Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento bilancio | ||
Titolo: | Finanziaria 2007 - A.C. 1746-bis-B - Lavori preparatori alla Camera - Esame in Commissione e in Assemblea - Parte XIV | ||
Riferimenti: |
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Serie: | Progetti di legge Numero: 56 Progressivo: 2 | ||
Data: | 21/12/2006 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | V-Bilancio, Tesoro e programmazione |
Camera dei deputati
XV LEGISLATURA
SERVIZIO STUDI
Progetti di legge
Finanziaria 2007
A.C. 1746-bis-B
Lavori preparatori alla Camera
Esame in Commissione e in Assemblea
n. 56/2
Parte XIV
21 dicembre 2006
Dipartimento Bilancio e politica economica
SIWEB
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File: BI0063p.doc
INDICE
Volume XIV
I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
III Commissione (Affari esteri)
VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione)
VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici)
IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni)
X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo)
XI Commissione (Lavoro pubblico e privato)
XII Commissione (Affari sociali)
XIII Commissione (Agricoltura)
XIV Commissione (Politiche dell’Unione europea)
V Commissione (Bilancio, Tesoro e programmazione)
ICOMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'interno Alessandro Pajno e per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Giampaolo D'Andrea.
La seduta comincia alle 15.30.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvata dalla Camera e modificata dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2007.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata a esaminare congiuntamente il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge finanziaria, con riferimento agli stati di previsione e alle parti di propria competenza, e limitatamente alle disposizioni che sono state modificate nel corso dell'esame presso il Senato.
Pierangelo FERRARI (Ulivo), relatore, illustra le principali modificazioni ai disegni di legge finanziaria e di bilancio approvate nel corso dell'esame presso il Senato, limitatamente alle parti di interesse della I Commissione. In particolare, ricorda le misure introdotte al fine di incrementare i servizi di polizia, anche mediante l'assunzione di personale e l'assegnazione di risorse finanziarie aggiuntive: al riguardo, cita le disposizioni di cui ai commi 439, 513, 514, 515, 516 e 550 del disegno di legge finanziaria, composto di un unico articolo. Illustra quindi le modificazioni apportate ai commi da 580 a 586, concernenti il reclutamento e la formazione dei dirigenti e dei dipendenti pubblici, nonché ai commi da 725 a 733, in materia di contenimento della spesa degli enti territoriali, sottolineando come queste ultime siano volte a rendere ancora più cogenti le disposizioni di contenimento della spesa degli enti citati. Evidenzia altresì le disposizioni di cui al comma 593, volto a contenere gli oneri per la retribuzione corrisposta ad alcune categorie di titolari di incarichi pubblici e ad assicurarne la pubblicità, e al comma 735, che assicura la pubblicità degli incarichi e dei compensi ricevuti dagli amministratori delle società a totale o parziale partecipazione pubblica. Dà quindi conto delle disposizioni di cui al comma 1270, che estende i benefici per le vittime del terrorismo previsti dalla legge n. 206 del 2004 ai familiari delle vittime del disastro aereo di Ustica e della cosiddetta «banda della Uno bianca», secondo quanto già previsto da un emendamento approvato dalla I Commissione in prima lettura. Illustra infine la proposta di relazione favorevole sulla tabella 2, limitatamente alle parti di competenza della Commissione e alle connesse parti del disegno di legge finanziaria, nonché la proposta di relazione favorevole sulla tabella 8 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria. Concludendo, desidera sottolineare l'inadeguatezza delle disposizioni che attualmente disciplinano la procedura di approvazione dei disegni di legge finanziaria e di bilancio e ne auspica, per il futuro, una profonda revisione.
Marco BOATO (Verdi), chiede di sospendere brevemente la seduta, al fine di consentire un approfondimento dei temi indicati dal relatore.
Luciano VIOLANTE, presidente, non essendovi obiezioni, sospende la seduta per trente minuti.
La seduta, sospesa alle 15.40, è ripresa alle 16.10.
Marco BOATO (Verdi), dopo aver rilevato la difficoltà a intervenire nel dettaglio sui disegni di legge in titolo, desidera richiamare l'attenzione del relatore e dei rappresentanti del Governo sul contesto di grave difficoltà in cui si svolge l'iter di approvazione degli stessi e auspica che si ponga rapidamente rimedio a tale stato di cose, pur dichiarandosi poco ottimista al riguardo. Nell'esprimere apprezzamento per le scelte di fondo della manovra di bilancio, con particolare riferimento ai profili del risanamento finanziario, dell'equità e dello sviluppo sostenibile, dichiara di condividere il disagio espresso dai colleghi, sia di maggioranza sia di opposizione, per le modalità che hanno contraddistinto l'esame dei disegni di legge finanziaria e di bilancio. Limitandosi dunque alle parti modificate nel corso dell'esame al Senato, rileva positivamente le misure volte al contenimento della spesa degli apparati pubblici, alle esigenze delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, al contenimento della spesa degli enti territoriali nonché delle regioni, con riferimento, in particolare, agli oneri sostenuti per il funzionamento delle rappresentanze all'estero. Ricorda altresì, come elementi fortemente positivi, gli ulteriori interventi a favore delle vittime del terrorismo, contenute nei commi 792, 794 e 795, nonché l'estensione dei benefici previsti dalla legge n. 206 del 2004 per le vittime del terrorismo ai familiari delle vittime del disastro aereo di Ustica e della cosiddetta «banda della Uno bianca». Al riguardo, ricorda come non esistano, allo stato, sentenze definitive che qualifichino le vittime delle due vicende testé ricordate come vittime del terrorismo, ciò da cui nasce l'esigenza del predetto intervento normativo. Esprime altresì apprezzamento per le norme che disciplinano la concessione di una medaglia d'onore ai cittadini deportati e internati nei lager nazisti nell'ultimo conflitto mondiale. Solleva invece alcuni rilievi critici in riferimento alle disposizioni di cui al comma 1343, in materia di prescrizione del diritto al risarcimento del danno contabile, con le quali si riducono per l'appunto i relativi termini prescrizionali. Dopo aver ricordato come tale norma, introdotta nel corso dell'esame al Senato, abbia suscitato critiche anche severe da parte di membri della stessa maggioranza e del Governo, osserva che sarebbe utile che il Governo chiarisse le ragioni che hanno portato all'introduzione di tale norma e confermasse, nella sede parlamentare, l'intenzione già pubblicamente dichiarata di impedirne l'entrata in vigore. Rileva altresì che, al comma 1277, si incrementa di 250 mila euro annui per il periodo 2007-2009 il fondo istituito dalla cosiddetta «legge Bacchelli»: in proposito, osserva come si tratti di uno stanziamento eccessivamente esiguo e auspica che possa essere incrementato in futuro. Analoghe osservazioni, relative all'esiguità dello stanziamento, formula con riferimento al comma 1345, che istituisce e finanzia un fondo per lo sviluppo e la diffusione nelle scuole di azioni e politiche volte all'affermazione della cultura della legalità, al contrasto delle mafie e alla diffusione della cittadinanza attiva. Esprime altresì apprezzamento per l'inserimento, al comma 1363, della ormai consueta clausola di compatibilità con l'ordinamento delle regioni a statuto speciale e delle province autonome, auspicando che, negli anni a venire, il Governo si faccia carico di introdurla già nel disegno di legge finanziaria, senza lasciarla all'iniziativa parlamentare. Rileva infine che le disposizioni di cui ai commi da 580 a 586, che, tra l'altro, istituiscono e disciplinano l'Agenzia per la formazione di dirigenti e dipendenti delle amministrazioni pubbliche - Scuola nazionale della pubblica amministrazione, sembrano volte a creare, in Italia, un istituto analogo al'Ecole nationale d'adminitration francese: vi è tuttavia, a suo avviso, il rischio che l'intervento si risolva in una semplice ridenominazione della Scuola superiore della pubblica amministrazione, con in più il conferimento di alcune funzioni di coordinamento nei confronti di istituti analoghi esistenti. Pur condividendo quindi l'intenzione che è dato rinvenire in tali disposizioni, chiede ai rappresentanti del Governo di fornire, se lo ritengano, alcuni chiarimenti al riguardo.
Franco RUSSO (RC-SE), dopo avere ringraziato il relatore per il lavoro svolto, ritiene opportuno svolgere alcune riflessioni attinenti al merito complessivo della manovra di finanza pubblica per il 2007 e alle procedure parlamentari per l'esame dei disegni di legge finanziaria e di bilancio.
Al riguardo, ricorda che i presidenti della Camera e del Senato, riprendendo il contenuto di considerazioni svolte nel corso della prima lettura dal presidente Violante, hanno sottolineato la necessità di riformare le procedure di bilancio sia per quanto attiene la normativa del 1978, che per le previsioni contenute nei regolamenti delle due Camere. In questa sede ritiene opportuno porre la questione della debolezza delle forze politiche, che oggi non sono in grado di selezionare le fonti conoscitive da porre alla base della valutazione dei contenuti della manovra di finanza pubblica. La carenza di capacità elaborativa da parte della politica costituisce, a suo avviso, la principale differenza tra i partiti attuali e i grandi partiti di massa della storia italiana del secondo dopoguerra. La conseguenza di tale debolezza è che il Parlamento non rappresenta più un centro decisionale autonomo, ed è anzi condizionato dalle strutture burocratiche, per lo più concentrate presso l'Esecutivo. Una riforma delle procedure per l'esame parlamentare dei disegni di legge finanziaria e di bilancio non può non tenere conto del fatto che la capacità di selezione della domanda sociale è attualmente detenuta da centri di potere esterni al Parlamento, quali i sindacati, le banche e i grandi gruppi imprenditoriali. Alla luce di quanto osservato, le audizioni parlamentari, a suo avviso, dovrebbero rappresentare uno strumento fondamentale da valorizzare nell'ambito della procedura di bilancio, al fine di garantire alla politica capacità conoscitiva e decisionale e uno stretto collegamento tra Parlamento e società, scongiurando l'egemonia delle strutture tecnocratiche.
Per quanto concerne la valutazione sul merito complessivo della manovra per il 2007, sottolinea che il suo gruppo ha criticato l'assunzione del criterio di Maastricht relativo al rispetto del 3 per cento nel rapporto tra deficit pubblico e Pil quale criterio guida delle scelte del Governo in materia di spesa. Tuttavia, il giudizio del suo gruppo è complessivamente favorevole ai contenuti del disegno di legge finanziaria. In particolare, osserva che la revisione degli scaglioni IRPEF determina uno spostamento pari a circa 10 miliardi di euro dai ceti più ricchi a favore di quelli più poveri, fatto che testimonia l'attenzione di questo Governo per le fasce più deboli. Ritiene soddisfacenti le norme relative alla lotta all'evasione e all'elusione fiscale, che sono da considerare nel solco della linea di fermezza già manifestata dall'attuale maggioranza di governo in occasione del varo del cosiddetto «decreto Bersani». Sono da considerare altresì positivi, a proprio avviso, gli interventi contro il lavoro nero e a favore dei precari, con particolare riferimento a quelli impiegati nel settore scolastico. Ritiene che la manovra per il 2007, a differenza degli interventi degli anni passati, presenti una marcata attenzione al settore sociale e sottolinea che essa non ha operato interventi in materia pensionistica, atteso che questa non può essere considerata una materia da riformare al solo scopo di contenimento della spesa.
Per quanto concerne le parti di competenza della I Commissione, richiama le osservazioni svolte dal deputato Boato, che dichiara di condividere. Sottolinea che il Governo ha mostrato maggiore apertura al Senato di quanto non abbia fatto alla Camera in ordine alle proposte emendative in favore delle forze di polizia, i vigili del fuoco e la guardia di finanza. Per quanto concerne le scuole di formazione per i dirigenti pubblici, in linea con quanto già osservato dal deputato Boato, considera positiva l'istituzione di un'Agenzia unica cui viene affidato il compito di coordinare le altre istituzioni di formazione facenti capo a diverse amministrazioni. Si tratta di un intervento che accentra le competenze e razionalizza il sistema per la formazione dei dirigenti pubblici. Ritiene condivisibili le finalità del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, di cui al comma 1261, così come le disposizioni contenute ai successivi commi 1267 e 1268, in materia di Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, e al comma 1270, per le vittime del disastro aereo di Ustica e della cosiddetta «banda della Uno bianca». Per quanto concerne il «fondo Bacchelli», di cui al comma 1277, auspica uno sforzo maggiore da parte del Governo dal punto di vista della dotazione finanziaria, pur considerando positivo l'inserimento di tale norma nel provvedimento.
A proprio avviso, il Governo dovrebbe fornire chiarimenti sugli interventi operati nella fase di esame presso il Senato in materia di enti locali; al riguardo ritiene che sarebbe stato preferibile rinviare ogni decisione all'emanando «codice delle autonomie». Ritiene, infine, necessario che il Governo si impegni in sede parlamentare ad operare per evitare l'entrata in vigore della disposizione di cui al comma 1343, sul quale esprime una valutazione negativa.
Roberto ZACCARIA (Ulivo) fa presente che il suo gruppo non procederà alla presentazione di emendamenti ed esprimerà un voto favorevole sul merito complessivo della manovra di finanza pubblica per il 2007. Valuta negativamente il contenuto del comma 1343 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria, che comporta termini di prescrizione abbreviati per l'azione di responsabilità per il danno erariale. Al riguardo, facendo proprio un suggerimento del deputato Amici, fa presente l'opportunità della presentazione di un ordine del giorno volto a segnalare al Governo l'attenzione dei componenti della I Commissione su tale questione e a prospettare una possibile soluzione. Per quanto concerne le parti del provvedimento modificate dal Senato, esprime apprezzamento per le recenti dichiarazioni del Ministro dell'interno che, in linea con quanto osservato dai deputati Boato e Russo, ha sottolineato che l'istituzione dell'Agenzia per la formazione e il riordino dei meccanismi di reclutamento della dirigenza e del sistema della formazione per i dipendenti pubblici non penalizza le strutture già esistenti, ma è volta a coordinarne l'azione al fine di potenziarne le specificità ed il valore.
Franco RUSSO (RC-SE) preannuncia che il suo gruppo sottoscriverà l'ordine del giorno al quale ha fatto riferimento il deputato Zaccaria.
Il sottosegretario Giampaolo D'ANDREA si associa al rilievo che è emerso in tutti gli interventi in ordine alla opportunità di procedere con sollecitudine ad una riforma delle procedure di esame parlamentare dei disegni di legge finanziaria e di bilancio che sia fondata sui criteri della trasparenza e della certezza dei tempi di decisione e che consenta un reale coinvolgimento del Parlamento. Al riguardo prospetta la piena collaborazione del Governo affinché si possa pervenire ad una proposta adeguata, che possa entrare in vigore prima della prossima manovra di finanza pubblica.
Per quanto concerne il nodo rappresentato dal comma 1343 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria, fa presente che il Governo considera tale disposizione frutto di un errore tecnico, cui non è stato possibile rimediare al Senato a causa del mancato consenso da parte dei gruppi di opposizione, che non hanno inteso considerarlo quale errore materiale. Si tratta senz'altro di una disposizione che, per ragioni di estraneità di materia e di merito, non dovrebbe essere contenuta nel disegno di legge in esame. Preannuncia al riguardo l'intenzione del Governo di provvedere sollecitamente al fine di apportare idonei correttivi nelle forme che saranno ritenute tecnicamente più appropriate.
Per quanto riguarda le altre materie, fa presente che le disposizioni istitutive dell'Agenzia per la formazione e il riordino dei meccanismi di reclutamento della dirigenza e del sistema della formazione per i dipendenti pubblici sono il risultato di un processo di confronto tra un emendamento parlamentare e la successiva riformulazione governativa, nell'intento di dare una risposta adeguata al bisogno di coordinamento tra i diversi soggetti che operano nel settore. Osserva che il sistema italiano risente della sperimentazione di diverse esperienze, tra cui quella francese, e che da tempo è stata valutata positivamente la nascita di un modello unificante per le scuole di formazione e di selezione dei dirigenti pubblici. Sottolinea che il Presidente del Consiglio dei ministri ha considerato questa riforma come prioritaria, pur tenendo conto della necessità di non bloccare il reclutamento di personale nelle more della definizione del nuove sistema. Occorre, quindi, procedere alla gestione di una fase transitoria di affiancamento tra i diversi soggetti, anche al fine di non ingenerare confusione nei fruitori delle diverse scuole.
Per quanto riguarda la disposizione volta ad incrementare la dotazione finanziaria del «fondo Bacchelli», rileva che la limitata disponibilità di risorse finanziarie è comunque commisurata alle esigenze di copertura delle situazioni registrate in questa fase. Peraltro, osserva che appare possibile prevedere un aumento degli assegni vitalizi senza dovere ricorrere allo strumento legislativo, considerato che la materia è stata parzialmente delegificata.
Ritiene opportuno valorizzare l'inserimento da parte del Senato del comma 1270, che introduce benefici a favore delle vittime del disastro aereo di Ustica e della cosiddetta «banda della Uno bianca», così come delle norme per il conferimento di una medaglia d'onore per i cittadini deportati e internati nei campi di sterminio nazisti.
Segnala quindi alcune questioni di carattere strettamente finanziario, attinenti ai contenuti della Tabella 2, relativa agli incrementi e agli irrigidimenti per la spesa corrente, connessi alle nuove finalizzazioni.
In conclusione, alla luce di quanto osservato, auspica una rapida conclusione dell'esame dei provvedimenti in titolo da parte della Commissione.
Il sottosegretario Alessandro PAJNO dichiara preliminarmente di condividere il contenuto delle osservazioni svolte dal relatore, dal Sottosegretario D'Andrea e dai deputati intervenuti precedentemente in merito alle modalità procedurali di esame dei documenti in titolo, auspicando altresì che si possa giungere in tempi ragionevoli alla definizione di nuove procedure per l'esame dei documenti di bilancio.
Interviene sulle principali modifiche apportate al disegno di legge finanziaria nel corso dell'esame in seconda lettura presso il Senato. Al riguardo fa presente che tale testo reca diverse soluzioni ad aspetti problematici che erano stati evidenziati durante l'esame in prima lettura da parte di questa Commissione, sottolineando pertanto come il lavoro svolto in seconda lettura presso il Senato si sia posto in una stretta linea di continuità con quello svolto dalla Camera dei deputati. Si riferisce in particolare alle disposizioni, approvate dal Senato, che prevedono maggiori risorse finanziarie a disposizione delle forze di polizia per l'espletamento delle proprie funzioni. Si sofferma quindi sulla disposizione recante l'istituzione di un Fondo unico di amministrazione per il miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi istituzionali del Ministro dell'interno. In proposito osserva come tale Fondo, ancorché di dimensioni finanziarie contenute, assuma un significato rilevante nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi di efficacia ed efficienza del relativo Ministero.
Con riferimento alle disposizioni in materia di politiche per la sicurezza, osserva che una disposizione significativa, introdotta durante l'esame presso il Senato, riguarda la previsione di piani pluriennali di riarticolazione e ridislocazione dei presidi territoriali delle forze di polizia. Altrettanto rilevante reputa inoltre la previsione di investimenti da parte dell'Inail per il Centro polifunzionale della Polizia di Stato di Napoli, insieme ad una serie di misure a tutela del personale delle forze di polizia rimasto vittima di incidenti per causa di servizio. Analoga rilevanza assume poi la previsione di una serie di assunzioni nel comparto della sicurezza, tra cui quelle per la Polizia di Stato, nonché per il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, della Guardia di finanza e per l'Arma dei Carabinieri.
Per quanto concerne le disposizioni in materia di enti locali, osserva che molte di esse sono state espunte dal testo originario del disegno di legge finanziaria per essere ricomprese all'interno del progetto di riforma del testo unico degli enti locali, che il Governo si accinge a varare. Fa tuttavia presente che le disposizioni produttive di immediati effetti di contenimento della spesa sono state comunque mantenute nell'ambito del provvedimento in esame.
Si sofferma in particolare sulla disposizione che stabilisce che gli enti locali commissariati per infiltrazioni mafiose nel corso degli anni 2004 e 2005 non sono tenuti al rispetto del patto di stabilità interno per gli anni 2006 e 2007, indipendentemente dalla durata del periodo di commissariamento. Osserva inoltre la presenza di disposizioni volte a contenere i costi della politica. Al riguardo evidenzia che la possibilità per le regioni e gli enti locali di istituire uffici di rappresentanza all'estero viene limitata all'ambito dei rapporti con l'Unione europea. Rileva inoltre la presenza di una norma che impone un tetto massimo alla retribuzione corrisposta a varie categorie di titolari di incarichi pubblici, che non può superare l'ammontare di quella spettante al primo presidente della Corte di cassazione.
Fa presente, quindi, che è stata introdotta nel corso dell'esame presso il Senato una disposizione che estende i benefici per le vittime del terrorismo, previsti dalla legge n. 206 del 2004, anche ai familiari delle vittime del disastro aereo di Ustica e delle vittime della cosiddetta banda della Uno bianca.
Si sofferma infine sul complesso di norme in materia di formazione di dirigenti e dei dipendenti pubblici, evidenziando in particolare il ruolo svolto dalla scuola superiore dell'amministrazione dell'interno. Al riguardo sottolinea tuttavia l'importanza di realizzare, ancorché nel rispetto dell'autonomia delle singole scuole di formazione, un progetto formativo unitario che consenta una valida formazione a tutto il settore delle amministrazioni dello Stato, per potere così assicurare un efficace supporto alle decisioni pubbliche assunte ai diversi livelli.
Luciano VIOLANTE, presidente, ringrazia preliminarmente i rappresentanti del Governo che, nei loro interventi, si sono compiutamente soffermati su significative questioni nelle materie di competenza della I Commissione.
Con riferimento poi alle tematiche evidenziate nel corso del dibattito, ritiene che si potrebbe valutare l'opportunità di presentare, nel corso dell'esame in Assemblea, un ordine del giorno con cui la Camera impegni il Governo a riferire, entro un termine determinato, in ordine ai propri intendimenti in materia di riforma delle leggi di contabilità pubblica, con particolare riferimento ai documenti di bilancio. A tale fine ritiene che il Governo dovrebbe esprimere le proprie intenzioni entro termini rigorosi, per pervenire ad un intervento di riforma prima dell'avvio dell'esame del documento di programmazione economico-finanziaria, che l'Esecutivo è tenuto a presentare al Parlamento entro il 30 giugno.
Si sofferma poi sulla formazione del personale delle amministrazioni dello Stato, sottolineando come solo le amministrazioni militari abbiano conseguito l'obiettivo della internazionalizzazione della propria formazione, laddove tale obiettivo non è stato ancora pienamente ottenuto dalle amministrazioni civili.
Per quanto concerne infine la questione degli strumenti offerti ai parlamentari al fine di esaminare compiutamente i progetti di legge all'esame del Parlamento, osserva che l'evoluzione dell'amministrazione della Camera nel corso degli ultimi venti anni ha consentito la predisposizione di un efficiente supporto di documentazione informativa all'attività legislativa. Con riferimento alle osservazioni svolte dal deputato Russo, fa presente comunque come i gruppi parlamentari abbiano congrui mezzi finanziari per dotarsi di adeguate strutture di supporto e di analisi economica.
Si sofferma infine sulla complessità dell'esame parlamentare del disegno di legge finanziaria, che reca al contempo problemi di ordine legislativo, sui quali ha già evidenziato l'opportunità di riflettere relativamente alla possibilità di impegnare il Governo a riferire alle Camere in ordine ai propri intendimenti di riforma, nonché problemi di ordine procedurale, la cui definizione spetta invece alla competenza regolamentare delle singole Camere.
Dopo aver ricordato che il termine per la presentazione degli emendamenti ed ordini del giorno è fissata per le ore 18 di oggi, lunedì 18 dicembre 2006, nessun altro chiedendo di intervenire, sospende la seduta, avvertendo che riprenderà alle ore 18.15.
La seduta, sospesa alle 17.35, è ripresa alle 18.15.
Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti nè ordini del giorno. Avverte quindi che il relatore ha presentato una proposta di relazione favorevole sulla Tabella n. 2, concernente lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007, limitatamente alle parti di competenza della I Commissione e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria in riferimento alle parti modificate nel corso dell'esame presso il Senato, nonchè una proposta di relazione favorevole sulla Tabella n. 8 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria in riferimento alle parti modificate nel corso dell'esame presso il Senato.
La Commissione, con distinte votazioni, approva la proposta di relazione favorevole sulla tabella 2, limitatamente alle parti di competenza della Commissione e alle connesse parti del disegno di legge finanziaria, (vedi allegato 1) e la proposta di relazione favorevole sulla tabella 8 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 2), del relatore e nomina il deputato Ferrari relatore presso la V Commissione.
La seduta termina alle 18.20.
ALLEGATO 1
Legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B Governo, approvata dalla Camera e modificata dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA
La I Commissione,
esaminata la tabella 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il 2007, limitatamente alle parti di competenza, recata dal bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e dal bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relativa nota di variazione, nel testo approvato dalla Camera e modificato dal Senato, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria 2007, approvato dalla Camera e modificato dal Senato;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 2
Legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B Governo approvata dalla Camera e modificata dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2007.
RELAZIONE APPROVATA
La I Commissione,
esaminata la tabella 8, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'interno per il 2007 recata dal bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e dal bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relativa nota di variazione, nel testo approvato dalla Camera e modificato dal Senato, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria 2007, approvato dalla Camera e modificato dal Senato;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
IICOMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)
Lunedì 18 dicembre 2006
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Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Scotti.
La seduta comincia alle 18.45.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 5: Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno 2007.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno 2007 (limitatamente alle parti competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.
Pino PISICCHIO, presidente, avverte che oggi sono stati assegnati in sede consultiva il disegno di legge C. 1746-bis-B (legge finanziaria 2007) ed il disegno di legge C. 1747-B (Bilancio dello stato per il 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009). In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, la Commissione esaminerà lo stato di previsione del Ministero della giustizia (Tabella n. 5), lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2) e lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Tabella n. 10) limitatamente alle parti di competenza, così come risultanti a seguito della terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007. L'esame si concluderà domattina con l'approvazione e la trasmissione alla Commissione Bilancio di una relazione su ciascuna tabella, nonché con la nomina di un relatore il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione.
Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, sottolinea come, nell'ambito delle materie di competenza della Commissione Giustizia, le modifiche introdotte presso l'altro ramo del Parlamento - a seguito dell'approvazione del maxi-emendamento interamente sostitutivo su cui il Governo ha posto la questione di fiducia - al disegno di legge finanziaria, risultano in buona parte migliorative del testo, aderendo peraltro ad alcune indicazioni che erano state formulate in prima lettura da parte della stessa Commissione. Si riferisce, innanzitutto, alla rimozione del blocco del turn-over in seno alla magistratura. Il comma 517 autorizza per l'anno 2007, in deroga alla vigente disposizione della legge finanziaria 2005, il reclutamento di magistrati ordinari entro il limite di spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2007 e di 15 milioni di euro per l'anno 2008. Ne è derivato un incremento delle spese correnti, per cui lo stato di previsione ministeriale, a seguito della terza nota di variazioni, ammonta complessivamente a 7.774,2 milioni di euro. Il comma 518, sulla base di analoga deroga, autorizza per il 2007 il reclutamento di magistrati amministrativi, contabili, avvocati e procuratori dello Stato; il relativo limite di spesa è fissato in 1,370 milioni di euro per il 2007 ed in 5,671 milioni di euro per il 2008. Rileva, però, con preoccupazione che non si sia proceduto allo stesso modo anche per quanto concerne il personale amministrativo, sulla cui efficienza si basa comunque buona parte del successo di ogni intervento volto a migliorare la macchina della giustizia.
Segnala, quindi, un'ulteriore deroga al turn-over, disposta dal comma 1309, che prevede la definizione da parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa di un programma straordinario di assunzioni per l'anno 2007, fino ad un massimo di 50 unità di personale, da destinare unicamente al supporto amministrativo all'attività degli uffici giurisdizionali. Segnala altresì l'esclusione dall'esecuzione forzata di fondi destinati a servizi giudiziari, di cui al comma 1348, che aveva fatto oggetto di un emendamento approvato dalla Commissione Giustizia della Camera. La sottrazione alle procedure esecutive, già prevista per i fondi destinati ai servizi sanitari, viene estesa ai fondi destinati al pagamento di spese per servizi e forniture aventi finalità giudiziaria o penitenziaria, nonché agli emolumenti dovuti, a qualsiasi titolo, al personale del Ministero della giustizia, degli uffici giudiziari, della DNA (Direzione nazionale antimafia) e della Presidenza del Consiglio dei ministri. Al riguardo, evidenzia come tale intervento normativo, pur risolvendo alcune delicate questioni, altre ne pone soprattutto nei rapporti dell'amministrazione della giustizia con i terzi.
Di particolare rilievo ritiene anche la modifica introdotta dal comma 1224 che interviene sul procedimento per ottenere l'equa riparazione in caso di violazione del termine di ragionevole durata del processo di cui alla legge n. 89 del 2001 , cosiddetta «legge Pinto». Al fine di evitare maggiori oneri conseguenti alla violazione degli obblighi comunitari, ai pagamenti degli indennizzi procede il Ministero dell'economia e finanze. Lo stesso Ministero effettua i pagamenti di somme di denaro conseguenti alle pronunce di condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo, emanate nei confronti dello Stato italiano. Viene invece introdotta, al comma 1313, una procedura per la dismissione del patrimonio immobiliare del Ministero della giustizia, nell'ottica di una razionalizzazione dell'uso di immobili di proprietà dello Stato. In una prima fase preparatoria, che terminerà entro il 31 gennaio 2007, un decreto del Ministero della giustizia, di concerto con l'Agenzia del demanio, dovrà individuare i beni immobili, possibile oggetto di dismissione, in uso all'amministrazione della giustizia; nello stesso termine, la citata Agenzia individua, con decreto, gli immobili che ritiene possibile destinare a permuta con gli enti territoriali (regioni, province e comuni). La norma non stabilisce un termine certo entro il quale le attività e le procedure di permuta debbano essere concluse, ma è comunque, a suo avviso, da giudicarsi positivamente perché potrebbe facilitare la realizzazione di nuove opere.
Rileva, inoltre, come venga recuperata, sia pure in via indiretta, una disposizione considerata estranea al contenuto della legge finanziaria in prima lettura, ma di particolare interesse per questa Commissione che ha posto al suo ordine del giorno il tema della violenza sessuale. A fronte dell'incremento annuo di 40 milioni di euro della dotazione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, il comma 1261 dispone che una quota parte sia destinata al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere, da istituirsi unitamente ad un Osservatorio nazionale contro la violenza sessuale e di genere e ad un Piano d'azione nazionale contro la violenza sessuale e di genere. Sottolinea l'interesse al tema della pubblica opinione e l'opportunità che le vittime possano rivolgersi ad adeguati centri di assistenza.
Tra le altre modifiche introdotte dal Senato, menziona che il comma 47 ha incrementato la sanzione amministrativa pecuniaria per l'esercizio abusivo dell'attività di mediatore elevando i limiti edittali minimi e massimi rispettivamente a 7.500 e 15.000 euro. Menziona altresì la modifica della disciplina sanzionatoria in materia di apparecchi e congegni di intrattenimento (comma 86).
Osserva, poi, come il comma 1307 intervenga sul comma 6-bis dell'articolo 13 del Testo unico in materia di spese di giustizia, elevando a mille euro il contributo unificato per i ricorsi amministrativi di cui all'articolo 23-bis della legge n. 1034 del 1971 e raddoppiandone l'importo ove essi abbiano ad oggetto l'affidamento di lavori, servizi e forniture, ovvero provvedimenti adottati dalle Autorità indipendenti. Il successivo comma 1308 istituisce una commissione per il patrocinio a spese dello Stato presso il Consiglio di Stato, il Consiglio di giustizia amministrativa per la regione Sicilia, ogni Tribunale amministrativo regionale e sue sezioni distaccate. Nota che la disposizione non specifica quali funzioni le commissioni istituite siano chiamate a svolgere. Ricorda, in particolare, che ai sensi della disciplina del testo unico sulle spese di giustizia (decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articoli 124 e seguenti), l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato nel processo amministrativo (nonché in quello civile e contabile) è prerogativa del consiglio dell'ordine degli avvocati territorialmente competente. Chiede chiarimenti al Governo su tale Commissione.
Con riferimento ad una particolare ipotesi di confisca obbligatoria, la cosiddetta confisca dei valori ingiustificati, di cui all'articolo 12-sexies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, rileva che il comma 220 - introdotto al Senato - ne ha escluso il reato di abuso d'ufficio, mentre restano nel testo i delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione aventi una più netta caratterizzazione patrimoniale come il peculato, al concussione e simili. Chiede chiarimenti al Governo anche a questo riguardo, manifestando talune perplessità.
Ritiene che un discorso a sé meriti il comma 1343 sulla prescrizione del diritto al risarcimento del danno contabile, che tante polemiche ha suscitato e che appare effettivamente preoccupante. La modifica introdotta dal comma in esame fa sì che il periodo di cinque anni di prescrizione decorra non più dalla data in cui si è verificato il fatto, ma da quella in cui è stata realizzata la condotta produttiva di danno. Essendo quest'ultima data, nella generalità dei casi, antecedente alla prima, ne consegue una corrispondente anticipazione del termine finale di prescrizione e quindi di estinzione del diritto al risarcimento. Al riguardo, auspica che il tempestivo intervento preannunciato con decreto-legge, da emanarsi prima dell'entrata in vigore della legge finanziaria, abbia luogo e ponga rimedio all'incresciosa situazione determinatasi, facendo tuttavia presente che sarebbe stato più corretto sul piano istituzionale intervenire nel corso dell'iter della legge finanziaria presso il Senato, non appena rilevata l'incongruenza. Evidenzia l'opportunità che la questione faccia oggetto di un ordine del giorno da presentarsi in Assemblea.
Con riferimento all'allegato n. 2 al disegno di legge finanziaria, segnala infine che, sia per il 2007 che per il 2008, parte della dotazione per investimenti di edilizia penitenziaria appare scorporata, pur restando nella competenza del Ministero della giustizia. Chiede, al riguardo, chiarimenti al Governo circa le ragioni di tale diversa imputazione contabile, sottolineando quanto la Commissione sia interessata alla problematica dell'edilizia carceraria, anche a seguito della concessione dell'indulto.
Il sottosegretario Luigi SCOTTI sottolinea la rilevante novità riguardante le risorse messe a disposizione per l reclutamento di nuovi magistrati, pur condividendo l'opportunità che sia rafforzato anche il personale amministrativo. Circa l'esclusione del reato d'abuso d'ufficio dai casi di confisca dei valori ingiustificati, fa riferimento al fatto che si tratta di un reato a maglie larghe. Riguardo alle istituende commissioni per il patrocinio a spese dello Stato presso ciascun organo della giustizia amministrativa, precisa che subentreranno alle competenze sinora attribuite ai locali consigli dell'ordine degli avvocati. Quanto alla modifica della disciplina della prescrizione del diritto al risarcimento del danno erariale, condivide le osservazioni del relatore, che ringrazia, auspicando che la norma non abbia vigore neanche per un solo giorno come una necessità politica, istituzionale e democratica.
Pino PISICCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 19.15.
IICOMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)
Martedì 19 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Martedì 19 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Scotti
La seduta comincia alle 9.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 5: Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno 2007.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno 2007 (limitatamente alle parti competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato il 18 dicembre 2006.
Pino PISICCHIO, presidente, facendo seguito alla relazione svoltasi nella seduta precedente, invita l'onorevole Gambescia a presentare le sue proposte di relazione.
Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, presenta le proposte di relazione in senso favorevole sulle tabelle relative agli stati di previsione dei ministeri dell'economia e delle finanze (vedi allegato 1), della giustizia (vedi allegato 2) e delle infrastrutture (vedi allegato 3), come risultanti dalle note di variazione, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Federico PALOMBA (IdV) esprime il profondo turbamento del suo gruppo per l'inopinato inserimento presso il Senato del comma 1343 che surrettiziamente introduce termini di prescrizione più favorevoli ai responsabili di danno erariale. Contesta una simile linea di condoniamo e di perdonismo che giudica in assoluto contrasto con l'impostazione della legge finanziaria, che il Governo ha orientato verso la ricerca di risorse per lo sviluppo.Invita l'onorevole Gambescia a sottolineare ulteriormente tale criticità nella sua relazione, auspicando altresì la presentazione di un ordine del giorno in Assemblea.
Pino PISICCHIO, presidente, ricorda come la questione sia stata affrontata nella seduta precedente e come pertanto sia opportunamente contemplata nella proposta del relatore. Ricorda, altresì, che la presentazione di ordini del giorno è di competenza dell'iniziativa parlamentare singola.
Edmondo CIRIELLI (AN), nell'associarsi alle considerazioni critiche dell'onorevole Palomba, evidenzia la contraddittorietà di un Governo che dichiara di lottare contro l'evasione fiscale, mentre appresta norme di salvaguardia dei pubblici amministratori la cui larga maggioranza milita nella sua medesima coalizione politica. Ritiene, quindi, che la proposta di relazione possa essere rafforzata con riferimento all' ultimo alinea della parte motiva. Ribadisce quindi i rilievi negativi già espressi sull'aumento delle spese di gabinetto del Ministero della giustizia con particolare riguardo al numero dei sottosegretari peraltro non parlamentari. Quanto all'edilizia carceraria, sottolinea come il Governo si sia astenuto dall'assumersi un impegno serio e deciso, preferendo ricorrere a manovre ed artifici contabili e sconfessando le promesse elettorali sul miglioramento della qualità della vita nelle carceri nonché le assicurazioni rivolte alla Commissione in occasione della concessione dell'indulto, un provvedimento che continua a giudicare politicamente scellerato e giuridicamente disastroso, del resto confortato anche dalle opinioni di alcuni autorevoli componenti dello stesso esecutivo. Dubita poi dell'efficacia delle permute immobiliari che la legge finanziaria consente al Ministero della giustizia, i cui tempi non considera adeguati all'urgenza carceraria. Preannuncia, in conclusione, il voto contrario del suo gruppo su tutte le tre proposte di relazione.
Paolo GAMBESCIA (Ulivo), relatore, fa presente all'onorevole Cirielli di aver anticipato alcune delle sue osservazioni nella relazione svolta ieri, soffermandosi su alcuni punti non del tutto chiari dei documenti di bilancio ed esprimendo preoccupazioni peraltro condivise dal rappresentante del Governo. Quanto all'indulto, ritiene che sussista tuttora un consistente allarme sociale ove non si attui un'adeguata politica carceraria. Nel ribadire la sua positiva valutazione circa il nuovo strumento delle permute, evidenzia come per l'edilizia penitenziaria sia comunque stanziato un fondo significativo. Alla luce degli interventi svoltisi, riformula infine la proposta di relazione relativa allo stato di previsione del Ministero della giustizia nel senso di rafforzare il riferimento critico alla modifica intervenuta sulla prescrizione del danno erariale (vedi allegato 4).
Il sottosegretario Luigi SCOTTI, nel condividere l'opinione del relatore sull'eventualità che alcuni aspetti relativi alla giustizia fossero meglio precisati nei documenti di bilancio, invita tuttavia a tenere conto della complessità della manovra finanziaria. Circa i rilievi sull'aumento delle spese di gabinetto, osserva che esso dipende anche dall'accorpamento di alcune voci, come quelle relative alle spese per le ispezioni e le missioni internazionali, che è stato suggerito dal Ministero dell'economia e delle finanze. Riguardo all'edilizia carceraria, segnala come ulteriori risorse siano assicurate dal piano straordinario pluriennale e, per ragioni legate alla titolarità della spesa, dallo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture.
La Commissione, con distinte votazioni, approva, per quanto di competenza, le proposte di relazione sugli stati di previsione dei Ministeri dell'economia e delle finanze, della giustizia (come riformulata) e delle infrastrutture nonché alle connesse parti del disegno di legge finanziaria, nominando quindi l'onorevole Paolo Gambescia quale relatore presso la Commissione Bilancio.
La seduta termina alle 9.30
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La II Commissione,
esaminata la tabella 2, relativa alla Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il 2007, con riferimento all'edilizia giudiziaria,
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 2
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 5: Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno 2007.
PROPOSTA DI RELAZIONE
La II Commissione,
esaminata la tabella 5, relativa alla Stato di previsione del Ministero della Giustizia per il 2007 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
apprezzata la rimozione del blocco del turn-over in seno alla pubblica amministrazione per i magistrati, pur nella convinzione che analoga misura avrebbe dovuto essere prevista anche per l personale amministrativo di supporto;
ribadita l'esigenza di fare dell'edilizia penitenziaria una priorità, anche a seguito della concessione dell'indulto, al fine di prevenire il riproporsi delle condizioni del sovraffollamento carcerario, ed al riguardo valutando positivamente le nuove possibilità di permuta del patrimonio immobiliare di pertinenza del Ministero della giustizia;
rilevata con preoccupazione la modifica intervenuta presso l'altro ramo del Parlamento della decorrenza della prescrizione del diritto al risarcimento del danno erariale sotto il profilo dell'effettività del risarcimento stesso, ma anche della trasparenza e della moralità nella pubblica amministrazione;
nell'auspicio che la predetta modifica possa essere rimossa prima dell'entrata in vigore della legge finanziaria, onde impedire l'estinzione dei giudizi in corso;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 3
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La II Commissione,
esaminata la tabella 10, relativa alla Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per il 2007, con riferimento all'edilizia giudiziaria,
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 4
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 5: Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno 2007.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La II Commissione,
esaminata la tabella 5, relativa alla Stato di previsione del Ministero della Giustizia per il 2007 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
apprezzata la rimozione del blocco del turn-over in seno alla pubblica amministrazione per i magistrati, pur nella convinzione che analoga misura avrebbe dovuto essere prevista anche per l personale amministrativo di supporto;
ribadita l'esigenza di fare dell'edilizia penitenziaria una priorità, anche a seguito della concessione dell'indulto, al fine di prevenire il riproporsi delle condizioni del sovraffollamento carcerario, ed al riguardo valutando positivamente le nuove possibilità di permuta del patrimonio immobiliare di pertinenza del Ministero della giustizia;
rilevata con sconcerto e con viva preoccupazione la modifica intervenuta presso l'altro ramo del Parlamento della decorrenza della prescrizione del diritto al risarcimento del danno erariale sotto il profilo dell'effettività del risarcimento stesso, ma anche della trasparenza e della moralità nella pubblica amministrazione;
nella convinzione che la predetta modifica venga rimossa prima dell'entrata in vigore della legge finanziaria, onde impedire l'estinzione dei giudizi in corso;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
IIICOMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri)
Martedì 19 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Martedì 19 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il vice ministro degli Affari esteri, Ugo Intini.
Legge finanziaria 2007.
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 6: Stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per l'anno finanziario 2007.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazione favorevole).
La Commissione inizia l'esame congiunto.
Umberto RANIERI, presidente, ricorda che la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente il disegno di legge finanziaria e il disegno di legge di bilancio, limitatamente alle parti di propria competenza che sono state modificate nel corso dell'esame presso il Senato, con la relativa nota di variazione. Dopo avere ricordato i criteri di esame di tali provvedimenti, avverte che, in base all'organizzazione dei tempi di lavoro, la relazione dovrà essere trasmessa alla Commissione bilancio entro le ore 9.30.
Valdo SPINI (Ulivo), relatore, nell'illustrare le principali modificazioni ai provvedimenti in titolo introdotte al Senato, segnala che la manovra di finanza pubblica per il 2007 reca disposizioni significative per la politica estera italiana che meriterebbero un dibattito più ampio di quanto non sia possibile in questa fase dell'esame parlamentare. Ritiene importante sottolineare il valore innovativo delle norme riguardanti il riassetto dei ministeri e, in particolare, la previsione dell'esercizio della potestà regolamentare del Ministero degli affari esteri in tema di riorganizzazione della rete diplomatico-consolare. Ritiene opportuno segnalare anche l'incremento dell'indennità di servizio all'estero, anche se non nella misura che era stata auspicata. Rileva altresì che l'altro ramo del Parlamento ha introdotto come novità di rilievo un aumento significativo di risorse per il 2007 a favore delle collettività italiane all'estero ed il riconoscimento ai consolati della competenza per il rilascio della carta di identità per gli italiani all'estero e iscritti all'AIRE. È da menzionare tra le novità positive lo stanziamento a favore degli esuli istriani e per il trasferimento dell'Archivio storico dell'Unione europea presso Villa Salviati. Ritiene opportuno ricordare alcune norme approvate dalla Camera e non modificate dal Senato, tra cui il comma 567, che autorizza la spesa di 6 milioni di euro per incentivare la produttività del personale del Ministero degli esteri appartenente alle aree funzionali; i commi da 951 a 962 riguardanti il finanziamento ed aspetti organizzativi relativi alla partecipazione italiana all'Esposizione internazionale di Saragozza del 2008 ed all'Esposizione universale di Shangai del 2010; il comma 1240, che riproduce il comma 1 dell'articolo 188 del disegno di legge originario, e che autorizza, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, la spesa di 1 miliardo di euro per il finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace; il comma 1317, che autorizza il Ministero degli affari esteri ad incrementare il contingente di personale a contratto degli uffici all'estero, in relazione agli adempimenti previsti dal Sistema d'informazione visti.
Preannuncia, infine, la presentazione presso l'Assemblea di un ordine del giorno, stigmatizzando il mancato adempimento dell'impegno etico e politico nella lotta contro le pandemie, che avrebbe dovuto portare al finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria, istituito nel 2001 nell'ambito del G8 sulla base di una proposta del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Si tratta di una lacuna che nell'immediato potrebbe comportare l'estromissione dell'Italia dal Consiglio di amministrazione del Fondo e che deve essere al più presto colmata,al fine di dare coerenza alla politica dell'attuale Governo in materia di cooperazione internazionale e lotta alla povertà.
Per quanto concerne la terza nota di variazioni al bilancio per il 2007, presentata dal Governo, evidenzia che, a seguito delle variazioni determinate sullo stato di previsione del Ministero degli esteri per il 2007 per le modifiche della manovra di finanza pubblica introdotte dal Senato, gli stanziamenti complessivi di competenza e di cassa risultano aumentate di 24,2 milioni di euro, per cui il totale è ora pari a circa 2.238 milioni. L'incremento è interamente di parte corrente, ed è suddiviso all'incirca a metà tra le spese di funzionamento e quelle per gli interventi, con leggera prevalenza delle seconde. Nessuna modifica ha interessato i residui presunti, che rimangono attestati a 339,4 milioni di euro.
Alla luce di quanto osservato, formula una proposta di relazione favorevole sulla Tabella 6 e sulle parti di competenza della legge finanziaria, come modificata dal Senato.
Il vice ministro Ugo INTINI rileva che il disegno di legge finanziaria per il 2007 rivolgono al Ministero degli affari esteri un'attenzione mirata al rilancio delle sue attività e della sua capacità operativa. Il provvedimento contiene misure specificamente ritagliate sulle peculiari funzioni del Ministero e dei suoi uffici all'estero, che consentono di avviare una stagione di cambiamenti organizzativi e di affermazione di idonei, aggiornati strumenti di intervento, al fine di rendere concretamente realizzabile quel processo di adattamento alle mutate e mutevoli sollecitazioni di una congiuntura internazionale particolarmente impegnativa. In tale contesto, è stato salvaguardato l'incremento delle risorse a favore dei Paesi in via di sviluppo, come evidenzia la Tabella C. Si è registrata invece, a seguito della prima lettura della Camera, una diminuzione di risorse per l'attuazione di accordi internazionali (Tabella A). Il quadro delle innovazioni comprende: l'avvio della ristrutturazione della rete diplomatica, consolare e degli istituti di cultura, nonché l'unificazione dei servizi contabili degli uffici aventi sede nella stessa città estera; la destinazione al funzionamento e alla razionalizzazione delle sedi all'estero, nel limite di 10 milioni di euro, delle maggiori percezioni consolari, anche alla luce dell'adeguamento della tariffa per i visti; ulteriori risorse per le collettività italiane all'estero; un piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare ubicato all'estero che prevede la destinazione al restauro, ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli immobili all'estero di una quota non inferiore al 30 per cento dei proventi derivanti dalle operazioni di dismissione; l'incremento, a valere sui fondi già disponibili, di 65 unità del contingente di impiegati a contratto degli uffici all'estero per assicurare gli adempimenti in materia di componente nazionale del Sistema di informazione visti; la costituzione presso le rappresentanze diplomatiche e consolari di un Fondo speciale per la manutenzione degli immobili, contratti di servizio con agenzie di lavoro interinale ed attività di istituto, al quale affluiscono donazioni e liberalità, nonché importi da sponsorizzazioni che devono escludere forme di conflitto tra attività pubblica e privata.
Rileva che importanti sono le disposizioni riguardanti la promozione della candidatura di Milano all'Esposizione Universale del 2015, la partecipazione all'Esposizione internazionale di Saragozza 2008 ed all'Esposizione universale di Shanghai 2010. Intervenendo tempestivamente con una disciplina organica della complessa materia, la legge finanziaria fornisce a tal fine uno strumento di gestione e programmazione degli interventi particolarmente significativo e lungimirante. Più complessa è la valutazione dei riflessi per il Ministero di alcune disposizioni di carattere generale, come quelle sul riassetto organizzativo di tutte le amministrazioni centrali e quelle riguardanti l'Agenzia per la formazione dei dirigenti e dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche che coordinerà, fra gli altri, l'Istituto diplomatico. Il giudizio finale sulla loro portata dipenderà in gran parte dai regolamenti d'attuazione che dovranno essere perfezionati adottati in tempi brevi.
Considerazioni non dissimili valgono per le disposizioni relative al rilascio da parte degli uffici consolari delle carte di identità a favore dei cittadini residenti all'estero. Questi nuovi compiti comporteranno ulteriori affinamenti dell'assetto organizzativo e risorse umane e strumentali non ben identificate.
Umberto RANIERI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire e considerato che non sono stati presentati emendamenti né ordini del giorno, avverte che si procederà alla votazione della relazione proposta dal relatore.
Ramon MANTOVANI (RC-SE), intervenendo per dichiarazioni di voto, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole, malgrado il rammarico, già segnalato dal deputato Spini e dal presidente Ranieri, per il mancato finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria. In ordine al merito complessivo della manovra di finanza pubblica per il 2007, rileva la sua generale inadeguatezza a realizzare grandi obiettivi di politica estera: il gruppo di Rifondazione Comunista ha sempre sostenuto che l'Italia deve puntare maggiormente sulla propria dotazione politica e strutturale, affinché la politica estera diventi un pilastro dell'azione di governo. Sottolinea che tale azione si sostanzia al momento in una serie di interventi puntuali, anche apprezzabili, ma non idonei ad accrescere il prestigio internazionale o a rafforzare i rapporti diplomatici del nostro Paese. Ritiene che l'azione di promozione della cultura italiana nel mondo sia particolarmente problematica. Il confronto con i maggiori Paesi europei evidenzia l'insufficienza dei fondi, delle strutture e della dotazione di personale che si occupa di questo aspetto: gli istituti italiani di cultura hanno assunto nel tempo una posizione sempre più marginale in quanto è prevalso, a suo avviso, il convincimento che sono piuttosto le missioni militari e la partecipazione a conflitti ad accrescere il prestigio della politica estera di un Paese. A tal proposito ritiene significativo che il Governo destini circa 1,7 miliardi di euro alla realizzazione di nuovi sistemi di arma, di cui i cittadini non sentono alcuna necessità. A suo avviso è evidente che il Governo in questo modo intende mantenere fede ad impegni assunti dal Governo precedente, secondo una linea di continuità che risale agli anni Novanta, quando l'importanza di un Paese si misurava con gli investimenti nel campo militare.
Auspica che il Governo voglia affrontare le questioni poste e che l'esame dei prossimi disegni di legge finanziaria e di bilancio avvenga in una cornice procedurale diversa, che consenta un maggiore coinvolgimento del Parlamento e la piena consapevolezza dei parlamentari sugli aspetti alla base di tale provvedimento.
Infine, fa presente l'opportunità di disporre per il futuro di mezzi più consistenti da destinare agli interventi per la cooperazione internazionale.
Sergio D'ELIA (RosanelPugno), intervenendo per dichiarazioni di voto, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole, avanzata dal relatore. Esprime il proprio apprezzamento per il fatto che la manovra, dopo l'esame presso il Senato, non abbia subito nuove decurtazioni quanto agli stanziamenti relativi alla politica estera e in particolare alla cooperazione allo sviluppo. Al riguardo, auspica che possa al più presto essere predisposta una riforma della normativa che sia compatibile con l'attuale quadro economico complessivo. Esprime una perplessità in ordine allo stato del bilancio del Ministero degli affari esteri, anche alla luce del raffronto con gli stanziamenti destinati al settore della difesa. Concordando con quanto osservato dal deputato Mantovani, ritiene che si dovrebbe valutare una revisione complessiva della situazione, che è anacronistica rispetto all'ideale di una politica internazionale tesa al raggiungimento della pace su tutto il pianeta.
Leoluca ORLANDO (IdV), intervenendo per dichiarazioni di voto, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole, presentata dal relatore. In merito ai rilievo emersi nel corso del dibattito sugli aspetti procedurali che hanno caratterizzato l'esame della manovra per il 2007, osserva che tale modalità è stata imposta dalla necessità di superare una fase negativa per il nostro Paese, con particolare riferimento allo stato del debito pubblico, e di segnalare una prospettiva di ottimismo per i prossimi anni. Ritiene opportuno che si faccia adesso uno sforzo affinché la manovra per il 2008 sia esaminata secondo un modello diverso, che eviti la predisposizione di liste di singoli impegni tra loro scollegati.
Francesco MONACO (Ulivo), intervenendo per dichiarazioni di voto, ritiene che, dopo la segnalazione delle ombre contenute nei provvedimenti in titolo, sia opportuno a questo punto del dibattito segnalarne le luci, anche al fine di motivare il voto positivo sulla proposta di relazione favorevole del relatore. Una prima considerazione positiva riguarda il fatto che il testo del disegno di legge finanziaria approvato dal Senato mostra di avere recepito talune proposte presentate alla Camera con emendamenti di origine parlamentare. Una seconda osservazione concerne l'avvio della ristrutturazione della rete diplomatico-consolare e degli istituti italiani di cultura, mentre un terzo aspetto positivo riguarda l'incremento dei fondi destinati alla cooperazione internazionale, malgrado la lacuna relativa al Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria. In linea con quanto osservato dal deputato Mantovani, ritiene che vi sia uno scarto tra la novità qualitativa della politica estera dell'Italia e gli strumenti concreti messi a sua disposizione. Per quanto concerne le critiche mosse nei confronti dell'impegno militare dell'Italia all'estero, osserva che al riguardo sono note le diverse posizioni all'interno della stessa maggioranza e che si tratta di un impegno al quale l'Italia è tenuta, pur rappresentando un costo ingente. La maggior parte delle missioni militari all'estero risalgono ad un periodo precedente il governo Berlusconi ed è dunque da escludere l'idea che vi sia una continuità tra esso e l'attuale governo, come confermato dalla recente decisione relativa alla missione in Iraq. Rileva che, per quanto le missioni militari non rientrino tra i bisogni più avvertiti dai cittadini, il Parlamento ha assunto un impegno in ordine al monitoraggio di tutte le missioni militari all'estero e che tutti hanno il diritto ad essere adeguatamente informati sugli sforzi che si stanno compiendo su tale versante, secondo modalità che sono comunque sempre conformi al dettato costituzionale. Occorre pertanto provvedere alla istituzione di strumenti conoscitivi nell'interesse del Parlamento e di tutti i cittadini.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore. La Commissione nomina infine il deputato Spini relatore presso la V Commissione.
La seduta termina alle 9.30.
IVCOMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del vicepresidente Elettra DEIANA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Marco Verzaschi.
La seduta comincia alle 15.05.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2007.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazione favorevole).
La Commissione inizia l'esame congiunto.
Elettra DEIANA, presidente, avverte che la Commissione è chiamata ad esaminare, ai sensi dell'articolo 120 del regolamento, il disegno di legge C. 1746-bis-B (Legge finanziaria 2007) ed il disegno di legge C. 1747-B, recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009, approvati dalla Camera e modificati dal Senato, con la relativa nota di variazioni. Ricorda che l'esame si concluderà con la trasmissione alla Commissione bilancio di una relazione e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione.
Ricorda altresì che nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 12 dicembre scorso, si è convenuto che eventuali emendamenti riferiti alle parti dei disegni di legge in esame modificate dal Senato saranno presentati direttamente in Commissione bilancio.
Antonio RUGGHIA (Ulivo), relatore, fa presente che la sua relazione prenderà in considerazione le modifiche ai documenti di bilancio di interesse della Commissione Difesa introdotte in seconda lettura dal Senato.
Per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, osserva che il Senato ha incrementato di 10 milioni di euro la dotazione dell'unità previsionale di base 7.1.1.3 dello stato di previsione del Ministero della difesa, relativa ai mezzi operativi e strumentali del centro di responsabilità dell'Arma dei Carabinieri.
Per quanto concerne il disegno di legge finanziaria, dopo avere osservato che il testo approvato dal Senato è costituito da un unico articolo composto da 1364 commi, passa ad esaminare i commi di interesse della Commissione difesa.
Il comma 216 esclude dall'applicazione del divieto di dismissione temporanea i beni immobili in uso all'Amministrazione della difesa affidati, in tutto o in parte, a terzi per lo svolgimento di attività istituzionali dell'Amministrazione stessa.
Il comma 263 completa la nuova disciplina sulle dismissioni immobiliari del Ministero della difesa, approvata in prima lettura dalla Camera. Ricorda che tale procedura prevede che il Ministero della difesa provveda con decreti all'individuazione dei beni immobili in uso all'Amministrazione della difesa non più utili ai fini istituzionali da consegnare all'Agenzia del demanio, ai fini dell'inclusione in programmi di dismissione e valorizzazione. È fatta comunque salva la possibilità per il Ministero della difesa di individuare beni immobili di proprietà dello Stato, mantenuti in uso al medesimo Dicastero per finalità istituzionali, suscettibili di permuta con gli enti territoriali (comma 262). Ricorda altresì che questa possibilità, inserita in prima lettura alla Camera, risulta sostanzialmente conforme agli identici emendamenti Pinotti, Papini 1746-bis/IV/17.2 e 1746-bis/IV/17.3 del relatore approvati dalla Commissione Difesa durante l'esame in prima lettura. Il comma 263, modificato dal Senato, prevede la possibilità, in ordine a programmi che interessino Enti locali, di procedere mediante accordi di programma. Tali accordi, qualora adottati con decreto del presidente della Regione, determinano le eventuali e conseguenti variazioni degli strumenti urbanistici e sostituiscono le concessioni edilizie, sempre che vi sia l'assenso del comune interessato. Nell'ambito dei suddetti accordi di programma può essere altresì previsto il riconoscimento in favore degli Enti locali di una quota del maggior valore degli immobili determinato per effetto delle valorizzazioni assentite. Rammenta che tale disposizione corrisponde nella sostanza agli identici emendamenti Pinotti, Papini 1746-bis/IV/17.4 e 1746-bis/IV/17. 5 del relatore approvati dalla Commissione Difesa durante l'esame in prima lettura nonché ad una delle osservazioni formulate dalla Commissione stessa nell'ambito della relazione favorevole sul disegno di legge finanziaria.
Il comma 446 prevede che le Forze Armate, compresa l'Arma dei Carabinieri, siano escluse dall'obbligo di avvalersi per il pagamento degli stipendi delle procedure informatiche e dei servizi del Ministero dell'economia e delle finanze. Ricorda che un emendamento di analogo contenuto, per altro riferito a tutte le Forze Armate e di Polizia (1746-bis/IV/40.2 Ascierto), era stato approvato in prima lettura dalla Commissione Difesa.
Il comma 447 prevede che il Ministero della difesa assicuri per le Forze Armate, compresa l'Arma dei Carabinieri, l'invio di dati mensili di pagamento relativi alle competenze fisse e accessorie al dipartimento della ragioneria generale dello Stato mediante protocolli di colloquio tra sistemi informativi.
Il comma 513 eleva da 1000 a 2000 unità le assunzioni per l'anno 2007 che i Corpi di polizia sono autorizzati ad effettuare a valere sul fondo di cui all'articolo 1, comma 96, della legge n. 311 del 2004 (Legge finanziaria per il 2005). In questo contingente sono compresi 1.316 agenti di Polizia di Stato trattenuti in servizio ai sensi del decreto-legge n. 260 del 2006, che sono assunti a tempo indeterminato a decorrere dal 1o gennaio 2007.
I commi 515 e 516 prevedono l'autorizzazione per l'Arma dei carabinieri e per il Corpo della Guardia di finanza ad effettuare reclutamenti straordinari entro un limite di spesa pari per ciascuna delle due Forze di polizia a 5 milioni di euro per l'anno 2007 e a 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008. Entro il predetto limite di spesa si provvede alla distribuzione nei vari gradi dei relativi reclutamenti, rispettivamente, con decreto del Ministro della difesa e con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze.
Sempre in materia di assunzioni di personale, ricorda che nel corso della prima lettura, è stata prevista la stabilizzazione degli Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri in ferma triennale (comma 519). Rammenta altresì che tale disposizione risulta sostanzialmente conforme all'emendamento Pinotti, Papini 1746-bis/IV/57.5 approvato in prima lettura dalla Commissione Difesa e ad una delle osservazioni risultanti dalla relazione favorevole sul disegno di legge finanziaria approvata dalla Commissione stessa.
Il comma 549 incrementa di ulteriori 40 milioni di euro per l'anno 2007 e di 80 milioni di euro a decorrere dal 2008 le somme già stanziate per i medesimi anni - pari rispettivamente a 304 milioni di euro e a 805 milioni di euro - da destinare ai miglioramenti retributivi del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia. In proposito, ricorda che una delle osservazioni contenute nella relazione favorevole sul disegno di legge finanziaria approvata in prima lettura dalla Commissione Difesa prevedeva un adeguato incremento delle risorse nell'anno 2007 da destinare al miglioramento retributivo del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia.
Il comma 555 prevede che le misure di contenimento della spesa, di cui ai commi 219, 220 e 221 della legge n. 266 del 2005 (Legge finanziaria 2006), non si applichino, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge medesima, alle spese di cura, comprese quelle per ricoveri in istituti sanitari e per protesi sostenute dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle Forze armate e di polizia e conseguenti a ferite o lesioni riportate nell'espletamento di servizi di polizia o di soccorso pubblico, ovvero nell'esercizio di attività operative o addestrative riconosciute dipendenti da causa di servizio.
Il comma 897 sopprime gli articoli 2 e 3 del decreto legislativo n. 216 del 2005, al fine di ripristinare la Direzione generale di commissariato e di servizi generali istituita dall'articolo 15 del decreto legislativo n. 264 del 1997, in materia di riorganizzazione dell'area centrale del Ministero della difesa, da essi successivamente soppressa. Ricorda che i compiti della Direzione generale di commissariato e di servizi generali, stabiliti dagli articoli 25 e 32 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1478 del 1965, riguardano attività relative alle materie del commissariato militare (viveri, vestiario, equipaggiamento, casermaggio, foraggio) ed ai servizi generali ministeriali (attività di «provveditorato» connesse con il funzionamento degli uffici, servizi poligrafici, trasporti, manovalanze, archivi generali, pulizia dei locali, eccetera).
Il comma 898 autorizza l'istituzione, nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, di un fondo di conto capitale, destinato alle bonifiche delle aree militari, sia dismesse che attive, e di pertinenza dei poligoni militari di tiro, nonché delle unità navali, effettuate d'intesa con il Ministero dell'ambiente, anche mediante l'impiego del genio militare. La dotazione di tale fondo è pari a 25 milioni di euro e la sua ripartizione viene effettuata con uno o più decreti del Ministro della difesa, da adottare di concerto con il Ministero dell'ambiente. Ricorda che in prima lettura la Commissione Difesa aveva approvato l'emendamento Cicu, Marras 1746-bis/IV/157.1 (nuova formulazione), che destinava alla bonifica del territorio compreso nei siti di importanza comunitaria (SIC) uno stanziamento di 10 milioni di euro.
Il comma 899 autorizza l'istituzione, nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, di un fondo di conto capitale, destinato alla ristrutturazione ed all'adeguamento degli arsenali e degli stabilimenti militari, comprese le darsene interne. La dotazione di tale fondo è pari a 20 milioni di euro, e la sua ripartizione avviene con uno o più decreti del Ministro della difesa.
Il comma 900 prevede l'istituzione, nello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, di un fondo di conto capitale, destinato all'ammodernamento del parco degli autoveicoli, dei sistemi operativi e delle infrastrutture dell'Arma dei Carabinieri. La dotazione di tale fondo è quantificata in 5 milioni di euro e la relativa ripartizione è disposta mediante uno o più decreti del Ministro della difesa.
Il comma 901 riduce di 50 milioni di euro, per l'anno 2007, le dotazioni delle unità previsionali di base dello stato di previsione del Ministero della difesa concernenti investimenti fissi lordi (categoria 21).
Il comma 902 autorizza la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2007 finalizzata ad interventi sanitari che si rendano eventualmente necessari in favore di personale affetto da infermità letali ovvero da invalidità o inabilità permanente, nonché al monitoraggio delle condizioni sanitarie del personale militare e civile italiano impiegato e delle popolazioni abitanti in aree interessati da conflitti per i quali siano in corso missioni internazionali e di assistenza umanitaria, oltre che in poligoni di tiro nazionali, e nelle zone adiacenti, in cui siano sperimentati munizionamento e sistemi di armamento. Al riguardo, rammenta che tra le osservazioni contenute nella relazione favorevole approvata in prima lettura dalla Commissione Difesa vi è la previsione di uno stanziamento a favore del personale militare impiegato in operazioni fuori area che contragga patologie letali o invalidanti in maniera permanente.
I commi 1042 e 1043 intervengono sull'istituto nazionale per studi ed esperienze di architettura navale di Roma (INSEAN). Ricorda che tale istituto ha il compito di effettuare ricerche ed esperimenti su modelli di navi e sui loro organi propulsivi sia su richiesta dell'industria privata sia su richiesta degli organi tecnici della Marina Militare e delle altre amministrazioni dello Stato.
In particolare, il comma 1042 autorizza il Ministero dei trasporti alla concessione all'Istituto di un contributo pari a 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, per le finalità di promozione della ricerca in campo navale. Il comma 1043 prevede invece che il Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministero della difesa ed il Ministero dell'Università e della Ricerca, provveda con regolamento alla riorganizzazione, anche attraverso fusione ed accorpamento con altri enti pubblici di ricerca, dell'INSEAN, al fine di razionalizzare la spesa e di garantire il raggiungimento delle medesime finalità di promozione della ricerca in campo navale.
In conclusione, nel rilevare che numerose modifiche al disegno di legge finanziaria introdotte durante l'esame in seconda lettura al Senato risultano conformi alle osservazioni risultanti dalla relazione favorevole e dagli emendamenti approvati in prima lettura dalla Commissione Difesa, esprime un giudizio positivo sui disegni di legge in titolo.
Il sottosegretario Marco VERZASCHI concorda con le valutazioni del relatore.
Antonio RUGGHIA (Ulivo), relatore, presenta una proposta di relazione favorevole che illustra (vedi allegato 1).
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore. Delibera altresì di nominare ai sensi dell'articolo 120 del regolamento il deputato Rugghia quale relatore presso la V Commissione.
Elettra DEIANA, presidente, avverte che la relazione approvata dalla Commissione sarà trasmessa alla V Commissione, ai sensi dell'articolo 120 del regolamento.
La seduta termina alle 15.30.
ALLEGATO 1
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2007.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La IV Commissione:
esaminata la tabella 12 relativa allo stato di previsione del Ministero della difesa per il 2007 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria modificate dal Senato;
rilevato che:
la dotazione dell'unità previsionale di base 7.1.1.3 dello stato di previsione del Ministero della difesa, relativa ai mezzi operativi e strumentali del centro di responsabilità dell'Arma dei Carabinieri è stata incrementata di 10 milioni di euro;
numerose modifiche al disegno di legge finanziaria introdotte in seconda lettura dal Senato risultano conformi alle osservazioni risultanti dalla relazione favorevole e agli emendamenti approvati in prima lettura dalla Commissione Difesa;
le predette modifiche riguardano in particolare:
il comma 263 che prevede la possibilità, in ordine a programmi che interessino Enti locali, di procedere mediante accordi di programma che possono riconoscere in favore degli Enti medesimi una quota del maggior valore degli immobili determinato per effetto delle valorizzazioni assentite;
il comma 446 che prevede che le Forze Armate, compresa l'Arma dei Carabinieri, siano escluse dall'obbligo di avvalersi per il pagamento degli stipendi delle procedure informatiche e dei servizi del Ministero dell'economia e delle finanze;
il comma 549 che incrementa di ulteriori 40 milioni di euro per l'anno 2007 e di 80 milioni di euro a decorrere dal 2008 le somme già stanziate per i medesimi anni - pari rispettivamente a 304 milioni di euro e a 805 milioni di euro - da destinare ai miglioramenti retributivi del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia;
il comma 898 che autorizza l'istituzione, nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, di un fondo di conto capitale, pari a 25 milioni di euro, destinato alle bonifiche delle aree militari, sia dismesse che attive, e di pertinenza dei poligoni militari di tiro, nonché delle unità navali;
il comma 902 che autorizza la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2007 finalizzata ad interventi sanitari che si rendano eventualmente necessari in favore di personale affetto da infermità letali ovvero da invalidità o inabilità permanente, nonché al monitoraggio delle condizioni sanitarie del personale militare e civile italiano impiegato e delle popolazioni abitanti in aree interessati da conflitti per i quali siano in corso missioni internazionali e di assistenza umanitaria, oltre che in poligoni di tiro nazionali, e nelle zone adiacenti, in cui siano sperimentati munizionamento e sistemi di armamento;
valutati altresì positivamente:
il comma 216 che esclude dall'applicazione del divieto di dismissione temporanea i beni immobili in uso all'Amministrazione della difesa affidati, in tutto o in parte, a terzi per lo svolgimento di attività istituzionali dell'Amministrazione stessa;
i commi 515 e 516 che prevedono l'autorizzazione per l'Arma dei carabinieri e per il Corpo della Guardia di finanza ad effettuare reclutamenti straordinari entro un limite di spesa pari per ciascuna delle due Forze di polizia a 5 milioni di euro per l'anno 2007 e a 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008;
il comma 555 che prevede che le misure di contenimento della spesa, di cui ai commi 219, 220 e 221 della legge n. 266 del 2005 (Legge finanziaria 2006), non si applichino, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge medesima, alle spese di cura, comprese quelle per ricoveri in istituti sanitari e per protesi sostenute dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle Forze armate e di polizia e conseguenti a ferite o lesioni riportate nell'espletamento di servizi di polizia o di soccorso pubblico, ovvero nell'esercizio di attività operative o addestrative riconosciute dipendenti da causa di servizio;
il comma 899 che autorizza l'istituzione, nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, di un fondo di conto capitale, con una dotazione pari a 20 milioni di euro, destinato alla ristrutturazione ed all'adeguamento degli arsenali e degli stabilimenti militari, comprese le darsene interne;
il comma 900 che prevede l'istituzione, nello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa, di un fondo di conto capitale pari a 5 milioni di euro, destinato all'ammodernamento del parco degli autoveicoli, dei sistemi operativi e delle infrastrutture dell'Arma dei Carabinieri;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
VICOMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del vicepresidente Francesco TOLOTTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alfiero Grandi.
La seduta comincia alle 16.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria per l'anno 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno 2007.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.
Francesco TOLOTTI, presidente relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esaminare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, il disegno di legge C. 1746-bis-B, legge finanziaria 2007, ed il disegno di legge C. 1747-B, recante il Bilancio dello stato per il 2007 ed il Bilancio triennale 2007-2009, approvati dalla Camera e modificati dal Senato.
In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, la Commissione esaminerà lo stato di previsione dell'entrata (Tabella n. 1) e lo stato di previsione della spesa del Ministero del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2), limitatamente alle parti di competenza.
L'esame si concluderà con la trasmissione alla Commissione Bilancio di una relazione sullo stato di previsione dell'entrata e relative parti del disegno di legge finanziaria, e di una relazione sullo stato di previsione della spesa del Ministero del Ministero dell'economia e delle finanze, e relative parti del disegno di legge finanziaria.
La Commissione nominerà inoltre un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute della Commissione Bilancio.
Da ultimo, per quanto attiene all'organizzazione dei lavori, ricorda che, in base alle decisioni assunte dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppi, della Commissione, si è convenuto di non fissare un termine per la presentazione degli emendamenti ed ordini del giorno, in considerazione dei tempi assai ristretti di esame dei provvedimenti.
Informa inoltre che, secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei Presidenti di gruppo, la Commissione dovrà concludere il proprio esame dei documenti di bilancio entro la prima mattinata di martedì 19 dicembre 2006, e che la discussione in Assemblea sui provvedimenti avrà inizio nella giornata di mercoledì 20 dicembre.
Passando al contenuto dei provvedimenti in esame, rileva preliminarmente come il disegno di legge C. 1746-bis-B sia stato significativamente modificato nel corso dell'esame al Senato; in questa sede si limiterà ad una breve descrizione delle principali disposizioni rientranti negli ambiti della Commissione introdotte o modificate nel corso dell' esame presso l'altro ramo del Parlamento.
Il comma 4 dell'articolo 1, modificato nel corso dell'esame al Senato, prevede che le maggiori entrate tributarie eventualmente realizzate nel 2007, eccedenti rispetto agli obiettivi di riduzione dell'indebitamento, siano destinate alla riduzione della pressione fiscale, prioritariamente in favore dei contribuenti appartenenti alle fasce di reddito più deboli.
In tale contesto il comma 5, introdotto dal Senato, stabilisce che il Governo entro il 30 settembre di ogni anno, trasmetta al Parlamento una relazione annuale del Governo sui risultati della lotta all'evasione, quantificando le maggiori entrate da destinare alla riduzione della pressione fiscale di cui al comma 4.
Il comma 6 modifica gli articoli 3 e 24 del Testo unico delle imposte sui redditi - TUIR, e sostituisce gli articoli 11, 12 e 13 dello stesso TUIR.
Nel corso dell'esame presso il Senato sono state parzialmente modificate la lettera c), relativa alle detrazioni per carichi di famiglia, e la lettera d), relativa alle detrazioni per alcune categorie di redditi, del comma 6.
Detrazione per carichi di famiglia.
Nel corso dell'esame presso il Senato, all'articolo 12 del TUIR (sostituito dalla lettera c) del comma 6), è stato introdotto un meccanismo di ripartizione della detrazione spettante ai genitori, per i figli a carico, diretto ad evitare che la suddetta detrazione sia riconosciuta in tutto o in parte a un genitore che non ne può usufruire per incapienza o per superamento dell'importo di reddito complessivo, oltre il quale la detrazione non spetta.
La modifica introdotta permette anche ai genitori legalmente ed effettivamente separati, o il cui matrimonio sia stato annullato, sciolto o ne siano cessati gli effetti civili, di accordarsi per ripartire la detrazione in misura diversa da quella indicata dalla norma in commento , come già consentito per i genitori non legalmente ed effettivamente separati.
È inoltre previsto, nell'ipotesi in cui il genitore affidatario o, in caso di affidamento congiunto, uno dei genitori affidatari, non possa usufruire, in tutto o in parte, della detrazione, per limiti di reddito, che la detrazione stessa è assegnata per intero all'altro genitore, il quale è tenuto a riversare al genitore affidatario l'intera detrazione o, in caso di affidamento congiunto, il cinquanta per cento.
Inoltre è stata introdotta nella lettera d) una disposizione la quale stabilisce che, per i rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato, la rideterminazione della detrazione per i redditi di lavoro dipendente non può ridurre la detrazione stessa ad un importo inferiore a 1.380 euro.
Il comma 11, nella parte modificata al Senato, prevede, alla lettera d), che, per i nuclei familiari con più di tre figli minori di 26 anni, la fruibilità degli assegni familiari sia estesa relativamente ai figli maggiorenni di età inferiore ai 21 anni, i quali svolgano attività di studio o di apprendistato.
Il comma 13, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, interviene sulla disciplina degli studi di settore, introducendo un nuovo articolo 10-bis nella legge 8 maggio 1998, n. 146.
Il nuovo articolo 10-bis della legge n. 146, aggiunto dal comma, disciplina le modalità di revisione e di aggiornamento degli studi di settore. In particolare, il comma 1 stabilisce che gli studi di settore sono soggetti a revisione al massimo ogni tre anni dalla data di entrata in vigore dello studio di settore stesso ovvero della sua ultima revisione, sentito il parere della commissione di esperti designati dal Ministro dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 10, comma 7, della medesima legge, tenendo anche conto delle segnalazioni delle organizzazioni economiche di categoria e degli ordini professionali.
Il testo approvato dalla Camera prevedeva che la revisione avesse luogo «di norma» ogni tre anni. La nuova formulazione risultante dalle modificazioni del Senato configura invece il triennio quale termine massimo per la revisione, che può quindi essere operata anche con maggiore frequenza.
Il comma 14, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, dispone, in via transitoria, che fino all'elaborazione e revisione degli studi di settore, mediante l'impiego degli indicatori di coerenza previsti dal comma 2 dell'articolo 10-bis della legge n. 146 del 1998, per l'applicazione degli studi esistenti si tenga anche conto di specifici indicatori di normalità economica idonei all'individuazione di ricavi, compensi e corrispettivi fondatamente attribuibili al contribuente in relazione alle caratteristiche e alle condizioni di esercizio della specifica attività da esso svolta.
Il Senato ha specificato che tali indicatori debbono essere forniti di significativa rilevanza.
Esso ha precisato inoltre che si applica a questo riguardo il comma 4-bis dell'articolo 10 della medesima legge n. 146 del 1998.
Il comma 17 dell'articolo 1, aggiunto nel corso dell'esame presso il Senato, introduce un nuovo comma 4-bis nell'articolo 10 della legge n. 146 del 1998, il quale disciplina le modalità di utilizzazione degli studi di settore in sede di accertamento.
Per effetto di tale novella, in sede di rettifica del reddito d'impresa o dell'imposta sul valore aggiunto dovuta in base alla dichiarazione, è precluso l'utilizzo di presunzioni semplici - anche se gravi, precise e concordanti - qualora il contribuente destinatario dell'accertamento abbia dichiarato, anche per effetto dell'adeguamento, ricavi o compensi pari o superiori al livello di congruità rilevante ai fini dell'applicazione degli studi di settore, anche tenendo conto degli specifici indicatori definiti a norma del comma 2 dell'articolo 10-bis della legge n. 146 del 1998.
La preclusione opera a condizione che l'ammontare delle attività non dichiarate non sia superiore al 40 per cento dei ricavi o compensi dichiarati. In ogni caso, la preclusione non si applica se l'ammontare delle attività non dichiarate supera la soglia dei 50 mila euro.
In altri termini, se il contribuente risulta congruo rispetto agli studi di settore, l'amministrazione finanziaria non potrà esperire nei suoi confronti rettifiche di tipo analitico-induttivo, basate su presunzioni semplici, fino al 40 per cento dei ricavi o dei compensi dichiarati dal contribuente medesimo ed entro il limite massimo di 50 mila euro.
Ai fini dell'applicazione della disposizione, per attività, ricavi o compensi si intendono quelli indicati dalla lettera a) del comma 4 dell'articolo 10 della legge n. 146 del 1998, come sostituito dal comma 16.
I commi 25, 26 e 27 dell'articolo 1 prevedono - in termini sostanzialmente identici per le imposte sui redditi, l'IVA e l'IRAP - l'incremento della sanzione amministrativa pecuniaria nei casi di omessa o infedele indicazione dei dati previsti nei modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore, nonché nei casi di indicazione di cause di esclusione o di inapplicabilità degli studi di settore non sussistenti, qualora il maggior reddito d'impresa, arte o professione accertato ecceda di oltre il 10 per cento quello dichiarato.
In particolare, il comma 25, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, integra con un nuovo comma 2-bis l'articolo 1 del decreto legislativo n. 471 del 1997. L'articolo trova applicazione con riferimento alle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi.
Nel corso dell'esame presso il Senato, la disposizione è stata modificata escludendo dalla fattispecie sanzionabile i casi di inesatta indicazione dei medesimi dati.
L'incremento della sanzione non si applica se il maggior reddito d'impresa ovvero di arte o professione, accertato a seguito della corretta applicazione degli studi di settore, non è superiore al 10 per cento del reddito d'impresa o di lavoro autonomo dichiarato. Il riferimento al reddito di lavoro autonomo, conseguente al precedente richiamo del reddito di arte o professione, discende da una precisazione inserita nel corso dell'esame presso il Senato.
Analogamente, il comma 27 aggiunge, nell'articolo 32 del decreto legislativo n. 446 del 1997, un nuovo comma 2-bis, da applicarsi alle dichiarazioni relative all'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).
Anche in questo comma è stato modificato, nel corso dell'esame presso il Senato, escludendo dalla fattispecie sanzionabile i casi di inesatta indicazione dei medesimi dati.
Il comma 29 dell'articolo 1, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, individua nel 1o luglio del 2007 la data di entrata in vigore delle nuove norme introdotte dal comma 28, lettere a) e b), le quali limitano la deducibilità o detraibilità delle spese sanitarie per acquisto di medicinali, agli effetti dell'imposta sui redditi delle persone fisiche, subordinandola alla loro certificazione mediante fattura o scontrino fiscale, contenente la specificazione della natura, qualità e quantità dei beni e l'indicazione del codice fiscale del destinatario.
Nel corso dell'esame presso il Senato, è stato introdotto infatti un secondo periodo, il quale specifica che, fino al 31 dicembre 2007, qualora l'acquirente del farmaco non sia il destinatario dello stesso e non conosca il codice fiscale o non abbia con sé la tessera sanitaria del destinatario medesimo, l'indicazione del codice fiscale potrà essere riportata a mano, sullo scontrino fiscale, direttamente dal destinatario del medicinale acquistato.
Viene confermata anche in questo caso l'applicazione delle disposizioni dell'articolo 50 del decreto-legge n. 269 del 2003, in materia di rilevazione del codice fiscale da parte del farmacista.
Il comma 30, modificato dal Senato, interviene sulla disciplina delle compensazioni effettuate dai titolari di partita IVA.
Al fine di contrastare l'indebita effettuazione delle compensazioni, la novella recata dal comma 30 obbliga i contribuenti titolari di partita IVA a comunicare, per via telematica, all'Agenzia delle entrate l'importo e la tipologia dei crediti che saranno oggetto della successiva compensazione, in caso di operazioni di compensazione per importi superiore a 10 mila euro.
Il Senato ha modificato i termini previsti per la comunicazione da parte del contribuente e per la risposta dell'Agenzia delle entrate. Il contribuente deve far inviare tale comunicazione entro il quinto giorno precedente quello in cui intende effettuare l'operazione di compensazione (invece che entro il giorno 10 del mese). Qualora l'Agenzia delle entrate non trasmetta al contribuente una comunicazione recante differenti indicazioni entro il terzo giorno successivo a quello di comunicazione (invece che entro il giorno 15 del medesimo mese), il contribuente può eseguire l'operazione di compensazione (silenzio-assenso).
Il comma 33, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, modifica la disciplina delle sanzioni amministrative da irrogarsi nei riguardi dei soggetti che prestano assistenza fiscale o dei professionisti abilitati al rilascio della certificazione tributaria, qualora rilascino, rispettivamente, visti di conformità o asseverazioni infedeli, ovvero certificazioni tributarie infedeli.
In particolare, viene modificata la disciplina relativa alle violazioni reiterate o particolarmente gravi, che attualmente prevede l'inibizione della facoltà di rilasciare l'asseverazione o il visto di conformità. La nuova disciplina proposta prevede che a carico dei soggetti abilitati sia disposta, in questi casi, la sospensione dalla predetta facoltà per un periodo da uno a tre anni. In caso di ripetute violazioni commesse successivamente al periodo di sospensione, dev'essere invece disposta l'inibizione definitiva dalla facoltà di rilasciare il visto di conformità e l'asseverazione. La disposizione conferma che si considera violazione particolarmente grave il mancato pagamento della suddetta sanzione.
Inoltre è modificata la disciplina relativa al procedimento di irrogazione delle sanzioni, stabilendosi che le violazioni sono contestate e le relative sanzioni sono irrogate dalla direzione regionale dell'Agenzia delle entrate competente in ragione del domicilio fiscale del trasgressore, anche in base a segnalazioni inviate dagli uffici locali della medesima Agenzia. L'atto di contestazione è unico per ciascun anno solare di riferimento; fino al compimento dei termini di decadenza, esso può venire integrato o modificato dalla medesima direzione regionale. Viene conservata la disposizione secondo la quale i provvedimenti sanzionatori sono trasmessi agli ordini professionali cui appartengono i soggetti che hanno commesso la violazione, per l'eventuale adozione di ulteriori provvedimenti.
In relazione al disposto del comma 33, il comma 34, parimenti introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, esclude la restituzione di quanto eventualmente pagato a titolo di sanzione per le violazioni dell'articolo 7-bis e dei commi 1 e 3 dell'articolo 39 del decreto legislativo n. 241 del 1997, ove queste siano state già contestate alla data di entrata in vigore della presente legge.
Rimane ferma in ogni caso l'applicazione dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 472 del 1997, il quale - salvo che il provvedimento di irrogazione della sanzione sia divenuto definitivo - enunzia il principio dell'applicazione della legge più favorevole nel caso in cui e la legge in vigore al momento in cui è stata commessa la violazione e le leggi posteriori stabiliscono sanzioni di entità diversa.
Il comma 58, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, inserisce un nuovo articolo 2-bis nel corpo della legge n. 60 del 1976, al fine di integrare e specificare le competenze della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria.
Secondo la nuova disposizione, la Commissione parlamentare può svolgere indagini e ricerche, tramite consultazioni e audizioni di organismi nazionali e internazionali, al fine di valutare l'impatto delle soluzioni tecniche sugli intermediari incaricati di svolgere servizi fiscali tra contribuenti e amministrazioni. Spetta altresì alla Commissione esprimere il parere sulle attività svolte annualmente dall'anagrafe tributaria e sugli obiettivi raggiunti da essa nel corso dell'anno.
Il comma 62, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, ridisciplina le modalità per l'invio - in forma telematica o mediante raccomandata - dell'invito al contribuente a fornire chiarimenti o a produrre documenti in esito all'attività di liquidazione dei tributi risultanti da dichiarazioni.
Nel corso dell'esame presso il Senato è stato inserito nella nuova formulazione dell'articolo 2-bis del decreto-legge n. 203 del 2005 un ulteriore comma 2, a tenore del quale l'Agenzia delle entrate, su istanza motivata degli intermediari, può derogare all'obbligo di trasmissione telematica dell'invito, secondo quanto disposto dalla lettera a) del comma 1, ove riconosca difficoltà da parte degli stessi nell'espletamento dei suddetti adempimenti.
In questo caso, dunque, l'invio dovrà avvenire mediante raccomandata, a norma della lettera b) del medesimo comma 1.
Il comma 65, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, integra il comma 3 dell'articolo 37-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973, estendendo il novero delle operazioni negoziali elusive inopponibili all'amministrazione finanziaria, in quanto prive di valide ragioni economiche e dirette ad aggirare obblighi o divieti previsti dall'ordinamento tributario e ad ottenere riduzioni di imposte o rimborsi, altrimenti indebiti.
Vengono incluse nella suddetta fattispecie le pattuizioni - aventi ad oggetto il pagamento di somme a titolo di clausola penale, multa, caparra confirmatoria o penitenziale - intercorse tra società controllate o collegate, una delle quali abbia sede legale in uno Stato o territorio a regime fiscale privilegiato.
Il comma 67, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, interviene sulla disciplina che regola la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi e all'imposta regionale sulle attività produttive, regolando la pubblicazione dei modelli, delle istruzioni e delle specifiche tecniche per la trasmissione telematica.
Viene integrato a quest'effetto l'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, nel quale è aggiunto un nuovo comma 3-bis.
La nuova disposizione prevede che i modelli di dichiarazione riguardanti le imposte sui redditi e l'IRAP, le relative istruzioni e le specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati siano resi disponibili in formato elettronico, dall'Agenzia delle entrate entro il 15 febbraio.
Il comma 69, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, interviene sui termini per l'applicazione graduale delle disposizioni del decreto legge n. 223 del 2006 le quali prescrivono che i compensi in denaro per l'esercizio di arti e professioni vengano riscossi esclusivamente attraverso assegni non trasferibili, bonifici, oppure altre modalità di pagamento bancario o postale, nonché mediante sistemi di pagamento elettronico.
Per effetto della novella apportata dal comma 69, che sostituisce il comma 12-bis dell'articolo 35 del decreto-legge n. 223, viene ulteriormente graduata nel tempo l'entrata a regime del limite massimo fissato per i pagamenti in contanti.
Nel corso dell'esame presso il Senato è stato inoltre aggiunto un periodo finale, il quale autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze a individuare, mediante proprio decreto, le condizioni che consentono di derogare ai limiti indicati nel medesimo comma 12-bis, qualora il soggetto debitore del pagamento versi in condizioni d'impedimento determinate dal decreto medesimo.
I commi da 74 a 76, introdotti nel corso dell'esame presso il Senato, estendono la soggettività dell'imposta sul reddito delle società (IRES) anche ai trust residenti e no, comprendendo fra i trust residenti quelli nei quali almeno uno dei disponenti e uno dei beneficiari siano residenti in Italia e quelli in favore dei quali un soggetto residente abbia effettuato un'attribuzione che comporti il trasferimento della proprietà di beni immobili o diritti reali immobiliari.
Il comma 77, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, modifica i commi 48 e 49 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006 riguardanti le imposte sulle successioni e sulle donazioni.
Per effetto di tale modifica, apportata ai commi 48 e 49 dell'articolo 2 del citato decreto-legge n. 262 del 2006, le successioni, le donazioni e la costituzione di vincoli di destinazione di beni, se abbiano per beneficiari i fratelli o le sorelle del dante causa, sono assoggettati ad imposta con l'aliquota del 6 per cento gravante sulla parte del valore complessivo netto eccedente i 100 mila euro.
Per ogni beneficiario è quindi prevista una franchigia di 100 mila euro; l'imposta, con aliquota al 6 per cento, si calcola pertanto sulla sola parte di patrimonio eccedente i 100 mila euro.
Al medesimo articolo viene inoltre aggiunto un comma 49-bis, con cui si dispone una franchigia di un milione e cinquecentomila euro, nel caso in cui il beneficiario della successione, della donazione o della costituzione di vincolo sia una persona affetta da handicap riconosciuto grave in base alla normativa di settore.
In quest'ultimo caso, l'imposta si applica esclusivamente sulla parte del valore della quota o del legato che supera l'ammontare di un milione e cinquecentomila euro.
Il comma 78, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato,reca varie modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta sulle successioni e donazioni, emanato con il decreto legislativo n. 346 del 1990.
In particolare, viene integrato l'articolo 3 del citato testo unico, il quale individua i trasferimenti non soggetti all'imposta sulle successioni e donazioni. Viene accordata l'esenzione dall'imposta per i trasferimenti di aziende o rami di esse, di azioni, di quote di società di persone o di capitali, effettuati, a causa di morte o a titolo gratuito fra vivi, in favore di discendenti, anche tramite i patti di famiglia di cui agli articoli 768-bis e seguenti del codice civile.
Inoltre si conferma l'esclusione dell'avviamento dal computo della base imponibile dell'imposta gravante su aziende, azioni e quote sociali.
In caso di quote sociali e azioni di società di capitali, società cooperative e società di mutua assicurazione residenti in Italia, il beneficio spetta limitatamente alle partecipazioni mediante le quali è acquisito o integrato il controllo della società, ai sensi dell'articolo 2359, comma 1, numero 1), del codice civile.
La condizione per fruire dell'esenzione è che i beneficiari proseguano l'esercizio dell'attività d'impresa o detengano il controllo della società per almeno cinque anni dalla data del trasferimento, assumendo impegno in tal senso contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione o all'atto di donazione. Il mancato rispetto di questa condizione comporta la decadenza dal beneficio, il pagamento dell'imposta in misura ordinaria, della sanzione amministrativa pecuniaria per ritardati od omessi versamenti, oltre agli interessi di mora decorrenti dalla data in cui l'imposta medesima avrebbe dovuto essere pagata.
Il comma 85, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, precisa che dal novero degli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici per il giuoco d'azzardo sono esclusi gli apparecchi idonei per il giuoco lecito che distribuiscono vincite in denaro.
Il comma 86, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, sostituisce il comma 9 dell'articolo 110 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS), relativo alla comminatoria di sanzioni amministrative nei confronti di chi ponga in essere attività illecite connesse alla produzione, importazione, distribuzione, installazione o utilizzo di apparecchi e congegni idonei per il giuoco lecito.
La modifica apportata stabilisce invece che il divieto di rilasciare all'autore delle violazioni, per un periodo di cinque anni, titoli autorizzatorî, concernenti la distribuzione e l'installazione degli apparecchi idonei al giuoco lecito, sia con erogazione di vincite in denaro (comma 6), sia senza queste (comma 7), operi solo in caso di reiterazione di una delle suddette condotte illecite.
Il riferimento agli apparecchi da intrattenimento è inoltre sostituito con quello - conforme alla vigente disciplina - agli apparecchi da giuoco lecito, attraverso il richiamo dei commi 6 e 7 del medesimo articolo.
Il comma 87, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, dispone l'istituzione di un nuovo concorso pronostico su base ippica.
Esso dovrà venire istituito, con provvedimento del Ministero dell'economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge finanziaria, secondo i seguenti criteri:
formula di giuoco idonea a garantire premi elevati ai giocatori;
ripartizione della posta di giuoco secondo le seguenti modalità: 50 per cento a monte premi; 5,71 per cento alle attività di gestione; 8 per cento come compenso per l'attività dei punti di vendita; 25 per cento come entrate erariali sotto forma di imposta unica; 11,29 per cento a favore dell'UNIRE (Unione nazionale per l'incremento delle razze equine);
raccolta del concorso pronostici da parte dei concessionari di punti vendita di giuochi a base sportiva e di punti vendita di giuochi a base ippica, delle agenzie di scommessa e degli ippodromi.
Il comma 88, parimenti introdotto nel corso dell'esame presso il Senato,dispone che il Ministero dell'economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, introduca, con uno o più provvedimenti, scommesse a quota fissa e a totalizzatore su simulazione di eventi, nel rispetto dei seguenti criteri:
raccolta delle scommesse da parte dei concessionari di punti vendita di giuochi a base sportiva e di punti vendita di giuochi a base ippica e delle agenzie di scommessa;
organizzazione e gestione del palinsesto delle scommesse affidata all'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato;
esiti delle simulazioni sugli eventi determinati in modo principale dal caso;
per le scommesse a quota fissa, applicazione delle aliquote d'imposta previste dall'articolo 38, comma 3, del decreto-legge n. 223 del 2006, modulate in misura decrescente al crescere del movimento netto relativo alle varie tipologie di scommesse nei dodici mesi precedenti;
per le scommesse a totalizzatore, applicazione di un'imposta con aliquota del 12 per cento e di un monte premi almeno pari al 75 per cento della posta di giuoco.
Il comma 89, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, prevede che il Ministero dell'economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, con propri provvedimenti, stabilisca le innovazioni da apportare al giuoco del lotto, ogniqualvolta ciò sia ritenuto necessario ai fini dell'equilibrio complessivo dell'offerta.
Le innovazioni potranno riguardare, in particolare la rimodulazione delle sorti del lotto (ossia degli estratti ammessi per la giocata) e dei premi delle relative combinazioni,la rimodulazione o la sostituzione dei giuochi opzionali e complementari al lotto, introdotti dall'articolo 11-quinquiesdecies, comma 4, del decreto-legge n. 203 del 2005, nonché l'introduzione di ulteriori forme di giuoco ispirate ai meccanismi di giuoco del lotto, anche prevedendo modalità di fruizione distinte da quelle attuali, al fine di ampliare l'offerta di giuochi numerici a quota fissa.
Il comma 90, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato,prevede che, attraverso appositi provvedimenti del Ministero dell'economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, siano stabilite, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge finanziaria, le modalità per l'affidamento in concessione della gestione dei giuochi numerici a totalizzatore nazionale.
I criteri previsti per l'affidamento in concessione della gestione di giuochi numerici a totalizzatore nazionale sono i seguenti:
aggiudicazione della concessione, in base al criterio dell'offerta economicamente più conveniente, ad un soggetto da individuare a seguito di procedura di selezione aperta ai più qualificati operatori italiani ed esteri, secondo i princìpi e le regole previsti in materia dalla normativa nazionale e comunitaria, evitando comunque il determinarsi di posizioni dominanti sul mercato nazionale del giuoco;
inclusione, tra i giuochi numerici a totalizzatore nazionale da affidare con procedura di selezione, dell'Enalotto, dei suoi giuochi complementari e opzionali e delle relative forme di partecipazione a distanza, nonché di ogni ulteriore giuoco numerico basato su un unico totalizzatore a livello nazionale;
revisione del regolamento e della formula di giuoco dell'Enalotto e previsione di nuovi giuochi numerici a totalizzatore nazionale, anche al fine di assicurare il costante allineamento dell'offerta del giuoco all'evoluzione della domanda dei consumatori;
assicurazione del costante miglioramento degli attuali livelli di servizio al pubblico dei giuochi a totalizzatore nazionale, al fine di preservare i preminenti interessi pubblici connessi al loro regolare e ininterrotto svolgimento, anche con l'apporto dei punti di vendita titolari di contratti con concessionari per la commercializzazione di tali giuochi;
coerenza della soluzione concessoria individuata con la finalità di progressiva costituzione della rete unitaria dei giuochi pubblici, anche attraverso la devoluzione allo Stato, alla scadenza della concessione, di una rete di almeno 15.000 punti di vendita non coincidenti con quelli dei concessionari della raccolta del giuoco del Lotto.
Il comma 91, parimenti introdotto nel corso dell'esame presso il Senato,prevede che, al fine di garantire la continuità di esercizio del giuoco dell'Enalotto e del suo giuoco opzionale, nonché la tutela dei preminenti interessi pubblici connessi, in attesa dell'operatività della nuova concessione da affidare a seguito della prevista procedura di selezione, la gestione del giuoco medesimo continui ad essere assicurata dall'attuale concessionario, fino al 30 giugno 2007.
Il suddetto termine sarà prorogabile una sola volta, per un eguale periodo, soltanto nel caso in cui tale misura si renda necessaria in relazione agli esiti della procedura di selezione. La proroga potrà essere disposta con provvedimento del Ministero dell'economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.
Il comma 92, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, dispone che i proventi derivanti dalle procedure di selezione per l'aggiudicazione dei punti di vendita per la raccolta, rispettivamente, dei giuochi su eventi diversi dalle corse dei cavalli e dei giuochi su base ippica siano versati all'entrata del bilancio dello Stato entro il 28 febbraio 2007.
Il comma 93, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, dispone che i tornei di carte, quando la posta sia costituita esclusivamente dalla quota d'iscrizione, sono considerati giuochi di abilità, qualora siano organizzati sotto forma di torneo e nel caso in cui la posta di giuoco sia costituita esclusivamente dalla quota d'iscrizione.
Anche questi giuochi sarebbero quindi assoggettati ad imposta con l'aliquota del 3 per cento.
Il comma 94, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, stabilisce che, in deroga alla normativa generale prevista per l'assegnazione di una rivendita di generi di monopolio, i delegati della gestione di servizi di rivendita di generi di monopolio, dimessi in conseguenza del processo di privatizzazione e ristrutturazione dei servizi di distribuzione dei generi di monopolio possano ottenere, su loro istanza, l'assegnazione diretta di una rivendita di generi di monopolio, nel rispetto delle distanze e dei parametri di redditività previsti per l'istituzione di rivendite ordinarie, e subordinatamente al versamento forfetario di 12.000 euro.
Nel corso dell'esame presso il Senato è stata aggiunta la clausola secondo cui tale versamento può essere rateizzato in tre anni.
Il comma 96, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, stabilisce che i gestori di depositi fiscali di tabacchi lavorati devono dimostrare il possesso dei locali adibiti a deposito per un periodo di almeno nove anni.
Si tratta, in particolare, dei soggetti che - in base al regolamento recante norme concernenti l'istituzione e il regime dei depositi fiscali e la circolazione nonché le attività di accertamento e di controllo delle imposte riguardanti i tabacchi lavorati, emanato con decreto ministeriale 22 febbraio 1999, n. 67 - sono stati autorizzati o richiedono l'autorizzazione all'istituzione e alla gestione di depositi fiscali di tabacchi lavorati.
Il possesso dei locali adibiti a deposito deve essere assicurato per un periodo di almeno nove anni, decorrenti dalla data di entrata in vigore delle presente legge finanziaria, per i soggetti che a tale data sono in possesso dell'autorizzazione, e dalla data della richiesta di autorizzazione, per i soggetti che chiederanno successivamente una nuova autorizzazione.
Il comma 97, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, dispone che i delegati alla gestione dei depositi fiscali locali di tabacchi, qualora possiedano i requisiti previsti dal decreto ministeriale n. 67 del 1999, possono esercitare, anche in forma societaria o consortile, l'attività di depositi fiscali nelle superficie dei locali in loro possesso e ospitanti i depositi di cui sono delegati alla gestione.
Questa facoltà è concessa indipendentemente dall'effettiva disponibilità, al momento della presentazione della domanda, dei tabacchi che essi intendono distribuire; a questo fine è comunque necessaria un'autorizzazione, che può concessa con la stessa planimetria ma con un distinto codice di accisa rispetto alle autorizzazioni esistenti.
Le nuove autorizzazioni dovranno considerare la capienza dei nuovi depositi come capacità aggiuntiva rispetto a quelle già determinate; esse comporteranno l'obbligo di contraddistinguere opportunamente i tabacchi detenuti, al fine di evitare commistioni.
Il comma 101, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, prescrive che nella dichiarazione dei redditi presentata dai contribuenti diversi dalle società di capitali, società cooperative e di mutua assicurazione, nonché dagli altri enti commerciali residenti, siano indicati i dati identificativi catastali degli immobili posseduti, nonché l'importo dell'imposta comunale sugli immobili pagata nell'anno precedente.
Il comma 102, parimenti modificato nel corso dell'esame presso il Senato, reca analoghe disposizioni per le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e le società di mutua assicurazione residenti nel territorio dello Stato, nonché per gli enti pubblici e privati, diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, aventi per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali.
Tali soggetti devono riportare - nella dichiarazione dei redditi relativa ai periodi di imposta in corso al 31 dicembre 2007 - tutte le indicazioni utili ai fini del trattamento dell'ICI.
Secondo la modificazione apportata dal Senato, nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d'imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2007, tali indicazioni dovranno essere riportate solo ove intervenga variazione relativa anche ad una sola di esse.
I commi da 109 a 118, introdotti al Senato, modificano la disciplina delle società non operative, e recano disposizioni volte ad agevolare lo scioglimento ovvero la trasformazione di dette società in società semplici, intervenendo, ad esempio, sul regime fiscale delle assegnazioni ai soci.
Il comma 109 modifica l'articolo 30 della legge n. 724 del 1994, recante i criteri di individuazione delle società non operative.
La lettera a) del comma 109 espunge dal comma 1 dell'articolo 30 ogni riferimento alla possibilità di fornire una prova contraria rispetto alla presunzione di sussistenza di società non operative.
Lo scopo della novella dovrebbe consistere nel consentire al contribuente di disapplicare la disciplina delle società cosiddette «di comodo», solo tramite un'istanza motivata al direttore regionale dell'Agenzia delle entrate competente per territorio.
La lettera b) integra la lettera a) del comma 1 dell'articolo 30, includendo tra i beni da prendere in esame, ai fini del calcolo dei parametri di individuazione delle società non operative, oltre ai beni di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 85 del TUIR, sopra richiamati, anche quelli di cui alle lettere d) ed e), vale a dire i corrispettivi derivanti dalle cessioni di strumenti finanziari similari alle azioni, di obbligazioni ed altri titoli in serie o di massa, anche se non rientrano fra i beni al cui scambio è diretta l'attività di impresa, nonché le quote di partecipazione nelle società commerciali di cui all'articolo 5 del TUIR (società di persone ed equiparate), anche se i predetti beni e partecipazioni costituiscono immobilizzazioni finanziarie.
La lettera c) integra la lettera b) del comma 1 dell'articolo 30, abbassando la percentuale ivi considerata (6 per cento) al 5 per cento per le immobilizzazioni costituite da beni immobili classificati nella categoria catastale A/10 (uffici e studi privati) e al 4 per cento per le immobilizzazioni costituite da beni immobili a destinazione abitativa acquisiti o rivalutati nell'esercizio in corso e nei due precedenti.
La lettera d) modifica l'articolo 30, comma 1, ultimo periodo, n. 4; in base a tale modifica, i criteri di individuazione delle società non operative verranno applicati non solo alle società ed enti i cui titoli sono negoziati in mercati regolamentati italiani ma anche alle società ed enti che controllano società ed enti i cui titoli sono negoziati in mercati regolamentati italiani ed esteri, nonché alle stesse società ed enti quotati e alle società da essi controllate, anche indirettamente.
La lettera e) modifica il comma 2 dell'articolo 30, sostituendo il richiamo all'articolo 76 del vecchio TUIR con il corrispondente articolo 110 del testo unico vigente, relativamente ai criteri di determinazione del costo dei beni.
La lettera f) modifica il comma 3 dell'articolo 30, prevedendo che, per le immobilizzazioni costituite da beni immobili a destinazione abitativa acquisiti o rivalutati nell'esercizio e nei due precedenti, la predetta percentuale venga ridotta dal 4,75 al 3 per cento.
La lettera g) aggiunge nell'articolo 30 un comma 3-bis, in base al quale, fermo l'ordinario potere di accertamento, ai fini dell'imposta regionale sulle attività produttive per le società e per gli enti non operativi indicati nel comma 1 dell'articolo 30 si presume che il valore della produzione netta non sia inferiore al reddito minimo determinato ai sensi del comma 3 aumentato delle retribuzioni sostenute per il personale dipendente, dei compensi spettanti ai collaboratori coordinati e continuativi, di quelli per prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente e degli interessi passivi.
La lettera h) modifica il comma 4-bis dell'articolo 30 della legge n. 724 del 1994, concernente la facoltà dei contribuenti di richiedere, in presenza di oggettive situazioni di carattere straordinario che hanno reso impossibile il conseguimento dei ricavi, la disapplicazione delle disposizioni antielusive di cui all'articolo 37-bis, comma 8, del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973.
Con tale modifica, viene eliminato il requisito di straordinarietà delle oggettive situazioni che abbiano reso impossibile il conseguimento dei ricavi figurativi e del reddito minimi, in presenza delle quali è possibile richiedere la disapplicazione del citato articolo 37-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973.
In base al comma 110, le disposizioni di cui al suddetto comma 109, lettera b), se più favorevoli ai contribuenti, e quelle di cui alle lettere c), d) ed f), si applicano a decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 agosto 2006, n. 248.
Inoltre, sempre in base al comma 110, i trasferimenti erariali alle Regioni sono ridotti in misura pari al gettito derivante dalla disposizione di cui al comma 1, lettera g).
Il comma 111 prevede che le società considerate non operative nel periodo di imposta in corso alla data del 4 luglio 2006, nonché quelle che, a tale data, si trovavano nel primo periodo di imposta (vale a dire nel primo anno di attività) e che, entro il 31 maggio 2007, deliberano lo scioglimento ovvero la trasformazione in società semplice e richiedono la cancellazione dal registro delle imprese entro un anno dalla delibera di scioglimento o trasformazione, sono assoggettate alla disciplina in materia di cessioni e di assegnazioni ai soci di cui ai commi successivi, a condizione che tutti i soci siano persone fisiche e che risultino iscritti nel libro dei soci, ove previsto, alla data di entrata in vigore della presente legge ovvero che vengano iscritti entro trenta giorni dalla medesima data, in forza di titolo di trasferimento avente data certa anteriore al 1o novembre 2006.
Il comma 112 prevede che sul reddito di impresa del periodo compreso tra l'inizio e la chiusura della liquidazione delle società che si avvalgono della facoltà di cui al comma 111, o, nel caso di trasformazione delle medesime società, sulla differenza tra il valore normale dei beni posseduti all'atto della trasformazione ed il loro valore fiscalmente riconosciuto, nonché sulle riserve e i fondi in sospensione di imposta, si applica un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) nella misura del 25 per cento; le perdite di esercizi precedenti non sono ammesse in deduzione.
Inoltre, per i saldi attivi di rivalutazione, l'imposta sostitutiva è stabilita nella misura del 10 per cento e non spetta il credito di imposta, previsto dalle rispettive leggi di rivalutazione, nell'ipotesi di attribuzione ai soci del saldo attivo di rivalutazione.
Il comma 113 prevede che, ai fini dell'applicazione dell'articolo 47, comma 7, del TUIR, riguardante la qualificazione come utili delle somme e dei beni ricevuti dai soci in caso di recesso, di riduzione di capitale esuberante e di liquidazione, le somme o il valore normale dei beni assegnati ai soci sono diminuiti da parte della società degli importi assoggettati all'imposta sostitutiva sopra descritta, al netto dell'imposta sostitutiva stessa. Tali importi non costituiscono redditi per i soci. Inoltre, il costo fiscalmente riconosciuto delle azioni o quote possedute dai soci delle società trasformate va aumentato della differenza assoggettata ad imposta sostitutiva.
Il comma 114 prevede che, ai fini delle imposte sui redditi, le cessioni a titolo oneroso e gli atti di assegnazione ai soci, anche di singoli beni, anche se di diversa natura, posti in essere dalle società poste in liquidazione successivamente alla delibera di scioglimento, si considerano effettuati ad un valore non inferiore al valore normale dei beni ceduti o assegnati.
Per gli immobili, su richiesta del contribuente e nel rispetto delle condizioni prescritte, il valore normale è quello risultante dall'applicazione dei moltiplicatori delle rendite catastali stabiliti dalle singole leggi di imposta ovvero il valore determinato ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge n. 70 del 1988, riguardante la procedura per l'attribuzione della rendita catastale.
Il comma 115 prevede che l'applicazione della disciplina in materia di regime fiscale delle cessioni e assegnazioni ai soci da parte delle società poste in liquidazione sopra descritta deve essere richiesta, a pena di decadenza, nella dichiarazione dei redditi del periodo di imposta anteriore allo scioglimento o alla trasformazione, prevedendosi altresì che per il medesimo periodo di imposta, alle società che si avvalgono della predetta disciplina non si applicano le disposizioni dell'articolo 30 della menzionata legge n. 724 del 1994.
Il comma 116 prescrive che le assegnazioni ai soci sono soggette all'imposta di registro nella misura dell'1 per cento e non sono considerate cessioni ai fini IVA. Nel caso in cui le assegnazioni abbiano ad oggetto beni immobili, le imposte ipotecaria e catastale sono applicabili in misura fissa per ciascun tributo; in tali ipotesi, la base imponibile non può essere inferiore a quella risultante dall'applicazione dei moltiplicatori stabiliti dalle singole leggi di imposta alle rendite catastali ovvero a quella stabilita ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge n. 70 del 1988, su richiesta del contribuente e nel rispetto delle condizioni prescritte.
La disposizione stabilisce che l'applicazione della disposizione deve essere richiesta, a pena di decadenza, nell'atto di assegnazione ai soci.
Il comma 117 prevede che per la liquidazione, l'accertamento, la riscossione, le sanzioni e il contenzioso si applicano le disposizioni previste per le imposte sui redditi.
Ai sensi del comma 118, entro trenta giorni dall'avvenuta assegnazione degli immobili, gli assegnatari sono obbligati a presentare apposita denuncia di accatastamento o di revisione dello stesso, conformemente alle procedure «docfa», contenente eventuali atti di aggiornamento redatti ai sensi del regolamento recante norme per l'automazione delle procedure di aggiornamento degli archivi catastali e delle conservatorie dei registri immobiliari, di cui al decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701.
I commi da 119 a 141, introdotti al Senato, prevedono l'istituzione delle società di investimento immobiliare quotate (SIIQ), alle quali è riconosciuto un regime speciale civile e fiscale.
I commi da 119 a 125 recano la definizione delle società di investimento immobiliare quotate.
Il comma 119 individua i soggetti ai quali sarà consentito optare per il regime speciale. Si tratta delle società per azioni in possesso dei seguenti requisiti:
residenza in Italia;
svolgimento in via prevalente dell'attività di locazione immobiliare;
negoziazione dei titoli di partecipazione in mercati regolamentati italiani;
nessun socio deve possedere direttamente o indirettamente più del 51 per cento dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria e più del 51 per cento dei diritti di partecipazione agli utili;
almeno il 35 per cento delle azioni deve essere detenuto da soci che non possiedano direttamente o indirettamente più dell'1 per cento dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria e più dell'1 per cento dei diritti di partecipazione agli utili.
A tali soggetti, a partire dal periodo d'imposta successivo a quello in corso alla data del 30 giugno 2007, è riconosciuta la facoltà di optare per lo speciale regime civile e fiscale disciplinato dai commi 119 a 141, nonché dalle relative norme di attuazione che dovranno essere adottate, entro il 30 aprile 2007, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze.
Il comma 120 disciplina l'esercizio del diritto di opzione, stabilendo che il termine entro il quale tale diritto deve essere esercitato, esso coincide con il termine del periodo d'imposta anteriore a quello a partire dal quale il contribuente intende avvalersi del regime speciale.
L'individuazione delle modalità di esercizio dell'opzione è invece rimessa ad un successivo provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate.
L'opzione è irrevocabile e comporta per la società l'assunzione della qualifica di «Società di investimento immobiliare quotata» che dovrà essere indicata nella denominazione sociale, anche nella forma abbreviata «SIIQ», nonché in tutti i documenti della società stessa.
Il comma 121, nel disciplinare dettagliatamente il requisito della prevalenza dell'attività di locazione immobiliare, chiarisce che, nel verificare il rispetto dei relativi parametri, assumono rilevanza anche le partecipazioni costituenti immobilizzazioni finanziarie ai sensi dell'articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 28 febbraio 2005, n. 38, detenute in altre SIIQ, nonché quelle detenute nelle società che esercitino l'opzione di cui al comma 125 (che, si ricorda, riguarda l'adesione al regime speciale per società che non abbiano) e i relativi dividendi formati, a loro volta, con utili derivanti dall'attività di locazione immobiliare svolta da tali società.
In caso di alienazione degli immobili e dei diritti reali su immobili, anche nel caso di loro classificazione tra le attività correnti, ai fini della verifica del parametro reddituale, concorrono a formare i componenti positivi derivanti dallo svolgimento di attività diverse dalla locazione immobiliare soltanto le eventuali plusvalenze realizzate.
La società che abbia optato per il regime speciale deve tenere contabilità separate per rilevare i fatti di gestione dell'attività di locazione immobiliare e delle altre attività, dando indicazione, tra le informazioni integrative al bilancio, dei criteri adottati per la ripartizione dei costi e degli altri componenti comuni.
Il comma 123 impone alle società che abbiano adottato l'obbligo, in ciascun esercizio, di distribuire ai soci almeno l'85 per cento dell'utile netto derivante dall'attività di locazione immobiliare e dal possesso delle partecipazioni indicate al comma 121.
Se l'utile complessivo di esercizio disponibile per la distribuzione è di importo inferiore a quello derivante dall'attività di locazione immobiliare e dal possesso di dette partecipazioni, la percentuale suddetta si applica su tale minore importo.
Le disposizioni prevedono inoltre la decadenza dal trattamento agevolato, nel caso di mancata osservanza - per due esercizi consecutivi - di una delle condizioni per accertare la prevalenza dell'attività di locazione immobiliare di cui al comma 121, ovvero in caso di mancata osservanza dell'obbligo di distribuzione ai soci dell'utile netto, di cui al comma 123. In tal caso, la definitiva cessazione dal regime speciale decorre dallo stesso esercizio di formazione degli utili non distribuiti.
I commi da 126 a 133, introdotti al Senato, recano il regime fiscale delle SIIQ. In particolare il comma 126 introduce un regime agevolato per l'ingresso nel regime speciale il quale comporterà il realizzo a valore normale degli immobili nonché dei diritti reali su immobili destinati alla locazione posseduti dalla società alla data di chiusura dell'ultimo esercizio in regime ordinario.
In proposito, si osserva che, ai sensi del comma 141, lettera b), le disposizioni di attuazione adottate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze definiscono, tra l'altro, i criteri e le modalità di determinazione del valore normale.
L'importo complessivo delle plusvalenze così realizzate, al netto delle eventuali minusvalenze, è assoggettato a imposta sostitutiva dell'IRES e dell'IRAP con aliquota del 20 per cento.
Peraltro, il comma 130 conferisce alla società la facoltà di optare, in alternativa all'applicazione della suddetta imposta sostitutiva, per l'inclusione dell'importo complessivo delle plusvalenze, al netto delle eventuali minusvalenze, calcolate in base al valore normale, nel reddito d'impresa del periodo anteriore a quello di decorrenza del regime speciale, ovvero per quote costanti, nel reddito di detto periodo e in quello dei periodi successivi, ma non oltre il quarto, qualificandosi, in tal caso, interamente come reddito derivante da attività diverse da quella esente.
Ai sensi del comma 127, il valore normale costituisce il nuovo valore fiscalmente riconosciuto degli immobili e dei diritti reali su immobili, e rileva anche agli effetti del riscontro della sussistenza del parametro patrimoniale di cui al comma 121 (ossia al fine della verifica dello svolgimento in via prevalente dell'attività di locazione immobiliare), a decorrere dal quarto periodo d'imposta successivo a quello anteriore all'ingresso nel regime speciale.
Nel caso in cui gli immobili o i diritti reali siano alienati anteriormente a tale termine, ai fini della determinazione del reddito d'impresa e del valore della produzione assoggettati a imposizione ordinaria, si assume come costo fiscale quello riconosciuto prima dell'ingresso nel regime speciale, al netto delle quote di ammortamento calcolate su tale costo. In questo caso, l'imposta sostituiva proporzionalmente imputabile agli immobili o ai diritti reali alienati costituisce credito d'imposta.
Il comma 128 reca le modalità di versamento dell'imposta sostitutiva, che deve essere versata in un massimo di 5 rate annuali di pari importo.
Gli importi da versare possono essere portati in compensazione ai sensi del decreto legislativo n. 241 del 1997.
In caso di rateizzazione, sull'importo delle rate successive alla prima si applicano gli interessi, nella misura del tasso di sconto aumentato dell'1 per cento, da versarsi contestualmente al versamento di ciascuna delle predette rate.
Ai sensi del comma 129, possono essere assoggettati ad imposta sostitutiva anche gli immobili destinati alla vendita, ferma restando l'applicazione del comma 127.
Il comma 131 prevede il regime agevolato per il reddito d'impresa derivante dall'attività di locazione immobiliare. Quest'ultimo, dal periodo d'imposta da cui ha effetto l'opzione per il regime speciale, è esente dall'imposta sul reddito delle società (IRES).
La parte di utile civilistico ad esso corrispondente è assoggettata ad imposizione in capo ai partecipanti secondo le regole stabilite nei commi da 134 a 136.
Si comprendono nel reddito esente i dividendi percepiti, provenienti dalle società indicate nel comma 121, formati con utili derivanti dall'attività di locazione immobiliare svolta da tali società.
La medesima esenzione si applica anche agli effetti dell'IRAP, tenendo conto, a tal fine, della parte del valore della produzione attribuibile all'attività di locazione immobiliare.
Ai sensi del comma 132, le quote dei componenti positivi e negativi di reddito sorti in periodi precedenti a quello da cui decorrono gli effetti dell'opzione e delle quali sia stata rinviata la tassazione o la deduzione, in conformità alle norme del TUIR, si imputano, per la parte ad esso riferibile, al reddito derivante dall'attività di locazione immobiliare e, per la residua parte, al reddito derivante dalle altre attività eventualmente esercitate.
In base al comma 133 le perdite fiscali generatesi nei periodi d'imposta anteriori a quello da cui decorre il regime speciale possono essere utilizzate, secondo le ordinarie regole, in abbattimento della base imponibile dell'imposta sostitutiva d'ingresso di cui ai precedenti commi e a compensazione dei redditi imponibili derivanti dalle eventuali attività diverse da quella esente.
I commi da 134 a 136, introdotti al Senato, recano il regime fiscale dei partecipanti alle SIIQ.
In particolare, ai sensi del comma 134, le SIIQ operano, con obbligo di rivalsa, una ritenuta del 20 per cento sugli utili corrisposti in qualunque forma a soggetti diversi da altre SIIQ, derivanti dall'attività di locazione immobiliare nonché dal possesso delle partecipazioni indicate nel comma 121.
La misura della ritenuta è ridotta al 15 per cento in relazione alla parte dell'utile di esercizio riferibile a contratti di locazione di immobili ad uso abitativo stipulati ai sensi dell'articolo 2, comma 3, della legge n. 431 del 1998.
Ai sensi del comma 141, le disposizioni di attuazione, adottate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze definiscono, tra l'altro, gli obblighi contabili e gli adempimenti formali necessari ai fini dell'applicazione della ritenuta in misura ridotta al 15 per cento.
La ritenuta è applicata a titolo d'acconto, con conseguente concorso dell'intero importo dei dividendi percepiti alla formazione del reddito imponibile, nei confronti di:
a) imprenditori individuali, se le partecipazioni sono relative all'impresa commerciale;
b) società in nome collettivo, società in accomandita semplice ed equiparate;
c) società per azioni e in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata, società cooperative e società di mutua assicurazione residenti nel territorio dello Stato;
d) enti pubblici e privati, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali:
e) stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di società ed enti indicati all'articolo 73, comma 1, lettera d), del TUIR.
In tutti gli altri casi, la ritenuta è applicata a titolo d'imposta.
La ritenuta non è operata sugli utili corrisposti alle forme di previdenza complementare e corrisposti agli organismi d'investimento collettivo del risparmio istituiti in Italia, o che concorrono a formare il risultato maturato delle gestioni individuali di portafoglio.
Le società che abbiano esercitato l'opzione congiunta per il regime speciale di cui al comma 125 operano la ritenuta secondo le regole suddette solo nei confronti dei soci diversi dalla SIIQ controllante e da altre SIIQ.
Ai sensi del comma 135, le partecipazioni detenute nelle società che abbiano optato per il regime speciale non beneficiano comunque dei regimi di esenzione previsti dagli articoli 58, 68, comma 3, e 87 del TUIR.
Per quanto riguarda le riserve di utili formatesi nei periodi d'imposta anteriori a quello da cui decorre l'applicazione del regime speciale, il comma 136 chiarisce che per esse continuano a trovare applicazione, anche agli effetti delle ritenute, le ordinarie regole.
I commi da 137 a 140, introdotti al Senato, disciplinano i conferimento nelle SIIQ.
In particolare, il comma 137 disciplina il regime fiscale applicabile alle plusvalenze realizzate all'atto del conferimento di immobili e di diritti reali su immobili in società che abbiano già optato per il regime speciale di cui agli articoli precedenti o che esercitino tale opzione entro la chiusura del periodo d'imposta del conferente nel corso del quale è effettuato il conferimento.
Tali plusvalenze possono essere assoggettate, a scelta del contribuente, alle ordinarie regole di tassazione, ovvero ad un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'IRAP con aliquota del 20 per cento.
L'applicazione dell'imposta sostitutiva è comunque subordinata al mantenimento, da parte della società conferitaria, della proprietà o dell'altro diritto reale sugli immobili conferito per almeno tre anni. Per quanto riguarda le modalità di versamento dell'imposta sostitutiva, essa deve essere versata in un massimo di cinque rate annuali di pari importo, la prima delle quali entro il termine previsto per il versamento al saldo delle imposte sui redditi relative al periodo d'imposta nel quale avviene il conferimento; le altre con scadenza entro il termine rispettivamente previsto per il versamento a saldo dell'imposta sulle società relativa ai periodi d'imposta successivi. Si prevede per il resto l'applicazione delle disposizioni di cui al comma 128, vale a dire che gli importi da versare possono essere compensati ai sensi del decreto legislativo n. 241 del 1997, e che, in caso di rateizzazione, sull'importo delle rate successive alla prima si applicano gli interessi, nella misura del tasso di sconto aumentato di un punto percentuale, da versarsi contestualmente al versamento di ciascuna delle predette rate.
Il comma 140, primo periodo, estende la suddetta disciplina agli apporti ai fondi comuni di investimento immobiliare istituiti ai sensi dell'articolo 37 del testo unico della finanza.
Il comma 138 ha ad oggetto i conferimenti (alle società che abbiano optato per il regime speciale) costituiti da una pluralità di immobili prevalentemente locati, i quali, ai fini IVA, si considerano compresi tra le operazioni di cui all'articolo 2, terzo comma, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, ossia tra le cessioni e i conferimenti in società o altri enti, compresi i consorzi e le associazioni o altre organizzazioni, che hanno per oggetto aziende o rami di azienda e che, ai sensi di tale disposizione, non sono considerate cessioni e risultano pertanto esenti dall'IVA.
Agli effetti delle imposte di registro, ipotecaria e catastale, gli stessi conferimenti, da chiunque effettuati, sono soggetti ad imposta in misura fissa.
Per quanto riguarda invece le cessioni e i conferimenti diversi da quelli di cui al comma 138, ai fini delle imposte ipotecaria e catastale trova applicazione la riduzione alla metà di cui all'articolo 35, comma 10-ter, del decreto-legge n. 223 del 2006.
Il comma 140, secondo periodo, estende le disposizioni dei commi precedenti anche ai conferimenti di immobili e di diritti reali su immobili in società per azioni residenti svolgenti in via prevalente l'attività di locazione immobiliare, i cui titoli di partecipazione non siano, al momento del conferimento, ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati (e quindi che non possono optare, ai sensi del comma 119 per il regime SIIQ), ma che siano ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati italiani entro la data di chiusura del periodo d'imposta del conferente nel corso del quale è effettuato il conferimento e sempre che, entro la stessa data, le medesime società optino per il regime speciale.
Il comma 141, introdotto al Senato, elenca il contenuto obbligatorio del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, che recherà le disposizioni di attuazione della disciplina contenuta nei commi da 119 a 140.
In particolare, il provvedimento dovrà tra l'altro definire:
a) le regole e la modalità per l'esercizio della vigilanza prudenziale sulle SIIQ da parte delle competenti autorità;
b) i criteri e le modalità di determinazione del valore normale degli immobili nonché dei diritti reali su immobili destinati alla locazione posseduti dalla società alla data di chiusura dell'ultimo esercizio in regime ordinario, ai sensi del comma 126, del disegno di legge in esame;
c) le condizioni, le modalità ed i criteri di utilizzo delle perdite riportabili a nuovo ai sensi dell'articolo 84 del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, formatesi nei periodi d'imposta di vigenza del regime speciale;
d) i criteri di determinazione del costo fiscalmente riconosciuto delle partecipazioni in SIIQ e nelle società controllate di cui al comma 125;
e) il regime di consolidamento fiscale della SIIQ con le società da essa controllate di cui al comma 125;
f) i criteri di individuazione dei valori fiscali dell'attivo e del passivo in caso di fuoriuscita, per qualsiasi motivo, dal regime fiscale speciale;
g) le conseguenze derivanti da operazioni di ristrutturazione aziendale che interessano le SIIQ e le società da queste controllate;
h) le modalità ed i criteri di utilizzo dei crediti di imposta preesistenti all'opzione;
i) gli effetti della decadenza dal regime speciale non espressamente disciplinati dai commi da 119 a 140 o dai principi generali valevoli ai fini delle imposte dirette;
l) gli obblighi contabili e gli adempimenti formali necessari ai fini dell'applicazione della ritenuta in misura ridotta al 15 per cento di cui al secondo periodo del comma 134.
I commi 142 e 143 modificano l'aliquota di compartecipazione dell'addizionale comunale all'IRPEF.
Con una modifica introdotta al Senato, la lettera b) del comma 142 consente ai comuni - attraverso il medesimo regolamento utilizzato per la variazione dell'aliquota di compartecipazione dell'addizionale comunale IRPEF - di stabilire una soglia di esenzione dall'addizionale, in ragione del possesso di requisiti reddituali specifici.
Un'ulteriore modifica introdotta al Senato ha riguardato il numero 2) della lettera c) del comma 142 che prevede, tra le altre cose, che il versamento dell'addizionale sia effettuato in acconto e a saldo, con un acconto stabilito nella misura del 30 per cento dell'importo ottenuto applicando l'aliquota all'imponibile IRPEF dell'anno precedente, ovvero, a determinate condizioni, quella dell'anno di riferimento.
Su tale punto la modifica apportata dal Senato prevede che l'aliquota da applicare è quella dell'anno di riferimento se la relativa delibera è stata pubblicata entro il 15 febbraio (in precedenza la disposizione fissava tale data al 20 gennaio) del medesimo anno; in caso contrario, si utilizza l'aliquota dell'anno precedente.
Il comma 143, introdotto al Senato, prevede che, a decorrere dall'anno d'imposta 2007, l'addizionale comunale all'IRPEF venga versata direttamente ai comuni di riferimento, attraverso un apposito codice tributo assegnato a ciascun comune.
I commi da 145 a 151 prevedono la possibilità per i comuni di istituire, con regolamento, un'imposta di scopo per finanziare la realizzazione di opere pubbliche.
Il comma 151 - modificato nel corso dell'esame al Senato - prevede che, in caso di mancato inizio dell'opera pubblica entro due anni dalla data prevista dal progetto esecutivo, i comuni siano tenuti, entro i due anni successivi, a rimborsare i versamenti effettuati dai contribuenti.
Il comma 170, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, introduce a carico degli enti locali e regionali l'obbligo di comunicare al Ministero dell'economia e delle finanze, ai fini del coordinamento della finanza pubblica, in osservanza delle pertinenti disposizioni dell'articolo 117 della Costituzione, i dati relativi al gettito delle rispettive entrate tributarie e patrimoniali. Con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze sono stabiliti il sistema di comunicazione, le modalità e i termini per la trasmissione dei dati.
Nel corso dell'esame presso il Senato, la presente disposizione è stata integrata, prevedendosi che il suddetto decreto sia emanato dal Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero dell'interno.
I commi da 189 a 193, modificati nel corso dell'esame presso il Senato, istituiscono, in attesa del riassetto organico del sistema di finanziamento delle amministrazioni locali attuativo del federalismo fiscale di cui al titolo V della parte II della Costituzione, una nuova compartecipazione all'IRPEF a favore dei comuni.
Il comma 189, come modificato dal Senato, determina l'aliquota della compartecipazione nello 0,69 per cento (in luogo del 2 per cento previsto nel testo approvato dalla Camera), e stabilisce che questa sia efficace a decorrere dal 1o gennaio 2007 (invece che dal 1o gennaio 2008, come previsto nel testo approvato dalla Camera).
Inoltre, il successivo comma 192, introdotto dal Senato, innalza, a decorrere dall'anno 2009, l'aliquota di compartecipazione dallo 0,69 per cento allo 0,75 per cento.
I commi da 195 a 200 recano le modalità di esercizio delle funzioni catastali spettanti agli enti locali. Rispetto al testo approvato dalla Camera, risultano modificati al Senato i commi 195, 197, 198 e 200.
Il comma 195, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, prevede che i comuni - a decorrere dal 1o novembre 2007 - esercitino direttamente le funzioni catastali ad essi attribuite dall'articolo 66 del decreto legislativo n. 112 del 1998, come modificato dal comma 194 del disegno di legge finanziaria.
Rispetto al testo approvato dalla Camera, viene aggiunto un periodo in base al quale è esclusa la possibilità di esercitare le funzioni catastali affidandole a società private, pubbliche o miste pubblico-private, al fine di evitare maggiori oneri per la finanza pubblica.
Il comma 197, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, attribuisce ai comuni la facoltà di stipulare convenzioni non onerose con l'Agenzia del territorio, per l'esercizio di tutte o di parte delle funzioni catastali ad essi attribuite, specificando però che queste convenzioni hanno durata decennale e sono tacitamente rinnovabili. Nel corso dell'esame al Senato il comma è stato modificato nel senso di limitare la stipula delle suddette convenzioni soltanto con l'Agenzia del territorio.
Con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze - attraverso criteri definiti previa consultazione con le organizzazioni sindacali più rappresentative e tenuto conto delle indicazioni contenute nel protocollo d'intesa concluso tra l'Agenzia del territorio e l'ANCI - saranno determinati i requisiti e gli elementi necessari al convenzionamento ed al completo esercizio delle funzioni decentrate. Una seconda modifica apportata al Senato prevede che anche i livelli di qualità che i comuni devono assicurare nell'esercizio diretto, nonché i controlli e le conseguenti misure in caso di mancato raggiungimento dei predetti livelli siano determinati con i suddetti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.
Il comma 198, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, rinvia ad un apposito provvedimento del Direttore dell'Agenzia del territorio, sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali, nel rispetto delle disposizioni e nel quadro delle regole tecniche del Codice dell'amministrazione digitale, la predisposizione, entro il 1o settembre 2007 (anziché entro il 1o ottobre 2007, come nel testo approvato dalla Camera), di specifiche modalità d'interscambio in grado di garantire l'accessibilità e la interoperabilità applicativa delle banche dati, unitamente ai criteri per la gestione della banca dati catastale.
Le modalità d'interscambio devono assicurare la piena cooperazione applicativa tra gli enti interessati e l'unitarietà del servizio su tutto il territorio nazionale nell'ambito del sistema pubblico di connettività.
Infine, in base al comma 200, l'Agenzia del territorio, con la collaborazione dei comuni, dovrà redigere annualmente una relazione sull'esito dell'attività esercitata, dandone informazione al Ministro dell'economia e delle finanze e, in base ad una modifica apportata al Senato, anche alle competenti Commissioni parlamentari, per poter effettuare un costante controllo sull'andamento del processo di attuazione delle disposizioni in esame.
Il comma 219, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, stabilisce che le unità immobiliari, destinate ad uso abitativo, appartenenti al patrimonio dello Stato, e gestite dall'Agenzia del demanio, possono essere alienate dall'Agenzia stessa con le modalità di cui all'articolo 3, comma 109, della legge n. 662 del 1996.
I commi da 224 a 241, introdotti nel corso dell'esame presso il Senato, prevedono cinque tipi di incentivi per la rottamazione di autoveicoli, autocarri e motocicli, e ne disciplinano le modalità di fruizione.
Il primo tipo di incentivi è disciplinato dai commi 224 e 225.
Il comma 224 prevede la concessione di un contributo, finalizzato alla salvaguardia ambientale, per la rottamazione degli autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose, immatricolati come «euro 0» o «euro 1».
Più precisamente, a fronte della presentazione del certificato di avvenuta rottamazione rilasciato da centri autorizzati, verrà irrogato un contributo pari al costo di demolizione, fino ad un importo massimo di 80 euro per veicolo.
Per le modalità ed i costi di demolizione si rinvia all'articolo 5 del decreto legislativo n. 209 del 2003 («Attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso»).
Il contributo verrà anticipato dal centro autorizzato che ha effettuato la demolizione; successivamente, tale soggetto recupererà il corrispondente importo a titolo di credito d'imposta, da utilizzare in compensazione secondo le modalità previste dal successivo comma 231, secondo e quarto periodo.
Ai sensi del comma 225, coloro che effettuano la rottamazione ai sensi del comma 224, possono richiedere - se non risultino intestatari di altri veicoli registrati - quale agevolazione ulteriore, il totale rimborso dell'abbonamento al trasporto pubblico locale relativo al comune di residenza e di domicilio. Il rimborso copre un'annualità di abbonamento.
Le modalità di erogazione di tale rimborso sono rimesse ad un decreto del ministro dell'economia e delle finanze, adottato di concerto con il ministero dell'ambiente, d'intesa con la conferenza unificata Stato-città, autonomie locali e regioni.
Il secondo incentivo è previsto dal comma 226, e prevede la concessione di un contributo di 800 euro per l'acquisto di autovetture nuove immatricolate come «euro 4» o «euro 5», che emettano non più di 140 grammi di anidride carbonica al chilometro, nonché l'esenzione dal pagamento di due annualità di tasse automobilistiche - in attuazione del principio di salvaguardia ambientale - nel caso di sostituzione di autovetture ed autoveicoli per il trasporto promiscuo immatricolati come «euro 0» o «euro 1».
L'esenzione è portata a tre annualità di tasse automobilistiche qualora l'autoveicolo acquistato abbia una cilindrata inferiore a 1300 c.c., ovvero qualora, a prescindere dalla cilindrata, i veicoli siano acquistati da persone fisiche la cui famiglia sia formata da almeno sei persone, nessuna delle quali risulti intestataria di altra autovettura o autoveicolo.
Il terzo tipo di incentivo, di cui al comma 227, si propone di favorire il rinnovo del parco autocarri in circolazione, attraverso la sostituzione - da realizzarsi secondo le modalità stabilite dal successivo comma 233 - di veicoli immatricolati come «euro 0» o «euro 1» con veicoli nuovi a minore impatto ambientale.
A tal fine, è concesso un contributo pari a 2000 euro per ogni autocarro di peso complessivo non superiore a 3,5 tonnellate, immatricolato come «euro 4» o «euro 5».
Il beneficio è accordato a fronte della sostituzione di un veicolo avente, fin dalla prima immatricolazione da parte del costruttore, la medesima categoria ed un peso complessivo non superiore a 3,5 tonnellate ed immatricolato come «euro 0» o «euro 1».
In base al successivo comma 229, le disposizioni di cui ai commi 226 e 227 si applicano relativamente ai veicoli nuovi acquistati sulla base di un contratto stipulato dal venditore e dall'acquirente nel lasso temporale compreso tra il 3 ottobre 2006 ed il 31 dicembre 2007. Tali veicoli non possono essere immatricolati dopo il 31 marzo 2008.
Il quarto tipo di incentivo, disciplinato dal comma 228 concede un contributo di 1.500 euro per l'acquisto di autovetture e di autocarri, nuovi immatricolati coma euro 4 o euro 5, ed omologati dal costruttore per la circolazione, mediante alimentazione, esclusiva o doppia, del motore con gas metano o GPL, nonché mediante alimentazione elettrica ovvero ad idrogeno.
Il contributo di 1.500 euro è incrementato di ulteriori 500 euro nel caso in cui il veicolo acquistato, nell'alimentazione ivi considerata, abbia emissioni di anidride carbonica inferiori a 120 grammi per chilometro.
Le agevolazioni di cui al presente comma sono cumulabili, ove se ne presentino le condizioni, con quelle previsti per la sostituzione di autoveicoli e autocarri di cui ai commi 226 o 227.
In base al successivo comma 229, il contributo di cui al comma 228 è erogabile con riguardo ai veicoli nuovi per i quali il contratto di acquisto sia stipulato a partire dal 3 ottobre 2006 e fino al 31 dicembre 2009, con possibilità di immatricolazione dei veicoli fino al 31 marzo 2010.
I criteri per beneficiare dei contributi sono definiti nel comma 230, il quale prevede che, al fine di permettere agli enti impositori di verificare la sussistenza dei requisiti richiesti per beneficiare dell'esenzione e del contributo di cui ai commi 226, 227, 228 e 236, il venditore è tenuto ad integrare la documentazione da inviare al pubblico registro automobilistico, per la trascrizione del titolo di acquisto del nuovo veicolo, con una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, nella quale indicare la conformità del veicolo acquistato ai requisiti prescritti, la targa del veicolo ritirato per la consegna ai centri autorizzati ad effettuare le operazioni di messa in sicurezza e demolizione del veicolo fuori uso e la conformità dello stesso veicolo ai requisiti di cui ai commi 226, 227, 228 e 236, nonché la copia del certificato di rottamazione rilasciato dai centri autorizzati.
L'ente gestore del pubblico registro automobilistico dovrà acquisire le informazioni relative all'acquisto del veicolo che fruisce dell'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica e del veicolo avviato alla demolizione in via telematica, per trasmetterle in tempo reale all'archivio nazionale delle tasse automobilistiche e al Ministero dei trasporti-Dipartimento per i trasporti terrestri, che provvederà al necessario scambio dei dati.
Il comma 231 stabilisce i criteri per il recupero come credito d'imposta del contributo - di cui ai commi 224, 226, 227 e 228 - che i centri autorizzati che hanno effettuato la rottamazione, ovvero le imprese costruttrici o importatrici del veicolo nuovo, hanno rimborsato al venditore.
I centri autorizzati, ovvero le imprese costruttrici o importatrici del veicolo nuovo rimborsano al venditore l'importo del contributo e recuperano detto importo quale credito di imposta, esclusivamente ai fini della compensazione, a decorrere dal momento in cui viene richiesto al pubblico registro automobilistico l'originale del certificato di proprietà. Il credito di imposta non è rimborsabile e non concorre alla formazione del valore della produzione netta rilevante ai fini della base imponibile IRAP, né dell'imponibile agli effetti delle imposte sui redditi; altresì, esso non rileva ai fini della deducibilità degli interessi passivi, nonché delle spese e degli altri componenti negativi riferiti indistintamente ad attività o beni produttivi di proventi computabili e ad attività o beni produttivi di proventi non computabili in quanto esenti nella determinazione del reddito.
Il contributo di cui ai commi 226, 227 e 228 non spetta per gli acquisti dei veicoli per la cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività dell'impresa, mentre lo stesso contributo spetta anche nel caso in cui il veicolo demolito sia intestato ad un familiare convivente, risultante dallo stato di famiglia.
Il comma 232 dispone a carico delle imprese costruttrici o importatrici l'obbligo di conservare, fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata emessa la fattura di vendita, la seguente documentazione:
a) copia della fattura di vendita, del contratto di acquisto e della carta di circolazione relativi al nuovo veicolo;
b) copia del libretto o della carta di circolazione e del foglio complementare o del certificato di proprietà del veicolo usato; in caso di mancanza, copia dell'estratto cronologico;
c) copia della domanda di cancellazione per demolizione e copia del certificato di proprietà rilasciato dal pubblico registro automobilistico relativi al veicolo demolito;
d) copia dello stato di famiglia nel caso in cui il veicolo demolito sia intestato a familiare convivente.
Il comma 233 individua le modalità di effettuazione delle demolizioni: entro quindici giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo, il venditore ha l'obbligo di consegnare ad un demolitore il veicolo ritirato per la demolizione e di provvedere, direttamente o tramite delega, alla richiesta di cancellazione per demolizione al pubblico registro automobilistico.
Inoltre, i veicoli ritirati per la demolizione non possono essere rimessi in circolazione e vanno avviati o alle case costruttrici o ai centri appositamente autorizzati, anche convenzionati con le stesse, al fine della messa in sicurezza, della demolizione, del recupero di materiali e della rottamazione.
Entro il 31 dicembre 2007, il Governo deve presentare una relazione al Parlamento sull'efficacia della presente disposizione, tenuto conto dei dati rilevati dal Ministero dei trasporti, con valutazione degli effetti di gettito derivanti dalla stessa.
Ai sensi del comma 234, i criteri di collegamento tra gli archivi informatici relativi ai veicoli, al fine di rendere uniformi le informazioni in essi contenute e di consentire l'aggiornamento in tempo reale dei dati in essi presenti, sono stabiliti con successivo decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dei trasporti - sentiti il soggetto gestore del pubblico registro automobilistico ed il Comitato interregionale di gestione di cui all'articolo 5 del Protocollo di intesa tra le Regioni e le Province autonome ed il Ministero delle finanze per la costituzione, gestione ed aggiornamento degli archivi regionali e nazionale delle tasse automobilistiche - da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge finanziaria.
Il quinto tipo di incentivo è previsto dal comma 236, che concede l'esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per cinque annualità in caso di acquisto di un motociclo nuovo di categoria «euro 3», con contestuale sostituzione di un motociclo appartenente alla categoria «euro 0», effettuata a decorrere dal 1o dicembre 2006 e fino al 31 dicembre 2007. La demolizione deve essere realizzata con le modalità indicate al comma 233
Per usufruire dell'esenzione è necessario che l'acquisto del motociclo risulti da un contratto e l'immatricolazione deve avvenire entro il 31 marzo 2008.
Il costo della rottamazione è a carico del bilancio dello Stato, nei limiti di 80 euro per ciascun motociclo ed è anticipato dal venditore, che recupera detto importo quale credito d'imposta da utilizzare in compensazione secondo le disposizioni del sopra illustrato comma 231.
Si prevede l'applicazione, in quanto compatibili, delle disposizioni dei commi da 230 a 235, con il rispetto della regola del de minimis di cui al regolamento (CE) n. 69 del 2001 della Commissione.
Per i motocicli acquistati dal 1o dicembre 2006 al 31 dicembre 2006, gli adempimenti previsti dai commi 230 e 233 possono essere effettuati entro il 31 gennaio 2007.
Il comma 237 precisa poi le modalità di determinazione degli incrementi percentuali delle tasse automobilistiche approvati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano anteriormente all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 262 del 2006.
Il comma 238 sostituisce il comma 59 dell'articolo 2 del citato decreto-legge n. 262 del 2006, il quale, nella versione vigente, rifinanzia gli interventi di promozione dell'utilizzo del metano o del gas di petrolio liquefatto (GPL) per autotrazione, previsti dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 25 settembre 1997, n. 324 e successive modifiche, autorizzando una spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2007-2009.
In base alla novella del comma 238, il rifinanziamento viene limitato a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, al fine di incentivare l'installazione, su autoveicoli immatricolati come «euro 0» o «euro 1», di impianti a GPL o a metano per autotrazione.
Il comma 239 stabilisce che - ferme restando le agevolazioni già in vigore - le misure della tassa automobilistica previste per le autovetture ed i veicoli per il trasporto promiscuo immatricolati come «euro 0», «euro 1», «euro 2», «euro 3» ed «euro 4», di cui al comma 321 del presente disegno di legge finanziaria, non si applicano per i veicoli omologati dal costruttore per la circolazione mediante alimentazione, esclusiva o doppia, elettrica, a gas metano, a GPL, a idrogeno. Tale agevolazione è estesa ai veicoli sui quali il sistema di doppia alimentazione venga installato successivamente alla immatricolazione.
I commi 240 e 241 modificano il criterio di commisurazione della tassa automobilistica ci cui alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 2 del testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche.
Il comma 241 provvede innanzitutto ad abrogare il comma 55 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006. In base a tale norma, la tassazione dei veicoli immatricolati o reimmatricolati nella categoria N1, dotati di quattro o più posti e di una portata inferiore a sette quintali, è eseguita in base alla potenza effettiva dei motori.
Il comma 240 novella in modo differente la stessa disposizione della citata lettera d), stabilendo che si fa riferimento alla potenza effettiva dei motori, anziché alla portata, come criterio di determinazione della tassa automobilistica gravante sui veicoli che, pur immatricolati o reimmatricolati come N1, presentino codice di carrozzeria F0 (Effe zero) con quattro o più posti ed abbiano un rapporto tra la potenza espressa in KW e la portata del veicolo espressa in tonnellate maggiore o uguale a 180.
I commi da 242 a 249, introdotti nel corso dell'esame parlamentare al Senato, hanno ad oggetto il riconoscimento ai fini fiscali dei valori iscritti in conseguenza delle operazioni di aggregazione aziendale effettuate negli anni 2007 e 2008, nel limite di cinque milioni di euro.
Il comma 242 stabilisce che per le società per azioni, le società in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e le società di mutua assicurazione residenti nel territorio dello Stato, che risultino da operazioni di aggregazione aziendale realizzate attraverso fusione o scissione, effettuate negli anni 2007 e 2008, si considera riconosciuto, ai fini fiscali, il valore di avviamento e quello attribuito ai beni strumentali materiali e immateriali, per effetto della imputazione in bilancio del disavanzo da concambio, per un ammontare complessivo non eccedente l'importo di 5 milioni di euro.
Ai sensi del comma 243, nel caso di operazioni di conferimento di azienda effettuate tra soggetti residenti nel territorio dello Stato nell'esercizio di imprese commerciali, nei medesimi anni 2007 e 2008, si considerano riconosciuti, ai fini fiscali, i maggiori valori iscritti dal soggetto conferitario a titolo di avviamento o beni strumentali materiali e immateriali, per un ammontare complessivo non eccedente l'importo di 5 milioni di euro.
I commi 244 e 245 chiariscono le condizioni e l'ambito di applicazione delle disposizioni recate dai commi 242 e 243.
Esse si applicano qualora alle operazioni di aggregazione aziendale partecipino:
esclusivamente imprese operative da almeno due anni;
imprese che si trovino o si siano trovate ininterrottamente, nei due anni precedenti l'operazione, nelle condizioni che consentono il riconoscimento fiscale di cui ai commi 242 e 243.
Al contrario, esse non si applicano qualora le imprese che partecipano alle predette operazioni:
facciano parte dello stesso gruppo societario;
siano legate tra loro da un rapporto di partecipazione, ovvero siano controllate anche indirettamente dallo stesso soggetto ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile.
Il comma 246 subordina l'applicazione delle disposizioni di cui ai commi precedenti la presentazione all'Agenzia delle entrate di una istanza preventiva di interpello, al fine di dimostrare la sussistenza dei requisiti previsti.
Ai sensi del comma 247, per la liquidazione, l'accertamento, la riscossione, i rimborsi, le sanzioni e il contenzioso si applicano le disposizioni previste per le imposte sui redditi.
Il comma 248 contempla le ipotesi di decadenza dall'agevolazione. Si tratta del caso in cui, nei primi quattro periodi d'imposta dalla effettuazione dell'operazione, la società risultante dall'aggregazione ponga in essere ulteriori operazioni straordinarie, ovvero ceda i beni iscritti o rivalutati ai sensi del presente articolo.
Il comma 249 prevede che nella dichiarazione dei redditi del periodo d'imposta in cui si verifica la decadenza, la società è tenuta a liquidare e versare l'IRES e l'IRAP dovute sul maggior reddito, relativo anche ai periodi di imposta precedenti, determinato senza tenere conto dei maggiori valori riconosciuti fiscalmente ai sensi dei commi 242 e 243. Inoltre, sulle maggiori imposte liquidate non sono dovute sanzioni e interessi.
Il comma 266 modifica le disposizioni relative alla determinazione della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, intervenendo sulle deduzioni ad essa riferite, allo scopo precipuo di ridurre gli oneri riferibili al costo del lavoro (cosiddetto «cuneo fiscale»).
La disposizione è stata oggetto di una modificazione meramente formale, apportata dal Senato alla lettera a), capoverso a), numero 4), ove al richiamo del regolamento (CE) n. 69/2001 è stata aggiunta l'indicazione, secondo cui tale atto deve intendersi richiamato nel testo risultante dalle successive modificazioni che vi sono state apportate.
Il comma 269 reca la disciplina transitoria per la determinazione dell'acconto dell'IRAP, relativamente al periodo d'imposta in corso alla data del 1o febbraio 2007 e a quello successivo, per i quali è consentito calcolare l'acconto sulla base della minore imposta che sarebbe risultata dall'applicazione delle nuove agevolazioni introdotte dal comma 266, rispettivamente:
1) per il periodo d'imposta in corso alla suddetta data, nella misura ridotta risultante dall'applicazione dei commi 267 e 268;
2) per il periodo d'imposta successivo, nel loro intero importo, senza l'applicazione dei limiti previsti dai commi 267 e 268.
Nel corso dell'esame presso il Senato, è stata espunta da questo comma una parte ripetitiva, che - per il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 1o febbraio 2007 - consentiva di utilizzare, in alternativa al criterio di calcolo dell'acconto indicato sopra al numero 2), il criterio meno favorevole indicato al numero 1). L'inserimento di tale parte, infatti, derivava probabilmente da mero errore materiale, che risulta così sanato.
Il comma 285, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, autorizza l'Amministrazione autonoma monopoli di Stato a bandire, entro il 31 dicembre 2007, una o più nuove gare, nei limiti di una corretta ed equilibrata distribuzione territoriale, per un massimo di ulteriori 1.000 agenzie, alle medesime condizioni previste dai bandi di gara pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, parte II, del 28 agosto 2006.
Il comma 286, anch'esso introdotto dal Senato, prevede che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze il 20 per cento delle maggiori entrate derivanti dalla disposizione del comma 285 sia destinato ad un Fondo finalizzato ad interventi a favore del personale dell'amministrazione finanziaria impegnato nel contrasto dell'evasione fiscale. Con lo stesso decreto il medesimo Fondo è ripartito tra le competenti unità previsionali di base del predetto Ministero.
Il comma 289, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, concede, per il triennio 2007-2009 ed entro il limite di spesa di 10 milioni di euro per ciascun anno, un credito d'imposta alle imprese agricole e agroalimentari che producono prodotti biologici (reg. CE 2092/91), o prodotti a denominazione protetta, ossia tutelati dal riconoscimento di una indicazione geografica o una denominazione d'origine (reg. CE 510/2006).
Il beneficio è concesso a fronte delle spese conseguenti agli obblighi di certificazione o attestazione di conformità dei prodotti, ed è pari al 50 per cento delle spese sostenute.
Entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria, il Ministro dell'economia, di concerto con quello delle politiche agricole, stabilisce le modalità per l'accesso all'agevolazione da parte delle imprese, anche se associate in forma di cooperative o di consorzi.
Il comma 290, parimenti introdotto dal Senato, accorda in via transitoria, in attesa di una regolazione della materia in sede di Organizzazione mondiale del commercio, il medesimo credito d'imposta per le spese sostenute dalle imprese al fine di registrare una denominazione di origine protetta o un'indicazione geografica protetta in paesi extra-comunitari.
Il comma 291, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, novellando l'articolo 32-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, sopprime l'obbligo di versare, entro il 27 dicembre 2006, la prima rata dovuta, per effetto della rettifica della detrazione, dai contribuenti minimi che si avvalgono del regime di franchigia IVA, introdotto dal citato articolo 32-bis. In conseguenza dell'intervento in esame, la suddetta rata dovrà essere versata entro il 16 marzo 2007 (termine previsto per il versamento del saldo dell'IVA relativa all'anno 2006).
Il comma 292, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, accorda la sanatoria degli effetti prodotti dalle disposizioni del decreto-legge n. 223 del 2006, concernenti l'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto e dell'imposta di registro alle cessioni e alle locazioni, anche finanziarie, di immobili, nel periodo antecedente l'entrata in vigore delle modificazioni apportate nel procedimento di conversione in legge (12 agosto 2006). Viene tuttavia consentita, ricorrendone i presupposti, l'opzione per l'applicazione della disciplina introdotta dalla legge di conversione.
In particolare, la disposizione fa salvi gli effetti prodotti dalle norme, oggetto di mancata conversione, dell'articolo 35, commi 8, lettera a), e 10, del decreto-legge n. 223, concernenti l'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto e dell'imposta di registro alle cessioni e alle locazioni, anche finanziarie, di immobili.
In caso di opzione, l'imposta di registro e le imposte ipotecarie e catastali sono dovute sulla base delle regole introdotte dall'articolo 35, commi 10 e 10-bis, del medesimo decreto-legge n. 223 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2006.
Il comma 293, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, conferma la possibilità di emanare mediante regolamenti ministeriali le disposizioni attuative degli istituti riguardanti l'assistenza fiscale, stabilendo che la competenza della fonte secondaria rimanga ferma anche in caso di successivi interventi legislativi, a meno di espressa disposizione contraria del legislatore.
Il comma 294, introdotto dal Senato, integra la disciplina in materia di agenti della riscossione contenuta nell'articolo 3 del decreto-legge n. 203 del 2005, prevedendo che agli agenti della riscossione non si applichino alcune disposizioni del regolamento approvato con decreto del Ministro delle finanze 11 settembre 2000 n. 289.
A non trovare applicazione nei confronti degli agenti della riscossione sono in particolare le seguenti disposizioni:
l'articolo 2, comma 4 del decreto- legge n. 203 del 2005, che stabilisce che lo statuto delle società concessionarie deve prevedere l'inefficacia, nei confronti della società, del trasferimento di quote od azioni per atto tra vivi non preventivamente autorizzato dal Ministero delle finanze;
le disposizioni relative all'esercizio di influenza dominante su altri agenti della riscossione;
le disposizioni relative al divieto, per i legali rappresentanti, gli amministratori e i sindaci, di essere pubblici dipendenti ovvero coniugi, parenti ed affini entro il secondo grado di pubblici dipendenti.
La finalità della norma è quella di escludere dall'applicazione di alcune disposizioni del regolamento la società Riscossione SpA, nonché le società da essa controllate, permettendo ad esse di svolgere attività di riscossione per conto degli enti locali.
Il comma 295, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, reca una disposizione interpretativa in materia di imposte di bollo, di registro e di tasse di concessione governativa, relativamente alle Agenzie fiscali.
Il comma 299, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, novella l'articolo 67, comma 1, del TUIR, il quale individua i redditi diversi. In particolare il comma in esame modifica la definizione dei redditi percepiti da direttori artistici e collaboratori tecnici per le prestazioni non professionali rese in favore di cori, bande musicali e filodrammatiche (lettera m) del citato articolo 67, comma 1, del TUIR), specificando che i suddetti cori, bande e filodrammatiche devono perseguire finalità dilettantistiche.
Il comma 300, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, e recante una disposizione interpretativa del n. 119) della Tabella A, parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, chiarisce che i contratti di scrittura ai quali si applica l'aliquota IVA del 10 per cento sono quelli connessi agli spettacoli di cui al n. 123) della stessa Tabella, parte III, ovvero gli spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi opere liriche, balletto, prosa, operetta, commedia musicale e rivista; i concerti vocali e strumentali; le attività circensi e dello spettacolo viaggiante, e gli spettacoli di burattini e marionette, ovunque tenuti.
Le disposizioni dei commi da 301 a 303, introdotte nel corso dell'esame parlamentare al Senato, modificano la disciplina per la deduzione delle spese e degli altri componenti negativi derivanti da operazioni intercorse tra imprese residenti ed imprese domiciliate fiscalmente in Stati o territori non appartenenti all'Unione europea aventi regimi fiscali privilegiati, attualmente disciplinata dall'articolo 110, comma 11, del TUIR.
In particolare, viene confermato il principio in base al quale tali componenti negativi vanno separatamente indicati nella dichiarazione dei redditi, ma tale indicazione non costituisce più una condizione insuperabile ai fini della deducibilità di tali componenti negativi fornendo la prova della loro effettività.
Il comma 302 prevede l'applicazione di una sanzione amministrativa pari al 10 per cento dell'importo complessivo delle spese e dei suddetti componenti negativi non indicati nella dichiarazione dei redditi, con un minimo di euro 500 ed un massimo di euro 50.000, sia nel caso di omessa indicazione che di incompleta indicazione di tali spese e componenti negativi.
Il comma 303 dispone l'applicazione della sanzione amministrativa nella misura stabilita dal comma 302 anche per le violazioni commesse prima della data di entrata in vigore della presente legge, sempre che il contribuente fornisca la prova che le spese siano intercorse con imprese estere che abbiano svolto prevalentemente un'attività commerciale effettiva, ovvero che le operazioni poste in essere rispondano ad un effettivo interesse economico e che le stesse abbiano avuto concreta esecuzione.
Il comma 303 dispone altresì che resta ferma in tal caso l'applicazione della sanzione di cui all'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 471 del 1997.
Il comma 306, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, che modifica il comma 15 dell'articolo 36 del decreto-legge n. 223 del 2006, estende l'ambito di applicazione delle agevolazioni fiscali attualmente riconosciute per gli atti di trasferimento di immobili diretti all'attuazione di piani di edilizia residenziale convenzionata pubblica.
Per effetto della novella, l'agevolazione fiscale si applica a tutti i programmi prevalentemente di edilizia residenziale convenzionata, senza più riferimento al carattere pubblico o meno dei programmi stessi.
Tale modifica produrrà effetto per gli atti pubblici formati e le scritture private autenticate a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria per il 2007.
Il comma 307, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, prevede la periodica emanazione di provvedimenti del direttore dell'Agenzia delle entrate recanti criteri utili per la determinazione del valore normale dei fabbricati. I criteri individuati nei provvedimenti dovranno favorire l'uniforme e corretta applicazione delle disposizioni in materia di rettifica della dichiarazione ai fini IVA, di rettifica della dichiarazione del reddito d'impresa ai fini delle imposte sui redditi, nonché di rettifica del valore degli immobili e delle aziende ai fini della quantificazione dell'imposta di registro.
Il comma 308, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, novella l'articolo 38-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, apportando modifiche alla disciplina dei rimborsi dell'imposta sul valore aggiunto.
La lettera a), che novella il secondo comma del citato articolo 38-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972,estende ai soggetti non residenti nel territorio dello Stato, con rappresentante fiscale in Italia o direttamente identificati, la possibilità di richiedere il rimborso infrannuale (trimestrale) del credito IVA, nel caso in cui l'importo del credito sia superiore, nel trimestre, a 2.582,28 euro.
La lettera b) aggiunge, al citato articolo 38-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, un comma finale con cui si rimette a decreti del Ministro dell'economia e delle finanze il compito di individuare, anche progressivamente, in relazione all'attività esercitata ed alle tipologie di operazioni effettuate, le categorie di contribuenti per i quali i rimborsi annuali ed infrannuali vengano eseguiti in via prioritaria, entro tre mesi dalla richiesta.
Il comma 309, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, novella l'articolo 1, comma 497, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per il 2006), estendendo l'ambito di applicazione e, conseguentemente, gli effetti dell'obbligo di indicare il corrispettivo effettivamente pattuito negli atti di trasferimento immobiliare aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo.
Il comma in esame stabilisce che la disposizione sopra illustrata si applica a tutte le cessioni dei beni immobili sopra indicati effettuate nei confronti di persone fisiche che non agiscono nell'esercizio di attività commerciali, artistiche o professionali, da chiunque effettuate (persone fisiche, indipendentemente dalla circostanza che agiscano nell'esercizio di attività commerciali, artistiche o professionali, persone giuridiche ed enti di ogni tipo).
In conseguenza di questa estensione, viene espressamente fatta salva la prerogativa dell'amministrazione finanziaria di rettificare, ai fini delle imposte sui redditi, il reddito di impresa del cedente qualora l'infedeltà dei ricavi possa essere desunta dal corrispettivo dichiarato nell'atto di cessione.
Il comma 310, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, esclude dall'ambito di applicazione dell'imposta sostitutiva sulle plusvalenze immobiliari, di cui all'articolo 1, comma 496, della legge n. 266 del 2005, le cessioni di terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria, secondo gli strumenti urbanistici vigenti al momento della cessione. Le suddette plusvalenze concorreranno pertanto, come redditi diversi, alla formazione del reddito complessivo.
Il comma 311 dell'articolo 1, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, interviene sulle fattispecie esenti dall'imposta comunale sulla pubblicità, modificando il comma 1-bis dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 507 del 1993.
La nuova formulazione del comma rinvia ad un regolamento del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro per lo sviluppo economico, da emanarsi, d'intesa con la Conferenza Stato-città e autonomie locali, da emanarsi entro il 31 marzo 2007, la possibilità di individuare le attività per le quali l'imposta è dovuta per la sola superficie eccedente i 5 metri quadrati.
Il comma 323, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, precisa, con norma di interpretazione autentica, che le esenzioni dall'imposta provinciale di trascrizione e dalla tassa automobilistica, concesse per la sostituzione di veicoli usati dall'articolo 2 del decreto-legge n. 138 del 2002, nonché dall'articolo 1 del decreto-legge n. 2 del 2003, si applicano esclusivamente agli atti di acquisto di autoveicoli le cui richieste di iscrizione al pubblico registro automobilistico siano state presentate entro i sessanta giorni successivi alla data di acquisto, ai sensi degli articoli 93 e 94 del nuovo codice della strada.
Il comma 324, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, modifica alcune disposizioni transitorie relative all'applicazione della nuova disciplina, introdotta dal decreto-legge n. 262 del 2006, in materia di deducibilità dei costi relativi ai mezzi di trasporto aziendali e sulla tassazione dei redditi di lavoro dipendente derivanti dalla concessione di tali mezzi in uso promiscuo ai dipendenti.
A quest'effetto, sono apportate alcune modificazioni al comma 72 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006.
La novella apportata dalla lettera a) del comma 324 modifica il dispositivo vigente rinviando al periodo d'imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge - ossia dall'anno d'imposta 2007 - l'applicazione della lettera a) del comma 71 del TUIR, relativa alla modalità di tassazione del mezzo assegnato in uso promiscuo al dipendente come fringe benefit.
Pertanto, nel periodo d'imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 262 del 2006 (4 ottobre 2006), per la determinazione del valore del beneficio agli effetti della determinazione del reddito da lavoro dipendente continueranno ad applicarsi i criteri previgenti, e in particolare il coefficiente del 30 per cento per la determinazione dell'importo convenzionale calcolato secondo le modalità dell'articolo 51, comma 4, lettera a), del TUIR.
Viene invece confermata l'applicazione - già a partire dall'anno d'imposta 2006 - delle restanti modifiche apportate dal comma 71 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006, come sopra illustrate.
Pertanto, relativamente a questi ultimi profili, permane la deroga al principio di irretroattività delle disposizioni tributarie, sancito dall'articolo 3 della legge n. 212 del 2000 (Statuto dei diritti del contribuente).
La lettera b) inserisce la condizione della previa richiesta del parere delle Commissioni parlamentari competenti nel procedimento per l'adozione del decreto ministeriale con cui apportare eventuali modifiche alle misure recate dal comma 71, in considerazione degli effetti finanziari derivanti dalla possibile concessione all'Italia, da parte del Consiglio dell'Unione europea, dell'autorizzazione a stabilire una misura ridotta di detraibilità dell'IVA assolta per gli acquisti di beni e delle relative spese di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 19-bis-1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972.
La lettera c) prevede che le eventuali modifiche di cui al suddetto decreto ministeriale debbano incidere prioritariamente sulle disposizioni in materia di reddito di lavoro dipendente di cui alla lettera a) del comma 71.
Il comma 325, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, modifica il criterio per la determinazione della territorialità, agli effetti dell'assoggettamento all'imposta sul valore aggiunto (IVA), per alcune prestazioni di intermediazione.
A quest'effetto, la disposizione modifica il comma 4 dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, relativo ai criteri di determinazione della territorialità dell'imposta ai fini IVA, aggiungendovi una nuova lettera f-quinquies).
In forza della nuova disposizione, le prestazioni di intermediazione, relative ad operazioni diverse da quelle di cui alla lettera d) del medesimo comma 4 e da quelle di cui all'articolo 40, commi 5 e 6, del decreto-legge n. 331 del 1993 si considerano effettuate nel territorio dello Stato italiano quando le operazioni oggetto dell'intermediazione si considerano ivi effettuate, a meno che il committente sia soggetto passivo in un altro Stato membro dell'Unione europea; le suddette prestazioni si considerano in ogni caso effettuate in Italia, se il committente delle stesse è qui soggetto passivo d'imposta.
Il comma 326, introdotto al Senato, integra il comma 1 dell'articolo 30 della legge n. 724 del 1994, che interviene in materia di definizione delle società non operative (cosiddette «società di comodo»), ossia delle società che non sono preposte a svolgere un'attività economica o commerciale, ma soltanto a gestire un patrimonio mobiliare o immobiliare.
Con la modifica apportata, la percentuale relativa ai corrispettivi delle cessioni di azioni o strumenti finanziari similari, quote di partecipazione al capitale, cessioni di obbligazioni o altri titoli di soggetti IRES (di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 30 della legge n. 724 del 1994, come modificato dal comma 109 dell'articolo 1), ossia il 2 per cento, è ridotta all'1 per cento per i beni situati in comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti.
Inoltre, in forza della medesima modifica, sempre per i beni situati in comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti, la percentuale relativa al valore delle altre immobilizzazioni (di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 30 della legge n. 724 del 1994), ossia il 15 per cento, è ridotta al 10 per cento.
Il comma 328, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, prevede, in relazione all'obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi da parte dei soggetti esercenti il commercio al minuto, che le modalità di rilascio delle certificazioni dei corrispettivi (cosiddetti scontrini) non aventi valore fiscale, previsto dal comma 328, saranno stabilite con regolamento ministeriale.
Il comma 336, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, dispone che siano escluse dalla base imponibile, agli effetti dell'imposta sui redditi delle persone fisiche, le somme corrisposte a titolo di borsa di studio dal Governo italiano a cittadini stranieri in forza di accordi e intese internazionali.
Il comma 337, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, sana, considerandole validamente effettuate, le comunicazioni effettuate in attuazione dell'obbligo di presentare l'elenco dei fornitori, nelle quali il soggetto passivo IVA ha indicato il numero di partita IVA dei soggetti dai quali sono stati effettuati acquisti rilevanti, anziché il numero di codice fiscale.
La sanatoria si applica alle comunicazioni effettuate entro il 31 dicembre 2006.
Il comma 338, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, proroga al 31 dicembre 2007 il termine, già stabilito al 31 dicembre 2006, per l'applicazione del regime di esenzione fiscale sugli atti relativi al riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB), previsto dall'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo n. 207 del 2001.
Il comma 339, introdotto nel corso dell'esame parlamentare al Senato, modifica le disposizioni recentemente introdotte dall'articolo 2, commi 34 e 36, del decreto-legge n. 262 del 2006, relative rispettivamente all'aggiornamento delle banche dati catastali da parte dell'AGEA utilizzando le dichiarazioni presentate per ottenere i contributi agricoli comunitari, ed all'individuazione dei fabbricati iscritti al catasto terreni per i quali siano venuti meno i requisiti di ruralità ai fini fiscali, nonché di quelli che non risultano dichiarati al catasto.
Le modifiche mirano principalmente a rendere più facilmente conoscibili ai contribuenti le risultanze degli atti di aggiornamento catastale effettuate dall'Agenzia del territorio in base a tali strumenti.
I commi 372 e 373, modificati nel corso dell'esame al Senato, prevedono, a decorrere dal 1o gennaio 2008, nuove disposizioni relative all'aliquota d'accisa ridotta sui biocarburanti, di cui al nuovo articolo 22-bis del Testo unico delle accise, introdotto dal comma 371 del presente disegno di legge finanziaria (vedi scheda relativa).
In particolare, il comma 372 provvede a sostituire, con decorrenza 2008, il comma 5 dell'articolo 22-bis del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative.
Il nuovo articolo 22-bis è stato introdotto dal comma 371 del disegno di legge e prevede l'eliminazione della vigente esenzione dall'accisa per il biodiesel, sostituendola con un'accisa da applicare, per l'anno 2007, con aliquota pari al 20 per cento della corrispondente accisa applicata sul gasolio usato come carburante di cui all'allegato I al medesimo testo unico, nel limite di un contingente annuo di 250.000 tonnellate.
Il comma 5 del nuovo articolo 22-bis, introdotto al Senato, dispone che per il solo 2007 continuano ad applicarsi le disposizioni relative al programma triennale di cui ai commi 6-bis e 6-ter dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 504 del 1995, nel testo vigente, i quali sono abrogati dallo stesso comma 371.
In tal modo si stabiliscono aliquote di accisa ridotta sul bioetanolo derivato da prodotti di origine agricola, sull'etere etilterbutilico (ETBE) derivato da alcole di origine agricola, nonché sugli additivi e riformulanti prodotti da biomasse.
Il comma 372 provvede altresì ad introdurre nell'articolo 22-bis i commi 5-bis e 5-ter.
Il comma 5-bis, non modificato nella sostanza, rinvia ad un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole, alimentari e forestali, la fissazione, entro il limite complessivo di spesa di 73 milioni di euro annui, comprensivo dell'imposta sul valore aggiunto, dei criteri di ripartizione dell'agevolazione prevista dal comma 5, tra le varie tipologie di prodotti e tra gli operatori, le caratteristiche tecniche dei prodotti singoli e delle relative miscele ai fini dell'impiego nella carburazione, nonché le modalità di verifica della loro idoneità ad abbattere i principali agenti inquinanti.
Il nuovo comma 5-ter, introdotto al Senato, prevede invece che in caso di aumento dell'aliquota di accisa sulle benzine di cui all'allegato I, l'aliquota di accisa relativa all'ETBE, sia conseguentemente aumentata nella misura del 53 per cento della aliquota di accisa sulle benzine, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 2, lettera f), della direttiva 2003/30/CE, relativa alla promozione dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti.
Il comma 373 subordina infine l'efficacia delle disposizioni di cui al comma 372, alla preventiva autorizzazione da parte della Commissione europea.
I commi 380 e 381, introdotti nel corso dell'esame presso il Senato, dispongono l'esenzione dall'accisa per l'olio vegetale puro utilizzato a fini energetici nel settore agricolo.
La condizione per fruire dell'agevolazione è che l'impiego dell'olio vegetale puro sia a fini energetici e per autoconsumo nell'ambito dell'impresa singola o associata.
Il comma 386, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, disciplina la riutilizzazione commerciale di documenti, dati e informazioni catastali e ipotecarie.
Il Senato è intervenuto eliminando la necessità di un'apposita convenzione tra l'Agenzia del territorio e i soggetti autorizzati affinché questi ultimi possano riutilizzare commercialmente i documenti, dati e informazioni catastali e ipotecarie.
È stato inoltre soppresso il secondo periodo del comma in esame che prevedeva, per la fornitura di servizi telematici riservati ai riutilizzatori commerciali autorizzati, l'inapplicabilità della maggiorazione del 20 per cento dei tributi, prevista per l'acquisizione originaria di documenti, dati e informazioni ipotecarie.
Il comma 466, sostituito nel corso dell'esame presso il Senato, interviene in materia di compensi per gli amministratori investiti di particolari cariche nelle società partecipate dal Ministero dell'economia o da queste controllate o a queste collegate.
Relativamente a tali società sono introdotti limiti per i compensi degli amministratori investiti di particolari cariche, come previsto dall'articolo 2389, comma 3, del codice civile.
In particolare, si prevede che i compensi in questione non possano superare l'importo di 500.000 euro annui, a cui potrà essere aggiunta una quota variabile, non superiore al 50 per cento della retribuzione fissa, che verrà corrisposta al raggiungimento di obiettivi annuali, oggettivi e specifici.
Gli importi saranno rivalutati annualmente con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, in relazione al tasso di inflazione programmato.
Si prevede inoltre che per comprovate ed effettive esigenze il Ministro dell'economia e delle finanze possa concedere autorizzazioni alla deroga.
Si stabilisce infine che, nella regolamentazione del rapporto di amministrazione, le società non potranno inserire clausole contrattuali che, al momento della cessazione dell'incarico, prevedano per gli amministratori investiti di particolari cariche benefìci economici in misura superiore ad un annualità dell'indennità loro spettante.
Il comma 603, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, equipara ai collegi universitari legalmente riconosciuti tutti i collegi universitari gestiti da fondazioni, enti morali nonché enti ecclesiastici che abbiano le finalità di cui all'articolo 1, comma 4, primo periodo, della legge n. 338 del 2000.
Unica condizione per l'equiparazione di tali collegi è l'iscrizione nei registri delle prefetture.
L'equiparazione consentirà anche ai collegi universitari di cui al comma in esame di usufruire dei finanziamenti per interventi per gli alloggi e le residenze degli studenti universitari, inoltre, ai sensi del comma 604, anch'esso introdotto dal Senato, si prevede l'esenzione dal pagamento dell'IVA per i collegi universitari di cui al comma 603, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, numero 20), del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972. Il comma 878, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, riduce da 30 a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 il contributo per il finanziamento, da parte del Ministero dello sviluppo economico, dell'incremento dei fondi di garanzie interconsortili per la prestazione di controgaranzie e di cogaranzie ai consorzi e alle cooperative di garanzia collettiva dei fidi (confidi), che viene svolta dalle società finanziarie, previste dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 114 del 1998. Resta fermo il contributo di 30 milioni di euro per l'anno 2007.
I commi 881 e 882, introdotti nel corso dell'esame presso il Senato, recano disposizioni per lo sviluppo e il rafforzamento patrimoniale dei confidi.
Il comma 881 prevede che, entro il 30 giugno 2007, i consorzi di garanzia collettiva dei fidi devono imputare al fondo consortile o al capitale sociale le risorse proprie, costituite da fondi rischi o da altri fondi o riserve patrimoniali derivanti da contributi dello Stato, degli enti locali o territoriali o di altri enti pubblici. L'attribuzione di tali risorse deve essere effettuata, a fini di vigilanza dei relativi confidi, unitariamente al patrimonio, senza vincoli di destinazione.
L'attribuzione disposta dalla disposizione è finalizzata ad accelerare lo sviluppo dei confidi da realizzare anche mediante le operazion di fusioni, trasformazione in enti finanziari vigilati, trasformazione in banche di credito cooperativo.
Il comma 882 consente la destinazione dei fondi di garanzia interconsortile di cui all'articolo 13, comma 20, del decreto-legge n. 269 del 2003, alla prestazione di servizi ai confidi soci.
Il secondo periodo del comma, in attesa dell'attuazione della direttiva 2005/60/CE, esonera i confidi dagli obblighi di identificazione e registrazione ai fini antiriciclaggio, di cui all'articolo 2 del decreto-legge n. 269.
Il comma 1066, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, dispone l'applicazione di un'accisa agevolata sul gasolio e sulla benzina in favore degli imprenditori che esercitano l'apicoltura nomade, rinviando a un successivo decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, la definizione delle modalità di accesso all'agevolazione.
I commi da 1088 a 1092 sono volti a promuovere l'internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, introducendo benefìci fiscali per gli investimenti in attività di promozione pubblicitaria realizzati all'estero.
Nel corso dell'esame presso il Senato sono stati modificati i commi 1088 e 1090, mentre sono rimaste invariate le restanti disposizioni.
Il comma 1088, modificato, esclude dalla base imponibile del reddito di impresa il 25 per cento del valore degli investimenti in attività di promozione pubblicitaria realizzati da imprese agroalimentari in mercati esteri.
Nel corso dell'esame al Senato è stato aggiunto il riferimento alle imprese agricole e agroalimentari anche in forma cooperativa, per cui anche per tali imprese risulta fruibile l'agevolazione.
In base al comma 1090, modificato dal Senato, il beneficio fiscale di cui ai commi 1088 e 1089 si applica anche alle imprese in attività alla data di entrata in vigore della legge finanziaria per il 2007, ma con un'attività di impresa o di lavoro autonomo inferiore a tre anni. In questo caso per poter applicare il beneficio fiscale, la media degli investimenti da considerare è quella risultante dagli investimenti effettuati nei periodi di imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge o a quello successivo.
Nel corso dell'esame al Senato è stato aggiunto a tale comma un periodo in base al quale gli imprenditori agricoli di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, in alternativa all'esclusione dalla base imponibile ai fini dell'imposta sui redditi delle società (IRES) o delle persone fisiche possono beneficiare di un credito d'imposta di importo pari ad un terzo del beneficio di cui ai commi 1088 e 1089 e per le medesime finalità.
I commi da 1093 a 1096 sono volti a favorire lo sviluppo della forma societaria in agricoltura, consentendo alle società di persone e alle società a responsabilità limitata, che siano società agricole, di optare per l'applicazione di un regime fiscale più favorevole, cioè di essere tassate in base al reddito catastale agrario, disciplinato dall'articolo 32 del TUIR.
Nel corso dell'esame al Senato è stato modificato il comma 1093 ed è stato introdotto il nuovo comma 1094, mentre sono rimasti invariati i commi 1095 e 1096.
L'opzione per la tassazione del reddito agrario su base catastale è possibile, in base al comma 1093, per tutte le società di persone e le società a responsabilità limitata, che rivestano la qualifica di società agricola, a prescindere dalle caratteristiche dei soci o degli amministratori di tali società.
In base alla modifica apportata dal Senato, la fruibilità di tale opzione è stata estesa anche alle società cooperative che rivestano la qualifica di società agricola.
Pertanto, in base al comma 1093 modificato, le agevolazioni fiscali, consistenti nella tassazione del reddito agrario su base catastale, sono possibili pertanto per tutte le società agricole aventi forma di società a responsabilità limitata o di società di persone o di società cooperativa, a prescindere dal possesso della qualifica di coltivatore diretto da parte di uno dei soci, come è invece attualmente richiesto per fruire delle agevolazioni fiscali vigenti.
Nel corso dell'esame presso il Senato è stato poi introdotto il nuovo comma 1094, che sembra contenere una norma speciale per la tassazione di alcune categorie di soggetti considerati imprenditori agricoli. La norma infatti prevede per tali soggetti la determinazione del reddito applicando all'ammontare dei ricavi un coefficiente di redditività del 25 per cento.
I soggetti cui si applica tale norma speciale sono le società di persone e le società a responsabilità limitata, costituite da imprenditori agricoli, che esercitano esclusivamente le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci.
Il comma 1234, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, innova la disciplina relativa al 5 per mille, disponendo anche per il 2007, che una quota pari al 5 per mille dell'IRPEF sia destinata, sulla base delle scelte dei contribuenti, al sostegno:
a) delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), delle associazioni di promozione sociale iscritte nei relativi registri nazionale, regionali e provinciali, e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di assistenza, beneficenza, tutela dei beni culturali e ricerca scientifica;
b) del finanziamento agli enti della ricerca scientifica e dell'università;
c) del finanziamento agli enti della ricerca sanitaria.
A seguito della modifica introdotta dal Senato, la disposizione che stabilisce la vigenza della misura del 5 per mille fa riferimento all'anno finanziario 2007 e non esplicita più il richiamo al periodo d'imposta 2006.
Con riferimento ai criteri per il calcolo del 5 per mille, a seguito delle modifiche apportate dal Senato è stato previsto che il 5 per mille deve essere riferito tout court all'imposta sul reddito delle persone fisiche, e non più all'imposta netta, diminuita del credito d'imposta per redditi prodotti all'estero e degli altri crediti d'imposta spettanti, ed è stata soppressa la disposizione che prevedeva che le somme corrispondenti alla quota del 5 per mille venissero determinate sulla base degli incassi in conto competenza relativi all'IRPEF, sulla base sulle scelte espresse dai contribuenti, risultanti dal rendiconto generale dello Stato.
Con riferimento alle finalità di destinazione del 5 per mille, a seguito delle modifiche apportate dal Senato:
non è più compreso nell'elenco delle finalità il sostegno generico al volontariato; le risorse devono dunque essere destinate a ONLUS o a associazioni di promozione sociale inscritte nei pubblici registri;
non sono più comprese le fondazioni senza scopo di lucro che operino in via esclusiva o prevalente nei settori di assistenza, beneficenza, tutela dei beni culturali e ricerca scientifica;
non sono più comprese le attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente;
con riferimento alle destinazioni alla ricerca scientifica e all'università e alla ricerca sanitaria, è stato precisato che esse riguardano gli enti della ricerca scientifica e università e della ricerca sanitaria.
Il comma 1235, introdotto dal Senato, destina comunque una quota pari allo 0,5 per cento del totale determinato dalle scelte dei contribuenti all'Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale e alle organizzazioni nazionali rappresentative degli enti di cui alla lettera a), riconosciute come parti sociali.
Il comma 1236, modificato nel corso dell'esame presso il Senato, demanda ad un decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi su proposta del Ministro per la solidarietà sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e finanze, l'individuazione dei soggetti beneficiari, delle modalità di riparto e della quota di cui al comma 1235.
I commi da 1324 a 1327, introdotti nel corso dell'esame presso il Senato, riconoscono il diritto alle detrazioni per carichi di famiglia anche ai soggetti non residenti (limitatamente al triennio 2007-2009) e individuano le condizioni e la documentazione necessaria affinché i suddetti soggetti possano usufruire delle detrazioni stesse.
Il comma 1325 individua la documentazione che deve essere prodotta dai cittadini extracomunitari non residenti che richiedono la detrazione per carichi di famiglia, sia attraverso il sostituto d'imposta sia con la dichiarazione dei redditi.
Il comma 1326 stabilisce, che per gli anni successivi a quello di prima presentazione della documentazione, la richiesta di detrazione deve essere accompagnata da dichiarazione che confermi il perdurare della situazione certificata, o da nuova documentazione, qualora i dati certificati abbiano subito delle modifiche.
Il comma 1327 abroga l'articolo 21, comma 6-bis, del decreto-legge n. 269 del 2003, il quale detta attualmente le modalità per il riconoscimento delle detrazioni per figli a carico da parte del sostituto d'imposta nei confronti di cittadini extracomunitari residenti in Italia.
Il comma 1351, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, esonera gli agenti e i mediatori di assicurazione e riassicurazione nonché le banche, gli intermediari finanziari, alle società di intermediazione mobiliare (SIM) e la società Poste italiane SpA che agiscono quali intermediari di assicurazione dall'obbligo di versare su apposito e separato conto i premi ad essi pagati e le somme destinate ai risarcimenti o ai pagamenti dovuti dalle imprese di assicurazione, se regolati per il tramite dell'intermediario medesimo. L'esonero è subordinato alla condizione che essi documentino in modo permanente, mediante fideiussione bancaria, una capacità finanziaria pari al 4 per cento dei premi incassati, e comunque non inferiore a 15.000 euro.
Formula quindi una proposta di relazione favorevole sulla Tabella n. 1 (Stato di previsione dell'entrata) del disegno di legge C. 1747-B e connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 1), ed una proposta di relazione favorevole sulla Tabella n. 2 (Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze) del disegno di legge C. 1747-B e connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 2).
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame congiunto alle 9,30 della giornata di domani, avvertendo che in tale occasione saranno poste in votazione le proposte di relazione formulate dal relatore.
ALLEGATO 1
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2007 (C. 1747-B Tab. 1) e connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B)
PROPOSTA DI RELAZIONE FORMULATA DAL RELATORE
La VI Commissione Finanze,
esaminate, per le parti di competenza, la Tabella n. 1, Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge C. 1747-B, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009», e le connesse parti del disegno di legge C. 1746-bis-B, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007)», approvati dalla Camera e modificati dal Senato;
sottolineato preliminarmente come le modifiche apportate dal Senato al disegno di legge finanziaria abbiano consentito di migliorare il testo del provvedimento, raggiungendo un più condivisibile punto di equilibrio tra le esigenze di risanamento della finanza pubblica, di rafforzamento della lotta all'evasione fiscale e di sostegno allo sviluppo sociale ed economico del Paese, in particolare per quanto riguarda i settori della ricerca, dell'istruzione e della finanza degli enti locali;
valutate positivamente le previsioni di cui ai commi 4 e 5 dell'articolo 1, che prevedono di destinare le maggiori entrate tributarie eventualmente realizzate nel 2007, eccedenti rispetto agli obiettivi di riduzione dell'indebitamento, alla riduzione della pressione fiscale, prioritariamente a sostegno del reddito dei soggetti incapienti, ovvero dei contribuenti appartenenti alle fasce di reddito più deboli, stabilendo in tale contesto il coinvolgimento del Parlamento attraverso la trasmissione di una relazione annuale del Governo sui risultati della lotta all'evasione;
evidenziato come il comma 6, lettera c), preveda opportunamente modalità flessibili per la ripartizione tra i coniugi della detrazione spettante per ciascun figlio;
sottolineate le opportune modifiche recate dal comma 6, in materia di revisione del regime IRPEF, le quali introducono una clausola di salvaguardia che garantisce ai lavoratori dipendenti a tempo determinato l'effettiva fruizione di una quota minima della detrazione per la produzione del reddito;
evidenziato come le modifiche apportate al comma 11 estendano, per i nuclei familiari con più di tre figli minori di 26 anni, la fruibilità degli assegni familiari relativamente ai figli maggiorenni di età inferiore ai 21 anni che svolgano attività di studio o di apprendistato, tenendo opportunamente conto delle nuove esigenze di molti nuclei familiari, che si trovano spesso a dover far fronte agli oneri di mantenimento dei figli per periodi sempre più lunghi;
considerata favorevolmente la modifica apportata al comma 29, relativamente alla disciplina delle deduzioni per spese mediche, che consente di semplificare la fase di prima applicazione della nuova disciplina in materia, permettendo ai contribuenti di riportare direttamente sullo scontrino attestante le spese sostenute i dati relativi al codice fiscale;
rilevato come il comma 77 integri opportunamente la normativa in materia di imposta di successione, recentemente reintrodotta dal decreto-legge n. 262 del 2006, introducendo una franchigia in favore dei trasferimenti mortis causa nei confronti dei fratelli e delle sorelle, nonché in favore dei soggetti portatori di handicap;
evidenziato come il comma 78 stabilisca una specifica previsione di esenzione dall'imposta sulle successioni per i trasferimenti di aziende o rami di esse, al fine di facilitare il passaggio generazionale delle imprese a gestione familiare, che costituiscono, com'è noto, una delle componenti essenziali della struttura produttiva del Paese;
sottolineata l'esigenza di valutare attentamente le conseguenze sul settore dei giochi derivanti dall'istituzione, prevista dai commi 87 e 88, del nuovo concorso pronostici su base ippica e delle scommesse su simulazioni di eventi, in considerazione della complessa situazione che caratterizza tale comparto;
rilevato come il comma 240 apporti una modifica al regime delle tasse automobilistiche che consente di contrastare il fenomeno, inaccettabile sul piano della lotta all'elusione fiscale, dell'immatricolazione come autocarri di autoveicoli in realtà destinati al trasporto di persone;
sottolineato come le agevolazioni fiscali in favore delle aggregazioni di aziende recate dai commi da 242 a 249 rappresentino un contributo concreto all'irrobustimento della struttura produttiva del capitalismo italiano;
evidenziato come le disposizioni di cui ai commi 289 e 290, recanti un credito d'imposta in favore delle imprese agricole per i costi sostenuti per l'ottenimento della certificazione di qualità, nonché le norme di cui ai commi 1096 e 1098, in materia di regime IRPEF speciale per le società agricole, testimonia dell'attenzione del Governo volta a sostenere l'evoluzione del mondo agricolo verso forme produttive ed organizzative più moderne, caratterizzate da una sempre maggiore attenzione alla qualità ed alla tutela dei consumatori;
rilevato come il comma 308, recante previsioni in materia di effettuazione dei rimborsi IVA in favore dei contribuenti che vantino crediti nei confronti dell'Erario, costituisca un'utile misura per portare a soluzione l'annoso problema dei ritardi nei rimborsi fiscali, che, oltre ad alleviare la condizione finanziaria di molti imprenditori e professionisti, si inquadra nell'obiettivo di improntare i rapporti tra fisco e contribuenti ad uno spirito di sempre maggiore trasparenza e correttezza reciproca;
rilevato come la norma di cui al comma 337, che modifica la disciplina relativa alla comunicazione, da parte dei soggetti IVA, degli elenchi fornitori, consenta di semplificare gli adempimenti cui sono chiamati i contribuenti in merito, salvaguardando le finalità di tutela degli interessi dell'Erario insiti in tale previsione;
rilevato come le previsioni di cui ai commi da 371 a 373 e di cui ai commi 380 e 381 mantengano la disciplina relativa alla riduzione dell'accisa sui prodotti energetici in favore del biodiesel e prevedano l'esenzione dall'accisa dell'olio vegetale puro utilizzato a fini energetici per autoconsumo nell'ambito dell'impresa agricola, e considerata, in tale contesto, la necessità di assicurare l'opportuno coordinamento tra tale normativa e le disposizioni di cui al decreto legislativo di recepimento della direttiva, che interviene sulla medesima disciplina dell'accisa,
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 2
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2007 (C. 1747-B Tab. 1) e connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B)
PROPOSTA DI RELAZIONE FORMULATA DAL RELATORE
La VI Commissione Finanze,
esaminate, per le parti di competenza, la Tabella n. 2, stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge C. 1747-B, recante «Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009», e le connesse parti del disegno di legge C. 1746-bis-B, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007)», approvati dalla Camera e modificati dal Senato;
evidenziata la necessità di avviare una approfondita riflessione circa il contenuto proprio dei documenti di bilancio e le modalità di esame parlamentare della manovra di fine anno, avviando a soluzione i gravi nodi problematici registratisi nell'esperienza degli ultimi anni, dai quali emerge l'esigenza di semplificare il contenuto del disegno di legge finanziaria e di rafforzare la capacità del Parlamento nel suo complesso e delle singole Commissioni parlamentari di valutare adeguatamente i contenuti qualificanti delle decisioni in materia di programmazione finanziaria, introducendo elementi di maggiore razionalità e chiarezza in un processo decisionale di rilievo fondamentale per il Paese, che rischia tuttavia di trasformarsi in un coacervo di interventi normativi caratterizzato da scarsa qualità normativa ed insufficiente coerenza complessiva;
considerato come i commi da 224 a 238 introducano un meccanismo di contribuzione in favore dei soggetti che rottamano, anche senza sostituirli, autoveicoli, autocarri e motoveicoli obsoleti con altri a minore impatto ambientale, contribuendo in tal modo a rinnovare il parco automobilistico circolante, nonché a perseguire gli obiettivi di politica ambientale indicati tra gli indirizzi programmatici prioritari del Governo;
rilevato come il comma 466, il quale stabilisce limiti ai compensi per gli amministratori investiti di particolari cariche nelle società partecipate dal Ministero dell'economia o da queste controllate o a queste collegate, possa comportare effetti positivi, oltre che sul piano dei risparmi di spesa, anche sotto il profilo della razionalizzazione della disciplina applicabile al settore pubblico;
sottolineato come le nuove previsioni di cui ai commi 1234 e 1235 consentano di ripristinare lo strumento del 5 per mille, che può costituire un importante sostegno all'attività del cosiddetto «terzo settore», eliminando al contempo gli elementi di criticità presenti nella disciplina introdotta nel corso della passata legislatura, che consentiva di concorrere alla fruizione di tali risorse anche a soggetti del tutto privi dei caratteri di utilità sociali alla cui valorizzazione deve invece essere finalizzato tale strumento,
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
VICOMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)
Martedì 19 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Martedì 19 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Paolo DEL MESE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alfiero Grandi.
La seduta comincia alle 9.10.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria per l'anno 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno 2007.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, iniziato nella seduta di ieri.
Paolo DEL MESE, presidente, ricorda come, nella seduta di ieri, il relatore Tolotti abbia formulato proposte di relazione favorevole sui provvedimenti in esame.
La Commissione approva, con distinte votazioni, la proposta di relazione favorevole sulla Tabella n. 1, concernente lo stato di previsione dell'entrata dell'anno finanziario 2007, del disegno di legge C. 1747-B e relativa nota di variazione, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 1), e la proposta di relazione favorevole sulla Tabella n. 2, concernente lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, del disegno di legge C. 1747-B e relativa nota di variazione, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 2).
Nomina quindi il deputato Tolotti relatore presso la Commissione Bilancio.
ALLEGATO 1
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009, e relativa nota di variazione.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2007 (C. 1747-B Tab. 1)
e connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VI Commissione Finanze,
esaminate, per le parti di competenza, la Tabella n. 1, Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge C. 1747-B, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009», e le connesse parti del disegno di legge C. 1746-bis-B, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007)», approvati dalla Camera e modificati dal Senato;
sottolineato preliminarmente come le modifiche apportate dal Senato al disegno di legge finanziaria abbiano consentito di migliorare il testo del provvedimento, raggiungendo un più condivisibile punto di equilibrio tra le esigenze di risanamento della finanza pubblica, di rafforzamento della lotta all'evasione fiscale e di sostegno allo sviluppo sociale ed economico del Paese, in particolare per quanto riguarda i settori della ricerca, dell'istruzione e della finanza degli enti locali;
valutate positivamente le previsioni di cui ai commi 4 e 5 dell'articolo 1, che prevedono di destinare le maggiori entrate tributarie eventualmente realizzate nel 2007, eccedenti rispetto agli obiettivi di riduzione dell'indebitamento, alla riduzione della pressione fiscale, prioritariamente a sostegno del reddito dei soggetti incapienti, ovvero dei contribuenti appartenenti alle fasce di reddito più deboli, stabilendo in tale contesto il coinvolgimento del Parlamento attraverso la trasmissione di una relazione annuale del Governo sui risultati della lotta all'evasione;
evidenziato come il comma 6, lettera c), preveda opportunamente modalità flessibili per la ripartizione tra i coniugi della detrazione spettante per ciascun figlio;
sottolineate le opportune modifiche recate dal comma 6, in materia di revisione del regime IRPEF, le quali introducono una clausola di salvaguardia che garantisce ai lavoratori dipendenti a tempo determinato l'effettiva fruizione di una quota minima della detrazione per la produzione del reddito;
evidenziato come le modifiche apportate al comma 11 estendano, per i nuclei familiari con più di tre figli minori di 26 anni, la fruibilità degli assegni familiari relativamente ai figli maggiorenni di età inferiore ai 21 anni che svolgano attività di studio o di apprendistato, tenendo opportunamente conto delle nuove esigenze di molti nuclei familiari, che si trovano spesso a dover far fronte agli oneri di mantenimento dei figli per periodi sempre più lunghi;
considerata favorevolmente la modifica apportata al comma 29, relativamente alla disciplina delle deduzioni per spese mediche, che consente di semplificare la fase di prima applicazione della nuova disciplina in materia, permettendo ai contribuenti di riportare direttamente sullo scontrino attestante le spese sostenute i dati relativi al codice fiscale;
rilevato come il comma 77 integri opportunamente la normativa in materia di imposta di successione, recentemente reintrodotta dal decreto-legge n. 262 del 2006, introducendo una franchigia in favore dei trasferimenti mortis causa nei confronti dei fratelli e delle sorelle, nonché in favore dei soggetti portatori di handicap;
evidenziato come il comma 78 stabilisca una specifica previsione di esenzione dall'imposta sulle successioni per i trasferimenti di aziende o rami di esse, al fine di facilitare il passaggio generazionale delle imprese a gestione familiare, che costituiscono, com'è noto, una delle componenti essenziali della struttura produttiva del Paese;
sottolineata l'esigenza di valutare attentamente le conseguenze sul settore dei giochi derivanti dall'istituzione, prevista dai commi 87 e 88, del nuovo concorso pronostici su base ippica e delle scommesse su simulazioni di eventi, in considerazione della complessa situazione che caratterizza tale comparto;
rilevato come il comma 240 apporti una modifica al regime delle tasse automobilistiche che consente di contrastare il fenomeno, inaccettabile sul piano della lotta all'elusione fiscale, dell'immatricolazione come autocarri di autoveicoli in realtà destinati al trasporto di persone;
sottolineato come le agevolazioni fiscali in favore delle aggregazioni di aziende recate dai commi da 242 a 249 rappresentino un contributo concreto all'irrobustimento della struttura produttiva del capitalismo italiano;
evidenziato come le disposizioni di cui ai commi 289 e 290, recanti un credito d'imposta in favore delle imprese agricole per i costi sostenuti per l'ottenimento della certificazione di qualità, nonché le norme di cui ai commi 1096 e 1098, in materia di regime IRPEF speciale per le società agricole, testimonia dell'attenzione del Governo volta a sostenere l'evoluzione del mondo agricolo verso forme produttive ed organizzative più moderne, caratterizzate da una sempre maggiore attenzione alla qualità ed alla tutela dei consumatori;
rilevato come il comma 308, recante previsioni in materia di effettuazione dei rimborsi IVA in favore dei contribuenti che vantino crediti nei confronti dell'Erario, costituisca un'utile misura per portare a soluzione l'annoso problema dei ritardi nei rimborsi fiscali, che, oltre ad alleviare la condizione finanziaria di molti imprenditori e professionisti, si inquadra nell'obiettivo di improntare i rapporti tra fisco e contribuenti ad uno spirito di sempre maggiore trasparenza e correttezza reciproca;
rilevato come la norma di cui al comma 337, che modifica la disciplina relativa alla comunicazione, da parte dei soggetti IVA, degli elenchi fornitori, consenta di semplificare gli adempimenti cui sono chiamati i contribuenti in merito, salvaguardando le finalità di tutela degli interessi dell'Erario insiti in tale previsione;
rilevato come le previsioni di cui ai commi da 371 a 373 e di cui ai commi 380 e 381 mantengano la disciplina relativa alla riduzione dell'accisa sui prodotti energetici in favore del biodisel e prevedano l'esenzione dall'accisa dell'olio vegetale puro utilizzato a fini energetici per autoconsumo nell'ambito dell'impresa agricola, e considerata, in tale contesto, la necessità di assicurare l'opportuno coordinamento tra tale normativa e le disposizioni di cui al decreto legislativo di recepimento della direttiva 2003/96/CE, che interviene sulla medesima disciplina dell'accisa.
ALLEGATO 2
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007, e relativa nota di variazione (C. 1747-B Tab. 2)
e connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VI Commissione Finanze,
esaminate, per le parti di competenza, la Tabella n. 2, stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge C. 1747-B, recante «Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009», e le connesse parti del disegno di legge C. 1746-bis-B, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007)», approvati dalla Camera e modificati dal Senato;
evidenziata la necessità di avviare una approfondita riflessione circa il contenuto proprio dei documenti di bilancio e le modalità di esame parlamentare della manovra di fine anno, avviando a soluzione i gravi nodi problematici registratisi nell'esperienza degli ultimi anni, dai quali emerge l'esigenza di semplificare il contenuto del disegno di legge finanziaria e di rafforzare la capacità del Parlamento nel suo complesso e delle singole Commissioni parlamentari di valutare adeguatamente i contenuti qualificanti delle decisioni in materia di programmazione finanziaria, introducendo elementi di maggiore razionalità e chiarezza in un processo decisionale di rilievo fondamentale per il Paese, che rischia tuttavia di trasformarsi in un coacervo di interventi normativi caratterizzato da scarsa qualità normativa ed insufficiente coerenza complessiva;
considerato come i commi da 224 a 238 introducano un meccanismo di contribuzione in favore dei soggetti che rottamano, anche senza sostituirli, autoveicoli, autocarri e motoveicoli obsoleti con altri a minore impatto ambientale, contribuendo in tal modo a rinnovare il parco automobilistico circolante, nonché a perseguire gli obiettivi di politica ambientale indicati tra gli indirizzi programmatici prioritari del Governo;
rilevato come il comma 466, il quale stabilisce limiti ai compensi per gli amministratori investiti di particolari cariche nelle società partecipate dal Ministero dell'economia o da queste controllate o a queste collegate, possa comportare effetti positivi, oltre che sul piano dei risparmi di spesa, anche sotto il profilo della razionalizzazione della disciplina applicabile al settore pubblico;
sottolineato come le nuove previsioni di cui ai commi 1234 e 1235 consentano di ripristinare lo strumento del 5 per mille, che può costituire un importante sostegno all'attività del cosiddetto «terzo settore», eliminando al contempo gli elementi di criticità presenti nella disciplina introdotta nel corso della passata legislatura, che consentiva di concorrere alla fruizione di tali risorse anche a soggetti del tutto privi dei caratteri di utilità sociali alla cui valorizzazione deve invece essere finalizzato tale strumento;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
VIICOMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA.
La seduta comincia alle 18.15.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione.
Tabella n. 14: Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 17: Stato di previsione del Ministero dell'università e ricerca (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli sulle Tab. nn. 2, 7 e 14 - Relazione favorevole con osservazione sulla Tab. n. 17).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Pietro FOLENA, presidente, avverte che la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, i disegni di legge di bilancio e finanziaria per il 2007, per le parti di propria competenza che siano state modificate nel corso dell'esame al Senato.
Alba SASSO (Ulivo), relatore, ricorda, in riferimento al disegno di legge finanziaria, come modificato dal Senato, per le parti di competenza della Commissione, che l'articolo 1, comma 52, in materia di realizzazione di campagne di informazione e di educazione dei giovani, ex comma 36-bis dell'articolo 3 - inserito dalla Commissione bilancio del Senato, autorizza, per ciascun anno del triennio 2007-2009, la spesa di 100 mila euro, a favore del Ministero della pubblica istruzione, al fine di realizzare campagne di informazione e di educazione dei giovani, da realizzare in collaborazione con le istituzioni scolastiche. Lo scopo di tali campagne consiste nella realizzazione di programmi educativi che rendano i ragazzi consapevoli dei rischi derivanti dal vizio del gioco, di modo che le giovani generazioni sviluppino un approccio responsabile a tale attività. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria, dovrà essere quindi emanato un decreto del Ministro della pubblica istruzione, con il quale disciplinare le modalità e i criteri per lo svolgimento delle menzionate campagne informative. Gli stanziamenti disposti dal comma in esame comportano una corrispondente riduzione di 100 mila euro all'anno, per il triennio 2007-2009, della voce Ministero dell'economia e delle finanze della Tabella A, allegata al disegno di legge finanziaria.
Aggiunge quindi che l'articolo 1, comma 602, sull'utilizzo della disponibilità del fondo per l'offerta formativa, introdotto dal Senato, rende disponibili stanziamenti dello stato di previsione del ministero della pubblica istruzione rimasti inutilizzati al termine dell'esercizio finanziario di competenza per il mancato perfezionamento delle relative procedure e ne dispone l'assegnazione ai bilanci delle istituzioni scolastiche. In particolare si prevede che le somme del fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi, istituito nello stato di previsione del ministero della pubblica istruzione dalla legge 18 dicembre 1997, n. 440 possano essere utilizzate negli anni successivi a quello di assegnazione. Si stabilisce inoltre che le quote del medesimo fondo, non ripartite nel 2006, per l'esercizio finanziario 2007 siano trasferite direttamente alle istituzioni scolastiche autonome e destinate al miglioramento dell'offerta formativa ed alla formazione del personale, secondo le indicazioni recate dalla direttiva annuale concernente interventi prioritari e criteri di riparto, secondo quanto stabilito dalla direttiva 3 aprile 2006, n. 33. Precisa peraltro che il primo periodo del comma in esame sembrerebbe superfluo in quanto l'articolo 1, comma 2 della legge 440/1997 prevede che le somme inutilizzate in corso d'anno siano disponibili nell'esercizio finanziario successivo. Segnala che l'articolo 1, comma 626, del disegno di legge finanziaria in esame è finalizzato all'ampliamento dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche anche al di fuori dell'orario di lezione; a tal fine prevede che il ministro della pubblica istruzione definisca criteri e parametri per l'assegnazione di risorse finanziarie alle istituzioni medesime.
Ricorda che i commi 605-620 - ex articolo 66, comma 1 del disegno di legge 1746-bis presentato dal Governo alla Camera - modificati dal Senato; recano varie misure di razionalizzazione della spesa nel settore scolastico che interessano: il numero di alunni per classe ed il rapporto numerico insegnanti di sostegno/alunni; le assunzioni del personale docente e ATA, la mobilità, la riconversione professionale e la valutazione dei titoli del personale docente; il riordino degli enti di servizio del ministero della Pubblica istruzione; i revisori dei conti delle istituzioni scolastiche; le procedure concorsuali e la disciplina transitoria di reclutamento dei per dirigenti scolastici; i carichi orari dell'istruzione professionale. Le modifiche introdotte dal Senato riguardano in particolare: le assunzioni e le graduatorie del personale docente, comma 605 lettera c), terzo- sesto periodo; la disciplina transitoria per la nomina dei dirigenti scolastici, comma 605, lettera c), ultimi periodi e comma 619; il collegio di revisori di conti delle istituzioni scolastiche, ai sensi del nuovo comma 617.
Con riguardo ai docenti, è previsto al comma 605, lettera c) un piano di assunzioni triennale 2007-2009 per complessive 150 mila unità da verificare annualmente per la concreta fattibilità, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze e con la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica. In relazione al piano citato è stata soppressa la menzione - tra le finalità di quest'ultimo - di individuare procedure concorsuali più snelle a cadenze programmate. È stata inoltre soppressa la previsione di abolire - dall'anno scolasticomma2010/2011 - l'utilizzo delle graduatorie permanenti, per l'accesso ai ruoli nella misura del 50 per cento dei posti nonché di far decadere le graduatorie dei concorsi per titoli ed esami già banditi, demandando ad un decreto ministeriale l'indicazione di criteri per la valutazione di titoli e servizi dei docenti inclusi in queste ultime ai fini della partecipazione a futuri concorsi. Sono state quindi introdotte le disposizioni relative al comma 605, lettera c) terzo,quarto,quinto e sesto periodo; le assunzioni di cui al piano triennale saranno effettuate nel rispetto del regime autorizzatorio di cui all'articolo 39, comma 3-bis, della legge 449/1997.
Le graduatorie permanenti saranno trasformate in graduatorie ad esaurimento facendo salva l'inclusione in queste ultime - per il biennio 2007-2008 - dei docenti già abilitati nonché l'inserimento con riserva di quanti, alla data di entrata in vigore della legge finanziaria, stiano già frequentando una serie di corsi abilitanti. Il Ministro della pubblica istruzione dovrà effettuare un monitoraggio sugli esiti del meccanismo descritto e riferire entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge alle competenti Commissioni parlamentari, al fine di individuare nuove modalità di formazione, abilitazione e reclutamento del personale docente, nonché apportare eventuali adattamenti alla disciplina dettata. Con riguardo all'inserimento con riserva nelle graduatorie precisa che vi hanno diritto i docenti già frequentanti: il corso di laurea in Scienza della formazione primaria e le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (S.S.I.S.) in esito ai quali si conseguono titoli abilitanti; i corsi abilitanti speciali indetti presso le università le accademie di belle arti ed i conservatori in relazione alla disposizioni recate dall'articolo 2 del decreto-legge n. 97 del 2004 convertito con modificazioni dalla legge n. 143 del 2004; i corsi biennali abilitanti di secondo livello ad indirizzo didattico-(COBASLID) presso le Accademie di belle Arti, i corsi di didattica della musica presso i Conservatori di musica.
Aggiunge che le disposizioni introdotte dal Senato disciplinano altresì le nomine dei dirigenti scolastici nei prossimi tre anni ai commi 605, lettera c), ultimi periodi) e 619, attingendo ai candidati al concorso ordinario ed ai due corsi concorsi riservati. Ciò in attesa del regolamento di delegificazione previsto dal comma 618, non modificato, per la definizione di nuove procedure concorsuali. Il comma 605 alla lettera c), in relazione alla presumibile necessità di coprire posti vacanti nei tre anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009 e 2009/2010, dispone la nomina di candidati a due procedure concorsuali riservate - bandite, rispettivamente, nel 2002 e nel 2006 -, delle quali una è in fase di espletamento, operando pertanto una sanatoria di posizioni. In particolare verranno nominati, nell'ordine, candidati al concorso riservato per dirigente scolastico di cui al Decreto ministeriale 3 ottobre 2006, che pur avendo completato l'iter concorsuale non ottengano l'immissione in ruolo per carenza di posti; candidati al medesimo concorso ed al precedente - bandito con Decreto dirigenziale 17 dicembre 2002 - ammessi ai corsi di formazione previsti dalla procedura concorsuale, ma esclusi dai medesimi per mancanza di posti disponibili. Per tale categoria viene previsto un corso di formazione, a carattere facoltativo e da realizzare senza oneri aggiuntivi, che dà accesso agli esami finali previsti nei citati bandi ed all'inserimento in coda nelle rispettive graduatorie. Per l'ordine di conferimento delle nomine si fa riferimento alla data di indizione dei concorsi richiamati; rinvia comunque al regime autorizzatorio in materia di assunzioni disposto dall'articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Si dispone infine l'inserimento in coda nella graduatoria di merito del concorso del 2002 di coloro che, pur avendo superato l'esame finale, siano stati esclusi perché privi del requisito di almeno un anno di incarico di presidenza.
Ricorda quindi che il comma 619 prevede l'accesso ai ruoli di alcune categorie di partecipanti al primo corso concorso ordinario per 1500 dirigenti scolastici, bandito con Decreto dirigenziale del 22 novembre 2004, ancora in fase di svolgimento. Il testo approvato dalla Camera disponeva che sui posti messi a concorso nel 2004 e, ove questi non fossero sufficienti, sui posti vacanti per gli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009, fossero nominati: i candidati che avessero positivamente espletato la prima parte del corso concorso (corso di formazione) con produzione di una relazione finale e conseguimento di attestato ma senza l'effettuazione dell'esame finale; in subordine, i candidati esclusi dal corso di formazione (pur avendo superato le prove propedeutiche), previa partecipazione ad apposito corso intensivo. La modifica apportata dal Senato, specifica che sono compresi tra gli aventi diritto anche i candidati in possesso dei prescritti requisiti ammessi con riserva a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o amministrativa.
Evidenzia ancora che il comma 617, introdotto dal Senato, prevede quindi una norma transitoria nelle more del perfezionamento della disciplina recata dal comma 616. Quest'ultimo ha ridotto da tre a due il numero dei revisori dei conti delle istituzioni scolastiche - designati, rispettivamente, dal ministro della Pubblica istruzione e dell'economia e delle finanze - ed ha assegnato a queste ultime le conseguenti economie di spesa. Si dispone infatti la conferma degli attuali rappresentanti dei due ministeri fino all'emanazione dei nuovi decreti di nomina o, comunque, non oltre l'entrata in vigore di un provvedimento di modifica all'attuale regolamento di gestione delle istituzioni scolastiche, adottato con decreto ministeriale 1o febbraio 2001, n. 44.
Sottolinea quindi che il successivo comma 623 introdotto al Senato, nell'ambito delle misure volte a innalzare l'obbligo scolastico ed elevare l'età per l'accesso al lavoro da quindici a sedici anni, prevede che nella provincia autonoma di Bolzano, considerato il suo particolare sistema della formazione professionale, l'ultimo anno dell'obbligo scolastico possa essere speso anche nelle scuole professionali provinciali in abbinamento con adeguate forme di apprendistato. La norma viene così a prefigurare una sorta di deroga rispetto alle prescrizioni contenute nei commi precedenti in materia di obbligo scolastico. Segnala peraltro che il successivo comma 625 ha altresì autorizzato la prosecuzione dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 28 del decreto legislativo n. 226 del 2005 confermando i relativi finanziamenti. Il comma 625 riproduce infatti con qualche modifica introdotta al Senato, dovuta probabilmente alla necessità di una interpretazione più chiara della norma, quanto previsto dall'articolo 68, comma 3 del disegno di legge del Governo in materia di edilizia scolastica. In particolare il comma autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2007 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica di cui all'articolo 4 della legge 11 gennaio 1996, n. 23. Il 50 per cento delle predette risorse è destinato al completamento delle attività di messa in sicurezza e di adeguamento a norma degli edifici scolastici da parte dei competenti enti locali; per questi specifici interventi le regioni e gli enti locali interessati, nell'ambito dei piani sopra citati, concorrono al finanziamento, ciascuno nella misura di un terzo. Le regioni possono fissare un nuovo termine di scadenza per la messa in sicurezza e l'adeguamento a norma degli edifici scolastici, comunque non successivo al 31 dicembre 2009, previa sottoscrizione di un «patto per la sicurezza» tra Ministero della pubblica istruzione, regione ed enti locali della medesima regione.
Evidenzia ancora che il comma 629, introdotto dal Senato, prevede che i comuni possano, a fronte di particolari esigenze, fornire agli alunni in possesso dei requisiti richiesti che adempiono l'obbligo scolastico, i libri di testo anche in comodato e non solo in maniera gratuita o parzialmente gratuita, secondo quanto finora disposto dall'articolo 27, comma 1 della legge n. 448 del 1998 (legge finanziaria per il 1999), in base al quale i comuni devono provvedere a garantire, in presenza di determinati requisiti di reddito, la gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono l'obbligo scolastico, nonché alla fornitura di libri di testo da dare anche in comodato agli studenti della scuola secondaria superiore. Sottolinea che il comma in esame va visto in relazione al precedente comma 628 - già articolo 68, comma 6, del disegno di legge del governo - ed in particolare al primo periodo che estende agli studenti del primo e del secondo anno dell'istruzione secondaria superiore -in connessione all'estensione dell'obbligo scolastico disposta dal precedente comma 622 - la gratuità parziale dei libri di testo, prevista dal citato articolo 27, della legge 448/1998. La norma in commento sembra quindi volta a mantenere la possibilità di fornire a tali studenti i libri di testo anche in comodato. Ricorda infine che il terzo periodo del comma 628 prevede che le istituzioni scolastiche, le reti di scuole e le associazioni dei genitori siano autorizzate al noleggio di libri scolastici agli studenti e ai loro genitori.
Rileva quindi che il comma 641 introdotto dal Senato, autorizza la spesa di 20 milioni di euro per gli anni 2007, 2008 e 2009 per le finalità di cui al decreto legislativo n. 204 del 1998, in linea generale a favore della ricerca scientifica. Il successivo comma 643 introdotto al Senato autorizza, per gli anni 2008 e 2009, gli enti di ricerca pubblici ad effettuare assunzioni di personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato entro il limite dell'80 per cento delle proprie entrate correnti complessive, come risultanti dal bilancio consuntivo dell'anno precedente, purché entro il limite delle risorse relative alla cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno, vale a dire nel 2007. La norma, riprendendo il testo originario presentato dal governo alla Camera - articolo 70, comma 1 dell'atto Camera n. 1746-bis - consente nuove assunzioni a tempo indeterminato per gli enti di ricerca, e non anche per le università, precedentemente incluse nella disposizione. Ricorda poi che il comma 520 prevede, per l'anno 2007, la costituzione di apposito fondo, destinato alla stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e personale impiegato in attività di ricerca, mentre il comma 529 stabilisce che, per il triennio 2007-2009, le pubbliche amministrazioni che procedono all'assunzione di personale a tempo determinato, nel bandire le relative prove selettive riservino una quota del 60 per cento del totale dei posti programmati ai soggetti con i quali hanno stipulato uno o più contratti di collaborazione coordinata e continuativa, per la durata complessiva di almeno un anno raggiunta alla data del 29 settembre 2006, attraverso i quali le medesime abbiano fronteggiato esigenze attinenti alle ordinarie attività di servizio.
Osserva, poi, che il comma 647 modificato al Senato stabilisce che il decreto del Ministro dell'università e della ricerca, da emanare entro il 31 marzo 2007, in materia di modalità di svolgimento dei concorsi per ricercatore, riguarda i concorsi banditi dalle università successivamente alla data di emanazione del decreto stesso, e non successivamente alla data di entrata in vigore della legge finanziaria come precedentemente indicato. Il comma 653 modificato al Senato nell'ambito del divieto temporaneo - per gli anni dal 2007 al 2009 - di istituire nuove facoltà e corsi di studio in comuni diversi da quello ove l'ateneo ha la sede legale e amministrativa, introduce invece una deroga per i comune confinanti; le attività di razionalizzazione dell'offerta didattica mediante accorpamento di sedi decentrate già esistenti nelle regioni Valle d'Aosta e nelle province autonome di Trento e Bolzano; l'istituzione di centri di ricerca funzionali alle attività produttive della regione. Ricorda che nella versione originaria dell'articolo 71 del disegno di legge finanziaria presentato dal governo alla Camera, le università dovevano inoltre provvedere, per le facoltà e i corsi di studio decentrati già esistenti, ad integrare le convenzioni con gli enti locali e gli altri enti sottoscrittori, in modo da assicurarne il funzionamento, per almeno venti anni, in termini di risorse finanziarie, strumentali e di strutture edilizie. Le predette convenzioni dovevano poi acquisire il parere di congruità del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario. Il comma 654 - introdotto al Senato - autorizza, per ciascun anno del triennio 2007-2009, la spesa di 500.000 euro, per le spese di funzionamento della Fondazione Collegio europeo di Parma. Si ricorda che la Fondazione Collegio europeo di Parma è una fondazione di diritto privato senza scopo di lucro - istituita nel 2004 con il subentro al Consorzio Collegio Europeo di Parma fondato nel 1988 - cui partecipano, tra l'altro, la Regione Emilia Romagna e il Comune e la Provincia di Parma - finalizzata a favorire l'alta formazione di esperti nelle materie relative al processo di integrazione europea e a svolgere attività di formazione, informazione, ricerca e divulgazione scientifica e didattica sull'Unione europea. La Fondazione rilascia titoli di studio non aventi valore legale.
Sottolinea quindi che il comma 717 introdotto al Senato, mediante modifiche all'articolo 3 della legge n. 250 del 1990, estende - nel limite complessivo di due milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 - i contributi per i giornali quotidiani in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige alle emittenti radiotelevisive che trasmettano programmi nelle citate lingue e nelle medesime regioni a condizione che le imprese editrici non editino altri giornali e non possiedano altre emittenti radiotelevisive e subordinatamente al possesso di alcuni requisiti. Il comma 1133 - già articolo 163, comma 1, del disegno di legge del Governo - reca invece la proroga fino al 31 dicembre 2007 dei contratti di lavoro a tempo determinato relativi al Ministero per i beni e le attività culturali previsti dall'articolo 1, comma 596, della legge finanziaria 2006. Nel corso dell'esame al Senato è stato aggiunto un periodo, totalmente estraneo al contenuto del comma, che reca disposizioni relative agli uffici di livello dirigenziale generale del Ministero per i beni e le attività culturali. La norma in esame precisa che ai fini della riorganizzazione di cui al comma 404 lettera a) sulla riduzione del numero degli uffici di livello dirigenziale generale di almeno il 10 per cento, per gli uffici di livello dirigenziale generale del Ministero per i beni e le attività culturali si tiene conto di quanto già disposto dall'articolo 2, comma 94 del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286. Il successivo comma 1134, introdotto dal Senato, reca invece una correzione all'articolo 2, comma 98, lettere b) e c) del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006 n. 286, facendo riferimento non al comma 94 dell'articolo 2 dello stesso decreto legge, ma al comma 1 dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, modificato appunto dal suddetto comma 94. Il comma 1136 modificato al Senato si colloca quindi nell'ambito delle misure previste in materia di beni e attività culturali, di cui all'articolo 163 del disegno di legge 1746-bis presentato dal Governo alla Camera. In particolare, il comma 1136 istituisce un Fondo per l'attuazione di accordi di cofinanziamento tra lo stato e le autonomie finanziato dal successivo comma 1137 con 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 e finalizzato al sostegno di interventi in materia di attività culturali svolte sul territorio italiano. La modifica introdotta la Senato precisa le modalità per il finanziamento degli interventi che vengono rimesse a decreti del Ministro per i beni e le attività culturali.
Ricorda quindi che il comma 1139 - introdotto al Senato - autorizza, per ciascun anno del triennio 2007-2009, la spesa di 50.000 euro a favore del Parco della pace di S. Anna di Stazzema e dell'area monumentale circostante. L'intervento, che richiama esplicitamente il comma 2 del citato articolo 5, sembrerebbe quindi volto ad incrementare lo stanziamento per le spese di funzionamento del Parco. Il comma 1140, modificato al Senato, assegna quindi al Fondo per la produzione, la distribuzione l'esercizio e le industrie tecniche previsto dell'articolo 12 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28. un contributo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 per interventi a sostegno di istituzioni, grandi eventi di carattere culturale e ulteriori esigenze del settore dello spettacolo. La modifica riguarda una correzione formale relativa all'individuazione del Fondo cui attribuire le risorse, erroneamente individuato, nel testo originario, nel Fondo di garanzia di cui alla lettera e) del comma 1 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28 ora confluito nel nuovo Fondo per la produzione, la distribuzione, l'esercizio e le industrie tecniche. Aggiunge che i commi 1150 e 1151, non modificati dal Senato, contengono alcune modifiche concernenti la disciplina del Fondo. Rileva quindi che il comma 1143, introdotto durante l'esame presso la Camera, attraverso una modifica all'articolo 3, comma 8, del decreto-legge n. 67 del 1997, consente la riprogrammazione delle risorse giacenti nelle contabilità speciali dei capi degli istituti centrali e periferici del Ministero per i beni e le attività culturali, non impegnate entro il 30 novembre 2006. Tali risorse possono essere trasferite da una contabilità speciale ad un'altra ai fini dell'attuazione dei nuovi interventi individuati con la riprogrammazione; con una modifica introdotta dal Senato si prevede che il trasferimento avvenga, ove possibile, nell'ambito della stessa Regione. Il comma 1144, introdotto dal Senato, apporta alcune modificazioni alla legge 17 aprile 2003, n. 91 istitutiva del Museo Nazionale della Shoah. Sottolinea che la norma in commento modifica in particolare la denominazione del museo in Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah; inteso quale testimonianza delle vicende che hanno caratterizzato la bimillenaria presenza ebraica in Italia e non più come luogo simbolico per conservare nella memoria della nazione le vicende delle persecuzioni razziali e dell'Olocausto. Include quindi tra i compiti del museo, la diffusione della storia, del pensiero e della cultura dell'ebraismo italiano; abroga la previsione di comprendere tra i compiti del museo quello di organizzare l'assegnazione di premi nazionali e internazionali per libri e opere a persone o enti che hanno contribuito a promuovere la conoscenza della Shoah e il mantenimento della sua memoria; dispone che per le attività di ricerca e documentazione scientifica il Museo si avvale della collaborazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), oltre a quella già prevista della fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC) di Milano.
Aggiunge che il comma 1145, ex articolo 164 del disegno di legge 1746-bis, modificato dal Senato, autorizza la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2007 a favore delle accademie e delle istituzioni superiori musicali, coreutiche e per le industrie artistiche di cui alla legge n. 508 del 1999, riservando 10 milioni alla ristrutturazione ed alla manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati e 10 milioni di euro al funzionamento amministrativo e didattico. La modifica apportata al Senato specifica che gli interventi edilizi devono essere prioritariamente effettuati su immobili di proprietà pubblica e demaniale. La disposizione sembra finalizzata a restringere la platea dei destinatari del beneficio alle istituzioni ospitate in edifici pubblici.Il comma 1146, introdotto dal Senato, assegna invece 1.500.000 euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2007, 2008 e 2009 a favore della Fondazione Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma, e richiama in proposito la finalità già enunciata dalla legge n. 98 del 2004 che, per lo sviluppo qualitativo e quantitativo delle attività culturali e musicali svolte dalla fondazione, aveva disposto un finanziamento di pari importo per ciascuno degli esercizi finanziari dal 2004 al 2006. Il comma 1149, introdotto dal Senato, dispone che le risorse stanziate con delibera CIPE 35/2005, ai sensi del comma 219, dell'articolo 1, della legge finanziaria del 2005, si intendono prorogate per il biennio 2008/2009. La citata delibera del CIPE prevede un finanziamento complessivo, nel triennio 2005-2007, di 7,85 milioni di euro a favore dell'Istituto italiano studi filosofici e di 5,05 milioni di euro a favore dell'Istituto italiano per gli studi storici, entrambi aventi sede a Napoli. Il comma 219 della legge finanziaria per il 2005 aveva disposto che il CIPE, a valere sulle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, assegnasse un finanziamento ai due istituti per la realizzazione delle rispettive attività di ricerca e formazione di rilevante interesse pubblico per la promozione dell'integrazione europea e mediterranea del Mezzogiorno.
Rileva quindi che il comma 1243 modificato al Senato interviene sull'autorizzazione di spesa correlata alla costituzione della Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie prevista dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266, (legge finanziaria per il 2006), all'articolo 1, comma 341; si tratta, in particolare, di 60 milioni di euro per gli anni 2007 e 2008, e 180 milioni di euro per l'anno 2009. Precisa che la versione originaria della norma - articolo 190 del disegno di legge 1746-bis presentato dal Governo alla Camera - prevedeva la soppressione dell'autorizzazione di spesa a decorrere dall'anno 2007. La modifica introdotta al Senato ripristina la predetta autorizzazione, riducendola, rispetto alla legge istitutiva, di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 50 milioni di euro per l'anno 2009; di conseguenza, lo stanziamento a favore della Fondazione risulta essere di 50 milioni per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 130 milioni per il 2009. Le disposizioni, contenute ai commi 1245-1248, introdotti al Senato, riproducono quindi, sostanzialmente, i contenuti degli articoli 24 e 26 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, collegato alla manovra finanziaria in materia di provvidenze all'editoria; tali articoli sono stati peraltro soppressi nel corso dell'esame parlamentare della legge di conversione. In particolare, con riferimento al comma 1245, si prevede - con l'obiettivo esplicito di dare attuazione al principio costituzionale del pluralismo dell'informazione e di tutelare e promuovere lo sviluppo del settore dell'editoria - che il Governo elabori, entro sei mesi, una proposta di riforma della disciplina del settore. Secondo il medesimo comma 1249, la riforma dovrà essere riferita al prodotto, al mercato editoriale e alle provvidenze pubbliche; essere indirizzata a sostenere le possibilità di crescita e di innovazione tecnologica delle imprese e la creazione di nuovi posti di lavoro, in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica e con la normativa europea; tenere conto della normativa europea in materia di servizi postali, privilegiando quali destinatarie delle agevolazioni tariffarie, le imprese editoriali di minori dimensioni, l'editoria destinata alle comunità italiane all'estero e le imprese non profit. Il comma 1246 prevede che l'erogazione dei contributi diretti all'editoria e alle imprese radiofoniche e televisive si effettui, ove necessario, mediante il riparto percentuale dei contributi tra gli aventi diritto. Secondo la disposizione in commento, in tal caso le quote restanti sono erogate anche oltre il termine indicato dall'articolo 1, comma 454, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006) che prevede che i contributi siano erogati in un'unica soluzione entro l'anno successivo a quello di riferimento. Si tratta in particolare dei contributi previsti dagli articoli 3, 4, 7 e 8 della legge 7 agosto 1990 n. 250, nonché all'articolo 23, comma 3, della legge 6 agosto 1990, n. 223, e all'articolo 7, comma 13, della legge 3 maggio 2004 n. 112 - riguardanti rispettivamente i programmi informativi trasmessi delle TV locali e via satellite.
Aggiunge che il comma 1247 - che, come si è detto, riproduce sostanzialmente il comma 2 del soppresso articolo 26 del decreto legge 262 del 2006 - modifica i requisiti per accedere ai contributi a favore delle emittenti radiofoniche organi di partiti politici previsti dall'articolo 4 delle legge n. 250 del 1990, senza peraltro integrare od abrogare tale disposizione. Il comma in esame, così come formulato, sembrerebbe disporre che i contributi previsti dall'articolo 4 della legge n. 250 del 1990 siano corrisposti esclusivamente: alle imprese radiofoniche organi di partiti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o due rappresentanti nel Parlamento europeo, eletti nelle liste di movimento; alle imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 230. In tale caso la norma, mentre da un lato modifica i requisiti della presenza parlamentare, avvicinandoli a quelli previsti per gli organi a stampa, dall'altro sembrerebbe estendere a nuovi soggetti l'erogazione dei contributi. Si disciplina inoltre la situazione dei soggetti non rientranti nella nuova definizione che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano maturato il diritto ai contributi, disponendo la prosecuzione dei contributi in via transitoria con le medesime procedure, fino alla ridefinizione dei requisiti di accesso. Tale disciplina transitoria dovrebbe interessare le altre imprese radiofoniche che sembrano essere imprese che non rientrano nella nuova definizione di organo di partito e i canali tematici satellitari equiparati alle radio di partito in base al citato articolo 7, comma 13, n. 112 del 2004. L'ultimo periodo del comma 1147 prevede, infine, che a decorrere dall'anno 2007, alle emittenti radiofoniche locali legittimamente esercenti alla data di entrata in vigore della presente legge spetti, nella misura del 15 per cento dell'ammontare globale dei contributi destinati alle emittenti locali, di cui all'articolo 52, comma 18, della legge n. 448 del 2001 (legge finanziaria per il 2002). Si ricorda - per quanto qui interessa - che tale articolo ha ammesso a beneficiare del contributo previsto per le emittenti locali anche le emittenti radiofoniche locali legittimamente esercenti alla data di entrata in vigore della legge, prevedendo, peraltro, che lo stanziamento complessivo a favore della radiofonia locale non possa superare il 10 per cento del totale. La disposizione in commento incrementa quindi la percentuale di contributi destinati alle emittenti radiofoniche locali dal 10 al 15 per cento. Si segnala che i contributi alle emittenti locali sono stati incrementati da successive disposizioni legislative e, da ultimo, dal precedente comma 1244, non modificato.
Ricorda quindi che il comma 1248 - introdotto al Senato - proroga fino al 31 dicembre 2006 le convenzioni aggiuntive di cui agli articoli 19 e 20 della legge 14 aprile 1975, n. 103, approvate fino al 31 dicembre 2005. Al riguardo segnala che la disposizione esplica i propri effetti nell'anno 2006. Il comma 1297, introdotto dal Senato, contiene invece due disposizioni di diversa natura in relazione all'Istituto per il credito sportivo. Da un lato, con il fine dichiarato di contenere i costi di funzionamento e di conseguire risparmi di spesa, si prevede che i compensi e le spese sostenute per gli organi dell'Istituto siano ridotti del 30 per cento a decorrere dal 1o gennaio 2007; dall'altro, si procede ad un riordino della struttura dell'istituto stesso, tramite una serie di indicazioni da recepire nello statuto dell'ICS entro 45 giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria, ed all'immediato scioglimento dei suoi organi dirigenti. Per ciò che attiene al riordino, anche in applicazione del decreto legge n. 181 del 2006, si prevede che il Consiglio di amministrazione sia composto da nove membri, di cui quattro, tra i quali è scelto il Presidente, designati rispettivamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato, dal Ministro dell'economia e delle finanze, dal Ministro per i beni e le attività culturali e dalle regioni e autonomie locali; il Comitato esecutivo dell'Istituto sia soppresso e le relative competenze attribuite al Consiglio di amministrazione; il Collegio dei sindaci dell'Istituto sia composto da un numero di membri effettivi non superiore a tre e da un membro supplente; il Presidente, il Consiglio di amministrazione e il Collegio dei sindaci siano nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri d'intesa con il Ministro per i beni e le attività culturali e di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Aggiunge che il comma 1341, introdotto dal Senato, autorizza la spesa 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 per la realizzazione, come indicato nella norma, ma più precisamente per i lavori di sistemazione di una nuova sede, dell'archivio storico dell'Unione europea, presso l'Istituto universitario europeo di Firenze, nella Villa Salviati di Firenze. Il successivo comma 1342 - anch'esso introdotto nel corso dell'esame al Senato - autorizza, per ciascun anno del triennio 2007-2009, la spesa di 2,8 milioni di euro, per le spese di funzionamento e per la costruzione della nuova sede della Scuola europea di Parma. Ricorda che la Scuola europea di Parma è stata istituita nel 2004 presso il Convitto nazionale «Maria Luigia» di Parma in relazione alla scelta dell'Unione europea do fissare a Parma la sede dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare. In tale ambito sono stati attivati i cicli materno, primario e secondario - nei quali trovano attuazione gli ordinamenti e i programmi armonizzati delle Scuole Europee - con l'autorizzazione a rilasciare la licenza superiore europea. Il comma 1345, introdotto dal Senato, istituisce e finanzia con 950.000 euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2007, 2008, 2009 un Fondo, per lo sviluppo e la diffusione nelle scuole di azioni e politiche volte all'affermazione della cultura della legalità, al contrasto delle mafie, ed alla diffusione della cittadinanza attiva. Con riguardo ai destinatari ed alla concreta gestione dello stanziamento si dispone che esso sia destinato alle regioni interessate dal «radicamento territoriale» dei fenomeni di criminalità; che le regioni costituiscano apposite strutture di coordinamento e monitoraggio delle iniziative d'intesa con il ministro della pubblica istruzione; che si proceda attraverso un coordinamento tra le regioni interessate. Segnala che iniziative di diffusione della cultura della legalità sono oggetto di norme regionali; possono essere adottate ad integrazione dell'offerta formativa curricolare dalle singole istituzioni scolastiche nell'ambito dell'autonomia didattico-organizzativa a queste ultime riconosciuta, secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, recante regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche.
Passa quindi ad analizzare le modifiche introdotte nel corso dell'esame al Senato in riferimento alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge di bilancio.
A questo proposito rileva che con la terza nota di variazioni al bilancio di previsione sono recepiti gli effetti degli emendamenti approvati al Senato. In particolare, sugli stati di previsione di interesse della commissione Cultura si registrano le seguenti variazioni. Con riferimento alla Tab 2 Ministero dell'economia e delle finanze sono previsti: un aumento di 2,0 milioni di euro dell u.p.b. 3.1.5.14 (Presidenza del Consiglio dei Ministri - Editoria di parte corrente), in conseguenza del quale risulta, allo stato attuale, uno stanziamento di 371,9 milioni di euro; un aumento di 40,0 milioni di euro dell'u.p.b. 3.2.10.2 (Presidenza del Consiglio dei Ministri - Editoria in conto capitale), in conseguenza del quale risulta, allo stato attuale, uno stanziamento di 79,4 milioni di euro; un aumento di 10,0 milioni di euro dell'u.p.b. 3.2.10.5 (Presidenza del Consiglio dei Ministri - Sport), in conseguenza del quale risulta, allo stato attuale, uno stanziamento di 208,8 milioni di euro.
Aggiunge che sulla Tab 7 Ministero della pubblica istruzione, è previsto invece un aumento di 3,9 milioni di euro di cui 1,6 di parte corrente e 2,3 milioni di euro in conto capitale. Complessivamente sullo stato di previsione del ministero sono ora presenti risorse per 42.174,0 milioni di euro di cui 42.097,8 di parte corrente e 76,2 in conto capitale. Con riferimento alla Tab 14 Ministero per i beni e le attività culturali è previsto invece un aumento di 2,3 milioni di euro, interamente di parte corrente; per cui complessivamente sullo stato di previsione del ministero sono ora presenti risorse per 1.987,0 milioni di euro di cui 1.510,3 di parte corrente, 459,3 in conto capitale e 17,4 per rimborso delle passività finanziarie.
Rileva infine che alla Tab 17 Ministero dell'università e della ricerca è previsto invece un aumento di 138,2 milioni di euro, di cui 101,6 di parte corrente e 36,6 milioni di euro in conto capitale. Complessivamente sullo stato di previsione del ministero sono ora presenti risorse per 11.036,7 milioni di euro di cui 8.371,9 di parte corrente e 2.664,8 in conto capitale.
Propone quindi di riferire favorevolmente sulle Tabelle n. 2, 7 e 14, e connesse parti relative al disegno di legge finanziaria.
Illustra altresì una proposta di parere favorevole con osservazione sulla Tab. 17, e connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 1).
Angela FILIPPONIO TATARELLA (AN), nel rilevare di essere l'unica rappresentante dell'opposizione presente all'esame dei provvedimenti in titolo, preannuncia il proprio voto contrario sulle proposte di relazione formulate dal relatore. Evidenzia che nel testo della finanziaria si è attribuito particolare rilievo, per quanto di competenza della Commissione, al settore dei beni culturali, trascurandosi invece l'università e la pubblica istruzione: il che rappresenta un'evidente contraddizione rispetto all'ordine dei valori e delle priorità che dovrebbero essere tutelati in ordine ai profili di interesse della Commissione.
Manuela GHIZZONI (Ulivo), intervenendo anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, preannuncia il voto favorevole sulle proposte di relazione formulate. Rileva che il maxiemendamento presentato dal Governo in Senato include alcune novità importanti che, soprattutto nell'ambito dei beni culturali, del sistema scolastico e dell'editoria, hanno tenuto conto sia delle richieste avanzate dalle parti sociali, sia delle modifiche già elaborate dall'Ulivo e dai partiti dell'Unione, durante la prima lettura della manovra alla Camera. Si sofferma in particolare sulla decisione di trasformare le graduatorie del personale docente in graduatorie «ad esaurimento» al fine di tutelare i diritti di quanti già sono in esse inseriti e di coloro che acquisiranno l'abilitazione, nell'ambito di percorsi di formazione, nel prossimo biennio. Evidenzia che si tratta di un risultato importante, non solo perché contrasta concretamente la piaga del precariato ma migliora e qualifica l'offerta formativa e didattica.
Fa notare che la nuova formulazione del comma che norma l'assunzione dei dirigenti scolastici, così come l'incremento di 40 milioni per l'editoria, vanno nella direzione già indicata dall'Unione della VII Commissione, ed espressa in emendamenti e, successivamente, in ordini del giorno approvati dall'Aula.
In ordine al sistema universitario, rileva che insieme ad alcune opportunità permangono delle criticità. Gli investimenti per la ricerca previsti dalle norme che rinviano al progetto «Industria 2015», unitamente a quelli assegnati al FIRST, rappresentano un punto importante della manovra 2007. Valuta tuttavia negativamente la circostanza che a questi investimenti non corrispondono adeguati incrementi del Fondo di finanziamento ordinario e del diritto allo studio. Richiama inoltre i tagli alle spese dei consumi intermedi per le università che, grazie alla discussione parlamentare, non coinvolgono gli enti di ricerca. Osserva che i sottofinanziamenti e l'effetto del decreto Visco-Bersani possono compromettere la partecipazione delle Università ai bandi di ricerca su progetto. Accoglie con favore la nuova norma che vincola una quota del FIRST ai progetti di ricerca libera e di base presentati autonomamente dalle Università in tutte le discipline, nella consapevolezza che senza ricerca libera non si può avere buona ricerca applicata. Auspica che il lavoro dei prossimi mesi sarà indirizzato non solo a recuperare nuove risorse per il sistema dell'università, della ricerca e del diritto allo studio, ma a far sì che tali risorse premino il merito. Fa notare che la discussione imminente sull'Agenzia nazionale per la valutazione sarà il primo banco di prova. Rileva inoltre che al fine di evitare che si profili quale strumento privo di efficacia, occorre recuperare risorse per l'Agenzia, che andranno distribuite alle università sulla scorta di una severa valutazione; premiare il merito con adeguate risorse deve diventare la prassi nel sistema universitario.
Giuseppe GIULIETTI (Ulivo) dichiara di condividere le proposte di relazione formulate dal relatore. Sottolinea in particolare l'esigenza, in ordine al settore dell'editoria, che la presidenza della Commissione si attivi affinché sia verificato per il futuro un intervento risolutivo da parte del Governo, non risultando ancora recepiti in toto i contenuti dell'ordine del giorno approvato per ben due volte dalla Commissione proprio sugli interventi a sostegno dell'editoria. Stigmatizza quindi le resistenze mosse dagli editori alle richieste di mediazione avanzate sul tema dal Governo. Pur non ravvisando l'esigenza di prospettare emendamenti al riguardo, auspica la presentazione di un ordine del giorno in Aula affinché il Governo si attivi convocando i rappresentanti di categoria degli editori. Chiede al sottosegretario Luciano Modica quale sia l'orientamento del Governo al riguardo. Ritiene inoltre apprezzabile lo sforzo compiuto dal Governo in ordine alla questione del lavoro precario. Riterrebbe auspicabile, infine, poter procedere ad una audizione delle parti interessate anche prima della pausa dei lavori parlamentari per le festività natalizie.
Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir LUXURIA (RC-SE), nel condividere l'intervento del deputato Giulietti, sottolinea che l'editoria costituisce un settore decisivo cui rivolgere una particolare attenzione. Valuta favorevolmente la circostanza che la finanziaria non sia stata blindata nel corso dell'esame alla Camera e poi al Senato; esprime in particolare apprezzamento per l'orientamento del Governo teso ad accogliere talune richieste avanzate dalla stessa Commissione, quali l'assorbimento degli insegnanti precari e la specifica previsione di fissare ad oltre il 2010 le assunzioni del personale precario cosiddetto «storico» della scuola. Nel richiamare l'intervento svolto dal deputato Filipponio Tatarella, manifesta riserve sul previsto taglio del 20 per cento dei fondi destinati all'università e alla ricerca. Auspica infine un maggiore dialogo tra il Governo ed il mondo universitario. Dichiara in conclusione, per il gruppo di Rifondazione comunista, il proprio voto favorevole.
Pietro FOLENA, presidente, nel condividere le valutazioni espresse dalla deputata Luxuria, esprime apprezzamento per l'attività compiuta dalla Commissione cultura che ha certamente contribuito a determinare le opportune modifiche all'originario testo della finanziaria. In particolare rivendica, quale importante risultato da ascrivere anche alle iniziative della Commissione, l'abolizione di una norma di fatto vessatoria nei confronti del personale precario della scuola, per la quale si è affrontata una disputa non certo corporativa o assistenzialistica, bensì strategica. Ritiene che il Parlamento debba tuttavia ancora dissipare talune ambiguità, tra cui l'esatta definizione normativa dell'obbligo scolastico a sedici anni, per cui occorre un intervento organico e sistematico che non può avvenire con la finanziaria. In ordine al settore dell'editoria, apprezza il passo in avanti compiuto, sebbene permangano i motivi di allarme che sono stati evidenziati dal deputato Giulietti. A tal proposito ravvisa l'opportunità che nella giornata di mercoledì 20 dicembre possa procedersi all'audizione anche informale delle parti interessate alla vertenza in atto per il rinnovo del contratto giornalistico, eventualmente anche con il coinvolgimento del rappresentante del Governo. Reputa invece un punto di criticità della manovra finanziaria, evidenziato dal relatore, il permanere dei tagli sui fondi all'università ed agli enti di ricerca, come si evince dalle indicazioni della Tabella 17. Rievoca quindi l'ampio dibattito svoltosi in Aula in relazione all'esigenza di riformare il sistema procedurale di approvazione della legge finanziaria. Auspica al riguardo che la prossima sessione di bilancio possa essere affrontata con una diversa procedura che permetta un più autentico ed approfondito esame del Parlamento sui contenuti della finanziaria.
Alba SASSO (Ulivo), relatore, evidenzia i segnali positivi contenuti nella finanziaria: in particolare si sofferma sul settore della scuola, in cui si è avviata la risoluzione del delicato problema del precariato. Elenca quindi i profili particolarmente favorevoli che emergono dal testo all'esame della Commissione, soffermandosi in particolare sul fondo relativo all'offerta formativa, che viene trasferito direttamente agli istituti scolastici, e sulle previsioni a favore dell'emittenza radiofonica e televisiva locale. Auspica quindi la tempestiva approvazione di una legge di riforma del settore dell'editoria. In ordine alle criticità afferenti alle risorse per l'università ed agli enti di ricerca, rileva che il decreto sulle classi di laurea potrebbe costituire l'occasione propizia per porvi soluzione. Nel ribadire le ragioni che sono alla base delle proposte di relazioni favorevoli da lei predisposte, osserva che le modifiche apportate dal Senato alla finanziaria rappresentano il frutto del proficuo lavoro svolto dall'intera Commissione.
Il sottosegretario Luciano MODICA osserva che il testo della finanziaria è stato sensibilmente migliorato sotto il profilo dei contenuti nel corso dell'esame parlamentare; riconosce quindi il concreto ed incisivo contributo fornito dalle Camere in ordine ad alcune problematiche particolarmente delicate. In particolare rileva che gli enti di ricerca erano stati inizialmente esclusi dal finanziamento. Dichiara quindi l'impegno del Governo, nel primo semestre del 2007, a procedere ad un recupero delle somme al momento accantonate in relazione alle università. Rileva in particolare che gli enti di ricerca hanno comunque avuto il maggiore aumento di risorse degli ultimi dieci anni e non sono stati sottoposti al taglio dei consumi. Ricorda ancora che nel corso dell'esame al Senato è stata corretta la previsione che prescriveva il blocco dei nuovi concorsi. Evidenzia quindi le disposizioni che prevedono nel campo sanitario uno specifico fondo per i ricercatori ultra quarantenni e, in relazione al FIRST, valuta favorevolmente la previsione secondo cui una quota del fondo è destinata alla ricerca libera. Sottolinea la consapevolezza del Governo sul fatto che si tratti di una finanziaria di rigore, che peraltro fornisce indirizzi conformi alle linee programmatiche del Governo. Aggiunge peraltro che apparirebbe più completo se l'osservazione recata nel parere prevedesse l'opportunità di escludere le università dal taglio dei consumi intermedi, gli enti di ricerca da quello lineare dei ministeri, nonché le aziende per il diritto allo studio da entrambe le forme di riduzione.
Pietro FOLENA, presidente, riterrebbe opportuno che il relatore riformulasse la proposta di parere nel senso indicato dal rappresentante del Governo.
Alba SASSO (Ulivo), relatore, concordando con il presidente Folena, riformula la proposta di relazione relativa alla Tabella 17, nel senso indicato (vedi allegato 2).
Angela FILIPPONIO TATARELLA (AN) ribadisce il voto contrario sulla proposta di parere del relatore, come riformulata. Concorda invece con la proposta di procedere ad una audizione anche informale di rappresentanti della federazione degli editori e delle associazioni di giornalisti in merito alla vertenza per il rinnovo del contratto giornalistico.
La Commissione approva quindi, con distinte votazioni, le proposte di relazione favorevoli relative alle Tabelle 2, 7 e 14.
Approva inoltre la proposta di relazione favorevole con osservazione, come riformulata, relativa alla Tabella 17 (vedi allegato 2).
La seduta termina alle 19.15.
ALLEGATO 1
Legge finanziaria per l'anno 2007 (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Tabella n. 17: Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca (limitatamente alle parti di competenza).
PROPOSTA DI RELAZIONE PRESENTATA DAL RELATORE
La VII Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'università e ricerca per il 2007 (tabella n. 17) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, come modificato dal Senato,
premesso che:
risulta ancora necessario incrementare in misura adeguata i finanziamenti per le università e gli enti di ricerca, le cui condizioni economiche e finanziarie rimangono di particolare gravità;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
con la seguente osservazione:
appare opportuno escludere le università e gli enti di ricerca dalle misure di riduzione delle spese di funzionamento e per consumi intermedi relative a enti ed organismi pubblici non territoriali.
ALLEGATO 2
Legge finanziaria per l'anno 2007 (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Tabella n. 17: Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca (limitatamente alle parti di competenza).
PROPOSTA DI RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VII Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'università e ricerca per il 2007 (tabella n. 17) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, come modificato dal Senato,
premesso che risulta ancora necessario incrementare in misura adeguata i finanziamenti per le università e gli enti di ricerca, le cui condizioni economiche e finanziarie rimangono di particolare gravità;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
con la seguente osservazione:
appare opportuno escludere le università dal taglio dei consumi intermedi, gli enti di ricerca da quello lineare dei Ministeri, nonché le aziende per il diritto allo studio da entrambe le forme di riduzione.
VIIICOMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)
Martedì 19 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2007.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione inizia l'esame congiunto.
Ermete REALACCI, presidente, avverte che la Commissione esaminerà congiuntamente il disegno di legge di bilancio ed il disegno di legge finanziaria, per le parti di competenza, come modificate a seguito dell'esame presso il Senato. A tal fine, ricorda che la Commissione, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, dovrà trasmettere alla V Commissione una relazione per ciascuno stato di previsione di competenza e per le connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rammenta altresì che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del regolamento, l'esame in Commissione riguarderà esclusivamente le modificazioni apportate dall'altro ramo del Parlamento.
Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, osserva preliminarmente che il disegno di legge finanziaria per il 2007, come risultante dalle modificazioni del Senato, è ora composto da un unico articolo e rappresenta un provvedimento estremamente positivo, che peraltro, a suo giudizio, risulta in sintonia con il programma elettorale dell'Unione e, dunque, con il programma politico dell'attuale maggioranza di governo. Fa presente, in proposito, che il Senato ha introdotto nuove disposizioni molto importanti, che hanno migliorato il testo del provvedimento approvato dall Camera: ciò vale con particolare riferimento alle parti di competenza della VIII Commissione, non potendosi ignorare che, nel corso dell'esame in seconda lettura, sono stati inseriti interventi di grande rilevanza per la tutela e la valorizzazione delle politiche ambientali. Ricorda, altresì, che il testo modificato dal Senato recepisce il contenuto di parecchie proposte emendative presentate alla Camera e sottoscritte dai deputati membri della Commissione, il che può considerarsi certamente un motivo di soddisfazione. Al riguardo segnala, ad esempio, i commi da 1129 a 1131, che prevedono un Programma sperimentale per la riduzione della commercializzazione di sacchi non biodegradabili. Rileva, poi, che il disegno di legge finanziaria per il 2007 reca un piano per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione, ai sensi dei commi da 1126 a 1128, e norme per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili nonché in materia di difesa del suolo relativamente a interventi di monitoraggio per la valorizzazione del territorio, sulla base di quanto previsto dal comma 1132.
Per quanto concerne le politiche infrastrutturali, sottolinea che il testo modificato dal Senato destina maggiori risorse per la «legge obiettivo», tanto che, nella recente assemblea dell'ANCE, è stato evidenziato che la presente manovra di finanza pubblica stanzia circa il trenta per cento di risorse in più per la realizzazione delle infrastrutture. In particolare, si prevede il finanziamento di opere molto rilevanti, quali ad esempio la Pedemontana lombarda (comma 979), la realizzazione di opere viarie nella regione Veneto (comma 1153) e di opere di viabilità secondaria in Sicilia e in Calabria (comma 1152). Ricorda, inoltre, che consistenti stanziamenti vengono, altresì, destinati alle aree colpite da avversità atmosferiche e da calamità naturali. Segnala, quindi, che anche il «piano straordinario di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata», di cui al comma 1154, appare estremamente apprezzabile, potendosi interpretare come un sostegno finanziario adeguato al disegno di legge recante interventi per la riduzione del disagio abitativo, attualmente in discussione alla Camera: si tratta, infatti, di un piano che va incontro alle preoccupazioni volte a reperire le necessarie risorse finanziarie da destinare alle politiche abitative, che rappresentano una priorità per il Paese.
Illustra, infine, sinteticamente le ulteriori disposizioni di competenza della Commissione introdotte ex novo o modificate dal Senato, soffermandosi, in particolare, sul comma 506, che esclude alcuni enti pubblici dalla disciplina sulla riduzione delle spese di funzionamento, al comma 510, che proroga alcuni termini per interventi di protezione civile, e al comma 700, relativo alla gestione del demanio idrico dei comuni montani. Nel sottolineare che il comma 867 reca interventi di risanamento dei canali della Laguna di Venezia-Porto Marghera e del Polo chimico «Laghi di Mantova», rileva che il comma 980, introdotto dal Senato, dispone che le quote dei limiti di impegno autorizzati, per il finanziamento delle opere della «legge obiettivo», decorrenti dagli anni 2003, 2004 e 2005, non impegnate al 31 dicembre 2006, costituiscono economie di bilancio e sono riscritte nella competenza degli esercizi successivi a quelli terminali dei rispettivi limiti, vale a dire, alla fine del periodo di ammortamento.
In conclusione, ribadisce un giudizio complessivamente positivo sulla manovra di finanza pubblica per il 2007, auspicando che essa possa dare un ulteriore impulso alle iniziative legislative e amministrative nei settori di competenza della VIII Commissione.
Franco STRADELLA (FI) osserva che anche la manovra di finanza pubblica per il 2007 conferma le difficoltà attuali del Governo, che cerca di mascherarle attraverso una «strategia confusionale», che si basa anche su una cattiva comunicazione con il Paese. Fa presente, al riguardo, che l'Italia è frastornata dalla mancata realizzazione delle promesse elettorali del Governo e che, per tale ragione, la manovra di finanza pubblica provoca insoddisfazioni anche in talune parti della maggioranza e da parte dello stesso Presidente della Repubblica, che ha espresso perplessità in ordine alla redazione dell'emendamento governativo al disegno di legge finanziaria, approvato al Senato, che ha stravolto il testo del provvedimento. Ne consegue che in pochissimi mesi l'attuale Governo ha provocato, di fatto, uno scontento generale. Fa presente, inoltre, che sulle disposizioni di più diretta competenza si registra quello che definisce un vero e proprio «teatro di battaglia», come dimostrano anche le esternazioni dei due Ministri di riferimento nelle materie di interesse della VIII Commissione.
In ragione di tali considerazioni, preannuncia che il suo gruppo non parteciperà alle deliberazioni sulle proposte di relazioni sulla Tabella n. 2, per le parti di competenza, sulla Tabella n. 9 e sulla Tabella n. 10, per le parti di competenza, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria, in quanto ritiene che la maggioranza debba assumersi da sola la responsabilità di una decisione così importante, che provocherà un pesante impatto sul Paese.
Renato GALEAZZI (Ulivo), rilevata l'importanza della manovra di finanza pubblica per il 2007, ritiene che, se vi è stato un difetto di comunicazione da parte del Governo in occasione del suo esame parlamentare, esso ha riguardato soprattutto l'insufficiente chiarezza sul fatto che il disegno di legge finanziaria per il 2007 reca un progetto di risanamento e sviluppo del Paese, per farlo uscire dall'infelice situazione degli ultimi anni. Sottolinea, infatti, che l'Italia si trova attualmente in una situazione di stallo, atteso che risulta imbrigliata da vari fattori che ne condizionano lo sviluppo economico: è proprio su tali fattori che la manovra per il 2007 interviene ed incide con decisione, anche al fine di un rilancio del Paese nel suo complesso.
Nell'osservare, pertanto, che tra un anno si potrà tracciare un bilancio degli effetti della presente manovra finanziaria, rileva che essa rappresenta un'occasione cruciale nelle politiche del Governo per rilanciare la credibilità del Paese, segnando l'avvio di una nuova fase di serietà per risolvere i problemi più pressanti, anche con riferimento ai settori di maggiore interesse della VIII Commissione, quali l'ambiente e le infrastrutture.
Paolo CACCIARI (RC-SE) esprime, a nome del suo gruppo, un giudizio complessivamente positivo sulla manovra di finanza pubblica per il 2007. Ciò premesso, sottolinea che permangono incertezze di carattere più generale sul fatto che, in questi mesi, non si è verificata quell'inversione di tendenza nelle politiche del Governo in favore dei lavoratori, che era stata auspicata dalla sua parte politica. Nel preannunciare che su tale tematica il suo gruppo avrà modo di esprimersi più diffusamente nel corso dell'esame in Assemblea, esprime il rammarico per talune parti del disegno di legge finanziaria che intervengono su materie di competenza della Commissione: si tratta, in particolare, delle norme di cui al comma 1117, che, a suo giudizio, rappresentano ancora una volta una «concessione alle lobbies dell'energia» e si ripercuotono negativamente sull'incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili. Si riserva, inoltre, di svolgere gli opportuni approfondimenti sulle disposizioni di cui ai commi 996 e 997, relativamente alle attività di dragaggio, anche alla luce del dibattito che si è svolto in Commissione in occasione dell'esame dell'articolo 13 del decreto-legge n. 262 del 2006, successivamente soppresso dalla relativa legge di conversione.
Ermete REALACCI, presidente, anche alla luce del dibattito svoltosi, rileva l'opportunità che il relatore, nelle proposte di relazioni sulle tabelle del bilancio dello Stato e sulle parti del disegno di legge finanziaria di competenza della Commissione, faccia riferimento alla necessità di modificare le procedure di esame dei documenti di bilancio. Anche con specifico riguardo agli ambiti di interesse della VIII Commissione, infatti, ritiene necessario che non si continuino a riservare alle Commissioni di merito tempi eccessivamente ristretti, che non consentono di avere gli spazi necessari per approfondire le questioni che ricadono nelle proprie competenze.
Preso atto che non vi sono ulteriori richieste di intervento, dichiara, quindi, concluso l'esame preliminare.
Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, sulla base del dibattito svolto dalla Commissione, presenta, quindi, tre proposte di relazioni favorevoli, relative rispettivamente alla Tabella n. 2, per le parti di competenza (vedi allegato 1), alla Tabella n. 9 (vedi allegato 2) e alla Tabella n. 10, per le parti di competenza (vedi allegato 3), nonché alle connesse parti del disegno di legge finanziaria.
Il sottosegretario Gianni PIATTI, nell'esprimere l'apprezzamento del Governo per le proposte di relazioni testé formulate dal relatore, evidenzia le difficoltà insite nelle procedure di bilancio, per le quali appare necessario introdurre modifiche rilevanti. Fa presente, poi, che non è stato facile conciliare gli interventi per la riduzione della spesa pubblica con la necessità di stimolare lo sviluppo e l'innovazione; l'obiettivo generale della manovra finanziaria per il 2007 è, comunque, quello di fare fronte ai problemi più gravi del Paese. Nel richiamare l'esigenza di perseguire la competitività del Paese, sottolinea che, relativamente alle parti di competenza della Commissione, le disposizioni concernenti la rottamazione dei veicoli e le tasse automobilistiche rappresentano interventi rilevanti, tra loro strettamente connessi. Richiama, inoltre, le modifiche alla trasformazione della SOGESID, le norme concernenti le energie rinnovabili, le disposizioni sulle bonifiche, sulle attività di dragaggio e sul riciclo dei rifiuti. Ritiene, infine, che sulla materia dell'energia occorra una visione unitaria del Governo, allo scopo di definire politiche più puntuali e promuovere con decisione le fonti energetiche rinnovabili sulle quali è necessaria un'inversione di tendenza.
La Commissione approva, con distinte votazioni, la proposta di relazione favorevole formulata dal relatore in ordine alla tabella n. 2 (per le parti di competenza), relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, ed alle connesse parti del disegno di legge finanziaria, la proposta di relazione favorevole formulata dal relatore in ordine alla tabella n. 9, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ed alle connesse parti del disegno di legge finanziaria, nonché la proposta di relazione favorevole formulata dal relatore in ordine alla tabella n. 10 (per le parti di competenza), relativa allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, ed alle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Delibera altresì di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, il deputato Bocci quale relatore presso la V Commissione.
Ermete REALACCI, presidente, comunica che le relazioni approvate dalla Commissione saranno conseguentemente trasmesse, ai sensi dell'articolo 120 del regolamento, alla V Commissione.
La seduta termina alle 9.30.
ALLEGATO 1
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007) (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007 (Tabella n. 2), limitatamente alle parti di competenza, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
raccomandata con convinzione la necessità che le procedure di esame della manovra finanziaria possano essere radicalmente modificate, anche al fine di rendere più incisiva la partecipazione della Commissione alle scelte di politica economica nei settori di competenza;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 2
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007) (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2007.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2007 (Tabella n. 9) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
raccomandata con convinzione la necessità che le procedure di esame della manovra finanziaria possano essere radicalmente modificate, anche al fine di rendere più incisiva la partecipazione della Commissione alle scelte di politica economica nei settori di competenza;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
ALLEGATO 3
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2007) (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno 2007 (Tabella n. 10), limitatamente alle parti di competenza, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
raccomandata con convinzione la necessità che le procedure di esame della manovra finanziaria possano essere radicalmente modificate, anche al fine di rendere più incisiva la partecipazione della Commissione alle scelte di politica economica nei settori di competenza;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.
IXCOMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Michele Pompeo META.
La seduta comincia alle 16.45.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 11: Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2007.
Tabella n. 16: Stato di previsione del Ministero dei trasporti per l'anno finanziario 2007.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.
Michele Pompeo META, presidente, avverte che la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente, in sede consultiva, il disegno di legge C. 1746-bis-B, recante la legge finanziaria 2007 e il disegno di legge C. 1747-B, recante il Bilancio dello stato per il 2007 ed il Bilancio triennale 2007-2009. Avverte inoltre che, trattandosi di provvedimenti già approvati dalla Camera e successivamente modificati dal Senato, l'esame si concentrerà sulle sole parti modificate dall'altro ramo del Parlamento. Ricorda infine che, come convenuto nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, non sarà fissato alcun termine per la presentazione degli emendamenti.
Mario BARBI (Ulivo), relatore, premette che, nell'ambito della sua relazione introduttiva sull'articolo unico del provvedimento, intende soffermarsi soltanto sulle modifiche introdotte nel corso dell'esame presso il Senato rispetto al testo licenziato dalla Camera. Fa presente quindi che, con riferimento al comparto della circolazione stradale e dell'autotrasporto, deve in primo luogo farsi riferimento al comma 68, che interviene in materia di autenticazione degli atti di alienazione di beni mobili registrati, novellando l'articolo 7 del c.d. «decreto Bersani», al fine di estendere la platea dei soggetti autorizzati al compimento di tali adempimenti anche ai dipendenti degli sportelli telematici dell'automobilista, delegati dal titolare dello sportello medesimo. I commi da 224 a 239 introducono invece, fino al 31 dicembre 2007, un contributo per la rottamazione degli autoveicoli «euro 0» e «euro 1», prevedendo, in favore di coloro che non effettuano la sostituzione del mezzo, anche il rimborso dell'abbonamento al trasporto pubblico locale. Analoghe disposizioni sono poi finalizzate al rinnovo del parco autocarri circolante, mentre un ulteriore incentivo economico è previsto per l'acquisto di veicoli «euro 4» e «euro 5», unitamente all'esenzione, per due annualità, del pagamento delle relative tasse automobilistiche. Tale ultimo contributo è erogabile con riguardo ai veicoli nuovi per i quali il contratto di acquisto sia stipulato a partire dal 3 ottobre 2006 e fino al 31 dicembre 2009, con possibilità di una loro immatricolazione fino al 31 marzo 2010. L'esenzione del pagamento delle tasse automobilistiche è invece pari a 5 anni in caso di sostituzione di motocicli «euro 0» con motocicli «euro 3». Il comma 564 è invece volto ad introdurre il nuovo comma 4-bis all'articolo 208 del codice della strada, ai sensi del quale si prevede la facoltà per le regioni, le province e i comuni di finalizzare ad assunzioni stagionali a progetto nelle forme di contratti a tempo determinato e a forme flessibili di lavoro, la parte della quota ad essi devoluta dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni previste dal codice della strada, annualmente destinata al miglioramento della circolazione sulle strade. Fa presente inoltre che con le disposizioni recate dai commi da 915 a 922, il Senato ha ridotto l'entità del rifinanziamento del fondo di cui all'articolo 1, comma 108, della legge n. 266 del 2005, che è stato in parte vincolato alla realizzazione di strutture logistiche intermodali di primo livello, alla riduzione del costo del lavoro delle imprese di autotrasporto merci e alla concessione di agevolazioni per l'acquisto di autoveicoli per il trasporto merci. Ulteriori risorse sono state comunque destinate agli interventi previsti dall'articolo 2 del decreto-legge n. 451 del 1998, con particolare riferimento alla sicurezza della circolazione e alla riduzione dei premi INAIL per i dipendenti delle imprese di autotrasporto in conto terzi. Il comma 923 ha disposto inoltre l'emanazione, entro il 31 gennaio 2007, del decreto del Ministro dei trasporti per l'incremento delle tariffe applicabili per le operazioni di revisione dei veicoli a motore svolte dal dipartimento per i trasporti terrestri e dalle imprese di cui all'articolo 80, comma 8, del codice della strada. Con decorrenza 1o gennaio 2008, i commi da 946 a 948 prevedono poi un incremento della quota di compartecipazione all'IVA, al fine di assicurare il finanziamento delle funzioni trasferite alla regione Friuli-Venezia Giulia in materia di viabilità e trasporti, trasferimento disposto dalle norme di attuazione dello Statuto speciale emanate con il decreto legislativo n. 111 del 2004. Quanto poi alla direttiva comunitaria n. 38 del 2006, relativa alla tassazione degli autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada, il comma 1017, oltre a prevedere anche il concerto del Ministro dei trasporti ai fini dell'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con il quale saranno da individuare le relative tratte della rete stradale di rilievo nazionale e autostradale, unitamente al parere delle competenti commissioni parlamentari, dispone altresì che gli introiti derivanti dall'applicazione della direttiva siano utilizzati per investimenti ferroviari. Inoltre il comma 1037 dispone lo stanziamento di 15 milioni di euro nel 2007 per la razionalizzazione dei servizi resi ai cittadini dal Ministero dei trasporti a sostegno della sicurezza stradale, con particolare riferimento alla conduzione della centrale di infomobilità, alle ispezioni e ai controlli previsti dal codice della strada e al servizio di stampa e invio delle patenti card. Numerose sono poi le modificazioni introdotte dall'altro ramo del Parlamento con riferimento alle disposizioni concernenti il comparto ferroviario, a partire dal comma 265, che introduce un diritto di prelazione degli enti locali e degli altri soggetti pubblici gestori delle aree protette, in caso di alienazione dei beni immobili non più strumentali alla gestione caratteristica dell'impresa ferroviaria, di proprietà di Ferrovie dello Stato spa o delle società dalla stessa direttamente o indirettamente controllate, ubicati in aree naturali protette o in territori sottoposti a vincolo paesaggistico. Di maggiore rilievo è sicuramente il comma 964, che incrementa le risorse stanziate per l'alta velocità/alta capacità della linea Torino-Milano-Napoli, cui sono destinati 3.300 milioni di euro per il prossimo triennio e altri 4.800 milioni di euro fino al 2021, in ragione di 400 milioni di euro annui. La medesima finalizzazione hanno altresì i contributi quindicennali di 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2006 concessi a Ferrovie dello Stato dal comma 975, che novella, all'uopo, il comma 84 dell'articolo 1 della legge n. 266 del 2005. Ai sensi dei commi da 966 a 969, sono inoltre assunti direttamente a carico del bilancio dello Stato gli oneri conseguenti ai mutui contratti da Infrastrutture spa per il finanziamento dell'alta velocità e viene disposta l'estinzione dei debiti di Ferrovie dello Stato relativi al patrimonio separato di Infrastrutture spa, che viene posto in liquidazione. Il comma 970 fissa inoltre al 2 per cento l'incremento annuo minimo del canone dovuto per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria dell'alta velocità, mentre il comma 971 autorizza la spesa di 400 milioni di euro in favore di Trenitalia, a titolo di contributo per la remunerazione degli obblighi di servizio pubblico, così modificando l'originaria disposizione che destinava un medesimo ammontare di risorse alla stessa Trenitalia attraverso l'aumento dell'apporto dello Stato al capitale sociale di Ferrovie dello Stato. Con riferimento al comma 973, tale disposizione destina esclusivamente ai contratti di servizio tra le Regioni e Trenitalia S.p.a. l'autorizzazione di spesa di 311 milioni di euro per l'anno 2007, originariamente prevista anche per i contratti di programma con Rete ferroviaria italiana (RFI), mentre al comma 974 viene ridotto, da 2.000 a 1.600 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008, lo stanziamento per la copertura degli investimenti relativi alla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, specificando peraltro che almeno il 50 per cento di tali risorse deve essere destinato ad interventi sulla rete regionale e locale. Tale riduzione è tuttavia più che compensata dalla previsione, ai sensi del già richiamato comma 975, di ulteriori contributi quindicennali di 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2007 sempre per investimenti sulla rete tradizionale. Sempre a valere sulla dotazione finanziaria di 1600 milioni di euro prevista al comma 974, il comma 976 destina 40 milioni di euro all'ammodernamento della tratta ferroviaria Aosta-Chivasso, mentre il comma 1022 dispone l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, di un nuovo fondo per il finanziamento degli investimenti in infrastrutture ferroviarie. Tale disposizione prevede altresì che nei contratti di servizio con le imprese ferroviarie deve essere stabilito che una quota delle risorse appostate sul predetto fondo è destinata all'acquisto di materiale rotabile per i servizi ferroviari regionali e metropolitani ed alla copertura dei costi di gestione dei servizi stessi. Quanto al settore portuale, il Senato, nel confermare, ai commi da 982 a 993, l'attribuzione di autonomia finanziaria alle autorità portuali nazionali, ha comunque ridotto, con il comma 989, a 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria, il termine per l'adozione del regolamento governativo volto a rivedere la disciplina delle tasse e dei diritti marittimi, nonché i criteri per la istituzione delle autorità portuali stesse. I commi 996 e 997 sono invece volti a recuperare due disposizioni di modifica della legge n. 84 del 1994, originariamente previste e poi espunte dal decreto-legge collegato alla finanziaria e concernenti la possibilità di svolgere operazioni di dragaggio nei siti oggetto di interventi di bonifica di interesse nazionale il cui perimetro comprende la circoscrizione delle autorità portuali e le competenze del presidente dell'autorità portuale in materia di escavazione e manutenzione dei fondali. Il comma 1002 autorizza invece il Ministro delle infrastrutture a procedere all'adeguamento strutturale del porto di Taranto, ai sensi dell'articolo 163 del decreto legislativo n. 163 del 2006, recante il codice dei contratti pubblici, mentre il comma 1044 autorizza la spesa di 35 milioni di euro per il 2008 per il completamento della rete nazionale degli interporti, con particolare riferimento al mezzogiorno, 5 milioni dei quali specificamente destinati alla rete immateriale degli interporti stessi, al fine di potenziare il livello di servizio sulla rete logistica nazionale. Rileva quindi come nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento sia stato affrontato anche il tema del completamento del processo di liberalizzazione del cabotaggio e di privatizzazione delle società esercenti collegamenti marittimi essenziali, prevedendosi, ai commi 998 e 999, la stipula, entro il 30 giugno 2007, di nuove convenzioni, aventi scadenza non anteriore al 31 dicembre 2012, unitamente ad una conseguente autorizzazione di spesa pari a 50 milioni di euro a decorrere dal 2009. Tali convenzioni sono stipulate dal Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei criteri stabiliti dal CIPE e devono essere notificate alla Commissione europea per la verifica della loro compatibilità con il regime comunitario. Peraltro, il comma 1001 circoscrive fino all'attuazione del processo di privatizzazione del Gruppo Tirrenia la portata dell'obbligo recato dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 169 del 1975, in ordine alla partecipazione, per il 51 per cento, della società Tirrenia al capitale delle società di navigazione che espletano i servizi marittimi con le isole. Il comma 1034 dispone inoltre l'incremento di 15 milioni di euro per il 2007 del fondo istituito presso il Ministero dei trasporti ai sensi dell'articolo 1, comma 15, della legge n. 266 del 2005. Si tratta del capitolo n. 1360, relativo al «Fondo per i trasferimenti correnti a società di servizi marittimi e per trasporti in gestione diretta ed in concessione», con riferimento al cui utilizzo la Commissione ha recentemente esaminato un'apposita relazione governativa. Con il comma 1039 è stato poi previsto il potenziamento della componente aereonavale del Corpo delle Capitanerie di porto, attraverso una spesa di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, mentre i commi 1042 e 1043 dispongono, rispettivamente, la concessione, da parte del Ministero dei trasporti, di 3 milioni di euro per il triennio 2007-2009 all'Istituto nazionale per studi ed esperienze di architettura navale (INSEAN), unitamente alla riorganizzazione del medesimo ente, anche attraverso fusione ed accorpamento con altri enti pubblici di ricerca. Quanto agli interventi nel comparto del trasporto pubblico locale, il comma 1230 aumenta da 60 a 190 milioni di euro l'autorizzazione di spesa che, a decorrere dal 2007, è destinata al rinnovo del secondo biennio economico del contratto collettivo 2004-2007, specificando, anche al successivo comma 1231, che ai fini dell'attribuzione di tali risorse alle regioni, deve farsi riferimento, oltre che alla consistenza del personale in servizio presso le aziende di trasporto pubblico locale, anche a quella del personale in servizio presso le aziende ferroviarie che applicano il contratto autoferrotranvieri. Fa presente inoltre che il comma 837 dispone il trasferimento alla regione Sardegna delle funzioni relative al trasporto pubblico locale e alla continuità territoriale, prevedendo altresì che entro il 31 marzo 2007 il Ministero dei trasporti e la regione autonoma della Sardegna sottoscrivano il relativo accordo attuativo. Con riferimento al settore aeroportuale, il Senato, al comma 258, ha previsto che, con decreto del Ministro dei trasporti, da adottare di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sia disposto un aumento del canone annuo per l'uso dei beni del demanio dovuto dalle società di gestione aeroportuale totale o parziale, in modo da assicurare introiti per l'erario pari a 3 milioni di euro per il 2007, a 9,5 milioni di euro per il 2008 e a 10 milioni di euro per il 2010. È pertanto venuta meno la precedente opzione, contenuta nel testo originario del provvedimento, ai sensi della quale la gestione dei beni demaniali non strumentalmente destinati al servizio della navigazione aerea avrebbe dovuto essere trasferita all'Agenzia del demanio, alla quale sarebbero poi affluiti i relativi introiti. È stata inoltre esclusa l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo dall'applicazione degli interventi di riorganizzazione del personale utilizzato dalle agenzie e dagli enti pubblici non economici nazionali per lo svolgimento delle funzioni di supporto, di cui al comma 440. Quanto alle modifiche concernenti il settore delle comunicazioni, segnala, in primo luogo, il comma 423, ai sensi del quale si dispone la sospensione dell'efficacia dell'articolo 1, comma 2, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2005, che prevede il parere obbligatorio del Consiglio superiore delle comunicazioni sui contratti di servizio e sui contratti di programma, fino al completo riordino del Consiglio stesso. Rileva inoltre che il comma 717 dispone in materia di concessione di contributi alle emittenti radiotelevisive che trasmettono programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, mentre il comma 930 prevede la riduzione ad un decimo delle sanzioni amministrative nei confronti dei soggetti esercenti la radiodiffusione sonora e la radiodiffusione televisiva in ambito locale previste dall'articolo 98 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo n. 259 del 2003, le quali erano state peraltro recentemente incrementate dal decreto-legge n. 262 del 2006. Il comma 1245 prevede inoltre l'elaborazione, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, di un proposta governativa di riforma del settore delle agevolazioni in favore dell'editoria, che dovrà tenere conto della normativa europea in materia di servizi postali, mentre il comma 1247 dispone in ordine alla corresponsione dei contributi previsti dall'articolo 4 della legge n. 250 del 1990 alle imprese radiofoniche e ai canali tematici satellitari, oltre a prevedere che, a decorrere dall'anno 2007, il 15 per cento dell'ammontare globale dei contributi destinati alle emittenti locali di cui all'articolo 52, comma 18, della legge 448 del 2001 spetti alle emittenti radiofoniche locali legittimamente esercenti alla data di entrata in vigore della legge. Conclusivamente, non può non prendere atto con favore che nel corso del dibattito parlamentare il Governo ha accettato le osservazioni che questa Commissione ha incluso nella relazione sullo stato di previsione del Ministero dei trasporti, approvata in data 17 ottobre 2006, in occasione della prima lettura del provvedimento. A tale proposito, esprime una valutazione fortemente positiva in ordine all'introduzione, nel corso dell'esame presso il Senato, di disposizioni volte a incrementare i fondi per il trasporto pubblico locale, in modo da permettere alle aziende operanti nel settore di rinnovare il secondo biennio economico del contratto collettivo 2004-2007 degli autoferrotranvieri, nonché di disposizioni finalizzate al miglioramento della mobilità dei pendolari e a favorire il riequilibrio modale degli spostamenti quotidiani in favore del trasporto pubblico locale. Del pari importante è stata la previsione di disposizioni dirette ad avviare il superamento dello squilibrio modale che caratterizza il trasporto merci nazionale, prevedendo interventi a favore del trasporto merci ferroviario e per il completamento della rete nazionale degli interporti, con particolare riferimento a quelli ubicati nelle regioni meridionali del Paese, unitamene a disposizioni atte a consentire all'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo lo svolgimento di un'azione efficace ai fini della prevenzione nel campo della sicurezza aerea. Sottolinea inoltre l'opportunità delle disposizioni volte a facilitare le procedure per il dragaggio dei principali porti nazionali, che consentiranno a questi ultimi di intercettare i maggiori flussi di traffico che si stima graviteranno nel prossimo decennio nel Mediterraneo e, infine, delle disposizioni connesse all'ottimizzazione del rendimento delle aree demaniali non direttamente connesso alle attività di volo in uso alle società aeroportuali, senza generare effetti distorsivi rispetto al regime concessorio vigente. Sulla base del complesso di tali considerazioni formula una proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 10, recante lo stato di previsione del Ministro delle infrastrutture, sulla tabella n. 11, recante lo stato di previsione del Ministero delle comunicazioni e sulla tabella n. 16, recante lo stati previsione del Ministero dei trasporti, nonché sulle connesse disposizioni del disegno di legge finanziaria.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, approva la proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 10 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato n. 1), la proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 11 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato n. 2) e la proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 16 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato n. 3).
La seduta termina alle 17.10.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relativa nota di variazioni.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
(C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
PROPOSTA DI RELAZIONE
La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni),
esaminata, per le parti di competenza, la tabella n. 10, recante lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
delibera di:
ALLEGATO 2
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relativa nota di variazioni.
Tabella n. 11: Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2007.
(C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
PROPOSTA DI RELAZIONE
La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni),
esaminata per le parti di competenza, la tabella n. 11, recante lo stato di previsione del Ministero delle comunicazioni, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
delibera di:
ALLEGATO 3
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relativa nota di variazioni.
Tabella n. 16: Stato di previsione del Ministero dei trasporti per l'anno finanziario 2007.
(C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
PROPOSTA DI RELAZIONE
La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni),
esaminata, per le parti di competenza, la tabella n. 16, recante lo stato di previsione del Ministero dei trasporti, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria;
delibera di:
RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
XCOMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.
La seduta comincia alle 18.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 14: Stato di previsione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 19: Stato di previsione del Ministero del Commercio Internazionale.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.
Daniele CAPEZZONE, presidente, avverte che la Commissione esaminerà congiuntamente il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge finanziaria, per le parti di competenza, come modificate a seguito dell'esame presso il Senato della Repubblica. Ricorda che la Commissione, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, dovrà trasmettere alla V Commissione una relazione per ciascuno stato di previsione di competenza e per le connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rammenta altresì che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del regolamento, l'esame in Commissione riguarderà esclusivamente le modificazioni apportate dall'altro ramo del Parlamento.
Andrea LULLI (Ulivo), relatore, osserva preliminarmente che ritiene assolutamente necessario apportare delle modifiche alle procedure relative all'approvazione annuale dei documenti di bilancio; si augura che nel 2007 si pervenga ad un qualche risultato, come si auspica da anni, anche in relazione ai criteri di ammissibilità degli emendamenti, che risultano diversi fra i due rami del Parlamento, con il risultato che il Senato introduce materie che la camera non ha potuto affrontare perché ritenute inammissibili. Specifica che intende illustrare le sole parti del disegno di legge finanziaria modificate nel corso dell'esame presso il Senato, rinviando, per quanto concerne le tabelle n. 3, n. 14, n. 17 e n. 19 (relative ai Ministeri dello sviluppo economico, dei beni e attività culturali, dell'università e ricerca e del commercio internazionale) alla relazione svolta nel corso della prima lettura. Le due principali modifiche introdotte al Senato, per quel che concerne la competenza della Commissione attività produttive, riguardano gli attuali commi da 1117 a 1120, che contengono disposizioni che modificano la disciplina vigente in materia di incentivi pubblici finalizzati alla promozione dei fonti energetiche rinnovabili e ai commi da 1334 a 1339 che introducono modifiche all'attuale normativa concernente la SACE, l'Istituto per i servizi assicurativi del commercio estero.
Il comma 1117, inserito nel corso dell'esame del provvedimento in esame al Senato, dispone, al primo periodo, che i finanziamenti e gli incentivi pubblici di competenza statale finalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica vengano concessi esclusivamente per la produzione di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, così come definite dall'articolo 2 della Direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili.
Con il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, recante «Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità», si è provveduto al recepimento della direttiva 2001/77/CE concernente la promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
Ai sensi dell'articolo 2, comma 1 del decreto legislativo n. 387 del 29 dicembre 2003, per fonti rinnovabili si intendono: «le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas). In particolare, per biomasse si intende la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani». Tali definizioni riprendono quelle dell'articolo 2 della Direttiva 2001/77/CE citata dalla norma in esame.
L'articolo 17 del decreto legislativo n. 387 del 2003 precisa peraltro che sono «ammessi a beneficiare del regime riservato alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi compresa, anche tramite il ricorso a misure promozionali, la frazione non biodegradabile ed i combustibili derivati dai rifiuti».
Lo stesso articolo 17 esclude, inoltre, dal regime riservato alle fonti rinnovabili le cosiddette «fonti assimilate», di cui alla legge 10/91.
Il DM 24 ottobre 2005 recante «Aggiornamento delle direttive per l'incentivazione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79», all'articolo 5, comma 2, riconosce agli impianti alimentati a biomasse e rifiuti aventi diritto ai certificati verdi per l'energia prodotta nei primi 8 anni successivi alla loro entrata in servizio, la possibilità di ottenerli per ulteriori 4 anni, su richiesta del produttore. In tal modo si è provveduto a rafforzare ulteriormente l'incentivazione dei rifiuti - compresa la frazione non biodegradabile - e dei combustibili da essi derivanti, già prevista, in aperto contrasto con la direttiva 2001/77/CE, dall'articolo 17 del decreto legislativo di recepimento (n. 387/03).
Con il decreto ministeriale 5 maggio 2006 sono poi stati individuati i rifiuti e i combustibili derivati dai rifiuti ammessi a beneficiare del regime giuridico riservato alle fonti rinnovabili.
Da rilevare che il comma 1117 è di contenuto analogo ad un articolo aggiuntivo presentato al disegno di legge comunitaria per il 2006 (A.C. 1042, A.S. 1014, attualmente all'esame dell'assemblea del Senato) e approvato dalla XIV Commissione della Camera. Tale articolo aggiuntivo (art 15-bis) è stato successivamente soppresso dall'assemblea della Camera dei Deputati.
Ai sensi del secondo periodo del comma 1117, sono peraltro fatti salvi i finanziamenti e gli incentivi concessi, ai sensi della previgente normativa, ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata concretamente la realizzazione anteriormente all'entrata in vigore della presente legge, ivi comprese le convenzioni adottate con delibera del Comitato interministeriale prezzi del 12 aprile 1992 (CIP6) e destinate al sostegno alle fonti energetiche assimilate, per i quali si applicano le disposizioni di cui alla lettera c) del comma 1118.
Secondo il comma 1118, i criteri e le modalità di erogazione dei finanziamenti e degli incentivi pubblici di competenza statale concedibili alle fonti rinnovabili di cui all'articolo 2 della citata direttiva 2001/77/CE saranno definiti con decreti del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Inoltre, il Ministro dello sviluppo economico provvederà con propri decreti a definire le condizioni e le modalità per l'eventuale riconoscimento in deroga del diritto agli incentivi a specifici impianti già autorizzati all'entrata in vigore della presente legge e non ancora in esercizio, non rientranti nella tipologia di cui al periodo precedente (ovvero gli impianti che non producono energia derivante da fonti rinnovabili ai sensi dell'articolo 2 della direttiva 2001/77/CE), nonché a ridefinire l'entità e la durata dei sostegni alle fonti energetiche non rinnovabili assimilate alle fonti energetiche rinnovabili utilizzate da impianti già realizzati ed operativi alla data di entrata in vigore della presente legge, tenendo conto dei diritti pregressi e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, allo scopo di ridurre gli oneri che gravano sui i prezzi dell'energia elettrica e eliminare vantaggi economici che non risultino specificamente motivati e coerenti con le direttive europee in materia di energia elettrica.
Ai sensi del comma 1119, è fatta salva la normativa previgente per la produzione di energia elettrica di cui all'articolo 11 comma 14 del decreto legge 14 marzo 2005 n. 35.
Il citato comma 14 dell'articolo 11 del decreto-legge 35/2005 prevede che, allo scopo di ridurre i costi di fornitura dell'energia elettrica alle imprese e in generale ai clienti finali sfruttando risorse del bacino carbonifero del Sulcis, nel rispetto della normativa comunitaria, nazionale ed ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 56 del 9 marzo 1994, la regione Sardegna, in coerenza con gli indirizzi e le priorità del sistema energetico regionale, assegni una concessione integrata per la gestione della miniera di carbone del Sulcis e la produzione di energia elettrica.
Al concessionario è assicurato l'acquisto da parte del Gestore della rete di trasmissione nazionale S.p.a. dell'energia elettrica prodotta ai prezzi e secondo le modalità previste dal citato decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1994.
Il comma 1120 opera, infine, le necessarie correzioni normative per realizzare le disposizioni del comma 1117.
La seconda modifica di notevole entità introdotta al Senato riguarda i commi da 1334 a 1339 che introducono modifiche all'attuale normativa concernente la SACE, l'Istituto per i servizi assicurativi del commercio estero, già riformato dal titolo I del D.Lgs. 143/98 e successivamente dal D.Lgs. n. 170/99.
Tale istituto, trasformato in Spa con decorrenza dal 1 gennaio 2004 dal DL 269/03, conv. con modif. nella L. n. 326/03, ha la funzione di assumere in assicurazione e in riassicurazione la garanzia sui rischi (di carattere politico, catastrofico, economico, commerciale e dei cambi) ai quali sono esposti gli operatori nazionali nella loro attività con l'estero.
In particolare, il comma 1334 provvede a modificare il comma 1 dell'articolo 2 del D.Lgs. 143/98, al fine di sostituire la parola istituto, riferita per l'appunto alla SACE, con quella di società, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 6 della citata legge n. 326/03 che ha disposto la trasformazione della SACE in Spa.
Conseguentemente, al medesimo comma 1 dell'articolo 2, del citato decreto legislativo D.Lgs. 143/98, la parola autorizzato è sostituita con la parola autorizzata.
Analoga sostituzione della parola Istituto con Società è prevista dal successivo comma 1338.
Il comma 1334 specifica, da ultimo, che le attività della SACE sono svolte non solo in favore degli operatori nazionali ma anche delle loro controllate e collegate estere.
Il successivo comma 1335 incide più direttamente sulle funzioni attualmente assegnate alla SACE, introducendo al comma 1 dell' articolo 2 del D.Lgs. 143/98 un ulteriore periodo in base al quale la Sace è autorizzata a rilasciare garanzie e coperture assicurative per le imprese estere in relazione a progetti strategici per l'economia italiana sotto i profili dell'internazionalizzazione, della sicurezza economica e dell'attivazione di processi produttivi e occupazionali in Italia.
Si segnala che, allo stato, l'articolo 2 del D.Lgs. 143/98, in materia di funzioni della SACE, prevede che l'Istituto è autorizzato a rilasciare garanzie, nonché ad assumere in assicurazione i rischi di carattere politico, catastrofico, economico, commerciale e di cambio ai quali sono esposti, direttamente o indirettamente secondo quanto stabilito ai sensi del comma 3, gli operatori nazionali nella loro attività con l'estero e di internazionalizzazione dell'economia italiana. Le garanzie e le assicurazioni possono essere rilasciate anche a banche nazionali o estere per crediti da esse concessi ad operatori nazionali o alla controparte estera, destinati al finanziamento delle suddette attività, nonché per i crediti dalle stesse concessi a Stati e banche centrali destinati al rifinanziamento di debiti di tali Stati.
Ai sensi del successivo comma 2, l'istituto può concludere accordi di riassicurazione e di coassicurazione con enti o imprese italiani, autorizzati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1959, n. 449, e successive modificazioni e integrazioni, nonché con enti od imprese esteri ed organismi internazionali.
Ai sensi del comma 3, le operazioni e le categorie di rischi assicurabili sono definite con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica, su proposta del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, di concerto con il Ministero del commercio con l'estero, tenendo anche conto degli accordi internazionali, nonché della normativa e degli indirizzi dell'Unione europea in materia di privatizzazione dei rischi di mercato e di armonizzazione dei sistemi comunitari di assicurazione dei crediti all'esportazione gestiti con il sostegno dello Stato.
I commi 1336 e 1337 ampliano la gamma dei soggetti/clienti di SACE, in quanto le garanzie e le assicurazioni possono essere rilasciate anche a società finanziarie, purché rispettino adeguati principi di organizzazione, vigilanza, patrimonializzazione ed operatività, relativamente a crediti concessi da tali soggetti ad operatori nazionali o alla controparte estera, destinati al finanziamento delle suddette attività nonché quelle connesse e strumentali.
Il medesimo comma 1337 esclude, invece, che le garanzie e le assicurazioni possano essere concesse ad operatori nazionali o alla controparte estera per i crediti concessi da tali soggetti a Stati e banche centrali destinati al finanziamento di debiti di tali Stati.
Il comma 1338 novella il comma 2 dell'articolo 2 del D.Lgs. 143/98 concernente gli accordi di riassicurazione e di coassicurazione stipulati dalla SACE.
Al riguardo, il comma in esame introduce due rilevanti novità in quanto, in primo luogo, viene meno la limitazione, attualmente prevista dal citato comma 2, in base alla quale i suddetti accordi possono essere stipulati con enti o imprese italiani autorizzati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1959, n. 449. Il riferimento, infatti, al citato decreto del Presidente della Repubblica è soppresso dal comma in esame.
In secondo luogo, il comma 1338 prevede espressamente la possibilità da parte della SACE di stipulare altri contratti di copertura del rischio assicurativo, a condizioni di mercato con primari operatori del settore.
Con la disposizione in esame si è prevista, quindi, la possibilità per la SACE di gestire attivamente i propri rischi attraverso la conclusione di contratti di copertura dei rischi assunti con soggetti qualificati.
Da ultimo, il successivo comma 1339 prevede una riduzione del capitale sociale della SACE, in misura adeguata alla sua attività, in favore dell'azionista, Ministero dell'Economia e delle Finanze e il versamento al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato dell'importo eccedente il capitale adeguato.
Al riguardo, si rileva che per la SACE non sono previsti requisiti di capitale minimo. Pertanto, la misura del capitale è in funzione degli impegni assicurativi e delle garanzie assunte, dei rischi di credito in portafoglio e degli obiettivi in termini di crescita.
Il comma in esame prevede, inoltre, che la delibera dell'assemblea dei soci volta a stabilire la citata riduzione possa essere eseguita, in deroga a quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 2445 del codice civile (che prevede 90 giorni) dopo trenta giorni dall'iscrizione nel registro delle imprese, purché entro questo termine non venga fatta opposizione da parte dei creditori.
Da ultimo, occorre rilevare che il comma 1339 prevede che le disposizioni oggetto di tale comma entreranno in vigore il giorno stesso della pubblicazione della legge finanziaria nella Gazzetta ufficiale.
Tale disposizione fissa, quindi, una data diversa da quella prevista dal comma 1365 concernente l'entrata in vigore della legge finanziaria, prevista per il primo gennaio 2007.
Ulteriori modifiche introdotte dal Senato nelle materie di competenza della Commissione si possono così sintetizzare:
Il Senato ha apportato alcune limitatissime modifiche alla disciplina riguardante il Fondo per la competitività e lo sviluppo in relazione alle quali però rileva che comportano il moltiplicarsi delle procedure di concertazione fra i vari Ministeri con il rischio di appesantire notevolmente l'azione dell'esecutivo.
Una prima modifica riguarda le modalità per l'individuazione dei progetti di innovazione industriale finanziabili. Viene previsto che vi sia il concerto del Ministro per i diritti e le pari opportunità e si prevede altresì che sul decreto interministeriale venga acquisita l'intesa della Conferenza Stato-regioni (comma 842).
A seguito di un'altra modifica, inoltre il Ministro per le pari opportunità viene coinvolto nella procedura di nomina dei responsabili dei progetti (comma 843).
Viene inoltre modificato il comma 846, il quale prevede che i progetti possono essere oggetto di cofinanziamento deciso da parte di altre amministrazioni statali e regionali. La modifica introdotta prevede che a tal fine, è istituita, presso il Ministero dello sviluppo economico, senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, una sede stabile di concertazione composta dai rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome e delle amministrazioni centrali dello Stato, di cui uno designato dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. Essa si pronuncia: a) sul monitoraggio dello stato di attuazione dei progetti di innovazione industriale; b) sulla formulazione delle proposte per il riordino del sistema degli incentivi; c) sulla formulazione di proposte per gli interventi per la finanza di impresa.
Altre modifiche sono state introdotte dal Senato relativamente al Fondo per la finanza d'impresa istituito dal comma 847.
Con le modifiche introdotte al Senato relativamente a questi commi viene specificato che con riferimento alle operazioni di partecipazione al capitale di rischio gli interventi del fondo per la finanza di impresa sono prioritariamente destinati al finanziamento di programmi di investimento per la nascita ed il consolidamento delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato contenuto tecnologico, al rafforzamento patrimoniale delle piccole e medie imprese localizzate nelle aree dell'obiettivo 1 e dell'obiettivo 2 di cui al Regolamento CE n. 1260/1999 nonché a programmi di sviluppo posti in essere da piccole e medie imprese.
Relativamente poi, alla struttura istituita dal comma 852 al fine di contrastare le crisi economiche finanziarie di imprese di rilevanti dimensioni, è stato specificato con apposita modifica introdotta dal Senato che tale struttura opera in collaborazione con le Regioni nel cui ambito si verificano le situazioni di crisi d'impresa oggetto d'intervento.
Il comma 855, introdotto dalla Camera durante l'esame in prima lettura, e modificato dal Senato, estende il campo di operatività del «Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca» (FRI), di cui all'articolo 1, comma 354 della legge 311/04 (finanziaria 2005), agli interventi previsti da leggi regionali di agevolazione ovvero conferiti alle regioni ai sensi del decreto legislativo n. 112 del 1998 per gli investimenti produttivi e per la ricerca.
La versione del testo del disegno di legge come licenziato dalla Camera dei Deputati in prima lettura estendeva l'ambito di operatività del FRI «alle leggi regionali di agevolazione degli investimenti produttivi e della ricerca».
Per quel che riguarda la discipline in materia di Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) istituito dai commi 870-874, si segnalano due modifiche: una prima, che ritiene particolarmente interessante e positiva, specifica che al Fondo affluiscono le risorse annuali per i progetti di ricerca di interesse nazionale delle università.
Un'altra modifica riguarda le modalità di ripartizione e i criteri d'accesso al Fondo: viene innanzitutto coinvolta la Conferenza Stato-Regioni. Inoltre, viene specificato che in sede di ripartizione del Fondo deve comunque essere garantito il finanziamento di un programma nazionale di investimento nelle ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università ed enti pubblici di ricerca, valutate mediante procedure diffuse e condivise nelle comunità disciplinari internazionali interessate.
Si ritiene opportuno inoltre segnalare:
il comma 498, modificato dal Senato, prevede la decadenza in caso di mancata riconferma entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge dei commissari nominati nelle procedure di amministrazione straordinaria disciplinate:
dal decreto-legge 30 gennaio 1979, n. 79;
dal decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270;
dal decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347.
L'ultima specificazione è stata introdotta nel corso dell'esame al Senato.
Il nuovo comma 503, aggiunto nel corso dell'esame del provvedimento in esame al Senato, è volto ad inserire un nuovo comma dopo il comma 1 dell'articolo 8 del decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito con modificazioni nella legge 18 febbraio 2004, n. 39.
Il nuovo comma 2 prevede la legittimazione alla costituzione di parte civile nei processi per reati fallimentari per il commissario straordinario nominato per i casi di amministrazione straordinaria previsti dal d.l. n. 347 del 2003.
Con il secondo periodo del nuovo comma 2 dell'articolo 8, si prevede espressamente la legittimazione a costituirsi parte civile nel processo penale dell'assuntore del concordato, una volta decaduto dalle sue funzioni l'organo commissariale, a seguito della chiusura della procedura di amministrazione straordinaria.
Il terzo periodo del comma 2 vale infine a rendere possibile la prosecuzione dell'azione civile già esercitata dal commissario straordinario nel processo penale da parte dell'assuntore, quando siano scaduti i termini fissati dall'articolo 79 c.p.p.
Il comma 888, introdotto dalla Commissione bilancio della Camera dei Deputati e modificato dal Senato, autorizza un contributo quindicennale di 3 milioni di euro a decorrere dal 2007 per il finanziamento degli interventi infrastrutturali relativi alla Fiera del Levante di Bari, alla Fiera di Verona, alla Fiera di Foggia e alla Fiera di Padova, previsti dall'articolo 1 comma 92, della legge 266/05 (finanziaria 2006). Nel corso dell'esame al Senato si è precisato che tale contributo è a favore del Fondo per la mobilità al servizio delle fiere previsto dalla legge 27 febbraio 2006, n. 105.
Un'ulteriore modifica riguarda il comma 890, che concerne il cofinanziamento statale di progetti regionali in materia di distretti industriali. Il comma 890 (modificato dal Senato), in particolare, novella la legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266/2005) aggiungendo dopo il comma 371 i commi 371-bis e 371-ter. Le modifiche sono positive e tese a rafforzare l'impegno del Governo.
Il nuovo comma 371-bis prevede che, in attesa dell'adozione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze del decreto di individuazione dei distretti, possa essere riconosciuto un contributo statale a progetti regionali riguardanti i distretti produttivi. L'ammontare massimo dell'agevolazione è fissato al 50 per cento delle risorse pubbliche complessivamente impiegate in ciascun progetto.
Il nuovo comma 371-ter demanda l'individuazione dei progetti regionali ammessi al beneficio di cui al precedente comma 371-bis ad un decreto del Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome. Tale decreto individua inoltre i relativi oneri per il bilancio dello Stato ed eventuali ulteriori progetti di carattere nazionale.
Il riferimento a tali «eventuali ulteriori progetti di carattere nazionale» è stato introdotto nel corso dell'esame al Senato.
Il comma 935, modificato dal Senato, dispone un'integrazione all'articolo 10 del DL 251/81 («Provvedimenti per il sostegno delle esportazioni italiane») relativo alla concessione di contributi ai consorzi export multiregionali del settore agro-ittico-alimentare e turistico-alberghiero, inserendo il criterio della progettualità tra quelli necessari alla concessione dei contributi.
Infatti il nuovo comma 4-bis, introdotto dal presente articolo, consente la concessione, ai sensi dell'articolo 22 del D.Lgs. n. 143/98, di contributi destinati a progetti di promozione e di internazionalizzazione, realizzati da consorzi misti tra PMI dei settori agro-ittico-alimentare e turistico-alberghiero volti ad incrementare la domanda estera del settore.
Rispetto al testo del disegno di legge finanziaria approvato in prima lettura della Camera dei Deputati, il Senato ha, quindi, introdotto l'integrazione del settore ittico.
Il comma 937, inserito nel corso dell'esame del provvedimento al Senato, autorizzata la spesa di 1 milione di euro per gli anni 2007 e 2008 al fine di promuovere la tutela e lo sviluppo delle produzioni di ceramiche artistiche e di qualità, in linea con le finalità fissate dalla legge 9 luglio 1990, n. 188, è autorizzata la spesa di 1 milione di euro per gli anni 2007 e 2008.
Ai sensi del medesimo comma 937, a valere sulla citata autorizzazione di spesa, una somma pari a 50.000 euro per ciascun anno del triennio 2007-2009, è destinata al finanziamento del Museo Internazionale delle ceramiche artistiche di Faenza di cui alla legge 17 febbraio 1968, n. 97.
Il comma 939, inserito nel corso dell'esame del provvedimento in esame al Senato, è volto ad integrare l'attuale formulazione dell'articolo 2, comma 85, del decreto legge decreto-legge 3-10-2006 n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, della legge 24 novembre 2006, n. 286.
In particolare, la modifica prevista dal comma in esame è volta ad escludere l'applicabilità delle disposizioni previste dalle lettere c) ed f) del citato comma 85 e concernenti taluni obblighi posti a carico delle società concessionarie autostradali in relazione all'affidamento dei servizi di distribuzione carbolubrificanti, e delle attività commerciali e ristorative nelle aree di servizio delle reti autostradali.
Al contempo, il comma 939 prevede che in relazione all'affidamento dei servizi di distribuzione carbolubrificanti e delle attività commerciali e ristorative nelle aree di servizio delle reti autostradali dovranno osservare i seguenti principi:
a) verifica preventiva della sussistenza delle capacità tecnico-organizzative ed economiche dei concorrenti allo scopo di garantire un adeguato livello e la regolarità del servizio, secondo quanto disciplinato dalla normativa di settore;
b) valutazione delle offerte dei concorrenti che valorizzino l'efficienza, la qualità e la varietà dei servizi, gli investimenti in coerenza con la durata degli affidamenti e la pluralità dei marchi. I processi di selezione devono assicurare una prevalente importanza al progetto tecnico-commerciale rispetto alle condizioni economiche proposte;
c) modelli contrattuali idonei ad assicurare la competitività dell'offerta in termini di qualità e disponibilità dei servizi nonché dei prezzi dei prodotti oil e non oil.
Il comma 941 modifica l'articolo 4, comma 49, della legge finanziaria 2004 (legge n. 350/2003), al fine di integrare nella definizione di «fallace indicazione d'origine» anche l'utilizzo di marchi di aziende italiane su prodotti o merci non originari dall'Italia ai sensi della normativa europea.
Il comma 941 sostituisce il comma 517 dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria approvato dalla Camera dei deputati, il quale modificava il citato articolo 4, comma 49 della legge finanziaria 2004 al fine di integrare nella definizione di «fallace indicazione d'origine» anche l'uso fallace o fuorviante di marchi aziendali ai sensi della disciplina sulle pratiche commerciali ingannevoli.
Il comma specificava, inoltre, che le false e le fallaci indicazioni di provenienza o di origine non potevano, comunque, essere regolarizzate quando i prodotti o le merci siano stati già immessi in libera pratica. La dizione introdotta dal Senato, che ritiene meno pregnante di quella formulata alla Camera, ha comunque la finalità di intervenire in qualche modo su chi intende disorientare il consumatore
I commi 1227, 1228 e 1229 prevedono stanziamenti finalizzati al sostegno del settore turistico per il triennio 2007-2009.
In particolare, il comma 1227 (non modificato dal Senato) autorizza la spesa di 10 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, per il sostegno del settore turistico. Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo - si provvede all'attuazione del presente comma.
Il comma 1228 (modificato dal Senato) autorizza la spesa di 48 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 per le finalità di sviluppo del settore del turismo, anche in relazione alla necessità di incentivare l'unicità della titolarità tra la proprietà dei beni ad uso turistico-ricettivo e la relativa attività di gestione, nonché i processi di crescita dimensionale delle imprese turistico-ricettive nel rispetto del patrimonio paesaggistico ai sensi del Decreto legislativo 42 del 22 gennaio 2004, e al fine di promuovere forme di turismo ecocompatibile. Tali ultime precisazioni sono state introdotte nel corso dell'esame al Senato.
Il comma 1229 (non modificato dal Senato) autorizza la spesa di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, da assegnare all'Osservatorio nazionale del turismo di cui all'articolo 12 del decreto-legge 11 marzo 2005, n. 35, da destinare specificamente per le attività di monitoraggio della domanda e dei flussi turistici ed identificazione di strategie di interesse nazionale per lo sviluppo e la competitività del settore.
Il comma 1333, introdotto dal Senato, reca disposizioni relative alla infrastrutturazione del polo di ricerca e di attività industriali ad alta tecnologia.
In particolare, si prevede che le risorse residue di cui all'articolo 145 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, comma 52, siano interamente destinate alle opere di infrastrutturazione del polo di ricerca e di attività industriali ed alta tecnologia.
Il citato comma 52 dell'articolo 145 della legge finanziaria per il 2001 disponeva l'integrazione del programma speciale di reindustrializzazione di cui all'articolo 5 del decreto-legge 1o aprile 1989, n. 120 con la previsione dello sviluppo di un polo di ricerca e di attività industriali ad alta tecnologia nel territorio del comune di Genova anche in relazione all'attuazione dell'articolo 4 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269. Per finanziare gli interventi previsti da tale integrazione veniva autorizzata la spesa di lire 10 miliardi per ciascuno degli anni 2001, 2002 e 2003. Tali risorse non potevano essere utilizzate per altre finalità fino al 31 dicembre 2006.
Infine, si autorizza la spesa annua di 5 milioni di euro all'anno per quindici anni, a decorrere dall'anno 2007 per l'insediamento di una sede universitaria permanente per gli studi di ingegneria nell'ambito del citato polo di ricerca e di attività industriali ad alta tecnologia.
Non rientrano nelle competenze strette della Commissione alcune altre disposizioni, cui si fa comunque brevemente cenno poiché comunque di interesse per i commissari, e per la precisione:
disposizioni per l'esenzione dall'accisa dei biocarburanti.
Il comma 380, introdotto dal Senato, prevede che sia esentato dall'accisa, entro un importo massimo di 1 milione di euro per ogni anno a decorrere dall'anno 2007 l'impiego a fini energetici nel settore agricolo, per autoconsumo nell'ambito dell'impresa singola o associata, dell'olio vegetale puro, come definito dall'allegato 1, lettera l), del decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 128. Con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono definite le modalità per l'accesso all'agevolazione di cui al presente comma.
Il comma 381 prevede che all'onere derivante dall'attuazione del comma 93-bis pari a un milione di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 10 ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244.
Il comma 382, introdotto dal Senato, prevede che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, provvede, con proprio decreto, alla revisione della disciplina dei certificati verdi di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni, finalizzata ai seguenti obiettivi: a) incentivare l'impiego a fini energetici delle materie prime provenienti dai contratti di coltivazione di cui all'articolo 90 del regolamento CE n. 1782/2003, del Consiglio, del 29 settembre 2003; b) incentivare l'impiego a fini energetici di prodotti e materiali residui provenienti dall'agricoltura, dalla zootecnia, dalle attività forestali e di trasformazione alimentare, nell'ambito di progetti rivolti a favorire la formazione di distretti locali agroenergetici; c) incentivare l'impiego a fini energetici di materie prime provenienti da pratiche di coltivazione a basso consumo energetico e in grado di conservare o integrare il contenuto di carbonio nel suolo.
Il comma 383, anch'esso introdotto dal Senato, prevede che ai certificati verdi riconosciuti ai produttori di energia ai sensi del comma 382, non si applicano le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 87, della legge 23 agosto 2004, n. 239.
programma sperimentale per la riduzione della commercializzazione dei sacchi da asporto non biodegradabili.
I commi da 1129 a 1131, introdotti dal Senato, prevedono che venga avviato a partire dal 2007, un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l'asporto delle merci che secondo i criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario non risultino biodegradabili.
Un'ulteriore modifica (comma 1134) riguarda una migliore riscrittura di una norma riguardante l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo (articolo 2 comma 98 decreto-legge n. 262 del 2006).
Viene in particolare specificato che alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo sono trasferite le risorse finanziarie corrispondenti alla riduzione della spesa derivante dall'attuazione del comma 1 dell'articolo 54 del decreto legislativo n. 300 del 1999. La precedente versione della norma, prima della modifica introdotta dal Senato faceva riferimento solo al «comma 1» e non si specificava a quella articolo dovesse riferirsi tale riferimento, che viene adesso identificato con il predetto articolo 54.
Formula quindi, nonostante il consueto rilievo relativo ai tempi affrettati della decisione parlamentare, che non consentono ai deputati un esame esaustivo delle parti modificate nel corso dell'esame al Senato, una proposta di relazione favorevole su ciascuno stato di previsione di competenza della Commissione (vedi allegati 1, 2, 3 e 4), nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.
Daniele CAPEZZONE, presidente, si associa ai rilievi formulati dal relatore, osservando che una prassi sbagliata non cessa di essere tale perché ripetuta. La decisione parlamentare meriterebbe infatti altri tempi e altri metodi.
Marilde PROVERA (RC-SE), esprime il personale disagio, che pure non si tradurrà ovviamente in un voto contrario sulle relazioni favorevoli, su modalità di discussione che mortificano il Parlamento. Ritiene comunque importante precisare che, in relazione ad alcune, ben note, modifiche apportate dal Senato il voto di rifondazione comunista sarebbe divenuto contrario se non si fossero ricevute assicurazioni precise sul fatto che tali norme non sarebbero mai divenute efficaci.
Luigi LAZZARI (FI), esprime il forte dissenso del gruppo di Forza Italia sulle modalità di approvazione di questa manovra, rilevando che la procedura di approvazione dei documenti di bilancio, pur criticata da anni, non riesce ad essere modificata.
Sottolinea che le modificazioni apportate al Senato non hanno inciso particolarmente sulle parti di competenza della Commissione, né sono state trovate soluzione a problemi rilevati nel corso dell'esame il prima lettura (ad esempio, sulle politiche relative al Mezzogiorno).
Esprime in conclusione il convinto voto contrario di Forza Italia su tutta la manovra.
La Commissione approva, con singole votazioni, le proposte di relazione del relatore (vedi allegati 1, 2, 3 e 4) e nomina il deputato Lulli relatore presso la V Commissione.
La seduta termina alle 18.30.
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009. (C. 1747-B Governo).
Tabella n. 3: Ministero dello sviluppo economico.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La X Commissione attività produttive, commercio e turismo,
esaminata la Tabella 3, relativa allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge di bilancio (C. 1747-B Governo) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria in relazione alle parti di competenza (C. 1746-bis-B Governo);
premesso che:
la manovra di finanza pubblica è stata oggetto di significative modifiche nel corso dell'esame presso il Senato;
la rilevanza di tali modifiche richiederebbe una ampia e approfondita valutazione;
risulta peraltro necessario pervenire tempestivamente all'approvazione definitiva dei documenti di bilancio al fine di evitare ritardi che comporterebbero il rischio di dell'esercizio provvisorio, con pesanti riflessi sulla credibilità internazionale del Paese;
delibera di
ALLEGATO 2
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009. (C. 1747-B Governo).
Tabella n. 14: Ministero dei beni e attività culturali.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La X Commissione attività produttive, commercio e turismo,
esaminata la Tabella 14, relativa allo stato di previsione del Ministero dei beni e attività culturali per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge di bilancio (C. 1747-B Governo) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B Governo) in relazione alle parti di competenza della Commissione;
premesso che:
la manovra di finanza pubblica è stata oggetto di modifiche di rilievo nel corso dell'esame presso il Senato, che richiederebbero un maggiore approfondimento;
risulta peraltro necessario pervenire tempestivamente all'approvazione definitiva dei documenti di bilancio al fine di evitare ritardi che comporterebbero il rischio di dell'esercizio provvisorio, con pesanti riflessi sulla credibilità internazionale del Paese;
delibera di
RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
ALLEGATO 3
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009. (C. 1747-B Governo).
Tabella n. 17: Ministero dell'Università e ricerca.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La X Commissione attività produttive, commercio e turismo,
esaminata la Tabella 17, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'università e ricerca per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge di bilancio (C. 1747-B Governo) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B Governo), relativamente alle parti di competenza della Commissione;
premesso che:
le modifiche apportate sulla tabella in questione, per le parti di competenza della Commissione, non sono state di significativo rilievo e che risulta comunque necessario pervenire tempestivamente all'approvazione definitiva dei documenti di bilancio al fine di evitare ritardi che comporterebbero il rischio di dell'esercizio provvisorio, con pesanti riflessi sulla credibilità internazionale del Paese;
delibera di
RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
ALLEGATO 4
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009. (C. 1747-B Governo).
Tabella n. 19: Ministero del commercio internazionale.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La X Commissione attività produttive, commercio e turismo,
esaminata la Tabella 19, relativa allo stato di previsione del Ministero del Commercio internazionale per l'anno finanziario 2007, del disegno di legge di bilancio (C. 1747-B Governo) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B Governo);
premesso che:
le disposizioni in materia di commercio internazionale inserite nella manovra di finanza pubblica sono state oggetto di significative modifiche nel corso dell'esame presso il Senato, in particolare per quanto riguarda la disciplina della SACE Spa;
la rilevanza di tali modifiche richiederebbe una valutazione maggiormente approfondita;
risulta peraltro necessario pervenire tempestivamente all'approvazione definitiva dei documenti di bilancio al fine di evitare ritardi che comporterebbero il rischio di dell'esercizio provvisorio, con pesanti riflessi sulla credibilità internazionale del Paese;
delibera di
RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
XICOMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)
Lunedi 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI.
La seduta comincia alle 14.10.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1749-quater Governo.
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo.
Gianni PAGLIARINI, presidente, avverte che la Commissione esaminerà congiuntamente il disegno di legge di bilancio ed il disegno di legge finanziaria, per le parti di competenza, come modificate a seguito dell'esame presso il Senato. A tal fine, ricorda che la Commissione, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, dovrà trasmettere alla Commissione Bilancio una relazione per gli stati di previsione di competenza e per le connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rammenta altresì che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del regolamento, l'esame in Commissione riguarderà esclusivamente le modificazioni apportate dall'altro ramo del Parlamento.
Simone BALDELLI (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori sottolinea come i tempi a disposizione della Camera per la terza lettura dei documenti di bilancio non consentano un effettivo approfondimento delle materie di competenza della Commissione, che pure hanno grande rilievo per i cittadini italiani: è peraltro una situazione analoga a quella che si è già verificata nel corso della prima lettura, quando la Commissione è stata chiamata ad esprimersi su un testo che è stato poi profondamente modificato dal Governo con un maxiemendamento sul quale ha posto la questione di fiducia. Evidenzia pertanto come un primo fondamentale rilievo critico da parte dell'opposizione riguardi il metodo seguito dal Governo e dalla maggioranza, che appare non rispettoso delle prerogative parlamentari.
Ivano MIGLIOLI (Ulivo), relatore, nel riconfermare il giudizio positivo sulla manovra di bilancio già espresso in prima lettura, in quanto essa opera interventi per il risanamento dei conti pubblici, per il rilancio e lo sviluppo del Paese con misure di equità, si limita a ricordare i cardini dei provvedimenti in materia di lavoro e ad evidenziare le novità introdotte dal Senato. Il giudizio positivo deriva dal fatto che il disegno di legge contiene una serie di misure che configurano un vero e proprio intervento organico in materia di lavoro e previdenza. Difatti le disposizioni sono riconducibili a linee di intervento assai chiare e coerenti con il programma elettorale dell'Unione, contro la precarietà e per la stabilizzazione del lavoro nei settori pubblico e privato, con misure per promuovere l'emersione del lavoro irregolare e per contrastare il lavoro nero e migliorare il livello di sicurezza e salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro, con interventi in materia di ammortizzatori sociali che in alcuni punti anticipano una riforma organica, con interventi in materia previdenziale di miglioramento per i lavoratori atipici delle prestazioni di maternità e malattia, con misure che anticipano la riforma previdenziale integrativa, con misure a sostegno dello sviluppo che riducono il costo del lavoro contestualmente incentivando il ricorso a forme stabili di occupazione.
Queste linee giuda già chiare alla prima lettura del provvedimento escono rafforzate dall'esame in seconda lettura al Senato. Il provvedimento, rispetto al testo approvato dalla Camera, prevede infatti miglioramenti delle norme già introdotte e alcune novità di rilievo, soprattutto per quanto riguarda le misure relative alla stabilizzazione dei lavoratori precari delle pubbliche amministrazioni.
Si sofferma quindi sui commi da 417 a 420, introdotti nel corso dell'esame del Senato in seguito all'approvazione del maxiemendamento sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, con i quali si prevede l'istituzione di un «Fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici», al fine di concorrere alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Tale fondo è finalizzato alla realizzazione di piani straordinari per l'assunzione a tempo indeterminato di personale già assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali non a tempo indeterminato. I criteri e le procedure per la ripartizione delle risorse disponibili tra le amministrazioni pubbliche che ne facciano richiesta sono demandati, ai sensi del successivo comma 418, ad un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 30 aprile 2007. Nella definizione dei criteri sono altresì fissatii requisiti dei soggetti interessati alla stabilizzazione e le relative modalità di selezione. Il comma 419 comporta il divieto, per le Amministrazioni destinatarie delle risorse, di ricorrere a nuovi rapporti di lavoro precario nei cinque anni successivi all'attribuzione delle stesse. L'inosservanza di tale divieto comporta responsabilità patrimoniale dell'autore della violazione. Infine, il comma 420 individua le modalità di finanziamento del fondo di cui al precedente comma. In particolare, per il finanziamento del richiamato fondo si autorizza la spesa di 5 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2007, prevedendo altresì possa essere anche alimentato da una somma pari al risparmio di interessi derivanti dalla riduzione del debito pubblico, di una quota fino al 20 per cento dell'importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come dormienti e di una quota fino al 5 per cento dei versamenti a titolo di dividendi derivanti da società pubbliche, eccedenti rispetto alle previsioni. Importanti misure sono poi state previste con riferimento al potenziamento del personale relativo all'ordine e alla sicurezza pubblica.
Al comma 519, che prevede l'avvio di una graduale stabilizzazione del personale a tempo determinato in possesso di determinati requisiti utilizzando una quota pari al 20 per cento di quanto stanziato per il 2007 nel Fondo di cui all'articolo 1, comma 96, della legge n. 311, sono stati aggiunti due periodi con i quali si prevede una disciplina specifica per la stabilizzazione dei vigili del fuoco. In particolare con tali nuove disposizioni si prevede che la stabilizzazione del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è consentita al personale che risulti iscritto negli appositi elenchi istituiti presso i comandi provinciali dei vigili dei fuoco, da almeno tre anni ed abbia effettuato non meno di 120 giorni di servizio. Analoga disposizione per favorire l'assunzione dei vigili del fuoco è contenuta nel comma 526, che attribuisce ad alcune pubbliche amministrazioni la possibilità di usufruire di limiti meno rigidi per le assunzioni da effettuare negli anni 2008 e 2009 rispetto a quelli fissati dal precedente comma 524.
Il comma 513, modifica sostanzialmente la norma precedentemente contenuta all'articolo 57, recante disposizioni in materia di assunzioni nei Corpi di Polizia dello Stato. La norma è volta ad assicurare una copertura delle carenze di organico delle Forze di Polizia, nonché ad assumere gli ausiliari della Polizia di Stato trattenuti in servizio fino al 31 dicembre 2006. In particolare, il nuovo comma 513 autorizza i Corpi di Polizia all'assunzione, entro il 30 marzo 2007, di un contingente complessivo di personale non superiore a 2.000 unità, all'interno del quale sono compresi 1.316 agenti trattenuti in servizio. I commi da 514 a 516, introdotti nel corso dell'esame del provvedimento presso il Senato, recano disposizioni in materia di assunzioni, in deroga alla normativa vigente, per il Corpo dei vigili del fuoco, per l'Arma dei carabinieri e per il Corpo della guardia di finanza. In particolare il comma 515 autorizza, a decorrere dal 1o luglio 2007, l'assunzione di un contingente di 600 vigili del fuoco.
I commi 515 e 516, autorizzano l'Arma dei Carabinieri e il Corpo della Guardia di finanza ad effettuare, in aggiunta ai reclutamenti ordinari, reclutamenti straordinari per il 2007, al fine, rispettivamente, di contrastare il terrorismo e la criminalità organizzata e di contrastare l'economia sommersa ed assicurare la piena efficacia degli interventi in materia di polizia economica e finanziaria. I reclutamenti straordinari sono autorizzati entro il limite di spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2007 e 10 milioni di euro a decorrere dal 2008 sia per i Carabinieri sia per la Guardia di finanza.
Per quanto riguarda il versante previdenziale, evidenzia come commi 749-753 recano disposizioni in materia di previdenza complementare, confermando l'anticipazione della decorrenza della riforma modificando i termini entro cui le firme pensionistiche sono tenute a provvedere ai necessari adeguamenti per conformarsi alla nuova disciplina.
Le lettere d), e), f) e g) del comma 749, modificano la disciplina dei commi da 3 a 4 dell'articolo 23 citato relativa alle modalità e ai termini secondo cui, nella fase transitoria di entrata in vigore della riforma, le forme di previdenza complementare devono procedere ai necessari adeguamenti per conformarsi alla nuova disciplina della previdenza complementare. Le disposizioni in esame prevedono misure procedurali urgenti volte a rendere possibile la corretta e funzionale applicazione della riforma della previdenza complementare sin dall'inizio del prossimo anno, in connessione con l'anticipazione al 1o gennaio 2007 dell'entrata in vigore della medesima riforma.
In sostanza, a seguito delle modifiche introdotte, si dispone che, con l'entrata in vigore della riforma (1o gennaio 2007), le forme pensionistiche possono raccogliere nuove adesioni solamente dopo aver realizzato gli adeguamenti di cui alle lettere a) e b), n. 2 dell'articolo 23. Peraltro le imprese di assicurazione, entro il 31 marzo 2007, devono provvedere alla costituzione del patrimonio autonomo e separato ai sensi della lettera b), n. 2.
Il comma 760 prevede che il Ministro dell'economia, di concerto con il Ministro del lavoro, presenta annualmente al Parlamento una relazione sulla Costituzione e sui rendimenti delle forme pensionistiche complementari, quantificando le nuove adesioni intervenute dopo l'entrata in vigore della riforma, a seguito dell'adeguamento delle forme pensionistiche alla nuova disciplina e specificando la consistenza finanziaria e le modalità di utilizzo del Fondo per l'erogazione del TFR gestito dall'INPS.
Per quanto riguarda le altre novità introdotte al Senato, segnalan sinteticamente: un'esenzione dall'obbligo dell'iscrizione all'ENPALS nel caso di esibizioni in spettacoli musicali, di divertimento o di celebrazione di tradizioni popolari folkloristiche, per i giovani fino a 18 anni, da studenti, da pensionati e da coloro che svolgono un'attività lavorativa per la quale sono già tenuti al versamento dei contributi ai fini della previdenza obbligatoria, allorché la retribuzione annua lorda percepita per tali esibizioni non superi 5.000 euro; la modifica della disciplina di cui al comma 12 dell'articolo 3 della legge n. 335 del 1995 che detta disposizioni per garantire l'equilibrio finanziario degli enti previdenziali privatizzati; la proroga fino al 31 dicembre 2007 dei rapporti di collaborazione di cui si avvale l'ISTAT; l'autorizzazione alla COVIP, al fine di assolvere in modo efficiente ed efficace ai propri compiti d'istituto, ad inquadrare in ruolo i dipendenti già assunti tramite procedura selettiva pubblica con contratti di lavoro a termine; la destinazione di una quota parte delle risorse previste per il finanziamento di specifici programmi di assunzione del personale dell'amministrazione economico finanziaria alle agenzie fiscali, al fine espresso di potenziare l'azione di contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale nonché l'attività di monitoraggio e di controllo della spesa; la proroga sino al 31 dicembre 2007 dei contratti di formazione e lavoro delle Pubbliche amministrazioni nell'attesa dell'espletamento delle procedure di conversionein rapporti a tempo indeterminato; l'autorizzazione al Ministero del lavoro alla immissione in servizio di personale risultato idoneo in alcuni specifici concorsi per ispettore del lavoro (300 unità, rispetto alle 100 previste dal testo precedente); oltre alle risorse già stanziate per il riconoscimento degli aumenti retributivi per il biennio 2006-2007 per il personale in regime di diritto pubblico, è stanziata, per l'anno 2007, una ulteriore somma pari a 40 milioni di euro, e, a decorrere dall'anno 2008 una ulteriore somma pari a 80 milioni di euro da destinare al trattamento economico accessorio del personale delle Forze armate e dei Corpi di Polizia in relazione alle speciali esigenze connesse con la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, con la prevenzione e la repressione dei reati, nonché alle speciali esigenze della difesa nazionale, anche in relazione agli accresciuti impegni in campo internazionale; una disposizione relativa alla stabilizzazione del personale operaio forestale con contratto a tempo determinato di cui all'articolo 1, comma 242, della L. 23 dicembre 2005, n. 266; l'istituzione di un Fondo con dotazione di 10 milioni di euro, per l'anno 2007, destinato all'erogazione di contributi per l'acquisto di un personal computer effettuato dai collaboratori coordinati e continuativi, compresi i collaboratori a progetto; nell'ambito della previsione relativa alla possibilità di stabilizzazione del personale precario di enti locali e regioni, l'estensione di tale norma ai soggetti occupati in attività socialmente utili; una serie di modifiche in materia di infortuni sul lavoro riguardanti aspetti come la specialegestione dell'INAIL, le conseguenze dirette di silicosi la rendita per inabilità permanente per infortunio in agricoltura, l'assicurazione infortuni e malattie professionali nell'industria e in agricoltura, lo speciale assegno continuativo per coniuge e figli superstiti del titolare della rendita per inabilità permanente e l'assegno di incollocabilità; nuove più favorevoli disposizioni relative alle provvidenze e in particolare ai benefici pensionistici per le vittime del terrorismo e loro congiunti; l'istituzione presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale del Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro al fine di assicurare un adeguato e tempestivo sostegno ai familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro anche per i casi in cui le vittime medesime risultino prive della copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. A tale fondo è attribuita la somma di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009; la modifica della disciplina relativa alle misure per favorire la conciliazione tra tempo di vita e di lavoro introducendo correttivi la cui utilità è stata evidenziata dall'applicazione della norma; disposizioni volte a rafforzare la responsabilità solidale dell'imprenditore committente per tutti i danni per i quali il lavoratore, dipendente dall'appaltatore o dal subappaltatore, non risulti indennizzato dall'INAIL. Si prevede inoltre che, in ordine all'effettivo pagamento delle retribuzioni e del versamento dei contributi previdenziali, la responsabilità solidale del committente imprenditore o datore di lavoro operi non solamente rispetto all'appaltatore, ma anche rispetto a ciascuno degli eventuali ulteriori subappaltatori.
Sulla base di tali modifiche introdotte al senato, che rafforzano e qualificano ancor di più il disegno della finanziaria con la finalità di favorire ed incentivare il «buon lavoro» e il lavoro sicuro, preannuncia la presentazione di relazioni favorevoli sulle materie di competenza della Commissione.
Sestino GIACOMONI (FI) esprime la propria delusione di parlamentare per i risultati prodotti dal lavoro della Commissione, che ritiene dovrebbero creare imbarazzo in primo luogo ai deputati della maggioranza, considerato che il Governo non ha inserito nel testo della finanziaria, in particolare, l'emendamento che era stao approvato all'unanimità nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 279 del 2006. Anche in materia di stabilizzazione dei lavoratori precari, il Governo mostra di non tenere conto del lavoro parlamentare, considerato che, nelle audizioni in corso nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul precariato, è emerso che l'aumento dei contributi per i lavoratori parasubordinati è dannoso per i giovani, in quanto disincentiva la loro assunzione, senza peraltro che vengano offerte prestazioni correlate ai contributi versati. Nel settore della scuola, inoltre, le misure di stabilizzazione senza concorsi rischiano di abbassare il livello qualitativo degli insegnanti e dunque di produrre danni per la formazione dei giovani che si troveranno a competere su mercati globalizzati.
Analogamente, il taglio del cuneo fiscale viene vanificato attraverso l'aumento del costo del lavoro prodotto dall'incremento dei contributi, mentre altre norme che prevedono una sorta di suddivisione del lavoro e quasi di ereditarietà di mansioni nell'ambito della famiglia bloccano la mobilità sociale e produrranno gravi danni nel medio-lungo periodo.
Quanto all'anticipo della previdenza complementare, che potrebbe risultare a vantaggio dei lavoratori, in realtà, il mancato inserimento nel testo del ricordato emendamento votato all'unanimità dalla XI Commissione nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione n. 279 del 2006, riduce la concorrenzialità tra le forme di previdenza complementare offerte ai lavoratori e sembra favorire quelle gestite dalle parti sociali. Soprattutto, però, emerge l'inutilità del lavoro svolto dalla Commissione, anche su punti in cui, attraverso il confronto, si era riusciti a pervenire a comuni posizioni.
Carmelo PORCU (AN) osserva che quasi con sollievo si accoglie l'avvicinarsi della conclusione dell'iter del disegno di legge finanziaria, nel corso del quale il lavoro del Parlamento è risultato essenzialmente inutile, essendo state assunte le decisioni in ordine al testo al di fuori delle aule parlamentari. D'altro canto, ciò è risultato invitabile anche a causa di una situazione nella quale la maggioranza ha dovuto ricorrere al voto determinante dei senatori a vita e che alla Camera appare divisa su questioni basilari.
Sul piano di merito, osserva che il cambiamento di filosofia nell'approccio ai problemi del precariato e del mercato del lavoro, in parte naturale a seguito del cambiamento di maggioranza dopo le elezioni politiche, in realtà non ha avuto modo di essere adeguatamente approfondito in sede parlamentare attraverso un reale confronto. Quanto agli interventi contro il precariato della pubblica amministrazione, osserva che in realtà tale personale gode di garanzie maggiori rispetto ai lavoratori del settore privato: peraltro, nel settore della scuola, non si è tenuto conto innanzitutto delle esigenze di qualità della scuola. Nel settore della previdenza complementare, di grande importanza per il futuro pensionistico dei giovani lavoratori, infine, il Parlamento non ha avuto modo di incidere realmente ed il Governo ha assunto le proprie decisioni su tavoli esterni alle aule parlamentari.
Federica ROSSI GASPARRINI (Misto) sottolinea come i risultati positivi della manovra di bilancio in esame emergeranno nel corso del prossimo anno, avendo in realtà il Governo mostrato disponibilità all'ascolto nei confronti del Parlamento. Sottolinea a tale proposito tre specifici punti: in primo luogo, le risorse messe a disposizione delle imprese che assumono nel Sud; in secondo luogo, il sostegno, attraverso la deducibilità fiscale, alle famiglie con soggetti non autosufficienti; in terzo luogo, la previsione dell'abbassamento dal 33 al 27 per cento dell'invalidità permanente delle donne che lavorano a tempo pieno in famiglia per poter godere delle rendite assicurative.
Preannuncia pertanto il suo voto favorevole sui documenti di bilancio in esame, sottolineando come sarà necessaria una campagna informativa per far conoscere ai cittadini le norme in essi approvate.
Ivano MIGLIOLI (Ulivo), relatore, sulla base dei rilievi formulati dall'opposizione, dichiara la propria disponibilità ad inserire nella sua proposta di relazione un'osservazione diretta a recepire il contenuto dell'emendamento approvato all'unanimità dalla Commissione nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 279 del 2006.
Elena Emma CORDONI (Ulivo) evidenzia, nell'ambito della manovra di bilancio in esame, l'impegno per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, sia nel settore pubblico sia in quello privato: quanto al settore pubblico, sottolinea che i lavoratori che verranno stabilizzati hanno superato prove selettive, o dovranno superarle. Respinge altresì l'affermazione che gli insegnanti che verranno inseriti nella scuola siano inadeguati, osservando che in tal caso avrebbero dovuto essere allontanati in precedenza. Invita infine il relatore ad inserire nella sua proposta di relazione un'osservazione per evidenziare l'esigenza di garantire alle lavoratrici a progetto i medesimi trattamenti relativi alla maternità a rischio delle lavoratrici dipendenti.
Gianni PAGLIARINI, presidente, sospende brevemente la seduta per consentire la presentazione degli emendamenti e delle proposte di parere.
La seduta, sospesa alle 17.10, è ripresa alle 17.30.
Sestino GIACOMONI (FI) illustra l'emendamento Baldelli 1746-bis/B/XI/1.1 (vedi allegato 1), sottolineando come esso sia stato presentato con spirito costruttivo, per valorizzare il lavoro svolto dalla Commissione in materia di previdenza complementare. Evidenzia in proposito l'opportunità di consentire alle forme di previdenza complementare l'adeguamento alle norme previste dal decreto legislativo n. 252 del 2005, anziché entro il 31 dicembre 2006, entro il più ampio margine del 31 marzo 2007, per consentire una più ampia offerta di forme di previdenza complementare e, di conseguenza, maggiore concorrenzialità tra le stesse a vantaggio dei lavoratori.
Ivano MIGLIOLI (Ulivo), relatore, invita a ritirare l'emendamento, di cui peraltro condivide il merito, in quanto, come preannunciato, inserirà nella sua proposta di relazione un'osservazione in tal senso.
Il sottosegretario di Stato Cecilia DOSAGGIO esprime parere conforme a quello del relatore.
Augusto ROCCHI (RC-SE) dichiara che, essendo stata inserita nella proposta di relazione del relatore un'osservazione coincidente con il contenuto dell'emendamento, si asterrà sul medesimo.
Simone BALDELLI (FI) raccomanda l'approvazione dell'emendamento, giudicando non del tutto coerente la posizione del relatore, ma soprattutto contraddittoria quella del Governo, che avrebbe potuto inserire nel testo del maxiemendamento votato al Senato il contenuto dell'emendamento approvato all'unanimità dalla Commissione. Il Governo, però, non ha svolto correttamente il suo compito, non dedicando la dovuta attenzione al lavoro della Commissione: esprime pertanto, in proposito, seppure pacatamente, l'indignazione dell'opposizione.
La Commissione approva quindi l'emendamento Baldelli 1746-bis/B/XI/1.1.
Ivano MIGLIOLI (Ulivo), relatore, illustra la sua proposta di relazione favorevole con osservazioni (vedi allegato 2).
Sestino GIACOMONI (FI) sottolinea l'opportunità che, in materia di previdenza complementare, il Governo introduca le modifiche previste nell'osservazione proposta dal relatore nel decreto-legge correttivo della manovra finanziaria che è stato preannunciato.
Simone BALDELLI (FI) illustra la proposta di parere alternativo (vedi allegato 3), sottolineando come il Governo, uniformandosi al parere espresso dal relatore sul suo emendamento 1746-bis/B/XI/1.1, si sia sostanzialmente rimesso alla Commissione, in una materia nella quale, in realtà, ha la diretta responsabilità di non avere recepito nel maxi emendamento il testo che era stato approvato all'unanimità in Commissione.
Evidenzia quindi come il Parlamento, nel corso dell'esame della manovra finanziaria, sia stato svuotato del proprio ruolo, come emerge in particolare ora con la terza lettura, visto che il testo varato dal Senato viene considerato immodificabile, nonostante i riconosciuti errori. Ribadisce, a tale riguardo, che in materia di precariato si sarebbero dovute attendere le conclusioni dell'indagine conoscitiva in corso, anziché prevedere una sorta di sanatoria, in alcuni casi addirittura senza selezione pubblica, quando la Corte Costituzionale ha dichiarato che è possibile derogare al concorso pubblico «solo in presenza di peculiari situazioni giustificative». Anche l'inquadramento in ruolo di dipendenti assunti con contratti a tempo determinato presso la COVIP è indicativa di un metodo che non premia la competenza. Quanto alla delicata materia della previdenza complementare, ribadisce infine l'inaccettabilità dell'atteggiamento del Governo, che spesso è apparso addirittura disinformato dei lavori parlamentari, anche per le sostituzioni tra sottosegretari che hanno seguito i lavori della Commissione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la proposta di relazione del relatore riguardante la tabella 4, relativa allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per il 2007 (limitatamente alle parti di competenza) e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, come modificate a seguito dell'esame presso il Senato, risultando pertanto preclusa la proposta di relazione alternativa. Alla proposta di relazione verrà allegato l'emendamento approvato dalla Commissione.
La Commissione nomina quindi il deputato Miglioli relatore presso la V Commissione.
Ivano MIGLIOLI (Ulivo), relatore, illustra quindi la sua proposta di relazione riferita alla Tabella n. 18, relativa allo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per il 2007 (limitatamente alle parti di competenza), e le connesse parti del disegno di legge finanziari (vedi allegato 4).
La Commissione approva la proposta di relazione del relatore riferita alla Tabella 18 relativa allo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per il 2007 (limitatamente alle parti di competenza), e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, come modificate a seguito dell'esame presso il Senato.
La Commissione nomina il deputato Miglioli relatore presso la V Commissione.
La seduta termina alle 18.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1749-quater Governo.
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
EMENDAMENTO
ART. 1.
Al comma 749, sostituire la lettera d) con la seguente: d) al comma 3, le parole da «entro il 31 dicembre 2006» fino a «lettera b), n. 1)» sono sostituite dalle seguenti «Entro il 31 marzo 2007»;
Conseguentemente:
al medesimo comma, sopprimere la lettera e);
al medesimo comma, alla lettera g), capoverso «4», sostituire il primo periodo con i seguenti: «A decorrere dal 1o gennaio 2007, le forme pensionistiche complementari possono ricevere nuove adesioni anche con riferimento al finanziamento tramite conferimento del TFR, fermo restando l'obbligo di procedere agli adeguamenti di cui alle lettere a) e b) del comma 3 entro il termine del 31 marzo 2007. Le forme pensionistiche danno comunicazione alla COVIP dei predetti adeguamenti secondo le istruzioni impartite dalla stessa.» e al secondo periodo sostituire le parole: «a tali adesioni» con le seguenti: «a tali nuove adesioni» e sopprimere le parole: «ed abbiano altresì provveduto, per quanto di competenza, agli ulteriori adeguamenti di cui al comma 3, lettera b), n. 1),».
1746-bis/B/XI/1.1.Baldelli, Giacomoni, Porcu, Galli.
ALLEGATO 2
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1749-quater Governo.
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XI Commissione (Lavoro pubblico e privato),
esaminata la tabella 4, relativa allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per il 2007 (limitatamente alle parti di competenza), e le connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis/B), nel testo risultante dalle modifiche introdotte dal Senato,
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
con le seguenti osservazioni:
si valuti l'opportunità di prevedere che a decorrere dal 1o gennaio 2007, le forme pensionistiche complementari possono ricevere nuove adesioni anche con riferimento al finanziamento tramite conferimento del TFR, fermo restando l'obbligo di procedere agli adeguamenti di cui alle lettere a) e b) del comma 3 dell'articolo 23 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, e successive modificazioni, entro il termine del 31 marzo 2007.
si dia corso al riconoscimento delle maternità a rischio, così come per le lavoratrici dipendenti, anche per le lavoratrici a progetto.
ALLEGATO 3
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1749-quater Governo.
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA
La XI Commissione (Lavoro pubblico e privato),
esaminata la tabella 4, relativa allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per il 2007 (limitatamente alle parti di competenza) e la tabella 18, relativa allo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per il 2007 (limitatamente alle parti di competenza), e le connesse parti del disegno di legge finanziaria,
premesso che:
la condotta del Governo non ha permesso alla XI Commissione di esaminare una parte rilevante delle norme di sua competenza approvate dalla Camera in prima lettura e inserite nel maxiemendamento su cui è stata posta la questione di fiducia;
i tempi previsti dal calendario per l'esame in Commissione, in sede di terza lettura, non sono sufficienti a garantire un esame serio e approfondito delle parti introdotte nel corso della seconda lettura al Senato;
in tema di assunzioni dei lavoratori pubblici a tempo determinato, attraverso l'istituzione del Fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici, l'impostazione della manovra sembra essere dettata più da una esigenza di carattere politico ed elettorale che non dalla necessità di garantire il buon andamento della pubblica amministrazione;
si rileva che, l'assunzione a tempo indeterminato di un numero assai ingente di persone già assunte o utilizzate attraverso tipologie contrattuali non a tempo indeterminato, oltre a comportare un sensibile aumento di spesa pubblica avviene in parte anche senza il requisito essenziale dell'assunzione mediante procedura selettiva pubblica, a cui la Corte Costituzionale (sentenza n. 34 del 2004) ha sancito che è possibile derogare «solo in presenza di peculiari situazioni giustificatrici, nell'esercizio di una discrezionalità che trova il suo limite nella necessità di garantire il buon andamento della pubblica amministrazione (articolo 97, primo comma, della Costituzione) ed il cui vaglio di costituzionalità non può che passare attraverso una valutazione di ragionevolezza della scelta operata dal legislatore»;
si procede in maniera indiscriminata ad assumere una grande quantità di personale nella pubblica amministrazione senza prevedere, per contro, neppure l'inserimento di una qualche forma di una scala di merito che premi l'efficienza e leghi in qualche modo le retribuzioni alla produttività;
con tali iniziative, si rilancia come modello sociale dominante quello dell'aspirazione del «posto pubblico a vita», in spregio alle esigenze, ormai quasi unanimemente riconosciute, di stimolare il dinamismo economico la produttività e la competitività del sistema;
si contesta, altresì, l'inquadramento in ruolo dei dipendenti già assunti mediante procedura selettiva pubblica con contratti a tempo determinato nell'ambito della COVIP attraverso un semplice esame-colloquio, senza la previsione di ulteriori requisiti di ammissione che premino la competenza o la specializzazione;
sui fondi pensione, il testo non ha recepito completamente le indicazioni frutto del lavoro svolto dalla XI Commissione, in sede referente, sul disegno di legge di conversione del decreto legge 13 novembre 2006, n. 279 recante «Misure urgenti in materia di previdenza complementare», che il Governo ha scelto di non calendarizzare in Aula alla Camera;
le norme contenute nel testo allontanano l'Italia dagli indirizzi indicati dall'Unione Europea, sia per quanto riguarda l'Agenda di Lisbona e sia in relazione al Libro verde «Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo» (COM(2006)708), in materia di crescita dell'occupazione: sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, investimenti nella conoscenza e nell'innovazione, riduzione dei costi connessi alle formalità burocratiche, liberalizzazioni, maggiore flessibilità;
DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO
Fabbri, Compagnon, Lo Presti, Bodega.
ALLEGATO 4
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1749-quater Governo.
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XI Commissione (Lavoro pubblico e privato),
esaminata la tabella 18, relativa allo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per il 2007 (limitatamente alle parti di competenza), e le connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis/B), nel testo risultante dalle modifiche introdotte dal Senato,
XIICOMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Lunedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ.
La seduta comincia alle 18.05.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2007.
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per l'anno 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).
La Commissione inizia l'esame congiunto del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria, per le parti di propria competenza, come modificati a seguito dell'esame presso il Senato.
Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo), relatore, osserva che i disegni di legge finanziaria e di bilancio e le allegate tabelle degli stati di previsione dei Ministeri ritornano all'attenzione della Commissione, per le parti di competenza, e della Camera, dopo l'approvazione, con voto di fiducia, da parte del Senato. Durante l'iter al Senato, prima in Commissione Bilancio e, successivamente, tramite il cosiddetto «maxiemendamento» predisposto dal Governo, sono state apportate modifiche ed integrazioni che sono ora all'esame della Commissione. Ricorda quindi che una parte di queste erano state oggetto di discussione ed approvazione nella Commissione durante la prima lettura, ma non avevano trovato una finalizzazione né durante il lavoro della Commissione Bilancio né all'interno del testo votato dopo l'approvazione con fiducia, mentre altre sono completamente nuove. Passando all'esame specifico, rileva che all'articolo 1, comma 485, riguardante la contribuzione in favore dell'ONAOSI, si esplicita che le categorie di sanitari dipendenti pubblici, iscritti ai rispettivi ordini professionali che sono tenuti al versamento sono quelle dei medici chirurghi, degli odontoiatri, dei veterinari, dei farmacisti. Il comma 566 riguarda invece le assunzioni negli Istituti zooprofilattici sperimentali, che sono consentite nei limiti della dotazione organica rideterminata e del finanziamento complessivo deliberato annualmente dal CIPE, integrato dalla quota parte della somma stabilita dalla norma medesima; si prevede inoltre che a decorrere dal 2007, lo stanziamento annuo, previsto dal decreto legge 21 novembre 2000, n. 335, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 gennaio 2001, n. 3, risulti determinato nella misura di 30.300.000 euro annui. Il comma 796 detta disposizioni volte a garantire il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica nel comparto sanitario e la riqualificazione della spesa, in particolare i livelli del finanziamento del Servizio sanitario nazionale sono stabiliti in 96.040 milioni di euro per il 2007 rispetto ai 96.000 del testo approvato dalla Camera, in 99.082 milioni di euro per il 2008 rispetto ai 99.042 del testo della Camera e in 102.285 milioni di euro per il 2009 rispetto ai 102.245 del testo della Camera. Precisa inoltre che la maggiorazione dei tributi regionali necessaria alla copertura integrale dei disavanzi, in caso di mancato conseguimento degli obiettivi di riduzione degli stessi, ha carattere generalizzato e non è suscettibile di differenziazioni per settori di attività e per categorie dei soggetti passivi. Si prevede inoltre che il Ministero della salute svolga un'attività di affiancamento alle Regioni che hanno sottoscritto il previsto accordo per l'accesso alle risorse del Fondo transitorio, comprensivo del Piano di rientro dei disavanzi. La lettera g), introdotta dal Senato, prevede che, per il periodo 1o marzo 2007-29 febbraio 2008, le aziende farmaceutiche, entro il termine del 30 gennaio 2007, possono chiedere all'AIFA la sospensione, nei confronti di tutti i propri farmaci, dell'ulteriore riduzione del 5 per cento dei prezzi stabilita dalla deliberazione del consiglio di amministrazione dell'AIFA n. 26 del 27 settembre 2006, limitatamente ad un importo di manovra pari a 807 milioni di euro, di cui 583,7 milioni di euro a carico delle aziende stesse. Viene prevista altresì una procedura di garanzia rispetto alla ottemperazione degli impegni finanziari che, se non rispettata, comporta l'automatico ripristino del taglio dei prezzi. La lettera h) stabilisce che l'AIFA ridetermina, sulla base delle disposizioni alla lettera g), le quote di spettanza dovute al farmacista ed al grossista assicurando un risparmio di 223,3 milioni di euro, di cui 178,7 milioni a carico del farmacista e 44,6 milioni a carico dei grossisti. La lettera i) prevede, da parte dell'AIFA, la rimodulazione delle disposizioni precedenti in sintonia con l'andamento effettivo della spesa farmaceutica. Alla lettera l) è stata introdotta la possibilità, per le regioni che superano il tetto del 13 per cento della spesa farmaceutica convenzionata, di non applicare il ticket, ma misure alternative, la cui efficacia sia verificata, che garantiscano lo stesso risultato. Alla lettera t), infine, vengono modificate le misure previste per il ticket al pronto soccorso, escludendone del tutto il codice verde e facendo salve le norme regionali che già prevedessero ticket di maggiore entità. Ricorda quindi che il comma 798, introdotto dal Senato, prevede che per l'attuazione del Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (SiVeAS) sia prevista una dotazione, per l'anno 2007 e per i successivi, di 8 milioni di euro invece che di 10 milioni: con tali risorse si finanzierà anche l'attività di affiancamento alle regioni impegnate nei piani di rientro dai disavanzi. Con il comma 800 si prevede, per i consiglieri e refendari medici in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la possibilità di svolgere attività sanitaria esterna secondo modalità che verranno definite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Il comma 809 definisce uno stanziamento annuo di 500.000 euro per il funzionamento della Consulta del volontariato per la lotta contro l'AIDS e ne definisce le modalità di funzionamento stesso. I commi 814 ed 815 prevedono poi che, per gli anni 2007 e 2008, una quota non inferiore al 5 per cento delle risorse definite nell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, sia destinata a finanziare progetti di ricerca sanitaria presentati da ricercatori di età inferiore a 40 anni e svolti dai soggetti definiti dall'articolo 12-bis, comma 6, dello stesso decreto legislativo: i progetti di ricerca verranno valutati da un apposito comitato per il cui funzionamento vengono stanziati 100.000 euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008. Il comma 817 dispone un contributo straordinario di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 in favore della Lega italiana per la lotta contro i tumori. Il comma 818 conferma il carattere esclusivo degli incarichi di direttore generale, di direttore scientifico, di direttore sanitario ed amministrativo degli Istituti di ricovero e cura a carattere sanitario (IRCCS) precisando altresì che tali incarichi sono incompatibili con qualsiasi altro rapporto di lavoro pubblico e privato e con l'esercizio dell'attività professionale. Ricorda ancora che i commi da 821 ad 824 intervengono sulla disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati, rendendo più cogenti i criteri di reciprocità, a tutela della sicurezza, con gli altri Paesi europei. Il comma 825 interviene sulla disciplina degli adempimenti da parte delle aziende che producono o immettono in commercio in Italia i dispositivi medici: con la lettera a), tra queste aziende vengono incluse anche quelle che producono dispositivi medico-diagnostici in vitro ed i dispositivi su misura; con le lettere b) e c) si prevedono sanzioni per le aziende che producono o commercializzano dispositivi medici in caso di inadempienze ed il versamento di una tariffa di 100 euro per ogni dispositivo ai fini dell'inserimento delle informazioni nella banca dati necessarie alla istituzione ed alla gestione del repertorio dei dispositivi medici. Il comma 828 dispone una spesa di ulteriori 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 a favore della Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping per potenziarne l'attività. Il comma 829 modifica la legge 14 agosto 1991, n. 281, affidando ai comuni singoli o associati ed alle comunità montane la realizzazione di un piano nazionale di sterilizzazione degli animali da affezione, il risanamento dei canili esistenti e la realizzazione di rifugi per cani. I commi 830, 831 e 832 dispongono che le nuove percentuali di compartecipazione della regione siciliana alla spesa sanitaria vengano sospese fino al 30 aprile 2007 e che entro questa data dovrà essere raggiunta l'intesa sulle nuove norme di attuazione dello Statuto in materia sanitaria, e che il maggior onere della quota di spesa sanitaria posta a carico della regione siciliana sia compensato con una quota di compartecipazione al gettito delle accise riscosse sui prodotti petroliferi immessi al consumo sul territorio regionale. Il comma 1073 stabilisce che, entro il 15 gennaio 2007, la Giunta regionale della Campania promuova una campagna informativa ed adotti un piano triennale per il contenimento e l'eradicazione della brucellosi. Fa presente altresì che, con il comma 1234, si ripristina, per l'anno finanziario 2007, la possibilità, per il contribuente, di destinare una quota del 5 per mille dell'IRPEF per finalità sociali o di ricerca, mentre il successivo comma 1235 stabilisce che una quota pari allo 0,5 per cento di quella somma sia destinata all'Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale ed alle organizzazioni nazionali rappresentative degli enti di cui al precedente comma: l'individuazione dei soggetti e le modalità di riparto delle somme suddette sono stabilite da un decreto Presidente del Consiglio dei ministri di natura non regolamentare (comma 1236). Il Fondo per le politiche della famiglia di cui al comma 1250 viene stabilito nella misura di 210 milioni di euro per l'anno 2007 e di 180 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009; alla lettera a) del comma 1251 si stabilisce che tale Fondo serve anche per promuovere ed organizzare una Conferenza nazionale sulla famiglia con cadenza biennale. I commi 1254, 1255 e 1256 modificano la disciplina relativa alle misure volte a favorire la conciliazione tra tempo di vita e di lavoro di cui all'articolo 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53: in particolare, si stabilisce che le risorse per questa materia vadano reperite nell'ambito del Fondo per le politiche per la famiglia, che fra le aziende destinatarie dei contributi vengano comprese anche le ASL e le Aziende ospedaliere, che venga data priorità alle imprese private ed ai genitori di bambini fino a 12 anni di età o fino a quindici in caso di affidamento o adozione, nonché a quelli con figli disabili a carico. Il comma 1258 stabilisce che la dotazione del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza sia fissata annualmente dalla legge finanziaria e che le somme impegnate ma non liquidate siano conservate nella dotazione dello stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per cinque anni. Osserva quindi che il Senato ha soppresso il comma 763 del testo approvato dalla Camera che prevedeva che gli stanziamenti del Fondo per le non autosufficienze fossero ripartiti con decreto emanato dal Ministro della solidarietà sociale. Il comma 1261 prevede che una quota della dotazione del Fondo per le politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità, incrementato di 40 milioni di euro, venga destinata al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere, alla istituzione di un Osservatorio nazionale contro la violenza sessuale e di genere ed infine al connesso Piano nazionale. I commi 1267 e 1268 prevedono che il Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati venga destinato anche alla realizzazione di un piano per l'accoglienza degli alunni stranieri e che i provvedimenti concernenti l'utilizzo del Fondo siano adottati di concerto con il Ministro per i diritti e le pari opportunità. Il comma 1293 interviene sull'articolo 1, comma 556 della legge finanziaria per il 2006, stabilendo che l'Osservatorio previsto per le tossicodipendenze ora riguardi tutte le dipendenze e che venga istituito presso il Ministero della solidarietà sociale e non più presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; inoltre il 75 per cento del Fondo, e non più il 95 per cento, deve essere destinato ad associazioni e reti giovanili individuate, con decreto di natura regolamentare, dal Ministro della solidarietà sociale. I commi 1349 e 1350 prevedono nuove misure per il risanamento finanziario della Fondazione Ordine Mauriziano di Torino, già all'esame di questa Commissione in quanto oggetto del decreto-legge 23 novembre 2006, n. 283. Modifiche rilevanti, rispetto al citato decreto-legge, sono quelle che vedono poste integralmente a carico dell'Azienda sanitaria ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino la gestione dell'attività sanitaria dell'Ente Ordine Mauriziano, quelle che escludono dalla proprietà attribuita alla Fondazione i beni immobili connessi allo svolgimento delle attività istituzionali del presidio ospedaliero Umberto I di Torino, ed infine quelle che prevedono la possibilità di trasferire, a titolo oneroso ed a valori di mercato, la proprietà dei beni immobili della Fondazione Ordine Mauriziano alla regione Piemonte. Per quanto riguarda le tabelle, osserva che, alla tabella A, dopo l'esame del Senato, si è determinata una riduzione di 61.962.000 euro per il 2008 e di 98.305.000 euro per il 2009 a carico del Ministero della salute, e di 42.250.000 euro per il 2007, di 113.051.000 euro per il 2008 e di 146.293.000 euro per il 2009 per il Ministero della solidarietà sociale, mentre nessuna variazione è prevista per la tabella B. Per quanto riguarda la tabella C, in conseguenza degli effetti dovuti alla riduzione lineare disposta dal comma 509 e all'incremento di risorse destinate alla lotta al randagismo, si determina un ammontare complessivo degli stanziamenti destinati a leggi di spesa di natura permanente pari a 613.741.000 euro per il 2007, 606.828.000 euro per il 2008 e 617.523.000 euro per il 2009 per il Ministero della salute e di 1.635.141 euro per il Ministero della solidarietà sociale.
Domenico DI VIRGILIO (FI) osserva che si è giunti finalmente all'epilogo di una vera e propria farsa: l'attuale maggioranza ha dimostrato ancora una volta quanto poco abbia a cuore il benessere e gli interessi dei cittadini italiani. È stato ormai più volte ribadito che il tratto più caratteristico della manovra di bilancio in discussione è da riconoscere nell'aumento delle imposte, con un incremento notevole del prelievo fiscale a danno di tutti i cittadini italiani. Ritiene che una legge finanziaria peggiore di questa non potesse essere concepita e osserva che, nonostante la maggioranza abbia contro tutta l'opinione pubblica, a partire dai vertici dell'economia e dell'industria sino ad arrivare ai semplici cittadini, ancora si ostina a proseguite su questa strada: la sinistra ha confermato di essere il «partito delle tasse» e le menzogne raccontate da Prodi in campagna elettorale sono state ora smascherate. Afferma quindi che l'attuale Governo si caratterizza per i suoi record negativi: la manovra finanziaria è stata corretta dalla stessa maggioranza per ben 348 volte (ciò è stato calcolato da un quotidiano economico); i signori della sinistra avevano cominciato con il record delle poltrone, tra ministri e sottosegretari; poi sono seguiti, strada facendo, il record nel crollo dei consensi: meno 30 per cento dall'insediamento del Governo; il record delle tasse: 67 tra tasse nuove e aumento di tasse esistenti; quello del numero di categorie scese in piazza per protestare; da ultimo, il record dei commi, oltre 1400, del cosiddetto «maxiemendamento» affidato allo strumento della fiducia parlamentare. A fronte di tutto questo, il Presidente Prodi continua a dire che non è vero che vi siano 67 tasse, che questa finanziaria va compresa: fortunatamente gli italiani sono più intelligenti di quello che pensa il capo dell'Ulivo e hanno capito perfettamente che grazie a Prodi non avranno più certezze per il futuro perché si vedranno scippati del loro TFR, avranno più tasse sulla casa (ICI, tassa di registro e dei rifiuti) e dovranno pagare per emergenze sanitarie (ticket sul «codice bianco» al pronto soccorso). A suo avviso, non solo i cittadini che hanno votato per il centro-destra, ma anche una parte sempre più ampia dell'elettorato moderato di centro-sinistra si è sentita tradita dall'operato del governo. L'Italia ha un problema di spesa pubblica eccessiva, e benché il Governo ne fosse ben conscio, indicandolo nel documento di programmazione economico-finanziaria, ha presentato un disegno di legge finanziaria che non opera alcun taglio alla cattiva spesa corrente, bensì aumenta le entrate. Ricorda quindi che il ministro Padoa Schioppa dichiarò in una audizione davanti alle Commissioni Bilancio e Finanze che in fondo l'ultima legge finanziaria di Tremonti era buona ed era un buon punto di partenza per lavorare in questi cinque anni; ma poi il Ministro Padoa Schioppa non ha tradotto in elementi concreti questo suo apprezzamento. Si domanda come ciò si concili con le critiche che la maggioranza esprime, in difesa di se stessa, affermando che l'eclatante declassamento delle maggiori agenzie finanziarie europee sulla situazione economica italiana prodotta da questa legge finanziaria, oltre alle critiche severe espresse dalla Corte dei Conti e dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, dipenderebbero da quanto fatto in precedenza dal Governo Berlusconi. Osserva come sia troppo comodo incolpare altri quando non si è capaci di programmare adeguatamente: a riguardo, desidera ricordare al Governo attuale che l'eredità di cui parla e che ha ricevuto dal Governo di centro-destra ha portato, invece, una non poco rilevante entrata nelle casse dello Stato. Si parla infatti di oltre 30 miliardi di euro di introiti provenienti dal gettito fiscale grazie alla politica contro l'evasione fiscale praticata dal Governo Berlusconi: è dunque l'attuale Governo a non essere capace di amministrare e di governare e comincia a non saper più dire neanche le bugie. Il ministro Padoa Schioppa, sempre nelle sue dichiarazioni in Commissione e negli atti formali depositati, ha riconosciuto finalmente, dopo anni di mistificazioni, che nella passata legislatura si è provveduto ad aumentare la spesa sociale dal 22 al 23,7 per cento del PIL e la spesa sanitaria dal 5,8 al 6,7 per cento del PIL. Osserva inoltre che il disegno di legge finanziaria in esame non contiene alcun accenno di riforma strutturale del sistema sanitario che possa permettere di garantire in futuro la sostenibilità del sistema. Nei primi tre anni di Governo del centro-destra, nonostante le ben note difficoltà che hanno interessato l'economia mondiale, il Fondo sanitario nazionale è stato incrementato di oltre 10 miliardi di euro senza mettere le mani in tasca ai cittadini, mentre invece oggi si prevedono, per il finanziamento del FSN per il prossimo triennio, a mala pena 9 miliardi di euro. Reputa inoltre grave e preoccupante l'autorizzazione allo sforamento senza limiti per le regioni che non hanno completato il piano di rientro: lo sforamento dell'addizionale regionale dell'IRPEF e dell'IRAP, già peraltro in qualche regione attuato o in fase d'attuazione, sicuramente non premia le regioni più virtuose. Oltre al prelievo nazionale, i cittadini italiani hanno subito e subiranno quindi anche l'aumento di IRPEF e di IRAP, come già avvenuto in qualche regione (ad esempio la regione Lazio). Osserva altresì che per i piani di rientro regionali sono passati otto mesi senza che nulla sia stato fatto rispetto agli impegni che erano stati assunti da parte delle regioni e in questo disegno di legge finanziaria si parla ancora di affiancamento: si domanda cosa ne sia stato dell'attività di affiancamento alle regioni da parte del Governo nei mesi scorsi. Dichiara che, invece di proseguire sulla strada del risanamento e del progresso, il Governo ha scelto l'introduzione di nuovi ticket, quale quello previsto per il codice bianco di 25 euro per il pronto soccorso e quello previsto per il mancato ritiro dei referti di prestazioni richieste: in questo modo al cittadino si chiede assurdamente, in fondo, la competenza di giudicare se il proprio sintomo sia grave o lieve, per evitare tali nuovi balzelli. Invita la maggioranza a riflettere sul significato gravemente penalizzante che ha questo provvedimento nei confronti dei cittadini che, per non pagare questa gabella, dovrebbero o augurarsi di avere una patologia grave e quindi seguita da ricovero o, in caso di una patologia insignificante (e ve ne sono molte, come ad esempio un dolore al torace), fare un'autodiagnosi: questo insensato ticket sul pronto soccorso avrà riflessi negativi sulle fasce più deboli e bisognose della popolazione.
Osserva, inoltre, che vi sono minori stanziamenti per gli screening oncologici, e, considerata la forte incidenza di questa patologia, ritiene che sarebbero stati necessari stanziamenti più cospicui anziché tagli ingiustificati, considerato che dai 21.200.000 di euro da stanziati nel 2006 si passa a 20 milioni di euro per il 2007 e 18 milioni per il 2008 e 2009.
È stata inoltre prevista una riduzione di ben 2 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2007-2009 degli stanziamenti per il Sistema nazionale di verifica e controllo sulla assistenza sanitaria (SIVEAS), istituito al fine di valutare l'efficienza e l'appropriatezza delle prestazioni del SSN, anche con lo scopo di controllare l'andamento della spesa e la correttezza delle prestazioni erogate dal SSN, pregiudicando in parte anche il lavoro svolto da questo importante organo di controllo che tanto può al fine di combattere gli sprechi. Inoltre non figurano stanziamenti per l'abbattimento delle liste d'attesa, mentre nella scorsa legislatura furono avviate importanti iniziative proprio a tale scopo: nella finanziaria del 2006 sono stati stanziati 2.000 milioni di euro soltanto per questo.
Fa presente altresì che grazie a tre emendamenti presentati da alcuni senatori dei DS si perpetua il monopolio per la trasformazione del plasma, configurandosi, a suo avviso, un vero e proprio conflitto d'interessi. Nel cosiddetto «maxiemendamento» non si parla più della tessera sanitaria, nonostante la distribuzione non sia stata ancora completata. Per quanto riguarda la diagnostica di laboratorio, ritiene che il Governo abbia voluto mettere in ginocchio un settore di 6.000 aziende con tariffe risalenti al 1996. Sul versante dei fondi stanziati per la non autosufficienza, osserva che si tratta di risorse ridicole e assolutamente insufficienti - 100 milioni di euro per il 2007 e 200 milioni di euro per ciascun anno 2008 e 2009 - considerato che non si è ritenuto utile istituire, a tal fine, un'assicurazione obbligatoria, come proposto sin dalla scorsa legislatura dai gruppi dell'attuale opposizione.
Ricorda poi che la legge n. 405 del 2001 ha introdotto il tetto di spesa per la farmaceutica pubblica pari al 13 per cento della spesa sanitaria pubblica complessiva e che la successiva legge n. 326 del 2003 ha confermato il tetto del 13 per cento per la spesa farmaceutica convenzionata e introdotto un nuovo tetto del 1 per cento per l'intera spesa farmaceutica pubblica (comprensiva della spesa farmaceutica ospedaliera).
In caso di sforamento del tetto di spesa programmato, la quota di compartecipazione prevista per il settore privato è pari al 60 per cento, mentre il rimanente 40 per cento deve essere ripianato dalle Regioni.
Il tetto di spesa onnicomprensivo, quale quello del 16 per cento, non considera le diverse caratteristiche delle prestazioni di assistenza farmaceutica, convenzionata ed ospedaliera: le tipologie di prodotti acquistati dalle ASL e dalle Aziende Ospedaliere presentano caratteristiche molto diverse da quelle reperibili in farmacia (maggiore presenza di prodotti ad alta tecnologia ed innovatività tra i medicinali ad esclusivo uso ospedaliero, legata alla complessità delle patologie affrontate; la scelta dei prodotti e le quantità da acquistare sono peraltro determinate dalle ASL e dalle Aziende Ospedaliere e non dalle imprese del farmaco); le caratteristiche dell'offerta sanitaria regionale (presenza di ospedali ad alta tecnologia, numerosità delle strutture, IRCCS, eccetera) rendono non omogeneo l'uso sul territorio nazionale di queste tipologie di prodotti; i modelli di rilevazione della spesa e dei consumi farmaceutici ospedalieri regionali non sono omogenei sul territorio nazionale; le gare per l'acquisto dei farmaci da parte di ASL ed Aziende Ospedaliere sono caratterizzate da forte competizione, dall'applicazione di uno sconto obbligatorio per legge e di un unico criterio di aggiudicazione (il minor prezzo possibile del farmaco); il pagamento da parte di ASL ed Aziende Ospedaliere avviene con un ritardo medio di circa 360 giorni, con punte oltre i 700, rispetto ai 30 giorni previsti dal decreto legislativo n. 231 del 2002, di attuazione della normativa comunitaria. Pertanto, propone di limitare alla sola farmaceutica convenzionata il campo di applicazione delle determinazioni AIFA, finalizzate quindi al rispetto del tetto del 13 per cento.
Esprime quindi forti perplessità sulla previsione secondo cui i consiglieri referendari medici in servizio presso l'ufficio medico della Presidenza del Consiglio dei ministri possono svolgere attività professionali esterne, mentre un'altra norma prevede l'esclusione soltanto del direttore generale, del direttore scientifico, del direttore amministrativo e sanitario degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico dalla possibilità di svolgere attività libero professionale.
Dopo aver ricordato che non figurano stanziamenti per i talassemici, nonostante gli impegni assunti, ritiene che una finanziaria giusta e solidale dovrebbe soprattutto schierarsi dalla parte dei cittadini più deboli.
Nel rammentare le vicende legislative inerenti la problematica del risarcimento da parte dello Stato ai soggetti danneggiati attraverso il contagio con il sangue o i derivati infetti, ritiene doverosa una assunzione di responsabilità pubblica con successivo provvedimento normativo di supporto verso quei cittadini che sono stati fisicamente e/o psichicamente menomati, o resi addirittura perennemente infermi. È necessario, pertanto, che anche i pazienti talassemici vedano rispettati i loro diritti.
Contesta quindi la disposizione relativa al contributo all'ONAOSI, ente che si occupa dell'assistenza agli orfani di operatori sanitari italiani e che svolge ancora oggi una funzione particolarmente rilevante, considerato che il numero dei soggetti orfani che beneficiano della loro assistenza è aumentato ultimamente di 700 unità, e che pertanto non andava penalizzato.
Per quanto riguarda gli interventi in favore della famiglia, ritiene che la manovra la colpisca pesantemente, essendo ormai diventata incalcolabile la stangata che si abbatterà a breve sulle famiglie italiane. Molti servizi sociali, come asili, orfanotrofi e associazioni non-profit, dovranno pagare più ICI e questo si rifletterà sul costo delle tariffe e quindi a danno delle famiglie.
Sottolinea quindi che anche le fasce più basse della popolazione saranno colpite dall'aumento delle imposte ipotecarie, delle imposte di registro, degli estimi catastali e quindi delle tasse sulla casa, dirette ed indirette; ovviamente aumenterà l'ICI e la tassa sui rifiuti, e anche altri tributi locali, visto che questa finanziaria penalizza pesantemente gli enti locali. Ricorda altresì le numerose tasse introdotte o reintrodotte dal Governo nonché i diffusi aumenti delle tasse esistenti, sottolineando come questo abbia suscitato l'agitazione di numerose categorie di cittadini e degli amministratori locali.
Ritiene che l'obiettivo di questa manovra di bilancio sia quello di una ristatalizzazione del nostro Paese attraverso una fortissima imposizione fiscale ed un inasprimento dei contributi previdenziali: ciò di fatto costituisce un errore, perché l'aumento della pressione fiscale di due punti, che doveva colpire i professionisti, gli artigiani e i commercianti, nella realtà colpisce il 90 per cento degli italiani; è in salita anche l'aliquota contributiva dei lavoratori parasubordinati e degli apprendisti che devono essere iscritti alla gestione separata ancorché iscritti ad altro regime previdenziale. Osserva inoltre che, sebbene la maggioranza proclami di perseguire la concertazione, ha chiuso le porte in faccia al dibattito e al confronto, configurando il ricorso all'ennesima fiducia.
Dichiara infine che il suo gruppo si oppone con determinazione alle forze illiberali dell'Unione che vogliono imbrigliare le attività economiche con norme invasive senza precedenti e predisporre le condizioni per una diffusa tassazione patrimoniale, nascondendo tutto ciò con la promessa di piccole ma fasulle liberalizzazioni di alcuni servizi marginali.
Per tutte queste considerazioni, il suo gruppo presenterà una relazione alternativa contraria sui disegni di legge in esame.
Francesco Paolo LUCCHESE (UDC), dopo aver rilevato come lo stesso Presidente Prodi abbia recentemente dichiarato di non essere soddisfatto della manovra di bilancio, ricorda che anche un economista importante come Mario Monti ha criticato il disegno di legge finanziaria in esame, sottolineando che esso non concorre al risanamento finanziario e si fonda principalmente su nuove entrate, attraverso un aumento delle tasse. Osserva inoltre che le numerose nuove tasse hanno ingenerato notevole confusione, come dimostra il fatto che lo stesso Governo sta ora correndo ai ripari: al riguardo, cita il caso della norma sui termini di prescrizione degli illeciti contabili, inopinatamente introdotta al Senato, nonché dei numerosi correttivi proposti da membri del Governo. Lamenta inoltre l'assenza di riforme strutturali, come conferma il frequente riferimento all'esigenza di una «fase 2» dell'azione di Governo, che tanto irrita il Presidente Prodi. Passando al merito dei provvedimenti in esame, osserva come il Senato abbia radicalmente modificato il disegno di legge finanziaria. Muove quindi rilievi critici alla previsione del ticket del pronto soccorso, che è stato mantenuto nei confronti dei cosiddetti «codici bianchi», e all'assenza di interventi in materia di malattie rare e farmaci orfani nonché di interventi in favore dei soggetti con disturbi mentali e nel settore dell'oncologia. Lamenta altresì l'assenza di misure serie a favore delle famiglie, che inoltre risentiranno dell'aumento della pressione fiscale, dovuto soprattutto a un forte innalzamento delle imposte indirette. Osserva inoltre, con riferimento alla regione siciliana, che il disegno di legge finanziaria sospende di fatto ogni decisione relativa alla compartecipazione della regione medesima alla spesa sanitaria, rinviandola al 30 aprile 2007, compensandone l'onere futuro con una compartecipazione al gettito delle accise riscosse sui prodotti petroliferi immessi al consumo nel territorio regionale. Per quanto concerne il centro biotecnologico Ri.Med che dovrebbe sorgere a Carini, in Sicilia, osserva che il finanziamento previsto nel testo del disegno di legge finanziaria approvato dal Senato, pur essendo il prodotto di un opportuno, parziale ripensamento del Governo, risulta del tutto insufficiente. Conclusivamente, osserva che la delusione inizialmente suscitata dal disegno di legge finanziaria non si riduce a fronte del testo trasmesso dal Senato e risulta autorevolmente confermata dalle dichiarazioni di tanti esponenti del centro-sinistra.
Giacomo BAIAMONTE (FI) osserva preliminarmente, con riferimento alla spesa sanitaria della regione siciliana, che il riferimento alle accise riscosse sui prodotti petroliferi immessi al consumo nel territorio regionale ritorna ciclicamente nel dibattito intorno a questi temi, senza che poi tali risorse siano effettivamente assegnate. Passando quindi alle disposizioni in materia di sangue e plasma umano, rileva che il comma 822 dell'articolo n. 1 del disegno di legge finanziaria dispone che le citate convenzioni debbano essere stipulate decorso un anno dalla data di entrata in vigore del decreto con il quale il Ministro della salute individua i centri e le aziende di frazionamento autorizzati alla stipula delle convenzioni medesime: si tratta a suo avviso di una scelta grave, che fa sorgere il sospetto che si intendano favorire alcune aziende vicine all'attuale maggioranza, laddove sarebbe stato preferibile lasciare al mercato, in un quadro di regole certe, l'individuazione di tali soggetti. Quanto alle disposizioni di cui al comma 818 del medesimo articolo, ritiene grave e forse incostituzionale il regime di incompatibilità con l'esercizio dell'attività professionale degli incarichi di direttore generale, direttore scientifico, direttore amministrativo e direttore sanitario degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Osserva infine, con riferimento ai commi 814 e 815, che è insensato prevedere che i progetti di ricerca in questione debbano essere valutati da un Comitato di valutazione composto da ricercatori di età inferiore ai quaranta anni, in quanto questi sono privi dell'esperienza necessaria.
Elisabetta GARDINI (FI), dopo aver rilevato che la presente modalità di esame dei documenti di bilancio mortifica il lavoro dei parlamentari, e che la Camera si troverà a subire le modifiche, in larga parte peggiorative, introdotte dal Senato, osserva che il disegno di legge finanziaria in esame è pieno, per così dire, di «scatole vuote», ovvero di osservatori ed altri organismi di scarsa utilità, che tuttavia assorbiranno notevoli risorse. Osserva altresì che sono stati ridotti, per gli anni 2008 e 2009, gli stanziamenti in favore del Fondo per le politiche della famiglia, mentre, con riferimento alle iniziative in favore delle famiglie numerose, si parla ancora di sperimentazioni e approfondimenti, laddove sarebbe sufficiente applicare le norme esistenti e adottare interventi incisivi. Al riguardo, osserva come proprio le famiglie più numerose, che spesso sono le più penalizzate dai costi dei servizi, saranno maggiormente colpite dalle molte nuove tasse introdotte dal Governo, che risultano essere ben più numerose delle 67 benevolmente ricordate dal collega Di Virgilio. In proposito osserva ancora come oggi le famiglie siano spesso sfavorite, nell'acceso ai servizi, rispetto alle coppie di fatto e ai single. Passando al comma 1261 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria, sottolinea come una parte dell'incremento del Fondo per le politiche relative ai diritti e alla pari opportunità venga scorporata e destinata al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere, peraltro non ancora istituito: in particolare, chiede di comprendere come debba essere interpretato in riferimento alla violenza «di genere», in quanto su questi termini si stanno innestando, nel dibattito politico, battaglie ideologiche che muovono dai contenuti della Conferenza internazionale delle donne tenutasi a Pechino nel 1995; la filosofia che ispira le conclusioni di tale Conferenza sposta i confini tra ciò che è naturale e ciò che è socialmente prodotto, come dimostra il fatto che tale assise aveva sostenuto l'esistenza di cinque sessi in luogo dei due tradizionali. Si tratta a suo avviso di una visione culturale che è in conflitto con la Costituzione repubblicana e con i valori condivisi della nostra società. In proposito, esprime infine preoccupazione per alcune proposte in materia di educazione sessuale dei bambini, tendenti a mettere sullo stesso piano le varie opzioni sessuali esistenti.
Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo), relatore, illustra la proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 4, limitatamente alle parti di competenza della Commissione, e sulla tabella n. 18, sempre limitatamente alle parti di competenza della Commissione, del disegno di legge di bilancio, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 1). Illustra altresì la proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 2, limitatamente alle parti di competenza della Commissione, e sulla tabella n. 15 del disegno di legge di bilancio, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 2).
Mariella BOCCIARDO (FI) illustra la proposta di relazione alternativa, presentata dai deputati del gruppo di Forza Italia, sulle parti di competenza della Commissione del disegno di legge di bilancio e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 3).
Francesco Paolo LUCCHESE (UDC) dichiara di voler apporre la propria firma alla proposta di relazione alternativa illustrata dal deputato Bocciardo a condizione che, nelle premesse, sia aggiunto un riferimento al fatto che il disegno di legge finanziaria non prevede interventi in materia di malattie rare e farmaci orfani né interventi in favore dei soggetti con disturbi mentali ed è, altresì, insufficiente per quanto riguarda le misure nel settore dell'oncologia.
Domenico DI VIRGILIO (FI) accoglie la proposta del deputato Lucchese e riformula pertanto la proposta di relazione alternativa (vedi allegato 4).
La Commissione, con distinte votazioni, approva la proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 4, limitatamente alle parti di propria competenza, e sulla tabella n. 18, limitatamente alle parti di propria competenza, del disegno di legge di bilancio, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 1). Approva altresì la proposta di relazione favorevole sulla tabella n. 2, limitatamente alle parti di propria competenza, e sulla tabella n. 15 del disegno di legge di bilancio, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (vedi allegato 2).
La Commissione, delibera, infine, di nominare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, il deputato Di Girolamo quale relatore presso la Commissione Bilancio.
La seduta termina alle 19.35.
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA XII COMMISSIONE
La XII Commissione (Affari sociali),
esaminate la Tabella n. 4 (Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale), limitatamente alle parti di propria competenza, la Tabella n. 18 (Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale) limitatamente alle parti di propria competenza del Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo), nonché le connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B Governo);
considerato che le misure previste sono pienamente coerenti con le indicazioni contenute del DPEF;
valutate positivamente le ulteriori misure previste nel quadro di un sostegno forte alla famiglia, in particolare la realizzazione di una Conferenza nazionale sulla famiglia a cadenza biennale, nonché le norme volte a dare concreta realizzazione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
valutato positivamente il rilievo politico attibuito alla questione della violenza sessuale e di genere con l'istituzione di un apposito Fondo, di un Osservatorio nazionale e la predisposizione di un Piano di azione nazionale contro la violenza sessuale e di genere;
valutate positivamente le azioni previste per l'integrazione scolastica dei bambini immigrati;
valutate positivamente l'allargamento, a tutte le dipendenze, dell'azione dell'Osservatorio per il disagio giovanile,
delibera di
ALLEGATO 2
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA XII COMMISSIONE
La XII Commissione (Affari Sociali),
esaminate la Tabella n. 2: (Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze) limitatamente alle parti di propria competenza, Tabella n. 15 (Stato di previsione del Ministero della salute) del Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B), nonché le connesse parti del disegno di legge finanziaria (C. 1746-bis-B Governo);
considerato che le misure previste sono pienamente coerenti con le indicazioni contenute nel DPEF e sono il frutto di un «Patto con le Regioni», volto a garantire un governo condiviso del SSN che migliori la qualità dei servizi sanitari portando a più elevati livelli di salute;
valutato positivamente l'ulteriore incremento della dotazione del Fondo Sanitario Nazionale apportato dal Senato;
valutate positivamente le misure previste per il funzionamento degli Istituti zooprofilattici sperimentali, per il ripiano dello sfondamento della spesa farmaceutica territoriale, per la promozione di progetti di ricerca sanitaria da parte di giovani ricercatori, per l'uso sicuro del sangue umano e degli emoderivati, per la lotta alla brucellosi;
valutata positivamente la totale abolizione del ticket sui codici verdi degli accessi al Pronto Soccorso;
valutato positivamente il finanziamento della Consulta del volontariato per la lotta all'AIDS e l'incremento del contributo alla Lega italiana per la lotta contro i tumori;
valutata positivamente l'introduzione di misure di lotta al randagismo ed il potenziamento delle attività della Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping;
valutata positivamente la norma che prescrive l'incompatibilità con altri rapporti di lavoro pubblico e privato e con l'esercizio della attività professionale da parte dei direttori generali, scientifici, amministrativi e sanitari degli IRCCS;
valutate positivamente le norme concernenti l'Ordine Mauriziano di Torino che consentono la prosecuzione dell'opera di risanamento finanziario e la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e storico di sua proprietà,
delibera di
ALLEGATO 3
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA
La XII Commissione (Affari sociali),
esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge del Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo), e le connesse parti del disegno di legge Finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B);
premesso che:
questa finanziaria non contiene alcun accenno di riforma strutturale del sistema sanitario che possa garantire in futuro la sostenibilità del sistema. Nei primi 3 anni di governo del centro destra, nonostante le ben note difficoltà che hanno interessato l'economia mondiale, il fondo sanitario nazionale è stato incrementato di oltre 10 miliardi di euro senza mettere le mani in tasca ai cittadini. Invece l'attuale Governo prevede per il finanziamento del Fondo sanitario nazionale per il prossimo triennio a mala pena 9 miliardi di euro;
risulta essere grave e preoccupante l'autorizzazione allo sfondamento senza limiti per le Regioni che non hanno completato il piano di rientro della spesa sanitaria e che sicuramente non premia le Regioni più virtuose rispetto a quelle «spendaccione»;
il disegno di legge in esame appare antisussidiario, illiberale, non equo e punitivo, dimostrando come l'obiettivo primario di questo governo sia di far cassa a spese degli utenti, dei malati e delle varie categorie di professionisti operanti nel settore socio-sanitario;
il Governo, proprio per questo, ha scelto l'introduzione di nuovi ticket, che avranno riflessi negativi sulle fasce più deboli e bisognose della popolazione, quali quello previsto per il codice bianco (25 euro) del pronto soccorso e quello previsto per il mancato ritiro dei referti di prestazioni richieste, e quindi a carico del cittadino a cui si chiede la assurda competenza di autodiagnosticarsi per evitare tali nuovi «balzelli»; viene altresì introdotto un incremento di 10 euro per il ticket dovuto per le prestazioni specialistiche ambulatoriali;
è stata inoltre prevista una riduzione di ben 2 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2007-2009 degli stanziamenti per il Sistema nazionale di verifica e controllo sulla assistenza sanitaria (SIVEAS), istituito al fine di valutare l'efficienza e l'appropriatezza delle prestazioni del Ssn, anche con lo scopo di controllare l'andamento della spesa e la correttezza delle prestazioni erogate dal Ssn, pregiudicando in parte anche il lavoro svolto da questo importante organo di controllo che tanto può al fine di combattere gli sprechi;
in questa finanziaria non è previsto un piano concreto ed efficace per l'abbattimento delle liste d'attesa;
i fondi stanziati per la non autosufficienza sono ridicoli e assolutamente insufficienti, considerato che non si è ritenuto utile istituire una assicurazione obbligatoria che lo finanziasse, come proposto sin dalla scorsa legislatura dai gruppi dell'attuale opposizione;
grazie a quattro nuovi commi introdotti dal Senato (commi 821-824) si reinserisce il monopolio per la trasformazione del plasma, a scapito della libera concorrenza del mercato e a garanzia del pluralismo;
circa 6.000 aziende operanti nel settore della diagnostica di laboratorio rischieranno la chiusura, e quindi il conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori, per la non rivalutazione delle tariffe che risalgono al 1996, per l'abbattimento del costo delle tariffe a carico del Servizio Sanitario Nazionale;
le aziende farmaceutiche dovranno farsi carico del 40 per cento della spesa farmaceutica, prima a carico delle Regioni che non hanno saputo mantenere e controllare la spesa farmaceutica al di sotto del 13 per cento;
la famiglia, come dimostra il taglio alle risorse del Fondo per le politiche della famiglia operato dai commi 1250 e 1251 nel testo approvato dal Senato, non viene assolutamente tutelata anche perché questo Governo vuole riconoscere altre tipologie «familiari» che niente hanno a che fare con la famiglia prevista dalla nostra Costituzione,
delibera
DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.
Di Virgilio, Moroni, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo.
ALLEGATO 4
Legge finanziaria per l'anno 2007. (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e previdenza sociale (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.
Tabella n. 18: Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale (limitatamente alle parti di competenza).
PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA
La XII Commissione (Affari sociali),
esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge del Bilancio dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo), e le connesse parti del disegno di legge Finanziaria 2007 (C. 1746-bis-B);
premesso che:
questa finanziaria non contiene alcun accenno di riforma strutturale del sistema sanitario che possa garantire in futuro la sostenibilità del sistema. Nei primi 3 anni di governo del centro destra, nonostante le ben note difficoltà che hanno interessato l'economia mondiale, il fondo sanitario nazionale è stato incrementato di oltre 10 miliardi di euro senza mettere le mani in tasca ai cittadini. Invece l'attuale Governo prevede per il finanziamento del Fondo sanitario nazionale per il prossimo triennio a mala pena 9 miliardi di euro;
risulta essere grave e preoccupante l'autorizzazione allo sfondamento senza limiti per le Regioni che non hanno completato il piano di rientro della spesa sanitaria e che sicuramente non premia le Regioni più virtuose rispetto a quelle «spendaccione»;
il disegno di legge in esame appare antisussidiario, illiberale, non equo e punitivo, dimostrando come l'obiettivo primario di questo governo sia di far cassa a spese degli utenti, dei malati e delle varie categorie di professionisti operanti nel settore socio-sanitario;
il Governo, proprio per questo, ha scelto l'introduzione di nuovi ticket, che avranno riflessi negativi sulle fasce più deboli e bisognose della popolazione, quali quello previsto per il codice bianco (25 euro) del pronto soccorso e quello previsto per il mancato ritiro dei referti di prestazioni richieste, e quindi a carico del cittadino a cui si chiede l'assurda competenza di autodiagnosticarsi per evitare tali nuovi «balzelli»; viene altresì introdotto un incremento di 10 euro per il ticket dovuto per le prestazioni specialistiche ambulatoriali;
è stata inoltre prevista una riduzione di ben 2 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2007-2009 degli stanziamenti per il Sistema nazionale di verifica e controllo sulla assistenza sanitaria (SIVEAS), istituito al fine di valutare l'efficienza e l'appropriatezza delle prestazioni del Ssn, anche con lo scopo di controllare l'andamento della spesa e la correttezza delle prestazioni erogate dal Ssn, pregiudicando in parte anche il lavoro svolto da questo importante organo di controllo che tanto può al fine di combattere gli sprechi;
in questa finanziaria non è previsto un piano concreto ed efficace per l'abbattimento delle liste d'attesa;
i fondi stanziati per la non autosufficienza sono ridicoli e assolutamente insufficienti, considerato che non si è ritenuto utile istituire una assicurazione obbligatoria che lo finanziasse, come proposto sin dalla scorsa legislatura dai gruppi dell'attuale opposizione;
grazie a quattro nuovi commi introdotti dal Senato (commi 821-824) si reinserisce il monopolio per la trasformazione del plasma, a scapito della libera concorrenza del mercato e a garanzia del pluralismo;
circa 6.000 aziende operanti nel settore della diagnostica di laboratorio rischieranno la chiusura, e quindi il conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori, per la non rivalutazione delle tariffe che risalgono al 1996, per l'abbattimento del costo delle tariffe a carico del Servizio Sanitario Nazionale;
le aziende farmaceutiche dovranno farsi carico del 40 per cento della spesa farmaceutica, prima a carico delle Regioni che non hanno saputo mantenere e controllare la spesa farmaceutica al di sotto del 13 per cento;
il disegno di legge finanziaria non prevede interventi in materia di malattie rare e farmaci orfani né interventi in favore dei soggetti con disturbi mentali ed è, altresì, insufficiente per quanto riguarda le misure nel settore dell'oncologia;
non appare risolto il problema del trasferimento alla Regione siciliana delle risorse per la sanità;
la famiglia, come dimostra il taglio alle risorse del Fondo per le politiche della famiglia operato dai commi 1250 e 1251 nel testo approvato dal Senato, non viene assolutamente tutelata anche perché questo Governo vuole riconoscere altre tipologie «familiari» che niente hanno a che fare con la famiglia prevista dalla nostra Costituzione,
delibera
DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.
Di Virgilio, Moroni, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo, Lucchese.
XIIICOMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)
Martedì 19 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Martedì 19 dicembre 2006. - Presidenza del vicepresidente Giuseppina SERVODIO
La seduta comincia alle 9.15.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno finanziario 2007.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazione favorevole con osservazione).
La Commissione inizia l'esame congiunto.
Claudio FRANCI (Ulivo), relatore, illustrando il provvedimento, rileva che il testo del disegno di legge finanziaria approvato dal Senato ha apportato numerose modifiche rispetto a quello licenziato dalla Camera e anche le disposizioni che riguardano in modo specifico l'agricoltura e i settori connessi hanno subito ulteriori e positive estensioni e miglioramenti. Già nel testo approvato dalla Camera un ruolo importante avevano assunto le diverse misure a sostegno dell'agricoltura italiana.
Nel testo approvato dal Senato si aggiungono ulteriori interventi, in più di un caso assai significativi. Ritiene opportuno sottolineare che molte delle modifiche inserite nel maxiemendamento approvato dal Senato corrispondono ad emendamenti che erano già stati presentati alla Camera e che la Commissione agricoltura aveva ampiamente condiviso ed approvato, a testimonianza di un costruttivo lavoro complessivamente svolto dalla Commissione medesima. L'esame del disegno di legge finanziaria da parte della Camera nelle modalità che sono note e il fatto stesso che si trattasse dell'esame in prima lettura ha impedito che tali emendamenti fossero approvati presso tale ramo del Parlamento. Questo non inficia la qualità del lavoro svolto dalla Commissione agricoltura, anzi ne sottolinea il valore, e l'inserimento nella finanziaria di misure per il settore agricolo che nel merito erano state largamente condivise dalla Commissione non può, a suo avviso, che ricevere un generale apprezzamento. Piuttosto che fare un lungo elenco delle modifiche che sono state apportate nel corso dell'esame presso il Senato, ritiene più utile soffermarmi su quelle che, a suo avviso, rivestono maggiore importanza per il settore.
Senza dubbio rilevante è l'introduzione, ai commi 289-290, di un credito d'imposta per le imprese agricole e agroalimentari pari al 50 per cento delle spese sostenute per ottenere i certificati e le attestazioni di conformità previste dalla normativa in materia di prodotti biologici e da quella in materia di indicazioni geografiche e denominazioni d'origine, nonché per la registrazione nei paesi extracomunitari delle denominazioni protette. Il limite di spesa per il credito d'imposta è fissato in 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Osserva che si tratta, già in questo caso, di una misura che corrisponde ad un emendamento approvato dalla Commissione agricoltura e che risulta particolarmente apprezzabile in quanto è rivolta a sostenere in modo specifico le produzioni di qualità.
Il testo del Senato mantiene, con alcune modifiche volte a rendere più chiara la formulazione, le misure, già contenute nel testo licenziato dalla Camera, a sostegno dell'impiego di biocarburanti. A tali misure si aggiunge la previsione dell'esenzione dall'accisa dell'olio vegetale puro impiegato a fini energetici nel settore agricolo per autoconsumo nell'ambito dell'impresa singola o associata. Si prevede altresì, la revisione, mediante un apposito decreto ministeriale, della disciplina dei certificati verdi, al fine di incentivare l'impiego di materie prime, prodotti e materiali provenienti dall'agricoltura. Sia l'esenzione dall'accisa dell'olio vegetale puro, sia la revisione della disciplina dei certificati verdi corrispondono a esigenze che erano state evidenziate nel corso dell'esame presso la Camera. In relazione a questa materia, segnala altresì le disposizioni contenute nei commi 1129-1131, con le quali si prevede l'avvio dal 2007 di un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione dei sacchetti per l'asporto di merci che non siano biodegradabili. Il programma, che dovrebbe condurre entro l'inizio del 2010 all'utilizzo esclusivo di sacchetti biodegradabili è finalizzato, oltre che al rafforzamento della protezione ambientale e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, anche al sostegno delle filiere agroindustriali operanti nel campo dei biomateriali.
Una misura di assoluta rilevanza è quella relativa al potenziamento delle infrastrutture idriche, che avvia ad affrontare l'emergenza dell'utilizzo razionale di una risorsa essenziale come l'acqua e si sostanzia con il finanziamento per l'avvio della realizzazione delle opere previste dal Piano irriguo nazionale. Viene stanziata la somma di 100 milioni di euro per il 2007 e di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Per il finanziamento del Piano irriguo vengono inoltre recuperati da precedenti autorizzazioni di spesa 92,7 milioni di euro per il 2007 e 142,7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Giudica che si tratti senza dubbio di un ammontare di risorse considerevoli, che potrà dare un contributo importante per superare le gravi carenze ancora sussistenti nell'approvvigionamento e nella distribuzione delle risorse idriche.
Altrettanto significativa, in quanto interviene sulle condizioni strutturali della produzione agricola, è la previsione del comma 1081, ai sensi del quale la Cassa depositi e prestiti viene autorizzata in via permanente a concedere all'ISMEA mutui ventennali per l'erogazione degli incentivi relativi allo sviluppo della proprietà coltivatrice. Rimangono a carico del bilancio dello Stato gli interessi sui mutui concessi dalla Cassa, entro un limite di spesa annuale di 2 milioni di euro a decorrere dal 2007.
Relativamente alle misure destinate alle imprese agricole, risultano assai importanti le disposizioni, introdotte dal Senato che precisano le modalità con le quali si applica in agricoltura il credito di imposta per le imprese operanti nelle regioni meridionali relativo all'acquisizione di nuovi beni strumentali. Nel caso degli imprenditori agricoli si fa infatti rinvio alle modalità previste dal decreto-legge n. 138 del 2002. Ciò comporta l'estensione del credito d'imposta a tutto il territorio nazionale e l'ampliamento delle tipologie di investimenti effettuati da imprenditori agricoli che possono accedere al beneficio, entro un limite di spesa fissato in 10 milioni di euro per il 2007 e in 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Il richiamo della disciplina del credito d'imposta definita nel 2002 ha l'ulteriore vantaggio di fare riferimento a una misura di aiuto già autorizzata dalla Commissione europea.
Ritiene che meritano altresì di essere segnalati due ulteriori interventi finanziari di rilievo, in quanto destinati a comparti, quali il settore bieticolo-saccarifero e l'agricoltura biologica, che, per ragioni diverse, richiedono una specifica attenzione: nel primo caso si tratta infatti di dar corso ad una drastica e dolorosa opera di riconversione, in relazione alla quale il precedente Governo aveva assunto impegni in sede comunitaria; nel secondo di finanziare interventi che promuovano una forma di produzione dotata di ampie potenzialità di sviluppo. Il comma 1063 stabilisce che al Fondo per la razionalizzazione e la riconversione del settore bieticolo-saccarifero, costituito presso l'AGEA, sia assegnata l'ulteriore dotazione finanziaria di 65,8 milioni di euro per l'anno 2007. Il comma 1085 incrementa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 il finanziamento per l'attuazione del Piano d'azione nazionale per l'agricoltura biologica e i prodotti biologici.
Sottolinea che anche le misure relative al finanziamento del Piano irriguo, alla concessione di mutui da parte della Cassa depositi e prestiti all'ISMEA per lo sviluppo della proprietà coltivatrice, alla definizione delle modalità di applicazione in agricoltura del credito d'imposta per gli investimenti, all'incremento delle risorse per la riconversione del settore bieticolo-saccarifero e al finanziamento del Piano d'azione per l'agricoltura biologica erano già state prospettate da emendamenti approvati dalla Commissione agricoltura.
Ritiene che nel maxiemendamento approvato dal Senato siano stati introdotti significativi miglioramenti, anche per quanto riguarda i profili finanziari, alla disciplina di alcune misure che erano già presenti nel testo iniziale del disegno di legge finanziaria. Si riferisce in particolare alle misure volte a sostenere la presenza e la diffusione dei prodotti italiani nei mercati esteri e di quelle volte a favorire l'adozione della forma societaria. Queste misure, nel testo iniziale del disegno di legge finanziaria, erano soggette ad un limite di spesa assai restrittivo di 1 milione di euro annui. Le modifiche apportate dal Senato, per un verso ampliano l'ambito di applicazione delle agevolazioni, per l'altro aumentano in misura significativa l'importo complessivo delle risorse ad esse destinate.
Per quanto concerne l'agevolazione fiscale per gli investimenti in attività di promozione pubblicitaria in mercati esteri, nel testo approvato dal Senato si prevede che essa si applichi non solo alle imprese agroalimentari, ma anche a quelle agricole. Si stabilisce inoltre espressamente che possano beneficiare dell'agevolazione anche le cooperative e, a tal fine, si dispone che l'agevolazione medesima possa essere goduta anche nella forma di un credito di imposta pari ad un terzo dell'importo escluso dalla base imponibile. Ricorda che, si tratta di una norma che corrisponde alla richiesta formulata dalle associazioni cooperative, anche durante le audizioni informali tenute di fronte alla Commissione agricoltura; la forma inizialmente prevista per l'agevolazione fiscale (vale a dire l'esclusione dalla base imponibile) non avrebbe infatti potuto applicarsi alle cooperative medesime. Al tempo stesso viene notevolmente innalzato il finanziamento dell'agevolazione, che passa da 1 milione di euro annui a 25 milioni di euro per l'anno 2007 e di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
Anche per quanto concerne le misure fiscali mediante le quali si mira a rafforzare la struttura delle imprese agricole attraverso l'adozione della forma societaria, il testo approvato dal Senato determina un'estensione dell'ambito applicativo. Si stabilisce, infatti, che la possibilità di applicare un regime di tassazione basato sul reddito catastale agrario sia concessa, oltre che alle società di persone e alle società a responsabilità limitata, anche alle società cooperative. Viene inoltre estesa la qualifica di imprenditori agricoli, con le connesse agevolazioni fiscali, anche alle società di persone e alle società a responsabilità limitata costituite da imprenditori agricoli. Viene infine eliminato il limite di spesa di 1 milione di euro annui, in modo che il regime di tassazione più favorevole possa applicarsi a tutti i soggetti che, in base alle disposizioni contenute nella finanziaria, abbiano titolo a beneficiarne.
Tra gli interventi che perseguono l'obiettivo di perfezionare misure già contenute nel disegno di legge finanziaria, ricorda anche il rafforzamento delle disposizioni miranti a promuovere la vendita diretta da parte dei produttori agricoli. Vengono infatti raddoppiati, da 80.000 a 160.000 euro per gli imprenditori individuali e da 2 a 4 milioni di euro per le società, gli importi corrispondenti al valore della produzione non proveniente dalla propria azienda che gli imprenditori agricoli possono vendere direttamente in deroga alla disciplina generale del commercio.
Richiama brevemente, infine, alcune misure che, pur avendo una portata più limitata, risultano tuttavia meritevoli di attenzione. Viene prospettata la riorganizzazione dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, riorganizzazione affidata ad un decreto da emanarsi su proposta del Ministro dell'ambiente di concerto con il Ministro delle politiche agricole e si prevede inoltre di trasferire la vigilanza dell'Istituto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al Ministero dell'ambiente. In materia di personale, sono state introdotte dal Senato disposizioni con le quali si prevede che i dipendenti dei consorzi agrari in mobilità possano essere inquadrati, a domanda, presso le regioni e gli enti locali; si autorizzano assunzioni di personale a tempo indeterminato presso gli istituti zooprofilattici sperimentali; si assicura la stabilizzazione del personale operaio forestale assunto a tempo determinato ai sensi della legge n. 124 del 1985. Viene inoltre delineato un percorso per il risanamento finanziario dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e della trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia, al termine del quale è prevista la trasformazione dell'Ente in società per azioni, compartecipata dallo Stato e dalle regioni interessate. Si stabilisce l'applicazione dell'aliquota ridotta dell'accisa sul gasolio e sulla benzina, che già è prevista per i lavori agricoli, anche per gli apicoltori e gli imprenditori apistici che praticano il nomadismo. Si interviene inoltre sulla riforma dei consorzi agrari disciplinata dal comma 9-bis dell'articolo 1 del decreto-legge n. 181 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 233 del 2006, precisando che il commissario unico nominato dall'autorità di vigilanza sostituisce tutti i commissari, monocratici o collegiali, dei consorzi agrari in stato di liquidazione coatta amministrativa e che tale previsione si applica anche ai consorzi in stato di concordato. Viene altresì prorogato dal 30 giugno 2007 al 31 dicembre 2007 il termine entro il quale i consorzi devono adeguare i propri statuti alla riforma.
In conclusione ritiene che il disegno di legge finanziaria, nel testo approvato dal Senato, rechi un complesso di interventi che può effettivamente contribuire in modo efficace al rilancio dell'agricoltura italiana. Si tratta, da un lato, di misure di carattere infrastrutturale, come il piano irriguo e il piano forestale. Dall'altro sono previste misure destinate direttamente a sostenere e consolidare le imprese agricole: si riferisce al credito d'imposta per gli investimenti, al credito d'imposta per le operazioni di certificazione della qualità, al credito d'imposta per le campagne di promozione nei mercati esteri, alle agevolazioni fiscali per l'adozione della forma societaria. Si aggiungono rilevanti interventi di finanziamento destinati a specifici settori o a particolare situazioni produttive: l'impiego di biocarburanti, la riconversione del settore bieticolo-saccarifero, il Piano d'azione per l'agricoltura biologica, l'imprenditorialità giovanile in agricoltura, i settori colpiti da crisi di mercato.
In conclusione osserva che, a fronte dei numerosi e consistenti interventi destinati al sostegno dell'agricoltura, sarebbe stato auspicabile una maggiore attenzione a favore della pesca e dell'acquacoltura, per le quali, a causa di evidenti limitazioni relative alla disponibilità di risorse finanziarie, non è stato possibile andare oltre la proroga delle agevolazioni fiscali già previste. Si tratta di un compito che, a suo avviso, il Governo e il Parlamento dovranno comunque affrontare e l'avvio dell'esame presso la Commissione agricoltura del disegno di legge di semplificazione per il settore può rappresentare un proficuo momento di collaborazione fra la Commissione ed il Governo. Auspica che l'invito a un lavoro comune sia pienamente colto dall'Esecutivo. In ogni caso ritengo che per l'agricoltura italiana e per i settori connessi, il bilancio che risulta dalle disposizioni contenute dalla legge finanziaria sia largamente positivo e possa unitariamente essere apprezzato dalla Commissione.
Il sottosegretario Giovanni MONGIELLO esprime apprezzamento per l'esauriente relazione svolta dal deputato Franci. Consegna quindi alla Commissione una nota scritta in cui vengono illustrati in modo dettagliato gli interventi contenuti nel disegno di legge finanziaria che si riferiscono all'agricoltura e ai settori connessi (vedi allegato 1).
Filippo MISURACA (FI) rileva che il disegno di legge finanziaria in esame risulta il prodotto di un percorso accidentato, caratterizzato da continue modifiche e dal costante ricorso da parte del Governo, presso ambedue i rami del Parlamento, alla questione di fiducia. Ritiene che di per se stesse queste modalità procedurali siano un indice significativo delle difficoltà che il Governo e la maggioranza stanno attraversando. Ancor più grave è a suo avviso la situazione di incertezza e di disagio in cui, a causa di tali difficoltà, il paese si è venuto a trovare; in proposito ritiene che i giudizi critici espressi da Confindustria e riportati nelle prime pagine dei giornali della giornata odierna dimostrino come le misure contenute nella finanziaria non siano quelle che il sistema produttivo del paese si attendeva. In questo contesto rileva che la propria presenza alla seduta odierna della Commissione, dedicata all'esame in terza lettura del disegno di legge finanziaria, dipende dall'impegno assunto in sede di Ufficio di presidenza; ritiene peraltro comprensibile e motivata anche la scelta, compiuta da altri membri dell'opposizione, di non partecipare ai lavori. In definitiva infatti la finanziaria che è di nuovo all'esame della Camera, anche per il reiterato utilizzo di maxiemendamenti, risulta pressoché interamente espressione della volontà delle burocrazie ministeriali, mentre il Parlamento non ha avuto modo neppure di rendersi conto di quali interventi fossero in essa contenuti. Al riguardo esprime un particolare apprezzamento nei confronti del lavoro svolto dal Servizio Studi, che, in tempi estremamente ristretti, è riuscito ad individuare ed illustrare tutte le numerose modifiche apportate dal maxiemendamento approvato dal Senato concernenti l'agricoltura e i settori connessi. Osserva che la situazione oggettiva di prevaricazione rispetto alle prerogative parlamentari emerge dal fatto che semplici commi dell'articolo unico al quale è stato ridotto il disegno di legge finanziaria contengono interi progetti di legge che sono sottratti all'esame e alla discussione da parte del Parlamento. In questo senso ritiene particolarmente grave il disposto del comma 1226 che ripropone le finalità del decreto-legge n. 251 del 2006, che il Parlamento deliberatamente aveva rifiutato di convertire in legge, affidando al Ministro dell'ambiente la disciplina delle misure di salvaguardia da adottare nelle zone speciali di conservazione e nelle zone di protezione speciale. Ritiene che tale previsione dimostri la debolezza politica del Ministro delle politiche agricole, per effetto della quale decisioni che hanno conseguenze molto rilevanti sullo sviluppo dell'agricoltura italiana vengono affidate ad altri ministri, quali il Ministro dell'ambiente o, nel caso della disciplina dei certificati verdi, il Ministro dello sviluppo economico. Esprime rilievi critici altresì sulla trasformazione dell'Istituto nazionale per la montagna (IMONT) nell'Ente italiano montagna (EIM) e osserva che il Piano irriguo nazionale, che il relatore ha posto in grande evidenza, è costituito soltanto da una serie di contributi ad alcuni consorzi irrigui. Ricorda altresì che la materia della realizzazione delle infrastrutture idriche e della gestione dei consorzi irrigui era stata oggetto di recente di un'interrogazione presentata in Commissione; rileva in proposito come, su questo tema e su altri, le decisioni assunte nell'ambito del maxiemendamento siano in contrasto con quanto il rappresentante del Governo ha dichiarato, in Commissione, in risposta ad interrogazioni e giudica che anche questa condotta sia espressione di una generale mancanza di riguardo nei confronti del Parlamento. Più in generale osserva che il disegno di legge finanziaria evita di affrontare le questioni importanti per l'agricoltura italiana; in particolare non vengono considerate le problematiche del lavoro in agricoltura, si disciplina la riduzione del cuneo fiscale in modo che i datori di lavoro agricoli non possono beneficiarne, non si tiene conto del fatto che le disposizioni introdotte in materia di documento unico di regolarità contributiva (DURC) rischiano di privare interamente le imprese agricole della possibilità di continuare a svolgere la propria attività. Per quanto concerne la pesca, ritiene che le misure necessarie per il rilancio del settore non sono state adottate, per cui il relatore non ha potuto che auspicare successivi interventi. Osserva altresì che anche le misure contenute nel disegno di legge finanziaria presentano, per la stessa formulazione delle disposizioni, difficoltà interpretative e di conseguenza risulteranno di ardua applicazione. In conclusione dichiara che, per le ragioni esposte, non prenderà parte al voto sulla relazione alla Commissione bilancio; auspica tuttavia che alla ripresa dei lavori nel nuovo anno, nel quale ritiene che potranno determinarsi significativi mutamenti dello scenario politico nazionale, la Commissione voglia impegnarsi in un lavoro comune a favore dell'agricoltura del paese, anche correggendo le misure errate o dannose che la finanziaria contiene.
Angelo Alberto ZUCCHI (Ulivo) dichiara che il proprio gruppo esprimerà il voto favorevole sul provvedimento in esame, osservando che le modifiche apportate dal Senato integrano e perfezionano gli interventi già contenuti nel disegno di legge approvato in prima lettura dalla Camera. Fa specifico riferimento al finanziamento del Piano irriguo nazionale, al credito d'imposta per le procedure di certificazione della qualità, all'estensione anche alle cooperative del credito d'imposta per la promozione nei mercati esteri, al finanziamento dell'agricoltura biologica e alle risorse destinate al fondo per la riconversione del settore bieticolo-saccarifero. Osserva che in questo modo nel corso dell'esame da parte del Senato sono state recepite misure che già erano state discusse e approvate dalla Commissione agricoltura della Camera dei deputati, a dimostrazione del positivo e approfondito lavoro svolto da quest'ultima. Ritiene che tale lavoro possa proseguire anche dopo l'approvazione della finanziaria, in particolare attraverso la definizione di una disciplina organica per settori strategici come le agroenergie e l'agricoltura biologica, ai quali la finanziaria destina significative risorse. Con riferimento specifico alle disposizioni recate dal comma 1226, esprime perplessità, in quanto viene affidata ad un decreto del Ministro dell'ambiente la definizione, a livello nazionale, dei criteri minimi uniformi per le misure di salvaguardia da adottare nelle zone speciali di conservazione e nelle zone di protezione speciale; ritiene infatti che alla definizione di tali criteri debbano concorrere anche il Ministro delle politiche agricole, per la rilevanza che la questione riveste rispetto alla definizione e attuazione delle politiche di sviluppo dell'agricoltura, nonché le regioni e le province autonome, che sono titolari delle competenze legislative in materia. Nel complesso esprime in ogni caso un convinto apprezzamento sui contenuti del disegno di legge finanziaria e in particolare sugli interventi relativi all'agricoltura e ai settori connessi.
Rosalba CESINI (Com.It) condivide il convinto apprezzamento nei confronti del disegno di legge finanziaria. Ritiene che l'agricoltura italiana possa trarre notevoli benefici dagli interventi che il Governo e la maggioranza parlamentare hanno inserito nella finanziaria. In particolare esprime grande soddisfazione per le disposizioni che prevedono la stabilizzazione degli operai forestali e la possibilità di inquadrare presso regioni ed enti locali i dipendenti dei consorzi agrari posti in mobilità.
Claudio FRANCI (Ulivo), relatore, formula una proposta di relazione favorevole con osservazione.
Il sottosegretario Giovanni MONGIELLO dichiara di concordare con la proposta formulata dal relatore, anche per quanto attiene l'esigenza di un ulteriore impegno a favore dei settori della pesca e dell'agricoltura, in relazione al quale osserva peraltro che occorre verificare a livello comunitario la praticabilità dei singoli interventi.
Giuseppina SERVODIO, presidente, pone in votazione la proposta di relazione del relatore.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole con osservazione formulata dal relatore (vedi allegato 2). Nomina quindi il deputato Franci quale relatore presso la Commissione bilancio.
La seduta termina alle 10.15.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007) (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno finanziario 2007.
DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL GOVERNO
Il DDL finanziaria 2007 approvato dal Senato ha introdotto ulteriori, rilevanti strumenti per il sostegno e la modernizzazione del settore agricolo ed agroalimentare.
Le misure fiscali per l'internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, estese alle cooperative agricole, quelle relative allo sviluppo della forma societaria nel settore, il credito d'imposta per gli investimenti in agricoltura, il finanziamento del Piano irriguo nazionale e per il settore bieticolo saccarifera sono solo alcuni degli interventi che, aggiunti ad un già positivo quadro normativo approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, fanno della manovra finanziaria 2007 una risposta concreta e adeguata ai bisogni ed alle aspettative degli operatori.
Oltre a confermare le agevolazioni fiscali di cui gode il settore, la legge finanziaria 2007 consente un abbassamento della pressione fiscale sulle imprese grazie alle misure di riduzione del cuneo fiscale ed alle norme in materia di società agricole.
Per quanto riguarda lo sviluppo competitivo, oltre a beneficiare del credito d'imposta per le aree del Sud, le imprese del settore possono accedere agli sgravi fiscali per l'internazionalizzazione, alle misure per il rafforzamento della vendita diretta, per lo sviluppo della forma societaria, per lo sviluppo della filiera agroenergetica, nonché agli incentivi del Fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle immissioni dei gas ad effetto serra.
Appare opportuno attirare l'attenzione su alcuni punti qualificanti della Manovra di bilancio:
RAFFORZAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE E RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI
Finanziamento del Piano irriguo nazionale: Per superare gli ostacoli posti dall'UE nell'accensione dei limiti d'impegno per il Piano irriguo, vengono stanziati circa 920 milioni di euro quali contributi in conto capitale per la realizzazione delle opere irrigue. Possono quindi essere cantierate la gran parte delle opere infrastrutturali nel settore irriguo. Sempre in materia di infrastrutture irrigue si segnala il riordino dell'Ente irriguo Puglia lucania irpinia: entro il 30 settembre 2007 il Commissario dell'Ente deve operare la ricognizione della situazione debitoria e definire con i creditori un piano di rientro. Viene quindi prevista la trasformazione dell'ente in SPA e un contributo di 5 milioni per il 2007.
Crediti d'imposta a sostegno degli investimenti e dell'internazionalizzazione delle imprese: Consente alle imprese agricole, anche cooperative, di tutto il territorio nazionale, di accedere al credito d'imposta con modalità specifiche e più vantaggiose, anche in termini di intensità dell'aiuto. Può essere erogato nei limiti di 10, 30 e 30 milioni di euro per il triennio 2007-2009. Inoltre il credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo (comma 280) consente alle imprese, anche agricole e agroalimentari, di beneficiare di un credito d'imposta nella misura del 10 per cento dei costi sostenuti per attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo. Il credito è elevato al 15 per cento qualora i costi di ricerca e sviluppo riguardino contratti stipulati con università ed enti pubblici di ricerca.
Per rilanciare l'internazionalizzazione delle imprese agricole, anche cooperative, infine, dalla base imponibile del reddito di impresa è escluso il 25 per cento del valore degli investimenti in attività di promozione pubblicitaria realizzati da imprese agricole e agroalimentari, anche in forma cooperativa in mercati esteri, nel triennio 2007-2009, in eccedenza rispetto alla media degli analoghi investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti. Il comma 1093 prevede che gli imprenditori agricoli (anche le cooperative), in alternativa alla esclusione dalla base imponibile ai fini IRES o IRE possono beneficiare di un credito di imposta di importo pari ad un terzo del beneficio di cui al comma 1091 per le medesime finalità. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sono dettate le modalità applicative, nei limiti della somma di 25 milioni di euro per l'anno 2007 e 40 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2008.
incentivi relativi allo sviluppo della propriétà coltivatrice: possibilità per la Cassa depositi e prestiti di accendere mutui in favore di ISMEA, con interessi a carico dello Stato per un importo annuo di 2 milioni di euro.
aumento di 10 milioni di euro annui della dotazione del Piano d'azione nazionale per l'agricoltura biologica e i prodotti biologici (aer. 1, comma 87, della legge n. 311/04).
MISURE FISCALI PER LA COMPETITIVITÀ
Oltre alla riconferma delle agevolazioni preesistenti, alcune norme consentono nono solo un reale abbassamento della pressione fiscale sulle imprese del settore, ma anche di qualificare la finalità della spesa pubblica in funzione dello sviluppo sostenibile e della qualità.
In particolare abbiamo:
sgravi fiscali per chi adotta procedure di certificazione della produzione (biologico o D.O.)Per gli anni 2007, 2008 e 2009 alle imprese agricole e agroalimentari soggette al regime obbligatorio di certificazione e controllo della qualità (biologico e denominazioni d'origine) anche se riunite in consorzi o costituite in forma cooperativa, é concesso un credito d'imposta pari al 50 per cento del totale delle spese sostenute ai fini dell'ottenimento dei previsti certificati e delle relative attestazioni di conformità. Sono altresì ammesse a contributo gli oneri sostenuti dalle imprese per la registrazione nei Paesi extracomunitari delle denominazioni protette;
inserimento (comma 369) della produzione e della cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche nonché di carburanti ottenuti da produzioni vegetali provenienti prevalentemente dal fondo e di prodotti chimici derivanti da prodotti agricoli provenienti prevalentemente dal fondo effettuate dagli imprenditori agricoli, tra le attività connesse ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile: tali attività si considerano produttive di reddito agrario;
esenzione da accisa olio vegetale per autoconsumo. È esentato dall'accisa, entro un importo massimo di 1 milione di euro per ogni anno a decorrere dall'anno 2007, l'impiego a fini energetici nel settore agricolo, per autoconsumo nell'ambito dell'impresa singola o associata, dell'olio vegetale puro;
IVA 10 per cento per energia prodotta da fonti rinnovabili. L'aliquota IVA del 10 per cento (anzichè del 20 per cento) è estesa alle forniture di energia prodotta da fonti rinnovabili o da impianti di cogenerazione ad alto rendimento; alle forniture di energia da altre fonti, sotto qualsiasi forma, si applica l'aliquota ordinaria;
quadruplicazione limiti per la vendita diretta. Porta il limite per la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli a 160 mila euro per le persone fisiche e a ben 4 milioni di euro per le società. Si tratta di una misura fortemente incentivante della multifunzionalità e della possibilità per gli imprenditori agricoli di aumentare il valore aggiunto che rimane loro dalla vendita dei prodotti;
settore apistico concessione del carburante agevolato agli apicoltori, agli imprenditori apistici ed agli apicoltori professionisti di cui all'articolo 3 della legge n. 313 del 2004 che attuano la pratica del nomadismo.
MISURE PER LO SVILUPPO DELLA FORMA SOCIETARIA IN AGRICOLTURA
Il testo approvato al Senato si è arricchito di importanti norme al fine di sviluppare la forma societaria nel settore agricolo.
In primo luogo le società di persone, le SRL e le società cooperative, che rivestono la qualifica di società agricola ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 99 del 2004, possono optare per l'imposizione dei redditi ai sensi dell'articolo 32 del testo unico delle imposte dirette, cioè mediante reddito catastale. Disposizioni attuative demandate ad un DM Finanze-Agricoltura. Per le società agricole che svolgono attività connesse, inoltre, si considerano imprenditori agricoli le società di persone e le SRL, costituite da imprenditori agricoli, che esercitano esclusivamente le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci. In tale ipotesi, il reddito è determinato applicando all'ammontare dei ricavi il coefficiente di redditività del 25 per cento.
SVILUPPO DELLA FILIERA AGROENERGETICA
Una serie di norme mira a costituire un quadro organico e appetibile per gli operatori al fine di un concreto avvio della filiera agroenergetica.
Alcune delle misure sono già state anticipate (IVA al 10 per cento o sulla fornitura di energia verde, inserimento nel reddito agrario della bioenergia eccetera).
Il pacchetto recato dai commi da 367 a 379 mira in particolare a:
la creazione di un mercato delle agroenergie, attraverso la concreta attivazione dell'obbligo di immissione in commercio di quantitativi di biocarburante di origine agricola;
la disciplina delle esenzioni di accisa, che peraltro vengono potenziate nel quantitativo esente, al fine di renderla più incentivante nei confronti di prodotti provenienti da filiere agroenergetiche che hanno sottoscritto accordi produttivi;
una partecipazione forte del mondo agricolo alla definizione delle scelte ed all'allocazione delle risorse per l'incentivazione;
un rafforzamento degli obblighi legati al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto;
l'attivazione di procedure amministrate efficienti per consentire l'utilizzo di eventuali quote di esenzione d'accisa non utilizzate, anche in passato, nonché per rendere effettivamente cogenti gli obblighi di immissione in commercio dei carburanti agroenergetici.
Nei commi 382 e 383 viene inoltre disposta dal Ministero dello sviluppo e dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, entro il 30 giugno 2007, la revisione della disciplina dei certificati verdi, finalizzata ai seguenti obiettivi:
a) incentivare l'impiego a fini energetici delle materie prime provenienti dai contratti di coltivazione;
b) incentivare l'impiego a fini energetici di prodotti e materiali residui provenienti dall'agricoltura, dalla zootecnia, dalle attività forestali e di trasformazione alimentare, nell'ambito di progetti rivolti a favorire la formazione di distretti locali agro-energetici;
c) incentivare l'impiego a fini energetici di materie prime provenienti da pratiche di coltivazione a basso consumo energetico e in grado di conservare o integrare il contenuto di carbonio nel suolo.
Alle predette misure si aggiungono le seguenti:
incentivi finalizzati alle fonti rinnovabili di energia. Dal 1o gennaio 2007 i finanziamenti e gli incentivi pubblici di competenza statale finalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica sono concedibili esclusivamente per la produzione di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili;
programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l'asporto delle merci. Ai fini della riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, del rafforzamento della protezione ambientale e del sostegno alle filiere agroindustriali nel campo dei biomateriali, è avviato, a partire dall'anno 2007, un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l'asporto delle merci che, secondo i criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario, non risultino biodegradabili. Programma avviato con DM Minsviluppo, Ambiente e Agricoltura, con almeno un milione di euro stanziato da MinAmbiente.
Nella tabella allegata, infine, sono elencate le norme aggiunte in favore del settore nel passaggio parlamentare al Senato.
COMMA |
OGGETTO |
NOTE |
87 |
Nuovo concorso pronostici ippico |
|
285 |
1.000 nuove agenzie di scommesse |
|
289-290 |
Sgravi fiscali per chi adotta procedure di certificazione della produzione (biologico o D.O.) |
Limite di spesa 10 milioni di euro per anno 2007-2009 |
339 |
AGEA - Agenzia del territorio: modifica delle procedure per le verifiche incrociate dei dati Catasto-PAC |
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369-379 |
Biocarburanti |
Modifiche concordate con il M.E.F. |
380-381 |
Esenzione da accisa olio vegetale per autoconsumo |
Costo: un milione di euro a carico dei fondi Aviaria del 2005 |
382-383 |
Revisione dei certificati verdi |
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Riordino Sviluppo Italia con riduzione delle società controllate a max 3 |
I diritti dell'azionista vengono ora esercitati solo da M.E.F. e Minisviluppo |
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471-472 |
Passaggio della vigilanza dell'INFS al Ministero dell'Ambiente e previsione di un regolamento (di concerto con il M.I.PAAF) per il riordino dell'Istituto |
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506 |
Deroga ai tagli per gli istituti di ricerca agricoli |
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559 |
Mobilità presso le regioni del personale dei consorzi agrari |
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869 |
Le risorse destinate a Sviluppo Italia per autoimprenditoria e autoimpiego sono versate all'entrata del Bilancio dello Stato |
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1055 |
Ente irriguo Puglia lucania irpinia |
Contiene la previsione della trasformazione dell'ente in SPA e un contributo di 5 milioni per il 2007 in tabella B |
1058-1062 |
Piano irriguo |
Copertura: 100, 150 e 150 in tabella B |
1063 |
Fondo bieticolo saccarifero |
Copertura: 65,8 milioni tabella B |
1064 |
Ulteriore raddoppio limiti per la vendita diretta |
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1066 |
Piano apistico |
Copertura: 0,5 milioni per anno in tabella A |
1076 |
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1075 |
Credito d'imposta SUD |
Copertura: 10, 30 e 30 in tabella B |
1076 |
Consorzi agrari: norma interpretativa commissari e proroga chiusura liquidazioni al 31.12.2007 |
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1077 |
Stabilizzazione operai forestali: consente di derogare ai limiti posti dalla legge n. 124/85 |
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1081 |
Possibilità per la Cassa depositi e prestiti di accendere mutui in favore di ISMEA, con interessi a carico dello Stato |
Copertura: 2 milioni per anno in tabella B |
1087 |
Quote latte: per gli allevatori colpiti da blu tongue, in caso di eccedenza del 20% rispetto alla quota, il prelievo supplementare non opera sulla parte eccedente |
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1088 |
Internazionalizzazione imprese coop: aggiunta la frase: «anche in forma cooperativa» |
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1090 |
Internazionalizzazione imprese coop: finanziamento credito imposta |
Copertura: 25, 40 e 40 milioni in tabella B |
1093 |
Le società agricole possono optare per la tassazione catastale |
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1094 |
Società agricole che svolgono attività connesse |
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1170 |
Incentivi finalizzati alle fonti rinnovabili di energia |
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1280 |
Istituzione dell'Ente italiana montagna al posto dell'Istituto nazionale della montagna |
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ALLEGATO 2
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007) (C. 1746-bis-B Governo).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (C. 1747-B Governo).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009 (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno finanziario 2007.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XIII Commissione (Agricoltura),
esaminata la tabella n. 13, recante lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria per il 2007, come modificate nel corso dell'esame presso il Senato della Repubblica (A.C. 1746-bis-B Governo);
valutati positivamente i numerosi e significativi interventi a sostegno dell'agricoltura e dei settori connessi, che comprendono misure di carattere infrastrutturale (quali il finanziamento del Piano irriguo nazionale e il finanziamento del Piano forestale), misure volte direttamente a favorire e consolidare le imprese agricole (credito d'imposta per gli investimenti, credito d'imposta per le operazioni di certificazione della qualità, credito d'imposta per le campagne di promozione nei mercati esteri, agevolazioni fiscali per l'adozione della forma societaria), disposizioni di finanziamento destinate a settori o situazioni produttive di particolare rilevanza (finanziamenti per promuovere l'impiego dei biocarburanti, per la riconversione del settore bieticolo-saccarifero, per il Piano d'azione per l'agricoltura biologica, per l'imprenditorialità giovanile in agricoltura, per i settori colpiti da crisi di mercato);
ritenuto altresì opportuno che le proroghe delle agevolazioni fiscali per il settore della pesca siano integrate, in appositi provvedimenti, da ulteriori misure volte a favorire il rilancio della pesca e dell'acquacoltura italiane;
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
con la seguente osservazione:
il Governo tenga conto dell'esigenza di adottare, nell'ambito di appositi provvedimenti, tra cui in particolare la proposta di legge della quale la Commissione ha avviato l'esame, ulteriori misure di sostegno dei settori della pesca e dell'acquacoltura.
XIVCOMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell’Unione europea)
Martedì 19 dicembre 2006
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SEDE CONSULTIVA
Martedì 19 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Franca BIMBI.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-quater Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazione favorevole con osservazione).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Franca BIMBI, presidente, avverte che la Commissione esaminerà congiuntamente il disegno di legge di bilancio ed il disegno di legge finanziaria limitatamente alle parti di competenza, come modificate a seguito dell'esame presso il Senato. A tal fine, ricorda che la Commissione, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, dovrà trasmettere alla Commissione bilancio una relazione per lo stato di previsione di competenza e per le connesse parti del disegno di legge finanziaria, limitatamente ai profili di competenza.
Ricorda altresì che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del regolamento, l'esame in Commissione riguarderà esclusivamente le modificazioni apportate dall'altro ramo del Parlamento.
Gabriele FRIGATO (Ulivo), relatore, in via generale, rileva che l'insieme delle modifiche approvate dall'altro ramo del Parlamento non hanno inciso sugli obiettivi di rientro dal deficit e dal debito pubblico che la manovra prefigurava fin dalla sua presentazione e che ha ricevuto l'approvazione da parte del Commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Almunia. Restano immutati, infatti, i valori del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato per l'anno 2007 e per il biennio successivo indicati, rispettivamente, al comma 1 e al comma 2 dell'articolo 1: il saldo netto si riduce dai 29.000 milioni di euro del primo anno ai 18.000 milioni del 2009, mentre il ricorso al mercato passa dai 240.500 milioni a 200.000 milioni.
Importante è il nuovo comma 4 dell'articolo 1, introdotto al Senato, che mentre destina prioritariamente le maggiori entrate tributarie che si realizzassero nel 2007 rispetto alle previsioni al conseguimento dei saldi di finanza pubblica definiti dal DPEF, prevede che, nella misura in cui risultino eccedenti rispetto a tali obiettivi, le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione, ove permanenti, possano essere destinate alla riduzione della pressione fiscale e ad obiettivi di sviluppo ed equità sociale, con priorità per i soggetti incapienti o appartenenti alle fasce di reddito più basse. Sono fatte salve le risorse necessarie per assicurare la copertura finanziaria di interventi necessari a fronteggiare calamità naturali o esigenze improrogabili connesse alla sicurezza nazionale.
Per quanto riguarda attiene ai profili attinenti alla competenza della Commissione XIV, non vi sono state modifiche al testo dell'ex-articolo 181, ora commi 1213-1223, che introduce un'azione di rivalsa dello Stato nei confronti degli enti inadempienti agli obblighi comunitari ed internazionali. Rispetto al testo esaminato in Commissione, già l'Assemblea della Camera aveva espunto gli ex-commi 11 e 12, il primo che demandava al giudice amministrativo la competenza a conoscere le controversie, il secondo che interveniva in materia della caccia. Il Senato non ha modificato ulteriormente le norme in esame.
Le modifiche apportate al comma 1223 hanno invece carattere meramente formale. Infatti, è stato sostituito il riferimento all'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, originariamente contenuto nel testo, con il riferimento all'articolo 47 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica, nonché l'originaria previsione del decreto del Presidente della Repubblica, con quella del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ai fini della determinazione delle modalità di presentazione della dichiarazione e dell'individuazione degli aiuti giudicati incompatibili dalla Commissione. La norma, inserita anch'essa durante l'esame in Assemblea alla Camera, pone come condizione per fruire degli aiuti di Stato, di cui all'articolo 87 del Trattato, una dichiarazione da parte dei destinatari delle agevolazioni, in cui essi certifichino di non aver ricevuto (o, se ricevuto, di aver restituito) gli aiuti dichiarati illegittimi o incompatibili dalla Comunità, che dovranno poi essere individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. La necessità di introdurre simile previsione deriva dal fatto che, nel caso in cui un aiuto prestato da uno Stato membro venga riconosciuto dalla Commissione europea come incompatibile con il diritto comunitario, le somme già percepite devono essere recuperate, a seguito dell'adozione da parte della Commissione della «decisione di recupero». La mancata restituzione di un aiuto dichiarato incompatibile può condizionare l'autorizzazione di nuovi aiuti. Infatti, nel caso in cui si dovesse riscontrare che l'impresa beneficiaria non ha ancora restituito aiuti in precedenza dichiarati incompatibili, la Commissione condiziona l'erogazione del nuovo aiuto alla restituzione di quello illegale. La giurisprudenza della Corte di giustizia ha avallato tale prassi, evidenziando come la Commissione, in sede di applicazione dell'articolo 88, paragrafo 3, TCE, usufruisca di un ampio potere discrezionale, il cui esercizio implica valutazioni di ordine economico e sociale che devono essere effettuate in un contesto comunitario. Di conseguenza, anche in base alla giurisprudenza comunitaria, la Commissione non abusa del suo potere discrezionale quando, chiamata a pronunciarsi sul progetto di aiuto, adotta una decisione con la quale pur autorizzando tale beneficio, ne sospende il versamento sino al momento in cui l'impresa non abbia restituito il precedente aiuto illegittimo, a motivo dell'effetto cumulato degli aiuti in questione (sentenza 15 maggio 1997, in C-355/95, cosiddetta «sentenza Deggendorf»).
Richiama, infine, l'attenzione sul comma 1343, introdotto al Senato dall'emendamento 1.1000 del Governo. Si tratta di una norma che non doveva entrare nel testo della finanziaria e su cui c'è un preciso impegno da parte del Presidente del Consiglio a intervenire, eventualmente ricorrendo ad un decreto legge di fine anno. La norma novella l'articolo 1, comma 2, della legge n. 20 del 1994, che disciplina l'azione di responsabilità nei confronti dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica. In particolare, ai sensi del comma 2 il diritto al risarcimento del danno erariale si prescrive in cinque anni, decorrenti dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso (ovvero, in caso di occultamento doloso del danno, dalla data della sua scoperta).
La modifica introdotta dal comma in esame fa sì che il periodo di cinque anni decorra non più dalla data in cui si è verificato il fatto, ma da quella in cui è stata realizzata la condotta produttiva di danno. Essendo quest'ultima data, nella generalità dei casi, antecedente alla prima, ne consegue una corrispondente anticipazione del termine finale di prescrizione.
In proposito, rileva che la norma potrebbe avere l'effetto di far prescrivere anticipatamente anche l'azione per il danno erariale cagionato dalla erogazione ovvero dalla mancata ripetizione, da parte dei pubblici ufficiali competenti, di aiuti di stato dichiarati incompatibili dalla Commissione europea. Al riguardo, ricorda peraltro che l'articolo 15 del regolamento di procedura del Consiglio n. 659 del 1999 stabilisce che i poteri della Commissione europea in merito al recupero degli aiuti illegittimamente prestati sono soggetti al periodo limite di 10 anni, che decorre dal giorno in cui l'aiuto illegale viene concesso. Com'è noto, la procedura di recupero - avviata con la cosiddetta decisione di recupero adottata dalla Commissione - deve avvenire con la cooperazione dello Stato membro interessato, che è tenuto a provvedere senza indugio secondo le procedure da esso stesso previste, «a condizione che esse consentano l'esecuzione immediata ed effettiva della decisione della Commissione», secondo quanto prescrive l'articolo 14 del medesimo regolamento.
Pertanto, introdurre nell'ordinamento nazionale una disposizione recante un termine di prescrizione più breve per l'azione volta a far valere la responsabilità erariale al riguardo, potrebbe ridurre i presidi volti ad assicurare il recupero effettivo dell'aiuto illegale, rischiando di creare un conflitto con il diritto comunitario. In conclusione, data la rilevanza della questione, ritiene che la Commissione non possa non esprimere una osservazione al riguardo.
Per quanto riguarda, infine, le Tabelle contenute nel disegno di legge finanziaria, non si riportano variazioni per quanto attiene le voci rilevanti ai fini dell'esame della Commissione XIV: in particolare, non risulta modificata la dotazione del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie che, rifinanziato in Tabella D per 4 miliardi di euro nel 2009, e tenuto conto dello stanziamento già previsto nel bilancio a legislazione vigente (Tabella 2 - UPB 4.2.3.8 - Capitolo 7493), presenta uno stanziamento complessivo pari a 4,204 miliardi nel 2007, 5,7 miliardi nel 2008, 4,9 miliardi nel 2009 e di 5 miliardi nel 2010 e successivi (v. Tabella F, settore 27).
In conclusione, per i profili di competenza della Commissione XIV, propone di esprimere sul disegno di legge di bilancio e sul disegno di legge finanziaria 2007 una relazione favorevole con osservazione relativa al comma 1343, introdotto al Senato (vedi allegato 1).
Arnold CASSOLA (Verdi) concorda con la proposta di parere del relatore. Esprime quindi soddisfazione per le norme introdotte al Senato riguardanti gli italiani all'estero sia per quanto riguarda le detrazioni dei figli sia la possibilità, a decorrere dal luglio 2007, di richiedere direttamente la carta d'identità. Ciò premesso, rileva la opportunità di un cambiamento delle procedure che regolano la sessione di bilancio, sia per consentire tempi di esame adeguati anche in terza lettura, sia per evitare che sugli emendamenti presentati vi siano pronunce di ammissibilità discordanti tra i due rami del Parlamento.
Mauro PILI (FI) chiede quali siano i tempi previsti per l'espressione della relazione sui documenti di bilancio, rilevando che modifiche così consistenti come quelle introdotte durante l'esame al Senato richiedono tempi adeguati per il necessario approfondimento.
Franca BIMBI, presidente, precisa che le Commissioni di merito devono dare parere alla Commissione Bilancio in tempi utili perché essa possa concludere l'esame nella mattinata di oggi, essendo il provvedimento calendarizzato in Aula domani. Ricorda al riguardo che l'Ufficio di Presidenza della Commissione integrato dai rappresentanti dei Gruppi, nella riunione di mercoledì 13 dicembre, ha deciso all'unanimità di riunirsi questa mattina presto per dare il prescritto parere, rinviando l'esame degli altri provvedimenti all'ordine del giorno al termine delle votazioni della seduta antimeridiana dell'Assemblea.
Esprime quindi apprezzamento per la relazione del relatore che, in tempi così brevi, ha approfondito gli aspetti rilevanti ai fini del parere della Commissione XIV.
Mauro PILI (FI) annuncia il voto contrario.
Gabriele FRIGATO (Ulivo), relatore, rilevate le difficoltà a procedere in tempi così brevi ed espresso apprezzamento per il lavoro svolto dagli Uffici, osserva che sarebbe utile una riflessione sulle procedure che regolano la sessione di bilancio, che dovrebbe in ogni caso essere proposta dai rappresentanti dei Gruppi della Camera o dalla Commissione di merito.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore (vedi allegato 1).
La seduta termina alle 8.55.
ALLEGATO 1
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007). (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009. (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 ed al bilancio pluriennale 2007-2009. (C. 1747-quater Governo).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La XIV Commissione,
esaminati il disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 (C. 1746-bis-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato), il disegno di legge di bilancio per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relativa nota di variazioni (C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato) e la Tabella n. 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007, limitatamente alle parti di competenza;
rilevato che il comma 1343, introdotto dal Senato, novella l'articolo 1, comma 2, della legge n. 20 del 1994, che disciplina l'azione di responsabilità nei confronti dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica, modificando i termini di prescrizione del diritto al risarcimento del danno erariale, che di fatto risultano in tal modo abbreviati;
osservato come la norma potrebbe avere l'effetto di far prescrivere anticipatamente anche l'azione per il danno erariale cagionato dalla erogazione ovvero dalla mancata ripetizione, da parte dei pubblici ufficiali competenti, di aiuti di stato dichiarati incompatibili dalla Commissione europea;
ricordato che l'articolo 15 del regolamento di procedura del Consiglio n. 659 del 1999 stabilisce che i poteri della Commissione europea in merito al recupero degli aiuti illegittimamente prestati sono soggetti al periodo limite di 10 anni, che decorre dal giorno in cui l'aiuto illegale viene concesso e che la procedura di recupero - avviata con la c.d. decisione di recupero adottata dalla Commissione - deve avvenire con la cooperazione dello Stato membro interessato, che è tenuto a provvedere senza indugio secondo le procedure da esso stesso previste, «a condizione che esse consentano l'esecuzione immediata ed effettiva della decisione della Commissione», secondo quanto prescrive l'articolo 14 del medesimo regolamento,
delibera di
RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
con la seguente osservazione:
valuti la Commissione di merito l'opportunità di verificare l'effettiva compatibilità del richiamato comma 1343 con la disciplina comunitaria sugli aiuti di stato, in particolare, con l'obiettivo di assicurare il recupero effettivo degli aiuti illegalmente erogati, secondo quanto previsto dal regolamento del Consiglio n. 659 del 1999.
VCOMMISSIONE PERMANENTE
(Bilancio, Tesoro e programmazione)
Lunedì 18 dicembre 2006
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SEDE REFERENTE
Luneedì 18 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Intervengono il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Nicola Sartor e il sottosegretario di Stato per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme istituzionali Giampaolo D'Andrea.
La seduta comincia alle 15.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B, Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-quater.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.
Lino DUILIO, presidente, scusandosi per il ritardo con cui inizia la seduta dà la parola ai relatori per il disegno di legge finanziaria e per il disegno di legge di bilancio.
Michele VENTURA (Ulivo), relatore per il disegno di legge finanziaria, rileva come il testo del disegno di legge abbia subito, come noto, significativi cambiamenti nel corso dell'esame presso il Senato. Al riguardo, considera innanzitutto come l'iter parlamentare del disegno di legge finanziaria stia divenendo e sempre più farraginoso e faticoso, di guisa che si rendono ora più che mai necessari opportuni correttivi a tale procedimento. Sul punto, ricordando anche l'esigenza di uniformità che dovrebbe ispirare le norme regolamentari della Camera e del Senato in ordine ai criteri di ammissibilità delle proposte emendative, invita a un lavoro congiunto di riforma sottolineando che esso rappresenta un tema non più dilazionabile che dovrà essere affrontato al più presto.
Con riguardo al testo all'esame, rileva che il complesso delle disposizioni presentate consentono innanzitutto di conseguire l'obiettivo del risanamento dei conti pubblici. Tale risultato, che sull'onda delle polemiche momentanee si tende a dimenticare, costituisce il conseguimento di un obiettivo molto rilevante e utile anche per il futuro.
Con riguardo all'iter di approvazione del disegno di legge finanziaria all'esame, osserva che, se è vero che il Governo ha posto già per due volte la questione di fiducia su maxiemendamenti sostitutivi del testo all'esame delle Camere, il Parlamento si è trovato comunque nella possibilità di conoscere la struttura dei maxiemendamenti e le modifiche dagli stessi recate, senza quindi che si introducessero a sorpresa nuovi argomenti all'interno del dibattito parlamentare.
Quanto alle misure contenute nel testo all'esame, ricorda i numerosi interventi strategici per lo sviluppo delle infrastrutture nonché gli altri interventi in tema, fra l'altro, di equità sociale, di sostegno al lavoro femminile e ai disabili, richiamando altresì i risultati di apposite ricerche apparse sulla stampa specializzata a mente delle quali il saldo positivo per le famiglie italiane degli interventi recati dal disegno di legge finanziaria è, in media, di 120 euro, compensandosi quindi i benefici fiscali e gli incentivi concessi con la maggiore pressione fiscale prevista.
Ricordando le positive modifiche relative, tra l'altro, alle disposizioni sui ticket per il pronto soccorso, agli asili nido, all'edilizia residenziale pubblica agevolata, richiama in particolare l'attenzione che è stata prestata al mondo del lavoro, nelle forme, ad esempio, della lotta al lavoro sommerso, degli stanziamenti per il rinnovo del contratto nel settore del trasporto pubblico locale, dell'assunzione dei lavoratori precari nella scuola.
Con riguardo alle disposizioni relative all'università, osserva come sia stata risolta positivamente la questione del finanziamento e dei lavoratori dei centri di ricerca e come, tuttavia, permanga un serio problema di riqualificazione della spesa nel settore, ad esempio prevedendo che il mantenimento delle facoltà universitarie decentrate rispetto alla sede principale si basi su una loro valutazione da effettuarsi sulla base di predeterminati standard di qualità.
In relazione al finanziamento del cosiddetto «pacchetto-sicurezza», ricorda come siano state aumentate le risorse dovendosi però anche in tale settore valutare gli effetti della spesa ad esempio con riguardo ad eventuali sovrapposizioni delle varie forze sul territorio. Quanto all'imposizione fiscale dei comuni osserva che il meccanismo di compartecipazione dinamica all'IRPEF potrà comportare un'opportuna responsabilizzazione della classe dirigente negli enti locali.
Considerando che nel corso dell'esame in Assemblea si potrà sicuramente chiedere la conferma di questo testo, ricorda come si manifesti necessario un meccanismo di monitoraggio che verifichi gli effetti delle disposizioni previste dal disegno di legge che verrà approvato. Riservandosi di produrre per la fase della discussione in Assemblea una relazione più compiuta, rileva infine come una parte spesso trascurata ma importante e innovativa del provvedimento è quella relativa alle politiche di sviluppo.
Francesco PIRO (Ulivo), relatore per il disegno di legge di bilancio, si associa alle considerazioni dell'onorevole Ventura sulla necessità di riformare l'attuale procedura di esame dei documenti di bilancio.
Rileva come l'effetto complessivo della manovra di finanza pubblica, riveniente dalle modifiche apportate nel corso dell'esame parlamentare, determina un livello del saldo netto da finanziare, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, pari a 35.492 milioni di euro, con un peggioramento, rispetto al testo approvato dalla Camera, di 2.977, interamente imputabili a maggiori regolazioni debitorie pari a 3 milioni di euro. Tale livello del saldo netto da finanziare si attesta al di sotto del limite massimo indicato all'articolo 1 del disegno di legge finanziaria.
Al netto delle regolazioni debitorie, le modifiche apportate dal Senato hanno comportato un miglioramento del saldo netto da finanziare nel 2007, pari a 22,7 milioni di euro. Più consistente è l'impatto positivo sugli anni successivi, pari a 144,9 milioni di euro nel 2008 ed in 40,1 milioni di euro nel 2009.
Tra le modifiche apportate dal Senato all'articolato al disegno di legge di bilancio, ricorda quelle apportate al testo dell'articolo 2, comma 7, dell'articolo 14, comma 2, e dell'articolo 20. Assume particolare rilievo la previsione, contenuta nell'articolo 22, comma 21, della comunicazione alle Commissioni parlamentari competenti dei decreti che dispongono le variazioni compensative di cassa che il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, su proposta del ministro competente, nell'ambito di ciascun titolo di bilancio, tra capitoli delle UPB del medesimo stato di previsione.
Come emerge dalla terza nota di variazioni, l'esame parlamentare del disegno di legge finanziaria ha determinato un incremento delle entrate finali di 8.852 milioni di euro rispetto al bilancio a legislazione vigente, pari al 2 per cento, derivante per 8.114 milioni di euro da un aumento delle entrate tributarie. Per le spese finali si è registrato un aumento di 37.310 milioni di euro rispetto al bilancio a legislazione vigente, corrispondenti all'8,2 per cento, con un incremento delle spese di conto capitale di 21.445 milioni di euro, pari al 76,7 per cento ed un incremento delle spese correnti di 15.865 milioni di euro, pari al 3,7 per cento.
Segnala infine come la scarsa leggibilità dovuta all'ingente mole del testo e ai tempi rapidi di esame dello stesso fanno perdere di vista gli elementi positivi che vi sono contenuti e che si possono desumere anche da un'analisi delle variazioni dei livelli di spesa rappresentati nelle UPB, da cui risulta ad esempio un aumento degli incentivi destinati alle imprese.
Pietro ARMANI (AN) chiede se sia possibile verificare se le proposte emendative al disegno di legge finanziaria approvate nel corso della prima lettura alla Camera siano state recepite nel testo all'esame.
Andrea RICCI (RC-SE) rileva che si tratta di un disegno di legge finanziaria che segna sicuramente degli elementi di discontinuità con la politica economica del precedente Governo.
In ordine alla necessità di riforma della procedura di esame dei documenti di bilancio, ricorda come quest'anno si siano confermate tutte le patologie già evidenziate negli anni precedenti, di modo che per il quarto anno consecutivo il provvedimento di manovra deve essere varato mediante l'approvazione di un maxiemendamento sul quale il Governo pro tempore si trova costretto a porre la questione di fiducia, indipendentemente dalle maggioranze che si succedono nel corso del tempo. Ciò riduce la possibilità del Parlamento di discutere per valutare in modo approfondito le disposizioni contenute nel disegno di legge; si determina una confusione normativa tale da rendere difficile anche il conseguimento chiaro degli obietti macroeconomici prefissati; si determina una illegibilità sociale della manovra che non fa passare dal Governo agli elettori il messaggio centrale della politica macroeconomica che si vuole perseguire.
Pur condividendo l'introduzione, operata nel 1999, della possibilità che il disegno di legge finanziaria contenga disposizioni che hanno di mira non solo l'obiettivo della stabilità finanziaria ma anche obiettivi di sostegno e di rilancio dell'economia, rileva come tale previsione si sarebbe dovuta accompagnare ad una riforma della struttura stessa del bilancio. In particolare, suggerisce che le disposizioni relative alla stabilità finanziaria e le disposizioni finalizzate al sostegno e al rilancio dell'economia siano contenute in distinti provvedimenti, pur nell'ambito della stessa sessione di bilancio.
Pietro ARMANI (AN) osserva che l'attuale configurazione delle procedure di esame dei documenti di bilancio rischia di determinare un fenomeno di dittatura della burocrazia statale sul primato della politica, in quanto termini di esame così brevi di un testo così vasto portano inevitabilmente ad un esproprio della politica a favore della burocrazia che vanta una puntuale competenza tecnica.
Lino DUILIO, presidente, condivide e auspica una riforma delle procedure di esame dei documenti di bilancio che si palesa a questo punto necessaria.
Gaspare GIUDICE (FI) rileva come il disegno di legge finanziaria all'esame si presenti molto confuso, ma come è anche il metodo di formazione e di approvazione dello stesso testo che ne ha reso difficile la lettura e ne ha peggiorato l'impatto. Rileva fra l'altro alcune contraddizioni all'interno dello stesso testo, come allorquando si prevedono nuovi giochi gestiti dai monopoli di Stato e contemporaneamente si assegnano nuovi fondi al Ministero della pubblica istruzione per prevenire gli effetti negativi del gioco presso i giovani.
Osserva come tra l'altro il testo del maxiemendamento presentato dal Governo abbia ulteriormente ridotto il finanziamento del Fondo per le aree sottoutilizzate. Auspica che all'inizio dell'anno prossimo si proceda alla costituzione di sottocommissioni all'interno della Commissione bilancio volte ad esaminare ad esempio sull'utilizzo del Fondo per le aree sottoutilizzate e a verificare gli effetti finanziari delle disposizioni recate dalle leggi finanziarie. Esprime delusione per il mancato ripristino dei finanziamenti destinati al centro di ricerca biotecnologico Ri.Med di Carini in Sicilia, anche perché le risorse derivanti dai tagli a questi fondi non risultano essere state destinate poi a finalità particolarmente utili o virtuose.
Il sottosegretario Nicola SARTOR osserva come l'impianto del disegno di legge finanziaria non sia stato in realtà stravolto nel corso dell'esame parlamentare, segnalando come si sia registrato un mutamento di soli 5 punti percentuali sulla destinazione originaria delle risorse. In ordine al finanziamento del Fondo per le aree sottoutilizzate, rileva come l'impegno assunto dal Governo di fronte all'Assemblea della Camera sia stato adempiuto in quanto le coperture di spesa previste a valere sul Fondo sono state modificate, mentre altre spese a favore delle aree sottoutilizzate sono state ora finanziate con risorse del Fondo. Quanto al finanziamento del centro di ricerca biotecnologico Ri.Med di Carini, segnala che lo stanziamento è stato ridotto in funzione delle attuali effettive possibilità di spesa e assicura che, se in futuro occorreranno maggiori risorse, la struttura potrà essere ulteriormente finanziata.
Con riguardo alle necessità di riformare la procedura di esame dei documenti di bilancio, segnala che il Governo ha già avviato una riflessione e sottolinea che un aspetto molto importante da implementare concerne la verifica ex post degli effetti finanziari delle disposizioni, rilevando come manchi una cultura della verifica in corso d'opera sul raggiungimento degli obiettivi. In risposta alle considerazioni formulate dall'onorevole Ricci, considera che in effetti disposizioni ulteriori rispetto a quelle strettamente inerenti la stabilità finanziaria potrebbero essere contenute in provvedimenti diversi dal disegno di legge finanziaria, pur segnalando che suddividendo le disposizioni della manovra di bilancio in più provvedimenti separati si corre il rischio di tempi di esame più lunghi.
Pietro ARMANI (AN) in ordine all'esigenza di verifica ex post degli effetti finanziari delle norme, ricorda che la stessa Corte dei conti ha una cultura giuridica e non economica e quindi privilegia gli aspetti di legittimità nell'espletamento delle sue attività di controllo.
Andrea RICCI (RC-SE) concorda con il sottosegretario Sartor sul fatto che interventi di non stretta inerenza al conseguimento degli obiettivi di stabilità finanziaria potrebbero non essere contenuti direttamente nel disegno di legge finanziaria e rileva al riguardo che se provvedimenti distinti viaggiano in parallelo nella stessa sessione di bilancio si possono comunque conseguire con maggiore chiarezza gli obiettivi predeterminati.
Michele VENTURA (Ulivo), relatore per il disegno di legge finanziaria, si riserva di replicare nel corso dell'esame in Assemblea.
Francesco PIRO (Ulivo), relatore per il disegno di legge di bilancio, chiede al Governo se si può condurre una verifica puntuale sulla questione del livello di finanziamento del Fondo per le aree sottoutilizzate.
Lino DUILIO, presidente, in merito alla necessità di riforma delle procedure di esame dei documenti di bilancio assicura che l'approfondimento condotto dalla Commissione avverrà attivando le opportune sinergie con il Senato e il Governo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.35.
VCOMMISSIONE PERMANENTE
(Bilancio, Tesoro e programmazione)
Martedì 19 dicembre 2006
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SEDE REFERENTE
Martedì 19 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Nicola Sartor e Antonangelo Casula.
La seduta comincia alle 9.25.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007).
C. 1746-bis-B, Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009.
C. 1747-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Terza nota di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.
C. 1747-quater.
(Seguito dell'esame e conclusione).
La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta di ieri.
Lino DUILIO, presidente, comunica che sono state presentate complessivamente 251 proposte emendative, di cui 42 irriferibili in quanto riguardanti parti del provvedimento che non risultano modificate dal Senato nel corso dell'esame in seconda lettura (vedi allegato 3).
Delle restanti proposte emendative risultano inammissibili per carenza ovvero per inidoneità della compensazione i seguenti emendamenti: 1.33 Garavaglia, 1.219 Zorzato, 1.220 Leone, 1.221 Leone, 1.9 Catanoso, 1.38 Garavaglia, 1.88 Proietti Cosimi e 1.233 Costa (vedi allegato 4).
Per quanto concerne le proposte emendative che prevedano, a copertura dei relativi oneri, la soppressione delle voci incluse nella tabella B, le stesse devono considerarsi ammissibili se riferite alle voci modificate dal Senato e comunque alla condizione che il taglio previsto sia congruo rispetto alla misura dell'onere.
Quanto alle proposte emendative che prevedano a copertura il taglio lineare della tabella C, sia pure con riferimento ai soli stanziamenti di parte corrente, segnala che tali proposte possono intendersi ammissibili soltanto ove riferite ad autorizzazioni di spesa che non sia state ridotte esclusivamente in conseguenza del taglio lineare di cui al comma 509, non modificato dal Senato. Sul punto, si riserva di pronunciarsi al riguardo, nel prosieguo dei lavori, anche acquisito l'avviso del Governo, fermo restando che la misura della riduzione dovrebbe comunque risultare congrua rispetto all'entità dell'onere. Ove non si rendessero disponibili tali elementi, la valutazione sarà rimessa alla Presidenza della Camera, nel caso di eventuale ripresentazione degli stessi in occasione della discussione in Assemblea. Le stesse considerazioni valgono con riferimento alle proposte emendative riferite a singole autorizzazioni di spesa iscritte in tabella C. Anche in questo caso, infatti, rileva che le stesse sono state oggetto, al Senato, di modifiche ulteriori rispetto a quelle derivanti dal taglio lineare di cui al comma 509.
Comunica infine che sono invece da considerarsi inammissibili le proposte emendative che rechino per la copertura norme sostanziali non riconducibili a parti modificate dal Senato, volte ad assicurare effetti finanziari positivi in termini di maggiori entrate ovvero di riduzioni di spese. Sospende quindi brevemente la seduta per consentire di acquisire i restanti pareri delle Commissioni di merito.
La seduta, sospesa alle 9.35, riprende alle 10.10.
Gaspare GIUDICE (FI) ricorda l'impegno del Governo a rimediare agli errori compiuti inserendo nel disegno di legge finanziaria disposizioni come quelle recate dal comma 1343, recante la prescrizione del diritto al risarcimento del danno contabile, ovvero come quelle disposizioni che erano state stralciate in prima lettura dal Presidente della Camera e che sono state riproposte nel maxiemendamento approvato al Senato. Ricorda al riguardo come in tempi anche recenti per rimediare a simili errori si effettuò una quarta lettura del disegno di legge finanziaria, che quindi nell'occasione attuale non sarebbe preclusa, a ben considerare, neanche dai tempi di esame a disposizione del Parlamento. Chiede pertanto che vengano posti in votazione gli emendamenti soppressivi del comma 1343 e delle altre disposizioni che erano già state stralciate dal Presidente della Camera nel corso della prima lettura.
Maurizio FUGATTI (LNP) si associa alla richiesta dell'onorevole Giudice in merito alla votazione dell'emendamento soppressivo del comma 1343 e, considerato che non è intenzione del Governo sopprimere la disposizione nel corso dell'attuale esame ma intervenire successivamente con un decreto-legge abrogativo della stessa disposizione, manifesta perplessità e chiede chiarimenti sul rapporto temporale tra fonti normative i cui effetti si sovrapporrebbero in tempi ravvicinati.
Lino DUILIO, presidente, chiede quindi agli onorevoli Giudice e Fugatti di individuare le proposte emendative di cui si è richiesta la votazione.
Gaspare GIUDICE (FI) raccomanda la votazione degli emendamenti 1.169 e 1.208.
Maurizio FUGATTI (LNP) raccomanda la votazione dell'emendamento 1.68.
Il sottosegretario Nicola SARTOR ricorda che il ricorso ad un decreto-legge per rimediare all'erroneo inserimento di disposizioni nel disegno di legge finanziaria è stato adottato anche altre volte, ad esempio con il decreto-legge 29 dicembre 2003, n. 356, che ha abrogato il comma 78 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria 2004).
Marino ZORZATO (FI) auspica che le correzioni di cui si tratta vengono apportate nel corso dell'esame parlamentare e non invece con un decreto-legge che costituisce pur sempre uno strumento di carattere eccezionale, anche se è stato utilizzato nel passato a tali fini.
Michele VENTURA (Ulivo), relatore per il disegno di legge finanziaria, concorda con le perplessità manifestate in ordine all'inserimento nel corso dell'esame presso il Senato di disposizioni già stralciate in prima lettura dal Presidente della Camera, ciò che rafforza ancora di più la necessità di una riforma della procedura di esame dei documenti di bilancio anche nel senso di assicurare maggiore omogeneità fra Camera e Senato. Tuttavia esprime parere contrario sulle proposte emendative in esame in quanto ritiene che la questione vada affrontata in modo più organico e generale. In ordine alla proposta emendativa 1.68, che prevede la soppressione del comma 1343, esprime parere contrario.
Gaspare GIUDICE (FI) non insiste per la votazione dell'emendamento 1.208.
Lino DUILIO, presidente, pone in votazione gli identici emendamenti 1.68, 1.6, 1.93 e 1.169.
La Commissione respinge le proposte emendative.
Lino DUILIO, presidente, avverte che gli ulteriori emendamenti ammissibili devono considerarsi respinti ai fini della loro ripresentazione in Assemblea.
Marino ZORZATO (FI) a nome del gruppo di Forza Italia dichiara di abbandonare la seduta per manifestare il proprio dissenso sul contenuto del disegno di legge finanziaria.
Massimo GARAVAGLIA (LNP) a nome del gruppo Lega Nord Padania si associa alle considerazioni del collega Zorzato per cui abbandona la seduta. auspicando che l'anno venturo si possa tornare a lavorare in modo più normale.
Salvatore RAITI (IdV), con riguardo al comma 1015 del disegno di legge finanziaria, rileva che la disposizione si è resa necessaria in quanto le varie proroghe susseguitesi nel tempo hanno generato nei soggetti destinatari dei provvedimenti agevolativi legittime incertezze sia sull' «an» che sul «quantum» rafforzate, tra l'altro, da una totale assenza di istruzioni da parte dell'Agenzia delle entrate. Infatti, con riferimento ai tributi, i contribuenti destinatari della norma sono stati individuati con il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 14 novembre 2002 che ha consentito a tali soggetti di sospendere i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari fino al 15 dicembre 2005, così come prorogato da ultimo dal decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 17 maggio 2005. Tale decreto ha previsto inoltre che i soggetti destinatari della sospensione provvedessero al pagamento dei tributi sospesi a partire dal 16 dicembre 2005, alternativamente in unica soluzione oppure in 8 volte il periodo di sospensione equivalente a 304 rate mensili. Purtroppo, l'Agenzia delle entrate non ha mai chiarito con quali modalità occorreva restituire le somme oggetto di sospensione e quali dovevano essere i codici tributo da utilizzare. Solo dopo varie interrogazioni parlamentari si è avuta conoscenza a seguito di risposta da parte del Sottosegretario all'economia, che andavano utilizzati gli stessi codici tributo relativi ai tributi sospesi, ma questo è avvenuto abbondantemente dopo il 16 dicembre 2005. La disposizione si propone pertanto, di rimettere nei termini tutti i soggetti che essendosi legittimamente avvalsi della sospensione non hanno provveduto per causa di forza maggiore al tempestivo pagamento della prima rata entro il termine del 16 dicembre 2005, consentendogli così, di poter definire la propria posizione entro il 30 giugno 2007 in unico versamento o proseguendo la rateazione già iniziata previa rideterminazione delle rate ancora a scadere, diminuite del 50 per cento. Viene inoltre precisato che i tardivi versamenti potranno essere oggetto di ravvedimento operoso ai sensidell' articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472 ancorché siano già state notificate le relative cartelle esattoriali di pagamento, in quanto tale istituto è stato previsto per agevolare chiunque spontaneamente adempie ai propri obblighi tributari nel rispetto di predeterminati limiti di tempo e comunque prima che siano iniziate ispezioni, verifiche e/o controlli. Analogamente si è cercato di venire incontro a coloro che versavano nelle stesse condizioni con gli Istituti previdenziali e assicurativi prevedendo la stessa possibilità di rimessione nei termini entro il 30 giugno 2007 e rideterminazione del residuo dovuto al 50 per cento.
Alberto GIORGETTI (AN) esprime rammarico per le modalità di esame del disegno di legge finanziaria nonché per la mole dello stesso che è cresciuta a dismisura fino a diventare difficilmente leggibile con l'inserimento anche di parti che erano state stralciate in prima lettura dal Presidente della Camera. Rileva come il decreto-legge correttivo che il Governo ha in animo di adottare si innesta difficilmente nella struttura di esame parlamentare dei documenti di bilancio. Ritiene poco trasparente che le maggiori entrate non siano state calcolate nei saldi e che il Governo abbia preferito trattenerle come sua propria riserva. Auspica quindi un maggior ruolo del Parlamento in ordine alla verifica dei documenti di bilancio, considerato il peso ormai preponderante del Governo, nonché l'istituzione di un apposito Comitato all'interno della Commissione bilancio per la verifica ex post degli effetti finanziari delle disposizioni del disegno di legge finanziaria.
Lino DUILIO, presidente, pone quindi in votazione la proposta di conferire il mandato al relatore, onorevole Piro, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per il 2007 e il bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009, nel testo modificato dal Senato.
La Commissione delibera di conferire al relatore il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per il 2007 e il bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009, nel testo modificato dal Senato.
Lino DUILIO, presidente, pone quindi in votazione, mediante appello nominale, la proposta di conferire il mandato al relatore, onorevole Ventura, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge finanziaria per il 2007, nel testo modificato dal Senato.
La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge finanziaria per il 2007, nel testo modificato dal Senato.
Lino DUILIO, presidente, si riserva infine di procedere alla nomina del Comitato dei nove sulla base della designazione dei gruppi.
La seduta termina alle 10.40.
ALLEGATO 3
Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
(Legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B, Governo, approvato dalla Camera
e modificato dal Senato.
PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE
ART. 1.
Al comma 4, secondo periodo, sopprimere le parole: , dando priorità a misure di sostegno del reddito di soggetti incapienti ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse.
1. 172. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 4, secondo periodo, sopprimere le parole: ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse.
1. 173. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 6, lettera d), capoverso Art. 13, comma 1, lettera a), sostituire le parole: 1.380 euro con le seguenti: 1.500 euro.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre le voci di parte corrente del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 174. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 13, capoverso Art. 10-bis, comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: , al massimo,
1. 14. Leo.
Al comma 17, capoverso comma 4-bis, primo periodo, sostituire le parole: 50.000 euro con le seguenti: 60.000 euro.
Conseguentemente:
sopprimere il comma 306;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 34. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 52.
1. 137. Zorzato, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 77, lettera a), capoverso, sostituire le parole: 100.000 euro con le seguenti: 200.000 euro.
Conseguentemente:
al medesimo comma, lettera b), capoverso, sostituire le parole: 100.000 euro con le seguenti: 200.000 euro;
sopprimere il comma 306;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 37. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 87, lettera b), sostituire le parole: dell'8 per cento, con le seguenti: del 10 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 234. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 87, lettera b), sostituire le parole da: 25 per cento fino a: imposta unica con le seguenti: 15 per cento come entrate erariali sotto forma di imposta unica, del 10 per cento a favore delle grandi opere individuate dalla legge obiettivo di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 240. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 88, lettera e), sostituire le parole: 12 per cento con le seguenti: 8 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 235. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 143, secondo periodo, sostituire le parole: centottanta giorni con le seguenti: novanta giorni.
1. 110. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 151, sostituire le parole: i due anni successivi con le seguenti: l'anno successivo.
1. 215. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 198, primo periodo, sostituire la parola: settembre con la seguente: agosto.
1. 130. Zorzato, Armosino, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 200, aggiungere, in fine, le parole: nonché alla Conferenza unificata.
1. 127. Leone, Casero, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 225, primo periodo, sostituire le parole: e di domicilio con le seguenti: , o di domicilio, o nel comune ove il soggetto abbia l'attività lavorativa.
Conseguentemente:
sopprimere il comma 306.
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare le dotazioni di parte corrente, in modo da assicurare, a decorrere dall'anno 2007 una minore spesa annua pari al maggior onere indotto.
1. 40. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 225, primo periodo, sostituire le parole: una annualità con le seguenti: due anni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C ridurre tutte le spese di parte corrente dell'1 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 216. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 226, sopprimere il terzo periodo.
sopprimere il comma 306;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 41. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 230.
1. 217. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 258.
Conseguentemente, dopo il comma 776, aggiungere il seguente:
776-bis. A decorrere dal 1o gennaio 2007, sui trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, i cui importi superino complessivamente un importo pari a 5.000 euro mensili, rivalutato annualmente nella misura stabilita dall'articolo 38, comma 5, lettera d), della legge 28 dicembre 2001, n. 448, è dovuto sull'importo eccedente il predetto limite mensile un contributo di solidarietà nella misura del 4 per cento, destinato al finanziamento della gestione pensionistica di riferimento. Al predetto importo complessivo concorrono anche i trattamenti integrativi percepiti dai soggetti nei cui confronti trovano applicazione le forme pensionistiche che garantiscono prestazioni definite in aggiunta o ad integrazione del trattamento pensionistico obbligatorio, ivi comprese quelle di cui al decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 563, al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni, e al decreto legislativo 20 novembre 1990, n. 357, nonché le forme pensionistiche che assicurano comunque prestazioni complementari al trattamento di base ai dipendenti pubblici, inclusi quelli alle dipendenze delle regioni a statuto speciale e degli enti di cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70, e successive modificazioni, ivi compresa la gestione speciale ad esaurimento di cui all'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1979, n. 761, nonché le gestioni di previdenza per il personale addetto alle imposte di consumo, per il personale dipendente dalle aziende private del gas e per il personale addetto alle esattorie e alle ricevitorie delle imposte dirette, prestazioni complementari al trattamento di base. Ai fini del prelievo del contributo di solidarietà è preso a riferimento il trattamento pensionistico complessivo lordo per l'anno considerato. L'INPS, sulla base dei dati che risultano dal Casellario centrale dei pensionati, istituito con decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, n. 1388, e successive modificazioni, è tenuto a fornire a tutti gli enti interessati i necessari elementi per il prelievo del contributo di solidarietà, secondo modalità proporzionali ai trattamenti erogati.
1. 43. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 258.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 3.000;
2008: - 9.500;
2009: - 10.000.
1. 148. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 258 sopprimere le parole: , anche in regime precario,
1. 218. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 265, capoverso comma 6-quater, primo periodo, sopprimere le parole:
e degli altri soggetti pubblici gestori elle aree protette.
1. 222. Leone, Zorzato, Armosino, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 289, primo periodo, sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 60 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le autorizzazioni di spesa di parte corrente del 2 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 223. Zorzato, Armosino, Leone, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 323, sostituire le parole: sessanta giorni con le seguenti: novanta giorni.
1. 224. Zorzato, Casero, Angelino Alfano, Leone, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 336, capoverso, dopo le parole: a cittadini stranieri aggiungere la seguente: comunitari.
1. 39. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 339, lettera b), capoverso comma 36, sopprimere il terzo periodo.
1. 225. Leone, Giudice, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 350, capoverso comma 1-bis, sostituire le parole: deve essere con le seguenti: può essere.
1. 226. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 382, lettera a), dopo le parole: incentivare l'impiego a fini energetici aggiungere le seguenti: di rifiuti solidi urbani opportunamente pretrattati.
1. 111. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere i commi da 417 a 420.
1. 52. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 417, sostituire le parole da: per l'assunzione fino alla fine del comma, con le seguenti:, in deroga alla vigente normativa in materia di assunzioni, per l'assunzione a tempo indeterminato di personale già assunto o utilizzato attraverso qualsiasi tipologia contrattuale. Il termine di cui all'articolo 78, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è prorogato per l'anno 2007.
1. 114. Rao, Lo Monte, Neri, Oliva, Reina.
Al comma 418, primo periodo, sopprimere le parole: , previo confronto con le organizzazioni sindacali,
1. 112. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 419, primo periodo, sostituire le parole da: nuovi rapporti fino alla fine del periodo, con le seguenti: nuove assunzioni nei cinque anni successivi all'attribuzione delle stesse, salvo che le assunzioni non siano funzionali ad assicurare il buon andamento della pubblica amministrazione.
1. 181. Baldelli.
Al comma 419, primo periodo, sostituire le parole: cinque anni con le seguenti: dieci anni.
1. 53. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Sostituire il comma 420 con i seguenti:
420. Ai fini del finanziamento del Fondo di cui al comma 417, è introdotto a regime, a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 1o gennaio 2007, l'istituto della programmazione fiscale alla quale possono accedere i titolari di reddito d'impresa e gli esercenti atti e professioni cui si applicano gli studi di settore o i parametri per il periodo di imposta in corso al 1o gennaio 2005. L'accettazione della programmazione fiscale determina preventivamente, per un triennio, o fino alla chiusura della liquidazione, se di durata inferiore, per le società in liquidazione, la base imponibile caratteristica dell'attività svolta:
a) da assumere ai fini delle imposte sui redditi con una riduzione della imposizione fiscale e contributiva per la base imponibile eccedente quella programmata;
b) da assumere ai fini della imposta regionale sulle attività produttive.
420-bis. Non sono ammessi alla programmazione fiscale i titolari di reddito d'impresa e gli esercenti arti e professioni:
a) per i quali sussistano cause di esclusione o di inapplicabilità degli studi di settore o dei parametri per il periodo di imposta in corso al 1o gennaio 2005;
b) che svolgono dal 1o gennaio 2006 una attività diversa da quella esercitata nell'anno 2005;
c) che hanno omesso di dichiarare il reddito derivante dall'attività svolta nel periodo d'imposta in corso al 1o gennaio 2005 o che hanno presentato per tale periodo d'imposta una dichiarazione dei redditi o IRAP con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-ter;
d) che hanno omesso di presentare la dichiarazione ai fini dell'imposta sul valore aggiunto per il periodo di imposta 2005 o che hanno presentato per tale annualità una dichiarazione con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-ter;
e) che hanno omesso di comunicare i dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore o dei parametri per il periodo di imposta in corso al 1o gennaio 2005.
420-ter. La proposta individuale di programmazione fiscale è formulata sulla base di elaborazioni operate dall'anagrafe tributaria, tenendo conto delle risultanze dell'applicazione degli studi di settore e dei parametri, dei dati sull'andamento dell'economia nazionale per distinti settori economici di attività della coerenza dei componenti negativi di reddito e di ogni altra informazione disponibile riferibile al contribuente.
420-quater. La programmazione fiscale si perfeziona, ferma restando la congruità dei ricavi o dei compensi alle risultanze degli studi di settore o dei parametri per ciascun periodo d'imposta, con l'accetazione di importi, proposti al contribuente dall'Agenzia delle entrate, che individuano per un triennio la base imponibile caratteristica dell'attività svolta, esclusi gli eventuali componenti positivi o negativi di reddito di carattere straordinario. La notifica effettuata entro il 31 dicembre 2006 di processi verbali di constatazione con esito positivo, redatti a seguito di attività istruttorie effettuare ai sensi degli articoli 33 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e 52 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, di avvisi di accertamento o rettifica, nonché di inviti al contraddittorio di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, ai fini delle imposte sui redditi, dell'imposta sul valore aggiunto o dell'IRAP, relativi al periodo d'imposta in corso al 1o gennaio 2005, comporta che la proposta di cui al comma 420-ter sia formulata dall'ufficio, su iniziativa del contribuente.
420-quinquies L'accettazione della proposta di programmazione fiscale è comunicata dal contribuente entro il 16 ottobre 2007; nel medesimo termine la proposta può essere altresì definita in contraddittorio con il competente ufficio dell'Agenzia delle entrate, anche con l'assistenza degli intermediari di cui all'articolo 3, commi 2-bis e 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, esclusivamente nel caso in cui il contribuente sia in grado di documentare la non correttezza dei dati contabili e strutturali presi a base per la formulazione della proposta.
420-sexies. Per i periodi d'imposta oggetto di programmazione, relativamente alla base imponibile caratteristica d'impresa o di arti o professioni:
a) sono inibiti i poteri spettanti all'amministrazione finanziaria sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni;
b) per la parte dichiarata eccedente quella programmata, ferma restando l'aliquota del 23 per cento, quelle marginali applicabili al reddito complessivo ai fini dell'imposta sui reddito, nonché quella applicabile ai fini dell'imposta sul reddito delle società, sono ridotte di 4 punti percentuali;
c) i contributi previdenziali si applicano esclusivamente per la parte programmata, fatto salvo il minimale reddituale previsto ai fini contributivi; restano salve le prerogative degli enti previdenziali di diritto privato, nonché la facoltà di effettuare i versamenti su base volontaria;
d) l'imposta regionale sulle attività produttive si applica esclusivamente per la parte programmata.
420-septies. Per gli stessi periodi d'imposta di cui al comma 420-sexies, ai fini dell'imposta sul valore aggiunto:
a) il contribuente assolve ordinariamente a tutti gli obblighi formali e sostanziali previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, e dalle altre disposizioni in materia di imposta sul valore aggiunto;
b) all'ammontare degli eventuali maggiori ricavi o compensi da dichiarare rispetto a quelli risultanti dalle scritture contabili si applica, tenendo conto della esistenza di operazioni non soggette ad imposta ovvero soggette a regimi speciali, l'aliquota media risultante dal rapporto tra l'imposta relativa alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d'affari dichiarato;
c) sono inibiti i poteri spettanti all'amministrazione finanziaria in base alle disposizioni di cui agli articoli 54, secondo comma, secondo periodo, e 55, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni.
420-octies. In caso di divergenza tra gli importi risultanti dalle dichiarazioni e quelli oggetto di programmazione, da comunicare nella dichiarazione presentata ai fini delle imposte sui redditi, l'Agenzia delle entrate procede ad accertamento parziale in ragione del reddito oggetto della programmazione nonché, per l'imposta sul valore aggiunto, in ragione del volume d'affari corrispondente ai ricavi o compensi caratteristici a base della stessa, salve le ipotesi di documentati accadimenti straordinari e imprevedibili; in tale ultima ipotesi trova applicazione il provvedimento di accertamento con adesione previsto dal decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218. La disposizione di cui al presente comma si applica anche nel caso di mancato adeguamento alle risultanze degli studi di settore o dei parametri.
420-nonies. L'inibizione dei poteri di cui all'articolo 39, primo comma, lettere a), b), c) e d), primo periodo, e secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni, e all'articolo 55, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, e le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d), non operano qualora il reddito dichiarato differisca da quanto effettivamente conseguito, non siano adempiuti gli obblighi sostanziali di cui al comma 420-septies, lettera a), ovvero il contribuente non abbia tenuto regolarmente le scritture contabili ai fini delle imposte sui redditi; operano comunque le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d), qualora il reddito effettivamente conseguito non ecceda di oltre il 10 per cento quello dichiarato. L'inibizione dei poteri di cui ai commi 420-sexies, lettera a), e 420-septies, lettera c), e le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d), non operano qualora siano constatate condotte che integrano le fattispecie di cui agli articoli da 2 a 5, 8, 10 e 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74.
420-decies. Salva l'applicazione di cui sopra, nei casi in cui a seguito di controlli e segnalazioni, anche di fonte esterna all'amministrazione finanziaria, emergano dati ed elementi difformi da quelli comunicati dal contribuente, qualora presi a base per la formulazione della proposta, o siano constatate, per il periodo di imposta 2005, condotte che integrano le fattispecie di cui agli articoli da 2 a 5, 8, 10 e 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, nei suoi confronti non operano l'inibizione dei poteri di cui ai commi 420-sexies, lettera a), e 420-septies, lettera e), nonché le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d). Le disposizioni di cui al presente comma non operano qualora la difformità dei dati ed elementi sia di scarsa entità tale da determinare una variazione degli importi proposti nei limiti del 5 per cento degli stessi, fermi restando la maggiore imposta comunque dovuta nonché i relativi interessi.
420-undecies. Nel caso in cui l'attività effettivamente esercitata vari nel corso del triennio, l'istituto della programmazione fiscale cessa di avere effetto dal periodo d'imposta nel corso del quale si è verificata la variazione. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di natura non regolamentare, è possibile individuare le singole categorie di contribuenti nei cui riguardi progressivamente, nel corso del triennio, decorre l'applicazione della programmazione fiscale e, conseguentemente, rideterminare i periodi d'imposta di cui al comma 420-bis, per i contribuenti nei cui confronti la programmazione fiscale opera a decorrere da periodi d'imposta diversi da quello indicato al comma 420. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di natura non regolamentare, sono approvate le note metodologiche per la formulazione della proposta di cui al comma 420-ter. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate sono definite le modalità di invio delle proposte, anche in via telematica, direttamente al contribuente ovvero per il tramite degli intermediari di cui all'articolo 3, commi 2-bis e 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, nonché le modalità di adesione.
420-duodecies. Ai contribuenti destinatari delle proposte di programmazione di cui al comma 420-ter, l'Agenzia delle entrate formula altresì una proposta di adeguamento dei redditi di impresa e di lavoro autonomo, nonché della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, relativi ai periodi di imposta in corso al 31 dicembre 2004 ed al 31 dicembre 2005, per i quali le dichiarazioni sono state presentate entro il 31 ottobre 2006, sulla base di maggiori ricavi o compensi determinati a seguito di elaborazioni effettuate dall'anagrafe tributaria con i criteri previsti dal comma 420-ter.
420-terdecies. Agli importi di cui sopra si applica, per le società di capitali che non hanno optato per la trasparenza fiscale di cui agli articoli 115 e 116 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell'imposta regionale sulle attività produttive, del 28 per cento e per le altre tipologie di soggetti del 23 per cento.
420-quaterdecies. L'accettazione delle proposte di cui al comma 420-duodecies comporta il pagamento dell'imposta sul valore aggiunto determinata applicando all'ammontare dei maggiori ricavi o compensi, tenuto conto della esistenza di operazioni non soggette ad imposta ovvero soggette a regimi speciali, l'aliquota media risultante dal rapporto tra l'imposta relativa alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d'affari dichiarato.
420-quinquiesdecies. L'adeguamento di cui al comma 420-duodecies, consentito ai contribuenti che si avvalgono della programmazione fiscale di cui al comma 420, si perfeziona con il versamento, entro il 16 ottobre del primo anno di applicazione dell'istituto previsto dal comma 420, degli importi di cui ai commi 420-terdecies e 420-quaterdecies. Per ciascun periodo d'imposta, gli importi calcolati a titolo di maggiore ricavo o compenso non possono essere inferiori a 3.000 euro per le società di capitali e 1.500 euro per gli altri soggetti. Sulle maggiori imposte non si applicano sanzioni ed interessi.
420-sexiesdecies. Qualora gli importi da versare complessivamente per l'adeguamento di cui al comma 420-duodecies eccedano la somma di 10.000 euro per le società di capitali e 5.000 euro per gli altri soggetti, il 50 per cento dell'importo eccedente può essere versato entro il successivo 16 dicembre, maggiorato degli interessi legali a decorrere dal giorno successivo alla data di cui sopra. L'omesso versamento nei termini indicati nel periodo precedente non determina l'inefficacia della definizione; per il recupero delle somme non corrisposte alle predette scadenze si procede all'iscrizione a ruolo, a titolo definitivo, nonché alla notifica delle relative cartelle entro il 31 dicembre del secondo anno successivo al termine del versamento, ed è dovuta una sanzione pari al 30 per cento delle somme non versate, ridotta alla metà in caso di versamento eseguito entro i trenta giorni successivi alle rispettive scadenze, e gli interessi legali. Non è applicabile l'istituto del ravvedimento di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.
420-septiesdecies. Il perfezionamento dell'adeguamento di cui al comma 420-duodecies rende applicabili le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 4, lettera a), del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218.
420-duodevicies. L'accettazione della proposta di adeguamento di cui al comma 420-duodecies esclude la rilevanza a qualsiasi effetto delle eventuali perdite risultanti dalla dichiarazione. È pertanto escluso e, comunque, inefficace il riporto a nuovo delle predette perdite. È altresì escluso il riporto al periodo d'imposta successivo del credito d'imposta, sul valore aggiunto risultante dalle dichiarazioni relative ai periodi d'imposta oggetto di definizione, nonché il rimborso risultante dalle medesime dichiarazioni.
420-undevicies. La notifica effettuata entro il 31 dicembre antecedente il primo anno di applicazione dell'istituto previsto dal comma 420, di processi verbali di constatazione con esito positivo, redatti a seguito di attività istruttorie effettuate ai sensi degli articoli 33 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e 52 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, di avvisi di accertamento o rettifica, nonché di inviti al contraddittorio di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, ai fini delle imposte sui redditi, dell'imposta sul valore aggiunto ovvero dell'imposta regionale sulle attività produttive, relativi ai periodi d'imposta di cui al comma 2, comporta l'integrale applicabilità delle disposizioni di cui al citato decreto legislativo n. 218 del 1997.
420-vicies. Sono esclusi dalla programmazione fiscale i soggetti:
a) per i quali sussistano cause di esclusione o di inapplicabilità degli studi di settore o dei parametri per i periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies;
b) che non erano in attività in uno dei periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies;
c) che hanno omesso di dichiarare il reddito derivante dall'attività svolta nei periodi d'imposta oggetto di definizione o che hanno presentato per tali periodi di imposta una dichiarazione dei redditi ed IRAP con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-duodecies;
d) che hanno omesso di presentare la dichiarazione ai fini dell'imposta sul valore aggiunto per le annualità d'imposta oggetto di definizione o che hanno presentato per tali annualità una dichiarazione con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-duodecies;
e) che hanno omesso di comunicare i dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore o dei parametri per i periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies;
f) nei cui confronti sono state constatate, entro il 31 dicembre antecedente il primo anno di applicazione dell'istituto previsto dal comma 420, per i periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies e per le annualità di imposta 2004 e 2005 ai fini IVA, condotte che integrano le fattispecie di cui agli articoli da 2 a 5, 8, 10 e 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74.
420-vicies semel. I contribuenti che si avvalgono dell'istituto della programmazione fiscale effettuano i versamenti in acconto ai fini delle imposte sui redditi, dell'IVA e dell'IRAP in base alle imposte dovute per il medesimo periodo d'imposta tenendo conto della maggiore base imponibile derivante dalla programmazione medesima.
1. 57. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 420, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: ; l'emanazione del regolamento deve avvenire entro il 28 febbraio 2007;
1. 42. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 420, sopprimere la lettera b).
1. 113. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 424.
1. 186. Leone, Casero, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Sopprimere il comma 424.
1. 98. Filipponio Tatarella, Menia, Alberto Giorgetti.
Sopprimere il comma 435.
1. 210. Boscetto, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 460.
1. 62. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 466, primo periodo, sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 10 per cento.
1. 97. Buontempo, Lamorte, Alberto Giorgetti.
Sopprimere il comma 467.
1. 44. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 468.
1. 45. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 469, sopprimere le parole: , sentite le organizzazioni sindacali.
1. 175. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 471.
1. 176. Leone, La Loggia, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 472.
1. 177. La Loggia, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 472, sopprimere le parole: su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
1. 236. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 476, sostituire le parole: prima fascia con le seguenti: seconda fascia.
1. 133. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 503, sostituire la parola: , sentito con le seguenti: e con.
1. 227. Leone, Zorzato, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 513, primo periodo, sostituire le parole: 31,1 milioni con le seguenti: 200 milioni.
Conseguentemente:
al medesimo periodo, sostituire la parola: 2.000 con la seguente: 6.500;
al comma 1354, Tabella C, ridurre tutte le voci nella misura del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 125. La Loggia, Santelli, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 513, primo periodo, sostituire le parole: 31,1 milioni con le seguenti: 131 milioni.
Conseguentemente:
al medesimo periodo, sostituire la parola: 2.000 con la seguente: 6.000;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 90. Ascierto, Buontempo, Alberto Giorgetti.
Al comma 513, primo periodo, sostituire la parola: 2.000 con la seguente: 3.000.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C ridurre gli importi di parte corrente del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007-2009.
1. 1. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 513, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Il contingente di personale deve essere impiegato in misura non inferiore al 60 per cento delle assunzioni ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 116. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 514, sostituire la parola: 600 con la seguente: 2.000.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 121. La Loggia, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 514, sostituire la parola: 600 con la seguente: 1.000.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre gli importi di parte corrente del 3 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 2. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 30 milioni di euro per l'anno 2007 e di 50 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a euro 30 milioni per l'anno 2007, e a 50 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
1. 87. Ronchi, Lamorte, Alberto Giorgetti.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 15 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero economia e finanze:
2007: - 10.000;
2009: - 20.000.
voce: Ministero solidarietà sociale:
2008: - 20.000;
1. 3. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni con le seguenti: 8 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 8.000.
1. 214. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 10 milioni con le seguenti: 15 milioni.
Conseguentemente al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2008: - 15.000;
2009: - 15.000.
1. 213. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 515, dopo il primo periodo, aggiungere il seguente: Il contingente di personale deve essere impiegato in misura non inferiore al 60 per cento delle assunzioni ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 117. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 516, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 15 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero economia e finanze:
2007: - 10.000;
2009: - 20.000.
voce: Ministero solidarietà sociale:
2008: - 20.000;
1. 4. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 516, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2007 e di 20 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 12 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 134. Armosino, Zorzato, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 516, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2007 e di 20 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a 10 milioni per l'anno 2007, e a 20 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
1. 89. Contento, Migliori, Alberto Giorgetti.
Al comma 516, dopo il primo periodo, aggiungere il seguente: Il contingente di personale deve essere impiegato in misura non inferiore al 60 per cento delle assunzioni ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 118. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 516, secondo periodo, dopo le parole: di concerto con il aggiungere le seguenti: Ministro dell'interno e con il.
1. 126. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 517, sostituire le parole: 3 milioni con le seguenti: 4 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 4.000.
1. 147. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 517, aggiungere il seguente periodo: Il contingente di personale deve essere assegnato preferibilmente in misura non inferiore al 60 per cento ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 119. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 518, primo periodo, sostituire le parole: 1,370 milioni di euro per l'anno 2007 e di 5,671 milioni con le seguenti: 3 milioni di euro per l'anno 2007 e di 6 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 3 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 136. Verro, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto.
Al comma 518, primo periodo, sostituire le parole: 1,370 milioni di euro per l'anno 2007 e di 5,671 milioni con le seguenti: 2 milioni di euro per l'anno 2007 e di 6 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 3 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 135. Ravetto, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Verro.
Al comma 519, quarto periodo, sostituire le parole: tre anni ed abbia effettuato non meno di centoventi con le seguenti: due anni ed abbia effettuato non meno di novanta.
1. 178. La Loggia, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 524.
1. 29. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Cota.
Sopprimere il comma 524.
1. 138. Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 524, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: , previa verifica dell'avvenuto esaurimento delle liste di disponibilità e mobilità ancora in essere.
1. 30. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Cota.
Al comma 526, secondo periodo, sostituire le parole: tre anni ed abbia effettuato non meno di centoventi con le seguenti: due anni ed abbia effettuato non meno di novanta.
1. 179. La Loggia, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 549, secondo periodo, sostituire le parole: 40 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2008 la somma di 80 milioni con le seguenti: 60 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2008 la somma di 100 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero economia e finanze:
2007: - 20.000;
2009: - 20.000.
voce: Ministero solidarietà sociale:
2008: - 20.000;
1. 5. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 549, secondo periodo, dopo le parole: sicurezza pubblica aggiungere le seguenti: soprattutto nelle regioni che registrano una maggiore incidenza dei reati di criminalità organizzata.
1. 140. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 550, aggiungere, in fine, le parole: , per contrastare efficacemente il terrorismo internazionale.
1. 139. Zorzato, Armosino, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Sopprimere il comma 551.
Conseguentemente, al comma 641, sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 26 milioni.
1. 27. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 551.
1. 102. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 551, sostituire le parole: 6 milioni con le seguenti: 5 milioni.
1. 141. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 552.
1. 180. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 553.
1. 55. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 559, sostituire le parole da: a domanda fino alla fine del comma con le seguenti: , previo superamento di un concorso bandito dalle regioni e dagli enti locali entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, presso le regioni e gli enti locali che lo hanno bandito. L'onere relativo all'assunzione dei soggetti di cui al presente comma è a carico della regione o dell'ente locale che ha bandito il concorso.
1. 142. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 559, aggiungere, in fine, le parole: , senza oneri aggiuntivi per le pubbliche amministrazioni.
1. 122. Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Sopprimere i commi da 580 a 591
1. 96. Proietti Cosimi, Lamorte, Alberto Giorgetti.
Al comma 580, quarto periodo, sopprimere le parole: , la Scuola superiore dell'Amministrazione dell'interno.
1. 24. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 584, sopprimere le parole: , sentite le organizzazioni sindacali più rappresentative nel settore pubblico.
1. 171. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 605, lettera c), dopo le parole: sono conferite nel rispetto del regime autorizzatorio in materia di assunzioni di cui all'articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 aggiungere le seguenti: e secondo i criteri di ripartizione dei posti disponibili e vacanti previsti dalla legge 3 maggio 1999, n. 124.
1. 164. Aprea, Garagnani, Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sostituire il comma 623 con il seguente:
623. Tale diritto si realizza nel sistema educativo anche attraverso l'apprendistato ai sensi dell'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276.
1. 25. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sostituire il comma 629 con il seguente:
629. La gratuità parziale dei libri di testo o l'assegnazione in comodato, di cui all'articolo 27, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è estesa anche agli studenti del ciclo d'istruzione obbligatorio degli istituti, paritari o legalmente riconosciuti, e a coloro che frequentano i percorsi triennali sperimentali di cui all'articolo 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. A tal fine è previsto un incremento del valore di 50 milioni di euro all'anno, per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a 50 milioni per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 26. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 641, sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 40 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, fino a concorrenza dell'onere di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 83. Filipponio Tatarella, Bono, Bongiorno.
Al comma 641, sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 30 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A:
voce Ministero dell'economia e finanze, apportare le seguenti variazioni:
2007: - 10.000.
voce Ministero della solidarietà sociale, apportare le seguenti variazioni:
2008: - 10.000;
2009: - 10.000.
1. 165. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Aprea, Garagnani, La Loggia.
Al comma 641 sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 21 mlioni.
Conseguentemente sopprimere il comma 1042.
1. 28. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 700.
1. 103. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 713, sostituire le parole: utilizzati per una quota non superiore al 50 per cento per il finanziamento di spese correnti e per una quota non superiore ad un ulteriore 25 per cento esclusivamente per spese di manutenzione ordinaria del patrimonio comunale con le seguenti: , in via d'eccezione, destinati al finanziamento di spese correnti, purché in misura non superiore al 35 per cento.
1. 104. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Dussin.
Al comma 713 sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 20 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 10 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 228. Casero, Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 713, sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 25 per cento.
1. 105. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Dussin.
Al comma 713 sostituire le parole: 25 per cento con le seguenti: 30 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 10 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 229. Casero, Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 724.
1. 79. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 724, sostituire il quarto periodo con il seguente: Il funzionamento dell'Unità non deve comportare maggiori oneri per il bilancio dello Stato.
1. 78. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 724, quarto periodo, sostituire le parole: 2 milioni di euro con le seguenti: 1 milione di euro.
1. 124. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 729.
1. 211. Boscetto, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 729, primo periodo, sostituire le parole: Conferenza Stato-città e autonomie locali con le seguenti: Conferenza unificata.
1. 128. Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 729, terzo periodo, sostituire le parole: sei mesi con le seguenti: tre mesi.
1. 123. Ravetto, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Verro, Zorzato.
Al comma 749, sostituire la lettera d) con la seguente:
d) al comma 3, le parole da «entro il 31 dicembre 2006» fino a «lettera b) n. 1)» sono sostituite dalle seguenti «Entro il 31 marzo 2007».
Conseguentemente:
al medesimo comma, sopprimere la lettera e);
al medesimo comma, alla lettera g), capoverso «4», sostituire il primo periodo con i seguenti: A decorrere dal 1o gennaio 2007, le forme pensionistiche complementari possono ricevere nuove adesioni anche con riferimento al finanziamento tramite conferimento del TFR, fermo restando l'obbligo di procedere agli adeguamenti di cui alle lettere a) e b) del comma 3 entro il termine del 31 marzo 2007. Le forme pensionistiche danno comunicazione alla COVIP dei predetti adeguamenti secondo le istruzioni impartite dalla stessa e al secondo periodo sostituire le parole: a tali adesioni con le seguenti: a tali nuove adesioni e sopprimere le parole: ed abbiano altresì provveduto, per quanto di competenza, agli ulteriori adeguamenti di cui al comma 3, lettera b), n. 1).,
1. 256.La XI Commissione.
Al comma 749, lettera g), capoverso comma 4, primo periodo, sostituire le parole da: che hanno provveduto fino alla fine del periodo con le seguenti: possono ricevere nuove adesioni anche con riferimento al finanziamento tramite conferimento del TFR, fermo restando l'obbligo di procedere agli adeguamenti di cui alle lettere a) e b) del comma 3 entro il termine del 31 marzo 2007. Le forme pensionistiche danno comunicazione alla COVIP dei predetti adeguamenti secondo le istruzioni impartite dalla stessa.
Conseguentemente, al medesimo capoverso, secondo periodo:
dopo le parole: Relativamente a tali aggiungere la seguente: nuove;
sopprimere le parole: ed abbiano altresì provveduto, per quanto di competenza, agli ulteriori adeguamenti di cui al comma 3, lettera b), n. 1),
1. 191. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Fabbri.
Sopprimere il comma 753.
1. 192. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Fabbri.
Al comma 760, primo periodo, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 31 marzo.
Conseguentemente, al medesimo periodo, dopo le parole: 5 dicembre 2005, n. 252, aggiungere le seguenti: riferiti all'anno solare precedente.
1. 193. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 763, primo periodo, sostituire le parole: trenta anni con le seguenti: quaranta anni.
1. 194. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Fabbri.
Sopprimere il comma 776.
1. 56. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 782, capoverso Art. 13-bis, comma 2, sostituire le parole: 60 per cento con le seguenti: 55 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, tutte le spese di parte corrente sono ridotte del 4 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 195. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 782, capoverso Art. 13-bis, comma 2, sostituire le parole: 60 per cento con le seguenti: 57 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, tutte le spese di parte corrente sono ridotte del 3 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 196. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 796, lettera g), sostituire le parole: delle regioni interessate con le seguenti: di ciascuna regione.
1. 59. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Montani.
Al comma 796, lettera g), sopprimere le parole da: La mancata corresponsione fino alla fine della lettera.
1. 170. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Al comma 796, lettera p), sopprimere le parole da: Sono fatte salve le disposizioni fino alla fine della lettera.
Conseguentemente al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le autorizzazioni di spese di parte corrente del 3 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 201. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 796, lettera p), sopprimere le parole da: Sono fatte salve le disposizioni fino alla fine della lettera.
1. 185. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 798, primo periodo, sostituire la parola: 8 con la seguente: 10.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le autorizzazioni di spesa di parte corrente del 2 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 200. Zorzato, Di Virgilio, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 798, primo periodo, sostituire la parola: 8 con la seguente: 7.
Conseguentemente, sopprimere il secondo periodo.
1. 60. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Montani.
Al comma 798, secondo periodo, sopprimere le parole da: , comprese fino alla fine del comma.
1. 202. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 800.
1. 203. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 809, secondo periodo, sostituire le parole: tre volte l'anno con le seguenti: sei volte l'anno e ogniqualvolta il Ministro della salute lo ritenga opportuno.
1. 145. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 809, sopprimere l'ultimo periodo.
1. 144. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 814, primo periodo, sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 10 per cento.
1. 204. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 814, secondo periodo, sopprimere le parole: , di età inferiore ai quaranta anni.
1. 184. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 814, terzo periodo, sostituire le parole: sessanta giorni con le seguenti: trenta giorni.
1. 205. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 815, sostituire le parole: 100.000 euro con le seguenti: 200.000 euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'università e della ricerca apportare le seguenti variazioni:
2007: - 100;
2008: - 100.
1. 206. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 817, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 3.000;
2008: - 3.000;
2009: - 3.000.
1. 189. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 817, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 3 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero dell'economia e delle finanze:
2007: - 1.000;
voce Ministero della solidarietà sociale:
2008: - 1.000;
2009: - 1.000.
1. 207. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 818.
1. 187. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 828, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti 5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero dell'economia e delle finanze:
2007: - 3.000;
voce: Ministero della solidarietà sociale:
2008: - 3.000;
2009: - 3.000;
1. 190. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 828, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 3 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero della solidarietà sociale apportare le seguenti variazioni:
2007: - 1.000;
2008: - 1.000;
2009: - 1.000.
1. 208. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 829, capoverso comma 1, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: , dando la priorità ai cani appartenenti a razze particolarmente aggressive.
1. 209. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Boniver.
Sopprimere i commi 832 e 833.
1. 58. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Montani.
Al comma 833, primo periodo, sostituire le parole da: a titolo di contributo fino alla fine del comma, con le seguenti:, finalizzato prevalentemente al risanamento ambientale dei luoghi di insediamento degli stabilimenti petroliferi, nonché ad investimenti infrastrutturali.
1. 115. Oliva, Lo Monte, Neri, Rao, Reina.
Al comma 847, quarto periodo, sostituire le parole da: in comparti fino a: del 21 giugno 1999 con le seguenti: nei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero e rubinetteria.
1. 64. Garavaglia, Cota, Fugatti, Filippi.
Al comma 898, primo periodo, sostituire le parole: 25 milioni di euro con le seguenti: 30 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 152. Zorzato, Leone, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 898, primo periodo, sostituire le parole: 25 milioni di euro con le seguenti: 28 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 153. Leone, Zorzato, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 899, primo periodo, sostituire le parole: 20 milioni di euro con le seguenti: 25 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella B, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 25.000;
2008: - 25.000;
2009: - 25.000.
1. 146. Leone, Zorzato, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Al comma 900, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro con le seguenti: 15 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 151. Zorzato, Leone, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 900, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro con le seguenti: 10 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 150. Leone, Zorzato, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 900, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro con le seguenti: 8 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 149. Leone, Zorzato, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 902, sostituire le parole: 10 milioni di euro con le seguenti: 15 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 15.000.
1. 212. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 902, sostituire le parole: 10 milioni di euro con le seguenti: 12 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 12.000.
1. 154. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Dopo il comma 936, aggiungere il seguente:
936-bis. Il Fondo di cui al comma 936 è prioritariamente destinato alle aziende che siano in possesso del documento unico di regolarità contributiva.
1. 70. Garavaglia, Filippi.
Al comma 943, sostituire le parole da: 24 milioni fino alla fine del comma, con le seguenti: 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 61. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 989, sostituire le parole: novanta giorni con le seguenti: sessanta giorni.
1. 231. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1014, ultimo periodo, sopprimere le parole da: e per il ristoro fino alla fine del comma.
1. 71. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1017, sopprimere l'ultimo periodo.
1. 46. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1020, primo periodo, sostituire la parola: 2,4 con la seguente: 2.
Conseguentemente, al secondo periodo, sostituire la parola: 42 con la seguente: 25.
1. 107. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 1022.
1. 106. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1030, lettera a), sostituire le parole: sono soppresse con le seguenti: sono sostituite dalle seguenti : «. La convenzione unica di cui al presente comma e le clausole convenzionali di cui ai successivi commi da 83 a 89 non si riferiscono anche alle società concessionarie cui sono affidati tratti autostradali a seguito dell'espletamento di una gara pubblica sulla base della normativa nazionale vigente in materia di lavori pubblici e di project financing».
1. 108. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 1042.
1. 32. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1044, primo periodo, sopprimere le parole: , con particolare riferimento al Mezzogiorno,
1. 72. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1058, sostituire le parole: 100 milioni di euro e per ciascuno degli esercizi 2008 e 2009 è stanziata la somma di 150 con le seguenti: 200 milioni e per ciascuno degli esercizi 2008 e 2009 è stanziata la somma di 300.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 237. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Sopprimere il comma 1073.
1. 238. Marinello, Misuraca.
Al comma 1075, secondo periodo, sostituire le parole: 10 milioni di euro per l'anno 2007 e 30 con le seguenti: 20 milioni di euro per l'anno 2007 e 50.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 232. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sostituire il comma 1076 con il seguente:
1076. All'articolo 1 del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, al comma 9-bis, le parole: «entro il 30 giugno 2007» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 31 dicembre 2007».
1. 86. Bellotti.
Al comma 1081, secondo periodo, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 239. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Sopprimere i commi 1117 e 1118.
1. 109. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1189, secondo periodo, sostituire le parole da: nonché alle imprese del settore dell'elettronica fino a: rispettivamente 1.000 e 500 con le seguenti: nonché alle imprese in crisi operanti nel settore ad alta tecnologia i cui dipendenti sono già stati collocati in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 13 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, sulla base di accordi sindacali stipulati nel luglio 2003, sono riservate 4.000.
1. 54. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 1225, primo periodo, sostituire le parole: iniziati dopo la con le seguenti: in corso alla.
1. 155. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1226, sostituire le parole: tre mesi con le seguenti: trenta giorni.
1. 157. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1226, sostituire le parole: tre mesi con le seguenti: due mesi.
1. 156. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1230, primo periodo, sostituire la parola: 190 con la seguente: 130.
Conseguentemente, al comma 1250, primo periodo, sostituire le parole: l'anno 2007 e di 180 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 con le seguenti: ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 47. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1234, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
d) attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente.
1. 77. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Sopprimere il comma 1235.
1. 76. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1236, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Della ripartizione delle somme di cui al comma 1235 deve essere presentata ogni anno la rendicontazione alle Commissioni di competenza del Parlamento.
1. 75. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1243, sostituire le parole da: è ridotta fino alla fine del comma, con le seguenti: resta ferma per gli anni 2007, 2008 e 2009 ed al relativo onere, fermo restando quanto già previsto per l'anno 2006, si provvede mediante riduzione della dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, per gli importi di 60 milioni di euro per l'anno 2007 e 2008 e 180 milioni di euro per l'anno 2009.
Conseguentemente, all'articolo 1, comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 10 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 241. Angelino Alfano, Marinello, Misuraca.
Al comma 1243, sostituire le parole da:10 milioni fino alla fine del comma, con le seguenti: 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 25 milioni di euro per l'anno 2009.
Conseguentemente, al comma 1353, Tabella A:
voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 9.000;
voce Ministero della solidarietà sociale apportare le seguenti variazioni:
2008: - 9.000;
2009: - 25.000.
1. 120. Rao, Lo Monte, Neri, Oliva, Reina.
Al comma 1246, primo periodo, sopprimere le parole: , ove necessario, mediante il riparto percentuale dei contributi.
1. 65. Caparini, Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1247, sopprimere l'ultimo periodo.
1. 67. Caparini, Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1250, primo periodo, sostituire le parole: e di 180 milioni con le seguenti: e di 250 milioni.
Conseguentemente al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere di 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
1. 84. Filipponio, Tatarella, Bono, Bongiorno.
Al comma 1254, capoverso Art. 9, alinea, dopo le parole: Ministro delle politiche per la famiglia aggiungere le seguenti: , di concerto con il Ministro per i diritti e le pari opportunità,.
1. 158. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1256, primo periodo, dopo le parole: pari opportunità aggiungere le seguenti: da emanarsi entro il 31 gennaio di ogni anno.
1. 159. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1261, primo periodo, sostituire le parole da: per ciascuno degli anni fino alla fine del comma, con le seguenti: non inferiore al 10 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, da destinare al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere. Il Ministro per i diritti e le pari opportunità, con decreto emanato di concerto con i Ministri della solidarietà sociale, del lavoro e della previdenza sociale, della salute e delle politiche per la famiglia, stabilisce i criteri di ripartizione del Fondo, che dovrà prevedere una quota parte non inferiore al 10 per cento da destinare all'istituzione di un Osservatorio nazionale contro la violenza sessuale e di genere e una quota parte non inferiore al 20 per cento da destinare al piano d'azione nazionale contro la violenza sessuale e di genere.
1. 160. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1267, sopprimere il secondo periodo.
1. 31. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Cota.
Al comma 1267, sopprimere il secondo periodo.
1. 166. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Aprea, Garagnani.
Al comma 1268, sopprimere le parole: di concerto con il Ministro per i diritti e le pari opportunità.
1. 167. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Garagnani, Aprea.
Sostituire il comma 1271, con il seguente:
1271. La Repubblica Italiana riconosce il sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti durante il secondo conflitto mondiale e ne onora la memoria.
1. 48. Garavaglia, Filippi.
Sostituire il comma 1272 con il seguente:
1272. La Repubblica italiana concede una medaglia d'onore ai cittadini italiani militari deportati ed internati nei lager nazisti dopo l'8 settembre 1943 e successivamente destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra, ai quali sia stato negato lo status di prigionieri di guerra loro applicabile sulla base delle disposizioni della Convenzione relativa al trattamento dei prigionieri di guerra fatta a Ginevra il 27 luglio 1929 e sottoscritta anche dallo Stato tedesco. La medesima disposizione si applica altresì ai cittadini italiani civili deportati ed internati in Germania nelle medesime circostanze e sottoposti allo stesso trattamento, nonché ai familiari dei deceduti, che abbiano titolo per presentare l'istanza di riconoscimento dello status di lavoratore coatto.
1. 49. Garavaglia, Filippi.
Sostituire i commi 1274 e 1275 con il seguente:
1274. All'individuazione degli aventi diritto si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentite l'Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall'internamento e dalla guerra di liberazione (ANRP), l'Associazione nazionale ex internati (ANEI) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni.
1. 161. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1274, sostituire le parole da: Presidente del consiglio dei ministri fino alla fine del comma, con le seguenti: Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, costituito da un rappresentante del Ministero della difesa, del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero del lavoro, nominati dai rispettivi ministri, nonché da un rappresentante dell'Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall'internamento e dalla guerra di liberazione (ANRP) e da un rappresentante dell'Associazione nazionale ex internati (ANEI).
1. 50. Garavaglia, Filippi.
Al comma 1276 sostituire le parole da: di 250.000 euro fino a: stabilite in 50.000 euro con le seguenti: di 200.000 euro derivante dall'attuazione del presente articolo, ivi comprese le spese per il funzionamento del comitato di cui al comma 1274, stabilite in 25.000 euro.
1. 51. Garavaglia, Filippi.
Al comma 1276, sopprimere le parole da: ivi comprese fino a: 2008 e 2009.
1. 163. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 1293.
1. 168. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Garagnani, Aprea.
Sopprimere il comma 1297.
1. 66. Caparini, Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1297, ultimo periodo, sostituire le parole: 30 per cento con le seguenti: 35 per cento.
1. 131. Angelino Alfano, Zorzato, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1306, primo periodo, sostituire le parole da: assetto funzionale fino a: esperti nelle materie di competenza istituzionale della COVIP con le seguenti: e produttivo assetto funzionale ed organizzativo, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), è autorizzata ad inquadrare in ruolo i dipendenti, già assunti mediante procedura selettiva pubblica con contratti a tempo determinato ed in servizio da almeno tre anni continuativi. L'inquadramento nei ruoli, nelle medesime qualifiche oggetto dei predetti contratti, avviene previo svolgimento di apposito esame, scritto ed orale, innanzi ad apposita Commissione presieduta dal Presidente o da un Commissario della COVIP e composta da due docenti universitari esperti nelle materie di competenza istituzionale della COVIP, da un funzionario del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e da un funzionario del Ministero dell'Economia e delle Finanze. È elemento essenziale per l'accesso all'esame l'aver maturato, prima dell'assunzione nella suddetta Commissione, una esperienza triennale continuativa nel settore di competenza della COVIP. In alternativa è previsto un pre-esame scritto obbligatorio su materie di competenza istituzionale della COVIP il cui superamento diventa requisito essenziale alternativo. L'apposita Commissione presieduta dal Presidente o da un Commissario della COVIP stabilisce i criteri per la valutazione delle competenze maturate e le modalità di svolgimento del pre-esame.
1. 183. Baldelli.
Sopprimere il comma 1307.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 3 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 132. Pelino, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1324, dopo le parole: Per i soggetti aggiungere la seguente: italiani.
1. 100. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1325, alinea, sostituire le parole: può essere formata con le seguenti: deve essere formata.
1. 101. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1331, sostituire le parole: 10 milioni di euro con le seguenti: 20 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze, apportare la seguente variazione:
2007: - 10.000.
1. 230. Leone, Zorzato, Crosetto, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 1343.
1. 68. Garavaglia.
Sopprimere il comma 1343.
1. 6. Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Sopprimere il comma 1343.
1. 93. La Russa, Consolo, Bongiorno.
Sopprimere il comma 1343.
1. 169. La Loggia, Costa, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'univerità e della ricerca voce: Legge n. 394 del 1977: Potenziamento dell'attività sportiva universitaria (3.1.2.5 - Altri interventi per le università statali cap. 1709) apportare le seguenti variazioni:
2007: + 8.000;
2008: + 8.000;
2009: + 8.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, rubrica: Ministero dell'università e della ricerca voce: Legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5, comma 1: lettera a): Spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti variazioni:
2007: - 8.000;
2008: - 8.000;
2009: - 8.000.
1. 254. Filipponio Tatarella, Bono, Frassinetti.
Al comma 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'università e della ricerca voce: Legge n. 147 del 1992: Modifiche ed integrazioni alla legge 2 dicembre 1991, n. 390, recante norme sul diritto agli studi universitari (3.1.2.3 - Diritto allo studio - cap. 1695) apportare le seguenti variazioni:
2007: + 20.000;
2008: + 20.000;
2009: + 30.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, rubrica: Ministero dell'università e della ricerca voce: Legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5, comma 1: lettera a): Spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti variazioni:
2007: - 20.000;
2008: - 20.000;
2009: - 30.000.
1. 255. Filipponio Tatarella, Bono, Frassinetti.
Al comma 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'Università e della ricerca voce: legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5, comma 1, lettera a): spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti variazioni:
2007: + 350.000;
2008: + 350.000;
2009: + 350.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, ridurre in maniera lineare tutte le voci di parte corrente.
1. 252. Filipponio Tatarella, Bono.
Al comma, 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'Università e della ricerca voce legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5,, comma 1, lettera a): spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti varizioni:
2007: + 150.000;
2008: + 150.000;
2009: + 150.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, ridurre in maniera lineare tutte le voci di parte corrente.
1. 253. Filipponio Tatarella, Bono, Frassinetti.
ALLEGATO 4
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007). C. 1746-bis-B, Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
PROPOSTE EMENDATIVE DICHIARATE INAMMISSIBILI
Al comma 11, lettera d), sopprimere le parole: nel caso di nuclei familiari con più di tre figli o equiparati di età inferiore a 26 anni compiuti.
Conseguentemente, sopprimere il comma 306, e al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere.
1. 33. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 258, sostituire le parole: 3 milioni con le seguenti: 1 milione.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella B, voce Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti modificazioni:
2007: - 1 milione.
1. 219. Zorzato, Angelino Alfano, Leone, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 258 sostituire le parole: 9,5 milioni con le seguenti: 4,5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella B voce Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti modificazioni:
2008: - 5 milioni.
1. 220. Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Zorzato, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 258 sostituire le parole: 10 milioni con le seguenti: 5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella B voce Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti modificazioni:
2009: - 5 milioni.
1. 221. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Dopo il comma 292 aggiungere i seguenti:
292-bis. All'articolo 10, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 63, così come modificato dall'articolo 35 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito nella legge 4 agosto 2006, n. 248, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al n. 8), dopo le parole: «manifestato l'opzione per l'imposizione»: sono aggiunte le seguenti: «Sono altresì escluse le locazioni di fabbricati o di porzioni di fabbricato effettuate dalle imprese costruttrici nell'ambito di programmi di edilizia residenziale convenzionata o di locazione con patto di futura vendita, alle quali si applica l'aliquota IVA ridotta al 10 per cento»;
b) al n. 8-bis) e 8-ter), le parole: «quattro anni» sono sostituite con le parole «cinque anni»;
c) al n. 8-bis), dopo le parole «legge 5 agosto 1978, n. 457» sono aggiunte le seguenti: «Sono altresì escluse le cessioni di fabbricati o di porzioni di fabbricato effettuate dalle imprese costruttrici che li hanno locati per più di cinque anni nell'ambito di programmi di edilizia residenziale convenzionata o di locazione con patto di futura vendita».
292-ter. All'articolo 35 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito nella legge 4 agosto 2006, n. 248, il comma 9 è sostituito dal seguente:
«9. In sede di prima applicazione delle disposizioni di cui al comma precedente, in relazione al mutato regime fiscale delle stesse, non opera la rettifica prevista dall'articolo 19-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, limitatamente ai fabbricati diversi da quelli strumentali che per loro caratteristiche non sono suscettibili di diversa utilizzazione senza radicali trasformazioni, posseduti alla data del 4 luglio 2006. Per i beni immobili strumentali che per loro caratteristiche non sono suscettibili di diversa utilizzazione senza radicali trasformazioni, la predetta rettifica della detrazione d'imposta si effettua esclusivamente se nel primo atto stipulato successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto non viene esercitata l'opzione per la imposizione prevista dall'articolo 10, comma 1, numeri 8) e 8-ter) del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633».
1. 9. Catanoso.
Sopprimere il comma 306.
Conseguentemente, al comma 324, sostituire la lettera a) con la seguente:
a) il primo periodo è sostituito dal seguente: «le disposizioni del comma 71 hanno effetto a partire dal periodo di imposta successivo a quello di entrata in vigore del presente decreto».
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere.
1. 38. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 514, sostituire la parola: 600 con la seguente: 3.000.
Conseguentemente al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a euro 120 milioni per l'anno 2007.
1. 88.Proietti Cosimi, Martinelli.
Al comma 979, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Per l'ammodernamento e l'ampliamento del traforo Colle di Tenda è autorizzato lo stanziamento di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
Conseguentemente, al comma 1353, Tabella B, voce Ministero economia e finanze, apportare le seguenti variazioni:
2007: - 60.000;
2008: - 60.000;
2009: - 60.000.
1. 233. Costa, Zorzato.
RESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
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89.
Seduta di mercoledì 20 dicembre 2006
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
indi
DEi VICEPRESIDENTi giulio tremonti
E carlo leoni
Discussione congiunta dei disegni di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis-B ); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (e relative note di variazioni) (Approvati dalla Camera e modificati dal Senato) (A.C. 1747-B).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge, già approvati dalla Camera e modificati dal Senato: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 (e relative note di variazioni).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione congiunta sulle linee generali è pubblicato in calce al resoconto della seduta della 19 dicembre 2006.
(Discussione congiunta sulle linee generali - A.C. 1746-bis-B e A.C. 1747-B)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali delle modifiche introdotte dal Senato.
Avverto che il presidente del gruppo di Forza Italia ne ha chiesto l'ampliamento, senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del regolamento.
Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore sul disegno di legge n. 1746-bis-B, deputato Ventura, ha facoltà di svolgere la relazione.
MICHELE VENTURA, Relatore sul disegno di legge n. 1746-bis-B. Signor Presidente, da oltre ottanta giorni la manovra sui conti pubblici è oggetto di intenso lavoro nelle Camere: è stata discussa in modo dettagliato e commentata sugli organi di informazione. Nessuna finanziaria precedente ha conosciuto un iter così trasparente e così intensamente partecipativo quanto l'attuale. Ogni ministro ha preso parte alla sua stesura, manifestando esigenze raccolte nel concreto contatto con la realtà della quale è responsabile politico e istituzionale. Per la verità, questo è accaduto ampiamente anche dopo l'approvazione della finanziaria da parte del Consiglio dei ministri.
Le regioni, le province, i comuni, le rappresentanze dei lavoratori e degli imprenditori, i commercianti e gli artigiani sono stati ascoltati ripetutamente. Devo dire, a proposito di quest'ultimi - commercianti e artigiani -, che è stato sanato quello che poteva sembrare un punto lesivo della loro rappresentanza (mi riferisco alla fase precedente al varo della finanziaria). Detto questo, la mia impressione è che in molti commenti si è continuato a sottovalutare il peso dell'enorme debito pubblico accumulato tanto che negli ultimi due anni lo si è lasciato crescere; vorrei ricordare a noi tutti, a tutti i colleghi, che per pagarne gli interessi occorre reperire ogni anno 70 miliardi e senza l'euro e senza la ritrovata stabilità dei prezzi - due obiettivi faticosamente e meritoriamente raggiunti dal primo Governo Prodi - il peso degli interessi sarebbe insostenibile. I nostri titoli di Stato vengono sottoscritti, in larga parte, da investitori esteri; quindi, se i conti dell'Italia fossero giudicati poco affidabili, la legge del mercato imporrebbe un rialzo dei tassi; ecco perché l'azzeramento dell'avanzo primario è stato un fatto che noi continuiamo a giudicare di straordinaria gravità.
Mettere a posto i conti, ristabilire un avanzo primario, dare certezze ai mercati è dunque un'esigenza primaria ed è quello che in questa legge finanziaria prioritariamente abbiamo cercato di fare.
Signor Presidente, vorrei ricordare che, nel corso del 2006, anche alla luce della decisione di Eurostat, intervenuta nel maggio 2005, si è dovuto operare affinché le passività contratte sui mercati finanziari da Infrastrutture Spa, per finanziare la rete alta velocità-alta capacità, fossero riclassificate nel debito dello Stato, poiché ISPA è, intanto, confluita nella Cassa depositi e prestiti. È apparso opportuno procedere all'accollo, da parte dello Stato, del debito nei confronti della stessa Cassa depositi e prestiti. L'operazione ha impatto, in termini di indebitamento netto, interamente sull'esercizio 2006, mentre nel 2007 incide solo per la quota interessi.
A ciò vi sono da aggiungere quelle manovre che si sono rese necessarie dopo la sentenza europea relativa ai rimborsi IVA per le auto aziendali: tutte vicende note, ma che denotano un quadro di grande difficoltà che è venuto a determinarsi nel corso del 2006 e che ha richiesto una terapia molto forte per riportare i conti sotto controllo.
Qui si innesta una risposta che è necessario dare, poiché nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria si è continuato a dire che sarebbe stata necessaria la sola correzione del tendenziale. Vorrei ricordare che ciò non avrebbe consentito di recuperare le risorse necessarie a funzioni e interventi indispensabili. Si sarebbero bloccate le ferrovie, interrotti i lavori per le strade, sospese le missioni di pace. Non si sarebbero potuti rinnovare i contratti di lavoro per il pubblico impiego ed avremmo dovuto rinunziare ad ogni intervento di stimolo all'economia e all'innovazione. Avremmo dovuto rinunziare a forme di sostegno alle famiglie con figli, alle donne lavoratrici, agli anziani non autosufficienti e così via.
Pertanto, quello della sola correzione tendenziale si è presentato come un falso problema: non sarebbe stato in grado di rimettere in movimento, dinamicamente, gli aspetti fondamentali che riguardano la nostra società.
I dati smentiscono chi critica questa finanziaria, considerandola come una manovra sbilanciata dal lato dell'incremento delle imposte o chi mette l'accento sul fatto che la caratterizzazione riguarderebbe esclusivamente l'incremento delle imposte. Anzi, le entrate dovute alle tasse diminuiscono di 580 milioni. Anche le spese dello Stato diminuiscono di ben 1570 milioni. Il disegno di legge finanziaria aumenta di oltre 2 miliardi e mezzo il saldo della spesa per gli investimenti. Inoltre, le maggiori risorse che deriveranno dalle misure contro l'elusione e l'evasione fiscale saranno destinate alla diminuzione della pressione fiscale.
Questo disegno di legge finanziaria attua un contenimento della spesa corrente che ha pochi precedenti nel passato e rappresenta una vera e propria inversione di rotta rispetto alle tendenze in atto. Lo si fa con misure permanenti e strutturali, e non con misure temporanee. Si mette un vincolo all'aumento, sinora quasi incontrollato, della spesa sanitaria e si avvia un iter di razionalizzazione della spesa dei comuni. Sulle spese dei Ministeri si effettuano - più che in ognuna delle precedenti manovre di bilancio - risparmi sostanziali. Il tutto per una somma complessiva di oltre 10 miliardi di euro.
Complessivamente, si attua una ricomposizione e riqualificazione importante della spesa corrente, che viene ridotta, e di quella in conto capitale, che viene sostanzialmente incrementata.
È del tutto ovvio, colleghi, che ciò non esaurisce la necessità di un dibattito, che si sta sviluppando ancora in queste settimane, su come impostare ed attuare un programma più incisivo di riforme.
Si interviene anche sullo sviluppo; si rifinanziano con circa 4 miliardi ferrovie ed opere pubbliche che, fra l'altro, rappresentano sostegno all'occupazione. Per rendere più competitive le nostre imprese si alleggerisce il costo del lavoro; il cuneo fiscale costerà nel 2007 circa 5 miliardi, una parte dei quali andrà in busta paga.
Vorrei, Presidente e colleghi, dare conto, sia pure molto rapidamente, di alcune misure introdotte dal Senato e finalizzate allo sviluppo.
È stata cancellata l'imposta di successione per i passaggi di imprese da padre a figlio, a condizione che l'esercizio sia continuato per almeno cinque anni; si è alleggerita la stretta sugli studi di settore; sono state apportate agevolazioni a favore delle società che risultano da operazioni di aggregazione aziendale, realizzate attraverso fusione o scissione e atto di conferimento; 330 milioni sono stati destinati per favorire la riforma dell'autotrasporto di merci e salvaguardare la competitività delle imprese che operano in tale settore, favorendone la riqualificazione imprenditoriale. È stato esteso il credito di imposta anche agli investimenti in agricoltura.
Per le infrastrutture ho già detto, ma vorrei, soprattutto, ricordare che, per l'alta velocità, sono stati assicurati 8,1 miliardi di euro nel periodo 2007-2021, di cui 3,3 miliardi nel prossimo triennio per la prosecuzione degli interventi relativi al sistema alta velocità/alta capacità.
Sono state poi previste risorse significative relative allo sviluppo per obblighi che erano stati assunti dallo Stato per Trenitalia, obblighi e servizi resi, peraltro, sino al 2003.
Per l'equità, occorreva sostenere le famiglie ed il lavoro femminile, i disabili e gli anziani indigenti; occorreva far pagare qualcosa di meno a chi guadagna di meno.
Il risultato delle tre operazioni di modifica delle aliquote di imposta e degli scaglioni di reintroduzione delle detrazioni in luogo delle deduzioni e di aumento degli assegni familiari è un aumento del reddito disponibile per redditi medi e bassi, specie per quanto riguarda le famiglie con figli, ma sui contribuenti andranno ad incidere anche altre misure. Così alcune ricerche hanno provato a calcolare l'impatto complessivo che la finanziaria avrà sui bilanci delle famiglie italiane. Cito, ad esempio, un'elaborazione de Il Sole-24 Ore e del centro studi Sintesi, per i quali l'impatto della finanziaria 2007 sul bilancio della famiglia media italiana comporterà un attivo di 120 euro.
È questo il risultato, tra 752 euro di vantaggi e 632 euro di aggravi, per una famiglia composta da due coniugi dipendenti nel settore terziario, con uno stipendio mensile di 1.300 euro ciascuno, un reddito imponibile di 42 mila euro complessivo ed un figlio di 10 anni a carico.
Altre misure introdotte dal Senato intervengono per sostenere le famiglie ed i cittadini: detrazioni IRPEF di almeno 1.380 euro per lavoratori con contratto a tempo determinato, concessione di un contributo di 800 euro ed esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche per due anni in caso di acquisto dal 3 ottobre 2006 al 31 dicembre 2007 di veicoli classificati euro 4, euro 5, a fronte della rottamazione di veicoli classificati euro 0 o euro 1.
Viene soppresso il ticket per le prestazioni al pronto soccorso, la cui condizione sia classificata come «codice verde». Si stanziano 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 per gli asili nido, al fine di raggiungere entro il 2010 l'obiettivo della copertura del 33 per cento dei bambini al di sotto dei tre anni. Trenta milioni di euro, per ciascuno degli anni 2008 e 2009, sono destinati alla realizzazione di un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata.
Un'attenzione particolare è stata posta al mondo del lavoro, a partire dalla lotta a quello sommerso. Questa probabilmente è una delle parti significative delle modifiche apportate da Camera e Senato al testo originario della legge finanziaria. Vorrei ricordare che è stata risolta gran parte delle questioni legate alla precarizzazione del mondo del lavoro e quella riguardante la scuola, compresa la «coda» famosa relativa alle liste per le assunzioni. Si sono inoltre poste le basi per interventi nel mondo di coloro che agiscono nel settore della sicurezza: forze di polizia e carabinieri. Primi segnali sono stati infine dati anche per assunzioni e stabilizzazioni nel corpo di vigili urbani.
Sul fronte delle entrate si è puntato anzitutto al recupero dell'evasione fiscale e quindi a far pagare le tasse a chi non le paga. Su questo argomento vorrei insistere rapidamente, sottolineando ancora una volta il fatto che, nel valutare la pressione fiscale, l'aumento delle entrate derivanti dal ridursi dell'evasione è cosa ben diversa dall'aumento delle aliquote legali di prelievo. L'emendamento in sede di Commissione bilancio del Senato interviene sulla destinazione delle maggiori entrate che si dovessero realizzare nel 2007 rispetto alle previsioni. Si dispone che le eventuali maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, eccedenti rispetto agli obiettivi di risanamento dei conti pubblici, siano destinate, qualora permanenti, alla riduzione della pressione fiscale, dando priorità a misure di sostegno del reddito verso soggetti incapienti, ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse, salvo che si renda necessario assicurare la copertura finanziaria di interventi urgenti ed imprevisti, necessari per fronteggiare calamità naturali ovvero improrogabili esigenze connesse con la tutela della sicurezza del Paese.
Il tempo passa rapidamente e quindi mi avvio alla conclusione. Vi è un ultimo punto, prima di arrivare a svolgere due considerazioni conclusive, che vorrei sottolineare e che riguarda il mondo delle autonomie. Dopo tanto parlare si è finalmente avviato il processo del federalismo fiscale. Ulteriori disposizioni introdotte al Senato hanno migliorato, anche con il contributo dell'opposizione, le norme relative. I comuni possono esentare i contribuenti con redditi bassi dall'addizionale IRPEF. Si dispone l'obbligo per i comuni che abbiano introdotto un'imposta di scopo di provvedere al rimborso dei versamenti effettuati dal contribuente per tale imposta nel caso di mancato inizio dell'opera entro due anni dalla data prevista dal progetto esecutivo. Tuttavia, probabilmente la parte più significativa è quella che riguarda l'anticipazione di un anno della partecipazione dinamica al gettito IRPEF, che pone le premesse per una sistemazione a regime di tutto il grande e faticoso processo del federalismo fiscale.
Signor Presidente, non si può sottacere la questione relativa all'emendamento che sta facendo molto discutere e che molto a lungo ha fatto discutere anche la Commissione bilancio.
Mi riferisco all'emendamento in materia di prescrizione dei giudizi dinanzi alla Corte dei conti: è stato un errore molto grave, già denunciato da tutta l'Unione, e non solo. Quello che mi sento di auspicare è che si eviti che la suddetta norma possa entrare in vigore sia pure per un solo minuto e che la questione venga, quindi, risolta rapidamente, così come il Governo si è impegnato a fare.
Vi è un ultimo punto che solleva qualche perplessità riguardo alla norma che limita la retribuzione dei dirigenti esterni alla pubblica amministrazione. Forse, sarebbe stato consigliabile un riordino complessivo che avesse avuto ad oggetto la retribuzione delle carriere dirigenziali in senso lato dello Stato. Invece, la norma riguarda i soli dirigenti assunti dall'esterno. A tale riguardo, penso che potrà essere presentato un ordine del giorno che impegni il Governo a tornare, nei tempi che deciderà, sul riordino dell'intera materia: ciò è necessario per una razionalizzazione ed una stabilizzazione effettiva dei rapporti tra esterni ed interni che operano nella pubblica amministrazione.
Infine, signor Presidente, e so di parlare di un argomento sul quale ha mostrato grande sensibilità, non posso che ribadire, anche alla luce dell'esperienza delle ultime sessioni di bilancio, che la riforma dell'esame parlamentare della manovra di bilancio, una riforma che snellisca le procedure salvaguardando le prerogative delle Camere, deve diventare nei prossimi mesi una priorità per tutto il Parlamento. Vorrei ricordare in questa sede che in Commissione bilancio, che pure ha avuto due settimane di tempo per esaminare il provvedimento mentre l'Assemblea non lavorava, sono stati presentati complessivamente 5.015 emendamenti. Le modifiche approvate in sede referente da parte della Commissione bilancio sono state 38, ma sono tutte decadute in quanto la Commissione non è riuscita a completare l'esame del provvedimento e non ha votato il mandato al relatore per l'Assemblea. In Assemblea sono state di nuovo presentate migliaia di emendamenti; è così intervenuto il maxiemendamento del Governo sul quale è stata posta la questione di fiducia. Il testo approvato dal Senato contiene gran parte del lavoro istruito nella Commissione del Senato, come era accaduto alla Camera dei deputati: questo ci dimostra che porsi tale problema sta diventando un fatto sostanziale non solo di funzionamento corretto del rapporto tra Governo e Parlamento, ma delle stesse prerogative di Camera e Senato. È un fatto che può rendere più trasparente anche il rapporto tra istituzioni e cittadini su un punto delicato ed essenziale qual è la sessione di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Il relatore sul disegno di legge n. 1747-B, deputato Piro, ha facoltà di svolgere la relazione.
FRANCESCO PIRO, Relatore sul disegno di legge n. 1747-B. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, signore e signori deputati, la legge di bilancio e la legge finanziaria giungono in aula per la terza lettura con previsioni e disposizioni notevolmente modificate rispetto a quelle già approvate dalla Camera in prima lettura. L'esame del Senato ha, infatti, determinato numerosi cambiamenti sia ai testi normativi, sia alle previsioni finanziarie, anche se, in verità, tali modifiche hanno interessato soltanto il 5 per cento delle risorse previste dai provvedimenti.
Le modalità di approvazione dei provvedimenti hanno rinfocolato le polemiche sulla struttura dei documenti finanziari, sul gigantismo, in particolare, della legge finanziaria, sul ricorso continuo, ormai diventato sistemico, al voto di fiducia e sull'espropriazione che, per questi motivi, si determina delle prerogative parlamentari. D'altro canto, si è diffusa e consolidata la convinzione, che vorrei ritenere irreversibile e determinante, che occorre arrivare, nel più breve tempo possibile, ad una sostanziale revisione dei meccanismi che presiedono alla formazione ed all'approvazione dei documenti finanziari. Mi auguro, dunque, che il dibattito possa svilupparsi presto in Parlamento e mi auguro anche che a questo dibattito il Governo voglia contribuire con sue valutazioni e proposte. Sottolineo la necessità che si sviluppi una approfondita riflessione sullo «strumento» bilancio: bilancio di previsione annuale, bilancio pluriennale e rendiconto di bilancio. Il bilancio dello Stato, ormai, è diventato uno strumento depotenziato nel quadro della finanza pubblica, uno strumento poco utilizzato anche ai fini del controllo degli andamenti di finanza statale, uno strumento poco utile anche ai fini della trasparenza e della conoscibilità, ad esempio, della destinazione della spesa statale. Da questo punto di vista, si impone l'adozione di strumenti più penetranti e più leggibili anche da parte dei cittadini. Mi riferisco, ad esempio, ad un documento che analizzi ed effettui verifiche sulla attuazione, almeno, delle principali leggi di spesa, dal punto di vista non solo finanziario ma, soprattutto, sotto il profilo dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi individuati e programmati. Mi riferisco a strumenti come i bilanci sociali, che illustrino come sono reperite le risorse e come sono utilizzate, a cominciare, magari, dal bilancio ambientale, redatto, come è necessario, a consuntivo.
Il Senato ha apportato modifiche ad alcuni articoli del disegno di legge di bilancio e, tra queste, assume particolare rilievo la previsione contenuta nell'articolo 22, comma 21, secondo la quale le variazioni compensative di cassa, che il ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con decreto, su proposta del ministro competente, nell'ambito di ciascun titolo di bilancio tra capitoli dell'unità previsionale di base del medesimo stato di previsione, devono essere comunicate anche alle Commissioni parlamentari competenti, con l'evidente fine di potenziarne l'attività di controllo. Come emerge dalla terza nota di variazione, l'esame parlamentare del disegno di legge finanziaria ha determinato un incremento delle entrate finali di 8.852 milioni di euro, rispetto al bilancio a legislazione vigente, derivante, quasi per intero, da un aumento delle entrate tributarie. Per le spese finali si è registrato un aumento di 37.310 milioni di euro, sempre rispetto al bilancio a legislazione vigente, con un incremento delle spese in conto capitale di 21.445 milioni di euro, pari al 76,7 per cento, ed un incremento delle spese correnti di 15.865 milioni di euro, pari al 3,7 per cento. Invece, rispetto al testo esitato dalla Camera, le modifiche apportate al Senato hanno fatto registrare maggiori entrate per 900 milioni di euro e maggiori spese per circa 4 miliardi di euro. Il dato sulle spese, peraltro, non comprende gli effetti derivanti dall'attuale comma 507 che, lo ricordo, dispone un accantonamento lineare sulle unità previsionali di base e, pertanto, in questo momento non ha riflessi sui dati di bilancio ma sicuramente inciderà per oltre 4,5 miliardi di euro sulla spesa portata dalle unità previsionali di base.
L'effetto complessivo della manovra di finanza pubblica, come modificata nel corso dell'esame parlamentare, determina un livello del saldo netto da finanziare, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, pari a 35.492 milioni di euro, con un peggioramento, rispetto al testo approvato dalla Camera, di 2.927 milioni, interamente imputabile, però, a maggiori regolazioni debitorie.
Tale livello del saldo netto della finanziaria, tuttavia, si attesta al di sotto del limite massimo indicato all'articolo 1 del disegno di legge finanziaria, che - ricordo - fissava il limite a 38.520 milioni, mentre il ricorso al mercato risulta pari a 224.591 milioni di euro, laddove il tetto fissato dalla legge finanziaria è pari a 240.500 milioni.
Molto si è discusso e molto si è anche polemizzato sull'effettiva corrispondenza di questa manovra finanziaria agli obiettivi, in particolare, del contenimento della spesa pubblica e del risanamento finanziario, nonché del rilancio degli investimenti e dello sviluppo.
Alcune indicazioni molto precise possono venire anche dall'analisi comparativa tra i dati del bilancio che stiamo per approvare e quelli relativi al bilancio di previsione per il 2006. Al lordo delle regolazioni debitorie e contabili, le entrate finali registrano adesso un incremento di circa 35 miliardi di euro, per intero ascrivibile all'aumento delle entrate tributarie, il cui importo è stato previsto anche in adesione all'andamento del gettito registrato quest'anno.
Le spese correnti registrano un aumento di circa 17 miliardi rispetto al 2006, ma il risparmio pubblico, che nel bilancio 2006 risultava negativo per 11,353 miliardi, nel bilancio 2007 risulta positivo per 11,787 miliardi. Le spese in conto capitale sono incrementate di 15 miliardi corrispondenti ad un aumento percentuale, rispetto al 2006, di circa il 50 per cento. L'incremento percentuale ancora più accentuato, rispetto al 2006, lo registra anche l'avanzo primario.
Passando poi a considerare, dal punto di vista della qualità della spesa, come agisce la manovra finanziaria sul bilancio a legislazione vigente, possiamo evidenziare come, a livello dell'unità previsionale di base, le spese di funzionamento diminuiscono dello 0,3 per cento, ma gli investimenti aumentano del 48,6 per cento. A livello delle categorie di spesa, gli investimenti fissi aumentano del 69,8 per cento, i contributi agli investimenti delle imprese aumentano del 93 per cento, gli altri trasferimenti in conto capitale aumentano del 71,8 per cento.
In conclusione, si può affermare che ci accingiamo ad approvare una manovra finanziaria che, nel suo complesso, ma anche a livello del bilancio dello Stato, tende a realizzare gli obiettivi del risanamento e della riqualificazione della spesa pubblica, del reperimento delle risorse per incrementare l'avanzo primario e per stimolare gli investimenti e la crescita, della maggiore equità e della più elevata capacità di fornire risposte positive ai bisogni sociali più acuti (Applausi).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
TOMMASO PADOA SCHIOPPA, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Sta bene, signor ministro.
È iscritto a parlare il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Il disegno di legge finanziaria, che in questa sede dobbiamo valutare, in terza lettura, è completamente stravolto (non ripeto quanto già egregiamente detto dal relatore in proposito) rispetto al testo che abbiamo esaminato all'inizio della sessione di bilancio, il quale però è uscito dall'aula della Camera già stravolto dagli emendamenti presentati dal Governo e dalla maggioranza nel corso dell'esame in Commissione e poi con il voto di fiducia. Iniziato con un numero di articoli relativamente ridotto, dopo l'approvazione del voto di fiducia, è «uscito» dalla Camera con 826 commi che, adesso, sono diventati 1.367 dopo l'esame al Senato. Quindi, si tratta di una struttura barocca che, nel passaggio al Senato, si è ulteriormente arricchita di commi.
Se, nella prima lettura, che, come sapete, ha per legge una durata di 45 giorni, avviene uno stravolgimento del testo originario delle dimensioni che ho appena descritto e, nel corso della seconda lettura, della durata di 30 giorni, si aggiunge un ulteriore stravolgimento, siamo di fronte ad una strozzatura dei dibattiti parlamentari, in Commissione e in Assemblea, con un rischio davvero pericoloso, come il sottosegretario Sartor sa, perché ne abbiamo parlato in Commissione. Mi rivolgo agli amici e colleghi della sinistra che, come noi, sono certamente sensibili alla difesa del primato della politica. Ebbene, se di fronte ad uno stravolgimento del testo originario, avvenuto nei tre passaggi, con tempi così ristretti, si verificano fenomeni, come il famoso comma sulla prescrizione dei reati contabili e, probabilmente, come altre «perle» che verranno fuori, e se il Governo affronterà il testo in modo molto approfondito (forse, nel decreto di fine anno o in altro provvedimento nel prossimo anno), scopriremo come queste norme si sono spesso costruite su affanni del Governo e della maggioranza e, soprattutto, con un indebito spazio concesso alla burocrazia ministeriale che reca danno al primato della politica. Nelle Camere, dunque, si dovrà affrontare urgentemente il problema della riforma della sessione di bilancio, soprattutto se, come avviene, è la burocrazia che ci detta le norme per la strozzatura del dibattito e se la fretta nella predisposizione dei testi finisca per provocare la costruzione di queste «perle», come il comma incriminato. Siamo di fronte ad uno stravolgimento e ad una riduzione del primato della politica che dobbiamo affrontare seriamente. È dal 1996 che aspetto la riforma della sessione di bilancio e chissà ancora quanto tempo passerà prima della sua attuazione.
Passando ora ad aspetti più specifici, vorrei ricordare alcune incongruenze. I commi dal 417 al 420 prevedono un fondo di stabilizzazione per i dipendenti pubblici con contratti flessibili (5 milioni all'anno per tre anni). Questo fondo dovrebbe essere incrementato ulteriormente con una parte delle disponibilità derivanti dai conti bancari dormienti che, come sappiamo, possono essere recuperati presso le banche in cui giacciono dagli aventi diritto in qualunque momento. Tali conti erano destinati dalla legge n. 266 del 2005 a ristorare coloro che erano stati danneggiati dalle frodi finanziarie ben note. Non si capisce se questa norma resta in piedi o, comunque, se vengono danneggiati coloro che dovrebbero aspettare il ristoro delle conseguenze delle frodi finanziarie. In più, i conti dormienti dovevano essere destinati all'aumento del fondo per l'ammortamento del debito pubblico, con l'effetto di provocare un minor onere per servizio interessi, riducendo così la spesa corrente. Se non possiamo più ridurre, nelle dimensioni previste, la spesa corrente per il servizio degli interessi dei prestiti pubblici, evidentemente, destinando una quota per finanziare le situazioni concernenti i contratti flessibili della pubblica amministrazione, sostituiamo una spesa corrente con un'altra spesa corrente e il totale della stessa non si riduce.
In tal modo non risolviamo il problema della riduzione strutturale del servizio interessi del debito pubblico, che è il problema principe del nostro paese, visto che abbiamo 1 milione e 600 miliardi di euro di debito pubblico accumulato.
Vi sono inoltre una serie di incongruenze. Da un lato, con i commi 915 e 920, si interviene a favore dell'autotrasporto merci, disponendo una serie di stanziamenti per ridurre il costo di questo autotrasporto, che voi sapete è molto importante per il nostro paese. Però, contemporaneamente, si aumentano i pedaggi, o meglio si introduce il pagamento di pedaggi su strade statali di interesse nazionale o autostradale - quindi strade affidate attualmente all'ANAS -, in relazione ad un eventuale prospettiva di direttiva dell'Unione europea, e addirittura si stabiliscono dei sovrapprezzi ulteriori sui pedaggi autostradali delle concessionarie attualmente esistenti, destinati a finanziare l'acquisto di materiale rotabile per le Ferrovie. Però, attenzione: non si tratta di acquisto di materiale rotabile per trasferire il trasporto delle merci da gomma a rotaia, e quindi per avere un effetto positivo dal punto di vista sia ambientale sia dei costi complessivi dell'autotrasporto merci, bensì di acquisto di materiale rotabile per le ferrovie regionali o metropolitane. Per carità, questo è un uso perfettamente legittimo, ma evidentemente c'è una contraddizione: da un lato, si sostiene l'autotrasporto merci, dall'altro, lo si carica di oneri particolari.
Vi è poi ancora tutta una serie di «perle» all'interno del provvedimento. Al collega Ventura, che ringrazio per la fatica che ha fatto in queste vicende della sessione di bilancio - mi rendo conto anche della frustrazione da lui sopportata, talvolta, come relatore, di dover proporre delle modifiche, che fra l'altro con il meccanismo del voto di fiducia sono state completamente cancellate; lui lo ha appena ricordato -, vorrei sottolineare che è vero che sono stati stanziati dei fondi per mantenere aperti i cantieri e completare le opere pubbliche che erano state preventivate dalla legge obiettivo, però questo era il minimo che si potesse chiedere a un Governo, che si trovava evidentemente ad ereditare delle opere pubbliche in corso di realizzazione, come per esempio l'alta velocità ferroviaria Torino-Milano-Napoli, che è fondamentale per il paese. Da questo punto di vista quindi non mi pare che ci sia nulla di nuovo.
Ciò che mi preoccupa come deputato eletto in Lombardia è il comma 979 sulla Pedemontana lombarda. Con questa norma si fa un trasferimento della funzione di concedente dall'ANAS ad un soggetto probabilmente di natura pubblica partecipato dalla stessa ANAS e dalla regione Lombardia. Però non si capisce se questo ente resta nel perimetro della pubblica amministrazione o se ne fuoriesce. Se restasse all'interno della pubblica amministrazione, evidentemente ci sarebbe un problema di disponibilità finanziarie, che hanno riflessi sui flussi del bilancio pubblico. Inoltre non si dice nulla sulla situazione dei rapporti concessori esistenti. Questi rapporti restano in piedi con gli attuali titolari oppure vengono completamente cambiati? A quel punto come voi capite si potrebbe determinare un contenzioso, che potrebbe portare ad ulteriori ritardi nella realizzazione di queste opere. Non è detto nulla su questo aspetto.
Altri interventi - che naturalmente sono un fiore all'occhiello, secondo la sua mentalità, del ministro delle infrastrutture - sono quelli della revisione delle concessioni autostradali.
Ebbene, l'ho già detto sia presso la VIII che presso la V Commissione: secondo me, vi siete cacciati in un rischio di contenzioso amministrativo e forse anche costituzionale, oltre che europeo, visto che vi sono due denunce pendenti per infrazione delle direttive comunitarie. Evidentemente vi siete cacciati in un meccanismo pericoloso. Dio solo lo sa se in questo paese vi sia bisogno di investimenti infrastrutturali, in particolare dal punto di vista delle autostrade, e soprattutto nel nord del nostro paese (passante di Mestre, la Pedemontana, lombardo-veneta, le tangenziali di Milano, l'Asti-Cuneo e altro ancora) e vi cacciate in un meccanismo che rivede le concessioni autostradali e naturalmente apre problemi di contenzioso - come del resto hanno già denunciato l'Associazione delle concessionarie autostradali e naturalmente i singoli concessionari - e che certamente non facilita il completamento e la realizzazione di quelle opere, poiché siamo di fronte alla possibilità che flussi di investimento privati - e Dio solo lo sa quanto lo Stato ne abbia bisogno perché non ha i soldi per sostituirli - potrebbero non essere destinati a tali scopi e essere magari utilizzati altrove.
A tale proposito, mi sembra che già la Società Autostrade affermi di puntare all'estero e di non pensare più ad investire in Italia. Attenzione quindi: il signor ministro delle infrastrutture si è messo una bella medaglia nel proprio petto, magari con la sponsorizzazione del Presidente del Consiglio - non so bene per quali nascoste finalità di potere economico e finanziario nel quadro del riassetto del capitalismo italiano - che rischia di essere pagata dal paese sotto forma di minori investimenti nel settore delle infrastrutture, laddove invece, specialmente nelle regioni del nord, vi sarebbe bisogno di accelerare e completare questi investimenti anche per proiettarli verso il sud.
Non ci dimentichiamo che avete cancellato il ponte sullo stretto di Messina, che non avete pensato al completamento dell'alta velocità ferroviaria fino a Reggio Calabria: dunque non si comprende bene come questo collo di bottiglia dello stretto di Messina verrà superato e come il suo superamento potrà servire in futuro alla soluzione dei tanti problemi di sviluppo della regione Sicilia. Sono queste, dunque, le situazioni cui ci troviamo di fronte.
Naturalmente, non parlerò dell'imposta di successione e donazione: l'avete voluta introdurre, adesso vi siete accorti che è impopolare e quindi avete cercato di ridurne alcuni aspetti negativi, come ad esempio quello del trasferimento da padre a figlio di aziende con il vincolo del mantenimento della gestione per cinque anni, fatto che riduce ulteriormente il gettito di questa imposta che è veramente soltanto una «grida» di tipo ideologico, che non serve assolutamente a niente, se non a rompere le scatole alla gente e quindi a creare problemi ulteriori per la vostra popolarità.
Visto che nel testo vi sono 1.367 commi, ho trascorso la nottata a leggere quello che potevo: certo la lettura del Vangelo e della Bibbia sono molto più interessanti di questo «malloppo», che non sono riuscito a leggere tutto! Spero che i colleghi mi diano una mano per aggiungere ulteriori rilievi a queste mie modestissime considerazioni.
Per concludere, presidente Duilio, vediamo di affrontare il problema della sessione di bilancio. Mi auguro che dopo tre legislature si possa arrivare, visto che ormai il «bubbone» è esploso - onorevole Lettieri, anche lei lo sa -, ad una modifica.
PRESIDENTE. La prego di concludere!
PIETRO ARMANI. Ho concluso, Presidente. Non si tratta però di un problema di regolamenti parlamentari, ma di procedura nel rapporto fra Governo e maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Camillo Piazza. Ne ha facoltà.
CAMILLO PIAZZA. Presidente, noi del gruppo dei Verdi voteremo e sosterremo con fiducia la presente legge finanziaria, perché riteniamo che quello al nostro esame sia un buon testo e che risulti molto migliorato anche rispetto alla fase iniziale.
Tale testo registra miglioramenti sul piano sociale, sul piano della distribuzione e su quello ambientale.
Vi è un importante cambiamento di segno rispetto al passato, vi è più equità, più sviluppo; il sistema delle imprese, attraverso la riduzione del cuneo fiscale, può essere reso più competitivo sui mercati internazionali e vi sono incentivi automatici per una nuova occupazione e per gli investimenti.
Alcuni argomenti avevo avuto modo di evidenziarli in sede di discussione del provvedimento in prima lettura alla Camera; pertanto non mi dilungherò sulla volontà, ad esempio, di aprire il mercato al sistema dell'energia fotovoltaica. Mi permetto, quindi, di affrontare soltanto le modifiche approvate dal Senato.
Sul piano ambientale sono stati rifinanziati la legge sulla agricoltura biologica e quella sulla randagismo e una quota viene anche utilizzata per la sterilizzazione.
Qualcuno, in questi giorni, ha ironizzato anche sull'importanza di questo tema. Ma, colleghi, vi sono tante persone che hanno in casa un animale d'affezione e vi è grande sensibilità in ordine a tali questioni. Il nostro paese è attento a questi temi ed è giusto che la legge finanziaria se ne occupi.
Assai rilevante è l'approvazione da parte del Senato della questione delle bonifiche; siamo riusciti a trasferire, per la bonifica di Marghera e per il risanamento del sito dei Laghi di Mantova e polo chimico, i fondi forniti dalle aziende, che adesso saranno utilizzati per le bonifiche. È necessario che il principio secondo il quale chi inquina paga venga rispettato e che tutti i soldi che le imprese daranno allo Stato vengano utilizzati in futuro per risanare l'ambiente.
Un nuovo intervento molto significativo riguarda la bonifica dei poligoni utilizzati per le esercitazioni militari. Si utilizza una quota anche piccola degli investimenti previsti per il settore militare con riferimento ad alcune bonifiche.
Ricordo inoltre il sostegno ai militari che hanno contratto e contraggono malattie derivanti dall'attività svolta e dall'uso di materiali pericolosi; mi riferisco all'importante tema dell'uranio impoverito.
Ricordo poi il tema del dragaggio. Ci hanno accusati di essere contrari alla sistemazione e allo sviluppo dei porti, che costituisce una questione strategica del nostro paese. Noi vogliamo che questo sistema venga sviluppato, ma vogliamo che ciò avvenga nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale e a seguito delle valutazioni di impatto ambientale.
Un argomento di grande importanza approvato durante l'esame del provvedimento al Senato è quello della rottamazione. Si tratta di una disposizione che abbiamo predisposto per garantire ai sindaci la possibilità di intervenire per migliorare la qualità e la vivibilità delle città. Il fatto di aver previsto la possibilità che chi rottama una macchina può ricevere un abbonamento per utilizzare i mezzi pubblici costituisce veramente un qualcosa di rivoluzionario.
Eppure - mi rivolgo direttamente al Governo - in questa finanziaria sono contenuti due temi che determinano in noi Verdi grande sofferenza. Mi riferisco innanzitutto alla questione del CIP 6 a seguito del quale gli incentivi che dovrebbero essere assegnati alle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica saranno assegnati anche alle cosiddette fonti assimilabili. In tal modo, verranno bruciate sostanze che producono schifezze in atmosfera e che ricevono anche incentivi. Non solo, la delibera sul CIP 6 significa anche pagare il contributo per il certificato verde per l'importazione delle biomasse dall'estero. A mio avviso, si dovrebbe cambiare ritmo, incentivando la produzione energetica solamente con materiali prodotti a livello nazionale.
Un altro tema di criticità riguarda il finanziamento dell'autostrada Pedemontana lombarda e la creazione di una società partecipata tra ANAS e regione Lombardia. Si tratta di una società che ha poteri di concessionario e di concedente. Al riguardo, sussiste in primo luogo un problema di metodo: non si fanno accordi di questa portata solo con l'intesa di una parte della maggioranza! Se si realizzano operazioni, occorre il consenso di tutta la maggioranza.
C'è, poi, un problema di merito, perché facendo operazioni del genere, ritengo che si scardini il concetto del vero federalismo. Ciò significa, infatti, che ogni regione fa quello che vuole: significa che si scardina il concetto dei sani regolamenti che attengono alla rigorosa procedura per la realizzazione delle opere infrastrutturali e per la loro gestione.
Detto questo, in ogni caso, riteniamo che la manovra finanziaria che verrà approvata nelle prossime ore sia una buona manovra.
Ritengo, altresì, che le questioni legate all'ambiente siano di grande importanza e per questo motivo voteremo a favore del disegno di legge finanziaria.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Iacomino. Ne ha facoltà.
SALVATORE IACOMINO. Signor Presidente, colleghe deputate, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, la manovra finanziaria che viene dal Senato, certamente, ha seguito lo stesso iter sofferto già vissuto alla Camera, con la conseguente necessità di ricorrere alla fiducia, dipendendo innanzitutto da ragioni politiche, laddove il Governo vanta oggettive responsabilità per non avere definito e chiarito le proprie priorità, il cui esito è dipeso dalle scelte ostruzionistiche dell'opposizione.
La necessità, dunque, di abbandonare un'impostazione tecnicistica e ragionieristica per aprirsi ad una maggiore partecipazione, alla discussione e alla decisione, rende auspicabile, ma necessaria, una riforma delle procedure di bilancio per dare centralità agli organi parlamentari e al Parlamento stesso. Questa finanziaria, comunque, così come rappresentata, segna una forte discontinuità rispetto a quelle del Governo precedente e alle sue politiche economiche che hanno provocato profonde lacerazioni nel tessuto sociale, alterando ulteriormente uno squilibrio tra le diverse aree sociali e geografiche del paese, acuendo la sfiducia in vasti settori della società civile verso le istituzioni, accentuando il senso di precarietà della condizione di vita umana, materiale e morale degli italiani.
A questa pesante eredità lasciataci dal Governo delle destre e alla cui impostazione già una forza politica dell'allora maggioranza si è sottratta, il centrosinistra ha posto come linea guida dell'azione economica il risanamento dei conti pubblici, l'equità e lo sviluppo. La manovra segna un'importante mutamento di priorità e di referenti sociali. Ad una concezione etica ed autoritaria dello Stato si oppone una concezione della politica come riconoscimento dei soggetti sociali e delle condizioni materiali di vita, ritenendo che non possa esservi crescita senza riduzione delle diseguaglianze sociali.
Le stesse manifestazioni di lotta alle quali Rifondazione Comunista ha partecipato danno la rappresentazione di una democrazia partecipativa che non si esprime nel confine del solo voto elettorale: la politica non può essere perimetrata in una dimensione esclusivamente istituzionale e il conflitto sociale rappresenta il sale della democrazia e dello sviluppo.
Proprio la democrazia partecipata, con le sue istanze di libertà e di eguaglianza, è il più efficace antidoto a qualsiasi tentativo di autoritarismo percepito in questi ultimi anni.
Le modifiche sostanziali alla manovra introdotta al Senato, grazie anche alle manifestazioni di lotta di questi mesi, rendono ancora più evidente e forte il tema della redistribuzione del reddito, accompagnato dal risanamento, dal riequilibrio dei conti pubblici e da una politica di sviluppo.
In queste settimane, alle polemiche e ad una comunicazione distorta e superficiale di organi mediatici, si è aggiunta la chiara e non tanto velata costituzione di una nuova forza politica (per dirla col ministro dell'economia, Padoa Schioppa), cioè, la Confindustria di Luca Cordero di Montezemolo, che scende in campo nel tentativo di ricoprire quel vuoto politico del centro moderato e del centrodestra, nonostante l'attuale Governo e questa finanziaria premino fortemente le imprese, nella speranza - vana, aggiungo io - che le risorse loro attribuite dallo Stato contribuiscano allo sviluppo.
Il Governo ha ereditato una situazione di grave squilibrio dei conti pubblici, certificati dall'avanzo primario, passato dal 6,6 del PIL del 1997, allo 0,4 del 2005, dall'indebitamento netto, salito nel 2005, al 4,1 del PIL e dal debito pubblico, che è tornato ad aumentare, nel 2005, al 106 per cento del PIL.
L'insieme degli interventi contenuti nella legge finanziaria sul versante delle entrate ribadisce che la lotta all'evasione e all'elusione previdenziale costituisce una priorità dell'azione di Governo.
Le stime più recenti dell'economia indicano circa 200 miliardi di euro di evasione. Il contrasto all'evasione comporta la messa in atto di una strategia generale di controlli, e accertamenti, delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi ed è stata incentrata su strumenti indiretti di definizione delle basi imponibili, quali possono essere gli studi di settore.
Il Governo, con il maxiemendamento approvato dal Senato, ha opportunamente statuito che le maggiori entrate che dovessero realizzarsi nel 2007 rispetto alle previsioni saranno prioritariamente destinate a realizzare gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni.
In quanto eccedenti rispetto a tali obiettivi, le eventuali maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale saranno destinate alla riduzione della pressione fiscale finalizzata al conseguimento degli obiettivi di sviluppo e di equità sociale, dando priorità a misure di sostegno al reddito dei soggetti incapienti o appartenenti alle fasce di reddito basse.
Le riduzioni di spesa necessarie a procurare risorse per finanziare il risanamento del bilancio e gli investimenti destinati allo sviluppo sono sempre molto complesse e controverse perché la spesa corrente del nostro paese è già ai livelli tra i più bassi dei principali partner europei. In tale situazione risulta oltremodo complesso reperire le risorse incidendo ulteriormente sulla spesa per cui, a meno di non immaginare una drastica politica deflattiva, risulta necessario agire, ai fini di una manovra bilanciata, anche sul versante delle entrate. Ciò non significa abbassare la guardia nella lotta contro gli sprechi della spesa pubblica, ma solo contrastare la semplicità dei vuoti proclami degli strenui assertori della riduzione della spesa pubblica senza alcuna altra qualificazione.
Gli interventi relativi al fondo per la competitività e per lo sviluppo, al fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica, al fondo per i trasferimenti correnti alle imprese pubbliche, all'autotrasporto ed alle Ferrovie dello Stato, insieme ai finanziamenti previsti dall'intera tabella D della legge finanziaria, per un totale complessivo di 5 miliardi di euro, sono finanziati a valere sulle risorse del fondo trattamento fine rapporto gestito dall'INPS e nei limiti delle risorse affluite al fondo medesimo.
In tale difficile contesto si è cercato di adottare misure di redistribuzione del reddito nella consapevolezza che l'obiettivo dell'equità non può essere perseguito solo con la lotta all'evasione. Infatti, l'intervento sull'Irpef e sugli assegni familiari corregge il cosiddetto secondo modulo di riforma varato dal centrodestra.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 10,15)
SALVATORE IACOMINO. Cambiano le aliquote di imposta e gli scaglioni di reddito, crescono i risparmi di imposta mediante detrazioni sia per la produzione del reddito sia per i carichi di famiglia ed aumentano anche gli assegni familiari. Il risultato di queste tre operazioni messe insieme (scaglioni, riduzioni di imposta ed assegni) fa crescere il denaro disponibile per i redditi medi e bassi, recuperando risorse per sostenere i bilanci delle famiglie, specie di quelle con figli a carico. Vengono in particolare sostenuti i redditi dei lavoratori dipendenti e autonomi e quelli dei pensionati e, di conseguenza, anche la capacità di spesa della maggior parte delle famiglie italiane. In questo modo, si ottengono più equità, una maggiore capacità di spesa e di consumo, a cominciare dai consumi primari, e, dunque, una spinta espansiva per l'economia.
Nel complesso, la riforma ridistribuisce le risorse impegnate dal centrodestra con il secondo modulo e riduce il peso complessivo dell'IRPEF sulle famiglie di altri 600 milioni di euro. Le deduzioni da lavoro e pensione sono state trasformate in detrazioni d'imposta e sono state elevate. Il reddito su cui non si opera il prelievo sale, per i pensionati, da 7 mila a 7.500 euro.
Il ridisegno di aliquote e scaglioni riduce l'imposta dovuta per oltre il 90 per cento dei contribuenti che vivono con meno di 40 mila euro di reddito annuo.
Nel campo dei provvedimenti sulla redistribuzione del reddito e sull'equità sociale, un dovuto richiamo meritano gli interventi a sostegno della famiglia attuati mediante gli stanziamenti al fondo delle politiche per la famiglia, al piano degli asili nido ed al fondo per la non autosufficienza, cui si accompagnano detrazioni fiscali per il canone di locazione per gli studenti universitari fuori sede e detrazioni d'imposta per l'iscrizione dei minori nelle palestre.
Sono previste, inoltre, misure per la tutela della maternità e per l'assunzione delle donne al sud, per il reinserimento lavorativo, per la stabilizzazione dei lavoratori precari e per l'inclusione degli immigrati.
Le scelte sono state compiute, infatti, nella consapevolezza di operare una redistribuzione del reddito nell'ottica dell'equità, ritenendo non giusto imporre ulteriori limitazioni, oltre quelle già accettate quotidianamente, a chi stenta a fine mese né ai 7 milioni 475 mila 636 cittadini con una pensione fino a 500 euro mensili o ai 5 milioni 869 mila 735 cittadini con una pensione fino a mille euro mensili. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà dell'universo delle pensioni italiane: il 73,8 per cento delle indennità erogate non supera i mille euro mensili e solo il 26,2 per cento supera i mille euro mensili. Tre pensioni su quattro sono a livello di semplice sussistenza per cui quando si discute di pensioni non si dovrebbe discettare solo dell'innalzamento dell'età pensionabile, ma anche del livello miserevole delle indennità erogate.
Accanto all'obiettivo dell'equità, lo sviluppo e la crescita dell'economia sono al centro delle politiche che il Governo propone con la manovra.
Il primo grande segnale che viene lanciato consiste in una riduzione di cinque punti percentuali del cosiddetto cuneo fiscale e contributivo. Dal punto di vista delle imprese, l'intervento è costituito da una deduzione...
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
SALVATORE IACOMINO. ...di parte del costo del lavoro dalla base imponibile IRAP.
Vorrei rilevare che, in particolare, vengono dedotti tutti gli oneri sociali corrispondenti ai soli lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Per ciascuno di tali lavoratori, inoltre, è dedotta anche una somma fissa, su base annua, di 5 mila euro per le imprese del centronord e di 10 mila euro per quelle del Sud, con ulteriori deduzioni per gli incrementi occupazionali relativi a lavoratrici donne assunte nel Mezzogiorno.
In materia di lavoro, sono previsti interventi volti a stabilizzare i rapporti lavorativi per favorire la piena trasformazione da co.co.co. e co.co.pro. in lavoro subordinato.
Il Mezzogiorno, inoltre, è al centro di una nuova iniziativa di rilancio...
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere!
SALVATORE IACOMINO. ...degli investimenti...
Presidente, ho ancora due minuti di tempo a disposizione...!
PRESIDENTE. A me non risulta...!
SALVATORE IACOMINO. Va bene, signor Presidente: allora, mi avvio a concludere il mio intervento.
PRESIDENTE. Grazie!
SALVATORE IACOMINO. Credo, in conclusione, che il disegno di legge finanziaria in esame risponda alle esigenze reali del paese.
Sussiste, comunque, la necessità di attivare un monitoraggio della sua attuazione, evitando che gli obiettivi prefissati vengano vanificati da fattori congiunturali, nonché da volontà politiche e tecnico-burocratiche portatrici di interessi settoriali rispetto a quelli più generali del paese (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, credo si sia ormai giunti all'ultimo atto di una vicenda che ha del paradossale. Si tratta, infatti, di uno dei pochi casi in cui abbiamo assistito alla presentazione non di una manovra finanziaria cui sono state apportate alcune correzioni, ma di veri e propri differenti disegni di legge finanziaria, che hanno assunto toni e contenuti diversi a seconda del momento o della fase in cui venivano affrontate.
Vorrei ricordare che si è partiti dalla Commissione bilancio della Camera dei deputati e che, successivamente, si è assistito, proprio in questa Assemblea, ad uno scontro, anche in termini politici, all'interno della maggioranza di Governo su diversi temi, il quale ha dimostrato come la maggioranza stessa sia in difficoltà nell'affrontare questioni rilevanti per l'immediato futuro del nostro paese.
Ciò la dice lunga rispetto al momento in cui, così come annunciato, si tratterà di far fronte a questioni che richiedono sicuramente l'assunzione di decisioni politiche importanti e che metteranno a dura prova la tenuta del Governo. Non è un caso, infatti, che, proprio in esito all'esame del disegno di legge finanziaria ed al dibattito svoltosi nelle aule del Parlamento, vi siano, in queste ore, giornali che dedicano ampio spazio alle difficoltà - sarebbe meglio dire «all'affanno» - in cui versano l'intero Governo e la maggioranza che lo sostiene!
Passiamo adesso ad affrontare alcune questioni rilevanti in ordine alla manovra finanziaria, la quale, come sappiamo, è stata anticipata dall'adozione di un provvedimento d'urgenza e che vedrà in questi giorni, oramai, la sua definitiva approvazione.
Ricordo che è stato affermato, da più parti, come l'eredità contabile lasciata dal Governo di centrodestra abbia indotto il centrosinistra a correggere i conti pubblici, al fine di riportare il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo al di sotto del 3 per cento, come previsto dai trattati europei in materia.
Ebbene, vorrei osservare che si tratta di una grande bugia! Ciò non soltanto perché, come ha dovuto ammettere l'ineffabile viceministro Visco, le maggiori entrate tributarie dello Stato hanno superato, sulla base dei dati ormai disponibili, i 33 miliardi di euro, ma soprattutto perché tale «artificio contabile» - che, se mi è consentito di esprimermi in questo modo, ha il sapore di una «truffa politica»! - deriva, in particolare, da due operazioni poste in essere per aumentare il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006.
La prima operazione compiuta dall'ineffabile Visco è stata quella di «scaricare» sui conti pubblici concernenti l'anno in corso gli effetti di una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee relativa alla famosa vicenda della indetraibilità dell'imposta sul valore aggiunto sulle autovetture.
Come sappiamo, gli effetti di tale sentenza sono stati quantificati dalla maggioranza (e, quindi, dal Governo che ha presentato la manovra finanziaria) in oltre un punto percentuale di prodotto interno lordo: si tratta, se ben ricordo, esattamente dell'1,2 per cento del PIL.
La seconda operazione che l'ineffabile Visco ha messo in campo per tentare di giustificare l'esigenza di varare una manovra finanziaria di queste proporzioni è stata quella di «portare a debito» l'importo relativo agli investimenti dell'alta velocità. Con tale operazione, quindi, egli ha fatto lievitare il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006!
Un'altra operazione che, grosso modo, è valutabile in una cifra pari ad un altro punto percentuale del prodotto interno lordo.
Ora, io mi chiedo come farà il viceministro Visco, e come farà prima ancora il ministro dell'economia, a sostenere pubblicamente questa bugia quando, in sede di trimestrale di cassa, noi saremo in grado di dimostrare che, togliendo questa operazioni dal rapporto deficit-PIL, gli obiettivi di finanza pubblica che erano stati delineati dal Governo di centrodestra, non soltanto risulteranno perfettamente centrati, ma addirittura al di sotto di quanto avevamo stabilito.
Non è difficile dimenticare, del resto, che l'operazione di rientro al di sotto del 3 per cento del prodotto interno lordo venne negoziata esattamente dal Governo di centrodestra che, in sede europea, ottenne di poter rientrare (a fronte anche di rapporti che avevano interessato Francia e Germania) entro il 2007, con una manovra che prevedeva, è vero, lo sfondamento del 3 per cento, ma per il solo 2006.
Si tratta di aspetti che la politica del Governo di destra aveva preparato e servito, se mi consentite, su un piatto d'argento, e che voi, non trovando argomenti migliori, siete costretti a nascondere attraverso queste menzogne di carattere contabile a cui ho fatto riferimento.
La seconda questione che oggi viene ripresa (perché probabilmente la bugia del deficit al 3 per cento che viene invece dichiarato essere al 5 o al 6 per cento mostra la corda), è una questione che va affrontata in termini politici: è vero che l'avanzo primario è stato ridotto, ma se andate a vedere quando comincia questa riduzione, troverete che l'inizio di questo fenomeno parte esattamente con l'esercizio finanziario del 2001, anno in cui inizia la vera e propria riduzione tramite la finanziaria che il centrosinistra adottò nell'ultimo anno di governo, e che diede la stura effettivamente alla riduzione dell'avanzo primario.
Quella riduzione però è stata utilizzata dal centrodestra con uno scopo politico ben preciso: non stringere le maglie dei conti pubblici in un momento in cui l'economia sostanzialmente non cresceva e, anche attraverso l'utilizzo dell'avanzo primario (purtroppo), non aumentare la pressione fiscale.
Voltiamo allora pagina e vediamo in che cosa si contraddistingue la manovra finanziaria che ha avviato l'ineffabile Visco: si contraddistingue non - altra bugia - per la lotta all'evasione (perché di lotta all'evasione non troverete sostanzialmente nulla in termini, appunto, normativi), ma per un aumento generalizzato della pressione fiscale nei confronti di quelle categorie che politicamente sono considerate nemiche o avverse alla politica e alle scelte del centrosinistra.
Ecco, allora, che la lotta all'evasione in realtà si traduce nell'aumento generalizzato degli studi di settore, con una sorta di ricatto tributario (altro che statuto del contribuente, di cui con questa finanziaria possiamo tranquillamente celebrare il funerale!), in forza del quale lo Stato dice a numerose categorie: badate che se voi non rientrate nei parametri che noi stabiliamo, sarete sostanzialmente oggetto di accertamento. Non credo di dover spendere molte parole sul grado di civiltà che impronta questo nuovo rapporto di carattere tributario tra i cittadini e il Governo, e quindi l'amministrazione finanziaria.
Ma c'è di più: questi passaggi della legge finanziaria hanno denotato altri aspetti che sono estremamente preoccupanti per chi, come il centrodestra, guarda con preoccupazione al futuro del paese: questi aspetti sono l'improvvisazione, sono purtroppo l'aumento anche delle incombenze a carico delle imprese, sono sostanzialmente, oltre all'aumento della pressione fiscale, anche l'aumento del tasso di burocrazia che viene realizzato attraverso innumerevoli disposizioni della legge finanziaria. Ci chiediamo e vi chiediamo: siete veramente convinti che questa medicina, come qualcuno l'ha chiamata, questa ricetta amara, consenta al paese di agganciare la ripresa economica, che pure è in atto secondo gli indicatori che vengono confermati?
Ecco, questa è la domanda in termini politici che voi non potrete eludere perché, come ho già anticipato, si tratta di attendere soltanto pochi mesi, si tratta di attendere la fine del 2007, quando voi sarete costretti a registrare, questa volta sì in termini contabili senza bugie, il fallimento della vostra politica economica e finanziaria, perché dovrete registrare un tasso di crescita confermato in misura inferiore rispetto alla media europea, ma di gran lunga inferiore rispetto a quello raggiunto nel corso dell'anno 2006; il che questa volta non vi consentirà più di chiamare a responsabile il Governo di centrodestra, non vi permetterà più di utilizzare queste giustificazioni, che in realtà sono bugie.
Vi obbligherà a fare i conti con questa improvvisazione e con gli errori fondamentali che hanno improntato la vostra manovra di finanza pubblica. Del resto sull'improvvisazione posso citare a testimonianza le vicende che abbiamo vissuto in diretta in quest'aula, ma soprattutto quelle che hanno improntato il passaggio della legge finanziaria al Senato dove avete aumentato sostanzialmente la spesa pubblica, dove siete andati esattamente in senso e in direzione opposta rispetto alle questioni sulla pubblica amministrazione che dovevate affrontate e che non avete potuto affrontare, anche in virtù dell'accordo politico con alcune parti massimaliste della maggioranza, ma dove avete superato voi stessi.
Avete accusato il Governo di centrodestra di aver fatto i condoni tributari: è un'accusa che in termini politici ci sta. Ho già avuto modo di dire che però avete dimenticato anche di ricordare che quei condoni si riferiscono, in grandissima misura, agli anni e agli esercizi finanziari in cui regnava un certo ministro Visco, con le politiche fiscali adottate che sono esattamente la fotocopia di quelle che sta ora riproponendo (e qui cui faremo i conti sulla crescita economica). Contemporaneamente - guarda caso - è apparsa una disposizione normativa che ha sostanzialmente cancellato la responsabilità contabile nei confronti dei pubblici amministratori. Al di là di questa vicenda, che la dice lunga sul moralismo e sull'etica che professate per gli altri ma non per voi stessi, quello che ha rappresentato questa scena è divertente: non siamo nemmeno in grado di sapere chi abbia presentato effettivamente l'emendamento e chi lo abbia avallato. Ancora una volta la fuga della responsabilità, che farete pagare all'intero paese, all'intera nazione, contraddistingue il vostro operato, ma comunque non sfuggirete al giudizio perché si tratta - come ho detto - di aspettare; riguardo ai fatti, il tempo è galantuomo e dimostrerà che i fatti daranno ragione a noi.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Mariella Bocciardo. Ne ha facoltà.
MARIELLA BOCCIARDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, la legge finanziaria, dopo il maxiemendamento del Governo approvato al Senato, ritorna alla Camera ancora più debole e pasticciata per quanto riguarda le politiche sociali, ed in particolare per quanto riguarda gli interventi per la famiglia e per l'infanzia. Il Fondo per le politiche della famiglia è ancora diminuito; infatti, il maxiemendamento decurta la dotazione del fondo di 30 milioni di euro - 60 miliardi di vecchie lire - a partire dal 2008: non più 210 milioni di euro, ma 180 milioni.
Nel passaggio al Senato ci aspettavamo un rafforzamento delle norme riguardanti la famiglia e credo che lo stesso ministro Bindi ne fosse convinta; invece, c'è stato un ripensamento sulla spesa a favore della famiglia, un ripensamento in chiave negativa che dimostra quanta poca sia la sensibilità di questo Governo per i temi riguardanti la famiglia.
La delusione si fa ancora di più forte quando si legge l'elenco delle cose che il Ministero dovrebbe fare, utilizzando il fondo: per ognuno dei compiti che questa finanziaria assegna al Ministero della famiglia vi sono alla fin fine soltanto pochi spiccioli. Ciò è dimostrato dal fatto che al fondo per la famiglia si può attingere in parte anche per finanziare i cento milioni di euro stanziati per il piano straordinario, riguardante lo sviluppo dei servizi socio-educativi. Questo fondo - scusate il gioco di parole - si rivela il fondo dei sogni, del «vorrei ma non posso».
Questa legge finanziaria è deludente anche per quanto riguarda l'infanzia; infatti, scopriamo che il Governo non vuole più impegnarsi nel quantificare la dotazione del fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Il comma 1262 rimanda, infatti, al 2007 lo stanziamento e demanda alle finanziarie future le somme da impegnare. Questo vuol dire che non c'è più certezza sulla dotazione del fondo che varierà a secondo delle disponibilità accertate anno per anno; non sarà, quindi, possibile pianificare gli interventi.
Ci si preoccupa inoltre del cash flow, ovvero della capacità di pagare dello Stato; il comma 1258 si conclude, infatti, con un dettato di salvaguardia che dice in sostanza: se impegniamo una spesa, ma a fine anno questa non è stata pagata, per le 15 grandi città indicate dalla legge n. 285 del 1997 questa spesa continua ad essere conservata nel budget di previsione. Ecco la sorpresa: il budget non è quello del Ministero della famiglia, ma quello del Ministero della solidarietà e sociale; quindi, un vero e proprio pasticcio contabile e concettuale che dimostra un conflitto esistente tra Ministeri, dimostra incapacità di programmazione.
Concludo il mio intervento con due osservazioni: una riguarda il ritrovato 5 per mille, l'altra i contributi spariti per il fondo globale contro l'AIDS.
Per quanto concerne il 5 per mille, si può dire: ci avete provato, ma vi è andata male! Siete stati costretti a fare una clamorosa retromarcia, siete stati travolti dallo tsunami dello sdegno sociale. Con il comma 1238 ritorna la possibilità di destinare il 5 per mille dell'IRPEF alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, agli enti della ricerca scientifica e dell'università. Ma durante questa retromarcia avete fatto una gran confusione. Avete, infatti, previsto l'assegnazione del 5 per mille soltanto per l'anno finanziario 2007, e non avete avuto il coraggio di normarlo per il triennio. In questo modo, impedite soprattutto agli enti di ricerca di sviluppare progetti triennali, lasciandoli - quasi fosse un ricatto - alla mercé delle vostre decisioni per il 2008 e il 2009.
Infine, la vostra vocazione dirigista vi spinge addirittura a stabilire che il 5 per cento del totale accumulato dal 5 per mille è destinato, obbligatoriamente, all'agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale e alle organizzazioni nazionali degli enti riconosciuti come parti sociali. Possibile che vi dobbiate intromettere in tutto e per tutto?
L'ultima delusione è sul fronte della lotta all'AIDS. Avete contestato tanto il Governo Berlusconi, che pure è riuscito a stanziare milioni di euro, nonostante la gravissima crisi economica internazionale. Ebbene, oggi troviamo soltanto uno stanziamento miserevole di 500 mila euro a favore della consulta per la lotta all'AIDS. Se ne è accorto un vostro grande sostenitore, l'europarlamentare Vittorio Agnoletto, che ha definito questa mancanza di fondi, cito testualmente, «una situazione che riteniamo inammissibile, un senso di responsabilità gravissimo, soprattutto per un Governo che intenda dare un segnale forte anche rispetto a una mutata politica di solidarietà».
Berlusconi, nel 2005, ha dato al fondo globale per la lotta contro l'AIDS 110 milioni di euro; oggi, Prodi ha stanziato 500 mila euro. In questa abissale differenza sta il giudizio che si può dare sul vostro Governo in tema di solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. La Presidenza autorizza, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo dell'intervento del deputato Pegolo, iscritto a parlare, che ne ha fatto richiesta.
È iscritto a parlare l'onorevole Verro. Ne ha facoltà.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, credo che noi tutti, della maggioranza e dell'opposizione, abbiamo percepito un forte senso di disagio per le modalità con cui si è giunti all'approvazione del disegno di legge finanziaria presso la Camera dei deputati. Nel corso dell'esame in prima lettura, infatti, era emersa una comune preoccupazione, ossia quella di vedere la Camera dei deputati espropriata dal compito di conoscere, esaminare, modificare i contenuti del disegno di legge finanziaria.
Devo dire che la realtà è stata di gran lunga peggiore delle più fosche previsioni. Ricordiamo bene quanto avvenuto meno di un mese fa: il Governo ha presentato il suo testo di legge finanziaria al Parlamento e, incredibilmente, nei giorni immediatamente successivi, sono comparse, già negli organi di stampa, dichiarazioni di esponenti del Governo che sostenevano di volerlo radicalmente modificare.
Su queste basi, il lavoro in Commissione bilancio si è svolto in un clima che oserei definire surreale, di ostruzionismo della maggioranza, caratterizzato da un'attività emendativa alluvionale che proveniva non già dall'opposizione, come sarebbe stato normale, bensì dalla maggioranza, dal relatore e dal Governo stesso.
Ma il copione era già scritto: in piena contraddizione con gli impegni solennemente assunti e in più occasioni ribaditi, il Governo non ha manifestato alcuna reale disponibilità a sottoporsi ad un corretto confronto parlamentare.
Onorevole Ventura, è vero che abbiamo impiegato 80 giorni di discussione ed abbiamo tenuto incontri e riunioni, ma francamente non abbiamo svolto approfondimenti e discussioni a sufficienza.
Vorrei essere molto chiaro sul tema della questione di fiducia. Sono consapevole che la prassi di presentazione del maxiemendamento e la conseguente posizione della questione di fiducia non costituiscono un'anomalia assoluta. Anzi, francamente, la cosa non mi scandalizza: trovo legittima e oserei dire in certe circostanze anche opportuna la posizione della questione di fiducia, soprattutto sulla legge finanziaria. Ma, in realtà, quanto si è verificato in questa occasione è un fenomeno patologico del tutto diverso e, a mio modo di vedere, di una gravità senza precedenti.
Infatti, nel caso di specie, la questione di fiducia ha costituito solo lo strumento procedurale con cui troncare il dibattito che in quest'aula si stava, pur faticosamente, iniziando a svolgere e ciò al solo scopo di rinviare la decisione delle questioni più controverse al Senato.
In realtà, anche nell'altro ramo del Parlamento, si è poi assistito alla triste replica dei comportamenti e di vicende del tutto analoghe a quelle registrate nella Camera da parte della maggioranza e del Governo che hanno, nei fatti, determinato l'assoluta impossibilità di un corretto svolgimento del processo decisionale. Credo che, al di là di ogni legittima divisione politica, vi debba essere una condivisa pretesa sui metodi legislativi che presentano fenomeni patologici così evidenti.
Credo che questo sia proprio il termometro della confusione in cui versa l'Esecutivo, con le profonde divisioni delle forze politiche che sostengono il Governo. Tutto ciò, colleghi, si traduce inevitabilmente in un danno irreversibile per tutti, sia per la maggioranza sia per l'opposizione, dal momento che entrambe le coalizioni non hanno avuto - questa è la cosa grave - la possibilità di manifestare e far conoscere al paese, all'opinione pubblica le proprie idee alternative. Se ciò è avvenuto, è facilmente intuibile il danno inferto al rapporto tra politica e cittadini che già vive un momento di profonda crisi.
Non voglio poi parlare del prodotto legislativo dal punto di vista della tecnica legislativa che è stato partorito da questo Governo. A mio modo di vedere, ci troviamo di fronte ad un mostro giuridico, ad un articolo composto da 1.364 commi, 497 pagine di stampato.
Rivolgo formalmente alla Presidenza una domanda: siamo convinti che si tratta di un modo di legiferare compatibile con quanto previsto dall'articolo 72 della Costituzione che, ricordo, impone per ogni disegno di legge che esso sia esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa che l'approva articolo per articolo, con votazione finale?
Il tempo non mi consente di entrare più di tanto nelle questioni di merito che mi limiterò soltanto a sfiorare.
Chiedo ai membri del Governo, in particolare, al sottosegretario Sartor che ha seguito la finanziaria: qualcuno si è accorto che il comma 438 ripete integralmente il comma 436?
Qualcuno si è accorto che il comma 1.245 contiene una sorta di delega legislativa, sia pure mascherata? Qualcuno si è accorto che il comma 752 fa salvi gli effetti di un decreto-legge ancora in vigore, senza disporne l'abrogazione? Qualcuno si è accorto che nel comma 1.044 si legge testualmente: il ministro dei trasporti, con proprio decreto, definisce gli interventi immediatamente cantierabili tendenti ad eliminare i «colli di bottiglia» del sistema logistico nazionale?
L'onorevole Ventura prima diceva che le modifiche intervenute al Senato hanno migliorato il disegno di legge, ma io credo lo abbiano peggiorato ulteriormente.
Vorrei brevemente ricordare tre punti. Il primo riguarda il problema di Infrastrutture Spa, in particolare l'assunzione da parte dello Stato del debito contratto da Infrastrutture, debito che non viene iscritto nell'ambito della manovra del 2007, come sarebbe logico e normale, trattandosi di una decisione presa nell'ambito della legge finanziaria. Onorevole Ventura, altro che finanza creativa! Potrei parlare di illusione contabile, perché, con questo gioco di illusione contabile, il debito viene scaricato nei conti del 2006!
Colleghi, non è un fatto irrilevante, perché stiamo parlando di 13 miliardi di euro, un punto di PIL, con il risultato inevitabile che si porterà l'indebitamento per quest'anno al 6 per cento, ma anche di questo ovviamente darete colpa al precedente Governo Berlusconi!
Inoltre, che dire dell'utilizzo, a fini di spesa corrente, dei risparmi di spesa per titolo di Stato? Viene ridotto il capitale sociale della SACE, con contestuale versamento al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato, fondo che, come noto, ha la finalità di ridurre la spesa per interessi e, conseguentemente, la spesa pubblica, ma l'idea alquanto originale è che il risparmio di spesa per interesse viene utilizzato per nuova spesa corrente, rimpinguando così la tabella A.
A mio modo di vedere, vi è un capolavoro nelle vostre modifiche: onorevole Ventura, non sono affatto d'accordo, come risulta nella sua relazione, sul fatto che avete risolto il problema del precariato. Io mi limito a valutare i fatti e non le parole e credo che le misure previste per i precari siano proprio un segnale definitivo, oltre che di cinismo, di affinamento dell'arte di vendere promesse elettorali senza di fatto mantenerle!
Infatti, la famosa e sbandierata stabilizzazione dei precari si è ridotta ad un fondo dotato di 5 milioni di euro, cui dovranno aggiungersi ulteriori somme che però in questo momento non esistono e che personalmente ritengo molto improbabili. Insomma, con cinque milioni di euro voi stabilizzerete, in base a quanto scritto nella legge finanziaria, 200 persone. Questo è il processo di stabilizzazione previsto per i precari, che illude centinaia e centinaia di migliaia di persone (Applausi del deputato Armani).
PRESIDENTE. Onorevole Verro, la prego di concludere.
ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, mi accingo a concludere. Quindi, formulo l'auspicio che, indipendentemente dalle rispettive posizioni politiche, vi sia uno sforzo comune affinché dalla prossima occasione si determinino le condizioni che consentano al Parlamento di svolgere il proprio ruolo costituzionale ed a ciascun membro di svolgere realmente il mandato conferitogli.
Per questi motivi, che mi sono sforzato di illustrare sinteticamente, dal mio punto di vista personale e da quello del gruppo di Forza Italia annuncio il voto convintamente contrario su questa manovra finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.
PRESIDENTE. Onorevole Verro, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
È iscritta a parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, la manovra economica complessiva per il 2007, che stiamo per approvare definitivamente, è fuor di dubbio importante e pesante. Essa corrisponde ad oltre 35 miliardi di euro, di cui 15, 2 destinati alla correzione al 2,8 per cento del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo, e 20,2 miliardi di euro al finanziamento di interventi per lo sviluppo e l'equità sociale. Si tratta di una manovra con una grande e dichiarata pretesa: tenere insieme risanamento, equità, solidarietà sociale e nuovo impulso alla crescita.
Essa produce una consistente redistribuzione delle risorse complessive e del carico fiscale, come forse mai era avvenuto in precedenza. Si privilegiano le categorie sociali più deboli ed esposte, ossia i percettori di redditi medio-bassi e bassi che nei precedenti cinque anni di governo il centrodestra aveva sacrificato.
Ricordiamo che il precedente Governo ha lasciato in eredità una spesa pubblica in forte espansione, con aumento della spesa strutturale del 2,6 per cento del PIL nel periodo 2001-2005, un avanzo primario pressoché azzerato ed un rapporto debito-PIL nuovamente in crescita. A rendere più impegnativa l'opera di risanamento ha certamente contribuito, tra gli altri, la fine degli effetti artificialmente positivi delle misure una tantum, fin troppo utilizzate dal ministro Tremonti, tanto da rappresentare nel citato periodo 2001-2005 ben il 5,2 per cento del PIL. La situazione delle ferrovie e delle autostrade è stata praticamente lasciata al collasso, senza più risorse finanziarie. Infine, va ricordata la sentenza della Corte di giustizia europea sulla detraibilità dell'IVA relativa all'acquisto di autoveicoli aziendali, che ha comportato maggiori oneri stimati in 13,4 miliardi di euro per il pagamento degli arretrati relativi agli anni dal 2003 al 2005.
Veniamo da cinque anni di stagnazione che hanno visto un incremento del prodotto interno lordo prossimo allo zero, specchio di un'economia in grande difficoltà e soprattutto di una strategia di politica economica sbagliata, condotta nell'illusione che bastassero interventi mirati alla riduzione delle imposte per determinate categorie per risolvere il problema della crescita.
La grande sfida - e questa manovra economica rappresenta il primo parziale passo - è quella di invertire la tendenza negativa dell'economia italiana, un'economia caratterizzata da bassissima crescita, calo della produttività e riduzione verticale della nostra capacità competitiva. Il nostro paese è forse quello che in cinque anni di Governo del centrodestra ha visto la performance peggiore in Europa.
Valutiamo con favore, quindi, la revisione delle aliquote IRPEF che consente di reintrodurre quei criteri di progressività sanciti della nostra Carta costituzionale e, di fatto, cancellati dalla precedente riforma fiscale berlusconiana che, al contrario, aveva avuto un effetto redistributivo gravemente regressivo. Quasi il 90 per cento dei contribuenti - circa 38 milioni di cittadini - pagherà meno tasse; gli altri subiranno aggravi di poche centinaia di euro all'anno. Questo anche grazie al previsto aumento delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia ed alla rivalutazione degli assegni per il nucleo familiare. Nell'insieme, quindi, tali misure operano un consistente trasferimento alle famiglie numerose, alle famiglie con figli, valutabile attorno ai 3 miliardi di euro, con una redistribuzione, sia pure non come avremmo voluto, a favore delle famiglie meno abbienti.
Appoggiamo con convinzione la volontà dimostrata dal Governo con questa manovra economica di mettere in atto, finalmente, una seria ed efficace lotta all'evasione ed all'elusione fiscale per una vera politica di equità e di civiltà fiscale, oltre che premessa per una futura e già annunciata riduzione del carico fiscale complessivo. Siamo passati dai continui e vergognosi condoni, concordati e sanatorie fiscali, per la gioia degli evasori e dei soliti furbi, all'avvio di una seria ed efficace politica di lotta all'evasione fiscale: non è differenza da poco.
Detto questo, ad essere sincera, non tutto ci convince in questa finanziaria. Non poche sono le ombre, anche se il testo che stiamo per approvare definitivamente è sensibilmente migliorato rispetto a quello inizialmente presentato al Parlamento. È una manovra, forse, troppo severa nei confronti degli enti locali: seppure almeno in parte ridimensionato, il taglio dei trasferimenti nei confronti di comuni, province e regioni rimane sicuramente consistente.
Per quanto concerne le risorse per l'università, sicuramente si poteva e si doveva fare di più e le proteste di questi giorni da parte del mondo accademico devono farci riflettere. Infatti, va detto che le risorse per l'università e la ricerca trovate ed assegnate all'ultimo minuto dal Governo non sono assolutamente adeguate. Per la scuola è importante la stabilizzazione dei 150 mila precari, così come il mantenimento delle graduatorie per i medesimi, ma per il miglioramento strutturale della scuola si prevede ancora troppo poco.
Immediata soluzione dovrà, inoltre, avere - e va dato atto al Governo dell'intenzione di adottare un apposito decreto-legge correttivo - la gravissima norma introdotta nel maxiemendamento al Senato sui reati di responsabilità contabile che si traduce, di fatto, in un'amnistia per tutti i reati amministrativi e contabili. Allo stesso modo, va immediatamente corretto l'errore di scrittura nel testo sul tema del CIP 6, dove al posto della parola «realizzati» è stato scritto «autorizzati»: anche in questo caso vi è un preciso impegno del Governo. Voglio ricordare che il CIP 6 è una vera e propria truffa legalizzata grazie alla quale si continuano a regalare miliardi di euro pagati dai cittadini attraverso le bollette a gruppi di industriali, petrolieri ed alle lobby degli inceneritori.
Ci trova perfettamente d'accordo - noi stessi l'avevamo proposta - la previsione dell'obbligo, ai fini del rilascio delle concessioni edilizie, di installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica, per gli edifici di nuova costruzione, in modo da garantire una produzione energetica non inferiore a 0,2 kilowatt per ogni unità abitativa. Allo stesso modo, è da apprezzare lo stanziamento di 400 milioni di euro, in quattro anni, da destinare alla riduzione delle bollette a favore dei cittadini di aree disagiate e a provvedimenti di efficienza energetica.
Trova sicuramente il nostro consenso anche l'esclusione dal patto di stabilità per i parchi e le aree protette, che ci consente di superare il limite del 2 per cento per le spese rispetto alle corrispondenti previsioni aggiornate del precedente anno.
Nella manovra economica al nostro esame ci sono alcune zone d'ombra. Vorrei individuarne almeno una, quella che riguarda le spese militari, ma al riguardo mi limiterò a rinviare al pregevole intervento del senatore Silvestri, del quale non riprenderò i contenuti.
Tuttavia, sono sicuramente in maggioranza - altrimenti non ci troveremmo a valutare così positivamente la stessa manovra - le misure che danno l'indicazione di una assoluta soluzione di continuità con la politica economica e finanziaria precedente. Ne ho già citate alcune e ne citerò altre: gli stanziamenti aggiuntivi, per 30 milioni di euro nel triennio, per la difesa del mare e l'attuazione - finalmente - della convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo; i rimborsi delle spese sostenute per interventi di disinquinamento dell'ecosistema marino; le risorse, per 9 milioni di euro nel triennio, per l'attuazione di un programma straordinario di contrasto dell'abusivismo edilizio, devastante pratica la cui diffusione è stata incrementata dai due condoni decisi, in meno di dieci anni, dal Governo Berlusconi, con incalcolabili conseguenze anche in termini di consumo irrazionale del territorio; l'istituzione del fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, per un importo - per carità, non grandissimo, ma utile ad iniziare - di 600 milioni di euro nel triennio; il fondo per lo sviluppo sostenibile; il potenziamento dell'organico dei Carabinieri per la tutela del lavoro e per la lotta alle ecomafie. Accanto a queste misure, troviamo un incremento di risorse per un tema a noi caro, quello delle aree protette, a cui sono destinati 20 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente, un incremento del fondo unico destinato agli interventi di bonifica, un sensibile aumento dei fondi per la difesa del suolo, che ammontano, per il 2007, a 200 milioni di euro, con un incremento, rispetto allo scorso anno, di ben 80 milioni di euro, quasi un raddoppiamento. Per quanto concerne la mobilità sostenibile, evidenziamo l'istituzione di un fondo per il miglioramento della mobilità dei pendolari, di importo pari a 300 milioni di euro nel triennio, la attribuzione di nuove risorse per la sicurezza dei trasporti, sia stradali, sia ferroviari, per complessivi 210 milioni di euro e l'istituzione di un fondo per finanziare la mobilità sostenibile nelle aree urbane, per 270 milioni di euro nei tre anni.
Ho citato alcune delle note che indicano una nuova modalità nella gestione dell'interesse pubblico e nel disegnare una manovra finanziaria. Dopo tanti anni di tagli di risorse, inoltre, questa manovra finanziaria - bisogna dare atto all'attuale maggioranza - segna un'importante inversione di tendenza rispetto al passato, allocando 650 milioni di euro all'anno per la cooperazione allo sviluppo, tema tanto sbandierato e rispetto al quale, invece, ben poco è stato fatto nel passato più recente. È ancora poco ma, certamente, è un segnale di impegno per giungere allo stanziamento pari allo 0,33 per cento del PIL che l'Europa ci chiede.
Di estrema importanza riteniamo, inoltre, l'istituzione del fondo di solidarietà, finalizzato a promuovere il finanziamento di progetti ed interventi in ambito nazionale ed internazionale, per garantire il maggiore accesso possibile alle risorse idriche, secondo il principio della garanzia dell'accesso all'acqua a livello universale. Il fondo sarà finanziato attraverso un contributo, pari a 0,1 centesimo di euro per ogni bottiglia di acqua minerale o da tavola in materiale plastico venduto al pubblico. Ciò anche per disincentivare l'utilizzo di materiale plastico.
Sempre in tema di solidarietà e cooperazione, intendo sottolineare come le norme introdotte, le risorse necessarie per sostenere le politiche di accoglienza, di inserimento, di inclusione, di integrazione ed interazione tra emigrati, i loro figli e la società ospitante sono molte di più, molte di più rispetto a qualunque altra legge finanziaria. Ciò, appunto, nel segno dell'equità e della solidarietà oltre che del risanamento e della spinta verso una nuova crescita (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Gardini. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI. Signor Presidente, siamo alle battute finali di questa finanziaria iniqua e dannosa per il futuro del nostro paese. Grazie ad essa l'Italia si segnala come l'unico paese OCSE che decide in modo autolesionista di aumentare il prelievo fiscale e di aumentarlo a livelli record, nonostante da almeno 15 anni si sa che cresce solo chi le tasse sa abbassarle.
Approvata al Senato, con il voto decisivo di cinque senatori a vita, ritorna alla Camera per «incassare» un via libera definitivo in tempi strettissimi, così da consentire al Governo di porre rimedio all'emendamento della vergogna, mimetizzato tra oltre 1.300 commi per salvare gli amministratori pubblici, che hanno ben servito i partiti di riferimento. Alla faccia dei condoni e delle questioni morali!
Con questa finanziaria avete riportato indietro le lancette del progresso e quei tanti piccoli provvedimenti, spacciati per aiuti, sostegni, attenzioni, sensibilità verso i bisogni dei cittadini, hanno un solo scopo: ristatalizzare la vita degli italiani. È lo Stato che invade ogni ambito della vita sociale e civile.
D'altronde, si tratta per la maggior parte dei casi di fondi irrisori, incapaci di assicurare servizi adeguati, utili, invece, a pagare i tanti osservatori, le tante consulte, le tante commissioni che, a loro volta, potranno ingaggiare i tanti esperti che produrranno tanti preziosi studi, tanti pareri, tante indagini.
A questo appare votato anche il destino del fondo per le politiche per la famiglia, che torna dal Senato alleggerito di 60 milioni per gli anni 2008-2009, per il quale, tra un osservatorio e l'altro, si delibera che una parte di questi soldi verrà utilizzata per sperimentare iniziative di abbattimento dei costi dei servizi per le famiglie con un numero di figli pari o superiore a quattro. Parliamo di 185 mila nuclei familiari, una tipologia di famiglia in via di estinzione, nonostante l'articolo 31 della Costituzione. Voi dite: «sperimentare». Cosa c'è da sperimentare? Le associazioni familiari ci inondano di studi e tabelle che dimostrano, dati alla mano, come siano costantemente penalizzate a partire dalle tariffe dell'acqua, passando per l'ICI e finendo alla tassa rifiuti, che ora viene conteggiata anche sul numero di persone residenti nell'abitazione. Già chi ha moglie ed un figlio a carico avrà una tassazione maggiore rispetto ad un singolo.
I criteri sono sempre gli stessi, i criteri di Stato, che oggi decide di premiare chi iscrive i figli in palestra o acquista un frigorifero, invece di lasciare i soldi nella disponibilità delle famiglie che, di solito, sono più informate degli apparati su ciò che a loro serve. Invece, sulle famiglie caleranno, come una mannaia, più tasse, più tasse sulla casa, più tasse sui risparmi, più tasse comunali, più tasse regionali, più tasse di successione, la tassa sulle bottiglie di plastica dell'acqua minerale, caleranno i ticket per il pronto soccorso, la diminuzione degli stanziamenti per gli screening oncologici e così via.
Il fondo per la non autosufficienza è la dimostrazione di quanto poco vi abbiano interessato i deboli ed i bisognosi. Questa è la vostra sanità, il vostro sociale e mi dispiace che il ministro Turco si sia tanto occupata della quantità opportuna di spinelli. Anche questo è un bell'aiuto alle famiglie!
Ma, tra le innumerevoli scatole vuote che questa legge finanziaria propone, ve ne è una piena, talmente piena che fa pensare ad un vero e proprio regalo di Natale. Per il contenuto di questo «pacco premio» è legittimo sollevare il sospetto di conflitto di interessi, tema tanto caro ai partiti dell'attuale maggioranza, che, in questo caso, dimentica la tanto sbandierata liberalizzazione del mercato e delle professioni. Mi riferisco ai tre emendamenti, firmati dai senatori dei DS, Ignazio Marino e Giovanni Legnini, che di fatto restituiscono il monopolio della trasformazione della lavorazione del plasma ad un'unica società, la Kedrion, controllata dalla famiglia Marcucci. Paolo Marcucci è l'attuale presidente ed amministratore delegato; ha preso il posto del fratello Andrea, oggi sottosegretario per i beni e le attività culturali per la Margherita.
La sorella dei due, Mariolina, già vicepresidente della regione Toscana, ai tempi di Vannino Chiti, è presidente del consiglio di amministrazione della Nuova Iniziativa Editoriale S.p.A., cui si deve la pubblicazione del quotidiano L'Unità. Il Governo, in questo settore, protegge il monopolio di fatto e cancella, con un colpo di mano, ignorato dalla stampa e dagli organi di informazione del servizio pubblico, la riforma della Cdl, cui si erano opposti, nella scorsa legislatura, gli onorevoli rappresentanti dei DS e della Margherita, e per la quale, invece, si era avuto il parere favorevole dell'AVIS. Ma le novità di questa finanziaria, che sarà ricordata come la peggiore, arrivano da colpi di mano, come quello che, sotto il titolo «fondi per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità», introduce un fondo nazionale contro la violenza sessuale di genere, senza spiegare il significato attribuito al termine «genere». Per innalzare un ulteriore osservatorio nazionale contro la violenza sessuale di genere, il conseguente piano d'azione nazionale contro la violenza sessuale di genere, veri e propri colpi bassi nei confronti del ruolo del Parlamento e della sensibilità del paese.
Concludo dicendo che questa finanziaria è la più cinica e immorale spartizione di denaro pubblico secondo interessi non propriamente collettivi. Una sola cosa è certa: dopo questa finanziaria, gli italiani, tutti, saranno meno sicuri e più poveri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Intervengo, in questo ulteriore passaggio della finanziaria alla Camera, per segnalare quanto ci sia effettivamente bisogno di una riforma per snellire ed accelerare le procedure di approvazione di una legge, che si fa sempre più complessa e difficoltosa. Un unico treno che passa una volta l'anno e sul quale tutti vogliono salire, forse anche coloro che, magari, non hanno posto. Si potrebbe, quindi, rivedere questa impostazione, magari pensando ad un modo diverso di svolgere la discussione. Nel passato, siamo stati abituati a conoscere le notizie più importanti, che la finanziaria proponeva, prima che dalle aule, magari, dai giornali. Questo è un ulteriore elemento che va corretto. Comunque, ci siamo sforzati di proporre ai cittadini un testo con il quale abbiamo affrontato anche la difficoltà di una soluzione lunga e difficile. Non siamo voluti cadere nella tentazione di presentare un testo per la discussione, che si potrebbe definire, come tanti altri testi, che abbiamo visto negli anni passati, senza infamia e senza lode, perché tanto, poi, alla fine, sarebbe arrivato un maxiemendamento che avrebbe detto tutto e il contrario di tutto, rispetto a ciò che era stato sottoposto preventivamente all'esame. Abbiamo, invece, cercato di tener fede a quel testo, l'abbiamo seguito, ci siamo confrontati ed abbiamo discusso. Ma l'eredità che dovevamo affrontare e i problemi che dovremo risolvere erano tanti e difficoltosi. «L'Italia scivola sotto la ricchezza dell'Unione europea», titolava un articolo de Il Sole 24 Ore di ieri. I dati sono inconfutabili: quando si analizza che, fatto cento il PIL pro capite, a parità di potere d'acquisto, negli ultimi tre anni (2003-2004-2005), siamo andati sotto questa soglia, si dimostra l'assoluto deperimento della situazione dei conti delle famiglie italiane.
Ma cosa abbiamo voluto proporre agli italiani, al di là degli slogan, dell'illusionismo politico e della facile demagogia? Abbiamo voluto proporre delle misure concrete che possano favorire quello sviluppo, quel risanamento e quell'equità di cui noi ci siamo fatti garanti. Non abbiamo voluto ascoltare, a ragione, tutte le critiche che sono venute, dato che questa opposizione che, in sei mesi, ha svolto un master, un corso di aggiornamento eccezionale, ha capito tutto e ha dispensato consigli a destra e a manca. Ha capito che bisognava aiutare determinate categorie che, però, durante i cinque anni del precedente Governo, non aveva aiutato.
Ha capito che bisognava, con i soldi che magari non c'erano, favorire moltissime di quelle iniziative, che le migliaia di proposte emendative presentate dall'opposizione richiedevano. Ha capito in pratica tutto ciò che nei cinque anni precedenti non aveva capito, nemmeno quando, a ricordare queste distrazioni, erano gli elettori, che ad ogni appuntamento elettorale censuravano e penalizzavano la condotta di quel Governo sciagurato, che ha fatto tanti danni al nostro paese e che ha lasciato quell'eredità che ci siamo trovati davanti.
Allora, noi ci siamo posti questo problema ed abbiamo cominciato a dare respiro a quelle categorie che non ne avevano più: agli incapienti. A loro, con i proventi derivanti dalla lotta all'evasione, abbiamo ridotto le tasse ed al tempo stesso abbiamo riconosciuto degli incentivi: assegni familiari fino a 21 anni, aumento delle detrazioni per i precari, il TFR nei fondi pensione, misure più soft per gli studi di settore, campagne di informazione contro il vizio del gioco.
Quanto alle auto aziendali, nessuna stretta per i dipendenti che le usano come fringe benefit. Controlli più stringenti e multe più salate sui videopoker, nel mirino di questo Governo. Sulla tassa di successione e donazione, per coniuge e figli abbiamo introdotto l'aliquota agevolata al 4 per cento, con franchigia di 1 milione di euro; per i fratelli, franchigia di 100 mila euro, oltre la quale l'aliquota sarà del 6 per cento; per tutti gli altri, conviventi compresi, l'aliquota è dell'8 per cento; previste agevolazioni per figli portatori di handicap (la franchigia qui è di 1 milione e mezzo di euro); nei passaggi di impresa tra padre e figlio la tassa di successione non si pagherà, a patto che il figlio non venda l'impresa per cinque anni. L'imposta di registro passa dall'11 all'1 per cento in tema di tassazione dei trasferimenti immobiliari a favore di persone fisiche; abolizione dell'imposta sostitutiva per i terreni fabbricabili suscettibili di utilizzazione edificatoria; esonero dai contributi per i giovani artisti; rottamazione di auto e moto, con bonus ed esonero dal pagamento del bollo; tassa di scopo, perché in alcuni comuni si possa prevedere la realizzazione di specifiche opere. «No» all'addizionale IRPEF sui redditi bassi; sanzioni più leggere per gli errori formali dei CAF; tracciabilità dei pagamenti, con una lista di esenti. Niente ticket sul pronto soccorso con il codice verde; 80 milioni di euro alla sicurezza; 7 miliardi di euro alle giovani toghe: arrivano 1,3 miliardi di euro per il 2007 e 5,6 miliardi a decorrere dal 2008, per l'assunzione di magistrati e contabili, avvocati e procuratori dello Stato. Incentivi per l'agricoltura biologica; taglio della bolletta dell'acqua alle famiglie più povere; fondo per i precari della pubblica amministrazioni con le risorse derivanti dai conti correnti «dormienti»; libri in prestito nelle scuole; un contributo di solidarietà del 3 per cento sulle cosiddette pensioni d'oro; norme per la sicurezza stradale. Precari nella scuola: prevista la regolarizzazione progressiva dei precari nella scuola, portando ad esaurimento le graduatorie. Più fondi contro la violenza sessuale; equiparazione dei contributi per colf con quelli per i rapporti di lavoro tra ONLUS e lavoratori dipendenti.
Ho fatto un rapido elenco, anche faticoso, per dire quali sono poi gli elementi concreti, di cui dobbiamo discutere in questa finanziaria; quali sono gli obiettivi che ci siamo posti, per ridare fiducia ad un popolo che non ne poteva più; per ridare una speranza e per far ripartire un'economia, che è ferma. Intanto tutto quello che ci circonda vede questa azione seria e responsabile, non più rinviabile, come un'attività che non produrrà gli effetti, che invece noi ci auguriamo. Si continua a definire il nostro Premier, il Presidente del Consiglio, come persona incapace di portare a casa il risultato di queste riforme e di tutte le altre riforme ancora più importanti e decisive, che ci accingeremo a varare ad inizio anno.
Su questo tema dell'incapacità vorrei dire che dovremmo tutti quanti darci una regolata, tornare al rispetto delle cariche istituzionali, anche perché, se volessimo far passare per incapace una persona che invece sta lavorando seriamente, non faremmo altro che sminuire la presunta capacità di chi contro questo Presidente del Consiglio è stato in grado di perdere per ben due volte; e per cercare di non perdere la seconda volta si è inventato anche una legge elettorale che ha avvelenato i pozzi!
Adesso, cari colleghi dell'opposizione, dovete bere anche voi con noi l'amaro calice dell'opposizione, anche perché vedo che fa bene, perché vi apre la mente, vi fa capire tutto ciò che - lo ripeto - in cinque anni non avete capito.
Questo Governo, nonostante le critiche e le manifestazioni di piazza, esce rafforzato da questo percorso, perché il recupero di consensi del 6 per cento, finite le sceneggiate e le manifestazioni di piazza, vi dimostra che sono le elezioni e il popolo che determinano le vittorie e le sconfitte; quindi quello stesso popolo che - lo ripeto - nei cinque anni precedenti vi ha attribuito una sconfitta dietro l'altra fino a consegnarci la guida del paese, ci restituisce la fiducia che questo Governo serio e responsabile, che propone cose concrete, merita.
L'Unione europea giudica positiva - e questo è un altro articolo che non vi sarà sfuggito - la legge finanziaria in discussione perché la prima impressione è che i conti sono tenuti sotto controllo; lo sviluppo e il risanamento sono problemi che il Governo si è posto e che devono essere seguiti con la massima attenzione ma che possono dare i primi frutti e una speranza affinché la crescita torni a dare a milioni di italiani quella fiducia che ormai avevano perso (e anche tanto).
Noi dei Popolari-Udeur vogliamo con il nostro contributo dare il sostegno convinto, come abbiamo sempre fatto in Commissione e nelle varie fasi del suo iter, a questa legge finanziaria, ed anche all'azione che il Governo, con un atteggiamento serio e responsabile di fronte agli impegni che ci attendono - questa è solo la prima fase che ritenevamo indispensabile e necessaria per rimettere le cose a posto -, intraprenderà nella seconda fase della sua azione a partire dall'anno nuovo. Noi Popolari-Udeur saremo al fianco di quelle forze dell'attuale maggioranza che vogliono continuare a far crescere il paese, a far sperare i nostri figli in un futuro migliore (Applausi dei deputati dei gruppi Misto, Popolari-Udeur e L'Ulivo)
PRESIDENTE. E iscritto a parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Presidente, prima di iniziare il mio intervento, vorrei rivolgere un ringraziamento sincero e fuori da ogni retorica al presidente della Commissione bilancio, onorevole Duilio, al relatore onorevole Ventura e agli altri membri della Commissione che, nonostante tutte le difficoltà, hanno comunque tentato di districare la matassa.
Veniamo ora al merito della questione. Una ulteriore premessa è necessaria a causa della polemica che si è accesa sul comma inserito dal Governo, quello che prevede la prescrizione del diritto al risarcimento per il danno contabile. Dato che si è aperta una polemica, la questione va almeno inquadrata e spiegata, perché i poveri cittadini che non sono nel Palazzo non comprendono cosa stiamo dicendo.
Innanzitutto, cerchiamo di spiegare cosa sia successo. Vi è semplicemente una proposta che non viene dal primo che passa per la strada, ma che ha alcuni firmatari, tra cui Zanda, che - lo ripeto - non è l'ultimo degli arrivati; è dunque una proposta formale che è stata recepita e inserita nel documento in esame. Cosa dice questa proposta? Lo dirò in «soldoni» sempre per farmi capire da chi non è addetto ai lavori: i termini per i reati contro la pubblica amministrazione vengono abbreviati in maniera incredibile; su quei termini di prescrizione vi è di fatto un colpo di spugna. Questo è niente ed è l'unica cosa che i giornali dicono.
Questo comma prevede inoltre che la responsabilità per tali atti contro la pubblica amministrazione sussisterà solo nel caso di dolo o colpa grave, escludendo in tal modo la colpa lieve. Infine, stabilisce che tale responsabilità non si estende ai titolari di organi politici che, in buona fede, abbiano approvato atti di competenza di uffici tecnici o amministrativi. Ciò vuol dire che gli atti compiuti dai politici senza colpa grave - non essendosi messi d'accordo con i funzionari - verranno sanati. Questo è il punto più grave, in quanto chiunque potrà affermare che, in buona fede, ha semplicemente omesso un controllo approfondito.
La Lega Nord - visto, tra l'altro, che l'onorevole Rutelli ha minacciato di querelare il sottoscritto e i colleghi Fugatti e Filippi (evidentemente la cosa dà fastidio) - intende presentare un ordine del giorno che impegni il Governo a provvedere all'annullamento di tutti questi effetti: non mi riferisco solo alla prescrizione, ma anche agli altri due aspetti che ho evidenziato. Infatti, la storia della buona fede dei politici è abbastanza ambigua! Pertanto, o si torna indietro su tutto oppure - cari amici dell'Italia dei Valori, mi rivolgo a voi in particolare - ci stanno prendendo per i fondelli!
Fatta questa necessaria premessa, passiamo al merito della finanziaria. Incredibilmente, caro ministro, c'è una buona notizia: nella marea unanime di bocciature, vi è qualcuno che approva questa finanziaria. Ad esempio, Almunia e l'Europa affermano che questa finanziaria va bene perché rispetterà i parametri; ci mancherebbe altro! Lo stesso ministro Padoa Schioppa aveva affermato che sarebbero basati 15 miliardi, mentre ce ne avete propinati 35, 20 in più del necessario: ci mancava solo che non si riuscisse a rispettare i parametri!
Per il resto, la finanziaria ha registrato bocciature su tutti i fronti, prevedendo investimenti non per lo sviluppo, ma per il pubblico impiego e per la pubblica amministrazione. Durante l'esame alla Camera, siamo partiti con 200 mila persone in più nella pubblica amministrazione e adesso siamo arrivati a quasi mezzo milione di persone; fuori di testa non è il popolo, ma qualcuno che queste cose le ha scritte e le vuole realizzare! Inoltre, le risorse vengono reperite non attraverso tagli alla spesa, ma aumentando le tasse; in questo modo tutti sono capaci di predisporre una finanziaria!
In ogni caso, la manovra finanziaria è stata bocciata unanimemente: dalla Banca d'Italia, dalla Corte dei conti, dall'OCSE, dalla Confartigianato, dalla CNA, dalla Confesercenti, dalla Confcommercio, dalla Confai, dagli operai di Mirafiori, dai professionisti, dagli avvocati, dai commercialisti, dalla polizia, dai carabinieri, dai vigili del fuoco, dai rettori delle università e, infine, anche dalla Confindustria. Dunque, sicuramente dagli addetti ai lavori, nonché dalla gente normale, che vi fischia!
La vostra manovra, come affermato dal Governatore della Banca d'Italia, Draghi, viene bocciata perché vi è un incremento della spesa pubblica fuori controllo e si prevedono maggiori entrate con pochi tagli alla spesa. Inoltre, l'operazione del TFR, oltre ad arrecare un danno alle aziende, è anche dannosa per lo Stato, perché il tasso di rivalutazione del TFR è più caro dell'emissione dei BOT. Quindi, anche dal punto di vista meramente economico si tratta di un'operazione stupida; non l'ho detto io, ma il governatore Draghi! L'OCSE ha addirittura messo in dubbio il fatto che si rispetti il parametro del 3 per cento per il 2007 (onestamente, speriamo che almeno questo non si verifichi). La Confartigianato, la CNA, gli artigiani, perché si sono arrabbiati? Semplicemente perché avete aumentato i contributi, quindi, quanto si deve versare per la pensione senza, però, aumentare le pensioni: capite che qualcuno ha il dovere e il diritto di arrabbiarsi se si fa una cosa simile? Soprattutto, avete inserito - cosa che non c'era, non c'è mai stata ed è fuori da ogni logica - la contribuzione per gli apprendisti. Anche in questo caso: parole al vento. In tanti si sono stracciati le vesti - non ultimo, il sottosegretario Cento - affermando che una tale misura sarebbe stata stralciata, eliminata; invece, c'è ancora.
Ci sono poi i commercianti, Confesercenti e Confcommercio: che cosa non andava ai commercianti della vostra manovra? Semplice: un aspetto già ricordato, che è un po' il settimo comandamento. Infatti, laddove c'è qualcuno che ciurla nel manico, bisogna colpire. Se non si emettono tre scontrini, scatta la chiusura per sei mesi: ma siamo veramente fuori di testa? I cittadini contribuenti vanno trattati bene: se li trattate così, è normale che poi si arrabbiano!
Per quanto riguarda la Confai e le piccole e medie imprese, avete manifestato un'attenzione esagerata verso le grandi imprese mentre le piccole e medie imprese sono state penalizzate. Alle piccole e medie imprese - lo ha detto il presidente della Confapi nel corso della sua audizione - del cuneo fiscale non gliene frega niente, perché le piccole imprese non hanno il beneficio del cuneo fiscale!
Alle piccole imprese serviva una cosa molto semplice: se si voleva investire per lo sviluppo, bastava detassare gli utili reinvestiti (Applausi del deputato Armani), una misura talmente semplice - così semplice - che, però, avrebbe avuto un effetto devastante sul PIL, ovviamente in senso positivo: era probabilmente troppo semplice!
Il risultato, invece, è stato che per le piccole imprese, quelle sotto i dieci dipendenti, alla faccia dello sviluppo, il costo del lavoro aumenta, fino quasi all'1 per cento. Solo sopra i 50 dipendenti il costo del lavoro diminuisce. Mi domando: dov'è lo sviluppo? Dove il pilastro dello sviluppo?
Anche gli operai di Mirafiori si sono lamentati e ciò ci stupisce. Abbiamo un Governo che, nella marea dei suoi rappresentanti, vanta parecchi sindacalisti e ci stupiamo che a nessun sindacalista sia venuta in mente una cosa elementare: prima di togliere il TFR, cioè, le liquidazioni, che sono dei lavoratori, bisognava chiederglielo! Magari, poi, avrebbero anche detto di sì ma, nelle relazioni sindacali il metodo è spesso più fondamentale della sostanza: voi non glielo avete nemmeno chiesto! Logicamente, si arrabbiano!
Infine, arriviamo all'ultima delle bocciature, la più inaspettata: quella di Confindustria. Abbiamo visto reazioni stizzite e anche un po' permalose da parte del ministro Padoa Schioppa e anche dello stesso Presidente Prodi. Da un lato ciò è comprensibile; tuttavia, anche Confindustria - Montezemolo in particolare - non sono stati molto corretti: prima hanno incassato e poi si sono lamentati. Infatti, prima hanno incassato il testo definitivo, dove era descritto chiaramente il cuneo fiscale - e ciò andava bene - ma era anche descritta chiaramente la rottamazione, insieme con la previsione del prepensionamento per seimila persone, quasi tutte della FIAT: prima incassano e adesso si lamentano!
Quindi, capisco che c'è un certo nervosismo. Oltretutto, non solo si lamentano, ma Montezemolo va poi a Domenica in e, alla domanda se farà il premier, risponde anche: perché no?
Come si direbbe in ambito militare, ha ragione Prodi a dormire preoccupato. Ma non c'è solo questo. Infatti, casualmente, lo stesso giorno, Monti si reca in trasmissione - dall'Annunziata - e ci dice la sua ricetta, di puro buon senso ma all'esatto opposto di ciò che ha fatto il Governo (o meglio, di ciò che era scritto nel DPEF, ma che poi si è perso, realizzando un disastro in finanziaria).
Anche Il Sole-24 Ore e il Corriere, organi dei poteri forti - quelli che comandano veramente in Italia - si sono svegliati e hanno iniziato a criticare la finanziaria. Bontà loro: dopo avere incassato, si possono lamentare. Capiamo, quindi, l'imbarazzo di Padoa Schioppa e di Prodi...
Fin qui, queste sono le reazioni e i commenti degli addetti ai lavori ma la gente normale, che lavora, la gente del nord che cosa dice e pensa di questa finanziaria? È semplicissimo. È scesa in piazza a Roma in maniera incredibile, con una manifestazione cui hanno aderito anche migliaia e migliaia di persone venute dal nord, non senza con sacrificio: persone non abituate a manifestare n piazza, che hanno pagato il biglietto del viaggio, e non, per così dire, in gita premio con i sindacati.
Soprattutto, poi, cosa fa questa gente? Fischia! Non appena ne ha l'occasione, fischia Prodi. Fischi, dunque, da Mirafiori, e ne abbiamo spiegato il motivo; fischi dalla CNA, ovvero dagli artigiani, anche quelli amici. E ne abbiamo spiegato altrettanto bene i motivi. Certo, se si aumentano i contributi, anche quelli sugli apprendisti e si fa salire il costo del lavoro, è logico che poi siano contrariati. Fischi anche a Bologna, a «casa sua».
Tutto ciò però - attenzione! - rappresenta solo la punta dell'iceberg; non illudetevi che si tratti di pochi fischi organizzati da qualche squadretta. I veri fischi giungeranno quando la gente normale saprà cosa contengono i circa 1.500 commi della finanziaria. Non pensiate che tutti siano addetti ai lavori; la gente normale capirà aspetti più semplici, i mille balzelli, il bollo sulle auto vecchie. Il mio papà possiede una Panda 30; ebbene, il mio papà pagherà il 15 per cento in più: ha 74 anni e fa mille chilometri all'anno: perché deve cambiare la macchina? Ma siamo fuori di testa (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Alleanza Nazionale)?
Il bollo sul motorino, il gasolio per autotrazione, i pedaggi autostradali, il canone RAI, il ticket per il pronto soccorso, le tariffe ENEL e poi soprattutto la seconda finanziaria, quella vera, quella dei comuni. Infatti, voi, ai comuni, avete tagliato le risorse ed essi, se non vogliono tirare giù la cler, se non vogliono «chiudere», dovranno aumentare l'ICI e l'addizionale. Tradotto in «soldoni» - alla fine, infatti, la gente lavora con i quattrini, con i danè, e non con le chiacchiere - si tratterà di un aggravio di 500 o mille euro in più per famiglia, che compensa ampiamente i pochi soldi in più che i redditi più bassi avranno in busta paga.
Ebbene, voi, cosa fate dinanzi ad una reazione della gente che pian piano scopre, pian piano si adira, e pian piano fischia? Dichiarate che vi è un difetto di comunicazione, che bisogna comunicare meglio. Beh, se volete un consiglio, è meglio lasciare perdere.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 11,30)
MASSIMO GARAVAGLIA. Vi faccio un esempio. La Repubblica, che non è un giornale a noi amico, evidentemente - dovrebbe, se mai, essere amico vostro -, nell'edizione di ieri, fa un bel paginone sulla manovra. E spiega un po' di cose. Se la comunicazione è questa, non so dove andremo a finire! La prima pagina è fantastica: redditi bassi, le esenzioni dagli aumenti. Quindi, abbiamo aumentato; poi però esentiamo qualcuno. Addizionali comunali IRPEF: i comuni possono esentare i redditi più bassi. Tante grazie, era un nostro emendamento! L'imposta di scopo - che avete messo voi - non toccherà i redditi fino a 24 mila euro. Grazie ancora; è un nostro emendamento! Il ticket per il pronto soccorso si pagherà solo sui codici bianchi, prima era previsto anche sui codici verdi. Quindi, prima volevate fare pagare il ticket anche a chi si rompeva un braccio mentre adesso avete capito che bisogna farlo pagare solo a chi ha un danno poco grave. Peccato che prima il ticket non c'era e quindi l'avete introdotto voi; bisognerebbe anche spiegarlo alla gente in maniera normale. Però la gente capisce ugualmente. La tassa di successione che non si applica fino ad un milione di euro, ma anche quella prima non c'era. Le tasse sull'auto: questa è «bellissima»: per le famiglie con almeno sei componenti vi è l'esenzione dal bollo per anni tre. Fantastico: sappiamo che in Italia, di famiglie con sei componenti, ve ne sono una marea. Ma anche il beneficio è di una grandissima entità; invece di due anni di esenzione, un anno in più!
Onestamente e sinceramente, se questa è tutta l'azione di comunicazione che riuscite a mettere in campo, è meglio che lasciate perdere. Anche perché - e concludo - molto semplicemente la gente normale, la gente che lavora, la gente del nord, gli artigiani, i commercianti, gli imprenditori ed i lavoratori dipendenti non hanno le «fette di salame» sugli occhi, come qualcuno di voi si ostina a credere ed a pensare. Infatti, questa finanziaria, non ve la perdoneranno facilmente.
I sondaggi, si sa, lasciano il tempo che trovano; però, attestano che i Democratici di sinistra sono sotto il 20 per cento, la Margherita è sotto il 10 per cento. Le amministrative si avvicinano: altro che fase 2; in questo caso, l'unica cosa seria da fare, caro Prodi, caro Padoa Schioppa, è lasciar perdere, andarsene e lasciare il paese in mano a qualcuno che sappia fare il suo dovere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor ministro, non è senza imbarazzo che mi accingo ad intervenire nella discussione odierna. Tale imbarazzo discende dal fatto che siamo chiamati a votare un disegno di legge finanziaria che presenta, in termini esasperati, tutti i difetti che l'attuale maggioranza ha imputato, con notevole clamore, alle leggi finanziarie approvate nella scorsa legislatura.
Il primo dato che, con tutta evidenza, balza agli occhi è costituito dal numero incredibilmente elevato dei commi che compongono il suo unico articolo. Ricordo ancora, infatti, gli interventi di tanti colleghi che, in polemica con il ministro Tremonti e con la maggioranza di centrodestra, si domandavano come il Presidente della Repubblica avrebbe potuto accettare una vistosa violazione del dettato costituzionale quale, a loro giudizio, si consumava con la presentazione di maxiemendamenti che, confrontati con quello approvato venerdì scorso dal Senato, erano ben poca cosa!
Signor ministro, lei ha affermato, nei giorni scorsi, che l'esame parlamentare ha migliorato la manovra finanziaria. In parte, ciò può trovarci d'accordo: il difetto infatti, signor ministro, è tutto nella decisione iniziale del Governo di presentare un testo che era già incredibilmente «lungo» e che recava, al suo interno, una serie di disposizioni di carattere localistico e microsettoriale, in palese violazione con le vigenti regole contabili.
Un disegno di legge finanziaria così «lungo» è il risultato di un difetto strutturale dell'Esecutivo, vale a dire la moltiplicazione dei ministeri, con la conseguente pretesa di ciascun ministro di trovare, nell'ambito dello stesso disegno di legge finanziaria, disposizioni di proprio interesse, se non addirittura le dotazioni necessarie per assicurare una struttura ministeriale anche ai ministri senza portafoglio.
Il difetto strutturale di questo Governo, vale a dire la sua eccessiva ampiezza, ha inoltre impedito di realizzare una manovra finanziaria coerente sia nelle impostazioni, sia nei contenuti.
L'affermazione del ministro per cui le modifiche intervenute nel corso dell'esame parlamentare non avrebbero intaccato le mura portanti della manovra appare - mi permetta, signor ministro - ridicola. È davvero difficile, infatti, riconoscere un indirizzo chiaro o una logica unificante nella molteplicità delle «disposizioni sparse» che sono state inserite nel testo in esame!
L'unico elemento che può essere chiaramente identificato, come è stato da più parti rilevato, è costituito dall'assoluta prevalenza, nell'ambito degli interventi correttivi, delle misure di carattere tributario.
Credo, infatti, che questo Governo e diversi ministri di spesa dovrebbero riconoscere al viceministro Visco il merito di avere reperito le risorse finanziarie necessarie non soltanto per assicurare il contenimento dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione entro il limite del 3 per cento del prodotto interno lordo, ma anche per garantire la possibilità di porre in essere i numerosissimi interventi onerosi che il disegno di legge finanziaria reca.
Vi è tuttavia, caro ministro, un rovescio della medaglia, che è stato implacabilmente denunciato dai rappresentanti del mondo imprenditoriale. È evidente, infatti, che un così intenso ricorso alla leva fiscale non può che infiacchire le prospettive di ripresa del sistema economico italiano proprio mentre, finalmente, apparivano all'orizzonte i primi segnali di un'inversione del ciclo.
Non risulta essere meno grave il fatto che la manovra finanziaria rechi un vero e proprio catalogo di interventi di «finanza creativa», a confronto dei quali - mi permetta, signor ministro! - le iniziative a suo tempo adottate dal ministro Tremonti sono ben poca cosa! Mi limiterò a ricordare solamente due aspetti.
Infatti, oltre alla creazione presso l'INPS del fondo nel quale dovrà confluire il TFR cosiddetto inoptato, vi è la novità, introdotta al Senato all'ultimo minuto, del trasferimento in capo allo Stato del debito contratto da Infrastrutture Spa per il finanziamento del progetto alta velocità: in questo caso, il ministro dell'economia e delle finanze ha toccato vette irraggiungibili di cinismo contabile!
In sostanza, colleghi, cosa è successo? Si è deciso di attribuire interamente all'esercizio finanziario in corso l'onere del debito, elevando così, in misura spropositata, l'entità dell'indebitamento netto, al fine di enfatizzare ulteriormente la virtuosità del rientro entro il tetto del 3 per cento del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo già nel 2007!
Al di là di queste iniziative fantasiose e opportunistiche, è mancata completamente una linea di indirizzo da parte del ministro dell'economia.
Non credo infatti che i colleghi della maggioranza possano credere nella serietà delle misure per il contenimento delle spese che la finanziaria prevede.
Da ultimo, due brevi considerazioni: una sul merito ed una sul metodo.
Quanto al merito, rilevo che nonostante gli impegni assunti in quest'aula, personalmente, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, il Governo non soltanto non ha rimediato alla gaffe di cui si era reso responsabile addebitando al fondo delle aree sottoutilizzate numerose misure di spesa, ma addirittura ha ulteriormente ridotto la disponibilità del fondo. In realtà si è trattato di una sorta di rimodulazione delle risorse, che vengono spostate negli anni avanti.
Nel testo licenziato - ricordo ai colleghi - dalla Camera dei deputati, il definanziamento del FAS era pari rispettivamente a 626 milioni di euro nel 2007, 221 milioni nel 2008 e a 15 milioni nel 2009. Il testo uscito dal Senato fissa questo definanziamento, rispettivamente, in 638 milioni, 291 milioni, e 100 milioni.
A tutto ciò vanno aggiunti, come ricorderete, gli effetti del comma 507 (quote di bilancio accantonate rese non disponibili), che per quanto riguarda il FAS sono pari a 409 milioni per il 2007, 405 per il 2008 e ben 668 milioni per il 2009.
Tutto ciò dimostra che l'utilizzo del FAS come mezzo di copertura non era stato un incidente di percorso, ma l'effetto della totale assenza di una politica per il Mezzogiorno di cui, signor ministro (capisco che lei non voglia seguire questo tipo di ragionamento), abbiamo avuto una dimostrazione in Parlamento anche in questi giorni, perché ancora oggi attendiamo che il Governo informi il Parlamento sulla proposta presentata alle autorità comunitarie per l'utilizzo dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013. Abbiamo appreso tutto ciò dai giornali, il Parlamento ancora è all'oscuro.
Quanto al metodo, non posso non rimarcare l'arroganza che ha contraddistinto il comportamento tenuto dal Governo, che non si è limitato ad inserire nel maxiemendamento disposizioni che erano state dichiarate inammissibili dalla Camera, ma ha addirittura ripristinato norme che erano state stralciate dalla Presidenza di questo ramo del Parlamento!
In conclusione, signor Presidente, onorevoli colleghi, non posso che concordare con il professor Monti, quando afferma che questa finanziaria rappresenta un'occasione sprecata, perché non si connota realmente nel senso del rigore e, allo stesso tempo, non reca quelle misure che sarebbero necessarie per sostenere veramente la ripresa della nostra economia. Queste, e tante altre motivazioni, nascoste nei 1.400 commi, che non posso certo richiamare, considerata la brevità dell'intervento, ci inducono in maniera forte e decisa a dire «no» a questa finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania - Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Misiani. Ne ha facoltà.
ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, colleghi, sta finalmente volgendo al termine un dibattito fin troppo lungo, faticoso, spesso aspro, che ha dominato e condizionato la vita politica e istituzionale del paese da parecchi mesi a questa parte. Dalla natura di questo dibattito emerge un primo tema: quello della revisione delle regole della sessione di bilancio.
Certo, l'Italia non è il Regno Unito, con il suo budget inemendabile, che occupa pochi giorni della vita politica; noi siamo un Parlamento che anche quest'anno ha dimostrato di saper svolgere il suo ruolo, se messo in condizioni di farlo.
Un Parlamento capace di recepire le istanze del paese e di migliorare i contenuti di una manovra, che quindi uscirà migliore dal dibattito parlamentare rispetto ai pur condivisibili contenuti iniziali. Non è tuttavia possibile, in un paese che pure non è il Regno Unito, che noi dobbiamo vivere il paradosso di lunghi mesi di dibattito, che tuttavia ha visto ad esempio le Commissioni parlamentari di Camera e Senato non messe, per l'evolversi degli eventi, in piena condizione di poter svolgere il loro lavoro.
Un paradosso che dobbiamo superare, ponendo questo tema nell'agenda delle riforme istituzionali con la dovuta centralità, in un paese che invece troppo spesso si appassiona al dibattito sulla legge elettorale o sulla devolution e poco si interessa di temi come questo, che invece sono cruciali per migliorare il funzionamento delle istituzioni e il nostro lavoro.
La manovra del 2007 - con i suoi 35 miliardi di euro - è la più pesante, dopo quella del 1993, l'anno del rischio di bancarotta con la manovra da 46,9 miliardi, ed è paragonabile per dimensioni a quella del 1997 che contribuì a portare l'Italia nell'Unione monetaria europea. Questa dimensione non è il frutto del mero arbitrio del Governo perché l'Italia del 2006 è un paese che ha a che fare non con problemi ordinari, ma con problemi straordinari. È un paese che ha vissuto la stagnazione negli ultimi cinque anni, in una fase in cui l'economia mondiale correva come non mai: più 0,6 per cento l'Italia, più 4,5 per cento ogni anno l'economia mondiale. È un paese che ha di fronte iniquità sociali tra le più ampie in Europa: noi abbiamo la peggiore distribuzione del reddito e della ricchezza; la più alta evasione ed elusione fiscale; il mercato del lavoro che più rapidamente si va precarizzando rispetto ad altri paesi europei. Noi abbiamo infine - ma non è certo l'ultimo dei nostri problemi - un quadro dei conti pubblici in deterioramento rispetto agli anni del risanamento: saldo primario azzerato, spesa pubblica superiore di 3 punti di PIL in pochi anni; debito che pericolosamente ha ripreso a crescere in rapporto al PIL dal 2005 in avanti. Aggiungo, però, che noi siamo un paese che anche nel dibattito di questi mesi, ha dimostrato una consapevolezza della gravità di questi problemi non all'altezza della situazione reale che abbiamo di fronte. Un paese che per anni ha visto allentarsi ulteriormente un'attenzione unitaria, un senso civico, il senso di una missione nazionale che, invece, era ed è necessaria in particolare in questa fase.
Questi problemi non ordinari meritano risposte straordinarie e strutturali destinate a durare nel tempo e, necessariamente, su una pluralità di versanti. Questa manovra finanziaria mette in campo interventi su più versanti: uno sforzo di risanamento straordinario dei conti pubblici del nostro paese che, già dal 2007, permetterà di riportare i nostri parametri all'interno di un sentiero virtuoso di gestione della finanza pubblica, coerentemente con gli impegni assunti dal precedente Governo con l'Unione monetaria europea - questo va ricordato a qualche collega che spesso se ne dimentica -, sfruttando opportunamente una congiuntura economica oggi più favorevole rispetto al passato. Questi sono interventi che valgono 15 miliardi di euro sui 35 complessivi di questa manovra che però mette in campo - e sono la maggioranza di questi 35 miliardi di euro - investimenti massicci per conseguire l'obiettivo di una maggiore crescita dell'economia e per migliorare la condizione di equità sociale del nostro paese; quindi, non una manovra di «lacrime e sangue», ma una manovra che punta insieme al risanamento dei conti pubblici e alla crescita dell'equità sociale di questo paese, rimettendo in campo dopo tanti anni una politica industriale vera, riducendo in modo sensibile il costo del lavoro per le imprese, investendo massicciamente in infrastrutture con il 40 per cento in più rispetto all'anno passato, come riconosce l'Associazione nazionale dei costruttori edili - aderente alla Confindustria - e non i dati di questo Governo. Questa è una finanziaria che mette in campo interventi importanti sia sul versante dell'equità sociale sia nel sistema fiscale con una redistribuzione importante attraverso la modifica delle aliquote, il passaggio da deduzioni a detrazioni e, soprattutto, con interventi coraggiosi atti a contrastare l'evasione e l'elusione fiscale, quindi, una finanziaria che inizia a rispondere ai bisogni sociali emergenti.
Certo c'è tanto da fare, ma finalmente si affronta il problema della non autosufficienza, della condizione giovanile di questo paese, del tema delle famiglie che hanno figli e fanno fatica ad arrivare a fine mese; quindi, una finanziaria che affronta con una pluralità di interventi la questione del lavoro precario di milioni di giovani lavoratori che, oggi, in questo paese non hanno prospettive certe, non riescono a crearsi una famiglia, a comprarsi una casa, ad accendere un mutuo, cioè a fare quello che i loro padri erano in condizione di fare trent'anni fa in un paese assai diverso da quello attuale.
Ci è stato detto che è una manovra troppo pesante rispetto a ciò di cui ha bisogno il paese. Ma ritengo che quest'ultimo non abbia solo bisogno di rimettere a posto i propri conti: questo paese ha bisogno di crescita e di equità. E siccome nessun pasto è gratis, per rimettere in moto la crescita, per realizzare le infrastrutture, per permettere alle imprese di competere e di crescere servono soldi. In questo paese, per attuare la giustizia sociale, per aiutare le famiglie, gli anziani e i più deboli servono risorse. Da tali obiettivi deriva la dimensione di questa manovra finanziaria.
È stato detto, altresì, che è una manovra finanziaria con tante, troppe tasse. Se leggiamo bene i dati e iniziamo a sottrarre dall'entità delle maggiori entrate 6 miliardi di TFR, che non sono certo imposte aggiuntive sui lavoratori, se iniziamo a togliere 9 miliardi di evasione, elusione, valorizzazione del patrimonio, che non sono maggiori imposte sui contribuenti onesti, e se teniamo conto di 5,5 miliardi di euro che ritornano a cittadini e imprese sotto forma degli sgravi previsti per il cuneo fiscale, la realtà è ben diversa da quanto affermato dalla propaganda. Infatti, la pressione fiscale aggiuntiva reale sui contribuenti onesti vale lo 0,3 per cento del prodotto interno lordo.
Peraltro, Il Sole 24 Ore, l'organo di Confindustria che - come è stato ricordato - non è certo stata tenera con questo Governo, certifica che la famiglia media italiana da questa manovra finanziaria guadagna 120 euro nell'ipotesi peggiore, ossia nell'ipotesi in cui aumentino l'addizionale IRPEF regionale e l'addizionale IRPEF comunale ed i comuni pongano la tassa di scopo. Tutte ipotesi possibili, ma per nulla scontate, che dipenderanno dalle autonome scelte degli enti locali.
Quindi, altro che massacro, altro che stangata! Questa manovra tutela le istanze e le esigenze della famiglia media di questo paese, come dimostrato da chi i numeri se li è andati a cercare e li ha calcolati nel modo più corretto possibile.
Il dibattito è stato durissimo e aspro, come ho ricordato all'inizio del mio intervento.
I sentimenti di tanta parte del paese che è scesa in piazza - non mi riferisco solo alla manifestazione del 2 dicembre, ma a tante altre che hanno costellato il dibattito di questa legge finanziaria - non vanno affatto sottovalutati. Infatti, il Governo e questa maggioranza hanno il dovere di ascoltare i sentimenti profondi dell'intero paese.
Ma quando il polverone cesserà, la polvere si depositerà e, tra qualche mese, i cittadini e le imprese verificheranno gli effetti di queste scelte di politica economica e finanziaria con i dati concreti alla mano, molti giudizi e pregiudizi negativi cederanno il passo al riconoscimento del coraggio e della responsabilità, che credo siano la cifra vera di questa manovra di politica economica e finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, mi rivolgerò al ministro dell'economia e delle finanze, professor Padoa Schioppa, per porgli alcune domande, confermando, innanzitutto, la stima per lo studioso, per il docente universitario, per l'economista, che certamente illustra la disciplina a lui cara con interventi puntuali e precisi. Tuttavia, ciò, signor ministro, mi suscita qualche dubbio, perché ho la sensazione - che vorrei lei avesse occasione di chiarire o, quantomeno, di smentire - che non sempre le sue idee, la sua impostazione di politica economica, i suoi principi (sui quali ha, peraltro, prodotto un'enorme quantità di lavori apprezzati) siano stati tenuti presenti in questo difficile lavoro che ha portato alla preparazione, con mille difficoltà, del disegno di legge finanziaria in esame e del precedente decreto fiscale, collegato alla manovra.
Le dico questo, signor ministro, perché vi sono davvero tali e tante incongruenze in questa manovra che, certamente - vorrei che ci fornisse una risposta in ordine a tale aspetto -, se lei avesse potuto lavorare di suo, seguendo i suoi principi, la sua impostazione di politica economica, se non fosse stato condizionato da una serie infinita di richieste, di pressioni, di suggerimenti, talvolta al limite della pressione psicologica (non voglio usare un'espressione più pesante), probabilmente avrebbe svolto un lavoro diverso; un lavoro che certamente sarebbe stato più coerente rispetto ai suoi principi, all'impostazione di politica economica della quale ha dato prova in tanti anni, facendole guadagnare una stima non secondaria, ma importante, non soltanto in Italia, ma anche fuori dal nostro paese.
Pertanto, le vorrei porre alcune domande, ma in assenza di una risposta convincente, lo abbiamo già detto e lo riconfermo, non potremo che esprimere un giudizio pesantemente negativo su questa manovra.
La prima domanda è la seguente: in che modo si è potuto tenere conto, ammesso che se ne sia tenuto conto, dell'aumento delle entrate già previste per il 2006 e di quelle non previste (o meglio non previste, forse, da questo Governo, ma certamente previste da noi), grazie all'impostazione di politica economica che avevamo dato con il Governo Berlusconi, del quale mi onoro di aver fatto parte per ben cinque anni? È una somma in più che parrebbe essere, lei certamente avrà i dati puntuali alla mano, di oltre 33 miliardi di euro. Si è tenuto conto di ciò ed in che modo? Sembrerebbe in parte di sì, visto che nella nota di variazione al DPEF non avete potuto fare a meno di tenerne conto, ma, allo stesso tempo, non sembra che se ne sia tenuto conto nell'elaborazione complessiva del rapporto tra entrate e spese e con riferimento, quindi, per un verso, alla prosecuzione dell'azione di risanamento della spesa pubblica e, per altro verso, all'impulso indispensabile all'economia.
La seconda domanda è la seguente: si è detto che, attraverso una manovra di riscrittura della curva dell'IRPEF, si intendeva predisporre un intervento a favore delle categorie meno fortunate del nostro paese, ma come si concilia questo, signor ministro, con il rapporto indispensabile, che certamente non può esserle sfuggito, tra, certo, una parziale riduzione del carico fiscale per alcune categorie, unitamente all'aggravamento della pressione fiscale nei confronti di una enorme quantità di cittadini (praticamente la totalità, quindi anche delle categorie meno abbienti), e le addizionali comunali e regionali, in particolare, l'ICI, ma non solo? Mi riferisco anche alla sanità, al trasporto pubblico locale, all'erogazione dei servizi essenziali operati dai comuni nel nostro paese.
Come si giustifica - terza domanda - questa sorta di compensazione, che certo - me ne rendo conto - deve essere stata frutto di una lunghissima, complessa trattativa tra la riduzione del cuneo fiscale ed, invece, il trasferimento del TFR? È un argomento sul quale mi limito solo a porre la domanda; vorrei poter svolgere un'argomentazione più completa, ma i minuti a mia disposizione non me lo consentono.
Inoltre, signor ministro, come si giustifica l'insufficiente attenzione nei confronti delle grandi opere infrastrutturali del nostro paese, spina dorsale dello sviluppo della nostra economia, come, peraltro, affermato in precedenti documenti dei diversi Governatori della Banca d'Italia che si sono succeduti negli ultimi tempi, quanto meno gli ultimi due?
Inoltre, come si giustifica il blocco di alcune grandi opere se non per una scelta di carattere meramente ideologico, che nulla ha a che fare con lo sviluppo del nostro paese? Mi riferisco al ponte sullo stretto di Messina, ma anche alla realizzazione della TAV e ad altre opere estremamente importanti.
Vorrei porre un'ulteriore domanda: la correzione dell'andamento della finanza pubblica indicata è quella effettiva o no? Non sarebbe forse bastata una manovra corrispondente a meno della metà, ponendo la giusta attenzione alla parte che riguarda gli incentivi allo sviluppo della nostra economia?
In breve, vorrei sollevare altre due questioni. A me è sembrato di cogliere il seguente problema in una dichiarazione resa tre settimane fa proprio da lei, ministro Padoa Schioppa. Probabilmente essa non è stata riportata correttamente dal giornale sul quale l'ho letta, tuttavia da questa sua dichiarazione sembrava che anche lei ammettesse un effetto recessivo sulla nostra economia dovuto agli interventi operati con la legge finanziaria. Vorrei una conferma sul fatto che si tratti effettivamente della sua opinione. Allora, vi era davvero bisogno di una manovra recessiva in questo particolare momento della storia economica del nostro paese o non era invece il caso di puntare ad ulteriori incentivi per la crescita e lo sviluppo della nostra economia? Non citerò in proposito le ultime dichiarazioni rese da esponenti qualificati della Confindustria; tuttavia, esse che si saranno pur fondate su qualche dato effettivo!
Infine, come è stato possibile immaginare di porre non solo una, ma due modifiche al maxiemendamento del Senato su qualcosa che davvero indigna?
PRESIDENTE. Onorevole La Loggia, la prego di concludere.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, mi accingo a farlo.
Stavo riferendomi alla prescrizione breve riguardante i reati contabili. Come è stato possibile che una persona del suo livello, della sua caratura politica ed economica, che sicuramente merita rispetto, abbia potuto consentire che questo potesse accadere? È una vergogna per il nostro paese e per il nostro Parlamento. Vi inviterei a rivedere le norme in questione, anche a costo di tornare al Senato, fosse solo per modificarle.
Per queste ragioni ed in assenza di risposte convincenti e complete a queste domande semplici, che tuttavia si pongono tutti gli italiani, il nostro voto non potrà che essere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti. Si tratta di qualcosa che noi, appartenenti al centrosinistra, dobbiamo sempre e comunque sottolineare. Siamo partiti da una situazione, quella lasciata dal centrodestra e dai Governi Berlusconi, disastrosa per la finanza pubblica. Non sto qui a ricordare l'avanzo primario azzerato né la differenza tra il debito pubblico all'inizio e poi alla fine dei Governi Berlusconi (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Per favore, colleghi!
LUCIANO D'ULIZIA. Si tratta di 320 miliardi di euro di accrescimento del debito pubblico.
Non sto a ricordare il fatto che l'economia era a crescita zero. Quindi, signor Presidente e onorevoli colleghi, non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti, ovvero da un disastro.
Per parlare di questo disastro, informo l'Assemblea sugli effetti da me definiti di trascinamento e di traslazione. Ho ascoltato in questa sede che vi è stata una crescita delle entrate tributarie corrispondente a circa 30 miliardi. Si tratta di una cifra ancora non definita, perché c'è chi parla di 34 miliardi, mentre altre voci ne riportano 37. Relativamente all'anno in corso, i conti definitivi devono ancora essere fatti.
Comunque, si registra una crescita: su questo non c'è dubbio. Attenzione, però, signor ministro, all'effetto di trascinamento e di traslazione, cioè al fatto che i provvedimenti adottati dal passato Governo e dalla passata maggioranza hanno creato un ulteriore indebitamento. Basta fare i conti: dall'aprile 2006 ad oggi siamo passati da 1.547 miliardi a 1.600 miliardi di indebitamento, con un effetto di trascinamento di 53 miliardi, che è quasi due volte la legge finanziaria in esame. Dunque, l'eredità positiva di cui si parla diventa, con una semplice somma algebrica, un'eredità altamente negativa anche in termini di saldi contabili della finanza pubblica.
La legge finanziaria in esame cerca di riparare ai disastri passati attraverso il risanamento ed attraverso lo sviluppo: questi sono i due momenti fondamentali che caratterizzano tale manovra.
Il risanamento è necessario per avere un disavanzo sotto il 3 per cento: raggiungeremo il risultato - non è difficile prevederlo - dato che tutti gli istituti stimano che grazie ai 15 miliardi di euro di diminuzione della spesa riusciremo a raggiungere un 2,8-2,9 per cento di disavanzo nel 2007. Occorre, però, frenare la massa debitoria perché è quella che incide profondamente sui conti pubblici: si tratta di 70 miliardi di oneri finanziari che ci impediscono di realizzare politiche più virtuose di sviluppo. Quindi, porrei attenzione al disavanzo, ma porrei altrettanta attenzione alla crescita della massa debitoria che, per quell'effetto di trascinamento di cui parlavo prima, ha portato il debito pubblico italiano tra i primi in tutto il mondo ed a circa 1.600 miliardi di euro (ricordo ai colleghi che 1.600 miliardi di euro sono più di 3 milioni di miliardi di vecchie lire).
Il secondo corno del problema è lo sviluppo. I contenuti della finanziaria, signor ministro, sono stati sottovalutati. Diciamo la verità, forse non siamo stati capaci di mandare messaggi chiari, esaurienti e comprensibili, ma i vari fondi per lo sviluppo o lo stesso cuneo fiscale non sono stati sufficientemente valutati ed analizzati.
Debbo sottolineare che, a mio avviso, i provvedimenti sulla cooperazione, sulle imprese cooperative, non sono stati sufficientemente valutati e recepiti. Faccio notare al ministro Padoa Schioppa che oggi l'insieme delle imprese cooperative costituisce l'8 per cento del PIL: in economia l'8 per cento del PIL conta, fa la differenza. Non è stata osservata ed approfondita la funzione anticiclica delle imprese cooperative: quando il paese era fermo (crescita zero nel 2005) abbiamo registrato, invece, una forte crescita dell'economia cooperativa. Occorre capire non solo la funzione economica dell'economia cooperativa, ma anche la diversa funzione sistemica. L'impresa cooperativa non è una società diversa dalle altre solo perché l'elemento lavoro prevale sull'elemento capitale, ma ha una cultura ed un progetto completamente diversi e riesce, grazie al suo DNA, a dare una risposta e ad assolvere una funzione completamente diversa. Lo abbiamo visto negli anni passati, quando l'impresa cooperativa è riuscita a recuperare, a differenza dell'impresa capitalistica.
In conclusione, ritengo che questo Governo abbia operato bene. Devo ringraziare anche il sottosegretario Sartor per la sua dedizione e per la pazienza dimostrata nell'ascoltare i nostri interventi e nel cercare di comprendere i problemi che abbiamo esposto. Pur con i limiti cui ho accennato, quindi, credo che l'indicazione che il gruppo dell'Italia dei Valori può dare sia quella di osservare non soltanto il disavanzo percentuale. Infatti, è assolutamente necessario ridurre la massa debitoria, dalla quale deriva un aggravio per il bilancio dello Stato: mi riferisco ai famosi 70 miliardi di euro di oneri finanziari che paghiamo sul debito pubblico.
È vero che c'è qualche dubbio sulla crescita, parliamoci chiaro! Come possiamo recuperare? La cooperazione esercita la sua funzione anticiclica ed è per questo, signor Presidente, signor ministro, signor sottosegretario, che noi chiediamo che siano attuati gli ordini del giorno che sono stati accettati dal Governo e votati dal Parlamento e che riconoscono la funzione anticiclica, virtuosa e attiva delle imprese cooperative italiane. Sono promesse che il Governo ha fatto e noi chiediamo che siano rispettate nel concreto.
Nel preannunciare, quindi, un voto favorevole sul disegno di legge finanziaria da parte del gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori, raccomando al Governo soprattutto di tenere conto della capacità delle imprese cooperative di aiutare quella crescita che parrebbe, che sembra sarà un po' stentata, almeno nel 2007 (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marras. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARRAS. Signor Presidente, signor ministro, abbiamo discusso molto, in questa Assemblea, del disegno di legge finanziaria e credo sia stato detto un po' di tutto. Per quanto mi riguarda, è necessario entrare nello specifico, essendo io un membro della Camera dei deputati eletto nella regione Sardegna ed essendo molto legato alla mia terra. Questa regione beneficerà delle entrate che dovrebbero derivare dal maggiore gettito IRPEF e questa previsione dovrebbe portare al risanamento, che dovrebbe essere realizzato nel 2010.
Voglio ricordare qualcosa che forse non è molto attinente alla discussione che si sta svolgendo ma che, comunque, è importante. Il Presidente del Consiglio Prodi si ispira al modello instaurato in Sardegna dal governatore Soru e ha affermato la sua intenzione di creare amministrazioni regionali di centrosinistra simili al modello di gestione attuato dal governatore della Sardegna. Al convegno dell'ANCI, svoltosi pochissimi giorni fa, Prodi ha ricordato lo sforzo di questo Governo per poter andare incontro alla Sardegna entro il 2010. All'indomani di questa grande vittoria annunciata, tuttavia, l'assessore al bilancio si è dimesso. Tale assessore era stato scelto da Soru per governare i conti. Quindi, la grande vittoria è finita con le dimissioni dell'assessore Pigliaru, seguite dalle dimissioni dell'assessore alla pubblica istruzione; chissà dove arriveremo.
Questo è il metodo al quale si ispira il Presidente Prodi, che tenta forse in tutti i modi di attuare il sistema a livello nazionale, ma senza successo perché, in questo caso, nessuno se ne va e tutti rimangono.
Avete creato un enorme «buco» di bilancio nella sanità e la Sardegna non riuscirà a pagare la spesa sanitaria. Ancora più grave è il fatto che, mentre in questi giorni si discute un piano sanitario che non è ancora pronto, già affermate che non trasferirete neppure un euro per tale piano, in attesa di un trasferimento che avverrà nel 2010.
Avete eliminato completamente i trasferimenti per il trasporto pubblico locale - questo è gravissimo - e anche per le Ferrovie meridionali sarde, lasciando l'isola in sofferenza.
Inoltre, come se non bastasse, parlate anche della continuità territoriale che sarà assegnata alla Sardegna, un concetto che fa acqua da tutte le parti. Non avete dato seguito alla continuità territoriale, mentre con il Governo Berlusconi eravamo riusciti, per quanto riguardava non solo i passeggeri ma anche le merci, a finanziarla per cinque anni. Siete riusciti a cancellarla completamente, senza colmare quel gap così da consentire alle regioni insulari di essere concorrenziali con le altre aziende. Avete cancellato completamente l'interesse per il sud. Il vostro Presidente del Consiglio dichiara costantemente che 20 miliardi di euro sono dedicati alla ripresa economica, soprattutto nel sud, compensando i soldi per le aree sottoutilizzate. Dovete riflettere seriamente, perché torneremo in questa aula a ricordarvi, con i deputati sardi, giorno per giorno, ciò che avete fatto.
Per quanto riguarda il capoluogo della regione Sardegna, che era inserito con Gioia Tauro in un comma per partecipare alle «famose» autostrade del mare, di cui il ministro era venuto a parlare in Sardegna, avete cancellato Cagliari e lasciato i soldi solo per Gioia Tauro. Abbiamo presentato emendamenti per aiutarvi a capire che in Italia le regioni sono diverse, che il sud è diverso dal nord, che vi è un'Italia a due marce. Volevamo aiutare il Governo sia in Commissione sia in Assemblea: siete stati sordi.
Non avete la concezione di come sia fatto il paese e vivete troppo nel palazzo. Avete bisogno di capire meglio come funzioni il meccanismo economico, di cosa soffra oggi il sud, quali siano le difficoltà che, adesso, iniziano anche al nord. In un'Italia - ripeto - a due marce, le cose vanno peggio per tutti.
Avete affrontato un argomento pesantissimo...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIOVANNI MARRAS. Concludo, signor Presidente; le chiedo solo di poter fare un accenno importante alle prefetture. Avete soppresso le prefetture nelle città sotto i 200 mila abitanti. Avete soppresso Nuoro ed Oristano e per Nuoro sarà un problema molto serio...
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIOVANNI MARRAS. O sarà presentato un ordine del giorno per porvi rimedio (e in quel caso vi invito ad accettarlo), oppure si dimostrerà che non avete capito il ruolo che dovete svolgere nel paese. Invito il Governo a dare le dimissioni o a seguire le indicazioni che vengono dai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, sono stato sorpreso dall'avvio dell'azione governativa nell'ambito economico. Mi ha sorpreso, più di ogni altra cosa, l'atteggiamento del ministro in carica, cui mi rivolgo con estremo rispetto per la sua figura istituzionale. Mi ha lasciato sufficientemente sconcertato per l'approccio: in più di un'occasione (ribadita anche in questi giorni nei dibattiti televisivi) ha affermato la sua apoliticità, la sua natura tecnica di ministro. Ciò mi ha lasciato sorpreso, se non sconcertato, perché non possiamo credere che il signor ministro non capisca quanto sia politico il suo ministero, quanto sia estremamente importante e determinante nella vita di tutti gli italiani un intervento in tema economico.
Non si può essere soltanto dei tecnici; bisogna anche scegliere se essere tecnici o politici. Quando si introduce un ticket per il pronto soccorso, quando si opera un taglio nel settore della sicurezza, quando si fermano i grandi cantieri per le grandi opere, per i grandi tracciati autostradali, per le grandi ferrovie, non solo dell'alta velocità (chiamiamola anche alta capacità), si compiono interventi politici.
Signor ministro, mi lasci dire che è disorientante questo stile, che mi sembra aggravi ancora di più il momento di sfiducia fra i cittadini, le istituzioni ed il Governo. Non posso scordare quei lunghi mesi di silenzio in cui, dopo avere vinto le elezioni, questo Ministero dell'economia non faceva ancora alcuna anticipazione su quelle che potevano essere le manovre economiche. Non dimenticherò mai le audizioni del signor ministro, per le quali erano stati convocati un centinaio di parlamentari, in cui il signor ministro leggeva delle «tabelline» sull'organigramma del ministero, perché non si sentiva di fare delle anticipazioni o, forse, perché queste non gli venivano consentite. La realtà, probabilmente, è che questo non essere politico lo ha indotto a ritenere che qualcuno non pensasse, invece, a fare politica, anche nell'ambito dell'economia, senza di lui. I decreti Visco e Bersani, infatti, sono la prova lampante che i provvedimenti economici venivano redatti dal viceministro dell'economia e dal ministro dello sviluppo economico e non dal ministro competente; ricordo il decreto Visco e Bersani sulle «finte» liberalizzazioni - chiamiamole così - e il decreto Visco con l'introduzione di tantissimi provvedimenti di natura tributaria e fiscale, che hanno portato in piazza intere categorie di italiani, interi ceti produttivi. Tutta Italia è scesa in piazza, non solo il 2 dicembre, ma anche prima. Si parlava di grandi liberalizzazioni, è stato detto: colpiamo i poteri forti. I tassisti, i panificatori: ecco, questi erano i poteri forti che voleva colpire il Governo. Però, qui a Roma si dice, signor ministro, che o lei ci fa o lei ci è.
Al di là dell'analisi tecnica di questa finanziaria, di cui si è già parlato, che vorrei tralasciare in quanto verrà affrontata da altri colleghi dell'opposizione, mi sorge, legittima e sincera, una domanda che vorrei rivolgere al signor ministro, che capisco sia occupato in altre conversazioni (per carità, è tutto lecito, signor ministro, ci mancherebbe altro). Signor ministro, si pensava che con il Governo Berlusconi a causa dei tanti condoni, alla fine gli italiani non avrebbero pagato più le tasse, le famose tasse, chiamiamole anche con il loro nome, ovvero le imposte. Allora, nei primi quattro mesi del 2006, quando ancora non si sapeva se avrebbe vinto il centrosinistra o il centrodestra, si registrava già un incremento di gettito delle imposte ordinarie di quasi 13 miliardi di euro. Un trend che ha indicato come, invece, gli italiani, in presenza di tanti condoni, avessero aumentato la loro responsabilità fiscale. Questo trend positivo ha portato ad un incremento, con gli acconti al 30 novembre - lo dico perché rimanga agli atti -, di circa 33 miliardi di euro.
Vi fornisco anche un altro dato: sappiamo che questa famosa finanziaria, che è stata riscritta tre volte, nei passaggi alle Camere, è di circa 20 miliardi superiore al fabbisogno, che è di 14-15 miliardi. Vi sono, quindi, 20 miliardi in più. Ecco, signor ministro: 33 miliardi di gettito ordinario più 20 miliardi di gettito derivante dalla manovra finanziaria sono circa 53 miliardi di euro. Se prendiamo il vecchio quoziente della famosa divisione euro (1936,27), si tratta di circa 102 mila miliardi di vecchie lire!
La mia domanda dunque è la seguente, signor ministro: visto che abbiamo introdotto i ticket sul pronto soccorso, abbiamo tagliato gli arruolamenti di carabinieri, polizia di Stato e vigili del fuoco, visto che non abbiamo diminuito realmente le tasse ai cittadini e alle famiglie, allora questi 102 mila miliardi di vecchie lire dove li avete messi? Se avete prodotto ancora tagli di ogni genere, se avete rinunciato ad ogni tipo di riconoscimento alle famiglie e ai cittadini, se avete chiuso i cantieri delle grandi opere - «no TAV», «no ponte», e chissà quante altre cose! -, allora dove avete messo 102 mila miliardi di vecchie lire?
Signor ministro, non devo quindi aggiungere che noi bocciamo completamente la manovra finanziaria! Le chiedo tuttavia, anche per una questione di sua personale dignità e reputazione, che sappiamo essere derivante da grandi incarichi in sede di Unione europea, se non ritenga che forse la competitività sarebbe potuta derivare dai grandi investimenti che stavamo facendo con il Governo Berlusconi, per non parlare dell'interruzione dell'alta velocità (o alta capacità), o del fatto di dire «no» al ponte, volto a rompere finalmente l'isolamento, che non è solo geografico ma anche culturale, della Sicilia rispetto al resto dell'Italia. Come pensare di non ridurre significativamente le tasse alle famiglie e ai cittadini, creando così anche un grande polmone in termini di aumento dei consumi e quindi di riflesso benefico sul PIL? Come mai, signor ministro, la competitività è rimasta immobile, non è stata toccata, non si parla di competitività, né si parla di infrastrutture? Ho ricevuto proprio in queste ore la lettera del presidente della SAGAT, la società aeroportuale di Torino Caselle, che è stata penalizzata. Quindi stiamo veramente portando al dissesto tutto il sistema infrastrutturale italiano!
Le domando allora: lei, signor ministro, l'ha letta questa manovra finanziaria? La condivide pienamente? Visto il suo percorso anche di grande funzionario, di grande dirigente nell'Unione europea, forse una maggiore attenzione a questo aspetto avrebbe dovuto prestarla. Non è che forse lei si è lasciato scappare di mano questo ministero e magari Visco e Bersani la stanno facendo da padroni nel Governo? Forse non è che doveva in qualche maniera prendere una posizione più forte?
Ecco, signor ministro, non voglio dire che mi vergogno io per lei, però cerchiamo di dare dignità anche a questo Ministero dell'economia e delle finanze. Lei è il ministro più importante di questo Governo; non è il ministro che parla per ultimo, che deve semplicemente fare dichiarazioni di maniera. Mi colpiscono peraltro anche le sue dichiarazioni. Come fa a limitarsi a dire, in maniera molto superficiale e molto leggera, mi scusi, che questa finanziaria è positiva, che questa finanziaria rilancia lo sviluppo, rilancia l'economia? Ma cosa vogliamo dire?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO SALERNO. In queste ore la Confindustria, che non ha partito e che è stata anche molto «non tenera» nei confronti del centrodestra, ha bocciato completamente la sua manovra, se è sua, signor ministro. Anzi, ha detto (ed io ci credo) che questa manovra diminuirà - non aumenterà - il PIL dello 0,3 per cento.
PRESIDENTE. Deve proprio concludere.
ROBERTO SALERNO. Allora, signor ministro, credo che forse lei debba prendere qualche drastica decisione sulla continuazione di questo ministero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Misuraca. Ne ha facoltà.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, prendo anch'io la parola su questa finanziaria, dopo aver sentito tanti colleghi di maggioranza e di opposizione; quelli di maggioranza ovviamente li abbiamo sentiti elencare e decantare la finanziaria, noi dell'opposizione invece abbiano sostenuto che tutto ciò che voi avete fatto in questi mesi, dopo gli annunci della finanziaria - sono passati quattro mesi e peraltro vorrei ricordare a me stesso che un dato proveniente anche da una certa stampa specializzata annuncia che avete cambiato 348 volte idea sulla finanziaria, vale a dire che ogni cinque ore c'è stato un cambiamento! -, ha fatto sì che gli italiani, ma anche i rappresentanti del popolo, noi parlamentari, non hanno e non abbiamo più capito cosa volevate portare avanti con questa finanziaria.
Ministro Chiti (mi fa piacere vederla presente in aula), qualche mese fa era imbarazzato allorquando avevamo in discussione il decreto-legge n. 251, che, come lei ricorderà, il Parlamento non ha convertito. Lei con un certo imbarazzo non ha preso la parola, ma indubbiamente abbiamo fatto scadere i termini per la mancata conversione. Adesso ci accorgiamo che, a distanza di qualche mese, al Senato vengono inserite in questo disegno di legge finanziaria alcune norme contenute in quel decreto-legge e che voi avete introdotto con l'inserimento di alcuni commi. Questo mi porta ad esprimere alcune considerazioni, signor ministro.
Una prima osservazione riguarda la delegittimazione del Parlamento, visto che voi, mentre il Parlamento aveva bocciato, non convertendolo, il decreto-legge, avete inserito le stesse norme nella finanziaria; e mi riferisco, in modo particolare, a quelle che modificano o che attuano il decreto n. 357 riguardante le zone speciali di conservazione (le famose ZSC) o le zone di protezione speciale (ZPS), e su cui vi è un elemento politico.
Ministro Chiti, io la apprezzo per il lavoro che lei svolge per tenere insieme questa maggioranza, che è vittima di una certa sinistra radicale; ancora una volta avete dimostrato di essere vittima di Pecoraro Scanio, perché è il ministro dell'ambiente che vi ha imposto di inserire quelle norme respinte dal Parlamento.
Signor ministro, ci dobbiamo mettere d'accordo: noi siamo venuti in Parlamento a rappresentare il popolo. I colleghi della maggioranza, che stasera o domani approveranno con il voto di fiducia questa finanziaria, saranno costretti nell'anno nuovo a presentare delle proposte di legge per modificare ciò che voi avete imposto. Le chiedo: i ministri interessati sono a conoscenza di queste variazioni introdotte al Senato? Mi consenta, signor ministro: essi non ne sono a conoscenza, come non lo sono i parlamentari!
Ministro Chiti - mi rivolgo a lei sempre per quel suo buon senso -, ci dobbiamo mettere d'accordo. Voi dite che il Parlamento ha una sua autonomia; le leggi delega, quello che avete imposto: cosa faremo il prossimo anno, se avete sprecato e non vi è più una lira per poter legiferare? Non vi sono neppure i soldi per far fronte ad eventuali calamità che dovessero accadere nel nostro paese.
Signor ministro, la maggioranza è in difficoltà, la maggioranza intesa come Governo, ma anche come parlamentari. Anch'io sono stato al Governo, quando vi era Berlusconi, però era possibile dialogare e confrontarci: voi invece avete fatto una mossa veramente arrogante portando avanti 1.365 commi, in cui i ministri interessati non sanno neppure cosa vi sia scritto. È la burocrazia che vince! Sono gli alti dirigenti dei ministeri che vi hanno imposto questi 1.365 commi! Ovviamente, vi è stato anche l'assalto alla diligenza, laddove non siete stati capaci neppure di dare risposte ad alcune categorie.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FILIPPO MISURACA. Concludo dicendo: caro ministro, il paese è allo sbando. Anche i parlamentari hanno bisogno di vedere qualcosa su cui potersi confrontare.
Allora, si aspetti il 2007 come l'anno della rivolta, e io mi auguro che i parlamentari della maggioranza, insieme a noi, sapranno migliorare questa legge finanziaria.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cassola. Ne ha facoltà.
ARNOLD CASSOLA. Signor Presidente, signor ministro, colleghe e colleghi, ci si potrebbe chiedere perché un italiano all'estero dovrebbe esprimere un voto favorevole su questa finanziaria. Confesso che, come italiano all'estero, non ero del tutto entusiasta del maxiemendamento votato dalla Camera in prima lettura, ma adesso sono stati apportati cambiamenti decisivi nel testo che mi inducono ad esprimere un voto favorevole con maggiore lena.
In primo luogo, è stato stabilito il piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato ubicato all'estero. Diventa quindi importante che gli edifici all'estero di proprietà dello Stato italiano, finora mal utilizzati o addirittura mai utilizzati, possano essere in grado di rendere per tutta la comunità italiana residente all'estero.
In secondo luogo, a partire dal 1o giugno 2007, non bisognerà più partire da Caracas o da Mosca per andare a Canicattì o a Cosenza per farsi rilasciare la carta di identità; infatti, da tale data, i consolati rilasceranno direttamente la carta d'identità in loco all'estero. Non si può quindi non gioire e gridare: hip, hip, urrà, finalmente ce l'abbiamo fatta!
Infine, l'attuale testo della finanziaria prevede che i residenti italiani all'estero non siano più discriminati, essendo prevista anche per loro la detrazione per i figli a carico. Avremmo voluto molto di più, ma finalmente qualcosa comincia a muoversi; speriamo che la finanziaria del prossimo anno sia ancora più generosa con gli italiani all'estero!
Detto ciò - anche se per me è la prima legge finanziaria -, non si può continuare ad approvare la finanziaria in questo modo! Non è possibile che qui alla Camera si lavori per due mesi per far recepire l'emendamento riguardante la detrazione per i figli a carico e questo poi ci venga negato dal Governo alla fine di novembre per poi, dieci giorno dopo, veder recepito lo stesso emendamento all'interno del maxiemendamento approvato dal Senato. Smettiamola di giocare al dottor Jekyll e mister Hyde! Se una misura è valida deve essere accolta immediatamente, punto e basta!
Inoltre, occorrerebbe preparare meglio il testo prima di presentarlo in aula. Non si può sostenere che l'omissione del 5 per mille a favore delle ONLUS è stato solo uno sbaglio tecnico, impedendo a noi deputati della maggioranza di presentare emendamenti in merito, per poi essere costretti ad accettare lo stesso emendamento quando lo stesso viene proposto dall'opposizione.
Infine, è assolutamente inaccettabile che un articolo volto ad abbreviare i termini di prescrizione per i reati amministrativi si ritrovi - quasi per miracolo divino - nel testo finale. È vero che ormai siamo nell'era dei computer, ma è anche vero che i computer non sanno scrivere da soli! Quindi, se un articolo del genere si ritrova nel testo è perché lo ha scritto la mano, magari nascosta, di un essere umano. A partire dall'anno prossimo, non possiamo più ripetere queste defaillances!
Urge una riforma sulla procedura per approvare la legge finanziaria. La meritiamo noi deputati, perché non possiamo continuare a perdere tempo con giochetti tattici che servono soltanto al bene limitato di qualche partito o di qualche individuo, e la merita il popolo italiano, che ha bisogno di politici che lavorino seriamente e nella maniera più proficua per il bene di tutto il paese.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pedrizzi. Ne ha facoltà.
RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, signor ministro, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, questa manovra - lo ha affermato il Presidente Prodi - scontenta tutti e, una volta tanto, il Presidente del Consiglio ha detto la verità. Poi, con un sillogismo che solo lui poteva costruire, ha affermato che proprio per questo è una buona finanziaria.
Che si tratti di una finanziaria che scontenta tutti è fuori discussione, signor ministro, ma a lei interessa poco che le famiglie, le categorie, gli ordini professionali, gli anziani, le Forze dell'ordine, i vigili del fuoco e gli studenti protestino e scendano in piazza. È stato detto che i ricchi dovranno piangere ma, in questo modo, si fanno piangere tutti gli italiani.
Lei, signor ministro, che ripete spesso di essere un tecnico e quindi di non avere una sensibilità politica o sociale che le consenta di ascoltare la gran parte del popolo italiano, dovrebbe tuttavia essere sensibile alle critiche e ai suggerimenti di istituzioni e degli ambienti dei quali ha fatto parte o ai quali è contiguo.
Mi riferisco - le farò un discorso da tecnico - alla Corte dei conti, che ha rilevato come i due terzi della manovra del 2007 siano affidati a maggiori entrate: 20-22 miliardi su oltre 34. I risparmi di spesa svolgono un ruolo secondario, e se gli enti territoriali - dice la Corte dei conti - dovessero ricorrere, a loro volta, alla leva fiscale (e vi ricorreranno sicuramente) il rapporto delle misure di aggravio fiscale sul totale della manovra lorda salirebbe - ha ammonito Francesco Staderini, presidente della Corte dei conti - all'80 per cento.
La pressione fiscale, cioè, aumenterà ancora di oltre un punto. Due, allora, sono le implicazioni negative: un effetto depressivo sulla crescita e una dinamica della spesa pubblica che difficilmente registrerà l'anno prossimo un calo rispetto al PIL. La Corte, poi, avanza dei dubbi sulla realizzabilità dei risparmi e sulla sostenibilità delle misure.
Tuttavia, anche una persona - presumo - a lei cara, cioè il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha manifestato, dal suo canto, molte perplessità sulla composizione della manovra correttiva, una manovra che in termini netti «è affidata interamente ad aumento delle entrate». Ancora, nelle parole del Governatore «occorre evitare che l'ampio ricorso a misure di prelievo influisca negativamente sugli incentivi e sulle aspettative degli operatori economici». Draghi non ha nascosto neppure le sue preoccupazioni sul trasferimento all'INPS del flusso del trattamento di fine rapporto, che non deve essere di ostacolo allo sviluppo della previdenza complementare perché sicuramente determinerà problemi di liquidità (così conclude il Governatore).
La realizzazione della manovra comporterà, quindi - secondo la Banca d'Italia - un aumento del peso delle entrate sul PIL di un più 0,8 per cento nel 2006 e di un altro mezzo punto l'anno prossimo. In tal modo, la pressione fiscale si porterebbe in prossimità dei livelli più elevati registrati in passato dal nostro paese. Inoltre, frequenti cambiamenti della struttura del sistema tributario accrescono l'incertezza, con effetti negativi sull'attività economica. Nel complesso «la prevista riduzione di 14,3 miliardi del disavanzo è realizzata mediante aumenti netti delle entrate per 16,7 miliardi a fronte di aumenti netti delle spese per 2,4 miliardi». La manovra 2007 lascia sostanzialmente invariate nel 2007 le spese correnti rispetto agli andamenti tendenziali.
Arriva poi, proprio nei giorni scorsi, lo studio di Confindustria secondo cui - non sono le affermazioni del suo presidente in un'intervista televisiva o giornalistica, bensì lo studio di Confindustria - l'effetto restrittivo della manovra comporterà una riduzione della crescita del PIL nel 2007 di circa 3 decimi di punto e, quindi, abbasserà la previsione di crescita da 1,4 a 1,1 per cento. Insomma, la finanziaria da 34,8 miliardi di euro del Governo Prodi rischia di incidere negativamente sul PIL dell'anno prossimo vanificando la ripresa in atto.
Pininfarina, dal canto suo, l'ha definita più volte un'occasione persa e Montezemolo ha detto che non siamo né alla fase uno, né alla fase due, bensì alla fase zero: la fase delle cose ancora da fare.
Non siamo riusciti - prosegue Confindustria - a convincere il premier Romano Prodi a fare della produttività la missione del Governo. Viviamo - è detto nel documento di Confindustria - in un paese autoreferenziale che ha l'esigenza di rivedere la governance istituzionale: a sei mesi dalle elezioni Confindustria già chiede di rivedere la governance istituzionale! Vi è un localismo che ci uccide - prosegue Confindustria -, slogan sindacali che si richiamano al Medioevo ed una persistente inefficienza della pubblica amministrazione.
Le note economiche del centro studi degli imprenditori trasmettono un'immagine grigia della legge finanziaria, comunque certamente in controtendenza rispetto all'ottimismo di Romano Prodi e del ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa Schioppa. Secondo la Confindustria, di qui ad un anno la situazione peggiorerà se non si partirà dalla fase zero, quella relativa alle misure da adottare. Quindi, il paese attende ancora che questo Governo dichiari cosa si deve fare per il rilancio dell'economia.
I numeri - ha recentemente scritto il mio amico Franco Debenedetti su un giornale molto diffuso - sono capaci di sintesi brutali. I sondaggi che danno i Democratici di Sinistra al 19,4 per cento e la Margherita al 9,4 per cento sovrastano le analisi di quanti si affannano a distinguere tra i fischi di Mirafiori e le proteste di Bologna, e c'è da scandalizzarsi per la protesta dei rettori delle università, che non vogliono più avere a che fare con questo Governo.
Tutto ciò sta a significare che l'azione di questo Governo sta consumando il consenso di chi aveva votato centrosinistra. Le finanziarie - lo sappiamo tutti, per essere stati anche al Governo - producono sempre scontento, ma è difficile ricordare una finanziaria che abbia prodotto un dissenso così generalizzato. Non ne produsse tanto nemmeno la finanziaria storica varata dal ministro Amato, che era giunta a «rapinare» persino i conti correnti. Allora, peraltro, vi era la consapevolezza della drammaticità del momento; invece il Governo Prodi ha voluto drammatizzare la situazione benché non ve ne fosse assolutamente bisogno.
E così è parso al paese che questo Governo abbia voluto far pagare agli italiani il conto della sua polemica con il Governo precedente, rincarando anzi la dose quanto più l'entità di un gettito tributario non previsto dava sostanza alle critiche ad una finanziaria così dilatata. Inoltre, non sappiamo ancora se il gettito sia stato di 34 miliardi; io ritengo che molto probabilmente nelle pieghe del bilancio vi sia ancora qualche miliardo da conteggiare, a costo per questo Governo di autoflagellarsi, come rilevava venerdì scorso Il Riformista.
La verità, signor ministro, sottosegretario e colleghi, è che una crescente maggioranza di italiani non solo mostra di non credere che questa finanziaria sia di risanamento e di sviluppo, ma addirittura non ne percepisce la logica. Non è possibile tenere insieme chi vuole le riforme e chi vi si oppone; chi vuole risanare l'Alitalia e chi invece vuole garantire le sigle sindacali che l'hanno ridotta nello stato attuale; chi vuole premiare il merito e chi vuole assumere i precari; chi vuole licenziare i dipendenti pubblici almeno per furto o pedofilia e chi li vuole garantire a prescindere.
Ma non abbiamo neppure cominciato, signor ministro. Nel documento di programmazione economico-finanziaria si affrontavano i temi delle pensioni, della scuola e della sanità; in questa finanziaria non se ne parla e si rimanda invece al futuro la risoluzione di tali questioni.
Signor ministro, onorevoli colleghi, la richiesta, su questa legge finanziaria, della fiducia da parte del Governo alla Camera, poi al Senato e quindi di nuovo alla Camera ha fatto emergere ancora una volta il tema della divisione, della contrapposizione, dei dissidi all'interno della maggioranza; una maggioranza di sinistra-centro, anziché di centrosinistra. Ma ha anche posto la questione...
PRESIDENTE. Deve concludere...
RICCARDO PEDRIZZI. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Ebbene, ha anche posto la questione dell'inadeguatezza delle leggi sulla procedura di bilancio rispetto alle esigenze di una moderna democrazia. Alleanza nazionale intende aprire un ampio dibattito sulla revisione di tali normative; intendiamo, quindi, svolgere il ruolo di un'opposizione intelligente, anche se dura ed intransigente, avanzando delle proposte e operando da protagonisti per rivedere la legge di bilancio, che ormai è completamente inadeguata alle esigenze di una moderna democrazia e di un paese in pieno sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, vorrei segnalare che né in Commissione, né in Assemblea siamo stati chiamati a discutere la più importante tra le leggi in campo economico: non viene sollecitato il nostro parere su questa o su quell'altra disposizione e non ci è consentito di interloquire, di suggerire o di proporre. La procedura prescelta dall'Esecutivo, infatti, sbarra, per definizione, ogni residuo contraddittorio parlamentare.
Ad una parte dell'Assemblea - perché di parte si tratta, e non di maggioranza! - viene chiesto di accettare, fideisticamente, il testo preparato dalle segreterie delle varie «minoranze di blocco» di cui si compone la coalizione di Governo. All'altra parte dell'Assemblea (quella che in questo momento rappresento) si pone - anzi, si impone, visti i tempi ed i modi - una scelta opposta e parimenti obbligata.
In tale contesto, è del tutto evidente come non vi sia spazio per svolgere una riflessione seria e responsabile. Ciò anche perché mettere in discussione un provvedimento composto di un unico articolo con oltre 1.300 commi - alcuni dei quali scandalosamente inseriti apposta, all'ultimo minuto, da mani tanto esperte quanto sconosciute; alcuni di essi, poi, sono di natura ordinamentale, e quindi chiaramente estranei al contenuto proprio del disegno di legge, ma sono stati comunque mantenuti - significa pretendere da questo Parlamento, in sede di votazione, un fastidioso «rituale», che rallenta un atto già segnato nel suo destino!
Tuttavia, alcune riflessioni sono d'obbligo. Credo che la sintesi di questa manovra finanziaria sia stata compiuta dal Corriere della Sera, una testata non esattamente schierata dalla parte dell'opposizione, il quale ha scritto che «I ricchi piangono ed i lavoratori fischiano»!
Vorrei osservare che si tratta di un disegno di legge finanziaria interamente sbilanciato sul fronte delle tasse - non siamo solo noi ad affermarlo, ma lo dicono anche Standard & Poor's e l'Unione europea - e che non attua le riforme strutturali.
È una manovra che pretende di ripristinare l'equità, ma poi vessa tutti i cittadini indistintamente, ricchi e poveri, con imposte di natura indiretta, salvo introdurre, successivamente, agevolazioni di natura fiscale per le società immobiliari quotate: essa, quindi, fa pensare più ad una sinistra «dei salotti» che ad una sinistra dell'equità!
Ci pare abbastanza fantasioso, inoltre, sostenere che quest'anno si andrà a vessare i cittadini con le imposte, ma poi, già a decorrere da metà anno, si abbasserà la pressione fiscale. A parte il fatto che introdurre questo principio medioevale del solve et repete - intanto il cittadino paga, poi io Stato deciderò quanto e se restituire! - ci sembra fantasioso, perché, visto che si è detto che l'abbattimento della pressione fiscale avverrà mediante le eventuali entrate derivanti dalla lotta all'evasione, sappiamo tutti che, qualora dette entrate fossero effettivamente acquisite, esse sarebbero iscritte in bilancio per competenza, e non per cassa. Quindi, tali introiti non forniranno sicuramente la liquidità atta allo scopo, e comunque dovrebbero essere utilizzati per ripianare il debito pubblico.
Vorrei rilevare che se questo Governo avesse voluto davvero abbattere la pressione fiscale, che ha ingiustificatamente innalzato, avrebbe dovuto fare ben altro! Esso avrebbe dovuto, ad esempio, prendere atto da subito, senza celarlo, che sono state riscosse maggiori entrate, stimate tra i 34 ed i 38 miliardi di euro. Ciò grazie alla politica condotta dal Governo Berlusconi, alla manovra finanziaria predisposta dal ministro Tremonti ed anche alla crescita del PIL.
Forse l'Esecutivo avrebbe dovuto riflettere sul fatto - e siamo certi che sia possibile svolgere tale riflessione - che, di questi 34 miliardi di euro, 9 o 13 miliardi rappresentano forse entrate di natura corrente, ma 25 miliardi sono presumibilmente introiti «strutturali». Possiamo immaginare che si tratti di cittadini, o di nuove imprese che operano da ora sul mercato, che pagano le imposte e continueranno a farlo.
Il punto, allora, non è tanto come questo Governo andrà a spendere tali 25 miliardi di euro, perché sappiamo tutti che non può farlo, dal momento che sono destinati all'abbattimento del debito pubblico. La questione, infatti, è un'altra: a fronte di queste indicazioni, perché l'Esecutivo in carica non ha rivisto la propria manovra economico-finanziaria, in modo da determinare l'innalzamento del prodotto interno lordo e non la regressione dello stesso - come avverrà e come avete già ammesso -, per poter garantire veramente la crescita strutturale del gettito tributario? In tal modo, allora, sarà veramente possibile abbattere la pressione fiscale!
Ma non sarà che ciò non è stato fatto perché, più che ridurre la pressione tributaria, magari si vuole evitare di tagliare quelle poche riduzioni di spesa pubblica, pari a 4,7 miliardi di euro, che vi siete concessi?
Su un altro fronte, vorrei rilevare che mi è parso curioso ergersi a «moralizzatori» ed a fautori di tassazioni «virtuose» quando, ad esempio, non mi sembra che vi sia esattamente riuscita la moralizzazione dei manager di Stato. Si era parlato di un tetto degli stipendi annuali di 500 mila euro, poi si è visto un innalzamento a 750 mila euro, salvo introdurre deroghe per casi specifici.
Io non discuto le competenze, discuto il metodo. Non è che magari anche qui ci si sia più preoccupati, da parte di taluni ministri, di ottenere le prime pagine dei giornali, di fare un po' di populismo, di apparire sul telegiornale, piuttosto che di realizzare i programmi?
Mi pare poi curioso riconfermare in questo maxiemendamento quanto abbiamo già visto nel maxiemendamento che ci era stato presentato in prima lettura alla Camera, e cioè l'istituzione di 45 nuovi fondi per i ministri, per i ministeri, con una delega sostanzialmente in bianco. Il dubbio è: in sede di consuntivo, non è che ci si dimenticherà di come questi soldi sono stati utilizzati, di come sono state realizzate le finalità? Non è che si lascerà alla Ragioneria generale dello Stato la possibilità di manovrare gli eventuali residui?
Con questa legge finanziaria il Governo si assume quindi una responsabilità, a mio avviso, a nostro avviso, enorme, di fronte al paese. Procederà, ne siamo certi, di fronte ai nostri rilievi, in modo insensibile, e lo farà perché ormai glielo impone la paura di perdere la faccia e perché, come spesso accade, un Governo debole deve dare una prova di forza, deve giocare il tutto per tutto per dimostrare a se stesso di esistere.
Il Presidente del Consiglio, qualche mese fa, disse che così piace a lui, che questa spaccatura del Parlamento è «sexy». Allora, invito il Presidente del Consiglio a scendere tra le persone e a verificare se in questo momento la gente, i cittadini, sono stimolati più da rabbia e frustrazione che da voluttà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE: DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO
(LEGGE FINANZIARIA 2007)
(APPROVATO DALLA CAMERA E MODIFICATO DAL SENATO)
(A.C. 1746-BIS-B)
(A.C. 1746-bis-B - Sezione 1)
ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO
(omissis)
N.B. “Per il testo omesso si rinvia al volume n. 86/2, parte XIII)
PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE
ART. 1.
Al comma 4, secondo periodo, sopprimere le parole: , dando priorità a misure di sostegno del reddito di soggetti incapienti ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse.
1. 172. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 4, secondo periodo, sopprimere le parole: ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse.
1. 173. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 6, lettera d), capoverso Art. 13, comma 1, lettera a), sostituire le parole: 1.380 euro con le seguenti: 1.500 euro.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre le voci di parte corrente del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 174. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 13, capoverso Art. 10-bis, comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: , al massimo,
1. 14. Leo.
Al comma 17, capoverso comma 4-bis, primo periodo, sostituire le parole: 50.000 euro con le seguenti: 60.000 euro.
Conseguentemente:
sopprimere il comma 306;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 34. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 52.
1. 137. Zorzato, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 77, lettera a), capoverso, sostituire le parole: 100.000 euro con le seguenti: 200.000 euro.
Conseguentemente:
al medesimo comma, lettera b), capoverso, sostituire le parole: 100.000 euro con le seguenti: 200.000 euro;
sopprimere il comma 306;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 37. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 87, lettera b), sostituire le parole: dell'8 per cento, con le seguenti: del 10 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 234. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 87, lettera b), sostituire le parole da: 25 per cento fino a: imposta unica con le seguenti: 15 per cento come entrate erariali sotto forma di imposta unica, del 10 per cento a favore delle grandi opere individuate dalla legge obiettivo di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 240. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 88, lettera e), sostituire le parole: 12 per cento con le seguenti: 8 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 235. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 143, secondo periodo, sostituire le parole: centottanta giorni con le seguenti: novanta giorni.
1. 110. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 151, sostituire le parole: i due anni successivi con le seguenti: l'anno successivo.
1. 215. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 198, primo periodo, sostituire la parola: settembre con la seguente: agosto.
1. 130. Zorzato, Armosino, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 200, aggiungere, in fine, le parole: nonché alla Conferenza unificata.
1. 127. Leone, Casero, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 225, primo periodo, sostituire le parole: e di domicilio con le seguenti: , o di domicilio, o nel comune ove il soggetto abbia l'attività lavorativa.
Conseguentemente:
sopprimere il comma 306.
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare le dotazioni di parte corrente, in modo da assicurare, a decorrere dall'anno 2007 una minore spesa annua pari al maggior onere indotto.
1. 40. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 225, primo periodo, sostituire le parole: una annualità con le seguenti: due anni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C ridurre tutte le spese di parte corrente dell'1 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 216. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 226, sopprimere il terzo periodo.
sopprimere il comma 306;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 41. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 230.
1. 217. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 258.
Conseguentemente, dopo il comma 776, aggiungere il seguente:
776-bis. A decorrere dal 1o gennaio 2007, sui trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, i cui importi superino complessivamente un importo pari a 5.000 euro mensili, rivalutato annualmente nella misura stabilita dall'articolo 38, comma 5, lettera d), della legge 28 dicembre 2001, n. 448, è dovuto sull'importo eccedente il predetto limite mensile un contributo di solidarietà nella misura del 4 per cento, destinato al finanziamento della gestione pensionistica di riferimento. Al predetto importo complessivo concorrono anche i trattamenti integrativi percepiti dai soggetti nei cui confronti trovano applicazione le forme pensionistiche che garantiscono prestazioni definite in aggiunta o ad integrazione del trattamento pensionistico obbligatorio, ivi comprese quelle di cui al decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 563, al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni, e al decreto legislativo 20 novembre 1990, n. 357, nonché le forme pensionistiche che assicurano comunque prestazioni complementari al trattamento di base ai dipendenti pubblici, inclusi quelli alle dipendenze delle regioni a statuto speciale e degli enti di cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70, e successive modificazioni, ivi compresa la gestione speciale ad esaurimento di cui all'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1979, n. 761, nonché le gestioni di previdenza per il personale addetto alle imposte di consumo, per il personale dipendente dalle aziende private del gas e per il personale addetto alle esattorie e alle ricevitorie delle imposte dirette, prestazioni complementari al trattamento di base. Ai fini del prelievo del contributo di solidarietà è preso a riferimento il trattamento pensionistico complessivo lordo per l'anno considerato. L'INPS, sulla base dei dati che risultano dal Casellario centrale dei pensionati, istituito con decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, n. 1388, e successive modificazioni, è tenuto a fornire a tutti gli enti interessati i necessari elementi per il prelievo del contributo di solidarietà, secondo modalità proporzionali ai trattamenti erogati.
1. 43. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 258.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 3.000;
2008: - 9.500;
2009: - 10.000.
1. 148. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 258 sopprimere le parole: , anche in regime precario,
1. 218. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 265, capoverso comma 6-quater, primo periodo, sopprimere le parole: e degli altri soggetti pubblici gestori elle aree protette.
1. 222. Leone, Zorzato, Armosino, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 289, primo periodo, sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 60 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le autorizzazioni di spesa di parte corrente del 2 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 223. Zorzato, Armosino, Leone, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 323, sostituire le parole: sessanta giorni con le seguenti: novanta giorni.
1. 224. Zorzato, Casero, Angelino Alfano, Leone, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 336, capoverso, dopo le parole: a cittadini stranieri aggiungere la seguente: comunitari.
1. 39. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 339, lettera b), capoverso comma 36, sopprimere il terzo periodo.
1. 225. Leone, Giudice, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 350, capoverso comma 1-bis, sostituire le parole: deve essere con le seguenti: può essere.
1. 226. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 382, lettera a), dopo le parole: incentivare l'impiego a fini energetici aggiungere le seguenti: di rifiuti solidi urbani opportunamente pretrattati.
1. 111. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere i commi da 417 a 420.
1. 52. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 417, sostituire le parole da: per l'assunzione fino alla fine del comma, con le seguenti:, in deroga alla vigente normativa in materia di assunzioni, per l'assunzione a tempo indeterminato di personale già assunto o utilizzato attraverso qualsiasi tipologia contrattuale. Il termine di cui all'articolo 78, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è prorogato per l'anno 2007.
1. 114. Rao, Lo Monte, Neri, Oliva, Reina.
Al comma 418, primo periodo, sopprimere le parole: , previo confronto con le organizzazioni sindacali,
1. 112. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 419, primo periodo, sostituire le parole da: nuovi rapporti fino alla fine del periodo, con le seguenti: nuove assunzioni nei cinque anni successivi all'attribuzione delle stesse, salvo che le assunzioni non siano funzionali ad assicurare il buon andamento della pubblica amministrazione.
1. 181. Baldelli.
Al comma 419, primo periodo, sostituire le parole: cinque anni con le seguenti: dieci anni.
1. 53. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Sostituire il comma 420 con i seguenti:
420. Ai fini del finanziamento del Fondo di cui al comma 417, è introdotto a regime, a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 1o gennaio 2007, l'istituto della programmazione fiscale alla quale possono accedere i titolari di reddito d'impresa e gli esercenti atti e professioni cui si applicano gli studi di settore o i parametri per il periodo di imposta in corso al 1o gennaio 2005. L'accettazione della programmazione fiscale determina preventivamente, per un triennio, o fino alla chiusura della liquidazione, se di durata inferiore, per le società in liquidazione, la base imponibile caratteristica dell'attività svolta:
a) da assumere ai fini delle imposte sui redditi con una riduzione della imposizione fiscale e contributiva per la base imponibile eccedente quella programmata;
b) da assumere ai fini della imposta regionale sulle attività produttive.
420-bis. Non sono ammessi alla programmazione fiscale i titolari di reddito d'impresa e gli esercenti arti e professioni:
a) per i quali sussistano cause di esclusione o di inapplicabilità degli studi di settore o dei parametri per il periodo di imposta in corso al 1o gennaio 2005;
b) che svolgono dal 1o gennaio 2006 una attività diversa da quella esercitata nell'anno 2005;
c) che hanno omesso di dichiarare il reddito derivante dall'attività svolta nel periodo d'imposta in corso al 1o gennaio 2005 o che hanno presentato per tale periodo d'imposta una dichiarazione dei redditi o IRAP con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-ter;
d) che hanno omesso di presentare la dichiarazione ai fini dell'imposta sul valore aggiunto per il periodo di imposta 2005 o che hanno presentato per tale annualità una dichiarazione con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-ter;
e) che hanno omesso di comunicare i dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore o dei parametri per il periodo di imposta in corso al 1o gennaio 2005.
420-ter. La proposta individuale di programmazione fiscale è formulata sulla base di elaborazioni operate dall'anagrafe tributaria, tenendo conto delle risultanze dell'applicazione degli studi di settore e dei parametri, dei dati sull'andamento dell'economia nazionale per distinti settori economici di attività della coerenza dei componenti negativi di reddito e di ogni altra informazione disponibile riferibile al contribuente.
420-quater. La programmazione fiscale si perfeziona, ferma restando la congruità dei ricavi o dei compensi alle risultanze degli studi di settore o dei parametri per ciascun periodo d'imposta, con l'accetazione di importi, proposti al contribuente dall'Agenzia delle entrate, che individuano per un triennio la base imponibile caratteristica dell'attività svolta, esclusi gli eventuali componenti positivi o negativi di reddito di carattere straordinario. La notifica effettuata entro il 31 dicembre 2006 di processi verbali di constatazione con esito positivo, redatti a seguito di attività istruttorie effettuare ai sensi degli articoli 33 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e 52 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, di avvisi di accertamento o rettifica, nonché di inviti al contraddittorio di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, ai fini delle imposte sui redditi, dell'imposta sul valore aggiunto o dell'IRAP, relativi al periodo d'imposta in corso al 1o gennaio 2005, comporta che la proposta di cui al comma 420-ter sia formulata dall'ufficio, su iniziativa del contribuente.
420-quinquies L'accettazione della proposta di programmazione fiscale è comunicata dal contribuente entro il 16 ottobre 2007; nel medesimo termine la proposta può essere altresì definita in contraddittorio con il competente ufficio dell'Agenzia delle entrate, anche con l'assistenza degli intermediari di cui all'articolo 3, commi 2-bis e 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, esclusivamente nel caso in cui il contribuente sia in grado di documentare la non correttezza dei dati contabili e strutturali presi a base per la formulazione della proposta.
420-sexies. Per i periodi d'imposta oggetto di programmazione, relativamente alla base imponibile caratteristica d'impresa o di arti o professioni:
a) sono inibiti i poteri spettanti all'amministrazione finanziaria sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni;
b) per la parte dichiarata eccedente quella programmata, ferma restando l'aliquota del 23 per cento, quelle marginali applicabili al reddito complessivo ai fini dell'imposta sui reddito, nonché quella applicabile ai fini dell'imposta sul reddito delle società, sono ridotte di 4 punti percentuali;
c) i contributi previdenziali si applicano esclusivamente per la parte programmata, fatto salvo il minimale reddituale previsto ai fini contributivi; restano salve le prerogative degli enti previdenziali di diritto privato, nonché la facoltà di effettuare i versamenti su base volontaria;
d) l'imposta regionale sulle attività produttive si applica esclusivamente per la parte programmata.
420-septies. Per gli stessi periodi d'imposta di cui al comma 420-sexies, ai fini dell'imposta sul valore aggiunto:
a) il contribuente assolve ordinariamente a tutti gli obblighi formali e sostanziali previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, e dalle altre disposizioni in materia di imposta sul valore aggiunto;
b) all'ammontare degli eventuali maggiori ricavi o compensi da dichiarare rispetto a quelli risultanti dalle scritture contabili si applica, tenendo conto della esistenza di operazioni non soggette ad imposta ovvero soggette a regimi speciali, l'aliquota media risultante dal rapporto tra l'imposta relativa alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d'affari dichiarato;
c) sono inibiti i poteri spettanti all'amministrazione finanziaria in base alle disposizioni di cui agli articoli 54, secondo comma, secondo periodo, e 55, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni.
420-octies. In caso di divergenza tra gli importi risultanti dalle dichiarazioni e quelli oggetto di programmazione, da comunicare nella dichiarazione presentata ai fini delle imposte sui redditi, l'Agenzia delle entrate procede ad accertamento parziale in ragione del reddito oggetto della programmazione nonché, per l'imposta sul valore aggiunto, in ragione del volume d'affari corrispondente ai ricavi o compensi caratteristici a base della stessa, salve le ipotesi di documentati accadimenti straordinari e imprevedibili; in tale ultima ipotesi trova applicazione il provvedimento di accertamento con adesione previsto dal decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218. La disposizione di cui al presente comma si applica anche nel caso di mancato adeguamento alle risultanze degli studi di settore o dei parametri.
420-nonies. L'inibizione dei poteri di cui all'articolo 39, primo comma, lettere a), b), c) e d), primo periodo, e secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni, e all'articolo 55, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, e le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d), non operano qualora il reddito dichiarato differisca da quanto effettivamente conseguito, non siano adempiuti gli obblighi sostanziali di cui al comma 420-septies, lettera a), ovvero il contribuente non abbia tenuto regolarmente le scritture contabili ai fini delle imposte sui redditi; operano comunque le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d), qualora il reddito effettivamente conseguito non ecceda di oltre il 10 per cento quello dichiarato. L'inibizione dei poteri di cui ai commi 420-sexies, lettera a), e 420-septies, lettera c), e le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d), non operano qualora siano constatate condotte che integrano le fattispecie di cui agli articoli da 2 a 5, 8, 10 e 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74.
420-decies. Salva l'applicazione di cui sopra, nei casi in cui a seguito di controlli e segnalazioni, anche di fonte esterna all'amministrazione finanziaria, emergano dati ed elementi difformi da quelli comunicati dal contribuente, qualora presi a base per la formulazione della proposta, o siano constatate, per il periodo di imposta 2005, condotte che integrano le fattispecie di cui agli articoli da 2 a 5, 8, 10 e 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, nei suoi confronti non operano l'inibizione dei poteri di cui ai commi 420-sexies, lettera a), e 420-septies, lettera e), nonché le disposizioni di cui al comma 420-sexies, lettere b), c) e d). Le disposizioni di cui al presente comma non operano qualora la difformità dei dati ed elementi sia di scarsa entità tale da determinare una variazione degli importi proposti nei limiti del 5 per cento degli stessi, fermi restando la maggiore imposta comunque dovuta nonché i relativi interessi.
420-undecies. Nel caso in cui l'attività effettivamente esercitata vari nel corso del triennio, l'istituto della programmazione fiscale cessa di avere effetto dal periodo d'imposta nel corso del quale si è verificata la variazione. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di natura non regolamentare, è possibile individuare le singole categorie di contribuenti nei cui riguardi progressivamente, nel corso del triennio, decorre l'applicazione della programmazione fiscale e, conseguentemente, rideterminare i periodi d'imposta di cui al comma 420-bis, per i contribuenti nei cui confronti la programmazione fiscale opera a decorrere da periodi d'imposta diversi da quello indicato al comma 420. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di natura non regolamentare, sono approvate le note metodologiche per la formulazione della proposta di cui al comma 420-ter. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate sono definite le modalità di invio delle proposte, anche in via telematica, direttamente al contribuente ovvero per il tramite degli intermediari di cui all'articolo 3, commi 2-bis e 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, nonché le modalità di adesione.
420-duodecies. Ai contribuenti destinatari delle proposte di programmazione di cui al comma 420-ter, l'Agenzia delle entrate formula altresì una proposta di adeguamento dei redditi di impresa e di lavoro autonomo, nonché della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, relativi ai periodi di imposta in corso al 31 dicembre 2004 ed al 31 dicembre 2005, per i quali le dichiarazioni sono state presentate entro il 31 ottobre 2006, sulla base di maggiori ricavi o compensi determinati a seguito di elaborazioni effettuate dall'anagrafe tributaria con i criteri previsti dal comma 420-ter.
420-terdecies. Agli importi di cui sopra si applica, per le società di capitali che non hanno optato per la trasparenza fiscale di cui agli articoli 115 e 116 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle relative addizionali e dell'imposta regionale sulle attività produttive, del 28 per cento e per le altre tipologie di soggetti del 23 per cento.
420-quaterdecies. L'accettazione delle proposte di cui al comma 420-duodecies comporta il pagamento dell'imposta sul valore aggiunto determinata applicando all'ammontare dei maggiori ricavi o compensi, tenuto conto della esistenza di operazioni non soggette ad imposta ovvero soggette a regimi speciali, l'aliquota media risultante dal rapporto tra l'imposta relativa alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d'affari dichiarato.
420-quinquiesdecies. L'adeguamento di cui al comma 420-duodecies, consentito ai contribuenti che si avvalgono della programmazione fiscale di cui al comma 420, si perfeziona con il versamento, entro il 16 ottobre del primo anno di applicazione dell'istituto previsto dal comma 420, degli importi di cui ai commi 420-terdecies e 420-quaterdecies. Per ciascun periodo d'imposta, gli importi calcolati a titolo di maggiore ricavo o compenso non possono essere inferiori a 3.000 euro per le società di capitali e 1.500 euro per gli altri soggetti. Sulle maggiori imposte non si applicano sanzioni ed interessi.
420-sexiesdecies. Qualora gli importi da versare complessivamente per l'adeguamento di cui al comma 420-duodecies eccedano la somma di 10.000 euro per le società di capitali e 5.000 euro per gli altri soggetti, il 50 per cento dell'importo eccedente può essere versato entro il successivo 16 dicembre, maggiorato degli interessi legali a decorrere dal giorno successivo alla data di cui sopra. L'omesso versamento nei termini indicati nel periodo precedente non determina l'inefficacia della definizione; per il recupero delle somme non corrisposte alle predette scadenze si procede all'iscrizione a ruolo, a titolo definitivo, nonché alla notifica delle relative cartelle entro il 31 dicembre del secondo anno successivo al termine del versamento, ed è dovuta una sanzione pari al 30 per cento delle somme non versate, ridotta alla metà in caso di versamento eseguito entro i trenta giorni successivi alle rispettive scadenze, e gli interessi legali. Non è applicabile l'istituto del ravvedimento di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.
420-septiesdecies. Il perfezionamento dell'adeguamento di cui al comma 420-duodecies rende applicabili le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 4, lettera a), del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218.
420-duodevicies. L'accettazione della proposta di adeguamento di cui al comma 420-duodecies esclude la rilevanza a qualsiasi effetto delle eventuali perdite risultanti dalla dichiarazione. È pertanto escluso e, comunque, inefficace il riporto a nuovo delle predette perdite. È altresì escluso il riporto al periodo d'imposta successivo del credito d'imposta, sul valore aggiunto risultante dalle dichiarazioni relative ai periodi d'imposta oggetto di definizione, nonché il rimborso risultante dalle medesime dichiarazioni.
420-undevicies. La notifica effettuata entro il 31 dicembre antecedente il primo anno di applicazione dell'istituto previsto dal comma 420, di processi verbali di constatazione con esito positivo, redatti a seguito di attività istruttorie effettuate ai sensi degli articoli 33 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e 52 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, di avvisi di accertamento o rettifica, nonché di inviti al contraddittorio di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, ai fini delle imposte sui redditi, dell'imposta sul valore aggiunto ovvero dell'imposta regionale sulle attività produttive, relativi ai periodi d'imposta di cui al comma 2, comporta l'integrale applicabilità delle disposizioni di cui al citato decreto legislativo n. 218 del 1997.
420-vicies. Sono esclusi dalla programmazione fiscale i soggetti:
a) per i quali sussistano cause di esclusione o di inapplicabilità degli studi di settore o dei parametri per i periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies;
b) che non erano in attività in uno dei periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies;
c) che hanno omesso di dichiarare il reddito derivante dall'attività svolta nei periodi d'imposta oggetto di definizione o che hanno presentato per tali periodi di imposta una dichiarazione dei redditi ed IRAP con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-duodecies;
d) che hanno omesso di presentare la dichiarazione ai fini dell'imposta sul valore aggiunto per le annualità d'imposta oggetto di definizione o che hanno presentato per tali annualità una dichiarazione con dati insufficienti per l'elaborazione della proposta di cui al comma 420-duodecies;
e) che hanno omesso di comunicare i dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore o dei parametri per i periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies;
f) nei cui confronti sono state constatate, entro il 31 dicembre antecedente il primo anno di applicazione dell'istituto previsto dal comma 420, per i periodi di imposta di cui al comma 420-duodecies e per le annualità di imposta 2004 e 2005 ai fini IVA, condotte che integrano le fattispecie di cui agli articoli da 2 a 5, 8, 10 e 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74.
420-vicies semel. I contribuenti che si avvalgono dell'istituto della programmazione fiscale effettuano i versamenti in acconto ai fini delle imposte sui redditi, dell'IVA e dell'IRAP in base alle imposte dovute per il medesimo periodo d'imposta tenendo conto della maggiore base imponibile derivante dalla programmazione medesima.
1. 57. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 420, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: ; l'emanazione del regolamento deve avvenire entro il 28 febbraio 2007;
1. 42. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 420, sopprimere la lettera b).
1. 113. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 424.
1. 186. Leone, Casero, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Sopprimere il comma 424.
1. 98. Filipponio Tatarella, Menia, Alberto Giorgetti.
Sopprimere il comma 435.
1. 210. Boscetto, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 460.
1. 62. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 466, primo periodo, sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 10 per cento.
1. 97. Buontempo, Lamorte, Alberto Giorgetti.
Sopprimere il comma 467.
1. 44. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 468.
1. 45. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 469, sopprimere le parole: , sentite le organizzazioni sindacali.
1. 175. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 471.
1. 176. Leone, La Loggia, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 472.
1. 177. La Loggia, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 472, sopprimere le parole: su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
1. 236. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Al comma 476, sostituire le parole: prima fascia con le seguenti: seconda fascia.
1. 133. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 503, sostituire la parola: , sentito con le seguenti: e con.
1. 227. Leone, Zorzato, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 513, primo periodo, sostituire le parole: 31,1 milioni con le seguenti: 200 milioni.
Conseguentemente:
al medesimo periodo, sostituire la parola: 2.000 con la seguente: 6.500;
al comma 1354, Tabella C, ridurre tutte le voci nella misura del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 125. La Loggia, Santelli, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 513, primo periodo, sostituire le parole: 31,1 milioni con le seguenti: 131 milioni.
Conseguentemente:
al medesimo periodo, sostituire la parola: 2.000 con la seguente: 6.000;
al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 90. Ascierto, Buontempo, Alberto Giorgetti.
Al comma 513, primo periodo, sostituire la parola: 2.000 con la seguente: 3.000.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C ridurre gli importi di parte corrente del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007-2009.
1. 1. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 513, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Il contingente di personale deve essere impiegato in misura non inferiore al 60 per cento delle assunzioni ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 116. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 514, sostituire la parola: 600 con la seguente: 2.000.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 121. La Loggia, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 514, sostituire la parola: 600 con la seguente: 1.000.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre gli importi di parte corrente del 3 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 2. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 30 milioni di euro per l'anno 2007 e di 50 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a euro 30 milioni per l'anno 2007, e a 50 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
1. 87. Ronchi, Lamorte, Alberto Giorgetti.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 15 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero economia e finanze:
2007: - 10.000;
2009: - 20.000.
voce: Ministero solidarietà sociale:
2008: - 20.000;
1. 3. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni con le seguenti: 8 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 8.000.
1. 214. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Al comma 515, primo periodo, sostituire le parole: 10 milioni con le seguenti: 15 milioni.
Conseguentemente al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2008: - 15.000;
2009: - 15.000.
1. 213. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 515, dopo il primo periodo, aggiungere il seguente: Il contingente di personale deve essere impiegato in misura non inferiore al 60 per cento delle assunzioni ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 117. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 516, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 15 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero economia e finanze:
2007: - 10.000;
2009: - 20.000.
voce: Ministero solidarietà sociale:
2008: - 20.000;
1. 4. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 516, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2007 e di 20 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 12 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 134. Armosino, Zorzato, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 516, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2007 e di 20 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a 10 milioni per l'anno 2007, e a 20 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
1. 89. Contento, Migliori, Alberto Giorgetti.
Al comma 516, dopo il primo periodo, aggiungere il seguente: Il contingente di personale deve essere impiegato in misura non inferiore al 60 per cento delle assunzioni ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 118. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 516, secondo periodo, dopo le parole: di concerto con il aggiungere le seguenti: Ministro dell'interno e con il.
1. 126. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 517, sostituire le parole: 3 milioni con le seguenti: 4 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 4.000.
1. 147. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 517, aggiungere il seguente periodo: Il contingente di personale deve essere assegnato preferibilmente in misura non inferiore al 60 per cento ed in proporzione ai posti di organico scoperti nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
1. 119. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.
Al comma 518, primo periodo, sostituire le parole: 1,370 milioni di euro per l'anno 2007 e di 5,671 milioni con le seguenti: 3 milioni di euro per l'anno 2007 e di 6 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 3 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 136. Verro, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto.
Al comma 518, primo periodo, sostituire le parole: 1,370 milioni di euro per l'anno 2007 e di 5,671 milioni con le seguenti: 2 milioni di euro per l'anno 2007 e di 6 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 3 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 135. Ravetto, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Verro.
Al comma 519, quarto periodo, sostituire le parole: tre anni ed abbia effettuato non meno di centoventi con le seguenti: due anni ed abbia effettuato non meno di novanta.
1. 178. La Loggia, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 524.
*1. 29. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Cota.
Sopprimere il comma 524.
*1. 138. Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 524, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: , previa verifica dell'avvenuto esaurimento delle liste di disponibilità e mobilità ancora in essere.
1. 30. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Cota.
Al comma 526, secondo periodo, sostituire le parole: tre anni ed abbia effettuato non meno di centoventi con le seguenti: due anni ed abbia effettuato non meno di novanta.
1. 179. La Loggia, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 549, secondo periodo, sostituire le parole: 40 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2008 la somma di 80 milioni con le seguenti: 60 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2008 la somma di 100 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero economia e finanze:
2007: - 20.000;
2009: - 20.000.
voce: Ministero solidarietà sociale:
2008: - 20.000;
1. 5. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 549, secondo periodo, dopo le parole: sicurezza pubblica aggiungere le seguenti: soprattutto nelle regioni che registrano una maggiore incidenza dei reati di criminalità organizzata.
1. 140. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 550, aggiungere, in fine, le parole: , per contrastare efficacemente il terrorismo internazionale.
1. 139. Zorzato, Armosino, Angelino Alfano, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Sopprimere il comma 551.
Conseguentemente, al comma 641, sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 26 milioni.
1. 27. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 551.
1. 102. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 551, sostituire le parole: 6 milioni con le seguenti: 5 milioni.
1. 141. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 552.
1. 180. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 553.
1. 55. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 559, sostituire le parole da: a domanda fino alla fine del comma con le seguenti: , previo superamento di un concorso bandito dalle regioni e dagli enti locali entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, presso le regioni e gli enti locali che lo hanno bandito. L'onere relativo all'assunzione dei soggetti di cui al presente comma è a carico della regione o dell'ente locale che ha bandito il concorso.
1. 142. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 559, aggiungere, in fine, le parole: , senza oneri aggiuntivi per le pubbliche amministrazioni.
1. 122. Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Sopprimere i commi da 580 a 591
1. 96. Proietti Cosimi, Lamorte, Alberto Giorgetti.
Al comma 580, quarto periodo, sopprimere le parole: , la Scuola superiore dell'Amministrazione dell'interno.
1. 24. D'Alia, Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Al comma 584, sopprimere le parole: , sentite le organizzazioni sindacali più rappresentative nel settore pubblico.
1. 171. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 605, lettera c), dopo le parole: sono conferite nel rispetto del regime autorizzatorio in materia di assunzioni di cui all'articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 aggiungere le seguenti: e secondo i criteri di ripartizione dei posti disponibili e vacanti previsti dalla legge 3 maggio 1999, n. 124.
1. 164. Aprea, Garagnani, Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sostituire il comma 623 con il seguente:
623. Tale diritto si realizza nel sistema educativo anche attraverso l'apprendistato ai sensi dell'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276.
1. 25. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sostituire il comma 629 con il seguente:
629. La gratuità parziale dei libri di testo o l'assegnazione in comodato, di cui all'articolo 27, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è estesa anche agli studenti del ciclo d'istruzione obbligatorio degli istituti, paritari o legalmente riconosciuti, e a coloro che frequentano i percorsi triennali sperimentali di cui all'articolo 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. A tal fine è previsto un incremento del valore di 50 milioni di euro all'anno, per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a 50 milioni per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 26. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 641, sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 40 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci, in maniera lineare, fino a concorrenza dell'onere di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 83. Filipponio Tatarella, Bono, Bongiorno.
Al comma 641, sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 30 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A:
voce Ministero dell'economia e finanze, apportare le seguenti variazioni:
2007: - 10.000.
voce Ministero della solidarietà sociale, apportare le seguenti variazioni:
2008: - 10.000;
2009: - 10.000.
1. 165. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Aprea, Garagnani, La Loggia.
Al comma 641 sostituire le parole: 20 milioni con le seguenti: 21 mlioni.
Conseguentemente sopprimere il comma 1042.
1. 28. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 700.
1. 103. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 713, sostituire le parole: utilizzati per una quota non superiore al 50 per cento per il finanziamento di spese correnti e per una quota non superiore ad un ulteriore 25 per cento esclusivamente per spese di manutenzione ordinaria del patrimonio comunale con le seguenti: , in via d'eccezione, destinati al finanziamento di spese correnti, purché in misura non superiore al 35 per cento.
1. 104. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Dussin.
Al comma 713 sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 20 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 10 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 228. Casero, Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 713, sostituire le parole: 50 per cento con le seguenti: 25 per cento.
1. 105. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Dussin.
Al comma 713 sostituire le parole: 25 per cento con le seguenti: 30 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 10 per cento per gli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 229. Casero, Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 724.
1. 79. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 724, sostituire il quarto periodo con il seguente: Il funzionamento dell'Unità non deve comportare maggiori oneri per il bilancio dello Stato.
1. 78. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 724, quarto periodo, sostituire le parole: 2 milioni di euro con le seguenti: 1 milione di euro.
1. 124. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 729.
1. 211. Boscetto, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 729, primo periodo, sostituire le parole: Conferenza Stato-città e autonomie locali con le seguenti: Conferenza unificata.
1. 128. Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Zorzato.
Al comma 729, terzo periodo, sostituire le parole: sei mesi con le seguenti: tre mesi.
1. 123. Ravetto, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Verro, Zorzato.
Al comma 749, lettera g), capoverso comma 4, primo periodo, sostituire le parole da: che hanno provveduto fino alla fine del periodo con le seguenti: possono ricevere nuove adesioni anche con riferimento al finanziamento tramite conferimento del TFR, fermo restando l'obbligo di procedere agli adeguamenti di cui alle lettere a) e b) del comma 3 entro il termine del 31 marzo 2007. Le forme pensionistiche danno comunicazione alla COVIP dei predetti adeguamenti secondo le istruzioni impartite dalla stessa.
Conseguentemente, al medesimo capoverso, secondo periodo:
dopo le parole: Relativamente a tali aggiungere la seguente: nuove;
sopprimere le parole: ed abbiano altresì provveduto, per quanto di competenza, agli ulteriori adeguamenti di cui al comma 3, lettera b), n. 1),
1. 191. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Fabbri.
Sopprimere il comma 753.
1. 192. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Fabbri.
Al comma 760, primo periodo, sostituire le parole: 30 settembre con le seguenti: 31 marzo.
Conseguentemente, al medesimo periodo, dopo le parole: 5 dicembre 2005, n. 252, aggiungere le seguenti: riferiti all'anno solare precedente.
1. 193. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 763, primo periodo, sostituire le parole: trenta anni con le seguenti: quaranta anni.
1. 194. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Fabbri.
Sopprimere il comma 776.
1. 56. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 782, capoverso Art. 13-bis, comma 2, sostituire le parole: 60 per cento con le seguenti: 55 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, tutte le spese di parte corrente sono ridotte del 4 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 195. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 782, capoverso Art. 13-bis, comma 2, sostituire le parole: 60 per cento con le seguenti: 57 per cento.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, tutte le spese di parte corrente sono ridotte del 3 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009.
1. 196. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 796, lettera g), sostituire le parole: delle regioni interessate con le seguenti: di ciascuna regione.
1. 59. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Montani.
Al comma 796, lettera g), sopprimere le parole da: La mancata corresponsione fino alla fine della lettera.
1. 170. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Al comma 796, lettera p), sopprimere le parole da: Sono fatte salve le disposizioni fino alla fine della lettera.
Conseguentemente al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le autorizzazioni di spese di parte corrente del 3 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 201. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 796, lettera p), sopprimere le parole da: Sono fatte salve le disposizioni fino alla fine della lettera.
1. 185. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 798, primo periodo, sostituire la parola: 8 con la seguente: 10.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le autorizzazioni di spesa di parte corrente del 2 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 200. Zorzato, Di Virgilio, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 798, primo periodo, sostituire la parola: 8 con la seguente: 7.
Conseguentemente, sopprimere il secondo periodo.
1. 60. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Montani.
Al comma 798, secondo periodo, sopprimere le parole da: , comprese fino alla fine del comma.
1. 202. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 800.
1. 203. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 809, secondo periodo, sostituire le parole: tre volte l'anno con le seguenti: sei volte l'anno e ogniqualvolta il Ministro della salute lo ritenga opportuno.
1. 145. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 809, sopprimere l'ultimo periodo.
1. 144. Zorzato, Leone, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 814, primo periodo, sostituire le parole: 5 per cento con le seguenti: 10 per cento.
1. 204. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 814, secondo periodo, sopprimere le parole: , di età inferiore ai quaranta anni.
1. 184. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 814, terzo periodo, sostituire le parole: sessanta giorni con le seguenti: trenta giorni.
1. 205. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 815, sostituire le parole: 100.000 euro con le seguenti: 200.000 euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'università e della ricerca apportare le seguenti variazioni:
2007: - 100;
2008: - 100.
1. 206. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 817, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 3.000;
2008: - 3.000;
2009: - 3.000.
1. 189. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 817, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 3 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero dell'economia e delle finanze:
2007: - 1.000;
voce Ministero della solidarietà sociale:
2008: - 1.000;
2009: - 1.000.
1. 207. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 818.
1. 187. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 828, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti 5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, apportare le seguenti variazioni:
voce: Ministero dell'economia e delle finanze:
2007: - 3.000;
voce: Ministero della solidarietà sociale:
2008: - 3.000;
2009: - 3.000;
1. 190. Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
Al comma 828, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 3 milioni.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero della solidarietà sociale apportare le seguenti variazioni:
2007: - 1.000;
2008: - 1.000;
2009: - 1.000.
1. 208. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 829, capoverso comma 1, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: , dando la priorità ai cani appartenenti a razze particolarmente aggressive.
1. 209. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Boniver.
Sopprimere i commi 832 e 833.
1. 58. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Montani.
Al comma 833, primo periodo, sostituire le parole da: a titolo di contributo fino alla fine del comma, con le seguenti:, finalizzato prevalentemente al risanamento ambientale dei luoghi di insediamento degli stabilimenti petroliferi, nonché ad investimenti infrastrutturali.
1. 115. Oliva, Lo Monte, Neri, Rao, Reina.
Al comma 847, quarto periodo, sostituire le parole da: in comparti fino a: del 21 giugno 1999 con le seguenti: nei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero e rubinetteria.
1. 64. Garavaglia, Cota, Fugatti, Filippi.
Al comma 898, primo periodo, sostituire le parole: 25 milioni di euro con le seguenti: 30 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 152. Zorzato, Leone, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 898, primo periodo, sostituire le parole: 25 milioni di euro con le seguenti: 28 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 153. Leone, Zorzato, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 899, primo periodo, sostituire le parole: 20 milioni di euro con le seguenti: 25 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella B, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 25.000;
2008: - 25.000;
2009: - 25.000.
1. 146. Leone, Zorzato, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, La Loggia.
Al comma 900, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro con le seguenti: 15 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 151. Zorzato, Leone, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 900, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro con le seguenti: 10 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 150. Leone, Zorzato, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 900, primo periodo, sostituire le parole: 5 milioni di euro con le seguenti: 8 milioni di euro.
Conseguentemente al comma 1353, tabella B, sopprimere gli importi relativi a tutte le voci modificate dal Senato.
1. 149. Leone, Zorzato, Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 902, sostituire le parole: 10 milioni di euro con le seguenti: 15 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 15.000.
1. 212. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 902, sostituire le parole: 10 milioni di euro con le seguenti: 12 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare la seguente variazione:
2007: - 12.000.
1. 154. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Dopo il comma 936, aggiungere il seguente:
936-bis. Il Fondo di cui al comma 936 è prioritariamente destinato alle aziende che siano in possesso del documento unico di regolarità contributiva.
1. 70. Garavaglia, Filippi.
Al comma 943, sostituire le parole da: 24 milioni fino alla fine del comma, con le seguenti: 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 61. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 989, sostituire le parole: novanta giorni con le seguenti: sessanta giorni.
1. 231. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1014, ultimo periodo, sopprimere le parole da: e per il ristoro fino alla fine del comma.
1. 71. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1017, sopprimere l'ultimo periodo.
1. 46. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1020, primo periodo, sostituire la parola: 2,4 con la seguente: 2.
Conseguentemente, al secondo periodo, sostituire la parola: 42 con la seguente: 25.
1. 107. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 1022.
1. 106. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1030, lettera a), sostituire le parole: sono soppresse con le seguenti: sono sostituite dalle seguenti : «. La convenzione unica di cui al presente comma e le clausole convenzionali di cui ai successivi commi da 83 a 89 non si riferiscono anche alle società concessionarie cui sono affidati tratti autostradali a seguito dell'espletamento di una gara pubblica sulla base della normativa nazionale vigente in materia di lavori pubblici e di project financing».
1. 108. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Sopprimere il comma 1042.
1. 32. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1044, primo periodo, sopprimere le parole: , con particolare riferimento al Mezzogiorno,
1. 72. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1058, sostituire le parole: 100 milioni di euro e per ciascuno degli esercizi 2008 e 2009 è stanziata la somma di 150 con le seguenti: 200 milioni e per ciascuno degli esercizi 2008 e 2009 è stanziata la somma di 300.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 5 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 237. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Sopprimere il comma 1073.
1. 238. Marinello, Misuraca.
Al comma 1075, secondo periodo, sostituire le parole: 10 milioni di euro per l'anno 2007 e 30 con le seguenti: 20 milioni di euro per l'anno 2007 e 50.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 232. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sostituire il comma 1076 con il seguente:
1076. All'articolo 1 del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, al comma 9-bis, le parole: «entro il 30 giugno 2007» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 31 dicembre 2007».
1. 86. Bellotti.
Al comma 1081, secondo periodo, sostituire le parole: 2 milioni con le seguenti: 5 milioni.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 2 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 239. Marinello, Misuraca, Zorzato.
Sopprimere i commi 1117 e 1118.
1. 109. Dussin, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1189, secondo periodo, sostituire le parole da: nonché alle imprese del settore dell'elettronica fino a: rispettivamente 1.000 e 500 con le seguenti: nonché alle imprese in crisi operanti nel settore ad alta tecnologia i cui dipendenti sono già stati collocati in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 13 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, sulla base di accordi sindacali stipulati nel luglio 2003, sono riservate 4.000.
1. 54. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Bodega, Grimoldi.
Al comma 1225, primo periodo, sostituire le parole: iniziati dopo la con le seguenti: in corso alla.
1. 155. Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1226, sostituire le parole: tre mesi con le seguenti: trenta giorni.
1. 157. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1226, sostituire le parole: tre mesi con le seguenti: due mesi.
1. 156. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1230, primo periodo, sostituire la parola: 190 con la seguente: 130.
Conseguentemente, al comma 1250, primo periodo, sostituire le parole: l'anno 2007 e di 180 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 con le seguenti: ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 47. Gibelli, Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1234, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:
d) attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente.
1. 77. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Sopprimere il comma 1235.
1. 76. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1236, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Della ripartizione delle somme di cui al comma 1235 deve essere presentata ogni anno la rendicontazione alle Commissioni di competenza del Parlamento.
1. 75. Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1243, sostituire le parole da: è ridotta fino alla fine del comma, con le seguenti: resta ferma per gli anni 2007, 2008 e 2009 ed al relativo onere, fermo restando quanto già previsto per l'anno 2006, si provvede mediante riduzione della dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, per gli importi di 60 milioni di euro per l'anno 2007 e 2008 e 180 milioni di euro per l'anno 2009.
Conseguentemente, all'articolo 1, comma 1354, tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 10 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
1. 241. Angelino Alfano, Marinello, Misuraca.
Al comma 1243, sostituire le parole da:10 milioni fino alla fine del comma, con le seguenti: 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 25 milioni di euro per l'anno 2009.
Conseguentemente, al comma 1353, Tabella A:
voce: Ministero dell'economia e delle finanze apportare le seguenti variazioni:
2007: - 9.000;
voce Ministero della solidarietà sociale apportare le seguenti variazioni:
2008: - 9.000;
2009: - 25.000.
1. 120. Rao, Lo Monte, Neri, Oliva, Reina.
Al comma 1246, primo periodo, sopprimere le parole: , ove necessario, mediante il riparto percentuale dei contributi.
1. 65. Caparini, Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1247, sopprimere l'ultimo periodo.
1. 67. Caparini, Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1250, primo periodo, sostituire le parole: e di 180 milioni con le seguenti: e di 250 milioni.
Conseguentemente al comma 1354, tabella C, ridurre in maniera lineare tutte le voci fino a concorrenza dell'onere di 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
1. 84. Filipponio Tatarella, Bono, Bongiorno.
Al comma 1254, capoverso Art. 9, alinea, dopo le parole: Ministro delle politiche per la famiglia aggiungere le seguenti: , di concerto con il Ministro per i diritti e le pari opportunità,.
1. 158. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1256, primo periodo, dopo le parole: pari opportunità aggiungere le seguenti: da emanarsi entro il 31 gennaio di ogni anno.
1. 159. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1261, primo periodo, sostituire le parole da: per ciascuno degli anni fino alla fine del comma, con le seguenti: non inferiore al 10 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, da destinare al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere. Il Ministro per i diritti e le pari opportunità, con decreto emanato di concerto con i Ministri della solidarietà sociale, del lavoro e della previdenza sociale, della salute e delle politiche per la famiglia, stabilisce i criteri di ripartizione del Fondo, che dovrà prevedere una quota parte non inferiore al 10 per cento da destinare all'istituzione di un Osservatorio nazionale contro la violenza sessuale e di genere e una quota parte non inferiore al 20 per cento da destinare al piano d'azione nazionale contro la violenza sessuale e di genere.
1. 160. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1267, sopprimere il secondo periodo.
*1. 31. Garavaglia, Fugatti, Filippi, Cota.
Al comma 1267, sopprimere il secondo periodo.
*1. 166. Zorzato, Leone, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Aprea, Garagnani.
Al comma 1268, sopprimere le parole: di concerto con il Ministro per i diritti e le pari opportunità.
1. 167. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Garagnani, Aprea.
Sostituire il comma 1271, con il seguente:
1271. La Repubblica Italiana riconosce il sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti durante il secondo conflitto mondiale e ne onora la memoria.
1. 48. Garavaglia, Filippi.
Sostituire il comma 1272 con il seguente:
1272. La Repubblica italiana concede una medaglia d'onore ai cittadini italiani militari deportati ed internati nei lager nazisti dopo l'8 settembre 1943 e successivamente destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra, ai quali sia stato negato lo status di prigionieri di guerra loro applicabile sulla base delle disposizioni della Convenzione relativa al trattamento dei prigionieri di guerra fatta a Ginevra il 27 luglio 1929 e sottoscritta anche dallo Stato tedesco. La medesima disposizione si applica altresì ai cittadini italiani civili deportati ed internati in Germania nelle medesime circostanze e sottoposti allo stesso trattamento, nonché ai familiari dei deceduti, che abbiano titolo per presentare l'istanza di riconoscimento dello status di lavoratore coatto.
1. 49. Garavaglia, Filippi.
Sostituire i commi 1274 e 1275 con il seguente:
1274. All'individuazione degli aventi diritto si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentite l'Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall'internamento e dalla guerra di liberazione (ANRP), l'Associazione nazionale ex internati (ANEI) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni.
1. 161. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1274, sostituire le parole da: Presidente del consiglio dei ministri fino alla fine del comma, con le seguenti: Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, costituito da un rappresentante del Ministero della difesa, del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero del lavoro, nominati dai rispettivi ministri, nonché da un rappresentante dell'Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall'internamento e dalla guerra di liberazione (ANRP) e da un rappresentante dell'Associazione nazionale ex internati (ANEI).
1. 50. Garavaglia, Filippi.
Al comma 1276 sostituire le parole da: di 250.000 euro fino a: stabilite in 50.000 euro con le seguenti: di 200.000 euro derivante dall'attuazione del presente articolo, ivi comprese le spese per il funzionamento del comitato di cui al comma 1274, stabilite in 25.000 euro.
1. 51. Garavaglia, Filippi.
Al comma 1276, sopprimere le parole da: ivi comprese fino a: 2008 e 2009.
1. 163. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 1293.
1. 168. Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro, Garagnani, Aprea.
Sopprimere il comma 1297.
1. 66. Caparini, Garavaglia, Filippi, Fugatti.
Al comma 1297, ultimo periodo, sostituire le parole: 30 per cento con le seguenti: 35 per cento.
1. 131. Angelino Alfano, Zorzato, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1306, primo periodo, sostituire le parole da: assetto funzionale fino a: esperti nelle materie di competenza istituzionale della COVIP con le seguenti: e produttivo assetto funzionale ed organizzativo, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), è autorizzata ad inquadrare in ruolo i dipendenti, già assunti mediante procedura selettiva pubblica con contratti a tempo determinato ed in servizio da almeno tre anni continuativi. L'inquadramento nei ruoli, nelle medesime qualifiche oggetto dei predetti contratti, avviene previo svolgimento di appo sito esame, scritto ed orale, innanzi ad apposita Commissione presieduta dal Presidente o da un Commissario della COVIP e composta da due docenti universitari esperti nelle materie di competenza istituzionale della COVIP, da un funzionario del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e da un funzionario del Ministero dell'Economia e delle Finanze. È elemento essenziale per l'accesso all'esame l'aver maturato, prima dell'assunzione nella suddetta Commissione, una esperienza triennale continuativa nel settore di competenza della COVIP. In alternativa è previsto un pre-esame scritto obbligatorio su materie di competenza istituzionale della COVIP il cui superamento diventa requisito essenziale alternativo. L'apposita Commissione presieduta dal Presidente o da un Commissario della COVIP stabilisce i criteri per la valutazione delle competenze maturate e le modalità di svolgimento del pre-esame.
1. 183. Baldelli.
Sopprimere il comma 1307.
Conseguentemente, al comma 1354, tabella C, ridurre tutte le voci di parte corrente nella misura del 3 per cento per gli anni 2007, 2008, 2009.
1. 132. Pelino, Leone, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1324, dopo le parole: Per i soggetti aggiungere la seguente: italiani.
1. 100. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1325, alinea, sostituire le parole: può essere formata con le seguenti: deve essere formata.
1. 101. Garavaglia, Fugatti, Filippi.
Al comma 1331, sostituire le parole: 10 milioni di euro con le seguenti: 20 milioni di euro.
Conseguentemente, al comma 1353, tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze, apportare la seguente variazione:
2007: - 10.000.
1. 230. Leone, Zorzato, Crosetto, Giudice, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Marras, Ravetto, Verro.
Sopprimere il comma 1343.
* 1. 68. Garavaglia.
Sopprimere il comma 1343.
* 1. 6. Mazzoni, Peretti, Zinzi.
Sopprimere il comma 1343.
* 1. 93. La Russa, Consolo, Bongiorno.
Sopprimere il comma 1343.
* 1. 169. La Loggia, Costa, Zorzato, Angelino Alfano, Armosino, Casero, Crosetto, Giudice, Leone, Marras, Ravetto, Verro.
Al comma 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'univerità e della ricerca voce: Legge n. 394 del 1977: Potenziamento dell'attività sportiva universitaria (3.1.2.5 - Altri interventi per le università statali cap. 1709) apportare le seguenti variazioni:
2007: + 8.000;
2008: + 8.000;
2009: + 8.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, rubrica: Ministero dell'università e della ricerca voce: Legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5, comma 1: lettera a): Spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti variazioni:
2007: - 8.000;
2008: - 8.000;
2009: - 8.000.
1. 254. Filipponio Tatarella, Bono, Frassinetti.
Al comma 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'università e della ricerca voce: Legge n. 147 del 1992: Modifiche ed integrazioni alla legge 2 dicembre 1991, n. 390, recante norme sul diritto agli studi universitari (3.1.2.3 - Diritto allo studio - cap. 1695) apportare le seguenti variazioni:
2007: + 20.000;
2008: + 20.000;
2009: + 30.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, rubrica: Ministero dell'università e della ricerca voce: Legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5, comma 1: lettera a): Spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti variazioni:
2007: - 20.000;
2008: - 20.000;
2009: - 30.000.
1. 255. Filipponio Tatarella, Bono, Frassinetti.
Al comma 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'Università e della ricerca voce: legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5, comma 1, lettera a): spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti variazioni:
2007: + 350.000;
2008: + 350.000;
2009: + 350.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, ridurre in maniera lineare tutte le voci di parte corrente.
1. 252. Filipponio Tatarella, Bono.
Al comma, 1354, tabella C, rubrica: Ministero dell'Università e della ricerca voce legge n. 537 del 1993: Interventi correttivi di finanza pubblica: Art. 5,, comma 1, lettera a): spese per il funzionamento delle università (3.1.2.9 - Finanziamento ordinario delle università statali - cap. 1694) apportare le seguenti varizioni:
2007: + 150.000;
2008: + 150.000;
2009: + 150.000.
Conseguentemente, alla medesima tabella, ridurre in maniera lineare tutte le voci di parte corrente.
1. 253. Filipponio Tatarella, Bono, Frassinetti.
RESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
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90.
Seduta di GIOVedì 21 dicembre 2006
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI
indi
DEI VICEPRESIDENTI
CARLO LEONI
GIULIO TREMONTI
GIORGIA MELONI
E PIERLUIGI CASTAGNETTI
Disegno di legge: Legge finanziaria 2007 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1746-bis-B) (Seguito della discussione ed approvazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis-B).
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge finanziaria, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (per l'articolo unico e le proposte emendative ad esso presentate vedi l'allegato A della seduta del 20 dicembre 2006 - A.C. 1746-bis-B, sezione 1).
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia
Articolo unico A.C. 1746-bis-B
)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Grazie, signor Presidente. Talvolta avremmo piacere, anche noi rappresentanti dei gruppi minori, di cominciare a parlare con una rappresentanza più adeguata del Governo che, normalmente, riserva la sua attenzione a gruppi e colleghi probabilmente più importanti. Tuttavia, le regole della democrazia mi hanno insegnato che ciascun deputato svolge il suo mandato senza vincoli e in eguale funzione di rappresentanza del paese. Mi piacerebbe, quindi, se, ogni tanto, potessimo parlare ad un uditorio più attento e, senza offesa per coloro i quali rappresentano il Governo, anche più qualificato.
Noi voteremo contro la fiducia posta dal Governo sulla finanziaria licenziata dal Senato. Voteremo contro perché questa finanziaria, presentata e pubblicizzata come una finanziaria che doveva, da un lato, risanare i conti e, dall'altro, promuovere lo sviluppo del paese, è esattamente il contrario di quello che si è detto sarebbe dovuta essere.
È una finanziaria di recessione, che rende tutti, più o meno - forse più che meno - poveri perché va in controtendenza rispetto alle regole fondamentali che l'economia, le leggi di mercato stabiliscono per favorire lo sviluppo del paese.
Si è detto che è una finanziaria che redistribuisce il reddito togliendo di più a chi più ha per dare qualche cosa a chi meno ha. L'unico aspetto che può in qualche modo giustificare questa affermazione è una parziale, limitatissima - poco più di cento euro - riduzione dell'IRPEF nelle fasce basse di reddito, che verrà immediatamente compensata dalla levitazione di tutte le altre imposte, dirette ed indirette, a cominciare dall'ICI, che sarà aumentata con la revisione degli estimi catastali e che finirà, maggiorando imposizione fiscale e costo dei servizi, per togliere anche a coloro i quali formalmente qualcosa hanno avuto, molto di più di ciò che hanno ricevuto.
La promozione dello sviluppo, normalmente, si fa azionando tre leve classiche: la leva fiscale, riducendo l'imposizione e la pressione fiscale per lasciare maggiore liquidità e risorse nelle tasche dei cittadini; favorendo la disponibilità di risorse e liquidità alle imprese; intervenendo, come spesa pubblica, nella realizzazione di opere pubbliche e infrastrutturali.
Il dosaggio di queste tre leve è la caratteristica delle scelte dei Governi: queste tre leve sono le uniche che spingono nella direzione dello sviluppo.
Questa legge finanziaria leva dalle tasche degli italiani quasi 40 miliardi di euro, non diminuisce la pressione fiscale e, dunque, toglie soldi al sud e agli italiani; non dà risorse alle imprese e anzi sottrae, attraverso la riforma del TFR; non investe nelle opere pubbliche e infrastrutturali.
Il paradigma del ponte sullo Stretto è ciò che meglio di ogni altra cosa testimonia qual è la volontà di questo Governo. Infatti, il ponte sullo Stretto, oltre ad essere funzionale ed indispensabile alla realizzazione del corridoio Palermo-Berlino, rappresentava una spinta formidabile interna per gli investimenti e l'occupazione per il Mezzogiorno. Il gap di sviluppo che noi acquisiamo nei confronti dell'Europa e del mondo è dato soprattutto da una lentezza della crescita del Mezzogiorno. Mai come in questa occasione è facile dimostrare che, se l'Italia vuole correre tutta agli stessi ritmi dell'Europa e del mondo occidentale, deve innanzitutto favorire lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno. Mai come in questa occasione veramente possiamo affermare che se cresce il sud, cresce l'Italia. Invece, nelle scelte di questo Governo - già nella formazione della compagine governativa - e nelle scelte di questa legge finanziaria, abbiamo riscontrato una perseverante volontà di mortificazione del Mezzogiorno. Questo - e mi avvio a concludere rapidamente, signor Presidente - è il segno preciso di una miopia politica che vuole affossare lo sviluppo del paese e, nel farlo, affossa soprattutto il Mezzogiorno. Per questa ragione voteremo contro la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brugger. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, come ho già detto in occasione della prima lettura della legge finanziaria in questo ramo del Parlamento, la sessione di bilancio è stata contraddistinta all'inizio da una gestione non sempre lineare e da notevoli problemi di comunicazione da parte del Governo. Questo ha reso difficile il lavoro di noi deputati che spesso non eravamo in grado di sapere se la discussione avvenisse sui testi che conoscevamo o se, nel frattempo, tutto fosse stato cambiato. La fatica si è poi raddoppiata quando, tornando nei nostri collegi, dovevamo provare a far comprendere ai nostri elettori, da un lato, la necessità di una manovra severa e, dall'altro, la bontà di molte disposizioni contenute a sostegno delle famiglie e del sociale, delle imprese, dei lavoratori dipendenti e autonomi. Un elettorato a ragione diffidente e spesso strumentalizzato dall'opposizione che non ha faticato tanto ad evidenziare le lacune e contraddizioni della prima stesura del testo arrivato in quest'aula.
A dimostrazione degli errori e dell'inadeguatezza del metodo, devo ricordare la polemica sulla misteriosa apparizione della riduzione dei tempi di prescrizione dei reati contabili della pubblica amministrazione nel maxiemendamento predisposto al Senato, che non doveva esserci e che rende necessario un decreto correttivo a fine anno.
Auspichiamo veramente che le sessioni di bilancio vissute in questi ultimi anni, approvate con il continuo ed inevitabile ricorso alla fiducia, convincano finalmente la maggioranza e l'opposizione a mettersi attorno ad un tavolo e a ripensare alle regole del gioco per la procedura di approvazione della legge finanziaria, come tra l'altro ricordato ieri dal Capo dello Stato.
Inoltre, è con favore che abbiamo accolto l'annuncio di palazzo Chigi di un radicale cambiamento anche nella strategia di comunicazione, che ci sembra molto importante. Abbiamo condiviso e difeso fin dall'inizio l'impianto e l'entità della manovra, mirata alla correzione del debito pubblico oramai fuori controllo che rientrerà al 2,8 per cento, al rilancio dello sviluppo e della competitività dell'Italia, con un pacchetto di norme sia dal lato delle famiglie e del sociale - penso alla nuova IRPEF, agli assegni familiari, all'istituzione di fondi che aiutano coloro che sono più in difficoltà, al sostegno dei lavoratori, alle nuove disposizioni sulle successioni - ma anche dal lato delle imprese.
Mi riferisco a tutte le disposizioni per la riduzione del costo del lavoro, al cuneo fiscale, alla revisione del TFR, al fondo per la competitività, all'ammortamento dei beni strumentali e immobiliari, sia industriali che dei liberi professionisti, alle società non operative, alla revisione delle norme sugli studi di settore, alle misure a favore della montagna, per fare solo alcuni esempi significativi. Troviamo inoltre giusta la decisione di finanziare il rilancio della crescita del paese con le maggiori entrate che si recupereranno dalla pressione fiscale e che permetteranno in futuro una graduale riduzione della pressione fiscale.
Ora che questa legge viene approvata definitivamente è arrivato anche il momento che il Governo passi rapidamente alla cosiddetta «fase 2», di cui parla da settimane, una fase che superi questo momento di difficoltà, aggravato anche da un calo del consenso e che permetta di dare segnali reali e tangibili ai milioni di italiani che hanno sentito parlare troppo di stangate, di esattori e di tagli e che dovranno aspettare ancora diversi mesi prima di toccare con mano i benefici di questa legge.
I nostri elettori hanno bisogno di sapere che questo Governo è realmente impegnato a rilanciare lo sviluppo economico e a passare concretamente alle riforme strutturali, indispensabili per permettere a questo paese di ritornare tra i primi dell'Unione europea.
Avviandomi alla conclusione, desidero ringraziare il Governo per aver ripristinato il metodo di confronto, che il precedente Governo non aveva tenuto con le minoranze linguistiche, e ringrazio il viceministro Visco e i sottosegretari Sartor, Grandi e D'Andrea e in modo particolare il relatore Ventura. Annuncio pertanto il voto favorevole delle minoranze linguistiche.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà.
GIAMPIERO CATONE. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori membri del Governo, con questa ennesima fiducia sembra giungere finalmente al termine la vicenda tragicomica della legge finanziaria del Governo Prodi per il 2007. Il gruppo della Democrazia cristiana-partito socialista giudica questa vicenda tragicomica per il tasso di incredibile disagio, di dissenso, di pressappochismo, di confusione, di dilettantismo e di rancore sociale che la legge finanziaria di quest'anno ha introdotto. Gli italiani si avvicinano al Natale con inquietudine e incertezza sul proprio futuro. Essi si domandano quante e quali tasse in più dovranno pagare per l'iniziativa di questo Governo, a partire dal prossimo gennaio. Ma la loro inquietudine va ben oltre la grave considerazione dell'aumento delle tasse dovute al Governo Prodi - vi è un aspetto molto più sottile ma ancor più grave -. Gli italiani sono inquieti e si domandano angosciati quale possa essere il tasso di affidabilità e di credibilità della loro classe di Governo.
In breve, il ragionamento degli italiani che cogliamo dagli umori della gente è il seguente: come possiamo fidarci di un Governo Prodi, che a soli otto mesi dal suo insediamento ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto, ha scritto e riscritto ogni giorno, persino ogni ora, una legge finanziaria mostruosa, che è giunta alla fine del suo cammino a contare oltre 1.360 commi, che ha deluso e tradito le aspettative persino di quei cittadini che lo avevano votato? Gli italiani hanno capito che questa legge finanziaria, oltre ad essere assurda e profondamente iniqua, dimostra che questo Governo è totalmente incapace di affrontare i problemi strutturali del paese, che non ne ha la forza né culturale, né progettuale né tantomeno politica.
Criticare la legge finanziaria è ormai una attività che provoca fastidio e mette a disagio, come sparare sulla Croce rossa o uccidere un uomo già morto. Cercheremo durante questa discussione di affrontare aspetti nuovi rispetto a quelli trattati in occasione del precedente voto di fiducia alla Camera, toccando argomenti che ci indignano particolarmente, che bruciano e che chiedono una puntualizzazione. Ci riferiamo in primo luogo alla menzogna di Prodi e del suo ministro dell'economia Padoa Schioppa secondo i quali questa legge finanziaria «di lacrime e sangue» sarebbe stata necessaria per porre rimedio al buco nei conti dello Stato lasciato dal Governo Berlusconi. È stata posta in essere una premeditata ed efferata campagna mediatica di menzogne su questo punto, utilizzando tutte le raffinate tecniche di propaganda proprie della sinistra, per convincere l'opinione pubblica. L'incipit di questa azione è stato dato dalla commissione Faini, insediata dal Governo Prodi subito dopo la sua costituzione, al solo scopo di dimostrare il presunto buco nei conti lasciato dal Presidente Berlusconi.
Peccato che il tutto fosse una menzogna, come è stato dimostrato da tutti i rendiconti successivi e come lo stesso Governo, messo alle strette, ha dovuto indirettamente ammettere. Il boom delle entrate registrato durante gli ultimi mesi - nuove entrate, si badi bene - è stato impudentemente attribuito da Prodi all'azione del suo Governo, insediatosi da poche settimane, anziché al merito del precedente Governo Berlusconi, che, con ben altri metodi, diversi da quelli di uno Stato di polizia tributaria, aveva convinto sempre più gli italiani a pagare le tasse.
È stato ricordato che le maggiori entrate tributarie dello Stato hanno superato, sulla base dei dati ormai disponibili, i 33 miliardi di euro. Il Governo Prodi, pur di tentare di mantenere in piedi la teoria del «buco» è ricorso addirittura ad alcuni artifici contabili per far apparire aumentato il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006. La prima operazione compiuta è stata quella di scrivere nei conti pubblici concernenti l'anno in corso gli effetti di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alla famosa vicenda della indetraibilità dell'imposta sul valore aggiunto sulle autovetture.
Come sappiamo, gli effetti di tale sentenza sono stati qualificati dalla maggioranza e dal Governo in oltre un punto percentuale di prodotto interno lordo. La seconda operazione contabile promossa al fine di giustificare l'esigenza di varare una manovra finanziaria di queste proporzioni è stata quella di inserire tra le voci di debito l'importo relativo agli investimenti dell'alta velocità. Con tale operazione, quindi, è stato fatto ulteriormente lievitare il deficit relativo all'esercizio finanziario 2006 aggiungendo, grosso modo, un altro punto di prodotto interno lordo.
Noi sappiamo che se depurassimo il rapporto deficit-PIL da queste voci improprie vedremmo che gli obiettivi di finanza pubblica delineati dal Governo di centrodestra non soltanto risulterebbero perfettamente centrati, ma addirittura al di sotto di quanto era stato stabilito.
Nella finanziaria c'è tutto ed il contrario di tutto! Ora, è un principio matematico, ma anche un principio di buon senso, per cui sommando il tutto con il suo contrario si ottiene un risultato pari a zero. Vogliamo dire che in primo luogo non si possono nella medesima legge inserire misure che incidono pesantemente sulla domanda aggregata delle famiglie e poi contemporaneamente pretendere di rilanciare l'economia gettando un bel po' di soldi pubblici per l'introduzione del cosiddetto cuneo fiscale. In un contesto in cui la finanziaria colpisce così pesantemente la domanda, a cosa può servire l'introduzione del cuneo fiscale? Probabilmente esso non servirà a niente o, comunque, la sua influenza sullo sviluppo sarà trascurabile. Noi siamo per la riduzione degli oneri sociali e delle imposte anche alle imprese, ma vogliamo che questo sia incardinato in una complessiva politica di espansione dell'economia, che non trascuri il lato della domanda.
Per quanto riguarda la politica delle imposte e i relativi inasprimenti, l'obiezione che ci viene proposta è quella che sostiene che attraverso questa operazione si è fatta finalmente equità sociale, si è ripristinato un equilibrio fra poveri e ricchi rimediando così alle disparità introdotte con le politiche del precedente Governo. L'argomentazione è totalmente infondata. In primo luogo, perché anche se le cose stessero veramente così, sarebbe comunque masochistico ammazzare nella culla le prospettive di sviluppo solo per spirito di rivalsa. Purtroppo, però, si ottiene il risultato di frenare lo sviluppo, senza operare alcun significativo trasferimento di risorse. Si tratta di una questione di cui oramai la grande maggioranza di italiani è al corrente. A che vale trasferire pochi euro in più alle famiglie a più basso reddito, se poi quelle stesse famiglie vengono gravate dall'aumento del bollo sulla macchina, dall'aumento dell'ICI e delle altre imposte locali, dagli effetti indiretti derivanti dall'introduzione di altri balzelli?
Si colpisce pesantemente il ceto medio, a fronte di una assai modesta complessiva redistrubuzione di reddito. I benefici che si ottengono sono, ovviamente, altamente inferiori alle gravi penalizzazioni macroeconomiche che si introducono. Il Governo Prodi mette le mani nelle tasche degli italiani onesti appartenenti al ceto medio, che già pagano le tasse e che già sono noti al fisco, non certo in quelle degli evasori. Il risultato finale è che il paese, grazie a questo Governo, rimane nel pantano con una finanziaria ipertrofica ed insensata, senza riforme e senza una prospettiva, senza una direzione autorevole.
Siamo arrivati al punto che persino il Presidente della Repubblica, proprio ieri, ha voluto, sia pure nelle forme proprie alla funzione che svolge, levare una voce critica sulla vicenda della legge finanziaria per il 2007.
Chissà se anche in questo caso Prodi risponderà con uno dei suoi soliti modi arroganti per il fastidio che gli viene arrecato, chissà se indirizzerà anche al Presidente della Repubblica gli epiteti di «pazzo», «egoista» e «addormentato» che ha rivolto agli italiani che lo criticavano.
In conclusione, signor Presidente, vogliamo riaffermare in questa sede l'impegno politico del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista contro questa legge finanziaria e contro questo Governo Prodi così inadeguato e così dannoso per gli interessi del paese e di tutti gli italiani. Auspichiamo, infine, signor Presidente, che il Governo Prodi, così restio a porre mano alla riforma delle pensioni, possa allora avere accesso ad uno dei privilegi dell'ordinamento attuale: il prepensionamento. Speriamo che il Governo Prodi, grazie anche al lavoro dell'opposizione, possa andare presto in prepensionamento.
Annunciamo, quindi, il voto contrario sulla fiducia al Governo da parte del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Picano. Ne ha facoltà.
ANGELO PICANO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi deputati, noi Popolari-Udeur diamo il nostro convinto voto di fiducia a questo Governo in riferimento all'approvazione del disegno di legge finanziaria nella consapevolezza di fare l'interesse del paese. La finanziaria ha seguito un cammino accidentato dovuto alle difficoltà da affrontare per dare una risposta credibile ai mercati interni ed internazionali, per attuare una politica di redistribuzione del reddito, per rilanciare l'ammodernamento delle infrastrutture del paese e per sostenere il sistema produttivo. Da più parti, però, data l'accidentalità del percorso a cui la finanziaria è stata sottoposta, si è affacciata l'ipotesi di una revisione delle procedure di approvazione, ed il nostro gruppo ha presentato un apposito progetto di legge ad hoc.
La bontà della manovra è dimostrata dai crescenti giudizi positivi che arrivano dalle organizzazioni internazionali, da istituti di ricerca, da autorevoli esponenti della Commissione europea. Infatti, la portavoce del commissario agli affari economici, Amelia Torres, è convinta che le misure contenute nella finanziaria siano in grado di risollevare i conti del paese e, soprattutto, che nella nuova versione approvata dal Senato non ci sono cambiamenti significativi rispetto al progetto di bilancio messo a punto dal Governo. Comunque, la portavoce del commissario Almunia sottolinea che la Commissione continuerà ad esaminare nel dettaglio la legge finanziaria e sarà molto vigile sulla sua attuazione, soprattutto in vista dell'appuntamento con l'Unione europea previsto per l'anno prossimo che prevede il rientro del rapporto tra deficit e PIL al di sotto del 3 per cento.
La politica di rigore nella gestione dei conti pubblici, perciò, non si esaurisce con l'approvazione della legge finanziaria ma esige una grande vigilanza nella politica di spesa, nella lotta all'evasione, in un'incisiva politica di riforme, così come previsto nel programma di Governo. I problemi dell'Italia hanno radici profonde, che vanno al di là della congiuntura sfavorevole degli ultimi anni. Il processo di convergenza europea, l'entrata nell'Unione monetaria e l'introduzione dell'euro hanno fornito un'importante ancora alla stabilità finanziaria del nostro paese ponendo le premesse per una crescita sostenibile dell'economia. Restano, tuttavia, aperte molte questioni fondamentali legate al rilancio dello sviluppo economico ed al completamento del risanamento della finanza pubblica.
All'interno di questo quadro la globalizzazione e l'invecchiamento della popolazione hanno aggravato negli ultimi anni i problemi legati alla disuguaglianza, povertà e disagio sociale. Per questo il Governo con la finanziaria ha dimostrato di avere una profonda sensibilità sociale varando provvedimenti di aiuto alle famiglie con redditi bassi, dando una risposta al devastante senso di precarietà di tanti giovani, intervenendo con misure sul precariato e sulla contribuzione degli apprendisti. Si sono previsti grandi stanziamenti sull'edilizia residenziale pubblica ma, soprattutto, con la stabilizzazione dei conti pubblici si è avviata una politica di difesa dei salari.
Nei mesi scorsi l'intera comunità nazionale è stata attraversata da sentimenti di sfiducia e di disillusione nei confronti di quasi tutte le istituzioni. C'era la sensazione che l'Esecutivo guidato dal Presidente Prodi non riuscisse ad ottenere nessun risultato significativo perché reso impotente, o quasi, dalle sue contraddizioni interne e dalle distanze programmatiche ed ideologiche tra le forze che lo compongono.
La speranza di un Governo autorevole accesa a luglio con il decreto Bersani si era fortemente erosa, se non spenta; man mano, però, che il paese ha preso esauriente coscienza dei contenuti della finanziaria, tale clima sembra avere subito un mutamento. Gli interventi in più sedi del ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa negli ultimi giorni sembrano avere attenuato nell'opinione pubblica la diffidenza nei confronti dell'Esecutivo, suscitando una ripresa di fiducia nei confronti del suo operato. Come spesso accade, la diminuzione degli atteggiamenti negativi ha riguardato anche la sfera economica con un ritorno di fiducia dei consumatori, come dimostrano alcuni indicatori specializzati. L'incremento dei giudizi positivi verso il Governo si rivela in misura relativamente più intensa tra gli strati più deboli socialmente, i giovanissimi, i più anziani ed i disoccupati, come ha rilevato nei giorni scorsi il Corriere della sera; ma la tendenza si riscontra anche in strati sociali molto lontani tra loro. Di ciò va ringraziata tutta la maggioranza, per l'omogeneità di comportamento: è stato veramente importante per l'Italia che l'intero schieramento di maggioranza, dovendo prendere misure spesso impopolari, abbia condiviso le responsabilità e le scelte necessarie per governare in una situazione difficile il nostro paese.
È stato presentato, da qualche partito di maggioranza, un ordine del giorno con cui si invita il Governo a presentare un progetto di legge sui PACS. Noi riteniamo che il Parlamento non può invitare il Governo a mettere in atto un'azione di supplenza delle sue prerogative, se non in caso di necessità e di urgenza; ma certamente non è questo il caso dei PACS.
Il problema è delicato e non bisogna seguire l'impostazione secondo la quale la regolamentazione dei diritti delle persone che fanno parte delle coppie di fatto si tradurrebbe in uno scontro frontale tra laici e cattolici. Ove esistano ostacoli all'esercizio di questi come di altri diritti individuali, essi vanno rimossi perché costituiscono una inaccettabile discriminazione.
A ciò si riferisce il testo del programma dell'Unione che parla, appunto, dei diritti dei membri delle coppie di fatto, e non del riconoscimento giuridico di quella condizione. D'altra parte, ha senso parlare di coppie di fatto appunto perché non lo sono di diritto.
La questione è molto delicata ed è evidente che su temi di questo genere sarebbe del tutto improprio porre questioni di disciplina della maggioranza. Per il Governo, quindi, assumersi l'onere della proposta potrebbe essere un boomerang del quale non si vede, francamente, la necessità.
Dobbiamo aprire una serena discussione, evitando rischi di lacerazione nella maggioranza che su tali argomenti che interrogano le coscienze sono sempre possibili. Una condotta politica all'insegna della chiarezza e della moderazione è l'unica via di uscita.
Questa finanziaria dà una risposta al disagio sociale ridistribuendo il reddito, squilibrato da molti anni; porta avanti la lotta all'evasione e promuove gli investimenti nel Mezzogiorno, nonché la coscienza di un paese tecnologicamente avanzato, con un diffuso e articolato sistema produttivo, con un ruolo internazionale da svolgere, con grandi trasformazioni sociali da governare, propri di una società multietnica cui dare una risposta.
È necessario perciò che il Governo acceleri nella direzione di una politica di riforme che permetta all'Italia di stare al passo con i tempi e che dia, inoltre, ai cittadini un maggior senso di sicurezza.
Sicurezza minacciata da una criminalità organizzata sempre più diffusa e da una microcriminalità sempre più invadente; la lotta alla criminalità, però, si combatte certamente con la repressione ma soprattutto con una politica di riforme che dia una risposta ai bisogni della gente e accentui la responsabilità individuale rendendo più snella ed efficiente la pubblica amministrazione, liberando nuove energie sociali e facendo emergere una nuova moralità.
La democrazia vive se sostenuta da un largo consenso nelle scelte che si fanno; ma soprattutto vive, se si basa su un ethos collettivo che deve animare la vita del paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur e La Rosa nel Pugno - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, prima del mio intervento voglio esprimere la commossa solidarietà dei deputati Verdi per la morte e la scomparsa di Piergiorgio Welby (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo).
Stiamo per votare la fiducia e per approvare definitivamente la legge finanziaria, la prima del Governo dell'Unione. Una finanziaria rigorosa, difficile, derivante dalla grave situazione economica del paese ereditata e causata da una politica del precedente Governo che noi definiamo irresponsabile e che non ha pensato di tutelare e di curare il futuro degli italiani.
In questi ultimi anni, in Italia, il tasso di povertà è aumentato dell'1 per cento. Se non avessimo fermato l'indebitamento del paese, sarebbe stato compromesso il futuro degli italiani. Abbiamo chiesto che questa finanziaria fosse rigorosa anche nel garantire le tutele sociali, ambientali e le questioni drammatiche poste dal lavoro precario.
Ebbene, questa finanziaria prevede aspetti molto importanti. Stabilisce un fondo per le persone non autosufficienti - 500 milioni di euro in tre anni -, un fondo per le politiche della famiglia - 630 milioni di euro -, nonché 360 milioni di euro per le politiche giovanili. Tra l'altro, nei prossimi anni, 150 mila precari della scuola saranno assunti, così come oltre 1.000 nella polizia, 400 nei carabinieri e nei vigili del fuoco verranno stabilizzati. Sembrerà strano agli italiani che in questo momento ci stanno vedendo ed ascoltando che il Governo precedente sia riuscito a realizzare il precariato anche nei carabinieri, nella Polizia di Stato e nei vigili del fuoco. Noi abbiamo avviato la stabilizzazione e la loro definitiva assunzione!
Nel provvedimento in esame è inoltre prevista l'indennità di malattia e di maternità per i lavoratori precari; prima ciò non era previsto. Negli enti di ricerca è prevista la stabilizzazione di ricercatori, con un fondo di 50 milioni di euro, ed è stata rafforzata la banca dati tributaria per dare forza alla lotta all'evasione fiscale.
La destra, quando ha governato, ha teorizzato che i cittadini erano costretti ad evadere le tasse, dimenticando che la stragrande maggioranza degli italiani le tasse le paga sempre attraverso la busta paga.
Ma questa è anche una finanziaria che, grazie all'iniziativa dei Verdi, ha subito importanti modifiche che segnano una svolta ecologista. I comuni saranno obbligati, nel rilascio delle concessioni edilizie e per ogni unità abitativa, a prevedere il fotovoltaico; si tratta di un fatto importante che consentirà di risparmiare sulla bolletta elettrica, fornendo un contributo per la lotta ai cambiamenti climatici attivando anche un sistema economico.
Grazie ad un'iniziativa parlamentare dei Verdi, 150 milioni di euro saranno utilizzati per ridurre la bolletta elettrica a quelle famiglie disagiate che ospitano anziani. Sono inoltre previste detrazioni fiscali per un risparmio energetico per chi vorrà dar vita a ristrutturazioni edilizie e vi saranno più biocarburanti per ridurre progressivamente la dipendenza dal petrolio.
Per la prima volta è stato istituito - sempre su nostra proposta e con il contributo di tutta la coalizione - un fondo per la mobilità sostenibile pari a 270 milioni di euro, che avrà la funzione di finanziare nelle città italiane a maggiore crisi ambientale l'acquisto di mezzi pubblici non inquinanti, di potenziare le reti ciclabili e l'intermodalità. Infatti, non possiamo dimenticare - e noi non lo facciamo - che l'inquinamento nelle città fa ammalare, uccide e produce tanti danni ai cittadini italiani.
Ricordo inoltre il fondo per la lotta ai cambiamenti climatici, pari a 600 milioni di euro, diretto all'installazione di microimpianti di produzione di energia elettrica rinnovabile, che potranno essere acquistati dalle famiglie italiane. Ebbene, alle famiglie italiane che in questo momento ci stanno vedendo, diciamo: diventate voi stesse produttrici di energia pulita, per soddisfare il vostro fabbisogno ricavando anche del reddito! Insomma, dimostreremo che, dalla lotta ai cambiamenti climatici, i cittadini ci guadagneranno; questa è la liberalizzazione dell'energia che noi vogliamo, dando la tecnologia alle famiglie italiane per diventare esse stesse produttrici di energia.
Nel provvedimento in esame è anche previsto un sostegno alla politica dei parchi, alla lotta all'abusivismo nelle aree protette e si potrà andare al mare - sembrerà una banalità, ma si tratta di un problema sentito da milioni di italiani - entrando negli stabilimenti senza pagare alcun biglietto per farsi il bagno. Infatti, in questo paese, farsi il bagno al mare è diventato un lusso (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
Inoltre, i fondi del ponte sullo stretto di Messina saranno utilizzati per la Calabria e la Sicilia, al fine di realizzare le infrastrutture utili, per portare acqua potabile, per realizzare ferrovie, per finanziare la difesa del suolo; cioè, quello che attendono i calabresi e i siciliani da molto tempo e che è stato loro negato.
Ricordo anche la previsione di 10 milioni di euro per interventi sanitari, a favore di personale militare e civile impiegato nelle missioni militari all'estero; mi riferisco a quei militari esposti all'uranio impoverito.
È anche previsto un piano nazionale per l'agricoltura biologica, così come un fondo di solidarietà per promuovere l'accesso all'acqua, attraverso un piccolo contributo sulle bottiglie di plastica di acqua minerale, che consentirà, a quelle persone che non possono avere l'acqua potabile a casa, di poterla avere. Arrivano le risorse per la bonifica.
Mi scusi, Presidente Bertinotti, non pretendo di essere ascoltato da tutti, ma quanto meno di non essere disturbato. Gradirei francamente...
PRESIDENTE. Ha assolutamente ragione (Applausi dei deputati del gruppo Verdi). Invito i colleghi a dedicare un'attenzione.
ANGELO BONELLI. Noi portiamo sempre grande rispetto per gli interventi dei parlamentari e francamente gradiremmo che anche altri lo facessero, ma vedo che sono poco ascoltato e quindi continuo nel mio intervento (Commenti). L'educazione non si insegna, si pratica!
PRESIDENTE. Inviterei per favore i colleghi ad evitare conversazioni...
ANGELO BONELLI. Noi chiediamo che sia corretto l'errore, perché non è possibile che gli italiani attraverso la bolletta elettrica paghino contributi ad energie rinnovabili, finanziando invece carbone, rifiuti e derivati del petrolio! Questa è una grande truffa, che in questi anni ha sottratto miliardi di euro alle energie rinnovabili e che noi intendiamo fermare (Applausi dei deputati del gruppo Verdi). Chiediamo al Governo di rispettare l'impegno assunto in questo senso e di fermare lo scandalo.
I Verdi, tra Camera e Senato, sono riusciti quindi a migliorare e costruire una finanziaria di svolta dal punto di vista ambientale. Qualcuno sostiene che una forza piccola come la nostra non sia necessaria. Abbiamo dimostrato l'esatto contrario: senza i Verdi, l'Italia non avrebbe fatto passi in avanti nel campo della tutela ambientale, della salute e dell'innovazione tecnologica. Non deve sfuggire però, e a noi non sfugge, che all'interno della coalizione c'è chi vede ancora la questione ecologica come un ostacolo allo sviluppo, quel tipo di sviluppo che sta distruggendo il pianeta. Fino a ieri esponenti dell'opposizione hanno teorizzato un Governo di volenterosi, con fuori i Verdi. Oggi pezzi e posizioni conservatrici all'interno della maggioranza vorrebbero fermare una spinta innovatrice e progressista, in cui la questione ambientale è dirimente. Ora si parla di fase 2 e fase 3. Diciamo: attenzione, il programma dell'Unione è la costituzione della coalizione dell'Unione. Non si possono chiedere i voti su un programma e poi cambiare le posizioni programmatiche; questo non è corretto!
Condividiamo che con l'anno nuovo si debba aprire una stagione di riforme e di interventi. Il paese ha bisogno di un piano energetico e dei trasporti, nonché delle infrastrutture utili per il paese, così come di una conferenza nazionale sul clima. Ma siamo laici anche in politica e non siamo abituati ad avere tabù. Discutiamo di tutto ciò di cui il paese ha bisogno. Si parla di innalzamento dell'età pensionabile: noi diciamo che si può fare con l'accordo dei sindacati e dei lavoratori, ma vogliamo anche parlare di aumento delle pensioni minime e delle tutele sociali per i più deboli. È evidente che i tabù non li deve avere nessuno, a partire dalle unioni civili, per garantire quei diritti di milioni di cittadini, che vivono in maniera solidale e a cui devono essere garantiti diritti e doveri.
Riteniamo quindi di aver fatto un buon lavoro, difficile, ma di aver contribuito ad iniziare a riportare equità, tutele sociali ed ambientali. E mi sia infine consentito di dire che, in nome di un popolo inquinato, si apre una nuova pagina nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici e questa potrà avere una sua forza solo attraverso un'alleanza tra economia ed ecologia.
Ecco perché i Verdi voteranno «sì» alla fiducia. Annunciamo quindi il nostro voto favorevole e ovviamente non possiamo che rivolgere gli auguri, alle italiane e agli italiani, di buon Natale e di buon anno (Applausi dei deputati del gruppo Verdi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i Comunisti Italiani voteranno a favore della fiducia sulla legge finanziaria. Una finanziaria che è servita a risanare le casse dello Stato, ma che avrebbe potuto essere gestita meglio e che in alcune parti va, a nostro avviso, anche seriamente corretta nel prosieguo dell'attività del Governo. Il malessere esiste e non mi riferisco certo alle proteste della Confindustria, che viceversa dovrebbe ringraziare per la quantità di risorse che riceve. Mi riferisco invece al malessere di quanti, tra i ceti meno protetti, si attendevano ben altre misure a loro vantaggio.
Dopo cinque anni di Governo delle destre, nei quali sono stati «stracciati» diritti e protezioni sociali, sono aumentati vertiginosamente il precariato e l'insicurezza sociali, sono state varate leggi sulla giustizia, sull'informazione, sugli assetti degli interessi economici, sempre a favore dei più ricchi e dei più potenti; bene, dopo cinque anni di tale natura, il nostro popolo nutriva aspettative molto alte. Penso ai pensionati con i redditi più bassi, ai lavoratori salariati, ma penso anche a categorie particolari, quali gli insegnanti, le donne e gli uomini di cultura, che si aspettavano ben altro da questa finanziaria. Vi è insoddisfazione, forse anche per una carenza di informazione, vera e univoca su quanto è stato fatto, ma non solo per problemi di informazione. Penso alla delusione di vasti strati di opinione pubblica, anche su temi diversi da quelli della legge finanziaria, penso ai temi della laicità dello Stato, o al tema, annoso, della legge sul conflitto di interessi, che era stata posta al centro del programma e che ancora non vi è.
Esistono, dunque, sacche di delusione e sarebbe dannoso, oltre che inutile, negarlo, perché c'è, per fortuna, il tempo per intervenire, per riconquistare consensi, per convincere. Nella finanziaria vi sono misure che noi giudichiamo davvero importanti. La lotta all'evasione fiscale sembrava impossibile; la lotta all'evasione fiscale è cominciata davvero: 33,8 miliardi di euro in più sono entrati nelle casse dello Stato.
Una prima redistribuzione, timida, ma una prima vera redistribuzione di reddito può iniziare a partire dalle nuove aliquote fiscali. Inoltre, misure importanti e che aprono prospettive nuove sono state inserite per la regolarizzazione dei lavoratori precari della pubblica amministrazione, dalla scuola agli altri comparti ministeriali e per i precari degli enti locali. Siamo orgogliosi, lo dico davvero con orgoglio, che tali misure siano frutto dell'opera certamente di tutta la maggioranza, ma soprattutto dell'azione, alla Camera ed al Senato, del gruppo dei Comunisti Italiani. Allo stesso modo, sempre per i precari, si riconoscono i diritti alla maternità ed all'assistenza sanitaria e, per la prima volta, si interviene anche sul precariato nei rapporti di lavoro privato, vera piaga sociale, incentivando solo le aziende che assumono con contratti di lavoro a tempo indeterminato, cioè stabile e sicuro.
Molto c'è da fare; certo, un primo passo, serio è stato compiuto e salutiamo con favore l'assunzione di 400 nuovi ispettori del lavoro, per provare a mettere fine o, almeno, a limitare la tragedia degli infortuni sul lavoro. Esistono tuttavia - come dicevo - anche ombre, non lievi, che chiediamo al Governo di dissipare, di rimuovere.
Onorevoli colleghi, se la maggioranza parlamentare scopre all'ultimo momento che nella legge finanziaria vi è una sanatoria per i processi contabili, bene - anzi, male - essa va cancellata immediatamente; se la medesima maggioranza, ossia noi, scopre, sempre all'ultimo momento, che sono stati parificati gli istituti universitari privati a quelli pubblici - e vorremo sapere chi ha inserito, all'ultimo momento, questa norma in finanziaria, è un autentica vergogna -, chiedo, in quest'aula, al ministro Mussi ed a tutto il Governo di cancellare tale norma, che è in aperta violazione del patto tra noi, ma soprattutto in aperta violazione della Costituzione italiana. Credo che, a proposito di università, dovremmo intervenire per reintegrare a pieno, ed a nostro giudizio anche aumentare, proprio i fondi dell'università pubblica «tagliati».
Sento parlare di «fase due», di rinnovato slancio riformatore; non sono affatto interessato ad un dibattito nominalistico, non so nemmeno cosa voglia dire «fase due», ciò che mi preme è che, invece, il Governo, che noi lealmente e convintamente sosteniamo e sosterremo, si caratterizzi, ora che la finanziaria diventa legge, ora che le risorse ci sono - sono entrati i soldi dell'evasione fiscale - da un lato, per politiche nette a favore dei ceti più deboli e, dall'altro, per un massiccio investimento sulla cultura, che rappresenta il futuro di questo paese (lavoro e scuola). Le risorse ci sono ed allora noi chiediamo interventi coraggiosi sulle condizioni di vita materiali di donne e uomini: salario, pensioni, sanità pubblica, servizi sociali, trasporti, politiche abitative, il sostegno per la non autosufficienza, gli anziani, la scuola e l'università, un programma sociale, insomma, perché il mondo del lavoro si attende da un Governo di centrosinistra questo genere di misure.
Sarà così che potremo recuperare il consenso e la fiducia del nostro popolo. Il programma che abbiamo sottoscritto deve rimanere la bussola per il nostro orientamento. Sarebbe incomprensibile - lo dico ai signori del Governo, del nostro Governo - che come risposta al disagio sociale, che si è manifestato e che, ripeto, è recuperabile, il Governo ritenesse di aumentare l'età pensionabile, perché il disagio aumenterebbe, invece di ridursi.
Signor Presidente del Consiglio, signori del Governo, noi vogliamo che questo Governo e questa maggioranza tengano, e tengano per cinque anni, senza modificazioni di rotta in direzione di versanti moderati, quando non apertamente conservatori. L'equilibrio, la sintesi - lo voglio dire -, anche i necessari compromessi li abbiamo trovati quando abbiamo costruito questa nostra coalizione e quando abbiamo sottoscritto tutti quanti un programma condiviso. Noi confidiamo - ne siamo sicuri - che il Presidente Prodi continui ad essere il garante di quell'accordo, che abbiamo sottoscritto di fronte agli elettori, non di altri accordi. Noi sosterremo il Governo Prodi con la lealtà che da sempre ci caratterizza, anche eventualmente con i rilievi critici, quando li riterremo necessari, ma sempre per il bene del Governo. È una sfida per ciascuno di noi e, quindi, ciascuno di noi deve fare la sua parte, è il cimento dei prossimi anni.
Vedete, cambiare il paese si può, e anche modernizzarlo. Sento da più parti parlare della necessità della modernizzazione del paese, ma in tutta la storia occidentale modernizzare significa dare più diritti, più protezione sociale, più Stato sociale, più cultura. Questo vuol dire modernizzare! Se la direzione di marcia sarà questa, come io confido, i Comunisti italiani avranno il coraggio riformatore; se la direzione è quella, il Governo può contare che avrà i Comunisti italiani sempre dalla sua parte (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, con il voto alla Camera la legge finanziaria è arrivata finalmente in porto. Non si può dire che tutto sia filato liscio come l'olio: c'è stato il giallo di chi ha inserito una sorta di sanatoria degli illeciti contabili degli amministratori. È grave che vi sia stata una disattenzione su un tema sul quale l'opinione pubblica è assai sensibile. C'è stata anche qualche brutta sorpresa con la parificazione di collegi universitari privati a quelli pubblici, di cui beneficeranno in larga parte istituzioni ecclesiastiche.
La finanziaria è diventata un contenitore nel quale viene messo di tutto e di più, e, con la fiducia, non passa neppure attraverso un approfondito esame parlamentare. Il richiamo fatto dal Presidente Napolitano va pienamente accolto nel suo spirito e nella sua lettera, affinché si arrivi ad una riforma delle leggi di bilancio per superare abnormi distorsioni ed una vera mortificazione del Parlamento.
Non si tratta di una messa sotto accusa da parte del Capo dello Stato di questo Governo o dell'attuale maggioranza, ma di una pessima prassi che ormai da anni va avanti, da troppo tempo, e da tempo sono cambiate maggioranze all'interno del Parlamento. Tuttavia, il Quirinale, come ha notato Luigi La Spina su La Stampa, anche se era l'antica sede dei papi, miracoli certo non ne può fare. Spetta alle forze politiche, di maggioranza come di opposizione, cambiare insieme le regole del gioco, superare un clima di rissa, aprire un confronto aperto e trasparente.
L'aperto riconoscimento di questi difetti non può però oscurare il valore che ha il risanamento strutturale dei nostri conti pubblici, senza il quale il nostro paese non va da nessuna parte.
Nella legge finanziaria è previsto anche un forte impegno di risorse per dare impulso alla crescita con uno sgravio fiscale alle imprese che è piuttosto consistente per ordine di grandezza.
Ogni qualvolta si mette mano ad una legge finanziaria in una condizione di emergenza rispetto ai conti pubblici ed ai richiami dell'Europa, come in questo caso in cui ci siamo trovati a ripagare la pesante eredità lasciataci dal Governo Berlusconi (ben 15 miliardi di euro), è inevitabile che vi sia un calo di popolarità. Il Governo ha pensato di procurarsi una base preventiva di consenso con un accordo con i sindacati dei lavoratori, con la Confindustria e con tante categorie sociali. Tale ricetta neocorporativa non ha funzionato.
Dal mondo delle imprese, con alla testa la Confindustria, è arrivata una pioggia di critiche e nessun elogio. Dagli operai della FIAT Mirafiori è giunto un coro di fischi diretti più al Governo che ai leader sindacali. Bisogna stringere i rubinetti degli sgravi fiscali, delle elargizioni, delle incentivazioni e dei crediti di imposta, per puntare invece a concentrare le risorse in sicurezza e in infrastrutture, con priorità al sud, nonché in innovazione, ricerca e formazione. È qui che nella legge finanziaria esiste un vero e proprio buco nero, rappresentato dalla mancata dislocazione di risorse in innovazione, in ricerca ed in formazione.
Certo non basta dare nuove risorse: il nostro sistema scolastico ed universitario è in crisi; gli insegnanti sono demotivati e mal pagati. Prima della selezione, pur necessaria, a non funzionare è l'istruzione che ne è la premessa.
Ad avere preoccupazioni sono soprattutto i giovani e, tra questi, in particolare le giovani donne. Tutti coloro che si affacciano sul mercato del lavoro temono di infilarsi in un tunnel senza fine, costituito dalla precarietà. Questo Governo ha fatto una grande operazione di stabilizzazione dei lavoratori precari, a cominciare da quelli della scuola. Tuttavia, ad essere soddisfatti sono stati soltanto coloro che erano direttamente interessati e ad essere scontenti tutti gli altri, che sono molti di più, compresi quelli alla ricerca di una prima occupazione.
Dobbiamo fare nostra la flessibilità e la sicurezza, creare un sistema capace di garantire dignitosi livelli di esistenza nel passaggio da un lavoro ad un altro, senza che questo evento sia drammatico, evitando tuttavia la creazione di dipendenti dello stato sociale.
È in questo contesto che si pone il problema dell'innalzamento dell'età pensionabile, in sintonia con la rivoluzione demografica. Lo si può fare con senso di equità, escludendo da queste misure i lavoratori manuali e riequilibrando la spesa sociale a favore della realizzazione di un sistema di sicurezza che vada dal lavoro flessibile agli anziani non autosufficienti. Bisogna però essere coerenti e non riaprire il rubinetto dei prepensionamenti, come pure fa la legge finanziaria per 6 mila lavoratori, a vantaggio soltanto delle imprese interessate e ad un costo certo per lo Stato. Su questo, signor ministro Padoa Schioppa, la richiamo ad una risposta precisa relativamente ad un tema davvero scottante, perché contraddice lo spirito e l'indicazione della riforma delle pensioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rosa nel Pugno, Italia dei Valori e di deputati della Lega Nord Padania).
La modernizzazione nel campo della vita civile non è affatto indifferente alla necessità di uno sviluppo sostenibile, fondato sull'innovazione e sulla crescita dei livelli culturali. Non si è riusciti nella finanziaria ad introdurre facilitazioni alle unioni di fatto, per quanto riguarda la successione ereditaria. Vi sono tante resistenze ad adeguare la legislazione per le situazioni di convivenza, comprese quelle basate su diversi orientamenti sessuali. Tutte queste proposte vengono ascritte generalmente ad un fronte anticlericale. Persino quando si vogliono eliminare privilegi come quelli delle esenzioni restanti dell'ICI per alcune attività commerciali della Chiesa, si dice che si vuole colpire la religione. Non ci si rende conto che ciò che in Italia viene catalogato come anticlericale è, in realtà, cosa del tutto normale in tutte le grandi democrazie europee!
Credenti e non credenti si interrogano su cosa sia una legislazione che rispetti la dignità e le scelte di qualsiasi essere umano, di qualunque concezione filosofica e religiosa e di qualunque orientamento sessuale. Di fronte al dramma che ha vissuto Piergiorgio Welby, arrivato oggi al suo termine, sono insorti gravi interrogativi. Dallo stesso mondo cattolico sono arrivate voci che hanno cominciato ad esprimere comprensione su una questione gravissima. Non si può imporre ad alcuno un accanimento terapeutico senza alcuna speranza; allo stesso modo, non si può imporre ad alcuno che la fine della vita sia accompagnata da un ulteriore supplizio (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno). La testimonianza che Piergiorgio Welby ha dato con la sua vita e con la sua morte ha scosso le coscienze. Dopo questo evento, ci sentiamo molto più impegnati su questo fronte, che per noi è assolutamente importante e che non deve dividere credenti e non credenti. Questi temi non sono affatto secondari per chi voglia rinnovare il nostro paese.
Vi è chi, nella società italiana, vorrebbe un cambiamento più forte, vorrebbe vedere realizzate riforme incisive in tempi più stretti e, magari, vorrebbe che fosse data una maggiore spinta alla crescita: noi de La Rosa nel Pugno siamo tra costoro. Il voto di fiducia che esprimeremo sul disegno di legge finanziaria in esame, signor Presidente, è accompagnato da critiche ma non da riserve mentali, da perplessità ma non da secondi fini. Spetta al Governo, presieduto da Prodi, portare il nostro paese fuori dalle secche, farlo uscire da una condizione di bassa crescita ed aprire la nuova frontiera delle riforme (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donadi. Ne ha facoltà.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, mentre ci apprestiamo a votare una manovra finanziaria sicuramente pesante, da più di 35 miliardi di euro, una delle più imponenti di tutti tempi, ho la sensazione che non siamo riusciti a trasmettere fino in fondo ai cittadini italiani le motivazioni - anzi, la necessità ineludibile - di questa scelta, dell'importanza della pesantezza di tale manovra.
A questa nostra mancanza è seguita una situazione di stordimento nei cittadini italiani, tentati dalle sirene del centrodestra, che continuano a ripetere loro: «Vedete? È bastato che arrivassero loro al Governo per fare approvare una stangata!». Tuttavia, non dobbiamo nasconderci che, in questi mesi, anche qualcuno del centrosinistra ha affermato, forse in modo un po' interessato: «Ma quale rigore? Non c'è bisogno di rigore: possiamo andare avanti tranquillamente a spendere come prima e più di prima!».
In questi casi, io credo che la coerenza sia fondamentale. Quando chiediamo agli italiani un sacrificio straordinario, straordinarie devono essere anche le motivazioni con le quali giustifichiamo il sacrificio. Ed io penso che la difficoltà, i tanti fraintendimenti e la diffidenza con la quale la manovra finanziaria è stata recepita dagli italiani trovino proprio nella nostra difficoltà a giustificarla la prima causa. È un vero peccato, perché la giustificazione c'era; ed era così solare, così evidente, così incontrovertibile che nessuno in buona fede, né in quest'aula, né nel paese, avrebbe potuto contraddirla.
Allora, dobbiamo cominciare a spiegare che l'Italia è una sorta di grande famiglia che ha ereditato dai propri padri, da chi ha governato negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, il terzo debito pubblico del mondo: più di 3 milioni di miliardi di vecchie di lire di debito! Ebbene, oggi, l'Italia è una famiglia che non ce la fa ad arrivare alla fine dell'anno con i propri soldi, con le proprie entrate, a vivere, a pagare gli stipendi della pubblica amministrazione, i servizi e quant'altro e che, per pagare gli interessi sul vecchio debito, deve fare ogni anno nuovi debiti.
Dopo un periodo di dieci anni di rigore, durato fino al 2001 (prima di quella data, infatti, la situazione era ancora peggiore), questi nuovi debiti ammontavano alla cifra, non irrisoria, di 90 mila miliardi di euro. Questa situazione di bilancio così difficile, così seria e così rigorosa certamente non sarebbe potuta migliorare nei cinque anni di Governo Berlusconi. Se, infatti, egli avesse voluto mantenere anche solo qualcuna delle mille promesse fatte, forse un po' avventatamente, agli italiani, a partire dalla riduzione delle tasse, avrebbe avuto bisogno di molto più denaro. Perciò, ha chiesto e ottenuto dall'Unione europea di poter superare i limiti, già importanti, di debito che l'Italia stava accumulando; e li ha superati, li ha superati di molto! Diciamolo agli italiani che, grazie alle scelte economiche compiute dal Governo Berlusconi, l'Italia avrà circa 130 mila miliardi di nuovi debiti, contratti soltanto quest'anno!
Allora, è evidente che questo Governo, nell'accogliere la richiesta, rivoltaci dall'Unione europea, di riallineare i nostri conti con le regole europee, non soltanto ha rispettato l'impegno assunto, ma ha fatto anche qualcosa di ineludibile. Diversamente, continuare su quel crinale avrebbe significato mettere l'Italia su un binario che non le avrebbe consentito di avere alcun futuro, su un binario che già altri paesi, come l'Argentina, hanno conosciuto, su un binario senza ritorno.
Questo noi dobbiamo dire agli italiani! La strada maestra che dobbiamo indicare è quella del risanamento. Questo deve essere l'impegno del Governo, per il quinquennio. Tale risanamento, di qui al 2011, deve portare l'Italia ad essere - riprendendo l'esempio precedente - come una famiglia che, per vivere, non ha più bisogno di contrarre nuovi debiti e che, anzi, a poco a poco comincia a ripagare i vecchi debiti. Ciò significa non soltanto essere ligi contabili e ligi ragionieri, ma creare le condizioni perché si liberino risorse enormi, di cui il paese oggi non dispone, necessarie per realizzare le grandi riforme infrastrutturali di cui abbiamo bisogno, necessarie per assicurare servizi migliori per proseguire la lotta alla povertà e all'indigenza. In questo modo, cioè per tappare il «buco» nel debito pubblico che ci siamo ritrovati, abbiamo impiegato esattamente la metà della manovra finanziaria.
Quanto all'altra metà, il Governo non avrebbe potuto non cercare altre risorse per realizzare politiche di rilancio del paese. Abbiamo deciso, perciò, di spendere denaro per ridare forza e competitività alle imprese, riducendo il costo del lavoro di sei punti percentuali soprattutto a vantaggio delle imprese che vivono più direttamente i pericoli della concorrenza internazionale. Si tratta di imprese prevalentemente manifatturiere che particolarmente si giovano di una riduzione del costo del lavoro. Inoltre, abbiamo assegnato maggiori risorse alle famiglie economicamente più deboli; certamente, non in misura significativa, ma si è fatto il massimo possibile in tal senso. Abbiamo cominciato anche a combattere la piaga sociale del precariato e abbiamo assegnato risorse alle famiglie, alle donne, ai disabili e agli anziani indigenti. In questo modo, dunque, abbiamo impegnato l'altra metà delle risorse provenienti dalla legge finanziaria.
Questi soldi avrebbero potuto essere spesi meglio? Forse sì. Si sarebbe potuta prevedere una minore quantità di tasse e una maggiore quantità di riforme strutturali? Noi, di Italia dei Valori, riteniamo proprio di sì. Si sarebbe potuto e, forse, si sarebbe dovuto fare. Però, questo Governo ha almeno un merito: dopo cinque anni di sogni, il capo famiglia ha avuto il coraggio di parlare chiaro agli italiani e di dire a tutti di assumersi le proprie responsabilità. Non si può pensare, infatti, di ridurre durevolmente le tasse in questo paese finché coloro che producono un terzo della ricchezza complessiva le evadono. La lotta all'evasione fiscale diventa, allora, uno strumento fondamentale. Non possiamo pensare di continuare a mantenere un livello di vita e di spesa che si basi non sulle risorse che abbiamo, ma su debiti da contrarre ogni anno. In questo modo, oltretutto, compromettiamo il futuro dei nostri figli perché questi debiti, prima o poi, qualcuno li dovrà pagare.
Queste sono le ragioni per le quali noi, fin dall'inizio, abbiamo condiviso e sostenuto con convinzione, forza e determinazione l'impianto di questo disegno di legge finanziaria. Riteniamo che vada nella direzione giusta, della direzione del risanamento, al fine di dare un futuro al paese.
Oggi dovremmo essere soddisfatti del fatto che la manovra arrivi al voto finale integra nella sua struttura. Eppure - lo devo dire, signor Presidente, ai ministri presenti -, l'Italia dei Valori si appresta al voto con un sentimento di scoramento; infatti, questa manovra torna dal Senato con due ferite che noi riteniamo politicamente gravissime e difficili da sanare.
Si sono operate gravi distinzioni tra le varie calamità naturali che hanno colpito il nostro paese, così da individuarne alcune di serie A ed altre di serie B; per il terremoto nel Molise, ad esempio, si sono create discriminazioni rispetto a quanto si è fatto in quasi tutte le aree del paese.
Principalmente, però, la mia attenzione è rivolta alla norma senza padri e madri, già ribattezzata «salva ladri», inserita all'ultimo momento nel testo della finanziaria da qualche manina lesta, che di fatto, costituisce un condono; essa riduce drasticamente i termini di prescrizione per tutti i reati contabili commessi dai pubblici amministratori.
Si tratta di una cosa indegna, obbrobriosa, Noi abbiamo preso atto dell'impegno del Governo a eliminare questa norma già il 27 prossimo venturo, attraverso un decreto-legge retroattivo che, forse, sanerà sotto il profilo formale quanto è stato fatto, anche se nulla si potrà fare sotto il profilo politico.
Da questo punto di vista l'Italia dei Valori pretende da questo Governo un chiarimento: vogliamo capire, dopo tutto ciò che fino ad ora è stato fatto, qual è la politica dell'esecutivo in materia di giustizia, di legalità, di costi della burocrazia dello Stato e delle pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
IGNAZIO LA RUSSA. Ma dimettiti! Dimettetevi! Uscite dal Governo, buffoni! Uscite dal Governo!
PRESIDENTE. Deputato La Russa, la prego di lasciar proseguire l'oratore. Lei non può interrompere un collega che sta parlando, poiché è presidente di un gruppo e conosce bene la sua funzione.
MASSIMO DONADI. Avete messo il paese in ginocchio (Commenti del deputato Gasparri)!
Sono state completamente stralciate le nostre norme sui costi della politica.
PRESIDENTE. Deputato Donadi, si avvii a concludere.
MASSIMO DONADI. Anche su questo pretendiamo dal Governo patti chiari e inequivoci (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, il mio intervento è rivolto ad un Presidente del Consiglio che non c'è. Evidentemente, egli ha ritenuto di non avere tempo per venire in aula, poiché, probabilmente, ha paura dei fischi o delle valutazioni che questo Parlamento si appresta a fare.
Oggi si pone fine alla lunga vicenda della prima e, probabilmente, ultima legge finanziaria di questo Governo: almeno noi tutti lo speriamo.
Magari oggi il Presidente del Consiglio si sentirà soddisfatto (perché, oggettivamente, è da molto tempo sotto tiro) e spera, complici le vacanze di Natale ed il puntuale sciopero dei giornalisti - il quale, guarda caso, si verifica tutte le volte che vi è un appuntamento importante per il paese - di poter tirare un sospiro di sollievo; penserà anche di aver evitato l'esercizio provvisorio e, come si suol dire, di averla sfangata. Ecco, probabilmente, ci crede davvero il Presidente Prodi.
Dico questo perché sembra che le cose rimbalzino addosso sia al Presidente del Consiglio sia al Governo. Sembra che i problemi del paese e le categorie che lo caratterizzano gli siano completamente estranei: affari che non lo riguardano.
Lei, Presidente del Consiglio, voi, rappresentanti del Governo, siete un muro di gomma; questa finanziaria, questi sei mesi di Governo lasciano un paesaggio di desolante distruzione e molte macerie da rimuovere. Mai è stato così grande il solco tra il Governo ed il paese, tra il Palazzo e la gente. Al nord non la vogliono più vedere - come si suol dire - nemmeno dipinto. Non c'è solo l'economia; infatti, questo è un paese che non vuole una famiglia diversa da quella tra un uomo ed una donna, che non vuole riempirsi di immigrati come, invece, voi state sostenendo e anche attuando con i fatti.
Signor Presidente del Consiglio, la gente non si fida più di lei, e alle grandi manifestazioni di piazza come quella del 2 dicembre, ma anche alla grande manifestazione di Milano (io da uomo del nord penso soprattutto a quella) non c'erano - come nelle vostre - soltanto quelli della CGIL militarizzati e rimborsati di tutto, ma c'era la gente comune, c'era la gente che, per la prima volta, ha deciso di scendere in piazza.
Lei ha sbagliato, voi avete sbagliato a non porvi il problema, a fare spallucce; lei ha dimostrato una volta di più di essere inadeguato al ruolo che ricopre. Il Presidente del Consiglio è un uomo politico, dovrebbe essere un uomo politico, dovrebbe essere il capo della politica e i suoi azionisti dovrebbero essere i cittadini; invece, lei non è il capo della sua coalizione, lei ha altri azionisti: i pochi poteri forti che ha favorito. Lei e il ministro dell'economia siete in realtà dei superburocrati, uomini da circoli ristretti e da salotti e ieri ve lo ha detto anche il Presidente della Repubblica.
Questa finanziaria è sostanzialmente la stessa che abbiamo già votato - lo ha detto anche il ministro Padoa Schioppa ieri -, è una finanziaria contro il nord, è una finanziaria contro chi lavora e produce, è una finanziaria di tasse, è una finanziaria che non taglia le spese. Gli artigiani hanno sintetizzato bene la nostra posizione al nord dicendo «ci hanno preso per il mulo» ed è così (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Questa è una finanziaria che penalizza le regioni e gli enti locali: ve lo hanno detto tanti amministratori locali e io da piemontese vorrei ribadirlo in quest'aula; infatti, nonostante questo Governo abbia quattro ministri del Piemonte, questa finanziaria non ha portato un euro di stanziamento specifico per la nostra regione. È una vergogna! Voi non fate gli interessi del vostro territorio e sono contento di poter portare oggi questa voce.
Oggi possiamo dire anche che questa è una finanziaria che aiuta chi commette gli illeciti contabili. Non eravate voi - ministro Di Pietro e collega Donadi - i difensori della legalità? Oggi siete al Governo e votate la fiducia. Avete consentito l'indulto, avete consentito la prescrizione dei reati contabili. Ieri si è dimesso il commissario anticorruzione che ha detto - colleghi dell'Italia dei Valori - che voi non fate niente contro la corruzione. Questo ha detto! Non c'è male per la vostra presenza al Governo! Oggi voi dite che il 27 dicembre, con un decreto-legge, cancellerete quello che ora andate ad approvare con la fiducia.
Signor Presidente della Camera, lo dico anche a lei, questa sembra una barzelletta, ma il Presidente della Repubblica dovrebbe impedire che le istituzioni diventino una barzelletta.
Noi oggi voteremo contro questa legge finanziaria perché penalizza il nord, penalizza la nostra gente, penalizza tutto il paese. Speriamo che presto tutti i cittadini possano votare per eleggere un nuovo Governo e un nuovo Parlamento, perché in questo modo non si può proprio andare avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto auguro a tutti un buon Natale, e il mio non è solo un atto di cortesia, ma è anche un ringraziamento che rivolgo ai dipendenti della Camera che ci hanno assistito in questi mesi (Applausi).
A lei, signor Presidente, voglio fare i complimenti per aver fatto allestire il presepe, che è segno della comune identità cristiana del nostro paese. In quel presepe ci sono le nostre radici, la nostra storia, le nostre tradizioni, e amareggia che qualche collega, pur di fare pubblicità alle proprie cause, offenda questo comune sentire di tutti gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Per quanto riguarda la legge finanziaria, per noi non c'è un motivo al mondo per cambiare opinione. Certo, qualcosa è stato inserito al Senato, qualcosa che il nostro partito aveva richiesto - penso alla tassa di successione (all'estensione della franchigia anche ai fratelli), ai fondi per le Forze dell'ordine, alla soglia di esenzione per l'addizionale IRPEF comunale per i redditi più deboli, che il nostro gruppo aveva richiesto e che è stata doverosamente inserita al Senato -, ma l'impianto è inalterato.
Il problema centrale di questa legge finanziaria è nel mancato rapporto tra DPEF e finanziaria stessa. Il DPEF metteva al centro della sua analisi quattro punti - sanità, pubblico impiego (non assunzioni del pubblico impiego), enti locali, pensioni - e qui nasce il problema, perché questa legge finanziaria ha perso per strada il DPEF ed è caratterizzata per l'80 per cento dall'aumento delle tasse. Basti pensare che la pressione fiscale dal 40,5 per cento del 2005 sale al 42,2 per cento e che l'aumento della spesa pubblica per l'illustre studioso Boeri (La Voce.info di questi giorni) è di 6,5 miliardi di euro e, quando la stessa aumenta in un anno, è destinata a produrre più spesa pubblica nell'anno successivo.
Colleghi, anche se oggi parliamo a tutti gli italiani, è inutile continuare questo discorso, perché gli italiani che ci ascoltano hanno capito come non sia un caso che la legge finanziaria, figlia di una maggioranza di questo tipo, non possa affrontare i nodi che sono davanti a tutti noi. Lo hanno capito bene perché questa finanziaria è frutto di un Governo che, a sua volta, è frutto di un equilibrio politico condizionato dall'ala più massimalista e radicale della sinistra. Non ci meravigliamo, noi che siamo avvezzi alla politica, se l'onorevole Diliberto, intervenendo oggi, tatticamente fa anche finta di essere arrabbiato perché non c'è dubbio che si prepara a svuotare i nuovi provvedimenti che il Governo ha annunciato per i prossimi mesi.
Allora, noi non siamo dei pazzi se chiediamo un nuovo equilibrio politico. Il mio partito, l'UDC, gli onorevoli Cesa e Buttiglione non sono degli squilibrati se dicono che con questo equilibrio politico non ci possono essere che finanziarie di questo tipo, se chiedono un nuovo equilibrio politico, respingendo al mittente - consentitemelo, amici della sinistra, per quel minimo di correttezza di rapporti esistente in quest'aula - le squallide ipotesi di «aiuti ai naviganti», che da parte nostra non possono venire né oggi né mai perché questo Governo è inaiutabile e perché il patto di fedeltà a cui noi siamo legati ci ha collocato all'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
Gli elettori non sono delle persone che si strumentalizzano il giorno del voto e si dimenticano dopo. Noi abbiamo una visione diversa rispetto a quella dei nostri colleghi del centrodestra su come fare opposizione, non abbiamo aspettative salvifiche nel riconteggio dei voti - peraltro, mi sembra che i primi risultati siano addirittura sorprendenti al contrario -; ma questo non può in alcun modo far venire meno quel patto di lealtà che ci ha posto in una posizione di grande dignità istituzionale, cioè all'opposizione. Dunque, questo Governo è inaiutabile perché è figlio di questo equilibrio politico.
Oggi io chiedo alle forze più responsabili del centrosinistra di fare solo una cosa: aprire gli occhi. D'altronde, che qualcuno gli occhi li stia aprendo è dimostrato dal fatto che tutti i giornali sono pieni della fase uno, della fase due, di notizie su chi è d'accordo con la fase uno, chi con la fase due, chi non vorrebbe quest'ultima e via dicendo. Personalmente, sono disinteressato alla fase uno o due - è un problema della maggioranza - ma, se si richiede la fase due da parte delle persone più responsabili della maggioranza, questa è la dimostrazione che la fase uno è stata bocciata anche da parte vostra, che vi è una perplessità altissima e che, comunque, l'ascolto del paese vi porta a verificare come ci sia una profonda delusione per questa legge finanziaria.
Allora, al bando le fasi uno e due, qui noi attendiamo il Governo - lo sfidiamo - su due punti essenziali: liberalizzazioni e riforme delle pensioni. Vogliamo capire davanti a tutti gli italiani: questo è il compito dell'opposizione (non quello di fare l'opposizione di comodo, sbraitando e basta). Noi abbiamo il dovere di incalzarvi e di chiedervi se volete liberalizzare i servizi pubblici locali, se mettete al centro del vostro lavoro politico due soggetti: i consumatori e i giovani.
Secondo noi, fare le liberalizzazioni in Italia e le riforme del sistema previdenziale significa occuparsi di soggetti dimenticati, come i consumatori e i giovani: vi attendiamo.
Vogliamo capire se il disegno di legge Lanzillotta, dopo gli annunci, è destinato a rimanere carta straccia o ad essere svuotato da chi, evidentemente avendo un'impostazione ideologica e classista, non vuole fare le liberalizzazioni vere.
Infine, cari colleghi, termino come ho iniziato perché un buon Natale lo possano trascorrere gli italiani così come anche tutti noi. Tuttavia, c'è un regalo avvelenato, onorevole Bertinotti: sotto l'albero degli italiani questo Governo ha messo un pacchetto bomba: un pacchetto avvelenato. Questo pacchetto, questo dono avvelenato è il condono contabile amministrativo. Noi non siamo interessati alla caccia al tesoro su chi l'ha inserito e per quale finalità: è stato inserito.
Abbiamo per anni assistito a questa polemica sulle leggi ad personam. Questo forse è un condono ad personam, per cui va cancellato. Tuttavia, vorrei ricordare che il mio partito, proprio qui, con l'onorevole Mazzoni, in quest'aula, ha inserito un emendamento che aveva inasprito le sanzioni dello Stato rispetto ai gravi reati contro la pubblica amministrazione, finalizzando i fondi ricavati in questo modo alla scuola e alla giustizia. Quello era un buon inizio, ma al Senato anche dal punto di vista della questione morale il Governo ha dimostrato di non avere le carte in regola, segno, cari amici, che qui il monopolio della lotta all'immoralità non ce l'ha nessuno e motivo di più per fare uno sforzo comune di tutti contro la corruzione e la criminalità.
Attendiamo che venga tolto da Babbo Natale questo pacco da sotto l'albero degli italiani e auguro - per la verità, non al Governo - a tutti gli italiani un buon Natale (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, oggi è iniziato uno sciopero che dura da ben tre giorni e che ha svuotato non solo la sala stampa del nostro Parlamento, ma anche tante redazioni. È uno sciopero indetto da una categoria che, in tante occasioni, ci ha consentito di esprimerci e che trasferisce all'opinione pubblica le nostre lotte, battaglie ed idee.
È uno sciopero che io definirei per la democrazia e che in questo momento vede coinvolti su fronti contrapposti quei giornalisti che chiedono migliori condizioni di lavoro e, dall'altra parte, quegli editori - i grandi editori - che pensano che anche un lavoro intellettuale come quello del giornalismo debba essere normato secondo l'esigenza del just in time, della precarizzazione del rapporto di lavoro, sino a dire, all'interno di questo Parlamento e di quest'aula, che sarebbe bene cancellare il contratto collettivo di lavoro.
Ecco, signor Presidente, scioperano coloro i quali oggi rivendicano la condizione del contratto collettivo di lavoro come requisito minimo e molti altri che sanno cosa significa stare in una redazione a 5 euro al pezzo. Dall'altro lato, dalla parte di quei grandi padroni come quelli che abitano i salotti di Confindustria, si ritiene invece di avere la possibilità di cancellare quel contratto oggi con riferimento ai giornalisti, domani per tante altre categorie di lavoro.
Che paese è, signori del Governo, quello dove l'impresa è così accanita nei confronti dei lavoratori di ogni tipo? Che paese è quello in cui quando c'è una piccola ripresa industriale, l'unica esigenza che ci si propone è quella di dare maggiore precarietà e flessibilità?
Lo avevamo già chiesto e lo chiedo ancora una volta al ministro Tommaso Padoa Schioppa: che fine faranno i soldi del cuneo fiscale e i 7 miliardi di euro che questa legge finanziaria - più di ogni altra - ha dato al mondo dell'impresa? Questi soldi saranno investiti per l'innovazione e la competitività, come veniva detto, oppure andranno solamente ad aumentare il reddito personale di individui che vogliono semplicemente sfruttare i lavoratori? La Confindustria - abbiamo avuto modo di dirlo nel corso di questi giorni - si comporta come un partito, anzi a dire la verità, poiché ho molto rispetto per la funzione che svolgiamo, si comporta molto peggio di un partito. Infatti, prende soldi, chiede precarietà e, nello stesso tempo, intende intervenire direttamente in politica come se non ci fossero già ampiamente bastati gli esempi di uomini provenienti dal mondo dell'impresa che hanno contribuito alla vita politica del nostro paese.
Allora, le pensioni sono il cardine sul quale noi misureremo la fase successiva di questo Governo. Se qualcuno, all'interno di questa coalizione, la nostra, intende chiamarla «fase 2», noi invece chiediamo che si espongano limpidamente le posizioni. Se si vuole innalzare l'età pensionabile o ritoccare i coefficienti, noi non ci stiamo, non ci staremo e non consentiremo che ciò si faccia. A quest'ora, la quasi totalità dei nati tra il 1950 e il 1955 sono impegnati in fabbrica, stanno lavorando. A loro si deve rivolgere la domanda se sia giusto o no, come hanno detto gli operai di Mirafiori, minacciare l'innalzamento dell'età pensionabile. Se dopo una giusta ed ampia consultazione tra i lavoratori si riuscirà ad avere una posizione unitaria di questa maggioranza, noi dovremo soprattutto indirizzare questa proposta di riforma all'abolizione dello scalone di Maroni e di quell'innalzamento dell'età pensionabile che riguarda numerose persone, milioni di lavoratori che oggi, da un giorno all'altro, vedrebbero aumentato il loro tempo di vita nell'ambito lavorativo.
Da questo punto di vista, bisogna anche considerare le emergenze sociali: per noi la prima emergenza sociale è quella di tanti che forse, a quest'ora, sono soli in casa, indifesi rispetto alla loro condizione sociale, vale a dire i 14 milioni di pensionati INPS, di cui 10 milioni sotto i 500 euro al mese e 7 milioni a 356 euro al mese. Allora, di quale deficit di comunicazione parliamo se, invece di enunciare le cose positive che abbiamo fatto dentro questa legge finanziaria, si continua a rimandare il problema alla fase successiva?
Si può dire che con questa legge finanziaria, oggi, una lavoratrice precaria ha più diritti per la sua maternità e per la sua salute? Si può dire che si è istituito un fondo per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione?
Si può dire che è stato realizzato ciò che da tanti anni veniva impedito dal Governo delle destre, cioè l'esaurimento della lista dei precari nella scuola? Possiamo dire che oltre il 90 per cento dei contribuenti di questo paese che hanno meno di 40 mila euro di imponibile l'anno avranno dei vantaggi dalla riforma fiscale? Possiamo dire che questi vantaggi andranno soprattutto alle famiglie? E al riguardo osservo, per inciso, che dovrebbero andare a tutte le famiglie, anche a quelle di fatto, anche se composte da persone dello stesso sesso, perché per noi il valore principale della tutela della famiglia è preservare il sentimento di unione, di affetto e di amore che unisce le persone, e non valori astratti che vengono utilizzati strumentalmente da chi all'interno di quest'aula crede di rappresentare dall'alto di una cattedra una idea rispettabile ma che non appartiene ad un Stato laico e ad un giusto rapporto tra Stato e Chiesa.
Diciamo anche che grazie alle nostre battaglie si sono introdotti alcuni miglioramenti significativi, come l'abolizione del ticket sul pronto soccorso per i codici verdi e la relativa esenzione fino a 14 anni. Siamo anche molto orgogliosi della norma sul lavoro nero - abbiamo scoperto 250 lavoratori, che avevano diritto ad un regolare contratto, vittime sul posto di lavoro, assunti lo stesso giorno della loro morte - che costringe il datore di lavoro ad una comunicazione tempestiva dell'assunzione, e anche attraverso questa via intendiamo combattere il lavoro nero.
Allora, signor Presidente, membri del Governo, noi voteremo questa fiducia, ancora una volta, perché riteniamo che occorra dare speranza e prospettive a questo paese. Da una parte, però, dobbiamo ascoltare il richiamo del Presidente Napolitano, alto, autorevole: non si può governare il paese per tutto l'anno con una legge sola, composta da più di mille commi. Dall'altra, dobbiamo fare marcia indietro, una misura questa chiesta da tutto il Parlamento, su due aspetti, ampiamente citati. Il primo riguarda la prescrizione dei reati contabili e l'altro, per noi molto importante, è relativo alla «manina» che ha modificato la deliberazione del Governo sul CIP6, uno scandalo del nostro paese che garantisce fondi per l'energia riciclata ai petrolieri e non a chi realmente si propone di rendere le risorse energetiche compatibili con l'ambiente. La politica di questo Governo si deve confrontare con questa esigenza, con la necessità di un vero confronto tra le forze sociali del paese.
Se qualcuno di voi, tanto appassionato del Natale, ha fatto un giro per le vie del centro, si sarà reso conto che esse sono piene di gente ma che i negozi sono vuoti. Qualcuno lo ha definito «shopping visuale», in realtà penso che sia la condizione materiale del paese. Dobbiamo restituire la possibilità di futuro al paese e crediamo che la buona politica sia riconfermare l'impegno che abbiamo preso con il paese quando abbiamo vinto le elezioni, restituendo dignità, uguaglianza e diritti sociali (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Alleanza nazionale voterà convintamente contro questa legge finanziaria. Lo farà convinta delle proprie ragioni, sia per questioni di metodo che per questioni di merito. Nel metodo, ovviamente, ci riferiamo al richiamo forte giunto dal Presidente della Repubblica sul fatto di porre fine una volta per tutte alla prassi degli articoli unici, additando questa legge finanziaria come limite estremo di riferimento istituzionale per quel che riguarda il rapporto tra Stato e cittadini; un richiamo fortissimo di cui il Governo evidentemente sembra non tenere conto, su cui lo stesso Prodi ha fatto finta di nulla fino ad oggi, una questione di metodo che è assolutamente fondamentale e che dimostra in maniera concreta come questo Governo non abbia più i numeri a livello politico per poter governare.
Vedete, cari colleghi, tutti gli interventi svolti sino a questo momento - compresi quelli del collega Migliore, del collega Villetti e del collega Donadi - hanno sostanzialmente richiamato un profilo di problematicità pesantissimo all'interno della maggioranza, in cui ogni forza politica prende le distanze da questa legge finanziaria. Essa non è semplicemente una legge che spacca il paese, come avevamo dichiarato all'inizio del suo iter parlamentare. Alleanza Nazionale oggi riscontra come il paese, nella sua globalità, sia sostanzialmente contro questa legge finanziaria. Lo è nelle industrie come Mirafiori, dove si è manifestato concretamente il dissenso nei confronti della legge finanziaria e del Governo Prodi. Lo è nelle piazze e nelle strade, dove quotidianamente vi sono dei segnali di disaffezione, di contrarietà, di scherno, purtroppo, anche nei confronti del Presidente del Consiglio, alla luce di un distacco ormai evidente a causa di una legge finanziaria che va nel merito a colpire gli interessi diffusi e quella realtà sociale ed economica che rappresenta l'elemento fondamentale dell'Italia.
La legge finanziaria non solo non è stata migliorata, ma è stata ulteriormente resa critica nei confronti di una fase di sviluppo che stiamo toccando con mano, che non è certo merito di una iniziativa del Governo. Purtroppo, questa legge finanziaria è falsa per quanto riguarda i suoi numeri fondamentali. Abbiamo parlato tutti di 40 miliardi di euro di intervento. Questi sono i numeri ufficiali. Il Governo doveva chiarire come i 35 miliardi di entrate aggiuntive, derivanti dall'attività del Governo di centrodestra, dovessero entrare all'interno dei saldi per ottenere una legge finanziaria che non sarebbe stata di lacrime e sangue per gli italiani, come ora sarà, ma una legge finanziaria assolutamente più morbida, che avrebbe consentito al paese di crescere secondo le potenzialità già avviate dalle riforme e dalle iniziative del Governo di centrodestra.
Alleanza Nazionale ha chiesto più volte questo chiarimento e voi avete 30 miliardi di cui dovete rispondere al paese sull'utilizzo futuro. Dovete spiegare come verranno impegnate queste risorse, molto probabilmente per coprire i falsi legati alle entrate della legge finanziaria; una parte verrà utilizzata sicuramente per tentare di recuperare su settori che non rappresentano il motore pulsante per lo sviluppo italiano, ma sono elementi secondari che fanno riferimento a nicchie specifiche di consenso nei confronti del centrosinistra.
Questi 30 miliardi determinano complessivamente un'attività di intermediazione da parte del Governo di oltre 70 miliardi. Pensate, colleghi, noi riteniamo preferibile che famiglie ed imprese gestiscano queste risorse rispetto ad un Governo che, all'interno di questi 1380 commi, va ad adottare procedure e burocrazie che renderanno inefficaci queste risorse. Da una parte si prendono i soldi degli italiani e dall'altra si destinano a non si sa cosa. Non sappiamo come verranno utilizzati.
Si vanno a reperire risorse direttamente dal mondo delle imprese, quel mondo delle imprese che fino ad oggi ha dato spinta e vitalità, che non ha - come è stato sventolato più volte dal Presidente Prodi - elementi di sostanziale accordo, perché sino ad oggi la concertazione non è stata una modalità vincente. Intere categorie di liberi professionisti, che hanno marciato a Roma, insieme ad altre categorie hanno manifestato tutte contro una legge finanziaria che le mette in gravi condizioni. La stessa Confindustria - Presidente Prodi - ha preso posizione, ribadendo con chiarezza che questa legge finanziaria non solo non dà elementi ulteriori di sviluppo, ma frena la crescita. Ci troviamo di fronte ad una fase di ripresa, determinata in parte dalla congiuntura internazionale, in parte dai provvedimenti varati dal centrodestra, che dovrebbe essere sostenuta.
Da ciò derivano le proposte di Alleanza Nazionale, lanciate dal nostro presidente Fini, attorno al confronto sul DPEF. Avevamo detto: pochi emendamenti qualificati - e Alleanza Nazionale li ha presentati - attorno al tema della riduzione del danno legato al prelievo del TFR, una norma palesemente incostituzionale che procurerà problemi gravissimi ai lavoratori e alle imprese. Avevamo avanzato delle proposte concrete attorno al tema del rilancio dello sviluppo, della solidarietà, per dare un sostegno concreto ai cittadini che voi andate a colpire, perché l'intervento non riguarda i pochi euro dell'IRPEF destinati alle fasce più deboli, ma è il ventaglio degli interventi fiscali che determinerà complessivamente un prelievo largamente superiore a quanto voi tentate in misura ridotta di dare ad alcune fasce sociali minoritarie.
Tale manovra finanziaria, quindi, va a castrare le potenzialità di una realtà economica e sociale che voi ponete in discussione. Mi riferisco, in particolare, al tema della famiglia, che mettete in discussione quotidianamente sia dal punto di vista fiscale, sia dal punto di vista della valorizzazione della considerazione costituzionale, ed al tema dell'impresa. Il viceministro Visco definisce evasori ed elusori tutta la realtà delle piccole e medie imprese, degli artigiani e di coloro che quotidianamente contribuiscono allo sviluppo. Così facendo, create un distacco definitivo forte con gli elementi cardine per immaginare un percorso di rilancio del nostro sistema sociale ed economico, ma anche con gli elementi di tradizione che fino ad oggi hanno creato le condizioni perché l'Italia restasse agganciata ai maggiori paesi in sede europea ed internazionale in termini di crescita e di sviluppo. Oggi, attraverso questa legge finanziaria, rompete il processo di crescita da noi avviato; di questo dovete assumervi la piena responsabilità.
La legge finanziaria colpisce tutti indifferentemente: imprese, cittadini e forze dell'ordine. È una vergogna quanto avete dichiarato sul tema delle risorse: 5 euro lordi in termini contrattuali (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Le risorse legate agli investimenti sulle forze dell'ordine non sono in grado di far fronte alle necessità del paese. Non si è mai vista, durante una legge finanziaria, una protesta in piazza da parte delle forze dell'ordine: abbiamo assistito anche a questo. Oggi mettete il nostro comparto sicurezza nelle condizioni di non poter fare fronte alle esigenze vere del paese: si tratta di una cosa inaccettabile.
Signor Presidente, all'interno del percorso della legge finanziaria vorrei sottolineare il passaggio sul comma 1346. In questo caso non si tratta solo di un problema di maggioranza che non c'è più o del paese che è ostile alla legge finanziaria, ma di un problema di difesa da parte del Governo e della maggioranza, che hanno responsabilità piena e solidale, di quel comma 1346 che difende ladri e corrotti rendendoli impuniti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)! Voi dovete assumervi la responsabilità sulla norma salvacorrotti e salvaladri! Onorevole Casini, lei ha parlato di provvedimento ad personam: sono 70 mila le persone nella pubblica amministrazione che beneficeranno di questo provvedimento. Ci sono 68.670 vertenze presso le procure regionali della Corte dei conti; 3.674 giudizi di pendenza per reati erariali; il 17,8 per cento dei procedimenti per reati sul personale; il 16,1 per cento per tangenti, corruzione e concussione. Voi fate una norma che salva i corrotti, indebolisce il percorso di lotta all'evasione e di contrasto all'elusione e l'avete inserita in questa legge finanziaria come elemento cardine della vostra attività (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia). Ma dove pensate di prendere 9 miliardi di euro se non con la vessazione delle piccole imprese, con gli studi di settore e con un intervento che mette in discussione la certezza del diritto?
Signor Presidente, su questi argomenti il Governo ed il Presidente Prodi devono assumersi la responsabilità, e li attendiamo in quest'aula. Alleanza Nazionale voterà contro questo scempio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Martino. Ne ha facoltà.
ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, mi sia consentita una citazione: «Un gran numero di Stati membri, e in particolare paesi baltici, hanno adottato una versione da manuale di politica tributaria efficiente. Anzitutto, i loro sistemi tributari sono trasparenti. In secondo luogo, il carico fiscale è in genere basso. In terzo luogo, hanno evitato una progressività troppo ripida. L'aliquota marginale massima dell'imposta sui redditi personali è circa il 25 per cento in Estonia e Lettonia e fra il 30 e il 40 per cento nella maggior parte dei nuovi Stati membri. Per le imposte sulle società (le aliquote marginali massime) sono comprese fra il 15 ed il 25 per cento ed alcuni paesi hanno annunciato ulteriori riduzioni nei prossimi anni. Sia dal punto di vista teorico sia da quello pratico sappiamo che questi sistemi tributari sono favorevoli ad un forte sviluppo economico. Se le aliquote fiscali basse dei nuovi Stati membri indurranno tutti i paesi dell'area dell'euro a riformare il sistema fiscale, come le riduzioni delle aliquote fiscali in Irlanda hanno già fatto, questo sarà tutto a nostro vantaggio. Tutti i cittadini dell'area dell'euro sanno che i regimi fiscali devono cambiare e che la pressione fiscale deve diminuire».
Queste parole sono contenute in un discorso tenuto a Francoforte il 21 ottobre 2004 da Tommaso Padoa Schioppa nella sua qualità di membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia e del deputato La Malfa). Immagino che il signor ministro, data la sua ilarità, abbia gradito la citazione (Dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia si grida: Ridi! Ridi!)!
Evidentemente, fino a due anni or sono, anch'egli, come la quasi totalità degli economisti, riteneva che per promuovere lo sviluppo economico fosse necessario un fisco trasparente, leggero e basato su aliquote marginali quanto più basse possibili. Non basta. Il suo riferimento positivo al caso irlandese dimostra come allora egli fosse convinto che il risanamento dei conti pubblici fosse possibile solo grazie allo sviluppo economico promosso dalla riduzione delle imposte. L'Irlanda nel 1990 aveva un rapporto del debito sul PIL pari al 120 per cento; in soli dieci anni, quel rapporto si è più che dimezzato. Nel 1999, il rapporto era sceso al 54 per cento; tale straordinario risultato, come il ministro riconosce - no, pardon, come il dottor Padoa Schioppa riconosceva -, fu ottenuto grazie ad una drastica riduzione delle aliquote. Siamo in presenza di una conversione talmente rapida da ricordare il caso di Gaetano Donizetti del quale si racconta che mentre, non si sa perché, stava picchiando furiosamente la moglie, colto dall'ispirazione, si recò al pianoforte e compose: «Tu che a Dio spiegaste l'ali, o bell'alma innamorata» (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
Inutile chiedersi cosa abbia indotto il dottor Padoa Schioppa, diventato ministro, a dare vita ad una finanziaria che, in nome dello sviluppo, aumenta il carico fiscale; la sua conversione è assolutamente incomprensibile. Uso l'aggettivo «incomprensibile» intenzionalmente perché questa volta sono stati superati i limiti della decenza; un articolo unico di 1.365 commi, come ha ricordato giustamente il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, è abnorme, e a tale articolo unico si è arrivati dopo un interminabile valzer di contorsioni, contraddizioni, modifiche e ripensamenti.
E che dire del provvedimento «salvacorrotti», immediatamente giudicato scandaloso persino da alcuni ministri? Sembra che si cercherà di correggerlo subito dopo la sua approvazione! Ora, io non ritengo che il Presidente del Consiglio ed il ministro dell'economia e delle finanze volessero davvero introdurre una norma che ha conseguenze così aberranti; è probabile, quindi, che non ne fossero a conoscenza. Ma questo non li assolve affatto! Come può chiedere fiducia un Governo che presenta al Parlamento provvedimenti di cui non conosce neppure il contenuto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)?
Dite di voler perseguire la giustizia sociale ma in realtà avete adottato una politica che è ferocemente antisociale. Il fatto è, onorevoli colleghi, che l'aumento delle imposte non danneggia chi è già ricco; si tratta di un lusso che, essendo ricco, può permettersi. I veri danneggiati sono quanti potrebbero diventare ricchi, migliorare la propria condizione e vengono messi nell'impossibilità di farlo dall'aumento del carico fiscale. L'eccesso di tassazione è la misura più iniqua e reazionaria che si possa immaginare; impedendo, a chi potrebbe crescere, di farlo, congela la struttura dei redditi, rende durature (se non permanenti) le differenze tra chi ha molto e chi ha poco, taglia i gradini più bassi della scala dei redditi lasciando a terra quanti potrebbero salire e migliorare la propria condizione.
Credete che siano i super ricchi a piangere quando le tasse aumentano?
Oltretutto, l'onorevole Giulio Tremonti mi ha detto che sui super ricchi non vi è nessun aumento di tasse.
Credete che siano i super ricchi a piangere quando le tasse aumentano? No, la maggior parte di loro non si accorgerà nemmeno del cambiamento! Il pauperismo e l'abuso del torchio fiscale che ne consegue garantiscono l'immiserimento di tutti gli italiani e i danneggiati veri sono proprio i più deboli.
Questa finanziaria è incomprensibile, impresentabile, iniqua, recessiva e profondamente antisociale. Ha suscitato le critiche non solo degli economisti e delle categorie, ma dell'intero paese; ha un solo pregio: ha illustrato esemplarmente a tutti gli italiani di cosa siano capaci le sinistre quando vanno al Governo. È una lezione che gli italiani non dimenticheranno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franceschini. Ne ha facoltà.
DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, chiudiamo oggi il lungo percorso della legge finanziaria. Abbiamo alle spalle quattro mesi di dibattiti e di lavoro nel Governo e in Parlamento; un tempo sicuramente troppo lungo!
Quest'anno, come tutti gli anni precedenti, indipendentemente dal colore dei Governi che si sono succeduti alla guida del paese, abbiamo verificato ancora una volta che vanno profondamente cambiati i meccanismi delle leggi di bilancio; troppe incrostazioni, troppe pigrizie legislative, troppa poca voglia di cambiare, hanno infatti reso nel tempo la legge finanziaria una specie di imbuto, in cui deve entrare tutto per forza, perché si immagina che ciò che non passa lì è destinato inesorabilmente a perdersi e ad arenarsi.
Bisogna cambiare, bisogna utilizzare un meccanismo moderno ed efficiente che, nel rispetto dei principi costituzionali nonché dei compiti e delle prerogative del Governo e del Parlamento, della maggioranza e dell'opposizione, renda possibile individuare nella legge finanziaria le linee e le scelte di bilancio, liberandola da tutto ciò che può e deve finire nella normale legislazione ordinaria.
Questo chiediamo ai gruppi di opposizione: una disponibilità a lavorare insieme, nella chiarezza dei ruoli, senza pasticci, per rendere più efficienti i nostri lavori. Ciò non serve più a noi o a voi - che ci siamo alternati e continueremo a farlo nella guida del paese -, ma serve a tutt'Italia!
All'inizio di questo lungo percorso, il Governo ed i gruppi di maggioranza avevano dichiarato la disponibilità a migliorare e modificare il testo conservandone l'impianto. Questo è stato fatto, salvando la scelta di fondo di costruire da subito le condizioni per il risanamento, avviando le riforme per far ripartire il paese.
Abbiamo fatto - vogliamo spiegarlo agli italiani che ci stanno ascoltando - quello che avrebbe fatto ogni famiglia che si trovasse a gestire un'eredità con molti debiti: abbiamo trovato le risorse, con un po' più di entrate e molti risparmi e tagli di spesa, mettendone una parte a riduzione del debito e un'altra nelle cose indispensabili per vivere (per i figli, per la casa).
Così abbiamo fatto noi, mettendo 15 miliardi a riduzione del debito pubblico e cominciando ad approvare interventi per i precari, per i redditi bassi, per le donne, per il Mezzogiorno, per le famiglie, per i giovani, per le imprese.
Inoltre, durante i lavori parlamentari, abbiamo migliorato notevolmente il testo iniziale, anche se con un po' di confusione e con qualche protagonismo che si poteva certamente evitare. Ma ognuno ha la sua debolezza e quella del centrosinistra è di mettere tutto in piazza. Tuttavia, abbiamo apportato miglioramenti spostando qualche tramezzo importante, senza toccare i muri maestri della manovra, come aveva ben detto il ministro Padoa Schioppa, che ringrazio per la serena determinazione con la quale ha difeso la manovra di tutto il Governo.
Abbiamo svolto incontri, abbiamo ascoltato istanze e proteste di organizzazioni, di sindacati, di categorie.
Come è giusto per una coalizione che ha scelto da sempre la via della concertazione, e mai quella dello scontro sociale, abbiamo accolto dov'era possibile accogliere, abbiamo corretto dov'era possibile correggere. Oltre centocinquanta cambiamenti migliorativi, richiesti delle forze sociali o dai gruppi parlamentari. Ho il tempo per citare solo i cambiamenti più rilevanti. È stata ridotta l'IRPEF per i redditi medio bassi, sono stati incrementati gli assegni familiari ed aumentate le detrazioni per i figli a carico, per gli anziani sopra i 75 anni e per le spese sostenute per le badanti che assistono anziani non autosufficienti.
È stato soppresso il ticket di pronto soccorso anche per il codice verde, oltre che per tutti gli esenti. Sono state date più risorse alla ricerca e all'università, alla mobilità sostenibile, al trasporto pubblico locale, all'edilizia residenziale, alle ferrovie e per le strade. La tassa di successione è stata introdotta solo per i grandi patrimoni miliardari, con esenzione per i passaggi delle imprese da padre a figlio. Sono state esentate le piccole imprese dal prelievo del TFR ed è stata ridotta l'INAIL per le imprese che rispettano le norme di sicurezza. Sono stati ridotti gli incrementi contributivi per l'apprendistato, introdotti altri aiuti per i piccoli comuni, soprattutto - una cosa nuova - per quelli che hanno oltre un terzo di popolazione anziana. Sono stati stabilizzati i precari della scuola, della pubblica amministrazione e dei Vigili del fuoco. Più fondi alla sicurezza e alle forze dell'ordine: assunti altri 1.000 agenti di polizia.
È stata soppressa la tassa di soggiorno. Reintrodotta la destinazione del 5 per mille per le organizzazioni di volontariato. Più tutele per la maternità e la malattia, introdotte con il testo iniziale ed aumentate per i lavoratori precari. E poi il principio, oggi finalmente legge dello Stato, che le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale saranno destinate a ridurre le tasse, perché si possono pagare meno tasse se le pagano tutti (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Commenti del deputato Alessandri)!
Potrei continuare, ma penso che sia sufficiente. Valeva la pena per questi miglioramenti attraversare un autunno così difficile? Io rispondo di sì, ne valeva la pena. Potevamo certo gestire, potevamo, come si è detto, comunicare meglio, ma il lavoro che abbiamo fatto da settembre ad oggi ha portato ad una finanziaria migliore e più forte. Una finanziaria che ha chiesto agli italiani una cosa giusta: ha chiesto agli italiani un aiuto per il proprio paese, senza dimenticare che non si può chiedere a chi non ha più nulla da dare. Una finanziaria che ha cominciato anche a restituire a chi ha più bisogno o a chi ha più talenti e potenzialità per crescere, facendo così aumentare lo sviluppo e l'occupazione. Gli italiani vedranno e capiranno da soli, non ascoltando i nostri dibattiti, bensì misurando le nostre scelte nei loro bilanci familiari, nelle loro vite, nelle loro case. Capiranno da soli.
Lei, Presidente Prodi, ha ricordato più volte che quello che abbiamo fatto è nell'interesse di tutti, anche di chi ora si sente deluso o tradito. Da gennaio il sostegno al nostro Governo, ripeto, al nostro Governo, si sposterà dal Parlamento alle città italiane. Lo farà l'Ulivo, lo faranno gli altri partiti della coalizione. Dovremo spiegare, dovremo ricordare che non si possono invocare riforme coraggiose, immaginando che riguardino sempre e soltanto il proprio vicino (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo), che non si possono invocare modernizzazioni e cambiamenti, purché non entrino nel proprio recinto individuale.
Dopo anni e anni di pericoloso egoismo sociale ed egoismo territoriale, dobbiamo recuperare per l'Italia il senso di una grande missione collettiva, perché gli italiani hanno i mezzi e le qualità per affrontare la grande sfida globale in cui siamo immersi. Serve recuperare il senso di essere una grande comunità, dell'essere come una squadra, in cui ognuno fa la sua parte perché sa che non potrà mai vincere da solo. Su questo vorremmo ascoltare le idee dell'opposizione. Questo vorremmo fosse il modo di cominciare il 2007, come ha chiesto ieri a tutti noi il Presidente Napolitano. E insieme un augurio ed un impegno: chiudere con il 2006 la lunga coda delle elezioni, con il suo carico di rancori, di veleni, di violenze verbali, e cominciare un anno nuovo, finalmente moderno ed europeo, in cui gli italiani possano vedere una classe dirigente, di maggioranza e di opposizione, che si confronta civilmente, senza fastidiose risse sulle diverse ricette per il paese.
Noi siamo pronti. Se anche voi farete questa scelta, l'Italia del 2007 comincerà ad essere quella che gli italiani, tutti gli italiani, stanno pazientemente aspettando (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi e di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto svolte a nome dei gruppi e per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta. Avranno ora luogo alcune dichiarazioni di voto a titolo personale. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, ritengo doveroso segnalare che vi sono obblighi internazionali che hanno un carattere politico, ma anche un carattere morale ed umanitario molto importante. Mi riferisco alla circostanza che l'Italia è inadempiente nei suoi contributi al Fondo globale per la lotta all'AIDS, malaria e tubercolosi. È inadempiente per 20 milioni di euro nel 2005, con il precedente Governo, è inadempiente per 130 milioni di euro nel 2006, non ha stanziato nulla per il 2007. Dunque, pur votando la fiducia al Governo, per le motivazioni testé esposte dall'onorevole Franceschini, ritengo doveroso segnalare tale fatto e fare un appello alla sensibilità dei membri del Governo, che certamente mi stanno tutti ascoltando, e lo faccio con due qualità istituzionali, signor Presidente: quella di relatore sul bilancio degli esteri (perché la medesima Commissione esteri mi ha dato il mandato di sottoporre questo tema) e quella di ambasciatore del Partito del Socialismo europeo, sì del Partito del Socialismo europeo, per la lotta all'AIDS, che mi ha chiamato tra le personalità impegnate a stimolare la sensibilità necessaria in questo campo. Spero sia l'ultima volta che rivolgo questo appello, nel senso che finalmente ci si decida ad adempiere ad un grande obbligo, che salverebbe vari milioni di persone da una malattia atroce (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori e Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, credo di interpretare non solo il mio pensiero, ma anche quello della maggior parte dei colleghi del gruppo Italia dei Valori, nell'esprimere la nostra forte insoddisfazione, anche superiore a quella manifestata dal nostro presidente, sul disegno di legge finanziaria, così come è risultato al termine del suo percorso legislativo, in particolare per quella mano invisibile che proditoriamente ha aggiunto il comma «salvaladri» della pubblica amministrazione, e che altrettanto proditoriamente ha cancellato tutte le norme sulla riduzione dei costi della politica, che erano state concordate a livello di presidenti di gruppo di maggioranza ed accolte dal Governo. Su tale modo di fare politica e di fare coalizione noi non ci stiamo! Questo punto è parte qualificante del programma della coalizione e su di esso non accetteremo né di fare sconti, né che vi siano dimenticanze, né omissioni più o meno clandestine. Dichiaro, anche in quest'aula, che, a titolo personale, in futuro non voterò la fiducia ad una prossima finanziaria se queste azioni, ripeto concordate, non si tradurranno in provvedimenti legislativi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
LUCA VOLONTÈ. Non ti crede nessuno!
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, mi permetto di segnalare un mero errore materiale, del quale ho già informato gli Uffici, che cancella, nel passaggio dal Senato alla Camera, l'unico aspetto positivo di questo disegno di legge finanziaria. Il Senato ha approvato, al comma 1018, la destinazione di spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2007 per gli eventi alluvionali e meteorologici che hanno colpito il comune di Marigliano, in provincia di Napoli. Il testo in votazione alla Camera, al corrispondente comma 1014, omette la destinazione di risorse al comune di Marigliano, pur lasciando intatta la cifra di 5 milioni di euro per il 2007. La prego, pertanto, signor Presidente, prima della votazione, di correggere il materiale errore e non vanificare l'unica cosa buona che il Governo aveva fatto, rispondendo ad una straordinaria attesa di un territorio già storicamente dimenticato dalla regione Campania.
PRESIDENTE. Rispetto alla sua osservazione, deputato Russo, desidero informare l'Assemblea che, dopo la prima stampa del testo del disegno di legge finanziaria trasmesso dal Senato (atto Camera n. 1746-bis-B), distribuita in data lunedì 17 dicembre 2006, è emerso che, per un mero errore materiale, il testo dell'articolo 1, comma 1014, non conteneva il riferimento al comune di Marigliano in Campania, presente nel testo effettivamente approvato dal Senato. Nella medesima data, il Senato ha altresì trasmesso alcune correzioni di errori materiali contenuti nel messaggio inviato.
Di tutto ciò è stata immediatamente avvertita la V Commissione.
Si è, quindi, proceduto, correggendo il complesso di tali errori materiali - dovuti evidentemente alla complessità delle operazioni tecniche per la predisposizione dei testi, in relazione ai ristrettissimi tempi a disposizione -, alla ristampa dell'atto Camera n.1746-bis-B, che è stato posto in distribuzione sin da ieri, prima dell'inizio della seduta dell'Assemblea.
PASQUALINO GIUDITTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PASQUALINO GIUDITTA. Signor Presidente, prendo atto di quello che lei ha dichiarato. Intendevo intervenire solamente per condividere la proposta del collega Russo.
PRESIDENTE. Come ha notato, si tratta di un argomento già superato.
La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 13,35.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI
Si riprende la discussione.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1746-bis-B )
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge finanziaria, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Prima di procedere alla chiama, avverto che la Presidenza ha autorizzato a votare per primi alcuni deputati e alcuni rappresentanti del Governo, che ne hanno fatta espressa e motivata richiesta con congruo anticipo.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama avrà inizio dal deputato Capodicasa.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama - Al momento della chiama del deputato Prodi, commenti di deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati dei gruppi l'Ulivo e Popolari-UDEUR - Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIULIO TREMONTI (ore 14,03)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 14,04)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI (ore 14,25)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 14,30)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 15,04)
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge n. 1746-bis-B, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti e votanti 599
Maggioranza 300
Hanno risposto sì 337
Hanno risposto no 262
(La Camera approva - Vedi votazioni)
Si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Verdi).
Hanno risposto sì:
Acerbo Maurizio
Adenti Francesco
Affronti Paolo
Albonetti Gabriele
Allam Khaled Fouad
Amato Giuliano
Amendola Francesco
Amici Sesa
Antinucci Rapisardo
Astore Giuseppe
Attili Antonio
Aurisicchio Raffaele
Bafile Mariza
Balducci Paola
Bandoli Fulvia
Baratella Fabio
Barbi Mario
Belisario Felice
Bellanova Teresa
Bellillo Katia
Beltrandi Marco
Benvenuto Romolo
Benzoni Rosalba
Bersani Pier Luigi
Betta Mauro
Bezzi Giacomo
Bianchi Dorina
Bianco Gerardo
Bimbi Franca
Bindi Rosy
Boato Marco
Bocci Gianpiero
Boco Stefano
Boffa Costantino
Bonelli Angelo
Bonino Emma
Bordo Michele
Borghesi Antonio
Boselli Enrico
Brandolini Sandro
Bressa Gianclaudio
Brugger Siegfried
Bucchino Gino
Buemi Enrico
Buffo Gloria
Buglio Salvatore
Burchiellaro Gianfranco
Burgio Alberto
Burtone Giovanni Mario Salvino
Cacciari Paolo
Caldarola Giuseppe
Calgaro Marco
Cancrini Luigi
Capezzone Daniele
Capodicasa Angelo
Capotosti Gino
Carbonella Giovanni
Cardinale Salvatore
Carra Enzo
Caruso Francesco Saverio
Cassola Arnold
Castagnetti Pierluigi
Ceccuzzi Franco
Cento Pier Paolo
Cesario Bruno
Cesini Rosalba
Chianale Mauro
Chiaromonte Franca
Chicchi Giuseppe
Chiti Vannino Cialente Massimo
Codurelli Lucia
Cogodi Luigi
Colasio Andrea
Cordoni Elena Emma
Cosentino Lionello
Costantini Carlo
Crapolicchio Silvio
Crema Giovanni
Crisafulli Vladimiro
Crisci Nicola
Cuperlo Giovanni
D'Ambrosio Giorgio
Damiano Cesare
D'Antona Olga
D'Antoni Sergio Antonio
Dato Cinzia
De Angelis Giacomo
De Biasi Emilia Grazia
De Brasi Raffaello
De Castro Paolo
De Cristofaro Peppe
Deiana Elettra
Delbono Emilio
D'Elia Sergio
Del Mese Paolo
D'Elpidio Dante
De Luca Vincenzo
De Mita Ciriaco
De Piccoli Cesare
De Simone Titti
De Zulueta Tana
Di Gioia Lello
Di Girolamo Leopoldo
Diliberto Oliviero
Dioguardi Daniela
Di Pietro Antonio
Di Salvo Titti
Donadi Massimo
Duilio Lino
D'Ulizia Luciano
Duranti Donatella
Evangelisti Fabio
Fabris Mauro
Fadda Paolo
Falomi Antonello
Farina Daniele
Farina Gianni
Farinone Enrico
Fasciani Giuseppina
Fassino Piero
Fedi Marco
Ferrara Francesco detto Ciccio
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Filippeschi Marco
Fincato Laura
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fistarol Maurizio
Fluvi Alberto
Fogliardi Giampaolo
Folena Pietro
Fontana Cinzia Maria
Forgione Francesco
Francescato Grazia
Franceschini Dario
Franci Claudio
Frias Mercedes Lourdes
Frigato Gabriele
Froner Laura
Fumagalli Marco
Fundarò Massimo Saverio Ennio
Galante Severino
Galeazzi Renato
Gambescia Paolo
Garofani Francesco Saverio
Gentili Sergio
Gentiloni Silveri Paolo
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giordano Francesco
Giovanelli Oriano
Giuditta Pasqualino
Giulietti Giuseppe
Gozi Sandro
Grassi Gero
Grillini Franco
Guadagno Wladimiro detto Vladimir. Luxuria
Iacomino Salvatore
Iannuzzi Tino
Incostante Maria Fortuna
Intrieri Marilina
Khalil D. Alì Raschid
La Forgia Antonio
Laganà Fortugno Maria Grazia
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
Latteri Ferdinando
Leddi Maiola Maria
Lenzi Donata
Leoni Carlo
Letta Enrico
Licandro Orazio Antonio
Li Causi Vito
Locatelli Ezio
Lomaglio Angelo Maria Rosario
Lombardi Angela
Longhi Aleandro
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lulli Andrea
Lumia Giuseppe
Luongo Antonio
Lusetti Renzo
Maderloni Claudio
Mancini Giacomo
Mantini Pierluigi
Mantovani Ramon
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcenaro Pietro
Marchi Maino
Margiotta Salvatore
Mariani Raffaella
Marino Mauro Maria
Martella Andrea
Mascia Graziella
Mattarella Sergio
Melandri Giovanna
Mellano Bruno
Merlo Giorgio
Merlo Ricardo Antonio
Merloni Maria Paola
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Migliore Gennaro Milana Riccardo
Minniti Marco
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Monaco Francesco
Morri Fabrizio
Morrone Giuseppe
Mosella Donato Renato
Motta Carmen
Mungo Donatella
Mura Silvana
Musi Adriano
Mussi Fabio
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoletano Francesco
Narducci Franco Addolorato Giacinto
Nicchi Marisa
Nicco Roberto Rolando
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Olivieri Sergio
Orlando Andrea
Orlando Leoluca
Ossorio Giuseppe
Ottone Rosella
Pagliarini Gianni
Palomba Federico
Papini Andrea
Parisi Arturo Mario Luigi
Pecoraro Scanio Alfonso
Pedica Stefano
Pedrini Egidio Enrico
Pedulli Giuliano
Pegolo Gian Luigi
Pellegrino Tommaso
Pertoldi Flavio
Perugia Maria Cristina
Pettinari Luciano
Piazza Angelo
Piazza Camillo
Picano Angelo
Pignataro Ferdinando Benito
Pignataro Rocco
Pinotti Roberta
Piro Francesco
Pisacane Michele
Piscitello Rino
Pisicchio Pino
Poletti Roberto
Pollastrini Barbara
Poretti Donatella
Porfidia Americo
Prodi Romano
Quartiani Erminio Angelo
Raiti Salvatore
Rampi Elisabetta
Ranieri Umberto
Razzi Antonio
Realacci Ermete
Ricci Andrea
Ricci Mario
Rigoni Andrea
Rocchi Augusto
Rossi Nicola
Rotondo Antonio
Ruggeri Ruggero
Rugghia Antonio
Rusconi Antonio
Russo Franco
Ruta Roberto
Rutelli Francesco
Samperi Marilena
Sanga Giovanni
Sanna Emanuele
Santagata Giulio
Sasso Alba
Satta Antonio
Schietroma Gian Franco
Schirru Amalia
Scotto Arturo
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Sgobio Cosimo Giuseppe
Siniscalchi Sabina
Sircana Silvio Emilio
Smeriglio Massimiliano
Soffritti Roberto
Soro Antonello
Sperandio Gino
Spini Valdo
Sposetti Ugo
Squeglia Pietro
Stramaccioni Alberto
Strizzolo Ivano
Suppa Rosa
Tanoni Italo
Tenaglia Lanfranco
Tessitore Fulvio
Testa Federico
Tocci Walter
Tolotti Francesco
Tomaselli Salvatore
Tranfaglia Nicola
Trepiccione Giuseppe
Trupia Lalla
Tuccillo Domenico
Turci Lanfranco
Turco Maurizio
Vacca Elias
Vannucci Massimo
Velo Silvia
Venier Iacopo
Ventura Michele
Vichi Ermanno
Vico Ludovico
Villari Riccardo
Villetti Roberto
Viola Rodolfo Giuliano
Violante Luciano
Volpini Domenico
Widmann Johann Georg
Zaccaria Roberto
Zanella Luana
Zanotti Katia
Zeller Karl
Zipponi Maurizio
Zucchi Angelo Alberto
Zunino Massimo
Hanno risposto no:
Adolfo Vittorio
Adornato Ferdinando
Airaghi Marco
Alemanno Giovanni
Alessandri Angelo
Alfano Angelino
Alfano Ciro
Alfano Gioacchino
Allasia Stefano
Amoruso Francesco Maria
Aprea Valentina
Aracu Sabatino
Armani Pietro
Armosino Maria Teresa
Ascierto Filippo
Azzolini Claudio
Baiamonte Giacomo
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barbieri Emerenzio
Bellotti Luca
Benedetti Valentini Domenico
Bernardo Maurizio
Berruti Massimo Maria
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Bocchino Italo
Bocciardo Mariella
Bodega Lorenzo
Bonaiuti Paolo
Bondi Sandro
Bongiorno Giulia
Boniver Margherita
Bono Nicola
Boscetto Gabriele
Bosi Francesco
Brancher Aldo
Bricolo Federico
Brigandì Matteo
Briguglio Carmelo
Bruno Donato
Brusco Francesco
Buonfiglio Antonio
Buontempo Teodoro
Caligiuri Battista
Campa Cesare
Capitanio Santolini Luisa
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Casero Luigi
Casini Pier Ferdinando
Castellani Carla
Catone Giampiero
Ceccacci Rubino Fiorella
Ceroni Remigio
Cesa Lorenzo
Cesaro Luigi
Cicchitto Fabrizio
Ciccioli Carlo
Cicu Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Colucci Francesco
Compagnon Angelo
Consolo Giuseppe
Conte Gianfranco
Conte Giorgio
Contento Manlio
Conti Giulio
Conti Riccardo
Cosentino Nicola
Cosenza Giulia
Cossiga Giuseppe
Costa Enrico
Cota Roberto
Craxi Stefania Gabriella Anastasia
Crimi Rocco
Crosetto Guido
D'Agrò Luigi
D'Alia Gianpiero
De Corato Riccardo
De Laurentiis Rodolfo
Del Bue Mauro
Delfino Teresio
Della Vedova Benedetto
De Luca Francesco
Di Cagno Abbrescia Simeone
Di Centa Manuela
Dionisi Armando
D'Ippolito Vitale Ida
Di Virgilio Domenico
Dozzo Gianpaolo
Dussin Guido
Fabbri Luigi
Fallica Giuseppe
Fasolino Gaetano
Fedele Luigi
Ferrigno Salvatore
Filippi Alberto
Filipponio Tatarella Angela
Fini Gianfranco
Fini Giuseppe
Fitto Raffaele
Floresta Ilario
Fontana Gregorio
Forlani Alessandro
Formisano Anna Teresa
Foti Tommaso
Franzoso Pietro
Frassinetti Paola
Fratta Pasini Pieralfonso
Fugatti Maurizio
Galati Giuseppe
Galletti Gian Luca
Galli Daniele
Gamba Pierfrancesco Emilio Romano
Garagnani Fabio
Garavaglia Massimo
Gardini Elisabetta
Garnero Santanchè Daniela
Gasparri Maurizio
Gelmini Mariastella
Germanà Basilio
Germontani Maria Ida
Giacomoni Sestino
Giorgetti Alberto
Giorgetti Giancarlo
Giovanardi Carlo
Giro Francesco Maria
Giudice Gaspare
Goisis Paola
Greco Salvatore
Grimaldi Ugo Maria Gianfranco
Grimoldi Paolo
Holzmann Giorgio
Iannarilli Antonello
Jannone Giorgio
Lainati Giorgio
La Loggia Enrico
La Malfa Giorgio
Lamorte Donato
Landolfi Mario
La Russa Ignazio
Laurini Giancarlo
Lazzari Luigi
Lenna Vanni
Leo Maurizio
Leone Antonio
Licastro Scardino Simonetta
Lisi Ugo
Lo Monte Carmelo
Lucchese Francesco Paolo
Lupi Maurizio Enzo
Lussana Carolina
Mancuso Gianni
Marcazzan Pietro
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Maroni Roberto
Marras Giovanni
Martinelli Marco
Martinello Leonardo
Martino Antonio
Martusciello Antonio
Mazzaracchio Salvatore
Mazzocchi Antonio
Mazzoni Erminia
Mele Cosimo
Meloni Giorgia
Menia Roberto
Mereu Antonio
Migliori Riccardo
Milanato Lorena
Minardo Riccardo
Minasso Eugenio
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Filippo
Moffa Silvano
Mondello Gabriella
Montani Enrico
Mormino Nino
Moroni Chiara
Murgia Bruno
Nan Enrico
Napoli Angela
Napoli Osvaldo
Nardi Massimo
Nespoli Vincenzo
Nucara Francesco
Oliva Vincenzo
Oppi Giorgio
Palmieri Antonio
Palumbo Giuseppe
Paoletti Tangheroni Patrizia
Paroli Adriano
Patarino Carmine Santo
Pecorella Gaetano
Pedrizzi Riccardo
Pelino Paola
Pepe Antonio
Pepe Mario
Peretti Ettore
Perina Flavia
Pescante Mario
Picchi Guglielmo
Pili Mauro
Pini Gianluca
Pizzolante Sergio
Ponzo Egidio Luigi
Porcu Carmelo
Pottino Marco
Prestigiacomo Stefania
Proietti Cosimi Francesco
Raisi Enzo
Rampelli Fabio
Rao Pietro
Ravetto Laura
Reina Giuseppe Maria
Rivolta Dario
Romagnoli Massimo
Romani Paolo
Romano Francesco Saverio
Ronchi Andrea
Ronconi Maurizio
Rositani Guglielmo
Rossi Luciano
Rosso Roberto
Russo Paolo
Ruvolo Giuseppe
Saglia Stefano
Salerno Roberto
Santelli Jole
Sanza Angelo Maria
Scajola Claudio
Scalia Giuseppe
Siliquini Maria Grazia
Simeoni Giorgio
Stagno d'Alcontres Francesco
Stradella Franco
Stucchi Giacomo
Tabacci Bruno
Taglialatela Marcello
Tassone Mario
Testoni Piero
Tondo Renzo
Tortoli Roberto
Tremaglia Mirko
Tremonti Giulio
Tucci Michele
Uggè Paolo
Ulivi Roberto
Urso Adolfo
Valducci Mario
Verdini Denis
Vietti Michele Giuseppe
Vitali Luigi
Vito Alfredo
Vito Elio
Volontè Luca
Zacchera Marco
Zanetta Valter
Zinzi Domenico
Zorzato Marino
Sono in missione:
Cirino Pomicino Paolo
D'Alema Massimo
Levi Ricardo Franco
Lion Marco
Visco Vincenzo
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1746-bis-B )
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis-B sezione 1).
Avverto che sono in distribuzione il fascicolo n. 1, relativo agli ordini del giorno riferiti al disegno di legge finanziaria, nonché il testo dell'ordine del giorno Violante n. 9/1747-bis-B/1 riferito al disegno di legge di bilancio.
Avverto, inoltre, che gli ordini del giorno Antonio Pepe n. 9/1746-bis-B/24, Tuccillo n. 9/1746-bis-B/26, Aprea n. 9/1746-bis-B/87, Boscetto n. 9/1746-bis-B/91, Garagnani n. 9/1746-bis-B/105, Uggè n. 9/1746-bis/B-122, Elio Vito n. 9/1746-bis/B-123, Dussin n. 9/1746-bis-B/133 sono stati riformulati dai rispettivi presentatori. Il nuovo testo è in distribuzione.
L'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis-B/100 è stato ritirato dal presentatore.
Comunico altresì che la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Goisis n. 9/1746-bis-B/144 riferito al disegno di legge finanziaria, in quanto ai sensi dell'articolo 89 del regolamento risulta relativo a materia estranea all'oggetto in discussione.
Risultano inoltre inammissibili, in quanto in contrasto con il testo approvato, gli ordini del giorno Poletti n. 9/1746-bis-B/35 e Baiamonte n. 9/1746-bis-B/45.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, mi accingo a dare il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati. Il Governo accetta l'ordine del giorno Carra n. 9/1746-bis-B/1 limitatamente al dispositivo e, come raccomandazione, gli ordini del giorno Lion n. 9/1746-bis-B/2 e Ottone 9/1746-bis-B/3.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Spini n. 9/1746-bis-B/4 e Raiti n. 9/1746-bis-B/5.
L'ordine del giorno Folena n. 9/1746-bis-B/6 è identico all'ordine del giorno Carra n. 9/1746-bis-B/1, dunque il Governo lo accetta limitatamente al dispositivo.
Il Governo accetta inoltre come raccomandazione gli ordini del giorno Servodio n. 9/1746-bis-B/7, Zucchi n. 9/1746-bis-B/8 e Stradella n. 9/1746-bis-B/9. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fiano n. 9/1746-bis-B/10 purché, al primo rigo della parte dispositiva, la parola «ad» sia sostituita da «a valutare la possibilità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1746-bis-B/11 limitatamente al dispositivo ed accetta gli ordini del giorno Tessitore n. 9/1746-bis-B/12, Musi n. 9/1746-bis/B/13, Formisano n. 9/1746-bis-B/14 (per il quale è altresì predisposta una disposizione del testo del decreto-legge che sarà discusso domani in Consiglio dei ministri), Quartiani n. 9/1746-bis-B/15, Grillini n. 9/1746-bis-B/16 e De Simone n. 9/1746-bis-B/17.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Burtone n. 9/1746-bis-B/18 e, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Poretti n. 9/1746-bis-B/19. Il Governo accetta l'ordine del giorno Ascierto n. 9/1746-bis-B/20, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a reperire, per la realizzazione dei suddetti obiettivi, un maggior numero di risorse finanziarie per corrispondere i miglioramenti retributivi». Il Governo accetta l'ordine del giorno Lamorte n. 9/1746-bis-B/21, limitatamente al dispositivo, purchè il primo capoverso dello stesso sia riformulato nel modo seguente: «a reperire, per la realizzazione dei suddetti obiettivi, un maggior numero di risorse finanziarie per il Corpo della Guardia di finanza», lasciando inalterato il secondo capoverso del dispositivo. Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Migliori n. 9/1746-bis-B/22, in quanto la legge finanziaria è stata riformulata nella direzione analoga all'auspicio in esso contenuto. Il Governo accetta l'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/1746-bis-B/23, limitatamente al dispositivo, purché vengano soppresse le parole: «necessarie a consentire l'erogazione di stipendi più elevati,». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Antonio Pepe n. 9/1746-bis-B/24, limitatamente al dispositivo, e accetta gli ordini del giorno Filipponio Tatarella n. 9/1746-bis-B/25, limitatamente al dispositivo, e Tuccillo n. 9/1746-bis-B/26, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Bellotti n. 9/1746-bis-B/27, limitatamente al dispositivo, Olivieri n. 9/1746-bis-B/28 e Cosenza n. 9/1746-bis-B/29, limitatamente al dispositivo. Il Governo accetta l'ordine del giorno Leo n. 9/1746-bis-B/30, limitatamente al dispositivo, se riformulato nel senso di sostituire le parole: «fare in modo», con le seguenti: «valutare la possibilità» e sopprimere le parole: «, anche per quanto riguarda il 2006». Il Governo accetta gli ordini del giorno Leoluca Orlando n. 9/1746-bis-B/31, Mellano n. 9/1746-bis-B/32, Cacciari n. 9/1746-bis-B/33, Acerbo n. 9/1746-bis-B/34 e Tocci n. 9/1746-bis-B/36, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare, nell'ambito dello stanziamento di cui al comma 1138 dell'articolo 1, interventi di tutela del patrimonio culturale ebraico».
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
PIERLUIGI CASTAGNETTI
(ore 15,15)
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta gli ordini del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis-B/37, Pagliarini n. 9/1746-bis-B/38 (identico all'ordine del giorno Formisano n. 9/1746-bis-B/14) e Diliberto n. 9/1746-bis-B/39, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cesini n. 9/1746-bis-B/40. Il Governo accetta l'ordine del giorno Venier n. 9/1746-bis-B/41, se, al quarto capoverso del dispositivo, è soppressa la parola: «rapidamente». Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Galante n. 9/1746-bis-B/42 e accetta gli ordini del giorno Bellillo n. 9/1746-bis-B/43 e Bonelli n. 9/1746-bis-B/44.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/1746-bis-B/46, non accetta l'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis-B/47 e accetta l'ordine del giorno Tolotti n. 9/1746-bis-B/48 purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di consentire alle strutture preposte alla vendita degli immobili, di ricercare soluzioni transattive riferite agli immobili occupati aventi identiche caratteristiche».
Il Governo accetta altresì gli ordini del giorno Villetti n. 9/1746-bis-B/49, Ghizzoni n. 9/1746-bis-B/50 e Zeller n. 9/1746-bis-B/52. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis-B/51 il Governo lo accetta purché sia riformulato nel senso di: espungere dalle premesse il penultimo capoverso, che inizia con le parole «l'eccessiva gravosità degli oneri tributari» e termina con le parole «il settore dei giochi;».
Il Governo accetta poi l'ordine del giorno Brugger n. 9/1746-bis-B/53 purché sia riformulato nel senso di espungere dalle premesse il quarto ed il quinto capoverso. L'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis-B/54 è accolto come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno Barbi n. 9/1746-bis-B/55 è accettato purché sia riformulato nel senso di sostituire, nel dispositivo, le parole «affinché individui le idonee modalità per» con le parole «a valutare la possibilità di»; espungere la parte finale del primo capoverso a partire da «ai sensi» sino alla parola «IRAP»; sostituire le parole «ad» con le parole «a valutare la possibilità di» all'inizio del secondo capoverso.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis-B/56 purché sia riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il terzultimo ed il quartultimo capoverso, che iniziano, rispettivamente, con le parole «riconoscimento» e «la non imponibilità». Analogamente il Governo accetta, in quanto identici nel testo all'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis-B/56, gli ordini del giorno, Sanza n. 9/1746-bis-B/63, Nardi n. 9/1746-bis-B/74, Cioffi n. 9/1746-bis-B/80 e Leone n. 9/1746-bis/B/108, purché venga accettata la stessa riformulazione.
Il Governo accetta inoltre gli ordini del giorno Francescato n. 9/1746-bis-B/57 e Franceschini n. 9/1746-bis-B/58, mentre accetta l'ordine del giorno Pertoldi n. 9/1746-bis-B/59 purché sia riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il riferimento temporale «entro giugno 2007,». Il Governo non accetta invece l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis-B/60.
L'ordine del giorno Crema n. 9/1746-bis-B/61 è accettato purché sia riformulato nel senso di introdurre nel dispositivo le parole «a valutare la possibilità di garantire nella legge finanziaria» al posto di «affinché sia garantita nella legge finanziaria».
Il Governo accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1746-bis-B/62 se riformulato nel senso di sostituire le parole «ad adottare le» con le parole «a valutare le» e - come preannunciato - accetta l'ordine del giorno Sanza n. 9/1746-bis-B/63 se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso del dispositivo. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno D'Elpidio n. 9/1746-bis-B/64 e Rocco Pignataro n. 9/1746-bis-B/65; accetta l'ordine del giorno Picano n. 9/1746-bis-B/66 se riformulato nel senso di eliminare dal dispositivo le parole «quindicennale di 10 milioni di euro» e di eliminare le parole da «nonché a trasferire» fino alla fine; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Li Causi n. 9/1746-bis-B/67, accetta gli ordini del giorno Morrone n. 9/1746-bis-B/68 e Giuditta n. 9/1746-bis-B/69 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Del Mese n. 9/1746-bis-B/70.
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di fare silenzio perché dobbiamo ascoltare i pareri del Governo sugli ordini del giorno.
Prego, signor sottosegretario.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Capotosti n. 9/1746-bis-B/71 se riformulato nel senso di aggiungere dopo le parole «impegna il Governo a» le parole «valutare l'esigenza di» e di sostituire le parole «di procedere alla compensazione» con le parole «di ottenere il pagamento in tempi certi, anche attraverso la possibilità di forme compensative»; accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Pisacane n. 9/1746-bis-B/72; accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis-B/73 e l'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74 se riformulato nel modo preannunciato, cioè espungendo i capoversi quarto e quinto dal dispositivo, ed accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Palomba n. 9/1746-bis-B/75. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76; accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Beltrandi n. 9/1746-bis-B/77 se riformulato nel senso di sostituire la parola «ad», dopo le parole «impegna il Governo», con le parole «a valutare la possibilità di»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78; non accetta l'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79; accetta l'ordine del giorno Cioffi n. 9/1746-bis-B/80 se riformulato nel modo preannunciato, cioè espungendo il quarto e il quinto capoverso del dispositivo, ed accetta l'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81 se riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con le seguenti parole «ad operare in modo che ogni iniziativa legislativa in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto sia affidata al più ampio e libero confronto parlamentare». Il Governo, altresì, accetta l'ordine del giorno Rao n. 9/1746-bis-B/82 se riformulato dal nel senso di espungere dal dispositivo dalle parole «anche in deroga» sino alla fine; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis-B/83 e Oliva n. 9/1746-bis-B/84, il dispositivo dell'ordine del giorno Neri n. 9/1746-bis-B/85 e l'ordine del giorno Fundarò n. 9/1746-bis-B/86; non accetta gli ordini del giorno Aprea n. 9/1746-bis-B/87, Armosino n. 9/1746-bis-B/88, Baldelli n. 9/1746-bis-B/89, Bertolini n. 9/1746-bis-B/90, Boscetto n. 9/1746-bis-B/91 e Brusco n. 9/1746-bis-B/92 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cicu n. 9/1746-bis-B/93.
Il Governo accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/1746-bis-B/94 mentre non accetta le premesse, sulle quali è fortemente contrario; accetta altresì il dispositivo dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95.
Il Governo accoglie, quindi, come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno D'Ippolito n. 9/1746-bis-B/96, mentre accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis-B/97 purché la parte motiva sia riformulata nel senso di espungere la parte di testo dalle parole «non specificando» fino alle parole «lavoratori subordinati,». Il Governo, inoltre, non accetta l'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis-B/98, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis-B/99.
Quanto all'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis-B/100...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis-B/100 è stato ritirato, signor sottosegretario.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis-B/101, mentre non accetta gli ordini del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis-B/102 e Floresta n. 9/1746-bis-B/103. Il Governo accetta, altresì, il dispositivo dell'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/1746-bis-B/104, mentre non accetta l'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis-B/105 (Nuova formulazione); accoglie, inoltre, come raccomandazione gli ordini del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis-B/106 e La Loggia n. 9/1746-bis-B/107.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Leone n. 9/1746-bis-B/108 purché riformulato nel senso già indicato con riferimento all'identico ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis-B/56; accetta altresì l'ordine del giorno Licastro n. 9/1746-bis-B/109, mentre non accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis-B/110, mentre accetta l'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis-B/111, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo.
Il Governo, poi, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis-B/112, mentre non accetta l'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis-B/113; accetta quindi il dispositivo dell'ordine del giorno Moroni n. 9/1746-bis-B/114, mentre non accetta l'ordine del giorno Nan n. 9/1746-bis-B/115.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Palmieri n. 9/1746-bis-B/116, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Palumbo n. 9/1746-bis-B/117 e Mario Pepe n. 9/1746-bis-B/118; non accetta l'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis-B/119, mentre accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120.
Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Tondo n. 9/1746-bis-B/121, mentre non accetta gli ordini del giorno Uggé n. 9/1746-bis-B/122 (Nuova formulazione), Elio Vito n. 9/1746-bis-B/123 (Nuova formulazione) e Zanetta n. 9/1746-bis-B/124.
Il Governo accetta il dispositivo degli ordini del giorno Zorzato n. 9/1746-bis-B/125 e Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, ed accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Lussana n. 9/1746-bis-B/127, mentre non accetta gli ordini del giorno Bodega n. 9/1746-bis-B/128 e Stucchi n. 9/1746-bis-B/129.
Il Governo invita, altresì, il presentatore a ritirare l'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis-B/130: il Governo è, infatti, sensibile ai consultori ma non nei termini formulati nell'ordine del giorno.
Il Governo accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis-B/131, non accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis-B/132, accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Dussin n. 9/1746-bis-B/133, mentre non accetta l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1746-bis-B/134.
Il Governo accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis-B/135, non accetta l'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis-B/137 ed accetta l'ordine del giorno Bricolo n. 9/1746-bis-B/138.
Il Governo accoglie altresì come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Alessandri n. 9/1746-bis-B/139, mentre non accetta l'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis-B/140 (non per ragioni di merito, ma per i toni usati nella formulazione).
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Cota n. 9/1746-bis-B/141 e Giancarlo Giorgetti n. 9/1746-bis-B/142 e non accetta l'ordine del giorno Gibelli n. 9/1746-bis-B/143.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO LEONI (ore 15,30)
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'ordine del giorno Goisis n. 9/1746-bis-B/144 è inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis-B/145 e accetta, altresì, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Pottino n. 9/1746-bis-B/146. Inoltre, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis-B/147.
Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1746-bis-B/148, a condizione che la parola: «ad» sia sostituita dalle seguenti: «a valutare opportune iniziative per» e accetta altresì l'ordine del giorno Di Centa n. 9/1746-bis-B/149.
PRESIDENTE. Sottosegretario Sartor, deve pronunciarsi anche sull'ordine del giorno Violante n. 9/1747-B/bis1, riferito al disegno di legge di bilancio.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Violante n. 9/1747-B/bis1.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Carra n. 9/1746-bis-B/1, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che l'onorevole Carra accetta la formulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione.
Prendo atto altresì che l'onorevole Lion non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno Lion n. 9/1746-bis-B/2.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Ottone non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che gli ordini del giorno Spini n. 9/1746-bis-B/4 e Raiti n. 9/1746-bis-B/5 sono stati accettati dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Folena accetta la formulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/6, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto altresì che l'onorevole Servodio non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/7 - identico all'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis-B/109 -, accolto come raccomandazione dal Governo e che anche l'onorevole Zucchi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/8, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo all'onorevole Stradella se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, vorrei spiegare il contenuto del mio ordine del giorno.
L'ufficio delle entrate impone il pagamento con sanzioni alle imprese che hanno ottenuto...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, invito il rappresentante del Governo ad ascoltare l'intervento dell'onorevole Stradella.
FRANCO STRADELLA. L'Agenzia delle entrate chiede alle imprese che, a seguito dei danni subiti per l'alluvione del 2000, hanno ricevuto dei contributi, il pagamento dell'imposta IRAP, addirittura con sanzioni, perché le imprese, pensando che i contributi non contribuivano alla formazione del reddito, non li hanno denunciati a suo tempo.
Con questo ordine del giorno, che è anche il risultato di un'interrogazione in Commissione, alla quale ha risposto il sottosegretario Lettieri, noi chiediamo che il Governo assuma provvedimenti per far sì che queste imprese, che già hanno avuto danni e rimborsi molto inferiori ai danni subiti, non debbano anche pagare l'IRAP, essendo il pagamento dell'IRPEF e dell'IRES escluso per dettato della legge.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 15,38)
FRANCO STRADELLA. Mi pare quindi che accettare questo ordine del giorno come raccomandazione sia insufficiente. Chiedo pertanto al Governo di rivedere il parere espresso. Diversamente, insisterò per la sua votazione.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo come intende pronunciarsi al riguardo.
ALFIERO GRANDI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo è disponibile a lavorare nella direzione espressa dall'ordine del giorno. Tuttavia, in questo caso, c'è l'esigenza di applicare le normative esistenti e quindi le parole «ad adottare ogni possibile iniziativa» potrebbero essere sostituite dalla seguente formulazione: «a valutare la possibilità di adottare ogni possibile iniziativa». Il Governo accetta l'ordine del giorno, qualora sia accolta tale riformulazione.
FRANCO STRADELLA. Accolgo la riformulazione proposta e non insisto per la votazione del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Fiano n. 9/1746-bis-B/10 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo altresì atto che il deputato Evangelisti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/11, accettato dal Governo limitatamente alla parte del dispositivo.
Prendo inoltre atto che i presentatori degli ordini del giorno Tessitore n. 9/1746-bis-B/12, Musi n. 9/1746-bis-B/13, Formisano n. 9/1746-bis-B/14, Quartiani n. 9/1746-bis-B/15, Grillini n. 9/1746-bis-B/16 e De Simone n. 9/1746-bis-B/17, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/18, accolto come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione e che il deputato Poretti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/19, accettato dal Governo limitatamente alla parte del dispositivo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Ascierto n. 9/1746-bis-B/20 e Lamorte 9/1746-bis-B/21, accettano la riformulazione del dispositivo proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Migliori se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/22.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, vorrei chiedere al rappresentante del Governo le ragioni per le quali il Governo invita al ritiro di questo ordine del giorno, visto che si tratta di un impegno assunto sia in Commissione, sia successivamente nel corso del dibattito inerente alla prima stesura della finanziaria; è un impegno che, però, è stato smentito autorevolmente dal ministro dell'interno nell'intervento inaugurale dell'Accademia del Ministero dell'interno. Mi riferisco alla questione preoccupante della possibile cancellazione delle questure, delle prefetture e dei comandi provinciali dei Vigili del fuoco nelle province con meno di 200 mila abitanti.
Mi pare di capire che il Governo ritiene pleonastico questo impegno. Se così fosse, lo invito a riflettere invece sull'esigenza di assumere un impegno, che una volta per sempre elimini equivoci su una grande questione: il fatto che lo Stato possa pensare a chiudere presidi essenziali per la sicurezza dei cittadini in circa 12 province del nostro paese.
Quindi, non posso accedere all'invito al ritiro del mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/22 e invito, a mia volta, il Governo a riflettere sull'opportunità di accoglierlo integralmente, e non come raccomandazione, ciò che mi pare essere stato già ufficialmente detto, tra l'altro - parlo di 20 giorni fa e non di anni fa -, nelle premesse del Governo circa le modifiche rispetto alla prima stesura del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007.
PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se acceda a tale invito del deputato Migliori.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'invito al ritiro è prevalentemente mirato al fatto che il testo del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 è stato, sul settore in questione, ampiamente riformulato, anzitutto espungendo ogni riferimento a soglie dimensionali e, in secondo luogo, anche introducendo norme che consentono di rideterminare gli organici in funzione delle esigenze del territorio. Quindi, la finalità ultima, ossia quella di garantire ed assicurare la sicurezza nel paese, è assolutamente prevista dal disegno di legge finanziaria, con un testo riformulato tale per cui si ritiene che questo ordine del giorno non sia congruo. Il Governo conferma pertanto il parere espresso in precedenza.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Migliori n. 9/1746-bis-B/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 530
Astenuti 7
Maggioranza 266
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 298).
Prendo atto che i deputati Vittorio Craxi, Razzi e Carra non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che la deputata Capitanio Santolini non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che il deputato Proietti Cosimi accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/23.
Prendo altresì atto che il deputato Antonio Pepe accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/24, accolto dal Governo come raccomandazione nel senso proposto dal rappresentante del Governo.
Prendo atto, ancora, che la deputata Filipponio Tatarella non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/25, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/26, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
Deputato Olivieri, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/28, accolto come raccomandazione dal Governo?
SERGIO OLIVIERI. Signor Presidente, chiedo al Governo di valutare la possibilità di accettare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/28, con una modifica del dispositivo, nel senso di sostituire le parole «impegna il Governo a presentare (...)», con le seguenti: «impegna il Governo a valutare la possibilità di presentare (...)». Credo sia un atto dovuto per una valutazione compiuta.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo in merito?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Olivieri n. 9/1746-bis-B/27, con la riformulazione testé proposta dal presentatore.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, vi può essere stato un errore di interpretazione per quanto riguarda l'ordine del giorno precedente, Bellotti n. 9/1746-bis-B/27. Ricordo che il Governo aveva accolto tale ordine del giorno come raccomandazione, ma avevo interpretato che il proponente non insistesse per la votazione. Chiedo, dunque, all'onorevole Bellotti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, le raccomandazioni sono importanti, ma a volte non sono sufficienti. Poiché i biocombustibili rappresentano una svolta per l'agricoltura italiana ed essendo in periodo natalizio, onde evitare l'ipocrisia, abbiamo bisogno che le biomasse siano prodotte nel nostro paese, per evitare eventuali speculazioni. Credo pertanto sia doveroso e necessario che anche la maggioranza prenda coscienza di ciò e, onde evitare di predicare per l'altrui coscienza, accetti questo ordine del giorno. Dunque, se esso non verrà accolto dal Governo, insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, confermo il parere espresso in precedenza. Ribadisco quindi che il Governo accetta l'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis-B/27 esclusivamente come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis-B/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 535
Astenuti 10
Maggioranza 268
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 288).
Prendo atto che il deputato Buontempo non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/29, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/30, accolto come raccomandazione dal Governo, con la riformulazione del dispositivo nel senso precisato dal rappresentante del Governo.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, la riformulazione proposta svuota completamento l'ordine del giorno, perché esso è volto a determinare per l'anno 2006 i cosiddetti studi di settore, in particolare l'indice di normalità economica, anche sentendo le associazioni di categoria. Se noi eliminiamo l'inciso «anche per quanto riguarda il 2006», la conseguenza sarà che l'amministrazione finanziaria emetterà un decreto ministeriale, determinerà questo indice di normalità economica, che si sostanzia in una minimum tax, e tutti i contribuenti - parlo del 99,3 per cento delle imprese italiane - dovranno pagare più tasse senza che le associazioni di categoria possano far valere le loro ragioni e spiegare perché i ricavi devono essere determinati in una diversa maniera.
Non posso quindi accettare la riformulazione. Se il Governo non cambia orientamento insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo conferma il parere precedentemente espresso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leo n. 9/1746-bis-B/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 555
Maggioranza 278
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 314).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Leoluca Orlando n. 9/1746-bis-B/31, Mellano n. 9/1746-bis-B/32, Cacciari n. 9/1746-bis-B/33, Acerbo n. 9/1746-bis-B/34, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Tocci n. 9/1746-bis-B/36, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis-B/37, Pagliarini n. 9/1746-bis-B/38, Diliberto n. 9/1746-bis-B/39, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Cesini n. 9/1746-bis-B/40, accolto come raccomandazione dal Governo, non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Venier n. 9/1746-bis-B/41, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato il dispositivo, non insistono per la votazione.
Chiedo al deputato Galante se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/42.
SEVERINO GALANTE. Signor Presidente, mi risulta che di recente, in Commissione trasporti, il Governo abbia dichiarato che non è stato adottato alcun orientamento per la quotazione in borsa e, quindi, per la privatizzazione di Fincantieri.
Onorevole Sartor, mi sembrava che l'ordine del giorno fosse coerente con questa vostra dichiarazione. La richiesta di ritiro che mi viene rivolta rivela evidentemente che non è così.
Ritiro l'ordine del giorno, ma non mi nascondo che il tema evidenzia un consistente problema politico che andrà adeguatamente affrontato nella maggioranza.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bellillo n. 9/1746-bis-B/43 e Bonelli n. 9/1746-bis-B/44, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno D'Ulizia n. 9/1746-bis-B/46, accolto come raccomandazione dal Governo, non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis-B/47, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis-B/47, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 560
Votanti 540
Astenuti 20
Maggioranza 271
Hanno votato sì 221
Hanno votato no 319).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Tolotti 9/1746-bis-B/48, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo che i presentatori degli ordini del giorno Villetti n. 9/1746-bis-B/49 e Ghizzoni n. 9/1746-bis-B/50, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis-B/51, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Zeller n. 9/1746-bis-B/52, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Brugger n. 9/1746-bis-B/53, accettato dal Governo a condizione che venga riformulato, non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis-B/54, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Sull'ordine del giorno Barbi n. 9/1746-bis-B/55 vi è una richiesta di riformulazione del Governo.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ho esposto in modo inappropriato la proposta di riformulazione. La rileggo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di non far concorrere i contributi in conto capitale (...)». Dopodiché segue il testo originario cui vanno espunte, alla terzultima riga della prima parte del dispositivo, le parole: «non concorrono» anziché l'intero riferimento.
Rimane la proposta di riformulare il capoverso successivo introducendo le parole: «a valutare la possibilità di», cui segue il testo originario. Chiedo scusa per l'errore.
PRESIDENTE. I proponenti accolgono la riformulazione?
MARIA LEDDI MAIOLA. Sentiti i cofirmatari, la formulazione proposta può essere accettata. «Raccomandiamo» questa volta noi al ministero competente, considerato che si tratta di materia che interessa un numero considerevole di imprese danneggiate nella nostra zona, tempi solleciti per quanto concerne la riprocedimentalizzazione del trasferimento delle risorse già esistenti e chiarezza normativa, legittima richiesta da parte delle imprese.
ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Aggiungo la mia firma all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al deputato Maroni se accolga la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/56, non insistendo per la votazione.
ROBERTO MARONI. Accolgo la riformulazione proposta, signor Presidente, ma poiché sono stati presentati altri ordini del giorno identici, non vorrei impegnare altri colleghi nella mia decisione. Sarebbe il caso di acquisire anche il loro orientamento.
PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Sanza, Cioffi e Leone accettano la riformulazione proposta per i loro rispettivi ordini del giorno n. 9/1746-bis-B/63, n. 9/1746-bis-B/80 e n. 9/1746-bis-B/108, mentre il deputato Nardi ha chiesto di intervenire in merito al suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/74. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/74, per cui il Governo chiede l'espunzione di due punti, è sottoscritto anche dal capogruppo dei Popolari-Udeur, dal capogruppo dell'Italia dei Valori, dal capogruppo in Commissione trasporti dell'Ulivo, nonché porta la firma di segretari e capigruppo della Casa delle libertà. Vi è una disponibilità estremamente vasta all'interno del Parlamento. Invito pertanto ad accettare la formulazione predisposta.
PRESIDENTE. Quando arriveremo alla dichiarazione di voto sul suo ordine del giorno farà valere la sua richiesta.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Francescato n. 9/1746-bis-B/57 e Franceschini n. 9/1746-bis-B/58, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto, inoltre, che i presentatori dell'ordine del giorno Pertoldi n. 9/1746-bis-B/59 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione.
Ricordo che l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis-B/60 non è stato accettato dal Governo.
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Non mi aspetto che la maggioranza cambi parere rispetto alle indicazioni date dal Governo. Intendo solo sottolineare che il non aver accettato il mio ordine del giorno è uno «schiaffo» non al gruppo di Alleanza Nazionale, ma al Presidente Napolitano. È un atto di incredibile protervia nei confronti del Presidente della Repubblica.
Infatti, il mio ordine del giorno è stato scritto prima, e indipendentemente, dalle parole che ieri il Presidente Napolitano ha pronunziato nel corso degli auguri. Il caso ha voluto che gli argomenti, con minore autorevolezza, con minore chiarezza, in maniera più moderata rispetto al modo assai più violento e chiaro espresso dal Presidente della Repubblica, siano gli stessi.
Nell'ordine del giorno si chiede - udite, udite! - l'impegno al Governo, «nella qualità di titolare dell'iniziativa legislativa, a garantire, per il prosieguo delle sue attività normative, il rispetto delle vigenti regole finalizzate ad assicurare una più alta qualità della legislazione». Non abbiamo detto che la finanziaria è abnorme. Non abbiamo detto che sono state travisate le regole che lei stesso, signor Presidente, ha dettato. Non abbiamo detto, in questo ordine del giorno, che la finanziaria è stata formulata in un modo che il Presidente della Repubblica, in maniera assai minore, aveva rimandato indietro e si era rifiutato di firmare. Non abbiamo detto, quindi, non solo per assenza della stessa autorevolezza, ma anche per la qualità delle parole usate, quello che ha affermato il Presidente Napolitano.
Io chiedo al Governo di riconsiderare l'orientamento espresso, perché questa è un'offesa grave, non solo al Parlamento, non solo ad Alleanza Nazionale, ma al Presidente della Repubblica che viene sì dal partito comunista, sì dalla sinistra, ma che oggi è il Presidente di tutti gli italiani e che noi rispettiamo e voi offendete (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis-B/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Applausi ironici dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
(Presenti 557
Votanti 543
Astenuti 14
Maggioranza 272
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 301).
Prendo atto che il deputato Crema accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/61.
Prendo atto che il deputato Di Gioia accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/62.
Prendo atto che il deputato Sanza non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/63, identico al n. 9/1746-bis-B/56, accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato D'Elpidio non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/64, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Rocco Pignataro non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/65, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Picano accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/66.
Prendo atto che il deputato Li Causi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/67, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Morrone non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/68, accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Giuditta non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/69, accettato dal Governo.
Prendo atto che il deputato Del Mese non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/70, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Capotosti accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/71.
Prendo atto che il deputato Pisacane non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/72, accolto dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il deputato Turco non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/73, accettato dal Governo.
Riguardo all'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74, faccio notare che, essendo stati accolti nella riformulazione dichiarata gli ordini del giorno nn. 9/1746-bis-B/56, 9/1746-bis-B/63, 9/1746-bis-B/80 e 9/1746-bis-B/108, è del tutto evidente che, nel caso in cui esso fosse messo in votazione e venisse respinto, pregiudicherebbe l'intesa fin qui raggiunta sui punti indicati.
Chiedo al deputato Nardi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/74.
MASSIMO NARDI. Chiedo scusa, signor Presidente, non ho capito questa sua ultima precisazione nell'eventualità in cui il mio ordine del giorno venisse respinto. Sarebbe possibile votarlo per parti separate? Vorrei, tra l'altro, leggerle i nomi dei firmatari, che rappresentano tutto il Parlamento. Hanno sottoscritto l'ordine del giorno in questione i colleghi Donadi, Leoluca Orlando, Cesa, Leone, Brugger, Fabris, Gianfranco Fini, Francesco De Luca, Barani, Martino, Fallica, Intrieri, Brigandì, De Mita, Reina, Barbi.
PRESIDENTE. Non fanno parte dell'ordine del giorno.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, stavo leggendo i nomi, per farle capire che questo ordine del giorno non è di parte e vede, invece, una larga disponibilità all'interno del Parlamento. Quindi, per me è uguale metterlo ai voti per intero o per parti separate, ma credo che lei debba tener conto di quest'ampia disponibilità, almeno, già sottoscritta.
PRESIDENTE. Tenendo conto della sua proposta, potremmo procedere alla votazione dell'ordine del giorno, fatta esclusione del quarto e del quinto capoverso del dispositivo. Va bene, deputato Nardi?
MASSIMO NARDI. Mi scusi, signor Presidente; possiamo, quindi, votarlo per parti separate?
PRESIDENTE. Deputato Nardi, ho detto che potremmo votare il suo ordine del giorno ad esclusione del quarto e del quinto capoverso del dispositivo.
MASSIMO NARDI. Mi scusi, signor Presidente, ciò significa votare successivamente anche i capoversi quarto e quinto come parti separate?
PRESIDENTE. Certo, naturalmente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74, accettato dal Governo, con l'esclusione del quarto e del quinto capoverso del dispositivo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 555
Votanti 442
Astenuti 13
Maggioranza 272
Hanno votato sì 539
Hanno votato no 3).
MASSIMO NARDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO NARDI. Signor Presidente, vorrei sapere se il Governo sia disponibile ad accogliere come raccomandazione le parti espunte senza procedere ad un'ulteriore votazione; ciò, infatti, significherebbe di fatto prendere in considerazione le problematiche ivi evidenziate.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo è favorevole alla proposta appena formulata, quindi ad accogliere come raccomandazione la parte dell'ordine del giorno Nardi n. 9/1746-bis-B/74 espunta dall'ultima votazione, cioè il quarto e il quinto capoverso del dispositivo.
Prendo atto che il deputato Palomba non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/75, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo al deputato Donadi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/76, accolto come raccomandazione dal Governo.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, invito il Governo a riconsiderare il suo parere e ad accettare il mio ordine del giorno.
Semplicemente, noi chiediamo al Governo di attenersi, nell'ambito della futura attività di attuazione del programma, agli impegni assunti ed alle valutazioni espresse nel DPEF. Si tratta, infatti, di scelte e di valutazioni che non si sono esaurite con la finanziaria, ma che riguardano ancora una molteplicità di questioni, costituenti i veri punti nodali per lo sviluppo, la crescita e l'equilibrio del paese.
Mi riferisco ad azioni per promuovere la concorrenza e per lo sviluppo delle infrastrutture, a questioni relative all'energia, all'efficacia e alla modernizzazione della pubblica amministrazione e così via. Chiediamo che a questi urgenti ed indifferibili punti programmatici venga data priorità.
Le altre questioni, ugualmente importanti, concernenti i diritti individuali delle persone - ad esempio, i PACS -, sono meno urgenti.
Detto questo, non capisco cosa significhi accogliere come raccomandazione il mio ordine del giorno; infatti, analoghi ordini del giorno presentati impegnano il Governo al rispetto di precise scadenze in ordine a future iniziative.
Quindi, come intendere la volontà del Governo circa il mio ordine del giorno? Come un'accettazione o come un rifiuto? Tra l'altro, ove quest'ultima fosse la giusta interpretazione insisterò per la votazione dell'ordine del giorno in questione.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il motivo per cui il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76 non ha a che fare con il merito dell'indicazione, ma con la stretta cogenza dell'impegno, così come formulato. Esso prevede un ordinamento nelle parole «prima di procedere ad azioni...», mentre il Governo, pur condividendo l'invito del presentatore, ritiene si tratti di un'azione da portare avanti contestualmente.
Quindi, l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76 potrebbe essere accettato laddove venisse attenuato questo stretto ordinamento logico-gerarchico introdotto con le parole succitate.
PRESIDENTE. Prego, deputato Donadi.
MASSIMO DONADI. Signor Presidente, se l'ordine del giorno precedente, con il quale si chiede al Governo di presentare un disegno di legge entro il 15 gennaio, non è cogente, non vediamo come possa essere ritenuto cogente il nostro ordine del giorno, che chiede semplicemente di adottare un preciso ordine nell'avviare - e sottolineo: avviare! - le procedure normative, e non nell'approvare le leggi.
Quindi, qualora il parere del Governo non sia positivo, chiediamo di porre in votazione il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/76.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, chiedo al presidente Donadi se, eventualmente, fosse possibile porre in votazione il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/76 per parti separate. In tal caso, saremmo più che disponibili ad esprimere un voto favorevole sul dispositivo, mentre preferiremmo non esprimere un voto favorevole sulle premesse di tale ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo ha qualcosa da aggiungere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo, modificando il parere precedentemente espresso, accetta l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis-B/76 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Beltrandi accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/77.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, accolto come raccomandazione dal Governo.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, a me ed al collega Pettinari dispiace molto che il Governo non abbia inteso prendere impegni rispetto a questo ordine del giorno, che pone davvero un problema grave, quello relativo ai costi della politica.
Noi accettiamo che sia accolto come raccomandazione dal Governo: vorrà dire che l'impegno sarà il nostro. Esso andrà nel senso di monitorare l'azione del Governo, ma anche di adottare iniziative parlamentari con la presentazione di precise proposte di legge volte a ridurre drasticamente i costi della politica e il sistema di sprechi e di privilegi, che stanno determinando una distanza abissale tra il paese e la politica. È la distanza che il Presidente della Repubblica Napolitano ha denunciato oggi con le sue parole, che sono state pubblicate dai giornali.
Quindi, non insistiamo per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78, ma il nostro impegno sarà di presentare puntuali proposte di legge affinché in questo paese siano drasticamente ridotti i costi della politica.
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, mi rivolgo all'onorevole D'Elia: il suo proposito è senz'altro positivo; ma se non c'è nemmeno il coraggio di porre in votazione un ordine del giorno sul tema dei costi della politica, accettando che il Governo lo accolga come raccomandazione, siamo alla presa in giro generale dell'Assemblea!
Noi chiediamo, se possibile, che l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78 venga posto in votazione (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Lei sa bene che non è possibile formulare questa richiesta: me lo insegna.
Il deputato D'Elia, presentatore dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78, accolto come raccomandazione dal Governo, non insiste per la votazione del suo ordine del giorno. Da questo punto di vista, la discussione è conclusa.
SERGIO D'ELIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Se questa era una sfida del presidente Casini, la accolgo, e chiedo che il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78 sia posto in votazione (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al Governo, che aveva accolto l'ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/78 come raccomandazione, di esprimere il suo parere di fronte alla richiesta del deputato D'Elia di porlo in votazione (Commenti). Per favore, i suggerimenti sono sovrabbondanti.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo può accettare l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, a condizione che venga riformulato (Commenti)...
PRESIDENTE. È diritto del Governo proporlo.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. ...espungendo dal dispositivo il paragrafo che ha inizio con le parole «istituzione dell'Agenzia per la formazione» e termina con le parole «Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze».
Laddove questo capoverso venisse espunto, il Governo lo accoglierebbe come impegno.
PRESIDENTE. Chiedo al presentatore D'Elia se accetti la riformulazione proposta dal Governo.
SERGIO D'ELIA. No, signor Presidente, e insisto per la votazione (Applausi).
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. In questo caso il Governo non accetta l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78.
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, chiedo che l'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78 sia posto in votazione per parti separate.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, ad eccezione del quinto capoverso del dispositivo, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 553
Votanti 530
Astenuti 23
Maggioranza 266
Hanno votato sì 498
Hanno votato no 32).
Prendo atto che il deputato Lomaglio è riuscito a votare, mentre avrebbe voluto votare a favore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'ordine del giorno D'Elia n. 9/1746-bis-B/78, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).
(Presenti 562
Votanti 543
Astenuti 19
Maggioranza 272
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 266).
Prendo atto che l'onorevole Filippeschi ha votato a favore, mentre avrebbe voluto votare contro.
Prendo atto che il deputato Fiorio non è riuscito a votare, mentre avrebbe voluto votare contro.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79 e per far presente...
PRESIDENTE. Chiedo scusa al deputato Volonté, ma credo che egli debba poter svolgere il suo intervento e ritengo che molti deputati non lo possano ascoltare.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, vorrei far presente al Parlamento che su ordini del giorno che hanno provocato al Senato una certa sommossa nella maggioranza, in questa sede è stato dato parere favorevole. Infatti, sugli ordini del giorno Grillini n. 9/1746-bis-B/16, De Simone n. 9/1746-bis-B/17, Bonelli n. 9/1746-bis-B/44 e Villetti n. 9/1746-bis-B/49 - che aprono, legittimamente nell'intenzione dei proponenti, ai PACS e anche a quelli concernenti gli omosessuali -, è stato espresso parere favorevole dal Governo. L'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79 nulla toglie neanche alle ragioni che io non condivido, per cui il Governo qui si è mosso in questa direzione, mentre al Senato aveva chiesto di ritirare non solo l'emendamento, ma anche l'ordine del giorno che lo prevedeva.
Quindi, invito il Governo ad accettare l'ordine del giorno in esame, così come ha fatto con gli ordini del giorno che chiedono un impegno sui PACS e sui PACS concernenti gli omosessuali. Chiedo, in altre parole, che venga accettato anche questo documento di indirizzo, che invece chiede il rispetto dell'articolo 29 della Costituzione.
MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame. Desidero esprimere, inoltre, il convincimento che è difficile...
PRESIDENTE. Grazie...
MAURIZIO GASPARRI. Un attimo, Presidente! Posso parlare...? Non ho finito...!
PRESIDENTE. Non potrebbe...
MAURIZIO GASPARRI. Voglio esprimere il convincimento per cui un ordine del giorno che richiama la Costituzione non può essere respinto dall'Assemblea; ciò anche se il Parlamento è ancora indignato per gli episodi di ieri, poiché da parte di alcuni colleghi - di cui non ricordo neanche il nome! - sono stati offesi i valori della famiglia!
È stato utilizzato perfino il presepio che è stato realizzato alla Camera dei deputati per esporre, in maniera incivile, le proprie idee (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolari-Udeur - Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea), offendendo sensibilità e valori culturali e religiosi che appartengono alla tradizione della nostra Costituzione, prima ancora che alla stessa religione!
È questo il motivo per cui sostengo con convinzione l'ordine del giorno in esame, che richiama la Costituzione. «Torniamo allo Statuto», come recitava un famoso scritto di molto tempo fa! Vi invito ad approvare, allora, un ordine del giorno, anziché dar luogo a pagliacciate...
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
MAURIZIO GASPARRI. ...da parte di colleghi di cui ignoro perfino il nome e che non intendo proprio conoscere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Avverto che siamo in fase di votazione e dunque gli interventi sono dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per apporre anch'io la mia firma all'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79. Vorrei, inoltre, richiamare l'attenzione dei colleghi, invitandoli ad una lettura attenta del dispositivo di tale documento di indirizzo, poiché esso è molto semplice.
Osservo che, ovviamente, non si può votare contro un dispositivo che fa riferimento alla Costituzione; ciò non vuol dire, comunque, che non sia possibile introdurre determinate normative a tutela di altre forme di convivenza, diverse dai nuclei familiari.
Vorrei segnalare, in altri termini, che il dispositivo dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79 è talmente evidente che non può che essere accettato. Un conto, infatti, è la famiglia, che è disciplinata dalla Costituzione, un altro sono gli istituti che possono eventualmente essere messi in campo per tutelare altre forme di convivenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bimbi. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei far notare che, con l'ordine del giorno in esame, si chiede che i figli nati fuori dal matrimonio non beneficino degli assegni familiari e delle detrazioni IRPEF (Commenti - Una voce dai banchi del gruppo Alleanza Nazionale: No!)... Sì: c'è scritto proprio questo, perché così è!
Ciò significa che i figli nati fuori dal matrimonio non rispondono al criterio della parità tra i figli cosiddetti legittimi ed i figli cosiddetti naturali, i quali, con il nuovo diritto di famiglia - che in questo paese è in vigore dagli anni Settanta -, non si chiamano più «illegittimi». Il dispositivo del documento di indirizzo in esame, in altri termini, vuol dire che questi ultimi non hanno il diritto di percepire gli assegni familiari!
Questo significa non rispettare la Costituzione, anzi insultare la stessa Costituzione, usando il suo articolo 29 (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)!
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, vorrei che il Parlamento non si dividesse su questo punto, ed invito davvero i firmatari dell'ordine del giorno in esame a ritirarlo (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Applausi di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)... Vi spiego il perché: abbiate pazienza!
Infatti, se ci chiarissimo, penso che anche chi avesse l'intenzione di votare a favore di tale ordine del giorno finirebbe per pentirsene. Ciò perché credo che vi sia la possibilità di trovare, su questo aspetto, un punto di incontro, che ritengo il Governo abbia ben chiaro e che voglia esporre al Parlamento.
L'articolo 29 della Costituzione parla, in maniera esplicita, dei diritti della famiglia fondata sul matrimonio.
In questo ordine del giorno si chiede di non applicare detrazioni IRPEF, assegni familiari e altre disposizioni previste anche dalla legge finanziaria a favore dei nuclei familiari.
Signori, votando questo ordine del giorno, che invito caldamente a ritirare, chiedete al Governo di discriminare i figli in base alle scelte compiute dai propri genitori (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)! Affermare i diritti della famiglia fondata sul matrimonio, senza possibilità di equiparare questa famiglia ed altre convivenze, non significa che bisogna discriminare i bambini, che sono tutti uguali, sia quelli nati da una coppia sposata davanti al vescovo, sia quelli nati da una coppia sposata in municipio, sia quelli che sono figli di immigrati (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi), magari di un'altra religione; e mi riferisco anche a coloro che decidono di non sposarsi, ma hanno dei figli che, pur essendo nati fuori dal matrimonio, hanno diritto a vivere ed a ricevere aiuti per il loro futuro!
La discriminazione dei bambini è la cosa più grave che possa compiere un paese! È la cosa più grave! Il nostro paese ha già una povertà infantile molto alta e discriminare i bambini significa discriminare la persona per tutta la vita!
Pertanto, invito a ritirare l'ordine del giorno in esame ed a trovare in altra sede un punto di incontro su tale aspetto (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi - Applausi di deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, l'invito a ritirare l'ordine del giorno o a esprimere voto contrario sul medesimo trae origine semplicemente dal fatto che è stato scritto con l'odio, non con l'amore, con il desiderio di dividere gli italiani, non di unirli. È stato scritto con il desiderio di mettere gli uni contro gli altri, di creare allarme sociale e panico morale (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!
LUCA VOLONTÈ. Ma finiscila! Di cosa stai parlando!
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. È una discriminazione vera e propria ed è ancora più offensiva, perché cerca... (Commenti)
PRESIDENTE. Signori, per favore!
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. ...perché cerca semplicemente di rendere più conveniente e quindi di obbligare la gente a formare una famiglia solo in virtù di criteri monetari e non per una propria scelta!
LUCA VOLONTÈ. Si vuole far parlare il presentatore?
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Infine, caro Presidente, cari colleghi e colleghe deputate, credo che molti di voi abbiano dimenticato qual è il vero valore del presepe.
Il presepe ci ricorda che una coppia in fuga dall'Egitto chiedeva ospitalità in una terra straniera (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)), ma non l'ha trovata. Le sono state chiuse le porte in faccia! Pertanto, questa coppia, formata da Maria e Giuseppe, è stata costretta a partorire in una stalla! Sono le stesse persone che oggi, quando chiedono ospitalità in Italia, trovano la legge Bossi-Fini!
LUCA VOLONTÈ. Facciamo parlare Paoletti Tangheroni!
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. E, allora, rispettare il presepe significa anche rispettare...
PRESIDENTE. Per favore, la deputata Guadagno (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)) ha il diritto di esporre le sue opinioni! Sapevo benissimo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi)...
Mi dispiace, signori, ma il Presidente si atterrà, ora e sempre, alla norma di chiamare i colleghi secondo l'opzione sessuale da ognuno scelta, essendo sempre disponibile ad una discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista - Sinistra europea, L'Ulivo, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi).
Questo semplicemente per un'elementare forma di rispetto. In ogni caso, le deputate e i deputati presenti in quest'aula hanno un indivisibile diritto al rispetto delle proprie opinioni e della propria persona.
La deputata Guadagno prosegua.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Grazie, signor Presidente. Voglio concludere ricordando qual è il grande valore spirituale del presepe, cioè quello di ricordare a tutti che in ogni migrante, in ogni persona che cerca ospitalità, può esserci in grembo una divinità. Ricordatevelo e rispettate il presepe anche da questo punto di vista!
ROBERTO MENIA. Lascia perdere il presepe!
PRESIDENTE. Inviterei tutti e la Presidenza compresa - anzi a partire da questa -, ad avere su temi che, com'è del tutto evidente, mettono in luce diverse sensibilità, un atteggiamento rispettoso di tutti i portatori di tutte le idee.
CAROLINA LUSSANA. Presidente! Presidente!
PRESIDENTE. In ogni caso, essendo stato formulato un invito al ritiro...
LUCA VOLONTÈ. Deve parlare il firmatario!
PRESIDENTE. Sì, sto dando la parola al firmatario... Essendo stato formulato un invito al ritiro dal ministro, prima di proseguire, è mio dovere chiedere al presentatore se accoglie o meno l'invito al ritiro.
IGNAZIO LA RUSSA. Non è così, impari ad applicare il regolamento!
PRESIDENTE. Deputata Patrizia Paoletti Tangheroni, intende procedere al ritiro oppure intende mantenere il suo ordine del giorno?
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Presidente, io ovviamente insisto per la votazione di questo ordine del giorno, però avevo anche chiesto la parola.
PRESIDENTE. Certamente! Possiamo proseguire la discussione e le darò la parola per dichiarazione di voto non appena sarà il suo turno (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Va bene...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grillini. Ne ha facoltà.
Vorrei ancora insistere sulla richiesta di rispetto di tutti i parlamentari.
FRANCO GRILLINI. Sono d'accordo con gli interventi della collega Bimbi e del ministro Bindi e non ho nulla da aggiungere se non una correzione all'intervento di Gasparri, che invito ad una maggiore serenità e tranquillità sul fatto che il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/16 riguarda l'osservatorio contro la violenza. Vorrei dire anche al collega Volontè che, se non si riesce nemmeno a trovare comprensione dal suo gruppo sulle questioni che riguardano le violenze fisiche, verbali, le calunnie e le diffamazioni verso le persone omosessuali e transessuali, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza.
LUCA VOLONTÈ. Ma non fare la polemica!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, io unirò - se lo ritiene e se me lo consentirà - il tempo del mio richiamo al regolamento e quello per l'intervento sul merito. Per il richiamo al regolamento vorrei sapere se nel corso di una serie di interventi su un ordine del giorno, lei ritiene di chiedere al firmatario se intende accedere all'invito al ritiro all'inizio oppure offre a colui che deve decidere la possibilità di ascoltare tutti gli interventi di coloro che hanno chiesto di parlare. Infatti, quello che io ho da dire potrebbe in qualche modo, per avventura, convincere quel firmatario ad un'ipotesi piuttosto che ad un'altra. L'ho richiamata - ma voglio usare un termine più corretto - anzi ho cercato di chiederle...
PRESIDENTE. Scusino, per favore! Per favore, chiedo di consentire al deputato La Russa di svolgere il suo intervento!
IGNAZIO LA RUSSA. Non si preoccupi, Presidente, io lo svolgo ugualmente. A me interessa che mi ascolti lei in questa occasione.
In questa occasione, lei ha impedito che io potessi esporre le mie argomentazioni e ha consentito all'onorevole Paoletti Tangheroni di esprimere la sua valutazione sull'intenzione di non ritirare l'ordine del giorno, senza aver prima potuto considerare quello che avevo da dire. Ciò non mi sembra conforme al regolamento ed è per questo che mi sono permesso - e gliene chiedo scusa - di ripeterle con forza che intendevo prendere la parola prima dell'onorevole Paoletti Tangheroni. Cercherò di rimediare ugualmente nel merito.
Abbiamo indicato, con l'intervento dell'onorevole Gasparri, che questo ordine del giorno costituisce per noi un veicolo anche per stigmatizzare il comportamento, che consideriamo oltraggioso, che ha portato ad accostare alla Sacra famiglia due statuette di coppie di lesbiche e di omosessuali, che niente avevano a che fare con il presepe e che costituiscono un'offesa per i credenti e per il buon senso (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolari-Udeur). Questo era stato il senso dato dall'onorevole Gasparri all'ordine del giorno e, comunque, avevamo espresso un parere favorevole.
Tuttavia, non intendiamo minimamente, votando questo ordine del giorno, far sì che venga meno uno dei postulati dell'azione politica di Alleanza Nazionale sulla famiglia. Noi abbiamo detto che la famiglia è quella sancita dall'articolo 29 della Costituzione. Abbiamo sempre detto e sostenuto, in atti parlamentari, che mai nessuna discriminazione o differenza possa intervenire per i bambini e per i figli, siano nati dentro o fuori il matrimonio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale e di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! È questa la posizione ufficiale di Alleanza Nazionale.
La prego, onorevole Bindi, di non strumentalizzare vicende come questa e di riconoscere, attraverso la lettura degli atti parlamentari, la realtà, che non credo sia solo di Alleanza Nazionale, ma anche di larghissima parte della Casa delle libertà.
Gli interventi che si sono succeduti hanno dimostrato, ancora una volta (come quello di Grillini, che io rispetto, quello di Luxuria, che io rispetto: sanno che non è un rispetto formale, perché glielo dimostro tutte le volte, dentro e fuori quest'aula), che questo provvedimento vuole essere un veicolo non per garantire i figli nati fuori dal matrimonio, ma per aprire la strada ai matrimoni tra coppie omosessuali e a ciò noi siamo fermamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Per non cadere in questa trappola - ecco perché volevo parlare prima dell'onorevole Paoletti Tangheroni: è una trappola mediatica, che si avvale del TG1, che dice non quello che avviene, ma quello che vuole, e dei giornali, che scrivono non sempre quello che avviene, ma, qualche volta, quello che piace a loro -, chiedo ai proponenti di riformulare questo ordine del giorno, facendo in modo che sia chiaro che, da parte nostra, si vuole ribadire la sacralità del matrimonio o, comunque, laicamente, ciò che è scritto all'articolo 29 della Costituzione, ma mai e poi mai si vogliono discriminare i bambini nati dentro o fuori il matrimonio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di deputati del gruppo L'Ulivo)!
PIETRO ARMANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paoletti Tangheroni. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, molto francamente, non credevo che questo mio ordine del giorno provocasse questa reazione. Lo ritenevo quasi un atto dovuto. Mi sono richiamata alla Costituzione e non pensavo assolutamente di provocare la diatriba che si è scatenata.
Credo anche che la prudenza, cui mi invita l'onorevole La Russa, che ringrazio, debba essere ascoltata. Però, non credo, onorevole ministro della famiglia, di dover ritirare questo ordine del giorno e le spiego perché, se me lo consente.
Non credo nemmeno di dovere fare delle excusationes non petitae, perché è evidentissimo, dalla storia e dalla tradizione del partito che rappresento, che non c'è alcuna volontà di escludere e di emarginare, in particolare, i minori. Lo dico con serenità e franchezza. Non c'è bisogno di ricorrere a ricordare le storie personali di ciascuno di noi e, certamente, neanche quella del nostro partito.
Ministro, invito il Governo a considerare la possibilità di una riformulazione, per trovare un terreno d'intesa, dal momento che sono stati approvati anche altri ordini del giorno di segno opposto. Forse mettere sul tappeto una serie di opzioni potrebbe favorire quell'intesa a cui tutti noi speriamo di arrivare per risolvere questa situazione sicuramente spinosa, che può causare delle divisioni. Ripeto, sono stati già approvati altri ordini del giorno di senso opposto e allora io chiedo al Governo di proporre una riformulazione del mio ordine del giorno che accolga, sempre nello spirito con cui è stato predisposto, cioè quello del richiamo a situazioni normative di fatto e non ad interpretazioni, oltre al contenuto dell'articolo 29 della Costituzione, anche quello dell'articolo 30, che ci potrebbe mettere al riparo dalla interpretazione in merito ai figli illegittimi. Se il ministro crede, a mio avviso, l'ordine del giorno si può riformulare con questa integrazione.
PRESIDENTE. Credo che ciò vada nell'economia della nostra discussione, poiché hanno tutti chiaro che la proposta di riformulazione può essere avanzata all'Assemblea soltanto dal Governo e correttamente è stato chiesto al Governo di operare in tal senso. Sentiamo pertanto il Governo se accoglie o meno la proposta avanzata dalla deputata Paoletti Tangheroni. Mi pare che siamo tutti interessati ad un elemento di chiarezza.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Un momento, per favore! Stiamo solo aspettando l'intervento del Governo, perché altrimenti interveniamo sulla proposta di riformulazione.
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa chiede la parola?
FABIO EVANGELISTI. Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Mi permetto sommessamente di chiedere un accantonamento dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/7, in modo che il Governo ed il presentatore dello stesso possano aprire un piccolo confronto tra loro, permettendoci di procedere nei lavori, per poi riprendere il punto al termine dell'esame degli altri ordini del giorno.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
ROSY BINDI, Ministro delle politiche per la famiglia. Mi dispiace che sia nato questo equivoco su una materia così delicata, tuttavia, anche con l'aggiunta del riferimento all'articolo 30 della Costituzione non risolviamo il problema (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani). Il Governo pertanto si dichiara contrario a procedere ad una riformulazione.
PRESIDENTE. Chiedo allora alla deputata Paoletti Tangheroni se mantiene la sua formulazione dell'ordine del giorno. In tal caso proseguiamo la discussione.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, si tratta di un semplice ordine del giorno, ma, ministro, è la premessa di una discussione che si accenderà (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)...
PRESIDENTE. La prego, non siamo in fase di dibattito. Il Governo ha avanzato una proposta. Risponda, per favore!
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Vorrei sapere perché, secondo lei, non è sufficiente (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)...
PRESIDENTE. Lo mantiene o no? Per favore! Occorre fare ordine nella discussione!
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Io lo mantengo, votiamolo!
PRESIDENTE. Lo mantiene. Benissimo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana...
Mi scusi, deputata Lussana, ma il deputato La Russa ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Presidente...!
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, interverrò solo per qualche secondo. Abbiate la cortesia di ascoltare. È la seconda volta che parlo, non la ventesima, e può darsi che serva. È un intervento di buon senso.
Mi pare che il Governo non accetti la riformulazione dell'ordine del giorno della collega Paoletti Tangheroni. Per motivi regolamentari (ecco il mio richiamo al regolamento), è pacifico che il proponente non possa riformulare l'ordine del giorno. Il Governo, però, non ha detto che non vuole la riformulazione, ma sostiene che è contrario, nonostante la riformulazione...
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. È contrario alla riformulazione, e dunque invita al ritiro.
IGNAZIO LA RUSSA. Sì, chiede il ritiro dell'ordine del giorno, perché è contrario alla riformulazione.
Poiché il presentatore dell'ordine del giorno non accede all'invito al ritiro, posso chiedere al Governo di accogliere la riformulazione e di esprimere parere contrario? Ciò per consentire a noi (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)...
PRESIDENTE. No, no, è possibile!
IGNAZIO LA RUSSA. Per consentire a noi di votare su una cosa chiara!
PRESIDENTE. No, se vogliono, si può! È possibilissimo! Ai sensi del regolamento, è possibile. Poi, non lo vogliono fare? Non lo facciano! Ma si tratta di fair play parlamentare consentire al proponente di rendere più chiaro il testo sul quale poi si esprimerà il relativo parere. Se non lo vuole fare, è perché vuole strumentalizzare questa vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!
PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANPAOLO DOZZO. Presidente! Avevo chiesto di parlare!
PIER FERDINANDO CASINI. Il richiamo al regolamento ha la precedenza, onorevoli colleghi!
Onorevole Presidente, la vicenda è chiara; nella confusione, ma con molto rispetto per la Presidenza e per lei, che la esercita in modo encomiabile, debbo dire che, secondo me, questo ordine del giorno, così com'è stato presentato, per la confusione che determina, perché non si capisce in base a che cosa (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
MAURIZIO FUGATTI. Non è un richiamo al regolamento!
PIER FERDINANDO CASINI. ... è inammissibile! Non si può accettare da parte della Presidenza (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista - Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. No, la prego...!
PIER FERDINANDO CASINI. Se lei non consente una formulazione chiara, fa votare all'Assemblea una cosa che non è comprensibile dal punto di vista della logica!
PRESIDENTE. Deputato Casini, la prego, lei mi ha preceduto su questo banco, la prego! È chiaro che l'interpretazione di un testo è opinabile.
Il deputato La Russa ha avanzato una proposta al Governo, rendendosi conto, precisamente, che il regolamento non consente altra possibilità, se non quella data al Governo medesimo di operare la riformulazione. Nessuno può farlo, se non il Governo.
Il Governo potrebbe, nella sua sovranità, decidere anche di avanzare una riformulazione per poi votarle contro. Ma questa è una facoltà politica.
Io ho dovuto prendere atto che la deputata Paoletti Tangheroni ha confermato il suo testo. Dunque, ora, la discussione prosegue.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, poiché stiamo affrontando un argomento molto importante, vorrei portare un po' di chiarezza al dibattito, anche sotto il profilo giuridico. Infatti, mi sembra che ci stiamo arrovellando su questioni di lana caprina.
Per quanto riguarda il problema delle convivenze e del riconoscimento di alcuni diritti individuali, vorrei chiarire la posizione della Lega Nord Padania: siamo favorevoli al riconoscimento di diritti individuali, ma siamo assolutamente contrari alla creazione di famiglie di diritto affievolito, famiglie di diritto di serie B.
Questo per chiarire la nostra posizione circa il riconoscimento di alcuni diritti ai conviventi; ragioneremo poi in Parlamento su quali di questi diritti debbano essere riconosciuti. Vorrei anche invitare tutti i colleghi a prendere coscienza del fatto che comunque già la nostra giurisprudenza - e non solo la giurisprudenza; potremmo enunciare molte leggi di questo Parlamento le quali già adesso dispongono in tal senso - riconosce taluni diritti ai conviventi more uxorio. Quindi, ci si dimentica sempre di ciò, ma questa è invece la realtà del nostro ordinamento giuridico.
Quanto noi, però, vogliamo assolutamente evitare è che una convivenza, nata da una libera scelta, possa avere la stessa tutela giuridica che la nostra Costituzione riconosce alla famiglia - uomo e donna - fondata sul matrimonio in virtù della particolare funzione della famiglia stessa. Una funzione sociale nella quale vi è un impegno reciproco dei coniugi; diritti e doveri reciproci assunti anche nei confronti dello Stato e in ragione dei quali lo Stato stesso riconosce alla famiglia fondata sul matrimonio una tutela giuridica rafforzata. Infatti, non si vuole discriminare nessuno, cari colleghi, ma dobbiamo ricordare che esiste il campo della libertà, della libera scelta...
PRESIDENTE. Colleghi...
CAROLINA LUSSANA. ...Ma vi è anche quello della responsabilità!
Vengo a lei, ministro Bindi, perché ho sentito il suo appello accorato, come se il centrodestra volesse discriminare i figli naturali. È falso, ministro (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
LUCIA CODURELLI. È vero!
CAROLINA LUSSANA. Sa cosa le dico? Lei, che è il ministro della famiglia, anziché sottoscrivere gli ordini del giorno e occuparsi con urgenza del problema delle unioni civili o dei PACS - peraltro, mettetevi d'accordo, a tale riguardo! Ma vedremo come vi metterete d'accordo -, avrebbe dovuto apprestare un provvedimento legislativo per eliminare le discriminazioni che ancora esistono nel nostro ordinamento giuridico nei confronti dei figli naturali.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Già fatto! Già depositato al Senato!
CAROLINA LUSSANA. Ministro Bindi, mi faccia parlare... Il diritto di commutazione che ha il figlio legittimo, il fatto che la consanguineità non dà diritto alla parentela... Non avete fatto niente!
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. È al Senato!
PRESIDENTE Per favore, inviterei l'Assemblea a consentire di ascoltare gli interventi, peraltro su un tema così impegnativo!
CAROLINA LUSSANA. Nella passata legislatura, su un testo congiunto Bonito-Santanchè, avevamo trovato un accordo. Fu il gruppo dei Democratici di sinistra, a fine legislatura, che negò la sede legislativa, sede che sarebbe stata opportuna perché finalmente nel nostro ordinamento giuridico si ponesse fine ad una discriminazione ancora esistente, invece, tra figli naturali e figli legittimi. Questa è una vergogna, ministro Bindi! Adesso vorrei che lei prendesse la parola e dichiarasse se il Governo ha intenzione di legiferare in questa materia...
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Il provvedimento è depositato al Senato!
CAROLINA LUSSANA. Mi rivolgo alla maggioranza ed ai colleghi della Commissione giustizia per chiedere loro se non sia ora che questo Parlamento affronti tale questione, e non con iniziative così sbandierate, strumentalizzando, tra l'altro, un ordine del giorno. Vorrei che il Presidente della Camera mi ascoltasse e che anche gli illustri giuristi che seggono in quest'Assemblea lo facessero; ebbene, un ordine del giorno può contrastare un articolo della Costituzione? No, ministro Bindi, questo ordine del giorno non può contrastare l'articolo 30 della nostra Costituzione, articolo che noi conosciamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti del ministro Bindi). Ma lei, forse, non lo conosceva, ministro Bindi, visto che è giunto il Presidente Casini a farglielo leggere oppure il buon Luca Volontè (Dai banchi dei deputati del gruppo L'Ulivo si grida: Tempo!).
PRESIDENTE. La deputata Lussana ha ancora 37 secondi!
CAROLINA LUSSANA. Ebbene, nell'articolo 30 della Costituzione, al comma 3, cari colleghi, si assicura ai figli nati fuori del matrimonio la stessa tutela giuridica della famiglia legittima. Quindi, questo ordine del giorno, seppur scritto male, non potrà mai contrastare con l'articolo 30 della nostra Costituzione. Quindi, le sue argomentazioni sono false...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento!
CAROLINA LUSSANA. Lei è contraria a questo ordine del giorno perché creerebbe un problema alla sua maggioranza, che purtroppo non vuole difendere la famiglia naturale fondata sul matrimonio. Ma vi aspetteremo al varco, ministro Bindi; comunque, si vergogni perché (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. Deputata Lussana, lei ha concluso il suo intervento, grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, a me dispiace dover contraddire il ministro Bindi, che ha dipinto un paese come se negli ultimi vent'anni le leggi varate da questo Parlamento ed una legislazione sociale tra le più avanzate del mondo non avessero riconosciuto diritti, in conformità con quanto la Costituzione prevede, sia ai bambini che nascono da quella società naturale fondata sul matrimonio di cui all'articolo 29 della Costituzione sia a quelli nati fuori di essa (i diritti che scaturiscono dall'articolo 30 della Costituzione).
Quindi, quanto affermato dall'onorevole Bindi non corrisponde al vero.
Abbiamo una Costituzione vigente che, all'articolo 29, pone la famiglia, quale società naturale fondata sul matrimonio, in una posizione speciale rispetto ad altre forme di unione.
Con questo ordine del giorno - ma anche con l'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81, che sostanzialmente è del medesimo tenore (infatti sullo stesso esprimeremo un voto favorevole) - si afferma semplicemente che tutta la normativa ordinaria introdotta nel nostro ordinamento deve rientrare nei limiti dell'articolo 29 della Costituzione in vigore. Se ciò non piace, occorre modificare l'articolo 29.
Tuttavia, proprio alla luce degli articoli 29 e 30 della Costituzione, sono stati introdotti nel nostro ordinamento istituti che equiparano i figli nati in costanza di matrimonio a quelli naturali.
Quello di cui oggi la Camera sta discutendo - vorrei che fosse chiaro, soprattutto all'esterno - è se questo Governo e questa maggioranza intendono legiferare nel rispetto della Costituzione vigente o se vogliono forzare la Costituzione.
L'ordine del giorno in esame afferma semplicemente che quanto introdotto nella legge finanziaria va bene se non viola l'articolo 29 della Costituzione in vigore. Per questo motivo esprimeremo su tale ordine del giorno un convinto voto favorevole e ci meravigliamo che tanti colleghi della maggioranza, esclusi quelli dell'UDEUR, non votino un ordine del giorno che si limita ad esaltare uno degli articoli più importanti della Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia).
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Chiedo di parlare.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, vorrei rivedere la mia posizione in merito all'ordine del giorno.
Credo che con questo ordine del giorno si sia scoperto un nervo. Sinceramente, non mi aspettavo che il Governo non accogliesse...
PRESIDENTE. La prego, deve motivare il perché ha chiesto di parlare, non deve svolgere un intervento, altrimenti la mia conduzione sarebbe arbitraria.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Non mi aspettavo - dicevo - che il Governo non accogliesse la riformulazione. A questo punto, domando formalmente al Governo di dirmi perché non accetta la riformulazione (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Lei non può riaprire la discussione, occorre proseguire con gli interventi. La invito a precisare perché ha chiesto la parola!
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Ho chiesto la parola perché il Governo non mi ha risposto su questo punto.
MAURIZIO TURCO. Basta!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi sia consentito di ritornare su un punto: cosa distingue un ordine del giorno da un emendamento?
L'ordine del giorno è un atto di indirizzo al Governo e, come sanno i colleghi più anziani e più ferrati, non è casuale che il parere su un documento del genere lo esprima il Governo e non il relatore o la Commissione. Ciò avviene proprio perché spetta al Governo dar vita alla modalità di attuazione dell'ordine del giorno.
Di fronte al fatto che il ministro Bindi, con un intervento molto elevato, ha dato voce ad un sentimento che sembra molto condiviso in quanto, al di là dell'ordine del giorno, nessuno in questo Parlamento vuole andare contro i diritti dei figli nati fuori del matrimonio o dalla situazione legale, credo che alle volte fare un passo indietro sia più forte del procedere su un terreno che non porta da nessuna parte.
Se è vero, infatti, come tutti avete detto, che nessuno vuole andare a incidere sui diritti e se è vero che su questo tema ci confronteremo a gennaio, poiché fra i punti politici espressi dal Governo, che noi sottolineiamo, l'Esecutivo intende presentare a gennaio un provvedimento di legge che sia o meno condiviso al riguardo, ebbene, credo che sarebbe una dimostrazione di saggezza dell'opposizione (anche dopo la presa di posizione del Presidente Casini che lo ha addirittura ritenuto dal suo punto di vista «inammissibile»: si tratta di un parere come lo è quello di altri) e che sareste molto più forti se ritiraste l'ordine del giorno in questione e portaste avanti nell'occasione e nelle sedi giuste la vostra impostazione invece di costringerci ad un dibattito che sta diventando surreale.
Credo che, quando il ministro Bindi ha espresso le sue argomentazioni, abbia toccato un testo e un tasto che fa onore a questa Camera. È con questi sentimenti che permettete ad un deputato che è qui dal 1979 di fare appello al buon senso e di dirvi: «Ritirate questo ordine del giorno» (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
LUCA VOLONTÈ. È ora che non ti candidi più!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Vorrei cavarmela con poche battute. Vorrei precisare che è paradossale, signor Presidente, la situazione in cui ci siamo venuti a trovare, perché il contenuto dell'ordine del giorno in esame, che ha solo un merito ed è quello di essere scritto in italiano e di essere quindi assolutamente comprensibile - si capisce quello che vuole dire -, non è stato ritenuto neppure votabile da parte di un autorevole esponente dell'opposizione, quale è l'onorevole Casini, e mi pare che anche l'onorevole Fini abbia pregato l'onorevole Paoletti Tangheroni di ritirare l'ordine del giorno in discussione, mentre in Forza Italia vedo molto movimento attorno a tale questione.
Vorrei capire per quale motivo, e a nome di chi, l'onorevole Paoletti Tangheroni tiene duro su questo ordine del giorno. Se il motivo è quello di sancire una questione che nulla ha a che fare né, onorevole La Russa, con i matrimoni gay e neppure con le coppie di fatto, ma semplicemente coi diritti dei figli di coloro che non sono regolarmente sposati ad ottenere detrazioni Irpef, assegni familiari o quant'altro, vorrei capire per quale motivo l'ordine del giorno in esame viene mantenuto. Non riesco a comprenderne la logica! Si vuole costruire la posizione più integralista possibile all'interno di quest'aula, che possa condizionare esponenti e settori della minoranza, dell'opposizione?
Non riesco a comprenderne la logica: vorrei che fosse soltanto il frutto di una disattenzione, un elemento di dilettantismo politico che può anche capitare.
Per questo ritengo che sia doveroso da parte del promotore lasciar perdere un po' di orgoglio nazionale e accedere a quelli che sono i desiderata dei leader dell'opposizione che le hanno chiesto ufficialmente di ritirare il suo ordine del giorno. In caso contrario, è ovvio che io voterò, assieme all'onorevole Barani del Nuovo Psi, contro questo ordine del giorno perché non penso assolutamente che sia possibile né accettabile per qualcuno, neanche per chi abbia opinioni diverse dalle mie, trarre conseguenze quali quelle previste dal testo in esame (Applausi di deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Concluderò il mio breve intervento con un invito all'onorevole Paoletti Tangheroni, con riferimento alla quale però, Presidente, vorrei dire subito una cosa.
Noi non possiamo assistere, come sta facendo adesso la sinistra anche per responsabilità del Governo, allo stravolgimento di posizioni politiche di un gruppo o anche della storia personale di una persona, perché io conosco Patrizia, la sua cultura, la sua sensibilità (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), conosco il modo con il quale Patrizia partecipa personalmente ad adozioni di bambini africani; conosco il modo con il quale vive
(Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e di Democratici di Centro), Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolari-Udeur) senza intransigenza, con rigore, anche la sua religiosità, con una tolleranza che l'hanno portata ad essere stimata nel nostro gruppo, in questo Parlamento, anche da colleghi che possono non condividere le sue idee culturali, sociali, religiose e politiche.
Quindi, ringrazio l'onorevole Paoletti Tangheroni del suo impegno, della sua sensibilità e anche dell'intento con il quale ha presentato il suo ordine del giorno.
È un ordine del giorno, signor Presidente, che ha provocato un dibattito che è stato comunque utile, perché il dibattito, ad esempio, non vi è stato da parte dei colleghi della maggioranza quando il Governo ha accolto diversi ordini del giorno, presentati dall'onorevole Franceschini, da deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Rifondazione, con i quali si impegna il Governo a presentare entro gennaio 2007 un disegno di legge sulle unioni di fatto, anche sulle unioni di fatto di persone dello stesso sesso, come ha fatto, appunto, l'onorevole Franceschini, con il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/58. Ciò non ha provocato alcun dibattito, è passato silenziosamente e, forse, passerà altrettanto silenziosamente l'ordine del giorno del collega Fabris, che invita il Governo a fare esattamente l'opposto. Con la spudoratezza di questo Governo, lo stesso Governo ha accolto l'uno e l'altro ordine del giorno, ossia quello che lo invita a fare una cosa e quello che lo invita a fare l'opposto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale) dimostrando, quindi, la doppiezza che lo stesso Governo ha anche su questioni sensibili quali quella della famiglia e dei figli, sulla quale, signor Presidente, mi permetto di dire che noi non accettiamo lezioni di coerenza dall'onorevole Rosy Bindi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
Anche per tale motivo, signor Presidente, cogliendo il senso vero dell'intento dell'ordine del giorno dell'onorevole Paoletti Tangheroni, che sicuramente andava anche oltre ciò che è scritto nello stesso ordine del giorno, che può prestarsi a cattive interpretazioni - alle quali il Governo, ancora una volta, malevolmente e strumentalmente non ha consentito di porre rimedio, non esercitando quel potere di riformulazione che solo il Governo stesso può esercitare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia) -, invito l'onorevole Paoletti Tangheroni, a nome del gruppo di Forza Italia, e ringraziandola comunque per il suo impegno e per l'intento che ha inteso trasfondere nel suo ordine del giorno, a ritirarlo, per evitare ulteriori strumentalizzazioni, per evitare che una vicenda seria diventi il massacro che una parte politica, che non può fare tale massacro, fa nei confronti dell'altra parte politica, convinto che su questi temi avremo presto l'occasione di confrontarci in Parlamento, che lo faremo sicuramente e liberamente, ma che verranno fuori le vere contraddizioni presenti nella parte politica che sostiene il Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Signor Presidente, accolgo l'invito del mio capogruppo e ritiro il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/79.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che dell'ordine del giorno Cioffi n. 9/1746-bis-B/80 abbiamo già trattato in precedenza.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81, accettato dal Governo se riformulato nel senso precisato dal rappresentante del Governo stesso.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, apprezzo lo sforzo di mediazione che ha svolto il Governo in questo senso, anche se devo dire, francamente, che mi risulta difficile comprendere come siano stati, al tempo stesso, accettati altri ordini del giorno di diverso tenore, presentati da colleghi di altri gruppi, che non solo chiedono un'iniziativa in materia da parte del Governo stesso, ma pretendono addirittura di fissare una data. Dunque, a futura memoria, signor Presidente, sarà bene dire alcune cose. La prima è che questo ordine del giorno voleva ancora una volta ribadire un aspetto che in passato è sempre stato accettato, ossia che vi è una diversità di atteggiamento, a nostro parere, su questioni che attengono alla coscienza ed ai valori di riferimento di ogni singolo parlamentare. Rispetto a ciò non si può procedere con atti di imperio, non si può procedere con richiami ad intese di Governo, che peraltro sul punto non vi sono da parte nostra. Noi non abbiamo firmato la parte del programma dell'Unione in cui si propone tale tipo di intervento, non affidato al Governo: era un impegno che l'Unione aveva assunto in quanto tale, ma non un impegno affidato al Governo. In altri momenti, direi sempre in passato, si è evitato da parte dell'Esecutivo di intervenire in tale tipo di questioni, in quanto su questi punti non vi sono possibilità di compromesso, al contrario di quanto accade su altre parti programmatiche che riguardano temi del governo del paese, specialmente quando tali intese si fondano su accordi di coalizione.
Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/81 richiama un tema, quello, appunto, delle questioni riguardanti le cosiddette coppie di fatto, su cui si è a lungo dibattuto, su cui si dibatte e su cui sicuramente si tornerà a dibattere in Parlamento ed io spero che su ciò si giunga a definire un intervento normativo da parte del Parlamento. L'esito non ci spaventa, lo voglio dire molto chiaramente, perché noi apparteniamo ad una cultura politica che, pur ispirandosi a principi alti, che richiamano l'insegnamento della Chiesa, è stata sempre rispettosa delle decisioni che il Parlamento della Repubblica vorrà assumere, anche sulle questioni che sono richiamate in questo ordine del giorno ed anche nel caso in cui tali decisioni fossero contrarie ai principi che ho in precedenza richiamati.
Quello che voglio dire anche a qualche collega di maggioranza è che una cosa è battersi per affermare le proprie idee e i propri valori in base, per quanto ci riguarda, al principio dell'autonoma responsabilità del fedele laico impegnato in politica, altro è opporsi agli atti di volontà, alla volontà espressa dal Parlamento o dalla maggioranza dei cittadini.
Voglio ricordare che in passato, quando vennero promulgate leggi che andavano contro i principi a cui noi crediamo, come ad esempio le leggi sull'aborto e sul divorzio, i cattolici impegnati al Governo accettarono laicamente di applicare quelle leggi volute dalla maggioranza del paese. Questo lo dico perché noi non siamo, come alcuni colleghi di maggioranza, che purtroppo a volte ne danno dimostrazione, abituati ad andare contro la legge o a provocare, rovinando i presepi altrui; noi rispettiamo le idee di tutti e rispettiamo soprattutto la volontà del Parlamento. Le provocazioni, anche idiote, a cui abbiamo assistito anche ieri francamente non sono da parte nostra accettabili.
Chiediamo quindi al Governo di tener conto di tutto questo - ma il Governo lo sa -; non ci sarà il nostro assenso a nessuna iniziativa legislativa in materia dei cosiddetti diritti delle coppie di fatto, che venga assunta sia in sede di Governo sia al Senato o alla Camera. Dunque, su questo punto penso che veramente il Governo farebbe bene a prendere atto, come abbiamo sentito nel dibattito precedente, che ci sono posizioni diverse anche all'interno della stessa opposizione. Sarebbe bene che il Governo lasciasse, come prevede il nostro ordine del giorno, all'iniziativa parlamentare il confronto e le decisioni su questo tipo di tematiche.
PRESIDENTE. La prego di concludere...
MAURO FABRIS. Finisco, Presidente, dicendo che accetto la riformulazione proposta. L'ultima parte del nostro ordine del giorno, laddove si dice che in ogni caso il Governo si impegna a non equiparare in alcun provvedimento normativo le coppie di fatto alle famiglie di cui all'articolo 29 della Costituzione, non è stata toccata dal Governo.
Questo ci pare un impegno assolutamente importante assunto oggi dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Poiché il firmatario Fabris ha accettato la riformulazione del Governo, la rileggo in modo che non ci siano equivoci (l'aveva già chiesto il deputato Volontè, al quale si è aggiunto il deputato Gasparri): «impegna il Governo ad operare in modo che ogni iniziativa legislativa in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto sia affidata al più ampio e libero confronto parlamentare» (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Chiedo al deputato Rao se accetti la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/82.
PIETRO RAO. Signor Presidente, intervengo solo per precisare la parte che doveva essere eliminata, così come suggerito dal Governo, cioè la parte nella quale si dice «anche in deroga alla vigente normativa in materia di assunzioni». Vorrei chiarire che il riferimento era ai comuni che non rispettano il patto di stabilità. Desidero sapere dal Governo se vi sia la possibilità di riformulare l'ordine del giorno in tal senso.
PRESIDENTE. C'è stata una proposta di riformulazione del Governo. Deputato Rao, è disposto ad accettarla?
PIETRO RAO. Sì, la accetto, però vorrei sapere se la disponibilità del Governo ad intendere che la deroga alla vigente normativa...
PRESIDENTE. La prego, quando viene avanzata una proposta di riformulazione, la si accetta o meno.
PIETRO RAO. Volevo spiegarne le motivazioni, Presidente, se me lo consente, solo se me lo consente.
PRESIDENTE. Va bene, prosegua pure...
PIETRO RAO. Volevo dire che l'espressione «in deroga alla vigente normativa» è da intendersi anche per i comuni che non rispettano il patto di stabilità. I precari non possono pagare il prezzo di amministrazioni distratte e leggere.
Oggi, molti comuni si trovano in una situazione strutturale deficitaria. I precari dovranno essere assunti anche con queste condizioni.
PRESIDENTE. Deputato Rao, accetta la riformulazione proposta?
PIETRO RAO. Accetto e non insisto per la votazione.
MAURO FABRIS. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO FABRIS. Spero che il ministro Chiti, che ora si trova accanto a lei, signor Presidente, sia venuto ad informarla che lei ha letto un testo che non è quello concordato (Commenti di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
Scusate, ma vi è un impegno con il Governo. Se il testo concordato è quello che conosco e che prima ho illustrato, va bene; diversamente chiedo che venga posto in votazione (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Poiché l'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81 non è stato posto in votazione, ma accolto nella formulazione che ho letto, che pare abbia determinato un equivoco, chiedo, ai fini della comprensione del lavoro, che venga accantonato (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale). Allora, il rappresentante del Governo legga la riformulazione. Ho un testo scritto a mano ed è possibile che non sia idoneo.
Poiché vi è stato uno scambio tra il Governo ed il presentatore, chiedo che il rappresentante del Governo legga la formulazione che considera definitiva, su cui interpellare il proponente.
VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Il testo è esattamente quello che aveva detto l'onorevole Fabris. Mi dispiace per la confusione. Il testo del dispositivo è il seguente: «impegna il Governo ad operare in modo che ogni iniziativa legislativa in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto sia affidata al più ampio e libero confronto parlamentare e, in ogni caso, a non equiparare in alcun provvedimento normativo le stesse alle famiglie di cui all'articolo 29 della Costituzione». È esattamente ciò che aveva detto l'onorevole Fabris (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Poiché vi è stato un elemento, diciamo così, di incertezza, eccezionalmente do la parola al deputato Gasparri che l'ha chiesta (Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e La Rosa nel Pugno). Vi prego. Preferisco che sia tutto chiaro.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, avevo chiesto di parlare prima io!
MAURIZIO GASPARRI. Ringrazio il Presidente per questa scelta. Prima abbiamo assistito all'accoglimento di una riformulazione che il Presidente ha letto, mentre non è di poco conto il «dettaglio» aggiunto dal ministro Chiti. A parte le valutazioni del proponente, noi registriamo il dato politico di un capogruppo di un partito della maggioranza che ha espresso riserve, in sede di dibattito sul disegno di legge finanziaria, a futura memoria ad eventuali iniziative del Governo. Questo è un dato politico (Commenti del deputato Crema).
Inoltre, l'aggiunta formulata dal ministro Chiti è importante. La stesura letta dal Presidente Bertinotti era una presa in giro. Non si può affermare, in un ordine del giorno, che il Governo affidi l'iniziativa legislativa ad un ampio e libero confronto parlamentare; altrimenti come dovrebbe essere il dibattito? Ristretto ed occupato?
PRESIDENTE. Il dato è stato superato.
MAURIZIO GASPARRI. È stato superato, ma vi diamo appuntamento a gennaio, quando potremo discutere nel merito di questi problemi (Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani).
LUCA VOLONTÈ. Presidente, avevo chiesto di parlare prima io!
PRESIDENTE. No, vi prego. Era per un chiarimento e ho detto che eccezionalmente avrei concesso al deputato Gasparri di parlare.
LUCA VOLONTÈ. Ma avevo chiesto di parlare prima io!
PRESIDENTE. Lei è persona di mondo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis-B/83, Oliva n. 9/1746-bis-B/84, Neri n. 9/1746-bis-B/85 e Fundarò n. 9/1746-bis-B/86, accolti come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto che le deputate Aprea ed Armosino insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno n. 9/1746-bis-B/87 e n. 9/1746-bis-B/88 non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aprea n. 9/1746-bis-B/87, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 552
Votanti 547
Astenuti 5
Maggioranza 274
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 318).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armosino n. 9/1746-bis-B/88, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 552
Maggioranza 277
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 315).
Prendo atto che i deputati Gioacchino Alfano ed Angelino Alfano non sono riusciti a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Baldelli n. 9/1746-bis-B/89.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delbono. Ne ha facoltà.
EMILIO DELBONO. Onorevole Presidente, vorrei invitare il Governo a riconsiderare il parere contrario espresso sull'ordine del giorno in esame. Infatti, siamo di fronte ad una richiesta fondata - peraltro, accolta dall'intera Commissione lavoro - volta a consentire ai fondi pensione di adottare le modifiche statutarie non entro il 31 dicembre, cioè tra qualche giorno, ma entro il 31 marzo 2007, in modo che possa entrare a regime (dal 1o gennaio, ovviamente) l'anticipo della previdenza complementare.
Mi pare che la richiesta sia fondata e non modifichi strutturalmente il disegno di legge finanziaria, pregiudicandone l'approvazione; inoltre, la richiesta soddisfa un'esigenza di buonsenso e di ragionevolezza sulla quale tutte le forze politiche si sono dichiarate d'accordo in Commissione. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie la proposta.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli, Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, poiché sono il presentatore dell'ordine del giorno in esame...
PRESIDENTE. Certo, appunto.
SIMONE BALDELLI. ...ringrazio il Governo per avere rivisto il parere in precedenza espresso. Si tratta di un tema importante che i colleghi della Commissione conoscono a fondo. Al riguardo, vi è stata una sollecitazione all'unanimità, in Commissione, sia in sede di esame del decreto-legge sulla previdenza complementare sia in sede di esame in terza lettura del disegno di legge finanziaria, sul quale era stato presentato ed approvato un emendamento.
Quindi, ci auguriamo che alla prima occasione utile il Governo stabilisca il termine del 31 marzo 2007, portando a compimento, finalmente, il suo impegno.
PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che il deputato Baldelli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/89.
Prendo atto che la deputata Bertolini insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/90, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis-B/90, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 555
Votanti 554
Astenuti 1
Maggioranza 278
Hanno votato sì 234
Hanno votato no 320).
Prendo atto che il deputato Boscetto insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/91, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boscetto n. 9/1746-bis-B/91, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 556
Votanti 553
Astenuti 3
Maggioranza 277
Hanno votato sì 235
Hanno votato no 318).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che il deputato Brusco insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/92, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brusco n. 9/1746-bis-B/92, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 550
Votanti 548
Astenuti 2
Maggioranza 275
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 311).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Cicu n. 9/1746-bis-B/93, accolto come raccomandazione dal Governo, non insistono per la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/1746-bis-B/94, accettato dal Governo limitatamente alla sola parte dispositiva.
Chiedo al deputato Gianfranco Conte se insista per la votazione del suo ordine del giorno.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, ringrazio il Governo per avere accettato il dispositivo del mio ordine del giorno, ma poiché la raccomandazione al Governo ad impegnarsi a fare tutto ciò che è descritto è contenuta tutta nella premessa, preferisco che, poiché non è stato accettato integralmente, il mio ordine del giorno sia posto in votazione anche con il parere contrario del Governo.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha qualcosa da aggiungere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/1746-bis-B/94, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 564
Votanti 561
Astenuti 3
Maggioranza 281
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 321).
Chiedo al deputato Costa se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/95, accettato dal Governo limitatamente alla sola parte dispositiva.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, prendo atto del parere favorevole espresso dal Governo sul dispositivo, ma non rinuncio a chiedere la votazione dell'intero ordine del giorno, compresa, dunque, la premessa. Si tratta dell'inserimento nel disegno di legge finanziaria di una norma che, di fatto, cancella, con un colpo di spugna, tutta una serie di procedimenti ed azioni di responsabilità davanti alla Corte dei conti, di una norma la cui entrata in vigore, anche per un solo istante, consentirebbe ai responsabili di invocarla come trattamento più favorevole per il reo, con ciò vanificando un eventuale rimedio successivo.
Sarebbe stato certo preferibile che questa norma non fosse stata approvata, che i ministri avessero letto meglio il testo del maxiemendamento, che il rimedio fosse stato introdotto in sede di legge finanziaria. Tuttavia, con questo ordine del giorno auspichiamo che si possa rimediare ad una norma che, oggi, pare senza padri e senza madri e che creerebbe, se entrasse in vigore, un gravissimo danno, non solo per l'erario ma anche per l'immagine di tutti noi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Siccome il problema sollevato dal collega Costa è reale e dato che il Governo ha accettato il dispositivo, per non produrre effetti che lo stesso collega Costa mi pare non voglia generare, formulo la proposta di votare questo ordine del giorno per parti separate, nel senso di porre in votazione prima la premessa e poi il dispositivo, sul quale preannuncio il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo quindi alla votazione per parti separate, nel senso di votare prima il dispositivo e poi la parte motiva, dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 557
Votanti 553
Astenuti 4
Maggioranza 277
Hanno votato sì 549
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte motiva dell'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis-B/95, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 562
Votanti 550
Astenuti 12
Maggioranza 276
Hanno votato sì 243
Hanno votato no 307).
Prendo atto che la deputata D'Ippolito non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/96, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Fabbri accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/97.
Chiedo ora al deputato Fallica se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/98, non accettato dal Governo.
GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente, poc'anzi il sottosegretario aveva detto che il mio ordine del giorno era accolto come raccomandazione. Signor sottosegretario, cortesemente può verificare?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Confermo che il parere del Governo è contrario.
GIUSEPPE FALLICA. Allora, insisto per la votazione, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis-B/98, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 541
Astenuti 4
Maggioranza 271
Hanno votato sì212
Hanno votato no 329).
Prendo atto che l'onorevole Realacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Suppa non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Chiedo al deputato Fasolino se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/99, accolto come raccomandazione dal Governo.
GAETANO FASOLINO. Vorrei pregare il Governo di accettare integralmente il mio ordine del giorno, in quanto tratta di dottori di ricerca, che, già dipendenti dello Stato, verrebbero utilizzati nel loro titolo specifico. Quindi, non ci sarebbe alcun aggravio di spesa, ma solo un miglioramento del servizio.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie l'invito, tenendo presente che non vi è alcun contrasto con le norme inserite nel disegno di legge finanziaria e, comunque, nulla impedisce ai dottori di ricerca di partecipare ai concorsi. Il testo dell'ordine del giorno rimane invariato e può essere accolto, laddove indichi: «impegna il Governo a valutare la possibilità».
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il deputato Fasolino accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/99.
Prendo atto che il deputato Ferrigno non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/101, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che il deputato Giuseppe Fini insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/102, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis-B/102, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 552
Maggioranza 277
Hanno votato sì 222
Hanno votato no 330).
Chiedo al deputato Floresta se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/103, non accettato dal Governo.
ILARIO FLORESTA. Signor Presidente, vorrei pregare il Governo di riconsiderare il parere espresso sul mio ordine del giorno. Posso capire le ragioni che lo hanno portato a non accettare i capoversi secondo e terzo della parte motiva, ma non sono d'accordo per quanto concerne il dispositivo.
Mi spiace che non sia presente in aula il ministro Di Pietro, direttamente interessato al tema, poiché ero curioso di conoscere il suo parere al riguardo.
Desidererei che il Governo rivedesse il suo parere e ribadisco con forza che Di Pietro in questi giorni sta rilasciando dichiarazioni nel Meridione - compresa la Sicilia - riguardanti le infrastrutture; tra l'altro, è presente il viceministro Capodicasa che può sostenere il mio ragionamento.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo conferma il parere espresso.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Floresta n. 9/1746-bis-B/103, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 552
Votanti 544
Astenuti 8
Maggioranza 273
Hanno votato sì 223
Hanno votato no 321).
Prendo atto che il deputato Fratta Pasini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/104, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Chiedo al deputato Garagnani se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/105 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
FABIO GARAGNANI. Vorrei conoscere a fondo le intenzioni del Governo, dal momento che questo ordine del giorno - partendo da constatazioni e considerazioni che vedono la nostra posizione distinta e distante da quella dell'Esecutivo - fa riferimento ad un'esigenza manifestata a più riprese dalle regioni; mi riferisco all'incremento del fondo regionale per il diritto allo studio.
Sappiamo che al riguardo è prevista l'autonomia delle regioni e sappiamo anche che, queste ultime, dispongono di leggi ad hoc regolamentanti un settore che negli ultimi quindici anni ha subito un'evoluzione. Si è partiti, infatti, dalla pura assistenza per arrivare ad un concetto di diritto allo studio che si avvicina alla parità scolastica.
Non a caso, alcune regioni hanno allargato gli interventi in questo settore, con il parere favorevole della Corte costituzionale, anche a seguito di ricorsi che hanno prospettato la possibilità d'intervento da parte delle regioni medesime.
Questo ordine del giorno non impegna genericamente il Governo ad intervenire a favore della scuola paritaria; infatti, ci rendiamo conto benissimo di quelli che sono stati i pareri espressi in altra sede. Comunque, stante l'inadeguatezza del fondo a disposizione, soprattutto per le scuole non statali e dell'infanzia, la possibilità di istituire presso il Ministero della pubblica istruzione un fondo gestito dalle regioni, che allarghi la possibilità d'intervento delle medesime in settori essenziali quali l'assistenza, ci pare un atto doveroso. Stiamo parlando di esigenze primarie di fronte alle quali ogni Governo degno di questo nome non può sottrarsi.
Per questi motivi, quella del Governo ci pare un'incomprensione non sufficientemente esplicitata.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo conferma il parere espresso.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis-B/105 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 541
Votanti 539
Astenuti 2
Maggioranza 270
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 312).
Prendo atto che il deputato Marinello non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto che il deputato Iannarilli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/106, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo al deputato La Loggia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/107, accolto come raccomandazione dal Governo.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, apprezzo il fatto che il Governo abbia accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/107, vista la rilevanza dell'argomento. Vorrei soltanto chiedere se il Governo - come ha fatto in una precedente occasione, rispetto ad un ordine del giorno analogamente accolto come raccomandazione - potesse esprimersi nel senso di un impegno positivo, e non soltanto di un «accoglimento passivo», accettando il mio ordine del giorno.
Il sottosegretario, in un'altra circostanza, circa mezz'ora fa, ha proceduto in tal senso, vista la rilevanza dell'argomento: mi permetterei di chiedere se, anche per i vigili del fuoco, potesse rivedere il suo parere.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo può accettare l'ordine del giorno La Loggia n. 9/1746-bis-B/107, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «adottare le opportune iniziative» con le seguenti: «valutare l'opportunità di adottare le iniziative».
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole La Loggia accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/107.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Leone n. 9/1746-bis-B/108 se accettino la riformulazione proposta dal Governo.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei conoscere la riformulazione.
PRESIDENTE. La riformulazione è la stessa rispetto a quella proposta nei confronti degli ordini del giorno Sanza n. 9/1746-bis-B/63, Nardi n. 9/1746-bis-B/74 e Cioffi n. 9/1746-bis-B/80. Ne abbiamo già parlato in precedenza; peraltro, tali ordini del giorno sono già stati posti in votazione.
ANTONIO LEONE. D'accordo.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis-B/109, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis-B/110, non accettato dal Governo.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere il parere precedentemente espresso, eventualmente proponendo una riformulazione. Tra l'altro, in proposito, abbiamo anche discusso con il Governo.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo se abbia qualcosa da aggiungere.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo è disponibile ad accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis-B/110, purchè il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere le parole «quale esclusivo presidio per la dispensazione del farmaco» e di aggiungere, dopo le parole «sempre più efficiente ed efficace», le seguenti: «nella dispensazione del farmaco».
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Marinello accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/110.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis-B/111, accettato dal Governo limitatamente al secondo capoverso del dispositivo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis-B/112, il cui dispositivo è stato accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis-B/113, non accettato dal Governo.
NINO MORMINO. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis-B/113, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato sì 233
Hanno votato no 297).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Moroni n. 9/1746-bis-B/114, il cui dispositivo è stato accettato dal Governo.
CHIARA MORONI. Signor Presidente, intervengo per esprimere la soddisfazione e il ringraziamento nei confronti del Governo per aver preso atto nella situazione che si sarebbe creata con i commi da 821 a 824 del disegno di legge finanziaria, che prorogano l'attuale monopolio della trasformazione e lavorazione del plasma in Italia, stabilendo che le convenzioni stipulate dalle regioni siano prolungate per un periodo di almeno un anno e mezzo dall'entrata in vigore della riforma approvata nel 2005 (prevista per lo scorso novembre), che consentiva ad altre aziende di partecipare alle gare per aggiudicarsi le convenzioni.
Secondo la legislazione vigente, il ministro della salute, onorevole Livia Turco, avrebbe dovuto emanare un decreto entro la fine di novembre per individuare i centri e le aziende di frazionamento e di produzione del plasma autorizzati alla stipula di accordi e convenzioni con le regioni.
Le misure adottate dal disegno di legge finanziaria non favoriscono né la concorrenza né le sbandierate liberalizzazioni, perpetuando sostanzialmente un monopolio di fatto - che, peraltro, si configura, come molti sanno, anche come un evidente conflitto di interessi con membri del Governo - da parte di un'azienda che, dagli anni Novanta, è autorizzata a trasformare il plasma.
Peraltro, non avendo la possibilità di rivolgersi ad altre aziende, che potrebbero offrire prezzi concorrenziali, ciò va nella direzione esattamente contraria alla riduzione della spesa sanitaria e, soprattutto, del contenimento degli sprechi a carico del sistema sanitario nazionale.
Quindi, esprimo la soddisfazione per il parere favorevole espresso sul dispositivo e, ovviamente, non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan n. 9/1746-bis-B/115, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 552
Votanti 551
Astenuti 1
Maggioranza 276
Hanno votato sì 242
Hanno votato no 309).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Palmieri n. 9/1746-bis-B/116 e Palumbo n. 9/1746-bis-B/117.
Chiedo al deputato Mario Pepe se insista per la votazione del proprio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/118, accolto come raccomandazione.
MARIO PEPE. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Presidente, chiedo un impegno più concreto del Governo sul mio ordine del giorno perché la sicurezza dei cittadini e dei loro beni passa anche attraverso le carceri. Far sopportare ai detenuti delle pene aggiuntive legate a strutture fatiscenti significa creare dei nemici dello Stato, che, una volta fuori, potrebbero macchiarsi di delitti ben più gravi di quelli per i quali sono stati carcerati. Di conseguenza, chiedo un voto favorevole dell'Assemblea e un impegno del Governo, perché tutto ciò significa maggiore sicurezza per i cittadini.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo può accettare l'ordine del giorno limitatamente al dispositivo.
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Pepe se insista per la votazione.
MARIO PEPE. No, signor Presidente, non insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Romele non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/119, non accettato dal Governo.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accolto il dispositivo del mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/120, che impegna il Governo a trovare nuovi fondi da destinare alla sicurezza. Vista la delicatezza del tema e l'apprezzamento il Governo, chiederei il voto dell'Assemblea per avere un impegno ancora più serio anche da parte del Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 526
Astenuti 17
Maggioranza 264
Hanno votato sì 516
Hanno votato no 10).
Prendo atto che il deputato Tondo non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/121, accolto come raccomandazione.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis-B/122.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, vorrei sollecitare l'attenzione dei colleghi presenti in aula perché il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/122 non fa altro che richiamare accordi sottoscritti dal Governo, da parte del ministro Bianchi, e impegni assunti formalmente dal sottosegretario con delega negli incontri con le associazioni di categoria. Vorrei che il sottosegretario stesse attento, anche perché, Presidente, poi esprime un parere contrario senza conoscerne i motivi...
PRESIDENTE. Anche i sottosegretari lavorino! Prosegua pure, deputato Uggè.
PAOLO UGGÈ. Quindi, chiedo al Governo l'impegno a dare attuazione ad un accordo liberamente sottoscritto. Un uomo politico del passato diceva che la moralità di una persona si misura sul rispetto della parola data. In questo caso, abbiamo un accordo firmato da un rappresentante del Governo e il Governo si rifiuta di accettare questo ordine del giorno che ne chiede l'attuazione. Per tali motivi, chiamo i colleghi a votare a favore del mio ordine giorno o il Governo a modificare il proprio parere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
ROBERTO MENIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, intervengo per sottoporle una questione regolamentare. Un attimo fa, infatti, abbiamo votato l'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis-B/120 limitatamente al dispositivo, perché questo era pacificamente accettato da tutti.
Mi chiedo, e le chiedo retoricamente, perché non sia stato possibile fare ciò nei confronti dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis-B/79, quando si era palesemente d'accordo...
PRESIDENTE. Mi scusi...
ROBERTO MENIA. No, le chiedo...
PRESIDENTE. Io...
ROBERTO MENIA. ...perché sia passato il principio per cui si può votare solamente il dispositivo, sul quale ci si era pronunciati con l'accordo...
PRESIDENTE. No, no...! Guardi, c'è un equivoco...!
ROBERTO MENIA. ...e non la restante parte...
PRESIDENTE. No, non è così!
ROBERTO MENIA. E no, non c'è un equivoco!
PRESIDENTE. No... No, c'è un equivoco!
ROBERTO MENIA. Così è andata...!
PRESIDENTE. È stato votato...
ROBERTO MENIA. Quindi, mi si deve...
PRESIDENTE. ...solamente il dispositivo perché quella era la riformulazione del
ROBERTO MENIA. Non era una riformulazione...
ROBERTO MENIA. ...non era riformulato niente!
PRESIDENTE. È una riformulazione!
ROBERTO MENIA. Non è una riformulazione!
PRESIDENTE. No: è una riformulazione!
ROBERTO MENIA. È semplicemente la votazione di una parte sola!
PRESIDENTE. Ho dato una risposta regolamentare!
ROBERTO MENIA. No, m'ha dato una risposta bugiarda!
PRESIDENTE. È la riformulazione...
ROBERTO MENIA. Ha dato una risposta bugiarda!
PRESIDENTE. È la riformulazione operata dal Governo...
ROBERTO MENIA. Non ha risposto a quello...
PRESIDENTE. ...e che, quindi, consente...
ROBERTO MENIA. Non è una (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Abbiamo chiuso, grazie!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis-B/122, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 547
Votanti 542
Astenuti 5
Maggioranza 272
Hanno votato sì 240
Hanno votato no 302).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis-B/123 insistono per la votazione del loro ordine del giorno, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis-B/123, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 541
Votanti 538
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato sì 231
Hanno votato no 307).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis-B/124, non accettata dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di aggiungere la mia firma all'opportuno ordine del giorno presentato dal collega Zanetta...
PRESIDENTE. Sta bene, grazie...
MARCO ZACCHERA. ...perché vi sono...
PRESIDENTE. Grazie, grazie...!
MARCO ZACCHERA. ...impegni precisi...
PRESIDENTE. La prego! ...La prego!
MARCO ZACCHERA. ...e il motivo per cui non sono stati mantenuti (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Ha già aggiunto la sua firma all'ordine del giorno in esame!
MARCO ZACCHERA. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis-B/124, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 545
Votanti 539
Astenuti 6
Maggioranza 270
Hanno votato sì 232
Hanno votato no 307).
Prendo atto che i deputati Zanella e Borghesi non sono riusciti ad esprimere il proprio voto e che avrebbero voluto esprimerne uno contrario.
Chiedo al deputato Zorzato se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/125, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, chiederei al Governo, avendo presentato il mio ordine del giorno solo qualche ora fa (e presumo sia questo il motivo per cui l'Esecutivo non ne ha accettato la parte motiva), di accettare una mia riformulazione, sostituendo le parole: «mostro giuridico» con le seguenti: «testo abnorme», poiché si tratta delle parole pronunciate dal Presidente della Repubblica!
Siccome credo sia questo il motivo per cui la parte motiva del mio ordine del giorno non è stata accettata dal Governo, ritengo che, con tale riformulazione, il mio documento possa essere completamente accettato. Chiederei all'Esecutivo, pertanto, di usare le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo ribadisce il parere favorevole limitatamente al dispositivo dell'ordine del giorno in esame; invece, esso respinge la sua parte motiva, anche nella riformulazione proposta dal presentatore.
PRESIDENTE. Chiedo al deputato Zorzato se, sulla base della risposta data dal Governo, insista o meno per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/125.
MARINO ZORZATO. Signor Presidente, chiedo la votazione per parti separate, nel senso di procedere alla votazione prima del dispositivo e, successivamente, della parte motiva, del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, sarò breve, poiché volevo suggerire, per l'appunto, la votazione per parti separate dell'ordine del giorno in esame. Dichiaro, inoltre, il mio voto favorevole sul dispositivo dello stesso, poiché si tratta di un impegno che tutti i gruppi della maggioranza si sono assunti e cui lo stesso Governo ha preannunciato di voler dare seguito.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zorzato n. 9/1746-bis-B/125, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
(Presenti 546
Votanti 541
Astenuti 5
Maggioranza 271
Hanno votato sì 531
Hanno votato no 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte motiva dell'ordine del giorno Zorzato n. 9/1746-bis-B/125, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 546
Votanti 543
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 313).
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, vorrei capire cosa non va nella premessa.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha qualcosa da aggiungere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, signor Presidente.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, chiediamo la votazione per parti separate.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 550
Votanti 541
Astenuti 9
Maggioranza 271
Hanno votato sì 529
Hanno votato no 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte motiva dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis-B/126, non accettata dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 539
Astenuti 4
Maggioranza 270
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 302).
Prendo atto che il deputato Vacca non è riuscito ad esprimere il proprio voto, mentre avrebbe voluto votare a favore.
Prendo atto che la deputata Lussana non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/127, il cui dispositivo è stato accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Bodega n. 9/1746-bis-B/128 e Stucchi n. 9/1746-bis-B/129, non accettati dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bodega n. 9/1746-bis-B/128, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 559
Votanti 558
Astenuti 1
Maggioranza 280
Hanno votato sì 237
Hanno votato no 321).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stucchi n. 9/1746-bis-B/129, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 544
Maggioranza 273
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 314).
Prendo atto che il deputato Montani non accede all'invito a ritirare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/130 ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis-B/130, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 546
Votanti 544
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 317).
Onorevole Dozzo, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/131, il cui dispositivo viene accolto come raccomandazione dal Governo?
GIANPAOLO DOZZO. Sì, signor Presidente, insisto.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis-B/131, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 543
Votanti 541
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato sì 227
Hanno votato no 314).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis-B/132, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis-B/132, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 541
Votanti 540
Astenuti 1
Maggioranza 271
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 311).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dussin n. 9/1746-bis-B/133, il cui dispositivo viene accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al deputato Garavaglia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/134, non accettato dal Governo.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, mi scuso per l'ora tarda, cercherò di essere più breve possibile, ma è un tema importante.
Mi dispiace non sia presente il ministro Bersani, che ricopriva il ruolo di ministro dei trasporti quando è stata disposta la tratta Milano-Torino ad alta velocità.
Il problema è il seguente: tra le opere di compensazione previste e sottoscritte vi era la variante autostradale nella tratta Novara-Milano; in particolare, mi rivolgo ai colleghi lombardi. Ebbene, le due opere dovevano essere realizzate in maniera congiunta e previste all'interno dello stesso corridoio.
Per fare ciò, sono necessarie alcune varianti nella tratta autostradale. I comuni in particolare di Arluno e Bernate Ticino, governati da giunte di centrosinistra, per essere proprio precisi fino in fondo, hanno accettato il progetto TAV in cambio della promessa di realizzare opere di compensazione.
Se non si realizza la variante autostradale, se non si sposta l'autostrada in questi due comuni, non si possono prevedere nemmeno fisicamente le barriere, la duna antirumore.
Io chiedo al Governo di rivedere la propria posizione, semplicemente perché se passa questo segnale rispetto ad un'opera così importante con riferimento alla quale sono state fatte promesse e proposte ai comuni, anche a seguito di una mediazione molto difficile che ha portato all'accettazione di questa opera a fronte di patti chiari, se questi ultimi poi non vengono mantenuti, la credibilità - e faccio l'esempio della Val di Susa - di eventuali nuove promesse sarà messa davvero in serio dubbio e in difficoltà.
Dunque, considerato che si tratta di uno sforzo economico non eccessivo, invito il Governo a rivedere la propria posizione o, quanto meno, ad impegnarsi a trovare una soluzione. Peraltro - e concludo - oggi ho avuto un incontro con il sottosegretario Casillo, che si è impegnato a trovare una soluzione. Non capisco come il Governo possa, da una parte, per bocca di un sottosegretario, dire di aver trovato una soluzione e, dall'altra, venire in aula e, di fatto, dire a quei comuni di arrangiarsi, non potendo avere nemmeno la duna antirumore. Il problema è serio e va affrontato e pertanto mi rimetto al buon cuore del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Intervengo per appoggiare la proposta del collega Garavaglia, ricordando che il relatore Ventura ha enfatizzato come in questa legge finanziaria vengano destinati stanziamenti proprio al completamento dell'alta velocità Torino-Milano-Napoli. Credo che per colpa di queste mancate compensazioni a due «comunelli» della provincia di Novara - senza nessuna offesa ai due comuni - si blocchi un'intera opera pubblica sulla quale la maggioranza si vuole mettere la medaglia al valore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1746-bis-B/134, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 536
Votanti 533
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato sì 225
Hanno votato no 308).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis-B/135, il cui dispositivo è stato accolto dal Governo come raccomandazione. Il deputato Pini insiste per la votazione?
GIANLUCA PINI. Sì, insisto, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto, per richiamare l'attenzione dei colleghi della maggioranza. Dal momento che parlano di lotta all'evasione e di redistribuzione delle risorse dello Stato, voglio fare presente che questo ordine del giorno chiede di mettere fuori dalla porta quei furbi che, all'università, truccano di fatto le borse di studio. Questo ordine del giorno impegna il Governo ad inserire delle norme più chiare che evitino che queste distorsioni e questo malcostume nelle nostre università vada a svantaggio delle categorie più deboli che mandano i loro figli a scuola.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis-B/135, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 526
Votanti 517
Astenuti 9
Maggioranza 259
Hanno votato sì 229
Hanno votato no 288).
Prendo atto che l'onorevole Realacci non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, non accettato dal Governo. Chiedo al deputato Brigandì se insista per la votazione.
MATTEO BRIGANDÌ. Grazie, perito industriale Presidente. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Prendo atto che la Presidenza si pone in una posizione superiore a madre natura, non chiedendo l'autocertificazione ma una mera dichiarazione. Pertanto la Presidenza prenda atto che io mi dichiaro donna - e ciò anche ai fini delle future quote rosa - ed il mio pseudonimo è «Padania libera!» (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Ciò detto, questo ordine del giorno nasce da un articolo pubblicato avant'ieri su l'Unità.
Quindi, sembrava del tutto logico, non solo al sottoscritto, ma anche leggendo le pagine de L'Unità, che è l'organo del partito di maggioranza di questo Parlamento, quando si vogliono ridurre le pensioni e non dare l'assistenza sanitaria alle persone, stabilire un tetto accettabile, che poteva essere costituito dalla retribuzione dei parlamentari.
Quindi, credo che retribuire in maniera altissima - basta leggere tutti i giornali: è pacifico che noi siamo ricoperti d'oro tutti i mesi -, nel limite della retribuzione dei parlamentari, i nostri dirigenti sia più che logico e più che equo.
Insisto, quindi, sulla votazione del mio ordine del giorno, anche al fine di una opportuna pubblicizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo non per dichiararmi «quota rosa» (continuo a rimanere per la quota maschile) (Commenti)...
PRESIDENTE. Vi prego, per favore.
LUCIO BARANI. ...ma per sottoscrivere l'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, che considero serio.
Si parla sempre dei costi della politica e non si capisce perché certi manager arrivino a percepire indennità da 750 mila euro l'anno, ossia un miliardo e mezzo delle vecchie lire, mentre noi siamo qui a farci massacrare sui costi della politica. Comincino anche loro ad avere il nostro tetto retributivo! Credo che faremmo giustizia veramente (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Forza Italia)!
GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Brigandì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, oltre a sottoscrivere l'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, vorrei ricordare che questi manager potrebbero mettersi sul mercato e, a quel punto, acquisire la valutazione che il mercato dà delle loro capacità professionali. Rifuggono dal fare ciò e, quindi, si contentano di essere sostenuti dai conti della finanza pubblica. Mi sembra una contraddizione.
CESARE CAMPA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, anche io chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brigandì n. 9/1746-bis-B/136, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 537
Votanti 528
Astenuti 9
Maggioranza 265
Hanno votato sì 257
Hanno votato no 271).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Fugatti n. 9/1746-bis-B/137, accolto dal Governo come raccomandazione, Bricolo n. 9/1746-bis-B/138, accettato dal Governo, e Alessandri n. 9/1746-bis-B/139, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis-B/140, non accettato dal Governo.
ALBERTO FILIPPI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, sarò anch'io veloce, vista l'ora. L'ordine del giorno che ho presentato riguarda l'ormai famoso comma 1343. Si chiede che il Governo si impegni a trovare un rimedio legislativo, come è stato affermato nelle pagine dei giornali e anche in quest'aula dal Governo stesso.
Il Governo esprime parere contrario rispetto a questo ordine del giorno solo ed esclusivamente per i toni in esso contenuti. Innanzitutto, vorrei sapere quali siano questi toni. Ad onor del vero, ho anche provato a rileggere tale ordine del giorno e ho trovato tre soli aggettivi da considerare forti, ma, comunque, assolutamente leciti. Il primo è al quinto capoverso, laddove si definisce il provvedimento «disastroso». Il secondo si trova all'ottavo capoverso, quando si definisce «scandalosa» la riduzione dei tempi di prescrizione per i reati contabili. Francamente, Presidente, per questo e anche per altri motivi, stimo il sottosegretario Grandi, che, invece, definisce «peggio di un orrore» tale comma.
All'ottavo capoverso definisco «devastanti» gli effetti. Francamente vorrei capire dove si siano superati i toni. Inoltre, se mi è consentito, faccio presente che prima l'onorevole Vito ha usato un aggettivo utilizzato normalmente, «africano», termine che usai anche io il 18 novembre e per il quale fui censurato. Vorrei capire ora quali siano i toni a me consentiti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Intervengo per dichiarare, e credo che questo valga anche per gli altri gruppi della maggioranza, che il nostro voto contrario a questo ordine del giorno è riferito soltanto al modo in cui è formulato, perché tutti i gruppi della maggioranza si sono dichiarati fortemente critici sul comma 1343 e, pressoché all'unanimità, circa un'ora fa questa Assemblea ha votato il dispositivo dell'ordine del giorno del collega Costa che interveniva sulla stessa materia, per cui il nostro voto contrario a questo ordine del giorno non riguarda la questione specifica ma il modo in cui è formulato (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Per essere chiari siamo disposti a riformulare l'ordine del giorno, ci si dica cosa c'è che non va e ne parliamo.
PRESIDENTE. Il Governo intende rispondere?
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis-B/140, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 531
Votanti 530
Astenuti 1
Maggioranza 266
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 313).
Prendo atto che il deputato Pedrini non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Cota n. 9/1746-bis-B/141 e Giancarlo Giorgetti n. 9/1746-bis-B/142, accolti dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto inoltre che l'onorevole Gibelli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/143, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gibelli n. 9/1746-bis-B/143, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 522
Votanti 520
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 307).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Allasia n. 9/1746-bis-B/145, accettato dal Governo, Pottino n. 9/1746-bis-B/146 e Fava n. 9/1746-bis-B/147 accolti dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.
Prendo atto altresì che il deputato Pellegrino accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-148.
Prendo atto inoltre che l'onorevole Di Centa non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis-B/149, accettato dal Governo.
Segnalo infine che il Governo ha accettato l'ordine del giorno Violante n. 9/1747-bis-B/1 presentato sul disegno di legge «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009» e che i presentatori non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1746-bis-B )
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Avverto che tra breve si riunirà al piano aula la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Evangelisti. Ne ha facoltà.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Evangelisti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Colgo l'occasione per augurare buon Natale e buon anno a tutti colleghi e, come omaggio, signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi).
PRESIDENTE. Deputato Del Bue, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto si parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato D'Elpidio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Il deputato Evangelisti ha già preannunciato la sua volontà di chiedere alla Presidenza la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto, che la Presidenza consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto si parlare per dichiarazione di voto il deputato Napoletano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, chiedo anch'io che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Napoletano, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, voteremo a favore del provvedimento, ma non avendo il testo scritto non consegneremo nulla!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rao. Ne ha facoltà.
PIETRO RAO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Rao, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputata Zanella, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Garavaglia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zinzi. Ne ha facoltà.
DOMENICO ZINZI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Deputato Zinzi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Ricci. Ne ha facoltà.
ANDREA RICCI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, sulla base delle motivazioni già ampiamente illustrate in precedenti occasioni in quest'aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.
ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario del gruppo di Alleanza Nazionale, richiamandomi alle considerazioni espresse questa mattina relativamente al voto di fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Musi. Ne ha facoltà.
ADRIANO MUSI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Ulivo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di
PRESIDENTE. Deputato Musi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, proseguirò nel modo vergognoso con cui si stanno facendo le dichiarazioni di voto su questa vergognosa finanziaria e dirò che il gruppo di Forza Italia esprimerà un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, consegno il comma 435 del disegno di legge finanziaria che - forse il ministro Padoa Schioppa non lo sa - farà chiudere, in ben due anni, il 10 per cento dei presidi territoriali delle forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grillini. Ne ha facoltà.
FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, molto brevemente, vorrei esprimere le mie perplessità, a conclusione di questo dibattito, sulla formulazione che il Governo ha voluto dare all'ordine del giorno Fabris n. 9/1746-bis-B/81 dell'Udeur perché tale formulazione non ha alcun riferimento con il programma di Governo. È più arretrata del programma del Governo, che già a mio parere era assai insoddisfacente.
Quindi, personalmente, vorrei esprimere il mio dissenso da quella formulazione (Applausi di deputati dei gruppi L'Ulivo, La Rosa nel Pugno e Comunisti Italiani).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gasparri. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Poiché, come hanno dichiarato i rettori, questa finanziaria taglia brutalmente i fondi per l'università, intervengo per sapere a che ora si dimetterà il ministro Mussi, che aveva annunciato le sue dimissioni in caso di «massacro» di tali enti: se fosse una persona seria, si dovrebbe dimettere; se non lo farà, avremo il diritto di considerarlo una persona poco seria!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Presidente, con riferimento agli ordini del giorno approvati e seguendo il filo logico che ha guidato il ragionamento dell'amico Grillini, osserverei come il Governo abbia espresso una posizione favorevole su molti di tali atti che si ispirano all'impostazione culturale e anche alle affermazioni dell'onorevole Grillini e di altri ed abbia accettato, nel testo riformulato, l'ordine del giorno, che noi condividiamo nel merito, dell'onorevole Fabris. Quindi, inviterei il Governo, nelle prossime settimane, in vista del famoso disegno di legge, a trovare un accordo con se stesso sul tema della famiglia e delle unioni civili, in alcuni casi omosessuali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianco.
Vi prego, colleghi, di avere un atteggiamento rispettoso.
Prego, deputato Bianco, ha facoltà di parlare.
GERARDO BIANCO. Presidente, rappresentando la continuità di questo Parlamento per molte legislature - che, come è noto, hanno visto vari passaggi di orientamenti -, non vorrei che si disperdesse una tradizione che tocca - ovviamente, come privilegio - alle persone anziane di questo Parlamento tramandare. La tradizione è quella di rivolgere gli auguri a lei e al Governo, di ringraziare i funzionari della Camera, a cominciare dal Segretario generale, e di rivolgere gli auguri anche all'ex Presidente del Consiglio, che è malato e che si dovrà riprendere (Applausi).
Quindi, è un augurio generalizzato, un augurio a tutte le persone che soffrono, e sono tante.
Mi permetta, Presidente, di ringraziarla, anche personalmente, per avere voluto, in questa sede, il presepe, che rappresenta un luogo nel quale si ritrovano tutti e che non può essere strumentalizzato.
Mi fermo qui. Voglio solo dirle, Presidente, che io spero che l'anno prossimo, considerato che cambiano i costumi, possiamo dirci ancora: buon Natale e buon anno (Generali applausi, cui si associano i membri del Governo)!
PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Bianco perché, essendo un uomo di consolidata tradizione, ha voluto rinnovare la prassi e rivolgere gli auguri prima di concludere le votazioni, del che, comunque, lo ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Holzmann. Ne ha facoltà.
GIORGIO HOLZMANN. Signor Presidente, sarò brevissimo. Nel testo della finanziaria che il Senato ci ha trasmesso è stato accolto un emendamento del senatore Peterlini, eletto nella lista della Volkspartei con i voti dell'Ulivo. In questo emendamento, si prevede sostanzialmente il sostegno all'editoria locale, con estensione anche all'emittenza radiotelevisiva, soltanto ed esclusivamente per quelle in lingua tedesca ed in lingua ladina (Una voce dai banchi dei deputati di Alleanza Nazionale: Razzista!).
È una discriminazione nei confronti degli operatori economici di lingua italiana che lavorano nel campo dell'informazione. Volevo sottolineare tale aspetto che mi sembra estremamente negativo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Sarò brevissimo. Siamo alla fine di questo lungo e alquanto tormentato percorso della legge finanziaria, che ci ha visto incontrare notevoli difficoltà, le quali hanno poi costituito oggetto di una ridondanza anche simbolica e politica ad alti livelli, anche istituzionali. Pertanto, chiedendo scusa ai colleghi, vorrei semplicemente esprimere due brevissime considerazioni (Commenti)... Brevissime, vi assicuro! Gli auguri li ha già rivolti il presidente Bianco, e quindi non mi soffermo oltre su tale punto. Peraltro, mi spiace che di questo nostro lavoro non sarà data adeguata comunicazione a causa dello sciopero dei giornalisti, così lungo. Spero che finisca presto, con soddisfazione degli stessi.
Volevo semplicemente chiarire, Presidente, che, raccogliendo le considerazioni venute dal Presidente della Repubblica, da lei e da altri, noi avremmo intenzione, già a partire da gennaio, di avviare un lavoro che ci permetta, spero con successo, ovviamente maggioranza ed opposizione, di introdurre dei correttivi alla sessione di bilancio. Ciò, affinché si possa eliminare quanto è accaduto (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Comunisti Italiani e Verdi).
Ovviamente, cercheremo di farlo insieme al Senato e anche con il Governo, senza precostituire soluzioni, ma discutendone in modo da poter arrivare alla migliore soluzione. Mi piacerebbe che vi fosse un incoraggiamento ufficiale anche da parte sua in questa sede.
La ringrazio anticipatamente se vorrà farlo, ringrazio tutti i colleghi della Commissione e rivolgo tanti auguri a tutti (Applausi)!
PRESIDENTE. L'ora richiede sobrietà e concisione... Lei può contare sull'impegno della Presidenza della Camera dei deputati, che, come ha avuto modo di dire nella precedente discussione sulla legge finanziaria, ritiene l'esperienza di quest'anno irripetibile e perciò necessaria di riforma.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allam. Ne ha facoltà (Commenti).
Mi dispiace, signori deputati, ma chi chiede la parola ha il diritto di averla. Prego, deputato Allam!
KHALED FOUAD ALLAM. Intervengo rapidamente per dire che è la prima volta nella storia del nostro paese e di questo Parlamento che siedono in quest'Assemblea persone che provengono da diversi orizzonti. Non siamo molti: siamo tre! Però l'Italia è il nostro paese e la nostra nazione; perciò farò gli auguri a tutti voi e anche all'Italia (Applausi, cui si associano i membri del Governo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferrigno. Ne ha facoltà.
SALVATORE FERRIGNO. Presidente, è la prima volta nella storia che in questo Parlamento siedono anche parlamentari eletti all'estero, che rappresentano milioni di italiani che lavorano all'estero e che dobbiamo ringraziare per il loro sacrificio e per quello che fanno per questa nazione (Applausi).
Anche da parte loro un buon Natale e, come diciamo in America: Merry Christmas and Happy New Year (Applausi, cui si associano i membri del Governo)!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1746-bis-B )
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1746-bis, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato)) (A.C. 1746-bis-B):
(Presenti 545
Votanti 544
Astenuti 1
Maggioranza 273
Hanno votato sì 327
Hanno votato no 217).
Prendo atto che la deputata Santelli non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE: DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2007) (APPROVATO DALLA CAMERA E MODIFICATO DAL SENATO) (A.C. 1746-BIS-B)
(A.C. 1746-bis-B - Sezione 1)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
impegna il Governo
a considerare «dispacci di agenzia» anche le notizie organizzate in notiziari prodotti dalle agenzie di stampa e ad attivarsi per prevedere che per tali servizi di informazione forniti con ogni mezzo anche elettronico su reti telematiche, anche pubbliche, purché in questo caso liberamente accessibili, da Agenzie di stampa di carattere nazionale iscritte nel Registro degli operatori di comunicazione di cui all'articolo 1, comma 6, n. 5, della legge 31 luglio 1997, n. 249, si applichi l'aliquota Iva del 4 per cento.
9/1746-bis-B/1. (Testo modificato nel corso della seduta) Carra.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 destina una rilevante attenzione al sistema agricolo nazionale con interventi incisivi soprattutto sui sistemi strutturali allo scopo finanziando misure ordinamentali volte a rafforzare la capacità produttiva delle aziende e lo sviluppo competitivo dei diversi settori agroalimentari;
in particolari comparti agricoli l'Italia occupa posti di vertice nel contesto rurale europeo. Uno di questi è quello cerealicolo con punte di eccellenza per il mais. Sarebbe necessario che su tale settore fossero rivolte maggiori attenzioni anche per le rilevanti economie che riesce a sviluppare con le filiere agroindustriali e zootecniche che ad esso sono collegate;
in termini di quantitativi il mais è di gran lunga la prima coltura italiana, prodotta quasi esclusivamente nella pianura padana e veneta. L'Italia è il secondo paese produttore di mais in Europa, dopo la Francia. Ma la coltura inizia ad avere serie minacce soprattutto a causa del ribasso dei prezzi internazionali e della concorrenza di grandi quantitativi di produzioni estere, spesso derivate da coltivazioni di varietà che contengono Organismi Geneticamente Modificati. Nell'immediato sarà decisivo contenere i costi di produzione e tutelare la produzione di mais italiano;
in Italia il mais si è diffuso nei territori della pianura padana dove i livelli di resa sono tali da giustificare la sua progressiva sostituzione con le altre graminacee. Ben il 90 per cento della produzione di granella è concentrata in 5 regioni del Nord. Una produzione in forte crescita, quella italiana, che nell'ultimo decennio ha registrato un aumento di oltre il 50 per cento, portando l'offerta a quasi 10 milioni di tonnellate, contro i 15 della Francia. Una crescita che ha portato il settore italiano ad avere significativi flussi di esportazione. Allo stato, la destinazione del prodotto è quasi esclusivamente quella zootecnica, sotto forma di granella e poi di foraggio insilato;
purtroppo questo cereale può essere contaminato da sostanze naturalmente presenti nell'ambiente di coltivazione, definite micotossine, dannose per la salute dell'uomo e degli animali, generate da alcune specie di funghi, comunemente definite muffe;
il mais italiano è contaminato dalla micotossina Fumonisina in modo consistente e generalizzato. Tale contaminazione, dovuta a tipi diversi di Fumonisina (FB1, FB2, FB3... eccetera), si ripete regolarmente tutti gli anni, sebbene con livelli di gravità diversi a seconda dell'andamento climatico; questa tossina è meno presente negli altri Stati dell'Unione, mentre si sviluppa molto nell'Italia settentrionale principalmente in ragione dei fattori climatici tipici;
recentemente, però, problemi simili ma di minore entità sono segnalati anche in Francia e talvolta nelle produzioni dei paesi dell'est Europa;
nel mese di ottobre 2007 entrerà in vigore il Regolamento CE n. 856/2005 che prevede per le Fumonisine un limite di presenza nel mais alimentare di 2000 ppb (yg/Kg = ppb = parti per miliardo); i dati degli ultimi anni, seppur variabili, evidenziano che oltre il 50 per cento del prodotto nazionale supera tale limite;
allo stato attuale delle nostre conoscenze, nelle nostre condizioni colturali, non esistono metodi di sicura efficacia per contenere queste tossine sotto la soglia indicata dalla normativa;
studi tossicologici europei ed italiani (Fonte CE Scoop Task 3.2.10 e Istituto Superiore di Sanità) indicano che, stanti i valori attuali di contaminazione registrati, l'esposizione al rischio per i consumatori è estremamente più bassa (anche di 10 volte) della DGA, pari a 2 Ng/Kg p.c. (DGA = quantità giornaliera ingeribìle senza che sia atteso un danno rilevabile per la salute). Anche considerando fasce di popolazione più sensibili, quali i bambini e gli anziani in aree a più forte consumo di prodotti a base di mais, la probabilità di superare la DGA appare assai remota;
a giudizio dei firmatari del presente atto, questo dimostra che, fatte salve le garanzie per il consumatore, appaiono ampiamente immotivati i previsti limiti di 2000 ppb nel mais grezzo per uso alimentare, di 1000 ppb nella farina e nella semola di mais, di 400 ppb negli alimenti a base di mais destinati al consumo diretto;
esistono quindi ampi margini per determinare limiti più alti per le fumonisine senza mettere a rischio la salute dei consumatori;
se invece i limiti suddetti entrassero in vigore alla data prevista dal relativo regolamento, la filiera alimentare del mais incontrerebbe grandi difficoltà e se dovesse entrare in crisi si può prevedere una perdita di 600 milioni di euro a carico delle attività di trasformazione e collaterali e di 200 milioni di euro a carico della produzione primaria. Si ribadisce quindi che se i limiti di fumonisine nel mais grezzo e prodotti derivati non verrà innalzato, è possibile che una parte non trascurabile delle aziende italiane del settore sarà costretta a cessare l'attività. Nella migliore delle ipotesi, comunque, il prezzo del mais italiano che ricordiamo è la prima coltura nazionale in volume potrebbe subire una significativa contrazione, anche indipendentemente dall'impiego;
esistono però elementi oggettivi per poter chiedere alle istituzioni comunitarie una revisione dei limiti e dei tempi di loro applicazione;
nel Forum tenutosi a Bruxelles il 13 gennaio 2006 il Gruppo di Lavoro Micotossine costituitosi per osservare e studiare la problematica di cui si discute ha potuto presentare queste osservazioni che sono risultate in accordo con quanto espresso dalla delegazione dell'Organismo Europeo che riunisce i maggiori produttori di mais (Copa-Cogeca) e dall'Organizzazione europea dei mugnai (Euromaisiers);
nel corso dello stesso Forum il presidente del Comitato Contaminanti DG-SANCO - dottor Frans Verstraete - ha dichiarato la disponibilità degli Organismi dell'Unione europea a riconsiderare i limiti massimi di Fumonisine nel mais e derivati ed i loro tempi di applicazione purché tale richiesta venga supportata da dati scientifici oggettivi e copiosi;
in tale ottica il comparto produttivo del mais ed il sistema degli essiccatori, raccoglitori e stoccatori dei cereali e dei semi oleosi hanno provveduto ad individuare le giustificazioni ed i dati scientifici che possono autorizzare le autorità competenti a richiedere la revisione delle concentrazioni massime proposte per la contaminazione da fumonisine degli alimenti per uso umano; al fine di sostenere la richiesta di revisione dei limiti per le Fumonisine, l'ultima possibilità offerta è il prossimo Forum di metà gennaio 2007, in quella sede dovranno essere illustrati: dati scientifici sulla presenza di Fumonisine nel mais italiano e suoi derivati; le misure adottate e adottabili per la riduzione della loro presenza; l'incapacità di tali misure a ridurre le contaminazioni al di sotto dei valori di cui al Reg. 856/2005; la ridotta esposizione al rischio dei consumatori anche per valori molto superiori a quelli massimi previsti dal citato Regolamento;
risulta quindi necessario incrementare e promuovere il monitoraggio, la ricerca e la sperimentazione relative alla problematica delle micotossine del mais,
impegna il Governo:
ad intraprendere una specifica azione di sostegno in favore delle richieste della filiera alimentare maidicola italiana presso le sedi istituzionali nazionali e comunitarie;
a realizzare in tempi celeri e con l'urgenza del caso, soprattutto al fine di fornire dati coordinati e omogenei sull'intera situazione italiana al prossimo Forum europeo sulle fumonisine, un'azione mirata e coordinata volta alla promozione e realizzazione di un progetto di sperimentazione e ricerca sulle Fumonisine del mais.
9/1746-bis-B/2. Lion, Pellegrino, Fundarò, Dozzo.
La Camera,
premesso che:
la finanziaria 2007 nelle misure a sostegno della famiglia prevede un aumento consistente degli assegni familiari, intento pregevole ma non universale poiché prende in considerazione solo i lavoratori dipendenti facendo diventare settoriale il concetto di famiglia;
in occasione della campagna elettorale il Presidente del Consiglio Prodi propose di istituire un assegno di 2500 euro all'anno fino alla maggiore età per i bambini da 0 a 3 anni, nonché per i nuovi nati;
l'impostazione rivolta al bambino include l'universalità dei soggetti comprendendo sia i lavoratori dipendenti che gli autonomi e anche i cosiddetti incapienti, cioè quanti oggi non godono dei benefici della deduzione in quanto hanno un reddito inferiore al minimo imponibile;
in ambito comunitario il Consiglio europeo di marzo 2006 ha adottato un Patto europeo per la parità di genere e il 2007 sarà l'anno europeo delle pari opportunità;
la Commissione ha individuato tra l'altro come ambiti prioritari dell'azione UE in tema di parità di generi, per il periodo 2006-2010, una pari indipendenza economica per le donne e gli uomini; nonché l'equilibrio tra attività professionale, familiare e vita privata,
impegna il Governo
ad attivarsi per procedere al riconoscimento dell'assegno familiare a coloro che al momento risultano esclusi, nel rispetto del diritto, universalemente riconosciuto, alla vita familiare.
9/1746-bis-B/3. Ottone, Lenzi, Bellanova, Codurelli, Amici, Francescato, Balducci, Cioffi, De Zulueta, Servodio, D'Antona, Velo, Zanotti, Trupia, Fasciani, Bandoli, Mariani, Samperi, Leddi Maiola, Cinzia Maria Fontana, Froner, Bafile, Motta, Merloni, Sereni, Ghizzoni, Benzoni, Rampi, Incostante, Schirru, Intrieri, Cardano.
La Camera
ricordato che nel 2001 è stato istituito in ambito G8 un Fondo Globale per la lotta alle grandi epidemie, AIDS, Malaria, Tubercolosi, che affliggono in particolare - ma non solo - aree cruciali dei paesi in via di sviluppo;
preso atto con rammarico che non sussistono misure finanziarie adeguate a garantire il pagamento delle quote di spettanza dell'Italia;
considerato che il debito dell'Italia verso il fondo globale sia di 20 milioni di euro per il 2005, di 130 milioni di euro per il 2006 cui si aggiungeranno altri 130 milioni di euro per il 2007.
ricordato che nel marzo 2007, avrà luogo la conferenza del fondo e che l'Italia rischia di essere estromessa dal relativo Consiglio di amministrazione,
invita il Governo
ad attivarsi per trovare senza indugio mezzi adeguati per soddisfare un impegno di grande portata politica, etica, econo mica e sociale come quella della lotta alle grandi pandemie.
9/1746-bis-B/4. Spini.
La Camera,
premesso che:
il comma 1011 dell'articolo 1 si è reso necessario in quanto le varie proroghe susseguitesi nel tempo hanno generato nei soggetti destinatari dei provvedimenti agevolati legittime incertezze sia sull'an che sul quantum, rafforzate, tra l'altro, da una totale assenza di istruzioni da parte dell'Agenzia delle entrate;
infatti, con riferimento ai tributi, i contribuenti destinatari della norma sono stati individuati con il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 14 novembre 2002 che ha consentito a tali soggetti di sospendere i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari fino al 15 dicembre 2002, così come prorogato da ultimo dal Decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 17 maggio 2005, pubblicato sulla GURI n. 118 del 23 maggio 2005. Tale decreto ha previsto inoltre che i soggetti destinatari della sospensione provvedessero al pagamento dei tributi sospesi a partire dal 16 dicembre 2005 alternativamente in un'unica soluzione oppure in 8 volte il periodo di sospensione equivalente a 304 rate mensili;
purtroppo, l'Agenzia delle Entrate non ha mai chiarito con quali modalità occorreva restituire le somme oggetto di sospensione e quali dovevano essere i codici di tributo da utilizzare. Solo dopo varie interrogazioni parlamentari si è appresso, in seguito ad una risposta del Sottosegretario all'Economia, che andavano utilizzati gli stessi codici di tributo relativi ai tributi sospesi, ma questo è avvenuto abbondantemente dopo il 16 dicembre 2005;
il comma 1011 dell'articolo 1, pertanto, ha come obiettivo quello di rimettere nei tempi tutti i soggetti che, essendosi legittimamente avvalsi della sospensione, non hanno provveduto per cause di forza maggiore al tempestivo pagamento della prima rata entro il termine del 16 dicembre 2005 o che non sono in regola con la rateizzazione, consentendogli così di poter definire la propria posizione entro il 30 giugno 2007 in un unico versamento o proseguendo la rateazione già iniziata, anche con il pagamento di rate trimestrali anticipate, previa rideterminazione delle rate ancora a scadere diminuite del 50 per cento;
nel comma 1011 dell'articolo 1 viene, inoltre, precisato che i tardivi versamenti e/o adempimenti potranno essere oggetto di ravvedimento operoso ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472 ancorché siano già state notificate le relative cartelle esattoriali di pagamento, in quanto tale istituto è stato previsto per agevolare chiunque spontaneamente adempia ai propri obblighi tributari nel rispetto di predeterminati limiti di tempo;
analogamente, con le suddette norme, si viene incontro a coloro che si trovano nelle stesse condizioni con gli Istituti previdenziali e assicurativi prevedendo la stessa possibilità: di rimessione nei termini entro il 30 giugno 2007; di rideterminazione del residuo dovuto al 50 per cento; di applicazione dell'istituto del ravvedimento operoso,
impegna il Governo
a dare puntuale attuazione al comma 1011 dell'articolo 1, tenendo presente le indicazioni e precisazioni illustrate in premessa.
9/1746-bis-B/5. Raiti, Crisafulli, Piro.
La Camera,
impegna il Governo
a considerare «dispacci di agenzia» anche le notizie organizzate in notiziari prodotti dalle agenzie di stampa e ad attivarsi per prevedere che per tali servizi di informazione forniti con ogni mezzo anche elettronico su reti telematiche, anche pubbliche, purché in questo caso liberamente accessibili, da Agenzie di stampa di carattere nazionale iscritte nel Registro degli operatori di comunicazione di cui all'articolo 1, comma 6, n. 5, della legge 31 luglio 1997, n. 249, si applichi l'aliquota Iva del 4 per cento.
9/1746-bis-B/6. (Testo modificato nel corso della seduta) Folena, Giulietti.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria reca, ai commi da 367 a 379 dell'articolo 1, disposizioni volte a ridefinire e potenziare gli interventi a sostegno dell'impiego dei biocarburanti, e, in particolare, l'obbligo, per i soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio, di immettere in consumo una quota minima crescente di biocarburanti e altri carburanti rinnovabili, un programma pluriennale per la riduzione dell'accisa gravante sul biodiesel, un programma triennale per la riduzione dell'accisa sul bioetanolo, sull'ETBE, e sui carburanti prodotti da biomasse, misure di sostegno alla filiera e disposizioni volte a favorire, da parte delle pubbliche amministrazioni, la produzione e l'impiego di biomasse e di biocarburanti di origine agricola;
nel testo approvato dal Senato è stata altresì demandata ad un decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, una nuova definizione della disciplina dei certificati verdi, finalizzata ad incentivare l'impiego di materie prime, prodotti e materiali provenienti dall'agricoltura (articolo 1, commi 382-383) e è stato disposto l'avvio, dal 2007, di un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva introduzione dell'obbligo di utilizzare, per l'asporto di merci, sacchetti biodegradabili, anche al fine di sostenere le filiere agroindustriali operanti nel campo dei bìomateriali (articolo 1, commi 1129-1131);
ritenuto che il settore delle agroenergie, oltre a poter offrire un significativo contributo per la tutela dell'ambiente e a poter concorrere all'approvvigionamento energetico nazionale, rappresenta una prospettiva di sviluppo essenziale per l'agricoltura italiana;
valutate pertanto favorevolmente le disposizioni del disegno di legge finanziaria per il 2007 (C. 1746-bis-B) sopra richiamate;
ritenuto peraltro che sussista l'esigenza di pervenire ad una definizione organica della disciplina in materia di sostegno alla produzione e all'impiego di agroenergie, in modo da dare risposta, tra l'altro, alle sollecitazioni provenienti dalle iniziative di recente adottate dalla Commissione europea, quali il Piano d'azione per la biomassa, del dicembre 2005, e la Strategia dell'Unione europea per i biocarburanti, del febbraio 2006;
sottolineato altresì che la Commissione Agricoltura sta discutendo approfonditamente la materia delle agroenergie,
impegna il Governo
a concorrere, mediante appositi iniziative normative alla definizione di una disciplina organica di sostegno alla produzione e all'impiego di agroenergie.
9/1746-bis-B/7. Servodio, Zucchi, Pertoldi, Fiorio, Fogliardi, Franci, Bellanova, Cesini, Brandolini, Vannucci, Grassi.
La Camera,
premesso che:
visto l'articolo 1, comma 1226, del disegno di legge finanziaria per il 2007, come modificato dal Senato (A.C. 1746-bis-B Governo), che prevede l'adozione da parte del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di un decreto recante criteri minimi uniformi sulle misure di salvaguardia da adottarsi dalle regioni e dalle province autonome nelle zone speciali di conservazione (ZSC) e nelle zone di protezione speciale (ZPS);
tali norme interessano anche materie quali il governo del territorio, le colture praticate, le tradizioni venatorie, i trasporti e le infrastrutture, materie che sono tutte comprese nell'ambito delle competenze legislative regionali, ai sensi dell'articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, nonché hanno rilevanti conseguenze sulla definizione di attuazione delle politiche agricole, anche in ordine agli effetti che possono derivare dalle procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea;
visto altresì l'approfondito lavoro svolto dalla Commissione agricoltura, in occasione dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto legge 16 agosto 2006, n. 251 (C. 1610);
ritenuto pertanto necessario assicurare l'apporto, in sede di definizione dei criteri minimi uniformi per le misure di salvaguardia relative alle zone speciali di conservazione (ZSC) e alle zone di protezione speciale (ZPS), delle regioni e delle province autonome, nonché del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;
sarebbe, peraltro, opportuno consultare il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nonché la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano,
impegna il Governo
ad assicurare che il decreto di definizione dei criteri minimi uniformi per le misure di salvaguardia che le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano devono adottare nelle zone speciali di conservazione (ZSC) e nelle zone di protezione speciale (ZPS) sia adottato sulla base delle indicazioni risultanti dai lavori della Commissione agricoltura della Camera nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto legge 16 agosto 2006, n. 251 (C. 1610).
9/1746-bis-B/8. Zucchi, Servodio, Pertoldi, Fiorio, Fogliardi, Franci, Bellanova, Vannucci, Cesini, Brandolini, Grassi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 interviene con numerose disposizioni finalizzate a risolvere problemi derivanti dal verificarsi di eventi calamitosi sul territorio nazionale;
tra gli eventi che hanno maggiormente colpito il Paese negli ultimi anni rientra, in particolare, l'alluvione del 2000 in Piemonte, che ha causato ingenti danni e che ha dato vita, peraltro, ad un giusto intervento risarcitorio da parte dello Stato;
al riguardo, lo scorso 13 dicembre il Governo, in risposta ad appositi atti di sindacato ispettivo presentati presso la VI Commissione, ha affrontato il problema del trattamento applicabile, ai fini dell'imposta sulle attività produttive (IRAP), ai contributi pubblici erogati in favore delle imprese danneggiate dagli eventi alluvionali verificatisi nel corso del 2000, che hanno interessato, in particolare, le Province di Alessandria, Asti e Vercelli;
in particolare, nel corso dello svolgimento del dibattito sulla materia si è osservato che, sulla base di una norma di interpretazione autentica, i contributi erogati a norma di legge sono, comunque, assoggettati ad IRAP, avendo fatto presente l'Agenzia delle entrate, al riguardo, che è stato chiarito che i contributi di cui trattasi non rilevano ai fini delle imposte sui redditi; tuttavia, in mancanza di espressa previsione esentativa, non è possibile escludere gli stessi dalla base imponibile dell'IRAP, per effetto di quanto disposto dall'articolo 11, comma 3 del decreto legislativo n. 446 del 1997,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di adottare ogni possibile iniziativa, eventualmente anche di natura normativa, al fine di prevedere l'esenzione dall'IRAP dei contributi pubblici, di cui in premessa, nei confronti di quelle imprese che, avendo beneficiato di tali contributi, hanno assolto ai propri obblighi fiscali in buona fede, senza tenerne conto ai fini del computo della base imponibile delle imposte sui redditi e dell'IRAP, ed escludendo in ogni caso, per tali imprese, la richiesta da parte degli «Uffici finanziari» di sanzioni e interessi sulle somme non versate.
9/1746-bis-B/9. (Testo modificato nel corso della seduta) Stradella.
La Camera,
premesso che:
il fine della razionalizzazione e della valorizzazione dell'impiego dei beni immobili dello Stato è impostato nel quadro di un corretto uso del territorio e la corresponsabilizzazione delle amministrazioni locali, in rappresentanza degli interessi delle comunità territoriali eventualmente coinvolte;
nel territorio del Comune di Milano, la Parrocchia di san Giovanni Crisostomo ha usufruito per 35 anni, per tutte le sue attività (pastorali, educative, sportive, sociali) di un terreno appartenente al Demanio Militare e che rappresenta l'unico significativo spazio verde, presente in una zona notoriamente considerata a «rischio sociale»;
nel dicembre 2004, la Guardia di finanza ha intimato di lasciare libera l'area per dare inizio alla costruzione di una caserma, di due palazzine con alloggi di servizio e di un magazzino militare, provocando un'ampia mobilitazione del quartiere, della Parrocchia, della -Polisportiva e di varie associazioni della zona, con l'auspicio dell'individuazione di una soluzione alternativa, effettivamente poi indicata nella diversa collocazione degli edifici e l'assegnazione di circa metà dello spazio in questione (pari a circa diecimila metri quadri), in concessione alla Parrocchia. L'attuazione di tale soluzione è stata, tuttavia, subordinata al perfezionamento di un documento liberatorio da parte della Difesa, relativamente alla parte di sua proprietà,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di valorizzare nel massimo grado l'impiego dei beni immobili dello Stato in modo funzionale agli interessi delle comunità territoriali anche accelerando i tempi per la formalizzazione del passaggio della suddetta area da parte della Difesa.
9/1746-bis-B/10. (Testo modificato nel corso della seduta) Fiano, Quartiani.
La Camera,
premesso che
il comma 224 dell'articolo 1 del disegno di legge Finanziaria attualmente all'esame della Camera dei Deputati prevede degli incentivi per l'eventuale rottamazione dell'auto anche in ossequio al principio di salvaguardia ambientale ed al fine di incentivare la riduzione di autoveicoli per il trasporto promiscuo;
tali incentivi nell'impianto complessivo della Finanziaria appaiono comunque collegati all'eventualità dell'acquisto di un nuovo autoveicolo;
non è raro che si possa decidere di rottamare il proprio autoveicolo senza volerne acquistare comunque contestualmente un altro nuovo;
tale ipotesi non contraddice affatto il rispetto del principio di salvaguardia ambientale, anzi ne è una chiara espressione;
attualmente, all'atto della rottamazione le agenzie assicurative rilasciano un attestato con l'indicazione della classe di rischio;
tale attestazione vale solo per dodici mesi, dopodiché si è costretti a ripartire dalla classe di partenza, la 14o,
impegna il Governo
ad attivarsi affinché si possa modificare, allungandolo, il periodo di validità dell'attestazione con la propria classe di rischio ed anche a valutare l'opportunità di vincolare questa non tanto e non esclusivamente al proprietario, quanto invece al conducente.
9/1746-bis-B/11. Evangelisti.
La Camera,
premesso che:
l'accademia nazionale dei Lincei è la massima istituzione Accademica del Paese ed una delle più prestigiose del mondo;
l'Accademia è consulente scientifico del Presidente della Repubblica, oltre che luogo di certificazione e promozione della ricerca scientifica nazionale,
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio sull'applicazione del comma 506 del disegno di legge finanziaria, la possibilità di inserire, con apposito provvedimento, l'Accademia Nazionale dei Lincei tra gli Enti pubblici di ricerca, di cui al citato comma, ai quali non si applica l'articolo 22 comma 2, del decreto legge 4 luglio 2006 numero 223, convertito, con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006 numero 248.
9/1746-bis-B/12. Tessitore, Bianco.
La Camera,
premesso che:
il comma 62 dell'articolo 1 dell'A.C. 1746-bis-B stabilisce che l'esito del controllo automatico della dichiarazione effettuato dall'Amministrazione finanziaria ai sensi dell'articolo 36-bis, decreto del Presidente della Repubblica n. 600/1973, non sia più reso noto al contribuente bensì all'intermediario (commercialista, CAAF, ecc.);
la comunicazione dell'esito della liquidazione al contribuente è un importante istituto di garanzia previsto dall'articolo 6, comma 5 della legge n. 212 del 2000, in base al quale l'Amministrazione finanziaria deve comunicare l'esito della liquidazione della dichiarazione al contribuente prima di iscrivere a ruolo le maggiori imposte eventualmente dovute. In tal modo, il contribuente ha facoltà - entro un dato termine - di esporre le proprie osservazioni e prevenire indebite ed ingiuste iscrizioni a ruolo a proprio carico. È solamente in assenza sia di osservazioni del contribuente, sia di pagamento spontaneo, che l'Amministrazione può procede all'iscrizione a ruolo delle maggiori imposte o sanzioni liquidate ed avviare la riscossione coattiva;. - che la domiciliazione del contribuente presso l'intermediario ai fini di determinati ed importanti atti fiscali - stabilita ex lege e senza alcuna manifestazione di volontà da parte dei due soggetti interessati - contraddice le disposizioni dello Statuto dei diritti del contribuente previste a tutela:
a) della effettiva conoscenza degli atti: «l'amministrazione finanziaria deve assicurare l'effettiva conoscenza da parte del contribuente degli atti a lui destinati. A tal fine essa provvede comunque a comunicarli nel luogo di effettivo domicilio del contribuente (articolo 6 comma 1 della legge 212 del 2000). La sede dell'intermediario non è in alcun modo un «luogo di effettivo domicilio del contribuente» e, può non assicurare «l'effettiva conoscenza» della comunicazione agenziale da parte del contribuente;
b) della «privacy» del contribuente: »gli atti sono in ogni caso comunicati con modalità idonee a garantire che il loro contenuto non sia conosciuto da soggetti diversi dal loro destinatario" (articolo 6, comma 1, terzo periodo legge 212 del 2000). Mettere l'intermediario a conoscenza delle liquidazioni che interessano il contribuente, specialmente quando tra intermediario e contribuente non intercorra più alcun rapporto di assistenza, rappresenta una evidente violazione di tale previsione;
la disposizione in questione grava l'intermediario di responsabilità e compiti, quali sono quelli di reperimento del contribuente anche ad anni di distanza dalla prestazione di assistenza, che non gli appartengono e che non si armonizzano con le sue ordinarie e principali funzioni e che mal si conciliano con la natura - si ripeto - volontaristica e consensualistica del suo rapporto con il contribuente;
la norma contraddice l'assetto di rapporti fin qui invalso con l'Amministrazione che prevedono la remunerazione, a carico del bilancio pubblico, delle attività di assistenza fiscale svolte dall'intermediario (e di notevole giovamento sia all'Amministrazione che alla collettività dei contribuenti; cfr. articolo 38, legge n. 241 del 1997). Le prestazioni ora imposte all'intermediario dall'articolo 1 comma 62, invece, sono manifestamente prive di qualsiasi contropartita economica,
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio dell'applicazione del comma 62, l'opportunità di ripristinare la facoltatività da parte del contribuente di eleggere domiciliazione fiscale presso gli intermediari.
9/1746-bis-B/13. Musi.
La Camera,
premesso che:
alla Croce Rossa, organismo che opera in tutto il mondo con 1700 dipendenti, prestano servizio 2.500 lavoratori precari che svolgono le mansioni più svariato;
il loro contratto, in scadenza il 31 dicembre prossimo non è ancora stato rinnovato;
la proroga, sostenuta da tutte le forze politiche sin dall'inizio dell'esame della legge finanziaria, non è stata tuttavia disposta,
impegna il Governo
a reperire le risorse necessarie per far fronte ad una situazione che penalizza fortemente soggetti che, animati da profondo senso del dovere, svolgono una funzione altamente meritoria in Italia ed all'estero.
9/1746-bis-B/14. Formisano.
La Camera,
premesso che:
l'attuazione del decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192 - Contratti di Encrgia non ha raggiunto nella gran parte dei casi i risultati sperati di realizzare:. un risparmio di energia, bensì ha ridotto spesso gli effetti ad un risparmio economico distorto e diseguale, basato su:
a) il differenziale dell'iva che, stante le interpretazioni del Ministro delle Finanze, può essere applicata nella.misura del 10 per cento ai contratti energia e quindi anche sul costo del combustibile, contro il 20 per cento che viene applicato a chi acquista il combustibile al di fuori di un contratto di tal genere;
b) sulla differenza del costo dei combustibili, la quale non può di per sé essere presentata come un risparmio ottenuto, senza che sia stato raggiunto un apprezzabile concreto risparmio energetico;
stante l'attuale legislazione, si osserva che nessuna autorità ha le competenze specifiche per verificare la qualità di un contratto di servizio energia, né l'Ente locale interessato ha la competenza specifica nella verifica dei contratti, l'agenzia delle entrate non possiede i requisiti tecnici per intervenire sulla qualità e il merito dei contratti energia-calore;
in tal modo il contratto energia calore realizza insopportabili disparità di trattamento tra i diversi operatori in campo (da una parte le piccole e medie imprese e le aziende artigiane che svolgono l'attività dì manutenzione sui cui servizi grava un imposta del 20 per cento e dall'altra i promotori dei contratti energia calore che senza realizzare effettivi risparmi, propongono al cliente servizi su cui grava un imposta NA del 10 per cento;
impegna il Governo
a verificare l'opportunità di una uniformazione dell' imposizione IVA per tutti i contratti di fornitura energia-calore e per tutti gli operatori che forniscono servizi nel settore energetico e del calore per gli edifici domestici.
9/1746-bis-B/15. Quartiani.
La Camera,
premesso che:
il testo originario della legge Finanziaria presentata dal Governo alla Camera dei deputati il 1o ottobre 2006, conteneva all'articolo 195 l'«Istituzione dell'Osservatorio per il contrasto della violenza nei confronti delle donne e per ragioni di orientamento sessuale», per il quale era stanziato un Fondo di 3.000.000 di curo annui.
allora l'articolo 195 fu stralciato in commissione in quanto si ritenne che facesse parte di quell'insieme di norme della finanziaria che contenevano una disposizione estranea all'oggetto proprio di questa legge così come definita dalla legislazione vigente in materia di bilancio e di contabilità;
tuttavia l'istituzione dell'Osservatorio era ritenuta tanto importante e priorità nell'azione del Governo, da stabilire di far confluire la somma prevista per la sua costituzione e il funzionamento nel Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, già esistente presso la Presidenza del Consiglio, Dipartimento per le Pari Opportunità e i Diritti;
quest'ultimo Fondo, infatti, nel testo della finanziaria approvato dalla Camera dei deputati il 19 novembre 2006 è stato portato dagli originari 20 milioni di euro previsti dal testo a 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. In questo modo il Ministero per le Pari Opportunità e i Diritti avrebbe provveduto ad istituire l'Osservatorio contro la violenza e quant'altro di sua competenza, che era stato stralciato dalla finanziaria per estraneità di materia;
l'articolo 18, comma 757, della finanziari fu approvato dalla Camera nel seguente testo: «757. Il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, è incrementato di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 ».
al Senato il testo del maxiemendamento presentato per la fiducia il 3 dicembre 2006, è stato modificato introducendovi la previsione che una parte del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità deve essere specificamente destinato a creare proprio l'Osservatorio contro la violenza, ma questo è diventato l'«Osservatorio nazionale contro la violenza sessuale e di genere», con l'immotivata esclusione proprio e soltanto della violenza per ragioni di orientamento sessuale;
impegna il Governo
a precisare, nell'adottando dcreto interministeriale, che l'orientamento sessuale rientra tra le materie di cui sarà chiamato ad occuparsi l'istituendo Osservatorio contro la violenza tenuto conto del crescendo di violenze verso le persone omosessuali e transessuali.
9/1746-bis-B/16. Grillini, Bimbi, Bandoli, Quartiani, Cuperlo, Zanotti.
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2007, considerato l'ampio dibattito politico che, da anni, imp.gn il Parlamento e l'opinione pubblica sulla disciplina delle unioni di fatto e sui diritti e doveri che ne derivano,
impegna il Governo:
a presentare, entro il 31 gennaio 2007, un disegno di legge sulle unioni di fatto che:
risulti coerente con le numerose decisioni adottate dallla Corte costituzionale in materia di non discriminazione di trattamento del convivente, nonché con gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana, 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, I-2 del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa;
riconosca diritti anche in materia fiscale, prerogative e facolta alle persone che fanno parte di unioni di fatto e non consideri dirimente, al fine di definire natura e qualità dell'unione di fatto, né il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale.
9/1746-bis-B/17. De Simone, Migliore, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Mascia.
La Camera,
premesso che:
da mesi la sezione staccata di Pisticci del Tribunale di Matera sta attraversando una fase di criticità estrema paralizzato dalla carenza di personale;
per quanto comune al panorama giudiziario italiano rispetto alle carenze di organico la realtà di Pistieci rappresenta una priorità nel sistema giudiziario Lucano; l'amministrazione comunale, le istituzioni locali, l'intera comunità, tutti i comuni del metapontino si sono mobilitati affiché il Tribunale di Pisticci torni ad essere pienamente operativo e funzionale;
si susseguono mobilitazioni da parte dell'Ordine degli avvocati;
ha destato molta preoccupazione la decisione da parte del Presidente del Tribunale di Matera di trasferire a Matera una parte dei procedimenti della sezione staccata di Piisticci; da parte del Ministero vi sono stati importanti segnali di attenzione rispetto ai problemi della sezione dì Pisticci;
occorre proseguire sulla strada del confronto e del dialogo per migliorare ed efficientizzare la realtà della sezione staccata dì Pisticci,
impegna il Governo
a prestare la massima attenzione al problema delle carenze di organico presso gli uffici giudiziari con particolare riguardo a quelle presenti presso la sezione staccata di Pisticci provvedendo a colmarle entro il 2007 e a garantirne il pieno funzionamento scongiurandone la soppressione salvaguardando altresì la presenza dei giudici di pace in provincia di Matera senza procedere ad ulteriori razionalizzazioni.
9/1746-bis-B/18. Burtone, Giorgio Merlo, Fadda, Galeazzi, Margiotta.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria promuove e attua «una intesa in sede di Conferenza unificata, avente ad oggetto un piano straordinario di intervento per lo sviluppo dei sistema territoriale dei servizi socioeducativi, ai quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi, diversificati per modalità strutturali, di accesso, di frequenza e di funzionamento, e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati, al fine di raggiungere entro il 2010 l'obiettivo comune della copertura territoriale dei 33 per cento fissato dal Consiglio europeo del Lisbona del 23-24 marzo 2000. Per le finalità dei piano è autorizzata una spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.»;
la relazione illustrativa alla finanziaria evidenzia che l'attuale copertura (al 31 dicembre 2005) territoriale nazionale dei servizi socio-educativi è pari al 9,9 per cento. Secondo le stime del Centro nazionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza, per ogni incremento del 5 per cento della copertura nazionale sarebbero necessari due miliardi di euro, Per raggiungere l'obiettivo indicato nell'articolo 193, primo comma (copertura territoriale del 33 per cento per il 2010), sarebbe quindi necessaria una cifra complessiva di 9 miliardi di euro;
la legge finanziaria 2003 (legge n. 289 del 2002, articolo 91), aveva istituito ìl Fondo di rotazione, (10 milioni di euro) per l'assegnazione di risorse ai datori di lavoro, finalizzate alla realizzazione di nidi e micro-nidi nei luoghi di lavoro. Grazie a questa misura di carattere sperimentale e non rinnovata nelle successive finanziarie sono state ammessi al finanziamento 97 tra istituzioni pubbliche ed enti privati,
impegna il Governo
perché raggiunga gli obiettivi di Lisbona anche attraverso un rinnovo dei finanziamenti al Fondo di rotazione precedentemente citato e predisponendo incentivi fiscali per quelle strutture pubbliche e private che realizzano alloro interno asili nido e micro-nidi.
9/1746-bis-B/19. Poretti.
La Camera,
premesso che:
è vitale che la sicurezza sia uno dei primi obiettivi cui la civiltà moderna deve tendere per assicurare ai cittadini un sereno vivere;
vari sono i sistemi per raggiungere un adeguato grado di sicurezza nazionale e internazionale;
per migliorare la sicurezza e l'ordine sono necessarie, in primo luogo, azioni preventive ed organizzative efficienti, tra cui analisi dei rischi, formazione delle persone addette alla sicurezza, dotazioni personali appropriate (abbigliamento, protezioni individuali, dispositivi di controllo, telerilevamento e telesoccor, so), controlli periodici che richiedono l'impiego di numeroso personale delle Forze dell'Ordine che sia peraltro altamente professionale;
la prevenzione e il contrasto del terrorismo, anche internazionale, e della criminalità organizzata sono temi tristemente attuali,
impegna il Governo
a reperire, per la realizzazione dei suddetti obiettivi, un maggior numero di risorse finanziarie per corrispondere miglioramenti retributivi.
9/1746-bis-B/20. (Testo modificato nel corso della seduta) Ascierto, Ronchi.
La Camera,
premesso che:
si rende assolutamente necessario garantire il consolidamento dell'azione di contrasto all'economia sommersa, nonché la piena efficacia degli interventi in materia di polizia economica e finanziaria,
impegna il Governo:
a reperire, per la realizzazione dei suddetti obiettivi, un maggior numero di risorse finanziarie per il Corpo della Guardia di finanza;
ad assicurare il potenziamento degli strumenti tecnologici a disposizione del Corpo della Guardia di finanza al fine di renderne più incisivo l'operato.
9/1746-bis-B/21. (Testo modificato nel corso della seduta) Lamorte, Antonio Pepe.
La Camera,
premesso che:
per garantire e migliorare la sicurezza e l'ordine è necessario l'impiego e l'impegno di un elevato numero di Forze dell'ordine dedite ad azioni preventive ed organizzative, a controlli periodici e sistematici sul territorio;
la prevenzione e il contrasto del terrorismo, anche internazionale, e della criminalità organizzata è una delle priorità all'ordine del giorno;
è importante dare un segno tangibile della presenza dello Stato su tutto il territorio nazionale;
impegna il Governo
a garantire il mantenimento delle questure, delle prefetture e dei comandi provinciali dei Vigili del fuoco anche nelle province inferiori ai 200 mila abitanti e anzi a potenziarne gli organici al fine di migliorare la qualità del lavoro del personale e a garantire maggiori sicurezza e ordine per la cittadinanza.
9/1746-bis-B/22. Migliori.
La Camera,
premesso che:
i Vigili del fuoco svolgono giornalmente un lavoro che, per il valore sociale e per la funzione, li vede impegnati, su tutto il territorio nazionale, in più di 750 mila interventi all'anno;
a garanzia dell'incolumità pubblica, i Vigili del fuoco sono attivi sia sul piano del soccorso tecnico urgente, sia per la quotidiana pianificazione e gestione dell'emergenza, sia per la diffusione della cultura della sicurezza e della difesa civile;
l'operato svolto dai Vigili del fuoco, e ampiamente riconosciuto dall'opinione pubblica, richiederebbe un maggiore riconoscimento da parte dello Stato, oltre che un particolare trattamento economico-retributivo al fine di soddisfare il lavoro straordinario prestato dal personale, ad integrazione delle attuali risorse finanziario assolutamente inadeguate in rapporto al numero di interventi costantemente effettuati,
impegna il Governo
a promuovere le opportune iniziative, anche legislative, affinché venga costantemente tenuto alto il livello di operatività del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
9/1746-bis-B/23. (Testo modificato nel corso della seduta) Proietti Cosimi, Martinelli.
La Camera,
impegna il Governo:
ad adottare immediatamente iniziative per rivedere il nomenclatore tariffario di tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali;
a istituire, con assoluta urgenza, il tavolo tecnico di confronto tra Governo, regioni e associazioni di categorie pubbliche e private, al fine di porre rimedio ai problemi di natura normativa ed economica che riguardano la specialistica ambulatoriale.
9/1746-bis-B/24. (Ulteriore nuova formulazione) Antonio Pepe.
La Camera,
premesso che:
nell'esaminare il disegno di legge Finanziaria 2007, si evincono chiaramente le riduzioni di spesa operate a danno delle università, che pure rappresentano un ambito ritenuto unanimemente strategico per lo sviluppo del Paese;
tali riduzioni contraddicono una linea di tendenza europea, alla quale il nostro Paese dovrebbe adeguarsi, per essere competitivo nel decisivo campo della ricerca;
si ritiene opportuno non applicate anche alle Università la normativa vigente che impone la riduzione delle spese di funzionamento e per i consumi intermedi relative a enti ed organismi pubblici non territoriali,
impegna il Governo
a valutare, previo monitoraggio dell'applicazione delle norme previste dal comma 506 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria, l'opportunità di utilizzare parte delle risorse aggiuntive derivanti dall'aumento delle entrate tributarie già realizzate per estendere la citata norma anche all'università.
9/1746-bis-B/25. Filipponio Tatarella, Alberto Giorgetti.
La Camera,
premesso che:
con legge 5 maggio 1999 n. 155, veniva conferita delega al Governo per la istituzione di nuovi tribunali e per la revisione dei circondari di Milano, Roma, Napoli, Palermo e Torino;
con decreto legislativo 3 dicembre 1999, n. 491, in attuazione della delega, venivano istituiti i tribunali metropolitani di Tivoli e di Giugliano in Campania;
a tutt'oggi, si è data integrale attuazione alle disposizioni contenute nel predetto decreto legislativo, ad accezione della realizzazione del tribunale di Giugliano;
tale inadempienza configura una grave e inammissibile elusione di una legge dello Stato;
la «sicurezza» e la giustizia rappresentano sicuramente priorità da sostenere con la manovra di bilancio;
l'area giuglianese è interessata da diffusi e allarmanti fenomeni di criminalità;
il nuovo ufficio giudiziario può rappresentare un importante presidio di legalità in tale territorio:
impegna il Governo
ad adottare ogni misura utile per incrementare l'efficienza del servizio giustizia, anche aumentando il numero degli uffici giudiziari laddove se ne riscontri la necessità, come ad esempio a Giugliano in Campania, secondo quanto già previsto dal decreto legislativo 3 dicembre 1999 n. 491.
9/1746-bis-B/26. (Nuova formulazione) Tuccillo, Cesario, Suppa, Nicola Rossi.
La Camera,
premesso che:
l'Italia ha assunto l'impegno, con la ratifica del protocollo di Kyoto, di ridurre le emissioni nazionali di gas ad effetto serra, come il biossido di carbonio, del 6,5 per cento rispetto ai valori del 1990 per il periodo 2008-2012;
la direttiva 2003/30/CE del Parlamento e del Consiglio europeo dell'8 maggio 2003 sulla promozione dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, indica chiaramente la necessità di una progressiva diminuzione dell'utilizzo di combustibili fossili, utilizzati al fine della mobilità, e la progressiva sostituzione degli stessi con combustibili derivanti dalla lavorazione di biomasse;
tale direttiva è stata recepita dall'ordinamento italiano tanto dalla legge 23 dicembre 2005, n.266, la legge finanziaria 2006, quanto dal decreto-legge 10 gennaio 2006, convertito dalla legge 11 marzo 2006 n. 81, ed anche dalla legge finanziaria 2007, segno di una sostanziale condivisione, da parte di tutte le forze politiche, della necessità di un maggiore impiego dei biocarburanti per il funzionamento dei mezzi di locomozione come risposta ai problemi d'inquinamento ambientale legato all'utilizzo;
sul versante della produzione elettrica, poi, gli sforzi del nostro Paese per liberarsi dalla morsa della dipendenza da fonti non rinnovabili, perlopiù d'importazione, vanno incontro ad una duplice necessità di carattere ambientale ed economico;
la dipendenza del nostro Paese in campo energetico è una grave tara non soltanto per il totale assoggettamento alle esigenze ed ai cicli produttivi dei Paesi da cui importiamo combustibili o elettricità, ma anche un pesante aggravio sulla bilancia commerciale italiana, tanto da gravare per l'84,5 per cento sui 348.956 GWh di consumo interno lordo nell'anno (dati ISTAT 2004);
l'introduzione dei biocombustibili come fonte di approvvigionamento energetico è stata già promossa dalla legislazione nazionale e risulta, insieme all'energia solare e all'energia eolica, una delle più credibili alternative, nel medio periodo, ai problemi legati alla dipendenza da fonti non rinnovabili per il sistema energetico italiano;
l'utilizzo di biocombustibili derivanti da biomasse, inoltre, contribuirebbe a creare un nuovo e solido mercato per l'agricoltura italiana, fornendo, per di più, all'industria garanzie di approvvigionamenti economici, continui e a scarsissimo impatto ambientale,
impegna il Governo:
a considerare come interesse primario e strategico del Paese il rispetto degli obiettivi comunitari stabiliti dalla direttiva 2003/30/CE del Parlamento e del Consiglio europeo dell'8 maggio 2003 nel campo della produzione e della commercializzazione di biocombustibili per la locomozione di mezzi di trasporto pubblici e privati;
a definire entro 3 mesi, di concerto con le Regioni e gli Enti locali, un piano energetico che regoli in modo funzionale su base territoriale la trasformazione in bioenergia delle produzioni di biocombustibili, tenendo conto delle reali potenzialità di produzione di biomasse in loco;
ad attivarsi per regolamentare il trasporto di biomasse e biocarburanti per la produzione di bioenergie, in modo che la C02 emessa per il trasferimento non sia superiore a quella risparmiata per l'utilizzo di fonti rinnovabili, ponendosi questo obiettivo al di fuori dei vincoli di libera circolazione delle merci e di libera concorrenza dato il superiore interesse della tutela ambientale.
9/1746-bis-B/27. Bellotti, Misuraca.
La Camera,
in riferimento ai commi 964, 966, 969, 970 e 975, tutti afferenti al sistena «Alta Velocità»-Alta capacità" con cui vengono assunti ingenti impegni finanziari da parte dello Stato per la realizzazione di tetto sistema di trasporto ferroviario, in particolare:
a) viene assunto a carico del bilancio dello Stato il debito maturato dalla disciolta Infrastrutture SpA che ammonterebbe, secondo Eurostat, a 13 miliardi di euro;
b) viene garantito per il periodo 2007-2021 un ulteriore finanziamento per il completamento della linea Torino-Milano-Napoli per complessivi 8,100 miliardi;
c) viene autorizzato la spesa di 200 milioni annui per le attività preliminari ai lavori di costruzione delle tratte Milano-Genova e Milano-Verona;
d) viene ridefinito il canone di concessione della nuova linea,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di presentare alle competenti commissioni una ricognizione completa dei costi preventivati, delle cifre effettivamente spese e dei nuovi fabbisogni necessari al completamento delle singole tratte AV/AC, nonché un piano tecnico finanziario della gestione del sistema in relazione alle entrate (Canoni, tariffe, ecc.) ipotizzate.
9/1746-bis-B/28. (Testo modificato nel corso della seduta) Olivieri, Locatelli, Cacciari, Acerbo, Mario Ricci.
La Camera,
premesso che:
il sistema dei consorzi agrari, pur costituendo un potenziale e fondamentale sistema di gestione della politica agricola territoriale e comunque una potenziale rete di servizi per l'agricoltura, attualmente vive un periodo di profonda crisi;
circa due terzi dei Consorzi agrari vive uno stato di commissariamento che per vari motivi non riesce, in taluni casi, a riportare il sistema in bonis, anche per l'assenza di un programma finalizzato al risanamento ed alla riorganizzazione, ma che finora è riuscito a dare stabilità e certezza giuridica al sistema;
i concordati con i soggetti debitori che sono stati faticosamente tracciati sono frutto di accordi territoriali spesso delicatissimi costruiti anche in molti casi sull'abilità dei commissari liquidatori;
la norma di cui al comma 1076 della Finanziaria, mettendo a rischio i concordati, crea i presupposti in molti consorzi agrari per il fallimento degli stessi con gravissimo danno per il settore dell'occupazione e per il mondo agricolo circostante;
la stessa norma introdotta al comma 1076 pone in uno stato di incertezza e di panico il sistema generale dei consorzi agrari in Italia, proprio laddove erano maggiori le aspettative di chiusura delle vicende commissariali che durano da anni;
priorità della Repubblica, anche da quanto risulta dall'articolo 1 della Costituzione italiana, deve essere il lavoro, fondamento primo della Nazione;
l'articolo 97 della nostra Carta fondamentale, inoltre, richiama i principi di legalità, imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa, che si pongono chiaramente in contrasto con la previsione di cui al comma 1076, in quanto la rimozione dei commissari riporterebbe allo stato iniziale il lavoro svolto da questi per la dimissione in bonis dei consorzi, conseguenza che non corrisponderebbe a criteri di economicità ed efficienza,
impegna il Governo
ad attivarsi per prevedere che il commissario unico abbia l'obbligo di consultare i commissari dei consorzi in stato di liquidazione affinché sia garantita la continuità del loro operato.
9/1746-bis-B/29. Cosenza.
La Camera,
premesso che:
i commi da 13 a 24 dell'articolo 1 del provvedimento, modificati nel corso dell'esame al Senato, rechino significative modifiche alla disciplina degli studi di settore, prevedendo, in particolare, che, nei confronti dei contribuenti titolari di reddito di impresa o di lavoro autonomo, sono individuati specifici indicatori di normalità economica,
impegna il Governo
a fare in modo che, in sede di attuazione della predetta disciplina, gli indicatori di normalità economica siano definiti con il coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative degli operatori economici interessati, anche per quanto riguarda il 2006.
9/1746-bis-B/30. Leo.
La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2007;
considerato che i distretti produttivi rappresentano uno dei maggiori punti di forza del sistema produttivo italiano e che si configurano come sistemi produttivi locali omogenei, caratterizzati da un'elevata concentrazione di imprese industriali, prevalentemente di piccola e media dimensione e dall'elevata specializzazione produttiva;
considerata, altresì, la necessità di valorizzare le specificità del sistema produttivo italiano, composto in prevalenza da piccole e medie imprese il cui tipico modello organizzativo è costituito proprio dai citati distretti industriali;
osservato che la legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266 del 2005) è intervenuta in materia di distretti produttivi (articolo 1, commi da 367 a 372) disponendo che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze si provveda a precisare le caratteristiche e le modalità di individuazione dei distretti produttivi, qualificati come libere aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e sul piano funzionale allo scopo di incrementare lo sviluppo delle aree e dei settori di riferimento e migliorare l'efficienza nell'organizzazione e nella produzione secondo principi di sussidiarietà orizzontale e verticale;
osservato che il ruolo dei distretti produttivi è stato particolarmente rafforzato dal disegno di legge finanziaria per il 2007 in quanto l'articolo 1, comma 890, novellando la citata legge n. 266 del 2005, prevede che in attesa dell'adozione del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di individuazione dei distretti, possa essere riconosciuto un contributo statale a progetti in favore dei distretti produttivi adottati dalle regioni, per un ammontare massimo del 50 per cento delle risorse pubbliche complessivamente impiegate in ciascun progetto,
considerato, altresì, che il medesimo comma 890 prevede che con decreto dei Ministro dello sviluppo economico, adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono individuati i progetti regionali ammessi al beneficio di cui al comma 371-bis ed i relativi oneri per il bilancio dello Stato ed eventuali ulteriori progetti di carattere nazionale, fermo restando il limite massimo di cui al comma 372;
valutati positivamente i citati provvedimenti normativi volti ad assicurare una maggiore competitività dei sistema-paese in quanto i distretti produttivi garantiscono un elevato livello qualitativo e un contenuto innovativo dei prodotti e servizi;
osservato, quindi, che fattori strategici per lo sviluppo divengono la conoscenza, la capacità di innovazione, le competenze umane, le reti di cooperazione tra imprese;
considerato, altresì, che ai fini di un potenziamento ancora maggiore dei distretti produttivi italiani sarebbe opportuno promuovere l'integrazione fra il sistema della ricerca e il sistema produttivo, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese;
considerato, da ultimo, che la realtà dei distretti rappresenta un volano dell'economia italiana che, in mancanza di una cornice normativa ben definita a livello statale, è interpretata in modo talora assai differente nelle diverse regioni e, pertanto, sembrerebbe opportuno creare modelli validi per l'intero contesto nazionale, anche nell'ottica della messa in rete dei distretti medesimi e dell'intemazionalizzazione delle imprese,
impegna il Governo
ad assumere ogni iniziativa di propria competenza affinché i distretti produttivi possano operare in un più definito quadro normativo di riferimento.
9/1746-bis-B/31. Leoluca Orlando.
La Camera,
premesso che:
situazioni di grave carenza idrica si ripetono ormai periodicamente durante le estati in tutta l'Italia, comprese le regioni settentrionali e centro-settentrionali;
le campagne sul risparmio idrico sono, ad oggi, per lo più esclusivamente rivolte al consumo che si attua nelle case private mentre, dai dati delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente e dell'APAT (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), è il settore agricolo a consumare - in grande misura - i maggiori quantitativi idrici;
da dati diffusi recentemente dal WWF Italia il 65 per cento dell'intera risorsa idrica nazionale è destinata all'agricoltura;
vi sono tutte le conoscenze tecniche per iniziare una seria politica di conversione dei sistemi irrigui in date situazioni come la coltura del mais e del riso, possono condurre a risparmi valutabili nel 50 per cento della risorsa e sempre più urgente appare la necessità di intervenire, anche mettendo a disposizione strumenti di supporto alle associazione di categoria e ai singoli agricoltori;
non si può pensare di intervenire solo con provvedimenti emergenziali ma occorre prevedere una nuova politica di risparmio idrico, che sia lungimirante e preveda progressivi aggiornamenti strutturali;
sono stati attivati con la Legge finanziaria 2006 i finanziamenti al 'Piano irriguo nazionale';
in molte situazioni regionali le tecniche irrigue - e le strutture - hanno un'impostazione ottocentesca;
impegna il Governo:
a predisporre, entro un anno dall'approvazione del presente ordine del giorno, un «Manuale di buona pratica irrigua» che possa fornire all'intero comparto: le informazioni sulle più aggiornate tecnologie e tecniche irrigue in rapporto a ciascuna delle colture che vengono attuate sul territorio nazionale, le indicazioni tecniche ed economiche per la realizzazione dei sistemi e degli impianti irrigui più adatti e tecnologicamente più avanzati e, al contempo, una valutazione sulle pratiche agronomiche che possono essere realizzate a supporto del risparmio idrico in agricoltura;
a destinare una parte dei fondi del «Piano irriguo nazionale» a favorire la necessaria ed urgente riconversione dei vecchi sistemi di irrigazione con tecniche irrigue moderne e tecnologicamente innovative che utilizzano minori quantitativi d'acqua.
9/1746-bis-B/32. Mellano.
La Camera,
in riferimento ai commi 1045 e 1153 (realizzazione di opere infrastrutturali nella regione Veneto e realizzazione di opere viarie nel Veneto),
impegna il Governo
ad utilizzare le nuove disponibilità finanziarie, capaci di attivare un volume di circa 275 milioni di euro, per realizzare anche le opere di ambientalizzazione (corridoio ecologico) del nuovo Passante autostradale di Mestre
9/1746-bis-B/33. Cacciari, Zanella.
La Camera,
in riferimento ai commi 1117 e 1120 (disposizioni in materiadi fonti rinnovabili),
impegna il Governo
ad adottare urgentemente un'iniziativa normativa volta ad eleminare i meccanismi premiali di incentivazione dell'uso di fonti energetiche fossili e non rinnovabili nella produzione di energia elettrica
9/1746-bis-B/34. Acerbo, Cacciari.
La Camera,
in sede di esame del Disegno di legge Finanziaria per il 2007 (C 1746-bis-B),
premesso che:
il comma 619, articolo 1, del disegno di legge finanziaria, riguarda il reclutamento dei dirigenti scolastici;
la norma, come modificata dal Senato, prevede che, in attesa dell'emanazione di un regolamento che definisca le modalità delle procedure concorsuali per il reclutamento dei dirigenti scolastici, si procede alla nomina - sui posti previsti dal bando di concorso a dirigente scolastico indetto nel novembre 2004 - non solamente dei candidati del citato concorso, ma anche dei candidati in possesso dei prescritti requisiti ammessi con riserva a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o amministrativa, che abbiano superato le prove di esame propedeutiche alla fase della formazione con la produzione da parte degli stessi di una relazione finale e il rilascio di un attestato positivo da parte del direttore del corso, senza effettuazione dell'esame finale previsto dal bando medesimo;
l'effetto del previsto ampliamento della platea dei beneficiari della nomina a dirigente scolastico, è quello di produrre una sorta di sanatoria nei confronti dei candidati che risultano ora utilmente collocati nella graduatoria di merito, ma che erano stati ammessi con riserva al concorso a seguito di provvedimento cautelare del TAR;
quanto suesposto, ha come nefasta conseguenza che, coloro che sono collocati con pieno diritto nella graduatoria si vedranno scavalcati da coloro che, non avendo superato la selezione per titoli prevista dal bando di concorso suddetto, hanno presentato ricorso al TAR della propria regione, invocando l'illegittimità del bando e ottenendo, in via cautelare, l'ammissione con riserva al concorso;
va peraltro ricordato che i ricorrenti al TAR non hanno avuto nessun riconoscimento di diritto leso, ma solo un provvedimento cautelare, (sospensiva). Infatti le uniche sentenze di merito pronunciate finora dal TAR, hanno stabilito la manifesta infondatezza del ricorso, che è stato conseguentemente respinto. Le sentenze di merito hanno quindi ribadito che chi non aveva i titoli sufficienti non poteva partecipare al concorso, questo è il diritto riconosciuto;
come se non bastasse, l'effetto della norma suddetta, così come modificata dal Senato, produrrà con molta probabilità effetti pesantissimi: i mille e più candidati, collocati in graduatoria a pieno diritto, presenteranno ricorso alla Corte Costituzionale, ritenendo incostituzionale e lesivo dei loro diritti acquisiti quanto previsto dalla Legge Finanziaria 2007, con la conseguenza di creare un lungo periodo di impasse, che avrà pesanti riflessi sulla conclusione dell' iter concorsuale e sulla procedura di assegnazione delle nomine,
impegna il Governo
a procedere alle nomine su tutti i posti vacanti dei vincitori del concorso ordinario indetto con decreto direttoriale del 22 novembre 2004, prevedendo un quota di posti da assegnare ai cosiddetti riservisti, ma solamente dopo l'eventuale scioglimento a loro favorevole della riserva da parte dei Tribunali amministrativi regionali.
9/1746-bis-B/35. Poletti, Bonelli.
La Camera,
esaminato il disegno di legge finanziaria 2007;
considerato che:
l'articolo 1, comma 1138, del disegno di legge stanzia un contributo di 31,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 a favore di specifiche finalità relative ad interventi di tutela e valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio, nonché di progetti per la loro gestione;
una parte significativa dei beni culturali italiani è costituita dall'ingente e storico patrimonio culturale ebraico, alla cui salvaguardia è finalizzata, in particolare, la legge n. 175 del 2005;
lo stanziamento previsto dalla citata legge n. 175 del 2005, pari a 5 milioni di euro nel triennio 2005-2007, sta permettendo la realizzazione di importanti interventi di recupero del patrimonio culturale ebraico, come il restauro della sinagoga medioevale Scolanova di Trani e del tempio di Cuneo, risalente al XV secolo, nonché il restauro degli arredi lignei del 1630 a Senigallia e la conservazione di monete di età ellenistica e romana presso il Museo della Comunità di Roma;
alcuni emendamenti di iniziativa parlamentare, presentati nel corso dell'esame presso il Senato, finalizzati al rifinanziamento della legge, non sono stati approvati anche in forza del peculiare iter della legge finanziaria, contrassegnato dalla posizione di fiducia,
impegna il Governo
a valutare, nell'ambito dello stanziamento di cui al comma 1138 dell'articolo 1, interventi di tutela del patrimonio culturale ebraico.
9/1746-bis-B/36. (Testo modificato nel corso della seduta) Tocci, Carlucci, Fiano.
La Camera,
premesso che:
la legge 662/96, avente ad oggetto le misure di razionalizzazione della finanza pubblica, prevedeva la creazione un apposito programma di dismissione di immobili già in proprietà al Ministero della Difesa, al fine di sopperire alle esigenze organizzative e finanziarie connesse alla ristrutturazione delle Forze Armate (realizzazione di strutture ed infrastrutture militari, nonché adeguamento di quelle civili, nelle Regioni in cui la presenza di unità e Reparti delle Forze Armate risultava più limitata);
grazie alla procedura normativamente indicata e previa approvazione del Ministero della Difesa, veniva quindi consentito il trasferimento (mediante alienazione o permuta) dei beni immobili così individuati a soggetti terzi;
in materia è successivamente intervenuta la legge 448 del 1998 (misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo) con la previsione, sulla base di un'ulteriore ed aggiornata valutazione delle esigenze strutturali ed infrastrutturali delle Forze Armate, della possibilità di procedere a dismissione del patrimonio immobiliare del Ministero della Difesa non solo attraverso alienazioni e permute, ma altresì mediante l'attribuzione in gestione a soggetti terzi, anche attraverso lo strumento della concessione;
tale prescrizione normativa è stata infine innovata dalla legge n. 488 del 1999 (Legge finanziaria 2000), che, al proprio articolo 4 in tema di «patrimonio immobiliare dello Stato», riconosce il diritto di prelazione sull'immobile oggetto di dismissione o concessione ai Comuni/Province/Regioni nel territorio dei quali risulti sito, ed impone agli stessi soggetti di mantenere la destinazione pubblica dei beni oggetto di dismissione per almeno trent'anni,
impegna il Governo
al fine di consentire agli Enti Pubblici Territoriali di provvedere agli scopi istituzionali ai quali sono preposti, di valutare l'opportunità di consentire il trasferimento - mediante alienazione o permuta - ovvero l'attribuzione in gestione a soggetti terzi degli immobili già facenti parte del programma di dismissione del patrimonio immobiliare dei Ministero della Difesa, prevdendo altresì che tali trasferimenti, ovvero l'attribuzione in gestione, possano avvenire anche in deroga all'obbligo di mantenimento della destinazione pubblica avente durata trentennale.
9/1746-bis-B/37. D'Agrò.
La Camera,
premesso che:
la Croce Rossa è un Ente pubblico non economico che svolge i suoi servizi sul territorio a seguito di stipula di convenzioni con le strutture sanitarie pubbliche - per il servizio 118 - oltre ad altre attività di emergenza e assistenza quale la gestione dei Centri di Permanenza Temporanea (CPT), dei Centri di Prima Accoglienza (CPA) e della Protezione civile;
la pianta organica prevista è di circa 3.000 lavoratori, ma risultano in servizio con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato circa 1.600 lavoratori, con una vacanza di organico che sfiora il 50 per cento;
l'acquisizione dei servizi attraverso le convenzioni avviene, di norma, attraverso la partecipazione a gare di appalto ed in virtù di questo sistema, considerato il blocco sistematico delle assunzioni nella pubblica amministrazione, trova alimento il problema del precariato;
il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, al quale va aggiunto una quota di 700 militari richiamati con rapporto temporaneo, supera di gran lunga il personale di ruolo ed è di fatto indispensabile per far fronte a tutti i servizi richiesti;
il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato ha competenze professionali specifiche, indispensabili a garantire lo svolgimento di attività istituzionali (gestione emergenze a partire dal servizio 118; servizi presso CPT; attività nei centri di rieducazione motoria per bambini cerebrolesi);
impegna il Governo
per assicurare l'espletamento delle funzioni istituzionali della Croce Rossa Italiana, a valutare l'opportunità - come primo atto nell'ottica di un piano di stabilizzazione - di assumere misure urgenti al fine di consentire la proroga per l'intero anno 2007, a tutti gli effetti di legge, dei contratti a tempo determinato stipulati dal suddetto Ente.
9/1746-bis-B/38. Pagliarini, Diliberto, Burgio.
La Camera,
impegna il Governo
a prevedere esplicitamente ed inequivocabilmente, in sede di emanazione del decreto attuativo del trasferimento del contributo di cui all'articolo 1, comma 755, al «Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile», che la liquidazione del trattamento di fine rapporto e delle relative anticipazioni al lavoratore sia interamente effettuata dal datore di lavoro che provvede a compensare l'ammontare corrispondente ai versamenti al Fondo di cui al comma stesso, secondo le modalità stabilite dal successivo comma 757.
9/1746-bis-B/39. Diliberto, Sgobio, Pagliarini.
La Camera,
premesso che:
con decreto del Ministro della salute ad interim, on. Berlusconi del 4 maggio 2006, sono stati individuati i limiti massima di spesa per l'erogazione gratuita dei prodotti senza glutine destinati ai soggetti malati di celiachia;
tali limiti, indicati nell'allegato 1 allo stesso decreto, per fascia d'età e per tetto mensile, appaiono del tutto inadeguati rispetto ai costi di mercato dei prodotti destinati ai celiaci, dal momento che una confezione di quattro fette di pane viene venduta mediamente a tre euro, mezzo chilo di pasta a cinque euro, 150 grammi di merendine a 4 euro ed un chilogrammo di farina a circa otto euro;
incredibilmente, la citata tabella reca una differenziazione dei limiti anche per sesso, tanto che per i soggetti celiaci con età superiore a 10 anni il tetto ammonta a 140,00 euro mensili per i maschi ed a 99,00 euro mensili per le femmine, che appare un atto palesemente discriminatorio nei confronti del genere femminile;
impegna il Governo
ad intervenire tempestivamente con atto normativo per incrementare i limiti di spesa per l'erogazione gratuita dei suddetti prodotti dietetici e mettere riparo alla evidente discriminazione nei confronti dei soggetti femminili affetti da celiachia.
9/1746-bis-B/40. Cesini.
La Camera,
premesso che:
nella legge finanziaria non sussiste un capitolo specifico per lo stanziamento relativo al Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria (GFATM);
questi fondi sono fondamentali per il rispetto degli impegni che il Governo ha preso in sede internazionale in materia di lotta a queste pandemie. Tali risorse servono infatti per alleviare le condizioni materiali di milioni di persone che potrebbero percorrere la strada della cura e della prevenzione da patologie che mettono in pericolo la sopravvivenza stessa di interi continenti come l'Africa;
l'Italia si posiziona al sesto posto per i contributi versati al GFATM, con trasferimenti che per gli anni 2001-2005 si attestano sui 433 milioni di dollari; al quarto posto nella classifica degli impegni da parte dei Paesi donatori, ma al primo tra i Paesi debitori verso il fondo, seguita solo dagli Stati Uniti. L'Italia deve infatti ancora corrispondere 20 milioni di euro per la quota del 2005 e 260 milioni promessi per il biennio 2006-2007;
se il pagamento del debito pregresso e il contributo italiano 2006-2007 al GFATM venisse effettuato utilizzando il bilancio generale della cooperazione allo sviluppo, verrebbero assorbiti gran parte dei maggiori fondi stanziati per queste attività per il 2007 inficiando lo sforzo di rilancio di un settore strategico per le politiche volte alla affermazione di uno sviluppo sostenibile, di lotta alla povertà, di diffusione dei diritti e di prevenzione dei conflitti;
impegna il Governo:
a fare fronte agli impegni presi con le istituzioni internazionali riguardo lo stanziamento per il Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria (GFATM);
a non coprire tali stanziamenti attingendo dai fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo;
a costituire, in sede di predisposizione della prossima legge finanziaria, un Fondo speciale per il finanziamento di programmi di questa natura;
a realizzare gli «Obiettivi del Millennio» portando gli stanziamenti relativi sino alla soglia dello 0,7 per cento del PIL.
9/1746-bis-B/41. (Testo modificato nel corso della seduta) Venier, Diliberto, Sgobio.
La Camera,
premesso che:
il Governo ha recentemente in più occasioni esternato la eventualità che il gruppo Fincantieri, di proprietà statale, venga parzialmente privatizzato attraverso la cessione di circa metà del pacchetto azionario, operazione che porterebbe alle casse della società un valore di 1,5 miliardi di euro e che sarebbe gestita da Lehman Brothers affiancata da banche italiane ed internazionali;
Fincantieri è il più grande gruppo cantieristico italiano, leader mondiale nel comparto navi passeggeri e ferries, oltre ad essere proprietario di aziende di eccellenza e prestigio, come la Isotta Fraschini Motori. Nel contempo, Fincantieri è la seconda azienda del settore militare in Italia, subito dopo Finmeccanica, partecipando ad importanti programmi nazionali ed internazionali, come quelli per la costruzione della portaerei «Cavour» e delle fregate classe «Orizzonte» e classe «Fremm», in collaborazione con la Francia;
Fincantieri è una società in utile e, fra le poche in Italia, non indebitata con le banche, tanto da essere in grado di distribuire dividendi allo Stato. Inoltre, la cantieristica navale, settore in cui Fincantieri opera, è in fase di forte espansione, sia nel campo civile, grazie allo sviluppo del trasporto marittimo e del mercato delle crociere e degli yacht, sia nel campo militare, grazie allo sviluppo di programmi di lungo periodo;
le privatizzazioni nei settori ad alta tecnologia, consentendo l'ingresso di hedge fund ed investitori stranieri con prevalenti interessi finanziari e speculativi, anziché comportare sviluppo industriale, hanno provocato l'indebolimento dei settori interessati. Questo si è tradotto nella riduzione delle produzioni e nella conseguente perdita di competenze e professionalità, come è avvenuto, ad esempio, nel settore aerospaziale con la vendita della quota di maggioranza di Fiat Avio al gruppo finanziario statunitense Carlyle;
impegna il Governo
a non considerare qualsiasi ipotesi che, finalizzata solo a fare cassa, conduca alla privatizzazione del gruppo navalmeccanico attraverso la sua quotazione nel mercato mobiliare.
9/1746-bis-B/42. Galante.
La Camera,
premesso che:
l'esame del disegno di legge finanziaria per il 2007 ha rappresentato per alcuni gruppi parlamentari dei due rami del parlamento l'occasione per presentare proposte emendative che risolvessero, in tema di successioni e donazioni, la disparità di trattamento tra coppie coniugate e coppie di fatto, stante anche l'ampio dibattito politico che, da anni oramai, impegna istituzioni ed opinione pubblica sulla disciplina delle unioni di fatto e sui diritti e doveri che ne derivano;
il diritto alla libera scelta di un modello familiare non dovrebbe essere ostacolato, né condizionato dal diverso orientamento sessuale né dalla volontà dell'individuo di non contrarre il matrimonio;
impegna il Governo
a presentare, entro il 31 gennaio 2007, un disegno di legge sulle unioni di fatto che risulti coerente con le numerose decisioni adottate dalla Corte costituzionale in materia di non discriminazione di trattamento del convivente, nonché con gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana, 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, I-2 del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, e che riconosca diritti, anche in materia fiscale, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte di unioni di fatto e non consideri dirimente, al fine di definire natura e qualità dell'unione di fatto, né il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale.
9/1746-bis-B/43. Bellillo, Cesini, Vacca.
La Camera,
premesso che:
nel nostro Paese, secondo dati ISTAT più di 500 mila cittadini si trovano in una situazione di convivenza dichiarata, a cui vanno aggiunte oltre un milione di persone che si trovano in una situazione analoga, anche se non ufficialmente;
la maggior parte dei paesi europei ha già elaborato delle norme per la regolamentazione delle unioni civili, nell'ottica di fornire le adeguate garanzie di tutela ai cittadini che si trovano nella suddetta condizione;
appare non più procrastinabile un intervento per eliminare un vuoto legislativo, che comporta una limitazione dei diritti delle centinaia di migliaia di persone che hanno liberamente fatto una scelta che rientra nella sfera dell'autonomia individuale delle persone e che pertanto non può essere motivo di discriminazione, ai sensi di quanto disposto dagli articoli 2 e 3 del dettato costituzionale, nonché di quanto stabilito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e tenendo inoltre conto dei principi inseriti nella Costituzione Europea, approvata a stragrande maggioranza dal Parlamento italiano, che si ispira ai valori della Carta di Nizza;
un intervento in tal senso, da parte del legislatore, deve avere come finalità quella di introdurre un istituto giuridico per garantire, tra l'altro, ai componenti delle unioni di fatto diritti e doveri reciproci di assistenza morale e materiale, la possibilità di regolare il loro regime patrimoniale, concedere la possibilità di estendere la pensione di reversibilità, garantire l'assistenza sanitaria e ogni altro riconoscimento dei diritti legati a quel mutuo sostegno che la natura del rapporto richiede;
impegna il Governo
a predisporre, entro il 31 gennaio 2007, un disegno di legge volto alla regolamentazione delle unioni civili, nell'interesse delle centinaia di migliaia di cittadini coinvolti, senza distinzioni di orientamento sessuale.
9/1746-bis-B/44. Bonelli, Balducci, De Zulueta, Francescato, Zanella, Boato, Cassola, Fundarò, Lion, Pellegrino, Camillo Piazza, Poletti, Trepiccione.
La Camera,
in riferimento al comma 814 dell'articolo 1,
impegna il Governo
a sopprimere la dizione «di età inferiore ai quaranta anni» riguardante i componenti il Comitato di valutazione in quanto privi dell'esperienza necessaria.
9/1746-bis-B/45. Baiamonte, Di Virgilio, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Moroni, Palumbo.
La Camera,
premesso che:
esaminato il provvedimento in titolo, con particolare riguardo alle misure contenute nell'articolo 18, e valutate le finalità che il medesimo intende perseguire;
considerato che nell'articolo 45 della Costituzione, lo Stato riconosce la funzione sociale della cooperazione, e la legge ne deve promuovere e favorire l'incremento;
accertato che la promozione della cooperazione è un obiettivo previsto tra i principi fondamentali della Costituzione, come condizione per l'uguaglianza sostanziale;
ricordato il ruolo fondamentale che le cooperative svolgono nell'applicazione dei principi di solidarietà sociale, sanciti dalla Costituzione, ed il reale contributo che danno alla realizzazione del sistema sanitario, assistenziale, educativo e di reinserimento lavorativo del Paese, incorporando e garantendo, così, servizi propri del Welfare;
considerato che il Documento di Programmazione Economico - Finanziaria 2007 - 2011 è imperniato sulle sinergie che discendono dalle tre linee direttrici, ovvero, crescita, risanamento dei conti ed equità sociale e territoriale;
ricordato, altresì, l'impegno che il Governo si è assunto con l'accoglimento dell'ordine del giorno n. 9/1475/59, in particolare nel riconoscere non solo il determinante ruolo economico e sociale svolto dalla cooperazione ma anche la imprescindibile necessità di dotarla di strumenti diretti e congrui al raggiungimento di obiettivi di eccellenza finalizzati allo sviluppo e al rilancio competitivo del Paese;
preso atto che alle cooperative sociali di cui alla legge n. 381 del 1991, al pari delle altre imprese, deve essere assicurato il mantenimento dei requisiti riguardanti la competitività in generale;
considerato che le cooperative sociali lavorano prevalentemente con Enti Pubblici, quali singoli Comuni o associati in ambiti territoriali e aziende sanitarie;
accertato che il rapporto tra la cooperativa sociale e l'Ente Pubblico è regolato da convenzioni che prevedono, per lo più, pagamenti a 90 giorni dall'emissione di fattura, e che di contro si rilevano notevoli ritardi nei pagamenti delle spettanze alle cooperative sociali, che possono andare anche oltre i 18 mesi;
considerato che le cooperative sociali utilizzano la maggior parte delle proprie risorse per pagare i soci lavoratori e i dipendenti e che quando i ritardi nei pagamenti diventano insostenibili, il disagio si ripercuote direttamente sui lavoratori, nonché sugli utenti destinatari del servizio;
accertato che in alcune aree geografiche la situazione è diventata talmente grave che viene messo a repentaglio il livello minimo di assistenza agli utenti e la sopravvivenza stessa della cooperativa sociale;
provato che le cooperative sociali hanno difficoltà ad accedere al credito in quanto, per propria natura, scarsamente capitalizzate,
impegna il Governo
ad adoperarsi, con apposite procedure, affinché gli Enti Pubblici appaltatori provvedano al pagamento alle cooperative sociali, entro i limiti pattuiti nelle convenzioni, le relative spettanze, ovvero ad adoperarsi, con apposite procedure, affinché l'Ente Pubblico appaltatore garantisca l'accesso al credito, per il tramite di banche convenzionate con lo stesso Ente, da parte delle cooperative sociali che abbiano svolto i servizi previsti dalle convenzioni con lo stesso Ente Pubblico e i cui costi siano regolarmente riconosciuti dall'Ente Pubblico, e per ciò stesso che gli interessi maturati per i ritardi dei pagamenti, a partire dal terzo mese in poi, siano a carico dell'Ente Pubblico.
9/1746-bis-B/46. D'Ulizia.
La Camera,
in vista della privatizzazione del 30 per cento di Alitalia,
impegna il Governo
affinché:
Alitalia non debba ridurre il numero di destinazioni intercontinentali e continentali attualmente servite da Malpensa;
assegni a Malpensa o Fiumicino le nuove destinazioni intercontinentali utilizzando come criterio il minor tempo di volo;
assicuri che almeno il 50 per cento dei voli da e per Malpensa siano gestititi dalla Compagnia di bandiera;
assicuri che le basi di armamento siano commisurate al traffico avente origine dai singoli aeroporti, in coerenza con un criterio di efficienza aziendale.
9/1746-bis-B/47. Lupi, Bernardo, Paroli, Ravetto, Casero, Verro, Mantini, Garavaglia.
La Camera,
in sede di esame del ddl 1746 - bis - B recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007)»,
premesso che:
il decreto legislativo del 16 febbraio 1996, n.104, in materia di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici e di investimenti degli stessi in campo immobiliare, ha previsto, all'articolo 15, comma 2, che con apposita circolare del Ministro del lavoro e della previdenza sociale venissero stabiliti i criteri generali per la individuazione degli immobili di pregio al solo fine della definizione o dell'elevamento dei relativi canoni;
con l'adozione del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, recante disposizioni urgenti in materia di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e di sviluppo dei fondi comuni di investimento immobiliare, convertito nella legge 23 novembre 2001, n. 410, gli immobili di pregio, individuati ai sensi del comma 13 dell'articolo 3, sono stati eccettuati, dal comma 8 dello stesso articolo, dalla applicazione della disciplina di favore prevista per la determinazione del prezzo di vendita delle unità immobiliari ad uso residenziale, offerte in opzione ai conduttori che acquistano in forma individuale, pari al prezzo di mercato delle medesime unità immobiliari diminuito del 30 per cento;
la predetta esclusione determina una ingiustificata disparità di trattamento, atteso che la particolare qualificazione attribuita agli immobili di pregio li differenzia dagli altri soltanto con riguardo agli specifici criteri da applicare ai fini dell'adeguamento del canone di locazione, né appare altrimenti sorretta dalla necessità di perseguire un superiore interesse pubblico di natura finanziaria, tenuto anche conto dei negativi riflessi determinato dal contenzioso giudiziario in atto,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di consentire alle strutture preposte alla vendita degli immobili di ricercare soluzioni transattive riferite agli immobili occupati aventi identiche caratteristiche.
9/1746-bis-B/48. (Testo modificato nel corso della seduta) Tolotti, Lenzi, Motta.
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2007,
considerato l'ampio dibattito politico che, da anni, impegna il parlamento e l'opinione pubblica sulla disciplina delle unioni di fatto e sui diritti e doveri che ne derivano,
impegna il Governo
a presentare, entro il 31 gennaio 2007, un disegno di legge sulle unioni di fatto che:
risulti coerente con le numerose decisioni adottate dalla Corte Costituzionale in materia di non discriminazione di trattamento del convivente, nonché con gli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana, 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, 1-2 del trattato che adotta una Costituzione per l'Europa e che riconosca diritti, anche in materia fiscale, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte di unioni di fatto e non consideri dirimente, al fine di definire natura e qualità dell'unione di fatto, né il genere dei conviventi, né il loro orientamento sessuale.
9/1746-bis-B/49. Villetti, Turci.
La Camera,
premesso che:
l'esame del ddl finanziaria 2007 al Senato ha prodotto alcune modifiche positive per il settore dell'università e della ricerca, dando la possibilità di destinare una quota del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) alle ricerche liberamente proposte, in tutte le discipline, da università ed enti pubblici di ricerca; escludendo gli enti di ricerca dalla riduzione di spesa per i consumi intermedi prevista dal decreto-legge n. 223/2006 (cd. decreto Visco-Bersani); destinando alla ricerca scientifica e tecnologica (decreto legislativo 204 del 1998) ulteriori 20 milioni di euro per il triennio 2007-2009; incrementando il Fondo Ordinario per le università e le risorse per il sostegno del diritto allo studio rispettivamente di 79 milioni di euro e di 11 milioni di euro;
rimane invariata la previsione di contenimento della spesa del bilancio dello Stato, recata dall'articolo 1, comma 507, che dispone l'accantonamento e l'indisponibilità di una quota delle dotazioni delle unità previsionali di base iscritte nel bilancio dello Stato in relazione ad alcune categorie di spese correnti ed in conto capitale;
il combinato disposto dell'articolo 1, comma 507 e delle varie norme contenute nel ddl finanziaria, inerenti il medesimo ambito oggettivo e richiamate in premessa, realizza, di fatto, una situazione di frammentazione e di depotenziamento delle risorse finanziarie in merito all'università, alla ricerca e alle aziende per il diritto allo studio;
considerato che:
il medesimo comma 507, consente di disporre variazioni dei predetti accantonamenti, con invarianza degli effetti sul fabbisogno e sull'indebitamento netto della pubblica amministrazione, mediante un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare, su proposta dei Ministri competenti, entro il 31 marzo di ciascun anno del triennio 2007-2009,
impegna il Governo:
nell'ambito dei decreti ministeriali di variazione degli accantonamenti indisponibili, a considerare prioritaria la spesa relativa all'offerta formativa delle università, al sostegno per la ricerca libera e di base e all'attività delle aziende per i diritti allo studio e, per tanto, a non procedere ad ulteriori riduzioni di stanziamenti utilizzabili e a valutare la possibilità di disaccantonare parte delle quote rese indisponibili dal disposto dell'articolo 1 comma 507;
a valutare l'opportunità di inserire il sostegno alla ricerca libera e di base e al diritto allo studio, considerati necessari al conseguimento degli obiettivi di sviluppo, tra le priorità a cui destinare le eccedenti maggiori entrate tributarie derivante dalla lotta all'evasione, come previsto dall'articolo 1 comma 4.
9/1746-bis-B/50. Ghizzoni, Froner, Sasso, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni, Chiaromonte, Tessitore, Latteri.
La Camera,
premesso che:
il comma 35 dell'unico articolo di cui si compone la legge finanziaria per il 2007 abroga la possibilità di usufruire di un regime IVA agevolato per le operazioni relative all'esercizio di giochi e scommesse, introdotto con il cosiddetto decreto sulla competitività, convertito con la legge 2 dicembre 2005, n. 248;
il regime agevolato, peraltro rimasto inattuato, in quanto subordinato ad una espressa approvazione da parte della Commissione europea, consisteva nella possibilità di detrarre l'IVA relativa all'acquisto e all'importazione di beni e servizi per le operazioni relative all'esercizio del gioco del lotto, delle lotterie nazionali, dei concorsi a pronostici, delle scommesse e del gioco nelle case da gioco autorizzate;
il Governo dovrà adottare entro il primo semestre del 2007 i decreti legislativi delegati, che attueranno la direttiva europea 2005/60/CE sulla normativa antiriciclaggio per le case da gioco, già ratificata dall'Italia con la legge 25 gennaio 2006, n. 29,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di avviare consultazioni con i rappresentanti dei settore dei giochi e delle scommesse, in particolare con le case da gioco autorizzate, per trovare una soluzione che consenta a tale settore di essere più competitivo e a dare attuazione alla direttiva europea 2005/60/CE in materia di norme antiriciclaggio con appositi decreti legislativi delegati.
9/1746-bis-B/51. (Testo modificato nel corso della seduta) Bezzi, Brugger, Zeller, Widmann, Nicco.
La Camera,
premesso che:
i commi 109 e seguenti dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria per il 2007 (AC 1746-bis B) riducono in parte le soglie di ricavo e di reddito minimo per la qualificazione delle società di comodo. Si introduce, inoltre, la possibilità di proporre il cosiddetto interpello disapplicativo in tutte le situazioni oggettive che abbiano reso impossibile il conseguimento dei ricavi figurativi, eliminando il requisito della loro straordinarietà;
in riferimento agli immobili, le modifiche riguardano le abitazioni e gli uffici. Mentre le percentuali previste possono in qualche modo rispecchiare la realtà nazionale generalizzata, la situazione in Alto Adige è diversa. Per la limitatezza delle superfici edificabili nel territorio montano il prezzo d'acquisto delle aree è elevato, mentre le rendite in relazione sono basse. Secondo le rilevazioni semestrali dell'Agenzia del territorio (Osservatorio mercato immobiliare) esse ammontano dal 3,9 al 4,5 per cento circa;
conseguentemente, gli Uffici locali dell'Agenzia delle Entrate di Bolzano presumibilmente riceveranno alcune centinaia di interpelli alle quali bisogna fornire una risposta sollecita per non creare problemi ai contribuenti. Oltre a ciò, ai contribuenti non sarà più consentita la possibilità di fornire prova contraria in eventuale sede contenziosa;
impegna il Governo:
a) a valutare l'opportunità di fornire agli Uffici locali dell'Agenzia delle entrate le opportune istruzioni in merito a una procedura interna semplificata per garantire una risposta tempestiva alle istanze di interpello relative a immobili quando la motivazione oggettiva dell'impossibilità di conseguire le soglie previste è documentata dalle rilevazioni OMI;
b) inoltre, con riferimento al periodo d'imposta 2006, a valutare l'opportunità di consentire, in via eccezionale, la presentazione dell'interpello disapplicativo entro aprile 2007. Altrimenti le società non hanno alcuna possibilità di evitare le pesanti ripercussioni derivanti da una norma antielusiva in casi che oggettivamente tali non sono, creando una grave ingiustizia e penalizzazione, senza nemmeno lasciare aperta la via del contenzioso;
c) e, infine attivarsi per prevedere l'obbligatorietà della risposta agli interpelli disapplicativi da parte degli uffici competenti entro un congruo termine, non essendo previsto in questo caso l'istituto del «silenzio assenso».
9/1746-bis-B/52. Zeller, Brugger, Widmann, Bezzi, Nicco.
La Camera,
premesso che:
lo Statuto dei diritti del contribuente, contenuto nella legge n. 212 del 27 luglio 2000, dà attuazione ai principi di democraticità e trasparenza del sistema impositivo, contribuendo a migliorare il rapporto tra Fisco e cittadini;
all'articolo 3 lo Statuto ribadisce il principio della efficacia non retroattiva delle disposizioni tributarie, che divengono efficaci solo dopo la loro emanazione. In particolare, il comma 2 precisa che le eventuali modifiche alle norme in materia di tributi periodici decorrono solo a partire dal periodo di imposta successivo a quello della loro entrata in vigore;
considerato che l'articolo 3 dello Statuto costituisce un principio generale del nostro sistema tributario, come è stato affermato più volte dalla Corte di Cassazione, la quale ha perfino ribadito la sua sostanziale superiorità rispetto alle disposizioni tributarie vigenti;
al fine di assicurare un maggiore rispetto del principio di affidamento e per una maggiore certezza del diritto,
impegna il Governo
a garantire, nell'ambito dell'adozione di future iniziative legislative, il rispetto dei principi enunciati dallo Statuto dei diritti del contribuente.
9/1746-bis-B/53. (Testo modificato nel corso della seduta) Brugger, Zeller, Widmann, Bezzi, Nicco.
La Camera,
premesso che:
il comma 734 dell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria per il 2007 prevede che non possa essere nominato amministratore di enti, istituzioni, aziende pubbliche, società a totale o parziale capitale pubblico chi, avendo ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia chiuso in perdita tre esercizi consecutivi;
il requisito previsto dal citato comma è sostanzialmente impossibile da raggiungere in caso di ristrutturazione aziendale, in particolare in caso di piani di riconversione pluriennale o in casi di investimenti tecnologici di strategica importanza, in quanto durante tale fase l'attività produttiva/commerciale è necessariamente e notevolmente ridotta ed, inoltre, necessita di un periodo opportuno, spesso anche di alcuni anni, per raggiungere il pareggio secondo i piani finanziari previsti,
impegna il Governo
di valutare l'opportunità di prevedere l'esclusione dal conteggio di cui sopra degli esercizi interessati da attività di ristrutturazione o risanamento aziendale nonché da piani di riconversione pluriennale.
9/1746-bis-B/54. Widmann, Zeller, Brugger, Bezzi, Nicco.
La Camera,
premesso che:
le imprese piemontesi che hanno subito gravi danni dalle alluvioni sia del 1994 che del 2000 hanno ricevuto contributi pubblici a ristoro del danno e per la ripresa dell'attività produttiva,
si verificano oggi problemi procedurali e di interpretazione normativa che rendono inutilmente complessa ed onerosa l'attività di questi imprenditori già duramente provati dai disastri naturali di cui sopra e nei confronti dei quali lo stato, la regione e gli enti locali sono intervenuti per consentire al tessuto produttivo di non perdere potenzialità e competitività,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di non far concorrere i contributi in conto capitale erogati dallo Stato, dalle regioni o dai comuni alle imprese danneggiate in conseguenza degli eventi alluvionali e dalle avversità atmosferiche della prima decade del mese di novembre 1994 ai sensi della legge n. 35 del 1995 e successive modificazioni e integrazioni, della legge 228 del 1997 e successive modificazioni e integrazioni e dell'articolo 5 della legge n. 342 del 2000 e successive modificazioni e integrazioni, alle imprese delle zone delle regioni interessate dagli eventi calamitosi dell'ottobre e del novembre 2000 ai sensi dell'articolo 4-bis della legge n. 365 del 2000;
a valutare la possibilità di attivare le idonee misure per assicurare la velocizzazione della istruttoria delle pratiche riferite alle aziende che già hanno ottenuto finanziamenti per essere state colpite dalle calamità naturali evidenziate al punto 1) e che ad oggi hanno avuto anticipazioni bancarie supportate dal contributo loro riconosciuto, ma che, a fronte della tardiva erogazione, rischiano di produrre, peraltro inutilmente, oneri non sostenibili dalla aziende stesse.
9/1746-bis-B/55. (Testo modificato nel corso della seduta) Barbi, Fiorio, Leddi Maiola, Lovelli, Cota.
La Camera,
premesso che:
con la finanziaria 2007, pur improntata alla richiesta di sacrifici da parte dal Paese, si intravede la volontà di tenere le imprese al centro del progetto di crescita, e in questo quadro, per quanto riguarda il settore della nautica da diporto, una prima opportunità per dare il via alla fase operativa del «Patto per la promozione della 'cultura dei mare»', sottoscritto dal Governo in occasione dei recente Salone di Genova;
con la finanziaria 2007 vengono aumentati fino a dieci volte i canoni delle concessioni demaniali sui porticcioli turistici e le strutture nautiche, ferma rimanendo la durata delle stesse;
tale misura non potrà non incidere negativamente sulle imprese del settore sia sotto il profilo dei nuovi investimenti, sia sotto quello della competitività del turismo nautica italiano rispetto agli altri Paesi mediterranei;
impegna il Governo:
a istituire nell'ambito del Tavolo del Mare costituito presso il Ministero dei Trasporti, una sezione dedicata al settore della nautica da diporto per favorire una politica condivisa di promozione sociale della 'cultura del mare' e dell'andar per mare, attraverso la conoscenza, il confronto e lo studio di misure di incentivazione e semplificazione burocratica del comparto come ad esempio:
favorire l'eco compatibilità delle unità da diporto;
aggiornamento e semplificazione delle procedure amministrative del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto;
nuova normativa sulla navigazione e la sicurezza per il noleggio e locazione delle piccole e medie imbarcazioni;
semplificazione delle procedure di iscrizione e le modalità di gestione delle deroghe tecniche per le iscrizioni delle navi da diporto in uso commerciale per riportare sotto bandiera italiana molte imbarcazioni che prodotte nel nostro Paese vengono immatricolate all'estero.
9/1746-bis-B/56. (Testo modificato nel corso della seduta) Maroni.
La Camera,
premesso che:
nella stesura finale del maxiemendamento presentato al Senato sul provvedimento in esame è stato errononeamente formulato il comma 1117 dell'articolo 1, dalla cui lettera risulta che i finanziamenti e gli incentivi pubblici di competenza statale finalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili possano essere accordati agli impianti che facciano ricorso alle cosiddette fonti «assimilate» alle rinnovabili, per i quali sia già stata concessa l'autorizzazione e che siano in fase di realizzazione;
tale errore è stato in più circostanze ammesso dallo stesso governo;
la corretta formulazione prevedeva invece che il ricorso ai finanziamenti sopra citati potesse essere concesso esclusivamente per gli impianti già realizzati e operativi anteriormente all'entrata in vigore della legge stessa;
inoltre al secondo periodo del comma 1118 non è stato inserito il concerto con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'emanazione dei decreti attuativi di riferimento;
impegna il Governo:
ad inserire, nel prossimo decreto già previsto e annunciato per la correzione di altri errori presenti in finanziaria, la correzione delle norme sopra indicate, in modo da circoscrivere la concessione dei finanziamenti citati per gli impianti che facciano uso delle fonti «assimilate» solo qualora siano già realizzati e operativi anteriormente all'entrata in vigore della legge finanziaria;
ad inserire, nel medesimo decreto, il concerto del ministro dell'ambiente nell'emanazione dei decreti di cui al secondo periodo del comma 1118 dell'articolo 1 del provvedimento.
9/1746-bis-B/57. Francescato, Bonelli, Balducci, Boato, Cassola, De Zulueta, Fundarò, Lion, Pellegrino, Camillo Piazza, Poletti, Trepiccione, Zanella, Mellano.
La Camera
premesso che:
il programma con il quale la coalizione di centrosinistra si è presentata agli dettori e alle elettrici il 9 e 10 aprile scorsi conteneva i seguenti obiettivi: «L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle urnioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi n9 il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà.»,
impegna il Governo
a dare attuazione, in tempi brevi, al punto del programma sopra menzionato.
9/1746-bis-B/58. Franceschini, Sereni, Bressa.
La Camera,
premesso che:
con la legge n. 482 del 15 dicembre 1999 lo Stato italiano ha provveduto a normare, in attuazione dell'articolo 6 della Costituzione, la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche storiche, cioè autoctone, presenti sul proprio territorio e precisamente: le popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene, croate e quelle parlanti il francese, il francoprovenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo;
la legge 482 si inserisce in un quadro normativo e di indirizzi generali europei di notevole rilievo: l'articolo 2 sancisce la tutela delle comunità linguistiche individuate in «armonia con i principi generali degli organismi europei e internazionali» e i principi richiamati vanno riferiti ai contenuti della «Convenzione quadro per la tutela delle minoranze nazionali» e della «Carta europea delle lingue minoritarie»;
con questa legge l'intervento dello Stato italiano è finalizzato innanzitutto ai diritti civili del cittadino, quindi al diritto al nome e al cognome nella lingua della propria comunità (articolo 11) ed anche all'eventuale ripristino della forma originaria, se commutata in periodi pregressi dalle anagrafi comunali, nonché all'uso della toponomastica in lingua minoritaria nei comuni nei quali è presente tradizionalmente la comunità linguistica (articolo 10). L'operatività della legge è finalizzata, soprattutto, oltre alla tutela e alla conservazione, alla valorizzazione delle lingue minoritarie e di conseguenza gli interventi finanziari sono destinati a tre settori fondamentali e strategici per la sopravvivenza stessa delle minoranze linguistiche: il settore educativo, gli uffici della pubblica amministrazione e i mass media;
l'articolo 25 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 233, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, ha previsto una riduzione significativa alla legge 482/99 di 1.813.273 euro per il 2007, di 1.929.359 euro per il 2008 e 4.387.405 euro per il 2009;
impegna il Governo
a recuperare, le risorse finanziarie atte a dare piena attuazione al principio tutelato dall'articolo 6 della Costituzione.
9/1746-bis-B/59. (Testo modificato nel corso della seduta) Pertoldi, Strizzolo, Maran, Bressa, Cogodi, Cuperlo, Fadda, Francescato, Pegolo, Siniscalchi, Soro, Venier.
La Camera,
premesso che:
i 1364 commi dell'unico articolo della legge finanziaria 2007, la rendono di difficile lettura in quanto oggettivamente disorganica;
nella redazione di ogni progetto di legge il legislatore, sia esso il Governo che il Parlamento, è tenuto al rispetto dei criteri di semplicità, chiarezza e proprietà di formulazione dei testi normativi, al fine di soddisfare l'esigenza di fruibilità e conoscibilità della normativa vigente da parte del cittadino e degli utenti in generale;
rientra nella responsabilità del Governo attenersi al rispetto dei parametri fondamentali di corretto esercizio dei suoi poteri normativi;
la circolare del Presidente della Camera dei Deputati, recante «Regole e raccomandazioni per la formulazione tecnica dei testi legislativi», emanata il 20 aprile 2001, così come tutte le altre circolari in materia di drafting precedentemente emanate dal Presidente del Senato e dal Presidente del Consiglio dei Ministri, raccomandano, nel rispetto del principio di semplificazione, la partizione del testo in sezione, capo, titolo, parte e libro;
il testo dei precedenti maxiemendamenti, su cui è stata chiesta la fiducia in entrambi i rami del Parlamento, ha pregiudicato, sia alla Camera che al Senato, la possibilità di svolgere un attento esame dell'articolato nelle sue singole parti, violando così il dettato-costituzionale che, all'articolo 72, dispone che ogni legge deve essere approvata articolo per articolo e con votazione finale;
il disegno di legge finanziaria 2007, per come è stato redatto dai competenti uffici del Governo e per il numero abnorme. di disposizioni, si è tradotto in un testo incomprensibile e di difficile consultazione, che, in sede di applicazione delle norme, creerà seri problemi interpretativi;
impegna il Governo
nella qualità di titolare dell'iniziativa legislativa, a garantire, per il prosieguo delle sue attività normative, il rispetto delle vigenti regole finalizzate ad assicurare una più alta qualità della legislazione.
9/1746-bis-B/60. La Russa, Menia.
La Camera,
esaminato l'A.C. 1746-bis-B recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Finanziaria 2007);
considerata la grave situazioen della scuola italiana e della precarietà dei dirigenti scolastici nei loro posti di lavoro;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di garantire nella legge finanziaria 2007, la continuità di assorbimento di dirigenti scolastici incaricati.
9/1746-bis-B/61. (Testo modificato nel corso della seduta) Crema, Schietroma, Mancini.
La Camera,
esaminato l'A.C. 1746-bis-B recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Finanziaria 2007);
premesso che:
Poste Italiane, a causa della sopravvenuta indisponibilità della scorta di polizia per i trasporti valori, ha dovuto avvalersi, per contenere gli elevati rischi connaturati ai trasporti stessi, di imprese dotate di specializzazione e comprovata esperienza nel trasporto valori;
l'affidamento del servizio di trasporto valori agli istituti di vigilanza, scelti tra quelli in possesso delle licenze prefettizie, ex articolo 134 del T.U.L.P.S., ed, espressamente autorizzati all'esecuzione dei servizi richiesti era in passato effettuato tramite trattativa privata;
con le nuove disposizioni in materia di stazione appaltante il Gruppo Poste dovrebbe, differentemente per quanto accade per il settore bancario, fare ricorso a procedure ad evidenza pubblica che implicherebbero notevoli difficoltà di ordine organizzativo-gestionale e un aumento esponenziale dei costi di gestione del servizio quantificabile, in termini prudenziali, tra il 10 ed il 50 per cento rispetto a quelli attuali (verosimilmente, tra i 10 e i 40 milioni di euro);
il ricorso ad una procedura ad evidenza pubblica non porterebbe a concreti risultati sotto il profilo della concorrenza tra i fornitori, in quanto l'attività di movimentazione dei fondi, per la natura delicata della prestazione, è connotabile quale servizio «la cui prestazione deve essere accompagnata, in base a disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, da misure speciali di sicurezza»,
impegna il Governo
a valutare le necessarie iniziative dirette a connotare l'attività di movimentazione e trasporto di fondi e valori quale servizio la cui prestazione deve essere accompagnata, in base a disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, da misure speciali di sicurezza e, pertanto, non soggetta alla disciplina prevista dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
9/1746-bis-B/62. (Testo modificato nel corso della seduta) Di Gioia.
La Camera,
premesso che:
con la finanziaria 2007, pur improntata alla richiesta di sacrifici da parte dal Paese, si intravede la volontà di tenere le imprese al centro del progetto di crescita, e in questo quadro, per quanto riguarda il settore della nautica da diporto, una prima opportunità per dare il via alla fase operativa del «Patto per la promozione della 'cultura del mare»', sottoscritto dal Governo in occasione del recente Salone di Genova;
con la finanziaria 2007 vengono aumentati fino a dieci volte i canoni delle concessioni demaniali sui porticcioli turistici e le strutture nautiche, ferma rimanendo la durata delle stesse;
tale misura non potrà non incidere negativamente sulle imprese del settore sia sotto il profilo dei nuovi investimenti, sia sotto quello della competitività del turismo nautico italiano rispetto agli altri Paesi mediterranei;
impegna il Governo:
a istituire nell'ambito del Tavolo del Mare costituito presso il Ministero dei Trasporti, una sezione dedicata al settore della nautica da diporto per favorire una politica condivisa di promozione sociale della 'cultura del mare' e dell'andar per mare, attraverso la conoscenza, il confronto e lo studio di misure di incentivazione e semplificazione burocratica del comparto come ad esempio:
favorire l'eco compatibilità delle unità da diporto;
aggiornamento e semplificazione delle procedure amministrative del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto;
nuova normativa sulla navigazione e la sicurezza per il noleggio e locazione delle piccole e medie imbarcazioni;
semplificazione delle procedure di iscrizione e le modalità di gestione delle deroghe tecniche per le iscrizioni delle navi da diporto in uso commerciale per riportare sotto bandiera italiana molte imbarcazioni che prodotte nel nostro Paese vengono immatricolate all'estero.
9/1746-bis-B/63. (Testo modificato nel corso della seduta) Sanza, Villari.
La Camera,
premesso che:
la durata delle licenze e autorizzazioni generali nel settore delle comunicazioni elettroniche è attualmente disciplinata dall'ari. 25, comma 6, del decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259 (Codice delle comunicazioni elettroniche);
l'articolo 25, comma 6, del Codice fissa la durata delle autorizzazioni in questione in un periodo non superiore a 20 anni;
alla luce del quadro tecnologico, economico e concorrenziale delineatosi negli ultimi anni, l'esigenza di «prolungare l'orizzonte temporale di operatività degli operatori», assume attualità soprattutto con particolare riferimento alle licenze UMTS;
in tale settore si pone la necessità di assicurare agli operatori il completo ritorno degli ingenti investimenti effettuati per il conseguimento della licenza e l'installazione della rete; nonché un giusto margine sui medesimi investimenti;
un periodo di operatività della licenza insufficiente può influire negativamente sulla possibilità di sviluppare ulteriormente le nuove tecnologie e fornire servizi che comportino nuovi e rilevanti interventi infrastrutturali, in pregiudizio dello stesso «obiettivo generale della regolamentazione» di favorire lo sviluppo delle reti a larga banda;
il limite di durata ventennale, oggi previsto per le per le licenze UMTS ancora operative (e per un quarto già trascorso), potrebbe, pertanto, risultare inadeguato al fine di raggiungere i suddetti obiettivi, con possibili conseguenze di rallentamento degli investimenti o di disequilibrio economico degli operatori interessati; l'estensione della durata delle attuali licenze, ipotizzando una tassazione delle imprese al 33 per cento e risultati economici positivi delle imprese esercenti l'attività, darebbe luogo anche a un vantaggio immediato per l'erario, stimabile in circa 92 milioni di euro all'anno, per quanto dovuto dagli operatori mobili esercenti le licenze UMTS come potenziale maggiore gettito;
i vantaggi per l'Erario si confermano anche nell'ipotesi in cui non siano più applicabili gli oneri per ciascun 5Mhz dato in licenza agli operatori dal 21o anno in poi. Infatti nell'ipotesi. di non applicabilità di tali oneri dal 21o anno la riduzione degli introiti corrisponderebbe a 65 milioni di Euro l'anno, contro un vantaggio fiscale di 92 milioni di euro l'arino, per un netto positivo di 27 milioni di Euro l'anno,
impegna il Governo
a porre in essere tutti le iniziative, anche di carattere normativo, che consentano di estendere la durata delle autorizzazioni generali nelle comunicazioni elettroniche fino ad un periodo di trentacinque anni, anche in considerazione del fatto che esiste oggi un'ampia disponibilità di frequenze utilizzabili per sistemi mobili nelle bande dei 900 MHz, 1800 MHz, 1900 MHz, 2500 MHz. che potrebbero consentire l'ingresso di circa 40 nuovi operatori mobili.
9/1746-bis-B/64. D'Elpidio, Fabris.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 prevede il rifinanziamento degli interventi di cui all'articolo 1, comma 92, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, relativo al contributo pluriennale per la Fiera del Levante di Bari, la Fiera di Verona, la Fiera di Foggia e la Fiera di Padova;
la fiera di Vicenza, non compresa tra i beneficiari di detti interventi, riveste nondimeno un'importanza internazionale, considerato che organizza manifestazioni dedicate al grande pubblico ideali per aziende e operatori dei più svariati settori merceologici, nonché eventi e convegni internazionali sul settore orafo, fiere nazionali e dell'innovazione;
si ritiene quindi opportuno estendere anche ad essa i contributi per interventi infrastrutturali già previsti in favore delle fiere di Bari, Verona, Foggia e Padova,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di estendere il contributo di cui all'articolo 1, comma 92, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 anche agli interventi infrastrutturali relativi alla fiera di Vicenza.
9/1746-bis-B/65. Rocco Pignataro, Filippi.
La Camera,
premesso che:
il Passante di Mestre rappresenta una delle grandi opere autostradali realizzate per favorire il transito di passeggeri e merci nell'entroterra veneziano, lungo il corridoio adriatico e nella direzione dei Paesi dell'est europeo;
tale struttura consente, altresì, l'allontanamento del traffico dal centro urbano di Mestre e la decongestione di tutta l'area del nord-est;
la legge finanziaria per il 2007 prevede il contributo dello Stato per la realizzazione delle opere infrastrutturali della Pedemontana Lombarda, ma non considera la rilevanza strategica del Passante di Mestre;
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di autorizzare un contributo per la realizzazione delle opere di ambientalizzazione del Passante di Mestre.
9/1746-bis-B/66. (Testo modificato nel corso della seduta) Picano.
La Camera,
premesso che:
la legge n. 700 del 1983 prevedeva che la RIBS potesse intervenire esclusivamente nel settore bieticolo saccarifero;
successivamente, con la legge n. 236 del 1993 i compiti di intervento sono stati estesi «ad altri settori della produzione agricola»;
la mancata estensione dello strumento anche ai settori della pesca e dell'acquacoltura non sembra dettata da motivazioni strategiche;
si ritiene inoltre opportuna la predisposizione e l'approvazione dei programmi e progetti specifici di intervento da parte della RIBS anche a detti settori, non menzionati nella legge 7 agosto 1997, n. 266 concernente gli interventi urgenti. per l'economia;
altri strumenti di agevolazione settoriale, ad esempio, quelli previsti dal Decreto Legislativo n. 173 del 1998 relativi alla programmazione negoziata, infatti, considerano unitariamente i settori dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura; si reputa utile ampliare l'ambito di applicabilità degli interventi, al fine di consentire di finanziare iniziative in zone in cui le attività connesse alla pesca ed all'acquacoltura assumono rilevanza per assicurare lo sviluppo economico ed occupazionale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di estendere i benefici di cui all'articolo 2, comma 7 della legge 19 luglio 1993, n. 236 anche alla zootecnia, alla pesca e all'acquacoltura; a valutare l'opportunità di estendere i programmi e i progetti specifici di cui all'articolo 23, comma 1 della legge 7 agosto 1997, n. 266 anche ai prodotti della pesca e dell'acquacoltura.
9/1746-bis-B/67. Li Causi.
La Camera,
premesso che:
la legge finanziaria 2007 prevede apposite disposizioni in materia di circolazione e sicurezza stradale, nonché incentivi alla rottamazione di veicoli per il perseguimento di finalità di carattere ambientale;
tali disposizioni non risolvono il problema relativo alla sicurezza della macchine agricole presenti in Italia;
ai fini di una sicura circolazione stradale le macchine agricole devono essere omologate e devono osservare tutti i parametri richiesti dalla normativa vigente;
in particolare, l'articolo 111 del Codice della Strada prevede la revisione obbligatoria delle macchine agricole ed operatrici, ma tale norma non ha ancora ricevuto attuazione pratica a causa della mancanza di disposizioni normative relative alla indicazione delle scadenze e delle modalità per l'esecuzione della procedura di revisione;
inoltre la mancata revisione di tali veicoli consente la circolazione di macchine obsolete non rispondenti ai più moderi standard di sicurezza e con un elevato impatto ambientale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di assumere iniziative, anche normative, volte a risolvere la mancata attuazione della normativa relativa all'attuazione della revisione periodica obbligatoria delle macchine agricole.
9/1746-bis-B/68. Morrone.
La Camera,
premesso che:
il decreto legislativo n. 146 del 2000 relativo all'adeguamento delle strutture e degli organici dell'Amministrazione penitenziaria e dell'Ufficio centrale per la giustizia minorile, nonché relativo all'istituzione dei ruoli direttivi ordinario e speciale del Corpo di polizia penitenziaria, disciplina le modalità di costituzione dei predetti ruoli;
gli uffici dell'Amministrazione della Giustizia registrano una perdurante carenza strutturale a causa delle vacanze in organico di dirigenti amministrativi;
tali carenze costituiscono un impedimento ad un corretto funzionamento di settori nevralgici del Ministero della giustizia,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a definire un piano di assunzione a domanda dei vincitori di alcune procedure concorsuali per il reclutamento di 40 unità di personale con qualifica dirigenziale avviate dal Ministero della giustizia.
9/1746-bis-B/69. Giuditta.
La Camera,
premesso che:
è sempre più avvertita l'esigenza di accelerare le procedure di acquisizione all'Erario delle somme di cui sia stata disposta la confisca con sentenza definitiva, depositate presso istituti bancari o postali nonché a rendere certo l'incameramento delle somme che rimangono sui libretti di deposito che i legittimii titolari non provvedono a ritirare;
si tratta di somme, nella maggior parte dei casi, dì consistenza contenuta ma che per la loro quantità per anno e sul territorio nazionale acquistano un notevole rilievo economico,
impegna il Governo
a porre in essere tutte le iniziative anche di carattere normativo, che consentano di accelerare le procedure di acquisizione all'Erario di dette somme al fine di poterle versare anche solo sulla base di una comunicazione della cancelleria dell'ufficio giudiziario che ha emesso l'atto che ha determinato l'esecutività della confisca o della verificazione del mancato ritiro malgrado il tempo trascorso dalla comunicazione di messa a disposizione della somma in favore del titolare.
9/1746-bis-B/70. Del Mese.
La Camera,
premesso che:
in applicazione dei principi costituzionali di uguaglianza e parità di trattamento andrebbero trattati uniformemente il nuovo potere attribuito alla pubblica amministrazione di non procedere al pagamento dei propri debiti nei confronti dei suoi contraenti in presenza di debiti tributari di questi ultimi iscritti a ruolo;
parimenti andrebbe riconosciuto il diritto speculare del contribuente/contraente di vedere eseguiti i pagamenti dei suoi crediti esigibili nei confronti della pubblica amministrazione per mezzo dell'istituto della compensazione da applicare anche nel caso inverso, nel quale il contribuente non viene messo in grado di adempiere alle proprie obbligazioni tributarie a causa dell'inadempienza della pubblica amministrazione nei pagamenti delle forniture,
impegna il Governo
a valutare l'esigenza di porre in essere tutti gli opportuni provvedimenti, anche di carattere normativo, che consentano ai titolari di crediti verso le amministrazioni pubbliche di ottenere il pagamento in tempi certi, anche attraverso la possibilità di forme compensative tra il credito verso la pubblica amministrazione e il debito iscritto a ruolo.
9/1746-bis-B/71. Capotosti.
La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni la pratica dell'ippoterapia ha assunto un carattere scientifico tanto da poter essere riconosciuta come una vera tecnica terapeutica e riabilitativa;
tali sviluppi hanno portato a considerare l'ippoterapia un intervento olistico sulla persona che, quindi, ne beneficii a in modo integrale e profondo; l'ippoterapia scientifica, dunque, è considerata indispensabile per affrontare quadri di disabilità particolarmente seri;
in particolare, l'ippoterapia, se diretta e pianificata da professionisti specializzati., può essere un valido aiuto non solo per migliorare il disordine psico-motorio, ma anche le funzioni emotivo-affettive e cognitive,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere l'istituzione, presso il Ministero della Salute, di un Fondo a favore delle attività di riabilitazione equestre a carattere sanitario, a tal fine costituendo un'apposita Commissione ministeriale volta a stabilire i requisiti e le modalità di accesso al Fondo.
9/1746-bis-B/72. Pisacane.
La Camera,
premesso che:
nell'ordinamento esiste una definizione di «famiglia anagrafica» nell'ambito della quale i diversi soggetti presi in considerazione non godono delle stesse posizioni giuridiche soggettive,
impegna il Governo
a riconoscere a tutti i membri della famiglia anagrafica - così come definita all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 - le situazioni giuridiche soggettive pitl favorevoli già riconosciute solo ad alcuni di essi.
9/1746-bis-B/73. Turco.
La Camera,
premesso che:
con la (finanziaria 2007, pur improntata alla richiesta di sacrifici da parte dal Paese, si intravede la volontà di tenere le imprese al centro del progetto -di crescita, e in questo quadro, per quanto riguarda il settore della nautica da diporto, una prima opportunità per dare il via alla fase operativa del «Patto per la promozione della 'cultura del mare'», sottoscritto dal Governo in occasione dei recente Salone di Genova;
con la finanziaria 2007 vengono aumentati fino a dieci volte i canoni delle concessioni demaniali sui porticcioli turistici e le strutture nautiche, ferma rimanendo la durata delle stesse;
tale misura non potrà non incidere negativamente sulle imprese del settore sia sotto il profilo dei nuovi investimenti, sia sotto quello della competitività del turismo nautico italiano rispetto agli altri Paesi mediterranei,
impegna il Governo:
a istituire, nell'ambito del Tavolo del Mare costituito presso il Ministero dei Trasporti, una sezione dedicata al settore della nautica da diporto per favorire una politica condivisa di promozione sociale della `cultura del mare' e dell'andar per mare, attraverso la conoscenza, il confronto e lo studio di misure di incentivazione e semplificazione burocratica dei comparto come ad esempio:
favorire l'eco compatibilità delle unità da diporto;
aggiornamento e semplificazione delle procedure amministrative del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto;
riconoscimento del porto turistico tra le strutture ricettive con la conseguente applicazione dell'iva ridotta;
la non imponibilità Iva per le operazioni di unità da diporto destinate all'esercizio di attività commerciali;
nuova normativa sulla navigazione e la sicurezza per il noleggio e locazione delle piccole e medie imbarcazioni;
semplificazione delle procedure di iscrizione e le modalità di gestione delle deroghe tecniche per le iscrizioni delle navi da diporto in uso commerciale per riportare sotto bandiera italiana molte imbarcazioni che prodotte nel nostro Paese vengono immatricolate all'estero.
9/1746-bis-B/74. Nardi, Fabris, Brugger, Donadi, Leoluca Orlando, Cesa, Leone, Gianfranco Fini, De Luca, Barani, Martino, Fallica, Intrieri, Brigandì, Dato, De Mita, Giovanardi, Reina, Del Bue, Barbi.
La Camera,
premesso che:
l'inopinata proposizione, con la conseguente inopportuna approvazione da parte del Senato in sede di votazione sulla fiducia, del comma 1343 del disegno di legge finanziaria per il 2007 concernente il mutato regime di decorrenza dei termini di prescrizione in materia di illeciti contabili, riproposto in terza lettura all'esame della Camera dei Deputati ancora con la questione di fiducia, ha destato sconcerto e viva preoccupazione, come è anche detto nel parere espresso dalla Commissione Giustizia;
siffatta disposizione, che appare espressione di una linea condonista e perdonista già manifestatasi con l'approvazione dell'indulto e con altri provvedimenti che hanno incontrato la disapprovazione dell'opinione pubblica, è incompatibile con il rispetto dei princìpi di legalità e di certezza delle regole e dell'effettività delle relative sanzioni;
la sua entrata in vigore, come già denunciato dalla Corte dei conti, vanificherebbe il lavoro svolto dalla giustizia contabile e dagli organi accertatori ed indurrebbe un pericoloso sentimento di impunità negli amministratori pubblici, che invece sono chiamati a far rispettare proprio le norme amministrative e contabili, e sfiducia dei cittadini verso le regole, i pubblici funzionari, il Governo ed il Parlamento;
per di più, la disposizione è in maniera incongrua inserita in seconda lettura in un disegno di legge finanziaria proteso in maniera penetrante alla ricerca di risorse finanziarie da utilizzare per lo sviluppo, mentre la sua entrata in vigore darebbe invece luogo alla rilevante riduzione delle entrate connesse con l'accertamento delle violazioni e l'esecuzione delle sanzioni connesse al danno contabile,
impegna il Governo
ad adottare tutti i provvedimenti normativi necessari ed urgenti volti ad evitare che la citata disposizione abbia successivamente efficacia anche per un solo minuto.
9/1746-bis-B/75. Palomba.
La Camera,
premesso che:
il Documento di programmazione economica e finanziaria, che avrebbe dovuto trovare il suo conseguente quadro attuativo nella Legge Finanziaria, aveva individuato le priorità di intervento per lo sviluppo del Paese in tre pilastri: politiche per la crescita, risanamento dei conti pubblici e politiche per l'equità;
all'interno delle politiche per la crescita si collocavano le azioni per promuovere la concorrenza, quelle per la ricerca e per la dimensione delle imprese, quelle delle infrastrutture e dell'energia, quelle per la qualità, efficacia e modernizzazione delle pubbliche amministrazioni;
all'interno del risanamento dei conti pubblici, la revisione dell'organizzazione dello Stato, del sistema pensionistico, di quello sanitario e il federalismo fiscale, in quadro di contenimento dei costi ed in particolare dei costi della politica;
all'interno delle politiche per l'equità, gli interventi per la famiglia, per l'infanzia e per gli anziani;
gli interventi nei settori suddetti erano ritenuti elementi indispensabili per ridare al Paese un percorso virtuoso di sviluppo economico e di ripresa dell'occupazione;
in realtà la Legge Finanziaria così come è risultata al termine del suo percorso legislativo ha solo in parte corrisposto alle necessità evidenziate dal Documento di programmazione economica e finanziaria;
il programma di Governo così come concordato dalla coalizione individuava una serie di azioni anch'esse ritenute prioritarie per raggiungere lo scopo di realizzare una società più moderna nella quale la libertà dei singoli si coniugasse alla solidarietà nei confronti dei più deboli;
tra queste priorità possiamo ricordare il conflitto d'interessi, la giustizia, la sicurezza, la riduzione dei costi della politica, la tutela dei consumatori e dei risparmiatori, il lavoro nella flessibilità, ma non nella precarietà, l'informazione, il Mezzogiorno, le infrastrutture ed anche, naturalmente, i nuovi diritti ed in particolari le unioni civili;
la graduazione delle priorità non può che essere posta in relazione agli obiettivi del Governo in un quadro complessivo che deve avere come orizzonte l'intera legislatura;
tuttavia, alcune delle azioni di Governo richiedono attuazione immediata, mentre altre possono ragionevolmente trovare realizzazione in tempi meno pressanti;
è di piena evidenza che la gestione dell'emergenza richiede prima di tutto il bisogno di ridare al Paese prospettive ragionevoli per il suo futuro;
la rilevanza della manovra contenuta nella legge finanziaria ha alla sua base l'idea di innescare un immediato meccanismo virtuoso che permetta nei prossimi anni una riduzione del carico fiscale sui cittadini ed in particolare sulle fasce a reddito più debole;
solo il completamento della manovra con le altre misure economiche in precedenza delineate può consentire il perseguimento dell'obiettivo testé indicato;
tale obiettivo è dunque quello che deve guidare l'ordine degli interventi di cui si deve far carico il Governo,
impegna il Governo
ad avviare con tempestività i provvedimenti legislativi che riguardano gli obiettivi già individuati nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria e dunque quelli attinenti alla sfera dell'economia e del rinnovamento della Pubblica amministrazione con i correlati interventi di riduzione di costi della politica prima di procedere ad azioni che riguardino aspetti attinenti la sfera dei diritti individuali delle persone, senza che ciò peraltro possa significare che questi ultimi siano meno importanti degli altri.
9/1746-bis-B/76. Donadi, Borghesi.
La Camera,
premesso che
l'articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.504, prevede l'esenzione dall'ICI per gli immobili utilizzati dagli enti non commerciali, tra cui gli enti ecclesiastici, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive e di culto;
tale disposizione è stata oggetto di una serie di interventi legislativi di interpretazione autentica, che senza modificarla formalmente ne hanno tuttavia alterato il significato e le finalità originari, nonché ridotto sensibilmente l'ambito applicativo, con grave danno per le entrate comunali;
da ultimo, in particolare, l'articolo 39 del decreto-legge 4 luglio 2006, n.223, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n.248 (c.d decreto Bersani-Visco) ha disposto che l'esenzione in oggetto si intende applicabile alle «attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale»;
per effetto di tale disposizione interpretativa una serie di attività commerciali poste in essere da enti non commerciali beneficiano, per il solo fatto di avere carattere promiscuo e non esclusivo, dell'esenzione dall'ICI; in altri termini, l'esenzione dail'ICI trova oggi applicazione anche nei casi in cui la natura commerciale dell'attività sia assolutamente prevalente (benché non esclusiva) e, al contrario, le finalità individuate dall'articolo 7 comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.504, abbiano carattere limitato o addirittura residuale;
con specifico riferimento agli enti ecclesiastici, una recente sentenza della Corte di Cassazione (8 marzo 2006) ha affermato che «Un ente ecclesiastico può svolgere liberamente nel rispetto delle leggi dello Stato anche un'attività di carattere commerciale, ma non per questo si modica la natura dell'attività stessa e, soprattutto, le norme applicabili al suo svolgimento rimangono, anche agli effetti tributari, quelle previste per le attività commerciali, senza che rilevi che l'ente le svolga oppure no in via esclusiva»;
risulta che la Commissione europea abbia già informalmente sollecitato il Governo a rivedere la normativa in esame, in quanto configurerebbe un illecito aiuto di Stato e una distorsione della concorrenza a vantaggio di alcuni operatori, fondata unicamente sulla natura giuridica dei soggetti,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di intervenire sulla materia, con le opportune iniziative normative amministrative, al fine di escludere che dall'applicazione dell'articolo l'articolo 7, comma 1, lettera i), dei decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.504, possano derivare, anche in via di fatto, privilegi fiscali a favore di determinati soggetti nell'esercizio di attività di carattere commerciale, anche nel caso in cui queste non abbiano carattere esclusivo.
9/1746-bis-B/77. (Testo modificato nel corso della seduta) Beltrandi.
La Camera,
premesso che:
il tema dei costi eccessivi ed impropri della politica, e della necessità di abbattere in modo drastico le incrostazioni clientelari che appesantiscono gli apparati pubblici, è stato tra i punti nodali del dibattito sulla legge finanziaria;
all'iniziativa del governo, che aveva introdotto già nella proposta iniziale alcune norme di ridotta portata, si è affiancata l'iniziativa parlamentare, che ha puntato a dare maggiore incisività ed efficacia alle proposte già in campo, e a porre nuove questioni all'attenzione delle Camere;
i risultati conseguiti costituiscono un primo passa in avanti. Ma non sono mancati segnali contraddittori ed errori manifesti, la cui correzione è indispensabile per evitare che l'opinione pubblica riversi critiche indiscriminatamente negative sul ceto politico e sulle istituzioni;
in molti casi, è accaduto che la maggioranza avesse, con il concorso e l'assenso dello stesso governo, maturato soluzioni corrette, poi stravolte nella definitiva formulazione del maxiemendamento presso la Presidenza del consiglio per il voto di fiducia. Tanto che molte delle critiche che oggi guardano all'iter parlamentare di formazione della legge finanziaria andrebbero invece più correttamente poste alla Presidenza del consiglio ed al rapporto che questa ha tenuto con la maggioranza parlamentare da un lato, e gli interessi che contro il volere di quella maggioranza hanno trovato ingresso dall'altro;
è necessario anzitutto sopprimere la norma sulla prescrizione nei giudizi davanti alla Corte dei conti, che pone il centrosinistra a rischio di subire critiche devastanti, analoghe a quelle tante volte indirizzate nella precedente legislatura contro il governo Berlusconi allora in carica;
va poi restituito il carattere di generalità alla regola del tetto massimo agli emolumenti pubblici fissato in rapporto allo stipendio del primo presidente della Corte di cassazione. Va dunque soppressa la raffinata casistica conclusivamente introdotta, che permette esenzioni e deroghe e giunge persino a riconoscere una vera e propria scala mobile per retribuzioni di 750.000 euro ed oltre;
vanno, ancora, cancellate le norme che introducono ipotesi di spoils system, che fittiziamente cancellano strutture per istituirne parallelamente altre (alta commissione), o che persistono nel malvezzo di istituire strutture speciali e ad hoc per interessi che bene potrebbero essere perseguiti attraverso le molteplici amministrazioni, centrali e locali, che insistono sul territorio;
vanno infine corrette le norme dalle quali si può desumere che i ministri di riferimento sono stati catturati dagli interessi dicasteriali sottostanti, come è accaduto nel caso dell'accorpamento delle scuole di formazione per il personale e la dirigenza pubblica;
vanno nei tempi più brevi attuati principi di trasparenza e conoscibilità della gestione da parte dei soggetti pubblici, ed in specie delle amministrazioni elettive regionali e locali, al fine di contenere possibili fenomeni di degenerazione clientelare, come ad esempio il proliferare delle società miste, che hanno destato vasta eco e preoccupazione nell'opinione pubblica,
impegna il Governo:
ad adottare, nel tempo intercorrente tra la promulgazione e pubblicazione della legge finanziaria e il prodursi dei suoi effetti a partire dal 1 gennaio 2007, un decreto-legge che disponga la soppressione della norma sulla prescrizione nei giudizi davanti alla Corte dei conti (comma 1346);
a monitorare l'applicazione delle previsioni contenute nella legge finanziaria che aumentano considerevolmente la spesa pubblica e i costi della politica al fine di valutare l'opportunità di modificarle con particolare riferimento ai seguenti aspetti:
compensi amministratori società partecipate (comma 467): soppressione di previsioni di aumenti e quote variabili, rivalutazioni in relazione al tasso di inflazione programmato e deroghe che portano a superare l'importo di 500.000 euro annui;
soppressione dell'Alta Commissione di studio di cui alla legge 27 dicembre 2002 n. 289 e contestuale istituzione della Commissione tecnica per la finanza pubblica (comma 475 e seguenti);
istituzione dell'Agenzia per la formazione dei dirigenti e dipendenti delle amministrazioni pubbliche-Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione (comma 581) valutando l'opportunità di prevedere che con l'istituzione dell'Agenzia per la formazione si proceda contestualmente alla soppressione delle precedenti scuole e istituti inquadrati nei rispettivi ministeri (Istituto diplomatico, Scuola Superiore dell'amministrazione dell'Interno e Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze);
tetto di 250.000 euro degli emolumenti riferito al primo presidente Corte di cassazione (comma 594), valutando l'opportunità di prevedere che non sia limitato ai soli dirigenti a contratto esterno ma sia valido anche per tutti gli altri dirigenti e manager di Stato;
voli transcontinentali di prima classe per dirigenti di prima fascia (comma 469);
consiglieri e referendari medici in servizio presso l'Ufficio medico della Presidenza del Consiglio (comma 802), valutando l'opportunità di escludere la previsione che tali figure possano svolgere attività professionali sanitarie esterne ovvero prevedere che la Presidenza del Consiglio si avvalga di prestazioni e servizi sanitari esterni;
soppressione dell'Istituto per la Montagna e contestuale istituzione dell'Ente italiano per la montagna (commi 1283-1287);
a dare immediata esecuzione alle norme della legge finanziaria (commi 588-592) per cui i soggetti pubblici sono tenuti a fornire ad una banca dati presso il Dipartimento della funzione pubblica una completa informazione, finora assai difficilmente reperibile, sulle società e i consorzi cui partecipano.
9/1746-bis-B/78. D'Elia, Pettinari.
La Camera,
in considerazione delle detrazioni lrpef, assegni familiari e altre disposizioni previste, anche dalla Legge Finanziaria, a favore dei nuclei familiari,
impegna il Governo
a considerare nell'applicazione delle norme richiamate come nuclei familiari quelli sanciti dall'articolo 29 della Costituzione che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio ed a informare la propria legislazione a tale precetto costituzionale.
9/1746-bis-B/79. Paoletti Tangheroni, Bertolini, Cossiga, Garavaglia, Volontè, Armani, Misuraca, Gasparri.
La Camera,
premesso che:
con la finanziaria 2007, pur improntata alla richiesta di sacrifici da parte dal Paese, si intravede la volontà di tenere le imprese al centro del progetto di crescita, e in questo quadro, per quanto riguarda il settore della nautica da diporto, una prima opportunità per dare il via alla fase operativa del «Patto per la promozione della 'cultura del mare»', sottoscritto dal Governo in occasione del recente Salone di Genova;
con la finanziaria 2007 vengono aumentati fino a dieci volte i canoni delle concessioni demaniali sui porticcioli turistici e le strutture nautiche, ferma rimanendo la durata delle stesse;
tale misura non potrà non incidere negativamente sulle imprese del settore sia sotto il profilo dei nuovi investimenti, sia sotto quello della competitività del turismo nautico italiano rispetto agli altri Paesi mediterranei,
impegna il Governo:
a istituire nell'ambito del Tavolo del Mare costituito presso il Ministero dei Trasporti, una sezione dedicata al settore della nautica da diporto per favorire una politica condivisa di promozione sociale della 'cultura del mare' e dell'andar per mare, attraverso la conoscenza, il confronto e lo studio di misure di incentivazione e semplicazione burocratica del comparto come ad esempio:
favorire l'eco compatibilità delle unità da diporto;
aggiornamento e semplifcazione delle procedure amministrative del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto;
nuova normativa sulla navigazione e la sicurezza per il noleggio e locazione delle piccole e medie imbarcazioni;
semplificazione delle procedure di iscrizione e le modalità di gestione delle deroghe tecniche per le iscrizioni delle navi da diporto in uso commerciale per riportare sotto bandiera italiana molte imbarcazioni che prodotte nel nostro Paese vengono immatricolate all'estero.
9/1746-bis-B/80. (Testo modificato nel corso della seduta) Cioffi.
La Camera,
premesso che:
per quanto riguarda i temi eticamente sensibili l'iniziativa legislativa è stata costantemente assunta dal Parlamento e non dal Governo in quanto su tali questioni non possono prevalere vincoli di partito o di alleanza perché inerenti i valori personali cui ciascun parlamentare ispira il proprio agire;
la Costituzione della Repubblica, all'articolo 29, riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio;
per quanto riguarda i diritti delle persone che hanno costituito una coppia di fatto esistono già nel nostro ordinamento norme civilistiche atte a disciplinare e a tutelare gran parte di tali diritti attraverso la formalizzazione di appositi accordi e/o contratti;
su tale materia esistono divergenze dì posizione all'interno dei diversi schieramenti politici e di quasi tutti i partiti, al punto che i leader di alcuni di questi hanno già dichiarato che, nel caso in cui il Parlamento fosse chiamato ad esprimersi sul punto, lasceranno libertà di voto ai propri parlamentari,
impegna il Governo
ad operare in modo che ogni iniziativa legislativa in materia di regolamentazione dei diritti delle coppie di fatto sia affidata al più ampio e libero confronto parlamentare ed in ogni caso a non equiparare in alcun provvedimento normativo le stesse alle famiglie di cui all'articolo 29 della Costituzione.
9/1746-bis-B/81. (Testo modificato nel corso della seduta) Fabris, Adenti, Affronti, Capotosti, Cioffi, Del Mese, D'Elpidio, Giuditta, Li Causi, Morrone, Picano, Rocco Pignataro, Pisacane, Satta.
La Camera,
premesso che:
è stato previsto di concorrere alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni sia attraverso misure specifiche di stabilizzazione sia attraverso l'istituzione di un fondo finalizzato alla realizzazione di piani straordinari;
che tale fondo è istituito per l'assunzione a tempo indeterminato di personale già assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali non a tempo indeterminato,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori opportune iniziative volte a garantire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari.
9/1746-bis-B/82. (Testo modificato nel corso della seduta) Rao, Lo Monte, Neri, Oliva, Reina.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 1 comma 341 della legge n. 266 del 23 dicembre 2005 si prevedeva l'autorizzazione di spesa correlata alla costituzione della Fondazione per la promozione dello sviluppo della Ricerca avanzata nel campo delle Biotecnologie;
la riduzione della detta autorizzazione di spesa può compromettere la realizzazione di un importante Centro di ricerca Biomedico e Biotecnologico (RLMED) che sarebbe dovuto sorgere a Carini;
il progetto, nato dalla collaborazione con l'Università di Pittsburg, il Centro Nazionale delle Ricerche, l'ISMETT, la Regione Siciliana, l'ASL 6 e la città di Carini, avrebbe portato a coprire 600 posti di lavoro, con l'impiego di figure professionali altamente specializzate ed impegnate sulle frontiere della ricerca medica;
ridurre i fondi per la realizzazione del RI.MED rischierebbe di compromettere il progetto e recherebbe un grave danno al Paese perché lo priverebbe di un Polo di ricerca all'avanguardia e alla Sicilia e al territorio di Carini (PA) poiché verrebbe meno un indotto economico in grado di consolidare nel tempo uno scenario fortemente vitale e dinamico,
impegna il Governo
ad assumere tutte le iniziative e misure idonee per la realizzazione del Centro di ricerca Biomedico e Biotecnologico (RLMED) nel territorio di Carini (PA), ristabilendo i fondi originariamente destinati al progetto.
9/1746-bis-B/83. Lo Monte, Oliva, Neri, Rao, Reina, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
la Sicilia ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo dell'industria chimica e petrolchimica in Italia, ospitando complessi industriali di notevole estensione in diverse località di notevole valore naturalistico e archeologico, come Augusta, Priolo, Melilli, Gela e Milazzo;
i territori dei comuni siciliani in cui sono stati istallati e insistono tuttora impianti di raffinazione petrolifera, nonché alcuni comuni limitrofi, hanno subito negli anni devastazioni enormi e forse irreversibili, considerati i livelli di inquinamento del suolo, delle coste e dei tratti di mare antistanti;
tra la popolazione residente nei comuni interessati dai fenomeni descritti sono stati riscontrati casi di malformazioni prenatali, tumori, malattie renali, respiratorie e cardiovascolari in percentuali notevolmente superiori alla media nazionale,
impegna il Governo
a considerare la disposizione prevista dall'articolo 1, comma 833, del progetto di «Legge Finanziaria 2007» come un primo riconoscimento, a titolo di risarcimento, cui faranno seguito ulteriori e più significativi interventi.
9/1746-bis-B/84. Oliva, Lo Monte, Neri, Rao, Reina, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
la drammatica situazione in cui versano l'ordine e la sicurezza pubblici, particolarmente nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia e, ancora più particolarmente, in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia;
la prima e più efficace forma di contrasto al diffondersi della delinquenza comune ed all'espandersi del controllo del territorio da parte della criminalità organizzata è rappresentato da una efficace e visibile presenza dello Stato;
il progressivo depauperamento degli organici delle strutture periferiche delle forze dell'ordine è stato interpretato come volontà di arretramento dello Stato rispetto alla sua istituzionale funzione di contrasto ad ogni forma di illegalità e di garanzia della sicurezza di ogni cittadino ed è coinciso, non casualmente, con un incremento delle attività criminose comuni e di tipo mafioso;
appare quindi necessario invertire una tendenza che precipiterebbe il Mezzogiorno d'Italia in una situazione che farebbe impallidire anche il peggiore «Far West» più volte e, più o meno a proposito, richiamato per descrivere la quotidiana realtà di molte città italiane,
impegna il Governo
a garantire, attraverso una adeguata politica di mobilità del personale e attraverso una destinazione di personale non inferiore al 60 per cento delle assunzioni previste per l'anno 2007, la totale copertura dei posti in pianta organica delle strutture territoriali delle forze dell'ordine nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia ed a mantenere in funzione tutte le strutture territoriali in questione in atto operanti.
9/1746-bis-B/85. Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
il comma 869 dell'articolo 1 del provvedimento relativo alla finanziaria per il 2007 prevede che le risorse individuate con delibere CIPE n. 19/2004, del 29 settembre 2004, n. 34/05, del 27 maggio 2005, e n. 2/06, del 22 marzo 2006, per gli anni 2006 e 2007 e destinate a Sviluppo Italia Spa per contributi a fondo perduto a favore dell'autoimprenditorialità e dell'autoimpiego, siano versate all'entrata del bilancio dello Stato per una quota di 225 milioni di euro nell'anno 2007 e di 75 milioni di euro nell'anno 2008;
le citate delibere CIPE n. 19/2004, n. 34/2005 e n. 2/2006, ai sensi dell'articolo 27, comma 11, della legge n. 488/1999, hanno previsto cumulativamente per l'autoimprenditorialità e l'autoimpiego giovanile le seguenti somme, per i relativi anni: 640 milioni di euro per il 2006, 150 milioni di euro per il 2007 e 50 milioni di euro per il 2008;
i giovani appartenenti alle associazioni dei giovani agricoltori di tutte le organizzazioni professionali agricole nazionali hanno appreso con condivisibile preoccupazione tale previsione, facendo notare il rischio i giovani imprenditori non abbiano più a disposizione uno strumento finanziario efficace che prevede contributi a fondo perduto e mutui agevolati per gli investimenti, contributi a fondo perduto in conto gestione, assistenza tecnica e formazione;
il decreto legislativo n. 185 del 2000 (per diversi anni inefficace in attesa delle valutazioni della Commissione europea) e recante «incentivi all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego, in attuazione dell'articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144», ha iniziato ad operare relativamente da poco tempo iniziando a produrre i propri effetti solo dal 2005;
in considerazione del ruolo centrale del ricambio generazionale in agricoltura e dell'alto tasso di senilizzazione dell'agricoltura italiana in particolare, così come illustrato nel piano per lo sviluppo per l'imprenditoria giovanile in agricoltura, presentato dall'OIGA (organizzazione internazionale dei giovani agricoltori) durante la Conferenza programmatica di Bologna il 16-17 novembre, e per quanto sopra richiamato, sarebbe opportuno che il Governo, con successivi atti, nelle more della ripartizione dei fondi tramite CIPE, confermasse per gli anni 2007 e 2008, le risorse per l'autoimprenditorialità e l'autoimpiego giovanile ai sensi della normativa vigente,
impegna il Governo
a valutare la necessità di assegnare risorse adeguate a decorrere dall'anno 2007 e per gli anni successivi alle misure in favore dell'autoimprenditorialità e dell'autoimpiego come sopra individuate ed in tal senso a confermare le risorse previste a legislazione vigente per gli anni 2007 e 2008.
9/1746-bis-B/86. Fundarò, Lion.
La Camera,
considerato che:
sussiste un accordo Stato-regioni del 19 giugno 2003 e successivi protocolli sottoscritti tra i Ministeri della pubblica istruzione, del lavoro e previdenza sociale e le singole regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali triennali di istruzione e formazione professionale, già definiti negli standard di base e tecnico professionali;
sono stati evidenziati esiti positivi dai monitoraggi ISFOL relativi al successo formativo conseguito da un numero crescente di studenti che, in uscita dalla terza media, si sono orientati al raggiungimento della qualifica e del diploma professionale;
l'articolo 117 della Costituzione dichiara materia di legislazione concorrente la definizione del sistema dell'istruzione e della formazione professionale;
sussistono degli impegni che l'Italia ha assunto nel Consiglio dei ministri di Lisbona, nel qualificare il proprio sistema educativo e nel contrastare gli elevati tassi di dispersione che ancora oggi caratterizzano il nostro Paese;
data la necessità di una adeguata fase transitoria vi è, dal punto di vista organizzativo, l'esigenza dell'introduzione dell'obbligo di istruzione e per non vanificare i risultati positivi conseguiti dai percorsi triennali avviati nel 2003:
impegna il Governo
al fine di facilitare l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ad adottare iniziative volte a consentire, d'intesa con le regioni, fino alla completa attuazione del riordino del secondo ciclo, la prosecuzione dei suddetti percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per i giovani che, in uscita dalla terza media, intendano conseguire una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo;
ad adottare iniziative volte a definire un sistema formativo più completo che integri i predetti percorsi triennali, con un ulteriore anno per il conseguimento del diploma professionale.
9/1746-bis-B/87. (Nuova formulazione) Aprea, Garagnani, Adornato, Bonaiuti, Carlucci, Lainati, Martusciello, Palmieri, Pescante.
La Camera,
considerato che la legge di finanza pubblica per il 2007 è completamente errata sotto il profilo tecnico-economico e non tiene conto dello fortissimo aumento delle entrate fiscali che si è verificato, rispetto alle previsioni iniziali, nel corso del 2006, grazie alla politica economica del governo Berlusconi che ha prodotto una ripresa significativa del P.I.L.;
ricordato che tale incremento delle entrate, stimato in oltre 15 miliardi di euro, avrà effetti anche nel 2007 il che riduce la necessità di interventi sull'andamento della finanza pubblica per rispettare gli impegni con l'UE;
rilevato che malgrado questi eventi favorevoli l'ammontare della stretta fiscale prevista della legge finanziaria e dai provvedimenti collegati è eccessivo e tale da indebolire la ripresa economica come rilevato in questi giorni anche dal Centro studi di Confindustria,
impegna il Governo
a rivedere profondamente la politica finanziaria e fiscale, tenendo soprattutto conto del forte aumento delle entrate rispetto alle previsioni iniziali del 2006 ed utilizzando tali risorse per il sostegno dello sviluppo e per ridurre la pressione fiscale.
9/1746-bis-B/88. Armosino, Jannone, Casero, Ravetto.
La Camera,
considerato che il Governo ha scelto di anticipare la riforma della previdenza complementare dal 1o gennaio 2008 al 1o gennaio 2007;
che in relazione a questa scelta, il 13 novembre 2006, ha varato un decreto-legge riguardante «Misure urgenti in tema di previdenza complementare»;
che dopo il termine dell'esame in Commissione Lavoro, il Governo ha deciso di non chiedere di calendarizzare in Aula alla Camera il disegno di legge di conversione e quindi di far decadere il decreto stesso;
che in Commissione Lavoro è stato approvato all'unanimità un emendamento al suddetto decreto che permette di poter ricevere nuove adesioni anche con il conferimento del Tfr a decorrere dal 1o gennaio 2007, alle forme pensionistiche complementari, fermo restando l'obbligo di chi gestisce i fondi di procedere ai dovuti adeguamenti entro il 31 marzo;
che nel testo del maxiemendamento licenziato dal Senato non è stato recepito il contenuto del citato emendamento;
che in XI Commissione, in seconda lettura, è stato approvato il medesimo emendamento alla Finanziaria 2007 con i voti favorevoli dell'opposizione e l'astensione della maggioranza,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative al fine di consentire ai lavoratori di scegliere effettivamente dal 1o gennaio 2007 tra tutte le diverse forme pensionistiche complementari, aumentando, così, l'offerta e la concorrenza in questo settore.
9/1746-bis-B/89. Baldelli, Campa, Fabbri, Fratta Pasini, Galli, Giacomoni, Mistrello Destro, Pelino, Prestigiacomo, Lo Presti, Delbono, Buglio.
La Camera,
premesso che:
la manovra economica per il 2007 non stanzia adeguate risorse economiche per la tutela dell'ordine pubblico e per la sicurezza dei cittadini;
infatti, l'aumento degli organici della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri non sembrano essere così consistenti da garantire, sotto il profilo della prevenzione e della repressione dei reati, la sicurezza interna, soprattutto in zone ad alta densità di criminalità organizzata dove il cittadino vive in una condizione di continuo allarme sociale e di disagio quotidiano;
è anche necessario ricordare che il nostro Paese, sotto il profilo del terrorismo internazionale, vive in condizioni di costante pericolo;
notevoli sono stati i successi del Governo della Casa delle Libertà nella passata legislatura sotto il profilo della sicurezza interna con l'arresto di numerosi latitanti appartenenti alla criminalità organizzata e con la sconfitta del terrorismo interno che, dopo una fase di stasi stava rialzando la testa;
garantire la sicurezza ai propri cittadini è uno dei compiti fondamentali per uno Stato ed è necessario approntare tutte le risorse necessarie per offrire una presenza costante delle forze dell'ordine, perché il cittadino non si senta abbandonato di fronte ai fenomeni criminosi, ma senta vicina la presenza dello Stato;
il Ministro dell'interno Amato aveva fatto importanti dichiarazioni in cui criticava la scarsità di risorse economiche nella manovra per il 2007 sul problema della sicurezza e della tutela dell'ordine pubblico;
il contrasto alla piccola e grande criminalità e al terrorismo interno ed internazionale sono compiti che il Governo non dovrebbe trascurare al fine di determinare tutte quelle condizioni perché i cittadini onesti possano vivere in condizioni di sicurezza,
impegna il Governo
a incrementare gli organici delle forze dell'ordine per contrastare adeguatamente tutte le forme di criminalità e il terrorismo interno e internazionale;
a non vanificare i brillanti risultati ottenuti dal Governo nella passata legislatura sotto il profilo del contrasto della criminalità organizzata e del terrorismo.
9/1746-bis-B/90. Bertolini, Costa, Paniz, Cossiga, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
con l'articolo 1 comma 35 del disegno di legge per la Finanziaria 2007 si propone l'abrogazione dei commi 7 e 8 dell'articolo 11-quinquiesdecies del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203 convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248 con i quali si è riconosciuto il diritto alla detrazione dell'IVA sugli acquisti e sulle importazioni di beni e servizi necessari per realizzare le operazioni inerenti e connesse all'organizzazione e all'esercizio dei giochi e delle scommesse, tra le quali sono da ricomprendere le operazioni relative all'esercizio del gioco nelle case da gioco;
il venir meno di tale regime di detraibilità dell'IVA introdotto con le norme in discorso costituisce, indubbiamente, un ulteriore motivo di preoccupazione per le gestioni delle case da gioco, già sottoposte ad un prelievo fiscale eccessivamente gravoso ed investite da una crisi derivante dal notevole sviluppo che stanno assumendo il gioco on line e tutti gli altri giochi con vincite in denaro (oltre 200.000 new slot con vincita elevata a 100 euro, nonché i due bandi dei Monopoli di Stato con i quali si attribuiscono nuove concessioni di gioco), nonché dallo sviamento della clientela verso i locali dei paesi confinanti, che non hanno i vincoli delle imprese italiane;
in aggiunta all'eccessivamente gravoso prelievo tributario i tassi di premio INAIL sono stati recentemente elevati dall'originario 5 per mille a percentuali superiori al 30 per mille, per altro diversificate per ciascuna azienda;
il Governo deve adottare entro il mese di agosto 2007, ai sensi della legge 25 gennaio 2006, n. 29 i decreti legislativi occorrenti a dare attuazione alla direttiva CE 2005/60/CE, in ordine alla normativa antiriciclaggio applicabile alle case da gioco:
impegna il Governo
a considerare l'opportunità di adottare, previa consultazione delle categorie interessate, iniziative idonee a risolvere le problematiche evidenziate in premessa.
9/1746-bis-B/91. (Nuova formulazione) Boscetto, Bertolini, Biancofiore, Bruno, Carfagna, Cicchitto, Fitto, La Loggia, Santelli, Verdini.
La Camera,
considerato che:
il comma 1287 prevede, premiando il colpevole, che non sono ripetibili le somme incassate da cittadini extracomunitari per il «bonus bebe» di 1000 euro, introdotto dal comma 333 dell'articolo 1 della Finanziaria per il 2006;
meglio sarebbe stato individuare le risorse per estendere il bonus anche ai figli degli extracomunitari rispettosi della legge,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative per consentire il «bonus bebe» anche per il 2007, senza distinzioni tra cittadini ed extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno.
9/1746-bis-B/92. Brusco, Ferrigno, Garavaglia.
La Camera,
considerato che:
il comma 1003 prevede una spesa di 100 milioni di euro per l'anno 2008 per lo sviluppo delle filiere logistiche dei servizi ed interventi concernenti i porti con connotazioni di hub portuali di interesse nazionale, nonché per il potenziamento dei servizi mediante interventi finalizzati allo sviluppo dell'intermodalità e delle attività di transhipment;
il porto di Oristano, situata al centro della costa occidentale dell'isola, costituiva il fulcro dei commerci mediterranei già al tempo dei Fenici; la sua collocazione a metà della rotta Suez-Gibilterra lo pone in una condizione privilegiata in relazione alle moderne tendenze di organizzazione dei traffici internazionali; grazie anche alla sua collocazione al centro di una vasta area industriale, il porto è uno scalo ottimale per gli insediamenti produttivi e gli alti fondali permettono l'attracco di navi di grande stazza che attualmente non possono trovare ormeggio in nessun altro porto della Sardegna; peraltro lo Statuto della regione Sardegna prevede l'avvio di diverse zone franche nel territorio dell'isola,
impegna il Governo
ad adottare iniziative che contemplino il porto di Oristano tra quelli destinatari delle disposizioni dei commi 1003 e 1004.
9/1746-bis-B/93. Cicu, Marras.
La Camera,
considerato che:
con la Manovra economica per il 2007, composta dal decreto legge n. 262 e dalla Finanziaria, il Governo di centro sinistra ha costituito oltre 50 nuovi Fondi di dotazione o organismi esterni dotati di autonomia finanziaria, della più disparata natura e rilevanza, se ne allega elenco non esaustivo:
Fondo costo d'uso degli immobili in uso governativo Fondo zone franche urbane;
Fondo realizzazione edifici energeticamente efficienti;
Fondo efficienza energetica e interventi energetici di natura sociale dai comuni;
Fondo abbattimento barriere architettoniche negli esercizi commerciali;
Fondo compensazione effetti finanziari delle leggi di spesa pluriennali, non previsti dalla legislazione vigente;
Fondo stabilizzazione ricercatori e personale ricerca;
Fondo esigenze di servizio della P.A.;
Fondo competenze dovute al personale delle istituzioni scolastiche;
Fondo funzionamento istituzioni scolastiche;
Agenzia sviluppo autonomia scolastica;
Fondo innovazione tecnologica istituzioni scolastiche;
Piano straordinario assunzione ricercatori in enti pubblici di ricerca;
Fondo trattamento fine rapporto dipendenti settore privato;
Fondo transitorio copertura disavanzi sanitari delle regioni;
Fondo cofinanziamento progetti attuativi del Piano sanitario nazionale;
Istituto nazionale salute popolazioni migranti e contrasto malattie della povertà;
Fondo competitivà e sviluppo;
Fondo per la finanza d'impresa;
Fondo investimenti per la ricerca scientifica e tecnologica (FIRST);
Fondo per l'istruzione e la formazione tecnica superiore;
Progetti per la società dell'informazione;
Fondo investimento esigenze difesa nazionale;
Agenzia nazionale diffusione tecnologie innovazione;
Fondo per il passaggio al digitale;
Fondo venture capital in Paesi extra EU:
Fondo perequativo Autorità portuali;
Fondo acquisto veicoli destinati al trasporto pubblico locale;
Fondo rottamazione traghetti;
Fondo sviluppo imprenditoria giovanile in agricoltura;
Fondo crisi del mercato agricolo;
Programma straordinario abbattimento opere abusive nelle aree protette;
Fondo rotativo per la riduzione delle immissioni di gas serra;
Fondo mobilità sostenibile Fondo sviluppo sostenibili;
Fondo accordi di cofinanziamento Stato - autonomie in materia culturale;
Accordi di solidarietà intergenerazionale in materia di lavoro;
Fondo efficienza strumento militare;
Fondo missioni internazionali di pace Intesa Stato-enti territoriali per i servizi socio educativi destinati alla prima infanzia: Fondo interventi in materia di immigrazione ed asilo;
Fondo per le non autosufficienza;
Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati;
Fondo speciale per le esigenze delle rappresentanze diplomatiche;
Fondi esigenze correnti ed infrastrutturali della Guardia di finanza;
Fondo esigenze Arma dei carabinieri;
Fondo esigenze infrastrutturali del Ministero dell'interno;
Fondo per incentivi e assunzioni per contrasto all'evasione fiscale e contributiva e al giuoco illegale;
Fondo per aumentare i livelli di sicurezza nel trasporto pubblico;
Fondo per il conferimento ai comuni delle funzioni catastali;
Fondo per il diritto di prestito pubblico di opere culturali;
oltre a ciò sono stati costituiti decine di nuovi organismi a diversi livelli dell'amministrazione;
è appena il caso di rilevare come la sovrapposizione di norme, le gestioni contabili separate ed aggiuntive, la sovrapposizione di competenze e di organi emananti pareri più o meno vincolati, la continua sostituzione di Osservatori, più che di organi operativi, altro non fanno che appesantire l'attività amministrativa e burocratizzare la vita dei cittadini, oltre che ad incrementare pesantemente i «costi di gestione» del bilancio dello Stato;
sarà cura della Casa delle Libertà portare a conoscenza dei cittadini, oltre all'aggiornamento delle ormai famoso elenco delle 67 nuove tasse del Governo Prodi, quale uso si faccia delle risorse derivanti dall'aumento delle entrate fiscali,
impegna il Governo
ad adottare con sollecitudine iniziative normative volte alla semplificazione del bilancio e degli iter burocratici delle spese dello Stato, in linea con i criteri dettati dall'Unione Europea.
9/1746-bis-B/94. Gianfranco Conte, Casero, Armosino, Crosetto.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 2, della legge 14 gennaio 1994, n. 20 prevede che l'azione di responsabilità si prescriva in 5 anni decorrenti dal momento in cui si è verificato il fatto dannoso;
la norma introdotta con il disegno di legge finanziaria per il 2007 (articolo 1, comma 1343) prevede, al contrario, che l'azione di responsabilità si prescriva sempre in cinque anni, ma decorrenti dal momento in cui è stata realizzata la condotta produttiva del danno, quindi in un momento antecedente a quanto disposto dalla legge oggi in vigore;
ciò determina che una sorta di «sanatoria» per moltissimi amministratori che hanno compiuto illeciti e sono sottoposti, quindi, alla giurisdizione della Corte dei Conti; la norma, per di più, sarà applicabile anche retroattivamente per il principio della retroattività della norma più favorevole al reo;
questo Governo, quindi, inserisce, in una manovra economica che dovrebbe interessare lo sviluppo economico, una disposizione che non ha niente a che vedere con la natura economica della finanziaria, ma rappresenta una norma eterogenea, introdotta al Senato, per favorire qualche amministratore che ha compiuto illeciti;
si tratta di una disposizione molto negativa dal punto di vista etico ed è paradossale che sia stata varata da un Governo che ogni giorno professa intransigente moralismo,
impegna il Governo
a sopprimere gli effetti dirompenti della norma citata in premessa in quanto altrimenti si provocherebbe un gravissimo danno morale e finanziario alle pubbliche amministrazioni.
9/1746-bis-B/95. Costa, La Loggia, Leone.
La Camera,
considerato che:
la manovra finanziaria per il 2007 dovrebbe prevedere risorse adeguate per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata presente nel nostro Paese ed in particolare nella Regioni del Mezzogiorno, tra queste la Calabria, nonché individuare priorità di intervento per le zone a forte disagio sociale ed economico, dove la cittadinanza vive in costante allarme e sente come fondamentale il bisogno di sicurezza e la presenza continua e forte dello Stato;
in Calabria tra le zone ad alta criticità si individua il Comune di Lamezia Terme;
per garantire lo sviluppo economico dell'area, altresì un'efficace azione di prevenzione e contrasto nei confronti dei fenomeni di illegalità di recente assai cresciuti, risulterebbe utile l'attuazione di iniziative mirate, come - ad esempio - la realizzazione di un'area franca in adesione alla previsione generale di cui alla stessa legge finanziaria; ovvero il potenziamento dell'organico dei Carabinieri e delle Forze dell'Ordine oltre che, quello dei Magistrati, come del resto più volte richiesto dalle Istituzioni Politiche e dagli uffici giudiziari del territorio;
il mancato decollo economico e la emergente illegalità possono indurre il Governo a considerare l'area del Comune di Lamezia tra quelle «disagiate», per ciò stesso sottoposte a regimi diversi in relazione alle misure da adottare sul fronte della legalità e dello sviluppo economico,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a prevedere la costituzione di un'area franca urbana nel territorio di Lamezia Terme che, attraverso una fiscalità di vantaggio ed una costante presenza delle Guardie di Finanza, consenta investimenti produttivi e tenuta della legalità;
9/1746-bis-B/96. D'Ippolito Vitale.
La Camera,
premesso che:
il comma 772 - recante disposizioni volte ad evitare che l'aumento dell'aliquota pensionistica contributiva per i lavoratori parasubordinati si ripercuota negativamente sul compenso effettivamente percepito dal lavoratore stesso - prevede che i compensi corrisposti ai collaboratori a progetto debbano essere proporzionati alla quantità e alla qualità del lavoro eseguito e devono tenere conto dei compensi normalmente corrisposti per prestazioni di analoga professionalità,
impegna il Governo
ad adottare provvedimenti interpretativi volti a rendere più esplicito il testo al fine di evitare interpretazioni normative che abbiano effetti negativi sui lavoratori stessi.
9/1746-bis-B/97. (Testo modificato nel corso della seduta) Fabbri, Aracu, Cesaro, Colucci, Floresta, Pizzolante, Romani, Sanza, Testoni, Uggè, Zanetta.
La Camera,
premesso che:
presso il Dipartimento della protezione civile della Regione Sicilia, già dall'anno 2001, diverse unità di personale hanno garantito il servizio di pubblica utilità rendendo, con il loro costante impegno, efficiente l'attività della sala operativa Soris e di tutte le altre attività connesse ed indispensabili per il pronto intervento in situazioni di emergenza;
il personale suddetto ha attivamente collaborato alla definizione dei piani di protezione civile e di prevenzione dei rischi conseguenti alle emergenze sismiche, vulcaniche ed ambientali della Regione Sicilia;
nel corso dei più importanti eventi calamitosi (frane, alluvioni, terremoti, eruzioni vulcaniche) verificatesi nella Regione Sicilia, il suddetto personale è stato impegnato nella sala operativa con funzioni di raccolta delle segnalazioni telefoniche al fine di informare tutte le autorità preposte ad autorizzare gli interventi di primo soccorso e che tali funzioni sono state svolte anche sotto il diretto coordinamento del responsabile nazionale della protezione civile, dott. Bertolaso;
è necessario, quindi, rendere possibile alla Regione Sicilia di stabilizzare il suddetto personale in relazione alle competenze e alla professionalità acquisita nell'espletamento della propria attività,
impegna il Governo
ad attivarsi per stanziare adeguate risorse economiche a favore della Regione Sicilia, affinché stabilizzi i lavoratori che, con professionalità, hanno prestato servizio presso la protezione civile della stessa Regione alla data del 31 dicembre 2005 e si provveda, in questo modo, a garantire il servizio di pubblica utilità della sala operativa Soris e di tutte le attività connesse alla prevenzione dei rischi di calamità naturale.
9/1746-bis-B/98. Fallica, Misuraca, Angelino Alfano.
La Camera,
considerato che:
con i commi 647 e 648 è stato stabilito un programma straordinario di reclutamento di ricercatori universitari;
sono dipendenti delle amministrazioni pubbliche numerosi dottori di ricerca, inutilizzati in relazione al citato titolo accademico,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di valorizzare le professionalità dei dottori di ricerca già pubblici dipendenti, consentendo ad essi di concorrere per i posti aggiuntivi di ricercatore di cui al comma 648.
9/1746-bis-B/99. Fasolino.
La Camera,
considerato che:
è istituito, a decorrere dal 1o gennaio 2008, presso il porto di Gioia Tauro un punto franco a norma dell'articolo 166 e seguenti del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, e successive modificazioni;
i confini dei punti franchi istituiti a norma del comma 1 sono delimitati con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il consorzio costituito ai sensi del comma 3;
l'amministrazione dei punti franchi istituiti a norma del comma 1 è affidata a consorzi formati dalle province, dai comuni e dalle camere di commercio nelle cui circoscrizioni essi sono situati, e all'autorità portuale di Gioia Tauro. I consorzi sono costituiti entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Essi predispongono i piani operativi delle zone franche, da approvarsi secondo le modalità stabilite con il regolamento di esecuzione previsto dal comma 10;
i consorzi costituiti a norma del comma 3 provvedono a proprio carico all'esecuzione, al completamento e alla manutenzione delle opere necessarie all'area destinata a punto franco, comprese le opere di recinzione. Essi forniscono gratuitamente i locali necessari per gli uffici e i servizi doganali e per il personale di vigilanza e provvedono alla loro ordinaria manutenzione e illuminazione;
salve le limitazioni e le eccezioni disposte dal comma 7, nel punto franco istituito a norma del comma 1 si possono compiere tutte le operazioni inerenti allo scarico e al carico di materiali e di merci, al loro deposito e alla loro contrattazione, manipolazione e trasformazione, con lo svolgimento di qualsiasi attività di natura industriale, commerciale e di prestazione di servizi. Le imprese operanti nei punti franchi possono gestire depositi IVA, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 50-bis del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e successive modificazioni;
le merci sottoposte a operazioni di manipolazione e trasformazione, diverse dalle manipolazioni usuali previste dall'articolo 152, primo comma, del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, e successive modificazioni, sono assimilate a quelle in regime di temporanea importazione, secondo quanto previsto dall'articolo 165, ultimo comma, del medesimo testo unico. Il regolamento di esecuzione emanato ai sensi del comma 10 determina le disposizioni da osservarsi per tali operazioni agli effetti della disciplina doganale;
le franchigie inerenti al regime di punto franco non hanno effetto per quanto concerne l'uso o il consumo delle merci estere, rimanendo le franchigie stesse in ogni caso inapplicabili:
a) ai materiali di impianto e di esercizio delle aziende pubbliche o private;
b) ai materiali di ogni specie per costruzioni edilizie e stradali;
c) agli arredamenti di uffici e di abitazioni;
d) ai commestibili e alle bevande.
è vietata nei punti franchi la vendita al minuto. L'esercizio di spacci di viveri e di bevande e degli altri esercizi commerciali, nei limiti strettamente necessari ai bisogni del traffico, è sottoposto all'autorizzazione dell'autorità doganale e subordinato alle condizioni e alle forme di vigilanza previste dal regolamento di esecuzione emanato ai sensi del comma 10;
nei punti franchi, il personale doganale, in base alle disposizioni di legge:
a) è abilitato all'accertamento dei reati e delle altre violazioni di carattere doganale;
b) esercita i controlli sulle merci previsti dalle norme comunitarie e ogni altra funzione ad esso attribuita dall'ordinamento;
c) ha facoltà di accedere in qualunque momento negli stabilimenti, nei magazzini, nei recinti e negli altri esercizi esistenti nel punto franco per eseguire accertamenti sulle merci depositate o in lavorazione e ispezionare libri, registri e documenti commerciali e di trasporto;
le disposizioni per l'esecuzione del presente articolo sono emanate, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a istituire presso il porto di Gioia Tauro il punto franco a sostegno dello sviluppo del porto stesso e dell'intero territorio della Regione Calabria;
a reperire le risorse necessarie per l'istituzione dello stesso.
9/1746-bis-B/100. Fedele.
La Camera,
considerato che:
la Manovra in esame prevede la parziale deducibilità del fitto regolarmente registrato pagato dagli studenti fuori sede;
tuttavia le utenze connesse (luce acqua gas) sono considerate quali utenze di seconde case, poiché gli studenti (o i genitori) titolari dei contratti sono residenti altrove,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a prevedere in alternativa o la deducibilità fiscale delle utenze pagate dagli studenti fuori sede, in presenza di iscrizione universitaria e di regolare contratto d'affitto, o l'equiparazione del costo di dette utenze a quello pagato per la prima casa.
9/1746-bis-B/101. Ferrigno, Brusco.
La Camera,
premesso che:
il sistema Italia nel campo della ricerca scientifica e tecnologica investe il 60 per cento in meno della media europea, non essendo quindi nella condizione di competere con gli altri Paesi industrializzati;
il comma 1243 del disegno di legge Finanziaria per il 2007, riduce in modo significativo, l'autorizzazione di spesa prevista per la costituzione della Fondazione per la promozione dello sviluppo e della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie, come previsto dall'articolo 1, comma 341 della legge 23 dicembre 2005, n. 226 (legge Finanziaria per il 2006),
impegna il Governo
ad effettuare, in sede di attuazione, un monitoraggio sugli esiti della norma di cui in premessa, al fine di adottare eventuali interventi correttivi volti a ripristinare l'autorizzazione di spesa prevista per la costituzione della suddetta Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie istituita dal Governo Berlusconi.
9/1746-bis-B/102. Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Licastro Scardino, Marinello, Minardo, Misuraca, Romele, Paolo Russo.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria per il 2007 in esame, prevede interventi rivolti alle infrastrutture e alla valorizzazione delle regioni meridionali, complessivamente esigui e insufficienti;
le risorse finanziarie inerenti agli impegni assunti dal precedente Governo, in materia di realizzazione di opere infrastrutturali e di tutela dell'ambiente e difesa del suolo, sono state indirizzate verso altri capitoli di spesa, non considerando il ritardo enorme del nostro Paese rispetto all'Europa, in materia di opere pubbliche e infrastrutture;
l'intento del presente Governo di sospendere le procedure per l'importante realizzazione come quella del ponte sullo stretto di Messina, dimostra la sudditanza dell'esecutivo rispetto alla sinistra massimalista;
il sistema del trasporto su strada collegato alle infrastrutture rimane un emergenza nazionale a causa dei ritardi accumulati nel tempo del lassismo decennale procurato dai Governi succeduti nel corso del tempo,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative anche normative affinché la realizzazione delle opere infrastrutturali avviata dal Governo Berlusconi con la legge obiettivo, non sia rallentata; e in particolare a rivedere il sostanziale blocco apportato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
9/1746-bis-B/103. Floresta, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
al comma 1187 viene prevista l'istituzione di un Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni finalizzato ad assicurare un adeguato e tempestivo sostegno ai familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro anche per i casi in cui le vittime medesime risultino prive della copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
tale previsione reca in sé il rischio concreto di incentivare le assunzioni irregolari e pone a carico della collettività comportamenti illeciti,
impegna il Governo
a predisporre e mettere in atto misure che ostacolino e disincentivino le assunzioni irregolari.
9/1746-bis-B/104. Fratta Pasini, Baldelli, Campa, Fabbri, Galli, Giacomoni, Mistrello Destro, Pelino, Prestigiacomo.
La Camera,
premesso che:
in Italia sussiste, in ambito scolastico, un monopolio statale del tutto anacronistico;
il cammino legislativo per il pieno riconoscimento della parità scolastica appare incerto e la predisposizione di risorse insufficienti rischia, non solo di annullare l'obiettivo della totale equiparazione tra scuola pubblica e privata presente in quasi tutti gli stati della Comunità europea, ma anche di privare la realtà scolastica italiana dell'arricchimento culturale che le deriva dalla presenza delle suddette scuole;
le norme oggi vigenti nel nostro Paese non garantiscono ancora un effettivo pluralismo educativo, relegando l'Italia agli ultimi posti nel contesto europeo;
le famiglie che scelgono di iscrivere i figli in scuole non statali o non comunali devono sostenere in proprio i costi;
molti paesi europei hanno ormai da tempo affrontato e risolto sempre attraverso una legislazione paritaria la questione del rapporto tra scuola privata e servizio scolastico pubblico, offrendo riconoscimento e sovvenzioni a fronte dell'assunzione di obblighi e responsabilità;
la Finanziaria per il 2007 prevede uno stanziamento insufficiente da destinare alle «Scuole non statali» e prioritariamente alle scuole dell'infanzia;
tali risorse risultano del tutto inadeguate in un ottica di allineamento tra scuole statali e scuole paritarie:
impegna il Governo
a valutare la possibilità di incrementare in misura significativa gli stanziamenti a favore delle scuole paritarie anche considerando l'opportunità di affidarne la gestione in parte alle regioni.
9/1746-bis-B/105. (Nuova formulazione) Garagnani, Aprea, Adornato, Bonaiuti, Carlucci, Lainati, Martusciello, Palmieri, Pescante.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge Finanziaria per il 2007, prevede per il settore agricolo incluso quello della pesca, disposizioni volte ad inasprire la pressione fiscale per gli imprenditori del settore;
le disposizioni previste dal comma 1075, rimandano anche agli articoli 26 e 28 del regolamento (CE) n. 1698/2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo FEASR, che stabiliscono la concedibilità di un sostegno comunitario, entro massimali definiti, per gli investimenti realizzati sull'intero territorio nazionale sia dalle aziende agricole, che dalle imprese di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli comortanti accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali, ovvero investimenti che, nel rispetto dei requisiti comunitari, riguardino la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, con esclusione di quelli della pesca e della silvicoltura,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte ad estendere a favore degli imprenditori ittici esercenti attività di pesca marittima, le misure agevolative previste per gli imprenditori agricoli.
9/1746-bis-B/106. Iannarilli, Minardo, Grimaldi.
La Camera
premesso che:
il provvedimento in esame autorizza, a decorrere dal 1o luglio 2007, l'assunzione di un contingente di vigili del fuoco molto limitato;
sono previste risorse scarse destinate al miglioramento del trattamento economico di tale categoria;
la tutela della sicurezza e dell'incolumità del cittadino dovrebbe costituire un impegno assolutamente prioritario per ogni governo di qualsiasi colore politico;
i vigili del fuoco costituiscono l'elemento cardine della protezione civile del nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative normative volte a potenziare maggiormente il corpo dei vigili del fuoco e a destinare risorse più adeguate per migliorare il trattamento economico di una categoria impegnata nella tutela della sicurezza dei cittadini, che costituisce un valore fondamentale per la nostra società.
9/1746-bis-B/107. (Testo modificato nel corso della seduta) La Loggia, Bertolini, Biancofiore, Boscetto, Bruno, Carfagna, Cicchitto, Fitto, Santelli, Verdini, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
con la finanziaria 2007, pur improntata alla richiesta di sacrifici da parte dal Paese, si intravede la volontà di tenere le imprese al centro del progetto di crescita, e in questo quadro, per quanto riguarda il settore della nautica da diporto, una prima opportunità per dare il via alla fase operativa del «Patto per la promozione della »cultura del mare«, sottoscritto dal Governo in occasione dei recente Salone di Genova;
con la finanziaria 2007 vengono aumentati fino a dieci volte i canoni delle concessioni demaniali sui porticcioli turistici e le strutture nautiche, ferma rimanendo la durata delle stesse;
tale misura non potrà non incidere negativamente sulle imprese del settore sia sotto lì profilo dei nuovi investimenti, sia sotto quello della competitività dei turismo nautico italiano rispetto agli altri Paesi mediterranei,
impegna il Governo
a istituire nell'ambito del Tavolo del Mare costituito presso il Ministero dei trasporti, una sezione dedicata al settore della nautica da diporto per favorire una politica condivisa di promozione sociale della «cultura del mare» e dell'andar per mare, attraverso la conoscenza, il confronto e lo studio di misure normative di incentivazione e semplificazione burocratica dei comparto come ad esempio:
favorire l'eco compatibilità delle unità da diporto;
aggiornamento e semplificazione delle procedure amministrative del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto;
nuova normativa sulla navigazione e la sicurezza per il noleggio e locazione delle piccole e medie imbarcazioni;
semplificazione delle procedure di iscrizione e le modalità di gestione delle deroghe tecniche per le Iscrizioni delle navi da diporto in uso commerciale per riportare sotto bandiera italiana molte imbarcazioni che prodotte nel nostro Paese vengono immatricolate all'estero.
9/1746-bis-B/108. (Testo modificato nel corso della seduta) Leone, Germontani.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge finanziaria reca, ai commi da 367 a 379 dell'articolo 1, disposizioni volte a ridefinire e potenziare gli interventi a sostegno dell'impiego dei biocarburanti, e, in particolare, l'obbligo, per i soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio, di immettere in consumo una quota minima crescente di biocarburanti e altri carburanti rinnovabili, un programma pluriennale per la riduzione dell'accisa gravante sul biodiesel, un programma triennale per la riduzione dell'accisa sul bioetanolo, sull'ETBE, e sui carburanti prodotti da biomasse, misure di sostegno alla filiera e disposizioni volte a favorire, da parte delle pubbliche amministrazioni, la produzione e l'impiego di biomasse e di biocarburanti di origine agricola;
nel testo approvato dal Senato è stata altresì demandata ad un decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, una nuova definizione della disciplina dei certificati verdi, finalizzato ad incentivare l'impiego di materie prime, prodotti e materiali provenienti dall'agricoltura (articolo 1, commi 382-383) e è stato disposto l'avvio, dal 2007, di un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva introduzione dell'obbligo di utilizzare, per l'asporto di merci, sacchetti biodegradabili, anche al fine di sostenere le filiere agroindustriali operanti nel campo dei biomateriali (articolo 1, commi 1129-1131);
il settore delle agroenergie, oltre a poter offrire un significativo contributo per la tutela dell'ambiente e a poter concorrere all'approvvigionamento energetico nazionale, rappresenta una prospettiva di sviluppo essenziale per l'agricoltura italiana;
vanno valutate pertanto favorevolmente le disposizioni del disegno di legge finanziaria per il 2007 (C. 1746-bis-B) sopra richiamate;
sussiste l'esigenza di pervenire ad una definizione organica della disciplina in materia di sostegno alla produzione e all'impiego di agroenergie, in modo da dare risposta, tra l'altro, alle sollecitazioni provenienti dalle iniziative di recente adottate dalla Commissione europea, quali il Piano d'azione per la biomassa, del dicembre 2005, e la Strategia dell'Unione europea per i biocarburanti, del febbraio 2006;
si sottolinea che la Commissione agricoltura sta discutendo approfonditamente la materia delle agroenergie,
impegna il Governo
a concorrere, mediante apposite iniziative normative, alla definizione di una disciplina organica di sostegno alla produzione e all'impiego di agroenergie.
9/1746-bis-B/109. Licastro Scardino, Marinello, Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Minardo, Misuraca, Romele, Paolo Russo.
La Camera,
premesso che:
il farmacista svolge, nella farmacia di comunità, l'attività di «garante» nella dispensazione del farmaco e di informazione ai cittadini sull'uso dei medicinali;
l'atto della dispensazione, che si qualifica, in un contesto di rilevante asimmetria informativa, come una prestazione professionale e non come la mera cessione di un bene, trova la sua ragion d'essere nella oggettiva necessità di porre sempre il «filtro» professionale di un farmacista tra il paziente e il farmaco;
è di tutta evidenza che esiste un legame tra farmacista e farmacia di comunità, in quanto la rete delle farmacie di comunità, sia nella sua globalità che nella singola struttura operativa, garantisce un elevato livello qualitativo nell'erogazione della prestazione professionale, come ampiamente riconosciuto,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative anche normative volte a garantire la funzionalità del servizio farmaceutico in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, attraverso la valorizzazione ed il potenziamento del ruolo del farmacista nella farmacia di comunità, al fine di far evolvere la farmacia stessa in un centro socio-sanitario polifunzionale sempre più efficiente ed efficace, nella dispensazione del farmaco, pronto a soddisfare in modo completo le richieste del cittadino, implementando i servizi resi all'utenza, quali, ad esempio, il Centro Unico di Prenotazione, l'attività di primo soccorso, l'accesso a strumenti diagnostici, l'assistenza farmaceutica anche domiciliare, e integrando la professionalità del farmacista con quella di altre figure professionali tra cui, in particolare, l'infermiere, il fisioterapista e il dietologo.
9/1746-bis-B/110. (Testo modificato nel corso della seduta) Marinello, Angelino Alfano.
La Camera,
premesso che:
il comma 425 stabilisce che su proposta del Ministero dell'interno, sono individuati gli ambiti territoriali determinati per l'esercizio delle funzioni di competenza degli uffici periferici dell'Amministrazione dell'interno, al fine di semplificare, ottimizzare e risparmiare;
da informazioni provenienti dall'Amministrazione preposta potrebbe prevedersi la soppressione delle Prefetture in diverse province della Sardegna, a fronte delle crescenti tensioni di ordine sociale ed economico che affliggono l'isola,
impegna il Governo
in sede di attuazione delle richiamate disposizioni concernenti la riorganizzazione degli uffici periferici dell'Amministrazione dell'interno a non sopprimere alcuno degli uffici nell'ambito delle province della Sardegna;
a portare a conoscenza mediante una relazione al Parlamento i provvedimenti di riorganizzazione adottati ai sensi del comma 432, nella parte relativa alla riorganizzazione degli Uffici di polizia e degli uffici periferici del Ministero dell'interno.
9/1746-bis-B/111. Marras, Cicu.
La Camera,
premesso che:
gli interventi previsti per il settore agricolo contenuti dal disegno di legge Finanziaria per il 2007, sono inconsistenti e aggraveranno i problemi degli imprenditori del settore a causa di un complessivo aumento di tasse e di adempimenti burocratici e amministrativi che complicheranno l'attività imprenditoriale agricola;
nonostante i commi 289 e 290 del provvedimento prevedano agevolazioni fiscali sotto forma di un credito d'imposta alle imprese agricole e agroalimentari, le norme per la filiera agroalimentare risultano tuttavia insufficienti sotto il profilo finanziario e fiscale come sottolineato dalle associazioni di categoria agricole,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a potenziare gli interventi e gli incentivi per il settore agricolo che rappresenta un elemento trainante per l'economia soprattutto del Mezzogiorno.
9/1746-bis-B/112. Misuraca.
La Camera,
premesso che:
risultano scarse le risorse economiche stanziate, dalla manovra economica per il 2007, per il funzionamento della giustizia, per cui molti uffici giudiziari si trovano ormai al «collasso» non avendo neppure le disponibilità economiche necessarie per espletare le normali attività amministrative di supporto all'attività dei magistrati;
questa mancanza di risorse era stata già evidenziata dai parlamentari dell'opposizione che, sin dalla prima lettura della legge finanziaria, avevano denunciato come le risorse economiche fossero insufficienti per fronteggiare gli impegni degli uffici giudiziari;
risulta, altresì, elevato il costo economico delle intercettazioni telefoniche che incide pesantemente sul bilancio della giustizia e, determina, troppe volte, con rivelazioni indebite attinenti alla sfera privata del singolo, gravi ripercussioni sul diritto alla riservatezza del soggetto coinvolto nell'intercettazione;
è, quindi, necessario cambiare politica e reperire adeguate risorse che permettano un più agevole funzionamento del nostro apparato giudiziario in quanto i tempi eccessivamente lunghi della giustizia penale, civile ed amministrativa sono inaccettabili,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a:
stanziare risorse adeguate per migliorare sostanzialmente il funzionamento degli uffici giudiziari e dell'insieme del sistema giustizia;
eliminare le spese superflue e migliorare, al contempo, la professionalità degli operatori del diritto, soprattutto dei magistrati, come previsto dalla riforma dell'ordinamento giudiziario approvata nella scorsa legislatura;
avviare incisive riforme dei codici per avere un processo più celere, equo e giusto, ispirato ai principi della nostra Costituzione perché il cittadino possa avere risposte concrete e veloci a tutela dei suoi diritti fondamentali.
9/1746-bis-B/113. Mormino, Paniz, Pecorella.
La Camera,
premesso che:
la Legge Finanziaria 2007, con i commi da 821 a 824 introdotti al Senato, proroga l'attuale monopolio della trasformazione e lavorazione del plasma, stabilendo che le convenzioni stipulate dalle regioni siano prolungate per un periodo di almeno un anno e mezzo, dall'entrata in vigore - prevista per lo scorso novembre - della riforma approvata nel 2005 che consentiva ad altre aziende di partecipare alle gare per aggiudicarsi le convenzioni;
secondo la legislazione vigente il ministro della Salute, On. Livia Turco, avrebbe dovuto emanare un decreto entro novembre scorso per individuare i centri e le aziende di frazionamento e di produzione del plasma autorizzati alla stipula di accordi e convenzioni con le regioni;
tali misure adottate non favoriscono la concorrenza e le liberalizzazioni, perpetuando il monopolio di fatto, con l'aggravante di un conflitto d'interessi, poiché l'unica società monopolistica del plasma è la Kedrion, che dagli anni novanta è autorizzata a trasformare il plasma;
non c'é la possibilità di rivolgersi ad altre aziende, anche a quelle che potrebbero offrire prezzi più concorrenziali, tutto ciò fa aumentare i costi della sanità pubblica visto che si tratta prevalentemente di prestazioni a carico del sistema sanitario nazionale,
impegna il Governo
al fine di contenere la spesa del servizio sanitario nazionale ad adottare entro sei mesi i decreti previsti dalla riforma del 2005, che consentano di individuare i centri e le aziende di frazionamento e di produzione del plasma autorizzati alla stipula di accordi e convenzioni con le regioni.
9/1746-bis-B/114. Moroni, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo.
La Camera,
premesso che:
la Strategia di Lisbona, definita dal Consiglio europeo del marzo 2000 e recentemente precisata nella revisione intermedia dell'aprile 2005, è rivolta a porre in essere una serie di azioni da realizzare entro il 2010 in favore della crescita e dell'occupazione;
in questo quadro sono state identificate dalla Commissione quattro azioni prioritarie per conseguire tali obiettivi;
tra le azioni prioritarie, che gli Stati membri si sono impegnati ad attuare entro il 2007, particolare rilievo assumono quelle finalizzate all'aumento degli investimenti nell'istruzione e nella ricerca nonché per promuovere la concorrenza e la competitività delle imprese;
per quanto riguarda l'aumento della competitività delle imprese, il disegno di legge in esame è assolutamente carente nel momento in cui le priva di una fondamentale risorsa come quella del trattamento di fine rapporto;
ancor più preoccupante è la situazione relativa agli investimenti nell'istruzione e nella ricerca in quanto mancano risorse adeguate,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative, anche normative, al fine di mettere in campo strumenti e risorse per onorare nei tempi previsti gli impegni presi dal Paese in sede europea e scongiurare così il pericolo di pregiudicare il miglioramento del ciclo economico reso possibile dalle manovre finanziarie del Governo Berlusconi.
9/1746-bis-B/115. Nan, Caligiuri, Romagnoli.
La Camera,
premesso che:
la scuola paritaria svolge un servizio pubblico, basato su principi costituzionali e che consente la realizzazione della libertà di scelta in educazione;
il riconoscimento della parità esige che il servizio scolastico erogato corrisponda agli ordinamenti generali dell'istruzione e sia coerente con la domanda formativa delle famiglie e caratterizzato da requisiti di qualità ed efficacia;
le scuole paritarie si presentano come istituti capaci di dare un contributo valido per affrontare in modo vincente la questione centrale nell'attuale dibattito sull'istruzione in Italia che è quello della qualità;
i contributi statali alle scuole paritarie per l'anno 2005/2006 sono stati sinora erogati solo parzialmente;
allo stato attuale i contributi statali alle scuole paritarie sono stati bloccati al livello di quelli di due anni fa o addirittura ridotti;
la legge 3 febbraio 2006 n. 27 ha riconosciuto importanti diritti per le scuole paritarie, riducendone però di molto i fondi;
la legge finanziaria per il 2007 prevede uno stanziamento insufficiente da destinare alle «Scuole non statali» e prioritariamente alle scuole dell'infanzia, con un calo di oltre il 10 per cento dei contributi a disposizione rispetto a quanto stanziato per il 2005,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative al fine di investire, sia pur nella disponibilità di Bilancio su richiamata, prioritariamente sulle scuole paritarie che crescono come classi e/o che effettuano l'integrazione dei soggetti portatori di handicap autorizzando il funzionamento delle prime e garantendo i necessari fondi per l'integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap.
9/1746-bis-B/116. Palmieri, Aprea, Adornato, Bonaiuti, Carlucci, Lainati, Martusciello, Pescante.
La Camera,
premesso che:
il comma 798 del disegno di legge finanziaria 2007, prevede una riduzione ad 8 milioni di euro della dotazione per il triennio 2007-2009 degli stanziamenti per il sistema nazionale di verifica e controllo sulla assistenza sanitaria (Siveas);
tale sistema - previsto dai commi 288 e 289, dell'articolo 1 della legge Finanziaria per il 2006 - è stato istituito al fine di valutare l'efficienza e l'appropriatezza delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale con una dotazione finanziaria di 10 milioni euro per ciascuno degli anni 2006, 2007, 2008;
la riduzione delle risorse prevista al citato comma 798 pone in gravi difficoltà l'operatività di questo strumento di controllo e rischia di vanificare l'attività sin qui svolta in relazione al controllo delle spesa sanitaria ed alla correttezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale,
impegna il Governo
ad effettuare, in sede di attuazione, un monitoraggio sugli esiti della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare ulteriori inizative normative volte a finanziare adeguatamente il Siveas come strumento essenziale per eliminare gli sprechi nella Sanità Pubblica.
9/1746-bis-B/117. Palumbo, Baiamonte, Mazzaracchio.
La Camera,
premesso che:
risultano non sufficienti le risorse economiche stanziate dalla manovra economica per il 2007 per l'edilizia carceraria;
il nostro Paese ha bisogno di carceri nuove e dell'ammodernamento di quelle esistenti, alcune fatiscenti, che non permettono condizioni di vivibilità ai detenuti che espiano la pena;
la nostra Carta Costituzionale, all'articolo 27, recita che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato per cui uno Stato civile e «culla» del diritto come il nostro non può permettersi di sacrificare i diritti fondamentali dei detenuti, ma, al contrario deve contribuire ad attuare quanto i Costituenti hanno previsto nella prima parte della Costituzione che titola « Rapporti civili»;
la consacrazione di questi valori fondamentali che hanno ispirato i nostri padri Costituenti, quindi, non può essere vanificata nell'espiazione della pena del detenuto ed è necessario, quindi, fare investimenti per la costruzione di nuove carceri e per l'ammodernamento di quelle esistenti perché il detenuto possa vivere in una condizione dignitosa;
è necessario anche affrontare il problema del lavoro del detenuto in carcere, perché questo tenda alla sua risocializzazione ed al suo reinserimento nella società civile nel migliore dei modi. Purtroppo, oggi, si fa molto poco sotto questo aspetto ed è quindi necessario prendere in seria considerazione questa ipotesi e stanziare risorse adeguate per permettere al detenuto di imparare e di applicarsi per creare tutte quelle condizioni adeguate per un suo futuro reinserimento nella società;
espiazione della pena in condizioni umane ed evitare, quindi, il sovraffollamento degli istituti carcerari, risocializzazione del detenuto e reinserimento nella società civile in condizioni adeguate, sono temi all'ordine del giorno che uno Stato moderno e civile come il nostro non può trascurare, ma deve risolvere con i dovuti investimenti,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a stanziare adeguate risorse economiche per la costruzione di nuove carceri e per l'ammodernamento di quelle esistenti perché il detenuto possa vivere in condizioni dignitose;
ad avviare una seria politica per il reinserimento del detenuto nella società e soprattutto nel mondo del lavoro.
9/1746-bis-B/118. Mario Pepe, Vitali, Costa.
La Camera,
premesso che:
il comma 1226, introdotto inaspettatamente nel Senato, del disegno di legge Finanziaria per il 2007 prescrive alle regioni ed alle province autonome di attuare quanto previsto dagli articoli 4 e 6 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, per evitare ulteriori procedure d'infrazione in sede comunitaria e demanda ad un decreto del Ministro dell'ambiente la definizione dei criteri minimi uniformi per l'adozione di misure speciali di conservazione dell'habitat;
il predetto decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 attua la direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, e in parte anche la direttiva 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici;
in particolare, i citati articoli 4 e 6 dispongono in ordine alle misure di conservazione che le regioni e le province autonome devono adottare per le zone speciali di conservazione (ZSC) e per le zone di protezione speciale (ZPS);
la Commissione europea ha avviato nei confronti del nostro Paese per incompleto o insufficiente recepimento della direttiva 79/409/CEE numerose procedure di infrazione;
occorre ricordare che nel decreto-legge n. 251/2006, recante «Adeguamento alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica», decaduto il 17 ottobre 2006, erano previste norme finalizzate a dare attuazione alle citate direttive, in materia di zone di protezione speciale e zone speciali di conservazione;
appare del tutto improprio inserire nel presente disegno di legge finanziaria per il 2007, norme in materia venatoria che sono del tutto eterogenee rispetto al contesto specifico della manovra di bilancio;
il comma suesposto prevede una sorte di «delega in bianco» al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare,
impegna il Governo
ad effettuare in sede applicativa un monitoraggio della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare interventi correttivi della stessa, dal momento che essa contiene una serie di disposizioni fortemente limitative e penalizzanti per il comparto venatorio, con evidenti riflessi negativi economici e sociali, dal momento che tale attività è assai diffusa nel paese e legata alla stessa conservazione dell'ambiente del territorio.
9/1746-bis-B/119. Romele, Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Licastro Scardino, Marinello, Minardo, Misuraca, Paolo Russo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede per gli anni 2007 e 2008 un incremento peraltro inadeguato delle risorse per i rinnovi contrattuali a favore del personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia e stanzia fondi insufficienti da destinare al trattamento accessorio per il medesimo personale impegnato in operazioni anticrimine ad alto rischio o in campo internazionale;
è previsto un aumento degli effettivi assai esiguo e le risorse destinate a tale scopo sono senza dubbio insufficienti;
la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza del cittadino dovrebbe costituire un impegno assolutamente prioritario per ogni governo di qualsiasi colore politico,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative, volte a destinare somme adeguate per le forze dell'ordine impegnate nella tutela della legalità e nella difesa della sicurezza dei cittadini dalle minacce, sia della grande e piccola criminalità, sia del terrorismo internazionale.
9/1746-bis-B/120. Santelli, Bertolini, Biancofiore, Boscetto, Bruno, Carfagna, Cicchitto, Fitto, La Loggia, Verdini, Misuraca.
La Camera,
premesso che:
il comma 1342 prevede lo stanziamento di 2,8 milioni di euro per il triennio 2007-2009 finalizzato alla costruzione e al funzionamento della nuova sede della «Scuola europea» di Parma;
l'istituzione di questa importante realtà scolastica è strettamente legata alla scelta da parte dell'Unione europea della città di Parma quale sede dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che il Governo Berlusconi ha fortemente sostenuto in sede comunitaria;
la presenza nel nostro Paese della Scuola europea, aperta anche agli italiani residenti sul territorio, costituisce una grande opportunità per il rafforzamento di un'identità europea dei nostri giovani,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte ad incrementare le risorse destinate alla Scuola europea di Parma affinché tale istituzione diventi al più presto una realtà e possa in tal modo esplicare in pieno il suo compito.
9/1746-bis-B/121. Tondo, Giro, Cosentino.
La Camera,
premesso che:
la Legge Finanziaria stanzia risorse per il «proseguimento degli interventi in favore del settore dell'autotrasporto di merci, anche in attuazione della legge di riforma n. 32 del 2005 e successive disposizioni»;
le somme stanziate non sono rispondenti ai contenuti del verbale di intesa, sottoscritto a nome del Governo dal ministro dei trasporti in data 20 ottobre 2006, con le associazioni di categoria:
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte ad assicurare con provvedimenti utili le risorse necessarie per la crescita delle imprese del settore, in modo tale che le stesse siano in grado di competere sui mercati europei.
9/1746-bis-B/122. (Nuova formulazione) Uggè.
La Camera,
considerato che la Finanziaria per il 2007 va ben oltre quanto necessario per proseguire nel risanamento della finanza pubblica, concretamente avviato dal Governo Berlusconi nella passata legislatura;
visto che i pesanti inasprimenti fiscali produrranno effetti depressivi sull'andamento dell'economia, rallentando la ripresa avviata dalle politiche del precedente Governo, come rilevato anche dal Centro studi di Confindustria;
sottolineato che nel corso del secondo semestre del 2006 il Governo ha dissipato in mille rivoli di spesa l'aumento delle entrate tributarie molto superiore rispetto alle previsioni iniziali:
impegna il Governo
a riconsiderare l'impostazione complessiva della politica fiscale e finanziaria evitando di sottoporre il Paese a inasprimenti fiscali inutili ed esorbitanti e tali da produrre gravi danni ai cittadini, alle imprese e alle prospettive di crescita economica del nostro Paese.
9/1746-bis-B/123. (Nuova formulazione) Elio Vito, Brancher, Romani, Jannone.
La Camera,
la montagna italiana ha visto ridursi i propri stanziamenti nel corso degli ultimi anni, nonostante che la Costituzione preveda la tutela dei cittadini nelle zone montane;
per oltre 10 milioni di italiani residenti nei quasi 4.000 comuni montani italiani permangono gravi problemi di collegamento, sanitari, scolastici, di servizi pubblici, oltre che di reddito,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di presentare un disegno organico di riforma delle norme sulla montagna italiana, prevedendo nel suo ambito misure adeguate di miglioramento dei servizi essenziali ai cittadini e stabilendo che la dotazione annuale del Fondo nazionale per la montagna sia quantificata nella tabella C della Finanziaria e che non possa essere inferiore ai 100 milioni di euro annui.
9/1746-bis-B/124. Zanetta, Zacchera.
La Camera,
considerato che:
la Manovra economica per il 2007 si è caratterizzata per la triplice apposizione della questione di fiducia e per la creazione di un mostro giuridico costituito da un articolato composta da 1364 commi;
tali espressioni della politica sono incomprensibili ai cittadini e denotano un malessere ormai ineludibile del rapporto Governo-Parlamento, del rapporto maggioranza ed opposizione, oltre che una grave farraginosità delle procedure parlamentari;
va peraltro osservato che tra le 27 finanziarie approvate dal 1979 ad oggi questa in esame è quella che meno si discosta dal testo originario, per il semplice motivo che il Parlamento non ha avuto modo di esaminarla; va anche ricordato che l'avvio di questo stile parlamentare può farsi risalire al collegato di Manovra per il 1997, il primo a superare il «muro» di 150 commi per articolo,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di presentare quanto prima un'iniziativa normativa di riforma sulla sessione annuale di bilancio e sul contenuto della Finanziaria.
9/1746-bis-B/125. Zorzato, Casero, Armosino, Crosetto.
La Camera,
premesso che
le città Metropolitane fanno parte degli elementi costitutivi dello Stato italiano;
il Presidente della provincia di Milano sta affrontando la questione della costituzione delle nuove città metropolitane, organizzando convegni e contattando gli amministratori locali interessati;
il Governo ha annunciato la presentazione di un disegno di legge che prevede, tra l'altro, il riordino della materia con particolare riferimento alle città metropolitane,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative affinché eventuali atti normativi in materia di città metropolitane non comportino duplicazioni e conflitti di competenza con le istituzioni esistenti, in particolare con i comuni capoluogo e con le province, e in ogni caso non comportino aumenti della spesa pubblica.
9/1746-bis-B/126. Grimoldi, Garavaglia.
La Camera,
premesso che:
in terza lettura, il testo risulta completamente modificato rispetto all'originario provvedimento presentato all'inizio della sessione di bilancio, il quale peraltro è uscito dall'aula della Camera già stravolto dai numerosi emendamenti formulati dal Governo e dalla maggioranza nel corso dell'esame in Commissione e poi con il voto di fiducia;
invero il provvedimento, iniziato con un numero di articoli relativamente ridotto, dopo l'approvazione del voto di fiducia, è uscito dalla Camera con 826 commi, «lievitati» a 1.364 dopo l'esame al Senato;
i ridotti tempi tecnici di esame e l'evidente «strozzatura» dei dibattiti parlamentari, in Commissione e in Assemblea, comportano il rischio siano inserite nel testo molte norme impreviste e non sufficientemente meditate ed approfondite nei loro effetti, se non pericolose, come del resto il famoso comma sulla prescrizione dei reati contabili;
tra le molte novità ad esempio è previsto che l'Agenzia autonoma per la gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali proceda a bandire un corso-concorso per l'accesso in carriera di nuovi segretari comunali e provinciali, secondo le vigenti disposizioni normative;
per effetto della modifica introdotta al Senato, le assunzioni dei segretari comunali e provinciali sono pertanto escluse dall'applicazione del limite generale alle assunzioni di personale per le amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici non economici, pari al venti per cento della spesa relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente;
in deroga alle norme vigenti, la durata del corso-concorso di formazione risulta dimezzata, cioè ridotta a nove mesi rispetto ai diciotto previsti dall'articolo 13, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 465 del 1997, ed ugualmente è disposto per il successivo tirocinio pratico presso uno o più comuni, portato ora a tre mesi, anziché a sei,
impegna il Governo
affinché, nel valutare attentamente l'opportunità di procedere all'immissione in carriera di nuove figure di segretari comunali e provinciali, sia previamente effettuata una compiuta ricognizione del personale attualmente a disposizione dell'Agenzia autonoma ed il completo esaurimento delle liste di disponibilità e mobilità ancora in essere.
9/1746-bis-B/127. Lussana.
La Camera,
valutate in particolare le disposizioni contenute nei commi 417-420, in materia di stabilizzazione dei rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni;
preso atto che si intende alimentare il «Fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici» finalizzato alla realizzazione di piani straordinari per l'assunzione a tempo indeterminato di personale già assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali non a tempo indeterminato con i risparmi sugli interessi derivanti dalla riduzione del debito utilizzando il 20 per cento delle somme dei depositi giacenti (c.d. c/c dormienti) e con una somma pari al risparmio di interessi derivante dalla riduzione del debito attraverso una quota fino al 5 per cento dei dividendi derivanti dalle società pubbliche eccedenti rispetto alle previsioni e alla realizzazione degli obiettivi di indebitamento netto delle P.A. definite nel Dpef;
ritenuta tale copertura inidonea, sia perché le spese per il personale sono spese di parte corrente, mentre l'utilizzo dei conti dormienti si configura piuttosto come un'entrata una tantum e sia perché si presuppone che le società pubbliche producano sempre e costantemente dividendi;
ricordato che lo stesso Ministro delle Riforme e innovazione nella pubblica amministrazione ha dichiarato che «per assumere 500.000 precari nella pubblica amministrazione potrebbero essere necessari circa 15 miliardi l'anno e queste risorse nella Finanziaria non ci sono»,
impegna il Governo
a garantire che nel futuro non provvederà alla copertura degli oneri derivanti dalla stabilizzazione dei precari nelle pubbliche amministrazioni mediante l'imposizione di nuove tasse e/o balzelli.
9/1746-bis-B/128. Bodega.
La Camera,
premesso che:
in terza lettura, il testo risulta completamente modificato rispetto all'originario provvedimento presentato all'inizio della sessione di bilancio, il quale peraltro è uscito dall'aula della Camera già stravolto dai numerosi emendamenti formulati dal Governo e dalla maggioranza nel corso dell'esame in Commissione e poi con il voto di fiducia e che dopo l'esame al Senato conta ora di ben 1.364 commi;
fra le numerose nuove disposizioni aggiunte dal Governo alla manovra di bilancio alcune comportano la previsione di nuovi stanziamenti finanziari destinati ad intervenire in settori diversi dell'ordinamento;
a fronte della annunciata esigenza di dover imporre nuovo rigore e di dover ricorrere ad un improcrastinabile contenimento della spesa pubblica, si assiste invece al conferimento di ingenti benefici rivolti ai settori ed alle categorie più disparati;
è stato previsto l'inserimento nella legge di bilancio di un nuovo fondo per riparare alle esigenze connesse all'inclusione sociale degli immigrati al quale è assegnata la somma di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009;
la modifica introdotta al Senato prevede che il suddetto Fondo venga altresì utilizzato per la realizzazione di un piano di accoglienza degli alunni stranieri, anche per favorire il rapporto scuola-famiglia, mediante l'utilizzo per fini non didattici, di figure professionali madrelingua, quali mediatori culturali;
considerato che stanziamenti simili sono già previsti nel nostro ordinamento e peraltro in diversa misura già contenuti nel presente provvedimento di bilancio e che sembra invece più urgente concentrare l'attenzione e le maggiori risorse possibili, economiche e strumentali, sulla necessità di far fronte ai bisogni ed alle necessità dei cittadini italiani che versano in condizioni di disagio sociale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di assicurare che le politiche intraprese per favorire l'inclusione sociale ed il sostegno di quanti versino in condizioni di disagio sociale siano primariamente rivolte a far fronte ai bisogni ed alle necessità dei cittadini italiani.
9/1746-bis-B/129. Stucchi.
La Camera,
considerato che:
il presente disegno di legge ex articolo 1 comma 1251 lettera b) prevede tra gli obiettivi programmatici da finanziare con il Fondo per le politiche della famiglia la realizzazione di un piano di riorganizzazione dei consultori familiari, finalizzato a potenziare gli interventi sociali in favore della famiglia;
il disposto dell'articolo 1 comma 1251 lettera b) non fa alcun riferimento al ruolo principale che secondo il combinato disposto delle leggi n. 405 del 1975 e n. 194 del 1978 è affidato all'istituto del consultorio familiare ossia la tutela della vita fin dal suo inizio;
è necessario intervenire al fine di dare nuova linfa vitale all'istituto del consultorio familiare, secondo quello che era ben esplicitato nelle intenzioni del legislatore che nel 1975 aveva varato la legge n. 405 (ovvero l'assistenza alla famiglia, l'educazione alla maternità e paternità responsabile, l'educazione per l'armonico sviluppo fisico e psichico dei figli e per la realizzazione della vita familiare), ma che nei fatti è stato residualmente attuato, complice anche l'eccessiva burocratizzazione dei consultori, trasformatosi troppo spesso, in pleonastici centri di assistenza sanitaria, deboli di quella necessaria sensibilità alle problematiche sociali per i quali furono istituiti;
oggi, più che nel passato, l'attività consultoriale per il bene della nostra società assume un ruolo di fondamentale importanza;
nei consultori, non sempre viene ritenuto opportuno, offrire alternative all'aborto, sostenendo che sarebbe un ingerenza sulla scelta della donna, eppure secondo proprio quanto stabilito dalla legge n. 194 del 1978, ex articoli 2 e 5, l'assistenza da dare alla donna in gravidanza deve attuarsi con l'informazione sui diritti spettanti alla gestante, sui servizi sociali, sanitari ed assistenziali a lei riservati, sulla protezione che il mondo del lavoro deve assicurare a tutela della gestante;
si rende urgente, dunque e non più procrastinabile una riforma dei consultori familiari che dimostri nei fatti una particolare attenzione e sensibilità ai diritti dei minori, della famiglia, e fortemente impegnata nella tutela sociale della maternità della paternità, della genitorialità e del concepito;
è necessario, che il legislatore conscio del fondamentale ruolo della famiglia, metta in campo nuovi strumenti a sostegno della stessa e soprattutto misure che ne definiscano in modo coerente il suo carattere di soggetto attivo, titolare di diritti e doveri. Non più quindi soltanto misure di sostegno economico per le famiglie bisognose, ma strumenti diversificati attuati con il coinvolgimento delle famiglie stesse in tutte le fasi del processo,
impegna il Governo
ad adottare in tempi brevi le opportune iniziative, anche normative, dirette alla riorganizzazione dei consultori familiari al fine di potenziarne l'attività nel rispetto della loro funzione ed identità originaria che la legge istitutiva n. 405 del 1975 individuava come luogo di servizio alla famiglia e alla maternità e paternità responsabili ed in particolar modo ispirata alla tutela della vita fin dal suo concepimento.
9/1746-bis-B/130. Montani.
La Camera,
considerato che:
il presente disegno di legge ex articolo 1 comma 1251 lettera b) prevede tra gli obiettivi programmatici da finanziare con il Fondo per le politiche della famiglia la realizzazione di un piano di riorganizzazione dei consultori familiari, finalizzato a potenziare gli interventi sociali in favore della famiglia;
il disposto dell'articolo 1 comma 1251 lettera b) non fa alcun riferimento al ruolo principale che secondo il combinato disposto delle leggi n. 405 del 1975 e n. 194 del 1978 è affidato all'istituto del consultorio familiare ossia la tutela della vita fin dal suo inizio;
è necessario intervenire al fine di dare nuova linfa vitale all'istituto del consultorio familiare, quale centro di promozione e informazione di campagne dirette al sostegno della natalità;
oggi, più che nel passato, l'attività consultoriale per il bene della nostra società assume un ruolo di fondamentale importanza;
si rende urgente, dunque e non più procrastinabile una riforma dei consultori familiari che dimostri nei fatti una particolare attenzione e sensibilità ai diritti dei minori, della famiglia, e fortemente impegnata nella tutela sociale della maternità, della paternità, della genitorialità e del concepito;
è necessario, che il legislatore conscio del fondamentale ruolo della famiglia, metta in campo nuovi strumenti a sostegno della stessa e soprattutto misure che ne definiscano in modo coerente il suo carattere di soggetto attivo, titolare di diritti e doveri. Non più quindi soltanto misure di sostegno economico per le famiglie bisognose, ma strumenti diversificati attuati con il coinvolgimento delle famiglie stesse in tutte le fasi del processo;
purtroppo, la percentuale del tasso di natalità ci vede agli ultimi posti nel mondo,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a far sì che vengano adottate in tempi brevi misure dirette a promuovere la natalità anche attraverso campagne di informazione.
9/1746-bis-B/131. Dozzo.
La Camera,
premesso che:
i commi 82-90 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006, come modificati dall'A.C. 1746, prevedono una nuova disciplina delle convenzioni autostradali;
le norme di carattere generale applicabili alle convenzioni stipulate ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 498 del 1992 - che ha previsto la revisione delle convenzioni autostradali ex lege secondo modelli di carattere «legale» e senza una procedura di gara - non possono essere riferite anche a convenzioni stipulate sulla base della normativa sui lavori pubblici e sul project financing (articolo 19 e articolo 37-bis e seguenti della legge n. 109 del 1994 e successive modificazioni), come quelle dei tratti autostradali Asti-Cuneo e Brescia-Bergamo-Milano;
queste ultime convenzioni sono regolate da modelli di «concessione di lavori pubblici», schemi di convenzione e piani finanziari, stabiliti nell'ambito della gara che prevede la progettazione definitiva, la realizzazione e la gestione dell'opera per un numero di anni prefissato;
la realizzazione di un'opera in project financing comporta un preciso impegno dei privati sul finanziamento e sulla realizzazione dell'opera pubblica e il coinvolgimento di istituti bancari, attraverso un complesso sistema di contratti commerciali, finanziari e assicurativi;
una modifica ex lege delle clausole della convenzione, secondo i criteri della convenzione unica proposti dal Governo, rompe il delicato equilibrio delle garanzie contrattuali e compromette il finanziamento delle opere da parte degli istituti bancari. Infatti, su tali concessioni, eventuali modifiche delle clausole contrattuali, o variazioni tariffarie, potrebbero intervenire solo attraverso uno specifico consenso delle parti;
la natura, dunque, degli atti delle concessioni autostradali assegnate con project financing esclude a priori l'applicazione della convenzione unica prevista dal testo del Governo, ma la mancanza di chiarezza nella norma rischia di compromettere la realizzazione di opere improcrastinabili, come la Asti-Cuneo e la Brescia-Bergamo-Milano, comportando inevitabili dispendiosi ricorsi da parte delle società concessionarie autostradali,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare in sede di attuazione gli opportuni strumenti, anche legislativi, di interpretazione delle disposizioni normative in premessa, affinché possa essere chiarito che l'ambito di applicazione della norma non si riferisce alla Asti-Cuneo e alla Brescia-Bergamo-Milano, ovvero alle società concessionarie cui sono affidati tratti autostradali a seguito dell'espletamento di una gara pubblica sulla base della normativa nazionale vigente in materia di lavori pubblici e di project financing.
9/1746-bis-B/132. Caparini, Gibelli, Cota, Allasia, Montani.
La Camera,
preso atto che tra gli obiettivi della politica del Governo a favore dello sport rientra lo sviluppo della pratica sportiva e l'erogazione di contributi per la realizzazione di impianti sportivi;
tenuto conto dei disagi cui sono sottoposti gli atleti italiani di ciclismo a causa delle carenze di infrastrutture sportive sul territorio italiano;
preso atto che la mancanza di un velodromo per gli allenamenti sul territorio nazionale, costringe i nostri atleti ad allenarsi in Svizzera;
presa atto altresì che la provincia di Treviso rappresenta un importante punto di riferimento per il ciclismo italiano, in quanto dimostra il più alto numero di atleti in proporzione al totale degli iscritti sul territorio italiano:
impegna il Governo
ad adottare iniziative anche normative volte a prevedere contributi e agevolazioni che consentano la realizzazione di un velodromo nella provincia di Treviso, che possa permettere un adeguato allenamento degli atleti italiani sul territorio nazionale.
9/1746-bis-B/133. (Nuova formulazione) Dussin, Dozzo.
La Camera,
premesso che:
il comma 977 dell'articolo 1 autorizza la concessione di contributi quindicennali per la prosecuzione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale;
nella conferenza di servizi del 14 luglio 2000, di approvazione del progetto ferroviario di Alta Velocità-Alta Capacità della tratta Torino-Milano, è stato firmato un accordo tra l'allora Ministro dei trasporti Pier Luigi Bersani, il Presidente del Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema, il Ministero dell'Ambiente, la società TAV, la società Astm (ora SATAP), l'ANAS, le Regioni e gli Enti locali interessati, che assicurava il coordinamento del progetto ferroviario con quello di ristrutturazione dell'autostrada A4-tratto Novara-Milano, e degli interventi connessi e complementari;
l'esecuzione contemporanea dei lavori delle due infrastrutture, che in stretto parallelismo attraversano un territorio fortemente antropizzato ma anche pregevole per le caratteristiche ambientali e paesaggistiche, ha lo scopo di contenere i costi, ridurre l'impatto ambientale e contenere i pericoli indotti dall'esecuzione delle opere;
sulla base di tale accordo sull'integralità del progetto, ossia sull'inclusione in un unico contesto progettuale di tutte le opere relative all'impianto della nuova tratta ferroviaria Novara-Milano e alle necessarie opere di adeguamento e ristrutturazione dell'autostrada Milano-Torino, i comuni hanno assicurato la propria adesione alla realizzazione delle opere ferroviarie ad alta velocità;
la realizzazione delle varianti di Bernate Ticino e di Arluno rientra nell'accordo del 14 luglio 2000, nell'ambito dei lavori da realizzare con fondi ANAS, previa approvazione del CIPE secondo le procedure della legge obiettivo;
i progetti definitivi relativi alle due varianti sono stati approvati in sede di conferenza di servizi con il parere favorevole di tutti gli enti partecipanti alla conferenza, tuttavia i lavori stentano ad iniziare, mentre d'altra parte proseguono i lavori della CAV TO MI relativi alla tratta ferroviaria;
a seguito delle dichiarazioni allarmanti del Ministro delle infrastrutture sull'insufficienza delle risorse finanziarie per la prosecuzione dei lavori pubblici in cantiere, si è diffuso un clima di crescente preoccupazione tra i comuni interessati sul destino delle opere di ammodernamento della A4-tratto Novara-Milano, ed in particolare sul destino delle due varianti di Bernate Ticino e di Arluno, che potrebbero rimanere incompiute,
impegna il Governo
a mantenere gli impegni assunti nella conferenza di servizi del 14 luglio 2000, destinando parte dei contributi autorizzati ai sensi del citato comma 977 alla ristrutturazione dell'Autostrada A4-tratto Novara-Milano e agli interventi connessi e complementari di competenza dell'ANAS S.pA, confermando 1'integralità del progetto alta velocità-alta capacità-tratta Novara-Milano e lavori di ammodernamento dell'Autostrada A4 nel medesimo tratto, comprese le opere complementari di compensazione.
9/1746-bis-B/134. Garavaglia.
La Camera,
premesso che:
i fondi per la scuola e l'istruzione sono destinati a subire drastici tagli a seguito del quadro di bilancio che si sta delineando;
nella prassi concreta avviene sovente e palesemente che le borse di studio, assegnate in base a graduatorie che generalmente assegnano grande peso al reddito del richiedente, siano vinte da studenti che assumono una residenza diversa dai genitori da cui sono comunque mantenuti, al solo scopo di risultare unici componenti di un nucleo familiare a reddito zero,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative affinché nella determinazione del merito e delle condizioni economiche degli studenti, al fine di assegnare le borse di studio, si tenga conto, qualora il richiedente non sia sposato, anche del reddito dei genitori, anche se non conviventi.
9/1746-bis-B/135. Pini.
La Camera,
osservate, in particolare, le disposizioni di cui all'articolo 1 comma 466-468;
premesso che sull'Unità del 19 dicembre 2006 si legge che «dal maxi emendamento alla Finanziaria, scritto tutto in una notte, tra errori di stampa, confusioni sui numeri di articoli e riferimenti normativi, emerge un'architettura lineare e studiata: quella che mantiene (quasi) intatti gli emolumenti d'oro di alcuni (pochi) a fronte dei sacrifici di molti»;
preso atto che viene fissato un tetto per l'onorario dei dirigenti pubblici che non dovrà superare quello del primo presidente della Cassazione, cioè i 250 mila euro annui;
preso atto che per le società pubbliche non quotate è previsto un tetto di 500 mila euro annui a cui potrà essere aggiunta una quota variabile non superiore al 50 per cento, che verrà corrisposta al raggiungimento degli obiettivi;
valutato l'impatto della legge finanziaria 2007, che colpirà tutte le fasce di reddito e non solo le fasce medio alte, aumentando la pressione fiscale sul cittadino;
preso atto che la legge finanziaria 2007 lascia irrisolte le questioni delle pensioni, del finanziamento del sistema sanitario, dello sviluppo industriale e del Mezzogiorno;
ritenuto che il livello dell'indennità percepita dai parlamentari sia più che decorosa,
impegna il Governo
ad attivarsi, direttamente o indirettamente, tramite le società pubbliche, quotate e non quotate, partecipate, o beneficiarie a qualsiasi titolo di contributi statali, al fine di fissare un tetto massimo agli emolumenti diretti e indiretti dei manager, dirigenti e consulenti pubblici, pari all'indennità percepita dai parlamentari e che lo Stato non conceda, a qualsiasi titolo, finanziamenti a società di diritto pubblico e privato ed agli enti locali, che non rispettino tale tetto massimo per i propri dirigenti.
9/1746-bis-B/136. Brigandì, Allasia, Montani, Fava, Grimoldi, Filippi, Carlucci, Armani, Campa, Barani.
La Camera,
osservate, in particolare, le disposizioni di cui all'articolo 1 comma 420;
valutata l'intenzione dei Governo di finanziare in parte il fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici attraverso il risparmio di interessi derivanti dalla riduzione del debito pubblico, conseguente al versamento, al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato, di una quota tino al 20 per cento dell'importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come dormienti;
preso atto che l'articolo 1, comma 345 della legge 266/2005 rimandava la disciplina della materia ad un successivo regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1998, n. 400;
preso atto che tale regolamento, ad oggi, non è stato ancora emanato;
preso atto che in commissione VI della Camera è stata presentata un'interrogazione il 27 settembre 2006 dall'onorevole Galletti a tal proposito e che il sottosegretario Tononi ha affermato che in data 5 aprile 2006 lo schema di regolamento in questione è stato trasmesso per il prescritto parere al Consiglio di Stato; tale organo ha invitato il Ministero dell'Economia e delle Finanze ad acquisire i pareri dei Ministero della Giustizia e del Ministero dello Sviluppo economico e le relative richieste di parere, inoltrate il 13 luglio 2006, non hanno ancora avuto riscontro,
impegna il Governo
ad approvare tale regolamento entro il mese di febbraio 2007 e a garantire, nella stesura del regolamento, la massima tutela ai risparmiatori titolari dei conti e ai loro eredi.
9/1746-bis-B/137. Fugatti.
La Camera,
osservate, in particolare, le disposizioni previste dall'articolo 1 commi 52, 85-93, 285-286;
valutata l'intenzione del Governo di raccogliere maggiori risorse attraverso l'istituzione di nuovi giochi, la revisione di alcuni giochi già esistenti, quali li Totip, il Lotto ed il Superenalotto, l'autorizzazione a bandire una o più gare per l'apertura nel 2007 di 1000 nuove agenzie ampliare la gamma dei soggetti sottoposti alla disciplina degli studi di settore;
valutata anche l'intenzione del Governo di destinare 100 mln di euro alla realizzazione di campagne di informazione e di educazione ai giovani per sensibilizzarli ai rischi connessi al vizio del gioco,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di riferire annualmente alle competenti commissioni parlamentari le concrete modalità di svolgimento delle suddette campagne di sensibilizzazione, in particolare a riferire sul numero dei progetti finanziati, sui soggetti titolari del progetto, sugli importi erogati a ciascun progetto.
9/1746-bis-B/138. Bricolo.
La Camera,
osservate, in particolare, le disposizioni di cui all'articolo 1 commi 1234-1237;
preso atto che il governo ha modificato la disciplina relativa al 5 per mille;
preso atto che la quota del 5 per mille è destinata al sostegno delle ONLUS disciplinate dal decreto legislativo n. 460 del 1997, alle associazioni di promozione sociale iscritte nei relativi registri nazionale, regionali e provinciali, ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 383 del 2000 e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di assistenza, beneficenza, tutela dei beni culturali e ricerca scientifica di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a) del decreto legislativo n. 460 del 1997; è destinata inoltre al finanziamento degli enti di ricerca scientifica e dell'università e degli enti di ricerca sanitaria;
valutata, quindi, l'intenzione del Governo di escludere dai benefici del 5 per mille le fondazioni senza scopo di lucro che operino in via esclusiva o prevalente nei settori dell'assistenza, beneficenza, tutela dei beni culturali e ricerca scientifica e le attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente;
valutata quindi la volontà del Governo di vessare ancora una volta i comuni, già penalizzati da tutta la manovra finanziaria 2007, sottraendo ai comuni stessi importanti fonti di finanziamento indispensabili per il perseguimento delle proprie politiche sociali;
preso atto che l'esclusione dei comuni dai benefici del 5 per mille è un'ulteriore prova del totale disinteresse del Governo anche alle forme più semplici di federalismo fiscale e di autonomia finanziaria degli enti locali,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di far sì, attraverso il decreto di attuazione di cui al comma 1236, che le risorse raccolte attraverso il 5 per mille siano destinate ad iniziative collegate al territorio di residenza dei contribuente, stimolando la nascita di nuove iniziative in campo assistenziale, scientifico e sanitario e favorendo il mantenimento delle risorse nel territorio in cui sono state raccolte.
9/1746-bis-B/139. Alessandri.
La Camera,
premesso che:
al comma 1343 dell'articolo 2 viene introdotta una indiscriminata riduzione dei termini di prescrizione in materia di responsabilità contabile, sostituendo al comma 2 dell'articolo 1 della legge 14 gennaio 1994, n. 20 le parole «si è verificato il fatto dannoso» con le parole «è stata realizzata la condotta produttiva di danno».
la citata legge del 1994, recante «Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei Conti» determina in cinque anni il termine di prescrizione per il diritto al risarcimento del danno, facendoli decorrere dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso, o in caso di occultamento doloso del danno, dalla data della sua scoperta;
la modifica del Governo, invece, stabilendo che la prescrizione decorre non dal momento in cui si è verificato il danno ma dal momento in cui è stata realizzata la condotta produttiva di danno, causerebbe l'estinzione della maggior parte dei procedimenti di responsabilità amministrativa in corso e, per il futuro, inciderebbe sulla possibilità di avviare l'azione di responsabilità, dal momento che si anticipa notevolmente il compimento del termine prescrizionale per l'esercizio dell'azione di responsabilità da parte del Pubblico Ministero presso la Corte dei Conti;
risulta evidente come stabilire il termine iniziale della prescrizione dal momento di verificazione e scoperta del danno invece che dal momento di commissione dell'illecito, renda sicuramente più agevole l'azione di responsabilità nei cinque anni a causa della emersione del danno conseguenziale alla condotta;
tale modo di procedere da parte del Governo rivela un'allarmante insensibilità nella lotta alla corruzione, rappresentando un provvedimento disastroso per la sua credibilità;
qualora venisse emanato un decreto-legge per cancellare la norma in oggetto, pubblicato subito l'entrata in vigore della Finanziaria, comunque la disposizione sulla prescrizione contabile avrebbe un momentaneo vigore che la rende norma più favorevole e, come tale, applicabile agli illeciti contabili, pur se in seguito abrogata, il tutto foriero di profondi danni per la prescrizione di molti illeciti contabili;
non si può conoscere in anticipo il contenuto del decreto-legge che il Governo ha promesso di emanare e quali siano i reali intendimenti per rimediare alla pericolosa riduzione dei termini di prescrizione in materia di responsabilità contabile,
impegna il Governo
ad adottare le ulteriori iniziative normative volte a porre rimedio alla disposizione in oggetto che produce effetti devastanti nel campo della responsabilità contabile, attraverso un intervento legislativo in grado di cancellare la scandalosa riduzione dei tempi di prescrizione per i reati contabili, immediatamente dopo la entrata in vigore della Finanziaria, onde evitare anche solo momentaneamente la entrata in vigore della parte contestata e per fornire una concreta dimostrazione al Paese che a livello istituzionale non e in atto un tentativo silente e surrettizio di cancellare ogni forma di responsabilità pubblica a tutto danno dei cittadini.
9/1746-bis-B/140. Filippi, Fugatti, Garavaglia, Cota.
La Camera,
premesso che:
nel settore calzaturiero la produzione nazionale ha evidenziato un calo non trascurabile (-11 per cento in quantità e -4,6 per cento in valore) attestandosi a 250,2 milioni di paia (erano 281 nel 2004) per un valore di 6.974 milioni di euro. L'export ha subito una ulteriore battuta di arresto (-10,8 per cento in quantità), scendendo a 249 milioni di paia (30,3 milioni in meno rispetto ai livelli già bassi del 2004) per un valore di 6.093 milioni di euro (-1,7 per cento). Sono state particolarmente colpite le fasce di prodotto economico e medio, come testimonia anche il sensibile incremento dei prezzi medi, seppure appare inequivocabile che il calo è stato generalizzato coinvolgendo tutte le merceologie di prodotto;
sul fronte dei singoli mercati, sono significative le flessioni registrate nei principali paesi importatori di calzature made-in-Italy: al calo dell'11,2 per cento in quantità per Germania e Francia si è aggiunto il forte ridimensionamento del mercato statunitense (-26,5 per cento), anche a causa di un sfavorevole andamento del rapporto di cambio. Gli unici segni positivi si registrano per la Spagna (+3,3 per cento) e la Russia (+19,9 per cento) mentre sono risultate pressoché stabili le vendite in Giappone (-0,8 per cento, in quantità e +1,9 per cento in valore);
le importazioni (331,7 milioni di paia, +6,7 per cento) hanno invece raggiunto l'ennesimo record. I flussi in arrivo dalla Cina, dopo il +81 per cento del biennio 2002/2003 e il +27 per cento del 2004 (pur in presenza di quote), nel 2005 sono saliti a 164,2 milioni di paia: 36,6 milioni in più rispetto all'anno precedente (+29 per cento);
le calzature con tomaia in pelle importate dalla Cina sono cresciute nel complesso del +188 per cento, con incrementi esorbitanti per alcune tipologie, pur in presenza di una domanda sul mercato interno da tempo stagnante (+0,3 per cento);
i successi ottenuti sul fronte politico, con l'introduzione recente dei dazi, da parte dell'Unione europea, possono solo parzialmente compensare l'amarezza di vedere disperso questo patrimonio industriale che frutta al nostro Paese un saldo attivo non trascurabile. Dopo i 3,6 miliardi di euro del 2004, nel 2005 il saldo in valore (seppure in calo dell'11,1 per cento) ha registrato un attivo di 3,2 miliardi di euro. In un'Italia che nel 2005 ha chiuso con un passivo della bilancia commerciale di oltre 10 miliardi di euro, il calzaturiero rappresenta da sempre una delle poche positive eccezioni;
finalmente la UE rientra nella legalità, il dumping da parte di Cina e Vietnam era infatti già stato accertato, e già esisteva una legge per la protezione dal dumping che sinora non era applicata, ma i danni per il settore sono difficili da restauare;
nell'economia dei settori ad alta riconoscibilità del Made in Italy un altro settore in forte crisi è quello delle rubinetterie e valvolame;
il problema dei rincari dei prezzi di alcune materie prime riguarda tutte le imprese italiane dei settori produzione metalli e fabbricazione di prodotti in metallo. Non a caso, in soli 150 giorni, vale a dire dal 1o gennaio al 1o giugno 2006, i rialzi hanno fatto segnare un +5,24 per cento per l'alluminio high-grade, fino al +72,7 per cento dello zinco;
l'impatto degli aumenti delle materie prime nei primi 5 mesi dell'anno sulle 83.984 imprese artigiane con 354.865 addetti appartenenti ai settori della produzione e lavorazione metalli è pari ad un maggior costo di 1,3 miliardi di euro (tra l'altro, se l'impennata delle materie prime proseguisse con questo trend, l'impatto su base annua arriverebbe a 3,14 miliardi, pari ad un maggior costo per impresa di 37.400 euro);
i rincari delle materie prime equivalgono - viene sottolineato - ad un aumento del costo del lavoro per le aziende del settore pari al 26,3 per cento e in una perdita di competitività pari al 7,3 per cento dei prezzi medi di vendita;
è ormai largamente noto che qualità, ricerca, innovazione e, sempre di più, il servizio sono gli ingredienti base della ricetta che ha portato il Made in Italy ad essere riconosciuto nel mondo come uno status symbol;
è sotto gli occhi di tutti come le imprese indicate nei punti precedenti risultino essere realtà produttive uniche, in territori anche difficili, essendo per la maggior parte localizzate in aree definite obbiettivo 1 e 2 di cui al regolamento CE n. 1260/1999, resistendo a facili forme di delocalizzazione, garantendo posti di lavoro in zone senza alternative occupazionali,
impegna il Governo
a destinare parte del Fondo previsto all'articolo 1, comma 847, al sostegno di interventi a favore dello sviluppo tecnologico, di programmi di sviluppo e della finanza d'impresa per aziende operanti sia nel settore del tessile abbigliamento calzature sia nel settore delle rubinetterie e del valvolame.
9/1746-bis-B/141. Cota.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 796, lettera b) istituisce per il triennio 2007-2009 un Fondo transitorio di 1.000 milioni di euro per l'anno 2007, di 850 milioni di euro per l'anno 2008 e di 700 milioni di euro per l'anno 2009 destinato alle Regioni interessate da maggiori disavanzi sanitari; l'accesso alle risorse di cui sopra è subordinato alla sottoscrizione di un apposito accordo, da stipularsi tra il Ministero alla salute e la Regione in disavanzo, comprensivo di un piano di rientro dai disavanzi che deve contenere, in particolare, le misure necessarie all'azzeramento del disavanzo entro il 2010;
le misure sanzionatorie introdotte in caso di mancato rispetto degli obiettivi intermedi (applicazione ai massimi livelli consentiti dell'addizionale IRPEF e dell'aliquota fino all'integrale copertura degli obiettivi) non sembrano sufficienti a garantire l'effettiva responsabilizzazione della Regione sulla definizione di percorsi di recupero dell'efficienza della spesa ed eliminazione degli sprechi,
impegna il Governo
a monitorare che, in sede di attuazione dell'articolo 1, comma 796, lettera b), le Regioni interessate da maggiori disavanzi ottemperino rigorosamente ai piani di rientro concordati con lo Stato, provvedendo, nell'ambito delle proprie competenze, in caso di scostamento rispetto agli impegni in essi assunti, all'introduzione di tempestive misure sostitutive e/o sanzionatone (anche attraverso proporzionali riduzioni dei trasferimenti statali) atte a responsabilizzare le Regioni in merito all'effettivo risanamento della situazione debitoria.
9/1746-bis-B/142. Giancarlo Giorgetti.
La Camera,
tenuto conto che, il comma 1017 del predetto disegno di legge finanziaria prevede che gli introiti derivanti dall'introduzione della tariffazione a carico dell'autotrasporto merci per l'uso di alcune infrastrutture stradali, di cui alla direttiva 2006/38/CE, sono utilizzati per investimenti ferroviari;
tenuto conto altresì che, il comma 1022 prevede la possibilità di istituire ulteriori sovrapprezzi dei pedaggi autostradali per finanziare investimenti in infrastrutture ferroviarie;
ritenuto che tali disposizioni, se da un lato promuovono lo sviluppo di forme di trasporto alternative alla gomma, favorendo la riduzione dell'inquinamento ambientale, dall'altro penalizzano le imprese di autotrasporto merci, che rappresentano una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico del Paese;
considerato altresì che, il livello medio di infrastrutturazione del nostro Paese è al di sotto della media europea con forti scostamenti rispetto ad altri paesi ad economia avanzata, come la Germania e la Francia,
impegna il Governo
a verificare la sostenibilità dei possibili aumenti dei pedaggi autostradali e delle misure adottate nei confronti delle imprese di autotrasporto merci affinché non venga danneggiato l'intero settore, il cui persistente stato di crisi ostacola la competitività economica del Paese.
9/1746-bis-B/143. Gibelli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge governativo n. 1961 ha modificato le norme che regolano gli esami di stato conclusivi dei corsi di studio d'istruzione secondaria superiore, contenute nella legge 10 dicembre 1997, n. 425;
il disegno di legge governativo prevede infatti il ripristino della composizione mista delle commissioni d'esame, con non più di sei commissari, di cui il 50 per cento interni e il restante 50 per cento esterni all'istituto, più un presidente esterno, al quale sono affidate non più di due commissioni-classi. I soggetti destinatari della nomina a commissario esterno all'istituto e a presidente sono scelti tra coloro che provengono «esclusivamente» dagli istituti di istruzione secondaria superiore statali;
durante la discussione sulle Questioni pregiudiziali presentate dalla Casa delle Libertà, il Ministro della Pubblica Istruzione ha evocato il terzo comma dell'articolo 97 della Costituzione, che recita testualmente: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso», ritenendo, peraltro, che le predette Questioni potessero sfociare, nell'altro Regolamento della Camera dei Deputati, in una pregiudiziale di incostituzionalità;
le scuole paritarie fanno parte quanto quelle statali del sistema nazionale, tant' è che esse sono abilitate a rilasciare titoli avente valore legale. Per quanto attiene ai docenti, l'attuale sistema di reclutamento prevede il doppio canale, vale a dire quello dei cosiddetti «concorsuati» e quello dei cosiddetti «precari storici»;
le assunzioni avvengano per il 50 per cento attingendo alle graduatorie di merito, costituite da docenti che hanno partecipato al concorso ordinario e per il restante 50 per cento attingendo alle graduatorie permanenti, delle quali fanno parte sia i docenti che hanno superato il concorso ordinario, sia quelli che hanno partecipato ai corsi abilitanti riservati ed infine i cosiddetti SSIS;
fatta eccezione per quella piccola quota di docenti che prestano servizio sotto forma di volontariato o con contratti di prestazione d'opera, posseggono anch'essi una posizione giuridica identica a quella detenuta dai docenti delle scuole «statali». In caso contrario, i docenti delle scuole paritarie non potrebbero far parte delle Commissioni degli esami di stato, in veste di commissari interni,
impegna il Governo
ad adoperarsi affinché non venga violato il predetto principio di parità, discriminando, attraverso l'esclusione dalla partecipazione agli esami di Stato i docenti delle scuole non statali, anche alla luce della norma inserita nella Finanziaria, in materia di graduatorie e assunzione di personale docente nella scuola.
9/1746-bis-B/144. Goisis.
La Camera,
premesso che:
la larga banda si configura come un irrinunciabile strumento per rendere possibile una trasformazione del sistema culturale, economico-sociale e produttivo, senza la quale il nostro Paese rischia di essere escluso dalla competizione internazionale;
l'Unione Europea lo scorso ottobre ha ammonito l'Italia per essere una delle nazioni più arretrate in Europa: solo l'87 per cento della popolazione ha accesso alla tecnologia Adsl;
il problema italiano riguarda anche il divario interno: il 64 per cento della popolazione che vive nelle città oltre i 100.000 abitanti può usufruire di una connessione Adsl, mentre solo il 15 per cento degli abitanti dei comuni sotto i 10.000 abitanti può godere dello stesso privilegio;
un apposito report redatto dall'Osservatorio Banda Larga estende il problema relazionando direttamente i metri assenti di cavo sul territorio con le opportunità negate (l'assenza di larga banda impedisce adeguato supporto per e-learning, telelavoro, videosorveglianza, VoIp ed altre attività connesse in generale all'attività di rete),
impegna il Governo
nell'ambito delle politiche per la realizzazione di infrastrutture organiche ed evolute per la larga banda, ad intervenire tempestivamente per favorire uno sviluppo il più possibile omogeneo della larga banda in tutti i comuni al di sotto dei 10.000 abitanti sul territorio nazionale.
9/1746-bis-B/145. Allasia.
La Camera,
rilevata l'opportunità di concedere un risarcimento morale agli ex internati militari cui la Germania nazista rifiutò il riconoscimento dopo l'8 settembre 1943 dello status di prigionieri di guerra, obbligandoli al lavoro coatto;
stigmatizzando il perdurante rifiuto del governo democratico della Repubblica Federale Tedesca di riconoscere almeno in via di principio l'errore a suo tempo compiuto dal Terzo Reich nei confronti dei soldati italiani catturati dopo l'8 settembre 1943;
osservate le disposizioni presenti ai commi 1271, 1272, 1273, 1274, 1275 e 1276 dell'articolo 1 del Disegno di legge finanziaria, che autorizzano il Governo a concedere una medaglia d'onore agli ex internati, stanziando allo scopo 250mila euro nel prossimo triennio, di cui ben 150mila destinati a finanziare il funzionamento di un nuovo Comitato creato presso la Presidenza del Consiglio per verificare le posizioni degli aventi diritto all'onorificenza,
impegna il Governo
ad assumere le opportune iniziative nelle sedi internazionali competenti per ottenere dal Governo della Repubblica Federale Tedesca almeno un gesto simbolico di riparazione ed a provvedere, altresì, ad un riequilibrio nelle destinazioni degli stanziamenti previsti per la concessione della nuova onorificenza agli ex internati militari, da operarsi nella direzione di una diminuzione significativa delle spese di funzionamento del Comitato di cui al comma 1274 dell'articolo 1 del Disegno di legge finanziaria e di un parallelo incremento delle risorse destinate ai beneficiari delle misure.
9/1746-bis-B/146. Pottino.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 2043 del codice civile configura come illecito civile il danno individuale che sia imputabile a comportamenti colposi attinenti alle modalità di attuazione del trattamento, indipendentemente dalla ricorrenza di un danno patrimoniale specifico;
appellandosi a tale articolo del codice civile, molti soggetti, danneggiati da vaccinazioni, trasfusioni o emoderivati infetti, hanno attivato procedure giudiziarie contro lo Stato;
nella passata legislatura, molto è stato fatto al fine di portare a rapido compimento tali contenziosi giudiziari;
in particolare, si ricorda il decreto legge 23 aprile 2003, n. 89, con il quale è stata autorizzata la spesa di novantotto milioni e cinquecentomila euro per il 2003 e di centonovantotto milioni sia per il 2004 che per il 2005 per il risarcimento dei soggetti emotrasfusi danneggiati da emoderivati infetti;
la definizione dei criteri per la stipulazione delle transazioni con i suddetti soggetti è stata rimessa ad un decreto del Ministero della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;
in attuazione del decreto-legge n. 89 del 2003, con decreto ministeriale 3 novembre 2003 è stato riconosciuto il risarcimento per 714 soggetti emofilici;
dal risarcimento di cui sopra, tuttavia, è stato escluso un gruppo di soggetti emotrasfusi, che originariamente erano stati inclusi nella lista dei 747 soggetti redatta il 13 marzo 2002 dalla Commissione Cursi cui era stato delegato il compito di compiere una ricognizione dei ricorsi pendenti;
nel settembre 2005 è stata istituita una nuova commissione interministeriale per risolvere il contenzioso con gli esclusi dalla prima transazione disposta con decreto ministeriale del 13 marzo 2002; anche in questo caso, tuttavia, il risarcimento è stato riconosciuto solo a 102 soggetti emofilici, non ricompresi nei 747 soggetti originariamente individuati dalla Commissione Cursi, che peraltro non presentavano ricorsi giudiziari pendenti;
nel frattempo, i ricorsi pendenti dei soggetti emotrasfusi esclusi dalle transazioni autorizzate dal Ministero della salute sono stati appellati in Cassazione dall'Avvocatura di Stato;
per far valere il loro diritto ad un congruo risarcimento, i pazienti esclusi dalle suddette transazioni sono costretti a sostenere spese legali di non indifferente portata, cui spesso è difficile far fronte,
impegna il Governo
ad adoperarsi affinché sia garantito al piccolo gruppo di soggetti emotrasfusi, esclusi dalle prime transazioni autorizzate dal Ministero ai pazienti danneggiati da vaccinazioni, trasfusioni ed emoderivati infetti, il legittimo risarcimento dell'ingiusto danno subito.
9/1746-bis-B/147.Fava, Garavaglia.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 8 della legge 388 del 2000 riconosceva alle imprese che effettuavano nuovi investimenti nelle aree svantaggiate (tutto il meridione d'Italia) un contributo nella forma di credito di imposta pari generalmente al 50 per cento (ad esempio la Campania). Era possibile godere del contributo in forma automatica senza alcuna richiesta da inviare all'Agenzia delle entrate. Con la legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria 2003) all'articolo 62 (incentivi per gli investimenti) si stabiliva che i soggetti che avevano conseguito il diritto al contributo ex articolo 8 legge 388/2000 anteriormente alla data dell'8 luglio 2002, dovevano comunicare all'Agenzia delle Entrate, pena di decadenza dal contributo conseguito automaticamente, i dati occorrenti per la ricognizione degli investimenti realizzati. Tali dati furono stabiliti con provvedimento dei Direttore dell'Agenzia delle Entrate, emanato entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con il quale furono altresì approvati il modello di comunicazione ed il termine per la sua effettuazione, comunque non successivo al 28 febbraio 2003. Il provvedimento con il quale venne approvato il modello di comunicazione dei dati predetti, con fissazione del termine di comunicazione entro il 28 febbraio 2003, fu emanato dal Direttore dell'Agenzia delle entrate il 24 gennaio 2003 e fu pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 4 febbraio 2003.
molte imprese ottemperarono in ritardo o non ottemperarono affatto a tale obbligo, e, pur avendo maturato il diritto al riconoscimento del contributo in forma automatica, si sono viste recapitare gli avvisi emessi dai vari uffici dell'Agenzia delle Entrate con cui è stata richiesta la restituzione dei crediti di imposta utilizzati. Le imprese hanno proposto ricorso contro gli avvisi ricevuti e le varie Commissioni Tributarie adite hanno nella maggior parte dei casi accolto le doglianze dei ricorrenti ritenendo il provvedimento emesso in violazione del principio della irretroattività delle norme tributarie sancito dall'articolo 3 della legge 212/2000 (Statuto del Contribuente). La Commissione tributaria provinciale dì Avellino con ordinanza n. 450 del 25/03/2005, ritenendo rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità- costituzionale sollevata d'ufficio, dell'articolo 62 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, parte in cui prevede la pena della decadenza e parte in cui fissa un termine ultimo per l'invio da parte del contribuente dei dati occorrenti per la ricognizione degli investimenti realizzati, disponeva la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale. La Corte con ordinanza n. 124 del 24/03/2006 ha stabilito che è inammissibile in relazione agli articoli 23-25-53-e 97 della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 62 comma 1 lett) a) della legge 289 del 2002 poiché l'ordinanza di rimessione è carente di motivazione in quanto prospetta esclusivamente profili di irragionevolezza delle norme riferibili solo all'articolo 3 della Costituzione;
l'ordinanza della Corte costituzionale lascia spazio solo ad un intervento legislativo al fine di dirimere completamente la questione. Tale intervento dovrebbe prevedere un nuovo termine di invio per tutte quelle imprese che avevano maturato il diritto al conseguimento del contributo sotto forma di credito di imposta in data antecedente all' 8 luglio 2002,
impegna il Governo
a valutare opportune iniziative per intraprendere le opportune iniziative affinché si possa riconoscere il contributo in forma automatica sopra richiamato, in tal senso evitando che si debba dar seguito alla restituzione disposta dalla Agenzia delle Entrate allo scopo competente.
9/1746-bis-B/148. (Testo modificato nel corso della seduta)Pellegrino, Lion, Fundarò.
La Camera,
premesso che:
la legge 6 dicembre 1991, n. 394, recante «legge quadro sulle aree protette», ha dettato i principi per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese;
nel nostro Paese i parchi nazionali, regionali, le aree naturali protette e quelle marine tutelano e valorizzano un ricco e variegato patrimonio naturale e paesaggistico con il compito primario di conservare la biodiversità ed allo steso tempo di promuovere lo sviluppo sostenibile in funzione del miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini ed in primo luogo delle popolazioni residenti;
con 23 parchi nazionali istituiti e una estensione del territorio sottoposto a tutela di circa 1.300.000 ettari l'Italia è ai primi posti in Europa in termini di quantità e di qualità delle aree tutelate;
le aree naturali protette, oltre a svolgere una insostituibile funzione di tutela, conservazione e valorizzazione di un patrimonio naturalistico di incalcolabile valore, hanno rappresentato un positivo strumento per avviare nuovi ed originali percorsi di sviluppo locale fondati sull'utilizzo razionale delle risorse naturali, culturali ed umane presenti, fornendo anche importanti opportunità di occupazione qualificata;
il Parco Nazionale dello Stelvio è gestito in forma di Consorzio voluto dalla norma di attuazione allo statuto speciale per le Province autonome di Trento e Bolzano (decreto del Presidente della Repubblica n. 279 del 1974) nonché dall'intesa di Lucca firmata dai rappresentanti dello Stato, della regione Lombardia e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, poi recepita con le leggi costitutive del Consorzio (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 novembre 1993, legge provinciale 30 agosto 1993, n. 22 della Provincia autonoma di Trento, legge provinciale 3 novembre 1993, n. 19 della Provincia autonoma di Bolzano e legge regionale 10 giugno 1996 n. 12 della regione Lombardia);
in occasione dell'approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2006, il Consiglio Direttivo del Consorzio del Parco Nazionale, con la propria delibera n. 18 ha classificato i fondi per fonti di provenienza (fondi statali, regione Lombardia, Province Autonome di Trento e di Bolzano, UE e propri); tale operato è avvenuto dopo aver consultato il Collegio dei Revisori dei Conti, che, in merito, aveva espresso parere favorevole;
il Ministero dell'Ambiente, nell'ambito della sua attività di vigilanza, pronunciandosi sulla delibera n. 18, aveva condiviso la classificazione dei fondi per fonti di provenienza operata dal Consorzio;
proprio in relazione alla sua natura costitutiva, che lo distingue da tutti gli altri parchi nazionali italiani, il Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio può rivendicare per se stesso il principio dell'autonomia gestionale e finanziaria;
in data 2 agosto 2006 la Camera ha approvato un ordine del giorno tendente ad individuare una soluzione ai problemi occupazionali degli operai forestali del Parco Nazionale dello Stelvio
impegna il Governo
a garantire che le previsioni contenute nella Finanziaria tese ad assicurare le procedure di stabilizzazione per il personale operaio forestale, siano applicate anche al personale in forza al Parco Nazionale dello Stelvio.
9/1746-bis-B/149. Di Centa, Francescato, Uggè.