Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Rendiconto 2006 - Assestamento 2007 - A.C. 3169 e A.C. 3170
Riferimenti:
AC n. 3169/XV   AC n. 3170/XV
Serie: Progetti di legge    Numero: 274
Data: 22/10/2007
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

 

 

 

Rendiconto 2006

Assestamento 2007

A.C. 3169 e A.C. 3170

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 274

 

 

22 ottobre 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

SIWEB

 

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File: BI0212.doc


INDICE

PARTE I – Rendiconto 2006 (A.C. 3169)

1.    Funzioni e disciplina del Rendiconto generale dello Stato. 3

2.1. La riclassificazione del Bilancio dello Stato. 6

2.    Il disegno di legge recante il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2006 (A.C. 3169)6

3.    Il giudizio di parificazione della Corte dei conti sul Rendiconto finanziario per il 2006  6

4.    I risultati di finanza pubblica nel 2006. 6

5.    I saldi del conto del bilancio. 6

5.1  I saldi di competenza. 6

5.2  I saldi di cassa. 6

5.3  I risultati di competenza a raffronto con il livello dei saldi fissato nella legge finanziaria: serie storica. 6

5.4  Le regolazioni contabili e debitorie. 6

6.    La gestione di competenza. 6

6.1  Entrate finali6

6.2  Spese finali6

6.3  Spese per rimborso prestiti ed entrate da accensione di prestiti6

7.    La gestione dei residui6

7.1  Disciplina dei residui6

7.2  Entità complessiva dei residui al termine dell’esercizio 2006. 6

7.3  I residui provenienti dagli esercizi precedenti6

7.4  I residui di nuova formazione. 6

8.    La gestione di cassa. 6

9.    Il conto generale del patrimonio. 6

9.1  Struttura e funzioni6

9.2  I risultati generali della gestione patrimoniale per l’esercizio finanziario 2006  6

10.  I rendiconti delle Amministrazioni e aziende autonome. 6

Tavole riepilogative. 6

PARTE II - Assestamento 2007 (A.C. 3170)

1.    L’assestamento del bilancio dello Stato. 6

1.1  Funzione dell’assestamento del bilancio dello Stato. 6

1.2  La struttura e il contenuto del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l’esercizio 2007. 6

2.    I saldi del bilancio dello Stato risultanti dal ddl di assestamento. 6

3.    Le variazioni di competenza. 6

4.    Le variazioni di cassa. 6

5.    L’accertamento dei residui passivi6

6.    Le modifiche introdotte dal Senato. 6

7.    Le regolazioni debitorie e contabili6

7.1.I saldi al lordo delle regolazioni debitorie e contabili6

7.2  L’entità delle regolazioni debitorie e contabili6

Tavole riepilogative. 6

Appendice

Glossario dei principali termini in materia di finanza pubblica. 6

 

 


PARTE I – Rendiconto 2006
(A.C. 3169)


1.Funzioni e disciplina del Rendiconto generale dello Stato

Il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (anno finanziario) adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.

La disciplina del rendiconto generale dello Stato è dettata dagli articoli da 21 a 24 della legge n. 468/1978; in particolare, l’articolo 22 stabilisce che il rendiconto generale dello Stato è costituito da due parti:

1)   il conto del bilancio, che espone l’entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento;

2)      il conto del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

L’esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita, su appositi stampati, dal conto del bilancio, che risulta costituito dal conto consuntivo dell’entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascun Ministero.

A seguito della riforma del bilancio, di cui alla legge n. 94/1997 e al D.Lgs. 279/1997, anche i conti consuntivi sono redatti per unità previsionali di base, che costituiscono oggetto di decisione parlamentare.

 

Le unità previsionali di base sono ripartite per centri di responsabilità amministrativa, ed evidenziano l’insieme delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità. L’individuazione dei centri di responsabilità amministrativa viene effettuata in modo che la struttura del bilancio dello Stato corrisponda all’organizzazione dell’amministrazione statale.

 

Per ciascuna unità previsionale di base vengono esposti i risultati relativi alla gestione dei residui, alla gestione di competenza e alla gestione di cassa.

La gestione di competenza evidenzia l’entità complessiva degli accertamenti di entrata e degli impegni di spesa effettuati nel corso dell’esercizio finanziario.

La gestione di cassa evidenzia, per la parte di entrata, le somme riscosse e versate nella tesoreria dello Stato e, per la parte di spesa, i pagamenti compiuti dalle amministrazioni statali.

Nella gestione dei residui vengono registrate le operazioni di incasso e di pagamento effettuate in relazione ai residui (rispettivamente, attivi e passivi) risultanti dagli esercizi precedenti.

 

Un apposito allegato tecnico, predisposto per ogni conto consuntivo, espone i risultati disaggregati per i singoli capitoli che sono compresi in ciascuna unità previsionale di base. A seguito della riforma del bilancio, infatti, la ripartizione delle unità previsionali in capitoli viene demandata ad atto amministrativo; i capitoli, peraltro, rimangono la voce contabile fondamentale ai fini della gestione e rendicontazione.

 

In un’apposita appendice del conto del bilancio i dati di consuntivo della spesa sono classificati, con riferimento a ciascun Ministero, per funzioni-obiettivo, attraverso le quali si evidenziano le finalità della spesa medesima.

 

La classificazione per funzioni obiettivo è articolata su quattro livelli, di cui i primi tre sono definiti in base alla classificazione COFOG (SEC95) adottata in sede comunitaria, mentre il quarto livello, relativo alle “missioni istituzionali”, indica gli obiettivi perseguiti da ciascuna amministrazione.

La ripartizione per “funzioni-obiettivo” di 1° livello delle spese complessive (spese finali + rimborso prestiti) è articolata in 10 voci:

Funzioni-obiettivo – 1° livello

1.

Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

2.

Difesa

3.

Ordine pubblico e sicurezza

4.

Affari economici

5.

Protezione dell’ambiente

6.

Abitazioni e assetto territoriale

7.

Sanità

8.

Attività ricreative, culturali e di culto

9.

Istruzione

10.

Protezione sociale

 

A fini conoscitivi, le previsioni del bilancio sono classificate, oltre che in relazione all’analisi funzionale (ripartizione delle spese per funzioni-obiettivo), anche in relazione all’analisi economica (ripartizione delle entrate e delle spese per categorie).

A tale riguardo, a partire dalla legge di bilancio per il 2000, è stata introdotta, in sostituzione delle tradizionali categorie, una classificazione economica degli stanziamenti di spesa elaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95.

La nuova classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato, è articolata in 19 voci di 1° livello, di cui 12 di parte corrente e 7 di conto capitale, così definite:


 


Spese finali: Classificazione per Categorie economiche – Sec95

Titolo I – Spese correnti

Categoria 1

Redditi da lavoro dipendente

Categoria 2

Consumi intermedi

Categoria 3

Imposte pagate sulla produzione

Categoria 4

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 5

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

Categoria 6

Trasferimenti correnti a imprese

Categoria 7

Trasferimenti correnti a estero

Categoria 8

Risorse proprie CEE

Categoria 9

Interessi passivi e redditi da capitale

Categoria 10

Poste correttive e compensative

Categoria 11

Ammortamenti

Categoria 12

Altre uscite correnti

Titolo I – Spese in conto capitale

Categoria 21

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

Categoria 22

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 23

Contributi agli investimenti ad imprese

Categoria 24

Contributi agli investimenti a famiglie e istituz. sociali private

Categoria 25

Contributi agli investimenti a estero

Categoria 26

Altri trasferimenti in conto capitale

Categoria 31

Acquisizioni di attività finanziarie

Per quanto riguarda le entrate, la tradizionale classificazione per categorie è la seguente:

Entrate finali: Classificazione per Categorie economiche

Titolo I – Entrate Tributarie

Categoria I

Imposte sul patrimonio e sul reddito

Categoria II

Tasse e imposte sugli affari

Categoria III

Imposte sulla produzione, consumi e dogane

Categoria IV

Monopoli

Categoria V

Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

Titolo II - Entrate Extratributarie

Categoria VI

Proventi speciali

Categoria VII

Proventi dei servizi pubblici minori

Categoria VIII

Proventi dei beni dello Stato

Categoria IX

Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

Categoria X

Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

Categoria XI

Recuperi, rimborsi e contributi

Categoria XII

Partite che si compensano nella spesa

Titolo III – Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti

Categoria XIII

Vendita di beni ed affrancazione di canoni

Categoria XVI

Ammortamento di beni patrimoniali

Categoria XV

Rimborso di anticipazione e di crediti vari del tesoro

 

Si segnala che la rilevanza dei saldi del bilancio dello Stato come indicatori di finanza pubblica è andata negli anni progressivamente attenuandosi, anche in ragione dell’importanza che ha assunto, per il rispetto dei vincoli europei, il saldo dell’indebitamento netto riferito al conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche[1].

 

Nell’ambito del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, si è ridotto peraltro il peso del bilancio dell’amministrazione statale in conseguenza del massiccio trasferimento di funzioni e competenze alle autonomie territoriali, in atto dalla seconda metà degli anni Novanta e poi tradottosi a livello costituzionale nella riforma del titolo V.

1.2 La riclassificazione del Bilancio dello Stato

Nel corso del 2007 è stato svolto un ampio dibattito[2] che è sfociato nell’avvio di un processo di riforma degli strumenti e delle procedure di finanza pubblica, che ha investito vari aspetti della problematica, dal potenziamento degli strumenti per il monitoraggio degli andamenti della finanza pubblica, alla modifica delle modalità con le quali si predispongono le manovre di Bilancio, sino alla riclassificazione del Bilancio dello Stato, anche in funzione di un vasto programma di analisi, valutazione e riqualificazione della spesa pubblica (cd. spending review).

 

In tale ambito, la     Legge finanziaria per il 2007[3] ha predisposto una serie di strumenti finalizzati ad avviare una riforma dei bilanci pubblici, a potenziare il monitoraggio sugli andamenti di finanza pubblica e a consentire il controllo della spesa pubblica, quali:

-        la Commissione tecnica per la finanza pubblica[4] (CTFP), cui sono stati assegnati compiti di studio e analisi, al fine di formulare proposte per accelerare il processo di armonizzazione e di coordinamento della finanza pubblica e di riforma dei bilanci delle amministrazioni pubbliche; con specifico riferimento al Bilancio dello Stato, alla Commissione è stato assegnato il compito di disegnare una diversa classificazione della spesa, anche mediante ridefinizione delle unità elementari ai fini dell'approvazione parlamentare, finalizzata al miglioramento della scelta allocativa e ad una efficiente gestione delle risorse, rafforzando i processi di misurazione delle attività pubbliche e la responsabilizzazione delle competenti amministrazioni;

-        un apposito Servizio studi nell’ambito del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, con finalità di raccordo alla Commissione tecnica (comma 476), ed il rafforzamento delle attività e degli strumenti di analisi e monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica già esistenti, anche con il potenziamento ed il collegamento delle strutture di supporto del Parlamento (comma 481);

-        un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali (cd. spending review), affidato al Ministro dell'economia,volto a superare un approccio puramente incrementale nelle decisioni di allocazione di Bilancio, riesaminando in modo sistematico l’insieme dei Programmi di spesa in atto e valutando la loro corrispondenza agli obiettivi originari ed alle nuove priorità nell’azione di Governo, al fine di migliorare l’efficienza organizzativa e la qualità dei servizi offerti dallo Stato.

 

Ulteriori passi verso la riforma del Bilancio e un processo sistematico di analisi e valutazione della spesa sono stati:

-        la presentazione da parte del Ministro dell’economia al Consiglio dei Ministri e alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato degli “Orientamenti del MEF in materia di struttura del Bilancio e valutazione della spesa” (Gennaio 2007);

-        l’indicazione da parte del Presidente del Consiglio dei Dicasteri che avvieranno la spending review: Giustizia, Interni, Istruzione, Infrastrutture e Trasporti, (Aprile 2007);

-        la pubblicazione della Circolare del MEF per la predisposizione del Bilancio per l’anno 2008, recante una prima ipotesi di riclassificazione del Bilancio dello Stato (7 Giugno 2007) e della Direttiva del Presidente del Consiglio recante le modalità per la presentazione della legge finanziaria[5](3 agosto 2007);

-        la presentazione di un prima relazione sui risultati del programma di analisi e valutazione della spesa e sulle conseguenti iniziative di intervento: “Libro verde sulla spesa pubblica” (6 settembre 2007).

Per quanto attiene al dibattito svoltosi sul versante parlamentare, si ricorda che in data 13 febbraio 2007, che le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato hanno deliberato lo svolgimento di un'indagine conoscitiva congiunta sulle linee di riforma degli strumenti e delle procedure di Bilancio[6].

 

In coerenza con il dibattito sviluppatosi e con agli impegni assunti in sede parlamentare, il Governo ha ritenuto opportuno, ai fini della predisposizione del Bilancio di previsione a legislazione vigente per il prossimo anno e per il triennio 2008-2010, procedere ad una profonda revisione in senso funzionale del sistema di classificazione del Bilancio dello Stato, volta a rendere il Parlamento e i cittadini più informati circa l’insieme complessivo delle risorse disponibili per perseguire specifiche finalità pubbliche.

 

Il disegno di legge del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 presentato al Senato (A.S. 1818), reca pertanto una nuova articolazione del Bilancio dello Stato, relativa agli stati di previsioni della spesa, in 34 missioni, divisein 168 programmi.

 

La revisione operata è avvenuta a legislazione vigente, salvaguardando lo schema giuridico previsto dalla citata legge di riforma del 1997, ma capovolgendone l’impostazione.

La normativa vigente prevede infatti una struttura del Bilancio dello Stato imperniata, per ogni stato di previsione della spesa, sui centri di responsabilità amministrativa (aspetto organizzativo), sulle unità previsionali di base (aspetto contabile) e sulla classificazione per funzioni obiettivo (aspetto funzionale).

Con il disegno di legge di Bilancio per l’anno 2008 si passa invece da uno schema basato sulle Amministrazioni e sulle sottostanti unità organizzative, ad una struttura che pone al centro le funzioni da svolgere, individuando le grandi finalità perseguite nel lungo periodo con la spesa pubblica (le Missioni), e come esse si realizzano concretamente attraverso uno o più Programmi di spesa.

Senza tralasciare gli aspetti contabili e organizzativi, il Governo ha inteso privilegiare il contenuto funzionale della spesa, al fine di rendere il Bilancio più trasparente, evidenziando in maniera più chiara il legame tra risorse stanziate e azioni perseguite erendendo per tale via più agevole la misurazione e laverifica degli obiettivi raggiunti, in una rinnovata logica di risultato e responsabilizzazione delle Amministrazioni.

 La riclassificazione del Bilancio è stata attuata, come accennato, all’interno della struttura attuale del Bilancio dello Stato, il quale, ai sensi dell’articolo 2 della legge n. 468 del 1978, si articola in stati di previsione, corrispondenti, per quanto riguarda la spesa, ai Ministeri.

Per quanto concerne gli stati di previsione della spesa, la riorganizzazione si fonda su una classificazione delle risorse finanziarie secondo due livelli di aggregazione: 34Missioni, a loro volta articolate in 168 “Programmi.

 

Le Missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica. Sono una rappresentazione politico-istituzionale del Bilancio, volta a rendere più trasparenti i grandi aggregati di spesa e a meglio comunicare le direttrici principali dell’azione amministrativa delle singole Amministrazioni.

Le Missioni non corrispondono alla ripartizione degli stati di previsione, nel senso che vi sono numerosi ministeri che partecipano a più di una Missione istituzionale e che vi sono Missioni istituzionali affidate alla responsabilità di più ministeri. Esse possono essere pertanto ministeriali o trasversali a più Dicasteri (interministeriali), a seconda dell’attuale ripartizione di funzioni, superando, come accennato, l’approccio tradizionale che articola la spesa pubblica secondo l’organizzazione amministrativa del Governo.

 

Rispetto alla classificazione funzionale della spesa applicata sino al Bilancio 2007, basata per i primi tre livelli sulla classificazione COFOG (classification of functions of government) - ossia sulla classificazione delle funzioni di Governo previste dal SEC/95 ed elaborata in sede OCSE - e per il quarto livello sulle Missioni istituzionali, espressive delle realtà funzionali del nostro Paese, il nuovo concetto di missione, introdotto per il Bilancio 2008, si avvicina al primo livello della classificazione COFOG (Divisioni), avente lo scopo di confrontare macroaggregati e consentire una rappresentazione sintetica della spesa pubblica. Di converso, se ne allontana per la maggiore capacità esplicativa, considerato che la classificazione in Missioni in oggetto ha ricondotto a funzioni primarie dello Stato italiano attività che, nella classificazione COFOG, vengono considerate al secondo (Gruppi) o al terzo (Classi) livello; nel contempo, non fa riferimento ad alcune funzioni di primo livello COFOG che hanno scarsa capacità esplicativa ( come ad esempio gli "Affari economici").

 

La nuova struttura prevede inoltre due Missioni trasversali, presenti in tutti i Ministeri: "Fonde da ripartire" e "Servizi istituzionali e generali". La missione "Fondi da ripartire" raccoglie alcuni fondi di riserva e speciali, che non hanno, in sede di predisposizione della legge di Bilancio di previsione, una collocazione specifica, ma la cui attribuzione è demandata ad atti e provvedimenti successivi adottati in corso di gestione. La seconda - "Servizi istituzionali e generali" - raggruppa le spese di funzionamento dell'apparato amministrativo, le quali sono trasversali a più finalità e non attribuibili puntualmente alle singole Missioni. Rientrano, in particolare, in tale categoria le spese per "l'indirizzo politico" e per "gli affari generali".

 

Ogni missione si realizza concretamente attraverso uno o più Programmi[7].

 

I 168 Programmi individuati rappresentano “aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo Ministero, per perseguire obiettivi ben definiti nell’ambito delle finalità istituzionali, riconosciute al Dicastero competente”.

Essi sono prevalentemente di competenza di un unico Ministero, anche se non mancano Programmi condivisi tra più Amministrazioni.

Il Programma trova la sua base normativa nell’art. 2, comma 2, della legge 468/78, come modificato dalla legge n. 94/97, e rappresenta il fulcro della nuova classificazione proposta, in quanto, ad avviso del Governo, costituisce un livello di aggregazione sufficientemente dettagliato da consentire all’organo politico di poter scegliere chiaramente l'impiego delle risorse tra scopi alternativi, ma non così circoscritto da ostacolare il superamento, in prospettiva, dell'attuale rigidità del Bilancio.

 

I nuovi Programmi derivano sostanzialmente dall'aggregazione delle attuali Missioni istituzionali (4° livello funzionale successivo ai tre livelli della classificazione COFOG), in modo da identificare aggregati più ampi e significativi rispetto a quelli esistenti.

 

Per ogni Ministero esistono due Programmi trasversali, dove vengono allocate le “spese indirette”, non attribuibili ex ante ai Programmi, e le spese di "indirizzo politico", collegati entrambi alla corrispondente Missione "Servizi istituzionali e generali", sopra richiamata.

 

Ogni programma si compone a sua volta di "Macroaggregati", che costituiscono le nuove unità fondamentali di voto nell’esame parlamentare del disegno di legge di Bilancio e corrispondono alle voci dell’attuale terzo livello delle unità previsionali di base, previsto dall’articolo 1, comma 4, del decreto legislativo n. 279/1997.

I macroaggregati evidenziano le risorse attribuite e gestite dal Centro di responsabilità; i Centri di responsabilità vengono pertanto collocati al di sotto dei macroaggregati, per consentire l'evidenziazione degli stanziamenti di Missioni, Programmi e unità previsionali di base, assegnati agli stessi Centri di responsabilità, secondo le schema seguente:

 

-       Missioni

-       Programmi

-       Macroaggregati (unità di voto parlamentare)

Per la Spesa corrente

-       Funzionamento

-       Interventi

-       Trattamenti di quiescenza, integrativi e sostitutivi

-       Oneri del debito pubblico

-       Oneri comuni

Per la Spesa in conto capitale

-       Investimenti

-       Altre spese in c/capitale

-       Oneri comuni

Rimborso di prestiti

-       Rimborso del debito pubblico

-       Centro di responsabilità amministrativa

 

Nell'allegato tecnico al Bilancio, il quale è comprensivo anche dei capitoli sottostanti a ciascun Centro di responsabilità amministrativa, la struttura contabile, per ogni stato di previsione, alla luce della nuova classificazione, è quindi la seguente:

 

SPESE

§      Primo livello di aggregazione

-       34 Missioni

§      Secondo livello di aggregazione

-       168 Programmi

Terzo livello di aggregazione

-       9 Macroaggregati (unità previsionale di base – unità di voto parlamentare) per i tre titoli della spesa, di cui n. 5 per la spesa corrente, n. 3 per la spesa in conto capitale, n. 1 per rimborso di prestiti, per ciascun programma.

§      Quarto livello di aggregazione

-       Centri di responsabilità amministrativa

-       Capitoli

 

A seguito della riclassificazione, le unità di voto per il 2008 afferenti la spesa presentano una riduzione rispetto alle unità di voto 2007, passando da 1656 per il 2007, a 690 per il 2008, con una diminuzione del 60 per cento circa.

 

Tale diminuzione è ascrivibile al fatto che le poste 2008 da sottoporre al voto delle Camere sono, come detto, i macroaggregati, ossia le unità previsionali di base al III livello (spese di funzionamento, spese per interventi, spese di investimento, ecc.) mentre, fino alla redazione del Bilancio di previsione 2007, le unità di voto erano rappresentate dalle unità previsionali di base al IV livello, determinate con riferimento ad aree omogenee di attività, anche a carattere strumentale, scaturenti dall'articolazione delle competenze istituzionali di ciascun Ministero[8].

 

I macroaggregati sono a loro volta articolati in centri di responsabilità.

 

L’articolazione del Bilancio per centri di responsabilità è prevista dalla vigente legislazione la quale, all’articolo 2, comma 2, della legge n. 468 del 1978 prevede l’articolazione per “centri di responsabilità amministrativa, cui è affidata la relativa gestione”. Il principio è confermato dall’articolo 1 del D.Lgs. n. 297 del 1997, il quale prevede che le unità previsionali di base costituiscono “l’insieme organico delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità amministrativa”.

 

Nell’ambito della riclassificazione operata il collegamento con il Bilancio gestionale è comunque assicurato mediante la ripartizione dei capitoli per Missioni e Programmi. La legge di Bilancio, definitivamente approvata, sarà infatti accompagnata, conte di consueto, dal cosiddetto "Bilancio per capitoli", pubblicato con apposito Decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze a norma dell'art. 1, comma 2, L. 94/1997.

Il Bilancio gestionale continuerà ad essere strutturato per Centri di responsabilità e, nell’ambito degli stessi, per Missioni, Programmi, macroaggregati e capitoli, a loro volta disaggregati in ulteriori entità contabili, costituite dai piani gestionali.

 

Da ultimo, si ricorda che nel quadro della riclassificazione del Bilancio dello Stato sopra descritta, riferita in particolare al versante della spesa, si é operata anche la revisione dello stato di previsione dell'entrata, al fine di armonizzarlo alla nuova struttura, migliorando nel contempo il livello qualitativo delle informazioni fornite dal documento.

La nuova classificazione dell'entrata è articolata su quattro livelli di aggregazione.

 

Nel primo livello si ha una suddivisione per i quattro titoli:

 

1) entrate tributarie;

2) entrate extra tributarie;

3) entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e dalla riscossione di crediti;

4) entrate derivanti dall'accensione di prestiti.

 

Al secondo livello è stata introdotta la distinzione tra entrate ricorrenti ed entrate non ricorrenti, di particolare rilevanza per la finanza pubblica ai fini della valutazione, per il rispetto del Patto di Stabilità e crescita, dei conti pubblici (in particolare dell’indebitamento strutturale, al netto del ciclo e delle una tantum) da parte dei competenti organismi comunitari.

Nel terzo livello è evidenziata la tipologia dell'entrata: per le tributarie, le voci sono costituite dai tributi più importanti (IRE, IRES, IVA), ovvero raggruppamenti di tributi aventi caratteristiche analoghe (ad esempio, imposte sostitutive, imposte sui generi di monopolio, ecc.); per i restanti titoli, è indicata la tipologia del provento per aggregati più o meno ampi (ad esempio, proventi speciali, redditi da capitale, entrate derivanti da servizi resi dall' amministrazione statale, ecc.).

Per il quarto livello, nelle entrate tributarie si distinguono gli introiti relativi ai singoli tributi in " entrate derivanti dall'attività ordinaria di gestione" ed "entrate derivanti dall'attività di accertamento e controllo", come già previsto nella struttura in essere nel Bilancio di previsione 2007. La suddivisione in parola consente di individuare, tra le entrate relative ad un determinato tributo o aggregato di tributi, la quota che si riferisce ai versamenti effettuati spontaneamente dai contribuenti dalla quota correlata all'attività di accertamento e controllo svolta dagli uffici finanziari, finalizzata alla lotta all'evasione. Nei restanti titoli, al quarto livello, che rappresenta le poste da sottoporre al voto delle Camere, vengono indicate le voci di dettaglio dei proventi che rientrano nelle tipologie di introiti individuate al terzo livello.

 


2.Il disegno di legge recante il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2006 (A.C. 3169)

L’articolo 1 del disegno di legge dispone l’approvazione del Rendiconto generale delle amministrazioni dello Stato e dei rendiconti delle amministrazioni e delle aziende autonome secondo le risultanze indicate negli articoli successivi.

 

Gli articoli da 2 a 5 espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l’esercizio finanziario 2006.

 

In particolare, l’articolo 2 espone i risultati delle entrate:

-          totale degli accertamenti di entrata: 662.170 milioni di euro;

-          totale dei residui attivi alla fine dell’esercizio 2006: 134.449 milioni di euro;

-          totale delle somme versate: 610.416 milioni di euro.

 

L’articolo 3 espone i risultati delle spese:

-          totale degli impegni di spesa: 630.714 milioni di euro:

-          totale dei residui passivi alla fine dell’esercizio 2006: 120.875 milioni di euro;

-          totale dei pagamenti: 617.951 milioni di euro.

 

L’articolo 4 espone il risultato della gestione di competenza, pari a un avanzo di 31.456 milioni di euro, derivante dalla differenza tra il totale di tutte le entrate accertate[9] e il totale di tutte le spese impegnate[10].

 

L’articolo 5 espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro, che evidenzia, al 31 dicembre 2006, un disavanzo di 318.673 milioni di euro, derivante dall’avanzo della gestione di competenza relativo all’esercizio 2006, sommato al disavanzo del conto del Tesoro al 31 dicembre 2005. Quest’ultimo dato viene calcolato in base alla rideterminazione, nel corso della gestione 2006, dei residui attivi e dei residui passivi lasciati dall’esercizio 2005.

 

L’articolo 6 reca l’approvazione dell’allegato previsto dall’articolo 9 della legge n. 468/1978, contenente l’elenco dei decreti del Presidente della Repubblica, adottati su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, con i quali sono stati effettuati, nel corso dell’esercizio 2006, i prelevamenti dal “Fondo di riserva per le spese impreviste”.

L’allegato indica altresì, per ciascun decreto di prelevamento, le spese per le quali sono state utilizzate le somme prelevate, specificando l’amministrazione e l’unità previsionale di base destinataria del prelievo.

Nel complesso il totale dei prelevamenti effettuati dal Fondo risulta pari a 259 milioni di euro in competenza e in cassa.

 

Con l'articolo 7 viene proposta la sanatoria per le eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo, rispettivamente sul conto della competenza, sul conto dei residui e sul conto della cassa. Le eccedenze sono indicate per unità previsionale di base di riferimento e corrispondono a quelle rilevate dalla Corte dei conti nella decisione sul rendiconto generale dello Stato.

Le eccedenze di spesa sono state complessivamente pari a 4.040 milioni di euro in conto competenza, a 85 milioni di euro in conto residui e a 3.447 milioni di euro in conto cassa.

 

Si indicano di seguito le eccedenze di maggiore consistenza in conto competenza, in conto residui e in conto cassa:

-          Ministero dell’economia e delle finanze, UPB 3.1.6.1, “Pensioni privilegiate”, eccedenza pari a 30,2 milioni di euro (competenza e cassa);

-          Ministero dello sviluppo economico, UPB 1.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Gabinetto e uffici di diretta collaborazione del ministro”, eccedenza pari a 2,1 milioni di euro (competenza) e 1,6 milioni di euro (cassa); UPB 2.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento per il mercato”, eccedenza pari a 1,5 milioni di euro (competenza) e 0,344 milioni di euro (cassa);

-          Ministero della giustizia, UPB 4.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”, eccedenza pari a 3,1 milioni di euro (competenza);

-          Ministero degli affari esteri, UPB 5.1.1.1, “Uffici centrali” del centro di responsabilità “Direzione generale del personale”, eccedenza pari a 5,9 milioni di euro (competenza) e 5,9 milioni di euro (cassa);

-          Ministero dell’istruzione, UPB 7.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 437,5 milioni di euro (competenza) e 439,8 milioni di euro (cassa); UPB 8.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 207,9 milioni di euro (competenza) e 207,5 milioni di euro (cassa); UPB 10.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari 234,3 milioni di euro (competenza) e 234,5 milioni di euro (cassa); UPB 15.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 253,4 milioni di euro (competenza) e 255,3 milioni di euro (cassa); UPB 19.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 301,9 milioni di euro (competenza) e 298 milioni di euro (cassa); UPB 20.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 403,9 milioni di euro (competenza) e 404,2 milioni di euro (cassa); UPB 24.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 335,7 milioni di euro (competenza) e 336,2 milioni di euro (cassa);

-          Ministero dell’interno, UPB 3.1.1.1, “Spese generali di funzionamento”, eccedenza di 36,4 milioni di euro (competenza);

-          Ministero delle politiche agricole, UPB 2.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento delle filiere agricole e agroalimentari”, eccedenza pari a 1,2 milioni di euro (competenza);

-          Ministero della salute, UPB 2.1.2.12, “Indennizzi alle vittime di trattamenti da emoderivati”, eccedenza pari a 3,4 milioni di euro (competenza); UPB 4.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento della prevenzione e comunicazione”, eccedenza pari a 2,7 milioni di euro (competenza);

-          Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, UPB 1.1.6.2, “Gestioni previdenziali”, eccedenza pari a 10,1 milioni di euro (competenza); UPB 1.4.2, “Lotterie nazionali”, eccedenza pari a 498,3 milioni di euro (competenza).

 

L’articolo 8 espone la situazione, al 31 dicembre 2006, del patrimonio dello Stato (conto generale del patrimonio), da cui risultano attività per un totale di 566.935 milioni di euro e passività per un totale di 1.985.816 milioni di euro.

 

Gli articoli da 9 a 18 espongono i dati relativi ai conti consuntivi delle aziende e amministrazioni autonome (Istituto agronomico per l’Oltremare, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, Archivi notarili, Fondo edifici di culto), indicando per ciascuna il totale delle entrate e il totale delle spese.

 


3.Il giudizio di parificazione della Corte dei conti sul Rendiconto finanziario per il 2006

Il Rendiconto generale dello Stato, predisposto dal Ministro dell’economia e delle finanze entro il mese di giugno dell'esercizio successivo a quello di riferimento, è trasmesso alla Corte dei conti per il giudizio di parificazione (art. 23 della legge n. 468/1978). Successivamente, il Rendiconto viene presentato al Parlamento attraverso apposito disegno di legge (art. 24), unitamente al giudizio della Corte ed alla relazione da questa predisposta.

Oggetto del giudizio di parificazione da parte della Corte dei conti è la verifica di conformità dei dati sulla gestione finanziaria contenuti nel rendiconto con le scritture contabili in possesso della Corte [11]. La Corte verifica inoltre la conformità dei dati sulle entrate e sulle spese agli stanziamenti contenuti nel bilancio di previsione. Qualora si registrino eccedenze di spesa, la Corte formulerà giudizio di parificazione con riserva di sanatoria delle stesse in sede di legge di approvazione del rendiconto[12].

 

La Corte dei conti, a Sezioni riunite, con decisione del 27 giugno 2007, ha disposto la parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2006.

La Corte ha dichiarato regolare il conto del bilancio e i conti allegati per l’esercizio 2006.

Sono stati peraltro esclusi dal giudizio di regolarità:

I)   per quanto concerne il conto dell’entrata:

a)      le voci di bilancio concernenti i residui attivi relativi ad alcuni capitoli (indicati negli allegati da B1 a B7), per i quali emergono discordanze tra il conto consuntivo e i conti periodici definitivi;

b)      le somme riscosse e versate in conto residui di cui agli allegati G1-G2 e H1-H2, che espongono, rispettivamente, riscossioni e versamenti netti negativi imputabili a residui di segno negativo;

c)      le risultanze relative alle somme rimaste da versare, come esposte all’allegato 23 del conto consuntivo;

d)      la classificazione delle somme residue da riscuotere relative alle entrate extratributarie da parte delle amministrazioni diverse da quella tributaria, riportata all’allegato 24 al conto consuntivo;

 

II)  per quanto concerne il conto della spesa:

a)      le eccedenze di spesa relative alla gestione di competenza, dei residui e di cassa riscontrate con riferimento alle UPB indicate nell’allegato L, in cui si riportano i capitoli che registrano spese effettuate in mancanza di stanziamenti di bilancio. Tali spese si sono verificate nei ministeri dell’economia, dello sviluppo economico, del lavoro, della giustizia,degli affari esteri, dell’istruzione, dell’interno, dell’ambiente, delle infrastrutture, delle comunicazioni,della difesa, delle politiche agricole, dei beni culturali, della salute e del commercio internazionale, nonché dell’amministrazione dei monopoli di Stato;

Per tali eccedenze sussiste l’esigenza di specifica sanatoria legislativa: a ciò provvede l’articolo 7 del disegno di legge di rendiconto.

b)      le UPB che comprendono capitoli (indicati in dettaglio nell’allegato M) per i quali non è stato possibile esprimere il giudizio di parificazione per mancato visto e registrazione dei decreti di accertamento dei residui da parte della Corte, a causa della mancata conclusione del procedimento di controllo ovvero perché i decreti medesimi non sono pervenuti.

 

La Corte dei conti ha dichiarato altresì la regolarità del conto del patrimonio per l’esercizio 2006 e dei conti delle amministrazioni ed aziende autonome ad esso allegati, ad eccezione delle poste e degli allegati riportati nell’allegato P.

 

La Corte rileva, inoltre, la mancata corrispondenza tra alcuni conti consuntivi e gli stati di previsione della spesa approvati con la legge di bilancio 2006[13], per effetto della normativa sul riordino delle competenze delle Amministrazioni centrali dello Stato che, a sua volta, non ha trovato compiuta rispondenza nelle intervenute variazioni di bilancio. Pur non incidendo sulla regolarità del Rendiconto, tali incongruenze attenuano, secondo la Corte, la leggibilità e la chiarezza delle scritture contabili nonché il nesso tra bilancio e organizzazione amministrativa, voluto dalla legge di riforma del 1997[14]. Rileva, inoltre, il disallineamento tra il conto generale del patrimonio e la nuova organizzazione delle amministrazioni centrali dello Stato,[15] sottolineando l’esigenza che siano adottate le misure necessarie, organizzative e contabili, onde prevenire analoghe negative ricadute sul conto del bilancio, nonché sul conto generale del patrimonio per il 2007.

Quanto al conto del bilancio, si sottolinea la necessità che l’allegato recante l’esposizione delle regolazioni contabili e debitorie, che viene presentato alla Corte, sia redatto in modo da consentire un collegamento diretto con i pertinenti capitoli di entrata e di spesa e da evidenziare le cause di formazione delle regolazioni stesse.

Da ultimo, la Corte ha rilevato la non corrispondenza fra l’importo dei residui finali riportati nel Rendiconto ed il corrispondente importo ottenuto sottraendo dai residui iniziali i versamenti in conto residui dell’anno ed aggiungendo i residui di competenza, segnalando l’urgente necessità che si provveda a correggere e, in ogni caso, ad analiticamente e compiutamente spiegare le incongruenze di cui agli allegati D1, D2, E1 ed E2.

 

Da ultimo, si ricorda, in linea generale, che nella relazione al giudizio di parificazione del Rendiconto[16], il relatore Presidente di Sezione ha osservato come la contabilizzazione nel 2006 di poste straordinarie (i rimborsi dell’Iva sulle autovetture aziendali a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea e la cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti della TAV) imponga una lettura attenta dei risultati di finanza pubblica dell’Italia. Al lordo di tali contabilizzazioni, infatti, il disavanzo del 2006 risulterebbe il più elevato dell’area europea (4,4 per cento del Pil), mentre escludendo i due fattori straordinari – come appare più corretto sia per il confronto internazionale sia per l’analisi delle tendenze strutturali – il rapporto indebitamento/Pil discende al 2,4 per cento, quindi molto al di sotto della soglia critica. Al netto delle poste straordinarie relative ai conti dell’Italia anche il disavanzo dell’area dell’euro si riduce all’1,3 per cento del Pil. Anche l’avanzo primario, pressoché azzerato nel 2005, è tornato su valori positivi prossimi a quelli di cinque anni prima, superando il 2 per cento del prodotto. Ad avviso del suddetto relatore, si tratta quindi di un risultato particolarmente significativo nella strategia di riduzione del debito pubblico, impegno prioritario dei prossimi anni ma che ha mostrato segni di cedimento già dal 2004. Il rapporto debito/Pil è, infatti, ancora aumentato dal 106,2 al 106,8 per cento, mantenendosi, peraltro, quasi un punto al disotto della stima del DPEF del luglio 2005. I favorevoli risultati conseguiti sul fronte dei saldi di finanza pubblica non consentono, tuttavia, alla Corte di esprimere un giudizio positivo sulle modalità attraverso le quali gli stessi sono stati conseguiti. La contrazione delle spese in conto capitale, ed in particolare degli investimenti pubblici, ha accentuato il divario negativo dell’Italia in tema di infrastrutture, “con conseguenze non lievi sullo sviluppo economico e sulla competitività del nostro apparato produttivo”. Le indicazioni della Corte riguardano un’attenta riconsiderazione delle cause degli insuccessi in tema di controllo della spesa, un richiamo alla trasparenza e veridicità dei conti pubblici nazionali, le criticità manifestate nelle politiche di gestione del personale pubblico, le difficoltà di contenimento della spesa corrente per la finanza locale, la necessità di stabilizzare la spesa sanitaria, “snodo fondamentale per il governo della finanza decentrata”, la delicata materia della spesa previdenziale e la necessità di procedere ad una revisione periodica dei coefficienti a salvaguardia di un sistema di welfare più adeguato. In materia di entrate, infine, la Corte attende di verificare “il grado di permanenza del maggior gettito derivante dalla lotta all’evasione” e segnala con preoccupazione le resistenze incontrate dai nuovi studi di settore.

Nel proprio intervento il Procuratore generale ha invece segnalato, tra l’altro, il permanere di un alto tasso di illegalità “che si concreta in sperperi, sprechi e illecite appropriazioni ai danni dell’Erario”, sottolineando come allarmi il diffuso stato d’emergenza che percorre settori quali l’ambiente, i rifiuti, le riserve idriche, lo stato del territorio, l’ordine pubblico, l’istruzione, la giustizia e la ricerca scientifica.

 


4.I risultati di finanza pubblica nel 2006

Nel corso del 2006 si è registrata una ripresa dell’economia europea che ha fatto segnare un incremento del PIL più alto (2,7%) rispetto a quello raggiunto l’anno precedente (1,4%), riducendo in tal modo lo scostamento negativo rispetto alla media degli altri paesi industrializzati.

 

Dopo un quinquennio di crescita sostanzialmente piatta (0,7 per cento la media 2001-2005), nel 2006 l’economia italiana ha mostrato una forte ripresa. Infatti, la crescita del PIL è risultata pari all’1,9 per cento[17].

Tale crescita è stata trainata principalmente dalla domanda interna, con un contributo di 0,5 punti percentuali dato dagli investimenti e di 0,9 punti percentuali dai consumi delle famiglie. Inoltre, grazie al forte incremento delle esportazioni in volume, anche la domanda estera netta è tornata a fornire un contributo positivo (0,3 punti percentuali).

 

Per quanto concerne la finanza pubblica, il valore dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato per il 2006 di 64.743 milioni di euro[18], superiore di 6.029 milioni all’indebitamento netto del 2005: in termini di rapporto percentuale al PIL esso si colloca al 4,4 per cento contro il 4,1 per cento del 2005.

 

A questo peggioramento hanno contribuito alcune uscite per oneri straordinari pari a 29.666 milioni. Si tratta, in gran parte, del riflesso sull’indebitamento del 2006 di oneri legati a situazioni determinatesi nel corso dei precedenti esercizi riguardo:

-       i rimborsi di IVA sulle auto aziendali, dovuti dallo Stato in base alla Sentenza della Corte di giustizia europea del 14 settembre 2006;

-       la cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti della società TAV, per il finanziamento dell’Alta Velocità, in conseguenza dell’accollo diretto per 12.950 milioni del debito di Infrastrutture SpA (ISPA) disposto dalla Legge Finanziaria del 2007.

 

Connesso, invece, ad un intervento normativo intervenuto nel 2006, è l’onere, anch’esso di natura una tantum, originato dalla retrocessione alla società di cartolarizzazione dei crediti di contributi sociali dovuti dai lavoratori agricoli, la cui riscossione era stata temporaneamente sospesa per legge.

 

Al netto di tali oneri, l’indebitamento netto sarebbe stato pari al 2,4% del PIL (-35.838 milioni di euro).

 

Nel 2006 si è inoltre registrata una riduzione dell’avanzo primario dello 0,2% del PIL[19] (dai 4,7 miliardi di euro nel 2005 ai 2 miliardi di euro nel 2006).

Anche in tal caso tuttavia l’avanzo primario, al netto dei suddetti oneri straordinari, sarebbe risultato pari al 2,1 % del PIL(31.714 milioni di euro).

 

Per quanto concerne gli interessi passivi, nel 2006 hanno contribuito le minori operazioni di swap, il cui importo è risultato pari a 563 milioni nel 2006, contro un ammontare di 2.387 milioni del 2005. Tali variazioni hanno comportato la riduzione dal 40 al 39,9 dell’incidenza sul Pil delle spese correnti al netto degli interessi e l’aumento dal 4,5 al 4,6 per cento dell’incidenza degli interessi passivi al Pil.

 

Il risparmio delle Amministrazioni pubbliche, dato dal saldo delle partite correnti è tornato, dopo un triennio, ad essere positivo e pari a 19.005 milioni, grazie all’aumento delle imposte correnti, sia dirette (+12,4 per cento) che indirette (+7,8 per cento).

 

Le uscite di parte corrente hanno registrato un tasso di crescita del 3,7 per cento; il loro rapporto sul Pil, stabile rispetto al 2005, è risultato pari al 44,5 per cento. Tale risultato deriva da aumenti del 3,6 per cento delle uscite correnti al netto degli interessi cresciuti del 5,2 per cento dopo un triennio di trend decrescente.

 

Riguardo ai diversi aggregati di spesa corrente si segnala che: i redditi da lavoro dei dipendenti pubblici sono cresciuti del 4,1 per cento riflettendo, tra l’altro, alcuni rinnovi contrattuali e correlata corresponsione di arretrati, tra cui quelli delle regioni e degli enti locali, della sanità, degli enti di ricerca e dell’università; i consumi intermedi hanno registrato una diminuzione dello 0,8 per cento, contro una crescita del 5 per cento dell’anno precedente. Nel complesso, le spese per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate del 3,1 per cento, rispetto alla crescita del 5,2 per centoregistrata nel 2005. Le prestazioni sociali in natura (che includono prevalentementespese per assistenza sanitaria in convenzione) sono cresciute del 3,4 per cento, rispetto ad una crescita del 5,6 per cento dell’anno precedente.

 

Le spese in conto capitale sono aumentate per effetto della registrazione degli oneri straordinari sopra indicati (+54,2 per cento). Al netto di tali oneri la crescita sarebbe stata del 2,3 per cento, contro una crescita del 5,3 per cento dell’anno precedente. La sola spesa per investimenti è aumentata dell’1,7 per cento, contro lo 0,4 per cento registrato nel 2005. Sul tasso di crescita degli investimenti diretti incide peraltro la riduzione dell’11 per cento per quelli realizzati dallo Stato.

 

Per quanto concerne le entrate, su un valore complessivo di accertamenti di entrata pari a 662.170 milioni di euro, gli accertamenti relativi a entrate tributarie sono risultati pari a 429.363 milioni di euro, evidenziando un aumento di 51.509 milioni di euro rispetto al 2005.

In rapporto al Pil l’incidenza è risultata pari al 42,7 per cento.

 

Per quanto concerne i saldi relativi ai conti di cassa, il fabbisogno del settore statale, al lordo delle regolazioni debitorie, al termine dell’esercizio 2006 è risultato pari a 34.608 milioni di euro (2,3% del PIL). Il dato risulta inferiore di circa 25.400 milioni di euro rispetto a quello dell’esercizio precedente (60.036 milioni).

Il fabbisogno del settore pubblico, al lordo delle regolazioni debitorie, nel 2006 si è attestato intorno ai 54.908 milioni di euro, con una diminuzione di 19.690 milioni di euro rispetto al 2005 (74.598 milioni).

 

Il valore del rapporto debito/PIL a fine 2006 si è attestato al 106,8 per cento, con un aumento di circa 0,6 punti percentuali rispetto al 2005, quando tale rapporto raggiunse il 106,2% del PIL.

In valori assoluti il debito pubblico è aumentato da 1.511.210 a 1.575.447 milioni di euro.


5.I saldi del conto del bilancio

Nelle tavole seguenti sono esposti i saldi del bilancio dello Stato registrati a consuntivo nel 2006, sia in termini di competenza che di cassa, posti a confronto con le previsioni iniziali di bilancio e con quelle definitive, nonché con i saldi relativi all’esercizio precedente.

5.1    I saldi di competenza

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006

Differenza 2006/2005

 

Consuntivo

Previsioni iniziali

Previsioni definitive

Consuntivo

Saldo netto da finanziare

-35.209

-43.741

-45.004

12.949

+48.158

Risparmio pubblico (saldo corrente)

1.509

-11.353

-8.512

49.983

+48.474

Saldo primario

35.461

27.659

30.689

83.750

+48.289

Ricorso al mercato

-203.523

-232.666

-234.129

-150.671

+52.852

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

Il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2006, per quanto riguarda la gestione di competenza, risulta pari (al lordo delle regolazioni debitorie e contabili) a 12.949 milioni di euro, con un miglioramento di 48.158 milioni di euro rispetto al saldo registratosi nel 2005. Il risultato mostra, altresì, un miglioramento rispetto alle previsioni iniziali (-43.741 milioni) e rispetto a quelle definitive (-45.004 milioni).

 

Al netto delle regolazioni contabili e debitorie, pari a 7.843 milioni di euro, il saldo netto da finanziare nel 2006 assume un valore pari a 20.792 milioni di euro, migliore di 51.010 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2005 (pari a -30.218 milioni di euro).

Il valore del saldo netto da finanziare, come determinato dai risultati di gestione, rientra pertanto nel limite massimo di 41.000 milioni di euro, fissato, al netto delle regolazioni debitorie (pari a 7.077 milioni di euro), dalla legge finanziaria per il 2005 (legge n. 366/2005).

 

Il saldo corrente (risparmio pubblico) nel 2006 si è mantenuto positivo, risultando pari a 49.983 milioni di euro, superiore rispetto all’anno passato, in cui il saldo era risultato pari a 1.509 milioni di euro.

Il risparmio pubblico registra un miglioramento rispetto sia alle previsioni iniziali che a quelle definitive (-8.512 milioni di euro) che ne indicavano un valore negativo.

L’avanzo primario di bilancio, pari a 83.750 milioni di euro, è aumentato di 48.289 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2005 (35.461 milioni di euro).

Il ricorso al mercato si è attestato a 150.671 milioni di euro, evidenziando un miglioramento di 52.852 milioni di euro rispetto al 2005. Il risultato è migliore anche rispetto alle previsioni iniziali e definitive (-234.129 milioni di euro).

Anche il valore del ricorso al mercato nei risultati di gestione risulta pertanto inferiore al limite massimo, pari a 244.000 milioni di euro, fissato dalla legge finanziaria per il 2006 (legge n. 366/2005).

5.2    I saldi di cassa

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006

Differenza 2006/2005

 

Consuntivo

Previsioni iniziali

Previsioni definitive

Consuntivo

Saldo netto da finanziare

-48.836

-72.614

-76.074

-31.513

17.323

Risparmio pubblico (saldo corrente)

-16.414

-36.592

-37.647

4.552

20.966

Saldo primario

21.416

-1.274

-327

38.838

17.422

Ricorso al mercato

-222.853

-261.539

-266.645

-189.662

33.191

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

Come già osservato con riferimento alla gestione di competenza,anche in termini di cassa, i saldi nel 2006 risultano migliori rispetto ai risultati dell’esercizio 2005.

In termini di cassa, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 31.513 milioni di euro, con un miglioramento di 17.323 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto l’anno precedente (48.836 milioni di euro).

Al netto delle regolazioni debitorie e contabili, pari a 6.029 milioni di euro, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 25.484 milioni. Rispetto all’anno precedente, in cui si evidenziava un saldo netto da finanziare in termini di cassa pari a 47.259 milioni di euro, si registra pertanto un miglioramento di 21.775 milioni di euro.

Il risparmio pubblico evidenzia un valore positivo di 4.552 milioni di euro, segnando un miglioramento pari a 20.966 milioni di euro rispetto al corrispondente valore del 2005.

Anche l’avanzo primario, che si attesta, al lordo delle regolazioni debitorie, a 38.838 milioni di euro, risulta maggiore di 17.422 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto nell’esercizio finanziario precedente.

Il ricorso al mercato ammonta a 189.662 miliardi di euro, evidenziando un miglioramento di oltre 33.191 milioni di euro rispetto al dato del 2005.

Anche i saldi di cassa a consuntivo risultano migliori delle previsioni, sia iniziali che definitive. In particolare, rispetto alle previsioni definitive di cassa, il saldo netto da finanziare risultante a consuntivo evidenzia un miglioramento di 44.561 milioni di euro. Analogamente, il risparmio pubblico mostra un miglioramento di 42.199 milioni e il ricorso al mercato un miglioramento di 76.983 milioni di euro.

5.3    I risultati di competenza a raffronto con il livello dei saldi fissato nella legge finanziaria: serie storica

Ai sensi dell’art. 11, comma 3, lettera a), della legge 468/1978, e successive modificazioni, nella legge finanziaria viene stabilito il livello massimo, in termini di competenza, del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario.

Nella tabella seguente sono riportati, in termini di competenza, i dati a raffronto tra i valori del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario fissati dalla legge finanziaria ed i risultati di consuntivo registrati in ciascuno degli anni del periodo 1994-2006 (dati in milioni di euro, competenza).

 


 

Saldo netto da finanziare

Ricorso al mercato finanziario

 

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

1994

79.196

71.059

-8.137

152.200

133.391

-18.809

1995

86.803

73.273

-13.530

192.406

170.424

-21.982

1996

82.788

64.770

-18.018

190.159

162.656

-27.504

1997

55.909

21.725

-34.183

190.418

134.258

-56.160

1998

60.222

43.547

-16.675

221.973

214.184

-7.789

1999

63.618

29.814

-33.805

199.869

206.604

+6.735

2000

58.336

16.312

-42.024

181.173

181.735

+558

2001

55.958

32.775

-23.183

235.091

219.059

-16.032

2002

47.806

43.941

-3.865

224.636

234.733

+10.097

2003

53.960

32.122

-21.838

283.000

262.916

-20.084

2004

61.996

21.156

-40.840

267.000

214.084

-52.916

2005

57.494

35.209

-22.285

245.000

203.523

-41.447

2006

48.077

12.949

-35.128

246.000

150.671

-95.329

N.B.:     I dati sono al lordo delle regolazioni debitorie; a tal fine, relativamente alle disposizioni della legge finanziaria, si considera la somma del livello massimo del saldo netto da finanziare, indicato al netto delle regolazioni debitorie, e dell’importo delle regolazioni medesime. Per quanto riguarda il ricorso al mercato, i dati sono al lordo dell'indebitamento all'estero. I dati di consuntivo sono riferiti alla gestione (differenza tra accertamenti di entrata e impegni di spesa).

 

Il raffronto fra il valore del livello massimo del saldo netto da finanziare contenuto nella legge finanziaria ed il valore corrispondente risultante dal consuntivo, evidenzia come, a partire dal 1994, i valori di consuntivo si siano costantemente mantenuti inferiori ai “tetti” stabiliti con la legge finanziaria.

 

Il ricorso al mercato, a consuntivo, è risultato inferiore al valore stabilito dalla legge finanziaria negli anni 1994-1998; una eccedenza del risultato di consuntivo rispetto al limite posto nella legge finanziaria si è invece registrata nel biennio 1999-2000. Per quanto riguarda gli ultimi quattro anni, fatta eccezione per il 2002 in cui si evidenzia un’eccedenza pari a 10.097 milioni di euro, il ricorso al mercato tende di nuovo a registrare un valore inferiore al tetto stabilito dalle leggi finanziarie.

 

Al netto delle regolazioni debitorie, il raffronto tra il valore del livello massimo del saldo netto da finanziare contenuto nella legge finanziaria ed il valore di saldo risultante dal consuntivo è riportato nella tabella seguente, con riferimento agli ultimi cinque anni (dati in milioni di euro):

 

 

Saldo netto da finanziare

 

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

2001

38.218

16.685

-21.533

2002

33.157

35.356

+2.199

2003

48.200

30.971

-17.229

2004

54.600

15.680

-38.920

2005

50.000

30.218

-19.428

2006

41.000

20.792

-20.208

5.4    Le regolazioni contabili e debitorie

L’importo delle regolazioni contabili e debitorie nel 2006, in conto competenza, registra un aumento rispetto all’anno precedente. Nel 2005, infatti, le regolazioni debitorie in competenza risultavano, a consuntivo, pari a 4.991 milioni di euro, mentre nel 2006 sono state pari a 7.881 milioni di euro.

 

Dall’apposita tavola contenuta nella relazione illustrativa al disegno di legge di approvazione del Rendiconto, emerge che il consuntivo relativo all’esercizio 2006 espone regolazioni di bilancio in competenza, iscritte per pari importo sia in entrata che in spesa, concernenti i rimborsi IVA per l’esercizio 2006 e l’anticipo ai concessionari, per complessivi 20.286 milioni di euro.

Ulteriori regolazioni di entrata hanno interessato il Fondo di ammortamento dei titoli di Stato per 38 milioni di euro.

Sul versante della spesa, si sono registrate regolazioni contabili relative a aggi e provvigioni (SIAE, ACI, ecc.) per 100 milioni di euro e regolazioni debitorie per rimborsi relativi a periodi d’imposta precedenti per l’importo complessivo di 2.726 milioni di euro.

Sempre dal lato della spesa, sono state, altresì, registrate in bilancio regolazioni contabili di tesoreria per complessivi 1.330 milioni di euro, di cui 228 milioni per regolazioni debitorie relative a entrate erariali di Sicilia e Sardegna e 1.102 milioni quale saldo IRAP relativo al Fondo sanitario nazionale.

 

Le regolazioni debitorie propriamente dette, relative alle spese correnti, ammontano a 1.662 milioni di euro, di cui 150 milioni per il Fondo debiti pregressi dell’ex Ministero delle finanze, 936 milioni per versamento di oneri sociali pregressi, 403 milioni per spese di giustizia, 171 milioni per fitto locali della Polizia di Stato e 2 milioni quale rimborso dello Stato in titoli ai concessionari della riscossione.

Le regolazioni debitorie relative alle spese in conto capitale, risultano complessivamente pari, in termini di competenza, a 2.101 milioni di euro, di cui 2.000 milioni di euro relativi ai disavanzi delle aziende sanitarie locali, 26 milioni per i profughi istriani e dalmati e 75 milioni per i disavanzi pregressi delle università.


6.La gestione di competenza

L’analisi della gestione di competenza relativa all’esercizio finanziario 2006 fa riferimento, per la parte “Entrate”, agli accertamenti, e, per la parte “Spese”, agli impegni.

I dati sono posti a raffronto, nella tavola che segue, con le previsioni iniziali (A), come risultanti dal bilancio di previsione per il 2006, e con le previsioni definitive (B), nonché con i risultati relativi all’esercizio finanziario precedente.

 

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006

Differenza
2006/2005

Variazioni %
2006/2005

 

Consuntivo

Previsioni iniziali
(A)

Previsioni definitive
(B)

Consuntivo

(C)

Differenza
(*)
(C-B)

Entrate tributarie

377.854

388.072

402.348

429.363

27.015

51.509

13,6

Entrate extratributarie

44.105

28.730

28.698

48.759

20.061

4.654

10,6

Totale entrate correnti

421.959

416.801

431.045

478.122

47.077

56.163

13,3

Alienaz., ammort., riscoss.

10.075

1.874

3.332

1.921

-1.411

-8.154

-80,9

Entrate finali

432.034

418.675

434.377

480.043

45.666

48.009

11,1

Accensione prestiti

195.379

232.666

235.595

182.127

-53.468

-13.252

-6,8

Entrate complessive

627.413

651.341

669.972

662.170

-7.802

34.757

5,5

Spese correnti

420.449

428.154

439.558

428.139

-11.419

7.690

1,8

Spese conto capitale

46.794

34.262

39.824

38.954

-870

-7.840

-16,8

Spese finali

467.243

462.416

479.382

467.094

-12.288

-149

0,0

Rimborso prestiti

168.313

188.925

189.124

163.620

-25.504

-4.693

-2,8

Spese complessive

635.556

651.341

668.506

630.714

-37.792

-4.842

-0,8

Risparmio pubblico (Saldo corrente)

1.509

-11.353

-8.512

49.983

58.495

48.474

-

Saldo netto da finanziare

-35.209

-43.741

-45.004

12.949

57.953

48.158

-

Saldo primario

35.461

27.659

30.689

83.750

53.061

48.289

-

Ricorso al mercato

-203.523

-232.666

-234.129

-150.671

83.458

52.852

-

(*)     Maggiori o minori entrate - economie o maggiori spese.

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

L’entità complessiva degli accertamenti di entrata (comprensivi delle entrate per accensione di prestiti) è risultata, nel 2006, pari a 662.170 milioni di euro, con una evoluzione positiva rispetto al 2005 (+34.757 milioni di euro).

 

L’incidenza del totale delle entrate rispetto al PIL è pari al 42,7 per cento.

Gli impegni di spesa assunti nel 2006 ammontano complessivamente (incluse le spese per rimborso prestiti) a 630.714 milioni di euro e rappresentano il 42,9% del PIL. Rispetto ai risultati dello scorso anno, la gestione presenta un complessivo decremento degli impegni di spesa di -4.842 milioni.

 

Il saldo netto da finanziare, pari a 12.949 milioni di euro, corrisponde alla differenza tra un ammontare complessivo degli accertamenti di entrata finali di 480.043 milioni di euro e un ammontare complessivo degli impegni di spesa finali di 467.094 milioni di euro.

 

Rispetto al consuntivo 2005, si evidenzia un incremento dell’entità complessiva degli accertamenti relativi alle entrate finali di complessivi 48.009 milioni di euro, riconducibile per la maggior parte all’aumento degli accertamentirelativi alle entrate tributarie (+51.509 milioni di euro).

 

Gli impegni per spese finali assunti complessivamente nel 2006 evidenziano, rispetto all’anno precedente, una leggera diminuzione di 149 milioni di euro, dovuto essenzialmente alla diminuzione degli impegni relativi a spese di partecapitale di oltre 7.800 milioni di euro, che ha compensato pressoché interamente l’aumento degli impegni di spesa di parte corrente.

 

Gli accertamenti per entrate finali rilevati nel consuntivo 2006 risultano superiori in misura considerevole sia alle previsioni iniziali che a quelle definitive, mentre il dato di consuntivo degli impegni relativi alle spese finali si dimostra inferiore alle previsioni definitive.

 

In particolare, per quanto concerne le entrate finali, i risultati evidenziano un incremento rispetto alle previsioni definitive pari a 45.666 milioni di euro.

Dal lato delle spese finali, il consuntivo 2006 ha fatto registrare una diminuzione pari a 12.288 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive.

 

I complessivi accertamenti di entrata (662.170 milioni) e i complessivi impegni di spesa (630.714 milioni) manifestano entrambi una riduzione rispetto alle previsioni definitive (-7.802 milioni di euro per quanto concerne le entrate complessive e -37.792 milioni per quanto riguarda le spese complessive).

6.1    Entrate finali

Come già accennato, le entrate finali (tutte le entrate del bilancio dello Stato, tranne quelle derivanti dall’accensione di prestiti) hanno registrato, rispetto al 2005, un incremento di 48.009 milioni di euro.

 

Più in particolare, su un valore complessivo di accertamenti di entrata pari a 662.170 milioni di euro, gli accertamenti relativi a entrate tributarie sono risultati pari a 429.363 milioni di euro, evidenziando un aumentodi 51.509 milioni di euro rispetto al 2005.

Anche dal confronto tra i risultati e le previsioni si rileva che le entrate tributarie accertate sono risultate maggiori di 27.015 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali e di 41.291 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive, evidenziando pertanto un buon andamento delle entrate.

 

Anche per quanto riguarda gli accertamenti relativi alle entrate extratributarie, si è registratounvalore superiore rispetto all’esercizio finanziario 2005. In particolare, le entrate extratributarie accertate sono stati pari a 48.759 milioni di euro, con un incremento, rispetto all’esercizio 2005,di 4.654 milioni di euro, pari al 10,6%. Le entrate extratributarie registrano una evoluzione positiva sia rispetto alle previsioni iniziali (+20.029 milioni di euro), sia rispetto alle previsioni definitive, (+20.061 milioni).

 

Gli accertamenti per entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti,pari a 1.921 milioni di euro sono invece risultati in diminuzione rispetto al 2005, di 8.154 milioni di euro (-80,9%).

 

Nell’ambito delle entrate tributarie, la variazione degli accertamenti rispetto al 2005 ha interessato, in particolare, le imposte sul patrimonio e sul reddito, che hanno evidenziato, rispetto al 2005, un aumentodi 32.793 milioni di euro,raggiungendo accertamenti pari a 222.658 milioni di euro (+14.010 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive).

Anche gli accertamenti concernenti la categoria del lotto, lotterie e altre attività di gioco hanno evidenziato un leggero aumento rispetto al 2005, di 588 milioni di euro (+5,9%), attestandosi a 10.781 milioni di euro, inferiori di 136 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive.

Le tasse e imposte sugli affari, invece, hanno fatto registrare accertamenti pari a 156.305 milioni di euro (+17.187 milioni rispetto al 2005) (cfr. la Tavola I riportate in Appendice).

 

Relativamente all’andamento delle singole imposte, nell’esercizio finanziario 2006 risultano aumentati sia gli accertamenti relativi all’IRE (ex IRPEF), da 139.283 milioni a 155.344 milioni di euro (+16.061 milioni di euro), sia quelli relativi all’IRES (ex IRPEG),aumentati da 36.305 milioni a 43.556 milioni di euro (+7.251 milioni di euro).

Anche gli accertamenti relativi all’IVA risultano incrementati di 14.587 milioni di euro rispetto al 2005, risultando pari a 129.512 milioni di euro, a fronte di 114.925 milioni di euro di accertamenti relativi all’esercizio 2005 (cfr. la Tavola II riportate in Appendice).

 

Per le entrate extratributarie si segnalano, soprattutto, sia l’aumento dei recuperi, rimborsi e contributi (+3.057 milioni di euro), che hanno fatto registrare nel 2006 accertamenti pari a 26.032 milioni di euro, sia la riduzione di 1.612 milioni che riguarda la voce degli interessi su anticipazioni e crediti che passano da 9.524 milioni nel 2005 a 7.912 milioni.

6.2    Spese finali

La gestione 2006 ha dato luogo ad impegni di spesa relativi ad operazioni finali (tutte le spese del bilancio dello Stato tranne quelle relative al rimborso di prestiti giunti in scadenza nell’esercizio di riferimento) per 467.094 milioni di euro, con un andamento in lieve diminuzione (-149 milioni di euro rispetto al 2005.

Rispetto alle previsioni definitive, gli impegni finali denotano invece una diminuzione di 12.288 milioni di euro.

 

Gli impegni relativi ad operazioni finali sono riconducibili per 428.139 milioni di euro a spese correnti, che risultano incrementate rispetto al 2005 di 7.690 milioni di euro(+1,8%), e per 38.954 milioni a spese in conto capitale (che presentano, invece, rispetto al 2005 una riduzione di 7.840 milionidi euro, (-16,8%).

 

Tra le spese correnti hanno evidenziato aumenti, rispetto all’esercizio 2005, sia i trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, che si sono attestati a 182.512 milioni di euro (+7.227 milioni rispetto al 2005), sia le spese per redditi da lavoro dipendente (+6.470 milioni di euro, per un totale di 88.213 milioni).

Un incremento rispetto al 2005 hanno anche registrato le spese per interessi passivi (+130 milioni di euro), risultate pari, nel 2006, a 70.801 milioni di euro.

 

Hanno, invece, evidenziato una diminuzione rispetto all’esercizio precedente le spese per consumi intermedi, passate da 12.782 milioni nel 2005 a 12.163 milioni nel 2006, con una riduzione di 619 milioni (inferiori anche alle previsioni definitive di 430 milioni di euro).

 

Relativamente alle spese in conto capitale, che registrano una contrazione di 7.840 milioni di euro rispetto al 2005, diminuiscono sia gli investimenti fissi lordi, pari a 4.138 milioni (-2.032 milioni rispetto al 2005), sia i contributi agli investimenti alle amministrazioni pubbliche che si attestano a 14.769 milioni di euro, con una riduzione rispetto al 2005 di 1.999 milioni di euro.

Aumentano invece i contributi agli investimenti ad imprese, che registrano un valore di 10.107 milioni nel 2006, con un aumento di 1.874 milioni di euro rispetto al 2005 (8.233 milioni).

Gli impegni di spesa per gli altri trasferimenti in conto capitale presentano una diminuzione da 8.730 milioni nel 2005 a 8.626 milioni di euro.

6.3    Spese per rimborso prestiti ed entrate da accensione di prestiti

Per quanto concerne la spesa per rimborso prestiti, i relativi impegni, pari a 163.620 milioni di euro, hanno registrato una diminuzione rispetto al dato del 2005 di 4.693 milioni di euro (il rimborso prestiti nel 2005 era stato pari a 168.313 milioni di euro).

Gli accertamenti di entrata derivanti da accensioni di prestiti sono stati pari a182.127 milioni di euro, con una diminuzione di 13.252 milioni di euro rispetto all’esercizio 2005, nel quale tali accertamenti erano stati pari a 195.379 milioni di euro.


7.La gestione dei residui

7.1    Disciplina dei residui

Nel corso dell’esercizio, alla gestione di competenza si affianca la gestione dei residui.

Si definiscono residui attivi le entrate accertate, ma rimaste da versare e da riscuotere; residui passivi le spese impegnate, ma rimaste da pagare.

 

Per gli stanziamenti relativi a spese in conto capitale, in generale, è autorizzata la conservazione in bilancio anche se, entro la fine dell’esercizio finanziario, non sono stati impegnati (residui di stanziamento o residui impropri).

 

Tra i residui occorre altresì distinguere quelli provenienti dagli esercizi precedenti e quelli formatisi nel corso dell’esercizio considerato (residui di nuova formazione).

 

In base alla normativa vigente, i residui relativi alle spese correnti sono mantenuti in bilancio per i due esercizi successivi a quello nel quale le somme corrispondenti sono state inizialmente stanziate (art. 36, comma 1, R.D. n. 2440/1923).

 

Tra i residui di parte corrente hanno un regime particolare quelli concernenti spese per lavori, forniture e servizi, che possono essere mantenuti in bilancio per tre esercizi.

 

I residui relativi alle spese in conto capitale sono invece mantenuti in bilancio per sette esercizi successivi a quello in cui è stato iscritto il corrispondente stanziamento (art. 36, comma 3, R.D. n. 2440/1923).

 

Al riguardo si segnala che il disegno di legge finanziaria per il 2008 (AS. 1817), all’articolo 89, commi 1-4, reca una nuova disciplina dei residui passivi, disponendo la riduzione da sette a tre anni del termine di perenzione dei residui delle spese in conto capitale e prevedendo nel contempo un programma di ricognizione, da effettuarsi con cadenza triennale dal 2008, dei medesimi residui propri, ai fini della individuazione di quelli da eliminare non ricorrendo i presupposti per il loro mantenimento in bilancio.

 

Per quanto concerne invece la conservazione in bilancio dei residui di stanziamento, l’art. 1, comma 6, del D.L. n. 194/2002[20], che ha modificato l’articolo 36, comma 2, del R.D. n. 2440/1923, limita ad un solo anno, dopo l’esercizio di iscrizione in bilancio, il periodo di conservazione, quali residui di stanziamento, delle disponibilità di conto capitale non impegnate alla chiusura dell’esercizio. Per gli stanziamenti iscritti in bilancio in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell'ultimo quadrimestre dell'esercizio finanziario, il periodo di conservazione è protratto di un ulteriore anno.

 

Disposizioni volte a ridurre l’entità dei residui passivi sono state introdotte con la legge n. 449/1997 (art. 54, comma 16); in particolare, si è stabilito che determinate tipologie di spesa del bilancio dello Stato[21]siano imputate alla competenza dell'esercizio in cui sono disposti i pagamenti effettivi, cessando pertanto di costituire residui. Contestualmente, riguardo alle spese pluriennali, si è disposto che le annualità non utilizzate dei limiti di impegno o dei contributi pluriennali siano cancellate dal conto residui e riportate in conto competenza alla fine del periodo di ammortamento, sempre che l’impegno formale avvenga entro l’esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione in bilancio. Limitatamente agli esercizi finanziari 2002 e 2003, è previsto che l'impegno formale possa essere assunto entro il secondo esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione in bilancio. Nell’ambito della riforma del bilancio (art. 3, comma 1, della L. 94/1997 e art. 2, comma 1, del D.Lgs. 279/1997) è stata inoltre introdotta una procedura più rigorosa per la determinazione dei residui di stanziamento. In attuazione di queste disposizioni, la procedura di conservazione in bilancio dei residui di stanziamento è stata definita dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 gennaio 1998.

La direttiva ha posto a carico delle singole amministrazioni l’onere di dimostrare le esigenze che motivano la conservazione in bilancio dei residui di stanziamento e delle somme relative a spese correnti non impegnate alla fine dell’esercizio.

La stessa direttiva ha previsto che il Ministro dell’economia e delle finanze sottoponga annualmente al Consiglio dei Ministri un prospetto contenente lo schema di conservazione dei residui; tale schema, complessivamente, dovrà realizzare l’obiettivo di mantenere i residui entro la percentuale fissata dal Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, calcolata sulle somme astrattamente conservabili per l’intero bilancio dello Stato[22].Per quanto concerne il mantenimento in bilancio dei residui di stanziamento per l’anno 2003, non è stato emanato l’apposito D.P.C.M. con la percentuale massima di conservazione in bilancio dei residui medesimi, ma è intervenuto l’articolo 1, comma 7, del D.L. n. 168/2004 (“Interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica”), convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2004, n. 191, che ha disposto la riduzione del 50% dei residui di stanziamento relativi a spese in conto capitale accertati alla data del 31 dicembre 2003[23].

Sostanzialmente, con la disposizione di legge richiamata è stata effettuata un’operazione di riduzione dei residui di stanziamento analoga a quella che negli anni precedenti è stata realizzata in via amministrativa, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

7.2    Entità complessiva dei residui al termine dell’esercizio 2006

Al 31 dicembre 2006, il conto dei residui presenta residui attivi per un valore complessivo di 134.449 milioni di euro (di cui 69.956 attribuibili a residui pregressi e64.493 a residui di nuova formazione)e residui passivi, al lordo dei residui relativi al rimborso di prestiti, per 120.875 milioni di euro (di cui 67.582 attribuibili a residui pregressi e 53.293 a residui di nuova formazione), con una eccedenza attiva di 13.574 milioni di euro.

 

(valori in milioni di euro)

 

2005

2006

Provenienti da esercizi precedenti

Di nuova formazione

Totale

Provenienti da esercizi precedenti

Di nuova formazione

Totale

Residui attivi

108.662

42.585

151.248

69.956

64.493

134.449

Residui passivi

65.879

53.259

119.138

67.582

53.293

120.875

 

Dal confronto tra lo stato dei residui al termine dell’esercizio 2006 e quello al termine dell’esercizio precedente, si rileva che:

-          i residui attivi sono diminuiti di 16.799 milioni di euro (da 151.248 milioni di euro a 134.449 milioni); in termini percentuali la riduzione è pari all’11,1%;

-          i residui passivi sono aumentati di 1.737 milioni di euro (da 119.138 a 120.875 milioni); in termini percentuali tale incremento è di circa l’1,5%.

 

L’effetto netto di riduzione dei residui attivi è dato da una diminuzione imputabile ai residui provenienti da esercizi precedenti, che diminuiscono, rispetto al 2005, di 38.706 milioni di euro (-35,6%), e dall’aumento dei residui di nuova formazione, che risultano aumentati di 21.908 milioni di euro (51,4%).

 

Circa i residui passivi va sottolineato che la loro variazione rispetto all’anno precedente ha riguardato prevalentemente i residui pregressi, che passano da 65.879 milioni di euro nel 2005 a 67.582 milioni di euro nel 2006 (+2,6%). Il processo di smaltimento dei residui pregressi, pertanto, può essere considerato in linea con quello registrato l’anno precedente. I residui di nuova formazione sono rimasti pressoché invariati (+0,1%).

In base a quanto indicato nella relazione illustrativa del disegno di legge di rendiconto, sull’aumento complessivo dei residui passivi incidono varie cause di natura legislativa e amministrativo-contabile, alcune delle quali relative al perfezionamento in legge delle varie iniziative di spesa.

 

Per quanto concerne i residui passivi, la tabella seguente mette a raffronto l’andamento dei residui di parte corrente, di conto capitale e relativi a rimborso prestiti registrati alla conclusione degli esercizi 2005 e 2006, indicando distintamente i residui provenienti dagli esercizi precedenti ed i residui di nuova formazione.

(valori in milioni di euro)

 

Residui passivi 2005

Residui passivi 2006

Pregressi

Nuova formazione

TOTALE

Pregressi

Nuova formazione

TOTALE

Spese correnti

12.471

29.578

42.049

12.375

27.410

39.785

Spese c/capitale

53.343

20.412

73.755

53.295

18.989

72.284

Spese finali

65.814

49.990

115.804

65.670

46.399

112.069

Rimborso prestiti

65

3.269

3.334

1.912

6.893

8.805

Spese complessive

65.879

53.259

119.138

67.582

53.293

120.875

 

 

I residui passivi relativi a spese finali, vale a dire al netto dei residui relativi al rimborso di prestiti, ammontano a 112.069 milioni di euro (di cui 65.670 attribuibili a residui pregressi e 46.399 a residui di nuova formazione).

Alla fine dell’esercizio 2005, i residui passivi per spese finali ammontavano a 115.804 milioni di euro.

Pertanto, nell’esercizio 2006 si è registrato una diminuzione dell’entità complessiva dei residui passivi per spese finali di 3.735 milioni di euro (-3,2%).

 

Con specifico riferimento ai residui relativi a spese finali, quelli relativi a spese correnti risultano, alla fine del 2005, pari a 39.785 milioni di euro e quelli relativi a spese in conto capitale risultano pari a 72.284 milioni di euro.

Rispetto alla fine dell’esercizio 2005, i residui passivi sono diminuiti con riferimento sia alle spese correnti di 2.264 milioni di euro (-5,4%), sia alle spese in conto capitale di 1.471 milioni (-1,2%).

 

Dall’analisi della formazione nel tempo dei residui passivi, risulta che i residui passivi per spese finali provenienti dagli esercizi 2006 e precedenti ammontano a 65.670 milioni di euro, mentre i residui passivi per spese finali di nuova formazione, vale a dire determinati dalla gestione di competenza dell’esercizio 2006, risultano pari a 46.399 milioni di euro.

La riduzione dell’entità dei residui passivi per spese finali al termine dell’esercizio 2006, rispetto all’esercizio 2005, è pertanto riconducibile ad una riduzione sia dei residui di nuova formazione (pari a 144 milioni), sia dei residui provenienti da esercizi precedenti (pari a 3.591 milioni).

 

Per ciò che attiene invece ai residui passivi relativi a rimborso prestiti, si rileva un aumento rispetto all’esercizio 2005 (da 3.334 milioni di euro a 8.805 milioni di euro).

 

Nella tavola seguente l’evoluzione dei residui passivi è analizzata con riferimento alla distinzione tra residui propri e residui di stanziamento.

(valori in milioni di euro)

 

Residui passivi 2005

Residui passivi 2006

Residui propri

Residui distanziamento

TOTALE

Residui propri

Residui distanziamento

TOTALE

Spese correnti

35.717

6.332

42.049

36.969

2.817

39.785

Spese c/capitale

65.576

8.179

73.755

64.192

8.092

72.284

Spese finali

101.293

14.511

115.804

101.161

10.908

112.069

Rimborso prestiti

1.485

1.849

3.334

2.333

6.472

8.805

Spese complessive

102.778

16.360

119.138

103.495

17.380

120.875

 

Tra i residui passivi (considerati al netto dei residui per rimborso prestiti), i residui propri (vale a dire i residui corrispondenti a somme impegnate ma non pagate alla fine dell’esercizio 2006) risultano, alla fine dell’esercizio 2006, pari a 101.161 milioni di euro, di cui 36.969 milioni di euro per spese correnti e 64.192 milioni per spese in conto capitale.

 

I residui di stanziamento ammontano a 10.908 milioni di euro, di cui 2.817 per spese correnti e 8.092 milioni per spese di conto capitale.

 

Alla fine dell’esercizio 2005 i residui propri ammontavano complessivamente a 101.293 milioni di euro e i residui di stanziamento a 14.511 milioni di euro.

Alla fine dell’esercizio 2006 si è, pertanto, registrata, rispetto all’esercizio precedente, un riduzione sia dei residui propri (132 milioni), sia dei residui di stanziamento (3.603 milioni di euro).

 

Nelle tavole seguenti viene riportata la serie storica della consistenza dei residui attivi e passivi negli ultimi 10 anni, distinti per titoli della entrata e della spesa (relativamente ai residui passivi sono riportate tra parentesi le percentuali sugli impegni dell'esercizio).

Residui attivi nel periodo1995-2006

(consistenza - valori in milioni di euro)

 

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Entrate tributarie

77.334

80.635

91.191

64.362

74.374

68.324

77.961

64.229

79.343

72.831

Entrate extratribut.

10.664

13.552

16.768

48.395

52.208

49.065

60.556

52.594

71.870

71.570

Entrate correnti

87.999

94.187

107.959

112.756

126.582

117.389

138.516

116.823

151.213

134.401

Alienaz. e ammort.

15

13

14

106

141

28

34

33

34

48

Entrate finali

88.014

94.200

107.974

112.863

126.723

117.417

138.551

116.856

151.247

134.449

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

Consistenza dei residui passivi a fine esercizio nel periodo 1997-2006

(consistenza - valori in milioni di euro – percentuale su impegni d’esercizio)

 

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Spese correnti

55.433

71.547

62.528

64.907

63.544

55.183

43.099

39.497

42.049

39.785

% su impegni

18,2

21,6

17,9

18,3

16,8

14,6

11,0

9,9

10,0

9,3

Spese c/capitale

35.113

44.137

53.696

62.520

67.697

74.609

71.460

72.531

73.755

72.284

% su impegni

65,7

86,3

87,1

139,8

125,6

128,2

119,0

153,1

157,6

185,6

Spese finali

90.546

115.683

116.224

127.427

131.241

129.792

114.559

112.028

115.804

112.069

% su impegni

25,3

30,3

28,3

31,9

30,3

29,7

25,4

25,0

24,8

24,0

Rimborso prestiti

108

2.008

4.172

5.037

3.938

2.682

364

9.266

3.334

8.805

% su impegni

0,1

1,2

24,0

3,0

2,1

1,4

0,2

4,8

2,0

5,4

Spese complessive

90.655

117.692

120.397

132.464

135.179

132.475

114.923

121.294

119.138

120.875

% su impegni

18,9

21,3

20,5

23,4

21,8

21,1

16,8

18,9

18,7

19,2

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

Le due serie evidenziano una tendenza ad un incremento dei residui finali, sia per i residui passivi che per i residui attivi, fino all’esercizio finanziario 2001.

A partire dal 2002 inizia una nuova fase di riduzione dei residui. In particolare, per i residui attivi, si conferma un andamento altalenante. Nel 2005, in particolare, il livello dei residui attivi si è incrementato, attestandosi ad un livello superiore rispetto ai risultati del decennio, per poi discendere nel 2006.

Per i residui passivi, l’andamento nell’ultimo quinquennio non ha subito forti oscillazioni e per il 2006 si registra un lieve incremento rispetto all’anno precedente.

7.3    I residui provenienti dagli esercizi precedenti

(valori in milioni di euro)

 

Residui attivi

Residui passivi

Consistenza al 1° gennaio 2006

151.248

119.138

Operazioni di riaccertamento (maggiori o minori entrate/spese)

-68.553

-11.027

Accertamenti nel corso dell’esercizio 2006

82.695

108.111

Residui incassati/pagati nel corso dell’esercizio 2006

12.739

40.530

Residui da esercizi precedenti al 31.12.2006

69.956

67.582

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

I residui attivi provenienti dall’esercizio 2005 ammontavano, il 1° gennaio 2006, a 151.248 milioni di euro.Nel corso dell’esercizio 2006 la consistenza è stata rideterminata in 82.695 milioni di euro, di cui sono stati incassati 12.739 milioni di euro e sono rimasti da versare e da riscuotere 69.956 milioni di euro.

 

I residui passivi (con riferimento alle spese complessive, comprensive del rimborso prestiti) provenienti dall’esercizio 2005 ammontavano a 119.138 milioni di euro. Nel corso dell’esercizio 2006 la consistenza dei residui provenienti dall’esercizio 2005 è stata rideterminata in 108.112 milioni (-11.027 milioni per minori spese), di cui sono stati pagati 40.530 milioni e sono rimasti da pagare 67.582 milioni di euro.

La rideterminazione è dovuta ad economie di gestione per 5.885 milioni di euro e a somme perenti agli effetti amministrativi per 5.227 milioni, a fronte delle quali si sono verificate eccedenze di spesa per circa 85 milioni di euro.

 

Per tali eccedenze di spesa viene proposta sanatoria nell’articolo 7 del disegno di legge di rendiconto.


7.4    I residui di nuova formazione

(valori in milioni di euro)

 

Residui attivi

Residui passivi

Previsioni definitive di competenza

669.972

668.506

Accertamenti/impegni

662.170

630.714

Incassi/pagamenti

597.677

577.422

Residui al 31.12.2006 provenienti dalla competenza 2006

64.493

53.293

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

La gestione di competenza dell’esercizio 2006 ha fatto registrare, rispetto ad una previsione definitiva di 669.972 milioni di euro, accertamenti di entrata per un valore complessivo di 662.170 milioni, in corrispondenza dei quali sono state effettuate operazioni di riscossione e versamento, relative alla gestione di competenza, per un valore complessivo di 597.677 milioni. Si sono formati pertanto residui attivi per un valore complessivo di 64.493 milioni.

I residui attivi di nuova formazione si riferiscono per 42.336 milioni di euro alle entrate tributarie, per 22.138 milioni alle entrate extratributarie e per 19 milioni ai proventi da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali.

 

Dal lato delle spese di competenza dell’esercizio 2006, a fronte di stanziamenti pari a 668.506 milioni di euro, si sono avuti impegni per un valore complessivo di 630.714 milioni di euro, in corrispondenza dei quali sono stati effettuati pagamenti, relativi alla gestione di competenza, per un valore complessivo di 577.422 milioni di euro. Si sono formati pertanto residui passivi (sempre riferiti alle spese complessive, compreso il rimborso prestiti) per un valore di 53.292 milioni di euro.

Questi sono riferibili per 27.410 milioni di euro a spese correnti, per 18.989 milioni di euro a spese in conto capitale e per 6.893 milioni di euro a rimborso prestiti.

 

Al netto del rimborso prestiti, i residui passivi di nuova formazione ammontano a 46.399 milioni di euro.


8.La gestione di cassa

La gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa, che è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti.

Nella tavola seguente i dati relativi ad incassi e pagamenti (C) sono messi a confronto con le previsioni iniziali di bilancio (A) e con quelle definitive (B), nonché con i risultati di cassa del rendiconto relativo all’esercizio 2003.

 

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006


Differenza 2004/2003


 % 2004/2003

 

Consuntivo

Previsioni iniziali
(A)

Previsioni definitive
(B)

Consuntivo

(C)

Differenza

(C-B)

Entrate tributarie

365.199

376.435

390.711

398.826

8.115

33.627

9,2

Entrate extratributarie

28.473

26.385

26.353

27.577

1.224

-896

-3,1

Totale entrate correnti

393.672

402.820

417.064

426.383

9.319

32.711

8,3

Alienaz., ammort., riscoss.

10.073

1.874

3.332

1.906

-1.426

-8.167

-81,1

Entrate finali

403.745

404.694

420.396

428.289

7.893

24.544

6,1

Accensione prestiti

195.380

261.539

266.175

182.127

-84.048

-13.253

-6,8

Entrate complessive

599.125

666.233

686.571

610.416

-76.155

11.291

1,9

Spese correnti

410.086

439.412

444.711

421.831

-22.880

11.745

2,9

Spese conto capitale

42.495

37.896

51.759

37.971

-13.788

-4.524

-10,6

Spese finali

452.581

477.308

496.469

459.802

-36.667

7.221

1,6

Rimborso prestiti

174.017

188.925

190.571

158.149

-32.422

-15.868

-9,1

Spese complessive

626.598

666.233

687.040

617.951

-69.089

-8.647

-1,4

Risparmio pubblico (Saldo corrente)

-16.414

-36.592

-27.647

4.552

32.199

20.966

-

Saldo netto da finanziare

-48.836

-72.614

-76.074

-31.513

44.561

17.323

-

Saldo primario

21.416

-1.274

-327

38.838

39.165

17.422

-

Ricorso al mercato

-222.853

-261.539

-266.645

-189.662

76.983

33.191

-

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

 

Dall’analisi della gestione di cassa, risultano incassi complessivi per 610.416 milioni di euro (con un aumento dell’1,9% rispetto agli incassi dell’esercizio precedente),di cui 428.289 milioni di euro derivanti da operazioni finali e 182.127 milioni di euro da operazioni di indebitamento patrimoniale.

 

In particolare, per quanto concerne gli incassi finali nel 2006:

-          le entrate tributarie, pari complessivamente a 398.826 milioni di euro, hanno registrato un aumento di 33.627 milioni di euro rispetto al 2005 (+9,2%);

-          le entrate extratributarie, pari complessivamente a 27.577 milioni di euro, hanno evidenziato una riduzione di 896 milioni di euro rispetto al 2005 (-3,1%);

-          le entrate derivanti da alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti hanno registrato una notevole diminuzione passando da 10.073 milioni nel2005a 1.906 milioni di euro nel 2006 (-81,1%).

 

Le entrate da accensione prestiti hanno registrato anch’esse una diminuzione di 13.253 milioni di euro rispetto al 2005 (-6,8%), passando da 195.380 milioni a 182.127 milioni di euro.

 

Dal lato della spesa, i pagamenti complessivi ammontano a 617.951 milioni di euro, con una diminuzione dell’1,4% rispetto ai pagamenti dell’esercizio precedente (-8.647 milioni di euro).

I pagamenti complessivi riguardano per 459.802 milioni di euro le operazioni finali e per 158.149 milioni di euro il rimborso delle passività finanziarie.

Il dato relativo alle spese finali risulta aumentato di 7.221 milioni di euro rispetto a quello dell’esercizio 2005(+1,6%).

Tale incremento è interamente imputabile all’andamento dei pagamenti di parte corrente, che risultano aumentati di 11.745 milioni (da 410.086 a 421.831 milioni di euro), segnando un aumento del 2,9% rispetto al 2005.

I pagamenti di conto capitale risultano invece diminuiti di 4.524 milioni di euro rispetto al 2004, passando da 42.495 a 37.971 milioni di euro (-10,6%).

 

Riguardo ai pagamenti, la relazione illustrativa evidenzia che le economie realizzate sono state pari complessivamente a 72.541 milioni di euro, a fronte delle quali sono state effettuate in vari stati di previsione spese eccedenti le somme stanziate per complessivi 3.451 milioni di euro.

Anche per dette eccedenze viene proposta sanatoria con l’articolo 7 del disegno di legge di rendiconto, dove le eccedenze sono indicate con riferimento alle pertinenti unità previsionali di base[24].

 

Nella tavola seguente i risultati della gestione di cassa sono analizzati evidenziando distintamente le operazioni (incassi e pagamenti) relativi alla gestione dei residui sussistenti all’inizio dell’esercizio 2006 e quelle relative agli stanziamenti di competenza per il 2006. In questo modo è possibile evidenziare il rapporto tra l’entità delle operazioni di incasso e di pagamento rispetto al complesso della massa acquisibile (residui attivi provenienti dagli esercizi precedenti + previsioni di entrata) e al complesso della massa spendibile (residui passivi provenienti dagli esercizi precedenti + stanziamenti di spesa).

 

Analisi della gestione di cassa

(dati in milioni di euro)

 

Residui

Competenza 2005

Totale

 

Al 1/1/2006


(A)

Incassi o pagamenti

(B)

Previsioni definitive

(C)

Incassi o pagamenti

(D)

Massa acquisibile o spendibile
(E=A+C)

Totale incassi o pagamenti
(F=B+D)

Rapporto
%

(F/E)

Entrate tributarie

79.343

11.799

402.348

387.027

481.691

398.826

82,8

Entrate extratributarie

71.871

936

28.698

26.621

100.569

27.557

27,4

Totale entrate correnti

151.213

12.735

431.045

413.648

582.258

426.383

73,2

Alienaz., ammort., riscoss.

34

4

3.332

1.902

3.366

1.906

56,6

Entrate finali

151.248

12.739

434.377

415.550

585.625

428.289

73,1

Accensione prestiti

235.595

0

235.595

182.127

471.190

182.127

38,7

Entrate complessive

151.248

12.739

669.972

597.677

821.220

610.416

74,3

Spese correnti

42.057

21.102

439.558

400.729

481.615

421.831

87,6

Spese conto capitale

73.747

18.005

39.824

19.965

113.571

37.970

33,4

Spese finali

115.804

39.107

479.382

420.391

595.186

459.498

77,2

Rimborso prestiti

3.334

1.422

189.124

156.727

192.458

158.149

82,2

Spese complessive

119.138

40.530

668.506

577.422

787.644

617.952

78,5

N.B.:     Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

Nella gestione di competenza i pagamenti finali risultano pari a 420.391 milioni di euro; essi rappresentano l’87,7% delle previsioni definitive (pari a 479.382 milioni di euro) e il 90% dell’ammontare complessivo degli impegni di spesa assunti nel 2006 (pari a 467.243 milioni di euro, cfr. la tavola relativa alla gestione di competenza al § 6).

Con riferimento alla gestione dei residui, sono stati effettuati pagamenti finali per 39.107 milioni di euro, a fronte di residui accertati pari a 115.804 milioni di euro (30,5%).

 

Di seguito vengono offerte alcune indicazioni relative agli incassi realizzati nell’esercizio 2006, sulla base delle risultanze evidenziate nella Situazione di cassa al 31 dicembre 2006, contenuta nella Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica al 31 dicembre 2006 (presentata al Parlamento il 16 marzo 2007).

I dati relativi alle singole imposte sono stati rettificati sulla base degli elementi evidenziati nella Relazione medesima.

 

Incassi rettificati realizzati

(dati netti in milioni di euro)

 

Anni

Variazioni

 

2005

2006

Assolute

%

IMPOSTE DIRETTE

179.529

203.324

23.795

13,3

- IRE (ex IRPEF)

132.654

142.032

9.378

7

- IRES (ex IRPEG)

33.691

39.468

5.777

17

- Sostitutiva

6.726

6.763

37

1

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

106(1)

113

7

7

- Ritenuta sui dividendi

489

724

235

48

- Altre

5.826

12.342

6.516

112

IMPOSTE INDIRETTE

162.867

176.143

13.276

8,2

Affari

119.938

131.773

11.835

10

- IVA

101.733

111.272

9.539

9

- Registro, bollo e sostitutiva

9.417

10.946

1.529

16

- Condoni, concordati e pendenze tributarie

78(1)

40

-38

-49

Produzione

28.673

28.899

226

1

- Oli minerali

21.228

21.353

125

1

Monopoli

8.516

9.355

839

10

- Tabacchi

8.511

9.349

838

10

Lotto

5.740

6.166

426

7

TOTALE ENTRATE TRIBUTARIE

342.396

379.467

37.071

10,8

ALTRE ENTRATE (*)

30.800

27.509

-3.291

-11

TOTALE ENTRATE FINALI (2 e 3)

373.196

406.976

33.780

9,1

 

(*)  Al netto delle retrocessioni e dietimi (cap. 3240) pari a milioni 5.794 per il 2005 e milioni 4.596 per il 2006.

(1)Comprende la quota di condono, ancora da ripartire, di spettanza dell’erario, stimata in milioni 41, attribuibile per 33 alle imposte dirette e per 8 milioni alle indirette.

(2)Al netto delle regolazioni contabili Sicilia e Sardegna (milioni 8.729 per il 2005 e milioni 7.996 per il 2006).

(3)Comprende le giacenze di struttura di gestione finalizzate al mese di gennaio dell’anno successivo (milioni 37 per il 2005 e milioni 104 per il 2006).

Fonte:  Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica (aprile 2007).


9.Il conto generale del patrimonio

9.1    Struttura e funzioni

Il conto generale del patrimonio è il documento contabile che fornisce annualmente la situazione patrimoniale dello Stato, quale risulta alla chiusura dell’esercizio.

 

Il conto generale del patrimonio comprende:

 

a)  le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l’esercizio di riferimento;

b)  la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.

 

Nell’ambito della riforma del bilancio dello Stato[25], è stata prevista una ristrutturazione del Rendiconto, concernente non solo il conto del bilancio, ma anche il conto generale del patrimonio.

In particolare, per quanto riguarda il conto del patrimonio, la ristrutturazione è stata ritenuta necessaria ai fini di una nuova impostazione del conto stesso sotto il profilo di una sua maggiore significatività in riferimento alla economicità della gestione patrimoniale. Sono state introdotte alcune disposizioni volte a individuare i beni suscettibili di utilizzazione economica e a permettere una analisi economica della gestione patrimoniale[26].

La ristrutturazione è stata attuata con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 18 aprile 2002[27] e ha ricevuto prima applicazione con riferimento al conto patrimoniale presentato nel rendiconto per l’esercizio 2002.

La nuova struttura del conto del patrimonio ha trovato successivamente illustrazione con la circolare del Ministero dell’economia e delle finanze 12 marzo 2003, n. 13.

 

Il conto generale del patrimonio, nella nuova struttura, risulta dunque distinto in due parti.

La Sezione I contiene la classificazione patrimoniale degli elementi attivi e passivi, definiti in modo che possano raccordarsi con il sistema di contabilità nazionale SEC 95.

Le attività, in particolare, si distinguono in tre categorie di primo livello:

1)      attività finanziarie (attività economiche comprendenti i mezzi di pagamento, gli strumenti finanziari e le attività economiche aventi natura simile agli strumenti finanziari);

2)      attività non finanziarie prodotte (attività economiche ottenute quale prodotto dei processi di produzione. Esse comprendono beni materiali e immateriali prodotti, beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi);

3)      attività non finanziarie non prodotte (attività economiche non ottenute tramite processi di produzione. Esse comprendono beni materiali quali terreni, giacimenti, risorse biologiche non coltivate).

Dette attività sono distinte in successivi livelli di ordine analitico inferiore.

 

Per quanto concerne le passività è prevista un’unica voce di primo livello, denominata “passività finanziarie”, comprensiva di mezzi di pagamento, strumenti finanziari e simili.

Anche in questo caso, la voce di primo livello è distinta in ulteriori livelli di maggior dettaglio. Essa comprende tanto i debiti (a breve termine e a medio-lungo termine) quanto le anticipazioni passive.

 

La Sezione II del conto del patrimonio illustra gli elementi di raccordo tra i dati patrimoniali e quelli del bilancio, mostrando l’incidenza dei risultati della gestione di bilancio sulle componenti patrimoniali attive e passive. La struttura della Sezione II tiene conto, in particolare, dell’articolazione del bilancio dello Stato sinora adottata, e cioè l’articolazione per unità previsionali di base e della classificazione delle spese per funzioni-obiettivo corrispondenti, al livello di maggior dettaglio, con le missioni istituzionali perseguite da ciascuna amministrazione.

In tale sezione si determina altresì l’ammontare dell’entrata netta e quello della spesa netta corrispondenti al beneficio o alla perdita apportati dalla gestione di competenza del bilancio al patrimonio.

A ciò si aggiungono la classificazione delle attività e passività per Ministeri, le tabelle, gli altri allegati e appendici al conto generale.

 

Per effetto dell’articolo 22 della legge n. 468/1978 e successive modifiche ed integrazioni, il Conto del patrimonio contiene anche il Conto del “dare e avere” della Banca d’Italia, in qualità di organo cui è attribuito il servizio di tesoreria per conto dello Stato e le funzioni di cassiere speciale.

 

Infine, il conto generale del patrimonio si compone della “nota preliminare”, contenente una serie di tavole analitiche e riassuntive delle attività e passività patrimoniali dello Stato, nonché di alcune rappresentazioni grafiche che ne evidenziano l’evoluzione della sostanza patrimoniale.

9.2    I risultati generali della gestione patrimoniale per l’esercizio finanziario 2006

A partire dal rendiconto relativo all’esercizio 1997, la legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato fa riferimento anche al conto del patrimonio.

In particolare, l’articolo 8 del disegno di legge in esame dispone l’approvazione dei risultati generali della gestione patrimoniale, evidenziati nella successiva tavola.

 

Risultati generali della gestione patrimoniale 2006

(dati in milioni di euro)

Conti generali

consistenza al
31 dicembre 2005

consistenza al
31 dicembre 2006

differenza

Attività finanziarie

494.547

459.100

-35.447

Attività non finanziarie prodotte

102.305

105.027

2.722

Attività non finanziarie non prodotte

2.695

2.808

113

Totale attività

599.547

566.935

-32.612

Passività finanziarie

1.953.595

1.985.816

32.221

Totale passività

1.953.595

1.985.816

32.222

Eccedenza passiva

1.354.047

1.418.881

64.834

 

Il totale delle attività ammonta a 566.935 milioni di euro, di cui:

-          459.100 milioni di euro di attività finanziarie (con una diminuzione di 35.447 milioni di euro rispetto al 2005);

-          105.027 milioni di euro di attività non finanziarie prodotte, che comprendono beni materiali e immateriali prodotti, materie prime e prodotti intermedi, prodotti finiti, oggetti di valore e d’arte (beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi); si registra un aumento di 2.722 milioni di euro rispetto al 2005;

-          2.808 milioni di euro di attività non finanziarie non prodotte, che comprendono i beni materiali non prodotti, ossia terreni, giacimenti e risorse biologiche non coltivate (+113 milioni di euro rispetto al 2005).

 

Il totale delle passività ammonta a 1.985.816 milioni di euro e si riferisce interamente a passività di natura finanziaria. Rispetto alla chiusura dell’esercizio 2005, l’entità delle passività finanziarie ha registrato un incremento di 32.221 milioni di euro.

Dai risultati generali della gestione patrimoniale emerge pertanto una eccedenza passiva di 1.418.881 milioni di euro, con un peggioramento di 64.834 milioni di euro rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2005, derivante da una diminuzione delle attività per 32.612 milioni di euro e da un contestuale aumento delle passività per 32.221 milioni di euro.

Per quanto concerne le attività finanziarie, nel 2006 si è registrata una diminuzione sia delle attività finanziarie di breve termine (per un ammontare di 29.612 milioni di euro), sia di quelle a medio-lungo termine (per un ammontare di 5.835 milioni di euro).

Tra le attività non finanziarie prodotte, il conto del patrimonio evidenzia un incremento di 2.722 milioni di euro; a fronte di un aumento di circa 2,2 miliardi di euro per i “beni materiali prodotti”, si registrano diminuzioni per i “beni immateriali prodotti”, quali i diritti di sfruttamento e le opere dell’ingegno (-1,2 milioni) e per i prodotti finiti (-0,1 milione).

L’accrescimento delle attività non finanziarie non prodotte di circa 113 milioni di euro è riconducibile pressoché interamente all’aumento dei terreni registrati nel conto del patrimonio, a fronte di una lievissima flessione sia nei giacimenti che nelle risorse biologiche non coltivate.

L’aumento delle passività finanziarie è dovuto esclusivamente alle passività finanziarie di medio-lungo termine (+35.763 milioni di euro), a fronte di una flessione nelle passività a breve termine (-3.5 milioni di euro).


10.   I rendiconti delle Amministrazioni e aziende autonome

Gli ultimi articoli del disegno di legge di approvazione del Rendiconto (articoli da 9 a 18) si riferiscono all'approvazione dei conti consuntivi delle amministrazioni e aziende autonome per l'esercizio 2006.

 

Sono ricompresi nelle ricordate disposizioni la gestione dell’Istituto agronomico per l'Oltremare (artt. 9 e 10), l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (artt. 11-14), gli Archivi notarili (art. 15) e il Fondo per gli edifici di culto (artt. 16-18).

A tale riguardo, l'Istituto Agronomico per l'Oltremare presenta, per la gestione di competenza propria dell’esercizio 2006, un ammontare di entrate accertate pari all’ammontare degli impegni di spesa assunti (10.415.170 euro ); analogamente, il bilancio della Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato presenta un ammontare di entrate correnti, in conto capitale e per accensione di prestiti accertate per la competenza propria dell’esercizio corrispondente all’ammontare delle spese correnti, in conto capitale e per rimborso di passività finanziarie impegnate ( pari a 9.820.342.692 euro); la gestione del bilancio degli Archivi notarili presenta un avanzo di gestione pari a 32,4 milioni di euro, mentre il Fondo per gli edifici di culto presenta, per la gestione di competenza propria dell’esercizio, un saldo passivo di 4,7 milioni di euro, che si aggiunge al saldo attivo risultante a conclusione dell’esercizio 2005, il quale, per effetto della rideterminazione dei residui, ammonta a 6,1 milioni di euro; pertanto, al 31 dicembre 2006, il Fondo registra un saldo attivo pari a circa 1,4 milioni di euro.

 


Tavole riepilogative

Rendiconto 2006


 

Tavola i - Andamento delle entrate finali per categorie economiche e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

CATEGORIE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

I -      Imposte sul patrimonio e sul reddito

185.455

191.970

45,0

189.302

189.865

43,9

208.648

222.658

46,4

II -          Tasse e imposte sugli affari

133.048

137.846

32,3

141.102

139.118

32,2

144.491

 156.305

32,6

III -    Imposte sulla produzione, consumi e dogane

27.440

27.904

6,5

30.032

 29.658

6,9

29.108

 29.676

6,2

IV -    Monopoli

 9.112

8.726

2,0

 9.457

9.020

2,1

9.183

9.943

2,1

V -    Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

 9.901

13.617

3,2

11.538

 10.193

2,4

10.917

 10.781

2,2

Totale Entrate Tributarie

364.956

380.063

89,1

381.431

377.854

87,5

402.347

429.363

89,4

VI -    Proventi speciali

703

650

0,2

670

 795

0,2

608

 772

0,2

VII -   Proventi dei servizi pubblici minori

 7.135

6.098

1,4

 6.994

6.943

1,6

5.408

7.267

1,5

VIII –Proventi dei beni dello Stato

442

443

0,1

653

 327

0,1

392

 293

0,1

IX -    Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

 2.426

3.013

0,7

 2.426

3.019

0,7

4.075

4.109

0,9

X -     Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

 2.334

5.197

1,2

 5.850

9.524

2,2

5.134

7.912

1,6

XI -    Recuperi, rimborsi e contributi

13.521

18.421

4,3

10.968

 21.478

5,0

11.071

 26.032

5,4

XII -   Partite che si compensano nella spesa

 2.004

1.893

0,4

 1.859

2.019

0,5

 2.011

2.374

0,5

Totale Entrate Extratributarie

28.565

35.715

8,4

29.420

44.105

10,2

28.699

48.759

10,2

XIII -   Vendita di beni ed affrancazione di canoni

14.116

 10.664

2,5

12.272

5.631

1,3

 1.025

 223

0,0

XIV -  Ammortamento di beni patrimoniali

795

 163

0,0

833

 163

0,0

840

 163

0,0

XV -   Rimborso di anticipazioni e crediti vari del Tesoro

201

 165

0,0

 3.281

4.281

1,0

 1.467

1.535

0,3

Totale Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali
e riscossione crediti

15.112

10.992

2,6

16.386

10.075

2,3

3.332

1.921

0,4

Totale Entrate Finali

408.633

426.770

100

427.237

432.034

100

434.378

480.043

100


Tavola II - Andamento delle principali imposte e loro incidenza percentuale sulle entrate tributarie

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

 

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

entrate tributarie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di cui:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ire (ex irpef)

133.816

134.108

35,3

145.648

139.283

36,9

147.292

155.344

36,2

ires (ex irpeg)

28.289

30.374

8,0

28.410

36.305

9,6

40.492

43.556

10,1

ilor

143

355

0,1

531

239

0,1

165

339

0,1

imposte sostitutive

14.803

17.018

4,5

12.381

11.162

3,0

16.205

19.104

4,4

ritenute a titolo di imposta definitiva

843

852

0,2

829

1.036

0,3

1.148

1.398

0,3

iva, di cui

104.874

107.113

28,2

112.168

114.925

30,4

119.083

129.512

30,2

- scambi interni ed intracomunitari

93.209

95.324

25,1

99.239

102.432

27,1

104.671

115.063

26,8

- importazione

11.665

11.789

3,1

12.929

12.493

3,3

14.412

14.449

3,4

altri introiti diretti

1.927

1.853

0,5

1.039

1.258

0,3

1.904

2.736

0,6

condoni e sanatorie, di cui:

8.493

8.830

2,3

514

851

0,2

1.782

278

0,1

. - su tributi diretti

5.635

7.409

1,9

464

582

0,2

1.442

180

0,0

. - su tributi indiretti

2.858

1.421

0,4

50

269

0,1

340

98

0,0

lotto, lotterie e giuochi

9.900

13.617

3,6

11.538

10.193

2,7

10.917

10.781

2,5

accisa e imposta erariale di consumo su:

27.271

27.670

7,3

29.946

29.284

7,8

29.027

29.473

6,9

- olii minerali

21.241

21.467

5,6

23.327

22.028

5,8

22.390

22.219

5,2

- altri prodotti

6.030

6.203

1,6

6.619

7.256

1,9

6.637

7.254

1,7

imposte sui generi di monopolio

9.101

8.725

2,3

9.454

9.014

2,4

9.181

9.940

2,3

imposte sugli affari

1.205

1.235

0,3

1.546

1.454

0,4

1.431

2.122

0,5

altri tributi indiretti

24.291

28.313

7,4

27.428

22.850

6,0

23.720

24.780

5,8

totale entrate

364.956

380.062

100

381.432

377.854

100

402.347

429.363

100


 

Tavola III – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

Dati di competenza
(milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Economia e finanze

273.183

249.994

55,8

287.417

 271.123

58,0

274.247

 260.673

55,8

Sviluppo economico

6.775

6.736

1,5

 4.250

4.248

0,9

 3.439

3.402

0,7

Lavoro e politiche sociali

66.368

 66.312

14,8

68.956

 68.864

14,7

 72.866

 72.103

15,4

Giustizia

7.832

7.700

1,7

 7.655

7.425

1,6

 8.155

7.983

1,7

Affari esteri

2.338

2.156

0,5

 2.511

2.340

0,5

 2.283

2.129

0,5

Istruzione

51.860

 51.964

11,6

51.604

 51.835

11,1

 53.841

 57.046

12,2

Interno

26.898

 26.700

6,0

26.749

 25.581

5,5

 28.311

 27.971

6,0

Ambiente e tutela mare

1.431

1.414

0,3

 1.376

1.357

0,3

 1.199

1.187

0,3

Infrastrutture

8.780

8.080

1,8

 7.779

7.414

1,6

 8.040

7.885

1,7

Comunicazioni

361

 352

0,1

396

 384

0,1

271

 259

0,1

Difesa

21.203

 21.064

4,7

21.335

 21.276

4,6

 20.533

 20.398

4,4

Politiche agricole

1.571

1.460

0,3

 1.767

1.687

0,4

 1.715

1.645

0,4

Beni e attività culturali

2.390

2.594

0,6

 2.392

2.263

0,5

 2.210

2.152

0,5

Salute

 1.422

1.399

0,3

 1.497

1.446

0,3

 1.576

1.568

0,3

Trasporti

-

 -

-

-

 -

-

 3

 2

0,0

Università e ricerca

-

 -

-

-

 -

-

690

 688

0,1

Commercio internazionale

-

 -

-

-

 -

-

 2

 2

0,0

Totale spese finali

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100

479.381

467.093

100

 


 

Tavola IV – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

Autorizzazioni di cassa
(milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Economia e finanze

280.328

 248.306

56,3

294.810

 259.894

57,4

284.178

 258.193

56,2

Attività produttive

 5.894

3.232

0,7

 4.678

3.503

0,8

 3.544

2.514

0,5

Lavoro e politiche sociali

69.823

 66.170

15,0

71.130

 67.390

14,9

 73.978

 71.456

15,5

Giustizia

 7.926

7.109

1,6

 7.848

7.440

1,6

 8.354

7.702

1,7

Affari esteri

 2.397

2.238

0,5

 2.478

2.270

0,5

 2.320

2.082

0,5

Istruzione

53.809

 52.570

11,9

52.726

 51.696

11,4

 55.861

 57.379

12,5

Interno

28.128

 25.587

5,8

28.772

 25.981

5,7

 28.356

 26.971

5,9

Ambiente e tutela mare

 1.996

1.308

0,3

 1.846

1.391

0,3

 1.667

1.136

0,2

Infrastrutture

10.436

7.045

1,6

 8.773

5.713

1,3

 9.810

6.134

1,3

Comunicazioni

480

 357

0,1

390

 340

0,1

286

 268

0,1

Difesa

21.813

 21.509

4,9

22.242

 21.959

4,9

 21.191

 20.957

4,6

Politiche agricole

 2.629

1.693

0,4

 2.287

1.523

0,3

 2.197

1.438

0,3

Beni e attività culturali

 3.623

2.347

0,5

 2.491

2.147

0,5

 2.435

1.901

0,4

Salute

 2.241

1.593

0,4

 2.097

1.333

0,3

 2.055

1.523

0,3

Trasporti

-

 -

-

-

 -

-

 2

 2

0,0

Università e ricerca

-

 -

-

-

 -

-

233

 145

0,0

Commercio internazionale

-

 -

-

-

 -

-

 2

 1

0,0

Totale spese finali

491.523

 441.064

100

502.568

 452.580

100

496.469

 459.802

100


 

Tavola V – Evoluzione delle spese finali per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 


FUNZIONI-OBIETTIVO

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

1 -   Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

229.823

208.143

46,5

238.537

226.306

48,4

234.367

225.326

48,2

2 –  Difesa

20.975

20.813

4,6

20.976

20.770

4,4

19.291

19.319

4,1

3 -   Ordine pubblico e sicurezza

22.182

21.884

4,9

22.526

21.971

4,7

23.717

23.437

5,0

4 -   Affari economici

55.247

53.857

12,0

52.891

51.164

11,0

50.450

48.272

10,3

5 -   Protezione dell'ambiente

2.223

2.188

0,5

2.067

2.016

0,4

1.866

1.833

0,4

6 -   Abitazioni e assetto territoriale

1.658

1.592

0,4

1.841

1.649

0,4

1.973

1.891

0,4

7 -   Sanità

9.975

9.069

2,0

14.970

14.636

3,1

11.910

11.706

2,5

8 -   Attività ricreative, culturali e di culto

14.469

14.651

3,3

14.797

12.675

2,7

12.798

9.832

2,1

9 –  Istruzione

49.128

49.203

11,0

49.242

49.441

10,6

52.651

55.848

12,0

10-  Protezione sociale

66.732

66.525

14,9

67.837

66.615

14,3

70.360

69.629

14,9

Totale spese finali

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100

479.383

467.093

100

 

 


 

Tavola VI – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


CATEGORIE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Redditi da lavoro dipendente

79.686

 79.487

17,6

82.601

 81.743

17,5

 85.642

 88.213

18,9

Consumi intermedi

14.072

 13.769

3,0

13.198

 12.782

2,7

 12.593

 12.163

2,6

Imposte pagate sulla produzione

 4.374

4.339

1,0

 4.414

4.391

0,9

 4.667

4.844

1,0

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

169.319

 168.059

37,2

177.800

 175.285

37,5

183.939

 182.512

39,1

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

 4.159

4.102

0,9

 4.218

3.862

0,8

 4.920

4.668

1,0

Trasferimenti correnti a imprese

 5.467

5.248

1,2

 5.074

4.875

1,0

 4.739

4.598

1,0

Trasferimenti all'estero

 1.671

1.505

0,3

 1.704

1.615

0,3

 1.739

1.576

0,3

Risorse proprie cee

14.750

 14.138

3,1

15.700

 14.480

3,1

 15.850

 14.577

3,1

Interessi passivi e redditi da capitale

75.120

 60.964

13,5

76.413

 70.671

15,1

 75.695

 70.801

15,2

Poste correttive e compensative

50.973

 47.662

10,6

51.824

 49.294

10,5

 46.750

 43.274

9,3

Ammortamenti

794

 163

0,0

833

 18

0,0

840,0

163,0

0,0

Altre uscite correnti

 3.478

1.125

0,2

 4.094

1.433

0,3

 2.184

 751

0,2

Totale spese correnti

404.491

 391.594

86,7

437.873

 420.449

90,0

439.558

 428.140

91,7

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

 5.763

5.659

1,3

 6.199

6.170

1,3

 4.196

4.138

0,9

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

19.515

 19.139

4,2

16.931

 16.768

3,6

 14.817

 14.769

3,2

Contributi agli investimenti ad imprese

11.852

 11.705

2,6

 8.383

8.233

1,8

 10.223

 10.107

2,2

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

115

 115

0,0

122

 122

0,0

130

 130

0,0

Contributi agli investimenti a estero

263

 252

0,1

404

 396

0,1

399

 399

0,1

Altri trasferimenti in conto capitale

 4.989

4.445

1,0

 9.215

8.730

1,9

 9.190

8.626

1,8

Acquisizioni di attività finanziarie

 6.052

6.049

1,3

 6.557

6.375

1,4

868

 784

0,2

Totale spese conto capitale

61.602

 60.036

13,3

47.811

 46.794

10,0

 39.823

 38.953

 8,3

Totale spese finali

466.093

 451.630

100

485.684

 467.243

100

479.381

 467.093

100


 

Tavola VII – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. (III livello)

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Funzionamento

82.568

 82.027

18,2

83.642

 82.498

17,7

 87.774

 90.325

19,3

Interventi

245.659

 240.088

53,2

254.709

 248.126

53,1

257.142

 250.540

53,6

Oneri comuni

18.714

 15.601

 3,5

21.396

 17.378

 3,7

 17.330

 14.856

 3,2

Trattamenti di quiescenza

 1.159

1.258

 0,3

 1.081

1.169

 0,3

 1.164

1.187

 0,3

Oneri del debito pubblico

75.763

 61.587

13,6

77.045

 71.278

15,3

 76.147

 71.232

15,3

Totale spese correnti

404.491

 391.594

86,7

437.873

 420.449

90,0

439.557

 428.140

91,7

Investimenti

45.440

 44.789

 9,9

44.904

 44.253

 9,5

 36.509

 36.098

 7,7

Altre spese in conto capitale

182

 182

 0,0

362

 243

 0,1

492

 413

 0,1

Oneri comuni

 2.927

2.393

 0,5

 2.545

2.298

 0,5

 2.823

2.444

 0,5

Totale conto capitale

61.603

 60.036

13,3

47.811

 46.794

10,0

 39.824

 38.955

8,3

Totale spese finali

466.093

 451.630

100

485.684

 467.243

100

479.381

 467.095

100

 


 

PARTE II - Assestamento 2007
(A.
C. 3170)


1.L’assestamento del bilancio dello Stato

1.1    Funzione dell’assestamento del bilancio dello Stato

L’articolo 17 della legge n. 468/1978 prevede l'istituto dell'assestamento di bilancio per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.

 

Sotto questo profilo, il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il disegno di legge di rendiconto relativo all’esercizio precedente: l’entità dei residui, sia attivi che passivi, sussistenti all’inizio dell’esercizio finanziario, che al momento dell’elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene, infatti, definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.

 

Più in generale, con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio sono adeguate in relazione:

 

a)      per quanto riguarda le entrate, all’eventuale revisione delle stime del gettito;

b)      per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute;

c)      per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento (in termini di cassa), alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell’esercizio precedente.

 

Per quanto riguarda le previsioni di entrata, poiché esse sono il frutto di una valutazione di carattere tecnico, eventuali modifiche possono essere determinate dall’evoluzione della base imponibile e dagli effetti derivanti dall’applicazione della normativa vigente.

 

In riferimento alle variazioni di spesa, la legge di assestamento presenta il medesimo vincolo che sussiste per il bilancio di previsione, cioè il rispetto della legislazione sostanziale vigente.

Non possono pertanto essere modificati, in sede di assestamento, gli stanziamenti di spesa direttamente determinati da norme vigenti.

 

Va infine ricordato che, ai sensi del comma 2 dell’articolo 17 della legge n. 468/1978, anche dopo l’approvazione della legge di assestamento possono essere presentate al Parlamento, comunque entro il 31 ottobre, ulteriori variazioni delle dotazioni di competenza e di cassa per l’esercizio in corso.

1.2    La struttura e il contenuto del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l’esercizio 2007

L’articolo 1 del disegno di legge di assestamento dispone l’approvazione delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2007 (approvato con la legge n. 298/2006), indicate nelle annesse tabelle.

Le tabelle si riferiscono allo stato di previsione dell’entrata, agli stati di previsione della spesa dei singoli Ministeri e ai bilanci delle Amministrazioni autonome.

 

Il disegno di legge di assestamento, infatti, contiene, sia per lo stato di previsione dell’entrata che per ciascuno degli stati di previsione dei Ministeri di spesa, le proposte di variazione degli stanziamenti di bilancio in termini di competenza e di cassa, che vengono effettuate tramite il disegno di legge medesimo e che costituiscono oggetto di approvazione da parte del Parlamento.

 

In allegato al disegno di legge è invece evidenziata, a fini conoscitivi, sia per lo stato di previsione dell’entrata che per gli stati di previsione della spesa, l’evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio, per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo.

 

Per ciascuna U.P.B. si indicano, inoltre, le variazioni che si registrano nella consistenza dei residui, in linea con le risultanze definitive esposte nel Rendiconto dell’esercizio precedente. A partire dalla previsione iniziale, le eventuali variazioni intervenute per atto amministrativo o proposte con il disegno di assestamento determinano, per ciascuna U.P.B., la previsione assestata.

 

Le variazioni disposte in bilancio nel periodo gennaio-maggio con atto amministrativo derivano dall’applicazione di nuovi provvedimenti legislativi intervenuti successivamente all’approvazione del bilancio (per le quali il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le conseguenti variazioni), oppure dall’applicazione di procedure previste dalla normativa contabile.

La maggior parte delle variazioni apportate con atto amministrativo non ha effetto sui saldi (variazioni compensative)perché si tratta o dello spostamento di somme tra capitoli di spesa, oppure di modifiche della stessa entità ma di segno contrario dell’entrata e della spesa.

Le variazioni compensative dipendono:

 

-       dall’utilizzo dei fondi speciali recanti gli accantonamenti di parte corrente e in conto capitale destinati alla copertura di provvedimenti legislativi da approvare nel corso dell’esercizio finanziario;

-       dai prelievi dal fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine (ivi compresi i prelievi necessari alla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto corrente[28]);dal fondo di riserva delle spese impreviste (articoli 7 e 9 della legge n. 468/1978); dal fondo di riserva per l'integrazione delle autorizzazioni di cassa (di cui all’articolo 9-bis della legge n. 468/1978, inserito dall'articolo 8 della legge n. 94/1997), nonché dal fondo di riserva per l’integrazione delle autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente inserite nella Tabella C della legge finanziaria (di cui all’articolo 9-ter della legge n. 468/1978, inserito dall’art. 2 della legge n. 208/1999);

-       dalla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto capitale, mediante prelievo dall’apposito fondo di cui all’art. 8 della legge n. 468/1978;

-       dalla riassegnazione ai capitoli di spesa di somme affluite all'entrata nei primi cinque mesi dell’anno in corso, in base alla procedura disciplinata con D.P.R. 10 novembre 1999, n. 469[29].

 

Tra le variazioni delle dotazioni di bilancio apportate con atti amministrativi hanno invece natura non compensativa, e incidono quindi sui saldi di bilancio:

 

-       le riassegnazioni ai capitoli di spesa di somme affluite in entrata nell’ultimo bimestre (periodo 1° novembre-31 dicembre) dell’anno precedente, ai sensi di quanto previsto dall’art. 2, comma 2, del citato D.P.R. n. 469/1999;

-       gli slittamenti di copertura, vale a dire l’utilizzo di quote dei fondi speciali stanziate nel bilancio di previsione per l’esercizio precedente e non utilizzate entro il termine di tale esercizio, ai sensi dell’articolo 11-bis, comma 5, della legge n. 468/1978[30];

-       il trasporto all’esercizio in corso di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, con la conseguente integrazione delle autorizzazioni di cassa, ai sensi dell’articolo 17, ultimo comma, della legge n. 468/1978[31].

 

L’articolo 2 si riferisce allo stato di previsione del Ministero dell’interno. In particolare, viene introdotto il comma 4-bis all’articolo 8 della legge di bilancio per il 2007, con il quale si autorizza il Ministero dell’economia a riassegnare con propri decreti, nello stato di previsione del Ministero dell’interno, le somme versate all’entrata del bilancio dello Stato derivanti dall’incremento di cinquanta centesimi di euro a passeggero dell’addizionale sui diritti d’imbarco sugli aeromobili, avvenuto in applicazione dell’articolo 1, comma 1328 della legge finanziaria 2007 (l. n. 296 del 2006).

 

Il comma 1328 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2007 prevede, al fine di ridurre il costo a carico dello Stato del servizio antincendi negli aeroporti, il suddetto incremento di 50 centesimi a passeggero dell’addizionale sui diritti d’imbarco e l’istituzione di un apposito fondo con dotazione di 30 milioni di euro, alimentato dalle società aeroportuali in proporzione al traffico generato. Il suddetto comma prevede altresì la ripartizione del fondo tra le U.P.B del centro di responsabilità Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile dello stato di previsione del Ministero dell’Interno, sulla base di decreti del Ministero dell’Interno, da comunicare al Ministero dell’economia, anche con evidenze informatiche, nonché alle commissioni parlamentari competenti e alla Corte dei Conti.

 

L’articolo 3 dispone l’approvazione degli allegati 1 e 2 del disegno di legge, nei quali sono contenute le modifiche all’elenco delle unità previsionale di base e all’elenco delle funzioni-obiettivo individuate nel bilancio di previsione per il 2007.


2.I saldi del bilancio dello Stato
risultanti dal ddl di assestamento

 

La relazione al disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per il 2007 (A.S. 1679) evidenzia, sulla base delle previsioni assestate poste a confronto con le previsioni iniziali, un miglioramento del saldo netto da finanziaree degli altri saldi del bilancio.

 

I dati che seguono si riferiscono al contenuto del disegno di legge originario presentato al Senato, non tenendo pertanto conto delle modifiche apportate nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento, che sono invece specificamente analizzate nel paragrafo 6 del presente dossier (cfr. oltre).

 

Si ricorda, altresì, che tali dati non incorporano gli effetti del decreto-legge n. 81/2007[32] in materia finanziaria, il quale ha utilizzato a copertura degli oneri da esso recati, una parte delle maggiori entrate tributarie (+7.403 milioni di euro) rispetto alle previsioni del bilancio dello Stato 2007, iscritte nel disegno di legge di assestamento.

a) I saldi di competenza

(dati in milioni di euro)

 

Rendiconto 2006

Previsioni iniziali 2007

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate 2007

Saldo netto da finanziare

20.792

-22.972

-52

4.218

-18.806

Risparmio pubblico

55.763

15.607

104

4.389

20.100

Saldo primario

91.592

51.078

-52

5.583

56.609

Ricorso al mercato (*)

-150.671

-224.591

-52

5.333

-219.310

N.B.:  Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili. I dati di rendiconto sono riferiti alla gestione.

(*)            Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

In termini di competenza, le previsioni assestate per il 2007,risultanti delle variazioni apportate per atto amministrativo fino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con il disegno di legge di assestamento presentato al Senato, determinano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, una riduzione del saldo netto da finanziare,al netto delle regolazioni debitorie e contabili, da 22.972 milioni di euro a 18.806 milioni di euro, con un miglioramento di circa 4.166 milioni di euro.

 

Si rammenta, come sopra accennato, che tale dato non tiene conto degli effetti recati dal citato decreto legge n. 81/07, i cui oneri, per un importo pari  a 4.131 milioni di euro per l’anno 2007, sono stati coperti utilizzando quota parte delle maggiori entrate tributarie registrate in corso d’anno ed iscritte nel disegno di legge in esame[33].

 Occorre inoltre rilevare che, tenendo conto della variazioni apportate nel corso dell’esame presso il Senato - che hanno comportato una revisione delle previsioni in conto competenza relative sia alle entrate (+ 5.978 milioni di euro) che alle spese (- 2.032 milioni di euro) - il saldo netto da finanziare registra, rispetto alle previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, un ulteriore miglioramento di 8.010 milioni di euro. Anche in tal caso, tuttavia, tale miglioramento risulta in gran parte ridimensionato a seguito delle misure adottate dal Governo con il decreto legge n. 159/07, collegato alla manovra di finanza pubblica [34] (sul punto cfr. oltre, il par.6).

 

In particolare, le entrate finali, come determinate sulla base delle previsioni contenute nel disegno di legge, risultano pari a 439,9 miliardi di euroe registrano un aumento di7,6 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali di bilancio (432,3 miliardi di euro).

Le spese finali, sulla base delle previsioni assestate, ammontano a circa458,7 miliardi di euroa fronte di una previsione iniziale di 455,3 miliardi di euro(+3,4 miliardi di euro).

Al lordo delle regolazioni debitorie, pari a 9.310 milioni di euro, il saldo netto da finanziare si attesta a 28.116 milioni di euro (rispetto a una previsione iniziale di 32.237 milioni di euro).Esso risulta dalla differenza tra entrate finali pari a 470,4 miliardi di euro e spese finali pari a 498,5 miliardi di euro.

 

Il valore del saldo netto da finanziare che si determina sulla base delle previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento risulta quindi inferiore al limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2007[35], che lo ha fissato in 29.000 milioni di euro.

 

La tavola seguente riepiloga i valori del limite massimo del saldo netto da finanziare fissato dalla legge finanziaria, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, del saldo risultante dal bilancio di previsione e di quello derivante dalle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento, a raffronto con il dato di consuntivo. La tabella è redatta al netto delle regolazioni debitorie, fatta eccezione per i risultati relativi agli anni 1996-1997, in quanto il rendiconto di quegli anni fornisce soltanto dati al lordo di tali regolazioni.

Evoluzione del saldo netto da finanziare nel ddl di assestamento

(miliardi di lire – milioni di euro, competenza)

Anno

Legge finanziaria

Legge di bilancio

Ddl di assestamento

Consuntivo

Limite massimo

Regolazioni debitorie

miliardi di lire

1996

147.900

12.400

147.738

147.277

125.412 (*)

1997

91.500

16.754

91.457

99.576

42.066 (*)

1998

87.800

28.807

87.740

84.040

46.398

1999

60.700

33.267

60.590

57.932

30.188

2000

79.500

33.454

78.666

72.820

12.581

milioni di euro

2001

38.218

17.740

38.136

43.087

16.685

2002

33.157

14.649

32.763

36.155

35.356

2003

48.200

5.760

47.764

56.105

30.971

2004

54.600

7.396

53.873

62.223

15.680

2005

50.000

7.494

48.643

51.102

30.218

2006

41.000

7.077

36.664

38.463

36.114

2007

29.000

9.310

22.972

18.806

 

N.B.:     Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili. I dati di consuntivo sono riferiti alla gestione.

(*)        Per i consuntivi 1996 e 1997, i dati sono al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

In corrispondenza con l’evoluzione del saldo netto da finanziare, le previsioni assestate evidenzianoanche un miglioramento, rispetto alle previsioni iniziali, del saldo corrente (risparmio pubblico) e del saldo primario (differenza tra entrate finali e spese finali al netto della spesa per interessi).

In particolare, il saldo corrente passa dalla previsione iniziale di + 15.607 milioni di euro ad una previsione assestata pari a + 20.100 milioni di euro, con un miglioramento di 4.493 milioni di euro.

 

Rispetto alle previsioni iniziali, l’avanzo primario passada 51.078 milioni di euro a 56.609 milioni di euro (+ 5.531 milioni di euro).

 

Il ricorso al mercato (che risulta dalla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti), evidenzia un miglioramento di 5.281 miliardi di euro, passando da 224.591 milioni di euro a 219.310 milioni di euro(il dato comprende anche le regolazioni debitorie).

 

Anche il valore del ricorso al mercato che si determina sulla base delle previsioni assestate risulta pertanto inferiore al limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2007 in 240.500 milioni di euro (compreso l’indebitamento all’estero per un importo non superiore a 4.000 milioni).

 

b)I saldi di cassa

(dati in milioni di euro)

 

Rendiconto 2006

Previsioni iniziali 2007

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate 2007

Saldo netto da finanziare

 -25.484

-61.691

2.840

-1468

-60.319

Risparmio pubblico

10.450

-16.758

5.241

216

-11.301

Saldo primario

44.865

12.362

3.269

45

15.676

Ricorso al mercato (*)

-189.662

-263.310

-634

-2.257

-266.201

N.B.:  Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

(*)            Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

In termini di cassa, il saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, si attesta a 60.319 milioni di euro, con una riduzionedi 1.372 milioni rispetto alle previsioni iniziali (61.691 milioni di euro).

Anche il saldo corrente (risparmio pubblico) in termini di cassa mostra un miglioramento, passando da un valore negativo di 16.758 milioni di euro ad unvalore negativo di 11.301 milioni di euro.

Il saldo primario, che già nelle previsioni iniziali evidenziava un valore positivo di 12.362 milioni di euro, nelle previsioni assestate evidenzia un miglioramento passando a 15.676 milioni di euro.

Il ricorso al mercato in termini di cassa, che nel bilancio di previsione era quantificato in 263.310 milioni di euro, sale, nelle previsioni assestate, a 266.200 milioni di euro (al lordo delle regolazioni debitorie), con un peggioramento di circa 2.891 milioni di euro.

 


3.Le variazioni di competenza

Nella tavola seguente è esposto il quadro analitico, in termini di competenza, al netto delle regolazioni debitorie e contabili e dei rimborsi IVA, delle previsioni iniziali contenute nel bilancio per l’esercizio in corso, delle variazioni intervenute mediante atti amministrativi, delle variazioni proposte dal disegno di legge e delle previsioni assestate come risultanti dal disegno di legge originario presentato al Senato. Il complesso delle previsioni assestate, comprensive delle variazioni introdotte durante l’esame presso il Senato, è invece indicato nel paragrafo 6 e nelle tabelle riepilogative allegate al presente dossier.

 

I dati che seguono sono posti altresì a raffronto con i risultati di consuntivo relativi all’anno 2006, come esposti nel disegno di legge di Rendiconto (A.C. 3169).

Variazioni al bilancio 2007 - Competenza

(milioni di euro)

 

Rendiconto 2006

Previsioni iniziali
2007

Variazioni
per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate 2007

              Entrate

Entrate finali:

459.681

432.304

141

7.437

439.882

- Entrate tributarie

 

404.669

0

7403

412.072

- Entrate extratributarie

 

25.497

141

33

25.671

- Alienazione, ammortamento

 

2.139

0

0

2.139

              Spese

Spese finali:

438.889

455.277

193

3.219

458.689

-Spese correnti netto interessi

 

340.508

37

1.683

342.228

- Interessi

 

74.050

0

1.365

75.415

- Spese conto capitale

 

40.719

155

171

41.045

Rimborso prestiti

 

189.099

3.500

-1.405

191.194

 

 

 

 

 

 

Saldo netto da finanziare

20.792

-22.973

-52

4218

-18.807

Risparmio pubblico

55.763

15.608

104

4389

20.101

Avanzo primario

91.592

51.077

-52

5.583

56.608

Ricorso al mercato (*)

-150.671

-224.591

-52

5.333

-219.310

N.B:   Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA. I dati di rendiconto 2006 sono riferiti alla gestione.

(*)     Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

Negli allegati al disegno di legge di assestamento (A.C. 3170/I-II-III) sono esposte, a fini conoscitivi, le variazioni agli stanziamenti di bilancio determinate da atti amministrativi e intervenute nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2006.

 

In termini di competenza, le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati nei primi cinque mesi dell’esercizio finanziario hanno determinato:

a)        un incremento delle entrate finali di 141 milioni di euro, totalmente risultante da un aumento delle entrate extra tributarie;

b)        una riduzione delle spese finali di 193 milioni di euro, dovuto essenzialmente alle spese correnti al netto degli interessi (+37 milioni di euro) e alle spese in conto capitale (+155 milioni di euro).

 

Come indicato, le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati sulla base della legislazione vigente nei primi cinque mesi dell’esercizio finanziario sono esposte, negli allegati al disegno di legge di assestamento, a scopo meramente conoscitivo.

Sono invece oggetto di approvazione parlamentare le variazioni alle previsioni di bilancio che il Governo propone con il disegno di legge di assestamento.

 

Per quanto riguarda le entrate, il disegno di legge di assestamento registra un incrementodelle entrate tributarie di 7.403 milioni di euro così ripartito: 5.038 milioni relativo alle imposte dirette e 2.365 milioni per quelle indirette.

Per quanto concerne le altre entrate, il disegno di legge in esame apporta una variazione in aumento di 33 milioni di euro, unicamente riferite alle entrate extratributarie.

 

Come sarà indicato più analiticamente in seguito, le modifiche approvate al disegno di legge nel corso dell’esame presso il Senato hanno introdotto variazioni in aumento delle previsioni di entrata, adeguandole all’andamento particolarmente positivo del gettito tributario derivante dall'autoliquidazione delle imposte sui redditi (cfr. oltre il paragrafo 6).

 

Per quanto concerne le variazioni proposte nel disegno di legge di assestamento relativamente alle spese finali, essecomportano un incremento complessivo di 3.219 milioni di euro.

Tale variazione risulta da un aumento delle spese correnti al netto degli interessi per 1.683 milioni di euro, della spesa per interessi di 1.365 milioni di euro e della spesa in conto capitale per 171 milioni di euro.

 

L’aumento delle spese correnti interessa, in particolare, le dotazioni relative a:

 

§      trasferimenti correnti alle autonomie territoriali per 1.265 milioni di euro, di cui:

-          trasferimenti alle Regioni (+1.213 milioni di euro), determinati per la gran parte dalle maggiori occorrenze necessarie per le regolazioni contabili delle entrate erariali della Sicilia e della Sardegna (+ 856 milioni);

-          trasferimenti ai Comuni (+52 milioni di euro)

§      trasferimenti per redditi da lavoro dipendente (+335 milioni di euro), consistenti principalmente nell’incremento dei capitoli delle retribuzioni del comparto scuola (+192 milioni);

§      consumi intermedi (+485 milioni di euro);

§      trasferimenti correnti a famiglie, imprese ed estero per complessivi 208 milioni di euro, consistenti principalmente in maggiori risorse assegnate agli istituti di patronato, alle scuole private e agli enti e associazioni fruitici dei finanziamenti derivanti dal fondo del 5 per mille;

§      trasferimenti correnti a imprese (+66 milioni di euro).

 

Nell’ambito della spesa in conto capitale si registra, invece, un aumento di 171 milioni di euro, ascrivibile per la gran parte all’aumento degli investimenti fissi dei Ministeri e dei crediti di imposta alle imprese (+215 milioni di euro) e solo in piccola parte ai contributi ad investimenti all’estero (+12 milioni), mentre diminuiscono contemporaneamente i contributi agli investimenti ad amministrazioni locali (-55 milioni di euro circa).

 

Le variazioni rispetto alle dotazioni del bilancio 2007 delle singole categorie di spesa sono evidenziate nella tabella seguente (dati di competenza):

 

CATEGORIE

Legge Bilancio
2007

Atti amministrativi

Ddl assestamento

Assestato
2007

Redditi da lavoro dipendente

84.870

566

335

85.771

Consumi intermedi

9.904

364

485

10.753

Imposte pagate sulla produzione

4.575

2

-91

4.485

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

187.635

1.130

1374

190.140

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

3.916

58

91

4.065

Trasferimenti correnti a imprese

5.727

-63

66

5.730

Trasferimenti all'estero

1.758

136

51

1.945

Risorse proprie cee

17.400

0

0

17.400

Interessi passivi e redditi da capitale

74.050

0

1365

75.415

Poste correttive e compensative

15.648

2

-672

14.978

Ammortamenti

841

0

0

841

Altre uscite correnti

8.234

-2157

44

6.120

Totale spese correnti

414.558

37

3048

417.643

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

5.746

-80

92

5.757

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

17.573

0

-55

17.518

Contributi agli investimenti ad imprese

7988

30

123

8.141

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

91

0

0

91

Contributi agli investimenti a estero

203

139

12

354

Altri trasferimenti in conto capitale

8.749

66

0

8.815

Acquisizioni di attività finanziarie

370

0

0

370

Totale spese conto capitale

40.720

155

171

41.045

Totale spese finali

455.278

192

3.219

458.688

N.B:      Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA.

 


4.Le variazioni di cassa

Nella tavola successiva viene riepilogata l’evoluzione delle entrate, delle spese e dei saldi del bilancio dello Stato in termini di cassa, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, con riferimento ai risultati di consuntivo per il 2006, alle previsioni iniziali del bilancio per il 2007 e alle previsioni assestate contenute nel disegno di legge presentato al Senato.

 

Variazioni al bilancio 2007 - Cassa

(dati in milioni di euro)

 

Rendiconto 2006

Previsioni iniziali
2007

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte
ddl assestamento

Previsioni assestate 2007

Entrate

 

 

 

 

 

Entrate finali:

408.279

411.101

141

7.437

418.678

- Entrate tributarie

 

388.681

0

7.403

396.084

- Entrate extratributarie

 

20.281

141

33

20.455

- Alienazione, ammortamento

 

2.139

0

0

2.139

 

 

 

 

 

 

Spese

 

 

 

 

 

Spese finali:

433.763

472.792

-2.699

8.904

478.997

- Spese correnti al netto interessi

 

351.668

-5.530

5.708

351.846

- Interessi

 

74.053

430

1.512

75.995

- Spese conto capitale

 

47.071

2.402

1.684

51.156

Rimborso prestiti

 

189.099

3788

499

193.386

 

 

 

 

 

 

Saldo netto da finanziare

-25.484

-61.691

2.840

-1.468

-60.319

Risparmio pubblico

10.450

-16.758

5.241

216

-11.302

Avanzo primario

44.865

12.362

3.269

45

15.676

Ricorso al mercato(*)

-189.662

-263.310

-634

-2.257

-266.200

N.B:   Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA. I dati di rendiconto 2004 sono riferiti alla gestione.

(*)     Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

Dal quadro delle variazioni delle autorizzazioni di cassa, si evidenzia una proposta di aumento delle autorizzazioni ai pagamenti finali per 8.904 milioni, mentre dal versante delle entrate si prevedono maggiori incassi per 7.437 milioni di euro.

 

In particolare, le variazioni apportate in conseguenza di atti amministrativi nei mesi gennaio-maggio 2007 comportano, in termini di cassa, un incremento delle entrate finali per 141 milioni di euro (corrispondente a quello registrato in termini di competenza) e un incremento delle spese finali per 193 milioni di euro.

 

Le variazioni proposte del disegno di legge di assestamento relativamente agli incassi da entrate finaliriguardano pressoché interamente le entrate tributarie ( + 7.437 milioni di euro).

 

Per quanto riguarda le autorizzazioni di cassa relative a spese finali, con il disegno di legge di assestamento si propone unaumento complessivo di 8.904 milioni di euro, risultante, da un lato, da una maggiore spesa corrente al netto degli interessi per 5.708 milioni di euro, da una maggiore spesa in conto capitale per 1.684 milioni di euro, nonché da una maggiore spesa per interessi di 1.512 milioni di euro.

 

Più precisamente, le variazioni in aumento disposte dal disegno di legge di assestamento concernenti le autorizzazioni di cassa relative alle spese correnti al netto degli interessi,riguardano:

-        i redditi da lavoro dipendente (+ 730 milioni di euro). Le maggiori previsioni di pagamenti concernono soprattutto le competenze accessorie del comparto scuola;

-        i consumi intermedi (+729 milioni di euro);

-        i trasferimenti correnti alle amministrazioni locali (+2.243 milioni di euro). L’incremento riguarda le Regioni per 1.677 milioni di euro, ed è relativo alle maggiori occorrenze per le regolazioni contabili delle entrate erariali di Sicilia e Sardegna, ed ai Comuni (+ 502 milioni) per il Fondo ordinario e consolidato degli enti locali in attuazione di disposizioni legislative specifiche e al trasporto pubblico locale;

-        i trasferimenti correnti alle imprese (+128 milioni di euro). L’incremento è relativo principalmente al settore dei trasporti;

-        gli interessi per 1.512 milioni ;

-        le altre uscite correnti per 1.512 milioni, imputabili principalmente all’incremento del fondo per le autorizzazioni di cassa.

 

Per quanto concerne le spese in conto capitale, l’incremento (+ 1.684 milioni di euro) interessa principalmente: i trasferimenti agli enti territoriali (1.096) con specifico riguardo agli interventi di competenza regionale nelle aree depresse, le categorie degli investimenti fissi lordi (222 milioni) e i contributi alle imprese (+ 272 milioni).


5.L’accertamento dei residui passivi

Nella definizione del bilancio di previsione l’entità dei residui passivi viene stimata, in modo presuntivo, sulla base di un calcolo che fa riferimento alla massa spendibile e alle autorizzazioni di cassa risultanti dal bilancio dell’esercizio in corso a quel momento.

 

Solo con l’assestamento viene iscritta in bilancio la consistenza effettiva dei residui al 1° gennaio dell’esercizio in corso, quale è stata accertata sulla base delle risultanze del Rendiconto per l’esercizio precedente. Pertanto, il disegno di legge di assestamento del bilancio per il 2007 tiene conto dell’entità effettiva dei residui esistenti all’inizio dell’esercizio, come determinata nel disegno di legge di approvazione del Rendiconto per l’esercizio 2006.

 

Dal lato della spesa, i residui passivi accertati al 31 dicembre 2006ammontano complessivamente a 120.875 milioni di euro.

Al netto dei residui relativi al rimborso prestiti (8.805 milioni di euro), i residui passivi relativi a spese finali ammontano a 112.875 milioni di euro.

 

In sede di formazione del bilancio di previsione per il 2007,la consistenza complessiva dei residui passivi era stata determinata in via presuntiva in100.564 milioni di euro (comprensivi del rimborso prestiti).

Il Rendiconto relativo al 2006ha pertanto evidenziato una consistenza complessiva dei residui passivi effettivamente accertati maggiore di 20.311 milioni di eurorispetto a quella dei residui presunti nel bilancio di previsione.

Lo scostamento rispetto alle previsioni ha interessato, in particolare, i Ministeridell’economia e delle finanze per 16.206 milioni di euro, delle infrastrutture e trasporti per 3.799 milioni e, in diminuzione, il Ministero dello sviluppo economico, per – 6.490 milioni di euro.

 

Per un’analisi più dettagliata dei residui attivi e passivi, risultanti alla fine dell’esercizio 2006, si rinvia alla Parte I del presente dossier, relativa al Rendiconto per l’esercizio 2006.


6.Le modifiche introdotte dal Senato

In sede di esame presso il Senato sono state approvate alcune modifiche che complessivamente hanno comportato una revisione in aumento delle previsioni in conto competenza relative alle entrate (+ 5.978 milioni di euro) e una riduzione delle previsioni relative alle spese (-2.032 milioni di euro).

A seguito di tali modifiche, il saldo netto da finanziare registra, rispetto alle previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, un miglioramento di 8.010 milioni di euro[36].

 

Si illustrano di seguito le previsioni assestate definitive, comprensive delle variazioni approvate nel corso dell’esame al Senato rispetto alle previsioni iniziali nel disegno di legge in esame (dati in euro).

 

 

 

DDL

Modifiche parlamentari

Assestamento
emendato

 

ENTRATA

 

 

 

1.1.1.1

Ire – Entrate derivanti dall’ attività ordinaria di gestione

3.333.180.000

- 4.240.000.000

- 906.820.000

1.1.1.2

Ires- Entrate derivanti dall’ attività ordinaria di gestione

1.182.650.000

6.289.000.000

7.471.650.000

1.1.4.1

Imposte sostitutive - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

366.300.000

2.197.000.000

2.563.300.000

1.1.5.1.

Ritenute a titolo di imposta definitiva - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

102.000.000

- 274.000.000

- 172.000.000

1.1.7.1

Altri introiti diretti – Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

- 51.130.000

- 51.000.000

- 102.130.000

1.1.7.2

Altri introiti diretti – Entrate derivanti dall’attività di accertamento e controllo

104.000.000

- 694.000.000

- 590.000.000

1.1.8.1

Iva su scambi interni e intracomunitari – Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

2.432.730.000

3.580.000.000

6.012.730.000

1.1.11.1

Iva su importazioni – Entrate derivanti dall’ attività ordinaria di gestione

- 821.000.000

- 851.000.000

- 1.672.000.000

1.1.12.1

Accisa e imposta erariale di consumo sugli oli minerali - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

130.100.000

- 827.000.000

- 696.900.000

1.1.13.1

Accisa e imposta erariale di consumo su altri prodotti - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

4.770.000

- 107.000.000

- 102.230.000

1.1.14.1

Imposte sui generi di monopolio - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

- 56.000.000

396.000.000

340.000.000

1.1.15.1

Tasse e imposte sugli affari, su atti concernenti il demanio ed il patrimonio dello Stato. Entrate derivanti dall'attività ordinaria di gestione

211.610.000

308.000.000

519.610.000

1.1.20.1

Altri tributi indiretti. Entrate derivanti dall'attività ordinaria di gestione

755.290.000

188.000.000

943.290.000

1.1.20.2

Altri tributi indiretti. Entrate derivanti dall'attività di accertamento e controllo

0

64.000.000

64.000.000

 

 

 

 

 

 

SPESA

 

 

 

 

Tabella 2: Ministero dell’econo­mia e finanze

 

 

 

2.1.5.3

Fondi da ripartire per oneri di personale

17.457.830

+ 901.798

18.359.628

3.1.2.22

Servizio del gioco del lotto

- 702.000.000

- 750.000.000

- 1.452.000.000

4.1.2.8

Risorse proprie Unione europea

0

- 1.300.000.000

- 1.300.000.000

4.1.5.10

Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine

0

- 15.080.098

- 15.080.098

4.2.3.1

Risanamento e ricostruzione zone terremotate

0

- 20.000.000

- 20.000.000

6.1.2.4

Devoluzione canoni sulle radioteleaudizioni

- 35.000.000

+35.000.000

0

 

Tabella 6: Ministero degli affari esteri

 

 

 

4.1.1.0

Funzionamento

0

+25.000

25.000

6.1.1.2

Uffici all'estero

598.338

+ 5.145.000

5.743.338

6.1.5.4

Fondo di riserva consumi intermedi

6.500.000

- 4.910.000

1.590.000

6.1.5.5

Fondo per il rafforzamento delle misure di sicurezza

6.480.000

- 6.480.000

0

8.1.1.1

Uffici centrali

1.000.000

+ 2.100.000

3.100.000

8.1.1.2

Uffici all'estero

0

+ 500.000

500.000

8.2.3.1

Beni mobili

0

+ 500.000

500.000

8.2.3.2

Informatica di servizio

1.200.000

- 500.000

700.000

10.1.1.1

Uffici centrali

100.000

+ 720.000

820.000

10.1.2.1

Promozione e relazioni culturali

6.000.000

+ 400.000

6.400.000

11.1.1.0

Funzionamento

38.000

+ 2.500.000

2.538.000

 

Tabella 8: Ministero dell’interno

 

 

 

3.1.6.2

Altri trattamenti

0

+ 889.345

889.345

4.1.2.8

Fondo di solidarietà per i reati di tipo mafioso

0

+ 10.000.000

10.000.000

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

60.640.917

- 10.000.000

50.640.917

5.1.1.3

Mezzi operativi e strumentali

27.038.085

+ 10.000.000

37.038.085

5.1.6.3

Altri trattamenti

0

- 1.022.592

-1.022.592

 

Tabella 9: Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio

 

 

 

3.2.3.1

Piani disinquinamento

0

+ 1.293.000

1.293.000

7.2.3.3

Risanamento e valorizzazione del territorio

0

+ 2.840.300

2.840.300

 

Tabella 10: Ministero delle infrastrutture

 

 

 

3.2.3.4

Risanamento e ricostruzione zone terremotate

0

+ 20.000.000

20.000.000

 

Tabella 12: Ministero della difesa

 

 

 

1.1.1.0

Funzionamento

0

- 661.675

-661.675

2.1.1.1

Spese generali di funzionamento

1.000

+ 40.815

41.815

2.1.1.2

Spese generali di funzionamento di onoranze ai caduti in guerra

0

- 69.313

-69.313

2.1.1.3

Magistratura militare

0

+ 705.988

705.988

3.1.1.1

Spese generali di funzionamento

20.761.600

- 47.215.815

-26.454.215

3.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

9.190.000

- 47.191.571

-38.001.571

3.1.6.1

Indennità

0

+ 133.247

133.247

4.1.1.1

Spese generali di funzionamento

7.283.011

+ 47.550.000

54.833.011

4.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

11.324.175

+ 1.859.400

13.183.575

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

0

+ 28.041.571

28.041.571

5.1.1.2

Mezzi operativi e strumentali

1.876.000

+ 14.919.100

16.795.100

6.1.1.1

Spese generali di funzionamento

0

 - 23.050.000

-23.050.000

6.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

7.171.000

+ 43.221.500

50.392.500

7.1.1.1

Spese generali di funzionamento

0

- 6.300.000

-6.300.000

 

Tabella 13: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 

 

 

3.1.1.0

Funzionamento

20.000.000

+ 4.000.000

24.000.000

3.1.2.1

Enti e istituti di ricerca, informazione, sperimentazione e controllo

0

- 9.750.000

-9.750.000

3.1.2.7

Restituzione e rimborsi di imposte

5.800.000

- 5.600.000

200.000

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

136.140

+ 7.350.000

7.486.140

5.1.2.4

Interventi-Economia montana e forestale

0

+ 4.000.000

4.000.000

 

Tabella 18: Ministero della solidarietà sociale

 

 

 

2.1.1.0

Funzionamento

1.000.000

+ 45.000

1.045.000

 

 

Sulla base di quanto affermato dal Governo in sede di presentazione delle proposte di variazione formulate nel corso dell’esame al Senato, si osserva che le principali revisioni operate sul versante delle entrate riguardano:

 

-       le ritenute IRE.Le previsioni concernenti le ritenute da lavoro dipendente sono state emendate al ribasso rispetto a quanto previsto dal disegno di legge di assestamento, per riflettere il differente andamento del gettito effettivo rispetto alle stime, il quale,  nei primi otto mesi dell’anno, è cresciuto meno di quanto si stimasse (nel quadro macro fornito dal DPEF 2008-2011) potessero crescere i redditi da lavoro dipendente.

-       Il gettito dell’autoliquidazione IRE, IRES ed IVA su scambi interni. In sede di DPEF 2008-2011, le stime relative a tali imposte erano fortemente influenzate dagli effetti stimati della sentenza “IVA auto aziendali” e dai provvedimenti associati. Tali provvedimenti recepivano le disposizioni della sentenza e prevedevano in relazione tecnica minori entrate IVA su scambi interni pari a 5,2 miliardi di euro, compensati da minori deduzioni per le imposte dirette che portavano maggiori entrate nel versamento dei saldi di autoliquidazione per IRE, IRES e IRAP. Tali provvedimenti avevano l’effetto di deprimere il gettito IVA atteso ed aumentare il gettito da autoliquidazione a saldo rispetto ai trend storici di stima con effetti neutrali sul gettito totale.

Sulla base del gettito osservato nel periodo gennaio-agosto, è stata rivista verso l’alto la stima del gettito IVA su scambi interni (+ 3.580 milioni), e al ribasso quella del gettito da autoliquidazione IRE. In particolare, per l’IRE la revisione più consistente è avvenuta sul saldo, la cui stima iniziale risentiva dell’effetto stimato della sentenza “IVA auto aziendali”.

Per l’IRES, la revisione in aumento (+ 6.289 milioni di euro) è stata effettuata per riflettere pienamente gli straordinari andamenti del gettito registrati, sia in sede di saldo e di primo acconto tra giugno e luglio, sia dei versamenti effettuati in settembre.

A tal proposito, il Governo[37] ha osservato che a fronte di un previsione di crescita delle entrate IRES di circa il 27 percento annuo, già incorporata nella stima di base per tutti i contribuenti IRES, si sono verificati versamenti eccezionali di alcuni grandi contribuenti privati, alcuni dei quali hanno presentato tassi di crescita annuali dei propri versamenti superiori al 400 percento. La gran parte di tali contribuenti hanno versato il proprio saldo e acconto per la prima volta in settembre. I risultati di tali versamenti sono stati disponibili per il Governo solo alla fine del mese di settembre, di qui la presentazione del secondo emendamento del Governo, che ha comportato un ulteriore incremento della previsione dell’entrata relativa a tale tributo di 900 milioni di euro, sia in termini di cassa che di competenza.

 

Si ricorda che la somma di 5.978 milioni di euro, risultante dalle suddette maggiori previsioni di entrata introdotte nel corso dell’esame al Senato, è stata interamente utilizzata a parziale copertura delle misure recate dal decreto legge n. 159 del 1° ottobre 2007[38], collegato alla manovra di finanza pubblica.

 

Per quanto riguarda la spesa, e in particolare lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, le variazioni apportate nel corso dell’esame al Senato riguardano:

 

§      l’adeguamento del Fondo unico di amministrazione del personale dei dipartimenti del Ministero dell’economia e delle finanze in relazione alle quote variabili relative all’attività di assistenza fiscale svolta nel corrente anno prestata a favore dei dipendenti delle Amministrazioni statali;

§      la riduzione concernente il servizio del gioco del lotto, volta ad adeguare lo stanziamento al prevedibile andamento del gioco stesso, in relazione all’ammontare delle regolazioni contabili da considerare in entrata del bilancio dello Stato per garantire la lordizzazione del gettito, considerato che una parte delle vincite viene direttamente erogata alla fonte (dai tabaccai) e quindi viene a ridursi l’ammontare delle somme versate;

§      la riduzione di 1.300 milioni di euro della spesa relativa all’u.p.b concernente le risorse proprie dell’Unione europea, derivante dalla rideterminazione delle quote richieste dalla Commissione UE quale contributo al bilancio comunitario per il corrente anno.

A tal proposito, si segnala che anche la somma di 1.300 milioni risultante dalla previsione di una minore spesa per il contributo italiano al bilancio comunitario è stata interamente utilizzata dal citato decreto – legge n. 159 del 1° ottobre 2007a copertura delle misure da questo introdotte.

§      la riduzione del fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine per importo che non compromette le prevedibili occorrenze di utilizzo (-15 milioni di euro) a fronte della quale vengono proposti incrementi negli stati di previsione del Ministero dell’economia e finanze (adeguamento del fondo unico di amministrazione, per +901.798 euro), del Ministero dell’interno (Fondo di solidarietà per i reati di tipo mafioso, per +10 milioni), del Ministero dell’ambiente (risanamento e valorizzazione del territorio, per +2,8 milioni di euro) e del Ministero della solidarietà sociale (lavoro straordinario, per +45.000 euro);

§      il totale reintegro (+35 milioni di euro), rispetto alla riduzione proposta nel disegno di legge di assestamento, delle quote sui canoni di abbonamento alle radio e alla televisione, spettanti alla società concessionaria.

 

Per lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri le modifiche sono volte a promuovere variazioni di natura compensativa mediante riduzione del Fondo di riserva per consumi intermedi (- 4,9 milioni di euro) e del Fondo per il rafforzamento delle misure di sicurezza (-6,5 milioni di euro) iscritti nello stesso stato di previsione, e un contestuale incremento di alcuni capitoli di spesa, onde consentire un tempestivo utilizzo delle risorse da parte dei singoli centri di responsabilità.

 

Per lo stato di previsione del Ministero dell’interno, le modiche proposte hanno:

§      apportato variazioni di natura compensativa fra settori di spesa (pari a 10 milioni di euro) al fine di attenuare le criticità di ambiti, quali il funzionamento dei presidi dell’arma dei carabinieri dislocati sul territorio;

§      determinato il trasferimento di una quota parte delle risorse allocate presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza - a favore del Dipartimento dei Vigili del fuoco, Soccorso pubblico e difesa civile del medesimo stato di previsione, e a favore del Centro di responsabilità “Segretario generale del Ministero della difesa”, in modo tale da assicurare una pertinente gestione dei fondi per la successiva erogazione degli stessi ai familiari superstiti delle vittime del dovere;

§      destinato, a favore delle vittime dei reati di tipo mafioso, proventi derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata.

 

Per lo stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare le variazioni apportate dal Senato sono state giustificate dalla necessità di garantire il pagamento di impegni indifferibili già assunti in materia di risanamento e valorizzazione del territorio, relativi a somme andate in economia per mero errore materiale determinato dal malfunzionamento del sistema informativo.

 

Per lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, la variazione viene proposta per trasferire dallo stato di previsione del Ministero dell’economia e finanze le risorse autorizzate per l’anno 2007 dalla legge finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1010) per il completamento degli interventi per la ricostruzione delle zone terremotate del Belice.

 

Per lo stato di previsione del Ministero della difesa, le variazioni apportate dal Senato hanno comportato una variazione tendente ad attenuare le criticità di molti degli ambiti organizzativo funzionali attinenti:

§      alla manutenzione dei mezzi e dei sistemi d’arma. In particolare, a fronte di una riduzione delle risorse per il vettovagliamento, legata alla diminuzione dei militari in servizio quotidianamente, si è reso necessario un adeguamento degli stanziamento di alcuni capitoli relativi al mantenimento di mezzi e sistemi in dotazione alle forze armate;

§      al necessario riallineamento delle previsioni di spesa tra i capitoli stipendiali del personale militare e civile;

§      alla corretta allocazione delle risorse finanziarie relative alle spese per l’esercizio e la manutenzione dei velivoli adibiti al trasporto aereo civile di Stato;

§      alle spese generali per il funzionamento degli uffici.

 

Per ciò che riguarda lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, le variazioni apportate alle proposte iniziali del disegno di legge di assestamento da parte dell’Aula del Senato, sono, per la parte di competenza, di carattere compensativo, e risultano in particolare finalizzate ad incrementare la previsione di spesa per:

§      il funzionamento del dipartimento delle politiche di sviluppo (+4 milioni);

§      il funzionamento del corpo forestale dello Stato;

Le suddette variazioni sono finalizzate, tra l’altro, ad una riduzione della spesa per gli enti ed istituti di ricerca, informazione, sperimentazione e controllo operanti nell’ambito del sistema informativo agricolo nazionale (- 9,7 milioni).

 

Infine, per lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale, le variazioni in aumento delle spese di funzionamento sono finalizzate al pagamento del lavoro straordinario svolto dal personale, tenuto conto delle maggiori esigenze connesse alla recente istituzione del dicastero.

 

 


7.Le regolazioni debitorie e contabili

7.1.   I saldi al lordo delle regolazioni debitorie e contabili

Nel presente dossier, come nella relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento, si è fatto riferimento alle variazioni delle previsioni di bilancio e alle conseguenti variazioni dei saldi considerate al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

 

Se si prendono in considerazione i dati al lordo delle regolazioni debitorie, contabili e dei rimborsi IVA, i saldi variano in senso positivo.

Le regolazioni debitorie esposte nel bilancio assestato 2007 ammontano, in termini di competenza, a 9.310 milioni di euro.

Più in particolare, sulla base delle previsioni assestate si registrano, sul lato delle entrate, regolazioni di bilancio per 30.510 milioni di euro e, sul lato della spesa, regolazioni di bilancio, contabili e debitorie per 39.820 milioni di euro.

 

A fini di confronto, il bilancio di previsione iniziale per il 2007 esponeva regolazioni debitorie per 12.520 milioni di euro. Il rendiconto relativo all’esercizio 2006 evidenzia regolazioni debitorie per 14.476.

 

Il saldo netto da finanziare, in termini di competenza, al lordo di dette regolazioni, passa da una previsione iniziale di bilancio di 35.493 milioni di euro ad una previsione assestata di 28.117 milioni di euro, con un miglioramento di 7.376 milioni di euro.

7.2    L’entità delle regolazioni debitorie e contabili

La legge di bilancio per il 2007 esponeva, in termini di competenza, nella parte di entrata, regolazioni di bilancio per 26.931 milioni di euro, (di cui 22.400 milioni per rimborsi IVA e 4.531 per anticipo ai concessionari) e, nella parte di spesa, regolazioni per complessivi 39.451 milioni di euro, con un saldo negativo di 12.520 milioni di euro, corrispondente all’importo per regolazioni debitorie indicato dall’articolo 1, comma 1, della legge finanziaria per il 2007.

Le regolazioni debitorie indicate nella legge di bilancio si riferivano (in termini di competenza e di cassa) alle seguenti voci di parte corrente:

-          22.400 milioni destinati ai rimborsi IVA;

-          4.531 milioni quale anticipo concessionari;

-          3.150 milioni di euro, per rimborsi di imposte dirette relativi ad esercizi pregressi;

-          670 milioni di euro conseguenti alle minori entrate IRAP destinate al finanziamento della spesa sanitaria.

 

Per quanto concerne le voci in conto capitale, nel bilancio iniziale di previsione per il 2007 erano iscritte le seguenti regolazioni debitorie:

-          8.700 milioni per il Fondo globale

 

Il disegno di legge di assestamento espone, per la parte dell’entrata, regolazioni contabili in aumento per 3.579 milioni di euro, sia in competenza che in cassa.

Mentre, per la parte di spesa corrente propone maggiori regolazioni debitorie per 369 milioni di euro, sia in termini di cassa, sia di competenza.

Tali maggiori regolazioni debitorie sono date da 79 milioni di euro quale anticipo ai concessionari, da 290 milioni di euro quali entrate erariali da assegnare a Sicilia e Sardegna.

Per la parte di spesa in conto capitale, il disegno di legge di assestamento non prevede maggiori regolazioni debitorie in termini di competenza, ma registra un aumento della previsione di pagamento dei disavanzi USL dato da variazioni per atto amministrativo (+ 3.186 milioni di euro).

 

Complessivamente, pertanto, le regolazioni debitorie iscritte nel bilancio assestato ammontano a 9.310 milioni di euro in competenza e a 12.496 milioni di euro in cassa.

 


Tavole riepilogative

Assestamento 2007


Tavola i – Andamento delle entrate finali per categorie economiche e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

 

Previsioni Definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

i - imposte sul patrimonio e sul reddito

208.648

222.658

46,4

226.109

49,2

-

0,0

ii - tasse e imposte sugli affari

144.491

156.305

32,6

154.141

33,6

-

0,0

iii - imposte sulla produzione, consumi e dogane

29.108

29.676

6,2

29.169

6,4

-

0,0

iv – monopoli

9.183

9.943

2,1

9.861

2,1

-

0,0

v - lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

10.917

10.781

2,2

12.320

2,7

-

0,0

totale entrate tributarie

402.347

429.363

89,4

431.600

94,0

 445.005

93,4

vi - proventi speciali

608

772

0,2

648

0,1

-

0,0

vii - proventi dei servizi pubblici minori

5.408

7.267

1,5

4.546

1,0

-

0,0

viii - proventi dei beni dello stato

392

293

0,1

645

0,1

-

0,0

ix -  prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

4.075

4.109

0,9

3.690

0,8

-

0,0

x -   interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

5.134

7.912

1,6

4.532

1,0

-

0,0

xi - recuperi, rimborsi e contributi

11.071

26.032

5,4

9.172

2,0

-

0,0

xii - partite che si compensano nella spesa

2.011

2.374

0,5

2.263

0,5

-

0,0

totale entrate extratributarie

28.699

48.759

10,2

25.496

5,6

25.671

5,4

xiii - vendita di beni ed affrancazione di canoni

1.025

223

0,0

1.272

0,3

-

0,0

xiv - ammortamento di beni patrimoniali

840

163

0,0

841

0,2

-

0,0

xv -    rimborso di anticipazioni e crediti vari del tesoro

1.467

1.535

0,3

26

0,0

-

0,0

Totale alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione crediti

3.332

1.921

0,4

2.139

0,5

5.639

1,2

Totale entrate finali

434.378

480.043

100

459.235

100

476.315

100


 

Tavola II – Andamento delle principali imposte e loro incidenza percentuale sulle entrate tributarie

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

 

Previsioni Definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

Entrate tributarie

 

 

 

 

 

 

 

di cui:

 

 

 

 

 

 

 

ire (ex irpef)

 147.292

 155.344

36,2

 161.332

37,4

 160.425

36,1

ires (ex irpeg)

 40.492

 43.556

10,1

 46.921

10,9

 54.393

12,2

ilor

 165

 339

0,1

 85

0,0

 85

0,0

imposte sostitutive

 16.205

 19.104

4,4

 13.625

3,2

 16.188

3,6

ritenute a titolo di imposta definitiva

 1.148

 1.398

0,3

 1.297

0,3

 1.125

0,3

iva, di cui

 

 

 

 

 

 

 

- scambi interni ed intracomunitari

 104.671

 115.063

26,8

 110.835

25,7

 116.848

26,3

- importazione

 14.412

 14.449

3,4

 15.962

3,7

 14.290

3,2

altri introiti diretti

 1.904

 2.736

0,6

 2.787

0,6

 2.095

0,5

condoni e sanatorie, di cui:

 

 

 

 

 

 

 

- su tributi diretti

 1.442

 180

0,0

 62

0,0

 63

0,0

- su tributi indiretti

 340

 98

0,0

 3

0,0

 1

0,0

lotto, lotterie e giuochi

10.917

 10.781

2,5

 12.320

2,9

 12.115

2,7

accisa e imposta erariale di consumo su:

 

 

 

 

 

 

 

- olii minerali

22.390

 22.219

5,2

 22.298

5,2

 21.601

4,9

- altri prodotti

6.637

 7.254

1,7

 6.792

1,6

 6.690

1,5

imposte sui generi di monopolio

9.181

 9.940

2,3

 9.860

2,3

 10.200

2,3

imposte sugli affari

1.431

 2.122

0,5

 2.278

0,5

 2.798

0,6

altri tributi indiretti

23.720

 24.780

5,8

 25.145

5,8

 26.088

5,9

Totale

402.347

 429.363

100

 431.602

100

 445.005

100


Tavola III – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

 

Previsioni Definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

economia e finanze

 274.247

 260.673

55,8

 292.379

59,1

 290.308

58,5

sviluppo economico

 3.439

 3.402

0,7

 6.361

1,3

 6.451

1,3

lavoro e politiche sociali

 72.866

 72.103

15,4

 56.015

11,3

 56.855

11,5

giustizia

 8.155

 7.983

1,7

 7.774

1,6

 7.816

1,6

affari esteri

 2.283

 2.129

0,5

 2.238

0,5

 2.455

0,5

istruzione

 53.841

 57.046

12,2

 42.174

8,5

 42.396

8,5

interno

 28.311

 27.971

6,0

 24.662

5,0

 25.204

5,1

ambiente e tutela mare

 1.199

 1.187

0,3

 1.409

0,3

 1.428

0,3

infrastrutture

 8.040

 7.885

1,7

 4.079

0,8

 4.106

0,8

comunicazioni

 271

 259

0,1

 310

0,1

 328

0,1

difesa

 20.533

 20.398

4,4

 20.195

4,1

 21.487

4,3

politiche agricole

 1.715

 1.645

0,4

 1.677

0,3

 1.728

0,3

beni e attività culturali

 2.210

 2.152

0,5

 1.970

0,4

 1.985

0,4

salute

 1.576

 1.568

0,3

 1.342

0,3

 1.348

0,3

trasporti

 3

 2

0,0

 3.890

0,8

 3.948

0,8

università e ricerca

 690

 688

0,1

 11.037

2,2

 11.102

2,2

solidarietà sociale

-

-

 

 16.960

3,4

 17.282

3,5

commercio internazionale

 2

 2

0,0

 256

0,1

 262

0,1


 

Tavola IV – Le spese complessive per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

SPESE FINALI PER FUNZIONI-OBIETTIVO

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

1 -Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

234.367

225.326

48,2

441.682

64,6

445.383

64,8

2 –     Difesa

19.291

19.319

4,1

18.124

2,7

19.679

2,9

3 -Ordine pubblico e sicurezza

23.717

23.437

5,0

20.681

3,0

20.977

3,1

4 -Affari economici

50.450

48.272

10,3

55.412

8,1

55.138

8,0

5 -Protezione dell'ambiente

1.866

1.833

0,4

1.615

0,2

1.557

0,2

6 -Abitazioni e assetto territoriale

1.973

1.891

0,4

1.607

0,2

1.608

0,2

7 -Sanità

11.910

11.706

2,5

13.106

1,9

13.064

1,9

8 -Attività ricreative, culturali e di culto

12.798

9.832

2,1

11.741

1,7

10.289

1,5

9 –     Istruzione

52.651

55.848

12,0

50.176

7,3

50.517

7,3

10- Protezione sociale

70.360

69.629

14,9

69.617

10,2

69.472

10,1

Spese complessive

479.383

467.093

100

683.761

100

687.684

100


Tavola V – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

CATEGORIE

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO
EMENDATO 2007

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

Redditi da lavoro dipendente

85.642

 88.213

18,9

 84.870

17,2

 85.720

17,3

Consumi intermedi

12.593

 12.163

2,6

 9.904

2,0

 10.813

2,2

Imposte pagate sulla produzione

4.667

 4.844

1,0

 4.575

0,9

 4.488

0,9

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

183.939

 182.512

39,1

 188.305

38,1

 191.079

38,5

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

 4.920

 4.668

1,0

 3.906

0,8

 4.075

0,8

Trasferimenti correnti a imprese

 4.739

 4.598

1,0

 5.727

1,2

 5.730

1,2

Trasferimenti all'estero

 1.739

 1.576

0,3

 1.758

0,4

 1.945

0,4

Risorse proprie cee

 15.850

 14.577

3,1

 17.400

3,5

 16.100

3,2

Interessi passivi e redditi da capitale

 75.695

 70.801

15,2

 74.050

15,0

 75.415

15,2

Poste correttive e compensative

 46.750

 43.274

9,3

 45.739

9,2

 44.428

8,9

Ammortamenti

840,0

163,0

0,0

 841

0,2

 841

0,2

Altre uscite correnti

 2.184

 751

0,2

 8.234

1,7

 6.105

1,2

Totale spese correnti

 439.558

 428.140

91,7

 445.309

90,0

 446.739

90,0

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

 4.196

 4.138

0,9

 5.746

1,2

 5.759

1,2

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

 14.817

 14.769

3,2

 16.452

3,3

 17.501

3,5

Contributi agli investimenti ad imprese

 10.223

 10.107

2,2

 7.938

1,6

 8.140

1,6

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

 130

 130

0,0

 91

0,0

 91

0,0

Contributi agli investimenti a estero

 399

 399

0,1

 203

0,0

 354

0,1

Altri trasferimenti in conto capitale

 9.190

 8.626

1,8

 17.499

3,5

 17.535

3,5

Acquisizioni di attività finanziarie

 868

 784

0,2

 1.490

0,3

 370

0,1

Totale spese conto capitale

39.823

38.953

8,3

49.419

10,0

49.750

10,0

Totale spese finali

479.381

467.093

100

494.728

100

496.489

100


 

Tavola VI – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. (III LIVELLO)

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

Funzionamento

87.774

90.325

19,3

81.045

16,4

83.173

16,8

Interventi

257.142

250.540

53,6

257.571

52,1

259.770

52,3

Oneri comuni

17.330

14.856

3,2

30.949

6,3

26.688

5,4

Trattamenti di quiescenza

1.164

1.187

0,3

1.104

0,2

1.104

0,2

Oneri del debito pubblico

76.147

71.232

15,3

74.640

15,1

76.005

15,3

Totale spese correnti

439.557

428.140

91,7

445.309

90,0

446.740

90,0

Investimenti

36.509

36.098

7,7

36.683

7,4

37.014

7,5

Altre Spese in conto capitale

492

413

0,1

122

0,0

122

0,0

Oneri comuni

2.823

2.444

0,5

12.614

2,5

12.613

2,5

Totale conto capitale

39.824

38.955

8,3

49.419

10,0

49.749

10,0

Totale spese finali

479.381

467.095

100

494.728

100

496.489

100


Appendice


Glossario
dei principali termini macroeconomici e di finanza pubblica

 

Accensione di prestiti

Ammontare delle operazioni di indebitamento a medio e lungo termine (debito patrimoniale), con esclusione di quelle di durata inferiore all’anno (debito fluttuante). In sede previsionale, nel bilancio dello Stato, l’accensione di prestiti coincide con il ricorso al mercato [®].

 

Aliquota

Quota d’imposta [®] per ogni unità di base imponibile.

 

Amministrazioni pubbliche

Nell’ambito del sistema di contabilità nazionale, complesso delle unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita ovvero nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese; le risorse principali sono costituite da versamenti obbligatori effettuati direttamente o indirettamente da unità appartenenti ad altri settori.

Il settore delle amministrazioni pubbliche è composto di tre sottosettori:

1)  amministrazioni centrali, che comprendono i ministeri (che costituiscono l’amministrazione dello Stato in senso stretto), la Presidenza del Consiglio, gli organi costituzionali (Camera, Senato, Presidenza della Repubblica, Corte costituzionale) e quelli a rilevanza costituzionale (Corte dei Conti, CSM, CNEL) e gli enti centrali con competenza su tutto il territorio del paese (quali ANAS, CONI, CNR, ISTAT, Autorità amministrative indipendenti …);

2)  amministrazioni locali, che comprendono gli enti la cui competenza è limitata ad una parte del territorio nazionale (quali regioni, province, comuni, ASL, Aziende ospedaliere, IRCCS, camere di commercio, università, autorità portuali …)

3)  enti di previdenza e assistenza, che comprendono le unità istituzionali centrali e locali la cui attività principale consiste nell’erogazione di prestazioni sociali [®] finanziate attraverso contributi generalmente a carattere obbligatorio (quali INPS, INAIL, INPDAP)..

Le pubbliche amministrazioni costituiscono il settore di contabilità nazionale preso a riferimento in ambito europeo per la definizione dei parametri di finanza pubblica previsti dal Trattato di Maastricht.

Le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato [®]sono individuate annualmente in un elenco pubblicato dall’ISTAT. L'elenco è stato da ultimo aggiornato dall’ISTAT con Comunicato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 28 luglio 2006, n. 174. La compilazione di tale elenco risponde a norme classificatorie e definitorie proprie del sistema statistico nazionale e comunitario. Secondo il SEC95 (Sistema europeo dei Conti) [®], ogni unità istituzionale viene classificata nel settore delle pubbliche amministrazioni sulla base di criteri di natura prevalentemente economica, indipendentemente dal regime giuridico che la governa. In base a tali criteri, sono considerati pubbliche amministrazioni gli enti, anche di natura privatistica, il cui finanziamento risulti a carico della finanza pubblica in misura superiore al 50 per cento.

 

Ammortamento

Secondo il SEC95 [®], è la perdita di valore subita dai capitali fissi (quali macchinari, impianti, mezzi di trasporto) nel corso dell'anno a causa dell'usura fisica, dell'obsolescenza (perdita di valore economico dei beni capitali per il progresso tecnico incorporato nei nuovi beni) e dei danni accidentali assicurati. Il concetto di ammortamento economico differisce da quello fiscale o finanziario in senso lato.

 

Avanzo (complessivo, corrente, primario)

 

[®] “Saldo complessivo”, “Saldo corrente”, “Saldo primario”.

Base imponibile

Valore o grandezza a cui si commisura un’imposta, costituendo la traduzione quantitativa del presupposto [®].

 

Bilancia dei pagamenti

Registra le transazioni economiche [®] intervenute in un dato periodo tra i residenti e i non residenti di un’economia.

Capitolo

Voce contabile del bilancio dello Stato individuata nell’ambito di ciascuna unità previsionale di base [®], rilevante ai soli fini della gestione e della rendicontazione. I capitoli non sono oggetto di approvazione parlamentare.

L’articolazione delle U.P.B. in capitoli - in relazione allo specifico oggetto per l’entrata e secondo il contenuto economico e funzionale della spesa – è effettuata, annualmente, con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, adottato contestualmente all’entrata in vigore della legge di approvazione del bilancio.

 

Cassa (bilancio di)

Bilancio nel quale le previsioni di entrata si riferiscono agli incassi e le previsioni di spesa ai pagamenti [® “Entrata (procedimento contabile)”, “Spesa (procedimento contabi­le)”].

Il bilancio annuale di previsione dello Stato viene redatto sia in termini di cassa che in termini di competenza [®].

 

Centro di costo

Unità organizzativa cui è assegnata la responsabilità di gestire risorse che generano costi. E’ la struttura in riferimento alla quale sono effettuate le rilevazioni della contabilità economica per centri di costo [®].

 

Centro di responsabilità amministrativa

Ufficio di livello dirigenziale generale cui sono attribuite, nell’ambito di ciascuno stato di previsione, le risorse finanziarie individuate da un insieme di unità previsionali di base [®] deliberate dal Parlamento. I centri di responsabi­lità amministrativa sono individuati in modo da assicurare il costante adeguamento della struttura del bilancio dello Stato all’organizzazione dell’Amministrazione statale.

 

Classificazione economica

Aggregazione delle spese e delle entrate secondo la loro natura economica, articolata in categorie.

Le principali categorie della tradizionale classificazione economica delle entrate del bilancio dello Stato sono: Imposte sul patrimonio e sul reddito, Tasse e imposte sugli affari, Imposte sulla produzione, consumi e dogane, Monopoli, Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco, Proventi dei beni dello Stato, dei servizi pubblici minori e speciali, Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro.

La classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato è stata rielaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95 [®]; le principali voci sono: Redditi da lavoro dipendente [®], Consumi intermedi [®], Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, a famiglie e istituzioni sociali private, a imprese, Interessi passivi e redditi da capitale, Investimenti fissi lordi [®] e acquisti di terreni, Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche e a imprese, Acquisizioni di attività finanziarie.

 

Classificazione funzionale

Aggregazione delle spese in base alle finalità cui sono destinate, articolata in funzioni-obiettivo [®].

 

Competenza (bilancio di)

Bilancio in cui vengono iscritte, relativamente al periodo considerato, le entrate sulla base degli accertamenti e le spese sulla base degli impegni [® “Entrata (procedimento contabile)” e “Spesa (procedimento contabile)”].

Il bilancio annuale di previsione viene redatto sia in termini di competenza (giuridica) che in termini di cassa [®].

 

Consumi finali

Rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi.

Si dividono in:

a)   consumi delle famiglie residenti;

b)   consumi delle pubbliche amministrazioni e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

Sono utilizzati due diversi concetti: la spesa per consumi finali e i consumi finali effettivi. La differenza sta nel trattamento riservato ad alcuni beni e servizi che sono finanziati dalle amministrazioni pubbliche [®]o dalle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, ma che sono forniti alle famiglie come trasferimenti sociali in natura; questi beni sono compresi nel consumo effettivo delle famiglie, mentre sono esclusi dalla loro spesa finale.

Consumi intermedi

Corrispondono al valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo di produzione, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure esauriti nel processo produttivo.

Con riferimento al conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, esiste una differenza tra i dati forniti dall’ISTAT ed i dati contenuti nei documenti di finanza pubblica del Governo; questi ultimi comprendono infatti, oltre ai consumi intermedi delle pubbliche amministrazioni secondo la definizione riportata (cd. consumi intermedi in senso stretto), anche le prestazioni sociali in natura.

Contabilità economica per centri di costo

Secondo quanto disposto dalla legge n. 94/1997, a partire dal 2000, per le Amministrazioni dello Stato è stato introdotto un sistema di contabilità analitica per centri di costo, volta ad individuare i costi di gestione di ciascuna organizzazione, cioè il valore dei fattori produttivi impiegati per la produzione di determinati beni o l’erogazione di determinati servizi. Il sistema di contabilità economica analitica si articola in centri di costo [®], servizi (che rappresentano le attività svolte dai singoli centri di costo) e piano dei conti (che rappresenta lo strumento, articolato su più livelli, mediante il quale viene effettuata la rilevazione economica dei costi).

Contabilità speciali

Sono conti particolari accesi, a favore di Amministrazioni, enti o funzionari, presso le Sezioni di tesoreria provinciale, alimentati dalle somme versate a favore degli intestatari e da questi utilizzati per i propri pagamenti, mediante l’emissione di appositi titoli di spesa (ordini di pagamento).

Nessuna contabilità speciale può essere istituita senza la preventiva autorizzazione della Direzione generale del Tesoro (attuale Ministero dell’economia e delle finanze). Non possono essere costituite, né alimentate contabilità speciali con fondi provenienti dal bilancio dello Stato, salvo che ciò non sia autorizzato da specifiche disposizioni legislative

Le operazioni di riscossione e pagamento effettuate sulle contabilità speciali sono operazioni estranee al bilancio dello Stato: esse sono contabilizzate in sede separata e non incidono dunque sui risultati finanziari del bilancio.

La situazione contabile delle contabilità speciali, relative al servizio di cassa effettuato dalle tesorerie per conto dei titolari, è esposto nel Conto riassuntivo del tesoro [®].

Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni

Conto che espone le entrate e le spese del settore isti­tuzionale delle amministrazioni pubbliche [®], nell’ambito del sistema di contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza economica.

Nel conto economico consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri soggetti istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro (concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).

Il conto consolidato delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di programmazione economico-finanziaria).

 

Conto economico delle risorse e degli impieghi

Riassume la situazione macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata dalle risorse (PIL [®]ed importazioni [®]) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private [®]ed investimenti fissi lordi [®], cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore, nonché le esportazioni [®]).

 

Conto riassuntivo del Tesoro

Documento che, pubblicato mensilmente in Gazzetta ufficiale, dà conto di tutte le operazioni di tesoreria [®] (incassi e pagamenti in termini di competenza e residui; debiti e crediti di tesoreria). Per ciascun periodo di riferimento evidenzia: il risparmio pubblico [®], il saldo da finanziare [®], il disavanzo complessivo [® saldo complessivo] e la situazione del Tesoro.

 

Contributi sociali effettivi

Nel SEC95 [®], comprendono i versamenti effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità, invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali e per gli assegni familiari.

 

Contributi sociali figurativi

Nel SEC95 [®], sono definiti come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente – cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto. Comprendono, ad esempio, le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure e infortuni. Il loro ammontare si stima pari alle prestazioni versate al netto dei contributi sociali effettivi a carico dei lavoratori dipendenti.

 

Costo del lavoro

Somma delle retribuzioni lorde [®]e degli oneri sociali [®].

 

Debito delle amministrazioni pubbliche (debito pubblico)

 

E’ l’insieme delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore.

L’aggregato include i seguenti strumenti finanziari:

a) le monete e i depositi; questi comprendono le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime;

b) i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni locali;

c) i prestiti erogati in favore di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a carico di queste ultime.

Il debito delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea.

 

Deduzioni

Spese che non concorrono alla determinazione della base imponibile.

 

Deflatore

È un indicatore implicito dei prezzi che viene calcolato mediante il rapporto tra due grandezze concernenti il medesimo aggregato economico (produzione, consumi, investimenti, importazioni, esportazioni…) misurate l’una in termini nominali (a moneta corrente) e l’altra in termini reali (a moneta costante).

Deflatore del PIL

E’ un indice del livello generale dei prezzi, calcolato come rapporto tra il valore dei beni e servizi nell’anno considerato e il valore che gli stessi avevano in un anno precedente assunto come termine di riferimento.

Si differenzia dagli indici dei prezzi al consumo [® “Inflazione”] in quanto:

§      non fa riferimento ad un paniere costante di beni, ma alla produzione corrente.

§      non considera i beni prodotti all’estero.

Detrazioni

Importi relativi a spese che devono essere sottratti, in tutto o in una determinata percentuale, dall’imposta lorda, come risultante dall’applicazione dell’aliquota al reddito imponibile, al fine di determinare l’imposta netta.

 

Disavanzo (deficit)

 

Saldo negativo dei conti di finanza pubblica. Se riferito a conti economici corrisponde all’indebitamento netto [®]; se riferito a conti finanziari coincide con il fabbisogno [®].

In base ai parametri definiti in sede europea, per disavanzo si intende l’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni [®].

 

Disavanzo (complessivo, corrente, delle partite finanziarie, primario)

 

[®] “Saldo complessivo”, “Saldo corrente”, “Saldo delle partite finanziarie”, “Saldo primario”.

Entrata

(procedimento contabile)

 

Come disposto dal regolamento di contabilità generale, le entrate dello Stato sono costituite da tutti i redditi, proventi e crediti di qualsiasi natura, che lo Stato ha il diritto di riscuotere in virtù di leggi, regolamenti o altro titolo.

Il procedimento contabile di entrata si articola in tre fasi:

1) accertamento: fase in cui sorge per lo Stato il diritto a percepire una determinata somma attraverso l’iden­tificazione della ragione del credito e la persona che ne è debitrice; 2) riscossione: fase che consiste nell’esigere dal debitore la somma dovuta allo Stato; 3) versamento: fase in cui le somme riscosse sono versate nella tesoreria dello Stato.

 

Entrate complessive

Costituiscono la somma totale delle entrate.

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], corrispondono alla somma delle entrate correnti [®]e delle entrate in conto capitale [®].

Nel bilancio dello Stato corrispondono alla somma dei quattro titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, Titolo II – “entrate extratributarie” (che insieme costituiscono le entrate correnti), Titolo III – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti” (entrate in conto capitale) e Titolo IV – .”accensione di prestiti” [®].

 

Entrate correnti

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], sono costituite principalmente da entrate tributarie (imposte dirette e indirette [®]) e dai contributi sociali (effettivi e figurativi) [®].

Nel bilancio dello Stato, corrispondono ai primi due titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, in cui rientrano le entrate di natura fiscale (IRPEF, IRPEG, IRAP, IVA ecc.) e Titolo II – “entrate extratributarie” nel quale sono considerati tutti i proventi diversi da quelli di carattere fiscale, che non incidono sul patrimonio.

 

Entrate in conto capitale

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], sono le entrate derivanti da imposte in conto capitale [®], da cofinanziamenti dell’Unione europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.

Nel bilancio dello Stato, corrispondono al Titolo III delle entrate – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti”.

 

Entrate finali

Nel bilancio dello Stato, sommatoria dei primi tre titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, Titolo II – “entrate extratributarie” (che insieme costituiscono le entrate correnti) e Titolo III – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti” (entrate in conto capitale).

Esse rappresentano le risorse definitivamente acquisite al bilancio per il raggiungimento dei fini istituzionali, con esclusione delle entrate derivanti dall’accensione di prestiti [®].

 

Esportazioni

Sono costituite dai trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti.

Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al resto del Mondo.

Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Le esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

 

Esportazioni nette

Risultano dalla differenza tra le esportazioni [®] e le importazioni [®].

 

Fabbisogno

Risultato differenziale relativo ai conti di cassa, che evidenzia l’eccedenza dei pagamenti rispetto agli incassi con riferimento al complesso delle operazioni di parte corrente, in conto capitale e finanziarie. Quando gli incassi superano le erogazioni si ha la cd. “disponibilità”.

Il fabbisogno è un dato monetario, in quanto costituisce il quantitativo di risorse monetarie e finanziarie necessarie a colmare lo squilibrio tra i flussi di entrate e di spese dello Stato o di aggregati più vasti; esso esprime l'ammontare per il quale il settore intestatario del conto deve ricorrere al credito nazionale ed estero.

Nella Relazione trimestrale di cassa, esso viene calcolato con riferimento al settore statale [®] e al settore pubblico [®]. La Banca d’Italia fornisce i dati relativi al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche [®].

 

Fabbisogno complessivo

 

E’ il fabbisogno [®] aumentato delle regolazioni debitorie pregresse [®] effettuate (o da effettuare) in contanti nei confronti dei soggetti esterni al settore cui si riferisce il conto e diminuito dei crediti maturati a fine periodo da parte dei fornitori.

 

Fabbisogno primario

E’ il fabbisogno [®] calcolato al netto delle uscite per interessi passivi.

 

Fondi speciali

 

Somme, iscritte su apposite unità previsionali di base (una di parte corrente e una in conto capitale) dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, destinate alla copertura finanziaria dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati dal Parlamento negli esercizi finanziari compresi nel bilancio pluriennale. L’ammontare del fondo speciale di parte corrente e del fondo speciale di conto capitale è determinato, rispettivamente, dalla tabella A e dalla tabella B della legge finanziaria. Le tabelle A e B indicano altresì gli accantonamenti relativi ai singoli Ministeri nei quali ciascun fondo è ripartito. Le quote del fondo speciale di parte corrente e, se non corrispondono a progetti di legge già approvati da un ramo del Parlamento, di quello in conto capitale non utilizzate entro l’anno cui si riferiscono costituiscono economie di bilancio.

 

Forze di lavoro

Comprendono le persone occupate [®] e le persone in cerca di occupazione [®].

 

Funzioni obiettivo

Voci della classificazione funzionale [®] individuate con riguardo all’esigenza di definire le politiche pubbliche di settore. La classificazione per funzioni obiettivo è articolata su quattro livelli, di cui i primi tre sono tratti dalla classificazione standard adottata in sede europea (COFOG-SEC95), mentre il quarto livello, determinato in sede nazionale, indica gli obiettivi perseguiti da ciascuna amministrazione. Il primo livello (divisioni) rappresenta i fini primari perseguiti dalle Amministrazioni; il secondo (gruppi) esprime le specifiche aree di intervento delle politiche pubbliche; il terzo (classi) identifica i comparti di attività in cui si articolano le aree di intervento del livello precedente; il quarto livello (missioni istituzionali) rappresenta gli obiettivi perseguiti da ciascuna Amministrazione.

Le funzioni-obiettivo di primo livello sono 10: Servizi generali delle pubbliche amministrazioni; Difesa, Ordine pubblico e sicurezza, Affari economici, Protezione dell’ambiente, Abitazioni e assetto territoriale, Sanità, Attività ricreative, culturali e di culto, Istruzione, Protezione sociale.

 

ICI (imposta comunale sugli immobili)

Presupposto dell’imposta [®] è il possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli siti nel territorio dello Stato destinati a qualsiasi uso. La base imponibile [®] è il valore degli immobili. Il valore dei fabbricati è determinato dal rapporto tra le rendite catastali e appositi moltiplicatori diversificati per gruppi immobiliari. Il valore delle aree fabbricabili è quello di mercato al 1° gennaio di ciascun periodo di imposta. Il valore dei terreni agricoli è il risultato del prodotto tra il reddito dominicale e un moltiplicatore pari a 75. L’aliquota è determinata dal Comune, ciascun anno per l’anno successivo, e deve essere definita in un valore compreso tra il 4 e il 7 per mille. In assenza di delibera comunale si applica l’aliquota del 4 per mille.

 

Importazioni

Sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Le importazioni di beni possono essere valutate:

a)      al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione;

b)      al valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob” dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese esportatore e la frontiera del paese importatore.

Nel conto economico delle risorse e degli impieghi [®] sono valutate al valore “fob”.

 

Imposta

Prelievo obbligatorio e senza contropartita che le amministrazioni pubbliche pongono a carico dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni private per far fronte alle spese pubbliche.

 

Imposta diretta

Imposta il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio.

 

Imposta di bollo

Imposta indiretta reale applicata su tutti gli atti civili e commerciali, giudiziali e stragiudiziali, su scritti, avvisi, manifesti, registri indicati in un elenco previsto dalla legge, che distingue tra atti per i quali è obbligatorio il bollo e atti soggetti a bollatura solo in caso di uso.

 

Imposta di registro

Imposta indiretta reale che viene applicata in relazione alla registrazione, in molti casi imposta dalla legge, di atti di varia natura (negoziale, amministrativa, giudiziaria: cessioni di immobili e atti societari, contratti di locazione degli immobili).

 

Imposta indiretta

Imposta il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale.

 

Imposta personale

Imposta il cui ammontare è determinato anche in funzione di caratteristiche soggettive del contribuente (livello del reddito, carichi familiari, stato di salute).

 

Imposta reale

Imposta il cui ammontare è determinato solo in relazione all’oggetto dell’imposta, indipendentemente dalle caratteristiche soggettive del contribuente.

 

Imposta sostitutiva

Imposta proporzionale [v. proporzionalità] applicata a componenti del reddito che non rientrano nella determinazione del reddito complessivo. Si applica principalmente, in determinate ipotesi, ai redditi di capitale [®] ed ai redditi diversi [®].

 

Imposta sulla produzione (o accisa)

Imposta indiretta reale che colpisce la produzione di un determinato bene. Tra queste possiamo ricordare le imposte sugli olî minerali (gasolio, olio combustibile, benzine) e sui prodotti alcolici.

 

Imposte in conto capitale

Sono le imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti.

Comprendono:

a) le imposte sui trasferimenti in conto capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);

b) le imposte straordinarie sulle attività o sul patrimonio netto (quali i condoni).

 


Indebitamento netto

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], è il saldo conclusivo risultante dalla differenza tra le spese complessive [®] e le entrate complessive [®]; se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. Quando si indica genericamente l’indebitamento netto, si intende fare riferimento a questo saldo, che è il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.

Analogamente, nel bilancio dello Stato si definisce indebitamento (o accrescimento) netto il saldo risultante dalla differenza tra le entrate complessive [®] e le spese complessive [®], escluse le operazioni finanziarie (partecipazioni azionarie e conferimenti, concessione e riscossione di crediti e accensione e rimborso di prestiti).

 

Indebitamento netto strutturale

È l’indebitamento netto (riferito al conto economico consolidato della pubbliche amministrazioni) [®] depurato degli effetti del ciclo economico. Con lo stesso termine può peraltro intendersi l’indebitamento netto depurato degli effetti del ciclo economico e al netto delle misure una tantum.

 

Indice di Gini

L’indice di concentrazione di Gini è una misura sintetica del grado di disuguaglianza della distribuzione del reddito. È pari a zero nel caso di una perfetta equità della distribuzione dei redditi, quando tutte le famiglie ricevono lo stesso reddito; è invece pari a uno nel caso di totale disuguaglianza, quando il reddito totale è percepito da una sola famiglia.

 

Indici a catena

Sono utilizzati dall’ISTAT dal marzo 2006 per le valutazioni reali degli aggregati economici, in accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari.

Il metodo degli indici a catena prende a riferimento in ciascun anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi, l’anno corrente e l'anno base (come avveniva del sistema precedente), ma che incorpori l'andamento complessivo presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.

Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici.

Il principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso; l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti.

 

Inflazione

L'inflazione al consumo è un processo di aumento del livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, cioè uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno.

L'ISTAT produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:

§      l’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale (NIC), che misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano.

§      l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) [®], si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (non agricolo). E' l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari (ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato);

§      l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) [®], sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Prende a riferimento l'intera collettività nazionale, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita. A differenza degli altri due indici, inoltre considera non il prezzo pieno di vendita ma prezzo effettivamente pagato dal consumatore (ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore, cioè il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale e l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati sono calcolati anche al netto dei tabacchi.

[® anche “Deflatore “, “Deflatore del PIL”,].

Inflazione programmata

Rappresenta il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) come valore di riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene rapportato all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, esclusi i tabacchi [® “Inflazione”]. Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione nazionale.

 

Investimenti fissi lordi

Sono costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti (cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti). Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Sono fissi in quanto non comprendono le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore.

Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti [®].

 

IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive)

Il presupposto dell’imposta è costituito dall’esercizio di un’attività diretta alla produzione o allo scambio di beni e alla prestazione di servizi. Soggetti passivi sono gli imprenditori individuali, le società, gli enti commerciali e non commerciali, gli esercenti arti e professioni, le amministrazioni pubbliche, enti e società non residenti (per il valore aggiunto prodotto nel territorio regionale). La base imponibile è costituita, in via generale, dal valore aggiunto netto prodotto nel territorio nazionale. Per un’impresa in contabilità ordinaria, essa è calcolata per differenza tra il valore della produzione (ricavi, variazioni delle rimanenze e lavori in corso) e una serie di costi di produzione, tra cui i costi di acquisto delle materie prime, i costi di ammortamento delle immobilizzazioni materiali e immateriali. Non sono invece deducibili i costi di personale e gli interessi passivi (fatta eccezione il costo dei contratti di apprendistato, del costo dei contratti di formazione e lavoro, delle spese relative ai disabili e dei costi sostenuti per il personale addetto alla Ricerca e Sviluppo). L’aliquota è pari al 4,25 per cento. Alle regioni è attribuito il potere di variare l’aliquota fino ad un massimo di un punto percentuale. In via transitoria l’aliquota per i soggetti addetti nel settore agricolo è stata fissata all’1,9 per cento e, per il 2006, al 3,75 per cento.

 

IRES (imposta sul reddito delle società)

Imposta diretta sulle persone giuridiche. Soggetti passivi sono: a) le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e di mutua assicurazione; b) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, sia che abbiano sia che non abbiano per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali; c) le società e gli altri enti di ogni tipo con o senza personalità giuridica non residenti nello Stato limitatamente ai redditi prodotti nel territorio dello Stato. La base imponibile è determinata dal reddito d’impresa (la differenza tra i ricavi, da un lato, e i costi d’esercizio, gli ammortamenti e gli interessi passivi, dall’altro). L’imposta è proporzionale [v. proporzionalità] ed è prelevata con un’aliquota unica del 33 per cento. Dal 1° gennaio 2004, come previsto dal decreto legislativo 12 dicembre 2003, n. 344, l’imposta ha sostituito la preesistente imposta sul reddito delle persone giuridiche (IRPEG)

 

IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche)

Imposta diretta di tipo personale; il presupposto dell’imposta [®] è costituito dal possesso di un reddito attribuibile ai soggetti passivi che sono le persone fisiche residenti (con riferimento sia ai redditi prodotti in Italia sia a quelli prodotti all’estero) e non residenti (unicamente per i redditi prodotti in Italia) nello Stato. La base imponibile è costituita dalla somma di tutti i redditi del soggetto passivo (redditi fondiari; redditi di capitale [®] e redditi diversi di natura finanziaria [®]; redditi di lavoro dipendente; redditi di lavoro autonomo e redditi d’impresa, quest’ultimi assoggettati all’IRPEF solo se prodotti da imprenditori individuali o da società di persone). Essa viene determinata sottraendo al reddito complessivo del soggetto (vale a dire la somma algebrica delle diverse componenti del reddito sopra richiamate) le deduzioni [®] “tradizionali” (contributi previdenziali e assistenziali per lavoratori autonomi; rendita catastale dell’immobile adibito ad abitazione principale; spese mediche per l’assistenza ai portatori di handicap; oneri contributivi pagati per domestici e per addetti a servizi personali). Dal reddito imponibile lordo così ottenuto devono essere altresì “sottratte” –in misura decrescente al crescere del reddito - le deduzioni volte a determinare il livello minimo di reddito escluso dalla tassazione (c.d. no tax area) e quelle per carichi di famiglia in modo da ottenere il reddito imponibile a cui, per determinare l’imposta lorda, verranno applicate le aliquote dell’imposta, volte a garantirne la progressività [®] (attualmente, a seguito della riforma, da ultimo, operata dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296: 23 per cento per i redditi fino a 15.000 euro, 27 per cento per i redditi oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 38 per cento per i redditi oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro, 41 per cento per i redditi oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro, 43 per cento oltre 75.000 euro). All’imposta lorda dovranno essere applicate le detrazioni [®] per determinare l’imposta netta.

 

IVA (Imposta sul valore aggiunto)

Imposta indiretta reale che colpisce il valore degli scambi di merci e delle prestazioni di servizi effettuate in un dato periodo di tempo. In particolare, l’IVA si applica agli incrementi di valore realizzati in ciascuna fase del processo di produzione e di commercializzazione del bene o del servizio. Soggetti passivi dell’imposta sono gli imprenditori, gli esercenti arti e professioni e tutti i soggetti che effettuano importazioni o acquisti intracomunitari. I soggetti tenuti al versamento dell’imposta hanno l’obbligo giuridico di rivalersi sull’acquirente. La base imponibile è costituita dall’ammontare complessivo dei corrispettivi dovuti a colui che cede il bene o al prestatore del servizio. L’aliquota normale è del 20 per cento; sono inoltre previste due aliquote ridotte del 4 e del 10 per cento. La disciplina è regolata sulla base di principi uniformi stabiliti dalla normativa europea, che vieta altresì l’istituzione di altre imposte sulla cifra d’affari.

 

Monopolio fiscale

Istituto in base al quale lo Stato si riserva la produzione e/o la vendita di determinati beni. I monopoli fiscali principali riguardano la vendita dei tabacchi, il lotto e i giochi di abilità e i concorsi pronostici.

 

Monte ore lavorate

E’ l’ammontare complessivo delle ore di lavoro sottostanti al PIL [®]. Comprende l’insieme delle ore effettivamente lavorate, sia retribuite che non retribuite, in qualsiasi posizione professionale (dipendente e indipendente, comprese le attività irregolari, cioè non dichiarate al fisco o agli enti previdenziali), purché finalizzate alla produzione di reddito.

Le ore lavorate includono tutte le ore di lavoro espletate in unità produttive dislocate sul territorio nazionale, a prescindere dalla residenza e dalla nazionalità delle persone che le hanno svolte.

Occupati

[®] “Persone occupate”.

 

Occupazione

[®] “Persone occupate”, “Unità di lavoro standard”, “Tasso di occupazione”.

 

Oneri sociali

Complesso dei contributi a carico del datore di lavoro, che devono essere versati agli enti di previdenza ed assistenza sociale e degli accantonamenti di fine rapporto.

 

Ore lavorate

[®] Monte ore lavorate

Output gap

E’ la differenza tra PIL nominale [®] e PIL potenziale [®] in percentuale del PIL potenziale. Se il PIL nominale è inferiore al PIL potenziale, l’output gap risulta di valore negativo; viceversa, se il PIL nominale è superiore al PIL potenziale, l’output gap è di valore positivo.

 

Perenzione amministrativa

 

Eliminazione dalla contabilità finanziaria dei residui passivi [®] per i quali non siano state effettuate le relative operazioni di pagamento.

I residui passivi relativi a spese correnti si intendono perenti decorsi due esercizi finanziari successivi a quello della loro iscrizione in bilancio (con l’eccezione dei residui relativi a spese per lavori, forniture e servizi, che si intendono perenti decorsi tre esercizi finanziari). I residui passivi relativi alle spese in conto capitale possono essere mantenuti in bilancio non oltre il settimo esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione.

 

Persone in cerca di occupazione

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:

§      hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

oppure:

§      inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

 

Persone occupate

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;

§      sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia).

I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che sono considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi.

Nella contabilità nazionale, comprendono le persone, dipendenti e indipendenti che prestano la propria attività lavorativa presso unità produttive residenti nel territorio economico del Paese.

Rispetto alla rilevazione sulle forze di lavoro, si fa dunque riferimento alla residenza dell’unità di produzione e non a quella della persona occupata. Inoltre, rispetto alla rilevazione sulle forze di lavoro, i dati di contabilità nazionale includono i militari di leva e le persone occupate che vivono in convivenze (quali, ad esempio, gli istituti assistenziali, gli istituti religiosi e gli istituti penitenziari).

Le differenti definizioni utilizzate nella rilevazione sulle forze di lavoro e nella contabilità nazionale si traducono in una diversa quantificazione del fenomeno. La differenza è imputabile anche al metodo di stima utilizzato: in contabilità nazionale i dati dell’indagine sulle forze di lavoro sono integrati da altre fonti informative dal lato delle famiglie.

PIL – Prodotto interno lordo

(nominale e reale)

Corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi [®] e aumentata dell’IVA [®] e delle imposte indirette [®] sulle importazioni [®]. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM).

Quando gli importi sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di mercato o PIL nominale.

Per determinare il PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006, al PIL calcolato sulla base degli indici a catena [®].

 

PIL potenziale

E’ la produzione massima che il sistema economico può sostenere senza generare spinte inflazionistiche; esso corrisponde al livello della produzione che si ottiene quando il tasso di utilizzazione del capitale è considerato a livelli “normali”, il fattore lavoro impiegato è coerente con il tasso naturale di disoccupazione ed la produttività totale dei fattori coincide con quella di lungo periodo.

 

Pressione fiscale

Incidenza percentuale sul PIL del complesso delle entrate tributarie (imposte dirette, indirette e in conto capitale) e contributive (contributi sociali effettivi e figurativi).

Il dato può essere fornito al lordo o al netto delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre amministrazioni pubbliche.

Pressione tributaria

Incidenza percentuale sul PIL del complesso delle entrate tributarie (imposte dirette, indirette e in conto capitale).

Il dato può essere fornito al lordo o al netto delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre amministrazioni pubbliche.

Prestazioni sociali

Sono trasferimenti correnti, in denaro o in natura, finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte, invalidità, disoccupazione…).

Comprendono trasferimenti correnti e forfettari dei sistemi privati di assicurazione sociale con o senza costituzione di riserve e i trasferimenti correnti da amministrazioni pubbliche e istituzioni senza scopo di lucro, al servizio delle famiglie non subordinati al pagamento di contributi (assistenza).

 

Presupposto dell’imposta

Situazione di fatto alla quale la legge ricollega l’obbligo di pagare l’imposta.

 

Progressività dell’imposta

Un’imposta risulta progressiva quando l’aliquota media aumenta all’aumentare della base imponibile. In base all’articolo 53, secondo comma, della Costituzione “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”: la disposizione riguarda tuttavia il sistema nel suo complesso e non impone la progressività di ciascuna imposta.

Proporzionalità dell’imposta

Un’imposta risulta proporzionale se l’aliquota media rimane costante all’aumentare della base imponibile.

 

Redditi da lavoro dipendente

Secondo il SEC95 [®], corrispondono al costo sostenuto dai datori di lavoro a titolo di remunerazione dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che intellettuali. Sono composti dalle retribuzioni lorde [®] e dai contributi sociali effettivi e/o figurativi [®].

 

Redditi di capitale

Redditi derivanti dall’impiego di capitale finanziario, quali interessi e dividendi. In generale, tali redditi possono essere sottoposti ad imposta sostitutiva [®] ovvero a ritenuta alla fonte a titolo d’acconto [®]. Sono comunque previste due aliquote: 12,5 per cento per titoli pubblici ed equiparati, obbligazioni e titoli similari privati con scadenza non inferiore a 18 mesi; cambiali finanziarie, dividendi relativi a partecipazioni non qualificate, fatta eccezione per quelli relativi a titoli non quotati di società residenti in paesi a fiscalità privilegiata che concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il loro intero ammontare; 27 per cento per depositi e conti correnti bancari e postali; certificati di deposito e buoni fruttiferi delle banche; obbligazioni e titoli similari con scadenza inferiore ai18 mesi. I dividendi relativi a partecipazioni qualificate concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il 40 per cento del loro ammontare (si definiscono qualificate le partecipazioni che rappresentino almeno il 2 per cento dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria o il 5 per cento del capitale della società partecipata, nel caso di titoli quotati, ovvero il 20 per cento dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria o il 25 per cento del capitale della società partecipata, nel caso di titoli non quotati). Inoltre, i redditi di capitale, se percepiti nell’esercizio dell’attività di impresa individuale, costituiscono componenti del reddito di impresa e concorrono alla base imponibile IRPEF.

 

Redditi diversi (di natura finanziaria)

Plusvalenze derivanti principalmente dall’impiego di capitale finanziario. Questi redditi sono sottoposti a tassazione sostitutiva con l’aliquota del 12,5 per cento, fatta eccezione per le plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni qualificate che sono ricondotte alla base imponibile dell’IRPEF per il 40 per cento del loro ammontare, e per quelle relative a titoli non quotati di società residenti in paesi a fiscalità privilegiata, che concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il loro intero ammontare. Se percepiti nell’esercizio di attività di impresa individuale, i redditi diversi costituiscono componenti del reddito di impresa e concorrono anch’essi alla base imponibile IRPEF.

 

Regolazioni contabili

Definizione contabile di partite debitorie e creditorie tra lo Stato e gli altri soggetti giuridici con iscrizione del relativo importo nei rispettivi bilanci.

 

Regolazioni debitorie pregresse

Operazioni con cui lo Stato regola in contanti o in titoli la posizione debitoria propria o di un altro soggetto pubblico, relativa a transazioni effettuale in esercizi precedenti.

 

Residui (propri)

 

Si distinguono in residui attivi, che corrispondono a entrate accertate ma non ancora riscosse o versate e residui passivi, che corrispondono a spese impegnate ma non ancora pagate [® “Entrate (procedimento contabile)” e “Spesa (procedimento contabile)”].

I residui vengono accertati al momento della chiusura dell’anno finanziario ed iscritti nel Rendiconto generale; essi vengono mantenuti nella contabilità degli esercizi successivi fino a quando non siano effettuale le relative operazioni di incasso o pagamento oppure, nel caso dei residui passivi, siano eliminati per perenzione [®].

I residui attivi, che rappresentano dei credito vantati dallo Stato, vengono classificati in funzione della loro esigibilità: quelli considerati assolutamente inesigibili vengono eliminati dalle scritture contabili con decreto ministeriale.

 

Residui di stanziamento

(impropri)

Stanziamenti di bilancio relativi a spese per i quali è autorizzata la conservazione in bilancio anche se, entro la fine dell’esercizio finanziario, non hanno dato luogo all’assunzione di impegni verso terzi (per questo differiscono dai residui propri).

In via generale i residui di stanziamento relativi a spese in conto capitale possono essere mantenuti in bilancio fino all’esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione; se iscritti in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell’ultimo quadrimestre, possono essere mantenuti in bilancio fino al secondo esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione. La conservazione in bilancio dei residui di stanziamento è subordinata alla ricognizione da parte del Ministe­ro dell’economia e delle finanze dello stato di attuazione dei programmi per i quali le somme sono state stanziate.

 

Retribuzioni lorde “di fatto”

Salari, stipendi e competenze accessorie in denaro, al

lordo delle trattenute fiscali e previdenziali, corrisposte ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli

accordi aziendali e individuali e dalla legislazione vigente. Sono escluse le retribuzioni in natura e le provvidenze al personale.

Le retribuzioni “di fatto” si differenziano da quelle “contrattuali” perché queste ultime comprendono solo le competenze determinate dai contratti nazionali di lavoro.

 

Ricorso al mercato

 

Con riferimento al bilancio dello Stato, risultato differenziale tra le entrate finali [®] e le spese complessive [®].

Esso esprime l’entità dell’indebitamento a medio e a lungo termine relativo all’anno di riferimento. In sede previsionale il limite del ricorso al mercato è fissato dalla legge finanziaria.

 

Risparmio pubblico

 

Con riferimento al bilancio dello Stato, è il saldo corrente [®], risultante dalla differenza tra il totale dei primi due titoli delle entrate (entrate tributarie+entrate extratributa­rie=entrate correnti [®]) e il primo titolo della spesa (spese correnti [®]).

 

Ritenuta alla fonte

Regime di imposizione applicato per alcune categorie di redditi (in particolare, redditi di lavoro dipendente e determinate ipotesi di redditi di capitale), che prevede che la ritenuta sia effettuata da parte del soggetto emittente al momento della corresponsione. La ritenuta è eseguita a titolo d’imposta, se con essa si esaurisce l’obbligo tributario; a titolo di acconto, se il reddito con cui è operata concorre alla formazione del reddito complessivo del soggetto.

 

Saldo complessivo

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate complessive [®]e le spese complessive [®].

 

Saldo corrente

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate correnti [®] e le spese correnti [®].

 

Saldo delle partite finanziarie

È il saldo relativo alle attività finanziarie (partecipazioni azionarie e conferimenti, concessioni e rimborsi di crediti, variazioni dei depositi bancari).

Saldo finale

Nel bilancio dello Stato, saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate finali [®] e le spese finale [®].

 

Saldo in conto capitale

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate in conto capitale [®] e le spese in conto capitale [®].

 

Saldo netto da finanziare

 

Nel bilancio dello Stato, risultato differenziale tra le entrate finali [®] e le spese finali [®]; sono dunque escluse operazioni di accensione e rimborso prestiti.

Il limite massimo del saldo netto da finanziare in termini di competenza è indicato nel DPEF e, quindi, fissato normativamente nella legge finanziaria, per ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale.

Se le entrate superano le spese si parla di “saldo netto da impiegare”.

 

Saldo primario

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate finali [®] e le spese finali [®], al netto della spesa per interessi passivi.

 

SEC 95
(Sistema europeo dei conti nazionali e regionali)

Sistema armonizzato di contabilità nazionale, che permette una descrizione quantitativa completa e comparabile della situazione economica dei paesi membri dell'Unione europea (UE), attraverso un sistema integrato di conti di flussi e di conti patrimoniali definiti per l'intera economia e per raggruppamenti di operatori economici (settori istituzionali). I settori istituzionali individuati sono cinque: società non finanziarie; società finanziarie; amministrazioni pubbliche; famiglie; istituzioni sociali private. In rapporto all’Unione economica e monetaria assume specifico rilievo il settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche [®].

Per la registrazione delle operazioni viene adottato il criterio della competenza economica [®]. Il SEC95 è stato approvato con regolamento (CE) n. 2223/96 del Consiglio, del 25 giugno 1996.

 

Settore pubblico

 

Aggregato costituito dal settore statale [®], dagli altri enti delle amministrazioni centrali, dalle amministrazioni locali e dagli enti di previdenza.

Gli enti minori centrali, locali e previdenziali non corrispondono esattamente a quelli inclusi dall’ISTAT nelle amministrazioni pubbliche.

 

Settore statale

 

Aggregato costituito dalla gestione del bilancio dello Stato, dalla gestione di tesoreria (quest’ultima ricomprende principalmente le operazione dei bilanci delle ex aziende autonome).

In sostanza, tale settore è costituito dagli enti che imputano direttamente le loro operazioni di cassa sulla tesoreria statale.

 

Spesa (procedimento contabile)

 

Come disposto dal regolamento generale di contabilità, sono spese dello Stato quelle alle quali si deve provvedere a carico dell’erario a norma di legge, decreti, regolamenti o altri atti di qualsiasi specie e quelle, in genere, necessarie per il funzionamento dei servizi pubblici che dipendono dalle amministrazioni dello Stato.

Il procedimento contabile della spesa si articola in quattro fasi:

1) impegno: atto con cui nell’ambito di uno stanziamento di bilancio, una determinata somma viene destinata in modo specifico ad un provvedimento di spesa; l’impegno ha l’effetto di costituire un vincolo per la somma impegnata, che non potrà essere utilizzata per destinazioni diverse; 2) liquidazione: fase in cui viene determinata la persona del creditore e l’ammontare del debito; 3) ordinazione: fase in cui si dà ordine alla tesoreria o agli altri organi competenti di pagare la somma in precedenza liquidata; 4) pagamento: fase in cui gli agenti pagatori o la tesoreria adempiono materialmente all’obbligazione.

 

Spese complessive

Costituiscono la somma totale delle spese.

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni [®], corrispondono alla somma delle spese correnti [®]e delle spese in conto capitale [®].

Nel bilancio dello Stato corrispondono alla somma dei tre titoli delle spese: Titolo I – Spese correnti [®], Titolo II – Spese in conto capitale (che insieme costituiscono le spese finali) [®], Titolo III – Rimborso prestiti.

 

Spese correnti

Spese destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi statali, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.

Nel conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, le spese correnti sono costituite principalmente da spese per: redditi da lavoro dipendente [®], consumi intermedi [®], prestazioni sociali in denaro [®] e interessi passivi.

Fra le ulteriori spese correnti, si ricordano: le prestazioni sociali in natura [®], gli ammortamenti [®], le imposte indirette [®], i contributi alla produzione, gli aiuti internazionali e gli ulteriori trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie e alle imprese).

Nel bilancio dello Stato, sono individuate dal secondo numero delle unità previsionali di base [®], che corrisponde a “1”.

 

Spese finali

Nel bilancio dello Stato, sommatoria dei primi due titoli delle spese: Titolo I – Spese correnti [®] e Titolo II – Spese in conto capitale [®].

Rappresentano le somme necessarie per le amministrazioni statali per perseguire i propri scopi o fini istituzionali. Dalle spese finali sono quelle escluse relative al rimborso di prestiti (titolo III della spesa), definite “spese strumentali”.

 

Spese in conto capitale

Spese che incidono, direttamente o indirettamente, sulla formazione del capitale.

Nel conto consolidato delle pubbliche amministrazioni le spese correnti sono costituite principalmente sono costituite principalmente da spese per investimenti fissi lordi [®]. Fra le ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti (soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale (anch’essi soprattutto in favore di imprese).

Nel bilancio dello Stato, sono individuate dal secondo numero delle unità previsionali di base [®], che corrisponde a “2”.

 

 

 

 

 

Tassa

Corrispettivo di un servizio fornito dallo Stato (rientrano in questa categoria le tasse scolastiche e quelle giudiziarie).

 

Tasso di attività

Rapporto tra le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) la popolazione nella corrispondente classe di età. L’ISTAT fornisce generalmente il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni.

 

Tasso di disoccupazione

 

Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione).

Questo tasso può essere corretto per la CIG (cassa integrazione guadagni), considerando tra le persone disoccupate gli addetti equivalenti alle ore per le quali risulta concesso l’utilizzo della CIG per il periodo di riferimento [® “Unità di lavoro standard].

 

Tasso di inflazione

[®] “Inflazione”.

 

Tasso di occupazione

 

Rapporto tra le persone occupate e la popolazione nella corrispondente classe di età. L’ISTAT fornisce generalmente, in linea con i criteri Eurostat, il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni.

 

Titoli di Stato

Titoli obbligazionari del Tesoro. Comprendono i prestiti emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT (Buoni ordinari del Tesoro, privi di cedole, emessi con scadenza variabile da 1 a 12 mesi), BTP (Buoni del Tesoro poliennali a tasso fisso con cedola semestrale, emessi con durata compresa tra i 2 e i 30 anni; dal 2003 sono emessi anche BTP indicizzati all’inflazione) e alcune tipologie di certificati del Tesoro (Titoli obbligazionari emessi dal Tesoro).

 

Transazioni economiche

Consistono nel passaggio di proprietà di risorse sia reali (beni, servizi, redditi) che finanziarie.

 

Unità di lavoro standard(ULA o Equivalente tempo pieno)

 

È un indice utilizzato nella contabilità nazionale e rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del lavoratore.

Questo indicatore non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa. Esso quantifica dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese.

 

Unità previsionale di base

 

Unità fondamentale della struttura del bilancio dello Stato, come determinata dalla riforma introdotta dalla legge n. 94/1997.

Le UPB formano oggetto di approvazione parlamentare.

Le UPB di spesa sono classificate per centri di responsabilità amministrativa [®] e sono determinate con riferimento ad aree omogenee di attività in cui si articolano le competenze istituzionali di ciascun ministero.

In particolare , le UPB di spesa sono contrassegnate da 4 numeri; il primo numero indica il centro di responsabilità amministrativa, il secondo il titolo della spesa (1=spesa corrente; 2=spesa in conto capitale).

 

 

 

 



1     A differenza dei saldi del bilancio dello Stato, l’indebitamento netto si riferisce alle operazioni di entrata e di spesa effettuate dal complesso delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, amministrazioni locali, enti previdenziali ed assistenziali) e non soltanto dall’amministrazione statale.

Il conto economico delle amministrazioni pubbliche viene inoltre elaborato secondo le regole di contabilità nazionale, sulla base del criterio di competenza economica.

Le previsioni e i risultati del bilancio dello Stato, invece, sono invece determinati con riferimento ai criteri di competenza giuridica e di cassa.

[2]    Si veda, al riguardo, il dossier del Servizio Studi, Documentazioni e ricerche, “Il dibattito sulla riforma degli strumenti e delle procedure di bilancio”, n. 73.

[3]    Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, commi 474-481.

[4]    Istituita dalla Legge finanziaria per il 2007, è stata costituita con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 16 marzo 2007.

[5]    In base a tale atto di indirizzo, al fine di razionalizzare il processo di formazione del disegno di legge finanziaria, i singoli Dicasteri sono stati chiamati a formulare le proprie proposte - sulla base della nuova classificazione del Bilancio in Missioni e Programmi - distinte per programma e a indicare, in ordine di priorità, le opzioni di riallocazione di risorse all’interno dello stesso stato di previsione, specificando altresì gli obiettivi che si intendono perseguire.

[6]    Si rinvia, al riguardo, al citato dossier del Servizio Studi, Documentazioni e ricerche, “Il dibattito sulla riforma degli strumenti e delle procedure di bilancio” n. 73.

[7]    Ciascuna missione è di norma suddivisa in più Programmi, ma non mancano Missioni (Missione n. 25 – Politiche previdenziali – Missione n.31 - Turismo) che consistono in un unico programma.

[8]    Si ricorda che la tabella 4 del disegno di legge di Bilancio per il 2008 reca il prospetto che per ogni Ministero mette a confronto le unità previsionali di base, presenti nel disegno di Bilancio di previsione 2008, con le unità previsionali di base esposte nel Bilancio di previsione 2007.

[9]    Dato dal totale tra somme versate, somme rimaste da versare e somme rimaste da riscuotere.

[10]   Dato dal totale tra somme pagate e somme rimaste da pagare.

[11]    In particolare, l'istruttoria del giudizio di parificazione è volta ad accertare se i dati siano conformi, sul versante dell'entrata, ai dati contenuti nei conti periodici e nei conti riassuntivi generali trasmessi alla Corte dalle varie amministrazioni e, sul versante delle spese, alle scritture tenute dalla Corte stessa (per gli impegni di spesa assoggettati al controllo preventivo di legittimità) ovvero alle scritture che le ragionerie centrali (adesso uffici centrali del bilancio) sono tenute ad inviare alla Corte (anche attraverso il sistema informativo di collegamento diretto).

[12]    A rigore, sono da ritenersi sanabili con l'approvazione del disegno di legge di rendiconto unicamente quelle eccedenze relative ad impegni (o pagamenti) che oltrepassano i limiti dell'autorizzazione contenuta nel bilancio di previsione, ma che comunque risultano conformi alle leggi di merito che dispongono la spesa. Diverso è il caso di eccedenza in violazione non solo della legge formale di bilancio, ma anche della legge sostanziale che dispone la spesa. In tal caso, il giudizio contabile si concluderà con una decisione di parificazione parziale del rendiconto e la sanatoria in sede di approvazione del rendiconto non sembra legittima, dovendosi allo scopo far ricorso ad apposita norma di legge sostanziale.

[13]   Legge 23 dicembre 2005, n. 267.

[14]   Legge 3 aprile 1997, n. 94 e decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279.

[15]   Di cui al decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2006, n. 233.

[16]   Si veda il comunicato stampa sul sito internet della Corte: www.corteconti.it.

[17]   Per quanto concerne il PIL nominale, nel 2006 si è registrato in Italia un aumento del 3,7% e si è attestato, in valore assoluto, a 1.475,4 miliardi di euro.

[18]   I dati sono tratti dalla Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica.

Si ricorda che l’indebitamento netto è il saldo del conto economico delle amministrazioni pubbliche e rappresenta il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli derivanti, a livello comunitario, dal Trattato CE e dal Patto di stabilità. A differenza dei saldi del bilancio dello Stato, l’indebitamento netto si riferisce, pertanto, alle operazioni di entrata e di spesa effettuate dal complesso delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, amministrazioni locali, enti previdenziali ed assistenziali) e non soltanto dall’amministrazione statale. Il conto economico delle amministrazioni pubbliche, inoltre, viene elaborato secondo le regole di contabilità nazionale, sulla base del criterio di competenza economica. Le previsioni e i risultati del bilancio dello Stato, invece, sono determinati con riferimento ai criteri di competenza giuridica e di cassa

[19]   Il saldo primario è risultato pari allo 0,1 per cento del Pil a fronte dello 0, 3 per cento registrato nel 2005.

[20]   Convertito dalla legge 31 ottobre 2002 n. 246. Si ricorda, peraltro, che il comma 6-bis del citato D.L. n. 194/2002 ha previsto una disciplina transitoria, per effetto della quale: i residui di stanziamento derivanti da somme iscritte in bilancio negli esercizi 2000 e 2001 (nonché nell’ultimo quadrimestre dell’esercizio 1999) sono mantenuti in bilancio fino alla chiusura dell’esercizio 2003; i residui di stanziamento derivanti da somme iscritte in bilancio nell’esercizio 2002 (nonché nell’ultimo quadrimestre dell’esercizio 2001) sono mantenuti in bilancio fino alla chiusura dell’esercizio 2004; i residui di stanziamento derivanti da somme iscritte in bilancio nell’esercizio 2003 (nonché nell’ultimo quadrimestre dell’esercizio 2002) sono mantenuti in bilancio fino alla chiusura dell’esercizio 2005.

[21]    Spese relative a regolazioni contabili, a regolazioni debitorie mediante titoli di Stato, ad assegni alle categorie protette, spese per pensioni, assegni per invalidi.

[22]    Per la parte delle somme non impegnante eccedente tale percentuale, e sempre nel rispetto degli obiettivi generali di contenimento della spesa, è prevista una procedura di valutazione: in relazione a programmi di particolare rilievo, ritenuti assolutamente indispensabili per il perseguimento degli obiettivi delle rispettive Amministrazioni in relazione all’attuazione del programma di Governo e alle priorità indicate nel DPEF, le Amministrazioni possono chiedere al MEF la conservazione di ulteriori importi.

[23]    Sono stati esclusi dalla riduzione i residui concernenti le spese relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’interno, alle aree sottoutilizzate, alla cooperazione allo sviluppo, alle calamità naturali, ad accordi internazionali, al federalismo amministrativo, all’informatica a al Fondo per l’occupazione.

[24]    Le eccedenze di spesa rilevate nella gestione di cassa riguardano, principalmente, gli stipendi, retribuzioni ed oneri sociali ed altri assegni fissi al personale per 3.225 milioni, di cui 3.226 milioni relativi al Ministero dell’istruzione, le pensioni di guerra e privilegiate per 30,3 milioni e i contributi per annualità per opere da eseguire in dipendenza di calamità naturali e danni bellici per 154,5 milioni di euro.

[25]   Legge n. 94/1997 e D.Lgs. n. 279/1997)

[26]    L’art. 5 della L. 94/1997, nel delegare il Governo ad emanare un decreto legislativo diretto ad individuare le unità previsionali di base del bilancio, ha stabilito al comma 2 che con il medesimo decreto si provvedesse anche a ristrutturare il rendiconto generale dello Stato. Per quanto riguarda, in particolare, il conto del patrimonio, la disposizione di delega ha previsto che venisse introdotto un livello di classificazione idoneo ad individuare i beni dello Stato suscettibili di utilizzazione economica, anche ai fini di un’analisi economica della gestione patrimoniale.

Le disposizioni della legge delega relative al conto generale del patrimonio hanno trovato riscontro nell’art. 14 del D.Lgs. 279/1997.

Ferma restando la vigente suddivisione in categorie dei beni dello Stato, l'articolo 14, comma 1, ha previsto l’introduzione nel conto generale del patrimonio una ulteriore classificazione, indicata nella Tabella C allegata al decreto legislativo, al fine di consentire l'individuazione dei beni suscettibili di classificazione economica. E’ stata altresì prevista la possibilità di modificare o integrare la suddetta tabella C con decreto del Ministro del tesoro, di concerto con i Ministri interessati. Detta tabella è stata sostituita dall’allegato 1 di cui all’art. 1, comma 1, del D.M. 18 aprile 2002 (cfr. supra nel testo).

Il comma 2 ha stabilito che i beni indicati all'articolo 822 del Codice civile (Demanio pubblico) siano valutati in base a criteri economici ed inseriti nel Conto generale del patrimonio dello Stato. Il comma 3 ha disposto che ai fini dell'analisi economica della gestione dei beni dello Stato, al conto generale del patrimonio, sia allegato un documento contabile in cui sono rappresentati i “componenti” positivi e negativi, nonché gli indici di redditività della gestione stessa.

[27]   G.U. n. 24 del 30 gennaio 2003

[28]    La perenzione dei residui, vale a dire l’eliminazione contabile dal bilancio non implica il venir meno dell’obbligazione assunta per contratto o in compenso di opere prestate o di lavori e di forniture eseguiti; nel momento in cui deve essere effettuato il relativo pagamento, le somme di volta in volta occorrenti vengono prelevate dal fondo in questione con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze e reiscritte nei capitoli pertinenti (la procedura è stata disciplinata con D.P.R. 24 aprile 2001, n. 270).

[29]   Recante “Norme di semplificazione del procedimento per il versamento di somme all'entrata e la riassegnazione alle unità previsionali di base per la spesa del bilancio dello Stato, con particolare riferimento ai finanziamenti dell'Unione europea, ai sensi dell'articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59”.

[30]    Ai sensi dell’articolo 11-bis, comma 5, della legge n. 468/1978, le quote dei fondi speciali di parte corrente e, se non corrispondono a progetti di legge già approvati da un ramo del Parlamento, di quelli di parte capitale non utilizzate entro l'anno cui si riferiscono costituiscono economie di bilancio. Tuttavia, nel caso di spese corrispondenti ad obblighi internazionali ovvero ad obbligazioni risultanti dai contratti del pubblico impiego o dalla disciplina del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale, la copertura finanziaria prevista per il primo anno resta valida anche dopo il termine di scadenza dell'esercizio a cui si riferisce purché il provvedimento risulti presentato alle Camere entro l'anno ed entri in vigore entro il termine di scadenza dell'anno successivo. Le economie di spesa da utilizzare a tal fine nell'esercizio successivo formano oggetto di appositi elenchi trasmessi alle Camere a cura del Ministro dell’economia e delle finanze entro il 25 gennaio; detti elenchi vengono, altresì, allegati al conto consuntivo del Ministero dell’economia e delle finanze.

[31]    Ai sensi dell’articolo 17, ultimo comma, della legge n. 468/978, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad integrare, con propri decreti da registrarsi alla Corte dei conti, le dotazioni di cassa in correlazione al trasporto all'esercizio successivo di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, limitatamente a quei capitoli di spesa le cui dotazioni di cassa non presentino, nelle more dell'assestamento, sufficienti disponibilità per il pagamento dei titoli trasportati.

[32]   Recante “Disposizioni urgenti in materia finanziaria”.

[33]   Si ricorda che sulla base delle indicazioni della relazione tecnica al suddetto D.L. n. 81/07, le maggiori entrate tributarie (pari a 7.403 milioni di euro per l'anno 2007) sono state utilizzate per 4.131 milioni a copertura degli oneri recati dal decreto-legge e per 3.219 milioni a copertura di maggiori spese iscritte nel disegno di legge di assestamento.

[34]   In particolare, il citato decreto legge n. 159 del 1° ottobre 2007 ha utilizzato a parziale copertura degli oneri da esso recati 5.978 milioni di euro di maggiori entrate e 1300 milioni di euro di minori spese, iscritte nel disegno di legge assestamento a seguito delle modifiche apportate nel corso dell’esame presso il Senato (cfr. oltre, il par. 6 del presente dossier).

[35]   Cfr. articolo 1, comma 1, della legge n. 296/2006.

[36]   Tale dato non tiene conto degli effetti del decreto legge 1 ottobre 2007, n.159, collegato alla manovra di finanza pubblica, il quale ha utilizzato la somma di 5.978 milioni di euro di  maggiori entrate e di 1.300 milioni di minori spese per il contributo italiano al bilancio comunitario – iscritte nel ddl di assestamento nel corso dell’esame presso il Senato - a parziale copertura delle misure da questo introdotte (cfr. oltre).

[37]   Come risulta dalla relazione e dalle dichiarazioni formulate in sede di presentazione degli emendamenti presentati dal Governo al Senato.

[38]   Recante “Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale”.