della spesa e all'oggettiva valutazione dell'operato degli amministratori, i quali in alcuni casi avrebbero determinato situazioni di grave sofferenza. Ricorda infatti che già in passato si era cercato di individuare margini di risparmio sulle risorse assegnate alle fondazioni lirico-sinfoniche, evitando che assorbano una quota così rilevante del FUS.

Esprime poi stupore per l'attenzione dedicata al settore cinematografico, rispetto ad altri comparti più tradizionali come ad esempio quello dei beni archeologici, che vede una flessione degli investimenti. Al contrario, egli rammenta che l'Italia ha il maggiore patrimonio archeologico del mondo, per il quale risulta indispensabile l'intervento pubblico, in quanto del tutto privo di ritorno economico. A favore del cinema occorre invece stimolare l'intervento privato, a meno che non vi siano motivazioni ideologiche per un rafforzamento della mano pubblica.

 

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il relatore FONTANA (Ulivo), il quale dichiara di condividere la maggior parte degli interventi. Ritiene infatti che l'incremento del FUS debba essere accompagnato da una convinta volontà di riformare il settore, onde non incrementare diseconomie. Sgombrato il campo da rivendicazioni economiche, occorre ora puntare sul rigore della gestione, evitando logiche premianti per gli amministratori che hanno operato male. Preannuncia pertanto una precisa osservazione in tal senso nel rapporto alla Commissione bilancio.

Per quanto riguarda le osservazioni relative agli interventi a favore del cinema, nega motivazioni ideologiche. Dopo aver richiamato l'intenso dibattito di merito in corso presso la Commissione, osserva che il tax credit depotenzia l'iniziativa pubblica incentivando quella privata e si muove quindi nella direzione giusta. Resta invece l'insoddisfazione per l'inadeguato sostegno assicurato agli istituti di cultura, certamente a seguito di scelte riferibili più all'Economia che ai Beni culturali. Ritiene quindi opportuno sostenere l'azione del Ministro di settore in questo senso, rivendicando maggiori investimenti al settore.

Si sofferma infine brevemente sulla cosiddetta "norma Asciutti", anche se non rientra nell'ambito della manovra di bilancio. Al riguardo, conviene sull'esigenza di risolvere il problema delle piante organiche dei teatri, distinguendo tra personale artistico e personale tecnico e organizzativo. E' infatti inammissibile che l'incremento del FUS sia destinato al pagamento di stipendi.

 

Agli intervenuti replica altresì il sottosegretario Elena MONTECCHI, la quale riconosce che - nonostante gli investimenti significativi, tra cui i 150 milioni di euro per le celebrazioni dell'unità d'Italia - si sia ancora lontani da percentuali accettabili rispetto alla spesa pubblica e al PIL. Conferma quindi l'esigenza di rafforzare il processo di corresponsabilizzazione nella spesa per la co-progettazione e il co-finanziamento, in linea con gli stanziamenti a tal fine disposti dall'ultima legge finanziaria per i beni e le attività culturali.

Dopo aver rammentato le ragioni dell'articolo 14 del decreto-legge n. 159, ella conviene poi con le difficoltà degli istituti culturali e sottolinea a sua volta l'insufficienza dei fondi per le acquisizioni e prelazioni, nonostante il convinto impegno del Ministro.

Entrando nel merito del disegno di legge finanziaria, conferma che le misure a favore del cinema si iscrivono nella più ampia cornice delineata dalla legge di riforma all'esame della Commissione, che certamente non si intende vanificare. Non può tuttavia non considerarsi la velocità con cui si muove il mondo delle produzioni cinematografiche, rispetto al quale l'Italia risulta in drammatico ritardo. La leva fiscale risulta pertanto indispensabile ed urgente per arrestare l'emorragia di produzioni all'estero. Il Paese è infatti tanto più in grado di attirare produzioni straniere in quanto trattiene un nucleo forte di imprese e professionalità.

Il Sottosegretario esprime poi rammarico per i ritardi con cui decollano i previsti incentivi alle imprese che investono in innovazione, dolendosi in particolare per la mancata copertura finanziaria degli interventi di digitalizzazione delle sale cinematografiche. Auspica al riguardo un impegno comune, onde non favorire solo i grandi gruppi che possono procedere anche a prescindere dagli incentivi.

Ribadisce quindi il carattere congiunturale delle norme fiscali recate dall'articolo 7, che intendono inserirsi a regime nella disciplina recata dalla legge di settore.

Ella si sofferma successivamente sull'incremento del FUS, che indiscutibilmente sgombra il campo dall'alibi delle risorse insufficienti e richiama l'esigenza improcrastinabile di un cambiamento delle regole.

Dopo aver sottolineato l'importanza delle norme sull'incompatibilità dei tecnici che dovranno decidere sull'allocazione delle risorse, stigmatizza il consolidamento di modelli organizzativi molto pesanti, che finiscono per dirottare i finanziamenti sui soggetti anziché sui progetti. In tal modo risulta sempre più difficile la produzione di opere innovative, che è invece essenziale in un'ottica di apertura alla creatività. Occorre tuttavia una maggiore responsabilizzazione, soprattutto nella valorizzazione delle produzioni di repertorio.

Quanto alla cosiddetta "norma Asciutti", che è stata peraltro contestata sul piano giuridico o costituzionale, ella manifesta la disponibilità del Governo a un confronto, ma solo parallelamente all'apertura di una seria trattativa contrattuale e alla discussione delle modifiche ordinamentali necessarie. Non può infatti essere sottaciuta la forte esigenza di contenimento delle spese, cui corrisponde il recente commissariamento di una fondazione lirico-sinfonica. Né va dimenticato che il pareggio del bilancio è un valore per la collettività intera, verso cui deve essere indirizzato lo sforzo di tutti. Ribadisce pertanto che l'incremento del FUS deve corrispondere a una disponibilità a discutere sul cambiamento.

 

La PRESIDENTE avverte che è stato presentato l'ordine del giorno n. 1, allegato al presente resoconto. Rinvia indi il seguito dell'esame della Tabella 14 e delle connesse parti della legge finanziaria ad altra seduta.

 

Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.

 

La seduta termina alle ore 18,50.

 


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

126a Seduta (antimeridiana)

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tab. 7) Stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2008

- (Tab. 14) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2008

- (Tab. 17) Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Rapporti alla 5a Commissione per i disegni di legge nn. 1817 e 1818. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Seguito e conclusione delle Tabelle 2, 7, 14 e 17 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporti favorevoli con osservazioni sulle Tabelle 2, 7, 14 e 17. Parere alla 5a Commissione per il disegno di legge n. 1819. Disgiunzione del seguito dell'esame e rinvio)

 

Riprende l'esame sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

La PRESIDENTE dà la parola al ministro Giovanna Melandri per la replica sulla Tabella 2, relativamente alle competenze in materia di sport e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il ministro Giovanna MELANDRI tiene a precisare che con la finanziaria 2008 si compie un passo inedito attraverso la creazione del Fondo per lo sport di cittadinanza, per il quale si stanzia una dotazione di 20 milioni di euro per il 2008, 35 milioni di euro per il 2009 e 40 milioni di euro per il 2010. Dopo aver precisato che, nel quadro del nuovo Titolo V della Costituzione, parte delle competenze in materia di sport spettano agli enti locali, enfatizza il ruolo della pratica sportiva nella lotta all'esclusione sociale e alla diversità.

Nell'evidenziare le ulteriori risorse assegnate al Comitato italiano paraolimpico, nella prospettiva di rendere i diversamente abili protagonisti della scena sportiva, si sofferma sul valore sociale della spesa delle famiglie per le attività sportive, comunicando che in tal senso sono state riconfermate le detrazioni fiscali.

Benché riguardi il disegno di legge n. 1819, precisa che la scelta di sopprimere la SPORTASS testimonia la volontà di porre fine ad una tendenza negativa. In particolare, rispondendo ad una richiesta di chiarimento emersa nel dibattito, comunica che l'Inail e l'Inps subentrano nei rapporti pendenti attivi e passivi, mentre il personale attualmente in servizio è provvisoriamente trasferito alle dipendenze dell'Inps. Nell'assicurare che saranno comunque corrisposti i premi assicurativi e previdenziali agli atleti, comunica che la copertura relativa è effettuata con una destinazione di risorse sul bilancio dello Stato, non a carico quindi dell'Inps.

Sottolinea altresì positivamente l'invarianza delle risorse per il Coni, il quale tuttavia ha subito gli effetti degli accantonamenti dell'ultima manovra finanziaria. Fornisce comunque assicurazioni a che le risorse per l'ente saranno sbloccate onde restituire la pienezza dei finanziamenti in vista dei Giochi olimpici di Pechino 2008.

In merito all'Istituto per il credito sportivo che - rammenta - è la banca dello sport, sottolinea da un lato i maggiori contributi economici devoluti all'Istituto in controtendenza rispetto all'andamento negativo della XIV legislatura e, dall'altro, gli ulteriori compiti assegnati con riferimento all'accensione dei mutui e all'impiantistica sportiva.

Accanto alle risorse già previste per gli impianti sportivi, prosegue il Ministro, è prevista infatti una dotazione ad hoc di 20 milioni di euro per la ristrutturazione e la privatizzazione degli stadi e dei palazzetti. Al riguardo, fa presente che siffatto processo rappresenta un obiettivo strategico di medio termine necessario per ripristinare l'equilibrio economico del mercato e per alleggerire gli enti locali dagli oneri connessi ai costi di manutenzione. In tal modo le amministrazioni locali potranno destinare le risorse disponibili allo sport sociale. Fa presente altresì che detti contributi specifici non sono affidati in conto capitale ma per accendere mutui e attivare linee di credito che facilitino i processi di ristrutturazione, a dimostrazione di una netta discontinuità con il passato.

Passa poi al Fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale, necessario per dare un assetto stabile ai grandi eventi, che sviluppano benefici economici e in termini di turismo, fino ad ora finanziati solo attraverso interventi episodici.

Con particolare riferimento all'interazione con il settore scolastico, dà conto delle attività di promozione e di estensione dell'attività motoria nella scuola secondaria e primaria elaborate unitamente al Ministero della pubblica istruzione. Nel ribadire che, data l'articolazione di competenze tra le Commissioni permanenti, ella non riferisce in questa sede sulle politiche giovanili, fa comunque presente che una quota del Fondo per le politiche giovanili è espressamente dedicata agli obiettivi citati. Si registra altresì una comunione di intenti tra i due Dicasteri in ordine alla introduzione in via sperimentale in sei scuole primarie per provincia dell'educazione motoria, con la volontà di estendere tale processo e di raddoppiarne le risorse. Comunica poi che è previsto uno stanziamento di 90 milioni di euro per favorire l'apertura pomeridiana delle scuole secondarie con il fine specifico di promuovere l'educazione fisica. Al riguardo occorrerà a suo giudizio monitorare a posteriori in che misura tali risorse verranno effettivamente destinate dalle autonomie scolastiche per tali scopi.

In conclusione, rimarca il grande sforzo della manovra finanziaria nella direzione di assicurare lo sport sociale e le riforme strutturali - secondo un percorso già avviato mediante la legge delega sui diritti televisivi inerenti le competizioni sportive - in una logica di coerenza rispetto all'impegno dichiarato dall'Esecutivo.

 

Dovendosi passare alle votazioni sui rapporti relativi alle diverse Tabelle del disegno di legge del bilancio di competenza della Commissione, e alle connesse parti del disegno di legge finanziaria, la PRESIDENTE propone di disgiungere l'esame del disegno di legge n. 1819 rispetto all'esame dei documenti di bilancio.

 

Conviene la Commissione.

 

Con riferimento alla Tabella 2 del disegno di legge di bilancio, per le parti di competenza relative allo sport, e alle connesse parti del disegno di legge n. 1817, il relatore SCALERA (Ulivo) sottolinea il rilievo della dimensione sociale dello sport, nonché del processo di ristrutturazione e privatizzazione degli impianti, peraltro richiesto dagli operatori del settore. Ribadisce infine le considerazioni circa l'opportunità di sopprimere la SPORTASS, chiudendo così un capitolo negativo e datato. Illustra indi uno schema di rapporto favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato al presente resoconto.

 

Per dichiarazione di voto a nome del suo Gruppo prende la parola il senatore ASCIUTTI (FI) il quale lamenta il decremento delle risorse per il programma 30.1, domandando altresì chiarimenti circa la gestione delle maggiori risorse destinate alla ristrutturazione degli impianti sportivi.

 

In una breve interruzione, il relatore SCALERA (Ulivo) puntualizza che tali risorse sono finalizzate ad avviare il processo di privatizzazione ed apertura al mercato degli impianti sportivi.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI), nel dichiararsi comunque contrario sullo schema di rapporto nel suo complesso, chiede che esso sia messo ai voti per parti separate, atteso che ne ritiene condivisibili le premesse e alcune osservazioni. Tuttavia, con riferimento all'osservazione n. 2 manifesta perplessità sulla istituzione dell'Osservatorio nazionale per l'impiantistica sportiva, tanto più che un obiettivo della manovra finanziaria è di razionalizzare gli enti pubblici, eliminando quelli inutili.

 

La senatrice SOLIANI (Ulivo) dichiara il voto favorevole della propria parte politica sullo schema di rapporto, esprimendo vivo compiacimento per le misure realizzate in ambito sportivo, dato anche il positivo impatto che esse hanno nella vita sociale del Paese.

Sottolineando che la manovra finanziaria è una occasione significativa per un confronto sulle linee strategiche di ciascun Ministero, ritiene che gli interventi citati dal ministro Giovanna Melandri rappresentino una base straordinaria su cui lavorare e auspica che ella abbia un rapporto costante con la Commissione onde consolidare la strategia avviata.

Tiene inoltre a precisare che, poiché l'Italia si sta preparando alle Olimpiadi di Pechino 2008, occorre affermare una precisa volontà politica di valorizzare i diritti umani a livello internazionale, anche attraverso l'elaborazione di atti specifici che segnino una svolta su questo fronte. Ciò è tanto più opportuno se si considera che l'Italia ha svolto un ruolo fondamentale anche in occasione della moratoria sulla pena di morte.

 

Dichiara a sua volta il voto favorevole del suo Gruppo la senatrice CAPELLI (RC-SE), la quale si compiace degli interventi previsti atteso che essi qualificano l'idea dello sport di cittadinanza, più vicina alla dimensione sociale rispetto a quella agonistica. Concorda altresì sulle misure inerenti il credito sportivo e l'impiantistica, che testimoniano a suo giudizio una chiara comprensione politica della valenza dello sport.

 

Si dichiara favorevole a nome del suo Gruppo la senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com), che esprime particolare apprezzamento in ordine all'impegno del Governo per il futuro delle giovani generazioni.

 

Prende brevemente la parola il ministro Giovanna MELANDRI per puntualizzare che la flessione delle risorse del programma 30.1 è esclusivamente dovuta ai minori finanziamenti delle Olimpiadi invernali di Torino, al decrescere degli importi dei mutui dei Mondiali del 1990, nonché alla eliminazione degli oneri connessi alla SPORTASS. Al netto di queste voci, le risorse stanziate in finanziaria determinano invece un saldo attivo, anche tenendo conto degli incentivi fiscali per le famiglie che promuovono la pratica sportiva.

 

Previa verifica del prescritto numero di senatori, la PRESIDENTE pone ai voti lo schema di rapporto favorevole con osservazioni per parti separate. La Commissione, con distinte votazioni, approva quindi all'unanimità le premesse dalle parole "La Commissione" fino a "già incrementato della legge finanziaria 2007"; a maggioranza il dispositivo; all'unanimità le osservazioni nn. 1, 3 e 4; a maggioranza l'osservazione n. 2, nonché lo schema di rapporto nel suo complesso.

 

Si passa indi all'esame della Tabella 14 (Beni e attività culturali) del disegno di legge di bilancio e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. La PRESIDENTE rammenta che è stato presentato l'ordine del giorno n. 1 (testo 2) al disegno di legge finanziaria in materia di istituti culturali, pubblicato in allegato al presente resoconto, sul quale il relatore FONTANA (Ulivo) esprime parere favorevole.

 

Il senatore GIAMBRONE (Misto-IdV) aggiunge la firma all'ordine del giorno n. 1, che risulta accolto dal sottosegretario Elena MONTECCHI.

 

La PRESIDENTE suggerisce di votare l'ordine del giorno per raccogliere il più ampio consenso.

 

Previa dichiarazione di voto favorevole della senatrice NEGRI (Aut), la quale sottolinea l'esigenza di riaggiornare e valutare criticamente le modalità di erogazione delle risorse in favore degli istituti culturali, esso è posto ai voti e approvato dalla Commissione all'unanimità.

 

Il relatore FONTANA (Ulivo) illustra indi uno schema di rapporto favorevole con osservazioni, che tiene conto delle considerazioni emerse nel dibattito.

 

Per dichiarazione di voto contrario sullo schema di parere nel suo complesso a nome del suo Gruppo prende la parola il senatore ASCIUTTI (FI), il quale avanza comunque la richiesta di votarlo per parti separate, tanto nelle premesse che nel dispositivo e nelle osservazioni, onde esprimere condivisione su alcune osservazioni. In particolare sollecita un chiarimento sulla osservazione n. 1, sollecitando un sostegno concreto fin dalla manovra finanziaria 2008 per la riforma dello spettacolo dal vivo.

 

In una breve interruzione, il sottosegretario Elena MONTECCHI ribadisce la precisa volontà di non introdurre riforme ordinamentali nel disegno di legge finanziaria, puntualizzando altresì che le risorse per il settore sono già stanziate attraverso il Fondo unico per lo spettacolo (FUS). Manifesta comunque la disponibilità dell'Esecutivo a sostenere le iniziative legislative - peraltro già presentate in Parlamento - in materia di spettacolo dal vivo.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI), alla luce dei chiarimenti forniti dal Sottosegretario, suggerisce una riformulazione dell'osservazione n. 1 che sostituisca l'espressione "adeguato sostegno" con "adeguata attenzione". Con riguardo all'osservazione n. 2 esprime dubbi in ordine alla formulazione del secondo periodo circa le azioni di "effettivo risanamento", ritenendo preferibile espungere il termine "effettivo".

Dichiara infine un voto di astensione sulle premesse, manifestando alcune riserve in ordine agli interventi previsti dall'articolo 40 del disegno di legge finanziaria in merito al settore televisivo e auspicando che lo Stato non imponga vincoli ai privati.

 

La presidente Vittoria FRANCO (Ulivo) suggerisce a sua volta di inserire, nell'osservazione n. 4, dopo le parole "stanziamenti a favore" le parole "dei beni culturali e in particolare". In considerazione di un breve intervento del senatore AMATO (FI) circa la necessità di individuare gli istituti culturali oggetto di sollecitazione da parte della Commissione, propone infine di esplicitare nell'osservazione n. 4 il richiamo alla legge n. 534 del 1996.

 

La senatrice NEGRI (Aut) dichiara il voto favorevole a nome del suo Gruppo sullo schema di rapporto concordando in particolare con l'introduzione del tax credit a favore degli operatori del cinema.

Paventa tuttavia il rischio che tra le misure di razionalizzazione previste nel disegno di legge finanziaria, in particolare all'articolo 82, e la sollecitazione al Governo affinché sostenga gli istituti culturali non statali possano sorgere contraddizioni, reputando perciò necessaria una riflessione in termini di equilibrio politico ed economico delle misure.

In considerazione della particolarità del momento culturale che l'Italia attraversa, condivide la valorizzazione delle fondazioni lirico-sinfoniche attraverso un'azione premiante delle gestioni virtuose.

 

La senatrice SOLIANI (Ulivo) rimarca l'approccio strategico della manovra finanziaria anche per quanto concerne i beni culturali, la cui tutela contribuisce a definire l'immagine dell'Italia. Ritiene quindi che, nonostante occorra un tempo più lungo per mettere in moto il Paese, gli interventi previsti costituiscano un buon avvio per lo sviluppo del settore.

Enfatizza poi alcuni elementi innovativi della manovra, quali: la promozione del libro e della lettura; gli investimenti nei contesti internazionali, rispetto ai quali giudica utile un confronto con l'Esecutivo per quanto concerne gli interventi realizzati in ambito sia sovranazionale che locale; le misure di supporto al cinema, che si collocano in stretto raccordo con l'esame parlamentare dei disegni di legge di riforma del comparto; l'incremento delle risorse del FUS, rispetto al quale occorre a suo giudizio assicurare un rilancio allo spettacolo dal vivo; l'impostazione complessiva in termini di riorganizzazione strutturale.

Dichiara infine il voto favorevole a nome del suo Gruppo sullo schema di rapporto.

 

Il relatore FONTANA (Ulivo), accogliendo i suggerimenti avanzati in dichiarazione di voto, modifica le osservazioni nn. 1 e 2 nel senso indicato dal senatore Asciutti, nonché l'osservazione n. 4 come proposto dalla Presidente.

 

Il sottosegretario Elena MONTECCHI tiene a sottolineare che le misure di razionalizzazione degli enti pubblici non configgono con la volontà di sostenere gli istituti culturali non statali. Manifesta comunque piena disponibilità a svolgere una riflessione approfondita sui criteri di distribuzione delle risorse, nella prospettiva di garantire la trasparenza in ordine alle modalità di accesso.

 

La PRESIDENTE pone quindi in votazione per parti separate lo schema di rapporto favorevole con osservazioni riformulato, pubblicato in allegato al presente resoconto. Con distinte votazioni, la Commissione approva a maggioranza le premesse dalle parole: "La Commissione" fino a "gli ambiti dello spettacolo dal vivo", previa astensione del senatore ASCIUTTI(FI); a maggioranza il dispositivo; all'unanimità le osservazioni dalla n. 1 alla n. 5; a maggioranza lo schema di rapporto nel suo complesso.

 

Si passa indi all'esame della Tabella 7 del disegno di legge di bilancio, recante lo stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Agli intervenuti nel dibattito, conclusosi nella seduta pomeridiana di ieri, replica la relatrice SOLIANI (Ulivo), la quale si compiace per l'ampia discussione che, come ogni anno in occasione della manovra finanziaria, consente una riflessione sulla scuola del futuro.

Registra peraltro che su due punti si sono incentrate le considerazioni più critiche: le norme sugli insegnanti di sostegno e le procedure di reclutamento.

Con riguardo al primo profilo, conviene che l'articolo 50, comma 3, non persuada del tutto. Rammenta tuttavia che si tratta di scelte che derivano da interventi precedenti, atteso che la prima riduzione di personale risale al 1997. Il disegno di legge finanziaria per il 2008 apporta due ulteriori modifiche alla disciplina vigente: da un lato, stabilizza al 70 per cento l'organico di diritto dell'anno scolastico 2006/2007, che peraltro è il più elevato degli ultimi anni; dall'altro, pone un blocco agli organici di fatto. Al riguardo, pur convenendo che la materia abbia bisogno di parametri certi e che sia compito della manovra finanziaria fissarli, osserva che in alcuni casi possono rendersi indispensabili interventi straordinari. Occorre tuttavia prevedere accertamenti particolarmente rigorosi, onde escludere la possibilità di abusi. Né va dimenticato che nell'anno scolastico 2006/2007 l'organico complessivo era pari a circa 94.000 docenti, di cui solo 48.000 rientravano nell'organico di diritto, e che anche applicando il "tetto" del 25 per cento, il numero dei docenti resterebbe invariato.

E' quindi lodevole l'impegno del Governo ad aumentare la percentuale di diritto fino al 70 per cento, con riferimento alla quale ella ipotizza addirittura un innalzamento all'80 per cento. Ritiene altresì indispensabile richiamare la prospettiva dell'organico funzionale.

Passando al tema del reclutamento, ella concorda sull'esigenza di un approccio più generale ed in tal senso richiama il piano strategico avviato con la legge finanziaria 2007, che prevede il previo parere delle Commissioni parlamentari.

Si sofferma altresì su altre tematiche emerse nel dibattito, ed in particolare sulla sperimentazione territoriale prevista dai commi da 9 a 17 dell'articolo 50, ribadendone la ragionevolezza e l'utilità al fine di mettere in moto un percorso virtuoso di raccordo con il territorio.

Conferma infine il giudizio positivo sulle risorse stanziate per l'edilizia scolastica che, ricorda ancora una volta, sono aggiuntive rispetto alle dotazioni ordinarie e pertanto, benché ancora insufficienti, rappresentano un'indicazione senz'altro positiva.

Illustra conclusivamente uno schema di rapporto favorevole con osservazioni, allegato al presente resoconto.

 

Replica altresì il sottosegretario PASCARELLA, il quale sottolinea come finalmente la manovra finanziaria faccia chiarezza sullo stato della scuola italiana, riconoscendone i profili di difficoltà strutturale.

A fronte di ciò, il Governo ha avviato misure importanti, liberando risorse che possono essere finalmente spese a vantaggio del settore; tra queste cita i piani stralcio 2005 e 2007 per l'adeguamento anti-sismico delle scuole, per un importo pari a 500 milioni di euro, nonché l'intesa con la Conferenza Stato-regioni del settembre scorso sul piano di adeguamento dell'edilizia scolastica, per un importo pari a 750 milioni di euro.

Né giudica irrilevanti i 20 milioni di euro aggiuntivi stanziati da questa finanziaria, che potranno innescare la partecipazione virtuosa di regioni ed enti locali nel processo di ammodernamento degli edifici scolastici. Ricorda altresì la devoluzione di ulteriori cento milioni di euro nel triennio per l'abbattimento delle barriere architettoniche nelle scuole.

Passando ad altre tematiche affrontate nel dibattito, egli ribadisce l'importanza di incrementare di 10.000 unità il contingente di personale ATA precario che verrà inquadrato in ruolo.

Quanto al comma 6 dell'articolo 50, nega che la previsione di un regolamento sottenda la volontà dell'Esecutivo di sottrarsi al confronto parlamentare. Tuttavia, occorre rispondere con urgenza all'esaurimento di alcune graduatorie onde evitare la formazione di un nuovo precariato.

Dopo aver ringraziato la relatrice Soliani per i chiarimenti offerti sulla consistenza degli insegnanti di sostegno, si sofferma più in generale sulla riduzione degli organici, evidenziando gli effetti positivi del "congelamento" della clausola di salvaguardia operato dal decreto-legge n. 159.

Riconosce infine che la spesa per l'istruzione in Italia, pari al 3 per cento del PIL, sia inferiore alla media OCSE. Rimarca tuttavia che anche altri Paesi avanzati, quali la Germania, la Spagna e il Giappone, restano al di sotto di tale media.

Ribadisce conclusivamente che la manovra finanziaria in atto, se da un lato è certamente volta alla riduzione della spesa pubblica, dall'altro valorizza la scuola per controbilanciare il declino e rilanciare lo sviluppo, assegnando al comparto 300 milioni di euro in più rispetto all'anno scorso.

 

Per dichiarazione di voto sullo schema di rapporto della relatrice interviene il senatore VALDITARA (AN), il quale ne chiede la votazione per parti separate manifestando fin d'ora una contrarietà di fondo, ma la disponibilità a votare favorevolmente sull'osservazione n. 5.

Quanto all'osservazione n. 6, ne chiede un rafforzamento nel senso di sollecitare un atto di rango legislativo per la riforma del reclutamento dei docenti. Ricorda del resto che la materia è attualmente regolata dalla legge n. 53 del 2003, la quale non può essere modificata, con un atto di normazione secondaria.

Coglie poi l'occasione per lamentare l'insoddisfacente replica del rappresentante del Governo, osservando anzitutto che le risorse liberate a favore dell'edilizia scolastica, cui egli ha fatto riferimento, non rappresentano certo fondi nuovi. Né vale la considerazione che i 20 milioni aggiuntivi saranno integrati con gli investimenti a livello locale, atteso che in tal modo di scarica sugli enti territoriali una competenza del Governo che, oltretutto, riduce le disponibilità degli enti locali. Ribadisce inoltre che anche i fondi stanziati nelle leggi finanziarie della scorsa legislatura dall'allora ministro Letizia Moratti erano aggiuntivi e furono aspramente criticati dal Centro-sinistra, ancorché fossero superiori a quelli attualmente in discussione.

Quanto agli interventi di razionalizzazione, rammenta ancora una volta che nella scorsa legislatura i risparmi furono totalmente reinvestiti a favore del settore.

Dopo aver nuovamente lamentato l'assenza di un adeguato rifinanziamento delle norme per la stabilizzazione del precariato, nonché l'ulteriore innalzamento del rapporto alunni per classe (che in alcune aree del Paese è già eccessivamente elevato), riconosce che la percentuale del PIL dedicata alla scuola italiana è simile a quella di altri Paesi avanzati. Sottolinea tuttavia che in tali Nazioni le scuole private hanno una diffusione assai maggiore che in Italia e il PIL è comunque estremamente superiore a quello nazionale.

Egli critica altresì il mancato finanziamento della valutazione, deplorando che il recente contratto del comparto non contenga alcun meccanismo meritocratico. In particolare, ritiene grave non prevedere la possibilità di retribuzioni differenziate per i docenti più meritevoli, come invece previsto dall'articolo 22 del contratto siglato nella scorsa legislatura dall'allora ministro Letizia Moratti.

Ribadisce conclusivamente il proprio giudizio negativo sulla manovra finanziaria per la parte relativa alla scuola, che reputa assai deludente per le riduzioni di spesa, che colpiscono in particolare le fasce più deboli; per l'assenza di spinte meritocratiche; per l'inadeguatezza delle risorse stanziate a favore dell'edilizia scolastica; per la previsione di modalità inaccettabili per la riforma del reclutamento e per il tradimento degli impegni assunti sul precariato.

 

Anche il senatore ASCIUTTI (FI) si dichiara assai deluso dalla manovra finanziaria e giudica negativamente lo schema di rapporto della relatrice, che non trova il coraggio di manifestare apertamente il proprio dissenso.

Con riferimento al rapporto studenti per classe, invita a tenere in debito conto le particolari condizioni geografiche del nostro Paese, criticando misure che finiscono per incidere negativamente sulle classi sociali più deboli.

Entrando nel merito dell'osservazione n. 5, ne chiede un rafforzamento atteso che solo il mantenimento della possibilità di deroga consentirà la chiamata di un numero sufficiente di insegnanti. Invita quindi la maggioranza a non contraddire gli impegni assunti in campagna elettorale ed a pronunciarsi per l'abrogazione esplicita dell'articolo 50, comma 4, secondo periodo.

Esprime poi netto dissenso sull'osservazione n. 6, che non recepisce adeguatamente le osservazioni del dibattito a netto favore di un provvedimento legislativo per la riforma del reclutamento. E' palese tuttavia che il ministro Fioroni non voglia dialogare né con il Parlamento né con la sua maggioranza, temendo evidentemente che quest'ultima non trovi un accordo.

Preannuncia quindi un convinto voto contrario sul complesso del rapporto.

 

La senatrice NEGRI (Aut) esprime invece una valutazione positiva sullo schema di rapporto della relatrice, che a suo giudizio affronta correttamente i profili ancora problematici della manovra, apprezzandone in particolare l'approccio che mette in luce le esigenze di razionalizzazione. Rammenta del resto che lo stesso Quaderno bianco sulla scuola non prevede per il futuro massicce assunzioni, atteso che la popolazione scolastica si va stabilizzando.

Con riferimento all'edilizia scolastica, stigmatizza poi l'atteggiamento del Centro-destra ricordando che nella scorsa legislatura i finanziamenti sono stati sospesi per il 2005 e 2006 e assai esigui nel 2004.

Dopo aver richiamato l'attenzione sulle norme contenute nell'atto Camera 2272-ter, attualmente all'esame dell'altro ramo del Parlamento, sul project financing, nega che il piano per l'assorbimento del precariato sia scoperto, atteso che nella scorsa finanziaria era previsto l'utilizzo dei risparmi conseguenti ai prepensionamenti.

Condivide altresì l'osservazione n. 6, ritenendo che un regolamento sia sufficiente per disciplinare le tecniche concorsuali.

Ribadisce conclusivamente un giudizio favorevole sulla manovra che, in un contesto di risorse non crescenti, raccoglie positivamente la sfida alla razionalizzazione.

 

Il senatore MARCONI (UDC) esprime un orientamento contrario, chiedendo tuttavia alla relatrice alcune modifiche: all'osservazione n. 2, suggerisce di introdurre un riferimento all'insufficienza dei fondi per l'edilizia scolastica; all'osservazione n. 6, sottolinea l'esigenza - a fronte di una prevista riduzione pari a 47.000 docenti - di chiarire che le nuova modalità di reclutamento devono in tutti i modi evitare l'insorgenza di un nuovo precariato; auspica infine che sia inserito un segnale per il riconoscimento ai docenti di una funzione diversa rispetto agli amministrativi.

 

Riprende brevemente la parola il senatore VALDITARA (AN) per precisare alla senatrice Negri che nella finanziaria 2004 l'edilizia scolastica è stata finanziata con ben 348 milioni di euro.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE) conferma anzitutto il giudizio positivo sull'articolo 36 in materia di adeguamento antisismico delle scuole. Riconosce peraltro che la copertura della norma non è a carico dei fondi destinati ai partiti politici.

Dopo avere sottolineato l'articolo 94, comma 4, che prevede procedure di mobilità per il personale docente inidoneo ai compiti di insegnamento, il quale sarà inserito in un ruolo speciale ad esaurimento, annuncia il voto favorevole sullo schema di rapporto della relatrice che ha saputo cogliere, a suo avviso, lo spirito delle osservazioni critiche emerse nel dibattito. In particolare, apprezza le osservazioni nn. 5 e 6, mentre manifesta qualche perplessità sul disposto letterale dell'osservazione n. 3.

 

Il senatore RANIERI (Ulivo) rammenta che, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla scuola, è emerso con chiarezza come il rapporto tra docenti e alunni prescinda purtroppo sia dalle condizioni di bisogno che dagli interventi adottati, dipendendo prevalentemente dalle modalità di gestione della mobilità. Sollecita pertanto una riflessione più approfondita, in rapporto all'autonomia, ed in tal senso esprime un giudizio positivo sull'osservazione n. 3 del rapporto.

Condivide poi la scelta di dar vita a sperimentazioni sui possibili interventi di razionalizzazione, in un'ottica di collaborazione istituzionale che si inserisce nella cornice del nuovo Titolo V della Costituzione, in relazione agli obiettivi di sviluppo. Apprezza altresì che i risparmi conseguenti siano reinvestiti nel settore, secondo un metodo innovativo che potrà essere adottato su più vasta scala nella prossima manovra finanziaria.

Manifesta indi compiacimento per il fatto che, sia pure in altra sede, sia stata "congelata" la clausola di salvaguardia, ridimensionando le prospettive di risparmio e ripartendole diversamente negli anni.

Quanto al precariato, ritiene che la prevista assunzione di 10.000 ulteriori unità di personale ATA sia rilevante, atteso che si trattava del punto più debole del programma di assunzioni delineato dalla finanziaria 2007.

Passando all'osservazione n. 5, sottolinea l'importanza di inquadrare in ruolo il maggior numero possibile di docenti di sostegno, in considerazione della continuità didattica così assicurata agli studenti disabili. Apprezza quindi la proposta della relatrice di aumentare ad almeno l'80 per cento la quota dell'organico di diritto e di richiamare la prospettiva dell'organico funzionale.

Relativamente all'osservazione n. 6, condivide pienamente l'esigenza di coinvolgere il Parlamento sulle procedure di reclutamento. Anche a fronte delle difficoltà di funzionamento delle SISS, occorre infatti a suo avviso una riflessione di più ampio respiro che colleghi le assunzioni ai fabbisogni oggettivi di organico a livello territoriale, in un'ottica di raccordo fra Pubblica istruzione, Economia ed Università. Si dichiara peraltro disponibile a valutare favorevolmente l'ipotesi di sollecitare il Governo a procedere con una norma di rango legislativo.

Preannuncia conclusivamente il voto favorevole del suo Gruppo.

 

Il senatore DAVICO (LNP) ritiene insufficiente lo sforzo compiuto dalla relatrice: in primo luogo, critica l'assenza di qualunque riferimento a detrazioni fiscali in favore delle famiglie per l'acquisto di materiali scolastici e strumenti musicali; con riferimento all'osservazione n. 3, avrebbe preferito un impegno più cogente sulla formazione delle classi che, pur prendendo atto dell'esigenza di razionalizzare il rapporto fra alunni e docenti, avesse mantenuto la possibilità di deroghe in condizioni particolari; si associa poi alle critiche già espresse sull'osservazione n. 5 ed auspica un'intesa più ampia sull'osservazione n. 6 che salvaguardi le prerogative del Parlamento.

Dichiara quindi il voto contrario del suo Gruppo.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) ringrazia la relatrice di aver raccolto le osservazioni emerse nel dibattito, sottolineando in primo luogo l'importanza dell'autonomia al fine di un pieno assolvimento dei compiti istituzionali della scuola.

Sull'osservazione n. 5, dichiara che avrebbe preferito l'eliminazione completa del divieto di disporre deroghe; giudica comunque accettabile l'innalzamento almeno all'80 per cento dell'organico di diritto.

Anche sull'osservazione n. 6, avrebbe preferito un impegno più cogente al Governo in favore del pieno coinvolgimento del Parlamento.

Dopo aver suggerito un'osservazione aggiuntiva, che solleciti il coinvolgimento delle scuole e degli enti locali nella definizione del piano triennale di sperimentazione, dichiara conclusivamente il suo voto favorevole.

 

Raccogliendo i suggerimenti emersi nelle dichiarazioni di voto, la relatrice SOLIANI (Ulivo) riformula il proprio schema di rapporto, modificando le osservazioni nn. 2 e 6 ed aggiungendo la n. 8. Con particolare riguardo alla n. 6, precisa peraltro di non ritenere praticabile, in questa sede, inserire un esplicito richiamo a strumenti di rango legislativo, che richiede una previa concertazione con il Governo. Reputa comunque che a ciò possa essere dato seguito anche successivamente, in fase emendativa.

 

Si procede alla votazione per parti separate dello schema di rapporto favorevole con osservazioni della relatrice, come riformulato, pubblicato in allegato al presente resoconto.

 

Con distinte votazioni, la Commissione approva a maggioranza il dispositivo dalle parole "La Commissione" fino a "formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria", nonché le osservazioni nn. 1, 2, 3 e 4; all'unanimità l'osservazione n. 5; a maggioranza le osservazioni nn. 6, 7 e 8, nonché lo schema di rapporto nel suo complesso.

 

La seduta, sospesa alle ore 12, è ripresa alle ore 12,15.

 

Si passa all'esame della Tabella 17 (Università e ricerca) e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il relatore RANIERI (Ulivo) illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato al presente resoconto.

 

Il senatore VALDITARA (AN) critica che il Governo non abbia colto l'occasione di un extra-gettito pari a 13 miliardi di euro per destinare risorse aggiuntive all'università italiana. I 150 milioni devoluti rappresentato infatti solo il minimo per sopravvivere, atteso che per la maggior parte saranno assorbiti da automatismi che non migliorano il sistema complessivo. Al contrario, occorreva un investimento più convinto sulla valutazione e in particolare sull'ANVUR.

Un segnale più forte occorreva anche in favore del riequilibrio ed in tal senso lamenta l'assenza di una specifica percentuale, nonchè di strumenti che valorizzino il merito dei docenti. A tale ultimo riguardo, rinnova al Governo la richiesta di valutare la possibilità di liberalizzare le retribuzioni, atteso che un'autonoma contrattazione delle condizioni economiche dei docenti incentiverebbe la competizione tra atenei.

Sollecita altresì un impegno più consistente, pari ad almeno 40 milioni di euro, per i dottorandi di ricerca, che attualmente sono retribuiti troppo miseramente. Analogamente, occorrerebbero 80-100 milioni per incrementare gli stipendi dei ricercatori. In proposito, egli rammenta che, nella scorsa legislatura, il Centro-destra riuscì a trovare la copertura finanziaria necessaria e chiede al Ministro e alla sua maggioranza la disponibilità a lavorare insieme in questo senso.

Egli ribadisce poi il suo dissenso sull'articolo 92 del disegno di legge finanziaria, che cancella un istituto essenziale di flessibilità, nonché sull'esigenza di una valutazione delle sedi universitarie, anziché dei singoli docenti. Dichiara conclusivamente il convinto voto contrario del suo Gruppo sul rapporto del relatore.

 

La senatrice GAGLIARDI (RC-SE) osserva che il Governo ha ereditato un sistema universitario devastato da cinque anni di Governo di Centro-destra ed ha marcato una sensibile inversione di tendenza. Nonostante l'incremento di risorse, l'Italia resta infatti al di sotto della media OCSE, registrando drammatici ritardi. Invita quindi a dare atto al Governo di uno strenuo impegno per affermare priorità che ancora non sono riconosciute in questo Paese.

Esprime poi compiacimento per una manovra finanziaria che, per la prima volta dopo tanti anni, risulta priva di norme ordinamentali, anche se questo rende più difficile una riflessione di merito.

Dopo aver sollecitato una modifica dell'articolo 92 che eviti distorsioni e l'insorgenza di nuovo precariato, dichiara conclusivamente il voto favorevole del suo Gruppo.

 

Per dichiarazione di voto contrario a nome del suo Gruppo interviene il senatore MAURO (FI) il quale stigmatizza che la maggioranza ha tradito le promesse elettorali e non ha ancora ben chiara la volontà di riforma dell'università e della ricerca. Nel deplorare i continui proclami del Centro-sinistra sulla centralità del sapere rispetto ai quali non sono stati adottati interventi conseguenti, lamenta che la compagine di sostegno al Governo manifesti un voto favorevole su norme in contrasto con le opinioni da sempre professate. In particolare richiama l'articolo 92 del disegno di legge finanziaria che si colloca a suo giudizio in netta contraddizione con le idee del Centro-Sinistra sul precariato; ciò testimonia a suo avviso una assoluta mancanza di attenzione alla politica anche in campo universitario.

La vera disuguaglianza sociale, prosegue il senatore, si estrinseca infatti nelle scarse possibilità offerte alle fasce più deboli di accedere alla conoscenza e ai saperi, in senso opposto a una vera mobilità sociale. Nel rammentare che in Italia la mobilità delle classi sociali è poco elevata rispetto ad altri Paesi, esprime profondo stupore per la disattenzione del Centro-sinistra su questi temi, che dovrebbe essere invece cari alla sua tradizione politica dello schieramento di maggioranza.

Stigmatizza quindi l'assoluta incoerenza e contraddittorietà delle forze di Governo che traspare dalle disposizioni del disegno di legge finanziaria. Nè ravvisa elementi innovativi con riferimento alla situazione economica dei ricercatori, troppo spesso costretti ad emigrare in altri Stati, e ribadisce che l'Esecutivo ha la responsabilità e gli strumenti per intervenire efficacemente nel settore.

Dopo aver rimarcato che la crescita sociale ed economica del Paese è connessa alla formazione delle classi dirigenti, esprime forti critiche per l'assenza di misure volte a rendere appetibili le università italiane all'estero e ribadisce l'inadeguatezza della manovra di bilancio rispetto ai problemi denunciati.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sullo schema di rapporto prende la parola la senatrice NEGRI (Aut), la quale sottolinea con forza il carattere innovativo dell'articolo 3, comma 19, che costituisce una enorme svolta in termini sia economici che politici.

Nel rammentare che durante la manovra finanziaria del 2007 il dibattito si era incentrato sulla limitatezza degli investimenti privati in ricerca, ritiene che le detrazioni fiscali disposte dall'articolo 3 consentano di riclassificare l'intervento dello Stato in un'ottica nuova.

 

La PRESIDENTE pone indi ai voti lo schema di rapporto favorevole con osservazioni che risulta approvato a maggioranza. Dichiara così concluso l'esame dei documenti di bilancio.

(omissis)


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

127a Seduta (pomeridiana)

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole con osservazioni)

 

Riprende l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana, nel corso della quale – ricorda la PRESIDENTE - si era conclusa la discussione generale ed era stato disposta la disgiunzione dell'esame rispetto ai disegni di legge nn. 1817 e 1818.

 

Agli intervenuti replica la relatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) la quale si rammarica che i tempi d'esame non abbiano consentito una discussione più approfondita, pur esprimendo compiacimento per il consenso registrato sulle linee di politica distributiva. Ribadisce poi il positivo stanziamento dei 150 milioni di euro connessi all'innalzamento dell'obbligo di istruzione, che avrà ricadute positive sui curricula, sull'organizzazione dei cicli e anche sul diritto allo studio.

Si sofferma poi sull'annosa questione del "caro libri" su cui peraltro l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato una apposita istruttoria per valutare ed eventualmente sanzionare le restrizioni della concorrenza.

Quanto all'articolo 28, pur ritenendo tardivo l'intervento, giudica inutile salvare un ente in perdita tanto più che il settore è inserito in un generale contesto di liberalizzazione. In particolare, nel richiamare le preoccupazioni emerse nel dibattito circa le ricadute negative dello spostamento degli oneri dalla SPORTASS all'Inps e all'Inail, conviene con la necessità di evitare un indebolimento del sistema pensionistico.

Illustra indi uno schema di parere favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato al presente resoconto.

 

Replica a sua volta il sottosegretario PASCARELLA il quale, nel concordare con le osservazioni della relatrice, rimarca la novità delle dotazioni previste a favore dell'innalzamento dell'obbligo di istruzione, sottolineando altresì gli obiettivi di riequilibrio connessi alla manovra.

 

Il sottosegretario Elena MONTECCHI replica agli intervenuti per la parte di sua competenza esprimendo particolare soddisfazione per il consenso manifestato sulle iniziative connesse al centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia e garantisce in merito la disponibilità del Ministero nella ricerca di una più efficace integrazione con le scuole.

 

Replica altresì il sottosegretario MODICA, il quale pur comprendendo il rammarico circa la tardiva utilizzazione delle risorse disponibili, fa presente che l'articolo 13 consente di rendere indipendenti le modalità di gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST). Tiene comunque a precisare che in tal modo sarà possibile disporre del FIRST fin dal 2007 per la concessione di risorse alla ricerca.

Puntualizza infine che è stato incrementato fino a 150 milioni di euro il finanziamento delle ricerche di rilevanza nazionale raggiungendo una quota fino ad ora mai stanziata.

 

Per dichiarazione di voto favorevole a nome del suo Gruppo prende la parola la senatrice NEGRI (Aut), che invita a considerare nella giusta dimensione l'osservazione n. 4, atteso che il trasferimento delle posizioni debitorie della SPORTASS all'Inps e all'Inail potrebbe avere effetti negativi sulla fiscalità generale.

 

A nome della propria parte politica dichiara voto favorevole la senatrice CAPELLI (RC-SE), la quale sottolinea in particolare la rilevanza dell'articolo 12 rispetto al quale sarebbe stato comunque opportuno a suo giudizio chiarire le modalità di distribuzione dei fondi.

Esprime un orientamento positivo anche in ordine all'articolo 13, idoneo ad assicurare l'efficacia finanziaria dei progetti di ricerca, pur rimarcando il problema della lentezza con cui le risorse vengono distribuite.

Manifesta tuttavia perplessità sulla razionalizzazione dei servizi aggiuntivi disposta dall'articolo 14, in quanto a suo avviso la norma non raggiunge una mediazione soddisfacente tra due interessi confliggenti: quello dello Stato di evitare sprechi ed assicurare efficienza, anche attraverso un'unica procedura concorsuale e la concentrazione nella gestione dei servizi, e le ragioni del mercato, che richiedono la concorrenza nelle procedure di appalto.

 

A nome del suo Gruppo dichiara voto favorevole la senatrice SOLIANI (Ulivo), rilevando l'utilità e il buon senso delle misure previste.

 

Il senatore MARCONI (UDC), nel dichiarare voto contrario a nome del suo Gruppo, rileva una erronea formulazione nell'osservazione n. 1 e manifesta alcune riserve sulla dizione utilizzata, atteso che essa induce a supporre che l'obbligo di istruzione attualmente non sia gratuito per gli ultimi due anni. Ritiene preferibile sottolineare la necessità di estendere la gratuità dell'istruzione anche ai percorsi scolastici non obbligatori.

 

Il senatore VALDITARA (AN) esprime un convinto voto contrario a nome del suo Gruppo, in quanto il provvedimento ha dimostrato l'assoluta irrealizzabilità dei tagli agli organici previsti. Nel richiamare il dibattito svolto durante la scorsa manovra finanziaria in ordine ai rischi connessi alla clausola di salvaguardia, peraltro confermata nei documenti di bilancio per il 2008, puntualizza che il ministro Fioroni ha compiuto clamorosi errori rispetto ai quali è responsabile politicamente.

Denuncia inoltre che delle maggiori risorse disponibili non è stato disposto il reinvestimento nella scuola, mentre esse sono state utilizzate per ridurre il debito pubblico.

In merito al FIRST, stigmatizza il grave ritardo nella emanazione dei bandi per la ricerca che testimonia un pesante insuccesso del ministro Mussi.

Nel deplorare l'ennesimo fallimento della politica scolastica e universitaria del Governo, lamenta che il parere non esprima con la dovuta puntualità ed oggettività le criticità ancora irrisolte.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) manifesta forti critiche all'operato del ministro Fioroni che ha completamente esautorato il Parlamento, procedendo attraverso fonti di natura secondaria o addirittura amministrativa.

Nel ritenere opportuno un riferimento più incisivo alla riorganizzazione del Ministero rispetto a quanto emerge dall'osservazione n. 2, ribadisce il generale malcontento per il blocco dei fondi alla ricerca, auspicando che tale errore di percorso non si ripeta per gli anni a venire.

Nel dichiarare voto contrario sullo schema di parere nel suo complesso chiede comunque la votazione per parti separate esprimendo un orientamento in linea di massima favorevole sulle osservazioni nn. 4 e 5.

 

La relatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com), in considerazione dei rilievi del senatore Marconi, riformula lo schema di parere (pubblicato in allegato al presente resoconto) modificando l'osservazione n. 1.

Dopo aver richiamato le considerazioni del ministro Giovanna Melandri rese durante l'esame dei documenti di bilancio in ordine alla SPORTASS, ribadisce l'opportunità che le risorse aggiuntive nel settore scolastico siano destinate alle famiglie più disagiate.

 

Verificato il prescritto numero di senatori, la PRESIDENTE pone indi ai voti per parti separate lo schema di parere favorevole con osservazioni come riformulato.

Con distinte votazioni, la Commissione approva a maggioranza il dispositivo dalle parole "La Commissione" fino a "esprime per quanto di competenza parere favorevole con le seguenti osservazioni", nonché le osservazioni dalla n. 1 alla n. 3, all'unanimità le osservazioni n. 4 e 5 e a maggioranza lo schema di parere nel suo complesso.

 

 

Allegato

 

SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DALLA RELATRICE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

"La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,

premesso che esso ripartisce il maggior gettito disponibile rispetto alle previsioni del Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) per l’anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro, che si aggiunge alle risorse di cui al decreto-legge n. 81 del 2007, ammontanti a 7.403 milioni di euro, ottenute anche in ragione della lotta all’evasione fiscale;

mostrato compiacimento perché nella destinazione di queste risorse l’istruzione e la cultura hanno avuto un ruolo significativo;

 

considerato che:

- l’articolo 12 aumenta di 150 milioni di euro i fondi disponibili per l’innalzamento dell’obbligo di istruzione disposto dalla legge finanziaria 2007, bloccando peraltro l'operatività della clausola di salvaguardia prevista in quella sede, con l'effetto di rallentare il processo di riduzione del personale. In particolare, a fronte della prevista riduzione di 43.000 unità lavorative, si è preso atto della sostenibilità di un decremento di sole 14.000 unità per il 2007-2008, ripartendo sul successivo triennio il completamento della riduzione;

- l’articolo 13 affida al Ministero dell’università e della ricerca la definizione dei criteri di accesso e delle modalità di utilizzo e gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST). In particolare, si rileva con rammarico la tardiva utilizzazione delle risorse disponibili - conseguente a svariate ragioni come la copertura a carico del trattamento di fine rapporto - che ha determinato la sofferenza del sistema universitario e degli enti di ricerca;

- con riferimento all’articolo 14, i servizi aggiuntivi siti negli istituti e nei luoghi di cultura previsti dalla legge Ronchey dovranno essere gestiti in maniera integrata, sia dal punto di vista dei diversi servizi sia dal punto di vista territoriale, mentre resta invariato quanto disposto in materia di forme di gestione dal Codice dei beni culturali;

- l’articolo 20 ripristina, con una autorizzazione di spesa di 150 milioni di euro, il 5 per mille devoluto volontariamente dai contribuenti agli enti che svolgono attività socialmente rilevanti, alla ricerca e all’università;

- l’articolo 23 prevede di sostenere la nascita del Parco scientifico tecnologico di Genova Erzelli attraverso l’investimento di 10 milioni di euro;

- l’articolo 28 dispone la soppressione dell'ente previdenziale e assicurativo SPORTASS in favore degli sportivi e il trasferimento dei rapporti previdenziali pendenti all’INPS e dei rapporti assicurativi all’INAIL. In proposito, si ritiene che la scelta sia inevitabile e forse tardiva, dal momento che, da un lato, il fondo di previdenza ha già sfondato i 170 milioni di deficit e, dall’altro, il fondo assicurativo ha visto le federazioni sportive rescindere il rapporto. Si rileva altresì che un piano di salvataggio, con un prestito di 30 milioni da parte dell’Istituto per il credito sportivo, subordinato a rendere più efficiente l’ente, era già stato effettuato, con esiti irrilevanti, dal momento che il disavanzo è cresciuto annualmente;

- il medesimo articolo 28 stanzia 65 milioni di euro per far fronte alla posizione debitoria di SPORTASS verso banche e creditori, assegna 18 milioni all’Istituto per il credito sportivo a parziale compensazione, con conseguente riduzione del Fondo per gli eventi sportivi internazionali, e destina ulteriori 20 milioni di euro alla sicurezza degli stadi e alla realizzazione di infrastrutture, in risposta alle mutate esigenze di fruibilità, apertura e redditività della gestione economica finanziaria;

- l'articolo 31 prevede alcuni contributi straordinari: 40 milioni all’ospedale Gaslini, 1 milione all’Unione italiana ciechi e 3 milioni alla Fondazione European Brain Research Institute (EBRI);

- l’articolo 36 istituisce un apposito fondo di 150 milioni di euro per i centocinquant’anni dell’unità d’Italia, che si configura quale appuntamento con la Storia del Paese;

manifestata soddisfazione per il "congelamento" della clausola di salvaguardia disposto dall'articolo 12, mediante il quale si può mantenere un giusto equilibrio tra esigenze di bilancio e necessità del sistema scolastico,

 

esprime per quanto di competenza parere favorevole con le seguenti osservazioni:

1.salvaguardando il primario obiettivo di ridurre la razionalizzazione di spesa richiesta al sistema scolastico e di non applicare per l'anno 2007 quanto disposto dall'articolo 1, comma 621, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si raccomanda che le risorse di cui al comma 1 dell'articolo 12 siano orientate a garantire la gratuità dell'obbligo di istruzione, ivi compresi interventi volti ad assicurare, prioritariamente per i soggetti meno abbienti, la gratuità dei libri di testo;

2.si auspica che la prevista riorganizzazione del Ministero possa contribuire a sbloccare il FIRST nel quale confluiscono i progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN), il Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR) e il Fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB), in quanto la piena funzionalità dello strumento è necessaria vista l’imminenza del nuovo Piano nazionale delle ricerche;

3.poiché i servizi aggiuntivi erogati negli istituti e nei luoghi di cultura non sono mai riusciti, se non in casi sporadici, a rafforzare le risorse a disposizione del sistema culturale nazionale e, pur essendo servizi necessari per qualificare e valorizzare il patrimonio, troppo spesso si sono rivelati antieconomici, si auspica che l’unità di gestione possa essere l’occasione per un loro rilancio. Si raccomanda altresì che il contratto tipo preveda il coinvolgimento dei singoli istituti interessati, i quali dovrebbero essere consultati nella predisposizione del progetto da parte della Direzione regionale e nell'attività di controllo e verifica rispetto alle attività dell'affidatario e che il Ministero attui un costante monitoraggio delle concessioni e dei loro esiti così da misurare l'opportunità di forme così centralizzate di affidamento;

4.con riferimento alla soppressione di SPORTASS e al trasferimento dei rapporti all'Inps e all'Inail, rispettivamente per quanto attiene i servizi previdenziali e i servizi assicurativi, si ritiene opportuno che la posizione debitoria trasferita ricada su opportuni trasferimenti dalla fiscalità generale e non sulla contribuzione obbligatoria dei lavoratori dipendenti;

5.si formula l'auspicio che l'iniziativa culturale celebrativa dei centocinquanta anni dell'Unità d'Italia restituisca ai cittadini il valore e il senso del momento dell’Unità nazionale. In proposito, si rileva tuttavia che, nel comitato interministeriale incaricato di pianificare gli eventi, la Pubblica istruzione e la scuola non abbiano goduto della necessaria attenzione".

 

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

"La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,

premesso che esso ripartisce il maggior gettito disponibile rispetto alle previsioni del Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) per l’anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro, che si aggiunge alle risorse di cui al decreto-legge n. 81 del 2007, ammontanti a 7.403 milioni di euro, ottenute anche in ragione della lotta all’evasione fiscale;

mostrato compiacimento perché nella destinazione di queste risorse l’istruzione e la cultura hanno avuto un ruolo significativo;

considerato che:

- l’articolo 12 aumenta di 150 milioni di euro i fondi disponibili per l’innalzamento dell’obbligo di istruzione disposto dalla legge finanziaria 2007, bloccando peraltro l'operatività della clausola di salvaguardia prevista in quella sede, con l'effetto di rallentare il processo di riduzione del personale. In particolare, a fronte della prevista riduzione di 43.000 unità lavorative, si è preso atto della sostenibilità di un decremento di sole 14.000 unità per il 2007-2008, ripartendo sul successivo triennio il completamento della riduzione;

- l’articolo 13 affida al Ministero dell’università e della ricerca la definizione dei criteri di accesso e delle modalità di utilizzo e gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST). In particolare, si rileva con rammarico la tardiva utilizzazione delle risorse disponibili - conseguente a svariate ragioni come la copertura a carico del trattamento di fine rapporto - che ha determinato la sofferenza del sistema universitario e degli enti di ricerca;

- con riferimento all’articolo 14, i servizi aggiuntivi siti negli istituti e nei luoghi di cultura previsti dalla legge Ronchey dovranno essere gestiti in maniera integrata, sia dal punto di vista dei diversi servizi sia dal punto di vista territoriale, mentre resta invariato quanto disposto in materia di forme di gestione dal Codice dei beni culturali;

- l’articolo 20 ripristina, con una autorizzazione di spesa di 150 milioni di euro, il 5 per mille devoluto volontariamente dai contribuenti agli enti che svolgono attività socialmente rilevanti, alla ricerca e all’università;

- l’articolo 23 prevede di sostenere la nascita del Parco scientifico tecnologico di Genova Erzelli attraverso l’investimento di 10 milioni di euro;

- l’articolo 28 dispone la soppressione dell'ente previdenziale e assicurativo SPORTASS in favore degli sportivi e il trasferimento dei rapporti previdenziali pendenti all’INPS e dei rapporti assicurativi all’INAIL. In proposito, si ritiene che la scelta sia inevitabile e forse tardiva, dal momento che, da un lato, il fondo di previdenza ha già sfondato i 170 milioni di deficit e, dall’altro, il fondo assicurativo ha visto le federazioni sportive rescindere il rapporto. Si rileva altresì che un piano di salvataggio, con un prestito di 30 milioni da parte dell’Istituto per il credito sportivo, subordinato a rendere più efficiente l’ente, era già stato effettuato, con esiti irrilevanti, dal momento che il disavanzo è cresciuto annualmente;

- il medesimo articolo 28 stanzia 65 milioni di euro per far fronte alla posizione debitoria di SPORTASS verso banche e creditori, assegna 18 milioni all’Istituto per il credito sportivo a parziale compensazione, con conseguente riduzione del Fondo per gli eventi sportivi internazionali, e destina ulteriori 20 milioni di euro alla sicurezza degli stadi e alla realizzazione di infrastrutture, in risposta alle mutate esigenze di fruibilità, apertura e redditività della gestione economica finanziaria;

- l'articolo 31 prevede alcuni contributi straordinari: 40 milioni all’ospedale Gaslini, 1 milione all’Unione italiana ciechi e 3 milioni alla Fondazione European Brain Research Institute (EBRI);

- l’articolo 36 istituisce un apposito fondo di 150 milioni di euro per i centocinquant’anni dell’unità d’Italia, che si configura quale appuntamento con la Storia del Paese;

manifestata soddisfazione per il "congelamento" della clausola di salvaguardia disposto dall'articolo 12, mediante il quale si può mantenere un giusto equilibrio tra esigenze di bilancio e necessità del sistema scolastico,

 

esprime per quanto di competenza parere favorevole con le seguenti osservazioni:

1.salvaguardando il primario obiettivo di ridurre il taglio di spesa richiesto al sistema scolastico e di non applicare per l'anno 2007 quanto disposto dall'articolo 1, comma 621, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si raccomanda che le risorse di cui al comma 1 dell'articolo 12 siano orientate a garantire la gratuità dell'obbligo di istruzione, ivi compresi interventi volti ad assicurare, prioritariamente per i soggetti meno abbienti, la gratuità dei libri di testo;

2.si auspica che la prevista riorganizzazione del Ministero possa contribuire a sbloccare il FIRST nel quale confluiscono i progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN), il Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR) e il Fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB), in quanto la piena funzionalità dello strumento è necessaria vista l’imminenza del nuovo Piano nazionale delle ricerche;

3.poiché i servizi aggiuntivi erogati negli istituti e nei luoghi di cultura non sono mai riusciti, se non in casi sporadici, a rafforzare le risorse a disposizione del sistema culturale nazionale e, pur essendo servizi necessari per qualificare e valorizzare il patrimonio, troppo spesso si sono rivelati antieconomici, si auspica che l’unità di gestione possa essere l’occasione per un loro rilancio. Si raccomanda altresì che il contratto tipo preveda il coinvolgimento dei singoli istituti interessati, i quali dovrebbero essere consultati nella predisposizione del progetto da parte della Direzione regionale e nell'attività di controllo e verifica rispetto alle attività dell'affidatario e che il Ministero attui un costante monitoraggio delle concessioni e dei loro esiti così da misurare l'opportunità di forme così centralizzate di affidamento;

4.con riferimento alla soppressione di SPORTASS e al trasferimento dei rapporti all'Inps e all'Inail, rispettivamente per quanto attiene i servizi previdenziali e i servizi assicurativi, si ritiene opportuno che la posizione debitoria trasferita ricada su opportuni trasferimenti dalla fiscalità generale e non sulla contribuzione obbligatoria dei lavoratori dipendenti;

5.si formula l'auspicio che l'iniziativa culturale celebrativa dei centocinquanta anni dell'Unità d'Italia restituisca ai cittadini il valore e il senso del momento dell’Unità nazionale. In proposito, si rileva tuttavia che, nel comitato interministeriale incaricato di pianificare gli eventi, la Pubblica istruzione e la scuola non abbiano goduto della necessaria attenzione".


LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

Martedì 9 ottobre 2007

114a Seduta

Presidenza della Presidente

DONATI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Esame e rinvio)

 

Il senatore GRILLO(FI), dopo aver espresso un giudizio fortemente critico sul decreto legge in materia economico- finanziaria, il quale provvede ad allocare le risorse derivanti dall’extragettito delle entrate (il c.d. Tesoretto), la cui quantificazione pone evidenti perplessità, chiede al Governo di fornire chiarimenti in ordine alla natura di tali maggiori entrate, impegno, peraltro già contemplato dall’articolo 1, commi 4 e 5 della legge finanziaria per il 2007.

 

Dopo un breve intervento del senatore MAZZARELLO(Ulivo), la presidente DONATI invita i rappresentanti del Governo a fornire al più presto i chiarimenti e le precisazioni richiesti dal senatore Grillo. In relazione ai problemi di merito e di copertura della manovra, peraltro, ricorda che l’articolo 126 bis del Regolamento demanda tali competenze al Presidente del Senato e alla 5a Commissione.

 

Prende quindi la parola il relatore MAZZARELLO(Ulivo), il quale, nel riferire sul decreto legge che, varato dal Governo nell'ambito dell'annuale manovra finanziaria, anticipa, con effetti nel 2007, alcune misure di spesa recanti interventi per 7,5 miliardi di euro, si sofferma sugli articoli del provvedimento che interessano profili di competenza della Commissione.

Illustra dapprima il contenuto delle disposizioni che prevedono interventi di carattere generale nei settori delle infrastrutture e dei trasporti. In particolare dà conto dell' articolo 2, il quale, oltre a prevedere un contributo di 800 milioni di euro per l'anno 2007, per la prosecuzione delle opere in corso sulla rete tradizionale dell'infrastruttura finanziaria, previste dal contratto di programma 2007-2011, nonchè un ulteriore contributo di 235 milioni di euro per assicurare la continuità nell'attività di manutenzione straordinaria sulla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria, autorizza inoltre la spesa di 215 milioni di euro per progetti appaltabili nel 2007 ricompresi nel piano di investimenti allegato al contratto di programma 2007 stipulato tra il Ministero delle Infrastrutture e da ANAS s.p.a.

Dopo aver riferito sull'articolo 6, il quale introduce norme relative alle tratte del sistema Alta Velocità/Alta Capacità ricomprese nella Rete Transeuropee di Trasporto, si sofferma sull'articolo 3, recante disposizioni volte a semplificare le procedure di utilizzo degli stanziamenti di cui all'elenco annesso alla legge finanziaria per il 2007.

Illustra quindi l'articolo 9, che, intervenendo sui contratti di servizio pubblico tra il Ministero dei trasporti e Trenitalia S.p.a., autorizza, nelle more della stipula dei nuovi accordi, il Ministero dell'economia e delle finanze ad erogare, in favore della società le risorse stanziate dalla leggi in materia, nonchè l'articolo 7 che, al fine di migliorare la mobilità nelle grandi città, prevede contributi al trasporto metropolitano, delle città di Milano, Roma e Napoli. Dopo aver dato brevemente conto delle misure nel settore delle infrastrutture contemplate dall'articolo 36, nell'ambito degli interventi e delle iniziative connesse alle celebrazioni per il 150° anniversario dell'unità nazionale, procede nell'illustrazione degli interventi infrastrutturali e relativi al settore della mobilità destinati a particolari aree del territorio.

Fra questi segnala, in primo luogo, l'articolo 8, il quale prevede un piano di interventi volto a migliorare il trasferimento modale da e per la Sicilia e il trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina. Fra le misure di carattere locale, ricorda ancora l'articolo 22, il quale reca stanziamenti per il rifinanziamento degli interventi ricompresi nella legge speciale per Venezia e Mose, l'articolo 23, che, al fine di incentivare le attività industriali e ad alta tecnologia, stanzia 10 milioni di euro per opere infrastrutturali nell'area di Erzelli nel comune di Genova ed infine l'articolo 25, che prevede stanziamenti volti a finanziare interventi nella regione Friuli Venezia Giulia, autorizzando in particolare la spesa di 65 milioni di euro per il collegamento stradale veloce tra l'Autostrada A4 e l'area della zona produttiva della sedia nel comune di Manzano e di 15 milioni di euro per far fronte agli interventi di riduzione del rischio idrogeologico e alluvionale.

Nel sottolineare come il decreto preveda poi specifici interventi finalizzati alla riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali, si sofferma sull'articolo 21, che prevede uno stanziamento di 550 milioni per un piano straordinario di edilizia popolare volto ad ampliare l'offerta di alloggi in locazione a canone sociale per coloro che sono iscritti nelle graduatorie dei Comuni e sull'articolo 41, che stanzia la somma di 150 milioni di euro ed autorizza il Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri delle infrastrutture e della solidarietà sociale, a costituire tramite l'Agenzia del demanio, una apposita società di scopo per promuovere la formazione di strumenti finanziari immobiliari a totale o parziale partecipazione pubblica, per l'acquisizione, il recupero, la ristrutturazione, la realizzazione di immobili ad uso abitativo anche con l'utilizzo, d'intesa con le regioni e gli enti locali, di beni di proprietà dello stato o di altri soggetti pubblici.

Dà conto infine delle norme del decreto legge relative al settore delle comunicazioni. Fra queste segnala l'articolo 16, il quale prevede disposizioni volte ad incentivare, attraverso una uscita graduale dal mercato dei televisori analogici, la transizione verso la tecnologia digitale, il cui termine per il completamento viene, tra l'altro, differito dal 2008 all'anno 2012 e l'articolo 10, il quale detta disposizioni concernenti l'editoria.

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 17.


LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

115a Seduta

Presidenza della Presidente

DONATI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Parere alla 5ª Commissione. Seguito esame e rinvio)

 

La PRESIDENTE, in relazione al quesito posto nel corso della seduta di ieri dal senatore Grillo, fa presente che la relazione volta a definire i risultati derivanti dalla lotta all’evasione fiscale e a quantificare le maggiori entrate permanenti da destinare alla riduzione della pressione fiscale, prevista dalla legge finanziaria per il 2007, risulta essere ancora in fase di elaborazione da parte del Ministero dell’economia e delle finanze. La presentazione di tale relazione, del resto, era stata già sollecitata sia dal Presidente della 5a Commissione, nel corso dell’esame del decreto-legge n. 81 del 2007, sia dal senatore Legnini, relatore sul disegno di legge di assestamento del bilancio per l’anno in corso. Tale richiesta peraltro era stata avanzata dal senatore Grillo in occasione dell’audizione svoltasi la settimana scorsa dinanzi alle Commissioni Bilancio della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica allo stesso ministro dell’economia Padoa-schioppa, il quale avrebbe investito della questione il vice ministro Visco.

 

E’ quindi aperta la discussione generale.

 

Il senatore GRILLO (FI), dopo aver ringraziato la Presidente per la esaustiva risposta al proprio quesito, ribadisce il proprio giudizio complessivamente negativo sulla manovra finanziaria in esame, sottolineando come numerose critiche siano state avanzate dalla stessa Unione Europea. Tali critiche sono in primo luogo legate all’utilizzo delle risorse derivanti dall’extra gettito delle entrate il cosiddetto Tesoretto per finalità diverse dal risanamento del debito pubblico, così come invece previsto dagli impegni assunti in sede di approvazione della scorsa legge finanziaria. I dati presenti nella nota di aggiornamento inoltre confermano che questa manovra, oltre a peggiorare l’indebitamento pubblico, problema peraltro denunciato dal Presidente della Confindustria, determina un incremento della spesa corrente. Interrogativi suscitano le affermazioni rese dal Ministro Padoa-Schioppa nell’audizione svoltasi dinnazi alle Commissioni Bilancio congiunte circa la necessità di varare il prossimo anno una manovra "difficile", tenuto conto delle dichiarazioni circa il raggiungimento, grazie all’approvazione della finanziaria per il 2007, dell’obiettivo del risanamento dei conti. Tutto ciò induce a riconoscere alla manovra in esame un carattere preelettorale.

Passando al merito del provvedimento, si sofferma dapprima sull’articolo 7, il quale prevede contributi al trasporto metropolitano delle città Roma, Milano e Napoli. Al riguardo, con riferimento agli stanziamenti per la prosecuzione dei lavori di costruzione della metro "C" della capitale, chiede di sapere se tali risorse si debbano considerare esaustive e sostitutive degli impegni imposti agli Enti locali e alla Regione. Dopo aver rilevato il carattere tautologico dell’articolo 9, il quale sembrerebbe celare il tentativo di porsi al riparo da responsabilità contabili, svolge talune considerazioni sull’articolo 41. Al riguardo, dopo aver dato conto della positiva esperienza milanese di housing sociale realizzato dalla fondazione Cariplo con la partecipazione del comune e della regione, sottolinea che sarebbe necessario che fossero preventivamente individuati i soggetti idonei a costituire le società di scopo per la realizzazione delle iniziative di cui all’articolo 41 in materia di edilizia popolare.

 

Il senatore MARTINAT (AN), dopo avere espresso un giudizio negativo sulla manovra, della quale rileva il carattere pre-elettorale, si sofferma sulle disposizioni relative all’edilizia popolare. Al riguardo, dopo aver osservato come l’attribuzione alle Regioni della competenza in materia di gestione dell’edilizia popolare abbia determinato fenomeni clientelari, esprime perplessità sugli interventi finalizzati alla riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali, considerato che gran parte degli immobili pubblici sono o detenuti abusivamente o locati a prezzi ben al di sotto di quelli di mercato o occupati sovente da soggetti con redditi elevati.

Dopo aver rilevato la necessità di una maggior puntualizzazione dei soggetti da coinvolgere nelle società di scopo nell’articolo 41, al fine di evitare rischi speculativi, si sofferma sull’articolo 6, ed in particolare invita il Governo a chiarire il proprio intendimento in ordine alle concessioni relative alle tratte dell’Alta velocità precedentemente revocate.

Associandosi ai rilievi del senatore Grillo, chiede al Governo di chiarire se i contributi per la realizzazione della metro "C" della Capitale si debbano ritenere esaustivi, e quindi sostitutivi anche degli impegni assunti dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione.

Dopo aver espresso un giudizio critico sulle disposizioni relative all’ordine Mauriziano e ai rigassificatori, svolge quindi taluni considerazioni sui numerosi interventi infrastrutturali e relativi al settore della mobilità destinati a particolare aree del territorio, lamentando fra l’altro l’assenza di stanziamenti per la realizzazione della rete metropolitana nella città di Torino, nonostante gli impegni verbalmente assunti dai Rappresentanti del Governo. Conclude soffermandosi sulla questione relativa agli arbitrati e sulle vicende che hanno interessato la composizione del Consiglio di amministrazione dell’ANAS.

 

Il senatore BALDINI (FI) ritiene opportuno fare un po’ di chiarezza sulle questioni attinenti il passaggio dal sistema analogico a quello digitale terrestre, di cui all’articolo 16 del provvedimento in esame. Deve essere chiaro infatti che il differimento del cosiddetto switch off dal 2008 al 2012 non è affatto condiviso dai senatori del gruppo Forza Italia. Quel termine, come si ricorderà, era stato già differito dal 2006 al 2008, per cui l’ulteriore slittamento previsto dal provvedimento d’urgenza non può che preoccupare e disorientare gli operatori del settore, danneggiando proprio coloro che hanno già adeguato la propria struttura in vista del passaggio al digitale.

Oltretutto, al di là del merito della questione, non si comprende perché mai il Governo e la maggioranza che lo sostiene si ostinino ad affrontare tematiche così delicate in modo disorganico, piuttosto che disciplinare il tutto in un unico provvedimento legislativo che accorpi tanto le disposizioni ricompresse nel disegno di legge all’esame della Camera dei deputati, quanto quelle di cui al disegno di legge di riordino della Rai, all’esame di questa Commissione.

Anche per tali considerazioni, ribadisce la posizione fortemente contraria dei senatori del gruppo Forza Italia.

 

La senatrice PALERMO (RC-SE) esprime innanzitutto un giudizio nettamente positivo sulle disposizioni di cui agli articoli 2 – relativo alla prosecuzione delle opere infrastrutturali ferroviarie – 21 – in materia di edilizia residenziale pubblica – e 41, concernente l’incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa.

Anche le disposizioni concernenti il miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina (articolo 8) sono condivisibili, mentre qualche perplessità desta la riduzione dei contributi per l’editoria di cui all’articolo 10. Riserve suscita anche il finanziamento dei lavori concernenti il Mose a Venezia, come pure quanto previsto dall’articolo 25 circa la realizzazione del collegamento stradale veloce tra l’autostrada A4 e l’area produttiva di Manzano.

Dopo aver espresso apprezzamento per quanto previsto invece nell’articolo 22 per ciò che concerne la definizione di una rete fissa antincendio per la città di Venezia, esprime qualche perplessità in ordine all’entità delle risorse stanziate per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità di Italia e conclude sottolineando l’esigenza di coordinare le disposizioni di cui all’articolo 16 con quanto previsto dal disegno di legge sul passaggio al digitale terrestre attualmente all’esame della Camera dei deputati.

 

Il senatore MONTINO (Ulivo) ritiene opportuno far chiarezza su quanto previsto dall’articolo 7, comma 1, in merito al finanziamento della metropolitana di Roma. Difatti, la spesa di 500 milioni di euro di cui alla disposizione in questione è finalizzata al prolungamento della linea "C" della metropolitana dal Colosseo a Piazzale Clodio, mentre le risorse stanziate nella scorsa Legislatura riguardavano la tratta fino al Colosseo.

Coglie a questo punto l’occasione per manifestare le proprio perplessità in ordine alla riduzione del 7 per cento del contributo all’editoria di cui all’articolo 10, comma 1, mentre esprime apprezzamento per quanto disposto dall’articolo 16, recante disposizioni in materia di sistema digitale terrestre. Difatti, a parte il fatto che l’articolo in questione, assai opportunamente, introduce l’obbligo di mettere in commercio, in futuro, soltanto apparecchi televisivi dotati di decoder incorporato, lo slittamento del cosiddetto switch off al 2012 appare assolutamente obbligato, sol che si consideri che già quando era stata prevista la data del 2006 per il passaggio al sistema digitale terrestre gli altri Paesi europei, compresi quelli più avanzati, si erano attestati sul 2012, come del resto previsto dall’Unione europea. E’ evidente del resto che il passaggio repentino al nuovo sistema già dall’anno prossimo creerebbe gravi difficoltà a una parte consistente della popolazione, che si troverebbe da un giorno all’altro nell’impossibilità di ricevere i canali digitali.

Conclude esprimendo qualche riserva sulla previsione di un soggetto pubblico statale volto a recuperare immobili ad uso abitativo, quando la materia è di competenza regionale.

 

Il senatore FILIPPI (Ulivo) , dopo aver dato atto ai senatori dell’opposizione di aver contribuito al dibattito in corso con onestà intellettuale, esprime vivo apprezzamento per un provvedimento legislativo che si inserisce nel solco dell’opera di risanamento, sviluppo ed equità sociale già avviata dal Governo in carica con l’ultima legge finanziaria. D’altra parte, se la manovra di bilancio discussa un anno fa non fosse stata improntata alla massima serietà ed al rigore, non sarebbe oggi possibile compiere quei significativi passi avanti sul piano dello sviluppo e dell’equità di cui è testimone il decreto-legge in esame.

Positivamente deve essere valutato l’articolo 8, relativo al trasporto pubblico in Calabria e allo Stretto di Messina come pure l’articolo 9; anche l’articolo 16, concernente il passaggio al digitale terrestre, reca norme assolutamente condivisibili, così come poc’anzi sottolineato dal senatore Montino.

Dopo aver sottolineato l’esigenza di evitare che quanto previsto dai documenti nei quali si articola la manovra di bilancio rimanga inattuato, così come è accaduto in materia di dragaggio dei porti, osserva come le somme destinate alle celebrazioni dell’anniversario dell’Unità di Italia appaiano sovradimensionate.

Venendo poi alla delicata tematica dell’edilizia popolare e della locazione dell’edilizia abitativa, se è vero, come affermava il senatore Martinat, che si registrano casi in cui il livello del canone è veramente irrisorio, il che crea evidenti disparità di trattamento, non sembra però possibile affermare che si tratti di un fenomeno così diffuso. Occorre comunque che tali problematiche vengano affrontate e gestite dalle Regioni e dagli Enti locali, con l’obiettivo non tanto di incrementare il patrimonio edilizio esistente, quanto di liberare le risorse abitative disponibili, rendendole più agevolmente fruibili.

Conclude sottolineando l’opportunità di audire quanto prima il ministro Di Pietro sul tema delle priorità strategiche infrastrutturali ed esprimendo la propria personale opinione che le risorse pubbliche oggi destinate all’editoria siano, in taluni casi, anche troppo consistenti.

 

Il senatore PISTORIO (DCA-PRI-MPA) esprime un giudizio fortemente critico sugli interventi di cui all’articolo 8, i quali non rappresentano una alternativa valida al progetto del Ponte sullo Stretto, opera di grande valore simbolico per il Mezzogiorno sia sul piano civile che economico.

Nel ribadire l’importanza dell’opera, il cui valore strategico è stato riconosciuto anche a livello comunitario, osserva che essa avrebbe prodotto effetti positivi anche sul piano del trasporto ferroviario, riducendo i costi di attraversamento dei treni con i traghetti sostenuti dalla società Ferrovie dello Stato. Conclude svolgendo talune considerazioni sugli interventi per l’Alta velocità nella regione siciliana, sottolineando l’esigenza di prevedere collegamenti fra il capoluogo e le città dell’area catanese.

 

La presidente DONATI, dopo aver espresso un giudizio fortemente positivo sul provvedimento, si sofferma sull’articolo 6. Al riguardo osserva come sarebbe stato opportuno destinare le risorse ivi stanziate primariamente al completamento delle opere in corso. In relazione alla previsione di destinare una quota del canone di utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria alla copertura dei costi di investimento delle tratte del sistema Alta velocità ricompreso nella Rete Transeuropea di trasporto, osserva che sarebbe opportuno prevedere un meccanismo unitario di determinazione del canone stesso. Esprime quindi un giudizio positivo sull’articolo 8, il quale fornisce adeguate risposte ai problemi della mobilità ed infrastrutturali del Mezzogiorno, e conclude sottolineando che sarebbe necessario che il Governo chiarisse in via legislativa il futuro della società Ponte sullo Stretto S.p.A.

 

E’ quindi chiusa la discussione generale.

 

Il senatore MAZZARELLO (Ulivo) interviene in sede di replica riassumendo i principali temi oggetto del dibattito.

Relativamente allo slittamento al 2012 del termine per lo switch off, osserva come ciò sia legato ad evidenti ed oggettivi ritardi nel processo di transizione verso la tecnologia digitale. Ribadisce, poi, il proprio giudizio positivo sugli incentivi previsti dall’articolo 16.

Con riferimento agli stanziamenti per la realizzazione della metro "C", osserva che tali risorse, come del resto risulta dalla ricognizione delle opere di cui alla legge obiettivo effettuata dal Cipe, si aggiungono e non escludono gli impegni degli Enti locali e della Regione.

Dopo aver svolto talune considerazioni positive sugli interventi per la riduzione del disagio abitativo ed in particolare sulla validità dello strumento delle società di scopo, si sofferma sull’articolo 36, relativo agli interventi per i 150 anni dell’Unità di Italia. Al riguardo sottolinea la necessità che il Governo individui con maggior puntualità le opere da realizzare.

Nel preannunciare la presentazione di un parere favorevole, si riserva di valutare la compatibilità dell’articolo 6 in materia di quota di canone di utilizzo con le previsioni di cui al contratto di programma.

Conclude svolgendo brevi considerazioni sull’istituto del dragaggio.

 

Il sottosegretario GENTILE sottolinea l’estrema importanza delle disposizioni in materia di edilizia residenziale pubblica e di locazione di edilizia abitativa, osservando come occorra profondere il massimo impegno per avviare, dopo anni di inerzia, un programma di manutenzione del patrimonio abitativo. Inoltre, l’idea che non sia necessario incrementare il numero degli immobili costruendone di nuovi è discutibile, in quanto negli ultimi anni si sta registrando un forte incremento della domanda, sia da parte dei giovani che degli extracomunitari. Conseguentemente un grande programma che contempli anche l’incremento del patrimonio abitativo sembra essere oggi una strada obbligata.

 

Il senatore MARTINAT (AN), ribadisce la richiesta di avere chiarimenti in ordine all’effettiva partecipazione della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma alla prosecuzione delle spese di investimento finalizzate alla linea "C" della metropolitana di Roma, per cui l’articolo 7 autorizza la spesa di 500 milioni di euro.

 

La presidente DONATI fa presente al senatore Martinat che la linea "C" della metropolitana di Roma rientra tra le opere previste nell’elenco di cui alla cosiddetta Legge Obiettivo, la quale peraltro non prevede l’obbligo del cofinanziamento da parte degli enti territoriali. In ogni caso, invita i rappresentanti del Governo a fornire al senatore Martinat i chiarimenti da egli richiesti.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 12,05.


LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

116a Seduta

Presidenza della Presidente

DONATI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole)

 

Riprende l’esame sospeso nella seduta di oggi.

 

La presidente DONATI avverte che il senatore Mazzarello ha presentato una proposta di parere favorevole, senza osservazioni.

 

Chiede di parlare il sottosegretario Vimercati il quale, con riferimento al tema del cosiddetto switch-off, ricorda come il disegno di legge attualmente all’esame dell’altro ramo del Parlamento preveda, entro il 2009, il passaggio di una delle reti di ciascun grande gruppo alla tecnologia digitale. Per quanto riguarda invece il passaggio tout court dal sistema analogico a quello digitale terrestre, non si può non convenire che mantenere inalterata la scadenza del 2008 sarebbe stato irrealistico, mentre la data del 2012 è stata individuata a livello europeo.

A parte ciò, vale la pena di ricordare che l’articolo 16 del decreto legge reca una disposizione di grande significato, laddove prevede che gli apparecchi televisivi immessi sul mercato nel prossimo futuro debbano essere dotati del decoder; in tal modo si fa si che, al momento del passaggio dal sistema analogico a quello digitale, la stragrande maggioranza degli utenti sia nelle condizioni di ricevere il segnale televisivo.

 

Il senatore GRILLO (FI) annuncia che i senatori del gruppo Forza Italia esprimeranno un convinto voto contrario sulla proposta di parere presentata dal relatore, non solo sulla base delle considerazioni da lui esposte stamane, ma anche per la non condivisibilità della scelta di fissare al 2012, piuttosto che in un momento intermedio, il passaggio dal sistema analogico a quello digitale terrestre. Oltretutto, le scelte compiute dal Governo in carica non sono accompagnate da una adeguata pianificazione che serva a dare un significato concreto a decisioni come quella di favorire la sostituzione degli apparecchi televisivi con quelli dotati di decoder incorporato.

 

Il senatore MARTINAT (AN) annuncia il voto contrario del gruppo Alleanza Nazionale, sottolineando come il parere favorevole senza osservazioni proposto dal relatore non rispecchi affatto le non poche perplessità emerse nella discussione svoltasi stamane fra gli esponenti della maggioranza.

 

Il senatore Fernando ROSSI (Misto-Mpc), intervenendo in sostituzione della senatrice Rame, annuncia il voto favorevole.

 

Dopo che la presidente DONATI ha accertato la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva la proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

 

La seduta termina alle ore 17,30.

 


AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

Martedì 9 ottobre 2007

112a Seduta

Presidenza del Presidente

CUSUMANO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Esame e rinvio)

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), relatrice, illustra il disegno di legge in titolo, rilevando che il provvedimento d’urgenza persegue una serie di obiettivi già delineati dal Governo all’atto della presentazione del documento di programmazione economico-finanziaria, esaminato dalla Commissione lo scorso luglio, e presenta numerosi profili connessi alla manovra di bilancio ed evidenzia che il provvedimento, dispiega i suoi effetti sull’anno 2007 e prevede una serie di misure da finanziare attraverso le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il DPEF 2008-2011 per l’anno 2007.

Ricorda, quindi, che con la manovra di finanza pubblica per il 2008 il Governo sviluppa l’azione di politica economica, integrando il risanamento dei conti pubblici, preponderante nella manovra dello scorso anno, con importanti misure di redistribuzione sociale del reddito, già contenute nel decreto-legge n. 81 del 2007 e rileva che il ricorso al decreto-legge si spiega fondamentalmente con la emersione di un nuovo extragettito nell’anno in corso, originato prevalentemente dal contrasto dell’evasione fiscale, che il governo ha assunto come elemento centrale della sua politica.

Dopo aver fornito alcuni dati sulle maggiori entrate accertate a settembre rispetto alle previsioni definite con il DPEF, si sofferma sui profili di copertura del provvedimento e richiama i principali interventi di carattere sociale (comprensivi del pacchetto casa, delle misure a favore degli incapienti, del finanziamento dei servizi socio educativi per l’infanzia) e i finanziamenti al settore dei trasporti finalizzati principalmente al miglioramento della qualità del servizio ferroviario e metropolitano, nonché il ripristino dei contributi agli organismi internazionali per la pace e aiuti ai Paesi in via di sviluppo, oltre all’anticipazione di risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Per quanto attiene alle parti di competenza della Commissione, la relatrice richiama l’attenzione sull’articolo 42 del provvedimento che prevede ulteriori risorse a disposizione della Agecontrol S.p.a. per l’espletamento delle proprie funzioni di controllo e una dotazione specifica per l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) finalizzata a supportare l’attuazione della riforma, approvata recentemente in sede comunitaria, dell’OCM ortofrutta. Rileva che il comma 1 dell’articolo 42 aumenta da 23 a 48 milioni di euro lo stanziamento, originariamente previsto dalla legge finanziaria per il 2007 (articolo 1, comma 1050, della legge n. 296 del 2006) a favore dell’Agecontrol S.p.a. per garantire l’effettiva realizzazione di tutti i controlli previsti sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli. A tale proposito, ricorda che a tale agenzia, istituita nel 1986, con l’obiettivo di svolgere una serie di controlli sugli aiuti comunitari alla produzione e al consumo dell’olio di oliva, sono stati successivamente attribuiti anche compiti relativi ai controlli sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli sia in relazione al mercato interno, sia con riguardo all’esportazione degli stessi. Rileva, pertanto, che l’aumento delle risorse previsto dal decreto-legge, contribuisce a rafforzare complessivamente i controlli sulla qualità dei prodotti, garantendo in questo modo una maggiore tutela del consumatore in un contesto di mercato in cui si accresce costantemente la quota di prodotti ortofrutticoli importati anche da Paesi non soggetti alla disciplina che regolamenta la produzione nell’Unione europea .

Si sofferma, quindi, sul secondo comma dell’articolo 42, che autorizza l’AGEA, come già accennato, ad attivare, nel limite di 10 milioni di euro, una serie di misure nazionali per dare attuazione alla riforma dell’OCM ortofrutta. Ricorda, infatti, che lo scorso 11 giugno è stato raggiunto un accordo politico definitivo, in sede di Consiglio dei Ministri UE, sul regolamento relativo all’OCM ortofrutta, del quale la Commissione si è ampiamente occupata in sede di esame del relativo atto comunitario e sottolinea che tale riforma riveste una notevole importanza per il comparto ortofrutticolo nazionale in considerazione del fatto che l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea nella classifica dei produttori ortofrutticoli e contribuisce per circa il 25 per cento alla produzione complessiva di ortaggi dell’Unione europea e per il 29 per cento alla produzione di frutta; il settore, inoltre, contribuisce con oltre 10 miliardi di euro (circa il 22 per cento) alla produzione agricola nazionale.

Ripercorre, quindi, le principali novità della riforma dell’OCM ortofrutta, tra le quali si evidenzia l’introduzione del principio del disaccoppiamento e il nuovo ruolo per le organizzazioni dei produttori che verranno direttamente coinvolte nella gestione degli aiuti comunitari anche al fine di fronteggiare eventuali crisi di mercato del settore. Ricorda, anche, che in virtù dell’accordo raggiunto in sede comunitaria, le organizzazioni dei produttori potranno disporre di risorse finanziarie ad hoc e che a tal fine sono stati complessivamente assegnati all’Italia circa 470 milioni di euro per i prodotti freschi e trasformati.

Sottolinea, altresì, che la dotazione finanziaria, prevista dal secondo comma dell’art. 42, attiene a quella parte dell’accordo raggiunto dai Ministri europei lo scorso giugno che consente agli Stati membri, ed in particolare all’Italia ed alla Spagna, di sostenere l’attuazione della riforma con misure di cofinanziamento nazionale fino ad un massimo di 15 milioni di euro per le prime due annualità di applicazione e può pertanto rappresentare un valido contributo per accompagnare l’applicazione delle nuove misure in Italia.

In conclusione, la relatrice svolge alcune considerazioni sulle modalità di copertura per le due misure ricomprese nell’articolo 42, rilevando che allo stanziamento a favore dell’Agecontrol si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa prevista per il 2007 dall’articolo 1, comma 1090, della Legge finanziaria per il 2007, concernente lo sgravio fiscale per le imprese agroalimentari che effettuano investimenti in promozione pubblicitaria all’estero e che allo stanziamento in favore di AGEA, si provvede mediante azzeramento per l’anno 2007 della dotazione prevista dall’articolo 1, commi 289-290, della medesima legge, destinato a consentire il credito d’imposta per le spese di certificazione del prodotto a vantaggio delle imprese del settore biologico e delle denominazioni d’origine. Rileva che si tratta, pertanto, di due misure innovative e di notevole interesse per il comparto agroalimentare introdotte dalla scorsa legge finanziaria, e oggetto di osservazioni nella fase di attuazione in sede comunitaria in relazione alla disciplina sugli aiuti di Stato. Richiama a tale proposito l’opportunità di un chiarimento del Governo in ordine alla volontà di procedere rapidamente nel negoziato in corso con la Commissione europea e di dare piena attuazione, con gli eventuali correttivi richiesti, alle misure contenute nella legge finanziaria 2007, valutando in seguito le opportunità di recupero delle disponibilità che oggi vengono riconvertite.

In conclusione, la relatrice richiama la relazione svolta dal presidente Cusumano sul disegno di legge finanziaria, evidenziando l’importanza di richiamare l’attenzione della Commissione di merito sull’opportunità di inserire delle misure di indennizzo per le vittime del mare, già previste dall’articolo 28, comma 2 del disegno di legge finanziaria, che sono state, tuttavia, oggetto di stralcio ai sensi dell’articolo 126 del Regolamento.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 16.


AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

114a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

CUSUMANO

indi della Vice Presidente

PIGNEDOLI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Parere alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole con osservazioni)

 

Riprende l’esame sospeso nella seduta di ieri.

 

Il presidente CUSUMANO ricorda che alcune delle questioni relative al provvedimento d’urgenza in esame sono state richiamate anche nel corso dell’esame congiunto sui documenti di bilancio.

 

Il senatore MARCORA (Ulivo) richiama l’intervento da lui svolto e ritiene che la proposta di parere dovrà richiamare l’attenzione della Commissione di merito sull’opportunità di prevedere un indennizzo per le vittime del mare e sulla necessità di inserire delle disposizioni che prevedano l’utilizzo dei contingenti defiscalizzati di biodiesel per l’anno 2007.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), relatrice, propone di esprimere alla Commissione di merito un parere favorevole invitando la Commissione a valutare l’opportunità di introdurre una disposizione che consenta di estendere a carico del Fondo per le vittime del mare un indennizzo anche relativamente alle richieste presentate riguardanti gli eventi verificatisi nel triennio 2002-2004. Evidenzia altresì l’opportunità di invitare la Commissione di merito a valutare l’opportunità di inserire disposizioni che prevedano il pieno utilizzo dei contingenti defiscalizzati di biodiesel per l’anno 2007, al fine di consentire l’attuazione dei programmi in materia di agroenergia, di cui alla legge finanziaria 2007.

 

 

La senatrice ALLEGRINI (AN), nel preannunciare un voto contrario da parte del suo Gruppo, evidenzia l’opportunità di invitare la Commissione di merito a valutare l’opportunità di definire una serie di requisiti necessari per la qualifica di fabbricato rurale.

 

La relatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) ritiene di poter inserire nella proposta di parere favorevole con osservazioni già preannunciato i rilievi avanzati dalla senatrice Allegrini, richiamando l’attenzione della Commissione di merito sull’opportunità di chiarire i requisiti necessari per la qualifica di fabbricato rurale al fine di una equa applicazione della riforma del catasto per gli imprenditori agricoli. Dà quindi lettura di una proposta di parere favorevole con osservazioni, come integrata (pubblicata in allegato al resoconto della seduta odierna).

 

I senatori MARCORA (Ulivo), NARDINI (RC-SE) e BOSONE (Aut) preannunciano, a nome dei rispettivi Gruppi di appartenenza, il voto favorevole sulla proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dalla relatrice.

 

Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, il presidente CUSUMANO pone in votazione la proposta di parere favorevole con osservazioni, proposta dalla relatrice.

 

La Commissione approva.

 

La seduta termina alle ore 16,10.

 

Allegato

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

 

La 9a Commissione permanente, esaminato il disegno di legge in titolo, per quanto di competenza, esprime un parere favorevole con le seguenti osservazioni:

 

- invita la Commissione di merito a prevedere una disposizione che consenta di estendere a carico del Fondo per le vittime del mare, di cui all’articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, l’indennizzo per le vittime del mare, relativamente alla richieste presentate riguardanti gli eventi verificatisi nel triennio 2002-2004;

- sottolinea l’opportunità di chiarire i requisiti necessari per la qualifica di fabbricato rurale, al fine di una equa applicazione della riforma del catasto per gli imprenditori agricoli;

- invita, infine, la Commissione di merito a valutare l’opportunità di inserire disposizioni che prevedano il pieno utilizzo dei contingenti defiscalizzati di biodiesel per l’anno 2007, di cui all’articolo 22-bis, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 504 del 1995, al fine di consentire l’attuazione dei programmi in materia di agroenergia, di cui alla legge finanziaria 2007.

 


INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO (10a)

Martedì 9 ottobre 2007

89a Seduta

Presidenza del Presidente

SCARABOSIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Parere alla 5^ Commissione. Esame e rinvio.)

 

Il relatore MERCATALI (Ulivo) evidenzia come le considerazioni generali già svolte sul disegno di legge finanziaria siano valide anche per il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007. Si tratta di un provvedimento che mobilita risorse per 7,5 miliardi di euro per interventi vari a favore delle fasce più deboli per investimenti di infrastrutture nonché per la cooperazione allo sviluppo. Per quanto riguarda le parti di competenza della Commissione illustra l'articolo 46 concernente le procedure di autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto. Si tratta di un tema particolarmente importante in considerazione del ricorrente rischio, per il Paese, di non avere sufficienti approvvigionamenti di gas. Nonostante i rigassificatori abbiano una fondamentale rilevanza, tuttavia la loro costruzione è rallentata da questioni territoriali che neanche la precedente maggioranza di Governo è riuscita a risolvere. L'articolo 46 prevede tra l'altro che l'autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione ubicati in area portuale o in essa contigua costituisce variante anche del piano regolatore portuale. La disposizione in esame cerca di sbloccare l'attuale situazione di stallo, presente in talune realtà, tuttavia vi sono due interrogativi sui quali è opportuno conoscere l'intendimento del Governo. Il primo quesito concerne il tipo ed il numero delle priorità tra i vari impianti in progettazione e costruzione. Il secondo quesito concerne l'applicabilità dell'articolo 46 alle regioni a statuto speciale. Si tratta di una norma importante che forse potrebbe essere estesa anche per gli impianti non ubicati in aree contigue a quelle portuali in modo tale da permettere varianti al piano regolatore urbanistico.

 

Il PRESIDENTE ringrazia il Relatore per l'approfondita relazione, ricordando che l'articolo 32 del provvedimento, concernente la transazione tra Finmeccanica ed ENEA, sembra rientrare anch'esso nella parte di competenza della Commissione.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,25.


INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO (10a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

90a Seduta

Presidenza del Presidente

SCARABOSIO

indi del Vice Presidente

PECORARO SCANIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equita' sociale

(Parere alla 5^ Commissione. Seguito dell'esame e sospensione)

 

Riprende l’esame, sospeso nella seduta di ieri, nella quale - ricorda il PRESIDENTE - era stata svolta la relazione introduttiva.

 

Dichiarata aperta la discussione generale, interviene il senatore PECORARO SCANIO (IU-Verdi-Com), il quale osserva che, per quanto le parti di competenza della Commissione industria sul cosiddetto decreto fiscale siano esigue, tuttavia la normativa prevista dall’articolo 46 riveste una particolare rilevanza in quanto volta a semplificare le procedure per la realizzazione di rigassificatori, modificando sostanzialmente il sistema autorizzatorio per tali infrastrutture.

Esprime un giudizio critico sulla normativa proposta in tale articolo, che appare incongrua e, dal punto di vista ordinamentale, insostenibile.

La semplificazione proposta appare estremamente onerosa dal punto di vista delle comunità locali e dell’ambiente, visto che il consiglio comunale potrebbe anche non essersi espresso, ma che l’opera sia autorizzata. Peraltro, il riferimento all’obbligo di VIA non è corretto perché la relativa norma non esiste più nell’ordinamento, dal momento che, come noto, stanno per essere emanati i decreti correttivi del codice ambientale. A questo quadro si aggiunge la previsione, assente nell’ordinamento, che l’opera si faccia in assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Che alcuni rigassificatori siano necessari alla sicurezza energetica nazionale è ormai un fatto condiviso, ma nell’attività legislativa occorre considerare non tanto le esigenze del momento ma soprattutto le conseguenze che quelle decisioni producono nel futuro. Suggerisce pertanto al Relatore di prevedere nel parere una osservazione che tenga conto della sollecitazione testé illustrata.

 

Il PRESIDENTE, non essendovi altri interventi, dichiara chiusa la discussione generale sul disegno di legge n. 1819, il cui esame verrà ripreso dopo la trattazione dei documenti di bilancio.

 

La Commissione prende atto e pertanto il seguito dell'esame del disegno di legge in titolo è sospeso.

 

La Commissione conviene altresì per una breve sospensione della seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 12,40, riprende alle ore 13,15.

 

(omissis)

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equita' sociale

(Parere alla 5^ Commissione. Ripresa e conclusione dell'esame. Parere favorevole con osservazione)

 

Riprende l'esame dianzi sospeso.

 

Il relatore MERCATALI (Ulivo) illustra una proposta di parere favorevole con una osservazione.

 

Dichiarano voto contrario, a nome dei rispettivi Gruppi, i senatori MANINETTI (UDC), POSSA (FI), SANTINI (DCA-PRI-MPA) e PARAVIA (AN).

 

La proposta di parere del relatore è quindi posta in votazione e risulta accolta dalla Commissione (pubblicata in allegato).

 

La seduta termina alle ore 13,50

 

Allegato

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con la seguente osservazione: per quanto attiene all’articolo 46 va valutata attentamente la necessità di riequilibrare e rafforzare, nell’ambito del processo di autorizzazione delle opere, le esigenze del territorio e dell’ambiente.

 


LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

Sottocommissione per i pareri

Martedì 9 ottobre 2007

17a Seduta

Presidenza del Presidente

LIVI BACCI

 

 

La Sottocommissione ha adottato la seguente deliberazione per il provvedimento deferito:

 

 

alla 5a Commissione:

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale: parere favorevole con osservazioni.

 

 

 


IGIENE E SANITÀ (12a)

Martedì 9 ottobre 2007

118a Seduta

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

-(Tab 15) Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2008.

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità' sociale

(Rapporto alla 5ª Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5ª Commissione per il disegno di legge n. 1819. Esame congiunto e rinvio)

 

Il PRESIDENTE ricorda che il disegno di legge concernente conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale (Atto Senato n. 1819), che fa parte della manovra finanziaria per l'anno 2008, è stato assegnato per le parti di competenza anche alla Commissione igiene e sanità e propone di svolgere una discussione generale insieme agli altri documenti di bilancio.

 

Conviene la Commissione.

 

Il PRESIDENTE ricorda inoltre che, ai sensi dell'articolo 126 del Regolamento, sul disegno di legge di bilancio e sul disegno di legge finanziaria, per la parte di competenza della Commissione, dovrà svolgersi un'unica discussione generale, che in tal caso comprende anche il richiamato decreto-legge.

Per quanto riguarda la presentazione di ordini del giorno questi, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, devono esclusivamente concernere la materia di competenza della Commissione.

Per gli emendamenti al disegno di legge finanziaria, sede inderogabile di competenza è esclusivamente ai sensi dell'articolo 128 , comma 1, del Regolamento, la 5ª Commissione permanente.

Nella Commissione di merito possono essere presentati unicamente emendamenti concernenti la tabella di bilancio. Premesso che l'unità elementare dello stato di previsione su cui cade l'approvazione parlamentare è costituita dall'unità previsionale di base, sono proponibili emendamenti compensativi concernenti lo stesso stato di previsione, emendamenti che propongono riduzioni nette ad un singolo stato di previsione, non correlate con variazioni di segno opposto in altri stati di previsione, infine emendamenti privi di conseguenze finanziarie.

Dà quindi la parola alla senatrice Bassoli per lo svolgimento della relazione sul disegno di legge n. 1819.

 

Nel riferire sugli aspetti di competenza del decreto-legge in esame, la relatrice BASSOLI (Ulivo) si sofferma dapprima sull'articolo 4, che disciplina un'ipotesi di potere sostitutivo statale, prevedendo la nomina, previa diffida, di un commissario ad acta nelle regioni per le quali si prefiguri la mancata realizzazione degli adempimenti dovuti ai fini della realizzazione dei piani di rientro dal deficit sanitario. Il comma 1, in particolare, si riferisce al procedimento di verifica e monitoraggio dei singoli piani di rientro, effettuato dal Tavolo di verifica degli adempimenti e dal Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza di cui rispettivamente agli articoli 12 e 9 dell’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, con le modalità previste dagli accordi sottoscritti ai sensi dell’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311. L'ipotesi disciplinata è quella in cui si prefigura il mancato rispetto da parte della Regione degli adempimenti previsti dal rispettivo piano, così da mettere in pericolo la tutela dell’unità economica e dei livelli essenziali delle prestazioni. In tali casi, la Regione viene diffidata ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi previsti. In caso di inadempimento, ai sensi del comma 2, il Consiglio dei Ministri nomina un commissario ad acta per l’intero periodo di vigenza del piano di rientro. La nomina è adottata su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, sentito il Ministro per gli affari regionali e delle autonomie locali e gli eventuali oneri sono posti a carico della Regione interessata.

La relatrice rileva poi che l'articolo 5 costituisce la trasposizione del documento prodotto dal Tavolo misto Stato-regioni in materia di spesa farmaceutica. Il primo periodo del comma 1 stabilisce che, a decorrere dal 2008, l'onere a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN) per l'assistenza farmaceutica territoriale non può superare il 14,4 per cento del finanziamento complessivo ordinario del medesimo SSN. Tale limite deve essere rispettato sia a livello nazionale sia in ciascuna regione. La spesa farmaceutica in oggetto concerne la distribuzione in via convenzionata al lordo delle quote di partecipazione a carico degli assistiti e la distribuzione diretta dei medicinali da parte delle farmacie ospedaliere oppure da parte delle farmacie convenzionate per conto delle aziende sanitarie locali. Ai sensi della disciplina in vigore, il limite di spesa per l'assistenza farmaceutica territoriale è pari al 13 per cento della spesa sanitaria corrente nel quale non rientra la distribuzione diretta per uso domiciliare da parte delle farmacie ospedaliere o da parte di quelle convenzionate per conto delle aziende sanitarie locali, mentre la medesima è inclusa nel nuovo tetto del 14,4 per cento. Il periodo successivo dispone che il valore assoluto dell'onere a carico del SSN per la predetta assistenza farmaceutica territoriale, sia a livello nazionale sia per ciascuna regione, venga annualmente determinato dal Ministero della salute, entro il 15 novembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sulla base del riparto delle disponibilità finanziarie per il SSN deliberato dal CIPE, ovvero, in sua assenza, sulla base della proposta di riparto del Ministro della salute, da formulare entro il 15 ottobre. Il terzo periodo prevede che, entro quindici giorni dalla fine di ciascun mese, le regioni trasmettano all'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), al Ministero della salute ed al Ministero dell’economia e delle finanze i dati della distribuzione diretta, per ogni specialità medicinale, relativi al mese precedente. Il quarto periodo conferma il principio che il rispetto dei limiti di spesa per l'assistenza farmaceutica territoriale costituisce una condizione per l'accesso alle quote di finanziamento integrativo del SSN a carico dello Stato. Il quinto periodo specifica che, nelle more della completa attivazione del flusso informativo di cui al terzo periodo, alle regioni che non forniscano i dati viene attribuita, in via transitoria e salvo conguaglio, ai fini della determinazione del limite di spesa farmaceutica del 14,4 per cento e della definizione dei budget aziendali di cui al successivo comma 2, una quota di spesa, relativa alla distribuzione diretta, pari al 40 per cento della spesa farmaceutica complessiva non convenzionata, come rilevata in base al Nuovo sistema informativo sanitario.

Il comma 2 definisce, a decorrere dal 2008, un nuovo sistema di regolazione della spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale. In base a tale disciplina, l'AIFA attribuisce entro il 15 gennaio di ciascun anno, ad ogni azienda titolare di autorizzazioni all'immissione in commercio di farmaci, un budget annuale, calcolato sulla base dei volumi e dei prezzi, relativi agli ultimi dodici mesi per i quali siano disponibili i dati, distintamente per i medicinali equivalenti e per quelli ancora coperti da brevetto. Dall'importo sono detratti le somme restituite al SSN per il superamento dei limiti di spesa farmaceutica ai sensi dell'articolo 1, comma 796, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nonché del comma 3 dell'articolo in esame e il valore della minore spesa prevedibilmente registrabile nel nuovo anno a seguito dell'eventuale decadenza di brevetti dell'azienda. Inoltre, nella determinazione del budget aziendale, si tiene conto solo nella misura del 60 per cento: dell'eventuale incremento in valori assoluti del limite di spesa di cui al comma 1 rispetto all'anno precedente; delle risorse rese disponibili a livello nazionale per effetto delle decadenze di brevetto che avvengano nell'anno per il quale sia attribuito il budget. Le risorse residue, derivanti dalla menzionata limitazione al 60 per cento, sono attribuite per metà ad un fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi che saranno autorizzati nel corso dell'anno e per metà ad un fondo di garanzia per esigenze allocative che emergano nell'anno medesimo. Ai fini in esame, il possesso, da parte di un medicinale, del requisito dell'innovatività è riconosciuto dall'AIFA, sentito il parere della Commissione consultiva tecnico-scientifica istituita presso la stessa Agenzia, e ha validità per trentasei mesi, fatta salva la possibilità dell’AIFA di rivalutare l'innovatività sulla base di nuovi elementi tecnico-scientifici.

La lettera b) del comma in esame esplicita che la somma dei budget delle aziende e dei due fondi corrisponde al limite di cui al comma 1 e deve essere eguale all'onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica territoriale.

La successiva lettera c) concerne la determinazione dei budget aziendali in via di prima applicazione della disciplina e nelle more della completa attivazione dei flussi informativi summenzionati. In tale fase, l'AIFA attribuisce, entro il 31 gennaio 2008, un budget provvisorio sulla base dei criteri ordinari di cui alla precedente lettera a) e dei prezzi in vigore al 1° gennaio 2007. Il budget definitivo viene stabilito entro il 30 settembre 2008, in base ai dati ricevuti; in mancanza degli stessi, ad ogni azienda è attribuito un valore di spesa per la distribuzione diretta proporzionale all'incidenza dei farmaci compresi nel prontuario della distribuzione diretta, di cui alla determinazione dell'AIFA del 29 ottobre 2004. Ai sensi della lettera d), l'AIFA svolge il monitoraggio mensile dei dati di spesa farmaceutica e comunica le risultanze al Ministero della salute ed al Ministero dell’economia e delle finanze. L'AIFA, inoltre, verifica l'eventuale superamento, con riguardo al 31 maggio, al 30 settembre ed al 31 dicembre di ogni anno, del limite di spesa nazionale e regionale di cui al comma 1, sulla base dei dati dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali e di quelli delle regioni concernenti la distribuzione diretta.

In base alla lettera e), qualora dalla verifica relativa al 31 maggio o da quella relativa al 30 settembre risulti che i valori di spesa superino la somma degli importi dei budget aziendali e dei fondi di cui alla lettera b), si dà luogo al ripiano secondo quanto previsto al successivo comma 3. Quest'ultimo definisce la disciplina per il ripiano, in caso di superamento dei limiti di spesa per l'assistenza farmaceutica territoriale di cui al comma 1. E' previsto che l'intera eccedenza sia ripartita tra aziende farmaceutiche, grossisti e farmacisti in misura proporzionale alle relative quote di spettanza sui prezzi dei medicinali e tenendo conto dell'incidenza della distribuzione diretta sulla spesa complessiva. La misura del ripiano a carico della singola azienda è determinata in proporzione al superamento del budget attribuito dall'AIFA ai sensi del comma 2. Sull'entità del ripiano così definita, si applica il riparto in base alle quote di spettanza. In ogni caso, al fine di favorire lo sviluppo e la disponibilità dei farmaci innovativi, la quota di eccedenza imputabile al superamento, da parte dei medesimi, del fondo aggiuntivo di cui al precedente comma 2, lettera b), è ripartita, ai fini del ripiano, al lordo dell'IVA, fra tutte le aziende farmaceutiche, in proporzione dei rispettivi fatturati relativi ai medicinali non innovativi coperti da brevetto. Per la corresponsione della quota di ripiano a loro carico, le aziende farmaceutiche versano gli importi determinati in base alle tabelle di equivalenza degli effetti economico-finanziari per il Servizio sanitario nazionale approvate dall'AIFA. Le somme sono corrisposte dalle aziende direttamente in favore delle regioni dove si sia verificato il superamento, in proporzione all'entità, in termini percentuali, del medesimo superamento in ciascuna regione, rispetto al limite del 14,4 per cento. Il mancato o parziale versamento delle somme entro i termini comporta la riduzione, nei successivi sei mesi, del prezzo dei farmaci dell'azienda ancora coperti da brevetto, in misura tale da coprire l'importo corrispondente, incrementato del 20 per cento. Ai fini dell'effettuazione del ripiano a carico dei grossisti e dei farmacisti, l'AIFA ridetermina, per i sei mesi successivi, le relative quote di spettanza sul prezzo di vendita dei medicinali.

Quanto al comma 4, la relatrice nota che esso prevede l'elaborazione da parte dell'AIFA entro il 1° dicembre di ogni anno, della stima della spesa farmaceutica territoriale relativa all’anno successivo, distintamente per ciascuna regione, e la comunichi alle medesime. Le regioni che, secondo tali stime, superino il limite di cui al comma 1, sono tenute ad adottare misure di contenimento della spesa per un ammontare pari almeno al 30 per cento dell'eccedenza stimata. L'adozione di tali misure costituisce una condizione per l'accesso alle quote di finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale a carico dello Stato. Osserva quindi che il comma 5 definisce, a decorrere dal 2008, i limiti della spesa farmaceutica ospedaliera, come rilevata dai modelli di Conto Economico ed al netto della distribuzione diretta. Tale tetto è pari al 2 per cento del finanziamento complessivo ordinario del SSN. L'eventuale superamento dei limiti per la spesa farmaceutica ospedaliera è recuperato interamente a carico della regione. Sono escluse dall'obbligo di ripiano le regioni che presentino un equilibrio economico complessivo.

La relatrice si sofferma successivamente sull'articolo 29, il quale modifica la disciplina relativa ai criteri ed alle procedure per la determinazione dei contributi obbligatori in favore della Fondazione ONAOSI. Ricorda in proposito che la sentenza della Corte costituzionale n. 190 del 2007 ha dichiarato l'illegittimità della normativa in materia, nella parte in cui prevede che la misura e le modalità di versamento dei contributi obbligatori siano definite dal consiglio di amministrazione della Fondazione ONAOSI, con regolamenti soggetti ad approvazione dei ministeri vigilanti, richiamando la necessità di una disciplina legislativa riguardo i criteri per la determinazione dei contributi in oggetto. Il comma 1 dell'articolo in esame dispone che i contributi obbligatori siano stabiliti dal consiglio di amministrazione della Fondazione in modo da assicurare l'equilibrio della gestione e la conformità alle finalità statutarie, rapportando la misura degli stessi, per ciascun soggetto, ad una percentuale della retribuzione di base ed all'anzianità di servizio. Il comma 2 prevede che il consiglio di amministrazione tenga conto dei suddetti criteri anche per la rideterminazione dei contributi obbligatori relativi al periodo compreso tra la pubblicazione della sentenza n. 190 e l'entrata in vigore del decreto-legge in esame. Al comma 1 è inoltre specificato che la nuova disciplina è posta nelle more dell'adozione di una riforma dell'ONAOSI, la quale renda la relativa disciplina omogenea a quella degli enti assistenziali e previdenziali concernenti le libere professioni.

Prosegue la relatrice illustrando gli articoli 30 e31. Il primo dispone il commissariamento e la liquidazione dei crediti e di parte dei beni della Fondazione Ordine Mauriziano, in previsione di un ritorno all'ordinaria gestione. La procedura non riguarda l'azienda sanitaria ospedaliera "Ordine Mauriziano di Torino", costituita nel febbraio del 2006.Il secondo concede tre contributi straordinari per l’anno 2007: 40 milioni a favore dell’Istituto Gaslini di Genova; un milione a favore dell’Unione italiana ciechi; 3 milioni a favore della Fondazione EBRI(European Brain Research Institute).

Quanto all'articolo 33, rileva che il comma 1, autorizza una spesa di 94 milioni di euro per il 2007 per le transazioni da stipulare con soggetti talassemici, danneggiati da sangue o emoderivati infetti, che abbiano instaurato azioni di risarcimento dei danni tuttora pendenti. Il comma 2 demanda ad un decreto del Ministro della salute, da emanarsi di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, la definizione dei criteri per l'accesso alle risorse summenzionate. Si prevede un criterio di priorità - a parità di gravita dell'infermità - in relazione alle condizioni economiche del soggetto, definite mediante l'impiego dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109. Il comma 3 estende l'ambito di applicazione del beneficio dell'ulteriore indennizzo di cui all'articolo 4 del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27. Tale indennizzo è concesso in favore dei soggetti emofilici, danneggiati da emotrasfusioni o emoderivati infetti, che abbiano presentato domanda di ammissione a procedura transattiva e per i quali la medesima procedura non risulti definita entro il 31 ottobre 2005. L'importo dell'ulteriore indennizzo è equivalente a quello derivante dall'applicazione dei criteri transattivi fissati dal decreto ministeriale 3 novembre 2003 e la sua corresponsione è subordinata alla formale rinuncia ad ogni ulteriore pretesa nei confronti dello Stato e degli enti del Servizio sanitario nazionale, nonché all'estinzione, a spese compensate, dei giudizi in atto. L'indennizzo può essere concesso anche agli emofilici che, pur non rientrando nella classificazione delle lesioni e delle infermità di cui alla legge 25 febbraio 1992, n. 210, abbiano in ogni caso conseguito il riconoscimento, da parte delle competente commissione medico-ospedaliera, del nesso tra la trasfusione o la somministrazione di derivati infetti e la patologia riscontrata. Il comma 4modifica la disciplina sull'assegno una tantum di cui all'articolo 4 della legge 29 ottobre 2005, n. 229, che costituisce una misura ulteriore per i soggetti menomati permanentemente a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per atto amministrativo di un'autorità sanitaria italiana, come individuati dall'articolo 1, comma 1, della legge 25 febbraio 1992, n. 210. L'articolo 4 della legge n. 229 del 2005 prevede che l'assegno una tantum sia corrisposto per la metà al soggetto danneggiato e per l'altra metà ai congiunti che prestino o abbiano prestato al danneggiato assistenza in maniera prevalente e continuativa, mentre il comma in esame dispone che l'assegno sia corrisposto interamente ai suddetti congiunti nel caso in cui il danneggiato sia minore di età o incapace di intendere e di volere. Il comma 5 riguarda i casi in cui i soggetti danneggiati siano già deceduti alla data del 20 novembre 2005, corrispondente all'entrata in vigore della legge n. 229 del 2005. Tale disposizione destina un assegno ulteriore agli aventi diritto, i quali sono nell'ordine: il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli minorenni, i fratelli maggiorenni inabili al lavoro. L'importo dell'assegno è definito con decreto del Ministro della salute, di concerto con quello dell'economia e delle finanze, secondo criteri di analogia con l'assegno una tantum di cui all'articolo 1, comma 3, della legge n. 229 del 2005. La relativa domanda deve essere presentata entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. A tale finalità è autorizzata una spesa di 6 milioni di euro per il 2007.

Dà fine conto dell'articolo 39, comma 3, che interviene sulle disposizioni riguardanti la certificazione della spesa sanitairia relativa all'acquisto dei medicinali ai fini della dichiarazione dei redditi.

 

Riferisce alla Commissione sui disegni di legge n. 1817 e 1818 il senatore BODINI(Ulivo), il quale fa presente che la manovra finanziaria per l’anno 2008 è destinata ad arricchirsi con ulteriori provvedimenti collegati alla manovra, fra cui il disegno di legge per l’ammodernamento, la qualità e la sicurezza delle cure del Servizio sanitario nazionale.

Ricorda preliminarmente l’ammontare complessivo di risorse destinate al Fondo sanitario nazionale per il 2008, già quantificato dall’articolo 1, comma 796, lettera a), della la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), che è pari ad oltre 100,5 miliardi di euro, con un incremento sensibile rispetto al 2007 (pari a 3,5 miliardi di euro) e, soprattutto, al 2006 (pari a 9,6 miliardi di euro), a conferma di una sempre maggiore attenzione dell’Esecutivo alle esigenze del settore.

Si tratta peraltro di una tendenza a suo avviso ampiamente confermata anche dal disegno di legge finanziaria in esame che coniuga, nel rispetto delle prerogative costituzionali delle regioni, da un lato, misure di razionalizzazione e di riduzione di sprechi e, dall’altro, interventi, anche di carattere finanziario, volti a rafforzare la capacità di intervento del settore pubblico. Questi ultimi, egli prosegue, risultano particolarmente apprezzabili anche a fronte della generalizzata esigenza di comprimere le spese pubbliche, e dei conseguenti tagli che colpiscono molti altri settori, al fine di rispettare gli obiettivi europei di contenimento del rapporto fra debito e PIL. In quest’ottica, ritiene che sia da accogliere con favore anzitutto il rilancio degli investimenti infrastrutturali (articolo 36, commi 6 e 7), attraverso l'aumento da 20 a 23 miliardi di euro della spesa complessiva pluriennale per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico. Considerando quanto già disposto con la legge finanziaria per il 2007, l’incremento complessivo rispetto all’anno 2006 è di 6 miliardi di euro, a conferma di un effettivo impegno a realizzare e rinnovare le strutture ospedaliere, anche mediante investimenti nelle tecnologie mediche e la messa in sicurezza delle strutture. Sotto questo profilo, rileva che alla Commissione spetta il compito di assicurare un importante contributo, attraverso un sollecito avvio dell’esame del disegno di legge n. 1598-bis, in materia di sicurezza delle strutture sanitarie e gestione del rischio clinico, che - come evidenziato anche nell’ambito dell’attività della Commissione di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale - rappresenta una delle principali criticità del settore.

Precisa peraltro che, sulla scorta di quanto previsto nella stessa relazione tecnica, la citata disposizione di cui all’articolo 36 riveste un carattere esclusivamente programmatorio, in quanto gli interventi possono essere adottati, mediante la sottoscrizione di accordi di programma con le regioni e l'assegnazione di risorse agli altri enti del settore sanitario interessati, solo in base alle effettive disponibilità di bilancio.

Il relatore osserva poi che in base alle tabelle D e F del disegno di legge finanziaria, le risorse per gli interventi in materia di edilizia sanitaria pubblica risultano pari a 784 milioni di euro per il 2008, a 1.520 milioni per il 2009 e a 2.800 milioni per il 2010. Il comma 7 specifica poi che la quota di riserva (nell'ambito della programmazione delle risorse), pari a 100 milioni di euro, può concernere, oltre che - come già previsto - la realizzazione di strutture residenziali dedicate alle cure palliative, l'acquisizione di tecnologie per gli interventi territoriali nel medesimo settore delle cure palliative.

Rileva quindi l'introduzione di disposizioni intese a dare attuazione a quanto previsto nei Piani regionali di rientro dai disavanzi sanitari che interessano le regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia. In particolare, l’articolo 18, commi da 1 a 3, prevede un'anticipazione finanziaria, entro un limite complessivo di 9.100 milioni di euro, da parte dello Stato, in favore delle richiamate regioni, ai fini dell'estinzione dei debiti contratti sui mercati finanziari e dei debiti commerciali cumulati fino al 31 dicembre 2005. Le regioni devono restituire l'anticipazione entro un periodo non superiore a trenta anni e l’erogazione dell’anticipazione è subordinata al riaccertamento definitivo e completo del debito, da effettuarsi con il supporto di un advisor contabile e secondo le previsioni del piano di rientro, nonché alla sottoscrizione, tra il Ministero dell'economia e la singola regione, di un contratto che specifichi gli obblighi di restituzione, comprensivi anche dei relativi interessi. Le regioni sono tenute a provvedere all'immediata estinzione dei debiti in oggetto per l'importo corrispondente alle anticipazioni percepite e a trasmettere tempestivamente la relativa documentazione ai Ministeri dell’economia e della salute. Il comma 4 riconosce alle regioni che, non avendo rispettato il patto di stabilità interno sanitario in uno degli anni precedenti il 2007, non abbiano avuto diritto alle quote di finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale a carico dello Stato, di poter accedere comunque a tali stanziamenti, nei termini stabiliti nei richiamati piani di rientro.

Di particolare interesse, prosegue il relatore, sono poi le disposizioni in materia di promozione e sicurezza della rete trapiantologia di cui all'articolo 42, che destinano 700.000 euro annui, a decorrere dal 2008, in favore del Centro nazionale per i trapianti onde favorire lo svolgimento di controlli ed interventi intesi alla promozione ed alla verifica della sicurezza della medesima rete. Al relativo onere si fa fronte riducendo lo stanziamento in favore del Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie, istituito presso il Ministero della salute. In proposito, il relatore rileva che, dal punto di vista formale, il comma 1, primo periodo, dell’articolo in esame omette di citare una delle norme di autorizzazione di spesa in favore del Centro nazionale per i trapianti già vigenti, la norma posta dall'articolo 2-ter del decreto-legge n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2004, n. 138, recante interventi urgenti per fronteggiare situazioni di pericolo per la salute pubblica. Le norme in esame consentono poi al medesimo Centro nazionale per i trapianti di stipulare accordi di collaborazione e convenzioni, nonché concludere contratti di lavoro secondo le modalità previste per le pubbliche amministrazioni.

Il relatore segnala quindi l'articolo 46, comma 1, volto a limitare la possibilità dei medici di prescrivere medicinali non ancora autorizzati in Italia per un'indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata ai soli casi in cui per il relativo impiego siano disponibili risultati di sperimentazione clinica di seconda fase. Al riguardo, rileva che ai sensi dell'articolo 1, comma 4, del decreto-legge 21 ottobre 1996, n. 536, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 dicembre 1996, n. 648, qualora non esista valida alternativa terapeutica, sono erogabili, a totale carico del Servizio sanitario nazionale, i medicinali innovativi la cui commercializzazione sia autorizzata in altri Stati ma non sul territorio nazionale, i farmaci non ancora autorizzati, ma sottoposti a sperimentazione clinica, ed i medicinali da impiegare per un'indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata. Tale possibilità è subordinata alla condizione che il farmaco sia tra quelli inseriti in un apposito elenco, predisposto e periodicamente aggiornato dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica dell'AIFA. Inoltre, ai sensi dell'articolo 3 del citato decreto-legge n. 23, il medico può, sotto la sua diretta responsabilità e previa informazione del paziente e acquisizione del consenso dello stesso, impiegare un medicinale per un'indicazione o una via di somministrazione o una modalità di somministrazione o di utilizzazione diversa da quella autorizzata, qualora il medico stesso ritenga, in base a dati documentabili, che non esista valida alternativa terapeutica e purché tale impiego sia noto e conforme a lavori apparsi su pubblicazioni scientifiche accreditate in campo internazionale. In tali ipotesi, il medicinale non è rimborsabile da parte del Servizio sanitario nazionale, tranne il caso in cui esso rientri nell'elenco summenzionato. Il comma 2 prevede analogamente che, nella redazione del richiamato elenco di medicinali, la Commissione consultiva tecnico-scientifica dell'Agenzia Italiana del Farmaco valuti la presumibile efficacia del medicinale sulla base dei dati disponibili delle sperimentazioni cliniche almeno di fase seconda. La circostanza che la norma imponga la sussistenza di sperimentazioni cliniche almeno di fase seconda con riferimento ad un impiego specifico dello stesso farmaco e non, come sino ad oggi previsto, con riguardo genericamente al farmaco, a parere del relatore rischia di limitare in maniera significativa la facoltà di medici di prescrivere farmaci off-label. Poiché le case farmaceutiche - a fronte di costi di sperimentazione talvolta elevati - potrebbero in taluni casi non ritenere remunerativo investire per dimostrare l'efficacia del farmaco nei confronti di specifici impieghi che interessano fasce di popolazione esigue, si prefigura a suo avviso il rischio di non poter prescrivere taluni farmaci soprattutto in determinati settori. Il relatore ricorda inoltre che nel corso dell’esame in sede referente del disegno di legge n. 1249, recante disposizioni per la semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute, recentemente concluso in Commissione, è stato accolto un emendamento volto a sopprimere la disposizione, introdotta nella legge finanziaria per il 2007, con cui è stata circoscritta l’applicabilità della disciplina in materia di prescrizione di farmaci off-label recata al richiamato articolo 3, comma 2, del decreto-legge n. 23, sancendo la non applicabilità al ricorso a terapie farmacologiche a carico del SSN in presenza di patologie per le quali risultano autorizzati farmaci recanti specifica indicazione al trattamento.

Di particolare interesse nell'ottica di evitare sprechi e di razionalizzare l'uso dei farmaci, sono, a giudizio del relatore, i successivi commi 3,, 4 e 5 in materia di reimpiego di confezioni di medicinali, in corso di validità, ancora integre e correttamente conservate. Rispetto alla normativa vigente, che ne impone comunque la distruzione, il comma 3 dispone che le confezioni in possesso di ospiti delle residenze sanitarie assistenziali o di famiglie che abbiano ricevuto assistenza domiciliare, per un loro congiunto, dall'azienda sanitaria locale o da un'organizzazione non lucrativa avente finalità di assistenza sanitaria possono essere - a determinate condizioni - reimpiegate nell'ambito della stessa struttura. In particolare, ciò è possibile qualora non siano richieste dal detentore all'atto della dimissione dalla residenza sanitaria o qualora siano restituite dalla famiglia che abbia ricevuto l'assistenza domiciliare all'azienda sanitaria o all'organizzazione non lucrativa. Al di fuori dei richiamati casi e di quelli in cui sia richiesta la conservazione in frigorifero a temperature controllate, il comma 4 consente che le confezioni di medicinali siano consegnate dal detentore ad organizzazioni senza scopo di lucro, riconosciute dalle regioni e province autonome, aventi finalità umanitarie o di assistenza sanitaria. In ogni caso, le confezioni di farmaci, ai fini del loro reimpiego, sono prese in carico da un medico della struttura interessata, che provvede alla verifica, alla registrazione ed alla custodia delle stesse.

Il successivo comma 7 concerne l'applicazione dei limiti di spesa farmaceutica per il 2007, in analogia a quanto disposto dalla legge finanziaria. Nello specifico, la disposizione in esame specifica le condizioni in base alle quali i due limiti previsti dalla legislazione vigente per il 2007 (13 per cento e 3 per cento, rispettivamente, per la spesa convenzionata e per la spesa non convenzionata), si intendono rispettati da parte delle regioni, ai fini dell'accesso alle quote di finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale a carico dello Stato, cioè, alle quote eccedenti i livelli di cui all'accordo sancito l'8 agosto 2001 dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Ai sensi dell’articolo 47, prosegue il relatore, viene consentito alla Croce rossa italiana di confermare i contratti, stipulati sulla base delle convenzioni relative al settore dei servizi sociali e socio-sanitari, fino alla durata delle medesime convenzioni.

Di particolare rilievo, osserva il relatore, è altresì l’individuazione di un finanziamento pari a 30 milioni di euro per il 2008 (articolo 48, comma 1) in favore di regioni e le province autonome al fine di agevolare la diffusione tra le dodicenni della vaccinazione contro il virus del papilloma umano, in funzione di contrasto al tumore al collo dell'utero. Si tratta di un’iniziativa che dà attuazione ad un apposito atto di indirizzo accolto nel corso dell’esame in Senato dei documenti di bilancio per il 2007, che testimonia a suo avviso la sensibilità del Ministro della Salute per tali tematiche. Al riguardo, rammenta che sul medesimo tema in Aula sono state discusse ed accolte tre mozioni, presentate da senatori appartenenti sia alle forze di maggioranza sia di opposizione, volte a promuovere l’adozione di misure atte a rendere disponibile il vaccino anche per altre coorti di donne.

Il relatore si sofferma poi sull'articolo 67, che modifica la copertura finanziaria ai fini dell'esercizio di una parte della disciplina di delega in materia di salute e sicurezza sul lavoro, di cui all'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, relativa all'adozione di meccanismi di definizione di progetti formativi da indirizzare nei confronti di tutti i soggetti del sistema di prevenzione aziendale, nonché al finanziamento, da parte dell'INAIL, degli investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro delle piccole, medie e micro imprese. Nello specifico, viene ora proposto uno stanziamento di 50 milioni di euro annui, a decorrere dal 2008. In proposito, osserva che la nuova copertura è posta, almeno letteralmente, con riferimento anche ai principi e criteri direttivi di cui al numero 3) della lettera p), il quale prevede la promozione e la divulgazione della cultura della salute e della sicurezza sul lavoro all'interno dell'attività scolastica ed universitaria e nei percorsi di formazione, nel rispetto delle disposizioni vigenti e dei principi di autonomia didattica e finanziaria.

In materia di personale, il relatore dà anzitutto conto dell’articolo 92, comma 3, che, nel limitare il ricorso a forme contrattuali flessibili nella pubblica amministrazione, detta disposizioni specifiche che consentono un’attenuazione di tale principio in taluni casi: al riguardo, il capoverso 9 consente agli enti del Servizio sanitario nazionale di ricorrere a contratti flessibili per la sostituzione di personale medico, infermieristico e di supporto alle attività infermieristiche, assente o cessato dal servizio, nei casi di esigenze urgenti e indifferibili, legate all'erogazione dei livelli essenziali di assistenza. Inoltre, il successivo capoverso 10 consente agli enti del SSN di ricorrere a forme contrattuali flessibili per lo svolgimento di progetti di ricerca finanziati con fondi comunitari o privati. Segnala poi il comma 18 dell’articolo 93, che modifica l'articolo 1, comma 565, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, con cui è stata ridefinita la disciplina sui vincoli alla spesa per il personale degli enti del SSN. In particolare, la lettera a) rende tassativa per detti enti la procedura di verifica della possibilità di trasformare le posizioni di lavoro già ricoperte da personale precario in posizioni di lavoro dipendente a tempo indeterminato. La successiva lettera b) dispone che, nelle procedure di reclutamento della dirigenza sanitaria, il servizio prestato, presso la medesima azienda che bandisce il concorso, in base a contratti di lavoro flessibile, sia valutato in termini identici al servizio di ruolo svolto presso le aziende sanitarie locali o ospedaliere o al servizio equipollente a quest'ultimo.

Sempre nell’ambito delle disposizioni riguardanti le spese del personale, richiama l’attenzione sull’incremento del concorso dello Stato al finanziamento della spesa sanitaria (articolo 95, comma 7), per un importo pari a 661 milioni di euro per il 2008 e a 398 milioni di euro annui a decorrere dal 2009, destinato a finanziare i maggiori oneri derivanti dalle intese e dagli accordi intervenuti tra il Governo e le organizzazioni sindacali dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni rientranti in tale settore.

Si sofferma indi sull’articolo 79, recante disposizioni di carattere generale di contenimento e razionalizzazione della spesa, rilevando che il comma 9 esclude dalla platea delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti tenuti al rispetto di quelle norme, fra gli altri, le aziende sanitarie ed ospedaliere e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Illustra successivamente l'articolo 76, comma 13, il quale stabilisce che gli enti del Servizio sanitario nazionale sono tenuti ad adottare, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge finanziaria, gli atti di rispettiva competenza per attuare i principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica desumibili dal medesimo articolo, che interviene in materia di contenimento dei costi della pubblica amministrazione sotto vari profili, con riguardo, fra l’altro, alle auto di servizio, alla corrispondenza postale e alla telefonia.

Riguardo al complesso dello stato di previsione del Ministero della salute, il relatore rileva che, mentre il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente appare rispecchiare il livello tendenziale della spesa del Dicastero, l'articolo 74, comma 9, del disegno di legge finanziaria prevede un taglio lineare della spesa per consumi intermedi, non aventi natura obbligatoria, di tutti gli stati di previsione, in misura tale da realizzare complessivamente una riduzione pari a 500 milioni di euro per il 2008, 700 milioni per il 2009 e 900 milioni annui a decorrere dal 2010.

Soffermandosi indi sulle tabelle allegate al disegno di legge finanziaria, dà anzitutto conto della Tabella A nella quale, con riferimento all’accantonamento relativo al Ministero della salute, si prevede una dotazione pari a 51.638.000 di euro per il 2008, 48.000.000 per il 2009 e a 71.000.000 di euro annui a decorrere dal 2010. Tali valori costituiscono, rispetto al corrispondente accantonamento previsto nel bilancio a legislazione vigente, un incremento pari a 24.000.000 di euro per il 2008, 47.000.000 per il 2009 e a 70.000.000 di euro annui a decorrere dal 2010.

L'accantonamento in esame è preordinato, fra l’altro, alle seguenti finalità: alleanza degli ospedali nel mondo, contrasto all’utilizzo del doping, interventi urgenti in materia sanitaria e introduzione di nuove norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici. Quanto a quest’ultima finalità, auspica la sollecita conclusione, non appena sarà terminata la sessione di bilancio e saranno giunti i pareri delle commissioni consultate, dell’esame del relativo disegno di legge n. 1517. La Tabella B non reca alcun accantonamento per il Ministero della salute, mentre le Tabelle C, D, E e F non recano variazioni per lo stato di previsione del Dicastero in esame rispetto alla legislazione vigente.

Per completezza di informazione, il relatore richiama brevemente talune disposizioni riguardanti l'ambito sanitario che sono state oggetto di stralcio da parte del Presidente del senato che pertanto andranno a costituire disegni di legge autonomi. Fra queste, segnala l'articolo 46, comma 6, che introduceva norme in materia di prescrizione dei farmaci per il trattamento del dolore severo e di semplificazione nella tenuta dei registri degli stupefacenti, analoghi a quelli contenuti originariamente nel richiamato disegno di legge n. 1249, poi modificato nel corso dell’esame in sede referente recentemente concluso dalla Commissione igiene e sanità. Tra le altre norme oggetto di stralcio, vi è anche l’articolo 48, comma2, con cui si autorizzava la spesa di 40 milioni di euro per il 2008, di 50 milioni di euro annui dal 2009 al 2048 e 34 milioni per l’anno 2049 per promuovere la scoperta di vaccini contro il pneumococco, oltre che per la cancellazione del debito dei Paesi poveri verso le istituzioni finanziarie internazionali.

 

Il PRESIDENTE dà indi la parola al ministro Livia Turco, che chiede di intervenire con riferimento alle principali disposizioni della manovra economica in esame.

 

Il ministro Livia TURCO, dopo aver sottolineato che le norme recate nella manovra finanziaria in esame si inseriscono all’interno di una più ampia impostazione programmatica del Dicastero della salute, si sofferma in primo luogo sulle principali criticità di cui si è tenuto conto al fine di favorire il miglioramento complessivo del Sistema sanitario nazionale, mettendo in evidenza la sussistenza di fattori di svantaggio legati in particolar modo alla condizione socio-economica individuale. Rileva inoltre - come evidenziato in una specifica indagine ISTAT del marzo 2007 - che l'età, l'appartenenza al genere femminile e la residenza nelle aree meno sviluppate delle regioni meridionali costituiscono ulteriori fattori di svantaggio. Esprime pertanto l'intenzione di dedicare il necessario impegno ai fini del riequilibrio dell'offerta sanitaria sulla base di criteri di equità.

Prosegue richiamando i principali obiettivi di politica sanitaria del Governo, relativi alla continuità assistenziale, alla dignità di fine vita, alla promozione degli stili di vita salutari, alla tutela della salute nei luoghi di lavoro, nonché all'assistenza alle donne e materno-infantile.

Dopo aver preannunciato la prossima approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di un disegno di legge collegato alla finanziaria finalizzato alla promozione della qualità e della sicurezza delle cure, richiama l'attenzione sull'impegno destinato al contenimento dei tempi d'attesa per le prestazioni sanitarie. Menziona quindi i tratti salienti del Patto per la salute sottoscritto con le regioni, osservando particolarmente come esso abbia consentito l'adozione da parte delle amministrazioni regionali di atteggiamenti maggiormente virtuosi relativamente agli aspetti finanziari, nonché creato le condizioni per un effettivo risanamento delle situazioni di disavanzo. Osserva che a partire dal 2007 è stato frenato l'aumento della spesa sanitaria regionale, ottenendone la stabilizzazione in prospettiva futura; l'adozione dei singoli piani di rientro per le regioni interessate comporterà una riduzione consistente dei disavanzi nell'anno in corso, anche grazie alla copertura garantita dal fondo transitorio di sostegno. Osserva sul punto che tanto i disavanzi quanto il fondo transitorio sono destinati a diminuire progressivamente, fino ad azzerarsi nel 2010.

Il Ministro riferisce quindi circa la verifica delle prestazioni condotta insieme con le regioni e rammenta che le regioni stesse sono coinvolte nell'attuale processo di revisione dei livelli essenziali di assistenza, che comporterà il potenziamento di prestazioni socialmente rilevanti. Fa quindi presente l'aumento di tre miliardi dei fondi destinati all'edilizia sanitaria e all'innovazione tecnologica, dal quale risulta una dotazione complessiva superiore ai sette miliardi di euro da utilizzare in base ad accordi di programma definiti con le regioni, destinata a obiettivi quali l'ammodernamento delle strutture, il rinnovo delle tecnologie mediche, la messa in sicurezza degli ambienti, la realizzazione di strutture residenziali e l'acquisizione di tecnologie per interventi sul territorio nel settore delle cure palliative. Rileva inoltre come il Governo abbia inserito la sanità tra gli obiettivi del programma di utilizzo dei fondi strutturali europei per il periodo 2007-2013, mettendo così a disposizione del settore ulteriori risorse per tre miliardi.

Soffermandosi più specificamente sul disegno di legge finanziaria in esame, il Ministro per la salute osserva che esso è volto a consolidare il Patto per la salute, in particolare destinando risorse adeguate per livelli essenziali di assistenza, per il piano pluriennale di edilizia sanitaria, nonché per l'ammodernamento tecnologico delle strutture sanitarie. Nota quindi che ulteriori misure significative riguardano lo stanziamento di trenta milioni di euro destinato al potenziamento della già prevista campagna di vaccinazione contro il carcinoma della cervice uterina, l'incremento, pari a sessanta milioni, degli stanziamenti per la ricerca sanitaria e la previsione - di cui al decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159 - un apposito stanziamento a favore dei danneggiati da emotrasfusione e da utilizzo di emoderivati.

In attuazione a quanto previsto nei richiamati piani regionali di rientro dai disavanzi sanitari, l’oratrice richiama l’articolo 18 del disegno di legge finanziaria in titolo, che stanzia 9,1 miliardi di euro per la trasformazione di debiti contratti dalle regioni a tassi particolarmente elevati in debiti trentennali verso lo Stato. A garanzia della piena attuazione di detti piani, rileva che il decreto-legge collegato alla manovra consente al Governo, qualora non siano rispettati gli obiettivi concordati con le regioni, di procedere alla nomina di un commissario ad acta. Dopo aver sottolineato che la citata anticipazione di risorse statali non ha effetto sull’indebitamento netto della pubblica amministrazione, tiene a precisare che le regioni dovranno restituire allo Stato il debito contratto, nonché gli interessi sullo stesso e che si tratta di una misura assolutamente necessaria per la concreta realizzabilità dei piani di rientro.

Richiama indi l’attenzione sulla circostanza che il Patto per la salute riveste una portata generale, atteso che qualora anche altre regioni dovessero trovarsi nelle condizioni che hanno indotto la sottoscrizione di piani di rientro, non si potrebbe se non procedere analogamente a quanto si sta facendo per Lazio, Campania, Molise e Sicilia.

Fra gli interventi caratterizzanti la manovra economica, il Ministro si sofferma sull’articolo 5 del decreto-legge in esame, che modifica i tetti percentuali per la spesa farmaceutica pubblica, nell’ottica di favorire il controllo della spesa sanitaria. Al riguardo, ricorda che la disciplina rappresenta il risultato di un fattivo confronto al quale hanno partecipato sia le regioni, sia gli operatori del settore farmaceutico.

Si sofferma poi sulle misure dirette a promuovere la diffusione di farmaci più innovativi e sicuri, utilizzando a tale scopo le risorse risparmiate attraverso l'utilizzo dei farmaci generici e il controllo delle prescrizioni non appropriate.

Non va peraltro sottovalutato, ella prosegue, l’impatto rilevante per l’industria farmaceutica del rafforzamento del credito d’imposta sulle spese in ricerca e sviluppo.

Fra gli interventi prioritari, sottolinea indi l’incremento del fondo per la non autosufficienza e, a riguardo, preannuncia che nel richiamato disegno di legge per l'ammodernamento, la qualità e la sicurezza delle cure, collegato alla manovra finanziaria, vi saranno norme volte al riordino dell’intervento pubblico in materia di sostegno ai non autosufficienti.

Dà poi conto dell’articolo 67 del disegno di legge finanziaria con cui sono stanziati 50 milioni di euro per il potenziamento delle attività di prevenzione e contrasto degli incidenti e delle malattie professionali sui luoghi di lavoro.

Con riferimento alle norme in materia di personale, richiama i contenuti dell’articolo 93, secondo il quale i dirigenti del Servizio sanitario nazionale con contratti o incarichi di lavoro precari possono far valere il periodo di servizio prestato ai fini delle procedure concorsuali preordinate all’assunzione a tempo indeterminato.

 

Il seguito dell’esame congiunto è indi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 14,35.

 


IGIENE E SANITÀ (12a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

119a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

(Tab 15) Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2008.

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità' sociale

(Rapporto alla 5ª Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5ª Commissione per il disegno di legge n. 1819. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta di ieri.

 

Il presidente MARINO dichiara aperta la discussione generale.

 

Dopo un breve intervento del senatore TOMASSINI (FI), il quale dichiara la disponibilità dei Gruppi d'opposizione a terminare lo svolgimento della discussione generale nella seduta in corso, ha la parola il senatore GHIGO (FI), che manifesta in primo luogo dubbi circa la legittimità costituzionale dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria in esame, in rapporto a quanto stabilito dall'articolo 119, sesto comma, della Costituzione. Rammenta a tale proposito che la citata norma costituzionale vincola il ricorso all'indebitamento da parte delle regioni alla necessità di provvedere a spese per investimenti, escludendo la possibilità di garanzie da parte dello Stato. Prosegue sul punto osservando come l'articolo 18 del disegno di legge n. 1817 preveda la garanzia statale sul finanziamento destinato al rientro di disavanzi pregressi. Il meccanismo previsto è inoltre, a suo avviso, una misura vantaggiosa per le amministrazioni regionali che non sono state in grado di assumere atteggiamenti virtuosi. Rileva quindi particolarmente come non siano rimosse le cause strutturali del disavanzo, per cui non è attualmente prevedibile alcuna soluzione definitiva del problema dell'indebitamento delle regioni.

Fa quindi presente la sussistenza di un divario non irrilevante tra le risorse messe a disposizione delle regioni nell'ambito dell'attuazione del Patto per la salute e il fabbisogno rilevato dalle amministrazioni regionali. Ricorda peraltro che la prevista revisione dei livelli essenziali di assistenza, di cui al Patto per la salute, non può non porre interrogativi rispetto al conseguente prevedibile innalzamento dei costi del sistema, non diversamente da quanto potrà accadere successivamente allo scadere della disciplina sui ticket, in vigore per l'anno in corso, con inevitabili ricadute sul piano del fabbisogno finanziario regionale. Pone successivamente in rilievo ulteriori differenze rispetto alla previsione dei fabbisogni tra Governo e regioni, a partire dalle risorse messe a disposizione dal disegno di legge finanziaria per l'edilizia sanitaria, nonché relativamente alla già in passato auspicata stabilizzazione del personale precario, rispetto al quale, per quanto riguarda il settore della sanità, mancano misure atte ad andare incontro alle aspettative dei lavoratori e circa la questione del rinnovo dei contratti di lavoro.

Osserva inoltre, da un punto di vista più generale, che gli obiettivi di politica sanitaria illustrati in Commissione dal Ministro della salute, per quanto largamente condivisibili, appaiono difficilmente realizzabili a causa di una complessiva insufficienza di risorse disponibili.

 

Il senatore CURSI (AN) ritiene che le amministrazioni regionali non possano evitare nella situazione attuale di constatare la mancanza di risorse adeguate rispetto alla vastità dei peraltro generici obiettivi posti dal Governo a inizio legislatura.

Fa quindi presente come nell'ambito del disegno di legge finanziaria in esame non si trovino misure idonee al conseguimento di un obiettivo considerato prioritario, quale l'abbattimento delle liste d'attesa, né siano prospettate soluzioni alla questione, di prossima attualità, della compartecipazione degli utenti al costo delle prestazioni.

Rileva poi come il Governo abbia disatteso l'impegno pubblicamente assunto in passato per la stabilizzazione dello stato dei lavoratori precari nella pubblica amministrazione. A suo avviso, le disposizioni di cui all'articolo 92 del disegno di legge n. 1817 risultano di fatto discriminatorie, specie nei confronti del personale amministrativo delle strutture sanitarie, ponendo tra l'altro il sistema di fronte al rischio della cessazione di una serie di servizi, attualmente assicurati grazie alle prestazioni di personale precario. Dopo aver espresso perplessità circa la legittimità della previsione relativa della nomina del commissario ad acta da parte del Governo nelle regioni che risentono di una grave situazione debitoria, di cui al decreto-legge n. 159 in esame, ritiene al momento eccessivo l'ottimismo dimostrato in Commissione dal Ministro della salute riguardo all'effettivo controllo negli anni futuri dell'andamento della spesa sanitaria regionale. Ulteriori dubbi emergono a suo parere in relazione all'opera di revisione dei livelli essenziali di assistenza, tuttora in corso con i conseguenti possibili problemi di copertura finanziaria, nonché rispetto alle previsioni contenute nel disegno di legge finanziaria sull'edilizia sanitaria e l'ammodernamento tecnologico delle strutture, in quanto probabilmente non adeguatamente finanziate.

Dopo essersi soffermato sull'importanza dell'effettivo avvio della campagna di vaccinazione contro il carcinoma della cervice uterina, lamenta l'insufficienza delle risorse stanziate, ai sensi del decreto-legge n. 159, per la corresponsione di indennizzi a soggetti danneggiati da emotrasfusioni e da emoderivati infetti, notando come in concreto risultino disattese le garanzie già in passato fornite dagli esponenti dell'Esecutivo ai membri della Commissione. Si esprime quindi favorevolmente circa taluni aspetti della disciplina posta dall'articolo 5 del decreto-legge n. 159 in materia di spesa farmaceutica, osservando la sussistenza di previsioni non punitive nei confronti dell'industria farmaceutica, utili in modo particolare a scongiurare il pericolo della delocalizzazione degli impianti di produzione e a non scoraggiare l'innovazione nel settore. Prosegue sottolineando l'importanza del previsto fondo per la non autosufficienza, esprimendo l'auspicio di un adeguato finanziamento in sede di emanazione del preannunciato disegno di legge collegato alla manovra finanziaria. A fronte degli innovativi compiti attribuiti all’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ed in considerazione delle caratteristiche delle omologhe agenzie europee, giudica opportuno un incremento della pianta organica, dalle attuali 190 unità a 250. Deludente è invece, a suo avviso, l'entità dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 42 del disegno di legge finanziaria, in favore del Centro nazionale per i trapianti al fine di promuovere la sicurezza della rete trapiantologica, pari a 700 mila euro annui, in quanto del tutto inadeguata.

Dopo aver notato criticamente l'assenza di stanziamenti a beneficio degli enti impegnati nell'assistenza ai sordomuti ed aver sottolineato l'importanza di disporre di misure idonee ad incentivare la creazione di società a partecipazione pubblica e privata, al fine di una maggiore razionalizzazione della rete di servizi destinati al sistema sanitario, manifesta l'auspicio che gli atti in esame possano essere migliorati in virtù di un costruttivo confronto in sede di esame parlamentare degli stessi e preannuncia in proposito la presentazione di specifiche proposte emendative.

 

Il senatore TOMASSINI (FI) esprime contrarietà sul complesso della manovra economica, che giudica debole, contraddittoria e senza alcuna capacità di incidere sulle principali criticità del Paese.

Entrando nel merito delle disposizioni che riguardano più direttamente gli aspetti sanitari, manifesta perplessità in ordine alle riserve finalizzate a porre sotto controllo la spesa sanitaria. In proposito, non condivide la scelta di destinare un’anticipazione finanziaria, pari a 9,1 miliardi di euro, in favore delle regioni che hanno sottoscritto i piani rientro per estinguere i debiti contratti sino al 31 dicembre 2005. La previsione di una restituzione nell’arco temporale trentennale risulta a suo avviso irrealistica.

Rispetto agli obiettivi che il Ministro della salute ha come ribadito nel corso del suo intervento nella seduta di ieri, quali l’abbattimento delle disuguaglianze sociali e il rafforzamento della tutela della salute, i provvedimenti in titolo risultano a suo giudizio del tutto inadeguati.

Né ritiene condivisibili le novità introdotte all’articolo 5 del decreto-legge in esame in materia di spesa per l’assistenza farmaceutica territoriale, che giudica inadeguate anche in considerazione delle difficoltà in cui versa il settore farmaceutico, che ha registrato un significativo ridimensionamento negli ultimi anni.

Il senatore avrebbe poi ritenuto opportuna una maggiore attenzione al tema della distribuzione dei farmaci, in particolare attraverso le farmacie ospedaliere, e, più in generale, l’introduzione di un efficace sistema di farmacovigilanza.

Inoltre, ritiene che occorrerebbe una riflessione più approfondita del meccanismo del pay-back a carico del settore farmaceutico, volto ad evidenziarne benefici in termini di risparmio di risorse e limiti.

Pur giudicando positivamente l’individuazione di specifiche risorse a favore di alcuni soggetti operanti nel settore sanitario, valuta negativamente il contributo riconosciuto alla fondazione European Brain Research Institute (EBRI), la quale sino ad oggi non ha a suo parere svolto un’attività in linea con l’ammontare complessivo delle risorse ricevute.

Critica inoltre le disposizioni di cui all’articolo 46, commi 3, 4 e 5 in materia di reimpiego di confezioni di medicinali in corso di validità, nonché le norme, di carattere generale, che impongono la riduzione delle cilindrate delle autovetture di servizio e che limitano di fatto l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione, nonché l’opportuna attività di manutenzione delle strutture.

Nella manovra economica, prosegue l’oratore, mancano poi i finanziamenti volti ad assicurare la diffusione di importanti vaccini, al fine di contrastare gravi patologie, come ad esempio la meningite, e non si fa chiarezza in merito alla questione dei ticket sanitari, nonché alle effettive risorse del fondo per l’autosufficienza. Dopo aver manifestato contrarietà nei confronti del sistema di finanziamento dei dispositivi medici, valuta negativamente le esigue risorse destinate ai danneggiati da sangue o emoderivati infetti, nonché la scarsa attenzione all’esigenza di assicurare un efficace turn over del personale e la necessaria flessibilità dei turni di lavoro.

Fra le altre questioni che avrebbero meritato a suo avviso una maggiore attenzione, vi sono il potenziamento dell’assistenza territoriale, la revisione dei DRG, l’educazione continua in medicina, la revisione della legge n. 180 del 1978.

Critica indi le misure adottate per far fronte al deficit sanitario delle regioni meno virtuose, nonché l’inadeguatezza del sistema di controllo, paventando il rischio di un peggioramento della qualità del servizio sanitario, con particolare riferimento all’ulteriore incremento delle liste di attesa.

In conclusione, ribadisce la propria contrarietà nei confronti della manovra economica, che è a suo avviso destinata a determinare situazioni di conflittualità fra Stato e Regioni, fra le Regioni stesse e fra le Regioni ed i cittadini.

 

Il presidente MARINO ritiene anzitutto doveroso precisare, con riferimento all'intervento del senatore Cursi riguardante le norme in materia di promozioni e sicurezza della rete trapiantologica, che la spesa di 700 mila euro prevista dall'articolo 42 della legge finanziaria è concessa a favore del Centro nazionale per i trapianti, costituito presso l'Istituto superiore di sanità, ed è finalizzata allo svolgimento di controlli ed interventi per la verifica della sicurezza della rete trapiantologica. Ricorda che l'attuale misura di finanziamento si aggiunge a quello annuo già previsto a favore del Centro, pari a circa due milioni e mezzo di euro. Si tratta, precisa il Presidente, di predisporre le misure per evitare episodi di particolare gravità, come quello avvenuto in Toscana, quando sono stati fatti degli espianti a un soggetto affetto da HIV. Precisa come sia emerso che la rete trapiantologica è priva dei necessari laboratori certificati chiamati ad effettuare gli esami necessari prima dei trapianti. Rileva che gli stanziamenti non sono diretti ai singoli centri, per i quali ogni regione è chiamata ad adottare le necessarie misure organizzative. Ricorda poi come in altri Paesi, dove vi è una particolare attenzione alla spesa ed all'efficienza, esiste un ridotto numero di laboratori di analisi specializzati, al fine di aumentare la sicurezza e diminuire i costi.

Si sofferma poi sulla disposizione di cui all'articolo 46 del disegno di legge finanziaria, relativo alla spesa e all'uso dei farmaci, in cui si prevede, tra l'altro, che il medico curante può prescrivere un medicinale di cui non è autorizzato il commercio, qualora siano disponibili almeno dati favorevoli di sperimentazioni cliniche di fase seconda. Ritiene opportuno a tal proposito armonizzare tali disposizioni con quelle previste dal disegno di legge n. 1249, del quale la Commissione igiene e sanità ha recentemente concluso l'esame in sede referente. Auspica quindi che vi sia, in definitiva, una normativa che consenta la prescrizione di farmaci che possano funzionare sulla base di comprovate conoscenze. Dopo aver ripercorso le numerose occasioni in cui la Commissione ha avuto modo di interessarsi delle vicende e delle istanze di coloro che sono stati danneggiati a seguito di trasfusioni di sangue infetto, ricorda di aver richiamato, nel corso di un suo intervento in Aula in occasione della discussione della scorsa finanziaria, la gravità del problema e la necessità di rifondere i danni in modo adeguato. Richiama quindi l'esigenza di appoggiare proposte emendative ai documenti di bilancio che consentano, pur in un arco pluriennale, di risolvere i problemi di coloro che sono stati ingiustamente danneggiati.

Con riferimento al problema del finanziamento della ricerca, rammenta alla Commissione i vincitori italiani di premi Nobel per la medicina e per la fisica degli ultimi cento anni, sottolineando che questi, tranne Marconi e Golgi, hanno ottenuto l'importante riconoscimento per un'attività di lavoro e di ricerca non svolta in Italia. Ritiene tale circostanza non casuale e particolarmente espressiva della necessità di creare le condizioni per favorire la ricerca. A tal proposito valuta opportuno che si intervenga per facilitare l'accesso ai fondi sulla base di un reale merito. Informa che le disposizioni introdotte durante la manovra di bilancio 2006-2007 per favorire l'accesso ai fondi per la ricerca biomedica ai giovani ricercatori consentiranno l'uscita di un primo bando. Stima particolarmente significativo che i beneficiari potranno anche scegliere il laboratorio da utilizzare, innescando così un virtuoso processo di competizione fra i centri di ricerca. Preannuncia la sua intenzione di presentare, nelle sedi opportune, proposte emendative volte a portare dal 5 al 10 la percentuale di fondi per la ricerca biomedica destinati ai giovani ricercatori e di estendere tale meccanismo alle altre discipline.

Esprime poi apprezzamento per la disposizione contenuta nell'articolo 4 del decreto-legge in esame, che disciplina l'ipotesi di potere sostitutivo statale nei confronti delle regioni, prevedendo la nomina di un commissario ad acta, quando si prefiguri la mancata realizzazione dei piani di rientro dal deficit sanitario. Considera infatti necessario adottare per le regioni inadempienti efficaci misure che consentano, nell'interesse dei cittadini, una corretta gestione dei fondi destinati alla spesa sanitaria, anche disponendo gli opportuni provvedimenti nei confronti dei dirigenti rivelatisi inefficienti. Evidenzia infine come nel disegno di legge finanziaria sarebbe opportuno prevedere una disposizione che, per le figure apicali stabilisse un unico limite di età per il pensionamento, sia per il personale ospedaliero che per quello universitario. Al fine di rispettare le diverse esigenze di garantire l'accesso ai giovani e di valorizzare le professionalità, riterrebbe equo stabilire un'età massima di 65 anni da elevare di due a richiesta, prevedendo tre anni aggiuntivi soltanto in caso eccezionali e su richiesta dell'istituzione nella quale l'attività lavorativa viene prestata.

 

Il senatore GRAMAZIO (AN), dopo aver rilevato come solo la voce del presidente Marino si sia levata in difesa di una manovra finanziaria, a suo parere discutibile, e destinata ad essere forse l'ultima dell'attuale Governo, si sofferma sull'articolo 42 del disegno di legge finanziaria che prevede di destinare la somma di 700 mila euro al Centro nazionale trapianti, somma che giudica irrisoria. Dopo alcuni cenni al sistema sanitario della regione Lazio che a suo avviso si trova in una situazione di particolare difficoltà, fa riferimento alla questione del risarcimento dei danni per trasfusioni di sangue infetto e utilizzo di emoderivati, evidenziando che i 5.000 cittadini danneggiati, che attendono ancora soddisfazione, troveranno misure insufficienti nella manovra finanziaria in esame, senza peraltro nulla aver ricevuto in quella precedente. In merito poi all'intervento del ministro Turco svoltosi nella seduta di ieri, ritiene che il richiamo al Patto per la salute del luglio 2006 si sia risolto in una mera enunciazione di vuoti obiettivi, senza un autentico rispetto delle esigenze della sanità. Dopo aver auspicato che, riguardo ai ticket, vi sia una chiara presa di posizione per una loro esclusione anche nell'anno 2008, si sofferma sul difficile rapporto fra Stato e regioni riguardo alla spesa sanitaria. Richiama in particolare le difficoltà del soccorso alle regioni che hanno superato i limiti di spesa, alla lunga durata del debito che queste assumeranno con lo Stato e alle questioni che potranno sorgere dalle disposizioni in materia di interventi sostitutivi dello Stato e di nomina di commissari ad acta, nell'ambito di un settore di competenza regionale.

Affronta poi il tema del rapporto di lavoro precario nell'ambito della sanità e rileva come, anche per quanto riguarda la regione Lazio, a fronte di infondate dichiarazioni ottimistiche da parte del Presidente della Regione stessa, vi è il rischio di una situazione di particolare gravità. Ritiene egualmente critici i punti riguardanti la revisione dei LEA, dei DRG, sotto il profilo tecnico e finanziario, nonché il tema del ricorso ai fondi per l'edilizia sanitaria, spesso non utilizzati dalle regioni.

Dopo aver espresso apprezzamento per le osservazioni svolte dal Presidente circa l'opportunità di introdurre limiti di età omogenei per il personale ospedaliero e universitario, auspica, infine, in merito ai temi dei danneggiati da sangue infetto e ai non autosufficienti, un concreto intervento del Governo che sia adeguato anche dal punto di vista finanziario.

 

La senatrice MONACELLI (UDC) rileva che nel dibattito sono intervenuti solo i senatori dell'opposizione, a parte l'intervento del presidente Marino, del quale dichiara di condividere l'impostazione, preannunciando la propria adesione riguardo ad eventuali iniziative emendative. Esprime un giudizio negativo su un disegno di legge finanziaria a suo parere non convincente, nonostante i tentativi, del resto estesi ad altri settori, di far apparire bello ciò che bello non è. Ritiene in particolare che con riferimento al ripiano della spesa sanitaria delle regioni si è ricorsi ad interventi di carattere selettivo, nonostante le promesse che quelli adottati con la decretazione di urgenza dovessero essere gli ultimi. Giudica discutibili in proposito le modalità di finanziamento che, lungi dal contenere misure concrete e risolutive, sembrano orientate verso forme di consolidamento del debito delle Regioni. Dopo aver ribadito la necessità che si assuma una chiara posizione in merito alla esclusione dell'introduzione dei ticket anche per l'anno 2008, si sofferma sull'articolo 36 del disegno di legge finanziaria, relativo, tra l'altro, all'edilizia sanitaria, interrogandosi sulla coerenza degli stanziamenti ivi previsti con il fabbisogno rilevato anche da questa Commissione nell'indagine conoscitiva sull'attività intramuraria e sulle liste di attesa. In merito poi all'articolo 92, sempre del disegno di legge finanziaria, ove si prevede il contenimento degli incarichi, del lavoro flessibile e straordinario nelle pubbliche amministrazioni, esprime le proprie perplessità per iniziative che, superando la situazione attuale, non forniscono risposte ed indirizzi chiari e sicuri.

Esprime apprezzamento per le osservazioni del presidente Marino circa la necessità di favorire in Italia lo svolgimento della ricerca da parte di eminenti studiosi e ritiene opportuno che i necessari finanziamenti giungano sulla base di ponderati giudizi di merito e non come premi alla carriera, secondo un meccanismo che potrebbe addirittura rappresentare un sistema di favore e di scambio. Riguardo al tema doloroso di coloro che versano in stato vegetativo ritiene opportuno che vi sia un approfondimento della situazione in atto a livello regionale e vengano adottate delle linee uniformi nella cura, al fine di trovare efficaci risposte che prescindano dall'emotività suscitata dai singoli casi. Conclude sottolineando come debba essere efficacemente affrontato il tema dei farmaci off label nei casi in cui vi sia sufficiente evidenza scientifica riguardo alla loro efficacia, mentre peraltro giudica misure limitate e poco incisive quelle relative alla consegna dei farmaci non utilizzati, di cui all'articolo 46, commi 3 e seguenti del decreto-legge in esame.

 

Il presidente MARINO constatato che non vi sono altre richieste di intervento, dichiara chiusa la discussione generale.

 

Dopo brevi interventi dei senatori CURSI(AN), BODINI (Ulivo) e TOMASSINI(FI), il PRESIDENTE propone di fissare alle ore 18 di oggi il termine per la presentazione di eventuali ordini del giorno ai disegni di legge di bilancio e finanziaria, nonché di emendamenti alla tabella di bilancio.

 

Conviene la Commissione.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 12,25.

 


IGIENE E SANITÀ (12a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

120a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

(Tab 15) Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2008.

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità' sociale

(Rapporto alla 5ª Commissione per i disegni di legge nn. 1818 e 1817. Parere alla 5ª Commissione per il disegno di legge n. 1819. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nell'odierna seduta antimeridiana.

 

Ha la parola per la replica il senatore BODINI (Ulivo), relatore sui disegni di legge n. 1817 e n. 1818, il quale pone in evidenza l'adeguatezza complessiva della manovra finanziaria posta all'esame del Parlamento, che si colloca nell'ambito di un programma su base triennale, volto al generale risanamento della finanza pubblica. Per quanto riguarda più specificamente la materia sanitaria, osserva come la manovra del Governo si caratterizzi per aver garantito la certezza del finanziamento per il triennio considerato, oltre alla stabilizzazione dell'andamento della spesa in rapporto al prodotto interno lordo, pur contemplando la previsione, per quanto riguarda l'anno 2008, di un ulteriore incremento del fondo sanitario.

Esprime inoltre una valutazione positiva circa il percorso di riassetto della sanità illustrato dal Ministro per la salute, incentrato sul Patto per la salute e sulla necessaria concertazione con le regioni. Ritiene quindi apprezzabili le disposizioni volte al contenimento della spesa regionale, dimostratesi adeguate allo scopo, mentre ritiene ugualmente adeguate le previsioni in materia di cui al disegno di legge finanziaria in esame.

Dopo aver manifestato una valutazione favorevole dell'ipotesi di ricorso all'istituto del commissariamento al fine di garantire il rispetto dei piani di rientro a livello regionale, afferma di ritenere infondate le perplessità espresse a proposito della legittimità costituzionale dell'articolo 18 del disegno di legge n. 1817, formulato con la finalità di risolvere situazioni di gravi difficoltà finanziarie delle regioni, senza per questo lederne le potestà costituzionalmente garantite. Giudica quindi positivamente il ricorso alla figura dell'advisor contabile, insieme allo stanziamento di risorse a favore delle regioni più in difficoltà.

Manifesta quindi apprezzamento per le disposizioni finalizzate a favorire l'edilizia sanitaria e l'ammodernamento tecnologico delle strutture, osservando peraltro l'opportunità di una formulazione maggiormente vincolante rispetto all'effettivo utilizzo dei fondi già destinati a tali fini. Esprime poi soddisfazione riguardo la possibilità di potenziamento della rete dedicata all'erogazione di cure palliative, aggiungendo di ritenere ugualmente meritevole di sostegno il settore dell'assistenza ai pazienti in stato vegetativo.

Prosegue dichiarando il proprio favore relativamente alla possibilità per i medici di rilasciare prescrizioni off label, sulla base dell'avvenuta sperimentazione di fase 2. Considera inoltre positivo il prossimo avvio della campagna di vaccinazione contro il papilloma virus.

Dopo aver fatto presente l'opportunità di una maggiore dotazione per i danneggiati da emotrasfusioni o emoderivati infetti, rileva l'esigenza di verificare i presupposti per la copertura dei mancati introiti derivanti dall'abolizione del ticket, di cui la maggioranza non auspica la reintroduzione. Ritiene quindi opportuna una ponderata riflessione in ordine alla possibilità di introdurre rapporti di lavoro flessibili nel settore sanitario, oggetto, tra l'altro, dell'articolo 92 del disegno di legge finanziaria. Nel formulare ulteriori valutazioni in merito alla manovra finanziaria in esame, dichiara a proprio favore rispetto agli stanziamenti destinati a enti di ricerca e al generale riequilibrio economico-finanziario così delineato. Manifesta peraltro perplessità circa le previsioni relative alla partecipazione delle farmacie ai fini di compensazioni degli eccessi di spesa farmaceutica, ritenendo l'incidenza di tali soggetti nella sostanza piuttosto limitata. Conclude esprimendo il proprio apprezzamento circa l'incremento di risorse per l'attività dei giovani ricercatori prospettato dal presidente Marino nel corso della seduta antimeridiana di oggi.

 

Intervenendo a sua volta in sede di replica, la senatrice BASSOLI (Ulivo), relatrice sul disegno di legge n. 1819, osserva come alla base degli atti in esame vi sia una comune linea di politica sanitaria, la quale contempla l'obiettivo di garantire la tenuta finanziaria del sistema sanitario, in armonia con la sfera di autonomia delle regioni, l'intenzione di creare una più capillare rete di assistenza sul territorio, nonché la promozione di stili di vita idonei a favorire il benessere della popolazione.

Si sofferma quindi sulle previsioni di cui all'articolo 4 del decreto legge in esame, osservando la necessità di un comune impegno di tutti i soggetti coinvolti al fine di assicurare, oltre al risanamento finanziario, il superamento delle differenze sul piano della qualità dell'assistenza erogata ai cittadini. Osserva peraltro come si possano rivelare utili allo scopo l'azione del Tavolo di verifica degli adempimenti e del Comitato permanente della verifica dei livelli essenziali di assistenza, così come l'eventuale ricorso all'istituto del commissariamento.

La relatrice rileva poi come quanto previsto dall'articolo 5 sia da accogliere favorevolmente in ragione dei prevedibili effetti positivi relativamente agli investimenti e all'innovazione nel settore dell'industria farmaceutica. Ugualmente apprezzabili sono a suo avviso le misure volte al governo della spesa farmaceutica. Prosegue richiamando l'attenzione sulle norme di cui all'articolo 33, rilevando l'opportunità di prevedere una adeguata copertura finanziaria dei provvedimenti di indennizzo dei soggetti danneggiati da trasfusioni infette, particolarmente nel senso di non porre vincoli troppo stringenti in ordine alla possibilità di erogazione degli indennizzi.

 

Il sottosegretario ZUCCHELLI, intervenendo a sua volta in sede di replica, sottolinea anzitutto che la manovra economica in esame, per gli aspetti riferiti al settore sanitario, si inserisce nell’ambito di un’impostazione strategica complessiva, che ha come asse portante la legge finanziaria per il 2007. Quest’ultima ha infatti individuato idonei stanziamenti per il sistema sanitario e, attraverso un ampio coinvolgimento delle Regioni, che ha fra l’altro condotto all’adozione del Patto per la salute, ha posto le basi per la stabilizzazione della spesa complessiva. Il trend di crescita di quest’ultima, rileva il sottosegretario, si è infatti ridotto al 2-3 per cento, rispetto al 6-7 per cento degli anni precedenti.

In proposito, respinge con fermezza le critiche rivolte all’Esecutivo di premiare le Regioni meno virtuose, asserendo che lo sforzo di individuare soluzioni ai disavanzi eccessivi è stato un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini di quelle Regioni. Attraverso la definizione di piani di rientro, è stata imposta alle Regioni l’adozione di specifiche misure di contenimento delle spese e di responsabilizzazione, che ne vincolano l’attività.

Il sottosegretario rileva indi che l’articolo 4 del decreto-legge in titolo, nell’introdurre la facoltà di commissariamento delle Regioni inadempienti rispetto a quanto previsto nei richiamati piani di rientro, si pone in linea con le citate misure già introdotte.

Egli prosegue sottolineando che i più recenti dati riguardanti l’andamento dei disavanzi regionali, dai quali emerge il sostanziale allineamento rispetto agli obiettivi di contenimento, confermano l’efficacia delle misure richiamate. Ciò premesso, ritiene ineludibile l’esigenza di verificare con fermezza il rispetto dei patti e di adottare, se dovesse essere necessario, le misure conseguenti, senza alcuna eccezione.

Relativamente al previsto disegno di legge collegato alla manovra finanziaria riguardante l’ammodernamento, la qualità e la sicurezza delle cure del Servizio sanitario nazionale, sottolinea che esso affronterà importanti questioni, fra cui la qualità delle prestazioni, la ristrutturazione della medicina del territorio, nonché l’individuazione di meccanismi che favoriscano il merito per le strutture e per il personale. Al riguardo, auspica che la Commissione possa dedicare al provvedimento un approfondito esame volto a migliorarne i contenuti.

Quanto alla questione dei ticket, dà conto dell’intenzione dell’Esecutivo di reperire, nel corso dell’esame della manovra economica, idonee risorse che consentano di evitarne nuovamente l’introduzione a partire dal 2008.

Concorda poi sulla necessità di incrementare lo stanziamento in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni infette, eventualmente anche in una prospettiva pluriennale, assicurando il sostegno del Governo in tal senso.

Richiama inoltre l’attenzione sull’articolo 93, comma 18, volto a stabilire che, nelle procedure di reclutamento della dirigenza sanitaria, sia valutato anche il servizio prestato in base a contratti di lavoro atipico.

Il sottosegretario richiama indi l’articolo 48, comma 1, con cui viene stanziato un importo pari a 30 milioni di euro in favore di Regioni e Province Autonome, onde favorire la diffusione della vaccinazione contro il virus del papilloma umano. In proposito, tiene a precisare che già dallo scorso febbraio il relativo vaccino è stato inserito in classe A e che, pertanto, i medici hanno la facoltà di prescriverlo ai pazienti, che lo possono ottenere gratuitamente. La misura in esame rappresenta pertanto un contributo finanziario per l’avvio della campagna vaccinale, al solo fine di assicurare un sostegno agli enti territoriali interessati.

Soffermandosi sull’articolo 29, in materia di disciplina relativa ai criteri e alle procedure per la determinazione dei contributi obbligatori in favore della Fondazione ONAOSI, il sottosegretario ritiene importante che quest’ultima modifichi il proprio statuto al fine di ampliare gli ambiti dell’assistenza, onde tener conto delle effettive esigenze degli iscritti. Inoltre, giudica necessaria la riduzione del consiglio di amministrazione e l’individuazione di un comitato di indirizzo, eletto fra i contribuenti, che svolga un’efficace azione di controllo.

Avviandosi a concludere, dà indi conto di talune questioni che, pur di estremo rilievo, non sono state inserite nella manovra di bilancio. Si tratta di ricondurre la sanità penitenziaria nell’ambito del SSN, di intervenire in materia di educazione continua in medicina, recependo con atto legislativo l’intesa già raggiunta in sede Stato-regioni, di riconoscere alle regioni più virtuose la possibilità di avvalersi di anticipazioni nell’ambito degli accordi di programma riguardanti gli investimenti in edilizia sanitaria, sin tanto che non è stata effettuata la ripartizione delle somme complessive, nonché di istituire, nell’ambito degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, il ruolo dei ricercatori.

 

Il seguito dell’esame congiunto è indi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 16,15.

 


IGIENE E SANITÀ (12a)

giovedì 11 ottobre 2007

121a Seduta

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità' sociale

(Parere alla 5ª Commissione. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole con osservazioni.)

 

Riprende l'esame sospeso nella seduta di ieri.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo) illustra uno schema di parere favorevole con osservazioni (allegato al resoconto della presente seduta).

 

Il senatore GHIGO (FI), nel preannunciare il voto contrario sullo schema di parere della relatrice, propone alla Commissione di esprimere un parere contrario, richiamandosi alle argomentazioni già svolte in sede di presentazione dello schema di rapporto contrario sui documenti di bilancio.

 

Il senatore CURSI (AN) ritiene che lo schema di parere favorevole con osservazioni della relatrice manchi di incisività, atteso che esso predilige osservazioni di carattere tecnico rispetto a chiare indicazioni politiche. Con particolare riferimento all'articolo 33, recante disposizioni in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni infette, osserva che la proposta si limita ad una vaga richiesta di incremento dell'esiguo stanziamento recato nel decreto-legge. Preannuncia pertanto il voto contrario sullo schema di parere della relatrice e favorevole sulla proposta del senatore Ghigo.

 

La senatrice BAIO (Ulivo) esprime una dichiarazione di voto favorevole sulla proposta di parere illustrata dalla relatrice, condividendo in particolare l'auspicio di un incremento degli stanziamenti in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni, in linea con l'impegno profuso dalla Commissione.

 

Interviene a sua volta per dichiarazione di voto favorevole la senatrice VALPIANA (RC-SE), che ribadisce le argomentazioni in favore della manovra finanziaria già richiamate in sede di votazione dei documenti di bilancio.

 

Per dichiarazione di voto contrario, a nome del proprio Gruppo, sullo schema di parere favorevole con osservazioni, ha la parola il senatore POLLEDRI (LNP), il quale non ritiene di poter condividere molti dei contenuti recati nel decreto-legge in titolo. In proposito, stigmatizza l'introduzione della figura del commissario ad acta nelle regioni che non rispettino gli obiettivi di bilancio, rappresentando queste a suo avviso una misura del tutto inefficace. Rammenta peraltro che un serio meccanismo sanzionatorio nei confronti delle regioni inadempienti era stato già introdotto nel corso della legge finanziaria per il 2005, ma non aveva poi trovato alcuna applicazione.

Critica inoltre le disposizioni recate all'articolo 5 in materia di contenimento della spesa farmaceutica, che a suo parere sono destinate a penalizzare il settore. Nello specifico, rileva che il meccanismo del pay-back risulta discutibile anche sotto il profilo della responsabilizzazione delle regioni.

E' altresì grave, egli conclude, la mancata individuazione di idonei stanziamenti diretti a coloro che sono stati danneggiati da trasfusioni di sangue o emoderivati infetti.

 

Previa verifica del prescritto numero legale, la Commissione approva lo schema di parere favorevole con osservazioni della relatrice Bassoli, con conseguente preclusione della proposta di parere contrario presentata dal senatore Ghigo.

 

La seduta termina alle ore 12, 10.


Allegato

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE 1819

 

La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,

 

espresso apprezzamento per l’impegno a contenere la spesa sanitaria regionale ed in particolare per le disposizioni di cui all’articolo 4, che introducono un'ipotesi di potere sostitutivo statale, prevedendo in particolare la nomina di un commissario ad acta nelle regioni nei cui confronti si prefiguri il mancato rispetto degli adempimenti dovuti ai fini della realizzazione dei piani di rientro dal disavanzo sanitario, sottolineato:

-come la figura del Commissario ad acta prevista dal provvedimento in esame ben si inserisca nel quadro costituzionale;

-come il previsto rientro da parte delle regioni nel tetto di spesa sanitaria debba accompagnarsi ad una complessiva riorganizzazione dei servizi, anche allo scopo di innalzare il livello qualitativo delle prestazioni,

 

giudicate altresì positivamente:

le misure di governo della spesa farmaceutica, di cui all’articolo 5, che sostituiscono il precedente meccanismo di tagli dei prezzi, consentendo alle imprese di poter meglio programmare i loro investimenti in sviluppo e ricerca. Inoltre, il tetto percentuale complessivo previsto per il 2008 non cresce rispetto al 2007: se per quest’ultimo anno esso è pari al 13 per cento per la farmacia territoriale e al 3 per cento per quella ospedaliera, per il prossimo anno sarà pari a un complessivo 16,4 per cento che includerà anche gli importi dei ticket, prima non calcolati all’interno del tetto,

l’individuazione di stanziamenti, di cui agli articoli 29, 30 e 31, in favore dell’attività di enti di cui si riconosce la rilevante attività svolta nel settore sanitario,

 

esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti osservazioni:

1) Con riferimento all’articolo 5, comma 2, in materia di regolazione della spesa farmaceutica, occorre valutare se sia opportuno definire più dettagliatamente, in via legislativa, la disciplina del fondo di garanzia istituito alla lettera a);

2) Riguardo all’articolo 5, comma 3, recante disposizioni sul ripiano in caso di superamento dei limiti di spesa per l’assistenza farmaceutica territoriale, si osserva che mancano i termini relativi sia agli eventuali superamenti dei limiti che l'AIFA rilevi nella verifica relativa al 31 dicembre sia ai conguagli eventualmente derivanti dalla suddetta verifica e che la norma di chiusura (lettera d) del comma 3), riguardante il caso in cui l'azienda farmaceutica non versi le somme dovute, non prende in considerazione l'ipotesi di un'azienda che non sia titolare di brevetti;

3) Con riferimento all'articolo 29, concernente i criteri e le procedure per la determinazione dei contributi obbligatori in favore della fondazione ONAOSI, si rileva che il comma 2 fa riferimento alla data del 20 giugno 2007, anziché al giorno successivo (come dovrebbe, dal momento che, in base all'articolo 136, primo comma, della Costituzione, le norme cessano di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza che ne dichiari l'illegittimità costituzionale);

4) Relativamente all’articolo 33, recante disposizioni in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni infette, pur esprimendo favore per le finalità in esso recate, si chiede - anche sulla scorta dell’attività istruttoria svolta dal Ministero della Salute - di accrescere sensibilmente lo stanziamento ivi previsto, eventualmente anche in una prospettiva pluriennale;

5) In merito al medesimo articolo 33, si osserva che la rubrica non appare esaustiva rispetto all'ambito soggettivo di applicazione delle varie norme ivi previste e che non risulta chiaro per quale motivo l'autorizzazione di spesa di cui al comma 5 venga imputata interamente all'anno 2007 (e non in parte al 2008), considerati i termini temporali per la presentazione della domanda.

 


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

Martedì 9 ottobre 2007

111a Seduta

Presidenza del Vice Presidente

RONCHI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tab. 9) Stato di previsione del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2007.

- (Tab. 10) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tab. 14) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Rapporti alla 5ª Commissione per i disegni di legge nn. 1817 e 1818. Parere alla 5ª Commissione per il disegno di legge n. 1819. Esame congiunto e rinvio. Esame della Tabella 9 e rinvio. Esame delle parti di competenza delle Tabelle 2, 10 e 14 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio. Esame del disegno di legge n. 1819 e rinvio)

 

Il presidente SODANO propone alla Commissione di svolgere un'unica discussione generale congiunta sui disegni di legge nn. 1817, 1818 e 1819 e propone altresì di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti e ordini del giorno agli stati di previsione del bilancio, nonché di eventuali ordini del giorno al disegno di legge finanziaria entro le ore 19 di oggi.

 

Non essendovi osservazioni, così resta stabilito.

 

Il relatore, senatore BRUNO (Ulivo) , dopo aver rilevato che l'articolo 27 del disegno di legge finanziaria prevede una serie di interventi a chiusura dell'emergenza conseguente alla crisi sismica in Umbria e Marche del 1997, si sofferma sulle parti di competenza della Commissione degli stati di previsione delle tabelle nn. 2, 10 e 14.

Per quanto concerne la tabella 2, relativa agli stati di previsione del Ministero dell'economia, si segnalano gli interventi per la salvaguardia di Venezia per uno stanziamento complessivo di 90 milioni di euro, mentre nell'ambito della missione soccorso civile, sono previsti stanziamenti per interventi per pubbliche calamità e per la protezione civile, stanziamenti in diminuzione rispetto all'anno precedente anche se occorre considerare il decremento dei residui passivi. Nella stessa tabella n. 2 degne di nota sono la missione riguardante lo sviluppo sostenibile e la tutela dell'ambiente e quella concernente la casa e l'assetto urbanistico.

Con riferimento alle parti di competenza della tabella n. 2, recante lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, si segnala la missione relativa alla casa e all'assetto urbanistico con uno stanziamento per la competenza di circa 950 milioni di euro, in aumento rispetto al dato del 2007. In tale ambito, sono altresì previste misure sia per le politiche abitative sia per quelle urbane e territoriali, con un insieme di risorse in aumento rispetto all'anno precedente. Nel medesimo stato di previsione risultano presenti fondi per le opere strategiche e per la difesa della laguna di Venezia.

Per quanto concerne, infine, le parti di competenza della tabella n. 14, relativa allo stato di previsione per i beni e le attività culturali, all'interno della missione avente ad oggetto la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici si registrano stanziamenti per il sostegno e la vigilanza ad attività culturali - con particolare riguardo alle somme per la tutela dei siti italiani inseriti nella lista del patrimonio mondiale - e per la valorizzazione dei beni archeologici, architettonici e paesaggistici, con particolare riferimento agli interventi per la valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio.

 

Il relatore, senatore PIGLIONICA (Ulivo), in via preliminare osserva che i documenti di bilancio presentati dal Governo tengono conto di una mutata condizione dei conti pubblici, complessivamente migliori rispetto agli anni passati, soprattutto per quanto attiene ai rapporti deficit/PIL e debito/PIL. Tuttavia, non si è riusciti ancora a conseguire, nonostante gli sforzi profusi dalle Commissioni parlamentari competenti, l'obiettivo di un miglioramento dello strumento della legge finanziaria, al fine di evitare quello che è accaduto lo scorso anno, quando risultò approvato un disegno di legge finanziaria avente un solo articolo, suddiviso in migliaia di commi. Nonostante tali difficoltà, il Governo ha tentato una razionalizzazione di tale strumento sia presentando un disegno di legge finanziaria più snello rispetto a quello dell'anno scorso, sia configurando una riorganizzazione del bilancio statale in missioni e programmi.

Soffermandosi sull'articolato del disegno di legge finanziaria, richiama l’attenzione sul comma 14 dell'articolo 12, con il quale sono prorogate fino al 2010 una serie di agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici e per l'installazione dei pannelli solari, con l'obiettivo di fornire maggiori certezze alle stesse aziende. L'articolo 16 prevede poi alcuni stanziamenti in favore del Fondo nazionale per la montagna ed in favore del Fondo di sviluppo delle isole minori. Tuttavia, per quanto concerne il Fondo per la montagna, occorre tener conto della ipotesi di una riduzione complessiva delle comunità montane.

L'articolo 30, al fine di dare piena attuazione alla direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo, stabilisce che i finanziamenti e gli incentivi finalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili siano concessi ai soli impianti realizzati ed operativi; il comma 2 dello stesso articolo prevede poi la possibilità di deroghe tramite un intervento del Ministro per lo sviluppo economico, sentite le Commissioni parlamentari competenti. In merito a tale previsione, tuttavia, si segnala la necessità di una riflessione complessiva sul sistema degli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili, nel senso suggerito dal disegno di legge n. 691, di cui si è richiesta con insistenza la calendarizzazione dell'esame in Assemblea. Difatti, senza tale revisione del sistema degli incentivi, risulta difficile dare seguito ai processi di liberalizzazione ed agli obiettivi posti in sede europea per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili.

L'articolo 44 reca una serie di misure a tutela del rischio idrogeologico, anche avvalendosi del piano straordinario di telerilevamento. Pur essendovi ancora una notevole sproporzione tra gli interventi previsti e l'entità di questa emergenza, acuita dal mutamento climatico, tali misure si muovono nella giusta direzione. L'articolo 45 istituisce un Fondo per la realizzazione di parchi urbani allo scopo di migliorare la qualità dell'aria.

Per quanto concerne la tabella n. 9, recante lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente, in via generale, si rileva che la spesa complessiva in termini di competenza registra un incremento rispetto alle previsioni assestate del 2007 e che risulta una riduzione consistente dei residui passivi. Si segnala altresì che lo stanziamento a favore dei fondi da ripartire è ancora in buona parte affidato agli uffici di diretta collaborazione del Ministro. Pur essendovi stata una contrazione di tale concentrazione di risorse rispetto al passato, sarebbe auspicabile un chiarimento da parte del Ministro dell'ambiente circa i criteri e le destinazioni di tali fondi anche al fine di evitare una eccessiva discrezionalità nel loro impiego. Risulta, infine, apprezzabile l'inserimento nel disegno di legge di bilancio di una versione sperimentale del bilancio ambientale.

 

Il relatore, senatore FERRANTE (Ulivo) , nel riferire sul decreto-legge n. 159 del 2007, evidenzia preliminarmente che risultano apprezzabili gli interventi contenuti tanto da questo provvedimento tanto dai documenti di bilancio nel loro complesso, sebbene la tutela dell'ambiente non si configuri ancora in quei termini strategici che erano stati indicati durante l'esame dell'ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria e nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'attuazione del Protocollo di Kyoto.

Nel merito dell'articolato, l'articolo 17 estende l'ambito applicativo del comma 868 dell’articolo 1 della precedente legge finanziaria alle somme da versare allo Stato a titolo di risarcimento del danno ambientale, includendo gli accordi transattivi sottoscritti anche nel 2001. L'articolo 22, dopo aver autorizzato la spesa di 20 milioni di euro per gli interventi per la salvaguardia di Venezia, autorizza la spesa di 170 milioni per il proseguimento della realizzazione del sistema MOSE. A tale riguardo, va ricordato che la Commissione ha approvato lo scorso anno una risoluzione che auspicava la sospensione dei lavori di tale progetto, anche per permettere la valutazione di eventuali alternative. Rispetto a tale orientamento, pertanto, la previsione in commento suscita alcune riserve. L'articolo 25 reca poi una serie di interventi nella regione Friuli-Venezia Giulia, anche se sarebbe stato opportuno destinare una parte delle risorse per il ripristino dello stato dei luoghi. L'articolo 26, al comma 1, prevede un contributo straordinario per l'attuazione del programmi per le aree protette e per la difesa del mare, mentre il comma 2 prevede che nuovi interventi pubblici dovranno essere accompagnati da certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra. Tuttavia, tale disposizione merita di essere maggiormente precisata.

Dopo aver illustrato gli articoli 32 e 41, si sofferma sull'articolo 46 che interviene semplificando le procedure autorizzative per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, rilevando che la mancata realizzazione di tali impianti non dipende soltanto da problemi di ordine normativo, ma anche dal mancato avvio di una cabina di regia necessaria per individuare le priorità.

Infine, con riferimento all'articolo 8, fa presente che bisognerebbe cogliere l'occasione per intervenire sulla società Stretto di Messina, prevedendone lo scioglimento o il mutamento di missione.

 

Il ministro PECORARO SCANIO, dopo aver rilevato preliminarmente che l'attuale manovra di finanza pubblica conferma le scelte compiute nell'anno precedente e recepisce molti rilievi e suggerimenti posti dalle competenti Commissioni parlamentari e dallo stesso Parlamento - come, ad esempio, per quanto riguarda l'esame del DPEF - , si sofferma in primo luogo su alcune disposizioni contenute nel decreto-legge n. 159 del 2007, ad iniziare dal comma 2 dell'articolo 26. Tale disposizione prevede che i nuovi interventi pubblici dovranno essere accompagnati da una certificazione di una riduzione delle emissioni di gas serra, spettando ad un successivo decreto attuativo sia la determinazione dei nuovi interventi pubblici sia i parametri con cui calcolare la quota del 40 per cento. Sebbene nel DPEF si prospettasse in tal senso un intervento più incisivo, resta comunque meritevole che si sia introdotto per la prima volta questo principio necessario al raggiungimento degli obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto.

Per quanto concerne l'articolo 46, ci si è posti l'obiettivo di garantire procedure di valutazione di impatto ambientale più efficaci, superando una serie di difficoltà presenti in sede di Consiglio superiore dei lavori pubblici. A tale riguardo, il Ministero dell'ambiente ha assicurato la definizione positiva di molte procedure di valutazione di impatto ambientale e si pone lo scopo di rendere più trasparente questi meccanismi sia prevedendo che il giudizio di compatibilità ambientale sia reso anche in assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici quando gli impianti sono ubicati in aree portuali, sia prevedendo che l'autorizzazione costituisce variante anche del piano regolatore portuale. In attesa del varo della cabina di regia, pertanto, l'articolo 46 consente di superare una serie di problemi di tipo burocratico.

Per quanto concerne poi le misure introdotte dal disegno di legge finanziaria, il comma 14 dell'articolo 2 prevede una proroga nelle agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici, mentre risulta positiva la previsione dell'articolo 45 avente la finalità di migliorare la qualità dell'aria nelle aree urbane. A tale riguardo, tuttavia, permane l'esigenza che vengano approvati i piani di qualità dell'aria che sono indispensabili per la quantificazione delle emissioni determinate dalla realizzazione di alcune opere.

Inoltre, attraverso quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 90, sono state finalmente sbloccate alcune risorse in favore dei parchi nazionali, come analogamente positiva è la disponibilità di fondi, prevista nell'articolo 44, per la tutela dal rischio idrogeologico. Tuttavia, dovrebbe essere individuata una migliore collocazione per la disposizione concernente i fondi per il solare termodinamico e per l'innovazione ambientale.

Dopo aver espresso un giudizio positivo anche su altre misure recante stanziamenti per la realizzazione delle linee metropolitane e per la promozione dell'efficienza energetica, rileva che il Dicastero dell'ambiente ha posto l'esigenza di un incremento di risorse per il NOE, l'ICRAM e l'INFS e di una stabilizzazione del personale precario impiegato nel Ministero.

 

Si apre la discussione generale congiunta.

 

Il senatore MUGNAI (AN) rileva che, se si considerano i contenuti del disegno di legge finanziaria e del decreto legge n. 159 del 2007, si deve constatare, con riferimento alle parti di competenza della Commissione, l’estrema parzialità, frammentarietà, disorganicità e disomogeneità delle misure proposte ed adottate; del resto, oggi lo stesso ministro Pecoraro Scanio ha evidenziato aspetti anomali presenti nelle normative recate dai provvedimenti in discussione.

In particolare va segnalato che la formulazione dell’articolo 44 del disegno di legge finanziaria non consente di comprendere con certezza l’entità delle risorse rispettivamente destinate da un lato alla tutela dal rischio idrogeologico e dall’altro all’innovazione ambientale e al solare termodinamico; circostanza questa che pone la Commissione nell’impossibilità di esprimere una valutazione compiuta sulle misure proposte dal Governo con tale articolo.

Le caratteristiche di manifesta illogicità rivestite da alcune parti delle normative in discussione, unitamente alla mancata previsione di fondi aventi finalità ambientale pure richiesti dal Ministero dell’ambiente, inducono ad esprimere un giudizio negativo sui provvedimenti in titolo.

In particolare, con riferimento al comma 2 dell’articolo 26 del decreto legge n. 159, si segnala l’irragionevolezza e la capacità di determinare disparità di trattamento della scelta di fissare una soglia del quaranta per cento per circoscrivere nell’ambito dei nuovi interventi pubblici quelli che dovranno essere accompagnati da una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra. Quanto poi all’articolo 46 sempre del decreto legge, da quanto oggi affermato dal ministro Pecoraro Scanio si evince che il Consiglio superiore dei lavori pubblici sta determinando una situazione di stallo nella realizzazione di infrastrutture strategiche per il futuro energetico del Paese.

Esprime quindi apprezzamento per lo stanziamento relativo alla realizzazione di aree verdi nei comuni a maggiore crisi ambientale, recato dall’articolo 45 del disegno di legge finanziaria, rilevando peraltro che proprio tale misura, per il suo carattere frammentario, evidenzia la grande difficoltà che il Governo incontra nell’affrontare in modo organico le esigenze di tutela ambientale.

Fa presente, infine, che il Governo dovrebbe valutare con la dovuta attenzione l’opportunità di estendere il fondo per la gestione delle quote di emissione di gas serra all’acquisizione di crediti nei paesi in via di sviluppo nell’ambito dei meccanismi flessibili previsti per l’attuazione del Protocollo di Kyoto.

 

Il ministro PECORARO SCANIO precisa che l’unico articolo dei provvedimenti in esame rispetto al quale si deve registrare un imperfetto accorpamento di disposizioni tra loro eterogenee è l’articolo 44 del disegno di legge finanziaria e fa presente che nel corso dell’esame parlamentare sarà possibile apportare alcune modifiche capace di soddisfare le esigenze già segnalate dal Ministero dell’ambiente.

Osserva quindi che è il meccanismo relativo ai piani portuali, così come definito dalla relativa normativa, e non altri fattori imputabili al Consiglio superiore dei lavori pubblici, a determinare una certa lentezza in sede di esame da parte di tale organo dei progetti ad esso sottoposti.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) rileva che appare estremamente significativa la scelta, recata dal comma 2 dell’articolo 26 del decreto-legge n. 159, di prevedere una certificazione relativa alla riduzione della emissione di gas serra per i nuovi interventi pubblici, anche se va rilevato che tale previsione dovrebbe riguardare la totalità degli interventi e non una loro quota percentuale.

Importante e positiva risulta poi la decisione, recata dal comma 3 sempre dell’articolo 26, di inserire annualmente nel documento di programmazione economico-finanziaria un aggiornamento sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, coerentemente con gli obblighi derivanti dall’attuazione del Protocollo di Kyoto.

Un giudizio senz’altro positivo deve essere espresso su quelle disposizioni del disegno di legge finanziaria che confermano gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici e per l’installazione di pannelli solari introdotti dalla legge finanziaria per il 2007, nonché sull’articolo 90, comma 1, del medesimo provvedimento, che finalmente elimina per gli enti parco quel vincolo sui prelievi in tesoreria che ha causato non pochi problemi alla gestione delle aree protette.

Nel disegno di legge finanziaria dovrebbero essere contemplati, peraltro, efficaci bonus ed incentivi capaci di favorire il risparmio idrico nel comparto agricolo e negli altri settori.

Sottolinea quindi la necessità di assicurare risorse importanti sia alla tutela dal dissesto idrogeologico che alla prevenzione degli incendi boschivi e alla tutela della biodiversità e fa presente che appare indispensabile procedere, nell’ambito del disegno di legge finanziaria, ad una razionalizzazione del complessivo sistema degli incentivi all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili al fine di dare a tale sistema la necessaria organicità ed omogeneità.

 

Il seguito dell’esame congiunto è rinviato ad altra seduta.

 

La seduta termina alle ore 16,50.

 


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

Mercoledì 10 ottobre 2007

112a Seduta

Presidenza del Presidente

SODANO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tab. 9) Stato di previsione del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2007.

- (Tab. 10) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tab. 14) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Rapporti alla 5ª Commissione. Seguito e conclusione dell’esame congiunto. Seguito e conclusione dell’esame della Tabella 9 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole con osservazioni. Seguito e conclusione dell’esame delle parti di competenza della Tabella 10 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole. Seguito e conclusione dell’esame delle parti di competenza della Tabella 2 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole. Seguito e conclusione dell’esame delle parti di competenza della Tabella 14 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole. Disgiunzione del seguito dell’esame del disegno di legge n. 1819. Seguito e conclusione dell’esame del disegno di legge n. 1819. Parere alla 5ª Commissione: favorevole con osservazioni)

 

Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta di ieri ha avuto inizio la discussione generale congiunta.

 

Il senatore BELLINI (SDSE) osserva che la nuova articolazione strutturale del documento di bilancio ne consente una maggiore leggibilità, conferendo maggiore visibilità alle finalizzazioni specifiche degli stanziamenti di spesa, e fa presente che una parte importante del risanamento dei conti pubblici è stata già realizzata dal Governo e ciò permette ora di lasciarsi dietro la fase dell’emergenza e di avviare incisivi programmi di interventi per lo sviluppo.

Anche se nel tradurre le aspettative e le indicazioni sancite nel Documento di programmazione economico-finanziaria si avverte una certa fatica a segnare una netta svolta in senso ambientalistico, non è possibile né ignorare né sottovalutare il rilievo rivestito da tutta una serie di scelte compiute con il disegno di legge finanziaria sul terreno della salvaguardia dell’ambiente.

Con riferimento all’articolo 26 del decreto legge n. 159 va segnalata la necessità di valutare l’opportunità di estendere a tutti i nuovi interventi pubblici la certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra o quantomeno di non riservare a successivi decreti ministeriali l’individuazione degli interventi da certificare.

Particolarmente significative appaiono le scelte di destinare 600 milioni di euro all’attuazione degli impegni derivanti dal Protocollo di Kyoto, di istituire un fondo per la riforestazione nei centri urbani, di eliminare per gli enti parco il vincolo sui prelievi in tesoreria, di prevedere un rilevante stanziamento per la lotta al dissesto idrogeologico, di intervenire con una nuova disposizione sulla materia dei CIP 6 e delle fonti rinnovabili.

E’ auspicabile, peraltro, che il Governo valuti attentamente la possibilità di inserire nel disegno di legge finanziaria, in sede di esame parlamentare, una disciplina complessiva degli incentivi per le fonti rinnovabili, nonché la previsione di adeguati stanziamenti per l’ammodernamento della rete idrica.

Sottolinea, infine, l’urgente necessità di dare finalmente soluzione al problema del personale precario del Ministero dell’ambiente.

 

Il senatore CONFALONIERI (RC-SE) rileva che il miglioramento dei conti pubblici, del quale oggi si deve oggettivamente prendere atto, non è il prodotto di circostanze fortuite o occasionali, bensì il diretto effetto di efficaci scelte compiute responsabilmente dal Governo.

La manovra economico-finanziaria per il 2008 merita un giudizio positivo ed è davvero significativo che varie disposizioni del disegno di legge finanziaria e del decreto-legge n. 159 siano caratterizzate da una forte affermazione del principio della sostenibilità ambientale, a cominciare dall’articolo 26, comma 3, del decreto-legge n. 159, che vincola il Governo ad inserire annualmente nel Documento di programmazione economico-finanziaria un aggiornamento sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

Le decisioni assunte in tema di lotta al dissesto idrogeologico, di risorse per gli enti parco e di attuazione degli impegni di Kyoto dimostrano l’effettiva volontà del Governo di procedere con convinzione e coerenza sul terreno della salvaguardia ambientale e della promozione dello sviluppo sostenibile.

Appare necessario, peraltro, inserire nel disegno di legge finanziaria una disciplina complessiva ed organica sugli incentivi per le fonti rinnovabili, nonché dare soluzione alla questione del personale precario del Ministero dell’ambiente.

Sottolinea, infine, la grande rilevanza rivestita dalla normativa recata dall’articolo 21 del decreto-legge n. 159, che prevede uno stanziamento di 550 milioni di euro per un programma straordinario di edilizia residenziale pubblica.

 

Il senatore RONCHI (Ulivo) osserva che l’articolo 26, comma 2, del decreto-legge n. 159 sembra configurarsi come una norma manifesto del tutto inapplicabile a causa della sua formulazione imprecisa e lacunosa, che meriterebbe un intervento modificativo diretto a prevedere che tutti i nuovi interventi pubblici di costruzione di edifici dispongano di una certificazione energetica, di standard energetici conformi alle migliori tecniche disponibili e di una quota obbligatoria di calore prodotto da fonti rinnovabili.

Con riferimento all’ultimo periodo del comma 1 dell’articolo 44 del disegno di legge finanziaria, va segnalato un errore nella formulazione della disposizione, giacché viene autorizzata, senza distinzione o ripartizione di quote, una spesa di 265 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 sia per le finalità di difesa del suolo che per l’innovazione ambientale e il solare termodinamico. Qualche perplessità desta anche il primo periodo dello stesso articolo, che riferisce le risorse per la difesa del suolo ai soli piani strategici nazionali, che peraltro non sono disciplinati dalla normativa vigente, lasciando così priva di risorse aggiuntive l’ordinaria pianificazione di bacino.

Appare necessario inserire nel disegno di legge finanziaria una disciplina complessiva degli incentivi per le fonti rinnovabili, nonché concordare con il Governo una soluzione normativa che consenta di risolvere il problema del personale precario del Ministero dell’ambiente, ovviamente prevedendo lo svolgimento di un concorso pubblico; a questo riguardo è doveroso ricordare che il Ministero dell’ambiente è il solo dicastero a non essere stato dotato in tutti questi anni di un organico funzionale allo svolgimento dell’ordinaria attività istituzionale.

 

Il presidente SODANO si associa alle osservazioni espresse dal senatore Ronchi circa l'esigenza di una stabilizzazione del personale precario del Ministero dell'ambiente.

 

Il senatore LIBE' (UDC) rileva che, pur presentando alcuni elementi positivi, il decreto-legge n. 159 del 2007, nonché i documenti di bilancio si contraddistinguono per la disorganicità degli interventi, come pure per il mancato collegamento tra la tutela dell'ambiente e l'esigenza dello sviluppo economico. Inoltre, pur essendo apprezzabile un superamento del cosiddetto meccanismo CIP6, si è persa l'occasione per delineare un sistema complessivo degli incentivi al fine di favorire l'innovazione ambientale e l'efficienza energetica.

Infine, si registra una grave carenza legata alla mancata previsione di misure per l'ammodernamento della rete idrica che dovrebbe far propendere per un approccio mirato alla privatizzazione di tale risorsa primaria, approccio che necessiterebbe di una più attenta valutazione.

 

Ad avviso del senatore SCOTTI (FI) è emblematico che da parte dei relatori e dello stesso Ministro dell'ambiente siano state espresse osservazioni anche critiche sui provvedimenti all'esame, osservazioni che sono senz'altro da condividere. Nel merito di alcune misure, rileva che permane un pregiudizio negativo, almeno da parte di alcuni settori della maggioranza, circa la realizzazione di rigassificatori e nuove centrali elettriche, a conferma che le esigenze legate alla tutela ambientale non sono sempre coniugate con quelle dello sviluppo economico.

Per quanto concerne l'impiego dei consulenti presso il Dicastero dell'ambiente, pur prendendo atto delle precisazioni dello stesso Ministro, resta comunque troppo alto il loro numero, mentre suscita riserve l'assegnazione di risorse in favore del Fondo per lo sviluppo delle isole minori. A tale riguardo, ricorda che nella scorsa legislatura la Commissione licenziò un testo nel quale, in modo paradossale, si prevedeva la tutela anche di territori insulari davvero poco significativi.

Infine, non risultano presenti interventi per considerare i rifiuti solidi urbani nella gamma delle fonti energetiche rinnovabili.

 

Il presidente SODANO, in merito al decreto-legge n. 159 del 2007, rileva che nell'articolo 46 è presente un errato richiamo normativo per quanto concerne il giudizio di compatibilità ambientale e non risulta sufficientemente chiara la previsione che dispone il superamento del parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici nei casi in cui gli impianti siano ubicati anche in aree contigue a quelle portuali.

Con riferimento poi ai documenti di bilancio, suggerisce al relatore per la tabella 9 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria di ribadire l'opportunità di alcune proposte per la promozione delle energie rinnovabili e per la moratoria dei processi di privatizzazione delle risorse idriche, proposte che potrebbero essere oggetto di specifici emendamenti nelle sedi competenti.

 

E' quindi chiusa la discussione generale congiunta.

 

Il PRESIDENTE avverte che l’esame dei documenti di bilancio e del disegno di legge n. 1819 proseguirà in forma disgiunta, per concludersi con esiti procedurali propri di ciascun disegno di legge.

 

Il relatore sulla tabella 9 e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria, PIGLIONICA (Ulivo), dopo aver precisato che si è registrata una sufficiente condivisione circa il giudizio positivo dei documenti di bilancio, dichiara che è sua intenzione redigere un rapporto favorevole, corredato da alcune osservazioni rivolte al Governo, come ad esempio quella di raccomandare l'inserimento nel disegno di legge finanziaria di alcune disposizioni che, nel senso suggerito dal disegno di legge n. 691, prospettino una revisione complessiva del sistema degli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili.

Prendendo spunto dal fatto che nei giorni scorsi sono state diffuse cifre inesatte circa il numero dei consulenti impiegati presso alcuni Dicasteri, coglie l'occasione per segnalare che l'estrema centralità che hanno assunto le politiche ambientali dovrebbe suggerire una maggiore valorizzazione e qualificazione del personale, non essendo accettabile che il Dicastero dell'ambiente sia in gran parte sostenuto da personale precario.

Inoltre, un ulteriore aspetto da segnalare nel rapporto attiene all'estensione della proroga temporale per l'efficienza energetica anche allo scopo di favorire la sostituzione di elettrodomestici ad alto consumo energetico.

Infine, intende suggerire nel rapporto anche alcune modifiche sia all'articolo 44 - allo scopo di espungere la disposizione in merito alla istituzione dei fondi per il solare termodinamico che nulla ha a che vedere con la tutela dal rischio idrogeologico - sia all'articolo 90, comma 1, nel senso che sarebbe più congruo riferirsi agli enti gestori delle aree protette anziché agli enti parco, per quanto concerne l'utilizzazione di alcune risorse giacenti.

 

Il sottosegretario Laura MARCHETTI , pur rilevando che molti interventi in discussione hanno posto l'accento sulle difficoltà presenti nel sistema degli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili, sottolinea che tale tema - che investe un bene primario nazionale come quello dell'energia - non dovrebbe essere lasciato alla capacità di negoziazione dei vari Dicasteri competenti, ma dovrebbe piuttosto coinvolgere tutte le istituzioni, anche nell'ottica di prevedere un piano energetico nazionale che, oltre al tema degli incentivi, approfondisca anche quello dei controlli sugli impianti di produzione di tali fonti energetiche.

Merita inoltre di essere valutato positivamente l'impegno profuso dal Ministero dell'ambiente per l'attuazione del Protocollo di Kyoto, come dimostrano alcune disposizioni, a partire dagli articoli 45 e 90, comma 1, del disegno di legge finanziaria. In ordine a tale ultima disposizione, ritiene condivisibile il suggerimento proposto dal relatore Piglionica per coinvolgere gli enti gestori delle aree protette, estensione che potrebbe riguardare anche l'ICRAM.

Dopo aver fornito alcuni chiarimenti in merito all'articolo 26, comma 2 del decreto-legge n. 159 del 2007, sottolinea come una delle maggiori carenze sia ancora rappresentata dalle scarse risorse messe a disposizione per la tutela dal rischio di dissesto idrogeologico.

Infine, rileva che le cifre riguardanti la presenza dei consulenti impiegati presso il Dicastero dell'ambiente non risultano veritiere, dal momento che in tale numero sono state incluse figure che non possono essere assimilate a consulenze.

 

Si procede quindi all'esame degli emendamenti presentati alla Tabella 9, pubblicati in allegato al resoconto della seduta.

 

Il senatore SCOTTI (FI) rinuncia ad illustrare gli emendamenti da 9.Tab.9.1-13 a 9.Tab.9.9-13.

Il relatore PIGLIONICA (Ulivo) ed il sottosegretario Laura MARCHETTI esprimono parere contrario su tutti gli emendamenti.

 

Previa verifica del prescritto numero legale, con separate votazioni, la Commissione respinge tutti gli emendamenti presentati alla Tabella 9 e conferisce mandato al relatore a redigere un rapporto favorevole con osservazioni sulla Tabella 9 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il relatore, senatore BRUNO (Ulivo) intervenendo in sede di replica sulle parti di competenza della Tabelle 2, 10 e 14 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria, dichiara che è sua intenzione redigere altrettanti rapporti favorevoli. Coglie l'occasione per rilevare che è senz'altro apprezzabile l'insieme di misure con le quali in modo innovativo si promuovono le cosiddette autostrade del mare ed i porti, anche se restano alcune perplessità sull'articolo 45, che prevede misure per la qualità dell'aria soltanto nei comuni a maggiore crisi ambientale. In pratica, si tratta dei grandi centri urbani che però già beneficiano di altre misure.

Inoltre, occorrerebbe svolgere una più attenta riflessione su quelle disposizioni che introducono i temi del cosiddetto federalismo infrastrutturale poichè si ravvisa l'esigenza di contemplare anche un federalismo energetico, nel senso che i tributi locali dovrebbero restare nelle aree dove si produce l'energia.

 

Nessun altro senatore chiedendo di intervenire, previo accertamento del prescritto numero legale, la Commissione conferisce mandato al relatore Bruno a redigere rapporti favorevoli, rispettivamente, sulle parti di competenza delle tabelle 2, 10 e 14 e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il presidente SODANO dichiara quindi concluso l'esame dei documenti di bilancio ed avverte che si proseguirà nell'esame del disegno di legge n. 1819.

 

Il relatore, senatore FERRANTE (Ulivo) , intervenendo in sede di replica dichiara che è sua intenzione redigere un parere favorevole, corredato da alcune osservazioni, anche scaturite nel corso della discussione generale, come quelle riguardanti il giudizio favorevole sugli articoli 21 e 41 riguardanti, rispettivamente, il programma straordinario di edilizia residenziale pubblica e l'incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa. Inoltre, ritiene utile che nel parere siano incluse alcune valutazioni anche in merito all'articolo 26 al fine di chiarire in che modo i nuovi interventi pubblici, almeno nella misura del 40 per cento, devono essere accompagnati da una certificazione sulla emissione di gas serra. Infine, si dichiara d'accordo sulla esigenza di correggere il richiamo normativo riferito al giudizio di compatibilità ambientale di cui all'articolo 46, fermo restando che permane l'esigenza di una verifica complessiva delle procedure di autorizzazione riferita ai rigassificatori.

 

Nessun altro senatore chiedendo di intervenire, previo accertamento del prescritto numero legale, la Commissione conferisce mandato al relatore Ferrante a redigere un parere favorevole con osservazioni.

 

La seduta termina alle ore 11,30.

 


Allegato

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione territorio, ambiente, beni ambientali, esaminato il disegno di legge in titolo, esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti osservazioni:

- il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, aveva esplicitamente qualificato la tutela dell’ambiente come componente essenziale di una strategia volta a rafforzare la competitività del nostro paese e, appunto nelle scelte strategiche, dichiarava la sostenibilità come asse fondante delle stesse;

- si tratta di una significativa innovazione teorica che inizia finalmente a integrare formalmente il tema ambiente all’economia in tutti i suoi settori;

- l’attenzione alla questione ambientale e all’importante ruolo che la tutela e la valorizzazione dello stesso può avere nello sviluppo del Paese si ritrova anche in alcuni articoli del decreto legge 1° Ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economica e finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale" all'esame della XIII Commissione permanente Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato della Repubblica, ma non si può tacere che l’innovazione delineata nel DPEF fatica invece ad affermarsi compiutamente per quanto riguarda il punto forse essenziale: provvedimenti organici per raggiungere gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto, o anche quelli 20-20-20 fissati dall’Unione Europea, ancora non sono previsti.

Infine è da giudicare molto positivamente il combinato disposto degli artt. 21 e 41 che rendono concreta l’attuazione della legge 9/2007 sulla casa impegnando ingenti risorse su questo tema decisivo. Ovviamente si auspica che anche negli interventi per il patrimonio edilizio pubblico si tenga conto delle esigenze di efficienza energetica.

Entrando nello specifico degli articoli di competenza della XIII Commissione si evince che:

- con l'articolo 17 si tende a migliorare l'interpretazione dell'articolo 1, comma 868, della legge 27 dicembre 206, n. 296. In particolare l'inserimento dell'anno "2001" è necessario, in primo luogo, per consentire una più puntuale formulazione della norma in questione ai fini della predisposizione del piano di rassegnazione e, in secondo luogo perché la previsione dell'anno 2001 era prevista nella relazione tecnica di accompagnamento dell'attuale comma 868 della legge finanziaria 2006 e non è stata più riportata nel testo in vigore per errore materiale. Inoltre, la modifica si rende necessaria anche perché il mancato inserimento dell'anno 2001 non consente di rassegnare direttamente al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le somme che saranno versate per effetto della sottoscrizione dell'Accordo transattivo Stato Montedison avvenuta nel 2001. Anche la sostituzione delle parole "delle somme versate" con quelle "delle somme da versare" si rende opportuna per una migliore interpretazione della norma, trattandosi di somme che devono ancora affluire all'entrata del Bilancio statale a titolo di risarcimento del danno ambientale per essere poi riassegnate al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

- con l'articolo 22, nell'ambito degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, viene autorizzata, per l'anno 2007, la spesa di 20 milioni di euro per un nuovo sistema di allertamento per i rischi derivanti da incidenti industriali nella zona di Marghera Malcontenta. Con il comma 2, si intende consentire il completamento degli interventi a favore dell'eliminazione del problema delle acque alte causate dalla marea a Venezia, tramite la realizzazione del sistema MOSE, per la quale viene previsto uno stanziamento di 170 milioni di euro;

- con l'articolo 25, si provvede ad intervenire, nell'ambito della regione Friuli Venezia Giulia autorizzando la spesa di 65 milioni di euro per il collegamento autostradale con l'area produttiva del comune di Manzano. Il comma 2 autorizza la spesa di 15 milioni di euro per l'anno 2007 per far fronte agli interventi di riduzione del rischio idrogeologico e alluvionale;

- con l'articolo 26, si prevede, al comma 1, la concessione di un contributo straordinario di 20 milioni di euro al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'attuazione di programmi di intervento per le aree protette e per la difesa del mare. Con le disposizioni contenute nel comma 2 si intende prevedere per i nuovi interventi pubblici, almeno nella misura del 40%, una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni da gas serra, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto. Attraverso le misure previste dal comma 3 il Governo inserisce annualmente nel DPEF un aggiornamento sullo stato di attuazione degli impianti per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall'attuazione del Protocollo di Kyoto;

- con l'articolo 32, si interviene sulla annosa questione della restituzione da parte della Finmeccanica allo Stato di circa 450 milioni di euro di finanziamenti ottenuti per progetti di ricerca e sviluppo di aerei ed elicotteri, che la Commissione Europea considera aiuti di Stato. Questa è in parole povere la decisione, che arriverà da Bruxelles, a seguito della procedura d'infrazione, aperta dalla Commissione europea il 1° Ottobre 2005, in merito alla legge 808 del 1985. La questione, attraverso l'approvazione di questo articolo, si conclude con un accordo tra lo Stato e la Finmeccanica, 35,7% di proprietà dello Stato, che prevede che in parallelo alla restituzione dei fondi della 808/85, il gruppo aerospaziale otterrebbe indennizzi di pari importo dall'Enea, ente pubblico, per gli oneri legati all'abbandono dell'energia nucleare in Italia;

- con l'articolo 41, si vuole incentivare l'ampliamento del mercato della locazione, utilizzando strumenti finanziari innovativi quali, ad esempio, fondi immobiliari o società di investimento immobiliare quotate a totale o parziale partecipazione pubblica. Tale opzione può consentire di mantenere sostanzialmente nella proprietà pubblica patrimoni immobiliari di particolare natura strategica, da utilizzare per la locazione anche in funzione delle differenti situazioni di disagio abitativo locale;

- con l'articolo 46, si prevede la procedura di rilascio dell'autorizzazione per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, anche situati al di fuori di siti industriali. Tale procedura prevede, tra l'altro, anche il vincolo al rilascio del giudizio di compatibilità ambientale. Il giudizio viene reso, per quanto attiene gli impianti ubicati in aree portuali o ad esse contigue, anche in assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. In tali casi, l'autorizzazione di cui sopra, che costituisce anche variante del piano regolatore portuale, è rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri delle infrastrutture e dell'ambiente è della tutela del territorio e del mare, d'intesa con le regioni interessate.

 

La Commissione, esaminate le parti di propria competenza del provvedimento in esame esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni:

- all'articolo 22 sarebbe importante, come richiesto anche dalla Commissione permanente Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato della Repubblica che ha approvato in tal senso una risoluzione già il 20 giugno 2006, sostituire lo stanziamento per la continuazione dei lavori del MOSE con la richiesta di avviare una verifica tecnica delle proposte di revisione progettuale degli interventi alle bocche di porto, avanzate dal Comune di Venezia, tenendo conto dello stato di avanzamento dei lavori in corso, e sospendere quindi temporaneamente, per il tempo strettamente necessario alla citata verifica tecnica, quei lavori che risultassero non coerenti o incompatibili con le proposte di revisione progettuale e procedere ad una verifica dei finanziamenti, del loro stanziamento e della loro ripartizione, in modo che non pregiudichino le possibilità di adeguarsi agli esiti della verifica tecnica delle proposte di revisione progettuale;

- all'articolo 25 comma 1 sarebbe importante esplicitamente destinare una quota, dei 65 milioni di euro, ad interventi mirati al contenimento dell'impatto ambientale e paesaggistico e al ripristino dei luoghi interessati dalle infrastrutture;

- all'articolo 26 comma 2, si dovrebbe specificare che: si intende prevedere per i nuovi interventi pubblici, nell'ambito delle nuove iniziative previste tra le spese eventuali, una quota pari al 40 per cento da destinare a favore di interventi per la completa applicazione del Protocollo di Kyoto, attraverso la certificazione energetica negli edifici, l’adozione di standard elevati di efficienza energetica utilizzando le migliori tecnologie disponibili e garantendo l’approvvigionamento di almeno il 50% dell’energia elettrica e del calore da fonti rinnovabili. Inoltre sarebbe auspicabile aggiungere anche la realizzazione del Piano nazionale di efficienza energetica degli edifici della Pubblica Amministrazione, la promozione del mercato dei servizi energetici, la realizzazione del piano nazionale dell'illuminazione pubblica;

- all'articolo 26 comma 3, l'allegato ambientale che il Governo deve inserire annualmente nel DPEF sullo stato di attuazione degli impianti per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall'attuazione del Protocollo di Kyoto, deve contenere le misure e gli obiettivi da perseguire entro il 2020, come previsto dall'Unione europea, per realizzare che almeno il 20 per cento dei consumi di energia sia da fonti rinnovabili, per aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica rispetto alle proiezioni del 2020 e per ridurre del 20 per cento le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

Per quanto riguarda l'articolo 46 sarebbe importante verificare che il riferimento alla normativa vigente sia corretto perché la norma attualmente riportata è stata abrogata dal decreto legislativo n. 152 del 2006; inoltre bisognerebbe tenere presente che già esiste una cabina di regia del Governo istituita alla fine della scorsa estate per valutare e autorizzare la costruzione di nuovi rigassificatori e, fondamentale, che le previsioni di crescita del consumo e la necessità di diversificazione richiederebbero 3, al massimo 4 impianti, corrispondenti al fabbisogno stimato di 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno per i prossimi 30 anni, ma nulla è stato specificato circa la loro collocazione sul territorio nazionale.E’ quindi di fondamentale importanza che il Governo dica dove dovranno sorgere e tale scelta dovrà corrispondere alle effettive esigenze del Paese, piuttosto che cercare ulteriori semplificazioni nelle procedure che non sembrano essere il vero problema

Inoltre si raccomanda di aggiungere all'articolo 8 la cancellazione, o come da più parti richiesto anche attraverso la presentazione di disegni di legge, la trasformazione della Società "Stretto di Messina S.p.a.", che come strutturata in questo momento non apporta alcun concreto vantaggio alla Sicilia e alla Calabria.

 

 

(omissis)


POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (14a)

Martedì 9 ottobre 2007

49a Seduta

Presidenza del Presidente

MANZELLA

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008 (limitatamente alle parti di competenza)

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Rapporto alla 5ª Commissione per i disegni di legge nn.1817 e 1818. Parere alla 5ª Commissione per il disegno di legge n. 1819. Esame congiunto con esiti separati. Rapporto favorevole con osservazioni sulla tabella 2 per quanto di competenza e sul disegno di legge finanziaria. Parere favorevole con osservazione sul disegno di legge n. 1819)

 

Il PRESIDENTE , dopo aver rivolto un indirizzo di saluto al sottosegretario D’Andrea, dichiara aperto l’esame, in sede consultiva e per le parti di competenza della Commissione, dei documenti di bilancio per l’anno 2008, nonché del contestuale decreto-legge che reca disposizioni urgenti in materia finanziaria.

Propone che, per motivi d’opportunità, si proceda ad un esame congiunto dei tre provvedimenti in titolo, con l’avvertenza che tale esame condurrà ad esiti disgiunti, ovvero alla predisposizione ed all’approvazione, rispettivamente, di un rapporto (relativamente ai disegni di legge di bilancio e finanziaria) e di un parere (relativamente al decreto legge) alla Commissione Bilancio.

 

Prende la parola il senatore ENRIQUES (Ulivo) , relatore, affermando, in via preliminare, come la manovra di bilancio per il 2008 si presenti con alcune peculiarità formali e sostanziali. Anzitutto vi è una nuova articolazione del bilancio dello Stato, strutturato in missioni e programmi, incentrato più sul "che cosa" viene realizzato con le risorse, che sul "chi" gestisce le risorse, e che si riflette anche sulla struttura del disegno di legge finanziaria. A questi due documenti si aggiunge il decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante misure di semplificazione fiscale, di sostegno agli investimenti e di equità sociale, che costituisce parte integrante della manovra, e 5 disegni di legge "collegati", relativi: all’accordo sul "welfare", ai costi della politica, alle politiche sociali e della famiglia, all’ammodernamento del sistema sanitario, e alle infrastrutture.

Per quanto riguarda le tabelle annesse al bilancio, a questa Commissione compete in particolare l’esame della Tabella n. 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze.

Dal punto di vista dell’ordinamento comunitario, la manovra di bilancio deve tener conto anzitutto degli impegni presi in sede europea, con la Raccomandazione del Consiglio Ecofin del luglio 2005, per una correzione del disavanzo in grado di far rientrare il rapporto deficit/PIL sotto la soglia del 3 per cento entro il 2007. Altrettanta importanza riveste il contenimento del debito pubblico, in relazione al quale occorre prestare particolare attenzione a ristabilire un adeguato avanzo primario.

A tale riguardo, come risulta anche dalla Nota di aggiornamento al DPEF, l’obiettivo, indicato in sede europea, del ridimensionamento dell’indebitamento netto della P.A. al di sotto della soglia del 3 per cento del Pil entro il 2007 è stato raggiunto, peraltro con un decimo di punto percentuale in meno rispetto alle previsioni contenute nel DPEF, ovvero con un deficit/PIL al 2,4 per cento rispetto al 2,5 per cento previsto a giugno. Di conseguenza la procedura di deficit eccessivo avviata nel luglio del 2005 dall’Ecofin, dovrebbe essere archiviata in occasione della riunione di primavera 2008.

Inoltre, l’obiettivo di medio termine (OMT), previsto dal Programma di stabilità dell’Italia aggiornato al dicembre 2006 e approvato dallo stesso Ecofin nel febbraio del 2007, di riportare il rapporto deficit/PIL ad un sostanziale pareggio entro il 2011 e di ridurre il rapporto fra debito pubblico e PIL al 95 per cento entro lo stesso periodo, risulta confermato dalla manovra di bilancio: il Governo infatti conferma gli obiettivi di indebitamento netto del 2,2 per cento del PIL per il 2008, dell’1,5 per cento per il 2009, dello 0,7 per cento per il 2010 e del sostanziale pareggio nel 2011.

D’altra parte, come già evidenziato in sede di DPEF, il Governo ha messo in atto una strategia economica che consente di procedere congiuntamente, sia verso il risanamento, sia verso la crescita, rifiutando la "strategia dei due tempi" (prima il risanamento, poi la crescita). In questo senso, le maggiori entrate che si sono verificate negli ultimi mesi sono state destinate, con il predetto decreto-legge n. 159, ad importanti misure dirette a potenziare la crescita economica, anche attraverso la riduzione della pressione fiscale. Ciò anche in considerazione degli obiettivi che rientrano nella Strategia di Lisbona, il cui piano d’azione è ritenuto essenziale per porre le basi per una ripresa della produttività e della competitività dell’economia nazionale ed europea.

Passando all’esame del disegno di legge di bilancio 2007 – 2009, il relatore ne evidenzia la nuova struttura, che consente una maggiore trasparenza dei conti pubblici e la possibilità di orientarli maggiormente al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il bilancio viene suddiviso in 34 missioni che costituiscono le grandi finalità perseguite con la spesa pubblica, e in 168 programmi, che rappresentano aggregati omogenei di attività all’interno di ogni Ministero e che diventano il nuovo fulcro del sistema di bilancio.

A legislazione vigente, il disegno di legge di bilancio prevede per il 2008 entrate finali per 458.234 milioni di euro e spese finali per 466.909 milioni di euro, con un saldo netto da finanziare di 8.675 milioni di euro: poco più di un terzo di quello dello scorso anno. Risulta inoltre raddoppiato il risparmio pubblico, che raggiunge i 34.120 milioni di euro, mentre l’avanzo primario aumenta a 69.937 milioni di euro, rispetto a 52.221 milioni di euro del bilancio assestato 2007. Questo quadro positivo è reso possibile anche grazie alla manovra strutturale dello scorso anno che esplica i suoi effetti anche negli anni successivi.

Per quanto riguarda la Tabella n. 2, allegata al disegno di legge di bilancio, relativa allo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, gli aspetti di competenza della 14ª Commissione riguardano soprattutto il programma "Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE" (inserito nella la missione "L’Italia in Europa e nel mondo"), per il quale è previsto uno stanziamento totale di 21.516 milioni di euro. Tale cifra complessiva è scomposta nelle seguenti Unità previsionali di base:

3.1.1 "funzionamento" con uno stanziamento di 4,8 milioni di euro, per spese relative al personale e all’acquisto di beni e servizi funzionali alle strutture amministrative;

3.1.2 "interventi", con uno stanziamento di 15.801 milioni di euro, che costituiscono il contributo italiano al bilancio dell’Unione europea a titolo di "risorse proprie". I contributi degli Stati membri al bilancio europeo, come è noto, sono composti dalle quote parte dei RNL (reddito nazionale lordo) nazionali sul RNL comunitario, e da un’aliquota sull’imponibile nazionale dell’IVA, nonché dai dazi doganali riscossi dai Paesi membri negli scambi con Paesi terzi, dai prelievi sulle importazioni di prodotti agricoli da Paesi terzi, e dai contributi provenienti dall’imposizione di diritti alla produzione dello zucchero. È da notare che quest’anno le somme da versare per il finanziamento del bilancio dell’Unione europea, a titolo di risorse proprie, risultano inferiori di 1.600 milioni di euro. Ciò è dovuto alla revisione del meccanismo delle risorse proprie deciso dal Consiglio europeo di Bruxelles del 15 e 16 dicembre 2005 e attuato con la decisione 2007/436/CE Euratom del 7 giugno 2007;

3.1.3 "oneri comuni di parte corrente": con uno stanziamento di 11,5 milioni di euro, che rientrano nella categoria dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche;

3.1.6 "investimenti", con uno stanziamento di 5.699 milioni di euro, destinati al fondo di rotazione per le politiche comunitarie, di cui all’articolo 5 della legge n. 183 del 1987 ("legge Fabbri"), utilizzato per i programmi cofinanziati dall’Unione europea. È da notare che lo stanziamento previsto per il 2008 risulta notevolmente incrementato rispetto ai 4.255 milioni di euro del 2007.

A tale cifra si devono inoltre aggiungere i 3.200 milioni stanziati nella tabella D del disegno di legge finanziaria 2008. Ne consegue un totale, indicato alla tabella F della finanziaria, di 8.898 milioni per il 2008, con una giacenza di tesoreria, al 19 settembre 2007, di 9.858,7 milioni di euro.

Il relatore illustra, quindi, i punti più significativi del disegno di legge finanziaria, dal versante comunitario, ribadendo come la manovra si componga di 7,5 miliardi di euro previsti dal decreto-legge n. 159, per l’esercizio finanziario 2007, e di 11 miliardi previsti dal disegno di legge finanziaria.

Il comma 20 dell’articolo 3 apporta modifiche alla disciplina sui dividendi delle società, corrisposti a soggetti societari non residenti sul territorio nazionale, al fine di risolvere la procedura di infrazione n. 2004/4350, avviata dalla Commissione europea, come illustrato in dettaglio nella relazione che accompagna il disegno di legge, a pagina 19.

Il comma 29 dell’articolo 3 prevede che le misure agevolative previste dai commi da 23 a 27, siano subordinate all’autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato CE, sugli aiuti di Stato alle imprese.

I predetti commi da 23 a 27 del disegno di legge in esame introducono una misura agevolativa finalizzata a favorire la crescita dimensionale delle aggregazioni professionali. Ciò nell’ipotesi che uno dei principali limiti del comparto professionale nazionale sia costituito proprio dalle dimensioni modeste delle strutture professionali nazionali operanti sul mercato, che non consente loro di essere competitivi con i grandi studi internazionali, con riflessi sia sulla qualità dei servizi prestati, sia sulle condizioni e sui prezzi praticati.

Si tratta in particolare di un credito d’imposta, nella misura del 15 per cento dei costi sostenuti per l’acquisto di beni funzionali alla nuova entità giuridica risultante dall’aggregazione di almeno quattro professionisti, ma non più di dieci. L’agevolazione riguarda le operazioni di aggregazione effettuate negli anni dal 2008 al 2010.

Il comma 30 dell’articolo 3 estende la detraibilità dell’IVA per prestazioni alberghiere e somministrazioni di alimenti e bevande inerenti alla partecipazione a convegni, congressi e simili, erogate nei giorni di svolgimento degli stessi, anche ai cosiddetti "pacchetti congressuali" acquistati dalle agenzie di viaggi e turismo. Questi ultimi infatti, ai sensi dell’articolo 74-ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 sono attualmente soggetti ad un regime IVA particolare che non consente tale detrazione.

In ogni caso, poiché tale regime particolare è previsto dagli articoli 307 e 310 della direttiva IVA 2006/112/CE, il comma 31 dell’articolo 3 in esame dispone che la misura agevolativa prevista dal comma 30 sia subordinata all’autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell’articolo 395 della stessa direttiva.

Tuttavia il relatore ricorda che l’articolo 395 della direttiva prevede che possano essere concesse deroghe "allo scopo di semplificare la riscossione dell’imposta o di evitare talune evasioni o elusioni fiscali". La misura di cui al comma 30 in esame, invece, non sembra poter rientrare in tali fattispecie di deroga previste dalla direttiva. Di conseguenza appare dubbia la possibilità che il Consiglio UE, deliberando all’unanimità, su proposta della Commissione europea, possa concedere l’autorizzazione richiesta.

Il comma 3 dell’articolo 5 estende la possibilità di compensazione dei versamenti a titolo di contributo al Servizio sanitario nazionale sui premi di assicurazione per la responsabilità civile relativo al trasporto di merci su gomma, fino a 300 euro per ciascun veicolo, e prevede che tale detrazione non concorre alla formazione del reddito d’impresa ai fini delle imposte sui redditi.

Il comma 4 dello stesso articolo 5 proroga la facoltà di dedurre le spese non documentate per i trasporti effettuati dallo stesso imprenditore, all’interno del comune in cui ha sede l’impresa, per un importo pari al 35 per cento.

Le disposizioni di cui ai predetti commi potrebbero configurarsi come un aiuto di Stato alle imprese ai sensi dell’articolo 87 del Trattato CE.

Il comma 10 dell’articolo 5 reca talune disposizioni in materia di accise sui carburanti delle Forze armate, dei taxi e delle ambulanze, al fine di adeguare le relative aliquote ai minimi comunitari previsti dalla direttiva 2003/96/CE. Ciò in quanto, con le comunicazioni della Commissione europea COM(2006) 741 del 30 novembre 2006 e COM(2006)795 del 12 dicembre 2006, è stata negata la possibilità di prorogare i regimi agevolati previsti in deroga alla predetta direttiva.

In compenso, con i commi 27 e 29 sono istituiti due Fondi finalizzati al miglioramento dell’efficienza dei veicoli, rispettivamente in favore dei taxi e delle ambulanze, finanziati con le maggiori entrate derivanti dalla soppressione dei predetti regimi agevolati.

I commi 37 - 41 dell’articolo 5 prevedono che gli operatori che forniscono beni e servizi all’Amministrazione dello Stato, utilizzino esclusivamente la fattura elettronica. Questo intervento si colloca nell’ambito delle linee di azione richieste dall’Unione europea, relativamente alla digitalizzazione dei processi amministrativi tra cui, in particolare, l’iniziativa "i2010" che incoraggia gli Stati membri a dotarsi di un adeguato quadro normativo, organizzativo e tecnologico per gestire in forma elettronica l’intero ciclo degli acquisti.

Il comma 42 dell’articolo 5 è finalizzato a risolvere la procedura d’infrazione n. 2005/5041, limitando l’affidamento diretto unicamente alle società "in house" e consentendo ai soggetti di altri Stati membri di poter partecipare, al parità con i soggetti italiani, alle gare per l’affidamento dei servizi di gestione delle entrate locali, senza necessità di iscrizione all’albo, ma a condizione di presentare una certificazione equipollente rilasciata dalla competente autorità dello Stato di stabilimento.

L’articolo 7 prevede incentivazioni fiscali per il settore cinematografico, sul modello del "tax credit" già ampiamente utilizzato in vari Paesi europei in questo settore. In particolare, i commi da 1 a 10 prevedono un credito d’imposta per gli investimenti nell’industria produttiva cinematografica italiana sia degli operatori estranei al settore cinematografico, sia delle imprese facenti parte della filiera. I successivi commi da 11 a 14 sono invece diretti ad incentivare l’industria di produzione "esecutiva" nazionale, al fine di attrarre in Italia produzioni estere di alto livello, rendendo più conveniente di avvalersi dei servizi, delle strutture e del territorio nazionali.

Per entrambi i sistemi di agevolazione è prevista la subordinazione dell’efficacia alla preventiva autorizzazione della Commissione europea ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato CE in materia di aiuti di Stato, con l’utile precisazione che le agevolazioni stesse possono essere fruite esclusivamente per le operazioni successive alla autorizzazione della Commissione europea.

Tuttavia, premesso che la richiesta di autorizzazione rappresenta un atto opportuno e doveroso, la possibilità che tale processo autorizzatorio possa comportare tempi lunghi potrebbe determinare una temporanea paralisi degli investimenti e delle spese nel settore, in attesa di poter usufruire delle agevolazioni.

A questo proposito il relatore ricorda che la relazione tecnica prevede che per il 2008 soltanto un quarto delle operazioni "a regime" venga agevolato.

L’articolo 21 stabilisce al comma 2 di dare esecutività alla decisione 2007/436/CE Euratom del 7 giugno 2007, relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee, sulla base delle decisioni adottate dal Consiglio europeo di Bruxelles del 15 e 16 dicembre 2005.

L’articolo 28, comma 1, disciplina le restituzione rateizzata degli aiuti di Stato concessi in materia di pesca e acquacoltura e dichiarati incompatibili dalla Commissione europea nel 1999. Come illustrato nella relazione che accompagna il disegno di legge, la rateizzazione proposta è analoga a quella operata nel 2003 per il pagamento delle multe sulle quote latte.

L’articolo 30 interviene sulla disciplina relativa di finanziamenti all’energia prodotta da fonti rinnovabili (cosiddetti CIP 6), prevista dai commi 1117 e 1118 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2007.

Si tratta di norma – ben nota a questa Commissione - stralciata, in sede di approvazione, dal disegno di legge comunitaria 2007, che il Governo si era impegnato in Aula riportare nel disegno di legge finanziaria.

L’articolo 31, comma 1, è diretto a rifinanziare il decreto-legge n. 321 del 1996, che a sua volta rifinanziava la legge n. 808 del 1985, relativamente ad attività di ricerca e sviluppo svolte da imprese nazionali partecipanti a programmi in collaborazione internazionale per la realizzazione di aeromobili, motori, equipaggiamenti e materiali aeronautici.

Come ricordato nella relazione introduttiva al decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, in relazione all’articolo 32, i finanziamenti di cui alla predetta legge n. 808 del 1985 erano stati oggetto di una procedura di infrazione, che ha portato al rimborso di alcuni aiuti erogati e alla prossima archiviazione della stessa.

Potrebbe pertanto essere opportuno subordinare la norma in esame ad una autorizzazione in sede comunitaria, o al rispetto della normativa comunitaria in materia, al fine di evitare il rischio di incorrere nuovamente in una censura da parte delle istituzioni europee.

Un analogo richiamo alla normativa europea, con una formula del tipo: "Nel rispetto della normativa comunitaria in tema di aiuti di Stato" potrebbe essere utile anche per quanto riguarda gli aiuti alla imprenditoria femminile, di cui all’articolo 32, comma 1, e alle imprese di radiodiffusione di cui all’articolo 38, comma 3.

L’articolo 40 è diretto ad assicurare ulteriori condizioni di promozione della produzione audiovisiva europea e italiana. In particolare sono previste, otre alle quote riservate alle opere europee, delle sottoquote riservate alle "opere di espressione originale italiana ovunque prodotte".

Tali riserve – secondo il relatore - non sembrano presentare aspetti di incompatibilità con il principi di libera prestazione dei servizi in quanto esse non riguardano solo le imprese nazionali ma sono applicabili anche alle opere prodotte da imprese stabilite in altri Stati membri dell’Unione europea.

L’articolo 68 è diretto a consentire l’accesso ai fondi europei in materia migratoria, attraverso la previsione di risorse da destinare al cofinanziamento dei programmi per i quali si chiede il contributo europeo. Nel 2007 sono stati istituiti nuovi fondi dall’Unione europea che prevedono dei finanziamenti da destinare allo Stato italiano. Tuttavia, per non rischiare di perderli è necessario stanziare risorse interne destinate al cofinanziamento dei progetti.

A tal fine, la disposizione in oggetto autorizza la spesa di 1.500.000 euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, per la partecipazione del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno ai programmi cofinanziati dai fondi europei in materia migratoria.

L’articolo 70 stabilisce che le economie derivanti dalla revoca degli strumenti agevolativi di cui alla legge n. 488 del 1992 sono assegnate ad interventi aventi analoghe finalità di sviluppo. Tra le destinazioni individuate vi è la concessione di una riduzione degli oneri sociali per tutti i ricercatori e dipendenti assimilati impiegati nelle imprese innovatrici in fase di avvio, nel rispetto della Disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione.

Analoga riserva relativa al rispetto della normativa comunitaria potrebbe essere opportuna anche per i generici interventi di cui alla lettera e), concernenti l’attività di ricerca nel sistema energetico e il riutilizzo delle aree industriali del Mezzogiorno.

L’articolo 71 riformula la norma della finanziaria 2007 in tema di aree franche urbane, non attuata per difficoltà di ordine comunitario.

Proprio per superare queste difficoltà appare opportuna, al pari della disciplina francese in argomento, prevedere un tetto al reddito esercitato nella zona franca che può essere esentato dalle imposte sui redditi (limiti sono previsti per l’esenzione IRAP e per quella dei contributi previdenziali).

L’articolo 86, in tema di arbitrato, dispone, per tutte le pubbliche amministrazioni e le società a partecipazione pubblica, il divieto di sottoscrivere contratti di lavori, servizi o forniture che prevedano clausole compromissorie. Inoltre, relativamente ai contratti già sottoscritti e per i quali non si profilino controversie con collegi arbitrali costituiti alla data del 30 settembre 2007, si prevede l’obbligo di declinatoria della competenza arbitrale (comma 3, primo periodo). Per i collegi arbitrali costituiti tra il 30 settembre 2007 e la data di entrata in vigore della presente legge finanziaria, si prevede la decadenza automatica (comma 3, secondo periodo). Tali disposizioni sono motivati sia da ragioni di economicità, considerati gli elevati costi del giudizio arbitrale rispetto a quello ordinario, sia per altri inconvenienti relativi ai rapporti tra l’arbitrato e la giustizia ordinaria.

Tali norme sollevano tuttavia due ordini problemi. Mentre il divieto di clausola compromissoria può, pur con qualche dubbio, giustificarsi anche per le società partecipate da amministrazioni pubbliche per rapporti che si svolgono sul territorio nazionale, appare difficile giustificare tale norma per rapporti che si svolgono all’estero: la norma, se interpretata alla lettera può gravemente limitare l’operatività all’estero di società partecipate, data la consuetudinarietà delle clausole compromissorie nel commercio internazionale.

Il comma 3 incide invece sui contratti in essere e si compone di due periodi: nel primo si impone di declinare la competenza arbitrale, non in ogni caso ma soltanto ove tale facoltà sia prevista contrattualmente. Il secondo sembra far decadere, senza eccezioni e in via retroattiva, tutti i collegi costituiti dopo il 30 settembre 2007, oltretutto con compensazione delle spese fra le parti.

Tenuto conto di questi rilievi e in considerazione dei lunghi tempi della giustizia ordinaria italiana rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, ci si potrebbe domandare se non sarebbe più opportuno, anziché escludere le clausole compromissorie, prevedere un tetto ai costi dell’arbitrato, rapportato al valore della controversia. Inoltre andrebbe anche rimossa la retroattività di cui all’ultimo periodo del comma 3 del citato articolo, relativo ai collegi arbitrali costituiti tra il 30 settembre e l’entrata in vigore della legge.

Quanto al decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, il relatore fa notare che esso contribuisce alla manovra per circa 7,5 miliardi di euro, a valere sull’esercizio finanziario 2007.

L’ammontare complessivo è ripartito in: 2,2 miliardi destinati ad una restituzione fiscale con bonus per le famiglie più deboli, indennizzi per le vittime del dovere e della criminalità organizzata, e sostegni all’acquisto dei libro scolastici; 3,4 miliardi ad investimenti nella mobilità e nell’abitazione, con particolare riguardo alla viabilità e alle infrastrutture nelle grandi città, e alle società Rete ferroviaria italiana e ANAS; 1,4 miliardi ad impegni già sottoscritti relativi alla cooperazione allo sviluppo e al contratto per il pubblico impiego; e 0,5 miliardi in altri interventi tra cui quelli relativi al 5 per mille dell’Irpef.

Le misure previste dal decreto-legge non sembrano sollevare dubbi di compatibilità con l’ordinamento comunitario; potrebbe peraltro essere previsto un richiamo al rispetto della normativa comunitaria in relazione all’utilizzo del fondo per le zone di confine con regioni a statuto speciale, di cui all’articolo 35, stante la genericità dei "progetti finalizzati allo sviluppo economico", oggetto del finanziamento.

Conclusa la propria relazione, il senatore ENRIQUES (Ulivo) dà lettura di uno schema di rapporto favorevole con osservazioni sui disegni di legge nn. 1817 e 1818 , nonchè di uno schema di parere favorevole con osservazioni sul disegno di legge n.1819.

 

Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.

 

Prende la parola il senatore SILVESTRI (IU-Verdi-Com) per chiedere chiarimenti in merito all’eventuale previsione, nel disegno di legge finanziaria, di stanziamenti di fondi per i giovani, come previsto in precedenti provvedimenti finanziari, nonché se le agevolazioni per le imprese partecipanti a progetti di realizzazione di materiale aeronautico si riferiscano al settore civile o a quello militare.

Circa le ulteriori sovvenzioni concernenti l’attività di ricerca nel sistema energetico, l’oratore chiede se, al riguardo, è specificato per quale settore – eventualmente quello nucleare – sono previste tali agevolazioni.

 

Il senatore VEGAS(FI), anche alla luce delle valutazioni espresse ieri dal Commissario Almunia, non è in grado di considerare rispondente alla realtà l’affermazione, contenuta nella parte non dispositiva della bozza di rapporto predisposta dal relatore, secondo la quale risulterebbero onorati gli impegni dell’Italia relativi al rientro dell’indebitamento nella Pubblica Amministrazione al di sotto della soglia del 3 per cento del PIL entro il 2007 e ad una riduzione tendenziale del rapporto debito pubblico – PIL.

Egli, proprio a questo proposito, tiene a ricordare come l’Italia aveva garantito alle istituzioni comunitarie livelli di riduzione strutturale del deficit nel 2008 di almeno lo 0,5 annuo, laddove, come indicato nei documenti di bilancio presentati dal Governo, è d’uopo registrare un livello pari allo 0,2.

L’oratore, nel constatare come la legge di bilancio sia diventata, di fatto, uno strumento inutilizzabile di progettazione economica, nonostante la sua nuova strutturazione in missioni e programmi, segnala criticamente l’uso disinvolto, riproposto anche quest’anno nei documenti di bilancio, dei trasferimenti all’Unione europea, che non di rado, vengono impiegati anche come fondi di copertura per spese interne.

A fronte di una formale riduzione delle aliquote della tassazione per le imprese (IRES e IRAP), l’oratore fa notare come, in realtà, l’azione propugnata dal Governo non conduca affatto ad una effettiva diminuzione del livello di tassazione cui ogni impresa è soggetta. Tale linea di azione, in verità, contribuisce a creare una falsa opinione circa la maggiore attrattività del complessivo sistema fiscale italiano nei confronti degli operatori economici esteri, penalizzando, conseguentemente, anche gli obiettivi della strategia di Lisbona.

Circa la questione della detraibilità delle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie, egli auspica, invece, una definizione di tale ammontare in via stabile, senza che si ricorra ad una sua contrattazione annuale.

Quanto al divieto di ricorso all’arbitrato per la risoluzione delle controversie societarie, egli reputa rilevante non tanto il problema legato al costo dell’arbitrato, quanto la possibilità che vengano prescritte clausole più vantaggiose quando sia parte in causa la pubblica amministrazione.

Il senatore VEGAS conclude il suo intervento, auspicando una sostanziale modifica del progetto di rapporto presentato dal relatore che tenga conto delle indicazioni testè illustrate.

 

Secondo il senatore BUTTIGLIONE (UDC) è falso dichiarare, come enunciato nello schema di rapporto, che l’Italia risulta ottemperante rispetto all’obiettivo di medio termine di rientro dell’indebitamento della pubblica amministrazione entro il 2011: ciò in quanto tale obiettivo viene prefigurato immaginando, nel previsto arco temporale, un tasso di crescita della PA pari a zero.

A suo avviso, si tratta di una affermazione poco credibile, che andrebbe, quindi, sostituita con una formulazione che evochi una generale preoccupazione di non adeguamento ai parametri previsti dai Trattati comunitari.

Altrettanto poco credibile risulta essere l’affermazione secondo cui gli impegni di spesa contenuti nella manovra finanziaria 2008 siano orientati al sostegno della crescita economica. Al riguardo, sarebbe opportuno omettere qualsiasi riferimento alla strategia di Lisbona, dal momento che essa si è dimostrata poco funzionante in molti Paesi dell’Unione.

Giudica positivamente, invece, l’espressione del timore che le misure agevolative agli autotrasporti possano configurarsi come aiuti di Stato, rammentando, però, la necessità di non riaprire un contenzioso comunitario avuto riguardo ad un settore così delicato dell’economia nazionale.

Per quanto concerne, inoltre, le norme che condizionano determinate agevolazioni ad una preventiva autorizzazione comunitaria, l’oratore si chiede se sia opportuno procedere con tale metodo, quando esiste la quasi certezza che molto difficilmente sarà concesso un "placet" da Bruxelles.

 

Il senatore ALLOCCA (RC-SE) reputa dogmatico e alquanto limitativo il tradizionale approccio basato sul rispetto dei parametri europei: l’attuale crisi dei mutui in America insegna, infatti, come, nel mondo globalizzato, sia importante tenere in considerazione anche altre tipologie di parametri, quale, appunto, quella della solvibilità finanziaria di un Paese.

Circa i rilievi mossi dal senatore Buttiglione al percorso di sviluppo prefigurato nei documenti di bilancio, egli tiene a precisare che la propria parte politica ha sempre valutato il processo di redistribuzione del reddito come fattore ineludibile della crescita stessa.

 

Il senatore GIRFATTI (DCA-PRI-MPA) , nell’esprimere condivisione con i punti di vista enucleati dai colleghi Vegas e Buttiglione, sottolinea l’incongruenza di fondo presente in non poche disposizioni del disegno di legge finanziaria, come quelle che postulano dei presunti benefici a favore delle imprese che, però, non saranno mai realmente elargiti in quanto è notorio che gli organi competenti dell’Unione europea non rilasceranno alcuna autorizzazione.

Proprio per tale motivo, egli auspica che nello schema di rapporto siano inserite valutazioni critiche molto più incisive, considerando le osservazioni del relatore Enriques piuttosto generiche, anche se formalmente corrette.

Coerentemente, egli dichiara, quindi, il proprio voto contrario alla bozza di rapporto.

 

Il PRESIDENTE , preso atto che nel corso della discussione sono emerse puntuali osservazioni ed integrazioni allo schema di rapporto, prospetta l’opportunità che si proceda ad un voto su tale schema come riformulato tenendo conto delle predette osservazioni.

 

Segue uno scambio di opinioni sull’ordine dei lavori, che registra gli interventi del senatore GIRFATTI (DCA-PRI-MPA) , che ribadisce la propria contrarietà alla proposta di rapporto in esame, e del senatore BUTTIGLIONE (UDC) , il quale sottolinea la necessità che la redazione del rapporto tenga comunque conto dei rilievi emersi nella seduta odierna.

 

Il PRESIDENTE rammenta come il controllo relativo alla corrispondenza degli indicatori economici nazionali con i parametri comunitari spetti, a norma del Regolamento, alla Commissione Bilancio, laddove la 14a Commissione ha, invece, facoltà di segnalare ogni profilo di incompatibilità nelle varie disposizioni contenute nei disegni di legge di bilancio e finanziaria.

 

A tale proposito, il senatore BUTTIGLIONE (UDC) rimane dell’opinione che la missione specifica della Commissione per le Politiche dell’Unione europea sia anche quella di valutare, in generale, la congruità delle decisioni della politica economica nazionale rispetto alla normativa europea.

 

Si associano a tale punto di vista il senatore GIRFATTI (DCA-PRI-MPA) ed il senatore VEGAS (FI) .

 

Prende, quindi, la parola il relatore ENRIQUES (Ulivo) il quale precisa in dettaglio le integrazioni che, sulla base dei rilievi critici mossi nel corso della discussione, ritiene recepibili nel testo del rapporto.

 

Il senatore SILVESTRI (IU-Verdi-Com) dichiara il proprio voto di astensione, non avendo ricevuta alcuna risposta alle domande poste attraverso il suo intervento.

 

Il PRESIDENTE , appurata la presenza del numero legale, mette ai voti lo schema di rapporto presentato dal relatore e riformulato secondo le osservazioni emerse durante la discussione. La Commissione lo approva a maggioranza.

 

Il PRESIDENTE , infine, verificata di nuovo la presenza del numero legale, pone in votazione lo schema di parere sul disegno di legge n. 1819 , anch’esso elaborato dal relatore Enriques, che è approvato a maggioranza dalla Commissione.

 

La seduta termina alle ore 15,10.

 

 


Allegato

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1819

 

La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,

considerato che esso contribuisce alla manovra di bilancio nell’ordine di 7,5 miliardi di euro, a valere sull’esercizio finanziario 2007, con interventi sia di riduzione del carico fiscale in favore dei soggetti meno abbienti, sia - tra gli altri - di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture, la mobilità e l’abitazione;

rilevato che le misure previste dal provvedimento in titolo non sembrano sollevare problemi di compatibilità con l’ordinamento comunitario,

formula, per quanto di competenza, parere favorevole con la seguente osservazione:

in relazione al fondo per le zone di confine con le regioni a statuto speciale, di cui all’articolo 35, potrebbe essere opportuno introdurre un richiamo al rispetto della normativa comunitaria, stante la genericità dei "progetti finalizzati allo sviluppo economico", oggetto del finanziamento.


COMMISSIONE PARLAMENTARE

QUESTIONI REGIONALI

Mercoledì 10 ottobre 2007

 

Presidenza del Presidente

Leoluca ORLANDO

 

 

SEDE CONSULTIVA

 

 

DL 159/2007, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale.

S. 1819 Governo.

(Parere alla 5a Commissione del Senato).

(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

 

Il deputato Giovanni CREMA (Rosa nel Pugno), relatore, riferisce sul provvedimento in esame, recante norme volte a destinare, per il 2007, le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011 alla realizzazione degli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente. Richiama le previsioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge, con cui si intende garantire la correzione degli andamenti della spesa sanitaria, mediante una apposita disciplina dell'esercizio del potere sostitutivo statale sulle Regioni in materia sanitaria con la previsione della nomina, previa diffida, di un commissario ad acta nelle Regioni in cui si configuri il mancato rispetto degli adempimenti dovuti ai fini della realizzazione dei Piani di rientro dai deficit sanitari. Sottolinea che, ai sensi dell'articolo 5 del provvedimento, sono introdotte misure di governo della spesa e di sviluppo del settore farmaceutico, in conformità ai contenuti del documento prodotto in esito alle intese adottate al «tavolo misto Stato-Regioni» in materia di limiti della spesa farmaceutica e di regolazione e contenimento della medesima. Osserva che, in base al comma 5 dell'articolo 5 del testo, l'eventuale superamento dei limiti per la spesa farmaceutica ospedaliera è recuperato interamente a carico della Regione, mediante misure di contenimento della spesa suddetta o di altre voci relative alla spesa ospedaliera non farmaceutica o al Servizio sanitario regionale, oppure con misure di copertura a carico di altre poste del bilancio regionale. Fa notare che la disposizione in oggetto esclude dall'obbligo di ripiano le Regioni che presentino un «equilibrio economico complessivo». Ravvisa l'opportunità che sia precisato, nella parte in cui si esclude l'obbligo di ripiano per le Regioni che presentino un equilibrio economico complessivo, se la predetta condizione di equilibrio debba riguardare l'intero assetto finanziario o sia riferita al solo settore sanitario. Illustra quindi il contenuto delle disposizioni di cui al comma 6 dell'articolo 8, che autorizza l'assegnazione di un contributo per l'anno 2007 alle Regioni Calabria e Sicilia, finalizzato all'adeguamento ed alla stipula dei contratti di servizio relativi ai collegamenti marittimi tra le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, demandando la ripartizione delle somme assegnate ad un decreto del Ministro dei Trasporti, sentite le Regioni interessate; Ricorda che l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione attribuisce alle Regioni la competenza legislativa esclusiva in materia di trasporto pubblico locale, e che la norma in esame appare limitata all'assegnazione di un contributo finanziario, riservando alla competenza legislativa delle Regioni interessate la disciplina normativa della materia. Illustra quindi il comma 7 dell'articolo 8, con cui si istituisce l'area di sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina, cui è preposta, derogandosi agli articoli 16 e 17 del codice della navigazione e all'articolo 14, comma 1-ter, della legge 24 gennaio 1994, n. 84, l'Autorità marittima della navigazione dello Stretto con sede in Messina, competente al rilascio delle autorizzazioni, concessioni ed ogni altro provvedimento in materia di sicurezza della navigazione nell'area portuale ed alla regolazione del servizi tecnico-nautici nell'intera area; valutato al riguardo che l'articolo 117 della Costituzione include i «porti e le grandi reti di trasporto e di navigazione» tra le materie di legislazione concorrente dello Stato e delle Regioni, riservando alla competenza statale gli ambiti materiali dell'ordinamento e organizzazione degli enti pubblici nazionali, nel cui ambito rientrano le Autorità portuali. Osserva al riguardo l'opportunità che sia definito, nel quadro dell'istituzione e della gestione dell'area di sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina, ivi prevista, un ampio coinvolgimento del ruolo della regione interessata, anche in adesione alle previsioni dell'articolo 118 della Costituzione relative al principio di sussidiarietà. Riferisce quindi che l'articolo 35 del decreto-legge apporta modifiche alla legge 3 agosto 2007, n. 127, che disciplina il «Fondo per la valorizzazione e la promozione delle realtà socio economiche delle zone confinanti tra le regioni», stabilendo che il fondo predetto è volto a finanziare specifici progetti finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei territori dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale. Rileva che le modalità di erogazione del suddetto Fondo sono stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ma senza però prevedere, come invece attualmente prescritto, la consultazione della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Ritiene necessario, nell'ambito del procedimento di assegnazione delle risorse del Fondo per la valorizzazione e la promozione delle realtà socio economiche delle zone confinanti tra le regioni, ripristinare la consultazione della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Esamina quindi la previsione di cui all'articolo 45 del testo, che dispone un'integrazione dei finanziamenti destinati ai servizi socio-educativi per la prima infanzia, ai sensi dell'articolo 1, comma 1259, della legge finanziaria per l'anno 2007, ed al Fondo politiche sociali. Prende atto che la menzionata disposizione stabilisce che, fatte salve le competenze delle Regioni e degli enti locali, il Ministro delle politiche per la famiglia, di concerto con i ministri competenti, promuove una intesa in sede di Conferenza unificata avente ad oggetto la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei criteri sulla cui base le Regioni attuano un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi.

Formula quindi una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 2).

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

 

 

Allegato

DL 159/2007, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale. S. 1819 Governo.

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

 

La Commissione parlamentare per le questioni regionali,

esaminato il testo del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, in corso di esame presso la 5a Commissione del Senato, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale;

rilevato che il provvedimento in esame reca norme volte a destinare, per il 2007, le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011 alla realizzazione degli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente, definiti dal predetto DPEF e dalla relativa «Nota di aggiornamento», nonché ad introdurre misure urgenti finalizzate a far fronte a talune criticità riscontrate sul versante della spesa pubblica;

evidenziato che il provvedimento d'urgenza interviene su profili riguardanti prevalentemente il sistema tributario dello Stato e la perequazione delle risorse finanziarie, settori afferenti alla competenza legislativa esclusiva dello Stato cui si riferisce la lettera e) del comma 2 dell'articolo 117 della Costituzione;

considerate le previsioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge, tese a garantire la correzione degli andamenti della spesa sanitaria, recanti la disciplina dell'esercizio del potere sostitutivo statale sulle Regioni in materia sanitaria, con la previsione della nomina, previa diffida, di un commissario ad acta nelle Regioni in cui si configuri il mancato rispetto degli adempimenti dovuti ai fini della realizzazione dei Piani di rientro dai deficit sanitari; osservato che, qualora si riscontri dal monitoraggio dei Piani di rientro delle Regioni con elevati disavanzi il mancato rispetto degli obiettivi previsti nei medesimi Piani, la diffida alla Regione ad adempiere a quanto dovuto e, in caso di mancato adempimento, la nomina di un commissario ad acta per l'intero periodo di vigenza del Piano, si delinea quale attuazione degli impegni sottoscritti con appositi Accordi dai Ministri della salute e dell'economia e delle finanze e dalle singole Regioni interessate, ai sensi dell'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311;

evidenziato che con la sentenza n. 98 del 2007 la Corte Costituzionale ha riconosciuto la costituzionalità delle norme contenute nella legge finanziaria 2006 che disciplinano gli adempimenti regionali per accedere al finanziamento del servizio sanitario per il ripiano del deficit; e che la Corte ha ritenuto legittima la previsione del potere di sostituzione dello Stato alle Regioni qualora l'esercizio dei suddetti poteri sostitutivi sia previsto e disciplinato dalla legge, detta sostituzione riguardi il compimento di atti o attività prive di discrezionalità nell'an, il potere sostitutivo sia esercitato da un organo di Governo o sulla base di una decisione di questo e la legge predisponga congrue garanzie procedimentali, in conformità al principio di leale collaborazione;

rilevato che, ai sensi dell'articolo 5 del provvedimento, sono introdotte misure di governo della spesa e di sviluppo delsettore farmaceutico, in conformità, secondo quanto enunciato dalla relazione illustrativa e dalla relazione tecnica del disegno di legge di conversione del decreto-legge in oggetto, ai contenuti del documento prodotto in esito alle intese adottate al «tavolo misto Stato-Regioni» in materia di limiti della spesa farmaceutica e di regolazione e contenimento della medesima;

considerato che, ai sensi del comma 5 dell'articolo 5 del testo, l'eventuale superamento dei limiti per la spesa farmaceutica ospedaliera è recuperato interamente a carico della Regione, mediante misure di contenimento della spesa suddetta o di altre voci, relative alla spesa ospedaliera non farmaceutica o al Servizio sanitario regionale, oppure con misure di copertura a carico di altre poste del bilancio regionale, e che la disposizione esclude dall'obbligo di ripiano le Regioni che presentino un «equilibrio economico complessivo»;

valutate le disposizioni di cui agli articoli 7 e 8 del decreto-legge, con cui si dispongono, rispettivamente, finanziamenti ai sistemi di trasporto metropolitano nelle città di Roma, Napoli e Milano ed interventi per il trasferimento modale da e per la Sicilia e tesi al miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina;

considerate in particolare le disposizioni di cui al comma 6 dell'articolo 8, che autorizza l'assegnazione di un contributo per l'anno 2007 alle Regioni Calabria e Sicilia, finalizzato all'adeguamento ed alla stipula dei contratti di servizio relativi ai collegamenti marittimi tra le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, demandando la ripartizione delle somme assegnate ad un decreto del Ministro dei Trasporti, sentite le Regioni interessate; preso atto che l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione attribuisce alle Regioni la competenza legislativa esclusiva in materia di trasporto pubblico locale, e che la norma in esame appare limitata all'assegnazione di un contributo finanziario, riservando alla competenza legislativa delle Regioni interessate la disciplina normativa della materia;

considerato altresì quanto statuito dal comma 7 dell'articolo 8, con cui si istituisce l'area di sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina, cui è preposta, derogandosi agli articoli 16 e 17 del codice della navigazione e all'articolo 14, comma 1-ter, della legge 24 gennaio 1994, n. 84, l'istituenda Autorità marittima della navigazione dello Stretto con sede in Messina, competente al rilascio delle autorizzazioni, concessioni ed ogni altro provvedimento in materia di sicurezza della navigazione nell'area portuale ed alla regolazione del servizi tecnico-nautici nell'intera area; valutato al riguardo che l'articolo 117 della Costituzione include i «porti e le grandi reti di trasporto e di navigazione» tra le materie di legislazione concorrente dello Stato e delle Regioni, nel contempo riservando alla competenza statale gli ambiti materiali dell'ordinamento e organizzazione degli enti pubblici nazionali, nel cui ambito rientrano le Autorità portuali;

preso atto che, secondo quanto previsto dall'articolo 11 del testo in esame, si dispone che, al fine di incentivare l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione per l'estinzione anticipata di mutui e prestiti obbligazionari da parte di province e comuni, siano attribuiti appositi contributi, il cui ammontare non potrà superare il tetto complessivo di 90 milioni di euro;

considerato che l'articolo 35 del decreto-legge apporta modifiche alla legge 3 agosto 2007, n. 127, che disciplina il «Fondo per la valorizzazione e la promozione delle realtà socio economiche delle zone confinanti tra le regioni», stabilendo che il fondo predetto è volto a finanziare specifici progetti finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei territori dei comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale, individuati sulla base di criteri stabiliti con decreto ministeriale sentite le province interessate; rilevato che le modalità di erogazione del suddetto Fondo sono stabilite, così come previsto nel precedente disposto, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ma senza prevedere, come invece attualmente prescritto, la consultazione della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;

evidenziata la previsione di cui all'articolo 45 del testo, che dispone un'integrazione dei finanziamenti destinati ai servizi socio-educativi per la prima infanzia, ai sensi dell'articolo 1, comma 1259, della legge finanziaria per l'anno 2007, ed al Fondo politiche sociali; preso atto che la menzionata disposizione stabilisce che, fatte salve le competenze delle Regioni e degli enti locali, il Ministro delle politiche per la famiglia, di concerto con i ministri competenti, promuove una intesa in sede di Conferenza unificata avente ad oggetto la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei criteri sulla cui base le Regioni attuano un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:

a) sia espressamente indicato, all'articolo 5, comma 5, del provvedimento, nella parte in cui si esclude l'obbligo di ripiano per le Regioni che presentino un equilibrio economico complessivo, se tale condizione di equilibrio debba riguardare l'intero assetto finanziario ovvero sia riferita al solo settore sanitario;

b) sia inserito, all'articolo 8, comma 7, del testo, nel quadro dell'istituzione e della gestione dell'area di sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina, ivi prevista, un apposito richiamo al ruolo della Regione, in adesione alle previsioni dell'articolo 118 della Costituzione relative al principio di sussidiarietà;

c) sia prevista, all'articolo 35 del decreto-legge, nell'ambito del procedimento di assegnazione delle risorse del Fondo per la valorizzazione e la promozione delle realtà socio economiche delle zone confinanti tra le regioni, la consultazione della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.


Esame in sede referente


BILANCIO(5a)

Giovedì 11 ottobre 2007

135a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Esame e rinvio)

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), dopo aver depositato agli atti una relazione comprensiva di tabelle riferite – in termini assoluti e percentuali – ai dati concernenti le risorse utilizzate nel provvedimento in titolo, passa ad illustrare il disegno di legge facendo presente che con la manovra di finanza pubblica per il 2008 il Governo dell’Unione sviluppa l’azione di politica economica, integrando il risanamento dei conti pubblici, preponderante nella manovra dello scorso anno, con importanti misure di redistribuzione sociale. Nella manovra per il 2007, pur essendo presenti entrambi gli elementi, il primo era di gran lunga quello più significativo, per la necessità di sanare le pendenze ereditate dalla precedente legislatura. Un primo segnale nella direzione della redistribuzione si è avuto con il decreto 81 del 2007, con cui è stata effettuata una operazione di 0,4 punti di Pil. Nella manovra per il 2008 si procede in questa direzione, con maggiore intensità. Lotta all’evasione, recupero di base imponibile, restituzione progressiva ai contribuenti: un piano che comincia ad essere attuato concretamente, in sintonia con le richieste dell’Unione europea. La pressione fiscale comincerà a ridursi nel 2008, con una stabilizzazione al 43 per cento e più significativamente nel 2009, in cui è prevista una flessione a quota 42,8; gli effetti della redistribuzione non sono immediatamente evidenti anche perché, nonostante la riduzione delle aliquote, il contrasto dell’evasione fa crescere la base imponibile, producendo un incremento di gettito. Un aspetto che dovrebbe trovare maggiore rappresentazione, in linea con il DPEF in cui era posto al centro della analisi, è la questione ambientale. La risoluzione parlamentare del Senato impegna il Governo a destinare il 40 per cento delle spese recate dai nuovi interventi alle questioni ambientali. Su alcuni aspetti specifici si dovrebbe fare di più: l’intervento deciso sugli allarmi ambientali, la qualificazione energetica e i modelli di consumo, nonché l’applicazione concreta del Protocollo di Kyoto. Tutto ciò è in piena sintonia con il DPEF dove si afferma che non può esistere crescita senza sostenibilità ambientale. Ma queste enunciazioni, da tutti sottoscritte, non trovano riscontro sufficiente nei comportamenti normativi.

La ragione del ricorso al decreto-legge si spiega fondamentalmente con la emersione di un nuovo extragettito nell’anno in corso. L’extragettito è originato prevalentemente dal contrasto dell’evasione fiscale, che il Governo ha assunto come elemento centrale della sua politica, modificando il rapporto tra fisco e contribuente, che il Governo di centrodestra aveva seriamente compromesso. E’ questa la componente più rilevante, in quanto strutturale (che si distingue da quella legata alla crescita, connessa alla dinamica delle basi imponibili).

Quello rilevato con l’assestamento è il secondo extragettito del 2007 (il primo, pari a 7,4 miliardi, era stato registrato con la relazione di cassa ed utilizzato nel decreto-legge 81 per 6,5 miliardi). Per rendere più facile il conseguimento dell’obiettivo del 2008, il Governo con il decreto-legge, ha anticipato alcune spese che riguardano impegni internazionali per la pace e aiuti ai Paesi in via di sviluppo per 910 milioni di euro, nonché FS e ANAS, per 1.250 milioni di euro, classificati nel DPEF rispettivamente come "impegni sottoscritti" e "prassi consolidate", sfruttando le maggiori disponibilità dell’anno in corso, che sono in parte destinate, per 800 milioni, alla riduzione dell’indebitamento dell’anno in corso, che migliora di un decimo di punto.

Le maggiori entrate accertate a settembre rispetto alle previsioni definite con il DPEF per l'anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro (articolo 1), le minori spese, registrate nell'assestamento, per un importo di 1.300 milioni di euro, nonché la riduzione del fondo per le aree sottoutilizzate per 1.100, per un importo complessivo di 8.378 milioni di euro (di cui 57 milioni vanno a riduzione del saldo netto da finanziare) rappresentano la fonte di copertura delle spese recate dal provvedimento. Il decreto non si configura come collegato alla finanziaria, perché esplica i suoi effetti principalmente nell’anno in corso e non è richiamato nella nota di aggiornamento del DPEF come provvedimento collegato ma, sotto il profilo dei contenuti, contiene importanti misure di ridistribuzione sociale, per certi aspetti più incisive ed innovative della stessa legge finanziaria. In particolare le principali misure finanziarie che connotano il provvedimento possono essere raggruppate in interventi di carattere sociale per complessivi 2.920 milioni che comprendono il "pacchetto casa", le misure a favore degli incapienti, il finanziamento dei servizi socio educativi per l’infanzia; i finanziamenti al settore dei trasporti, finalizzati principalmente al miglioramento della qualità del servizio ferroviario e metropolitano, per complessivi 2.555 milioni e al settore della scuola per 432 milioni; nel ripristino dei contributi agli organismi internazionali per la pace e aiuti ai Paesi in via di sviluppo per 910 milioni di euro; nell’anticipazione di risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per 1.000 milioni, e nell’immancabile intervento di razionalizzazione nel settore dell’editoria. A questi interventi si aggiungono norme programmatiche, nonché di razionalizzazione e semplificazione tra cui si distinguono quelle di carattere ambientale, quelle relative agli enti territoriali, ai progetti di ricerca e disposizioni in materia di accertamento riscossione alla pubblica amministrazione. Queste disposizioni sono nel complesso positive anche se, in taluni casi, presentano elementi di criticità come quella sul commissariamento delle regioni inadempienti e quella relativa alle semplificazione delle procedure di autorizzazione per la realizzazione dei rigassificatori.

Tra queste misure particolare rilievo riveste l’articolo 21 che finanzia con 550 milioni un programma straordinario di edilizia residenziale pubblica finalizzato al recupero di alloggi ex-IACP o dei comuni, all’acquisto, all’affitto ed alla costruzione di alloggi da destinare agli sfrattati. Il carattere redistributivo di questa misura, se gli enti territoriali chiamati ad attuarla risponderanno positivamente, è superiore alla riduzione dell’ICI prevista dalla legge finanziaria, che interviene in un settore dove la rendita si è notevolmente accresciuta ed alle stesse misure di sostegno agli affitti, che rischiano di essere neutralizzate dall’incremento dei canoni indotto dalla richiesta di registrazione.

Sulla stessa linea si muove l’articolo 41 che, per incrementare il patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa, con particolare riguardo a quello a canone sostenibile nei comuni soggetti a fenomeni di disagio abitativo, costituisce una società per promuovere la formazione di strumenti finanziari immobiliari per acquisire, recuperare e realizzare immobili ad uso abitativo, destinando a questa finalità 150 milioni di euro.

L’altra misura dalla forte connotazione sociale è quella a favore dei contribuenti a basso reddito (articolo 44), i cosiddetti incapienti, che, per la prima volta, sono destinatari di una misura fiscale - un rimborso forfetario di 150 euro per l’anno 2007 - cui sono aggiunti altri 150 euro in presenza di un familiare a carico. La somma destinata al provvedimento è di 1.900 milioni, con un effetto propulsivo anche sui consumi, cui saranno sicuramente destinate le risorse assegnate al segmento meno ricco della popolazione.

Viene previsto, inoltre, un finanziamento aggiuntivo per il piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio educativi per la prima infanzia (articolo 45), per 25 milioni di euro, al quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati, nonché la reintegrazione del fondo per le politiche sociali per 25 milioni di euro. (Le risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali, di cui al citato art. 20, comma 8, della legge n. 328/2000, sono ripartite per la promozione e il raggiungimento degli obiettivi di politica sociale. Nella tabella C della legge finanziaria 2007 la dotazione del Fondo è determinata in 1.635 milioni di euro per il 2007, 1.645 milioni di euro per il 2008 e 1.378 milioni di euro per il 2009).

Nelle stesse finalità di carattere sociale rientrano le risorse destinate ai talassemici e agli emofilici danneggiati da trasfusioni infette che abbiano instaurato azioni di risarcimento dei danni tuttora pendenti, per un importo di 94 milioni di euro per il 2007 (articolo 33). Per l'accesso alle risorse si prevede un criterio di priorità - a parità di gravita dell'infermità - in relazione alle condizioni economiche del soggetto, definite mediante l'impiego dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). La norma, inoltre, estende l'ambito di applicazione del beneficio dell'ulteriore indennizzo previsto dalle norme vigenti anche agli emofilici che - pur non rientrando nella classificazione delle lesioni e delle infermità abbiano, in ogni caso, conseguito il riconoscimento - da parte delle competente commissione medico-ospedaliera - del nesso tra la trasfusione, o la somministrazione di derivati infetti, e la patologia riscontrata.

Si interviene anche a favore dei soggetti menomati a causa di vaccinazioni obbligatorie e relativi aventi diritto, prevedendo che l'assegno una tantum, corrisposto per la metà al soggetto danneggiato e per l'altra metà ai congiunti che prestino o abbiano prestato al danneggiato assistenza in maniera prevalente e continuativa, sia corrisposto interamente a questi ultimi nel caso in cui il danneggiato sia minore di età o incapace di intendere e di volere. Inoltre si prevede un assegno una tantum in favore degli aventi diritto dei soggetti che, essendo già deceduti alla data di entrata in vigore della legge che istituiva il contributo, non ne abbiano potuto usufruire. Si estende, infine, con l’articolo 34, anche alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, nonché alle vittime della criminalità organizzata ed ai loro familiari superstiti le elargizioni che l’art. 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206, già prevede a favore delle vittime del terrorismo. La disposizione incrementa i benefici economici connessi all’invalidità o alla morte della vittima. Complessivamente, agli interventi redistributivi è destinato il 35 per cento delle risorse recate dal provvedimento, per un importo di 2.920 milioni.

Di notevole rilevanza politica sono poi le misure dell'articolo 18, che ripristinano i contributi dell’Italia agli organismi internazionali, saldando i debiti del Governo di centrodestra che, con le sue inadempienze, aveva minato fortemente la credibilità dell’Italia. Al comma 1, 500 milioni di euro vengono stanziati per l'adempimento di impegni internazionali per la pace e lo sviluppo. Con questo provvedimento il Governo, oltre a saldare il debito, riafferma un forte impegno in direzione della pace e di una redistribuzione di risorse verso i paesi in via di sviluppo. L’aiuto si compone di 130 milioni di euro per il versamento di una ulteriore quota del contributo italiano a favore del Fondo globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria (Global Health Found); di 225 milioni erogati ad organizzazioni umanitarie operanti a favore dei Paesi in via di sviluppo, segnale di rilancio della cooperazione, in continuità con la finanziaria 2007, che ha stanziato 270 milioni di euro in più rispetto al precedente Governo a sostegno delle ONG per portare avanti i progetti già in corso e intervenire nelle situazioni di maggiore bisogno; di 100 milioni di euro per la Corte penale internazionale e per la corresponsione di quota parte dei contributi obbligatori dovuti all’Organizzazione delle Nazioni Unite per le Forze di Pace, a sostegno delle missioni in atto cui l'Italia partecipa con forte impegno e alle quali si ribadisce pieno sostegno, a condizione che le operazioni di polizia internazionale dell’Onu siano chiaramente distinte dalle operazioni militari di guerra degli Stati Uniti e della Nato; di 40 milioni per finanziare le attività di mantenimento della pace in Africa a favore di un Fondo italiano, denominato "Peace Facility" - la cui costituzione è stata annunciata dal Presidente Prodi al vertice del Consiglio di Sicurezza su "Pace e sicurezza in Africa" del 25 settembre scorso - che permetterà di appoggiare, su richiesta africana, gli sforzi dell'Unione Africana e delle altre organizzazioni regionali del continente, a favore della pace e della sicurezza, operando in stretta collaborazione con il Fondo europeo già esistente; e di 5 milioni per il completamento del programma per l'assistenza italiana nella distruzione degli stock di armi chimiche site nella regione di Kurgan nella Federazione russa, di cui al Protocollo aggiuntivo all'Accordo di Mosca del 20 gennaio. Ai 500 milioni per la pace e lo sviluppo vanno aggiunti 410 milioni, previsti dal comma 2, per la partecipazione dell’Italia a banche e fondi di sviluppo internazionali per aiuti finanziari ai Paesi in via di sviluppo. Le principali istituzioni finanziarie internazionali di cui l’Italia fa parte sono la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRD) e l’Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA). Ad esse si aggiungono agenzie affiliate, quali la Società Finanziaria internazionale (IFC), l’Agenzia multilaterale per la garanzia agli investimenti (MIGA) e il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti diretti esteri (ICSID), nonché, organismi che operano a livello regionale come la Banca asiatica di sviluppo (AsDB) e il Gruppo della Banca africana di sviluppo (AfDB).

Della componente infrastrutturale che rappresenta quasi il 31 per cento dell'intero provvedimento, con un importo di 2.555 milioni di euro, particolare rilevanza assume, anche per la sua ricaduta in termini di abbattimento delle emissioni di C02 nelle metropoli e di mobilità sostenibile, la norma dell'articolo 7, recante il finanziamento del trasporto metropolitano nelle grandi città di Roma, Napoli e Milano per complessivi 800 milioni di euro che, in aggiunta ai 500 milioni stanziati in finanziaria per i trasporti nelle aree metropolitane, danno un segno tangibile dell' inversione di tendenza intrapresa da questo Governo in materia di politica dei trasporti. Positivo anche il finanziamento, disposto dall'articolo 8, di interventi per il trasferimento modale da e per la Sicilia e per il miglioramento del trasporto pubblico in Calabria e nello Stretto di Messina, per 75 milioni di euro, che prevede il potenziamento del trasporto modale con lo sviluppo delle autostrade del mare e del trasporto aereo e ferroviario di merci, della sicurezza stradale e navale, il miglioramento dei livelli di qualità e di sicurezza del servizio del trasporto ferroviario locale per alleviare i disagi dei pendolari, in particolare di quelli che transitano nello Stretto. In sostanza si tratta di interventi che fanno parte di un piano alternativo di mobilità in coincidenza con la partenza dei lavori all’autostrada A3 nel tratto di Gioia Tauro - Reggio-Calabria. Questi interventi, anche se di piccola entità, rappresentano un esempio tangibile di come il Governo può intervenire efficacemente per garantire lo sviluppo effettivo e sistematico di una politica dei trasporti sostenibili. A tal proposito rimane incomprensibile il permanere della società Stretto di Messina e il mancato annullamento del contratto con Imprigilo sulla realizzazione del ponte. Una cospicua quota di risorse, per un importo di 1.075 milioni di euro, viene poi destinata, con l'articolo 2 a contributi alla società FS per interventi volti ad assicurare adeguati livelli di investimenti e di manutenzione straordinaria della rete tradizionale delle infrastrutture ferroviarie. Nel medesimo articolo si autorizza la spesa di 215 milioni di euro a favore dell'ANAS S.p.A per progetti compresi nel piano di investimenti programmati nel contratto di programma 2007. Con l'articolo 6 viene disposto che la determinazione in sede Cipe di un canone di utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria i cui proventi possono essere destinati per quota parte al completamento del sistema Alta Capacità/Alta Velocità, per la parte compresa nelle reti TEN, sia per quanto riguarda le tratte in corso di realizzazione, sia per le altre tratte. Questa previsione suscita perplessità per due ordini di motivi: in primo luogo per l’estensione a nuove tratte di Alta Capacità/Alta Velocità non ancora autorizzate e, in secondo luogo, per l’utilizzo non coordinato del canone per l’uso dell’infrastruttura ferroviaria, che dovrebbe essere destinato anche alla manutenzione della rete nonché ai servizi sulle tratte non remunerative. Per rimanere nell'ambito del settore ferroviario l'articolo 9, autorizza il ministero dell'economia a erogare a Trenitalia SpA le risorse stanziate dalle leggi di bilancio 2006 e 2007 per la fornitura di alcuni servizi viaggiatori e merci che la società non ha potuto finora incassare poiché i relativi contratti sono ancora in fase di stipula.

Viene previsto il rifinanziamento, all'articolo 22, della legge speciale per la salvaguardia di Venezia per la definizione di una rete fissa antincendio e di un nuovo sistema di allertamento per i rischi rilevanti da incidente industriale nella zona di Marghera per un importo di 20 milioni di euro. Meno condivisibile appare, nello stesso articolo, lo stanziamento di ulteriori 170 milioni per la realizzazione del sistema Mose. L’articolo 23 reca un contributo di 10 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture del Polo di ricerca e di attività industriali nell'area di Erzelli, nel comune di Genova. Rientra tra gli interventi di natura infrastrutturale l'articolo 36 che stanzia cospicue risorse, 150 milioni di euro per l’anno 2007, per la realizzazione delle opere, degli interventi e delle iniziative connessi alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. I progetti verranno definiti dal Comitato dei Ministri denominato "150 anni dell’Unità d’Italia", entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame e in raccordo con gli enti territoriali interessati. Infine, con l'articolo 25, vengono stanziate risorse per il Friuli Venezia Giulia, in particolare si autorizza, per l’anno 2007, la spesa di 65 milioni di euro, finalizzata al collegamento stradale veloce tra l’Autostrada A4 e l’area della zona produttiva nel comune di Manzano, conosciuta come distretto produttivo della "sedia", e la la spesa di 15 milioni di euro per l’anno 2007 per fare fronte agli interventi di riduzione del rischio idrogeologico e alluvionale conseguenti all’evento calamitoso del 27 maggio 2007.

Nonostante sia evidente l'insufficienza delle risorse destinate all'ambiente, vista l’esiguità del contributo straordinario di 20 milioni di euro, pari allo 0,2 per cento del totale, per l’attuazione di programmi di intervento per le aree protette e per la difesa del mare (articolo 26), vi sono norme significative che compensano in parte l'inadeguatezza dei finanziamenti. In primo luogo il comma 2 dello stesso articolo 26, che reca una norma programmatica di grande importanza secondo cui, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, i nuovi interventi pubblici, devono essere accompagnati da una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra. Il Governo, introducendo un tetto minimo del 40 per cento agli interventi da certificare, rende la norma di difficile applicazione. Una cosa è la destinazione ai fini di Kyoto del 40 per cento almeno dei nuovi investimenti, secondo l'impegno assunto in sede di DPEF, altro è l'obbligo di certificazione degli effetti attesi ai fini di Kyoto di interventi finanziati con investimenti pubblici, che dovrebbero riferirsi alla intera somma. Inoltre la mancata specificazione delle tipologie di intervento, oltre a rendere la norma indeterminata, lascia aperto il problema del coinvolgimento, in molti casi, della Conferenza Stato regioni, oltre ad una riflessione sugli interventi effettuati con fondi comunitari. Di notevole rilevanza è la disposizione che prevede l'Allegato Kyoto al DPEF, dando seguito all'impegno specifico assunto in sede di risoluzione al DPEF 2008-2011. Il Governo, sulla base di tale articolo, è tenuto ad inserire annualmente nel DPEF un aggiornamento, predisposto dal Ministro dell’ambiente sentiti gli altri Ministri interessati, sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall’attuazione del Protocollo di Kyoto e sui relativi indirizzi, anche in relazione al piano di azione nazionale previsto all’articolo 2 della legge 120 del 2002 (Legge di ratifica del Protocollo di Kyoto).

Positiva è anche la norma relativa all'articolo 17 che modifica la legge finanziaria 2007 relativamente alla riassegnazione delle somme corrisposte a titolo di danno ambientale ma non erogate per effetto del tetto massimo imposto dalla finanziaria 2006, che stabiliva limiti percentuali alle somme rassegnabili. I piani di riassegnazione delle risorse previsti dal comma 868 della finanziaria 2007, ancora non predisposti, vengono integrati con l'inserimento dell'anno 2001 e quindi anche con le risorse derivanti dall'accordo transattivo Stato-Montedison per Marghera. Opinabile è invece la norma recata dall'articolo 46 finalizzata alla semplificazione delle procedure di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto. Si ripropone, ancora una volta il meccanismo per cui, avendo il Governo deciso di attuare a tutti i costi una politica, si passa sopra alle procedure che l’ordinamento contempla non per ritardare i tempi di realizzazione ma per contemperare i diversi interessi meritevoli di tutela. All'articolo 32 vi è la riassegnazione di risorse all'ENEA per far fronte, anche mediante appositi atti transattivi, al pagamento, fino a concorrenza, degli oneri afferenti al contratto di appalto per la realizzazione dell’impianto prototipico nucleare denominato PEC per le prove su elementi combustibili. La vicenda è connessa ad un contenzioso tra Ansaldo (Finmeccanica) ed Enea, risoltasi a favore di Finmeccanica. Per consentire all’Enea di chiudere le pendenza con Ansaldo, gli vengono assegnate le somme previste nel bilancio statale da parte delle imprese beneficiarie dei contributi per interventi per lo sviluppo e l’accrescimento di competitività delle industrie operanti nel settore aeronautico, vale a dire a Finmeccanica. Il decreto reca anche una norma meramente riorganizzativa del Ministero dell'Ambiente, con cui lo si espunge dall'elenco di ministeri che si articolano in dipartimenti (articolo 26, comma 4) nel quale era stato inserito all'inizio di questa legislatura con il decreto 181 del 2006.

Al fine di anticipare gli effetti della riforma del settore relativamente al contenimento della spesa l'articolo 10 dispone una serie di tagli alle provvidenze alle imprese editrici (incluse le imprese radiofoniche organo di partito). In particolare si ridetermina, in riduzione del 7 per cento, relativamente agli anni 2007 e 2008, il contributo diretto previsto dalla legge n. 250 del 1990, (la relazione tecnica stima una riduzione di spesa di 13,5 milioni di euro annui). Si prevede, a decorrere dall’esercizio finanziario 2008, la riduzione del 7 per cento delle agevolazioni tariffarie previste dal decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, e la correlativa riduzione della compensazione dovuta alla società Poste Italiane S.p.A (la stima della relazione tecnica riporta un contenimento della spesa stimabile in 21,5 milioni di euro). Sono escluse dalle agevolazioni le pubblicazioni dedicate prevalentemente all’illustrazione di prodotti o servizi contraddistinti da proprio marchio o altro elemento distintivo dalle agevolazioni tariffarie applicate alle spedizioni di prodotti editoriali, equiparando tali pubblicazioni ai giornali di pubblicità. Si modifica, a decorrere dal 1°gennaio 2008, il requisito di accesso alle agevolazioni tariffarie previsto dall’articolo 2, comma 1, lett. a), del decreto-legge n. 353 del 2003, ossia il non avere nelle pubblicazioni inserzioni pubblicitarie per un'area superiore al 45 per cento dell'intero stampato, su base annua. Lo stesso articolo 10, al fine di assicurare l’erogazione dei contributi diretti all’editoria di cui alla legge n. 250 del 1990, relativi all’anno 2006, autorizza la spesa aggiuntiva di 50 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2007. Non si comprende per quale motivo nell'allegato dei saldi viene registrata la spesa aggiuntiva di 50 milioni di euro ma non il contenimento di spesa derivante dalle altre disposizioni.

Con l'articolo 15 è autorizzata la spesa massima di 1.000 milioni di euro lordi, in aggiunta a quanto previsto dai commi 546 e 549, della legge finanziaria 2007, finalizzata a consentire la retrodatazione al 1° febbraio 2007 degli incrementi di stipendio per i quali gli accordi sindacali, siglati nel corso del 2007, hanno previsto decorrenze successive al 1° febbraio 2007. Il comma 5 precisa che gli importi corrisposti grazie allo stanziamento aggiuntivo costituiscono "anticipazione" dei benefici complessivi del biennio 2006-2007 da definire, in sede contrattuale, dopo l’approvazione del disegno di legge finanziaria per l’anno 2008, che integrerà le risorse contrattuali per la completa attuazione dell'accordo del 29 maggio 2007. L'articolo 27 attribuisce alla Regione Calabria un contributo, per il 2007, di 60 milioni di euro, subordinato alla stipulazione di un'apposita convenzione con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e di quelli già impegnati in lavori di pubblica utilità. Lo stanziamento in oggetto è a valere sul Fondo per l'occupazione che viene, a tal fine, incrementato nella medesima misura, riducendo le risorse relative al Servizio nazionale della protezione civile di 60 milioni di euro. Contestualmente si prevede che i lavoratori di pubblica utilità del territorio della medesima Regione Calabria siano equiparati ai lavoratori socialmente utili, ai fini dell'applicazione del comma 1156, lettera f), della finanziaria 2007. Questa consente, per l'anno 2007, ai comuni con meno di 5.000 abitanti, di procedere ad assunzioni di soggetti già collocati in attività socialmente utili, per qualifiche per le quali non sia richiesto un titolo di studio superiore alla scuola dell'obbligo, anche oltre la quota di riserva già prevista in favore dei medesimi soggetti e pari al 30 per cento (aliquota che si commisura sul totale dei posti da ricoprire per le qualifiche suddette). Tale deroga viene ammessa nel limite massimo complessivo di 2.450 unità e di un onere pari a 23 milioni di euro annui, decorrenti dal 2007 ed a carico del Fondo per l'occupazione (Fondo che viene incrementato della medesima misura). Per ogni soggetto (già collocato in attività socialmente utili) così assunto, viene riconosciuto in favore del comune un contributo una tantum corrispondente a 18 milioni di vecchie lire. L'articolo 43 consente, inoltre, che queste assunzioni effettuate dai comuni in deroga possano essere effettuate anche in soprannumero, nel rispetto dei vincoli finanziari previsti per i comuni con meno di 5.000 abitanti dal comma 562, della finanziaria 2007. In caso di soprannumero, i comuni non possono procedere ad altre assunzioni di personale fino al totale riassorbimento delle eccedenze. L'articolo 12 autorizza la spesa di 150 milioni di euro per l’anno 2007, al fine di sostenere l’adempimento dell’obbligo di istruzione di cui all’articolo 1, comma 622, della legge finanziaria 2007. Si tratta di un piccolo ma significativo intervento a sostegno dell’istruzione pubblica, che il Governo sta rilanciando, dopo la buia stagione delle tre "I" del centrodestra, sia sul versante dei contenuti (come mostra il recente libro bianco sull’istruzione), sia attraverso l’elevazione dell’obbligo scolastico. Il comma 2 prevede che per l’anno 2007 non sia applicata la clausola di salvaguardia prevista dal comma 621 della legge finanziaria 2007, che prevede, in caso di mancato conseguimento delle economie di spesa discendenti dalle misure indicate per il settore scolastico la riduzione delle dotazione di bilancio fino alla concorrenza dei risparmi previsti. Le economie dovevano essere realizzate attraverso un processo di razionalizzazione del personale del comparto scuola, per conseguire l’obiettivo finale di circa 47.000 unità in meno a decorrere all’anno scolastico 2008-2009. Sulla base dei dati comunicati dal Ministero è stato registrato che, per l’anno scolastico 2007-2008, si è conseguita invece una riduzione di personale pari a 14.000 unità in luogo delle previste 43.000, e che il Ministero prevede di ridurre 11.000 unità in ragione d’anno scolastico per realizzare la riduzione complessiva di 47.000 unità a regime nell’a.s. 2010-2011. I 283 milioni di maggiori risorse vengono considerate dal ministero dell’istruzione una acquisizione permanente, mentre il tesoro la considera una eccezione determinata dall'extragettito. Tra queste posizioni va individuato un punto di equilibrio, capace di rilanciare l’istruzione pubblica nell’ambito degli equilibri di bilancio.

L’articolo 4 introduce la possibilità di commissariamento delle regioni che stanno gestendo i piani di rientro dai disavanzi sanitari, condivisi con il Governo, in caso di inadempienza. La norma è singolare, in quanto correlata alla prefigurazione del mancato rispetto da parte della regione degli adempimenti previsti dai medesimi Piani, in relazione alla realizzabilità degli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi ivi programmati, in misura tale da mettere in pericolo l’unità economica e i livelli essenziali delle prestazioni. Il fatto che l’organismo deputato a stabilire l’eventuale commissariamento sia il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza fa pensare che questa disposizione sia stata introdotta essenzialmente per rispondere alla reazione negativa di alcune regioni alla scelta del Governo di passare dall’aiuto generalizzato, pro-quota, a quello selettivo, concentrato sulle realtà in difficoltà. I vincoli stringenti dei piani di rientro, che prevedono il controllo preventivo del Governo sui sistemi sanitari regionali e soprattutto l’incremento automatico, in caso di disavanzo non coperto con misure alternative, delle addizionali regionali nella misura necessaria a colmare lo squilibrio, appaiono infatti, nella pratica, ben più stringenti della nomina del commissario. Le possibilità di un soggetto esterno di ribaltare una situazione profondamente compromessa appaiono scarse: l’insediamento del commissario bloccherebbe i processi di riorganizzazione facendo prevalere l’elemento di garanzia formale su quello del miglioramento dell’efficienza; il debito primario delle regioni sarebbe sottoposto a procedure di default, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria; i rating delle regioni sarebbero penalizzati, collocando le regioni commissariate nella zona speculativa. In ultima analisi si tratta di una ipotesi di cui emergono solo le connotazioni negative. L’articolo 5 ridetermina il tetto della spesa farmaceutica elevandolo dal 13 al 14,4 per cento del finanziamento statale del servizio sanitario, al lordo dei ticket e della distribuzione diretta di ASL e ospedali (il tetto per la spesa farmaceutica ospedaliera scende dal 3 al 2 per cento, a totale responsabilità regionale). Viene inoltre ridefinito il meccanismo di deteminazione annuale della quota e gli adempimenti delle regioni, cui è subordinata la distribuzione della quota integrativa del finanziamento statale. A partire dal 2008 viene inoltre rideterminato il meccanismo di determinazione dei prezzi dei farmaci attraverso l’attribuzione di un budget a ciascuna azienda produttrice da parte dell’associazione italiana del farmaco (AIFA). Il prezzo di riferimento è calcolato sulla base dei volumi e dei prezzi degli ultimi dodici mesi per i quali sono disponibili i dati, distintamente per i farmaci equivalenti e per i farmaci ancora coperti da brevetto. Nella definizione del budget si tiene conto anche delle risorse incrementali della spesa necessaria per la produzione dei farmaci innovativi. L’eventuale sforamento del budget viene ripianato ripartendo proporzionalmente le quote tra produttori, grossisti e farmacisti. La mancata integrale corresponsione a tutte le regioni interessate, da parte delle aziende, di quanto dovuto nei termini perentori previsti, è sanzionata con la riduzione dei prezzi dei farmaci ancora coperti da brevetto, in misura tale da coprire l’importo corrispondente, incrementato del 20 per cento. Si passa in sostanza dal taglio dei prezzi ad un più stringente meccanismo di restituzione diretta. L’articolo 11 riguarda la finanza degli enti locali ed è finalizzato a favorire l’estinzione anticipata di mutui e prestiti obbligazionari. Il contributo di 30 milioni annui per il triennio 2007 – 2009 è pari al 3 per cento degli avanzi di amministrazione degli enti locali utilizzabili per questa finalità e viene incontro agli enti locali cui, con una disposizione introdotta nella legge finanziaria per il 2007 (comma 699), è stato impedito di estinguere anticipatamente i prestiti contratti con la Cassa Depositi e prestiti, senza oneri diversi dal rimborso del debito residuo. I comuni vengono favoriti nell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione anche dal ddl finanziaria che all’articolo 10 adotta il criterio della competenza mista consentendo di utilizzare la contabilizzazione per cassa delle spese in conto capitale. Anche l’articolo 24 si occupa della finanza degli enti locali disponendo un sostegno straordinario ai comuni in dissesto per 150 milioni. La norma ha, come è noto, un destinatario specifico: il comune di Taranto, esempio di come la cattiva amministrazione possa creare dissesti di difficile soluzione. Il comune registra un buco di 900 milioni, di cui circa 362 di debiti finanziari (Boc, mutui con cassa depositi e prestiti e swap) e 537 milioni di debiti commerciali. Il Governo ha scelto la strada dell’intervento parziale e tardivo, aderendo alla filosofia di una autonomia finanziaria che può giungere fino al fallimento dell’ente. Non sembra una strada produttiva: i cittadini stanno pagando un conto salato, tassati al limite massimo consentito; il rating del comune è sceso nella zona speculativa; servizi essenziali, come l’illuminazione e il cimitero, sono stati messi in discussione; i creditori pagati tra il 40 e il 60 per cento. C’è una asimmetria tra una autonomia finanziaria molto relativa e la possibilità di operare con grande latitudine nei mercati finanziaria. Sarebbe opportuno porre dei vincoli più stringenti ed intervenire con prontezza alle prime avvisaglie di crisi importanti, utilizzando i poteri che la Costituzione dà allo stato per rimuovere squilibri economici e sociali. L’articolo 35 istituisce un fondo per le zone di confine, per affrontare il fenomeno, che recentemente si è accentuato, delle richieste di migrazione nelle regioni a statuto speciale di comuni confinanti. Il problema segnala una questione molto rilevante. La crisi dello stato nazionale e dei legami che storicamente hanno rappresentato una connessione forte tra comunità e territori, può mettere in moto processi disgreganti. Nella fattispecie in esame la mancata attuazione del federalismo possibile, cooperativo e solidale e la sovrapposizione del processo di ridefinizione del rapporto tra i livelli di Governo al modello esistente, che vede la compresenza di regioni ordinarie e speciali, possono causare tendenze migratorie verso regioni più ricche e meglio sussidiate. Per questo motivo la norma istituisce un fondo di 20 milioni per l’attuazione di specifici progetti finalizzati allo sviluppo economico dei territori dei comuni confinanti con le regioni a statuto speciale.

L'articolo 42 prevede delle ulteriori risorse alla Agecontrol S.p.a. per l’espletamento delle proprie funzioni e delle risorse specifiche all’Agenzia per l’erogazione in agricoltura (AGEA) per garantire l’attuazione della riforma, approvata recentemente in sede comunitaria, dell’OCM ortofrutta. L’aumento di risorse previsto dal decreto legge, pertanto, contribuisce a rafforzare complessivamente i controlli sulla qualità dei prodotti, garantendo in questo modo una maggiore tutela del consumatore. Il primo comma dell’articolo 42 del provvedimento, si interseca, inoltre, con le misure previste dal secondo comma dell’articolo stesso che autorizza l’AGEA ad attivare, nel limite di 10 milioni di euro, una serie di misure nazionali per dare attuazione alla riforma dell’OCM ortofrutta e può rappresentare pertanto un primo contributo per avviare il complesso processo di attuazione della riforma stessa.

L’articolo 3 semplifica le procedure di utilizzo degli stanziamenti per gli investimenti indicati nell’elenco della legge finanziaria per il 2007, la cui attivazione è subordinata alla alimentazione del Fondo per il TFR amministrato dall’INPS. Il meccanismo semplificato prevede per il 2007 la possibilità di utilizzare una quota pari all’80 per cento degli interventi indicati nell’elenco, mentre per il 2008 e il 2009, la misura è fissata al 70 per cento. Questo utilizzo parziale determina uno slittamento degli stanziamenti che migliora il dato del 2008 e peggiora, complessivamente per la stessa entità, quello dei due anni successivi. L’articolo 13 conferisce al ministro della università e della ricerca la potestà di provvedere con norma regolamentare, da emanare entro il 30 novembre 2007, alla attuazione dell’utilizzo del fondo per gli investimenti per la ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), svincolandolo dalla procedura prevista dalla legge finanziaria per il 2007 (comma 873), che prevede una procedura più articolata. La finalità è quella di potenziare e rendere immediatamente operativo il sostegno ai progetti di ricerca. Dello stesso tenore la norma del comma 2, che armonizza il momento della chiusura della scuola superiore della pubblica amministrazione, con l’attivazione della Agenzia per la formazione. L’articolo 14 razionalizza i servizi aggiuntivi erogati nei luoghi di cultura che la legge Ronchey aveva introdotto e che sono previsti dall’articolo 117 del codice dei beni culturali. Si tratta dei servizi di caffetteria, didattica, book shop, ecc., che si dispone di affidare in forma integrata, attraverso una unica procedura concorsuale. L’articolo 19 rende più flessibile la norma sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni restringendone il perimetro, con l’esclusione delle società a prevalente partecipazione pubblica e conferendo la possibilità al ministro dell’economia di disporre, con norma regolamentare, la variazione dell’importo al disopra del quale prima di effettuare i pagamenti verificare se il beneficiario è inadempiente all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una più cartelle di pagamento. L’articolo 37 limita la possibilità degli enti pubblici previdenziali ad assumere impegni nell’ultimo trimestre del 2007 alla condizione che nello stesso periodo le stesse diano luogo a pagamenti. Le misure contenute nell’articolo 16 sono dirette a favorire la diffusione della tecnologia digitale attraverso l’introduzione di una serie di adempimenti e limitazioni per i produttori e i rivenditori di apparecchi televisivi che incentivino i consumi verso televisori digitali. In tal modo si prevede una uscita graduale dal mercato dei televisori analogici. Nello stesso articolo viene inevitabilmente prorogato il termine per la completa conversione del sistema televisivo al digitale. A posteriori si confermano le valutazioni espresse in sede di approvazione della cosiddetta "legge Gasparri" da parte del centrosinistra che aveva sostenuto le difficoltà oggettive per diffondere il nuovo sistema, che avrebbero richiesto tempi lunghi e che strumentalmente il centrodestra non riconosceva per favorire le reti Mediaset. Il passaggio al digitale è prorogato al 2012. L’articolo 20 integra, per il 2007, il contributo del 5 per mille a favore del terzo settore e delle organizzazioni onlus che svolgono attività socialmente rilevanti, per 150 milioni. Analoga disposizione si ritrova nel disegno di legge finanziaria che ripropone lo stanziamento, per lo stesso importo, nel 2008. Poiché tale aumento è volto ad adeguare la spesa al previsto ammontare dei benefici, sulla base della stima effettuata dall’agenzia delle entrate, si può ipotizzare che tale adeguamento avrà natura permanente. L’articolo 31 concede contributi straordinari all’istituto pediatrico Giannina Gaslini di Genova per 40 milioni, all’Unione italiani ciechi per 1 milione e alla fondazione Ebri (European Brain Research Institude) per 3 milioni. L’articolo 28 sopprime l'ente pubblico SPORTASS (Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi), demandando le relative funzioni all'INPS per il ramo previdenziale ed all'INAIL per il ramo assicurativo con un onere di 50 milioni nel 2007, 5,4 per il 2008 e 11,3 nel 2009. Lo stesso articolo assegna all’Istituto per il credito sportivo la somma di 20 milioni di euro per il 2007 al fine di realizzare il programma straordinario per l'impiantistica destinata allo sport professionistico e, in particolare, all'esercizio della pratica calcistica; il contributo incrementa il fondo speciale costituito presso il citato Istituto. I criteri di concessione del credito per l’impiantistica sportiva sono determinati con decreto del Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. L’ articolo 29 dispone che, nelle more della riforma della fondazione ANAOSI (medici veterinari), finalizzata a rendere la relativa disciplina omogenea a quella degli enti assistenziali e previdenziali concernenti le libere professioni, i contributi obbligatori siano stabiliti dal consiglio di amministrazione della fondazione in modo da assicurare l'equilibrio della gestione e la conformità alle finalità statutarie, rapportando la misura degli stessi, per ciascun soggetto, ad una percentuale della retribuzione di base ed all'anzianità di servizio. Questa norma sana una situazione di incertezza giuridica sulla quale si è pronunciata anche la corte costituzionale. L’articolo 30 dispone il commissariamento della Fondazione Ordine Mauriziano, con sede a Torino, per la grave situazione finanziaria, che non consente di proseguire l’attività istituzionale. Solo al termine del procedimento di liquidazione dei beni commerciabili e del pagamento dei creditori la fondazione potrà tornare a gestire le attività ordinarie. L’articolo 39 contiene una serie di disposizioni sull’accertamento e la riscossione da cui emerge chiaramente la volontà dell’amministrazione di contrastare la evasione fiscale. Si tratta di norme organizzatorie di varia natura: la razionalizzazione e l’interscambio di dati relativi all’ICI con i comuni per migliorare l’efficacia dei controlli incrociati, più efficaci e meno dispendiosi per i contribuenti; la qualificazione dell’IRAP come imposta che rientra nel regime privilegiato (come l’IRPEF, l’IRPEG e l’ILOR ai sensi dell’art. 2752 del codice civile); il ripristino della richiesta della relativa prescrizione, oltre allo scontrino fiscale, per poter detrarre il costo dei medicinali; lo sviluppo del costante scambio informativo tra le informazioni fiscali delle pubbliche amministrazioni; la accelerazione del processo di pubblicizzazione di equitalia, strumento fondamentale nel contrasto dell’evasione; e la semplificazione delle procedure di rimborso del contribuente.

Anche l’articolo 40 contiene importanti disposizioni di natura fiscale, oltre alla proroga della concessione del gioco Enalotto e della trasformazione dei monopoli di stato in una Agenzia fiscale. Si tratta della definizione di un meccanismo più certo per la fissazione della addizionale comunale, basata sulle aliquote dell’anno precedente; e delle addizionali regionali, che possono essere modificate in senso più favorevole al contribuente, con applicazione anche al periodo di imposta al quale si riferisce la variazione.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 10,55.


BILANCIO(5a)

Martedì 16 ottobre 2007

136a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

(Esame congiunto dei disegni di legge nn. 1818 e 1817, congiunzione con il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1819 e rinvio)

 

Il PRESIDENTE propone che, in considerazione dell'omogeneità della materia, si proceda alla congiunzione dell'esame dei disegni di legge nn. 1817 e 1818 con l'esame del disegno di legge n. 1819 fino a termine della discussione generale per poi proseguire separatamente a iniziare dall’esame degli emendamenti.

 

Conviene la Commissione.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE), relatore sul disegno di legge n. 1818, sottolinea anzitutto che il disegno di legge di bilancio certifica la situazione dei conti pubblici a legislazione vigente, recependo le indicazioni di lavoro e gli impegni scaturiti dall'attività congiunta svolta dalle Commissioni bilancio di Camera e Senato insieme al Governo. Il bilancio pubblico ha accumulato elementi di rigidità che possono essere rimossi solo da una paziente opera di riordino legislativo, di snellimento delle procedure allocative e da una moderna capacità di attuare una revisione progressiva delle modalità d'impiego dell'intero ammontare delle risorse del bilancio. Il disegno di legge in esame, nel salvaguardare lo schema giuridico previsto dalla legge n. 94 del 1997, riclassifica il bilancio in senso funzionale, offrendo, da un lato, al Parlamento una maggiore trasparenza sulle modalità con cui vengono impegnate le risorse dello Stato e, dall'altro, alle singole Amministrazioni l'opportunità di ripensare la propria organizzazione. Lavorare per missioni articolate in programmi, oltre ad incidere sull'organizzazione amministrativa, faciliterà la costruzione di chiari contesti di riferimento su cui misurare l'efficacia dell'azione politica e della spesa e quindi il monitoraggio di quest'ultima. In proposito, fa presente che, nella formazione del bilancio e nella relativa gestione, il peso del formalismo legislativo appare ancora eccessivamente vincolante rispetto alla presentazione e articolazione degli obiettivi politici; anche da raffronti internazionali con Paesi caratterizzati da strumenti di bilancio comparabili a quello italiano, si evidenzia la prevalenza, della forma sul contenuto, a discapito di un più ampio coinvolgimento dei cittadini.

Rileva indi che la manovra per l’anno 2008, operando la riclassificazione del bilancio, introduce una novità sostanziale in tema di analisi delle politiche pubbliche, avviando un processo di modernizzazione dello Stato che, una volta completato, produrrà a suo avviso effetti benefici per il Parlamento, che potrà contare su strumenti più idonei per operare le proprie scelte allocative, per il Governo, che potrà esaminare in modo regolare e sistematico l’insieme dei programmi di spesa per valutarne la loro corrispondenza agli obiettivi prefissati, per le pubbliche amministrazioni, che potranno usufruire di un quadro più chiaro delle politiche perseguite dalle Amministrazioni centrali, e soprattutto per i cittadini, poiché potranno leggere il bilancio come il mezzo per misurare l’efficacia delle politiche rispetto ai propri bisogni. Ciò è possibile attraverso il passaggio da un bilancio che ha per oggetto chi spende, ad uno che spiega per quali politiche si spende. Precisa quindi che la riclassificazione del bilancio sembra essere potenzialmente in grado di conferire nuovamente sostanza al documento contabile, spostando la consueta attenzione rivolta alla legge finanziaria, che reca risorse incrementali, verso lo stock della spesa. Non mancano peraltro ostacoli che minacciano di interrompere il processo in atto. In proposito, osserva che il principale rischio, di natura politica, è connesso alla paternità della riforma. Infatti, se le precedenti riforme sono state condivise da un ampio arco di forze parlamentari, nel processo in atto prevale la difficoltà a pervenire a tale unità d'intenti, sebbene si tratti di temi che hanno contenuto prevalentemente istituzionale e che sono centrali per il buon funzionamento della democrazia, indipendentemente da chi governa. Ciò dipende, a suo avviso, dalla difficile fase che attraversa la transizione italiana, ancora in atto. Un secondo ostacolo sulla strada della riforma riguarda i rapporti tra Parlamento e Governo. Le regole che guidano la formazione e l’approvazione del bilancio riflettono infatti l’equilibrio di poteri che, storicamente, si realizza in materia di politica fiscale tra Parlamento ed Esecutivo. In tale contesto, rileva che il principio di specificazione, ovvero la definizione dell’unità di voto parlamentare, diventa l’elemento da prendere in considerazione per comprendere come il Parlamento, di fatto, vincoli l’azione del Governo. Essa rappresenta la sintesi accettabile tra il potere decisionale del Parlamento e il margine di discrezionalità gestionale in capo al Governo. La prima direttrice della richiamata riforma del 1997 è stata attuata mediante una riorganizzazione del bilancio che ha ridotto in modo significativo il livello di dettaglio della decisione parlamentare, introducendo, al contempo, la distinzione tra bilancio "politico" e bilancio "gestionale". In proposito, segnala tuttavia che l’attuazione della riforma non ha portato ad un equilibrio istituzionale stabile tra Parlamento e Governo. Al riguardo, l’emersione di un binomio flessibilità-riduzioni di spesa, e nello specifico la concessione ai Ministeri di spesa di una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse, ha costituito, a suo giudizio, la contropartita delle iniziative di contenimento generalizzato della spesa. Sono state poi introdotte gradualmente, nell’articolato dei disegni di legge di bilancio e nella legge finanziaria, norme di carattere flessibile volte ad istituire fondi specifici, che consentono, altresì, trasferimenti di risorse tra unità previsionali di base afferenti allo stesso stato di previsione. In proposito, sottolinea che detta flessibilità, che interferisce con il richiamato principio di specificazione, è stata presentata come condizione per la realizzazione del consolidamento stesso dei conti pubblici, in quanto strumento diretto a rendere più sostenibili le riduzioni di spesa operate. Tuttavia, come del resto già rilevato nella relazione al bilancio dello scorso anno, con riferimento alle spese di funzionamento, la flessibilità non sembra, a suo avviso, aver incentivato riorganizzazioni amministrative per ricondurre le amministrazioni pubbliche verso un uso migliore delle risorse, più in linea con le priorità della maggioranza. Pertanto, osserva che si sono rivelati ancora troppo ristretti gli ambiti di flessibilità del bilancio concessi al Governo a fronte di un potere decisionale parlamentare solo potenzialmente penetrante, tenuto conto che in questo modo si è rinunciato ad una visione complessiva delle scelte distributive tra le varie politiche pubbliche.

Rileva altresì che la riclassificazione del bilancio riduce il grado di dettaglio della decisione parlamentare, consentendo al contempo una maggiore trasparenza e consapevolezza delle scelte di spesa. Ciò premesso, paventa il rischio che qualora anche a seguito della riclassificazione del bilancio non si accresca la flessibilità gestionale, il Governo finisca con il ricorrere a strumenti di flessibilità, anche in eventuale contrasto con le scelte operate dal Parlamento. Da questo punto di vista, destano a suo giudizio perplessità le indicazioni di cui alla tabella n. 3, concernente l’analisi degli oneri giuridicamente obbligatori per missioni, non giudicando plausibile che l’80-90 per cento della spesa in conto capitale sia vincolata. In proposito, rileva che un tale livello di rigidità del bilancio non consente alcuna revisione della spesa, né alcuna politica redistributiva. In proposito, rammenta che la Commissione tecnica per la finanza pubblica, nel corso dell'audizione svolta sulla manovra in esame, segnalava criticamente: l'insufficiente coerenza tra strutture del bilancio e organizzazione amministrativa; l'eccessiva frammentazione dei programmi tra più centri di responsabilità; l'eccessiva eterogeneità delle dimensioni dei programmi; l'impossibilità di rapportare direttamente alle missioni alcune norme di carattere trasversale, riguardanti, ad esempio, il pubblico impiego e i consumi intermedi. Invita quindi a non trascurare i risvolti gestionali sottesi alla riforma in atto, sollecitando una riduzione dei fattori legislativi e una loro semplificazione, anche al fine di evitare un'eccessiva compressione del potere emendativo del Parlamento. Un ulteriore fattore di rischio per il successo della riforma è dato dalle contraddizioni e dalla frammentarietà riscontrabili nel bilancio per l’anno 2008. Nello specifico, rileva che la classificazione per missioni e programmi si contrappone spesso ad una rappresentazione amministrativo-contabile per stati di previsione e non è agevole rintracciare all'interno delle missioni ripartite tra le competenze di più ministeri aspetti riferiti a singoli programmi.

Si sofferma quindi sul quadro relativo alla ripartizione percentuale delle missioni sul totale della spesa, che rappresenta a suo avviso una novità di estremo rilievo.

Per quanto concerne le entrate tributarie, appare a suo giudizio apprezzabile la riclassificazione e le tecniche di costruzione del bilancio a legislazione vigente, che fornisce in modo più trasparente gli strumenti conoscitivi per individuare la quota strutturale destinata ad avere effetti permanenti sul bilancio pubblico, quella riferibile invece ad andamenti positivi di natura puramente congiunturale, nonchè la componente di entrate legata alle una-tantum, non ripetibile negli esercizi successivi.

Come del resto evidenziato in sede di esame del disegno di legge di bilancio per il 2007, prosegue il relatore, vi sono una serie di ulteriori azioni che contribuirebbero in modo significativo al miglioramento della decisione in materia finanziaria: la realizzazione di un corredo informativo che non si limiti al bilancio dello Stato ma - in termini di conti consolidati della Pubblica Amministrazione - consenta di cogliere le più ampie connessioni della decisione operata nelle Aule parlamentari. Emerge, a suo avviso, l’esigenza di rafforzare il raccordo tra le decisioni di spesa delle amministrazioni centrali e quelle degli altri settori della finanza pubblica per grandi comparti di spesa. Con la riclassificazione del bilancio diventa infatti più evidente l’asimmetria dei documenti di bilancio per le decisioni di spesa, dovuta alla circostanza che il Governo ed il Parlamento fissano i confini dell’azione di un sottoinsieme di enti pubblici con il bilancio, mentre con la legge finanziaria agiscono normativamente sul complesso più ampio delle pubbliche amministrazioni al fine di rispettare gli accordi europei e concorrono, con le autonomie locali, al risultato finale in termini di saldo di finanza pubblica.

Il relatore sottolinea inoltre che nelle intenzioni del Governo, la nuova struttura del bilancio dello Stato ha come obiettivo primario quello di rendere più diretto il legame tra risorse stanziate e azioni perseguite, con l'obiettivo di far emergere un quadro, utile al perseguimento di una politica di risanamento finanziario e di crescita economica e sociale. Le funzioni informativa, allocativa ed esecutiva sono, egli prosegue, rese più chiare dalla nuova classificazione in missioni e programmi: le prime, che possono coinvolgere uno o più ministeri, consentono di confrontare risorse di settore considerate sotto la forma di macroaggregrati e profilano una rappresentazione sintetica della spesa pubblica; i secondi, che costituiscono il punto focale della nuova classificazione del bilancio, rappresentano in modo più sintetico e trasparente le finalità dello Stato, consentono una più chiara rendicontazione delle attività realizzate con le risorse allocate, nonché una più semplice ed efficace attività emendativa al Parlamento. Sottolinea altresì che è necessaria una rinnovata collaborazione istituzionale, affinché il percorso della riforma possa procedere superando talune delle criticità richiamate. In particolare, come del resto riconosciuto dai Ministri intervenuti nelle audizioni, la trasparenza del bilancio garantirebbe un maggiore coinvolgimento democratico. Anche il Governatore della Banca d'Italia ha rilevato, nel corso della sua audizione, che la riforma del bilancio e l'avvio dell'attività di revisione della spesa vanno nella direzione di migliorare e contenere la spesa pubblica. Ciò, come affermato dalla citata Commissione tecnica per la finanza pubblica, richiede a suo avviso un orizzonte temporale pluriennale. Conclude invitando a valutare il disegno di legge in esame in termini, non solo di rappresentatività dei conti pubblici, ma anche di strumento sempre più efficace di politica economica.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo), relatore sul disegno di legge finanziaria per il 2008 (Atto Senato n. 1817), sottolinea innanzitutto che la manovra di bilancio si inserisce in un contesto che presenta, da un lato, significativi miglioramenti dei conti pubblici e, dall'altro, un lieve rallentamento della crescita economica. Si sofferma quindi sulla riduzione dell'indebitamento netto, passato dal 4,4 per cento del PIL nel 2006 al 2,4 per cento nel 2007, segnalando che per il 2008 esso si ridurrà ulteriormente sino al 2,2 per cento. Quanto all'andamento del debito pubblico, rileva l'andamento decrescente, dopo un incremento a partire dal 2002, che condurrà al raggiungimento del valore del 103,5 per cento del PIL nel 2008. Rileva quindi con soddisfazione che l'avanzo primario, dopo essere stato azzerato negli anni passati, si attesterà al 2,6 per cento nel 2008. Sulla base dei dati richiamati, il relatore respinge quindi i rilievi critici mossi nel corso delle audizioni ai documenti di bilancio in merito ad una presunta lentezza del risanamento e ad un ventilato peggioramento degli andamenti tendenziali, in particolare a seguito dell'approvazione del decreto-legge n. 81, convertito, con modificazioni, con la legge n. 127 del 2007, nonché con il decreto-legge in titolo. Al riguardo, giudica contraddittorio che tali critiche siano avanzate contestualmente alla richiesta pressante di una drastica riduzione della pressione fiscale e di incremento degli stanziamenti per la sicurezza, la scuola, l'università, la ricerca ed altri importanti comparti. La politica economica del Governo ha pertanto privilegiato l'individuazione di un equilibrio tra misure di risanamento, di impulso allo sviluppo, di attenuazione della pressione fiscale e di riduzione delle disuguaglianze sociali. Entrando nel merito della manovra finanziaria per il 2008, rileva che essa contiene misure per un ammontare complessivo di 10,9 miliardi di euro, con l'obiettivo di proseguire proprio nella realizzazione del richiamato equilibrio, volto a contemperare le esigenze di risanamento, di crescita economica, di equità, nonché di riduzione della pressione fiscale e di semplificazione, anche attraverso una maggiore trasparenza del bilancio dello Stato. Non sarebbe stato a suo avviso fattibile, in assenza di strumenti cognitivi adeguati, ridurre ulteriormente la spesa pubblica, attraverso misure che avrebbero rischiato di essere inefficaci, costringendo in corso d'anno, come del resto già accaduto in passato, ad approvare interventi emergenziali per reintegrare i tagli effettuati.

Si sofferma indi sulle principali misure che caratterizzano il disegno di legge in esame, richiamando anzitutto l'articolo 1, che determina, per il 2008, in 34 miliardi di euro il saldo netto da finanziare ed in 245 miliardi di euro il livello massimo del ricorso al mercato finanziario. Giudica in proposito di particolare rilievo la scelta di inserire la norma che, già introdotta con riferimento alla precedente legge finanziaria proprio nel corso dell'esame in Senato, destina le eventuali maggiori entrate tributarie, rispetto alle previsioni, alla realizzazione degli obiettivi di indebitamento netto. Dà indi conto delle disposizioni tributarie volte alla riforma dell'imposta sui redditi delle persone giuridiche (IRES) e dell'imposta regionale sulle attività produttive, che vanno nel senso di assicurare una complessiva semplificazione e riduzione del peso delle imposte e, conseguentemente, di favorire la competitività del sistema imprenditoriale. Richiama indi gli ulteriori interventi nel settore tributario, che peraltro perseguono le già richiamate finalità, come ad esempio le disposizioni tese ad introdurre un regime fiscale ad hoc per le imprese minime e marginali, nonché altre misure in favore delle imprese, fra cui il rafforzamento del credito d'imposta per la ricerca e la ridefinizione del Fondo per la finanza d'impresa,

Richiama poi l'attenzione sul pacchetto di misure in favore del Mezzogiorno e delle altre aree svantaggiate del Paese, segnalando in proposito l'incremento del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), il riordino del sistema degli incentivi fiscali per le imprese operanti in tali territori, nonché la modifica della disciplina riguardante le zone franche urbane.

Nel quadro degli interventi di politica industriale, segnala quindi le misure per il sostegno di alcuni comparti industriali e produttivi ad alto contenuto innovativo e tecnologico, rimasti privi di risorse finanziarie adeguate e non più in grado di far fronte agli impegni sullo scenario internazionale. Si sofferma poi sulle politiche per lo sviluppo della comunicazione, dell'editoria, del cinema e della televisione, richiamando in particolare l'attenzione sull'efficacia delle norme che introducono un sistema basato sul credito d'imposta per l'imprenditoria operante nel settore cinematografico, una maggiore trasparenza del finanziamento destinato al settore dell'editoria, un efficace sostegno all'emittenza televisiva locale, nonché risorse per promuovere lo sviluppo del sistema televisivo digitale terrestre.

Fra le misure caratterizzanti la manovra per il 2008, il relatore segnala inoltre l'ulteriore accrescimento degli investimenti infrastrutturali e il miglioramento della sicurezza del sistema dei trasporti nazionali e locali, nel quadro di una rinnovata attenzione nei confronti delle modalità con un minore impatto ambientale. Al riguardo, richiama l'istituzione del Fondo per la mobilità locale, destinato al miglioramento del trasporto pubblico, l'agevolazione fiscale per gli abbonamenti ai servizi di trasporto locale, nonché le iniziative finalizzate allo sviluppo dell'intermodalità, alla diversificazione dei mezzi di trasporto e all'innalzamento della quantità e del livello dei servizi. Ricorda poi le politiche per la casa, soffermandosi in particolare sulla riduzione del carico fiscale riguardante l'imposta comunale sugli immobili (ICI) sulle abitazioni di residenza dei proprietari, sulla concessione di agevolazioni fiscali per le locazioni degli immobili, sull'introduzione di deduzioni IRPEF sulla prima casa, sul rilancio delle politiche abitative per i ceti sociali meno abbienti e le giovani coppie, sulla conferma delle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione di edifici, nonché sulla proroga degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici. Dà quindi conto delle misure intese a ridurre i costi connessi all'esercizio dell'attività politica ed amministrativa, richiamando nello specifico il blocco dell'adeguamento retributivo delle indennità parlamentari, la riduzione, pari al 20 per cento, dei compensi spettanti ai Commissari straordinari di Governo, la ridefinizione, in senso restrittivo, dei requisiti per l'istituzione delle comunità montane, la soppressione e razionalizzazione degli enti pubblici statali, la riduzione dei componenti degli organi delle società pubbliche, il divieto per amministrazioni pubbliche di costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessari per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, nonché l'individuazione di limiti alle retribuzioni dei dipendenti di Pubbliche Amministrazioni.

Quanto alle disposizioni riguardanti le autonomie territoriali, il relatore segnala, fra l'altro, le modifiche al Patto di stabilità degli enti locali, adottate in seguito a specifici accordi con comuni e province, al fine di introdurre meccanismi volti ad azzerare il concorso alla manovra degli enti che vantano un saldo medio positivo, in termini di cassa, riferito al periodo 2003-2005, ed a ridurre il concorso degli enti che nel medesimo periodo abbiano avuto entrate eccezionali derivanti da alienazioni immobiliari. Nel complesso, rileva che il beneficio in favore degli enti locali è pari a circa 280 milioni di euro per il 2008 e 210 milioni di euro per il successivo biennio. Accenna poi alla conferma della compartecipazione delle province al gettito IRPEF e le risorse destinate a finanziare il Fondo nazionale per la montagna. Richiama indi le disposizioni in materia di scuola, volte a introdurre misure di razionalizzazione riguardanti il personale docente, nonchè ad avviare in alcuni ambiti territoriali la sperimentazione di un nuovo modello organizzativo volto ad accrescere la qualità dell'istruzione e l'efficienza della spesa, all'adozione di un piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

In materia di università, vi è l'obiettivo di accrescere il Fondo di finanziamento ordinario per le università (FFU), per far fronte ai maggiori oneri connessi ai costi del personale. L'assegnazione di tali risorse aggiuntive, osserva il relatore, è peraltro subordinata all'adozione di un Piano programmatico volto, sulla base di un efficace sistema di valutazione, a favorire il miglioramento della qualità e dell'efficienza del sistema universitario.

Passando ad analizzare le misure in materia sanitaria, il relatore dà conto della norma volta a stanziare un importo pari a 9.100 milioni di euro per l'estinzione di debiti contratti dalle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia per finanziare i deficit sanitari, sulla base di quanto previsto nei Piani regionali di rientro, nonché delle disposizioni finalizzate a potenziare gli strumenti di controllo della spesa del settore farmaceutico. Dopo aver richiamato le misure riguardanti le politiche per la sicurezza, la difesa e l'ordine pubblico, si sofferma sulle norme in materia di pubblico impiego, che limitano fra l'altro, il ricorso a contratti di lavoro flessibile ai soli casi eccezionali e per periodi non superiori a tre mesi. Ricorda poi le misure volte a stanziare risorse per l'attuazione dell'accordo sul welfare, nonché le norme dirette a sostenere l'apprendistato, a promuovere la sicurezza sui luoghi di lavoro e la diffusione di cultura e le politiche di responsabilità sociale di impresa, a modificare la disciplina riguardante gli investimenti immobiliare degli enti previdenziali, a prorogare gli ammortizzatori sociali. In materia ambientale, segnala lo stanziamento teso all'adozione di piani strategici nazionali e di intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico, nonchè le risorse destinate alla riforestazione di aree incolte e per la realizzazione di parchi nei comuni a maggiore crisi ambientale. Avviandosi a concludere, il relatore rileva che la manovra economica in esame si pone in linea con obiettivi definiti nel Documento di programmazione economico-finanziaria e sanciti in sede europea, contiene significative misure volte a rafforzare la crescita e la competitività dell'economia e ad assicurare maggiore equità sociale. Auspica infine che, attraverso un approfondito esame parlamentare, si possa giungere a migliorare ulteriormente il provvedimento, anche con riferimento a taluni aspetti fiscali e connessi alle spese riguardanti il settore della pubblica amministrazione.

 

Il PRESIDENTE illustra quindi i criteri di ammissibilità degli emendamenti. Per la sessione di bilancio in corso sono confermate, in conformità con l’apposita circolare del Presidente del Senato diramata nel 2003, le regole di ammissibilità degli emendamenti finalizzate al perseguimento dei saldi finanziari definiti nella risoluzione approvativa del Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011 (e relativa Nota di aggiornamento) con riferimento al saldo netto da finanziare, al fabbisogno di cassa del settore statale e all’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni. Tenendo conto delle novità introdotte dalla legge n. 208 del 1999, riguardo al contenuto del disegno di legge finanziaria, fa presente che non sono ammissibili emendamenti aggiuntivi privi di effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale; emendamenti contenenti norme di delega (ivi comprese le modifiche a norme di delega già in vigore) o di carattere ordinamentale ovvero organizzatorio (articolo 11, comma 3, alinea, della legge n. 468 del 1978, come modificata dalla legge n. 208 del 1999); emendamenti di modifica delle norme di contabilità generale dello Stato (articolo 128, comma 6, del Regolamento); emendamenti volti a introdurre disposizioni di per sé stesse prive di effetti finanziari o con effetto neutrale, salvo che siano volte ad assicurare la piena attuazione di interventi disposti con precedenti manovre. Restano ammissibili, in ogni caso, emendamenti introduttivi di norme che rientravano già nel contenuto proprio della legge finanziaria, come, ad esempio, i maggiori oneri correnti di personale riconducibili all’attuazione degli istituti contrattuali e ai rinnovi contrattuali (ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera h), della legge n. 468 del 1978). Per quanto riguarda le misure con effetto di riduzione dei saldi, rileva che sono ammissibili emendamenti sostitutivi nel rispetto della compensazione finanziaria e dei vincoli generali di contenuto proprio di cui sopra, a condizione che non presentino carattere ordinamentale od organizzatorio, salvo che non siano finalizzati a conseguire un rilevante effetto di miglioramento dei saldi ovvero ad accelerare i processi di privatizzazione e di dismissione del patrimonio immobiliare, con effetti di riduzione del fabbisogno fin dal primo anno considerato nel bilancio. Sono ammissibili emendamenti aggiuntivi purché con esclusivo contenuto ed effetto di miglioramento, nonché emendamenti sostitutivi nel rispetto della compensazione e del contenuto proprio e soppressivi, a condizione della compensazione. Sono inammissibili le norme che dispongono l’uso parziale di risparmi, a meno che non siano destinati all’attuazione degli istituti contrattuali e ai rinnovi contrattuali. Per quanto riguarda le norme di sostegno all’economia, sono ammissibili emendamenti aggiuntivi con contenuto di finalizzazione diretta al sostegno o al rilancio dell’economia, in quanto tali da incidere sulle grandezze che misurano l’economia nazionale, fermo restando il rispetto dei vincoli generali di contenuto proprio di cui sopra (delega, carattere ordinamentale ed organizzatorio e modifiche norme contabili). Gli emendamenti non possono contenere: interventi di carattere localistico o micro-settoriale, intendendosi per tali quelli dunque riferiti ad ambiti soggettivi o territoriali che per la loro portata non sono in grado di incidere significativamente sulle grandezze dell’economia nazionale o della finanza pubblica e norme comportanti oneri netti per finalità non direttamente assimilabili al sostegno dell’economia. Sono invece ammissibili le norme di razionalizzazione finanziaria, finalizzate a rendere più flessibile e trasparente lo strumento del finanziamento di interventi di sostegno all’economia; le norme onerose (ovviamente compensate), finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell’economia, anche attraverso la riduzione del costo del lavoro o dell’imposizione sul reddito e misure di carattere generale che si sostanziano in un aumento del reddito disponibile (è fatto salvo, comunque, l’obbligo di compensazione finanziaria). Sono ammissibili emendamenti sostitutivi alle stesse condizioni degli aggiuntivi per quanto riguarda gli effetti finanziari e la compensazione nonché per il contenuto proprio (divieto di norme localistico-microsettoriali, di deleghe, di norme organizzatorie od ordinamentali, di modifica delle norme di contabilità). Sono inoltre ammissibili emendamenti soppressivi (salvo compensazione finanziaria, ove necessario). Infine, sono ammissibili, ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera i-quater della legge n. 468 del 1978, come modificato dalla legge n. 246 del 2002 di conversione del decreto-legge n. 194 del 2002, emendamenti recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi in vigore, ovvero, sotto il vincolo della compensazione, emendamenti di copertura di ulteriori oneri a legislazione vigente. Sotto il profilo della compensazione finanziaria, gli emendamenti che comportano conseguenze finanziarie peggiorative dei saldi debbono essere costruiti a doppia voce, di cui la seconda è costituita dalla copertura; la compensazione deve riguardare gli effetti sul saldo netto da finanziare di competenza del bilancio dello Stato, sul fabbisogno del settore statale e sull’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni; per il secondo e il terzo aspetto, occorre tener conto degli effetti come quantificati nella relazione tecnica in relazione ai vari obiettivi e quindi considerando gli eventuali coefficienti di realizzazione assunti dal Governo. La compensazione deve riferirsi agli effetti dell’emendamento a partire dal primo anno del triennio di riferimento e per tutta la durata della loro vigenza e deve garantire dunque mezzi di copertura di durata e quantità almeno uguale rispetto all’onere. Pertanto, in relazione ai limiti di impegno e figure assimilate (ad esempio contributi), sono ammissibili solo emendamenti compensati rimanendo dunque esclusa la possibilità di ricorrere per finalità di copertura ai limiti di impegno previsti da leggi vigenti, in quanto corrispondenti ad obblighi di spesa già in corso. Poiché il provvedimento non presenta in sé margini utilizzabili, tutti gli emendamenti con conseguenze finanziarie debbono essere compensati; non possono essere usati mezzi di parte capitale per coprire oneri correnti; è vietato lo scavalco tra disegno di legge di bilancio e disegno di legge finanziaria; non possono essere utilizzate per copertura variazioni nella stima delle entrate. Per quanto riguarda l’emendabilità della parte tabellare del disegno di legge finanziaria, le riduzioni di spesa corrente possono essere utilizzate per finanziare tutti gli incrementi; le riduzioni di spesa di conto capitale possono compensare solo gli incrementi di spese della stessa natura. La tabella F può essere solo rimodulata, previa compensazione sia sui singoli esercizi finanziari che nel complesso: per rifinanziare o definanziare una legge di tabella F occorre comunque rispettivamente usare la tabella D o E;per la tabella C, sono inammissibili emendamenti aggiuntivi in quanto non trovino esplicito fondamento in apposito rinvio operato dalla legislazione vigente, soppressivi o modificativi (in questo ultimo caso di elementi non numerici).Sono inammissibili altresì emendamenti aggiuntivi di un finanziamento triennale nella tabella D, ancorché recanti uno stanziamento di conto capitale classificato tra le norme di sostegno dell’economia, che non siano ricompresi nell’apposito allegato della legge finanziaria 2000 o non trovino esplicito fondamento in apposito rinvio operato dalla legislazione vigente. Per un finanziamento annuale, la condizione necessaria per l’ammissibilitàè la previsione di uno stanziamento di competenza (quindi non è sufficiente la sussistenza di residui) nell’ultimo esercizio finanziario, sempre ovviamente che si tratti di una legge di spesa di conto capitale. In caso di approvazione, le compensazioni superflue si intendono per non apposte, quelle esuberanti sono computate per il necessario, ove possibile, quelle incerte vengono adeguate, salva la congruità. In linea generale, gli emendamenti dovranno essere formulati in modo da garantire una chiara e reciproca collaborazione tra la portata della disposizione onerosa e la parte compensativa. Occorre tener conto comunque della maggiore formalità delle procedure di Assemblea, soprattutto in relazione alle coperture normative multiple e ripetitive. Per quanto riguarda le regole di ammissibilità degli emendamenti al bilancio, ricorda poi che gli emendamenti debbono essere riferiti alle unità previsionali di base (UPB) che, a seguito della riclassificazione del bilancio, rappresentano i macroaggregati (funzionamento, interventi, investimenti, etc.) dei programmi facenti parte delle missioni. Gli emendamenti non potranno contenere riferimenti a capitoli, neanche sotto forma di specificazione interna alle UPB; pertanto, gli emendamenti formulati con riferimento esclusivo a capitoli di bilancio sono inammissibili, mentre da quelli formulati con riferimento alle UPB sarà espunto ogni eventuale riferimento anche a capitoli. Le previsioni di cassa sono emendabili senza restrizioni nei limiti della massa spendibile (somma di competenza più residui), salvo l’obbligo di compensazione. Quanto alle previsioni di competenza, possono essere oggetto di emendamento esclusivamente le UPB dei diversi stati di previsione per gli importi corrispondenti a dotazioni direttamente stabilite dallo stesso bilancio (spese discrezionali al netto delle quote vincolate). Sono invece inammissibili emendamenti alle UPB per le previsioni di spesa la cui dotazione sia determinata direttamente da legge sostanziale (in tal caso gli emendamenti possono essere presentati alla legge finanziaria, nei limiti consentiti dalle sue diverse tabelle). Poiché le varie tabelle della finanziaria, in particolare le tabelle C, D ed F recano già l’indicazione delle UPB e dei capitoli di riferimento, prima di variare gli importi iscritti in una UPB di bilancio è opportuno controllare che gli stessi non siano già direttamente stabiliti dalle tabelle C, D e F della "finanziaria". Mentre le UPB, per gli importi la cui dotazione è rimessa al bilancio, possono essere in generale emendabili in senso riduttivo (con conseguente miglioramento dei saldi), il loro utilizzo come mezzo di copertura, sia pure nel solo ambito del bilancio, è soggetto a numerose restrizioni. Non possono essere utilizzati come mezzo di copertura: gli importi relativi alle previsioni di entrata; gli importi relativi alle spese per interessi; gli importi relativi alle spese per il trattamento economico del personale in servizio e in quiescenza ed agli oneri inderogabili; gli importi afferenti alla quota vincolata delle spese discrezionali (indicata nella scheda programma negli allegati alle tabelle); gli importi corrispondenti alle quote delle unità previsionali di base afferenti a fattori legislativi e a spese obbligatorie.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) interviene incidentalmente, in relazione ai criteri di ammissibilità degli emendamenti, per rilevare che l'emendamento 40.800 presentato dal Relatore e riferito al disegno di legge n. 1819, recante la conversione in legge del decreto-legge n. 159 del 2007, solleva alcune perplessità in quanto sembrerebbe incidere su una delega legislativa, senza trascurare poi il fatto che l'articolo 40 del menzionato decreto-legge - avente ad oggetto disposizioni sull'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato - non incide sui saldi di finanza pubblica.

 

Il PRESIDENTE prende atto delle osservazioni avanzate dal senatore Eufemi che saranno senz'altro considerate durante l'istruttoria di ammissibilità degli emendamenti presentati al decreto-legge n. 159 del 2007.

Propone quindi di fissare il termine per la presentazione dei sub-emendamenti agli emendamenti di natura governativa entro le ore 11 di domani, mercoledì 17 ottobre.

 

La Commissione conviene.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 10,25.

 


BILANCIO(5a)

Martedì 16 ottobre 2007

137a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella precedente seduta ha preso avvio la discussione generale congiunta sui provvedimenti in titolo.

 

Il senatore VEGAS (FI) si sofferma preliminarmente sulla ratio ispiratrice della riforma del bilancio evidenziando come, nonostante si sia intervenuti sulla struttura complessiva della spesa articolata per missioni, l'elemento della decisione politica rimane tuttavia incentrato sull'unità previsionale di base. Ne deriva quindi un sistema sostanzialmente rigido, posto che, risentendo di un meccanismo di fondo basato sull'autorizzazione di spesa, la parte discrezionale emendabile risulta assai contenuta. Al riguardo, sarebbe stato a suo avviso più opportuno delineare una diversa struttura del bilancio basata su meccanismi di contabilità economica piuttosto che di contabilità finanziaria, al fine di favorire una valutazione anche in termini di efficacia della spesa, posto che il rendiconto non gode di un'analisi puntuale da parte del Parlamento. Alternativamente, sottolineando l'esigenza di una riflessione sulla "spending review" sull'esempio emerso in sede europea, si sarebbe potuto prospettare, nel mantenimento della cultura amministrativa di fondo, un meccanismo di controllo più puntuale sulla verifica dell'efficacia della spesa da parte delle Camere, con effetti più pregnanti sul dato normativo che ne costituisce la base.

Ritiene inoltre necessario avviare una riflessione sull'ipotesi di un bilancio consolidato che sia coerente con l'approccio federale e con i diversi livelli istituzionali della spesa, volto non soltanto ad offrire una visione globale ai fini della verifica del rispetto dei parametri del Patto di stabilità, ma soprattutto per consentire maggiori margini di intervento ex ante.

Quanto al decreto legge, dichiara di non condividere la linea assunta dal Governo sulle modalità di utilizzo dell'extragettito, rilevando invero come la crescita delle entrate relativa all'Ires non derivi dalla lotta all'evasione, quanto piuttosto dall'andamento dell'economia, destinato quindi a mutare nel corso del tempo.

Con riferimento anche al disegno di legge finanziaria, esprime forti perplessità circa l'impostazione di ordine generale della manovra economico-finanziaria complessivamente intesa, posto che non prosegue su un percorso di risanamento finanziario e di riduzione del rapporto deficit- Pil, ma sembrerebbe anzi orientarsi in direzione opposta rispetto agli obiettivi già conseguiti: cita al riguardo il patto sul welfare in tema di trattamento previdenziale. Ciò appare tanto più ingiustificabile alla luce dell'atteggiamento del Governo volto a rinviare l'adozione di azioni di intervento per il rilancio dell'economia nonostante l'attuale disponibilità di risorse. Osservando a riguardo come potrebbero in ipotesi non esservi in futuro le condizioni economiche necessarie per fare fronte alle esigenze che già attualmente si pongono. In questo quadro, la scelta diretta all'incremento della spesa primaria, oltre a non essere in grado di favorire un rilancio dell'economia italiana, sembra piuttosto tener conto di esigenze rappresentate da alcune parti della maggioranza. Sottolinea inoltre che il valore complessivo del disegno di legge finanziaria e del decreto-legge, pari a 19 miliardi di euro, non si basa su consistenti tagli di spesa, quanto piuttosto sull'aumento spontaneo delle entrate, determinando peraltro un ulteriore inasprimento della pressione tributaria.

Si sofferma poi sull'accordo in tema di welfare quale parte qualificante della spesa, dichiarando di non condividere la modifica dell'età pensionabile, posto che, oltre ad essere incoerente rispetto al trend comunitario, comporta seri problemi relativi alla copertura. Rileva inoltre con preoccupazione l'aumento delle aliquote dei contributi dei parasubordinati, volto a suo avviso a finanziare i costi derivanti da tale accordo, piuttosto che a garantire un miglior trattamento previdenziale ai medesimi, con la conseguenza di produrre evidenti squilibri intergenerazionali.

Passando all'esame in dettaglio dei principali profili problematici relativi alla manovra di finanza pubblica per il 2008, dopo aver stigmatizzato l'assoluta eterogeneità del disegno di legge finanziaria, come già peraltro segnalato del Presidente del Senato, rileva come l'operazione di diminuzione dell'aliquota nominale sulle imprese non sia uno strumento idoneo a consentire all'economia italiana lo slancio necessario per affrontare la concorrenza internazionale a livello globale. In questo quadro, nell'affermare che la propensione al consumo del livello medio risente ancora degli effetti della legge finanziaria dello scorso anno, che ha determinato un aumento della pressione fiscale, rileva che non sembra che i consumi delle famiglie ricevano un beneficio anche alla luce della manovra per il 2008.

Sottolinea inoltre l'esigenza di adottare idonee misure volte ad eliminare taluni elementi relativi al computo della base imponibile delle imprese, ritenendo altresì prioritario avviare una riflessione in tema di incentivi fiscali per le famiglie al fine di affrontare l'emergenza sociale del Paese. In relazione alle politiche per la casa, pur affermando di condividere i meccanismi di diminuzione dell'ICI, sottolinea tuttavia l'esigenza di uno sforzo ulteriore anche in vista della revisione degli estimi catastali. Quanto al tema della sicurezza ritiene, infine, che non siano state destinate le risorse necessarie per rispondere alla crescente domanda da parte della società civile.

In conclusione, soffermandosi sul senso politico complessivo della manovra economico-finanziaria per il 2008, rileva come essa non comporti alcun vantaggio tangibile per il rilancio economico del sistema Paese, nonché per il benessere dei cittadini.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) , nell'esprimere un giudizio di globale preoccupazione sulla manovra di bilancio per il 2008, anche in linea con l'analisi condotta dalla Corte dei conti e dalla Banca d'Italia, si sofferma in primo luogo sulla mancanza di un ancoraggio della legge di bilancio rispetto all'assestamento, data la mancata approvazione dello stesso. In questo quadro, la manovra economico-finanziaria accresce l'indebitamento netto di 0,4 punti in rapporto al Pil, registrando peraltro un aumento del debito pubblico in valore assoluto derivante anche dal maggior ricorso al mercato.

Esprime inoltre forti perplessità sui contenuti del decreto-legge, in cui non emerge una riflessione di fondo sulle esigenze complessive in tema di infrastrutture, posto che si articola in una serie di interventi settoriali che, più che rispondere ad un impostazione di tipo federalistico, sembra in realtà orientata ad allargare il consenso.

Dopo aver affermato la sua ferma contrarietà all'ipotesi di soppressione dell'Ordine Mauriziano, anche alla luce della vigente regolazione dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa, rileva come il decreto manchi di un progetto di riqualificazione della spesa quale impegno preciso assunto dal Ministro dell'economia e delle finanze. Rilevato con preoccupazione che non è stata ancora presentata in Parlamento la relazione sui risultati derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, sottolinea l'esistenza di un problema serio relativo al rispetto delle regole di contabilità pubblica nei testi in esame, dal momento che le entrate inattese a livello presuntivo sono state utilizzate a copertura delle spese ivi previste.

Riguardo, poi, alla pressione fiscale, essa rimane ferma al 43 per cento, attestandosi allo stesso livello registrato nel 2007. Si sofferma, quindi, sui profili problematici derivanti dall'intervento sull'Ici, che non sembra tenere conto della composizione del nucleo familiare con riferimento al numero dei figli o a situazioni di disagio familiare. Unendosi alle considerazioni espresse dal senatore Vegas, sottolinea poi il dato più preoccupante della manovra che deriva dal peggioramento del quadro programmatico rispetto al quadro tendenziale, mancando peraltro l'obiettivo della riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie. Al riguardo sottolinea l'esigenza di un maggiore confronto con il Governo.

Nell'affermare inoltre che la riduzione dell'Ires avrà un impatto redistributivo a svantaggio delle piccole e medie imprese, sottolinea con preoccupazione la mancanza di una clausola di salvaguardia per il prossimo triennio nell'applicazione dell'Ires stessa, mentre l'eliminazione totale o parziale dei costi oggi deducibili dall'imponibile determinerà effetti per le aziende che hanno effettuato forti investimenti, con particolare incidenza nel settore manifatturiero. Sottolinea, inoltre, l'esigenza di salvaguardare la deducibilità degli interessi passivi relativi a contratti per la realizzazione di opere pubbliche, prefigurandosi altrimenti una grave penalizzazione per le imprese che operano nei lavori pubblici o fornitrici dello Stato e degli enti pubblici. Quanto al contenimento delle emissioni di anidride carbonica, preannuncia la presentazione di emendamenti diretti all'adozione di interventi che tengano conto degli orientamenti comunitari anche attraverso misure fiscali di rottamazione ecologica.

Evidenziato come manchino nell'ambito della manovra economico-finanziaria misure a sostegno della famiglia volte a favorire l'aumento del tasso di natalità, sottolinea inoltre l'esigenza di dare solidità allo strumento del 5 per mille al fine di offrire un valido supporto allo sviluppo della ricerca scientifica.

Nel richiamare le considerazioni del ministro Rosy Bindi in ordine alla sperimentazione di una politica per le tariffe, si interroga poi sulla compatibilità tra l'aumento delle tariffe riguardanti gli enti locali e la crescita del PIL. Lamenta inoltre la contraddizione tra l'analisi compiuta dall'ISTAT e quella dell'ISAE in merito agli effetti distributivi e alle stime di povertà, rilevando che l'ISAE, pur utilizzando una metodica analoga a quella dell'ISTAT, giunge a conclusioni meno ottimistiche.

Quanto agli incapienti, ritiene che le misure previste non migliorino le situazioni a rischio di povertà, mentre la riduzione dell'ICI sulla prima casa ha a suo giudizio effetti discutibili a causa della natura regressiva e non progressiva dell'intervento. In particolare, paventa il rischio che gli appartamenti ubicati in zone centrali godano di maggiori benefici rispetto alle case popolari.

Con riferimento alle detrazioni per i canoni di locazione, esprime dubbi in ordine al calcolo del gettito, considerando peraltro la limitatezza delle misure previste. I dati riportati nella Relazione tecnica risultano infatti difformi da quelli forniti dall'ISTAT circa il numero delle famiglie in affitto, determinando una perdita del gettito superiore rispetto a quella quantificata nel provvedimento. Altrettanto esigui sono a suo avviso gli incentivi fiscali per i canoni di locazione a favore degli studenti fuori sede, che non motivano i giovani ad uscire dal nucleo familiare di origine.

Dopo aver richiamato le obiezioni della Corte dei Conti sull'utilizzo dell'extra gettito, deplora la scarsa incisività della riduzione delle spese, rammentando altresì le osservazioni del Governatore della Banca d'Italia in merito al mancato sfruttamento del favorevole andamento delle entrate per sanare - almeno parzialmente - il debito pubblico. In particolare, stigmatizza che una quota delle maggiori entrate sia stata utilizzata per finanziare ulteriori spese, determinando un peggioramento dell'indebitamento netto sul PIL.

Nel ribadire le preoccupazioni per l'esclusione della famiglia dagli obiettivi della manovra, svolge alcune considerazioni riferite all'accordo sul welfare, auspicando che il testo non sia blindato in quanto si perderebbe una proficua occasione di miglioramento attraverso l'apporto dell'opposizione. Al riguardo, dopo aver rilevato le contraddizioni che hanno caratterizzato il recente referendum sul pacchetto previdenziale, giudica l'impostazione di fondo non coerente con lo sviluppo dei servizi, con l'internazionalizzazione, con la necessaria flessibilità, nonché con l'integrazione crescente della società.

Con particolare riferimento all'audizione del ministro Padoa Schioppa, rimarca l'opportunità di intervenire sui mutui bancari per sostenere le famiglie, come peraltro è emerso durante l'esame dei documenti di bilancio in Commissione finanze.

Avviandosi alla conclusione, si dichiara favorevole all'imposta di scopo prevista nel disegno di legge finanziaria per il settore cinematografico, rilevando tuttavia la mancanza di un prelievo che coinvolga tutta la filiera del cinema, e auspica infine che il confronto tra Governo e Parlamento non si irrigidisca.

 

Il senatore FERRARA (FI) si sofferma preliminarmente sui meccanismi di copertura previsti dalla manovra di bilancio rispetto alla legislazione vigente, i quali sono a suo avviso strettamente connessi alle prerogative del Governo in merito all'utilizzo delle maggiori risorse. In particolare, ritiene che la validità delle norme sulla contabilità sia correlata alla particolare forma di governo esistente, nella prospettiva di limitare gli eccessi di spesa. L'equilibrio di volta in volta instauratosi nei rapporti tra Governo e Parlamento è infatti a suo giudizio un elemento determinante per stabilire la capacità della legislazione di contabilità di porre un freno a derive espansionistiche sul lato della spesa. Tuttavia, considerate le difficoltà dell'attuale Esecutivo a mostrare autorevolezza, probabilmente occorrerebbero leggi di contabilità diverse.

Quanto alla copertura della manovra, reputa preoccupante che si utilizzi il gettito derivante dalle minori spese, tanto più che di esse non è ben chiara la natura, anche a causa dell'effetto permanente delle ulteriori spese introdotte. Dopo aver rilevato alcune contraddizioni nella disciplina vigente di contabilità generale dello Stato in materia di bilancio, tiene a precisare che le condizioni essenziali di ogni manovra finanziaria sono il rispetto dei termini di indebitamento contenuti nel DPEF, il mantenimento del gettito a carattere permanente, nonché le misure di equità fiscale. Il decreto-legge n. 159, invece, a suo giudizio modifica la natura delle norme di contabilità, atteso che esso ridefinisce l'obiettivo dell'indebitamento variando gli equilibri macrofinanziari.

Reputa inoltre che le risorse debbano essere utilizzate ai fini della riallocazione e della redistribuzione del reddito in un'ottica di sviluppo, secondo un approccio assolutamente carente nella manovra finanziaria all'esame della Commissione. L'utilizzo dell'extra gettito non consente a suo giudizio di riallocare in modo permanente le risorse, dato che il Governo ha adottato misure espansive meramente contingenti, le quali comportano molteplici effetti negativi; la manovra espansiva, non risultando percepita, non conduce infatti ad una crescita della domanda, né possono considerarsi strutturali le misure previste per favorire lo sviluppo.

Rileva inoltre che l'aumento del PIL, pari all'1,5 per cento per il 2008, dimostra il fallimento della politica governativa, in contraddizione con le intenzioni manifestate all'inizio della legislatura, secondo le quali l'obiettivo primario era la riduzione del debito pubblico anche per attrarre investitori stranieri. L'invarianza del differenziale tra il PIL italiano e la media europea, prosegue il senatore, testimonia invece una situazione di declino, rimasta inalterata da anni.

Deplora poi l'assenza di strategia nella manovra, il cui ammontare si avvicina di fatto a quello assai ingente dello scorso anno, pur tenendo conto delle differenze tra saldo netto e indebitamento, e fa presente che le misure concernenti l'IRAP determineranno un inevitabile incremento della pressione fiscale.

Nel ribadire l'inopportunità di utilizzare l'extra gettito per ulteriori spese che non incentivano gli investimenti, evidenzia la necessità di favorire il comparto universitario, che attualmente versa in condizioni preoccupanti. In proposito, pone in luce l'esigenza di favorire la competitività tra gli atenei, lamentando peraltro la scarsa attenzione dedicata all'Istituto italiano di tecnologia. Esprime, infine, netta contrarietà sulla manovra in corso.

 

Il PRESIDENTE segnala che sui temi trattati in discussione generale sono stati redatti lavori di approfondimento da parte del Servizio Studi del Senato e dai Servizi del Bilancio del Senato e della Camera dei deputati, che affrontano sia il problema del rapporto tra ciclo economico e fase espansiva della manovra, sia gli aspetti tecnici delle norme della legge finanziaria.

 

Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.

 

La seduta termina alle ore 17,50.

 

 


BILANCIO(5a)

Mercoledì 17 ottobre 2007

138a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

Il presidente MORANDO ricorda che ieri era iniziata la discussione generale.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) stigmatizza anzitutto l’incoerenza tra gli obiettivi governativi enunciati nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) per gli anni 2008-2011 e le misure recate nella manovra in esame, che peraltro destano contrarietà anche all’interno delle stesse forze di maggioranza. In proposito, ricorda che il richiamato DPEF sanciva, fra l’altro, che la differenza fra le entrate stimate e quelle effettive sarebbe dovuta essere destinata interamente alla riduzione del disavanzo. Rispetto a tale intendimento, prosegue l’oratore, sono invece prevalse le richieste della componente più radicale della maggioranza, che ha preteso l'inserimento di interventi equitativi. In questo modo, non si è a suo avvisto tenuto conto che il risanamento dei conti pubblici ed il conseguente sviluppo economico rappresentano la condizione necessaria per poter generare risorse da destinare a politiche redistributive.

Né è possibile asserire, egli prosegue, che le finalità riguardanti la riqualificazione della spesa pubblica, richiamate da ultimo anche dal Ministro dell’economia nel recente Libro verde, abbiano trovato riscontro nei provvedimenti in titolo. Invece di operare una riduzione significativa della spesa pubblica, si è privilegiato l’utilizzo dell’extra gettito per finanziare le misure recate nella manovra di bilancio, che a suo avviso si caratterizzano peraltro per una logica prevalentemente clientelare, senza alcuna visione strategica. L’oratore rileva che l’incapacità di affrontare adeguatamente le principali criticità del Paese determina sfiducia nei confronti della politica da parte dei cittadini e che di ciò la maggioranza ha una specifica responsabilità morale.

Appare peraltro a suo avviso del tutto illusoria la soddisfazione per la crescita dell’avanzo primario, atteso che non si tiene adeguatamente conto del sensibile incremento della spesa pubblica primaria, pari a 5,7 miliardi di euro. Pur ritenendo opportuni taluni interventi, come ad esempio quelli in favore dei contribuenti a basso reddito, egli critica il complesso delle scelte allocative, come ad esempio l’incapacità di legare le maggiori risorse per gli oneri contrattuali della Pubblica Amministrazione per il biennio 2006-2007al risultato in termini di maggiore produttività della stessa. Nel complesso, lamenta che il tasso di incremento della spesa pubblica, ed in particolare di quella corrente, è superiore al tasso di crescita del PIL e che l’avanzo primario è ottenuto attraverso una crescente pressione fiscale.

Né a fronte del fallimento dell’obiettivo della riqualificazione della spesa pubblica, egli prosegue, appaiono convincenti taluni interventi volti a comprimere la stessa. Al riguardo, giudica del tutto inopportuno il taglio delle spese per consumi intermedi della Pubblica Amministrazione, destinati a creare disfunzioni soprattutto all’interno di taluni comparti, quali la sicurezza e la giustizia, dove si è raggiunta una soglia invalicabile. Inoltre, critica le misure volte ad assicurare risparmi con riferimento alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili dello Stato, segnalando al riguardo l’incapacità di adottare misure ben più incisive che tengano conto del decentramento delle funzioni previsto nel nuovo Titolo V della Costituzione.

L’oratore richiama indi l’attenzione sulla circostanza che, rispetto a quanto previsto nella Relazione previsionale e programmatica per il 2007, si registra un incremento di entrate pari a 18 miliardi di euro, di cui 15 di carattere tributario. Non vi è peraltro alcun riscontro - egli tiene a precisare - che induca a ritenere che l’incremento delle entrate rispetto alle previsioni, con cui sono state a suo avviso inopportunamente finanziate le misure recate nel decreto-legge n. 81 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 127 del 2007, abbia un carattere strutturale.

Avviandosi a concludere, sottolinea che la scelta di prediligere l’extra gettito per misure di carattere espansivo, in luogo di un’efficace compressione della spesa pubblica, avrà l’effetto di rallentare ulteriormente la crescita e la competitività dell’economia. Per le argomentazioni svolte, preannuncia, per conto della propria parte politica, contrarietà sulla manovra in esame e l’intenzione di presentare specifiche proposte emendative che intervengano, in particolare, sui settori della sicurezza, famiglia, imprenditoria, infrastrutture e casa. Nel segnalare sin d’ora la disponibilità delle forze di opposizione a limitare il numero degli emendamenti che saranno presentati al disegno di legge finanziaria, al fine di consentire un efficace confronto parlamentare volto a migliorare i provvedimenti in esame, esprime l’auspicio che la maggioranza faccia altrettanto e che il Governo non decida di ricorrere allo strumento della fiducia.

 

Il senatore DIVINA (LNP) si sofferma sulle disposizioni recanti misure a favore dei soggetti talassemici, sottolineando l’opportunità di rimodulare tale disciplina al fine di consentire l’estensibilità di tali benefici ad una platea più ampia di destinatari.

 

Il sottosegretario LETTIERI, replicando incidentalmente al senatore Divina, si dichiara favorevole ad individuare soluzioni che vadano nel senso suindicato.

Dichiara poi di ritirare l’emendamento governativo 2.900.

 

Il presidente MORANDO (Ulivo) intervenendo in discussione generale, evidenzia preliminarmente che le critiche, formulate da taluni esponenti delle forze politiche di opposizione relativamente alla manovra per il 2008, si incentrano sulla circostanza che – secondo tali tesi - le manovre espansive prospettate nel decreto-legge collegato comprimono le possibilità di risanamento nel breve periodo, determinando un rinvio ai prossimi anni dell’aggiustamento dei tendenziali, imposto dai vincoli comunitari e impedendo quindi la realizzazione nella fase attuale degli obiettivi di pareggio del bilancio.

Tale valutazione, pur risultando sotto certi punti di vista fondata, non tiene tuttavia conto del contesto economico finanziario complessivo nel quale la manovra stessa si colloca. Dopo essersi brevemente soffermato sul quadro comunitario di riferimento della politica economica, caratterizzato dal Patto di stabilità e di crescita europeo – nella sua attuale configurazione che ha superato l’originaria vocazione "prociclica" dello stesso - l’oratore evidenzia che l’obiettivo di una accelerazione dei processi di risanamento va necessariamente armonizzato con quello attinente al sostegno allo sviluppo, quanto mai essenziale alla luce delle misure adottate nell’ambito della manovra finanziaria per lo scorso anno, efficaci ai fini della stabilizzazione della finanza pubblica ma piuttosto "pesanti" in relazione agli aspetti attinenti alla crescita economica.

In tale contesto, l’integrale destinazione, nell’ambito della manovra in esame, dell’extragettito aggiuntive alla riduzione del volume globale del debito avrebbe finito per determinare un rallentamento del trend di crescita e di sviluppo del sistema economico, con tutte le conseguenze negative derivanti da tale opzione. In questa ottica complessiva il Governo ha incentrato la propria manovra non solo sul risanamento dei conti pubblici, ma anche su un progetto complessivo di rilancio dell’economia. Nell’ambito dei temi sollevati dall’opposizione segnala che il lavoro dei Servizi del bilancio dei due rami del Parlamento offrono spunti di riflessione e di approfondimento molto interessanti.

Infatti, se si confrontano i dati relativi al rapporto tra manovra netta e manovra lorda negli ultimi anni, si ravvisa una situazione peculiare in relazione all’anno 2001 e in relazione all’anno 2007, dovuta alla circostanza che in entrambe le annualità le manovre di finanza pubblica sono risultate particolarmente "pesanti". Dalle valutazioni previsionali effettuate emerge che, dopo gli scostamenti verificatesi nel 2007 – dovuti ai motivi sopra evidenziati - il trend per il 2008 del rapporto tra manovra netta e manovra lorda dovrebbe essere orientato verso una convergenza.

Inoltre, va sottolineato che i dati relativi alla posizione fiscale nel Paese evidenziano degli standard qualitativamente superiori della manovra finanziaria per il 2007 rispetto a quella per il 2008, atteso che quest’ultima presenta taluni margini di rischio, come ha sostenuto anche qualche esponente delle forze politiche di opposizione; tali criticità tuttavia non giustificano affatto un approccio valutativo "liquidatorio" rispetto alla manovra per il 2008, in quanto la stessa si colloca su una delicata linea di demarcazione fra una buona politica economica e una politica a rischio.

L’oratore evidenzia poi che il contesto economico italiano appare caratterizzato da un volume del debito pubblico elevato nonché da una produttività che pur essendo orientata verso la crescita, non riesce tuttavia a recuperare il gap negativo determinatosi negli ultimi anni. Alla luce di tale situazione complessiva, la manovra finanziaria per il 2008 non dovrebbe quindi essere giudicata con il metro del rigore del risanamento, bensì in base alla capacità di orientare risorse verso lo sviluppo, ovvero verso le spese di investimento.

Su tale terreno vanno obiettivamente segnalate le difficoltà di ridurre la spesa corrente a favore della spesa per investimenti, anche se non va sottaciuto che l’esperienza del precedente Esecutivo di Centro-destra risultava egualmente negativa sotto tale profilo.

L’oratore conclude il proprio intervento evidenziando che i margini di miglioramento della manovra finanziaria per il 2008 dovranno essere incentrati soprattutto sulla prospettiva di un’ulteriore riduzione della spesa pubblica, operata in funzione di politiche di riduzione selettiva della pressione fiscale, nonché, in funzione di interventi di potenziamento della rete infrastrutturale.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 10,30.


BILANCIO(5a)

Mercoledì 17 ottobre 2007

139a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), al fine dei delineare il quadro economico su cui si innesta la manovra in esame, si sofferma preliminarmente sui dati risultanti dagli interventi economico-finanziari dell'anno scorso. In particolare sottolinea il mancato raggiungimento nel corso dell'anno 2007 degli obiettivi prefissati di risanamento finanziario, sostegno allo sviluppo e maggiore equità sociale. Si registra infatti un aumento del deficit pubblico con conseguente incremento del debito, un rallentamento nell'andamento della crescita in ragione dell'inasprimento fiscale necessario per fare fronte alle maggiori spese, nonché una scarsa effettività delle politiche sociali in favore di famiglie e fasce deboli.

Fatta questa premessa, l'oratore, sottolineando l'importanza della funzione di stabilità sottesa all'avanzo primario quale garanzia nei confronti dei creditori dei titoli di Stato, costituiti in larga parte da grandi istituzioni finanziarie, lamenta altresì che l'incremento dell'avanzo primario per il 2008 è frutto di una operazione contabile non corretta, posto che una quota significativa dell'indebitamento netto è stata sostanzialmente considerata come posta di debito pregresso. In questo quadro, alla luce dei dati contabilmente non corretti su cui poggia la manovra in esame, rileva l'esigenza di un'esatta determinazione della previsione sulle entrate per il 2008, tenendo conto che già nel corso del 2007 si è registrato un incremento nelle previsioni di entrata rispetto alla stima prudenziale elaborata nel dicembre 2006, nonostante il rallentamento della crescita verificatosi già prima dell'impatto internazionale dei mutui americani subprime. Anche per l'anno 2008, quindi, ove confermato il trend relativo alla crescita economica, si dovrebbe registrare un aumento delle entrate con 13 miliardi di euro di gettito in più rispetto a quello ufficialmente previsto e pari a 750 miliardi. Al riguardo, pur dichiarando di comprendere le ragioni connesse alla sottostima del reale andamento delle entrate, volta a non predeterminare la disponibilità di risorse necessarie per ulteriori iniziative sul fronte della spesa, ritiene tuttavia necessario che l'esigenza di contenimento della spesa sia soddisfatta attraverso una manovra elaborata sulla base di dati chiari e trasparenti, nella prospettiva di una seria assunzione di responsabilità dinanzi al Paese. In questo quadro, contesta peraltro che a fronte di decisioni di spesa assunte ex ante mediante il decreto-legge in esame, la relativa copertura sia da accertare ex post e desunta dal bilancio di assestamento, che a tutt'oggi risulta non ancora approvato, determinando a suo avviso un serio vulnus all'articolo 81 della Costituzione, non soltanto sul versante della correttezza contabile e finanziaria ma altresì sul piano politico.

Dopo aver espresso seri dubbi sull'ammissibilità di alcuni emendamenti presentati dal Governo al decreto in discussione per l’eterogeneità di contenuti, sottolinea come, a fronte della manovra per il 2007 - che risultava articolata sui tre citati obiettivi di risanamento finanziario, sostegno allo sviluppo e maggiore equità sociale - quella per l'anno 2008 appare svolgere un'azione di redistribuzione, per un ammontare complessivo di circa 20 miliardi di euro, ripartito a suo avviso in 7 miliardi di euro di cui al decreto-legge del "tesoretto" approvato alla fine del luglio scorso, 7,5 miliardi di euro nell'ambito del decreto in esame, nonché, infine, 5, 5 miliardi quale valore netto del disegno di legge finanziaria 2008 in senso stretto. In questo quadro, osserva tuttavia con preoccupazione che solo un valore compreso tra il 13 o il 14 per cento della manovra è destinato al sostegno per le fasce più deboli, valore consistente in 900 milioni di euro per le pensioni minime e 1,9 miliardi di euro per gli incapienti. A quest'ultimo riguardo evidenzia, peraltro, come l'individuazione di tale categoria sociale risenta di una palese contraddizione, tenuto conto che, in relazione al principio di fondo dell'imposizione fiscale, basato sull'individuo piuttosto che sulla famiglia come soggetto d'imposta, circa il 33 per cento dei dichiaranti dell'IRPEF risultano incapienti per l'Anagrafe tributaria, non essendo tuttavia tali per il tenore di vita che conducono. In proposito, osserva come, dinanzi a tali politiche redistributive, sarebbe stato più opportuno condurre una seria lotta all'evasione fiscale introducendo un sistema più efficace di deduzione. Ritiene inoltre che, alla luce della stima non corretta relativa all'andamento tendenziale dei dati relativi all'entrata per il 2008, anche la riduzione della pressione fiscale prevista per il 2008, pari allo 0,1 per cento del valore relativo al 2007, non sembra corrispondere al dato reale, rilevando quindi che a fronte di un gettito reale pari a 763 miliardi di euro, piuttosto che di 750 miliardi di euro, la pressione fiscale salirebbe dal 43,1 per cento sul PIL nel 2007 e al 43,8 per cento nel 2008. In questo quadro, sottolinea poi la necessità di una maggiore trasparenza, anche nella prospettiva di ricucire il rapporto di fiducia tra i cittadini e il mondo politico, quale esigenza avvertita in modo trasversale e condivisa sia da parte della maggioranza che dell'opposizione. Nel ribadire il proprio giudizio negativo sulla manovra finanziaria nel suo complesso, sottolinea come essa si presti a numerose critiche in primo luogo legate all’utilizzo delle risorse derivanti dall’extra gettito delle entrate per finalità diverse dal risanamento del debito pubblico. Osserva poi come lo stesso Governatore della Banca d’Italia abbia espresso numerose perplessità sulla validità della manovra, la quale determina un inaccettabile incremento dell’indebitamento pubblico netto e un aumento tendenziale del rapporto deficit/ PIL e quindi del debito pubblico. Analoghe critiche sono state mosse anche dalla Corte dei Conti, per la quale la manovra comporta un aumento della spesa corrente addirittura più che proporzionale all’incremento della pressione fiscale. Dopo aver osservato come la manovra finanziaria determini il progressivo ampliamento della sfera di competenza dello Stato ai danni dei redditi individuali dei cittadini, si sofferma sulle disposizioni che prevedono misure a sostegno delle famiglie. Al riguardo, rileva il carattere iniquo ed eccessivamente complicato dei criteri di ridistribuzione delle risorse derivanti dall'incremento delle tassazioni attuato dalla finanziaria per il 2007 in favore degli incapienti e dei soggetti che percepiscono le pensioni minime. Con riferimento, poi, alle misure fiscali in favore delle imprese, osserva come la riduzione della pressione fiscale incida favorevolmente solo sulle aziende maggiormente capitalizzate e che hanno peraltro realizzato scarsi investimenti. Analogamente criticabili sono le disposizioni in materia di lavoro, le quali finiscono per penalizzare i vantaggi del lavoro flessibile, con il conseguente rischio di un aumento del lavoro sommerso, senza prevedere strumenti effettivamente in grado di incentivare i contratti di lavoro a tempo indeterminato.

Nell'esprimere profonda preoccupazione per il preannunciato contenuto del Protocollo sul Welfare, si sofferma in particolare sull'inserimento del tasso di sostituzione del sessanta per cento per le pensioni delle future generazioni il quale, oltre a configurare la strutturale crisi del sistema contributivo delineato dalla riforma Dini, rischia di determinare un notevole incremento del debito pensionistico prospettico. Conclude ribadendo le proprie perplessità sulle misure della manovra finanziaria, la quale fallisce il primario obiettivo di risanamento pubblico, comportando invece un inaccettabile aumento della spesa pubblica.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), nell'esprimere il proprio giudizio fortemente critico sulla manovra finanziaria nel suo complesso, sottolinea come essa, da un lato, non persegua l'obiettivo del risanameno dei conti pubblici, determinando addirittura un aumento della spesa pubblica e, dall'altro, non comporti una effettiva riduzione della pressione fiscale. La situazione finanziaria del Paese rischia poi, a parere dell'oratore, di essere ulteriormente penalizzata dall'approvazione del Protocollo sul Welfare. Si sofferma, quindi, sulle disposizioni in materia di fiscalità per le imprese, osservando come il disegno di legge finanziaria di fatto determini un incremento generalizzato della pressione tributaria sulle aziende ed in particolare su quelle medio-piccole. Relativamente all'articolo 3, recante norme per la razionalizzazione della disciplina in materia di IRES e di IVA, esprime talune perplessità sulla misura del credito di imposta, ed in particolare sul suo carattere retroattivo. Rileva poi come, al fine di incentivare lo sviluppo delle imprese, sarebbe stato preferibile procedere alla soppressione delle agevolazioni automatiche nella fruizione.

Dopo aver lamentato la presenza di numerosi interventi una tantum nel disegno di legge finanziaria e nel decreto-legge, si sofferma infine sulle misure relative al comparto enti locali delle quali rileva l'eccessiva contraddittorietà.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) svolge preliminarmente alcune considerazioni sulla congiuntura economica nella quale si inserisce la manovra di bilancio per il 2008, osservando in particolare che l’attuale Governo ha potuto beneficiare di alcuni extragettiti di notevole entità che hanno prodotto un aumento delle entrate pari a circa 17 miliardi nel corso del 2007. Al riguardo egli rileva quanto differente fosse stata la congiuntura economica nella quale si trovò ad operare il precedente Governo di Centro-destra il quale, nel 2001, fu costretto a far fronte ad una crisi che coinvolse l’economia europea e mondiale. Osserva al contempo che, nonostante il contesto particolarmente fortunato, il Governo ha prodotto una manovra economica particolarmente debole, volta solamente al mantenimento dello status quo senza coraggiosi interventi strutturali. Accanto alla debolezza delle scelte di politica economica del Governo, l’oratore rileva che parte delle difficoltà discendono anche da una organizzazione statale che, modellata su una forte concentrazione di competenze in capo alle autorità centrali, risponde alla struttura del sistema economico dei primi decenni della Repubblica, in cui gran parte dell’economia era gestita dallo Stato che, proprio attraverso la manovra di finanza pubblica, poteva intervenire pesantemente garantendo equilibrio e stabilità sociale. Oggi l’auspicata liberalizzazione di molti settori economici e l’esigenza di rispettare i vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea impediscono allo Stato di agire con disinvoltura, come in passato, sugli strumenti finanziari. Proprio considerando questi aspetti, l’oratore auspica una radicale riforma istituzionale, volta a valorizzare, tramite un più accentuato federalismo politico e fiscale, una maggiore responsabilizzazione degli enti territoriali più vicini ai cittadini. In proposito, si sofferma sull’articolo 4 del decreto-legge collegato al disegno di legge finanziaria, rilevando come lo strumento del commissariamento delle Regioni inadempienti sia insufficiente ad assicurare un maggiore virtuosismo fiscale da parte delle Regioni italiane, alcune delle quali presentano livelli di deficit non tollerabili, che richiedono interventi più adeguati. Dopo aver svolto brevi considerazioni sulle misure relative allo sviluppo del settore farmaceutico, soffermandosi in particolare sulla previsione di tetti di spesa per i farmaci a carico del servizio sanitario nazionale, esprime alcune considerazioni critiche sugli interventi redistributivi presenti nel decreto-legge, rilevando come essi siano marginali ed inidonei a realizzare l’obiettivo, che egli considera prioritario, di sostegno alle famiglie e di adeguato incentivo alla natalità. Quanto agli interventi in materia di occupazione, egli ritiene che sia necessario correggere una cultura, ancora fortemente radicata, di immobilismo sociale in ambito lavorativo, attualmente non più sostenibile. Si sofferma quindi su quanto affermato dal presidente Morando in ordine all’auspicio che la crescita economica registrata negli ultimi messi possa continuare anche in futuro. A suo avviso, tale auspicio rischia di essere presto disatteso, anche perché i titolari di piccole e medie aziende, che hanno potuto beneficiare di maggiori profitti nell’ultimo anno, sono costretti ad impiegare le maggiori entrate per far fronte al carico fiscale al quale sono sottoposti. Ciò, ad avviso dell’oratore, rischia di determinare un danno di notevole entità, considerando anche che tali microstrutture economiche, poiché costituiscono il nervo del settore produttivo, sono fonte primaria di occupazione. Quanto al problema dei tagli ai costi della politica, l’oratore ritiene che, accanto ai necessari auspicati interventi, si tengano in considerazione anche le elevatissimi e difficilmente giustificabili retribuzioni di alcuni direttori di giornale, nonché quelle dei commissari e del personale delle authorities. Dopo aver espresso alcune preoccupazioni sugli interventi in ordine al trattamento di fine rapporto, l’oratore si sofferma brevemente sulle disposizioni concernenti l’editoria, ritenendo auspicabile una maggiore differenziazione tra l’editoria ordinaria e le testate di partito. Quanto alla previsione, contenuta all’articolo 20, di destinare una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, in base alle scelte del contribuente per determinate finalità, ritiene che essa non debba limitarsi esclusivamente al solo anno finanziario 2007. Quanto invece alle norme contenute all’articolo 21 sul programma straordinario di edilizia residenziale pubblica, svolge alcune considerazioni critiche, rilevando che un eccessivo aggravamento della procedura rischia di paralizzare gli interventi già in atto e di scoraggiare possibili nuovi interventi.

In conclusione, dopo essersi soffermato sulle procedure di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione, ribadisce le sue profonde perplessità sulla manovra finanziaria che, a suo avviso, palesa forti incertezze e profonde ambiguità e che si mostra inidonea a far fronte alle molteplici esigenze del Paese.

 

Il senatore CABRAS (Ulivo) rileva preliminarmente che, al pari della finanziaria per il 2007, anche il disegno di legge finanziaria per il 2008 si concentra sullo stato dei conti pubblici e sulla entità del deficit di bilancio cui far fronte, cui si collega la questione di un’esatta previsione delle entrate, nonché quella della destinazione degli eventuali surplus di gettito fiscale. Le esigenze di pareggio del bilancio pubblico e di contenimento e risanamento della spesa, pur rappresentando un obiettivo prioritario di politica economica di lungo periodo del Governo, devono necessariamente essere bilanciati con le non secondarie esigenze di tenuta sociale e con gli auspicati investimenti strutturali di cui il Paese ha bisogno. Contrariamente a quanto sostenuto da autorevoli esponenti della Banca d’Italia e della Corte dei conti, l’oratore ritiene che le scelte di politica finanziaria del Governo non possono essere esclusivamente finalizzate al miglioramento dei parametri di indebitamento e alla riduzione del debito pubblico, dal momento che ciò può determinare, quanto meno nel breve periodo, un rallentamento della crescita. Dichiara pertanto di condividere la decisione del Governo di destinare parte dell’extragettito a obiettivi di carattere strategico, fissando al 2011 il termine per il raggiungimento del pareggio del bilancio. Al riguardo egli rileva che, mentre il Governo di Centro-destra, per realizzare l’obiettivo della riduzione fiscale, ha sostanzialmente azzerato tutto l’avanzo primario, il Governo in carica ha ritenuto più opportuno bilanciare le esigenze del pareggio del bilancio con interventi di carattere equitativo e redistributivo. Quanto alle esigenze di contenimento della spesa, rileva che più correttamente si debba parlare di riqualificazione della spesa, ritenendo prioritario il raggiungimento di una razionale destinazione delle risorse, al fine di realizzare servizi di qualità, pur tenendo conto, anche in quest’ambito, delle esigenze di risanamento del bilancio. Ad avviso dell’oratore, un’auspicata riqualificazione della spesa potrebbe, da una parte, far fronte alle esigenze di riduzione della pressione fiscale e, dall’altra, ricondurre in un alveo di ragionevolezza il tema dei costi della politica. L’oratore si sofferma quindi sugli interventi sul regime dell’imposta comunale sugli immobili. Al riguardo egli osserva che, per quanto risultino prioritarie le esigenze di omologazione della tassazione italiana a quella di altri Paesi europei, tale adeguamento non deve determinare un incremento complessivo della pressione fiscale che possa tradursi in un aggravamento del carico fiscale sulle categorie più deboli. In conclusione, rileva che, a partire dall’ingresso nell’area dell’euro, i governi italiani hanno dovuto far fronte alle pressanti esigenze di rigore nella gestione del bilancio pubblico. Tale considerazione deve indurre a svolgere riflessioni più approfondite sulle destinazioni dei gettiti fiscali di cui è possibile beneficiare a seguito dei numerosi interventi strutturali posti in essere nel corso degli anni. Al riguardo ribadisce l’opportunità di aggredire in modo più coraggioso il peso del debito pubblico, scaricando gli interessi sull’extragettito, senza sacrificare gli interventi nei confronti dei settori che più necessitano di finanziamento. Auspica infine che, terminata l’approvazione del disegno di legge finanziaria, il Parlamento consideri, con la dovuta ponderazione, i possibili strumenti che, senza logiche emergenziali, possano garantire un progressivo e duraturo abbattimento del debito pubblico.

 

Il senatore TECCE (RC-SE), dopo aver espresso il suo apprezzamento per la relazione svolta dal senatore Albonetti, si sofferma sulla struttura della manovra economica per il 2008, rilevando in particolare l’opportunità di aver introdotto un sistema caratterizzato da una chiara individuazione degli obiettivi perseguiti e dei corrispondenti strumenti per la loro realizzazione. Si sofferma quindi sugli strumenti individuati dal Governo per realizzare un’adeguata crescita industriale, in particolare nelle aree del Mezzogiorno. Al riguardo egli si interroga sull’opportunità di una maggiore responsabilizzazione delle pubbliche autorità, quanto meno in ordine alla scelta dei settori strategici su cui intervenire e sulle priorità da realizzare. In particolare, egli ritiene che debba essere adeguatamente considerato l’obiettivo di favorire, nel breve tempo, la stipulazione di contratti di lavoro a tempo indeterminato, idonei a garantire quella sicurezza sociale che consente di poter progettare il futuro senza incertezze. Il senatore valuta positivamente i molteplici interventi di redistribuzione fiscale contenuti nel decreto e nella legge finanziaria, i quali si palesano di notevole entità, tenendo conto della esigenza di mantenere inalterato il rapporto deficit/PIL e considerando gli obiettivi di risanamento del bilancio programmati entro il 2011. Quanto alle critiche mosse dal Governatore della Banca d’Italia sulla debolezza degli interventi di risanamento, l’oratore osserva che il Governo, per sua naturale vocazione, deve considerare tra i suoi obiettivi anche le esigenze di coesione sociale. Al riguardo egli condivide le considerazioni svolte, nel corso delle audizioni, dal Presidente dell’ISTAT, il quale ha affermato che la manovra finanziaria per il 2008 determina un abbassamento dell’1 per cento del tasso di povertà. Tale riduzione costituisce un incremento notevole alla crescita, determinando l’espansione della domanda interna. Esprime poi un giudizio positivo su alcune puntuali previsioni contenute nella manovra economica, in particolare per quanto attiene alla detrazione degli affitti, alle detrazioni a favore dei giovani, alla previsione di un particolare bonus per gli incapienti. Al riguardo egli ritiene che debbano essere tutelati in particolare quei soggetti che non hanno alcun rapporto con il fisco e che quindi necessitano, più di altri, di un reddito di inserimento sociale. Dopo aver espresso un giudizio positivo sul regime delle detrazione per il trasporto pubblico locale, si sofferma sul cosiddetto "pacchetto casa". Al riguardo egli, dopo aver dichiarato di condividere la scelta di politica sociale, sottesa a tali disposizioni, critica l’emendamento presentato dal Governo, volto a sottrarre parte del fondo destinato al "settore casa", per far fronte ad un’esigenza, quale quella causata dal terremoto del Molise che, pur presentando caratteri di urgenza, può essere finanziata attraverso altri strumenti, che non incidano su diritti sociali fondamentali quale il diritto all’abitazione. In riferimento alla riduzione dell’imposta comunale sugli immobili, pur manifestando la sua preferenza per il mantenimento dell’imposta a vantaggio dei comuni, valuta positivamente la previsione di un regime di detrazioni, ritenendo altresì opportuno bilanciare e ponderare le esigenze di riduzione fiscale sui beni immobili con le esigenze di un’adeguata politica della casa soprattutto per le fasce più povere.

 

Il PRESIDENTE dichiara conclusa la discussione generale, comunicando che, nella seduta notturna di oggi, avranno luogo le repliche dei relatori e del rappresentante del Governo.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 16,55.


BILANCIO(5a)

Mercoledì 17 ottobre 2007

140a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1818) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2008 e bilancio pluriennale per il triennio 2008 - 2010

- (Tab. 1) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2008

- (Tab. 2) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2008

(1817) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2008 )

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale

(Seguito dell’esame congiunto dei disegni di legge nn. 1818 e 1817 e rinvio. Disgiunzione del seguito dell’esame del disegno di legge n. 1819 e rinvio)

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), relatore sul disegno di legge n. 1819, interviene in sede di replica ringraziando i senatori intervenuti nel corso del dibattito e richiama le principali questioni emerse nella discussione. Ricorda quindi il dibattito svoltosi recentemente in occasione dell'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria, evidenziando le previsioni relative alla progressiva riduzione del deficit, che dovrebbe essere pari al 2,2 per cento nel 2008 rispetto al 2,4 del 2007. Si sofferma, poi, sui principali obiettivi perseguiti dal provvedimento in esame, con particolare riguardo al risanamento dei conti pubblici e alle misure volte a garantire maggiore equità e sviluppo. Ritiene, inoltre che il provvedimento di urgenza, funzionalmente collegato alla manovra di bilancio, debba essere unitariamente considerato con il decreto-legge n. 81 del 2007, in materia fiscale, che ha previsto, tra l'altro, per il 2007, l'erogazione della quattordicesima mensilità per coloro che beneficiano delle pensioni minime.

Ricorda, a questo punto, le misure previste a favore degli incapienti, quelle recanti la diminuzione dell’ICI e le detrazioni per gli affitti, soffermandosi altresì sui finanziamenti previsti per la realizzazione di opere infrastrutturali da parte dell'ANAS e delle Ferrovie. Richiamata altresì l'importanza della riduzione dell'IRES e dell'IRAP, si sofferma sui profili relativi alla copertura del decreto-legge sottolineando che la maggior parte delle opere infrastrutturali finanziate si trovano nel Meridione.

Richiama, quindi, le osservazioni svolte dal senatore Eufemi, che dichiara di non condividere e, in relazione al debito pubblico, ricorda che l'avanzo primario era stato praticamente azzerato da parte del precedente Governo. Auspica, inoltre che la spesa pubblica, aumentata nel corso degli ultimi anni, possa essere stabilizzata e progressivamente diminuita utilizzando eventuali risorse provenienti dall'extragettito. Richiama quindi, alcune disposizioni relative alla celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, rilevando che i finanziamenti previsti riguardano esclusivamente opere direttamente cantierabili che consentiranno di valorizzare il patrimonio pubblico. Ritiene, quindi, che le scelte adottate dal Governo, attraverso il provvedimento d' urgenza e la manovra di bilancio si muovono nella giusta direzione e che l'utilizzo delle risorse derivanti dall'extragettito fiscale consentiranno una serie di interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione.

 

Il sottosegretario LETTIERI, intervenendo in sede di replica, ringrazia il relatore, il presidente Morando e i senatori intervenuti nel corso del dibattito per le osservazioni che hanno svolto con spirito costruttivo. Richiama quindi gli attuali scenari economici internazionali, con particolare riferimento agli effetti della crisi dei mutui negli Stati Uniti e ai dati economici concernenti i cosiddetti Paesi emergenti. Ricorda, poi, gli effetti positivi prodotti dalla legge finanziaria approvata lo scorso anno, in particolare con riguardo all'avanzo primario e al rapporto deficit/PIL che è stato ridotto rispetto agli anni precedenti. Rileva altresì che l'ìndebitamento netto tra il 2006 e il 2007 si è ridotto e che le entrate sono progressivamente aumentate consentendo di avviare un risanamento dei conti pubblici.

Richiama, quindi, l'importanza del decreto-legge n. 81 del 2007, in materia fiscale, con cui è stata avviata un'operazione di redistribuzione del reddito nonché la riduzione del cuneo fiscale e la previsione, per il 2007, per i pensionati che beneficiano della pensione minima, della quattordicesima mensilità. Rileva, inoltre, che la manovra finanziaria all'esame del Parlamento presenta caratteri di maggiore chiarezza anche grazie al contributo fornito dalle Commissioni bilancio di Camera e Senato, ed evidenzia il nesso funzionale tra il provvedimento in esame e la manovra di bilancio.

In merito alle osservazioni circa l'opportunità di destinare integralmente le risorse derivanti dalle nuove entrate alla riduzione del debito pubblico, rileva che tale scelta non era percorribile nell'attuale contesto economico-sociale. Conclude quindi rilevando che l'azione intrapresa dal Governo prevede un percorso rigoroso e una graduale riduzione del debito pubblico destinando, comunque, come nel caso del provvedimento in esame, adeguate risorse allo sviluppo, l'innovazione e le fasce più deboli della popolazione.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE), relatore sul disegno di legge n. 1818, si sofferma preliminarmente sui rilievi espressi dal senatore Ferrara in merito alla legislazione di contabilità pubblica: ad avviso di quest’ultimo, infatti, il permanere della rigidità nella struttura del bilancio dello Stato sarebbe imputabile unicamente al Governo e non allo schema normativo previsto dalla legge. Al riguardo, tiene a richiamare, in senso contrario a quanto affermato dal senatore Ferrara, i contenuti della propria relazione illustrativa.

Pur apprezzando il valore della proposta avanzata dal senatore Vegas di adottare un criterio di contabilità economica, in luogo di un meccanismo di contabilità finanziaria, nella struttura del bilancio, e non disconoscendo altresì che, nonostante la revisione dell’articolazione complessiva della spesa, l’oggetto della decisione parlamentare continua a rimanere l’unità previsionale di base, il relatore osserva tuttavia che la riclassificazione in senso funzionale del bilancio dello Stato, attuata nell’ambito della cornice normativa in vigore, consente un’analisi più completa del quadro di finanza pubblica, in relazione, in particolare, alle scelte allocative compiute dal Governo nell’ambito dei singoli programmi di spesa.

Valuta comunque favorevolmente la prospettiva di un’ulteriore e più incisiva revisione del bilancio dello Stato, da condurre attraverso una rielaborazione della disciplina normativa in vigore. In proposito, la riflessione potrebbe essere avviata su alcune indicazioni di lavoro formulate dal senatore Vegas, quali, ad esempio, il rafforzamento del rendiconto generale dello Stato e del bilancio consolidato delle pubbliche amministrazioni per una più approfondita verifica sull’andamento dei conti pubblici. Sottolinea infine il rilievo della prospettiva di un’ampia convergenza sul progetto di riforma, da elaborare in un clima di proficua collaborazione tra gli schieramenti politici.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo), relatore sul disegno di legge finanziaria per il 2008 (Atto Senato n. 1817), dopo aver ringraziato gli intervenuti per l’ampio dibattito svolto, osserva preliminarmente che la discussione ha posto in luce la diversità di vedute tra gli schieramenti politici per quanto concerne l’individuazione degli obiettivi programmatici da perseguire con la manovra finanziaria. Al riguardo, riepiloga le osservazioni critiche svolte dai rappresentanti dell’opposizione, nel senso di una presunta lentezza e insufficienza del processo di risanamento dei conti pubblici, e di una non ottimale allocazione delle risorse disponibili, in particolare per quanto riguarda l’extragettito. Nel richiamare i contenuti della relazione illustrativa svolta, evidenzia la contraddittorietà di tali valutazioni critiche alla luce della contestuale richiesta di una riduzione della pressione fiscale e di accrescimento degli investimenti in taluni settori ritenuti strategici. Sottolinea che tale prospettazione ruota intorno alla richiesta di destinare le maggiori entrate tributarie, rispetto alle previsioni iniziali, alla riduzione del debito pubblico. Ciò posto, non reputa tuttavia sufficientemente motivati i rilievi critici svolti, atteso che la discussione avrebbe dovuto essere invece incentrata sulla qualità delle scelte strategiche compiute, ad esempio, nel settore tributario e nell’ambito delle politiche di investimento. Pertanto, un’azione volta all’ulteriore riduzione della spesa pubblica, invocata dall’opposizione, presenterebbe il rischio di dover adottare, nel corso dell’esercizio finanziario, nuove misure correttive per reintegrare i tagli effettuati.Conviene comunque con l’esigenza di operare in misura ancora maggiore sul fronte del contenimento della spesa, auspicando che l’attività emendativa del Parlamento si collochi in tale prospettiva.

Sotto altro profilo, non giudica condivisibili le perplessità sull’adozione del criterio della spending review, posto che l’efficacia di tale metodo va valutata in un periodo di tempo più lungo rispetto al singolo esercizio finanziario. Respinge altresì anche le osservazioni critiche in relazione a un preteso peggioramento del risparmio pubblico: a sostegno della propria tesi richiama le varie analisi economiche condotte sui conti pubblici, tra le quali segnala anche la documentazione di studio predisposta dagli uffici del Senato e della Camera. Inoltre, il risparmio di spesa va valutato anche alla luce dell’accantonamento previsto dal comma 507 dell’articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, pur nella consapevolezza che una parte della quota resa indisponibile è stata reintegrata con il decreto-legge n. 81 del 2007.

In riferimento alla considerazione del senatore Azzollini, secondo cui la revisione della disciplina dell’IRES non presenta carattere di neutralità finanziaria, come prospettato invece dal Governo, atteso che la riforma dell’aliquota e la modifica dei criteri di calcolo dell’imponibile avrebbero al contrario un effetto di aumento della pressione fiscale, il relatore richiama le stime di gettito effettuate, che evidenziano, per gli esercizi finanziari 2009 e 2010, una consistente riduzione del volume delle entrate connesse all’imposta sul reddito delle società, osservando al contempo che l’andamento del gettito per l’anno in corso è da ricondurre unicamente all’afflusso di tributi già maturati in base alla vigente disciplina. Rileva quindi che la contrazione del prelievo ai fini dell’IRES risulterà più significativa anche delle predette stime, tenuto conto della consistente riduzione dell’aliquota fiscale.

Per quanto concerne infine le perplessità manifestate dal senatore Azzollini in merito alla previsione di uno stanziamento di circa nove miliardi di euro, in favore di talune regioni, per il ripianamento del disavanzo nel settore sanitario, giudica infondato il timore che con tale misura si sia inteso operare un prestito surrettizio e rileva, al contrario, che si tratta di una mera anticipazione finanziaria.

 

Sui disegni di legge nn. 1818 e 1817 replica a sua volta il sottosegretario SARTOR, il quale si compiace degli approfondimenti emersi nel dibattito auspicando che il clima collaborativo prosegua nel corso dell'esame.

Nel richiamare le osservazioni del senatore Baldassarri, manifesta profondo dissenso sulla dicotomia tra mondo politico e Stato, atteso che il primo è pienamente al servizio della Repubblica, di cui peraltro fanno parte anche gli enti territoriali. Rimarca quindi i fondamenti di libertà sottesi alle scelte collettive in un sistema democratico e conviene con il senatore Cabras sull'esigenza di riqualificare la spesa.

Ritiene quindi che la riclassificazione del bilancio in missioni e programmi rappresenti un primo passo verso una maggiore comprensione delle scelte economiche, esprimendo altresì condivisione sulla necessità, da un lato, di prevedere una progressiva riduzione della pressione fiscale e, dall'altro, di riconsiderare in maniera attenta gli interventi sul lato della spesa.

Con particolare riferimento alla correzione dei conti per gli effetti delle misure una tantum, fa presente che il dato è stato certificato e fatto proprio dalla Commissione europea nella previsione di primavera; pertanto, le cifre sull'indebitamento netto per il 2006 corrispondono a quelle indicate in sede europea.

Pur concordando sul doveroso obiettivo di ridurre il debito pubblico e il deficit, puntualizza che esistono vincoli comunitari il cui raggiungimento deve essere oggetto di valutazione dell'operato del Governo. Tuttavia, nel caso in cui il dato si collochi al di sotto delle soglie europee, l'Esecutivo ha la possibilità di compiere proprie scelte di politica economica e di bilancio. Considerata l'attuale situazione, caratterizzata da carenza di infrastrutture e da iniquità nella distribuzione del reddito, rivendica la volontà del Governo di destinare una parte delle risorse a parziale ristoro delle suddette condizioni problematiche.

Dopo aver rammentato il giudizio positivo dell'Istat circa la correttezza delle stime sugli indici di povertà, replica alle osservazioni del senatore Azzollini circa il presunto carattere pro-ciclico della manovra, precisando che non si tratta di un controllo della domanda e né ci sarà una correzione netta nel 2008, anno in cui si prevede un rallentamento della crescita, atteso che la politica economica governativa ha una natura strutturale.

In merito alle preoccupazioni circa la ristrutturazione dei debiti contratti dalle Regioni per la spesa sanitaria, deposita agli atti della Commissione una memoria scritta sul controllo della summenzionata spesa in alcune aree territoriali, onde fornire un quadro completo degli elementi di decisione politica e di supporto gestionale. Tale relazione illustra inoltre i piani di rientro connessi a singoli interventi sui quali si dichiara comunque disponibile per ulteriori chiarimenti.

Passando alla questione dell'edilizia, enfatizza la maggiore offerta di alloggi sovvenzionati e le misure fiscali a beneficio degli affittuari e dei proprietari della prima casa.

Comunica quindi che il Consiglio dei ministri ha definito i propri orientamenti in materia previdenziale nel senso di introdurre ammortizzatori sociali per i lavoratori cosiddetti intermittenti, al fine di estendere la rete di protezione sociale ai lavoratori che godono di minori garanzie, in un ottica di ferma distinzione tra precarietà e flessibilità.

Con particolare riguardo alla fiscalità di impresa, tiene a sottolineare la semplificazione concernente gli imprenditori a capo di piccole aziende nonché le misure a beneficio delle società di dimensioni normali, evidenziando che è stata ridotta l'aliquota marginale. Dopo aver posto l'accento sugli interventi concernenti la deducibilità degli interessi passivi nonché sui comportamenti talvolta elusivi sottesi alle scelte finanziarie delle imprese, rimarca l'obiettivo di ricapitalizzazione delle aziende, nella prospettiva di superare la distinzione tra il bilancio fiscale e quello civilistico.

Rispondendo ad un quesito del senatore AZZOLLINI (FI), fa presente i vantaggi connessi alla scelta marginale delle imprese, auspicando che il bilancio civilistico possa rappresentare la situazione reale di ciascuna azienda.

 

Concluse le repliche, il PRESIDENTE propone quindi di disgiungere l'esame del disegno di legge n. 1819 dall'esame dei documenti di bilancio, onde proseguire con la votazione degli emendamenti presentati al disegno di legge n. 1819.

 

Conviene la Commissione.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 21,35.


BILANCIO(5a)

Giovedì 18 ottobre 2007

141a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

Riprende l'esame sospeso nella seduta notturna di ieri.

 

Il presidente MORANDO avverte che si passerà all'illustrazione degli emendamenti al disegno di legge n. 1819, di conversione del decreto-legge n. 159 del 2007.

In ordine ai profili di inammissibilità, rileva che, poiché il decreto non è formalmente collegato al disegno di legge finanziaria, vige il regime di inammissibilità ordinario previsto per la conversione dei decreti. Dopo aver costatato che il contenuto del decreto è fortemente articolato e eterogeneo, sottolinea l’estrema difficoltà di selezionare criteri idonei per un'adeguata selezione degli emendamenti inammissibili quanto al contenuto. Dopo aver dichiarato inammissibili gli emendamenti 15.0.3 e 19.0.1, in quanto contengono norme di delega, dichiara peraltro inammissibili anche gli emendamenti 1.0.2, 3.0.1, 3.0.2 e 3.0.3, poichè intervengono sui decreti legislativi recanti l'organizzazione e la struttura del Governo, emendamenti che potrebbero essere, ai fini dell’omogeneità della materia, ripresentati al disegno di legge finanziaria, il quale, in termini di risparmio di spesa, contiene norme di analoga natura.

Si riserva infine di richiamare gli emendamenti che abbiano profili di rilievo ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione e che risultassero privi di copertura.

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra l'emendamento 1.1, osservando come esso sia finalizzato ad utilizzare una quota significativa dell'extra gettito per il risanamento del deficit di bilancio. A tal fine rileva che opportunamente organismi monetari sia nazionali che internazionali hanno ribadito in più occasioni l'auspicio che le scelte di politica economica del Governo, in ordine alla utilizzazione delle maggiori entrate fiscali, fossero orientate al risanamento dei conti pubblici. Poiché il Governo ha al contrario inserito nel decreto-legge numerosi interventi di spesa, agendo così in deficit spending, l'emendamento - rileva l'oratore - è volto ad incoraggiare una significativa inversione di tendenza.

Dopo una breve illustrazione dell'emendamento 2.10, volto a prevedere uno stanziamento di risorse per il potenziamento degli assi di collegamento del territorio nazionale con le principali tratte viarie europee, facilitando così il superamento della barriera naturale delle Alpi, si sofferma sull'emendamento 4.4. In proposito egli rileva che la previsione della nomina di un commissario ad acta per le regioni che risultino in deficit di bilancio risulta inadeguato ad assicurare una maggiore responsabilizzazione degli enti locali. L'emendamento, appare pertanto volto ad introdurre un meccanismo sanzionatorio efficace per le Regioni che sforano i tetti di spesa sanitari, prevedendo che il deficit sia recuperato attraverso una automatica riduzione dei trasferimenti statali alla Regione, nell'anno d'imposta successivo a quello in cui si è verificato lo sforamento.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) illustra brevemente l'emendamento 1.2, osservando che esso prevede che le maggiori entrate che eccedano l'obiettivo di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente, siano destinati alla restituzione pro-quota a ciascun contribuente in sede di pagamento dell'imposta sul reddito. Al riguardo egli rileva che tale emendamento era già stato presentato in sede di esame della manovra di bilancio per il 2007 e che aveva raccolto il consenso sia di gruppi di maggioranza che di opposizione. Auspica quindi che il Governo formuli un parere favorevole.

 

Il senatore VEGAS (FI) illustra in primo luogo l'emendamento 1.0.3, volto ad incentivare il lavoro straordinario, tramite l'applicazione, ai fini dell'IRPEF, dell'aliquota media dell'ultimo biennio, ridotta del 50 per cento. Ciò può determinare un incremento dell'attività lavorativa, un aumento del prodotto interno lordo e, conseguentemente, una crescita delle entrate fiscali.

Dopo aver illustrato brevemente l'emendamento 3.1, volto a sopprimere l'utilizzazione di quote di trattamento di fine rapporto per la gestione INPS, attraverso la definizione di un apposito fondo di riserva, passa alla illustrazione dell'emendamento 3.0.4, volto ad introdurre una preventiva comunicazione scritta all'INPDAP, che consenta ai dipendenti in servizio e ai pensionati di esprimere preventivamente la volontà di aderire alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie, sopprimendo conseguentemente il regime di prelievo automatico attualmente vigente.

Quanto all'emendamento 3.0.5, ritiene opportuno intervenire sul decreto legislativo n. 252 del 2005, in materia di fondi pensione, prevedendo, anche per i sistemi alternativi al trattamento di fine rapporto, il diritto di revoca. A tal fine, l'emendamento estende alla disciplina sui fondi i limiti e le modalità stabilite dai contratti e dagli accordi collettivi anche aziendali. Ciò può incentivare il ricorso alle forme alternative di trattamenti previdenziali.

 

Il PRESIDENTE ricorda che l’emendamento 2.900 è stato ritirato. Fa poi presente che gli emendamenti 1.0.1 e 2.0.3 risultano privi di adeguata copertura.

 

I restanti emendamenti, fino all'emendamento 4.3, si intendono illustrati.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 9,25.


BILANCIO(5a)

Giovedì 18 ottobre 2007

142a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

Riprende l'esame sospeso nell'odierna seduta antimeridiana.

 

Il PRESIDENTE ricorda che nella seduta antimeridiana si è svolta l'illustrazione degli emendamenti riferiti agli articoli 1, 2, 3 e 4 fino alla proposta emendativa 4.4.

 

I restanti emendamenti e i relativi subemendamenti riferiti all'articolo 4 si danno per illustrati.

 

Si passa quindi all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 5.

 

Il PRESIDENTE segnala che gli emendamenti 5.1, 5.37, 5.41 e 5.0.6 (in particolare il comma 2), nonché i subemendamenti 5.900/1 e 5.900/2 presentano problemi di copertura finanziaria.

 

Il sottosegretario LETTIERI presenta una riformulazione in un testo 2 dell'emendamento 5.900, che ha lo scopo di precisare l'ambito dei medicinali ai quali si riferisce il tetto previsto dal comma 1 dell'articolo 5, chiarendo che sono sottoposti al tetto medesimo, oltre ai farmaci erogati attraverso le farmacie convenzionate, anche i farmaci appartenenti alla classe A ma oggetto di distribuzione diretta da parte degli ospedali.

La proposta emendativa ha inoltre l'obiettivo di ridurre il valore percentuale del tetto di spesa previsto (dal 14,4 per cento al 14 per cento), in conseguenza di una più attenta individuazione dei farmaci che, pur non essendo compresi nella spesa farmaceutica convenzionata, sono riconducibili al concetto di assistenza farmaceutica territoriale.

Dopo aver sottolineato l'esigenza di evitare incertezze interpretative conseguenti alla differente terminologia utilizzata nei diversi commi, dà conto della modifica apportata al comma 2, lettera c), nella prospettiva di fugare dubbi circa la volontà del legislatore di prendere in considerazione le modifiche intervenute successivamente alla determinazione dell'AIFA del 29 ottobre 2004.

L'emendamento mira inoltre a rideterminare il valore percentuale del tetto di spesa ospedaliera nonché a precisare che gli eventuali provvedimenti regionali adottati in contrasto con quanto deliberato dalla Commissione tecnico-scientifica di tale Agenzia sono nulli, fatta salva l'eventuale ratifica degli stessi da parte dell'organo statale.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra l'emendamento 5.3, sottolineando l'esigenza di consentire l'accesso ai finanziamenti integrati anche a favore delle Regioni in disavanzo che hanno concordato piani di rientro, ottemperando così agli obiettivi di risanamento. Dà altresì conto dell'emendamento 5.21, orientato ad introdurre meccanismi che responsabilizzino le Regioni attribuendo loro l'obbligo di ripianare una quota pari al 40 per cento dello sforamento. Quanto all'emendamento 5.50 sottolinea l'esigenza di garantire libertà ai medici di indicare, nella prescrizione, tanto il nome della specialità medicinale quanto quello del corrispondente farmaco generico.

 

Sull'emendamento 5.11 prende la parola il senatore VEGAS (FI) il quale giudica paradossale riservare quote di mercato alle aziende farmaceutiche esistenti.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 5.41 che si colloca in linea con altre proposte emendative presentate dal suo Gruppo con lo scopo di avviare un sistema virtuoso di riduzione dei costi nel comparto sanitario. In particolare, fa presente che il progetto "Ospedale senza dolore" potrebbe costituire una utile risposta per la cura di patologie gravi che determinano ingenti costi al Servizio sanitario nazionale. L'emendamento in questione, prevedendo un tetto di spesa, non dovrebbe a suo avviso determinare problemi di copertura. Ribadisce quindi la necessità di prestare particolare attenzione alle terapie coadiuvanti rispetto a specifiche patologie, le quali rappresentano anche un miglioramento in termini di cure offerte.

Illustra altresì l'emendamento 5.0.2, che ha lo scopo di istituire il Registro nazionale dell'endometriosi nell'ottica di assicurare un'adeguata prevenzione del carcinoma ovarico.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) aggiunge la propria firma all'emendamento 5.49.

 

I restanti emendamenti all'articolo 5 si danno per illustrati.

 

Si passa indi all'illustrazione delle proposte emendative presentate all'articolo 6.

 

Dopo che il PRESIDENTE ha rilevato la possibilità che dall'emendamento 6.3 possano derivare oneri, il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra gli emendamenti 6.4, 6.5, 6.6 e 6.7 finalizzati a incrementare le risorse destinate alla prosecuzione degli interventi relativi al sistema Alta Velocità nel Nord Italia, date le esigenze infrastrutturali del Settentrione.

 

I restanti emendamenti all'articolo 6 si danno per illustrati.

Si passa ad illustrare gli emendamenti riferiti all'articolo 7.

 

Il PRESIDENTE fa presente che l'emendamento 7.6 presenta problemi finanziari in quanto copre oneri di parte corrente con risorse in conto capitale; anche gli emendamenti 7.8, 7.10 e 7.0.2 sono suscettibili di comportare oneri.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) dà conto dell'emendamento 7.7, volto a sostenere i Comuni ubicati in aree di confine, nei confronti dei quali le cifre stanziate sono a suo giudizio irrisorie. Puntualizza infatti la necessità di valorizzare quegli enti locali che si situano nei pressi di zone con situazioni economiche più favorevoli in quanto facenti parte di Regioni a statuto speciale o di Province autonome. Nel rimarcare l'esigenza di un'azione concreta per restituire a tali Comuni la capacità di competere, ritiene utile la creazione di zone franche di confine per porre un freno agli esodi verso aree limitrofe più avvantaggiate.

Reputa infine contraria al principio di uguaglianza l'esistenza di situazioni eccessivamente differenziate pur essendo collocate in aree simili e invita a considerare adeguatamente le istanze provenienti dagli enti locali.

 

Il senatore DIVINA (LNP) aggiunge la propria firma all'emendamento 7.12, cogliendo l'occasione per associarsi alle considerazioni del senatore Paolo Franco in ordine ai rischi connessi alle disuguaglianze tra enti locali limitrofi. Sollecita dunque una riflessione ulteriore sulle misure di sostegno ai Comuni di confine, tanto più che sono in atto numerose richieste di spostamenti dovute ai benefici economici derivanti dall'appartenenza alle Regioni a statuto speciale.

 

I restanti emendamenti relativi all'articolo 7 si danno per illustrati.

 

Si passa poi all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 8.

 

Il PRESIDENTE avverte che gli emendamenti 8.1, 8.2, 8.5, 8.10, 8.15 e 8.16, nonché i subemendamenti 8.900/4, 8.800/3 e 8.800/4 presentano problemi di copertura finanziaria. In particolare l'emendamento 8.1 potrebbe essere adeguatamente coperto se l'autorizzazione di spesa in esso prevista fosse ridotta da 560 milioni di euro a 425 milioni di euro così da risultare sufficiente la copertura recata dalla proposta. Il subemendamento 8.900/4 ha una copertura solo per il 2007, mentre i costi previsti risultano permanenti. Quanto al subemendamento 8.800/3 rileva l'esistenza di un onere permanente coperto solo per un triennio, la presenza di oneri di parte corrente finanziati con risorse in conto capitale e una errata quantificazione dei costi.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) riformula l'emendamento 8.1 in un testo 2 riducendo l'autorizzazione di spesa prevista a 300 milioni di euro. Evidenzia poi che esso è orientato a individuare un Piano nazionale per la riduzione dei carichi azotati nella prospettiva di produrre energia attraverso fonti rinnovabili. Dà poi conto delle finalità redistributive dell'emendamento 8.3, illustrando altresì l'emendamento 8.19 soppressivo del comma 5 dell'articolo 8 in quanto formulato in maniera non corretta.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) dà conto dell'emendamento 8.2 che ha l'obiettivo di intervenire a sostegno della famiglia, tanto più che essa risulta assente nella manovra finanziaria dell'Esecutivo. Nel richiamare in proposito le considerazioni espresse in discussione generale, ritiene infatti che le famiglie siano eccessivamente penalizzate in seguito a congiunture economiche internazionali, come ad esempio la crisi dei mutui. La proposta emendamentiva mira quindi a elevare dal 19 al 27 per cento la percentuale di detrazione dell'imposta lorda, innalzando al contempo l'importo massimo su cui applicare la detrazione per gli interessi passivi pagati in pendenza di mutui, contratti per l'acquisto dell'abitazione principale.

Lamenta quindi che la manovra economica del Governo si limita ad erogare finanziamenti a pioggia senza avviare lo sviluppo, come dimostra l'utilizzo delle maggiori entrate per svariati interventi sul territorio.

Coglie indi l'occasione per richiamare la finalità dell'emendamento 1.3, evidenziando l'urgenza di assicurare i diritti dei contribuenti, molti dei quali sono in attesa di risarcimenti purtroppo a rischio di prescrizione.

 

Il PRESIDENTE rammenta che anche sull'emendamento 1.3 erano stati sollevati problemi di copertura superabili solo qualora le risorse di parte capitale eccedessero di almeno tre volte gli oneri di parte corrente.

 

Il sottosegretario LETTIERI illustra l'emendamento 8.900, volto ad applicare a tutti gli interventi previsti dall'articolo 8 del decreto-legge la normativa di cui al decreto legislativo n. 163 del 2000 recante il Codice dei contratti pubblici.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 8.18, che si colloca nella medesima prospettiva di altre proposte emendative volte a migliorare il sistema viario. In particolare, esso pone l'accento sulla necessità di velocizzare i collegamenti attualmente resi difficoltosi dai lavori concernenti l'autostrada Salerno-Reggio Calabria.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) presenta una riformulazione in un testo 2 dell'emendamento 8.800 che ha l'obiettivo di recepire alcune finalità contenute nel subemendamento 8.800/3. Quest'ultimo infatti mira a garantire una continuità nella gestione delle opere già avviate dalla Società Stretto di Messina. Propone dunque un testo recante la previsione che allo scioglimento dei rapporti negoziali si applica l’articolo 21-quinquies, comma 1-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché l’istituzione dell’Agenzia per lo sviluppo della logistica nell’area dello Stretto di Messina, con particolare riferimento allo sviluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabria e Sicilia sotto i poteri di indirizzo e vigilanza del Ministro delle Economie e Finanze di concerto, per quanto di competenza, con i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti.

 

I restanti emendamenti all'articolo 8 si danno per illustrati.

 

Si passa indi all'illustrazione delle proposte emendative presentate all'articolo 9.

 

Il PRESIDENTE fa presente che l'emendamento 9.0.2 presenta problemi di copertura finanziaria.

 

Il senatore FERRARA (FI) dà conto dell'emendamento 9.1 sottolineando che le somme stanziate nel 2006 non sono state ancora trasferite alla Società Trenitalia s.p.a, in quanto occorre una ripartizione territoriale dei fondi, atteso che le Regioni svolgono compiti di programmazione e di amministrazione inerenti ai servizi ferroviari in concessione alla suddetta Società.

Reputa quindi urgente superare tali difficoltà tanto più che la mancata stipula di convenzioni tra gli enti locali e Trenitalia s.p.a. non consente di rendere effettiva la liberalizzazione del settore prevista entro il 2011. Nel sollecitare un'attenzione particolare al settore del trasporto pubblico locale, ritiene infine che l'articolo 9 peggiori la situazione senza offrire adeguati margini di autonomia agli enti territoriali.

 

I restanti emendamenti all'articolo 9 si danno per illustrati.

 

Si passa alle proposte emendative riferite all'articolo 10.

 

Il PRESIDENTE avverte che gli emendamenti 10.16, 10.17, 10.19, 10.20 e 10.32 presentano problemi di copertura finanziaria in quanto prevedono una copertura di oneri di parte corrente su risorse in conto capitale; rende noto inoltre che gli emendamenti 10,37, 10.38 e 10.0.1 presentano problemi di copertura finanziaria.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) dà conto dell'emendamento 10.1.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) illustra l'emendamento 10.10, che riduce del 50 per cento il contributo complessivo spettante alle società editrici, innalzando quindi la soglia prevista dall'articolo 10 del decreto-legge. Pur riconoscendo che il taglio colpisce in maniera lineare e non selettiva gli operatori del settore, invita a considerare la necessità di una individuazione più puntuale dei soggetti su cui effettuare la decurtazione di risorse, atteso che il mondo dell'editoria è estremamente variegato.

Nel formulare osservazioni critiche in ordine all’attribuzione di contributi secondo logiche discutibili e poco trasparenti, sollecita una riforma delle norme, tanto più che esse si riferiscono ad una situazione non più attuale. Riconosce infatti che il finanziamento all'editoria dei partiti politici costituisce una libera scelta, meritevole nella misura in cui essa non è rivolta a soggetti politici inesistenti, in quanto in tal caso non si compie un attento monitoraggio.

Stigmatizza altresì il finanziamento di gruppi editoriali quotati in borsa i quali ricevono utili e non necessitano pertanto di un supporto economico pubblico. Auspica quindi che il relatore e il Governo si facciano carico di individuare le misure adeguate per porre un freno a tali fenomeni, preannunciando un convinto impegno del Gruppo UDC in tal senso.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) dà conto dell'emendamento 10.14, dichiarando di condividere le osservazioni del senatore Ciccanti. Gli aiuti economici alla stampa erano infatti a suo giudizio necessari in un diverso momento storico, mentre oggi costituiscono oneri non giustificabili, tanto più che molte società agiscono nel mercato producendo propri introiti.

Sollecita quindi una netta presa di posizione contro un sistema che alimenta i privilegi di un settore, giudicando comunque poco efficace l'operazione del Governo in quanto essa non distingue i piccoli e i grandi editori.

La seduta, sospesa alle ore 16,30 riprende alle ore 17,35.

 

Il presidente MORANDO invita il relatore a illustrare l’emendamento 10.800, a sua firma.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) illustra quindi l’emendamento 10.800, in materia di misura ed erogazione dei contributi alle imprese editrici, rilevando che con esso si intende rendere meno gravosa la riduzione delle provvidenze previste, limitandone la percentuale di riduzione al 2 per cento. La proposta interviene anche sul comma 5 dell’articolo 10, prevedendo una graduazione, nella riduzione percentuale degli importi relativi alle tariffe postali agevolate, fondata sull’ammontare annuo delle agevolazioni spettanti. Riformula quindi in un testo 2 l’emendamento 10.800 (pubblicato in allegato al resoconto dell’odierna seduta pomeridiana), inserendo una proposta di modifica di tenore analogo a quella contenuta nella prima parte dell’emendamento 10.18. Con la riformulazione si intende stabilire un tetto massimo al contributo erogabile, sulla base del costo complessivo, relativo al personale impiegato, sostenuto nell’anno precedente dal soggetto beneficiario.

Con l’occasione il relatore segnala anche l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un disegno di legge di riforma della normativa sull’editoria, con particolare riguardo al regime dei contributi. Tra le previsioni normative da esso recate sottolinea il rilievo di quella che introduce un credito d’imposta correlato all’importo delle spese sostenute.

 

Il senatore DIVINA (LNP) illustra quindi le proposte 10.16 e 10.17 dopo averle fatte proprie.

 

Il presidente MORANDO comunica che l’emendamento 10.21 è stato riformulato in un testo 2, pubblicato in allegato al resoconto dell’odierna seduta pomeridiana.

 

Il senatore DIVINA (LNP) fa quindi propri e illustra gli emendamenti 10.19 e 10.20, volti a introdurre una condizione per l’accesso ai contributi all’editoria, consistente nella erogazione di retribuzioni che non siano superiori a quella del Presidente di sezione della Corte di cassazione.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) presenta una riformulazione dell’emendamento 10.0.2 in un testo 2, pubblicata in allegato al resoconto dell’odierna seduta pomeridiana.

 

Illustrando l’emendamento 10.0.3, il senatore FERRARA (FI) evidenzia le differenze esistenti nella struttura economica e giuridica dei vari soggetti che esercitano attività di impresa, soffermandosi sulle disposizioni in materia di società cooperative. Pone in rilievo l’esigenza di assicurare l’efficienza del mercato in termini di maggiore concorrenza, mediante la previsione che l’agevolazione fiscale relativa alle società cooperative e i loro consorzi, consistente nella non imponibilità delle somme destinate alle riserve indivisibili, si applichi esclusivamente alle cooperative che non superino il limite di fatturato globale annuo pari a 100 milioni di euro. In caso contrario la proposta in illustrazione prevede l’applicazione del regime tributario proprio delle società per azioni.

Si intendono quindi illustrati tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 10 del decreto-legge.

 

Conclusa l’illustrazione degli emendamenti che riguardano gli articoli da 1 a 10 del decreto-legge, il presidente MORANDO concede la parola al relatore per l’espressione del parere sulle proposte riferite all’articolo 1.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) motiva il parere contrario sull’emendamento 3.1, osservando che con esso si prevede la soppressione delle disposizioni della legge finanziaria per il 2007 che mirano a incentivare il ricorso a forme di previdenza complementare. Formula indi parere contrario anche sulle proposte 1.1 e 1.2, che prospettano una destinazione delle maggiori entrate tributarie rispetto alle previsioni iniziali non conforme agli obiettivi finanziari previsti nella Nota di aggiornamento al DPEF.

Espresso avviso contrario all’emendamento 1.3, invita i presentatori al ritiro dell’emendamento 1.0.1, altrimenti il parere è contrario, rilevando l’esigenza di inserire nel disegno di legge sulla riforma del Welfare eventuali proposte normative volte a modificare il regime tributario dei proventi del lavoro straordinario.

Analoghe considerazioni il relatore svolge con riguardo all’emendamento 1.0.3 per motivarne la richiesta di ritiro, intendendosi altrimenti espresso un parere contrario.

 

Il sottosegretario LETTIERI formula quindi un avviso conforme a quello del relatore.

 

Verifica la sussistenza del prescritto numero legale per deliberare, il presidente MORANDO pone in votazione l’emendamento 3.1 che viene respinto.

 

Risulta quindi respinto anche l’emendamento 1.1.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 1.2, esprimendo perplessità per il voto contrario della maggioranza rispetto alla proposta di destinare le maggiori entrare tributarie alla riduzione del debito pubblico, posto che la stessa maggioranza, nel corso della precedente sessione di bilancio, aveva inserito nella legge finanziaria per il 2007 una previsione di tenore analogo. A giudizio dell’oratore occorre che il Governo chiarisca se tale atteggiamento sottintende una valutazione in linea di principio contraria all’utilizzazione delle maggiori risorse per il contenimento della spesa pubblica.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), preannunciando un voto favorevole sull’emendamento 1.2, rileva l’esigenza che il Governo chiarisca se la propria linea politica è pregiudizialmente contraria all’impiego delle maggiori risorse per realizzare gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici, posto che l’attuale quadro finanziario lascia prevedere l’emersione di ulteriori extragettiti nei prossimi esercizi. Rileva infine la contraddittorietà tra l’indirizzo generale espresso dal Parlamento in sede di approvazione del DPEF rispetto all’azione di politica economica del Governo, che si è tradotta nell’adozione di provvedimenti ampliativi delle spese pubbliche.

 

L’emendamento 1.2, posto in votazione, viene respinto.

Il presidente MORANDO, dopo aver incidentalmente ricordato che il dibattito sulla allocazione delle maggiori risorse finanziarie emerse dovrebbe avere luogo in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2008, osservato che l’emendamento 1.3 reca oneri finanziari non coperti, pone ai voti la predetta proposta emendativa che viene respinta.

 

Accogliendo l’invito del relatore, la senatrice RUBINATO (Aut) ritira l’emendamento 1.0.1.

 

Il senatore VEGAS (FI) insiste quindi per la votazione dell’emendamento 1.0.3, che reca misure a suo parere fondamentali per il rilancio dello sviluppo economico.

 

La Commissione respinge quindi l’emendamento 1.0.3, dopo che il senatore DIVINA (LNP) vi ha aggiunto la propria firma.

 

Il presidente MORANDO dà quindi la parola al relatore per l’espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all’articolo 2.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime quindi parere contrario sulle proposte 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.5, 2.6, 2.7 (posto che il finanziamento di opere pubbliche per la rete di trasporto ferroviario viene operato con la soppressione della norma concernente l’istituzione di una società di scopo per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico), 2.8, 2.9 e 2.10.

Invita quindi i presentatori al ritiro dell’emendamento 2.0.1, altrimenti il parere è contrario, atteso che con esso si intende introdurre una rilevante modifica alla disciplina sulle imposte sui redditi, ravvisando in proposito l’esigenza che la predetta proposta venga esaminata in sede di discussione del disegno di legge finanziaria. Infine, formula avviso contrario agli emendamenti 2.0.2, 2.0.3 e 2.0.4, facendo presente, quanto alle ultime due proposte, che esse recano oneri non coperti.

 

Il sottosegretario LETTIERI si pronuncia quindi in senso conforme al relatore.

 

Con successive e separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 2.1, 2.2, 2.3 e 2.4.

 

Il senatore FORTE (UDC) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 2.5, nella prospettiva di promuovere il completamento di un’importante opera infrastrutturale, che assume rilievo per l’intera Regione, atteso che, a suo avviso, sono maturate condizioni favorevoli dal punto di vista amministrativo e finanziario.

 

I senatori VEGAS (FI), AZZOLLINI (FI) e CICCANTI (UDC) aggiungono la propria firma sull’emendamento 2.5.

 

Il presidente MORANDO rileva che nell’elaborare il programma degli investimenti infrastrutturali il Governo ha privilegiato il criterio dell’immediata realizzabilità dell’opera pubblica. Pone quindi in votazione l’emendamento 2.5, che viene respinto.

 

Alla luce della contrarietà espressa dal relatore e dal rappresentante del Governo, il senatore FORTE (UDC) ritira l’emendamento 2.6, preannunciandone la trasformazione in uno specifico ordine del giorno.

 

La Commissione respinge, con successive e separate votazioni, gli emendamenti 2.7, 2.8, 2.9, 2.10, 2.0.1, dopo che il senatore VEGAS (FI) ha insistito per la sua votazione, nonché le proposte 2.0.2, 2.0.3 e 2.0.4.

 

Si procede quindi all’espressione del parere del relatore e del Governo sugli emendamenti riferiti all’articolo 3.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) si pronuncia con favore sull’emendamento 3.0.4, volto a razionalizzare la disciplina concernente le modalità di adesione degli iscritti al fondo dell’INPDAP che eroga prestazioni creditizie agevolate, preannunciando quindi un parere di segno favorevole anche per la proposta emendativa del senatore Barbato avente identico contenuto.

Il relatore motiva il proprio parere contrario sull’emendamento 3.0.5, rilevando che la sua portata non risulta sufficientemente chiara e che non appare altresì condivisibile la prevista eliminazione del riferimento alla contrattazione collettiva, con riguardo alla possibilità per i lavoratori di modificare l’iniziale scelta di destinazione dei contributi ai fondi di previdenza complementare.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime avviso conforme a quello del relatore.

 

L’emendamento 3.0.4, posto in votazione, dopo che il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) vi ha aggiunto la propria firma, viene approvato all’unanimità.

 

Il senatore VEGAS (FI) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 3.0.5, precisando che con tale proposta si persegue la finalità di assicurare ai lavoratori la più ampia libertà di scelta e che essa non determina costi a carico dei datori di lavoro.

 

Posto ai voti, l’emendamento 3.0.5 viene respinto.

 

Si passa quindi all’espressione dei pareri del RELATORE e del GOVERNO in ordine agli emendamenti riferiti all’articolo 4.

 

Il sottosegretario LETTIERI riformula l'emendamento 4.900 in un testo 2.

 

Il RELATORE esprime quindi parere contrario su tutti gli emendamenti e subemendamenti riferiti all'articolo 4, ad eccezione dell'emendamento 4.8 e 4.900 (testo 2). Si rimette invece all'avviso del rappresentante del Governo per l'emendamento 4.7.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime quindi parere conforme al relatore su tutti gli emendamenti. In relazione all'emendamento 4.7 propone al presentatore di riformularlo nel senso di prevedere la facoltà per il Commissario ad acta di proporre alla Regione la sostituzione dei Direttori generali delle ASL.

 

Dopo un breve intervento del senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE), il quale esprime il proprio avviso contrario su tale proposta emendativa, prende la parola il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) svolgendo talune considerazioni sulla compatibilità costituzionale dell'istituto del commissariamento delle Regioni inadempienti in materia sanitaria, così come delineato dall'articolo 4.

 

Il senatore AUGELLO (AN), dopo aver formulato talune osservazioni sulla figura e sui compiti spettanti al Commissario ad acta, la cui nomina è prevista nelle Regioni nei cui confronti si prefiguri il mancato rispetto degli adempimenti dovuti ai fini della realizzazione dei Piani di rientro dai deficit sanitari, fa proprio l'emendamento 4.7 riformulandolo nel senso indicato dal rappresentante del Governo (testo 2).

 

Dopo un breve intervento del senatore DIVINA (LNP) sulla portata dell'articolo 4, con particolare riferimento ai compiti spettanti al Commissario ad acta, il senatore CICCANTI (UDC) esprime talune perplessità sulla legittimità costituzionale di tale forma di esercizio di potere sostitutivo da parte dello Stato nei confronti delle Regioni.

 

Il senatore SAIA (AN) e il senatore BALDASSARRI (AN) aggiungono la propria firma all'emendamento 4.7 (testo 2).

 

Il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) prende infine brevemente la parola invitando il relatore a valutare l'opportunità di presentare un emendamento volto a modificare la rubrica dell'articolo 4.

 

Il RELATORE, accedendo alla sollecitazione del senatore Boccia presenta ed illustra l'emendamento 4.20, modificativo della rubrica dell’articolo 4.

 

Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 4.

 

La Commissione con distinte e successive votazioni respinge tutti gli emendamenti da 4.1 a 4.6.

 

Dopo la dichiarazione di voto contrario del senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) l'emendamento 4.7 (testo 2) è posto ai voti ed approvato.

 

La Commissione, dopo aver approvato l'emendamento 4.8, respinge il sub-emendamento 4.900/1.

 

E' quindi posto ai voti ed approvato l'emendamento 4.900 (testo 2).

 

Risultano poi respinti con successive e distinte votazioni gli emendamenti da 4.9 a 4.15.

La Commissione, con il parere favorevole del Governo, approva infine l'emendamento 4.20.

 

Si passa quindi all'espressione dei pareri in ordine agli emendamenti riferiti all'articolo 5.

 

Il RELATORE esprime parere contrario sull'emendamento 5.1 ad eccezione della parte in cui prevede che le Regioni, entro 15 giorni successivi ad ogni trimestre, trasmettano all'Agenzia italiana del farmaco, al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e finanze i dati relativi alla spesa farmaceutica ospedaliera , invitando il presentatore a riformularlo. Dopo aver espresso parere contrario sui subemendamenti 5.900/1, 5.900/2, 5.900/3 e 5.900/4, esprime il proprio parere favorevole sull'emendamento 5.900 (testo 2). Dopo aver espresso parere contrario sugli emendamenti da 5.3 a 5.8, si rimette all'avviso del rappresentante del Governo in relazione all'emendamento 5.9. Dichiara quindi il proprio parere contrario su tutti gli emendamenti da 5.10 a 5.27, ad eccezione dell'emendamento 5.25, in relazione al quale si rimette all'avviso del rappresentante del Governo. Dopo aver espresso parere favorevole sull'emendamento 5.28, si dichiara contrario su tutti gli emendamenti da 5.29 a 5.39. In relazione all'emendamento 5.41 ne propone l'accantonamento, al fine di individuare una diversa copertura finanziaria. Dopo aver espresso parere contrario sugli emendamenti 5.42, 5.43, 5.44, 5.51 e 5.45, si dichiara favorevole sugli identici emendamenti 5.46 e 5.50, mentre si rimette all'avviso del rappresentante del Governo in relazione all'emendamento 5.48. Dopo aver espresso il proprio orientamento favorevole sull'emendamento 5.47, si dichiara contrario sugli emendamenti 5.49 e 5.52, nonché su tutti gli emendamenti volti ad aggiungere disposizioni dopo l'articolo 5.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 5 ad eccezione degli emendamenti 5.28, 5.46, 5.47, 5.50 e 5.46. Dopo aver insistito per l'approvazione dell'emendamento 5.900 (testo 2) ed aver dichiarato di condividere la proposta di accantonamento formulata dal relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti volti ad aggiungere disposizioni dopo l'articolo 5.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) fa proprio l'emendamento 5.1 e lo riformula in un testo 2, recante la sola parte della proposta sulla quale il relatore ha espresso parere favorevole.

 

Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 5.

 

Posto ai voti, l'emendamento 5.1 (testo 2) risulta approvato.

 

Dopo che la Commissione ha respinto con distinte e successive votazioni i subemendamenti da 5.900/1 a 5.900/4, risulta approvato l'emendamento 5.900 (testo 2).

 

Sono quindi posti ai voti e respinti con successive e distinte votazioni tutti gli emendamenti da 5.3 a 5.27.

 

La Commissione, dopo aver approvato l'emendamento 5.28, respinge con successive e distinte votazioni gli emendamenti 5.29, 5.30, 5.31 e da 5.33 a 5.39.

 

Dopo che è stato disposto l'accantonamento dell'emendamento 5.41 risultano respinti con successive e distinte votazioni gli emendamenti da 5.42 a 5.44, nonché gli emendamenti 5.51 e 5.45.

 

Dopo l'accoglimento degli emendamenti 5.46 e 5.50, di identico contenuto, la Commissione approva l’emendamento 5.47.

 

La Commissione respinge poi gli emendamenti 5.48, 5.49 e 5.52.

 

Si passa quindi alla votazione degli emendamenti volti ad aggiungere disposizioni dopo l'articolo 5.

Tutti gli emendamenti da 5.0.1 a 5.0.6, a seguito di distinte e successive votazioni, risultano respinti.

 

Si passa indi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) invita al ritiro i firmatari dell'emendamento 6.1, esprime parere favorevole sull'emendamento 6.2, contrario sugli emendamenti 6.3, 6.4, 6.5, 6.6, 6.7 e 6.0.1.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore.

 

La senatrice DONATI (IU-Verdi-Com), accedendo alla richiesta del relatore, ritira l'emendamento 6.1.

 

Si passa indi alle votazioni.

 

Con distinte votazioni, la Commissione approva l'emendamento 6.2, mentre respinge gli emendamenti 6.3, 6.4, 6.5, 6.6, 6.7 e 6.0.1.

 

Si passa all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 7.

 

Il RELATORE esprime parere contrario sugli emendamenti 7.1, 7.2, 7.3, 7.4 e 7.5. Considerati gli oneri derivanti dall'emendamento 7.6, suggerisce di accantonarlo in attesa di una riformulazione volta a ridurre le spese previste attraverso un meccanismo di copertura adeguato. Manifesta poi un orientamento contrario sugli emendamenti 7.7, 7.8, 7.9, 7.10, 7.11, 7.12, 7.13, 7.14 e 7.15, nonché sul subemendamento 7.900/1. Esprime invece un parere favorevole sugli identici emendamenti 7.900 e 7.16. Si dichiara contrario agli emendamenti 7.17, 7.18 e 7.20, mentre il parere sull'emendamento 7.21 è favorevole ove riformulato nel senso di indicare l’aggiunta delle tratte metropolitane di Milano. Manifesta altresì avviso contrario sugli emendamenti 7.0.1, 7.0.2 e 7.0.4.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime un parere conforme a quello del relatore su tutti gli emendamenti relativi all'articolo 7.

 

Si passa indi alle votazioni.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 7.1 prende la parola il senatore FERRARA (FI), il quale ritiene che l'articolo 7 del decreto-legge non contribuisca ad una adeguata riallocazione delle risorse in un'ottica di sviluppo. Giudica altresì eccessiva la concentrazione di stanziamenti a favore di Roma e della regione Lazio, sollecitando maggiori chiarimenti del Governo in ordine alle motivazioni che hanno condotto all'utilizzo dell'extragettito per tali finalità.

Ritiene quindi che analoghi trasferimenti di risorse potrebbero essere disposti in favore ad esempio delle città di Torino e Palermo. Né risulta chiaro a suo avviso l'intento dell'Esecutivo sulla distribuzione dei fondi per lo sviluppo, tanto più che essi sono concentrati in aree che non necessitano di particolari interventi.

 

Posto ai voti, l'emendamento 7.1 non è approvato.

 

Con distinte votazioni la Commissione respinge poi gli emendamenti 7.2, 7.3, 7.4 e 7.5, mentre conviene sulla proposta del relatore di accantonare l'emendamento 7.6.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 7.7 prende la parola il senatore DIVINA (LNP) il quale, pur dando atto al Governo di aver riconosciuto l'esigenza di supportare i Comuni situati in zone di confine, ritiene che le risorse stanziate siano utili solo per una parziale compensazione delle penalizzazioni e dei disagi dei suddetti enti locali. Suggerisce poi di estendere in modo decrescente le misure previste anche ad una seconda fascia di Comuni ubicati in zone prossime ai Comuni di confine con le Regioni a statuto speciale, le Province autonome, la Confederazione elvetica e l'Austria.

 

Posti separatamente ai voti, risultano respinti gli emendamenti 7.7, 7.8, 7.9, 7.10, 7.11, 7.12, 7.13, 7.14 e 7.15. La Commissione respinge poi il subemendamento 7.900/1, mentre accoglie, con un'unica votazione, gli identici emendamenti 7.900 e 7.16. In esito a separate votazioni risultano altresì respinti gli emendamenti 7.17, 7.18 e 7.20.

 

I senatori ALBONETTI (RC-SE) e TECCE (RC-SE) aggiungono la firma all'emendamento 7.21.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) aggiunge la firma all'emendamento 7.21 di cui propone una ulteriore riformulazione, volta a specificare le altre tratte metropolitane, in un testo 2, su cui il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere favorevole.

 

Il sottosegretario LETTIERI manifesta avviso favorevole sull'emendamento 7.21 (testo 2), che posto ai voti, risulta accolto.

 

Con distinte votazioni la Commissione respinge poi gli emendamenti 7.0.1, 7.0.2 e 7.0.4.

Si passa all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 8.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario sugli emendamenti 8.1 (testo 2), 8.2, 8.3, 8.4, 8.5, 8.7 e 8.8. Manifesta invece un parere favorevole sull'emendamento 8.9, dichiarando poi un orientamento negativo sugli emendamenti 8.10 e 8.11.

Dopo aver raccomandato l'approvazione dell'emendamento 8.12, esprime avviso contrario sull'emendamento 8.13, nonché sui subemendamenti 8.900/1, 8.900/2, 8.900/3 e 8.900/4. Manifesta un parere favorevole sull'emendamento 8.900, mentre il parere è contrario sugli emendamenti 8.14, 8.15, 8.16, 8.17, 8.18 e 8.19. Si dichiara poi favorevole all'emendamento 8.20, contrario all'emendamento 8.21, mentre si rimette al Governo sull'emendamento 8.23.

Esprime un parere contrario sull'emendamento 8.24, favorevole sull'emendamento 8.26, mentre invita i firmatari a ritirare l'emendamento 8.27.

Manifesta avviso contrario sui subemendamenti 8.800 (testo 2)/1, 8.800 (testo 2)/2, 8.800 (testo 2)/3 e 8.800 (testo 2)/4, raccomandando invece l'approvazione dell'emendamento 8.800 (testo 2). Dichiara infine un orientamento negativo sull'emendamento 8.0.2.

 

Il sottosegretario LETTIERI manifesta un parere conforme a quello del relatore su tutti gli emendamenti, si pronuncia in senso favorevole sull'emendamento 8.23 e si rimette alla Commissione sull'emendamento 8.800 (testo 2).

 

Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 8.1 (testo 2), 8.2, 8.3, 8.4, 8.5, 8.7 e 8.8. La Commissione accoglie invece l'emendamento 8.9. In esito a separate votazioni, sono poi respinti gli emendamenti 8.10 e 8.11, è approvato l'emendamento 8.12, mentre non è accolto l'emendamento 8.13.

Con distinte votazioni, la Commissione respinge i subemendamenti 8.900/1, 8.900/2, 8.900/3 e 8.900/4.

 

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 8.900 interviene il senatore FERRARA (FI).

 

Posto ai voti, l'emendamento 8.900 risulta approvato. La Commissione, con separate votazioni, respinge gli emendamenti 8.14, 8.15, 8.16, 8.17, 8.18 e 8.19, mentre accoglie l'emendamento 8.20. L'emendamento 8.21, posto ai voti, non è approvato, mentre l'emendamento 8.23 è accolto dalla Commissione. Con separate votazioni, la Commissione respinge poi l'emendamento 8.24 e accoglie l'emendamento 8.26.

 

La senatrice DONATI (IU-Verdi-Com), accedendo alla richiesta del relatore, ritira l'emendamento 8.27.

 

In esito a separate votazioni sono respinti i subemendamenti 8.800 (testo 2)/1, 8.800 (testo 2)/2, 8.800 (testo 2)/3 e 8.800 (testo 2)/4.

 

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 8.800 (testo 2) interviene il senatore FERRARA (FI), il quale ritiene che le misure previste dall'articolo 8 non migliorino la situazione ecologica dei territori calabresi e siciliani interessati. Dopo aver sottolineato i costi della manovra, reputa che l'emendamento non sia adeguatamente coperto a livello finanziario, in quanto l'individuazione degli oneri e la disciplina dei rapporti giuridici sono demandati ad un successivo decreto del Ministro dell'economia e delle finanze.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 8.800 (testo 2) prende la parola il senatore GIARETTA (Ulivo), il quale ritiene che esso ponga fine ad una vicenda su cui a suo giudizio occorreva intervenire da tempo. Asserisce comunque che la riformulazione presentata dal relatore non sia sufficientemente determinata. Manifesta infine condivisione sulla necessità di sopprimere la Società Stretto di Messina.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) si dichiara contrario all'emendamento 8.800 (testo 2), rammentando l'opposizione del suo Gruppo alla cessazione del progetto del ponte sullo stretto. Registra poi con disagio l'assenza di approfondite valutazioni circa le decisioni assunte ed esprime perplessità in ordine all'assorbimento della Società Stretto di Messina nell'ANAS, tanto più che la relativa procedura è avvenuta senza termini ben definiti e in maniera sommaria. Deplora inoltre che restano irrisolte le questioni attinenti ai rapporti negoziali della Società, i quali gravano peraltro sul bilancio dell'ANAS.

Lamenta altresì che il Governo non ha assunto una posizione chiara sul tema, sottolineando che il trasferimento del personale della Società all'ANAS ha creato incertezza e confusione all'interno di quest'ultima. Ribadisce quindi ferma contrarietà tanto sul merito delle decisioni quanto sul metodo in cui è avvenuta la dismissione, ritenendo peraltro poco chiari i compiti e i mezzi attribuiti alla nascente agenzia.

 

Il senatore DIVINA (LNP) si pronuncia a sua volta in senso contrario sull'emendamento 8.800 (testo 2), poichè esso non risolve i disagi per la popolazione dell'Isola, costretta ad utilizzare mezzi di trasporto non sempre efficienti.

L'incertezza delle scelte è a suo avviso dimostrata dall'atteggiamento del Governo, che ha infatti dichiarato, in sede di espressione del parere sull'emendamento in questione, di rimettersi alla Commissione. Le decisioni dell'Esecutivo, prosegue, mancano di ragionevolezza e di puntualità in quanto si liquida frettolosamente un progetto rilevante. Avrebbe pertanto ritenuto preferibile l'elaborazione di un atto di indirizzo che impegnasse il Governo a verificare la fattibilità delle scelte assunte, deplorando che impegni tanto gravosi siano affrontati con una leggerezza che giudica stupefacente.

 

La Commissione approva, quindi, l’emendamento 8.800 (testo 2), mentre l’emendamento 8.0.2 risulta respinto.

 

Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti inerenti all’articolo 9.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti inerenti all’articolo 9, compresi gli aggiuntivi, ad eccezione degli emendamenti 9.2 e 9.3, sui quali il parere è favorevole.

 

Il rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi ai pareri testé espressi dal relatore.

 

Si passa alla votazione degli emendamenti relativi all’articolo 9.

 

Dopo che è stato respinto l’emendamento 9.1, vengono accolti, con votazione congiunta, gli emendamenti 9.2 e 9.3, di analogo tenore.

 

Successivamente, con votazioni separate vengono respinti gli emendamenti 9.4, 9.0.2, 9.0.3 e 9.0.4.

 

Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti inerenti all’articolo 10.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), dopo aver effettuato un quadro generale della normativa inerente al settore dell’editoria e dopo aver ricordato che è attualmente in itinere un disegno di legge di riordino di tale materia, esprime parere favorevole sull’emendamento 10.800 (testo 2) nonché sulla prima parte dell’emendamento 10.18, formulando altresì parere contrario su tutti gli altri emendamenti inerenti all’articolo 10.

Per quel che concerne gli emendamenti aggiuntivi inerenti all’articolo 10 formula parere contrario su tutte le proposte emendative, fatte eccezione per la proposta emendativa 10.0.2 (testo 2) sulla quale esprime invece avviso favorevole.

Il relatore, in merito alla disciplina contenuta nell’emendamento 10.34, esprime l’auspicio che nel disegno di legge finanziaria venga destinata a favore dell’editoria una parte delle risorse recuperate. Invita pertanto il senatore Tecce a ritirare l’emendamento 10.34.

 

Il senatore LUSI (Ulivo), su invito del RELATORE, dichiara di ritirare l’emendamento 10.30.

 

Il rappresentante del GOVERNO, dopo aver ritirato l’emendamento 10.900, dichiara di conformarsi ai pareri testé espressi dal relatore, rimettendosi tuttavia alla Commissione in ordine all’emendamento 10.0.2 (testo 2).

Relativamente alle considerazioni espresse dal relatore sull’emendamento 10.34, fa presente che sarà effettuata una considerazione generale sulla questione posta.

 

Si passa alla votazione degli emendamenti relativi all’articolo 10.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza il voto contrario sull’emendamento 10.1, sottolineando che la riduzione delle risorse destinate al settore della editoria determina il rischio di una compressione della libertà dell’informazione.

Peraltro è attualmente in itinere un disegno di legge di riordino dell’intero settore e conseguentemente è inopportuno inserire nel decreto-legge in titolo disposizioni relative alla materia di cui trattasi.

 

Il senatore TECCE (RC-SE), dopo essersi brevemente soffermato su taluni profili generali inerenti alla disciplina contemplata all’articolo 10, dichiara di ritirare l’emendamento 10.34.

 

Posto ai voti l’emendamento 10.1 viene respinto.

 

Successivamente con separate votazione vengono respinti gli emendamenti 10.2, 10.4 e 10.5.

 

Con votazione congiunta la Commissione respinge gli emendamenti 10.6 e 10.7, di identico tenore.

 

Successivamente, con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 10.8, 10.9, 10.10, 10.11, 10.12, 10.13 e 10.14.

 

La Commissione respinge poi il subemendamento 10.800/1.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sull’emendamento 10.800 (testo 2), manifestando forti perplessità sulla copertura finanziaria di tale disciplina ed esprimendo disappunto per l’atteggiamento assunto dalle forze politiche del centro-sinistra rispetto a tale normativa, che introduce benefici economici a favore di determinate catene editoriali e di società operanti nel settore.

 

La Commissione accoglie con apposita votazione l’emendamento 10.800 (testo 2).

 

La Commissione, con separate votazioni, respinge gli emendamenti 10.15, 10.16 e 10.17.

 

Dopo che l’emendamento 10.18 è stato dichiarato decaduto per assenza dei proponenti, con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 10.19, 10.20, 10.21, 10.22, 10.23, 10.24, 10.25, 10.26, 10.31, 10.32, 10.33, 10.37, 10.38 e 10.0.1.

 

Posto ai voti, è quindi approvato l’emendamento 10.0.2 (testo 2).

 

Il senatore VEGAS (FI) invita la Commissione ad approvare l’emendamento 10.0.3, avente la finalità di applicare le disposizioni dell’articolo 12 della legge n. 904 del 1977 soltanto alle società cooperative che presentino un determinato fatturato annuo.

 

Con distinte votazioni, sono respinti gli emendamento 10.0.3 e 10.0.4.

 

Il presidente MORANDO avverte che l’emendamento 5.41, in precedenza accantonato, è stato riformulato nell’emendamento 5.41 (testo 2) che reca una diversa copertura finanziaria.

Previa dichiarazione di voto da astensione da parte dei senatori TECCE (RC-SE) ed ALBONETTI (RC-SE) – i quali esprimono riserve sulla copertura finanziaria che è stata individuata – posto ai voti l’emendamento 5.41 (testo 2) è approvato.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 21,05.

 

 

 

 

Allegato

 

(Si riportano soltanto gli emendamenti approvati dalla Commissione)

 

3.0.4

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, GRILLO, TADDEI

APPROVATO

Dopo l'articolo 3, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Disposizioni in materia di accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall'INPDAP)

1. All'articolo 2 del decreto ministeriale 7 marzo, n. 45 (Gazzetta Ufficiale 10 aprile 2007, n. 83), sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

''1. I dipendenti in servizio ed i pensionati di cui all'articolo 1, possono iscriversi alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali di cui all'articolo 1, comma 245 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, con obbligo di versamento dei contributi nelle misure previste dall'articolo 3, previa comunicazione scritta all'INPDAP della volontà di adesione''».

 

4.7 (testo 2)

AUGELLO, CORONELLA, SAIA, BALDASSARRI

APPROVATO

Al comma 2, alla fine del primo periodo aggiungere le seguenti parole: «con la facoltà, fra gli altri, di proporre alla regione la sostituzione dei Direttori generali delle ASL ovvero delle Aziende Ospedaliere».

 

4.8

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

APPROVATO

Al comma 2, dopo il primo periodo introdurre il seguente: «La nomina a commissario ad acta è incompatibile con l'affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissariamento».

 

4.900 (testo 2)

Il Governo

APPROVATO

«2-bis. I crediti interessati dalle procedure di accertamento e riconciliazione del debito pregresso al 31 dicembre 2005, attivate dalle regioni nell'ambito dei piani di rientro dai deficit sanitari di cui all'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, per i quali sia stata fatta la richiesta ai creditori della comunicazione di informazioni, entro un termine definito, sui crediti vantati dai medesimi, si prescrivono in cinque anni dalla data in cui sono maturati, e comunque non prima di 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, qualora, alla scadenza del termine fissato non sia pervenuta la comunicazione richiesta. A decorrere dal termine per la predetta comunicazione, i crediti di cui al presente comma non producono interessi».

 

5.1 (testo 2)

BARBATO

APPROVATO

Al comma 1, dopo le parole: «effettuate in distribuzione diretta» aggiungere le seguenti: «Le regioni, entro 15 giorni successivi ad ogni trimestre, trasmettono all'Agegnzia italiana del farmaco (AIFA), al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze i dati relativi alla spesa farmaceutica ospedaliera».

 

5.900 (Testo 2)

Il Governo

APPROVATO

All'articolo 5 apportare le seguenti modifiche:

«a) al comma 1, sostituire il primo periodo con il seguente: ''A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del SSN per l'assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta di medicinali collocati in classe ‘A' ai fini della rimborsabilità, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera, non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, inclusi gli obiettivi di piano e le risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie.'';

b) al comma 2, lettera c), dopo le parole: ''del 4 novembre 2004'', aggiungere le seguenti: '', e successive modificazioni'';

c) al comma 5, primo periodo, sostituire le parole: ''del 2 per cento'', con le parole: ''del 2,4 per cento'';

d) aggiungere, in fine, il seguente comma:

''5-bis. All'articolo 6 del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, è aggiunto il seguente comma 2-bis:

‘2-bis. Sono nulli i provvedimenti regionali di cui al comma 2, assunti in difformità da quanto deliberato, ai sensi del comma 1, dalla Commissione unica del farmaco o, successivamente alla istituzione dell'AIFA, dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica di tale Agenzia, fatte salve eventuali ratifiche adottate dall'AIFA antecedentemente al 1º ottobre 2007' ''».

5.28

Il Relatore

APPROVATO

Al comma 3, lettera a), nel secondo periodo, sostituire le parole: «comma 2, lettera b)» con le seguenti: «comma 2, lettera a)» e, nel terzo periodo, sostituire le parole: «citata lettera b)» con le seguenti: «citata lettera a)».

 

5.41 (testo 2)

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, COLLI, LORUSSO, MASSIDDA, FERRARA

APPROVATO

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. 1. Per la prosecuzione del progetto ''Ospedale senza dolore'' di cui all'accordo sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, in data 24 maggio 2001, è autorizzata la spesa di 1 milione di euro per l'anno 2007.

Conseguentemente all'onere derivante dalla presente disposizione si provvede mediante riduzione corrispondente dell'importo di cui all'articolo 18 comma 2.

 

5.46

MONACELLI, MANINETTI, CICCANTI, FORTE, RUGGERI, POLI

APPROVATO

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:

«5-bis. Nella prescrizione dei farmaci equivalenti il medico indica in ricetta o il nome della specialità medicinale o il nome del generico.

 

5.50

POLLEDRI, FRANCO PAOLO, GALLI

APPROVATO

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Nella prescrizione dei farmaci equivalenti il medico indica in ricetta o il nome della specialità medicinale o il nome del generico».

 

5.47

TOMASSINI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, FERRARA

APPROVATO

Dopo il comma 5, inserire il seguente:

«5-bis. Al comma 8 dell'art. 48 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente:

''c-bis) mediante eventuali introiti derivanti da contratti stipulati con soggetti privati per prestazioni di consulenza, collaborazione, assistenza, ricerca, aggiornamento, formazione agli operatori sanitari e attività editoriali, destinati a contribuire alle iniziative e agli interventi di cofinanziamento pubblico e privato finalizzati alla ricerca di carattere pubblico sui settori strategici del farmaco di cui alla lettera g) del comma 5, ferma restando la natura di ente pubblico non economico dell'Agenzia Italiana del farmaco''».

 

6.2

TECCE, BRUTTI PAOLO, PALERMO, DONATI, TIBALDI, VANO, BATTAGLIA GIOVANNI, ALBONETTI

APPROVATO

Sostituire l'articolo 6 con il seguente:

«Art. 6. - (Destinazione della quota del canone di utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria) – 1. Ai fini della realizzazione della infrastruttura ferroviaria nazionale, con delibera del CIPE, su proposta del Ministro delle infrastrutture, di concerto con i Ministri dei trasporti e dell'economia e delle finanze, viene determinato l'ammontare della quota del canone di utilizzo della infrastruttura ferroviaria, di cui al decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione in data 21 marzo 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 94 del 21 aprile 2000, e successive modificazioni, che concorre alla copertura dei costi d'investimento dell'infrastruttura suddetta; con lo stesso provvedimento sono definiti i criteri e le modalità attuative».

 

7.900

Il Governo

APPROVATO

Al comma 3, dopo le parole: «150 milioni di euro» sono inserite le seguenti: «da utilizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163».

 

7.16

FORMISANO, CANTONI, VEGAS

APPROVATO

Al comma 3, dopo le parole: «150 milioni di euro», sono inserite le seguenti: «da utilizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163».

 

7.21 (testo 2)

BAIO, CONFALONIERI, TECCE

APPROVATO

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

«3-bis. All'articolo 1, comma 979, secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo le parole: ''del tratto della metropolitana di Milano M4 Lorenteggio-Linate'' aggiungere le seguenti: ''dalle altre tratte della metropolitana di Milano''».

 

8.9

PONTONE, CORONELLA

APPROVATO

Al comma 1, dopo le parole: «per il miglioramento della sicurezza,» aggiungere le seguenti: «anche tenendo conto dei dati sui sinistri ed infortuni marittimi in possesso dell'IPSEMA e delle Capitanerie di Porto,».

 

8.12

Il Relatore

APPROVATO

Al comma 2, dopo le parole: «dall'emergenza» inserire le seguenti: «di trasferimento del traffico per effetto dei lavori sul tratto Bagnara-Reggio Calabria della autostrada A3».

 

8.900

Il Governo

APPROVATO

All'articolo 8 apportare le seguenti modifiche:

a) al comma 3, dopo le parole «con l'aeroporto,» le parole «da realizzarsi in ragione dell'urgenza con le procedure di cui all'articolo 57, comma 2, ovvero di cui all'articolo 221, comma l, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,» sono soppresse.

b) al comma 5 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole «e sono realizzati in ragione dell 'urgenza con le procedure di cui all'articolo 57, comma 2, ovvero di cui all'articolo 221, comma 1, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.».

 

8.20

PONTONE, CORONELLA

APPROVATO

Al comma 5, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, sentite le competenti commissioni parlamentari.».

 

8.23

PONTONE, CORONELLA

APPROVATO

Al comma 6, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e le competenti commissioni parlamentari.».

 

8.26

PONTONE, CORONELLA

APPROVATO

Al comma 7, dopo le parole: «e negli ambiti portuali in essa compresi,» aggiungere le seguenti: «di misure di prevenzione proposte dall'IPSEMA a norma del decreto legislativo 271/99,»

 

8.800 (testo 2)

Il Relatore

APPROVATO

Dopo il comma 9 aggiungere i seguenti:

«9-bis. A far data dal 1º marzo 2008, la società di cui all'articolo 1, primo comma, della legge 17 dicembre 1971, n. 1158 e successive modificazioni e integrazioni, è sciolta e posta in liquidazione. Allo scioglimento dei rapporti negoziali si applica l'articolo 21-quinquies, comma 1-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241.

9-ter. La legge 17 dicembre 1971, n. 1158 è abrogata a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui al successivo comma 9-quater.

9-quater. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 1º marzo 2008 di concerto con i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, sono disciplinati gli atti e i rapporti giuridici sorti sulla base della legge 17 dicembre 1971, n. 1158, e successive modificazioni e integrazioni.

9-quinquies. È istituita l'Agenzia per lo sviluppo della logistica nell'area dello Stretto di Messina, con particolare riferimento allo sviluppo dei nodi logistici ed intermodali relativi alla piattaforma territoriale strategica Calabria e Sicilia sotto i poteri di indirizzo e vigilanza del Ministro dell'economia e finanze di concerto, per quanto di competenza, con i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti.»

 

9.2

TECCE, PALERMO, VANO, ALBONETTI

APPROVATO

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

3. All'articolo 38 della legge 1º agosto 2002, n. 166 e successive modificazioni, i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:

«2. I servizi di trasporto ferroviario di interesse nazionale da sottoporre al regIme degli obblighi di servizio pubblico sono regolati con contratti di servizio pubblico da sottoscrivere almeno tre mesi prima della loro entrata in vigore, di durata non inferiore a cinque anni, con possibilità di revisioni annuali delle caratteristiche quantitative e qualitative dei servizi senza necessità di procedere a modifiche contrattuali. Il Ministero dei trasporti affida, nel rispetto della normativa comunitaria, i contratti di servizio con i quali sono definiti gli obblighi di servizio pubblico, i relativi corrispettivi, nell'ambito delle risorse iscritte nel bilancio pluriennale dello Stato, nonché le compensazioni spettanti alla società fornitrice.

3. I contratti di servizio pubblico di cui al comma 2 sono sottoscritti, per l'amministrazione, dal Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere del Comitato interministeriale per la programmazione economica, da esprimere entro trenta giorni dalla data di trasmissione. All'articolo 1, comma l, della legge 14 luglio 1993, n. 238, le parole: '', i contratti di servizio'' sono soppresse».

 

9.3

MAZZARELLO

APPROVATO

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

«2-bis. All'articolo 38 della legge 1º agosto 2002, n. 166 e successive modificazioni, i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:

''2. I servizi di trasporto ferroviario di interesse nazionale da sottoporre al regime degli obblighi di servizio pubblico sono regolati con contratti di servizio pubblico da sottoscrivere almeno tre mesi prima della loro entrata in vigore, di durata non inferiore a cinque anni, con possibilità di revisioni annuali delle caratteristiche quantitative e qualitative dei servizi senza necessità di procedere a modifiche contrattuali. Il Ministero dei trasporti affida, nel rispetto della normativa comunitaria, i contratti di servizio con i quali sono definiti gli obblighi di servizio pubblico, i relativi corrispettivi, nell'ambito delle risorse iscritte nel bilancio pluriennale dello Stato, nonché le compensazioni spettanti alla società fomitrice''.

3. I contratti di servizio pubblico di cui al comma 2 sono sottoscritti, per l'amministrazione, dal Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere del Comitato interministeriale per la programmazione economica, da esprimere entro trenta giorni dalla data di trasmissione. All'articolo 1, comma 1, della legge 14 luglio 1993, n. 238, le parole: '', i contratti di servizio'' sono soppresse».

 

10.800 (testo 2)

Il Relatore

APPROVATO

Al comma 1 sostituire le parole: «riduzione del 7 per cento» con le seguenti: «riduzione del 2 per cento»;

al comma 1 aggiungere alla fine: «Tale contributo non può comunque superare il costo complessivo sostenuto dal soggetto nell'anno precedente relativamente a grafici, poligrafici, giornalisti professionisti e praticanti, pubblicisti e collaboratori».

il comma 5 è sostituito dal seguente:

«5. A decorrere dall'esercizio finanziario 2008, l'importo della compensazione dovuta alla società Poste Italiane S.p.A. a fronte dell'applicazione delle tariffe agevolate previste dal decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, è ridotto del 7 per cento per gli importi annui relativi a ciascuna impresa beneficiaria di agevolazioni fino ad un milione di euro e del 12 per cento per gli importi annui relativi a ciascuna impresa beneficiaria di agevolazioni superiori al milione di euro».

 

10.0.2 (testo 2)

PETERLINI, PINZGER, BOSONE, FAZIO, NEGRI, RUBINATO, TONINI

APPROVATO

Dopo l'articolo 10, inserire il seguente:

Art. 10-bis.

(Disposizioni in materia di contributi alle imprese editrici di giornali e di radiodiffusione sonora e televisiva)

1. All'articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, dopo il comma 2-quater è aggiunto il seguente:

«2-quinquies. Per la ripartizione dei contributi alle emittenti radiotelevisive di cui al comma 2-ter, si tiene conto, inoltre, dei seguenti criteri:

a) devono trasmettere giornalmente tra le ore 06.00 e le ore 22.00 e per oltre la metà del tempo di trasmissione programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, almeno in parte prodotti dalle stesse emittenti radiotelevisive o da terzi per loro conto;

b) devono possedere i requisiti previsti dall'articolo 1, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66;

c) l'importo complessivo di 2.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 è ripartito, anno per anno, in base al numero delle domande inoltrate, tra le emittenti radiofoniche e le emittenti televisive. La quota spettante alle emittenti radiofoniche è suddivisa, tra le emittenti radiofoniche stesse, ai sensi e per gli effetti del decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previsto dall'articolo 52, comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, mentre è suddivisa tra le emittenti televisive stesse, ai sensi della presente legge».


BILANCIO(5a)

Venerdì 19 ottobre 2007

143a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

Riprende l'esame sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

Si passa all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 11.

 

Il presidente MORANDO avverte che l'emendamento 11.0.1 comporta oneri non corredati da idonea copertura finanziaria.

 

Dati per illustrati i restanti emendamenti relativi all'articolo 11, si passa quindi all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 12.

 

Il presidente MORANDO ritiene che l'emendamento 12.2 presenti profili di mancata copertura per l'anno 2008; osserva, altresì, che mancano di copertura gli emendamenti 12.0.1, 12.0.2, 12.0.3, quest'ultimo limitatamente all'anno 2008.

 

Il senatore DAVICO (LNP), illustrando l'emendamento 12.0.1, sottolinea che esso è volto a favorire l'innalzamento dell'obbligo scolastico attraverso l'adozione di meccanismi volti alla riduzione delle spese, quali l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto per l'acquisto di materiale amministrativo e didattico.

 

Essendo dati per illustrati tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 12 e quelli aggiuntivi al medesimo articolo, si passa quindi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 13, nell'ambito dei quali il PRESIDENTE rileva che presentano problemi di copertura finanziaria gli emendamenti 13.4 e 13.0.2.

 

Dati per illustrati gli emendamenti da parte dei rispettivi proponenti, si passa all'illustrazione degli emendamenti relativi al successivo articolo 14.

 

Dopo che il PRESIDENTE ha richiamato gli emendamenti 14.0.2, 14.0.6, in quanto privi di copertura finanziaria, dati per illustrati gli emendamenti riferiti all'articolo 14, si passa quindi all'illustrazione degli emendamenti relativi all'articolo 15.

 

Il presidente MORANDO fa presente che gli emendamenti 15.0.1 e 15.0.6 presentano, a suo avviso, profili di copertura finanziaria non soddisfatti.

 

Dati per illustrati gli emendamenti riferiti all'articolo 15, si passa all'illustrazione degli emendamenti relativi all'articolo 16.

 

Il PRESIDENTE rileva che risulta privo di copertura l'emendamento 16.14.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) illustra l'emendamento 16.5, in tema di trasferimento del sistema radiotelevisivo dalla tecnologia analogica a quella digitale, rilevando come esso sia volto a dare attuazione alla pronuncia della Corte costituzionale intervenuta in materia, nonché ad evitare le conseguenze derivanti dalla conclusione del procedimento di infrazione pendente in sede comunitaria.

 

Ritenendosi illustrati i restanti emendamenti riferiti all'articolo 16, si passa agli emendamenti all'articolo 17.

 

Dati per illustrati gli emendamenti riferiti all’articolo 17 da parte dei rispettivi proponenti, passando all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 18, il presidente MORANDO segnala che, a suo avviso, gli emendamenti 18.2, 18.7, 18.8, 18.10, 18.11 e 18.16 presentano profili di onerosità.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) aggiunge la propria firma all'emendamento 18.4 e lo illustra rilevando che esso è volto ad estendere i benefici previsti dal decreto-legge n. 2 del 2006 alle vittime del mare, ne sottolinea l'importanza auspicando al riguardo la relativa approvazione da parte della Commissione.

Quanto all'emendamento 18.8, che dichiara di sottoscrivere, rileva che esso mira a sospendere gli accertamenti fiscali per quanti operano nel settore della pesca, senza peraltro determinare a suo avviso significative perdite per l'erario.

Sottolinea infine l'importanza dell'emendamento 18.18, il quale prevede l'erogazione di un contributo nei confronti della "lega del Filo d'oro" ritenuta a suo avviso l'organizzazione più prestigiosa nel suo ambito operativo.

 

Dopo un breve intervento in via incidentale del senatore ALBONETTI (RC-SE) sulla durata dell'agevolazione fiscale, il senatore AZZOLLINI (FI) si riserva di presentare una riformulazione volta a limitare la sospensione degli accertamenti fiscali ad un solo anno.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 18.12 in tema di trasmissione di informazioni all'agenzia delle entrate per via telematica, esponendone le finalità.

 

Dopo una breve illustrazione da parte del senatore DAVICO (LNP) dell'emendamento 18.14, diretto a creare una serie di agevolazioni in favore dei comuni limitrofi a zone che godono di particolari forme di autonomia, il senatore EUFEMI (UDC), illustrando l'emendamento 18.15, sottolinea l'esigenza di prevedere un sostegno per l'agricoltura, con particolare riguardo al problema dei costi legati agli accessi carrabili sui grandi fondi. Quanto alla proposta 18.1, evidenzia che essa è volta al sostegno dello sviluppo economico attraverso l'avvio di iniziative relative alla rottamazione ecologica, sottolineando al riguardo i vantaggi che ne discenderebbero in termini di crescita del PIL e di maggiori entrate.

 

Il senatore STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA), illustrando l'emendamento 18.20, si sofferma sulle ragioni ad esso sottese, rilevando come l'associazione Emergency anziché svolgere un’azione a prevalente carattere umanitario, abbia finora interferito con l'azione internazionale del nostro Governo, con particolare riguardo alla vicenda Mastrogiacomo. Ritiene pertanto opportuno, in ragione di tale autonomia, vietare qualsiasi tipo di sostegno finanziario pubblico.

 

Date per illustrate le restanti proposte emendative riferite all'articolo 18, si passa quindi all'illustrazione degli emendamenti relativi all'articolo 19, in relazione ai quali il presidente MORANDO osserva che sono privi di idonea copertura finanziaria gli emendamenti 19.12 e 19.0.2.

 

Il senatore FERRARA (FI), soffermandosi diffusamente sulle problematiche connesse all'erogazione di spettanze in favore dei cittadini in caso di morosità nei confronti dell'Agenzia delle entrate, illustra gli emendamenti 19.1, 19.4 e 19.7, evidenziandone i contenuti e le finalità.

 

Date per illustrate, da parte dei rispettivi proponenti, le restanti proposte relative all'articolo 19, si passa all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 20.

 

Al riguardo il presidente MORANDO segnala che, a suo avviso, risultano privi di copertura finanziaria gli emendamenti 20.1, 20.4, 20.6, 20.7 e 20.11.

 

Dopo un breve intervento del senatore DAVICO (LNP), volto ad illustrare l'emendamento 20.4, date per illustrate le restanti proposte riferite all'articolo 20, si passa all'illustrazione delle proposte emendative relative all'articolo 21.

 

Il presidente MORANDO osserva che presentano profili problematici in ordine alla copertura finanziaria gli emendamenti 21.3, 21.35 e 21.36, i subemendamenti 21.0.900/1 e 21.0.900/2, nonché l'emendamento 21.0.1.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) si sofferma sull'emendamento 21.5, il quale mira a destinare una significativa quota di risorse in favore dell'edilizia popolare rilevando, quanto all'emendamento 21.18, l'esigenza di aumentare l'efficacia della spesa assegnando ai Comuni un maggiore potere di intervento volto a soddisfare le domande di alloggi di coloro che non sono in grado di accedere ai canoni sociali. In questo quadro sottolinea, peraltro, lo stretto collegamento tra le proposte testé illustrare e quanto emerso nell'ambito dell’attività di concertazione del Governo sulle politiche abitative.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) illustra il subemendamento 21.900/3, precisando come esso sia finalizzato ad aumentare l'offerta di alloggi a canone concordato attraverso la valorizzazione delle funzioni dei Comuni nell'ambito dell'edilizia convenzionata.

 

Il senatore VEGAS (FI) si sofferma sugli emendamenti presentati a sua firma, rilevando che l'emendamento 21.16 dispone regole di trasparenza ai fini dell'assegnazione degli alloggi e la proposta 21.19 prevede un canone concordato per quelle categorie sociali a rischio povertà. Segnala infine l'emendamento 21.28, diretto alla soppressione dell'istituendo Osservatorio nazionale sulle politiche abitative.

 

Il senatore DAVICO (LNP) dichiara di apporre la propria firma sugli emendamenti 21.20, 21.24 e 21.25 e li illustra. Quindi il senatore EUFEMI (UDC) evidenzia le finalità della proposta 21.0.1, volta a destinare i fondi assegnati per la costruzione di alloggi per i dipendenti statali impegnati nella lotta contro la criminalità, che altrimenti verrebbero a decadere, al finanziamento dei programmi innovativi in ambito urbano relativi ai "contratti di quartiere".

 

Date per illustrate le restanti proposte emendative sull’articolo 21 da parte dei rispettivi proponenti, si passa all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 22.

 

Dopo un breve intervento del senatore EUFEMI (UDC) per illustrare le finalità dell'emendamento 22.1, il senatore SAIA dichiara di sottoscrivere l'emendamento 22.2.

 

Sono dati quindi per illustrati i restanti emendamenti riferiti all'articolo 22.

 

Passando all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 24, il senatore FERRARA (FI) si sofferma sull'emendamento 24.4, volto a delineare una disciplina più idonea a far fronte alle esigenze dei comuni in dissesto rispetto a quella già prevista dal Governo nell'ambito del decreto-legge in esame. In particolare ritiene prioritario intervenire attraverso una rideterminazione delle aliquote.

 

Ritenendosi illustrate le restanti proposte riferite all'articolo 24, da parte dei rispettivi proponenti, nonché quelle relative al successivo articolo 25, si passa all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 26.

 

Il senatore DAVICO (LNP) dopo averla sottoscritta, si sofferma sulla proposta 26.1, in materia di edilizia sanitaria, sottolineandone al riguardo l'estrema rilevanza.

Aggiunge poi la propria firma agli emendamenti 26.9, 26.10, 26.11, 26.12 e 26.13. Illustra indi le finalità delle proposte emendative, volte a chiarire le procedure per la definizione dei protocolli ambientali e a dare certezze agli enti locali rispetto alla relativa applicazione.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) riformula l'emendamento 26.16 in un testo 2, mentre l'emendamento 26.17 è ritirato dai proponenti.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) dà conto dell'emendamento 26.0.1, finalizzato a stabilire la non applicazione dei canoni nei confronti delle concessioni dei beni del demanio marittimo e di zone del mare territoriale aventi ad oggetto la realizzazione di strutture destinate alla nautica di diporto.

 

I restanti emendamenti riferiti all'articolo 26 si danno per illustrati.

 

Si passa all'illustrazione delle proposte emendative riferite all'articolo 27.

 

Il PRESIDENTE fa presente che gli emendamenti da 27.2 a 27.14 presentano problemi di copertura finanziaria.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 27.16 soppressivo dell'articolo 27, ritenendo che il problema dei lavoratori socialmente utili non possa essere risolto attraverso l'assegnazione di risorse per la stipulazione di un'apposita convenzione tra Regioni e Ministeri. Rammenta in proposito le difficili condizioni dei Comuni di Napoli e Palermo, nei quali non è stato ancora affrontato correttamente il problema del precariato. Il meccanismo dei lavoratori socialmente utili presenta infatti, a suo avviso, il rischio di lasciare irrisolta la condizione di soggetti nei confronti dei quali non è ancora prevista la stabilizzazione.

Suggerisce quindi di rinviare la questione al dibattito che si terrà in occasione dell'esame della manovra previdenziale, anche al fine di recuperare criteri di efficienza.

Dà indi conto dell'emendamento 27.0.2, sottolineando altresì che il contributo straordinario per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili non è adeguatamente coperto in quanto le risorse sono stanziate solo per il 2007, mentre la spesa ha carattere permanente. In tal modo si scarica l'onere sulla Regione dato che le maggiori risorse dovranno essere reperite di volta in volta.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) illustra l'emendamento 27.17 rammentando che attualmente i lavoratori precari sono circa 2,5 milioni, concentrati soprattutto nel Mezzogiorno. Evidenzia con rammarico che i contratti atipici o a termine sono utilizzati anche nel settore pubblico, determinando conseguenze negative anche in termini di minore qualità del servizio reso.

Ritiene inoltre che i lavoratori socialmente utili rappresentino un precariato cronico, diffuso soprattutto negli enti locali. Nel sottolineare l'urgenza di consolidare la stabilizzazione di tali lavoratori, in particolare nel pubblico impiego, reputa opportuno estendere il contributo straordinario di cui all'articolo 27 anche alla Regione Campania.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) presenta una riformulazione dell'emendamento 27.0.3 in un testo 2.

 

I restanti emendamenti riferiti all'articolo 27, nonché le proposte emendative riferite agli articoli 28 e 29 si danno per illustrati. Il PRESIDENTE segnala che sussistono dubbi in ordine alla copertura con riguardo all'emendamento 29.0.1.

 

Anche gli emendamenti riferiti all'articolo 30 si danno per illustrati.

 

Si passa indi agli emendamenti riferiti all'articolo 31.

 

Il PRESIDENTE segnala che l'emendamento 31.2 potrebbe avere problemi di copertura finanziaria nella parte in cui si stabilisce che il contributo previsto non concorre alla determinazione della base imponibile.

 

La senatrice BONFRISCO (FI) dà conto dell'emendamento 31.1 mediante il quale, ferma restando la destinazione di contributi all'Istituto Gaslini di Genova, si attribuisce una parte del finanziamento anche al San Raffaele di Milano, nella prospettiva di evitare discriminazioni.

Illustra altresì l'emendamento 31.4, anch'esso volto ad assicurare parità di trattamento, il quale destina una quota delle risorse all'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordi, al fine di promuoverne l'attività di diffusione della lingua dei segni, tanto più che esso conta circa 32.000 iscritti.

 

Sull'emendamento 31.2 prende la parola il senatore VEGAS (FI), il quale rileva che esso consente lo scambio di studenti nella prospettiva di stringere rapporti internazionali fra atenei per lo sviluppo della cultura italiana ed europea.

 

I senatori CICCANTI (UDC) e FORTE (UDC) aggiungono la propria firma all'emendamento 31.4.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l'emendamento 31.5 che richiama le proposte emendative presentate dal senatore Ciccanti all'articolo 10 con riferimento ai costi della politica.

 

Sull'emendamento 31.7 aggiungono la propria firma i senatori BONFRISCO (FI) ed EUFEMI (UDC).

 

I restanti emendamenti riferiti all'articolo 31 nonché l'emendamento presentato all'articolo 32 si danno per illustrati.

 

Si passa quindi alla espressione dei pareri sugli emendamenti relativi all'articolo 11.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) manifesta un orientamento contrario sugli emendamenti 11.1 e 11.2, favorevole sull'11.3, nuovamente contrario sugli emendamenti 11.4 e 11.0.1.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore.

 

Si passa indi alle votazioni.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 11.1 e 11.2, mentre approva l'emendamento 11.3.

 

Sull'emendamento 11.4, il senatore EUFEMI (UDC) dichiara voto favorevole, considerata la necessità di sospendere l'utilizzo di strumenti finanziari derivati in attesa di un approfondimento in merito.

 

La senatrice BONFRISCO (FI) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 11.4, esprimendo preoccupazione per la dimensione del fenomeno connesso all'utilizzo di strumenti derivati. Rimarca quindi l'esigenza di una chiara presa di coscienza del problema, che rischia di determinare un indebitamento crescente degli enti locali, sottraendo una parte considerevole delle risorse disponibili. Nella prospettiva di preservare l'autonomia finanziaria dei Comuni, sollecita comunque un intervento normativo anche attraverso una eventuale riformulazione dell'emendamento, previo accantonamento.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), pur condividendo le preoccupazioni sollevate, non concorda sulla proposta di accantonare l'emendamento 11.4, tanto più che soluzioni più adeguate potranno essere presentate in occasione dell'esame in Assemblea. Precisa poi che anche nella scorsa legislatura era stata attribuita ai Comuni la possibilità di ricorrere agli strumenti finanziari derivati.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) concorda sull'opportunità di presentare una proposta emendativa con le finalità descritte per l'esame in Assemblea.

 

Dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 11.4 il senatore DAVICO (LNP), il quale ritiene che il fenomeno costituisca una vera e propria emergenza.

 

Quindi il presidente MORANDO sospende brevemente la seduta.

 

 

La seduta, sospesa alle ore 11, riprende alle ore 11,30.

 

 

Il senatore CICCANTI (UDC), preannunciando il voto contrario della propria parte politica sull'emendamento 11.4, evidenzia la necessità di avviare una riflessione più approfondita sulla prassi degli enti locali di ricorrere all'utilizzazione di strumenti finanziari derivati. Pur comprendendo che l'emendamento mira a tutelare gli interessi degli enti locali, tiene a precisare che già nella passata legislatura il Governo del centro-destra aveva meritoriamente affrontato il problema di introdurre una disciplina normativa per la materia in questione. Preso atto della crescente tendenza degli enti locali a ricorrere all'utilizzazione di strumenti connotati da un alto rischio finanziario, osserva tuttavia criticamente che l'imposizione di una preventiva autorizzazione, secondo il tenore della proposta in votazione, presenta il rischio di restringere in misura eccessiva l'ambito di discrezionalità amministrativa degli enti locali, riproponendo un modello di stampo dirigistico nell’impostazione dei rapporti tra lo Stato e le autonomie locali.

 

Il senatore AUGELLO (AN) si associa all'ipotesi di accantonare l'emendamento 11.4, prospettata in precedenza, sottolineando che l'ampiezza delle questioni coinvolte è tale da richiedere una valutazione più complessiva rispetto all'esame dell'emendamento in questione. In via di principio, condivide inoltre l'obiettivo di introdurre misure volte a limitare il ricorso alla finanza derivata soprattutto per le amministrazioni locali connotate da ridotta stabilità finanziaria.

 

In qualità di relatore sul disegno di legge finanziaria per il 2008, il senatore LEGNINI (Ulivo) rende noto che è stato presentato un emendamento che interviene sulla medesima materia e introduce un controllo del Dipartimento del tesoro sull'utilizzazione di strumenti di finanza derivata da parte degli enti locali. Reputa pertanto opportuno che la tematica venga trattata in modo complessivo in sede di esame del disegno di legge n. 1817 e suggerisce pertanto alla presentatrice di ritirare l'emendamento 11.4.

 

Ad avviso del senatore STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA) la complessità della problematica, che coinvolge i mercati finanziari, richiede l'elaborazione di un’organica disciplina, posto che la linea di intervento fondata sull'imposizione di freni normativi alle operazioni finanziarie non risulta plausibile in termini di efficacia. Sottolinea quindi l'opportunità che la riflessione venga avviata a partire dall'ipotesi di prevedere una responsabilità patrimoniale per gli amministratori degli enti locali che ricorrono a strumenti di finanza derivata.

 

Preso atto dell’orientamento dei gruppi, nel senso di annettere primaria importanza al tema della finanza derivata, nonché della valutazione, da essi espressa, dell’inadeguatezza di un intervento in sede emendativa, il presidente MORANDO non reputa soddisfacente l'ipotesi dell'accantonamento della proposta in esame. Osservato che l'esame della questione debba essere riproposto e approfondito in sede di esame da parte dell'Assemblea del decreto-legge, ovvero del disegno di legge finanziaria per il 2008, chiede alla presentatrice di chiarire se intende ritirare l'emendamento 11.4.

 

Respingendo la richiesta di ritiro, la senatrice BONFRISCO (FI) ritiene che l'esame del decreto-legge rappresenti la sede più appropriata per sollevare la questione oggetto dell'emendamento.

 

Verificata la sussistenza del prescritto numero legale per deliberare, su richiesta della stessa senatrice BONFRISCO (FI), il presidente MORANDO pone ai voti l'emendamento 11.4, che viene respinto, con l'astensione del senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur).

 

Risulta quindi respinto anche l'emendamento 11.0.1.

 

Il presidente MORANDO concede quindi la parola al relatore per l'espressione del parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 12, avvertendo che le proposte 12.2, 12.0.1, 12.0.2 e 12.0.3 presentano problemi di copertura.

 

Dopo aver invitato i presentatori al ritiro dell'emendamento 12.1, altrimenti il parere è contrario, il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) si pronuncia in senso contrario su tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 12.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime avviso conforme al relatore e si associa, in particolare, alla richiesta di ritiro dell'emendamento 12.1.

 

Accogliendo l'invito formulato dal relatore e dal rappresentante del Governo, il senatore ALBONETTI (RC-SE) ritira l'emendamento 12.1.

 

Si passa quindi alla votazione degli altri emendamenti riferiti all'articolo 12, che risultano respinti.

 

Il presidente MORANDO invita quindi il relatore a esprimere il proprio parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 13.

 

Il parere del relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) è contrario sugli emendamenti 13.1 e 13.2, mentre esprime invece avviso favorevole sull'emendamento 13.3. Si pronuncia quindi in senso contrario agli emendamenti 13.4 e 13.5, invitando al contempo il proponente al ritiro della proposta 13.0.1, altrimenti l'avviso è sfavorevole. Manifestata la propria contrarietà all'emendamento 13.0.2, il relatore esprime indi parere favorevole sull'emendamento 13.0.3, a condizione che il presentatore lo riformuli, nel senso di ridurre da 13 a 3 milioni di euro, per l'anno 2007, la dotazione finanziaria del fondo relativo al finanziamento del Centro di ricerca del CEINGE di Napoli, e che ne venga altresì modificata la copertura, con una riduzione dello stanziamento iscritto nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.

Infine, sollecita il ritiro dell'emendamento 13.0.4, altrimenti il parere è contrario.

 

Il sottosegretario LETTIERI, dopo aver manifestato avviso conforme a quello del relatore, ad eccezione dell'emendamento 13.3, per il quale si rimette alla Commissione, esprime una valutazione positiva della riformulazione dell'emendamento 13.0.3, secondo le indicazioni di modifica del relatore.

 

Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 13.

 

La Commissione respinge gli emendamenti 13.1 e 13.2.

 

Per dichiarare il voto contrario sull'emendamento 13.3, interviene il senatore VEGAS (FI), che sottolinea l'opportunità di non apportare modifiche al testo dell'articolo 13, del quale apprezza il tenore complessivo, posto che con la proposta in votazione si potrebbe determinare il rischio di uno squilibrio organizzativo nell'ambito della prevista istituzione dell'Agenzia per la formazione.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 13.3, volto a migliorare il testo del Governo e a facilitare l'attuazione delle previsioni contenute nella legge finanziaria per il 2007.

 

Posto in votazione, l'emendamento 13.3 viene approvato, mentre risultano respinti gli emendamenti 13.4, 13.5, 13.0.1 e 13.0.2, quest’ultimo con l'astensione del senatore Barbato.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo), in accoglimento della richiesta del relatore, riformula l'emendamento 13.0.3 in un testo 2, pubblicato in allegato al resoconto dell'odierna seduta.

 

Il senatore FERRARA (FI) sollecita quindi il ritiro dell'emendamento 13.0.3 (testo 2), posto che le politiche di sostegno alle attività di ricerca scientifica e tecnologica postulano un apporto finanziario ben più sostanzioso di quello previsto nell'emendamento riformulato. Osserva, peraltro, che in Italia meridionale è già operativa una struttura di ricerca nel campo delle biotecnologie e che con la previsione di finanziamento di un ulteriore centro di ricerca potrebbe determinarsi il rischio di un’inutile sovrapposizione in tale campo e quindi di una dispersione di risorse pubbliche.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) aggiunge la propria firma all'emendamento 13.0.3 (testo 2) e ritira l'emendamento 31.3, a sua prima firma, avente contenuto analogo. In risposta ai rilievi mossi dal senatore Ferrara, puntualizza che il Centro di ricerca di Napoli è operativo già da 12 anni e ha avviato importanti progetti di ricerca.

 

Posto in votazione, l'emendamento 13.0.3 (testo 2) risulta approvato.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) fa quindi proprio e ritira l'emendamento 13.0.4, preannunciandone la ripresentazione in Assemblea.

 

Il presidente MORANDO invita il relatore a pronunciarsi sugli emendamenti riferiti all’articolo 14, precisando che le proposte 14.0.2 e 14.0.6 presentano problemi di copertura.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime avviso contrario sull’emendamento 14.1, mentre, per quanto concerne la proposta 14.2, invita i presentatori al ritiro, altrimenti il parere è contrario, per convergere sull’emendamento 14.1000, che presenta e illustra, osservando, in relazione al disegno di razionalizzazione dei servizi aggiuntivi nell’ambito dei beni culturali, su cui intervengono le proposte in commento, che l’emendamento 14.1000 modifica il comma 2 dell’articolo 14 in vista della finalità di salvaguardare, nell’organizzazione dei servizi aggiuntivi, le specificità delle prestazioni richieste nonché delle esperienze e dei titoli professionali occorrenti.

Si rimette quindi al Governo per la valutazione dell’emendamento 14.4, esprimendo indi parere contrario sull’emendamento 14.0.1 e sul subemendamento 14.0.900/1. Formula quindi avviso favorevole sull’emendamento 14.0.900 del Governo, mentre si pronuncia in senso contrario all’emendamento 14.0.6.

 

Il sottosegretario LETTIERI manifesta avviso contrario all’emendamento 14.4, mentre si pronuncia a favore dell’emendamento 14.1000 del relatore, esprimendosi poi in senso conforme a quest’ultimo sulle restanti proposte riferite all’articolo 14.

 

Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 14.

 

Il senatore FERRARA (FI) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 14.1, sottolineandone la natura soppressiva, a fronte delle perplessità suscitate dal tenore dell’articolo 14, il quale, prevedendo l’affidamento integrato dei servizi aggiuntivi, sembra prospettare un ritorno al regime autorizzatorio in senso contrario alla politica di liberalizzazione nel campo dei servizi.

 

Dopo che è stato respinto l’emendamento 14.1, il senatore TECCE (RC-SE), accogliendo l’invito del relatore, ritira l’emendamento 14.2, preannunciando la presentazione di un ordine del giorno sulla stessa questione.

 

La Commissione approva quindi l’emendamento 14.1000 del relatore e respinge altresì gli emendamenti 14.4, 14.0.1, 14.0.2 e il subemendamento 14.0.900/1.

 

In dichiarazione di voto contrario all’emendamento 14.0.900 del Governo, interviene il senatore VEGAS (FI) esprimendo in particolare perplessità per la previsione del potere degli enti impositori di stabilire i requisiti e le procedure per l’ammissione al beneficio previsto dalla legge.

 

Il presidente MORANDO rileva l’esigenza che il Governo approfondisca la questione sollevata dal senatore Vegas, con particolare riferimento agli eventuali profili finanziari. Pone quindi in votazione l’emendamento 14.0.900, che viene approvato.

 

In relazione all’emendamento 14.0.6, il senatore ALBONETTI (RC-SE) rende noto, in qualità di relatore sul disegno di legge di approvazione del bilancio dello Stato, che è stato presentato un emendamento volto a prevedere il rifinanziamento degli interventi previsti dalla legge n. 771 del 1986. Suggerisce quindi al senatore Baldassarri di valutare l’eventuale ritiro della predetta proposta emendativa.

 

Il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) si pronuncia a favore dell’emendamento 14.0.6, in particolare per quel che concerne il disegno di razionalizzazione e riordino della disciplina concernente le proprietà immobiliari del demanio dello Stato affidate in subconcessione a privati; in proposito ritiene opportuno valutare l’eventuale applicazione del principio anche ad altre fattispecie analoghe.

 

Riepilogando le finalità e i principi ispiratori dell’emendamento 14.0.6, il senatore BALDASSARRI (AN) ne raccomanda l’approvazione, convenendo con l’ipotesi di un’estensione generalizzata del meccanismo ivi previsto.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) accoglie quindi la sollecitazione del senatore Antonio Boccia affinché la tematica concernente la disciplina degli immobili del demanio statale venga affrontata in modo compiuto in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2008.

 

Il sottosegretario LETTIERI, ribadendo l’avviso contrario all’emendamento 14.0.6, fa presente che il Governo procederà a esaminare la questione degli immobili demaniali affidati in subconcessione ai privati.

 

Posto ai voti, l’emendamento 14.0.6 viene respinto.

 

Il presidente MORANDO segnala che l’emendamento 15.0.6 presenta problemi di copertura e invita quindi il relatore a esprimersi sugli emendamenti riferiti all’articolo 15.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 15, chiedendo in particolare il ritiro dell’emendamento 15.0.1, altrimenti l’avviso è contrario.

 

Si passa quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 15.

 

Con successive e separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 15.1, 15.0.1 (dopo che il senatore Antonio Boccia l’ha fatto proprio, insistendo per la votazione), 15.0.2, con l’astensione del senatore Barbato, 15.0.5 e 15.0.6.

 

Dopo che il presidente MORANDO ha rilevato che l’emendamento 16.14 presenta problema di copertura, il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) si pronuncia sugli emendamenti riferiti all’articolo 16, esprimendo parere contrario sulle proposte 16.1, 16.2, 16.3 e 16.4. Indi invita il presentatore al ritiro dell’emendamento 16.5, manifestando in alternativa avviso contrario.

Formula parere favorevole sull’emendamento 16.6, a condizione che venga riformulato al fine di prevedere la definizione delle aree geografiche in cui realizzare la sperimentazione della conversione delle reti alla tecnologia digitale da parte delle competenti autorità pubbliche.

Esprime quindi la propria contrarietà agli emendamenti 16.7, 16.8 e 16.9, mentre l’avviso è favorevole sugli emendamenti 16.10 e 16.11, in quanto aventi contenuto identico a proposte approvate dalla Camera dei deputati.

Manifesta infine avviso contrario su tutti gli altri emendamenti riferiti all’articolo 16, in particolare per quel che concerne la proposta 16.14, che presenta problemi di copertura.

 

Il sottosegretario LETTIERI si conforma all’avviso del relatore.

 

Posti separatamente ai voti, vengono quindi respinti gli emendamenti 16.1 e 16.2.

 

Il senatore CICCANTI (UDC), raccomandando l’approvazione dell’emendamento 16.3, svolge talune considerazioni critiche in merito al disegno di modifica avuto di mira dal centro-sinistra rispetto alla disciplina introdotta dal centro-destra sul sistema digitale terrestre, segnalando in particolare l’esigenza di chiarire le ragioni del differimento dal 2008 al 2012 del termine finale per il passaggio alla tecnologia digitale.

 

Verificata, su richiesta dello stesso senatore CICCANTI (UDC), la presenza del prescritto numero legale per deliberare, il presidente MORANDO pone ai voti l’emendamento 16.3, che viene respinto.

 

Dopo la reiezione dell’emendamento 16.4, il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) ritira l’emendamento 16.5, accogliendo l’invito del relatore e del Governo, specificando che il differimento del termine, stabilito dal decreto-legge, consente di rispettare gli impegni assunti in sede comunitaria, con una più razionale attuazione del passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) fa quindi proprio l’emendamento 16.6, riformulandolo in un testo 2, pubblicato in allegato al resoconto della odierna seduta.

 

Dopo la dichiarazione di voto contrario del senatore FERRARA (FI), la Commissione approva l’emendamento 16.6 (testo 2) e respinge le proposte 16.7, 16.8 e 16.9. Essa approva quindi le proposte 16.10 e 16.11, respingendo tutti gli altri emendamenti riferiti all’articolo 16.

 

Si passa all'esame della proposta 17.1, unico emendamento riferito all'articolo 17.

 

Con il parere contrario del RELATORE e del sottosegretario LETTIERI, posto ai voti, l'emendamento 17.1, viene quindi respinto.

 

Passando all'esame delle proposte emendative relative all'articolo 18, il RELATORE esprime avviso contrario sugli emendamenti da 18.1 a 18.3. Quanto all'emendamento 18.4, rende noto che sono stati presentati gli emendamenti 46.0.801- a sua firma -, 31.10 e 34.10, di analogo tenore.

 

Su sollecitazione del senatore AZZOLLINI (FI), il RELATORE propone dunque di accantonare l’emendamento 18.4, in quanto analogo alla proposta 46.0.801 del Relatore, nonché agli emendamenti 31.10 e 34.10, al fine di valutarne l’assorbimento nella proposta del Relatore.

 

Il RELATORE dichiara inoltre di esprimere avviso contrario sugli emendamenti da 18.5 a 18.12. Con riferimento all'emendamento 18.13, il relatore presenta una proposta di riformulazione in un testo 2, avvertendo che, ove non sia accolta dal proponente, esprimerà parere contrario. Dopo aver dichiarato inoltre il proprio avviso contrario sugli emendamenti da 18.14 a 18.17, esprime parere favorevole sugli emendamenti 18.18 e 18.19, segnalando a quest'ultimo riguardo l'emendamento 31.4 di analogo tenore.

Invita il proponente a ritirare l'emendamento 18.20 ed esprime parere contrario sul subemendamento 18.900/1.

Dopo aver dichiarato il proprio avviso favorevole sugli emendamenti 18.900 e 18.21, propone ai presentatori dell'emendamento 18.22 di ritirarlo in quanto di contenuto analogo all'emendamento 18.21.

Dopo aver dichiarato il proprio parere contrario sui subemendamenti da 18.901/1 a 18.901/3, esprime parere favorevole sugli emendamenti 18.901 e 18.23.

 

Si passa quindi all'espressione del parere da parte del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 18.

 

In particolare, il sottosegretario LETTIERI preannuncia la sua contrarietà sugli emendamenti da 18.1 a 18.3, esprimendo parere favorevole sulla proposta 46.0.801, che assorbe gli emendamenti 18.4, 31.10 e 34.10.

Esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti da 18.5 a 18.12, dichiarando il proprio avviso favorevole sull'emendamento 18.13 a condizione che il proponente accolga la proposta di riformulazione in un testo 2 avanzata dal relatore.

Dopo aver dichiarato l'avviso contrario sugli emendamenti da 18.14 a 18.17, si pronuncia in senso favorevole sulle proposte 18.18 e 18.19.

 

Atteso che il senatore STRACQUADANIO (DCA-PRI-MPA) dichiara di non accogliere l'invito del relatore a ritirare l'emendamento 18.20 a sua firma, il sottosegretario LETTIERI esprime parere contrario sulla proposta in oggetto.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime inoltre parere contrario sul subemendamento 18.900/1.

Si pronuncia in senso contrario sui subemendamenti da 18.900/1 a 18.901/3, esprimendo il proprio avviso favorevole sull'emendamento 18.901, segnalando al riguardo l'esigenza di una correzione formale nell'ambito del testo, inserendo dopo la parola "amministrativa" le seguenti parole "contabile e dell'Avvocatura dello Stato" Esprime infine parere favorevole sulla proposta 18.23.

 

Interviene per dichiarazione di voto il senatore ALBONETTI (RC-SE) sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 18, rilevando l'esistenza di un problema di coerenza delle proposte emendative che ivi trovano la loro copertura finanziaria, posto che non attengono al tema dell'adempimento di obblighi internazionali cui la rubrica del medesimo articolo si riferisce. Al riguardo, sottolinea l'esigenza di verificare la possibilità di una diversa copertura finanziaria per gli emendamenti 18.18 e 18.19, su cui il relatore ha espresso testè parere favorevole, nell'ambito dell'articolo 31, comma primo.

 

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti da 18.1 a 18.3 vengono respinti.

 

Il presidente MORANDO, posto che l'emendamento 46.0.801, come segnalato dal relatore, è suscettibile di assorbire le proposte 18.4, 31.10 e 34.10, propone di anticiparne la votazione.

 

La Commissione conviene.

 

L'emendamento 46.0.801, cui appongono la propria firma i senatori FORTE (UDC), CICCANTI (UDC), DE PETRIS (IU-Verdi-Com) e AZZOLLINI (FI) (il quale dichiara, a nome della sua parte politica, il proprio voto favorevole, manifestando altresì pieno apprezzamento per la posizione assunta dal relatore e dal Governo), posto ai voti, risulta approvato, con consequenziale assorbimento degli emendamenti 18.4, 31.10 e 34.10.

 

Con separate, distinte votazioni, risultano respinti gli emendamenti da 18.5 a 18.7.

 

L'emendamento 18.8, al quale il senatore AZZOLLINI (FI) dichiara di aggiungere la propria firma, posto ai voti, risulta respinto.

 

Con separate, distinte votazioni, risultano altresì respinti gli emendamenti da 18.9 a 18.12.

 

Accolta dal senatore VEGAS (FI) la riformulazione proposta dal Relatore, l'emendamento 18.13 (testo 2), posto ai voti, risulta approvato.

 

Posta in votazione, la proposta 18.14 risulta respinta.

 

Quanto all'emendamento 18.15, il senatore DAVICO (LNP) dichiara di farlo proprio e invita la Commissione ad accantonarlo, al fine di avviare una più approfondita valutazione in ordine alle conseguenze connesse alla ridefinizione, da parte dell'ANAS, di tutti gli accessi sulle strade statali.

Si tratta, in particolare, di una casistica destinata ad estendersi a tutte le regioni italiane con particolare riguardo ai fondi attraversati da strade statali, nonché ai terreni di montagna.

 

Respingendo il RELATORE la richiesta testè avanzata dal senatore Davico, posto ai voti, l'emendamento 18.15 è respinto.

 

Sono altresì respinti, con distinte votazioni, gli emendamenti 18.16 e 18.17.

 

Quanto all'emendamento 18.18, il RELATORE, accogliendo la sollecitazione dinanzi espressa dal senatore Albonetti, propone di riformulare la proposta in oggetto, individuando la copertura nell'ambito dell'articolo 31, primo comma, del decreto in esame.

Dopo la piena accettazione di tale riformulazione da parte del senatore AZZOLLINI (FI), il senatore BALDASSARRI (AN), aggiungendovi la propria firma, chiarisce che, anche la precedente copertura con riferimento all'articolo 18, non era palesemente inappropriata, posto che il settore d'intervento della "lega del Filo d'oro" rientra anche in ambito internazionalistico.

 

I senatori FORTE (UDC) e CICCANTI (UDC) dichiarano altresì di sottoscrivere l'emendamento 18.18 (testo 2).

 

Posto ai voti, l'emendamento 18.18 (testo 2) (pubblicato in allegato), risulta approvato.

 

Dopo l'intervento per aggiungere la propria firma da parte dei senatori FERRARA (FI), TECCE (RC-SE) e BONFRISCO (FI) l'emendamento 18.19, posto ai voti, è approvato. Risulta pertanto assorbita la proposta 31.4 di analogo tenore.

 

Con distinte e separate votazioni sono respinti l'emendamento 18.20 e il subemendamento 18.900/1.

 

Il senatore VEGAS (FI), intervenendo sull'emendamento 18.900, dichiara, a nome della sua parte politica, voto contrario, esprimendo forti perplessità sui benefici derivanti dall'applicazione del principio di autonomia finanziaria nell'ambito della gestione delle risorse da parte delle rappresentanze diplomatiche e consolari.

 

Posto ai voti, l'emendamento 18.900 risulta approvato, con conseguente assorbimento degli emendamenti 18.21. 18.22 e 18.23.

 

Con distinte votazioni sono respinti i subemendamenti da 18.901/1 a 18.901/3. Quanto all'emendamento 18.901 il senatore AZZOLLINI (FI) dichiara, a nome del proprio Gruppo, voto contrario in quanto, a suo avviso, non coerente con le esigenze di sviluppo della piazza finanziaria italiana.

 

Il senatore VEGAS (FI), intervenendo in dissenso dalla propria parte politica, preannuncia la propria astensione sull'emendamento in esame, interrogandosi sull'utilità dell'istituzione di un Comitato ad hoc, alla luce dell'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.

 

Dichiara altresì il proprio voto contrario, a nome della sua parte politica, il senatore BALDASSARRI (AN), svolgendo ampie critiche sulla scelta operata dal Governo.

 

Il RELATORE, alla luce di quanto testé emerso, esprime parere contrario sull'emendamento 18.901, il quale, posto ai voti, è respinto.

 

Si passa all'espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 19.

 

Il PRESIDENTE ricorda che l'emendamento 19.0.1 è inammissibile.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario sull'emendamento 19.1, si rimette al Governo sull'emendamento 19.3, ed è contrario altresì sugli emendamenti 19.4, 19.5, 19.7, 19.9, 19.10 e 19.11. Invita i presentatori dell'emendamento 19.12 a ritirarlo, manifestando avviso contrario anche sull'emendamento 19.0.2.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore, manifestando un parere positivo sull'emendamento 19.3.

 

Si passa quindi alle votazioni.

 

In esito a separate votazioni, la Commissione respinge l'emendamento 19.1, accoglie l'emendamento 19.3, respinge altresì l'emendamento 19.4.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 19.5 prende la parola il senatore BALDASSARRI (AN), il quale lamenta una maggiore complessità nelle procedure di pagamento che la Pubblica Amministrazione deve effettuare nei confronti delle imprese.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge quindi gli emendamenti 19.5, 19.7, 19.9, 19.10 e 19.11.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) aggiunge la propria firma all'emendamento 19.12 e lo ritira.

 

La Commissione respinge poi l'emendamento 19.0.2.

 

Il seguito dell'esame è rinviato.

 

 

La seduta termina alle ore 13,30.

 

 

 

Allegato

 

(Si riportano soltanto gli emendamenti approvati dalla Commissione)

 

11.3

BATTAGLIA GIOVANNI, GRASSI, TIBALDI, TECCE, ALBONETTI

APPROVATO

Al comma 1, dopo la parola: «indennizzi» sopprimere le parole: «, penali o altri oneri aggiunti al debito residuo delle» e conseguentemente aggiungere le seguenti: «correlati strettamente alle».

 

13.3

VILLONE, BONADONNA, TIBALDI, BATTAGLIA GIOVANNI, TECCE

APPROVATO

Sostituire il comma 2, con il seguente:

«2. Al comma 580 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole da: ''La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione è soppressa a far tempo dal 15 giugno 2007'' fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: ''La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, l'Istituto diplomatico, la Scuola Superiore dell'amministrazione dell'Interno e la Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze sono soppresse a far tempo dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e le relative dotazioni finanziarie, strumentali e di personale sono trasferite alla Agenzia, la quale subentra nei loro rapporti attivi e passivi e nei relativi diritti ed obblighi. Il regolamento di cui al comma 585 provvede alle necessarie armonizzazioni ordinamentaIi».

13.0.3

LEGNINI

VEDI TESTO 2

Dopo l'articolo 13, aggiungere il seguente:

«Art. 13-bis.

1. Ai fini del funzionamento di base del Centro di ricerca del CEINGE – Biotecnologie avanzate S.c.a.r.l di Napoli, ente senza fini di lucro, dotato di personalità giuridica di diritto privato, interamente partecipato da Amministrazioni ed enti pubblici, locali e non, è istituito un fondo con una dotazione di 13 milioni di euro per l'anno 2007, a sostegno di attività infrastrutturali di trasferimento tecnologico e di ricerca e formazione, secondo le indicazioni del Ministro per lo sviluppo economico, anche attraverso accordi di programma con altri Ministeri interessati».

Conseguentemente, all'articolo 47, apportare le seguenti modifiche:

a) al comma 1, le parole: «8.321 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «8.334 milioni»;

b) al comma 1, lettera a), le parole: «1.300 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «1.313 milioni».

 

13.0.3 (testo 2)

LEGNINI

APPROVATO

Dopo l'articolo 13, aggiungere il seguente:

«Art. 13-bis.

1. Ai fini del funzionamento di base del Centro di ricerca del CEINGE – Biotecnologie avanzate S.c.a.r.l di Napoli, ente senza fini di lucro, dotato di personalità giuridica di diritto privato, interamente partecipato da Amministrazioni ed enti pubblici, locali e non, è istituito un fondo con una dotazione di 3 milioni di euro per l'anno 2007, a sostegno di attività infrastrutturali di trasferimento tecnologico e di ricerca e formazione, secondo le indicazioni del Ministro per lo sviluppo economico, anche attraverso accordi di programma con altri Ministeri interessati. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente ''Fondo speciale'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, all'uopo utilizzando parte dell'accantonamento relativo al Ministero medesimo».

 

14.1000

Il Relatore

APPROVATO

Al comma 2, dopo le parole: «nel rispetto delle norme dell'ordinamento comunitario» aggiungere le seguenti: «tenuto conto della specificità delle prestazioni richieste nonché delle esperienze e dei titolli professionali occorrenti,».

 

14.0.900

Il Governo

APPROVATO

Dopo l'articolo 14, aggiungere il seguente:

«Art. 14-bis.

(Debiti contributivi)

1. Per le imprese, enti ed organismi di spettacolo in stato di crisi attestato dalle competenti Direzioni provinciali del lavoro, l'accantonamento di cui all'articolo 2, comma 4 della legge 8 gennaio 1979, n. 7 è applicabile, relativamente ai debiti contributivi iscritti a ruolo alla data del 30 settembre 2007, e costituisce garanzia ai fini dell'ammissione al beneficio di cui al comma 3-bis dell'articolo 1 deI decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138 convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178. L'ente impositore, tenuto conto delle compatibilità del proprio bilancio, stabilisce i requisiti e le procedure per l'ammissione al beneficio».

 

16.6

MONTINO

VEDI TESTO 2

Al comma 4, aggiungere in fine il seguente periodo: «Il Ministero delle comunicazioni, sentite le regioni interessate, definirà il piano di conversione delle reti televisive alla tecnologia digitale secondo una progressiva digitalizzazione per aree geografiche».

 

16.6 (testo 2)

Il Relatore

APPROVATO

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

«4-bis. All'articolo 2-bis, comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, come modificato dall'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, dopo il periodo: ''A tale fine sono individuate aree all digital in cui accelerare la completa conversione'', inserire il seguente periodo: ''Il Ministero delle comunicazioni, sentite le regioni interessate, e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, definirà le aree geografiche nelle quali realizzare la sperimentazione della conversione delle reti alla tecnologia digitale''».

 

16.10

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

APPROVATO

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

«4-bis. All'articolo 2, comma 1 del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, la lettera p) è sostituita dalla seguente:

''p-bis) ambito locale televisivo, l'esercizio dell'attività di radiodiffusione televisiva in uno o più bacini, comunque non superiori a dieci, anche non limitrofi, purché con copertura inferiore al 50 per cento della popolazione nazionale; l'ambito è denominato 'regionale' o 'provinciale' quando il bacino di esercizio dell'attività di radiodiffusione televisiva è unico e ricade nel territorio di una sola regione o di una sola provincia, e l'emittente non trasmette in altri bacini; l'espressione 'ambito locale televisivo' riportata senza specificazioni si intende riferita anche alle trasmissioni in ambito regionale o provinciale''».

 

16.11

STEFANI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

APPROVATO

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

«4-bis. L'articolo 23, comma 3, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 ''Testo unico della radiotelevisione'' è sostituito dal seguente:

''3. Fatto salvo il limite di tre concessioni o autorizzazioni per la radiodiffusione televisiva in ambito locale all'interno di ciascun bacino di utenza, e nel rispetto della definizione di ambito locale televisivo di cui all'articolo 2, comma 1, lettera p), un medesimo soggetto può detenere anche tramite società controllate e/o collegate, un numero plurimo di concessioni e autorizzazioni per l'esercizio dell'attività televisiva in ambito locale. In caso di diffusioni interconnesse, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 29''».

 

18.13

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

VEDI TESTO 2

Sostituire la lettera a), con la seguente:

«a) per 40 milioni di euro, al Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF).

 

18.13 (testo 2)

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

APPROVATO

Dopo la lettera e), inserire la seguente:

«e-bis) per 5 milioni di euro, al Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF).

Conseguentemente alla lettera d) sostituire le parole: «25 milioni» con le altre: «220 milioni».

 

18.18

BONFRISCO, AZZOLLINI, VEGAS, FERRARA, TADDEI

VEDI TESTO 2

All'articolo 31, dopo il comma terzo, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore della lega del filo d'oro».

Conseguentemente all'articolo 18, comma 1, lettera d) sostituire la cifra: «225» con la cifra: «224».

 

18.18 (testo 2)

BONFRISCO, AZZOLLINI, VEGAS, FERRARA, TADDEI, BALDASSARRI, CICCANTI, FORTE

APPROVATO

All'articolo 31, dopo il comma terzo, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore della lega del filo d'oro».

Conseguentemente all'articolo 31, comma 1, sostituire le parole: «40 milioni» con le altre: «39 milioni».

 

18.19

DE POLI

APPROVATO

All'articolo 31 inserire il comma 4 «Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di un milione di euro a favore dell'Ente Nazionale Sordi».

Conseguentemente ridurre per lo stesso importo lo stanziamento di cui alla lettera e), del comma 1 dell'articolo 18.

 

18.900

Il Governo

APPROVATO

Al comma 2, dopo le parole: «su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze» inserire le seguenti: «d'intesa con il Ministro degli affari esteri»; aggiungere, in fine, il seguente comma:

«2-bis Per il perseguimento delle finalità istituzionali e per assicurare il proprio funzionamento, in coerenza con il processo di revisione organizzativa di cui all'articolo l, comma 404, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ed ai fini della razionalizzazione della spesa, le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari di 1 categoria sono dotati di autonomia gestionale e finanziaria, secondo modalità disciplinate con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400».

 

19.3

GALARDI, GRASSI, TIBALDI, BONADONNA, BATTAGLIA GIOVANNI, ALBONETTI, TECCE

APPROVATO

Al comma 1 sopprimere la lettera b).

 

46.0.801

Il Relatore

APPROVATO

Dopo l'articolo 46, aggiungere il seguente:

«Art. 46-bis.

(Pesca e vittime del mare)

1. Il recupero degli aiuti erogati ai sensi del decreto-legge 30 settembre 1994, n. 561, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 1994, n. 655, dichiarati incompatibili con il mercato comune con decisione della Commissione europea del 28 luglio 1999, nonché di quelli erogati ai sensi del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 maggio 1995, n. 206, nonché ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1997, n. 30, dichiarati incompatibili con il mercato comune con decisione della Commissione europea del 25 novembre 1999, è fissato in quattordici rate annuali, fino alla concorrenza del complessivo ammontare delle somme effettivamente percepite e degli interessi legali maturati. Le amministrazioni preposte al recupero degli aiuti suddetti, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabiliscono con propri provvedimenti le modalità attuative per la restituzione delle somme.

2. A carico del fondo di cui all'articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, si provvede a liquidare le richieste di indennizzo relative agli eventi verificatisi nel triennio 2002-2004, relativamente alle istanze presentate anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti della somma di 500.000 euro. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per l'anno 2008, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1º ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244».

 

46.0.801

Il Relatore

APPROVATO

Dopo l'articolo 46, aggiungere il seguente:

«Art. 46-bis.

(Pesca e vittime del mare)

1. Il recupero degli aiuti erogati ai sensi del decreto-legge 30 settembre 1994, n. 561, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 1994, n. 655, dichiarati incompatibili con il mercato comune con decisione della Commissione europea del 28 luglio 1999, nonché di quelli erogati ai sensi del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 maggio 1995, n. 206, nonché ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1997, n. 30, dichiarati incompatibili con il mercato comune con decisione della Commissione europea del 25 novembre 1999, è fissato in quattordici rate annuali, fino alla concorrenza del complessivo ammontare delle somme effettivamente percepite e degli interessi legali maturati. Le amministrazioni preposte al recupero degli aiuti suddetti, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabiliscono con propri provvedimenti le modalità attuative per la restituzione delle somme.

2. A carico del fondo di cui all'articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, si provvede a liquidare le richieste di indennizzo relative agli eventi verificatisi nel triennio 2002-2004, relativamente alle istanze presentate anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti della somma di 500.000 euro. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per l'anno 2008, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1º ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244».

 


BILANCIO(5a)

Venerdì 19 ottobre 2007

144a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

Riprende l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana, nel corso della quale - ricorda il presidente MORANDO - si è conclusa la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 19.

 

Si passa indi all'espressione dei pareri sugli emendamenti relativi all'articolo 20.

 

Il PRESIDENTE rammenta che l'emendamento 20.7 è assorbito dalla votazione dell’emendamento 18.19, di analogo contenuto.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario sugli emendamenti 20.1, 20.2, 20.3, 20.4, 46.0.5 (la cui copertura insiste sull'articolo 20), mentre invita i firmatari dell'emendamento 20.6 al ritiro. Manifesta un orientamento negativo anche sugli emendamenti 20.8, 20.9 e 20.11, invitando poi i firmatari dell'emendamento 20.12 a ritirarlo. Si dichiara altresì contrario all'emendamento 20.0.1, mentre il parere è favorevole sull'emendamento 20.0.2.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore, eccetto per l'emendamento 20.6, sul quale dichiara un parere contrario.

 

Si passa indi alle votazioni.

 

Previa dichiarazione di voto favorevole del senatore VEGAS (FI), l'emendamento 20.1, posto ai voti, risulta respinto dalla Commissione.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 20.2, 20.3, 20.4, 46.0.5, 20.6, 20.8, 20.9, 20.11, 20.12 e 20.0.1, mentre accoglie l'emendamento 20.0.2.

 

Si passa poi all'espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 21.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) manifesta un parere contrario sugli emendamenti 21.1, 21.2, 21.3, 21.4, 21.5, 21.6, mentre invita i firmatari dell'emendamento 21.7 a ritirarlo. Si esprime in senso favorevole sugli emendamenti 21.8 e 21.9, mentre è contrario sull'emendamento 21.10. Si pronuncia favorevolmente sull'emendamento 21.12, proponendo ai firmatari dell'emendamento 21.13 di ritirarlo onde confluire sulla proposta emendativa 21.12. Esprime un parere contrario anche sui subemendamenti 21.900/1, 21.900/2 e 21.900/3, mentre il parere favorevole sull'emendamento 21.900 è condizionato a che la copertura non insista sull'articolo 21 bensì sull'articolo 41.

Invita quindi i firmatari degli emendamenti 21.14 e 21.15 a ritirarli per confluire sull'emendamento 21.900 laddove esso venga riformulato nel senso indicato. Esprime poi un parere favorevole sull'emendamento 21.16, contrario sugli emendamenti 21.18, 21.19, 21.20, 21.21, 21.22 e 21.23, dichiarando di rimettersi al Governo sull'emendamento 21.24. Si pronuncia in senso favorevole sull'emendamento 21.25, contrario sull'emendamento 21.26, favorevole sull'emendamento 21.27 e contrario sugli emendamenti 21.28, 21.29, 21.30, 21.31, mentre si rimette al Governo sull'emendamento 21.32.

Manifesta avviso favorevole sull'emendamento 21.33, contrario sugli emendamenti 21.34, 21.35, mentre dichiara di rimettersi al parere dell'Esecutivo in ordine all'emendamento 21.36. Il parere è contrario anche sull'emendamento 21.37, sui subemendamenti 21.0.900/1, 21.0.900/2, 21.0.900/3, 21.0.900/4 e 21.0.900/5, nonché favorevole sull'emendamento 21.0.900.

Invita quindi a ritirare l'emendamento 21.0.3, manifestando un orientamento negativo sugli emendamenti 21.0.1 e 21.0.2. Invita infine a ritirare l'emendamento 21.0.4.

 

Il sottosegretario LETTIERI manifesta avviso conforme al relatore, dichiarando parere favorevole sugli emendamenti 21.24, 21.32 e 21.36 purché quest'ultimo sia riformulato introducendo una clausola di invarianza di spesa.

 

Si passa quindi alle votazioni.

 

In esito a separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 21.1, 21.2, 21.3, 21.4, 21.5 e 21.6.

 

Il senatore TECCE(RC-SE), accedendo all'invito del relatore, ritira l'emendamento 21.7.

 

Gli emendamenti 21.8 e 21.9, posti ai voti, sono approvati dalla Commissione.

 

Con separate votazioni, la Commissione respinge l'emendamento 21.10 mentre accoglie l'emendamento 21.12, con conseguente preclusione dell'emendamento 21.13.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge i subemendamenti 21.900/1, 21.900/2 e 21.900/3,

Il sottosegretario LETTIERI, accedendo all'invito del relatore, riformula l'emendamento 21.900 in un testo 2 la cui copertura risulta pertanto riferita all'articolo 41.

 

Posto ai voti, l'emendamento 21.900 (testo 2) risulta approvato, con conseguente assorbimento degli emendamenti 21.14 e 21.15.

 

La Commissione, con separate votazioni, approva l'emendamento 21.16, respinge gli emendamenti 21.18, 21.19, 21.20, 21.21, 21.22 e 21.23.

 

L'emendamento 21.24, posto ai voti, è approvato determinando la preclusione dell'emendamento 21.25.

 

In esito a separate votazioni la Commissione respinge l'emendamento 21.26, accoglie l'emendamento 21.27 e respinge gli emendamenti 21.28, 21.29, 21.30 e 21.31. Posti ai voti, gli emendamenti 21.32 e 21.33 sono approvati dalla Commissione, mentre gli emendamenti 21.34 e 21.35 risultano respinti.

 

Accedendo all'invito del sottosegretario Lettieri, il senatore VEGAS (FI) riformula l'emendamento 21.36 in un testo 2, su cui il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) si esprime in senso favorevole.

 

Posto ai voti, l'emendamento 21.36 (testo 2) è approvato.

 

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento 21.37, i subemendamenti 21.0.900/1, 21.0.900/2, 21.0.900/3, 21.0.900/4 e 21.0.900/5, accogliendo invece l'emendamento 21.0.900, con conseguente assorbimento dell'emendamento 21.0.3.

 

Posti ai voti, gli emendamenti 21.0.1, 21.0.2 e 21.0.4 sono respinti dalla Commissione.

 

Si passa indi all'espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 22.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario sugli emendamenti 22.1, 22.2, 22.3 e 22.4, mentre si rimette al Governo sull'emendamento 22.5. Si pronuncia in senso contrario anche sugli emendamenti 22.6, 22.7 e 22.0.1.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime parere conforme a quello del relatore, manifestando un orientamento contrario sull'emendamento 22.5.

 

Posti ai voti, gli emendamenti 22.1, 22.2, 22.3, 22.4, 22.5, 22.6, 22.7 e 22.0.1 sono respinti dalla Commissione.

 

Si passa all'espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 24.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) manifesta parere contrario sugli emendamenti 24.1, 24.2, 24.3, 24.4, 24.5 e 24.7, raccomandando l'approvazione dell'emendamento 24.6 a sua firma.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 24.1, 24.2, 24.3, 24.4, 24.5 e 24.7 e approva l'emendamento 24.6.

 

Con riferimento alle proposte emendative presentate all'articolo 25, il PRESIDENTE dispone un accantonamento dell'emendamento 25.0.1, in quanto è in corso una riformulazione.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime un parere contrario sul subemendamento 25.900/1 e favorevole sull'emendamento 25.900.

 

Il sottosegretario LETTIERI manifesta un orientamento conforme a quello del relatore.

 

Con separate votazioni, la Commissione respinge il subemendamento 25.900/1 mentre approva l'emendamento 25.900.

 

Si passa all'espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 26.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) si pronuncia in senso contrario agli emendamenti 26.1 e 26.2, favorevole all'emendamento 26.3, nuovamente contrario agli emendamenti 26.4, 26.5 e 26.6. Dopo essersi dichiarato favorevole all'emendamento 26.7, si esprime in senso contrario con riferimento ai subemendamenti 26.800/6, 26.800/1, 26.800/2, 26.800/3, 26.800/4, 26.800/5, raccomandando l'approvazione dell'emendamento 26.800.

Manifesta un parere contrario sull'emendamento 26.8 e invita a ritirare gli emendamenti 26.9, 26.10, 26.11, 26.12 e 26.13. Il parere è favorevole sull'emendamento 26.14, contrario sull'emendamento 26.15, per motivi di copertura che però non appare necessaria, favorevole sull'emendamento 26.16 (testo 2), nonché contrario sui subemendamenti 26.0.800/1, 26.0.800/2, 26.0.800/3, 26.0.800/4, 26.0.800/5, 26.0.800/6, 26.0.800/7, 26.0.800/8, 26.0.800/9, 26.0.800/10, 26.0.800/11 e 26.0.800/12. Raccomanda indi l'approvazione dell'emendamento 26.0.800, si esprime in senso contrario agli emendamenti 26.0.1 e 26.0.3, mentre si rimette al Governo sull'emendamento 26.0.5, dichiarandosi infine favorevole all'emendamento 26.0.4.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore, ad eccezione delle proposte emendative 26.0.4, per il quale invita il proponente a ritirare la proposta, e 26.0.5 su cui il parere è contrario.

 

Il PRESIDENTE, prima di passare alle votazioni degli emendamenti relativi all'articolo 26, comunica che è stata presentata la riformulazione dell'emendamento 25.0.1, precedentemente accantonato.

Il senatore LEGNINI (Ulivo) dà indi conto dell'emendamento 25.0.1 (testo 2) che modula diversamente la copertura prevista.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) e il sottosegretario LETTIERI esprimono un parere favorevole sull'emendamento 25.0.1 (testo 2).

 

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 25.0.1 (testo 2) interviene il senatore FERRARA(FI), il quale stigmatizza che le maggiori risorse derivanti dall'extragettito vengano utilizzate esclusivamente a fini localistici per interessi di parte.

 

Il senatore LEGNINI(Ulivo), raccomandando l'approvazione dell'emendamento 25.0.1 (testo 2), respinge fermamente le contestazioni sollevate, atteso che la proposta emendativa mira a risolvere una questione di rilevanza nazionale, in considerazione della grave situazione ambientale nella regione Abruzzo. Fa presente infatti che in tale area è presente la più grande discarica di rifiuti tossici che ha avvelenato le sorgenti idriche, generando preoccupanti rischi per la popolazione.

Nel rammentare la presentazione di numerose interrogazioni sul tema anche a firma dell'opposizione, reputa che le risorse stanziate, seppur necessarie, siano tuttora insufficienti per sanare i danni ambientali esistenti.

 

Per dichiarazione di voto favorevole prende la parola la senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), la quale manifesta indignazione per le accuse rivolte, sottolineando l'esigenza di elaborare un piano di individuazione dei rifiuti tossici, dato che si tratta di un problema inerente la salute pubblica dei cittadini.

 

In una breve interruzione, il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) raccomanda una riflessione sulla copertura indicata nell'emendamento.

 

Previa verifica del numero legale richiesta dal senatore FERRARA(FI), l'emendamento 25.0.1 (testo 2), posto ai voti è approvato dalla Commissione.

 

In esito a separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 26.1 e 26.2.

 

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 26.3 prende la parola il senatore FERRARA (FI), il quale ritiene che le misure previste vadano a vantaggio di una parte ben individuata della maggioranza. Esprime inoltre forti perplessità sulla necessità di tutelare la biodiversità nel Canale di Sicilia atteso che analoghi interventi potrebbero essere disposti con riferimento ad altre zone marine.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) tiene a precisare le peculiarità del tratto di mare in questione.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) si dichiara a sua volta contrario all'emendamento 26.3, non ravvisando le specificità del Canale di Sicilia rispetto ad altre situazioni problematiche, come ad esempio quelle del Mare Adriatico nel tratto antistante la regione Marche.

 

Posto ai voti l'emendamento 26.3 è approvato.

 

Posto ai voti, viene respinto l’emendamento 26.4.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia, anche a nome del gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 26.5.

 

A seguito di richiesta del relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), il senatore FERRARA (FI) riformula l’emendamento 26.5 nel testo 2.

 

Posto ai voti, viene accolto l’emendamento 26.5 (testo 2).

 

Dopo che è stato respinto l’emendamento 26.6, la Commissione accoglie l’emendamento 26.7.

 

Successivamente vengono respinti, con separate votazioni, i subemendamenti 26.0.800/6, 26.0.800/1, 26.0.800/2, 26.0.800/3, 26.0.800/4 e 26.0.800/5.

 

Il senatore VEGAS (FI) preannuncia, anche a nome del gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sull’emendamento 26.800 evidenziando che la disciplina in essa contenuta risulta del tutto incongrua.

 

Posto ai voti l’emendamento 26.800 viene accolto, e vengono conseguentemente dichiarati preclusi gli emendamenti 26.8, 26.9, 26.10, 26.11, 26.12 e 26.13.

 

Il senatore CABRAS (Ulivo) preannuncia, anche a nome del gruppo parlamentare di appartenenza, il proprio voto di astensione sull’emendamento 26.14, evidenziando che lo stesso determina effetti pregiudizievoli per il consumatore.

 

Il senatore VEGAS (FI) preannuncia, anche a nome del gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sull’emendamento 26.14.

 

Il rappresentante del GOVERNO propone di accantonare l’esame degli emendamenti 26.14 e 26.15.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) aderisce a tale proposta sottolineando tuttavia che la disciplina contenuta nell’emendamento in questione risulta congrua ed opportuna, dando esecuzione a disposizioni contenute nella legge finanziaria per il 2007.

 

Il PRESIDENTE accantona l’esame degli emendamenti 26.14 e 26.15.

 

Viene poi accolto l’emendamento 26.16 (testo 2).

Con separate votazioni vengono poi respinti i subemendamenti 26.0.800/1, 26.0.800/2, 26.0.800/3, 26.0.800/4, 26.0.800/5, 26.0.800/6, 26.0.800/7, 26.0.800/8, 26.0.800/9, 26.0.800/10, 26.0.800/11 e 26.0.800/12.

 

Il senatore VEGAS (FI) preannuncia, anche a nome del gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sull’emendamento 26.0.800, evidenziando che tale disciplina è suscettibile di danneggiare il settore agricolo.

 

Con apposita votazione viene accolto l’emendamento 26.0.800.

 

Successivamente viene respinto l’emendamento 26.0.1.

 

Dopo che il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ha espresso parere contrario sull’emendamento 26.0.3, modificando l’avviso precedentemente espresso, la Commissione respinge con apposita votazione l’emendamento 26.0.3.

 

Il rappresentante del GOVERNO invita i presentatori dell’emendamento 26.0.4 al ritiro dello stesso, atteso che la disciplina in esso contenuta è inserita nel decreto Bersani, proponendo in alternativa l’accantonamento di tale proposta emendativa.

 

Il PRESIDENTE, dopo che il senatore TECCE (RC-SE) ha dichiarato l’intenzione di non ritirare l’emendamento 26.0.4, propone l’accantonamento temporaneo dello stesso.

 

Conviene la Commissione su tale proposta.

 

Dopo che il rappresentante del GOVERNO ha ribadito il proprio parere contrario sull’emendamento 26.0.5, il senatore D'AMICO (Ulivo) interviene dichiarando di aggiungere la firma a tale proposta emendativa che reca una disciplina adeguata ed efficace, peraltro riprendendo soluzioni collaudate in altri Paesi europei.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), dopo aver aggiunto la firma all’emendamento 26.0.5, si sofferma sulle criticità della normativa attualmente in vigore nella materia in esame, evidenziando che la stessa consente la vendita di alcolici immediatamente all’esterno di una discoteca, limitandosi quindi a circoscrivere il divieto di vendita all’interno di tali locali. La disciplina proposta nell’emendamento supera tali incongruità e propone una serie di misure serie ed efficaci per fronteggiare il problema delle "morti del sabato sera".

 

Il rappresentante del GOVERNO dichiara la propria disponibilità a proporre una riformulazione dell’emendamento 26.0.5 per la successiva fase dell’esame in Assemblea.

 

Il senatore TECCE (RC-SE), pur preannunciando un voto contrario, anche a nome del gruppo parlamentare di appartenenza, sull’emendamento 26.0.5, ritiene comunque che lo stesso individui soluzioni interessanti e ritiene quindi opportuno un’ulteriore riflessione su tale disciplina nel prosieguo dell’iter in Assemblea.

Posto ai voti, l’emendamento 26.0.5 viene respinto.

 

Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti relativi all’articolo 27.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti inerenti all’articolo 27, fatta eccezione per l’emendamento 27.17, per il quale propone una riformulazione e per l’emendamento 27.18, per il quale l’avviso è favorevole, e per il 27.20, riguardo al quale propone al primo firmatario di ritirarlo. Per quel che concerne gli emendamenti aggiuntivi il relatore propone di rinviare in finanziaria la condivisibile disciplina contenuta nell’emendamento 27.0.1, mentre per quel che concerne l’emendamento 27.0.2 si rimette al Governo in ordine al comma 1, formulando parere contrario sulla restante parte dell’emendamento. Esprime infine parere favorevole sull’emendamento 27.0.3 (testo 2).

 

Il rappresentante del GOVERNO si conforma al parere espresso al relatore su tutti gli emendamenti relativi all’articolo 27, sottolineando altresì il proprio avviso contrario sugli emendamenti 27.0.1 e 27.0.2.

 

Si passa indi alla votazione delle proposte emendative riferite all’articolo 27.

 

In esito a separate e distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 27.1, 27.2, 27.3, 27.4, 27.5, 27.6, 27.7, 27.8, 27.9, 27.10, 27.11, 27.12, 27.13, 27.14, 27.15 e 27.16.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) riformula l’emendamento 27.17 nel senso indicato dal relatore e dal Governo in un testo 2 (allegato al presente resoconto).

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) esprime perplessità in ordine alla norma di copertura finanziaria recata in tale proposta.

 

Il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) chiede che l’emendamento sia riformulato nel senso di estendere l’ambito di applicazione della norma, relativa alla stabilizzazione dei soggetti impegnati in progetti di lavoro socialmente utili, anche alla regione Basilicata.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) giudica opportuno demandare l’attuazione della norma in esame ad un apposito decreto ministeriale.

 

È indi posto ai voti ed accolto l’emendamento 27.17 (testo 2).

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) raccomanda l’accoglimento dell’emendamento 27.18, a sua firma, diretto ad equiparare, ai fini previsti dall’articolo 27, i lavoratori impegnati in attività socialmente utili ai lavoratori occupati in servizi di pubblica utilità.

Il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) chiede che la proposta emendativa sia riformulata al fine di estendere l’ambito di applicabilità della disposizione in esso recata alla regione Basilicata, preannunciando, in caso affermativo, la disponibilità a ritirare l’emendamento 27.20.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) invita il relatore a riformulare la proposta emendativa estendendone la portata normativa a tutte le regioni potenzialmente interessate.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), dopo aver dichiarato di preferire l’attuale formulazione dell’emendamento 27.18, propone che, conclusa la relativa votazione, si proceda ad accantonare l’emendamento 27.20.

 

L’emendamento 27.18, posto ai voti, è accolto.

 

Il presidente MORANDO dispone indi l’accantonamento degli emendamenti 27.20 e 27.0.2, che intervengono sulla medesima materia.

 

È indi posto ai voti e respinto l’emendamento 27.0.1.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 27.0.3 (testo 2), hanno la parola il senatore FERRARA (FI) e il senatore LUSI (Ulivo), il quale aggiunge la propria firma a tale proposta emendativa.

 

Il PRESIDENTE invita indi il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere i rispettivi pareri sulle proposte emendative riferite all’articolo 28.

 

Il RELATORE si esprime in senso contrario sugli emendamenti 28.1, 28.2, 28.4, 28.5, 28.0.1, nonché sui subemendamenti 28.900/1 e 28.902/1. Il parere è invece favorevole sulle proposte 28.900, 28.902 e 28.901, presentate dal Governo, nonché sul subemendamento 28.900/2, subordinatamente ad una sua riformulazione nel senso di specificare che i contratti di consulenza richiamati nell’emendamento governativo non possono essere riattivati dall’Inps e dall’Inail in favore dei medesimi soggetti che vantano contratti in essere con la Sportass.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore, raccomandando in particolare l’accoglimento delle proposte emendative presentate dall’Esecutivo.

 

Con successive e distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 28.1, 28.2 e il subemendamento 28.900/1.

 

Dopo che il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) ha riformulato nel senso suggerito da relatore e Governo il subemendamento 28.900/2 in un testo 2 (allegato al presente resoconto), quest’ultimo è posto ai voti ed accolto, così come, in esito a distinta votazione, l’emendamento 28.900, così come modificato dalla proposta subemendativa 28.900/2 (testo 2) ad esso riferita.

In esito a separate votazioni, la Commissione respinge indi gli emendamenti 28.4 e 28.5, nonché il subemendamento 28.902/1, accoglie gli emendamenti 28.902 e 28.901, mentre respinge il 28.0.1.

 

Con riferimento alle proposte emendative riferite all’articolo 29, il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere favorevole sugli emendamenti 29.1 e 29.2.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme.

 

Con distinte votazioni, la Commissione accoglie gli emendamenti 29.1 e 29.2.

 

Il PRESIDENTE, dopo aver ricordato che l’unico emendamento aggiuntivo 29.0.1 è stato precedentemente ritirato dal proponente, invita il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimersi sul complesso degli emendamenti presentati all’articolo 30.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario sugli emendamenti 30.1, 30.3, 30.7 e 30.8, nonché sui subemendamenti 30.900/1 e 30.900/2. Il parere è invece favorevole sugli emendamenti 30.900 e sulle identiche proposte 30.5 e 30.6.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore, auspicando in particolare l’accoglimento dell’emendamento 30.900, presentato dall’Esecutivo.

 

In esito a successive votazioni, la Commissione respinge l’emendamento 30.1, i subemendamenti 30.900/1 e 30.900/2, accoglie l’emendamento 30.900, respinge - previa dichiarazione di voto favorevole del senatore DAVICO (LNP) - il 30.3, approva - previa dichiarazione di voto favorevole del senatore FERRARA (FI) - le identiche proposte emendative 30.5 e 30.6, respingendo infine gli emendamenti 30.7 e 30.8.

 

In sede di articolo 31, il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) subordina il parere favorevole sulla proposta emendativa 31.2 ad una sua riformulazione nel senso di sopprimere il terzo periodo ed esprime parere contrario sugli emendamenti 31.1, 31.5, invitando i presentatori a ritirare il 31.9. Dichiara di rimettersi al Governo sulle proposte 31.6 e 31.7, auspicando l’accantonamento dell’emendamento 31.8, a suo avviso condivisibile nel merito, al fine di individuare una copertura finanziaria più idonea.

 

Il sottosegretario LETTIERI, dopo aver convenuto sulla richiesta di riformulazione dell’emendamento 31.2 testé avanzata, dichiara la propria contrarietà sulle restanti proposte emendative, ad eccezione della 31.8, in riferimento alla quale subordina il parere favorevole all’individuazione di una differente copertura finanziaria.

 

In esito a successive e distinte votazioni, la Commissione respinge l’emendamento 31.1 e - dopo che il senatore FERRARA (FI) ha riformulato l’emendamento 31.2 in un testo 2 (allegato al presente resoconto) recependo l’invito di relatore e Governo - approva l’emendamento 31.2 (testo 2) e respinge gli emendamenti 31.5, 31.6 e 31.7.

 

Dopo che il PRESIDENTE ha disposto l’accantonamento dell’emendamento 31.8, la proposta emendativa 31.9 viene ritirata dal senatore TECCE (RC-SE)

 

Dopo che il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ed il sottosegretario LETTIERI hanno espresso parere contrario sull’unico emendamento riferito all’articolo 32 (il 32.0.2), quest’ultimo è posto ai voti e respinto.

 

Si procede all'illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 33, nonché di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il senatore MARINO (Ulivo) illustra l'emendamento 33.2 il quale, anche con l'appoggio di numerosi componenti della 12ª Commissione, dà seguito ad alcuni impegni assunti dal Governo per il superamento della tematica riguardante il risarcimento dei danni subiti da soggetti emofilici e talassemici, ma poiché la copertura della proposta non appare del tutto corretta, preannuncia una riformulazione dell’emendamento.

 

I senatori LUSI (Ulivo), Giovanni BATTAGLIA (SDSE) e RUBINATO (Aut) aggiungono la propria firma all'emendamento 33.2.

 

Il senatore CURSI (AN) richiama l'attenzione della Commissione sull'emendamento 33.4 che, anche sulla base degli impegni che il Governo ed il Ministro della salute hanno assunto presso la 12ª Commissione, prevede una destinazione di risorse a favore di particolari categorie di soggetti talassemici e emofilici.

 

Il senatore FERRARA (FI), dopo aver fatto presente che, anche a nome degli altri senatori del Gruppo di Forza Italia appartenenti alla Commissione, appone la propria firma agli emendamenti 33.2 e 33.4, illustra l'emendamento 33.5 volto a aumentare l'autorizzazione di spesa per le transazioni da stipulare con soggetti talassemici che hanno instaurato azioni risarcitorie.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) illustra l'emendamento 33.8 che, al fine di garantire l'indennizzo ai soggetti che già posseggono i requisiti previsti ex lege, riapre i termini per la presentazione delle relative domande.

 

I restanti emendamenti si intendono quindi illustrati.

 

Si procede quindi alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 34, nonché di quelli volti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il sottosegretario LETTIERI si sofferma sull'emendamento 34.900, il quale, da una parte, estende i benefici previsti per le vittime della criminalità organizzata e, dall'altra, prevede per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, a titolo di trattamento equipollente al trattamento di fine rapporto, una indennità calcolata attraverso l'applicazione di una determinata aliquota.

 

Con riferimento all'emendamento 34.900 il presidente MORANDO osserva che la parte relativa alla copertura finanziaria dovrebbe essere oggetto di una diversa formulazione.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 34.3 - con il quale si intendono estendere i benefici previsti per le vittime della criminalità organizzata, anche alle vittime della criminalità delinquenziale - e l'emendamento 34.4, volto a chiarire in quali termini dovrebbe operare il riconoscimento delle vittime.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) richiama l'attenzione della Commissione sull'emendamento 34.12 diretto ad estendere i benefici anche alle vittime colpite da atti terroristici ripetitivi, come ad esempio è accaduto nella vicenda Unabomber.

Coglie l'occasione per presentare una nuova formulazione dell’emendamento 39.0.2 che assume, quindi, la numerazione di emendamento 39.0.2 (testo 2).

 

I restanti emendamenti si intendono quindi illustrati.

 

Si procede quindi alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 35, nonchè di quelli volti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il senatore FERRARA (FI) si sofferma sull'emendamento 35.1 avente lo scopo di sopprimere l'articolo 35 dal momento che esso configura un intervento dello Stato che potrebbe risultare lesivo delle prerogative riconosciute alle autonomie locali.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), dopo avervi apposto la propria firma, illustra l'emendamento 35.9 che prevede un maggior coinvolgimento delle Regioni interessate nelle modalità di erogazione del Fondo delle zone di confine.

 

I restanti emendamenti si intendono quindi illustrati.

 

Non essendovi senatori che intendono illustrare gli emendamenti presentati agli articoli 36, 37 e 38, si procede quindi alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 39, nonché di quelli volti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il presidente MORANDO invita il Governo a predisporre una relazione tecnica sull'emendamento 39.802, necessaria sia per chiarire l'esatta copertura finanziaria di alcune disposizioni di tale proposta sia per verificare se la stessa comporti un aumento di gettito piuttosto consistente.

Dopo aver fatto presente che l'emendamento 39.0.2 è stato riformulato nell'emendamento 39.0.2 (testo 2) osserva che l'emendamento 39.0.6 richiede una diversa formulazione per quanto concerne la copertura finanziaria e, pertanto, qualora esso fosse preso in considerazione dal relatore, potrebbe rendersi necessario invitare il Governo a predisporre una relazione tecnica.

 

I restanti emendamenti si intendono quindi illustrati.

 

Si procede quindi alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 40, nonché di quelli volti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) avverte che i senatori che hanno presentato l'emendamento 40.6 hanno manifestato l'esigenza di suddividere tale proposta in due emendamenti distinti.

 

Il presidente MORANDO prende atto di quanto riferito dal senatore Albonetti.

 

Nessun altro senatore chiedendo di intervenire, si intendono illustrati tutti i restanti emendamenti riferiti sia all'articolo 40 che all'articolo 41.

 

Si procede quindi alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 42, nonché di quelli volti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) si sofferma sull'emendamento 42.0.11 che, in senso analogo ad altre proposte, intende fronteggiare la crisi che ha investito il settore della pesca, anche a causa della eccessiva stratificazione di norme comunitarie, nazionali e regionali.

 

Nessun altro senatore chiedendo di intervenire, si intendono illustrati tutti i restanti emendamenti riferiti sia all'articolo 42 che all'articolo 43.

 

Si procede quindi alla illustrazione degli emendamenti presentati all'articolo 44, nonché di quelli volti ad aggiungere articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il senatore MALAN (FI) segnala l'emendamento 44.2 che intende correggere l'articolo 44 che nella sua attuale formulazione rischia di creare un danno a coloro che hanno di poco superato la soglia esente dall'IRPEF, anche con un'imposta dovuta di pochi euro, e che, conseguentemente, sarebbero esclusi dalla erogazione del beneficio previsto. Inoltre, la proposta in esame è diretta ad evitare che sia lasciato all'arbitrio del Governo la determinazione degli aventi diritto a tali benefici.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), dopo avervi apposto la propria firma, illustra l'emendamento 44.4 con il quale si tenta di risolvere i problemi legati alla definizione di soggetti incapienti e richiama l'attenzione della Commissione sull'emendamento 44.10 che si propone di raddoppiare gli aumenti delle pensioni minime, conseguentemente riducendo gli stanziamenti previsti nei fondi di diversi dicasteri.

 

Il relatore, senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), si sofferma sull'emendamento 44.800 che è diretto a destinare le risorse a favore delle categorie maggiormente bisognose, nel contempo escludendo i soggetti aventi un reddito complessivo, nell'anno 2006, superiore a 50.000 euro.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

Allegato

 

(Si riportano soltanto gli emendamenti approvati dalla Commissione)

 

 

20.0.2

FORMISANO, RAME, CAFORIO, GIAMBRONE

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 20, inserire il seguente:

«Art. 20-bis.

(Fondo rotativo per infrastrutture strategiche)

1. All'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) nel comma 355, dopo la lettera c), è aggiunta la seguente lettera:

''c-bis) infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale, di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443''.

b) nel comma 357, è aggiunto alla fine il seguente periodo: ''Il decreto di cui al presente comma, relativamente agli interventi di cui al comma 355, lettera c-bis), è emanato dal Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze''».

 

 

21.8

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, sostituire le parole: «non occupati» con le seguenti: «non assegnati».

 

 

21.9

SODANO, DE PETRIS, CONFALONIERI, BATTAGLIA GIOVANNI, BONADONNA, BELLINI, TECCE, ALBONETTI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1 sostituire le parole: «all'acquisto o la locazione di alloggi, nonché all'eventuale costruzione di alloggi» con le seguenti: «nonché all'acquisto, alla locazione di alloggi e all'eventuale costruzione di alloggi» e, in fine, aggiungere le seguenti parole: «In ottemperanza alla normativa comunitaria e nazionale relativa aI rendimento energetico in edilizia, il programma straordinario di edilizia residenziale pubblica di cui al presente comma deve essere attuato in modo da garantire il rispetto dei criteri di efficienza energetica, di riduzione delle emissioni inquinanti, di contenimento dei consumi energetici e di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile».

 

21.12

BOBBA

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, dopo le parole: «da destinare prioritariamente» inserire le seguenti: «alle giovani coppie a basso reddito e».

 

21.900

Il Governo

VEDI TESTO 2

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «A valere sulle risorse di cui al presente comma è stanziata la somma di 50 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1008, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da realizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche attraverso la rimodulazione dei singoli interventi in base alle esigenze accertate».

 

21.900 (testo 2)

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «per l'anno 2007 è stanziata la somma di 50 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1008, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da realizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche attraverso la rimodulazione dei singoli interventi in base alle esigenze accertate».

Conseguentemente, all'articolo 41, comma 1, le parole: «150 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «100 milioni».

 

21.16

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: «Le graduatorie sono revisionate annualmente e a tal fine viene considerato l'intero reddito familiare del soggetto richiedente, nonché la disponibilità di altri immobili da parte del richiedente. L'amministrazione finanziaria provvede ad effettuare periodicamente accertamenti a campione su tali soggetti».

 

21.24

STIFFONI, POLLEDRI, FRANCO PAOLO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 3, al primo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni».

 

21.27

PERRIN, PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, PINZGER, BOSONE, FAZIO, MOLINARI, TONINI, NEGRI, RUBINATO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 3, sostituire le parole: «pari a quella stabilita dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 17 marzo 2003, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 132 del 10 giugno 2003.» con le seguenti: «secondo parametri che saranno definiti d'intesa con le Regioni e Province autonome».

 

21.32

FANTOLA, CICCANTI, FORTE, MANINETTI, RUGGERI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 4, dopo le parole: «finalità sociali» è inserito il seguente periodo: «, nonché al fine di monitorare il fenomeno dell'occupazione senza titolo degli alloggi di proprietà dell'ex IACP o dei comuni».

 

21.33

TECCE, BONADONNA, DE PETRIS, TIBALDI, ALBONETTI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 4, sostituire il secondo periodo con il seguente: «Il Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro della solidarietà, con decreto da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge tenuto conto della concertazione istituzionale di cui al comma 1 dell'articolo 4 della legge 8 febbraio 2007, n. 9, sentita la Conferenza unificata definisce la composizione, l'organizzazione e le funzioni dell'Osservatorio, anche ai fini del collegamento con le esperienze ed osservatori realizzati anche a livello regionale».

 

21.36

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, GRILLO, TADDEI

VEDI TESTO 2

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Tutti i soggetti gestori del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica hanno l'obbligo, nel rispetto dei principi di efficienza, flessibilità e trasparenza, di assicurare attraverso un sistema di banche dati consultabile via Internet, tutte le informazioni necessarie al pubblico, permettendo al contempo un controllo incrociato dei dati nell'ambito di un sistema integrato gestito dall'amministrazione finanziara competente».

 

21.36 (testo 2)

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, GRILLO, TADDEI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Tutti i soggetti gestori del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica hanno l'obbligo, nel rispetto dei principi di efficienza, flessibilità e trasparenza, di assicurare attraverso un sistema di banche dati consultabile via Internet, tutte le informazioni necessarie al pubblico, permettendo al contempo un controllo incrociato dei dati nell'ambito di un sistema integrato gestito dall'amministrazione finanziara competente. Dall'attuazione della presente norma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

 

21.0.900

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 21, aggiungere il seguente:

«Art. 21-bis.

(Rifinanziamento dei programmi innovativi in ambito urbano ''Contratti di quartiere II'')

1. Alla scadenza del termine del 31 dicembre 2007, di cui all'articolo 4, comma 150, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 ed all'articolo 13, comma 2, deI decreto legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, le risorse originariamente destinate ai programmi costruttivi di cui all'art. 18 del decreto-legge 18 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, non impegnate, sono destinate al finanziamento delle proposte già ritenute idonee e non ammesse al precedente finanziamento tra quelle presentate ai sensi dei decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 27 dicembre 2001, n. 2522, 30 dicembre 2002 e 21 novembre 2003 concernenti il programma innovativo in ambito urbano denominato ''Contratti di quartiere II''. Nell'ambito delle predette risorse una quota fino a 60 milioni di euro è altresì destinata alla prosecuzione degli interventi di cui all'articolo 1, comma 1008, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 da realizzare ai sensi degli articoli 163 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche attraverso la rimodulazione dei singoli interventi in base alle esigenze accertate.

2. Con decreto del Ministro delle infrastrutture, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono stabilite le modalità di ripartizione delle risorse di cui al comma 1, primo periodo nonché la quota di cofinanziamento regionale e le modalità di individuazione delle proposte da ammettere a finanziamento.

3. Il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro delle infrastrutture, è autorizzato ad iscrivere, nei limiti degli effetti positivi stimati per ciascun anno in termini di indebitamento netto le risorse di cui al comma 1, previo versamento all'entrata del Bilancio delle Stato delle risorse finanziarie depositate sui conti correnti di tesoreria n. 20126 e n. 20127 intestati al Ministero dell'economia e delle finanze, in un fondo dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, ai fini del finanziamento delle iniziative di cui al medesimo comma 1.

4. Le regioni che hanno finanziato con propri fondi tutte le proposte di Contratti di quartiere II già ritenute idonee in attuazione dei richiamati decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 27 dicembre 2001, n. 2522, 30 dicembre 2002 e 21 novembre 2003, possono utilizzare le risorse di cui al comma 3 per finanziare nuovi programmi aventi caratteristiche analoghe a quelle dei Contratti di quartiere II che saranno individuati con il decreto di cui al comma 2».

 

 

24.6

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: «pagamenti dei crediti» con le seguenti: «pagamenti dei debiti».

 

25.900

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

«2-bis. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, come determinata dalla tabella C della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si intende comprensiva, per l'anno 2008, dell'importo di euro 138 milioni da destinare alla prosecuzione dell'operatività del Fondo di cui all'articolo 138, comma 16, della legge 23 dicembre 2000, n. 388. Con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri vengono disciplinati i criteri e le modalità di trasferimento delle risorse».

 

25.0.1

LEGNINI, ANGIUS, LUSI, DE PETRIS, DI LELLO FINUOLI

VEDI TESTO 2

Dopo l'articolo 25, aggiungere il seguente:

«Art. 25-bis.

(Interventi per fronteggiare la crisi idrica ed ambientale nella Regione Abruzzo)

1. Al fine di fronteggiare la crisi idrica ed ambientale detenninatasi nel bacino del fiume Aterno-Pescara, di cui all'ordinanza di protezione civile n. 3504 del 9 marzo 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 64 del 17 marzo 2006, e successive integrazioni, è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente, all'articolo 47, apportare le seguenti modifiche:

a) al comma 1, le parole: «8.321 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «8.351 milioni»;

b) al comma 1, lettera a), le parole: «1.300 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «1.330 milioni».

 

 

25.0.1 (testo 2)

LEGNINI, ANGIUS, LUSI, DE PETRIS, DI LELLO FINUOLI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 25, aggiungere il seguente:

«Art. 25-bis.

(Interventi per fronteggiare la crisi idrica ed ambientale nella Regione Abruzzo)

1. Al fine di fronteggiare la crisi idrica ed ambientale determinatasi nell'area delle province di Chieti e Pescara, a valere sull'ordinanza di protezione civile n. 3504 del 9 marzo 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 64 del 17 marzo 2006, e successive integrazioni, è autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per l'anno 2007».

Conseguentemente:

a) all'articolo 18, comma 2, sostiuire le parole: «410 milioni», con le seguenti: «400 milioni»;

b) al comma 1 dell'articolo 47, sostituire le parole: «8321 milioni», con le seguenti: «8326 milioni»;

c) al comma 1, lettera a) dell'articolo 47, sostituire le parole: «e quanto», con la parola: «quanto», e aggiungere, in fine, il seguente periodo: «e quanto a 5 milioni di euro mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente ''Fondo speciale'' dello stato di previsione del Ministereo dell'economia e delle finanze, parzialmente utilizzando quanto ad euro 1 milione l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze e quanto ad euro 4 milioni l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri».

 

26.3

DE PETRIS, BELLINI, PALERMO, BATTAGLIA GIOVANNI, IOVENE, LIOTTA, TIBALDI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, primo periodo, aggiungere in fine le seguenti parole: «nonché per la tutela della biodiversità nel Canale di Sicilia».

 

26.5

D'ALI', FERRARA

VEDI TESTO 2

Al comma 1, secondo periodo dopo le parole: «e del mare», aggiungere le seguenti: «da emanarsi entro il 31 marzo 2008 e previo parere delle competenti commissioni parlamentari sono individuate le aree di intervento e».

 

26.5 (testo 2)

D'ALI', FERRARA

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, secondo periodo dopo le parole: «e del mare», aggiungere le seguenti: «previo parere delle competenti commissioni parlamentari sono individuate le aree di intervento e».

 

26.7

DE PETRIS, SODANO, BELLINI, TIBALDI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

«1-bis. Per l'anno 2007 è concesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un contributo straordinario di 20 milioni di euro per l'attuazione di interventi urgenti di adattamento e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, con particolare riferimento agli interventi di protezione degli ecosistemi e della biodiversità terrestre e marina più compromessi, di difesa e gestione del suolo nelle aree a rischio idrogeologico e a rischio desertificazione, di gestione delle risorse idriche , ripristino delle aree costiere e delle zone umide, con priorità per gli interventi nelle aree esposte a rischio di eventi alluvionali o franosi ovvero a rischio valanga. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono definite le modalità e i criteri di utilizzazione deIIe somme stanziate, assicurando il coordinamento con le istituzioni e le regioni interessate».

Conseguentemente, all'articolo 36, comma 2, sostituire le parole: «150 milioni» con le seguenti: «130 milioni».

 

26.800

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Sostituire il comma 2 con il seguente:

«2. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, i nuovi interventi pubblici devono essere accompagnati da una certificazione attestante il contributo ai fini degli obblighi di riduzione delle emissioni di gas serra nonchè da una certificazione energetica che attesti la realizzazione degli interventi secondo standard di efficienza energetica conformi alle migliori tecniche disponibili e l'utilizzo di una quota obbligatoria di calore ed elettricità prodotti da fonti rinnovabili. Le procedure e le modalità di certificazione sono definite con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri interessati sulla base delle tipologie di intervento. Il ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare presenta annualmente al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione delle misure di cui al presente comma».

 

26.16

DE PETRIS, MARCORA, PIGNEDOLI, CUSUMANO, NARDINI, BOSONE, MONTALBANO, LIOTTA, BETTINI, LADU, MASSA, RANDAZZO, TURANO

VEDI TESTO 2

Dopo il comma 4, aggiungere i seguenti:

«4-bis. Relativamente all'anno 2007, in caso di mancato impiego del contingente di biodiesel di cui all'art. 22-bis, comma 1, del Testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, le corrispondenti maggiori entrate per lo Stato sono destinate ad aumentare il contingente annuo di 250.000 tonnellate, di cui al comma 1 dell'art. 22-bis del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.

4-ter. Gli importi annui previsti dall'art. 21, comma 6-ter, del Testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, come modificato dal comma 520 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, non utilizzati nell'anno 2007 sono destinati per il 50% dei medesimi importi, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze all'incremento del contingente di biodiesel di cui all'articolo 22-bis, comma 1 del Testo unico di cui al decreto legislativo n. 504 del 1995 per l'anno 2008. Il restante 50% è assegnato al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422 della legge 23 dicembre 2005, n. .266.

4-quater. Al fine di accelerare l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili, all'articolo 1, comma 371, punto 2, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo il primo periodo sono aggiunti i seguenti periodi: ''Per l'anno 2007, la parte restante del contingente di cui all'articolo 22-bis, comma 2 del decreto legislativo 504 del 1995, pari a 70.000 tonnellate, si intende da assegnare, nelle more dell'autorizzazione comunitaria di cui al comma 1 del suddetto articolo e dell'entrata in vigore del decreto di cui al medesimo comma 1, dall'Agenzia delle dogane, previa comunicazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali relativa ai produttori di biodiesel che hanno stipulato contratti di coltivazione realizzati nell'ambito di contratti quadro o intese di filiera e delle relative quantità di biodiesel ottenibili dalle materie prime oggetto dei contratti sottoscritti, ai produttori che devono garantire il pagamento della maggiore accisa gravante sui quantitativi di biodiesel rispettivamente assegnati. In caso di mancata autorizzazione comunitaria, i predetti assegnatari sono tenuti al versamento dell'accisa gravante sul biodiesel rispettivamente immesso in consumo.

4-quinquies. L'importo previsto dall'art. 1, comma 380 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 non utilizzato nel 2007, è assegnato al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422 della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

4-sexies. Gli imprenditori agricoli che producono oli vegetali non modificati chimicamente e li impiegano per autoconsumo, quale carburante, nel parco macchine aziendale, fino ad un quantitativo annuo di 5 tonnellate non sono soggetti al regime di deposito fiscale relativo alla produzione, trasformazione e cessione dei prodotti soggetti ad accisa».

 

26.16 (testo 2)

DE PETRIS, MARCORA, PIGNEDOLI, CUSUMANO, NARDINI, BOSONE, MONTALBANO, LIOTTA, BETTINI, LADU, MASSA, RANDAZZO, TURANO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 4, aggiungere i seguenti:

«4-bis. Nel testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, all'articolo 22-bis sono apportate le seguenti modificazìoni:

a) nel comma 1:

1) dopo le parole: ''250.000 tonnellate'', sono aggiunte le seguenti: ''al fine di compensare i maggiori costi legati alla produzione,'';

2) le parole: ''in autotrazione'', sono sostituite dalle seguenti: ''tal quale o'';

3) le parole: ''di cui all'allegato I'' sono sostituite dalle seguenti: ''di cui all'allegato I; al fine della funizione del beneficio spettante per i quantitativi di biodiesel rientranti nel contingente e miscelati con il gasolio, contabilizzata, in detrazione, nelle scritture contabili inerenti l'accisa dovuta del deposito fiscale dove è avvenuta la miscelazione, l'ammontare dell'imposta derivante dalla differenza tra l'aliquota applicata al gasolio impiegato come carburante e la predetta aliquota ridotta, come eventualmente rideterminata ai sensi del comma 3.'';

4) dopo le parole: ''da contratti quadro'', sono aggiunte le seguenti: '', le modalità per la contabilizzazione e la fruizione del beneficio fiscale'';

5) le parole: ''sui quantitativi assegnati e non immessi in consumo'' sono sostituite dalle seguenti: ''sui quantitativi assegnati che, al termine dell'anno di assegnazione, risultassero non ancora miscelati con il gasolio ovvero non ancora trasferiti ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, non ancora immessi in consumo.'';

6) il quarto periodo è sostituito dal seguente: ''Per ogni anno di validità del programma i quantitativi del contingente che risultassero, al termine di ciascun anno, non ancora miscelati con il gasolio ovvero non ancora trasferiti ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, non ancora immessi in consumo, sono ripartiti tra gli operatori proporzionalmente alle quote loro assegnate; tali quantitativi devono essere miscelati con il gasolio ovvero trasferiti ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, immessi in consumo, entro il successivo 30 giugno.''.

b) nel comma 2 il terzo ed il quarto periodo sono soppressi;

c) dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:

''2-bis. Per l'anno 2007, nelle more dell'autorizzazione comunitaria di cui al comma 1, la parte del contingente di cui al medesimo comma 1 che residua dopo l'assegnazione di cui al comma 2 è assegnata, dall'Agenzia delle dogane, previa comunicazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali relativa ai produttori di biodiesel che hanno stipulato contratti di coltivazione realizzati nell'ambito di contratti quadro o intese di filiera e alle relative quantità di biodiesel ottenibili dalle materie prime oggetto dei contratti sottoscritti, proporzionalmente a tali quantità. In considerazione della pendente valutazione della Commissione europea in merito alla compatibilità del programma pluriennale di cui al comma 1 con il quadro normativo comunitario, l'assegnazione di cui al presente comma è effettuata subordinatamente alla prestazione, da parte degli operatori della garanzia relativa al pagamento della maggiore accisa gravante sui quantitativi di biodiesel rispettivamente assegnati; nel caso in cui le autorità comunitarie, nell'ambito della loro competenza esclusiva in materia, non ritengano di autorizzare il programma di cui al comma 1 i soggetti assegnatari di quantitativi di biodiesel ai sensi del presente comma sono tenuti al pagamento della maggiore accisa gravante sul biodiesel rispettivamente assegnato e immesso in consumo.

2-ter. Per ogni anno del programma l'eventuale mancata realizzazione delle produzioni dei singoli operatori previste in attuazione dei contratti quadro e intese di filiera, nonché dai relativi contratti di coltivazione con gli agricoltori, comporta la decadenza dall'accesso al contingente agevolato per i volumi non realizzati e determina la riduzione di pari volume del quantitativo assegnato all'operatore nell'ambito del programma pluriennale per i due anni suecessivi.'';

d) con effetto dal 1º gennaio 2008, dopo il comma 5-ter è aggiunto il seguente: ''5-quater. Nelle more dell'entrata in vigore del decreto di cui al primo periodo del comma 5-bis trovano applicazione, in quanto compatibili, le disposizioni del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui all'articolo 21, comma 6-ter del presente testo unico nella formulazione in vigore al 31 dicembre 2006''.

4-ter. Per i quantitativi del contingente di biodiesel del programma pluriennale di cui all'articolo 22-bis, comma 1, del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, come modificato dal comma 1, assegnati agli operatori nel corso dell'anno 2007, il termine per miscelare i medesimi con il gasolio ovvero per trasferirli ad impianti di miscelazione nazionali ovvero, per il biodiesel destinato ad essere usato tal quale, per immetterli in consumo, è prorogato al 30 giugno 2008. Relativamente al primo anno del programma la ripartizione di cui al quarto periodo del predetto comma 1 dell'articolo 22-bis, è effettuata per i soli quantitativi del contingente che risultassero non ancora assegnati al 31 dicembre, dando priorità al prodotto proveniente da intese di filiera o da contratti quadro.

4-quater. Alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, all'articolo 1, nel comma 374, le parole: ''e, nei limiti di tali risorse, può essere destinata anche come combustibile per riscaldamento'' sono soppresse.

4-quinquies. Relativamente all'anno 2007, in caso di mancato impiego del contingente di biodiesel di cui all'articolo 22-bis, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, le corrispondenti maggiori entrate per lo Stato sono destinate ad aumentare il contingente annuo di 250.000 tonnellate, di cui al comma 1 dell'articolo 22-bis del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.

4-sexies. Gli importi annui previsti dall'articolo 21, comma 6-ter, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, come modificato dal comma 520 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, non utilizzati nell'anno 2007 sono destinati per il 50 per cento dei medesimi importi, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze all'incremento del contingente di biodiesel di cui all'articolo 22-bis, comma 1 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 504 del 1995 per l'anno 2008. Il restante 50 per cento è assegnato al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422 della legge 23 dicembre 2005, n. 266. L'importo previsto dall'articolo 1, comma 380 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 non utilizzato nel 2007, è assegnato al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422 della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

4-septies. Gli imprenditori agricoli che producono oli vegetali non modificati chimicamente e li impiegano per autoconsumo, quale carburante, nel parco macchine aziendale, fino ad un quantilativo annuo di 5 tonnellate non sono soggetti al regime di deposito fiscale relativo alla produzione, trasformazione e cessione dei prodotti soggetti ad accisa».

 

26.0.800

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 26, inserire il seguente:

«Art. 26-bis.

(Variazioni colturali)

1. All'articolo 2, comma 33, del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo periodo la locuzione: ''dal regolamento (CE) n. 1782/03 del Consiglio, del 29 settembre 2003, e dal regolamento (CE) n. 79612004 della Commissione, del 21 aprile 2004'' è sostituita dalla seguente: ''dalla normativa comunitaria relativa alle Organizzazioni comuni di Mercato (OCM) del settore agricolo'';

b) al terzo periodo le parole: ''All'atto della accettazione della suddetta dichiarazione'' sono sostituite dalla seguente locuzione: ''Le disposizioni di cui al periodo precedente si applicano anche alle comunicazioni finalizzate all'aggiornamento del fascicolo aziendale costituito a norma del decreto Presidente delIa Repubblica del 1º dicembre 1999, n. 503. AIl'atto della accettazione delle suddette dichiarazioni'';

c) il quarto periodo è sostituito dal seguente: ''L'Agenzia del territorio, sulla base delle suddette proposte, provvede ad inserire nei propri atti i nuovi redditi relativi agli immobili oggetto delle variazioni colturali.'';

d) il quinto periodo è sostituito dal seguente: ''In deroga alle vigenti disposizioni ed in particolare all'articolo 74, comma 1, della legge 21 novembre 2000, n. 342, l'Agenzia del territorio, con apposito comunicato da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, rende noto, per ciascun comune, il completamento delle operazioni e provvede a pubblicizzare, per i sessanta giorni successivi alla pubblicazione del comunicato, presso i comuni interessati, tramite gli uffici provinciali e sul proprio sito internet, i risultati delle relative operazioni catastali di aggiornamento.'';

e) il sesto periodo è sostituito dal seguente: ''I ricorsi di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, e successive modificazioni, avverso la variazione dei redditi possono essere proposti entro cento venti giorni dalla data di pubblicazione del comunicato di cui al periodo precedente.'';

f) è aggiunto, in fine, il seguente ultimo periodo: ''Qualora i soggetti interessati non forniscano le informazioni previste ai sensi del successivo comma 35 e richieste nelle dichiarazioni relative all'uso del suolo ovvero le forniscano in modo incompleto o non veritiero, si applica la sanzione amministrativa tributaria da euro 1.000,00 ad euro 2.500,00; all'irrogazione delle sanzioni provvede l'Agenzia del territorio sulla base delle comunicazioni effettuate da AGEA''».

 

27.17

BARBATO

VEDI TESTO 2

Al comma 1, alla lettera f-bis) sostituire le parole: «in favore della regione Calabria è concesso un contributo per 1'anno 2007 di 60 milioni di euro,» con le seguenti: « in favore della regione Calabria e della Regione Campania è concesso un contributo per l'anno 2007 di 60 milioni di euro, da ripartire secondo criteri di equità,».

Conseguentemente sostituire la rubrica dell'articolo con la seguente: «Modifiche all'articolo l, comma 1156, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 – LSU Calabria e Campania»

 

27.17 (testo 2)

BARBATO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, alla lettera f-bis) sostituire le parole: «in favore della regione Calabria e della regione Campania è concesso un contributo per 1'anno 2007 di 60 milioni di euro,» con le seguenti: « in favore della regione Calabria e della Regione Campania è concesso un contributo per l'anno 2007 di 60 milioni di euro, da ripartire secondo criteri di equità,».

Conseguentemente all'onere derivante dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dell'importo di cui all'articolo 18, comma 2,».

 

27.18

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, capoverso f-bis), sostituire l'ultimo periodo con il seguente: «Ai soli fini della presente lettera e della lettera f), i lavoratori impegnati nelle attività di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 280, nella regione Calabria sono equiparati ai lavoratori di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81;».

 

27.0.3

MICHELONI, LEGNINI, DE PETRIS

VEDI TESTO 2

Dopo l'articolo 27, aggiungere il seguente:

«Art. 27-bis.

1. Nei limiti dell'importo stanziato dall'articolo 1, comma 940, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i Parchi nazionali della Maiella e del Gran Sasso sono autorizzati, per le somme eccedenti quelle occorrenti per la stabilizzazione del personale fuori ruolo interessato dal suddetto comma 940, all'assunzione degli ex lavoratori socialmente utili e del personale con rapporti di lavoro precario, previa procedura selettiva».

 

27.0.3 (testo 2)

LEGNINI, DE PETRIS, MICHELONI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 27, aggiungere il seguente:

«Art. 27-bis.

1. Nei limiti dell'importo stanziato dall'articolo 1, comma 940, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, i Parchi nazionali della Maiella e del Gran Sasso sono autorizzati ad utilizzare le somme eccedenti quelle occorrenti per la stabilizzazione del personale fuori ruolo interessato dal suddetto comma 940, per l'assunzione dei lavoratori già titolari di rapporto di lavoro precario e degli ex lavoratori socialmente utili, previa procedura selettiva».

 

28.900/2

BATTAGLIA GIOVANNI, DI SIENA

VEDI TESTO 2

All'emendamento 28.900, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «È fatto divieto all'Inps e all'Inail di porre in essere contratti di consulenza salvo i casi previsti dalla legge».

 

28.900/2 (testo 2)

BATTAGLIA GIOVANNI, DI SIENA

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

All'emendamento 28.900, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e non possono essere riattivati all'Inps e all'Inail».

 

28.900

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge i contratti di consulenza in essere sono risolti di diritto».

 

 

28.902

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Aggiungere, in fine, i seguenti commi:

«4-bis. AI fine di garantire l'attuazione della decisione della Commissione europea n. 1828 del 30 aprile 2007 e il pieno utilizzo delle risorse del programma comunitario ''Gioventù in azione'', la dotazione organica del personale dell'Agenzia nazionale per i giovani, di cui all'articolo 5 del decreto legge 27 dicembre 2006, n. 297, convertito in legge 23 febbraio 2007, n. 15, è determinata in 45 unità di personale di ruolo, di cui tre dirigenti di seconda fascia. Nell'ambito delle procedure di autorizzazione all'assunzione, mediante utilizzo dell'apposito fondo previsto dall'articolo 1, comma 527, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è prioritariamente considerata l'immissione in servizio del personale dell'Agenzia per i giovani, previo l'effettivo svolgimento di procedure di mobilità. Nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale a tempo indeterminato, all'Agenzia per i giovani è consentito assumere, nel limite massimo di 15 unità, personale a tempo determinato, anche in deroga all'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con contratti di durata non superiore a due anni non rinnovabili, nonché il ricorso al fuori ruolo o all'assegnazione temporanea di personale secondo le modalità previste dall'articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127».

4-ter. All'onere derivante dal comma 4-bis, pari a 0,5 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009, si fa fronte mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 19, comma 2, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 convertito, con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.

4 –quater. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

Conseguentemente nella rubrica, sostituire le parole: «e disposizioni sul credito per l'impiantistica» con le seguenti: «disposizioni sul credito per l'impiantistica e sull'Agenzia nazionale per i giovani».

 

28.901

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«4-bis. L'autorizzazione di spesa di cui al comma 282 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è integrata di 12 milioni di euro per l'anno 2007. Al relativo onere, pari a 12 milioni di euro per l'anno 2007, si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini deI bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale ''Fondo speciale'' di parte corrente, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze».

 

29.1

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 2, sostituire le parole: «dalla data del 20 giugno 2007» con le seguenti: «dal giorno successivo alla data del 20 giugno 2007».

 

29.2

EMPRIN GILARDINI, ZUCCHERINI, VALPIANA, TIBALDI, BATTAGLIA GIOVANNI, SILVESTRI, ALFONZI, IOVENE, TECCE, ALBONETTI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 2 aggiungere il seguente:

«2-bis. La riforma di cui al comma 1, assicura la continuità delle prestazioni in essere, l'individuazione di ulteriori prestazioni assistenziali a favore dei contribuenti in condizioni di vulnerabilità, la separazione tra le funzioni di indirizzo, i compiti di gestione amministrativa, finanziaria e tecnica e le funzioni di vigilanza, nonché la democraticità della vita associativa, prevedendo la partecipazione al voto di tutti i contribuenti».

 

30.900

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

All'articolo 30 apportare le seguenti modificazioni:

a) al comma 2 le parole: «tre creditori» sono sostituite dalle seguenti: «tre tra i creditori»;

b) al comma 5, primo periodo, le parole: «piano di liquidazione» sono sostituite dalle seguenti: «piano di soddisfazione, predisposto dal commissario»;

c) al comma 8, le parole: «per quanto attiene al procedimento» sono soppresse

 

30.5

BOSONE, DE PETRIS, MORGANDO, CUSUMANO, MARCORA, NARDINI, PIGNEDOLI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE (IDENTICO AL 30.6)

Al comma 4, terzo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e ferma restando l'applicazione della disciplina in materia di prelazione e di riscatto agrari di cui all'articolo 8 della legge 26 maggio 1965, n. 590, e successive modificazioni e all'articolo 7 della legge 14 agosto 1971, n. 817».

 

 

30.6

ZANOLETTI, CICCANTI, FORTE

APPROVATO DALLA COMMISSIONE (IDENTICO AL 30.5)

Al comma 4, terzo periodo, inserire le seguenti parole: «e ferma restando l'applicazione della disciplina in materia di prelazione e di riscatto agrari di cui all'articolo 8 della legge 26 maggio 1965, n. 590 e successive modificazioni, ed all'articolo 7 della legge 14 agosto 1971, n. 817».

 

31.2

VEGAS, FERRARA

VEDI TESTO 2

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Ai fini di favorire l'attività di formazione superiore internazionale, agli istituti universitari, diretta emanazione di Università estere, autorizzati a rilasciare titoli ammessi a riconoscimento in Italia ai sensi della Convenzione di Lisbona dell'11 aprile 1997 e della legge n. 148 dell'11 luglio 2002 è concesso un contributo, nel limite complessivo di 3 milioni per il 2007, a sostegno dei loro programmi di formazione internazionale a studenti di nazionalità italiana e di ricerca con partecipazione anche di soggetti di alta formazione esteri. Il contributo può essere fruito anche come credito di imposta riconosciuto automaticamente secondo l'ordine cronologico di presentazione delle relative domande da presentarsi entro il 28 febbraio di ciascun anno al Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento delle politiche fiscali. Il contributo non concorre alla determinazione della base imponibile e può essere utilizzato in compensazione ai sensi del decreto legislativo 9 luglio 1997 n. 241. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca, sono fissate le procedure e le modalità per l'attuazione del presente comma».

Conseguentemente al comma 1, sostituire le parole: «40 milioni di euro» con le suguenti: «37 milioni di euro».

 

31.2 (testo 2)

VEGAS, FERRARA

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Ai fini di favorire l'attività di formazione superiore internazionale, agli istituti universitari, diretta emanazione di Università estere, autorizzati a rilasciare titoli ammessi a riconoscimento in Italia ai sensi della Convenzione di Lisbona dell'11 aprile 1997 e della legge n. 148 dell'11 luglio 2002 è concesso un contributo, nel limite complessivo di 3 milioni per il 2007, a sostegno dei loro programmi di formazione internazionale a studenti di nazionalità italiana e di ricerca con partecipazione anche di soggetti di alta formazione esteri. Il contributo può essere fruito anche come credito di imposta riconosciuto automaticamente secondo l'ordine cronologico di presentazione delle relative domande da presentarsi entro il 28 febbraio di ciascun anno al Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento delle politiche fiscali. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca, sono fissate le procedure e le modalità per l'attuazione del presente comma».

Conseguentemente al comma 1, sostituire le parole: «40 milioni di euro» con le seguenti: «37 milioni di euro».

 


BILANCIO(5a)

Lunerdì 22 ottobre 2007

145a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1819) Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Seguito dell'esame e rinvio)

 

Riprende l’esame sospeso nella seduta pomeridiana del 19 ottobre scorso.

 

Si passa all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 46 e di quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo l’articolo 46.

 

Il PRESIDENTE osserva che presentano problemi di copertura finanziaria gli emendamenti 46.0.6 e 46.0.7, quest'ultimo limitatamente al comma 3.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra l'emendamento 46.1, volto a prevedere un unico procedimento autorizzatorio per gli impianti di rigassificazione mediante il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali competenti. Quanto all'emendamento 46.9, rileva che il procedimento di semplificazione, introdotto ai sensi della legge n. 340 del 2000, si dovrebbe applicare all'impianto di rigassificazione nel suo complesso, tenendo quindi conto anche delle opere ad esso connesse. Illustra infine l'emendamento 46.10, il quale, in un'ottica di semplificazione del procedimento di rilascio dell'autorizzazione, è volto a delineare un disciplina conforme con la normativa comunitaria.

 

Il RELATORE, procedendo ad illustrare l'emendamento 46.800, sottolinea l'esigenza di richiamare, nell'ambito dell'articolato, il riferimento alla valutazione di impatto ambientale, introdotto dalla riforma del codice ambientale approvata nella scorsa legislatura.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) si sofferma sull'emendamento 46.14, finalizzato a rimuovere la situazione di stallo che attualmente attiene ai procedimenti di rilascio di autorizzazione per la costruzione di rigassificatori. Illustra altresì gli emendamenti 46.15 e 46.17, entrambi riguardanti l'esigenza di semplificazione procedimentale in materia.

Il senatore FORTE (UDC) dichiara di sottoscrivere tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 46 di cui è firmatario il senatore Polledri.

 

Quanto all'emendamento 46.0.900, il PRESIDENTE avverte che ne è stata presentata una riformulazione in un testo 2.

 

Il RELATORE dichiara infine di ritirare l'emendamento 46.0.801.

 

Dandosi quindi per illustrati i restanti emendamenti riferiti all'articolo 46, si passa all'illustrazione delle proposte relative all'articolo 47.

 

Il PRESIDENTE ricorda che l'emendamento 47.1 verrà posto in votazione, per ragioni di copertura finanziaria, prima dell'emedamento 41.2.

Il restante emendamento 47.2 è dato per illustrato.

 

Si riprende quindi l'esame delle proposte emendative relative all'articolo 33 per l'espressione del parere da parte del Relatore.

 

Il RELATORE propone di accantonare gli emendamenti riferiti all’articolo 33, in relazione ai quali si prevedono interventi a favore delle vittime di trasfusioni di sangue infetto, nella prospettiva di una più approfondita valutazione, anche con riferimento ai profili di copertura dei relativi oneri, nel corso dell'esame della legge finanziaria.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso favorevole all'accantomento.

 

I presentatori convengono di accantonare gli emendamenti riferiti all’articolo 33.

 

Gli emendamenti da 33.1 a 33.8. vengono dunque accantonati.

 

Il RELATORE, dopo aver invitato il proponente dell'emendamento 33.0.1 a ritirarlo, esprime parere contrario sull'emendamento 33.0.2.

 

Circa l'emendamento 33.0.1, il sottosegretario LETTIERI si conforma alla proposta di ritiro avanzata dal relatore nei confronti dei proponenti, osservando come in ragione della rilevanza sociale del tema relativo agli interventi in favore delle vittime dell'amianto, sia più opportuno avviare una riflessione complessiva nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria. Esprime poi avviso contrario sull'emendamento 33.0.2.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA(SDSE), alla luce dei chiarimenti offerti dal Governo, ritira l'emendamento 33.0.1.

 

Il senatore EUFEMI, intervenendo per dichiarazione di voto favorevole, sottolinea l'importanza dell'emendamento 33.0.2, trattandosi di un atto di solidarietà dovuto. Al riguardo, in caso di reiezione dell'emendamento in esame, si riserva di presentare in Assemblea un emendamento di analogo tenore ma limitato al comma 1 della proposta in esame.

 

La Commissione respinge l'emendamento 33.0.2.

 

Con riferimento agli emendamenti all'articolo 34, il RELATORE si pronuncia in senso contrario sui subemendamenti 34.900/1 e 34.900/2, invitando poi i firmatari del subemendamento 34.900/3 a ritirarlo.

 

Il PRESIDENTE fa presente che è stata presentata una riformulazione dell'emendamento 34.900 in un testo 2, dato per illustrato, e sul quale il RELATORE esprime un parere favorevole.

 

Il RELATORE esprime avviso contrario sugli emendamenti 34.2, 34.3, 34.4 (al quale ultimo aggiungono la propria firma i senatori FORTE (UDC), POLLEDRI (LNP), BONFRISCO (FI) e Giovanni BATTAGLIA (SDSE) GRASSI (RC-SE), BALDASSARRI (AN) e TECCE(RC-SE), nonché sulla proposta 34.6. Quanto all'emendamento 34.7, dichiara di rimettersi al Governo, esprimendo quindi parere contrario sulla proposta 34.8 e favorevole sull'emendamento 34.9, laddove venga riformulato in un testo 2 in cui si elimini il riferimento al comma 2-quater e relativa clausola di copertura finanziaria.

Dichiara inoltre il proprio avviso contrario sull'emendamento 34.11 e favorevole sul 34.12. Pronunciandosi in senso negativo sull'emendamento 34.13, si rimette alla valutazione del Rappresentante del Governo sull'emendamento 34.0.1, esprimendo avviso contrario sull'emendamento 34.0.2.

 

Quanto alle proposte emendative riferite all'articolo 34, il sottosegretario LETTIERI si conforma all'orientamento manifestato dal relatore, esprimendo poi avviso contrario sugli emendamenti 34.7 e 34.0.1, in relazione ai quali il relatore si era rimesso al Governo.

 

Con distinte votazioni, vengono respinti i subemendamenti da 34.900/1 a 34.900/3.

 

Posto in votazione, la Commissione accoglie la proposta 34.900 (testo 2).

 

Vengono altresì respinti con distinte votazioni gli emendamenti 34.2 e 34.3.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) interviene preannunciando la propria astensione sull'emendamento 34.4, in tema di benefici in favore di sindaci vittime di azioni terroristiche nell'esercizio delle loro funzioni, riservandosi, ove venisse respinto dalla Commissione, di presentare in Assemblea un emendamento di analogo tenore accompagnato da una clausola di copertura finanziaria più idonea.

 

Posti separatamente in votazione, la Commissione non approva gli emendamenti 34.4 e 34.6.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) interviene per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 34.7, sottolineando l'opportunità di una più approfondita valutazione da parte del Governo circa il problema che attiene alle vittime dell'uranio impoverito.

 

Al riguardo, il sottosegretario LETTIERI precisa che sussistendo attualmente un problema di copertura, si riserva di assumere idonee iniziative in occasione dell'esame di prossimi interventi legislativi.

 

Posto in votazione, l'emendamento 34.7 è respinto dalla Commissione.

 

L'emendamento 34.8, posto ai voti, risulta altresì respinto

 

Il senatore EUFEMI(UDC), accogliendo la proposta di riformulazione dell'emendamento 34.9 in un testo 2 avanzata dal relatore, interviente dichiarando il proprio voto favorevole al riguardo.

 

L'emendamento 34.9 (testo 2), pertanto, posto in votazione risulta approvato.

 

Il PRESIDENTE ricorda che l'emendamento 34.10 era stato assorbito dall'approvazione dell'emendamento 46.0.801.

 

Poste in votazione, la proposta emendativa 34.11 viene respinta, la proposta 34.12 viene approvata, mentre risultano respinti, con distinte votazioni, gli emendamenti 34.13, 34.0.1 e 34.0.2.

 

Si passa quindi all'esame delle proposte emendative relative all'articolo 35.

 

Il RELATORE esprime parere contrario sull'emendamento 35.1, rimettendosi al Governo circa l'emendamento 35.2. Dichiara altresì il proprio avviso contrario sugli emendamenti da 35.3 a 35.7. Si pronuncia poi in senso negativo sul subemendamento 35.900/1 e favorevole sull'emendamento 35.900. Contrario all'emendamento 35.9, manifesta un orientamento positivo sull'emendamento 35.10, rimettendosi al Governo circa l'emendamento 35.11. Invita infine i proponenti degli emendamenti 35.0.1 e 35.0.2 al ritiro.

 

Il sottosegretario LETTIERI, esprime parere contrario sull'emendamento 35.2 e favorevole sull'emendamento 35.11, per quali il relatore si era rimesso al Governo, conformandosi al relatore sui restanti emendamenti relativi all'articolo 35.

 

Il senatore D'ALI'(FI), aggiungendo la propria firma, dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 35.1, il quale mira a contrastare le interferenze del Governo centrale sugli enti locali, nel cui quadro potrebbero peraltro svilupparsi forti conflittualità tra le autonomie locali medesime.

 

Posto in votazione, l'emendamento 35.1 è respinto dalla Commissione.

 

Su proposta del senatore Paolo FRANCO(LNP), il RELATORE conviene di accantonare l'emendamento 35.2, trattandosi di precisazioni utili per una migliore comprensione della norma.

Il sottosegretario LETTIERI si conforma al relatore.

L'emendamento 35.2 è pertanto accantonato.

 

Interviene in dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 35.3 il senatore DIVINA(LNP), il quale esprimendo avviso contrario in ordine alle considerazioni testé espresse dal senatore D'Alì circa i possibili effetti di destabilizzazione conseguenti ad interventi puntuali del Governo sugli enti locali, ritiene che l'istituzione di un Fondo per i comuni posti al confine di zone ad elevata autonomia contribuisca invece a porre un freno alle richieste di distacco dalle Regioni a statuto ordinario.

 

Posto in votazione, l'emendamento 35.3 risulta respinto.

 

Con separate votazioni sono altresì respinti gli emendamenti da 35.4 a 35.7 e il subemendamento 35.900/1.

 

La proposta 35.900, posta ai voti, viene approvata dalla Commissione e l'emendamento 35.9, posto in votazione, risulta respinto.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) interviene preannunciando la propria astensione sull'emendamento 35.10 che, posto ai voti, viene approvato dalla Commissione.

 

La Commissione approva altresì la proposta 35.11.

 

Con separate votazioni, gli emendamenti 35.0.1 e 35.0.2, posti separatamente ai voti, risultano respinti.

 

Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 36, il PRESIDENTE avverte che l'emendamento 36.9 è stato ritirato dal proponente, facendo altresì presente che l'emendamento 36.0.2 è stato riformulato in un testo 2.

 

Dopo aver espresso parere contrario sugli emendamenti 36.1 e 36.2 il RELATORE esprime parere favorevole sull'emendamento 36.3 a condizione che sia riformulato in un testo 2, in cui si sopprima la seconda parte della proposta a partere dalle parole ", e conseguentemente" fino al temine del periodo. Dopo aver invitato i proponenti dell'emendamento 36.4 al ritiro, manifesta avviso contrario sulle proposte da 36.5 a 36.8, invitando altresì al ritiro i firmatari della proposta 36.10.

 

Il RELATORE esprime parere contrario sugli emendamenti 36.20 e 36.21 nonché sulle proposte 36.13 e 36.16. Dopo aver invitato i rispettivi proponenti degli emendamenti 36.17 e 36.22 al ritiro, esprime poi parere contrario sull'emendamento 36.0.1, proponendo infine al firmatario dell'emendamento 36.0.2 (testo 2) a ritirarlo.

 

Il GOVERNO si esprime in senso conforme al relatore su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 36.

 

Il senatore POLLEDRI(LNP), interviene per dichiarare il proprio voto favorevole sull'emendamento 36.1, soppressivo della norma sulle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, esprimendo al riguardo un giudizio fortemente critico su alcuni elementi che hanno caratterizzato il nostro processo di unificazione nazionale.

 

Posti separatemente in votazione, la Commissione respinge gli emendamenti 36.1. e 36.2.

 

Accolta dal senatore VEGAS (FI) la riformulazione dell'emendamento 36.3 in un testo 2 nel senso proposto dal Relatore, posto in votazione, - dopo una dichiarazone di voto d’astensione del senatore POLLEDRI(LNP), la Commissione approva l'emendamento 36.3 (testo 2).

 

Il senatore VEGAS(FI), non accedendo all'invito al ritiro, dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 36.4, esprimendo le sue perplessità sul parere contrario del Relatore e del Governo circa il riferimento ai valori di libertà in esso richiamati.

 

Posti ai voti, gli emendamenti 36.4 e 36.5 vengono respinti dalla Commissione.

 

Il senatore EUFEMI(UDC), intervenendo per dichiarazione di voto, esprime il proprio orientamento favorevole sulla proposta 36.6, volta a finalizzare alla valorizzazione del patrimonio culturale sabaudo gli interventi che il Governo porrà in essere in occasione delle celebrazioni per l'Unità d'Italia.

 

Posti separatamente in votazione, sono altresì respinti dalla Commissione gli emendamenti 36.7, 36.8, e 36.10.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 36.20, 36.21, 36.13, 36.16 e 36.17.

 

Il senatore VEGAS(FI), interviene per dichiarazione di voto favorevole sulla proposta 36.22, chiarendo la portata dell'emendamento a sua firma. In particolare, il pluralismo dovrebbe attenere non tanto all'intimo convincimento dei singoli che compongono l'istituendo Comitato dei Ministri denominato "150 anni dell'unità d'Italia", ma allo spirito che caratterizza la natura dell'organo medesimo.

 

Il senatore LUSI sottolinea l'esigenza di una modifica redazionale del testo dell'emendamento 36.22, correggendo la parola "soggetti" con la parola "personalità", modifica accolta dal senatore VEGAS, che lo riformula in un testo 2.

 

Il RELATORE, alla luce delle considerazioni emerse nel dibattito, esprime parere favorevole sulla proposta 36.22 (testo 2), pronunciandosi in tal senso anche il sottosegretario LETTIERI.

Posta in votazione, la proposta 36.22 (testo 2) viene approvata dalla Commissione.

 

Con distinte votazioni, sono infine respinti gli emendamenti 36.0.1 e 36.0.2 (testo 2).

 

 

Si passa all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 37.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) e il sottosegretario LETTIERI manifestano un orientamento negativo sull'emendamento 37.1, che posto ai voti, è respinto dalla Commissione.

 

Si passa all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 38.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) invita i firmatari dell'emendamento 38.1 a ritirarlo.

 

Il sottosegretario LETTIERI si associa all'invito del relatore.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) aggiunge la propria firma all'emendamento 38.1 e lo ritira.

 

Si passa indi all'espressione dei pareri sugli emendamenti relativi all'articolo 39.

 

Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti 39.9, 39.13 e 39.22 erano stati ritirati dai rispettivi proponenti.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime un parere contrario sugli emendamenti 39.1, 39.2, 39.3 e 39.4, manifesta un orientamento positivo sull'emendamento 39.5, mentre il parere è contrario sui subemendamenti 39.802/1, 39.802/2 e 39.802/3. Raccomanda l'approvazione dell'emendamento 39.802, si rimette al Governo sull'emendamento 39.6 ed esprime un parere contrario sugli emendamenti 39.7 e 39.8, nonché sul subemendamento 39.800/1. Dopo aver raccomandato l'approvazione dell'emendamento 39.800 a sua firma, manifesta un orientamento negativo sull'emendamento 39.10, sugli identici emendamenti 39.11 e 39.12, nonché sulle proposte emendative 39.14, 39.15 e 39.17, fra loro identiche. Quanto all'emendamento 39.18, il relatore esprime un orientamento favorevole a condizione che vengano soppressi i commi da 8-ter a 8-octies. Il parere è quindi favorevole sugli identici emendamenti 39.19, 39.20, 39.21 e 39.23. Manifesta, invece, un avviso contrario sugli emendamenti 39.24, 39.25 e 39.26 (di identico contenuto), nonché sugli identici emendamenti 39.27, 39.28 e 39.29. Dopo aver espresso un parere contrario sul subemendamento 39.801/1, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 39.801.

Si dichiara contrario altresì agli emendamenti 39.30, 39.31, 39.32 e 39.33, nonché ai subemendamenti 39.0.800/1 e 39.0.800/2, invitando la Commissione ad accogliere l'emendamento 39.0.800. Esprime un parere contrario sul subemendamento 39.0.801/1, raccomandando l'approvazione dell'emendamento 39.0.801, di cui presenta una riformulazione in un testo 2 volta a modificare la copertura. Manifesta poi avviso favorevole sugli emendamenti 39.0.2 e 39.0.4, contrario sull'emendamento 39.0.5, mentre invita al ritiro i firmatari dell'emendamento 39.0.6.

 

Il sottosegretario LETTIERI manifesta un parere conforme a quello del relatore, eccetto sull'emendamento 39.6, sul quale si dichiara contrario, e sull'emendamento 39.30, rispetto al quale esprime un orientamento favorevole.

 

In esito a successive e distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 39.1, 39.2, 39.3 e 39.4, mentre approva l'emendamento 39.5.

 

Posti ai voti, i subemendamenti 39.802/1, 39.802/2 e 39.802/3 sono respinti dalla Commissione.

 

Con riferimento all'emendamento 39.802, il PRESIDENTE ravvisa l’esigenza di approfondire i profili finanziari relativi al comma 4-ter.

 

La senatrice BONFRISCO (FI) chiede chiarimenti in merito all’emendamento 39.802.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) annuncia il voto contrario della sua parte lamentando che l'emendamento mira a delegare al Direttore dell'Agenzia delle entrate la possibilità di modificare la misura del compenso previsto.

 

Dopo un breve intervento del senatore Antonio BOCCIA (Ulivo), il PRESIDENTE ritiene preferibile porre in votazione l’emendamento nel testo presentato, in quanto concordato con le parti interessate.

 

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 39.802 interviene il senatore AZZOLLINI (FI), il quale coglie l'occasione per stigmatizzare le misure previste dall'articolo 39, suscettibili di appesantire gli oneri già previsti a carico del contribuente. Tale norma, infatti, rende più complesso, a suo giudizio, l'insieme degli obblighi a cui il cittadino è tenuto, ampliando peraltro eccessivamente le possibilità di scambio di informazioni inerenti le dichiarazioni fiscali.

Nel ritenere pericolosa tale disposizione, che si applica all'intero settore pubblico, deplora che sia concessa alla società Equitalia la possibilità di pagare attraverso altri strumenti finanziari in luogo di proprie azioni e obbligazioni. Giudica, pertanto, assai grave la facoltà concessa alla società, tanto più che dovrebbe essere limitata l'emissione di altri strumenti finanziari, la cui circolazione è pressoché incontrollata. Tiene, infine, a precisare che l'articolo 39 reca norme vessatorie analogamente ad altre misure introdotte dal Governo.

 

Il PRESIDENTE avverte che è stata presentata dal Governo una relazione tecnica volta a sottolineare la neutralità finanziaria dell’emendamento 39.802.

 

Posto ai voti, l'emendamento 39.802 è approvato dalla Commissione.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 39.6, 39.7 e 39.8, nonché il subemendamento 39.800/1, mentre approva l'emendamento 39.800.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 39.10, prende la parola il senatore Paolo FRANCO (LNP), il quale ritiene che la proposta emendativa possa rendere meno onerosi gli obblighi posti a carico dei contribuenti.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) invita il relatore ed il rappresentante del Governo a riconsiderare il proprio parere sull'emendamento 39.10.

 

Posti separatamente ai voti, risultano respinti l'emendamento 39.10, gli identici emendamenti 39.11 e 39.12, nonché gli emendamenti 39.14, 39.15 e 39.17, di identico tenore.

 

Accedendo all'invito del relatore, il senatore TECCE (RC-SE) riformula l'emendamento 39.18 in un testo 2, sopprimendo i commi da 8-ter a 8-octies.

 

Con un'unica votazione, la Commissione approva quindi gli identici emendamenti 39.18 (testo 2), 39.19, 39.20, 39.21 e 39.23.

 

Sull'emendamento 39.26, identico agli emendamenti 39.24 e 39.25, prende la parola il senatore POLLEDRI (LNP), il quale ritiene che esso costituisca un intervento di buon senso, nell'ottica di stabilire un importo unitario pari a 25 euro per gli accertamenti fiscali.

 

Posti ai voti, gli identici emendamenti 39.24, 39.25 e 39.26 sono respinti dalla Commissione.

 

Con un'unica votazione, la Commissione respinge altresì gli emendamenti 39.27, 39.28 e 39.29, di analogo contenuto.

 

Con successive e distinte votazioni, la Commissione respinge il subemendamento 39.801/1 mentre approva l'emendamento 39.801.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) modifica il parere precedentemente espresso sull'emendamento 39.30, manifestando un avviso favorevole, conformemente a quello espresso dal rappresentante del Governo.

 

In esito a separate votazioni, la Commissione approva quindi l'emendamento 39.30, respinge gli emendamenti 39.31, 39.32 e 39.33, nonché i subemendamenti 39.0.800/1 e 39.0.800/2.

 

Rispondendo ad una richiesta di chiarimento del senatore VEGAS (FI), il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) fa presente che l'emendamento 39.0.800 si configura quale norma meramente interpretativa.

 

Posto ai voti, l'emendamento 39.0.800 risulta indi approvato dalla Commissione.

 

Dopo che la Commissione ha respinto il subemendamento 39.0.801/1, l'emendamento 39.0.801 (testo 2), posto ai voti, è approvato dalla Commissione.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) invita ad approvare l’emendamento 39.0.2 (testo 2), su cui il RELATORE e il sottogretario LETTIERI manifestano un parere favorevole.

 

In risposta ad un quesito del senatore AZZOLLINI (FI), il PRESIDENTE comunica che l'emendamento 39.0.2 (testo 2) non presenta problemi finanziari.

 

Con distinte votazioni, la Commissione accoglie gli emendamenti 39.0.2 (testo 2) e 39.0.4 mentre respinge gli emendamenti 39.0.5 e 39.0.6.

 

Si passa indi all'espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 40.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) manifesta parere contrario sugli emendamenti 40.1, 40.2 e 40.3, invita i firmatari a ritirare i rispettivi emendamenti 40.4 e 40.5, mentre esprime un parere favorevole sull'emendamento 40.6, purché esso sia riformulato nel senso di prevedere la soppressione dell'ultimo periodo del comma 5 dell'articolo 40 dalle parole "e può essere" fino alle parole "pubblico economico".

Manifesta poi avviso contrario sull'emendamento 40.7, nonché sui subemendamenti 40.800/1 e 40.800/2, raccomandando l'approvazione dell'emendamento 40.800, di cui presenta una riformulazione in un testo 2, che sopprime il comma 6-sexies. Si dichiara altresì contrario sugli emendamenti 40.8, 40.0.1, 40.0.3 e 40.0.4, invitando i firmatari a ritirare l'emendamento 40.0.5.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime un parere conforme a quello del relatore.

 

Si procede quindi alle votazioni.

 

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 40.1 e 40.2 sono respinti dalla Commissione.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 40.3, prende la parola il senatore POLLEDRI (LNP), il quale osserva preliminarmente che il trasferimento delle funzioni dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ad una nuova agenzia fiscale comporta costi considerevoli.

Esprime poi un giudizio fortemente negativo in ordine al comma 5 dell'articolo 40, secondo il quale alcune funzioni già esercitate dall'Amministrazione dei Monopoli di Stato possono essere assegnate ad altre agenzie fiscali, lamentando l'assenza di criteri nonché di norme sulle incompatibilità. Questo sistema, a suo giudizio, non prevede alcun meccanismo di aggiudicazione, tanto più necessario dato che si tratta di un settore in cui si registra una elevata evasione fiscale.

Sollecita dunque una riflessione su tali norme, atteso che le agenzie in questione non sono soggette ad alcun controllo politico.

 

Dichiara il voto favorevole anche il senatore EUFEMI (UDC), il quale giudica preferibile esplicitare le funzioni oggetto di trasferimento dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato alle altre agenzie fiscali. Occorre altresì, a suo giudizio, creare un sistema adeguato di gestione e controllo che non comporti duplicazioni di funzioni né aggravi di spesa.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) dichiara il voto favorevole della propria parte politica sull'emendamento 40.3, in quanto i trasferimenti di comparti delle pubbliche amministrazioni alle agenzie hanno talvolta avuto conseguenze negative in termini di assenza di controlli. L'assoluta autonomia dei direttori delle suddette agenzie non garantisce infatti, a suo avviso, la piena responsabilità di tali enti, i quali spesso svolgono funzioni amministrative rilevanti.

Nel rammentare alcune fallimentari esperienze, come ad esempio quella delle sale Bingo, lamenta le modalità con cui è regolato il trasferimento di compiti dall'Amministrazione Monopoli di Stato alle agenzie fiscali, atteso che esse potrebbero celare finalità particolaristiche non connesse agli obiettivi di efficienza istituzionale.

 

Posto ai voti, l'emendamento 40.3 è respinto dalla Commissione.

 

Accedendo all'invito del relatore, il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) ritira l'emendamento 40.4.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) aggiunge la propria firma all'emendamento 40.5, invitando a considerare i rischi connessi al trasferimento delle funzioni inerenti al settore dei giochi, in quanto la gestione e il controllo di tali comparti dovrebbero essere esercitati da soggetti che rispondono politicamente al vertice politico. Pertanto la proposta emendativa in questione è volta a rimarcare il collegamento con il Ministero dell'economia e delle finanze, nella prospettiva di assicurare la vigilanza su un settore che genera considerevoli introiti.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) aggiunge la propria firma all'emendamento 40.5, dichiarando un voto favorevole. Lamenta, infatti, che la proliferazione di agenzie determina una moltiplicazione dei livelli medi retributivi senza tuttavia garantire efficienza gestionale. Ciò è a suo giudizio tanto più negativo in quanto si richiede una diminuzione dei costi della politica, derivanti di frequente dalla dispersione a pioggia delle risorse dei contribuenti. Paventa quindi il rischio che tali trasferimenti di competenze, al pari di alcuni processi di liberalizzazione e privatizzazione, possano attribuire a soggetti privati importanti funzioni pubbliche.

Ritiene quindi necessario ripristinare un corretto rapporto con il Ministero dell'economia e delle finanze, che possiede a suo avviso le competenze tecniche adeguate per esercitare le funzioni precedentemente svolte dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato.

 

Previa verifica del numero legale, richiesta dal senatore BALDASSARRI (AN) l'emendamento 40.5, posto ai voti, è respinto dalla Commissione.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE), accedendo alla richiesta del relatore, riformula l'emendamento 40.6 in un testo 2, sul quale il senatore TECCE aggiunge la firma.

 

Con distinte votazioni, la Commissione approva quindi l'emendamento 40.6 (testo 2) e respinge l'emendamento 40.7.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sul subemendamento 40.800/1, prende la parola il senatore POLLEDRI (LNP), il quale sottolinea l'urgenza di affrontare la questione della dipendenza dal gioco d'azzardo.

 

Posto ai voti, il subemendamento 40.800 (testo 2)/1 è respinto dalla Commissione.

 

Il PRESIDENTE fa presente che il subemendamento 40.800/2 risulta decaduto in seguito alla presentazione dell'emendamento 40.800 (testo 2), in quanto quest'ultimo sopprime il comma 6-sexies.

 

Sull'emendamento 40.800 (testo 2) prende la parola il senatore EUFEMI (UDC) il quale lamenta un esercizio improprio delle fonti normative, sottolineando l'opportunità di eliminare le disposizioni previste dall'articolo 40, atteso che non si ravvisa un atteggiamento responsabile del Governo. Dichiara quindi un convinto voto contrario sull'emendamento in esame.

 

Si dichiara a sua volta contrario all'emendamento 40.800 (testo 2) il senatore POLLEDRI (LNP) il quale, dopo aver sollevato dubbi in ordine alla copertura, manifesta riserve circa le modalità procedurali previste. Giudica, inoltre, sospette e inopportune le disposizioni introdotte a favore dei soggetti titolari di concessioni.

 

Dopo una breve precisazione del PRESIDENTE circa l'assenza di oneri finanziari, l'emendamento 40.800 (testo 2) è accolto dalla Commissione.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti 40.8, 40.0.1 e 40.0.3.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 40.0.4, interviene il senatore Paolo FRANCO (LNP), il quale reputa necessario estendere le disposizioni in materia di zone franche, introdotte dalla legge finanziaria per il 2007, anche ai Comuni appartenenti ad aree confinanti con il territorio delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome, tanto più che occorre arginare il fenomeno delle richieste di distacco dalle Regioni di provenienza. Tali disposizioni, unitamente ad un progetto coerente in materia di federalismo fiscale potrebbero, infatti, a suo avviso, alleviare i disagi delle popolazioni interessate.

 

Posti separatamente in votazione, gli emendamenti 40.0.4 e 40.0.5 sono respinti dalla Commissione.

 

Il presidente MORANDO invita il relatore a esprimere il proprio parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 41, osservando che le proposte 41.1, 41.6 e 41.11 presentano oneri non corredati da idonea copertura.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 41, manifestando altresì un orientamento negativo anche sulla proposta 47.1, la cui copertura è riferita all'articolo 41.

 

Il sottosegretario LETTIERI esprime avviso conforme a quello del relatore.

 

Si passa indi alle votazioni.

 

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti 41.1, 47.1, 41.2, 41.3, 41.4 e 41.6.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) raccomanda l'approvazione dell'emendamento 41.5, con il quale si inserisce nell'articolo 41 la previsione di una partecipazione delle Regioni al processo di costituzione della società di scopo per l'incremento del patrimonio immobiliare destinato alla locazione di edilizia abitativa. Tale proposta mira a facilitare il coinvolgimento degli enti territoriali, anche sotto il profilo finanziario, nell'ambito di una iniziativa di estrema rilevanza anche per le regioni dell'Italia settentrionale.

 

Pur non disconoscendo il valore dell'emendamento in votazione, il presidente MORANDO ritiene comunque necessaria una valutazione più complessiva del problema con esso sollevato.

 

Con successive e separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 41.5, 41.7 e 41.8.

 

Quanto all'emendamento 41.9, di tenore analogo alla proposta 41.5, il presidente MORANDO ne propone l'accantonamento, sulla base delle osservazioni svolte in precedenza.

 

Non facendosi osservazioni, l'emendamento 41.9 viene accantonato.

 

Posti ai voti, risultano quindi respinti gli emendamenti 41.10, 41.11, 41.12, 41.13, 41.0.3 e 41.0.5.

 

Si passa quindi all'espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 42.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime avviso contrario sugli emendamenti 42.1, 42.2, 42.3, 42.4 e 42.5. Per quanto concerne gli emendamenti 42.0.1, 42.0.2 e 42.0.3, i quali intervengono sulla disciplina relativa ai fabbricati rurali, si riserva una valutazione, posto che occorre approfondirne i profili di carattere finanziario.

In relazione all'emendamento 42.0.4, si rimette al Governo, mentre esprime un orientamento negativo sugli emendamenti 42.0.5, 42.0.6, 42.0.7, 42.0.8 e 42.0.9.

Per quanto attiene alle proposte 42.0.10, 42.0.11 e 42.0.12, concernenti il settore della pesca, ne sollecita il ritiro, altrimenti il parere è contrario.

Infine manifesta un orientamento negativo sugli emendamenti 42.0.13, 42.0.14, 42.0.15 e 42.0.16 mentre invita i presentatori al ritiro delle proposte 42.0.17 e 42.0.18. Si rimette quindi al Governo per l'emendamento 42.0.20.

 

Il sottosegretario LETTIERI si pronuncia negativamente sugli emendamenti 42.0.4 e 42.0.20, in merito ai quali il relatore si era rimesso al Governo, esprimendo al contempo un avviso conforme a quello dello stesso relatore sulle restanti proposte riferite all'articolo 42.

 

In considerazione dell'orientamento del relatore e del Governo, il presidente MORANDO reputa opportuno l'accantonamento degli emendamenti 42.0.1, 42.0.2 e 42.0.3, attesa la necessità di una verifica sulle conseguenze di carattere finanziario.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE) osserva che l'emendamento 42.0.3 presenta un testo identico a quello di un articolo approvato dall'Assemblea del Senato in sede di esame del disegno di legge n. 1485. Di conseguenza, non risultano chiare le ragioni per le quali si renderebbe necessario procedere a una verifica sui profili di carattere finanziario di tale proposta, posto che la 5ª Commissione si era già pronunciata su tale testo in senso favorevole.

 

Le osservazioni testé svolte dal senatore Giovanni Battaglia rafforzano, ad avviso del presidente MORANDO, l'esigenza di un ulteriore approfondimento ai fini della valutazione dei profili finanziari, in vista della necessità di appurare se effettivamente l'emendamento 42.0.3 sia identico a una disposizione approvata dalla Commissione di merito nell’ambito dell’esame dell’atto del Senato 1485, da esaminare da parte dell’Assemblea. In mancanza di osservazioni contrarie, dispone quindi di accantonare gli emendamenti 42.0.1, 42.0.2 e 42.0.3.

 

Si passa quindi alle votazioni.

 

Dopo la reiezione degli emendamenti 42.1 e 42.2, la senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), preso atto dell'orientamento negativo del relatore e del Governo, dichiara di ritirare gli emendamenti 42.3 e 42.4.

 

La Commissione respinge quindi l'emendamento 42.5.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) si dichiara disponibile a valutare l'ipotesi di un eventuale accantonamento dell'emendamento 42.0.4, il quale mira a introdurre l'obbligo, per tutti i prodotti ortofrutticoli, di esporre il prezzo originario, corrisposto al produttore, nonché quelli di cui alle successive fatture di vendita, fino al prezzo finale. Nel caso di vendita al dettaglio, si prevede altresì l'obbligo di esporre sia il prezzo unitario di vendita sia il prezzo unitario all'origine, disponendosi altresì l'applicazione di una norma sanzionatoria per il caso di violazione dei predetti obblighi. L'eventuale accantonamento potrebbe favorire una valutazione più compiuta delle questioni sollevate.

Relativamente all'emendamento 42.0.5, che introduce l'obbligo prima illustrato anche per i prodotti agro-alimentari, ammette che esso potrebbe prospettare difficoltà operative maggiori rispetto alla proposta 42.0.4.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) giudica di estrema rilevanza la possibilità di prevedere un obbligo giuridicamente sanzionato al fine di rendere possibile ai consumatori la ricostruzione dell'intera filiera nella composizione del prezzo di vendita dei prodotti ortofrutticoli. Proprio per tale ragione, aveva rimesso al Governo la valutazione dell'emendamento 42.0.4, affinché potesse essere chiarito se la proposta in questione presentava difficoltà sul piano applicativo.

 

Dopo che il presidente MORANDO ha sollecitato chiarimenti al senatore POLLEDRI (LNP) in merito all'effettiva portata della sanzione richiamata nell'ultimo periodo dell'emendamento e lo stesso senatore ha dichiarato che è necessario compiere un'ulteriore verifica, il senatore LUSI interviene per sottolineare la rilevanza della tematica in questione e per suggerire ai proponenti di valutare l'eventuale ritiro dell'emendamento, al fine di riesaminare compiutamente la problematica in occasione del dibattito che si svolgerà sul disegno di legge finanziaria per il 2008.

 

Il sottosegretario LETTIERI assicura l'impegno del Governo all'affrontare le questioni emerse e giudica condivisibile l'ipotesi, avanzata dal senatore Lusi, di un ritiro dell'emendamento 42.0.4.

 

Il presidente MORANDO, pur non dichiarandosi contrario, in linea di principio, all'ipotesi di accantonare l'esame della predetta proposta emendativa, sottolinea che l'introduzione di un obbligo generalizzato di indicazione di tutti i prezzi che si formano nell’ambito della relativa filiera suscita fondate perplessità, posto che potrebbe ingenerare difficoltà sul piano applicativo.

 

Il senatore DIVINA (LNP) propone di eliminare il riferimento alla norma di carattere sanzionatorio, in modo da non rendere totalmente vincolante la previsione contenuta nell'emendamento.

 

Preso atto del dibattito svolto, il senatore POLLEDRI (LNP) ritira l'emendamento 42.0.4, preannunciandone la trasformazione in un ordine del giorno.

 

Il presidente MORANDO suggerisce di formulare l'atto di indirizzo in modo da rendere esplicita la previsione secondo la quale occorre dare conto di tutti i vari passaggi che intervengono nella filiera dei prezzi del settore ortofrutticolo.

 

Posti ai voti, risultano respinti gli emendamenti dal 42.0.5 al 42.0.18.

 

In dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 42.0.20, interviene la senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), apprezzandone il disegno di razionalizzazione del quadro sanzionatorio previsto per l'inosservanza delle disposizioni sui documenti di bordo.

 

Raccomandando l'approvazione del predetto emendamento, il senatore EUFEMI (UDC) condivide le osservazioni svolte dalla senatrice De Petris e precisa che la proposta in questione persegue la finalità di introdurre un regime sanzionatorio più razionale per il settore della pesca.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) condivide in linea di massima l'impostazione della proposta in votazione.

 

Il sottosegretario LETTIERI, riconsiderando il parere già espresso, formula un parere favorevole sull’emendamento 42.0.20.

 

L'emendamento 42.0.20, posto ai voti, viene approvato, dopo che i senatori POLLEDRI (LNP), FORTE (UDC), Giovanni BATTAGLIA (SDSE), TECCE (RC-SE) e DE PETRIS (IU-Verdi-Com) vi hanno aggiunto la propria firma.

 

Si passa quindi all'espressione dei pareri del relatore e del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 43.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) si pronuncia negativamente sull'emendamento 43.1, sollecitando quindi il ritiro dell'emendamento 43.2 nella prospettiva di esaminare approfonditamente la questione concernente la stabilizzazione del personale precario degli enti locali in occasione della discussione che si terrà in sede d'esame del disegno di legge finanziaria.

 

Il sottosegretario LETTIERI si conforma all'avviso del relatore.

 

Raccomandando l'approvazione dell'emendamento 43.1, il senatore POLLEDRI (LNP) ne evidenzia la natura soppressiva, a fronte delle perplessità suscitate dal tenore dell'articolo 43, che presenta rischi di disparità di trattamento, nelle procedure di assunzione, oltre che di mancato rispetto dei vincoli finanziari previsti per gli enti locali.

 

Posto ai voti, l'emendamento 43.1 viene respinto.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (SDSE), accedendo all'invito del relatore, ritira l'emendamento 43.2, esprimendo l'auspicio che la tematica sollevata possa essere approfondita in sede di dibattito sul disegno di legge finanziaria per il 2008.

 

Si passa quindi all'espressione dei pareri del relatore e del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 44.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) invita innanzitutto i presentatori degli emendamenti all'articolo 44 a convergere sull'emendamento 44.800, a sua firma, che riformula in un testo 2, pubblicato in allegato al resoconto della seduta. Con la riformulazione si mira ad apportare una precisazione di carattere lessicale al testo dell'articolo 44, sostituendo con la locuzione «detrazione fiscale» il riferimento al termine «somma».

Si rimette indi al Governo sull'emendamento 44.11, esprimendo altresì un avviso favorevole sull'emendamento 44.14, a condizione che esso venga riformulato in modo da prevedere che la stipula del contratto di mutuo, ai fini della fruizione della detrazione, avvenga nei 6 mesi antecedenti ovvero nei 12 mesi successivi all'inizio dei lavori di costruzione dell'unità immobiliare.

Infine, manifesta un orientamento negativo su tutti gli altri emendamenti e subemendamenti riferiti all'articolo 44, in particolare per quel che concerne le proposte 44.12 e 44.13, la cui copertura è riferita al fondo per le aree sotto-utilizzate.

 

In relazione all'emendamento 44.800 (testo 2), il presidente MORANDO osserva che esso recepisce l'impostazione del comma 4 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, secondo il quale le maggiori entrate erariali sono destinate alla riduzione della pressione fiscale.

 

Il sottosegretario LETTIERI manifesta un avviso favorevole sull'emendamento 44.11, in merito al quale il relatore si era rimesso al Governo, e valuta altresì positivamente anche la proposta 44.14, a condizione che essa venga riformulata nei termini prima indicati. Sulle restanti proposte l'avviso è conforme al relatore.

 

Il presiedente MORANDO propone quindi rinviare il seguito dell'esame alla seduta già convocata per le ore 21.

 

Dopo interventi dei senatori BALDASSARRI (AN) e POLLEDRI (LNP) la Commissione conviene e il seguito dell'esame è pertanto rinviato.

 

La seduta termina alle ore 20.

 

 

Allegato

 

(Si riportano soltanto gli emendamenti approvati dalla Commissione)

 

34.900

Il Governo

VEDI TESTO 2

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ed alle vittime della criminalità organizzata, di cui all'articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302, ed ai loro familiari superstiti sono corrisposte le elargizioni di cui all'articolo 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206. Ai beneficiari vanno compensate le somme già percepite. L'onere recato dal presente comma è valutato in 173 milioni di euro per l'anno 2007, 2,72 milioni di euro per l'anno 2008 e 3,2 milioni a decorrere dal 2009».

Sostituire il comma 3 con i seguenti:

«3. Alla legge 3 agosto 2004, n. 206, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 2, comma 1, le parole da ''si applica'' fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: ''la retribuzione pensionabile va rideterminata incrementando la medesima di una quota del 7,5 per cento'';

b) all'articolo 3, dopo il comma 1, è inserito il seguente:

''1-bis. Ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti spetta, a titolo di trattamento equipollente al trattamento di fine rapporto, un'indennità calcolata applicando l'aliquota del 6,91 per cento ad un importo pari a dieci volte la media dei redditi, da lavoro autonomo ovvero libero professionale degli ultimi cinque anni di contribuzione, rivalutati, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, aumentata del 7,5 per cento. La predetta indennità è determinata ed erogata in unica soluzione nell'anno di decorrenza della pensione.''.

3-bis. La decorrenza dei benefici di cui al comma 3 è la medesima delle disposizioni di cui agli articoli 2 e 3 della legge 3 agosto 2004, n. 206.

3-ter. L'onere derivante dai commi 3 e 3-bis è valutato in 2 milioni di euro per l'anno 2007, in 0,3 milioni di euro per l'anno 2008 e in 0,4 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.

3-quater. Gli enti previdenziali privati gestori di forme pensionistiche obbligatorie provvedono, per la parte di propria competenza, al pagamento dei benefici di cui alla legge 3 agosto 2004, n. 206, in favore dei propri iscritti aventi diritto ai suddetti benefici, fornendo rendicontazione degli oneri finanziari sostenuti al Ministero del lavoro e della previdenza sociale. Il predetto Ministero provvede a rimborsare gli enti citati nei limiti di spesa previsti dalla predetta legge n. 206 del 2004».

Conseguentemente, all'articolo 47, al comma 1, sostituire le parole: «8.321 milioni di euro per l'anno 2007, 5,4 milioni di euro per l'anno 2008 e 11,3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «8.326 milioni di euro per l'anno 2007, 8,42 milioni di euro per l'anno 2008 e 14,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009»;

al medesimo comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:

«b-bis) quanto a euro 5 milioni per l'anno 2007, euro 3,02 milioni per l'anno 2008 ed euro 3,6 milioni a decorrere dall'anno 2009, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente ''Fondo speciale'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando per l'anno 2007 l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze, per gli anni 2008 e 2009 l'accantonamento relativo al Ministero dell'università e della ricerca.».

 

34.900 (testo 2)

Il Governo

APPROVATO

Sostituire il comma 1 con il seguente:

«1. Alle vittime del dovere ed ai loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ed alle vittime della criminalità organizzata, di cui all'articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302, ed ai loro familiari superstiti sono corrisposte le elargizioni di cui all'articolo 5, commi 1 e 5, della legge 3 agosto 2004, n. 206. Ai beneficiari vanno compensate le somme già percepite. L'onere recato dal presente comma è valutato in 173 milioni di euro per l'anno 2007, 2,72 milioni di euro per l'anno 2008 e 3,2 milioni a decorrere dal 2009».

Sostituire il comma 3 con i seguenti:

«3. Alla legge 3 agosto 2004, n. 206, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 2, comma 1, le parole da ''si applica'' fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: ''la retribuzione pensionabile va rideterminata incrementando la medesima di una quota del 7,5 per cento'';

b) all'articolo 3, dopo il comma 1, è inserito il seguente:

''1-bis. Ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti spetta, a titolo di trattamento equipollente al trattamento di fine rapporto, un'indennità calcolata applicando l'aliquota del 6,91 per cento ad un importo pari a dieci volte la media dei redditi, da lavoro autonomo ovvero libero professionale degli ultimi cinque anni di contribuzione, rivalutati, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, aumentata del 7,5 per cento. La predetta indennità è determinata ed erogata in unica soluzione nell'anno di decorrenza della pensione.''.

3-bis. La decorrenza dei benefici di cui al comma 3 è la medesima delle disposizioni di cui agli articoli 2 e 3 della legge 3 agosto 2004, n. 206.

3-ter. L'onere derivante dai commi 3 e 3-bis è valutato in 2 milioni di euro per l'anno 2007, in 0,3 milioni di euro per l'anno 2008 e in 0,4 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.

3-quater. Gli enti previdenziali privati gestori di forme pensionistiche obbligatorie provvedono, per la parte di propria competenza, al pagamento dei benefici di cui alla legge 3 agosto 2004, n. 206, in favore dei propri iscritti aventi diritto ai suddetti benefici, fornendo rendicontazione degli oneri finanziari sostenuti al Ministero del lavoro e della previdenza sociale. Il predetto Ministero provvede a rimborsare gli enti citati nei limiti di spesa previsti dalla predetta legge n. 206 del 2004».

Conseguentemente, all'articolo 47, al comma 1, sostituire le parole: «8.321 milioni di euro per l'anno 2007, 5,4 milioni di euro per l'anno 2008 e 11,3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009» con le seguenti: «8.326 milioni di euro per l'anno 2007, 8,42 milioni di euro per l'anno 2008 e 14,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009»;

al medesimo comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:

«b-bis) quanto a euro 5 milioni per l'anno 2007, euro 3,02 milioni per l'anno 2008 ed euro 3,6 milioni a decorrere dall'anno 2009, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente ''Fondo speciale'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando per l'anno 2007 l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze, per gli anni 2008 e 2009 l'accantonamento relativo al Ministero dell'università e della ricerca.».

 

34.9

EUFEMI, BUTTIGLIONE

VEDI TESTO 2

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:

«2-bis. Ai cittadini italiani non appartenenti alle Forze dell'ordine, alla magistratura e ad altri organi dello Stato, colpiti dalla eversione armata per le loro idee e per il loro impegno morale, il Presidente della Repubblica concede la onorificenza di ''vittima del terrorismo'' con la consegna di una medaglia ricordo in oro.

2-ter. L'onorificenza di cui all'articolo 1 è conferita alle vittime del terrorismo ovvero, in caso di decesso, ai parenti e affini entro il secondo grado, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno.

Al fine di ottenere la concessione dell'onorificenza, le vittime del terrorismo o, in caso di decesso, i loro parenti e affini entro il secondo grado, presentano domanda alla Prefettura di residenza o al Ministero dell'interno, anche per il tramite delle associazioni rappresentative delle vittime del terrorismo.

L'onorificenza è corrisposta alla vedova o ai figli all'atto del decesso del titolare. Nel caso la vittima non sia coniugata, o non abbia figli, viene conferita ai parenti e affini entro il secondo grado.

Le domande e i documenti occorrenti per ottenere l'onorificenza sono esenti da tassa di bollo e da qualunque altro diritto.

Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro tre mesi dalla data di entra in vigore della presente legge, sono definite:

a) le caratteristiche della medaglia di cui all'articolo 1 comma 2;

b) le condizioni previste per il conferimento dell'onorificenza; il possesso delle predette condizioni è provato con dichiarazione, anche contestuale alla domanda, sottoscritta dall'interessato, con firma autenticata dal segretario comunale o da altro impiegato incaricato dal sindaco.

2-quater. È istituito il Museo nazionale delle vittime del terrorismo. A favore della Associazione italiana vittime del terrorismo e dell'eversione contro l'ordinamento costituzionale dello Stato viene concesso, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica, una porzione dell'immobile demaniale denominato ''ex commissariato Doria'' sito in Torino, Corso Farini, limitatamente agli usi strettamente necessari compatibilmente con gli usi governativi in atto».

Conseguentemente, all'articolo 36 sostituire le parole: «150 milioni di euro» con le seguenti: «145 milioni di euro».

 

34.9 (testo 2)

EUFEMI, BUTTIGLIONE

APPROVATO

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:

«2-bis. Ai cittadini italiani non appartenenti alle Forze dell'ordine, alla magistratura e ad altri organi dello Stato, colpiti dalla eversione armata per le loro idee e per il loro impegno morale, il Presidente della Repubblica concede la onorificenza di ''vittima del terrorismo'' con la consegna di una medaglia ricordo in oro.

2-ter. L'onorificenza di cui all'articolo 1 è conferita alle vittime del terrorismo ovvero, in caso di decesso, ai parenti e affini entro il secondo grado, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno.

Al fine di ottenere la concessione dell'onorificenza, le vittime del terrorismo o, in caso di decesso, i loro parenti e affini entro il secondo grado, presentano domanda alla Prefettura di residenza o al Ministero dell'interno, anche per il tramite delle associazioni rappresentative delle vittime del terrorismo.

L'onorificenza è corrisposta alla vedova o ai figli all'atto del decesso del titolare. Nel caso la vittima non sia coniugata, o non abbia figli, viene conferita ai parenti e affini entro il secondo grado.

Le domande e i documenti occorrenti per ottenere l'onorificenza sono esenti da tassa di bollo e da qualunque altro diritto.

Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro tre mesi dalla data di entra in vigore della presente legge, sono definite:

a) le caratteristiche della medaglia di cui all'articolo 1 comma 2;

b) le condizioni previste per il conferimento dell'onorificenza; il possesso delle predette condizioni è provato con dichiarazione, anche contestuale alla domanda, sottoscritta dall'interessato, con firma autenticata dal segretario comunale o da altro impiegato incaricato dal sindaco».

 

34.9 (testo 2)

EUFEMI, BUTTIGLIONE

APPROVATO

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:

«2-bis. Ai cittadini italiani non appartenenti alle Forze dell'ordine, alla magistratura e ad altri organi dello Stato, colpiti dalla eversione armata per le loro idee e per il loro impegno morale, il Presidente della Repubblica concede la onorificenza di ''vittima del terrorismo'' con la consegna di una medaglia ricordo in oro.

2-ter. L'onorificenza di cui all'articolo 1 è conferita alle vittime del terrorismo ovvero, in caso di decesso, ai parenti e affini entro il secondo grado, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno.

Al fine di ottenere la concessione dell'onorificenza, le vittime del terrorismo o, in caso di decesso, i loro parenti e affini entro il secondo grado, presentano domanda alla Prefettura di residenza o al Ministero dell'interno, anche per il tramite delle associazioni rappresentative delle vittime del terrorismo.

L'onorificenza è corrisposta alla vedova o ai figli all'atto del decesso del titolare. Nel caso la vittima non sia coniugata, o non abbia figli, viene conferita ai parenti e affini entro il secondo grado.

Le domande e i documenti occorrenti per ottenere l'onorificenza sono esenti da tassa di bollo e da qualunque altro diritto.

Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro tre mesi dalla data di entra in vigore della presente legge, sono definite:

a) le caratteristiche della medaglia di cui all'articolo 1 comma 2;

b) le condizioni previste per il conferimento dell'onorificenza; il possesso delle predette condizioni è provato con dichiarazione, anche contestuale alla domanda, sottoscritta dall'interessato, con firma autenticata dal segretario comunale o da altro impiegato incaricato dal sindaco».

 

34.12

RUBINATO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 3, inserire il seguente:

«3-bis. 1. All'articolo 1, comma 1, della legge 3 agosto 2004, n. 206, è aggiunto in fine il seguente periodo: ''Ai fini della presente legge, sono ricompresi fra gli atti di terrorismo le azioni criminose compiute sul territorio nazionale in via ripetitiva, rivolte a soggetti indeterminati e poste in essere in luoghi pubblici e aperti al pubblico''».

 

35.900

Il Governo

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, capoverso 7, primo periodo, sostituire le parole: «con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007» con le seguenti: «con una dotazione di 25 milioni di euro per l'anno 2007».

Aggiungere, in fine il seguente comma:

''1-bis. All'onere derivante dal presente articolo, pari a 5 milioni per il 2007, si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale ''Fondo speciale'' di parte corrente del Ministero dell'economia e finanze, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero''».

 

35.10

FLUTTERO, COLLINO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, capoverso 7, terzo periodo, sostituire le parole: «sentite le province interessate» con le seguenti: «sentite le regioni interessate».

 

35.11

FLUTTERO, COLLINO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, capoverso 7, aggiungere in fine il seguente periodo: «tra i criteri di valutazione dovrà avere particolare importanza la caratteristica sovracomunale dei progetti».

 

36.3

AMATO, VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

VEDI TESTO 2

Al comma 1, dopo le parole: «Al fine di realizzare il programma di interventi e di iniziative», aggiungere le seguenti: «dotate di particolare coerenza culturale e simbolica con gli ideali unitari risorgimentali», e conseguentemente al medesimo comma, lettera a), dopo le parole: «in particolare nella città di preminente rilievo per il processo di Unità della Nazione», aggiungere le seguenti: «con specifica attenzione per le città che hanno ricoperto il ruolo di Capitale d'Italia - Torino, Firenze e Roma».

 

36.3 (testo 2)

AMATO, VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

APPROVATO

Al comma 1, dopo le parole: «Al fine di realizzare il programma di interventi e di iniziative», aggiungere le seguenti: «dotate di particolare coerenza culturale e simbolica con gli ideali unitari risorgimentali».

 

36.22

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

VEDI TESTO 2

Al comma 3, sostituire le parole: «formato da personalità di qualificato e pluralistico orientamento politico e culturale», con le seguenti: «formato da soggetti qualificati che garantiscano un orientamento politico e culturale pluralistico».

36.22 (testo 2)

VEGAS, AZZOLLINI, BONFRISCO, FERRARA, TADDEI

APPROVATO

Al comma 3, sostituire le parole: «formato da personalità di qualificato e pluralistico orientamento politico e culturale», con le seguenti: «formato da personalità qualificate che garantiscano un orientamento politico e culturale pluralistico».

 

39.5

EMPRIN GILARDINI, VALPIANA, SILVESTRI, TIBALDI, BATTAGLIA GIOVANNI, IOVENE, TECCE, ALBONETTI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 3, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «Delle nuove disposizioni viene data comunicazione ai contribuenti mediante avviso affisso e visibile nei locali della farmacia».

 

39.802

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 4, inserire i seguenti:

«4-bis. Nell'articolo 3, comma 3-ter, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, concernente il regolamento sulle modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all'imposta regionale sulle attività produttive e all'imposta sul valore aggiunto ai sensi dell'articolo 3, comma 136 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 3-ter:

1) nel primo capoverso, le parole: ''di euro 0,52'', sono sostituite dalle seguenti: ''di 1 euro'';

2) l'ultimo capoverso è sostituito dal seguente: ''La misura del compenso può essere adeguata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, quando la variazione percentuale del valore medio dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al periodo di dodici mesi terminante al 31 agosto, supera il 2 per cento rispetto al valore medio del medesimo indice rilevato con riferimento allo stesso periodo dell'anno 2008.''.

b) al comma 11:

1) nel secondo periodo, le parole: ''la misura del compenso spettante e'' sono soppresse;

2) l'ultimo periodo è soppresso.

4-ter. La misura del compenso spettante alle banche convenzionate e alla Poste italiane S.p.a. per il servizio di ricezione e di trasmissione telematica delle dichiarazioni di cui all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, è fissata in 1 euro per ciascuna dichiarazione.

4-quater. La misura del compenso spettante agli intermediari di cui all'articolo 3, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, in relazione allo svolgimento, da parte degli stessi intermediari, del servizio di pagamento con modalità telematiche, in nome e per conto del contribuente, delle entrate oggetto del sistema di versamento unificato con compensazione, è fissata in 1 euro per ogni delega di pagamento modello F24 trasmessa.

4-quinquies. La misura del compenso di cui ai commi 2 e 3, può essere adeguata con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale, quando la variazione percentuale del valore medio dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al periodo di dodici mesi terminante al 31 agosto, supera il 2 per cento rispetto al valore medio del medesimo indice rilevato con riferimento allo stesso periodo dell'anno 2008.».

 

39.800

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

AI comma 8, lettera a), n. 2), nell'alinea del nuovo comma 1-bis dell'articolo 26 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, le parole: «Il concessionario» sono sostituite dalle seguenti: «L'agente della riscossione».

 

39.18 (testo 2)

BONADONNA, TECCE

APPROVATO

Dopo il comma 8, aggiungere il seguente:

«8-bis. All'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

''a) nel comma 1, lettera a) dopo le parole: ''regolamento del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, che'' sono aggiunte le seguenti: '', se previsto nell'incarico di trasmissione'';

b) il comma 2, è soppresso».

 

39.19

EUFEMI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE (IDENTICO AL 39.18 TESTO 2)

Dopo il comma 8 è inserito il seguente:

«8-bis. All'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

''a) nel comma 1, lettera a) dopo le parole: ''regolamento del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, che'' sono aggiunte le seguenti: '', se previsto nell'incarico di trasmissione,'';

b) il comma 2 è soppresso''».

 

39.20

POLLEDRI, FRANCO PAOLO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE (IDENTICO AL 39.18 TESTO 2)

Dopo il comma 8 è inserito il seguente:

«9. All'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

''a) nel comma 1, lettera a) dopo le parole: ''regolamento del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, che'' sono aggiunte le seguenti: '', se previsto nell'incarico di trasmissione,'';

b) il comma 2 è soppresso''».

 

39.21

CICCANTI, FORTE, MANINETTI, POLI, RUGGERI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE (IDENTICO AL 39.18 TESTO 2)

Dopo il comma 8 è inserito il seguente:

«8-bis. All'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) nel comma 1, lettera a) dopo le parole: ''regolamento del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, che'' sono aggiunte le seguenti: ''se previsto nell'incarico di trasmissione'';

b) il comma 2 è soppresso''».

 

39.23

BARBOLINI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE (IDENTICO AL 39.18 TESTO 2)

Dopo il comma 8 è inserito il seguente:

«8-bis. All'articolo 2-bis del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) nel comma 1, lettera a) dopo le parole: ''regolamento del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, che'' sono aggiunte le seguenti: ''se previsto nell'incarico di trasmissione'';

b) il comma 2 è soppresso''».

 

39.801

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«8-bis. Il comma 43 dell'articolo 37 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 è sostituito dal seguente:

''43. Per gli emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente di cui all'articolo 17, comma 1, lettera b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, corrisposti a decorrere dal 1º gennaio 2004, per le indennità di fine rapporto, per le altre indennità e somme e per le indennità equipollenti di cui all'articolo 19 del medesimo decreto, corrisposte a decorrere dal 1º gennaio 2003, nonché per le prestazioni pensionistiche di cui all'articolo 20 del medesimo decreto, corrisposte a decorrere dal 1º gennaio 2003, non si procede all'iscrizione a ruolo ed alla comunicazione di cui all'articolo 1, comma 412, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, né all'effettuazione di rimborsi, se l'imposta rispettivamente a debito o a credito è inferiore a cento euro''

 

39.30

EUFEMI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 8 è aggiunto il seguente:

«8-bis). 1. L'articolo 24 della legge 27 febbraio 1985, n. 52, è sostituito dal seguente:

''Art. 24. – 1. Nelle conservatorie l'orario per il pubblico è fissato dalle ore 8 alle ore 12,30 dei giorni feriali, con esclusione del sabato''.

2. Nell'ultimo giorno lavorativo del mese l'orario per il pubblico è limitato fino alle ore 11».

 

39.0.800

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

(Diritti aeroportuali di imbarco)

1. Le disposizioni in materia di tassa d'imbarco e sbarco sulle merci trasportate per via aerea di cui al decreto-legge 28 febbraio 1974, n. 47, convertito dalla legge 16 aprile 1974, n. 117, e successive modificazioni, di tasse e di diritti di cui alla legge 5 maggio 1976, n. 324, di corrispettivi dei servizi di controllo di sicurezza di cui all'articolo 8 del decreto ministeriale 29 gennaio 1999, n. 85, adottato dal Ministero dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministero dell'interno, concernente il regolamento recante norme di attuazione dell'articolo 5 del decreto-legge 18 gennaio 1992, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1992, n. 217, in materia di affidamento in concessione dei servizi di sicurezza, nonché in materia di addizionale comunale sui diritti di imbarco di cui all'articolo 2, comma 11, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, si interpretano nel senso che dalle stesse non sorgono obbligazioni di natura tributaria.».

 

39.0.801 (testo 2)

Il Relatore

APPROVATO

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

1. Al testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) alla tabella A, punto 12:

1) la voce: ''benzina e benzina senza piombo: 40 per cento aliquota normale della benzina senza piombo'', è sostituita dalla seguente: ''benzina: euro 359,00 per 1000 litri;'';

2) nella voce ''gasolio'' le parole: ''40 per cento aliquota normale'', sono sostituite dalle seguenti: ''euro 302,00 per 1000 litri;'';

b) alla tabella A, nel punto 13:

1) la voce: ''benzina 40 per cento aliquota normale;'' é abrogata;

2) la voce: ''benzina senza piombo: 40 per cento aliquota normale;'', è sostituita dalla seguente: ''benzina: 359,00 euro per 1000 litri;'';

3) nella voce ''gasolio'' le parole: ''40 per cento aliquota normale;'', sono sostituite dalle seguenti: ''euro 302,00 per 1000 litri;''.

2. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un fondo con lo stanziamento di euro 100.000 per l'anno 2007 e di euro 24.300.000 a decorrere dall'anno 2008, finalizzato al miglioramento dell'efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni ambientali delle autovetture da noleggio da piazza, compresi i motoscafi che in talune località sostituiscono le vetture da piazza e quelli lacuali, adibiti al servizio pubblico da banchina per il trasporto di persone. Con regolamento da adottare con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono stabiliti i criteri e le modalità di ripartizione del fondo ai soggetti beneficiari.

3. Nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un fondo con lo stanziamento di euro 100.000 per l'anno 2007 e di euro 4.000.000 a decorrere dall'anno 2008, finalizzato al miglioramento dell'efficienza dei veicoli adibiti al servizio di trasporto degli ammalati e dei feriti effettuato dagli enti di assistenza e di pronto soccorso di cui al punto 13 della tabella A allegata al testo unico approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e delle relative attrezzature. Con regolamento da adottare con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dei trasporti e con il Ministro della salute sono stabilite le modalità ed i criteri di ripartizione del fondo ai soggetti beneficiari.

4. All'onere derivante dai commi 2 e 3, pari ad euro 200.000 per l'anno 2007 e ad euro 28.300.000 a decorrere dall'anno 2008, si provvede come segue: per l'anno 2007, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente ''Fondo speciale'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando l'accandonamento relativo al Ministero medesimo, a decorrere dal 2008, mediante utilizzo delle maggiori entrate derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma 1, lettere a) e b)».

 

39.0.2 (testo 2)

THALER AUSSERHOFER, BARBOLINI, BATTAGLIA GIOVANNI, BENVENUTO, BONADONNA, D'AMICO, FUDA, PECORARO SCANIO, PEGORER, ROSSI PAOLO, RUSSO SPENA, TURANO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

(Modifiche all'articolo 1, comma 188 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 in materia di esenzione contributiva per esibizioni musicali in spettacoli di intrattenimento)

1. All'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al comma 188, primo periodo, le parole da: ''in spettacoli musicali'' fino a: ''l'importo di 5.000 euro'' sono sostituite dalle seguenti: ''musicali dal vivo in spettacoli o in manifestazioni di intrattenimento o in celebrazioni di tradizioni popolari e folkloristiche effettuate da giovani fino a diciotto anni, da studenti fino a venticinque anni, da soggetti titolari di pensione di età superiore a 65 anni e da coloro che svolgono una attività lavorativa per la quale sono già tenuti al versamento dei contributi ai fini della previdenza obbligatoria ad una gestione diversa da quella per i lavoratori dello spettacolo, gli adempimenti di cui agli articoli 3, 4, 5, 6, 9 e 10 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, ratificato, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 1952, n. 2388, sono richiesti solo per la parte della retribuzione annua lorda percepita per tali esibizioni che supera l'importo di 5.000 euro''».

 

 

39.0.4

BARBOLINI, BATTAGLIA GIOVANNI, BENVENUTO, BONADONNA, D'AMICO, FUDA, PECORARO SCANIO, PEGORER, ROSSI PAOLO, RUSSO SPENA, THALER AUSSERHOFER, TURANO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 39, inserire il seguente:

«Art. 39-bis.

(Disposizioni in materia di determinazione del tasso di cambio ai fini fiscali per i residenti a Campione d'Italia)

1. Il comma 28 dell'articolo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e successive modificazioni, è abrogato».

Conseguentemente, all'articolo 47 sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1, le parole: ''8.321 milioni'' sono sostituite dalle seguenti: ''8.341 milioni'';

b) al comma 1, lettera a), le parole: ''1.300 milioni'' sono sostituite dalle seguenti: ''1.320 milioni''.

 

40.6 (testo 2)

BARBOLINI, BATTAGLIA GIOVANNI, BENVENUTO, BONADONNA, D'AMICO, FUDA, PECORARO SCANIO, PEGORER, ROSSI PAOLO, RUSSO SPENA, THALER AUSSERHOFER, TURANO, TECCE

APPROVATO

Al comma 3, dopo la parola: «stabilisce» inserire le altre: «sentite le organizzazioni rappresentative dei dipendenti dell'Amministrazione e le associazioni di categoria dei soggetti titolari di concessione alla rivendita di generi di monopolio».

Al comma 5, terzo periodo, sopprimere le parole da: «e può essere» fino alle parole: «pubblico economico».

Conseguentemente, dopo il comma 5 inserire il seguente:

«5-bis. I decreti del ministro dell'economia e delle finanze previsti ai commi 3,4 e 5, sono adottati sentite le competenti commissioni parlamentari. Il ministro invia periodicamente una relazione al Parlamento sul processo di trasformazione dell'Amministrazione autonoma

40.800 (testo 2)

Il Relatore

APPROVATO

Dopo il comma 6, aggiungere i seguenti:

«6-bis. Il Ministro deIl'economia e delle finanze, con propri decreti, definisce, relativamente al gioco a distanza:

a) per i giochi, concorsi e scommesse il cui esercizio è affidato in concessione a più concessionari, i requisiti minimi richiesti ai soggetti affidatari di concessioni per l'esercizio dei giochi e per la raccolta dei giochi stessi;

b) per i giochi, concorsi e scommesse il cui esercizio è affidato in concessione a un solo concessionario, i requisiti minimi richiesti ai soggetti abilitati alla loro raccolta;

c) le modalità per la partecipazione al gioco da parte dei consumatori.

6-ter. I provvedimenti di cui al comma 6-bis sono definiti in conformità ai seguenti principi e criteri:

a) tutela del consumatore;

b) tutela della concorrenza, anche ai sensi dell'articolo 49 del trattato CE, nel rispetto della tutela del consumatore e della difesa dell'ordine e della sicurezza pubblica, perseguite in ossequio ai principi di necessità, di proporzionalità e di non discriminazione tra soggetti italiani ed esteri;

c) rispetto dei diritti di esercizio e di raccolta di giochi, concorsi e scommesse determinati dalle concessioni in essere;

d) esplicita abrogazione delle disposizioni, concernenti la regolazione dei requisiti minimi per l'esercizio e per la raccolta del gioco a distanza nonché delle relative modalità di partecipazione, in contrasto con quelle definite dai provvedimenti di cui comma 6-bis;

e) pluralità dei soggetti raccoglitori del gioco, anche relativamente ai giochi il cui esercizio è affidato in concessione ad un unico soggetto;

f) obbligo della nominatività del gioco a distanza;

g) esercizio della promozione e della pubblicità dei prodotti di gioco, nel rispetto dei principi di tutela dei minori, dell'ordine pubblico e del gioco responsabile.

6-quater. I requisiti minimi richiesti ai concessionari unici affidatari dell'esercizio dei giochi, concorsi e scommesse sono definiti dalle specifiche convenzioni di concessione.

6-quinquies. La regolazione dei singoli giochi esercitati a distanza è definita con specifici decreti direttoriali.

6-sexies. All'articolo 1, comma 287, lettera i), della legge 30 dicembre 2004, n. 311, ed all'articolo 38, comma 4, lettera i), del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalle legge 4 agosto 2006, n. 248, le parole: ''previo versamento di un corrispettivo non inferiore a euro duecentomila'' sono abrogate. Il Ministero dell'economia e delle finanze – Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato definisce, in conformità con i principi di tutela della concorrenza e di non discriminazione dei soggetti titolari delle concessioni in essere, l'importo del corrispettivo a carico dei soggetti che intendono acquisire il diritto del gioco a distanza, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della convenzione per l'affidamento in concessione dei giochi pubblici, di cui all'articolo 38, commi 2 e 4, del predetto decreto-legge.».

 

 

42.0.20

EUFEMI

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

1. All'articolo 1193 del codice della navigazione è aggiunto il seguente comma:

''1-bis: La sanzione di cui al comma 1 è ridotta a 100 euro nel caso in cui il comandante di una nave da pesca esibisca all'autorità che ha contestato l'infrazione i documenti di bordo regolarmente tenuti ed aggiornati entro quarantotto ore dall'accertamento della violazione di cui al comma 1''».

 

 


BILANCIO(5a)

Lunedì 22 ottobre 2007

146a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1819) Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equità sociale

(Seguito e conclusione dell'esame)

 

Riprende l’esame sospeso nella seduta pomeridiana.

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella seduta pomeridiana sono stati acquisiti i pareri del relatore e del Governo sugli emendamenti all'articolo 44 e su quelli aggiuntivi a tale articolo.

 

Si procede quindi alla loro votazione.

 

Posto ai voti, è respinto l'emendamento 44.2.

 

Previo accertamento del prescritto numero legale, su richiesta del senatore AZZOLLINI (FI), posto ai voti, è respinto l'emendamento 44.3.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge quindi gli emendamenti 44.4, 44.6 e 44.8, nonché i subemendamenti 44.800/1, 44.800/2 e 44.800/3.

 

Dopo che il presidente MORANDO ha ricordato che l'emendamento 44.800 è stato riformulato nella seduta pomeridiana nell'emendamento 44.800 (testo 2), (riportato in allegato) posto ai voti, tale emendamento risulta accolto.

 

In esito a distinte votazioni, risulta respinto l'emendamento 44.10, mentre è approvato l'emendamento 44.11.

 

Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 44.12 e 44.13.

 

Il presidente MORANDO ricorda che il relatore ha proposto una nuova formulazione dell'emendamento 44.14, rispetto alla quale la senatrice Thaler si è dichiarata favorevole, anche se, ad avviso della senatrice, sarebbe stato preferibile il termine di 18 mesi per la stipula del contratto di mutuo.

 

Il RELATORE esprime avviso favorevole, ritenendo di non apportare ulteriori modificazioni all'emendamento 44.14 (testo 2).

 

La senatrice RUBINATO (Aut) dichiara di aderire alla formulazione dell'emendamento 44.14 (testo 2).

 

Posto ai voti, l'emendamento 44.14 (testo 2), (riportato in allegato) è approvato.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 44.0.1 e 44.0.4.

 

Si passa agli emendamenti riferiti all’articolo 45.

 

Dopo che il senatore TECCE (RC-SE) ha ritirato l'emendamento 45.2, previo parere contrario del RELATORE e del sottosegretario LETTIERI, posto ai voti, è respinto l'emendamento 45.1.

 

Si procede quindi alla espressione dei pareri sugli emendamenti e sui subemendamenti riferiti agli articoli 46 e 47.

 

Il RELATORE, dopo aver ricordato che l'articolo 46 interviene sulle procedure di autorizzazione per la realizzazione di terminali di rigassificazione, attraverso una formulazione che, a suo avviso, costituisce un ragionevole bilanciamento tra i diversi interessi in gioco, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti ed i subemendamenti riferiti all'articolo 46, ad eccezione dell'emendamento 46.800 in quanto propone una modifica volta a correggere un errato rinvio normativo in tema di giudizio di compatibilità ambientale.

Si dichiara altresì favorevole all'emendamento 46.0.900 (testo 2), anche se invita il rappresentante del Governo a valutare la possibilità di prevedere il coinvolgimento anche del Ministero degli Affari regionali e delle autonomie locali.

Si rimette alle determinazioni del rappresentante del Governo sugli emendamenti 46.0.1 e 46.0.2, ed esprime parere contrario sull'emendamento 47.2.

 

Il sottosegretario LETTIERI si esprime in senso conforme al relatore, dichiarando la propria contrarietà agli emendamenti 46.0.1 e 46.0.2. Ritiene, inoltre, di accogliere i suggerimenti prospettati dal relatore in ordine all'emendamento 46.0.900 (testo 2), (riportato in allegato).

 

Il presidente MORANDO fa quindi presente che, con le modifiche proposte dal relatore ed accolte dal rappresentante del Governo, l'emendamento 46.0.900 (testo 2) viene riformulato nell'emendamento 46.0.900 (testo 3), (riportato in allegato).

 

In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 46.1, 46.2 e, previa apposizione della propria firma da parte del senatore AUGELLO (AN), 46.3.

Posti separatamente ai voti, risultano altresì respinti gli emendamenti 46.5, 46.6 e 46.8.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) invita la Commissione ad approvare l'emendamento 46.9, dal momento che le procedure di autorizzazione dovrebbero riguardare anche le opere connesse ai rigassificatori.

 

In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 46.9, 46.10, 46.11 e 46.12.

 

Posto ai voti, risulta invece approvato l'emendamento 46.800, con conseguente assorbimento dell'emendamento 46.13.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) si dichiara a favore dell'emendamento 46.14, con il quale si propone di prevedere la presenza del Ministro delle Infrastrutture che, a differenza del Consiglio superiore dei lavori pubblici, è titolato a partecipare alla conferenza di servizi. Infatti, senza tale modifica, a suo avviso, la disposizione risulterebbe inapplicabile.

 

Il presidente MORANDO fa presente al senatore Polledri che l'articolo 46, nella sua attuale formulazione, sembra andare nel senso da lui auspicato, in quanto nel secondo periodo si prevede che il giudizio di compatibilità ambientale sia reso anche in assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

 

Posto ai voti, l'emendamento 46.14 è respinto.

 

Previa dichiarazione di voto favorevole da parte del senatore POLLEDRI (LNP), risulta respinto l'emendamento 46.15.

 

Posto ai voti, è respinto l'emendamento 46.16.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) invita la Commissione ad approvare l'emendamento 46.17 che estende le procedure di autorizzazione anche ad altri strumenti di pianificazione.

 

Posto ai voti, l'emendamento 46.17 è respinto.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) dichiara il proprio assenso sull'emendamento 46.18, volto a ridurre i termini previsti dalla legge n. 340 del 2000.

 

Posto ai voti, l'emendamento 46.18 è respinto.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) si esprime in senso contrario sull'emendamento 46.19, in quanto esso intende superare il divieto di coltivazione degli idrocarburi in determinate aree.

 

Il senatore VEGAS (FI) si dichiara a favore di tale emendamento.

 

La senatrice BONFRISCO (FI), intervenendo in dissenso rispetto al proprio Gruppo di appartenenza, si dichiara contraria a tale proposta.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 46.19 e 46.20.

 

Posto ai voti, risulta respinto il subemendamento 46.0.900/1.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) invita la Commissione ad approvare il subemendamento 46.0.900/2, in quanto la proposta - contenuta nel comma 4 dell’emendamento 46.0.900 (testo 3) - di incrementare il canone delle concessioni al 10 per cento del vincolo dei ricavi di distribuzione costituirebbe l'ennesimo favore nei confronti delle grandi imprese.

 

Posto ai voti, è respinto il subemendamento 46.0.900/2.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) si dichiara contrario all'emendamento 46.0.900 (testo 3), in quanto esso favorirebbe quelle rendite di posizione che il Governo, in nome dell'equità sociale, proclama di combattere.

 

Il senatore VEGAS (FI) esprime il proprio dissenso su tale emendamento, in quanto i primi due commi sono, a suo parere, inefficaci, mentre il terzo rischia di differire le gare ed il quarto comma potrebbe comportare un aumento dei prezzi.

 

Il presidente MORANDO dichiara che voterà a favore di tale emendamento, ma senza particolari entusiasmi, in quanto esso non supera alcune problematiche che investono il mercato del gas, a cominciare dalle modalità con cui sono configurate attualmente le gare, i cui benefici, in termini di reale competizione tra le aziende, ossia sulla riduzione dei prezzi, non vanno a vantaggio dei cittadini consumatori. La discussione sulle componenti del prezzo del gas appare vana se l'ENI continua a rimanere proprietaria delle reti di accesso al gas.

 

Posto ai voti, l'emendamento 46.0.900 (testo 3) è approvato.

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge il subemendamento 46.0.800/1, mentre approva l'emendamento 46.0.800.

 

Dopo che il PRESIDENTE ha ricordato che il relatore aveva ritirato l’emendamento 46.0.801, posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 46.0.1, 46.0.2, 46.0.3, 46.0.4, 46.0.6, 46.0.7, 46.0.9 e, previa dichiarazione di voto favorevole da parte del senatore VEGAS (FI), 47.2.

 

Il presidente MORANDO avverte quindi che si procederà all'esame degli emendamenti in precedenza accantonati, a cominciare da quelli riferiti all'articolo 33. A tale riguardo, fa presente che è stata posta in distribuzione una nuova versione dell'emendamento 33.2 che assume, pertanto, la denominazione di emendamento 33.2 (testo 2).

 

Si passa all’esame dell’emendamento 33.2 (testo 2), accantonato nella seduta pomeridiana di oggi (riportato in allegato).

 

I senatori LUSI (Ulivo), Giovanni BATTAGLIA (SDSE) e RUBINATO (Aut) dichiarano di aggiungere le proprie firme all’emendamento 33.2 (testo 2).

 

Il senatore DIVINA (LNP) dopo aver dichiarato di aggiungere la propria firma all’emendamento 33.2 (testo 2), fa presente che lo stesso individua una soluzione che, pur essendo orientata in una direzione condivisibile, non è tuttavia idonea a risolvere integralmente i problemi derivanti dai soggetti danneggiati dalla somministrazione ad opera del servizio nazionale di sangue o emoderivati infetti.

 

Il senatore FERRARA (FI) precisa brevemente che la disciplina contenuta nell’emendamento 33.2 (testo 2) amplia la platea degli aventi diritto, attraverso un rinvio alle conclusioni rassegnate dal gruppo tecnico istituito con decreto del Ministro della salute del 13 marzo 2002 e conseguentemente risulta insufficiente la copertura finanziaria contenuta nell’emendamento in questione.

 

Dopo che il presidente MORANDO ha chiarito che la disposizione di copertura finanziaria contenuta nel predetto emendamento 33.2 (testo 2) risulta ispirata al principio del "tetto di spesa", il senatore BOCCIA sottolinea le incongruità di tale copertura, soffermandosi specificamente su tutti i nodi problematici inerenti alla stessa e proponendo di conferire mandato al relatore per individuare una diversa copertura alla disciplina, contenuta nell’emendamento in questione, per la successiva fase dell’esame in Assemblea.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), nel condividere i rilievi critici fin qui formulati in ordine alla disposizione di copertura finanziaria contenuta nell’emendamento 33.2 (testo 2), sottolinea altresì l’opportunità di effettuare un’ulteriore riflessione politica su talune scelte di fondo sottese alla predetta copertura, dichiarando di condividere l’esigenza espressa dal senatore Boccia di individuare una diversa copertura finanziaria per la successiva fase dell’esame in Assemblea.

 

Il presidente MORANDO, dopo aver sottolineato i risvolti politici sottesi alla disposizione di copertura finanziaria contenuta nell’emendamento 33.2 (testo 2) - sui quali si è soffermato anche il relatore Ripamonti - evidenzia significativi nodi problematici in relazione alla copertura di cui trattasi, proponendo di ritirare l’emendamento in questione, con l’intesa che il relatore riproponga lo stesso per la successiva fase dell’esame in Assemblea, con una diversa copertura finanziaria.

 

Dopo che l’emendamento 33.2 (testo 2) è stato ritirato dai presentatori, si passa all’esame dell’emendamento 33.1, sul quale il RELATORE formula parere contrario.

Successivamente il relatore esprime parere contrario sulle proposte emendative 33.3, 33.4, 33.5, 33.7 e 33.8.

Il rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi ai pareri testé espressi dal relatore.

 

Respinti gli emendamenti 33.1 e 33.3 in esito a distinte votazioni, il senatore POLLEDRI (LNP) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole all’emendamento 33.4.

 

Con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti 33.4, 33.5, 33.7 e 33.8.

 

Si passa all’esame dell’emendamento 35.2, accantonato nella seduta pomeridiana di lunedì 22 ottobre.

 

Dopo che il rappresentante del GOVERNO ha ribadito il proprio avviso contrario in ordine all’emendamento 35.2, il senatore DIVINA (LNP) preannuncia, anche a nome del Gruppo politico di appartenenza, il voto favorevole, precisando che tale proposta emendativa non modifica l’ammontare complessivo dello stanziamento originario. La stessa infatti si limita esclusivamente a rimodulare la ripartizione di tali risorse.

 

Posto ai voti, l’emendamento 35.2 viene respinto.

 

Si passa all’esame dell’emendamento 41.9, accantonato nella odierna seduta pomeridiana.

 

Dopo che il RELATORE e il rappresentante del GOVERNO hanno espresso parere contrario in ordine alla proposta emendativa 41.9, la stessa, posta ai voti, viene respinta.

 

Si passa all’esame degli emendamenti aggiuntivi 42.0.3, 42.0.1 e 42.0.2, accantonati nella seduta pomeridiana di oggi.

 

Il presidente MORANDO avverte che la proposta 42.0.3 è identica ad un’analoga norma che la Commissione bilancio, in sede consultiva, ha valutato positivamente ritenendo non necessaria la copertura.

 

Dopo che il rappresentante del GOVERNO ha espresso il proprio avviso favorevole in ordine all’emendamento 42.0.3, lo stesso, posto ai voti, viene accolto dalla Commissione, e vengono conseguentemente dichiarati assorbiti gli emendamenti 42.0.1 e 42.0.2.

 

Si passa all’esame dell’emendamento 7.6 accantonato nella seduta pomeridiana del 18 ottobre scorso.

 

Dopo che il RELATORE e il rappresentante del GOVERNO hanno espresso parere contrario sull’emendamento 7.6, lo stesso, posto ai voti, viene respinto dalla Commissione.

 

Si passa all’esame degli emendamenti 26.14 e 26.15, accantonati nella seduta pomeridiana del 19 ottobre scorso.

 

Espresso parere favorevole in ordine alla proposta emendativa 26.14, da parte del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, il senatore CABRAS (Ulivo) preannuncia il voto di astensione in ordine alla stessa.

 

Il senatore VEGAS (FI) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario all’emendamento 26.14, evidenziando che la disciplina contenuta nello stesso potrebbe determinare un ingiustificato aumento per gli utenti dei costi connessi all’utilizzo di energia elettrica.

 

Posto ai voti l’emendamento 26.14 viene accolto dalla Commissione, e viene conseguentemente dichiarato assorbito l’emendamento 26.15.

 

Si passa all’esame dell’emendamento 26.0.4, accantonato nella seduta pomeridiana di venerdì 14 ottobre.

 

Dopo che il RELATORE ha espresso parere favorevole sull’emendamento 26.0.4, il rappresentante del GOVERNO prende la parola, dichiarando di non condividere l’avviso testé espresso dal relatore e formulando pertanto parere contrario in ordine alla predetta proposta emendativa.

 

Il senatore VEGAS (FI) preannuncia, anche a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario in ordine all’emendamento 26.0.4, evidenziando che la publicizzazione dei servizi idrici è suscettibile di diminuire gli standard di qualità degli stessi; il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) preannuncia l’astensione al voto. Quindi la Commissione accoglie, con apposita votazione, tale proposta emendativa.

 

Si passa all’esame degli emendamenti 27.20 e 27.0.2, accantonati nella seduta pomeridiana di venerdì 19 ottobre.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), dopo aver dichiarato di condividere l’impostazione di fondo sottesa alle proposte emendative 27.20 e 27.0.2 - sottolineando in particolare l’opportunità di un intervento organico relativamente alla materia dei lavori socialmente utili – invita tuttavia i presentatori al ritiro delle predette proposte emendative, precisando che tale importante materia sarà affrontata in un diverso provvedimento.

 

Il rappresentante del GOVERNO si rimette alla Commissione, sottolineando l’opportunità che la tematica affrontata dalle stesse venga disciplinata nel collegato relativo al welfare nonché nella legge finanziaria per il 2008.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) dichiara di condividere l’impostazione sottesa alle proposte emendative in questione, soffermandosi in particolare sui profili contenuti nella proposta emendativa 27.0.2 ed evidenziando la necessità di conferire risorse agli enti locali - destinati alle finalità indicate in tale proposta emendativa - anche a prescindere dal patto di stabilità.

 

Il presidente MORANDO, nel condividere l’orientamento sotteso alle proposte emendative 27.20 e 27.0.2, volto alla soluzione definitiva del problema dei lavori socialmente utili attraverso forme di stabilizzazione degli stessi, sottolinea l’opportunità di disciplinare la materia in questione nell’ambito della legge finanziaria per il 2008.

 

Il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) dichiara di ritirare l’emendamento 27.20 e, successivamente, il senatore FERRARA (FI) dichiara di ritirare l’emendamento 27.0.2.

 

Si passa indi all’esame dell’emendamento 31.8, precedentemente accantonato.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) subordina il parere favorevole ad una riformulazione della proposta emendativa volta ad individuare una differente copertura finanziaria, nel senso di porre gli oneri a carico dello stanziamento relativo al Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero dell’Economia.

 

Il sottosegretario LETTIERI, dopo aver dichiarato di concordare con la richiesta testè avanzata dal relatore, chiede altresì ai presentatori di stabilire che il riparto del contributo totale, pari ad un milione di euro, sia effettuato sulla base del numero di iscritti alle associazioni beneficiarie.

 

Per dichiarazione di voto favorevole, ha la parola il senatore LUSI (Ulivo), il quale, dopo aver sottoscritto la proposta emendativa, la riformula nel senso indicato dal relatore e dal rappresentate del Governo in un testo 2 (allegato al presente resoconto).

 

I senatori POLLEDRI (LNP), DE PETRIS (IU-Verdi-Com), TECCE (RC-SE), Giovanni BATTAGLIA (SDSE), AZZOLLINI (FI), TADDEI (FI), LEGNINI (Ulivo), FORTE (UDC), CICCANTI (UDC), BARBATO (Misto-Pop-Udeur), RUBINATO (Aut) e Antonio BOCCIA (Ulivo) aggiungono le rispettive firme all’emendamento 31.8 (testo 2)

 

L’emendamento 31.8 (testo 2), (riportato in allegato) posto ai voti, è accolto.

 

In esito a successiva votazione, la Commissione accoglie altresì la proposta di coordinamento n. 1 (riportata in allegato).

 

Si passa indi all’esame degli ordini del giorno.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) appone la firma all’ordine del giorno G/1819/7/5, dichiarando di condividere le finalità in esso recate.

 

Il relatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime parere favorevole sugli ordini del giorno G/1819/1/5, G/1819/2/5, G/1819/4/5, G/1819/5/5, G/1819/6/5, G/1819/7/5, G/1819/8/5, nonché G/1819/9/5 e contrario sul G/1819/3/5, pur apprezzandone taluni contenuti.

 

Il sottosegretario LETTIERI accoglie gli ordini del giorno G/1819/1/5, G/1819/2/5, G/1819/4/5, G/1819/5/5, G/1819/6/5, G/1819/7/5, G/1819/8/5 e G/1819/9/5, esprimendo orientamento contrario sul G/1819/3/5, che, posto ai voti, risulta respinto dalla Commissione.

 

Previa dichiarazione di voto contraria del senatore AZZOLLINI (FI), a nome del proprio Gruppo, la Commissione conferisce infine mandato al relatore a riferire favorevolmente all’Assemblea sul disegno di legge in titolo,con gli emendamenti approvati, autorizzandolo a chiedere di svolgere la relazione orale.

 

 

La seduta termina alle ore 23,25.

26.14

MARCORA, DE PETRIS, PIGNEDOLI, CUSUMANO, NARDINI, BOSONE, MONTALBANO, LIOTTA, BETTINI, LADU, MASSA, RANDAZZO, TURANO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

«4-bis. Al fine di sviluppare l'offerta di energia ottenuta da fonti rinnovabili, l'articolo 1, comma 382, della legge 27 dicembre 2007, n. 296, è sostituito dai seguenti:

«382. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, ottenuti nell'ambito di intese di filiera o contratti quadro ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto legislativo n. 102 del 2005, oppure di filiere corte, cioè ottenuti entro un raggio di 70 chilometri dall'impianto che li utilizza per produrre energia elettrica, autorizzata in data successiva al 31 dicembre 2007, è incentivata con i meccanismi di cui ai successivi commi. Con le medesime modalità è incentivata la sola quota di produzione di energia elettrica imputabile alle fonti energetiche di cui sopra, realizzata in impianti che impiegano anche altre fonti energetiche non rinnovabili.

382-bis. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati dalle fonti di cui al comma 382 e di potenza elettrica superiore ad l MW (megawatt), è incentivata mediante il rilascio di certificati verdi, per un periodo di quindici anni. Sono fatti salvi i più favorevoli diritti acquisiti ai sensi del successivo comma 382-quinquies. I predetti certificati sono utilizzabili per assolvere all'obbligo della quota minima di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79. L'immissione dell'energia elettrica prodotta nel sistema elettrico è regolata sulla base dell'articolo 13 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.

382-ter. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati daIIe fonti di cui al comma 382 e di potenza elettrica non superiore ad l MW, immessa nel sistema elettrico, ha diritto, in alternativa ai certificati verdi di cui al comma 2 e su richiesta del produttore, a una tariffa fissa omnicomprensiva pari a 0,30 euro per ogni KWh, per un periodo di quindici anni. Al termine di tale periodo, l'energia elettrica è remunerata, con le medesime modalità, alle condizioni economiche previste dall'articolo 13 del decretò legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. La tariffa omnicomprensiva di cui al presente comma può essere variata, ogni tre anni, con decreto del Ministro deIIo sviluppo economico di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaIi, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell'incentivazione dello sviluppo di tali fonti.

382-quater. A partire dall'anno 2008, i certificati verdi, ai fini del soddisfacimento della quota dell'obbligo di cui all'articolo 11, comma 1 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, hanno un valore unitario pari ad 1 Mwh, e vengono emessi dal GSE (Gestore del sistema elettrico) per ciascun impianto a produzione incentivata, numero pari al prodotto della produzione di energia elettrica dalle fonti di cui al comma 382 dell'anno precedente, moltiplicata per il coefficiente di 1,8. Tale coefficiente può essere aggiornato, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro deIle politiche agricole alimentari e forestali, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell'incentivazione dello sviluppo delle suddette fonti.

382-quinquies. Per gli impianti alimentati dalle fonti di cui al comma 382, l'elevazione del periodo di riconoscimento dei certificati verdi eventualmente acquisita ai sensi dell'articolo 20, comma 6, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, è da intendersi aggiuntiva al prolungamento del periodo di diritto ai certificati verdi, di cui all'articolo 267, comma 4, lettera d), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ottenuto dagli impianti entrati in esercizio dopo il 29 aprile 2006 fino al 31 dicembre 2007. Per i medesimi impianti l'accesso agli incentivi di cui ai commi da 382 a 382-quinquies è cumulabile con altri incentivi pubblici di natura nazionale, regionale, locale o comunitaria in conto capitale e/o conto interessi con capitalizzazione anticipata, non eccedenti il 40% del costo dell'investimento.

382-sexies. In caso di sostituzione del combustibile di origine agricola di cui al comma 382, in data successiva all'autorizzazione, con altre biomasse agricole, viene acquisito il diritto alle diverse e specifiche forme di incentivazione eventualmente previste per tali combustibili in sostituzione di quelle previste dai commi 382-ter e 382-quater, viceversa qualora venisse sostituito con altri combustibili non di origine agricola tale quota di energia non avrà diritto all'emissione di certificati verdi.

382-septies. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaIi di intesa del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità con le quali gli operatori della fili era di produzione e distribuzione di biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, sono tenuti a garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della fili era, al fine di accedere agli incentivi di cui commi da 382 a 382-quinquies».

 

26.0.4

RUSSO SPENA, SALVI, PALERMI, SODANO, DE PETRIS, BELLINI, ALBONETTI, BATTAGLIA GIOVANNI, BRUTTI PAOLO, GAGGIO GIULIANI, GRASSI, PECORARO SCANIO, TECCE

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 26, aggiungere il seguente:

Art. 26-bis.

(Disposizioni in materia di servizi idrici)

1. Al fine di assicurare la razionalizzazione e la solidarietà nell'uso delle acque, fino all'emanazione delle disposizioni adottate in attuazione della legge 15 dicembre 2004, n. 308, integrative e correttive del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, contenenti la revisione della disciplina della gestione delle risorse idriche e dei servizi idrici integrati, non possono essere disposti nuovi affidamenti a soggetti privati. La titolarità delle concessioni di derivazione delle acque pubbliche è assegnata ad enti pubblici.

2. Nell'ambito delle procedure di affidamento di cui al comma 1 sono ricomprese anche le procedure in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.

3. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, predispone e trasmette alle Camere una relazione sullo stato delle gestioni esistenti circa il rispetto dei parametri di salvaguardia del patrimonio idrico e in particolare riguardo all'effettiva garanzia di controllo pubblico sulla misura delle tariffe, alla conservazione dell'equilibrio biologico, alla politica del risparmio idrico e dell'eliminazione delle dispersioni, alla priorità nel rinnovo delle risorse idriche e per il consumo umano».

 

31.8 (testo 2)

SAPORITO, TOFANI, BALDASSARRI, AUGELLO, SAIA, LUSI, POLLEDRI, DE PETRIS, TECCE, BATTAGLIA GIOVANNI, AZZOLLINI, FORTE, CICCANTI, TADDEI, LEGNINI, BOCCIA ANTONIO, BARBATO, RUBINATO

APPROVATO

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

«3-bis. Per l'anno 2007 è concesso un contributo straordinario di 1 milione di euro a favore delle associazioni ANMIC (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili), ENS (Ente nazionale sordomuti), UNMS (Unione nazionale mutilati per servizio) e ANMIL (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) da ripartire, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, in proporzione ai loro iscritti».

Conseguentemente, al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'articolo dell'unità previsionale di base di parte corrente ''Fondo speciale'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo.

 

42.0.3

MARCORA, CUSUMANO, NARDINI, BOSONE, DE PETRIS, LIOTTA, BETTINI, LADU, MASSA, RANDAZZO, TURANO, MONTALBANO

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 42, inserire il seguente:

«Art. 42-bis.

(Fabbricati rurali)

1. In attuazione delle disposizioni recate dal comma 339, lettera b), dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, all'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1993, n. 557, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1994, n. 133, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 3, la lettera a) è sostituita dalle seguenti:

''a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione:

1) dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno per esigenze connesse all'attività agricola svolta;

2) dall'affittuario del terreno stesso o dal soggetto che con altro titolo idoneo conduce il terreno a cui l'immobile è asservito;

3) dai familiari conviventi a carico dei soggetti di cui ai numeri 1) e 2) risultanti dalle certificazioni anagrafi che; da coadiuvanti iscritti come tali a fini previdenziali;

4) da soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura;

5) da uno dei soci o amministratori delle società agricole di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale;

a-bis) i soggetti di cui ai numeri 1), 2) e 5) della lettera a) del presente comma devono rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essere iscritti nel registro delle imprese di cui all'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580);

b) al comma 3, la lettera b) è abrogata;

c) il comma 3-bis è sostituito dai seguenti:

''d-bis. Ai fmi fiscali deve riconoscersi carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell'attività agricola di cui all'articolo 2135 del codice civile e in particolare destinate:

a) alla protezione delle piante;

b) alla conservazione dei prodotti agricoli;

c) alla custodia delle macchine agricole, degli attrezzi e delle scorte occorrenti per la coltivazione e l'allevamento;

d) all'allevamento e al ricovero degli animali;

e) all'agriturismo;

f) ad abitazione dei dipendenti esercenti attività agricole nell'azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a 100, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento;

g) alle persone addette all'attività di alpeggio in zona di montagna;

h) ad uso di ufficio dell'azienda agricola;

i) alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;

l) all'esercizio dell'attività agricola in maso chiuso''.

3-ter. Le porzioni di immobili di cui al comma 3-bis, destinate ad abitazione, sono censite in catasto, autonomamente, in una delle categorie del gruppo A».

 

44.800 (testo 2)

Il Relatore

APPROVATO

All'articolo 44 apportare le seguenti modifiche:

a) al comma 1, le parole: «una somma», sono sostituite dalle seguenti: «una detrazione fiscale»;

b) al comma 1, in fine, aggiungere il seguente periodo: «Fermo quanto previsto al comma 2, la misura di sostegno di cui al presente comma non spetta a coloro che, nell'anno 2006, risultano fiscalmente a carico di altri soggetti;

c) al comma 2, primo periodo, le parole: «un'ulteriore somma», sono sostituite dalle seguenti: «un'ulteriore detrazione fiscale». Nel medesimo comma, al secondo periodo, le parole: «la somma», sono sostituite dalle seguenti: «la detrazione fiscale»;

d) al comma 4, sostituire le parole: «con particolare riferimento», con le seguenti: «con riferimento»;

e) dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

''4-bis. La misura di sostegno di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo non spetta ai soggetti il cui reddito complessivo, nell'anno 2006, sia stato superiore a 50.000 euro''».

 

44.11

TECCE, TIBALDI, ALBONETTI, BATTAGLIA GIOVANNI, PECORARO SCANIO, BONADONNA

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 4, dopo le parole: «Ministro dell'economia e delle finanze» aggiungere le seguenti: «di concerto con il Ministro della solidarietà sociale e il Ministro per le politiche per la famiglia».

 

44.14 (testo 2)

Il Relatore

APPROVATO

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

«4-bis. Al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, all'articolo 15, al comma 1-ter, dopo il primo periodo, è inserito il seguente:

''La detrazione è ammessa a condizione che la stipula del contratto di mutuo da parte del soggetto possessore a titolo di proprietà o altro diritto reale dell'unità immobiliare avvenga nei sei mesi antecedenti, ovvero nei dodici mesi successivi dall'inizio dei lavori di costruzione''».

 

46.800

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da: «giudizio» fino alla fine del periodo, con le seguenti: «valutazione dell'impatto ambientale ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e successive modifiche».

 

46.0.900 (testo 3)

Il Governo

APPROVATO

Dopo l'articolo 46, inserire il seguente:


«Art. 46-bis.

(Disposizioni in materia di concorrenza e qualità dei servizi essenziali nel settore della distribuzione del gas)

1. Al fine di garantire al settore della distribuzione di gas naturale maggiore concorrenza e livelli minimi di qualità dei servizi essenziali, il Ministro dello sviluppo economico e degli affari regionali e delle autonomie locali sentita la Conferenza Unificata e su parere dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, individuano entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge i criteri di gara e di valutazione dell'offerta per l'affidamento del servizio di distribuzione di gas previsto dall'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, tenendo conto in maniera adeguata, oltre che delle condizioni economiche offerte in particolare quelle a vantaggio dei consumatori, degli standard qualitativi e di sicurezza del servizio, dei piani di investimento e di sviluppo delle reti e degli impianti.

2. I Ministeri dello sviluppo economico e degli affari regionali e delle autonomie locali, su proposta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas e sentita la Conferenza Unificata, determina gli ambiti territoriali minimi per lo svolgimento delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas, a partire da quelli tariffari, secondo l'identificazione di bacini ottimali di utenza, in base a criteri di efficienza e riduzione dei costi, e determina misure per l'incentivazione delle relative operazioni di aggregazione.

3. Al fine di incentivare le operazioni di aggregazione di cui al comma 2 i termini del 31 dicembre 2007 e del 31 dicembre 2009 stabiliti dall'articolo 23, comma 1, della legge 23 febbraio 2006, n. 51, sono incrementati di due anni.

4. A decorrere dal 1º gennaio 2008, i comuni interessati dalle nuove scadenze di cui al comma 3, possono incrementare il canone delle concessioni di distribuzione, solo ove minore e limitatamente al periodo di proroga, fino al 10 per cento del vincolo dei ricavi di distribuzione di cui alla delibera dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas 28 dicembre 2000 n. 237 e successive modifiche e integrazioni, destinando prioritariamente le risorse aggiuntive all'attivazione di meccanismi di tutela relativi ai costi dei consumi di gas da parte delle fasce deboli di utenti».

 

46.0.800

Il Relatore

APPROVATO DALLA COMMISSIONE

Dopo l'articolo 46, inserire il seguente:

«Art. 46-bis.

(Sostegno ali 'imprenditoria femminile)

1. Al comma 848 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, aggiungere in fine il seguente periodo: «Nel caso in cui si adottino misure per sostenere la creazione di nuove imprese femminili e il consolidamento aziendale di piccole e medie imprese femminili il decreto che fissa i criteri di intervento è adottato dai Ministro dello sviluppo economico di concerto col Ministro per i diritti e le pari opportunità».

 


Coord.1

La Commissione

APPROVATO

Art. 4.

Al comma 1, sostituire le parole: «pubblicata nella Gazzetta Ufficiale» con le seguenti: «pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale» e le parole: «tali da mettere in pericolo» con le seguenti: «tale da mettere in pericolo».

Art. 5.

Al comma 1, terzo periodo, sostituire le parole: «in data 31 luglio 2007» con le seguenti: «31 luglio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 229 del 2 ottobre 2007».

Al comma 2, lettera a), secondo periodo, dopo le parole: «del comma 3» inserire le seguenti: «del presente articolo».

Al comma 2, lettera b), sostituire le parole: «prevista dallo stesso comma» con le seguenti: «prevista dalla stessa lettera a)».

Al comma 2, lettera d), sostituire le parole: «dell'impiego» con le seguenti: «sull'impiego» e dopo le parole: «articolo 18 del» inserire le seguenti: «regolamento di cui al».

Al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: «e dette misure» con le seguenti: «; dette misure».

Art. 8.

Al comma 1, sostituire le parole: «e i relativi collegamenti» con le seguenti: «e dei relativi collegamenti» e le parole: «ed informazione dei servizi» con le seguenti: «dei servizi e la relativa informazione al pubblico».

Al comma 3, dopo le parole: «l'aeroporto» inserire le seguenti: «di Reggio Calabria» e, dopo le parole: «articolo 221, comma 1, del» inserire le seguenti: «codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al».

Al comma 4, dopo le parole: «dell'emergenza» inserire le seguenti: «di cui al comma 2».

Al comma 7, sostituire le parole: «nonché la regolazione dei servizi» con le seguenti: «nonché alla regolazione dei servizi».

Art. 10.

Al comma 5, sostituire le parole: «a ciascuna impresa;» con le seguenti: «a ciascuna impresa.».

Art. 14.

Al comma 1, dopo la parola: «117» inserire le seguenti: «codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al».

Art. 15.

Al comma 1, sostituire le parole: «indicati nei commi 2 e 3» con le seguenti: «indicati nei commi 2, 3 e 4».

Art. 19.

Al comma 1:

nell'alinea, sostituire le parole: «Al comma 1 dell'articolo» con le seguenti: «All'articolo» e sopprimere le parole da: «introdotto» fino a: «n. 286,»;

sostituire le lettere a) e b) con la seguente: «a) al comma 1, le parole: ''Le amministrazioni pubbliche'' sono sostituite dalle seguenti: ''A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2, le amministrazioni pubbliche'' e le parole: ''e le società a prevalente partecipazione pubblica,'' sono soppresse;»;

sostituire l'alinea della lettera c) con il seguente: «b) dopo il comma 2 è aggiunto, in fine, il seguente:».

Art. 21.

Al comma 1, sostituire le parole: «l'adattamento funzionale» con le seguenti: «all'adattamento funzionale» e le parole: «la locazione» con le seguenti: «alla locazione».

Al comma 4, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «di cui al presente comma».

Art. 24.

Al comma 5, secondo periodo, sostituire le parole: «nel comma 4;» con le seguenti: «nel comma 4».

Art. 26.

Al comma 4, sostituire le parole: «il Ministero dell'ambiente» con le seguenti: «, il Ministero dell'ambiente».

Art. 30.

Al comma 4, primo periodo, sostituire le parole: «all'allegato A del» con le seguenti: «alla tabella A allegata al».

Al comma 8, sostituire le parole: «articoli 125 e 126» con le seguenti: «articoli 183 e 184».

Art. 33.

Nella rubrica, sostituire le parole: «dei soggetti talassemici danneggiati» con le seguenti: «di soggetti danneggiati».

Al comma 1, sopprimere la parola: «annui».

Art. 34.

Nella rubrica, dopo le parole: «alle vittime del dovere a causa di azioni criminose» inserire le seguenti: «e alle vittime della criminalità organizzata».

Art. 35.

Al comma 1, capoverso 7, terzo periodo, sostituire le parole: «decreto ministeriale» con le seguenti: «predetto decreto del Presidente del Consiglio».

Art. 38.

Al comma 1, sostituire le parole: «articolo 97 del» con le seguenti: «articolo 97 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al».

Art. 39.

Al comma 7, dopo le parole: «articolo 3 del» inserire le seguenti: «regolamento di cui al».

Al comma 8, lettera b), dopo le parole: «articolo 48» inserire le seguenti: «, comma 1,».

Art. 40.

Al comma 1, sostituire le parole: «dall'attuale concessione» con le seguenti: «dall'attuale concessionario».

Al comma 5, primo periodo, sostituire le parole. «ordinamento vigente,» con le seguenti: «ordinamento vigente».

Art. 42.

Nella rubrica, sopprimere le parole: «e fondo solidarietà nazionale» e, dopo le parole: «settore agricolo» inserire la seguente: «e».

Art. 45.

Al comma 2, sostituire le parole: «legge 23 dicembre 2000, n. 388» con le seguenti: «legge 8 novembre 2000, n. 328».


Art. 46.

Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole: «articolo 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349» con le seguenti: «articolo 31 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152».