Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Finanziaria 2007 - A.S. 1183 - Lavori preparatori al Senato - Esame in sede referente - Parte XI
Serie: Progetti di legge    Numero: 56    Progressivo: 2
Data: 18/12/2006
Descrittori:
LEGGE FINANZIARIA     
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione
Altri riferimenti:
AS n. 1183/XV     


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

Finanziaria 2007

A.S. 1183

Lavori preparatori al Senato

Esame in sede referente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 56/2

Parte XI

 

18 dicembre 2006


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

SIWEB

 

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File: BI0063m.doc

 


INDICE

 

Volume XI

Esame in sede referente

Commissione 5a (Bilancio)

§      Seduta del 23 novembre 2006. 3

§      Seduta del 27 novembre 2006. 13

§      Seduta del 28 novembre 2006 (antimeridiana)19

§      Seduta del 28 novembre 2006 (pomeridiana)25

§      Seduta del 29 novembre 2006 (antimeridiana)28

§      Seduta del 29 novembre 2006 (pomeridiana)35

§      Seduta del 29 novembre 2006 (notturna)40

§      Seduta del 4 dicembre 2006. 45

§      Seduta del 5 dicembre 2006 (antimeridiana)59

§      Seduta del 5 dicembre 2006 (pomeridiana)72

§      Seduta del 6 dicembre 2006 (antimeridiana)84

§      Seduta del 6 dicembre 2006 (pomeridiana)93

§      Seduta del 6 dicembre 2006 (notturna)103

§      Seduta del 7 dicembre 2006 (antimeridiana)109

§      Seduta del 7 dicembre 2006 (pomeridiana)116

§      Seduta del 7 dicembre 2006 (notturna)125

§      Seduta dell’8 dicembre 2006 (antimeridiana)133

§      Seduta dell’8 dicembre 2006 (pomeridiana)141

§      Seduta dell’8 dicembre 2006 (notturna)147

§      Seduta del 9 dicembre 2006 (antimeridiana)155

§      Seduta del 9 dicembre 2006 (pomeridiana)162

§      Seduta del 9 dicembre 2006 (notturna)173

§      Seduta del 10 dicembre 2006 (antimeridiana)180

§      Seduta del 10 dicembre 2006 (pomeridiana)187

§      Seduta del 10 dicembre 2006 (notturna)193

§      Seduta dell’11 dicembre 2006 (antimeridiana)200

§      Seduta dell’11 dicembre 2006 (pomeridiana)207

§      Seduta del 13 dicembre 2006 (antimeridiana)221

§      Seduta del 14 dicembre 2006. 223


Esame in sede referente


BILANCIO(5a)

Giovedì23 novembre 2006

48a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Esame congiunto e rinvio)

 

Il presidente MORANDO avverte che il Ministro dell’economia e delle finanze Tommaso Padoa-Schioppa ha comunicato la propria presenza nella seduta della Commissione bilancio, prevista per il pomeriggio di lunedì 27 novembre. Nel ringraziare il Ministro per la propria disponibilità e per l’attenzione riservata ai lavori della Commissione, si riserva di prendere gli opportuni accordi a tal fine.

Come concordato nella seduta di ieri con l’approvazione del calendario, si procederà quindi nella presente seduta all’avvio dell’esame congiunto del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge di bilancio 2007, con lo svolgimento delle relazioni introduttive, per riprendere i lavori lunedì 27, alle ore 15,30.

Dà quindi la parola ai relatori, iniziando, come di prassi, con il disegno di legge di bilancio.

 

Il relatore TECCE (RC-SE) illustra il disegno di legge di bilancio (A.S. 1184), precisando che il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2007 in esso contenuto è, come noto, in ossequio al dettato costituzionale dell'articolo 81, un "bilancio a legislazione vigente". L’esame di un bilancio così costruito risente fortemente ormai del progressivo affievolimento dell'importanza che questo strumento ha ai fini della programmazione e delle determinazioni delle politiche di correzione dei saldi e di intervento sui fattori economici oggi, di fatto, interamente affidati alla legge finanziaria. Il bilancio è quindi una legge del tutto particolare, e come tale va considerata, tenendo conto che essa, rispetto alle altre leggi ordinarie, ha un contenuto in parte obbligatorio per rispondere ad una serie di principi tassativi.

Il bilancio dello Stato, sebbene faccia riferimento ad un aggregato limitato alle amministrazioni centrali e non al complesso delle pubbliche amministrazioni, conserva comunque un suo ruolo significativo dal punto di vista gestionale dei ministeri. Il bilancio, infatti, è oggi pressoché un bilancio di mantenimento, uno degli indicatori più sicuri dell'efficienza dei dicasteri, ma anche delle distorsioni e delle criticità che attraversano il sistema Stato. Nei primi articoli del disegno di legge, infatti, si definisce prima lo stato di previsione dell’entrata (Tabella 1) e poi lo stato si previsione degli impegni e del pagamento delle spese del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007. Si definisce poi l’autorizzazione, al Ministero dell’economia e delle finanze, a ripartire con propri decreti fra gli stati di previsione delle varie amministrazioni statali i fondi da ripartire iscritti nello stato di previsione del Ministero stesso per l’anno finanziario 2007. Si definisce altresì l’importo massimo dei titoli pubblici da emettere, in Italia e all’estero, al netto di quelli da rimborsare, in 55 mila milioni di euro. Si definiscono, altresì, le cosiddette spese obbligatorie e d’ordine con apposito elenco e successivamente si definiscono le aree di riassegnazione dei fondi alle varie unità previsionali dei Ministeri (con le tabelle dalla 2 alla 19), di altre Amministrazioni autonome dello Stato e di specifici interventi, a partire esemplificativamente dal Fondo Sanitario Nazionale.

Evidenzia poi come la struttura del bilancio per il 2007 presenti alcune significative novità. In particolare, in seguito all’approvazione del decreto-legge n. 181 del 2006, convertito dalla legge n. 233 del 2006, che ha previsto la revisione delle competenze e delle strutture ministeriali, si è provveduto ad una diversa allocazione dei centri di spesa, operazione avvenuta senza modificare il saldo. Non ci sono, infatti, aumenti di spesa, se non per quella parte legata ai ministri ed ai sottosegretari, la cui copertura, peraltro, è stata prevista dalla citata legge n. 233 del 2006.

I singoli stati di previsione presentano la consueta esposizione degli stanziamenti per unità previsionali di base (UPB) e per capitoli. Tuttavia, ai fini della massima flessibilità gestionale, nell’allegato tecnico, le dotazioni di competenza e di cassa formano oggetto di una nuova strutturazione che consiste nel raggruppamento di capitoli di spesa aventi la stessa natura e la medesima classificazione economica SEC95, che verranno a costituire specifici articoli (piani di gestione) di un capitolo unico. Ciò comporterà una maggiore elasticità di gestione, perché sulla competenza si potrà operare con variazioni compensative a livello di articolo.
Sulla cassa, la presenza di capitoli accorpati consentirà di fare fronte con più appropriatezza alle esigenze che si manifesteranno nel corso dell'esercizio. Conseguentemente a questa ristrutturazione, i centri di responsabilità amministrativa passano, dal 2006 al 2007, da 170 a 189, le unità di voto da 1.628 a 1.605, i capitoli da 7.516 (quanti erano nel 2006), a 4.759 (quanti sono nel 2007), con un'imponente riduzione di 2.757 capitoli.

In generale, il bilancio a legislazione vigente manifesta un decremento delle spese cosiddette discrezionali, su cui incide anche il sistema delle convenzioni quadro CONSIP e mantiene inalterata l'estrema rigidità della spesa (le spese vincolate, sul totale delle spese finali, si attestano, infatti, ad una percentuale del 92,15 per cento) e realizza un ulteriore decremento delle spese in conto capitale, che si attestano attorno ad una percentuale del 6,54 per cento delle spese finali. Il quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione per il 2007 evidenzia i seguenti importi di competenza, al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA: le entrate finali si attestano a 431,4 miliardi, mentre le spese finali si attestano a 454,4 miliardi. Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, risulta, in termini di competenza e al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA, pari a circa 23 miliardi di euro. Le previsioni del bilancio registrano una forte riduzione del saldo netto da finanziare, anche rispetto al disegno di legge di assestamento per il 2006, derivanti dall'aumento delle entrate finali. Anche il risparmio pubblico registra rispetto alle previsioni assestate per il 2006 (che registrava un valore negativo) un miglioramento di circa 18.000 milioni di euro, dovuto essenzialmente all'incremento delle entrate correnti per oltre 22 mila milioni di euro ed alla riduzione di 3.240 milioni di euro delle spese correnti. L'avanzo primario pertanto registra un notevole incremento, di 20.585 milioni. Per quanto riguarda più precisamente le entrate finali, rileva che l'incremento di oltre 30 miliardi di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2006 è determinato quasi interamente dall'aumento delle entrate tributarie. Fra le maggiori entrate, secondo la relazione tecnica al decreto-legge n. 262 del 2006, collegato alla manovra, sono state considerate quelle derivanti proprio dall'applicazione dei commi 25 e 26 dell'articolo 7 del decreto-legge destinate a compensare il minor gettito connesso all'applicazione della sentenza della Corte di giustizia europea sulla detraibilità dell'IVA sugli autoveicoli.

Si sofferma quindi sul bilancio triennale 2007-2009, che contiene anch'esso una novità significativa: tutti gli stati di previsione per il 2007, infatti, sono accompagnati da un allegato relativo al bilancio triennale, esposto per unità previsionali di base, che, quindi, allarga sicuramente la fascia di conoscibilità e di trasparenza del bilancio stesso. Il bilancio triennale prevede che le entrate finali per il 2009 siano di 457 miliardi e le spese finali di 466,8 miliardi, mentre il rimborso dei prestiti è previsto rimanga sostanzialmente stabile nel triennio. I fondi globali per nuovi interventi legislativi sono previsti in 436 milioni di euro, per la parte corrente, e circa 500 milioni di euro, per il conto capitale.

Anche quest'anno, viene presentato il bilancio ambientale, il cosiddetto "ecobilancio", in via sperimentale. Esso offre un quadro di sintesi delle spese previste per la protezione dell'ambiente, suddivise per settori di intervento e distinte tra spese dirette dell'amministrazione centrale e spese da realizzare da parte di altri enti, tramite trasferimento. Per l'entrata, va notato che solo il Ministero dell'ambiente presenta un capitolo dedicato al quale affluiscono risorse, mentre, per quanto riguarda le spese, nel bilancio a legislazione vigente esse sono previste per un totale di 694,9 milioni di euro con un calo significativo rispetto ai 780,2 milioni di euro del bilancio assestato 2006, mentre è ancora più significativo il trend storico, che è decisamente negativo (passando dai 1.102 milioni di euro del 2004 agli attuali 694,9). Si modifica anche la composizione della spesa per l’ambiente: si riduce quella diretta delle amministrazioni centrali ed aumenta quella indiretta. Sicuramente, ciò dipende da un ruolo crescente, anche per quanto riguarda la protezione dell'ambiente, che viene assunto da regioni ed enti locali. Non sembra, però, che il ruolo delle regioni e degli enti locali riesca a compensare la diminuzione degli stanziamenti statali. Per il futuro, ritiene ormai improcrastinabile il passaggio ad un vero e proprio bilancio ambientale, un bilancio, cioè, a consuntivo, che consenta una verifica puntuale degli interventi con una elencazione degli interventi stessi.

In conclusione, afferma dunque che, tenendo conto della manovra correttiva, le risultanze complessive per il bilancio di previsione del 2007 assicurano la piena rispondenza agli obiettivi di finanza pubblica programmati e definiti nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) come integrato dalla relativa nota di aggiornamento.

Relativamente alla seconda nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per il 2007 e al bilancio triennale 2007-2009, segnala che essa recepisce gli effetti del disegno di legge finanziaria 2007 approvato dalla Camera, nonché le variazioni al progetto di bilancio a legislazione vigente apportate nel corso dell’iter parlamentare. Inoltre, il citato progetto di bilancio a legislazione vigente già risulta integrato con gli effetti finanziari recepiti dalla prima nota di variazioni predisposta per recepire gli effetti finanziari derivanti dal citato decreto-legge n. 262 del 2006 recante "Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria", considerato collegato alla manovra di finanza pubblica, nonché gli effetti indotti dagli emendamenti approvati al decreto-legge medesimo in sede di conversione. Dà quindi conto in maniera analitica delle variazioni al disegno di legge di bilancio determinato dalla suddetta nota di variazioni.

Sottolinea, infine, la necessità di giungere in tempi brevi ad una riforma del bilancio dello Statofinalizzata ad una rivalutazione del bilancio stesso quale strumento autonomo di decisione politica nell’ambito della manovra finanziaria. A tal riguardo, ritiene utile segnalare che il Governo ha accolto, alla Camera, un ordine del giorno a firma degli onorevoli Duilio e Ventura, che, al fine di limitare l'eccesso di contenuti della legge finanziaria, fenomeno dilagante che si ripete e si accentua ogni anno, dovuto anche all'insufficiente utilizzazione di altri strumenti, segnatamente il bilancio dello Stato, nell'ambito della manovra, impegna il Governo ad avviare, fin dall’inizio del 2007, una riforma del bilancio dello Stato basata sulla integrale revisione e riorganizzazione delle poste di spesa e della sottostante base legislativa, e diretta a recuperare al bilancio la massima trasparenza e una quota significativa di potere decisionale, alleggerendo così la legge finanziaria.

A tal fine, ricorda che il disegno di legge finanziaria per il 2007 in esame, al comma 174 dell’articolo 18, prevede, al fine di migliorare la trasparenza e la capacità di controllo e gestione dei conti pubblici, l’istituzione di una Commissione tecnica per la finanza pubblica che, per quanto concerne nello specifico il bilancio dello Stato, dovrà provvedere ad una diversa classificazione della spesa, anche mediante la ridefinizione delle unità elementari ai fini dell’approvazione parlamentare, con l’intento di giungere ad una migliore ed efficiente gestione delle risorse, rafforzando i processi di misurazione delle attività pubbliche e la responsabilizzazione delle amministrazioni competenti, nonché provvedendo a migliorare la trasparenza dei dati conoscitivi della finanza pubblica, con evidenziazione all’interno del bilancio dello Stato degli stanziamenti afferenti alle autorizzazioni legislative di spesa.

Infine, segnala il comma 180 dell’articolo 18 della legge finanziaria grazie al quale il Ministro dell’economia e delle finanze, avvalendosi della Commissione tecnica di controllo e gestione dei conti pubblici, promuove la realizzazione, per il 2007, di un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali sotto il profilo dell’economicità e della qualità, in modo da individuare le criticità, le opzioni di riallocazione delle risorse e le possibili strategie di miglioramento dei risultati ottenibili con le risorse stanziate. Entro il 30 settembre 2007 verrà presentata al Parlamento una relazione sui risultati del citato programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali corredato dalle conseguenti iniziative di intervento. Ritiene estremamente utile provvedere ad una attenta valutazione della spesa pubblica nei diversi settori di intervento, al fine di definire gli strumenti e le procedure per migliorare la produttività delle amministrazioni centrali e la distribuzione ottimale delle risorse all’interno di ciascuna amministrazione e tra le amministrazioni stesse. A tal fine sarà necessario che il Governo provveda ad indirizzare, nell’ambito del programma straordinario di cui al comma 180 citato, le singole amministrazioni verso la necessità di individuare strumenti e procedure idonee ad utilizzare al meglio le risorse esistenti e a competere per l’assegnazione di risorse aggiuntive sulla base di progetti innovativi, da concentrare sul miglioramento dei risultati a vantaggio dei cittadini.

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo), relatore per il disegno di legge finanziaria 2007 (A.S. n. 1183), osserva che, trovandosi ormai in seconda lettura, sono già ben delineati i principali problemi economico-finanziari della manovra di bilancio e delle soluzioni che il Governo e la maggioranza di centrosinistra propongono al riguardo. Si tratta di questioni assai complesse, come testimoniato sia dalla quantità delle disposizioni in esso contenute nell’articolato, sia dalla dimensione finanziaria della manovra di bilancio, rimasta praticamente invariata nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento, sia pure con alcuni aggiustamenti tesi a migliorarne l’efficacia. Si tratta di un intervento per complessivi 35 miliardi di euro, dei quali 15 volti al risanamento dei conti pubblici e 20 a favorire lo sviluppo dell’economia e la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, che costituisce la terza manovra per dimensioni dopo quelle dei Governi Amato e Prodi degli anni novanta. Un impegno così gravoso si giustifica in relazione al gravissimo stato della finanza pubblica e dell’economia italiana, che hanno indotto il Governo e la maggioranza ad intervenire da subito in modo drastico per invertire una pericolosa tendenza.

Ricorda come a questa manovra siano state avanzate numerose critiche, specie da parte dell’opposizione, che hanno trovato vasta eco anche nella società civile: si tratta, tuttavia, di polemiche spesso ingiustificate e pretestuose che possono essere confutate ad un esame più attento. La prima critica è quella relativa alla dimensione stessa della manovra, che secondo taluni osservatori avrebbe dovuto limitarsi ad un aggiustamento dei conti pubblici e quindi ad interventi solo per 15 miliardi di euro. Tale tesi non è stata però presa in considerazione dal Governo, che ha saggiamente scelto di attuare una manovra più corposa, al fine di conseguire da subito l’obiettivo del rientro dell’Italia nei parametri del Trattato di Maastricht. Ricorda, al riguardo, che il rapporto tendenziale indebitamento netto-PIL viaggia ormai intorno al 4 per cento e che, grazie alle correzioni introdotte con i provvedimenti approvati nel corso della scorsa estate e con la manovra in esame, si potrà, per la prima volta dopo molti anni, ritornare al più accettabile livello del 2,8 per cento, già a partire dal 2007. Tuttavia, una correzione di questo tipo non può avere carattere provvisorio o congiunturale, ma deve essere attuata in termini strutturali, al fine di conseguire un assetto dei conti pubblici stabilmente risanato, ripristinando altresì dei valori più bassi del debito e dell’avanzo primario - gli altri due parametri validi ai fini del Patto di stabilità e crescita - . Per quanto riguarda l’avanzo primario sottolinea che all’atto dell’ingresso nell’unione economica e monetaria europea, l’Italia si era impegnata a conseguire un livello dell’avanzo primario di almeno il 5 per cento annuo su base costante, mentre oggi tale valore è ridotto addirittura a zero. Analogamente, il valore del rapporto debito-PIL, che dovrebbe essere inferiore al 60 per cento, viaggia ora quasi verso il 110 per cento.

Questa situazione, frutto delle nefaste scelte di politica economica degli anni passati che hanno condotto, tra l’altro, ad una riduzione delle entrate e ad un contestuale aumento delle spese di tipo corrente, richiede necessariamente un intervento di carattere strutturale. Tuttavia, alcuni esperti e politici ritengono che sarebbe stato sufficiente un intervento di "manutenzione" dei conti pubblici, mentre la scelta del Governo Prodi e della maggioranza che lo sostiene è stata proprio quella di attuare una correzione permanente, che consentisse di liberare risorse da destinare a politiche di sviluppo dell’economia e a misure anticicliche. Come ricordato recentemente anche dal ministro Padoa-Schioppa, accanto a questa finalità vi è anche quella di recuperare risorse per rifinanziare importanti comparti della pubblica amministrazione, le cui dotazioni finanziarie negli ultimi anni erano state falcidiate al di sotto della soglia minima di funzionamento, con gravi effetti anche sul livello delle spese per investimento. Grazie alle misure della manovra finanziaria, si prevede di riportare, tra il 2007 ed il 2011, i valori dell’avanzo primario dal 2,7 al 5 per cento, del rapporto debito pubblico-PIL dal 106,8 al 97,8 per cento e del rapporto deficit-PIL dal 2,8 allo 0,1 per cento. La validità di questi obiettivi e delle politiche adottate per conseguirli è testimoniata dai recenti giudizi positivi formulati dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, che hanno ritenuto la manovra in esame in grado di risanare effettivamente i conti pubblici in modo strutturale e duraturo nel tempo.

Il relatore richiama quindi un’altra critica spesso avanzata nei confronti del disegno di legge finanziaria e della manovra nel suo complesso, ovvero che la stessa sarebbe tutta incentrata sulla pressione fiscale, mentre non vi sarebbero misure di riduzione della spesa pubblica. In primo luogo, nel valutare l’effetto fiscale occorre tenere conto della variazione del prelievo fiscale netto, ossia della differenza tra le norme che aumentano effettivamente il carico tributario e quelle che concedono invece sgravi e agevolazioni, specialmente sul fronte delle famiglie e delle imprese. Valutando in maniera corretta l’effetto combinato di tali disposizioni, si arriva ad un prelievo fiscale netto di circa 4,3 miliardi di euro, che pur elevato in senso assoluto corrisponde però ad appena il 25 per cento della parte della manovra riservata alla correzione dei conti pubblici. Inoltre, tale effetto non tiene conto delle risorse che si prevede di recuperare con le misure di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale introdotte con il decreto-legge n. 223 del 2006 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2006) e ulteriormente rafforzate con il già citato decreto-legge n. 262 del 2006, appena approvato in via definitiva dal Senato. Sono misure certamente severe, che contemplano il rafforzamento dei controlli, il ricorso più ampio agli studi di settore e il potenziamento dell’azione dell’amministrazione finanziaria, ma che appaiono assolutamente indispensabili ove si voglia finalmente affrontare in maniera seria un problema ormai cronico. Occorreva dare un segnale preciso, collegando la possibilità di diminuire effettivamente la pressione fiscale al concreto recupero dei tributi illecitamente non pagati: richiama, al riguardo, il contenuto dell’ordine del giorno n. 0/1132/4000/ 5a e 6a presentato durante l’esame del citato decreto-legge n. 262 e accolto dal Governo. Si tratta di un impegno preciso per destinare le risorse recuperate con la lotta all’evasione e all’elusione fiscale alla riduzione della pressione tributaria, che potrebbe trovare una enunciazione in termini normativi proprio nel disegno di legge finanziaria in esame.

Evidenzia, poi, che il disegno di legge n. 1183 in titolo contiene in realtà anche interventi di riduzione della spesa pubblica, per circa 12 miliardi di euro: si tratta ad esempio di tagli ad alcuni tipi di acquisti di beni e servizi, di soppressione o accorpamento dei cosiddetti "enti inutili" o di riduzione dei cosiddetti "costi della politica". Ovviamente, restano aperti molti problemi: segnala, ad esempio, le questioni concernenti l’articolo 18, commi 206 e seguenti, del disegno di legge in esame, relativamente alla coerenza e all’efficacia dei tagli lineari apportati alle dotazioni di bilancio, ai fini del contenimento della spesa. Non di meno, ricordando che il Documento di programmazione economico-finanziaria indicava la necessità di incidere su quattro grandi comparti di spesa (sanità, enti locali, pubblica amministrazione e previdenza), ritiene che le norme del provvedimento in esame operino significativamente su almeno due di tali comparti, ovvero la sanità e gli enti locali, fissando degli orientamenti e delle linee di azione per gli altri due. Le questioni della previdenza e della riforma della pubblica amministrazione sono, infatti, troppo complesse per pensare, realisticamente, di affrontarle nell’ambito della legge finanziaria.

Contesta, quindi, l’ulteriore critica avanzata dall’opposizione circa la mancanza di una visione strategica, di una "missione" nel disegno di legge finanziaria: sebbene forse non chiaramente delineata, tale missione è invece ben presente, sostanziandosi nell’obiettivo di rilanciare l’economia e la capacità competitiva del sistema economico italiano. E’ infatti ben nota la crisi di competitività del nostro Paese e il progressivo declino dei nostri comparti produttivi: la manovra si propone di ricreare le condizioni per una crescita stabile dell’economia, pari ad almeno il 2 per cento all’anno. Tale obiettivo verrebbe attuato in un arco di tempo medio-lungo, passando da una crescita del PIL dell’1,3 per cento, stimata per il 2007, ad una crescita dell’1,7 nel 2011, per poi salire ulteriormente negli anni seguenti. I bassi tassi di crescita previsti per i primi anni scontano, realisticamente, gli effetti parzialmente depressivi legati alla manovra di risanamento, ma non va dimenticato che tale impostazione è finalizzata a porre le basi per il rilancio dell’economia. Il disegno di legge finanziaria contiene in tal senso indicazioni molto precise e misure concrete, sulle quali si riserva di intervenire ulteriormente anche nel prosieguo del dibattito. Si tratta di misure di politica industriale, finalizzate al rilancio della capacità produttiva e competitiva delle imprese: cita, a titolo di esempio, le misure sul cuneo fiscale, volte a incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, la costituzione di un fondo per la competitività delle imprese, che dovrebbe indirizzare l’attività delle imprese stesse verso i settori a più alto valore aggiunto, e i fondi per gli investimenti in infrastrutture, tra i quali una parte importante riveste il recupero di efficienza delle politiche energetiche.

Ricorda, poi, che il DPEF finalizzava i vari interventi ai tre obiettivi dell’efficienza, dello sviluppo e dell’equità. Per quanto concerne il terzo obiettivo, si tratta di una priorità irrinunciabile per tutta la coalizione di centrosinistra e in modo particolare per la propria parte politica, che ha posto il problema a più riprese, consentendo l’inserimento nel disegno di legge finanziaria di alcune importanti misure, quali le agevolazioni fiscali per le famiglie, che hanno utilizzato le risorse del Fondo per gli assegni ai nuclei familiari (circa 1,4 miliardi di euro). Un altro importante fronte d’intervento è quello degli enti locali, per il quale il disegno di legge finanziaria 2007 ha introdotto un importantissimo cambiamento, con ciò soddisfacendo un preciso impegno assunto dal centrosinistra in campagna elettorale, ossia la sostituzione, all’interno del Patto di stabilità interno, dei parametri basati sui tetti di spesa con quelli dei saldi di bilancio: si tratta di una scelta cruciale, che restituisce flessibilità gestionale a tutto il sistema delle autonomie locali, cancellando le scelte esattamente opposte dal precedente Governo di centrodestra. Resta comunque aperto il problema più generale del rapporto tra lo Stato centrale e gli enti territoriali, sui quali occorrerà operare in una logica di cooperazione e non di contrapposizione, nell’interesse di tutti. I temi più importanti di confronto sono ben noti: la questione del federalismo fiscale, la necessità di favorire gli investimenti, la selezione e la razionalizzazione delle spese correnti.

Infine, segnala un’altra questione emersa proprio in questi giorni nel dibattito intorno alla manovra finanziaria: la riforma degli strumenti e delle procedure della sessione di bilancio. Si tratta di un tema ormai ricorrente, al quale certamente occorrerà provvedere. Pur dichiarando la propria disponibilità a contribuire fin da subito alla ricerca delle migliori soluzioni, evidenzia tuttavia la necessità di approfondire adeguatamente la questione, tenendo conto che anche i migliori strumenti, una volta individuati, devono però essere gestiti in modo attento, per essere realmente efficaci.

 

Il presidente MORANDO, prima di dare inizio alla discussione generale illustra i criteri di ammissibilità degli emendamenti sui documenti di bilancio 2007-2009. Fa presente che per la sessione di bilancio in corso sono confermate, in conformità con l’apposita circolare del Presidente del Senato diramata nel 2003, le regole di ammissibilità degli emendamenti finalizzate al perseguimento dei saldi finanziari definiti nella risoluzione approvativa del Documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011 (e relativa Nota di aggiornamento) con riferimento al saldo netto da finanziare, al fabbisogno di cassa del settore statale e all’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni. Tenendo conto delle novità introdotte dalla legge n. 208 del 1999, riguardo al contenuto del disegno di legge finanziaria, non sono ammissibili emendamenti aggiuntivi privi di effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale; emendamenti contenenti norme di delega (ivi comprese le modifiche a norme di delega già in vigore) o di carattere ordinamentale ovvero organizzatorio (articolo 11, comma 3, alinea, della legge n. 468 del 1978, come modificata dalla legge n. 208 del 1999); emendamenti di modifica delle norme di contabilità generale dello Stato (articolo 128, comma 6, del Regolamento); emendamenti volti a introdurre disposizioni di per sé stesse prive di effetti finanziari o con effetto neutrale, salvo che siano volte ad assicurare la piena attuazione di interventi disposti con precedenti manovre. Restano ammissibili, in ogni caso, emendamenti introduttivi di norme che rientravano già nel contenuto proprio della legge finanziaria, come, ad esempio, i maggiori oneri correnti di personale riconducibili all’attuazione degli istituti contrattuali e ai rinnovi contrattuali (ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera h), della legge n. 468 del 1978). Per quanto riguarda le misure con effetto di riduzione dei saldi, sono ammissibili emendamenti sostitutivi nel rispetto della compensazione finanziaria e dei vincoli generali di contenuto proprio di cui sopra, a condizione che non presentino carattere ordinamentale od organizzatorio, salvo che non siano finalizzati a conseguire un rilevante effetto di miglioramento dei saldi ovvero ad accelerare i processi di privatizzazione e di dismissione del patrimonio immobiliare, con effetti di riduzione del fabbisogno fin dal primo anno considerato nel bilancio. Sottolinea che sono ammissibili emendamenti aggiuntivi purché con esclusivo contenuto ed effetto di miglioramento, nonché emendamenti sostitutivi nel rispetto della compensazione e del contenuto proprio e soppressivi, a condizione della compensazione. Sono inammissibili le norme che dispongono l’uso parziale di risparmi, a meno che non siano destinati all’attuazione degli istituti contrattuali e ai rinnovi contrattuali. Per quanto riguarda le norme di sostegno all’economia, sono ammissibili emendamenti aggiuntivi con contenuto di finalizzazione diretta al sostegno o al rilancio dell’economia, in quanto tali da incidere sulle grandezze che misurano l’economia nazionale, fermo restando il rispetto dei vincoli generali di contenuto proprio di cui sopra (delega, carattere ordinamentale ed organizzatorio e modifiche norme contabili). Gli emendamenti non possono contenere: interventi di carattere localistico o micro-settoriale, intendendosi per tali quelli dunque riferiti ad ambiti soggettivi o territoriali che per la loro portata non sono in grado di incidere significativamente sulle grandezze dell’economia nazionale o della finanza pubblica e norme comportanti oneri netti per finalità non direttamente assimilabili al sostegno dell’economia. Sono invece ammissibili le norme di razionalizzazione finanziaria, finalizzate a rendere più flessibile e trasparente lo strumento del finanziamento di interventi di sostegno all’economia; le norme onerose (ovviamente compensate), finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell’economia, anche attraverso la riduzione del costo del lavoro o dell’imposizione sul reddito e misure di carattere generale che si sostanziano in un aumento del reddito disponibile (è fatto salvo, comunque, l’obbligo di compensazione finanziaria). Sono ammissibili emendamenti sostitutivi alle stesse condizioni degli aggiuntivi per quanto riguarda gli effetti finanziari e la compensazione nonché per il contenuto proprio (divieto di norme localistico-microsettoriali, di deleghe, di norme organizzatorie od ordinamentali, di modifica delle norme di contabilità). Sono inoltre ammissibili emendamenti soppressivi (salvo compensazione finanziaria, ove necessario). Infine, sono ammissibili, ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera i-quater della legge n. 468 del 1978, come modificato dalla legge n. 246 del 2002 di conversione del decreto-legge n. 194 del 2002, emendamenti recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi in vigore, ovvero, sotto il vincolo della compensazione, emendamenti di copertura di ulteriori oneri a legislazione vigente.

Sotto il profilo della compensazione finanziaria, fa presente che gli emendamenti che comportano conseguenze finanziarie peggiorative dei saldi debbono essere costruiti a doppia voce, di cui la seconda è costituita dalla copertura; la compensazione deve riguardare gli effetti sul saldo netto da finanziare di competenza del bilancio dello Stato, sul fabbisogno del settore statale e sull’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni; per il secondo e il terzo aspetto, occorre tener conto degli effetti come quantificati nella relazione tecnica in relazione ai vari obiettivi e quindi considerandogli eventuali coefficienti di realizzazione assunti dal Governo. La compensazione deve riferirsi agli effetti dell’emendamento a partire dal primo anno del triennio di riferimento e per tutta la durata della loro vigenza e deve garantire dunque mezzi di copertura di durata e quantità almeno uguale rispetto all’onere. Pertanto, in relazione ai limiti di impegno e figure assimilate (ad esempio contributi), sono ammissibili solo emendamenti compensati rimanendo dunque esclusa la possibilità di ricorrere per finalità di copertura ai limiti di impegno previsti da leggi vigenti, in quanto corrispondenti ad obblighi di spesa già in corso. Poiché il provvedimento non presenta in sé margini utilizzabili, tutti gli emendamenti con conseguenze finanziarie debbono essere compensati; non possono essere usati mezzi di parte capitale per coprire oneri correnti; è vietato lo scavalco tra disegno di legge di bilancio e disegno di legge finanziaria; non possono essere utilizzate per copertura variazioni nella stima delle entrate. Per quanto riguarda l’emendabilità della parte tabellare del disegno di legge finanziaria, le riduzioni di spesa corrente possono essere utilizzate per finanziare tutti gli incrementi; le riduzioni di spesa di conto capitale possono compensare solo gli incrementi di spese della stessa natura. La tabella F può essere solo rimodulata, previa compensazione sia sui singoli esercizi finanziari che nel complesso: per rifinanziare o definanziare una legge di tabella F occorre comunque rispettivamente usare la tabella D o E;per la tabella C, sono inammissibili emendamenti aggiuntivi in quanto non trovino esplicito fondamento in apposito rinvio operato dalla legislazione vigente, soppressivi o modificativi (in questo ultimo caso di elementi non numerici).Sono inammissibili altresì emendamenti aggiuntivi di un finanziamento triennale nella tabella D, ancorché recanti uno stanziamento di conto capitale classificato tra le norme di sostegno dell’economia, che non siano ricompresi nell’apposito allegato della legge finanziaria 2000 o non trovino esplicito fondamento in apposito rinvio operato dalla legislazione vigente. Per un finanziamento annuale, la condizione necessaria per l’ammissibilitàè la previsione di uno stanziamento di competenza (quindi non è sufficiente la sussistenza di residui) nell’ultimo esercizio finanziario, sempre ovviamente che si tratti di una legge di spesa di conto capitale. In caso di approvazione, le compensazioni superflue si intendono per non apposte, quelle esuberanti sono computate per il necessario, ove possibile, quelle incerte vengono adeguate, salva la congruità. In linea generale, gli emendamenti dovranno essere formulati in modo da garantire una chiara e reciproca collaborazione tra la portata della disposizione onerosa e la parte compensativa. Occorre tener conto comunque della maggiore formalità delle procedure di Assemblea, soprattutto in relazione alle coperture normative multiple e ripetitive.

Per quanto riguarda le regole di ammissibilità degli emendamenti al bilancio, ricorda poi che gli emendamenti debbono essere riferiti alle unità previsionali di base (UPB) e non potranno contenere riferimenti a capitoli, neanche sotto forma di specificazione interna alle UPB; pertanto, gli emendamenti formulati con riferimento esclusivo a capitoli di bilancio sono inammissibili, mentre da quelli formulati con riferimento alle UPB sarà espunto ogni eventuale riferimento anche a capitoli. Le previsioni di cassa sono emendabili senza restrizioni nei limiti della massa spendibile (somma di competenza più residui), salvo l’obbligo di compensazione. Quanto alle previsioni di competenza, possono essere oggetto di emendamento esclusivamente le UPB dei diversi stati di previsione per gli importi corrispondenti a dotazioni direttamente stabilite dallo stesso bilancio. Sono invece inammissibili emendamenti alle UPB per le previsioni di spesa la cui dotazione sia determinata direttamente da legge sostanziale (in tal caso gli emendamenti possono essere presentati alla legge finanziaria, nei limiti consentiti dalle sue diverse tabelle). Poiché le varie tabelle della finanziaria, in particolare le tabelle C, D ed F recano già l’indicazione delle UPB e dei capitoli di riferimento, prima di variare gli importi iscritti in una UPB di bilancio è opportuno controllare che gli stessi non siano già direttamente stabiliti dalle tabelle C, D e F della "finanziaria". Mentre le UPB, per gli importi la cui dotazione è rimessa al bilancio, possono essere in generale emendabili in senso riduttivo (con conseguente miglioramento dei saldi), il loro utilizzo come mezzo di copertura, sia pure nel solo ambito del bilancio, è soggetto a numerose restrizioni. Non possono essere utilizzati come mezzo di copertura: gli importi relativi alle previsioni di entrata; gli importi relativi alle spese per interessi; gli importi relativi alle spese per il trattamento economico del personale in servizio e in quiescenza; gli importi corrispondenti alle quote delle unità previsionali di base afferenti a fattori legislativi e a spese obbligatorie.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Lunedì 27 novembre 2006

49a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 23 novembre scorso.

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella seduta del 23 novembre scorso sono state svolte le relazioni introduttive del senatore Tecce, relatore al disegno di legge del bilancio e del senatore Morgando, relatore del disegno di legge finanziaria. Dichiara quindi aperta la discussione generale. Invita i Gruppi a far pervenire entro le ore 11 di domani, 28 novembre, le richieste di intervento in discussione generale.

Ringrazia quindi il Ministro per aver accolto l’invito ad illustrare i documenti di bilancio all’esame del Senato.

 

Il ministro PADOA-SCHIOPPA, dopo aver depositato agli atti alcune tabelle illustrative della manovra economica, dopo l’approvazione da parte della Camera dei deputati, esprime cenni di gratitudine alla Commissione per l’invito a illustrare le linee guida dei documenti di bilancio in questa fase dell’iter parlamentare.

Fa presente che l’impostazione di fondo della manovra di bilancio non è sostanzialmente mutata rispetto a quella originaria. Segnatamente essa costituisce una componente più generale della politica economica del Governo volta ad affrontare il problema strutturale della crescita economica italiana. In particolare, dopo un lungo periodo di crescita senza stabilità – come quello che ha caratterizzato il periodo degli anni 70-90 – occorre porre un argine alla perdita di competitività del sistema Paese in un contesto di forte riduzione delle dinamiche demografiche. Le parole chiave che connotano la manovra restano: risanamento, sviluppo ed equità. Tre linee di intervento per le quali vengono individuate soluzioni contestuali senza un approccio per fasi successive. Medesima impostazione seguita anche nel decreto-legge collegato alla manovra.

Rileva quindi una sostanziale continuità tra l’impostazione del DPEF, la formulazione della manovra originaria e quella approvata dalla Camera dei deputati. Un’analisi puntuale degli effetti delle modifiche introdotte dalla Camera dei deputati, sia dal lato del reperimento delle risorse (tra Stato, enti locali, settore sanitario, settore previdenziale), sia dal lato dell’utilizzo delle risorse, evidenzia limitate variazioni tra i vari settori di intervento rispetto ad un volume complessivo della manovra di 34,7 miliardi di euro, come originariamente presentata dal Governo, ed ai 35,4 miliardi di euro risultanti dopo l’esame presso la Camera dei deputati. La sostanziale tenuta dell’impostazione di fondo della manovra è dovuta al fatto che essa è equilibrata e condivisa nelle linee fondamentali dalla maggioranza.

Uno degli elementi caratterizzanti questa sessione di bilancio è la significativa differenza tra manovra netta e lorda. Le ragioni dello scostamento, pari a circa 20 miliardi di euro, sono principalmente ascritte alla necessità di riattivare i finanziamenti di alcune funzioni pubbliche essenziali (rete ferroviaria e stradale, infrastrutture, investimenti in ricerca e sviluppo), al peso riservato agli interventi per lo sviluppo e per la competitività (come la riduzione del cuneo fiscale), alla riqualificazione della spesa pubblica operata riducendo quella corrente e aumentando quella in conto capitale. In particolare, si sono rivelati essenziali gli stanziamenti per ripristinare la funzionalità dell’ANAS e delle Ferrovie dello Stato, le cui risorse erano state dimezzate negli ultimi anni. Per quanto concerne la ricomposizione della spesa, segnala che la spesa corrente al netto degli interessi comincerà a ridursi nel 2006 da un andamento tendenziale pari al 40,3 per cento in rapporto al PIL, fino al 39,2 per cento nel 2009. Viceversa la spesa in conto capitale, rispetto all’andamento tendenziale pari al 4,2 per cento in rapporto al PIL nel 2006, aumenterà nello stesso anno fino al 4,4 per cento per crescere ulteriormente al 4,6 per cento fino al 2009. Alla luce di tali considerazioni, risultano infondate le critiche rivolte al fatto che la legge finanziaria non è intervenuta sul lato della riduzione delle spese, perché uno dei punti qualificanti della finanziaria è proprio quello di ricomporre in modo più funzionale allo sviluppo la dinamica della spesa corrente rispetto a quella di conto capitale.

Passa quindi ad illustrare alcuni temi di rilevante importanza sui quali interviene la legge finanziaria, quali: il federalismo fiscale, il controllo e la flessibilità del bilancio, la formazione e la conoscenza ed il lavoro e la previdenza. Si tratta di interventi parziali che richiedono ulteriori e successive misure attuative. Il caposaldo del federalismo fiscale consiste nel superamento di una visione della spesa decentrata come un’estensione di quella centrale. Sotto questa prospettiva, il confronto con il sistema della autonomie ha portato a superare l’imposizione di tetti di spesa nel Patto di stabilità interno, passando invece ad un sistema di vincoli sui saldi. Inoltre, le polemiche intorno all’ampliamento degli strumenti di prelievo degli enti locali risultano infondate in quanto esso non si traduce necessariamente in un incremento della pressione fiscale bensì in una maggiore responsabilizzazione. Ancora, il contributo al risanamento richiesto agli enti locali risulta compatibile con quello richiesto a livello centrale. Le riforme ancora da introdurre sono l’attuazione del titolo V della Costituzione ed il graduale passaggio dalla spesa storica ai costi standard.

Con la finanziaria sono stati poi avviati i primi passi di una riforma in materia di controllo, affidabilità, trasparenza dei conti pubblici e flessibilità del bilancio. Strumentale a tal fine è stato il cospicuo accorpamento dei capitoli di spesa (da 7250 a 4484), il taglio lineare ma flessibile di alcune categorie economiche di spesa, la ricostituzione della Commissione tecnica per la spesa pubblica.

La ripresa della crescita passa però anche attraverso la costituzione e la valorizzazione di un capitale umano più ricco e più preparato. La situazione trovata dal nuovo Governo è stata caratterizzata da un’insufficiente offerta di istruzione universitaria dovuta soprattutto alla carenza di risorse. Gli interventi proposti con la legge finanziaria sono mirati a recuperare risorse all’interno degli stessi settori dell’istruzione e della ricerca.

Per quanto concerne, infine, il lavoro e la previdenza, rileva che il pilastro mancante dello stato sociale in Italia è quello degli ammortizzatori sociali. La crescente flessibilità introdotta nel mercato del lavoro ha altresì determinato un aumento del precariato senza un adeguato sistema di assistenza. Nell’immediato si è pensato di ridurre il divario tra contribuzione e prestazioni, nonché di introdurre norme per ridurre il lavoro precario. Resta la consapevolezza che molto dovrà essere ancora fatto, al di fuori della manovra di bilancio, a partire dalle linee guida indicate nel memorandum d’intesa sottoscritto tra Governo e sindacati.

Svolge infine alcune considerazioni sull’andamento del saldo primario, sottolineando come nel 2007, attraverso le misure contenute nella finanziaria, si ponga in essere un’inversione di tendenza riportando il saldo primario stesso su valori positivi. Associato a questo, si riprende un cammino di riduzione del rapporto debito-PIL e del deficit-PIL. Conclude rilevando che, a giudizio del Governo, gli interventi contenuti nella legge finanziaria consentiranno di riprendere il corretto sentiero di crescita, uscendo da una situazione di crisi economica e finanziaria molto simile a quella verificatasi nel 1992.

 

Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro per l’intervento svolto, tenuto conto dei concomitanti impegni in sede europea. Auspica che il Ministro possa di nuovo prendere parte ai lavori della Commissione in sede di replica, in modo tale da poter eventualmente fornire le opportune risposte ai quesiti che seguiranno nel corso del dibattito anche in sua assenza.

 

Il MINISTRO assicura la propria presenza nella fase di replica.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) lamenta le scarse occasioni di dialogo con il Ministro che non hanno consentito in altri incontri, di acquisire gli opportuni chiarimenti rispetto a questioni di rilevante attualità quale, ad esempio, il tema dell’ICI. Lamenta, in particolar modo, la mancanza di dati sulla pressione fiscale, elemento essenziale per riportare in Parlamento il tema della tassazione e delle preannunciate riduzioni del prelievo. Annunci ritenuti dalla propria parte politica velleitari. Rispetto al tema del risanamento dei conti pubblici, enfatizza il problema di verificare a posteriori la realizzazione o meno degli obiettivi preannunciati, in particolar modo per quanto concerne la spesa degli enti decentrati. A tal proposito, si dichiara favorevole a riprendere l’ipotesi di riforma del bilancio, sebbene chieda al Governo quale sia la posizione assunta rispetto al progetto SIOPE. Occorre, a suo giudizio, passare ad una "cultura del rendiconto" al fine di rendere più cogente il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica sottesi alla manovra. A tal fine auspica che il Presidente intenda riavviare le procedure informative svolte nella scorsa legislatura al fine di pervenire ad una riforma condivisa della legge di contabilità di Stato che ne aggiorni i contenuti. Chiede, inoltre, chiarimenti sul tema del TFR ed in particolare sulla franchigia che il Governo intende introdurre, in quanto elemento potenzialmente distorsivo della struttura industriale delle imprese. Dichiara, quindi, di non condividere la politica delle entrate in quanto colpisce un ceto medio ritenuto, a torto, dal Governo, titolare di redditi elevati. Anche il passaggio dal sistema delle deduzioni a quello delle detrazioni si rivelerà fallimentare e l’innalzamento delle aliquote colpirà in modo significativo alcune fasce di contribuenti, senza peraltro risolvere il problema dell’incapienza delle fasce più deboli e penalizzando i pensionati. Rispetto alle posizioni manifestate, anche al di fuori delle Aule parlamentari, dal Ministro in merito al contrasto di interessi in materia fiscale, non ritiene che si tratti di adempimenti fastidiosi, bensì esso rappresenta un utile strumento di lotta all’evasione, come dimostrato nel settore dell’edilizia. Il tema del contrasto di interessi, ovvero la detraibilità di alcune spese certificate da parte del consumatore finale, è un tema centrale, alternativo all’incremento delle aliquote, per contrastare l’evasione. La scelta di operare a favore dello sviluppo attraverso il cuneo fiscale anziché quello previdenziale ed assicurativo determinerà inoltre benefici per pochi e seri problemi applicativi. Inutili risultano, inoltre, gli interventi per gli studi di settore. Conclude con una valutazione complessiva negativa della manovra di bilancio, in quanto piuttosto che agire sul lato della riduzione delle spese, si è scelto di intervenire aumentando la pressione fiscale.

 

Il senatore FERRARA (FI), riservandosi di intervenire in discussione generale nel corso delle prossime sedute, chiede incidentalmente chiarimenti al Governo in merito all’aggiornamento dei saldi tendenziali, alla luce dei dati più recenti sull’andamento delle entrate, in particolare di quello dell’IVA, tenuto conto dell’effetto che l’incremento della tassazione produce sulla produzione industriale e in relazione a dichiarazioni più recenti rilasciate dal Governo in sede europea e sugli organi di stampa.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) rileva i caratteri di equità e giustizia che contrassegnano il disegno di legge finanziaria all'esame. Con riferimento alle critiche da più parti mosse circa l'eccessiva ampiezza della finanziaria, rileva come, nell’attuale sistema maggioritario, il disegno di legge recepisca ampi contenuti del programma elettorale delle coalizioni. Richiama quindi i profili problematici ereditati dalla politica economica del precedente Governo: l'azzeramento dell'avanzo primario, l'aumento rilevante della spesa corrente a fronte di un ingente passivo del debito pubblico. Formula osservazioni critiche rispetto a tale orientamento, attesa la necessità di operare piuttosto per un riequilibrio della parte corrente del bilancio, non incentrando esclusivamente la politica di risanamento sulle dismissioni patrimoniali del patrimonio pubblico, che risulta invece bene da salvaguarda anche in un’ottica di tutela del profilo ambientale. Con riferimento alla rilevante entità della manovra, esprime la propria condivisione della scelta operata dal Governo, tendente a trattare in modo unitario i piani del risanamento, dell'equità e dello sviluppo, nella ricerca di un equilibrio tra tali aspetti. Dopo aver richiamato gli interventi per il reperimento di risorse per taluni specifici settori, quali le attività dell'ANAS e del Gruppo Ferrovie dello Stato, si sofferma sugli interventi in materia di cuneo fiscale e sull'istituzione di fondi a rilievo sociale, quali quello per gli asili nido o per i soggetti non autosufficienti. Pur prendendo atto dei possibili effetti depressivi che nell’immediato possono conseguire alla manovra in merito alla crescita del PIL, rileva che le misure adottate sono finalizzate ad obiettivi di incentivo allo sviluppo, ed assumono rilievo in tal senso gli interventi di razionalizzazione e riorganizzazione degli uffici, nonché la riduzione delle spese della politica. Dopo aver richiamato le misure della manovra in materia di lotta all'evasione e all'elusione fiscale, sottolinea l'intento di destinare i maggiori introiti derivanti dall'emersione di nuova base imponibile a finalità di riduzione della pressione fiscale. Evidenzia quindi l’andamento positivo in tal senso registrato nell'ultima fase dell'esercizio in corso, che dimostra una ripresa a carattere prevalentemente congiunturale ma con una componente anche strutturale, legata peraltro alle maggiori entrate che scaturiscono dalle misure adottate con il cosiddetto "decreto Bersani-Visco". E' infatti mutata la composizione del gettito registrato, atteso che crescono in modo più rilevante le imposte dirette, mentre la tendenza alla crescita è più attenuata per quanto concerne le entrate derivanti da imposte indirette, che incidono maggiormente sui redditi bassi. Si registra, altresì, con favore l'aumento dei contributi da lavoro dipendente versati all'INPS, dato da cui sembra emergere una quota di lavoro nero. Sottolinea poi l'attenzione che necessitano le spese in materia sociale e in materia di sostenibilità ambientale, con particolare riferimento all'attuazione del Protocollo di Kyoto. Non appaiono condivisibili le critiche mosse al disegno di legge finanziaria circa uno scostamento dai contenuti del Documento di programmazione economico-finanziaria, di cui richiama i quattro comparti di spesa. In particolare, con riferimento agli enti locali, la manovra finanziaria delinea un processo di riforma tendente alla maggiore responsabilizzazione degli enti medesimi, con finalità di risanamento e per un rispetto del Patto di stabilità. Analoga responsabilizzazione si rileva per il comparto della sanità, dove si registra un aumento della spesa che però appare maggiormente qualificata. Per quanto concerne il comparto della pubblica amministrazione, è necessario realizzare una maggiore efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, previo accordo tra le parti sociali, individuando strumenti di verifica della produttività, che può presentare profili di criticità spesso a livello apicale. In materia di pensioni, è poi necessario estendere il sistema contributivo, prevedendo forme di flessibilità non solo per l’ingresso nel mondo del lavoro, ma anche per i meccanismi di pensionamento, con la possibilità di allungare su base volontaria il ciclo lavorativo.

Si sofferma quindi sulla necessità di creare le condizioni per uno sviluppo stabile e duraturo attraverso una maggiore attenzione al tema della sostenibilità, che non costituisce solo un vincolo in negativo, ma rappresenta uno strumento per l’incentivo e la regolazione dei mercati, in un’ottica di realizzazione di migliori condizioni per le aziende e per l’efficacia dei servizi, evidenziando al riguardo l’opportunità di istituire meccanismi di controllo a favore degli utenti e dei consumatori. In materia di riforma del welfare, appare necessario un sistema di garanzie sociali e la previsione di forme di tutela salariale e di garanzie previdenziali. Con riferimento al cuneo fiscale, formula osservazioni critiche rispetto alle previsioni contenute nel disegno di legge in esame, che scaturiscono da un accordo tra Governo e associazioni sindacali, rilevando che la misura come attualmente delineata, riducendo il costo del lavoro in maniera generalizzata, costituisce un incentivo indiscriminato all’intero sistema delle imprese, a prescindere dalla effettiva competitività delle imprese medesime. Inoltre, l’utilizzo delle risorse per finanziare una rimodulazione delle aliquote, non determina un immediato beneficio sul versante dei lavoratori.

Formula critiche in ordine alle disposizioni per il trasferimento del TFR, che viene stimato nella relazione tecnica di accompagnamento alla finanziaria, per un importo pari a 6 miliardi di euro. L’elevato ammontare di tale cifra potrebbe indurre a ritenere che il Governo non intenda operare nel senso di una reale attivazione del sistema della previdenza integrativa, ovvero la stima potrebbe risultare eccessiva in sede attuativa. Rileva dunque la necessità di operare talune modifiche al disegno di legge in esame, in primo luogo recependo i contenuti degli ordini del giorno predisposti dalla maggioranza e accolti dal Governo in sede di esame del decreto fiscale collegato alla manovra recentemente approvato, con particolare riferimento alla questione della tassa di successione per i parenti in linea retta e per i trasferimenti delle piccole imprese, nonché in materia di editoria. Inoltre, le misure in materia di incentivi per una mobilità sostenibile devono tradursi in interventi efficaci ed adeguati, e non già in misure di rottamazione generalizzata, sulle quali esprime il dissenso della propria parte politica. Ricorda, anche a nome del Gruppo cui appartiene, la richiesta di destinare al ministero dell’ambiente una quota delle risorse precedentemente stanziate per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, nonché l’approfondimento della problematica relativa alle risorse per le attività di bonifica dei siti inquinati, risultando necessario superare il meccanismo attuale.

Dopo aver rilevato la necessità di un maggiore approfondimento per quanto attiene il ticket sanitario, esprime il proprio dissenso in ordine alla costituzione di una nuova società per la realizzazione della cosiddetta Pedemontana Lombarda, nel progetto concordato con gli enti locali, quale società concessionaria incaricata della realizzazione, che si esporrebbe anche a censure sul piano comunitario. Esprime infine il proprio apprezzamento per il rinnovato interesse mostrato anche dalle alte cariche istituzionali per i temi della riforma delle regole della sessione di bilancio, rilevando come costituisca già una riforma in essere l’ampiezza del dibattito svolto in sede di commissione sui provvedimenti all’esame e della impossibilità di apportare modifiche in Assemblea.

 

Il senatore PARAVIA (AN) esprime perplessità in ordine all’intervento del Ministro dell’economia e delle finanze, svolto in tempi eccessivamente sintetici, che non hanno consentito i necessari approfondimenti e chiarimenti da parte del Governo, non risultando possibile alcun contraddittorio. Rileva il carattere "eccessivo" del disegno di legge finanziaria, che contiene interventi a favore di specifici gruppi industriali e non a tutela dello sviluppo generale. Richiama al riguardo i commi 696 e seguente dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria, in materia di mobilità lunga, nonché i commi da 699 a 717, in materia di emersione del lavoro nero, che vengono a delineare una sorta di condono ad hoc in materia previdenziale, nonché il comma 75 inerente la rottamazione di elettrodomestici, che privilegia un determinato gruppo industriale. Sarebbero invece stati necessari interventi di diverso tenore, quali ad esempio provvedimenti per una messa in sicurezza dei macchinari in uso di natura graduale e rivolti a tutti i settori industriali. Critica inoltre le misure in materia di cuneo fiscale, che potranno determinare effetti negativi nei bilanci delle piccole e medie aziende.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) , intervenendo incidentalmente, rileva la necessità che il Governo fornisca i dati relativi all’andamento del gettito dell’ultimo periodo del 2006, al fine di fornire gli elementi per una fondata valutazione dei contenuti del disegno di legge finanziaria, sollecitando in tal senso il Governo alla presentazione di una stima indicativa al riguardo.

 

Il presidente MORANDO prende atto di tale richiesta di supplemento di informazioni, rilevando tuttavia che il Governo potrà fornire gli elementi richiesti in sede di replica prevista per la seduta notturna di mercoledì. Fa presente comunque che ciò costituisce un elemento conoscitivo ulteriore rispetto all’esame in corso, che ha ad oggetto anche il disegno di legge di bilancio costruito sulla base della legislazione vigente e che non può in alcun modo essere pregiudiziale alla prosecuzione dei lavori.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Martedì 28 novembre 2006

50a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

indi del Vice Presidente

FORTE

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto con la discussione generale sospesa nella seduta di ieri.

 

Il senatore FERRARA (FI) osserva che, sia il dibattito delle ultime settimane che il testo del disegno di legge finanziaria 2007 trasmesso al Senato dalla Camera dei deputati, confermano le impressioni negative suscitate dalla manovra finanziaria del Governo. Tale manovra si proponeva come obiettivo principale il risanamento dei conti pubblici per rientrare nell’ambito dei parametri previsti dal patto di stabilità e crescita dell’Unione europea. In particolare, si mirava alla riduzione del debito pubblico, invertendo il trend pericolosamente crescente degli ultimi anni.

Posto che non ritiene pertinenti i confronti, fatti anche dal ministro Padoa Schioppa, tra l’attuale situazione dei conti pubblici italiani e quella dei primi anni novanta o di altri Paesi europei, quali il Belgio, sottolinea come le prime intenzioni del Governo fossero quelle di attuare il risanamento della finanza pubblica attraverso una politica di tagli ai grandi comparti della spesa pubblica, ossia la pubblica amministrazione, gli enti locali, la sanità e la previdenza. Tuttavia, l’avvio anche in Italia di un processo di ripresa economica più robusto del previsto, ha reso difficoltoso mettere in atto tali interventi, che avevano un carattere chiaramente depressivo. Il Governo è stato quindi costretto, a un certo punto, ad affiancare alle misure di risanamento anche altre misure di tipo espansivo, volte a favorire lo sviluppo, con la conseguente necessità di reperire ulteriori risorse di finanziamento. Stante la difficoltà di ricorrere alle riduzioni di spesa, si è dunque scelto di aumentare l’imposizione fiscale, con il risultato che la manovra in esame, contrariamente a quanto affermato dal Governo, si compone in realtà per due terzi di maggiori entrate e solo per un terzo di tagli di spesa.

Ciò è dovuto al fatto che alcune delle presunte riduzioni di spesa sono in realtà partite di giro, ossia misure inefficaci che non daranno i risparmi attesi e si tradurranno in nuovi aumenti di tasse. Cita, a titolo di esempio, le riduzioni dei trasferimenti agli enti locali: poiché gran parte delle spese di tali enti sono di fatto incomprimibili, trattandosi di spese per prestazioni sociali ai cittadini che non possono essere abbandonate, il venir meno dei finanziamenti da parte dello Stato determinerà necessariamente il ricorso ad un aumento di tributi o tariffe per finanziare tali servizi.

Un discorso simile può essere fatto per le disposizioni, previste nell’articolo 18, commi 389 e seguenti, del disegno di legge finanziaria, che prevedono il trasferimento all’INPS della quota "inoptata" dei fondi per il trattamento di fine rapporto (TFR), ossia per la quale i lavoratori non hanno scelto formalmente di destinarla a forme di previdenza integrativa. Finora tali accantonamenti rappresentavano un prestito dei lavoratori nei confronti delle imprese in cui prestavano servizio: le imprese stesse se ne avvantaggiavano, potendo disporre di una fonte di finanziamento aggiuntiva, in termini di liquidità, a condizioni assai convenienti. Con la scelta di trasferire tali risorse all’INPS il Governo ha danneggiato gravemente le imprese e attuato un sopruso nei confronti dei lavoratori, che presenta anche profili di illegittimità costituzionale. Esso si potrebbe, infatti, paragonare ad un esproprio forzoso, al quale però non si è accompagnato il giusto indennizzo previsto dall’articolo 43 della Costituzione; d’altra parte, ove lo si volesse inquadrare come una nuova forma di prelievo fiscale, mancherebbe il requisito essenziale della proporzionalità, in ragione della capacità contributiva, di cui all’articolo 53 della Costituzione. In realtà, così come viene configurato nel disegno di legge finanziaria in esame, il trasferimento delle risorse del TFR finirà con il tradursi un debito futuro assunto dallo Stato tramite l’INPS: poiché le risorse da spostare valgono circa 6 miliardi di euro all’anno, tenuto conto che la giacenza media non sarà di 2,5 anni, come sostenuto dal Governo, ma di almeno 5 anni, ciò determinerà un debito aggiuntivo per lo Stato pari a circa 30 miliardi di euro. Si tratta, inoltre, di un debito che ha un costo annuo del 3 per cento, assai superiore ai tassi di mercato praticati sui normali titoli del debito pubblico: da qualunque punto di vista la si consideri, quindi, si tratta di una operazione assai discutibile. Peraltro, poiché, come già chiarito, l’ammontare da trasferire all’INPS riguarda la quota del TFR inoptata, ove i lavoratori decidessero di destinare una quota più alta a forme di previdenza integrativa, l’ammontare delle risorse ricavabili dal trasferimento potrebbe risultare assai inferiore a quanto previsto dal Governo.

Ricorda poi che una delle fonti di copertura originariamente previste nel disegno di legge finanziaria presentato alla Camera dei deputati riguardava la revisione della tassazione sulle rendite finanziarie, contenuta in una specifica norma di delega, poi correttamente espunta dall’articolato in quanto contraria al contenuto proprio del disegno di legge finanziaria, come previsto dalla legislazione contabile e dai regolamenti parlamentari. Tenuto conto, tuttavia, della chiara volontà del Governo di intervenire su tale fronte, critica severamente tale scelta, in quanto l’aumento dell’imposizione delle rendite colpirebbe anche titoli pubblici e privati, determinando un calo della domanda da parte degli investitori (specialmente quelli esteri) che, per essere scongiurato, condurrebbe inevitabilmente ad un aumento dei tassi di interesse. Nel caso del debito pubblico, tale effetto negativo compenserebbe abbondantemente il maggior gettito derivante dall’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, risolvendosi quindi in un fallimento.

Per tali ragioni, ritiene che la manovra finanziaria predisposta dal Governo si componga prevalentemente di misure di imposizione fiscale, traducendosi in un effetto depressivo netto sull’economia. Volendo richiamare la famosa curva di Laffer della teoria economica, si potrebbe dire che il livello della pressione fiscale risultante dalla manovra è ben al di sopra del valore limite che, a parità di gettito tributario, determina il passaggio degli effetti sull’economia da espansivi a depressivi, come testimonia anche il confronto con l’esperienza dei Paesi più vicini all’Italia. Al riguardo, ricorda come, secondo le stime presentate dallo stesso Governo in estate, nel 2006 si era avuto fino ad allora un aumento delle entrate del 9,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2005, mentre le spese erano cresciute di appena del 3 per cento. Evidentemente tale risultato non può derivare dall’azione del Governo Prodi, che in quel momento non si era ancora esplicata, né tanto meno da un presunto "effetto Visco" sull’obbedienza fiscale dei contribuenti. Tale andamento positivo delle entrate deriva invece dalla ripresa economica, fortunatamente più robusta del previsto, e dalle misure adottate dal precedente Governo che hanno favorito l’emersione del lavoro nero, come testimoniato dai dati sull’IVA (+ 12,5 per cento) e da quelli correlati dei versamenti contributivi, entrambi cresciuti in maniera significativa. Di conseguenza, sottolinea che il Governo avrebbe dovuto adottare non una politica di mera restrizione fiscale, che potrebbe compromettere la ripresa economica, ma una politica più coraggiosa di contenimento delle spese, in particolare di quelle correnti: richiama, al riguardo, la dinamica della spesa sanitaria, fortemente cresciuta negli ultimi anni, rispetto alla quale appaiono inefficaci i tagli proposti dal Governo, che incidono peraltro solo sulle dotazioni di cassa e non anche di competenza.

Una misura alternativa, capace anche di rilanciare lo sviluppo, poteva essere quella di ridurre drasticamente i trasferimenti alle imprese – a suo avviso del tutto inefficaci – e di adottare una politica di riduzione della tassazione di pari importo: ne sarebbero derivati effetti espansivi non per i 5-6 miliardi indicati dal Governo, ma per un valore almeno triplo, oltre a conferire una certezza di prospettive per gli investimenti delle imprese. Le scelte del Governo in carica stanno invece già facendo sentire i loro effetti depressivi, come confermato dai segnali di riduzione del fatturato emersi nelle ultime settimane, in controtendenza rispetto alla crescita sostenuta dei mesi precedenti. Esprime, quindi, la propria perplessità sui dati forniti dal ministro Padoa Schioppa nel suo intervento di ieri dinanzi alla Commissione, sulla situazione finanziaria dell’ANAS e delle Ferrovie. Richiama, in particolare, i dati contenuti nella tavola 8 depositata dal Ministro, osservando che la stessa parte dall’anno 2004 senza includere l’andamento degli esercizi precedenti e, inoltre, sembra non tenere conto dei residui di risorse proprie dei due enti. Infatti, nella tabella depositata dal Ministro, di tali risorse non vi è traccia per gli esercizi anteriori al 2006. Analogamente, ritiene non realistica l’indicazione circa l’ammontare delle risorse destinato, nell’ambito della legge finanziaria, alle aree del Mezzogiorno, posto che, al contrario, il Fondo per le aree sottoutilizzate risulta falcidiato nelle sue dotazioni.

Conclusivamente, ribadisce tutte le proprie critiche alla manovra finanziaria del Governo, di cui sottolinea l’effetto depressivo nei confronti dell’economia, tanto più deprecabile in un momento di ripresa quale quello attuale.

 

Il senatore ENRIQUES (Ulivo) richiama anch’egli i commi 389 e seguenti dell’articolo 18 dell’atto Senato n. 1183, concernenti le disposizioni sul trasferimento del TFR all’INPS. Al riguardo, ritiene opportuno fare chiarezza sulla portata di tali disposizioni, contestando le critiche infondate avanzate dall’opposizione. Il ministro Padoa Schioppa ha chiarito, a suo tempo, il reale effetto di tali norme, paragonando il passaggio delle risorse del TFR all’INPS ai contributi per prestazioni previdenziali versati dai lavoratori e, correlativamente, il debito assunto dall’INPS a quello per le prestazioni pensionistiche. Cita inoltre l’analisi positiva fatta di questa misura in un articolo apparso recentemente sul Sole 24 ore, dove si condivide la preoccupazione di non tarpare le ali alla ripresa economica con interventi di carattere recessivo, richiamando l’esperienza negativa del Giappone di alcuni anni fa, allorquando misure di risanamento troppo severe rischiarono appunto di compromettere l’aggancio alla ripresa. Tuttavia, la misura in esame non ha effetti negativi, perché le risorse trasferite dalle imprese all’INPS rimangono nel circuito dell’economia, né si traducono in un esborso diretto a carico delle imprese o dei lavoratori. Inoltre, tali risorse, previa autorizzazione delle Autorità statistiche comunitarie, potranno essere accantonate ed utilizzate per finanziare importanti opere di carattere infrastrutturale, in particolare a favore di ANAS e Ferrovie: chi critica la misura dovrebbe quindi anche indicare come potrebbero essere reperite in modo alternativo i fondi necessari per questi interventi.

Un’altra critica spesso avanzata, evidenziata anche dal Governatore della Banca d’Italia e ripresa nel precedente intervento del senatore Ferrara, è quella secondo la quale l’assunzione di una quota del TFR da parte dell’INPS si tradurrebbe in un aumento del debito a carico dello Stato, per giunta a tassi superiori a quelli di mercato sui normali titoli del debito pubblico. Tale osservazione, seppure fondata, deve tuttavia tenere conto che il debito in questione, secondo le regole di contabilità europea, non va ad aumentare lo stock di debito pubblico e, comunque, mentre i titoli del debito pubblico attualmente sono detenuti in gran parte da investitori stranieri, il debito del TFR è e rimane all’interno dell’economia. Relativamente poi all’obiezione secondo la quale il trasferimento del TFR all’INPS potrebbe ostacolare l’avvio della previdenza integrativa in Italia, sottolinea come tale obiezione sia smentita sia dal nuovo testo delle disposizioni approvato dalla Camera dei deputati, certamente più equilibrato della versione originaria, sia dalle altre norme contenute nello stesso disegno di legge finanziaria, che favoriscono espressamente il decollo anticipato dei fondi di previdenza integrativa.

Per quanto riguarda infine i presunti effetti depressivi associabili alla misura in esame e, più in generale, alla manovra finanziaria presentata dal Governo, ritiene che si tratti di speculazioni del tutto infondate, come testimoniato dalle reazioni assai misurate dei mercati e dal livello stabile dell’indice di fiducia delle imprese e dei consumatori. In questo contesto, sottolinea come l’atteggiamento dei cittadini e degli operatori economici nei confronti della manovra dipenderà in gran parte dalla serietà e dal clima con il quale questa verrà esaminata in questo ramo del Parlamento, sia in Commissione che in Assemblea. Si tratta quindi di un preciso segnale che il Governo e la maggioranza dovranno trasmettere al Paese.

 

Il presidente MORANDO si sofferma anzitutto sulle critiche mosse all’entità della manovra che, a detta di taluno, avrebbe potuto consistere nella più limitata somma di 15 miliardi di euro, sufficiente al rispetto degli impegni comunitari assunti con il Patto di stabilità. La posizione espressa al riguardo dall’opposizione circa gli effetti depressivi che una manovra così ampia può determinare sull’andamento economico giustifica la politica economica del precedente Governo, che si era limitato ad aggiustamenti volti esclusivamente ad evitare gli esiti di una procedura comunitaria per eccessivo disavanzo, nel presupposto che il Paese avrebbe potuto beneficiare di una più vasta ripresa economica sul piano internazionale. Sottolinea come invece la scelta di politica economica operata dall’attuale Governo risulti del tutto alternativa alla politica della precedente legislatura: la manovra di 35 miliardi di euro intende, infatti, invertire la tendenza al declino registrata nel Paese, creando le condizioni per un salto nella capacità competitiva del sistema economico e per il superamento dell'attuale situazione di crisi, frutto di un’antica eredità precedente, certamente non ascrivibile solo al Governo. Con riferimento all'andamento favorevole delle entrate registrato nel 2006, richiama quindi i dati contenuti nel bollettino della Banca d'Italia, nel quale si evidenzia una diminuzione della produttività del lavoro, anche per i primi sei mesi dell'esercizio in corso, in un quadro di andamento positivo delle entrate: ciò appare sintomatico di una grave situazione che causa un ridimensionamento del ruolo dell'Italia nell'ambito dell'economia globale, attestandosi il nostro sistema produttivo tra i più critici dell'area euro. In tale quadro non risulta pertanto perseguibile una politica di mero "galleggiamento", operata nella scorsa legislatura, perché avrebbe l’effetto di negare al Paese la possibilità di una ripresa nell’economia globale. Ricorda quindi il dato relativo alla crescita economica, pari quasi allo zero, che necessita di interventi consistenti. Appare dunque necessario, in questo contesto, riaffermare con forza il senso profondo della manovra in esame, che intende far fronte non solo al risanamento dei conti pubblici, in relazione ai vincoli europei, ma mira a consentire, sul piano economico, una ripresa del sistema produttivo. A fronte di un ingente prelievo di risorse dall'economia reale mediante il fisco, che appare in linea con gli altri Paesi europei, è necessario realizzare infrastrutture materiali ed immateriali a favore dell'economia reale, poiché la produttività totale dei fattori può migliorare solo se si interviene sul piano degli investimenti. Tali considerazioni sono a fondamento di una manovra di tale entità, che mira nell'immediato alla ricostruzione di un significativo avanzo primario, imponendo consistenti sacrifici a fronte dei quali conseguiranno tuttavia risultati importanti. Richiama, al riguardo, i dati contenuti nelle analisi degli istituti di studi, che stimano, in conseguenza alla manovra, un indebitamento netto al di sotto del 3 per cento, una ricostituzione dell'avanzo primario e una decrescita del volume del debito, sottolineando, in particolare, che per la prima volta dopo molti anni, la spesa in conto capitale torna ad essere superiore al dato dell'indebitamento netto. Evidenzia, al riguardo, i dati contenuti nella tabella depositata dal Ministro dell'economia e delle finanze, relativamente alle risorse per l'ANAS ed il Gruppo Ferrovie dello Stato, che erano state fortemente ridotte negli ultimi anni e che tornano invece ad essere disponibili per l'anno 2007 con la legge finanziaria, risultando significativi di una attenzione al piano degli investimenti in conto capitale. Appare poi necessario accompagnare a tali interventi misure di efficace liberalizzazione nei settori strategici; dopo aver richiamato le novità già introdotte dal decreto cosiddetto "Bersani-Visco" ed i relativi effetti positivi sul piano della concorrenza già registrati, sottolinea che sono altresì all'esame riforme organiche nei settori dei servizi pubblici locali e dell’energia.

Con riferimento al tema della pressione fiscale, richiama i dati contenuti nell'ultimo bollettino della Banca d'Italia relativi all'andamento del 2006, che registrano, nel primo semestre dell'esercizio in corso, un aumento dell'1,9 per cento rispetto al PIL. Secondo tali dati la manovra determina un ulteriore aumento, pari a un punto percentuale, della pressione fiscale, il cui importo sarà determinato per la metà dal positivo esito delle misure di lotta all'evasione e all'elusione fiscale, risultando perciò contraddittorio rilevare allo stesso tempo un aumento della pressione fiscale e l'idoneità degli strumenti antievasivi. In ordine poi alla composizione del gettito registrato, la Banca d'Italia chiarisce che il 50 per cento deriva dall'andamento dell'economia reale, mentre la restante parte cumula gli effetti positivi conseguenti ai condoni fiscali, risultando il gettito derivante da autotassazione pari solo all'1,6 per cento del totale, a fronte di un complessivo importo dell'IRPEF che sale al 7,2 per cento. Questo positivo andamento delle entrate rende necessario tradurre in una specifica disposizione normativa quanto già affermato nella risoluzione del Documento di programmazione economico-finanziaria nonché in un apposito ordine del giorno accolto dal Governo in occasione dell’esame, in Senato, del decreto fiscale collegato alla manovra, in ordine alla destinazione del maggior gettito a finalità di riduzione della pressione fiscale, che dovrebbe assestarsi su un livello intermedio registrato tra gli anni 2005 e 2006. Una siffatta previsione costituirebbe un vincolo importante e consentirebbe di far emergere più chiaramente le finalità della finanziaria. Correzioni alla manovra si renderanno necessarie nel settore della sicurezza, che costituisce un bene economico fondamentale, con particolare riferimento alla ripresa economica del Mezzogiorno con interventi di parte corrente. Per quanto attiene alle spese in conto capitale, si sofferma sulla tematica della ricerca, per la quale, ferma restando la necessità dell'adeguatezza del relativo fondo di parte corrente, è altresì centrale soffermarsi sulla componente di parte capitale. Ricorda al riguardo la dotazione del fondo per il finanziamento delle imprese che realizzino progetti di ricerca, che riveste una particolare importanza. E' necessario inoltre creare un efficiente sistema di valutazione, che misuri l'efficacia delle attività di ricerca e realizzi un sistema premiale sul piano degli investimenti, anche al fine di colmare il divario con i Paesi più avanzati, risultando fondamentale tenere conto di tali aspetti nell'ambito delle proposte emendative al disegno di legge in esame.

 

Il senatore STRACQUADANIO (DC-PRI-IND-MPA) formula osservazioni critiche rispetto ai numerosi cambiamenti apportati dalla Camera dei deputati al disegno di legge finanziaria, che non consentono di individuare un preciso oggetto di discussione e di valutazione. Il disegno di legge in questione si discosta dai contenuti del Documento di programmazione economico-finanziaria, non risultando apportate riforme ai quattro comparti ivi richiamati. Si sofferma, al riguardo, sul tema della riduzione delle spese degli enti locali, che risultano, in realtà, compensate dalla possibilità di una nuova imposizione da parte degli enti medesimi mediante imposte addizionali, per cui la riduzione di spesa è solo apparente. Inoltre non si è operato nel senso di aumentare l'efficienza di questi enti, che adottano spesso iniziative non essenziali, piuttosto che intervenire in ambiti fondamentali quali ad esempio i trasporti pubblici locali. Richiamando l'intervento svolto dal presidente Morando, si sofferma sugli effetti positivi dei condoni fiscali operati dal precedente Governo, criticando la strategia di politica fiscale insita nella manovra, che potrebbe indurre le piccole imprese a chiudere la propria attività. Sottolinea poi il problema della spesa sanitaria, anche con riferimento alla spesa farmaceutica, per la quale sarebbe opportuno adottare strumenti di responsabilizzazione del cittadino rispetto al consumo dei farmaci e ai relativi costi. La manovra, in sostanza, non realizza le riforme annunciate, operando solo sul lato delle maggiori entrate, e le misure per la lotta all'evasione e all'elusione fiscale non appaiono idonee rispetto ai fini. In ordine agli interventi per la tracciabilità dei pagamenti, evidenzia i costi connessi all'attivazione di strumenti per il pagamento elettronico, quali carte di credito o operazioni on line, che risultano un ulteriore aggravio a carico del cittadino che non può essere imposto per legge. Richiamando la necessità di operare per un'effettiva riduzione della pressione fiscale, formula osservazioni critiche rispetto all'intervento del Ministro dell'economia e delle finanze, che prospetta tale riduzione solo per l'anno 2008.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Martedì 28 novembre 2006

51a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto, con il prosieguo della discussione generale, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) dichiara anzitutto il proprio apprezzamento per l’intervento del Ministro Padoa Schioppa che ha avuto il pregio di ricordare, con estrema chiarezza e semplicità, i problemi di natura strutturale dell'economia italiana e del bilancio dello Stato con cui, mediante la manovra economica in esame, il Governo si è trovato a fare i conti. La comprensione degli elementi ricordati, ovvero l'aumento del deficit pubblico, la caduta della competitività del sistema produttivo, la mancanza di crescita, l'azzeramento dell'avanzo primario, è infatti fondamentale per capire le linee guida della manovra. Senza voler polemizzare sulla questione dell'eredità lasciata dal precedente Governo nella passata legislatura, è infatti innegabile che per una ripresa consistente dell’economia siano necessari interventi importanti e ben individuati che le linee guida contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011 hanno ben delineato e che la manovra non ha fatto altro che sviluppare. Le critiche alla legge finanziaria sono ormai note. La prima è quella relativa alla scarsezza dei risparmi sui quattro grandi comparti della spesa (pensioni, enti locali, pubblica amministrazione, sanità). Tuttavia essa è infondata in quanto una parte dei risparmi è già contenuta negli interventi di razionalizzazione di questi settori. Inoltre, saranno riforme strutturali di questi medesimi comparti che potranno dare risparmi di lungo-medio periodo. L'opposizione ritiene inoltre che la manovra sia sbilanciata a favore delle entrate e insufficiente sul piano dei risparmi sulle spese. Tale polemica appare tuttavia viziata da ideologismi e posizioni corporative dato che in essa sono contenuti molti interventi proprio nel settore della spesa, mentre la leva fiscale non viene utilizzata in modo indiscriminato ma solo per l'emersione di nuova base imponibile, azione che non necessariamente aumenterà la pressione fiscale. Va inoltre sottolineato che l'impegno sia del Governo che della maggioranza è volto a far sì che un'eventuale aumento delle entrate sia finalizzato a ridurre la pressione fiscale e a questo riguardo sarà proposta una norma molto innovativa da inserire nell'articolo 1 del disegno di legge finanziaria. Esprime quindi soddisfazione per le misure proposte dal Governo relative allo sviluppo e al sostegno dell'apparato produttivo. Giudica infatti molto positivamente non solo le norme concernenti il cuneo fiscale, ma anche quelle relative al potenziamento delle spese in conto capitale per una più forte infrastrutturazione del Paese (i nuovi trasferimenti all'ANAS S.p.A. e alle Ferrovie dello Stato S.p.A. rappresentano al riguardo un segnale molto importante) e quelle di sostegno alle piccole e medie imprese. Fa inoltre presente che la manovra economica mette in campo nuove norme riguardanti gli ammortizzatori sociali che rappresentano solo il punto di partenza per un intervento più consistente in questo settore. Inoltre, non possono essere taciuti i programmi di sviluppo per la ricerca e l'innovazione e quelli relativi ai Fondi europei per la coesione che possono avere effetti di particolare rilievo soprattutto nel settore dei trasporti. Tutti gli interventi richiamati non possono provocare effetti depressivi sull'economia, come sostengono molti detrattori della manovra di bilancio. Ritiene, poi, necessario ricordare che il settore sociale non è stato dimenticato - al contrario di quanto è avvenuto nei cinque anni della passata legislatura - con l'istituzione di fondi a favore delle famiglie, dei giovani e, in genere, delle categorie sociali più deboli. Su questi temi vi saranno ulteriori margini di miglioramento che sia il Governo che la maggioranza che lo sostiene sono fortemente intenzionati a perseguire. Esprime, infine, un giudizio positivo sulle norme concernenti gli enti locali e sulla revisione del Patto di stabilità interno, che avrà l'effetto di ulteriormente incrementare la crescita nei prossimi anni. Auspica, infine, un dialogo con le forze di opposizione per migliorare un impianto della manovra che già centra in larga parte gli obiettivi contenuti nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011.

 

Il senatore CABRAS (Ulivo) ritiene che la prima valutazione da fare sulla manovra economica per il triennio 2007-2009 sia un serio confronto con gli obiettivi prefigurati dal Governo nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) presentato lo scorso luglio, al fine di valutare la coerenza tra l'indirizzo politico votato dal Parlamento e gli interventi contenuti nella manovra stessa. Su questo piano ritiene che il Governo abbia onorato gli impegni presi in quell’occasione. Il DPEF è inoltre un documento importante e complesso che contiene un'analisi corretta dei problemi del sistema economico italiano. Giudica pertanto necessario che il Parlamento fornisca un contributo di sintesi e di contenuto sui temi della legge finanziaria alleggerendola dalla pressione mediatica dalla quale si ricava l'impressione di un intervento parcellizzato e senza indirizzo politico. Il Parlamento deve dunque intervenire attivamente e dare corpo a quei provvedimenti che sostanzieranno le linee di politica economica decise con quel documento. Una delle critiche da più parti avanzate all’azione del Governo di centrosinistra è quella che giudica troppo pesante l'intervento dell’Esecutivo nell'economia ed è anche la critica che viene richiamata a supporto dell'ipotesi di una manovra molto più leggera di quella posta in essere. Ricorda, al riguardo, che nei cinque anni passati tutti i partiti del centrosinistra hanno costantemente criticato la scarsità degli interventi del Governo di centrodestra. Inoltre, se quell'assunto fosse stato corretto, adesso il Paese dovrebbe registrare un periodo di crescita straordinaria. Invece, il Paese si trova in una situazione di crescita vicina allo zero, un deficit pubblico in aumento, una macchina dello Stato scarsamente efficiente e serie difficoltà del sistema produttivo a competere nel mercato globalizzato. Se si esce dagli ideologismi e dagli schematismi si deve dunque riconoscere la necessità di intervenire, da parte dell'Esecutivo, per tentare di invertire la tendenza negativa di alcune grandezze macroeconomiche come quelle appena ricordate. Non è casuale, infatti, che la manovra sia finalizzata ad una razionalizzazione dei grandi comparti della spesa pubblica, alla ricostituzione di un avanzo primario, ad una riduzione del debito, ad una ripresa dell'efficienza nei servizi che lo Stato offre ai cittadini e non vi è dubbio che il disegno di legge finanziaria affronti, perlomeno, la prima fase di questi interventi: ritiene anzi che si sarebbe potuto fare qualcosa di più piuttosto che qualcosa di meno. Un esempio a questo riguardo può essere fornito dal rilancio delle liberalizzazioni: non è certo l'assenza di regole che può aiutare questo processo, come si è ben visto nei cinque anni passati, ma piuttosto l'azione regolatoria del Governo affinché le concorrenza nei mercati prevalga sulle tendenze corporative e oligopolistiche che potrebbero svilupparsi in assenza di regole. Un altro capitolo importante della manovra è quello relativo all'equità, tema assolutamente negletto e dimenticato dal Governo di centrodestra. Misure come quelle concernenti il cuneo fiscale e la conseguente lotta alla precarietà o la rimodulazione delle aliquote fiscali vanno tutte in un'unica direzione che smentisce l'accusa di una manovra confusa e frammentaria. Al riguardo, ritiene che miglioramenti possano essere apportati anche durante l'esame in questo ramo del Parlamento. Le politiche volte a favorire il settore industriale sono finalmente tornate ad essere, dopo una lunga e quinquennale assenza, uno stimolo alla ripresa e le misure volte a favorire un rapporto tra impresa e mondo della ricerca universitaria ne rappresentano un esempio. Nella stessa direzione vanno anche le misure riguardanti il miglioramento della qualità ambientale, con le risorse offerte per la rottamazione degli elettrodomestici o delle auto. Sottolinea, infine, come la crescita del settore produttivo, l'aumento della base imponibile, l'aumento dell'avanzo primario, la riduzione del debito siano tutti elementi indispensabili per poter procedere, nel futuro, ad una riduzione della pressione fiscale. Dunque, anche se non tutte le risposte ai problemi del sistema economico potevano essere contenute nella manovra in esame, ritiene tuttavia che essa rappresenti sicuramente un buon avvio.

 

Il seguito dell'esame è rinviato.

 


BILANCIO(5a)

Mercoledì 29 novembre 2006

52a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) denuncia una difficile accessibilità dei cittadini al disegno complessivo della manovra che, indipendentemente dall’impegno profuso dal Governo, rimane di difficile lettura. In tal senso, ritiene che le proposte di riforma della sessione di bilancio potrebbero rappresentare un’occasione per favorire la partecipazione al dibattito ed alla formazione delle decisioni da parte dei cittadini. A seguito di tali difficoltà, prevale nel Paese un’analisi individuale dei benefici e la denuncia dei sacrifici senza rintracciare le logiche di un interesse più generale.

Tenuto conto dell’eredità lasciata dal precedente Governo, dichiara di condividere l’esigenza prioritaria di riordinare i conti pubblici, anzi, individua in questa necessità l’unica parte organica strutturata e strutturale dell’intera manovra. Essa rappresenta però una precondizione per dispiegare le scelte di politica economica e non deve invece rappresentare l’unico obiettivo del Governo. In tal senso, ritiene che le ricette di politica economica suggerite dalle organizzazioni internazionali basate su tagli alla spesa e, in taluni casi, anche con riduzioni della pressione fiscale, alimentano il sospetto di una forte impronta ideologica e di una discutibile rappresentatività democratica delle istituzioni stesse. La finanziaria proposta dal Governo, invece, dimostra che il risanamento può avvenire anche attraverso altre vie, ribadendo, in tal modo, il primato della politica sull’economia.

Permangono ancora alcuni aspetti sui quali occorre riflettere per rafforzare l’azione progettuale del Governo. Sulla ricerca stenta a delinearsi un quadro chiaro e complessivo delle misure strutturali da intraprendere e occorre valutare l’opportunità di riconvertire verso l’innovazione l’industria bellica. In particolare, per quanto attiene l’università occorre prendere atto che la ricerca è penalizzata non soltanto dalla carenza di fondi ma anche da un’inefficiente organizzazione dell’università stessa. Anche gli interventi per il riordino complessivo delle società pubbliche risultano episodici e non idonei a delineare un quadro organico. I distretti industriali - modulo organizzativo che ha funzionato in passato - stanno attraversando un periodo di crisi che può essere superato soltanto attraverso un’evoluzione, anche culturale, del modo di fare impresa. Le piccole e medie imprese tuttora non dimostrano di essere in grado di incrementare la capacità di innovare, in quanto sono più orientate a ridurre i costi del lavoro. Gli incentivi per le rottamazioni sono anch’essi privi di una prospettiva generale e sollevano anche alcuni sospetti di favorire interessi particolari. Per non parlare del tema dell’ambiente, dove si riscontra uno scarso senso di responsabilità sociale della politica rispetto agli allarmi da più parti sollevati.

D’altro canto, la legge finanziaria determina vantaggi non marginali per le famiglie (in media 120 euro al mese), incrementa i fondi per i rinnovi contrattuali alla scuola (circa 3 miliardi di euro), rifinanzia l’ANAS e le Ferrovie, riordina il settore demaniale. In relazione agli enti locali occorre trovare una migliore mediazione tra la riduzione dei costi della politica e la partecipazione democratica dei cittadini, soprattutto in riferimento alle realtà più piccole e alle comunità montane. Questa finanziaria è molto favorevole alle imprese – si pensi alle norme sul cuneo fiscale, agli investimenti per le infrastrutture ed alle varie agevolazioni ivi contenute – pertanto, significative sono le attese che le imprese restituiscano parte di tali benefici all’economia generale del Paese. In tale prospettiva anche un chiarimento sulla riforma del sistema creditizio, ed in particolare sul tema della trasparenza, risulta assolutamente indifferibile. Gli interventi poi per la lotta alla precarizzazione ed al contrasto del lavoro nero non possono non essere condivisibili, sebbene nell’ambito di un contesto che, secondo fonti istituzionali ed imparziali, segna un ritorno al passato ed un regresso dei diritti dei lavoratori.

Le proposte della propria parte politica, tenuto comunque conto che la finanziaria non è l’unico strumento di mutamento della società, sono quelle di seguire le linee del risanamento, dello sviluppo e dell’equità attraverso ulteriori interventi a sostegno della stabilizzazione dei posti di lavoro, della riconversione degli stanziamenti per gli armamenti a favore dello sviluppo, della sospensione di alcune misure introdotte dal precedente Governo nel settore della scuola (in attesa di una riforma più complessiva) del riequilibrio del prelievo fiscale portando l’aliquota sulle rendite finanziarie dal 12,5 per cento al 20 per cento, del ripristino di un rapporto più corretto tra Stato e regioni nell’individuazione di opere infrastrutturali (come nell’esempio della Pedemontana lombarda), degli ulteriori stanziamenti per i contratti dei dipendenti del settore auto-ferrotranvieri.

Auspica, infine, un chiarimento sulla ripartizione dei fondi destinati in finanziaria agli hub portuali.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) riprende il tema della difficoltà di individuare le linee principali della manovra al fine di renderle comprensibili ed accessibili ai cittadini. La finanziaria appare caratterizzata, invero, da interventi microsettoriali più orientati verso l’acquisto ed il consolidamento del consenso piuttosto che su un’efficace strategia di rilancio dell’economia del Paese. I temi del risanamento, dello sviluppo e dell’equità, così tanto enfatizzati quando la manovra fu annunciata, non trovano efficaci risposte nel testo in esame.

Per quanto attiene al risanamento, chiede se effettivamente fosse necessaria una manovra da 35,4 miliardi di euro a fronte di una correzione dei conti pubblici di soli 15 miliardi. Alcuni interventi, quali il rifinanziamento dell’ANAS e delle Ferrovie, nonché alcune misure per lo sviluppo, risultano senz’altro condivisibili ma lo scostamento tra manovra lorda e netta è eccessivo e peraltro composto da misure troppo specifiche e dispersive. La composizione della manovra lorda è per un terzo costituita da riduzione di spese e per due terzi da aumenti di entrate. Pertanto, la manovra è quasi interamente basata su misure di entrata come anche rilevato dall’OCSE, organismo che pur non avendo legittimazione democratica – secondo il senatore Albonetti – è pur sempre un’istituzione internazionale.

Rileva, in particolare, come l’impianto della manovra abbia tradito l’impostazione delineata inizialmente dal DPEF, documento nel quale si preannunciava che il risanamento sarebbe avvenuto soprattutto attraverso una riduzione dei tassi di crescita della spesa e che si sarebbe fatto ricorso alla leva fiscale, cioè alle maggiori entrate, soltanto in termini di contrasto all’evasione. Le ragioni di questo mutato orientamento nella definizione della manovra è dovuto, a suo giudizio, principalmente alla scelta della maggioranza di rinviare ad una seconda fase l’avvio di quelle riforme strutturali necessarie per il bene del Paese. Tuttavia, il fragile equilibrio tra forze di maggioranza e di opposizione non consentirà di realizzare la seconda fase riformista del Governo. La propria parte politica ritiene invece che questa fase sia auspicabile per il Paese e per questo ha scelto di seguire il confronto parlamentare invece della "piazza", perché il tema della crescita si risolve soltanto su un piano istituzionale. La ricetta per il risanamento dovrebbe essere basata soprattutto su interventi strutturali di medio-lungo termine e su misure volte a ridurre i meccanismi di formazione della spesa. Tuttavia, ciò comporta l’esigenza di colpire sprechi e settori di spesa improduttivi che rappresentano invece la base di legittimazione politica della parte più radicale dell’attuale maggioranza. Il Governo non troverà la forza di attuare davvero le riforme, in quanto non ha spazi politici per colpire nicchie di consenso determinanti per la sua sopravvivenza.

Indifferibili risultano in tal senso gli interventi nel settore degli enti locali, della previdenza, del federalismo fiscale, della riforma della pubblica amministrazione e delle liberalizzazioni. Per quanto attiene il primo aspetto, è noto il dissenso all’interno dell’attuale maggioranza sulle misure da intraprendere; sulla previdenza, c’è soltanto un memorandum d’intesa sottoscritto dal Governo e dai sindacati il 4 ottobre scorso; sui servizi pubblici locali, la riforma annunciata aprirà un dibattito acceso in entrambi gli schieramenti. Da ciò deriva che le istanze di rilancio dell’economia reale risultano ridimensionate rispetto alle esigenze di affermazione delle componenti più radicali e ideologiche che tengono in ostaggio le forze riformiste. Si sofferma quindi ad esaminare le norme concernenti il Patto di stabilità interno, rilevando che l’esperienza passata dimostra che né i vincoli sui saldi, né quelli sui tetti di spesa hanno dimostrato di essere efficaci per ottenere il concorso del sistema delle autonomie nel raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. In tal senso, le responsabilità sono diffuse in quanto l’incremento della spesa degli enti locali registrata nelle ultime due legislature è risultato costantemente maggiore rispetto ai tassi di crescita della spesa centrale ad opera di governi locali di centro-destra e di centro-sinistra. L’unica soluzione per conseguire i risultati necessari al risanamento dei conti pubblici è quello di rendere il sistema delle autonomie codecisore delle scelte di entrata e di spesa insieme al Governo centrale e la riforma della sessione di bilancio, da più parti invocata, può rappresentare la sede opportuna per ottenere tale risultato. Anche nel settore della sanità manca un coordinamento tra livelli di governo ed occorre intervenire sui meccanismi di formazione della spesa, in quanto il contributo offerto dall’aumento dei ticket è del tutto marginale rispetto alla dinamica della spesa. Tanto più che, in questo stesso settore, gli sprechi vanno a diretto detrimento della qualità dei servizi offerti e dei livelli essenziali di assistenza.

Sul tema dell’equità, il vantaggio redistributivo derivante dal passaggio dalle deduzioni alle detrazioni fiscali viene del tutto annullato dall’incremento delle addizionali, dei contributi previdenziali, delle rendite catastali, del bollo auto, delle imposte di scopo, delle accise sul gasolio.

Conclude, rilevando che il giudizio sulla legge finanziaria è negativo in quanto la maggiore equità è di fatto compromessa, lo sviluppo è minato da interventi microsettoriali e dispersivi, mentre il risanamento è debole e insufficiente.

 

Il senatore AUGELLO (AN) sottolinea come, fin dalla sua presentazione in Parlamento, la manovra finanziaria proposta dal Governo sia stata giustamente criticata non solo in sede politica, ma anche da molti settori della società civile, ormai stanchi dell’atteggiamento vessatorio del Governo e della maggioranza di centro-sinistra. Ciò nonostante, il Governo non ha mostrato in alcun modo di voler tenere conto di tali critiche, modificando il provvedimento almeno nelle sue parti più discutibili. Anche dinanzi alla novità emersa negli ultimi giorni, circa un andamento delle entrate per il 2006 assai più favorevole del previsto, il Governo rimane indifferente e non intende sfruttare tale circostanza per attenuare almeno in parte l’inasprimento fiscale disposto con la manovra. Questo atteggiamento di totale chiusura deriva dall'impostazione originaria della manovra, del tutto lontana dalla realtà e basata su un prelievo fiscale molto più pesante di quanto necessario, come confermato dalle recenti critiche dell’OCSE. A ciò si sono poi aggiunte le contraddizioni interne alla maggioranza, prigioniera dell’impostazione ideologica della sinistra radicale.

Entrando nel merito delle singole questioni, si sofferma, quindi, sulla possibilità di utilizzare effettivamente, già a partire dal 2007, le risorse recuperate mediante la lotta all’evasione e all’elusione fiscale al fine di ridurre l’imposizione. Su tale punto, sul quale si sono impegnati anche esponenti della maggioranza a cominciare dallo stesso presidente Morando, ritiene tuttavia debba essere condotta una riflessione più ampia, al fine di ricostruire le vere cause dell’aumento delle entrate registrato nel corso di quest’anno, che non può evidentemente essere ascritto a presunte virtù taumaturgiche del Governo Prodi, ma deriva anche dai provvedimenti assunti nel settore fiscale dal precedente Governo, di cui ora si dimostra l’efficacia. Per contro, appaiono del tutto criticabili le scelte dell’attuale Governo in tale settore, a cominciare dall’effetto retroattivo di alcune disposizioni del disegno di legge finanziaria, come la revisione degli studi di settore, che è in palese contrasto con le regole dello Statuto del contribuente. Ciò dimostra ulteriormente il carattere fortemente ideologico e vessatorio della manovra: richiama, in proposito, la norma ingiustificata e del tutto arbitraria che consente alle Regioni che superano i limiti per la spesa farmaceutica, di compensare tale sforamento con un corrispondente aumento dei ticket sui medicinali, anche a carico dei malati cronici e delle fasce più deboli della popolazione. Altrettanto deprecabile appare la normativa, prevista dal disegno di legge finanziaria, che trasferisce la quota del trattamento di fine rapporto (TFR) non destinata a forme di previdenza integrativa in capo all'INPS: distruggendo un istituto sociale di antica tradizione, il Governo si impadronisce abusivamente di somme di esclusiva proprietà dei lavoratori (trattandosi di una retribuzione differita) e modificando per legge gli accordi intervenuti nella passata legislatura, circa l'utilizzo del TFR per avviare un sistema di previdenza integrativa, secondo un precedente assai pericoloso. Richiama poi i tagli dei trasferimenti agli enti locali che, come già denunciato dal senatore Ciccanti, produrranno certamente effetti negativi sul livello delle prestazioni rese ai cittadini, specialmente per le fasce più deboli della popolazione.

Per tali ragioni, appare indispensabile modificare alcuni aspetti della manovra proposta dal Governo. Prende atto, al riguardo, di un atteggiamento di disponibilità manifestato dal Governo e dalla maggioranza, che dovrà però essere concretamente valutato nel corso dell'esame degli emendamenti. Peraltro, in quella sede si vedrà anche la reale volontà della maggioranza di dare corso alle modifiche preannunciate nei numerosi ordini del giorno presentati in Senato, nel corso dell’esame del decreto-legge n. 262 del 2006.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) osserva che con il disegno di legge di bilancio e ancor più con il disegno di legge finanziaria in esame, si completa il processo di costruzione della politica economica del Governo iniziata con il decreto-legge n. 223 del 2006, approvato in estate, e proseguita con il decreto-legge n. 262 del 2006, recentemente approvato in via definitiva dal Senato. Il quadro complessivo delineato dall’insieme di questi provvedimenti appare fortemente negativo e, comunque, non fornisce adeguata risposta ai problemi economico-finanziari del Paese, anche a causa del carattere limitato e asfittico del dibattito in Parlamento, che non riesce a tenere conto dei fenomeni che avvengono nell’economia reale e che condizionano pesantemente anche la reale efficacia delle misure contenute nella manovra del Governo. Cita, al riguardo, la politica insipiente ed ideologica della Banca centrale europea, che sta arrecando enormi danni, favorendo un apprezzamento abnorme del cambio euro-dollaro (da 1,24 a 1,32 nel giro di pochi mesi), che ha ridotto la capacità competitiva delle economie europee e quindi anche di quella italiana, in misura ben superiore alle misure contenute nella manovra.

Riguardo a queste ultime, osserva che la manovra appare eccessivamente squilibrata dal lato delle entrate, a causa di una impostazione sbagliata fin dall’inizio. Ricorda come, a inizio legislatura, la cosiddetta Commissione Faini, incaricata dal Ministro dell’economia e delle finanze di compiere una verifica sullo stato dei conti pubblici, avesse fornito al riguardo una rappresentazione drammatica, indicando un andamento tendenziale del rapporto deficit-PIL tra il 4,1 e il 4,6 per cento, al quale si sono poi aggiunti, in autunno, gli effetti della sentenza della Corte di giustizia europea sulla deducibilità dell’IVA sulle auto aziendali, per i quali si è stimato un impatto negativo pari all’1,2 per cento del medesimo rapporto deficit-PIL. Nel sottolineare l’errore compiuto dal Governo, nel voler contabilizzare gli effetti della sentenza in termini di competenza economica tutti sul 2006, evidenzia come le indicazioni allarmistiche della Commissione Faini sullo stato dei conti pubblici, si siano poi rivelate, sulla base dei dati reali, del tutto ingiustificate. Tuttavia, sulla base di quell’assunto, è stata varata una manovra assai severa, pari a 35 miliardi di euro, che al contrario di quanto asserito dal Governo, si incentra per due terzi sul risanamento della finanza pubblica e solo per un terzo sullo sviluppo e che, pertanto, produrrà un effetto netto depressivo sull’economia, come riconosciuto dallo stesso Governo nel DPEF, che sconta per il periodo 2007-2010 una netta riduzione del PIL tendenziale. Si tratta di un circolo vizioso, in quanto gli effetti depressivi della manovra impediranno la ripresa economica del Paese e quindi aggraveranno ancora di più la crisi della finanza pubblica. Invece, si sarebbe dovuto adottare esattamente la politica opposta: a parità di dimensione dell’intervento previsto, infatti, si poteva ridurre la pressione fiscale e attuare misure di contenimento della spesa pubblica. Viceversa, scegliendo di attuare un così massiccio prelievo fiscale, si è trasferita una enorme quota di ricchezza dal settore privato (famiglie ed imprese) al settore pubblico, aumentando a dismisura il peso dello Stato nell’economia, per un ammontare pari a 2, 5 punti di PIL. Si tratta di una visione statalista che contrasta con l’impostazione notoriamente liberale del ministro Padoa Schioppa e che appare, quindi, ancora più grave e sorprendente.

L'andamento favorevole delle entrate registrato nei primi mesi del 2006 ha peraltro fatto giustizia della visione catastrofica proposta dalla Commissione Faini, dimostrando la validità delle scelte in materia fiscale compiute dal Governo Berlusconi: anche i tanto vituperati condoni hanno prodotto buoni risultati su questo versante. Pur riconoscendo il carattere criticabile di questo tipo di provvedimenti, infatti, sottolinea come essi hanno comunque il pregio di consentire una emersione stabile dell’evasione e dell’elusione fiscale e di chiudere in via definitiva le pendenze del passato, peraltro non ascrivibili al Governo Berlusconi, ma a quelli delle precedenti legislature. Per tali ragioni, rinnova al Governo la richiesta di fornire i dati sulla base di calcolo delle entrate previste per il 2006 e per gli esercizi successivi, in modo da poter valutare l’effettiva necessità della manovra proposta.

Accanto all’eccessivo drenaggio fiscale e alla conseguente crescita della presenza statale dell’economia, critica poi le misure burocratiche e inquisitorie di accertamento e controllo fiscale che sono state introdotte, con una pericolosa ingerenza nella vita privata dei cittadini ed una riduzione delle loro libertà individuali, come nel caso della misura decisamente sproporzionata della sanzione prevista in caso di mancata emissione degli scontrini. Ciò che colpisce di più nella manovra del Governo è comunque l’assenza di un vero disegno strategico, né le tavole fornite dal ministro Padoa Schioppa nella seduta pomeridiana di martedì scorso consentono di chiarire meglio la situazione. L’aspetto più negativo della manovra è però il suo carattere fortemente depressivo sull’economia, confermato da tutti i principali centri di ricerca italiani e internazionali, ciò che contraddice nei fatti le affermazioni propagandistiche del Governo, circa la finalità di rilancio dello sviluppo. In realtà, l'obiettivo di riportare il rapporto deficit-PIL al 2,8 per cento nel 2007 è del tutto irrealistico, perché non tiene conto della drastica riduzione che si avrà sul PIL per effetto della manovra e rende, pertanto, poco credibili le cifre del bilancio preventivo 2007.

Richiama poi le norme che prevedono il trasferimento della quota inoptata del TFR all’INPS: si tratta in primo luogo di una evidente appropriazione indebita da parte dello Stato ai danni dei lavoratori e che addossa allo Stato una quota di debito aggiuntivo, con un effetto diretto in termini di competenza economica e non solo in termini di cassa, come erroneamente sostenuto dal Governo. Per giunta, si tratta di un debito sul quale lo Stato dovrà corrispondere una remunerazione del 3 per cento, assai superiore ai tassi di mercato praticati sui normali titoli pubblici (pari, in termini netti, a circa l’1,5 per cento). Si sofferma, quindi, sul tema dell’equità, sottolineando come, al di là della propaganda, la revisione della tassazione dei redditi delle persone fisiche e del connesso sistema delle deduzioni e detrazioni abbia un carattere solo apparentemente progressivo, mentre, ove si consideri il complesso degli aumenti di imposte, tasse e contributi derivante da tutta la manovra, si ottiene un effetto netto fortemente regressivo, dove cioè pagano proporzionalmente di più proprio i soggetti con i redditi più bassi. Ciò dimostra ancora una volta il carattere squilibrato e vessatorio della manovra che, a parità di intervento, avrebbe potuto conseguire risultati molto migliori se si fosse privilegiato il taglio delle spese anziché l'aumento delle tasse.

Richiama poi alcuni nodi irrisolti dell'economia ai quali la manovra non fornisce risposta: le esigenze finanziarie del comparto della sicurezza, al quale vanno assicurate maggiori risorse e adeguati strumenti; nonché il finanziamento degli enti di ricerca, segnalando la necessità di mantenere il carattere di autonomia degli stessi, che appare invece pericolosamente messo a rischio dal riordino previsto dal Governo. Al riguardo, sottolinea la necessità di una nuova politica per il settore, in grado di assicurare migliori prospettive ai ricercatori italiani e stranieri che vogliano operare nel nostro Paese. Ancora, cita il comparto della sanità, osservando che, malgrado l'enorme livello delle risorse stanziate, non si è ancora riusciti a modificare i meccanismi del settore, in modo da eliminare gli sprechi e le inefficienze della sanità pubblica e le rendite di posizione della sanità privata, nelle quali pure esistono ambiti di eccellenza. Infine, evidenzia come la manovra del Governo Prodi abbia drasticamente ridotto le risorse a favore del Mezzogiorno, attraverso la dispersione delle dotazioni del fondo delle aree sottoutilizzate. A ciò si aggiunge l'esclusione delle imprese del sud dall'accesso ai benefici del cuneo fiscale, a causa del meccanismo dei limiti al cumulo dei benefici, in cui computano anche quelli già fruiti negli anni passati. Sempre riguardo alle regioni meridionali, critica l'abbandono dei molti progetti di investimenti in infrastrutture avviati dal Governo Berlusconi: oltre al Ponte sullo Stretto di Messina (per il quale, malgrado le critiche, era stato in realtà predisposto un meccanismo di finanziamento che riduceva al minimo l'esborso da parte dello Stato), sono state cancellate molte importanti opere, essenziali per lo sviluppo del Sud. Peraltro, lo stanziamento di risorse da destinare a misure "compensative", come quelli previsti per le regioni della Calabria e della Sicilia, produrrà solo interventi localistici e di scarsissima utilità. Anche il finanziamento di opere infrastrutturali a valere sulle risorse derivanti dal trasferimento del TFR all'INPS appare incerto e aleatorio, essendo espressamente condizionato all'approvazione delle autorità statistiche comunitarie.

Conclusivamente, nel ribadire la propria contrarietà alla manovra del Governo, auspica che, nel corso dell'esame, si possa comunque addivenire ad una revisione della stessa, almeno nei punti di maggiore criticità.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Mercoledì 29 novembre 2006

53a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.

 

Il senatore SAIA (AN) richiama all’attenzione della Commissione il giudizio espresso dall’OCSE sui contenuti del disegno di legge finanziaria, secondo il quale si lega l’aggiustamento del bilancio alla previsione di nuove e maggiori tasse senza un serio tentativo di operare sul taglio della spesa. Tali valutazioni costituiscono una conferma delle critiche già sollevate nel Paese da parte di varie categorie e anche in seno alla stessa maggioranza, che scaturiscono dall’assenza di dialogo e concertazione per la predisposizione del disegno di legge finanziaria. Dopo aver ricordato la manifestazione di protesta organizzata dalla Casa delle Libertà per il prossimo 2 dicembre, formula osservazioni critiche circa l’aggravio fiscale a carico dei lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, che vengono ad essere particolarmente colpiti dall’attuale manovra. Esprime, inoltre, preoccupazione per gli effetti negativi che potranno derivare per le piccole e medie imprese, in particolare del nord-est, che costituiscono un settore trainante dell’economia italiana. Si sofferma sull’aumento della pressione fiscale, che presenta un’entità inversamente proporzionale ai benefici che ne conseguono, nonché sui tagli agli enti locali, che si tradurranno in un incremento dell’addizionale IRPEF, richiamando, a tale riguardo, i positivi risultati ottenuti invece dal precedente Governo mediante il coinvolgimento degli enti locali nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Sottolinea quindi che il maggior gettito registrato nell’esercizio 2006 costituisce un positivo risultato della gestione del precedente Esecutivo, mentre critica le previsioni della manovra circa la doppia progressività nell’imposizione fiscale, con un ritorno al sistema delle detrazioni per i carichi di famiglia. Tale sistema determinerà infatti maggiori difficoltà per i soggetti meno abbienti e per le famiglie più numerose, anche tenuto conto dell’inidoneità degli stanziamenti previsti per far fronte alle esigenze di tutela sociale. Formula poi osservazioni critiche in ordine alla costituzione di una serie di fondi scaturiti da scelte politiche non condivisibili, esprimendo perplessità in ordine alle modifiche apportate al sistema del quoziente famigliare, che aveva invece consentito buoni risultati nella scorsa legislatura. Interventi modificativi della manovra si rendono particolarmente necessari alla luce delle istanze manifestate dalle categorie professionali e da variegati settori della società, quali quelli afferenti l’università e la ricerca, a alle forze dell’ordine: si delinea infatti una finanziaria fortemente penalizzante, che va contro le esigenze del Paese e rischia di colpire i settori maggiormente produttivi. Si sofferma poi sulle problematiche inerenti le piccole imprese, ricordando gli importanti interventi adottati dal precedente Governo, con particolare riguardo al settore del commercio con l’estero, ad esempio con il cosiddetto "decreto competitività", che introduceva misure anticontraffazione, interventi di supporto al commercio internazionale e di incentivo al ritorno alla produzione nel territorio italiano. Formula, quindi, osservazioni critiche in ordine alla previsione del disegno di legge finanziaria che impedisce alle imprese che producano all’estero l’utilizzo del proprio marchio sui relativi prodotti, risultando tale misura contraria agli interessi delle aziende. Sottolinea inoltre la grave situazione che interessa l’Istituto per il commercio estero, denunciata dai dipendenti dello stesso Istituto anche sui mezzi di stampa, che vede soppressi cinquanta degli uffici all’estero, con gravi conseguenze sul sistema commerciale del Paese. La grave situazione che si delinea impone la necessità di un dialogo tra le parti politiche sulle tematiche di maggiore rilievo, che necessitano di un riconoscimento trasversale. Dopo aver richiamato le difficoltà insorte nell’iter di esame dei disegni di legge finanziaria e di bilancio presso la Camera dei deputati, conclusosi con il voto di fiducia in Assemblea, sottolinea la necessità di una maggiore serietà in un contesto di dialogo tra le parti, che prescinda da posizioni ostruzionistiche e risponda invece alle inderogabili necessità di modifiche del testo.

 

Il senatore PETERLINI (Aut) richiama i dati critici registrati dal sistema economico italiano, con una crescita pari a zero nell’anno passato, in un contesto di crescita media europea attestatasi invece intorno al 2,8 per cento, soffermandosi dunque sulla scelta di fondo sottostante all’attuale manovra, che intende operare per una ripresa dell’economia, con i conseguenti inevitabili sacrifici. Evidenzia l’alto livello del debito pubblico e del deficit italiani e l’ingente peso sulla finanza pubblica degli interessi che ne derivano, pari a circa 65 miliardi di euro annui. Il Governo intende affrontare, seppure con la necessaria gradualità, la grave situazione determinatasi, soprattutto attraverso un forte recupero dell’ammontare di evasione, che risulta stimato in 200 miliardi di produzione annuale italiana a carattere sommerso. Evidenzia, al riguardo, l’importanza degli studi di settore, che perseguono l’obiettivo di individuare posizioni di equilibrio rispetto alle categorie professionali, e sottolinea la necessità di non gravare i soli lavoratori dipendenti sul piano della pressione fiscale. Con riferimento alle critiche mosse alle numerose modifiche apportate al disegno di legge finanziaria nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati, rileva che ciò costituisce una riaffermazione del ruolo del Parlamento nell’ambito della discussione dei documenti di bilancio. Richiama, inoltre, il carattere positivo degli emendamenti apportati in quella sede, come quelli in materia di versamento del TFR da parte delle piccole e medie imprese, per cui è stato posto il limite dei cinquanta dipendenti, richiamando altresì la necessità di una concreta attuazione della previdenza complementare. Ricorda, inoltre, il miglioramento apportato con l’esenzione dei piccoli imprenditori agricoli dal versamento dell’IVA, nonché in materia di tassazione delle successioni e donazioni, per le quali viene stabilita un’equa franchigia, pari a un milione di euro per ciascun discendente, ferma restando la questione dei fratelli, oggetto di un ordine del giorno relativo al decreto fiscale collegato alla manovra, accolto dal Governo. Richiama, poi, l’alleggerimento operato in materia di contribuzione previdenziale per gli apprendisti, mentre permane la questione dei contributi relativi ai lavoratori autonomi, rispetto ai quali la riforma previdenziale pone la necessità di una contribuzione adeguata. Si sofferma quindi sulla differenza di trattamento in materia di previdenza complementare tra i dipendenti pubblici e quelli privati, che non trova giustificazione e necessita di un apposito intervento. Richiama all’attenzione il tema della tassazione dei soggetti non autosufficienti, per cui è necessario garantire la deducibilità dal reddito imponibile, nonché la questione di rilievo sociale dell’assistenza domiciliare all’infanzia. Con riferimento all’innalzamento dell’obbligo scolastico, è necessario ricomprendere nel previsto innalzamento le scuole professionali nonché l’apprendistato, per salvaguardare settori quali l’artigianato, il commercio ed il turismo. Richiama, altresì, la questione della deducibilità dei costi relativi all’acquisto di veicoli aziendali, per cui si rende necessario trovare soluzioni soddisfacenti anche sul piano europeo, soffermandosi, poi, sulle misure a favore degli enti locali, per i quali, a fronte di un minor gettito dall’IRAP, viene prevista un’imposta addizionale IRPEF che sarà versata direttamente ai comuni. Richiama, quindi, la questione dei cosiddetti conti "dormienti" presso gli istituti bancari in titolarità di soggetti deceduti o non reperibili, che vengono stimati per un importo di circa 10 miliardi di euro ed evidenzia la necessità di prevedere meccanismi idonei all’individuazione dei legittimati a succedere nella disponibilità delle somme in deposito, anche mediante apposite ricerche da parte degli istituti di credito. Sottolinea la necessità di una condivisione e una compartecipazione dell’intero Paese agli interventi volti al risanamento del debito pubblico, rendendosi necessario sviluppare un equilibrato federalismo fiscale, che consenta alle Regioni e alle Province autonome di incassare direttamente le imposte, salvaguardando tuttavia una quota a titolo di "pagamento di solidarietà" a favore delle Regioni più povere, che contemperi la necessaria responsabilizzazione degli enti locali con esigenze di tipo equitativo.

 

Il senatore LUSI (Ulivo), esprimendo parole di apprezzamento per le considerazioni svolte dal Presidente Morando nella seduta antimeridiana di ieri, preannuncia che concentrerà il suo intervento sulla valutazione dell'impianto complessivo della manovra per poi indicare alcuni temi meritevoli di modificazioni nel prosieguo dei lavori.

La manovra deve essere valutata in relazione, da un lato, allo stato del Paese, dall'altro alle prospettive future. In merito al primo aspetto, l'eredità del passato Governo è stata il tramonto dell'illusione di promuovere lo sviluppo riducendo le tasse e la solidarietà sociale. La politica dei condoni, quali strumenti principali per sostenere il risanamento della finanza pubblica, ha prodotto effetti deleteri nella società alimentando il sogno del facile arricchimento e la concezione dell'evasione come legittima difesa di un contribuente troppo gravato dal fisco. In una situazione drammatica come quella descritta, non si può pensare di gestire uno Stato senza misure di straordinaria emergenza. In tal senso, le considerazioni sull'inversione di segno dell'andamento dell'avanzo primario, svolte dal Ministro durante il suo intervento di lunedì scorso, sono assolutamente pregnanti.

Il futuro del Paese è invece affidato alla capacità di realizzare il risanamento, l'equità e lo sviluppo. In tal senso sono inutili le critiche rivolte all'ammontare della manovra, in quanto qualora essa si fosse limitata soltanto al risanamento dei conti pubblici si sarebbe percorso nuovamente il metodo del "galleggiamento" adottato dall'ultimo Ministro dell'economia della passata legislatura. Invece, il senso di responsabilità della maggioranza giustifica una manovra di questa portata. Rileva, poi, che sul tema della ricerca, occorre indirizzare le risorse in relazione alla qualità della ricerca stessa, invertendo la cultura prevalente in Italia e avvicinandosi ad un modello statunitense. Nel settore della sanità, occorre superare il binomio "minori risorse, minori prestazioni" orientando le scelte in termini di qualità della prestazione offerta. Sempre nel medesimo campo occorre porre particolare attenzione alle più recenti operazioni di cartolarizzazione del debito sanitario, fenomeno meritevole di attento monitoraggio. Anche per quanto concerne l'istruzione, esprime alcune preoccupazioni per le nuove assunzioni previste dalla finanziaria, in quanto misure non accompagnate da una valutazione dell'offerta formativa.

Illustra quindi alcuni temi meritevoli di modifiche. In tutti i comparti dell'editoria occorre recuperare coesione delle decisioni legislative e un'impostazione di carattere più generale. Occorre poi ripensare alcune norme relative: agli agenti immobiliari, stante una innovativa previsione di una responsabilità in solido di questi soggetti nella registrazione degli atti negoziali; alla riapertura dei termini per le società di comodo, al fine di rendere più efficaci le positive misure previste dal decreto-legge cosiddetto "Bersani-Visco"; alla deduzione di alcune spese che concorrono alla formazione del reddito dei lavoratori autonomi, quali le spese congressuali purché analiticamente documentate; agli enti camerali; agli assegni di maternità; ai servizi pubblici locali; alla revisione in senso più organico dei tagli alle università non statali e ai collegi universitari; al comodato d'uso dei libri per i nuclei familiari svantaggiati; alla salvaguardia della tutela di alcune disabilità che é possibile realizzare con un modico stanziamento; agli invalidi del lavoro; all'obbligo del pagamento attraverso sistema bancario di importi superiori a 100 euro. In particolare, con riferimento a quest'ultimo tema, ritiene che, seppure la misura sia nel complesso condivisibile, tuttavia, resta un inutile balzello se non viene preceduta da incentivi per la tracciabilità delle transazioni.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) ritiene anzitutto che la manovra determini gravi scoperture dal punto di vista finanziario e gravi conseguenze negative dal punto di vista economico.

Non condivide l'impostazione del Governo perché in una fase di ripresa, come quella attuale, occorre mettere sotto controllo la spesa corrente attraverso una strutturale riduzione delle spese anziché ricorrere ad un aumento delle entrate. Il rischio è quello di dover affrontare in futuro una nuova fase di instabilità finanziaria con una spesa gonfiata ulteriormente dalla manovra 2007 ed una tassazione che svolge un ruolo di freno sull'economia reale. Tali considerazioni risultano ancora più fondate in un contesto in cui l'Italia, indipendentemente dal Governo in carica, manifesta un tasso di crescita dell'economia costantemente inferiore alla media europea. Non risolvendo il problema della spesa corrente in un contesto di graduale riduzione della competitività del Paese, la manovra non solo non migliora lo stato dell'economia italiana, ma, addirittura, può peggiorare la situazione. Invece di approfittare dell'incremento cospicuo delle entrate per conseguire il risanamento senza ulteriori incrementi della tassazione, tali risorse vengono invece spese per improbabili misure a sostegno dello sviluppo. L'ulteriore incremento della pressione fiscale rappresenta l'ostacolo principale alla ripresa economica del Paese.

Si sofferma poi a trattare la questione degli enti locali, rilevando che la reintroduzione di vincoli sui saldi, ai fini del patto di stabilità interno, deve essere rimeditata escludendo la spesa sociale. In caso contrario, la modifica proposta rappresenterebbe soltanto una diversa modalità di imporre regole dall'alto senza concedere margini di flessibilità che consentano agli enti locali di rispettare il patto di stabilità interno. Tali considerazioni assumono ancor più fondamento tenuto conto che nella formulazione del testo all'esame del Senato sono previste sanzioni ben più severe di quelle previste nelle scorse leggi finanziare. Anche nel settore della sanità, le scelte di aumentare le dotazioni del Fondo sanitario nazionale da un lato, e di reintrodurre i tickets per un importo equivalente, dall'altro, appare un modo di finanziare surrettiziamente un incremento ulteriore di tale comparto di spesa senza intervenire sui meccanismi di formazione della stessa.

Solleva, quindi, tre questioni concernenti la copertura finanziaria della manovra: la questione del TFR che, lungi dall'essere una modalità di incremento delle entrate dell'INPS, si sostanzia soltanto in un differimento di un debito certo; l'allineamento temporale tra oneri e copertura dei contratti del pubblico impiego (di cui al comma 238 dell'articolo 18 del testo in esame) stante, da un lato, la previsione di un onere per il 2008, e, dall'altro, la previsione di somme che possono essere immediatamente esigibili; i proventi della lotta all'evasione che, come è noto in Italia, richiedono tempi lunghi per essere definitivamente incassate dall'erario. L'effetto di queste tre questioni di copertura è estremamente significativo e suscettibile di aumentare il debito in futuro.

Infine, per quanto concerne il cuneo fiscale, ritiene che la soluzione proposta dal Governo sia insufficiente e, in taluni casi, contraddittoria come dimostrato dalle critiche rivolte da alcune imprese del Mezzogiorno che hanno usufruito in passato di alcune norme agevolative per incrementare l'occupazione e adesso si trovano pregiudicate dal tetto di 10.000 euro previsto dal comma 16 dell'articolo 18.

Riservandosi di approfondire ulteriori questioni nel corso dell'esame degli emendamenti, conclude richiamando l'attenzione del Governo sul tema delle infrastrutture.

 

Il presidente MORANDO (Ulivo), non essendo pervenute ulteriori richieste di intervento, dichiara conclusa la discussione generale. Ricorda che nella seduta notturna avranno luogo le repliche dei relatori e del Governo con la presenza del Ministro dell'economia e delle finanze.

 

Il seguito dell'esame congiunto viene quindi rinviato.

 


BILANCIO(5a)

Mercoledì 29 novembre 2006

54a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana.

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella seduta pomeridiana si è chiusa la discussione generale sui documenti di bilancio. Invita quindi i relatori ed i rappresentanti del Governo a prendere la parola per lo svolgimento delle rispettive repliche.

 

Il senatore TECCE (RC-SE), in qualità di relatore sul disegno di legge di bilancio (atto Senato n. 1184), richiama le considerazioni già enunciate nella propria relazione introduttiva, sottolineando che, come previsto dalla vigente normativa contabile, il disegno di legge di bilancio è redatto a legislazione vigente e ha solo valore di legge formale. Al riguardo, il dibattito ha confermato che lo stesso bilancio, come modificato dalla manovra correttiva proposta dal Governo, corrisponde pienamente agli obiettivi programmatici contenuti nel Documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011 (DPEF) e nella relativa Nota di aggiornamento. Ciò risulta chiaramente dalla seconda Nota di variazione trasmessa dalla Camera dei deputati, dalla quale risulta che il progetto di bilancio per il 2007 ha recepito già sia le disposizioni del disegno di legge finanziaria, come approvato dalla stessa Camera dei deputati, sia le ulteriori norme introdotte con il decreto-legge n. 262 del 2006, collegato alla legge finanziaria e recentemente approvato in via definitiva dal Senato.

Si sofferma, quindi, su alcune questioni emerse nel corso del dibattito, in particolare sull’esigenza, da più parti segnalata, di procedere finalmente ad una riforma delle procedure di esame dei documenti di bilancio: constata che sul tema non esiste al momento una soluzione già definita, per cui il Parlamento dovrà tornare sul punto in un momento successivo, con i tempi e gli approfondimenti che una questione così complessa richiede. Le esigenze essenziali sono quelle di assicurare l’abbreviazione dei tempi di esame dei documenti di bilancio, senza rinunciare però alla capacità di controllo e di verifica del Parlamento. Un’altra questione connessa alla precedente è quella della progressiva perdita di importanza del disegno di legge di bilancio rispetto al disegno di legge finanziaria ai fini dell’impostazione della manovra economica. In proposito, se è auspicabile un ripensamento e un miglioramento del contenuto e della funzione di tale documento, sottolinea che lo stesso mantiene comunque un importante valore informativo sugli assetti e sulle dotazioni finanziarie delle amministrazioni centrali dello Stato, come unanimemente riconosciuto da tutti gli osservatori. Inoltre, è risultato certamente apprezzabile il tentativo di semplificare e di rendere maggiormente leggibile il bilancio operato dal Governo in occasione di questa sessione di bilancio, attraverso un accorpamento dei capitoli di spesa da 7.250 a 4.484 e, conseguentemente, delle unità di decisione amministrativa. Altra positiva novità è l’introduzione di uno schema di "bilancio ambientale": si tratta di una iniziativa che andrà perfezionata, ma che è assolutamente condivisibile, con essa si evidenzia per la prima volta la necessità di valutare il bilancio dello Stato non solo sulla base di elementi puramente tecnico-contabili, ma anche sulla base di finalità di carattere sociale.

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo), in qualità di relatore sul disegno di legge finanziaria (Atto Senato n. 1183), esprime soddisfazione per il proficuo ed elevato dibattito che si è finora svolto in Commissione bilancio sulla manovra, tra maggioranza ed opposizione, dibattito nel quale si sono legittimamente confrontate due visioni alternative della politica economico-finanziaria da perseguire per risolvere i problemi del Paese. In tale contesto, ritiene opportuno comunque rispondere ad alcune delle critiche più frequentemente sollevate dall’opposizione nei confronti della manovra, a cominciare da quella secondo cui si tratterebbe di una manovra priva di visione strategica e soggetta a continui cambiamenti. Tale critica è però del tutto infondata in quanto, come efficacemente dimostrato dal ministro Padoa Schioppa nel corso della seduta di lunedì 27 novembre, il testo della manovra approvato dalla Camera dei deputati, rispetto a quello presentato originariamente dal Governo, è rimasto pressoché invariato sia nei saldi che nelle linee guida essenziali. Ovviamente, nel corso dell’esame in Senato saranno certamente apportate delle modifiche al fine di migliorare il testo e di fornire anche risposta ad alcune questioni rimaste aperte, ma la manovra uscirà comunque confermata nella sua impostazione fondamentale, dimostrando così il suo carattere stabile e coerente.

L’altra critica che è stata spesso avanzata dall’opposizione è che la manovra sarebbe ispirata ad una logica di due fasi, una prima finalizzata al risanamento dei conti pubblici ed un’altra, successiva e incerta, volta al rilancio dello sviluppo. Sottolinea che in realtà le misure di risanamento e quelle volte a favorire lo sviluppo sono strettamente connesse tra loro, in quanto vi è una reciproca interdipendenza: il risanamento serve infatti a recuperare risorse da destinare allo sviluppo, che a sua volta dovrà alimentare un percorso più virtuoso della finanza pubblica. La manovra, quindi, è in sé coerente e organica e mira a rilanciare la crescita e la competitività del Paese.

Si sofferma, quindi, sulla polemica circa la dimensione eccessiva della manovra, che secondo alcuni avrebbe potuto essere più contenuta, posto che sarebbero stati sufficienti interventi per 15 miliardi di euro o anche meno, limitatamente alla correzione degli andamenti di finanza pubblica. Come già precisato nella sua relazione introduttiva, tuttavia, la dimensione della manovra è dettata dalla dimensione e dalla gravità degli stessi problemi a cui occorre far fronte: in primo luogo, infatti, la manovra deve creare le condizioni minime per far ripartire l’economia italiana, ormai da anni in una condizione di stasi. L’altra ragione fondamentale è quella di operare una correzione strutturale, perché strutturali sono purtroppo i problemi che affronta il Paese. Non basta quindi limitarsi ad una correzione temporanea dei conti e affidarsi poi all’aggiustamento spontaneo della congiuntura. Sottolinea che tale impostazione è diametralmente opposta a quella seguita nella passata legislatura dal Governo Berlusconi, che aveva privilegiato interventi di tipo minimale e fatto assegnamento sulle presunte capacità di autocorrezione dell’economia. Come hanno invece dimostrato i risultati negativi di tali scelte, occorre invece impostare un’ampia ed articolata politica economico-finanziaria, se si vuole realmente invertire la tendenza.

Circa i dubbi sulla concreta realizzabilità della manovra, evidenzia che, malgrado il pessimismo dell'opposizione, autorevoli osservatori hanno giudicato le misure proposte dal Governo come efficaci e assolutamente realitistiche. In particolare, la Commissione europea ha ritenuto che la manovra sia in grado di correggere in modo strutturale e durevole l'andamento della finanza pubblica: il fine del Governo è proprio quello di operare una inversione di tendenza, affinché manovre di questa ampiezza non siano più necessarie in futuro. Questo tema si ricollega alla polemica sugli effetti depressivi che sarebbero associati alle misure contenute nel disegno di legge finanziaria. L'opposizione ha sostenuto che sarebbe stato sufficiente ridurre le spese, anziché aumentare anche le entrate: tuttavia, interventi di contenimento della spesa pubblica non avrebbero avuto quell'impatto strutturale che, come più volte ricordato, è assolutamente necessario per far ripartire l'economia e liberare risorse per lo sviluppo.

In merito al tema delle entrate, ritiene ovvio che non si possa pensare di reperire risorse da destinare allo sviluppo solo attraverso un aumento dell'imposizione, tuttavia il Governo e la maggioranza di centro-sinistra hanno inteso lanciare un segnale di inversione di tendenza rispetto al recente passato, in particolare per contrastare il fenomeno cronico dell'evasione e dell'elusione fiscale. L'obiettivo è quello di avviare un percorso virtuoso che, in un arco di tempo medio-lungo, possa condurre ad un consolidamento e ad una stabilizzazione della base imponibile, così da consentire un'effettiva riduzione della pressione fiscale. Tale impostazione troverà espressione in alcune proposte di modifica che saranno presentate dalla maggioranza, prevedendo che, a fronte di un recupero stabile di risorse attraverso la lotta all'evasione e all'elusione fiscale e premesso il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, si possa destinare una quota del gettito recuperato alla riduzione della pressione fiscale.

Infine, preannuncia un confronto ampio sul merito delle singole proposte emendative che, per quanto concerne la maggioranza, avranno come riferimento sia le indicazioni fornite con gli ordini del giorno approvati o accolti dal Governo nel corso dell'esame del decreto-legge n. 262 del 2006 (Atto Senato n. 1132), sia alcuni temi emersi nel dibattito, come le esigenze del comparto della sicurezza e quelle del mondo del lavoro. Lungo tali linee direttive, vi sarà uno sforzo per migliorare e rafforzare il disegno di legge finanziaria, confermando comunque l'impostazione fondamentale della manovra.

 

Il ministro PADOA-SCHIOPPA, intervenendo in sede di replica, ritiene opportuno condurre una riflessione complessiva sulla filosofia ispiratrice della manovra finanziaria in esame, che vuole dare risposta ad alcuni problemi strutturali dell'economia italiana, la cui origine rimonta, tuttavia, ad una decina di anni fa, quando sono venuti meno i tre fattori propulsivi che, a partire dal dopoguerra, avevano guidato lo sviluppo dell'economia del nostro Paese. Ricorda come, nei primi anni '50, l'Italia fosse ancora un paese fortemente arretrato rispetto a molti altri Stati europei, in particolare i cinque Paesi che, insieme al nostro, fondarono il primo embrione della futura Comunità economica europea. Da tale arretratezza derivava un bassissimo costo del lavoro e, contemporaneamente, un altrettanto basso livello tecnologico-produttivo. La crescita dell'economia a partire dagli anni '50, sfociata poi nel cosiddetto "miracolo italiano" è stata quindi guidata dallo sforzo costante di recuperare questo gap. Via via che però il divario veniva colmato, venivano meno le spinte propulsive alla crescita, cioè i vantaggi comparativi che ne avevano guidato il percorso: per compensare tale situazione, nel corso degli anni '70, si fece ampiamente ricorso ad un aumento della spesa pubblica, ciò che condusse al progressivo aumento del disavanzo e del debito pubblico, e al sistema delle svalutazioni competitive della lira. Tali espedienti hanno però innescato degli squilibri divenuti sempre più insostenibili, finché, nel corso degli anni '90, si è resa indispensabile una drastica correzione, attraverso il risanamento dei conti pubblici e l'abbandono delle svalutazioni, testimoniati dalla riduzione del debito pubblico e dal calo dell'inflazione. Nello stesso periodo, tuttavia, si è cominciato a manifestare un progressivo deterioramento delle capacità competitive del nostro sistema produttivo, al quale non si è posto rimedio per tempo.

Evidenzia come nella passata legislatura si siano manifestati contemporaneamente sia la perdita di competitività, che è andata aggravandosi, sia la ripresa della spinta all'aumento del disavanzo e del debito pubblico: tuttavia, si è ritenuto che tali problemi (in particolare la bassa crescita) fossero solo temporanei e che quindi potessero essere sufficienti misure di carattere congiunturale. Solo alla fine della legislatura, lo scorso anno ci si è resi conto della gravità della situazione e si è quindi varata una manovra per il 2006 particolarmente severa e rigorosa, anche a costo di tagliare importanti programmi di spesa. Di conseguenza, ritiene ormai acclarata la necessità di intervenire in modo drastico e urgente per correggere sia l'instabilità dei conti pubblici che la mancanza di crescita dell'economia, ciò che giustifica la dimensione straordinaria della manovra proposta dal Governo e dimostra, al tempo stesso, la fallacia della tesi secondo cui sarebbero stati sufficienti interventi per soli 15 miliardi di euro o anche meno. L'ampiezza della manovra dipende quindi direttamente dall'ampiezza della crisi e dell'evoluzione negativa dell'economia italiana: per chi rimpiange ancora le svalutazioni competitive, fa presente che si tratta di una soluzione di ripiego fatta da un paese ricco che teme di diventare povero ma che non ha la forza di competere sui mercati con l'innovazione e la riorganizzazione delle sue produzioni. In questo ambito, pertanto, vi è anche una responsabilità grave del settore delle imprese private che non ha saputo ammodernarsi dopo l'adesione all'euro, che ha eliminato definitivamente la possibilità di ricorso alla leva monetaria. Accanto a questo c'è naturalmente anche la responsabilità del settore pubblico, che ha rilanciato la politica della spesa pubblica in disavanzo, ma occorre che ognuno faccia la sua parte.

Si sofferma, quindi, su alcuni aspetti specifici della manovra, depositando agli atti una nota che fornisce chiarimenti più particolareggiati. Per quanto riguarda segnatamente la questione dell'andamento delle entrate, osserva che negli ultimi anni la situazione di consuntivo è stata spesso divergente rispetto alle previsioni iniziali. Per il 2006, la Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria ha aumentato la stima del gettito delle entrate rispetto a quella avanzata inizialmente a inizio anno, per tenere conto dell'andamento più favorevole registratosi negli scorsi mesi. Il precedente Governo, nella Relazione trimestrale di cassa riferita a marzo 2006, aveva scontato un andamento molto inferiore a quello poi realmente verificatosi, mentre il Governo Prodi ha messo in campo una serie di misure che hanno creato le condizioni per un aumento stabile delle entrate. Ciò consente anche di nutrire un ragionevole ottimismo sulla possibilità di raggiungere anche nel 2007 il gettito previsto e forse anche di superarlo, rispetto alle stime della Relazione previsionale e programmatica.

In questo contesto, assumono rilievo sia la modifica del sistema della tassazione dei redditi, con la revisione delle aliquote, degli scaglioni, delle deduzioni e degli altri parametri, sia le misure di contrasto all'evasione e all'elusione. Le prime sono misure strutturali, in grado di aumentare concretamente il gettito tributario, per cui viene confutata la valutazione negativa dell'OCSE, che ha forse soffermato erroneamente la propria attenzione solo sulle disposizioni di contrasto all'evasione e all'elusione, a dimostrazione che talvolta anche gli esperti possono commettere errori. In realtà sono le norme di revisione del sistema tributario che garantiscono l'aumento del gettito, e non quelle di contrasto all'evasione e all'elusione che concorrono anch'esse alla manovra, ma non ne costituiscono il fulcro. E' chiaro che, una volta attuate sia le norme strutturali che quelle di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione, si ha necessariamente un forte aumento della pressione fiscale in Italia: tale effetto viene però neutralizzato e attenuato dalle misure di redistribuzione di risorse che sono contenute nella stessa manovra: anche di questo bisogna tenere conto.

Per il 2007, conferma la piena realizzabilità dell'obiettivo del 2,8 per cento del rapporto deficit-PIL. Riguardo alla stima OCSE di un valore dello stesso rapporto pari al 3,2 per cento nel 2007, sottolinea che tale stima (peraltro corretta in un successivo comunicato OCSE) incorpora una definizione di spesa per interessi diversa dall'aggregato utilizzato ai fini del Trattato Maastricht: depurando tale effetto, si arriva ad un valore del rapporto deficit-PIL pari al 3 per cento, più vicino alle stime del Governo, ma che sconta ancora l'erronea valutazione delle misure di aumento delle entrate.

Per quanto concerne la crescita del PIL, i tassi stimati per il 2007 e per gli anni successivi, sono inferiori ai valori tendenziali: ciò è normale in quanto le statistiche tengono conto solo di elementi "meccanici", mentre non possono stimare fattori quali il grado di fiducia e le aspettative degli operatori economici che sono essenziali per valutare i risultati dell'economia. Per un Paese a demografia stabile come l'Italia, il tasso apprezzabile di crescita dell'economia sarebbe intorno al 2 per cento annuo, ma per raggiungere tale risultato non basta la legge finanziaria, serve anche lo sforzo concreto del sistema produttivo.

Per quanto riguarda, infine, il nuovo meccanismo di trasferimento del trattamento di fine rapporto (TFR) all'INPS, alcuni osservatori hanno segnalato che, al fine di individuare la platea di imprese che dovevano essere escluse da tale normativa, anziché fissare una soglia riferita al numero degli addetti, sarebbe stata più efficace l'individuazione di una franchigia. In merito, precisa che dalle valutazioni del Ministero dell'economia e delle finanze, il medesimo risultato finanziario sarebbe stato raggiungibile o fissando una franchigia (cioè una zona di esclusione) per le imprese con 10 addetti, oppure adottando la soglia delle imprese fino a 50 addetti. Dopo un confronto con le organizzazioni rappresentative delle imprese, si è arrivati alla scelta della seconda soluzione che garantisce comunque il risultato atteso.

Infine, sulle altre questioni segnalate dai relatori, come le esigenze di alcuni comparti, ritiene opportuno rinviare la definizione concreta al momento di esame degli emendamenti e delle proposte che saranno effettivamente presentate, sulle quali il Governo è comunque disponibile ad un ampio confronto.

 

Il seguito dell'esame congiunto viene quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Lunedì 4 dicembre 2006

55a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna del 29 novembre scorso.

 

Il viceministro VISCO, dopo aver richiamato le modalità di acquisizione dei dati relativi alle entrate che non consentono ancora di disporre di dati definitivi al riguardo, conferma comunque che l’andamento delle entrate ha registrato una variazione positiva nel secondo semestre del 2006, rispetto alle previsioni iniziali, con un conseguente aumento percentuale del gettito complessivo rispetto allo stesso periodo del 2005 compreso tra il 9 e il 10 per cento. Le poste di crescita più rilevanti, oltre all’IRES, hanno riguardato l’aumento del gettito riguardante l’IVA, nonché l’incremento delle ritenute alla fonte sul lavoro dipendente, che testimonierebbe un processo di emersione delle attività economiche sommerse.

Dopo aver rammentato che i dati relativi all’autotassazione sono in corso di elaborazione, puntualizza che gli emendamenti presentati dal Governo al disegno di legge finanziaria rispondono a tre finalità: integrare la manovra finanziaria nell’ottica dello sviluppo, recepire alcune osservazioni in materia fiscale avanzate da associazioni di contribuenti nonché tener conto delle questioni emerse nel dibattito parlamentare anche a seguito dell’approvazione del decreto-legge n. 262 del 2006, convertito con modificazioni dalla legge n. 286 del 2006.

Con riferimento all’emendamento 17.0.1, precisa che esso è orientato ad agevolare le fusioni e le aggregazioni tra piccole imprese nel limite dell’importo di 5 milioni di euro. Nel ricordare che la norma concerne l’aggregazione aziendale di imprese fino a 250 addetti, sottolinea che essa risulta compatibile con la normativa comunitaria, in quanto norma di carattere generale.

In relazione all’emendamento 5.0.2 in materia di società di investimento immobiliare quotate, puntualizza che per le società immobiliari che concentrano almeno l’80 per cento degli investimenti sull’edilizia abitativa a fini di locazione è prevista la possibilità di optare per uno specifico regime fiscale, mentre per il restante 20 per cento si applicano le norme sulla tassazione ordinaria. Tali disposizioni contribuiscono a diminuire il costo degli immobili destinati ad attività di locazione.

Quanto all’emendamento 2.1 in materia di completamento dell’IRPEF e di assegni familiari, evidenzia che esso è destinato ad aumentare le detrazioni relative ai redditi di lavoro dipendente a tempo determinato e dispone altresì la possibilità di prolungare la corresponsione dell’assegno familiare - per nuclei familiari con più di tre figli - includendo i figli di età compresa tra 18 e 21 anni.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) invita ad estendere la norma anche ai figli fino a 25 anni.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) chiede chiarimenti in merito ai criteri di attribuzione degli assegni familiari, sottesi alle nuove disposizioni proposte dal Governo.

 

Il viceministro VISCO risponde al senatore Eufemi, dando atto che sarebbe stato auspicabile poter estendere il beneficio anche ai figli fino a 25 anni, ma che ciò non è stato possibile a causa di precisi vincoli di bilancio, mentre al senatore Polledri precisa che i criteri per la corresponsione degli assegni familiare restano immutati.

In merito all’emendamento 3.2, precisa che esso è finalizzato a stabilire a carico degli uffici competenti un obbligo ad utilizzare gli studi di settore in luogo di tipologie di accertamenti induttivi, anche al fine – fa presente al senatore Ferrara - di ridurre l’arbitrarietà delle stime.

Sull’emendamento 5.0.1, dopo aver risposto ad un quesito del senatore EUFEMI (UDC) sull’imposta di registro, il Viceministro si sofferma altresì sull’opportunità di applicare l’imposta sul valore effettivo dell’immobile anziché sul valore catastale anche nel caso di cessioni effettuate da società, purché nei confronti di persone fisiche. In merito alle altre disposizioni del medesimo emendamento, si sofferma su quelle che intervengono in materia di IVA, precisando che l’applicazione delle norme sul reverse charge, specie per i subappalti edilizi, può comportare per le imprese interessate perdite di liquidità a causa dei ritardi nella corresponsione dei rimborsi, che il Governo propone quindi di garantire entro tre mesi.

Dopo aver richiamato le disposizioni riguardanti i criteri per la definizione del valore normale per le cessioni immobiliari, e dopo aver evidenziato la riduzione al 4 per cento dell’aliquota riferita a beni immobili a destinazione abitativa acquistati negli ultimi tre anni dalle cosiddette "società di comodo" rammenta che per le suddette società si ripristina la legislazione del 1996 onde consentirne la liquidazione.

Con riferimento all’emendamento 5.1, esso mira a introdurre forme di tassazione dei trust, nonché soprattutto, a modificare il regime dell’imposta sulle successioni e donazioni, prevedendo agevolazioni per i trasferimenti tra conviventi, parenti e affini di vario grado e in materia di trasferimenti di aziende familiari.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) solleva un quesito relativo alle procedure fallimentari.

 

Il viceministro VISCO ribadisce le disposizioni previste risultano pienamente equilibrate.

 

Prende la parola il senatore CICCANTI (UDC) per chiedere chiarimenti relativi all’ambito di estensione dell’emendamento 5.1 con riferimento alle coppie legate da rapporti di convivenza.

 

Nel ricordare che per la definizione dei rapporti di convivenza si applicano le disposizioni del codice civile, il viceministro VISCO si sofferma sulle norme recate dall’emendamento 18.4 in ordine all’esenzione da imposta per le somme relative a borse di studio concesse dal Governo italiano a studenti stranieri sulla base di accordi internazionali.

 

Il senatore FERRARA (FI), richiamandosi alle affermazioni del Viceministro, chiede chiarimenti in ordine al presunto incremento delle entrate relativo al secondo semestre del 2006 rispetto all’andamento del primo semestre.

 

Il viceministro VISCO chiarisce che, sulla base di dati che potrà fornire alla Commissione, gli aumenti più rilevanti si sono registrati tra aprile e giugno 2006.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) esprime perplessità in merito alle possibili contraddizioni tra le disposizioni recate dall’emendamento 5.0.2 concernenti le società di investimento immobiliare quota (SIIQ), sottolineando l’opportunità di distinguere, in materia di partecipazioni in altre società residenti non quotate, tra possesso e diritto di voto.

 

Dopo che il viceministro VISCO ha fornito assicurazioni sull’ambito di applicazione delle norme recate dall’emendamento 5.0.2, il senatore DIVINA (LNP) chiede che siano resi disponibili i dati relativi alle entrate di cassa per il 2006.

 

Risponde il viceministro VISCO, precisando che tali dati hanno cadenza mensile e sono presentati periodicamente al Parlamento.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) chiede di conoscere l’orientamento del Governo circa le liberalizzazioni avviate nel settore dei giochi, già avviate con il decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto "decreto Bersani").

 

Il viceministro VISCO, nel ripercorrere l’evoluzione della normativa riguardante il settore dei giochi, ritiene imprescindibile procedere ad un ampliamento del mercato, in linea con quanto accade negli altri Paesi europei e in conseguenza di procedure di infrazione in corso a danno dell’Italia. Dopo aver rilevato le differenti discipline applicate in Europa e negli Stati Uniti, dichiara di condividere le preoccupazioni sollevate in merito ai rischi dell’operazione - peraltro necessaria - di liberalizzazione. Puntualizza altresì che sarebbe opportuno individuare luoghi più facilmente controllabili in cui svolgere attività relative ai giochi.

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo) pone questioni interpretative concernenti l’emendamento 5.0.1 in ordine all’estensione della tassazione su base catastale a tutte le cessioni operate nei confronti di persone fisiche.

 

Prende la parola il viceministro VISCO, il quale chiarisce che il valore normale degli immobili deve essere sempre dichiarato dal cedente al quale si applicano le relative imposte, mentre l’acquirente è chiamato a corrispondere le imposte sul valore catastale.

 

Dopo aver ringraziato il viceministro Visco per i chiarimenti resi, il PRESIDENTE dà la parola al sottosegretario Sartor.

 

Il sottosegretario SARTOR pone in luce innanzitutto le norme afferenti il cosiddetto "pacchetto sicurezza" messo in atto dal Governo, al fine di rafforzare il settore attraverso un miglior utilizzo delle risorse. Al riguardo cita gli emendamenti 18.53, in tema di riorganizzazione delle forze di polizia, 18.55, in materia di convenzioni tra il Ministero dell’Interno e gli Enti locali, 18.63 e 18.64, concernenti le assunzioni di nuove unità di polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco, 18.70, in ordine a risorse aggiuntive da stanziare in relazione alle speciali esigenze connesse con la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, 18.71 e 18.72, rispettivamente riguardanti il Fondo unico di amministrazione per il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi del Ministero dell’Interno e il ripristino nel bilancio statale delle spese di cura per il personale di pubblica sicurezza.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), nel dare atto al Governo delle misure disposte a favore della sicurezza, solleva perplessità in relazione all’emendamento 18.53, dal quale potrebbero derivare possibili soppressioni di presidi territoriali delle forze di pubblica sicurezza, in particolare dei carabinieri.

 

Il sottosegretario SARTOR precisa che la norma in esame mira a riorganizzare le risorse umane, logistiche e materiali delle forze di pubblica sicurezza, onde aumentare l’efficienza e l’efficacia dell’intervento pubblico. Tale azione non comporta necessariamente la chiusura di presidi territoriali, ma implica una migliore rideterminazione dei mezzi.

Risponde altresì ad un quesito avanzato dal senatore FERRARA (FI), osservando che l’emendamento 18.56 non è incluso nel cosiddetto "pacchetto sicurezza".

 

Il senatore AUGELLO (AN), richiamandosi alle considerazioni del senatore Polledri, ritiene fondata la preoccupazione sulla possibile riduzione del numero delle stazioni dei carabinieri.

 

Si associa il senatore DIVINA (LNP), il quale, nel ribadire la ferma contrarietà all’emendamento 18.53, espone le sue forti riserve in ordine alla eventuale soppressione di presidi territoriali delle forze di pubblica sicurezza, tanto più che nel Paese è crescente la domanda di protezione contro il crimine.

 

Prende la parola il senatore POLLEDRI (LNP), il quale, dopo aver sottolineato che le forze di pubblica sicurezza sono sempre state escluse dai tagli apportati dalle leggi finanziarie, chiede di sapere in che misura gli accantonamenti di stanziamenti disposti dall’articolo 18, comma 206, del disegno di legge finanziaria incidano sul predetto "pacchetto sicurezza".

 

Il sottosegretario SARTOR osserva che la norma richiamata costituisce un congelamento temporaneo di risorse in attesa che il Ministro titolare del Dicastero individui le priorità cui destinare tali somme, sulla base di criteri di efficienza. Nega pertanto che si tratti di una decurtazione di mezzi economici.

 

A riguardo, il presidente MORANDO precisa che i dati relativi alla spesa per la sicurezza e al numero di addetti al settore sono in Italia di gran lunga superiori rispetto a quelli riscontrati in altri Paesi europei. Nella consapevolezza che l’elevato ammontare delle risorse stanziate a tal fine risponde anche all’esigenza di fronteggiare la minaccia terroristica, rileva con rammarico che il dibattito politico è solitamente orientato ad analizzare gli incrementi o le decurtazioni di tali stanziamenti, senza un’adeguata riflessione sulle modalità di utilizzo delle risorse ispirata a parametri di efficienza ed efficacia.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) osserva che, in tale contesto, le decurtazioni relative al settore della pubblica sicurezza si aggiungono ai tagli trasversali che interessano tutti i comparti. L’emendamento 18.53 è peraltro connesso alle misure disposte dall’emendamento 18.55.

 

Il sottosegretario SARTOR ribadisce la necessità di analizzare le singole riduzioni nell’ambito delle finalità generali della manovra finanziaria.

 

Il sottosegretario SARTOR annuncia la riformulazione dell’emendamento 18.56 in un testo 2, allo scopo di chiarire che le disposizioni proposte vengono inserite dopo il comma 136 dell’articolo 18 anziché dopo il comma 166. Indi passa in rassegna il contenuto dell’emendamento, che si colloca nell’ambito della complessiva riforma finalizzata al riordino degli apparati ministeriali.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) chiede chiarimenti in ordine agli effetti finanziari correlati all’intervento proposto nonché alla eventuale soppressione dei posti dirigenziali rimasti vacanti.

 

A sua volta, il senatore AUGELLO (AN) segnala al Governo la necessità di dedicare al cosiddetto spoil system una disciplina organica e unitaria.

 

Il senatore FERRARA (FI), in riferimento all’emendamento 18.56, evidenzia la mancata presentazione della relazione tecnica sugli effetti finanziari delle modifiche proposte dal Governo. Per ciò che concerne il contenuto della proposta emendativa rileva che il riferimento alla disposizione recata dall’articolo 19 comma 4, del testo unico degli enti locali, in materia di dirigenti generali, non corrisponde all’oggetto normativo del comma 136 dell’articolo 18 che concerne il riordino dell’articolazione periferica del Ministero dell’economia e delle finanze, sollecitando il Governo a fornire un chiarimento al riguardo.

 

In relazione allo stesso emendamento il senatore DIVINA (LNP) argomenta come sia difficilmente sostenibile la tesi della sua neutralità finanziaria, dal momento che si prevede espressamente il conferimento di un incarico di livello retributivo equivalente a quello precedentemente ricoperto dal dirigente cessato, ovvero di un incarico di studio per un anno se non vi sono posti disponibili. Chiede altresì al Governo di chiarire le finalità del requisito dei sei anni di anzianità di servizio in relazione all’applicabilità della disciplina in commento.

 

Il presidente MORANDO, dopo aver dato atto della necessità di corredare l’emendamento 18.56 dell’apposita relazione tecnica, sottolinea che lo schema di copertura è rinvenibile nell’ultimo periodo del testo in esame, il quale prevede che le maggiori spese rendono indisponibile ai fini del conferimento, un equivalente numero di incarichi dirigenziali sul piano finanziario, ricordando come, secondo la giurisprudenza costante della Commissione bilancio del Senato, tale indicatore vada comunque riferito al cosiddetto organico di fatto degli apparati ministeriali.

 

Dopo che il senatore DIVINA (LNP) ha posto il quesito se presso il Ministero dell’economia e delle finanze esista una pianta organica ovvero una dotazione organica, per quanto concerne gli incarichi dirigenziali, ritenendo essenziale tale distinzione ai fini della copertura finanziaria dell’emendamento, il sottosegretario SARTOR precisa che l’intervento proposto dal Governo mira a introdurre una maggiore flessibilità nella organizzazione interna del Ministero dell’economia, senza ispirarsi al criterio dello spoil system. Per quanto riguarda la complessiva permanenza di sei anni nell’ufficio, ai fini della mancata conferma dell’incarico, chiarisce che tale periodo è stato ritenuto utile al fine di evitare effetti negativi sull’efficienza dell’azione amministrativa. In relazione al quesito riguardante la struttura organica del Ministero dell’economia e delle finanze si riserva di acquisire informazioni più approfondite mentre, in riferimento alle osservazioni del senatore Ferrara sul riordino dell’articolazione periferica dello stesso Ministero, specifica che tale finalità non può essere perseguita senza procedere anche alla riorganizzazione degli assetti centrali della medesima struttura. Infine, sulla attribuibilità di un incarico di studio ai dirigenti cessati dall’ufficio, ai quali non sia possibile conferire una funzione equivalente, rimarca come tale previsione fosse già contenuta nella riforma Bassanini, dimostrando che la proposta emendativa in esame non presenta carattere innovativo.

Passando poi all’emendamento 18.65, chiarisce che esso è inteso a consentire, in deroga al blocco previsto dalla legge finanziaria per il 2005, l’assunzione di magistrati ordinari amministrativi e contabili, stabilendo i relativi limiti di spesa. Riguardo all’emendamento 18.75, chiarisce che esso, per quanto riguarda le modalità di utilizzazione delle attuali graduatorie ai fini dell’accesso all’insegnamento, trasforma, a fronte della cessazione di efficacia delle graduatorie permanenti, tali elenchi in graduatorie ad esaurimento, a decorrere dall’entrata in vigore della legge finanziaria per il 2007.

 

In relazione agli emendamenti 18.76 e 18.77, il presidente MORANDO fa presente che il relativo schema di copertura si rinviene in appositi e distinti emendamenti che intervengono sulle relative tabelle del disegno di legge finanziaria al fine di adeguare gli importi di spesa ad essi connessi; pertanto segnala la necessità di operarne la riformulazione, con l’intento di rendere più esplicita la formula di copertura prescelta.

 

Il sottosegretario SARTOR precisa che l’emendamento 18.78 esclude dalle regole del patto di stabilità interno per il triennio 2007-2009, relativamente ai comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, le spese in conto capitale relative alle cosiddette grandi opere, da realizzare in attuazione dei programmi deliberati dal CIPE in data 30 settembre 2006.

 

Dopo che il senatore EUFEMI (UDC) ha ricordato le critiche espresse da varie parti politiche all’emendamento in questione, il quale, a suo avviso, non appare rispettoso delle regole di contabilità previste per gli enti locali, il sottosegretario SARTOR rimarca come l’esclusione dai saldi finanziari delle spese in conto capitale per le grandi opere fosse già prevista nella normativa vigente. Rileva poi che l’emendamento 18.79 elimina il criterio della competenza "ibrida", ai fini del calcolo del saldo finanziario correlato alla verifica del rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno, in accoglimento di specifiche richieste avanzate dalle associazioni degli enti locali. Con tale modifica il saldo finanziario utile ai fini del patto di stabilità interno viene calcolato distintamente con riferimento alla gestione di competenza e a quella di cassa per tutte le entrate e le spese soggette al patto, laddove il predetto criterio rinvia alla gestione di competenza per la parte corrente, e a quella di cassa per la parte in conto capitale.

 

Dopo che il senatore AUGELLO (AN) ha chiesto chiarimenti in ordine alla portata dell’emendamento in esame, chiarisce altresì, anche in riferimento all’emendamento 18.78, che i parametri stabiliti in sede comunitaria si applicano soltanto ai comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.

 

In riferimento all’emendamento 18.80 il senatore POLLEDRI (LNP), evidenziata l’assenza della relazione tecnica, chiede chiarimenti in ordine alla portata abrogativa dell’intervento proposto, che si riferisce alla gestione di parte del demanio idrico da parte delle province composte al 95 per cento da comunità montane. Sollecita il Governo a valutare più attentamente la questione, dal momento che le modifiche proposte potrebbero avere effetti penalizzanti per gli enti locali interessati.

 

Il sottosegretario SARTOR preannuncia la riformulazione dell’emendamento 18.80 in un testo 2, per esplicitare che le disposizioni oggetto di abrogazione sono quelle recate dall’articolo 4 della legge finanziaria per il 2004.

Osserva inoltre che l’emendamento 18.82 articola una serie di interventi volti a incrementare i finanziamenti in favore dei piccoli comuni e delle comunità montane, attingendo alle disponibilità del fondo ordinario per gli enti locali. In relazione agli emendamenti 18.83 e 18.84, l’oratore ne sottolinea la natura meramente tecnica, non comportando effetti di carattere finanziario.

Annuncia poi il ritiro dell’emendamento 18.86.

Indi passa in rassegna i contenuti degli emendamenti 18.87 (sulla istituzione di una unità incaricata del controllo sulla qualità dell’azione di governo degli enti locali, ai fini del riconoscimento delle apposite misure premiali previste dalla legge), 18.89 (in materia di spese relative alle aziende partecipate da soggetti pubblici), che riformula come testo 2, e 18.90 (in materia di cartolarizzazione del debito degli enti locali, mediante l’emissione di strumenti derivati). Si sofferma in particolare su quest’ultimo emendamento che introduce norme più rigorose in tema di ricorso ai mercati finanziari da parte degli enti locali.

 

Anche il presidente MORANDO sottolinea la grande rilevanza dell’emendamento 18.90, che mira a scongiurare i rischi di dissesto degli enti locali in relazione all’emissione, a titolo speculativo, degli strumenti finanziari derivati. Richiama in proposito le audizioni svolte sul tema nel corso della XIV legislatura.

 

Il sottosegretario SARTOR descrive i contenuti degli emendamenti 18.91 e 18.92, rispettivamente in materia di attuazione delle norme sul trasferimento all’INPS della parte inoptata dei fondi relativi al TFR, nonché di determinazione delle risorse effettivamente utilizzabili, in correlazione con la riforma del TFR. In particolare l’emendamento 18.92 rende immediatamente disponibile una parte delle risorse stanziate (dall’articolo 18, comma 444, del disegno di legge finanziaria) per il fondo per la competitività.

 

Dopo che il senatore AZZOLLINI (FI) ha chiesto chiarimenti in merito agli importi di cui si prevede l’accantonamento, e che il presidente MORANDO gli ha fornito i chiarimenti richiesti, il sottosegretario SARTOR annuncia il ritiro dell’emendamento 18.94, avente contenuto identico all’emendamento 18.93, in materia di criteri di calcolo dell’indennità integrativa speciale prevista per le pensioni di reversibilità.

Riepiloga poi il contenuto dell’emendamento 18.96, concernente l’adozione della fattispecie del danno biologico nell’ambito del sistema di tutela della invalidità da lavoro, precisando, in risposta a un apposito quesito del senatore POLLEDRI, che la normativa proposta, in caso di approvazione, entrerà in vigore il 1° gennaio 2007. Descrive altresì i contenuti e le finalità degli emendamenti 18.97, in materia di contributi previdenziali e assistenziali previsti per i lavoratori soci di cooperative sociali di cui alla legge n. 381 del 1991, e 18.98 sulle modalità di realizzazione dei piani di rientro dai disavanzi delle regioni per le spese sanitarie. In proposito specifica, in risposta a una sollecitazione del senatore POLLEDRI, che le regioni interessate sono quelle che hanno superato i limiti di bilancio previsti in materia di assistenza sanitaria nell’anno 2005.

Indi riepiloga la portata dell’emendamento 18.100, diretto a prevedere, per le aziende farmaceutiche, in alternativa alla riduzione del 5 per cento dei prezzi al pubblico dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, quale contributo al contenimento della spesa farmaceutica, la possibilità di optare per un versamento a ciascuna regione di un importo corrispondente a quello derivante dalla riduzione del prezzo.

 

In proposito il senatore FERRARA (FI) chiede di conoscere se il Governo abbia maturato un orientamento in relazione all’utilizzazione di tali somme, con particolare riguardo all’eventualità di prevedere finanziamenti a favore delle attività di ricerca.

 

Il sottosegretario SARTOR chiarisce le motivazioni che hanno ispirato la scelta del Governo, dichiarando comunque la disponibilità ad approfondire la questione.

 

Il sottosegretario SARTOR si sofferma sull’emendamento 18.105 rilevando che la disposizione di cui al comma 435, ivi richiamata, mira a ridurre, rispetto alla prima versione del disegno di legge finanziaria, la quota di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico della regione Sicilia, al fine dell’equiparazione con le altre Regioni a Statuto speciale, ad esclusione della regione Sardegna.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), nell’esprimere perplessità circa la ragionevolezza della proposta emendativa in argomento, invita il Governo ad avviare un’ulteriore riflessione, posto che la norma, così come emendata, è suscettibile di operare una non irrilevante distinzione nell’ambito delle Regioni a statuto speciale circa la percentuale di partecipazione dello Stato alle relative spese sanitarie.

 

Il senatore FERRARA (FI) replicando al senatore Eufemi, osserva che la distinzione nella compartecipazione alla spesa sanitarie tra le varie Regioni a statuto speciale è giustificata, tenendo conto delle diverse peculiarità che caratterizzano le prerogative concorrenti nell’ambito del settore sanitario, così come disciplinate dai singoli statuti speciali, che sono tra l’altro approvati con norme di rango costituzionale. In questo senso, appare improprio anche il confronto con altre Regioni a statuto speciale.

 

Il senatore TONINI (Aut) chiede che sia precisato se, alla luce delle finalità del predetto emendamento, non debba essere considerato un onere a scalare piuttosto che aggiuntivo.

 

Il sottosegretario SARTOR precisa che si tratta di un emendamento aggiuntivo, in quanto aumenta la quota della spesa sanitaria a carico dello Stato e pertanto prevede i relativi mezzi di copertura.

Dopo aver preannunciato di riformulare l’emendamento 18.106, si sofferma sulla proposta di modifica 18.109 evidenziandone i contenuti e la finalità. In particolare osserva che la norma in oggetto offre la possibilità di superare il limite, previsto dalla legge finanziaria 2006, alla riassegnazione delle somme versate dalle aziende private responsabili dell’emergenza ambientale relativa ai danni recati dal polo petrolchimico di Porto Marghera. Per consentire di far fronte ai necessari interventi, vengono quindi stanziate ulteriori risorse a valere sulle disponibilità destinate alle aree del Centro-nord del Fondo per le aree sottoutilizzate.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), nell’esprimere perplessità in ordine al coordinamento delle competenze tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell’economia e delle finanze e il Ministero dell’ambiente, chiede di conoscere il complessivo ammontare delle risorse che verranno erogate a titolo di risarcimento del danno ambientale, evidenziando altresì come l’utilizzo degli stanziamenti di cui al predetto Fondo non consenta di far fronte alle esigenze delle aree sottoutilizzate del Centro-nord cui il Fondo si riferisce.

 

Dopo una breve considerazione del sottosegretario SARTOR in ordine alle specifiche finalità delle somme a suo tempo introitate dallo Stato, il presidente MORANDO si sofferma sulle finalità dell’emendamento in argomento rilevando che, pur non incidendo sulla norma generale concernente il blocco della riassegnazione disposto dalla legge finanziaria per il 2006 per ragioni di contenimento della spesa, esso mira ad intervenire, ancorché in misura specifica, in favore della questione relativa agli indennizzi per danno ambientale nei limiti delle risorse precedentemente versate.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), nonostante i chiarimenti forniti dal Governo e dal Presidente sul punto, avanza la richiesta di integrazione della relazione tecnica.

 

Dopo brevi cenni all’emendamento 18.111 che introduce norme di concerto tra Stato e Regioni, il sottosegretario SARTOR si sofferma sull’emendamento 18.113, il quale prevede l’istituzione di un Fondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per il sostegno agli investimenti per l’innovazione negli enti locali.

Quanto all’emendamento 18.114, il rappresentante del Governo evidenzia le ragioni ad esso sottese, precisando che esso è finalizzato all’attuazione della riforma in tema di autotrasporto merci.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), tenuto conto che il predetto emendamento introduce norme sul codice della strada, preannuncia di aver presentato un subemendamento a sua firma delineandone brevemente i contenuti.

 

Il sottosegretario SARTOR, dopo aver sottolineato che l’emendamento 18.114 è posto a correzione, quanto ai profili finanziari, del testo licenziato dalla Camera, introduce i contenuti dell’emendamento 18.117 precisando che esso è finalizzato alla riassegnazione delle somme stanziate per l’esercizio in corso in favore dell’Istituto per il commercio estero.

Circa l’emendamento 18.119, puntualizza che dispone in ordine all’attuazione degli accordi intercorsi tra il Governo e la regione Friuli Venezia-Giulia con riferimento alle grandi opere in materia di viabilità e trasporti.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) evidenzia che l’emendamento in oggetto costituisce un intervento di natura settoriale operato dal Governo nell’ambito delle funzioni trasferite alla Regione Friuli Venezia-Giulia.

 

Il senatore FERRARA (FI) esprime perplessità sulle modalità con cui il Governo interviene per regolare l’attuazione del Protocollo di intesa con la Regione Friuli Venezia-Giulia circa il completamento del terzo lotto relativo all’opera infrastrutturale triestina.

 

Il sottosegretario SARTOR si sofferma sulla proposta emendativa 18.120, ricordando come, alla luce della decisione di Eurostat, intervenuta nel maggio 2005, le passività contratte sui mercati finanziari da Infrastrutture S.p.A. (ISPA) per finanziare la rete "Alta Velocità/Alta Capacità", siano state riclassificate nel debito dello Stato. Poiché ISPA è intanto confluita nella Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP S.p.A.), appare opportuno procedere all’accollo da parte dello Stato del debito nei confronti della stessa CDP. Conseguentemente la norma è volta ad abrogare le disposizioni che prevedono la copertura da parte dello Stato degli oneri non remunerabili, la garanzia dello Stato a favore di ISPA e la destinazione dei crediti e dei proventi derivanti dall’utilizzo della rete "Alta Velocità/Alta Capacità" al rimborso dei finanziamenti concessi da ISPA. Precisa infine che l’operazione ha impatto in termini di indebitamento netto interamente sull’esercizio 2006, mentre nel 2007 incide solo per la quota interessi.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), nell’esprimere forti obiezioni sulle finalità relative all’emendamento in argomento, posto che non sia possibile verificare il bilancio consolidato delle Ferrovie dello Stato Spa, sottolinea l’esigenza che il Governo fornisca gli opportuni chiarimenti in ordine alla prevista imputazione di accollo del debito sul deficit 2006.


Il senatore CICCANTI (UDC), unendosi alle considerazioni testé espresse dal senatore Eufemi, chiede di sapere in che modo la norma possa esplicare il suo impatto finanziario nel 2006.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), pur prendendo atto delle sintetiche argomentazioni svolte dal Governo nell’ambito della relazione tecnica, sottolinea tuttavia l’esigenza, trattandosi di interventi finanziari di notevole rilievo, che il Governo offra gli opportuni chiarimenti in ordine alla scansione temporale, e alla copertura dei relativi effetti finanziari, sia sul piano del fabbisogno che sul piano dell’indebitamento netto, per ciascun esercizio a partire dal 2006.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), nell’esprimere perplessità in ordine ai contenuti dell’emendamento in argomento, con particolare riferimento alla norma che fa salvi i diritti dei creditori del patrimonio separato costituito da Infrastrutture Spa, ritiene necessario che il Governo dia corso ad una previa verifica della loro esposizione debitoria nei confronti dello Stato, al fine di operare le opportune compensazioni.

 

Il presidente MORANDO interviene per precisare il contesto in cui si colloca la predetta proposta di modifica, rilevando come l’effettuazione dei progetti relativi al sistema Alta Velocità sia stato resa possibile attraverso un meccanismo di finanziamento, ideato dal precedente Governo Berlusconi, che era realizzato al di fuori del bilancio dello Stato e basato su prestiti concessi dalla società Infrastrutture Spa (ora CDP Spa), le cui risorse sono state recuperate nel libero mercato mediante emissioni obbligazionarie. Tuttavia, considerato come ciò non abbia generato un’effettiva assunzione di rischio in capo al soggetto realizzatore, in quanto lo Stato ha assunto su di sé la garanzia di ultima istanza, l’Eurostat nel maggio del 2005 ha riclassificato le passività di Infrastrutture Spa (ora CDP Spa) come parte del conto delle pubbliche amministrazioni. Premesso che tale conseguenza negativa era stata ampiamente paventata e denunciata dalle forze di centro-sinistra allora all’opposizione, conviene con la scelta del Governo circa la necessità, dal punto di vista tecnico-contabile, di procedere all’imputazione al 2006 di tale regolazione debitoria nei confronti di Ferrrovie Spa. Osserva altresì come l’effetto di peggioramento dell’indebitamento relativo all’anno finanziario 2006 risulta essere una conseguenza obbligata al fine di rispettare i parametri sul deficit previsto per l’esercizio 2007, posto che l’incremento del rapporto deficit-PIL nel 2006 non comporta una violazione del Patto di stabilità e crescita europeo, come invece avverrebbe se lo sfondamento si verificasse nel 2007.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) ribadisce che restano irrisolti i profili di copertura finanziaria.

 

Il sottosegretario SARTOR, richiamandosi alle considerazioni formulate dal presidente Morando, puntualizza che l’operazione in esame si riferisce ad una regolazione debitoria pregressa e pertanto non necessita di apposita copertura finanziaria, a parte la quota riferita al pagamento di futuri interessi sul debito.

 

Prende nuovamente la parola il senatore CICCANTI (UDC), il quale chiede chiarimenti in merito all’impatto delle regolazioni debitorie sui saldi di finanza pubblica.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) invita il Governo a chiarire gli effetti dell’intera operazione sul fabbisogno, sul debito e sull’indebitamento, nei vari anni a decorre dal 2006, attraverso un’integrazione della relazione tecnica.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) paventa il rischio che il riferimento al 2006 quale periodo di aumento del deficit nasconda finalità di propaganda politica, onde peggiorare i dati riferiti alla gestione del Governo di centro-destra.

 

Il presidente MORANDO puntualizza che l’attuale Governo ha ottenuto in sede europea di veder peggiorare l’andamento del deficit in conseguenza di eventi esogeni, fermo restando l’obiettivo di ridurre il rapporto deficit/PIL al di sotto del 3 per cento per il 2007.

Quanto alla richiesta del senatore Azzollini, pur ritenendo sufficientemente esaustiva la relazione fornita dal Governo, conviene sull’utilità di disporre di un’ulteriore verifica degli effetti dell’operazione disposta dall’emendamento 18.120. Invita perciò il Governo a procedere in tal senso.

 

Il sottosegretario SARTOR, dopo essersi soffermato sugli emendamenti 18.121, 18.122, 18.123, osserva che i successivi emendamenti 18.124 e 18.125 riguardano finanziamenti per calamità naturali.

 

A tal proposito il senatore CICCANTI (UDC) sottolinea l’opportunità di integrare le risorse stanziate dall’emendamento 18.125 a favore della regione Marche, per le alluvioni del 2006, con quelle previste dall’emendamento 18.124 relativamente ai danni per i terremoti del 1997, che risultano superiori alle effettive necessità, al fine di garantire maggiore efficacia dell’intervento pubblico.

 

Il sottosegretario SARTOR, dopo aver preso atto delle osservazioni del senatore Ciccanti, precisa che l’emendamento 18.127 è finalizzato a semplificare la procedura prevista per la stipula di convenzioni di cui al comma 82 dell’articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006, convertito con modificazioni dalla legge n. 286 del 2006. Chiarisce altresì che la norma in esame è orientata ad evitare che le imprese interessate siano al contempo partecipi della progettazione ed esecutrici dell’opera.

 

Dopo una richiesta di chiarimento del senatore DAVICO (LNP), e dopo una precisazione del sottosegretario SARTOR in merito all’emendamento 18.131, prende la parola il senatore TADDEI (FI) il quale chiede di sapere l’orientamento del Governo in ordine al trasferimento delle competenze di vigilanza dallo Stato alle regioni in materia di enti irrigui delle regioni Puglia e Basilicata.

 

 

Il senatore DIVINA (LNP) svolge alcune considerazioni sull’emendamento 18.133, evidenziando la complessità della procedura ivi prevista per la tracciabilità dei rifiuti.

 

Il sottosegretario SARTOR riferisce poi sull’emendamento 18.135 in materia di uffici dirigenziali del Ministero per i beni e le attività culturali, su cui si esprime altresì il senatore FERRARA (FI), evidenziando che la norma in esame non consiste in una semplice riorganizzazione ma istituisce due uffici dirigenziali aggiuntivi rispetto all’assetto previgente.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) auspica che il Governo chiarisca la copertura relativa all’emendamento 18.132, deplorando altresì l’utilizzo di meccanismi di spoil system riferiti alle procedure di nomina delle relative autorità di vigilanza.

 

A tal proposito il sottosegretario SARTOR preannuncia una riformulazione dell’emendamento 18.132.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) osserva come nell’emendamento 18.136 manchi il riferimento al numero della legge di conversione del decreto-legge n. 262 del 2006.

 

Dopo aver brevemente accennato all’emendamento 18.140, il sottosegretario SARTOR presenta una riformulazione dell’emendamento 18.141 in un testo 2, su cui il senatore POLLEDRI (LNP) formula alcune osservazioni concernenti le procedure di comunicazione da parte delle imprese dei dati riguardanti i lavoratori.

 

Sul punto, il presidente MORANDO precisa che la norma mira ad evitare pratiche diffuse per cui tale comunicazione è resa in un momento successivo rispetto all’assunzione, attesa l’alta percentuale di incidenti verificatisi sui luoghi di lavoro il primo giorno di effettivo servizio prestato.

 

Il senatore DIVINA (LNP) interviene al riguardo, sottolineando che le procedure previste dalla disposizione in esame contrastano con gli obiettivi di flessibilizzazione del lavoro.

 

Dopo un breve accenno all’emendamento 18.142 in merito agli aiuti di Stato, il sottosegretario SARTOR presenta una riformulazione dell’emendamento 18.143 in un testo 2, richiamando altresì l’emendamento 18.144 volto ad incrementare le risorse per il rinnovo dei contratti nel settore del trasporto pubblico locale. Dopo aver descritto brevemente le finalità dell’emendamento 18.145, si sofferma poi sull’emendamento 18.147, finalizzato ad evitare la soppressione della Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie, con conseguente riduzione delle risorse ad essa destinate.

 

A tal proposito prende la parola il senatore EUFEMI (UDC), lamentando la soppressione di alcuni enti di ricerca in Sicilia.

 

Con riferimento all’emendamento 18.148, il sottosegretario SARTOR fa presente che esso potrebbe eventualmente essere oggetto di una riformulazione. Peraltro, sulla medesima materia, verte altresì il successivo emendamento 18.149.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) chiede al riguardo che, in caso di un’eventuale riformulazione, siano garantiti adeguati tempi per la presentazione di subemendamenti.

 

Auspica altresì richieste di chiarimento il senatore DIVINA (LNP).


Prende la parola il PRESIDENTE, il quale fa presente preliminarmente che l’emendamento 18.148 potrebbe risultare inammissibile in quanto privo di contenuto normativo. Ogni discussione delle questioni relative al finanziamento dell’editoria, andranno pertanto riferite all’emendamento 18.149.

 

Sul punto si esprime il sottosegretario SARTOR, il quale chiarisce che l’emendamento 18.149 è finalizzato ad evitare disparità di trattamento nella ripartizione dei contributi spettanti agli aventi diritto.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) si dichiara perplesso in ordine alle norme recate dall’emendamento 18.151, riferito alle spese per stampati e pubblicazioni fornite alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

 

Dopo brevi considerazioni del sottosegretario SARTOR sugli emendamenti 18.152, 18.153, 18.154, 18.155, 18.156, 18.157 e 18.158, prende la parola il senatore POLLEDRI (LNP), il quale considera assai discutibile l’intervento relativo all’Istituto per il credito sportivo di cui all’emendamento 18.158.

 

Dopo brevi osservazioni del sottosegretario SARTOR e del senatore FERRARA (FI) sull’emendamento 18.160 in merito alla rimodulazione tra il Ministero dell’interno e i Comuni delle quote dell’imposta sul valore aggiunto inclusa nel costo della carta d’identità elettronica, prende la parola il senatore POLLEDRI (LNP) in merito all’emendamento 18.161 sul personale della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), chiedendo altresì al Governo la predisposizione di una adeguata relazione tecnica onde verificarne la copertura.

 

Dopo un intervento del senatore EUFEMI (UDC) sull’emendamento 18.161, il sottosegretario SARTOR chiarisce che la norma dispone la regolarizzazione di personale già in servizio a tempo determinato, per la quale sono già stati stanziati i relativi fondi, non necessitando perciò di copertura. Svolge poi alcune considerazioni sull’emendamento 18.162, sul quale si esprime il senatore DIVINA (LNP) per chiedere chiarimenti sull’esistenza del gratuito patrocinio nell’ambito della giustizia amministrativa.

 

Il sottosegretario SARTOR puntualizza al riguardo che la norma mira ad istituire una Commissione per il patrocinio a spese dello Stato presso i TAR, senza innovare le disposizioni vigenti in materia. Fornisce indi alcune precisazioni sugli emendamenti 18.163 e 18.164, sul quale ultimo formulano richieste di chiarimento i senatori FERRARA (FI) e POLLEDRI (LNP), cui risponde brevemente il sottosegretario GIARETTA, precisando che l’utilizzo delle risorse ivi indicate non pregiudica le finalità previste dalle disposizioni in materia di credito di imposta per il premio di concentrazione alle imprese.

 

Dopo brevi cenni agli emendamenti 18.165, 18.166 e 18.167, il sottosegretario SARTOR ricorda che gli emendamenti 18.Tab.A.2, 18.Tab.A.3, 18.Tab.C.1 presentano carattere meramente tecnico, apportando variazioni alle Tabelle allegate al disegno di legge finanziaria per il 2007.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Martedì 5 dicembre 2006

56a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta di ieri.

 

Il senatore MORGANDO Ulivo), relatore sul disegno di legge finanziaria per il 2007 (A.S. 1183) introduce alcuni temi contenuti negli emendamenti a sua firma, omologamente a quanto fatto ieri dai rappresentanti del Governo, precisando anzitutto che gli emendamenti di sua iniziativa si pongono in un rapporto di stretta correlazione con quelli presentati dal Governo e con alcuni di iniziativa parlamentare, costituendo un pacchetto unitario di interventi caratterizzato da linee guida comuni. Dichiara il ritiro dell’emendamento 3.1, in materia di registratori di cassa, in seguito all’accoglimento di una specifica richiesta avanzata dalle categorie produttive interessate.

L’emendamento 15.0.1 è volto all’introduzione di una imposta sostitutiva dell’IRPEF pari al 20 per cento per il reddito dei fabbricati ad uso abitativo concessi in locazione. Da un lato l’intervento muove dalla necessità di uniformare il trattamento tributario degli investimenti immobiliari a quello riguardante le rendite finanziarie, oggetto di un apposito disegno di legge delega in materia fiscale in corso di esame presso la Camera dei Deputati; dall’altro, si intende perseguire la finalità di una emersione della base imponibile in una logica che privilegia il contrasto di interessi fra i contribuenti.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) sottolinea come la gestione degli investimenti immobiliari sia di regola molto più costosa rispetto a quella delle rendite finanziarie: nella prospettiva, da lui giudicata condivisibile, di un recupero della base imponibile, sarebbe stato opportuno affrontare la questione con diversi strumenti, quali ad esempio una detrazione di imposta formulata in termini più precisi.


Il vice ministro VISCO, nell’esprimere condivisione per l’impianto dell’emendamento, sottolinea la necessità di introdurre sanzioni civilistiche al fine di fare emergere l’imponibile relativo alle locazioni di immobili per uso abitativo, atteso che il metodo della riduzione delle aliquote fiscali è uno strumento tutt’altro che infallibile nella lotta all’evasione.

 

Il senatore VEGAS (FI) critica il meccanismo di copertura previsto al comma 9 della proposta emendativa, che demanda ad un successivo decreto ministeriale la copertura degli oneri connessi alla disposizione.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) riconosce la necessità di un approfondimento della questione, riservandosi una possibile riformulazione dell’emendamento su tale punto.

 

Nell’apprezzare lo sforzo compiuto dal Relatore nell’affrontare la delicata questione del regime fiscale delle somme percepite a titolo di canone locativo, il Presidente MORANDO ricorda come, in questo settore, la strategia fondata sulla riduzione della pressione fiscale al fine di fare emergere maggiore imponibile avesse registrato un consenso abbastanza ampio tra le varie parti politiche in sede di esame del decreto-legge in materia fiscale, collegato alla manovra finanziaria. D’altronde, tale impostazione tiene conto, per ragione di equità sociale, anche delle necessità di introdurre appositi incentivi fiscali in favore dell’inquilino, alla luce della scarsa disponibilità di immobili per le giovani coppie. Sottolinea che il nodo più delicato è rappresentato dalla diminuzione delle entrate tributarie, rinveniente dalla riduzione di sette punti percentuali dell’aliquota media applicata ai redditi in questione oltre che dalle detrazioni di imposta previste. Per ciò che concerne l’introduzione della disciplina di cui al nono comma, esprime l’avviso che si debba privilegiare lo strumento della legge delega.

 

Dopo che il senatore FERRARA (FI) ha chiesto di chiarire il procedimento di quantificazione degli oneri finanziari correlati alla proposta emendativa, il vice ministro VISCO specifica che si è tenuto conto prevalentemente dei dati delle dichiarazioni elaborati dalla Sogei, e che comunque la base imponibile recuperata è di gran lunga superiore al minore gettito previsto.

 

Il senatore DIVINA (LNP) segnala alcune criticità nell’articolato proposto dal relatore, sia per quanto riguarda la determinazione dell’indennità spettante al locatore, nei casi di nullità del contratto per violazione delle norme proposte, sia per quanto attiene al diritto del conduttore di protrarre la detenzione dell’immobile per la durata di sei anni, che giudica completamente inefficace in relazione agli affitti stagionali.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) segnala al relatore l’esigenza di precisare la locuzione "condizioni disagiate", ai fini della concessione della detrazione fiscale.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) si sofferma sull’emendamento 18.1 che autorizza la spesa di 10 milioni di euro, per il 2007 e il 2008, in favore della Fondazione 20 marzo 2006, istituita dalla Regione Piemonte con finalità di utilizzo degli impianti realizzati o ristrutturati in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali, sottolineando l’importanza di una valorizzazione delle infrastrutture costruite.


Il senatore VEGAS (FI) chiede di chiarire se le spese previste sono dirette ad assicurare la funzionalità della fondazione ovvero il mantenimento del personale che a vario titolo ha prestato la propria collaborazione in occasione dell’evento sportivo.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo), preannunciando una possibile riformulazione dell’emendamento 18.1 nei profili di copertura, precisa che la previsione di spesa è unicamente correlata alla gestione delle infrastrutture a suo tempo realizzate, e non a spese relative al personale.

 

Ad avviso del senatore FERRARA (FI) sarebbe stato opportuno individuare una soluzione legislativa che favorisse la capacità di autofinanziamento della Fondazione a cui spettano la proprietà e la gestione degli impianti considerati, anche a fronte delle numerose provvidenze economiche disposte in favore della organizzazione della manifestazione sportiva nel corso della passata legislatura.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) ritiene errata l’impostazione che privilegia formule di copertura individuate solo in epoca successiva alla realizzazione delle infrastrutture da valorizzare; a suo giudizio, infatti, nella prospettiva di razionalizzare le spese per la loro gestione, si sarebbe dovuto intervenire ex ante, in sede di progettazione, con la costituzione di una apposita società a capitale misto.

 

Dopo aver ribadito che la previsione di spese non concerne il personale impiegato durante lo svolgimento della manifestazione sportiva, il relatore MORGANDO (Ulivo) annuncia il ritiro degli emendamenti 18.2 (avente contenuto identico a un emendamento presentato dal Governo) e 18.3.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), in relazione all’emendamento 18.2 in materia di crediti di imposta per le imprese operanti nel mezzogiorno, chiede di conoscere l’orientamento del Governo sulla concreta esperienza maturata nell’applicazione di detto strumento.

 

Il vice ministro VISCO, esplicitando lo schema di copertura a suo tempo previsto a fronte dell’erogazione di detti contributi, osserva che l’automatismo nella concessione del credito di imposta ha dato luogo al verificarsi di frodi in danno dell’erario. Con l’intento di porre un efficace rimedio a tale situazione, rileva l’opportunità di incisivi strumenti di controllo.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) riassume i contenuti dell’emendamento 18.5, che apporta una serie di modificazioni al cosiddetto decreto Bersani-Visco, modificando la disciplina di una franchigia per i contribuenti prevista all’articolo 32-bis comma 8, del d.P.R. n. 633 del 1972.

In relazione all’emendamento 18.6, l’oratore si sofferma sulla istituzione di un apposito fondo, destinato all’erogazione di contributi ai collaboratori coordinati e continuativi, compresi i collaboratori a progetto, per le spese sostenute dopo il 31 dicembre 2007 per l’acquisto di un personal computer nuovo di fabbrica. Con tale intervento si intende proseguire una politica insita nella finanziaria intesa a prevedere agevolazioni fiscali per particolari categorie di contribuenti.

 

Dopo che il senatore EUFEMI (UDC) ha espresso perplessità sulla effettiva utilità dell’espressione "nuovo di fabbrica", sollecitando un chiarimento da parte del Governo, il vice ministro VISCO fa presente che tale formula si correla alla documentazione rilevante ai fini dell’assolvimento dell’IVA.

 

Il senatore DIVINA (LNP) rileva che la misura dell’incentivo, che di per sé appare condivisibile, è soggetta ad una limitazione che non appare giustificata, e il senatore FERRARA (FI) esprime valutazioni critiche sulla formulazione della proposta emendativa.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) si sofferma poi sul contenuto dell’emendamento 18.7, in tema di tasse automobilistiche, e 18.8, volto a prevedere che l’Agenzia del territorio provveda ad aggiornare la banca dati del catasto terreni (coltura e classe) sulla base dei dati dichiarati alla AGEA nell’anno 2006 per l’erogazione dei contributi comunitari, notificando a tutti gli intestatari catastali i nuovi redditi dominicali e agrari relativi a particelle rurali variate nelle colture. Tale procedimento, per produrre gli effetti fiscali previsti dall’emendamento, dovrebbe concludersi entro il mese di marzo del 2007, per consentire ai contribuenti di inserire i nuovi redditi nella dichiarazione per l’anno 2006.

 

Il senatore FERRARA (FI) ricorda che tale questione si correla alla più generale tematica del classamento degli immobili ad uso agricolo.

 

Con riferimento all'emendamento 18.8, il relatore MORGANDO (Ulivo) sottolinea l'esigenza di accelerare e completare le operazioni di aggiornamento catastale per gli immobili interessati in vista del progressivo adeguamento alla normativa comunitaria.

Si sofferma, inoltre, sull'emendamento 18.9, evidenziando le finalità della prevista riduzione dell'importo della tariffa dell'imposta di bollo per domande o denunce presentate per via telematica, equiparandola a quelle inoltrate a mezzo posta.

 

Il senatore DIVINA (LNP) sottolinea l'esigenza che la predetta equiparazione sia estesa a tutto il comparto della Pubblica amministrazione per evidenti esigenze di snellimento delle procedure burocratiche, pur tenendo conto della scarsa alfabetizzazione informatica che ancora interessa gran parte della popolazione.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) puntualizza che detta norma si riferisce esclusivamente alle Camere di commercio, intervenendo in particolare nei rapporti tra le aziende e l'Ufficio rapporti con le imprese.

 

Il senatore FERRARA (FI) ricorda la ratio ispiratrice della norma attualmente vigente in ordine alla maggiorazione del contributo per la presentazione in via telematica, sottolineando che essa coniuga, da un lato, le esigenze di finanziamento delle Camere di commercio con, dall'altro, la maggiore facilitazione riconosciuta alle imprese nell'asservimento di dette incombenze.

 

In proposito, il sottosegretario GIARETTA chiarisce come, a seguito dello scarso utilizzo dello strumento telematico, nei fatti le Camere di commercio non abbiano conseguito le auspicate maggiori entrate di bilancio, mentre le imprese registrano ancora numerosi aggravi organizzativi.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo), nel soffermarsi sull'emendamento 18.10, precisa che la norma sostituisce la normativa vigente in tema di biodiesel con l'obiettivo di operare un sinergico coordinamento con la normativa comunitaria, anche alla luce del relativo schema di decreto legislativo attuativo della Legge comunitaria, che sarà emanato successivamente alla legge finanziaria.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) , dopo aver espresso perplessità sull'impianto generale della proposta emendativa, sottolinea che la trattazione di temi di rilevanza comunitaria, nell'ambito dei documenti di finanza pubblica, può costituire una evidente erosione delle competenze della Commissione 14ª relative alla fase discendente.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), sottolineando le proprie riserve sull'eccessiva ampiezza della delega conferita al Governo dalla lettera b) del comma 92 della proposta emendativa, rileva l'esigenza di avviare un esame organico ed unitario in tema di energie rinnovabili, anche alla luce di quanto introdotto dal decreto cosiddetto Bersani-Visco e delle consultazioni in corso presso il Ministero dell'ambiente circa l'uso dell'energia solare. Chiede, infine, che sia precisato se sussiste la volontà politica di aumentare le accise sul gasolio naturale.

 

Dopo una precisazione del relatore MORGANDO (Ulivo) circa la mancata previsione di modifiche delle accise, il senatore DIVINA (LNP), chiede chiarimenti sulle concrete condizioni di raggiungimento dei pur auspicabili obiettivi di utilizzo di biocombustibili nel contesto del commercio globale.

 

Il sottosegretario GIARETTA, in proposito, sottolinea che l'emendamento in questione definisce, nell'enucleazione di tali obiettivi, un preciso allineamento tra la nostra legislazione e i contenuti della citata direttiva comunitaria, aggiungendo che si tratta di un intervento di aggiustamento normativo.

 

Dopo aver dichiarato di ritirare l'emendamento 18.11, al fine di approfondire il tema relativo ai costi della politica, in occasione della discussione di altri emendamenti di iniziativa parlamentare in argomento, il relatore MORGANDO (Ulivo) si sofferma sull'emendamento 18.12, in tema di obbligatorietà dei contributi dei sanitari dipendenti pubblici, precisando, che nel dettare una rivisitazione sostanziale della disciplina previdenziale, fornisce tra l'altro un chiarimento rispetto al testo licenziato della Camera dei deputati, in quanto vi è in esso specificata la tipologia degli ordini professionali cui tale normativa va ad applicarsi.

Passa, inoltre, a descrivere i contenuti dell'emendamento 18.13, in tema di procedure di stabilizzazione del personale operaio forestale.

 

In proposito, il senatore DIVINA (LNP) ritiene necessario che sia chiarito se la norma in questione sia diretta a ovviare alle attuali distorsioni presenti in Sicilia e in Calabria con riguardo all'occupazione forestale.


Il relatore MORGANDO (Ulivo), nel puntualizzare che le predette procedure si attuano nell'ambito delle disponibilità del fondo previsto dal comma 251 della legge 23 dicembre 2005 n. 266, si riserva di svolgere ulteriori approfondimenti nel prosieguo della discussione. Quanto all'emendamento 18.14, in tema di accesso in carriera dei segretari provinciali e comunali, osserva che esso risponde alle esigenze evidenziate dall'ANCI.

 

Al riguardo, il senatore DIVINA (LNP) sottolinea l’esigenza di specificare le competenze autonome delle Province autonome e delle Regioni a statuto speciale.

 

In relazione all'emendamento 18.15, il relatore MORGANDO (Ulivo), richiama la finalità di sopperire alle vacanze in organico degli enti ivi contemplati.

 

Il senatore FERRARA (FI), nel dichiarare di non condividere tale orientamento, sottolinea come l'assegnazione in posizione di soprannumero del personale dichiarato in esubero comporti una evidente forzatura del dato legislativo.

 

In relazione all’emendamento 18.16, avendone il relatore MORGANDO (Ulivo) preannunciato il ritiro, il senatore DIVINA (LNP) lo fa proprio, riformulandolo nella proposta emendativa 18.16 (testo 2), che assorbe le modifiche contenute nel subemendamento 18.16/1, a sua firma.

 

Dopo brevi considerazioni sull'emendamento 18.18, il relatore MORGANDO (Ulivo) annuncia il ritiro dell'emendamento 18.19. Nell'evidenziare per brevi cenni l'emendamento 18.20, si sofferma quindi sulla proposta emendativa 18.21, riservandosi un possibile approfondimento sulla parte di copertura.

 

Il senatore VEGAS (FI) chiede al relatore di chiarire l’intenzione di procedere ad un’eventuale riformulazione della proposta descritta, al fine di consentire un chiaro confronto sulle proposte in esame.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) esprime la propria condivisione per i contenuti dell'emendamento in argomento, volto ad alleviare il carico fiscale che grava sulla categoria dei lavoratori in trattamento di quiescenza.

 

Il senatore DIVINA (LNP) chiede quindi chiarimenti in merito alla riduzione di 22 milioni di euro prevista nella tabella A, atteso che le previsioni di entrata per l'esercizio finanziario 2008 risultano di entità inferiore.

 

Il PRESIDENTE, osservando che i subemendamenti 18.21/1, 18.21/2 e 18.21/3 andrebbero più correttamente riferiti direttamente al testo del disegno di legge finanziaria e non al relativo emendamento del relatore, si riserva comunque una valutazione circa la loro ammissibilità.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) si sofferma quindi sull'emendamento 18.22, volto alla regolarizzazione del rapporto di lavoro del personale dipendente delle organizzazioni senza scopo di lucro, a carattere locale e operanti nel settore dell'assistenza all'infanzia e agli anziani.


Il senatore FERRARA (FI), nell'evidenziare i problemi di coordinamento con la disciplina relativa alle Regioni a statuto speciale, chiede chiarimenti circa i mezzi di copertura dei conseguenti effetti finanziari.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), in proposito, interviene per chiedere chiarimenti in merito alla natura di effettivo ausilio della misura ivi prevista in ordine alla regolarizzazione della tipologia di personale in questione.

 

Quanto all'emendamento 18.23, il relatore MORGANDO (Ulivo) ricorda che la norma è volta ad operare l'applicazione generalizzata della maggiorazione delle aliquote IRAP da parte delle Regioni nei casi di "sforamento" dei tetti di spesa nel settore sanitario.

 

Il PRESIDENTE, dinanzi ad alcune richieste di chiarimento del senatore FERRARA (FI) sull'IRAP, precisa che le Regioni sono più volte ricorse all'aumento dell'aggravio fiscale in maniera differenziata.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo), dopo essersi soffermato sull'emendamento 18.24, osserva che il successivo emendamento 18.25 provvede a correggere un errore di redazione contenuto nel cosiddetto "decreto Bersani-Visco", in merito all'entrata in vigore della norma sul trasferimento dei fondi del Fondo unico delle imprese alle Regioni. Dopo brevi cenni sull'emendamento 18.26, illustra i contenuti dell’emendamento 18.27.

 

Al riguardo, il sottosegretario GIARETTA precisa che il problema concerne le esigenze organizzative delle piccole cooperative, tenute alla certificazione dei propri bilanci al pari delle cooperative a grande struttura economica, che hanno perso il carattere di mutualità prevalente.

 

Circa l'emendamento 18.28, il relatore MORGANDO (Ulivo) riassume le esigenze di intervento in favore degli Enti consortili al fine di favorire il rafforzamento patrimoniale dei confidi e dei fondi di garanzia interconsortile attraverso un onere di contribuzione posto a carico del bilancio dello Stato, precisando, a seguito di una richiesta di chiarimento del senatore FERRARA (FI), che ciò è in linea peraltro con una prassi consolidata. Quanto all'emendamento 18.29, sottolinea che esso è volto a rendere operativa la norma delle legge finanziaria vigente, relativa alle agevolazioni a carattere fiscale in favore di distretti industriali. Dopo brevi cenni all'emendamento 18.30, si sofferma sul 18.31 in tema di equiparazione funzionale del personale degli Enti parco nazionali al Corpo forestale dello Stato.

 

Il senatore DIVINA (LNP), attesa la suddetta equiparazione, unitamente alla qualifica di Agenti di Pubblica sicurezza, chiede chiarimenti in ordine all'eventuale possesso del requisito dell'utilizzo di armi.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) avanza perplessità in ordine alle esigenze di coordinamento tra il personale del Corpo forestale dello Stato e quello degli Enti parco nazionali.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) ne precisa le evidenti finalità di razionalizzazione.


Quanto all'emendamento 18.32, relativo alle misure in favore di Sant'Anna di Stazzema, il relatore MORGANDO (Ulivo) dichiara di riservarne l'esame nel prosieguo, congiuntamente all'emendamento presentato dal Governo di identico contenuto. Prosegue quindi nel descrivere i contenuti della proposta 18.33, rilevando che essa comporta l'estensione delle agevolazioni concernenti le assunzioni dei dipendenti iscritti in Cassa integrazione anche alle associazioni dei dipendenti di imprese che versino in procedure concorsuali.

 

Dopo brevi cenni del RELATORE all'emendamento 18.34, il senatore DIVINA (LNP) chiede ulteriori chiarimenti in ordine alle finalità cui è volta la suddetta proposta.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) dopo aver ritirato l'emendamento 18.35, illustra gli emendamenti 18.36 e 18.37, con il quale si propone di istituire l'ente italiano montagna (EIM), con la conseguente soppressione dell'istituto nazionale della montagna (IMONT). Ritira quindi l'emendamento 18.38 e illustra l'emendamento 18.39, volto ad istituire un fondo per incentivare le attività musicali dei giovani.

 

Il presidente MORANDO (Ulivo) fa presente che per effetto del ritiro dell'emendamento 18.35 sono conseguentemente decaduti i sub emendamenti 18.35/1 e 18.35/2, mentre invita il proponente a riformulare il sub emendamento 18.35/3 in un apposito emendamento data la valenza normativa autonoma dello stesso.

Inoltre, in seguito al ritiro dell'emendamento 18.38 risulta decaduto il sub emendamento 18.38/1.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) richiama l'attenzione della Commissione sull'emendamento 18.40 avente lo scopo di prorogare per ulteriori dodici mesi il funzionamento della Agenzia che ha presieduto ai lavori concernenti lo svolgimento dei XX Giochi olimpici invernali "Torino 2006". Tale proposta nasce con l'intento di consentire la definizione delle procedure espropriative e dei contenziosi pendenti.

 

Il senatore FERRARA (FI) rileva che, se lo scopo della proposta illustrata dal relatore è consentire la definizione del contenzioso pendente, non risulta giustificata la proroga del funzionamento di una struttura qual'è l'Agenzia.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) si sofferma quindi sull'emendamento 18.41 che mira a prevedere detrazioni per i soggetti non residenti in Italia.

 

Il senatore DIVINA (LNP) esprime le proprie perplessità in merito all'emendamento in questione poichè esso pare riferirsi ad una estesa platea di beneficiari che appartengono a Paesi diversi sia per quanto concerne i parametri fiscali di riferimento sia per quanto attiene al costo della vita.

 

Il senatore FERRARA (FI) sollecita il relatore a fornire chiarimenti sulla copertura finanziaria dell'emendamento 18.41, precisando il numero dei beneficiari di tale misura.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) dopo essersi riservato di fornire ulteriori chiarimenti sulla copertura finanziaria dell'emendamento 18.41, si sofferma sull'emendamento 18.42 che prevede una autorizzazione di spesa per realizzare l'archivio storico dell'Unione europea.

 

Il senatore FERRARA (FI) fa presente che la portata dell'emendamento 18.42 appare essere microsettoriale.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) sottolinea quindi i contenuti degli emendamenti 18.43 e 18.44, il quale, prevede che le Regioni interessate da fenomeni di criminalità organizzata provvedono ad insediare un ufficio di coordinamento e monitoraggio delle iniziative che devono essere diffuse nelle scuole per l'affermazione della cultura della legalità.

 

Ad avviso del senatore DIVINA (LNP) la proposta illustrata dal relatore nasconde il fallimento delle istituzioni scolastiche le quali, fino a questo momento, non si sono contraddistinte per inculcare quella cultura della legalità indispensabile per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) richiama l'attenzione della Commissione sull'emendamento 18.45 con il quale si prospettano una serie di interventi a favore dell'Ordine Mauriziano di Torino, il cui mantenimento è peraltro stabilito in una apposita disposizione transitoria della Costituzione.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) invita il relatore a riflettere sui contenuti e gli effetti di tale proposta poichè la previsione di una ulteriore proroga non risulta coerente nè con le iniziative legislative in itinere presso l'altro ramo del Parlamento, nè con la filosofia complessiva che dovrebbe contraddistiguere la manovra di finanza pubblica.

 

Il senatore FERRARA (FI), nel condividere parte dei rilievi sollevati dal senatore Eufemi, fa presente che il capoverso 801-ter dell'emendamento 18.45 contiene una interpretazione autentica che desta perplessità, mentre risulta altresì non convincente la previsione di un trasferimento in blocco della proprietà dei beni immobili dell'ente alla regione Piemonte.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) osserva che il trasferimento del patrimonio immobiliare dell'Ordine mauriziano, peraltro già previsto dalla normativa vigente, è andato incontro ad alcune difficoltà determinate dal pericolo di speculazioni sui terreni di grande rilevanza.

 

Il presidente MORANDO nel prendere atto delle considerazioni del relatore e dei giudizi critici avanzati dai senatori Eufemi e Ferrara, ritiene che l'emendamento 18.45 dovrebbe essere oggetto di una diversa formulazione per fugare i dubbi evidenziati e per chiarire le modalità con le quali avverrebbe il trasferimento della proprietà dei beni immobili in favore della regione Piemonte.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) illustra quindi l'emendamento 18.Tab.A.1.

 

Il presidente MORANDO fa presente che è stata depositata la documentazione, annunciata dal vice ministro per l'economia e le finanze Visco, relativamente ai dati dell'andamento del gettito per il 2006 che saranno pertanto allegate al resoconto stenografico della seduta odierna.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) coglie l'occasione per chiedere ai rappresentanti del Governo chiarimenti sulla portata dell'emendamento 18.120 che prospetta una serie di misure a sostegno del settore ferroviario. In particolare, sarebbe opportuno che venga messa a disposizione della Commissione una tabella che riporti gli effetti dei saldi sottesi all'emendamento in questione.

 

Il presidente MORANDO, dopo aver fatto presente al senatore Azzolini che i rappresentanti del Governo si sono riservati di fornire al più presto la documentazione da lui richiesta, chiede se vi sono ulteriori interventi per quanto concerne gli emendamenti presentati dal Governo.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), intervenendo sul complesso delle proposte emendative di iniziativa del Governo, rileva preliminarmente che i dati sull'andamento delle entrate tributarie, forniti dal vice ministro Visco, sono assai eloquenti, poichè l'aumento delle entrate, soprattutto per quanto concerne l'IVA e i redditi di lavoro autonomo, dimostra come siano del tutto infondate le dichiarazioni rese da diversi rappresentanti del Governo circa lo stato disastroso dei conti pubblici che sarebbe stato ereditato dal precedente Esecutivo. Dalla lettura degli emendamenti 2.1, 5.1 e 17.0.1 si rileva peraltro un indiscriminato aumento della incentivazione del gioco di Stato che, nelle sue forme pur lecite, sta impoverendo alcuni ceti sociali. Inoltre, la riorganizzazione di alcuni giochi, proposta nell'emendamento 5.0.1, è conseguita attraverso una riduzione delle risorse assegnate all'UNIRE. Emergono poi aspetti critici anche in ordine all'emendamento 2.1 che andrebbe corretto nel senso di delimitare la disciplina degli assegni familiari al possesso della cittadinanza italiana; inoltre, l'estensione dell'incremento della sanzione amministrativa pecuniaria nei casi di omessa o infedele indicazione dei dati anche al settore del lavoro autonomo appare negativa. Ulteriori perplessità si concentrano sull'emendamento 5.0.1 che rischia di arrecare forti penalizzazioni sia alle società immobiliari sia agli stessi risparmiatori, senza trascurare poi che risulta sopravvalutata la rendita che si ricaverebbe dai fabbricati strumentali ed agricoli. Inoltre, l'estensione delle agevolazioni per l'edilizia convenzionata sembra costituire un indubbio privilegio di cui beneficeranno le società cooperative. Sottolinea quindi alcune incongruenze concernenti gli emendamenti 5.0.2 - relativo all'istituzione di un regime speciale civile e fiscale per le società di investimento immobiliare quotate (SIIQ) - e 5.1 che, nell'equiparare la famiglia e la convivenza more uxorio, risulta in contrasto con l'articolo 29 della Costituzione. Inoltre, dall'esame dell'emendamento 17.0.1 - che prospetta una regolamentazione delle cosiddette società di comodo - si ricava come il Governo in questi mesi non abbia scelto una precisa impostazione in merito a tale tematica, mentre la disciplina che si propone in merito al credito sportivo sembra configurare soltanto un aumento degli incarichi.

Dopo avere ricordato che non è stato dato seguito all'impegno assunto, presso l'altro ramo del Parlamento, dal sottosegretario Levi di fornire chiarimenti sulla possibilità di recuperare nella tabella C 40 milioni di euro per il settore dell'editoria, si sofferma sulla crisi che ha investito la società Ferrovie Spa, oggetto di una serie di interventi da parte dell'Esecutivo. A tale riguardo, ricorda che il precedente Governo di centrodestra si era reso conto della grave situazione in cui versa tale ente e, di conseguenza, aveva indicato alcune precise linee di indirizzo che, da un lato, esigevano la realizzazione di un piano di rientro e, dall'altro, chiarivano che il risanamento non doveva risolversi a discapito degli utenti. In particolare, nella scorsa legislatura si prospettò l’ipotesi di alienare di singole parti della rete esistente, purtroppo, di fatto compromessa nel momento in cui vi è stato il blocco dei cantieri della TAV.

Infine, giudica in modo assai negativo l'emendamento 18.53 che, rischiando di determinare la chiusura di molte caserme, amplifica lo stato di insicurezza dei cittadini ed accresce il malcontento degli operatori del comparto sicurezza .

 

Ad avviso del senatore BALDASSARRI (AN) i dati sull'andamento delle entrate tributarie, forniti dal vice ministro Visco, dovrebbero indurre il Governo a mutare i dati di riferimento sui quali è stata impostata la manovra di finanza pubblica per l'anno 2007 in quanto, contrariamente alle attese, il maggior gettito tributario assume una valenza strutturale. Infatti, dalla lettura dei dati si evince che nel periodo compreso tra gennaio e novembre 2006 si è avuto un incremento delle entrate fiscali pari a 37 miliardi di euro dei quali soltanto 6-7 potrebbero essere considerati non strutturali. Pertanto, buona parte del cosiddetto extra gettito risulta avere carattere strutturale, in conseguenza sia della politica fiscale intrapresa dal Governo di centrodestra sia per effetto dell'incremento occupazionale al quale ha contribuito la cosiddetta legge Biagi. Se le cifre evidenziate corrispondono al vero, ne consegue altresì che sono errate le previsioni, effettuate dal Governo, in merito alla correzione dei conti pubblici necessaria affinchè fosse realizzato l'obiettivo di riportare sotto il 3% il rapporto deficit/PIL. Infatti, da parte dello stesso Ministro dell'economia si è sostenuto che oltre 15 miliardi della manovra di finanza pubblica per il 2007 erano necessari per il raggiungimento di questo risultato; a tale indicazione si perveniva dal momento che il Governo stimava per il 2007 un incremento del rapporto deficit/PIL che sarebbe salito al 3,9% senza una apposita correzione. Poichè, peraltro, si è registrato un miglioramento nei dati dell'indebitamento netto, che si aggiungono al miglioramento descritto concernente il gettito fiscale, si può ragionevolmente supporre che sarebbero sufficienti soltanto 9-10 miliardi di euro per conseguire l'obiettivo di riportare sotto il 3% il rapporto deficit-PIL.

Sulla base di queste considerazioni, pertanto, la manovra di finanza pubblica, così come è stata configurata dal Governo, dovrebbe subire una profonda revisione poichè, grazie alle risorse provenienti dalle maggiori entrate tributarie, ci si potrebbe concentrare su quegli interventi destinati alla crescita e allo sviluppo. In tal senso, si potrebbe abbandonare la previsione, contenuta attualmente nel disegno di legge finanziaria, di un trasferimento all'INPS del TFR, che andrebbe in parte impiegato per il finanziamento di opere infrastrutturali per un importo complessivo di 6 miliardi di euro. Alla luce di questa prima proposta, il Governo dovrebbe avere poi il coraggio di rivedere le linee portanti dei documenti di bilancio, riconoscendo altresì che non appare corrispondente alla realtà dei fatti l'assunto in base al quale l’attuale Esecutivo avrebbe ricevuto una pesante eredità negativa dai Governi di centrodestra. Coglie infine l'occasione per chiedere ai rappresentanti del Governo se si giungerà finalmente ad un punto fermo in merito alle molteplici proposte emendative che sono state sottoscritte tanto dal relatore quanto dallo stesso Esecutivo, in modo da comprendere quale è l'impostazione che si intende effettivamente seguire nell'esame presso il Senato della manovra di finanza pubblica per il 2007.

 

Il presidente MORANDO, con riferimento al rilievo testé avanzato dal senatore Baldassarri, fa presente che il dibattito che si sta svolgendo sugli emendamenti presentati dal relatore e dal Governo risponde proprio a quella esigenza di chiarezza da lui sollevata.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) ribadisce le critiche rivolte alla impostazione della manovra di bilancio varata dall’Esecutivo, che giudica, nel complesso, errata, come dimostrato dal numero, a suo avviso significativamente alto, di proposte emendative presentate dal Governo. Oltre a richiamare i rilievi mossi nel corso della discussione generale in relazione alla entità della manovra, che ritiene eccessivamente ampia, sottolinea come la stessa scaturisca dalle risultanze dello studio compiuto dalla Commissione ministeriale presieduta dal professor Faini, oggetto di critiche e non corrispondente alla reale situazione dei conti pubblici.

Osserva poi che le maggiori entrate tributarie registrate nei primi dieci mesi del 2006 sono ascrivibili a merito della politica economica e finanziaria varata dal Governo Berlusconi nella precedente legislatura, citando, a titolo di esempio, il maggiore gettito correlato all’IVA nonché quello di natura contributiva legato alla ritenuta alla fonte sui redditi di lavoro dipendente.

Le finalità di equa redistribuzione delle ricchezze, enunciate nel DPEF, rischiano di rimanere soltanto a livello programmatico, tenuto conto che le risorse previste in finanziaria non vengono destinate alla politica di sostegno allo sviluppo e alla crescita economica, bensì ad una serie di interventi microsettoriali che esulano dal normale oggetto del disegno di legge finanziaria.

Con riguardo al trasferimento del fondo inoptato per il TFR, rimarca come sarebbe stata preferibile l’introduzione di una franchigia generalizzata per tutte le imprese con oltre 50 dipendenti evitando penalizzazioni dei soggetti produttivi, rispetto alla loro crescita dimensionale.

In relazione alla grave crisi finanziaria del Gruppo Ferrovie dello Stato sia in ordine all'indebitamento che ai programmi di investimento, sottolinea la necessità di rivedere l’intera struttura societaria, riducendo il numero delle società controllate e partecipate e rendendo trasparente il bilancio consolidato, con l’intento di ridurre gli sprechi e di restituire efficienza al servizio di trasporto, in particolare per quel che riguarda gli utenti pendolari, nel quadro di un complessivo piano di rilancio industriale.

Con riferimento alla riforma delle aliquote e degli scaglioni IRPEF, sulla quale è intervenuto il Governo con l’emendamento 2.1 (che eleva, tra l’altro, a 1.380 euro l’ammontare minimo della detrazione d’imposta relativa ai redditi di lavoro dipendente a tempo determinato), rileva che la disciplina attualmente prevista nel disegno di legge finanziaria non risolve il problema dell'incapienza dei percettori di redditi bassi, con il rischio di determinare effetti penalizzanti a danno dei pensionati, come confermato nel corso di un’audizione informale dei rappresentanti delle maggiori sigle sindacali svoltasi recentemente dinanzi alla Commissione Finanze e tesoro. Al contrario, l'allargamento della base imponibile dovuto all'abbandono del sistema delle deduzioni - rispetto al quale esprime ferma contrarietà - determinerà un incremento dei tributi locali. Sotto analogo profilo, ritiene che la riforma dell’IRPEF non affronti il problema del quoziente familiare, che appare meritevole di attento approfondimento. Più in generale la politica fiscale del Governo rischia di penalizzare soprattutto la classe media, senza apportare reali benefici alle fasce realmente povere della popolazione. Infatti, l'incidenza sulla linea della povertà si attesta su livelli modesti, passando da 11,89 a 11,79 per cento, senza giovare alle fasce più esposte, contrariamente a quanto enunciato nel programma di Governo. Le nuove curve dell’imposta sui redditi delle persone fisiche si rivelano favorevoli principalmente per i lavoratori dipendenti con figli a carico, trascurando la categoria degli autonomi. Per altro verso, lamenta la mancanza di una strategia volta a introdurre nel sistema tributario il principio del contrasto di interessi, con un ampliamento della gamma delle spese detraibili, in particolare per ciò che riguarda le spese per la famiglia e per la cura delle persone, anche mediante la previsione di franchigie predeterminate per fasce di reddito e per tipologia di spesa.

Per quanto attiene agli studi di settore, richiama i rilievi mossi nel corso del dibattito svoltosi dinanzi alla Commissione Finanze e tesoro, lamentando come la formula della finanziaria per il 2007, in seguito all’approvazione presso l’altro ramo del Parlamento, abbia finito per trasformarli in una sorta di minimum tax, con una evidente penalizzazione per i contribuenti che non si attestano sui livelli reddituali indicati negli studi, per i quali, infatti, opera un meccanismo induttivo dotato, sia pure implicitamente, del valore di vera e propria presunzione legale. Apprezza pertanto l’intento perseguito dal Governo, con la presentazione di un apposito emendamento, di intervenire sull’impianto originariamente approvato dalla Camera dei deputati.

In relazione all’emendamento 5.0.1, ne condivide in parte i contenuti, in particolare per ciò che concerne la modifica proposta alla normativa sui rimborsi dell’IVA, di cui all’articolo 38-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, nonché la introduzione di un trattamento tributario unico agli effetti delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, applicate alle cessioni di immobili ad uso abitativo. Condivisibile a suo giudizio appare anche la scelta di sopprimere il comma 40 dell’articolo 18, il quale prevede l’innalzamento, al 22 per cento a decorrere dal 1° gennaio 2009, dell’aliquota gravante sulle plusvalenze derivanti da cessione di immobili, sottolineando che a tale modificazione è riconducibile un ingiustificato aumento della pressione fiscale.

In relazione alle società di comodo, rimarca la necessità di rivedere i tassi di rendimento previsti per l'inclusione nella categoria degli enti non operativi: gli indicatori della redditività di impresa appaiono, a suo giudizio, non in linea con la realtà imprenditoriale e sono tali da penalizzare non soltanto ampi strati dei ceti produttivi ma anche gli stessi risparmiatori.

In conclusione, ricorda l’impegno profuso dal proprio Gruppo a favore della politica di sostegno ai redditi familiari, richiamando in proposito la presentazione di un disegno di legge, a sua firma, concernente l’istituzione del quoziente familiare. Al riguardo, il programma economico e finanziario del Governo non mostra di avere la medesima attenzione per tale ambito di intervento.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 12,40.

 


BILANCIO(5a)

Martedì 5 dicembre 2006

57a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana.

 

Interviene incidentalmente il senatore BALDASSARRI (AN) per chiedere se nel bilancio in esame si è tenuto conto degli ultimi dati registrati circa l’andamento delle entrate 2006 e sugli effetti che il suddetto aumento delle entrate dovrebbe avere sul tendenziale deficit-PIL per l’anno 2007.

 

Il presidente MORANDO ricorda che il disegno di legge di bilancio riguarda la legislazione vigente e che il Governo è stato invitato a fornire tutti i dati già richiesti dal senatore Baldassarri. Rileva, infine, che i documenti di bilancio all'esame della Commissione si muovono all'interno dei confini delineati dal bilancio e dalle note di variazioni approvate dalla Camera dei deputati. Dichiara, quindi, improponibile l'emendamento 5ª-5.Tab.5.1 e inammissibili gli emendamenti 5ª-10.Tab.10.2 e 5ª-10.Tab.10.3. Fa presente, inoltre, che è stato ritirato dal proponente l’emendamento 5ª-12.Tab.12.1.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passa, conformemente al Regolamento, all’esame degli emendamenti riferiti al disegno di legge di bilancio, A.S. 1184 (pubblicati separatamente nel fascicolo contenente il riepilogo generale degli emendamenti presentati alla 5a Commissione permanente all’A.S. 1184 e all’A.S. 1183).

 

Il sottosegretario SARTOR dichiara che il Governo ha presentato una nuova formulazione della proposta 14.1. L’emendamento 14.1 (testo 2) si è reso necessario, tra l’altro, a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 262 del 2006 che con l'articolo 15 ha previsto la riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali in Direzioni generali, sopprimendo i preesistenti Dipartimenti. Illustra, infine, le variazioni di bilancio proposte con l’emendamento.

 

Il relatore TECCE (RC-SE) illustra l'emendamento 22.1, a sua firma, con cui si stabilisce che le variazioni compensative in termini di cassa nell'ambito di ciascun titolo di bilancio siano trasmesse al Parlamento, prevedendo così un coinvolgimento della Commissione bilancio.

 

Tutti i restanti emendamenti sono dati per illustrati.

 

Il senatore TECCE (RC-SE), relatore, esprime quindi parere favorevole sull'emendamento 14.1 del Governo e invita i proponenti al ritiro degli emendamenti 5ª-9.Tab.9.1, 5ª-9.Tab.9.2 e 5ª-9.Tab.9.3.

 

Il sottosegretario SARTOR esprime parere favorevole sull'emendamento 22.1 presentato dal relatore e conforme al relatore sui restanti emendamenti.

 

Risultano inoltre ritirati, su invito del relatore, gli emendamenti 5ª-9.Tab.9.1, 5ª-9.Tab.9.2 e 5ª-9.Tab.9.3.

 

Interviene quindi per dichiarazione di voto sull'emendamento 14.1 (testo 2), il senatore VEGAS (FI) che rileva come la modifica proposta all’articolo 14 ed al comma 21 dell’articolo 22 del testo - di cui auspica l’abrogazione - appaiano in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione. Rileva, inoltre, che con l’approvazione dell'articolo 21 del disegno di legge di bilancio e del comma 206 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria si verificherebbe una duplicazione di norme.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) si associa alle considerazioni svolte dal senatore Vegas, rilevando come vi sia un tentativo di "deparlamentarizzare" la legge di bilancio.

 

Verificata la presenza del numero legale, l'emendamento 14.1 (testo 2) posto ai voti è approvato. Risulta quindi precluso l'emendamento 5ª-10.Tab.10.1.

 

Il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo), intervenendo incidentalmente sull’ordine dei lavori, fa presente che sussiste un rischio fondato che alcuni componenti della Commissione bilancio siano convocati dalla Giunta per le elezioni durante i lavori della sessione di bilancio. Invita pertanto il presidente Morando a segnalare al Presidente del Senato l’esigenza che i senatori, componenti della 5a Commissione, possano partecipare proficuamente ai lavori.

 

Il presidente MORANDO assicura che richiederà formalmente al Presidente del Senato che non siano convocate sedute di Giunte e Commissioni in concomitanza con le sedute della Commissione bilancio per consentire ai senatori della Commissione stessa di partecipare alle votazioni.

 

Interviene quindi il senatore FERRARA (FI) per dichiarazione di voto sull'emendamento 22.1. Pur giudicando favorevolmente il coinvolgimento del Parlamento sulle variazioni compensative in termini di cassa nell'ambito di ciascun titolo di bilancio, osserva che nel disegno di legge all'esame della Commissione non è possibile avere una visione ed una lettura unitaria del bilancio stesso.

 

L'emendamento 22.1, posto ai voti, risulta approvato.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passerà all’esame degli emendamenti al disegno di legge n. 1183 (legge finanziaria per il 2007).

 

Il presidente MORANDO dichiara quindi l'inammissibilità degli emendamenti 1.8 e 2.91, per estraneità di materia, e degli emendamenti 2.7, 2.22, 2.23, 2.24, 2.32, 2.35, 2.51, 2.57, 2.58, 2.66, 2.80, 2.90, 2.94, 2.95, 2.101 e 2.102 in quanto privi della necessaria copertura finanziaria.

 

Si passa all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 1 (pubblicati separatamente nel fascicolo contenente il riepilogo generale degli emendamenti presentati alla 5a Commissione permanente all’A.S. 1184 e all’A.S. 1183).

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) illustra l'emendamento 1.1 (testo 2) con il quale si intende sottoporre all'attenzione della Commissione e successivamente dell'Aula una valutazione alternativa della struttura del disegno di legge finanziaria proposto dal Governo. Rilevato che la proposta emendativa propone di sostituire gli articoli da 1 a 18 del disegno di legge in titolo, sottolinea come essa mira all'aumento della crescita nel 2007, al perseguimento degli obiettivi di equilibrio finanziario e all'introduzione di una maggiore equità sociale. Ritenendo che la struttura portante della manovra di bilancio presentata dal Governo potrà avere degli effetti depressivi, illustra il contenuto della proposta emendativa in esame soffermandosi, in particolare, sulle disposizioni che prevedono un contenimento delle spese relative all'acquisto di beni e servizi da parte delle amministrazioni statali, centrali e periferiche. Conclude sottolineando che le risorse derivanti dall'attuazione delle misure previste dall'emendamento in esame verranno destinate alla riduzione del deficit, al sostegno alle famiglie e alle imprese e a una serie di interventi volti alla realizzazione e al potenziamento di infrastrutture e opere pubbliche.

 

Interviene quindi il senatore EUFEMI (UDC) per illustrare l'emendamento 1.2 volto ad inserire il contenuto dei commi da 800 a 809 dopo l'articolo 1, comma 2 del disegno di legge n. 1183. Richiamati, inoltre, i principali contenuti del disegno di legge finanziaria così come previsti dalla legge n. 468 del 1978, rileva che si è in presenza di uno snaturamento del disegno di legge finanziaria che sta portando ad una perdita della centralità del ruolo del Parlamento. Conclude, quindi, sottolineando l'importanza della proposta emendativa in esame volta a far acquistare nuovamente al Parlamento il ruolo di protagonista nell'esame del disegno di legge finanziaria.

 

Il presidente MORANDO illustra l’emendamento 1.3, diretto a far sì che le maggiori entrate tributarie nel 2007 derivanti dalle misure di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale siano destinate a ridurre la pressione fiscale, destinando una quota dell’incremento di gettito alla riduzione delle aliquote e alla rimodulazione delle basi imponibili. Al riguardo, sottolinea che esso recepisce i contenuti recati in un apposito ordine del giorno, accolto nel corso dell’esame del decreto legge n. 262 del 2006.

Si tratta di una proposta a suo avviso opportuna, tanto più alla luce delle previsioni, confermate anche dal vice ministro Visco e dalla Banca d’Italia, secondo cui nel 2007, rispetto al 2005, si dovrebbe registrare un incremento annuale della pressione fiscale pari almeno ad un punto percentuale del PIL.

Richiama poi la previsione, recata al secondo comma della proposta emendativa, secondo cui il Ministro dell’economia è tenuto a presentare annualmente al Parlamento una relazione tesa a quantificare i risultati derivanti dalla lotta all’evasione, per consentire di svolgere un approfondito dibattito parlamentare sull’efficacia delle misure adottate.

Conclusivamente, dichiara sin d’ora la propria disponibilità ad un’eventuale riformulazione della proposta, volta a recepire i contenuti dell’emendamento 1.6, nel quale si specifica che parte delle maggiori entrate è destinata a misure di sostegno al reddito di soggetti incapienti ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) dà conto dell’emendamento 1.4, che presenta contenuti analoghi alla proposta testé illustrata dal presidente Morando, in riferimento alla quale preannuncia la propria disponibilità ad un voto favorevole.

Coglie peraltro l’occasione per rivendicare la validità delle misure adottate nella scorsa legislatura sul versante finanziario, come del resto testimonia la stessa documentazione consegnata nel corso della seduta antimeridiana di oggi dal vice-ministro Visco, secondo cui nel 2006 si registra un incremento delle entrate, rispetto al 2005, pari ad oltre 27 miliardi di euro. Considerando in particolare l’esiguità del gettito derivante dall’imposizione degli enti locali, pari a 841,5 milioni di euro, a fronte del consistente incremento delle altre fonti di gettito, dichiara poi la disponibilità della propria parte politica a sostenere un eventuale emendamento volto a sopprimere l’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), nonché le tasse comunali.

Ciò premesso, chiede che si tenga conto delle richiamate maggiori entrate nella rideterminazione dei saldi recati all’articolo 1 del disegno di legge finanziaria, con evidenti benefici in termini di riduzione degli oneri per il servizio del debito pubblico e, più in generale, di miglioramento della finanza pubblica rispetto ai vincoli posti dall’Unione europea.

Critica indi le modalità di copertura di taluni emendamenti presentati dal Governo, che a suo avviso finanziano spese strutturali attraverso misure aleatorie, quali l’eventuale incremento di gettito derivante dai giochi e dall’aumento della base imponibile relativa alle locazioni che dovrebbe conseguire dalle misure di deduzione e detrazione introdotte, nonché la variazione del capitale della SACE a riduzione del debito dello Stato e l’impiego della conseguente minore spesa in termini di interessi - novità assoluta - per finanziare nuove spese.

Lamenta infine l’assenza di una solida copertura finanziaria della manovra ed in particolare l’inadeguata quantificazione degli effetti derivanti dalla modifica degli studi di settore e delle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego.

 

Il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) illustra poi l’emendamento 1.5.

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo) illustra l’emendamento 1.6, che - rispetto all’emendamento 1.3 del presidente Morando – precisa che le maggiori entrate sono destinate alla riduzione della pressione fiscale dando priorità a misure di sostegno a favore dei soggetti incapienti e appartenenti alle fasce di reddito più basse. Si tratta in proposito di una proposta emendativa a suo avviso opportuna al fine di rafforzare le finalità equitative e redistributive che sottendono la manovra economica.

Si dichiara peraltro disponibile a convergere sull’emendamento 1.3, qualora esso sia riformulato nel senso di tener conto della richiamata esigenza sociale.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) illustra l’emendamento 1.7, che reca un contenuto simile all’1.3, su cui peraltro dichiara la propria disponibilità a convergere, purché mantenga l’attuale formulazione. Ritiene infatti imprescindibile che sia confermato l’obiettivo di destinare le eventuali maggiori entrate esclusivamente alla riduzione della pressione fiscale, del resto coerentemente a quanto dichiarato dallo stesso Ministro dell’economia, e non piuttosto a prevedere interventi di natura sociale verso gli incapienti in quanto - pur condivisibili nel merito - non riducono la pressione fiscale ma aumentano la spesa.

 

Tutti i restanti emendamenti sono dati per illustrati.

 

Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del governo.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) dichiara anzitutto la propria contrarietà all’emendamento 1.1 (testo 2), che prospetta una strategia economica alternativa rispetto a quella recata nel disegno di legge finanziaria.

Il parere è altresì contrario sull’emendamento 1.2, mentre sull’1.3 il relatore si esprime in senso favorevole, invitando tuttavia il Presidente ad una riformulazione volta a recepire parte del contenuto contemplato nell’1.6, ed in particolare la precisazione che le maggiori entrate siano destinate a ridurre la pressione fiscale dando priorità a misure di sostegno al reddito dei soggetti meno abbienti.

Invita infine i presentatori delle restanti proposte emendative a ritirarle e convergere sulla prospettata riformulazione dell’emendamento 1.3.

 

Al senatore VEGAS (FI) che, con riferimento all’emendamento 1.3, ne suggerisce una riformulazione onde evitare che l’applicazione della disposizione mantenga un carattere meramente precettivo e sia subordinata ad un provvedimento attuativo, replica il RELATORE in senso negativo.

 

Il sottosegretario SARTOR si esprime in senso conforme al relatore.

 

Il presidente MORANDO accoglie l’invito del relatore e riformula di conseguenza l’emendamento 1.3 in un nuovo testo.

 

Si passa indi alla votazione delle proposte emendative presentate all’articolo 1.

 

Per dichiarazione di voto contraria a nome del proprio Gruppo sull’emendamento 1.1 (testo 2), ha la parola il senatore LEGNINI (Ulivo), il quale ne critica l’impostazione alternativa rispetto alla manovra economica in esame.

Quanto alle fonti di copertura in esso recate, pari a 15 miliardi di euro di riduzione delle spese e 20 miliardi di euro di tagli ai trasferimenti alle imprese, ne sottolinea il carattere meramente propagandistico e irrealistico, attesi gli ineludibili effetti depressivi che ne conseguirebbero nei confronti del sistema produttivo.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) ritiene non convincenti le considerazioni testé formulate dal senatore Legnini, precisando come l'emendamento 1.1 (testo 2) si caratterizzi proprio per una diversa ispirazione di politica economica rispetto a quella perseguita dal Governo, puntando ad una riduzione strutturale delle spese correnti e non ad un incremento del carico fiscale, in modo da destinare le risorse risultanti a finalità a suo avviso imprescindibili per rilanciare concretamente lo sviluppo del Paese.

Nel soffermarsi analiticamente sugli aspetti connessi alla riduzione del deficit ed al sostegno alle famiglie, con particolare riguardo all'esenzione dall'ICI dell’abitazione principale, auspica infine con convinzione l'accoglimento di tale proposta emendativa.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) sottolinea come l'aumento delle entrate avrebbe consentito la predisposizione di una manovra di bilancio di minore impatto a carico delle famiglie e delle imprese.

Nell'auspicare con forza l'accoglimento di tale proposta di modifica, sottolinea come essa costituisca un vero e proprio manifesto programmatico delle linee di politica economica sostenute dal Centro-destra per la riduzione del deficit e per il sostegno alle famiglie e alle imprese, oltre che per la realizzazione di interventi infrastrutturali.

Per tali ragioni, preannuncia un convinto voto favorevole.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) esprime il voto favorevole del proprio Gruppo. Nel prendere atto delle osservazioni testé formulate dal senatore Legnini, manifesta tuttavia forti perplessità per la scelta del Governo di non destinare le maggiori risorse provenienti dall'aumento del gettito erariale per l'anno 2006 per le finalità ivi richiamate.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento il presidente MORANDO, verificata la presenza del prescritto numero legale per deliberare, pone in votazione l'emendamento 1.1 (testo 2) che risulta respinto.

 

Il senatore VEGAS (FI) interviene in dichiarazione di voto sull'emendamento 1.2, rilevando preliminarmente che, prima della riforma del 1988, il disegno di legge finanziaria recava i saldi di finanza pubblica nella parte finale, e che con tale riforma si decise di anteporre la definizione dei saldi all'articolo 1 in modo da assicurare la consequenzialità delle disposizioni successive rispetto a quanto prefissato. Ritiene pertanto apprezzabile tale proposta emendativa in quanto ispirata a finalità consimili, sia pure avuto riguardo alla diversa questione delle Tabelle. Per tali ragioni preannuncia un convinto voto favorevole.

 

Non essendovi ulteriori richiesta di intervento, l'emendamento 1.2 viene posto in votazione e respinto.

 

Il senatore FERRARA (FI), preannuncia il proprio voto favorevole all'emendamento 1.3 (testo 2) qualora venisse esclusa la priorità a misure di sostegno del reddito di soggetti incapienti, ovvero appartenenti alle fasce di reddito più basse.

 

Il senatore VEGAS (FI) prende atto delle finalità dell'emendamento 1.3 (testo 2), che ritiene condivisibili in quanto ispirate a principi classicamente liberali, pur essendo privo, nella sua attuale formulazione, di un meccanismo automatico che consenta sin d'ora di fissare in modo più cogente la destinazione delle eventuali maggiori somme. Nel ritenere in ogni caso che tale proposta risulti fortemente migliorativa dell'attuale formulazione del comma 4 dell'articolo 1 preannuncia il voto favorevole del suo Gruppo, auspicando ulteriori miglioramenti nelle misure ivi previste nel corso dell'esame in Assemblea.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo Gruppo in quanto ritiene che l'emendamento 1.3 (testo 2) risulti coerente con le politiche adottate dal precedente Governo, particolarmente con riguardo all'obiettivo della riduzione fiscale, che nella passata legislatura ha raggiunto valori pari a circa 8 miliardi di euro, da destinarsi a finalità di equità sociale. Osserva peraltro che si sarebbe potuto più semplicemente adottare lo strumento della riduzione fiscale.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) preannuncia un voto di astensione da parte del suo Gruppo, in quanto ritiene che l'emendamento in questione presenti in realtà un carattere più propagandistico che reale.

Ritiene pertanto di non poter condividere tale proposta, pur comprendendone le finalità, in quanto non viene prevista, nel caso di maggiori entrate, alcuna restituzione in favore dei contribuenti i quali pure sono chiamati a sostenere le finanze statali in luogo degli evasori. A tale ultimo proposito sottolinea altresì di aver presentato alcune specifiche proposte di modifica.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), nel preannunciare il voto favorevole del proprio Gruppo sull'emendamento 1.3 (testo 2) ritiene tuttavia estremamente singolare il fatto che la maggioranza abbia respinto l'emendamento 1.1 (testo 2), volto a scongiurare un incremento della tassazione, sostituendolo con la diversa misura della riduzione della spesa corrente. Osserva infatti che proprio questa mattina la Commissione ha avuto la conferma del significativo incremento delle entrate fiscali relative all'anno 2006, pari a circa 37 miliardi, che rende a suo avviso ancora più discutibile la scelta dell'Esecutivo di ricorrere all'incremento della pressione fiscale.

Solleva inoltre forti perplessità sulle scelte dell'Esecutivo in ordine all'imputazione all'anno 2006 delle conseguenze della nota sentenza della Corte di Giustizia della Comunità europea sull'IVA, che ritiene fortemente discutibile, nonché sulla proposta, contenuta in un emendamento del Governo, di imputare a debito pubblico una somma pari a circa 13 miliardi di euro relativa al debito della Società Infrastrutture S.p.a.. In tal modo - prosegue l'oratore - il Governo non fa che occultare tali maggiori disponibilità in operazioni che costituiscono a suo avviso un mero esercizio contabile.

Con tali precisazioni osserva infine che sarebbe stato preferibile estendere il riferimento alle maggiori entrate tributarie, contenuto nell'emendamento, non solo all'anno 2007 ma anche all'anno precedente.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) esprime un convinto voto favorevole. Nel prendere atto con favore dello sforzo migliorativo svolto dal Presidente, nonché del tenore favorevole delle dichiarazioni di voto degli esponenti dell'opposizione, si sofferma quindi sulle considerazioni del senatore Vegas, rilevando che la mancanza di un meccanismo automatico appare giustificata in considerazione del fatto che le misure previste non potrebbero comunque spiegare i loro effetti già dal 2007.

Dichiara infine di non condividere in alcun modo i rilievi critici testé formulati dal senatore Baldassarri in quanto le maggiori entrate relative all'anno 2006 vengono destinate con chiarezza.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE), nel rilevare preliminarmente come il voto favorevole preannunciato da numerosi Gruppi di opposizione postuli, a suo avviso, aspettative estremamente favorevoli in ordine all'efficacia della manovra varata dal Governo, preannuncia un convinto voto favorevole in quanto ritiene che tale proposta risulti pienamente coerente con gli obiettivi del risanamento dei conti pubblici, dello sviluppo e dell'equità sociale.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) preannuncia il voto favorevole del suo Gruppo evidenziando con favore la scelta di destinare prioritariamente le maggiori entrate al sostegno dei redditi dei soggetti incapienti, che ritiene di particolare importanza.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) preannuncia il voto favorevole del suo Gruppo in quanto l'emendamento 1.3 (testo 2) ha il merito di chiarire che anche la lotta all'evasione fiscale costituisce una misura finalizzata alle finalità del risanamento, dello sviluppo e dell'equità sociale. A tale ultimo riguardo, rileva l'opportunità di individuare in futuro strumenti premiali per i cittadini e le imprese che si siano dimostrati regolari nei loro adempimenti tributari.

Ritiene infine di particolare importanza il secondo capoverso dell'emendamento, in quanto la relazione ivi prevista costituisce la base per poter realizzare le misure contenute nella proposta emendativa.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento l'emendamento 1.3 (testo 2) viene posto in votazione e approvato.

 

Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 1.4, 1.5, mentre la proposta 1.6 risulta assorbita.

 

Dopo breve intervento del senatore CICCANTI (UDC), l'emendamento 1.7 viene posto in votazione e respinto.

 

Su proposta di alcuni senatori, il PRESIDENTE sospende brevemente la seduta.

 

La seduta sospesa alle ore 18,20, riprende alle ore 18,45.

 

Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 2 del disegno di legge n. 1183.

 

Il senatore FERRARA (FI) interviene per illustrare l’emendamento 2.1-bis volto a ridurre gli stanziamenti di bilancio relativi ai trasferimenti correnti alle imprese per gli anni 2007, 2008 e 2009. Rileva che tale proposta emendativa si muove nell’ottica di orientare la manovra di bilancio verso una diminuzione delle uscite. Rilevato inoltre che la riduzione degli stanziamenti agli enti locali, non può essere considerata come un’azione volta ad un reale risparmio di spesa. Conclude, ritenendo che le risorse derivanti dal taglio delle spese correnti e in conto capitale avrebbero potuto essere destinate ad un rilevante taglio del cuneo fiscale, contribuendo così alla riduzione del costo del lavoro e alla realizzazione di alcune importanti opere infrastrutturali.

 

Il senatore VEGAS (FI) interviene per illustrare l’emendamento 2.4, rilevando che, nonostante si sia ampiamente discusso, con riguardo al disegno di legge finanziaria, di una riduzione del cuneo fiscale, tale misura non produrrà dei benefici concreti per i lavoratori. Richiama quindi l’attenzione sugli emendamenti 2.2 e 2.5, di diversa portata finanziaria, in quanto sono volti a procedere ad una redistribuzione del cuneo fiscale attraverso un apposito meccanismo di compensazione. Auspica, pertanto, l’approvazione di tali emendamenti.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 2.13, relativo alle detrazioni per i carichi familiari, dando atto al Governo di aver affrontato tali tematiche nell’emendamento 2.1.

 

Il senatore DAVICO (LNP) illustra gli emendamenti 2.2, 2.9 e 2.18, volti a precisare che, con riferimento alle detrazioni per carichi familiari, è necessaria la residenza in Italia. Illustra quindi l’emendamento 2.16, con il quale si prevede un aumento delle detrazioni familiari per ogni figlio portatore di handicap presente nel nucleo familiare stesso.

 

Interviene, quindi, il senatore EUFEMI (UDC), per sottolineare come l’emendamento 2.20, relativo al recupero delle detrazioni non godute per incapienza del debito d’imposta, si prefigge un obiettivo sostanzialmente analogo a quello sotteso all’emendamento 2.55, da lui presentato.

 

Il presidente MORANDO invita il relatore a prendere in considerazione, nel momento della formulazione del parere su tali emendamenti, le argomentazioni svolte dal senatore Eufemi.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ritira l’emendamento 2.21 da lui presentato.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra il subemendamento l’emendamento 2.1/2 volto a tutelare le famiglie che hanno dei figli compresi in una fascia d’età tra 21 e 25 anni. Rilevato che tale fascia d’età risulta particolarmente critica, anche in considerazione dei bisogni relativi alle esigenze di studio, sottolinea l’importanza dell’emendamento in esame volto ad andare incontro ai bisogni dei nuclei familiari che hanno dei figli compresi in una fascia di età tra 21 e 25 anni.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 2.34 che mira ad estendere le deduzioni fiscali previste al comma 1 dell’articolo 2 ai nuclei familiari con quattro o più figli a carico, con riferimento alle spese inerenti ai consumi dell’acqua, della corrente elettrica e del gas.

Richiamando la positiva esperienza in contesti stranieri quali quello della Francia, dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, sottolinea l’importanza della proposta emendativa, dettata da una scelta sociale a prescindere dalla fascia di reddito di appartenenza.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) illustra l'emendamento 2.36.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) illustra l'emendamento 2.39, volto ad incentivare il trasporto collettivo dei lavoratori pendolari.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) dà conto dell'emendamento 2.40, rilevando che esso reca contenuti analoghi alla proposta 15.0.1 del relatore, nonché dell'emendamento 2.41, diretto a rendere interamente detraibile l'imposta comunale sugli immobili.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 2.44, che reca una clausola di salvaguardia per i contribuenti con i familiari a carico che consente loro di avvalersi della disciplina fiscale previgente. Quanto all'emendamento 2.45, esso ha come finalità principale la riduzione del carico fiscale delle famiglie.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra l'emendamento 2.46 diretto ad introdurre un'agevolazione fiscale nei confronti delle famiglie precisando che esso rappresenta un chiaro segnale di favore nei confronti dell'istituto del matrimonio.

 

Prende incidentalmente la parola il sottosegretario GRANDI, il quale fornisce una precisazione relativamente alla documentazione consegnata dal vice-ministro Visco, dando conto in particolare delle ragioni per le quali, con riferimento all'anno 2005, era stato riportato un importo nullo con riferimento al gettito derivante dalle accise sui tabacchi.

 

Su tale chiarimento seguono brevi interventi del senatore AZZOLLINI (FI), indi del senatore BALDASSARRI (AN), il quale ribadisce che in ogni caso la richiamata documentazione indica un incremento delle entrate fiscali nell'anno 2006 pari a 37 miliardi di euro.

 

Dopo che il senatore CICCANTI (UDC) ha illustrato la proposta 2.52, il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 2.53, volto ad agevolare il trasferimento dei lavoratori, nell'ottica di accrescere la flessibilità del mercato del lavoro.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l'emendamento 2.55, che - recependo i contenuti di un apposito atto di indirizzo presentato nel corso dell'esame del decreto-legge n. 262 del 2006 - è volto a introdurre un sostegno a favore dei soggetti incapienti, attraverso la previsione di un apposito contributo da parte del Fondo nazionale per le politiche sociali.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra l'emendamento 2.56, che rende deducibili talune spese sociali sostenute per l'assistenza a persone non autosufficienti, per la frequenza ad asili nido e scuole materne nonché per l'acquisto di libri di testo.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) ritira l'emendamento 2.59.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 2.60, volto a sopprimere l'articolo 2, comma 5.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) ritira l'emendamento 2.63, anche in considerazione della circostanza che esso affronta una tematica già contemplata in proposte emendative presentate dal governo e dal relatore.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) si sofferma sull'emendamento 2.64, che accresce i trasferimenti erariali diretti ai comuni, nel presupposto che, anche in considerazione dell'esiguità del gettito dei tributi locali, si proceda ad una loro soppressione.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) dà conto dell'emendamento 2.67, finalizzato a sostituire l'attuale sistema basato su forme di deduzione e detrazione introducendo una "no-tax-area"a beneficio dei contribuenti prossimi alla soglia di povertà. In proposito, sottolinea che si tratta di una proposta in linea con quanto affermato dal vice-ministro Visco, nel corso di una procedura informativa presso la Commissione Finanze, in merito alla disponibilità ad ampliare la "no-tax- area".

 

Il senatore CICCANTI (UDC) richiama indi l'attenzione sull'emendamento 2.68, volto a modificare le disposizioni in materia di assegni per il nucleo familiare nel senso di estenderli anche alle famiglie con almeno un anziano ultra-sessantacinquenne inabile.

 

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) illustra l'emendamento 2.69, diretto a sostenere il reddito familiare.

 

I senatori CICCANTI (UDC) e FORTE (UDC) aggiungono la firma all’emendamento 2.71.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra indi l'emendamento 2.72, che del resto reca contenuto analogo al sub-emendamento 2.1/2, a sua firma, già illustrato.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) illustra l'emendamento 2.73, che affronta la medesima tematica, relativa agli interventi sulla disciplina del trattamento di fine rapporto e dei fondi pensionistici, contemplata anche dal sub-emendamento 2.75/2, nonché dagli emendamenti 18.2137, 18.2140, 18.2143, 18.2144 e 18.2149.

In proposito, richiama la posizione critica del suo Gruppo nei confronti delle disposizioni attualmente recate nel disegno di legge finanziaria e, in particolare, l'opportunità di introdurre un fondo gestito direttamente dall'Inps.

 

Il senatore PETERLINI (Aut) dà conto dei sub-emendamenti 2.75/3 e 2.75/4, volti a superare l'attuale disomogeneità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati con riferimento alla normativa sul trattamento di fine rapporto anticipata dalla manovra finanziaria al 2007. Si tratta di una questione attuale, che riguarda nello specifico talune realtà, come ad esempio la regione Trentino Alto Adige, che ha istituito un apposito fondo, cui sono attualmente iscritti sia dipendenti pubblici che privati, i quali altrimenti riceverebbero una disparità di trattamento.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra il sub-emendamento 2.75/5 nonché l'emendamento 2.89.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) si sofferma sull'emendamento 2.78, che interviene modificando la disciplina relativa ai trasferimenti di aziende nel caso di successione. In proposito, pur giudicando importante che sul tema lo stesso Governo abbia presentato una propria proposta emendativa, ritiene tuttavia preferibile che la Commissione converga sulla proposta emendativa in esame.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 2.84, in materia di determinazione del reddito del lavoro dipendente.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) dà conto dell'emendamento 2.98 che esenta dal pagamento delle imposte di successione i trasferimenti a causa di morte delle aziende. Esprime in proposito apprezzamento per la scelta del Governo di presentare una proposta emendativa su tale tematica, che tuttavia presenta talune criticità.

Richiama infine l'attenzione sull'emendamento 2.106, volto ad escludere l'applicabilità dell'imposta comunale sugli immobili adibiti ad abitazione principale. In proposito, sottolinea che si tratta di una soluzione equa oltre che finanziariamente sostenibile alla luce delle consistenti maggiori entrate registrate nel 2006 rispetto alle previsioni.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra l'emendamento 2.99, finalizzato ad accrescere l'indennità di accompagnamento percepita dalle persone non autosufficienti.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) si sofferma sull'emendamento 2.105, che riconosce, nell'ottica di un'effettiva pari opportunità, alle casalinghe la detrazione delle spese per l'assistenza nei mesi immediatamente precedenti e successivi al parto.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) chiede al proponente - che accetta - di aggiungere la propria firma all’emendamento 2.105.

 

Apprezzate le circostanze, il PRESIDENTE propone di rinviare l’esame congiunto ad altra seduta.

 

La Commissione conviene ed il seguito dell’esame viene quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Mercoledì 6 dicembre 2006

58a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

In riferimento a una notizia di stampa, secondo la quale l’Esecutivo sarebbe in procinto di presentare nuove proposte per ulteriori tributi finalizzati a finanziare specifici interventi, il senatore VEGAS (FI) propone alla Commissione di valutare l’opportunità di una eventuale sospensione dei lavori, in modo tale da consentire al Governo e alla maggioranza di definire in modo più puntuale la complessiva politica fiscale da attuare con la manovra di bilancio, in ipotesi, mediante la presentazione di ulteriori emendamenti al disegno di legge finanziaria.

 

Intervenendo sul tema, il senatore CICCANTI (UDC) chiede alla Presidenza di dare conto della eventuale presentazione di nuovi emendamenti di iniziativa del Governo, dei quali la Commissione non sia stata ancora informata.

 

Il presidente MORANDO ribadisce che gli emendamenti all’esame della Commissione sono esclusivamente quelli presentati dal Governo, come dal relatore e dagli altri Senatori, entro i termini previsti. Per ciò che concerne eventuali richieste dell’Esecutivo in ordine alla sospensione dei lavori, fa presente che non sono stati avanzate proposte al riguardo. Nel caso in cui si rendesse necessario procedere in tal senso, recependo la sollecitazione espressa dal senatore Vegas, si farà carico di sottoporre la questione alla Commissione.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) ricorda come già il primo Governo Prodi avesse fatto ricorso ad una strategia fondata sulla sopravvalutazione delle entrate, correlata alla sottostima delle spese, al fine del contenimento del rapporto deficit/PIL al di sotto del 3 per cento. In proposito, evidenzia una profonda diversità nei conti di finanza pubblica considerati per la manovra di bilancio per il 2007: tale elemento consiste nell’incremento del gettito fiscale, riconducibile, a suo avviso, ad un andamento di carattere strutturale e non congiunturale delle entrate tributarie. Invita pertanto il Governo a predisporre un’apposita nota di variazione al bilancio di previsione, che tenga conto delle maggiori entrate, quantificabili, secondo i dati dallo stesso Governo diffusi, in 37 miliardi di euro. In mancanza di ciò, ritiene che il dibattito parlamentare perda di aderenza alla realtà, dal momento che i dati attualmente presenti nei documenti di bilancio non sono a suo parere attendibili. Sollecita comunque il Governo a prendere posizione sul punto.

Il sottosegretario SARTOR ricorda che nella nota di variazione a suo tempo predisposta si era già dato atto degli effetti positivi sulle previsioni dei conti pubblici 2007 da correlare all’incremento di gettito registratosi nella prima parte del 2006. Non occorre, pertanto, procedere ad alcuna revisione delle previsioni contenute nel disegno di legge di bilancio 2007.

 

Al riguardo il senatore BALDASSARRI (AN) ribadisce come i documenti di bilancio non possano considerarsi coerenti con i dati da ultimo diffusi, prendendo atto della mancata presentazione da parte del Governo di una ulteriore nota di aggiornamento.

 

Il presidente MORANDO invita quindi a riprendere l’illustrazione degli emendamenti relativi all’articolo 2 del disegno di legge finanziaria, iniziata nella precedente seduta.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra i contenuti e le finalità degli emendamenti 2.85, 2.86 e 2.87 concernenti la medesima materia. L’intento perseguito è quello di attribuire alla regione Sicilia, titolare della funzione di riscossione delle imposte relative alla produzione di oli minerali, una percentuale del gettito riconducibile a tale imposizione fiscale, per destinare le risorse al finanziamento di investimenti volti al recupero ambientale e alla realizzazione di un piano straordinario per le infrastrutture regionali. In proposito, dopo aver richiamato le considerazioni da lui svolte, in Assemblea nonché dinanzi alle Commissioni riunite 5a e 6a in sede di esame del decreto-legge in materia fiscale collegato alla manovra di bilancio (atto Senato n. 1132), sottolinea come l’imponibile relativo al predetto tributo maturi quasi interamente nel territorio della regione Sicilia, mentre è previsto che i relativi proventi siano destinati allo Stato per una quota a suo giudizio eccessivamente ampia. Viceversa, la necessità di allocare tali risorse presso l’ente territoriale poggia su due presupposti: da un lato la prevista diminuzione dei trasferimenti statali alla regione Sicilia per ciò che concerne il comparto sanitario e dall’altro l’esigenza di assicurare il recupero e la riqualificazione ambientale delle aree geografiche in cui sono presenti siti di lavorazione e di fabbricazione di oli minerali, nonché di prodotti energetici.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) interviene per segnalare che sulla medesima materia esiste l’emendamento 18.2548, presentato dai Gruppi di opposizione.

 

Essendo dati per illustrati i rimanenti emendamenti riferiti all’articolo 2, il presidente MORANDO invita il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere i rispettivi pareri su tali proposte emendative.

 

In premessa, il relatore MORGANDO (Ulivo) precisa che si soffermerà sulle motivazioni sottese al parere espresso soltanto per gli emendamenti di maggiore rilevanza. Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti 2.1bis, 2.2 e 2.3. Indi si sofferma sugli emendamenti 2.4 e 2.5 volti ad assicurare ai lavoratori dipendenti la diretta partecipazione alla riduzione del costo del lavoro, correlata alla introduzione del taglio del cuneo fiscale, mediante la concessione di un apposito contributo annuo, il cui importo è commisurato al reddito percepito. Reputa di grande interesse la questione sollevata con gli emendamenti testé indicati, pur senza pronunciarsi favorevolmente sullo schema di copertura prescelto. Tuttavia, anche alla luce dell’orientamento espresso dall’Esecutivo in relazione alla destinazione, in favore della complessiva riduzione della pressione fiscale, delle risorse rinvenienti dal cosiddetto taglio del cuneo fiscale, esprime parere contrario sugli emendamenti 2.4 e 2.5.

Invita i proponenti al ritiro dell’emendamento 2.6, esprimendo in alternativa parere contrario; esprime altresì parere contrario sugli emendamenti 2.8, 2.9 e 2.10.

Con riguardo all’emendamento 2.11, invita i proponenti al ritiro, esprimendo in alternativa parere contrario, dal momento che la previsione di specifiche detrazioni fiscali per i redditi familiari dovrebbe a suo giudizio essere collocata nell’ambito di una più complessiva strategia di sostegno alle famiglie, anziché essere affidata a interventi puntiformi. In generale, tali osservazioni valgono anche per tutti gli altri emendamenti in materia di incentivi fiscali in favore dei nuclei familiari.

Esprime inoltre la propria contrarietà agli emendamenti dal 2.12 al 2.19, mentre si sofferma sull’emendamento 2.20, sollecitandone il ritiro (o in alternativa formulando parere contrario), anche se ritiene di estrema rilevanza la questione da esso affrontata in tema di agevolazioni fiscali in favore degli incapienti: a suo avviso occorre una riflessione più approfondita in relazione alle politiche di sostegno a beneficio delle fasce di reddito più basse.

Chiede poi il ritiro del subemendamento 2.1/1, esprimendosi in alternativa in senso contrario.

 

In riferimento al subemendamento 2.1/2, a firma dei senatori Eufemi e Andreotti, il senatore CICCANTI (UDC) ne segnala la riformulazione in un testo 2, al quale si aggiungono anche la sua firma e quella del senatore Forte.

 

In proposito, il presidente MORANDO, atteso che è stata modificata la forma di copertura rispetto al testo originario, chiede che il relatore non si pronunci sul subemendamento in esame, in attesa di delibarne l’ammissibilità.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime quindi parere favorevole sull’emendamento 2.1, di iniziativa del Governo, mentre sugli emendamenti 2.25, 2.26, 2.27 e 2.28 il parere è contrario. Chiede poi il ritiro dell’emendamento 2.29, volto a consentire una detrazione d’imposta per le spese sostenute dai genitori per il pagamento di rette relative alla frequenza degli asili nido, atteso che le misure attualmente previste in finanziaria appaiono più che soddisfacenti rispetto all’esigenza prospettata.

Chiede poi il ritiro degli emendamenti 2.30 e 2.31, altrimenti il parere è contrario, mentre propone di accantonare gli emendamenti 2.33, 2.40, 2.50 e 2.96, in materia di detrazioni fiscali per i titolari di contratti di locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale, al fine di rinviarne la trattazione in sede di esame dell’emendamento 15.0.1, a sua firma, concernente la medesima questione.

 

Il presidente MORANDO, accogliendo la proposta del relatore MORGANDO (Ulivo), dispone l’accantonamento degli emendamenti 2.33, 2.40, 2.50 e 2.96, che saranno esaminati congiuntamente all’emendamento 15.0.1.

 

In riferimento all’emendamento 2.34, il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario, alla luce dell’orientamento negativo espresso dal Governo sullo schema di copertura degli oneri finanziari in esso previsti.

Propone poi di accantonare l’esame degli emendamenti 2.36, 2.37 e 2.38, di vario contenuto, per riprenderlo in sede di trattazione dell’emendamento 18.41, a sua firma, che riguarda le stesse tematiche.

 

Il presidente MORANDO dispone l’accantonamento delle citate proposte 2.36, 2.37 e 2.38.

 

Dopo aver chiesto il ritiro dell’emendamento 2.39 (altrimenti il parere è contrario), il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime la propria contrarietà anche agli emendamenti dal 2.41 al 2.49.

Espresso parere contrario sull’emendamento 2.52, si rimette al Governo per quanto riguarda l’emendamento 2.53. In riferimento agli emendamenti 2.54 e 2.55, ne chiede il ritiro (in alternativa esprime parere contrario), mentre è contrario il parere sugli emendamenti 2.56 e 2.60. Invita poi a ritirare gli emendamenti 2.61 e 2.62 (quanto a quest’ultimo, ritiene che la questione trattata, relativa ai rapporti tra finanza dello Stato e finanza locale, sia di estrema importanza, e per ciò meritevole di maggiore approfondimento), altrimenti esprime parere contrario. Indi manifesta la propria contrarietà anche agli emendamenti 2.107, 2.67 e 2.68, mentre invita a ritirare gli emendamenti 2.64, 2.65, 2.69 e 2.70, altrimenti il parere è contrario.

 

I senatori FORTE (UDC) e CICCANTI (UDC) aggiungono la loro firma all’emendamento 2.71.

 

In riferimento all’emendamento 2.71, il relatore MORGANDO (Ulivo) rileva che esso è di tenore analogo al subemendamento 2.1/2 (testo 2) rispetto al quale ricorda che la Presidenza doveva pronunciarsi in merito alla sua ammissibilità.

 

Dopo che il presidente MORANDO ha comunicato che il subemendamento in esame è ammissibile, il RELATORE si rimette al Governo per quanto riguarda il subemendamento 2.1/2 (testo 2). Quanto agli emendamenti 2.71 e 2.72, invita i presentatori al ritiro degli stessi, esprimendo in alternativa parere contrario.

Rileva poi che il contenuto dell'emendamento 2.73 richiama quanto già previsto da numerosi emendamenti, riferiti all'articolo 18 del disegno di legge in esame, con riferimento alla materia della previdenza complementare. Propone quindi un’integrazione al testo dell'emendamento 2.75 del Governo, presentando a tal fine l’apposito subemendamento 2.75/6. Invita conseguentemente al ritiro di tutti gli emendamenti concernenti la previdenza complementare, in quanto recepiti dalla proposta da lui presentata.

 

Il presidente MORANDO rileva che la proposta emendativa presentata dal relatore recepisce effettivamente il contenuto degli emendamenti 2.73, 2.75/2, 18.2137, 18.2140, 18.2143, 18.2144 e 18.2149, ai quali pertanto si intende rivolta la proposta di ritiro.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento 2.74, condizionandolo alla sostituzione, al comma 6-bis, della parola "deduzioni" con la parola "detrazioni", alla sostituzione, al comma 6-quater, della parola "deduzione" con la parola "detrazione", nonché alla soppressione della parte relativa alla copertura finanziaria, in quanto ultronea.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) aggiunge la sua firma all'emendamento 2.74.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sulla proposta 2.75/1, mentre invita al ritiro degli emendamenti 2.75/2 e 2.75/3. Esprime parere favorevole sull’emendamento 2.75/4, a condizione che venga soppressa la copertura finanziaria, rilevando che non vi è la necessità di ricorrere alla stessa. Formula parere contrario sulla proposta 2.75/5, mentre si esprime favorevolmente sull’emendamento 2.75 del Governo, a condizione dell’accoglimento della riformulazione contenuta nel subemendamento 2.75/6, a sua firma. Invita quindi al ritiro delle proposte 2.76 e 2.77, esprimendo parere contrario in caso di mantenimento.

Con riferimento agli emendamenti 2.78, 2.79 e 2.98 relativi alle imposte di successione in relazione all'attività di impresa, rileva che le problematiche relative alle successioni, con riferimento alle imprese familiari, sono affrontate dall'emendamento 5.1 del Governo. Propone pertanto l’accantonamento di tali emendamenti al fine di esaminarli successivamente insieme all'emendamento 5.1.

 

Gli emendamenti 2.78, 2.79 e 2.98 vengono quindi accantonati per essere trattati insieme all'emendamento 5.1.

 

Viene poi anche accantonato l'emendamento 2.81, relativo alle detrazioni per canoni di locazione, per essere esaminato successivamente insieme all'emendamento 15.0.1.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) invita quindi al ritiro degli emendamenti 2.83 e 2.84, sui quali altrimenti il parere è contrario. Rileva poi che gli emendamenti 2.85, 2.86 e 2.87 affrontano temi che formano oggetto di altre proposte riferite all’articolo 18, per cui evidenzia l'opportunità di un accantonamento.

 

Vengono quindi accantonati gli emendamenti 2.85, 2.86 e 2.87.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) invita al ritiro delle proposte 2.88 e 2.89, esprimendo in alternativa parere contrario. Si pronuncia in senso contrario sugli emendamenti 2.92 e 2.93, mentre invita al ritiro della proposta 2.97, ovvero si dichiara contrario alla stessa. Si pronuncia in senso contrario sulle proposte 2.99, 2.100 e 2.103, mentre invita al ritiro della proposta 2.104, in quanto sostanzialmente già recepita da un emendamento del Governo. Dopo aver fornito risposta ad una richiesta di chiarimenti del senatore CICCANTI (UDC), invita al ritiro dell’emendamento 2.105, su cui in alternativa esprime parere contrario, mentre formula parere negativo sulla proposta 2.106.

 

Il sottosegretario GRANDI invita al ritiro degli emendamenti 2.1/2 (testo 2) e 2.34; esprime, invece, parere contrario sull'emendamento 2.53 e parere favorevole sul sub-emendamento 2.75/6, presentato dal relatore; esprime, infine, parere conforme a quello proposto dal relatore su tutti gli altri emendamenti riferiti all'articolo 2 del disegno di legge finanziaria in esame.

 

Interviene quindi il senatore POLLEDRI (LNP) per chiedere che venga fissato un termine per la presentazione di subemendamenti al subemendamento 2.75/6 presentato dal relatore.

 

Su proposta del presidente MORANDO, viene quindi fissato per le ore 12 di oggi il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti al citato subemendamento 2.75/6, del relatore.

 

Interviene quindi il senatore LEGNINI (Ulivo) per preannunciare il ritiro di tutti gli emendamenti presentati dal suo Gruppo parlamentare sui quali il relatore ha invitato al ritiro.

 

Si passa quindi alle votazioni sugli emendamenti relativi all’articolo 2.

 

Il senatore VEGAS (FI) interviene per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 2.1-bis, volto a sopprimere l’articolo 2 del disegno di legge finanziaria, osservando come la rimodulazione delle aliquote fiscali, ivi prevista, finisca, di fatto, per penalizzare i contribuenti economicamente più deboli. Sottolinea inoltre come anche per i beneficiari, i vantaggi finanziari riconosciuti siano del tutto irrisori. Dopo aver espresso perplessità per l’assenza di ogni clausola di salvaguardia, svolge talune considerazioni sulla lettera c) del comma 1 dell’articolo 2, in materia di detrazioni per carichi familiari. Al riguardo rileva criticamente come dall’ambito soggettivo dei benefici recati da tale disposizione siano esclusi i lavoratori autonomi.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) annuncia il voto favorevole del proprio Gruppo, sull’emendamento 2.1-bis osservando come l’articolo 2 del disegno di legge in esame, ponga evidenti problemi di copertura finanziaria, non risolti in modo soddisfacente dalla relazione tecnica. Dopo aver espresso forti perplessità sulla rimodulazione delle aliquote, dichiara di non condividere i criteri previsti per il riconoscimento delle detrazioni per carichi di famiglia. A ben vedere, secondo l’oratore, risulta difficile valutare ex ante gli effetti finanziari derivanti dalla applicazione della disposizione. In relazione alla ridefinizione delle aliquote fiscali, precisa come essa penalizzi, di fatto, le fasce reddituali più deboli, le quali seppur avvantaggiate sul piano dell’IRPEF, sono danneggiate, però, dall’aumento dell’ICI e di altre tasse locali, del bollo sull’auto, nonché delle accise sulla benzina.

 

Anche il senatore CICCANTI (UDC) si dichiara favorevole all’emendamento 2.1-bis, il quale propone la soppressione dell’articolo 2 del disegno di legge finanziaria. Dopo aver osservato come la disposizione su citata di fatto dimostri le conseguenze negative dell’alleanza politica fra le forze riformatrici della coalizione e la sinistra radicale, esprime forti perplessità sui criteri di rideterminazione dell’imposta sui redditi. La rimodulazione delle aliquote infatti, non solo pone problemi di copertura finanziaria, ma penalizza i cittadini più indigenti. Dopo aver svolto talune considerazioni sull’emendamento 1.3 (testo 2), illustrato nel corso della seduta pomeridiana di ieri dal presidente Morando, del quale lamenta il carattere propagandistico, rileva come l’attuale formulazione dell’articolo 2 lasci ancora insoluti i problemi degli incapienti e dei non autosufficienti. Ricorda poi come la manovra preveda ulteriori inasprimenti fiscali, tra i quali segnala l’incremento delle addizionali locali, nonché l’aumento del bollo e delle accise sul gasolio. Svolge infine talune considerazioni critiche sulle modalità di realizzazione del processo di liberalizzazione avviato dalla maggioranza nel settore dei servizi pubblici locali.

 

Il senatore AUGELLO (AN) prende la parola a sostegno della proposta emendativa in esame, della quale riconosce l’importanza politica. Nell’esprimere piena condivisione per i rilievi testé formulati dai colleghi dell’opposizione, manifesta il proprio rammarico per la scarsa disponibilità prestata dalla maggioranza alle proposte di revisione di talune disposizioni della manovra. Espone quindi le sue forti riserve in ordine alla decisione di non tener conto, ai fini della rimodulazione delle aliquote, della eventuale variazione delle entrate registratasi nel corso di quest’anno. Svolge poi taluni considerazioni sull’emendamento presentato dal presidente Morando, il quale propone che le maggiori entrate tributarie nel 2007 derivanti dalle misure di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale siano destinate a ridurre la pressione fiscale, destinando una quota dell’incremento di gettito alla riduzione delle aliquote e alla rimodulazione delle basi imponibili. Conclude osservando come altro motivo di insoddisfazione sia rappresentato dal carattere retroattivo delle disposizioni in esame.

 

Posti separatamente ai voti, sono quindi respinti gli emendamenti 2.1 bis, 2.2 e 2.3.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sugli emendamenti 2.4 e 2.5 interviene il senatore VEGAS (FI). Pur esprimendo apprezzamento per le motivazioni a sostegno del parere contrario del relatore, rileva come la riduzione del cuneo fiscale rechi vantaggi alle sole imprese e non favorisca i lavoratori dipendenti. La manovra finanziaria così come elaborata non è in grado, ad avviso dell’oratore, di rilanciare l’economia del Paese, non riuscendo, da un lato, a ridurre la spesa e, dall’altro, ad incentivare i consumi dei cittadini.

 

In esito a separate votazioni, gli emendamenti 2.4 e 2.5 sono respinti.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) accedendo alla richiesta del relatore, dichiara di ritirare gli emendamenti 2.6 e 2.30.

 

Posto ai voti, la Commissione respinge l’emendamento 2.8.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), nel preannunciare il proprio voto favorevole sull’emendamento 2.9, osserva come esso intenda circoscrivere l’ambito soggettivo di applicazione dei benefici per carichi familiari di cui all’articolo 2 del disegno di legge finanziaria. In particolare, la proposta mira a riconoscere le detrazioni ai soli soggetti il cui coniuge risieda sul territorio italiano.

 

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.9 e 2.10 sono respinti.

 

Il senatore CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur), accedendo all’invito del relatore, ritira l’emendamento 2.11.

 

Risultano inoltre respinti, con successive, separate votazioni, gli emendamenti da 2.12 a 2.14.

 

Interviene il senatore POLLEDRI (LNP) per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 2.15, osservando come la proposta, intervenendo sull’ambito soggettivo della disposizione, preveda che i benefici di cui al comma 1, lettera c) dell’articolo 2 possano essere riconosciuti solo per i figli residenti in Italia.

 

Posto ai voti, l’emendamento 2.15 è respinto.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), preannunciando il proprio voto favorevole sull’emendamento 2.16, sottolinea come tale proposta si inserisca in un più ampio quadro di norme di riforma in materia di detrazioni per carichi di famiglia. La proposta in particolare mira a garantire un regime di maggior favore per le famiglie con soggetti portatori di handicap.

 

La Commissione pone quindi in votazione e respinge l’emendamento 2.16.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) raccomanda l’approvazione dell’emendamento 2.17, esprimendo perplessità sul parere contrario manifestato dal relatore e dal Governo. La proposta si ispira ad una logica di giustizia sociale, mirando a tutelare soprattutto le madri separate e prive di reddito. A ben vedere, infatti, l’affidamento congiunto impedisce alle madri di beneficiare delle detrazioni di cui all’articolo 2.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) chiede il temporaneo accantonamento dell’emendamento, al fine di consentire una più approfondita valutazione della questione.

 

L’emendamento 2.17 viene quindi accantonato.

 

Il senatore DAVICO (LNP) prende la parola a sostegno dell’emendamento 2.18, rilevando come la proposta preveda che le detrazioni di cui alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 2 siano riconosciute solo per i soggetti di cui all’articolo 433 del codice civile, residenti in Italia. A parere dell’oratore, tale proposta consentirebbe di evitare possibili frodi ai danni dell’erario statale.

 

Con successive e separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 2.18 e 2.19.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) fa propri e ritira gli emendamenti 2.20 e 2.1/1.

 

A nome del proprio Gruppo, interviene in dichiarazione di voto favorevole sul subemendamento 2.1/2 (testo 2) il senatore POLLEDRI (LNP), il quale ne condivide le finalità di ampliamento della platea dei beneficiari in materia di determinazione degli assegni familiari, pur se esprime l’auspicio che, in caso di approvazione del subemendamento in esame, le provvidenze con esso disposte non finiscano per innescare un effetto di lunga permanenza dei soggetti in esso considerati presso il nucleo familiare di appartenenza.

 

Posto in votazione, il subemendamento 2.1/2 (testo 2) viene respinto.

 

In riferimento all’emendamento 2.1, presentato dal Governo, il sottosegretario GRANDI ne preannuncia la riformulazione in un testo 2.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) dichiara il voto contrario della propria parte politica sull’emendamento testé riformulato, criticando in particolare lo schema di copertura prescelto, interamente affidato a meccanismi sanzionatori in materia di importazione, distribuzione, installazione e utilizzazione di apparecchiature da intrattenimento. A suo giudizio sarebbe stato preferibile attingere alle maggiori entrate rinvenienti dalla lotta all’evasione fiscale, al fine di evitare ricadute negative sui percettori di redditi medio-bassi, quali, ad esempio, i pensionati.

 

In sede di dichiarazione di voto contrario a nome della propria parte politica sull’emendamento in esame, il senatore VEGAS (FI) si sofferma criticamente sulla previsione di cui alla lettera b) della proposta emendativa, che, a suo avviso, appare censurabile innanzitutto sotto il profilo formale, costituendo un’autentica "procura in bianco", per la quale non appare sufficientemente esplicitato il sistema di copertura previsto. Esprime inoltre netta contrarietà alla disciplina proposta alla lettera c), la quale, per ciò che concerne la determinazione dell’assegno familiare, equipara ai figli minori anche quelli di età inferiore a ventuno anni compiuti, purché studenti o apprendisti. A suo giudizio la ratio di tale distinzione non è assolutamente giustificabile, atteso che la situazione in cui versano giovani infraventunenni, in stato di disoccupazione, appare certamente meritevole di non minore tutela giuridica rispetto agli studenti e agli apprendisti. Critica severamente anche la scelta di ricorrere a meccanismi sanzionatori correlati all’uso di apparecchiature da intrattenimento per la copertura di una spesa che, in via di principio, si atteggia come permanente.

 

Condividendo le osservazioni da ultimo espresse dal senatore Vegas per quanto concerne la disparità di trattamento per i figli a carico, che non siano studenti o apprendisti, ai fini della determinazione dell’assegno familiare, il senatore ALBONETTI (RC-SE) invita il Governo a valutare l’opportunità di introdurre una disciplina più equilibrata.

 

Dopo che il sottosegretario GRANDI ha dichiarato la disponibilità dell’Esecutivo a provvedere in tal senso, il presidente MORANDO ricorda come riformulazioni di emendamenti di tale portata, che modificano la platea dei beneficiari delle misure ivi previste in termini di assegni familiari, necessitino di una apposita verifica per quel che concerne i profili di copertura degli oneri finanziari, che richiede ovviamente ulteriori approfondimenti.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Mercoledì 6 dicembre 2006

59a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella odierna seduta antimeridiana.

 

Sull’ordine dei lavori interviene il senatore AZZOLLINI (FI), il quale chiede che il ministro Visco venga a riferire in Commissione su alcune imprecisioni contenute nelle Tabelle soprattutto in riferimento al dato relativo alle entrate delle accise e dei tabacchi riferite al 2005. Ritiene inoltre che vi sia incongruità palese del dato relativo al maggior gettito del 2006, indicato in 37 miliardi.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) concorda con il senatore Azzollini, rilevando il palese errore contenuto nella Tabella trasmessa alla Commissione bilancio relativamente al differenziale positivo totale di 37 miliardi. Sottolinea l’incongruenza del valore delle entrate di accise e tabacchi per il 2005.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), condividendo quanto affermato dai senatori Azzollini e Baldassarri, auspica che il Governo trasmetta alla Commissione documenti contabili più attendibili.

 

Il presidente MORANDO rassicura i senatori che chiederà al Ministro di fornire indicazioni più chiare circa i dati contenuti nella Tabella trasmessa alla Commissione, e qualora risultassero errori materiali, di produrre le integrazioni e le opportune correzioni.

Avverte quindi che verrà posto in votazione l’emendamento 2.1 (testo 2).

 

Interviene incidentalmente il senatore EUFEMI (UDC), osservando che l’emendamento in questione è coerente con l’impostazione decisamente non condivisibile della legge finanziaria nel suo complesso, ed osserva che tale emendamento contiene due parti nettamente distinte. Nella prima parte sono contenute ulteriori detrazioni per i rapporti di lavoro a tempo determinato, una sostanziale delega in bianco per ulteriori rimodulazioni dei carichi detraibili e un timido tentativo di affrontare la questione delle famiglie numerose. In ordine a quest’ultimo aspetto, l’oratore osserva tra l’altro che aver posto il limite di 21 anni per i figli considerabili a carico del nucleo familiare ai fini delle detrazioni non tiene conto della fascia di età compresa tra i 21 e i 25 anni, cui le famiglie devono farsi carico senza possibilità di detrazione, neanche delle spese relative alla formazione.

A fronte di una politica così marcatamente sfavorevole alle famiglie, l’emendamento contiene nella seconda parte, quasi quale giustificazione etica della prima parte, una disciplina di inasprimento sanzionatorio nel settore dei giochi che non tiene conto del complesso sistema che caratterizza il settore sul quale la Commissione finanze del Senato aveva svolto, nel corso della XIV Legislatura, un’indagine conoscitiva. Ad avviso del relatore, risultano in questo modo penalizzate proprio le società più virtuose, già gravate da una fortissima pressione fiscale, mentre è completamente trascurato ogni tentativo di incidere nell’ambito delle illegalità e del sommerso attraverso un’intensificazione dei controlli.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) dichiara il voto favorevole del suo Gruppo rilevando che le riflessioni sulla famiglia debbano essere svolte tenendo conto dei profondi mutamenti sociali che l’istituto familiare attraversa e attuando una politica più generale di incoraggiamento ai giovani perché, attraverso mutui agevolati od altre provvidenze, possano lasciare presto la famiglia di origine per costruirne una nuova, invertendo una tendenza contraria che sembra prevalere in questi ultimi anni.

In riferimento alla questione dell’inasprimento delle sanzioni nel settore dei giochi, l’oratore osserva che, a fronte di un condivisibile inasprimento sanzionatorio nei confronti delle irregolarità commesse nel settore, è auspicabile una campagna informativa adeguata che coinvolga anche la scuola.

 

Il senatore CURTO (AN), nel dichiarare il voto contrario del suo Gruppo sull’emendamento, rileva che il Governo sta attuando una politica familiare scarsamente attenta ai problemi reali delle famiglie italiane, in particolare in riferimento a nuclei familiari allargati all’interno dei quali sono presenti soggetti maggiorenni ma, in quanto inoccupati, incapaci di costituire nuovi nuclei familiari. In riferimento alla seconda parte dell’emendamento, relativo all’inasprimento delle sanzioni nel settore dei giochi, il senatore Curto concorda con il senatore Eufemi, rilevando che il provvedimento colpisce solo i soggetti virtuosi e non coloro che operano nella illegalità.

 

Con il parere favorevole del relatore e del Governo, posto ai voti, risulta approvato l’emendamento 2.1 (testo 2).

 

Il PRESIDENTE ricorda che le proposte 2.22, 2.23 e 2.24 sono inammissibili.

 

Posti separatamente ai voti, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, risultano respinti gli emendamenti 2.25, 2.26, 2.27 e 2.28.

 

L’emendamento 2.29, fatto proprio dal senatore LEGNINI (Ulivo), viene ritirato, come pure risulta già ritirato l’emendamento 2.30.

 

Posto ai voti, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, risulta respinto l’emendamento 2.31.

 

Il PRESIDENTE ricorda che l’esame dell’emendamento 2.33 è stato accantonato per essere esaminato insieme all’emendamento 15.0.1. Avverte altresì che si passerà alla votazione dell’emendamento 2.34.

 

Il senatore FERRARA (FI), intervenendo in dichiarazione di voto, rileva che l’emendamento risponde alla stessa logica che caratterizza altri emendamenti presentati dall’opposizione, tutti tesi a rivalutare l’istituto familiare non soltanto nelle enunciazioni di principio, ma anche nelle scelte concrete di politica economica. L’oratore, dopo aver ricostruito i presupposti storici e giuridici che giustificano il ruolo centrale della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio e quale struttura fondamentale della società civile, rileva che le scelte dell’attuale maggioranza non consentono alla famiglia di svolgere la funzione riconosciutale dalla Costituzione, perché la privano dei sussidi necessari per poter sopravvivere. L’oratore, mostrandosi disponibile a modificare l’emendamento, prevedendo anche un tetto di detraibilità, auspica nello stesso tempo che il Governo convenga sull’opportunità di offrire un aiuto concreto alle famiglie numerose.

 

Il senatore FRUSCIO (LNP) sollecita l’opposizione a manifestare maggiore sensibilità nei confronti di un intervento normativo quale quello contenuto nell’emendamento in esame, teso a tutelare le famiglie più numerose, attraverso la previsione di un regime di detraibilità di alcune spese di prima necessità che oltretutto, ad avviso dell’oratore, non incidono in modo eccessivamente pesante sul bilancio dello Stato.

 

Posto ai voti, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, è respinto l’emendamento 2.34.

 

Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti 2.36, 2.37 e 2.38 sono stati accantonati per essere esaminati insieme all’emendamento 18.41.

 

L’emendamento 2.39 è ritirato dal senatore ALBONETTI (RC-SE).

 

Posti separatamente ai voti, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, gli emendamenti 2.40, 2.41, 2.42, 2.43, 2.44 e 2.45 risultano respinti.

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto in votazione l’emendamento 2.46.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), dichiarando il voto favorevole del suo Gruppo sull’emendamento in questione, osserva che esso risponde all’esigenza di sostenere e incoraggiare l’istituto familiare anche nel momento fondante rappresentato dal matrimonio, in questo modo venendo incontro soprattutto alle esigenze delle giovani coppie.

 

Il senatore VEGAS (FI) dichiara di ritirare la propria firma all’emendamento.

 

Con separate votazioni, risultano respinti gli emendamenti 2.46, 2.47, 2.48 e 2.49.

 

Il PRESIDENTE ricorda che l’emendamento 2.50 è stato accantonato nella scorsa seduta per essere esaminato insieme all’emendamento 15.0.1.

 

Posti ai voti, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, risultano altresì respinti, a seguito di separate votazioni, gli emendamenti 2.52, 2.53 e 2.55, essendo ritirato dal senatore BARBOLINI (Ulivo) l’emendamento 2.54.

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto ai voti l’emendamento 2.56.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), nel dichiarare il voto favorevole del suo Gruppo sull’emendamento 2.56, rileva che esso si configura conforme ad una politica finanziaria in favore della famiglia. Dopo aver ritenuto che, a differenza della maggioranza di centro-sinistra, le forze politiche di centro-destra hanno, come riferimento, la famiglia fondata sul matrimonio e tutelata dall’articolo 29 della Costituzione che la definisce società naturale, mette in luce la coerenza interna dell’emendamento in questione, il quale mira a sostenere il nucleo familiare in numerose fasi della sua esistenza.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), nel dichiarare il voto favorevole del suo Gruppo nei confronti dell’emendamento, rileva che la proposta in esame, oltre ad avere come punto di riferimento la famiglia così come disciplinata all’articolo 29 della Costituzione, è condivisibile perché configura l’istituto della deduzione fiscale come strumento efficace anche a fini antievasivi e perché risponde alla filosofia che caratterizza tutte le liberaldemocrazie, in base alla quale lo Stato non è necessariamente l’unico elargitore di beni e servizi essenziali, potendo la società civile assolvere ai bisogni fondamentali dei cittadini in una logica di coerente attuazione del principio di sussidiarietà verticale.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo), pur dichiarando di condividere nel merito i singoli emendamenti presentati dall’opposizione a sostegno della famiglia, ritiene che essi siano disarticolati rispetto all’impianto complessivo dell’articolo 2 del disegno di legge finanziaria, che risponde all’esigenza di avvantaggiare i ceti meno abbienti, di accrescere la capacità di consumo e di reddito dei cittadini e di introdurre elementi di equità.

 

Previa verifica del numero legale, richiesta dai senatori dell’opposizione, con il parere contrario del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è respinto l’emendamento 2.56.

 

Vengono altresì ritirati gli emendamenti 2.59, 2.61, 2.62 e 2.63.

 

Con il parere contrario del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, è respinto l’emendamento 2.60.

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto in votazione l’emendamento 2.107.

 

Il senatore VALDITARA (AN) auspica l’approvazione dell’emendamento in questione, che è volto a recuperare i gravi tagli che il disegno di legge finanziaria per il 2007 ha previsto per il settore scientifico e per l’Università, in riferimento ai quali sono state espresse valutazioni particolarmente negative dalla stessa Conferenza dei Rettori. L’oratore osserva che una riduzione così radicale delle spese per consumi essenziali rischia di paralizzare il settore universitario, destinando così il Paese ad un inevitabile declino culturale. L’oratore osserva che l’emendamento si propone di recuperare delle risorse intervenendo sulla disciplina fiscale delle società cooperative, equiparandola in parte a quella delle altre società.

 

Posto ai voti, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, l’emendamento 2.107 e respinto.

 

Il senatore TADDEI (FI) dichiara il proprio voto favorevole sull’emendamento 2.64, finalizzato ad accrescere i trasferimenti erariali a favore dei Comuni e, più in generale, a tener conto delle esigenze finanziarie manifestate dalle amministrazioni locali. Su tale proposta auspica una intesa trasversale delle forze politiche.

 

Dichiara il proprio voto favorevole il senatore BALDASSARRI (AN), che ritiene opportuno limitare il taglio operato nei confronti delle amministrazioni territoriali, tanto più alla luce delle maggiori entrate tributarie registrate nel 2006 rispetto alle previsioni.

 

L’emendamento 2.64 è indi posto ai voti e respinto.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) fa proprio l’emendamento 2.65 e successivamente lo ritira.

 

Dopo che il PRESIDENTE ha ricordato che l’emendamento 2.66 è inammissibile, il senatore EUFEMI (UDC), dichiara il proprio voto favorevole sull’emendamento 2.67 richiamando l’esigenza di introdurre misure in favore delle famiglie.

 

In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge indi gli emendamenti 2.67 e 2.68.

 

I senatori CAFORIO (Misto-IdV) e LEGNINI (Ulivo) sottoscrivono, rispettivamente, gli emendamenti 2.69 e 2.70, e li ritirano.

 

Sono indi posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 2.71 e 2.72.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE), preso atto con favore della presentazione da parte del relatore del subemendamento 2.75/6, volto a recepire in parte i contenuti degli emendamenti 18.2137, 18.2140, 18.2143, 18.2144 e 18.2149, nonché del subemendamento 2.75/2, dichiara di ritirare le richiamate proposte.

 

Il senatore FERRARA (FI) fa proprio l’emendamento 2.73 per ribadire le critiche della propria parte politica nei confronti delle disposizioni recate nel disegno di legge finanziaria in tema di trattamento di fine rapporto. In proposito, dichiara di ritenere eccessivamente ottimistica la quantificazione delle entrate, pari a circa 5,8 miliardi di euro, che deriverebbero da tale normativa.

Ritiene poi che il subemendamento 2.75/6, presentato dal relatore, non accoglie i contenuti principali recati dalla proposta emendativa in votazione.

 

Ha indi la parola il senatore ALBONETTI (RC-SE), il quale tiene a precisare che il voto contrario del suo Gruppo sull’emendamento 2.73 è motivato dall’esigenza di aderire alla proposta del relatore. In proposito, giudica favorevolmente che nel subemendamento 2.75/6 del relatore si preveda un ampio coinvolgimento del Parlamento, al quale il Ministro dell’economia è tenuto a trasmettere una relazione annuale contenente i dati sulla costituzione e sui rendimenti delle forme pensionistiche complementari.

Infine, preannuncia sin d’ora il proprio orientamento favorevole nei confronti del subemendamento 2.75/6/1.

 

L’emendamento 2.73 è posto ai voti e respinto.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) aggiunge la propria firma all’emendamento 2.74, che riformula in un nuovo testo (2.74 testo 2) aderendo alle indicazioni del relatore.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) esprime la propria contrarietà in ordine all’emendamento 2.74 (testo 2), atteso che esso è a suo avviso volto ad estendere il regime delle deduzioni recate nel Testo unico delle imposte sui redditi ai familiari dei lavoratori residenti all’estero, senza prevedere alcun obbligo di convivenza.

Si tratta, prosegue l’oratore, di una novità rispetto a quanto previsto dalla legislazione vigente, che pone evidenti e gravose implicazioni finanziarie. In proposito, i benefici fiscali verrebbero estesi ad un’ampia platea di contribuenti, come confermano taluni dati diffusi dall’ISTAT per il 2005, dai quali si evince che i lavoratori extra-comunitari con familiari all’estero sono circa 900.000.

 

Il senatore FERRARA (FI) chiede di sapere se, con riferimento all’emendamento 2.74 (testo 2), siano state effettuate le opportune verifiche di ordine finanziario.

 

Secondo il senatore VEGAS (FI) la proposta emendativa opera una modifica sostanziale rispetto alla legislazione vigente, per la quale i benefici fiscali sono subordinati all’effettiva convivenza dei familiari, che rende necessario un approfondimento da parte del Governo in ordine agli effetti finanziari.

 

Il sottosegretario GRANDI, pur ritenendo che la norma abbia un carattere meramente interpretativo, dichiara la propria disponibilità a svolgere una verifica in tal senso.

 

Per dichiarazione di voto sull’emendamento 2.74 (testo 2), interviene il senatore TECCE (RC-SE), il quale ne sottolinea il rilievo, precisando al contempo che essa non amplia la platea degli aventi diritto, bensì si limita ad operare una semplificazione amministrativa con riferimento alla documentazione richiesta.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) esprime la propria contrarietà nei confronti dell’emendamento 2.74 (testo 2), che a suo avviso necessiterebbe di una idonea copertura. Giudica peraltro censurabile che la maggioranza, dopo aver espresso la propria indisponibilità nei confronti di importanti proposte emendative adducendo la loro eccessiva onerosità non mostri in questa occasione altrettanto rigore.

Del resto, rileva che qualora la norma avesse un carattere meramente ordinamentale, essa dovrebbe essere dichiarata improponibile.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) tiene a precisare di avere espresso il parere favorevole sulla richiamata proposta emendativa nel presupposto dell’assenza di oneri finanziari.

 

Il presidente MORANDO, pur ritenendo che l’emendamento in esame non necessiti di copertura finanziaria, ne dispone l’accantonamento, onde consentire all’Esecutivo di svolgere le opportune valutazioni.

 

E’ indi posto ai voti il subemendamento 2.75/1, che la Commissione non accoglie.

 

Dopo che il PRESIDENTE ha ricordato che il subemendamento 2.75/2 è stato ritirato, interviene il relatore MORGANDO (Ulivo), il quale dichiara di modificare il parere precedentemente reso con riferimento al subemendamento 2.75/3. In particolare, l’orientamento è favorevole a condizione di una sua riformulazione volta a sopprimerne il secondo periodo.

 

Onde consentire al Governo di svolgere un approfondimento sull’eventuale riformulazione del subemendamento 2.75/3, il PRESIDENTE ne dispone l’accantonamento. Al riguardo, ritiene infatti opportuna una puntuale valutazione delle implicazioni finanziarie che deriverebbero dall’estensione della normativa del silenzio-assenso in materia di conferimento dei trattamenti di fine rapporto al personale dipendente delle pubbliche amministrazioni. Precisa che il subemendamento ha portata normativa autonoma e che, pertanto, non sarà esaminato con riferimento all’emendamento 2.75.

 

Il senatore VEGAS (FI) paventa il rischio che le disposizioni recate nella proposta subemendativa presentino profili di incostituzionalità, destinati a determinare un conseguente contenzioso.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) fa presente di aver sollecitato la riformulazione del subemendamento 2.75/3 nell’ottica di un migliore coordinamento fra la normativa nazionale e quella regionale.

 

Per dichiarazione di voto sul subemendamento 2.75/4 (testo 2), ha la parola il senatore FERRARA (FI), il quale sottolinea che, a suo giudizio, esso non ha alcuna portata innovativa.

 

In esito a distinte votazioni, la Commissione accoglie il subemendamento 2.75/4 (testo 2) riformulato al fine di eliminare la copertura finanziaria in quanto ultronea e respinge il subemendamento 2.75/5.

 

Il PRESIDENTE avverte che il senatore Polledri ha presentato una proposta emendativa al subemendamento 2.75/6 (2.75/6/1), volta a prevedere che la relazione contenente i dati relativi alla costituzione e ai rendimenti delle forme pensionistiche complementari, da trasmettere annualmente al Parlamento, sia adottata dal Ministro dell’economia con il concerto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Dà indi la parola al relatore e al rappresentante del Governo per l’espressione dei relativi pareri.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere favorevole, a condizione che la richiamata relazione sia adottata "sentito" il Ministro del lavoro, e non "con il concerto" di quest’ultimo.

 

Il sottosegretario SARTOR esprime parere conforme.

 

Il senatore STIFFONI (LNP), stante l’assenza del proponente, aggiunge la propria firma al subemendamento 2.75/6/1, dichiarando la propria indisponibilità ad una sua riformulazione.

 

Dopo che il senatore FERRARA (FI) ha espresso rammarico per la posizione espressa dal relatore e dal rappresentante del Governo, prende la parola il presidente MORANDO, che dichiara il proprio orientamento favorevole nei confronti della subemendamento 2.75/6/1, giudicando condivisibile il riferimento al "concerto" del Ministero del lavoro.

 

Alla luce delle argomentazioni svolte, il relatore MORGANDO modifica il proprio orientamento sul subemendamento 2.75/6/1, esprimendo parere favorevole.

 

Il sottosegretario SARTOR si rimette alla Commissione.

 

Il subemendamento 2.75/6/1 è indi posto ai voti e approvato.

 

Con il parere favorevole del RELATORE e del Rappresentante del GOVERNO e previa dichiarazione di voto contrario da parte del senatore FERRARA (FI), posto ai voti, è approvato il subemendamento 2.75/6 con le modifiche conseguenti all’accogliemento del subemendamento 2.75/6/1.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime il proprio assenso sull’emendamento 2.75, il quale, tra l’altro, estende le funzioni della COVIP, che si occuperà anche delle forme pensionistiche complementari avviate con la cosiddetta Legge Dini.

 

Il senatore VEGAS (FI), nell’annunciare il proprio voto contrario, ritiene che il trasferimento del TFR all’INPS solleva una serie di problemi sia sotto il profilo del trattamento pensionistico, sia, più in generale, sugli aspetti contabili sui quali è fondata la manovra di finanza pubblica. In particolare, oltre ad un indubbio impatto negativo sui lavoratori, occorre tener conto che la scelta appare orientata verso i fondi pensionistici già esistenti; in tal modo, però, si determina una sorta di monopolio dei fondi previdenziali il cui rendimento rischia di essere inferiore rispetto ad un sistema più aperto.

Infine, l’emendamento 2.75 appare criticabile anche in quanto sottrae risorse all’obiettivo dello sviluppo, soprattutto tenendo conto degli effetti negativi che si determinerebbero nel mercato immobiliare interno.

 

Il senatore PETERLINI (Aut) esprime la propria condivisione nei confronti dell’emendamento 2.75, il quale, anticipando al 1° gennaio 2007 il decollo della previdenza complementare, concorre a risolvere la pesante situazione previdenziale che grava su un numero sempre crescente di lavoratori, soprattutto appartenenti alle fasce generazionali più giovani. L’esigenza di tale anticipazione temporale emerge in modo evidente dal dato secondo il quale soltanto il 12-13 per cento dei lavoratori è iscritto ai fondi in questione.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), nel dichiarare il proprio dissenso sull’emendamento 2.75, ribadisce che la maggioranza non ha un orientamento coerente in quanto da un lato prevede l’anticipazione al 1° gennaio 2007 dei fondi di previdenza complementare e dall’altro prevede il trasferimento all’INPS del TFR. Inoltre, se è pur condivisibile l’obiettivo di favorire la realizzazione di infrastrutture, non si può aderire al meccanismo prefigurato dal Governo in quanto l’impiego del TFR a tale scopo non solo è costituzionalmente illegittimo senza consenso da parte dei lavoratori, ma rappresenta una forma di copertura e non un taglio del deficit.

Peraltro, all’anticipazione temporale che si è descritta non corrisponde un mutamento del termine entro il quale i lavoratori dovrebbero esercitare l’opzione, termine che risulta ancora fissato al luglio 2007. Infine, il trasferimento del TFR all’INPS attraverso l’istituzione di un apposito fondo solleva forti perplessità in quanto lo stesso ente sembra privo delle necessarie capacità gestionali.

 

Il senatore FRUSCIO (LNP) esprime il proprio voto contrario sull’emendamento 2.75, richiamando la giurisprudenza costituzionale e di merito che, nell’attribuire al TFR una valenza sia previdenziale che retributiva, afferma il principio della sua intangibilità. Tale principio risulta, tuttavia, derogato dall’emendamento in questione, il quale, tra l’altro, determinerebbe un trasferimento del TFR a titolo oneroso. Per tali ragioni, auspica che la Corte dei conti approfondisca gli oneri che sarebbero associati a tale operazione e che appaiono di gran lunga superiori rispetto a quelli che si sarebbero sostenuti ricorrendo a meccanismi di indebitamento presso il mercato finanziario.

 

Ad avviso del senatore EUFEMI (UDC) l’emendamento 2.75 si inserisce nella logica del "grande scambio" con il mondo imprenditoriale e prospetta un’operazione che reputa sciagurata. Infatti, la proposta riguardante il trasferimento del TFR all’INPS si accompagna ad una serie di dati negativi sulla adesione dei lavoratori ai fondi di previdenza complementare che è assai dubbio che possano essere effettivamente rilanciati per effetto di tale meccanismo.

In particolare, l’emendamento di iniziativa governativa, se approvato, innescherebbe conseguenze negative nei confronti dei lavoratori, ma anche nei confronti delle stesse imprese in quanto non appare ragionevole la discriminazione tra imprese con più o meno di 50 addetti per far scattare il meccanismo descritto. A ciò si aggiunga che l’anticipazione del decollo della previdenza complementare al 1° gennaio 2007 è del tutto inutile se non è accompagnata da una riforma più organica della materia e la destinazione del TFR all’INPS rischia di risolversi in un’ulteriore creazione di debito pubblico.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE), nell’annunciare il voto favorevole dei senatori di Rifondazione comunista, ritiene che le misure contenute nell’emendamento 2.75 siano realistiche e si inseriscono all’interno degli ambiziosi obiettivi che il Governo persegue con la manovra di finanza pubblica per il 2007. Inoltre, il trasferimento del TFR all’INPS non configura affatto un esproprio, ma si muove invece proprio nell’ottica di salvaguardare la posizione dei lavoratori che molto spesso sono stati danneggiati aderendo a fondi di previdenza complementare.

 

Posto ai voti, l’emendamento 2.75 è quindi approvato nel testo risultante a seguito dell’accoglimento di subemendamenti.

 

Apprezzate le circostanze, il PRESIDENTE propone di rinviare le votazioni restanti emendamenti all’articolo 2 ad altra seduta.

 

La Commissione conviene ed il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 

La seduta termina alle ore 20.30.

 


BILANCIO(5a)

Mercoledì 6 dicembre 2006

60a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana.

 

Il senatore VEGAS (FI), intervenendo sull’ordine dei lavori, chiede chiarimenti circa la notizia, circolata nelle ultime ore, relativa alla fissazione di una riunione del Consiglio dei ministri con la quale sarà assunta la decisione di porre la questione di fiducia su un maxiemendamento governativo, riferito al disegno di legge finanziaria.

 

Il presidente MORANDO precisa che la Presidenza opererà nella prospettiva di garantire lo svolgimento di un’adeguata istruttoria in Commissione, estesa a tutte le proposte emendative presentate sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Va in particolare evidenziato che è intenzione delle forze politiche di maggioranza completare l’esame in sede referente, in ossequio alle esigenze di trasparenza della produzione normativa, e va peraltro dato atto che anche le forze politiche di opposizione non hanno finora assunto atteggiamenti ostruzionistici.

 

Il sottosegretario D’ANDREA evidenzia che l’Esecutivo ha rinunciato all’esercizio della facoltà di presentazione tardiva degli emendamenti governativi - prevista dal Regolamento - proprio al fine di favorire la conclusione dell’iter istruttorio in Commissione.

 

Il senatore VEGAS (FI) prende atto delle dichiarazioni del Presidente e del sottosegretario D’Andrea, esprimendo apprezzamento per la volontà di garantire spazio adeguato all’attività della Commissione.

 

Si passa alla votazione degli emendamenti, a partire dalla proposta emendativa 2.76, che dopo essere stata fatta propria dal senatore LEGNINI (Ulivo) viene ritirata dallo stesso.

 

Dopo che la Commissione ha respinto l’emendamento 2.77, il presidente MORANDO ricorda che gli emendamenti 2.78 e 2.79 sono stati in precedenza accantonati, per essere trattati contestualmente all’emendamento 5.1, come è stato in precedenza accantonato l’emendamento 2.81, la cui trattazione sarà anch’essa svolta successivamente, insieme a quella relativa all’emendamento 15.0.1.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) ritira l’emendamento 2.82, dopo averlo fatto proprio, e successivamente la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) ritira la proposta emendativa 2.83.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 2.84, sottolineando la ratio sottesa allo stesso.

 

Posto ai voti, l’emendamento 2.84 viene respinto.

 

Dopo che il presidente MORANDO ha ricordato che gli emendamenti 2.85, 2.86 e 2.87 sono stati precedentemente accantonati, il senatore LEGNINI (Ulivo) ritira l’emendamento 2.88.

 

Con successive votazioni, vengono respinti gli emendamenti 2.89, 2.92 e 2.93.

 

Il presidente MORANDO ricorda che l’esame dell’emendamento 2.96 è stato in precedenza accantonato, e che lo stesso sarà svolto contestualmente a quello della proposta emendativa 15.0.1.

 

Dopo che l’emendamento 2.97, posto ai voti, è stato respinto dalla Commissione, il presidente MORANDO precisa che - come già deciso nella seduta antimeridiana - la trattazione dell’emendamento 2.98 è stata accantonata e verrà effettuata contestualmente a quella dell’emendamento 5.1.

 

Con separate votazioni, vengono poi respinti gli emendamenti 2.99, 2.100 e 2.103.

 

Dopo che il senatore BARBOLINI (Ulivo) ha ritirato l’emendamento 2.104, il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull’emendamento 2.105, evidenziando che lo stesso riconosce alle casalinghe, per eventi di parto, la possibilità di detrarre dal bilancio familiare le spese sostenute per una collaboratrice domestica, nel lasso di tempo compreso tra i due mesi precedenti e i tre mesi successivi all’evento stesso.

 

Con separate votazioni vengono quindi respinti gli emendamenti 2.105 e 2.106.

 

Il PRESIDENTE, su proposta del relatore MORGANDO (Ulivo), fa presente che verrà effettuata la trattazione dell’emendamento 2.17, precedentemente accantonato.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) invita il presentatore al ritiro dell’emendamento 2.17, in quanto lo stesso è sostanzialmente riconducibile alla tematica degli incapienti, oggetto di altri emendamenti.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) non aderisce alla proposta di ritiro formulata dal relatore e ricorda che l’emendamento 2.17 ha il fine di garantire la possibilità di fruire della detrazione per figli a carico anche a favore dei genitori affidatari che non potrebbero beneficiarne per limiti di reddito.

 

Dopo che il sottosegretario GRANDI ha dichiarato di concordare con le opinioni testé espresse dal relatore in ordine all’emendamento 2.17, la senatrice RUBINATO (Aut) prospetta la possibilità di una riformulazione di tale proposta emendativa, che potrebbe a suo avviso dare risposta alle istanze segnalate dal senatore Ciccanti e raccogliere così una convergenza tra maggioranza e opposizione.

 

Al fine di consentire l’eventuale rielaborazione del testo normativo in questione, prospettata dalla senatrice Rubinato, il presidente MORANDO dispone che la trattazione di tale proposta emendativa rimanga temporaneamente accantonata.

 

Si passa all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del disegno di legge n. 1183 (pubblicati separatamente nel fascicolo contenente il riepilogo generale degli emendamenti presentati alla 5a Commissione permanente e riferiti all’atto Senato n. 1184 e all’atto Senato n. 1183).

 

Il Presidente MORANDO (Ulivo) dichiara quindi l'inammissibilità degli emendamenti 3.5, 3.208, 3.210, 3.221, 3.306, 3.216, per estraneità di materia e degli emendamenti 3.4, 3.7, 3.12, 3.13, 3.14, 3.16, 3.17, 3.23, 3.44 (limitatamente alla lettera b)), 3.400 (limitatamente alla lettera b)), 3.66, 3.67, 3.69, 3.93, 3.94 (limitatamente al comma 15-quinquies), 3.98, 3.103, 3.106, 3.107, 3.116, 3.124, 3.125, 3.126, 3.127, 3.133, 3.152 (limitatamente alle parole "e 23-bis"), 3.153 (limitatamente alle parole "e 23-bis"), 3.1/4, 3.156 (limitatamente al comma 1), 3.162, 3.166, 3.175 (limitatamente alla lettera c)), 3.176 (limitatamente alla lettera c)), 3.177 (limitatamente alla lettera c)), 3.178 (limitatamente alla lettera c)), 3.180 (limitatamente alla lettera a)), 3.192, 3.195, 3.200, 3.201, 3.209, 3.222, 3.229, 3.230, 3.231, 3.242, 3.243, 3.244, 3.271, 3.272, 3.273, 3.274, 3.292, 3.293, 3.294, 3.295, 3.296, 3.297, 3.307, 3.308, 3.0.8, 3.0.11, in quanto privi della necessaria copertura finanziaria.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), nel rilevare preliminarmente l'esigenza che il Governo fornisca adeguati chiarimenti in ordine agli emendamenti che presentano profili di mancata copertura finanziaria, procede a illustrare l'emendamento 3.3, sottolineando il carattere vessatorio ed inefficace della norma di cui si propone la soppressione. In particolare, evidenzia che la norma è destinata a generare un quadro di confusione nel panorama normativo vigente, posto che l'andamento positivo sulle entrate rende inspiegabile la riforma complessiva della disciplina concernente gli studi di settore. Sottolinea, infine, oltre alla violazione delle norme inerenti alla tecnica redazionale delle novelle, il carattere retroattivo delle disposizioni tributarie, in aperto contrasto, a suo avviso, con gli indirizzi che la maggioranza ha recentemente espresso con l'approvazione di ordini del giorno.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra brevemente l'emendamento 3.6, delineandone i contenuti e le finalità.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), dopo aver svolto considerazioni critiche sul contesto dell'articolo 3, volto a determinare pesanti accertamenti fiscali sui contribuenti attraverso il compimento di onerosi adempimenti, passa ad illustrare i subemendamenti 3.2/1 e 3.2/2, sottolineando l'importanza e l'efficacia delle norme attualmente vigenti in tema di contabilità ordinaria e la necessità di correggere le disposizioni che si vorrebbero introdurre con l'emendamento governativo 3.2. Illustra infine l'emendamento 3.8, evidenziandone i caratteri più salienti.

 

Il senatore FERRARA (FI), ripercorrendo le tappe evolutive della normativa concernente gli studi di settore, illustra gli emendamenti 3.10 e 3.11 (testo 2).

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) passa ad illustrare l'emendamento 3.18, osservando che esso è volto a favorire le istanze del cittadino contribuente, nonostante questo determini effetti retroattivi.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), nell’illustrare l’emendamento 3.22, lamenta l’approccio approssimativo del Governo alla questione dell’applicazione degli studi di settore, tanto più che non sono state coinvolte in maniera adeguata le associazioni di categoria. Permangono, a suo avviso, numerose criticità, atteso che gli strumenti di contrasto all’evasione previsti dal Governo si configurano disomogenei e poco innovativi. Rimarca poi la violazione della legge n. 212 del 2000, cosiddetto "Statuto del contribuente".

 

Sull’emendamento 3.24 interviene in sede di illustrazione il senatore FERRARA (FI) il quale chiede altresì chiarimenti al Governo sul significato del comma 2 dell’articolo 3 con riferimento all’elaborazione di "valori di coerenza" risultanti da specifici indicatori.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) dà conto dell’emendamento 3.26, rilevando l’esistenza di due opposte concezioni sulla lotta all’evasione fiscale. I meccanismi previsti a tal fine dal Governo si dimostrano – a suo giudizio – fragili ed incerti, suscettibili di pregiudicare i principi fondamentali di retroattività delle norme in materia tributaria e di certezza del diritto.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 3.31, ribadendo la necessità che nell’elaborazione di nuovi indicatori per l’elaborazione degli studi di settore siano adeguatamente coinvolte le categorie interessate.

 

A riguardo prende la parola anche il senatore FRUSCIO (LNP), il quale espone le sue forti riserve in ordine alle misure disposte dal Governo e ribadisce la necessità di garantire l’irretroattività delle norme tributarie nell’interesse della credibilità del sistema fiscale nel suo complesso.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra gli emendamenti 3.33, volto a limitare l’applicazione degli studi di settore ai soggetti che non risultano congrui e coerenti, 3.46, finalizzato ad escludere dall’operatività degli studi di settore i giovani al di sotto dei 25 anni nel caso di titolari di ditte individuali, 3.49, orientato a rimodulare il calcolo della congruità dell’attività professione rispetto agli studi di settore, nonché 3.59, soppressivo del comma 10, lettera b) dell’articolo 3.

 

Con riferimento all’emendamento 3.64 il senatore ALBONETTI (RC-SE) suggerisce di apportare alcune correzioni al comma 4, sostituendo le cifre indicate in lire con l’opportuno valore riportato in euro.

 

Il senatore CURTO (AN) osserva incidentalmente che le misure fiscali in esame sono ispirate più a criteri vessatori che a principi di equità fiscale.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) ritira l’emendamento 3.74.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) dopo aver svolto una breve illustrazione dell’emendamento 3.79, finalizzato ad innalzare la soglia da cui scattano le sanzioni per l’inesatta indicazione dei dati rilevanti per gli studi di settore, ritira l’emendamento 3.90.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) ritira altresì l’emendamento 3.91.

 

Dopo che il senatore POLLEDRI (LNP) ha illustrato l’emendamento 3.95, prende la parola il senatore AZZOLLINI (FI) sull’emendamento 3.104 (testo 2) volto a differire di un anno le modifiche disposte sugli studi di settore.

 

A tal proposito forniscono brevi chiarimenti il presidente MORANDO e il sottosegretario GRANDI.

 

La senatrice BONFRISCO (FI) dà conto dell’emendamento 3.108 in materia di criteri per il controllo sulla deducibilità delle spese mediche, nel rispetto della tutela della privacy.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) aggiunge la firma sull’emendamento 3.108.

 

Dopo una breve illustrazione dell’emendamento 3.111 da parte della senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), il senatore POLLEDRI (LNP) prende la parola sugli emendamenti 3.117 e 3.121 a sua firma.

 

Sugli emendamenti 3.144 e 3.146 interviene il senatore LUSI (Ulivo), il quale rileva l’opportunità di inasprire le sanzioni amministrative per l’esercizio abusivo dell’attività di mediatore nel settore immobiliare.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) dà conto dell’emendamento 3.147 in materia di detrazione delle spese di mediazione sostenute per la vendita di un bene immobile, sottolineando i possibili effetti di emersione di attività sommerse.

 

Sugli emendamenti 3.150 e 3.151 (testo 2) prende la parola in sede di illustrazione il senatore FERRARA (FI), che rivolge altresì alcuni quesiti al Governo.

 

Dopo che il senatore EUFEMI (UDC) ha illustrato l’emendamento 3.154, il relatore MORGANDO (Ulivo) ritira l’emendamento 3.1.

 

Conseguentemente, il presidente MORANDO comunica che i subemendamenti 3.1/1, 3.1/2 e 3.1/3 sono dichiarati decaduti, in quanto riferiti all’emendamento testé ritirato dal relatore Morgando.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra quindi gli emendamenti 3.156 (per la parte ammissibile), 3.157, 3.158, 3.159, 3.160 e 3.161, rilevando l’opportunità di ridurre la presenza di videogiochi e altre macchina analoghe nelle sale destinate al bingo, al fine di limitare la diffusione delle attività connesse al gioco.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) illustra l’emendamento 3.164, finalizzato a dare concreta attuazione ad un ordine del giorno su cui il Governo si era dichiarato, a suo tempo, favorevole.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) nell’illustrare l’emendamento 3.183 si sofferma sul tema della razionalizzazione dei provvedimenti che comportano l’erogazione di sanzioni per i cittadini che trasmettono in ritardo le dichiarazioni fiscali per cause ad essi non imputabili.

 

Prende la parola il senatore BARBOLINI (Ulivo) il quale presenta una riformulazione dell’emendamento 3.174 in un testo 2.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) si sofferma poi sul contenuto e sulle finalità sottese all’emendamento 3.194.

 

Vengono infine dati per illustrati tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 3, esaminati nel corso della seduta, a partire dall’emendamento 3.2 fino all’emendamento 3.155.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 


BILANCIO(5a)

Giovedì 7 dicembre 2006

61a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

indi del Vice Presidente

LEGNINI

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella seduta notturna di ieri sono stati illustrati gli emendamenti riferiti all’articolo 3, fino all’emendamento 3.155 compreso. Avverte pertanto che si proseguirà nell’illustrazione dei restanti emendamenti riferiti al medesimo articolo (pubblicati separatamente nel fascicolo contenente il riepilogo generale degli emendamenti presentati alla 5a Commissione permanente e riferiti all’atto Senato n. 1184 e all’atto Senato n. 1183).

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 3.225, precisando che tale proposta risulta comunque coerente con il regime ordinario previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, prevedendo tuttavia la possibilità di applicare all’opzione di cui all’articolo 32-bis il nuovo regime fiscale. Illustra quindi l’emendamento 3.228, volto ad abrogare il termine di versamento della prima rata, fissato al 27 dicembre 2006, previsto al citato articolo 32-bis del Decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, auspicandone l’accoglimento. Illustra inoltre dettagliatamente l’emendamento 3.248, richiamando l’attenzione della Commissione sul fatto che la possibilità di rispettare i termini di adempimento, quali definiti dal decreto legge 223 del 2006 appare estremamente difficoltosa. A tal fine, la proposta in questione mira ad anticipare i termini al fine di rendere più agevole il corretto adempimento degli obblighi tributari.Riferisce poi di aver ricevuto numerose segnalazioni in ordine al proliferare di avvisi di pagamento riferiti all’anno 2001, relativi a pretesi mancati adempimenti, da realizzarsi attraverso il cosiddetto modulo F24. Tali avvisi sembrerebbero risultare privi di fondamento. Sul punto richiama vivamente l’attenzione del rappresentante del Governo.

 

Il sottosegretario GRANDI prende atto della segnalazione del senatore Eufemi, assicurando che verranno effettuate le opportune verifiche.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra l’emendamento 3.253 auspicandone l’accoglimento in quanto ispirato ad una logica di buon senso.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 3.256, volto a reintrodurre nella fase impositiva il principio della valenza probatoria della ricevuta di presentazione della dichiarazione.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) illustra l’emendamento 3.304 auspicandone fortemente l’accoglimento, in quanto, diversamente, si correrebbe il rischio di incrementare in modo significativo la presenza di società di comodo, attesa l’impossibilità di rispettare il valore del 4 per cento per i beni situati in comuni con popolazioni inferiori a 20 mila abitanti come previsto nel provvedimento in esame.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) illustra l’emendamento 3.0.13.

 

Tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 3, nonché quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo il medesimo articolo, sono quindi dati per illustrati.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) ritira l’emendamento 3.0.5.

 

Si passa all’espressione dei pareri del Relatore e del Governo sugli emendamenti riferiti all’articolo 3.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sugli emendamenti 3.3 e 3.6 e 3.8 nonché sui subemendamenti 3.2/1 e 3.2/2. Al senatore FERRARA (FI), che domandava maggiori chiarimenti in ordine alle ragioni di un parere contrario sull’emendamento 3.32, il relatore MORGANDO (Ulivo) precisa che tale proposta appare ispirata da ragioni in astratto certamente condivisibili, con riguardo ai principi di certezza del diritto, particolarmente sul versante tributario ed in particolare con riguardo all’irretroattività delle norme giuridiche. Osserva tuttavia che gli aspetti problematici appaiono comunque pienamente ammissibili sul piano formale, in quanto sorretti da specifiche deroghe, rilevando che si tratta in ogni caso di aspetti episodici e marginali che non incidono sul rispetto del principio dell’irretroattività nel suo complesso. Osserva infine che la scelta politica di rafforzare la lotta all’evasione fiscale si pone proprio nel solco del ripristino di un più equo rapporto impositivo.

Dopo aver espresso parere favorevole sull’emendamento 3.2 del Governo, invita a ritirare gli emendamenti 3.9, 3.10, 3.11 (testo 2), 3.15, da 3.33 a 3.37, da 3.39 a 3.43, nonché da 3.52 a 3.60, 3.63, 3.64, da 3.70 a 3.73 e da 3.75 a 3.78. Invita altresì a ritirare gli emendamenti da 3.80 a 3.89, nonché gli emendamenti 3.113, 3.115, 3.120, 3.147, 3.148, 3.149 e 3.163.

Con riguardo all’emendamento 3.167, ritiene che le misure ivi previste risultino sin troppo incisive. Invita pertanto al ritiro di tale proposta emendativa e dell’identico emendamento 3.168, richiamando l’attenzione sull’emendamento 3.169, sul quale esprime parere favorevole condizionato all’espunzione del capoverso 41 e della parte finale, racchiusa dalle parole: " Per l’esercizio" sino alla fine. Invita poi a ritirare gli emendamenti da 3.182 a 3.185, riservandosi di esprimere più compiutamente il proprio parere in proposito nel corso dell’esame dell’emendamento 10.0.6. Con riguardo agli emendamenti da 3.108 a 3.112, di identico tenore, esprime parere favorevole condizionato ad una riformulazione che introduca il termine del 31 dicembre 2007 per la possibilità ivi prevista, di indicare manualmente il codice fiscale sullo scontrino da parte del destinatario. Si rimette al Governo per quanto riguarda gli emendamento 3.144 e 3.145 di tenore analogo. Invita quindi a ritirare l’emendamento 3.146 per riformularlo in un ordine del giorno.

 

Il presidente MORANDO fa presente che l’emendamento 3.154 è di tenore analogo all’emendamento 15.0.1, e ne dispone quindi l’accantonamento per essere esaminato assieme agli emendamenti di carattere aggiuntivo riferiti all’articolo 15. Ricorda altresì che essendo stato ritirato l’emendamento 3.1, sono stati pertanto dichiarati decaduti anche i subemendamenti da 3.1/1 a 3.1/3, ad esso riferiti, mentre i subemendamenti 3.1/4 era stato dichiarato inammissibile.

 

Ha nuovamente la parola il relatore MORGANDO (Ulivo) il quale, si rimette all’avviso del Governo per quanto concerne l’emendamento 3.164, che ritiene in astratto condivisibile. A tale riguardo, propone tuttavia una variazione nella parte relativa alla copertura, sostituendo l’autorizzazione di spesa di 2 milioni di euro annui con un’autorizzazione per 100 mila euro.

Si rimette altresì all’avviso del Governo per quanto attiene all’emendamento 3.165, che ritiene condivisibile in quanto volto a salvaguardare gli interessi delle piccole imprese.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) ritira l’emendamento 3.144.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) invita al ritiro degli emendamenti 3.179, 3.211, 3.212, 3.213, 3.214, 3.215, 3.232, 3.302, 3.303, 3.304 e 3.305.

Esprime parere favorevole sull’emendamento 3.174, come riformulato dal proponente in un testo 2. Si rimette, invece, al Governo per quanto riguarda gli emendamenti 3.251, 3.252, 3.253 e 3.0.13, anche alla luce delle considerazioni precedentemente svolte dal senatore Polledri in fase di illustrazione. Esprime infine parere contrario su tutti i restanti emendamenti.

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo) riformula l’emendamento 10.0.6 in un testo 2.

 

Su proposta del presidente MORANDO, la Commissione conviene di esaminare gli emendamenti da 3.181 a 3.185 insieme con l’emendamento 10.0.6 (testo 2), anticipandone l’esame.

 

Il PRESIDENTE avverte che le proposte 3.219 e 3.220 sono state ritirate.

 

Il sottosegretario GRANDI rileva che con riguardo agli studi di settore, molti degli aspetti trattati dagli emendamenti presentati al riguardo, sono stati recepiti dal Governo. Richiama, quindi, l’importanza di una sostanziale intesa che si è riusciti a raggiungere con le relative organizzazioni di categoria al fine di ottenere una fattiva collaborazione. Rileva, inoltre, che in considerazione dell’accettazione delle modalità di funzionamento, raggiunta in base a tale intesa, la previsione del gettito è rimasta invariata. Conclude evidenziando come molti emendamenti presentati non siano accoglibili a causa dell’assenza di risorse per garantire la copertura finanziaria e aupisca che la lotta all’elusione e all’evasione fiscale possa garantire nuovi flussi di entrate da destinare alle misure previste dagli emendamenti che non è stato possibile accogliere.

Fornisce quindi il parere sugli emendamenti riferiti all’articolo 3. Con riferimento all’emendamento 3.108 esprime parere favorevole, alla condizione che i presentatori accettino la riformulazione proposta dal relatore.

Sull’emendamento 3.145, sui quali limitatamente alle lettere d) ed f), il relatore si era rimesso al Governo, esprime parere contrario. Manifesta, inoltre, disponibilità a recepire il contenuto dell’emendamento 3.146 in un apposito ordine del giorno. In relazione all’emendamento 3.164, esprime parere favorevole condizionandolo all’accettazione da parte dei presentatori della riformulazione proposta dal relatore.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) accetta la proposta riformulazione, avanzata dal relatore, dell’emendamento 3.164 da lui presentato.

 

Accogliendo l’invito del rappresentante del Governo, il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ritira l’emendamento 3.165 da lui presentato.

 

Il sottosegretario GRANDI invita i proponenti a ritirare gli emendamenti 3.167 e 3.168, rilevando che tali tematiche possono essere affrontate nell’emendamento 3.169, se riformulato secondo le indicazioni del relatore. A tal proposito, propone che alla lettera b), le parole: "esprime il parere" siano sostituite dalle altre: "esprime un parere".

 

Interviene, quindi, il senatore FERRARA (FI) per rilevare l’opportunità di procedere ad una riformulazione dell’emendamento 3.169 volta ad omettere alla lettera a) le parole "di organismi nazionali e internazionali,".

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo), relatore, ravvisa l’opportunità di sostituire alla lettera b) dell’emendamento 3.169, le parole "il parere" con le seguenti: "altresì un parere".

 

Il presidente MORANDO propone che le parole citate dal senatore Ferrara vengano soppresse in quanto ultronee.

 

Il sottosegretario GRANDI rileva che le tematiche affrontate dagli emendamenti da 3.182 a 3.185 sono prese in considerazione dall’emendamento 10.0.6 (testo 2), al quale i presentatori degli emendamenti da 3.182 a 3.185 potranno aggiungere la propria firma. Esprime, infine, parere conforme a quello precedentemente fornito dal relatore su tutti gli altri emendamenti riferiti all’articolo 3, ad eccezione degli identici emendamenti 3.251, 3.252 e 3.253, in riferimento ai quali subordina il parere favorevole ad una riformulazione volta a sopprimere l’ultimo periodo e la relativa copertura. Quanto all’emendamento aggiuntivo 3.0.13, su cui il relatore si era rimesso al Governo, egli ritiene opportuno rinviare il proprio orientamento.

 

I senatori ENRIQUES (Ulivo), FERRARA (FI) e POLLEDRI (LNP) accedono all’invito del relatore e riformulano di conseguenza, rispettivamente, gli emendamenti 3.251, 3.252 e 3.253.

 

Si passa indi alla votazione delle proposte emendative presentate all’articolo 3.

 

Il senatore FERRARA (FI) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 3.3, volto a sopprimere l’articolo 3, su cui ribadisce la contrarietà della sua parte politica. In proposito, critica l’inadeguatezza delle disposizioni relative agli studi di settore in funzione di contrasto ai fenomeni di elusione ed evasione, più paventando un effetto depressivo nei confronti del settore economico.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) preannuncia il voto favorevole del suo Gruppo sull’emendamento 3.3 e coglie l’occasione per dichiarare che continuerà a partecipare ai lavori della Commissione per senso di responsabilità istituzionale, ben sapendo che si tratta di una attività inutile a fronte dell’intenzione del Governo di ricorrere alla questione di fiducia. In proposito, afferma che il ritardo con cui procedono i lavori parlamentari è imputabile esclusivamente all’assenza di una posizione comune all’interno della maggioranza su molteplici questioni, e non certo all’atteggiamento, rigoroso ma non ostruzionistico, delle forze di opposizione.

Critica poi la mancata apertura della maggioranza sulle questioni principali poste dai Gruppi di opposizione, quali la retroattività delle norme fiscali e la previsione secondo cui si procede all’accertamento fiscale ove il reddito dichiarato non superi del 40 per cento il reddito previsto dagli studi di settore.

Ribadisce indi la propria contrarietà alla politica finanziaria perseguita dall’Esecutivo che è a suo avviso volta ad accrescere fenomeni di elusione ed evasione fiscale attraverso un aggravio del carico fiscale e di procedure burocratiche. Sottolinea, di contro, la validità delle misure prospettate dalle forze di opposizione, volte a rafforzare la contrapposizione degli interessi dei contribuenti. In particolare, esprime viva contrarietà nei confronti di talune disposizioni, come ad esempio quella che prevede la trasmissione generalizzata di dati finanziari dei contribuenti all’anagrafe tributaria.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) dichiara il voto favorevole del suo Gruppo sull’emendamento 3.3, ritenendo del tutto inadeguate le soluzioni prospettate nell’articolo 3. Al riguardo, rivendica la validità delle misure sollecitate dalla sua parte politica, dirette a favorire un clima di fiducia tra contribuente ed amministrazione finanziaria, nonché a contrastare fenomeni di elusione ed evasione fiscale attraverso misure che rafforzino la contrapposizione di interessi.

Entrando nel merito dell’articolo 3, lamenta in particolare come esso snaturi taluni istituti tributari tipici, violi lo Statuto del contribuente, reintroduca surrettiziamente l’istituto della minum tax, e non preveda un efficace coordinamento con le norme sanzionatorie.

 

Intervenendo per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 3.3, il senatore POLLEDRI (LNP) stigmatizza l’atteggiamento di chiusura rispetto alle proposte avanzate dai Gruppi di opposizione, che peraltro contrastano con le dichiarazioni rese alla stampa da esponenti della maggioranza.

Dopo aver criticato talune affermazioni del Ministro dell’economia, sottolinea infine che le disposizioni recate nella manovra economica sono del tutto idonee a rilanciare la competitività del settore economico ed a perseguire le finalità prospettate nel patto per la produttività e la crescita, che talune forze di maggioranza intendono promuovere.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE), intervenendo per dichiarazione di voto contraria sull’emendamento 3.3, respinge le critiche rivolte all’inutilità dell’esame parlamentare, che sta invece consentendo un effettivo miglioramento del testo varato dall’altro ramo del Parlamento, peraltro anche grazie alla disponibilità della maggioranza ad accogliere talune richieste dell’opposizione.

Coglie poi l’occasione per esprimere compiacimento per l’orientamento favorevole nei confronti della proposta emendativa volta a sostenere campagne informative nelle scuole in ordine ai rischi dei giochi.

 

Previa verifica del numero legale, la Commissione, in esito a separate e successive votazioni, respinge gli emendamenti 3.3 e 3.6, nonché i sub-emendamenti 3.2/1 e 3.2/2.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 3.2, ha la parola il senatore LEGNINI (Ulivo), il quale giudica particolarmente convincente la previsione che non possono essere effettuati accertamenti induttivi nei confronti dei contribuenti che dichiarino redditi superiori a quelli previsti dagli studi di settore.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) preannuncia il voto contrario sulla proposta emendativa, atteso che essa non è sufficiente a superare le criticità evidenziate dalle forze di opposizione con riferimento all’articolo nel suo complesso.

 

Per dichiarazione di voto contraria a nome del Gruppo, ha la parola il senatore BALDASSARRI (AN), il quale lamenta che il Governo, con l’emendamento in esame, intenda propagandare come concessione quella che, a suo avviso, in un Paese civile rappresenta invece un diritto inalienabile.

Coglie infine l’occasione per sollecitare l’intervento ai lavori della Commissione del ministro Padoa Schioppa per riferire sui recenti sviluppi che interessano la società Alitalia.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) preannuncia il voto contrario del suo Gruppo in quanto ritiene insufficienti i pur lievi miglioramenti che l’approvazione di tale proposta di modifica comporterebbe.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento l’emendamento 3.2 viene posto in votazione ed approvato.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) aggiunge la propria firma agli emendamenti 3.9, 3.39, 3.52, che ritira accogliendo l’invito del relatore. Ritira altresì gli emendamenti 3.15 e 3.37.

 

Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti 3.8, 3.10, 3.11 (testo 2), nonché gli emendamenti da 3.18 a 3.22. Sono altresì respinti gli emendamenti da 3.24 a 3.31.

 

Il senatore FERRARA (FI) interviene in dichiarazione di voto sull’emendamento 3.32 auspicandone fortemente l’accoglimento, in quanto volto a garantire il principio dell’irretroattività sostanziale delle disposizioni tributarie. Ricorda inoltre che proprio sul tema della irretroattività nel corso dell’esame del cosiddetto decreto fiscale il Governo ha accolto un apposito ordine del giorno proprio in quanto la regola dell’irretroattività non appare adeguatamente rispettata in tutti i suoi possibili profili applicativi.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l’emendamento 3.32 viene posto in votazione e respinto. Sono quindi posti separatamente ai voti e respinti gli identici emendamenti da 3.33 a 3.36, l’emendamento 3.38 e gli identici emendamenti da 3.40 a 3.43.

Gli identici emendamenti 3.44 e 3.400 vengono posti in votazione per la parte ammissibile e respinti. Viene altresì posto in votazione e respinto l’emendamento 3.45.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo Gruppo sull’emendamento 3.46, raccomandandone fortemente l’accoglimento.

 

L’emendamento 3.46 viene quindi posto in votazione e respinto. Viene altresì respinto l’emendamento 3.47.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia un voto favorevole sull’emendamento 3.48.

 

L’emendamento 3.48 viene posto ai voti e respinto.

Con separate votazione sono altresì posti ai voti e respinti gli emendamenti da 3.49 a 3.500, nonché gli emendamenti da 3.53 a 3.63.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) accoglie l’invito del relatore ritirando l’emendamento 3.64.

 

L’emendamento 3.65 (testo 2) viene quindi posto ai voti e respinto.

 

Il presidente MORANDO avverte che l’emendamento 2.74 (testo 2), a firma del senatore Treu, è stato ritirato.

 

Su proposta del PRESIDENTE la Commissione conviene quindi di rinviare il seguito dell’esame congiunto.


BILANCIO(5a)

Giovedì 7 dicembre 2006

62a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana.

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella seduta antimeridiana sono stati votati gli emendamenti relativi all’articolo 3 del disegno di legge finanziaria 2007, fino alla proposta emendativa 3.68 esclusa.

 

Con separate votazioni sono quindi respinti gli emendamenti da 3.68 fino a 3.95.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.96, evidenziando che i poteri di verifica in campo fiscale dovrebbero essere rivolti esclusivamente al perseguimento dell'interesse finanziario, senza tuttavia ingenerare comportamenti e situazioni invasive della sfera di riservatezza del singolo cittadino, che va quindi salvaguardata rispetto a qualsivoglia manifestazione e pretesa di tipo autoritario, nella prospettiva di fondo di improntare il sistema fiscale al principio della leale collaborazione tra Stato e contribuenti.

 

Posto ai voti, l'emendamento 3.96 viene respinto.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.97 che, in particolare, abroga la disciplina contenuta nel comma 16 dell'articolo 3, la quale configura una serie di adempimenti per il contribuente eccessivamente onerosi.

 

Posto ai voti, l'emendamento 3.97, viene respinto.

 

Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti gli emendamenti da 3.99 a 3.102.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.104 (testo 2), evidenziando che il rinvio degli studi di settore al 1° gennaio 2008 viene prospettato nel quadro di una generale esigenza di rimodulazione dei sistemi fiscali di entrata, atta a favorire un rapporto più chiaro fra Stato e contribuenti.

 

Posto ai voti, l'emendamento 3.104 (testo 2), viene respinto.

 

Il senatore ENRIQUES (Ulivo) ritira l’emendamento 3.105.

 

Il senatore FERRARA (FI), preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.108, che riformula in un testo 2, come proposto nel corso della seduta antimeridiana, evidenziando che la liberalizzazione della vendita dei farmaci e la conseguente possibilità di commercio degli stessi nei supermercati, rende opportuna l'introduzione di misure atte a tutelare la privacy del cittadino, in particolare per quel che concerne la comunicazione del codice fiscale.

 

Il presidente MORANDO segnala che i successivi emendamenti 3.109, 3.110, 3.111 e 3.112 sono stati riformulati dai proponenti in termini identici al citato 3.108 (testo 2), per cui verranno votati contestualmente.

 

Posti congiuntamente ai voti, vengono accolti gli emendamenti 3.108 (testo 2), 3.109 (testo 2), 3.110 (testo 2), 3.111 (testo 2) e 3.112 (testo 2), tutti di identico tenore.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.113, sottolineando che lo stesso è volto all'introduzione di una maggiore graduazione delle sanzioni amministrative poste a carico dei farmacisti.

 

Il sottosegretario GRANDI propone di accantonare la trattazione dell'emendamento in questione, per effettuarla contestualmente agli emendamenti inerenti alla materia sanitaria.

 

Il presidente MORANDO fa presente che, per garantire un ordinato svolgimento dei lavori, l'accantonamento dell'emendamento 3.113 dovrà essere circoscritto temporalmente alla fase di votazione degli emendamenti relativi all'articolo 3.

 

L’emendamento 3.113 viene quindi accantonato.

 

Dopo che il senatore BALDASSARRI (AN) ha dichiarato di aggiungere la propria firma all'emendamento 3.113, il senatore Paolo FRANCO (LNP) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.114, evidenziando che la disciplina contenuta nei commi 18, 19 e 20 dell'articolo 3 risulta eccessivamente onerosa per i titolari di partita IVA - sotto il profilo degli adempimenti posti a carico degli stessi - e altresì scarsamente funzionale per gli apparati amministrativi di controllo, che saranno impossibilitati a vagliare l'enorme mole di dati trasmessi agli stessi.

 

Interviene il senatore BALDASSARRI (AN) per dichiarazione di voto favorevole a nome della sua parte politica sull'emendamento 3.114, sottolineando l'assoluta inefficacia della norma di cui al disegno di legge in esame ai fini della lotta all'evasione.

 

Posto ai voti, la Commissione respinge l'emendamento 3.114.

 

Quanto all'emendamento 3.115, la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) chiede chiarimenti al Governo in ordine alle conseguenze effettive delle misure in tema di compensazione delle imposte effettuate dai titolari di partita IVA.

 

Il sottosegretario GRANDI precisa che la norma non determina aggravi fiscali sul contribuente, in quanto vi si prevede un meccanismo di silenzio assenso volto ad operare un più efficace controllo per coloro che hanno provveduto a compensazioni di imposta in modo improprio.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), nel ringraziare il Governo per i chiarimenti forniti, dichiara di ritirare il citato emendamento a sua firma.

 

Interviene il senatore POLLEDRI (LNP) sull'emendamento 3.117 per dichiarazione di voto favorevole, rilevando come all'allargamento della platea dei soggetti cui la norma va ad applicarsi non corrisponda un effettivo vantaggio in termini di efficienza per l'amministrazione finanziaria.

 

Posti separatamente ai voti, con successive votazioni, sono quindi respinti gli emendamenti da 3.117 a 3.119.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) ritira l'emendamento 3.120.

 

A nome del proprio Gruppo, interviene in dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 3.121 il senatore POLLEDRI (LNP) ribadendone le finalità.

 

Posto ai voti il citato emendamento 3.121 è respinto.

 

Gli emendamenti da 3.122 a 3.128, con separate e distinte votazioni, sono respinti.

 

Il senatore FERRARA (FI), sull'emendamento 3.129, in materia di tassazione inversa dell'IVA, preannuncia il proprio voto favorevole, anche a nome della sua parte politica.

 

Posto quindi ai voti, la Commissione respinge l'emendamento 3.129.

 

Con successive e separate votazioni, la Commissione respinge altresì gli emendamenti 3.130 e 3.131.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) prende la parola a sostegno dell'emendamento 3.132 rilevando come la proposta sia diretta ad introdurre maggiori agevolazioni fiscali attraverso l'incremento delle percentuali di detrazione.

 

Posto in votazione, l'emendamento 3.132 è respinto.

 

Quanto all'emendamento 3.134, interviene il senatore POLLEDRI (LNP) preannunciando il voto favorevole a nome del suo Gruppo.

 

Con separate e successive votazioni, gli emendamenti 3.134 e 3.135 risultano respinti.

 

L'emendamento 3.136 viene ritirato dal senatore GARRAFFA (Ulivo).

 

Posti separatamente ai voti la Commissione respinge gli emendamenti da 3.137 a 3.143.

 

Posto in votazione, l'emendamento 3.145 viene respinto.

 

Quanto all'emendamento 3.146, il senatore LUSI (Ulivo), accogliendo la proposta del relatore, lo riformula sopprimendo il riferimento al comma 2 dell’articolo 11 del decreto-legge n. 223 del 2006 e, contestualmente, trasforma la parte così soppressa nell’ordine del giorno n. G/1183/62/5.

 

Il suddetto ordine del giorno, al quale aggiunge la sua firma la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) , viene infine accolto dal sottosegretario GRANDI.

 

Successivamente, posto ai voti, con parere favorevole del RELATORE e del GOVERNO, risulta approvato l'emendamento 3.146 (Testo 2).

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) ritira gli emendamenti da 3.147 a 3.149.

 

Gli emendamenti da 3.150 a 3.153 (quest'ultimo limitatamente alla parte non dichiarata inammissibile), con separate e successive votazioni, sono respinti.

 

Intervenendo per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 3.156 (limitatamente alla parte non dichiarata inammissibile), unitamente a quelli di analogo tenore, il senatore POLLEDRI (LNP) evidenzia i rischi derivanti dallo sviluppo delle forme di dipendenza psicologica dal gioco.

 

Con separate e successive votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti da 3.156 a 3.158.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) preannuncia il voto favorevole, a nome della sua parte politica, sull'emendamento 3.159.

 

Gli emendamenti da 3.159 a 3.161, con separate e successive votazioni, sono respinti.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) ritira l'emendamento 3.163.

 

Con il parere favorevole del RELATORE e del GOVERNO, posto ai voti, risulta approvato l'emendamento 3.164 (testo 2).(

 

Quanto agli identici emendamenti 3.167 e 3.168, il PRESIDENTE ricorda che il relatore e il Governo, nella precedente seduta, avevano invitato i proponenti al ritiro, al fine di convergere sulla proposta 3.169, ove riformulata secondo le indicazioni fornite.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), proponente dell'emendamento 3.167, insiste per la votazione.

 

Gli identici emendamenti 3.167 e 3.168, posti congiuntamente ai voti, sono respinti.

 

Avendo i proponenti accolto la proposta di riformulazione avanzata nella precedente seduta dal relatore e dal Governo, l’emendamento 3.169 (testo 2) viene posto ai voti e approvato.

 

Gli emendamenti da 3.170 e 3.171, posti separatamente in votazione, sono respinti.

 

Il PRESIDENTE, dopo aver avvertito che l’emendamento 3.181 è stato ritirato, ricorda che nella precedente seduta la Commissione aveva convenuto di procedere alla trattazione congiunta degli emendamenti da 3.182 a 3.185, nonché degli emendamenti 3.240 e 3.241, con l'emendamento 10.0.6 (testo 2), al fine di un riassetto organico delle norme in materia di locazione. In quella sede, il relatore e il rappresentante del Governo avevano altresì invitato i proponenti a ritirare i citati emendamenti e sottoscrivere invece la proposta 10.0.6 (testo 2).

 

Avendo il senatore BALDASSARRI (AN) insistito per la votazione, le proposte 3.182, 3.183, 3.240, 3.241, 3.184 e 3.185, poste separatamente ai voti, risultano respinte.

 

Interviene per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 10.0.6 (testo 2) il senatore AZZOLLINI (FI), rilevando l'aspetto eccessivamente vessatorio della norma così come riformulata.

 

Previa verifica del numero legale, l'emendamento 10.0.6 (testo 2) è approvato.

 

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 3.172 e 3.173 sono respinti, mentre l'emendamento 3.174 (testo 2) risulta invece approvato.

 

Con votazioni congiunte sono respinti gli identici emendamenti da 3.175 a 3.178, per la parti dichiarate ammissibili.

 

Accedendo alla richiesta formulata in precedenza dal relatore, l'emendamento 3.179 è ritirato dal proponente LEGNINI (Ulivo), mentre l'emendamento 3.180, posto in votazione per la parte ammissibile, viene respinto.

 

Posti separatamente ai voti sono altresì respinti gli emendamenti 3.186 e 3.187.

 

Previe dichiarazioni favorevoli a nome del suo Gruppo da parte del senatore FERRARA (FI), gli emendamenti 3.188 e 3.189, con separate votazioni, non sono accolti.

 

Con separate votazioni sono indi respinti gli emendamenti 3.190 e 3.191.

 

Sull'emendamento 3.193 il senatore Paolo FRANCO (LNP) si dichiara favorevole a nome del proprio Gruppo, sottolineando l'opportunità di rendere meno gravoso per il contribuente l'adempimento alle norme in materia fiscale.

 

Posto in votazione, tale emendamento risulta respinto.

 

La Commissione respinge poi l'emendamento 3.194.

 

Con separate votazioni sono respinti gli emendamenti da 3.196 a 3.237.

 

Previa dichiarazione di voto favorevole a nome del suo Gruppo da parte del senatore EUFEMI (UDC), l'emendamento 3.238, posto ai voti, non è approvato.

 

Con successive e separate votazioni, sono poi respinte le proposte 3.239 e 3.202.

 

Il senatore FERRARA (FI) si dichiara favorevole a nome della propria parte politica sull'emendamento 3.203, cui si associa il senatore Paolo FRANCO (LNP), il quale evidenzia l'esigenza di semplificare la quantità di accertamenti a fini di controllo fiscali. Posto ai voti, l'emendamento 3.203 è respinto .

 

In esito a separate votazioni sono respinti gli emendamenti da 3.204 a 3.206.

 

Previe dichiarazioni di voto favorevoli a nome del proprio Gruppo del senatore Paolo FRANCO (LNP), anche l'emendamento 3.207 viene posto in votazione e respinto.

 

Il PRESIDENTE rammenta poi, in merito all'emendamento 3.211, che il relatore e il rappresentante del Governo avevano invitato i proponenti al ritiro.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) propone al riguardo una riformulazione dell'emendamento 3.211 in un testo 2, finalizzata a rimuovere le criticità che lo avevano indotto a sollecitarne il ritiro. Propone perciò di sopprimere il dispositivo del comma 2, evitando problemi di retroattività delle norme fiscali.

 

Il sottosegretario GRANDI si esprime in senso conforme alla proposta del relatore.

 

Il PRESIDENTE chiede ai firmatari se intendono accettare la riformulazione del relatore.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) si dichiara favorevole alla proposta in questione, in quanto la riformulazione si riferisce esclusivamente all'entrata in vigore delle disposizioni recate dall'emendamento.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) esprime forti contrarietà in merito all'atteggiamento del Governo, in quanto vengono accolte le perplessità in ordine alla necessità che le norme tributarie non siano retroattive solo con riferimento ad un emendamento presentato dalla maggioranza, trascurando volutamente analoghe considerazioni sollevate sul punto dall'opposizione. Le decisioni dell'Esecutivo sono pertanto a suo giudizio assolutamente arbitrarie e incoerenti, tali da indurlo ad esprimere un convinto voto contrario a nome del suo Gruppo alla proposta emendativa in esame, nel testo riformulato.

 

Si associa il senatore FERRARA (FI), il quale esprime forti riserve al metodo con cui tale maggioranza procede alla discussione degli emendamenti, le cui eventuali riformulazioni sono decise in sedi diverse dalle aule parlamentari, in sfregio al ruolo della Commissione. In tal modo, la maggioranza assume un atteggiamento di occupazione violenta di spazi sia a danno del contribuente che della vita democratica del Paese.

 

Prende la parola il presidente MORANDO, per precisare che non si è verificata alcuna violazione delle prerogative della Commissione, in quanto in seguito alla riformulazione proposta dal relatore sono venute meno le ragioni di criticità della originaria proposta emendativa.

 

L'emendamento 3.211 (testo 2), posto ai voti, risulta accolto.

 

Accedendo alla richiesta formulata dal relatore nella precedente seduta, il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ritira gli emendamenti 3.213, 3.214 e 3.215.

 

Quanto all'emendamento 3.212, che il relatore aveva invitato a ritirare, si esprime il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), manifestando rammarico per il parere espresso sulla proposta emendativa in esame. A tal proposito ricorda che l'emendamento concerne la delicata questione del pagamento dell'ICI da parte di enti ecclesiastici che esercitano attività commerciali, su cui invita il Governo a svolgere una più approfondita riflessione. Conformemente all'invito del relatore, ritira tuttavia l’emendamento.

 

Posti separatamente ai voti risultano respinti gli emendamenti 3.223 e 3.224.

 

Previa dichiarazione di voto favorevole a nome della propria parte politica del senatore EUFEMI (UDC), l'emendamento 3.225, posto ai voti, non è accolto.

 

Sull'emendamento 3.226 si esprime in senso favorevole a nome del proprio gruppo il senatore BALDASSARRI (AN), stigmatizzando l'atteggiamento del Governo in relazione all'andamento dei lavori. Rileva infatti che l'Esecutivo si era inizialmente dichiarato disponibile a garantire l'irretroattività delle norme tributarie e la certezza del diritto per quanto riguarda gli studi di settore e i metodi di accertamento, salvo poi comportarsi in maniera incoerente respingendo tutte le proposte emendative dell'opposizione aventi il medesimo scopo, ad eccezione dell'emendamento 3.211 (testo 2) della maggioranza. Ciò dimostra, a suo avviso, la fragilità delle decisioni del Governo e l'incertezza delle analisi tecniche sottese alla manovra finanziaria, come dimostrano i dati errati forniti dalla Commissione Faini riguardanti le entrate.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.228, identico ai precedenti 3.226 e 3.227, sottolineando la ratio sottesa allo stesso.

 

Posti congiuntamente ai voti, sono respinti gli identici emendamenti 3.226, 3.227 e 3.228.

 

Avendo il PRESIDENTE comunicato l’avvenuto ritiro dell’emendamento 3.232, con separate votazioni sono poi respinti gli emendamenti 3.233, 3.245, 3.246 e 3.247.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.248, evidenziando che lo stesso è volto a consentire un corretto adempimento tributario attraverso una rimodulazione di taluni termini per adempiere.

 

Posto ai voti, l'emendamento 3.248, viene respinto.

 

Il senatore AUGELLO (AN) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 3.249, evidenziando che, a fronte di uno sforzo delle forze politiche di opposizione, volto ad individuare soluzioni il più possibile condivise, il Governo ha assunto un atteggiamento atto a sminuire la valenza politica di tale posizione e gli stessi Gruppi di maggioranza sono più attenti alla propria dialettica interna che a quella con la minoranza.

 

Con separate votazioni, sono poi respinti gli emendamenti 3.249 e 3.250.

 

Il PRESIDENTE fa presente che l’emendamento 3.251 è stato riformulato, ed invita il Relatore e il Governo ad esprimersi su tale nuovo testo.

 

Dopo che il RELATORE e il sottosegretario GRANDI hanno espresso il proprio avviso favorevole sulla proposta 3.251 (testo 2), invitando i sottoscrittori delle analoghe proposte 3.252 e 3.253 a riformularle in termini identici al suddetto testo, il senatore Paolo FRANCO (LNP) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, l’intenzione di mantenere il testo dell’emendamento 3.253, evidenziando che lo stesso appare più idoneo a garantire un congruo lasso di tempo tra il momento di pubblicazione dei modelli documentali per le dichiarazioni e i termini massimi per presentarli, in ossequio a quanto previsto nello statuto del contribuente.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), dopo aver preannunciato, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, di voler riformulare l’emendamento 3.252 in un testo identico al 3.251 (testo 2), sottolinea che le uniche convergenze con le forze politiche di maggioranza che si è riusciti ad ottenere ineriscono alle modalità tecniche per la trasmissione telematica dei dati, mentre su altri profili ben più importanti e significativi riguardanti la manovra per il 2007 non si è riusciti ad addivenire ad alcuna soluzione condivisa.

 

Successivamente, con votazione congiunta, sono accolti gli emendamenti 3.251 (testo 2) e 3.252 (testo 2), di identico tenore.

 

Posto ai voti viene respinto l'emendamento 3.253.

 

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

 


BILANCIO(5a)

Giovedì 7 dicembre 2006

63a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana.

 

Il PRESIDENTE richiama, preliminarmente le dichiarazioni di inammissibilità già pronunciate, precisando che tali emendamenti non saranno inclusi fra quelli posti in votazione. Avverte quindi che si passerà alla votazione dell’emendamento 3.254.

 

Con successive e distinte votazioni vengono respinti gli emendamenti 3.254 e 3.255.

 

Il presidente MORANDO avverte che verrà posto ai voti, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo, l'emendamento 3.256.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) raccomanda l'approvazione dell'emendamento in votazione, volto ad attribuire valenza probatoria alla ricevuta, rilasciata dagli intermediari fiscali, di avvenuta presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all'imposta regionale sulle attività produttive e all'imposta sul valore aggiunto. Lamenta poi come una serie di misure fiscali presenti in finanziaria, e, in particolare, nell'articolo 3, si pongano in aperta contraddizione con le finalità indicate nel DPEF, da lui ritenute condivisibili, nel senso di promuovere l'instaurazione di un rapporto di buona fede e collaborazione con il Fisco mediante la semplificazione delle procedure previste in materia di adempimenti tributari. Dopo aver ricordato che con il decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998 è stata eliminata la previsione che attribuiva rilevanza alla ricevuta di presentazione della dichiarazione rilasciata dagli intermediari fiscali, sottolinea criticamente che è rimasta viceversa in vigore la sanzione amministrativa applicabile al contribuente in caso di tardiva trasmissione telematica, da parte dello stesso intermediario fiscale, della dichiarazione considerata. Nella prospettiva di apprestare dunque idonea tutela non soltanto al contribuente ma anche all'Amministrazione finanziaria, l'emendamento in esame prevede la creazione di un apposito registro, tenuto anche con strumenti informatici, nel quale gli intermediari fiscali devono annotare i dati relativi alle dichiarazioni fiscali ricevute, con valore probatorio nei confronti dell'Agenzia delle entrate.

 

Il presidente MORANDO pone ai voti l'emendamento 3.256, che viene respinto.

 

Con successive e distinte votazioni, vengono altresì respinti gli emendamenti 3.257 e 3.258.

 

Il presidente MORANDO avverte quindi che si procederà alla votazione dell'emendamento 3.259.

 

Raccomandando l'approvazione dell'emendamento in votazione, il senatore EUFEMI (UDC) ne rammenta le finalità, dirette a limitare l'obbligo di predisposizione dell'elenco dei clienti ai soli soggetti titolari di partita IVA, nella prospettiva di una maggiore tutela della riservatezza dei dati dei contribuenti che non esercitano alcuna attività di natura imprenditoriale o professionale.

 

Posto ai voti, l'emendamento 3.259 risulta respinto. Con successive e distinte votazioni, la Commissione respinge anche gli emendamenti 3.260, 3.261, 3.262, 3.263, 3.264, 3.265, 3.266, 3.267 e 3.268.

 

Il presidente MORANDO avverte che verrà posto ai voti, l'emendamento 3.269.

 

Raccomandando l'approvazione dell'emendamento in votazione, il senatore EUFEMI (UDC) sottolinea coma l'intento perseguito sia quello di raccordare il termine di predisposizione dell'elenco dei clienti, di cui all'articolo 8-bis, comma 4-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, con quello previsto per la presentazione della dichiarazione annuale in materia di imposta sul valore aggiunto.

 

Posto in votazione, l'emendamento 3.269 viene respinto.

 

Indi, la Commissione, con successive e distinte votazioni, respinge gli emendamenti 3.270 (testo 2), 3.275, 3.276 e 3.277.

 

In dichiarazione di voto sull'emendamento 3.278, interviene il senatore EUFEMI (UDC), raccomandandone l'approvazione, e sottolineando come esso intenda da un lato, rispettare il principio di irretroattività delle norme tributarie, e dall'altro, evitare difficoltà operative per i contribuenti chiamati a una revisione della propria contabilità.

 

In dichiarazione di voto favorevole, a nome del proprio Gruppo, sull'emendamento in esame, interviene il senatore BALDASSARRI (AN), evidenziando la necessità di allineare l'efficacia giuridica delle disposizioni tributarie al principio di irretroattività stabilito dallo Statuto dei diritti del contribuente.

 

In dichiarazione di voto favorevole, per la propria parte politica, sull'emendamento in esame, interviene il senatore AZZOLLINI (FI) il quale invita i senatori della maggioranza all'approvazione della proposta emendativa, atteso che quest'ultima, da un lato, non stravolge l'impianto recato dal disegno di legge finanziaria, e dall'altro, persegue un obiettivo sul quale, a suo avviso, dovrebbe registrarsi un'ampia convergenza tra maggioranza e opposizione.

 

Il presidente MORANDO pone ai voti, l'emendamento 3.278 che viene respinto.

 

Sull'emendamento 3.279 interviene il senatore Paolo FRANCO (LNP), per raccomandarne l'approvazione, sottolineando che tale proposta emendativa, come anche altre, muove dalla necessità di uniformare l'entrata in vigore delle norme tributarie al principio di irretroattività, il quale risulta, a suo parere, ripetutamente violato dalle numerose misure fiscali previste dalla finanziaria per il 2007, essendo quest’ultima eccessivamente sbilanciata dal lato delle entrate. Peraltro, esprime rammarico per l'atteggiamento manifestato dal Governo sulle proposte avanzate dai Gruppi di opposizione al fine di migliorarne il testo. Tale condotta è ispirata, a suo avviso, a una chiusura aprioristica rispetto a interventi correttivi che reputa necessari al fine di ricondurre ad equità le disposizioni normative introdotte.

 

Indi il presidente MORANDO pone in votazione, l'emendamento 3.279, che viene respinto.

 

Con successive e separate votazioni, la Commissione respinge altresì gli emendamenti 3.280, 3.281, 3.282, 3.283, 3.284 e 3.285.

 

Sull'emendamento 3.286, interviene il senatore EUFEMI (UDC) per raccomandarne l'approvazione, sottolineandone la finalità diretta a limitare l'obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi percepiti, di cui al comma 33 dell'articolo 37 del decreto-legge 223 del 2006, ai soli contribuenti con un volume di affari superiore a 20.000 euro. Con tale emendamento si intende evitare un ulteriore adempimento, con conseguente aggravio di spese, a carico dei contribuenti che presentano un ridotto volume di affari.

 

Per dichiarare il voto favorevole del proprio Gruppo sull'emendamento in votazione, interviene il senatore BALDASSARRI (AN), il quale osserva come le proposte emendative dell'opposizione si muovano nella prospettiva di un miglioramento dei contenuti normativi del disegno di legge finanziaria, senza perseguire in alcun modo finalità ostruzionistiche.

 

Il presidente MORANDO pone quindi ai voti, l'emendamento 3.286, che viene respinto.

 

Interviene, incidentalmente, il senatore STRACQUADANIO (DC-PRI-IND-MPA) per chiedere chiarimenti sul prosieguo dei lavori. Dopo aver apprezzato il punto di vista espresso dal presidente MORANDO, nel senso di valorizzare la centralità delle sedi parlamentari nell'adozione delle scelte di politica economica e finanziaria presentate con la manovra di bilancio, mediante la predisposizione di appositi emendamenti ai disegni di legge presentati dal Governo, chiede alla Presidenza di dare conto dell'orientamento dell'Esecutivo in ordine alla eventualità che venga posta la questione di fiducia ai fini dell'approvazione del disegno di legge finanziaria, come ventilato da alcune agenzie di stampa.

 

Il presidente MORANDO riferisce alla Commissione sui più recenti incontri avvenuti per definire l’iter della legge finanziaria. In proposito sottolinea che l'Esecutivo ha manifestato l'orientamento di incrementare le voci di spesa relative al contratto collettivo per il personale delle Forze di sicurezza, nonché per il personale dipendente dalle aziende di trasporto pubblico locale in quanto ritenute insufficienti. Per quanto riguarda l'eventualità che venga posta la questione di fiducia sull'approvazione della finanziaria, avverte che, nel corso di riunioni svoltesi con i componenti dell’Esecutivo, alle quali ha preso parte, non è stata espressa alcuna indicazione in proposito. Sottolineata infatti l'importanza che i della Commissione si concludano tempestivamente, esprime al riguardo l'auspicio che tanto i Gruppi di maggioranza quanto quelli di opposizione adottino un comportamento responsabile, pur dando atto della differenziazione esistente fra le posizioni manifestate, nel contesto di un sistema politico tendenzialmente bipolare, dai due schieramenti, per quel che concerne gli indirizzi di politica economica dello Stato. Esprime pertanto l'avviso che il testo del disegno di legge finanziaria rappresenti, nella versione che auspicabilmente verrà approvata dalla Commissione, una efficace sintesi delle indicazioni provenienti dalla maggioranza. Nel dibattito costruttivo con l’opposizione, dichiara di impegnarsi al fine di consentire alla Commissione di svolgere un confronto chiaro sulle ricette alternative di politica economica.

Infine, per quanto attiene alla politica di intervento e sviluppo da attuare nella regione Sicilia nonché agli stanziamenti previsti in relazione alla riqualificazione di località colpite da gravi eventi alluvionali, verificatisi in diverse aree geografiche, ricorda come la maggioranza abbia chiesto al Governo di provvedere a un incremento delle spese attualmente previste, evidenziando comunque la possibilità che venga presentato anche un apposito emendamento parlamentare al riguardo.

 

Indi, il presidente MORANDO pone in votazione l'emendamento 3.287, che viene respinto.

 

Viene poi posto ai voti e respinto l’emendamento 3.288.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) interviene per dichiarazione di voto favorevole sulla proposta emendativa 3.289, con la quale si intende attribuire al direttore dell’Agenzia delle entrate la facoltà di definire, con proprio provvedimento, anche le modalità tecniche per la correzione di eventuali errori nella trasmissione dei dati in via telematica.

 

Sono posti ai voti e, in esito a distinte votazioni, risultano respinti gli emendamenti da 3.289 a 3.301

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), accedendo alle richiesta del relatore, ritira gli emendamenti 3.302 e 3.303.

 

Sull’emendamento 3.304 il RELATORE si rimette al Governo.

 

Il sottosegretario GRANDI insiste sulla proposta di ritiro dell’emendamento 3.304, il quale, laddove approvato, porrebbe evidenti problemi di copertura finanziaria.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), nell’esprimere perplessità sul parere contrario testè formulato, raccomanda, invece, l’approvazione dell’emendamento in esame, dichiarandosi disposta anche a riformularlo nel senso di circoscriverne l’ambito soggettivo di applicazione. Nell’invitare la Commissione ad approfondire la questione, propone l’accantonamento della proposta in esame.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) aggiunge la propria firma agli emendamenti 3.304 e 3.313, osservando come sarebbe opportuno che il Governo valutasse con maggiore attenzione il concreto impatto finanziario derivante dall’approvazione dei provvedimenti. Al riguardo, ricorda come nel caso del provvedimento sulla rottamazione degli autoveicoli siano stati utilizzati a copertura le maggiori risorse derivanti dalla vendita degli stessi autoveicoli.

 

Il senatore FERRARA (FI) dichiara di aggiungere la propria firma all’emendamento 3.304.

 

La Commissione conviene quindi di accantonare l’emendamento 3.304.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), accedendo all’invito del relatore, ritira l’emendamento 3.305.

 

La Commissione, quindi, pone ai voti e respinge l’emendamento 3.309.

 

Interviene per dichiarazione di voto favorevole sugli emendamenti 3.0.1, 3.0.2 e 3.0.3 il senatore FERRARA (FI). In relazione alla prima proposta osserva come essa miri a garantire il rispetto del principio di gradualità e proporzionalità nella comminazione delle sanzioni amministrative, previste per la violazione di norme in materia di lavoro, legislazione sociale, previdenza e tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Analoga finalità equitativa si pone l’emendamento 3.0.2. Con riferimento alla proposta 3.0.3, in materia di detraibilità dell’"IVA congressuale", rileva come con essa si intenda ovviare ad eventuali ed inique discriminazioni fra i diversi operatori del settore.

 

Con separate e successive votazioni la Commissione respinge gli emendamenti da 3.0.1 a 3.0.12.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passerà alla votazione della proposta 3.0.13, sulla quale il Relatore si era rimesso al Governo e il Governo aveva espresso parere favorevole.

 

Posto ai voti l’emendamento 3.0.13 viene approvato.

 

Vengono quindi posti ai voti e respinti gli emendamenti 3.0.14, 3.217 e 3.218.

 

Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti 3.219 e 3.220 sono stati ritirati.

 

Il sottosegretario GRANDI interviene incidentalmente sull’emendamento 3.113, precedentemente accantonato, sul quale esprime parere contrario, ritenendo che tale proposta, laddove approvata, potrebbe determinare rilevanti conseguenze finanziarie. Si dichiara, comunque, disponibile a svolgere una più approfondita valutazione della proposta.

 

Il PRESIDENTE ricorda quindi che sono ancora accantonati gli emendamenti 3.113 e 3.304.

 

Il sottosegretario GRANDI, in risposta alle sollecitazioni dei senatori Azzollini e Baldassarri, dà lettura di una nota di precisazione sui dati relativi alle entrate, resi noti dal vice ministro Visco, che consegna agli atti della Commissione.

 

Su tali dichiarazioni si apre un dibattito nel quale interviene il senatore AZZOLLINI (FI) chiedendo al Governo di quantificare con maggiore precisione l’ammontare complessivo delle risorse derivanti dalle accise sui tabacchi nell’anno 2005, aspetto non adeguatamente affrontato nella suddetta nota.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), associandosi alla richiesta di chiarimento testé formulata, esprime forti perplessità sulla portata complessiva della manovra finanziaria, la quale introduce un ingiustificato inasprimento fiscale che non tiene conto del miglioramento dell’andamento delle entrate, registratosi nel corso di quest’anno. Svolge poi considerazioni critiche sulla imprecisa quantificazione dei livelli di copertura e più in generale sulla valutazione del reale impatto finanziario dei provvedimenti proposti dal Governo. Al riguardo ricorda come anche nel caso delle disposizioni in materia di IVA sugli immobili, introdotte dal "decreto Visco- Bersani", il Governo non ne abbia stimato con precisione le conseguenze finanziarie. Esprime quindi le sue forti riserve in ordine alla normativa in materia di trattamento di fine rapporto. Conclude osservando come, in ragione della sovra stima del rapporto deficit/PIL, registratasi nell’anno 2006, il Governo dovrebbe procedere alla elaborazione di una nota di aggiornamento al DPEF.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) esprime la forte insoddisfazione rispetto alla nota di precisazione fornita dal sottosegretario Grandi sui dati relativi alle maggiori entrate tributarie nel 2006 in quanto sono forniti alla Commissione e al Parlamento elementi informativi che appaiono fuorvianti. Difatti, non risulta pertinente la precisazione, riferita dal sottosegretario Grandi, in base alla quale nei saldi finali delle entrate aggiuntive non si è tenuto conto della voce relativa alle accise, mentre appare del tutto incongruente sostenere che non è rilevante ai fini della valutazione sull’andamento del gettito la differenza assoluta rispetto al 2005, ma l’incremento nei confronti delle entrate previste.

Alla luce di tali considerazioni, pertanto, sollecita il rappresentante del Governo a fornire ulteriori chiarimenti sul dato relativo alle accise e su come lo stesso abbia influito sull’incremento delle entrate tributarie. Tale supplemento istruttorio risulta indispensabile a salvaguardia del rispetto del ruolo del Parlamento stesso al quale non possono essere comunicate informazioni così palesemente imprecise ed inadeguate.

 

Ad avviso del senatore EUFEMI (UDC) il vice ministro Visco ha commesso un palese errore, appellandosi ad equivoci ed incomprensioni rispetto ai dati relativi all’extra gettito riscontrato nel 2006. Tale confusione conferma, da un lato, gli effetti negativi del mutato assetto di competenze presso il Dicastero dell’economia, e dall’altro la necessità, auspicata dalla propria parte politica, di un’operazione "verità" sui conti pubblici.

Con riferimento alla nota di precisazioni, fornita dal sottosegretario Grandi, non è convincente sostenere che le entrate erariali di cassa sono solo quelle versate attraverso il "modello F24", quando lo stesso vice ministro Visco aveva dichiarato che era possibile fornire i dati completi dell’autotassazione di novembre. Nonostante l’inadeguatezza dei chiarimenti resi dai rappresentanti del Governo, i dati concernenti le maggiori entrate tributarie sembrano quindi nella sostanza confermati e rappresentano un dividendo lasciato dal precedente Esecutivo che l’attuale Governo di centro sinistra sta dilapidando.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) condivide la richiesta avanzata dal senatore Azzollini di una maggiore precisazione nei dati informativi che devono essere forniti alla Commissione; tuttavia, ritiene che alcune valutazioni espresse dal senatore Baldassarri non siano corrette. Difatti, costituisce ormai un dato acquisito l’ammontare di circa 37 miliardi di euro di maggiori entrate tributarie nel 2006. Peraltro, tale aggregato complessivo non può non considerare alcune vicende debitorie: in primo luogo, gli effetti sul debito pubblico – per un importo di circa 17 miliardi di euro - determinati dalla sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del settembre 2006 in materia di detraibilità dell’IVA; in secondo luogo gli effetti sull’indebitamento legati all’accollo da parte dello Stato di circa 13 miliardi di euro di debiti conseguenti a prestiti assunti dalla Società infrastrutture S.p.a. (ISPA). Pertanto, solo in considerazione di questi ulteriori aggregati si può valutare complessivamente l’impatto reale dell’extra gettito registratosi nel 2006.

 

Il senatore FERRARA (FI) ritiene non convincente che il riconoscimento dei prestiti assunti da ISPA determini un aumento del debito pubblico.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), pur riconoscendo l’onestà intellettuale e politica del senatore Legnini che ha riferito alcune valutazioni di ordine tecnico sulle tematiche di cui si sta dibattendo, osserva che da parte del Governo si è tenuto un atteggiamento offensivo nei confronti del Parlamento, al quale si è pensato di comunicare dei dati palesemente imprecisi. Più in generale, sorprende che da parte dell’Esecutivo non si comprenda la differenza tra l’indebitamento netto – che è un flusso che misura le differenze tra entrate e uscite in un anno – e il debito che costituisce uno stock . I debiti relativi ad ISPA e gli effetti conseguenti alla citata sentenza della Corte di giustizia europea in materia di detraibilità dell’IVA non possono essere computati nel debito, bensì nel deficit.

Indipendentemente da tali considerazioni, resta la gravità dell’assenza di precisi parametri di riferimento sui quali l’Esecutivo dovrebbe rivedere la manovra di finanza pubblica che è stata presentata al Parlamento.

 

Secondo il RELATORE la questione cruciale è l’analisi delle cause che hanno condotto all’extra gettito in questi mesi del 2006; ad esempio, se si approfondisse la distribuzione temporale di tali entrate aggiuntive si noterebbe che tale risultato non è tanto l’effetto della politica economica del Governo di centro-destra o di centro sinistra, quanto semmai conseguenza dell’evoluzione dell’economia internazionale. Inoltre, è indispensabile capire se le maggiori entrate tributarie hanno una valenza strutturale e se sono il segnale di una effettiva ripresa dell’economia nazionale.

 

Il senatore VEGAS (FI), dopo aver ribadito l’opportunità della richiesta di ulteriori chiarimenti avanzata dal senatore Azzollini, sottolinea che i dati sulle maggiori entrate tributarie finora resi noti dai rappresentanti del Governo sono disomogenei ed incerti. Eppure, l’esatta conoscenza di tali aggregati è fondamentale in quanto gli stessi possono condizionare le linee portanti della manovra di finanza pubblica.

 

Ad avviso del senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) gli ulteriori elementi conoscitivi forniti dal sottosegretario Grandi riassumono la posizione del Governo sul tema delle maggiori entrate tributarie, sebbene gli stessi potevano essere forniti in una forma più corretta. Coglie l’occasione per ricordare che già in occasione del dibattito sulla nota di aggiornamento del DPEF si considerò l’elemento riguardante le entrate tributarie aggiuntive, soprattutto allo scopo di verificare se le stesse potevano assumere valore strutturale. Restano in ogni caso confermati i dati per il 2006 e l’impostazione adottata dal Governo per la correzione dei conti pubblici.

 

Il presidente MORANDO, dopo aver rilevato che dalle ulteriori precisazioni rese dal sottosegretario Grandi emergono effettivamente alcune inesattezze, osserva che un supplemento istruttorio dovrebbe essere fornito per quanto concerne il dato relativo alle accise rispetto agli anni 2005 e 2006; il dato del 2005 dovrebbe ridurre l’ammontare complessivo delle maggiori entrate tributarie che secondo i dati forniti dal Vice ministro Visco ammontano a 37 miliardi di euro.

Con riferimento poi alle modalità di contabilizzazione queste maggiori entrate tributarie ritiene condivisibile la scelta prudenziale adottata dal Governo che non ha proiettato al 2007 il dato positivo riguardante l’extra gettito del 2006 per ragioni prudenziali, dato condizionato in parte da misure una tantum – come la rivalutazione dei beni d’impresa – in parte dalla crescita del PIL, che potrebbe subire ulteriori variazioni nei prossimi mesi.

 

Il sottosegretario GRANDI, dopo aver fornito ulteriori chiarimenti per quanto attiene ai dati risultanti dal rendiconto per l’anno 2005, concorda sulla necessità di approfondire i risultati della autotassazione di novembre che il Governo non avrà difficoltà a comunicare alla Commissione e al Parlamento non appena essi saranno pervenuti.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 


BILANCIO(5a)

Venerdì 8 dicembre 2006

64a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.

 

Si passa all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 4 del disegno di legge finanziaria 2007 (le proposte emendative relative agli articoli da 1 a 17 sono pubblicate nel fascicolo n. 1 degli emendamenti).

 

Il presidente MORANDO relativamente all’articolo 4, dichiara inammissibile per materia l’emendamento 4.12, e per la copertura finanziaria gli emendamenti 4.10 e 4.11.

Per quel che concerne gli emendamenti all’articolo 5, sono dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti 5.26 e 5.45 e per la copertura finanziaria gli emendamenti 5.2, 5.6, 5.13, 5.28, 5.29, 5.30, 5.31, 5.32, 5.33 (limitatamente alle variazioni sugli anni 2008-2009 disposte sulla tabella A), 5.39, 5.42, 5.43, 5.44, 5.46, 5.47, 5.0.1/2, 5.0.2/2 (limitatamente alla modifica del comma 5), 5.0.9, 5.0.10, 5.0.11, 5.0.20, 5.0.21 e 5.0.22.

In merito all’articolo 6, dopo aver dichiarato inammissibili per quel che concerne la copertura finanziaria gli emendamenti 6.3, 6.10, 6.14, il Presidente si sofferma sulle inammissibilità relative agli emendamenti riferiti all’articolo 7, dichiarando inammissibili per la copertura finanziaria gli emendamenti 7.24 e 7.25.

Relativamente all’articolo 8 viene dichiarato inammissibile per materia l’emendamento 8.0.3, e per la copertura finanziaria gli emendamenti 8.6, 8.14, 8.15, 8.0.1 e 8.0.2.

Dopo aver precisato che gli emendamenti 8.17 e 8.18 sono improponibili in quanto privi di contenuto normativo, il Presidente, passando all’articolo 9, dichiara inammissibili per quel che concerne la copertura finanziaria gli emendamenti 9.0.1, 9.0.2 e 9.0.3.

Riguardo all’articolo 10, vengono dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti 10.1 e 10.2 e per la copertura finanziaria l’emendamento 10.0.10.

In relazione all’articolo 14, viene poi dichiarato inammissibile per materia l’emendamento 14.15 ed altresì per la copertura finanziaria l’emendamento 14.0.4 (relativamente al comma 6).

Il Presidente, relativamente all’articolo 15, dichiara inammissibile per materia l’emendamento 15.27 e per la copertura finanziaria gli emendamenti 15.2 (limitatamente alla soppressione dell’articolo 15), 15.12, 15.22, 15.23, 15.24, 15.28, 15.0.2 e 15.0.3.

Relativamente all’articolo 16, vengono poi dichiarati inammissibili per materia gli emendamenti 16.0.3, 16.0.4 e 16.05, mentre per la copertura finanziaria risultano inammissibili gli emendamenti 16.4, 16.0.1 e 16.0.2.

Infine, relativamente all’articolo 17 il Presidente dichiara inammissibili per materia gli emendamenti 17.0.2 e17.0.8.

Propone poi di svolgere nella odierna seduta antimeridiana l’illustrazione di tutti gli emendamenti riferiti agli articoli da 4 a 17, per poi procedere nella seduta pomeridiana all’acquisizione dei pareri del Relatore e del rappresentante del Governo in ordine agli stessi e successivamente alla votazione degli emendamenti in questione articolo per articolo.

 

Conviene la Commissione su tale proposta.

 

Si passa pertanto all’illustrazione degli emendamenti inerenti all’articolo 4.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra l’emendamento 4.1, sottolineando che lo stesso è volto ad abrogare la disciplina relativa alle modalità di pagamento dei compensi per l’esercizio di arti e professioni per importi superiori a 100 euro, disciplina che peraltro è suscettibile di incentivare i pagamenti in nero, a seguito delle difficoltà inerenti a tali moduli operativi, specialmente per talune categorie di cittadini.

 

Tutti i restanti emendamenti relativi all’articolo 4 vengono dati per illustrati dai rispettivi presentatori.

 

Si passa all’illustrazione degli emendamenti inerenti all’articolo 5.

 

Dopo che il senatore EUFEMI (UDC) ha illustrato il subemendamento 5.1/1, sottolineando la ratio sottesa allo stesso, il senatore Paolo FRANCO (LNP) si sofferma sul subemendamento 5.1/2, evidenziando che l’intervento fiscale del Governo in materia di successioni risulta confusionario ed altresì che lo stesso pone numerosi problemi, sia di tipo tecnico-finanziario che di tipo etico.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra il subemendamento 5.1/4, sottolineando che la disciplina contenuta nell’emendamento governativo 5.1 risulta elusiva dei principi contenuti nell’articolo 29 della Costituzione - volti a valorizzare la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio – configurando in particolare un incostituzionale status parafamiliare.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra poi il subemendamento 5.1/9, volto a sostituire una delle norme di copertura finanziaria contenuta nell’emendamento governativo 5.1, la quale amplia inopportunamente gli strumenti basati sulla gestione pubblica delle scommesse, che risultano diseducativi.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) illustra l’emendamento 5.22, evidenziando che lo stesso modifica alcuni aspetti della disciplina in materia di imposta sulle successioni e donazioni, al fine di recepire i contenuti di un ordine del giorno approvato in sede referente in corso dell’esame del decreto legge n. 223 del 2006 (atto Senato n. 1132).

 

Dopo che il presidente MORANDO ha sottolineato la rilevanza della disciplina contenuta nell’emendamento 5.33 relativo agli incentivi per la rottamazione degli autoveicoli - limitatamente alla parte ammissibile - il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra il subemendamento 5.0.1/1, sottolineando le ragioni sottese allo stesso.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) dopo aver dichiarato di aggiungere la propria firma al subemendamento 5.0.1/1, sottolinea l’incongruità della disciplina fiscale contenuta nell’emendamento governativo 5.0.1, relativamente alle aree immobiliari.

Si sofferma poi sul contenuto dei subemendamenti 5.0.2/2 (per la parte ammissibile), 5.0.2/3 e 5.0.2/4, evidenziando le finalità sottese a ciascuna delle predette proposte.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) illustra il subemendamento 5.0.2/5, chiarendo che esso è finalizzato a stabilire un rinvio nella concertazione con le associazioni di categoria, per la definizione degli accordi ivi indicati.

 

Interviene il senatore AUGELLO (AN) per aggiungere la propria firma all'emendamento 5.0.7 (testo 2), illustrandone altresì i contenuti e le finalità, auspicando l'avvio di una più approfondita riflessione da parte del Governo e della maggioranza sulla definizione del regime fiscale applicabile in tema di fondazioni bancarie.

 

Interviene altresì il senatore EUFEMI (UDC) aggiungendo la propria firma all'emendamento in corso di illustrazione, svolgendo considerazioni critiche in ordine alla politica del Governo in materia di riforma del settore bancario, soprattutto alla luce dell'iter di adozione del decreto legislativo ad essa afferente.

 

Dopo che l'emendamento 5.0.8 è stato illustrato dal senatore VEGAS (FI), il senatore FERRARA (FI) illustra l'emendamento 5.0.12, soffermandosi sulle finalità dirette a incrementare la base imponibile per le detrazioni relative ai beni strumentali necessari all'esercizio di arti e professioni. Illustra, quindi, gli emendamenti 5.0.18 e 5.0.19, soffermandosi sui contenuti e sulla ratio ivi sottesa.

 

Il PRESIDENTE avverte che l'emendamento 5.0.26 (già 18.6110) è identico all'emendamento 5.0.25 (già 18.6109), ed è altresì sottoscritto dagli stessi firmatari. Trattandosi di una evidente duplicazione, l’emendamento 5.0.26 è da considerare non presentato.

 

Essendo stati dati per illustrati i restanti emendamenti riferiti all’articolo 5, inclusi quelli aggiuntivi, si passa quindi all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 6.

Interviene il senatore VEGAS (FI), per illustrare l'emendamento 6.1, in tema di variazione dell'aliquota di compartecipazione dell'addizionale comunale all'IRPEF da parte degli enti locali, evidenziando l'assoluta inopportunità politica delle misure previste all'articolo 6 del disegno di legge in esame, alla luce del passaggio dal sistema dei tetti di spesa alla logica dei saldi nel Patto di stabilità interno, posti gli obiettivi di contenimento della spesa pubblica.

In particolare osserva che con la sostanziale possibilità di determinare liberamente la pressione fiscale da parte delle amministrazioni territoriali in base alle relative esigenze finanziarie, non si tiene sufficientemente conto delle possibili evidenti distorsioni che si possono registrare sullo sviluppo economico e sull'andamento dei consumi.

 

Si sofferma inoltre sull'imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche, prevista dall’articolo 7, rilevandone l'assoluta inadeguatezza per far fronte alle esigenze di gettito degli enti locali.

 

Quanto all'emendamento 6.2 il senatore Paolo FRANCO (LNP) ne illustra i contenuti, svolgendo considerazioni generali sulle misure di politica economica adottate dal Governo, a suo avviso inadeguate alla luce dell'aumento considerevole delle entrate fiscali e delle prospettive di recupero della competitività e di sostegno ai consumi e agli investimenti.

In particolare, aggiunge che al previsto incremento della variazione che gli Enti locali possono determinare sull'aliquota facoltativa relativa all'addizionale comunale dell'IRPEF dallo 0,5 per cento allo 0,8 per cento, non corrisponde l'individuazione di idonei strumenti volti alla differenziazione del controllo sulla spesa pubblica delle amministrazioni territoriali.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) illustra l'emendamento 6.4, soffermandosi sulle finalità di snellimento procedurale ad esso sottese.

 

Quanto all'emendamento 6.5, il senatore FERRARA (FI) interviene per illustrarne i contenuti, soffermandosi sull'esigenza di certezza sui tempi ai fini della redazione dei bilanci comunali.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) illustra l'emendamento 6.9, rilevando che esso è di tenore identico agli emendamenti 6.7 e 6.8.

 

La senatrice RUBINATO (Aut), dopo aver dichiarato il ritiro degli emendamenti 6.11 e 6.13, procede all'illustrazione dell'emendamento 6.12, di analogo tenore a quelli testé richiamati, soffermandosi sulle finalità della norma in questione, volta ad attuare un più efficace superamento delle complessità procedurali relative al trasferimento dell'addizionale comunale IRPEF dall'amministrazione statale agli enti locali.

In particolare, in questo quadro di semplificazione dei meccanismi di versamento di tali forme di entrata, si sofferma sui caratteri propri di un ordinamento che si avvia ad attuare gli obiettivi del federalismo fiscale, volto a coniugare la solidarietà nazionale, da un lato, con l'accresciuta responsabilità degli amministratori locali, dall'altro, nella definizione delle misure fiscali più appropriate, al fine di meglio modulare la pressione fiscale locale in relazione alle esigenze delle comunità territoriali, in luogo della fissazione in via aprioristica di tetti di spesa da parte dello Stato.

 

Alla luce delle considerazioni svolte dalla senatrice Rubinato, sottoscrivono l’emendamento 6.12, il senatore Paolo FRANCO (LNP) e la senatrice BONFRISCO che dichiara altresì che sono aggiunte le firme anche dei senatori del suo Gruppo. (FI), quest'ultima a nome del suo Gruppo.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) ritira gli emendamenti 6.11 e 6.13.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra quindi l’emendamento 6.15, con il quale si intende circoscrivere l’ambito di applicazione del criterio forfettario in materia di imposte sui fabbricati strumentali.

 

Si danno per illustrati quindi tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 6.

 

Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 7 del disegno di legge in esame.

 

Il senatore LEONI (LNP) sottoscrive ed illustra l’emendamento 7.4, il quale dispone la soppressione dell’articolo 7. Dopo aver svolto brevi considerazioni sull’esperienza federalista della Repubblica Elvetica, nella quale la pressione fiscale a livello comunale è modulata in rapporto alla quantità e qualità dei servizi resi, manifesta il proprio dissenso sul carattere centralista della disposizione della quale si chiede l’abrogazione.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), dopo aver aggiunto la propria firma agli emendamenti 7.8 e 7.20, illustra la proposta 7.8, la quale prevede una estensione dell’ambito soggettivo di applicazione delle esenzioni e riduzioni, in materia di imposta di scopo per la realizzazione di opere pubbliche.

In relazione all’emendamento 7.20 osserva come con esso si intenda introdurre l’obbligo da parte dei Comuni di procedere automaticamente al rimborso delle somme versate dai contribuenti per la realizzazione delle opere pubbliche, nel caso di mancato inizio delle opere stesse.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP), dopo aver svolto ampie considerazioni critiche sulla introduzione dell’imposta di scopo per la realizzazione delle opere pubbliche, illustra la proposta 7.9, con la quale si intende per lo meno attenuare le incongruenze della citata disciplina regolando con maggiore puntualità le finalità e le modalità di versamento dell’imposta suddetta.

Il senatore BALDASSARRI (AN) illustra quindi l’emendamento 7.12. Al riguardo, dopo aver lamentato l’assenza di un’analisi dinamica degli effetti finanziari delle norme in esame, osserva come sarebbe necessario che il Governo, in materia di modalità di realizzazione delle opere pubbliche, tenesse conto del principio del razionamento dei capitali, il quale garantirebbe una maggiore equità sociale. L’applicazione del suddetto principio infatti consente di massimizzare la percezione del plusvalore che si determina a seguito della realizzazione dell’opera pubblica stessa, evitando così la necessità di ricorrere ad un indiscriminato inasprimento fiscale. Auspica inoltre che tale principio possa trovare applicazione anche nell’ambito del processo di revisione delle concessioni autostradali.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra l’emendamento 7.16, il quale, modificando il comma 7 dell’articolo 7, introduce l’obbligo per i Comuni di procedere all’automatico rimborso dei versamenti effettuati dai contribuenti per la realizzazione delle opere pubbliche, nel caso di mancato inizio delle opere stesse.

 

Si danno quindi per illustrati tutti gli altri emendamenti riferiti all’articolo 7.

 

Si passa quindi all’esame degli emendamenti all’articolo 8, che sono dati per illustrati, inclusi quelli recanti articoli aggiuntivi.

 

Il presidente MORANDO ricorda come gli emendamenti riferiti all’articolo 9 (tutti recanti articoli aggiuntivi dopo il suddetto articolo) siano stati precedentemente dichiarati inammissibili.

 

Si passa poi all’esame delle proposte emendative all’articolo 10.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) illustra l’emendamento 10.10, il quale prevede che il sistema di comunicazione, le modalità ed i termini per l’effettuazione della trasmissione dei dati in via telematica, siano stabiliti con decreto del Ministero dell’economia, di concerto con il Ministero dell’interno.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 10.14. Tale proposta, disponendo la soppressione della lettera a) del comma 16 dell’articolo 10, intende evitare l’abrogazione del comma 4 dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 504 del 1992, con il quale si dettano i criteri per l’individuazione della base imponibile per i fabbricati non iscritti in catasto.

 

Prende quindi la parola il senatore Paolo FRANCO (LNP), il quale, in sede di illustrazione dell’emendamento 10.20, evidenzia come esso, al fine di evitare un eccessivo inasprimento fiscale, disponga l’abrogazione parziale dell’articolo 10.

Illustra poi nel dettaglio le finalità perseguite dall’emendamento 10.25, di cui raccomanda l’accoglimento. La proposta suddetta, disponendo la soppressione del comma 27, lettera b), dell’articolo 10, mira ad evitare tra l’altro la reviviscenza temporanea della disciplina di cui al decreto legislativo n. 22 del 1997 in materia di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani.

 

Il senatore FERRARA (FI), associandosi ai rilievi testé formulati, illustra l’emendamento 10.26, di analogo contenuto rispetto alla proposta 10.25. Dopo aver espresso forti perplessità sulla decisione di reintrodurre le disposizioni di cui al decreto legislativo n. 22 del 1997, non condivisibili nel merito, in quanto prevedono l’obbligo per i contribuenti di sostenere un’imposta a fronte di un servizio pubblico non effettivo, si sofferma sui problemi applicativi, che potrebbero derivare dalla reviviscenza delle norme suddette.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) ritira l’emendamento 10.31.

 

Prende la parola quindi la senatrice RUBINATO (Aut) per proporre una riformulazione dell’emendamento 10.32 (testo 2), al quale dichiarano poi di aggiungere le firme i senatori DE PETRIS (IU-Verdi-Com), SODANO (RC-SE) e ALBONETTI (RC-SE).

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra poi l’emendamento 10.0.4, il quale prevede l’istituzione di un premio volto ad incentivare la concentrazione fra imprese. Coglie quindi l’occasione per esprimere la propria insoddisfazione per la scarsa attenzione attribuita dalla maggioranza, nel disegno di legge finanziaria, agli incentivi per i processi di concentrazione aziendali, i quali consentirebbero invece un generale rilancio dell’industria nazionale, attraverso soprattutto l’incentivazione dell’attività di ricerca.

 

Tutti i restanti emendamenti inerenti all’articolo 10, compresi gli aggiuntivi, vengono dati per illustrati.

 

Si passa all’illustrazione degli emendamenti relativi all’articolo 11.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) illustra l’emendamento 11.2, dando conto della disciplina contenuta nello stesso, in materia di IVA sugli spettacoli.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) illustra l’emendamento 11.0.2 inerente all’obbligo del versamento contributivo per le esibizioni in spettacoli musicali effettuate dai giovani fino a 18 anni o da coloro che già svolgano un’attività lavorativa, evidenziando che tale proposta emendativa è volta ad alleggerire tali obblighi, nella prospettiva di favorire le predette manifestazioni artistiche.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo), relativamente alla tematica testé evidenziata dalla senatrice Thaler Ausserhofer, preannuncia una modifica normativa, finalizzata a risolvere tali nodi problematici, dichiarando di presentare su tale questione il subemendamento 5.0.1/100 all’emendamento 5.0.1 del Governo.

 

Tutti i restanti emendamenti riferiti all’articolo 11, compresi gli aggiuntivi, vengono dati per illustrati.

 

Si passa indi all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 12.

 

Il senatore LEONI (LNP), dopo aver aggiunto la propria firma all’emendamento 12.1, si sofferma sulle ragioni sottese allo stesso, esprimendo in particolare una contrarietà riguardo alla disciplina contenuta nell’articolo 12 del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) illustra l’emendamento 12.5, evidenziando che lo stesso viene presentato in subordine rispetto all’emendamento soppressivo 12.1.

 

Il senatore VEGAS (FI) illustra l’emendamento 12.8, chiedendo altresì al Governo informazioni circa i risultati degli incontri tra rappresentanti dell’Esecutivo e rappresentanti degli enti locali, recentemente effettuati, relativamente alla tematica della compartecipazione dinamica all’IRPEF.

 

Il sottosegretario SARTOR fa presente che, a seguito delle intese raggiunte nel corso degli incontri a cui ha fatto riferimento il senatore Vegas, è stata prefigurata una nuova formulazione dell’emendamento 18.81, finalizzata a prospettare un’anticipazione all’anno 2007 della compartecipazione dinamica all’IRPEF, sia pure con un’aliquota diversa da quella prevista per l’anno 2008.

Precisa poi che il Governo è favorevole al versamento diretto ai Comuni delle addizionali comunali, in una prospettiva più ampia di federalismo fiscale.

Si sofferma infine su taluni profili inerenti alla tematica della modifica del patto di stabilità interno per quel che concerne le grandi opere.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo), relativamente alle questioni attinenti agli enti locali, ritiene meritevoli di attenzione quegli emendamenti volti a prospettare un incremento delle risorse destinate alle comunità montane, nonché un superamento della cosiddetta "competenza ibrida", ed infine un’elevazione della quota degli oneri di urbanizzazione.

 

Il senatore FERRARA (FI) si sofferma sui contenuti e sulle finalità sottese all’emendamento 12.0.1.

 

Tutti i restanti emendamenti inerenti all’articolo 12, compresi gli aggiuntivi, vengono dati per illustrati.

 

Dopo che sono stati dati per illustrati tutti gli emendamenti inerenti all’articolo 13 - compresi gli aggiuntivi - si passa all’illustrazione degli emendamenti relativi all’articolo 14.

 

Il senatore VEGAS (FI) illustra l’emendamento 14.4, volto a posticipare il trasferimento dell’esercizio delle funzioni catastali dallo Stato agli enti locali, sottolineando le ragioni di tipo organizzativo sottese a tale opzione.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) illustra l’emendamento 14.0.1, relativo alla modifica dei criteri per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati.

Tutti i restanti emendamenti inerenti all’articolo 14 – compresi gli aggiuntivi - vengono dati per illustrati.

 


BILANCIO(5a)

Venerdì 8 dicembre 2006

65a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana, durante la quale – ricorda il PRESIDENTE - si è conclusa l’illustrazione degli emendamenti agli articoli da 4 a 14 nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi ai medesimi articoli del disegno di legge finanziaria.

 

Si passa quindi all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 15.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra le finalità degli emendamenti 15.0.1/1 e 15.0.1/2.

 

I restanti emendamenti riferiti all’articolo 15 nonché quelli recanti articoli aggiuntivi al medesimo articoli sono dati per illustrati.

 

Si passa poi all’illustrazione degli emendamenti relativi all’articolo 16.

 

Il PRESIDENTE propone di accantonare l’emendamento 16.1 esaminato in occasione della trattazione delle proposte emendative concernenti l’articolo 18.

 

La Commissione conviene di accantonare l’emendamento 16.1.

 

Nessuno chiedendo di intervenire, tutte le proposte emendative riguardanti l’articolo 16 nonché quelle recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo sono date per illustrate.

 

Si passa quindi all’illustrazione degli emendamenti relativi all’articolo 17.

 

Sull’emendamento 17.1 prende la parola il senatore Paolo FRANCO (LNP), il quale ritiene opportuno sopprimere il comma 2 dell’articolo 17 concernente la destinazione delle risorse derivanti dal contributo di solidarietà sul trattamento di fine rapporto. Tali somme, da assegnare in base alle disposizioni normative citate al Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, potrebbero invece essere utilmente destinate per diverse finalità.

 

Il senatore FERRARA (FI) dà conto dell’emendamento 17.0.5, richiamando le misure intraprese in passato per la salvaguardia del trattamento pensionistico dei dipendenti del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli. Al riguardo, descrive i contenuti dell’emendamento a sua firma volto a dare soluzione definitiva alla questione.

 

I restanti emendamenti riferiti all’articolo 17, compresi quelli aggiuntivi, si danno per illustrati.

 

Si passa quindi alla formulazione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sulle proposte emendative riferite all’articolo 4.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) osserva preliminarmente che sono stati presentati numerosi emendamenti soppressivi dei commi 12 e 12-bis dell’articolo 35 del decreto-legge n. 223 del 2006, convertito con modificazioni dalla legge n. 248 del 2006, fondati sull’obiezione - peraltro condivisibile - per cui non tutti i cittadini hanno dimestichezza con forme di pagamento tracciabili.

Invita quindi i firmatari degli emendamenti 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5 e 4.6 a ritirare le rispettive proposte emendative onde confluire sull’emendamento 4.7 di cui propone una riformulazione.

Il senso della riformulazione – prosegue il relatore - è quello di prevedere che con provvedimento amministrativo possano essere disciplinate fattispecie escluse dall’obbligo della tracciabilità delle transazioni. Sull’emendamento 4.8 invita il proponente al ritiro, mentre si dichiara contrario all’emendamento 4.9.

 

Il sottosegretario GRANDI esprime avviso conforme a quello del relatore, dichiarando in particolare condivisibile la riformulazione dell’emendamento 4.7.

 

Si passa indi alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 4, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi.

 

Il PRESIDENTE richiama le dichiarazioni di inammissibilità già pronunciate, precisando che tali emendamenti non saranno inclusi fra quelli posti in votazione.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) insiste per la votazione dell’emendamento 4.1 a sua firma, non ritenendo significativa la riformulazione proposta dal relatore riferita all’emendamento 4.7. E’ improprio, a suo giudizio, attribuire ad un decreto del Direttore generale dell’Agenzia delle entrate la definizione dei limiti per il pagamento con strumenti che consentono la tracciabilità, in quanto si tratta di un aspetto assai rilevante concernente decisioni di politica fiscale, non demandabili a valutazioni di carattere meramente tecnico. Manifesta perciò voto favorevole a nome del suo Gruppo sull’emendamento 4.1.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 4.1 si esprime altresì il senatore EUFEMI (UDC), il quale, pur apprezzando le finalità dell’azione governativa al riguardo, reputa non soddisfacenti le misure proposte dal relatore. Dopo aver ribadito la necessità che il Parlamento abbia maggiori collegamenti con l’Agenzia delle entrate e la SOGEI, esprime forti riserve sull’attribuzione di ampi poteri ad organi di natura tecnica, anziché ad un soggetto politico chiamato a rispondere di fronte all’elettorato. Sottolinea, infine, la necessità di garantire il principio della libertà dei pagamenti attraverso il contante.

 

Sull’emendamento 4.1 si dichiara favorevole a nome della propria parte politica il senatore BALDASSARRI (AN), il quale ritiene inappropriate le misure disposte dal Governo per contrastare il fenomeno dell’evasione, atteso che una regolamentazione stringente delle modalità di pagamento appare poco incisiva rispetto all’obiettivo prefissato. Per indurre i contribuenti a comportamenti etici sarebbe, a suo avviso, più utile introdurre meccanismi di incentivo imperniati sulla deducibilità delle spese sostenute.

Dopo aver richiamato la scarsa efficacia degli scontrini fiscali a fini di controllo delle transazioni, sottolinea peraltro che la tracciabilità dei pagamenti è uno strumento poco appropriato, oltreche fonte di discriminazioni.

Paventa poi i rischi derivanti dall’attribuzione di siffatti poteri a organi di natura non politica i quali non sono responsabili di fronte ai cittadini. L’intero impianto proposto perciò dall’Esecutivo risulta incerto e confuso, suscettibile persino di incrementare fenomeni di evasione fiscale.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 4.1, ha la parola il senatore FERRARA (FI), il quale ribadisce la ferma contrarietà della propria parte politica alla disposizione introdotta dal decreto-legge n. 223 del 2006 in materia di compensi per l’esercizio di arti e professioni. In particolare, egli stigmatizza che essa determina un effetto depressivo nei confronti del sistema economico, senza alcun incremento del gettito complessivo. Di contro, rivendica la validità della politica fiscale perseguita dal precedente Governo di centro-destra, basato sulle teorie della supply side economics, secondo cui una riduzione delle aliquote ha un effetto positivo sull’economia, determinando un incremento del gettito. Del resto, le maggiori entrate registrate nel 2006 sono, a suo avviso, una conferma della bontà di tale teoria.

Coglie, infine, l’occasione per criticare talune scelte di politica monetaria, nonché la mancata considerazione dell’esigenza di favorire forme di risparmio.

 

Il presidente MORANDO preannuncia invece il voto contrario sull’emendamento, sottolineando che la proposta di corrispondere i compensi ai professionisti utilizzando i mezzi elettronici - allo stato attuale - non appare illiberale.

 

Previa verifica del prescritto numero di senatori, in esito a separate e successive votazioni, la Commissione respinge l’emendamento 4.1, nonché - dopo che la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) ha ritirato la proposta emendativa 4.2 - l’emendamento 4.3.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 4.4, interviene il senatore CICCANTI (UDC) il quale manifesta la propria contrarietà nei confronti delle norme in materia di pagamento dei compensi per l’esercizio di arti e professioni introdotta dal decreto-legge n. 223 del 2006. Si tratta infatti a suo avviso di disposizioni invasive, la cui adozione si è resa necessaria, da un lato, per l’incapacità della maggioranza di comprimere la spesa pubblica e, dall’altro, per accontentare le posizioni più radicali, protese ad una difesa ideologica dei lavoratori dipendenti che non possono evadere.

Dopo aver paventato il rischio che tali norme favoriscano divisioni di carattere sociale, l’oratore coglie l’occasione per anticipare il proprio orientamento contrario nei confronti della proposta del relatore, che demanda ad un organo dell’amministrazione finanziaria l’esercizio di un potere che dovrebbe invece spettare ad un soggetto politico.

 

L’emendamento 4.4 è indi posto ai voti e respinto, così come, con distinte votazioni, gli emendamenti 4.5 e 4.6.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) suggerisce una nuova formulazione dell’emendamento 4.7 volta a demandare al Ministro dell’economia il compito di individuare le condizioni impeditive del soggetto tenuto al pagamento, che consentono di derogare alla normativa in materia di compenso per l’esercizio di arti e professioni.

 

Il senatore VEGAS (FI) interviene per esprimere una valutazione contraria sulla riformulazione dell’emendamento 4.7 proposta dal relatore che - anche qualora venisse accolta - presenta molteplici criticità. In primo luogo, si pone un problema di compatibilità con le disposizioni recate nel Codice civile, che prevedono il pagamento dei compensi con moneta circolante.

Inoltre, l’emendamento non prevede alcuna forma di copertura finanziaria, a suo avviso invece necessaria, in quanto riduce la portata di norme antielusive e, più in generale, impone inopportuni oneri burocratici ad alcuni soggetti creando inopportune discriminazioni.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut), accedendo all’invito del relatore, riformula l’emendamento 4.7 nel testo 2.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) dichiara il voto contrario della propria parte politica all’emendamento 4.7 (testo 2), che si inserisce in una prospettiva alternativa rispetto a quella sostenuta dalle forze di opposizione. In proposito, osserva che una seria azione di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione richiederebbe invece, a suo avviso, un rafforzamento degli accertamenti da parte dell’amministrazione finanziaria, che può già contare sull’accesso a rilevanti banche dati.

 

Per dichiarazione di voto favorevole, interviene il senatore LEGNINI (Ulivo), il quale giudica infondati i rilievi critici mossi. Dopo aver affermato che le disposizioni fiscali, in quanto norme speciali, possono derogare alle disposizioni recate nel Codice civile, fa presente che l’emendamento è diretto ad una categoria estremamente circoscritta di beneficiari e pertanto non ha effetti finanziari rilevanti.

 

L’emendamento 4.7 (testo 2), è posto ai voti ed accolto.

 

In esito a distinte votazioni, la Commissione respinge invece l’emendamento 4.8 a cui ha aggiunto la firma il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com).

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 4.9, ha la parola il senatore FERRARA (FI), il quale sottolinea che esso è volto a superare disparità di trattamento fra soggetti coinvolti nell’elaborazione delle dichiarazioni tributarie.

 

E’ indi posto ai voti e respinto l’emendamento 4.9.

 

Il PRESIDENTE dà la parola al relatore ed al rappresentante del Governo per l’espressione dei pareri sugli emendamenti presentati all’articolo 5.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sugli emendanti 5.3 e 5.4. Quanto all’emendamento 5.1 del Governo, egli subordina il parere favorevole ad una sua riformulazione volta in primo luogo a modificare il regime previsto per le successioni mortis causa dei parenti collaterali, introducendo una franchigia e riducendo l’aliquota dell’imposta. Inoltre, auspica la soppressione delle disposizioni che estendevano le norme che disciplinano le richiamate successioni fra coniugi ai conviventi more uxorio. In proposito, fa presente che tale riformulazione ridurrebbe l’onere di copertura dell’emendamento governativo e sarebbero pertanto disponibili risorse da destinare ad altri interventi.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), intervenendo sull’ordine dei lavori, in considerazione dell’ampiezza della riformulazione proposta dal relatore, chiede che sia fissato un termine per la presentazione di subemendamenti.

 

Alla richiesta di chiarimenti anche sui profili di quantificazione, il presidente MORANDO precisa che la riformulazione prospettata potrebbe comportare una riduzione dell’onere di copertura della proposta emendativa pari a 10 milioni di euro e, convenendo sull’esigenza prospettata dal senatore BALDASSARRI (AN), assicura la disponibilità a consentire la presentazione di subemendamenti alla riformulazione dell’emendamento 5.1.

 

Il senatore VEGAS (FI) fa presente che nel testo dell’emendamento, così come riformulato dal relatore, sarebbe assente ogni riferimento alla copertura finanziaria.

 

Il PRESIDENTE dispone indi una breve sospensione della seduta, onde consentire un approfondimento della riformulazione prospettata.

 

La seduta, sospesa alle ore 18,55, riprende alle ore 19,15.

 

Il presidente MORANDO, in considerazione dell’esigenza di effettuare un approfondimento sulla esatta riformulazione dell’emendamento 5.1, prospettato dal relatore, aggiorna i lavori della Commissione alla seduta notturna, già convocata per le ore 21.

 

Il seguito dell’esame congiunto è pertanto rinviato.

 

La seduta termina alle ore 19,20.

 


BILANCIO(5a)

Venerdì 8 dicembre 2006

66a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

indi del Vice Presidente

LEGNINI

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana.

 

Il PRESIDENTE propone di accantonare l’articolo 5 e gli emendamenti ad esso riferiti.

 

La Commissione conviene.

 

Il PRESIDENTE chiede al relatore di esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all’articolo 6.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sull’emendamento 6.1, ritenendo che la proposta emendativa si basi su due principi non condivisibili. Il primo principio chiede di eliminare la strutturazione sui saldi dell’aliquota di compartecipazione dell’addizionale comunale all’IRPEF, mentre il secondo esprime una palese critica al meccanismo delle addizionali e delle compartecipazioni. L’emendamento in questione modificherebbe radicalmente la filosofia sottesa alle scelte di politica economica del Governo tese ad attuare in maniera più completa il federalismo fiscale, il cui elemento portante è costituito proprio dalla partecipazione degli enti locali al gettito dei più importanti tributi nazionali.

Il relatore esprime quindi parere contrario sull’emendamento 6.2. mentre invita al ritiro il proponente dell’emendamento 6.4. Sull’emendamento 6.5 invita altresì i proponenti al ritiro, ritenendo più condivisibile la proposta analoga contenuta nell’emendamento 6.12. Esprime, quindi, parere contrario sull’emendamento 6.6. Il relatore invita i proponenti a riformulare gli emendamenti 6.7, 6.8 e 6.9, nel senso di sostituire il termine del 20 marzo con quello del 15 febbraio, al fine di contemperare l’esigenza dei comuni di potersi organizzare in un tempo più congruo con l’altrettanto importante esigenza dei cittadini di conoscere il prima possibile l’aliquota a cui saranno sottoposti.

Esprime quindi parere favorevole sull’emendamento 6.12 e parere contrario sull’emendamento 6.15.

 

Il presidente MORANDO invita il rappresentante del Governo ad esprimere il proprio parere sugli emendamenti in esame.

 

Il sottosegretario SARTOR esprime parere conforme a quello del relatore, ad eccezione dell’emendamento 6.12, sul quale esprime parere favorevole, a condizione che le parole: "sessanta giorni" siano sostituite con le altre: "centottanta giorni", considerando che la modifica non incide sulla operatività del versamento dell’addizionale comunale all’IRPEF.

 

Il PRESIDENTE richiama preliminarmente le dichiarazioni di inammissibilità già pronunciate nella seduta antimeridiana sulle proposte emendative relative agli articoli da 4 a 17, precisando che le stesse non saranno ovviamente incluse fra quelle poste in votazione. Avverte quindi che si passerà alla votazione dell’emendamento 6.1.

 

Il senatore VEGAS (FI) dichiara il proprio sostegno all'emendamento 6.1, rilevando criticamente come l’articolo 6 del disegno di legge finanziaria modifichi l’aliquota di compartecipazione dell’addizionale comunale all’IRPEF sostituendo al meccanismo dei tetti di spesa quello dei saldi. Al riguardo, infatti, osserva che tale modificazione, lungi dal configurare un’innovazione significativa a sostegno del federalismo fiscale, costituisce altresì un rischio per la finanza pubblica in quanto innesca dei meccanismi di crescita della spesa che potrebbero determinare, in prospettiva, uno sforamento dei limiti previsti dal Patto di stabilità per il comparto degli enti locali. Per quanto si prospetti la necessità di regolare la pressione fiscale a carico dei comuni per consentire un maggiore tasso di sviluppo, prevedere un regime di saldi anziché fissare dei tetti di spesa, unitamente al meccanismo delle addizionali, rischia, ad avviso dell’oratore, di incrementare la spesa pubblica vanificando in questo modo gli effetti virtuosi del sistema di federalismo fiscale. Dopo aver messo in luce i possibili profili di incompatibilità del regime delle addizionali con il principio costituzionale della progressività dell’imposta, auspica, in conclusione, che il Governo non abbandoni la strada intrapresa con la precedente legge finanziaria.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), nell’esprimere il voto favorevole del suo Gruppo all’emendamento in esame, rileva che il sistema configurato all’articolo 6 poggia sul principio in base al quale il rispetto del vincolo sui saldi con i parametri europei sarebbe un sistema sufficiente a giustificare il superamento del meccanismo dei tetti previsto dalla precedente finanziaria. Ad avviso del relatore, invece, se un criterio del genere era sostenibile nelle fasi di costruzione dell’Unione economica e monetaria, quando ciascun Paese aveva bisogno di recuperare il disavanzo pubblico in tempi rapidi, la nuova applicazione dei meccanismi basati sui tetti agli attuali sistemi locali di politica economica determinerebbe rischi molto alti per la tenuta della contabilità pubblica locale. Al riguardo, l’oratore osserva che la distinzione tra spesa corrente e spesa per investimenti rischia di essere fuorviante perché ingenera la spinta dei poteri pubblici locali a intervenire sulla spesa per investimenti, la cui eventuale riduzione non è percepita immediatamente dalla popolazione. Ai fini di un formale raggiungimento dell’equilibrio finanziario si sacrificherebbero, in questo modo, le potenzialità di crescita dell’intero sistema economico, determinandosi l’effetto perverso di una copertura degli aumenti di spesa tramite la tassazione. Pertanto, in relazione ai rischi di un possibile sforamento dei vincoli del Patto di stabilità, l’oratore concorda con il senatore Vegas sulla necessità di mantenere almeno parzialmente il regime dei tetti di spesa inaugurato dal precedente Governo.

 

Il senatore CICCANTI (UDC), nell’esprimere il voto favorevole del suo Gruppo sull’emendamento in esame, rileva che la disciplina introdotta con l’articolo 6 in ordine alla sostituzione del regime dei tetti di spesa con il regime dei saldi paralizza il meccanismo virtuoso di contenimento della spesa pubblica che era stato faticosamente raggiunto attraverso le politiche di finanza pubblica attuate dal Governo precedente. Le politiche di contenimento della spesa corrente attengono ad una cultura di governo degli enti locali ispirata al rigore economico e alla responsabilità nella gestione della finanza pubblica. Gli effetti del meccanismo dei saldi determinerà inevitabilmente, ad avviso dell’oratore, la necessità di una compensazione attraverso l’applicazione delle addizionali che, a sua volta, innescherà un incremento della pressione fiscale complessiva ed un inevitabile taglio dei servizi offerti, a danno soprattutto dei redditi più bassi, tradendo in questo modo i principi di giustizia distributiva che avrebbero dovuto ispirare il disegno di legge finanziaria all’esame del Senato.

 

Posti separatamente ai voti, sono respinti gli emendamenti 6.1 e 6.2, risultando altresì ritirato dal senatore TECCE (RC-SE) l’emendamento 6.4.

E’ ritirato anche l’emendamento 6.5, i cui presentatori dichiarano di apporre la propria firma all’emendamento 6.12.

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto in votazione l’emendamento 6.6.

 

Il senatore SAIA (AN) rileva che la proposta di consentire ai comuni di deliberare sull’aliquota entro il termine di approvazione del bilancio di previsione annuale viene incontro alle esigenze di organizzazione dei comuni medesimi.

 

Posto ai voti, l’emendamento 6.6 è respinto.

 

La senatrice RUBINATO (Aut), in qualità di proponente, accoglie la proposta di modifica avanzata dal Governo, in ordine all'emendamento 6.7.

 

Dopo un breve intervento del senatore FERRARA (FI), l’emendamento 6.7 (testo 2), così riformulato, posto ai voti con il parere favorevole del RELATORE e del GOVERNO, è approvato.

 

Posto ai voti, è respinto l’emendamento 6.8, risultando altresì ritirato l’emendamento 6.9 dal proponente TECCE(RC-SE).

 

La senatrice RUBINATO (Aut) ritira l’emendamento 6.11.

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto in votazione l’emendamento 6.12 (testo 2) presentato dalla senatrice Rubinato, riformulato secondo le indicazioni del Governo.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) chiede di aggiungere la sua firma, palesando la sua convinta adesione allo spirito sotteso alla proposta in esame.

 

Chiedono di aggiungere la propria firma all’emendamento in esame la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) e il senatore CICCANTI (UDC), il quale rileva che il versamento dell’addizionale comunale all’IRPEF, effettuato direttamente ai comuni di riferimento costituisce un segno di profonda fiducia nei confronti delle autonomie locali e della loro capacità di gestione della finanza pubblica.

 

Dopo un breve intervento del senatore FERRARA (FI), posto ai voti, è approvato l’emendamento 6.12 (testo 2), risultando già ritirato in una precedente seduta l'emendamento 6.13.

 

Posto ai voti, è respinto l’emendamento 6.15.

 

Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 7.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sugli emendamenti 7.1, 7.2, 7.3, 7.4 e 7.23, e sulle proposte 7.0.1 e 7.0.3, di carattere aggiuntivo.

Invita a ritirare gli emendamenti 7.5, 7.6, 7.7, 7.8, 7.9, 7.10, 7.11, 7.12, 7.13 e 7.14.

Esprime parere favorevole sull’emendamento 7.20, invitando i presentatori degli emendamenti da 7.15 a 7.19, di oggetto analogo, a ritirare tali proposte.

Propone quindi di accantonare l’emendamento 7.0.2 che potrebbe essere, a suo avviso, più opportunamente esaminato tra gli emendamenti all’articolo 18.

Si rimette infine all’avviso del Governo sugli identici emendamenti 7.21 e 7.22.

 

La Commissione conviene quindi di accantonare l’emendamento 7.0.2.

 

Il sottosegretario SARTOR esprime parere conforme a quello del relatore. Con particolare riguardo agli identici emendamenti 7.21 e 7.22, esprime parere contrario.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) aggiunge la propria firma agli emendamenti 7.7, 7.11, 7.13 e 7.14 per poi ritirarli. Ritira altresì l’emendamento 7.10.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, con separate votazioni vengono quindi posti ai voti e respinti gli emendamenti 7.1, 7.2 e 7.3.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) interviene in dichiarazione di voto sull’emendamento 7.4, auspicandone fortemente l’accoglimento in quanto ritiene che l’attuale formulazione dell’articolo 7 sia suscettibile di determinare gravi problemi applicativi.

 

Si associa il senatore FERRARA (FI), dopo essersi soffermato analiticamente sugli aspetti di buon andamento della pubblica amministrazione sottesi dall’emendamento 7.4, con particolare riguardo alle conseguenze determinate dalla soppressione dei controlli di gestione.

 

L’emendamento 7.4 viene quindi posto in votazione e respinto.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) interviene in dichiarazione di voto sull’emendamento 7.5, auspicandone l’accoglimento in quanto la ratio di tale proposta si basa su una maggior distribuzione sociale degli oneri per la realizzazione di opere pubbliche. Precisa, infatti, che un’imposta di scopo potrebbe essere correttamente introdotta a condizione di scongiurare un cumulo impositivo a danno dei ceti più svantaggiati, a condizione di porre preventivamente un onere a carico di coloro che più si avvantaggiano della realizzazione delle opere, ad esempio in termini di aumento di rendite e valori catastali. Occorrerebbe pertanto introdurre una sorta di "contributo di miglioria" che i comuni potrebbero, ad esempio, incorporare nell’ICI.

Esprime quindi delusione per il parere contrario espresso dal relatore e dal Governo, in quanto ritiene tale proposta pienamente compatibile con gli obiettivi prefissati dall’Esecutivo.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l’emendamento 7.5 viene posti ai voti e respinto.

 

Con separate votazioni, sono altresì respinti gli emendamenti 7.6, 7.8 e 7.9.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) preannuncia un voto favorevole sull’emendamento 7.12, in grado di fornire chiare indicazioni agli enti locali per quanto concerne le scelte prioritarie in opere di particolare valenza sociale.

 

L’emendamento 7.12 viene quindi posto ai voti e respinto.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) auspica con forza l’accoglimento dell’emendamento 7.15, in quanto ritiene fondamentale definire un termine certo entro il quale i comuni debbano effettuare i rimborsi previsti. Dichiara quindi di riformulare tale proposta, prevedendo un termine per rimborsare i versamenti effettuati dai contribuenti entro i due anni successivi, in luogo dell’originario termine di un anno.

 

Il senatore FERRARA (FI) esprime apprezzamento per la riformulazione dell’emendamento 7.15.

 

Dopo brevi interventi del sottosegretario SARTOR e del relatore MORGANDO (Ulivo) che esprimono parere favorevole sul nuovo emendamento 7.15 (testo 2), su proposta del presidente MORANDO, i presentatori degli emendamenti da 7.16 a 7.20 aggiungono la propria firma al medesimo emendamento 7.15 (testo 2).

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l’emendamento 7.15 (testo 2) viene posto ai voti ed approvato all’unanimità.

 

Posti congiuntamente ai voti, sono quindi respinti gli identici emendamenti da 7.16 a 7.19. Con successiva votazione è poi respinta la proposta 7.20.

 

Con separate votazioni sono posti ai voti e respinti gli emendamenti da 7.21 a 7.23. Sono altresì respinti, con distinto scrutinio, gli emendamenti 7.0.1 e 7.0.3, di carattere aggiuntivo.

 

Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 8.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sugli emendamenti 8.1, 8.2, 8.20, 8.3, 8.5, 8.7, 8.8, 8.13, 8.16 e 8.19.

Invita poi a ritirare gli emendamenti 8.4, 8.9, 8.10, 8.11 e 8.12.

 

Il sottosegretario GRANDI esprime parere conforme a quello del relatore.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) accoglie l’invito del relatore e ritira l’emendamento 8.4. Dopo avervi aggiunto la firma, ritira altresì l’emendamento 8.9.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l’emendamento 8.1 viene posto ai voti e respinto.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) auspica l’accoglimento dell’emendamento 8.2. In particolare, esprime profonde perplessità sull’attuale formulazione del comma 3 dell’articolo 8 del disegno di legge finanziaria, che apre il rischio a ripetuti interventi sull’aliquota massima applicabile dagli enti locali.

 

L’emendamento 8.2 viene quindi posto ai voti e respinto. Con separata votazione viene altresì respinto l’emendamento 8.20.

 

Dopo un breve intervento del senatore FERRARA (FI), relativo all’emendamento 8.3, al quale replica brevemente il presidente MORANDO, non essendovi ulteriori richieste di intervento l’emendamento 8.3 viene posto in votazione e respinto.

 

Con separate votazioni sono quindi respinti gli emendamenti 8.5 e 8.7.

 

Il senatore FERRARA (FI) richiama l’attenzione della Commissione sull’emendamento 8.8, che ritiene di particolare importanza in quanto ispirato a principi di buon senso.

 

L’emendamento 8.8 viene quindi posto ai voti e respinto. Viene altresì respinto l’emendamento 8.10, con separata votazione.

 

Il senatore FERRARA (FI) interviene in dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 8.11, relativo alle misure di capitale richiesto alle società per l’iscrizione nell’albo dei soggetti abilitati ad effettuare attività di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi e di altre entrate delle province e dei comuni.

 

L’emendamento 8.11 viene quindi posto ai voti e respinto.

Con separate votazioni sono infine respinti gli emendamenti 8.12, 8.13, 8.16 e 8.19, essendo stati gli emendamenti 8.16 e 8.17 dichiarati improponibili nella precedente seduta antimeridiana.

 

Poiché gli emendamenti relativi all'articolo 9 (tutti di carattere aggiuntivo) erano già stati dichiarati inammissibili, si passa all'esame delle proposte riferite all' articolo 10.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) invita al ritiro degli emendamenti 10.3, 10.4, 10.5, 10.7, 10.9, 10.11, 10.13, 10.14, 10.15, 10.28, 10.30. Invita inoltre al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti 10.6 e 10.8. Si rimette, invece, al Governo sugli emendamenti 10.0.8 e 10.0.9. Esprime parere favorevole sull’emendamento 10.10.

 

Il presidente MORANDO ricorda che, in una precedente seduta, con riferimento all’emendamento 10.32, i senatori Sodano, Albonetti e De Petrishanno aggiunto la propria firma e che si è proceduto ad una riformulazione di tale emendamento.

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo), relatore, esprime quindi parere favorevole sull’emendamento 10.32 (testo 2). Esprime, invece, parere contrario su tutti gli altri emendamenti riferiti all’articolo 10.

 

Il sottosegretario SARTOR esprime anch'egli parere favorevole con riferimento all’emendamento 10.32 (testo 2), confermando che, rispetto al testo originario, la parte relativa alla copertura finanziaria è correttamente espunta, in quanto non necessaria.

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo), relatore, con riferimento agli emendamenti 10.0.4 e 10.0.5, rileva che tali proposte emendative affrontano un tema analogo a quello dell’emendamento 17.0.1 del Governo. Rileva pertanto l’opportunità di rinviarne l'esame insieme al suddetto emendamento al Governo.

 

Su proposta del Presidente MORANDO gli emendamenti 10.0.4 e 10.0.5 vengono accantonati per essere esaminati insieme all’emendamento 17.0.1.

 

Il sottosegretario SARTOR invita al ritiro degli emendamenti 10.0.8 e 10.0.9, esprimendo altrimenti parere contrario. Esprime invece un parere conforme a quello espresso dal relatore su tutti gli altri emendamenti riferiti all’art. 10.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) ritira gli emendamenti 10.3 e 10.7.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) ritira gli emendamenti 10.4, 10.9, 10.11, 10.13 e 10.28.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) ritira l’emendamento 10.30.

 

Si passa indi alla votazione sui restanti emendamenti riferiti all’art. 10.

 

Il presidente MORANDO richiama le dichiarazioni di inammissibilità già pronunciate, precisando che gli emendamenti inammissibili non saranno inclusi tra quelli posti in votazione.

 

Posti distintamente in votazione, gli emendamenti 10.5, 10.6 e 10.8 vengono respinti, mentre risulta approvato l'emendamento 10.10.

Con successive, separate votazioni, sono quindi respinte le proposte 10.12 e quelle da 10.14 a 10.23, nonché gli emendamenti 10.36, 10.37 e quelli da 10.24 a 10.27.

Con ulteriori, separate votazioni, è respinto l'emendamento 10.29. Viene quindi approvato l'emendamento 10.32 (testo 2) e vengono respinti gli emendamenti 10.33 a 10.35, nonché gli aggiuntivi 10.0.1, 10.0.2, 10.0.3, 10.0.6 e 10.0.7.

 

Si passa all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 11.

Su proposta del Presidente MORANDO l’emendamento 11.0.2 viene accantonato per essere esaminato successivamente con l’emendamento 5.1 (testo 2) che contiene delle disposizioni analoghe.

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo), relatore, invita al ritiro degli emendamenti 11.2 e 11.0.1. Esprime invece parere contrario sull’emendamento 11.1.

 

Il sottosegretario SARTOR esprime un parere conforme a quello del relatore su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 11.

Il senatore TECCE (RC-SE) ritira l’emendamento 11.2 preannunciando che il contenuto della proposta emendativa verrà trasfuso in un apposito ordine del giorno che intende presentare.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) ritira l’emendamento 11.0.1.

 

Posto ai voti, l’emendamento 11.1 è respinto.

 

Il presidente MORANDO informa che sono nel frattempo pervenuti gli emendamenti riformulati: 5.1 (testo 2), 5.33 (testo 2), 5.0.1 (testo 2) e 5.0.2 (testo 2), già preannunciati nelle precedenti sedute. Propone quindi di fissare per le ore 9 di domani, sabato 9 dicembre, il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti.

 

La Commissione conviene con la proposta del Presidente e il seguito dell'esame viene quindi rinviato.

 


BILANCIO(5a)

Sabato 9 dicembre 2006

67a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.

 

Il presidente MORANDO, dopo aver ricordato che nella seduta notturna di ieri sono stati votati gli emendamenti riferiti all'articolo 11 ad eccezione della proposta 11.0.2 - di cui è stato accantonato l’esame - e che i senatori Rubinato e Ciccanti hanno presentato una riformulazione dell'emendamento 2.17 (testo 2) avverte che si riprenderà dall'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 12, che erano stati già illustrati nella seduta antimeridiana di venerdì 8 dicembre.

 

Il sottosegretario SARTOR presenta l'emendamento 12.1-bis, che rappresenta una nuova formulazione dell’emendamento 18.81 e lo illustra.

Con tale proposta, che recepisce le istanze e le osservazioni contenute in taluni emendamenti di iniziativa parlamentare, si intende introdurre nell'ordinamento un sistema di compartecipazione dinamica dei Comuni al gettito dell'IRPEF, senza che ciò comporti problemi di copertura finanziaria.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) chiede al Governo di chiarire come tale proposta si concili con il meccanismo perequativo attualmente in vigore.

 

Il sottosegretario SARTOR precisa, in risposta al quesito testé formulato, che i meccanismi perequativi non vengono modificati dall'emendamento in esame, continuando pertanto ad essere rimessi alla decisione della Conferenza unificata.

 

Dopo un breve intervento di richiesta di chiarimenti del senatore VEGAS (FI), e della senatrice RUBINATO (Aut), il presidente MORANDO ricorda come l'emendamento governativo, di fatto, rappresenti una riformulazione della proposta 18.81.

 

Si passa quindi all'espressione dei pareri da parte del relatore sugli emendamenti riferiti all'articolo 12.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo), dopo aver dichiarato il proprio parere contrario sull'emendamento 12.1, esprime parere favorevole sull'emendamento del Governo 12.1-bis. Con riguardo agli emendamenti da 12.2 a 12.4 invita i presentatori al ritiro. Dopo aver espresso il proprio avviso contrario sugli emendamenti 12.5 e 12.6, svolge talune considerazioni sulle proposte da 12.7 a 12.10, per le quali si rimette all'avviso del rappresentante del Governo. Invita quindi i presentatori a ritirare gli emendamenti 12.11 e 12.12, esprimendo parere contrario sull'emendamento 12.0.1. Conclude dichiarando il suo parere favorevole sugli emendamenti 12.0.2, 12.0.3 e 12.0.4, precisando come laddove il Governo intenda intervenire per recepire le finalità di cui alle suddette proposte in via amministrativa, si dichiara disposto a proporne il ritiro.

 

Il sottosegretario SARTOR esprime un parere conforme al relatore su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 12. In relazione agli emendamenti da 12.7 a 12.10, pur prendendo atto della delicatezza della questione della compartecipazione provinciale all'IRPEF, invita i presentatori a ritirare le proposte e a convertirle in ordini del giorno. Con riguardo agli emendamenti da 12.0.2 a 12.0.4, nel far presente che il Governo intende recepire il contenuto delle proposte suddette in provvedimenti amministrativi, invita i presentatori a ritirarli.

 

Si passa quindi alla votazione, previe dichiarazioni di voto, delle proposte emendative all'articolo 12.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) interviene per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 12.1, con il quale si propone la soppressione dell'articolo 12 del disegno di legge finanziaria. Dopo aver svolto talune considerazioni sul tema del federalismo fiscale e sulla necessità di incentivare meccanismi premianti per gli enti locali più "virtuosi", esprime le proprie perplessità sull'articolo 12, il quale di fatto finisce per penalizzare proprio i cittadini dei comuni più rispettosi dei vincoli di finanza pubblica.

 

Posto ai voti, l'emendamento 12.1 è respinto.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) interviene per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 12.1-bis, proponendo l'introduzione di un meccanismo di tipo premiale, per il quale la differenza positiva tra il gettito compartecipato e la riduzione dei trasferimenti sia ripartito fra i comuni che, nel corso dell'ultimo triennio precedente all'anno di imposta di riferimento, abbiano rispettato i parametri del Patto di stabilità interno.

 

Dopo un breve intervento critico del senatore AZZOLLINI (FI), il senatore LEGNINI (Ulivo), propone che il meccanismo premiale, testé illustrato, sia considerato unitamente all'esame delle proposte emendative volte a sopprimere le sanzioni amministrative previste per i Comuni che violano il Patto di stabilità interno.

 

Il presidente MORANDO dopo aver chiarito i termini della questione, nel prendere atto della difficoltà di coniugare il meccanismo premiale con il sistema della compartecipazione dinamica comunale all'IRPEF, concordando con il senatore Legnini, propone alla senatrice Rubinato di affrontare la questione in esame in altra sede.

 

Dopo brevi considerazioni del senatore AZZOLLINI (FI), interviene per dichiarazione di voto sull'emendamento 12.1-bis il senatore CICCANTI (UDC), preannunciando la propria astensione.

Nel prendere atto del carattere strutturale della compartecipazione dinamica e della sua difficile compatibilità con ogni meccanismo di natura premiale, svolge talune valutazioni sul sistema della finanza locale. Al riguardo osserva come sia necessaria una riforma del Testo Unico Enti Locali volta a conciliare la normativa fiscale ivi prevista con il nuovo quadro federalista fiscale introdotto con la riforma del Titolo V della Costituzione. Esprime, in particolare, talune perplessità sul fatto che, attualmente, l'individuazione degli obiettivi in materia di finanza pubblica locale sia rimessa alle decisioni discrezionali di un organo di natura politica, quale è la Conferenza unificata. Conclude osservando come la manovra finanziaria in esame, nel tentativo di accogliere le istanze di tutte le componenti politiche della maggioranza, rischia di aggravare la situazione finanziaria del Paese.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 12.1-bis, che del resto reca contenuti condivisi dalle stesse autonomie territoriali. Si tratta in particolare di una proposta volta a controbilanciare i tagli operati nei confronti degli enti territoriali, su cui ritiene del tutto inopportuno ogni pregiudizio ideologico.

Coglie peraltro l’occasione per dichiarare la propria disponibilità ad un’eventuale introduzione, in altra sede, di meccanismi premiali in favore degli enti che rispettano i vincoli sanciti dal Patto di stabilità interno.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) preannuncia il voto di astensione sull’emendamento 12.1-bis, sottolineando che, pur condividendone le finalità, esso non è idoneo a correggere le criticità presenti nell’attuale formulazione dell’articolo 3. In particolare, lamenta che i meccanismi perequativi recati all’articolo 3, comma 3, rappresentano un disincentivo per i comuni a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale.

Esprime tuttavia un giudizio positivo per la scelta di ridurre i trasferimenti statali, attraverso una compartecipazione comunale all’IRPEF, che tuttavia è ben lungi dall’introdurre un’effettiva forma di federalismo fiscale.

 

Per dichiarazione di voto contraria sull’emendamento 12.1-bis, ha la parola il senatore AZZOLLINI (FI), il quale ribadisce di non condividere le scelte finanziarie, contemplate nella manovra, che interessano gli enti locali.

Giudica tuttavia positivamente l’introduzione della compartecipazione comunale all’IRPEF, che favorisce una maggiore responsabilizzazione degli enti territoriali.

Il senatore AUGELLO (AN) preannuncia il voto di astensione della propria parte politica, valutando positivamente le misure proposte, che del resto vanno nella direzione già tracciata dal precedente Esecutivo.

Non ritiene tuttavia di poter esprimere un voto favorevole, attesa la propria contrarietà alle scelte introdotte nel disegno di legge finanziaria volte a trasferire oneri finanziari impropri agli enti territoriali. Sottolinea infine, l’esigenza di rafforzare il ruolo di questi ultimi nell’attività di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) interviene per preannunciare l’intenzione di presentare uno specifico ordine del giorno, nel quale impegnare il Governo a favorire, in sede di trasferimento di risorse, gli enti locali che abbiano ottemperato al Patto di stabilità interno nel 2007.

 

E’ indi posto ai voti e approvato l’emendamento 12.1-bis.

 

Dopo che i senatori RUBINATO (Aut) e BARBOLINI (Ulivo) hanno ritirato, rispettivamente, gli emendamenti 12.2 e 12.3, la Commissione respinge l’emendamento 12.4.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 12.5, interviene il senatore POLLEDRI (LNP), il quale richiama l’opportunità di prevedere una riduzione dei trasferimenti per ciascun comune pari alla compartecipazione al gettito dell’IRPEF prodotto dal comune stesso.

 

In esito a successive e distinte votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti 12.5 e 12.6, nonché – dopo che il senatore BARBOLINI (Ulivo) ha dichiarato di ritirare l’emendamento 12.7, preannunciando la presentazione di un ordine del giorno – le proposte emendative 12.8, 12.9 e 12.10.

 

Accedendo all’invito del relatore, il senatore BARBOLINI (Ulivo) ritira anche gli emendamenti 12.11 e 12.12.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 12.0.1, ha la parola il senatore FERRARA (FI) per sollecitarne l’approvazione.

 

É indi posto ai voti e respinto l’emendamento 12.0.1.

 

Il presidente MORANDO ricorda che il sottosegretario Sartor ha precedentemente preannunciato un impegno specifico del Governo ad adottare un atto amministrativo diretto a differire il termine per la deliberazione del bilancio di previsione da parte degli enti locali per l’anno 2007 al 31 marzo del medesimo anno. Invita indi i presentatori delle proposte emendative 12.0.2, 12.0.3 e 12.0.4, i cui contenuti saranno recepiti dal richiamato provvedimento amministrativo, a valutare l’opportunità di un loro ritiro.

 

Il senatore FERRARA (FI), dopo aver svolto talune precisazioni, ritira l’emendamento 12.0.2.

 

Accedendo all’invito, il senatore BARBOLINI (Ulivo) ritira l’emendamento 12.0.3 e il senatore BALDASSARRI (AN), ritira l’emendamento 12.0.4, dopo averlo sottoscritto.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passa all’espressione dei pareri del relatore e del Governo sulle proposte emendative presentate all’articolo 13.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sul complesso degli emendamenti riferiti all’articolo 13.

 

Il sottosegretario GRANDI si esprime in senso conforme.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) dichiara il voto favorevole sull’emendamento 13.1, stigmatizzando i contenuti a suo avviso non condivisibili recati dall’articolo 13 in materia di decentramento delle funzioni catastali. In particolare, le novità introdotte sono destinate a suo avviso ad accrescere, da un lato, il valore delle unità immobiliari e, dall’altro, gli oneri comunali relativi alla gestione del catasto, che imporranno il ricorso a forme di esternalizzazione.

 

Ha indi brevemente la parola il sottosegretario GRANDI, il quale precisa che con riferimento alle funzioni catastali il disegno di legge finanziaria dispone un esplicito divieto a ricorrere a forme di esternalizzazione.

 

Con successive e separate votazioni, sono indi respinti gli emendamenti 13.1, 13.2, 13.3, 13.4 e 13.5.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia il voto favorevole sull’emendamento 13.0.1, finalizzato a demandare la risoluzione delle controversie in materia di tariffe d’estimo al giudice ordinario.

 

Il presidente MORANDO, pur manifestando un orientamento contrario sulla proposta emendativa, sottolinea che essa affronta una tematica su cui è opportuna una specifica riflessione.

 

Concorda il sottosegretario GRANDI.

 

Sono indi posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 13.0.1 e 13.0.2.

 

Si passa all’esame delle proposte emendative riferite all’articolo 14.

 

Il PRESIDENTE dispone l’accantonamento dell’esame delle proposte emendative presentate all’articolo 14, atteso che esse intervengono su tematiche connesse agli emendamenti, precedentemente accantonati, presentati all’articolo 5, e di cui giudica opportuna una trattazione congiunta.

 

La Commissione conviene.

Il senatore BALDASSARRI (AN), intervenendo incidentalmente, ribadisce l’opportunità che il Ministro dell’economia riferisca sollecitamente sugli intendimenti dell’Esecutivo nei confronti della vicenda che ha recentemente interessato l’Alitalia.

 

Il PRESIDENTE dichiara la propria disponibilità ad attivarsi in tal senso a conclusione dell’esame degli atti in titolo, ove le forze politiche non ritengano preferibile sollecitare lo svolgimento di una procedura informativa presso la Commissione di merito. Avverte che si passa all’espressione dei pareri del relatore e del Governo sulle proposte emendative riferite all’articolo 15, nonché su quelle recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo.

Dopo aver proposto l’accantonamento dell’emendamento 15.2, per la parte ammissibile, ovvero la soppressione dell’articolo 16, per votarlo congiuntamente alle proposte emendative riferite a quell’articolo, invita il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sulle proposte emendative presentate all’articolo 15.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) invita i proponenti al ritiro dell’emendamento 15.5 (altrimenti il parere è contrario). Indi si rimette alla valutazione del Governo, per quel che concerne gli emendamenti 15.6, 15.7 e 15.8, evidenziando che, per il loro contenuto, volto all’ampliamento delle fattispecie di utilizzazione degli immobili pubblici, tali proposte appaiono, a suo parere, in aperta contraddizione con il complessivo impianto recato dal disegno di legge finanziaria per il 2007. Invita quindi i proponenti a ritirare gli emendamenti 15.9, 15.10 e 15.11, esprimendo in alternativa parere contrario. Esprime, quindi, da un lato, parere favorevole sull’emendamento 15.1, di iniziativa del Governo, mentre dall’altro invita al ritiro dell’emendamento 15.500 (già emendamento 18.281), di iniziativa parlamentare, il quale, a suo avviso, potrebbe confluire nel precedente testo. Chiede altresì il ritiro degli emendamenti 15.15, 15.16, 15.17, 15.18 e 15.19, esprimendo in alternativa parere contrario. Formula, infine, un parere contrario sui restanti emendamenti.

 

Con riferimento all’emendamento 15.0.1, a firma dello stesso relatore, volto, tra l’altro, alla introduzione di apposite disposizioni fiscali per i redditi discendenti dalla locazione di unità immobiliari ad uso abitativo, il presidente MORANDO ricorda che nelle sedute antimeridiane del 6 e del 7 dicembre si era proceduto all’accantonamento di alcuni emendamenti concernenti la stessa materia, per riprenderne l’esame in sede di trattazione delle proposte emendative all’articolo 15. Invita pertanto il relatore a esprimere il proprio avviso su tali testi.

 

Quanto all’emendamento 15.0.1, a propria firma, il relatore MORGANDO (Ulivo) ne ricorda i contenuti e le finalità: a fronte di una serie di sanzioni di cui si prevede l’introduzione al fine di favorire il recupero di base imponibile nel settore delle locazioni immobiliari ad uso abitativo, in una logica che privilegia il contrasto di interessi fra i contribuenti, la proposta emendativa intende introdurre altresì un’imposta sostitutiva, con aliquota unica al 20 per cento, per il reddito prodotto da tali fabbricati. L’intervento muove infatti dalla necessità di uniformare il trattamento tributario degli investimenti immobiliari a quello che si prevede di introdurre per i frutti delle rendite finanziarie, oggetto di un apposito disegno di legge-delega in materia fiscale in corso di esame presso la Camera dei deputati (atto Camera n. 1762). L’intervento proposto si fonda anche sulla concessione di specifiche agevolazioni fiscali in favore del conduttore, sotto forma di detrazioni d’imposta. In proposito, il relatore richiama le problematiche emerse nel corso del dibattito, in particolare per quel che concerne, sotto un profilo formale, la scelta del meccanismo di copertura (che dovrebbe, a suo parere, essere preferibilmente affidato allo strumento legislativo in luogo di quello regolamentare menzionato al comma 9 dell’emendamento in esame), nonché, da un punto di vista sostanziale, la destinazione, a favore della riduzione della pressione fiscale, delle maggiori entrate rivenienti dal recupero di base imponibile correlato all’attuazione della normativa proposta. Tuttavia, atteso che, nell’ambito del meccanismo prospettato, le misure di carattere sanzionatorio sono di per sé già operative, a fronte, viceversa, della cennata necessità di ulteriori interventi per quanto riguarda l’introduzione delle misure di carattere fiscale, esprime l’avviso che tale complessa tematica debba essere affrontata in sede di esame di un provvedimento ad hoc, quale potrebbe essere, ad esempio, il disegno di legge delega in materia fiscale.

Nell’apprezzare, conclusivamente, il tenore del dibattito svoltosi sul tema, dichiara di ritirare l’emendamento 15.0.1.

 

Per effetto del ritiro dell’emendamento 15.0.1, il presidente MORANDO dichiara decaduti i subemendamenti 15.0.1/1 e 15.0.1/2 ad esso riferiti.

 

Per quel che concerne gli emendamenti relativi alla stessa materia, dei quali era stato disposto l’accantonamento, il relatore MORGANDO invita i proponenti a ritirare gli emendamenti 2.33, 2.40, 2.50, 2.81, 2.96 e 3.154, altrimenti il parere è contrario. Indi chiede il ritiro, esprimendo in alternativa avviso contrario, degli emendamenti 15.0.4 e 15.0.5, mentre il parere è contrario sull’emendamento 15.0.6.

 

Interviene quindi il senatore FERRARA (FI) per chiedere chiarimenti in ordine all’emendamento 15.500 (già emendamento 18.281), al quale replica il presidente MORANDO, facendo presente che il relatore ne ha chiesto il ritiro, dal momento che detta proposta emendativa concerne materia identica a quella trattata dall’emendamento 15.1, di iniziativa del Governo.

 

Il sottosegretario GRANDI, per quanto riguarda gli emendamenti e i subemendamenti riferiti all’articolo 15 ed aggiuntivi, esprime parere conforme a quello del relatore. In riferimento poi agli emendamenti 15.6, 15.7 e 15.8, rispetto ai quali il relatore si era rimesso al Governo, invita i proponenti a ritirare gli stessi, al fine di trasformarli in ordini del giorno.

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella odierna seduta pomeridiana l’esame riprenderà con la votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 15.

 

CONVOCAZIONE DI ULTERIORI SEDUTE DELLA COMMISSIONE

 

Il PRESIDENTE comunica che la Commissione è ulteriormente convocata per il prosieguo dell'esame degli argomenti all'ordine del giorno domani, domenica, 10 dicembre 2006, alle ore 9, 15 e 21.

 

La Commissione prende atto.


BILANCIO(5a)

Sabato 9 dicembre 2006

68a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

indi del Vice Presidente

LEGNINI

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.

 

Interviene sull'ordine dei lavori il senatore EUFEMI (UDC) il quale esprime il suo disappunto per l'assenza in Commissione del Ministro dell'economia, rilevando la necessità che egli interloquisca in Commissione sui passaggi fondamentali della legge finanziaria.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) chiede al Presidente di valutare la possibilità di sconvocare la seduta notturna di domani, mentre il senatore CASTELLI (LNP) osserva che, in considerazione del grande impegno profuso dai parlamentari nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria, sarebbe opportuno modulare i tempi di esame prevedendo eventualmente una pausa tecnica.

 

Il PRESIDENTE, in merito alle osservazioni del senatore Eufemi, rileva che la presenza del Governo in Commissione è comunque assicurata dai Sottosegretari e, in riferimento alla rimodulazione dei tempi di esame dei disegni di legge in titolo, ribadisce la necessità di rispettare i tempi parlamentari di approvazione dei documenti di bilancio.

Ricorda poi che nella precedente seduta erano stati espressi i pareri del relatore e del Governo sugli emendamenti relativi all’articolo 15, che verranno ora posti in votazione, ad eccezione delle proposte dichiarate inammissibili nella seduta antimeridiana di ieri.

Dichiara quindi che l'emendamento 15.2, soppressivo degli articoli 15 e 16, verrà esaminato insieme agli emendamenti riferiti all'articolo 16 poiché la parte dell'emendamento relativa alla soppressione dell'articolo 15 era stata dichiarata inammissibile.

 

Posti separatamente ai voti, con il parere contrario del RELATORE e del rappresentante del GOVERNO, risultano respinti gli emendamenti 15.3 e 15.4.

 

Vengono ritirati dal senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) gli emendamenti 15.5, 15.10 e 15.11, dalla senatrice RUBINATO (Aut) l’emendamento 15.8, mentre il senatore LEGNINI (Ulivo) fa suo e ritira l’emendamento 15.9.

 

Sono altresì ritirati, per essere successivamente trasformati in ordini del giorno, gli emendamenti 15.6 e 15.7, rispettivamente dai senatori ADDUCE (Ulivo) e LEGNINI (Ulivo).

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto in votazione l'emendamento 15.1.

 

Il senatore FERRARA (FI) chiede chiarimenti al Governo sull'emendamento in esame, in particolare sulla possibilità che il divieto di dismissione temporanea dei beni immobili assegnati in uso gratuito all'amministrazione pubblica riguardino anche quelli dati in convenzione i quali sono soggetti ad un regime contrattuale diverso.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) rileva che è opportuno, evitando contenziosi lunghi e costosi, risolvere al più presto il problema di molti inquilini di immobili appartenenti all'amministrazione della difesa, attribuendo il diritto di prelazione a quanti sono pronti a riscattare la loro abitazione.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), pur riconoscendo la necessità di tutelare le famiglie che vivono in abitazioni appartenenti all'amministrazione della Difesa, osserva che l'applicazione dell'istituto della cartolarizzazione degli immobili rischia in questo caso di creare un contrasto tra le amministrazioni interessate e di ritardare, in questo modo, l'acquisizione dei beni immobili da parte degli aventi diritto.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo), esprimendo il voto favorevole del suo Gruppo sull'emendamento in esame, osserva che la norma opportunamente fa riferimento esclusivamente a quei beni immobili che sono adibiti ad attività funzionali e alle finalità istituzionali dell'amministrazione della difesa. A riguardo l'oratore osserva che l'emendamento si inserisce nel virtuoso tentativo attuato dal disegno di legge finanziaria in esame, teso ad accelerare la dismissione immobiliare, prevedendo anche la possibilità che i beni dismessi non acquisiti dagli inquilini attraverso l'istituto della prelazione possano essere utilmente collocati sul mercato per progetti di sviluppo a vantaggio degli enti locali.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) rileva che l'emendamento in questione autorizza una più generale riflessione sulle modalità di riduzione del debito pubblico, in particolare sulla possibilità di liberare le rilevanti risorse afferenti al patrimonio immobiliare dello Stato attraverso una politica coraggiosa di dismissioni. A riguardo ricorda che da molti anni le riflessioni degli economisti si sono appuntate sulla opportunità di vendere l'immenso patrimonio immobiliare dello Stato italiano il quale, alla luce di indagini approfondite, risulta essere stimabile in un valore doppio rispetto al debito pubblico. Dal momento che nello stato patrimoniale della contabilità pubblica non viene correttamente inserito l'attivo patrimoniale, le autorità economiche non percepiscono - ad avviso dell'oratore - quanto esso possa costituire una risorsa importante ai fini della riduzione del notevole indebitamento dello Stato. Quanto poi al particolare settore dell'amministrazione della difesa, l'oratore osserva che l'esigenza di utilizzazione del patrimonio immobiliare in ragione delle particolari funzioni svolte dal Ministero della difesa non autorizza a trascurare l'opportunità di procedere, anche in tale settore, ad una corretta, seppur oculata, dismissione di immobili. Considerando altresì che il costo degli immobili risulta essere notevolmente più elevato nell'ipotesi in cui essi siano gestiti dalla pubblica amministrazione rispetto all'ipotesi in cui essi siano nella disponibilità dei singoli inquilini, chiede al Governo quali indirizzi intenda perseguire in un ambito così decisivo per il futuro economico del Paese.

 

Posto ai voti, è approvato l'emendamento 15.1, risultando altresì ritirato dal senatore ENRIQUES (Ulivo) l'emendamento 15.500. Essendo già stato l'emendamento 15.12 dichiarato inammissibile, posto ai voti con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo è poi respinto l'emendamento 15.13.

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto in votazione l'emendamento 15.14.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) sottolinea la profonda istanza di giustizia sociale sottesa alla presente proposta emendativa, in particolare per quanto riguarda gli immobili ad uso non abitativo utilizzati a qualsiasi titolo dai profughi dell'ex Iugoslavia, anche per lo svolgimento di attività culturali, sociali, scolastiche e sanitarie. A riguardo osserva che la necessità di tutelare soggetti vittime di persecuzioni etniche, sociali e religiose impone una attenta valutazione delle esigenze dei soggetti coinvolti.

L'oratore rileva altresì che l'emendamento opportunamente attribuisce alla Federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati il diritto di indicare i soggetti associativi cui l'immobile debba essere trasferito, evitando ingiuste ulteriori sofferenze a popolazioni già drammaticamente segnate dalla tragedia dell'esilio. In conclusione l'oratore esprime il suo rammarico per la scarsa attenzione dimostrata dal Governo per un tema di così profonda rilevanza sociale.

 

Dopo un breve intervento del senatore FERRARA (FI), posto ai voti, risulta respinto l'emendamento 15.14.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) ritira gli emendamenti 15.15 e 15.16.

 

Il senatore FERRARA (FI) interviene sull'emendamento 15.17, che prevede il termine del 31 luglio 2007 per la trasmissione da parte dell'Agenzia del demanio al Ministro dell'economia e delle finanze dell'elenco degli immobili vendibili previa autorizzazione.

Dopo essersi soffermato analiticamente sugli aspetti inerenti le procedure di controllo, dichiara infine di aggiungere la propria firma a tale emendamento, auspicandone l'accoglimento.

Il senatore CASTELLI (LNP) propone di votare l'emendamento 15.17 per parti separate, precisando di condividerne il primo periodo, ma non il secondo. In particolare, dopo aver sottolineato il carattere risalente della questione poc'anzi sollevata dal senatore Baldassarri, in ordine all'effettivo sfruttamento del valore potenziale degli immobili dello Stato, fa osservare che tali aspetti risultano strettamente correlati al problema più specifico dei tempi di realizzazione dei nuovi penitenziari, per i quali la media italiana si attesta su circa 20 anni.

Nel ripercorrere le vicende e le finalità connesse alla istituzione della società Patrimonio S.p.A., rileva l'opportunità di effettuare alcuni approfondimenti in quanto la impossibilità per tale società di raggiungere gli scopi prefissati sembrerebbe doversi ascrivere non solo alla scarsità di risorse, ma anche al comportamento dell'Agenzia del demanio, non pienamente collaborativo.

Nel sottolineare la necessità che il Governo fornisca indicazioni più chiare in ordine al flusso delle maggiori entrate relative all'anno 2006, esprime profondo rammarico per il mancato accoglimento da parte della maggioranza della quasi totalità delle proposte che pure l'opposizione era stata chiamata a presentare.

 

Il presidente MORANDO assicura che i chiarimenti richiesti dal senatore Castelli in ordine all’andamento delle entrate, che il Governo si è già impegnato a fornire, saranno diffusi tempestivamente, non appena resi disponibili.

Dichiara tuttavia di non poter accogliere la richiesta di votazione per parti separate dell'emendamento 15.17, atteso che il secondo periodo, di per sé preso, non avrebbe autonomo contenuto normativo.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l'emendamento 15.17 viene posto in votazione e respinto.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) ritira gli emendamenti 15.18 e 15.19.

 

Con separate votazioni, sono respinti gli emendamenti 15.20, 15.21, 15.25 e 15.26.

 

Il presidente MORANDO ricorda che l'emendamento 15.0.1 del relatore era già stato ritirato; conseguentemente, dichiara decaduti i subemendamenti 15.0.1/1 e 15.0.1/2.

Avverte che quindi che l'esame proseguirà con gli emendamenti 2.33, 2.40, 2.50, 2.81, 2.96 e 3.154, precedentemente accantonati, in quanto riferiti alle medesime tematiche dell’emendamento 15.0.1.

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo) ritira l'emendamento 2.33, preannunciandone la trasformazione in un ordine del giorno.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) intervenendo in dichiarazione di voto sull’emendamento 2.40, esprime rammarico per il ritiro da parte del relatore dell'emendamento 15.0.1 che, pur non ottemperando pienamente alle esigenze emerse nel corso dell'esame sul decreto-legge n. 262 del 2006 collegato alla manovra finanziaria, rappresentava comunque un passo in avanti in tale direzione. Rileva infatti che in ordine agli attuali problemi connessi al trattamento fiscale delle locazioni immobiliari, i Gruppi di maggioranza e di opposizione avevano ritenuto di poter individuare una comune linea di intervento, ricordando altresì che la stessa maggioranza aveva presentato un ordine del giorno sul punto.

Osserva inoltre che l'introduzione di disposizioni relative ai possibili conflitti di interesse tra locatore e affittuario sembrava poter determinare una riduzione del sommerso, e che l'abbassamento delle aliquote ha comunque il merito di favorire l'ampliamento della base imponibile, e quindi, almeno in valore assoluto, le entrate.

 

Il presidente MORANDO, precisando di intervenire quale rappresentante della propria parte politica, ripercorre analiticamente le vicende relative alla presentazione dell'emendamento 15.0.1, soffermandosi in particolare sui due principali fenomeni negativi che attualmente interessano il comparto delle locazioni: in primo luogo, la drammatica scarsità degli alloggi, al cui riguardo il Governo ha optato per una serie di misure che consentiranno anche in Italia la costituzione delle cosiddette SIC, che rendono più conveniente l'investimento per i privati; in secondo luogo, vi è il problema del sommerso e della diffusa evasione fiscale, che costituisce una piaga specialmente per i contraenti più deboli. Ritiene pertanto opportuno adottare iniziative in grado di incidere sui profili civilistici del contratto, prevedendo inoltre un'unica aliquota, pari al 20 per cento, consentendo altresì ai locatari di beneficiare di detrazioni significative.

Pur con tali intenzioni, riferisce che all'atto pratico si è dimostrato estremamente difficile introdurre una norma immediatamente precettiva già nel disegno di legge finanziaria, in quanto vi è il rischio di determinare da subito norme particolarmente rigorose per poi rinviare a futuri provvedimenti il tema delle detrazioni.

Per tali ragioni, fa presente che il Governo ha preannunciato di voler presentare un disegno di legge delega di riordino generale della materia fiscale, sin dal mese di gennaio, in cui potrà compiutamente essere affrontata anche la questione delle locazioni immobiliari.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) ritiene invece positivo il ritiro dell'emendamento 15.0.1, il cui contenuto giudica insufficiente ed inidoneo ad affrontare le complesse tematiche inerenti il comparto delle locazioni immobiliari.

Con riguardo alle considerazioni svolte dal senatore Morando, fa osservare che la previsione di una aliquota unica mal si concilia con la già elevata pressione fiscale gravante sul settore immobiliare, ricordando altresì che già ai tempi dell'equo canone si verificò quel singolare fenomeno di spiazzamento degli investimenti, poi definito quale "vendetta del mercato". Questa è la ragione - prosegue l'oratore - per la quale era stata richiesta l'introduzione di una disposizione sul contrasto degli interessi tra locatore e affittuario, anche attraverso il conferimento di una specifica delega al Governo.

Esprime quindi forti dubbi sulla reale efficacia del meccanismo delle SIC, lamentando inoltre la tardiva presentazione dell'emendamento ad esso riferito, sul quale inoltre non è più possibile acquisire il parere della Commissione Finanze e tesoro.

Per tali ragioni ritiene comunque preferibile che l'emendamento 15.0.1 sia stato ritirato dal relatore.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), pur prendendo atto con interesse dei chiarimenti del presidente Morando, ritiene tuttavia che il Governo e la maggioranza abbiano dato dimostrazione di un comportamento incoerente, in quanto già nel decreto-legge collegato alla manovra finanziaria si è avuto un forte incremento del carico fiscale sugli immobili, che ha portato all'attuale singolare distorsione, per la quale ogni 15 anni il contribuente è tenuto a versare un valore complessivo di imposta pari al prezzo dell'immobile.

Pur ritenendo condivisibili le finalità cui accennava il presidente Morando, osserva tuttavia che gli aspetti patologici connessi al mercato delle locazioni scaturiscono dalle scelte politiche del passato, rilevando altresì come tali aspetti risultino strettamente correlati al mercato e alla disciplina delle ristrutturazioni edilizie. Osserva in proposito che, a suo avviso, finché non verrà introdotta una reale valutazione sull'impatto economico delle norme, a prescindere dai meri aspetti di copertura finanziaria, non sarà possibile effettuare scelte consapevoli.

Esprime poi forti perplessità in ordine alla preannunciata volontà del Governo di presentare una delega complessiva per il riordino della materia fiscale nel mese di gennaio, notoriamente in buona parte interessato dall'aggiornamento dei lavori parlamentari e pertanto non utilizzato.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, l'emendamento 2.40 viene posto ai voti e respinto.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), in dichiarazione di voto sull'emendamento 2.50, pur prendendo atto delle considerazioni precedentemente svolte dal presidente Morando, ritiene tuttavia che il tema delle locazioni potesse essere affrontato già nel corso dell'esame dei documenti di bilancio, osservando in proposito che l'emendamento 15.0.1, presentato dal relatore, si caratterizzava già per un elevato grado di elaborazione. Osserva altresì che per quanto concerne la disciplina sulle successioni, non pare ancora possibile discutere su proposte sufficientemente consolidate.

Esprime infine forte perplessità per la scelta di rinviare il riordino complessivo della materia ad una nuova delega generale in materia fiscale.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) esprime rammarico per il ritiro dell'emendamento 15.0.1, che avrebbe potuto costituire una proficua occasione di dialogo tra maggioranza e opposizione, rilevando peraltro che il tema delle locazioni non sembra interessare in misura prevalente i cittadini italiani, che notoriamente risultano essere in buona parte proprietari delle proprie abitazioni.

Ritiene in ogni caso che la responsabilità della mancata ricerca di una convergenza tra le varie parti politiche su tali questioni sia da ascrivere pienamente alla responsabilità del Governo e della maggioranza.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) nutre forti perplessità in ordine alla possibilità di affrontare il tema del trattamento fiscale delle locazioni immobiliari nella delega generale di riforma fiscale, soffermandosi quindi sulle vicende relative al recente decreto-legge sulla proroga degli sfratti poi decaduto.

Nel richiamare l'attenzione della Commissione sui principi di riparto delle competenze tra Stato e Regioni, quali scaturiti dalla riforma del Titolo V della Costituzione, osserva che lo Stato può intervenire unicamente sugli aspetti civilistico e tributario.

Esprime quindi anch’egli rammarico per il ritiro dell'emendamento 15.0.1 che si muoveva in una direzione a suo avviso condivisibile e coerente con la normativa sulle società di investimento immobiliare quotate in Borsa.

Nel rilevare la necessità di intervenire sul versante dell'offerta degli alloggi, per venire incontro alle esigenze delle famiglie a basso reddito, si sofferma quindi analiticamente sul tema del conflitto di interessi tra locatore e conduttore, che avrebbe a suo avviso potuto costituire un utile strumento per l'emersione dei contratti non regolarizzati, pur non accedendo pienamente alle opinioni sin troppo ottimistiche che su tale misura sono state a più riprese formulate.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) prende la parola, preannunciando a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sull'emendamento 2.50, che posto ai voti viene respinto dalla Commissione.

 

Dopo che il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ha dichiarato di ritirare l'emendamento 2.81 e la senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) ha dichiarato di ritirare la proposta emendativa 2.96, viene respinto con apposita votazione l'emendamento 3.154.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) precisa che le forze politiche di maggioranza hanno ritenuto opportuno ritirare l'emendamento 15.0.1 per un atto di responsabilità, al fine di poter approfondire ulteriormente i profili in questione, in una sede più consona di quella del disegno di legge finanziaria. Tale scelta tuttavia non comporta alcuna rinuncia rispetto ai profili attinenti alla proposta emendativa, rispetto ai quali preannuncia la presentazione di un apposito ordine del giorno.

 

Il sottosegretario GRANDI, dopo aver sottolineato l'orientamento dell'Esecutivo ad incidere sulla materia oggetto dell'emendamento 15.0.1, ricorda che era stato approvato durante l'esame del decreto-legge n. 262 del 2006 (atto Senato n. 1132) un apposito ordine del giorno in proposito e fa altresì presente che un ulteriore ordine del giorno approvato nel corso del disegno di legge finanziaria potrà favorire la soluzione di tali nodi problematici.

 

Dopo che il senatore ADDUCE (Ulivo) ha ritirato gli emendamenti 15.0.4 e 15.0.5, il senatore FRUSCIO (LNP) preannuncia a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 15.0.6, sottolineando l'esigenza di una omogeneizzazione, a fini equitativi, del riconoscimento della ruralità degli immobili sia per il proprietario che per l'affittuario.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 15.0.6, che, posto successivamente in votazione, viene infine respinto dalla Commissione.

 

Il PRESIDENTE avverte che la discussione dell'emendamento 16.1 viene temporaneamente accantonata per essere effettuata nell'ambito dell'esame dell'articolo 18, precisando altresì che l'emendamento 15.2 verrà trattato nel corso dell'esame dell'articolo 16.

 

La senatrice THALER AUSSERHOFER (Aut) interviene sull'ordine dei lavori, rappresentando l’opportunità di esaminare gli emendamenti all'articolo 5, precedentemente accantonati.

 

Il PRESIDENTE fa presente che la trattazione degli emendamenti inerenti all'articolo 5 verrà effettuata successivamente all'esame dell'articolo 16.

 

Si passa all'espressione dei pareri da parte del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti inerenti all'articolo 16.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) invita i presentatori al ritiro degli emendamenti 16.2 e 16.3, avvertendo che in caso di mancato ritiro il parere sarà contrario. Si rimette poi al Governo sull'emendamento 16.5, chiedendo altresì un accantonamento delle proposte emendative 16.6, 16.7 e 16.8.

 

Il rappresentante del GOVERNO si conforma ai pareri testé espressi dal relatore, formulando altresì parere contrario sulla proposta emendativa 16.5.

 

Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 16.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 16.2, evidenziando che lo stesso prefigura opportunamente l'eliminazione dalla disciplina di sequestro e confisca dei beni per reati contro la pubblica amministrazione del riferimento all'articolo 323, relativo al reato di abuso di ufficio.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sull'emendamento 16.2, sottolineando l'incongruità della disciplina contenuta nell'articolo 16, che equipara inopportunamente i reati di mafia all'abuso di ufficio.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) ritira l'emendamento 16.2, stante l’invito al ritiro del relatore.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) valuta convincenti le opinioni testé espresse e dichiara di cambiare l'avviso precedentemente espresso a condizione che l’emendamento sia riformulato per limitarne la portata all’abuso di ufficio. Invita, pertanto, il senatore Barbato a riformulare l’emendamento in tal senso.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) dichiara di accettare la proposta del relatore e presenta l’emendamento 16.2 (testo 2).

 

Dopo che il sottosegretario GRANDI ha espresso il proprio avviso favorevole sulla proposta emendativa 16.2 (testo 2), il senatore TECCE (RC-SE) preannuncia a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto di astensione sull'emendamento in questione.

 

Dopo che i senatori CICCANTI (UDC) e BALDASSARRI (AN) hanno sottolineato l'opportunità di inserire nell'elenco delle fattispecie criminose contenute nell'articolo 16 anche i reati di usura, con apposita votazione viene accolto l'emendamento 16.2 (testo 2).

Il senatore ADDUCE (Ulivo) dichiara di ritirare gli emendamenti 16.3 e 16.5.

 

Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti 16.6, 16.7 e 16.8 sono stati accantonati e che le proposte da 16.0.1 a 16.0.5 sono inammissibili.

 

Si passa all'esame degli emendamenti e subemendamenti relativi all'articolo 5, che sono stati accantonati nella seduta notturna di venerdì 8 dicembre.

 

Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti accantonati sono stati già illustrati. Fa presente che il Governo ha riformulato l’emendamento 5.1 e che sono stati presentati subemendamenti.

 

Dopo che tutti i subemendamenti presentati in ordine all'emendamento 5.1 (testo 2) sono stati dati per illustrati, il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario su tutti i predetti subemendamenti, fatta eccezione per il subemendamento 5.1 (testo 2)/16, sul quale invece il proprio avviso è favorevole.

Esprime inoltre parere favorevole sull'emendamento 5.1 (testo 2).

 

Il rappresentante del GOVERNO dichiara di conformarsi ai pareri testé espressi dal relatore.

 

Si passa alle votazioni dei subemendamenti e degli emendamenti relativi all'articolo 5.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sul subemendamento 5.1 (testo 2)/15, soffermandosi sulle peculiarità inerenti al trust discrezionale e irrevocabile.

 

Dopo che il senatore BALDASSARRI (AN) ha preannunciato, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sul subemendamento 5.1 (testo 2)/15, lo stesso, posto ai voti, viene respinto dalla Commissione.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sul subemendamento 5.1 (testo 2)/1, e successivamente il senatore BALDASSARRI (AN), nel preannunciare il voto favorevole in ordine allo stesso subemendamento, fa presente che, a suo avviso, i commissari di maggioranza presenti non hanno la piena consapevolezza del voto che andranno ad esprimere.

 

Il PRESIDENTE ritiene invece che vi sia piena consapevolezza dei profili attinenti alla tematica in questione.

 

Posto ai voti, il subemendamento 5.1 (testo 2)/1 viene respinto dalla Commissione.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sul subemendamento 5.1 (testo 2)/19, evidenziando che la franchigia e l'aliquota contenuta al comma 4-quinquies dell'articolo 5 del disegno di legge finanziaria risultano del tutto insufficienti.

 

Posto ai voti il subemendamento 5.1 (testo 2)/19 viene respinto dalla Commissione.

 

Successivamente, con apposita votazione, viene respinto il subemendamento 5.1(testo2)/11.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) dopo aver preannunciato a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza il voto favorevole sul subemendamento 5.1 (testo 2)/12, esprime apprezzamento per alcuni passi avanti effettuati dalla maggioranza sulla tematica in questione, sottolineando l'esigenza che i profili in questione siano strettamente ancorati al principio del riconoscimento della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio.

 

Posto ai voti, il subemendamento 5.1(testo 2)/12 viene respinto dalla Commissione.

 

Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti i subemendamenti 5.1(testo 2)/10, 5.1(testo 2)/17, 5.1(testo 2)/18, 5.1(testo 2)/20 e 5.1(testo 2)/21.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo), dopo aver ritirato l'emendamento 5.1 (testo 2)/8 - previa apposizione della propria firma allo stesso - preannuncia la presentazione di un ordine del giorno volto a tutelare i diritti dei componenti delle famiglie di fatto.

 

Successivamente, con separate votazioni, vengono respinti i subemendamenti 5.1(testo 2)/13 e 5.1(testo 2)/9.

 

Posto ai voti, viene accolto il subemendamento 5.1(testo 2)/16, dopo che il senatore FERRARA (FI) ha preannunciato, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, un voto favorevole in ordine allo stesso.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole in ordine al subemendamento 5.1(testo 2)/14, sottolineando la valenza sociale della disciplina in esso contenuta.

 

Posto ai voti il subemendamento 5.1 (testo 2 )/14 viene respinto.

 

In dichiarazione di voto sulla proposta 5.1 (testo 2), il senatore POLLEDRI (LNP) sottolinea l'esigenza di affrontare il dibattito sulla materia oggetto della proposta emendativa nell'ambito di una sede più idonea, anziché nel corso dell'iter della finanziaria, sottolineando altresì che pur essendoci un miglioramento rispetto alle posizioni estremistiche espresse dalle forze politiche di centrosinistra sui profili in questione, è tuttavia inaccettabile la disposizione di copertura finanziaria contenuta nell'emendamento, volta ad istituire attraverso i giochi gestiti dallo Stato una sorta di "tassa sui poveri".

Il senatore VEGAS (FI), dopo aver evidenziato che l'emendamento 5.1 (testo 2) risulta migliorativo rispetto all'originaria disciplina prospettata dalle forze politiche di maggioranza, rileva tuttavia che lo stesso appare ispirato ad una concezione generale di Stato etico, che risulta inconciliabile con le esigenze di libertà dell'individuo. Preannuncia, infine, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto di astensione in ordine a tale proposta emendativa.

 

Il senatore CICCANTI (UDC), pur sottolineando taluni miglioramenti della normativa attinente alle successioni, rileva tuttavia che la disciplina prospettata in proposito doveva incentrarsi su moduli maggiormente razionali. Dopo aver evidenziato in senso critico gli intendimenti delle forze politiche di maggioranza di legittimare le unioni omosessuali, preannuncia il voto di astensione in ordine all'emendamento 5.1 (testo 2).

 

Il senatore AUGELLO (AN), dopo aver sottolineato positivamente un'evoluzione della posizione sostenuta dalle forze politiche di maggioranza sulla materia trattata dall’emendamento 5.1 (testo 2) rispetto alle opinioni originariamente espresse, ispirate dalle componenti più estremistiche della coalizione, rileva tuttavia in senso critico una rigidità del Governo rispetto a tali profili.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) rileva che il riconoscimento di un diritto a taluni cittadini non comporta, nel caso di specie, una sottrazione dei diritti spettanti ad altri.

Appare condivisibile l'esigenza di non improntare le politiche ad una concezione dello Stato etico - come sottolineato dal senatore Vegas - e la tradizione cristiana può sicuramente agevolare il conseguimento di tale obiettivo generale.

 

Posto ai voti, l'emendamento 5.1 (testo 2) viene accolto, nel testo conseguente alle modifiche subemendative precedentemente approvate.

 

Il senatore MARINO (Ulivo) dichiara di ritirare l’emendamento 18.1143 e aggiunge la firma alla proposta 18.1145.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

 


BILANCIO(5a)

Sabato 9 dicembre 2006

69a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), in via preliminare, sollecita nuovamente i rappresentanti del Governo a fornire i dati relativi all'autotassazione di novembre che, negli anni precedenti, sono sempre stati disponibili nei primi giorni di dicembre. Appare, infatti, sorprendente che l'Esecutivo non fornisca tali elementi conoscitivi, di rilevante portata in quanto possono condizionare il quadro complessivo della finanza pubblica.

 

Il sottosegretario GRANDI fa presente al senatore Baldassarri che i dati da lui richiesti non sono ancora disponibili.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) si associa alla richiesta avanzata dal senatore Baldassarri, in quanto la conoscenza dei dati relativi all'autotassazione può avere influenza sulla manovra complessiva di correzione dei conti pubblici.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), concordando con gli interventi svolti dai senatori Baldassarri e Castelli, sollecita i rappresentanti del Governo a comunicare quanto prima alla Commissione i dati riguardanti le accise per l'anno 2005.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), dopo aver sottolineato la correttezza del presidente Morando rispetto alle richieste di chiarimenti avanzati dai senatori dell'opposizione, osserva che gli aggregati relativi all'autotassazione di novembre non dovrebbero essere resi noti dal sottosegretario Grandi o da altri sottosegretari, quanto dal titolare del Dicastero dell'economia, che sta letteralmente fuggendo dalle aule parlamentari.

 

Il presidente MORANDO, dopo aver sottolineato la legittimità delle richieste di chiarimenti espresse dai senatori delle opposizioni, fa presente che da parte del Governo è stata già fornita una tabella sull'andamento delle entrate tributarie aggiuntive nel 2006, tabella che, successivamente, da più parti è stata ritenuta insoddisfacente. In seguito, è emersa l'esigenza di effettuare un approfondimento sui dati dell'autotassazione di novembre; a parte ciò, non è scontato, come sostiene il senatore Baldassarri, che tali elementi informativi siano già in possesso dell'Esecutivo. Pur osservando che nel merito i risultati dell'autotassazione non sono tali da comportare modifiche sostanziali al contenuto dei documenti di bilancio, auspica che i rappresentanti del Governo forniscano al più presto alla Commissione i dati richiamati, non appena essi saranno effettivamente disponibili.

 

Si riprende l’esame dall’espressione dei pareri del relatore e del rappresentante del Governo sugli emendamenti successivi al 5.1 (testo 2) riferiti all’articolo 5 e volti ad introdurre un articolo aggiuntivo dopo lo stesso.

 

Il presidente MORANDO ricorda che nella seduta pomeridiana è stato votato l'emendamento 5.1 (testo 2) con i relativi subemendamenti e che nella seduta antimeridiana dell'8 dicembre sono state dichiarate le inammissibilità con riferimento agli emendamenti presentati all'articolo 5 e a quelli volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

Per effetto dell'approvazione dell'emendamento 5.1 (testo 2) risultano conseguentemente assorbiti gli emendamenti 2.78, 2.79 e 2.98 - in precedenza accantonati nella seduta antimeridiana del 6 dicembre ultimo scorso - e l'emendamento 11.0.2 che era stato accantonato nella seduta notturna dell'8 dicembre.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) ritira gli emendamenti 5.40 e 5.41.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) ritira i subemendamenti 5.0.2 (testo 2)/2, 5.0.2 (testo 2)/3 e 5.0.2 (testo 2)/4.

 

Il senatore TECCE (RC-SE) ritira il subemendamento 5.0.2 (testo 2)/5.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) fa presente preliminarmente, in sede di espressione dei pareri, che per effetto dell'approvazione dell'emendamento 5.1 (testo 2) molte proposte emendative potrebbero risultare nella sostanza assorbite.

Esprime quindi parere favorevole sull'emendamento 5.18, identico all'emendamento 5.19, a condizione che venga espunta dai proponenti la seconda parte del capoverso 11-bis dalle parole "e pertanto" fino alle parole "della presente legge".

Esprime altresì parere favorevole sull'emendamento 5.33 (testo 2), evidenziando che nella nuova versione si è previsto di introdurre incentivi fiscali per la rottamazione degli autoveicoli anche in favore di coloro che non acquistano nuove autovetture. Inoltre, nel medesimo emendamento si propone che il Governo presenti una relazione al Parlamento sulla efficacia delle disposizioni ivi contenute e che sia concesso un finanziamento per gli impianti a GPL o a metano per autotrazione.

Formula altresì avviso favorevole sul subemendamento 5.0.1 (testo 2)/200, sull'emendamento 5.0.1 (testo 2), nonché sull'emendamento 5.0.2 (testo 2) che, rispetto alla versione precedente, contiene, tra l'altro, alcune modifiche riguardanti il regime fiscale dei partecipanti alle società di investimento immobiliare quotate (SIIQ).

Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti 5.15, 5.34, 5.36, 5.37, 5.48 e sui subemendamenti 5.33 (testo 2)/2, 5.33 (testo 2)/5, 5.33 (testo 2)/1, 5.33 (testo 2)/4 e 5.33 (testo 2)/3. Il parere è contrario anche sui subemendamenti 5.0.1 (testo 2)/4, 5.0.1 (testo 2)/1, 5.0.1 (testo 2)/8 e 5.0.2 (testo 2)/6, nonché sugli emendamenti 5.0.3, 5.0.4, 5.0.5, 5.0.6, 5.0.7 (testo 2), 5.0.12 e 5.0.13.

Infine, dopo essersi rimesso alle determinazioni del rappresentante del Governo sul subemendamento 5.0.1 (testo 2)/7 e aver proposto che l'emendamento 5.24 sia discusso insieme all'emendamento 18.4233, in quanto vertenti sulle medesime tematiche, invita i proponenti a ritirare tutti i restanti emendamenti e subemendamenti riferiti all'articolo 5 o volti ad introdurre articoli aggiuntivi dopo lo stesso.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) ritira la proposta emendativa 5.0.1 (testo 2)/7.

 

Il sottosegretario GRANDI, in relazione all'emendamento 5.17, avverte che esprimerà parere favorevole ove riformulato in un testo 2 (prevedendo la rateizzabilità in tre anni di un importo di 12.000 euro e la soppressione della copertura), proposta che il senatore LEGNINI (Ulivo), dopo averlo fatto proprio, dichiara di accogliere.

Su tutti i restanti emendamenti accantonati riferiti all'articolo 5 esprime avviso conforme al relatore.

Alla richiesta di chiarimenti avanzata dal senatore FERRARA (FI) , circa l'emendamento 5.0.1 (testo 2), il PRESIDENTE si rimette alle ampie argomentazioni a supporto di cui alla relazione tecnica.

 

Quanto all'emendamento 5.33 (testo 2), il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) interviene incidentalmente per segnalare che, laddove al comma 7 si prevede il "Fondo per lo sviluppo sostenibile" di cui al comma "648" dell'articolo 18, si potrebbe far riferimento al "Fondo per la mobilità sostenibile" di cui al comma "645" del citato articolo, sottolineando l'opportunità che il proponente si attivi per consentirne la riformulazione.

Dopo che il senatore LUSI (Ulivo) proponente dell'emendamento in questione, si dichiara eventualmente disponibile a riformulare l’emendamento 5.33 (testo 2) in un testo 3, il senatore BALDASSARRI (AN) prende la parola per contestare che si tratti di una mera correzione di un errore redazionale, in quanto il riferimento normativo ivi contenuto è assolutamente verosimile, e per chiedere pertanto che gli sia – ove riformulata – riconosciuta la possibilità di presentare una proposta di modifica.

 

Si passa quindi alle votazione sugli emendamenti relativi all'articolo 5.

 

Dopo che gli emendamenti 5.7, 5.8, 5.9, 5.10, 5.11 e 5.12 sono ritirati dai rispettivi proponenti, gli emendamenti 5.14 e 5.15, posti separatamente ai voti, sono respinti.

Viene inoltre ritirato l'emendamento 5.16.

 

Posto ai voti, la Commissione approva l'emendamento 5.17 (testo 2).

 

Il PRESIDENTE avverte che i presentatori hanno riformulato gli emendamenti 5.18 e 5.19, in un testo 2, come suggerito.

 

Quanto all'emendamento 5.18 (testo 2) interviene il senatore VEGAS (FI) , preannunciandone il voto contrario in quanto non si tratta di una norma generale e astratta ma appare invece rivolta ad una particolare categoria di soggetti.

 

Al riguardo, il sottosegretario GRANDI chiarisce che i Monopoli di Stato si sono espressi favorevolmente sull'emendamento in questione, atteso che costituisce un modo per risolvere problematiche che si trascinano ormai da tempo.

 

Posti congiuntamente in votazione, sono approvati gli identici emendamenti 5.18 (testo 2) e 5.19 (testo 2).

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo), nel far proprio l'emendamento 5.20, lo ritira. Inoltre fa propri e ritira gli emendamenti 5.21, 5.22, 5.23, 5.25 e 5.27. La Commissione conviene di accantonare l’esame dell’emendamento 5.24, la cui trattazione è rinviata all'esame degli emendamenti di analogo tenore all’articolo 18.

 

Prende la parola il senatore VEGAS (FI), per dichiarazione di voto favorevole sul subemendamento 5.33 (testo 2)/2, soffermandosi sui possibili effetti distorsivi che le misure in tema di rottamazione degli autoveicoli possono generare nel mercato, svolgendo altresì critiche considerazioni sui previsti limiti di cilindrata.

 

Quanto al medesimo subemendamento, interviene il senatore BALDASSARRI (AN), preannunciando il voto favorevole anche a nome del suo Gruppo, evidenziando come tali misure non siano idonee ad offrire adeguata soluzione ai problemi di equità sociale.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) dichiara il proprio voto favorevole sul citato subemendamento, soffermandosi sugli effetti negativi derivanti dall'intervento pubblico nell'economia.

 

Interviene il senatore POLLEDRI (LNP) per dichiarazione di voto favorevole sul subemendamento 5.33 (testo 2)/5, sottolineandone le ragioni sottese.

 

Risultano respinti, con successive e separate votazioni, i subemendamenti 5.33 (testo 2)/2, 5.33 (testo 2)/5, 5.33 (testo 2)/1, 5.33 (testo 2)/4 e 5.33 (testo 2)/3.

 

Quanto al subemendamento 5.33 (testo 2)/6, interviene per dichiarazione di voto favorevole il senatore FERRARA (FI), sostenendone le ragioni.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) riformula l’emendamento 5.33 (testo 2) in un testo 3, come suggerito precedentemente.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) presenta il subemendamento 5.33 (testo 3)/6, sul quale il RELATORE ed il sottosegretario GRANDI esprimono parere contrario.

 

Posto ai voti, il subemendamento 5.33 (testo 3)/6 non è approvato.

 

Sull’emendamento 5.33 (testo 3) interviene il senatore VEGAS (FI) per esprimere un convinto voto contrario a nome del suo Gruppo, sottolineando che la forma di copertura prevista risulta assai rischiosa, atteso che è riferita al meccanismo dei giochi.

 

Per dichiarazione di voto contrario, a nome della propria parte politica, sull’emendamento 5.33 (testo 3) prende la parola il senatore CASTELLI (LNP), il quale chiede chiarimenti sulla relativa relazione tecnica e sui meccanismi di copertura previsti. Pur concordando sulle finalità della rottamazione, rileva numerose imprecisioni nel testo concernenti in particolare i parametri inquinanti, lamentando al riguardo il mancato riferimento agli idrocarburi, che rendono poco efficaci la normativa che si intende introdurre.

Stigmatizza infine che gli oneri derivanti da tale proposta emendativa insistano sul sistema del gioco d’azzardo.

 

Sull’emendamento 5.33 (testo 3) interviene anche il senatore LEGNINI (Ulivo), per sottolineare l’utilità della proposta emendativa e per rimarcare che non vengono disposti nuovi giochi d’azzardo a sostegno dei relativi oneri, i quali vengono coperti con le rimodulazioni da apportare al gioco del Lotto. Giudica pertanto le obiezioni sollevate dall’opposizione assolutamente infondate in quanto occultano la virtuosità della norma. Dichiara perciò voto favorevole a nome del suo Gruppo.

 

Posto ai voti, l’emendamento 5.33 (testo 3) risulta approvato.

 

L’emendamento 5.34, posto ai voti, è respinto, mentre l’emendamento 5.35 viene ritirato dal senatore PETERLINI (Aut).

 

Con distinte votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti 5.36 e 5.37.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) aggiunge la propria firma all’emendamento 5.38 e lo ritira. L’emendamento 5.39, in quanto inammissibile – ricorda il PRESIDENTE - non è posto in votazione.

 

Il PRESIDENTE richiama le dichiarazioni di inammissibilità già pronunciate relative agli emendamenti da 5.42 a 5.47.

 

Posto ai voti, l’emendamento 5.48 non è accolto.

 

Il subemendamento 5.0.1 (testo 2)/3 è ritirato dal senatore LUSI (Ulivo), mentre il subemendamento 5.0.1 (testo 2)/4, posto ai voti, non è approvato.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) ritira poi il subemendamento 5.0.1 (testo 2)/5.

 

Il sottosegretario GRANDI dichiara di ritirare la proposta 5.0.1 (testo 2)/100 (testo 2) in quanto assorbite dalla nuova formulazione della proposta 5.0.1 (testo 2).

 

Il subemendamento 5.0.1 (testo 2)/6 risulta ritirato dal senatore LUSI (Ulivo).

 

Previa dichiarazione di voto favorevole a nome del proprio Gruppo del senatore EUFEMI (UDC), il subemendamento 5.0.1 (testo 2)/1, posto ai voti, non è approvato.

 

Per dichiarazione di voto contrario a nome della propria parte politica sul subemendamento 5.0.1 (testo 2)/200 prende la parola il senatore FERRARA (FI), il quale lamenta la mancata osservanza delle considerazioni contenute nei rapporti che le Commissioni di merito hanno formulato alla Commissione bilancio sulle parti di competenza del disegno di legge finanziaria. A tal proposito, ricorda le osservazioni formulate dalla Commissione giustizia in merito alla necessità di incrementare le risorse per il sistema penitenziario, rammentando altresì il dibattito svoltosi in occasione dell’indulto sul problema dell’edilizia carceraria.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) esprime voto contrario, a nome del suo Gruppo, sul subemendamento 5.0.1 (testo 2)/200, associandosi alle opinioni del senatore Ferrara in merito al mancato seguito dei rapporti formulati dalle Commissioni di merito. Auspica pertanto che le considerazioni formulate dalla Commissione giustizia circa la carenza di risorse del comparto giustizia possano trovare adeguata soluzione.

 

Posto ai voti, il subemendamento 5.0.1 (testo 2)/200, è approvato, mentre il subemendamento 5.0.1 (testo 2)/8, posto in votazione, è respinto.

 

Sull’emendamento 5.0.1 (testo 2) prende la parola il senatore VEGAS (FI), rimarcando il mancato coordinamento tra la norma in esame e le disposizioni testé approvate contenute nell’emendamento 5.33 (testo 2), soprattutto con riferimento allo schema di copertura sui giochi che ricorre nei due emendamenti. Invita perciò il Presidente a consentire una più approfondita riflessione sul tema.

 

Il sottosegretario GRANDI puntualizza al riguardo che la norma in esame è perfettamente coordinata con quella di cui all’emendamento 5.33 (testo 2).

 

L’emendamento 5.0.1 (testo 2), posto in votazione, risulta accolto.

 

Il PRESIDENTE, dopo aver avvertito che il subemendamento 5.0.2 (testo 2)/1 è stato ritirato, accedendo alla richiesta del senatore Vegas, comunica che il seguito dell’esame è rinviato alla seduta antimeridiana di domani. Ricorda altresì che il Governo ha presentato alcune riformulazioni concernenti emendamenti all’articolo 18; dispone pertanto che il termine per presentare subemendamenti a tali riformulazioni è fissato per le ore 10 di domani 10 dicembre.

 

La Commissione prende atto.

 

La seduta termina alle ore 0,20.


BILANCIO(5a)

Domenica 10 dicembre 2006

70a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

indi del Vice Presidente

LEGNINI

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.

 

In apertura dei lavori, il presidente MORANDO comunica che la Presidenza del Senato ha autorizzato la Commissione a riunirsi anche nella giornata di lunedì 11 dicembre, facendo comunque presente che l’esame in sede referente dovrà concludersi entro le ore 21. Tanto premesso, la Commissione tornerà a riunirsi lunedì 11 dicembre alle ore 9 e alle ore 15.

Infine, avverte che il vice ministro Visco ha assicurato la propria presenza in occasione della seduta antimeridiana di lunedì, al fine di fornire alla Commissione i chiarimenti e le informazioni richieste da varie parti politiche in relazione all’andamento delle entrate per il 2006.

 

Sull’ordine dei lavori interviene il senatore VEGAS (FI), il quale, dopo aver assicurato la disponibilità dei Gruppi di opposizione a partecipare al dibattito con il vice ministro Visco, rimarca criticamente come il Governo e la stessa maggioranza continuino sulla strada, come avvenuto fin dall’inizio della sessione di bilancio, dei continui ritocchi, più o meno incisivi, al testo del disegno di legge finanziaria, senza che le numerose modificazioni apportate si ispirino a un unitario criterio di intervento. Al fine di restituire significato politico al dibattito nelle sedi parlamentari, definendo al contempo in modo più puntuale i contenuti della politica economica incorporata nella manovra di bilancio, propone che tanto il Governo ed il relatore, quanto la maggioranza si facciano carico di una selezione delle tematiche politicamente più rilevanti, tra le tante messe in campo, mediante il ritiro di quegli emendamenti che non concernono questioni ritenute essenziali.

 

Convenendo in parte con le osservazioni formulate dal senatore Vegas, il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo), pur apprezzando l’impegno profuso dal presidente Morando al fine di ricondurre in Parlamento il dibattito sui documenti di bilancio, chiede alla Presidenza di valutare l’opportunità di una sospensione dei lavori, atteso che l’attuale situazione politica rende, a suo parere, particolarmente difficoltosa la conclusione dell’esame in sede referente. Esprime di conseguenza il timore che possano esservi difficoltà anche per quel che riguarda la definizione del testo del disegno di legge finanziaria per il 2007 da parte della Commissione, anche se tale risultato rappresenta in ogni caso un obiettivo da perseguire, in una prospettiva che valorizza le prerogative degli organi parlamentari. Ritenuto, tuttavia, che l'apposizione della questione di fiducia in Assemblea sull’approvazione della finanziaria si presenta al momento come un’ipotesi tutt’altro che destituita di fondamento, propone che, prima dell’eventuale conferimento del mandato al relatore, i Gruppi di maggioranza e quelli di opposizione concordino un’idonea soluzione che garantisca la tempestiva conclusione dei lavori in Commissione. Questa esigenza corrisponde, a suo giudizio, a un primario interesse tanto del Centro-sinistra quanto del Centro-destra. In proposito, suggerisce di procedere subito alla votazione degli emendamenti accantonati e di quelli riferiti all’articolo 17, consentendo comunque ai senatori dell’opposizione di illustrare gli emendamenti a propria firma riferiti all’articolo 18.

 

Interviene quindi il senatore BALDASSARRI (AN) il quale, apprezzato lo sforzo compiuto dal presidente Morando, nel senso di valorizzare il ruolo della Commissione ai fini della definizione dei documenti di bilancio - che peraltro risponde al normale funzionamento degli organi parlamentari - sottolinea tuttavia che la manovra di finanza pubblica per il 2007 sconta una grave anomalia di fondo: infatti i documenti all’esame della Commissione sono stati approvati presso l’altro ramo del Parlamento in seguito all'apposizione della questione di fiducia. Nel corso della discussione in Senato, sono stati poi presentati numerosi emendamenti tanto da parte del Governo quanto da parte del relatore e degli altri senatori della maggioranza, il che rende difficile individuare i precisi contorni della manovra. Ciò posto, registra criticamente l’atteggiamento di chiusura dell’Esecutivo nei confronti delle proposte emendative avanzate dall’opposizione, il che è tanto più grave in quanto diversi settori della stessa maggioranza hanno manifestato il proprio apprezzamento per tali proposte, volte a migliorare i contenuti della finanziaria. Dal momento che il Governo è da ultimo nuovamente intervenuto, con la riformulazione di alcuni importanti emendamenti alla finanziaria, sollecita la maggioranza e l’esecutivo a selezionare le questioni più significative, nell’ambito della manovra, in modo da ridurre il numero delle proprie proposte e tentare così di concludere i propri lavori entro un ragionevole intervallo di tempo.

 

Interviene il senatore POLLEDRI (LNP) il quale, dopo avere ringraziato il senatore Antonio Boccia per la disponibilità al dialogo con l’opposizione da lui manifestata, evidenzia la necessità che la Commissione proceda quanto prima alla votazione dei restanti emendamenti.

 

A giudizio del senatore EUFEMI (UDC), la questione posta dal senatore Antonio Boccia riveste grande rilevanza, investendo anche il fondamentale nodo rappresentato dalla esatta individuazione del decisore politico a cui ricondurre le scelte di fondo consacrate nella finanziaria. In proposito si associa all’apprezzamento espresso per il presidente Morando, sottolineando criticamente, tuttavia, come la condotta del Governo, e anche quella della maggioranza, non abbiano giovato al celere andamento dei lavori, come confermato dal fatto che gli emendamenti da ultimo riformulati dall’esecutivo presentano carattere indubbiamente innovativo, contenendo, al loro interno, ulteriori proposte di modifica del testo all’esame della Commissione. Chiede pertanto che la Presidenza prenda atto, come fatto presente dal senatore Antonio Boccia, delle circostanze che ostano alla conclusione dei lavori in sede referente.

 

Il presidente MORANDO sottolinea, al contrario, che sussistono le condizioni perché la Commissione concluda l’esame nel merito, con la votazione del mandato al relatore, giudicando opportuna, al riguardo, la sollecitazione, avanzata da più parti, nel senso di invitare la maggioranza e l’esecutivo a operare un’attenta e oculata cernita delle questioni essenziali, nella prospettiva di concentrare l’esame della Commissione sulle corrispondenti proposte emendative. Evidenziato che anche l’opposizione ha interesse a che la Commissione di merito non sia spogliata delle sue prerogative, al fine di partecipare alla predisposizione dei documenti di bilancio, ritiene che il numero di emendamenti presentati dal Governo e dal relatore può sembrare elevato, soltanto perché, contrariamente a quanto accaduto nelle precedenti manovre di finanza pubblica, tali proposte sono state presentate entro i termini inizialmente previsti.

Dà inoltre conto di una riunione svoltasi con i rappresentanti dei Gruppi di opposizione, nel corso della quale si è affrontato il problema della riduzione delle proposte emendative oggetto di discussione, mediante il ritiro di quelle ritenute meno importanti, in modo da concentrare il dibattito sui temi considerati, per reciproca intesa, di maggiore pregnanza. Rivolge infine al rappresentante del Governo, al relatore e ai senatori di maggioranza l’invito a compiere detta valutazione.

 

Dopo che il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) è intervenuto per ribadire la sua richiesta di sospensione dei lavori, garantendo comunque all’opposizione la possibilità di un dibattito sugli emendamenti riferiti all’articolo 18, il presidente MORANDO fa presente che la maggioranza ha già fatto conoscere la propria volontà di attivarsi in tal senso, e propone, pertanto, che l’odierna seduta pomeridiana, già convocata per le ore 15, venga posticipata alle ore 18, proprio con l’intento di consentire alla maggioranza stessa di maturare le proprie scelte.

 

La Commissione conviene sulla proposta di posticipare l’odierna seduta pomeridiana.

 

Dopo un intervento del relatore MORGANDO (Ulivo), che condivide la proposta, da più parti avanzata, di procedere in ogni caso alla votazione degli emendamenti accantonati nonché di quelli riferiti all’articolo 17, il presidente MORANDO, richiamate preliminarmente le dichiarazioni di inammissibilità già pronunciate, ricorda che gli emendamenti inammissibili non verranno inclusi fra quelli posti ai voti. Ricorda quindi che la Commissione era giunta, nella seduta notturna di ieri, alle votazioni dell'emendamento 5.0.2 (testo 2) e dei relativi subemendamenti , e che già in quella sede erano stati ritirati i subemendamenti 5.0.2 (testo 2)/1, 5.0.2 (testo 2)/3, 5.0.2 (testo 2)/4 e 5.0.2 (testo 2)/5.

 

Interviene il senatore EUFEMI (UDC), per raccomandare l’approvazione del subemendamento 5.0.2. (testo 2)/6, volto a migliorare la normativa proposta dal Governo in materia di regime civile e fiscale delle società di investimento immobiliare quotate. In particolare, sottolinea come il testo oggetto dell’intervento a sua firma sia stato presentato dal Governo senza previo dibattito parlamentare e in assenza di una valutazione da parte della Commissione di merito. Dopo avere ricordato come nella riformulazione dell’emendamento 5.0.1 (testo 2) (approvato ieri dalla Commissione), sulle società di comodo, il Governo abbia finito per recepire i rilievi mossi a suo tempo, in sede di esame del cosiddetto decreto Bersani-Visco, sull’eccessiva ampiezza dei redditi d’impresa previsti per l’inclusione nella categoria degli Enti non operativi, si sofferma criticamente sull’emendamento 5.0.2 (testo 2) del Governo, il quale è, a suo parere, particolarmente censurabile sotto un duplice profilo: da un lato esso appare finalizzato a favorire beneficiari concretamente individuabili sulla base del testo normativo proposto, dall’altro muove da un atteggiamento di eccessiva chiusura al mercato immobiliare.

 

Posto ai voti, il subemendamento 5.0.2 (testo 2)/6 viene respinto.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passerà alla votazione, con il parere favorevole del relatore, dell’emendamento 5.0.2 (testo 2), di iniziativa del Governo.

 

Per dichiarazione di voto contrario interviene, per la propria parte politica, il senatore VEGAS (FI), il quale esprime qualche perplessità sulla disciplina regolatoria che si prevede di introdurre. In particolare, l’articolato proposto sembra ispirato alla finalità di favorire soggetti predeterminati, non corrispondendo poi, per quel che concerne la disciplina recata dal comma 3 dell’articolo 5-bis, alla normale gestione delle partecipazioni ai capitali delle società commerciali. Nella prospettiva di incentivare le transazioni immobiliari, richiama l’esigenza che si introduca una disciplina delle SIIQ maggiormente aperta al mercato. Descritte le caratteristiche del regime fiscale di cui si prevede l’introduzione, osserva come il trattamento proposto appaia eccessivamente vantaggioso per i redditi derivanti dalle locazioni immobiliari. In proposito, ricorda il dibattito svoltosi sul trattamento tributario dei redditi da fabbricati concessi in locazione, nella prospettiva di renderlo omogeneo a quello che si prevede di varare per i proventi delle rendite finanziarie, rimarcando la contraddittorietà delle scelte di politica fiscale adottate dall’Esecutivo. Infatti è stato ritirato l’emendamento a firma del relatore che stabiliva al 20 per cento l’aliquota dell’imposta sostitutiva dell’IRPEF per i redditi in questione, alla luce di alcune presunte difficoltà correlate alla sua approvazione, laddove tale aliquota viene fissata al 15 per cento nell’emendamento governativo in votazione, se a percepire tale reddito sono società di investimento immobiliare quotate. Tale disparità di trattamento non è adeguatamente motivata, ma corrisponde, al contrario, alla logica di fondo che ispira la politica fiscale varata dal Governo con la manovra finanziaria. Infatti, le decisioni assunte privilegiano, come dimostra il caso di specie, criteri assolutamente soggettivi, che conducono all’adozione di soluzioni palesemente irragionevoli nella selezione dei destinatari delle misure fiscali introdotte.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) richiama incidentalmente l’esigenza di uniformare la data di entrata in vigore della disciplina delle SIIQ a quella prevista per la normativa riguardante il regime fiscale delle società quotate. Fa inoltre presente che, nell’introdurre le norme sul regime civile e fiscale di dette società di investimento immobiliare, il decisore politico dovrebbe privilegiare l’adozione di un provvedimento ad hoc, quale ad esempio un apposito testo unico.

 

Interviene il senatore EUFEMI (UDC), ad integrazione di quanto già precedentemente affermato nel corso del suo intervento, per ribadire il voto contrario sull’emendamento 5.0.2 (testo 2).

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) annuncia il voto contrario del suo Gruppo sull’emendamento 5.0.2 (testo 2).

 

Posto ai voti, l’emendamento 5.0.2 (testo 2) risulta approvato.

 

Il senatore GRILLO (FI) dichiara il voto contrario del Gruppo di Forza Italia sull’emendamento 5.0.3, rilevando che, nonostante la realtà delle fondazioni bancarie rivesta una notevole importanza, le relative tematiche non vengono affrontate correttamente dall’emendamento in esame.

 

Interviene quindi il senatore AUGELLO (AN) per dichiarare il voto favorevole sull’emendamento 5.0.3.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), pur condividendo parte delle affermazioni svolte dal senatore Grillo nel corso del suo intervento, dichiara di condividere le finalità dell’emendamento 5.0.3. Rileva, inoltre, che numerose fondazioni bancarie radicate nel Mezzogiorno d’Italia hanno perduto importanza, negli ultimi anni, rispetto ad altre fondazioni che riescono a fornire un ampio ventaglio di servizi in altre aree del territorio nazionale.

 

Il sottosegretario GRANDI ricorda che la disciplina relativa alle fondazioni bancarie è stata affrontata in maniera assai radicale nel corso della passata legislatura. Giudicando negativamente tale tipo di intervento in una materia così delicata come quella in esame, ribadisce il parere contrario, precedentemente espresso, sull’emendamento 5.0.3.

 

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti da 5.0.3 a 5.0.6 risultano respinti.

 

Interviene quindi il senatore VALDITARA (AN) per richiamare l’importanza dell’emendamento 5.0.7 (testo 2), da lui presentato, che affronta un tema strategico come quello dell’università. Nel criticare, inoltre, le scelte adottate dal Governo nel disegno di legge finanziaria, con riferimento al mondo universitario, dichiara di non comprendere le ragioni per le quali il mondo universitario dovrà affrontare una serie di sacrifici, dovuti alla mancanza di adeguate risorse, nonostante si sia recentemente registrato un consistente aumento delle entrate. Conclude invitando la maggioranza e il Governo a valutare attentamente l’emendamento in esame.

 

Posti separatamente ai voti, risultano respinti gli emendamenti 5.0.7 (testo 2) e 5.0.8.

 

Il senatore FERRARA (FI) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto favorevole sugli emendamenti 5.0.12 e 5.0.13, esprimendo altresì una valutazione critica in ordine all’atteggiamento tenuto dalle forze politiche di maggioranza nel corso dell’esame del disegno di legge finanziaria che - nonostante gli apprezzabili sforzi compiuti dal Presidente - è suscettibile di ledere le prerogative del Parlamento.

 

Posti separatamente ai voti gli emendamenti 5.0.12 e 5.0.13 sono respinti.

 

Dopo che il senatore PETERLINI (Aut) ha dichiarato di ritirare gli emendamenti 5.0.14, 5.0.15, 5.0.16 e 5.0.17, con separate votazioni vengono respinti gli emendamenti 5.0.18 e 5.0.19.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) ritira gli emendamenti 5.0.23, 5.0.25 e 5.0.26.

 

Su proposta del relatore MORGANDO (Ulivo) viene temporaneamente accantonata la trattazione dell’emendamento 5.0.24 ai fini di una trattazione del medesimo con gli emendamenti riferiti all'articolo 18.

 

Si passa all’espressione dei pareri del relatore e del Rappresentante del Governo sugli emendamenti relativi all’articolo 14, precedentemente accantonato.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo) esprime parere contrario sugli emendamenti 14.1, 14.2, 14.3, 14.4 e 14.5, rimettendosi al Governo per quel concerne l’emendamento 14.6. Dopo aver espresso parere contrario sull’emendamento 14.7, il relatore esprime parere favorevole sull’emendamento 14.8. Il relatore invita poi il presentatore a ritirare gli emendamenti 14.9 e 14.10, avvertendo che in caso contrario il proprio avviso sarà negativo. Formula poi parere contrario sulle proposte emendative 14.11, 14.12, 14.13 e 14.14. Propone poi di accantonare la trattazione degli emendamenti 14.0.1, 14.0.2 e 14.0.3, formulando altresì un invito al ritiro in ordine all’emendamento 14.0.4 – per le parti ammissibili – e avvertendo in caso contrario il proprio parere sarà negativo.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) dichiara di ritirare gli emendamenti 14.9 e 14.10, preannunciando tuttavia la presentazione di un apposito ordine del giorno riguardo alla materia in questione.

 

Il sottosegretario GRANDI, che dichiara di condividere i pareri avanzati dal relatore, relativamente all’emendamento 14.6, invita il presentatore a ritirarlo, avvertendo che in caso contrario il proprio parere sarà negativo.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) dichiara di ritirare l’emendamento 14.6 che il senatore FERRARA (FI) fa proprio.

 

Il sottosegretario GRANDI, continuando nell’espressione dei pareri formula il proprio avviso favorevole in ordine all’emendamento 14.8; invita quindi i presentatori dell’emendamento 14.0.1 al ritiro del medesimo e alla sua trasformazione in ordine del giorno. Invita quindi a ritirare e a trasformare in ordini del giorno anche gli emendamenti 14.0.2 e 14.0.3.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


BILANCIO(5a)

Domenica 10 dicembre 2006

71a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta antimeridiana.

 

Il presidente MORANDO avverte che si procederà con le votazioni degli emendamenti riferiti all'articolo 14.

 

L'emendamento 14.1 è indi posto ai voti e respinto.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 14.2, interviene il senatore EUFEMI (UDC), il quale ribadisce la ferma contrarietà della propria parte politica alle norme recate nel disegno di legge finanziaria in materia di trasferimento delle funzioni catastali. In particolare, sottolinea che esse determineranno un significativo incremento delle rendite catastali e un conseguente inasprimento dell'imposizione fiscale sugli immobili.

 

E' poi posto ai voti e respinto l'emendamento 14.2.

 

Il senatore FERRARA (FI), intervenendo per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 14.3, afferma che il trasferimento delle funzioni catastali alle province assicurerebbe un loro miglior coordinamento delle stesse e una maggiore omogeneità gestionale.

 

L'emendamento 14.3 è indi respinto.

 

Per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 14.4, ha la parola il senatore POLLEDRI (LNP), il quale giudica importante posticipare il termine a partire dal quale demandare ai comuni l'esercizio diretto delle attività catastali, paventando il rischio che altrimenti si determinerebbero eccessivi oneri finanziari connessi al personale ad esse adibito.

 

In esito a successive e distinte votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 14.4, 14.5, 14.6 e 14.7, mentre approva l'emendamento 14.8 che il senatore EUFEMI (UDC) dichiara di sottoscrivere.

 

Il PRESIDENTE ricorda che le proposte 14.9 e 14.10 sono state ritirate nella seduta antimeridiana.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia il voto favorevole sull'emendamento 14.11, sottolineando l'opportunità che le controversie relative alla determinazione e alla revisione delle tariffe d'estimo siano demandate alla giurisdizione di merito del giudice amministrativo.

Coglie indi l'occasione per criticare le norme contemplate nel disegno di legge in esame, volte a colpire il valore dei cespiti patrimoniali, e non la loro redditività.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) dichiara il voto favorevole sull'emendamento 14.12 (identico al 14.11), richiamandosi alle considerazioni testé svolte dal senatore Eufemi.

 

Sono indi posti congiuntamente ai voti e respinti gli identici emendamenti 14.11 e 14.12. Con separate e successive votazioni, sono respinti anche gli emendamenti 14.13 e 14.14.

 

Con riferimento agli emendamenti 14.0.1, 14.0.2 e 14.0.3, di identico tenore, il PRESIDENTE chiede ai presentatori se siano disponibili ad accogliere l'invito ad una loro trasformazione in atti di indirizzo.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), dopo aver richiamato le importanti finalità della proposta emendativa, ritiene condivisibile la proposta di svolgere un approfondimento sulla tematica relativa al riconoscimento del carattere di ruralità degli immobili. Accoglie pertanto l'invito e trasforma l'emendamento 14.0.1 in un ordine del giorno.

 

Ha indi la parola il senatore FERRARA (FI), il quale insiste sulle finalità sottese dall'emendamento 14.0.2, esprimendo rammarico per la scarsa attenzione della maggioranza a tematiche di sicuro rilievo.

 

Ad una richiesta del PRESIDENTE, il senatore FERRARA (FI) chiede che la proposta sia accantonata per trattarla insieme alle proposte riferite all’articolo 18.

 

La Commissione conviene, quindi, di accantonare l’esame delle proposte 14.0.2 e 14.0.3.

 

Il PRESIDENTE chiede quindi al senatore Lusi se intende accogliere l’invito al ritiro dell’emendamento 14.0.4., come proposto dal relatore e dal Governo. Ricorda altresì che l’emendamento in esame risulta inammissibile limitatamente al comma 6.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) esprime il suo profondo rammarico per la posizione assunta dal Governo in riferimento all’emendamento da lui presentato, rilevando che la proposta tende a risolvere la posizione di un numero ristretto di abitanti di un area demaniale sita nel Comune di Caorle la quale, pur dopo la predisposizione delle necessarie infrastrutture, non ha beneficiato di alcuni interventi di condono. L’oratore osserva che l’emendamento in esame tende a trasferire al patrimonio disponibile del Comune le aree su cui sono state effettuate opere di urbanizzazione da parte di enti e di privati cittadini per favorirne l’acquisto.

 

Il RELATORE ribadisce il suo parere contrario e insiste per il ritiro, rilevando che la soluzione della delicata questione non può essere affidata ad un intervento normativo in sede di approvazione della legge finanziaria.

 

Il Rappresentante del GOVERNO osserva che il trasferimento al patrimonio disponibile del Comune delle aree demaniali in questione determinerebbe inevitabilmente un’ipotesi mascherata di vendita ai privati.

 

Il senatore LUSI (Ulivo) insiste per la votazione dell’emendamento nella parte ammissibile.

 

In esito ad una richiesta del senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), il PRESIDENTE dispone una breve sospensione della seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 19,25, riprende alle ore 19,30.

 

Il senatore LUSI (Ulivo), pur ritenendo contraria all’interesse pubblico la posizione del relatore e del Rappresentante del Governo, ritira, per senso di responsabilità politica verso la propria maggioranza, l’emendamento 14.0.4.

 

L’emendamento, 14.0.4, ritirato dal senatore Lusi, è fatto proprio dal senatore STRACQUADANIO (DC-PRI-IND-MPA), il quale insiste per la votazione.

 

Posto ai voti con il parere contrario del relatore e del Rappresentante del Governo, è respinto l’emendamento 14.0.4 per la parte ammissibile.

 

Il PRESIDENTE, essendo terminate le votazioni sugli emendamenti riferiti all’articolo 14, nonché di quelli recanti articoli aggiuntivi al medesimo articolo, propone di passare all’esame della proposta 2.17, accantonata nel corso delle precedenti sedute, avvertendo che è pervenuta una riformulazione.

 

Posto ai voti con il parere favorevole del RELATORE e del sottosegretario GRANDI, è approvato l’emendamento 2.17 (testo 2), al quale il senatore EUFEMI (UDC) chiede di aggiungere la sua firma.

Il PRESIDENTE avverte che si passerà alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 17, sui quali chiede al Relatore di esprimere il proprio parere, ricordando altresì che gli emendamenti 17.0.2 e 17.0.8 sono inammissibili.

 

Il RELATORE esprime parere contrario sugli emendamenti 17.1, 17.2 e 17.0.1/1 ed esprime parere favorevole sull’emendamento 17.0.1. Propone quindi che l’emendamento 17.0.3 venga esaminato, per ragioni di coerenza interna, insieme agli emendamenti riferiti all’articolo 18, in particolare insieme all’emendamento 18.69.

Il relatore invita quindi il proponente a ritirare l’emendamento 17.0.4, in quanto l’esclusione dalla sospensione dei soli affidamenti deliberati in favore di società a capitale, interamente pubblico, ponendo come condizione una modificazione della titolarità della gestione del capitale sociale medesimo, richiede una esame più approfondito. Auspica quindi che l’intera materia venga disciplinata successivamente con un disegno di legge ad hoc.

Esprime infine parere contrario sull’emendamento 17.0.5, invitando altresì i proponenti al ritiro dell’emendamento 17.0.6 e dell’emendamento 17.0.7, il quale, pur intervenendo su un delicato settore quale quello della imprenditoria giovanile, non può essere esaminato in questa sede non essendo oggetto di intervento da parte del disegno di legge finanziaria in esame.

 

Il PRESIDENTE chiede al relatore di esprimere il proprio parere sugli emendamenti 10.0.4 e 10.0.5 che, per ragioni sistematiche, vengono esaminati in questa sede.

 

Il RELATORE esprime parere contrario.

 

Il PRESIDENTE chiede al Governo di esprimere il proprio parere sugli emendamenti in esame.

 

Il sottosegretario GRANDI esprime sugli emendamenti in esame parere conforme al relatore.

 

Posto ai voti con parere contrario del relatore e del Rappresentante del Governo, è respinto l’emendamento 17.1.

 

Il PRESIDENTE avverte che verrà posto in votazione l’emendamento 17.2.

 

La senatrice BONFRISCO (FI) condivide la ratio ispiratrice dell’emendamento in esame, osservando che esso si inserisce in una più generale esigenza di tutelare i diritti delle donne, le quali vengono spesso offese ed oltraggiate all’interno dell’ambito religioso di appartenenza. Richiamando al riguardo la questione del velo islamico, l’oratrice rileva l’esigenza di rispettare i diritti delle minoranze religiose non può consentire una limitazione grave dei diritti e delle libertà fondamentali che appartengono alle donne come a qualsiasi altro essere umano. Osservando al riguardo che l’obbligo del velo, non trovando alcun riscontro nei testi sacri della religione islamica, non può essere imposto per ragioni di coerenza religiosa, esprime il suo rammarico per il silenzio che al riguardo caratterizza la posizione delle donne della sinistra, auspicando che il Parlamento esprima una posizione chiara sulla necessità di combattere ogni forma di integralismo e di mortificazione della identità sessuale della donna con misure chiare e senza compromessi.

 

Il senatore GALLI (LNP) pur condividendo quanto affermato dalla senatrice Bonfrisco, osserva che occorre prioritariamente pretendere il rispetto della legge da parte di coloro che la violano adducendo, a loro giustificazione, la necessità di rispettare i diritti di minoranza religiose.

 

Posto ai voti, l’emendamento 17.2 è respinto. Posto ai voti, è altresì respinto il sub emendamento 17.0.1/1.

 

Posto ai voti con il parere favorevole del relatore e del Rappresentante del Governo, risulta approvato l’emendamento 17.0.1.

 

La Commissione conviene di accantonare l’emendamento 17.0.3 per essere trattato insieme all’emendamento 18.69.

 

L’emendamento 17.0.4 risulta ritirato.

 

Il PRESIDENTE chiede ai proponenti se intendono ritirare l’emendamento 17.0.5.

 

Il senatore FERRARA (FI) esprime il suo stupore per la richiesta di ritiro avanzata dal relatore e dal Rappresentante del Governo, in considerazione del fatto che la necessità di regolarizzare la posizione del personale in quiescenza del Banco di Sicilia era stata sostenuta, nel corso della precedente legge finanziaria, da tutte le forze politiche. In proposito, rileva che il mancato adeguamento all’ISTAT della quota di pensione integrativa degli ex dipendenti del banco di Sicilia introduce profili evidenti di violazione del principio di uguaglianza rispetto al trattamento economico riservato ai lavoratori in quiescenza già dipendenti di altre banche. Dopo brevi interventi del senatore GALLI e del senatore GRILLO, posto ai voti, con il parere contrario del relatore e del Rappresentante del Governo, risulta respinto l’emendamento 17.0.5, risultando altresì ritirati gli emendamenti 17.0.6 e 17.0.7.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passerà alla votazione degli emendamenti 10.0.4 e 10.0.5, in quanto vertono su materie omogenee a quelle trattate dall’articolo 17.

 

Posti ai voti con il parere contrario del RELATORE e del Rappresentante del GOVERNO, risultano respinti gli emendamenti 10.0.4 e 10.0.5.

 

Sull’ordine dei lavori, interviene il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo), che sottolinea l’opportunità di valutare se sia possibile addivenire ad un accordo tra maggioranza e opposizione sull’iter dell’esame dei documenti di bilancio in Commissione, proponendo che, in sede di illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 18, le forze politiche selezionino le proposte emendative sulle quali ritengono ipotizzabile un possibile confronto tecnico, anche in considerazione dei tempi di approvazione del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore VEGAS (FI) ricorda che l’opposizione ha fino a questo momento assunto un atteggiamento non ostruzionistico, ed osserva che la difficoltà non nasce dal numero degli emendamenti presentati dall’opposizione, ma dalla presenza di numerosi emendamenti della maggioranza e del Governo, molti dei quali riformulati, i quali oltretutto intervengono su materie molto importanti che necessitano ulteriori approfondimenti.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) rileva che, qualora la Commissione bilancio non riuscisse a concludere i suoi lavori per dare mandato al Relatore a riferire in Assemblea, si configurerebbe una grave violazione delle prerogative parlamentari ed una mortificazione del ruolo del Parlamento, oltretutto in sede di approvazione di un disegno di legge così caratterizzante e in riferimento al quale risulta delicatissimo il mantenimento di un corretto rapporto fra potere legislativo e potere esecutivo.

Concorda quindi con il senatore Vegas sul fatto che sia la maggioranza a dover prendere un’iniziativa chiara, risolvendo le sue contraddizioni e palesando in tempo utile all’opposizione se sia suo intendimento concludere i propri lavori nella giornata di domani.

 

Il senatore AUGELLO (AN), pur esprimendo la sua disponibilità ad individuare un percorso chiaro per il proseguimento dei lavori in Commissione, manifesta i suoi dubbi sulla capacità della maggioranza parlamentare di prospettare una soluzione politica condivisa per uscire dalle difficoltà nelle quali chiaramente si trova.

 

Il senatore TECCE (RC-SE), dopo aver ringraziato il senatore Morando, per le modalità di conduzione dei lavori, soprattutto per aver assicurato alla Commissione, d’accordo con il Presidente del Senato, la possibilità di svolgere i suoi lavori senza concomitanti lavori dell’Assemblea e assicurando che il Governo presentasse sin dall’inizio i propri emendamenti, ritiene auspicabile una collaborazione sui tempi e sui modi di approvazione del disegno di legge finanziaria in Commissione. Concorda quindi con il senatore Boccia sulla possibilità di selezionare gli emendamenti politicamente più rilevanti sia di maggioranza sia di opposizione per procedere concordemente, qualora si presentino le condizioni, ad una rapida approvazione del provvedimento.

 

Dopo un breve intervento del senatore CURTO (AN), il PRESIDENTE ricorda di aver profuso tutto l’impegno per sviluppare un percorso condiviso sull’andamento dei lavori in Commissione che garantisse le prerogative della maggioranza e dell’opposizione, al fine di svolgere un dibattito chiaro sulle reciproche posizioni politiche. Rileva che, allo stato, non si possono ancora escludere spazi per giungere ad una conclusione dei lavori della Commissione. Per individuare con certezza le modalità di svolgimento dei lavori, nel prosieguo sarà necessario esperire ulteriori verifiche politiche all’interno della maggioranza e con l’opposizione. Avverte, quindi, che nel corso della seduta notturna si procederà all’illustrazione delle proposte emendative riferite all’articolo 18.


BILANCIO(5a)

Domenica 10 dicembre 2006

72a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nell’odierna seduta pomeridiana.

 

Si passa all’esame degli emendamenti relativi all’articolo 18 del disegno di legge finanziaria.

 

Il presidente MORANDO, in relazione all’articolo 18, dichiara inammissibili per materia gli emendamenti 18.249, 18.433, 18.453, 18.455, 18.456, 18.457, 18.458, 18.493, 18.620, 18.641, 18.681, 18.817, 18.820, 18.909, 18.911, 18.912, 18.913, 18.54, 18.927, 18.1162, 18.1345, 18.1377, 18.1404, 18.1414, 18.1510, 18.1609, 18.1610, 18.1814, 18.1846, 18.2246, 18.2270, 18.2317, 18.2474, 18.2491, 18.3059, 18.3077, 18.3101, 18.114/3, 18.114 (limitatamente ai commi 502-septies e 502-octies), 18.3272, 18.3277, 18.3279, 18.3281, 18.3286, 18.3289, 18.3290, 18.3291, 18.3292, 18.3293, 18.3400, 18.3424, 18.3425, 18.3491, 18.3499, 18.3521, 18.3531, 18.3533, 18.4011, 18.4022, 18.4036, 18.4037, 18.4079, 18.4087, 18.4088, 18.4089, 18.4090, 18.4105, 18.4106, 18.4123, 18.4124, 18.4125, 18.4134, 18.4197, 18.4198, 18.4200, 18.4201, 18.4202, 18.4203, 18.4204, 18.4205, 18.4206, 18.4207, 18.4208, 18.4209, 18.4210, 18.4211, 18.4270, 18.4271, 18.4283, 18.4287, 18.4293, 18.4294, 18.4324, 18.4343, 18.4344, 18.5022, 18.5051, 18.5107, 18.5110, 18.5146, 18.5170, 18.144 (testo 2)/3, 18.5202, 18.5203, 18.5244, 18.5268, 18.5274, 18.6058, 18.6066, 18.6205, 18.6226, 18.6247, 18.6250, 18.6260, 18.6263, 18.6265, 18.6271, 18.0.4 e 18.0.19. Dichiara altresì inammissibili per la copertura finanziaria gli emendamenti 18.174, 18.176, 18.185 (limitatamente alla soppressione dell’articolo 18 comma 3), 18.208, 18.209, 18.216, 18.231, 18.240, 18.248, 18.254, 18.264, 18.2600 (identico al 18.264), 18.274, 18.277, 18.278, 18.282, 18.283, 18.284, 18.290, 18.291, 18.293, 18.294, 18.302, 18.307, 18.308, 18.313, 18.321 (limitatamente alla soppressione del comma 22), 18.322, 18.324, 18.327, 18.330, 18.332, 18.333, 18.335, 18.339, 18.348, 18.353, 18.6/2, 18.379, 18.383, 18.384, 18.387, 18.388, 18.424, 18.430, 18.434, 18.436, 18.444, 18.450, 18.459, 18.474, 18.481, 18.485 (limitatamente al comma 23-bis), 18.490, 18.507 (limitatamente al comma 37-bis), 18.513, 18.515, 18.516, 18.517, 18.532, 18.533, 18.556 (limitatamente alle parole "23-bis"), 18.562, 18.566, 18.623, 18.626, 18.629, 18.630, 18.632, 18.635, 18.647, 18.663, 18.664, 18.669, 18.671, 18.672, 18.673, 18.674, 18.10/3, 18.700, 18.701, 18.702, 18.703, 18.704, 18.712, 18.715, 18.716, 18.717, 18.720, 18.727 (limitatamente all’ultimo periodo del capoverso 3.72), 18.729, 18.735, 18.743, 18.747, 18.751, 18.759, 18.760, 18.761, 18.763, 18.766, 18.768, 18.769, 18.775, 18.780, 18.808, 18.809, 18.813, 18.823, 18.826, 18.827, 18.828, 18.829, 18.830, 18.831, 18.832, 18.835, 18.836, 18.837, 18.838, 18.839, 18.842, 18.849, 18.860, 18.861, 18.866, 18.867, 18.893, 18.901, 18.902, 18.903, 18.910, 18.940, 18.941, 18.943 (testo 2), 18.945, 18.946, 18.947, 18.957 (limitatamente ai commi 212-bis e 212-ter), 18.992, 18.1000, 18.1001, 18.1007, 18.1008, 18.1009, 18.1034, 18.1035, 18.1039, 18.1042, 18.1049, 18.1050, 18.1051, 18.1052, 18.1053, 18.1054, 18.1056, 18.1058, 18.1059, 18.1086, 18.1100, 18.1102, 18.1110, 18.1111, 18.1112, 18.1121, 18.1142, 18.1210, 18.1218, 18.1224, 18.1225, 18.1230, 18.1231, 18.1235, 18.1238 (limitatamente al capoverso 215-bis), 18.1242, 18.1244, 18.1247, 18.14/2, 18.1250, 18.1252, 18.1253, 18.1258, 18.1262, 18.1265, 18.1269, 18.1270, 18.1272, 18.1279, 18.1280, 18.1281, 18.1282, 18.1284, 18.1285, 18.1299, 18.1300, 18.1301, 18.1306, 18.1307, 18.1308, 18.1310, 18.1311, 18.1312, 18.1315, 18.1322, 18.1325, 18.1326, 18.1328, 18.1339, 18.1340, 18.1346, 18.1374, 18.1375, 18.1376 (limitatamente al comma 247-ter), 18.1390, 18.1399, 18.1409, 18.1412, 18.1434, 18.1435, 18.1441, 18.1442, 18.1456, 18.1457, 18.1459, 18.1482, 18.1483, 18.1487, 18.1490, 18.1492, 18.1502, 18.1503, 18.1504, 18.1505, 18.1516, 18.1517, 18.1552, 18.1564, 18.1565, 18.1566, 18.1569, 18.1578, 18.1593, 18.1604, 18.1611, 18.1615, 18.1643, 18.1644, 18.1647, 18.1648, 18.1649, 18.1652, 18.1655, 18.1659, 18.1664, 18.1665, 18.1669, 18.1670, 18.1671, 18.1672, 18.1673, 18.1674, 18.1678, 18.1679, 18.1731, 18.1772, 18.1778, 18.1795, 18.1798, 18.1801, 18.1806, 18.1809, 18.1810, 18.1811, 18.1812, 18.1817, 18.1818, 18.1820 (limitatamente alle parole da "che ha pieno effetto" a "liquidazione"), 18.1821 (analogo al 18.1820), 18.1822, 18.1844, 18.1847 (limitatamente al comma 306 octies), 18.1855, 18.1866, 18.1875, 18.78/1, 18.1882, 18.1889, 18.1890, 18.1895, 18.1896, 18.1905, 18.1909, 18.1913, 18.1917, 18.1918, 18.1922, 18.1928, 18.1931-bis, 18.1935, 18.1939, 18.1941, 18.1943, 18.1948, 18.1953, 18.1955, 18.1957, 18.1968, 18.1970, 18.1975, 18.1981, 18.1983, 18.1985, 18.1987, 18.1988, 18.1990, 18.1991, 18.2000, 18.2011, 18.2012, 18.2013, 18.2015, 18.2016, 18.2018, 18.2020, 18.2023, 18.2024, 18.2028, 18.2029, 18.87/1, 18.2071, 18.2090, 18.2093, 18.2102, 18.2109, 18.2112, 18.2113, 18.2115, 18.2120, 18.2124, 18.2125, 18.2129, 18.2135, 18.2139, 18.2145, 18.2164, 18.2166, 18.2172, 18.2174, 18.2177, 18.2178, 18.2181, 18.2182, 18.2188, 18.2189, 18.93/1, 18.2192, 18.2209, 18.2212, 18.2216, 18.2218, 18.2219, 18.2220, 18.2221, 18.2222, 18.2223, 18.2227, 18.2230, 18.2244, 18.2256, 18.2286, 18.2288, 18.2299, 18.2300, 18.2304, 18.2311, 18.22/2, 18.2326, 18.2331, 18.2333, 18.2335, 18.2345, 18.2354. 18.2355, 18.2356, 18.100/1, 18.2360, 18.2368, 18.2369, 18.2371, 18.2372, 18.2373, 18.2374, 18.2376, 18.2378, 18.2379, 18.2382, 18.2383, 18.2389, 18.2390, 18.2392, 18.2401, 18.2402, 18.2403, 18.2405, 18.2407, 18.2413, 18.2422, 18.2431, 18.2453, 18.2463, 18.105/2, 18.2513, 18.2516, 18.2519, 18.2532, 18.2539, 18.3082, 18.3087, 18.109 (testo 2)/2 (limitatamente alle parole "e di euro 53 milioni di euro per l'anno 2010"), 18.109 (testo 2)/1 (limitatamente alle parole "e di euro 53 milioni di euro per l'anno 2010"), 18.109 (testo 2)/3 (limitatamente alle parole "e di euro 53 milioni di euro per l'anno 2010"), 18.109 (testo 2)/5, 18.109 (testo 2)/6, 18.109 (testo 2) (limitatamente alle parole "e di euro 53 milioni di euro per l'anno 2010"), 18.3095, 18.3101, 18.3114, 18.3133 (limitatamente al 2008 e 2009), 18.3212, 18.3234, 18.3243, 18.3304, 18.3326, 18.3327, 18.3380, 18.3396, 18.3416, 18.3433, 18.3444, 18.3445, 18.3452, 18.3455, 18.3462, 18.3477, 18.3507, 18.3508, 18.3524, 18.3532, 18.3570, 18.3580, 18.4010, 18.4015, 18.4016, 18.4021, 18.4031, 18.4032, 18.4062, 18.4072, 18.4074, 18.4078, 18.132 (limitatamente al comma 613-ter), 18.4091, 18.4094, 18.4107, 18.4108, 18.4127, 18.4131, 18.4135, 18.4136, 18.4147, 18.4151, 18.4152, 18.4156, 18.4157, 18.4158, 18.4163, 18.4166, 18.4167, 18.4168, 18.4170, 18.4171, 18.4173, 18.4174, 18.4176, 18.4181, 18.4182, 18.4183, 18.4185, 18.4186, 18.4187, 18.4188, 18.4189, 18.4190, 18.4192, 18.4193, 18.4194, 18.4212, 18.4238, 18.4242, 18.4246, 18.4253, 18.4282, 18.4285, 18.4323, 18.4324, 18.4326, 18.33/1, 18.5013, 18.5014, 18.5015, 18.5019, 18.5020, 18.5021, 18.5023, 18.5024, 18.5025, 18.5029, 18.5037, 18.141/1, 18.5092, 18.5111, 18.5127, 18.5139 (limitatamente ai capoversi 711-ter e 711-quater), 18.5140 (limitatamente ai capoversi 2 e 3), 18.5151, 18.5152, 18.5153, 18.5180, 18.5183, 18.5185, 18.5194, 18.5206, 18.5214, 18.5215, 18.5218, 18.5221, 18.5224, 18.5225, 18.5232, 18.5261, 18.5262, 18.5263, 18.5264, 18.5265, 18.148 (testo 2)/1, 18.148 (testo 2) (limitatamente alle parole "e comunque entro l’ulteriore termine di 12 mesi"), 18.149/1, 18.6063, 18.6064, 18.6068, 18.6117, 18.6125, 18.6129, 18.6155, 18.6170, 18.6171, 18.6172, 18.6189, 18.6201, 18.6208, 18.6248, 18.6257, 18.6262, 18.6266, 18.6268, 18.6270, 18.6274, 18.0.6, 18.0.9, 18.0.10, 18.0.14 (limitatamente al comma 2), 18.0.20 (limitatamente al comma 5), 18.6 (testo 2)/2, 18.75 (testo 2)/1, 18.130 (testo 2)/1, 18.114 (testo 2)/3,18.148 (testo 2)/1, 18.TAB.B.24, 18.TAB.D.3, 18.TAB.D.4, 18.TAB.F.1, 18.TAB.F.2. (Risulta improponibile in quanto privo di contenuto normativo l’emendamento 18.TAB.A.25).

Segnala, infine, che risultano improponibili, in quanto privi di contenuto normativo, gli emendamenti 18.3235, 18.3436 e 18.6259.

 

Prende poi la parola per un intervento sull’ordine dei lavori, il senatore LEGNINI (Ulivo). Nel prendere atto delle considerazioni emerse nel dibattito tenutosi in chiusura della seduta pomeridiana di oggi, preannuncia anche a nome dei Gruppi della coalizione di Governo la volontà di procedere al ritiro di gran parte delle proposte emendative presentate. Si impegna a presentare alla Commissione nel corso della mattinata di domani un elenco contenente le proposte emendative che si intende mantenere all’esame della Commissione, intendendosi contestualmente ritirati tutti gli altri emendamenti non inclusi nel suddetto elenco.

 

Si passa quindi alla illustrazione degli emendamenti inerenti all’articolo 18.

 

Il senatore FERRARA (FI) interviene per illustrare l’emendamento 18.169, con il quale si prevede la soppressione dei commi 2 e 3 dell’articolo 18, in materia di concessione dei beni demaniali marittimi. Dopo aver sottolineato la centralità della portualità turistica nell’ambito dell’economia del Paese, esprime forti critiche sulle disposizioni del disegno di legge finanziaria su tale materia, le quali, prevedendo un indiscriminato ed iniquo incremento dei costi dei canoni, finiscono per penalizzare il settore suddetto.

 

Il senatore GRILLO (FI) ritira gli emendamenti 18.178 e 18.179.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra quindi le finalità perseguite dall’emendamento 18.180, con il quale s’intende modificare i criteri di determinazione dei canoni annui minimi per le concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, di cui al comma 2 dell’articolo 18.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) prende la parola per illustrare l’emendamento 18.227, in materia di contributi previdenziali dei lavoratori autonomi.

Dopo aver espresso forti perplessità sull’uso distorto dello strumento del trattamento di fine rapporto, così come previsto nel disegno di legge in esame, svolge talune considerazioni sul tema della previdenza complementare. Nel ribadire l’iniquità della destinazione integrale all’INPS, per tutte le imprese con almeno 50 dipendenti, della quota del trattamento di fine rapporto che matura dal 1° gennaio 2007 e non affluita alla previdenza integrativa, sottolinea come la scelta del criterio numerico per l’individuazione dell’ambito soggettivo di applicazione della norma, possa favorire prassi elusive. Conclude sollecitando il Governo a riflettere più approfonditamente sulla questione, manifestando, anche a nome della sua parte politica, la propria collaborazione per la ricerca di una soluzione più organica e concordata del problema.

 

Il senatore FERRARA (FI) in sede di illustrazione della proposta 18.228, dopo averne delineato nel dettaglio il contenuto, esprime forti perplessità sulle disposizioni del disegno di legge finanziaria in materia di lavoro, le quali non introducono, di fatto, misure in grado di incentivare l’occupazione, soprattutto giovanile.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 18.234, nel quale si prevede l’incremento del canone annuo per l’uso dei beni del demanio dovuto dalle società che provvedono alla gestione aeroportuale, in vista di una maggiore corrispondenza tra le nuove tariffe praticate e gli effettivi costi di gestione.

Ne auspica pertanto l’accoglimento, tenuto anche conto che tale proposta, a suo avviso, non comporta problemi di copertura finanziaria.

 

Interviene sull’ordine dei lavori il senatore VEGAS (FI), facendo osservare che i senatori di maggioranza non hanno sinora illustrato alcuna proposta emendativa. Al riguardo, giudica tale comportamento indicativo dell’incapacità della maggioranza di decidere in modo definitivo sulle proposte ritenute più importanti, oltre che fortemente discutibile sia sul piano politico che istituzionale, anche in considerazione del fatto che le proposte della maggioranza sono ovviamente quelle che presentano la maggior probabilità di essere accolte.

 

Il presidente MORANDO ricorda di aver in precedenza proposto ai Rappresentanti dei gruppi procedere alla individuazione degli emendamenti da illustrare, in quanto ritenuti più rilevanti, e che tale proposta non era stata accolta dai membri dell’opposizione.

Nel prendere atto delle considerazioni del senatore Vegas in ordine all’importanza dell’illustrazione delle proposte di modifica, ribadisce il proprio invito agli esponenti di tutte le parti politiche ad illustrare gli emendamenti di maggiore interesse.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) dichiara di condividere pienamente l’invito del Presidente, e assicura al senatore Vegas che una compiuta illustrazione degli emendamenti di maggior rilievo potrà essere utilmente svolta anche nella giornata di domani.

Gli emendamenti da 18.235 a 18.242 sono dati per illustrati.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) illustra l’emendamento 18.243, avente ad oggetto l’applicazione del canone meramente ricognitorio di cui all’articolo 48, lettera e) del Regio decreto n. 1604 del 1931, alle concessioni di aree demaniali e di cosiddetti specchi d’acqua per iniziative di acquacoltura, pesca, ripopolamento, protezione e per la realizzazione di manufatti. Ritiene in particolare ingiustificata la disparità di trattamento tra società, a seconda della loro costituzione o meno in forma cooperativa, tenuto anche conto del fatto che, assai di frequente, tali società costituiscono appositi consorzi per la commercializzazione del prodotto.

Per tali ragioni, ne auspica l’accoglimento, considerato anche che tale proposta di modifica non determinerebbe, a suo avviso, impatti significativi sulla finanza pubblica.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) illustra l’emendamento 18.244, rilevando preliminarmente che la manovra finanziaria è stata approvata dall’altro ramo del Parlamento con un maxiemendamento sull’ultimo articolo di 810 commi e che la maggioranza ha presentato circa 1.700 emendamenti, oltre ai circa 170 risultanti dall’insieme delle proposte presentate dal relatore e dal Governo. Ritiene pertanto che si stia determinando un vero e proprio ostruzionismo di maggioranza, e che l’ampiezza dei tempi per la conclusione dell’esame non possa essere addebitata al comportamento dell’opposizione, rilevato anche che la maggioranza non ha sinora ancora fornito indicazioni precise sugli emendamenti che ritiene più importanti.

Nello stigmatizzare il ritardo già accumulato nei lavori della Commissione ai fini della conclusione dell’esame, fa inoltre osservare che il Governo ha preannunciato di voler trasmettere i dati definitivi sull’andamento effettivo delle entrate per l’anno 2006 solo nella giornata di domani: ciò determinerà conseguenze in tutto simili a quanto già verificatosi nell’esame in prima lettura, nel corso del quale i parlamentari di maggioranza sono stati spinti ad approvare la manovra, senza conoscerne con precisione il contenuto. Con riguardo all’emendamento in questione, rileva che tale proposta è volta ad escludere dai progetti di valorizzazione i beni immobili pubblici occupati abusivamente o al cui interno si promuovono attività illegali ed antidemocratiche.

 

Dopo brevi interventi dei senatori Antonio BOCCIA (Ulivo) e VEGAS (FI) sull’ordine dei lavori, ai quali replica il presidente MORANDO, la Commissione prosegue l’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 18.

 

Gli emendamenti da 18.245 a 18.257 si danno per illustrati.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) illustra dettagliatamente l’emendamento 18.258, volto a prevedere la prelazione in favore degli enti locali e degli enti soggetti pubblici gestori nel caso di beni immobili non più strumentali alla gestione caratteristica dell’impresa ferroviaria ubicati in aree naturali protette in territori sottoposti a vincolo paesaggistico.

Poiché tale precisazione contribuirebbe a colmare una rilevante lacuna normativa, ne auspica fortemente l’accoglimento.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ritira l’emendamento 18.259.

Gli emendamenti 18.1 e 18.260 sono dati per illustrati.

 

Il senatore GALLI (LNP) illustra l’emendamento 18.261, volto ad abrogare i commi da 16 a 20 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria. Dopo essersi soffermato approfonditamente sull’opportunità di abbassare l’aliquota IRAP per le aziende anche attraverso la rimodulazione di alcune delle agevolazioni previste dalle disposizioni relative alla riduzione del cuneo fiscale, fornisce cifre analitiche sulla reale entità della platea dei lavoratori cui sarà possibile applicare la franchigia prevista, platea che non supera, a suo avviso, i 15 milioni di unità.

Rileva poi fortemente la necessità di eliminare le differenziazioni di disciplina tra le varie tipologie di lavoratori, tenuto anche conto del fatto che sono le imprese del Centronord a garantire la maggior parte del gettito IRAP. Con particolare riguardo a tale imposta, esprime profonde perplessità in ordine all’atteggiamento tenuto dalle istituzioni comunitarie, in quanto ritiene che il "salvataggio" dell’IRAP stessa sia stato determinato da valutazioni di carattere politico e non oggettivo; ciò è tanto più discutibile ove si consideri che tale imposta risulta dovuta anche dalle aziende che non presentano utili in bilancio e che perciò stesso sono di fatto tenute a includere dichiarazioni scorrette sull’andamento della attività di impresa.

Esprime quindi forti critiche in ordine alla scelta di qualificare quali entrate i trasferimenti del TFR per l’avvio della previdenza integrativa, che ritiene indicativo di una visione del tutto parziale da parte dell’attuale maggioranza, per quanto concerne il mondo del lavoro nel suo complesso.

 

Dopo che l’emendamento 18.262 viene dato per illustrato, il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 18.263, nel quale si propone di incrementare a 10.000 euro la deduzione ai fini IRAP, prevedendo in ogni caso una clausola di garanzia del limite non inferiore al 50 per cento della retribuzione e degli altri oneri e spese a carico del datore di lavoro, per ogni lavoratore indipendente a tempo indeterminato operante nelle regioni cosiddette ex obiettivo 1. Tale proposta – prosegue l’oratore – prende le mosse dalla considerazione che le agevolazioni IRAP, diversamente, avrebbero scarsa efficacia nelle regioni meridionali. Per tali ragioni, ne auspica l’accoglimento.

 

Dopo che l’emendamento 18.265 viene dato per illustrato, il senatore PERRIN (Aut) illustra l’emendamento 18.266, richiamando l’attenzione della Commissione sul fatto che l’esclusione del settore del trasporto pubblico dalle agevolazioni relative alla riduzione del cuneo fiscale, ha finito per ricomprendere anche il comparto specifico degli impianti di risalita, che pure sono qualificati all’interno del trasporto pubblico per ragione di mera semplicità, differenziandosene tuttavia fortemente con riguardo alla tipologia della clientela ed alle finalità precipue del servizio.

Auspica pertanto con convinzione l’accoglimento di tale proposta, volta a fare salvi dalle esclusioni in questione gli impianti di trasporto a fune per la mobilità turistico-sportiva, esercitati in aree montane.

 

Gli emendamenti 18.267 e 18.268 sono dati per illustrati.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) illustra l’emendamento 18.269, che tiene conto della particolarità di alcune tipologie di lavoro, ad esempio in campo agricolo e turistico, che risultano stagionali per loro stessa natura, e pertanto inevitabilmente a tempo determinato. Occorrerebbe pertanto estendere i benefici previsti anche a tali tipologie di lavoro, superando almeno in questo caso la rigida dicotomia prevista nel disegno di legge finanziaria.

 

Gli emendamenti da 18.270 a 18.276 sono quindi dati per illustrati.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra dettagliatamente l’emendamento 18.277, auspicandone l’accoglimento, in quanto tale proposta è volta ad estendere al settore agricolo, nel caso di contratti di lavoro a tempo determinato, di durata superiore a 100 giornate annue, la deducibilità di cui al comma 16, lettera c) dell’articolo 18, tenuto anche conto che attualmente vi è stato un riequilibrio sul punto tra le imprese del Centronord e del Mezzogiorno.

 

Gli emendamenti da 18.279 a 18.287 sono dati per illustrati.

 

Il senatore FERRARA (FI) illustra l’emendamento 18.288, volto ad estendere alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) le deduzioni di cui al comma 1 dell’articolo 18.

 

Gli emendamenti da 18.289 a 18.298 sono dati per illustrati.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) illustra dettagliatamente l’emendamento 18.299, auspicandone l’accoglimento, in quanto la riduzione del cuneo fiscale non è attualmente prevista nei confronti degli enti pubblici istituiti esclusivamente per l’esercizio di attività assistenziali e sanitarie, aggravandosi in tal modo la sperequazione di trattamento che sussiste tra istituzioni pubbliche e private, le quali ultime, oltre a beneficiare delle misure relative al cuneo fiscale, già beneficiano di un regime IRAP assai più favorevole.

 

Il seguito dell’esame congiunto viene infine rinviato.


BILANCIO(5a)

Lunedì 11 dicembre 2006

73a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

indi del Vice Presidente
LEGNINI

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta notturna di ieri.

 

Il presidente MORANDO, prima di procedere all’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 18, comunica che il viceministro Visco è presente per riferire in Commissione sull’interpretazione dei dati concernenti il gettito per il 2006, come richiesto da alcuni senatori.

 

Il viceministro VISCO, nell’esprimere rammarico per la difficoltà riscontrata nella valutazione dei dati già forniti alla Commissione, precisa che - a fronte delle urgenti richieste formulate - il Ministero dell’economia e delle finanze ha tempestivamente trasmesso al Parlamento i dati di cassa riferiti al periodo fino al 16 novembre, privi però di articolati commenti. Ciò ha dato luogo ad alcune polemiche. Il suo intervento è perciò motivato dalla necessità di illustrare le cifre riportate nella precedente documentazione nonché di fornire ulteriori indicazioni riguardanti il gettito fino al 30 novembre. Illustra quindi una ulteriore tabella che recepisce tali informazioni e che lascia agli atti della Commissione.

Al riguardo, puntualizza che il mancato riferimento alle cifre sulle accise dei tabacchi percepite per il 2005 è dovuto al fatto che esse non erano incluse nel modello F24, il che non significa tuttavia che esse non siano state incassate.

Rileva indi, sulla base dei dati citati, un andamento assai dinamico del gettito nonché una crescita dei contributi sociali in linea con il PIL nominale. La nuova documentazione non include peraltro le cifre riguardanti l’autotassazione, che potranno essere disponibili nei prossimi giorni. Si prevede in merito che da tali cifre derivi un aumento delle entrate che si aggira intorno ai 36-38 miliardi di euro.

Evidenzia poi che le previsioni iniziali erano state elaborate nella relazione di cassa del marzo 2006, e solo successivamente era stata integrata la previsione incorporando un ulteriore incremento del gettito. Sottolinea del resto che è necessario scorporare il gettito derivante dalle rivalutazioni dei cespiti in quanto si tratta di somme percepite una tantum non ripetibili.

Le maggiori entrate, incassate attraverso il modello F24, quantificabili a circa 33,8 milioni di euro dovranno poi essere confrontate con gli effetti positivi della manovra di luglio operata attraverso il cosiddetto "decreto Bersani", realizzando perciò un tetto di circa 36 milioni di euro.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), nel prendere atto delle nuove informazioni fornite dal Governo, enfatizza il dato finale riguardante le maggiori entrate per il 2006, sottolineando al riguardo che le cifre fornite inizialmente al Parlamento erano del tutto inesatte, atteso che le entrate derivanti dalle accise sui tabacchi costituivano una cifra non trascurabile. Il Governo pertanto ha compiuto un clamoroso errore, sottovalutando la portata delle nuove entrate che potranno essere di gran lunga superiori nel momento in cui comprenderanno anche il dato riferito all’autotassazione.

Dopo aver rilevato l’importanza di distinguere tra gettito strutturale ed entrate occasionali, si rammarica che il Governo non abbia riferito tempestivamente in Parlamento al fine di aggiornare i dati relativi all’intera manovra, da considerare complessivamente inefficace e inesatta.

L’Esecutivo ha elaborato quindi una finanziaria vessatoria per i cittadini, pur di non ammettere che le maggiori entrate per il 2006 erano la conseguenza delle scelte di politica economica operate dal Governo di Centro-destra. Rileva altresì che lo scostamento delle cifre fornite dal Viceministro è quantificabile in circa 8 miliardi di euro.

Deplora infine la negligenza e la cattiva informazione conseguenti ad un atteggiamento volontariamente omissivo da parte del Governo.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), pur prendendo atto dei chiarimenti forniti oggi dal Viceministro, esprime forti riserve sulle cifre fornite in precedenza. La portata della manovra si configura come errata in quanto impostata sull’analisi non corretta svolta dalla Commissione Faini.

Dopo aver richiamato le decisioni governative in tema di ferrovie, lamenta la violazione delle norme di contabilità soprattutto sul tema della trasparenza.

 

Il viceministro VISCO precisa che la nuova documentazione fornita si riferisce al gettito da versamento unificato basato esclusivamente sul modello F24, non comprensivo quindi di tutte le imposte. Le difficoltà interpretative derivavano quindi, a suo giudizio, non da errori ma dalla natura stessa della modalità tecnica di rilevazione.

Dopo essersi soffermato sulle cifre concernenti il gettito derivante dai giochi, ribadisce che tutti i dati strutturali sono già stati incorporati nelle analisi riferite a settembre. L’entità della manovra è perciò giustificata dall’esistenza di un pesante disavanzo. Assicura poi che grazie alle misure previste nel disegno di legge finanziaria, il prossimo anno sarà possibile procedere a scelte di politica economica meno gravose.

Segnala infine che nella documentazione depositata si riscontra una discontinuità del gettito – in termini di maggiori entrate - nel periodo intercorrente tra maggio e giugno.

 

Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato il Viceministro per i chiarimenti resi alla Commissione, comunica che riprenderà l’illustrazione degli emendamenti riferiti all’articolo 18.

Avverte poi che il capogruppo dell’Ulivo in Commissione, senatore Legnini, ha preannunciato la volontà di ritirare alcuni emendamenti presentati dai componenti del Gruppo.

 

Gli emendamenti da 18.301 a 18.316 si danno per illustrati.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) illustra gli emendamenti 18.317 e 18.318 in materia di credito di imposta per gli investimenti del Mezzogiorno.

Dopo aver ricordato i positivi effetti di tale strumento nel corso della passata legislatura, stigmatizza la formulazione recata dall’articolo 18, comma 21, del disegno di legge finanziaria, in quanto si escludono gli immobili dai beni soggetti al credito d’imposta, con forti penalizzazioni per le piccole imprese.

Gli emendamenti in esame sono finalizzati perciò a consentire alle piccole imprese di utilizzare l’istituto del credito di imposta nel momento in cui acquistano beni immobili in vista di una possibile espansione dell’attività, eventualmente anche congiuntamente all’acquisizione di beni strumentali. Solo in tal modo, a suo avviso, è possibile consolidare lo sviluppo di tali aziende.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) dà conto dell’emendamento 18.319, delineandone i contenuti e le finalità.

Coglie poi l’occasione per deplorare gli errori compiuti dal Governo con riferimento ai dati del gettito, sottolineando che l’intera manovra finanziaria si basa su indicazioni falsate. L’ammontare delle maggiori entrate nel 2006, pari a circa 34 milioni di euro, è infatti dovuto alle scelte operate nella passata legislatura.

Lamenta poi il mancato riferimento ai dati concernenti l’occupazione, rilevando che durante la XIV legislatura il fenomeno della precarietà è risultato inferiore rispetto a quello conseguito durante il precedente Governo di Centro-sinistra. Sarebbe stato opportuno, a suo giudizio, elaborare soluzioni orientate ad incentivare la trasformazione delle forme contrattuali cosiddette "flessibili", in forme di impiego a tempo indeterminato.

Esprime poi forti dubbi circa l’interpretazione delle cifre fornita dal Viceministro, atteso che solo una parte esigua delle maggiori entrate – pari a 5 miliardi – viene considerata strutturale. In tal modo vengono sottostimati i dati riguardanti il gettito del 2006, con conseguenze negative sulla ripresa economica dell’economia. L’eventuale miglioramento dell’andamento delle entrate derivante dalla manovra di luglio, produrrà, a suo giudizio, ulteriori peggioramenti del gettito, poiché avrà effetti depressivi sul mercato.

L’atteggiamento dell’Esecutivo – prosegue l’oratore - , è assolutamente inaccettabile, in quanto finalizzato a considerare solo transitorio l’aumento del gettito del 2006, al fine di sottovalutare di proposito i positivi effetti della politica economica del Governo Berlusconi, occultandone i risultati.

 

Il PRESIDENTE ricorda che gli emendamenti 18.3 e 18.2 sono stati ritirati nella seduta antimeridiana del 5 dicembre scorso.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) illustra l'emendamento 18.349, osservando che la proposta tende a favorire la mobilità dei lavoratori attraverso la concessione di un credito di imposta alle persone fisiche residenti, da almeno tre anni, in una delle Regioni comprese nelle aree "obiettivo 1" dell'Unione europea. L'oratore rileva altresì che l'emendamento in esame riconosce una riduzione della quota dei contributi previdenziali ai datori di lavoro che stipulano contratti di lavoro a tempo parziale.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) illustra l'emendamento 18.357, osservando che esso è volto al graduale riordino della rete di vendita delle gare ippiche e sportive e al potenziamento dei poteri dell'amministrazione finanziaria al fine di tutelare i giocatori e di contenere il gioco illegale. L'oratore osserva che l'emendamento dispone che i concessionari già esistenti possano essere ammessi alle convenzioni di concessione allegate ai bandi di gara del 2006, previo pagamento di adeguato corrispettivo, in questo modo garantendo anche un gettito maggiore per l'erario.

 

Il sottosegretario GRANDI ritiene non percorribile la strada della riapertura dei bandi di gara, e propone al senatore Ciccanti di convergere sull'emendamento del senatore Legnini teso a risolvere il problema con strumenti finanziariamente più compatibili.

 

Il senatore GALLI (LNP) , in sede di illustrazione dell'emendamento 18.362, rileva che la ratio sottesa alla manovra finanziaria presenta notevoli contraddizioni. In particolare l'oratore si sofferma sull'uso non virtuoso che il Governo rischia di fare del gettito maggiore di circa 30 miliardi lasciato in eredità dalla maggioranza di centro-destra. Al riguardo rileva che alcune delle proposte contenute nel disegno di legge in titolo, quali il prelievo forzoso del TFR, i tagli ai Comuni, l'incremento dei contributi a carico delle aziende, la non adeguata riduzione dell'IRAP, il mancato finanziamento delle opere pubbliche, lungi dal rendere strutturale l'incremento di entrate garantito dagli interventi del precedente Governo, rischia di compromettere notevolmente il ritmo di crescita economica dei prossimi anni.

 

L'emendamento 18.363, ritirato dai proponenti, è fatto proprio dal senatore FERRARA (FI) , il quale ne esalta il valore programmatico e la sua funzione di stimolo alla ricerca scientifica, attraverso l'istituzione di un fondo straordinario per l'accesso al settimo programma-quadro dell'Unione europea di cui possano beneficiare diversi comparti di ricerca altrimenti destinati ad un inevitabile declino. Al riguardo l'oratore osserva che, a fronte di interventi volti a sostenere il settore della ricerca scientifica ed universitaria, con modalità di intervento selettivo e quindi inevitabilmente con interventi asistematici, la proposta emendativa in esame – che è analoga ad altre presentate dal suo Gruppo – agisce in modo strutturale, in questo modo garantendo un generale accesso ai finanziamenti per tutti i settori di ricerca.

 

Il senatore GRILLO (FI) ritira l'emendamento 18.367 ed illustra l'emendamento 18.371, il quale mira ad agevolare gli intermediari finanziari che operano nel settore assicurativo, uniformando il regime previsto in Italia a quello in vigore in altri paesi europei. In particolare l'oratore evidenzia la necessità di sostituire all'obbligo di versamento del 4 per cento del capitale, un regime fondato sull'istituto della fideiussione bancaria, già sperimentato con notevole successo in altre parti dell'Europa.

 

I senatori POLLEDRI (LNP), FORTE (UDC), CICCANTI (UDC) ed EUFEMI (UDC) chiedono di aggiungere la propria firma.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ritira gli emendamenti 18.372 e 18.373.

 

Il senatore FERRARA (FI) interviene brevemente sull'emendamento 18.382, illustrando alla Commissione le sue finalità e i suoi contenuti.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) illustra l'emendamento 18.393 il quale, nel sopprimere il comma 42 dell'articolo 18, è volto a mantenere il regime vigente per le spese delle insegne degli esercizi commerciali superiori a 5 metri quadrati. Al riguardo l'oratore osserva che la previsione del pagamento per l'intera superficie dell'insegna risulta essere una soluzione preferibile a quella contenuta nel disegno di legge finanziaria, il quale, al contrario, impone il pagamento dell'imposta per la sola superficie eccedente i 5 metri quadri.

Rilevando che la norma riguarda esclusivamente la grande distribuzione, l'oratore osserva altresì che il mantenimento del regime attualmente vigente può costituire un vantaggio economico anche per le amministrazioni locali.

 

Il PRESIDENTE chiede al sottosegretario Sartor se l'eventuale approvazione dell'emendamento 18.393, teso a sopprimere una disposizione introdotta alla Camera dei deputati, necessiti di una valutazione sull'opportunità di prevedere un'adeguata copertura.

 

Il sottosegretario SARTOR, riservandosi di rispondere con maggiore precisione alle sollecitazioni del Presidente, esprime una generale considerazione sul fatto che non sempre un'esenzione determina riduzione di gettito dal momento che essa potrebbe essere adeguatamente compensata da una modificazione della tariffa.

 

Il senatore GRILLO (FI) richiama l’attenzione della Commissione sull’emendamento 18.398, volto a sopprimere il comma 42 dell’articolo 18 concernente l’imposta comunale sulla pubblicità. Infatti, la soppressione di tale disposizione andrebbe incontro alle legittime istanze sollevate dai comuni che sarebbero penalizzati se il comma 42 fosse mantenuto.

 

Il senatore TECCE (RC-SE), intervenendo in merito all’emendamento 18.401, osserva che il comma 42 dell’articolo 18, se mantenuto, rischia di comportare delle conseguenze negative non solo sui comuni, ma anche nei confronti dello Stato in quanto gli oneri per le mancate entrate comunali ricadrebbero sulla finanza pubblica statale. Inoltre, il comma 42 fa riferimento alle imposte comunali, senza tener conto che in alcuni comuni è stato introdotto un canone; di conseguenza, la rimborsabilità prevista solo per le imposte potrebbe determinare una disparità di trattamento a danno di quei comuni che applicano il canone.

 

Il senatore FERRARA (FI) si sofferma sugli emendamenti 18.403 e 18.472, volto a sopprimere il comma 53 dell’articolo 18 che stabilisce che, con decreto del Ministro dell’economia sono effettuate le regolazioni finanziarie delle maggiori entrate derivanti dall’attuazione delle norme dei commi da 30 a 61 del medesimo articolo.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) ritira l’emendamento 18.413.

 

Il presidente MORANDO revoca la dichiarazione di inammissibilità, formulata in precedenza, dell’emendamento 18.620, in quanto – riconsiderato alla luce del testo che fa riferimento a "zone franche urbane" – non risulta essere localistico.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) , dopo avervi apposto la propria firma, illustra l’emendamento 18.437, cogliendo l’occasione per chiedere un ulteriore chiarimento sulla portata degli emendamenti che si propongono di sopprimere il comma 42 dell’articolo 18 in materia di imposta comunale sulla pubblicità.

Inoltre, nel dare conto dell’emendamento 18.620, fa presente che la valorizzazione delle cosiddette zone franche assume una valenza rilevante non solo per il sostegno di zone urbane degradate, ma soprattutto per favorire queste aree come veri e propri poli di sviluppo in grado di attrarre investimenti, anche stranieri. In particolare, le disposizioni riguardanti il sostegno delle zone franche possono avere un effetto positivo anche per contrastare i fenomeni di delocalizzazione.

 

Il presidente MORANDO osserva, in relazione agli emendamenti che sono diretti a sopprimere il comma 42 dell’articolo 18, che mentre il mantenimento di tale disposizione comporterebbe un aggravio a carico della finanza locale in quanto si determinerebbero degli oneri per i comuni, la sua soppressione avrebbe conseguentemente effetti benefici per gli stessi comuni. In ogni caso, i rappresentanti del Governo si sono riservati di fornire quanto prima alla Commissione una valutazione dell’effetto finanziario della disposizione richiamata e un chiarimento sui profili di copertura della stessa introdotta con un emendamento durante l’esame presso la Camera dei deputati.

 

Il vice ministro D’ANTONI fa presente al senatore Azzollini che le disposizioni riguardanti le zone franche sono state introdotte sulla falsariga del modello adottato in Francia che ha ricevuto l’avallo da parte delle istituzioni comunitarie. Pertanto, da parte del Governo non vi è alcuna difficoltà a prospettare disposizioni per le zone franche intese a valorizzare oltre alle zone urbane degradate anche quelle aree che possono configurarsi come poli di sviluppo; tuttavia, questa estensione della portata di tali disposizioni dovrà essere in qualche modo negoziata in sede europea.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), nel prendere atto delle precisazioni fornite dal vice ministro D’Antoni auspica che l’Italia, come la Francia, possa esercitare una forte pressione nell’ambito delle istituzioni comunitarie affinché sia perseguito un proprio modello per la valorizzazione delle zone franche.

 

Il sottosegretario GRANDI, in esito a un esame approfondito svolto dal suo dicastero, preannuncia che sull’emendamento 18.371 il parere potrebbe essere favorevole.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) richiama l’attenzione della Commissione sull’emendamento 18.447 che mira ad includere tra gli oneri detraibili nella misura del 19 per cento anche i canoni relativi ai contratti di ospitalità stipulati con collegi universitari legalmente riconosciuti. Tale emendamento, se approvato, riguarderebbe circa 6.000 studenti ai quali verrebbe garantito in modo effettivo il diritto allo studio.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), con riferimento all’emendamento 18.475, sottolinea come le disposizioni che prevedono la destinazione di una quota pari a 5 per mille dell’IRPEF a varie finalità dovrebbero essere oggetto di revisione, nel senso prospettato dall’emendamento citato. In particolare, dovrebbe essere consentita una maggiore libertà di scelta da parte del cittadino, non predeterminando in modo troppo rigido le finalità a cui possono essere destinate queste risorse.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) illustra l’emendamento 18.571, che, nell’ottica di semplificare le procedure che le imprese devono seguire, propone di indicare nell’elenco fornitori e nell’elenco clienti la partita IVA, anziché il codice fiscale.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), dopo aver ritirato l’emendamento 18.657, richiama i contenuti dell’emendamento 18.652, avente lo scopo di riequilibrare a favore degli artigiani dei piccoli e medi imprenditori l’impatto derivante dalla tassazione a livello provinciale sul consumo energetico.

 

Tutti i restanti emendamenti fino alla proposta 18.679 inclusa sono dati per illustrati.

 

Il presidente MORANDO, nel proporre che l’inizio della seduta pomeridiana, prevista per le ore 15, sia posticipato alle ore 16,30, osserva che, a suo avviso, sussistono ancora i margini affinché si completi l’esame degli emendamenti e si possa votare il mandato al relatore sul disegno di legge finanziaria per il 2007. In ogni caso, qualora per le ore 21 di oggi – termine fissato per la conclusione in Commissione dei provvedimenti in titolo - si constatasse l’impossibilità di concludere l’esame avverte che si procederà comunque alla votazione del mandato al relatore, limitatamente al disegno di legge n. 1184, recante il bilancio di previsione dello Stato per il 2007.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 

 

 

 

                  

Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul  sito del Senato al seguente indirizzo:

www.senato.it/leggiedocumenti/28371/123786/129635/genpagspalla.htm


BILANCIO(5a)

Lunedì 11 dicembre 2006

74a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MORANDO

indi del Vice Presidente
LEGNINI

 

 

IN SEDE REFERENTE

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter, 2, 2-bis e 2-ter) Stati di previsione dell’entrata e del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Seguito e conclusione dell'esame del disegno di legge n. 1184. Seguito dell’esame del disegno di legge n. 1183)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana.

 

Il presidente MORANDO fa preliminarmente presente che gli emendamenti 18.2135 e 18.Tab.A.3 erano stati inseriti per un mero errore materiale nell’elenco degli emendamenti inammissibili. Ricorda poi che nella precedente seduta erano stati illustrati gli emendamenti relativi all’articolo 18 del disegno di legge finanziaria, fino al 18.679 incluso. Invita quindi i senatori interessati a illustrare i successivi emendamenti.

 

Dopo che il senatore FERRARA (FI) ha fatto proprio l’emendamento 18.684, precedentemente ritirato, il senatore SAIA (AN), prende la parola dichiarando di ritirare gli emendamenti 18.1630 e 18.1631. I senatori FERRARA (FI) e BALDASSARRI (AN) propongono l’accantonamento degli emendamenti 18.689 e 18.690, evidenziando che gli stessi riguardano le regioni a statuto speciale, ed in quanto tale andrebbero trattati contestualmente alle altre proposte emendative relative ai rapporti tra Stato e Regioni.

 

La Commissione conviene di accantonare gli emendamenti 18.689 e 18.690.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) dopo aver sottoscritto l’emendamento 18.692 e dopo aver dato conto dei contenuti dello stesso, si sofferma sulla disciplina contenuta in un’altra proposta emendativa inerente ad analoga materia – in particolare sulla disposizione contenuta nella proposta emendativa 18.706 – evidenziando che tale normativa, riguardante lla ridefinizione dell’entità e della durata dei sostegni alle fonti energetiche assimilate a quelle rinnovabili, configura profili di illegittimità costituzionale, comportando in particolare una violazione del principio del legittimo affidamento. Peraltro, tale opzione risulta incompatibile con l’ordinamento comunitario che, come ha precisato in più occasioni la Corte di Giustizia delle Comunità Europee, tutela i diritti acquisiti.

Va infine rilevato che tali disposizioni danneggiano particolarmente le aree territoriali della Lombardia comportando il concreto rischio della chiusura di numerosi inceneritori.

 

Su apposita richiesta formulata dal senatore EUFEMI (UDC), il presidente MORANDO precisa che i resoconti stenografici saranno pubblicati in tempi brevi.

Avverte poi che i Gruppi di maggioranza hanno comunicato il ritiro di tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 18, a firma esclusiva dei senatori dei suddetti Gruppi, non dichiarati in precedenza inammissibili, precisando che sono stati invece mantenuti altri emendamenti appositamente segnalati. In particolare, per quanto concerne il Gruppo dell'Ulivo, sono stati ritirati tutti gli emendamenti, riferiti all'articolo 18, a prima firma del senatore Antonio Boccia, il quale ha altresì ritirato la propria firma da tutti gli emendamenti a prima firma di altro senatore. Invece, è stato comunicato il mantenimento degli emendamenti 18.196, 18.237, 18.252, 18.258, 18.275, 18.280, 18.323, 18.337, 18.356, 18.358, 18.393, 18.420, 18.479, 18.554, 18.685, 18.710, 18.713, 18.868, 18.1002, 18.1060, 18.1076, 18.1087, 18.1118, 18.1128, 18.1145, 18.1150, 18.1152, 18.1208, 18.1336, 18.1477, 18.1526, 18.1527, 18.1528, 18.1529, 18.1534, 18.1535, 18.1536, 18.1542, 18.1550, 18.1563, 18.1576, 18.1587, 18.1641, 18.1650, 18.1680, 18.1704, 18.1716, 18.1763, 18.1803, 18.1808, 18.1815, 18.1835, 18.1840, 18.1841, 18.1853, 18.1919, 18.1920, 18.1924, 18.2035, 18.2076, 18.2083, 18.2114, 18.2169, 18.2301, 18.2303, 18.2340, 18.2341, 18.2344, 18.2435, 18.2467, 18.2471, 18.2482, 18.2483, 18.2484, 18.2490, 18.2538, 18.3110, 18.3128, 18.3189, 18.3191, 18.3193, 18.3194, 18.3202, 18.3206, 18.3254, 18.3382, 18.3388, 18.3394, 18.3403, 18.3420, 18.3421, 18.3470, 18.3495, 18.3500, 18.3502, 18.3504, 18.3518, 18.3561, 18.4042, 18.4057, 18.4109, 18.4122, 18.4132, 18.4139, 18.4148, 18.4153, 18.4160, 18.4165, 18.4172, 18.4262, 18.4267, 18.4272, 18.4286, 18.4301, 18.5017, 18.5103, 18.5200, 18.5217, 18.6137, 18.6177, 18.6178, 18.0.3, 18.80/3, 18.1965, 18.2098, 18.1926, 18.6120, 18.3202, 18.6006, 18.2515, 18.2517, 18.6247, 18.4292, 18.2472, 18.624, 18.3252 e 18.6247. Sono stati altresì mantenuti gli emendamenti a prima firma del senatore Manzione, nonché i subemendamenti relativi agli emendamenti del relatore e del Governo.

Per quanto riguarda il Gruppo misto, è stato indicato il mantenimento degli emendamenti 18.55/1, 18.122/1, 18.123/1, 18.127 riformulato, 18.612, 18.2001, 18.2073, 18.3109, 18.3177, 18.3432, 18.3448, 18.4312 e 18.Tab.C.19.

Relativamente al Gruppo dei Verdi - Comunisti Italiani, sono stati mantenute le proposte emendative 18.6131, 18.6101, 18.3178, 18.3179, 18.3180, 18.0.2 (testo 2), 18.2447, 18.6111, 18.3252, 18.3253, 18.4252, 18.4257, 18.706 (testo 2), 18.707, 18.5276, 18.3584, 18.5165, 18.2494, 18.640, 18.4342, 18.1237, 18.114/1, 18.114/2, 18.358, 18.710, 18.3500, 18.3502, 18.3504, 18.3561, 18.4057, 18.4132, 18.4165, 18.4172, 18.2306, 18.1190, 18.1460, 18.5157, 18.1934, 18.931, 18.2302, 18.109 (testo 2)/4, 18.3330, 18.6126, 18.374, 18.414, 18.417, 18.1235, 18.1460, 18.1190, 18.2306, 18.5012, 18.1859, 18.863, 18.1796, 181794 e 18.2142.

Per ciò che attiene al Gruppo di Rifondazione Comunista - Sinistra Europea, fa poi presente che è stato indicato il mantenimento degli emendamenti 18.251, 18.401, 18.699, 18.149/6, 18.149/3, 18.1349, 18.68/1, 18.2363, 18.1477, 18.585, 18.1575, 18.1600, 18.600, 18.592, 18.1959, 18.1963, 18.1973, 18.2408, 18.3122, 18.3163, 18.3241, 18.3249, 18.30/1, 18.3259, 18.3332, 18.3465, 18.3484, 18.3582, 18.723, 18.4064, 18.4224, 18.4222, 18.4233, 18.4288, 18.4298, 18.5099, 18.6038 e 18.6162.

In merito al Gruppo per le Autonomie, precisa che è stato richiesto il ritiro di tutti gli emendamenti relativi all'articolo 18, ad eccezione delle proposte 18.266, 18.312, 18.425, 18.541, 18.547, 18.548, 18.558, 18.567, 18.676, 18.710, 18.1139, 18.1327, 18.1363, 18.1458, 18.1708, 18.1837, 18.1871, 18.1977, 18.1979, 18.22/1, 18.2034, 18.3310, 18.4096, 18.4260, 18.6179 e 18.6279. E' stato altresì indicato il mantenimento di altri emendamenti, rispettivamente a firma della senatrice Rubinato: 18.289, 18.301, 18.555, 18.571, 18.1267, 18.1286, 18.1884, 18.1993, 18.2034 e 18.3191; a firma del senatore Bosone: 18.2072, 18.2077, 18.4260 e 18.4122; a firma congiunta dei senatori Rubinato e Bosone 18.289, 18.301, 18.555, 18.1267, 18.1286, 18.1884, 18.1993, 18.2034, 18.2072, 18.2077, 18.3191, 18.4122, 18.4160, 18.4260, 18.571 e 18.3336; a firma della senatrice Thaler Ausserhofer: 18.497, 18.499, 18.508, 18.526, 18.527, 18.563 e 18.567.

Infine, comunica che, da parte della componente del Gruppo Misto dei Popolari - Udeur sono stati altresì segnalati, ai fini del mantenimento, gli emendamenti 16.6, 18.256, 18.799, 18.1041, 18.1199, 18.1268, 18.1309, 18.1428, 18.4017, 18.125, 18.4076, 18.1317, 18.752 e 18.756, 18.346, 18.1065, 18.1611, 18.2383 e 18.4083.

 

Il senatore TADDEI (FI) illustra l’emendamento 18.693, sottolineando l’esigenza che le accise sulla raffinazione del petrolio estratto in Basilicata siano destinate ad abbattere i costi sostenuti dai cittadini lucani per l’acquisto di benzina, gasolio e metano, anche nella prospettiva più generale del federalismo fiscale.

 

Il senatore FERRARA (FI), dopo aver fatto proprio l’emendamento 18.713, dà conto dei contenuti dello stesso, sottolineando che le efficaci politiche agricole promosse durante la scorsa legislatura non sono state continuate dall’Esecutivo attualmente in carica, poco attento ai profili attinenti alla competitività del settore agricolo italiano.

 

Tutti i restanti emendamenti, a partire dall’emendamento 18.680 fino all’emendamento 18.713, vengono dati per illustrati.

 

La seduta, sospesa alle ore 17,35, riprende alle ore 18,20.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), soffermandosi sugli emendamenti 18.730 e 18.731, evidenzia che gli stessi contengono una disciplina migliorativa rispetto alle disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria in esame, per quel che concerne in particolare le agevolazioni alla ristrutturazione del patrimonio edilizio.

 

Illustra poi le finalità dell’emendamento 18.740, volto a prevedere che l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive (prevista nella misura dell’1,9 per cento dal comma 106 dell’articolo 18) è stabilita in tale misura senza la limitazione ai periodi di imposta menzionati dall’articolo 45 del decreto legislativo n. 446 del 1997 45 del decreto legislativo n.zioni ai periodi di imposta per i soggetti che operano nel settore agricolo e per le cooperative della piccola pesca e dei loro consorzi. Con tale emendamento si intende assimilare per ragioni di equità il trattamento tributario previsto per le imprese che operano nei settori prima indicati (siano esse costituite in forma individuale o collettiva) al regime fiscale concernente le società cooperative che svolgono analoga attività.

Riepiloga poi le problematiche connesse al cosiddetto condono dei crediti relativi ai contributi agricoli cartolarizzati, lamentando l’assenza di un intervento normativo risolutivo concernente la predetta questione, e sottolineando, in generale, come il complessivo impianto recato dal disegno di legge finanziaria per il 2007 penalizzi eccessivamente il comparto agricolo. Esprime pertanto l’auspicio che le Commissioni di merito possano quanto prima porre mano al problema al fine di introdurre una disciplina organica e unitaria sui redditi prodotti dai soggetti imprenditoriali che operano nel settore agricolo.

 

Il presidente MORANDO ritiene condivisibile l’auspicio espresso dal senatore Azzollini, e ritiene utile in proposito, porre a base dell’opera di riforma del settore i punti fermi che sono maturati in sede di analisi da parte degli organi comunitari della disciplina nazionale attualmente in vigore, con particolare riguardo alla questione dei crediti previdenziali cartolarizzati.

 

Si danno quindi per illustrati gli emendamenti dal 18.741 al 18.776.

 

Il senatore CICCANTI (UDC), dopo aver fatto proprio l’emendamento 18.777 passa a illustrarne le finalità, evidenziando che con il testo in esame si affronta la questione relativa alla destinazione del gettito derivante dalle accise e dalle imposte erariali di consumo che gravano sugli oli minerali e i prodotti derivati, fabbricati nel territorio della regione Sicilia. Dopo aver fatto presente che l’emendamento in esame è di tenore analogo al testo 2.85 del quale era stato disposto l’accantonamento per riprenderne l’esame congiuntamente all’emendamento 18.2548, si sofferma criticamente sulla complessiva politica economica varata dal Governo con la finanziaria per quel che concerne gli interventi previsti per la Sicilia. Il pacchetto normativo in cui esso si sostanzia appare in contrasto con le norme dello statuto regionale, di rango normativo sovraordinato alla legge ordinaria. In particolare, ritiene che la destinazione, attualmente prevista, del gettito correlato alle accise sui prodotti petroliferi, in favore del bilancio dello Stato, non si giustifichi alla luce della circostanza che la relativa base imponibile matura interamente nel territorio della Sicilia, la quale appare ulteriormente penalizzata da tale situazione, atteso che la produzione degli oli minerali e dei loro derivati copre il 50 per cento del fabbisogno nazionale.

Con l’emendamento in esame si intende attribuire alla Sicilia una percentuale non inferiore al 50 per cento degli introiti in questione, introducendo altresì un vincolo di destinazione per spese in conto capitale delle risorse così reperite, finalizzate al finanziamento di interventi volti al recupero ambientale dei siti in cui sono insediati gli impianti produttivi, nonché alla realizzazione di un piano di investimenti infrastrutturali di interesse regionale. Ritiene che tale destinazione risponda alle esigenze di tutela dell’ambiente e della salute dei consociati, che assumono particolare rilevanza a fronte dell’impatto ambientale sul territorio correlato alla presenza di attività industriali inquinanti. In tale ottica, i Gruppi di opposizione, egli prosegue, hanno reputato essenziale garantire all’ente territoriale una parte del gettito prodotto dalle accise, senza ritenere dirimente la determinazione in concreto della percentuale prevista. Ciò è confermato dal pacchetto di proposte emendative, presentate dall’opposizione, concernenti la stessa materia, in cui detta partecipazione assomma da un minimo del 10 per cento a un massimo del 50 per cento del gettito prodotto.

Tale intervento di sostegno ai conti pubblici della Sicilia assume importanza ancora maggiore a fronte della riduzione della quota di compartecipazione statale alle spese regionali del comparto sanitario, con un sicuro peggioramento del deficit pubblico della Sicilia. Peraltro, la disciplina prevista in finanziaria per la concessione dei crediti d’imposta per gli investimenti nelle aree svantaggiate del Mezzogiorno si incentra su un meccanismo di erogazione automatico e generalizzato, che determina per la Sicilia un minor gettito, stimabile in 700 milioni di euro annui.

Da ultimo ribadisce quindi una ferma opposizione da parte del proprio Gruppo rispetto alla strategia attuata dal Governo in carica per quanto riguarda la politica di sostegno allo sviluppo della Sicilia.

 

Sull’emendamento 18.777, dopo aver aggiunto la propria firma, prende la parola il senatore D'ONOFRIO (UDC) a integrazione dell’intervento testé svolto dal senatore Ciccanti, chiedendo se sia o meno confermato che il Governo avrebbe varato un apposito intervento di modifica al testo del disegno di legge finanziaria, concernente la questione degli aiuti economici alla Sicilia, alla luce delle notizie diffuse in proposito dalle agenzie di stampa.

 

Il presidente MORANDO comunica di non essere a conoscenza dell’iniziativa menzionata dal senatore D’Onofrio, sollecitando, se del caso, la tempestiva presentazione del testo in parola, al fine di sottoporlo all’esame della Commissione.

Dopo avere riconosciuto la centralità della questione relativa agli interventi di politica economica per la regione Sicilia, esprime tuttavia qualche perplessità sul vincolo di destinazione previsto nell’emendamento 18.777 testé illustrato, osservando come esso non correli alla destinazione di maggiori risorse pubbliche anche l’attribuzione di importanti funzioni connesse all’attuazione degli interventi che si intende finanziare con la devoluzione di parte del gettito prodotto dalle accise.

 

Dopo che il senatore FERRARA (FI) è intervenuto per riassumere i contenuti dell’intervento di modifica che, sempre secondo anticipazioni di stampa, il Governo intenderebbe adottare (sottolineando al riguardo che i maggiori trasferimenti statali alla Sicilia sono condizionati alla previa realizzazione di alcuni importanti interventi infrastrutturali), il presidente MORANDO ribadisce l’avviso che, nel destinare nuovi introiti in favore della Sicilia, si debba privilegiare una visione simmetrica che tenga conto anche dell’attribuzione di opportune responsabilità gestionali.

 

Dopo un ulteriore intervento del senatore FERRARA (FI), si intendono illustrati gli emendamenti da 18.778 a 18.815.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) illustra l’emendamento 18.816, che interviene sulla tematica concernente la riorganizzazione degli uffici di livello dirigenziale generale e non generale, nelle amministrazioni centrali dello Stato, mediante la loro riduzione nelle misure previste dall’articolo 18, comma 120, lettera a). Dopo avere evidenziato la portata soppressiva dell’emendamento in esame, si sofferma criticamente sulla strategia adottata dall’Esecutivo in materia di riordino dell’organizzazione dirigenziale dei ministeri, sottolineando come gli organici attualmente esistenti (pari a circa 4.000 unità di personale) sono a mala pena sufficienti a garantire l’efficienza dell’azione amministrativa. Per quanto attiene all’emendamento 18.817, volto a ricondurre il rapporto di impiego del personale dirigenziale nell’alveo della disciplina di diritto pubblico di cui all’articolo 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001, passa in rassegna le criticità determinate dalla sottoposizione del rapporto di lavoro di detto personale alla disciplina privatistica. Pertanto ritiene che con gli emendamenti in esame, si soddisfi l’esigenza di assicurare l’indipendenza e la produttività degli uffici dirigenziali.

 

Dopo che il presidente MORANDO ha ricordato che l’emendamento 18.817 è stato dichiarato inammissibile, il sottosegretario SARTOR comunica che il Governo ha riformulato gli emendamenti 18.105, in un testo 2, 18.130 in un testo 3 e 18.71, in un testo 2. Si sofferma in particolare sui primi due, segnalando che il primo prevede la sospensione fino al 30 aprile 2007 dell’applicazione delle disposizioni previste dal comma 435 dell’articolo 18, in relazione al trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione siciliana, con conseguente aumento della misura del concorso di detta Regione a tale spesa. La sospensione è disposta in attesa del raggiungimento dell’intesa preliminare all’emanazione di nuove norme di attuazione dello statuto della Regione siciliana in materia sanitaria. A detta Regione, con l’emendamento riformulato, si prevede altresì di attribuire una percentuale non inferiore al 20 e non superiore al 50 per cento del gettito delle accise sui prodotti petroliferi lavorati nel suo territorio. Con il secondo emendamento riformulato, viene autorizzato un contributo quindicennale di 5 milioni di euro a decorrere dagli anni 2007, 2008 e 2009, al fine di promuovere un’intesa tra lo Stato e la Regione Veneto, per la costruzione e il completamento della realizzazione delle opere infrastrutturali nella Regione medesima.

 

In riferimento all’emendamento 18.816, interviene il senatore VEGAS (FI) per criticare severamente l’indirizzo politico adottato dal Governo in materia di riordino degli uffici dirigenziali dei ministeri, il quale appare finalizzato, a suo avviso, a operare un grave stravolgimento dei quadri di vertice degli enti pubblici. La politica adottata sul punto dall’Esecutivo, prima con il decreto-legge n. 262 del 2006 in materia fiscale, collegato alla manovra di bilancio, poi con il disegno di legge finanziaria per il 2007, e da ultimo con la presentazione dell’emendamento 18.56, accentua in modo ancora più grave i profili, presenti nella disciplina sui Ministeri, che si ispirano al modello del cosiddetto spoil system. Tale serie di interventi pone in serio pericolo, a suo parere, i requisiti di imparzialità e indipendenza, che devono essere posseduti, in base alla legislazione sulla contabilità dello Stato e sull’ordinamento della Presidenza del Consiglio, da tutti coloro che ricoprono incarichi dirigenziali pubblici. Invita pertanto il Governo a ritirare gli emendamenti che operano nei sensi appena criticati.

 

Il sottosegretario SARTOR, prendendo atto delle perplessità espresse dai Gruppi di opposizione, annuncia il ritiro dell’emendamento 18.56, pur se si rammarica per il fatto che i senatori di centrodestra non hanno tenuto in debito conto le motivazioni addotte dal Governo per giustificare la predetta proposta emendativa.

 

Interviene incidentalmente il senatore Antonio BOCCIA (Ulivo) per sottolineare che le difficoltà incontrate dalla Commissione nell’esame dei documenti di bilancio, tali da rendere ormai quasi certa la mancata conclusione dei lavori, senza conferimento del mandato al relatore, sono a suo giudizio imputabili agli atteggiamenti ostruzionistici adottati dai Gruppi di opposizione. Tale esito contrasta a suo parere con lo spirito dei Regolamenti parlamentari, che imporrebbero sempre all’organo procedente di pronunciarsi in via definitiva sui documenti al suo esame, con l’adozione, nel caso di specie, della relazione generale sui documenti di bilancio. Al riguardo rivolge alla Presidenza il quesito concernente la possibilità di applicare, nell’organizzazione dei lavori della Commissione bilancio, la disciplina più rigorosa prevista per i lavori dell’Assemblea, volta a consentire in ogni caso l’adozione di una deliberazione definitiva sugli affari all’esame dell’Aula. In caso contrario, stante la situazione politica che caratterizza la presente legislatura, ove mai si ammettesse che il Regolamento parlamentare del Senato renda comunque legittimi i comportamenti ostruzionistici adottati dai Gruppi di opposizione (tesi che non reputa condivisibile), si giungerebbe al risultato, certamente non auspicabile, di impedire alla Commissione di merito la definizione dei provvedimenti al suo esame. Esprime pertanto l’avviso che si debba investire della questione la Giunta per il Regolamento, nella prospettiva di riconoscere alla Presidenza della 5a Commissione opportuni poteri organizzatori, volti ad assicurare comunque la conclusione dei lavori in sede referente sui provvedimenti della sessione di bilancio.

 

Al riguardo il presidente MORANDO fa presente che, nell’organizzare i lavori della Commissione, ha dovuto fare fronte alle difficoltà operative rinvenienti dalla tecnica redazionale utilizzata per la predisposizione del testo del disegno di legge finanziaria approvato dall’altro ramo del Parlamento. Ribadisce l’avviso che si debba quanto prima avviare in Commissione un serio dibattito sulla revisione delle procedure di esame dei documenti di bilancio, sebbene ritenga che anche a legislazione vigente la procedura prevista garantisca a sufficienza l’esigenza che vi sia un pronunciamento definitivo sui disegni di legge sui quali si impernia la manovra di finanza pubblica. Conclude annunciando l’intenzione di richiedere alla Presidenza del Senato di sottoporre la questione sollevata dal senatore Antonio Boccia all’esame della Giunta per il Regolamento.

 

Dopo avere espresso sincero apprezzamento per la conduzione dei lavori messa in campo dal presidente Morando, il senatore VEGAS (FI) evidenzia la diversità funzionale esistente tra il procedimento in Commissione e quello in Assemblea; infatti soltanto quest’ultimo è diretto a manifestare con rilevanza esterna la volontà del Senato nei suoi rapporti con gli altri organi costituzionali, mentre le procedure interne d’esame, quali quelle che si svolgono dinanzi alle Commissioni, non presentano analoga rilevanza nell’attuale assetto dei rapporti tra gli organi del potere legislativo, e pertanto non sono presidiate da una disciplina regolatoria (analoga a quella prevista per i lavori dell’Assemblea), volta a salvaguardare in ogni caso l’esigenza di una deliberazione definitiva sui provvedimenti oggetto di esame. Appare pertanto del tutto legittimo (anche se non auspicabile) che, allorquando una Commissione non riesca a concludere l'esame in sede referente di un disegno di legge, l'iter di questo prosegua direttamente in Assemblea, pur in assenza della deliberazione finale della Commissione e di un esplicito mandato al relatore.

 

Convenendo con le considerazioni testé svolte dal senatore Vegas, il senatore BALDASSARRI (AN) osserva che le circostanze che hanno impedito alla Commissione bilancio di concludere l’esame del disegno di legge finanziaria sono ascrivibili all'anomalia di fondo del provvedimento stesso, il quale è stato trasmesso al Senato nel testo approvato dalla Camera in seguito alla presentazione di un corposo maxiemendamento del Governo sull'articolo 18. A suo avviso la continua formulazione di proposte emendative al testo del disegno di legge, da parte del Governo e dei senatori della maggioranza, sintomo evidente di un continuo ripensamento in ordine ai contenuti dei documenti di bilancio, ha innescato un processo negativo che ha gravemente rallentato i lavori della Commissione. In proposito apprezza da un punto di vista politico l’iniziativa assunta dal presidente Morando nel senso di invitare la maggioranza e il Governo a enucleare le questioni maggiormente meritevoli di approfondimento, tra le tante messe in campo con il disegno di legge finanziaria, al fine di concentrare l’esame della Commissione soltanto sulle corrispondenti proposte emendative.

 

Il senatore GRILLO (FI) interviene sull'emendamento 18.130 (testo 3), che ritiene in linea generale apprezzabile, dando atto al Governo dello sforzo migliorativo dell'impianto complessivo della manovra finanziaria. Ritiene infatti necessario che una regione dalle elevate potenzialità come il Veneto riceva dallo Stato un'attenzione adeguata alla sua importanza, specialmente per il futuro.

Nel richiamare fortemente l'attenzione della Commissione sul grave deficit strutturale che attualmente caratterizza l'Italia, si sofferma in particolare sullo strumento della finanza di progetto, che ritiene imprescindibile per potere attivare opere pubbliche altrimenti insostenibili per le casse pubbliche. Il ricorso al contributo dei privati potrebbe anzi costituire l'occasione per destinare un maggior numero di risorse in favore del Mezzogiorno, mentre le regioni del Centro-nord potrebbero farne a meno.

Riferisce inoltre di aver presentato l'emendamento 18.3346, nel quale si prevede la possibilità che lo Stato, nel ricorrere al meccanismo della finanza di progetto, versi gli importi dovuti al concessionario dell'opera solo al termine della concessione. Tale scelta, oltre a caratterizzarsi per una maggiore flessibilità sul piano dei finanziamenti, non determinerebbe conseguenze pregiudizievoli per i privati, che potrebbero comunque far valere tale credito a lungo termine per ottenere finanziamenti dalle banche.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) si associa preliminarmente alle considerazioni poc’anzi svolte dal senatore Vegas, dando atto al presidente Morando di aver gestito lo svolgimento dei lavori parlamentari con assoluta imparzialità, tutelando le prerogative dell'opposizione.

Con riguardo all'emendamento 18.130 (testo 3) dà atto al Governo dello sforzo compiuto in favore della regione Veneto, che costituisce un segnale di grande importanza.

Dopo essersi soffermato sulle implicazioni connesse al capoverso 592-quater, ritiene in generale condivisibile un impianto complessivo di taglio maggiormente federalista, ispirato ad una maggiore responsabilizzazione delle regioni e degli enti locali competenti.

Dichiara, infine, di condividere le considerazioni testé svolte dal senatore Grillo, aggiungendo la propria firma all’emendamento 18.3346.

 

La senatrice BONFRISCO (FI) prende atto con favore del segnale di attenzione che il Governo ha mostrato nei confronti della Sicilia e del Veneto, soffermandosi in particolare sull’emendamento 18.130 (testo 3), il cui pregio principale ritiene possa essere individuato nell'ispirazione di carattere federalista che lo connota, la quale tiene tra l’altro conto di una domanda di servizi di livello europeo che deve a suo avviso imprescindibilmente caratterizzare una regione di rilievo primario qual è il Veneto. Osserva, infatti, che la città di Verona si trova proprio nel crocevia tra il "corridoio 1" e il "corridoio 5", e che tale collocazione ne determina un’importanza crescente per il futuro.

Nel condividere le considerazioni svolte dal senatore Grillo sulla finanza di progetto, pur prendendo atto del primo passo compiuto dal Governo, rileva la necessità di compiere sforzi ulteriori per valorizzare una regione quale il Veneto, caratterizzata da una laboriosità ed una effervescenza economica che ne connota gli stessi tratti culturali, rendendola una delle realtà principali del Paese.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) ritiene che il costruttivo scambio di opinioni registratosi nella seduta odierna, rappresenti una dimostrazione della mancanza di atteggiamenti pregiudiziali e del contributo apportato dalla Commissione, in contrasto, a suo avviso, con l’atteggiamento del Governo.

Nel richiamare le considerazioni del senatore Grillo, in ordine al ricorso ai finanziamenti dei privati al fine di realizzare le opere infrastrutturali di cui il Paese necessita, ritiene in particolare che tale aspetto costituisca uno dei principali terreni di sfida sul quale le forze di destra e di sinistra saranno chiamate a confrontarsi per il futuro. Infatti, la scelta di ricorrere aprioristicamente al finanziamento pubblico, ovvero di aprire la possibilità di una partecipazione al capitale privato, non costituisce un mero aspetto tecnico, ma un vero e proprio contenuto ideologico, in quanto un finanziamento esclusivamente pubblico si traduce inevitabilmente in un aumento della pressione fiscale, già notoriamente distorsiva ed iniqua. Occorrerebbe invece, a suo avviso, ricorrere allo strumento del finanziamento privato, che verrà nel tempo ripagato dalla rendita urbana che viene a determinarsi, similmente a quanto accade già in altri Paesi per quello che riguarda le infrastrutture ferroviarie.

Ritiene, infine, di non condividere le note di apprezzamento manifestate con riguardo all’emendamento 18.130 (testo 3), in quanto i finanziamenti ivi previsti costituiscono un atto pressoché dovuto e non un particolare merito per il Governo.

 

Il senatore DAVICO (LNP) prende atto con soddisfazione del lavoro intenso e costruttivo svolto dalla Commissione, che ha discusso in modo approfondito le tematiche inerenti la manovra finanziaria, diversamente dall’atteggiamento del Governo, che sin dall’inizio non ha fatto mistero di voler ricorrere al voto di fiducia.

Richiama poi puntualmente le considerazioni svolte dai senatori Grillo e Baldassarri sulla finanza di progetto, che ritiene condivisibili, soffermandosi in particolare sulla necessità di valorizzare il tessuto infrastrutturale dell’area del cuneese, tra quelle di maggior importanza a livello economico, anche in un’ottica di lungo periodo. Occorre, pertanto, attivare le misure necessarie per completare l’autostrada Asti-Cuneo, attualmente ancora incompiuta.

 

Il senatore SAIA (AN), pur prendendo atto dello sforzo profuso dal Governo con la nuova formulazione dell’emendamento 18.130 (testo 3), ritiene tuttavia insufficiente quanto previsto, soffermandosi in particolare sulla necessità di promuovere il completamento di opere quali il passante di Mestre.

Rileva con forza la necessità di approntare adeguati finanziamenti per la conversione dell’idrovia Padova-Venezia in strada percorribile dai mezzi pesanti, osservando che per la realizzazione di tale progetto occorrevano almeno 50 milioni di euro e che in alcuni incontri tra le varie forze politiche, anche a livello locale e regionale, si era confermata l’esigenza di tale cifra. I 5 milioni di euro previsti dal Governo rischiano pertanto di rivelarsi assolutamente inidonei allo scopo.

 

Il sottosegretario SARTOR assicura al senatore Saia che la formula tecnica dell’autorizzazione di spesa per limiti di impegno consente una grande flessibilità, fino a poter attivare mutui di importo anche maggiore rispetto a quelli da lui ricordati come necessari per la realizzazione delle opere in questione.

Con riguardo alle considerazioni precedentemente svolte dal senatore Grillo, osserva che non vi sono impedimenti nelle misure previste alla possibilità di utilizzare le risorse pubbliche come un vero e proprio moltiplicatore per il project financing: difatti, non sussiste alcuna restrizione, salva l’intesa tra Stato e Regioni.

Con particolare riguardo, poi, all’emendamento 18.3346, assicura al senatore Grillo che tale proposta, di carattere estremamente innovativo, sarà oggetto di ampia attenzione da parte del Governo, in quanto merita di essere approfondita in modo puntuale.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) interviene sull’emendamento 18.105 (testo 2), rilevando tuttavia come tale proposta, pur presentando in linea generale taluni aspetti positivi, risulti suscettibile di numerose critiche.

Dopo aver illustrato dettagliatamente il contenuto dell’emendamento in questione, richiama l’attenzione della Commissione sul fatto che nell’intesa preliminare di cui al capoverso 436 la Regione Sicilia risulta in realtà sostanzialmente vincolata e non libera sul piano contrattuale, in quanto in caso di mancata accettazione delle condizioni entro il 30 aprile 2007, si applica la disciplina precedente. Ciò costituisce una chiara contraddizione rispetto all’intento di assicurare un rapporto realmente paritetico.

Si sofferma poi sugli effettivi importi determinati dall’applicazione dell’emendamento, esprimendo forti perplessità in ordine alla copertura finanziaria delle misure previste, con particolare riguardo alla spesa sanitaria, per la quale riscontra un differenziale di oltre 300 milioni di euro annui, al quale bisogna aggiungere il vulnus determinato dall’applicazione del credito d’imposta per le aree svantaggiate. Dall’applicazione del complesso delle misure previste - prosegue l’oratore - deriva una cifra pari a oltre un miliardo di euro di minor gettito a danno della Regione Sicilia, per il quale la copertura è ipotizzabile solo per un terzo.

Dopo essersi soffermato analiticamente sul capoverso 436-bis, sul quale pure esprime profonde perplessità - con particolare riguardo alla procedura incentrata sul parere della Commissione paritetica di cui all’articolo 43 dello Statuto della Regione siciliana - suggerisce, con riguardo al capoverso 436, la previsione di una disciplina rovesciata che favorisca maggiormente la regione rispetto allo Stato centrale. Su tali aspetti domanda infine chiarimenti al rappresentante del Governo.

 

Il senatore FERRARA (FI) ritiene che l’emendamento 18.105 (testo 2) risulti non condivisibile per due ordini di ragioni: in primo luogo, sotto il profilo contabile, sul quale richiama le modifiche che il disegno di legge finanziaria ha subito dal momento della sua presentazione all’altro ramo del Parlamento, sino ad oggi; in secondo luogo, sotto il profilo strettamente giuridico, ritiene fortemente discutibile la subordinazione ad una norma di legge ordinaria di disposizioni inerenti l’attuazione di norme dello Statuto della regione Sicilia.

Si sofferma, quindi, puntualmente sul capoverso 436-bis ed, in particolare, sulla parte relativa all’aumento simmetrico della retrocessione, che ritiene non condivisibile in alcun modo, in quanto si traduce, di fatto, in una serie di conseguenze gravemente svantaggiose per la regione. Lo Stato, infatti, restituirà alla regione le maggiori spese in cui questa incorrerà soltanto al verificarsi di determinate condizioni. Sul punto richiama l’attenzione della Commissione su tali scelte, sulle quali il Governo dovrà assumersi le proprie responsabilità.

Valutate le circostanze, il PRESIDENTE propone di sospendere l'esame del disegno di legge finanziaria per procedere al conferimento, previe dichiarazioni di voto, del mandato a riferire in Assemblea al Relatore per il disegno di legge di bilancio.

 

La Commissione conviene con la proposta del.

 

Interviene il senatore VEGAS (FI) in dichiarazione di voto, per preannunciare il voto contrario di tutti i Gruppi dell’opposizione.

 

La Commissione conferisce quindi mandato al relatore a riferire favorevolmente all’Assemblea sul disegno di legge di bilancio (atto Senato n. 1184), nel testo modificato, nonché a richiedere l'autorizzazione allo svolgimento della relazione orale.

 

Si riprende l’esame del disegno di legge finanziaria, precedentemente sospeso.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) interviene per svolgere talune considerazioni sull’emendamento 18.105 (testo 2) del Governo. Al riguardo, nel riconoscere la centralità della questione dei rapporti in materia di federalismo fiscale fra Stato e regione Sicilia, sollecita il Governo a riformulare la proposta nel senso, da un lato, di chiarire le modalità di regolazione dei suddetti rapporti per il periodo successivo al 2007 e, dall’altro, di precisare, in relazione al comma 436-ter, che la redazione dei contributi, sia subordinata alla redazione di un piano economico finalizzato al "completo" risanamento ambientale dei luoghi di insediamento degli stabilimenti petroliferi.

 

Il presidente MORANDO prende la parola per formulare talune osservazioni sull’emendamento 18.105 (testo 2). Al riguardo, pur ritenendo apprezzabile il tentativo di regolare i delicati rapporti fra Stato e Regione Sicilia, tuttavia esprime rammarico per il fatto che la proposta emendativa, così come formulata, non è in grado di garantire una compiuta definizione della questione del federalismo fiscale. Nel dare atto che una puntuale individuazione delle destinazioni delle risorse finanziarie conferite alla regione, auspicata dal senatore Albonetti, rischia di violare l’autonomia spettante alla regione, osserva come non sia più procrastinabile il completamento del processo di effettivo trasferimento di competenze e di responsabilità dello Stato alla Regione a Statuto speciale. Conclude, annunciando che il senatore Ciccanti ha nel frattempo presentato il subemendamento 18.105 (testo 2)/1 all’emendamento in esame.

 

Dopo un breve intervento del senatore CICCANTI, prende la parola il sottosegretario SARTOR, il quale osserva come la proposta in esame si inserisca nel quadro del più ampio problema della definizione dei rapporti fra Stato e Regione Sicilia. Replicando alla richiesta del senatore Albonetti di riformulazione dell’emendamento nella parte in cui modifica il comma 436-ter dell’articolo 18, si dichiara disponibile a modificare la proposta nel senso di considerare "prioritario" l'obiettivo del risanamento ambientale cui l'erogazione dei contributi è finalizzata. Ciò in quanto una differente riformulazione della disposizione rischierebbe di vedere esclusa ogni possibilità di far valere la responsabilità per il danno ambientale delle stesse società private che svolgono attività inquinanti.

Il senatore ALBONETTI (RC-SE), nel dichiararsi soddisfatto per le osservazioni testé formulate, accoglie la disponibilità del rappresentante del Governo a riformulare l’emendamento 18.105 (testo 2), nel senso di chiarire in modo più puntuale la responsabilità, anche a titolo di concorso, delle società private che inquinano, per la realizzazione delle opere di risanamento ambientale. Presenta, a tal fine, l'apposito subemendamento 18.105 (testo 2)/2.

 

Il presidente MORANDO, prendendo atto dell’impossibilità di procedere alla conclusione dell’esame del disegno di legge finanziaria, dichiara chiuso il dibattito.

La mancata conclusione dell’esame del provvedimento in Commissione rappresenta, secondo l’oratore, una perniciosa esautorazione del Parlamento e delle sue funzioni, la quale non può che ripercuotersi negativamente sul Paese.

Dopo aver brevemente delineato i tratti caratteristici della procedura di bilancio nel Parlamento inglese, sottolinea come l’esperienza di questa sessione di bilancio pone in luce la necessità di rivedere la normativa in materia di contabilità e di esame parlamentare dei documenti di bilancio, al fine di restituire alla Commissione bilancio e al Parlamento nel suo complesso nuova centralità nel controllo e nella definizione del contenuto della manovra di finanza pubblica predisposta dal Governo. Preannuncia fin d’ora la propria volontà di sottoporre all’esame della Commissione una puntuale relazione sul tema, nella quale saranno individuati i problemi e prospettate possibili soluzioni. Tale nota, sulla quale l'intera Commissione sarà chiamata a confrontarsi, potrà rappresentare il punto di partenza per l'elaborazione di proposte di modifica sia della legge di contabilità di Stato sia delle norme regolamentari relative alla sessione di bilancio, auspicando al riguardo una significativa convergenza sia della maggioranza che dell'opposizione.

Dà quindi la parola al relatore Morgando per svolgere talune osservazioni riassuntive.

 

Il relatore MORGANDO (Ulivo), dopo aver ringraziato il Presidente per la conduzione trasparente e rigorosa dei lavori in Commissione, esprime il proprio rammarico per la mancata conclusione dell’esame del disegno di legge finanziaria. Ritiene, tuttavia, che il dibattito che si è svolto presso la Commissione sarà comunque utile al prosieguo dei lavori in Aula, anche alla luce del confronto ampio e serio che si è svolto tra maggioranza e opposizione. Sottolinea la delicatezza del passaggio istituzionale e politico attuale, sottolineando come tale situazione stia mutando i meccanismi legislativi relativi alla formazione di alcuni atti fondanti della vita del Paese quali, appunto, la manovra di bilancio. Richiama, al riguardo, le esperienze di altri Paesi, quali gli Stati Uniti e il Regno Unito, evidenziando come risulti sempre centrale ed essenziale il ruolo di controllo e di intervento del Parlamento nei confronti del Governo e della proposta da esso elaborata per la politica economico-finanziaria del Paese.

Al fine di ovviare, almeno in parte, alla impossibilità di riferire formalmente in Aula sul disegno di legge finanziaria, ritiene comunque opportuno segnalare il proprio orientamento sugli emendamenti presentati all'articolo 18, che era in molti casi favorevole, subordinatamente ad alcune riformulazioni, anche nei confronti di proposte emendative presentate dal Governo. Nel sottolineare di aver lavorato con i competenti uffici alla elaborazione delle suddette proposte di riformulazione, in modo da garantire che fossero evitati errori di redazione dei testi normativi, anche sotto il profilo delle coperture finanziarie, si riserva di mettere a disposizione, sia pure in via informale, un elenco completo con le suddette valutazioni e proposte di riformulazione degli emendamenti relativi all'articolo 18. Dopo aver auspicato che di tale elenco si tenga conto nel corso del successivo esame in Assemblea, formula, infine, la propria adesione all'iniziativa del Presidente Morando per una revisione delle procedure di esame dei documenti di bilancio.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN), dopo aver formulato un indirizzo di saluto e ringraziamento alla presidenza, nel dichiarare di condividere la proposta del presidente ritiene necessario riflettere sull’opportunità di prevedere l’istituzione di un apposito organo indipendente di natura tecnica, simile al Congress budget office dell’esperienza anglosassone, chiamato a svolgere funzione di supporto al fine di ovviare alle difficoltà, emerse, fra l'altro, anche nel corso del dibattito in Commissione, di puntuale e certa quantificazione dei dati contabili.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) esprime apprezzamento per la qualità dell’esame svolto sulla manovra economica, che non si è potuto concludere per ragioni esclusivamente politiche.

Coglie peraltro l’occasione per esprimere un sentito ringraziamento nei confronti del presidente Morando, del quale riconosce una conduzione imparziale e rispettosa del dibattito, nonché del relatore per l’impegno profuso.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) si associa alle parole di ringraziamento nei confronti del Presidente, del relatore nonché degli Uffici del Senato.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com) esprime rammarico per la mancata conclusione dell’esame del disegno di legge finanziaria, che avrebbe a suo avviso consentito di migliorare il testo trasmesso dall’altro ramo del Parlamento.

Assicura indi la disponibilità della propria parte politica a promuovere una riforma delle procedure di bilancio, precisando tuttavia la ferma contrarietà ad ogni ipotesi volta a depotenziare il ruolo di indirizzo e controllo del Parlamento.

 

Il senatore CICCANTI (UDC), dopo aver rivolto parole di ringraziamento al Presidente, ai rappresentanti del Governo, al relatore e agli Uffici del Senato, ribadisce il giudizio contrario sulla manovra economica, nonché sulla scelta del Governo di presentare, ancora una volta, un maxiemendamento su cui porre la questione di fiducia. La mancata conclusione dell’esame, nonostante la disponibilità al confronto delle forze politiche, dipende, a suo avviso, dall’asprezza del clima politico generale che ha favorito la prevalenza di posizioni pregiudiziali. Assicura, in proposito, uno specifico impegno della propria parte politica al fine di superare l’attuale fase.

 

Il senatore LEGNINI (Ulivo) rivendica l’importanza del lavoro svolto in Commissione ed afferma che la mancata conclusione dell’esame impone un’ineludibile riflessione in ordine ad una riforma delle procedure di bilancio. Ritiene infatti che essa non sia imputabile né alle forze di maggioranza, né può essere disconosciuta la legittimità del ruolo svolto dall’opposizione.

Ciò premesso, ricorda che nelle precedenti sessioni di bilancio l’esame poté concludersi grazie ad una disponibilità in tal senso da parte del centrosinistra, allora all’opposizione.

Conclude associandosi ai ringraziamenti nei confronti del Presidente, dei rappresentanti del Governo, nonché degli Uffici del Senato.

 

La senatrice RUBINATO (Aut) esprime a sua volta rammarico per la mancata conclusione dell’esame del disegno di legge finanziaria, a suo avviso dipeso dalla prevalenza di logiche di appartenenza politica. Auspica infine un impegno a correggere le criticità delle procedure di bilancio, che tuttavia non disconosca il primato del Parlamento.

 

Il PRESIDENTE ringrazia infine, i rappresentanti del Governo e il relatore, nonché gli Uffici del Senato, per il prezioso supporto fornito durante i lavori.

 

La seduta termina alle ore 22,05.

 

 

 

 

 

                  

Il riepilogo generale degli emendamenti e ordini del giorno presentati in 5a Commissione è consultabile sul  sito del Senato al seguente indirizzo:

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BILANCIO(5a)

Mercoledì 13 dicembre 2006

75a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE IN RELAZIONE AL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

Il presidente MORANDO (Ulivo), in qualità di relatore, avverte che è stato presentato dal Governo il maxiemendamento 1.1000 al disegno di legge finanziaria per l’anno 2007 (A.S. 1183), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia. La Commissione è stata autorizzata a riferire all’Assemblea sui profili strettamente connessi alla copertura finanziaria del maxiemendamento stesso in relazione all’articolo 81 della Costituzione e nel rispetto delle prerogative costituzionali del Governo. Propone inoltre di procedere all’illustrazione del testo in una seduta che sarà appositamente convocata nella giornata di domani e dichiara la sua disponibilità a riferire all’Assemblea eventuali segnalazioni su misure che dovessero essere contenute nel maxiemendamento afferenti a materie non trattate da emendamenti presentati in 5a Commissione durante la sessione di bilancio. Poiché la Conferenza dei Capigruppo ha deliberato che il presidente della Commissione bilancio riferisca in Assemblea per le ore 10 di domani, stante la necessità di consentire ai senatori ed agli Uffici di svolgere i necessari approfondimenti, propone di convocare una seduta per le ore 8 di domani.

 

Sulla proposta del Presidente, si apre un breve dibattito nel quale interviene il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur), per segnalare taluni problemi afferenti al comma 459 dell’articolo 1 del maxiemendamento 1.1000 del Governo.

 

Intervengono per porre analoghe questioni i senatori EUFEMI (UDC), Antonio BOCCIA (Ulivo), PISTORIO (DC-PRI-IND-MPA), TECCE (RC-SE) e ALBONETTI (RC-SE).

 

Il senatore GRILLO (FI) chiede se nel maxiemendamento siano state recepite le proposte emendative discusse in Commissione concernenti modifiche alla disciplina del project financing e l’equiparazione dei broker italiani rispetto a quelli europei.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP), preannunciando che interverrà a tal proposito nella giornata di domani, chiede di verificare se il contenuto del comma 1190 dell’articolo 1 dell’emendamento 1.1000 recepisce i contenuti di una proposta emendativa già presentata in Commissione bilancio.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) conviene con la proposta del presidente di rinviare a domani i lavori della Commissione e chiede alcuni chiarimenti sui profili di copertura della legge finanziaria.

 

Al senatore Paolo FRANCO (LNP), che chiede chiarimenti sulla copertura del comma 417 relativo alla stabilizzazione dei precari.

 

Il sottosegretario SARTOR dichiara che il maxiemendamento recepisce le proposte presentate dal relatore e dal Governo in Commissione e, in aggiunta, alcuni emendamenti di iniziativa parlamentare depositati presso la Commissione bilancio. Per quanto attiene questi ultimi, il Governo ha valutato modalità di copertura a valere principalmente sui fondi speciali. La riduzione della tabella A ammonta a circa 60 milioni di euro.

 

Il presidente MORANDO, rispondendo al senatore Baldassarri, ricorda che il prospetto di copertura della legge finanziaria attiene ai profili connessi solamente agli oneri di natura corrente e al bilancio dello Stato. Dà quindi alcuni chiarimenti sui profili metodologici che devono coinvolgere la discussione che la Commissione dovrà fare domani in relazione alla richiesta del Presidente dell’Assemblea. Infine, rispondendo al senatore Paolo Franco, fa presente che, a differenza di quanto indicato sugli organi di stampa, oneri di natura corrente – quali quelli derivanti dalla stabilizzazione stessa – non potrebbero trovare copertura sullo stock di conti "dormienti". La copertura proposta dal Governo prevede invece che i proventi derivanti da tali conti vadano a riduzione dello stock del debito pubblico e soltanto una quota di risparmi dovuti alla riduzione degli interessi sul debito stesso siano utilizzati per la copertura dei suddetti oneri.

 

La Commissione conviene, infine, di rinviare la prosecuzione del dibattito alla giornata di domani.

 

 

 

 

                  

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BILANCIO(5a)

Giovedì 14 dicembre 2006

76a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

SEGUITO DELLE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE IN RELAZIONE AL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

Riprende il dibattito, sospeso nella seduta di ieri.

 

Il PRESIDENTE ricorda che nella scorsa seduta la Commissione bilancio ha iniziato l’esame del maxiemendamento del Governo 1.1000, interamente sostitutivo del disegno di legge finanziaria 2007 (A.S. n. 1183). Osserva quindi che l’esame dei profili di copertura sul complesso del maxiemendamento 1.1000 e delle singole norme in esso contenute è reso più agevole dal fatto che sia il Governo che il relatore nella sessione di bilancio di quest’anno, per la prima volta, hanno accettato di presentare da subito tutti i propri emendamenti entro il termine di scadenza fissato e di limitare le successive riformulazioni ai temi oggetto delle proposte emendative già presentate. Poiché il maxiemendamento rispetta l’impostazione e il contenuto delle proposte presentate in Commissione, si è potuto valutare i profili di copertura sulla base delle relazioni tecniche già presentate in origine, sia pure con le necessarie integrazioni. La suddetta verifica ha dato esito positivo ed il maxiemendamento appare correttamente coperto, sia nel suo complesso che con riferimento a ciascuna disposizione.

Fa poi presente che, in aggiunta alle disposizioni già approvate dalla Commissione, l’emendamento 1.1000 in esame presenta una serie di commi aggiuntivi che accolgono emendamenti parlamentari (riferiti all’articolo 18 del disegno di legge originario) già discussi in Commissione. Si tratta in particolare dei commi 604 e 605, corrispondenti a parti dell’emendamento 18.1550, del comma 579, che riproduce il capoverso 259-bis dell’emendamento 18.600, del comma 642, che ripete un emendamento parlamentare presentato, tra gli altri, dalla senatrice Levi Montalcini, nonché del comma 1336, che riprende parti dell’emendamento 18.1788. Al riguardo, sottolinea che, sulla base della verifica condotta con l’ausilio degli Uffici del Senato, è risultata corretta anche la copertura di tali commi aggiuntivi, ottenuta attraverso opportune rimodulazioni delle Tabelle A, C ed E allegate al testo in esame.

Si sofferma poi sul prospetto di copertura del maxiemendamento, che rimodula la parte degli oneri da coprire e quella dei mezzi di copertura: fermi restando i saldi complessivi del disegno di legge finanziaria, risulta nella nuova versione del maxiemendamento un minore utilizzo del margine di miglioramento del risparmio pubblico a legislazione vigente. Dà quindi conto in maniera analitica delle variazioni sulle diverse voci del prospetto di copertura.

Dal confronto con il testo esaminato dalla Commissione, emerge infine che il comma 923 del maxiemendamento contiene la proroga di un termine per l’esercizio della delega di cui all’articolo 1, comma 4, della legge n. 32 del 2005, che riproduce il capoverso 202-septies dell’emendamento 18.144 (testo 2), del Governo, già dichiarato inammissibile nell’esame della manovra in Commissione in quanto viola un espresso divieto della normativa contabile. Posto che tale norma non avrebbe dovuto essere inserita nel maxiemendamento, ritiene pertanto opportuno segnarlo.

Cede quindi la parola ai componenti della Commissione per gli eventuali interventi.

 

Il senatore VEGAS (FI), con riferimento al nuovo prospetto di copertura del maxiemendamento, osserva che lo stesso reca un incremento delle spese (oneri di parte corrente) compensato da un incremento corrispondente delle entrate. Tuttavia, una parte significativa di tale aumento di entrate è basata sulle previsioni di maggior gettito associate alla nuova disciplina del settore dei giochi: si tratta quindi di entrate del tutto aleatorie ed incerte, il cui ammontare è palesemente sovrastimato, a fronte di aumenti di spesa che sono invece certi e di carattere permanente, per cui il maxiemendamento potrebbe risultare in parte scoperto. Richiama poi l’attenzione sul fatto che alcuni dei commi inseriti, per un evidente errore materiale, recano ancora l’indicazione della copertura mediante variazioni alle tabelle, per cui chiede se tali effetti siano stati già scontati nelle tabelle stesse, allegate al testo.

Segnala, poi, che i commi 922 e 945 consentono il mantenimento in bilancio di somme non impegnate nel conto dei residui, al fine di utilizzarle l’anno successivo. Si tratta di una chiara deroga delle norme contabili che, sebbene possibile, non può tuttavia essere operata nel disegno di legge finanziaria e conseguentemente andrebbe espunta. D’altronde, anche se il ramo del Parlamento che esamina in seconda lettura il disegno di legge finanziaria non potrebbe, a termine di Regolamento, pronunciarsi sul rispetto del contenuto proprio del disegno di legge finanziaria già approvato dall’altro ramo, tuttavia, nel caso di specie, si tratta di norme nuove, mai esaminate in precedenza, per cui si potrebbe argomentare la possibilità di sindacare anche tali aspetti. Infine, formula osservazioni critiche con riferimento al comma 1158, che prevede la destinazione in due distinti capitoli di spesa e presenta profili problematici rispetto alla legge di contabilità. Chiede poi chiarimenti con riferimento al comma 1152, in particolare rilevando la necessità che sia chiarito se si tratti di un nuovo finanziamento o di una mera proroga nell’utilizzo dei fondi. Critica, infine, il comma 1097 che reca modifiche al codice civile in ordine alla qualifica di imprenditore agricolo, rilevando che su proposte emendative analoghe contenenti modifiche di tipo ordinamentale il Presidente si è pronunciato nel senso della inammissibilità.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) richiama i commi 520 e 527 in materia di stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato presso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, chiedendo chiarimenti su possibili duplicazioni delle relative disposizioni. Segnala, altresì, l’ultimo periodo del comma 1251, dove il riferimento al finanziamento annuale di cui al comma precedente andrebbe più correttamente riferito a quello di cui al comma 1248. Infine, in relazione a notizie diffuse dagli organi di stampa, chiede di sapere se nel maxiemendamento 1.1000 sia presente il contributo di solidarietà previsto a carico delle pensioni superiori ai 5.000 euro mensili, di cui all’originario comma 402 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria.

 

Il presidente MORANDO chiarisce che, correttamente, il Governo non ha inserito la suddetta disposizione nel testo del maxiemendamento, in quanto già soppressa dall’emendamento 5.33 (testo 2) approvato nel corso dell’esame in Commissione.

 

Il senatore ENRIQUES (Ulivo), in merito al comma 78 riguardante l’imposta sulle successioni e donazioni, segnala una discrasia tra il testo della norma che dispone l’esenzione dall’imposta per i trasferimenti di aziende o rami di esse a favore dei discendenti, e la disposizione indicata nella relazione tecnica di accompagnamento, che fa riferimento ai trasferimenti ai parenti fino al terzo grado. Si sofferma, quindi, sui commi 461 e seguenti, relativi al nuovo assetto della società Sviluppo Italia, rilevando l’opportunità che la relazione tecnica fornisca una quantificazione dei risparmi attesi da tale operazione. Per quanto concerne i commi da 240 a 247, relativi ai conferimenti di azienda, ritiene che la relazione tecnica non chiarisca a sufficienza le ragioni dell’aggravio di costi derivante da tali disposizioni, specialmente in rapporto al regime fiscale degli ammortamenti.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI) sottolinea che, sebbene non da un punto di vista formale, in termini sostanziali, tuttavia, le previsioni di entrata riportate nel prospetto di copertura del maxiemendamento (le quali mostrano un aumento sensibilmente inferiore nel 2008 e nel 2009 rispetto al 2007) siano assai sopravvalutate, laddove gli aumenti di spesa sono invece certi e probabilmente sottostimati. A ciò si aggiungono i forti tagli operati nelle tabelle A e C, sulla cui praticabilità effettiva avanza molti dubbi. Avanza infine numerose perplessità sulla copertura degli oneri per la stabilizzazione dei lavoratori precari nella pubblica amministrazione mediante le somme prelevate dai conti bancari "dormienti" e il risparmio di interessi sul debito pubblico derivante dal versamento dei dividendi della SACE. Da un lato, infatti, la procedure di utilizzo dei conti dormienti appare lunga e macchinosa e comunque non ancora definita, mentre dall’altro ricorda che il recente aumento dei tassi di interesse sui BOT mette a serio rischio le previsioni del Governo.

 

Il presidente MORANDO sottolinea che il ricorso alle somme dei conti bancari "dormienti" ai fini della copertura del Fondo per la stabilizzazione dei lavori pubblici precari configura un’operazione molto più complessa e sofisticata delle ricostruzioni approssimative diffuse dagli organi di stampa, trattandosi di versare le predette somme al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, e di utilizzare poi per la copertura il risparmio di interessi derivante dalla conseguente riduzione del debito pubblico, ciò che appare del tutto corretto sotto il profilo contabile. Ricorda poi che la possibilità di utilizzare le risorse dei conti "dormienti" era già stata introdotta dal precedente Governo, mentre per la relativa procedura, come già chiarito dai rappresentanti del Governo in Commissione, è in corso di definizione il relativo regolamento di attuazione dinanzi al Consiglio di Stato.

 

Prende poi la parola il senatore TECCE (RC-SE), il quale rileva come la verifica condotta sul testo del maxiemendamento ne abbia confermato la correttezza sotto il profilo della copertura finanziaria. Segnala poi che le procedure del comma 606 relative alla stabilizzazione del personale scolastico andrebbero coordinate con il disposto del comma 620, in materia di stabilizzazione dei dirigenti scolastici.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) conferma la propria perplessità su alcune delle coperture contenute nel maxiemendamento in esame, che appaiono aleatorie ed incerte. Segnala, poi, l’opportunità che il Governo fornisca chiarimenti sugli effetti finanziari di alcune delle norme: in particolare, la detrazione per carichi di famiglia riconosciuta ai non residenti, che sembra essere estesa anche ad altri soggetti, tra cui i non conviventi. Analoghe delucidazioni occorrono sul comma 701, che abroga i commi 38-41 dell’articolo 4 della legge n. 350 del 2003, posto che in tal modo vengono meno, in aperta violazione di una previsione costituzionale, le competenze dei comuni montani, in particolare di quelli di Sondrio e di Belluno, in materia di gestione del demanio idrico e delle relative concessioni. Infine, contesta la ratio del comma 800, volto ad istituire un fondo per affiancare l’attività delle regioni impegnate nei piani di rientro dai disavanzi sanitari, atteso che ogni regione dovrebbe provvedere da sola e non a carico di tutta la collettività nazionale.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) solleva vibrate proteste sulla disposizione del comma 459, che determina la decadenza del Consiglio d’amministrazione del FORMEZ, nonostante le rassicurazioni fornite in precedenza sul punto da alcuni membri del Governo. Si tratta di una norma incostituzionale e immotivata, posto che i membri del suddetto Consiglio non sono in scadenza, ciò che potrebbe preludere a futuri contenziosi. Inoltre, il FORMEZ è un’associazione è di diritto privato, partecipata da vari enti locali e che ha costituito importanti rapporti di collaborazione anche con l’estero, per cui andrebbe salvaguardata.

 

Il senatore RIPAMONTI (IU-Verdi-Com), mentre ritiene corretto che la Commissione valuti attentamente i profili di copertura del maxiemendamento, sottolinea che la sua competenza è molto più limitata per quanto concerne l’apprezzamento del contenuto proprio del disegno di legge finanziaria. Essendo, infatti, il Senato in seconda lettura, in base al Regolamento tale sindacato è molto più ridotto, essendovi già stata una pronuncia da parte dell’altro ramo del Parlamento. Così, mentre è senz’altro da segnalare la violazione del comma 923, contenente una norma di delega, in quanto corrispondente ad un emendamento già dichiarato inammissibile in sede di esame della Commissione, per quanto concerne altre disposizioni, quali i commi 922 e 945 richiamati dal senatore Vegas, non essendo stati dichiarati inammissibili gli emendamenti che contenevano le suddette disposizioni, non sembra si possa procedere ora in tal senso.

 

Il presidente MORANDO conferma che gli emendamenti corrispondenti ai commi 922 e 945 non erano stati dichiarati inammissibili in quanto, pur trattandosi di norme che derogavano alla legislazione contabile, disposizioni analoghe erano contenute anche nel testo approvato dall’altro ramo del Parlamento, per cui una dichiarazione di inammissibilità di questo tipo, in seconda lettura, poteva contrastare con le limitazioni previste al riguardo dal Regolamento del Senato.

 

Il senatore BARBATO (Misto-Pop-Udeur) si associa alle critiche del senatore Ciccanti sulle disposizioni di cui al comma 459. L’associazione del FORMEZ del cui Consiglio d’amministrazione si dispone lo scioglimento è un ente di diritto privato, di antica tradizione, che ha sempre ben operato. Appare quindi inspiegabile ed incoerente tale decapitazione. Manifesta poi la propria contrarietà sulla nuova formulazione del comma 1317: l’emendamento originario, del quale egli era firmatario, prevedeva infatti interventi di dismissione degli immobili appartenenti all’amministrazione della Giustizia, al fine di reperire risorse da destinare all’amministrazione stessa, mentre ora tali risorse sono indirizzate ad altra finalità. Chiede, pertanto, al Governo di verificarne la coerenza.

 

Il presidente MORANDO, pur comprendendo le motivazioni del senatore Barbato, osserva che le richieste di chiarimenti sul comma 1317 appaiono basate su considerazioni di merito che esulano dalle valutazioni affidate alla competenza della Commissione nell’attuale sede.

Il senatore LEGNINI (Ulivo) segnala talune questioni di coordinamento testuale relative ai commi 459 e 265 dell’emendamento 1.1000 del Governo. Si sofferma poi sul comma 1193 rilevando la formulazione potrebbe risultare problematica attesa l’indicazione di un totale delle unità interessate, che potrebbe rendere di difficile ricostruzione il riferimento alle due categorie di personale.

 

Dopo un intervento del senatore LUSI (Ulivo) che rileva la coincidenza tra i commi 1146 e 1147 dell’emendamento 1.1000 del Governo, il senatore SAIA (AN) segnala talune incongruenze testuali delle modifiche proposte dal Governo, rispetto al testo originario delle proposte emendative presentate in Commissione, evidenziando, inoltre, che il comma 780 recepisce il contenuto dell’emendamento parlamentare 18.2444 che era stato dichiarato inammissibile.

 

Il presidente MORANDO sottolinea, al riguardo, le ragioni di mancanza di copertura che avevano fondato l’originaria pronuncia di inammissibilità dell’emendamento 18.2444, che non sussistono più nel complessivo quadro di copertura dell’emendamento 1.1000 del Governo.

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo) si sofferma sul comma 795 in materia di contributi per i rapporti di lavoro di collaborazione domestica, rilevando che il testo contenuto nell’emendamento 1.1000 del Governo ricalca l’originaria formulazione dell’emendamento 18.22 del relatore, che era stato tuttavia riformulato con il recepimento della proposta subemendativa 18.22/1. In particolare, il testo riformulato specificava l’ambito di applicazione della previsione, per la sola provincia autonoma di Bolzano, così ovviando ai problemi di copertura che avrebbe posto una formulazione di tipo più generale, estesa all’intero territorio nazionale. Evidenzia, dunque, la rilevanza della questione, attesi i notevoli effetti finanziari che deriverebbero da una previsione di tipo generale rispetto alla formulazione specifica che era scaturita dal dibattito in Commissione.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) rileva che gli emendamenti di fonte parlamentare recepiti nell’ambito dell’emendamento 1.1000 del Governo risultano privi di relazione tecnica, per cui manca una penetrante verifica degli effetti finanziari a questi connessi. Sottolinea, inoltre, che il prospetto di copertura reca una cifra complessiva, ma risulta mancante l’allegato 7, che appare essenziale ai fini della determinazione delle proiezioni finali, risultando necessario un preciso e dettagliato chiarimento al riguardo.

 

Il senatore BALDASSARRI (AN) si sofferma sul tenore testuale di talune previsioni contenute nell’emendamento 1.1000 del Governo, che si discostano dall’originaria formulazione delle relative proposte emendative, con particolare riferimento ai commi 802, 831, 897 e 1026, richiamando altresì le osservazioni del senatore Saia in ordine al comma 780 e alla pronuncia di inammissibilità del relativo emendamento parlamentare. Evidenzia, inoltre, che l’emendamento relativo alla destinazione delle maggiori entrate future a finalità di riduzione della pressione fiscale non corrisponde perfettamente al testo approvato in Commissione, mentre il presidente Morando ne rileva la coincidenza.

 

Dopo un intervento del senatore MORGANDO (Ulivo) volto ad evidenziare il carattere meramente ricognitivo del riferimento alle originarie proposte emendative parlamentari, recato dall’emendamento 1.1000 del Governo, il presidente MORANDO riepiloga i punti che costituiranno oggetto delle proprie comunicazioni all’Assemblea. In particolare, secondo le indicazioni scaturite dal dibattito, segnalerà la questione relativa alla copertura costruita mediante le entrate derivanti dai giochi, ritenuta dagli esponenti dell’opposizione di scarsa attendibilità, nonché sulle difficoltà di valutazione tecnica del ricorso alla riduzione dello stock del debito a fini di copertura di spese di natura corrente, con particolare riferimento alla questione dei cosiddetti conti "dormienti". Segnalerà inoltre l’opportunità di valutare la compatibilità con il testo dell’emendamento 1.1000 del Governo della previsione di cui al comma 923, contenente la proroga all’esercizio di delega legislativa, che appare in contrasto con la legge di contabilità. Saranno, inoltre, oggetto di evidenziazione i commi 922 e 945, volti alla conservazione in bilancio dei residui, che recano disposizioni modificative rispetto al quadro contabile, che non erano stati dichiarati inammissibili in ragione di scelte di omogeneità rispetto ai contenuti del testo già esaminato presso l’altro ramo del Parlamento. Sarà oggetto di comunicazione in Assemblea la questione relativa alla formulazione del comma 795, che nell’ambito dell’emendamento del Governo non recepisce la modifica in senso specificativo dell’applicazione alla sola provincia di Bolzano, scaturita dal dibattito in Commissione. Verrà altresì segnalato il comma 459, oggetto di osservazioni critiche da più parti in Commissione, che pare discutibile sul piano costituzionale, poiché interviene sull’assetto di un Consiglio di amministrazione di una società che inerisce a diversi piani istituzionali, società per le quali il cosiddetto decreto Bersani-Visco aveva posto un divieto di intervento.

 

Il senatore FERRARA (FI) rileva l’opportunità di segnalare all’Assemblea anche i contenuti del comma 836, relativo a modificazioni dello Statuto speciale per la regione Sardegna, che si espone a ricorsi alla Corte costituzionale.

 

Il presidente MORANDO evidenzia, infine, che per errore materiale non sono stati inseriti nel testo dell’emendamento 1.1000 del Governo due disposizioni, ampiamente condivise da tutta la Commissione, relative l’una all’attività di brokeraggio contenuta nell’emendamento 18.371 a firma del senatore Grillo, l’altra alla valorizzazione del patrimonio realizzato in occasione dei giochi olimpici di Torino, di cui all’emendamento 18.1 del relatore. Dopo aver precisato di aver già contattato in proposito i rappresentanti dei Gruppi, chiede di valutare la possibilità di inserire tali disposizioni nell’emendamento 1.1000 del Governo.

 

Il sottosegretario SARTOR, a nome del Governo, riconoscendo l’errore materiale ricordato dal Presidente in relazione alle norme contenute nei due emendamenti richiamati, si dichiara disponibile a predisporre per l’Assemblea l’inserimento dei due ulteriori commi nel testo dell’emendamento 1.1000 qualora vi sia l’unanime assenso della Commissione.

 

 

All’unanimità, la Commissione esprime il proprio assenso in relazione alla questione posta dal Presidente e dal sottosegretario Sartor.

 

La seduta termina alle ore 9.55.

 

                  

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