Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Finanziaria 2007 - A.S. 1183 - Lavori preparatori al Senato - Esame in sede consultiva - Parte X
Serie: Progetti di legge    Numero: 56    Progressivo: 2
Data: 04/12/2006
Descrittori:
LEGGE FINANZIARIA     
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione
Altri riferimenti:
AS n. 1183/XV     


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

Finanziaria 2007

A.S. 1183

Lavori preparatori al Senato

Esame in sede consultiva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 56/2

Parte X

 

4 dicembre 2006


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

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File: BI0063l.doc

 


 

INDICE

 

 

Volume X

 

Esame in sede consultiva

Commissione 1a (Affari costituzionali)

§      Seduta del 23 novembre 2006. 3

§      Seduta del 28 novembre 2006. 6

§      Seduta del 29 novembre 2006. 9

Commissione 2a (Giustizia)

§      Seduta del 23 novembre 2006. 21

§      Seduta del 28 novembre 2006 (antimeridiana)26

§      Seduta del 28 novembre 2006 (pomeridiana)29

§      Seduta del 29 novembre 2006. 41

Commissione 3a (Affari esteri)

§      Seduta del 28 novembre 2006. 49

Commissione 4a (Difesa)

§      Seduta del 23 novembre 2006 (antimeridiana)75

§      Seduta del 23 novembre 2006 (pomeridiana)81

§      Seduta del 28 novembre 2006. 87

§      Seduta del 29 novembre 2006. 92

Commissione 5a (Bilancio)

§      Seduta del 21 novembre 2006. 103

§      Seduta del 22 novembre 2006. 105

Commissione 6a (Finanze)

§      Seduta del 23 novembre. 109

§      Seduta del 28 novembre (antimeridiana)117

§      Seduta del 28 novembre (pomeridiana)122

§      Seduta del 29 novembre. 128

Commissione 7a (Istruzione pubblica)

§      Seduta del 22 novembre 2006. 145

§      Seduta del 23 novembre 2006. 149

§      Seduta del 28 novembre 2006 (antimeridiana)155

§      Seduta del 28 novembre 2006 (pomeridiana)174

§      Seduta del 29 novembre 2006. 192

Commissione 8a (Lavori pubblici)

§      Seduta del 22 novembre 2006. 207

§      Seduta del 28 novembre 2006. 211

§      Seduta del 29 novembre 2006. 220

Commissione 9a (Agricoltura)

§      Seduta del 22 novembre 2006. 237

§      Seduta del 23 novembre 2006. 244

§      Seduta del 28 novembre 2006 (antimeridiana)246

§      Seduta del 28 novembre 2006 (pomeridiana)251

§      Seduta del 29 novembre 2006. 256

Commissione 10a (Industria)

§      Seduta del 28 novembre 2006. 269

§      Seduta del 29 novembre 2006. 284

Commissione 11a (Lavoro)

§      Seduta del 23 novembre 2006. 295

§      Seduta del 28 novembre 2006 (antimeridiana)306

§      Seduta del 28 novembre 2006 (pomeridiana)312

§      Seduta del 29 novembre 2006. 320

Commissione 12a (Igiene e sanità)

§      Seduta del 23 novembre 2006 (antimeridiana)337

§      Seduta del 23 novembre 2006 (pomeridiana)344

§      Seduta del 28 novembre 2006 (antimeridiana)347

§      Seduta del 28 novembre 2006 (pomeridiana)350

§      Seduta del 29 novembre 2006. 368

Commissione 13a (Territorio)

§      Seduta del 23 novembre 2006. 381

§      Seduta del 28 novembre 2006. 385

§      Seduta del 29 novembre 2006. 394

Commissione 14a (Politiche dell’Unione europea)

§      Seduta del 28 novembre 2006. 405

 


Esame in sede consultiva


AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

Giovedì 23 novembre 2006

55a Seduta

Presidenza del Presidente

BIANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 8, 8-bis e 8-ter) Stato di previsione del Ministero dell’interno per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

Il relatore SINISI (Ulivo) illustra lo stato di previsione del Ministero dell’interno e le relative note di variazioni, soffermandosi in particolare sulla riduzione delle spese rispetto al bilancio assestato; sottolinea la preponderanza delle spese correnti rispetto a quelle in conto capitale e la rilevante quota di spese obbligatorie.

Dà conto, quindi, delle variazioni relative ai centri di responsabilità in cui si divide lo stato di previsione. Per quanto riguarda il Gabinetto e gli uffici di diretta collaborazione, rileva la notevole riduzione (49,39 milioni di euro) rispetto al bilancio assestato, dovuta all’esclusione dell’unità previsionale di base 1.1.2.1, relativa al SISDE, confluita in una unità previsionale riconducibile al Ministero dell’economia e delle finanze (12.1.2.2), relativa al Comitato interministeriale per le informazioni e la sicurezza. In proposito, osserva che la scelta di trasferire la dotazione finanziaria in capo a un organo interministeriale potrà modificare i rapporti tra il Ministro dell’interno e lo stesso SISDE: invita pertanto il Governo a illustrare nel corso dell’esame le ragioni di questa decisione.

Sottolinea anche le riduzioni degli stanziamenti dei centri di responsabilità "affari interni e territoriali", "vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile", "libertà civile e immigrazione" e "pubblica sicurezza". A proposito di quest’ultima voce ricorda gli stanziamenti di 100 milioni di euro per spese in conto capitale e di 30 milioni di euro per spese correnti previsti rispettivamente dall’articolo 18, commi 797 e 798, del disegno di legge finanziaria.

Infine, rileva il sostanziale decremento dei residui passivi.

Passa quindi a commentare le disposizioni del disegno di legge finanziaria, soffermandosi sulle tabelle allegate.

Per quanto riguarda i trasferimenti agli enti locali, rammenta la persistente insoddisfazione per le misure di contenimento recentemente disposte dal Governo, solo parzialmente attenuate dalle norme del disegno di legge finanziaria. In proposito, auspica che l’esame della manovra finanziaria al Senato consenta di individuare ulteriori margini di miglioramento.

Richiama, quindi, le disposizioni di cui ai commi da 120 a 133 dell’articolo 18, che dispongono una revisione degli assetti organizzazioni e disposizioni riguardanti i Ministeri, finalizzate al contenimento delle spese di funzionamento. In particolare, si individuano le linee di intervento del programma di riorganizzazione da attuare con regolamenti di delegificazione e si prevede un sistema di controllo e sanzioni per assicurare l’effettivo conseguimento dei risultati finanziari attesi, anche mediante l’istituzione di una unità per la riorganizzazione, composta dai Ministri per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, dell’economia e delle finanze e dell’interno.

Commenta il comma 134, che introduce una determinazione degli ambiti territoriali degli uffici periferici del Ministero dell’interno, tenendo conto, fra l’altro, del principio di prossimità dei servizi alla cittadinanza, e il comma 139, che dispone la soppressione delle direzioni interregionali della Polizia di Stato e demanda le funzioni da esse svolte alle strutture centrali e periferiche dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, assicurando il decentramento di quelle attinenti il supporto tecnico-logistico. Ricorda che le direzioni interregionali furono istituite anche al fine di armonizzare lo stato giuridico dei dirigenti della Polizia di Stato con quello delle altre forze di polizia; auspica, quindi, che le modificazioni all’assetto organizzativo previste nel disegno di legge finanziaria salvaguardino quell’esigenza. A tal fine potrebbe considerarsi l’opportunità di conferire al questore del capoluogo le funzioni di coordinamento a livello regionale. Ricorda, inoltre, il comma 140, che dispone la razionalizzazione delle strutture preposte alla formazione del personale della Polizia di Stato.

Si sofferma poi sul comma 145, che introduce misure per assicurare la funzionalità dei servizi di polizia, e sul comma 146, che autorizza il Ministro dell’interno e i prefetti a stipulare convenzioni con le Regioni e gli enti locali per programmi straordinari volti a incrementare i servizi di polizia a tutela della sicurezza dei cittadini, anche con il contributo logistico e finanziario degli enti interessati.

Ricorda le disposizioni che regolano le assunzioni di personale da parte delle pubbliche amministrazioni (articolo 18, commi da 211 a 236) e sottolinea l’esigenza di prevedere una deroga più ampia per l’assunzione di un maggior numero di agenti di Polizia, in considerazione delle improcrastinabili necessità del comparto sicurezza.

Illustra, infine, le misure di contenimento per i trattamenti accessori dirigenziali, applicabili anche ai dirigenti apicali dei corpi di polizia, nonché il comma 758 (fondo per interventi in materia di immigrazione e asilo).

 

Il relatore VILLONE (Ulivo) illustra lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, limitatamente alle parti attinenti alla Presidenza del Consiglio dei ministri, riservandosi di approfondire nel corso dell’esame gli argomenti a cui la Commissione vorrà riservare una particolare attenzione, quanto alle disposizioni del disegno di legge finanziaria.

Con riferimento alle osservazioni svolte dal senatore Sinisi circa il trasferimento della dotazione finanziaria del SISDE allo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, chiede al Governo di precisare se lo stanziamento è aumentato rispetto all’esercizio precedente.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

Martedì 28 novembre2006

56a Seduta

Presidenza del Presidente

BIANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 8, 8-bis e 8-ter) Stato di previsione del Ministero dell’interno per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Prosegue l’esame congiunto, sospeso nella seduta del 23 novembre.

 

Il senatore PASTORE (FI) invita il Governo a fornire chiarimenti, come richiesto anche dal relatore Sinisi, sul trasferimento delle risorse destinate al SISDE nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze.

 

Il sottosegretario PAJNO chiarisce che l’appostazione delle risorse destinate al SISDE, come per gli anni precedenti corrisponde a quanto previsto dall’articolo 19 della legge n. 801 del 1977, che demanda al Presidente del Consiglio l’allocazione delle risorse durante l’anno a valere sullo stanziamento accantonato presso il Ministero dell’economia e delle finanze. Precisa che rispetto all’anno precedente, lo stanziamento previsto nel disegno di legge finanziaria è incrementato.

 

Il senatore VITALI (Ulivo) ricorda che le modalità di attuazione del patto di stabilità interno, preannunciate nel Documento di programmazione economico-finanziaria, in base alle quali il mantenimento dei parametri finanziari avviene con riguardo ai saldi contabili anziché attraverso la fissazione dei tetti di spesa, sono state giudicate positivamente dalla sua parte politica. Tuttavia, le richieste avanzate dagli enti locali volte ad alleggerire la riduzione dei trasferimenti dovrebbero essere recepite integralmente, in base all’accordo raggiunto con il Governo durante l’esame della manovra finanziaria presso l’altro ramo del Parlamento, anche per evitare che le minori entrate determinate dalle norme del disegno di legge finanziaria possano indurre un aumento dei contributi fiscali locali.

Inoltre, ritiene che le disposizioni volte a limitare i costi della politica nel sistema degli enti locali siano inefficaci e possano produrre anche effetti negativi, nel senso di incentivare la politica come professione: in particolare, la norma che estende il divieto di assumere incarichi in aziende controllate dall’ente e i limiti assai rigidi alle indennità di funzione per sindaci e presidenti di provincia. Chiede dunque che nel rapporto alla Commissione bilancio si suggerisca lo stralcio di quelle disposizioni, rinviandole a una disciplina apposita da inserire nel "codice delle autonomie locali"; condivide tuttavia la necessità di contenere i costi eccessivi della politica dovuti al proliferare di enti che impropriamente svolgono funzioni pubbliche, alla moltiplicazione di enti previdenziali e all’eccessivo numero di cariche elettive negli enti locali. Analogamente, dovrebbe essere affrontata, attraverso un disegno di legge ordinaria, la materia delle indennità per le cariche pubbliche, sulla quale egli stesso preannuncia la presentazione di un’iniziativa. Infine, lo stralcio potrebbe essere rafforzato da un ordine del giorno con il quale il Senato impegni il Governo per l’effettiva adozione di misure che riducano i costi della politica.

 

Il senatore MANTOVANO (AN) commenta criticamente le disposizioni di cui all’articolo 18, commi da 120 a 133, attraverso le quali si propone un vasto programma di riorganizzazione dei Ministeri. In particolare, ritiene che la ridefinizione delle strutture periferiche meriterebbe un confronto in sede parlamentare, mentre si affida unicamente al Governo il compito di individuare le forme organizzative più funzionali. Inoltre, l’eventuale riduzione delle Prefetture attraverso un criterio automatico, secondo quanto disposto dal comma 134, rischia di determinare contraccolpi politici e sociali e di diminuire l’efficacia dell’azione amministrativa.

Sottolinea quindi il rischio di un depotenziamento degli organismi di analisi, consulenza e studio di elevata specializzazione prevista dal comma 120, lettera e), mentre ritiene insufficiente la sola consultazione e non anche la contrattazione con le organizzazioni sindacali ai fini dell’attivazione dei piani di riallocazione del personale in servizio prevista dal comma 124. Infine, auspica un’attenta valutazione dei costi e dei benefici che deriverebbero dalla soppressione delle direzioni interregionali della Polizia di Stato, una più ampia deroga per l’assunzione di agenti della Polizia di Stato, un chiarimento esplicito sulla disponibilità delle risorse per il riordino del personale del comparto sicurezza e misure economiche che consentano di proseguire il risanamento finanziario delle strutture logistiche.

 

Il senatore SAPORITO (AN) condivide l’opportunità di affidare a un intervento più ponderato l’eventuale revisione delle strutture periferiche dell’Amministrazione dell’interno e la richiesta di ampliare il numero di unità di personale da assumere in deroga al blocco delle assunzioni per rafforzare i contingenti delle forze di polizia.

Per quanto riguarda gli stanziamenti previsti dal disegno di legge finanziaria per il rinnovo del contratto dei dipendenti del pubblico impiego, rileva che le risorse aggiuntive saranno disponibili solo dal 2007 e dunque non sarà possibile onorare l’impegno del rinnovo contrattuale per il biennio 2006-2007. In proposito, giudica irrealistica la disposizione che prevede il termine di 40 giorni dalla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo per la procedura di certificazione dei contratti collettivi e auspica la soppressione dell’ARAN che, a suo giudizio, non è in grado di assicurare un negoziato in termini più efficaci rispetto a quando il confronto avveniva direttamente fra le organizzazioni sindacali dei dipendenti pubblici e il Ministro per la funzione pubblica.

 

Il senatore SARO (DC-PRI-IND-MPA) esprime il suo dissenso dalla proposta, avanzata dal senatore Vitali, di suggerire lo stralcio delle norme volte a contenere i costi della politica a livello locale, che a suo giudizio rappresentano un segnale di inversione di tendenza, sia pure solo iniziale, nella regolazione delle cariche pubbliche.

Per quanto riguarda il patto di stabilità interno, prevede che il passaggio a un meccanismo di saldi contabili determinerà un aumento della spesa e della pressione fiscale a livello locale, mentre non si interviene per assicurare una maggiore razionalizzazione ed efficienza dei servizi; ad esempio, la stabilizzazione di 300 mila unità di personale precarie viene effettuata, a suo giudizio, senza adeguate garanzie di selezione.

Infine, giudica incompatibile con la Carta costituzionale le norme che stabiliscono il concorso delle Regioni a Statuto speciale al risanamento finanziario senza contemplare un’intesa sulle funzioni trasferite e sui relativi oneri finanziari.

 

Il senatore MAFFIOLI (UDC) condivide la proposta del senatore Vitali di rinviare a un disegno di legge apposito le misure per contenere i costi della politica. In proposito, a suo avviso, dovrebbero essere considerate con più attenzione le spese per consulenze e viaggi sostenute dalle amministrazioni regionali, la proliferazione di enti pubblici e consorzi inutili e l’eccessivo numero di cariche pubbliche a livello locale. Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere che gli assessori comunali e provinciali debbano risiedere nel territorio dell’ente e non dovrebbero essere incentivate le unioni di comuni che, a suo giudizio, finirebbero per incrementare ulteriormente il novero delle cariche pubbliche.

 

Il presidente BIANCO raccomanda un ulteriore sforzo per assicurare risorse aggiuntive destinate al comparto sicurezza, con particolare attenzione al personale adibito ad attività di presidio del territorio, piuttosto che alle funzioni amministrative improprie e non essenziali. Richiama l’attenzione, inoltre, sull’attività svolta dal Corpo dei vigili del fuoco e si riserva di presentare un emendamento volto a estendere la possibilità di stipulare convenzioni con le regioni e gli enti locali per la realizzazione di programmi straordinari di soccorso tecnico, nonché una proposta per consentire l’assunzione di un maggior contingente di vigili del fuoco.

Condivide le considerazioni svolte dal senatore Vitali con riguardo alle misure per il contenimento dei costi della politica e dunque ritiene che un intervento più organico debba essere rinviato a un apposito disegno di legge, mentre le norme più impellenti potranno essere mantenute nel disegno di legge finanziaria.

Infine, sottolinea l’opportunità di svolgere un confronto parlamentare in sede diversa dall’esame del disegno di legge finanziaria per quanto riguarda la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche dello Stato e auspica la soppressione dell’articolo 18, comma 134, approvato dalla Camera dei deputati, preferendo in ogni caso una ridefinizione sistematica e non automatica degli ambiti territoriali degli uffici periferici dell’Amministrazione dell’interno.

 

Il seguito dell’esame è quindi rinviato.

 


AFFARI COSTITUZIONALI (1a)

Mercoledì 29 novembre2006

57a Seduta

Presidenza del Presidente

BIANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 8, 8-bis e 8-ter) Stato di previsione del Ministero dell’interno per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto, con esisti distinti. Rapporti favorevoli con osservazioni.)

 

Prosegue l’esame congiunto, sospeso nella seduta del 28 novembre.

 

Il senatore GRASSI (RC-SE) esprime un giudizio positivo sul complesso della manovra finanziaria, in particolare per quanto riguarda la rimodulazione delle aliquote IRPEF, che testimonia la maggiore attenzione del Governo alla condizione dei ceti più deboli. Inoltre, è apprezzabile l’approccio del disegno di legge finanziaria che, a differenza di quanto avveniva negli anni ’90, propone congiuntamente misure di risanamento e di sviluppo. La sua parte politica, tuttavia, auspica ulteriori miglioramenti durante l’esame al Senato con riferimento alle norme che introducono ticket per alcune prestazioni sanitarie, a quelle che dispongono una soluzione solo parziale del precariato e alle risorse destinate alle spese militari.

Per quanto concerne i settori di più stretto interesse per la Commissione affari costituzionali, giudica con favore il programma di riorganizzazione dei Ministeri volto a contenere le spese di funzionamento, in attuazione del quale auspica un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori interessati. Positivo è anche l’intento di consentire l’utilizzo per i compiti di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria dei beni sequestrati o confiscati e affidati in uso alle forze di polizia, così come la previsione di convenzioni con le Regioni e gli enti locali per la realizzazione di programmi straordinari di incremento dei servizi di polizia e per la sicurezza dei cittadini.

Condivide le preoccupazioni del relatore, senatore Sinisi, a proposito della riduzione dei trasferimenti agli enti locali e auspica un ulteriore progresso, anche per evitare il rischio che quegli enti siano costretti a introdurre contributi fiscali o persino a sospendere servizi utili per la popolazione.

Esprime soddisfazione per le misure volte a stabilizzare il lavoro precario, ma sollecita una specifica attenzione per i lavoratori dell’amministrazione penitenziaria e civile che avendo maturato soltanto 2 anni di servizio, sarebbero esclusi dalla previsione di cui all’articolo 18, comma 212. Relativamente alle disposizioni tendenti a ridurre i costi della politica, che a suo avviso debbono essere mantenute nel disegno di legge finanziaria, auspica che il Parlamento affronti in maniera organica tale questione prima che essa rappresenti una emergenza. Segnatamente, ritiene opportuna una revisione della normativa che regola il finanziamento pubblico dei partiti, anche al fine di prevenire inopinate reazioni demagogiche. In proposito dovrebbero essere riconsiderate anche le spese per i compensi dei parlamentari e per i contributi ai Gruppi, che talvolta appaiono eccessivi.

 

Il presidente BIANCO dà notizia di una lettera pervenuta dal senatore Stiffoni, che riprende le osservazioni avanzate anche da altri senatori: essa richiama l’attenzione sul termine eccessivamente breve previsto dall’articolo 18, comma 362, che dispone la cessazione del diritto alla corresponsione di emolumenti degli amministratori di enti locali che rivestono la carica di componenti di organi di amministrazioni di società di capitali partecipate dallo stesso ente.

 

Il senatore PASTORE (FI) rileva che gli obiettivi che la maggioranza ha dichiarato di perseguire con la manovra finanziaria, cioè il risanamento dei conti pubblici, il rilancio economico e una maggiore equità, nei fatti non sono assicurati dalle disposizioni in esame. Rileva, ad esempio, che la manovra non interviene su settori critici quali la sanità e la previdenza né assicura una maggiore efficacia amministrativa degli enti locali e della pubblica amministrazione.

Pur condividendo l’obiettivo di ridurre i componenti dei consigli di amministrazione delle società controllate dagli enti locali, esprime il dubbio che tale norma abbia come obiettivo essenziale quello di sostituire gli attuali componenti. Inoltre, la trasformazione del gettone di presenza di alcune categorie di amministratori locali in emolumento mensile, potrebbe indurre a considerare le funzioni pubbliche come un quasi lavoro, con ricadute negative anche in termini di destabilizzazione delle amministrazioni. In proposito, annuncia la disponibilità del suo Gruppo a introdurre norme rigorose per limitare il numero degli assessori nelle giunte e per ammettere la costituzione di consigli di circoscrizione solo nei Comuni maggiori.

Esprime perplessità sulla formulazione dell’articolo 18, comma 134: si chiede quale norma di legge sia oggetto dell’attuazione attraverso il regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge n. 400 del 1988. Quanto al comma 182, osserva che non vengono citate le disposizioni legislative in luogo delle quali si emanerebbero regolamenti di delegificazione, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della citata legge n. 400 e chiede che si precisi che con il termine di "enti pubblici" non si fa riferimento anche agli ordini professionali.

Infine, rileva il progressivo aumento delle disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria, attraverso emendamenti unici su cui il Governo pone la questione di fiducia, che rendono assai complicata l’interpretazione e l’applicazione delle norme.

 

Il senatore COLLINO (AN) ritiene che le misure contenute nel disegno di legge finanziaria che impongono un'ulteriore, grave riduzione dei trasferimenti agli enti locali siano il segno di un mancato rispetto verso le autonomie territoriali, che invece costituiscono un elemento fondante della Repubblica.

Con riguardo alle norme che regolano l’osservanza del patto di stabilità interno, osserva che di fatto lo Stato trasferisce agli enti locali l’onere politico di un aumento delle imposte. D’altro canto, ritiene che non si possa perseguire una diminuzione dei costi della politica facendo affidamento esclusivamente sul taglio degli emolumenti degli amministratori locali. Sarebbe preferibile una revisione organica dell’organizzazione dei quegli enti, attraverso un serio confronto parlamentare e non in base alla delega che il Governo intende proporre al Parlamento per la compilazione di un codice delle autonomie locali.

 

La senatrice ALBERTI CASELLATI (FI) sottolinea la preoccupante diffusione della criminalità, in particolare nella regione Campania e rileva la mancanza di adeguate risposte nel disegno di legge finanziaria. In proposito, giudica inopportuna la soppressione delle Direzioni interregionali della Polizia di Stato e ritiene insufficiente la deroga al blocco delle assunzioni prevista dall’articolo 18, comma 211, per un contingente complessivo di personale non superiore a 1000 unità per i corpi di Polizia.

A suo avviso, inoltre, la norma di cui al comma 146, che prevede la contribuzione logistica o finanziaria delle Regioni e degli enti locali per programmi straordinari per la sicurezza dei cittadini, è incongrua, poiché fa gravare sulle autonomie territoriali funzioni alle quali lo Stato abdica riducendo le spese di investimento per risorse umane e tecnologiche.

Infine, auspica la soppressione dell’articolo 18, comma 758, che dispone una dotazione finanziaria per interventi in materia di immigrazione e di asilo nonché per la gestione delle emergenze derivanti dai flussi migratori, emergenze che, a suo giudizio, sono in realtà favorite dall’ampia regolarizzazione di immigrati clandestini effettuata dal Governo.

 

Il sottosegretario PAJNO precisa che le risorse assegnate al Dipartimento della pubblica sicurezza e quelle destinate al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco sono aumentate, sebbene le disponibilità del Ministero dell’interno risultino ridotte rispetto all’esercizio precedente. Rammenta, inoltre, la situazione debitoria accumulata nella scorsa legislatura a seguito dei continui tagli alle disponibilità, della mancata riassegnazione di somme a fronte di specifici obblighi, nonché del mancato accredito di somme da trasferire in favore degli enti locali.

Assicura, comunque, che il tema della sicurezza dei cittadini è considerato prioritario dal Governo.

Riferisce quindi sulle risorse finanziarie aggiuntive dello stato di previsione del Ministero dell’interno dopo la prima lettura da parte della Camera dei deputati. Per quanto riguarda l’articolo 18, comma 120, che prevede una riorganizzazione dei Ministeri, precisa che la lettera c) individua un modello generale che riconosce il valore esemplare della struttura amministrativa dell’Interno, mentre a proposito del comma 134, che tratta in particolare degli uffici periferici dell’Amministrazione dell’interno, prevedendo l’individuazione di ambiti territoriali ottimali di competenza, sottolinea il collegamento logico e cronologico alla revisione dell’ordinamento degli enti locali prevista dalla riforma del Titolo V e al conferimento agli stessi di nuove funzioni, ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione. In proposito, preannuncia la presentazione da parte del Governo di un disegno di legge di delega per la redazione di un nuovo ordinamento e per l’individuazione delle funzioni fondamentali degli enti locali e sottolinea, fra i criteri ai quali dovrà attenersi l’individuazione degli ambiti territoriali ottimali, l’esigenza di garantire principalmente la prossimità dei servizi resi ai cittadini.

Fornisce quindi elementi informativi di dettaglio con riguardo alle politiche della sicurezza, annunciando il proposito di risolvere in Senato la questione relativa a un numero maggiore di assunzioni per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e per le forze di Polizia. Sottolinea il significato del dibattito svoltosi in Commissione ai fini di una più attenta valutazione delle norme volte a ridurre i costi della politica e l’intento del Governo di non pregiudicare la qualità della presenza degli enti territoriali, anche alla luce di un progetto complessivo di rafforzamento, pur in presenza di una difficile condizione della finanza pubblica.

Precisa, quindi, che le disposizioni in tema di riduzione delle spese di funzionamento degli organi di governo locale hanno obiettivi limitati al contenimento della spesa pubblica e non intendono anticipare l’esito del dialogo con le associazioni degli enti territoriali ai fini di una modifica del testo unico. Commenta anche le norme che hanno natura ordinamentale, in particolare l’esonero dall’osservanza del patto di stabilità per i Comuni che procedono alla fusione e il divieto per i Comuni di partecipare contemporaneamente a Comunità montane e a unioni di Comuni.

Rispondendo a uno specifico quesito posto dal senatore Pastore, sottolinea che il regolamento d’attuazione previsto dall’articolo 18, comma 134, ha per oggetto la stessa disposizione del disegno di legge finanziaria in cui sono precisati i criteri e gli indirizzi per l’individuazione per gli ambiti territoriali delle funzioni di competenza dell’Amministrazione dell’interno.

Infine, assicura che il Governo terrà in massimo conto le preoccupazioni espresse dalla Commissione circa un’eventuale riduzione delle Prefetture.

 

Il ministro NICOLAIS ricorda il progetto complessivo di riorganizzazione dell’apparato pubblico, previsto nel disegno di legge finanziaria, da perseguire attraverso la razionalizzazione di spese e strutture, la valorizzazione delle risorse umane e la riduzione degli oneri burocratici, nonché mediante un incremento dell’uso delle tecnologie informatiche della comunicazione. Rammenta, inoltre, il processo di progressivo riassorbimento dell'impiego precario nella pubblica amministrazione, con particolare riguardo al personale del comparto della scuola. A tale proposito, precisa che l’assunzione di 150 mila unità nel triennio 2007-2009 terrà conto delle vigenti liste di insegnanti supplenti, che saranno pertanto mantenute fino al 2010.

Quanto al ruolo dell’ARAN, osserva che si tratta di un organismo tecnico che ha ben governato il complesso processo della contrattazione e in virtù della sua natura ha garantito il principio di separazione tra politica e amministrazione. A tale riguardo, precisa che la norma di cui all’articolo 18, comma 239, rappresenta una misura di semplificazione volta a eliminare gli ostacoli che ritardano l’entrata in vigore dei contratti collettivi.

In merito al comma 120, sottolinea che la materia è delegificata e che l’adozione dei regolamenti per l’attuazione della riorganizzazione vedrà il pieno coinvolgimento delle Commissioni parlamentari che esamineranno i relativi schemi di provvedimento.

Ricorda inoltre l’intento del Governo di procedere a un riassetto della funzione di controllo soprattutto sul piano territoriale, in sinergia con la rideterminazione delle strutture periferiche delle Amministrazioni statali.

Infine, precisa che la previsione di cui al comma 124, circa la consultazione delle organizzazioni sindacali ai fini della riorganizzazione degli uffici, rappresenta solo un’ulteriore norma di salvaguardia che non esclude e anzi rafforza il ricorso ad altre, più stringenti procedure negoziali.

 

Il relatore VILLONE (Ulivo) osserva, in replica, che nel dibattito sono emerse tematiche di grande rilievo istituzionale come quella dei rapporti tra lo Stato e le Regioni a statuto speciale e quella inerente alla scarsa responsabilizzazione che si verifica nel sistema delle autonomie.

Illustra, quindi, una proposta di rapporto, pubblicata in allegato al resoconto, sullo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, limitatamente alle parti di competenza, relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri, e sulle parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria. Egli valuta positivamente l’introduzione di norme volte a perseguire l’obiettivo di una riduzione dei costi impropri della politica e a garantire l’uso efficace e rigoroso delle risorse pubbliche, anche se occorre pensare ad un progetto di intervento sistematico che coinvolga tutti i livelli istituzionali, a partire dalla soppressione di organismi a suo giudizio inutili o inefficaci presso la stessa Presidenza del Consiglio dei ministri e all’accorpamento degli enti preposti alla formazione del personale della pubblica amministrazione. E’ auspicabile, inoltre, un rafforzamento delle norme che pongono tetti alle retribuzioni della dirigenza e del management pubblico e che favoriscono una determinazione equilibrata ed appropriata del compenso. In proposito, sottolinea l’esigenza di utilizzare l’Osservatorio presso il Dipartimento per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, ai fini di una effettiva e tempestiva conoscibilità di retribuzioni, incarichi e consulenze, e la necessità di porre limiti rigorosi alla proliferazione di società a partecipazione totale o parziale del soggetto pubblico.

 

Il relatore SINISI (Ulivo), in sede di replica, illustra una proposta di rapporto sullo stato di previsione del Ministero dell’interno e sulle parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria, pubblicata in allegato al resoconto.

Dopo aver preso atto delle precisazioni fornite dal Governo in ordine alle risorse finanziarie destinate al SISDE, sottolinea l’opportunità di verificare in che misura la riduzione dei trasferimenti agli enti locali incida sui servizi pubblici essenziali e sui servizi di assistenza minimi. Invita, inoltre, ad assicurare il mantenimento di un adeguato livello della forza effettiva dei Vigili del Fuoco e una maggiore flessibilità della spesa, in particolare la possibilità, per il Ministro dell’interno, di disporre variazioni in deroga per esigenze non previste nel funzionamento degli apparati della Pubblica Sicurezza, prevedendo appositi finanziamenti per investimenti interforze e una congrua deroga per assunzioni di personale con l’indicazione delle quote attribuite a ciascuna forza di polizia.

Sottolinea l’esigenza che il Governo indichi la preferenza per una della due alternative organizzative indicate nell’articolo 18, comma 120, lettera c) ai fini della rideterminazione delle strutture amministrative periferiche e rinunci all'ipotesi di riorganizzare le Prefetture-Uffici territoriali del Governo su base non provinciale.

Quanto alla soppressione delle Direzioni interregionali della Polizia di Stato, rileva la necessità di mantenere un’armonia istituzionale con l'organizzazione e il trattamento dei dirigenti generali delle altre forze di polizia.

Esprime inoltre una riserva sulla ipotesi di "convenzioni" fra lo Stato, le Regioni e gli enti locali in una materia, la sicurezza pubblica, di esclusiva competenza dello Stato; eventuali programmi straordinari, dunque, dovrebbero essere considerati solo in quanto aggiuntivi alle attività di istituto e dovrebbero comprendere le attività di soccorso tecnico.

Invita poi a riconsiderare la sanzione dello scioglimento o della revoca degli organi degli enti o agenzie che non adempiano agli obblighi relativi al patto di stabilità interno, prevedendo piuttosto la nomina di un Commissario ad acta. Inoltre, auspica la stabilizzazione del personale precario dell’amministrazione penitenziaria civile.

Per quanto riguarda il patto di stabilità, auspica una riduzione dell’entità della manovra e una maggiore flessibilità degli strumenti di spesa.

Infine, sottolinea l’esigenza di verificare l’adeguatezza dello stanziamento per la gestione delle emergenze derivanti dai flussi migratori e di dotare le forze di polizia di risorse adeguate, con particolare attenzione agli organismi interforze.

Conclude, richiamando l’esigenza di un’estensione delle norme in favore delle vittime del terrorismo ai familiari delle vittime del disastro aereo di Ustica, nonché ai familiari delle vittime e ai superstiti della cosiddetta "Uno bianca".

 

Il senatore SAPORITO (AN) sottolinea l’opportunità di escludere il FORMEZ da un eventuale accorpamento degli enti di formazione del personale della pubblica amministrazione e di assicurare il mantenimento delle liste degli insegnanti precari attualmente in vigore anche dopo la data del 2010.

 

Il PRESIDENTE avverte che si procederà alla votazione delle proposte di rapporto avanzate dai relatori.

 

Il senatore STORACE (AN) interviene sull'ordine della discussione, in relazione allo svolgimento delle votazioni: ricorda che il senatore Cossiga, iscritto al Gruppo Misto, ha presentato le proprie dimissioni, che dovranno essere sottoposte al voto del Senato. Quanto alla votazione delle proposte di rapporto alla Commissione bilancio sui documenti della manovra finanziaria, ritiene che la sostituzione dello stesso senatore Cossiga da parte del senatore Fuda, disposta dal Presidente del Gruppo Misto, sia inopportuna e prospetta l’esigenza di rivolgersi al Presidente del Senato per conoscere i suoi orientamenti in proposito.

 

Sulla questione seguono altri interventi.

 

Il senatore PALMA (FI) ricorda che l’iscrizione al Gruppo Misto è prevista dal Regolamento, in particolare per quei senatori che non optino per l’iscrizione ad alcun Gruppo parlamentare. La nota opinione del Presidente del Senato, secondo la quale un senatore a vita godrebbe degli stessi diritti degli altri senatori, non è adeguata, a suo avviso, al caso di un senatore a vita che abbia presentato le proprie dimissioni, affermando di non volere più partecipare ai lavori del Senato in attesa che l’Assemblea si pronunci.

 

Il senatore ZANDA (Ulivo) ricorda che già in altre occasioni è stata chiarita la questione delle dimissioni di un senatore che non siano ancora accolte dal Senato, con la precisazione che il senatore dimissionario continua a svolgere pienamente la propria funzione fino al momento dell’accoglimento della sua istanza. Inoltre, la questione della sostituzione dei senatori nei lavori della Commissione è chiaramente risolta dal Regolamento mentre si deve rinviare ad altra sede un’eventuale riflessione sullo status dei senatori a vita.

Invita il Presidente, pertanto, a procedere nella votazione.

 

Il senatore CALDEROLI (LNP) ricorda che le sostituzioni in Commissione dei senatori del Gruppo Misto per prassi sono disposte tenendo conto dell’appartenenza alla maggioranza o all’opposizione del senatore sostituito. A suo giudizio, nel caso del senatore Cossiga non può essere applicato quel criterio, in quanto il senatore non elettivo dimissionario non può essere considerato in alcun modo appartenente all’una o all’altra parte poiché con la dichiarata volontà di dimissioni si è già sottratto a ogni orientamento politico. Diverso è il caso del senatore eletto, che al momento delle elezioni era comunque collegato all'indicazione di un candidato alla carica di Presidente del Consiglio.

 

A ulteriori richieste di intervento sullo stesso argomento, avanzate dai senatori Malan e Quagliariello e dalla senatrice Alberti Casellati, il presidente BIANCO oppone la regola che limita a un solo rappresentante per Gruppo la facoltà di prendere la parola in simili questioni incidentali. Rammenta, quindi, che il Presidente del Senato, in occasione delle dimissioni presentate, anche in quel caso, dal senatore a vita Cossiga, il 19 giugno 2002 ebbe a precisare che alle dimissioni di un senatore a vita si applica la stessa disciplina propria delle dimissioni dei senatori eletti.

Anche la questione della sostituzione, a suo avviso, è risolta dalle norme del Regolamento, come più volte è stato chiarito. D'altra parte, anche quando vi sono state le dimissioni di altri senatori, come ad esempio quelle del senatore Malabarba, fino alla sanzione del Senato con un voto, non è stata mai contestata la possibilità di sostituire in Commissione il senatore dimissionario. Data l'eguaglianza di status tra tutti i senatori, nel caso in esame non ci si potrebbe regolare diversamente.

Per tali motivi, ribadisce l’intendimento di procedere senz'altro alla votazione delle proposte di rapporto.

 

Il senatore PALMA (FI) interrompendo il Presidente, esprime una vibrata protesta, contestando la ricostruzione appena svolta: a suo giudizio, il Presidente non ha ascoltato le sue argomentazioni e dunque non ha potuto replicare adeguatamente.

 

Il PRESIDENTE ammonisce il senatore Palma invitandolo a non interrompere e precisa che la Presidenza della Commissione non può far altro che garantire il rispetto delle norme regolamentari.

 

Si passa quindi alla votazione delle proposte di rapporto presentate dai relatori Sinisi e Villone.

 

Il senatore PASTORE (FI), a nome del suo Gruppo e dei Gruppi di Alleanza Nazionale, della Lega Padana e dell'Unione dei Democraticicristiani e di Centro, annuncia che tutti i senatori di quei Gruppi si accingono ad abbandonare la seduta, in segno di protesta.

 

Il senatore SARO (DC-PRI-IND-MPA), in considerazione della posizione che il Presidente ha assunto rispondendo alle osservazioni, a suo giudizio condivisibili, dei senatori Storace e Palma, annuncia a sua volta che non parteciperà alla votazione, abbandonano la seduta. Sottolinea l’urgenza di risolvere la questione della sostituzione dei senatori a vita, che a suo avviso con il loro comportamento parlamentare stanno condizionando la vita democratica del Paese.

 

Il presidente BIANCO si rammarica per la decisione dei senatori dell’opposizione.

 

Il relatore VILLONE (Ulivo) si duole per la decisione dei Gruppi dell’opposizione. Sottolinea che le proposte avanzate da lui e dal senatore Sinisi hanno recepito molti rilievi emersi nel dibattito: la mancata partecipazione dell’opposizione alla votazione sulle proposte di rapporto impedisce al Senato di prendere atto della convergenza che si è determinata, anche ai fini delle ulteriori fasi dell’iter.

A suo avviso, la questione dello status dei senatori a vita viene posta in modo improprio per evitare il confronto sulle questioni di merito.

 

Il senatore ZANDA (Ulivo) dichiara il suo voto favorevole sulle proposte di rapporto, manifestando il suo disappunto per l’atteggiamento dei senatori dell’opposizione e, dopo aver letto con attenzione la lettera di dimissioni del senatore Cossiga, rileva che questi non ha affatto affermato che non intende partecipare ai lavori del Senato.

 

Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva la proposta di rapporto favorevole con osservazioni, formulata dal relatore Villone sulla tabella 2, sulle relative note di variazioni, limitatamente alle parti di competenza, e sulle parti corrispondenti del disegno di legge n. 1183.

 

Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, infine, la Commissione approva la proposta di rapporto favorevole con osservazioni, formulata dal relatore Sinisi sulla tabella 8, sulle relative note di variazioni e sulle parti corrispondenti del disegno di legge n. 1183.

 

La seduta termina alle ore 13,05.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-BIS E 1184-TER - TABELLE 2, 2-BIS E 2-TER), LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA, E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione

 

Valuta positivamente che nella legge finanziaria siano poste norme che perseguono l’obiettivo di ridurre i costi impropri della politica, e garantire l’uso efficace e rigoroso delle risorse pubbliche;

Ritiene l'obiettivo anzidetto strategico e rilevante, nel momento in cui si procede all'adozione di una legge finanziaria indubbiamente onerosa per il paese;

Considera che in tale modo si procede non solo sulla strada della buona e corretta amministrazione e dell'uso più efficace delle risorse pubbliche, ma anche su quella di una necessaria semplificazione istituzionale, di una effettiva modernizzazione, del conseguimento di più elevati livelli di competitività del sistema-Paese;

Considera altresì che in tal modo si possano reperire risorse per un più efficace svolgimento delle funzioni fondamentali dello Stato, come sicurezza, giustizia, università e ricerca, ovvero per fini sociali o per le famiglie;

 

Pertanto

la Commissione si pronuncia in senso positivo con le seguenti osservazioni:

1. L’obiettivo degli sprechi e dei costi impropri della politica deve essere perseguito a tutti i livelli istituzionali: statale, regionale e locale.

2. A livello statale va considerata sia la soppressione di enti inutili (articolo 18, commi da 182 a 184), sia la soppressione di strutture ed organi - anche collocati presso la Presidenza del Consiglio dei ministri o singoli Ministeri - in posizione di parziale o totale autonomia, indipendenza, separatezza, qualora di tale posizione non vi sia effettivo bisogno e le funzioni loro attribuite possano essere opportunamente ricondotte nell’ambito delle strutture ordinarie.

3. Va evitato ogni ulteriore incremento non strettamente indispensabile delle strutture – commissioni, comitati, autorità – riconducibili al precedente punto 2. A tal fine va ad esempio riconsiderata la sostanziale sostituzione dell’Alta Commissione per il federalismo fiscale con altra struttura ad essa comparabile, valutando con attenzione la possibilità che le relative funzioni siano ricondotte nell’ambito delle strutture della Ragioneria dello Stato e della Conferenza Unificata.

4. Va considerato altresì il risparmio possibile con la semplificazione e l’accorpamento di strutture, ad esempio nel campo delle scuole di alta formazione del personale pubblico.

5. Occorre rafforzare le norme che pongono tetti alle retribuzioni della dirigenza e del management pubblico e che favoriscono una determinazione equilibrata ed appropriata della misura del compenso. Vanno altresì definiti limiti rigorosi alla attribuzione di consulenze e incarichi sia all’interno che all’esterno delle pubbliche amministrazioni.

6. Vanno introdotti strumenti di effettiva e tempestiva conoscibilità di retribuzioni, incarichi e consulenze, rafforzando a tal fine l’operatività dell’Osservatorio collocato presso il Dipartimento per le riforme e innovazioni nella pubblica amministrazione, con la previsione che tutti gli enti pubblici debbano darne compiuta comunicazione come condizione per l’efficacia delle deliberazioni a tale proposito assunte.

7. Vanno posti limiti rigorosi alla proliferazione di società a partecipazione totale o parziale del soggetto pubblico, che vanno consentite solo nel caso in cui siano strettamente strumentali alle funzioni fondamentali dell’ente, che le relative attività non possano utilmente svolgersi direttamente nell’ambito delle strutture ordinarie o viceversa con il ricorso al mercato, e che l’utilizzazione dello schema privatistico della società e la presenza di soci pubblici e privati conducano ad un risparmio di risorse pubbliche non diversamente conseguibile.

8. I precedenti punti da 2 a 7 vanno applicati anche agli enti locali e alle regioni. Per queste ultime, nella misura resa necessaria dalla previsione di un’autonomia costituzionalmente protetta, i limiti possono anche essere previsti come principi attinenti al coordinamento della finanza pubblica, per cui lo Stato ha potestà legislativa concorrente, anche in connessione con la previsione di meccanismi di incentivo e disincentivo sul piano del trasferimento di risorse dallo Stato alle Regioni.

9. Quanto all’intervento sulle retribuzione degli eletti presso gli enti locali, e sulla possibilità che gli amministratori locali svolgano attività professionale, di cui all’articolo 18, commi da 361 a 363, la Commissione osserva che si pongono delicate questioni di uguaglianza di trattamento, di libero accesso agli uffici pubblici, e di possibili effetti sul piano di un professionismo politico-istituzionale che di certo non deve essere incentivato. È dunque opportuno valutare con attenzione se la materia non possa essere più organicamente ed efficacemente affrontata in una sede separata, come potrebbe essere il Codice delle autonomie, per la cui adozione potrebbe essere fissato un termine breve.

 


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL’INTERNO PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-BIS E 1184-TER - TABELLE 8, 8-BIS E 8-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'Interno e le corrispondenti disposizioni della legge finanziaria si esprime in senso favorevole con le seguenti osservazioni.

Valuti la Commissione di merito:

- per quanto concerne il centro di responsabilità degli Affari Interni e Territoriali ed in particolare la UPB 2.1.2.6. riguardante il finanziamento degli enti locali, la opportunità di verificare in che misura la riduzione dei trasferimenti non incida sui servizi pubblici essenziali e sui servizi di assistenza minimi;

- per quanto concerne il centro di responsabilità dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico, e Difesa Civile, la opportunità di riconsiderare la UPB 3.1.1.1. riguardante le spese generali di funzionamento alla stregua delle esigenze di mantenimento di un adeguato livello della forza effettiva;

- per quanto concerne il centro di responsabilità della Pubblica Sicurezza, la opportunità di introdurre meccanismi di maggiore flessibilità nella spesa e segnatamente la possibilità di variazioni in deroga da parte del Ministro, per esigenze non previste che possano inficiare il buon funzionamento degli apparati della Pubblica Sicurezza; di prevedere appositi finanziamenti per gli investimenti interforze ed una congrua deroga alle assunzioni con indicazione specifica aliquote in deroga per ciascuna forza di polizia.

 

Inoltre valuti la Commissione di merito le seguenti osservazioni alla legge finanziaria 2007:

- all'articolo 18, comma 120, lettera c), la opportunità di indicare già nel disegno di legge la opzione organizzativa migliore;

- all'articolo 18, comma 134, la esigenza di soprassedere sull'eventualità di riorganizzare le Prefetture - UTG su base non provinciale tenendo conto degli sviluppi organizzativi di cui all'articolo 18, comma 120, lettera c);

- all'articolo 18, commi 139-143, la necessità di mantenere una armonia istituzionale tra le organizzazioni delle forze di polizia, tenendo presente che l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza conserverebbero i livelli di comando interregionali, e che la medesima esigenza di armonizzazione è ravvisata nella ricollocazione dei dirigenti generali di fascia B della Polizia di Stato, avendo cura di adottare soluzioni che non sovvertano gli assetti e le funzioni di ciascun Corpo di polizia secondo quanto stabilito dalle leggi vigenti;

- all'articolo 18, comma 146, va assicurato che la partecipazione finanziaria degli enti territoriali in materia di pubblica sicurezza, cioè in materia di esclusiva competenza dello Stato, concerna esclusivamente attività aggiuntive, e che le cosiddette "convenzioni" possano essere estese anche alle attività di Soccorso tecnico;

- all'articolo 18, comma 152, la possibilità di riesaminare la sanzione dello scioglimento o della revoca degli organi dell'ente o delle agenzie con la nomina di un Commissario ad acta;

- all'articolo 18, comma 211, l'esigenza di una congrua deroga alle assunzioni per il personale di polizia, con individuazione specifica delle singole aliquote, come sopra già evidenziato, ed analogamente per le esigenze dei Vigili del Fuoco e della Polizia Penitenziaria di cui al comma 217, per la quale si raccomanda la stabilizzazione del personale precario dell’amministrazione penitenziaria civile;

- all'articolo 18, commi 325-341, la necessità di ripristinare interamente l'accordo del 10 ottobre scorso tra Governo e autonomie locali, in particolare riducendo l'entità della manovra per le Province, incrementando il Fondo Nazionale per la montagna e prevedendo risorse per le comunità montane, introducendo la verifica del Patto di stabilità solo in termini di cassa, abrogando le sanzioni per i comuni che non riescono a rispettare il Patto di stabilità 2006, eliminando la limitazione per l'utilizzo degli oneri di urbanizzazione, sopprimendo la norma che modifica l'assetto dell'imposta di pubblicità, anticipando al 2007 la compartecipazione dinamica all'IRPEF, garantendo il ristoro dell'intera IVA sui contratti di servizio, diminuendo di entità o comunque effettuando solo dopo una verifica delle reali compensazioni il taglio dei trasferimenti erariali pari a 600 milioni; la previsione in legge finanziaria di numerosi fondi a destinazione vincolata in materia di competenza legislativa concorrente richiede, inoltre, la previsione di un'intesa preventiva con le Regioni per il loro utilizzo;

- all'articolo 18, comma 758, la verifica della adeguatezza dello stanziamento di 3 milioni di euro nel 2007 per la gestione delle emergenze derivanti dai flussi migratori;

- all'articolo 18, commi 797-798, la esigenza di dotare le forze di polizia di adeguate risorse in conto capitale e di parte corrente, ribadendo la esigenza di una specifica previsione per gli organismi interforze;

- quanto alla Tabella A, si ritiene opportuno, infine, che le disposizioni della legge 3 agosto 2004, n. 206 "Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice" siano applicate anche ai familiari delle vittime del disastro aereo di Ustica del 1980 e ai familiari delle vittime e ai superstiti della cosiddetta "Uno Bianca".

 


GIUSTIZIA (2a)

Giovedì 23 novembre 2006

41a Seduta

Presidenza del Presidente

SALVI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 5, 5-bis e 5-ter) Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

Riferisce alla Commissione il presidente SALVI, il quale rileva che lo stato di previsione del Ministero della giustizia per il 2007 recava, nella originaria formulazione del Governo formulata a legislazione vigente, spese finali per complessivi euro 7.438.264.246 di cui 7.225.304.332 per le spese correnti.

Dopo aver rilevato che la seconda nota di variazione propone un dato finale di euro 7.771.178.467, di cui 7.458.218.553 per le spese correnti e 312.959.914 per le spese in conto capitale, e tenendo conto che con le modifiche introdotte alla Camera dei deputati si registrerebbe una diminuzione di circa 110 milioni di euro, cioè pressappoco di un punto percentuale e mezzo, rispetto alle previsioni assestate per il 2006, fa presente che per ben 403 milioni di euro si tratta di riduzioni derivanti dall'avvenuta estinzione del debito residuo del Ministero della giustizia nei confronti delle Poste italiane s.p.a per anticipazioni da questa effettuate di spese di giustizia in esercizi precedenti e che quindi lo stato di previsione del Ministero della giustizia riceve un incremento.

Il relatore rileva che il progetto di bilancio di previsione per il 2007 individua nell'ambito del Ministero della giustizia cinque centri di responsabilità amministrativa, vale a dire il gabinetto e gli uffici di diretta collaborazione all'opera del Ministro, gli affari di giustizia, l'organizzazione giudiziaria del personale dei servizi, l'amministrazione penitenziaria e la giustizia minorile.

Per il primo centro di responsabilità amministrativa, mentre il progetto di bilancio a legislazione vigente proponeva una riduzione di circa 9 milioni di euro, la seconda nota di variazione propone un significativo aumento pari a circa 100 milioni di euro, al fine di rifinanziare l'unità previsionale di base relativa al "fondo unico da ripartire - investimenti di edilizia penitenziaria e giudiziaria".

Per quanto concerne invece il centro di responsabilità amministrativo degli affari di giustizia, che è fra i cinque quello il cui stanziamento presenta la decurtazione maggiore, in misura pari a circa il 40 per cento rispetto alla previsione per le spese correnti per l'anno 2006, il relatore, analizzando le ragioni di tale riduzione di spese, osserva che mentre l'unità previsionale di base 2.1.1.0, relativa al funzionamento riceve un incremento del 12,87 per cento, determinato da un aumento delle spese per il personale, per i beni e i servizi e per l'informatica di servizio, e la 2.2.3.3, relativa ai beni mobili riceve un incremento di 7.530 euro, la totalità della riduzione che si registra nell'unità previsionale di base 2.1.2.1 relativa alle spese di giustizia è pari a euro 503.167.575.

Egli osserva che, oltre alla già ricordata soppressione dei capitoli relativi al debito verso le Poste, tale decurtazione deriva dalla diminuzione dello stanziamento del capitolo 1360 relativo a varie spese di giustizia, pari a 100 milioni di euro in applicazione di risparmi previsti dal decreto-legge n. 223 del 4 luglio 2006.

L'oratore si sofferma quindi sul centro di responsabilità amministrativa dell'organizzazione giudiziaria, il quale vede un incremento del proprio stanziamento rispetto alla previsione per il 2006 di circa 60 milioni di euro, di 20,3 milioni rispetto al bilancio assestato, mentre la seconda nota di variazione propone un ulteriore aumento di circa 218 milioni di euro.

Per quanto concerne in particolare, l'unità previsionale di base 3.1.1.0, relativa alle spese per il personale, beni e servizi informatica di servizio, il previsto incremento delle spese verrebbe ridotto di circa 12 milioni dalla nota di variazioni, in particolare in quanto l'articolo 18, comma 258, del disegno di legge finanziaria approvato dalla Camera dei deputati riduce, limitatamente alle retribuzioni più alte, del 30 per cento la misura dell'adeguamento retributivo previsto per il 2007 e il 2008 per il personale non contrattualizzato, tra cui anche i magistrati. Il relatore segnala inoltre due significativi incrementi proposti dalla nota di variazione, il primo relativo al fondo di riserva per i consumi intermedi, che viene portato da 2.714.906 euro a oltre 32 milioni, il secondo quello per le spese di funzionamento per la giustizia, per il quale si prevede una dotazione organica di 200 milioni di euro all'anno per l'acquisizione di beni e servizi da parte dell'amministrazione. Dopo aver segnalato un incremento di 2 milioni di euro per gli stanziamenti relativi al software applicativo per il finanziamento del progetto intersettoriale "rete unitaria della pubblica amministrazione e dei progetti connessi", il relatore osserva che per il quarto centro di responsabilità, quello relativo all'amministrazione penitenziaria, per il quale il progetto di bilancio reca un aumento di circa 46 milioni di euro, del quale la seconda nota di variazione propone un ulteriore aumento di 15 milioni relativo soprattutto all'adeguamento degli stipendi e degli altri assegni fissi degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e ai relativi oneri sociali.

Il quinto centro di responsabilità, quello relativo alla giustizia minorile, riceve, infine, un incremento di stanziamenti da 148.510.002 euro nella previsione per il 2006 a 151.960.447 di euro per il 2007, in gran parte derivante dall'istituzione del nuovo capitolo, che finanzia le spese per gli interventi a favore dei minori tossicodipendenti o portatori di malattie psichiche in attuazione da quanto previsto dall'articolo 4-duodecies del decreto-legge 30 dicembre 2005.

Il relatore osserva che alcuni interventi di interesse del settore giustizia sono iscritti in altri bilanci di previsione, in particolare in quello del Ministero dell'economia e delle finanze.

Per quanto riguarda gli effetti, nel loro complesso, del disegno di legge finanziaria sullo stato di previsione del Ministero della giustizia, il presidente Salvi rileva, in primo luogo, che per quanto riguarda gli accantonamenti disposti, con riferimento alle autorizzazione di spesa predeterminate legislativamente, di una quota del bilancio dello Stato, dal comma 206 dell'articolo 18, quelli relativi al Ministero della giustizia sarebbero pari a euro 205.488.592 per il 2007, 221.024.631 per il 2008 e 172.908.808 per il 2009.

Egli osserva quindi che, per quanto riguarda la tabella C, la legge finanziaria di quest'anno assegna per il Ministero della giustizia 4 milioni e 900 mila euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 per i programmi di prevenzione e cura dei detenuti affetti da Aids e 118 mila per ciascuno degli anni già indicati per contributi ad enti ed organismi. La tabella D assegna infine al Ministero della giustizia 100 milioni per ciascuno degli anni considerati per interventi di edilizia penitenziaria e giudiziaria.

In riferimento al merito dei singoli interventi previsti dal testo del disegno di legge finanziaria, il relatore segnala l'articolo 4, è diretto a graduare nel tempo l'entrata a regime del tetto massimo di 100 euro fissato per il pagamento in contanti dei compensi per l'esercizio di arti e professioni, nonchè l'articolo 16 che modifica la disciplina del sequestro e della confisca di beni per reati contro la pubblica amministrazione, estendendo la confisca obbligatoria alla maggior parte dei delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, comprendendo anche i reati di istigazione alla corruzione e l'abuso d'ufficio, e prevedendo per altre tipologie di reato, quali ad esempio il peculato o la concussione, l'estensione della confisca anche al denaro, ai beni e alle altre utilità di cui il condannato non possa giustificare la provenienza.

Il Presidente segnala infine i commi 425 e 428, che disciplinano rispettivamente la decadenza dell'autorizzazione all'esercizio della farmacia e la risoluzione dei rapporti dei medici con il Servizio sanitario in caso di truffe ai danni del Servizio sanitario stesso, i commi 685 e 687, che prevedono un sostanziale adeguamento dell'importo delle sanzioni amministrative in materia di documentazione obbligatoria per i rapporti di lavoro, destinando le maggiori entrate al Fondo per l'occupazione, il comma 759 che autorizza una spesa di 500 mila euro per le attività di prevenzione delle mutilazioni genitali di cui alla legge n. 7 del 2006, i commi da 211 a 236, che recano disposizioni relative all'assunzione di personale nel settore pubblico, e il comma 782 recante la già ricordata l'istituzione di un Fondo per le spese di funzionamento della giustizia.

 

Il sottosegretario SCOTTI dichiara che il Ministero della giustizia ha una previsione di stanziamenti in bilancio a legislazione invariata, per quanto riguarda la categoria "beni e servizi" di un miliardo e 616 milioni che nella proiezione 2008-2009 viene ridotta del 13 per cento annuo. Questa riduzione del 13 per cento annuo si somma al dimagrimento già subito nel periodo 2001-2006 che era stato pari al 52 per cento con una previsione per l'intero annuo 2001-2009 di una riduzione pari al 65 per cento.

L'oratore osserva che l'incremento dello stanziamento globale tra il 2002 e il 2006, riferendosi esclusivamente alla retribuzione conseguente ai nuovi contratti di lavoro, non è computabile nel complesso degli stanziamenti considerati perchè riguarda la voce delle spese fisse laddove in questa sede ci si riferisce alle spese per beni e servizi ovvero a spese di giustizia in senso stretto quali la manutenzione degli edifici, le utenze correnti, le cancellerie i supporti informatici il parco autovetture le riparazioni ordinarie e straordinarie.

Il Sottosegretario rileva che la legge finanziaria, se da una parte stanzia 230 milioni in più per i consumi intermedi, dall'altra riduce, come per tutti i Ministeri, la previsione anteriore del 12 per cento circa, precisamente di 206 milioni per il 2007, di 221 milioni per il 2008 e di 173 milioni per il 2009. Si passa quindi da poco più di un miliardo e 600 milioni del 2007 a un miliardo e 180 milioni nel 2009, riduzione che determina appunto nella proiezione 2001-2009 lo smagrimento finanziario del 65 per cento. In realtà il Sottosegretario ammette che il 12 per cento non viene sottratto dalle poste di bilancio ma viene accantonato, reso indisponibile e quindi incamerato dal Tesoro come residuo passivo producendosi in questo momento lo stesso effetto della materiale sottrazione di poste attive. L'oratore osserva infine che la quota aggiuntiva di 230 milioni di euro non è in grado di coprire i debiti che l'amministrazione della giustizia ha contratto verso i terzi i quali ammontano a 240 milioni di euro che devono essere pagati entro il 2007, precisando che aggiuntivi rispetto allo stanziamento iniziale risultano soltanto 24 milioni di euro.

 

Il presidente SALVI dichiara aperta la discussione generale.

 

Il senatore D'AMBROSIO (Ulivo) esprime la sua profonda insoddisfazione per le forti riduzioni di spesa previste nel disegno di legge finanziaria, nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 2007 e nel bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009.

Ad avviso dell'oratore, l'indicazione, fornita dal sottosegretario Scotti, di una progressiva riduzione del 65 per cento delle spese relative ai beni e ai servizi nel settore della giustizia per gli anni dal 2001 al 2009, costituisce un dato particolarmente negativo a fronte dell'importanza che il processo di progressiva informatizzazione dell'attività giudiziaria, componente essenziale del capitolo di spesa "beni e servizi" riveste per un'accelerazione dei tempi dei processi e per una tutela effettiva dei diritti dei cittadini.

Il senatore rileva altresì che una riduzione così elevata delle spese di giustizia rischia di produrre effetti negativi, tra l'altro, sulla possibilità di ottemperare a quanto previsto dalla cosiddetta "legge Pinto" sul risarcimento dei danni per eccessiva durata dei processi, spesa che grava pesantemente sui costi della giustizia.

Una così pesante riduzione delle spese di giustizia rischia inoltre, ad avviso del senatore, di incrementare il fenomeno drammatico della cosiddetta fuga dal processo civile attuato da molte imprese attraverso lo strumento contrattuale della clausola compromissoria con la quale pattuiscono un foro arbitrale o straniero in caso di controversia. L'oratore rileva infine l'effetto negativo che la scelta di politica finanziaria attuata dal Governo produce sull'auspicata riduzione dei tempi del processo penale, per la quale egli palesa la necessità di una generale revisione dell'udienza preliminare, ormai trasformata in una sorta di udienza dibattimentale di primo grado.

La necessità di una riduzione delle spese a fronte di una situazione economica critica potrebbe essere meglio soddisfatta procedendo ad una razionale utilizzazione del denaro ovvero dei beni mobili e immobili sequestrati in quanto proventi di reato. Al riguardo il senatore esprime il suo compiacimento per la scelta di estendere la confisca obbligatorio alla maggior parte dei delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione e per l'estensione della ipotesi per cui è prevista l'inversione dell'onere della prova, rilevando in particolare che se questo intervento fosse stato in vigore negli anni di "Tangentopoli" lo Stato avrebbe risparmiato somme ingentissime che si dovette restituire nell'impossibilità di provare che fossero il prezzo o il profitto di attività illecite. Il senatore auspica infine che si lascino invariate le somme destinate ai beni e ai servizi per evitare esiti imprevedibili e disastrosi sul sistema della giustizia e il rischio di una vera e propria paralisi.

 

Il senatore CENTARO (FI) rileva che, anche in presenza di esigenze di risparmio, le spese per la giustizia, al pari di quelle per la sanità e per la sicurezza non dovrebbero subire variazioni potendo semmai essere oggetto di una più congrua razionalizzazione.

Egli osserva quindi, con riferimento alle considerazioni del sottosegretario Scorti, che limitare al 2001 l'identificazione del termine a quo dal quale si fa iniziare il deterioramento delle risorse disponibili per la giustizia manifesta una maliziosa volontà di addebitare ai Governi del centro destra problemi ben più annosi, ed anzi di addossare alla passata maggioranza la maggiore responsabilità delle riduzioni di spesa, laddove invece la prevista progressiva riduzione annuale del 13 per cento fino al 2009, rappresenta un sacrificio esponenziale di notevole rilevanza, integralmente addebitale al Governo in carica.

L'oratore concorda con le osservazioni del senatore D'Ambrosio sui limiti della legge Carotti in riferimento in particolare al ruolo abnorme assunto dell'udienza preliminare in palese contrasto con la celerità e l'asserita natura accusatoria del processo penale.

La riduzione delle spese per beni e servizi in particolare quella inerente al parco macchine costituisce un grave vulnus alle esigenze di sicurezza soprattutto per le esigenze di spostamento dei sostituti procuratori antimafia.

Dopo aver valutato con sorpresa il silenzio dei capi delle procure sulle drastiche riduzioni di spesa proposte dall'attuale Governo, che pure dovrebbe determinare l'aggravamento delle carenze per cui si protestava all'epoca dei Governi di centrodestra, l'oratore si sofferma sulla incongruenza tra gli interventi della legge finanziaria in materia di giustizia e le auspicate riforme in materia, le quali necessitano al contrario di stanziamenti rilevanti.

Il senatore Centaro preannuncia infine che la Casa delle libertà si impegnerà per un sensibile aumento degli stanziamenti previsti e per evitare la fictio contabile prevista nella legge di bilancio con la quale l'incremento di stanziamento viene accantonato ma reso indisponibile per essere incamerato come residuo passivo dal tesoro, proponendo una possibile utilizzazione di quel residuo.


GIUSTIZIA (2a)

Martedì28 novembre2006

42a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

SALVI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 5, 5-bis e 5-ter) Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta del 23 novembre scorso.

 

Il presidente SALVI dà la parola al rappresentante del Governo per alcune precisazioni in merito alla relazione svolta nella seduta precedente.

 

Il sottosegretario SCOTTI precisa che la riduzione verificatasi nel periodo 2001-2006 pari al 52 per cento dell'ammontare precedente si riferisce a stanziamenti per beni e servizi e che quindi, se si tiene conto degli incrementi retributivi del personale dipendente per effetto della stipula di nuovi contratti di lavoro o per incrementi di organico con relativa copertura, la percentuale si riduce di consistenza.

Per quanto concerne il decremento, pari al 13 per cento, l'oratore osserva che tale percentuale non è riferita al solo anno 2007, nel quale caso andrebbe correttamente moltiplicata per tre, ma è indicata come riduzione media complessiva per l'intero triennio derivante da una somma algebrica che vede, quale addendo positivo, lo stanziamento supplementare in favore della giustizia di 230 milioni in più per il 2007 e di ulteriori 200 milioni in più per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

In riferimento al problema dei precari il rappresentante del Governo osserva che il disegno di legge finanziaria prevede l'assunzione di personale a tempo indeterminato nei limiti di una spesa pari al 20 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente, nonché consente la stabilizzazione del rapporto di lavoro di una parte del personale non dirigente e prevede altresì ulteriori assunzioni, pur circoscritte e limitate, secondo le procedure di mobilità. L'oratore osserva che il disegno di legge finanziaria prevede soltanto un assorbimento parziale del personale precario, anche in ragione della difficoltà di inserimento dei precari nei diversi livelli di organico dell'amministrazione della giustizia e tenendo conto che il personale assunto a tempo determinato non può essere stabilizzato se non a seguito di prove selettive.

Il rappresentante del Governo dichiara infine che il Ministero sta valutando con attenzione la soluzione da adottare, anche in ragione del fatto che l'eventuale licenziamento dei precari che hanno già maturato la necessaria esperienza rischia di creare un'ulteriore crisi della macchina giudiziaria, oltre a suscitare una forte comprensibile reazione degli interessati e delle organizzazioni sindacali.

 

Il presidente SALVI, dopo aver ringraziato il Governo per quanto precisato, avverte che proseguirà la discussione generale.

 

Il senatore MANZIONE (Ulivo) rileva preliminarmente che, benchè la valutazione relativa al bilancio di previsione 2007 svolta dal presidente Salvi debba tenere conto

degli obiettivi di risanamento economico, il rapporto fra stanziamenti complessivi e percentuale imputabile al Ministero della giustizia, pari all'1,6 per cento, appare assolutamente insoddisfacente. Ad avviso dell'oratore, risulta altresì preoccupante la curva negativa di decremento costante dei fondi della giustizia la quale registrerebbe - secondo le indicazioni del rappresentante del Governo - una riduzione pari al 65 per cento circa nel periodo 2001-2009.

Il senatore chiede quindi al Governo quali siano stati i reali effetti del decreto Bersani relativamente al blocco delle anticipazioni delle spese di giustizia da parte della Poste italiane; se i residui passivi ancora esistenti possano ritenersi imputabili ad inefficienze di gestione; se i fondi stanziati per l'informatica possano considerarsi compatibili con le necessità effettive del sistema; se sia possibile giudicare sufficienti i fondi per l'edilizia penitenziaria e la loro prevista utilizzazione anche con riferimento al dibattito svolto in Commissione in sede di formulazione del parere sull'atto del Governo n.30.

L'oratore osserva quindi che gli stanziamenti per i servizi sanitari e farmaceutici in ambito penitenziario risultano palesemente insufficienti e chiede al Governo di palesare alla Commissione se intenda adottare opportuni interventi di prevenzione, oltre ai necessari ed urgenti interventi di prima necessità.

In conclusione il senatore Manzione chiede al Governo chiarimenti in merito al comparto relativo al capitolo 1360 nel quale sono ricomprese le spese di gratuito patrocinio, e a quello relativo all'effettiva copertura e sufficienza della pianta organica della polizia penitenziaria, nonchè in merito agli stanziamenti imputabili all'amministrazione penitenziaria dopo l'ultimo aumento di 15 milioni di cui alla seconda nota di variazione.

 

Il senatore DI LELLO FINUOLI (RC-SE) dopo aver preso atto che le esigenze di risanamento economico impongono una riduzione notevole delle spese in tutti i settori dell'amministrazione dello Stato, rileva con rammarico i rischi che l'amministrazione della giustizia può correre a fronte di una così incidente riduzione di stanziamento.

Il senatore si sofferma in particolare sullo status di quanti, pur essendo risultati vincitori di concorso indetto dal Ministero della giustizia per l'assunzione di 40 dottori di statistica, non sono stati ancora assunti per mancanza di fondi sufficienti.

Ad avviso dell'oratore occorre inoltre adottare misure idonee per stabilizzare i lavoratori precari, compresi coloro, quali gli operatori dei sistemi informatici di trascrizione, che formalmente risultano dipendenti da soggetti intermediari i quali, esercitando nei confronti dei lavoratori delle forme di vero e proprio "caporalato", sfruttano a fini di lucro una professionalità della quale non sono titolari, senza garantire ai lavoratori stessi alcuna forma di tutela, né fornire alcun valore aggiunto sotto il profilo della formazione professionale. L'oratore auspica al riguardo che il Ministero anche a fini di risparmio proceda ad assumere direttamente questi tecnici senza fare ricorso alle società di outsourcing.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) rileva che la legge finanziaria per il 2007 rappresenta la seconda resa del nuovo Governo in materia di politica della giustizia, dopo la prima resa, rappresentata dall'approvazione a larghissima maggioranza della legge sull'indulto.

Il senatore osserva che il precedente Governo, nonostante le critiche di quanti accusavano la maggioranza di centrodestra di voler ridurre le spese di giustizia per determinarne la paralisi, ha sempre progressivamente incrementato gli stanziamenti complessivi per il Ministero della giustizia.

Quanto alle scelte di politica economica del Governo in carica il senatore si interroga su come possa funzionare il sistema giudiziario italiano a fronte di una così drastica riduzione di spesa, anche in considerazione dell'abrogazione, contenuta nel cosiddetto decreto Bersani, delle anticipazioni di spesa che le Poste italiane erano obbligate a effettuare e che garantivano all'amministrazione giudiziaria di poter continuare a lavorare.

Il relatore valuta infine positivamente il mantenimento della copertura finanziaria per l'attuazione della riforma dell'ordinamento giudiziario, come pure lo stanziamento di 100 milioni di euro per l'edilizia penitenziaria e giudiziaria.

In conclusione il senatore stigmatizza i tagli alle retribuzioni dei magistrati e i rischi per la dignità professionale di un ufficio così delicato, con il pericolo di vedere lesi indirettamente i principi costituzionali a tutela dell'autonomia e della indipendenza dei giudici.

 

Il senatore CASSON (Ulivo) esprime la sua profonda preoccupazione per le notevoli riduzioni di stanziamento che subisce la Commissione giustizia a seguito della legge finanziaria per il 2007.

In particolare rileva con rammarico l'incremento del trend negativo rispetto al Governo precedente, l'insufficienza di personale nonché la drammatica situazione dei precari la cui mancata regolarizzazione rischia di provocare forti tensioni all'interno delle amministrazioni giudiziarie. Dopo aver valutato l'incongruenza fra la riduzione di spesa e le esigenze di informatizzazione del settore della giustizia e di riqualificazione dell'edilizia penitenziaria, l'oratore osserva che il giudizio sul bilancio e sulla finanziaria 2007, per quanto di competenza della Commissione giustizia, può essere positivo solo in un'ottica complessiva di risanamento a fronte della quale risulta recessiva ogni altra valutazione di merito.

 

Il presidente SALVI rinvia quindi il seguito della discussione generale alla seduta pomeridiana odierna.

 


GIUSTIZIA (2a)

Martedì28 novembre2006

43a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

SALVI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 5, 5-bis e 5-ter) Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana odierna.

 

Il presidente SALVI avverte che proseguirà la discussione generale.

 

Il senatore CARUSO (AN), a nome del suo Gruppo, esprime una valutazione complessivamente negativa del disegno di legge finanziaria e di bilancio per quanto concerne l'amministrazione della giustizia.

Secondo quanto rilevato infatti dallo stesso sottosegretario Scotti, mentre si arresta l'incremento della percentuale di risorse destinate alla giustizia sul complesso della spesa pubblica verificatosi negli scorsi anni, si prevede una riduzione per il prossimo triennio del 13 per cento delle risorse per beni e servizi disponibili al netto delle spese obbligatorie per il personale.

Anche negli anni passati, invero, l'amministrazione della giustizia ha dovuto sopportare un'analoga contrazione delle risorse disponibili per i beni ed i servizi, quantificata dal sottosegretario Scotti nella misura di una riduzione del 52 per cento nel periodo 2001-2006. Mentre però non si può non valutare con viva preoccupazione il negativo effetto esponenziale che l'ulteriore riduzione prevista per il prossimo triennio potrà determinare per il funzionamento della giustizia, occorre altresì considerare che la prevista contrazione delle risorse disponibili al netto di quelle per le retribuzioni appare preoccupante non solo per l'entità, ma anche per le modalità con cui viene disposta, che si caratterizzano per un sostanziale automatismo che rischia di vanificare qualsiasi progettualità e di frustrare qualsiasi tentativo di programmazione del futuro da parte di strutture notoriamente di scarsa elasticità quali sono le amministrazioni pubbliche.

Nell'osservare come una delle manifestazioni di tale mancanza di progettualità si può riscontrare nell'incapacità di utilizzare l'occasione offerta dal pur criticabile provvedimento di amnistia per intervenire sul patrimonio carcerario, il senatore Caruso si sofferma sull'opportuna modifica al disegno di legge finanziaria introdotta dalla Camera dei deputati che ha consentito di ripristinare in bilancio la tradizionale posta per l'adeguamento dell'edilizia penitenziaria, carceraria e minorile; si tratta evidentemente di una modifica del testo originariamente presentato dal Governo che si presta a valutazioni di segno opposto, nel senso che se da un lato deve essere valutato positivamente il mantenimento della suddetta posta di bilancio, dall'altra parte ci si deve rammaricare del fatto che questa non venga aumentata. In ogni caso sarà importante per il Parlamento valutare al momento opportuno le scelte del Governo in merito alla ripartizione di tali risorse.

Infine il senatore Caruso fa presente quanto sarebbe stato opportuno, tanto più in considerazione dei tagli operati alle risorse necessarie per il funzionamento del sistema, accompagnare la finanziaria con l'adozione, sia in via legislativa sia in via amministrativa, di protocolli diretti all'ottimizzazione dell'organizzazione degli uffici e alla riduzione degli sprechi.

 

Il presidente relatore SALVI, dopo aver dichiarata chiusa la discussione generale, osserva che alla luce del dibattito in Commissione sono emersi molteplici punti di criticità in ordine allo stanziamento previsto dalla legge finanziaria 2007 per il settore della giustizia. In primo luogo rileva che, per quanto il rapporto percentuale rispetto all'esercizio precedente resti invariato - naturalmente se paragonato alle previsioni per il 2006 e non al consuntivo, che tiene conto anche delle risorse stanziate a seguito dell'approvazione di leggi - la carenza di risorse per la giustizia crea un problema di funzionalità degli uffici giudiziari medesimi, in riferimento al quale il relatore auspica che il Governo adotti misure sostanziali.

Altra questione emersa nel corso del dibattito è quella della collocazione dei precari, non soltanto di coloro che dipendono direttamente dall'amministrazione giudiziaria ma anche coloro che vi operano con meccanismi di intermediazione di manodopera.

Il relatore preannuncia che integrerà la proposta di parere sulla finanziaria con le osservazioni avanzate dai senatori intervenuti.

 

Il sottosegretario SCOTTI, dopo aver ribadito, come già argomentato nella seduta antimeridiana, che il decremento pari al 13 per cento non è riferito al solo 2007 ma concerne la riduzione media complessiva per l'intero triennio 2007-2009, si sofferma sugli effetti dell'abolizione delle anticipazioni di spesa che le poste italiane erano obbligate ad effettuare all'amministrazione giudiziaria, rilevando che ciò ha comunque determinato un risparmio notevole.

In riferimento all'impossibilità da parte del Ministero della giustizia di pagare i giudici onorari l'oratore osserva che, dopo un periodo di insolvenza, a partire dal mese scorso tutte le corti di giustizia hanno provveduto a regolarizzare i pagamenti. Quanto al mancato incremento per gli investimenti per la nuova edilizia penitenziaria il rappresentante del Governo mette in luce il dato positivo di un incremento di cento milioni di euro per opere di ristrutturazione per l'edilizia giudiziaria e penitenziaria esistente.

In merito alla contestata riduzione delle spese sanitarie e farmaceutiche nei locali di detenzione l'oratore rileva che mentre in passato tutto il servizio sanitario era a carico del bilancio del Ministero della giustizia, oggi solo la terapia di urgenza nella struttura carceraria è garantita e finanziariamente coperta dall'amministrazione giudiziaria, mentre tutte le prestazioni che eccedono l'emergenza sono a carico delle ASL.

Per quanto concerne infine la questione dei precari il Sottosegretario precisa che l'assunzione dei 40 dottori di statistica cui faceva riferimento il senatore Di Lello Finuoli, ritardata per mancata dotazione di competenze di cassa, avverrà a breve essendo già stato iscritto nel capitolo di bilancio l'onere di pagamento relativo. Più delicata è lo status dei fonotrascrittori che, pur lavorando al Ministero, risultano formalmente dipendenti di società di outsourcing: per essi non vi sarebbe allo stato la dotazione necessaria per un'assunzione a tempo indeterminato .

 

Dopo un breve intervento del senatore CENTARO (FI) il quale auspica per i precari almeno una proroga del contratto di lavoro di un anno, il sottosegretario SCOTTI fa presente che il Ministero della giustizia ha già segnalato il problema alla funzione pubblica, da cui attende una risposta.

 

Il presidente SALVI ricorda che alle ore 17 scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla Tabella 5 allegata al disegno di legge n.1184 e degli ordini del giorno ai disegni di legge nn. 1183 e 1184 e pertanto sospende la seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 16,20, riprende alle ore 17,30.

 

Il presidente SALVI avverte che si passerà all'illustrazione degli emendamenti riferiti al disegno di legge n.1183, recante disposizione per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).

 

Il senatore CENTARO (FI), in assenza della presentatrice, senatrice Burani Procaccini, fa proprio l'ordine del giorno 0/1183/1/2a.

 

Il RELATORE si rimette al Governo.

 

Il sottosegretario SCOTTI, dopo alcune precisazioni del senatore Centaro, si dichiara disponibile ad accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione.

 

Il senatore CENTARO (FI), pertanto, non insiste per la votazione.

 

La senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE), in assenza della presentatrice, senatrice Nardini, fa proprio l'ordine del giorno 0/1183/2/2a , che rinuncia ad illustrare.

 

Il RELATORE si rimette al Governo.

 

Il sottosegretario SCOTTI si dichiara disponibile ad accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione.

 

Il senatore CARUSO (AN), intervenendo per dichiarazione di voto, si dichiara decisamente contrario all'accoglimento dell'ordine del giorno rilevando come le soluzioni ivi proposte per la soluzione dei problemi dell'edilizia giudiziaria di Bari, e in particolare le auspicate forme di concertazione fra Ministero della difesa e Ministero della giustizia ai fini del mutamento di destinazione di alcune caserme, rischino di perpetuare e aggravare la crisi della giustizia a Bari.

Va infatti considerato che già oggi l'edilizia giudiziaria a Bari è dispersa sul territorio con oneri pesanti anche a causa dei costi di locazione di talune strutture.

A tale situazione si sarebbe dovuto da tempo ovviare attraverso la realizzazione della cosiddetta "cittadella della giustizia" nella zona antistante lo stadio, una soluzione che si sarebbe potuta conseguire con costi estremamente convenienti, cosa che non è accaduta essenzialmente per l'inescusabile inerzia del Comune di Bari.

E' evidente che l'ipotesi di intesa fra il Ministero della giustizia e il Ministero della difesa, mentre appare estremamente aleatoria considerata la scarsa disponibilità manifestata negli anni passati da parte della difesa a cedere i propri immobili, si tradurrebbe in un'ulteriore dispersione degli uffici giudiziari, oltretutto con oneri notevoli per la necessaria ristrutturazione delle caserme.

 

La senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE) insiste per la votazione, sottolineando l'urgenza di dare risposta alle esigenze del settore giustizia a Bari.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) preannuncia la propria astensione osservando fra l'altro che, ove il Governo intendesse dare realmente attuazione a quanto richiesto dall'ordine del giorno, Bari finirebbe per assorbire l'intera disponibilità del capitolo per l'adeguamento dell'edilizia giudiziaria e penitenziaria.

 

Il senatore BUCCICO (AN) annuncia la propria astensione.

 

L'ordine del giorno, posto ai voti, è approvato.

 

Il PRESIDENTE avverte che sono stati presentasti ordini del giorno al disegno di legge n. 1183 ed invita i presentatori ad illustrarli.

 

Il senatore DI LELLO FINUOLI (RC-SE) osserva che gli ordini del giorno da lui presentanti riflettono le osservazioni da lui svolte in sede di discussione generale e non necessitano pertanto di illustrazione.

 

La senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE) illustra l'ordine del giorno 0/1184/3/2a/Tab. 5 rilevando che la riduzione, in termini di competenza, di circa 100 milioni di euro, del capitolo di spesa 1360, comprendente anche le spese per il gratuito patrocinio, costituisce un grave vulnus all'esercizio del diritto della difesa in ogni grado e stato del giudizio anche per i cittadini meno abbienti.

La senatrice, nell'illustrare l'ordine del girono 0/1184/4/2a/Tab. 5, rileva che la necessità di procedere al reinserimento sociale dei tossicodipendenti affetti da HIV non consente la riduzione prevista del relativo capitolo di spesa comprendente i trattamenti sociosanitari, mentre, in sede di illustrazione dell'emendamento 0/1184/5/2a/Tab. 5 si sofferma sulla opportunità di privilegiare il ripristino delle strutture penitenziarie e carcerarie presenti sul territorio nazionale rispetto alla costruzione di nuove strutture.

 

Il senatore CARUSO (AN) esprime, a nome del Gruppo, un giudizio favorevole sull'ordine del giorno presentato dal senatore Di Lello in merito alla assunzione dei quaranta periti informatici vincitori di concorso, nonché sull'ordine del giorno presentato dalla senatrice Boccia concernente la necessità di non decurtare le spese per il gratuito patrocinio, mentre ritiene inattuali le preoccupazioni cui dà voce l'ordine del giorno, anch'esso presentato dalla senatrice Boccia, in materia di reinserimento sociale dei detenuti affetti da HIV, osservando che negli ultimi dieci anni il problema si è progressivamente ridimensionato grazie al declino del fenomeno. Quanto all'ordine del giorno in materia di rifacimento delle strutture penitenziarie esistenti, l'oratore esprime la sua contrarietà, ritenendo impossibile ed economicamente svantaggioso procedere al ripristino di strutture che, nella maggior parte dei casi, dovrebbero essere costruite ex novo.

 

Il senatore MANZIONE (Ulivo) concorda con la senatrice Boccia in riferimento all'ordine del giorno relativo alle spese per il gratuito patrocinio e a quello in materia di reinserimento sociale dei detenuti sieropositivi, mentre palesa alcune perplessità in riferimento all'ordine del giorno relativo all'edilizia residenziale pubblica

 

Il senatore CASTELLI (LNP) ritiene velleitario ed utopistico l'ordine del girono sulle spese per il gratuito patrocinio , mentre concorda sulla necessità di ripristinare, attraverso un restauro razionale e mirato, le strutture penitenziarie esistenti.

 

Il senatore CENTARO (FI) concorda con l'ordine del girono del senatore Di Lello Finuoli relativo alla opportunità di assumere i quaranta dottori statistici vincitori del concorso, mentre, in riferimento all'ordine del giorno, anch'esso presentato dal senatore Di Lello Finuoli sull'assunzione mediante procedure di evidenza pubblica dei sistemisti informatici, pur condividendone il merito, esprime alcune perplessità sulla terminologia. Concorda con l'ordine del giorno della senatrice Boccia sull'opportunità di non decurtare le spese per il gratuito patrocinio , mentre, in riferimento al tema dell'inserimento sociale dei detenuti affetti da HIV concorda con le osservazioni del senatore Caruso.

L'oratore dichiara infine di astenersi sull'ordine del giorno relativo alla ristrutturazione delle carceri.

 

Il senatore D'ONOFRIO (UDC) manifesta la propria condivisone sugli ordini del giorno presentati dal senatore D Lello Finuoli, sull'assunzione dei dottori statistici e sulla necessità di assumere per concorso i sistemisti informatici.

In tema di gratuito patrocinio manifesta la sua personale sofferenza di fronte al rischio di possibile compressione del diritto fondamentale di difesa in ogni stato e grado del giudizio, esprimendo altresì il proprio parere favorevole sull'ordine del giorno relativo al reinserimento dei tossicodipendenti detenuti, nonché a quello relativo al ripristino delle strutture carcerarie, rilevando la necessità di proceder al restauro soprattutto laddove la struttura risulti inutilizzabile.

 

Il RELATORE esprime parere favorevole sugli ordini del giorno presentati.

 

Il sottosegretario SCOTTI accoglie l'ordine del giorno n. 1, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno n. 2, n. 3, n. 4 e n. 5, tutti condivisibili nel merito, ma, in ragione dei vincoli di bilancio imposti dalla finanziaria, non è possibile impegnare il governo se non con una raccomandazione.

 

Il senatore DI LELLO FINUOLI (RC-SE) e la senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE) non insistono per la votazione.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passerà all'esame dell'emendamento 2a-5-Tab.5.1, presentato dalla senatrice Boccia.

 

Il PRESIDENTE avverte che si passerà all'esame di un emendamento alla Tabella 5 allegata al disegno di legge n.1184.

 

La senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE) illustra l'emendamento 2a-5-Tab.5.1 diretto ad assicurare adeguate risorse, che peraltro restano comunque insufficienti, alla sanità carceraria, che nel sistema attuale continua a svolgere una funzione importante, essendo ben lontano l'obiettivo dell'integrazione dell'universo carcerario nel sistema sanitario nazionale.

 

Rispondendo ad una richiesta di chiarimenti del RELATORE, il sottosegretario SCOTTI fa presente che l'emendamento proposto dalla senatrice Boccia stornerebbe l'intera dotazione destinata alle spese del Gabinetto del Ministro, spese che certamente sono piuttosto rilevanti in particolare in relazione ad una serie di impegni di carattere europeo e internazionale che peraltro sono in parte necessari anche per il funzionamento degli uffici di cinque sottosegretari.

 

Il senatore CARUSO (AN) condivide lo spirito dell'emendamento presentato dalla senatrice Boccia, che ha il merito di mettere in evidenza la grave situazione in cui versa la sanità carceraria, della quale peraltro nella scorsa legislatura la Commissione ha potuto prendere diretta cognizione attraverso un programma di sopralluoghi nelle carceri.

Nel cogliere l'occasione per segnalare al sottosegretario Scotti, come già aveva fatto con i suoi predecessori, il grave problema della mancanza nelle farmacie delle carceri di medicinali indispensabili per le terapie di supporto a sindromi depressive e a nevrosi particolarmente diffuse nell'ambiente carcerario, egli osserva però come da un lato non vadano sottovalutate le esigenze di funzionamento del Gabinetto del Ministro e, dall'altro, come, evidentemente non certo per responsabilità della presentatrice dell'emendamento, l'unità previsionale di base a favore della quale si propone di stornare una cifra di 3 milioni e mezzo di euro è competente per svariate e disparate materie, sicché l'approvazione dell'emendamento non appare idonea a garantire che vengano effettivamente conseguite le finalità di sostegno alla sanità carceraria.

Egli propone quindi alla senatrice di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno.

 

Dopo un intervengo del sottosegretario SCOTTI sulla disciplina e la prassi della somministrazione di antidepressivi nelle strutture penitenziarie, il senatore D'AMBROSIO (Ulivo) suggerisce alla senatrice Boccia di modificare l'emendamento da lei proposto nel senso di ridurre la variazione proposta, in modo da non esaurire completamente le risorse disponibili per il funzionamento del Gabinetto.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) invita la senatrice Boccia a ritirare il suo emendamento. Sulla base della sua esperienza di Ministro della giustizia del precedente Governo, egli ritiene,infatti, che la sottrazione in questione di risorse al Gabinetto e agli uffici alla dirette dipendenze del Ministro possa determinare la paralisi di importanti attività istituzionali, senza considerare che nel bilancio della giustizia, a differenza di quanto avviene per altri Ministeri, la dotazione assegnata al Gabinetto appare particolarmente consistente perchè nella classificazione in uso presso questo Ministero vengono attribuiti a tale unità previsionale anche oneri che, in realtà nulla hanno a che fare con le attività degli uffici del Ministro e del Sottosegretario.

 

Dopo un intervento del senatore CASSON (Ulivo), che si dichiara sostanzialmente favorevole al contenuto dell'emendamento, il senatore BUCCICO (AN), nel manifestare la propria condivisione alle considerazioni del senatore Caruso circa l'opportunità di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno, annuncia che comunque, qualora la senatrice Boccia dovesse insistere per la votazione, egli esprimerà un voto favorevole. Egli condivide infatti la necessità di affrontare con decisione il gravissimo stato in cui versa la sanità carceraria, caratterizzato da carenza assoluta di strutture sanitarie - negli istituti di minori dimensioni vi è spesso solo un'infermeria affidata a personale paramedico - e deplora l'assoluta irrilevanza, nell'ambito di una politica sanitaria delle carceri, del ricorso al ricovero in ospedale pubblico, che viene negato, se non in casi gravissimi, per la convergente resistenza dei magistrati di sorveglianza e dell'amministrazione penitenziaria, che nel ricovero in struttura pubblica vedono soprattutto un onere per l'amministrazione.

 

Dopo un intervento del senatore MANZIONE (Ulivo) che chiede al sottosegretario Scotti precisazioni in ordine alla finalizzazione delle risorse di cui si chiede la variazione, il sottosegretario SCOTTI che la quantificazione delle predette risorse è stata effettuata tenendo conto della media di quelle che si sono rese necessarie negli anni precedenti per l'espletamento delle attività istituzionali del Ministro e dei Sottosegretari.

Egli si rimette comunque alle decisioni della Commissione.

 

Dopo che la senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE) ha manifestato la sua disponibilità a modificare l'emendamento nel senso indicato dal senatore D'Ambrosio, il senatore VALENTINO (AN) si associa all'invito a trasformare l'emendamento in un ordine del giorno di carattere estremamente puntuale, osservando che in questo caso la finalità di garantire adeguate risorse alla sanità penitenziaria può certamente essere meglio perseguita attraverso l'assunzione di impegni precisi e specifici da parte del Governo piuttosto che attraverso uno storno di risorse, peraltro necessarie per le attività istituzionali del Ministero, a favore di una posta in bilancio dalla finalizzazione quanto mai generica.

 

Concorda il senatore D'AMBROSIO(Ulivo).

 

Dopo che il senatore CENTARO (FI) ha manifestato la sua intenzione di aggiungere la propria firma all'emendamento in discussione, ovvero ad un ordine del giorno che persegua identiche finalità, la senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE) si dichiara disponibile a trasformare l'emendamento in un puntuale ordine del giorno, che si riserva di formulare per la seduta di domani, sia in considerazione dell'opportunità di garantire la più ampia condivisione alla sua iniziativa da parte di tutte le componenti della Commissione e anche del Governo, sia perchè effettivamente l'eventuale approvazione dell'emendamento da lei presentato non garantirebbe l'effettiva utilizzazione delle risorse impegnate per lo sviluppo della sanità penitenziaria.

 

Il seguito della discussione è quindi rinviato.


ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE N° 1183

 

0/1183/1/2a

Burani Procaccini

La 2 Commissione permanente del Senato,

     in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

 

premesso che:

per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati, l'impostazione della normativa e le competenze del Comitato per i minori stranieri attualmente prendono in esame in primo luogo l'ipotesi del rimpatrio assistito, nella tutela del superiore interesse del minore. Tale indirizzo, condivisibile in linea di principio, appare però inadeguato a dare risposte a tutti i numerosissimi casi di minori stranieri non accompagnati segnalati ogni anno sul territorio italiano. L'esigenza di compiere indagini accurate nel Paese d'origine del minore per verificare se esistano le condizioni perii rimpatrio assistito, la frequente carenza di informazioni adeguate, la difficoltà di identificare con certezza il minore, fanno sì che solo per una minima parte dei minori segnalati il Comitato possa giungere a disporre il rimpatrio assistito. I dati a tale riguardo sono eloquenti: su 46.213 segnalazioni di minori stranieri non accompagnati giunte al Comitato dal 2000 al 30 settembre 2005, i provvedimenti di rimpatrio assistito sono stati 796 (pari aIl'1,7%). È chiaro che il rimpatrio assistito è un caso quantitativamente «residuale» e che l'afflusso di minori stranieri non accompagnati è numericamente elevato, quindi, se da un lato è necessario continuare ad assicurare il rimpatrio assistito ai minori per i quali è possibile attuarlo, soprattutto ai fini del ricongiungimento familiare, è necessario prendere atto che il rimpatrio non costituisce una via risolutiva;

essendo reale, come dimostrato dai recenti episodi di cronaca, il rischio di un binario parallelo che, partendo dai soggiorni solidaristici, aggiri le norme vigenti per l'adozione internazionale, è opportuno precisare che l'adozione nominativa non può che essere un'eccezione alle regole generali, frutto fisiologico di un numero elevato di esperienze di accoglienza temporanea;

riguardo al problema dei minori impiegati in attività di accattonaggio, si può anzitutto osservare che le considerazioni sopra formulate riguardo a strumenti per seguire più puntualmente i minori stranieri non accompagnati potranno contribuire a ridurre alcuni aspetti del fenomeno. Tuttavia, una parte rilevante dei minori coinvolti non sono giuridicamente definibili «non accompagnati», anche se spesso sono di fatto «male accompagnati»;

in materia di soggiorni solidaristici è evidente la necessità che debbano essere connessi sempre più strettamente a progetti qualificati, che vadano oltre la pur importante dimensione del risanamento della salute dei minori provenienti dalle aree della Bielorussia e dell'Ucraina vicine a Chernobyl (che oggi costituiscono circa il 90% del totale). È necessario avere un quadro progettuale più vasto verso i minori, che investa i temi della salute, del sostegno familiare, della formazione e dell'avviamento professionale; tale quadro dovrebbe coinvolgere oltre alle famiglie, anche gli enti locali e le fondazioni e associazioni, e dovrebbe realizzarsi in un'ottica di maggior regolamentazione e di piena trasparenza;

 

impegna il Governo a:

impostare la normativa in materia in modo diverso, centrandola maggiormente sui progetti per i minori che restano in Italia (come è loro diritto, proprio perché minori non possono essere espulsi), prevedere percorsi individuali almeno fino alla maggiore età, ed elaborare programmi capaci di raggiungerli capillarmente e indirizzarli verso un futuro di integrazione e di legalità – se resteranno in Italia da adulti – o di prospettive positive nel loro Paese, se vi faranno ritorno;

collocare il Comitato – con responsabilità ampliate nei confronti di tutti i minori non accompagnati – presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri o presso il Ministero dell'Interno, al fine di favorire una maggiore unitarietà e incisività di intervento;

introdurre una norma specifica, che renda trasparente e partecipato da parte del minore un percorso così particolare verso l'adozione. Tale direzione è indicabile nell'istituto dell'affidamento familiare internazionale. Le modalità pratiche di attuazone andranno concordate anche tramite accordi bilaterali con i Paesi di provenienza dei minori e ciò consentirebbe di arricchire la gamma delle possibilità di intervento nei confronti dei minori stranieri, rendendola più flessibile e consentendo di rispondere alle varietà di situazioni di abbandono o semi abbandono che difficilmente possono trovare risposte adeguate nell'attuale configurazione dell'adozione internazionale;

istituire un albo delle associazioni che si occupano dei soggiorni solidaristici. Appare anche auspicabile che l'esperienza dei soggiorni solidaristici si apra maggiormente anche verso i minori provenienti da altri Paesi e situazioni di difficoltà. Prevedere inoltre, per i minori presenti in Italia per soggiorno solidaristici, il rilascio di un permesso di soggiorno specifico, anche per consentire maggiore elasticità riguardo ai tempi di permanenza dei minori stessi, in relazione ai progetti che li riguardano;

applicare la normativa esistente, in modo costante e capillare coordinando gli interventi delle istituzioni e dei servizi preposti – forze di polizia, polizie municipali, servizi sociali – e moltiplicando le iniziative ad hoc avviate in alcuni Comuni (sul modello del Centro di contrasto alla mendicità infantile allestito dal Comune di Roma);

istituire il Garante nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza. Solo con l'istituzione di una figura unitaria di riferimento, le varie problematiche concernenti l'infanzia potrebbero avere un'adeguata risposta sia sotto il profilo della prevenzione che del coordinamento degli interventi a tutela dell'infanzia. Il Garante potrebbe altresì avere una visione d'insieme delle molteplici e apprezzabili iniziative di accoglienza e di sostegno avviate da numerosi Enti locali – di diverse dimensioni, da grandi città a comuni medio piccoli – nelle varie zone del Paese.

 

0/1183/2/2a

Nardini

La 2a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

 

premesso che:

la tabella D, della Legge Finanziaria per il 2007 reca, alla rubrica Ministero della Giustizia, il rifinanziamento per 100 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009, degli investimenti per l'edilizia penitenziari a e giudiziaria;

l'esercizio dei servizi relativi alla giustizia è un compito essenziale dello Stato, previsto dall'articolo 110 della Costituzione, che attribuisce al Ministro della Giustizia l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia;

condizione essenziale per garantire una amministrazione della giustizia efficace e adeguata è rappresentata dalla disponibilità di strutture e immobili idonei;

sotto questo profilo è emblematico lo stato di disagio in cui versano gli uffici adibiti alle attività giudiziarie della città di Bari, capoluogo di Regione, a causa delle gravi carenze strutturali ed infrastrutturali, sotto il profilo degli edifici in cui viene amministrata la giustizia, con pesanti conseguenze, in termini di disservizi, per gli operatori e i cittadini;

la grave situazione che si è determinata nella città di Bari deriva da cause risalenti nel tempo; più precisamente, fin dagli anni novanta, a Bari emerge, senza trovare soluzione, la questione dell'ampliamento e adeguamento delle sedi giudiziarie; negli anni novanta si pervenne a prospettare il progetto del polo giudiziario nel quartiere «Libertà», nell'ambito del piano di riqualificazione del suddetto quartiere, con il conferimento dell'incarico per il progetto del secondo palazzo di giustizia, approvato nel marzo 2000 dalla commissione di manutenzione presso la corte di appello; nel giugno 2000 la commissione di manutenzione approvò il progetto «definitivo» del primo stralcio per un importo di 36 miliardi di lire, finanziato dal Ministero; lo stralcio fu quindi approvato dal Provveditorato alle opere pubbliche per la Puglia, competente per i limiti di importo, e successivamente, dalla giunta municipale con delibera n. 763 del 23 giugno 2000; nell'ottobre del 2000 il Ministero ha stanziato ulteriori 50 miliardi di lire, per il finanziamento del secondo stralcio, che sono andati ad aggiungersi ai 36 miliardi destinati al finanziamento del primo stralcio; le opere progettate non sono mai state realizzate, per cui, in conclusione, sono stati perduti sia il finanziamento del primo stralcio per 36 miliardi, che già era stato concesso, sia il finanziamento del secondo stralcio per 50 miliardi, che era stato stanziato;

a partire da ottobre 2001 prende consistenza il progetto alternativo della «cittadella della giustizia», da realizzarsi fuori della città, su suoli con destinazione agricola sulla base del vigente piano regolatore del comune di Bari;

nella città si è sviluppato un ampio dibattito sulla questione, con la costituzione di un comitato formato da numerosi cittadini ed associazioni a sostegno di iniziative finalizzate a garantire l'esercizio della giustizia in strutture adeguate;

il 10 ottobre 2006 si è tenuto a Roma, presso il Ministero della giustizia, un incontro, promosso dal Ministro, con i rappresentanti del Comune e della Provincia di Bari, nel quale il Ministro stesso, dopo aver preso atto della situazione di gravità dell'edilizia giudiziaria a Bari, ha prospettato la possibilità – già realizzata per l'edilizia giudiziaria a Milano – di pervenire alla stipula di un accordo di programma tra Ministero ed istituzioni locali al quale il Governo partecipa sia mediante finanziamenti, sia mediante gli immobili demaniali rappresentati dal palazzo di giustizia e dalla casa circondariale siti in Bari;

il disegno di legge finanziaria in esame prevede altresì al comma 13 dell'articolo 16 l'inserimento di due cummi aggiunti vi all'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla leggo 23 novembre 2001, n. 410, con i quali si prevede, tra l'altro, la possibilità, da parte del Ministero della difesa, di individuare beni immobili di proprietà dello Stato, mantenuti in uso al suddetto dicastero per finalità istituzionali, che siano suscettibili di permuta con gli enti territoriali;

nella città di Bari sussiste un numero considerevole di immobili di proprietà dello Stato che potrebbero essere individuati nell'ambito dei processi di razionalizzazione di cui al comma 15-ter del citato decreto-legge n. 351 del 2001, aggiunto dal disegno di legge finanziaria in esame, e che di conseguenza potrebbero essere oggetto di operazioni di permuta con il Comune di Bari; in particolare, alcuni di tali immobili, anche per la loro collocazione, risulterebbero molto utili per potenziare il complesso di strutture che potrebbero essere destinato allo svolgimento dei servizi della giustizia;

 

impegna il Governo:

a provvedere all'adeguamento e all'ampliamento dell'edilizia giudiziaria di Bari, che versa in condizioni di grave carenza, in modo da adempiere al compito, sancito costituzionalmente, di garantire una adeguato funzionamento dei servizi relativi alla giustizia;

a tal fine, a destinare una quota dei finanziamenti previsti per l'edilizia giudiziaria dal disegno di legge finanziaria per il 2007 all'ampliamento e all'adegnamento delle strutture destinate nella città di Bari allo svolgimento dei servizi relativi alla giustizia;

contestualmente, ad adottare tutte le opportune iniziative, in collaborazione con gli enti territoriali interessati, per pervenire tempestivamente alla definizione e stipula di un accordo di programma tra 10 Stato e gli Enti Locali (Comune o Provincia di Bari, Regione Puglia) al quale, analogamente a quanto è accaduto per il potenziamento dell'edilizia giudiziaria a Milano, lo Stato concorra sia mediante finanziamenti, sia mediante immobili demaniali, rappresentati in particolare dal palazzo di giustizia e dalla casa circondariale;

a promuovere opportune forme di concertazione tra il Ministero della difesa e il Ministero della giustizia, al fine di individuare, nella città di Bari, immobili di proprietà dello Stato che possano essere oggetto di permuta con gli enti territoriali per essere adibiti all'esercizio dei servizi relativi alla giustizia.

 


GIUSTIZIA (2a)

Mercoledì29 novembre2006

44a Seduta

Presidenza del Presidente

SALVI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 5, 5-bis e 5-ter) Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Rapporto favorevole con osservazioni)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

La senatrice Maria Luisa BOCCIA (RC-SE) illustra l'ordine del giorno 0/1184/6/2a/Tab.5 che sostituisce l'emendamento da lei presentato nella seduta di ieri alla Tabella n.5 allegata al disegno di legge n.1184.

 

Dopo che i senatori CENTARO (FI), BULGARELLI (IU-Verdi-Com), CASSON (Ulivo) e MAGISTRELLI (Ulivo) hanno dichiarato di aggiungere la propria firma all'ordine del giorno, sul quale il parere del relatore è favorevole, il sottosegretario SCOTTI lo accoglie a nome del Governo.

 

Il presidente SALVI avverte che verrà posta in votazione la proposta di rapporto sullo stato di previsione del Ministero della giustizia (disegno di legge n.1184-Tabella 5) e sulle parti corrispondenti del disegno di legge n.1183.

 

Il senatore CENTARO (FI) condivide i rilievi critici proposti dal relatore dai quali emerge un profondo e condiviso disagio sulla diminuzione complessiva di spesa per il comparto della giustizia. L'oratore sottolinea in particolare la grave questione del precariato rispetto al quale ribadisce l'opportunità di intervenire come era stato fatto in passato per prorogare i contratti in scadenza, con l'auspicio che i loro titolari possano essere progressivamente assunti a tempo indeterminato, anche in ragione della importanza di questa categoria di lavoratori per lo stesso funzionamento degli uffici.

Quanto al problema dell'edilizia giudiziaria e penitenziaria l'oratore osserva che a fronte della difficoltà di ristrutturare spazi fatiscenti spesso allocati in edifici di epoca settecentesca si palesa la necessità di interventi a breve termine anche per poter beneficiare della temporanea riduzione della popolazione carceraria determinatasi a seguito dell'approvazione della legge sull'indulto. Ad avviso del senatore il Governo deve rapidamente individuare delle soluzioni finanziarie adeguate per procedere a una riorganizzazione radicale degli istituti di pena e delle altre strutture penitenziarie, anche per attuare in concreto il principio costituzionale che attribuisce alla pena non esclusivamente una funzione retributiva ma anche e prioritariamente una funzione rieducativa. Il relatore rileva quindi che il disegno di legge finanziaria all'esame del Senato appare miope di fronte a questi rilevanti problemi della giustizia italiana limitandosi a registrare l'esistente senza ipotizzare le possibili linee di sviluppo e gli auspicabili interventi nel settore.

 

Il senatore DI LELLO FINUOLI (RC-SE) dopo aver espresso il suo profondo apprezzamento per il parere formulato dal relatore che tiene conto e sintetizza l'articolato dibattito svolto in Commissione, ribadisce il suo auspicio affinchè il Governo risolva definitivamente la questione del precariato, e in particolare la questione dei quaranta dottori di statistica risultati vincitori di pubblico concorso e ad oggi ancora non assunti. Quanto alla questione dei ritardi della giustizia italiana il senatore rileva che l'organico della magistratura togata italiana appare insufficiente a far fronte al carico di lavoro degli uffici giudiziari ed osserva altresì che nei Paesi in cui l'amministrazione della giustizia presenta profili di notevole efficienza - come la Germania - il numero dei magistrati è elevato e è conseguentemente limitato il quantitativo di lavoro in capo a ciascun giudice.

Pur valutando con disappunto la riduzione delle spese contenuta nel disegno di legge finanziaria per il 2007, l'oratore rileva che i problemi della giustizia sono di natura strutturale e nascono dalla antica convinzione che l'amministrazione giudiziaria sia per lo Stato italiano più un costo sul quale è auspicabile operare risparmi che una risorsa sulla quale investire.

Il senatore auspica che in futuro si individuino le adeguate risorse per garantire l'accelerazione dei processi e lo snellimento delle procedure al fine di evitare che le pur lodevoli iniziative parlamentari di riforma del diritto processuale - quali ad esempio la riforma del processo del lavoro all'esame delle Commissioni congiunte giustizia e lavoro del Senato - restino soltanto pregevoli intuizioni incapaci di produrre effetti rilevanti.

 

Il senatore CASSON (Ulivo) esprime il suo giudizio favorevole sulla proposta di parere del relatore anche perchè rappresenta in modo completo tutti i punti di criticità emersi durante la discussione e tiene conto dei rilievi sia della maggioranza sia dell'opposizione. Dal parere proposto emerge un quadro allarmante della situazione della giustizia italiana rispetto al quale le uniche ragioni che inducono la maggioranza ad esprimersi positivamente risiedono sulla generale esigenza di accogliere le prioritarie istanze di risanamento economico.

L'auspicio del senatore è che in futuro si intervenga con determinazione sulle maggiori emergenze che vive la giustizia italiana.

 

Il senatore CASTELLI (LNP) invita i colleghi dell'opposizione ad un'attenta riflessione sull'opportunità di convergere sulla proposta alternativa di rapporto contrario formulata dall'opposizione. Egli osserva infatti che con un tale voto - che non implica di necessità una valutazione contraria nel suo complesso o una manifestazione di sfiducia nei confronti del Governo, nè ha immediati effetti sui documenti di bilancio - si lancerebbe un grido di allarme sui rischi per il servizio giustizia che emergono dal testo proposto dal Governo, che forse potrebbe perfino indurre il Governo stesso ad accettare l'approvazione di qualche emendamento migliorativo. Nella sua esperienza di Ministro della giustizia della passata legislatura egli è consapevole di come, in sede di redazione dei documenti finanziari, i titolari di Dicasteri di spesa siano in notevole misura portatori di esigenze confliggenti con quelle di cui si fa interprete il Ministro dell'economia, e che i documenti finanziari stessi sono il risultato di mediazioni sempre dolorose, e pertanto egli sa bene di non dover fare carico al ministro Mastella dei tagli operati dalla finanziaria.

Proprio per questo, però, egli non può non sottolineare che la riduzione delle risorse a disposizione della giustizia rappresenta una precisa scelta politica, tanto più se si considera che, per ammissione dello stesso ministro Padoa Schioppa, dei 35 miliardi di euro che risultano dalla manovra finanziaria solo 15 sono destinati alla riduzione del deficit di bilancio, mentre 20 miliardi sono destinati a presunte finalità di sviluppo economico e sociale tra le quali, evidentemente, non viene ricompresa la giustizia.

In particolare la proposta di rapporto redatta dall'opposizione mette in luce i gravi rischi conseguenti dalla soppressione, introdotta a luglio con il cosiddetto decreto-legge Bersani, della possibilità di ricorrere per le spese di giustizia alle anticipazioni delle Poste italiane S.p.a., che ha consentito al Ministero, sia pure attraverso una forma di ricorso all'indebitamento, di fare fronte a spese di giustizia che ammontano a non meno di un miliardo e 200 milioni all'anno.

Il senatore Castelli coglie l'occasione per dissociarsi dalle considerazioni svolte da molti colleghi sulla sanità carceraria, rilevando in primo luogo che molte delle inefficienze lamentate si devono attribuire alla decisione, a suo parere del tutto inopportuna, assunta dall'allora maggioranza di centrosinistra nella XIII legislatura di trasferire la competenza sui reclusi al sistema sanitario nazionale, con ciò determinando la perdita di un patrimonio di specifiche conoscenze professionali.

Ciò detto, è comunque a suo parere inesatto descrivere la sanità carceraria, e più in generale la situazione dei detenuti italiani, come un inferno nel quale viene sostanzialmente conculcato qualsiasi diritto civile e umano. In realtà la spesa sanitaria pro capite per i carcerati è quasi doppia di quella destinata alla media dei cittadini italiani, ciò che se da un lato testimonia l'estrema morbilità della popolazione carceraria, interessata fra l'altro da numerose patologie specifiche, dall'altro dimostra come la salute dei detenuti non venga affatto trascurata.

In conclusione, nel ribadire il suo invito alla Commissione a votare il rapporto proposto dall'opposizione, egli ritiene che quello formulato dal relatore finisca per apparire sostanzialmente reticente.

 

Il senatore BULGARELLI (IU-Verdi-Com) ritiene condivisibili le osservazioni contenute nella proposta del relatore soprattutto nella parte in cui si evidenzia la drammaticità dello status dei precari e di coloro che lavorano nell'amministrazione giudiziaria pur dipendendo formalmente da società terze. In proposito egli segnala la delicata situazione degli operatori presso i centri di prima accoglienza per i minori che dipendono da sedicenti cooperative che svolgono, al di là della asserita ragione sociale di promozione della professionalità di questi lavoratori, funzioni di mera intermediazione lavorativa.

Le esigenze di risanamento di bilancio non possono infatti far premio sulla necessità di regolarizzare lo status professionale ed economico di un numero non eccessivamente elevato di lavoratori.

 

Il senatore CARUSO (AN), nel dichiarare il voto favorevole del suo Gruppo per il rapporto proposto dall'opposizione, dà peraltro atto al relatore che il testo da lui proposto non appare ispirato ad un acritico appiattimento sulle posizioni del Governo, ma prende atto con responsabile preoccupazione dei rischi determinati dalle scelte in materia di giustizia operate dai documenti finanziari.

Nel condividere i timori emersi più volte nel corso del dibattito circa la progressiva riduzione delle risorse per beni e servizi, il senatore Caruso osserva come l'aspetto più preoccupante di questa manovra finanziaria sia da riscontrare nel fatto che a tale contrazione di risorse non si accompagna nessuna progettualità per la razionalizzazione della spesa.

In proposito egli osserva in primo luogo, con riferimento al parallelo tra la situazione italiana e quella della Repubblica Federale tedesca operato dal senatore Di Lello Finuoli nella sua dichiarazione di voto, che le ragioni della superiore efficacia del sistema giustizia tedesco non vanno individuate, a suo parere, nel maggior numero di magistrati, dal momento che con la crescita del ruolo e delle funzioni della magistratura onoraria si può affermare che oggi il numero dei giudici italiani non sia inferiore a quello che opera in Germania. La differenza dunque fra i due sistemi è da ricercarsi in primo luogo nel maggior sviluppo di procedure e organi che favoriscono la composizione stragiudiziale delle controversie, e dall'altro in una ben superiore efficienza organizzativa.

In realtà, dunque, ciò che soprattutto manca in questa legge finanziaria, in cui pure si afferma di voler razionalizzare l'uso delle risorse e ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione, è l'individuazione di protocolli amministrativi che consentano un'ottimizzazione della spesa.

Uno degli esempi più evidenti e significativi dell'incapacità di utilizzare al meglio le risorse disponibili è dato dallo stato miserevole dell'informatizzazione della giustizia.

Il problema maggiore in questo settore è lo scarto tra la rapida obsolescenza degli strumenti informatici e la lentezza delle procedure amministrative che determinano il loro acquisto e la loro implementazione, con il risultato che l'entrata in funzione dei computer e di tutte le altre apparecchiature informatiche utilizzate dal sistema giustizia si perfeziona in un momento in cui esse sono ormai superate ed insufficienti per consentire al sistema giustizia stesso di dialogare efficacemente con il sistema informatico e telematico nazionale.

E' evidente a tutti come in una società che parla ormai con il linguaggio dell'informatica e della telematica tale situazione si traduce sostanzialmente in scollegamento tra il sistema giustizia e la società nel suo complesso.

Un'altra questione sulla quale si deve verificare la sostanziale inerzia del disegno di legge finanziaria è quella della modernizzazione e dell'adeguamento della rete penitenziaria italiana, un comparto dove sarebbe stato opportuno agire in maniera tempestiva, in modo da utilizzare gli spazi di manovra concessi dalla temporanea riduzione della popolazione carceraria conseguente all'indulto, prima che le naturali dinamiche del sistema punitivo riportino, come certamente avverrà nel giro di pochi anni, la popolazione detenuta ai livelli precedenti al provvedimento di clemenza.

In proposito, in dissenso anche da questo affermato dal senatore Castelli, egli sente l'obbligo di sottolineare, come già ha fatto nella seduta di ieri, le gravissime carenze della sanità penitenziaria, di cui nella scorsa legislatura la Commissione ha potuto prendere cognizione direttamente attraverso un programma di sopralluoghi effettuati presso le carceri italiane.

In proposito egli osserva che l'integrazione della sanità penitenziaria nel sistema sanitario nazionale ha di fatto rappresentato soprattutto un affare per i bilanci delle aziende sanitarie locali, che hanno incassato le risorse stanziate dal Ministero della giustizia per l'assistenza sanitaria dei detenuti, il più delle volte senza rendere un servizio equivalente.

 

Dopo un breve intervento del senatore D'AMBROSIO (Ulivo) il quale invita il Governo a riflettere sul problema della finalizzazione alle esigenze della giustizia delle risorse derivanti da provvedimenti di confisca.

 

Posta ai voti è approvata la proposta di rapporto sullo stato di previsione del Ministero della giustizia (disegno di legge n. 1184-Tabella 5) e sulle parti corrispondenti del disegno di legge n. 1183.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA

SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (DISEGNO DI LEGGE N.1184- 1184-BIS E 1184-TER - TABELLA 5, 5-BIS E 5-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione giustizia,

nel prendere atto che gli obiettivi di risanamento del bilancio pubblico perseguiti dalla manovra finanziaria 2007 impongono una severa politica di rigore a tutte le amministrazioni dello Stato;

esprime una valutazione positiva per il fatto che anche per il prossimo esercizio finanziario venga salvaguardato il rapporto percentuale tra le spese del Ministero della giustizia e il bilancio dello Stato conseguito negli ultimi anni;

valuta altresì con estremo favore i segnali di una nuova e più dinamica strategia nel recupero del danno sofferto dallo Stato per attività illecite di vario genere, che si esprime nell'articolo 16 del disegno di legge finanziaria in materia di sequestro e confisca dei beni per reati contro la pubblica amministrazione, anche nella parte in cui destina specificamente all'informatizzazione delle procedure giudiziarie parte del ricavato di queste attività di recupero;

la Commissione peraltro esprime viva preoccupazione per il persistere e l'aggravarsi del trend di riduzione delle risorse disponibili per il comparto giustizia per l'acquisto di beni e servizi, al netto degli oneri per il personale, con un effetto esponenziale che rischia in prospettiva di determinare una vera e propria paralisi del servizio giustizia in Italia;

in particolare la Commissione raccomanda una revisione degli automatismi introdotti con il comma 206 dell'articolo 18 per la riduzione della spesa delle amministrazioni pubbliche, rilevando che significativi risparmi e recuperi di risorse possono essere invece perseguiti, in via generale, intervenendo sui costi impropri e gli sprechi presenti nel settore pubblico e, in particolare nel settore della giustizia, attraverso direttive che riducano inefficienze e inutili sovrappesi burocratici e razionalizzino le procedure operative, nonché operando su norme di carattere sostanziale e soprattutto processuale che, mentre contribuiscono all'irrisolto problema della lentezza della giustizia, determinano altresì notevoli diseconomie;

la Commissione infine rileva che le norme in tema di precari della pubblica amministrazione contenute nel testo approvato dalla Camera dei deputati appaiono del tutto inidonee ad una soddisfacente soluzione del problema;

in particolare, per quanto di competenza di questa Commissione, si invita il Governo ad adottare le misure idonee a stabilizzare i lavoratori precari, compresi coloro che formalmente risultano dipendenti da soggetti intermediari; e ciò in considerazione sia delle delicate ed essenziali funzioni svolte da tali lavoratori, sia del loro adeguato livello professionale; nonché ad assumere i vincitori dei concorsi espletati negli ultimi anni.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAI SENATORI CASTELLI, CARUSO, D'ONOFRIO, CENTARO E PISTORIO SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER - TABB. 5, 5-BIS E 5-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione Giustizia,

 

premesso che:

la giustizia italiana ha, da molti anni, sofferto di gravi lentezze che hanno fatto sì che da un lato lo Stato italiano sia stato numerose volte condannato dalla Corte di Giustizia europea per l’eccessiva durata dei processi, considerata un vulnus ai diritti dell’uomo e dall’altro sia stato accumulato il c.d. debito pubblico giudiziario consistente in oltre 10 milioni di procedimenti civili e penali pendenti;

tale stato di cose assolutamente negativo è stato imputato da molti osservatori alla carenza di risorse umane e finanziarie che ha caratterizzato il settore giustizia fino al 1996;

in linea con questa logica, dal 97 al 2001, il bilancio del Ministero della Giustizia è passato in termini assoluti da 5.182 milioni di Euro a 6.315 milioni di euro e in termini percentuali l’incidenza sul bilancio dello Stato è aumentata dall’1,3 all’1,4 per cento;

questo sforzo di adeguamento di risorse finanziarie ed anche umane è proseguito nella 14a legislatura durante la quale il bilancio della giustizia è passato in termini assoluti da 6.315 milioni a 7.884 del 2006 e in termini percentuali dall’1,4 all’1,7 per cento dell’intero bilancio dello Stato;

questi notevoli incrementi hanno allineato ai parametri europei le risorse destinate dal nostro Paese al comparto della giustizia;

un congruo dispiegamento delle risorse è premessa necessaria, ma non sufficiente, ad adeguare la giustizia italiana ai parametri europei;

questi risultati sono stati raggiunti all’interno di bilanci approvati dalla U.E., malgrado la difficile situazione economica degli ultimi anni e la diminuzione della pressione fiscale;

gli effetti negativi della diminuzione delle spese relative ai consumi intermedi, posti in essere negli scorsi esercizi ai fini del controllo della spesa pubblica è stata compensata con il ricorso ad anticipazioni di Poste Italiane SpA, rimborsate con partite straordinarie, soprattutto negli esercizi 2004-2005, consentendo di onorare impegni di spesa assunti all’interno dei singoli capitoli di bilancio di competenza;

per una maggior trasparenza nel controllo dei conti pubblici, le spese di giustizia, voce assai rilevante per importo e fondamentale per il funzionamento dei processi, sono state conferite in un’apposita UPB.;

esprime per quanto di competenza parere contrario relativamente ai disegni di legge in esame per le seguenti motivazioni:

vengono diminuite le risorse destinate al Ministero della giustizia, sia in termini assoluti che percentuali, passando da 7.884 milioni di euro del 2006 a 7.438 milioni di euro del 2007, con un decurtazione complessiva di 446 milioni di euro in termini assoluti, causando la diminuzione dell’incidenza sul bilancio dello Stato da 1,7 per cento a 1,6 per cento ;

sull’U.P.B 2.1.2.1 vengono decurtati 499,951 milioni di Euro per il 2007 con una diminuzione in termini percentuali di circa il 40 per cento ;

la legge Bersaniall’articolo 21 ha impedito l’anticipazione da parte di Poste Spa delle spese di giustizia, compromettendo qualunque elasticità del sistema;

il combinato disposto di queste due previsioni recherà un gravissimo vulnus, senza dubbio alcuno, nella seconda metà del 2007, penalizzando larga parte delle attività procedimentali, allungando certamente la durata dei processi;

nell’articolo 18, comma 258, della legge finanziaria l’aumento previsto per l’ adeguamento retributivo annuale dei magistrati, per i prossimi due anni, sarà corrisposto nella misura del 70 per cento per retribuzioni superiori a 53 mila euro annui, non ci sarà la possibilità di recuperare la cifra persa e, nell’anno 2009, si ritornerà alla misura piena dell’indice di adeguamento, con la reintegrazione della base retributiva cui applicarlo;

questa norma ha creato fortissimo malcontento all’interno della magistratura e contribuisce a creare un clima non certo favorevole a risolvere i problemi della giustizia italiana;

queste decurtazioni appaiono tanto più gravi e volte a creare scientemente un danno al funzionamento del ministero e della giustizia in generale in quanto ricomprese in una legge finanziaria che drena nel paese risorse aggiuntive a disposizione del Governo per oltre 20 miliardi di euro destinati, secondo quanto dichiarato più volte dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’economia e della finanze, allo sviluppo;

D'altro verso, anche per quanto riguarda l'edilizia giudiziaria e penitenziaria, questa non costituisce priorità d'intervento malgrado ciò fosse impegno formale assunto dal Governo, anche attraverso i numerosi e specifici ordini del giorno che hanno accompagnato l'adozione della recente legge sull'indulto;

Non si registra iniziativa alcuna per procurare l'assunzione di personale di polizia penitenziaria, né alcuna azione per l'assunzione (o quanto meno l'ulteriore proroga dei rapporti in corso) almeno di quella parte di quel personale che nel comparto continua a prestare la propria opera in delicate funzioni, con ormai rilevante e riconosciuta competenza e affidabilità, ma pur sempre in inaccettabile regime di precarietà di rapporto, anche in relazione al tempo ormai trascorso da che tale fenomeno ha avuto avvio;

In relazione a tale ultima questione, nemmeno pare presa in considerazione la pur evidente eventualità che - non appena entrata in vigore la nuova legge finanziaria - si determini la istantanea cessazione di possibilità di funzionamento (ovvero, di efficace funzionamento) di importanti poli giudiziari, peraltro ricompresi in territori dello Stato nei quali non è ammissibile alcun arretramento del livello di attenzione sotto il profilo giudiziario,

è pertanto inaccettabile che la giustizia non venga considerata come voce importante per lo sviluppo, ma al contrario che venga penalizzata.


AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

Martedì 28 novembre 2006

18a Seduta

Presidenza del Presidente

DINI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 6 e 6-ter) Stato di previsione del Ministero degli affari esteri per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Esame congiunto. Rapporto favorevole.)

 

Il presidente DINI ricorda che in sede di organizzazione dei lavori per l’esame dei documenti di bilancio già la scorsa settimana la Commissione aveva convenuto di fissare come termine per la presentazione degli ordini del giorno e degli emendamenti di propria competenza il pomeriggio di oggi. Propone pertanto di confermare tale decisione fissando il suddetto termine alle ore 16 di oggi.

 

La Commissione conviene.

 

Il relatore BARBIERI (Ulivo), riferisce quindi sui documenti di bilancio in titolo soffermandosi in primo luogo sugli aspetti generali della manovra economica e finanziaria posta in atto dal Governo che si articola su tre direttrici di intervento: il risanamento dei conti pubblici ricondotti in linea con il Patto di stabilità e crescita; lo sviluppo per il quale si creano le condizioni di ripresa dopo una stagione di progressiva caduta della competitività del Paese e di produttività dei fattori di produzione; l’aumento dell’equità sociale attraverso il combinato disposto della lotta all’evasione fiscale e del riequilibrio dell’imposizione sui redditi. Rileva quindi come si determinino le condizioni per l’avvio di una secondo fase più intensa e profonda sul piano degli interventi strutturali, caratterizzata da politiche economiche, fiscali ed industriali selettive, tendenti a riorientare il modello di specializzazione produttiva verso il recupero di quote di mercato nel commercio internazionale. In questa fase si impongono inoltre politiche di modernizzazione, indispensabili per la competitività del sistema paese, guardando all'incremento delle risorse per i sistemi scolastici e universitari, all'ispessimento dei mercati finanziari attraverso una definitiva introduzione degli investitori istituzionali, e alle liberalizzazioni nei mercati. In terzo luogo si delinea un riorientamento del sistema del welfare verso politiche universali e inclusive. In particolare un patto generazionale che definendo un equilibrato mix tra riforma previdenziale e riforma degli ammortizzatori sociali consenta in modo generalizzato a chi cerca lavoro di avere, come in tutti i paesi d’Europa, un reddito e un programma di inserimento.

Sul fronte del risanamento finanziario, la manovra per il 2007 segna l’uscita dei nostri conti da una zona di pericolo, riportando anche sotto controllo la dinamica di crescita del debito pubblico. Ciò avviene in un quadro fortemente condizionato, per un verso, dal pesante pregresso dei conti pubblici e, per altro verso, dagli effetti della recente sentenza della Corte di giustizia europea in materia di rimborsi IVA, che ha determinato un aumento al 4,8 per cento del deficit tendenziale in rapporto al PIL per il 2007 e una corrispondente impennata del debito pubblico fino al livello del 107,6 per cento. Tale andamento del debito sconta a sua volta la pessima performance registrata dai saldi di finanza pubblica negli ultimi anni. In primo luogo quella del fabbisogno finanziario delle amministrazioni pubbliche, che alimenta direttamente la dinamica del debito. Al riguardo sottolinea il progressivo peggioramento, nella scorsa legislatura, della performance dell’avanzo primario, che costituisce l’indicatore più netto della qualità e sostenibilità delle politiche di bilancio condotte da un governo, descrivendone analiticamente l'evoluzione a partire dal 1992.

Rileva quindi come, a fronte di tale quadro, l’attuale governo sia tempestivamente intervenuto, con una prima manovra correttiva (realizzata attraverso il decreto-legge n. 223 del 2006) che ha ridotto il deficit tendenziale, cui ha fatto seguito un ulteriore intervento sulla disciplina IVA per le auto aziendali, che ha determinato un’ulteriore correzione del deficit. In capo alla manovra finanziaria per il 2007 è dunque rimasto un onere di riduzione del disavanzo per il residuo 3,8 per cento del PIL, pari a circa 15,3 miliardi di euro, destinato a ricondurre il deficit entro la soglia del 2,8 per cento.

Considerato un ammontare complessivo della manovra finanziaria per l’anno 2007 – comprensivo anche degli effetti derivanti dal decreto legge n. 226 del 2006 – indicato dal governo in circa 35 miliardi di euro, alle politiche per lo sviluppo e la crescita sono destinati circa 20 miliardi di euro, mentre ulteriori effetti finanziari per la correzione dei conti e per lo sviluppo economico sono attesi dai provvedimenti collegati alla manovra. Quanto alle misure strutturali di riduzione della spesa, nell’ambito del disegno di legge finanziaria sono reperite risorse per un ammontare pari a 10,4 miliardi di euro. In definitiva, considerato il carattere solidamente strutturale delle misure adottate, dalla manovra per il 2007 ci si può attendere una ripresa fino al 2 per cento dell’avanzo, al netto degli interessi sul debito, e dunque l’attesa inversione di tendenza nella dinamica del debito pubblico, che negli ultimi due anni aveva ripreso a crescere rispetto al PIL dopo oltre un decennio di costante discesa.

Rilevato altresì come, al di là di questi obiettivi finanziari, pure fondamentali, la sfida che occorre cogliere in termini di politiche per il risanamento, a partire da questa manovra di bilancio, sia costituita dallo spostamento della spesa pubblica dal mantenimento di apparati amministrativi a tutt’oggi pesanti e almeno in parte inefficienti verso programmi di sviluppo economico e di equità sociale, verso l’avvio di riforme profonde nei campi del federalismo fiscale, della sanità, della previdenza e dello Stato sociale.

Procedendo quindi all'esame dei profili di competenza della Commissione evidenzia quindi come la politica estera costituisca una delle leve fondamentali per la ripresa e la competitività del Paese, sia per ragioni strutturali (data la forte internazionalizzazione della nostra economia) che per le coordinate logistiche del processo di globalizzazione, che fanno dell’area euromediterranea uno degli snodi fondamentali dello sviluppo mondiale.

Riscontra quindi nelle risorse destinate alla politica estera, sebbene ancora insufficienti, un indicatore di centralità della stessa, considerando l’imponente opera di risanamento che la manovra in atto effettua. In attesa dei necessari incrementi di risorse per gli anni futuri osserva comunque che qualche taglio più incisivo di spesa pubblica inefficiente avrebbe potuto liberare risorse certamente utili ad un’area strategica come quella in esame.

Soffermandosi in particolare sullo stato di previsione del Ministero degli affari esteri, come modificato dalla nota di variazioni, rileva per il 2007 stanziamenti di competenza pari a 2.214 milioni di euro, con un aumento di 319,6 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali recate dal disegno di legge di bilancio 2007-2009 (di cui all'Atto Camera 1747), che erano pari a 1.894,3 milioni di euro: tale importo incide sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato per lo 0,4 per cento. L'ammontare dello stanziamento di competenza è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (2.204,9 milioni di euro, con un aumento di 319,6 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali), che assorbono il 99,58 per cento dello stanziamento. Le spese in conto capitale ammontano a 9 milioni di euro. A fronte di uno stanziamento di competenza già indicato in 2.214 milioni di euro, lo stato di previsione reca 339,4 milioni di euro di residui presunti (importo rimasto invariato rispetto alle previsioni iniziali) e prevede autorizzazioni di cassa nella misura di 2.214,1 milioni di euro. Il volume della massa spendibile (residui più competenza) è quindi pari a 2.553,4 milioni di euro, con un aumento di 319,7 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali. Rispetto alle previsioni assestate per il 2006, gli stanziamenti di competenza iscritti nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri per il 2007 a seguito delle variazioni introdotte dal disegno di legge finanziaria fanno registrare un aumento di 140 milioni di euro.

Per quanto concerne lo stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri segnala che fra gli stanziamenti di competenza, attualmente a carico dei 20 Centri di responsabilità, rispetto alle previsione recate dal disegno di legge di bilancio per il 2007, le variazioni più significative determinate dal disegno di legge finanziaria, come indicato dalla nota di variazioni, riguardano: la Direzione generale per gli affari amministrativi, di bilancio e il patrimonio, per cui si riscontra un incremento degli importi da 690,8 a 725,6 milioni di euro; la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (con un incremento degli importi da 449,9 a 715,2 milioni di euro); la Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale (con un incremento da 183,7 a 187,9 milioni di euro); la Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie (con un incremento da 77,2 a 87 milioni di euro); la Direzione generale per la cooperazione economica e finanziaria multilaterale (con un incremento da 33,6 a 39,4 milioni di euro).

Per quanto attiene ai profili generali segnala come, nell'ambito dell'obiettivo di contenimento della spesa del bilancio dello Stato, risulti destinato a produrre significativi effetti anche sullo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri, il disposto dei commi 206-207 dell'articolo 18, i quali prevedono l’accantonamento in maniera lineare di una quota delle unità previsionali di base relative a talune categorie di cui da analiticamente conto. In particolare, per quanto concerne il Ministero degli esteri, in base alla documentazione prodotta dal Governo, riscontra, a fronte dell'ammontare complessivo di stanziamenti utilizzabili di 653.277 migliaia di euro per l'esercizio 2007, l'accantonamento di 83.031 migliaia di euro (di cui 82.026 di risorse correnti e 1.005 di parte capitale), con una percentuale rispetto al totale della spesa di bilancio pari al 4,4 per cento; per l'esercizio 2008 a fronte dell'importo complessivo degli stanziamenti utilizzabili di 645.184 migliaia di euro è disposto l'accantonamento di 92.395 migliaia di euro; per l'esercizio 2009, infine, è disposto l'accantonamento di 82.146 migliaia di euro rispetto al totale di stanziamenti utilizzabili pari a 642.142 migliaia di euro. E’ altresì previsto che con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare, su proposta dei Ministri competenti, entro il 31 marzo, possono essere disposte variazioni degli accantonamenti ed è introdotta una disciplina volta ad incentivare iniziative delle amministrazioni per conseguire ulteriori effetti di risparmio.

Osserva quindi come il disegno di legge finanziaria per il 2007 incida sullo stato di previsione del Ministero degli affari esteri per numerosi profili ravvisando, a titolo esemplificativo, alcune aree rispetto alle quali riepiloga le varie misure: la cooperazione allo sviluppo, cui sono destinati i finanziamenti aggiuntivi più consistenti, le missioni internazionali, di evidente attualità, gli Italiani all'estero e le strutture consolari e diplomatiche, oggetto di particolare attenzione da parte della Commissione anche a seguito di alcune recenti specifiche procedure informative, l'organizzazione, il funzionamento e il personale del Ministero e la proiezione economica esterna del cosiddetto sistema Italia.

La cooperazione allo sviluppo è un settore ad alta priorità nell’ambito delle relazioni dell’Italia. Infatti, oltre che alla solidarietà ed alla equità, adeguati flussi di capitale in questa direzione sono ormai complementi della competitività estera di un paese. Gli indici storici dimostrano che l’Italia trasferisce poco capitale – pubblico e privato – verso i paesi poveri rispetto a paesi a noi omogenei e anche in modo non del tutto efficiente. Cita al riguardo i dati di www.lavoce.info e del "Center for Global Development" di Washington. Nota poi come con il Governo attuale si verifichi una inversione di tendenza, a partire dalla nomina di un Vice-Ministro, con delega speciale alla cooperazione allo sviluppo, fino ai dati di questa finanziaria, anche se ancora lontani dal "Millenium Development Goals"definiti dall’ONU nel 2000. Posto che gli stanziamenti destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo sono suddivisi tra numerosi capitoli degli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero degli Affari esteri segnala, per quanto concerne questi ultimi, la cooperazione a dono, il Fondo rotativo presso il Mediocredito centrale e le attività di cooperazione multilaterale.

Per quanto concerne la cooperazione a dono (Centro di responsabilità 9 Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo), ricorda che fino a tutto il 1994 i relativi stanziamenti erano assegnati al cap. 4620/esteri "Fondo speciale per la cooperazione allo sviluppo", che aveva carattere di gestione fuori bilancio; a partire dal bilancio 1995 il fondo è stato riportato a regime ordinario, ai sensi dell'articolo 4 della legge 23 dicembre 1993, n. 559. Gli stanziamenti del Fondo sono attualmente ripartiti tra 18 capitoli del Centro di responsabilità 9. Lo stanziamento ora previsto dal disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2007 per l'intero Centro di responsabilità 9, è pari a 715,253 milioni di euro, con un incremento registrato nella nota di variazioni di 265,3 milioni di euro (essenzialmente riferibili al rifinanziamento della dotazione indicata nella tabella C) rispetto alle previsioni iniziali assestate, che erano pari a 449,9 milioni di euro. Gran parte dello stanziamento, quasi il 90 per cento, è destinato agli interventi per i Paesi in via di sviluppo.

A valere del Fondo rotativo presso il Mediocredito centrale (UPB 3.2.4.4, Fondo rotativo per la cooperazione allo sviluppo, cap.7415/Ministero dell’economia e delle finanze) sono erogati i crediti d'aiuto per programmi e progetti di sviluppo rispondenti alle finalità della legge e basati normalmente su accordi bilaterali. Al riguardo rileva che il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2007 conserva il capitolo ai soli fini della gestione dei residui - che ammontano presuntivamente alla somma di un milione di euro – e il disegno di legge finanziaria non opera alcun intervento in proposito.

Le attività di cooperazione multilaterale, per le quali sono previsti appositi stanziamenti, regolati da accordi internazionali o da apposite leggi, si sostanziano nella partecipazione alle iniziative comunitarie e nei contributi obbligatori e nei finanziamenti a banche e fondi di sviluppo. I relativi stanziamenti sono attribuiti a vari capitoli in diversi stati di previsione. Per quanto attiene allo stato di previsione del Ministero degli affari esteri, la previsione di spesa per il 2007 è di 299,138 milioni di euro, a fronte di 153,778 milioni di euro risultanti dalle previsioni assestate per il 2006 e di 150,319 milioni di euro di cui alle previsioni iniziali recate dallo stato di previsione (con un incremento di 148,819 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali). Posto che per finalità di cooperazione allo sviluppo confluiscono anche altre risorse di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze e di altri Dicasteri, osserva l'opportunità di acquisire dal Governo degli elementi di informazione sul dato aggregato della spesa per la cooperazione multilaterale complessivamente prevista con la manovra finanziaria in esame.

Nella Tabella C, in particolare, vengono disposte per il 2007 - rispetto al disegno di legge di bilancio - significative variazioni relative ai capitoli e UPB di interesse degli Affari esteri. Al riguardo ricorda che il comma 208 dell'articolo 18 prevede che le dotazioni della Tabella C siano ridotte, in maniera lineare. In particolare, merita particolare rilievo lo stanziamento relativo alle UPB 9.1.1.0, Funzionamento e 9.1.2.2, Paesi in via di sviluppo, (Cooperazione a dono), che risulta il più significativo tra quelli di competenza del Ministero degli affari esteri, in ordine al quale segnala, per il 2007, un incremento di 267,7 milioni di euro rispetto alle previsioni di bilancio a legislazione vigente (di cui 50 milioni di euro per effetto delle modifiche apportate dalla Camera al disegno di legge finanziaria rispetto al testo iniziale), le quali salgono pertanto a 650 milioni di euro (ridotto a 645,428 milioni di euro per effetto dell'applicazione del menzionato comma 208 dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria). Un ulteriore riduzione di 50,152 milioni di euro (di cui 48 milioni di euro riguardano le citate UPB relative alla cooperazione allo sviluppo) deriva poi dal citato accantonamento lineare previsto dal citato comma 206 dell'articolo 18.

Segnala altresì il comma 783 dell'articolo 18, che riproduce, senza modifiche, il testo dell’articolo 210 del disegno di legge licenziato dalla Commissione bilancio della Camera. Esso è diretto a sostituire l’articolo 5 della legge 25 luglio 2000, n. 209 (recante misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati), articolo che prevede la riduzione o l’annullamento dei crediti di aiuto (che sono ricompresi fra gli strumenti di cooperazione allo sviluppo secondo la normativa vigente) accordati dall’Italia ai paesi colpiti da catastrofi naturali o da gravi crisi umanitarie.

In coerenza con gli impegni assunti dall’Italia in ambito europeo nonché nell’ambito della FAO e delle Nazioni Unite nel campo umanitario ed in materia di cooperazione allo sviluppo, sottolinea il comma 737 il quale reca una norma finalizzata al ripristino delle risorse dell’otto per mille dell’IRPEF devoluto allo Stato, e da esso destinata - ai sensi dell’articolo 48 della legge n. 222 del 1985 - ad interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali. Invero, dette risorse sono state decurtate di 80 milioni di euro a decorrere dal 2004 dalla legge finanziaria 2004. In particolare, le risorse vengono ripristinate per un importo di 45 milioni di euro nel 2007 e integralmente a decorrere dal 2010.

In relazione infine alla legge 9 gennaio 2006, n. 7, la quale reca disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile, segnala poi il comma 759, che autorizza l’ulteriore spesa di 500.000 euro l’anno per le attività di prevenzione, promozione e coordinamento a livello nazionale e nel quadro di progetti di cooperazione internazionale.

Si sofferma quindi sul tema delle missioni Internazionali, che riveste un particolare rilievo anche per la Commissione esteri, trattato dall’articolo 188 del disegno di legge originariamente presentato alla Camera. Il comma 745 del maxi–emendamento riproduce, senza modifiche, il testo dell’articolo 188, comma 1. Esso autorizza, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, la spesa di un miliardo di euro per il finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace ed istituisce, a tale scopo, un apposito fondo nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze. Tale disposizione sembra prefigurare per il suddetto triennio una sostanziale «delegificazione» in materia di proroga delle missioni, superando la necessità di una specifica autorizzazione con atto legislativo. Il comma 2 dell’articolo 188 del citato disegno di legge Atto Camera 1746-bis-A, non riprodotto nell’ambito del maxi-emendamento del Governo, prevedeva invece che il riparto del fondo di cui al comma precedente venisse effettuato con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri degli affari esteri, della difesa, dell'interno e dell'economia e delle finanze. Il finanziamento doveva essere riservato alle sole missioni deliberate con determinazione del Consiglio dei ministri e atto di indirizzo del Parlamento, previa informazione al Presidente della Repubblica. Era infine previsto che i decreti fossero corredati da relazione tecnica esplicativa. Il comma 746, introdotto ex novo dal maxi-emendamento del Governo, proroga al 31 gennaio 2007 il termine per le autorizzazioni di spesa per la continuazione delle missioni internazionali in scadenza al 31 dicembre 2006 di cui al decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, recante "Disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alle missioni internazionali", poi decaduto, e alla legge 4 agosto 2006, n. 247, che ha riproposto le disposizioni recate dal suddetto decreto, e al decreto-legge 28 agosto 2006, n. 253, concernente l’intervento di cooperazione allo sviluppo in Libano e il rafforzamento del contingente militare italiano nella missione UNIFIL 2.

Riferendo quindi sugli stanziamenti relativi alle comunità italiane all’estero, riscontra, rispetto alle previsioni assestate del 2006, un incremento di circa 5 milioni di euro. Per il 2006 le previsioni assestate prevedevano infatti per questo settore uno stanziamento di circa 82 milioni di euro. Il citato disegno di legge 2007 A.C. 1747 prevedeva uno stanziamento per le comunità italiane all’estero di 77.2 milioni di euro. Il maxiemendamento ha poi autorizzato per questo capitolo una ulteriore spesa annuale di 14 milioni di euro (comma 519 dell’art 18). Però. Allo stesso tempo con il comma 208 ha previsto una riduzione lineare per le dotazioni relative alle autorizzazioni di spesa, che, secondo la tabella C, riguardano i capitoli relativi al Ministero degli affari esteri per le comunità degli italiani all’estero per circa 4 milioni di euro. Ne consegue perciò che, allo stato attuale, nel disegno di legge finanziaria in esame (A.S. 1183) gli stanziamenti previsti per la Direzione generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie è di 87 milioni di euro circa. Quindi, tale cifra non solo ha subito un aumento di circa 10 milioni di euro rispetto agli stanziamenti iniziali previsti dal disegno di legge 2007 presentato dal Governo, ma rispetto alle previsioni assestate del 2006 presenta un aumento di circa 5 milioni di euro.

Dopo aver descritto gli importi delle varie UPB in cui si articola il Centro di responsabilità n. 11, Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, illustra quindi il citato comma 519 dell'articolo 18, che autorizza una spesa annuale di 14 milioni di euro, nel triennio 2007-2009, per le politiche di sostegno, integrazione, aggiornamento e promozione culturale delle collettività italiane all’estero, nonché a favore degli imprenditori italiani all’estero e del rafforzamento e razionalizzazione della rete consolare italiana. La citata disposizione, pur riferendosi in maniera generica ai vari ambiti di attività beneficiari dello stanziamento, trova tuttavia una sua unitarietà nel riferimento agli interventi da compiere sulla rete consolare: questa infatti, che certo può necessitare di autonomi provvedimenti di razionalizzazione, trova nel proprio rafforzamento anche un potenziamento delle numerose competenze che la vigente normativa attribuisce ad essa nei confronti dei nostri connazionali residenti all’estero, tanto come individui quanto come collettività locali. Per quanto poi concerne la valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani all’estero, essa si inquadra nella recente rinnovata consapevolezza dell’importanza dell’internazionalizzazione del ‘sistema Italia’, registrata e ad un tempo rilanciata dalla legge 31 marzo 2005, n. 56, recante misure per l'internazionalizzazione delle imprese, nonché delega al Governo per il riordino degli enti operanti nel medesimo settore

In questo quadro segnala altresì il comma 250, introdotto ex novo dal maxi-emendamento del Governo, che destina risorse aggiuntive a carattere permanente al funzionamento e agli interventi di razionalizzazione delle sedi del Ministero degli affari esteri situate fuori dal territorio nazionale (costituite dalle Rappresentanze diplomatiche e dagli Uffici consolari). Tali risorse sono rappresentate da una quota delle maggiori entrate annualmente derivanti dall'applicazione della tariffa consolare di cui all'articolo 56 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 200, quota che comunque non potrà eccedere il limite di 10 milioni di euro annui.

I commi 784, 785 e 786 riproducono poi, senza modifiche, rispettivamente, il testo dei commi 1, 2 e 3 dell’articolo 211 del disegno di legge A.C. 1746-bis-A. In particolare, il comma 784 prevede che il Ministero degli esteri, avvalendosi dell’Agenzia del demanio, definisca, entro il 30 luglio 2007, un piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare appartenente allo Stato e situato all’estero, al fine di verificare, mediante analisi comparativa di costi e benefici, gli immobili che possano essere proposti per la dismissione. Il comma 786 prevede che il Ministero dell’economia e delle finanze possa destinare con proprio decreto una quota non inferiore al 30 per cento dei proventi derivanti dalle operazioni di dismissione al rifinanziamento della legge 31 dicembre 1998, n. 477, che recava stanziamenti fino all'anno 2004, per la ristrutturazione, il restauro e la manutenzione straordinaria degli immobili ubicati all'estero.

I commi 787-788, inoltre, riproducono, senza modifiche, rispettivamente, il testo dei commi 1 e 2 dell’articolo 212 del disegno di legge A.C. 1746-bis-A. In particolare, il comma 787 aggiorna l’importo relativo al rilascio del visto su passaporti ordinari o collettivi contenuto nella Tabella dei diritti da riscuotersi dagli uffici diplomatici e consolari di cui alla legge 2 maggio 1983, n. 185. Al riguardo segnala come il combinato disposto delle disposizioni suddette e del comma 250 sia suscettibile di determinare l'individuazione di quelle risorse aggiuntive prefigurate nella audizione in Commissione del vice ministro Danieli da destinare alla razionalizzazione delle rete diplomatica e consolare.

Il comma 789,introdotto dal maxi-emendamento del Governo, incrementa di "non più di 65 unità" il contingente degli impiegati a contratto degli uffici all'estero del Ministero degli affari esteri di cui all'articolo 152 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967. La disposizione, alla stregua di quanto precisato al primo periodo del comma, tende a garantire le condizioni operative necessarie per assicurare il rispetto degli obblighi derivanti dagli impegni assunti in sede europea in ordine al contrasto della criminalità organizzata e dell'immigrazione illegale, nel quadro della gestione della componente nazionale del "Sistema d'informazione visti".

I commi 790-792 riproducono inoltre, senza modifiche, rispettivamente, il testo dei commi 1, 2 e 3 dell’articolo 213 del disegno di legge Atto Camera 1746-bis-A. In particolare, il comma 790 prevede l’istituzione di un Fondo speciale presso le rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero, destinato a contribuire al finanziamento delle spese derivanti dalla manutenzione degli immobili, dai contratti con agenzie di lavoro interinale e dalle attività di istituto, su iniziativa della rappresentanza diplomatica o dell'ufficio consolare interessati. Ai sensi del comma 791, al Fondo verranno fatte affluire somme derivanti da atti di donazione e liberalità e contratti di sponsorizzazione conclusi con soggetti pubblici e privati. A proposito di tali contratti, la norma precisa, che essi devono escludere ogni forma di conflitto di interesse tra attività pubblica e privata.

Per quanto attiene ai rapporti previdenziali con i connazionali residenti all'estero, segnala inoltre il comma 403 il quale fornisce un’interpretazione autentica dell’articolo 5, secondo comma, della legge 27 aprile 1968, n. 488, in merito alla determinazione della retribuzione pensionabile per i lavoratori rientrati dall’estero in caso di trasferimento ad enti previdenziali italiani di contributi versati presso enti di paesi esteri.

Soffermandosi quindi sulle misure suscettibili di incidere sull'organizzazione, il funzionamento e il personale del Ministero degli affari esteri, segnala il comma 249,introdotto ex novo dal maxi-emendamento del Governo, che individua in 6 milioni di euro le disponibilità finanziarie che potranno essere oggetto di contrattazione integrativa, a titolo di incentivazione della produttività, per il personale del Ministero degli affari esteri appartenente alle aree funzionali in servizio presso il Ministero stesso. La formulazione del comma sembra indicare che l'accesso agli incentivi sia riservato al solo personale che presta servizio in Italia: al riguardo rileva l'opportunità di acquisire degli elementi di chiarimento dal Governo. Le suddette disposizioni si collegano al comma 251, introdotto ex novo dal maxi-emendamento del Governo, che dispone l'abrogazione dell'articolo 80, comma 42, della legge 27 dicembre 2002, n. 289(legge finanziaria 2003). Tale disposizione prevede attualmente che il 10 per cento delle maggiori entrate di ciascun anno provenienti dalla riscossione dei diritti consolari sia prioritariamente destinato, attraverso gli strumenti della contrattazione integrativa, all'incentivazione della produttività del personale non dirigente in servizio presso il predetto Ministero.

Dopo aver sinteticamente dato conto, riferendosi anche alla documentazione disponibile, dei profili di interesse per la Commissione recati dalle Tabelle annesse alla legge finaziaria e da altre misure inerenti alla Pubblica amministrazione suscettibili di incidere sull'organizzazione e la funzionalità del Ministero degli affari esteri, si sofferma quindi sui temi della proiezione economica esterna e del cosiddetto "sistema Italia". Per quanto riguarda gli interventi legislativi relativi al settore del commercio con l'estero, rilevanti anche alla definizione delle linee di politica internazionale, oltre alle citate disposizioni sulla rete diplomatica e consolare e sul potenzialmento dei servizi per gli Italiani all'estero, evidenzia le norme di cui ai commi da 516 a 518, che prevedono interventi in favore del marchio "made in Italy". Al riguardo, il comma 515, dispone un incremento di 20 milioni di euro per l’anno 2007 e di 26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a favore del Fondo istituito dalla legge finanziaria per il 2004 (legge n. 350 del 2003) a sostegno del made in Italy. Il comma 515dell’articolo in esame, così come integrato dalla Commissione bilancio della Camera, stabilisce, altresì, che l’incremento del citato Fondo è finalizzato anche a favorire la penetrazione commerciale dei mercati esteri da parte delle imprese, attraverso l’adozione di strumenti di marchio consortili aventi natura privatistica.

Il comma 523 autorizza uno stanziamento per il finanziamento della promozione della candidatura ad ospitare in una città italiana l'Esposizione Universale che si svolgerà dal 1° maggio al 31 ottobre del 2015. Ricorda, in proposito, che, a fronte della riduzione dello stanziamento complessivo precedentemente previsto dal disegno di legge, nel testo trasmesso all’Assemblea della Camera, per la promozione della candidatura italiana ad ospitare Expo 2015, pari a 6 milioni di euro, il maxiemendamento introduce, ai commi 532 e 533, per il periodo 2007-2009, autorizzazioni di spesa di importo pari complessivamente a euro 6.250.000 per la partecipazione dell’Italia all’Esposizione internazionale di Saragozza del 2008, e a euro 9.050.000 per la partecipazione dell’Italia all’Esposizione Universale di Shangai 2010.

I commi 524 e 525, introdotti ex novo dal maxi-emendamento del Governo, tendono ad assicurare le disponibilità finanziarie necessarie per la partecipazione all'Esposizione internazionale di Saragozza, che si terrà dal 14 giugno al 14 settembre 2008 e all'Esposizione Universale di Shangai, che si terrà dal 1° maggio al 31 ottobre 2010. Ai sensi del comma 524, per la partecipazione all'Esposizione di Saragozza del 2008 è autorizzata la spesa di euro 2.000.000 per il 2007, di euro 3.800.000 per il 2008 e di euro 450.000 per il 2009, mentre il successivo comma 525, ai fini della partecipazione all'Esposizione di Shanghai 2010, autorizza la spesa di euro 800.000 per il 2007, di euro 1.250.000 per il 2008 e di euro 7.000.000 per il 2009. I successivi commi da 526 a 534 recano le disposizioni organizzative inerenti alla partecipazione italiana alle due manifestazioni in questione, mentre il comma 535 definisce le modalità con le quali si farà luogo alla copertura finanziaria di tali disposizioni. In particolare segnala che, a differenza di quanto previsto dall’articolo 4, comma 2 dell’analogo provvedimento relativo alla partecipazione italiana all’Expo 2005 di Aichi (legge n. 360 del 2003), il comma 529 citato, oltre a prevedere un termine più lungo per la presentazione al Ministero degli affari esteri del rendiconto finale, non ne prevede l’inoltro alle competenti Commissioni parlamentari.

In conclusione, alla luce delle considerazioni esposte, preannuncia la formulazione di un rapporto favorevole alla Commissione bilancio sui documenti di bilancio in titolo, su cui auspica un ampio consenso tra le forze politiche in Commissione.

 

Interviene per fornire alcuni chiarimenti il vice ministro INTINI, il quale rileva che nell'ambito delle finalità complessive della manovra, volte ad assicurare la riduzione e lo stabile contenimento della spesa, le modifiche al disegno di legge finanziaria 2007 confermano ulteriormente la particolare attenzione del Governo per l'azione di politica estera e, in tale contesto, per gli strumenti a disposizione del Ministero degli affari esteri per l'assolvimento delle sue funzioni nelle sedi internazionali.

Al riguardo, evidenzia che le direzioni delle rappresentanze diplomatiche e consolari, essendo il luogo di massima affermazione delle funzioni statali e dell'immagine complessiva del Paese all'estero, richiedono un'utilizzazione efficiente di tutte le risorse disponibili - umane e materiali - nell'ambito di un processo di continuo adattamento alle mutate e mutevoli circostanze operative.

In proposito, osserva altresì, come nell'iter del disegno di legge finanziaria, per corrispondere a tali esigenze, è parso opportuno un riesame delle misure di riduzione della spesa per consumi intermedi e per il trattamento economico del personale in servizio all'estero ed il rafforzamento degli strumenti di flessibilità e semplificazione amministrativa e contabile. Ciò è avvenuto salvaguardando l'incremento delle risorse per l'attuazione di accordi internazionali (Tabella A) e quelle a favore dei paesi in via di sviluppo (Tabella C).

Evidenzia ad ogni modo, una riduzione delle risorse per il trattamento economico del personale all'estero che obbligherà l'Amministrazione ad un'azione di ristrutturazione e razionalizzazione della rete, conservando tuttavia il Ministero degli affari esteri la facoltà di gestire e compensare le riduzioni, nel quadro complessivo del suo bilancio.

Quanto al funzionamento delle strutture amministrative, ricorda che il disegno di legge in esame dispone nuovi strumenti di intervento e misure di semplificazione gestionale specificamente rivolte al Ministero degli affari esteri. Si tratta, in particolare, di assicurare, unitamente ai provvedimenti in attuazione della legge di semplificazione 2006, in corso di presentazione alle Camere per il prescritto parere delle Commissioni parlamentari competenti, l'accorpamento di numerosi capitoli di spesa, agevolando ulteriormente i flussi finanziari e la gestione delle spese di funzionamento.

Dopo aver sottolineato le finalità di razionalizzazione gestionale delle strutture amministrative del Ministero degli affari esteri che con il disegno di legge in esame si intendono perseguire, richiama le disposizioni specifiche dell'articolo 18 che si inquadrano nel suddetto contesto, quali: la ristrutturazione della rete diplomatica; l'unificazione dei servizi contabili; la destinazione delle maggiori percezioni consolari; gli interventi sul patrimonio immobiliare ubicato all'estero; gli interventi sul sistema di informazione visti; nonché la costituzione di un fondo speciale per la manutenzione di immobili. In particolare evidenzia come le misure suddette offriranno nuove opportunità di acquisire risorse aggiuntive e di rendere ancora più efficace l'erogazione di servizi.

Dopo aver ricordato le disposizioni riguardanti la promozione della candidatura italiana all'Esposizione Universale del 2015 (comma 523), la partecipazione all'Esposizione internazionale di Saragozza 2008 ed all'Esposizione Universale di Shanghai 2010 (commi 524-525), rileva come, pur in un quadro di forte contenimento della spesa, il disegno di legge finanziaria ed i provvedimenti collegati rivolgono alla Farnesina un'attenzione particolare, mirata al rilancio delle sue attività e della sua capacità operativa. Si tratta di misure specificamente ritagliate sulle peculiari funzioni del Ministero degli esteri e dei suoi Uffici all'estero che consentiranno di avviare una stagione di cambiamenti nell'organizzazione, al fine di rendere progressivamente realizzabile quel processo di adattamento alle continue sollecitazioni derivanti da una congiuntura internazionale in perenne stato di mutamento.

Conclude osservando che, una volta raggiunti gli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, cui la manovra finanza pubblica è diretta, sarà compito prioritario del Governo tornare ad investire nel settore strategico della politica estera, posto che le risorse dedicate dal bilancio statale ai compiti della politica internazionale rimangono ancora sensibilmente inferiori rispetto a quelle di cui dispongono le strutture dei nostri partners europei più significativi.

Auspica pertanto, che la vigile azione di stimolo e sostegno della Commissione costituisca un autorevole supporto al raggiungimento di tale obiettivo di medio termine.

 

Il presidente DINI dichiara aperta la discussione generale.

 

Il senatore MANTICA (AN), dopo aver espresso apprezzamento per la concretezza e la ricchezza di elementi forniti nella relazione, si sofferma su talune singole voci attinenti all'ambito di competenza del Ministero degli affari esteri, ed in particolare sull'ammontare complessivo degli stanziamenti disposti nell'ambito dello stato di previsione per l'esercizio 2007. Al riguardo, esprime perplessità sulla reale percentuale di incidenza di tale importo sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato, indicato dal relatore nella misura dello 0,4 per cento.

Quanto all'istituzione di un Fondo speciale per il finanziamento della partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali per il triennio 2007-2009, esprime l'auspicio che il venir meno dell'autorizzazione annuale di spesa per dette missioni non costituisca motivo per eludere il momento della verifica parlamentare delle linee di Governo sul tema. In proposito sottolinea altresì come, al di là della competenza specifica della Commissione difesa relativamente agli aspetti amministrativo-contabili, sia necessario salvaguardare il ruolo assegnato alla Commissione esteri in ordine agli aspetti strategici di politica estera di cui le missioni internazionali costituiscono un valido strumento.

In tema di cooperazione allo sviluppo, dopo aver richiamato le attuali polemiche tra forze politiche contrapposte concernenti i criteri di calcolo relativi ai dati sull'Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) rispetto al Prodotto interno lordo (PIL), laddove si discute della qualificazione o meno a tale scopo dei provvedimenti di azzeramento del debito come misure di liberalità unilaterale, posto che nel 2005 era stato quantificato nella misura dello 0,29 per cento secondo il Rapporto annuale dell'OCSE DAC, avanza una richiesta di chiarimenti nei confronti del rappresentante del Governo, volta a conoscere lo stato delle iniziative politiche tese a onorare l'impegno sottoscritto dal Governo italiano, in occasione del Consiglio europeo di Barcellona, nel raggiungimento dell'obiettivo dello 0,33 per cento nel 2006 e, in prospettiva, dell'ulteriore obiettivo pari allo 0,6 per cento nel 2011.

Esprime inoltre ferma condivisione per il ripristino del Fondo speciale per la cooperazione allo sviluppo, ora che sono venute meno le ragioni di emergenza giudiziaria che nel 1993 ne determinarono la soppressione, evidenziando come tale gestione fuori bilancio presenti aspetti positivi nella definizione dei programmi di utilizzazione di tali risorse oltre che nel miglioramento delle capacità di intervento nell'eventualità di circostanze straordinarie.

Con riferimento al Fondo rotativo presso il Mediocredito centrale, nel ricordare la spiacevole prassi volte a stornare i rientri dei paesi in via di sviluppo per finanziare attività diverse dalla cooperazione allo sviluppo, lamenta l'assenza di una disciplina normativa volta a regolare le modalità di utilizzazione degli importi del Fondo medesimo derivanti dal rimborso delle rate relative alle somme erogate a titolo di mutuo.

Rivolge inoltre al rappresentante del Governo una richiesta volta a conoscere l'importo totale dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo ripartiti e gestiti tra il Ministero degli affari esteri, il Ministero dell'economia e delle finanze e quelli autorizzati dalle leggi particolari, succedutesi nel tempo per far fronte ad esigenze specifiche. Nell'auspicare in particolare una gestione più corretta, tesa ad assicurare l'utilizzazione dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo per i propri scopi specifici e non per finalità estranee, constata con rammarico le evidenti difficoltà che l'Italia sconta sul piano del confronto internazionale con gli altri paesi, posto che il Ministero degli affari esteri non solo eroga solamente il 25 per cento circa degli stanziamenti di bilancio a ciò destinati, ma anche che tali risorse vengono poi gestite a livello comunitario ed internazionale, con evidente assenza di positive ricadute sul piano della visibilità del Governo italiano.

Dopo aver richiamato l'attuale insolvenza dello Stato italiano nello stanziamento dei contributi destinati al Fondo globale per la lotta all'AIDS, in misura parziale per il 2005 ed integrale per il 2006, si sofferma sul problema relativo alla trasparenza nell'attività di rendicontazione da parte delle agenzie dell'ONU circa i progetti di solidarietà curati a livello internazionale, ritenendo sul punto necessario aprire un confronto politico per discutere in ordine all'adozione delle più idonee iniziative al riguardo.

In tema di crediti d'aiuto, ravvisa la necessità di aggiornare alla luce del mutato contesto internazionale la pur valida legge n. 49 del 1987, con l'obiettivo di razionalizzare l'insieme delle risorse e degli strumenti volti al sostegno di progetti in tema di cooperazione allo sviluppo. In proposito, nell'evidenziare come al tal fine rivesta fondamentale importanza, oltre al profilo quantitativo relativo agli stanziamenti di bilancio, soprattutto l'aspetto soggettivo, sottolineando l'esigenza di assegnare al Ministero degli affari esteri un ruolo di primo piano nella gestione efficiente di tali fondi, auspica infine lo svolgimento di un'audizione del vice ministro Sentinelli al fine di avviare una concreta e costruttiva riflessione sulle questioni sopra richiamate in tema di cooperazione.

 

Il senatore POLLASTRI (Ulivo), dopo aver manifestato pieno apprezzamento per la completezza e l'esaustività della relazione, pur esprimendo soddisfazione per l'autorizzazione di una ulteriore spesa annuale di 14 milioni di euro relativo al capitolo riferito alle comunità italiane all'estero, esprime tuttavia rammarico per l'esiguità dell'incremento complessivo, pari a circa 5 milioni di euro, in relazione alle previsioni assestate del 2006 (pari a 82 milioni di euro) in forza della riduzione lineare per le dotazioni relative alle autorizzazioni di spesa che riguardano i capitoli relativi al Ministero degli affari esteri per le comunità degli italiani all'estero.

Quanto alle politiche di sostegno in favore dell'imprenditoria italiana all'estero, nel quadro della crescente valorizzazione dell'internazionalizzazione del "sistema Italia", ritiene inoltre opportuno affrontare compiutamente le problematiche attinenti agli Sportelli unici osservando come, pur costituendo essi lo strumento principe per la consulenza e l'assistenza alle imprese, tuttavia non garantiscono lo svolgimento efficiente dei processi decisionali, auspicando sul punto lo svolgimento di un'audizione del Ministro per il commercio con l'estero, Emma Bonino, in quanto è ricondotta sotto la sua responsabilità l'attività di coordinamento e di gestione delle suddette strutture amministrative.

Quanto alle finalità di razionalizzazione e potenziamento della rete consolare italiana, nel richiamare le tre distinte fonti di finanziamento ad essa relativi, e consistenti in primo luogo nella destinazione delle maggiori percezioni consolari al funzionamento delle strutture, in secondo luogo nella dismissione delle unità immobiliari all'estero ed infine nella possibilità per i consolati di ricevere contributi e sponsorizzazioni in assenza di conflitto di interesse, chiede al Governo di fornire chiarimenti in ordine all'ammontare del patrimonio immobiliare di cui il Demanio dispone presso le sedi ubicate all'estero.

 

Il senatore MENARDI (AN), nella consapevolezza dell'importanza dell'internazionalizzazione del "sistema Italia", sottolinea l'esigenza, nel quadro delle misure di intervento volte al rafforzamento ed alla razionalizzazione della rete consolare italiana in favore della valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani all'estero, di tener conto, oltre che degli Uffici commerciali presso le Rappresentanze diplomatico-consolari, degli Uffici dell'Istituto per il commercio estero e delle Camere di Commercio, e delle regioni, anche delle iniziative che fanno capo alle Amministrazioni locali.

In relazione alle norme sulla razionalizzazione del patrimonio immobiliare, si augura che l'esecutività riguardi l'individuazione degli immobili da dismettere e della loro commerciabilità e che non costituisca un modo per provvedere alla loro dismissione senza una previa verifica parlamentare.

 

Il senatore Furio COLOMBO (Ulivo), richiamando le osservazioni critiche emerse nel corso del dibattito in ordine alla scarsa funzionalità degli Sportelli unici all'estero, evidenzia le difficoltà derivanti dalla rigidità delle regole di contabilità di Stato nell'ambito della gestione delle iniziative imprenditoriali che involgano soggetti istituzionali che operano all'estero, sia pubblici - come le Rappresentanze diplomatico-consolari, gli Uffici dell'ICE e gli Istituti di cultura - che privati, osservando in proposito come sarebbe più opportuno operare una radicale riforma delle modalità di assunzione delle decisioni di spesa e di individuazione dei relativi capitoli di bilancio. Si tratta, in particolare, di farraginosità burocratiche che, se non opportunamente corrette, di fatto determinerebbero un uso inefficiente, se non addirittura un completa inutilizzabilità a suo dire, dello stanziamento previsto nella misura di 14 milioni di euro per le politiche di sostegno delle collettività e degli imprenditori italiani all'estero, nonché ai fini del rafforzamento e di razionalizzazione della rete consolare italiana.

 

La senatrice BURANI PROCACCINI (FI), associandosi ai rilievi critici già avanzati dal senatore Mantica nel lamentare alla mancanza di trasparenza in ordine alla gestione da parte delle agenzie ONU delle grandi opere di cooperazione, ancorché finanziate dal Governo italiano, rileva l'importanza della proiezione esterna quale requisito irrinunciabile nei progetti per la cooperazione allo sviluppo, sottolineando l'esigenza di individuare idonee misure tese a garantire un'adeguata pubblicità dei provvedimenti di spesa adottati in materia e ad assicurare una più coerente rendicontazione dei risultati ottenuti.

In secondo luogo, nell'esprimere il proprio rammarico dovuto alla scarsa presenza italiana ai vertici delle suddette agenzie, esprime l'auspicio che, posto il graduale innalzamento delle quote nella contribuzione, l'Italia possa altresì beneficiare di ruoli di responsabilità nell'ambito di tali organismi multilaterali di gestione al fine di conseguire una maggiore visibilità nel panorama internazionale.

 

Il senatore MARTONE (RC-SE) esprime apprezzamento per l’esposizione del relatore e si sofferma sul tema della cooperazione allo sviluppo rilevando come l’incremento della relativa dotazione recata dalla Tabella C segni un incoraggiante progresso del percorso, ancora lungo, verso il raggiungimento degli obiettivi definiti a livello europeo e internazionale. Evidenziando in proposito come, a fianco dell’esigenza di individuare adeguate risorse, si ponga quella del miglioramento della qualità degli interventi di cooperazione allo sviluppo, richiama il dibattito in corso sull’aggiornamento delle strutture preposte a tale politica caldeggiando al riguardo l’approfondimento del tema anche attraverso un’apposita audizione del vice ministro Sentinelli, specificamente competente. Rileva altresì come sul tema del miglioramento della qualità degli interventi di cooperazione allo sviluppo si sia intervenuto anche in autorevoli sedi internazionali quali l’OCSE e il Gruppo di Rio, e sottolinea gli effetti positivi, anche per i paesi donatori delle spese destinate allo sviluppo, talora erroneamente ritenute una mera passività. Si pone tuttavia l’esigenza di tenerle nettamente distinte da quelle poste in atto per interventi di peace-keeping favorendo semmai le proposte volte a costituire dei corpi civili di pace.

Dopo aver altresì ricordato le iniziative, ancorché impopolari in taluni ambienti, volte a istituire dei fondi globali per lo sviluppo, evidenzia inoltre l’esigenza di garantire la disponibilità di adeguate risorse anche per altri settori della politica estera quali le politiche per il disarmo – auspicando che l’Italia partecipi con un ruolo propulsivo ai negoziati previsti nel 2007 per il rinnovo del Trattato di non proliferazione – e richiamando l’esigenza di una fattiva presenza del Paese negli organismi internazionali competenti per la tutela dei diritti umani, ad iniziare dal neo costituito Consiglio delle Nazioni Unite dedicato alla materia.

Evidenziando quindi l’esigenza di salvaguardare una sede di riflessione, controllo e indirizzo da parte del Parlamento sulle decisioni da assumere in merito alle missioni internazionali, conclude esprimendo apprezzamento per la svolta impressa dall’attuale Esecutivo alla politica estera incentrandola opportunamente sui principi fondamentali della tutela della pace, del disarmo e della solidarietà.

 

Il senatore PIANETTA (FI), dopo aver manifestato apprezzamento per l'ampiezza dell'esposizione introduttiva e aver espresso considerazioni generali sulle finalità complessive della manovra, ritiene che, per quanto attiene alle competenze del Ministero degli affari esteri, gli stanziamenti di cui allo stato di previsione del 2007 sono del tutto insufficienti in relazione alle esigenze della nostra politica estera, sottolineando pertanto la necessità di un tempestivo incremento delle risorse messe a disposizione del Ministero.

Rileva inoltre l’esigenza di provvedere, attraverso l'auspicabile avvio di una approfondito confronto parlamentare, ad una strategia di miglioramento dell'efficienza in ordine alle modalità di utilizzo dei fondi destinati alla cooperazione al fine di far fronte agli impegni assunti in sede internazionale.

Dopo aver espresso l'assoluta inopportunità, in sede di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio, di aver assegnato a due portafogli ministeriali distinti le competenze relative alla politica estera e al commercio internazionale, in quanto fonte di inefficienze e inutili incomprensioni con i nostri interlocutori esteri, si sofferma sull'importanza degli investimenti disposti a favore della promozione dell'Italia, rilevando in proposito come l'Esposizione Universale 2015 possa rappresentare, analogamente alle Olimpiadi di Torino, un'indubbia occasione di attenzione da parte della comunità internazionale sul nostro Paese.

Sottolinea pertanto l'esigenza che il Governo metta a disposizione risorse sufficienti per dar corso ad una serie di investimenti tra il 2007 e il 2008, finalizzati alla presentazione della candidatura di Milano quale futura sede dell'Esposizione Universale, rilevando come la candidatura stessa dell'Italia possa rappresentare un momento positivo suscettibile di elevare l'immagine dell'Italia nel contesto della comunità internazionale.

Quanto alle missioni internazionali, sottolinea l'esigenza che il Parlamento assicuri il proprio contributo all'azione di Governo attraverso un serio e continuo confronto parlamentare nel presupposto che la partecipazione militare italiana fuori dai confini nazionali sia finalizzata alla realizzazione della pace nel mondo.

Infine, nel concordare con il senatore Martone in tema di diritti umani, si augura una maggiore attenzione da parte del Governo attraverso l'adozione di idonee misure di finanziamento per l'avvio di concrete iniziative politiche, soprattutto alla luce delle maggiori capacità operative che deriveranno dall'essere parte, per l'Italia, del Consiglio di sicurezza dell'ONU come membro non permanente per il prossimo biennio e della presentazione della candidatura al Consiglio del diritti umani per il triennio dal 2007 al 2010.

 

Il senatore MELE (Ulivo) rileva come dalla legge finanziaria emerga la volontà di consolidare il ruolo internazionale dell’Italia, attraverso la destinazione alla politica estera di un importo pari allo 0,4 per cento della spesa complessiva dello Stato, in coerenza con la posizione di rilievo assunta con iniziative come la partecipazione alla missione in Libano.

In tema di cooperazione allo sviluppo, augurandosi che l’Esecutivo dimostri una efficiente capacità di spesa delle relative risorse, auspica un sollecito avvio del confronto tra il Parlamento e il Governo a proposito del riordino della relativa disciplina legislativa. Esprimendo quindi apprezzamento per l’impianto complessivo della manovra finanziaria, anche con riferimento agli importi disponibili per la cooperazione allo sviluppo, sottolinea tuttavia l’esigenza di reperire le risorse aggiuntive necessarie per la partecipazione dell’Italia al Fondo Internazionale per la lotta all’AIDS e ad altri fondi destinati alla tutela della salute, tema in ordine al quale preannuncia la presentazione di un apposito ordine del giorno, non risultando altrimenti comprensibile che nel quadro della cooperazione allo sviluppo venga trascurato proprio un aspetto che invece dovrebbe essere prioritario quale le condizioni di salute degli esseri umani.

 

Il senatore MORSELLI (AN) sottolinea il proprio rammarico per il carattere eccessivamente polemico della relazione esposta dal relatore nei confronti del precedente Governo. Posto infatti che l’attuale Esecutivo beneficia palesemente di un sensibile miglioramento della congiuntura economica internazionale, i segni di ripresa dell’Italia e gli indicatori economici dimostrano che la situazione dei conti lasciata dal Governo Berlusconi non è così disastrosa come vorrebbe fare intendere l’attuale maggioranza. Ascrive inoltre al precedente Esecutivo, in particolare all’azione dell’ ex sottosegretario Mantica, l’aver fatto chiarezza sui profili finanziari della politica di cooperazione allo sviluppo, che in precedenza si era invece connotata per scandali e sprechi suscettibili di pregiudicarne quantomeno l’immagine.

Evidenzia altresì le carenze dell’esposizione del relatore per quanto attiene ai profili inerenti all’organizzazione e al funzionamento del Ministero degli affari esteri. La legge finanziaria in esame, infatti, è riuscita a scontentare tutte le categorie e tutte le organizzazioni sindacali riducendo drasticamente le risorse disponibili per l’attività istituzionale del Ministero, con particolare riferimento alla dotazione per l’indennità di servizio all’estero, che ha comportato gravi disagi per il personale interessato. Il modesto incremento dei relativi importi deciso in estrema ratio alla Camera non risulta peraltro idoneo a colmare l’inadeguatezza delle previsioni di spesa iniziali. Si tratta peraltro di risorse che costituiscono un investimento per l’Italia, come quelle destinate, ad esempio, alla partecipazione dell’Italia alle esposizioni universali, suscettibili, se operate con convinzione, di positive e utili ricadute per l’immagine del Paese.

Auspica pertanto al riguardo che la parte interessata dell’articolato possa essere opportunamente emendata e preannuncia il proprio sostegno per l’ordine del giorno che in materia sarà presentato dal senatore Pianetta. Invita quindi il relatore a fornire in sede di replica maggiori chiarimenti sulle questioni attinenti al personale del Ministero degli affari esteri.

 

Il senatore ANTONIONE (DC-PRI-IND-MPA) chiede chiarimenti sugli interventi per indennizzare gli esuli italiani della regione istriana e si rammarica per l’inadeguato sostegno ricevuto da parte dello Stato nei confronti della candidatura della città di Trieste ad ospitare una delle prossime esposizioni universali.

 

Il presidente DINI rileva come il tema della cooperazione allo sviluppo, che è stato affrontato in numerosi interventi, possa essere affrontato anche in occasione dell’esame delle apposite relazioni presentate in materia dal Governo (doc. LV e LV-bis) auspicando tuttavia che in futuro tali documenti possano essere elaborati dal Governo e presentati al Parlamento con maggiore tempestività rispetto all’esercizio di riferimento e con una più chiara enucleazione, stante la gran massa di dati di cui sono tradizionalmente corredati, dei profili politici più significativi.

Non essendovi altri iscritti ad intervenire, invita quindi il relatore ed il rappresentante del Governo a svolgere le relative repliche.

 

Il relatore BARBIERI (Ulivo) replica ai senatori intervenuti al dibattito evidenziando in primo luogo come, a prescindere dall’andamento del ciclo economico, non possa essere definita un’azione di risanamento finanziario quella operata con le manovre economiche e finanziarie poste in atto dal precedente Governo.

Ribadisce altresì il carattere strategico della politica estera per un paese come l’Italia anche ai fini del rilancio della sua competitività e, quindi, della crescita economica. La manovra in esame è pienamente coerente con tale assunto alla luce delle misure e delle risorse finalizzate a tale ambito ivi delineate. Lo sforzo volto a individuare le suddette risorse è tanto più significativo in quanto contestuale ad un imponente intervento per il risanamento dei conti. Dopo aver precisato che il dato dello 0,4 per cento è riferito alla dotazione del Ministero degli affari esteri in rapporto alle spese finali complessive dello Stato, sottolinea come l’attenzione posta dal nuovo Esecutivo per la politica estera, alla luce dei dati esposti, risulti come un elemento oggettivo che dovrebbe essere unanimemente riconosciuto a prescindere dalle considerazioni di parte. Posto che in particolare sono aumentate le risorse disponibili per la cooperazione, conviene sull’importanza di dedicare adeguata attenzione al tema specifico degli aiuti umanitari e rileva, a proposito della ventilata ipotesi di ripristinare in materia una gestione fuori bilancio, l’esigenza di contemperare l’efficienza e lo snellimento delle procedure con le opportune forme di vigilanza e controllo.

Condividendo altresì le considerazioni dei senatori Mele e Martone, evidenzia l’esigenza di monitorare i risultati degli interventi di razionalizzazione del patrimonio immobiliare situato all’estero previsti dalla legge finanziaria, in conformità con quanto previsto da uno specifico ordine del giorno presentato dal senatore Pollastri e altri.

Per quanto concerne la situazione del personale del Ministero degli affari esteri ritiene che le misure sull’incentivazione della produttività, di cui al comma 249, unitamente alle altre misure sul personale della Pubblica amministrazione previste dalla legge finanziaria, individuino una ragionevole soluzione.

 

Il vice ministro INTINI interviene in sede di replica rilevando a sua volta il carattere strategico delle spese destinate alla politica estera. Conviene altresì con i richiami emersi nel dibattito in merito all’esigenza di introdurre uno snellimento delle procedure amministrative e contabili applicabili alle attività della struttura diplomatica e consolare e rileva, tuttavia, come vedano proprio in questo senso alcune misure previste dalla legge finanziaria nonché dal decreto legislativo, in via di emanazione da parte del Governo, previsto dall’articolo 4 della legge n. 246 del 2005. Rilevando come la creazione degli sportelli unici all’estero abbia comportato risultati non sempre soddisfacenti sottolinea l’esigenza di procedere con risolutezza nella razionalizzazione della rete consolare, avendo anche il coraggio di sopprimere quelle sedi che non si rendessero più necessarie, osservando altresì come una maggiore presenza italiana nei vertici delle organizzazioni internazionali possa essere ricondotta non solamente all’azione politica e diplomatica ma anche ad una maggiore attenzione per una più diffusa e sistematica presenza di elementi italiani tra i funzionari di tali organismi.

Preannunciando che si farà carico di rappresentare al vice ministro Sentinelli le considerazioni emerse in materia di cooperazione allo sviluppo, afferma altresì come l’obiettivo di una effettiva presenza italiana negli organismi internazionali preposti alla tutela dei diritti umani sia pienamente condiviso dal Governo e rileva come la promozione di Milano per ospitare l’Esposizione Universale del 2015 possa essere effettuata anche incentrando su tale città le prossime iniziative che il Ministero degli esteri intende realizzare nel mondo per promuovere l’immagine dell’Italia.

Condividendo altresì l’invito a porre attenzione prioritaria agli interventi volti a sradicare malattie come l’AIDS, la TBC e la malaria richiama le misure poste in atto per il personale del Ministero degli affari esteri, tenuto altresì conto che gli effetti negativi derivanti dalla riduzione per l’indennità di servizio all’estero sono limitati dal fatto che tale decurtazione opera solo per l’anno 2007, e rileva come la questione degli indennizzi per gli esuli dell’Istria sia all’attenzione dell’ufficio legislativo del Ministero degli affari esteri.

 

Il presidente DINI avverte che non sono stati presentati emendamenti da sottoporre alla Commissione e che, essendo dati per illustrati dai rispettivi proponenti gli ordini del giorno testé presentati (pubblicati in allegato al resoconto della precedente seduta) si procederà con l’esposizione del parere del relatore e del Governo sugli stessi.

 

Il relatore BARBIERI (Ulivo) si pronuncia favorevolmente su tutti gli ordini del giorno presentati salvo che per gli ordini del giorno 0/1183/5/3a, su cui esprime avviso contrario, e 0/1183/6/3a, su cui si rimette al Governo.

 

Il vice ministro INTINI dichiara la disponibilità del Governo ad accogliere l’ordine del giorno 0/1183/1/3a come raccomandazione a condizione di espungere i capoversi primo, secondo e quarto del dispositivo, sui quali non è competente il Ministero degli affari esteri. Esprime altresì avviso favorevole sull’ordine del giorno n. 0/1183/2/3a a condizione di espungere il terzo capoverso del dispositivo, in quanto il riconoscimento del principio del debito illegittimo potrebbe comportare delle difficoltà per i paesi in via di sviluppo ad accedere al credito. Dopo aver espresso il proprio avviso favorevole sugli ordini del giorno n. 0/1183/3/3a e n. 0/1183/4/3a dichiara di accogliere l’ordine del giorno n. 0/1183/5/3a come raccomandazione ed esprime infine avviso contrario sull’ordine del giorno n. 0/1183/6/3a in quanto, pur essendo volto ad obiettivi condivisibili, non risultano disponibili le risorse necessarie per darvi seguito.

 

La senatrice BURANI PROCACCINI (FI) dichiara di accogliere l’invito ad espungere i capoversi primo e secondo del dispositivo dell’ordine del giorno n. 0/1183/1/3a ma rileva come il quarto capoverso includa anche profili di competenza del Ministero degli affari esteri e insiste pertanto perché sia posto in votazione il suddetto atto di indirizzo che riformula nell’ordine del giorno n. 0/1183/1/3a (Testo 2) non ritenendo soddisfacente l’accoglimento come mera raccomandazione.

 

Il senatore MELE (Ulivo) rileva che la Commissione potrebbe votare l’ordine del giorno come riformulato dalla senatrice Burani Procaccini.

 

Il vice ministro INTINI, preso atto delle delucidazioni offerte dalla senatrice Burani Procaccini e delle considerazioni emerse nel dibattito, esprime avviso favorevole sull’ordine del giorno n. 0/1183/1/3a.

 

Previa verifica del numero legale, la Commissione approva, quindi, l’ordine del giorno n. 0/1183/1/3a (Testo 2).

 

Il senatore MARTONE (RC-SE), a proposito dei rilievi del vice ministro Intini sull’ordine del giorno n. 0/1183/2/3a rileva che il principio del riconoscimento del debito illegittimo a livello nazionale e internazionale non ostacola l’accesso dei paesi in via di sviluppo al credito bensì dovrebbe indurre a realizzare delle verifiche più rigorose su presupposti e condizioni di concessione del credito dei suddetti paesi.

 

Il vice ministro INTINI propone quindi di sostituire il terzo capoverso dell’ ordine del giorno in questione con il seguente: "approfondire il tema del riconoscimento del principio del debito illegittimo a livello nazionale ed internazionale".

 

Il senatore MARTONE (RC-SE) accoglie la proposta rappresentata dal Governo riformulando l’atto in esame nell’ordine del giorno n. 0/1183/2/3a (Testo 2).

 

La Commissione approva, quindi, l’ordine del giorno n. 0/1183/2/3a (Testo 2). Con distinte votazioni la Commissione approva inoltre gli ordini del giorno n. 0/1183/3/3a e n. 0/1183/4/3a .

 

Il senatore PIANETTA (FI) invita la commissione a valutare la possibilità di votare l’ordine del giorno n. 0/1183/5/3a ritenendo inadeguato il suo mero accoglimento come raccomandazione.

 

Il vice ministro INTINI ribadisce di non poter accogliere il suddetto atto che come raccomandazione in quanto, al momento, deve ancora essere verificata la possibilità di individuare le risorse necessarie per darvi seguito.

 

Il senatore PIANETTA (FI) prende atto delle ulteriori precisazioni fornite dal rappresentante del Governo e dichiara di accettare l’accoglimento dell’ ordine del giorno n. 0/1183/5/3a come raccomandazione, che pertanto non viene posto in votazione.

 

Il senatore PIANETTA (FI) insiste nel chiedere la votazione dell’ordine del giorno 0/1183/6/3a posta la generale condivisione emersa in Commissione sulla candidatura di Milano per ospitare l’Esposizione Universale che si terrà nel 2015 e sottolineandone l’importanza per la promozione dell’Italia nel mondo. Osserva altresì che l’ordine del giorno si limita a chiedere di ripristinare la formulazione proposta allo stesso Governo nel testo della legge finanziaria presentato presso l’altro ramo del Parlamento.

 

Il vice ministro INTINI ribadisce che il Governo intende adoperarsi per promuovere la candidatura di Milano nel contesto delle iniziative già programmate per promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo ma ribadisce che non sussistono risorse disponbili per dare seguito all’ ordine 0/1183/6/3a nella formulazione attuale.

 

Il presidente DINI propone di sostituire, nell’ultimo capoverso dell’ordine del giorno in discussione, le parole: "a ripristinare le risorse" con le altre: "ad individuare in un futuro provvedimento le risorse".

 

Il senatore PIANETTA (FI) dichiara di recepire la proposta del Presidente riformulando l’atto in discussione nell’ordine del giorno n. 0/1183/6/3a (Testo 2).

 

Il vice ministro INTINI si rimette alla Commissione.

 

La Commissione approva, infine, l’ordine del giorno n. 0/1183/6/3a (Testo 2).

 

Non essendovi richieste di intervento in dichiarazioni di voto, su proposta del Presidente la Commissione conferisce infine a maggioranza mandato al relatore Barbieri a formulare un rapporto favorevole per la 5a Commissione permanente sui documenti di bilancio in titolo, per le parti di competenza.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184 – TABELLA 6) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione,

 

esaminati i documenti di bilancio in titolo, ha deliberato di trasmettere alla 5a Commissione permanente un rapporto favorevole.

 

 

 

 

ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE

N. 1183

 

0/1183/1/3ª

BURANI PROCACCINI

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

 

premesso che:

per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati, l'impostazione della normativa e le competenze del Comitato per i minori stranieri attualmente prendono in esame in primo luogo l'ipotesi del rimpatrio assistito, nella tutela del superiore interesse del minore. Tale indirizzo, condivisibile in linea di principio, appare però inadeguato a dare risposte a tutti i numerosissimi casi di minori stranieri non accompagnati segnalati ogni anno sul territorio italiano. L'esigenza di compiere indagini accurate nel paese d'origine del minore per verificare se esistano le condizioni per il rimpatrio assistito, la frequente carenza di informazioni adeguate, la difficoltà di identificare con certezza il minore, fanno sì che solo per una minima parte dei minori segnalati al Comitato possa giungere a disporre il rimpatrio assistito. I dati a tale riguardo sono eloquenti: su 46.213 segnalazioni di minori stranieri non accompagnati giunte al Comitato dal 2000 al 30 settembre 2005, i provvedimenti di rimpatrio assistito sono stati 796 (pari all'1,7 per cento). E' chiaro che il rimpatrio assistito è un caso quantitativamente "residuale" e che l' afflusso di minori stranieri non accompagnati è numericamente elevato, quindi, se da un lato è necessario continuare ad assicurare il rimpatrio assistito ai minori per i quali è possibile attuarlo, soprattutto ai fini del ricongiungimento familiare, è necessario prendere atto che il rimpatrio non costituisce una via risolutiva;

riguardo al problema dei minori impiegati in attività di accattonaggio, si può anzitutto osservare che le considerazioni sopra formulate riguardo a strumenti per seguire più puntualmente i minori stranieri non accompagnati potranno contribuire a ridurre alcuni aspetti del fenomeno. Tuttavia, una parte rilevante dei minori coinvolti non sono giuridicamente definibili "non accompagnati", anche se spesso sono di fatto "male accompagnati";

come evidenziato dall'indagine conoscitiva della Commissione parlamentare per l'Infanzia su adozione e affidamento internazionale e dalle richieste delle associazioni dei genitori adottanti, è indispensabile rimuovere, ove possibile, tutti quegli ostacoli e barriere che si frappongono nell'ordinario percorso delle coppie verso l'adozione,

 

impegna il Governo:

ad applicare la normativa conformandosi all'interpretazione dell'art. 32 del decreto legislativo n. 286 del 1998 affermata dal Consiglio di Stato affinché possano essere rilasciati permessi di soggiorno per studio e avviamento al lavoro per i minori oggetto di un provvedimento di affidamento, che si trovano in Italia da meno di tre anni e hanno seguito un progetto di integrazione per almeno due anni;

a considerare un più ampio uso del permesso di soggiorno per motivi umanitari, attualmente rilasciato in misura esigua;

a facilitare il rilascio dei visti d'ingresso alle coppie che sono obbligate a recarsi nei Paesi extra-UE per tutte le varie fasi del percorso adottivo;

a disciplinare in maniera specifica la concessione del permesso di soggiorno per i bambini provenienti da Paesi extra-UE che entrino in Italia per adozione o affido protratto (facilitazioni ed uffici appositi);

a potenziare le sedi diplomatiche italiane all'estero (consolati) tramite l'apertura di uffici preposti con personale locale specializzato, da formare con appositi corsi, per l'assistenza delle coppie italiane durante il soggiorno nei Paesi di origine dei bambini e per l'espletamento delle pratiche burocratiche (tra cui il servizio di traduzione gratuito della documentazione necessaria). Il personale in questione può essere inserito in organico anche con lo strumento delle esternalizzazioni o con contratti a tempo determinato.

 

0/1183/1/3ª (Testo 2)

BURANI PROCACCINI

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

 

premesso che:

per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati, l'impostazione della normativa e le competenze del Comitato per i minori stranieri attualmente prendono in esame in primo luogo l'ipotesi del rimpatrio assistito, nella tutela del superiore interesse del minore. Tale indirizzo, condivisibile in linea di principio, appare però inadeguato a dare risposte a tutti i numerosissimi casi di minori stranieri non accompagnati segnalati ogni anno sul territorio italiano. L'esigenza di compiere indagini accurate nel Paese d'origine del minore per verificare se esistano le condizioni per il rimpatrio assistito, la frequente carenza di informazioni adeguate, la difficoltà di identificare con certezza il minore, fanno sì che solo per una minima parte dei minori segnalati al Comitato possa giungere a disporre il rimpatrio assistito. I dati a tale riguardo sono eloquenti: su 46.213 segnalazioni di minori stranieri non accompagnati giunte al Comitato dal 2000 al 30 settembre 2005, i provvedimenti di rimpatrio assistito sono stati 796 (pari all'1,7 per cento). E' chiaro che il rimpatrio assistito è un caso quantitativamente "residuale" e che l' afflusso di minori stranieri non accompagnati è numericamente elevato, quindi, se da un lato è necessario continuare ad assicurare il rimpatrio assistito ai minori per i quali è possibile attuarlo, soprattutto ai fini del ricongiungimento familiare, è necessario prendere atto che il rimpatrio non costituisce una via risolutiva;

riguardo al problema dei minori impiegati in attività di accattonaggio, si può anzitutto osservare che le considerazioni sopra formulate riguardo a strumenti per seguire più puntualmente i minori stranieri non accompagnati potranno contribuire a ridurre alcuni aspetti del fenomeno. Tuttavia, una parte rilevante dei minori coinvolti non sono giuridicamente definibili "non accompagnati", anche se spesso sono di fatto "male accompagnati";

come evidenziato dall'indagine conoscitiva della Commissione parlamentare per l'Infanzia su adozione e affidamento internazionale e dalle richieste delle associazioni dei genitori adottanti, è indispensabile rimuovere, ove possibile, tutti quegli ostacoli e barriere che si frappongono nell'ordinario percorso delle coppie verso l'adozione,

 

impegna il Governo:

a facilitare il rilascio dei visti d'ingresso alle coppie che sono obbligate a recarsi nei Paesi extra-UE per tutte le varie fasi del percorso adottivo;

a disciplinare in maniera specifica la concessione del permesso di soggiorno per i bambini provenienti da Paesi extra-UE che entrino in Italia per adozione o affido protratto (facilitazioni ed uffici appositi);

a potenziare le sedi diplomatiche italiane all'estero (consolati) tramite l'apertura di uffici preposti con personale locale specializzato, da formare con appositi corsi, per l'assistenza delle coppie italiane durante il soggiorno nei Paesi di origine dei bambini e per l'espletamento delle pratiche burocratiche (tra cui il servizio di traduzione gratuito della documentazione necessaria). Il personale in questione può essere inserito in organico anche con lo strumento delle esternalizzazioni o con contratti a tempo determinato.

 

0/1183/2/3ª

MARTONE, MELE, COSSUTTA, TONINI

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

 

considerato che:

il debito estero impedisce il raggiungimento di fondamentali obiettivi di sviluppo e soddisfacimento dei diritti umani più elementari, sui quali pure si registra il consenso formale della totalità dei governi e delle organizzazioni internazionali, ivi incluso il Governo italiano e le organizzazioni internazionali delle quali l'Italia fa parte;

l'Italia si è dotata di una legge sul debito estero, la 209 del 2000 estremamente innovativa a livello internazionale che tra l'altro al suo articolo 7 prevede un impegno dell'Italia per un pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia sul tema del debito estero;

nel corso degli anni si è resa necessaria una revisione dei criteri per l'accesso ai programmi di riduzione e/o cancellazione del debito che andassero oltre i parametri meramente economici e che includessero quelli di sviluppo umano ed la compatibilità con il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, nonché promuovessero approcci innovativi, quali l'arbitrato internazionale nell'ambito di processi equi, trasparenti e partecipati;

di recente il governo norvegese, ha annunciato la cancellazione incondizionata e unilaterale del debito di Ecuador, Perù, Jamaica, Sierra Leone ed Egitto, per un ammontare a 520 milioni di corone norvegesi (circa 61 milioni di euro). La cancellazione è avvenuta in quanto l'Esecutivo norvegese ha ammesso che, con i prestiti concessi, si era reso corresponsabile del mancato sviluppo dei paesi destinatari dei fondi. La Norvegia fissa in questo modo un importante precedente per la definizione e l'utilizzo del concetto di debito illegittimo;

come sottolineato tra l'altro nel documento finale della Conferenza ONU su Finanza per lo Sviluppo del 2002, il cosiddetto Consenso di Monterrey, le risorse finanziarie destinate alla cancellazione o riduzione del debito non dovranno essere sottratte a quelle destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo,

 

impegna il Governo:

a rilanciare le iniziative volte ad ottenere un pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia sul tema del debito estero;

ad avviare, coinvolgendo attivamente il Parlamento attraverso le Commissioni competenti, un esame approfondito di tutti i crediti italiani verso paesi indebitati, per studiare processi trasparenti, equi e partecipati per il negoziato e l'eventuale cancellazione dei crediti stessi in maniera tale da salvaguardare la destinazione sociale dei fondi e delle risorse liberate con la riduzione e la cancellazione del debito estero;

a promuovere e sostenere iniziative per il riconoscimento del principio del debito illegittimo a livello nazionale ed internazionale;

a riferire in Parlamento, presso le Commissioni competenti, sullo stato di attuazione della legge 209 del 2000.

 

0/1183/2/3ª (Testo 2)

MARTONE, MELE, COSSUTTA, TONINI

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

 

considerato che:

il debito estero impedisce il raggiungimento di fondamentali obiettivi di sviluppo e soddisfacimento dei diritti umani più elementari, sui quali pure si registra il consenso formale della totalità dei governi e delle organizzazioni internazionali, ivi incluso il Governo italiano e le organizzazioni internazionali delle quali l'Italia fa parte;

l'Italia si è dotata di una legge sul debito estero, la 209 del 2000 estremamente innovativa a livello internazionale che tra l'altro al suo articolo 7 prevede un impegno dell'Italia per un pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia sul tema del debito estero;

nel corso degli anni si è resa necessaria una revisione dei criteri per l'accesso ai programmi di riduzione e/o cancellazione del debito che andassero oltre i parametri meramente economici e che includessero quelli di sviluppo umano ed la compatibilità con il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, nonché promuovessero approcci innovativi, quali l'arbitrato internazionale nell'ambito di processi equi, trasparenti e partecipati;

di recente il governo norvegese, ha annunciato la cancellazione incondizionata e unilaterale del debito di Ecuador, Perù, Jamaica, Sierra Leone ed Egitto, per un ammontare di 520 milioni di corone norvegesi (circa 61 milioni di euro). La cancellazione è avvenuta in quanto l'Esecutivo norvegese ha ammesso che, con i prestiti concessi, si era reso corresponsabile del mancato sviluppo dei paesi destinatari dei fondi. La Norvegia fissa in questo modo un importante precedente per la definizione e l'utilizzo del concetto di debito illegittimo;

come sottolineato tra l'altro nel documento finale della Conferenza ONU su Finanza per lo Sviluppo del 2002, il cosiddetto Consenso di Monterrey, le risorse finanziarie destinate alla cancellazione o riduzione del debito non dovranno essere sottratte a quelle destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo,

 

impegna il Governo:

a rilanciare le iniziative volte ad ottenere un pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia sul tema del debito estero;

ad avviare, coinvolgendo attivamente il Parlamento attraverso le Commissioni competenti, un esame approfondito di tutti i crediti italiani verso paesi indebitati, per studiare processi trasparenti, equi e partecipati per il negoziato e l'eventuale cancellazione dei crediti stessi in maniera tale da salvaguardare la destinazione sociale dei fondi e delle risorse liberate con la riduzione e la cancellazione del debito estero;

ad approfondire il tema del riconoscimento del principio del debito illegittimo a livello nazionale ed internazionale;

a riferire in Parlamento, presso le Commissioni competenti, sullo stato di attuazione della legge 209 del 2000.

 

0/1183/3/3ª

POLLASTRI, MELE, MARTONE, TONINI, COSSUTTA

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

considerato e apprezzato l'impegno per il rafforzamento, la razionalizzazione, il funzionamento, il restauro, la manutenzione della nostra rete consolare all'estero, cui sono destinati fondi aggiuntivi come previsto dai commi 250, 784, 790, 791 dell'articolo 18,

 

impegna il Governo:

a riferire alla Commissione stessa entro il 30 settembre 2007 sulle linee di intervento e sull'attuazione del piano di alienazione degli immobili del demanio all'estero, al fine di verificare le risorse che possono essere rese disponibili per il rafforzamento della nostra rete consolare.

 

0/1183/4/3ª

MELE, MARTONE, TONINI, COSSUTTA

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

considerato l'impegno del nostro paese a contribuire al rifinanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, tubercolosi e malaria, istituito in occasione del vertice del G8 di Genova 2001;

ricordando che, nel corso della recente revisione di medio termine e dell'ultima riunione del consiglio direttivo del Fondo tenutasi a fine ottobre in Guatemala, è stato deciso di proseguire con il rifinanziamento per i prossimi tre anni;

considerato il grave ritardo del nostro paese nell'esborso delle rate passate al Fondo per un totale di 150 milioni di euro, e l'urgenza di sanare tale pendenza ed allo stesso tempo contribuire al rifinanziamento per gli anni dal 2007 al 2009 per un ammontare annuo di 130 milioni di euro;

sottolineando la necessità di istituire un fondo ad hoc per il rifinanziamento delle quote contributive italiane al Fondo globale,

 

impegna il Governo:

a reperire i fondi necessari per ottemperare agli impegni presi a livello internazionale nell'ambito del Fondo globale per la lotta all'AIDS, tubercolosi e malaria.

 

0/1183/5/3ª

PIANETTA, ANTONIONE, MANTICA, MORSELLI

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

tenuto conto che mentre la domanda di servizi diplomatici e consolari si fa più forte ed al Ministero degli affari esteri vengono richiesti compiti aggiuntivi, il disegno di legge finanziaria e di bilancio in esame propongono riduzioni non mirate su una struttura sicuramente efficiente ed efficace nel suo complesso, una struttura che permetta al Paese di raggiungere obbiettivi di primaria rilevanza, quali ad esempio l'elezione al Consiglio di sicurezza dell'ONU e la prolungata azione diplomatica per la sua riforma; la recente conferenza sul Libano; l'assistenza prestata dall'Unità di crisi ai connazionali in difficoltà o in occasione di gravi disastri come lo tsunami; l'organizzazione e la tenuta del voto degli italiani all'estero. Inoltre, le missioni di pace, l'accresciuto impegno della cooperazione, i nuovi compiti in materia di selezione dei lavoratori stranieri, sono solo esempi di come il mondo d'oggi richieda un'accresciuta attività della Farnesina;

preso atto che per far fronte alle crescenti richieste alla rete diplomatico-consolare i sindacati del personale della Farnesina hanno proposto misure strutturali tese ad incrementare ulteriormente l'efficienza del Ministero degli affari esteri, tra cui quelle per la semplificazione amministrativo-contabile per la gestione degli uffici all'estero;

considerato che di fronte ai crescenti compiti demandati al Ministero degli affari esteri si sono succedute continue erosioni delle risorse ad esso destinate e consistenti decurtazioni dei capitoli funzionali alla conduzione delle operazioni degli uffici all'estero (la percentuale del bilancio Ministero degli affari esteri - cooperazione allo sviluppo esclusa - sul totale della spesa pubblica, scende dallo 0,28 per cento del 1986 allo 0,23 per cento odierno, dato irrisorio se confrontato alla media dei paesi europei);

considerato che i maggiori fondi giustamente devoluti in questa legge finanziaria alla cooperazione, agli accordi internazionali e le eventuali ulteriori competenze nel settore del turismo ed immigrazione, comporteranno maggior carico di lavoro per una struttura già compromessa nel suo funzionamento e sopravvissuta grazie all'abnegazione dei suoi dipendenti;

preso atto che nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri risulta una decurtazione dell'indennità di servizio all'estero (ISE) e delle risorse connesse,

 

impegna il Governo:

a ripristinare le risorse destinate all'indennità di servizio all'estero decurtate definendo opportune misure compensative anche nell'ambito della legge finanziaria.

 

0/1183/6/3ª

PIANETTA

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

tenuto conto dell'importanza del tema dell'Esposizione Universale che si terrà nel 2015: "Nutrire il Pianeta, energia per la vita";

che il Ministro degli affari esteri ha ufficializzato il sostegno della Farnesina alla candidatura di Milano per ospitare tale evento;

che l'Esposizione Universale rappresenta un evento di straordinaria importanza per la promozione dell'Italia nel mondo;

che per conseguire tale designazione è necessaria una intensa e capillare attività promozionale,

 

impegna il Governo:

a ripristinare le risorse inizialmente previste all'art. 132 del disegno di legge Atto Camera 1746-bis e a distribuire gli stanziamenti negli anni 2007 e 2008.

 

0/1183/6/3ª (Testo 2)

PIANETTA

La 3a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

tenuto conto dell'importanza del tema dell'Esposizione Universale che si terrà nel 2015: "Nutrire il Pianeta, energia per la vita";

che il Ministro degli affari esteri ha ufficializzato il sostegno della Farnesina alla candidatura di Milano per ospitare tale evento;

che l'Esposizione Universale rappresenta un evento di straordinaria importanza per la promozione dell'Italia nel mondo;

che per conseguire tale designazione è necessaria una intensa e capillare attività promozionale,

 

impegna il Governo:

ad individuare in un futuro provvedimento le risorse inizialmente previste all'art. 132 del disegno di legge Atto Camera 1746-bis e a distribuire gli stanziamenti negli anni 2007 e 2008.


DIFESA (4a)

Giovedì23 novembre 2006

34a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

DE GREGORIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 12, 12-bis e 12-ter) Stato di previsione del Ministero della difesa per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

Il presidente DE GREGORIO dichiara aperto l’esame dei documenti di bilancio per le parti di competenza della Commissione. Dopo aver avvertito che il ministro Parisi è impossibilitato a intervenire nella seduta odierna e che pertanto il Governo è rappresentato dal sottosegretario Forcieri, che ringrazia, dà la parola al senatore Nieddu, relatore sulla tabella 12.

 

Il relatore NIEDDU (Ulivo), premesso che la manovra economico-finanziaria appare nel suo complesso orientata al rilancio della crescita economica, in un contesto di risanamento strutturale della finanza pubblica, di equità sociale e di maggiore efficienza della spesa pubblica e che il totale delle risorse raccolte è superiore a 2 punti di PIL, sottolinea che, per l'impostazione del bilancio, il Governo ha ritenuto prioritari gli obiettivi della riorganizzazione e della razionalizzazione della Difesa, da realizzare anche mediante l'accorpamento e la ridefinizione in chiave interforze delle strutture e dei comandi, della professionalizzazione delle Forze armate, nonché dell'ammodernamento e della piena operatività dello strumento militare, onde svilupparne la capacità di operare in contesti internazionali. Per realizzare tali obiettivi, la Tabella 12 prevede un ammontare complessivo di spesa pari a 18.134 milioni di euro, con un incremento del 2 per cento circa rispetto al bilancio 2006. Con le variazioni introdotte alla Camera dei deputati, le disponibilità totali di competenza risultano incrementate di 2.035,3 milioni di euro, per un totale di 20.169,75 milioni di euro; per la funzione Difesa, l’incremento rispetto al 2006 è pari a circa il 2,7, distribuito tra personale, esercizio ed investimento. La voce di spesa più cospicua è quella relativa al personale, che rappresenta circa il 71 per cento della spesa e registra il maggiore incremento rispetto all'anno 2006 (circa il 2,1 per cento). Tale spesa è commisurata al livello di forza totale per il personale militare dell'Esercito, Marina ed Aeronautica, correlato con l'evoluzione del modello professionale.

Le spese per l'esercizio invece sono state determinate in funzione dell'esigenza di sostenere l'operatività dello strumento militare esistente attraverso la formazione, l'addestramento, la manutenzione e la sicurezza del personale e registrano un aumento dell'8,6 per cento circa rispetto al 2006.

Infine, le spese per l'investimento sono state commisurate al finanziamento degli impegni già presi in ambito internazionale, a contratti già formalizzati e a programmi tesi alla risoluzione delle obsolescenze tecnologiche e sono soggetti di un aumento pari al 3 per cento.

Quanto alle risorse per la sicurezza, si verifica un incremento dell’1,6 per cento per le spese per il personale, un decremento del 17,5 per cento per quelle di esercizio, e un lieve incremento, pari al 2 per cento, per le spese di investimento.

Egli segnala quindi un decremento per le funzioni esterne, che si riferiscono a compiti per il soddisfacimento di esigenze specifiche che non possono essere direttamente collegate con l'assolvimento dei compiti istituzionali della Difesa.

Dopo aver rilevato che le spese per l'esercizio e per l'investimento sono state oggetto di notevoli riduzioni negli ultimi anni, e pertanto richiedono significativi interventi correttivi, contenuti all'articolo 18 del disegno di legge finanziaria, il relatore Nieddu dà quindi conto anche di tali disposizioni, precisando che il comma 13 del succitato articolo, che non era previsto nella stesura originaria della finanziaria, prevede, allo scopo di adeguare l'assetto infrastrutturale delle Forze armate alle nuove esigenze derivanti dall'adozione dello strumento professionale, rendendo possibile di individuare beni immobili suscettibili di permuta con gli enti territoriali. Tali attività sono effettuate dall'Agenzia del Demanio d'intesa con il Ministero della difesa. Il successivo comma 14, lettera a), inverte poi la procedura di individuazione dei beni immobili in uso all'amministrazione della difesa, ma non più utili ai fini istituzionali: tale attività compete ora direttamente al Ministero della difesa, che vi provvede con decreti da emanarsi di intesa con l'Agenzia del demanio. La stessa procedura, oltre che per le permute, a giudizio del relatore potrebbe essere prevista anche per le vendite. Inoltre, tali beni non sono più inseriti in programmi di dismissione per le esigenze organizzative e finanziarie connesse alla ristrutturazione delle Forze armate, ma sono consegnati alla medesima Agenzia del demanio ai fini dell'inclusione in programmi di dismissione e valorizzazione previsti dalla legislazione vigente. Le successive lettere b) e c) del medesimo comma stabiliscono il valore complessivo degli immobili da individuare ai fini della dismissione (2 miliardi di euro nel 2007 e 2 miliardi di euro nel 2008).

Il relatore Nieddu rileva quindi che, in base al comma 206, è accantonata e resa indisponibile una quota delle dotazioni delle unità previsionali di base iscritte nel bilancio dello Stato relative ai consumi intermedi. Ai fini di una valutazione dell'impatto della disposizione in esame, egli ritiene tuttavia che sarebbe opportuno poter disporre di un elenco delle unità previsionali di base interessate dalla disposizione, con indicazione dell'entità di ciascun accantonamento, precisando che per la Difesa l'accantonamento sembra essere di circa 400 milioni di euro.

Quanto all’assunzione di personale previsto nel comma 211 per i Corpi di polizia, nel segnalare che il numero delle possibili assunzioni per il 2007 appare insufficiente, egli anticipa l’intenzione di proporre un emendamento per elevare il numero del contingente complessivo ad un livello più adeguato.

Il comma 211 dispone limitazioni alla possibilità di assumere personale a tempo indeterminato per gli anni 2008 e 2009 per alcune pubbliche amministrazioni, tra le quali anche i Corpi di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. La previsione che le amministrazioni debbano continuare ad avvalersi del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni e prioritariamente del personale di cui all'articolo 23 comma 1, del decreto legislativo n. 215 del 2001, in servizio al 31 dicembre 2006, ovvero degli Ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e delle Forze armate, rappresenta comunque un primo passo per la stabilizzazione di personale in condizioni di precariato nel rispetto degli impegni presi dalla maggioranza in campagna elettorale.

Il relatore Nieddu si sofferma poi sul comma 482, che rifinanzia le attività previste in favore delle imprese nazionali del settore aeronautico, autorizzando contributi quindicennali da erogare ai sensi del cosiddetto "decreto-legge sulla competitività" e sulla disposizione successiva, che istituisce nello stato di previsione del Ministero della difesa un apposito fondo destinato al finanziamento degli interventi a sostegno dell'economia nel settore dell'industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico.

Dà quindi diffusamente conto del comma 744 del medesimo articolo, che autorizza, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, la spesa di 20 milioni di euro da destinare al finanziamento di un programma straordinario di edilizia per la costruzione, acquisizione o manutenzione di alloggi per il personale volontario delle Forze armate. A tale riguardo, osserva che i 350 milioni di euro destinati all'esercizio non compensano certo il taglio di oltre un miliardo di euro effettuato con la legge finanziaria dell'anno scorso. Le risorse destinate agli investimenti sono invece superiori rispetto al taglio effettuato lo scorso anno e rappresentano a suo avviso una netta inversione di tendenza, anche in considerazione della strutturalità dell'intervento che è previsto nella misura di 450 milioni nel successivo biennio per ogni anno per l'esercizio e di 1700 milioni di euro per il 2007, 1550 milioni di euro per il 2008 e di 1200 milioni di euro per l'anno 2009 per l'investimento. Il rapporto tra risorse per la funzione difesa e il P.I.L. passa così dallo 0,825 per cento a circa lo 0,95 per cento; non lontano, quindi dalla 0,985 per cento segnato nel 2005.

Dopo aver concordato con quanto sostenuto dal Ministro della difesa a proposito della necessità di ulteriori 1.000 milioni di euro, per superare il gap registrato negli ultimi esercizi, segnala che ciò rappresenta un parziale avvio di un oculato ed indispensabile intervento per la conservazione dei beni mobili della Difesa.

Conclusivamente, anticipa l’intenzione di presentare emendamenti tendenti ad incrementare il numero delle assunzioni del personale addetto alla sicurezza, a razionalizzare la dismissione dei beni immobili della Difesa ed a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato

 

Il presidente relatore DE GREGORIO (Misto-Inm) illustra le disposizioni del disegno di legge finanziaria connesse alla tabella di bilancio di competenza della Commissione Difesa, tratteggiando il quadro generale nel quale esse si inseriscono, i mutamenti avvenuti nel corso dell'esame della Camera dei deputati rispetto all'originaria stesura e gli aspetti sui quali è a suo avviso necessario introdurre modifiche.

In particolare, dà conto dell' articolo 18, evidenziando che il comma 13, in materia di valorizzazione del patrimonio pubblico, modificato durante l’esame presso la Camera dei deputati, disciplina, nell’ambito delle procedure di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, programmi unitari di valorizzazione degli immobili pubblici per la promozione dello sviluppo locale. La disposizione si riferisce agli immobili individuati dall’Agenzia del demanio e sottoposti a procedure di cartolarizzazione tramite trasferimento a società appositamente costituite. Al riguardo, essa prevede che l’Agenzia del demanio possa individuare, d’intesa con gli enti territoriali interessati, una pluralità di beni immobili pubblici, per i quali è attivato un processo di valorizzazione unico che possa costituire, nell’ambito del contesto economico e sociale di riferimento, elemento di stimolo ed attrazione di interventi di sviluppo locale. Individua inoltre le risorse per il finanziamento degli studi di fattibilità necessari per la realizzazione dei programmi di valorizzazione, utilizzando le somme presenti sul capitolo relativo alle somme da attribuire all’Agenzia del demanio per l’acquisto dei beni immobili, per la manutenzione, la ristrutturazione, il risanamento e la valorizzazione dei beni del demanio e del patrimonio immobiliare statale, nonché per gli interventi sugli immobili confiscati alla criminalità organizzata. Nella predisposizione dei programmi dovrà essere valutata in maniera prioritaria la possibilità di valorizzare gli immobili pubblici, mediante concessione d'uso o locazione, nonché attraverso l'allocazione di funzioni di interesse sociale, culturale, sportivo, ricreativo, per l'istruzione, la promozione delle attività di solidarietà e per il sostegno alle politiche per i giovani, nonché per le pari opportunità. In conseguenza di ciò, la relazione tecnica prevede un ritorno economico di 4,6 milioni di euro per il 2007, di 9,3 milioni di euro per il 2008 e di 14 milioni di euro per il 2009.

Al Ministero della difesa - prosegue il Presidente relatore - viene inoltre attribuita la possibilità di individuare beni immobili di proprietà dello Stato - mantenuti in uso al Ministero medesimo per proprie finalità istituzionali – che siano suscettibili di permuta con gli enti territoriali. Nell’esercizio di tale prerogativa, il Ministero della difesa dovrà agire coerentemente con i processi di razionalizzazione dell’uso degli immobili pubblici e con la finalità di adeguare l’assetto infrastrutturale delle Forze armate alle esigenze derivanti dall’adozione dello strumento professionale. Le attività e le procedure di permuta saranno effettuate dall’Agenzia del demanio, previa intesa con il Ministero della difesa, nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico-contabile.

Il Presidente relatore sottolinea quindi che il comma 14 dell’articolo 18 ha l’effetto di invertire la procedura di individuazione dei beni immobili in uso all’Amministrazione della difesa non più utili per fini istituzionali. Tale attività, prima attribuita all'Agenzia di concerto con la Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa, compete ora direttamente al Ministero della difesa, che vi provvede con decreti da emanarsi di intesa con l’Agenzia del demanio. Inoltre, tali beni non sono più inseriti in programmi di dismissione per le finalità di cui all’articolo 3, comma 112, della legge n. 662 del 1996 (esigenze organizzative e finanziarie connesse alla ristrutturazione delle Forze armate), ma sono consegnati all’Agenzia del demanio, ai fini dell’inclusione in programmi di dismissione e valorizzazione previsti dalla legislazione vigente. La disposizione stabilisce altresì il valore complessivo degli immobili da individuare ai fini della dismissione (2 miliardi di euro nel 2007 e 2 miliardi di euro nel 2008), determinando le scadenze temporali entro cui procedere all’individuazione ed alla successiva consegna dei beni all’Agenzia del demanio. Infine, prevede che la Cassa depositi e prestiti, entro trenta giorni dalla data d’individuazione degli immobili, conceda anticipazioni finanziarie pari al valore degli immobili individuati, per un importo complessivo non inferiore a 954 milioni di euro e, comunque, non superiore a 1357 milioni di euro, che sono versate all’entrata al bilancio dello Stato per essere riassegnate al Ministero della difesa su appositi fondi, relativi ai consumi intermedi ed agli investimenti fissi lordi. Una parte delle somme derivanti dalle procedure di valorizzazione e dismissione degli immobili della difesa, pari a 30 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2005 al 2009, andrà destinata all’ammodernamento ed alla ristrutturazione degli arsenali della Marina militare di Augusta, della Spezia e di Taranto. Una ulteriore somma di 30 milioni di euro è poi stanziata per il finanziamento di un programma di edilizia residenziale in favore del personale delle Forze armate dei ruoli dei sergenti e dei volontari in servizio permanente.

Il Presidente relatore si sofferma quindi sul comma 252, che riduce del 15 per cento le risorse per la professionalizzazione delle Forze armate, a decorrere dall’esercizio finanziario 2007. A tale riguardo, egli segnala con preoccupazione che la norma dà luogo ad una riduzione di circa 120 milioni di euro, che si tradurranno in una diminuzione nel 2007 di circa 13-14.000 unità, dati i limiti numerici di reclutamento di ufficiali e sottufficiali. Fermo restando che evidentemente il provvedimento non potrà che colpire maggiormente l’Esercito, ovvero la Forza armata maggiormente impegnata in operazioni esterne al Paese, occorrerebbe a suo avviso valutare gli effetti negativi nella vita dei reparti, sia in termini operativi e logistici, che, di riflesso, sulla qualità della vita, sul morale e sulla professionalità degli operatori. Inoltre, si perderà la possibilità di dare ai giovani 1.400 posti di lavoro, qualificanti e discretamente retribuiti, ancorché di breve durata, si dovranno chiudere o sottoalimentare un numero cospicuo di caserme, enti, organismi, e si verificherà un evidente svilimento delle funzioni dei quadri, che avranno alle proprie dipendenze personale, scarso o nullo. Vanno inoltre non sottovalutati i costi dei trasferimenti stessi, sia in termini finanziari che sotto il profilo negativo dell’impatto sulle singole famiglie.

Quanto alle assunzioni di personale, il Presidente relatore non ritiene che l’entità attualmente prevista consenta di garantire il corretto turn over del personale in relazione ai compiti da assolvere. Si tratta invece di un elemento fondamentale per scongiurare da un lato la progressiva diminuzione del personale effettivamente impiegabile per i fini istituzionali e dall’altro per evitare di incidere negativamente sulla possibilità di acquisire, in particolare, professionalità – ufficiali e ispettori – che, in forza dei requisiti di formazione e delle qualifiche rivestite, sono proprio quelle prioritariamente impiegate per il raggiungimento degli obiettivi, nonché per non disperdere le professionalità acquisite. Peraltro, laddove venisse consentita l’immissione in modo definitivo nei ruoli iniziali di personale ausiliario di truppa arruolato precedentemente al 2005 e ancora trattenuto, occorrerebbe comunque evitare la creazione di precariato nelle Forze armate. Va valutata in tal senso la possibilità di prevedere contestualmente l’immissione nel ruolo dei dipendenti civili della Difesa di personale volontario in misura pari a quelli eventualmente immessi nelle Forze di polizia.

Il comma 492 istituisce, nello stato di previsione del Ministero della difesa, un apposito fondo destinato al finanziamento degli interventi a sostegno dell'economia nel settore dell'industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico. Il fondo è iscritto con una dotazione di 1.700 milioni di euro per l'anno 2007, di 1.550 milioni di euro per l'anno 2008 e di 1.200 milioni di euro per l'anno 2009, per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale, derivanti anche da accordi internazionali. Questo stanziamento è peraltro necessario per compensare un bilancio della Difesa caratterizzato da oltre un quinquennio di decurtazioni, passando dall’1,27 per cento del P.I.L. del 2001 allo 0,825 per cento del 2006 e allo 0,824 per cento del 2007. Un incremento, peraltro, che a giudizio del Presidente relatore, sembrerebbe derivare quasi da una forma di "autofinanziamento", tenuto conto che il Ministero della difesa dovrà individuare dei pacchetti di immobili da consegnare all’Agenzia del Demanio per un valore complessivo di 4.000 milioni di euro. In definitiva, a suo avviso non vi è un intervento strutturale finalizzato a un duraturo adeguamento delle dotazioni di bilancio, ma anzi vengono venduti i "gioielli di famiglia".

Quanto al Fondo destinato a spese per il funzionamento dello strumento militare, istituito dal comma 743, il Presidente relatore sottolinea che, comparando le risorse destinate al funzionamento dello strumento militare con quelle previste per l’investimento, la decurtazione di 50 milioni di euro operata con il maxiemendamento introdotto alla Camera dei deputati risulta particolarmente penalizzante, ove si consideri che le risorse in questione sono già state nel tempo ampiamente decurtate e gli stessi stanziamenti originari già non consentivano di garantire il livello minimo di soddisfacimento delle esigenze. Rende un’idea della sproporzione tra le esigenze e i finanziamenti disposti il fatto che il Dicastero della difesa aveva avanzato una richiesta di 1.400 milioni di euro, a fronte dei 400 milioni concessi.

Nel constatare che è imminente l’inizio dei lavori dell’Assemblea, il Presidente relatore annuncia che proseguirà la propria illustrazione in una prossima seduta.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


DIFESA (4a)

Giovedì23 novembre 2006

35a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

DE GREGORIO

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 12, 12-bis e 12-ter) Stato di previsione del Ministero della difesa per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Prosegue l’esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana.

 

Il presidente relatore DE GREGORIO (Misto-Inm), riprendendo la sua illustrazione delle disposizioni del disegno di legge finanziaria connesse alla tabella 12, si sofferma sul comma 744 dell’articolo 18, relativo al finanziamento di un programma straordinario di edilizia per la costruzione, acquisizione o manutenzione di alloggi per il personale volontario delle Forze armate. Al riguardo, evidenzia che, alla stregua delle considerazioni riportate nel "Libro bianco 2002" del Ministero della difesa, il problema degli alloggi del personale militare è fondamentalmente caratterizzato da due aspetti, uno inerente alla funzionalità operativa degli enti e dei comandi, ed uno sociale, connesso con la qualità della vita dei militari e delle loro famiglie. L'attuale patrimonio abitativo della Difesa ammonta a 18.945 unità abitative, il che consentiva, sempre secondo le stime del Libro bianco 2002, di soddisfare solo un quinto dei potenziali aventi titolo. Tale quota è oggi ulteriormente diminuita a fronte dell'aumento degli aventi diritto all'assegnazione degli alloggi derivante dal processo di professionalizzazione delle Forze armate.

Il Presidente relatore dà quindi conto delle disposizioni di cui ai commi 745 e 746, precisando che la prima autorizza, per gli anni 2007, 2008 e 2009, la spesa di un miliardo di euro per il finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace ed istituisce, a tale scopo, un apposito fondo nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze. In questo quadro, la norma a suo avviso potrebbe prefigurare per il triennio una sostanziale delegificazione in materia di proroga delle missioni, superando la necessità di una specifica autorizzazione con atto legislativo. Il comma 746, introdotto ex novo dal maxi-emendamento del Governo, proroga invece al 31 gennaio 2007 il termine per le autorizzazioni di spesa per la continuazione delle missioni internazionali in scadenza al 31 dicembre 2006.

Le disposizioni di cui al comma 796, introdotto dal maxi-emendamento del Governo, istituisce nello stato di previsione del Ministero della difesa un fondo da ripartire per le esigenze di funzionamento dell'Arma dei carabinieri. Anche questi stanziamenti risultano a suo giudizio insufficienti, mettendo a rischio la funzionalità stessa della struttura, con gravi ripercussioni anche sulle condizioni di vita delle persone nei luoghi di lavoro.

Da ultimo, il Presidente relatore segnala con preoccupazione che il disegno di legge finanziaria per il 2007 nulla dice in ordine al riordino dei ruoli e che l’assenza di una iniziativa legislativa del Governo in materia aumenta le perplessità circa i reali intendimenti di dare soluzione al problema. Il tema è oggetto di iniziative legislative parlamentari all’ordine del giorno delle Commissioni congiunte difesa e affari costituzionali del Senato; ritiene tuttavia necessari la conferma della disponibilità delle risorse e l’impegno ad una revisione del sistema parametrale, ivi compresa la eventuale allocazione di risorse maggiori di quelle attuali.

Infine, egli segnala la necessità di un riconoscimento effettivo della specificità del comparto, atteso che lo status militare comporta limitazione di diritti e assunzione di specifici doveri, a fronte di differenze minime rispetto al restante comparto della Pubblica Amministrazione. La possibilità di concretizzare tale specificità, dando un netto segnale di attenzione alle Forze armate e alle Forze dell’ordine, potrebbe già essere rappresentata da una revisione dell’attuale normativa pensionistica, penalizzante per il personale più giovane. Il mancato avvio dal 1997 della previdenza complementare ha infatti dato luogo alla circostanza che tanti giovani reclutati rischiano di andare in pensione con situazioni minimali rispetto a trattamenti economici peraltro già non elevati. La soluzione ipotizzabile potrebbe a suo giudizio risiedere nello slittamento del passaggio al sistema contributivo per il personale in servizio dal 1997 sino al momento dell’effettivo avvio della previdenza complementare, o quanto meno al 2007.

Evidenzia inoltre che, per garantire la funzionalità dello strumento militare nel breve/medio termine, occorre favorire l’esodo del personale anziano, in modo da assicurare la presenza nelle Forze armate di personale più giovane, prettamente operativo, come richiede la funzione d’istituto, ovunque esercitata.

Da ultimo, si sofferma sulla delicata problematica delle infermità contratte in servizio, e segnatamente durante le operazioni militari in teatro; ciò con riferimento ai militari colpiti da patologie tumorali presumibilmente connesse all’utilizzo di uranio impoverito, nonché a quelli deceduti o resi invalidi permanentemente a causa di malattie correlate all’asbesto.

Infine, segnala la necessità di escludere espressamente il personale militare dalla procedura di pagamento stipendiale a mezzo sistemi informatici del MEF, che creerebbe gravi disservizi per le Forze armate e per l’Arma dei carabinieri.

Nell’augurarsi che dall’illustrazione sia emersa la complessità degli interventi disposti per il settore della Difesa e la sofferenza in cui il comparto si trova, esprime l’auspicio che dal dibattito vengano utili spunti, che si dichiara disponibile ad evidenziare nel rapporto alla Commissione bilancio.

 

Si apre il dibattito.

 

Ha innanzitutto la parola il sottosegretario FORCIERI, il quale rilevata l’esigenza di inquadrare le questioni nell’ambito del mutato scenario internazionale, ribadisce che produrre sicurezza significa impegnare risorse economiche, umane e di intelligenza considerevoli da parte di tutta la comunità, precisando che tutti gli Stati membri dell’Unione europea hanno l’obbligo di affrontare con un sistema di mezzi completo e complessivo le nuove minacce. Evidentemente, in quest’ottica non si può trascurare l’efficienza e l’interoperabilità delle Forze armate di ciascuno dei paesi membri. Al riguardo l’Italia sta facendo molto dal punto di vista politico, diplomatico e anche militare. Circa 10 mila soldati sono oggi schierati fuori dal territorio nazionale in operazioni; un impegno, questo, che l’attuale scenario internazionale non consente di prevedere in diminuzione nel prossimo futuro e che risulta realmente gravoso, atteso che per garantirne la sostenibilità nel tempo è necessario un impiego a rotazione di circa 40 mila militari.

Alla Difesa spetta dunque il non facile compito di assicurare la disponibilità di uno strumento idoneo sotto il profilo qualitativo e quantitativo, efficace, reattivo ed in grado di operare congiuntamente, ed alla pari, con le Forze armate degli altri paesi.

In quest’ottica, le Forze armate italiane stanno producendo uno sforzo consistente, da un lato per contribuire a sostenere efficacemente le missioni decise dal Parlamento e, dall’altro, per completare il processo di modernizzazione e trasformazione dello strumento militare in senso interamente professionale. A questo fine, nel quadro di una convergenza nel campo della stabilità e sicurezza in campo europeo, nonché di mantenimento degli impegni internazionali assunti dall’Italia, sarebbe auspicabile che gli stanziamenti fossero commisurati ad assicurare alle Forze armate standard di personale, di mezzi e sistemi qualitativamente analoghi a quelli dei paesi alleati. Quest’obiettivo irrinunciabile richiede una pianificazione finanziaria di medio-lungo termine, idonea a produrre un costante adeguamento della qualità e capacità dello strumento militare, al fine di renderlo compatibile con gli impegni assunti, senza trascurare la sicurezza del personale, segnatamente di quello impegnato nelle missioni internazionali di pace.

A questo fine, il Governo ha assicurato al bilancio della Difesa un incremento contenuto, ma significativo, che inverte la tendenza negativa registrata a partire dal "decreto tagliaspese" del luglio 2004; una scelta, questa, che assume particolare rilievo se rapportata al difficile momento economico che il Paese sta attraversando. Purtroppo la gravità della situazione ereditata e la necessità di operare una stabilizzazione e il risanamento dei conti pubblici non ha permesso al Governo di sostenere adeguatamente obiettivi strutturali del settore né tanto meno di riallineare il livello di spesa per la "Funzione Difesa" a quello dei partner europei. Occorrerà pertanto a giudizio del Sottosegretario confrontarsi con queste problematiche non appena le condizioni finanziarie del Paese saranno migliorate, e ciò non solo con riferimento alle risorse per investimenti e mantenimenti, ma, anche a quelle dedicate al personale che, come emerso in un recente incontro con il Comitato Centrale di Rappresentanza dei Militari, presentano aspetti di notevole criticità. La situazione di bilancio, che ha visto precipitare nell’ultimo triennio le risorse assegnate alla funzione Difesa, ha causato infatti uno stridente contrasto tra il livello di responsabilità dell’Italia e le capacità operative concretamente raggiungibili e sostenibili. Peraltro, la coincidenza tra la diminuzione di risorse e l’implementazione del modello professionale ha necessariamente aumentato le spese dedicate al personale. Il risultato finale è stata una diminuzione effettiva nel settore degli investimenti e in quello del mantenimento dello Strumento militare, che nella legge finanziaria 2006 ha raggiunto circa il 40 per cento, rispetto al livello di minima sufficienza che si era consolidato prima del citato "decreto tagliaspese". Ciò ha causato una allarmante situazione di insolvenza nella contrattualistica in corso per quanto riguarda i programmi di investimento e un gravissimo pregiudizio nei confronti del mantenimento dei mezzi e dei livelli addestrativi del personale.

Le difficilissime condizioni generali - sottolinea il Rappresentante del Governo - hanno reso non completamente percorribile una strada di risanamento; si è comunque registrato un cambio di tendenza che almeno permette di affrontare una parte delle problematiche.

Dopo aver dato conto in dettaglio degli stanziamenti previsti nella Tabella 12, il Sottosegretario segnala la rilevanza dei correttivi contenuti ai commi 492 e 743 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria.

Il primo autorizza la copertura di posizioni debitorie già esistenti e vincolanti, connesse a programmi di ammodernamento derivanti prevalentemente da accordi europei ed internazionali, già avviati e che hanno una rilevante ricaduta sul settore industriale nazionale. L’intervento, quindi, non è volto solo all’acquisizione decisa negli anni scorsi di mezzi e sistemi indispensabili al buon funzionamento dello Strumento militare, ma è finalizzato anche alla salvaguardia di assetti industriali e produttivi estremamente rilevanti in termini occupazionali, prima ancora che nel contesto della competitività internazionale. Con riferimento all’aumento di spesa militare, lamentato da alcuni parlamentari, il Sottosegretario precisa che ogni programma della Difesa ha lunghi tempi di ideazione e realizzazione e che in tal senso la pianificazione a lungo termine e la stabilità del bilancio sono elementi essenziali per lo sviluppo dell’insieme di attività.

Il Rappresentante del Governo evidenzia che la brusca riduzione del 40 per cento degli investimenti decisa dalla legge finanziaria 2006 ha causato gravissimi problemi alle attività in corso, che sono sfociate in alcune situazioni di piena insolvenza a fronte di fatture emesse e impegni internazionali presi, e nella sospensione di ogni nuovo programma, ancorché ne fosse già stato previsto l’avvio. La credibilità dello Stato e dell’Amministrazione Difesa hanno consentito di dilazionare e ritardare i pagamenti dovuti per superare le difficoltà, anche in ambito internazionale; il riconoscimento di tali dilazioni, ancorché non difficoltoso per la credibilità acquisita nel tempo, è stato comunque umiliante.

A tale riguardo, il sottosegretario Forcieri nota che una eventuale uscita dai programmi sotto contratto, oltre a tutte le normali dannose conseguenze finanziarie che la rottura di un contratto comporta, altererebbe il disegno dello strumento militare portato avanti fin qui, modificandolo nei fatti per via finanziaria e non, invece, a seguito di una scelta strategica. Peraltro, i programmi maggiori di tale disegno sono stati approvati dal Parlamento al momento del loro varo, e da esso seguiti costantemente attraverso la relazione sullo stato di attuazione che il Ministro annualmente invia ai Presidenti delle due Camere. Alterare i programmi in corso, senza avere studiato le conseguenze generali o un modello alternativo appare dunque gravemente dannoso, anche per le conseguenze industriali; i contratti sottoscritti hanno infatti fornito sicurezza alle industrie coinvolte, che hanno generato piani di impiego del personale e produzione, che a loro volta riverberano sull’indotto. In questa situazione, il Sottosegretario ribadisce che una eventuale cancellazione di attività in corso deve essere valutata con piena consapevolezza delle gravi conseguenze che da essa deriverebbero.

Passa quindi alla previsione recata dall’articolo 18, comma 743, che affronta la situazione presente, estremamente critica per la condizione dei mezzi e per il livello di addestramento del personale. I mezzi hanno notoriamente subito un drastico deterioramento, in dipendenza del continuo e prolungato impiego soprattutto nelle operazioni fuori area e in molti casi danni tecnici irreversibili che impongono costosissime revisioni all’atto della reimmissione in uso. La mancanza di risorse, ove protratta nel tempo, può addirittura portare alla necessità di radiazione dei mezzi costosi, ma soprattutto essenziali per l’operatività dello strumento e per la sicurezza dei militari.

Similmente la discontinuità nell’addestramento di un militare porta a situazioni di grave insicurezza nelle operazioni. Manutenzione e addestramento rimangono infatti elementi estremamente critici di cui continuiamo a essere seriamente preoccupati.

La dotazione riconosciuta dal comma 743, pari a 350 milioni di euro per il 2007, rappresenta comunque l’avvio di un oculato intervento di conservazione del consistente patrimonio di beni mobili del Dicastero, ma risulta purtroppo insufficiente. A questo proposito, il Sottosegretario segnala che lo stanziamento, inizialmente di 400 milioni di euro già di per sé una risposta inadeguata a fronte di una esigenza rappresentata di 1400 milioni è stato ridotto nel corso dell’esame della Camera dei deputati per effetto di un emendamento nei cui confronti il Governo ha espresso rammarico e forte preoccupazione, soprattutto pensando al futuro delle missioni internazionali, proprio perché si tratta di stanziamenti destinati all’addestramento, alla sicurezza e alla protezione del personale, nonché al mantenimento dei mezzi.

Peraltro, il Sottosegretario sottolinea che l’ipotesi che le risorse per l’esercizio potessero provenire da una riduzione di quelle destinate all’investimento non è praticabile, perché i 1700 milioni per gli investimenti, lungi dal costituire un nuovo conferimento di risorse, sono destinati al pagamento di debiti e alla copertura di impegni pregressi e giacché essi, per le interpretazioni di Eurostat, recepite dall’Istat, non vanno a pesare sul calcolo del debito pubblico e del fabbisogno dello Stato, a differenza di quanto avviene per gli stanziamenti destinati all’ esercizio che vengono interamente computati a tali fini, e richiedono, quindi, corrispondente copertura finanziaria. Da ciò dunque la necessità, per superare definitivamente il gap registrato negli ultimi anni, quantomeno della disponibilità di ulteriori 1.050 milioni di euro.

Su queste risorse insufficienti sono attestate anche tutte le attività di servizi esterni che le Forze armate avevano avviato come conseguenza del passaggio al professionale e che costituiscono una preziosa fonte di occupazione per categorie di lavoratori civili, oltre a garantire nel quotidiano un giusto livello di qualità di vita e di efficienza per il personale militare. Nel corso del 2006 si sono palesate le negative conseguenze occupazionali su queste categorie, non sempre tutelate da adeguati ammortizzatori sociali, generate dalla misure adottate dall’ultima finanziaria della precedente legislatura. Nel ribadire la sua preoccupazione per la permanente criticità del settore, auspica un reintegro delle risorse dell’esercizio a 400 milioni, sollecitando che esse vengano preservate da ogni ulteriore taglio o aggiustamento in negativo, considerata la loro essenza vitale.

In questo quadro, gli appaiono comprensibili le perplessità espresse dai COCER, che hanno sottolineato come le scarse risorse nel settore del mantenimento influiscano sulla qualità della vita e possano avere effetto anche sugli standard di sicurezza. A questi elementi, che vengono percepiti come dimostrazione di una minore attenzione al personale militare, si associa anche il disagio retributivo dato dalle limitate risorse assegnate nell’ultima finanziaria della precedente legislatura, per il rinnovo contrattuale del biennio 2006/2007. Esistono, inoltre, incertezze, alle quali occorre dare risposta positiva, sull’attuale disponibilità delle risorse finanziarie apprestate dalla legge 350 del 2003 per il riordino delle carriere. Ciò in quanto vi è stato anche un taglio degli automatismi stipendiali, fortunatamente poi attenuato e limitato a un biennio, ma che ha sempre contribuito al disagio e alla citata sensazione di disattenzione.

La stessa sensazione negativa è stata segnalata dal COCER in ordine al taglio del 20 per cento delle diarie per qualsiasi fattispecie di servizio prestato fuori dal territorio nazionale, che è molto spesso parte integrante di una carriera militare a qualsiasi livello e che è parte delle attività fonte di disagio sia personale che familiare.

Attesa la grande responsabilità che il COCER ha dimostrato nel trasmettere questi forti disagi, il Sottosegretario comprende come l’organizzazione abbia alimentato la fondata aspettativa da parte dei militari che le istituzioni e le forze politiche si facciano carico delle istanze di una categoria impegnata in compiti gravosi ed a cui sono impedite per legge le usuali forme di protesta di altre categorie, in considerazione dello status di militari.

Quanto alla richiesta di affrontare il problema del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, che ha fortemente penalizzato le categorie più deboli dei militari, caratterizzate da un basso reddito iniziale che si prolunga per molto tempo, si tratta di un problema comune a tutto il pubblico impiego, che non ha visto la tempestiva nascita di un sistema di pensione integrativa. Il dicastero della difesa è dunque impegnato a studiare a fondo la problematica ed ha sollecitato la costituzione di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio con la presenza di tutti i Ministeri interessati.

Altre istanze, che non comportano costi, sono molto sentite dal personale, che non comprende perché la specificità non viene riconosciuta neppure in settori semplicemente organizzativi: basti pensare all’articolo 18, comma 153, che prevede l’accentramento del pagamento degli stipendi al personale. Auspica pertanto una esclusione delle Forze armate dalla disposizione.

Venendo quindi alla problematica alloggiativa, nell’esprimere apprezzamento per le iniziative parlamentari in corso di esame al Senato, sottolinea l’esigenza di individuare un meccanismo virtuoso che si possa a regime parzialmente autoalimentare, partendo da una sanatoria della situazione attuale, che vede una generale insoddisfazione e aspettative frustrate, rilevando che nella manovra di bilancio sono stati inseriti 20 milioni destinati ad alloggi di Servizio per volontari.

Osserva quindi che la Difesa, conscia delle difficoltà a contorno, con l’articolo 18, comma 14, ha messo a disposizione, nel modo più efficace possibile, parte del consistente patrimonio immobiliare, ciò che può diventare un importantissimo e rilevante contributo al miglioramento dei conti pubblici.

Nota quindi che altre norme, concernenti il personale e l’organizzazione dei Servizi e delle Strutture di supporto, potrebbero richiedere alcuni aggiustamenti nel corso dell’iter parlamentare. Parallelamente, sarebbe auspicabile uno stanziamento specifico finalizzato a favorire l’esodo di personale militare anziano dai ruoli che presentano rilevanti eccedenze rispetto alle dotazioni previste dal modello professionale delle Forze armate.

Conclude rilevando che il bilancio 2007 segna un’inversione di tendenza rispetto al pesante quadro di situazione ereditato. In particolare, sono significativamente salvaguardati gli investimenti, anche in un’ottica strategica di mantenimento delle capacità di alta tecnologia del sistema industriale. Sono invece ancora insufficienti le risorse per il mantenimento e l’addestramento, e nell’anno sarà necessario individuare ulteriori accorgimenti di sostegno.

Ritiene conclusivamente che, tenuto conto della primaria esigenza del risanamento economico del Paese, i risultati ottenuti rappresentino il segno di un impegno ed una prima importante risposta. Chiede pertanto il più ampio sostegno al percorso parlamentare della manovra economico-finanziaria del Governo.

 

Il PRESIDENTE RELATORE ringrazia il rappresentante del Governo e avverte che il seguito dell’esame congiunto proseguirà in una prossima seduta.

Propone intanto di fissare alle ore 11 di martedì 28 novembre 2006 il termine per la presentazione di emendamenti e ordini del giorno.


DIFESA (4a)

Martedì28 novembre 2006

36a Seduta

Presidenza del Presidente

DE GREGORIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 12, 12-bis e 12-ter) Stato di previsione del Ministero della difesa per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Prosegue l’esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana del 23 novembre scorso.

 

Il presidente DE GREGORIO avverte che il ministro Parisi è impossibilitato a intervenire nella seduta odierna e che pertanto il Governo è rappresentato dal sottosegretario Forcieri, che ringrazia.

 

Si apre la discussione generale.

 

Il senatore RAMPONI (AN) espresso apprezzamento per il lavoro svolto da entrambi i relatori, rileva che dall’esame della manovra di bilancio emerge ancora una volta la sperequazione esistente tra spese per il personale e quelle per il funzionamento e l’ammodernamento, ritenendo ciò sia attribuibile ad un vero e proprio atteggiamento culturale nei confronti dei problemi della Difesa. L’entità delle assegnazioni risulta infatti inadeguata rispetto ai compiti affidati alle Forze armate e, d’altro canto, il bilancio presenta una rigidità connessa alla naturale incromprimibilità delle spese per il personale. Queste circostanze sono destinate a produrre risultati assai gravi ai fini della tenuta dei mezzi e dei sistemi d’arma e ripercussioni negative sulla stessa manutenzione dei mezzi. A ciò si aggiunge la riduzione dei programmi di addestramento, che finirà con l’avere conseguenze pesanti sulla preparazione dei militari, essenziale per garantirne non solo la professionalità, ma la stessa sicurezza. Altri aspetti su cui il decurtamento degli stanziamenti è destinato ad avere effetti sono rappresentati dalla carenza delle scorte, dalle difficoltà a garantire un’efficace presenza in ambito internazionale e dalla ridotta possibilità di effettuare pubblicità finalizzate al reclutamento. Nell’esprimere invece apprezzamento per lo stanziamento di 1.800 milioni di euro destinati all’ammodernamento, ne auspica la destinazione ai programmi in maggiore sofferenza negli scorsi anni, e segnatamente all’equipaggiamento dei militari, soprattutto di quelli operanti in missioni di pace. Quanto poi al comma 13 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria, che disciplina nuove procedure per la dismissione di beni immobili non più utilizzati dalla Difesa, auspica che esse si rivelino utili e vantaggiose. Segnala poi che l’assoggettamento anche dell’amministrazione della Difesa a procedure di pagamento degli stipendi di tipo centralizzato non risulta funzionale alle esigenze specifiche del Dicastero, anticipando la presentazione di un emendamento al comma 153 dell’art. 18, che presenterà alla Commissione di merito. Chiede inoltre chiarimenti in ordine al comma 745, ritenendo necessario che si precisi se dalla costituzione di un Fondo per la copertura delle missioni di pace consegua il superamento della necessità di approvare con cadenza semestrale provvedimenti di rifinanziamento delle missioni. Ove così fosse, preannuncia la presentazione di un emendamento, che preveda la presentazione al Parlamento di un rapporto semestrale del Governo riguardante gli sviluppi della situazione internazionale.

Riguardo al comparto sicurezza, segnala che la manovra di bilancio dà corso ad una significativa riduzione delle risorse in termini reali, in relazione al tasso di inflazione. Quanto alle spese di esercizio, l’esiguità della somma stanziata è destinata a ripercuotersi in modo negativo sulla dotazione di mezzi esistenti, peraltro già vetusti, e renderà impossibile l’adeguamento e l’ammodernamento tecnologico. Con riferimento alla disposizione di cui al comma 211, che stabilisce a 1.000 unità il limite massimo per l’arruolamento del personale di tutte le Forze di polizia, egli ne segnala l’inadeguatezza numerica, oltre a stigmatizzare l’assenza di una ripartizione tra i vari corpi, preannunciando anche in questo caso la presentazione di un emendamento che incrementi tale numero quantomeno a 2.000. Dopo aver espresso forti riserve anche con riferimento ai limiti previsti per le assunzioni a tempo determinato, rileva che la necessità di operare tagli di spesa non può ripercuotersi sulle esigenze connesse alla sicurezza. Condivide infine lo sconcerto del presidente relatore De Gregorio nel constatare la mancanza nel disegno di legge finanziaria di uno stanziamento finalizzato al riordino dei ruoli, attese le dichiarazioni recentemente rese in proposito dal vice ministro Minniti di fronte le Commissioni riunite 1a e 4a. Anticipa pertanto che presenterà al riguardo un emendamento nella Commissione di merito, che auspica venga ampiamente condiviso e sottoscritto.

 

La senatrice PISA (Ulivo) rileva preliminarmente che nell’affrontare l’esame della manovra di bilancio con riferimento al settore della Difesa è necessario tenere presente l’attuale scenario internazionale, al fine di identificare a quali realtà lo strumento militare sia chiamato a far fronte. A suo giudizio, sia i documenti predisposti dal Governo che la stessa relazione del sottosegretario Forcieri sembrano non tener conto di quanto è accaduto nel mondo negli ultimi 15 anni, dalla fine del mondo bipolare alla teorizzazione neocon del pensiero unico in tema di unilateralismo e guerra preventiva, dalla recessione mondiale del 1999 al warfare che ne è derivato, dal ruolo sempre più dominante delle economie emergenti alla caccia alle risorse energetiche, dalla corsa al riarmo nucleare da parte di paesi firmatari dei trattati di non proliferazione al dotarsi di armi nucleari da parte di paesi che ne erano privi e al controllo sull’arricchimento sull’uranio iraniano. Da ciò l’instabilità dell’odierno quadro internazionale e la necessità di identificare quale sia lo strumento militare idoneo ad affrontarlo. Se la diffusione del nucleare costituisce uno dei principali fattori di allarme, la vera minaccia è che l’Italia ospiti, nelle basi USA e NATO di Aviano e Ghedi, circa 90 ordigni nucleari, come riconosciuto dal sito del Pentagono, e che gli Stati Uniti abbiano sviluppato recentemente un piano di attacco globale che contempla l’impiego di ordigni atomici dislocati in Europa per attacchi preventivi e senza bisogno dell’autorizzazione dei paesi ospitanti. Il segnale di un’inversione di tendenza è rappresentato dalla circostanza che alcuni paesi Nato, come il Canada, la Grecia e la Danimarca, pur continuando a far parte dell’Alleanza Atlantica, hanno tuttavia chiesto la rimozione delle armi nucleari dal proprio territorio. Il summit della NATO che in questi giorni si tiene a Riga è dunque la sede per ridiscutere l’impegno nucleare. Ella ritiene che i rappresentanti italiani debbano impegnarsi ad insistere per la riconsegna degli ordigni nucleari agli Stati Uniti, ribadendo che il disarmo nucleare costituisce l’unico deterrente contro l’arricchimento dell’uranio in Iran. Quanto al terrorismo, l’attività che permette la prevenzione delle cause è soprattutto politica, economica e diplomatica. Occorre pertanto stabilire quale sia lo strumento militare per gestire questa attività. Anche sotto questo aspetto la manovra di bilancio in esame contiene a suo avviso una sproporzione tra la cifra stanziata per gli armamenti e le spese di esercizio. La senatrice si sofferma quindi sulla disposizione di cui al comma 492 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria, che stanzia 1.700 milioni di euro per il 2007 e, a scalare 1.500 e 1.200, rispettivamente per il 2008 e 2009, per finanziare interventi a sostegno dell’economia nel settore dell’industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico. Ritiene pertanto preoccupante che non sia data alcuna informazione specifica al Parlamento su quali programmi verranno finanziati con questa dotazione accessoria. La nota aggiuntiva rinvia infatti all’allegato D, da cui si evince in pratica che tutti i programmi pluriennali avviati dalla Difesa negli scorsi anni sono finanziati nell’esercizio 2007. Sono tuttavia esclusi alcuni programmi di particolare impegno, citati nell’allegato senza una corrispondente posta di spesa. Peraltro la nota aggiuntiva precisa che si dovrà prevedere uno stanziamento aggiuntivo di 50 milioni di euro per 15 anni per il programma Typhoon, al di là della tabella di bilancio della Difesa. La senatrice si sofferma quindi sulle disposizioni di cui ai commi 482, 483 e 484 del disegno di legge finanziaria, tutti riferiti al finanziamento di programmi d’armamento, anticipando l’intenzione di presentare un ordine del giorno che inviti il Governo a chiarire, per esigenze di trasparenza nei confronti del Parlamento, quali poste del bilancio riferite a programmi o attività della Difesa risultino inserite negli stati di previsione di spesa di altri Ministeri. Infine, dà conto delle norme di cui ai commi 743, in materia di spese per il funzionamento e il mantenimento in efficienza dello strumento militare, e 745 e 746, che introducono una sostanziale delegificazione della materia del finanziamento delle missioni internazionali, per effetto della quale la continuazione delle missioni in atto e le nuove missioni eventualmente decise dal Governo non sembrerebbero più dover essere sottoposte al Parlamento.

In conclusione, la senatrice Pisa rileva che la manovra di bilancio con riferimento al settore della Difesa dà luogo ad un incremento pari al 13,43 per cento rispetto al 2006, a cui vanno aggiunte alcune spese, come ad esempio quelle per il SISMI, per le quali il relativo capitolo verrà alimentato nel corso dell’esercizio con appositi fondi accantonati dal Ministero del tesoro, i quali pure subiscono un fortissimo incremento nel 2007. Sulle basi di questi elementi, conclude che la manovra di bilancio in esame vede un sostanzioso incremento delle spese per l’investimento, che risultano addirittura quasi raddoppiate, raggiungendo il 21,08 per cento, contro il 12,48 del 2006. Sollecita pertanto gli opportuni chiarimenti da parte del Governo.

 

Concorda con tali rilievi la senatrice BRISCA MENAPACE (RC-SE), esprimendo forte disagio di fronte all’impostazione della politica della Difesa, che sembra non tener conto degli elementi di novità recentemente introdotti a livello di politica estera, dei quali è emblematica la gestione della missione UNIFIL, destinati a trovare eco nel summit Nato di Riga. Rispetto a questi mutamenti, l’impostazione della politica della Difesa appare invece alquanto ripetitiva, ripercorrendo un trito copione che giustifica richieste di ulteriori stanziamenti in considerazione di un incremento dei costi. Ciò le sembra denunciare, tra l’altro, una incoerenza tra le rispettive impostazioni del Dicastero degli esteri e di quello della difesa. A suo giudizio, questi elementi di profondo mutamento dovrebbero invece essere riflessi nella manovra di bilancio in esame. In questo senso, riterrebbe opportuno prevedere l’istituzione di corpi civili di pace, ai quali potrebbero aderire i volontari obiettori di coscienza. Un secondo elemento a cui dare risalto dovrebbe essere costituito dalla possibilità di riconversione dei mezzi militari per utilizzi pacifici, che andrebbe tenuta in conto già al momento della progettazione degli armamenti. Un terzo elemento è rappresentato dalla necessità di riconvertire la stessa impostazione della politica di difesa italiana, che dovrebbe recuperare maggiore autonomia e meglio rispondere agli interessi nazionali. Al riguardo, segnala che i cittadini non risultano minimamente informati del fatto che alcuni aeroporti ospitano impianti atomici, ciò che peraltro li espone a divenire oggetto di ritorsione da parte di paesi che se ne assumessero potenzialmente danneggiati. Su queste questioni, e segnatamente sull’esigenza di una maggiore connessione della politica di difesa con i rilevanti mutamenti avvenuti a livello internazionale, preannuncia che presenterà un ordine del giorno.

 

Nessun altro chiedendo di intervenire, il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

 

Replica innanzitutto il senatore NIEDDU (Ulivo), relatore sulla tabella 12, il quale anticipa l’intenzione di recepire molte delle considerazioni avanzate dal senatore Ramponi in tema di sicurezza del personale e adeguamento delle dotazioni militari nella bozza di rapporto, nonché di presentare nella competente Commissione bilancio specifiche proposte emendative. Dopo aver rilevato che ogni segnalazione relativa alla necessità di rimpinguare dotazioni e di dare eco ad interessi e disagi espressi dalla categorie interessate va comunque filtrata attraverso le compatibilità di bilancio, fa osservare alla senatrice Pisa che nell’analogo rapporto reso lo scorso anno la Commissione ha evidenziato l’insostenibilità delle decurtazioni operate dal Governo Berlusconi al bilancio della Difesa, sul quale gravava l’80 per cento dei tagli di esercizio. La manovra di bilancio in esame intende appunto ripristinare, sia pure in parte, le risorse precedentemente ridotte, fermo restando che le risorse della Difesa risultavano già prima di quella riduzione inadeguate rispetto agli altri maggiori paesi dell’Unione europea. Ciò smentisce l’esistenza di qualsivoglia politica degli armamenti da parte dell’Esecutivo in carica. Va invece ricordato che, per effetto di quelle decurtazioni, sono mancate risorse destinate a corrispondere ad impegni assunti in ambito di programmi di cooperazione internazionale, difficoltà a suo tempo superate con uno slittamento dei pagamenti, oggi non più proponibile. Prevedere che pagamenti non effettuati nel 2006 possano invece esserlo nel 2007 risponde dunque a regole di buona amministrazione. Dopo aver rilevato che la tecnologia della Difesa è per lo più dual use, il relatore Nieddu auspica il superamento di ogni ideologismo, sottolineando che la pace è un bene comune da tutti condiviso, per il cui conseguimento occorrono strumenti efficaci ed adeguati. Con queste considerazioni, egli ritiene possa darsi corso ad un rapporto favorevole alla Commissione bilancio, che tenga conto anche degli aspetti di criticità emersi nel corso del dibattito.

 

Il presidente relatore DE GREGORIO (Misto-Inm) svolge la sua replica, riferita alle disposizioni del disegno di legge finanziaria connesse alla tabella di bilancio, ribadendo i rilievi già avanzati nel corso dell’illustrazione e sottolineando che l’intervento del rappresentante del Governo nella precedente seduta gli è peraltro parso esprimere considerazioni assai dure in ordine alle carenze e alle debolezze della manovra di bilancio. L’esame complessivo della manovra riferita al comparto e l’analisi degli elementi di criticità che emergono ai danni dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze armate nel loro complesso gli rendono tuttavia allo stato non possibile proporre la formulazione di un rapporto favorevole. Chiede pertanto di rinviare alla prossima seduta la sottoposizione di una bozza di rapporto per la Commissione bilancio, nell’auspicio di individuare una linea comune con il relatore sulla tabella 12, senatore Nieddu.

 

Il sottosegretario FORCIERI sottolinea che nel corso del dibattito sono state poste questioni di merito e questioni di carattere politico. In via preliminare, precisa che nel proprio precedente intervento egli ha evidenziato che il Governo ha cercato di porre rimedio alla disastrosa situazione del bilancio della Difesa, ereditata dalla scorsa legislatura, e segnatamente operata dalla legge finanziaria 2006. Questo tentativo si muove peraltro in una situazione di estrema difficoltà, atteso l’obiettivo di risanamento del deficit che l’Esecutivo intende conseguire. Richiama a questo scopo testualmente alcune espressioni da lui usate, ribadendo che il Governo ha fatto quanto nelle sue possibilità, attese le esigenze di risanamento economico del Paese, e comunque non nutre al suo interno incertezze in ordine alla valutazione positiva sulla manovra di bilancio in esame. Respinge inoltre i rilievi avanzati dalle senatrici Pisa e Brisca Menapace, osservando che la risposta da dare di fronte alle minacce nei confronti della nostra sicurezza è complessa, e dunque di ordine politico, economico e, se occorre, anche militare. Non risponde dunque al vero il rilievo che non vi sarebbe collegamento tra la politica estera e la politica di difesa e sicurezza; mai, anzi, l’intreccio è stato così fecondo, come dimostra l’esempio del Libano. È semmai cambiato il tipo di risposta militare, che non avviene più singolarmente, ma nel quadro di un’alleanza, ciò che conferma l’impegno in direzione della reale costruzione di una politica europea di sicurezza e difesa. A questo processo di costruzione occorre che l’Italia partecipi, schierando dunque risorse non diverse, a nessun livello, da quelle degli altri grandi paesi europei. Da ciò la necessità di uno strumento militare organizzato in modo conforme agli altri paesi, al fine di garantirne la massima interoperatività e integrabilità. L’attuale manovra di bilancio cerca appunto di andare incontro a queste esigenze. Pur comprendendo il disagio del presidente relatore De Gregorio rispetto all’insufficienza delle risorse stanziate, lo invita dunque a contestualizzare le sue valutazioni. Dopo essersi soffermato sulla questione degli immobili e sull’esigenza di riconoscere una specificità del Dicastero, che conviene debba riflettersi anche con riferimento alle questioni dei pagamenti stipendiali, sollecita pertanto l’espressione di un rapporto favorevole. Ribadisce conclusivamente che il Governo ha un’unica politica, che è quella di un impegno attivo, finalizzato a rendere effettiva la disposizione di cui all’articolo 11 della Costituzione, ed a promuovere la pace nei vari teatri nei quali risulta violata o minacciata.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


DIFESA (4a)

Mercoledì29 novembre 2006

37a Seduta

Presidenza del Presidente

DE GREGORIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 12, 12-bis e 12-ter) Stato di previsione del Ministero della difesa per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Rapporto contrario)

 

Prosegue l’esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri.

 

Il presidente relatore DE GREGORIO (Misto-Inm) avverte che, essendo il ministro Parisi impossibilitato a intervenire nella seduta odierna, il Governo è rappresentato dal sottosegretario Casula, che ringrazia.

Ricorda quindi che nella precedente seduta si è svolta la discussione generale, seguita dalle repliche dei relatori e del rappresentante del Governo, e che alla scadenza del termine stabilito è pervenuto un ordine del giorno (0/1183/1/4a).

 

Il relatore per la tabella 12 NIEDDU (Ulivo), primo firmatario dell’ordine del giorno 0/1183/1/4a, ne illustra i contenuti, rilevando che esso intende sanare la situazione di alcuni ufficiali vincitori di concorso non assunti per mancanza di fondi.

 

Il presidente relatore DE GREGORIO (Misto-Inm) esprime parere favorevole sull’ordine del giorno, che ritiene si faccia carico di un’istanza legittima.

 

Il sottosegretario CASULA, premesso che la problematica affrontata nell’ordine del giorno in realtà riguarda anche militari non graduati, dichiara di accoglierlo come raccomandazione.

 

Il PRESIDENTE RELATORE avverte che pertanto l’ordine del giorno non verrà posto ai voti.

Fa quindi presente che, insieme con il senatore Nieddu, relatore sulla tabella 12, ha approfondito tematiche emerse nel dibattito, giungendo all’elaborazione condivisa di uno schema di rapporto favorevole con rilievi e condizioni (allegato al resoconto della seduta), del quale, anche a nome del relatore Nieddu, dà lettura.

 

Il senatore DIVINA (LNP) anticipa la propria contrarietà, reputando contraddittoria la formulazione di un rapporto favorevole nel contesto di un documento che contiene di fatto una feroce critica alla complessiva manovra di bilancio. Peraltro, non ritiene che la situazione nella quale versano le Forze armate ed in generale il comparto della difesa rendano possibile l’espressione di un rapporto favorevole.

 

Il senatore GIULIANO (FI) fa osservare che il rapporto è corredato da condizioni assai incisive, che lo stesso documento qualifica come originate da imprescindibili necessità, e che si fa carico di criticità del settore, alcune delle quali segnalate dalla stessa maggioranza. Inoltre, richiama l’attenzione su alcuni aspetti in più sedi segnalati dai rappresentanti delle Forze armate, quali il riconoscimento della peculiarità della Difesa e la necessità di incrementi di stanziamento, attesi i nuovi e delicati compiti ad essa affidati, come il contrasto nei confronti dell’evasione fiscale e della recrudescenza della criminalità. Tutte le criticità sono specificamente elencate e normativamente individuate nel rapporto, che non gli sembra dunque presentare contraddizioni. Preannuncia pertanto il voto favorevole del suo Gruppo.

 

Per la senatrice BRISCA MENAPACE (RC-SE) il rapporto, pur dando conto di alcune perplessità emerse nel corso del dibattito, non contiene riferimenti all’attuale disallineamento tra la politica internazionale e quella della difesa. Ciò impedisce al suo Gruppo di andare oltre un voto di astensione.

 

Il senatore RAMPONI (AN), premesso apprezzamento per lo sforzo dei relatori ai fini dell’individuazione di un punto di incontro, prende atto che il Gruppo RC-SE ha una posizione difforme dalla restante parte della maggioranza. Ciò contraddice l’esistenza di una piena concordanza della Commissione sulla formulazione in esame del rapporto e rappresenta un elemento nuovo ed inatteso. Al fine di condurre le opportune riflessioni, chiede dunque si proceda ad una breve interruzione dei lavori.

 

Il PRESIDENTE RELATORE accoglie la richiesta e sospende la seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 10,20, riprende alle ore 10,40.

 

Il senatore GIANNINI (RC-SE) riconferma le considerazioni critiche della senatrice Brisca Menapace. Tuttavia vista la dinamica politica che si è sviluppata, e che personalmente trova incomprensibile, per senso di responsabilità e per evitare di creare ambiguità, annuncia che il suo Gruppo voterà a favore dello schema di rapporto favorevole.

 

Prende nuovamente la parola il senatore GIULIANO (FI), il quale precisa che l’estensione di un parere favorevole con rilievi e condizioni nasceva da un gentlemen’s agreement, attesa la rilevanza delle questioni in gioco. I mutamenti di scenario avvenuti in corso di seduta, unitamente alla circostanza, che egli rimarca, che alcuni componenti della Commissione appartenenti alla maggioranza hanno scelto di essere sostituiti nella votazione, costringono il gruppo Forza Italia a rivedere il proprio precedente orientamento ed a votare contro lo schema di rapporto.

 

Il relatore sulla tabella 12 NIEDDU (Ulivo) ritiene l’atteggiamento dell’opposizione intollerabile e sleale sul piano politico. Sottolinea quindi che la bozza di rapporto favorevole stilata dai due relatori rappresenta una faticosa mediazione e dà voce a rilievi avanzati da tutti gli intervenuti, segnalando la necessità di correggere una politica che negli ultimi anni ha portato a drastiche riduzioni degli stanziamenti della Difesa. La manovra di bilancio in esame dà finalmente corso ad un’inversione di quel trend negativo, ripristinando, sia pure parzialmente, le risorse precedentemente decurtate. Onestà e lealtà politiche avrebbero richiesto che questo sforzo di composizione non fosse oggetto di strumentalizzazioni. Egli si rammarica dunque per l’andamento della seduta, che lo spinge a precisare che solo al fine di conseguire consensi più ampi ha predisposto un rapporto con forti critiche alla manovra di bilancio, della quale avrebbe personalmente preferito mettere maggiormente in luce gli elementi positivi. Dopo aver sottolineato che i temi della Difesa mettono capo a interessi che sono della generalità del Paese e non pertengono alle dialettiche maggioranza-opposizione, rileva che l’attuale Esecutivo sta tentando di risolvere problemi annosi, ereditati dalla precedente maggioranza di Governo.

 

Il PRESIDENTE RELATORE fa osservare che lo spirito nel quale ha formulato il rapporto non era di critica all’operato del precedente Esecutivo. Piuttosto, il documento è frutto del faticoso tentativo di individuare una posizione comune, per il cui conseguimento tutti hanno lavorato con spirito collaborativo ed in buona fede. Gli duole dunque che la situazione stia precipitando in una contrapposizione ideologica, atteso che le esigenze del settore e la situazione critica nella quale oggi si trova, riconosciute in tutti gli interventi, merita l’approvazione di un parere condiviso. Ricorda quindi che nella seduta di ieri egli ha segnalato il proprio profondo disagio per la situazione, intendendo così lanciare al Governo un forte segnale; ciò soprattutto con riferimento alla tematica della vendita degli immobili, per effetto della quale la manovra rimpingua in modo sostanzioso i fondi destinati all’industria della difesa, ma non prevede stanziamenti di analoga consistenza per le spese di esercizio. Il rapporto, pur favorevole, costituisce dunque una sorta di messa in mora, in quanto elenca una serie di rilievi critici ai quali occorre dare soluzione. Si tratta a suo avviso di una sintesi equilibrata, che può dare risposta alle preoccupazioni espresse da tutti, sia pure muovendo da ottiche e motivazioni diverse. Invita quindi a riflettere serenamente su questa opportunità, auspicando che si pervenga ad una posizione concorde.

Previa verifica della presenza del prescritto numero dei senatori, mette quindi ai voti la proposta di rapporto favorevole predisposta congiuntamente al senatore Nieddu, che risulta respinta.

Constatata dunque con rammarico l’impossibilità di addivenire ad una soluzione condivisa, dichiara di riassumere su di sé, in quanto Presidente della Commissione, l’incarico di relatore. Dopo aver precisato che, proprio allo scopo di raccogliere un consenso ampio, aveva acceduto alla formulazione di un rapporto favorevole, formula quindi una proposta di rapporto contrario (allegato al resoconto della seduta).

 

I senatori BERSELLI (AN) e GIULIANO (FI), intervenendo brevemente, sollecitano la votazione del nuovo schema di rapporto; dissente il senatore DIVINA (LNP), il quale ritiene che la Commissione si sia già espressa in modo conclusivo.

 

Per dichiarazione di voto ha la parola il senatore BIONDI (FI), il quale rileva che la cosa peggiore in politica è l’ipocrisia e che così va classificato un atto che, pur favorevole, contenga condizioni tali e talmente prevalenti da determinarne valore opposto. Esprime inoltre critiche nei confronti dell’atteggiamento dei componenti del Gruppo di Rifondazione comunista, i quali avendo espresso una valutazione non positiva nei confronti del precedente rapporto, hanno mutato nettamente atteggiamento, fino a condividerlo, subito dopo la sospensione. Sottolinea quindi che la sua parte è in perfetta buona fede. Trarre da una situazione politica nuova conseguenze diverse da scelte precedentemente fatte è infatti non già segno di immaturità, ma appunto presa d’atto del ricorrere di condizioni nuove. D’altro canto – egli rileva – nel proprio intervento il senatore Nieddu ha alla fine chiarito che la vera natura del rapporto favorevole respinto dalla Commissione era quello di una forte critica dell’Esecutivo precedentemente in carica. Dichiara conclusivamente di non ritenere in alcun modo lecito che per motivi meramente strumentali si rechi offesa alle qualità etico-politiche degli avversari ed esprime voto favorevole nei confronti dello schema di rapporto testé illustrato.

 

Il senatore LATORRE (Ulivo) nel manifestare stupore per l’iniziativa del Presidente e disagio per una discussione alla quale le ragioni della Difesa restano in realtà del tutto estranee, si rammarica che il significato profondo dell’approvazione di un rapporto che consentiva di comporre sensibilità diverse sia sfuggito all’opposizione. Rileva altresì che la presentazione da parte del Presidente di un nuovo schema del tutto identico a quello precedentemente sottoscritto, salvo essere di segno contrario, appare una contraddizione di difficile comprensione. Egli ritiene dunque che la Commissione abbia esaurito i propri lavori e che l’approvazione del rapporto rappresenti ora unicamente un fatto strumentale. Per queste, ragioni dichiara che i senatori appartenenti ai Gruppi della maggioranza abbandoneranno l’aula della Commissione immediatamente prima della votazione.

 

Il PRESIDENTE RELATORE mette quindi ai voti il nuovo schema di rapporto a sua firma, che risulta approvato.

 


ORDINE DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE

N. 1183

 

0/1183/1/4ª

NIEDDU, MACCANICO, ZANONE, VILLECCO CALIPARI, PISA

 

La 4ª Commissione permanente del Senato,

 

in sede di esame del disegno di legge n. 1183 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007),

 

considerato che,

il Ministero della difesa, nell'ambito delle misure sul risparmio previste dalla legge finanziaria del 2004, ha ridotto il numero dei posti messi a concorso per titoli ed esami, con la Gazzetta Ufficiale IV serie speciale, n. 38 del 14 maggio 2004, per il reclutamento di 177 sottotenenti in servizio permanente del ruolo speciale delle Armi di Fanteria, Cavalleria, Artiglieria, Genio, Trasmissioni dell'Esercito, di 24 sottotenenti in servizio permanente del ruolo speciale del Corpo Commissariato ed Amministrazione dell'Esercito, di 24 sottotenenti in servizio permanente del ruolo speciale dell'Arma dei trasporti;

tali riduzioni hanno diminuito di 26 unità – rispetto ai 56 riservati agli ufficiali – i posti spettanti ai sottotenenti del ruolo speciale delle Armi di Fanteria, Cavalleria, Artiglieria, Genio, Trasmissioni dell'Esercito, di 6 unità – rispetto ai 10 riservati agli ufficiali – i posti spettanti ai sottotenenti in servizio permanente del ruolo speciale del Corpo Commissariato ed Amministrazione dell'Esercito, di 6 unità – rispetto ai 10 riservati agli ufficiali – i posti spettanti ai sottotenente in servizio permanente del ruolo speciale dell'Arma dei Trasporti;

la Direzione Generale del Personale militare del Ministero della difesa, con decreto dirigenziale del 31 dicembre 2004 e successivi provvedimenti, ha dichiarato idonei e vincitori dei suddetti concorsi solo 38 ufficiali, di cui 30 del concorso relativo a 177 sottotenenti delle Armi, 4 del concorso relativo ai 24 sottotenenti del ruolo speciale dell'Arma dei Trasporti e 4 del concorso relativo ai 24 del Corpo di Commissariato e Amministrazione, negando ad altrettanti 38 ufficiali, idonei ed anch'essi vincitori dei concorsi in questione, il passaggio in servizio permanente;

la succitata Direzione Generale ha indetto nel 2005 e nel 2006 nuovi concorsi per il reclutamento di sottotenenti in servizio permanente, per i quali, a quanto risulta, l'elenco dei possibili vincitori non coprirebbe il numero dei posti messi a concorso;

 

impegna il Governo:

ad adottare apposite iniziative volte a garantire che le assunzioni relative alle Forze armate, in analogia a quanto stabilito nella legge 89 del 2005 con l'articolo 1, comma 4-bis, per la Polizia di Stato e in ragione di equità nelle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, siano effettuate in modo da assicurare il pieno soddisfacimento delle esigenze prioritarie del Ministero della difesa, nonché a prevedere la graduale incorporazione entro l'anno 2007 degli ufficiali idonei esclusi dai concorsi citati in premessa, mantenendo aperta la graduatoria, come previsto dalle leggi vigenti, al fine di consentire il recupero, con successive assunzioni, anche degli ufficiali che allo stato attuale risultino esclusi dalle suddette graduatorie.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA DIFESA

(DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLA 12, 12-BIS E 12-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

(Estensore: sen. De Gregorio)

 

La Commissione difesa,

 

esaminato lo stato di previsione del Ministero della difesa per l’anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

rileva, per quanto di propria competenza, che:

per l’impostazione del bilancio del Ministero della difesa, gli obiettivi prioritari individuati dal Governo comportano la riorganizzazione e la razionalizzazione della Difesa, la professionalizzazione delle Forze armate e l’ammodernamento dello strumento militare, al fine di svilupparne la piena operatività anche in contesti internazionali;

le spese per l'esercizio e per l'investimento sono state oggetto di notevoli riduzioni negli ultimi anni, e pertanto richiedono significativi interventi correttivi;

conformemente a quanto sostenuto dallo stesso Dicastero della Difesa, per superare il gap registrato negli ultimi esercizi occorrerebbe ampliare gli stanziamenti ad esso destinati di ulteriori 1000 milioni di euro;

l'ammontare complessivo di spesa previsto nella Tabella 12 dà luogo ad un incremento del 2 per cento circa rispetto al bilancio 2006;

la voce più cospicua è quella relativa al personale, che rappresenta circa il 71 per cento della spesa e segna il maggior incremento rispetto al 2006, pari a circa il 2,1 per cento;

l'art.18 del disegno di legge finanziaria prevede la cessione dei beni immobili non più utili per fini istituzionali, ai fini dell'inclusione in programmi di dismissione e valorizzazione;

gli stanziamenti destinati ad alimentare il Fondo di investimento per esigenze di difesa nazionale, peraltro indispensabili per compensare le decurtazioni subite dal bilancio della Difesa nell'ultimo quinquennio, derivano dunque sostanzialmente da una sorta di "autofinanziamento", mentre si riscontra una carenza di interventi strutturali finalizzati ad un duraturo adeguamento delle dotazioni di bilancio;

non risulta riconosciuto uno status specifico al personale della Difesa, in ragione dei peculiari compiti ad esso affidati, che trovano fondamento nei principi costituzionali;

non è previsto uno stanziamento idoneo alla copertura della disciplina di riordino dei ruoli del personale di polizia e delle Forze armate;

quanto al Fondo per il funzionamento dello strumento militare, si riscontra una notevolissima sproporzione tra le esigenze del settore ed i finanziamenti disposti, che non rimuove le attuali difficoltà ai fini del soddisfacimento delle esigenze del settore;

l’entità delle assunzioni previste per il 2007, oltre ad essere carente di indicazioni in ordine alla specifica ripartizione tra i vari Corpi di polizia, non appare sufficiente né a garantire il turn over del personale in relazione ai compiti da assolvere, né a fronteggiare i deprecati fenomeni dell'evasione fiscale e della criminalità;

si riscontra un decurtamento di circa 120 milioni di euro delle risorse destinate alla professionalizzazione delle Forze armate, ciò che comporterà una presumibile riduzione dei volontari in ferma prefissata annuale, riduzione destinata a colpire in misura maggiore le forze terrestri, ovvero quelle maggiormente impegnate in operazioni esterne al paese, con evidenti riflessi negativi sulla funzionalità e sull'operatività;

la dotazione del neoistituito Fondo per il funzionamento dell’Arma dei carabinieri, pari a 29 milioni di euro per l’anno 2007, non consente di garantire la funzionalità stessa della struttura, con gravi ripercussioni in termini di sicurezza dei cittadini, oltre che di condizioni di vita degli addetti nei luoghi di lavoro.

Con questi rilievi critici, di cui si sottolinea la particolare gravità, per quanto di competenza la Commissione formula rapporto contrario, segnalando l’esigenza di apportare alcune fondamentali modifiche al disegno di legge finanziaria, che propone pertanto alla competente Commissione bilancio.

Innanzitutto si segnalano alcune delicate questioni, il cui soddisfacimento è ritenuto imprescindibile.

1. Occorre incrementare o quantomeno confermare la disponibilità dello stanziamento previsto dalla legge n. 350 del 2003 per la disciplina di riordino dei ruoli del personale di polizia e delle Forze armate.

2. Nella tabella A va inserito un apposito stanziamento finalizzato a rifinanziare la legge n. 168 del 2005, volta a favorire l’esodo del personale anziano dai ruoli che presentano eccedenze rispetto alle dotazioni previste dal modello professionale, in modo da poter disporre di personale più giovane ed adeguato alle funzioni d’istituto.

3. Ai militari deceduti o resi invalidi a cause di malattie correlate all’asbesto vanno riconosciuti i benefici previsti dalla legge 3 giugno 1981, n. 308, prevedendo allo scopo uno specifico accantonamento in tabella A.

4. Ai militari che abbiano contratto infermità in servizio, anche nel corso delle operazioni in teatro vanno riconosciuti adeguati indennizzi, prevedendo allo scopo uno specifico accantonamento in tabella A.

5. E' essenziale una semplificazione della procedura di dismissione degli immobili di cui all'art.18 del disegno di legge finanziaria, dalla quale deve conseguire in modo certo e duraturo l'adeguamento delle dotazioni del bilancio della Difesa.

6. Le dotazioni dei Fondi per il funzionamento delle Forze armate e dell’Arma dei carabinieri vanno rimpinguate in misura adeguata a garantire lo svolgimento efficace dei compiti d'istituto, anche con riferimento alle recenti emergenze riconosciute sul territorio campano.

 

La Commissione richiama inoltre che la formulazione di talune norme del disegno di legge finanziaria è in contrasto con o comunque non risponde alle esigenze istituzionali della Difesa. Per queste ragioni, segnala alla competente Commissione bilancio l'esigenza di modificare le seguenti disposizioni:

1. art. 18, co. 13, condizionando le permute dei beni immobili con gli enti locali alla piena rispondenza alle esigenze infrastrutturali della Difesa e alla loro tempestiva finalizzazione;

2. art. 18, co. 153, escludendo i dipendenti del Ministero della difesa dalle procedure di pagamento stipendiale con i sistemi informatici del Ministero dell’economia e delle finanze;

3. art. 18, co. 212, estendendo l'applicazione della norma anche agli ufficiali in ferma prefissata in servizio nel 2006;

4. art. 18 co. 252, cassando la disposizione, anche in vista dell'avvio di una riflessione progettuale sul modello di difesa;

5. inserendo un ulteriore comma finalizzato ad escludere dalla decurtazione del 20 per cento i trattamenti di missione di durata superiore ai 180 giorni e quelli di lungo servizio all'estero di cui alla legge n. 642 del 1961.

Conclusivamente, si esprime l'auspicio che la Commissione bilancio voglia valutare con attenzione tutti gli aspetti sopra evidenziati, ribadendo che l'introduzione delle modifiche suggerite è condizione essenziale per la piena valorizzazione e l'ammodernamento dello strumento militare, attesi i nuovi compiti cui esso è chiamato a corrispondere, anche in relazione al cambiamento dello scenario di sicurezza internazionale.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAI RELATORI SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA DIFESA (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLA 12, 12-BIS E 12-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

(Estensori: senn. Nieddu e De Gregorio)

 

La Commissione Difesa,

 

esaminato lo stato di previsione del Ministero della difesa per l’anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

rileva, per quanto di propria competenza, che:

per l’impostazione del bilancio del Ministero della difesa, gli obiettivi prioritari individuati dal Governo comportano la riorganizzazione e la razionalizzazione della Difesa, la professionalizzazione delle Forze armate e l’ammodernamento dello strumento militare, al fine di svilupparne la piena operatività anche in contesti internazionali;

le spese per l'esercizio e per l'investimento sono state oggetto di notevoli riduzioni negli ultimi anni, e pertanto richiedono significativi interventi correttivi;

conformemente a quanto sostenuto dallo stesso Dicastero della Difesa, per superare il gap registrato negli ultimi esercizi occorrerebbe ampliare gli stanziamenti ad esso destinati di ulteriori 1000 milioni di euro;

l'ammontare complessivo di spesa previsto nella Tabella 12 dà luogo ad un incremento del 2 per cento circa rispetto al bilancio 2006;

la voce più cospicua è quella relativa al personale, che rappresenta circa il 71 per cento della spesa e segna il maggior incremento rispetto al 2006, pari a circa il 2,1 per cento;

l'art.18 del disegno di legge finanziaria prevede la cessione dei beni immobili non più utili per fini istituzionali, ai fini dell'inclusione in programmi di dismissione e valorizzazione;

gli stanziamenti destinati ad alimentare il Fondo di investimento per esigenze di difesa nazionale, peraltro indispensabili per compensare le decurtazioni subite dal bilancio della Difesa nell'ultimo quinquennio, derivano dunque sostanzialmente da una sorta di "autofinanziamento", mentre si riscontra una carenza di interventi strutturali finalizzati ad un duraturo adeguamento delle dotazioni di bilancio;

non risulta riconosciuto uno status specifico al personale della Difesa, in ragione dei peculiari compiti ad esso affidati, che trovano fondamento nei principi costituzionali;

non è previsto uno stanziamento idoneo alla copertura della disciplina di riordino dei ruoli del personale di polizia e delle Forze armate;

quanto al Fondo per il funzionamento dello strumento militare, si riscontra una notevolissima sproporzione tra le esigenze del settore ed i finanziamenti disposti, che non rimuove le attuali difficoltà ai fini del soddisfacimento delle esigenze del settore;

l’entità delle assunzioni previste per il 2007, oltre ad essere carente di indicazioni in ordine alla specifica ripartizione tra i vari Corpi di polizia, non appare sufficiente né a garantire il turn over del personale in relazione ai compiti da assolvere, né a fronteggiare i deprecati fenomeni dell'evasione fiscale e della criminalità;

si riscontra un decurtamento di circa 120 milioni di euro delle risorse destinate alla professionalizzazione delle Forze armate, ciò che comporterà una presumibile riduzione dei volontari in ferma prefissata annuale, riduzione destinata a colpire in misura maggiore le forze terrestri, ovvero quelle maggiormente impegnate in operazioni esterne al paese, con evidenti riflessi negativi sulla funzionalità e sull'operatività;

la dotazione del neoistituito Fondo per il funzionamento dell’Arma dei carabinieri, pari a 29 milioni di euro per l’anno 2007, non consente di garantire la funzionalità stessa della struttura, con gravi ripercussioni in termini di sicurezza dei cittadini, oltre che di condizioni di vita degli addetti nei luoghi di lavoro.

Con questi rilievi critici, di cui si sottolinea la particolare gravità, per quanto di competenza la Commissione formula rapporto favorevole, a condizione che vengano apportate alcune fondamentali modifiche al disegno di legge finanziaria, che propone pertanto alla competente Commissione bilancio.

Innanzitutto si segnalano alcune delicate questioni, il cui soddisfacimento è ritenuto imprescindibile.

1. Occorre incrementare o quantomeno confermare la disponibilità dello stanziamento previsto dalla legge n. 350 del 2003 per la disciplina di riordino dei ruoli del personale di polizia e delle Forze armate.

2. Nella tabella A va inserito un apposito stanziamento finalizzato a rifinanziare la legge n. 168 del 2005, volta a favorire l’esodo del personale anziano dai ruoli che presentano eccedenze rispetto alle dotazioni previste dal modello professionale, in modo da poter disporre di personale più giovane ed adeguato alle funzioni d’istituto.

3. Ai militari deceduti o resi invalidi a cause di malattie correlate all’asbesto vanno riconosciuti i benefici previsti dalla legge 3 giugno 1981, n. 308, prevedendo allo scopo uno specifico accantonamento in tabella A.

4. Ai militari che abbiano contratto infermità in servizio, anche nel corso delle operazioni in teatro vanno riconosciuti adeguati indennizzi, prevedendo allo scopo uno specifico accantonamento in tabella A.

5. E' essenziale una semplificazione della procedura di dismissione degli immobili di cui all'art. 18 del disegno di legge finanziaria, dalla quale deve conseguire in modo certo e duraturo l'adeguamento delle dotazioni del bilancio della Difesa.

6. Le dotazioni dei Fondi per il funzionamento delle Forze armate e dell’Arma dei carabinieri vanno rimpinguate in misura adeguata a garantire lo svolgimento efficace dei compiti d'istituto, anche con riferimento alle recenti emergenze riconosciute sul territorio campano.

 

La Commissione richiama inoltre che la formulazione di talune norme del disegno di legge finanziaria è in contrasto con o comunque non risponde alle esigenze istituzionali della Difesa. Per queste ragioni, segnala alla competente Commissione bilancio l'esigenza di modificare le seguenti disposizioni:

1. art. 18, co. 13, condizionando le permute dei beni immobili con gli enti locali alla piena rispondenza alle esigenze infrastrutturali della Difesa e alla loro tempestiva finalizzazione;

2. art. 18, co. 53, escludendo i dipendenti del Ministero della difesa dalle procedure di pagamento stipendiale con i sistemi informatici del Ministero dell’economia e delle finanze;

3. art. 18, co. 212, estendendo l'applicazione della norma anche agli ufficiali in ferma prefissata in servizio nel 2006;

4. art. 18 co. 252, cassando la disposizione, anche in vista dell'avvio di una riflessione progettuale sul modello di difesa;

5. inserendo un ulteriore comma finalizzato ad escludere dalla decurtazione del 20 per cento i trattamenti di missione di durata superiore ai 180 giorni e quelli di lungo servizio all'estero di cui alla legge n. 642 del 1961.

Conclusivamente, si esprime l'auspicio che la Commissione bilancio voglia valutare con attenzione tutti gli aspetti sopra evidenziati, ribadendo che l'introduzione delle modifiche suggerite è condizione essenziale per la piena valorizzazione e l'ammodernamento dello strumento militare, attesi i nuovi compiti cui esso è chiamato a corrispondere, anche in relazione al cambiamento dello scenario di sicurezza internazionale.


BILANCIO(5a)

Martedì21 novembre 2006

45a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Parere al Presidente del Senato, ai sensi dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento. Esame e rinvio)

 

Il presidente MORANDO (Ulivo), ricorda che la Commissione bilancio del Senato è chiamata a rendere un parere preliminare ai sensi dell'articolo 126, comma 4, del Regolamento, al Presidente del Senato in ordine alla correttezza della copertura finanziaria del disegno di legge finanziaria in conformità alle norme di contabilità pubblica, rilevando come in sede di prima lettura del provvedimento sia stata svolta la verifica in ordine al rispetto del contenuto proprio del disegno di legge finanziaria, che non risulta dunque oggetto di un'ulteriore valutazione in sede di seconda lettura. Dopo aver richiamato al riguardo l'autonomia della determinazione del Presidente del Senato, nonché della posizione del Governo rispetto al parere della Commissione, illustra dunque i profili che rilevano ai fini del parere in questione. Rinviando alle osservazioni della nota del Servizio del bilancio, osserva che, per quanto concerne il rispetto dei vincoli di copertura degli oneri di natura corrente previsti dal disegno di legge finanziaria per il 2007, le soluzioni presentate nello schema di copertura del provvedimento risultano conformi alla normativa contabile. Segnala il rapporto di pregiudizialità tra il decreto-legge in materia fiscale (atto Senato n. 1132) e il disegno di legge finanziaria, ai fini del rispetto della copertura degli oneri correnti nonché dei vincoli in termini di saldo netto da finanziare, ricordando che l'allegato recante lo schema di copertura del disegno di legge finanziaria prevede quale fonte di copertura anche le maggiori entrate derivanti dal citato decreto-legge. In ordine al rispetto delle regole di adeguamento delle entrate e delle spese, su base triennale, quali determinate in sede di risoluzione del Senato sul Documento di programmazione economico-finanziaria per il 2007-2011 e sulla relativa Nota di aggiornamento, il vincolo del saldo netto da finanziare è rispettato per l’anno 2007, risultando leggermente inferiore all'obiettivo fissato nella citata Nota di aggiornamento, e pari a 29 miliardi di euro. Per gli anni 2008 e 2009, il provvedimento in esame reca valori contabili inferiori a quelli del primo anno, in linea, quindi, con l'indicazione contenuta nella risoluzione approvativa del Documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011, ancorché superiori in termini assoluti. Il vincolo sul saldo netto da finanziare risulta rispettato anche per il secondo ed il terzo anno, poiché i vincoli per tali anni sono stati posti dalla citata risoluzione come tappe di avvicinamento agli obiettivi programmatici, richiamando al riguardo le analoghe situazioni verificatesi in precedenti sessioni di bilancio. Alla luce delle regole relative alla sessione di bilancio, adottate a partire dal 1992, i valori in termini di saldo netto da finanziare devono essere assunti quale limite per l'ammissibilità delle proposte emendative, in aggiunta ai vincoli derivanti dalle regole di copertura delle maggiori spese correnti e delle minori entrate, nonché dal rispetto degli obiettivi di fabbisogno di cassa del settore statale e di indebitamento netto della pubblica amministrazione. Le norme del disegno di legge finanziaria forniscono complessivamente risorse utilizzate direttamente nello schema di copertura del provvedimento, nonché ai fini del rispetto del vincolo triennale costituito dal saldo netto da finanziare di competenza, fornendo, altresì, effetti rilevanti per il raggiungimento dei valori di fabbisogno del settore statale e di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche assunti come obiettivo della manovra per il 2007. Ricorda che secondo la disciplina per la sessione di bilancio la discussione parlamentare deve garantire il non peggioramento dei valori di correzione associati al disegno di legge finanziaria, sia in termini di competenza del bilancio dello Stato, sia di fabbisogno del settore statale e di indebitamento netto della Pubblica amministrazione, ciò implicando che le proposte emendative assumano una configurazione neutra in termini di effetti sulle correzioni associabili alle singole norme della finanziaria, sulla base delle indicazioni contenute nei documenti governativi, con riferimento agli obiettivi di cui alla legge di contabilità pubblica (articolo 11, commi 5 e 6, legge n. 468 del 1978). Aggiunge, inoltre, che il testo originario del disegno di legge finanziaria, presentato presso la Camera dei deputati, conteneva, nel relativo prospetto di copertura, un riferimento ad una successiva legge delega, relativa a risorse per circa 1 miliardo di euro. Sottolinea, al riguardo, richiamando le osservazioni critiche da più parti avanzate, che ciò appare in contrasto con la legge di contabilità pubblica, come innovata nel 1999, che vieta l'inserimento di deleghe legislative nell'ambito della legge finanziaria, risultando perciò a fortiori esclusa la previsione di una siffatta delega a fini di copertura. Sottolinea che tale previsione è dunque stata espunta nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, per cui risulta necessario che il Governo proceda ad una corretta riparametrazione del prospetto di copertura allegato al provvedimento in esame. Evidenzia inoltre gli effetti, sul piano del prospetto di copertura relativo al disegno di legge finanziaria, delle modifiche apportate in sede di prima lettura, anche alla luce della decisione assunta dalla Presidenza della Camera di stralciare talune disposizioni dal testo del provvedimento. Da tale quadro deriva, infatti, un maggior ricorso al risparmio pubblico, con un peggioramento di taluni saldi rispetto alla versione originaria del testo. Il raffronto tra il saldo indicato nella risoluzione approvativa del Documento di programmazione economico-finanziaria e il dato recato nel prospetto di copertura al disegno di legge finanziaria evidenzia una differenza che appare opportuno nel futuro evitare, al fine di una lettura ordinata dei documenti finanziari e di un buon andamento della sessione di bilancio. In particolare, in prospettiva delle manovre degli anni futuri, rileva che consistenti discrasie tra i saldi, per quanto positive, rischiano di rendere poco significativi i cambiamenti apportati nel corso dell'esame dei provvedimenti normativi, come appunto avvenuto per l’attuale manovra. Propone dunque di rinviare alla seduta di domani il seguito dell’esame.


BILANCIO(5a)

Mercoledì 22 novembre 2006

46a Seduta

Presidenza del Presidente

MORANDO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Parere al Presidente del Senato, ai sensi dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento. Seguito e conclusione dell’esame. Parere favorevole con osservazioni)

 

Riprende l’esame, sospeso nella seduta di ieri.

 

Il presidente MORANDO (Ulivo) illustra una proposta di parere preliminare ai sensi dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento del Senato, sui profili di copertura del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore FRUSCIO (LNP) segnala una questione di illeggittimità dei contenuti del disegno di legge finanziaria, con riferimento in particolare alla disposizione dell’articolo 18, comma 206, del provvedimento. Dopo aver richiamato la corrispondenza intercorsa al riguardo con il Presidente del Senato, che ritiene di poter rendere nota ai commissari, rileva il vulnus recato dalla disposizione in questione, che prevede l’accantonamento di quote di Fondi per gli esercizi 2007, 2008 e 2009, che sono rese indisponibili attribuendo al Governo poteri che sfuggono al controllo parlamentare. La norma prevede, inoltre, la facoltà da parte del Ministro dell’economia e delle finanze di disporre con decreto variazioni degli accantonamenti in questione, anche interessando diverse unità previsionali di base, previo mero parere delle Commissioni parlamentari competenti in ordine alle conseguenze finanziarie. Sottolinea dunque la rilevanza della norma richiamata, atteso che sembrerebbe profilarsi una sorta di delega in bianco al Governo ad operare in materia; ricorda, al riguardo, che la legge di contabilità non solo vieta che il disegno di legge finanziaria rechi deleghe ovvero disposizioni di carattere ordinamentale o organizzatorio, ma prevede che lo stesso contenga esclusivamente norme tese a realizzare effetti finanziari (art. 11, comma 3, legge n. 468 del 1978), risultando altresì vietata la modifica di norme della legge di contabilità da parte di disposizioni della legge finanziaria. Risulterebbe, pertanto, grave operare una forzatura nel senso di ammettere una siffatta previsione, che appare illegittima, per cui chiede che si tenga conto di tale questione nell’ambito del parere preliminare che la Commissione bilancio è chiamata a rendere alla Presidenza del Senato. Si sofferma, inoltre, sulle disposizioni del disegno di legge finanziaria relative alla decadenza del Consiglio di amministrazione della società Sviluppo Italia ed altre società a capitale pubblico, che presentano profili di illegittimità in quanto interessano figure societarie di natura privatistica, ancorché partecipate dallo Stato e richiama, al riguardo, le previsioni della legge istitutiva della società in ordine al già previsto potere di intervento del Presidente del Consiglio in materia. Sottolinea, dunque, la necessità di considerare l’espunzione di tali previsioni dal testo normativo.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) richiama la previsione dell’articolo 126, comma tre, del Regolamento, rilevando la pertinenza dell’intervento svolto dal senatore Fruscio, che assume importanza anche in sede di seconda lettura del disegno di legge finanziaria.

 

Il presidente MORANDO (Ulivo), richiamando l’intervento svolto nella seduta di ieri circa la natura del parere preliminare ai sensi dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento, evidenzia che l’esame del contenuto proprio del disegno di legge finanziaria risulta demandato al Presidente della Camera chiamata, in questa sessione, a svolgere la prima lettura del provvedimento. Richiamando il tenore della lettera del Presidente del Senato indirizzata al senatore Fruscio, sottolinea, dunque, che i rilievi attinenti ai contenuti del disegno di legge potranno essere svolti in sede di discussione di merito sul provvedimento.

 

Il senatore AZZOLLINI (FI), dopo aver richiamato la previsione di una delega legislativa contenuta nel testo originario del disegno di legge finanziaria, di seguito espunta nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati, rileva la pericolosità di disposizioni che violano la legge di contabilità e si sofferma sulle conseguenze della eliminazione della suddetta delega. Con l'espunzione si è operato un peggioramento, sul piano della copertura del disegno di legge finanziaria, del saldo netto da finanziare, che costituisce un elemento di forte pericolosità. Vi è, infatti, una distanza tra il limite massimo del saldo indicato nella risoluzione approvativa del Documento di programmazione economica e finanziaria e della relativa nota di aggiornamento e la copertura effettiva del disegno di legge finanziaria, che necessita di una particolare attenzione nell’esame parlamentare. Formula, dunque, osservazioni critiche sul piano metodologico in merito all’uso strumentale del peggioramento del saldo operato da parte del Governo. Esprime, quindi, il proprio dissenso in ordine a tale profilo, della propria parte politica, rilevando, inoltre, che ulteriori osservazioni potranno essere svolte sulle questioni poste all’attenzione della Commissione, nel corso della discussione sul merito del provvedimento. Formula, inoltre, critiche in ordine al ricorso a una rilevante entità di risparmio pubblico a fini di copertura del disegno di legge, richiamando il quadro delle cifre risultanti nel relativo prospetto di copertura del provvedimento, esprimendo, altresì, perplessità in ordine agli effetti che potranno derivare dagli interventi di razionalizzazione ivi indicati. Preannuncia quindi che la propria parte politica esprimerà una posizione contraria sulla proposta di parere preliminare illustrata dal Presidente.

 

Il senatore CICCANTI (UDC) si associa alle argomentazioni critiche avanzate dal senatore Azzollini in merito alla proposta di parere formulata dal Presidente relatore, preannunciando pertanto il voto contrario della propria parte politica.

 

Il senatore MORGANDO (Ulivo), a nome della propria parte politica, dichiara il voto favorevole sulla proposta di parere testé illustrata.

 

Il senatore FERRARA (FI) dichiara di condividere le considerazioni svolte dal senatore Azzollini in merito ai profili critici del prospetto di copertura del disegno di legge finanziaria in esame, annunciando quindi il voto contrario del suo Gruppo. Segnala, inoltre, l’incongruenza del contenuto della lettera a) della citata proposta di parere, in merito al rapporto di pregiudizialità, procedurale e deliberativa, individuata tra il decreto-legge n. 262 del 2006 e il disegno di legge finanziaria 2007 in esame (A.S. n. 1183), ai fini del rispetto della copertura degli oneri correnti e dei vincoli in termini di saldo netto da finanziare. Infatti, poiché, come ampiamente emerso nel corso dell’esame del disegno di legge n. 1132, quest’ultimo ha un collegamento solo sostanziale e non anche in senso formale con il disegno di legge finanziaria, non risulta coerente il suo inserimento tra le fonti di finanziamento del prospetto di copertura della finanziaria stessa.

 

Il senatore POLLEDRI (LNP) annuncia il voto contrario della propria parte politica sulla proposta di parere testé illustrata. In merito poi alla questione concernente la corretta interpretazione dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento, ribadisce la propria convinzione circa la possibilità di formulare anche un parere nel merito, ossia sul rispetto del contenuto proprio del disegno di legge finanziaria e si riserva eventualmente di sottoporre tale questione anche al vaglio della Giunta per il Regolamento.

 

Il senatore ALBONETTI (RC-SE) formula un giudizio positivo sullo schema di parere illustrato dal Presidente relatore, confermando il voto favorevole del proprio Gruppo.

 

Il presidente MORANDO, in merito alle osservazioni circa la valenza del parere da formulare ai sensi dell’articolo 126, comma 4, del Regolamento, richiama la dizione testuale della suddetta norma e l’interpretazione costante della stessa nella prassi parlamentare, dalla quale si evince chiaramente che in seconda lettura la Commissione bilancio, nell’esprimere il prescritto parere al Presidente del Senato, si pronuncia solo sulla correttezza del prospetto di copertura, mentre non possono trovare spazio valutazioni anche sul contenuto proprio del disegno di legge finanziaria, da cui possano derivare eventuali segnalazioni per lo stralcio di disposizioni ritenute incompatibili, come avviene invece quando il disegno di legge è presentato dal Governo in prima lettura al Senato. Ciò, peraltro, come evidenziato in precedenza, è stato chiaramente ribadito dal Presidente del Senato anche nella risposta alla lettera del senatore Fruscio. Naturalmente, eventuali obiezioni sul merito del provvedimento potranno trovare ampio spazio nel corso dell’esame, anche attraverso la presentazione di emendamenti volti a sopprimere o modificare le norme ritenute illegittime.

Per quanto concerne le considerazioni del senatore Azzollini, riconosce la rilevanza delle questioni segnalate: la presenza di una delega legislativa tra le fonti di copertura del disegno di legge finanziaria era del tutto illegittima e difatti opportunamente il Governo, nel maxiemendamento presentato alla Camera dei deputati, ha espunto tale richiamo. Il fatto che, per compensare il venire meno di tale fonte di copertura, si sia poi fatto ricorso ad una quota del margine disponibile, riducendo il risparmio pubblico e, conseguentemente, peggiorando il saldo netto da finanziare, è certamente un elemento non positivo, che ricorda di aver segnalato egli stesso nel corso del proprio intervento. Tuttavia, tale scelta deriva direttamente dalla inevitabile e doverosa soppressione della delega quale fonte di copertura del disegno di legge finanziaria 2007 e, comunque, ciò ha comportato l’utilizzo di una quota del risparmio pubblico che mantiene però un valore di segno positivo, laddove il precedente Governo di centro-destra in passato aveva utilizzato lo stesso margine anche quando il risparmio pubblico aveva un valore negativo, il che appare assai più grave. Pertanto, nel confermare le proprie valutazioni favorevoli sul prospetto di copertura del disegno di legge finanziaria 2007 in esame, e con l'avviso conforme dei rappresentanti del GOVERNO, previa verifica del prescritto numero legale, pone in votazione la proposta di parere precedentemente illustrata, che risulta infine approvata.

 

 


FINANZE E TESORO(6a)

Giovedì 23 novembre 2006

35a Seduta

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter) Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo), relatore per il disegno di legge n. 1183 (legge finanziaria per l’anno 2007), relativamente alle disposizioni di carattere fiscale, nonché per il disegno di legge n. 1184 (bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2007), limitatamente allo stato di previsione delle entrate (Tabella 1), riferisce sinteticamente sui profili di interesse della Commissione, rinviando alla relazione (il cui testo scritto deposita) per una più analitica esposizione delle disposizioni in commento. Esprime particolare apprezzamento per il complesso della manovra finanziaria, che consente di conseguire pienamente gli obiettivi previsti nel Documento di programmazione economica e finanziaria, di risanamento dei conti pubblici, di sostegno alle attività produttive garantendo al contempo un profilo fortemente equitativo nella redistribuzione delle risorse pubbliche. Soffermandosi in particolare sulle disposizioni di cui all’articolo 2 del disegno di legge finanziaria per il 2007, che riforma la disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a decorrere dal primo gennaio 2007, valuta positivamente in premessa l’introduzione della clausola di salvaguardia per la determinazione dell’IRPEF dovuta sui trattamenti di fine rapporto, a tenore della quale si applicano le aliquote e gli scaglioni di reddito in vigore al 31 dicembre 2006 ove più favorevoli.

Passa poi ad una analitica disamina degli scaglioni e delle aliquote dell’imposta sui redditi delle persone fisiche, come riformulati. A fronte dell’attuale regime, che prevede tre aliquote (23, 33 e 39 per cento), per altrettante classi di reddito (rispettivamente: fino a 26 mila euro, fino a 33.500 euro e oltre 33.500 euro, con la previsione di un contributo di solidarietà per i redditi superiori a 100 mila euro), si introducono cinque aliquote commisurate ad altrettante classi di reddito: fino a 15 mila euro un’aliquota del 23 per cento; oltre 15 mila e fino a 28 mila euro un’aliquota del 27 per cento; oltre 28 mila e fino a 55 mila euro un’aliquota del 38 per cento; oltre 55 mila e fino a 75 mila euro un’aliquota del 41 per cento; oltre 75 mila euro un’aliquota del 43 per cento.

Nel passare in rassegna le varie detrazioni previste per i carichi di famiglia, rimarca il significato complessivo delle disposizioni in commento, che è quello di attuare mediante lo strumento fiscale, un’opera di redistribuzione del reddito a favore soprattutto dei percettori di reddito medio basso e delle famiglie, evocando l’esempio di un lavoratore senza carichi familiari, per il quale opererebbe una riduzione, per un reddito complessivo annuo di 32 mila euro, pari a 106 euro, laddove per un lavoratore con coniuge a carico, avente identico imponibile, il beneficio ammonta a 448 euro. Ritiene pertanto che il Governo abbia ampiamente rispettato gli impegni assunti in campagna elettorale e ribaditi nel DPEF, nel senso di rivedere in senso equitativo le riforme delle aliquote varata dal precedente Governo. Infatti, prosegue l’oratore, i percettori di reddito superiori a 55 mila ovvero a 75 mila euro sono chiamati a contribuire, in adempimento dei doveri di solidarietà economica e sociale previsti dalla Costituzione, in misura maggiore rispetto al passato.

Per quanto riguarda le politiche di sostegno al reddito familiare, commenta positivamente l’incremento degli assegni familiari, che tengono conto della composizione del nucleo e della classe di reddito, indirizzandosi ai percettori di reddito da lavoro dipendente e assimilato. Il tema del trattamento fiscale del reddito familiare è già all’attenzione della Commissione per l’esame dei disegni di legge nn. 32 e 843, ma ritiene che le misure proposte dal Governo rappresentino già un passo significativo. Più in generale, pur nella consapevolezza della modestia della riduzione del prelievo, ritiene che sia da sottolineare positivamente la netta inversione di tendenza rispetto al passato, e la maggiore rispondenza della nuova curva delle aliquote sull’IRPEF al principio di progressività.

Dopo aver rilevato come rimanga impregiudicata la questione, da lui tenuta di grande rilevanza politica, del sostegno al reddito disponibile dei soggetti incapienti (ovvero contribuenti che non possono usufruire delle detrazioni previste perché non versano imposte), auspicando che in sede di esame dei documenti di bilancio possano essere individuate risorse aggiuntive a tal fine, osserva come il vero recupero di risorse non possa che avvenire attraverso la lotta all'evasione e all'elusione fiscale. In termini generali ritiene che il Governo abbia già predisposto nel decreto-legge Bersani e in quello in materia fiscale una serie di modifiche rilevanti volte al recupero della base imponibile. Ad esse vanno aggiunte tutte le disposizioni in tal senso recate dalla legge finanziaria, tra le quali certamente spiccano la revisione degli studi di settore.

In relazione alle tematiche fiscali appena illustrate, l’oratore ricorda altresì che il Governo ha assunto l'impegno nel corso del l'esame del decreto-legge fiscale, ad introdurre modifiche alla disciplina delle successioni e donazioni, in particolare per i trasferimenti di imprese e per le successioni a favore dei parenti in linea collaterale di secondo grado, assicurando inoltre il proprio impegno a valutare l'introduzione di una norma all'articolo 1 del disegno di legge finanziaria volto ad indicare la destinazione delle maggiori entrate rivenienti dalla lotta all'evasione fiscale a ridurre la pressione fiscale complessiva. Ritiene che tali orientamenti potranno essere ribaditi in fase di predisposizione dei rapporti alla 5a Commissione.

In relazione alla detrazione di imposta per le spese che le famiglie affrontano per l'affitto degli appartamenti per gli studenti universitari fuori sede, - introdotta opportunamente dal comma 50, dell’articolo 18 - suggerisce al Governo di prevedere una specifica detrazione per tutti i conduttori, con un limite di reddito, delle spese per affitto della casa adibita ad abitazione, e correlativamente, - in linea con il progetto di tassare con aliquota del 20 per cento i frutti e gli interessi sugli investimenti mobiliari - introdurre un'imposta sostitutiva con aliquota del 20 per cento sulle somme percepite dai proprietari degli appartamenti concessi in locazione. Il doppio beneficio renderebbe conveniente ad entrambi i soggetti la certificazione fiscale del contratto facendo emergere un reddito imponibile oggi totalmente sottratto al fisco. In linea generale, evidenzia che l’introduzione di tale imposta consentirebbe di sottoporre allo stesso tributo e alla stessa aliquota tutti i frutti degli investimenti mobiliari e immobiliari, con un'azione di semplificazione molto innovativa. Anche tale osservazione potrebbe essere inserita nel rapporto alla 5a Commissione.

Passa poi ad illustrare i contenuti normativi dell’articolo 3, giudicando soddisfacente la disciplina delle modalità di revisione e di aggiornamento degli studi di settore, dei quali sottolinea la notevole importanza per quanto riguarda l’esercizio delle attività di accertamento e controllo, rinviando al testo scritto della relazione per una descrizione più completa delle misure recate. Commenta poi positivamente la disposizione del comma 20 dell’articolo 3, che destina parte delle maggiori entrate derivanti dalla revisione della disciplina delle compensazioni effettuate dai titolari di partita IVA al fondo per gli interventi strutturali di politica economica.

Dopo aver richiamato la relazione consegnata sui contenuti degli articoli da 4 a 12, riepiloga le misure introdotte dagli articoli 13 e 14 del disegno di legge finanziaria sul decentramento delle funzioni catastali a favore degli enti locali, soffermandosi in particolare sulla ripartizione di competenze fra lo Stato e i comuni, per l’esercizio delle relative funzioni.

Sotto il profilo degli incentivi agli investimenti per lo sviluppo economico, l’oratore ricorda le disposizioni dell’articolo 18, che prevedono, da un lato, la concessione di un credito di imposta per le imprese che effettuano acquisti di nuovi beni strumentali nelle aree svantaggiate del Mezzogiorno (commi da 21 a 29), e dall’altro per gli investimenti e i costi sostenuti dalle imprese per lo svolgimento di attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo (commi da 30 a 34), valutando molto positivamente, in particolare, la previsione di incrementare l’agevolazione concessa qualora i costi sostenuti si riferiscano a contratti stipulati con università ed enti pubblici di ricerca.

Riassunto il contenuto della disposizione di cui al comma 40 dell’articolo 18 (inserita durante l’esame presso la Camera dei deputati), riferita all’imposta sostitutiva sulle plusvalenze immobiliari, osserva che già il decreto-legge n. 262 in materia fiscale, in corso di conversione, era intervenuto su tale materia.

A fronte dell’aumento tariffario per le tasse automobilistiche, di cui al comma 52 dell’articolo 18, rispetto al quale sottolinea la stretta correlazione con le caratteristiche inquinanti nonché la potenza dei veicoli interessati, elenca una serie di benefici fiscali concessi non soltanto alle imprese ma anche ad altre categorie di contribuenti dalla previgente legislazione e dei quali si dispone la proroga per l’anno 2007 (articolo 18 comma da 103 a 119).

Conclusivamente rinvia alla relazione scritta i riferimenti alle cifre esposte nello stato di previsione dell’entrata.

 

Interviene quindi il senatore BONADONNA (RC-SE), relatore per il disegno di legge n. 1183 (legge finanziaria per l’anno 2007), relativamente alle disposizioni afferenti al settore del Tesoro, nonché per il disegno di legge n. 1184 (bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2007), limitatamente allo stato di previsione delle spese del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella 2).

Nel sottolineare che le cifre complessive della manovra di bilancio per il 2007 non sono mutate, sostanzialmente, rispetto al disegno di legge presentato dal Governo ad ottobre (infatti nel prospetto di copertura della legge finanziaria la cifra stimata per le maggiori entrate per il 2007 passa da 4.346 miliardi di euro a 4.240, mentre la riduzione delle spese correnti si incrementa di circa 40 milioni di euro), esprime, a titolo personale, l’avviso che la manovra economico-finanziaria avrebbe dovuto essere impostata dall’Esecutivo in modo diverso.

Passa poi a illustrare le disposizioni di maggiore interesse per la Commissione, commentando l'articolo 15, commi dal 4 al 9, volti a razionalizzare sistematicamente gli spazi in uso alle Amministrazioni dello Stato al fine di ridurne la spesa complessiva dell'uso degli immobili. I commi da 10 a 12 consentono di risolvere le questioni derivanti dal disallineamento tra l'uso effettivo degli immobili e la destinazione di uso consentita dagli strumenti urbanistici degli immobili utilizzati per funzioni di interesse statale.

L'articolo 18, comma 13 reca disposizioni in materia di valorizzazione del patrimonio pubblico prevedendo l'attivazione di programmi unitari di valorizzazione dei beni demaniali presenti in un determinato contesto territoriale. Si tratta della facoltà assegnata all'Agenzia del demanio di individuare una pluralità di beni immobili pubblici per i quali è attivato un processo di valorizzazione unico. I commi 14 e 15 dello stesso articolo recano norme volte a razionalizzare e coordinare le disposizioni, non sempre coerenti, intervenute negli ultimi anni in materia di dismissione degli immobili in uso all'amministrazione della difesa, rimuovendo gli ostacoli che, in alcuni casi, hanno impedito la piena attuazione del processo di dismissione. La finalità complessiva della modifica e dell'abrogazione delle norme in commento è quella di ricondurre in un'unica procedura la dismissione degli immobili in uso all'amministrazione della difesa. In proposito ravvisa la necessità che non si ripeta l’esperienza registratasi in occasione della cartolarizzazione degli immobili di proprietà degli enti previdenziali, che ha finito, a suo giudizio, per favorire gli intermediari immobiliari.

I commi 136 e 137 dello stesso articolo 18 prevedono il riordino dell'articolazione periferica del Ministero dell’economia e delle finanze e la soppressione dei Dipartimenti provinciali del tesoro, nonché delle Ragionerie provinciali dello Stato e Direzioni provinciali dei servizi vari, con un mutamento del nome: la revisione delle sedi periferiche del Ministero consentirà un'articolazione su base regionale ovvero su base interregionale e interprovinciale fino ad un massimo di 50 sedi; la revisione delle articolazioni periferiche delle amministrazioni interessate riduce gli uffici e, ove possibile, li accorpa in uffici regionali. Pur giudicando condivisibili le finalità di razionalizzazione e riordino delle strutture prima indicate, l’oratore segnala l’esigenza che l’esercizio di importanti funzioni amministrative venga comunque preservato in mano pubblica, rifuggendo da eventuali tentazioni di esternalizzazione.

I commi 157-164, prosegue l’oratore, prevedono una serie di misure per la razionalizzazione delle modalità di acquisto da parte delle amministrazioni pubbliche di beni e servizi, prevedendo in particolare l'utilizzo del mercato elettronico della pubblica amministrazione, della carta di acquisto elettronica per acquisti di limitato importo, nonché, un programma per l'adozione di sistemi informativi comuni alle amministrazioni dello Stato a supporto della definizione dei fabbisogni su beni e servizi:

I commi 188-189 prevedono il trasferimento alla Finctecna dei patrimonio, attivo e passivo, dell'EFIM in liquidazione coatta amministrativa, al fine di favorire e accelerare la chiusura della liquidazione del ex gruppo EFIM. Auspica che il Governo sia in grado di concludere definitivamente la vicenda dell’EFIM.

Per quanto riguarda le disposizioni in materia di enti territoriali, i commi 308-342, recano modifiche al patto di stabilità interno per le regioni e per gli enti locali ed altre disposizioni in materia di enti locali. Al fine di implementare gli strumenti normativi finalizzati al rispetto dei parametri stabiliti in sede comunitaria, il relatore ravvisa la necessità che la politica finanziaria degli enti locali si ispiri al rigoroso perseguimento dell’obiettivo del contenimento della spesa pubblica, il quale, pur nel rispetto dell’autonomia costituzionalmente garantita dall’articolo 5 a tali soggetti esponenziali, deve assurgere al rango di principio di coordinamento della finanza pubblica ai sensi dell’articolo 117, comma 3 della Costituzione. In tale ambito, segnala alla Commissione l’esigenza di compiere in modo serio e approfondito una valutazione delle spese degli enti locali riconducibili ai costi della politica.

Per le regioni e le province autonome, in attesa di superare il criterio della spesa (vigente fino al 2001) per un criterio basato sui saldi finanziari, si prende come base di calcolo, al fine di indicare l'obiettivo programmatico, la cifra corrispondente alle spese finali (capitale e corrente) del 2005, ridotta dell'1,8 per cento.

Dopo aver commentato tale disposizione, passa ad illustrare il Patto di stabilità interno per gli enti locali, ricordando che per gli enti locali con popolazione superiore ai 5 mila abitanti viene introdotto il criterio del saldo finanziario tra spese finali e entrate finali. L'entità del miglioramento del saldo obiettivo è calcolata da ogni singolo ente applicando due diversi coefficienti: al disavanzo medio di cassa 2003-2005 e alle spese medie correnti per lo stesso triennio. Anche per gli enti locali l'obiettivo programmatico è definito in termini di competenza ed è indicato per essi il rispetto del limite dell'indebitamento. Per quanto riguarda le misure correttive in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, a differenza del passato in cui erano previste misure correttive dell'andamento della spesa per singolo ente, dal 2007 è introdotto un meccanismo di automatismo fiscale, per i comuni, nella maggiorazione dell'aliquota vigente dell'addizionale all'IRPEF, e per le province un incremento del 5 per cento delle tariffe dell'imposta provinciale di trascrizione.

In attesa della riforma del sistema dei trasferimenti erariali agli enti locali,si prevede che i contributi erariali a favore degli enti locali siano attribuiti al singolo ente nella stessa misura di quella riconosciuta nel 2006. Le norme in questione vanno lette in relazione a quanto previsto dall'articolo 12 che consente una compartecipazione dei comuni del 2 per cento al gettito dell'imposta sull'IRPEF e una contestuale riduzione dei trasferimenti a partire dal 2008.

Per quanto attiene alle norme contenute nel comma 373 e seguenti, volte a ridurre i compensi dei componenti dei consigli di amministrazione delle società a totale partecipazione di comuni e province, giudica apprezzabile l’intento perseguito anche se, al fine di razionalizzare la spesa degli enti locali, esprime l’avviso che debba procedersi a una oculata riduzione del numero nonché dei componenti delle aziende da questi partecipate.

Per quanto riguarda le misure di sostengo all'apparato produttivo, commenta positivamente le disposizioni sui Confidi, volta a inserire, tra l’altro, l’attività di cogaranzia insieme a quella di controgaranzia tra le prestazioni a favore dei Confidi.

Il comma 495, introdotto durante l'esame presso la Camera dei deputati, prevede che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri siano emanate disposizioni per l'attuazione dell'obbligo di cessione delle quote superiori al 20 per cento del capitale della SNAM rete gas (società che è proprietaria e gestisce le reti nazionali di trasporto del gas naturale controllate direttamente o indirettamente dallo Stato). In proposito ritiene che l’impianto sotteso a tale scelta si caratterizzi per la sua ragionevolezza, improntandosi altresì a criteri prudenziali.

Per quanto riguarda in termini generali la tematica relativa alla proprietà e alla gestione delle reti nazionali di approvvigionamento energetico, ritiene che la consapevolezza della classe politica sia ormai matura, alla luce dell’esperienza acquisita nel processo di privatizzazione, per affrontare il nodo rappresentato dalla introduzione di una apposita disciplina regolatoria che permetta un attento controllo sulle attività esercitate dai privati.

Conclude l’esposizione ricordando i commi 630-632 sugli investimenti, effettuati da Poste italiane SpA. in titoli governativi e il comma 795, volto ad incrementare gli stanziamenti a favore della Guardia di finanza.

Sottolineando l’esigenza di un efficace controllo pubblico sulle spese sanitarie, il relatore esprime il dubbio che la disposizione, che prevede l’obbligo del ticket per l’acquisto di farmaci, non rechi peraltro espressa menzione della franchigia a favore delle categorie di contribuenti ritenute deboli.

Conclude ricordando che le Commissioni riunite 5a e 6a, in sede di esame comune del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia fiscale, hanno approvato uno specifico ordine del giorno volto ad impegnare il Governo in relazione agli stanziamenti previsti per la Guardia di finanza.

 

Interviene il senatore CURTO (AN), il quale esprime un giudizio negativo sul complesso della manovra di bilancio per il 2007 e in particolare sulle norme di carattere fiscale contenute nel disegno di legge finanziaria, insistendo sugli effetti depressivi delle misure tributarie. In relazione alle modifiche dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, sostiene che l'effetto della rimodulazione degli scaglioni e della revisione delle aliquote è certamente penalizzante per i ceti medio-alti, senza conseguire l'obiettivo di redistribuzione sul quale ha insistito il relatore. Cita ad esempio l'aggravio di imposta per un nucleo familiare con un reddito lordo di 28 mila euro all'anno, poiché l'imposta lorda calcolata con l'IRPEF vigente ammonta a poco più di 9 mila euro mentre con le nuove aliquote arriva ad oltre 10.500 euro. Il caso citato è esemplificativo dell'incremento del prelievo a carico di fasce di reddito medio, un effetto che a suo parere determinerà una forte contrazione della domanda di beni di consumo. Anche laddove si determinano effetti positivi, gli incrementi di reddito disponibile per le famiglie sono di entità estremamente modesta, come ammesso dallo stesso relatore Barbolini. A suo parere, anche per la modestia degli importi, è vanificato sostanzialmente il beneficio di carattere redistributivo, ricordando come più opportunamente, all'inizio della scorsa legislatura, il precedente Governo avesse deciso di incrementare i trattamenti pensionistici minimi, senza incidere sulla fiscalità generale. Emergono quindi due impostazioni di politica fiscale completamente diverse, così come dimostrato anche dalla mancata adozione di misure effettive di sostegno al reddito familiare.

Il Governo non ha ritenuto di dover introdurre nell'ordinamento tributario il quoziente familiare ai fini del calcolo dell'imposta sulle persone fisiche, oggetto tra l'altro di una iniziativa legislativa a sua firma, rifiutando un confronto su uno strumento che, pur nella valutazione degli oneri per il bilancio dello Stato, introdotto gradualmente, potrebbe effettivamente concentrare importanti risorse pubbliche a favore delle famiglie. Dopo l'interlocuzione dei senatori BONADONNA (RC-SE) e BARBOLINI (Ulivo), l'oratore prosegue l'intervento ritenendo che l'incremento delle detrazioni per carichi di famiglia o degli assegni familiari non incide in maniera strutturale sul prelievo tributario. Un ulteriore elemento indicativo della scarsa incisività della manovra sull'IRPEF è costituito dalla questione dei soggetti cosiddetti incapienti, che rimane ancora irrisolta.

Passando a commentare le disposizioni volte a contrastare l'evasione fiscale, dopo aver sottolineato l'inefficacia e la genericità delle disposizioni relative agli studi di settore, rimarca l'assenza di una organica azione volta a contrastare gli effetti dell'elusione fiscale.

Dopo aver richiamato sul punto la scelta compiuta dal Governo Berlusconi di coinvolgere i comuni nell'azione di contrasto all'evasione fiscale, giudica inutilmente invasiva e onerosa per i contribuenti una serie di disposizioni rubricate come lotta all'evasione fiscale.

Per quanto riguarda, invece, le osservazioni del senatore Bonadonna in materia di cartolarizzazione degli immobili, ricorda che tale meccanismo è stato introdotto nel 1999 e che comunque rimane tuttora valida la proposta da lui avanzata di avviare un indagine conoscitiva sul tema.

Per quanto riguarda le azioni a sostegno dello sviluppo, soprattutto, nelle aree depresse, ritiene che gli strumenti proposti dal Governo siano scarsamente adeguati alle reali esigenze delle imprese e dell'apparato produttivo, ricordando come nei Paesi dell'Unione che hanno conosciuto un'intesa stagione di sviluppo, come l'Irlanda e la Spagna, le singole misure di agevolazioni sono state sostituite da una riduzione globale del prelievo sui redditi di impresa, e lo sviluppo è stato favorito dal basso costo del lavoro e da politiche di contesto volte a migliorare anche i rapporti di lavoro.

Conclude giudicando la manovra di bilancio un'occasione sprecata rispetto all'andamento positivo della congiuntura, che appare più fragile del previsto, richiamando l'attenzione dell'atteggiamento dell'opposizione che ha operato e opererà al fine di modificare e migliorare le disposizioni di maggiore rilevanza.

 

Il senatore COSTA (FI) esprime una valutazione negativa delle disposizioni di carattere tributario contenute nella legge finanziaria, sottolineando il rischio che l'incremento del prelievo a carico di famiglie e imprese possa innescare effetti depressivi tali da vanificare la debole ripresa economica. Commentando le misure incentivanti per gli investimenti al Mezzogiorno, ne contesta l'efficacia in assenza di una politica infrastrutturale in grado di consentire alle imprese del Sud di competere sui mercati nazionali e internazionali. La scelta di non realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, a suo giudizio, è esemplificativa di una politica economia scarsamente attenta alle reali esigenze del Mezzogiorno, che ha conosciuto nel corso della sua storia la realizzazione di opere pubbliche con un impatto certamente paragonabile al Ponte.

L'oratore esprime poi ulteriori perplessità sulle disposizioni sul catasto, sugli studi di settore e sulle norme di contrasto all'evasione, osservando su tale ultimo punto che la pervasività e estensione dei poteri assegnati dalla Amministrazione finanziaria non induce certamente i contribuenti ad essere più leali, ma anzi costituisce un fattore di opacità. A suo parere, infatti, la tutela degli interessi erariali non si garantisce con un atteggiamento depressivo, ma con la conoscenza effettiva delle condizioni economiche dei contribuenti - non garantita certo dagli studi di settore - e da un rapporto di fiducia e collaborazione tra gli stessi e il fisco.

 

Il presidente BENVENUTO propone di fissare per le ore 18 di lunedì 27 novembre il termine per la presentazione degli emendamenti riferiti agli stati di previsione dell'entrata e del Ministero dell'economia e le finanze e degli ordini del giorno riferiti ai disegni di legge in titolo.

 

Conviene la Commissione.

 

In seguito alle deliberazioni assunte dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi la Commissione tornerà a riunirsi sui documenti di bilancio martedì prossimo, 28 novembre, alle ore 10 e ore 15,30 e mercoledì, 29 novembre, alle ore 9.

 

La Commissione prende atto.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 


FINANZE E TESORO(6a)

Martedì 28 novembre 2006

36a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 23 novembre scorso.

 

Il presidente BENVENUTO avverte che nella scorsa seduta si è avviata la discussione generale congiunta con gli interventi dei senatori Curto e Costa.

 

Il senatore EUFEMI (UDC), dopo aver commentato criticamente l’intervento svolto dal ministro dell’economia e delle finanze Padoa-Schioppa nel corso della seduta del 27 novembre della 5a Commissione del Senato, ritiene ormai improcrastinabile un intervento normativo, volto a modificare la procedura di esame dei documenti di bilancio (in riferimento al quale ha presentato un’iniziativa legislativa a propria firma), al fine di valorizzare le prerogative parlamentari, respingendo al contempo l'idea che il Parlamento sia l'unico responsabile della crescita della spesa e quindi del mancato controllo della finanza pubblica.

Viceversa, a suo parere, esiste una precisa responsabilità dell'Esecutivo nella mancata attuazione del programma economico e finanziario, citando, a titolo di esempio, la mancata riduzione delle autovetture di servizio di molti enti pubblici.

Sempre in riferimento all'intervento del Ministro dell’economia, l’oratore lamenta altresì la mancanza di dati sulla pressione fiscale, essenziale elemento conoscitivo per ricondurre in Parlamento il dibattito sulla tassazione e sulla preannunciata riduzione della pressione tributaria.

Per quanto riguarda il merito della politica fiscale adottata dal Governo, evidenzia gli effetti negativi sui flussi di cassa e sullo stock di ricchezza a danno delle PMI e del settore artigianale, a favore del quale è previsto un intervento modesto, citando, tra l'altro, le disposizioni sul trasferimento del TFR all’INPS, che ritiene ingiustamente ispirate a una logica di scambio tesa a privilegiare le grandi imprese. Restando comunque impregiudicata la questione della valutazione in sede comunitaria degli effetti finanziari, esprime l’avviso che si debba prevedere l'applicazione della soglia di 50 dipendenti a tutte le imprese, al fine di evitare l'elusione della norma.

Chiede al rappresentante del Governo di dare conto della relazione trimestrale di cassa, che non risulta ancora presentata al Parlamento, ricordando l’importanza di tale documento per valutare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica. Espressa, in generale, la propria contrarietà alle scelte di carattere fiscale in quanto ispirate da un intento punitivo per il ceto medio - ritenuto, a torto, dal Governo, titolare di redditi elevati - rimarca poi criticamente gli effetti negativi del ventilato incremento dell'imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie; sottolineando anche il rischio di una contrazione della domanda di beni di consumo. Tale ipotesi negativa ricalca quanto avvenuto con i certificati di deposito dopo l'incremento dell'aliquota ad essi applicata.

Sulla tematica riguardante l’introduzione di eventuali misure volte a incentivare la diffusione degli strumenti di pagamento elettronico, sottopone alla Commissione l’opportunità di vagliare attentamente le osservazioni formulate in proposito dall’ABI, corredate dalle relative statistiche. L’oratore ritiene infatti che la moneta elettronica possa rappresentare una positiva innovazione, al fine di informatizzare il sistema delle transazioni economiche, ma occorre comunque tenere conto della presenza di ampi strati di popolazione che non impiegano tali strumenti, per i quali potrebbero sorgere obiettive difficoltà.

Giudica molto negativamente il passaggio dal sistema delle deduzioni a quello delle detrazioni, rimarcando poi come l’aggravio degli obblighi documentali imposti ai contribuenti per comprovare i benefici spettanti possa addirittura indurre i contribuenti stessi a versare all’Erario somme non dovute.

Sottolinea come la riforma del TFR osti alla diffusione dei fondi di previdenza integrativa, senza al contempo fornire alcuna garanzia al lavoratore circa la tempestiva erogazione di eventuali anticipi sulle somme spettanti da parte dell'INPS. Pur condividendo in termini generali l'obiettivo della lotta all'evasione fiscale, ritiene erroneo il ricorso all'incremento delle aliquote, laddove sarebbe preferibile seguire l'esempio di altri Paesi privilegiando l'ottica del contrasto di interessi, nonché della leale collaborazione con il fisco.

Pur condividendo le detrazioni di imposta introdotte per le spese di iscrizione alle palestre o per le spese relative agli addetti all'assistenza personale, sottolinea l'esigenza di un oculato ampliamento della gamma delle spese detraibili, invitando il Governo a chiarire i propri orientamenti in materia di agevolazioni sulla tassazione dei canoni locativi. Sollecita altresì un'attenta riflessione sull'introduzione di un'aliquota unica del 20 per cento sui redditi immobiliari, atteso che questi ultimi sono gravati da un complesso di spese di gran lunga superiore a quello che caratterizza gli investimenti finanziari.

In termini generali ritiene essenziale abbandonare l'idea di voler colpire il ceto medio sottesa alla manovra, che presenta un'ispirazione erroneamente classista.

In tema di tassazione degli immobili, convenendo in parte con le osservazioni svolte dal presidente Benvenuto, suggerisce l'introduzione di una disciplina unitaria a livello nazionale in materia di esercizio delle funzioni catastali da parte degli enti locali: a suo giudizio appare utile stabilire criteri oggettivi di valutazione delle rendite, avvalendosi degli strumenti informatici per la gestione dei dati catastali.

Dopo aver commentato criticamente la disposizione recata dal primo comma dell'articolo 5 della legge finanziaria, che prevede che le rimanenze finali delle opere, forniture e servizi di durata ultrannuale vadano in ogni caso computate in proporzione ai corrispettivi pattuiti, ai fini dell'applicazione dell'imposta sul reddito delle società, la quale non tiene conto dei principi internazionali di contabilità IFRS, esprime una valutazione fortemente negativa della limitazione alla riportabilità delle perdite, in diminuzione del reddito di periodi di imposta successivi, per i soggetti che fruiscono di regimi di esenzione totale o parziale del reddito o degli utili. Tale previsione (il terzo comma dell'articolo 5) determina un'arbitraria riduzione delle perdite riportabili ancorandola alla quota di esenzione applicabile in presenza di un reddito imponibile.

Dopo aver rappresentato l'esigenza di rivedere l'imposta sulle successioni e le donazioni, ingiustamente penalizzante per le imprese, si sofferma sulle disposizioni degli articoli 15 e 16 della legge finanziaria, che determinano a suo parere uno squilibrio nei rapporti tra ENAC e Agenzia del territorio, oltre ad un'indebita proliferazione di enti competenti con danno ai gestori. Segnala inoltre al Governo l'esigenza di riformulare la disciplina fiscale delle auto aziendali, al fine di evitare l'allargamento del contenzioso con i contribuenti, nonché di fornire parametri certi alle imprese per la predisposizione del bilancio di esercizio.

Con riguardo alle misure antielusive recate dal cosiddetto decreto Bersani-Visco in relazione alle società di comodo, sottolinea la necessità di rivedere i tassi di rendimento previsti per l'inclusione nella categoria delle società non operative: gli indicatori della redditività di impresa appaiono, a suo giudizio, non in linea con la realtà imprenditoriale e sono tali da penalizzare non soltanto ampi strati dei ceti produttivi ma anche gli stessi risparmiatori.

In seguito alla riforma delle aliquote e degli scaglioni IRPEF e la modifica delle detrazioni, rileva che la disciplina introdotta non risolve il problema dell'incapienza dei percettori di redditi bassi, penalizzando i pensionati senza modificare la soglia di povertà; al contrario l'allargamento della base imponibile dovuto all'abbandono del sistema delle deduzioni, determinerà un incremento dei tributi locali. Nel ribadire l'opposizione a nome del proprio Gruppo rispetto al programma economico e finanziario adottato dal Governo, il quale, nella sua impostazione, appare tutt'altro che scevro di contraddizioni interne, preannuncia la presentazione di un rapporto di minoranza.

 

Il presidente BENVENUTO, in risposta alla sollecitazione del senatore Eufemi, comunica che la relazione trimestrale di cassa è stata trasmessa. Propone di discutere in sede di Ufficio di Presidenza integrato dai Rappresentanti dei Gruppi sull'opportunità di acquisire circostanziate informazioni in merito agli studi compiuti dall'ABI sulla circolazione di denaro contante prevalentemente nel Mezzogiorno. Ritenendo fondate le osservazioni del senatore Eufemi sulla questione dell'incapienza, avverte che prossimamente l'Ufficio di Presidenza integrato dai Rappresentanti dei Gruppi potrà incontrare i segretari generali delle maggiori sigle sindacali dei pensionati. Rivolge infine al relatore Barbolini l'invito a precisare in sede di replica i contenuti e gli effetti delle misure modificative delle aliquote IRPEF e introduttive delle detrazioni di imposta.

 

Il senatore PEGORER (Ulivo), dopo avere rimarcato l'assenza nel dibattito di riferimenti volti a evidenziare la grave situazione dei conti pubblici registrata al momento dell'insediamento del nuovo Esecutivo, ritiene che la manovra di bilancio sia pienamente in linea con gli obiettivi enunciati nel DPEF, nella prospettiva di favorire la ripresa della crescita economica del Paese. In proposito, vanno nella giusta direzione le misure previste in finanziaria, volte a incentivare gli investimenti infrastrutturali (con il rilancio del sistema portuale) e quelli in materia di innovazione tecnologica. Preminente importanza egli assegna alla misura che determina il cosiddetto taglio del cuneo fiscale, teso anch'esso a favorire la crescita e lo sviluppo economico attraverso una riduzione del costo del lavoro. Reputa altresì seria e coerente la scelta di promuovere l'equità fiscale mediante il contrasto dell'evasione: a suo parere, da un lato la conseguente redistribuzione del reddito non penalizza in modo significativo alcune fasce di contribuenti, e, dall'altro, l'incremento di gettito rinveniente dal recupero di base imponibile rappresenta la soluzione più idonea per il reperimento di risorse finanziarie. Pur ammettendo la presenza di opinioni diversificate in relazione allo specifico contenuto delle varie misure previste, evidenzia la bontà delle detrazioni di imposta per i carichi di famiglia e di altri incentivi economici, volti a favorire i redditi medio bassi incisi dalla politica del precedente Governo.

Esprime l'auspicio che possa essere introdotta una norma volta a destinare le maggiori entrate rivenienti dalla lotta all'evasione alla riduzione della complessiva pressione fiscale già a partire dal 2007; analoga valutazione esprime circa la possibilità di rendere effettiva la fruizione dei crediti di imposta per gli investimenti nelle aree svantaggiate del Mezzogiorno a partire dalla dichiarazione dei redditi del 2007.

 

Interviene il senatore CIAMPI (Misto) per sottolineare, come fatto da settori della maggioranza e dell'opposizione e, da ultimo dal senatore Eufemi, l'esigenza indifferibile di un aggiornamento della procedura di bilancio, tenendo conto anche della necessità di assicurare al Parlamento incisivi strumenti di controllo per verificare il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica sottesi alla manovra. In tal senso, auspica che la maggioranza e l'opposizione possano pervenire ad una riforma ampiamente condivisa della legislazione di contabilità di Stato.

Evidenzia altresì che il decisore politico debba perseguire il duplice obiettivo tanto della crescita economica del Paese quanto del risanamento dei conti pubblici. A suo parere la crescita economica e la ripresa dell'incremento del PIL costituiscono l'obiettivo strategico della politica economica e finanziaria, restituendo dignità e forza alla decisione politica fondamentale riassunta nella manovra di bilancio. Dopo aver ricordato il ritardo accumulato dal Paese, nella crescita economica, rispetto agli altri Stati dell'Unione europea, sottolinea il peggioramento dei conti pubblici, così come traspare dalla crescita dello stock di debito complessivo, dall'andamento negativo del rapporto deficit/PIL e dalla riduzione dell'avanzo primario. Tale esito, tra l'altro, contravviene all’impegno assunto dal Governo italiano in sede europea a mantenere l'avanzo primario costantemente sopra il 5 per cento. I benefici di un rigoroso rispetto di tale impegno, la capacità cioè di realizzare risparmio pubblico al netto della spesa per gli interessi, consistono in un automatico miglioramento del deficit e quindi nella riduzione del debito pubblico complessivo. Il Paese così potrà contare su una riduzione del costo del servizio pubblico, come accaduto nell’ultima parte degli anni Novanta, allorquando il differenziale rispetto a Paesi come la Germania si è ridotto in concomitanza con l’adozione della moneta unica europea.

Conclusivamente, ritiene che la crescita economica e il controllo dei conti pubblici dovrebbero costituire obiettivi condivisi da entrambi gli schieramenti politici e auspica pertanto che su emendamenti volti a conseguire tali risultati possano emergere significative convergenze tra maggioranza e opposizione.

 

Riservandosi di articolare un più dettagliato intervento in sede di dichiarazione di voto, stante la complessità e varietà dei contenuti normativi della finanziaria, il senatore VENTUCCI (FI) ricostruisce il processo storico che ha condotto alla formazione dell'attuale debito pubblico, attestatosi su un livello analogo a quello attuale già a partire dagli anni Ottanta. Tale circostanza induce ragionevolmente a supporre, a suo parere, che le diverse maggioranze succedutesi alla guida del Paese non abbiano mai affrontato in modo compiuto il nodo problematico dei conti pubblici. Dopo aver ricordato che i maggiori Paesi europei, con alle spalle un passato di potenze coloniali, continuano ad intrattenere rapporti commerciali con numerose aree geografiche, diversamente da quanto accade per l'Italia, lamenta la sostanziale debolezza della classe dirigente italiana. In proposito lamenta l'assenza di un'adeguata formazione manageriale, che ha limitato di fatto gli imprenditori, nel selezionare il personale cui conferire incarichi direttivi, alla palestra costituita da poche e ben note realtà industriali. Sotto altro profilo rileva l'ipertrofia di detto personale in alcune società, in passato in mano pubblica, attualmente privatizzate, nonché il disallineamento fra l'entità dei compensi percepiti e i risultati gestionali ottenuti.

Condividendo le proposte avanzate da diversi settori politici, osserva che la procedura di bilancio crea eccessive lungaggini ai lavori parlamentari senza al contempo valorizzare il ruolo propositivo dei due rami del Parlamento. Esprime pertanto l'auspicio che si possa procedere a una riforma di tale istituto.

Conclude sottolineando come la lotta all'evasione non possa prescindere dal coinvolgimento delle strutture a ciò specificamente deputate dell'Amministrazione finanziaria, che ritiene dotate di organici più che adeguati per far fronte a compiti di controllo fiscale.

 

In relazione all'intervento svolto dal senatore Ciampi, il presidente BENVENUTO condivide la necessità di una riforma della sessione di bilancio, da condurre nell'ottica di una cultura del rendiconto che consenta agli organi parlamentari un attento controllo degli obiettivi di finanza pubblica effettivamente perseguiti, e in uno spirito di collaborazione con l'opposizione. Ritiene che tale condizione si sia potuta registrare con l'esame del decreto-legge in materia fiscale, nel corso del quale si è svolto un ampio dibattito, senza atteggiamenti ostruzionistici da parte dell'opposizione e senza preclusione della discussione. Evidenziando come la lotta all'evasione miri a soddisfare l'interesse comune della tutela dell'economia di mercato, non ritenendo giusto qualificarla in termini di lotta di classe, richiama alcune misure antievasive varate dal precedente Governo nella finanziaria 2006 delle quali apprezza in modo particolare l'efficacia. Tra queste si segnala la riforma del sistema di riscossione e l'avvio della nuova disciplina in materia catastale, rispetto alla quale condivide le osservazioni formulate dal senatore Eufemi.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


FINANZE E TESORO(6a)

Martedì 28 novembre 2006

37a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 1, 1-bis e 1-ter) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana odierna.

 

Interviene il senatore BETTAMIO (FI) per criticare l’orientamento ideologico ispiratore della manovra di bilancio, che appare il frutto della cultura dell’ala più radicale della maggioranza. In particolare, appare censurabile il reperimento di risorse finanziarie attraverso l’inasprimento fiscale operato per i redditi medio alti nonché per quelli da lavoro autonomo. Tale impostazione, egli prosegue, costituisce un pericoloso freno allo sviluppo economico del Paese, nonché alla libertà di iniziativa dei ceti produttivi, perseguendo l’intento, più a livello programmatico che non nei fatti, di redistribuzione dei carichi fiscali.

Dopo aver evidenziato le contraddizioni interne alla stessa compagine governativa, dovendosi registrare dichiarazioni contrastanti da parte dei rappresentanti dell’Esecutivo su importanti temi di politica economica, l’oratore osserva che le disposizioni in tema di riforma dell’IRPEF non appaiono adeguate a tutelare gli interessi dei ceti deboli. A ciò si deve aggiungere, egli continua, la devoluzione all’INPS delle somme maturate a titolo di TFR: a suo parere, detta misura non favorisce la ripresa economica né costituisce un beneficio sul fronte finanziario. Dopo aver evocato la possibile attuazione di forme di protesta da parte dei dipendenti del pubblico impiego in relazione alla riduzione degli stanziamenti di bilancio previsti in finanziaria, osserva che le maggiori perplessità sui contenuti della legge finanziaria provengono da taluni settori della maggioranza, e in particolare del Gruppo dei Comunisti italiani. Conclude l’intervento ribadendo la contrarietà della propria parte politica rispetto al programma economico e finanziario varato dal Governo.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) riferendosi al complesso dei provvedimenti di carattere tributario adottati dall’inizio della legislatura, si sofferma criticamente sulle linee di fondo che hanno ispirato l’azione del Governo, sintetizzate negli obiettivi del reperimento delle risorse necessarie al miglioramento dei conti pubblici, della lotta all’evasione fiscale e della redistribuzione del carico fiscale in favore dei ceti meno abbienti.

Per quanto riguarda il recupero di base imponibile, rileva che la pretesa razionalizzazione delle basi e dei presupposti imponibili incide negativamente sui redditi delle imprese e su quelli dei lavoratori autonomi, operando anche un autentico stravolgimento sul fronte dell’imposizione indiretta (IVA e imposta di registro) riferita alle operazioni immobiliari.

Sottolinea il carattere peggiorativo delle misure fiscali introdotte in relazione ai redditi di impresa e di lavoro autonomo, con particolare riguardo all’indeducibilità di una parte dei costi sostenuti per l’acquisto di fabbricati, strumentali alla limitazione delle deduzioni per i costi di acquisto di autovetture, comprese quelle concesse in uso promiscuo nonché alla previsione a tenore della quale, ai fini della determinazione del reddito di lavoro autonomo, si deve tenere conto anche delle eventuali plusvalenze realizzate sui cespiti impiegati nell’esercizio della professione, negando al contribuente il beneficio della rateizzazione su cinque periodi di imposta dell’eventuale plusvalenza realizzata. Con riguardo alla produzione normativa in materia tributaria osserva come il numero eccessivo di interventi attuati e la scarsa chiarezza degli enunciati penalizzino le scelte economiche degli imprenditori e dei professionisti, oltre a disincentivare eventuali investimenti stranieri, e pongono ostacoli alle stesse funzioni di controllo esercitate dall’Amministrazione finanziaria, atteso che ogni periodo di imposta è governato da regole particolari e sempre mutevoli.

Con riferimento al frequente ricorso alle manovre correttive sottolinea come da tale prassi discendano effetti di irrazionalità del sistema tributario, se non addirittura l’illegittimità di questo alla luce del diritto nazionale e comunitario. Ritiene inaccettabile la sistematica violazione dei principi recati dallo Statuto dei diritti del contribuente, in particolare la irretroattività delle norme tributarie nonché il differimento dell’applicabilità di queste dopo un congruo periodo di tempo dalla loro emanazione. Tale politica legislativa, egli prosegue, si è spinta sino al punto da lasciar supporre un’abrogazione tacita delle norme statutarie per evidente incompatibilità con le disposizioni successive, oltre a manifestare un atteggiamento di scarso rispetto per la legalità da parte dello stesso legislatore.

Per quanto attiene al regime di detrazione IVA per l’acquisto di autovetture aziendali, critica l’introduzione di modifiche peggiorative sul fronte della deducibilità dei costi relativi ai veicoli per i quali la Corte di Giustizia della Comunità europea aveva riconosciuto il diritto al rimborso per le somme indebitamente versate. Infatti la manovra limita in modo significativo le deduzioni relative alle autovetture impiegate nell’esercizio dell’impresa, arte o professione, con conseguente aumento del prelievo fiscale. E’ evidente come tale scelta, lungi dal rispettare il principio di capacità contributiva e di inerenza della spesa, sia diretta a incrementare il gettito per fronteggiare il rimborso delle somme non dovute.

Con riferimento alle modalità con le quali sono state introdotte le nuove misure sulle operazioni immobiliari delle imprese nonché quelle in materia di imposta sulle successioni e donazioni, contesta il ricorso alla decretazione di urgenza, di per sé ammissibile solo per operare interventi di tipo correttivo, ma non per introdurre una disciplina regolatoria di ampio respiro. Quanto alle misure di contrasto all’evasione fiscale, varate dal Governo sul presupposto, a suo parere opinabile, che l’evasione stessa abbia raggiunto livelli patologici in Italia, lamenta la violazione di fondamentali diritti del cittadino, da un lato per quel che concerne il sacrificio della privacy a fronte di un significativo potenziamento dell’anagrafe tributaria, nonché l’introduzione di sempre più numerose presunzioni legali a danno del contribuente, e dall’altro per quanto riguarda l’aggravio degli adempimenti fiscali per i soggetti passivi d’imposta. Sotto il profilo della tutela della riservatezza, auspica che il complesso delle informazioni fiscali riferite ai singoli cittadini, in possesso dell’anagrafe tributaria, risponda ad una reale esigenza di soddisfacimento degli interessi pubblici, scongiurando il rischio che si possa compierne un ingiustificato abuso.

Commenta criticamente la presunzione di evasione introdotta in relazione alla tassazione delle plusvalenze immobiliari nonché la disciplina relativa agli studi di settore. Sotto il primo profilo, l’oratore segnala il rischio di un incremento del contenzioso tributario oltre alla eventualità che si determinino difficoltà operative per la stessa Amministrazione finanziaria in sede di accertamento del valore di mercato dell’immobile ceduto. Quanto agli studi di settore, dopo averne riepilogato la funzione originaria, contesta la scelta di attribuire ad essi la funzione, in sede di ricostruzione induttiva del reddito imponibile, con la conseguenza che l’eventuale scostamento da tali indicatori legittima gli uffici ad accertare il maggior reddito risultante dagli studi senza alcun supporto motivazionale. Al riguardo l’oratore ritiene che l’utilizzazione degli studi ai fini dell’accertamento del reddito rappresenti l’introduzione di una vera e propria minimum tax per le imprese e i lavoratori autonomi, con una dubbia compatibilità con il principio di capacità contributiva sancito dall’articolo 53 della Costituzione. Pertanto sollecita una revisione volta a specificare che tale strumento continui a supportare l’Amministrazione finanziaria nell’attività di verifica di eventuali anomalie, fermo restando l’onere della prova in capo all’ufficio tributario.

Con riguardo agli adempimenti fiscali introdotti con vari provvedimenti correlati alla manovra (la presentazione telematica dei modelli F24, degli elenchi clienti e fornitori, dei corrispettivi giornalieri e, infine, degli utilizzi in compensazione del credito di imposta che si intende effettuare con il modello F24), lamenta l’assenza di concertazione tra il Governo e i soggetti interessati in primo luogo l’Amministrazione finanziaria, gli intermediari fiscali e i contribuenti. In termini generali, esprime l’avviso che la previsione di tali adempimenti debba ispirarsi comunque a criteri di ragionevolezza e di reale utilità a fini fiscali, in ossequio al principio di semplificazione dell’attività amministrativa.

Si sofferma poi criticamente sulla disciplina relativa ai compensi dei professionisti (introdotta dal decreto Bersani-Visco), la quale è inefficace in termini di facilitazione del controllo fiscale, e al contempo foriera di difficoltà operative per i professionisti. Una volta introdotta tale disciplina, appare opportuno escluderne l’applicazione anche alle imprese ovvero, più opportunamente, introdurre una disciplina ad hoc per i compensi percepiti dai lavoratori autonomi.

Giudica in modo negativo anche l’intervento volto a enfatizzare la progressività dell’IRPEF, con un sostanziale incremento del prelievo fiscale. Ritiene che il sistema introdotto, fondato sull’aumento del numero di aliquote e la revisione degli scaglioni, nonché sul passaggio dalle deduzioni alle detrazioni, si caratterizzi per una un’inaccettabile mancanza di chiarezza, tale da determinare difficoltà applicative anche per gli intermediari fiscali. Dopo aver sottolineato che la nuova disciplina dell’IRPEF penalizza ingiustamente i titolari dei redditi elevati, rimarca una contraddizione di fondo nell’impostazione del Governo, che pone a base della politica fiscale una redistribuzione delle risorse a partire dal reddito imponibile riconosciuto più non realistico. L’oratore esprime pertanto l’avviso che il portato di un simile sistema sia piuttosto quello di produrre ulteriori effetti sperequativi tra i contribuenti fedeli e quelli infedeli.

In conclusione, dopo aver richiamato la differente impostazione delle scelte di politica economica operate dal Centro destra rispetto al Centro sinistra, evidenzia una serie di osservazioni di cui auspica il recepimento nel rapporto alla 5a Commissione: la piena osservanza del principio di irretroattività delle norme tributarie; la stabilità delle modalità di determinazione del reddito di impresa, in particolare per quel che concerne i redditi societari; il ripristino della disciplina prevista in materia di reddito di impresa e di lavoro autonomo, per quel che riguarda la deducibilità dei costi per l’acquisto di veicoli aziendali; l’introduzione di adeguate sanzioni a presidio dell’accesso e dell’utilizzazione dei dati personali in possesso dell’anagrafe tributaria; la conservazione agli studi di settore dell’originaria funzione di mero supporto dell’attività di controllo dell’Amministrazione finanziaria.

 

Interviene quindi il senatore CANTONI (FI), il quale condivide pienamente le osservazioni critiche formulate dai senatori Bettamio e Paolo Franco, ritenendo che le cifre della manovra sul lato delle entrate ne nascondono il reale impatto, sui contribuenti e sulle imprese: è opinione condivisa, infatti, che le misure sul lato delle entrate andranno completate con l'incremento delle addizionali da parte degli enti locali.

A suo parere, per conseguire gli obiettivi di riduzione del deficit poteva essere sufficiente una correzione dell'ordine di 15 miliardi di euro, ma il Governo ha optato per una imponente opera di redistribuzione del reddito attraverso l'introduzione di nuove imposte o l'incremento del prelievo esistente, i cui effetti depressivi per il prossimo esercizio finanziario indeboliranno la già fragile ripresa economica.

Tra gli operatori economici – imprese e lavoratori autonomi – è chiara la percezione di una legge finanziaria che penalizza l'intrapresa economica, che non apre i mercati a nuovi soggetti, che continua a colpire coloro che assolvono lealmente all'obbligazione tributaria.

Pur condividendo fermamente l'obiettivo di contrastare l'evasione fiscale, ritiene che le misure proposte nel decreto-legge di luglio, così come quelle contenute nel decreto-legge n. 262 siano sostanzialmente errate, poiché inutilmente vessatorie nei confronti delle imprese e dei contribuenti onesti. A suo parere, inoltre, la ricerca esasperata di ogni elemento informativo utile a ricostruire la ricchezza e il reddito dei contribuenti non potrà che ottenere l'effetto contrario di rendere maggiormente conveniente atteggiamenti elusivi. In tema di tracciabilità dei pagamenti solleva il problema che la recente campagna degli istituti di credito volta a scoraggiare l'uso del contante, si risolva in un incremento degli utili delle banche stesse e crei notevole disagio in quella fascia di popolazione che non utilizza abitualmente sistemi di pagamento diversi dal contante.

Per quanto riguarda, inoltre, l'ipotesi di restituire ai contribuenti le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, sottolinea il diffuso sentimento di sfiducia nei confronti dell'Esecutivo, soprattutto se confrontato con i risultati ottenuti nel corso della passata legislatura, come dimostrato dall'andamento delle entrate fiscali per il 2006. Dall'analisi di tale andamento emerge con chiarezza che il Governo di centrosinistra non ha dovuto affrontare alcuna emergenza finanziaria, come accadde invece al Governo Berlusconi e che l'impianto della manovra si giustifica solo in omaggio alla ideologia classista imposta dall'ala più radicale della maggioranza di Governo.

A suo parere, si tratta di una finanziaria che fa compiere un passo indietro all'intero sistema produttivo, costringendo le imprese, chiamate a competere sui mercati internazionali in un contesto fortemente aggressivo, ad adempiere invece a nuovi obblighi e pagare nuove imposte.

Per ridurre efficacemente il debito pubblico, contrariamente a quanto proposto dal Governo, andrebbe drasticamente ridotta la spesa corrente e occorrerebbe riformare in profondità comparti essenziali, quali la previdenza e la sanità. Viceversa, il Governo su tali temi preferisce una politica del rinvio, oppure, come nel caso della tutela del risparmio, opera una vera e propria controriforma che azzera i preziosi risultati ottenuti nella scorsa legislatura.

A dimostrazione del carattere ideologico e classista della manovra di bilancio, l'oratore critica con nettezza il trasferimento del TFR inoptato all'INPS per le imprese con un numero di dipendenti superiore a 50: si tratta di una disposizione che impedisce la crescita dimensionale, mentre invece il tessuto produttivo nazionale, afflitto da una decennale delocalizzazione e deindustrializzazione, avrebbe bisogno di ben altri interventi strutturali. In un contesto caratterizzato dalla progressiva marginalizzazione dell'economia nazionale rispetto alle dinamiche della globalizzazione, il Governo di centrosinistra reintroduce la tassa sulla successione, inasprisce il prelievo fiscale e nega il più elementare principio di tutela del contribuente con disposizioni tributarie a carattere retroattivo.

Conclude il proprio intervento dichiarandosi pessimista sulle capacità di ripresa dell'economia nazionale, in assenza di un’azione di tutela del tessuto imprenditoriale e una effettiva protezione dei ceti più deboli. Ritiene quindi di avere ampiamente motivato la contrarietà della propria parte politica sui provvedimenti in titolo.

 

Dopo l'intervento del senatore EUFEMI (UDC) volto a sottolineare che la trimestrale di cassa riferita al giugno 2006 contiene significative indicazioni circa l'andamento dei conti pubblici nel corrente esercizio, interviene in discussione generale il senatore BALBONI (AN), il quale evidenzia il carattere ideologico della revisione della curva delle aliquote IRPEF e delle misure redistributive proposte dal Governo. Attesa la inadeguatezza della dichiarazione dei redditi quale indicatore della effettiva ricchezza dei contribuenti, ritiene errata, soprattutto ai fini della lotta all'evasione fiscale, la revisione degli scaglioni e delle aliquote, che si risolve in un sostanziale inasprimento fiscale a danno dei contribuenti onesti. Il Governo di centrosinistra, partendo dal presupposto che tutti i lavoratori autonomi e i titolari di partita IVA debbano essere considerati potenziali evasori, ritiene erroneamente che la leva fiscale possa essere utilizzata solo ed esclusivamente a fini redistributivi. Poiché l'andamento delle entrate tributarie nel corrente esercizio mostra un incremento del gettito di circa 30 miliardi in più rispetto alle stime, non era assolutamente necessario, a suo parere, affrontare una revisione delle aliquote che, tra l'altro, potrà anche indurre i contribuenti ad adottare comportamenti elusivi. L'oratore muove poi un'analoga critica in relazione alla prospettata revisione della tassazione sulle rendite finanziarie, nonché in relazione alla reintroduzione dell'imposta sulle successioni e donazioni. A tale ultimo proposito, sottolinea la mancata valutazione degli effetti negativi di tale imposta soprattutto per quanto riguarda le imprese a conduzione familiare, colpite in un momento di particolare delicatezza come il passaggio generazionale, subendo un prelievo all'atto della trasmissione dei patrimoni precedentemente già incisi.

Conclude il proprio intervento ricordando come l'intera manovra finanziaria smentisca in modo palese gli orientamenti annunciati in campagna elettorale di non aumentare la pressione fiscale.

 

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e su richiesta del Sottosegretario, non facendosi osservazioni, gli dà la parola per l'intervento di replica, rinviando alla prossima seduta la replica dei relatori.

 

Il sottosegretario LETTIERI sottolinea il carattere fortemente innovativo della manovra di bilancio, caratterizzata dalla contestuale adozione di misure volte a conseguire gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici e di sostegno della ripresa economica. Pur dichiarando la disponibilità del Governo a valutare eventuali modifiche migliorative, ritiene essenziale salvaguardare il volume complessivo della stessa. Il Governo ha infatti compiuto una scelta di grande rilievo politico non limitando l'intervento alla mera correzione dell'andamento dei conti pubblici, ma ridistribuendo ai fini equitativi una parte delle risorse pubbliche e dedicando grande attenzione alle misure infrastrutturali e agevolative volte a sostenere lo sviluppo. L'andamento delle entrate tributarie nel 2006 conferma sia la bontà di alcune scelte compiute con la finanziaria dell'anno scorso, sia l'efficacia delle misure adottate da subito dall'attuale Esecutivo, soprattutto a fine di contrastare comportamenti evasivi ed elusivi. Le misure proposte dall'attuale Governo tuttavia presentano un carattere fortemente equitativo sul piano sociale, poiché era necessario riequilibrare a favore dei ceti medio bassi la riforma varata dal precedente Esecutivo. Viceversa non colgono nel segno le critiche di quanti sottolineano il carattere ideologico e classista della manovra, poiché il Governo ritiene meritevole di grande attenzione le richieste dei lavoratori autonomi e degli artigiani; sottolinea a tal proposito il progetto del vice ministro Visco di coinvolgere direttamente gli intermediari fiscali nella definizione delle prossime misure.

Rispetto alle rimostranze dei lavoratori autonomi e delle piccole e medie imprese, riprese da molti componenti dell'opposizione, ritiene viceversa essenziale proseguire nell'azione di ammodernamento del sistema informativo dell'Amministrazione finanziaria, e in particolare dell'anagrafe tributaria, tenendo conto delle opportunità che sono offerte agli stessi contribuenti dall'utilizzo massiccio delle tecnologie informatiche. Ritiene peraltro doveroso sottolineare come alcune richieste di informazioni, quali quelle riferite all'anagrafe dei conti e dei depositi, non attengano alla consistenza dei conti correnti, bensì alla semplice indicazione della nominatività dei conti correnti stessi. Conclude il proprio intervento ribadendo la disponibilità del Governo a valutare positivamente alcune modifiche, prima fra tutte quella in materia di imposta di successione e donazione, sottolineando anche il valore della discussione finalizzata a modificare le procedure di bilancio.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 


FINANZE E TESORO(6a)

Mercoledì 29 novembre 2006

38a Seduta

Presidenza del Presidente

BENVENUTO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- Tabb. 1, 1-bis e 1-ter) Stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Rapporti non espressi)

Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

In apertura dei lavori il presidente BENVENUTO, dopo aver rivolto un augurio di pronta guarigione al senatore Bonadonna, al quale si associa tutta la Commissione, avverte che svolgerà lui le funzioni di relatore della Tabella 2.

Dà la parola al senatore Barbolini per la replica.

 

Interviene in sede di replica il senatore BARBOLINI (Ulivo), relatore per il disegno di legge n. 1183 (legge finanziaria 2007) relativamente alle disposizioni di carattere fiscale, nonché per il disegno di legge n. 1184 (bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2007), limitatamente allo stato di previsione delle entrate (Tabelle 1, 1-bis e 1-ter), respingendo innanzitutto i rilievi critici mossi dall’opposizione al complessivo impianto della manovra di bilancio.

In particolare, ritiene ingiustificata la contestazione, da parte di molti senatori dell'opposizione, anche con riferimento al decreto-legge licenziato mercoledì scorso, circa l'inefficacia delle misure antievasione e antielusione e complessivamente la validità della manovra costruita nei sui effetti finanziari intorno al gettito del contrasto all'evasione fiscale.

A tale proposito ritiene opportuno analizzare le ragioni dell'incremento del gettito delle entrate tributarie nei primi dieci mesi del 2006, (così come si ricava dall’analisi della Banca d’Italia) che presenta una crescita delle entrate tributarie dell'11,5 per cento (pari a 29,4 miliardi di euro). Di queste, circa due terzi (20 miliardi) sono ascrivibili all'andamento favorevole dell'economia e un terzo ai provvedimenti adottati con la finanziaria dell'anno scorso. Le misure discrezionali di inasprimento del prelievo contenute in tale norma, egli prosegue, hanno avuto effetti stimabili in circa 3 miliardi di euro, mentre circa 7 miliardi derivano, tra l'altro, dalla riaperture dei termini per il versamento di alcune imposte una tantum. Conseguentemente, riconosce al precedente Governo di aver operato in modo da far emergere imponibile e accrescere il prelievo, conseguendo un gettito significativo. Esprime altresì l’auspicio che si registri un atteggiamento analogamente obiettivo, in relazione alle stime dei gettiti della manovra 2007, che egli ritiene estremamente verisimili. Rileva poi che le misure sull'IVA, sulla tracciabilità dei pagamenti, sullo scontrino fiscale sono volte a far emergere un nuovo imponibile attraverso un’azione ben più strutturata e consequenziale rispetto al passato.

Per quanto riguarda la crescita del gettito dell'IRPEF, reputa importante la dinamica delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente (+ 6,5 per cento) mentre l'IRPEF versata in autotassazione è salita solo del 1,6 per cento: tale componente del prelievo, che corrisponde prevalentemente alle somme versate dai lavoratori autonomi e dalle piccole imprese, ha registrato negli ultimi anni una crescita molto contenuta nonostante la revisione di un numero elevato di studi di settore negli ultimi anni.

A suo giudizio, tali cifre confermano che il contributo al gettito IRPEF dei lavoratori autonomi presenta ancora ampi margini di incremento e di recupero e che la revisione degli studi di settore, così come impostata dal Governo è assolutamente necessaria, anche se la sua adozione va fatta con un accordo leale e chiaro con le categorie interessate, anche con il coinvolgimento diretto degli intermediari fiscali. Inoltre, si conferma che la manovra sulle nuove aliquote può restituire ai contribuenti delle fasce medio basse i rilevanti effetti di drenaggio fiscale registratisi negli anni scorsi. Al riguardo, non ritiene fondato il timore espresso dal senatore Curto circa l’aggravio di imposta per un nucleo familiare con un reddito lordo di 28 mila euro all’anno, quale conseguenza asseritamente inevitabile di un incremento del prelievo a carico dei percettori di reddito medio. Al contrario la nuova curva dell’IRPEF rileva effetti favorevoli proprio a beneficio delle categorie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati con o senza carichi familiari.

In relazione alla introduzione del quoziente familiare, sottolinea innanzitutto che tale meccanismo di calcolo dell'imposta presuppone un capovolgimento del principio del soggetto imposto, da discutere in tempi ben più ampi e con un approfondimento maggiore rispetto all'esame del disegno di legge finanziaria. Inoltre, osserva che sul tema anche nella scorsa legislatura il ministro Tremonti aveva espresso perplessità. Tuttavia, nel merito ritiene che una divisione del reddito imponibile secondo la composizione del nucleo familiare possa porre anche problemi di equità. Inoltre sottolinea che i nuclei familiari presentano condizioni e caratteri di grande differenziazione rispetto al passato: una misura di tal genere rischia pertanto di introdurre nuove disparità.

Per quanto riguarda i rilievi sul Mezzogiorno, evidenzia le differenze del credito d'imposta vigente fino al 31 dicembre 2006 e quello proposto per il prossimo sessennio dal Governo. Il sistema previgente era sottoposto a vincoli finanziari complessivi, a oneri procedurali e subordinato all'accettazione dell'Amministrazione finanziaria, con stringenti modalità di fruizione.

Il modello nuovo, non prevedendo alcun vincolo autorizzativo, è automaticamente fruibile dall'impresa: si tratta di un passaggio rilevante. Rileva tuttavia una modifica sostanziale che sottopone all'attenzione del rappresentate del Governo: il credito di imposta è utilizzabile in sede di dichiarazione dei redditi e quindi a fronte dell'imposta sui redditi. Pur valutando positivamente l'eliminazione di qualsiasi alea sulla fruibilità dell'incentivo - stante la sua automaticità - suggerisce di valutare la dilatazione dei tempi di fruizione rispetto alle esigenza delle imprese. Potrebbe prevedersi l'utilizzo dell'incentivo in sede di acconto per l'anno 2008. Preannuncia per altro verso l’inserimento, nello schema di rapporto da lui predisposto, di una specifica osservazione concernente l’introduzione di una imposta sostitutiva con aliquota al 20 per cento sulle somme percepite dai proprietari degli immobili concessi in locazione e il corrispondente incremento della detrazione di una quota delle somme pagate per la locazione degli stessi immobili.

Sottolinea poi che l'eventuale adozione di detta aliquota, a titolo di imposta sostitutiva su tali somme, sarebbe omogenea a quella prevista per la tassazione dei rendimenti finanziari a qualunque tipo denominati: nel caso si ottenesse tale risultato tutti i frutti dell'impiego del risparmio - investimento finanziario o immobiliare - sarebbero soggetti alla stesso prelievo. Si tratterebbe di una semplificazione notevole, di immediata percezione e valorizzazione, che non penalizza il risparmio, anche tenuto conto che l'aliquota in parola sarebbe comunque inferiore alla prima aliquota dell'IRPEF applicata al reddito prodotto dal lavoro, dipendente o autonomo che sia.

Viceversa, rimarca come la proposta abbia un suo pregio anche su un altro fronte, atteso che, sfuggendo il campo delle locazioni immobiliari al fisco, la doppia convenienza del proprietario e del conduttore a indicare all’Erario tale entrata farebbe emergere un imponibile finora sostanzialmente evaso. L’oratore suggerisce inoltre di prevedere un limite di detraibilità delle somme pagate dal conduttore tale da rendere conveniente l'operazione stessa. Si tratterebbe del resto di riprendere una disposizione già prevista nella legge n. 133 del 1999 all'articolo 18, laddove si delegava il Governo a riformare la tassazione degli immobili. Tale norma si collega quindi alla razionalizzazione e ammodernamento del catasto e della relativa questione dell'armonizzazione degli imponibili anche ai fini ICI.

 

Il presidente relatore BENVENUTO (Ulivo) rinuncia a svolgere l’intervento di replica e ricorda che già ieri il sottosegretario Lettieri era intervenuto in replica.

 

Il senatore BARBOLINI (Ulivo) illustra lo schema di rapporto sullo stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2007 e sulle parti corrispondenti del disegno di legge n. 1183 (pubblicato in allegato al resoconto), ponendo particolare enfasi sul trattamento della questione dell’incapienza, per ribadire la necessità di modifiche al decreto-legge n. 262 del 2006 in materia di imposta sulle successioni, Statuto del contribuente, devoluzione delle maggiori entrate alla riduzione della pressione fiscale.

 

Interviene il senatore EUFEMI (UDC) per illustrare analiticamente lo schema di rapporto contrario sullo stato di previsione dell’entrata per l’anno finanziario 2007 e sulle parti corrispondenti del disegno di legge n. 1183 (pubblicato in allegato al resoconto), sottolineando come le considerazioni svolte dal relatore siano riuscite soltanto in parte a giustificare i contenuti negativi della finanziaria per il 2007. Dopo aver analizzato i dati contenuti nella relazione trimestrale di cassa al 30 giugno 2006, in particolare per quel che concerne l’andamento del gettito e quello delle spese correnti, ribadisce la posizione critica già espressa in sede di discussione generale sull’eccessivo squilibrio della manovra dal lato delle entrate. Con riferimento alla notizia apparsa su alcuni organi di stampa, secondo la quale il Governo avrebbe intenzione di abrogare, con l’adozione definitiva del decreto legislativo, attuativo delle disposizioni di cui all’articolo 43 della legge n. 262 del 2005, la norma volta a limitare il diritto di voto delle fondazioni di origine bancaria nelle assemblee ordinarie delle società partecipate, esprime una forte contrarietà a tale ventilata decisione tanto nel merito (ritiene infatti in generale giustificata la limitazione della partecipazione delle fondazioni di origine bancaria negli assetti proprietari degli istituti di credito) quanto sul metodo prescelto, criticando il ricorso alla legislazione delegata che spoglia il Parlamento delle sue prerogative. L’eventuale decisione del Governo in tal senso chiaramente illegittima costituisce una palese violazione dei principi costituzionali e prefigurerebbe un eccesso di delega.

 

Il presidente BENVENUTO ricorda l’ampio dibattito svoltosi sul tema delle fondazioni bancarie in sede di esame delle Commissioni riunite 6a e 10a dello schema di decreto legislativo n. 26 e fa presente che l’ipotesi ventilata dal senatore Eufemi non ha trovato accoglimento nel parere espresso.

 

In relazione ai pareri testé illustrati interviene il sottosegretario GRANDI, il quale fa presente al senatore Eufemi che nel 2006 non è cresciuta la pressione fiscale, bensì il gettito complessivo delle entrate tributarie e che la stima per l'anno prossimo per l'incremento della pressione fiscale è solo del 0.2 per cento. Ciò considerato, ribadisce la disponibilità del Governo a valutare positivamente l'obiettivo di redistribuire il maggior gettito derivante dalla lotta all'evasione, a condizione imprescindibile di salvaguardare gli obiettivi di finanza pubblica e, quindi, solo dopo un'attenta verifica dell'effettivo andamento delle entrate. In relazione alle critiche formulate nel parere illustrato dal senatore Eufemi, osserva che la disciplina della tassa di scopo, così come modificata dalla Camera dei deputati, è frutto anche di una specifica proposta di modifica presentata dall'UDC. Allo stesso modo, le disposizioni concernenti gli scontrini fiscali, oggetto di numerose modifiche rispetto alla originaria proposta del Governo, tengono conto delle esigenze degli operatori economici. Allo stesso modo in materia di conflitti di interesse in caso di intermediazione immobiliare l la maggioranza ha accolto un suggerimento dell'UDC. Rileva quindi alcuni elementi di contraddittorietà nella posizione espressa dal senatore Eufemi, anche perché le polemiche sollevate sulla inefficacia delle disposizioni antievasive si scontrano con l'asprezza dei rilievi formulati in relazione alle stesse norme.

Per quanto riguarda, invece, il rapporto proposto dal senatore Barbolini il sottosegretario dichiara la disponibilità del Governo a modificare le disposizioni introdotte dal decreto-legge n. 262 in tema di imposta sulle successioni, al fine di esentare dall'imponibile l'avviamento delle imprese e a condizione che gli eredi proseguano nella gestione dell'aziende ereditate per almeno 5 anni. Inoltre vanno nella giusta direzione le proposte di ampliare a favore dei soggetti più deboli ovvero dei parenti in linea collaterale la portata delle norme.

In merito alla proposta di introdurre un'imposta sostitutiva con aliquota del 20 per cento sulle somme percepite dai proprietari degli immobili locati, il Governo nel merito, valutata positivamente tale proposta ma non sembrano al momento superabili gli ostacoli derivante dalla copertura degli oneri di tale modifica.

Molto opportunamente il parere si riferisce alle disposizioni in materia di estimi catastali e fa riferimento ad una invarianza di gettito che dovrebbe costituire l'obiettivo fondamentale della revisione. Dopo aver formulato un apprezzamento per l'osservazione concernente il rispetto dei principi sanciti dallo Statuto del contribuente, valuta positivamente l'osservazione concernente la detraibilità delle spese per l'acquisto delle auto aziendali nel presupposto che tale indicazione sia interpretata come una sollecitazione al Governo a farsi carico immediatamente della autorizzazione delle autorità comunitarie.

 

Il senatore GIRFATTI (DC-PRI-IND-MPA) interviene valutando positivamente una serie di indicazioni espresse dal rapporto illustrato dal senatore Barbolini e chiede al Presidente di poterlo votare per parti separate.

 

Il presidente BENVENUTO fa presente che i rapporti alla Commissione bilancio sono pienamente assimilati ai pareri e che, in analogia a quanto avvenuto in precedenza, è possibile esprimere in dichiarazione di voto una valutazione su singole parti dei pareri o su singole osservazioni, restando preclusa quindi la possibilità di suddividere in più votazioni il documento stesso.

 

Il senatore RUSSO SPENA (RC-SE) chiede al senatore Barbolini di riformulare la proposta di rapporto favorevole, sul quale esprime complessivamente un apprezzamento, prevedendo che l'utilizzazione delle maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione privilegi in prima istanza, fatti salvi i saldi di bilancio, i percettori dei redditi più bassi ovvero i contribuenti che non hanno potuto beneficiare dell'incremento delle detrazioni di imposta. Inoltre, in relazione alla proposta di istituire un'imposta sostitutiva dell'IRPEF con aliquota del 20 per cento sui canoni di affitto degli immobili, dopo aver sostenuto le esigenze di un approfondimento di tale orientamento, a partire dalla valutazione degli oneri per la finanza pubblica, ritiene possibile tale ipotesi a condizione che il beneficio fiscale sia accompagnato da un rigoroso rispetto della disciplina sugli affitti, e quindi, a titolo esemplificativo, sia condizionato dalla registrazione dell'atto di affitto.

 

Il presidente BENVENUTO suggerisce al relatore Barbolini di integrare la proposta di rapporto inserendo, nella valutazione positiva della lotta all'evasione fiscale una osservazione concernente il sostegno e il potenziamento dell'attività della giustizia tributaria. Inoltre, ritiene che sia opportuno integrare la proposta di rapporto inserendo una specifica osservazione circa la tutela del potere di acquisto dei lavoratori transfrontalieri in pensione.

 

Il relatore BARBOLINI (Ulivo) accoglie tutte le proposte di modifica suggerite dal presidente Benvenuto in tema di giustizia tributaria e lavoratori transfrontalieri, nonché il suggerimento avanzato dal senatore Russo Spena sulla necessità di dare priorità alle fasce di reddito medio basse e agli incapienti rispetto ad una eventuale restituzione delle maggior somme derivanti dalla lotta all'evasione fiscale. Sulla questione invece di una imposta sostitutiva del 20 per cento sui redditi derivanti dalla locazione immobiliare, attesa la sostanziale condivisione del Governo per tale obiettivo, ritiene opportuno mantenere nel parere tale osservazione, condividendo l'indicazione che la fruizione dell'agevolazione fiscale sia condizionata al pieno rispetto della disciplina vigente in materia di locazione immobiliare.

 

In sede di dichiarazione di voto interviene il senatore CURTO (AN), il quale motiva il voto contrario della propria parte politica sulla proposta di parere illustrata dal senatore Barbolini, ribadendo le valutazioni critiche espresse in sede di discussione generale sui contenuti della revisione dell'aliquota IRPEF e sulla lotta all'evasione fiscale. In particolare, su tale ultimo punto rileva che il buon andamento delle entrate nel 2006 sia ascrivibile esclusivamente alle misure adottate dal Governo precedente, che aveva reso più trasparente e su basi di maggiore fiducia il rapporto fra il fisco e il contribuente.

 

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) preannuncia il proprio voto contrario.

 

Il senatore COSTA (FI) preannuncia il voto contrario dei senatori di Forza Italia sulla proposta di rapporto favorevole.

 

Il senatore EUFEMI (UDC) preannuncia il voto contrario sulla proposta di rapporto avanzata dal senatore Barbolini.

 

Previa verifica del numero legale da parte del presidente BENVENUTO, viene posta ai voti la proposta di rapporto favorevole con osservazioni sulla tabella 1 e sulle parti connesse del disegno di legge finanziaria, come da ultimo integrata dal relatore, che, a parità di voti non viene approvata.

 

Si passa quindi alla votazione della proposta di rapporto contrario illustrata dal senatore Eufemi, al quale aggiunge la firma il senatore Franco Paolo.

 

Posta ai voti, tale proposta, a parità di voti, non viene approvata.

 

Il presidente BENVENUTO (Ulivo), relatore per la tabella 2, illustra la proposta di rapporto favorevole con osservazioni pubblicata in allegato al resoconto.

 

Non essendoci richieste di intervento per dichiarazione di voto, la proposta di rapporto favorevole con osservazioni sulla tabella 2 posta in votazione, a parità di voti, non viene approvata.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DELL'ENTRATA (DISEGNO DI LEGGE NN. 1184, 1184-BIS E 1184-TER- TABELLE 1, 1-BIS E 1-TER) (LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione dell'entrata per l'anno 2007 nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria, esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni.

La Commissione apprezza l'obiettivo fondamentale di sostenere la crescita economica del Paese riavviando un processo di riconquista di forte competitività del tessuto produttivo, nel contesto della globalizzazione dei mercati, quale finalità strategica della manovra di bilancio per il prossimo anno. La crescita economica infatti si pone come precondizione essenziale al fine di accrescere anche le risorse pubbliche da utilizzare ai fini di una redistribuzione del reddito in termini maggiormente equitativi.

La Commissione evidenzia positivamente pertanto la prospettiva nella quale si colloca la manovra economica e finanziaria impostata dal Governo per l’anno 2007, diretta opportunamente a porre le basi per un rilancio sostenibile dello sviluppo e della competitività del Paese, in un contesto di equità sociale e di risanamento strutturale della finanza pubblica, caratterizzata, altresì, dall’abbandono del ricorso allo strumento delle misure una tantum.

La manovra per complessivi 35,4 miliardi, assicura una riduzione dell’indebitamento netto per 15,2 miliardi, destinando la parte netta allo sviluppo e all’equità.

In tale contesto assumono particolare rilievo le misure a sostegno del reddito della famiglia sia per quanto riguarda l'incremento delle detrazioni per carichi di famiglia, sia per la rimodulazione degli assegni familiari. Nello stesso tempo si sottolinea positivamente l'introduzione di innovative misure a sostegno del reddito familiare che consentono di caratterizzare con una vera e propria politica di contesto l'azione del Governo: si tratta della detrazione delle spese per l'assistenza e la cura diretta alle persone, delle spese per gli alloggi degli studenti universitari, delle spese per l'utilizzo delle palestre nonché per il ricorso agli asili nido.

La Commissione apprezza inoltre la previsione di una specifica detrazione per i percettori di redditi da pensione ultrasettantacinquenni nonché il rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza. Nella prospettiva di una revisione della disciplina previdenziale, inoltre, si sottolinea l'esigenza di salvaguardare il potere di acquisto dei percettori di pensioni minime.

Nel contesto della manovra, assumono particolare importanza le misure volte a far emergere imponibile evaso, con una serie di interventi di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, recate anche dal decreto-legge n. 262 del 2006. Dall’applicazione di tali misure è atteso un incremento del gettito delle entrate erariali, che costituisce una precondizione irrinunciabile per l’avvio di una graduale riduzione del prelievo. A tal proposito,la Commissione, atteso che l'andamento del gettito 2006, - derivante in parte dall'affinamento delle tecniche di verifica nonché dall'attuazione delle innovazioni legislative in tema di accertamento e riscossione, e in parte dal ricorso a tecnologie informatiche sempre più efficaci - induce ragionevolmente a ritenere che sia in atto un processo di emersione di base imponibile, raccomanda alla Commissione di merito di integrare l'articolo 1 del disegno di legge finanziaria, al fine di destinare le maggiori entrate (riconducibili all'emersione di imponibile evaso), alla riduzione della pressione fiscale complessiva (tributaria e contributiva).

Per quanto attiene all’imposta sulle successioni e le donazioni, la cui disciplina è stata, da ultimo, modificata dal decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, all’articolo 2, commi 47-54, la Commissione, in coerenza con le indicazioni emerse in sede di esame del predetto provvedimento, rileva da un lato - con riguardo all’applicazione di aliquote differenziate in relazione al grado di parentela dell’erede rispetto al de cuius - che l’impianto così congegnato limita l’operatività della franchigia (di un milione di euro per ciascun successore) ai soli parenti in linea retta, con esclusione della linea collaterale di parentela, e, dall’altro, che non è prevista, diversamente dalla previgente legislazione, alcuna differenziazione di aliquota per le successioni in favore di soggetti portatori di handicap. Per altro verso, si evidenzia anche la mancanza di una disciplina ad hoc per i trasferimenti di impresa, soprattutto per i casi di continuità produttiva.

Tanto premesso, la Commissione suggerisce di introdurre la previsione normativa di un’aliquota di favore rispetto a quella ordinaria per le successioni e donazioni a beneficio di soggetti portatori di handicap, nonché una disposizione volta a estendere l’applicazione della franchigia ai trasferimenti a favore di soggetti diversi dai parenti in linea retta - in assenza di tali beneficiari naturalmente - a partire dai parenti in linea collaterale di secondo grado, ovvero, in alternativa, di prevedere un'aliquota ridotta della metà per tali beneficiari. Inoltre, si suggerisce di prevedere una specifica disciplina agevolativa per i trasferimenti di impresa, ed, in particolare, in riferimento alle imprese quelle, operanti nel settore agricolo.

La Commissione suggerisce di introdurre un'imposta sostitutiva con aliquota al 20 per cento sulle somme percepite dai proprietari degli immobili ceduti in locazione, da versare in sede di dichiarazione dei redditi.

Nello stesso tempo si suggerisce di modificare l'articolo 16 del testo unico delle imposte sui redditi concernente la detrazione per canoni di locazione prevedendo un incremento della detrazione dall'imposta del seguente tenore:

a) euro 1000, se il reddito complessivo non supera i 15.000 euro;

b) euro 500, se il reddito complessivo supera i 15.000 fino a euro 30.000.

La misura consigliata si iscrive in un progetto complessivo di revisione del prelievo sui redditi immobiliari finalizzato in prospettiva ad escludere da qualsiasi genere di imposta il reddito riconducibile agli immobili utilizzati come prima abitazione e ad esentare dall'imposta comunale sugli immobili le fasce di reddito medio basse. Al contempo la Commissione attribuisce particolare rilievo alle disposizioni concernenti la revisione degli estimi catastali e delle categorie di classamento degli immobili, al fine di consentire ai Comuni, ad invarianza di gettito di rendere più aderente ai reali valori di mercato le rendite catastali in senso equitativo.

Al fine di rispettare l'omogeneità e la armonizzazione del prelievo, si suggerisce di modificare la disposizione introdotta con il decreto-legge fiscale sulle plusvalenze immobiliari fissata al 22 per cento per il 2007 e il 2008, per riportarlo al 20 per cento come in origine previsto.

In relazione alla prevista omogeneizzazione dell'aliquota dell'imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie, la Commissione ritiene essenziale non modificare l'attuale disciplina tributaria sul maturato dei fondi pensione, salvaguardando al contempo la specificità degli strumenti di previdenza complementare.

Sotto altro, più generale, profilo, la Commissione, con riguardo al complesso degli strumenti normativi apprestati dal Governo nel quadro degli interventi volti al potenziamento delle misure di accertamento e di lotta all'evasione e all'elusione fiscale, evidenzia l'esigenza di assicurare il pieno rispetto delle prescrizioni contenute nella legge n. 212 del 27 luglio 2000 (c.d. Statuto dei diritti del contribuente). In particolare sotto il profilo dell’osservanza del principio di irretroattività delle disposizioni tributarie sostanziali. La Commissione, sull’ulteriore presupposto che lo Statuto dei diritti del contribuente, oltre a prevedere la irretroattività delle norme fiscali, dispone anche che l'applicabilità delle medesime operi dopo un congruo periodo di tempo dalla loro emanazione al fine di consentire al soggetto passivo d’imposta di adeguarsi alle nuove previsioni, ribadisce il proprio orientamento volto a sottolineare il valore strategico del rispetto di tali prescrizioni.

In prospettiva, si sollecita l’attivazione di un metodo concertativo volto al coinvolgimento degli organismi rappresentativi degli intermediari fiscali, al fine di valorizzarne la capacità propositiva.

Quanto poi al nuovo regime fiscale applicabile agli autoveicoli e motoveicoli aziendali a uso promiscuo - introdotto al fine di compensare gli effetti finanziari conseguenti alla sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee in materia di detraibilità dell'IVA nel decreto-legge n. 262 - la Commissione evidenzia come la nuova disciplina escluda, ai fini dell'imposta sul reddito, la deducibilità delle spese relative ai veicoli utilizzati nell'esercizio di impresa, limitando peraltro la deducibilità delle spese relative ai veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti. A giudizio della Commissione, tali limitazioni al regime di detraibilità delle spese sostenute per l’acquisto di veicoli aziendali, in quanto indifferenziate per settori produttivi e tipologie di professionisti, potrebbero determinare, in alcuni casi (tra gli altri, per i rappresentanti di commercio), un significativo aggravio della complessiva imposizione a carico dell'impresa – anche rispetto al regime di indetraibilità ai fini IVA applicato fino alla sentenza della Corte di Giustizia . Pertanto si raccomanda alla Commissione di merito, con riferimento al nuovo regime fiscale applicabile agli autoveicoli e motoveicoli aziendali, di cui ai commi 71 e 72 dell'articolo 2, del decreto-legge n. 262, di apportare le opportune modifiche, tenendo conto delle specifiche esigenze dei lavoratori dipendenti che utilizzano tali autoveicoli, dal momento che la più restrittiva disciplina investe le modalità di tassazione del mezzo assegnato al dipendente come fringe benefit. Tale intervento è volto a evitare un aggravio in termini di imposizione fiscale rispetto al sistema previgente, assicurando altresì adeguato riconoscimento alle specifiche connotazioni dei settori produttivi e alle tipologie di professionisti. Al riguardo, si suggerisce anche alla Commissione di merito di introdurre una disposizione, di rango legislativo, in luogo del regolamento ministeriale attualmente previsto.

In relazione alle disposizioni dal comma 381 al 385 dell’articolo 18 della legge finanziaria, riguardanti i trasferimenti dovuti dallo Stato in favore delle gestioni previdenziali, in analogia con quanto già previsto da un ordine del giorno accolto dal Governo in sede di esame del decreto-legge n. 262, la Commissione sottopone alla Commissione di merito l’esigenza di valutare l’inserimento (prima del comma 381) di una disposizione diretta a concedere l’esonero dall’obbligo di versamento dei contributi previdenziali all’ENPALS agli studenti, agli infradiciottenni e a coloro i quali solo in via occasionale si esibiscono in attività e spettacoli musicali, qualora essi svolgano un’attività lavorativa principale in forza della quale sono già tenuti per legge alla prestazione contributiva in un fondo previdenziale.

In relazione all’introduzione del credito di imposta per gli investimenti effettuati nelle aree depresse di cui ai commi 21-29 dell’articolo 18, la Commissione, pur valutando positivamente l’introduzione di un meccanismo automatico di attribuzione dell’incentivo, suggerisce di rendere fruibile lo stesso a partire dalla dichiarazione dei redditi del 2007 (anno di imposta 2006) ovvero di consentirne la fruizione in sede di versamento dell’acconto sui redditi 2007.

Per quanto riguarda le misure a carattere equitativo e redistributivo, la Commissione suggerisce di affrontare la questione dei soggetti «incapienti», prevedendo l'attribuzione di una maggiorazione sulle pensioni o sulle retribuzioni in caso di imposta lorda il cui importo non consente l'applicazione, in tutto o in parte, delle detrazioni previste dall'articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi come modificato dall'articolo 2 del disegno di legge finanziaria.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE (DISEGNO DI LEGGE NN. 1184, 1184-BIS E 1184-TER- TABELLE 2, 2-BIS E 2-TER)(LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria, esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni.

 

In premessa la Commissione ritiene urgente e necessario avviare una discussione sulla modifica dei contenuti della legge finanziaria e sulle procedure di esame dei documenti di bilancio, nella prospettiva di rendere più celere il lavoro parlamentare, consentendo inoltre ai Gruppi politici e ai singoli parlamentari di concentrare la loro attenzione sulle linee di fondo e sulle scelte fondamentali di politica economica, anche per rendere più visibile e giudicabile l'alternatività di proposte tra maggioranza e opposizione. In tale prospettiva, potrebbe essere opportuno e utile prevedere una relazione governativa, in sede di presentazione alle Camere del progetto di bilancio e della legge finanziaria, sullo stato di attuazione della stessa legge per l'anno in corso, ferma restando la disciplina del rendiconto e dell'assestamento di bilancio, e delle relazioni al Parlamento sugli andamenti della finanza statale.

In termini generali, la Commissione esprime apprezzamento per le misure di sostegno in favore degli investimenti in attività di ricerca e sviluppo da parte delle imprese, che si sostanzia tra l'altro (commi da 30 a 34 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria) nella concessione di un credito di imposta per gli investimenti e i costi sostenuti dalle imprese per attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo. In coerenza con tale indirizzo, per quanto attiene alla misura del contributo annuale a carico dello Stato per le spese di gestione del Programma Nazionale di Ricerche Aerospaziali di cui alla legge n. 46 del 1991, la Commissione suggerisce - mediante l’inserimento di un’apposita disposizione dopo il comma 475 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria - la rideterminazione in trenta milioni di euro del finanziamento previsto, invariato dal 1991 e attualmente regolato dall’articolo 4, comma 2, del decreto ministeriale n. 305 del 1998, in modo tale da adeguarne l’entità ai costi reali. Al riguardo, la Commissione osserva che l’attuale beneficiario (il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) è considerato centro di eccellenza per quanto concerne la ricerca nel settore aerospaziale nell’intero territorio nazionale.

La Commissione condivide poi l’impianto recato dall'articolo 18, comma 13, in materia di valorizzazione del patrimonio pubblico, prevedendo l'attivazione di programmi unitari di valorizzazione dei beni demaniali presenti in un determinato contesto territoriale. Si tratta della facoltà assegnata all'Agenzia del demanio di individuare una pluralità di beni immobili pubblici per i quali è attivato un processo di valorizzazione unico. I commi 14 e 15 dello stesso articolo recano norme volte a razionalizzare e coordinare le disposizioni, non sempre coerenti, intervenute negli ultimi anni in materia di dismissione degli immobili in uso all'amministrazione della difesa, rimuovendo gli ostacoli che, in alcuni casi, hanno impedito la piena attuazione del processo di dismissione. La finalità complessiva della modifica e dell'abrogazione delle norme in commento è quella di ricondurre in un'unica procedura la dismissione degli immobili in uso all'amministrazione della difesa.

La Commissione osserva, in linea con l’indirizzo sotteso all’ordine del giorno 0/1132/10000/5a e 6a approvato dalle Commissioni riunite 5a e 6a in sede di esame comune del decreto-legge n. 262 del 2006, che l'istituzione, per l'anno 2007, di due fondi nella tabella 2, rispettivamente di parte corrente di 17 milioni di euro e di conto capitale per 12 milioni di euro, per le esigenze di funzionamento e investimento del Corpo della Guardia di finanza (previsione contenuta nel comma 795 dell’articolo 18), potrebbe non rappresentare una idonea soluzione, sotto il profilo dell’adeguatezza delle dotazioni finanziarie, alla questione degli stanziamenti per la Guardia di finanza chiamata ad ampliare l'attività di istituto sui fronti decisivi della lotta all'evasone fiscale e della tutela degli interessi erariali nel settore delle frodi e della lotta alla contraffazione.

La Commissione reputa altresì di particolare rilevanza il potenziamento del sistema antifrode di cui alla legge n. 166 del 2005, imperniato sull’attività dell’Ufficio centrale antifrode dei mezzi di pagamento, che esercita funzioni di competenza statale in materia di prevenzione delle frodi riguardo ai pagamenti dilazionati o differiti, effettuati attraverso la rete Internet ovvero relativi al settore assicurativo. A tal fine si suggerisce di prevedere con specifica disposizione (da inserire nel disegno di legge finanziaria all’articolo 18, dopo il comma 256) di riorganizzare tale struttura come ufficio di livello dirigenziale generale, attribuendo altresì al Ministero dell’economia e delle finanze il potere di istituire presso il predetto Ufficio un sistema di prevenzione delle frodi sugli strumenti attraverso i quali viene erogato il credito al consumo e sui pagamenti dilazionati o differiti, nonché un sistema di prevenzione delle frodi sui pagamenti che interessano il settore assicurativo.

Nella prospettiva di conferire immediata precettività al principio di eguaglianza sostanziale, la Commissione propone di estendere la disciplina dettata in materia di dismissione degli immobili ad uso abitativo di proprietà degli enti pubblici previdenziali alle modalità di vendita degli immobili riconosciuti di pregio ai sensi del decreto legislativo n. 104 del 1996, in particolare per quel che concerne i criteri di determinazione del prezzo di vendita ai conduttori, già titolari ex lege di diritto di opzione. Tale suggerimento muove dalla esigenza di assicurare omogeneità di disciplina regolatoria a fattispecie sostanzialmente analoghe, atteso che la particolare qualificazione attribuita agli immobili di pregio incide soltanto ai fini dell’adeguamento automatico dei canoni di locazione.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAI SENATORI EUFEMI E PAOLO FRANCO SULLO STATO DI PREVISIONE DELL'ENTRATA (DISEGNI DI LEGGE NN. 1184, 1184-BIS E 1184-TER- TABELLE 1, 1-BIS E 1-TER) (LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione 6a,

 

esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per l'anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria;

la manovra di bilancio, come rilevato dalla corte dei conti ha privilegiato le misure sull'Entrata studi di settore, lotta all'evasione e all'elusione, riordino dei redditi di capitale e di natura finanziaria (maggiori entrate per 28,6 miliardi di euro) rispetto a correzioni strutturali della spesa e una sua riqualificazione e il rinvio di talune riforme di sistema, soprattutto nella previdenza e nel pubblico impiego;

 

premesso che,

la decisione di bilancio per il 2007 predisposta dal Governo fuori da ogni logica di concertazione si caratterizza fragile e incerta nell'obiettivo di risanamento, iniqua per i ceti medi produttivi, i lavoratori autonomi e le piccole e medie imprese, rischiosa per la crescita economica, per assenza di interventi strutturali o il rinvio di riforme di sistema, come quella previdenziale e del pubblico impiego, rilevando una sostanziale debolezza certificata dalla prevalenza delle entrate (fiscali, parafiscali e contributive nonché addizionali locali e di scopo) rispetto all'ammontare complessivo di 34.700 miliardi di euro;

lo squilibrio nel rapporto entrata-spesa è confermato dal giudizio negativo delle società di rating sulla capacità dell'Italia di conseguire gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici e il declassamento del rating, in assenza di interventi strutturali determina una crescita dei tassi di interesse che si ripercuoterà pesantemente sui costi finanziari delle imprese e delle famiglie e sulla struttura economica del Paese;

vanno sottolineati i risultati conseguiti nell'esercizio 2006 in termini di maggiore gettito e in termini di fabbisogno di cassa disceso da 69 a 44 miliardi di euro nei 9 mesi del 2006 a dimostrazione delle gravi ed errate valutazioni della due diligence della Commissione Faini predisposta dal Ministro dell'Economia e delle finanze;

le misure fiscali colpiscono pesantemente il sistema delle PMI, le imprese artigiane con il rischio di soffocare la ripresa produttiva sostenuta da questi importanti comparti;

Il governo ha varato una manovra con scelte ideologiche, sbagliate e classiste. L'impatto della manovra sul mondo produttivo si traduce in benefici per le medie e grandi imprese - 0,9 mentre misurato sul "costo dei lavori" indicatore di competitività evidenzia una crescita dello 0,5 per cento per le piccole imprese e dello 0,8 le micro imprese. Colpire la piccola impresa e il lavoro autonomo significa colpire il cuore produttivo del Paese.

Non si tiene conto della necessità di modificare il regime della tassazione delle donazioni e successioni in modo da salvaguardare prioritariamente i passaggi generazionali soprattutto delle PMI e le imprese artigiane con una franchigia adeguata in presenza di continuità nell'esercizio dell'attività di impresa;

 

valutato che

sul piano istituzionale si tende a svuotare il ruolo del Parlamento in tutte le fasi della decisione di bilancio;

Si pone allora la esigenza di rivedere le regole sulla contabilità di stato modificando la legge 468/78 e la 363/88 nonché le norme regolamentari che disciplinano la sessione di bilancio, riprendendo i lavori già svolti nella XIV^ legislatura. Realizzare compiutamente il sistema SIOPE che consente alla Ragioneria Generale dello Stato un efficace monitoraggio dei flussi di finanza pubblica sia di entrata che di spesa di tutti i soggetti della Pubblica amministrazione;

Il Gruppo UDC a tale riguardo ha presentato uno specifico progetto di riforma (A.S. 34 );

la manovra assume una fisionomia spiccatamente classista con una artificiosa indicazione di classe media o di ricchezza che non coglie assolutamente la realtà socio-economica del Paese;

La riforma IRPEF dimostra chiari limiti né affronta il problema del quoziente familiare, che appare meritevole di attento approfondimento.

Interessa principalmente la classe media. Non tocca le fasce realmente povere della popolazione né la platea degli incapienti;

L'incidenza sulla linea della povertà è di 0,10 passando da 11,89 a 11,79 per cento; penalizza i pensionati, ricompresi negli incapienti; Non incide in modo apprezzabile nel sollevare le fasce più esposte della popolazione come intendeva il Governo; si rivolge alla platea dei contribuenti premiando i lavoratori dipendenti con figli a carico ma trascura gran parte degli autonomi e delle famiglie realmente povere e dei pensionati.

Sono stati adottati strumenti invasivi con impatto su conseguenti e costosi adempimenti organizzativi costretti a ruolo di supplenza della Amministrazione finanziaria.

La lotta alla evasione va affrontata in modo serio ed efficace, attraverso lo strumento principe che è quello del contrasto di interessi, recuperando un forte clima di fiducia tra cittadino e Stato, tra contribuente e amministrazione finanziaria;

una valutazione dei doveri fiscali non può prescindere da una precisa distinzione tra problemi reali e metodologie di contrasto alla evasione con un disegno strategico appunto che appronti rimedi moderni dentro l'ordinamento tributario nel rispetto dei diritti del contribuente e non lo snaturamento di istituti tipici quali la sostituzione di imposta, la responsabilità solidale, effettività del reddito tassabile;

sugli scontrini fiscali sono state assunte posizioni contrastanti e contraddittorie. Portare in detrazione una vasta gamma di operazioni fiscali non è un fastidioso adempimento, ma un modo corretto ed efficace per combattere quella evasione fiscale che non ha giustificazione morale perché determina altresì l'accesso ai servizi pubblici e al Welfare sociale a svantaggio di chi ne ha realmente bisogno.

Il governo ha privilegiato strumenti di azione antievasiva inefficaci;

infatti gli strumenti proposti in tema di lotta alla evasione fiscale mostrano forte disomogeneità e asistematicità, non assumendo come obiettivo fondamentale quello di dotare la amministrazione finanziaria e la guardia di finanza in particolare di nuovi strumenti per combattere la evasione fiscale attraverso l'adeguamento delle strutture e delle dotazioni informatiche degli uffici.

Il modus operandi della Amministrazione non può selezionare gli interventi, finendo per colpire sempre i soliti noti, colpevoli nella gran parte dei casi, di inadempimenti soltanto formali senza conseguenze sostanziali sull'entità dei tributi dovuti;

l'evasione è generalizzata e riguarda direttamente e indirettamente tutto il mondo del lavoro, compresa quindi la produzione illegale, i soggetti senza partita IVA e coloro che svolgono un secondo lavoro;

il commercio deve fronteggiare il vasto e diffuso fenomeno dei prodotti contraffatti sia di importazione che di produzione interna facendo fronte alla illecita concorrenza;

sui provvedimenti fiscali si registra ripetutamente la violazione dello Statuto del contribuente e quindi lesionata la prospettiva di un rapporto tra cittadino e fisco caratterizzato da collaborazione e fiducia;

occorre salvaguardare il principio di irretroattività delle disposizioni tributarie sostanziali, onde evitare tanto conseguenze inique e inutilmente vessatorie nei confronti dei contribuenti quanto insuperabili difficoltà operative per gli intermediari fiscali;

l'introduzione del sistema telematico dei pagamenti fatti a fronte di cessione di beni o di prestazioni di servizio, penalizza pesantemente tutti i cittadini che non sono titolari di un conto corrente bancario o di carte di credito di pagamento o sono titolari di conti correnti cosiddetti forfetari per cui per ogni operazione viene addebitato il relativo costo. Ne trarranno benefici i gruppi bancari con costi aggiuntivi per la generalità dei cittadini privati della libertà di decidere gli strumenti di pagamento e disagi per la popolazione più anziana e per quella residente nelle aree interne del paese;

non si interviene con la scelta radicale di introdurre nel sistema tributario, in modo forte e deciso il principio del contrasto di interessi con un allargamento delle spese detraibili dai contribuenti con attenzione alle spese per la famiglia, per la vita familiare, per la cura delle persone, anche attraverso la previsione di franchigie predeterminate per facce di reddito e per categorie delle spese;

la introduzione del conflitto di interesse non può prescindere da una riduzione dell'aliquota IVA per taluni beni ed una elevazione dell'aliquota della detrazione fiscale, rendendo efficace il meccanismo e conveniente ad una delle parti l'assolvimento dell'obbligazione fiscale favorendo altresì la emersione del sommerso;

non si perfezionano e generalizzano gli studi di settore, conferendo agli stessi affidabilità, trasformandoli in una sorta di minimum tax e prevedendo norme repressive esclusivamente per i contribuenti che non si adeguano agli imponibili determinati da tali studi, senza garanzie di sicurezza per il contribuente che raggiunge il livello di ricavi di studi revisionati esposto ad accertamenti induttivi attribuendo valore di presunzione legale;

non appaiono giustificate le scelte operate in materia di in detraibilità dell'IVA sulle auto aziendali e in materia di leasing immobiliare, con effetti retroattivi che violano i principi dello statuto del contribuente e che porteranno a complicati adempimenti tributari con maggiori costi ed effetti nella redazione dei bilanci;

non viene introdotto il regime sostitutivo per i redditi derivanti dalla locazione di immobili con imposta sostitutiva con aliquota al 12,50 per cento per allargare la base imponibile e ridurre considerevolmente la area di evasione del settore;

non si introduce un sistema di detrazione del regime IVA pari al 50 per cento dell'IVA detraibile per gli acquisti di autovetture per le imprese in analogia alle disposizioni relative alle persone ed ai professionisti che consideri tali messi beni strumentali, penalizzando quelle imprese che utilizzando gli autoveicoli totalmente e esclusivamente per fini aziendali;

l'abbandono in materia di riforma del catasto di criteri oggettivi e unitari gestiti a livello nazionale attraverso l'attività dell'Agenzia del territorio, apre la strada a comportamenti differenziati tra comuni e comuni che prevedendo una revisione delle tariffe d'estimo e di classamento avrà conseguenze negativi su tutti i proprietari di immobili;

il trasferimento dei fondi inoptati del TFR all'INPS incide sulla struttura patrimoniale delle imprese, produce maggiori costi finanziari delle imprese, determinati dalle differenze tra autofinanziamento e ricorso all'indebitamento; sarebbe stata preferibile la introduzione di una franchigia generalizzata per tutte le imprese con oltre 50 dipendenti evitando penalizzazioni delle imprese, rispetto alla loro crescita dimensionale;

l'operazione TFR oltre che costosa per le imprese è di ostacolo alla previdenza integrativa; l'anticipo di un anno è inutile se non è accompagnato dalla riforma; sorgono problemi di bilancio per la compensazione delle aziende;

il cuneo fiscale rappresentato come punto di forza della politica economica governativa opera in modo poco incisivo, gli effetti per le imprese non sembrano liberare risorse sufficienti per renderle competitive;

la irresponsabile politica attuata sulle grandi infrastrutture e sulle direttrici europee, rischia di compromettere la realizzazione di progetti essenziali per lo sviluppo del Paese, tra i quali in particolare quelli relativi alle grandi direttrici Torino-Lione e Palermo-Berlino, - con il rischio di perdere i finanziamenti europei - di cui il Ponte sullo Stretto rappresenta una sfida competitiva in termini di tecnologie e di ricerca;

all'aumento delle aliquote contributive per il settore artigiano si aggiunge l'aumento della contribuzione per l'apprendistato, che seppure corretto, penalizzano lo strumento più efficace di accesso al lavoro e nella formazione professionale;

viene eluso il problema della rideterminazione dei premi INAIL versati dal comparto artigiano nonostante i risultati di gestione e la assurda sperequazione tra contribuzioni e prestazioni;

si introducono imposte di scopo innalzando l'aliquota ICI, anziché prevederne la abolizione seppure distinguendo per le piccole case, per face di reddito per zone censuarie per tipologia abitativa;

in relazione alla grave crisi finanziaria del Gruppo Ferrovie dello Stato sia in ordine all'indebitamento che ai programmi di investimento, appare indispensabile rivedere la intera struttura societaria, riducendo il numero delle società controllate e partecipate rendendo trasparente il bilancio consolidato, legando il quadro tariffario a scelte aziendali orientate alla riduzione degli sprechi e alla efficienza di un servizio rispettoso degli utenti;

una manovra che privilegia le entrate, anziché la riqualificazione della spesa rischia di compromettere una fragile ripresa economia che richiede invece azioni di consolidamento e di rilancio;

una azione correttiva e orientata prevalentemente al prelievo è destinata ad incidere in senso maggiormente depressivo sulla crescita economia;

 

esprime

PARERE CONTRARIO


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Mercoledì 22 novembre 2006

41a Seduta

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni,, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 7 e 7-ter) Stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 17, 17-bis e 17-ter) Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio. Esame delle Tabelle 2 e 14 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio)

 

La PRESIDENTE dichiara aperto l'esame dei documenti di bilancio, per le parti di competenza della Commissione, rammentando in particolare che quest'anno i capitoli di spesa afferenti lo sport figurano nella Tabella 2, relativa al Ministero dell'economia e delle finanze.

 

Il relatore SCALERA (Ulivo) illustra la Tabella 2, recante lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze - limitatamente alle competenze in materia di sport - per l'anno finanziario 2007, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, osservando preliminarmente che il decreto-legge n. 181 del 2006, convertito con modificazioni dalla legge n. 283 del 2006, ha attribuito al Presidente del Consiglio dei ministri le funzioni di competenza statale in materia di sport, precedentemente attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali.

Quanto al disegno di legge di bilancio, ricorda che è stata trasferita allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, e in particolare alla unità previsionale di base 3.2.10.5 (Presidenza del Consiglio dei ministri-sport), la somma di 147 milioni di euro fino ad ora contenuta nell'unità previsione di base 5.2.3.14 (impianti sportivi) del Ministero per i beni e le attività culturali. Era invece già presente nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze lo stanziamento di 450 milioni di euro per il finanziamento ordinario del CONI.

Con riferimento al disegno di legge finanziaria, precisa anzitutto che l'articolo 18, comma 206, dispone un accantonamento delle dotazioni delle unità previsionale di base iscritte nel bilancio dello Stato con un effetto riduttivo trasversale per tutti i relativi capitoli.

Osserva poi che l'articolo 18, comma 50, lettera a), ammette la detraibilità dal reddito delle spese sportive sostenute in favore dei minori, con conseguente incentivo per i giovani che praticano lo sport.

Il comma 774 dell'articolo 18 - introdotto durante l'esame presso la Camera dei deputati - istituisce inoltre un Fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con uno stanziamento iniziale di 33 milioni di euro per il 2007. Il Fondo è finalizzato a potenziare gli impianti sportivi e a promuovere eventi straordinari, tra cui ad esempio la partecipazione dell'Italia ai Giochi olimpici di Pechino del 2008. Al riguardo, manifesta soddisfazione per l'attenzione mostrata dal Governo a competizioni sportive di carattere internazionale.

Il comma 776 dell'articolo 18 - prosegue il relatore - assegna all'Istituto per il credito sportivo un contributo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 al fine di agevolare la realizzazione di impianti sportivi, a tal fine incrementando il Fondo speciale a sostegno degli interessi sui mutui, come previsto dal successivo comma 777. Restano comunque ferme le disposizioni in materia di concorsi pronostici su base sportiva, ai sensi del comma 778. Il relatore, dopo aver ricordato il forte definanziamento che ha interessato l'Istituto durante la scorsa legislatura, esprime vivo apprezzamento per l'interesse manifestato dal Governo sulla programmazione sportiva, come dimostra la scelta di aumentare le risorse del suddetto Istituto per il triennio 2007-2009.

L'articolo 18, comma 779, incrementa infine di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2007 e 2008 il contributo di 500.000 euro assegnato dalla legge finanziaria 2006 al Comitato italiano paralimpico e concede al medesimo un finanziamento di 3 milioni di euro per l'esercizio 2009. Detta norma - evidenzia il relatore - rappresenta un vero e proprio parametro di civiltà sportiva, dato che i soggetti affetti da disabilità possono realizzarsi soprattutto attraverso le attività sportive. Ritiene perciò che l'aumento del contributo al citato Comitato rappresenti un elemento rilevante che permette un proficuo sviluppo del rapporto tra sport e disabilità.

Il relatore illustra indi le tabelle allegate al disegno di legge finanziaria per quanto riguarda le competenze in materia di sport.

In particolare, segnala che nella tabella A - recante importi da iscrivere nel Fondo speciale di parte corrente per il finanziamento di provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio 2007-2009 - è inclusa, alla voce Ministero dell'economia e delle finanze, la promozione della candidatura italiana per gli Europei di calcio del 2012. Tale impegno testimonia a suo giudizio una revisione del concetto di impiantistica sportiva nazionale, in linea con quanto affermato dal ministro Giovanna Melandri in occasione delle dichiarazioni programmatiche in ordine alla possibilità di utilizzare gli impianti per finalità differenti.

Quanto alla tabella F (recante rimodulazione di quote per il triennio 2007-2009 delle leggi di spesa in conto capitale pluriennali) il relatore riepiloga gli interventi concernenti il settore dell'impiantistica sportiva, riferiti ai Giochi olimpici invernali di Torino 2006, ai Mondiali di nuoto del 2009 nonché ai campionati mondiali di ciclismo.

 

Il senatore MAURO (FI) prende atto dell'analitica relazione introduttiva del senatore Scalera. Auspica tuttavia che, nel prosieguo dell'esame dei documenti di bilancio, sia possibile disporre di un raffronto dei dati contenuti nella manovra in esame rispetto alle precedenti leggi finanziarie.

 

Il relatore SCALERA (Ulivo) precisa di aver già fornito, ad esempio con riguardo al finanziamento del Comitato paralimpico, il raffronto con l'ultima legge finanziaria. Si associa tuttavia all'auspicio che la documentazione predisposta dal Servizio Studi possa essere integrata in tal senso, almeno in vista del dibattito previsto per la settimana prossima, onde consentire un esame reale e non meramente numerico dei documenti di bilancio.

 

La PRESIDENTE ringrazia il relatore Scalera per la sua relazione introduttiva e rinvia il dibattito sulla Tabella 2 - quanto alle competenze in materia di sport - e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria ad altra seduta. Dà indi la parola al senatore Fontana per la relazione introduttiva sulla Tabella 14, recante lo stato d previsione del Ministero per i beni e le attività culturali, e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il relatore FONTANA (Ulivo) illustra la Tabella 14, recante lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria.

Dopo aver brevemente accennato alla consistenza della Tabella 14, egli osserva che la manovra nel suo complesso conferma la rinnovata attenzione del Governo nei confronti di un settore strategico, in una logica di investimenti.

Si sofferma indi sulle parti del disegno di legge finanziaria relative ai beni e alle attività culturali, sottolineando anzitutto il comma 35 dell'articolo 18 che attribuisce alle piccole e medie imprese di produzioni musicali un credito di imposta per le opere prime e seconde di artisti emergenti.

I successivi commi da 120 a 132 recano norme di carattere trasversale di razionalizzazione e ottimizzazione della spesa per il funzionamento dei Ministeri, prevedendo una riduzione degli uffici dirigenziali ed un accorpamento delle strutture.

I commi 212 e 214 provvedono alla stabilizzazione di personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, dando fra l'altro soluzione all'annosa vicenda dei precari del Ministero per i beni e le attività culturali, che ammontano attualmente a circa duemila unità.

I commi da 650 a 658 recano invece disposizioni specifiche relative ai beni e alle attività culturali, fra cui: una proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato; l'attribuzione di ulteriori risorse ad ARCUS S.p.a., con riferimento alla quale il relatore ricorda peraltro quanto già osservato in occasione dell'esame del decreto-legge fiscale, collegato alla manovra finanziaria (A.S. n. 1132); l'istituzione di un Fondo per l'attuazione di accordi di co-finanziamento fra lo Stato e le autonomie al fine di sostenere interventi di attività culturale; il finanziamento di interventi di tutela e valorizzazione di beni culturali e paesaggistici; il sostegno di grandi eventi di carattere culturale attraverso un ampliamento delle possibilità di utilizzo del Fondo per il cinema; la destinazione di contributi a favore dell'editoria per ipovedenti e non vedenti.

Ulteriori commi (da 660 a 663) sono poi volti a razionalizzare gli interventi nel settore dello spettacolo, prevedendo fra l'altro una revisione dei criteri di ripartizione della quota del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche sulla base di elementi quantitativi, qualitativi e di riduzione della spesa. Nell'esprimere un giudizio estremamente positivo su tale norma, egli riferisce altresì che, attraverso successive disposizioni, viene modificata la natura dell'intervento dello Stato a favore del cinema, con una progressiva responsabilizzazione nei confronti della produzione. In tale ottica, lo Stato non è più erogatore di meri finanziamenti, bensì di contributi.

Dopo aver accennato al comma 659, che reca norme in materia di istituzioni di alta formazione artistica e musicale, il relatore si sofferma indi sui commi da 206 a 208 che recano un accantonamento delle dotazioni finanziarie delle Amministrazioni pubbliche, nonché una riduzione degli stanziamenti recati dalla tabella C allegata alla legge finanziaria. Al riguardo, egli esprime l'auspicio che tali disposizioni non finiscano per vanificare gli interventi positivi finora illustrati.

Egli descrive altresì analiticamente gli stanziamenti recati dalla summenzionata tabella C rispetto alle dotazioni dell'ultima legge finanziaria, sottolineando in particolare il sensibile incremento del FUS (+ 150 milioni di euro nel triennio), che consente la ripresa di un settore altrimenti votato all'estinzione.

Illustra infine gli stanziamenti recati dalle tabelle D ed F, raccomandando conclusivamente un rapporto positivo sulla Tabella 14 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria in considerazione della rinnovata attenzione dimostrata dal Governo al settore.

 

La PRESIDENTE si associa alle considerazioni del relatore, esprimendo in particolare apprezzamento per l'inserimento, in tabella C, di stanziamenti (quali le misure speciali di tutela e per la fruizione dei siti UNESCO) non presenti nell'ultima legge finanziaria.

Rinvia indi il dibattito sulla Tabella 14 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria ad altra seduta.

 

Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.

 


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Giovedì 23 novembre 2006

42a Seduta

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 7 e 7-ter) Stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 17, 17-bis e 17-ter) Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5ª Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Esame delle Tabelle 7 e 17 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri.

 

Il relatore RANIERI (Ulivo) illustra la Tabella 17, recante lo stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2007, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, rilevando anzitutto l'esigenza di ristabilire la verità in ordine alla reale portata dell'intervento governativo su università e ricerca a partire dalle misure approvate nei primi mesi di attività fino alla manovra finanziaria attualmente in esame.

Soffermandosi in primo luogo sulla ricerca, ricorda ad esempio il rilevante stimolo alla ricerca di base conseguente al VII Programma quadro dell'Unione europea, secondo l'impostazione impressa anche dal ministro Mussi, nonché i 750 milioni di euro stanziati dal decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto "decreto Bersani") per progetti di ricerca collegati alla produttività industriale.

Il disegno di legge finanziaria in esame reca poi, ai commi da 471 a 475 dell'articolo 18, l'istituzione di un Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), cui confluiscono le risorse del Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR), del Fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB) e del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) per quanto di competenza del Ministero e a cui viene riconosciuta una dotazione aggiuntiva di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 360 milioni di euro per l'anno 2009. Si tratta, sottolinea il relatore, di una ingente quantità di risorse, mai stanziata a favore della ricerca.

A ciò si aggiunge il comma 213 del medesimo articolo 18, che istituisce un Fondo presso il Ministero dell'economia destinato alla stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e personale impiegato in attività di ricerca, nonché all'assunzione di vincitori di concorso, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007 e 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008.

Passando all'università, egli riconosce che il Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) avrebbe potuto essere incrementato maggiormente. Ricorda tuttavia che nella scorsa legislatura esso è stato sensibilmente decurtato a causa della crescita esponenziale delle spese per il personale, certamente non compensata da incrementi che sono rimasti al di sotto del tasso di inflazione. Né l'aumento assicurato dal disegno di legge finanziaria in esame è sufficiente a bilanciare la riduzione conseguente al taglio dei consumi intermedi operato dal cosiddetto "decreto Bersani".

Dando atto al Ministro dell'impegno con cui è riuscito, attraverso l'articolo 18, comma 205, ad escludere gli enti di ricerca dall'applicazione del predetto taglio sui consumi intermedi, propone quindi di condurre a termine un'analoga operazione in favore delle università.

Egli registra indi con favore che il FFO è escluso dall'applicazione degli accantonamenti disposti dal successivo comma 206; rileva tuttavia che il comma 208 reca un'ulteriore riduzione di tutti gli stanziamenti della Tabella C allegata al disegno di legge finanziaria, ivi compreso il FFO. Auspica quindi che, nel corso dell'esame dei documenti di bilancio, tale comma 208 possa essere soppresso, ritenendo che il lodevole aumento di risorse precedentemente illustrato in favore della ricerca non abbia modo di dispiegare i propri effetti positivi in assenza di una fase altrettanto espansiva del comparto universitario.

Egli invoca inoltre un incremento dei fondi destinati al diritto allo studio e alla valutazione, quali precondizioni per il merito.

Con particolare riferimento alle borse di studio, giudica inaccettabile che la relativa copertura possa scendere a livelli inferiori rispetto a quelli, già insufficienti, del 2006.

Quanto alla valutazione, oltre a sollecitare il pagamento delle consulenze prestate nella peer evaluation nel corso dell'ultima legislatura, onde restituire credibilità allo strumento, auspica risorse aggiuntive da destinare non tanto alla nascente Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca, bensì da erogare direttamente alle università e agli enti di ricerca sulla base dei risultati della valutazione. Ciò, in analogia a quanto unanimemente condiviso dalla Commissione, in occasione dell'esame del disegno di legge n. 1132, di conversione del decreto-legge n. 262, collegato alla manovra finanziaria.

A tale ultimo proposito, egli conferma l'impegno a dare, già nel corso dell'esame dei documenti di bilancio, una risposta positiva all'ordine del giorno esaminato questa mattina dall'Assemblea con riguardo al riordino degli enti di ricerca, pur nella consapevolezza dell'impossibilità di introdurre norme di delega nell'ambito della legge finanziaria.

 

Il senatore VALDITARA (AN), riservandosi di intervenire successivamente in discussione generale, osserva che - stante il divieto di introdurre norme di delega nella legge finanziaria - si potrebbe in questa sede procedere alla soppressione dei commi 143 e seguenti dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262 e presentare contestualmente un apposito disegno di legge di delega.

 

Il senatore BUTTIGLIONE (UDC), riservandosi anch'egli di intervenire successivamente in discussione generale, prende atto del taglio politico della relazione introduttiva del senatore Ranieri, certamente connesso all'obiettivo di raggiungere un ampio consenso su temi condivisi anziché elaborare ritualmente il rapporto per la Commissione bilancio.

In tale ottica, egli ritiene indispensabile sollecitare il ripristino dei consumi intermedi a livelli accettabili, reperire risorse aggiuntive da distribuire alle università in riconoscimento di un merito documentato attraverso procedure affidabili e sopprimere i commi 143 e seguenti dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262, presentando contestualmente un apposito disegno di legge di delega, come suggerito dal senatore Valditara.

 

Prende brevemente la parola il ministro MUSSI, per dare conto di una dichiarazione consegnata alla stampa subito dopo la definitiva approvazione del disegno di legge n. 1132, nella quale manifestava il proprio impegno ad adempiere all'ordine del giorno del Senato in tema di enti di ricerca, che del resto è conforme all'impostazione originaria del provvedimento. Egli ribadisce infatti il proprio intento di sburocratizzare gli enti di ricerca e restituire loro piena autonomia scientifica, liberandoli dai condizionamenti politici subiti in passato. In tale ottica, si dichiara pienamente disponibile a modificare gli strumenti predisposti, qualora dovessero evocare rischi di segno opposto.

 

La PRESIDENTE rinvia la discussione sulla Tabella 17 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria ad altra seduta. Dà indi la parola alla relatrice Soliani per la relazione introduttiva sulla Tabella 7 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

La relatrice SOLIANI (Ulivo) illustra la Tabella 7, recante lo stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2007, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, sottolineando che si tratta della prima manovra finanziaria del nuovo Governo di Centro-sinistra, che interpreta il Paese prendendo atto delle sue condizioni e secondo la visione del futuro propria dell'Esecutivo.

Si tratta, a suo avviso, di una manovra robusta e strutturale, che persegue i tre obiettivi di politica economica e sociale già individuati nel DPEF: risanare i conti del Paese, favorirne la crescita, ristabilire l'equità.

Tali obiettivi si manifestano pienamente anche con riguardo al settore dell'istruzione, caratterizzato da un lato da risparmi necessari e opportuni e, dall'altro, da investimenti diretti.

Suddividendo le norme recate dal disegno di legge finanziaria in materia di scuola in tre grandi aree, ella si sofferma anzitutto su quella che definisce "degli investimenti". Ne fanno parte, in primo luogo, il comma 284 dell'articolo 18, che istituisce le cosiddette "sezioni primavera" per i bambini dai 24 ai 36 mesi, sostituendo l'istituto dell'anticipo scolastico, nonché i commi 278 e 279, che innalzano a 16 anni l'obbligo scolastico e, contestualmente, l'età minima per l'accesso al lavoro. Al riguardo, la relatrice rileva che viene ribadito il regime di gratuità dei primi tre anni delle scuole superiori e dei percorsi di istruzione e formazione professionale e che sono autorizzati accordi fra Ministero e regioni per l'effettuazione di progetti finalizzati alla riduzione della dispersione scolastica anche presso strutture formative accreditate.

Il comma 286 dispone poi il potenziamento dell'istruzione per gli adulti con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana da parte degli immigrati, prevedendo fra l'altro la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti (che hanno raccolto le precedenti esperienze dei corsi di alfabetizzazione e dei corsi per lavoratori) e dei corsi serali funzionanti presso le istituzioni scolastiche in strutture articolate su base provinciale e dotate di autonomia amministrativa, organizzativa e didattica.

Nel registrare con favore che all'innalzamento dei livelli di istruzione la manovra finanziaria fa corrispondere gli indispensabili interventi sui servizi, ella riferisce infine che il comma 285 prevede la riorganizzazione del sistema dell'istruzione e della formazione tecnica superiore (IFTS), mentre il comma 287 autorizza la spesa di 30 milioni di euro per incrementare la dotazione di attrezzature tecnologiche di supporto alla didattica in tutti gli ordini di scuola.

La relatrice passa indi ad illustrare la seconda area di interventi, che ella definisce "di sviluppo dell'autonomia". Fra le misure previste, ella cita la diretta assegnazione alle istituzioni scolastiche delle risorse per il personale (con esclusione degli stipendi) e per il funzionamento delle scuole, di cui al comma 261, che evidentemente presuppone la redazione di bilanci adeguati con chiara esplicitazione delle spese per supplenze e per l'offerta formativa.

Con riferimento al Fondo di cui alla legge n. 440 del 1997 ella riferisce peraltro che le risorse relative al 2006 non sono state impegnate e si rendono quindi disponibili per il 2007.

Riferisce altresì che il medesimo comma 261 prevede una specifica attività di monitoraggio da parte del Ministero sulle spese in tal modo effettuate dalle istituzioni scolastiche.

Dopo aver brevemente accennato alla struttura del bilancio del Ministero, la relatrice si sofferma sul comma 282, che reca misure per l'ampliamento dell'offerta formativa anche al di fuori dell'orario di lezione. Si tratta di una norma, sottolinea, volta a ricostruire il tessuto sociale di cui la scuola è motore, in un'ottica di apertura al territorio, particolarmente efficace per contrastare i fenomeni di dispersione scolastica e di violenza nella scuola.

I commi da 267 a 272 riordinano invece gli enti di servizio. In particolare, si istituisce e disciplina l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, che assume i compiti svolti dagli Istituti regionali di ricerca educativa (IRRE) e dall'Istituto nazionale di documentazione e ricerca educativa (INDIRE), che vengono contestualmente soppressi. Inoltre, viene modificata la disciplina relativa all'Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione (INVALSI), il cui comitato direttivo viene sostituito da un comitato di indirizzo. Si tratta, evidenzia la relatrice, di modifiche volte ad assicurare la qualità dei risultati in un'ottica di comparazione internazionale e ad adeguare gli enti agli obiettivi sul piano della valutazione, in parallelo con quanto stabilito per i settori dell'università e della ricerca.

Il comma 262, alla lettera b), modifica poi il rapporto fra docenti di sostegno e alunni (attualmente definito in ragione di 1 ogni 138 in ambito provinciale), con l'individuazione di organici corrispondenti alle effettive esigenze rilevate attraverso certificazioni idonee a definire appropriati interventi formativi. Al riguardo, la relatrice richiama l'attenzione sull'esigenza di evitare assolutamente una riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, che rappresentano il punto di riferimento principale per l'integrazione dei ragazzi disabili. Ciò, in attesa che si creino le condizioni per una scelta strategica di più ampia portata con riguardo all'organico funzionale.

La relatrice illustra infine il comma 289, che incrementa di 100 milioni di euro a decorrere dal 2007 le risorse delle scuole non statali, con priorità per la scuola dell'infanzia, e il comma 280, che autorizza 250 milioni di euro nel triennio per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica, destinando il 50 per cento delle risorse alla messa in sicurezza e all'adeguamento a norma degli edifici scolastici.

La terza area di interventi, prosegue la relatrice, è volta alla stabilizzazione del personale della scuola.

Il comma 262, alla lettera c), prevede infatti un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di 150.000 docenti precari. A tale scelta, che ad avviso della relatrice costituisce una vera e propria svolta politica, è legata l'abolizione, dall'anno scolastico 2010-2011, delle graduatorie permanenti, nonché l'eliminazione della valutazione doppia del servizio prestato nelle scuole di montagna e negli istituti penitenziari e l'inclusione nel secondo scaglione delle graduatorie di insegnamento di strumento musicale nella scuola media dei docenti abilitati per l'insegnamento di educazione musicale.

Nel ribadire che si tratta di una scelta di grande rilievo, la relatrice ritiene che essa rappresenti tuttavia solo il primo passo; nei prossimi mesi, occorre infatti un piano programmatico per le cessazioni dal servizio e le assunzioni, per il reclutamento e la formazione dei docenti (con particolare riferimento alla sorte delle SSIS e dei corsi abilitanti) e per l'organico funzionale. Ciò, affinché non si creino più i presupposti per la formazione del precariato e, nell'anno scolastico 2010-2011, le graduatorie permanenti risultino definitivamente esaurite.

Il comma 274 sancisce indi la ridefinizione delle procedure concorsuali per i dirigenti scolastici, mentre il successivo comma 275 dispone in via transitoria la nomina sui posti vacanti dei candidati al concorso ordinario ancora in fase di svolgimento che abbiano superato le prove propedeutiche.

Quanto infine alla prevista assunzione di 20.000 unità di personale ATA, di cui al predetto comma 262, lettera c), la relatrice ritiene indispensabile procedere all'assunzione di un numero di unità quanto meno doppio.

Ella si sofferma infine sulle norme volte a razionalizzare la spesa, in un'ottica di serietà e rigore che non vada a detrimento della qualità della scuola.

Fra le misure previste, ella cita anzitutto il lieve incremento del numero di alunni per classe, di cui al comma 262, lettera a), che dovrebbe tradursi in una riduzione pari a 19.000 docenti. Al riguardo, ella ricorda che sono contestualmente previste misure di contrasto della dispersione scolastica e di riequilibrio fra le diverse aree del Paese.

Il successivo comma 265 prefigura poi un programma di mobilità per i docenti inidonei all'insegnamento, mentre il comma 266 sancisce un piano di riconversione professionale dei docenti soprannumerari.

Oltre ad un riordino dell'organizzazione del Ministero, nell'articolato della finanziaria figurano infine, al comma 262, lettera f),norme per la revisione degli ordinamenti dell'istruzione professionale, con una riduzione del carico orario delle lezioni a partire dall'anno scolastico 2007-2008 e la riduzione da tre a due dei revisori dei conti delle scuole (comma 273).

Dal complesso di tali disposizioni, prosegue la relatrice, dovrebbero derivare le economie di spesa indicate nel comma 276. Al riguardo, ella deplora tuttavia il successivo comma 277 (cosiddetta "clausola di salvaguardia") secondo cui, in caso di mancato conseguimento delle predette economie, le dotazioni di bilancio del Ministero saranno ridotte in maniera lineare fino alla concorrenza dei risparmi previsti. Pur ritenendo indispensabile un impegno serio per raggiungere gli obiettivi generali, a suo giudizio tale norma non dovrebbe infatti applicarsi al settore dell'istruzione, che necessita di maggiori certezze.

Dopo aver ricordato la comunicazione della Commissione europea che individua nell'efficienza ed equità nei sistemi di istruzione e formazione i temi chiave per promuovere il processo di modernizzazione degli Stati membri, come previsto dalla strategia di Lisbona, ella esprime un giudizio complessivamente assai favorevole sulla manovra in esame, nell'auspicio che l'anno prossimo il Governo prosegua nella medesima direzione con ulteriori risorse, in un contesto di maggiore investimento e crescita.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) sollecita un'integrazione della documentazione fornita dal Servizio Studi con un raffronto dei dati contenuti nel disegno di legge finanziaria in esame rispetto agli anni precedenti.

 

La PRESIDENTE rinvia la discussione sulla Tabella 7 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria ad altra seduta. Propone indi di fissare a lunedì prossimo, 27 novembre, alle ore 12, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti e ordini del giorno.

 

La Commissione conviene.

 

Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Martedì 28 novembre 2006

43a Seduta (antimeridiana)

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 7 e 7-ter) Stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 17, 17-bis e 17-ter) Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ) approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Seguito e conclusione dell'esame delle Tabelle 2 (limitatamente alle parti di competenza) e 14 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole con osservazioni sulla Tabella 2 (limitatamente alle parti di competenza) e rapporto favorevole con osservazioni sulla Tabella 14)

 

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 23 novembre scorso, nel corso della quale - ricorda la PRESIDENTE - sono state svolte le relazioni introduttive sui provvedimenti in titolo. Dichiara indi aperta la discussione generale sulla Tabella 2 (limitatamente alle parti di competenza) e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore DELOGU (AN) rinnova anzitutto la richiesta avanzata nella scorsa seduta dal senatore Mauro circa la possibilità di disporre di un raffronto dei finanziamenti allo sport degli ultimi anni.

 

Al riguardo il relatore SCALERA (Ulivo) illustra una tabella riguardante il confronto tra le risorse stanziate nel bilancio 2006 e quelle previste dal bilancio 2007.

 

Il senatore DELOGU (AN), anche alla luce dei dati citati dal relatore, prende atto della rinnovata attenzione al settore dello sport, ma lamenta che tale atteggiamento non corrisponda alle reali aspettative del mondo sportivo. Dopo aver comunicato l'intenzione di presentare un emendamento volto ad incrementare i fondi in favore delle società dilettantistiche, sottolinea il difficile momento vissuto dallo sport dovuto sia a scarsità di risorse sia ad un intervento politico non risolutivo, come dimostrano le vicende relative al calcio e alla questione dei diritti di trasmissione televisiva.

Al di là delle cifre stanziate in favore del settore, dato il positivo esempio che lo sport offre ai giovani, egli ritiene quindi che l'azione del Governo sia insufficiente.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE), dopo aver dichiarato significative e condivisibili le misure disposte a favore dello sport, esprime particolare apprezzamento a nome del suo Gruppo per il comma 50, lettera a), dell'articolo 18, auspicando che le agevolazioni fiscali previste non riguardino solo le attività sportive gestite dalle federazioni ma anche quelle di tipo dilettantistico, in linea con gli obiettivi programmatici del ministro Giovanna Melandri.

Ritiene inoltre che il sistema sportivo italiano abbia un'organizzazione arcaica ed obsoleta, non rispondente alle aspettative di tutti i soggetti che praticano lo sport, anche in spazi non prettamente destinati a tali attività.

Data la pluralità di operatori del settore, esprime disappunto per la spiccata centralità del CONI tra i destinatari delle risorse, in difformità rispetto a ciò che accade nel resto d'Europa.

Dopo aver espresso soddisfazione per l'incremento del contributo al Comitato italiano paralimpico, sottolinea l'esigenza che i fondi stanziati per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale abbiano una distribuzione equilibrata tra le diverse realtà territoriali - tra cui ad esempio quella di Milano - e tra i diversi sport, anche minori.

Ribadendo infine l'eccessivo squilibrio tra i finanziamenti al CONI rispetto alle risorse assegnate agli enti locali, manifesta comunque soddisfazione per la manovra complessiva, che rappresenta un segnale positivo a favore dello sport di massa.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) registra con favore le innovazioni apportate dal disegno di legge finanziaria, che si pongono in continuità con gli obiettivi del programma di Governo e in controtendenza rispetto agli eventi che hanno messo in crisi lo sport professionistico. Dopo aver deplorato lo scandalo del calcio, sottolinea i positivi cambiamenti previsti dalla manovra finanziaria a sostegno dell'importante patrimonio rappresentato dallo sport.

Nel condividere poi che la gestione del Fondo per gli eventi sportivi internazionali sia attribuita alla Presidenza del Consiglio, manifesta particolare compiacimento per l'attenzione dimostrata nei confronti dello sport dilettantistico, testimoniata ad esempio dal comma 50, lettera a), dell'articolo 18, che - qualificandosi come atto dovuto per un Governo di Centro-sinistra - avrà ricadute positive in termini di emersione del sommerso e valorizzazione della pratica sportiva.

Dopo essersi soffermata sulle necessità di assicurare il pieno utilizzo degli impianti sportivi e di ampliare tale opportunità anche a favore di società non professionistiche, si dichiara favorevole al rifinanziamento dell'Istituto per il credito sportivo, anche al fine di potenziare le attività non agonistiche.

In conclusione, condivide l'impegno del Governo nell'organizzazione di eventi di carattere internazionale nonché i contributi stanziati a favore del Comitato italiano paralimpico.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) si dichiara favorevole alla detraibilità delle spese sportive sostenute in favore dei minori, ritenendo tuttavia necessario monitorare gli effetti di tale misura.

Quanto agli accantonamenti previsti dal comma 206, egli chiede chiarimenti al Governo circa la destinazione delle risorse conseguenti e deplora che essi vanifichino gli incrementi in altra sede accordati.

Con riferimento al Fondo per gli eventi sportivi internazionali, istituto presso la Presidenza del Consiglio, egli ritiene più utile una gestione diretta delle risorse da parte del Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive.

Dopo aver richiamato la generale crisi del settore sportivo, dovuta anche ad una riduzione degli introiti derivanti dal Totocalcio, stigmatizza la scarsa incisività degli interventi disposti in finanziaria, nonché la scarsa attenzione ai forti interessi che destabilizzano il settore. Al riguardo auspica che il ministro Giovanna Melandri, di concerto con il ministro Gentiloni, razionalizzi sollecitamente il settore dei diritti di trasmissione televisiva con riferimento al calcio, dal quale deriverebbero positivi benefici anche a favore degli altri sport.

 

Il senatore MARCONI (UDC), dopo aver lamentato il carattere onnicomprensivo del disegno di legge finanziaria, ritiene che molti dei temi trattati dovranno essere approfonditi anche al di fuori della sessione di bilancio.

Con riferimento ai contributi all'Istituto per il credito sportivo, pur apprezzando le finalità dell'intervento, reputa insufficienti le risorse stanziate, che non tengono conto, come peraltro accade in altri settori, delle maggiori entrate conseguenti all'operato del precedente Governo. Dopo aver lamentato l'eccessiva difficoltà nell'accesso alle forme di finanziamento disposte dall'Istituto, ritiene fondamentale responsabilizzare gli enti locali nella relativa gestione.

Reputa inoltre fondamentale assicurare la programmazione di aree destinate allo sport nei piani regolatori delle città, in gran parte prive di appositi spazi per la pratica sportiva.

Con riguardo all'impiantistica sportiva, egli sottolinea l'importanza di introdurre strumenti di carattere fiscale che agevolino la gestione degli impianti; attualmente, infatti, esistono numerose strutture già costruite ma non utilizzate dai comuni che non riescono a sostenere le relative spese. Manifesta inoltre le sue riserve in ordine alle previsioni legislative che impongono il pagamento delle attrezzature pubbliche a carico delle società sportive, ritenendo che tale obbligo debba gravare solo sulle organizzazioni che perseguono fini di lucro, non per quelle amatoriali. Osserva infine che, al fine di facilitare la gestione degli impianti, si potrebbe far ricorso anche al volontariato.

 

La senatrice SOLIANI (Ulivo), dopo aver chiarito che il disegno di legge finanziaria non esaurisce le politiche del Governo, ricorda che il ministro Giovanna Melandri aveva manifestato particolare attenzione al tema del raccordo tra le politiche giovanili e le attività sportive da un lato e la scuola dall'altro. Ritiene pertanto che la Commissione debba ribadire la necessità di una più stretta collaborazione tra i Ministri interessati.

 

Il senatore AMATO (FI) esprime perplessità sulla utilità di rifinanziare l'Istituto per il credito sportivo, giudicando necessario ridiscutere preliminarmente il suo ruolo e le sue finalità, che ritiene obsolete. Invita quindi la Commissione a svolgere una riflessione in tal senso.

 

Concluso il dibattito agli intervenuti replica il relatore SCALERA (Ulivo), il quale, nel sottolineare la qualità della discussione, ribadisce la novità del Ministero, che compare in una veste nuova nel disegno di legge finanziaria.

Alla luce degli importanti temi sollevati nella discussione, manifesta indi disponibilità a recepire in particolare la richiesta avanzata dalla senatrice Capelli in ordine alla necessità di riequilibrare gli interventi a favore dei territori e degli sport minori, nonché quella della senatrice Soliani relativa al rapporto fra Sport e Istituzione.

Esprime infine apprezzamento per l'atteggiamento dell'opposizione, che ha riconosciuto la rilevanza di alcune norme contenute nel disegno di legge finanziaria, come ad esempio i commi 50, lettera a), e 779 dell'articolo 18, che rappresentano indiscutibili parametri di civiltà.

 

Intervenendo a sua volta in sede di replica, il sottosegretario LOLLI, dopo aver confermato l'intenzione del Governo di elaborare efficaci politiche pubbliche sullo sport, concorda con le opinioni espresse dalla senatrice Soliani in ordine al raccordo tra la scuola e le attività sportive. A tal proposito, rende noto l'avvio di un processo di sperimentazione per introdurre l'educazione motoria nelle scuole primarie attraverso l'utilizzo di personale specializzato, nell'ottica di promuovere l'uso pedagogico del movimento. Auspica pertanto che tali misure possano in futuro essere estese a tutte le scuole, anche mediante nuove forme di collaborazione con il Ministero della pubblica istruzione.

Con riferimento alle politiche per la salute, egli ritiene che l'attività sportiva sia utile per combattere alcune malattie come l'obesità infantile, con evidenti risparmi anche per il Sistema sanitario nazionale. Il comma 50, lettera a), dell'articolo 18 rappresenta pertanto un primo passo per incentivare lo sport, che in futuro potrà riguardare anche la terza età. Rispondendo alla senatrice Capelli, ricorda peraltro che la detraibilità delle spese sportive non può essere estesa indiscriminatamente, anche in considerazione della normativa comunitaria; occorrerà quindi fissare dei criteri, ad esempio per le attività svolte in palestre private.

Quanto all'impiantistica, egli concorda con la necessità di ridefinire le modalità di gestione e di manutenzione delle strutture; il contributo disposto a favore dell'Istituto per il credito sportivo - precedentemente definanziato - potrebbe pertanto essere utilizzato in tal senso, pur ritenendo doverosa una revisione della sua missione.

A proposito del Fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale, egli fa presente al senatore Asciutti che esso è correttamente gestito dalla Presidenza del Consiglio, cui il Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive fa capo; egli assicura indi alla senatrice Capelli che le risorse non avranno una destinazione unica, né saranno concentrate sul territorio di Roma, per la quale del resto esistono degli stanziamenti appositi.

Dopo aver rammentato che parte delle risorse stanziate dalla Tabella A allegata al disegno di legge finanziaria saranno utilizzate in vista dei Campionati europei di calcio del 2012, egli si sofferma sulla esigenza, sollevata dalla senatrice Capelli, di garantire idonei finanziamenti a tutti i soggetti a diverso titolo operanti nel settore dello sport. Al riguardo, conferma l'intenzione del Governo di muoversi in tal senso laddove possibile; ricorda tuttavia che, ai sensi di una sentenza della Corte Costituzionale, lo Stato non può finanziare direttamente gli enti di promozione sportiva, atteso che tali competenze spettano alle regioni.

Al senatore Delogu, che aveva sottolineato l'urgenza di incrementare le risorse a favore delle società sportive dilettantistiche, fa presente che l'ipotesi di estendere loro gli strumenti della contabilità semplificata non ha, allo stato, copertura finanziaria. Si dichiara tuttavia favorevole, in linea di principio.

Rammenta infine al senatore Asciutti che alla Camera dei deputati è in esame un disegno di legge delega sui diritti di trasmissione televisiva, finalizzato a disporne la commercializzazione in maniera centralizzata onde garantirne una distribuzione più equa.

 

Il relatore SCALERA (Ulivo) illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazioni (pubblicato in allegato al presente resoconto), che recepisce le indicazioni emerse nel dibattito.

 

Per dichiarazione di voto contrario a nome del suo Gruppo prende la parola il senatore ASCIUTTI (FI), il quale ritiene anzitutto insufficiente il mero rammarico per i tagli e gli accantonamenti disposti dai commi 206 e 208, peraltro neanche quantificati.

Dopo aver preso atto delle ragioni che attribuiscono la gestione del Fondo per gli eventi sportivi internazionali alla Presidenza del Consiglio, giudica inoltre troppo esigue le risorse stanziate.

Domanda altresì delucidazioni circa il finanziamento ai Giochi del Mediterraneo che si terranno a Pescara nel 2009 e chiede che lo schema di rapporto sia votato per parti separate.

 

Con riferimento agli accantonamenti, il sottosegretario LOLLI comunica che il ministro Padoa Schioppa ha dato assicurazioni che non si applicheranno alle risorse stanziate in favore del CONI.

Quanto ai Giochi del Mediterraneo, egli puntualizza che essi sono menzionati in tabella F nel disegno di legge finanziaria. Le risorse per il finanziamento di tali Giochi sono del resto comprese nello stanziamento di cui al comma 774 dell'articolo 18. Osserva infine che l'Italia dedicherà massima attenzione all'evento, che avverrà un mese prima dell'assegnazione dei Giochi olimpici.

 

Il senatore MARCONI (UDC) ribadisce il giudizio critico su una finanziaria molto pesante che, pur in presenza di entrate fiscali superiori alle aspettative, determinerà una riduzione modesta dell'indebitamento pubblico nel triennio.

Nell'esprimere contrarietà sulla previsione del comma 206 - che comporterebbe un sacrificio eccessivo per il settore sportivo - si associa indi alla richiesta di votazione per parti separate avanzata dal senatore Asciutti, dichiarando fin d'ora il suo voto favorevole su alcune osservazioni ma condividendo le perplessità del senatore Amato sull'Istituto per il credito sportivo. Dopo essersi pronunciato in senso contrario sullo schema di rapporto nel suo complesso, chiede infine chiarimenti in ordine alla rimodulazione delle spese riferite ai Giochi olimpici invernali di Torino 2006.

 

Il sottosegretario LOLLI risponde brevemente al senatore Marconi precisando che, a seguito della gestione oculata delle Olimpiadi di Torino 2006, si è riscontrato un avanzo di cui è in corso la quantificazione esatta. Tali risorse saranno poi assegnate alla fondazione che gestisce attualmente gli impianti costruiti in occasione di tali Giochi.

Dichiara infine la disponibilità del Governo a ripensare le funzioni dell'Istituto per il credito sportivo.

 

Dopo che la PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento, la Commissione con distinte votazioni approva a maggioranza il dispositivo dalle parole: "La Commissione" fino a: "formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni riferite all'articolo 18 del disegno di legge finanziaria"; all'unanimità le osservazioni nn. 1 e 2; a maggioranza l'osservazione n. 3; all'unanimità le osservazioni nn. 4 e 5. La Commissione approva infine a maggioranza lo schema di rapporto nel suo complesso.

 

La PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale sulla Tabella 14 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

La senatrice GAGLIARDI (RC-SE) esprime preliminarmente apprezzamento per l'inversione di tendenza compiuta dal disegno di legge finanziaria in tema di beni culturali nonostante le ristrettezze di bilancio. Lo spirito complessivo delle scelte strategiche operate dal Governo testimonia infatti a suo avviso una rinnovata attenzione al settore in termini di investimento, suscettibile di ricadute positive per lo sviluppo economico.

In tale ottica si pongono inoltre le decisioni sulla riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali come previsto dal decreto-legge collegato alla finanziaria.

Dopo aver rilevato la necessità di incrementare le risorse per la cultura, attualmente squilibrate specialmente se confrontate con gli stanziamenti a favore di altri settori, esprime vivo apprezzamento per la creazione di un Fondo per l'attuazione di accordi di cofinanziamento fra lo Stato e le autonomie (comma 652 dell'articolo 18), auspicando che gli eventuali residui rimangano nella disponibilità delle regioni.

Con riferimento al comma 657, ritiene doveroso assicurare priorità agli interventi sugli immobili pubblici.

Sottolinea altresì l'esigenza di assicurare il primato dell'investimento pubblico nel settore, tanto più che la remuneratività dei contributi privati in Italia è scarsa, come accade per la ricerca scientifica. Sono quindi urgenti, a suo avviso, politiche di sostegno pubblico che incentivino poi anche gli investimenti privati.

Dopo aver osservato che l'azione di tutela deve avere come oggetto i beni culturali intesi come beni comuni al di fuori da logiche speculative, ella esprime perplessità sull'utilità dei grandi eventi al fine di promuovere la cultura del Paese, atteso che l'Italia difetta nella gestione dell'ordinario patrimonio culturale.

Lo sviluppo di un'industria adeguata nonché di attività remunerative nel settore dei beni culturali - ed in particolare della musica - devono infine, a suo giudizio, essere supportate da forme di educazione costante soprattutto rivolte ai giovani.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com), dopo aver ricordato l'opportunità di riorganizzare il Ministero per i beni e le attività culturali come previsto dal decreto-legge n. 262 del 2006, puntualizza che la proroga delle disposizioni previste per ARCUS S.p.a. (comma 651 dell'articolo 18) deve necessariamente preludere a nuovi criteri di trasparenza nella gestione dei beni culturali, da considerare quali fattori di sviluppo.

Esprime poi particolare compiacimento per l'aumento delle risorse al Fondo unico per lo spettacolo (FUS), le quali potranno dare slancio ad un settore finora penalizzato, nonché per la possibilità di stipulare accordi di cofinanziamento tra lo Stato e le Regioni, al fine di uniformare le procedure e di evitare la frammentazione degli interventi. Una forma di concerto tra lo Stato e gli enti locali nella valorizzazione dei beni culturali è del resto necessaria, atteso che tale materia è inclusa tra quelle di potestà legislativa concorrente.

Giudica poi con favore le norme riguardanti la stabilizzazione dei precari del Ministero, ritenendo opportuno procedere a nuove assunzioni mediante concorsi sia per il personale dirigenziale che per i giovani.

Con riferimento all'attività ordinaria del Ministero, auspica infine che la Commissione sia coinvolta nel riordino delle strutture centrali e periferiche, manifestando fin d'ora condivisione per la prospettiva di assicurare autonomia alle Biblioteche centrali nazionali.

 

Il senatore AMATO (FI), nel prendere atto dell'incremento delle risorse per il FUS, osserva che esso rischia di indurre le fondazioni lirico-sinfoniche a comportamenti irresponsabili, anche in violazione di precedenti accordi con le organizzazioni sindacali, come dimostrano le vicende del Maggio Fiorentino.

La relazione della Corte dei conti sull'esercizio finanziario 2004 delle fondazioni lirico-sinfoniche testimonia peraltro la scarsa partrimonializzazione delle stesse nonché gli elevati costi della produzione; in particolare, le spese per il personale rappresentano più della metà dei costi totali. Alla luce di tale analisi è urgente a suo giudizio una modifica delle modalità di distribuzione delle risorse del FUS, al fine di stabilire nuovi parametri che rendano possibili comportamenti virtuosi. La discussione sul disegno di legge finanziaria potrebbe quindi, a suo avviso, offrire l'occasione per una riflessione più ampia sul rapporto tra l'erogazione delle risorse e i criteri di gestione. Coglie poi l'occasione per chiedere chiarimenti al Governo circa le somme stanziate in bilancio per la realizzazione dell'Auditorium del Maggio Fiorentino.

Con riguardo al comma 661 dell'articolo 18, egli ritiene peraltro inopportuno demandare ad un decreto ministeriale la definizione dei criteri di ripartizione della quota FUS a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche, giudicando più corretto il ricorso a una norma di rango legislativo.

Quanto al comma 663, esprime perplessità sulla utilità per lo Stato di acquisire la completa titolarità dei diritti del film ove non sia restituita almeno una quota parte delle risorse erogate entro cinque anni.

Alla luce dell'incremento delle spese per il funzionamento di commissioni che operano nel settore dello spettacolo, come risultante dalla Tabella 14-ter, giudica urgente una razionalizzazione delle risorse.

In merito al previsto aumento dei fondi destinati alla salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici, reputa tale intervento eccessivamente generico.

Dopo aver manifestato vivo apprezzamento per il finanziamento indicato nella Tabella 14-bis a favore dell'Opificio delle pietre dure di Firenze, finalizzato a riconoscere autonomia operativa e gestionale dell'Istituto, chiede chiarimenti al Governo circa le Celebrazioni galileiane, in favore delle quali non sono previsti stanziamenti in finanziaria.

Si sofferma infine sul ruolo dell'Accademia dei georgofili nell'ambito delle attività di tutela del paesaggio e rammenta l'urgenza di completare il restauro delle opere d'arte danneggiate dall'alluvione che colpì Firenze quarant'anni fa.

 

La senatrice CARLONI (Ulivo) giudica con favore le disposizioni previste nel disegno di legge finanziaria per la cultura, tanto più che nel quinquennio precedente il Ministero per i beni e le attività culturali ha progressivamente registrato una considerevole riduzione delle risorse, con conseguente impoverimento strategico delle strutture e burocratizzazione dell'azione di Governo.

Le scelte compiute dall'attuale Esecutivo mirano perciò a riequilibrare il finanziamento del Ministero, anche nell'ottica di incentivare i contributi privati e di snellire le forme di intervento pubblico. Richiamandosi agli obiettivi contenuti nel programma dell'Unione, giudica importante che i beni culturali siano valorizzati quali beni pubblici onde non far prevalere una politica industriale solo di carattere privatistico. Pur osservando che le imprese devono partecipare alla gestione di tali beni, ella ritiene prioritario che lo Stato garantisca investimenti pubblici. Concorda quindi con la senatrice Gagliardi circa la sproporzione esistente tra le risorse stanziate per la cultura e quelle destinate ad altre tipologie di intervento.

Dato l'obiettivo di ristabilire un bilancio del Ministero almeno pari a quello del 2001, ella sottolinea che l'incremento del FUS si inquadra in tale ottica, pur essendo ancora insufficiente.

Con riguardo al comma 651 dell'articolo 18, ella rimarca le criticità della gestione di ARCUS S.p.a., ritenendo che attraverso tale Società lo Stato abbia abdicato al suo ruolo, privilegiando logiche privatistiche e discrezionali. Sollecita quindi una redifinizione delle funzioni di ARCUS, recuperando il carattere strumentale rispetto alle politiche di indirizzo.

Chiede poi delucidazioni in merito alle risorse del Fondo di garanzia per il cinema alla luce delle norme previste dal decreto legislativo n. 28 del 2004.

Dopo aver ricordato le misure disposte dai commi da 660 a 663 volte a razionalizzare le spese, si sofferma sul comma 662, giudicando con favore che il Ministero per i beni e le attività culturali acquisisca i diritti dei film per conto dello Stato, dato che esso partecipa alla produzione; in tal modo, si introducono criteri - tra cui anche la revoca dei contributi - diversi da forme di intervento di carattere assistenziale.

Quanto ai commi da 212 a 214 auspica infine una positiva conclusione della vicenda dei lavoratori precari.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) reputa poco chiara l'individuazione del soggetti chiamati a definire gli artisti emergenti quali beneficiari del credito d'imposta di cui al comma 35 dell'articolo 18, ritenendo che la norma in esame sollevi problemi di compatibilità con la legislazione comunitaria.

Dopo aver registrato con soddisfazione la stabilizzazione del personale del Ministero, come previsto dai commi 212-214, stigmatizza i numerosi tagli previsti dal disegno di legge finanziaria, i quali vanificano gli incrementi di risorse altrimenti disposti. Le somme stanziate nel disegno di legge finanziaria, al netto dei tagli e degli accantonamenti, risultano pertanto poco diverse da quelle previste nella legge finanziaria per il 2006. A tal proposito, reputa assai utile la tabella fornita dal Servizio studi, che quantifica gli effetti dei commi 206 e 208.

Quanto ai contributi statali a sostegno del cinema, di cui al comma 663, egli ricorda il mancato funzionamento del fondo rotativo, a causa della irresponsabilità degli utenti e della scarsa vigilanza del Dicastero preposto. Il nuovo approccio risultante dalla norma in esame può essere comunque considerato positivo.

Giudica infine con favore la previsione di appositi finanziamenti per la fruizione dei siti UNESCO, come ricordato dalla presidente Vittoria Franco.

 

Il senatore MARCONI (UDC), dopo aver manifestato disaccordo circa il giudizio assolutamente negativo sull'operato del Governo di Centro-destra in materia di beni culturali, lamenta l'assenza di misure strutturali nel disegno di legge finanziaria. Alla luce della costante penuria di risorse per il settore, reputa prioritario intervenire innanzitutto a sostegno del patrimonio culturale, e solo successivamente per finanziarie singole attività. Al riguardo, le iniziative dell'attuale Esecutivo mancano di coraggio e ripropongono un atteggiamento assistenziale che non valorizza il patrimonio culturale, costituito ad esempio dai siti archeologici, i quali, rappresentando l'immagine del Paese, potrebbero invece essere gestiti anche attraverso strumenti innovativi quali associazioni no-profit e cooperative.

Deplora inoltre che la quasi totalità delle sponsorizzazioni vadano destinate a singoli eventi e non alla valorizzazione del patrimonio.

Dopo aver rilevato la scarsa attenzione alla costruzione di opere pubbliche di valore artistico, esprime condivisione per le misure disposte dal comma 35 dell'articolo 18. Manifesta tuttavia rammarico per la volontà governativa di riorganizzare il Ministero per i beni e le attività culturali a poca distanza da un precedente intervento di riforma, con conseguenti ripercussioni negative sull'apparato amministrativo.

Condivide infine gli obiettivi dei commi da 212 a 214, auspicando il ripristino di procedure concorsuali per la selezione del personale.

 

Il senatore DAVICO (LNP) osserva innanzitutto che qualsiasi intervento sui beni culturali sarà insufficiente dato l'enorme patrimonio italiano.

In considerazione dello spiccato sviluppo dei territori e delle realtà locali nelle attività di valorizzazione dei beni culturali, egli ritiene poco utili i tentativi di fotografare la realtà in un'ottica esclusivamente centralistica. Né gli interventi incentrati su grandi eventi potranno a suo avviso dare una risposta esauriente alla volontà di dar vita a iniziative locali di tutela del paesaggio e di promozione del turismo.

In tale prospettiva, la separazione di competenze tra gli ambiti afferenti i beni culturali e il turismo, disposta dal decreto-legge n. 181 del 2006, è stata un errore in quanto non garantisce unitarietà d'azione.

Passando all'attività di ARCUS S.p.a., dichiara di non condividere il giudizio completamente negativo finora emerso, avendo la Società a suo avviso operato positivamente per il potenziamento del raccordo tra gli enti locali, i privati e le fondazioni, come dimostra fra l'altro un progetto realizzato in Piemonte sulle residenze dei Savoia. L'azione della Società ha rappresentato perciò un valido tentativo verso nuove modalità di gestione dei beni culturali.

Ritiene infine che le scelte del Governo non rispondano ai reali bisogni del Paese, ma segnino un passo indietro sia sul piano culturale che su quello amministrativo.

 

La senatrice SOLIANI (Ulivo), pur reputando il settore dei beni culturali bisognoso di ulteriori interventi, puntualizza che le misure disposte dal disegno di legge finanziaria non rappresentano un ritorno al passato, ma sono il frutto di una strategia politica mirante a tener conto di tutte le opinioni espresse.

Gli interventi a favore del Ministero per i beni e le attività culturali si collocano del resto nel solco di un approccio nuovo, non solo per quanto riguarda la risoluzione della questione riguardante il personale, ma anche con riferimento alla posizione che lo Stato assume nei confronti degli operatori del settore, volta a diffondere criteri di responsabilizzazione e di merito.

La scelta del Governo di promuovere il turismo e il made in Italy è pertanto assai rilevante, pur essendo necessario un coordinamento fra i soggetti interessati, nel rispetto dell'autonomia di ciascuno.

Nelle prossime manovre finanziarie potranno inoltre essere previste forme di coinvolgimento di altri Ministeri - ella prosegue - al fine di superare la frammentazione delle competenze e per affermare una regia politica forte.

Con riguardo alle opinioni della senatrice Gagliardi, ella esprime condivisione sull'opportunità di garantire l'ordinario svolgimento e la fruizione delle attività culturali, superando parametri legati allo status socio-economico e promuovendo una revisione dei criteri di gestione dell'esistente.

Prosegue inoltre evidenziando l'importanza di un raccordo tra tutti i Ministeri - e in particolare con il Ministero per gli affari esteri - al fine di sviluppare la cultura italiana nel mondo.

Dopo aver rilevato l'utilità di affrontare anche tematiche relative all'utilizzo dei mezzi di comunicazione a fini culturali, ella si sofferma sui collegamenti tra la tutela del paesaggio e l'urbanistica da un lato, e l'agricoltura dall'altro, nell'ottica di approfondire una riflessione sulla governance di tali settori.

 

Il senatore MAURO (FI), reputando anomalo che l'esame del disegno di legge finanziaria debba attingere a dati provenienti dalla stampa, stigmatizza l'atteggiamento della maggioranza, orientato ad elaborare meri propositi e buoni intenti trascurando il valore concreto della manovra finanziaria in termini di programmazione politica ed economica. Al riguardo, ritiene che le promesse fatte dal Centro-sinistra durante la campagna elettorale non saranno mantenute affatto.

In considerazione delle affermazioni del ministro Rutelli in ordine all'esigua percentuale del bilancio stanziata per i beni culturali per l'anno 2007, pari a circa la metà di quella stanziata nel 2001, giudica opportuno ridurre l'enfasi sugli effetti positivi del disegno di legge finanziaria, che si configura a suo avviso tra le più oscurantiste degli ultimi anni, insuscettibile peraltro di segnare inversioni di tendenza.

 

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il senatore FONTANA (Ulivo) il quale prende atto delle comuni opinioni circa l'importanza di restituire valore al settore dei beni culturali.

Rispetto alle osservazioni della senatrice Gagliardi, pur condividendo l'esigenza di garantire il primato dell'intervento pubblico, sottolinea la funzione pubblica del contributo reso dai privati. In tale ottica, è opportuno promuovere l'utilizzo di incentivi fiscali a favore dei singoli, già previsti dalla legislazione vigente. Solo in seguito ad un forte impegno dello Stato nel settore è peraltro possibile, a suo avviso, incoraggiare forme di sostegno private, evidentemente aggiuntive e non sostitutive rispetto all'azione pubblica.

Quanto alle opinioni del senatore Amato circa le fondazioni lirico-sinfoniche, osserva che la scarsa patrimonializzazione reale delle stesse rappresenta un vizio di origine derivante dalla legge istitutiva. In merito alle spese, indiscutibilmente elevate, per il personale, egli precisa che esso rappresenta anche un prodotto e non solo un costo. Nel ribadire la sua contrarietà ad una modifica delle forme negoziali tra le fondazioni e le organizzazioni sindacali, egli ritiene fondamentale una ridefinizione delle regole nonché il ripristino di una attività di vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali.

Riguardo alla rimodulazione dei criteri per l'attribuzione della quota del FUS a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche, auspica che le Commissioni parlamentari competenti siano coinvolte nella elaborazione di tali criteri in occasione della predisposizione del relativo schema di decreto ministeriale.

Dopo aver richiamato la funzione consultiva del Consiglio superiore per i beni culturali in merito alla tutela del paesaggio, egli si rivolge al senatore Asciutti sostenendo l'utilità di commissioni di esperti per supportare il Ministro nella individuazione dei soggetti beneficiari del credito di imposta di cui al comma 35 dell'articolo 18, onde evitare situazioni di discrezionalità.

Circa i tagli apportati dal disegno di legge finanziaria, egli ricorda che il comma 658 dell'articolo 18 consente la riprogrammazione di risorse giacenti presso il Ministero per i beni e le attività culturali, che potranno essere utilizzate anche al fine di sopperire agli accantonamenti previsti dal comma 206.

Rispetto alle sollecitazioni avanzate dal senatore Marconi sulla valorizzazione dei siti archeologici, rammenta che anche importanti attività culturali, come ad esempio lo Sferisterio di Macerata o l'arena di Verona, sono in grado di produrre positivi benefici economici. In tal senso, la delega di competenze in materia di turismo a favore del ministro Rutelli è sicuramente apprezzabile.

Al senatore Davico risponde puntualizzando che, a dispetto delle valide finalità sottese all'istituzione di ARCUS S.p.a., la gestione di tale Società è stata assolutamente arbitraria, senza adeguate forme di controllo.

In merito alle osservazioni della senatrice Soliani sulla possibilità di utilizzare la televisione a fini di promozione culturale, ritiene che tale tema vada affrontato in occasione del rinnovo del contratto di servizio, nella prospettiva di restituire dignità e spazio alla cultura nell'ambito delle reti pubbliche, tanto più che alle stesse, essendo finanziate dal canone, spettano precisi doveri. Al riguardo auspica che la Commissione possa essere investita di tali questioni, pur non strettamente afferenti le sue competenze.

In risposta al senatore Mauro, egli precisa infine che, nella disamina del disegno di legge finanziaria, egli si è limitato a registrare dati numerici, i quali testimoniano una indiscutibile inversione di tendenza, orientata a rendere dignitosa la spesa per la cultura.

 

Replica a sua volta il sottosegretario MARCUCCI, che conferma la volontà del Governo di segnare una svolta rispetto alla gestione precedente, non solo incrementando le risorse ma affrontando situazioni concrete.

A proposito della riorganizzazione del Ministero, egli puntualizza che l'articolazione incentrata sulla figura del capo dipartimento aveva condotto ad uno squilibrio tra la struttura amministrativa centrale e quella periferica. In tale ottica si collocano il ripristino del segretariato generale e la conseguente abolizione dei dipartimenti, anche al fine di abbattere i costi nonché di promuovere l'autonomia di gestione delle strutture periferiche, come ad esempio le Biblioteche centrali nazionali, l'Opificio delle pietre dure e il nascente Istituto superiore del restauro.

Richiamandosi alle osservazioni del relatore circa il comma 658 dell'articolo 18, egli sottolinea che i residui esistenti negli istituti centrali e periferici del Ministero - non spesi a causa di precedenti inefficienze - potranno essere utilmente gestiti dall'amministrazione in vista del finanziamento di numerosi progetti.

Dopo essersi soffermato sui commi 657, 656, 652, 654 e 655 dell'articolo 18, mette in luce la necessaria collaborazione tra gli enti locali per promuovere comportamenti virtuosi, nel rispetto delle compatibilità di bilancio.

Con riguardo alle osservazioni su ARCUS S.p.a., egli precisa che la decisione di rifinanziare la Società si basa sulla consapevolezza delle sue positive finalità, pur reputando urgente modificare i criteri distributivi dei finanziamenti, spesso legati a logiche clientelari.

Sul tema delle fondazioni, comunica che il sottosegretario Elena Montecchi si sta occupando di elaborare nuovi meccanismi di gestione.

Quanto ai fondi per il cinema, reputa essenziale rilanciare nuove generazioni di artisti rispetto ad un mondo consolidato. Dichiara inoltre fin d'ora la disponibilità del Governo a coinvolgere le Commissioni parlamentari in occasione della presentazione degli schemi di decreto ministeriale.

A proposito delle Celebrazioni galileiane, egli ricorda l'avvenuto insediamento di un comitato per la celebrazione del quattrocentesimo anniversario della scoperta del cannocchiale, che coinvolge i comuni di Pisa, Firenze, Padova, le rispettive università e le Regioni. L'obiettivo di tale intervento è quello di cogliere l'occasione per rilanciare la cultura tecnico-scientifica nel Paese.

 

Il relatore FONTANA (Ulivo) illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazioni (pubblicato in allegato al presente resoconto).

 

Per dichiarazioni di voto contrario prende la parola il senatore ASCIUTTI (FI), il quale deplora il mancato utilizzo in favore dei beni culturali delle maggiori entrate derivanti dall'operato del precedente Governo.

Dopo aver espresso perplessità sull'osservazione n. 2, in quanto troppo debole, puntualizza che, a dispetto degli incrementi stanziati per il FUS, si riscontra un decremento reale delle risorse dovuto al taglio di carattere trasversale.

Chiede infine che lo schema di rapporto sia votato per parti separate preannunciando un orientamento favorevole sulle osservazioni nn. 1 e 4. Sull'osservazione n. 2 il voto sarebbe favorevole se fosse rafforzata.

 

Il senatore MARCONI (UDC), dopo aver richiamato la questione delle elevate spese per gli ingaggi degli artisti, peraltro non affrontata dal Governo, e dopo essersi soffermato nuovamente sull'importanza dei siti archeologici, ribadisce che la manovra finanziaria è priva di una visione di insieme e di interventi strutturali. Nell'esprimere il voto contrario a nome del suo Gruppo, concorda infine con il senatore Asciutti sulla richiesta di votazione per parti separate.

 

Si associa il senatore DELOGU (AN), il quale, nel ritenere assai modesto l'incremento delle risorse per il FUS, dichiara voto contrario a nome del suo Gruppo.

 

La senatrice SOLIANI (Ulivo), dopo aver sottolineato l'utilità di istituire una commissione di esperti per supportare il Ministro nella elaborazione dei criteri per la distribuzione delle risorse a favore del cinema, si esprime favorevolmente a nome del suo Gruppo sullo schema di rapporto del relatore. Condivide altresì la prospettiva di un pieno coinvolgimento del Parlamento sui decreti con i quali saranno definite le nuove modalità di finanziamento delle attività di spettacolo.

 

Alla luce delle osservazioni emerse nel dibattito, il relatore FONTANA (Ulivo) riformula l'osservazione n. 2 sostituendo le parole "esprime l'auspicio" con la seguente "raccomanda".

 

La PRESIDENTE pone indi separatamente ai voti lo schema di rapporto favorevole con osservazioni come riformulato dal relatore. Il dispositivo, dalle parole "La Commissione" fino a "formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, riferite al disegno di legge finanziaria", risulta approvato a maggioranza; le osservazioni nn. 1, 2 e 3 sono altresì approvate a maggioranza, mentre l'osservazione n. 4 è approvata all'unanimità.

La Commissione approva infine a maggioranza lo schema di rapporto nel suo complesso, come riformulato.

 

Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.

 


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-bis e 1184-ter - Tabelle 2, 2-bis e 2-ter) (limitatamente a quanto di competenza) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze - limitatamente a quanto di competenza - per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

 

premesso che:

il decreto-legge n. 181 del 2006, convertito con modificazioni dalla legge n. 283 del 2006, ha trasferito al Presidente del Consiglio dei ministri le funzioni di competenza statale in materia di sport, precedentemente attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali,

in particolare è stata trasferita allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, alla unità previsionale di base 3.2.10.5 (Presidenza del Consiglio dei ministri-sport), la somma di 147 milioni di euro fino ad ora contenuta nell'unità previsionale di base 5.2.3.14 (impianti sportivi) del Ministero per i beni e le attività culturali, mentre era già presente nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze lo stanziamento di 450 milioni di euro per il finanziamento ordinario del CONI,

 

preso atto con rammarico che l'articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

     al comma 206, dispone un accantonamento delle dotazioni delle unità previsionali di base iscritte nel bilancio dello Stato con un effetto riduttivo trasversale per tutti i relativi capitoli,

     al comma 208, opera una riduzione lineare di tutte le autorizzazioni di spesa di cui alla Tabella C allegata,

 

registrate con favore, relativamente alle tabelle allegate al disegno di legge finanziaria:

l'inclusione in tabella A - recante importi da iscrivere nel Fondo speciale di parte corrente per il finanziamento di provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio 2007-2009 - alla voce Ministero dell'economia e delle finanze, di risorse per la promozione della candidatura italiana per i Campionati europei di calcio del 2012, che testimonia una revisione del concetto di impiantistica sportiva nazionale, in linea con l'obiettivo del Governo di utilizzare gli impianti per finalità differenti,

la previsione, in tabella F - recante rimodulazione di quote per il triennio 2007-2009 delle leggi di spesa in conto capitale pluriennali - degli importi riferiti ai Giochi olimpici invernali di Torino 2006, ai Campionati mondiali di nuoto del 2009 nonché ai Campionati mondiali di ciclismo,

 

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, riferite all'articolo 18 del disegno di legge finanziaria.

 

1. Si esprime apprezzamento per il comma 50, lettera a), che prevede la detraibilità dal reddito delle spese sportive sostenute in favore dei minori, con conseguente incentivo per i giovani che praticano lo sport.

2. Si condivide il comma 774, che istituisce un Fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con uno stanziamento iniziale di 33 milioni di euro per il 2007, che testimonia l'attenzione del Governo per la partecipazione dell'Italia a competizioni sportive di carattere internazionale, tra cui ad esempio i Giochi olimpici di Pechino del 2008. Al riguardo, si segnala l'esigenza di una equa ripartizione dei fondi sul territorio nazionale, dedicando adeguata attenzione agli impianti dedicati a tutti gli sport anche minori.

3. Si registra con favore il comma 776, che concede un contributo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 all'Istituto per il credito sportivo, al fine di agevolare la realizzazione di impianti sportivi, compensando il forte definanziamento che ha interessato l'Istituto durante la scorsa legislatura.

4. Si manifesta compiacimento per il comma 779 che, incrementando di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2007 e 2008 il contributo di 500.000 euro assegnato dalla legge finanziaria 2006 al Comitato italiano paralimpico e concedendo al medesimo un finanziamento di 3 milioni di euro per l'esercizio 2009, rappresenta un vero e proprio parametro di civiltà sportiva.

5. Si ribadisce la necessità di uno stretto raccordo con le politiche scolastiche per favorire lo sviluppo dell'attività motoria già a partire dalla scuola primaria.

 


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-bis e 1184-ter - Tabelle 14, 14-bis e 14-ter) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

premesso che la manovra nel suo complesso conferma la rinnovata attenzione del Governo nei confronti di un settore strategico, in una logica di investimenti,

valutate positivamente le seguenti norme recate dall'articolo 18 del disegno di legge finanziaria relative ai beni e alle attività culturali:

     il comma 35, che attribuisce alle piccole e medie imprese di produzioni musicali un credito di imposta per le opere prime e seconde di artisti emergenti,

          i commi da 120 a 132, che recano norme di carattere trasversale di razionalizzazione e ottimizzazione della spesa per il funzionamento dei Ministeri, prevedendo una riduzione degli uffici dirigenziali ed un accorpamento delle strutture periferiche,

          i commi 212 e 214, che provvedono alla stabilizzazione di personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, dando fra l'altro soluzione all'annosa vicenda dei precari del Ministero per i beni e le attività culturali, attualmente pari a circa duemila unità,

          i commi 650 e da 652 a 658, che recano disposizioni specifiche relative ai beni e alle attività culturali, fra cui: una proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato; l'istituzione di un Fondo per l'attuazione di accordi di cofinanziamento fra lo Stato e le autonomie al fine di sostenere interventi di attività culturale; il finanziamento di interventi di tutela e valorizzazione di beni culturali e paesaggistici; il sostegno di grandi eventi di carattere culturale attraverso un ampliamento delle possibilità di utilizzo del Fondo per il cinema; la destinazione di contributi a favore dell'editoria per ipovedenti e non vedenti,

          il comma 651, che attribuisce ulteriori risorse ad ARCUS S.p.a.. Al riguardo si ribadisce peraltro la raccomandazione al Governo di porre particolare attenzione nel definire puntualmente gli ambiti ed i limiti degli interventi e delle attività da affidare alla Società, tenuta presente la relazione della Corte dei conti sull'esercizio 2005,

          i commi da 660 a 663, che sono volti a razionalizzare gli interventi nel settore dello spettacolo, prevedendo fra l'altro una opportuna revisione dei criteri di ripartizione della quota del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche sulla base di elementi quantitativi, qualitativi e di riduzione della spesa,

 

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, riferite al disegno di legge finanziaria.

1. Si esprime apprezzamento per la diversa natura dell'intervento dello Stato a favore del cinema, con una progressiva responsabilizzazione nei confronti della produzione, che trasforma lo Stato da erogatore di meri finanziamenti a erogatore di contributi.

2. Si esprime l'auspicio che i commi da 206 a 208 dell'articolo 18, che recano un accantonamento delle dotazioni finanziarie delle Amministrazioni pubbliche, nonché una riduzione degli stanziamenti recati dalla tabella C allegata alla legge finanziaria, non finiscano per vanificare gli interventi positivi della manovra.

3. Si registra con favore il sensibile incremento del FUS (+ 150 milioni di euro nel triennio) nell'ambito degli stanziamenti recati dalla summenzionata tabella C, che consente la ripresa di un settore altrimenti votato all'estinzione.

4. Si suggerisce il spostare il comma 659 fra le norme più direttamente attinenti il settore dell'università.

 

 


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-bis e 1184-ter - Tabelle 14, 14-bis e 14-ter) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

premesso che la manovra nel suo complesso conferma la rinnovata attenzione del Governo nei confronti di un settore strategico, in una logica di investimenti,

valutate positivamente le seguenti norme recate dall'articolo 18 del disegno di legge finanziaria relative ai beni e alle attività culturali:

          il comma 35, che attribuisce alle piccole e medie imprese di produzioni musicali un credito di imposta per le opere prime e seconde di artisti emergenti,

          i commi da 120 a 132, che recano norme di carattere trasversale di razionalizzazione e ottimizzazione della spesa per il funzionamento dei Ministeri, prevedendo una riduzione degli uffici dirigenziali ed un accorpamento delle strutture periferiche,

          i commi 212 e 214, che provvedono alla stabilizzazione di personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, dando fra l'altro soluzione all'annosa vicenda dei precari del Ministero per i beni e le attività culturali, attualmente pari a circa duemila unità,

          i commi 650 e da 652 a 658, che recano disposizioni specifiche relative ai beni e alle attività culturali, fra cui: una proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato; l'istituzione di un Fondo per l'attuazione di accordi di co-finanziamento fra lo Stato e le autonomie al fine di sostenere interventi di attività culturale; il finanziamento di interventi di tutela e valorizzazione di beni culturali e paesaggistici; il sostegno di grandi eventi di carattere culturale attraverso un ampliamento delle possibilità di utilizzo del Fondo per il cinema; la destinazione di contributi a favore dell'editoria per ipovedenti e non vedenti,

          il comma 651, che attribuisce ulteriori risorse ad ARCUS S.p.a.. Al riguardo si ribadisce peraltro la raccomandazione al Governo di porre particolare attenzione nel definire puntualmente gli ambiti ed i limiti degli interventi e delle attività da affidare alla Società, tenuta presente la relazione della Corte dei conti sull'esercizio 2005,

          i commi da 660 a 663, che sono volti a razionalizzare gli interventi nel settore dello spettacolo, prevedendo fra l'altro una opportuna revisione dei criteri di ripartizione della quota del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche sulla base di elementi quantitativi, qualitativi e di riduzione della spesa,

 

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, riferite al disegno di legge finanziaria.

1. Si esprime apprezzamento per la diversa natura dell'intervento dello Stato a favore del cinema, con una progressiva responsabilizzazione nei confronti della produzione, che trasforma lo Stato da erogatore di meri finanziamenti a erogatore di contributi.

2. Si raccomanda che i commi da 206 a 208 dell'articolo 18, che recano un accantonamento delle dotazioni finanziarie delle Amministrazioni pubbliche, nonché una riduzione degli stanziamenti recati dalla tabella C allegata alla legge finanziaria, non finiscano per vanificare gli interventi positivi della manovra.

3. Si registra con favore il sensibile incremento del FUS (+ 150 milioni di euro nel triennio) nell'ambito degli stanziamenti recati dalla summenzionata tabella C, che consente la ripresa di un settore altrimenti votato all'estinzione.

4. Si suggerisce il spostare il comma 659 fra le norme più direttamente attinenti il settore dell'università.


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Martedì 28 novembre 2006

44a Seduta (pomeridiana)

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazione, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 7 e 7-ter) Stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 17, 17-bis e 17-ter) Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 )

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Seguito e conclusione dell'esame della Tabella 7 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole con osservazioni)

 

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana, nel corso della quale - ricorda la PRESIDENTE - si è concluso l'esame delle Tabelle 2 e 14 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

Dichiara indi aperta la discussione generale sulla Tabella 7 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore VALDITARA (AN) osserva anzitutto che la manovra finanziaria in esame pone una grande questione morale, avendo il Centro-sinistra clamorosamente tradito gli impegni presi con gli elettori e sconfessato cinque anni di campagna elettorale.

Ricorda indi che, nella scorsa legislatura, il Centro-sinistra ha ripetutamente accusato il Governo Berlusconi di aver irresponsabilmente diminuito gli stanziamenti a favore della scuola, giudicando in particolare gravissima la riduzione di 150 milioni di euro in tre anni per i consumi della scuola, di 100 milioni di euro per la ricerca e di 60 milioni di euro per il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO).

Il comma 206 dell'articolo 18 comporta tuttavia una riduzione pari a 120 milioni di euro in tre anni per i consumi della scuola, cui si aggiungono tagli per ulteriori 60 milioni di euro nel triennio conseguenti al cosiddetto "decreto Bersani".

Relativamente al complesso delle manovre finanziarie del Centro-destra riferite al settore dell'istruzione, il senatore Valditara rammenta inoltre che il taglio di 1,200 miliardi di euro in tre anni apportato nel 2002 dovette essere reinvestito, grazie ad un emendamento di Alleanza nazionale, nella valorizzazione professionale del personale docente. Peraltro, in assenza di una clausola di salvaguardia, solo la metà di tale riduzione fu effettivamente realizzata e comunque totalmente reinvestita nella contrattazione di settore.

La prima manovra finanziaria del Centro-sinistra, invece, nonostante le roboanti affermazioni dell'Unione a favore degli investimenti in sapere e ricerca, dispone un taglio circa triplo per il sistema di istruzione, pari a 3,200 miliardi di euro in tre anni, senza prevedere alcun reinvestimento nella scuola. A ciò, si aggiunge la clausola di salvaguardia, che rappresenta una vera e propria "tagliola". Né tali tagli devastanti risultano in alcun modo compensati dalle poche risorse destinate a varie finalità come ad esempio l'edilizia scolastica, cui sono riservati appena 30 milioni di euro.

Passando al presunto impegno della maggioranza a favore del precariato, ricorda che nella scorsa legislatura sono stati concretamente assunti 130.000 docenti precari. La promessa di assumerne altri 150.000 rischia invece di risolversi in una grande illusione. Dai dati contenuti nella relazione tecnica al disegno di legge finanziaria, nonché dalle dichiarazioni rese dal ministro Fioroni alla Commissione, emerge infatti chiaramente che dal 1° settembre 2006 al 1° settembre 2009 si renderanno disponibili 116.000 posti, cui vanno detratti i 33.000 soppressi (fra cui rientrano ad esempio i 19.000 conseguenti all'aumento dello 0,4 per cento del rapporto alunni/docenti). I posti in organico effettivamente disponibili non saranno quindi più di 80.000. Inoltre, la relazione tecnica al disegno di legge finanziaria illustra i numerosi vincoli del piano di assunzioni, chiarendo inequivocabilmente che ha carattere programmatico, non deve determinare aumenti di spesa ed è comunque subordinato ad una verifica annuale di fattibilità da parte del Ministro dell'economia. Non si tratta quindi di un impegno serio, ma di una mera dichiarazione di intenti.

Altrettante perplessità suscita poi la cancellazione delle graduatorie permanenti dall'anno scolastico 2010-2011. Poiché vi sono iscritti 300.000 docenti e il piano di assunzioni prevede di inquadrarne 150.000, risulta infatti assai incerta la sorte degli altri 150.000.

Quanto all'innalzamento dell'obbligo scolastico, egli deplora che una riforma così rilevante sia stata inserita nella manovra finanziaria. Osserva peraltro che le finalità indicate al comma 278 risultano identiche a quelle dell'obbligo formativo introdotto dalla riforma Moratti, che peraltro lo fissava fino a 18 anni. Ne consegue che la manovra del Centro-sinistra finisce per abbassare di due anni il percorso formativo dei giovani.

Né va dimenticato che, secondo un autorevole studio dell'Isfol, l'innalzamento dell'obbligo necessita di un incremento di 14.500 insegnanti, per un costo di 500 milioni di euro. La manovra finanziaria ne dispone invece appena 220, parte dei quali destinati a misure diverse, sicchè per l'innalzamento dell'obbligo ne rimangono solo 120.

Nel sottolineare il carattere velleitario delle misure predisposte dal Centro-sinistra, il senatore Valditara si sofferma indi sui contratti per il personale della scuola, lamentando che non siano stati ancora erogati i 200 milioni di euro a suo tempo accantonati dall'ex ministro Moratti. Al riguardo, diffida il Governo ad utilizzarli per chiudere code contrattuali senza il dovuto riconoscimento per l'impegno profuso nella scorsa legislatura.

Egli critica poi la scelta di attribuire direttamente alle scuole i fondi per le supplenze senza la contestuale attribuzione della competenza a gestirle.

Passando al reclutamento dei dirigenti scolastici, egli deplora la disparità di trattamento fra i candidati del concorso ordinario e quelli del concorso riservato, che pregiudica i presidi incaricati.

Prende indi atto con soddisfazione dello stanziamento assicurato alle scuole paritarie, con priorità per la scuola dell'infanzia, che giudica tuttavia incoerente rispetto alle polemiche sollevate nel corso della scorsa legislatura nei confronti del Centro-destra, accusato di sottrarre risorse alla scuola pubblica in favore di quella privata.

Ribadisce altresì il proprio sconcerto a fronte delle dichiarazioni rese dal ministro Fioroni alla Commissione, in palese contrasto con i dati di bilancio. Ricorda infatti che il ministro Fioroni ebbe modo di affermare che dall'incremento dello 0,4 per cento del rapporto fra alunni e docenti sarebbe derivata una riduzione di 15.000 insegnanti, mentre la relazione tecnica afferma che saranno soppressi 19.000 posti. La medesima relazione tecnica richiama poi una riduzione di 750 milioni di euro, che il ministro Fioroni ha quantificato in appena 450 milioni.

Il Ministro ha altresì affermato che ai 116.000 posti che si renderanno vacanti dal 2006 al 2009 devono essere aggiunti i 42.000 posti scoperti in organico, mentre la relazione tecnica afferma che essi sono già computati nei 116.000.

Il Ministro ha infine sostenuto che, dall'assunzione di 150.000 precari, deriveranno 800 milioni di risparmi mentre, secondo i calcoli del Servizio bilancio del Senato, essi non potranno superare i 200 milioni.

Nel lamentare poi che l'inserimento di riforme consistenti nell'ambito della manovra finanziaria esautora di fatto il Parlamento, privandolo della possibilità di un confronto di merito, critica altresì la prevista riforma dell'Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione (INVALSI), che sembra prevalentemente volta a giustificare un avvicendamento di personale.

Rinnova quindi conclusivamente la sua profonda indignazione per il clamoroso tradimento delle promesse elettorali del Centro-sinistra che, a suo avviso, inficia la legittimità stessa del Governo.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE), nel sollecitare un dibattito che entri maggiormente nel merito delle proposte, ricorda che il programma dell'Unione non si limitava a criticare il definanziamento della scuola pubblica, ma proponeva anche una scuola diversa, che garantisse a tutti l'accesso al sapere, evitando scelte precoci. In tale ottica, il ministro Fioroni ha correttamente sospeso la riforma Moratti dei licei, che anticipava eccessivamente l'opzione fra istruzione e formazione.

Le norme sull'istruzione costituiscono peraltro uno dei punti di debolezza della manovra in esame, rappresentando un nervo scoperto sia della società che della politica.

La finanziaria riflette infatti solo con grande fatica il cambiamento di rotta verso una scuola intesa come settore di investimento, pur non essendo priva di norme condivisibili, fra cui ella cita anzitutto l'assegnazione diretta alle scuole dei fondi per le supplenze e la sostituzione dell'anticipo scolastico con le classi "primavera". A tale ultimo riguardo, rileva che l'istituto dell'anticipo aveva inopinatamente demolito l'idea pedagogica dell'asilo nido, in una mera ottica di risparmio.

Ella condivide altresì la scelta di assicurare la gratuità dei libri di testo nella scuola superiore e l'apertura pomeridiana delle scuole, che spesso rappresentano un punto di riferimento insostituibile nel quartiere. Inoltre, giudica positivamente la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti per l'educazione degli adulti e la soppressione degli IRRE e dell'INDIRE. Manifesta contestualmente interesse per la nascente Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, ritenendo condivisibile l'intento di assicurare omogeneità di indirizzo a livello nazionale.

Fra i punti di criticità, cita invece le modalità di innalzamento dell'obbligo scolastico, che pure rappresenta un punto qualificante della manovra e un'assunzione di responsabilità nei confronti della dispersione scolastica. Non è chiara tuttavia, a suo avviso, la norma recata dal comma 279 con particolare riferimento alla titolarità dei progetti per la riduzione degli abbandoni. Si tratta comunque di un profilo che dovrà, a suo giudizio, essere ulteriormente approfondito.

Quanto alle misure di razionalizzazione volte alla riduzione della spesa, manifesta perplessità per l'incremento dello 0,4 per cento del rapporto alunni/docenti, che rischia di avere ricadute incongrue e pedagogicamente contraddittorie. Se in alcune aree del Paese si verificano sprechi di risorse, non va infatti dimenticato che in altre zone (soprattutto metropolitane) il rapporto è già troppo alto.

Ella critica altresì la clausola di salvaguardia, che penalizza un sistema che ha al contrario bisogno di certezze.

Quanto al piano di assunzione di 150.000 precari, ella ritiene che si tratti di cifre assolutamente realistiche, che il Centro-destra contesta immotivatamente. Si dichiara invece contraria all'azzeramento dello strumento, per quanto imperfetto, delle graduatorie permanenti, osservando che si impone un percorso più lento e condiviso con le parti sociali.

Conclude soffermandosi sui dirigenti scolastici, di cui sottolinea la specificità, essenziale per il buon andamento della scuola. Si esprime quindi in senso contrario alla mobilità fra dirigenti ed auspica una soluzione adeguata rispetto all'attuale disparità di trattamento fra candidati del concorso ordinario e del concorso riservato.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) conviene che l'innalzamento dell'obbligo scolastico presuppone un ampio coinvolgimento delle componenti culturali, scolastiche, sociali. Condivide tuttavia la misura, tanto più che caratterizzava il programma dell'Unione e pone il Paese in linea con la normativa europea. Si tratta del resto di una norma applicativa della Costituzione, ripristinando il corretto termine di "obbligo" in luogo di quello ambiguo di "diritto-dovere". Come già l'istituzione della scuola media unica del 1962, tale riforma è peraltro destinata ad incidere positivamente nel lungo periodo, coinvolgendo non soltanto quel 2 per cento di giovani che attualmente non frequenta la scuola, ma tutti i ragazzi che non potranno accedere al mondo del lavoro prima dei 16 anni. Si formeranno in tal modo generazioni più istruite, più consapevoli del diritto di cittadinanza, più idonee a superare la staticità sociale. In tal senso, ella sollecita nel contempo l'avvio in Commissione del disegno di legge n. 849, sull'insegnamento della Costituzione nelle scuole.

Ella esprime poi apprezzamento per le norme sull'educazione degli adulti e sull'istruzione e formazione tecnica superiore, che inverte la tendenza precedente, mortificante per gli istituti tecnici e professionali.

Nell'associarsi in pieno alla relazione della relatrice Soliani, dichiara di condividerne altresì le preoccupazioni. Auspica quindi che alcune parti della finanziaria possano essere corrette, con particolare riferimento ad una maggiore immissione in ruolo dei docenti precari, al mantenimento delle graduatorie permanenti, alla modifica delle procedure di reclutamento dei dirigenti scolastici, alla revisione delle piante organiche.

Ella dichiara poi di condividere l'attribuzione dirette di risorse alle scuole, che si muove nel senso dell'autonomia, anche se essa rischia di essere contraddetta dalla clausola di salvaguardia.

Sollecita poi un impegno preciso per la riforma degli organi collegiali ed una ricognizione attenta del nuovo Titolo V della Costituzione.

Auspica infine che la scuola sia messa in grado di rispondere efficacemente alla sfida, posta fra l'altro dall'innalzamento dell'obbligo scolastico, in termini di aumento della dispersione, attraverso adeguate dotazioni finanziarie.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) condivide la sollecitazione della senatrice Capelli a svolgere un dibattito maggiormente centrato sul merito della manovra, ma osserva che ciò è reso impossibile dalla straordinaria congerie di norme contenute nel disegno di legge finanziaria.

Le cifre sono del resto analoghe a quelle delle finanziarie precedenti, laddove non addirittura in riduzione.

Soffermandosi indi sulla proposta di abolire le graduatorie permanenti, mette in luce i rischi connessi all'assenza di una strategia alternativa a quella del Centro-destra, che aveva costruito un percorso preciso per la formazione e il reclutamento dei docenti. Il Centro-sinistra si limita invece ad abolire le graduatorie permanenti senza avanzare una proposta alternativa.

Perplessità anche maggiori suscitano poi le norme sulla riconversione professionale dei docenti e sulla riduzione dei carichi orari negli istituti professionali. Pur condividendo che 40 ore siano troppe, così come l'insegnamento di 12 materie, stigmatizza una riduzione pura e semplice che non prevede contestualmente la revisione della didattica, di concerto con le regioni.

Dopo aver raccomandato di salvaguardare la specificità dei dirigenti scolastici, su cui sarebbe tuttavia necessario a suo avviso un approfondimento, si sofferma indi sugli insegnanti di sostegno, lamentando che anche in questo caso il Centro-sinistra non abbia avuto il coraggio di chiarire fino in fondo le proprie intenzioni. Coglie quindi l'occasione per invitare la maggioranza a pronunciarsi definitamene in ordine al mantenimento del rapporto 1/138 a livello provinciale, che rappresenta a suo avviso una specificità del nostro Paese da mantenere a tutti i costi. Rileva del resto che la stessa relatrice, nell'esposizione introduttiva, ha auspicato che le misure contenute nella finanziaria non si risolvano in una riduzione dell'attuale numero degli insegnanti di sostegno.

Passando alla gratuità dei libri di testo, di cui al comma 283, osserva che la norma prevede in realtà il diverso istituto del noleggio, che egli dichiara di non condividere in quanto ritiene che il possesso del libro scolastico debba restare all'alunno.

Quanto poi alle misure di razionalizzazione, pur nella consapevolezza che la spesa dell'Italia per la scuola rispetto al PIL sia maggiore della media europea, invita a considerare la peculiarità del nostro Paese, che sconsiglia una misura rigida come la clausola di salvaguardia.

Né condivide l'innalzamento del rapporto alunni/docenti che, pur essendo più alto della media europea, avrebbe richiesto interventi di ampio respiro anziché piccoli aggiustamenti.

Con riferimento agli IRRE e all'INDIRE, egli chiede al Governo di chiarire sulla base di quali valutazioni ne sia stata decretata la soppressione e la conseguente sostituzione con l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, di cui non è affatto evidente la natura.

Passando all'innalzamento dell'obbligo scolastico, al di là di sterili dispute meramente nominalistiche, richiama l'attenzione sulla disastrosa esperienza del prolungamento di un solo anno disposto dalla riforma Berlinguer. La misura prevista dalla finanziaria in esame rischia quindi di peggiorare ulteriormente la situazione, non tenendo nella dovuta considerazione l'esigenza di assicurare un valido percorso alternativo a coloro che non vogliono proseguire gli studi, costretti così a restare sui banchi per altri due anni. Al contrario egli ritiene che occorra riformare l'istruzione professionale, in accordo con le regioni, al fine di assicurare un'effettiva eguaglianza sociale. Deplora poi che un tema di così grande portata sia stato inserito nella manovra finanziaria, impedendo di fatto un confronto proficuo fra maggioranza e opposizione, tanto più se tale scelta deriva dalla difficoltà di trovare una soluzione condivisa all'interno della stessa maggioranza.

 

Il senatore RANIERI (Ulivo) ritiene invece che la logica sottesa alla manovra finanziaria sia espansiva, in termini di qualità e quantità dell'offerta formativa.

Quanto all'innalzamento dell'obbligo di istruzione, che era del resto al centro del programma dell'Unione, osserva che per la prima volta esso è connesso all'innalzamento dell'età per l'accesso al lavoro. In tal senso, si distingue nettamente dall'innalzamento dell'obbligo formativo disposto dalla riforma Moratti, richiamata dal senatore Valditara, che manteneva inalterato a 15 anni l'accesso al lavoro. Né va dimenticato che la norma in esame non modifica l'obbligo formativo, che resta quindi fissato a 18 anni, tanto che fino a quell'età non è possibile svolgere alcuna attività lavorativa che non abbia prevalente carattere formativo. A suo avviso, la riforma si pone dunque perfettamente in linea con i più autorevoli studi internazionali, secondo i quali l'Italia si caratterizza per un basso indice di equità e che dimostrano la stretta connessione fra livelli di apprendimento ed età in cui si separano i percorsi dell'istruzione e del lavoro.

Si tratta del resto di una norma che dovrà essere completata da successivi decreti, su cui si augura che maggioranza e opposizione possano lavorare proficuamente insieme.

Ricorda peraltro che il maggior tasso di dispersione scolastica si registra nei primi due anni della scuola superiore e che molte delle norme inserite nella legge finanziaria sono specificamente dirette a contrastare tale fenomeno, sia a monte che a valle. È infatti acclarato che la dispersione è più alta laddove manca una scuola dell'infanzia di qualità e laddove è scarso il tasso di istruzione complessivo. La manovra finanziaria contiene quindi un piano straordinario per gli asili nido e l'istituzione dei classi "primavera" per i bambini dai 24 ai 36 mesi, da un lato, e il consolidamento della formazione tecnica superiore e l'educazione degli adulti, dall'altro.

Egli si esprime poi in favore dell'apertura pomeridiana delle scuole, che già alcune regioni stanno attuando con risorse proprie, osservando che rappresenta una grande scelta culturale e politica contro la criminalità.

In tal senso, risulta decisivo il potenziamento dell'autonomia scolastica, rafforzato dall'attribuzione diretta alle scuole dei fondi per le supplenze, che supera le rigidità precedenti. Anche il massiccio piano di assunzione del precariato si inserisce nella medesima logica di rafforzamento dell'autonomia, perché la stabilità dei docenti risulta indispensabile in un'ottica di sviluppo dei progetti autonomi. Condivide peraltro che la soppressione delle graduatorie permanenti debba essere collegata ad una verifica dell'andamento delle assunzioni e a un progetto condiviso di riforma del reclutamento.

Quanto alle misure di razionalizzazione delle spese correnti, si dichiara favorevole in quanto contestuali a progetti espansivi della scolarità. Non ritiene del resto che una riduzione o un aumento del numero dei docenti sia sufficiente di per sè a migliorare l'organizzazione scolastica, in assenza di modifiche strutturali sull'articolazione del lavoro. In tal senso, sollecita una riflessione sull'organico funzionale.

Condivide infine le critiche già espresse in merito alla clausola di salvaguardia.

 

Il senatore DAVICO (LNP) critica anzitutto il metodo a suo avviso antidemocratico con cui il Centro-sinistra procede alla riforma della scuola, inserendo in finanziaria modifiche strutturali dell'organizzazione scolastica, che implicano ben venti provvedimenti attuativi. Fra queste, cita anzitutto l'innalzamento dell'obbligo scolastico, che si pone drammaticamente in linea di continuità con il prolungamento di un anno disposto dall'ex ministro Berlinguer. In entrambi i casi, si tratta a suo avviso di norme che non tutelano i più deboli, in quanto trascurano la realizzazione di un progetto formativo individualizzato. Inoltre, tale misure sembrano demonizzare il lavoro, rinnegandone il ruolo formativo, come se esso non potesse rappresentare una modalità di piena realizzazione della persona.

Quanto all'apertura pomeridiana delle scuole, egli richiama i crescenti episodi di bullismo e vandalismo, segnalando l'inopportunità di costringere i ragazzi a tornare a scuola nel pomeriggio anche laddove si tratta di un contesto che essi sentono estraneo e contro cui protestano attraverso atti di violenza. Al contrario, ritiene preferibile incentivare iniziative di eccellenza da parte di aziende sul territorio, che potrebbero risultare assai più utili ai fini della formazione.

Ritiene infine che il diritto-dovere introdotto nella scorsa legislatura fosse la risposta più adeguata alle esigenze della società contemporanea.

 

Il senatore MARCONI (UDC) lamenta l'assenza di una visione complessiva, evidenziata del resto anche in occasione dell'esame del disegno di legge n. 960, di riforma degli esami di maturità.

Apprezza tuttavia le due aperture mostrate dal senatore Ranieri, in tema di graduatorie permanenti e di superamento della clausola di salvaguardia, che si augura siano inserite nel rapporto alla Commissione bilancio.

Riferisce poi del profondo senso di scoramento che vivono i docenti, che pure per il 70 per cento hanno votato a favore del Centro-sinistra.

Sottolinea altresì l'esigenza di tenere conto dell'impegno finanziario delle famiglie connesso alle numerose attività extra scolastiche, spesso curate da personale scelto direttamente dai dirigenti scolastici senza alcuna selezione. Tali costi occulti vanificano infatti l'asserita gratuità del percorso scolastico, tanto più alla luce del previsto innalzamento dell'obbligo.

Quanto alla gratuità dei libri di testo, invita il Ministero a dare precise indicazioni ai docenti onde evitare ripetuti ed ingiustificati cambi dei manuali, che sollevano il sospetto di connivenze con le case editrici.

 

Il senatore MAURO (FI) riporta le numerose obiezioni avanzate nel corso delle audizioni svolte dall'Ufficio di Presidenza della Commissione, che del resto hanno già avuto risonanza in altri interventi. In particolare, ricorda la contrarietà manifestata nei confronti della riduzione dell'organico ATA, dell'incremento del rapporto alunni/docenti, dell'insufficienza delle norme sul precariato e della mancanza di fondi adeguati per i rinnovi contrattuali. Si tratta, ricorda, di obiezioni sollevate dai sindacati e da settori tradizionalmente vicini alla maggioranza di Governo, che non possono quindi essere accusati di strumentalizzazione. Il quadro della manovra finanziaria è del resto oggettivamente preoccupante, anche e soprattutto per un'impostazione culturale che rinnega gli impegni presi in campagna elettorale.

In nome della tradizione liberale a cui si ispira, egli invoca che a tutti i cittadini sia davvero garantito lo stesso punto di partenza, al fine di poter efficacemente superare le disuguaglianze sociali. La prima manovra finanziaria del Centro-sinistra ha invece registrato l'unanime protesta di sociologi, pedagogisti ed economisti, che la ritengono drammaticamente sbagliata.

Ricorda poi che l'Associazione italiana editori ha manifestato perplessità sull'ipotesi di noleggiare i libri per dieci anni in considerazione dell'inevitabile usura. Al riguardo, deplora che il Governo non abbia scelto di utilizzare a questo fine, di grande rilievo sul piano sociale, anche solo una minima parte dei 25 miliardi di maggiori entrate dovute alle politiche del precedente Esecutivo.

Sollecita infine la maggioranza a dimostrare coerenza con i propri principi, senza sacrificarli all'obbedienza di schieramento, e a dare quindi prova di coraggio con atteggiamenti concreti.

 

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica la relatrice SOLIANI (Ulivo), la quale prende atto che restano aperte questioni strutturali che la manovra finanziaria non può risolvere. In particolare, rammenta i costi reali per le famiglie e la questione morale sottolineata dal senatore Valditara in ordine agli impegni assunti in campagna elettorale, sul cui rispetto decideranno peraltro i cittadini italiani.

Quanto alle risorse disponibili, ricorda che la manovra è stata costruita con gli importi indicati nel Documento di programmazione economico-finanziaria. Occorre quindi valutare positivamente i numerosi segnali di investimento in settori nuovi quali gli asili nido, le classi "primavera" e le maggiori opportunità per i ragazzi. Si tratta infatti di un primo passo, che tuttavia non riesce ancora a corrispondere pienamente alle esigenze.

Al senatore Mauro, conferma comunque di essere ragionevolmente soddisfatta della manovra, che pure si impegna a cercare di migliorare nei limiti del possibile. Né lo scoramento della classe docente rappresenta una novità, atteso che da anni la scuola patisce restrizioni di ogni genere.

Con particolare riferimento al piano di assunzioni di 150.000 precari ritiene che non si tratti di una mera dichiarazione di intenti, bensì di una chiara scelta politica che aggredisce anche se non sconfigge definitivamente una piaga sociale.

È drammatica, d'altro lato, la difesa di uno strumento inadeguato come le graduatorie permanenti. Al riguardo, conviene tuttavia che esse debbano essere superate solo se completamente esaurite.

Sui dirigenti scolastici, prende atto dell'unanime consenso a garantirne la specificità.

Ricorda invece che l'innalzamento dell'obbligo scolastico è stato inserito nella manovra finanziaria perché la maggioranza ha scelto di non predisporre un provvedimento di riforma ad hoc, a differenza dell'ex ministro Moratti che a suo tempo decise di contrapporsi frontalmente al precedente riordino condotto a termine dal suo predecessore, riuscendo tuttavia a modificare completamente solo il primo ciclo e non anche il secondo.

L'innalzamento dell'obbligo scolastico, che attua un principio costituzionale e si connette all'elevamento dell'età per l'accesso al lavoro, cerca peraltro di dare una risposta efficace alla dispersione scolastica, senza corrispondere affatto all'impostazione coercitiva paventata dal senatore Davico. Nella medesima ottica di contrastare gli abbandoni si pongono del resto le misure a favore degli asili di nido e dell'educazione degli adulti.

Condivide invece le osservazioni del senatore Asciutti in ordine all'opportunità di rivedere gli insegnamenti degli istituti professionali contestualmente alla riduzione del carico orario e si associa alla richiesta di chiarimenti in ordine alla valutazione dell'attività dell'IRRE e dell'INDIRE al fine di meglio definire l'attività della nascente Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia.

Concorda altresì con le osservazioni della senatrice Capelli, secondo cui la finanziaria pone le premesse del cambiamento senza riuscire a condurlo a termine sul piano strutturale.

Condivide infine le perplessità sul noleggio dei libri scolastici, ritenendo a sua volta che il possesso dei libri debba restare all'alunno.

 

Agli intervenuti replica altresì il vice ministro Mariangela BASTICO, la quale tiene ad illustrare il senso della manovra finanziaria predisposta dal Governo.

In primo luogo, l'Esecutivo ritiene che la scuola non possa sopportare ulteriori tagli, ma che ogni processo di razionalizzazione debba essere connesso a misure di riqualificazione e sviluppo, applicative del programma di Governo.

In tal senso debbono quindi essere lette le norme del disegno di legge finanziaria, come ad esempio l'incremento dello 0,4 per cento del rapporto alunni/docenti, cui è collegato l'incremento degli studenti derivante dall'innalzamento dell'obbligo e dalle classi "primavera".

Nell'ottica del Governo, la scuola deve essere più inclusiva e ridurre drasticamente il tasso di abbandoni attualmente pari al 22-23 per cento e quindi molto lontano dall'obiettivo europeo del 10 per cento entro il 2010.

La scuola deve essere altresì più sicura e in tal senso sono stati aumentati per 250 milioni di euro i fondi per l'edilizia scolastica, rifinanziati una sola volta nei cinque anni di Governo di Centro-destra. A ciò si aggiungono i 300 milioni per l'adeguamento anti-sismico e il recupero di tutte le risorse fino ad ora non spese che ammontano ad altri 300 milioni. Né va dimenticato che si tratta di cofinanziamenti, destinati a coinvolgere anche le regioni e gli enti locali.

La manovra finanziaria si prefigge altresì l'obiettivo di stabilizzare il personale attraverso un piano triennale volto ad assorbire il precariato in proporzioni nuove rispetto al passato. Nel confermare che si tratta di cifre assolutamente realistiche, ella sottolinea che occorrerà poi elaborare anche nuove modalità di reclutamento.

Con riferimento ai dirigenti scolastici, ella conviene con l'esigenza di assicurare parità di trattamento fra i candidati del concorso ordinario e quelli del concorso riservato e di ampliare a tre anni il processo di stabilizzazione.

Quanto al personale ATA, concorda con la relatrice che 20.000 nuove assunzioni sono effettivamente poche a fronte delle carenze di organico. Occorre tuttavia porre particolare attenzione, prosegue, nella elaborazione di nuove norme sul reclutamento ad evitare la formazione di nuovo precariato.

Sottolinea indi la novità di assegnare direttamente alle scuole le risorse per il funzionamento, comprese le supplenze brevi, in un'ottica di rafforzamento dell'autonomia. Si tratta peraltro di un percorso che deve essere accompagnato ed in tal senso assicura l'impegno del Governo.

Nega invece che l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia nasca sulla base di una valutazione negativa dell'IRRE e dell'INDIRE. Tali istituti non hanno tuttavia lavorato per supportare l'autonomia delle scuole, mentre risulta necessario un organismo di servizio che definisca le linee guida comuni rispetto alle articolazioni sul territorio.

Passando alle misure di razionalizzazione sulla spesa, rileva che il Ministero rappresenta un immenso centro di spesa, con 42 miliardi di finanziamenti, un milione di dipendenti e 56.000 plessi scolastici. È quindi irrealistico immaginare che non vi siano margini di miglioramento. Occorre al contrario una scelta di campo che, a giudizio del Governo, deve andare nel senso di concentrare le risorse sull'autonomia.

Quanto alla riduzione del carico orario negli istituti professionali, ribadisce che esso è attualmente troppo pesante e rappresenta un elemento di difficoltà più che di qualità.

Con riferimento al diritto allo studio, riferisce che il noleggio dei libri di testo rappresenta un'esperienza già in atto in molte scuole, in assenza tuttavia di una idonea base giuridica. Si tratta di assicurare la necessaria copertura ad un'iniziativa meritevole che le scuole possono svolgere in piena autonomia, senza scopi di lucro.

In ordine alle graduatorie permanenti, ella ritiene anzitutto che occorra superare le modalità di reclutamento che producono il precariato. Condivide altresì l'esigenza di salvaguardare coloro che attualmente vi risultano iscritti, purché esse siano poste ad esaurimento. L'assunzione di 150.000 precari è volta del resto ad assorbire gran parte del fenomeno, mentre ai rimanenti deve essere garantito un percorso verso l'inquadramento.

Quanto infine alla clausola di salvaguardia, ritiene che quanto meno le risorse per l'autonomia ne debbano essere escluse.

 

La relatrice SOLIANI (Ulivo) illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazioni (pubblicato in allegato al presente resoconto).

 

Per dichiarazione di voto contrario interviene il senatore VALDITARA (AN), il quale ribadisce che le razionalizzazioni di spesa sono condivisibili solo se prevedono il reinvestimento dei risparmi nel medesimo settore. Altrimenti, esse configurano veri e propri tagli, come nel caso di specie che destina i 3,200 miliardi di riduzioni nel settore dell'istruzione a beneficio del debito pubblico. Né si tratta di interventi che possono essere compensati dalla destinazione di risorse molto modeste per finalità specifiche più o meno discutibili, quali l'educazione degli adulti, l'innalzamento dell'obbligo scolastico, l'istituzione delle classi "primavera". La finanziaria in esame destina infatti appena 220 milioni di euro per una decina di iniziative, mentre il solo innalzamento dell'obbligo scolastico ne richiederebbe 500, a testimonianza del carattere assolutamente demagogico della politica di Centro-sinistra.

Entrando nel merito dello schema di rapporto illustrato dalla relatrice, giudica anzitutto troppo generica l'osservazione n. 1, che risulta a suo avviso inidonea a garantire il mantenimento del rapporto 1/138 degli insegnanti di sostegno.

Anche l'osservazione n. 2 risulta eccessivamente generica, non definendo la sorte delle graduatorie permanenti nel caso in cui esse non fossero esaurite nell'anno scolastico 2010-2011.

Quanto all'osservazione n. 3, essa non affronta a suo avviso il problema della discriminazione a danno dei presidi incaricati.

Condivide invece l'osservazione n. 4.

Chiede pertanto la votazione per parti separate dello schema di rapporto, invocando precisazioni sulle osservazioni n. 1 (con riferimento agli insegnanti di sostegno), n. 2 (al fine di mantenere le graduatorie permanenti sino all'esaurimento del precariato) e n. 3 (per corrispondere alle esigenze dei presidi incaricati).

Ribadisce comunque la palese contraddizione della maggioranza di Governo, che ha disposto tagli pesanti a danno della scuola anziché assicurare le risorse promesse in campagna elettorale.

 

La senatrice NEGRI (Aut), pur preannunciando un voto favorevole sullo schema di rapporto della relatrice, dichiara di non condividerne le osservazioni, che a suo avviso non rispecchiano la problematicità manifestata dalla stessa relatrice e dal vice ministro Mariangela Bastico.

Con particolare riguardo al reclutamento, ella ritiene che occorre sollecitare il Governo in modo più cogente ad individuare modalità idonee a valorizzare le competenze e il merito, anziché restare perennemente nel cono d'ombra del precariato.

Quanto alla clausola di salvaguardia, non condivide che ne debba essere chiesto il superamento, che si porrebbe in contrasto con il Documento di programmazione economico-finanziaria. Tutt'al più ne suggerisce una rimodulazione.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) prende atto delle sollecitazioni della senatrice Negri in favore di una valorizzazione del merito dei docenti. Ricorda tuttavia che l'attuale maggioranza ritiene di dover modificare l'articolo 5 della legge n. 53 del 2003, che prevedeva appunto modalità di formazione e reclutamento selettive e premiali, senza trascurare il precariato.

Nel preannunciare un voto contrario sullo schema di rapporto, rinnova indi la propria critica nei confronti del Governo, che non ha colto l'occasione degli oltre 20 miliardi di maggiori entrate per realizzare riforme di sistema.

Nell'associarsi alla richiesta di votazione del rapporto per parti separate, prende indi atto, con riferimento all'osservazione n. 1, che la maggioranza giudica sufficiente l'attuale numero degli insegnanti di sostegno, nonostante nella scorsa legislatura abbia accusato il Centro-destra di ridurlo eccessivamente. Sempre con riferimento alla medesima all'osservazione chiede peraltro se il richiamo all'organico funzionale sia riferito a quello di istituto o di distretto.

 

In una breve interruzione la relatrice SOLIANI (Ulivo) precisa che intende riferirsi all'organico della istituzione scolastica.

 

Riprendendo la propria dichiarazione di voto, il senatore ASCIUTTI (FI) condivide le perplessità del senatore Valditara sull'osservazione n. 2. Ritiene tuttavia indispensabile riflettere sulla valorizzazione del merito, come del resto sottolineato anche dalla senatrice Negri, non potendosi assumere i giovani solo dopo aver esaurito le graduatorie permanenti.

Con riferimento all'osservazione n. 3, sollecita la relatrice a recepire il suggerimento del vice ministro Mariangela Bastico in ordine all'ampliamento a tre anni delle procedure di riassorbimento dei dirigenti scolastici.

Condivide infine l'osservazione n. 4.

 

Il senatore RANIERI (Ulivo) dichiara il proprio voto favorevole allo schema di rapporto della relatrice, cui suggerisce tuttavia alcune modifiche.

Nell'ambito del richiamo ai commi 278 e 279 dell'articolo 18 della finanziaria, propone anzitutto di sostituire la parola "presso" con le altre "avvalendosi di".

All'osservazione n. 2 suggerisce poi di sostituire il secondo periodo con il seguente "Al riguardo, si propone una verifica sulla capacità del progetto di riassorbire l'insieme del precariato e di valutare i tempi di superamento delle graduatorie permanenti, anche alla luce delle nuove norme sul reclutamento". Alla medesima osservazione n. 2, ritiene altresì opportuno sopprimere le parole "quanto meno".

Invita infine la relatrice a recepire l'indicazione del vice ministro Mariangela Bastico in ordine alla possibilità di ampliare al triennio le procedure di riassorbimento dei dirigenti scolastici e di modificare l'osservazione n. 4 sostituendo le parole da "secondo cui" fino alla fine con le seguenti "atteso che le economie di spesa indicate nel comma 276 vanno commisurate all'aumento della scolarità, in parte già in atto e in parte derivante dalle misure previste dalla finanziaria. Si raccomanda di escludere comunque dall'applicazione della clausola di salvaguardia le risorse a sostegno dell'autonomia scolastica".

 

Il senatore VALDITARA (AN) ribadisce l'esigenza di modificare l'osservazione n. 3 con un richiamo esplicito al superamento dell'attuale discriminazione a danno dei presidi incaricati.

 

Conviene il vice ministro Mariangela BASTICO, la quale invita altresì la relatrice a sopprimere, nell'ambito del richiamo al comma 262, lettera a), dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria, il riferimento alla riduzione di 19.000 docenti, che non rappresenta un dato oggettivo, bensì una quantificazione tecnica.

 

La senatrice CAPELLI (RC-SE) dichiara a sua volta il voto favorevole sullo schema di rapporto, pur non condividendo il giudizio positivo sul comma 289 dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria.

Nel merito delle osservazioni, auspica che la n. 2 sia integrata nel senso di precisare che tutto il precariato deve essere assorbito.

Quanto all'osservazione n. 3, ai associa alla proposta di fare esplicito riferimento ai presidi incaricati e il suggerimento di estendere il riassorbimento al triennio.

Condivide invece l'osservazione n. 4 nella sua formulazione attuale.

 

Recependo le indicazioni emerse, la relatrice SOLIANI (Ulivo) presenta una riformulazione dello schema di rapporto dianzi illustrato, pubblicato in allegato al presente resoconto.

 

La Commissione procede indi alla votazione per parti separate dello schema di rapporto come riformulato, approvando a maggioranza il dispositivo dalle parole "La Commissione" fino a "formula quindi un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria", all'unanimità le osservazioni nn. 1, 2 , 3 e 4 ed a maggioranza lo schema di rapporto nel suo complesso.

 

La relatrice SOLIANI (Ulivo) esprime compiacimento per il risultato raggiunto, a cui si augura facciano seguito proposte emendative condivise da tutti gli schieramenti.

 

Il seguito dell'esame congiunto è rinviato.


SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DALLA RELATRICE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-bis e 1184-ter - Tabelle 7 e 7-ter) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

"La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero della pubblica istruzione, per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

 

premesso che:

si tratta della prima manovra finanziaria del nuovo Governo di Centro-sinistra, che interpreta il Paese prendendo atto delle sue condizioni e secondo la visione del futuro propria dell'Esecutivo,

la comunicazione (COM (2006) 481) della Commissione europea individua nell'efficienza ed equità nei sistemi di istruzione e formazione i temi chiave per promuovere il processo di modernizzazione degli Stati membri, come previsto dalla strategia di Lisbona,

la manovra in esame, robusta e strutturale, persegue i tre obiettivi di politica economica e sociale già individuati nel DPEF (risanare i conti del Paese, favorirne la crescita, ristabilire l'equità) e, relativamente al settore dell'istruzione, può essere suddivisa in tre grandi aree: quella degli investimenti, quella di sviluppo dell'autonomia e quella di stabilizzazione del personale,

 

con riferimento all'area degli investimenti, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dall'articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 284, che istituisce le cosiddette "sezioni primavera" per i bambini dai 24 ai 36 mesi, sostituendo l'istituto dell'anticipo scolastico,

i commi 278 e 279, che innalzano a 16 anni l'obbligo scolastico e, contestualmente, l'età minima per l'accesso al lavoro, ribadendo opportunamente il regime di gratuità dei primi tre anni delle scuole superiori e dei percorsi di istruzione e formazione professionale e autorizzando accordi fra Ministero e regioni per l'effettuazione di progetti finalizzati alla riduzione della dispersione scolastica anche presso strutture formative accreditate,

il comma 286, che dispone il potenziamento dell'istruzione per gli adulti con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana da parte degli immigrati, prevedendo fra l'altro la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti e dei corsi serali funzionanti presso le istituzioni scolastiche in strutture articolate su base provinciale e dotate di autonomia amministrativa, organizzativa e didattica, facendo così corrispondere all'innalzamento dei livelli di istruzione gli indispensabili interventi sui servizi,

il comma 285, che prevede la riorganizzazione del sistema dell'istruzione e della formazione tecnica superiore (IFTS),

il comma 287, che autorizza la spesa di 30 milioni di euro per incrementare la dotazione di attrezzature tecnologiche di supporto alla didattica in tutti gli ordini di scuola.

 

Con riferimento all'area di sviluppo dell'autonomia, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dal medesimo articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 261, che assegna direttamente alle istituzioni scolastiche le risorse per il personale (con esclusione degli stipendi) e per il funzionamento delle scuole, che evidentemente presuppone la redazione di bilanci adeguati con chiara esplicitazione delle spese per supplenze e per l'offerta formativa, e prevede una specifica attività di monitoraggio da parte del Ministero sulle spese in tal modo effettuate dalle istituzioni scolastiche,

il comma 282, che reca misure per l'ampliamento dell'offerta formativa anche al di fuori dell'orario di lezione, in un'ottica di apertura al territorio, particolarmente efficace per contrastare i fenomeni di dispersione scolastica e di violenza nella scuola,

i commi 267 e 268, che istituiscono e disciplinano l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, la quale assume i compiti svolti dagli Istituti regionali di ricerca educativa (IRRE) e dall'Istituto nazionale di documentazione e ricerca educativa (INDIRE), contestualmente soppressi,

i commi da 269 a 272, che modificano la disciplina relativa all'Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione (INVALSI), il cui comitato direttivo viene sostituito da un comitato di indirizzo, al fine di assicurare la qualità dei risultati in un'ottica di comparazione internazionale e adeguamento degli enti agli obiettivi sul piano della valutazione, in parallelo con quanto stabilito per i settori dell'università e della ricerca,

il comma 262, lettera b), che modifica il rapporto fra docenti di sostegno e alunni (attualmente definito in ragione di 1 ogni 138 in ambito provinciale), con l'individuazione di organici corrispondenti alle effettive esigenze rilevate attraverso certificazioni idonee a definire appropriati interventi formativi,

il comma 289, che incrementa di 100 milioni di euro a decorrere dal 2007 le risorse delle scuole non statali, con priorità per la scuola dell'infanzia,

il comma 280, che autorizza 250 milioni di euro nel triennio per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica, destinando il 50 per cento delle risorse alla messa in sicurezza e all'adeguamento a norma degli edifici scolastici.

 

Con riferimento all'area di interventi per la stabilizzazione del personale della scuola, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dal medesimo articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 262, lettera c), che prevede un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di 150.000 docenti precari, l'eliminazione della valutazione doppia del servizio prestato nelle scuole di montagna e negli istituti penitenziari e l'inclusione nel secondo scaglione delle graduatorie di insegnamento di strumento musicale nella scuola media dei docenti abilitati per l'insegnamento di educazione musicale,

il comma 274, che sancisce la ridefinizione delle procedure concorsuali per i dirigenti scolastici,

il comma 275, che dispone in via transitoria la nomina sui posti vacanti dei candidati al concorso ordinario ancora in fase di svolgimento che abbiano superato le prove propedeutiche.

 

Con riferimento alle norme volte a razionalizzare la spesa, in un'ottica di serietà e rigore che non vada a detrimento della qualità della scuola, la Commissione manifesta condivisione per le seguenti norme recate dal medesimo articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 262, lettera a), che comporta un lieve incremento del numero di alunni per classe, con una riduzione pari a 19.000 docenti, contestualmente a misure di contrasto della dispersione scolastica e di riequilibrio fra le diverse aree del Paese,

il comma 265, che prefigura un programma di mobilità per i docenti inidonei all'insegnamento,

il comma 266, che sancisce un piano di riconversione professionale dei docenti soprannumerari,

il comma 262, lettera f),che reca norme per la revisione degli ordinamenti dell'istruzione professionale, con una riduzione del carico orario delle lezioni a partire dall'anno scolastico 2007-2008,

il comma 273, che riduce da tre a due il numero dei revisori dei conti delle scuole.

 

Formula quindi un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria.

1. Con riferimento al comma 262, lettera b), si richiama l'attenzione sull'esigenza di evitare assolutamente una riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, che rappresentano il punto di riferimento principale per l'integrazione dei ragazzi disabili. Ciò, in attesa che si creino le condizioni per una scelta strategica di più ampia portata con riguardo all'organico funzionale.

2. Con riferimento al comma 262, lettera c), si raccomanda che il piano triennale di assunzioni rappresenti solo il primo passo, seguito, nei prossimi mesi, da un piano programmatico per le cessazioni dal servizio e le assunzioni, per il reclutamento e la formazione dei docenti (con particolare riferimento alla sorte delle SSIS e dei corsi abilitanti) e per l'organico funzionale. Ciò, affinchè non si creino più i presupposti per la formazione del precariato, le graduatorie permanenti risultino definitivamente esaurite entro il 2010-2011 e in ogni caso il precariato possa essere riassorbito. Quanto alla prevista assunzione di 20.000 unità di personale ATA, si auspica che tale numero possa essere quanto meno raddoppiato.

3. Con riferimento ai commi 274 e 275, si raccomanda un riassorbimento dei posti di dirigente scolastico sui posti vacanti onde consentire in futuro una regolamentazione più organica delle modalità di reclutamento.

4. Si sollecita il superamento del comma 277 (cosiddetta "clausola di salvaguardia") secondo cui, in caso di mancato conseguimento delle economie di spese indicate nel comma 276, le dotazioni di bilancio del Ministero saranno ridotte in maniera lineare fino alla concorrenza dei risparmi previsti".


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-bis e 1184-ter - Tabelle 7 e 7-ter) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

"La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero della pubblica istruzione, per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

 

premesso che:

si tratta della prima manovra finanziaria del nuovo Governo di Centro-sinistra, che interpreta il Paese prendendo atto delle sue condizioni e secondo la visione del futuro propria dell'Esecutivo,

la comunicazione (COM (2006) 481) della Commissione europea individua nell'efficienza ed equità nei sistemi di istruzione e formazione i temi chiave per promuovere il processo di modernizzazione degli Stati membri, come previsto dalla strategia di Lisbona,

la manovra in esame, robusta e strutturale, persegue i tre obiettivi di politica economica e sociale già individuati nel DPEF (risanare i conti del Paese, favorirne la crescita, ristabilire l'equità) e, relativamente al settore dell'istruzione, può essere suddivisa in tre grandi aree: quella degli investimenti, quella di sviluppo dell'autonomia e quella di stabilizzazione del personale,

 

con riferimento all'area degli investimenti, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dall'articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 284, che istituisce le cosiddette "sezioni primavera" per i bambini dai 24 ai 36 mesi, sostituendo l'istituto dell'anticipo scolastico,

i commi 278 e 279, che innalzano a 16 anni l'obbligo scolastico e, contestualmente, l'età minima per l'accesso al lavoro, ribadendo opportunamente il regime di gratuità dei primi tre anni delle scuole superiori e dei percorsi di istruzione e formazione professionale e autorizzando accordi fra Ministero e regioni per l'effettuazione di progetti finalizzati alla riduzione della dispersione scolastica anche avvalendosi di strutture formative accreditate,

il comma 286, che dispone il potenziamento dell'istruzione per gli adulti con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana da parte degli immigrati, prevedendo fra l'altro la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti e dei corsi serali funzionanti presso le istituzioni scolastiche in strutture articolate su base provinciale e dotate di autonomia amministrativa, organizzativa e didattica, facendo così corrispondere all'innalzamento dei livelli di istruzione gli indispensabili interventi sui servizi,

il comma 285, che prevede la riorganizzazione del sistema dell'istruzione e della formazione tecnica superiore (IFTS),

il comma 287, che autorizza la spesa di 30 milioni di euro per incrementare la dotazione di attrezzature tecnologiche di supporto alla didattica in tutti gli ordini di scuola.

 

Con riferimento all'area di sviluppo dell'autonomia, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dal medesimo articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 261, che assegna direttamente alle istituzioni scolastiche le risorse per il personale (con esclusione degli stipendi) e per il funzionamento delle scuole, che evidentemente presuppone la redazione di bilanci adeguati con chiara esplicitazione delle spese per supplenze e per l'offerta formativa, e prevede una specifica attività di monitoraggio da parte del Ministero sulle spese in tal modo effettuate dalle istituzioni scolastiche,

il comma 282, che reca misure per l'ampliamento dell'offerta formativa anche al di fuori dell'orario di lezione, in un'ottica di apertura al territorio, particolarmente efficace per contrastare i fenomeni di dispersione scolastica e di violenza nella scuola,

i commi 267 e 268, che istituiscono e disciplinano l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, la quale assume i compiti svolti dagli Istituti regionali di ricerca educativa (IRRE) e dall'Istituto nazionale di documentazione e ricerca educativa (INDIRE), contestualmente soppressi,

i commi da 269 a 272, che modificano la disciplina relativa all'Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione (INVALSI), il cui comitato direttivo viene sostituito da un comitato di indirizzo, al fine di assicurare la qualità dei risultati in un'ottica di comparazione internazionale e adeguamento degli enti agli obiettivi sul piano della valutazione, in parallelo con quanto stabilito per i settori dell'università e della ricerca,

il comma 262, lettera b), che modifica il rapporto fra docenti di sostegno e alunni (attualmente definito in ragione di 1 ogni 138 in ambito provinciale), con l'individuazione di organici corrispondenti alle effettive esigenze rilevate attraverso certificazioni idonee a definire appropriati interventi formativi,

il comma 289, che incrementa di 100 milioni di euro a decorrere dal 2007 le risorse delle scuole non statali, con priorità per la scuola dell'infanzia,

il comma 280, che autorizza 250 milioni di euro nel triennio per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica, destinando il 50 per cento delle risorse alla messa in sicurezza e all'adeguamento a norma degli edifici scolastici.

 

Con riferimento all'area di interventi per la stabilizzazione del personale della scuola, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dal medesimo articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 262, lettera c), che prevede un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di 150.000 docenti precari, l'eliminazione della valutazione doppia del servizio prestato nelle scuole di montagna e negli istituti penitenziari e l'inclusione nel secondo scaglione delle graduatorie di insegnamento di strumento musicale nella scuola media dei docenti abilitati per l'insegnamento di educazione musicale,

il comma 274, che sancisce la ridefinizione delle procedure concorsuali per i dirigenti scolastici,

il comma 275, che dispone in via transitoria la nomina sui posti vacanti dei candidati al concorso ordinario ancora in fase di svolgimento che abbiano superato le prove propedeutiche.

 

Con riferimento alle norme volte a razionalizzare la spesa, in un'ottica di serietà e rigore che non vada a detrimento della qualità della scuola, la Commissione manifesta condivisione per le seguenti norme recate dal medesimo articolo 18 del disegno di legge finanziaria:

il comma 262, lettera a), che comporta un lieve incremento del numero di alunni per classe, contestualmente a misure di contrasto della dispersione scolastica e di riequilibrio fra le diverse aree del Paese,

il comma 265, che prefigura un programma di mobilità per i docenti inidonei all'insegnamento,

il comma 266, che sancisce un piano di riconversione professionale dei docenti soprannumerari,

il comma 262, lettera f),che reca norme per la revisione degli ordinamenti dell'istruzione professionale, con una riduzione del carico orario delle lezioni a partire dall'anno scolastico 2007-2008,

il comma 273, che riduce da tre a due il numero dei revisori dei conti delle scuole.

 

Formula quindi un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria.

1. Con riferimento al comma 262, lettera b), si richiama l'attenzione sull'esigenza di evitare assolutamente una riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, che rappresentano il punto di riferimento principale per l'integrazione dei ragazzi disabili. Ciò, in attesa che si creino le condizioni per una scelta strategica di più ampia portata con riguardo all'organico funzionale dell'istituzione scolastica.

2. Con riferimento al comma 262, lettera c), si raccomanda che il piano triennale di assunzioni rappresenti solo il primo passo, seguito, nei prossimi mesi, da un piano programmatico per le cessazioni dal servizio e le assunzioni, per il reclutamento e la formazione dei docenti (con particolare riferimento alla sorte delle SSIS e dei corsi abilitanti) e per l'organico funzionale. Al riguardo, si propone una verifica sulla capacità del progetto di riassorbire l'insieme del precariato e di valutare i tempi di superamento delle graduatorie permanenti, anche alla luce delle nuove norme sul reclutamento. Quanto alla prevista assunzione di 20.000 unità di personale ATA, si auspica che tale numero possa essere raddoppiato.

3. Con riferimento ai commi 274 e 275, si raccomanda un riassorbimento dei posti di dirigente scolastico sui posti vacanti nei prossimi tre anni onde consentire in futuro una regolamentazione più organica delle modalità di reclutamento, estendendo fra l'altro la normativa prevista dalla finanziaria per il concorso ordinario a quello riservato per i dirigenti incaricati.

4. Si sollecita il superamento del comma 277 (cosiddetta "clausola di salvaguardia"), atteso che le economie di spesa indicate nel comma 276 vanno commisurate all'aumento della scolarità, in parte già in atto e in parte derivante dalle misure previste dalla finanziaria. Si raccomanda di escludere comunque dall'applicazione della clausola di salvaguardia le risorse a sostegno dell'autonomia scolastica.


ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI (7a)

Mercoledì 29 novembre 2006

45a Seduta

Presidenza della Presidente

Vittoria FRANCO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 7 e 7-ter) Stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 17, 17-bis e 17-ter) Stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ) , approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Seguito e conclusione dell'esame della Tabella 17 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole con osservazioni)

 

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

La PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale sulla Tabella 17 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com), nel richiamarsi alle osservazioni critiche contenute nella relazione introduttiva del relatore Ranieri, osserva innanzitutto che il dibattito sul disegno di legge finanziaria può essere un'occasione per elaborare proposte migliorative di un testo ancora parzialmente difforme rispetto agli obiettivi di lungo periodo del Governo in tema di ricerca.

Esprime poi piena condivisione sul collegamento del disegno di legge finanziaria al VII Programma quadro dell'Unione europea in materia di ricerca, che rappresenta un'opportunità per sviluppare processi di innovazione a livello internazionale di cui purtroppo, a suo avviso, non è ancora ben chiara la portata. Suggerisce al riguardo che si costituisca una commissione ad hoc in sede governativa al fine di verificare la piena attuazione delle disposizioni del suddetto VII Programma quadro.

L'attuale manovra finanziaria - ella prosegue - è orientata a contrastare l'impoverimento generale del sistema universitario e il proliferare di sedi, corsi di laurea e atenei telematici, nell'ottica di valorizzare l'eccellenza e il merito.

Ritiene inoltre prioritario mettere in moto un processo strutturale di investimenti in ricerca, stabilire nuove regole per favorire gli investimenti privati con conseguenti benefici collettivi, nonché sfruttare appieno le potenzialità di sviluppo del mondo dell'università e della ricerca.

Nonostante le positive misure disposte dal disegno di legge finanziaria, le università - provviste di autonomia costituzionalmente garantita - sono dotate a suo giudizio di risorse ancora troppo esigue, a causa di carenze ereditate dagli anni precedenti e al contempo legate al doveroso rispetto dell'obiettivo di risanare i conti pubblici.

Lamenta quindi l'insostenibilità dell'attuale situazione degli atenei, atteso che l'accesso alla ricerca e ai dottorati, soprattutto per coloro privi di mezzi finanziari, è assai difficile, data peraltro l'esiguità delle borse di studio. In tale prospettiva, reputa urgente elaborare nuove proposte in tema di adeguamento del Fondo per il finanziamento ordinario (FFO), di contrasto del precariato e di disciplina degli enti di ricerca.

Giudica infine opportuno aumentare gli strumenti del diritto allo studio, in linea con gli obiettivi del programma dell'Unione, tanto più che l'attuale sistema universitario discrimina gli studenti provenienti da famiglie con livelli culturali medio-bassi.

 

Il senatore VALDITARA (AN) rammenta anzitutto il pesante taglio di risorse a danno del settore universitario, operato sia dal decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto "decreto Bersani") sia dal disegno di legge finanziaria in esame. A ciò si aggiunge l'assoluta mancanza di una prospettiva di riforma complessiva dell'università e della ricerca, che testimonia l'improvvisazione dell'azione di Governo e una inadeguata concezione dello sviluppo del sistema universitario, tanto che i responsabili di tali scelte sembrano sprovvisti di una valida esperienza del mondo accademico.

Stigmatizza inoltre i pesanti danni arrecati dal "decreto Bersani" nei confronti delle università più virtuose, la penalizzazione nelle spese per l'erogazione di servizi essenziali, nonché il ritiro disposto dal Ministro dei decreti relativi alla programmazione universitaria, i quali a suo avviso rappresentavano misure meritocratiche poiché redistribuivano le risorse sulla base di criteri di efficienza.

Dopo aver rimarcato l'opportunità di escludere gli atenei dagli effetti del decreto-legge n. 223 del 2006, egli ricorda che esso ha influito negativamente anche sulla condizione degli studenti stranieri, per i quali la no tax area non trova applicazione.

Pur riconoscendo che durante l'esame presso la Camera dei deputati sono state modificate le norme relative al reclutamento dei ricercatori, ritiene insufficienti tali misure, atteso che le nuove assunzioni potranno aver luogo solo a partire dal 2008. A tal proposito, nega che durante la passata legislatura non siano stati banditi concorsi e siano stati imposti indiscriminati blocchi di assunzione: tra il 2004 e il 2005, infatti, sono stati banditi concorsi per coprire rispettivamente 2.774 e 3.093 posti da ricercatore, i quali, grazie a lunghe battaglie parlamentari, non sono stati interessati da disposizioni che impedivano le assunzioni. L'attuale disegno di legge finanziaria dispone invece l'assunzione di sole 500 unità.

Ricorda poi che nella versione iniziale del disegno di legge finanziaria era previsto un doppio canale di reclutamento per i ricercatori nonché una impropria delega al Governo per la disciplina di tali figure, determinando un quadro assai farraginoso. Anche nel testo attuale, il disegno di legge prospetta comunque un sistema nazionale poco chiaro, disattento all'autonomia universitaria.

La manovra colpisce poi indiscriminatamente tutte le spese essenziali per la ricerca, come dimostrano i tagli lineari sulla tabella C di cui al comma 208 dell'articolo 18 e gli accantonamenti previsti dal comma 206, che interessano altresì i fondi universitari diversi dal FFO, ivi compresi quelli destinati alle università non statali.

Quanto alla razionalizzazione delle sedi di cui al comma 306, egli afferma che la misura pregiudica anche corsi di studio decisamente rilevanti per i territori. In proposito, egli ritiene che l'obiettivo principale sia quello di garantire la qualità dell'università, a prescindere dal numero di atenei esistenti, attraverso un sistema di valutazione adeguato che garantisca una corretta distribuzione delle risorse.

Ritiene altresì che l'originaria proposta governativa volta a eliminare gli scatti biennali di stipendio per i ricercatori e i professori fosse totalmente errata, tanto più che le risorse per il mondo accademico sono scarse.

Giudica poi aberranti le disposizioni contenute nel decreto-legge n. 262 del 2006 concernenti la delegificazione degli enti di ricerca, le quali espongono tali istituti al rischio di provvisorietà e a forme di ricatto politico.

Dopo aver deplorato l'assenza nel testo originario del disegno di legge delle disposizioni riguardanti la possibilità di destinare il 5 per mille dell'imposta sul reddito alla ricerca e dopo aver stigmatizzato le opinioni del ministro Mussi circa le modalità di nomina dei vertici degli enti di ricerca secondo logiche di natura assembleare, prende atto con soddisfazione che anche secondo l'Esecutivo la nascente Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) si pone in continuità con l'operato dei precedenti Governi. Al riguardo, ritiene tuttavia che debbano essere definiti i criteri di composizione dell'organo.

Ribadendo l'indirizzo critico espresso in merito ai tentativi di depotenziare gli enti di ricerca, puntualizza che il decreto-legge n. 35 del 2005 aveva destinato alla ricerca industriale somme ben più consistenti di quelle richiamate dal relatore Ranieri nella relazione introduttiva. L'attuale maggioranza, in occasione dell'esame di quel decreto-legge, aveva peraltro criticato il provvedimento - in maniera incoerente con quanto dichiarato in merito all'attuale disegno di legge finanziaria - poiché a suo avviso era suscettibile di ridurre le risorse alla ricerca pubblica.

Con riferimento al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), egli ritiene poi insensato istituire nuovi fondi dopo aver ridotto le risorse per le funzioni essenziali della ricerca e della didattica.

Ripercorrendo i numerosi tagli disposti da leggi volute dal Centro-sinistra e ricordando i dati forniti sia dalla Conferenza dei rettori che da organi di stampa vicini allo stesso Esecutivo, egli reputa altresì che il Governo abbia gravemente tradito le promesse fatte durante la campagna elettorale, dimostrando di non avere un'idea chiara dello sviluppo e di procedere senza scrupoli alla riduzione degli investimenti.

Egli annuncia infine che il suo Gruppo ripresenterà alcuni degli emendamenti respinti alla Camera dei deputati volti a recuperare la riduzione dei consumi intermedi per gli atenei, a reintegrare il FFO in considerazione del fabbisogno aggiuntivo, a costituire un fondo speciale per valorizzare l'eccellenza e il merito, nonché a escludere dai tagli gli strumenti del diritto allo studio, le risorse per l'edilizia universitaria e le università private.

 

La senatrice GAGLIARDI (RC-SE) nel rivolgere un apprezzamento all'operato del ministro Mussi, sottolinea alcune criticità in merito alle norme del disegno di legge finanziaria che riguardano il settore della ricerca, peraltro non interamente attribuibili alla presente gestione.

Quanto al giudizio politico dell'opposizione circa le promesse elettorali non mantenute, frutto di semplificazioni inaccettabili, ella rammenta il negativo operato del Governo Berlusconi, non ispirato ad un'idea di politica intesa come costruzione e come scelta.

L'università e la ricerca sono invece a suo giudizio in crisi a causa del rispetto di necessari vincoli di compatibilità di bilancio, sia europei che internazionali, i quali impongono economie di spesa.

Non a caso, nei giorni scorsi ha avuto luogo un clamoroso sciopero del mondo accademico, l'autorevole senatrice Levi Montalcini ha criticato la manovra finanziaria e lo stesso ministro Mussi ha minacciato le dimissioni.

Ella giudica quindi opportuno un intervento migliorativo sul testo del disegno di legge finanziaria, anche nell'ottica di sviluppare l'idea per cui solo investendo in ricerca e innovazione si può arrestare il declino di un Paese. Tuttavia, lo strumento della legge finanziaria non può esaurire tutte le risposte necessarie.

Con riferimento all'ANVUR, ella esprime l'urgenza di procedere ad una elaborazione dei criteri per la valutazione, soprattutto in vista della loro applicazione alla ricerca di base (che sfugge alle logiche di puro mercato) e alla didattica. Occorre al riguardo acquisire una visione di lungo periodo, atteso che una corretta valutazione non può basarsi su dati incompleti.

Sarebbe poi utile a suo giudizio avanzare proposte di modifica del disegno di legge finanziaria finalizzate a limitare gli effetti negativi del comma 206 e a risolvere il problema dei precari. A tal proposito coglie l'occasione per ricordare la difficile situazione dei lavoratori precari che svolgono funzioni di rilevatori Istat.

Dopo aver espresso alcune perplessità relative a disposizioni del disegno di legge finanziaria suscettibili di provocare contrasti tra i vari enti pubblici, ella si augura infine che in futuro si presti maggiore attenzione alla redazione dei testi normativi.

 

Il senatore BUTTIGLIONE (UDC), dopo aver contestato la filosofia ispiratrice delle misure recate dal disegno di legge finanziaria, nega l'esistenza di una disastrosa eredità dovuta al Governo precedente, atteso che la legge finanziaria 2005 aveva disposto un rientro dal deficit pari al 3,8 per cento e che tale obiettivo è stato pienamente raggiunto e addirittura superato.

Al riguardo, esprime peraltro la sua contrarietà a che la sanzione europea per i rimborsi IVA confluisca nel deficit anziché transitare direttamente nel debito pubblico, con conseguente manipolazione dei dati.

Ritiene invece più utile che lo Stato riduca il prelievo fiscale sui cittadini, in quanto l'aumento della spesa pubblica non sempre ha effetti di promozione dello sviluppo.

Il disegno di legge finanziaria in esame si presta poi a suo giudizio a numerose critiche - mosse anche a livello internazionale - in quanto aumenta le tasse e riduce la spesa con ripercussioni negative per l'economia, imponendo sacrifici eccessivi per la collettività. Il vero banco di prova per l'Esecutivo risiede del resto nella capacità di rendere positivo il differenziale tra la crescita complessiva italiana e quella europea, finora fortemente penalizzante per l'Italia.

Il Governo avrebbe dovuto - prosegue - sfruttare le maggiori entrate e il positivo ciclo economico di quest'anno in maniera organica, restituendo ad esempio fiducia all'università. L'azione dell'Esecutivo risulta invece orientata a ridurre le spese essenziali degli atenei da un lato e a costituire nuovi centri di spesa dall'altro, controllati in forma indiretta dal potere politico, con conseguente crollo della produttività dei ricercatori.

Alla luce di tali considerazioni, egli giudica urgente intervenire sul testo in esame al fine di ripristinare livelli accettabili dei consumi intermedi e di abrogare le norme - peraltro incostituzionali - del decreto-legge fiscale in ordine alla delegificazione degli enti di ricerca, su cui è stato accolto dal Governo un ordine del giorno presentato presso il Senato. Ritiene altresì necessario introdurre forme di valorizzazione del merito nella distribuzione delle risorse, utilizzando criteri rigorosi da applicare anche alla ricerca di base.

Dopo aver osservato che nel testo del disegno di legge finanziaria sono introdotte norme che rilegificano ambiti precedentemente demandati alla disciplina di di rango secondario (come ad esempio il comma 36 dell'articolo 18), invita infine il Governo a prestare maggiore cura nella redazione delle norme e a chiarire le indicazioni recate dai commi 471 e 472, rispettivamente sulla decorrenza del FIRST e sull'ammontare delle risorse stanziate.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI), dopo aver ribadito i pesanti effetti dei tagli in settori nevralgici per il Paese e dopo aver deplorato la riduzione delle spese intermedie per gli atenei nonché la riduzione del numero delle sedi periferiche, sollecita la maggioranza ad individuare soluzioni migliorative condivise.

Al riguardo osserva che le maggiori entrate derivanti dall'operato del precedente Governo consentono margini di intervento sul testo del disegno di legge finanziaria, al fine di evitare una tassazione eccessiva. L'impostazione del disegno di legge finanziaria può pertanto a suo avviso essere oggetto di attività emendativa per sanare situazioni dannose per l'università. Invita infine la maggioranza a procedere in tal senso coerentemente con le criticità sollevate.

 

La senatrice NEGRI (Aut), pur prendendo atto con rammarico della situazione di crisi in cui versa il mondo della ricerca, auspica che nel corso della legislatura i finanziamenti per il settore soddisfino gli obiettivi di Lisbona e raggiungano i livelli dell'OCSE.

Si richiama poi al Settimo rapporto sullo stato del sistema universitario redatto dal Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (CNVSU), nel quale sono descritti il progressivo definanziamento del FFO, dovuto anche a carenze strutturali, e le spese che l'Italia destina per gli studenti universitari frequentanti, di gran lunga inferiori rispetto a quelle stanziate ad esempio dalla Germania e dalla Gran Bretagna.

Anche in considerazione di tali informazioni, ella giudica urgente affrontare tre priorità: gli istituti del diritto allo studio, i consumi intermedi e la valutazione del sistema universitario.

Nonostante le ripercussioni negative del "decreto Bersani", il comparto dell'università e della ricerca ha del resto raggiunto un faticoso pareggio tra le entrate e le uscite, ma persistono ancora criticità, riferite ad esempio al settore dell'edilizia universitaria.

Esprime infine disponibilità ad elaborare una strategia emendativa che recuperi un complessivo atteggiamento di insoddisfazione del Paese.

 

Il senatore MAURO (FI), alla luce dei dati citati dalla senatrice Negri, invita a non soffermarsi esclusivamente sulle cifre onde consentire una riflessione politica di più ampio respiro.

L'entità della manovra finanziaria in esame dimostra che il Governo ha operato delle scelte consapevoli, che egli giudica dannose per l'università e motivate esclusivamente da calcoli di natura burocratica privi di un preciso disegno politico. A tal proposito, manifesta sconcerto rispetto alla passività dell'attuale maggioranza, la quale sacrifica la propria coerenza a ragioni di mera opportunità.

Urge pertanto un chiarimento sulla strategia dell'Esecutivo, al fine di verificare la possibilità di ricercare soluzioni condivise in vista del miglioramento del testo, atteso che il dialogo proficuo fra maggioranza e opposizione non può a suo giudizio basarsi su logiche di appartenenza partitica.

Le proposte emendative devono quindi - prosegue - ripristinare quanto meno le risorse preesistenti, sottraendo ad esempio gli enti di ricerca dalle conseguenze dei tagli onde consentire una programmazione pluriennale.

Nel ricordare le obiezioni sollevate dai rappresentanti dei ricercatori nel corso delle audizioni svolte dall'Ufficio di Presidenza della Commissione sul disegno di legge finanziaria, egli rimarca inoltre l'importanza di assicurare la concertazione tra i soggetti coinvolti, nel rispetto dell'autonomia universitaria.

Dopo aver puntualizzato che gli atenei non si configurano quali organi dello Stato, come ribadito in una recente sentenza della Corte di cassazione, egli conclude giudicando eccessiva l'ingerenza dell'azione di Governo nel mondo universitario, ispirata ad un atteggiamento culturale oscurantista e pregiudizievole per l'interesse nazionale.

 

Il senatore MARCONI (UDC) si sofferma sulle misure di contrasto della proliferazione di nuove facoltà o corsi di studio di cui al comma 306.

Al riguardo, pur concordando sull'obiettivo di limitare l'aumento di corsi di laurea in sedi periferiche, egli ritiene contraddittoria la formulazione della norma in esame. Infatti, considerata l'autonomia universitaria, gli atenei devono a suo giudizio poter liberamente decidere come distribuire le risorse, eventualmente anche istituendo nuove facoltà, nel rispetto delle disponibilità di bilancio; in tale ottica, il comma 306 risulterebbe superfluo. Viceversa, data la penuria di fondi, sarebbe più utile una norma maggiormente incisiva volta ad impedire la creazione di nuovi corsi di laurea per un periodo pari almeno ad un triennio, onde procedere ad un attento monitoraggio senza tuttavia penalizzare eccessivamente le realtà locali.

Giudica altresì paradossale che le risorse destinate al settore dell'università non confluiscano in un fondo unico, il cui utilizzo sia demandato ai singoli atenei, come peraltro accade in favore delle istituzioni scolastiche.

Coglie infine l'occasione per esprimere riserve sull'introduzione del meccanismo del "3+2" nel sistema universitario.

 

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica il relatore RANIERI (Ulivo), il quale ritiene anzitutto naturale la diversità di giudizi tra maggioranza e opposizione sugli effetti del disegno di legge finanziaria, pur ricordando, alla luce di parametri oggettivi come quelli forniti dall'OCSE, che nella scorsa legislatura la spesa pubblica era aumentata oltre misura, con una progressiva riduzione dell'avanzo primario. A tal proposito rammenta al senatore Buttiglione che le previsioni in merito al debito pubblico per il 2006 risultano pari al 4,8 per cento del prodotto interno lordo.

Quanto alle osservazioni del senatore Mauro, ribadisce che la maggioranza darà pieno supporto al Governo in occasione della votazione finale sul disegno di legge finanziaria, manifestando tuttavia disponibilità ad individuare soluzioni condivise.

A prescindere dalle valutazioni sull'operato del Governo precedente, puntualizza poi che tra il 2001 e il 2006 i fondi per la ricerca e l'università hanno registrato una considerevole riduzione, a cui il disegno di legge finanziaria tenta di porre rimedio. Solo attraverso lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione è infatti a suo avviso possibile individuare una strategia per il futuro.

Esprime altresì particolare compiacimento per le proposte migliorative del testo avanzate nel corso della discussione, tra cui la salvaguardia dei consumi intermedi per gli atenei (quantificabili in circa 90 milioni di euro) rispetto ai tagli disposti dal "decreto Bersani" e l'incremento degli strumenti del diritto allo studio a fini di valorizzazione del merito e di garanzia delle pari opportunità.

Condivide inoltre l'obiettivo di risolvere il problema del precariato, sollevato dalla senatrice Gagliardi. A tal proposito, suggerisce di includere un riferimento specifico agli assegnisti di ricerca nell'ambito del piano di assunzione di giovani ricercatori negli enti di ricerca.

Rispetto alle opinioni dei senatori Valditara e Buttiglione, concorda sull'opportunità di stanziare un finanziamento aggiuntivo da destinare sulla base dei risultati della valutazione svolta dall'ANVUR, atteso che le risorse presenti nel FFO non sono sufficienti. Ipotizza al riguardo una quantificazione di tale stanziamento, pari a circa 200 milioni di euro.

In merito alla delegificazione della disciplina degli enti di ricerca, disposta dal decreto-legge n. 262 del 2006, condivide le obiezioni sollevate in ordine alla scelta dello strumento utilizzato. Il ministro Mussi ha del resto accolto un ordine del giorno presentato al Senato in linea con il parere reso dalla Commissione in occasione dell'esame del decreto-legge n. 262 del 2006, a dimostrazione dell'attenzione nei confronti del Parlamento, e si accinge a presentare in Consiglio dei Ministri un apposito disegno di legge delega.

A fronte dell'impegno manifestato dal Governo su tale aspetto, egli invita l'opposizione ad esprimere la disponibilità - previo accordo tra i rispettivi Capigruppo - a svolgere un dibattito approfondito sulla disciplina degli enti di ricerca, affinchè il Senato possa assumere un ruolo propulsore in occasione dell'esame del provvedimento.

 

Replica a sua volta il sottosegretario MODICA, che registra con favore l'accresciuto interesse della stampa e dell'opinione pubblica verso l'università e la ricerca, segno di un'attenzione bipartisan.

In merito alle osservazioni della senatrice Pellegatta, egli concorda con la presa d'atto degli interventi migliorativi del testo del disegno di legge finanziaria dopo il passaggio in prima lettura alla Camera dei deputati.

Quanto alle opinioni della senatrice Gagliardi sulla elaborazione dei criteri per la valutazione, precisa che le Commissioni parlamentari saranno pienamente coinvolte in occasione dell'esame del relativo schema di decreto ministeriale, come previsto dal decreto-legge n. 262 del 2006. Condivide inoltre l'opportunità di definire un corretto equilibrio tra l'intervento statale e le necessità del mercato.

Dichiara poi l'impegno del Governo a risolvere la questione del precariato, anche con riferimento ai problemi dei rilevatori Istat.

In ordine alle modalità di redazione dei testi normativi, egli si duole che il testo del disegno di legge finanziaria sia assai complesso, come purtroppo è accaduto di frequente anche nella scorsa legislatura.

Risponde poi al senatore Buttiglione, osservando anzitutto che il passaggio della sanzione comunitaria per i rimborsi IVA attraverso il deficit prima dell'assorbimento nel debito pubblico non rappresenta affatto un tentativo di manipolazione dei dati, bensì il doveroso rispetto delle regole di onestà contabile, che non possono essere violate per fini politici.

Né, prosegue, la manovra finanziaria in esame alimenta in alcun modo gli apparati burocratici, a differenza di quelle del Governo Berlusconi che hanno davvero costantemente aumentato la spesa pubblica.

Ribadendo quanto già affermato in ordine all'approccio dell'Esecutivo rispetto alla competizione sul mercato, lamenta che l'opposizione non rechi un contributo fattivo nella costruzione di valori condivisi.

Nega poi che il disegno di legge finanziaria rechi norme lesive dell'autonomia universitaria, mentre - con riferimento alla presunta contraddizione tra il taglio dei consumi intermedi e l'incremento dei fondi per la ricerca - osserva che quest'ultima rientra pienamente nella gestione ordinaria, che viene dunque correttamente incentivata.

Condivide invece l'obiettivo di escludere dall'applicazione del cosiddetto "decreto Bersani" anche il settore dell'università.

Quanto alla proposta di aumentare le disponibilità del FFO, si dichiara senz'altro favorevole; richiama tuttavia l'attenzione sull'esigenza di promuovere, nel contempo, il merito, con particolare riferimento a quelle università che si dimostrino in grado di selezionare gli obiettivi in base alla qualità.

Risponde infine alle richieste di chiarimenti di dettaglio del senatore Buttiglione, precisando che la data di confluenza degli altri fondi nel FIRST è ovviamente il 2007 (come risulta chiaramente dal disegno di legge di bilancio), che la sua dotazione aggiuntiva è indiscutibilmente pari a 300 milioni di euro e che il comma 36 non comporta alcuna legificazione.

Passando alle osservazioni del senatore Asciutti, replica che il comma 306 dell'articolo 18 fa divieto alle università di istituire nuove facoltà o corsi di studio nelle sedi decentrate ma non sospende alcuna attività esistente. Peraltro, preannuncia un emendamento del Governo volto a consentire l'autorizzazione per nuovi corsi e facoltà nelle sedi attuali. Conviene infatti con il senatore Valditara che il numero delle università non sia eccessivo di per sé, ma che il problema sia la proliferazione di nuove sedi, che in passato ha provocato fenomeni patologici.

Concorda indi con la senatrice Negri sulle priorità indicate: diritto allo studio, recupero dei consumi intermedi, valutazione, edilizia universitaria. A tale ultimo proposito ricorda peraltro che si tratta di un settore gravemente definanziato nella scorsa legislatura, sicché attualmente le risorse disponibili sono insufficienti a pagare i mutui già accesi.

Al senatore Mauro fa poi osservare che dei 19 miliardi di euro destinati dalla finanziaria allo sviluppo, uno è destinato alla ricerca. Di tale somma, un terzo è peraltro dedicato alla ricerca universitaria e i restanti due terzi alla ricerca privata.

Precisa inoltre che non vi è una riduzione degli investimenti per l'università: si tratta infatti di un dato tecnico, relativo alla limitazione del fabbisogno, che rappresenta una costante delle manovre finanziarie. Anzi, quest'anno l'importo relativo all'università è stato limitato in misura inferiore rispetto ad altri settori.

Né corrisponde al vero che la manovra finanziaria rechi modifiche normative al settore universitario, tranne in un caso, che peraltro favorisce l'autonomia. Con riguardo ai concorsi per ricercatori universitari, si stabilisce infatti che essi siano svolti in sede locale, ma in una cornice di regole definite con maggiore serietà.

Nel ribadire quanto già affermato relativamente agli emendamenti approvati nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati alle norme che riducevano gli scatti stipendiali dei docenti, conviene infine che gli atenei non rappresentino organi dello Stato, come del resto autorevolmente sostenuto dalla giurisprudenza. Ciò non può tuttavia determinare, a suo avviso, un completo disinteressamento dello Stato.

Conferma indi al senatore Marconi, che aveva criticato il divieto di istituire nuovi corsi di laurea, l'intenzione del Governo di renderlo meno stringente, laddove sussistano idonei requisiti di qualità.

Il Sottosegretario risponde infine alle obiezioni mosse dal senatore Valditara, negando decisamente che la finanziaria sia frutto di inesperienze. Al contrario, ritiene che essa rappresenti un'attenta, seppur difficile, mediazione fra punti di vista diversi, anche nell'opinione pubblica.

Dopo aver rimarcato l'importanza del comma 659 in materia di istituzioni di alta formazione artistica e musicale, egli conviene poi sulla prospettiva di escludere le università dall'applicazione del taglio sui consumi intermedi operato dal "decreto Bersani".

Quanto all'assunzione di 500 ricercatori, cui il senatore Valditara opponeva le oltre 2.500 assunzioni disposte nel 2004 dall'allora ministro Moratti, egli ricorda che queste ultime erano connesse al turn over, mentre quella autorizzata dall'attuale manovra finanziaria è aggiuntiva. Né corrisponde al vero che si tratti di 500 unità, essendo stato cancellato il limite di una assunzione per ogni professore ordinario cessato dal servizio. Al contrario, con la disponibilità di 80 milioni di euro, le assunzioni saranno circa 1.700, atteso che ogni ricercatore costa circa 50.000 euro all'anno. Peraltro, si tratta solo della prima tranche, che il Governo conta di incrementare a circa 10.000 nel quinquennio.

Egli precisa poi che il blocco delle assunzioni fino al 2008 non riguarda le università; peraltro, in considerazione della lentezza delle procedure di reclutamento, ritiene che sarebbe un successo se nel 2008 fossero davvero assunti tutti i ricercatori.

Con riguardo alle modalità di inquadramento, egli ne richiama il carattere locale sancito nel testo approvato dalla Camera dei deputati, a differenza della versione originaria del provvedimento.

Conviene invece con l'opportunità di escludere dagli accantonamenti disposti dal comma 206 anche le università non statali e preannuncia un emendamento del Governo in tal senso.

Dopo aver ribadito quanto già sostenuto in merito al divieto di istituire nuovi corsi di laurea nelle sedi decentrate e alla modifica della norma che tagliava gli scatti stipendiali dei docenti, si sofferma sulla delegificazione degli enti di ricerca. Al riguardo, prende atto della convergenza in favore del ricorso alla delega legislativa, che anch'egli condivide. Non potendo tale strumento avere ingresso nella manovra finanziaria, conferma quindi che il Consiglio dei Ministri si appresta a varare un apposito disegno di legge, al quale egli si augura possa essere riconosciuta una corsia preferenziale.

Nel rammentare che, alla Camera dei deputati, è stata reintrodotta la norma che consente di devolvere il 5 per mille del gettito delle imposte a progetti di ricerca, egli dichiara infine che l'incremento dei fondi in favore della ricerca non corre il rischio di essere vanificato dai tagli. Le articolazioni del settore sono infatti, a suo avviso, sufficientemente robuste da poter trarre profitto da una crescita degli investimenti, come ha dimostrato anche il recente rapporto di valutazione del CIVR.

 

Il relatore RANIERI (Ulivo) illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato al presente resoconto.

 

Per dichiarazione di voto interviene il senatore VALDITARA (AN), il quale rivendica anzitutto la legittimità delle sue critiche al disegno di legge finanziaria, ancorché in alcuni casi rivolte alla sua versione originaria. Sono infatti proprio le proposte iniziali del Governo che ne manifestano le vere intenzioni, piuttosto che il successivo esame parlamentare, animato in questo caso da una sollevazione corale del mondo accademico. Né alla Camera dei deputati è stato possibile rimediare alle carenze finanziarie della manovra, che tuttora palesa un incomprensibile accanimento contro le università.

Quanto all'assunzione di ricercatori, egli conferma che per il 2007 non si potrà andare oltre le 500 unità, atteso che le risorse a disposizione ammontano a 20 milioni di euro.

Entrando nel merito dello schema di rapporto illustrato dal relatore, egli contesta anzitutto l'affermazione, contenuta nelle premesse, secondo cui il FFO sarebbe stato sensibilmente decurtato nella scorsa legislatura. Al contrario, egli ricorda che negli ultimi anni il Fondo ha conosciuto un consistente aumento.

Quanto all'osservazione n. 2 giudica insufficiente la presa d'atto che gli aumenti assicurati sono inidonei a bilanciare i tagli dei consumi intermedi operati dal "decreto Bersani". Chiede pertanto di integrare detta osservazione con il richiamo all'ulteriore fabbisogno del Fondo dovuto agli incrementi stipendiali previsti per legge. La stessa Conferenza dei rettori ha del resto quantificato tale fabbisogno ulteriore in circa 350 milioni di euro.

Esprime invece apprezzamento per l'osservazione n. 4, che recepisce un'istanza ripetutamente sollevata da Alleanza Nazionale in favore di un fondo specifico da distribuire agli atenei più meritevoli sulla base dei risultati della valutazione.

Passando all'osservazione n. 5, egli rammenta di aver più volte sconsigliato al Governo di inserire il riordino degli enti di ricerca nell'ambito della manovra finanziaria. Prende peraltro atto con soddisfazione della scelta della maggioranza di ritornare sui suoi passi, abrogando i commi da 143 a 145 del decreto-legge n. 262 facendo contestualmente ricorso alla delega legislativa.

Manifesta infine perplessità per l'osservazione n. 6, che giudica di carattere sindacale.

 

Il senatore ASCIUTTI (FI) precisa anzitutto che, nell'intervento in discussione generale, intendeva far riferimento alla possibilità della sede universitaria di Terni di istituire nuovi corsi, impedita dal comma 306.

Quanto al merito del rapporto illustrato dal relatore, che giudica complessivamente troppo enfatico, ne chiede la votazione per parti separate, manifestando un orientamento favorevole sulle prime cinque osservazioni e contrario sull'osservazione n. 6. Preannuncia altresì voto contrario sul complesso del rapporto.

 

Il relatore RANIERI (Ulivo) nega che il rapporto sia enfatico. In particolare, ritiene che l'osservazione n. 2 rappresenti l'unico modo per aprire una trattativa sostanziale con il Ministero dell'economia volta ad assicurare più fondi al comparto universitario.

Con riferimento all'osservazione n. 6, sottolinea che nelle università e negli enti di ricerca sono più frequenti gli assegni di ricerca che i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Raccogliendo le sollecitazioni avanzate, si dichiara tuttavia disponibile a sopprimere tale osservazione.

Recepisce inoltre la richiesta del senatore Valditara di integrare l'osservazione n. 2 con un richiamo all'ulteriore fabbisogno del FFO.

Presenta conseguentemente uno schema di rapporto favorevole con osservazioni riformulato, pubblicato in allegato al presente resoconto, che viene posto ai voti per parti separate.

 

La Commissione approva, a maggioranza, il dispositivo dalle parole "La Commissione" fino a "formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria", nonché l'osservazione n. 1. Approva poi, all'unanimità, le osservazioni nn. 2, 3, 4 e 5. Approva infine, a maggioranza, lo schema di rapporto nel suo complesso.

La PRESIDENTE dichiara concluso l'esame dei documenti di bilancio per quanto di competenza.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-bis, 1184-ter - TABELLE 17, 17-bis e 17-ter) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'università e della ricerca, per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

 

premesso che:

la manovra finanziaria attualmente in esame si inserisce in un quadro più ampio di interventi, che - per quel che concerne la ricerca - comprendono il VII Programma quadro dell'Unione europea, secondo l'impostazione impressa anche dal ministro Mussi, nonché le risorse stanziate dal decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto "decreto Bersani") per progetti di ricerca collegati alla innovazione industriale,

nella scorsa legislatura il Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) è stato sensibilmente decurtato, atteso che gli incrementi che sono rimasti al di sotto del tasso di inflazione,

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria.

1. Con riguardo alla ricerca, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dall'articolo 18:

i commi da 471 a 475, che istituiscono un Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), cui confluiscono le risorse dei progetti di interesse nazionale, del Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR), del Fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB) e del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) per quanto di competenza del Ministero e a cui viene riconosciuta una dotazione aggiuntiva di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 360 milioni di euro per l'anno 2009,

il comma 213, che istituisce un Fondo presso il Ministero dell'economia destinato alla stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e personale impiegato in attività di ricerca, nonché all'assunzione di vincitori di concorso, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007 e 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008,

il comma 205, che esclude gli enti di ricerca dall'applicazione del taglio sui consumi intermedi operato dal cosiddetto "decreto Bersani".

2. Registra con favore che il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) è escluso dall'applicazione degli accantonamenti disposti dal comma 206; rileva tuttavia che l'aumento assicurato dal disegno di legge finanziaria in esame non è sufficiente a bilanciare la riduzione conseguente al taglio dei consumi intermedi operato dal cosiddetto "decreto Bersani". Auspica quindi che anche il settore dell'università, come già quello degli enti di ricerca, possa essere escluso dall'applicazione della predetta norma.

3. Auspica che, nel corso dell'esame dei documenti di bilancio, gli effetti del comma 208 - recante un'ulteriore riduzione di tutti gli stanziamenti della Tabella C allegata al disegno di legge finanziaria - possano essere esclusi per tutti i settori dell'università e della ricerca. Il lodevole aumento di risorse in favore della ricerca finalizzata non avrebbe infatti modo di dispiegare i propri effetti positivi se si indeboliscono le risorse a disposizione delle università e degli enti per il loro funzionamento ordinario.

4. Sollecita un incremento dei fondi destinati al diritto allo studio, all'edilizia universitaria e alla valutazione, quali precondizioni per la valorizzazione del merito. Con particolare riferimento alle borse di studio, giudica inaccettabile che la relativa copertura possa scendere a livelli inferiori rispetto a quelli, già insufficienti, del 2006. In ordine all'edilizia, sollecita l'incremento del relativo capitolo, almeno fino alla copertura dei mutui già accesi. Quanto alla valutazione, auspica risorse aggiuntive da erogare alle università e agli enti di ricerca sulla base delle valutazioni della nascente Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca, e, nel periodo di transizione, delle valutazioni del CIVR e del CNVSU.

5. Raccomanda che sia sollecitamente data una risposta positiva all'ordine del giorno esaminato dall'Assemblea del Senato in occasione dell'esame del disegno di legge n. 1132, con riguardo al riordino degli enti di ricerca, attraverso la tempestiva presentazione di un disegno di legge delega in cui sia contestualmente disposta l'abrogazione dei commi da 143 a 145 del decreto-legge n. 262 del 2006.

6. Raccomanda che, con riferimento alle assunzioni a tempo determinato consentite dal comma 221, la riserva di una quota pari al 60 per cento in favore dei soggetti che abbiano stipulato uno o più contratti di collaborazione coordinata e continuativa sia estesa a coloro che abbiano svolto collaborazioni di ricerca nelle forme contrattuali più tipiche delle università e degli enti pubblici, nazionali ed internazionali, di ricerca (ad esempio, assegni di ricerca).


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-bis, 1184-ter – TABELLE 17, 17-bis e 17-ter) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'università e della ricerca, per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

 

premesso che:

la manovra finanziaria attualmente in esame si inserisce in un quadro più ampio di interventi, che - per quel che concerne la ricerca - comprendono il VII Programma quadro dell'Unione europea, secondo l'impostazione impressa anche dal ministro Mussi, nonché le risorse stanziate dal decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto "decreto Bersani") per progetti di ricerca collegati alla innovazione industriale,

nella scorsa legislatura il Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) è stato sensibilmente decurtato, atteso che gli incrementi che sono rimasti al di sotto del tasso di inflazione,

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria.

1. Con riguardo alla ricerca, esprime apprezzamento per le seguenti norme recate dall'articolo 18:

i commi da 471 a 475, che istituiscono un Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), cui confluiscono le risorse dei progetti di interesse nazionale, del Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR), del Fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB) e del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) per quanto di competenza del Ministero e a cui viene riconosciuta una dotazione aggiuntiva di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 360 milioni di euro per l'anno 2009,

il comma 213, che istituisce un Fondo presso il Ministero dell'economia destinato alla stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e personale impiegato in attività di ricerca, nonché all'assunzione di vincitori di concorso, con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2007 e 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008,

il comma 205, che esclude gli enti di ricerca dall'applicazione del taglio sui consumi intermedi operato dal cosiddetto "decreto Bersani".

2. Registra con favore che il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) è escluso dall'applicazione degli accantonamenti disposti dal comma 206; rileva tuttavia che l'aumento assicurato dal disegno di legge finanziaria in esame non è sufficiente a coprire per intero gli incrementi stipendiali, né a bilanciare la riduzione conseguente al taglio dei consumi intermedi operato dal cosiddetto "decreto Bersani". Auspica quindi che anche il settore dell'università, come già quello degli enti di ricerca, possa essere escluso dall'applicazione della predetta norma.

3. Auspica che, nel corso dell'esame dei documenti di bilancio, gli effetti del comma 208 - recante un'ulteriore riduzione di tutti gli stanziamenti della Tabella C allegata al disegno di legge finanziaria - possano essere esclusi per tutti i settori dell'università e della ricerca. Il lodevole aumento di risorse in favore della ricerca finalizzata non avrebbe infatti modo di dispiegare i propri effetti positivi se si indeboliscono le risorse a disposizione delle università e degli enti per il loro funzionamento ordinario.

4. Sollecita un incremento dei fondi destinati al diritto allo studio, all'edilizia universitaria e alla valutazione, quali precondizioni per la valorizzazione del merito. Con particolare riferimento alle borse di studio, giudica inaccettabile che la relativa copertura possa scendere a livelli inferiori rispetto a quelli, già insufficienti, del 2006. In ordine all'edilizia, sollecita l'incremento del relativo capitolo, almeno fino alla copertura dei mutui già accesi. Quanto alla valutazione, auspica risorse aggiuntive da erogare alle università e agli enti di ricerca sulla base delle valutazioni della nascente Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca, e, nel periodo di transizione, delle valutazioni del CIVR e del CNVSU.

5. Raccomanda che sia sollecitamente data una risposta positiva all'ordine del giorno esaminato dall'Assemblea del Senato in occasione dell'esame del disegno di legge n. 1132, con riguardo al riordino degli enti di ricerca, attraverso la tempestiva presentazione di un disegno di legge delega in cui sia contestualmente disposta l'abrogazione dei commi da 143 a 145 del decreto-legge n. 262 del 2006.


LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

Mercoledì 22 novembre 2006

37a Seduta

Presidenza della Presidente

DONATI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009, approvato dalla Camera dei deputati

 

- (Tabb. 10, 10-bis e 10-ter) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 11 e 11-ter) Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 16, 16-bis e 16-ter) Stato di previsione del Ministero dei trasporti per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5ª Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

La presidente DONATI dichiara aperto l'esame dei documenti di bilancio, per le parti di competenza della Commissione.

 

Il relatore MAZZARELLO (Ulivo) illustra lo stato di previsione del Ministero dei trasporti contenuto nella tabella 16 del bilancio pluriennale dello Stato per il triennio 2007-2009 e le parti connesse della legge finanziaria per l’anno 2007, consegnando alla Presidenza copia di una relazione scritta cui parzialmente rinvia. Dopo aver espresso un giudizio positivo sul contenuto della manovra finanziaria, evidenzia come gli interventi disposti nei documenti di bilancio abbiano risentito della necessità di fronteggiare la situazione di crisi nella quale si trovano alcuni settori del comparto trasporti, fra i quali in particolare il trasporto ferroviario, il sistema portuale ed il trasporto aereo.

Riferisce in primo luogo sulle disposizioni relative al settore portuale e alla cantieristica, delle quali pone in luce l'incisività ed innovatività. Dopo aver brevemente illustrato i commi 543 e 544 dell'articolo 18, i quali prevedono stanziamenti per il rifinanziamento del programma infrastrutture strategiche e del programma di potenziamento ed adeguamento delle infrastrutture delle Capitanerie di porto, si sofferma sulle disposizioni relative all'autonomia finanziaria delle Autorità portuali. Esprime un giudizio positivo sul comma 548, soprattutto per la parte in cui autorizza le Autorità portuali ad adottare misure volte a potenziare i servizi di sicurezza. Tali misure, infatti, sono ormai considerate da taluni Paesi come condizione imprescindibile per il mantenimento dei traffici commerciali marittimi.

Palesa poi il proprio favore per il carattere puntuale degli interventi di cui al comma 554, finalizzati alla realizzazione delle sole grandi infrastrutture portuali immediatamente cantierabili.

Dopo aver svolto talune considerazioni sul comma 559, in materia di sviluppo degli Hub portuali di interesse nazionale, si sofferma sul comma 560 esprimendo talune perplessità sulla formulazione della norma, nella parte in cui attribuisce parte delle risorse finanziarie ai porti di Augusta e di Cagliari. Giudica invece positivamente l'assegnazione del 50 per cento delle risorse stanziate per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro, quale oggettiva base logistica del Mediterraneo.

Con riguardo al tema della portualità, sottolinea come sarebbe opportuno che nel disegno di legge in esame, ai fini di un effettivo rilancio del settore portuale del nostro Paese, si prevedesse una disposizione volta a consentire le tecniche di dragaggio. Svolge quindi talune considerazioni sulle disposizioni relative alla sicurezza nei trasporti. Dopo aver valutato positivamente il comma 588, il quale destina risorse per l'aggiornamento del piano nazionale della sicurezza stradale, esprime apprezzamento per le misure di cui al comma 794.

Richiama quindi l'attenzione sulle disposizioni relative al settore ferroviario, osservando come gli interventi relativi al sistema Alta Velocità-Alta Capacità, debbano rappresentare solo una parte, per quanto positiva, di un più generale piano per il rilancio delle Ferrovie. Sollecita un'attenta riflessione sull'opportunità di attribuire alla società Ferrovie dello Stato, ai fini di consentirle di recuperare capitali dal mercato, la disponibilità dei pedaggi derivanti dal transito sulle linee di rete nazionale.

Sottolinea l'esigenza che le misure e gli interventi necessari a razionalizzare il servizio ferroviario non penalizzino in alcun modo la mobilità dei pendolari.

Per quel che riguarda gli interventi nel comparto del trasporto pubblico locale, si sofferma brevemente sul comma 572 osservando come tale norma sia finalizzata al miglioramento del servizio della mobilità dei pendolari, pregiudicato in passato dalla scarsità di risorse stanziate dalla legge n. 211 del 1992. Svolge quindi alcune considerazioni sul comma 734 relativo al rinnovo del contratto collettivo 2004-2007.

Per quel che concerne il settore dell'autotrasporto, dopo aver espresso un giudizio positivo sul contenuto delle disposizioni relative a tale comparto, evidenzia la necessità che in futuro siano adottate ulteriori misure concrete volte a restituire competitività a tale settore, prospettando, nel contempo, l'opportunità di prevedere il rifinanziamento degli interventi volti allo sviluppo dell'intermodalità.

Dopo aver espresso piena condivisione per le disposizioni in materia di demanio marittimo, palesa, infine, il proprio favore per il contenuto del comma 698 nella parte in cui prevede un trattamento di integrazione salariare straordinaria per i lavoratori portuali che prestano lavoro temporaneo nei porti.

 

Il relatore MONTINO (Ulivo) illustra lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture contenuto nella tabella 10 del bilancio pluriennale dello Stato per il triennio 2007-2009 e le parti connesse della legge finanziaria per l’anno 2007, consegnando alla Presidenza copia di una relazione scritta, alla quale parzialmente rinvia.

Osserva preliminarmente come il Governo si sia trovato ad inizio legislatura a dover affrontare una vera e propria situazione di emergenza nel settore infrastrutturale. La grave insufficienza delle risorse disponibili nelle casse dello Stato per la copertura delle opere di cui alla legge-obiettivo, ha imposto una rapida riflessione sulle scelte da intraprendere. Rileva come con i primi provvedimenti adottati, si sia cercato di far fronte all'emergenza finanziaria che nel settore delle infrastrutture stava per comportare l'immediata chiusura di cantieri già attivati. Per quanto riguarda poi l'individuazione degli interventi da realizzare, ricorda come sia stata avviata dal Ministro delle infrastrutture una rivisitazione del programma strategico definito nella scorsa legislatura, in un'ottica di individuazione delle priorità condivisa con le regioni, gli enti locali e territoriali. Dato il rilievo e la delicatezza delle scelte che verranno compiute per il futuro del Paese, sottolinea l'opportunità che alla definizione degli obiettivi che il Governo intende perseguire nell'ambito della politica infrastrutturale si pervenga dopo un approfondito confronto parlamentare.

In attesa del quadro complessivo degli interventi da realizzare, fa presente che le misure contenute nella manovra finanziaria che incidono sul settore delle infrastrutture testimoniano lo sforzo e l'impegno profuso dal Governo per rilanciare tali attività.

Nell'esprimere quindi apprezzamento per il contenuto del disegno di legge finanziaria in esame, osserva come sia previsto, per il rilancio del settore infrastrutturale, un incremento di risorse di circa il 25 per cento rispetto al 2006, il quale si dovrebbe tradurre in una crescita di investimenti pari circa a 4 miliardi di euro, con un notevole recupero rispetto al taglio operato dalla Finanziaria del precedente anno, che aveva ridotto gli stanziamenti del 23, 8 per cento. Evidenzia, poi, come gli interventi previsti dalla manovra finanziaria siano volti sostanzialmente al perseguimento di tre obiettivi: al rilancio del sistema del trasporto marittimo, attraverso la realizzazione delle autostrade del mare, al completamento delle opere infrastrutturali effettivamente prioritarie, tra le quali si segnalano gli interventi per la grande viabilità, ed infine al finanziamento di opere specifiche a livello locale, tra cui ricorda la Pedemontana e le misure volte a fronteggiare le esigenze infrastrutturali della grande viabilità e della rete ferroviaria della regione Friuli Venezia Giulia, nonché gli interventi per Roma capitale ed infine le misure finalizzate al miglioramento del sistema della viabilità del Mezzogiorno con particolare riferimento alla Sicilia e alla Calabria.

 

Il relatore sulla tabella n. 11, relativa al Ministero delle comunicazioni, senatore PAPANIA (Ulivo), nel rinviare al testo di una relazione scritta che ha predisposto e che consegna alla Presidenza, esprime una valutazione positiva sul contenuto della medesima tabella e sulle parti di competenza del disegno di legge finanziaria. A suo avviso l’insieme delle risorse finanziarie previste appare compatibile con le esigenze di intervento prospettate dal Ministro delle comunicazioni anche nel corso dell'audizione svolta presso la Commissione. Osserva, in particolare, che sulla base dei dati contenuti nella seconda nota di variazioni si registra un aumento di dotazione di circa 81 milioni di euro rispetto alla precedente versione e che, in termini di competenza, lo stato di previsione per il 2007 raggiunge il totale di 310 milioni di euro. Occorre tener presente, tuttavia, che la parte preponderante degli stanziamenti finanziari per il settore delle comunicazioni fa capo a postazioni di bilancio riferite al Ministero dell’Economia. Da ciò deriva un problema di carattere generale concernente le attribuzioni di responsabilità della spesa derivante dalla eccessiva centralizzazione di esse presso lo stesso Ministero. Sarebbe preferibile, infatti, determinare una più precisa corrispondenza tra competenze funzionali dei Ministeri e attribuzione delle risorse, in modo da rendere più chiari i processi di spesa e controllabile il raggiungimento degli obbiettivi. Si sofferma quindi sull’analisi di previsione di competenza per centri di responsabilità, evidenziando come la parte più consistente delle risorse sia destinata ai servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione. Per quanto riguarda in particolare il settore delle telecomunicazioni osserva come venga data assoluta priorità alla diffusione della banda larga anche per il ruolo strategico di fattore di sviluppo e di coesione che essa può assumere nelle aree tecnologicamente meno avanzate. Il comma 505 dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria prevede, al tal fine, l’incremento del fondo per le aree sottosviluppate in linea con quanto previsto dal Programma per lo sviluppo della banda larga nel Mezzogiorno. Illustra, successivamente, il contenuto delle norme finalizzate ad agevolare la transizione verso il digitale terrestre e di quelle volte al rinnovo del parco apparecchi televisivi, nonché delle altre disposizioni relative alla diffusione della cosiddetta società dell’informazione.

Dopo aver formulato alcune valutazioni critiche sulle modalità di attuazione normativa delle finalità previste dal disegno di legge finanziaria, che determinano – come del resto era avvenuto nei precedenti esercizi finanziari – un depotenziamento del ruolo del Parlamento, ribadisce la propria valutazione positiva sul contenuto della tabella del bilancio relativa al Ministero delle comunicazioni per il triennio 2007-2009 e le connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

Martedì 28 novembre 2006

38a Seduta

Presidenza della Presidente

DONATI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

(Tabb. 10, 10-bis e 10-ter) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007

(Tabb. 11 e 11-ter) Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2007

(Tabb. 16, 16-bis e 16-ter) Stato di previsione del Ministero dei trasporti per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio.)

 

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 22 novembre scorso.

 

La PRESIDENTE ricorda che il termine per la presentazione degli emendamenti ed ordini del giorno è stato fissato dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi per le ore 17 di oggi.

 

Interviene sullo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e sulle relativeparti di competenza del disegno di legge finanziaria, il senatore MARTINAT (AN), il quale, dopo aver espresso il proprio apprezzamento per i risultati conseguiti dal precedente Governo nel settore infrastrutturale, attraverso l’attuazione delle misure di cui alla legge obiettivo, formula un giudizio negativo sulle scelte di politica infrastrutturale adottate dall'attuale Esecutivo. In particolare appare non del tutto condivisibile, secondo l'oratore, la decisione presa dal Ministro Di Pietro di procedere ad una rinegoziazione delle priorità direttamente con le Regioni interessate, la quale ha comportato un aumento del numero delle opere da realizzare, per le quali non sono state indicate le risorse necessarie.

Svolge quindi talune considerazioni critiche sugli interventi nel settore delle locazioni, lamentando l'insufficienza delle risorse stanziate nel disegno di legge finanziaria in merito. Preannuncia fin d'ora, anche a nome del proprio Gruppo, la disponibilità a supportare un eventuale emendamento volto ad incrementare tali stanziamenti. Precisa inoltre come, a differenza della passata legislatura, non siano stati previsti interventi finanziari volti a fronteggiare l’emergenza sfratti.

Per quel che concerne le norme relative all'ANAS ed in particolare il comma 577, il quale prevede la soppressione del sovrapprezzo tariffario autostradale attualmente disposto a favore del Fondo centrale di garanzia per le autostrade e le ferrovie metropolitane e l'istituzione di un nuovo sovrapprezzo da versare all'ANAS come corrispettivo per le prestazioni volte ad assicurare l'adduzione del traffico alle tratte autostradali in concessione, sottolinea come tali misure non consentano il superamento dei problemi di natura finanziaria di tale ente. Sollecita una riflessione sull'opportunità di prevedere il ricorso allo strumento della finanza di progetto per la realizzazione di talune opere, tra cui il tratto stradale Salerno-Reggio.

Svolge quindi considerazioni critiche sugli interventi disposti dal disegno di legge finanziaria in relazione a talune opere infrastruttrali, tra le quali segnala i finanziamenti per la realizzazione del Mose, opera contestata, fra l'altro, da una parte della stessa coalizione di Governo.

Esprime infine talune critiche nei confronti delle misure fiscali previste dalla finanziaria, in particolare sugli interventi sul sistema catastale e l'incremento dell'Irpef sugli enti locali, i quali finiscono per far ricadere soprattutto sulle fasce economicamente più deboli della collettività i costi per la realizzazione delle opere infrastrutturali.

 

Il senatore VICECONTE (FI), interviene sullo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e sulle relative parti di competenza del disegno di legge finanziaria, esprimendo apprezzamento per i risultati conseguiti dal Governo di centro-destra nell'ambito del settore infrastrutturale. Dopo aver svolto una puntuale analisi dei dati relativi alle opere realizzate e cantierate nel corso della passata legislatura sulla base della legge-obiettivo, i quali provano il superamento del gap infrastrutturale che per lunghi anni ha contrassegnato il nostro Paese, esprime un giudizio fortemente negativo sul contenuto del disegno di legge finanziaria, il quale rischia di paralizzare il processo di infrastrutturazione organica avviato dal precedente Esecutivo. Secondo l'oratore appaiono del tutto infondate le critiche di coloro i quali lamentano gravi carenze finanziarie nei bilanci delle Ferrovie dello Stato e la non fattibilità economica delle opere di cui alla legge-obiettivo. Conclude formulando un giudizio negativo nei confronti dell'intera manovra, la quale, nel tentativo di assicurare la compattezza della eterogenea coalizione di Governo, si presenta disorganica e contraddittoria.

 

Il senatore CICOLANI (FI), associandosi ai rilievi del senatore Viceconte, esprime apprezzamento per i risultati sul piano infrastrutturale conseguiti dal precedente Esecutivo e confermati dallo stesso CIPE. Nel formulare un giudizio negativo nei confronti delle scelte dell'attuale Governo in materia di priorità infrastrutturali, ed in particolare nei confronti della decisione di rallentare o addirittura di sopprimere talune opere ritenute prioritarie anche a livello europeo, tra le quali il Ponte sullo Stretto, il Corridoio n. 5 ed il Terzo Valico, consegna copia di una relazione scritta alla Presidenza, alla quale rinvia. Nel ricordare come tra le opere più urgenti riconosciute a livello comunitario comparissero fra l’altro la realizzazione dei Corridoi 1 e 5 e il completamento delle Autostrade del mare, svolge quindi talune considerazioni sulla rivisitazione del programma strategico di cui alla legge-obiettivo. Si sofferma in primo luogo sul Corridoio 5, osservando al riguardo come le modifiche apportate alla procedura per la realizzazione della TAV in Val di Susa, rischiano di impedire il completamento dell'intera opera. Lamenta poi la mancanza di volontà politica per il completamento del cosiddetto Terzo Valico. Con riferimento alla ridefinizione delle priorità infrastrutturali, esprime un giudizio negativo nei confronti dell’operato del Governo, il quale mostra di aver agito in modo non solo non concertato con il Parlamento, ma addirittura nella totale mancanza di rispetto delle regole procedurali.

Passa quindi a considerare lo stato di previsione del Ministero dei trasporti e le relative parti di competenza del disegno di legge finanziaria.

Svolge talune considerazioni critiche sulle disposizioni del disegno di legge finanziaria relative alla Ferrovie dello Stato, osservando come tali misure non consentano il superamento degli effettivi problemi del settore del trasporto su ferro. Precisa infatti come un'efficace politica in tale settore dovrebbe mirare da un lato a fronteggiare le esigenze della mobilità dei pendolari e dall'altro a garantire il completamento della linea Alta Velocità, necessaria per la soluzione dei problemi della mobilità dei centri urbani. Nel riconoscere l'insufficienza delle risorse stanziate per le Ferrovie nella passata legge finanziaria, della quale precisa però il carattere congiunturale e transitorio, sottolinea l'inadeguatezza delle risorse previste nel disegno di legge finanziaria in esame, le quali non consentono neppure il completamento dei cantieri aperti.

Esprime infine talune perplessità sulla decisione di assegnare i flussi di TFR, non destinati alla previdenza complementare, alla copertura di alcune poste di bilancio relative al finanziamento della rete tradizionale delle Ferrovie dello Stato. Sottolinea l’opportunità di prevedere più stringenti poteri di vigilanza nei confronti delle Ferrovie, come del resto recentemente evidenziato da taluni membri della maggioranza, invitando il Relatore a tenerne conto nella formulazione del parere.

Si sofferma poi sulle misure relative al comparto del trasporto aereo. Al riguardo, pur esprimendo apprezzamento per le misure in favore dell'ENAC, sottolinea l'opportunità che nel disegno di legge finanziaria si prevedano ulteriori risorse volte alla realizzazione di attività progettuali per l'adeguamento del sistema aereo. Preannuncia quindi la presentazione presso la Commissione 5a di un emendamento in tal senso.

Svolge infine talune considerazioni sulle disposizioni in materia di portualità, alcune delle quali riprendono iniziative giù avviate dal centro-destra. Coglie infine l'occasione per sottolineare la necessità di procedere ad una revisione del sistema di nomina dei vertici delle Autorità portuali ed in particolare di quelle di rilievo nazionale.

 

Il senatore BALDINI (FI) interviene sullo stato di previsione del Ministero delle comunicazioni e sulle relative parti di competenza del disegno di legge finanziaria, esprimendo un giudizio fortemente critico nei confronti del contenuto del disegno di legge finanziaria, il quale rischia di paralizzare il processo di ammodernamento e di rilancio economico avviato dal precedente Governo, e di penalizzare soprattutto le classi più deboli. Esprime quindi la propria valutazione negativa sull’impostazione del disegno di legge di riforma del sistema televisivo presentato dal Ministro Gentiloni. E’ evidente, a suo avviso, che con esso non si affrontano i reali problemi del settore, ma si resta con lo sguardo rivolto all’indietro come se negli ultimi dieci anni non fossero avvenuti dei grandi cambiamenti dal punto di vista tecnologico. E’ un’impostazione ideologica il cui unico obiettivo è quello di penalizzare Mediaset. Si chiede per quale ragione altrimenti si dovrebbe giungere alla riduzione dei canali e della pubblicità. In passato, in seguito alla sentenza della Corte costituzionale, su cui esprime perplessità, si è puntato al satellitare, ora al digitale terrestre, ma sempre in un’ottica di penalizzazione, che in questo caso coinvolge anche la Rai. Il risultato sarà quello di rendere più difficile l’attività delle grandi imprese italiane che operano nel settore. Ribadisce il proprio giudizio estremamente negativo.

 

Il senatore GRILLO (FI) ritiene che la manovra finanziaria sia profondamente sbagliata e ingannevole. Secondo una impostazione tradizionale della sinistra si determina un incremento della pressione fiscale con l’obiettivo di reperire risorse per lo sviluppo, ma è evidente che l’effetto sarà invece quello di deprimere l’economia. A suo giudizio le denunce da cui è partito il Ministro dell’economia, che ha paragonato la situazione finanziaria attuale a quella del 1992, sono assolutamente infondate. E’ sorprendente come si possano mettere sullo stesso piano eventi come la svalutazione del 30 per cento della lira e ciò che accade oggi. Ricorda che proprio dal 1992 fu avviata la politica del rigore finanziario, che però si è basata in modo eccessivo sull’aumento della pressione fiscale. La situazione italiana sconta per altro la peculiarità di un sistema produttivo estremamente frammentato e di una ampia quota di economia sommersa. Da ciò deriva, specie dopo l’adesione all’euro, un preoccupante processo di contenimento delle quote di mercato. E’ su ciò che occorrerebbe intervenire, come ad esempio è stato fatto nel settore del credito, dove si sono realizzate significative fusioni, che hanno reso competitive le nostre aziende. Per valutare la situazione finanziaria complessiva, occorre tener presente che, diversamente da quanto avveniva all’inizio degli anni Novanta, l’inflazione non è più un problema e che il pur rilevante debito pubblico italiano è compensato dalla imponente ricchezza patrimoniale dello Stato. Si sofferma, al riguardo, sulla eredità del sistema delle partecipazioni statali che, a partire dal 1956, ha progressivamente determinato l’ingresso dello Stato in ampi settori dell’economia. In questo quadro non può che essere valutato in modo negativo il forte ricorso alla leva fiscale: è evidente che in questo modo si potrà recuperare in termini di avanzo primario, ma è dubbio che ciò potrà dar luogo a conseguenze positive. Si poteva limitare l’intervento della manovra alla correzione dei conti per rispettare i parametri europei e probabilmente sarebbe stato sufficiente un intervento anche minore rispetto ai 15 miliardi indicati. Si è invece voluto procedere anche sul versante dell’incremento delle spese, ma ciò non costituisce una novità per un Governo di centro-sinistra.

Con riferimento al contenuto della Tabella del Ministero delle infrastrutture e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria, rileva come dalla separazione di tale Ministero da quello dei Trasporti, siano derivati effetti pregiudizievoli, anche dal punto di vista della mera gestione amministrativa. In questa situazione il Ministro delle infrastrutture si limita ad annunciare iniziative di vario genere, denunciando la scarsità dei fondi disponibili, ma senza adottare alcun atto significativo. Anzi, ciò che avviene in concreto è negativo, come ad esempio il blocco della Asti-Cuneo anche dopo la conclusione di una gara europea. Si tratta di un modo arbitrario di procedere che darà luogo ad un inevitabile contenzioso giudiziario. Ugualmente arbitrario è stabilire in modo autoritativo l’utilizzazione del fondo di garanzia autostradale sulla base di una mentalità tipicamente statalistica. Si dovrebbe invece procedere con determinazione ad attivare l’utilizzazione di risorse private attraverso adeguati strumenti normativi.

Per ciò che concerne la Tabella relativa al Ministero dei trasporti e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria, si dà atto dei progressi che si sono realizzati, ricordando, peraltro, che le norme concernenti la riforma del sistema portuale sono sostanzialmente analoghe a quelle contenute nel disegno di legge da lui predisposto e che non fu possibile concludere durante la scorsa legislatura. Si augura, inoltre, che possa essere reinserita la norma relativa ai dragaggi.

Relativamente alla Tabella del Ministero delle comunicazioni e alle norme connesse del disegno di legge finanziaria, sottolinea come la "legge Gasparri" sia stata, in effetti, la prima legge di sistema per il settore delle comunicazioni approvata in Italia. Di ciò occorre tener conto, senza adottare interventi di chiaro stampo ideologico, volto non già ad espandere ed aprire il sistema a nuovi soggetti, ma a penalizzare quelli esistenti attraverso norme punitive che non rispondono ad alcuna logica economica.

 

Il senatore Paolo BRUTTI (Ulivo) replica ad alcune sollecitazioni contenute nell’intervento del senatore Grillo, osservando come sia difficile sostenere che non esista in Italia un problema relativo alla entità del debito pubblico. Basti pensare alla incidenza del servizio del debito e ai rischi per la situazione finanziaria che possono derivare da oscillazioni anche non rilevantissime del livello degli interessi.

Per ciò che concerne il settore delle infrastrutture, ritiene che non sia utile proseguire nella guerra delle cifre e che sia sufficiente rifarsi alla realtà concreta, dove è evidente una situazione di grande congestione del traffico e di scarsi lavori. Dalla stessa ricognizione condotta dal Ministero delle infrastrutture si evince con chiarezza che sono veramente pochi non solo le opere realizzate, ma anche i cantieri aperti e con prospettive di conclusione. Si sofferma quindi sul divario esistente tra le decisioni assunte dal CIPE e i fondi finanziari disponibili, sottolineando come sia prevedibile un ulteriore incremento nel corso degli anni del fabbisogno finanziario per infrastrutture. Per questo, è dell’avviso che sia indispensabile passare da una impostazione basata sull’annuncio di nuove opere, tipica del precedente Governo, ad una che guardi in modo realistico alle effettive possibilità di attuazione. Da questo punto di vista, giudica ancora troppo ampio l’elenco delle opere incluse nella ipotesi avanzata dal Ministro Di Pietro. Permane infatti uno squilibrio che deve essere colmato. E’ favorevole, in tal senso, a individuare strumenti che possano favorire l’utilizzazione di capitali privati. Fa presente, peraltro, che il precedente Governo non ottenne risultati in tale direzione e che anche per il ponte sullo Stretto ci si è rivolti unicamente a stanziamenti pubblici. Per quanto riguarda il problema delle concessioni autostradali, rinvia al dibattito che si è svolto in occasione dell’esame del decreto-legge collegato alla manovra finanziaria ed in particolare all’ordine del giorno nel quale si individua una possibile soluzione basata sul ricorso ad una sorta di arbitrato da parte di un soggetto terzo, quale può essere un’autorità indipendente.

Si sofferma quindi sulla Tabella concernente il Ministero delle comunicazioni, osservando che i richiami al disegno di legge Gentiloni contenuti nei precedenti interventi non appaiono pertinenti e sottolineando che nella manovra finanziaria sono previste risorse significative per le nuove tecnologie sia con riferimento alla capacità trasmissiva che a quella di ricezione. E’ evidente che le risorse finanziarie non sarebbero mai sufficienti, ma lo sforzo compiuto appare rilevante e tale da giustificare la formulazione di un avviso favorevole.

 

Il senatore BUTTI (AN) interviene sulla Tabella relativa al Ministero delle comunicazioni e le connesse parti del disegno di legge finanziaria. Dichiara di essere disponibile a riconoscere i passi in avanti che possono essere individuati nei documenti di bilancio in esame, a condizione però che da parte di tutti sia dia atto al precedente Governo di aver compiuto interventi significativi nel settore. Concorda sull’opportunità di non affrontare in questa sede il dibattito sul disegno di legge Gentiloni, anche se non può non osservare che un obbligo di trasferimento al digitale terrestre relativo a due sole reti non può essere paragonato alla generale transizione verso quel sistema di trasmissione che era peraltro prevista dalla normativa del 2001 e confermata dalla "legge Gasparri". Si sofferma quindi sulla trasformazione epocale delle tecnologie di telecomunicazione che si è realizzata a partire dagli anni Novanta, ponendo in luce come essa sia stata utilmente gestita dal Governo di centro-destra che aveva ereditato una situazione disastrosa e che ha posto in essere riforme di sistema. Esprime perplessità per l’estrema debolezza della norma di incentivazione per le televisioni con digitale contenuta nel disegno di legge finanziaria, nonché sul rifinanziamento per il Centro produzione S.p.a. finalizzato alle trasmissioni delle sedute parlamentari. Ricorda che la precedente normativa doveva avere carattere transitorio in vista della specifica rete della Rai che ora è stata realizzata. Sarebbe opportuno, pertanto, evitare di procedere ad un finanziamento surrettizio di un organo di partito. Conclude auspicando interventi più incisivi per la emittenza locale e ribadendo la propria critica sul sistema delle sanzioni che parifica, l’emittenza locale a quella nazionale.

 

Il senatore FANTOLA (UDC) si sofferma in particolare sulla Tabella relativa al Ministero dei trasporti e alle parti ad essa connesse del disegno di legge finanziaria, soprattutto con riferimento al sistema dei trasporti della Sardegna.

Osserva, in linea generale, che il disegno di legge finanziaria prevede interventi di modifica dello Statuto della Regione Sardegna che, rispetto agli obiettivi di recupero del saldo IVA e di modificare i rapporti Stato-Regione Sardegna sul gettito dell’IVA, attua una misura di compromesso che accoglie solo parzialmente le esigenze prospettate e che desta gravi preoccupazioni soprattutto in relazione al settore della sanità, che viene interamente trasferito a carico della Regione con effetto immediato, mentre la soluzione finanziaria a regime richiederà un lungo periodo di graduale attuazione. Per ciò che riguarda specificamente il settore dei trasporti, osserva che dal comma 440 dell’articolo 18 possono derivare gravi conseguenze per la continuità territoriali della Sardegna e che sono evidenti le sperequazioni rispetto a quanto previsto per la Regione Sicilia. Dopo aver descritto lo stato della rete ferroviaria e di quella stradale dell’Isola, di cui è evidente l’arretratezza, si sofferma sul trasporto aereo, per il quale non si può non riconoscere che le soluzioni adottate in passato hanno condotto ad una situazione fallimentare, che costituisce un grave handicap per il turismo. D’altra parte, ogni ipotesi di ampliamento della concorrenza richiede l’attivazione di contributi che non possono essere a carico della sola Regione.

Per ciò che concerne il trasporto marittimo, ricorda che è all’ordine del giorno il rinnovo della convenzione con la Tirrenia e si sofferma su ciò che ha significato per cinquanta anni l’attività di questa società per la Sardegna, nel bene e nel male. Anche in questo caso è difficile pensare che la Regione possa da sola realizzare gli interventi di incentivazione indispensabili ad attuare una concorrenza effettiva nel settore senza pregiudicare l’effettività del servizio. Dopo aver segnalato le conseguenze negative per l’economia sarda delle gravi carenze strutturali del trasporto merci, che portano inevitabilmente a privilegiare il trasporto su gomma a causa della diversa collocazione dei porti rispetto alla ubicazione delle principali attività economiche, segnala le esigenze dei trasporti con le isole minori e auspica una approfondita riflessione sulle questioni evidenziate.

 

Il senatore IZZO (FI), rinviando ai precedenti interventi dei Senatori della sua parte politica relativamente alle Tabelle dei Ministeri delle comunicazioni e dei trasporti, si sofferma in particolare sulla Tabella delle infrastrutture e relative parti del disegno di legge finanziaria. Osserva che la manovra non incrementerà lo sviluppo, come confermato anche dall’OCSE, e che gli interventi a favore della infrastrutturazione del Mezzogiorno e in particolare delle Regioni Calabria e Sicilia rappresentano, in effetti, una partita di giro perché utilizzano risorse del Fondo per le aree sottosviluppate. E’ da apprezzare l’intervento previsto per il porto di Gioia Tauro, ma resta aperto e insoluto il problema dell’interscambio. Da ciò consegue che le risorse saranno utilizzate in un modo inefficace e privo di effetti positivi per l’economia meridionale. Si sofferma quindi sulla previsione contenuta nel comma 209 dell’articolo 18, esprimendo preoccupazione per le conseguenze negative prodotte sulla concreta utilizzabilità delle risorse poste a disposizione della legge-obiettivo. Esprime quindi il proprio disappunto per la insufficienza degli stanziamenti a favore delle aree colpite dal terremoto del 1980, inferiori rispetto al passato e sperequati se confrontati con quelli per altri interventi analoghi. Dopo aver ribadito l’esigenza di realizzare una efficace politica delle infrastrutture specialmente nel Mezzogiorno, osserva come attraverso misure come quella sulla cosiddetta "imposta di scopo" si finisce per inasprire ulteriormente la pressione fiscale sugli immobili. E’ evidente come il Governo abbia puntato prevalentemente sull’aumento delle spese e delle tasse, senza curarsi dello sviluppo dell’economia, che è condizione indispensabile anche per il riequilibrio territoriale del Paese.

 

Il senatore FILIPPI (Ulivo) interviene sulla Tabella del Ministero delle infrastrutture e sulle parti connesse del disegno di legge finanziaria osservando come gli incrementi degli stanziamenti siano innegabili e debbano portare ad una valutazione complessiva favorevole. Naturalmente le esigenze finanziarie non possono essere completamente esaudite e, d’altra parte, gli interventi realizzati sono necessariamente pesanti anche dal punto di vista del numero delle norme. Sotto questo aspetto, appare imprescindibile realizzare una riforma delle procedure di bilancio.

Dopo essersi soffermato sulla eredità negativa dal punto di vista finanziario lasciata dal precedente Governo, osserva che vi è una sostanziale corrispondenza tra i contenuti del Documento di programmazione economica-finanziaria e quelli del disegno di legge finanziaria. Tuttavia da diverse parti della società sono venute reazioni diverse sui due documenti: mentre sul primo vi erano stati riscontri sostanzialmente positivi, sulla manovra di bilancio sono stati formulati giudizi prevalentemente critici. Ritiene che vi sia stato certamente un problema di comunicazione a cui occorre porre rimedio soprattutto evidenziando come l’impostazione del Governo risponda alla esigenze imprescindibili di porre sotto controllo i conti pubblici. Al tempo stesso occorre ribadire che si doveva intervenire attivando risorse per lo sviluppo dopo anni di sostanziale stagnazione e che vi era, infine, la necessità di avviare un percorso di perequazione sociale invertendo la tendenza degli ultimi anni. Per ciò che concerne le infrastrutture, esprime l’auspicio che almeno una parte del percorso possa essere condiviso tra maggioranza e opposizione, superando i limiti riscontrabili nella legge obiettivo.

Con riferimento alla Tabella del Ministero dei trasporti, esprime quindi il proprio avviso favorevole sulle norme e sulle relative risorse concernenti la sicurezza, nonché sulla riforma del sistema portuale che dovrà essere integrata da una disposizione concernente i dragaggi, da realizzare senza sottovalutare le connesse questioni ambientali. Sempre sui porti, si dovrà inoltre intervenire ulteriormente per migliorare la connessione con le altre modalità di trasporto. Sottolinea, quindi, la necessità di incrementare le risorse finalizzate al finanziamento del rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale.

Sulla Tabella del Ministero delle comunicazioni, esprime la propria soddisfazione per i miglioramenti di carattere finanziario, sottolineando in particolare il rilievo dell'emittenza locale.

 

La presidente DONATI interviene in primo luogo sulla tabella del Ministero dei trasporti e sulle relative parti del disegno di legge finanziaria, dichiarando di condividere le valutazioni del Relatore sui diversi punti rilevanti che vengono affrontati nei documenti di bilancio. Si sofferma quindi sulle questioni che, a suo giudizio, restano aperte e sulle quali occorrerebbe intervenire. In primo luogo, ritiene che debbano essere integrate le risorse per il contratto del trasporto pubblico locale. Appare poi necessario rifinanziare gli incentivi, già autorizzati in sede europea, per il trasporto intermodale e la logistica. Relativamente al comma 574 dell'articolo 18, è dell'avviso che si debba prevedere anche il concerto del Ministro dei trasporti. Ciò, in quanto sono innegabili le competenze di tale dicastero relativamente alle infrastrutture che concernono la mobilità: al riguardo, segnala che anche l'apprezzabile sforzo ricognitivo compiuto dal Ministero delle infrastrutture sulle opere da realizzare debba vedere la partecipazione del Ministero dei trasporti e successivamente del CIPE, anche per gli aspetti carattere finanziario.

Si sofferma quindi sul comma 545, osservando che esso appare di dubbia interpretazione. A suo avviso, infatti, sarebbe opportuno chiarire che per opere di livello nazionale le Regioni non abbiano poteri concedenti, mentre possono utilmente intervenire a livello concessorio. L'argomento dovrebbe essere comunque affrontato in modo complessivo e non attraverso una misura episodica.

Con riferimento al comma 573 dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria, osserva come sarebbe opportuno prevedere il concerto del Ministero dei trasporti, nonché una più puntuale individuazione degli obiettivi che si intendono perseguire con le risorse derivanti dalla tariffazione dei veicoli pesanti per l'uso delle infrastrutture stradali.

 

Replica quindi il vice-ministro per i trasporti DE PICCOLI, precisando di voler fornire elementi di risposta limitatamente agli aspetti di competenza della Commissione. Nel dichiarare di condividere l’esigenza, emersa nel dibattito, di individuare puntualmente lo stato di avanzamento delle opere infrastrutturali, ricorda come, in una recente riunione del Cipe, sia stata presentata una relazione in merito, la quale può rappresentare un oggettivo punto di partenza per l’individuazione delle effettive priorità infrastrutturali. In relazione al documento presentato dal Ministro Di Pietro in materia di priorità infrastrutturali, osserva come esso rappresenti uno strumento di natura ricognitiva, sul quale saranno chiamati a pronunciarsi i soggetti istituzionali competenti. Fa presente poi come siano state avviate da parte del Ministero idonee iniziative relative al rinnovo del contratto collettivo per il trasporto pubblico locale. Relativamente all’esigenza di prevedere più stringenti misure nel settore dell’autotrasporto e della logistica, sul piano dell’intermodalità, precisa come un limite derivi dagli accordi precedentemente raggiunti con le categorie del settore. Concorda sull’opportunità di estendere le misure già previste in favore dell’Enac anche all’Agenzia per la Sicurezza Nazionale del Volo, nonché alle stesse Capitanerie di porto. Dopo aver sottolineato gli interventi in favore delle ferrovie e della portualità, i quali rappresentano un evidente inversione di tendenza rispetto alla politica seguita dal precedente Governo, svolge talune considerazioni sulle norme relative all’Anas. Al riguardo dichiara di condividere l’esigenza di un ulteriore approfondimento delle questioni collegate alla riforma dell’azienda, che tenga conto, fra l’altro, anche delle istanze avanzate dalle Regioni. Per quanto concerne il trasferimento alla Regione Sardegna di alcune competenze in materia di trasporto pubblico locale, precisa che il Ministero intende presentare un emendamento al disegno di legge finanziaria volto a sopprimere il richiamo di cui al comma 440 alla continuità territoriale. Conclude precisando come si stia valutando l'opportunità di estendere gli incentivi previsti dalla legge n. 265 del 2002 anche agli autotrasportatori che percorrono la tratta Olbia-Cagliari.

 

Replica quindi il sottosegretario per le comunicazioni VIMERCATI, il quale sottolinea come sia il disegno di legge finanziaria sia, in modo più stringente, il disegno di legge di riforma del sistema radiotelevisivo, presentato dal ministro Gentiloni, prevedano interventi volti a sostenere e favorire la transizione dall’analogico al digitale. Nel riconoscere la centralità della questione digitale, priorità politicamente neutra, precisa come il Governo intenda intervenire correggendo le distorsioni presenti sul mercato delle telecomunicazioni, lasciate irrisolte dalla legge Gasparri. Nell’evidenziare la natura non punitiva delle misure di cui al disegno di legge Gentiloni, osserva come con tale intervento il Governo abbia fatto fronte all’avvio di una procedura di infrazione comunitaria, legata alla scarsa concorrenza sul mercato. Esprime poi apprezzamento per l’intervento della Autorità per la garanzia delle comunicazioni (AGCOM) la quale, attraverso un procedimento ad evidenzia pubblica, è intervenuta per l’assegnazione della quota del 40 per cento della capacità trasmissiva di Rai e Mediaset in tecnica digitale a fornitori di contenuti indipendenti. In relazione alle modifiche che il disegno di legge Gentiloni intende apportare in materia di limiti pubblicitari, osserva come tali riforme siano state richieste e sostenute dalla stessa Autorità per le comunicazioni, al fine di arginare la posizione dominante di Rai e Mediaset. Concorda inoltre sull’opportunità di prevedere più incisivi interventi finalizzati a riequilibrare la distribuzione di risorse pubblicitarie fra carta stampata e televisione, esigenza segnalata dagli stessi operatori del settore.

In relazione alla decisione di anticipare al 2009 il passaggio di due canali al digitale terrestre, precisa come tale previsione non abbia carattere punitivo, ma sia addirittura sollecitata e richiesta da talune realtà locali.

Dopo aver espresso apprezzamento per il carattere costruttivo dell’intervento del senatore Butti, osserva come gli stanziamenti del disegno di legge finanziaria finalizzati a sostenere il passaggio al digitale terrestre mirino ad incentivare soprattutto i profili relativi ai contenuti televisivi. Palesa inoltre il proprio favore per le misure finanziarie a vantaggio delle emittenze locali, le quali concorrono a garantire un maggiore pluralismo del mercato.

Svolge poi alcune precisazioni in merito agli interventi relativi alla banda larga, di cui al comma 505, i quali, rappresentano un importante contributo nel processo di modernizzazione del sistema-Paese e di abbattimento del digital divide.

Coglie inoltre l’occasione per sottolineare la necessità di prevedere più incisivi interventi volti a facilitare l’assegnazione delle bande per Wi-MAX.

Fornisce infine elementi di risposta sui quesiti concernenti Radio radicale, osservando come il rinnovo del contratto per la trasmissione delle attività parlamentari, risponda ad una logica di continuità e alla necessità di assicurare un servizio pubblico essenziale, che per legge, non è obbligatoriamente assolto dalla Rai.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

Mercoledì 29 novembre 2006

39a Seduta

Presidenza della Presidente

DONATI

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

(Tabb. 10, 10-bis e 10-ter) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007

(Tabb. 11 e 11-ter) Stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2007

(Tabb. 16, 16-bis e 16-ter) Stato di previsione del Ministero dei trasporti per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Rapporti favorevoli sulle tabelle nn. 10 e 11 e sulle parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole con osservazioni sulla tabella n. 16 e sulle parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria.)

 

Riprende l’esame dello stato di previsione del Ministro dei trasporti contenuto nella Tabella 16 del bilancio pluriennale dello stato per il triennio 2007-2009 e delle parti connesse della legge finanziaria per il 2007, sospeso nella seduta di ieri.

 

Interviene in replica il senatore MAZZARELLO (Ulivo), il quale, nel ribadire il proprio apprezzamento per il contenuto del disegno di legge finanziaria, ricorda come con essa il Governo abbia inteso introdurre misure per il rilancio economico del Paese sia di breve che di lungo termine. Precisa come siano infondate le accuse, mosse dall’opposizione, circa un generalizzato inasprimento fiscale, dal momento che il disegno di legge in esame prevede fra l’altro una significativa riduzione delle imposte relative al mercato del lavoro. Esprime poi apprezzamento per gli interventi di lungo termine, fra i quali ricorda le misure a sostegno dell’innovazione e della ricerca. Passando quindi ai profili di competenza della Commissione, ribadisce il proprio favore per le disposizioni in materia di portualità. Dopo aver constatato la presenza di un sostanziale unanime apprezzamento per gli interventi in tale comparto, ribadisce la necessità di riconoscere centralità ai porti di transhipment, fra i quali quello di Gioia Tauro. Svolge ulteriori precisazioni sulle norme relative all’autonomia finanziaria delle Autorità portuali. Si sofferma, poi, sul tema del trasporto aereo e del settore aeroportuale, aspetti trattati solo marginalmente nel disegno di legge finanziaria, in attesa di una più ampia ed organica trattazione di tali ambiti. In relazione al comparto ferroviario evidenzia l’opportunità di attribuire alla società Ferrovie dello Stato la disponibilità dei pedaggi derivanti dal congelamento di ISPA, nonché di conferirle nuove risorse, per il finanziamento del trasporto locale.

 

Replica quindi il ministro BIANCHI, svolgendo considerazioni sul tema relativo al trasporto pubblico locale. Al riguardo, dopo aver ribadito la centralità di tale comparto, osserva come carattere prioritario debba essere riconosciuto al problema del rinnovo del contratto collettivo, il quale rischia di determinare, nel breve termine, tangibili disagi e può rappresentare un ostacolo per la liberalizzazione dell’intero settore. Ribadisce quindi la necessità di prevedere un incremento delle risorse stanziate a tal fine. Svolge, poi, talune considerazioni sulle disposizioni relative agli HUB portuali, esprimendo perplessità sull’ipotesi delineata dal Ministro delle infrastrutture di sopprimere il Comitato di cui al comma561.

Svolge, infine, riflessioni sulle disposizioni concernenti il settore ferroviario, osservando come il nostro sistema di trasporto su ferro si connoti non solo per l’avanzamento tecnologico, ma anche per la sicurezza.

 

Riprende brevemente la parola il senatore MARTINAT (AN), per esprimere il proprio disappunto per la mancanza di coordinamento nell’operato del Governo.

 

La PRESIDENTE avverte che alla tabella sono stati presentati quattro ordini del giorno tutti a sua firma. Passa quindi ad illustrarli. In relazione all’ordine del giorno 0/1183/2/8a osserva come con esso si intenda impegnare il Governo ad adottare opportune iniziative volte ad incrementare e rifinanziare le misure, di cui alla legge n. 166 del 2002, a sostegno del trasporto intermodale. Dopo aver brevemente illustrato l’ordine del giorno 0/1183/3/8a, finalizzato al superamento del blocco del personale per l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, si sofferma sull’ordine del giorno 0/1183/4/8a, con il quale si intende impegnare il Governo a definire un’apposita previsione di spesa per la sperimentazione e l’incentivazione della defiscalizzazione dell’acquisto di abbonamenti annuali nominativi ai servizi di trasporto pubblico, anche attraverso una detassazione dei costi sostenuti dai cittadini, nonché per la istituzione del cosiddetto ticket trasporto. Illustra infine l’ordine del giorno 0/1183/5/8a, volto ad assicurare finanziamenti adeguati ed aggiuntivi per la realizzazione delle reti per il trasporto rapido di massa di cui alla legge n. 211 del 1992.

 

Il relatore MAZZARELLO (Ulivo) esprime il proprio avviso favorevole.

 

Il ministro BIANCHI, nell’esprimere il proprio consenso, osserva come in relazione agli ordini del giorno 0/1183/2/8a e 0/1183/5/8a si pongano però problemi di copertura finanziaria.

 

Il senatore PASETTO (Ulivo) suggerisce l’opportunità di individuare più puntualmente le categorie alle quali riconoscere i benefici di cui all’ordine del giorno 0/1183/4/8a.

 

Il senatore MONTINO (Ulivo)esprime talune perplessità sulla opportunità di procedere alla votazione degli ordini del giorno illustrati, il cui contenuto potrebbe essere rinviato al rapporto da sottoporre alla Commissione

Il senatore STIFFONI (LNP) svolge talune considerazioni sull’ordine del giorno 0/1183/4/8a, osservando come sarebbe opportuno, al fine di ovviare ai problemi di copertura finanziaria, ventilati dallo stesso Ministro, individuare modalità diverse per il reperimento di tali risorse, quali ad esempio la considerazione in sede di contrattazione collettiva.

 

Il senatore MARTINAT (AN) interviene brevemente per ribadire l’inutilità dell’approvazione di tali ordini del giorno, i quali data la scarsità di risorse confermata dal Ministro rischiano di rimanere nei fatti disattesi.

 

Il senatore Paolo BRUTTI (Ulivo), nell’esprimere apprezzamento per gli ordini del giorno illustrati, svolge talune considerazioni sul tema della defiscalizzazione dell’acquisto di abbonamenti annuali nominativi.

 

Il senatore GRILLO (FI), pur dichiarando di condividere il contenuto degli ordini del giorno 0/1183/2/8a e 0/1183/3/8a, esprime talune perplessità sull’ordine del giorno 0/1183/4/8a, nella parte in cui non prevede una "clausola paracadute", ossia la possibilità che l’eventuale surplus derivante dall’incremento del gettito fiscale sia destinato al finanziamento di tali misure.

 

La presidente DONATI ritiene opportuno sottoporre gli ordini del giorno al voto della Commissione.

 

Verificata la presenza del numero legale, con separate votazioni la Commissione approva gli ordini del giorno 0/1183/2/8a, 0/1183/3/8a, 0/1183/4/8a e 0/1183/5/8a.

 

Il relatore MAZZARELLO (Ulivo) dà lettura quindi di uno schema di rapporto favorevole con osservazioni relativo allo stato di previsione del Ministero dei trasporti e sulle parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria.

 

Interviene per dichiarazioni di voto il senatore CAMBER (FI), il quale, dopo aver svolto talune considerazioni sulle disposizioni relative all’autonomia finanziaria delle autorità portuali, si sofferma sul tema della nautica da diporto. Al riguardo, dopo aver espresso apprezzamento per le misure introdotte a favore di tale settore dal decreto Burlando, sollecita una riflessione di carattere generale sull’opportunità di prevedere all’interno del disegno di legge in esame più stringenti interventi per il rilancio di tale comparto.

Nel preannunciare il voto negativo del proprio Gruppo, svolge infine alcune precisazioni in merito al riconoscimento di finanziamenti per il rilancio dell’HUB portuale di Gioia Tauro, i quali rischiano di configurare gli estremi di un aiuto di Stato, sanzionabile sul piano comunitario. Prospetta invece l’opportunità di prevedere un più equo sistema di ripartizione delle risorse, finalizzato al generale rilancio degli HUB portuali di maggior rilievo logistico.

 

Il senatore MARTINAT (AN), pur apprezzando lo sforzo di sintesi del relatore, osserva come il parere, con le sue numerose osservazioni, di fatto, confermi l’assoluta inadeguatezza del contenuto del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore PISTORIO (DC-PRI-IND-MPA) svolge talune considerazioni critiche sul contenuto della manovra finanziaria, della cui opportunità, sul piano macro-economico, dubita. Secondo l’oratore, al generalizzato inasprimento fiscale previsto dal disegno di legge non fa riscontro la puntuale individuazione degli obbiettivi politici da perseguire. Dopo aver ricordato come il sistema capitalistico italiano sia, da sempre, contrassegnato da un consistente intervento pubblico dello Stato, svolge talune riflessioni sul tema relativo al Ponte sullo Stretto.

Conclude esprimendo un giudizio negativo sulla decisione del Governo di sospendere la realizzazione di tale opera, la quale avrebbe potuto rappresentare la prima tappa di una serie di processi di riqualificazione delle infrastrutture del Mezzogiorno, fra i quali il completamento delle reti stradali e ferroviarie.

 

Il senatore PASETTO (Ulivo) nell’esprimere pieno consenso sulla proposta di rapporto, propone al Relatore di integrarla nel senso di prevedere azioni a sostegno delle Regioni per l’utilizzazione delle tratte ferroviarie rimaste inutilizzate all’indomani dell’entrata in funzione dell’Alta Velocità.

 

Il senatore FILIPPI (Ulivo), interviene per dichiarazione di voto favorevole, sollecitando l’attenzione sull’opportunità di prevedere più stringenti finanziamenti volti a supportare l’impegno crescente richiesto alla Guardia Costiera.

 

Prende brevemente la parola il senatore GRILLO (FI) il quale, pur dichiarando di condividere la proposta del Relatore nella parte in cui prevede il miglioramento delle misure a sostegno della sicurezza stradale ed in particolare dei profili relativi alla sagomatura dei camion, preannuncia il proprio voto contrario.

 

Il relatore MAZZARELLO (Ulivo) integra la proposta di rapporto, nel senso proposto dai Senatori intervenuti.

 

La proposta di rapporto favorevole con osservazioni sulla tabella n. 16 e connesse parti del disegno di legge finanziaria è posta ai voti e quindi approvata.

 

Riprende quindi l’esame dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e delle parti connesse del disegno di legge finanziaria per l’anno 2007, sospeso nella seduta di ieri.

 

Il relatore MONTINO (Ulivo) replica agli intervenuti osservando che le misure concernenti l’ANAS garantiranno alla società una certa stabilità finanziaria di cui non ha beneficiato negli ultimi anni. Si sofferma quindi sulla utilizzazione a favore delle Regioni Sicilia e Calabria dei fondi destinati precedentemente alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Osserva che tale impostazione innovativa porterà indubbi benefici a favore alle aree interessate. Dopo aver sottolineato il rilievo negli interventi previsti per la Salerno-Reggio Calabria, esprime apprezzamento per l’intento di coinvolgere le Regioni nella realizzazione delle infrastrutture perseguito dalla norma che prevede la collaborazione tra Anas e Regione Lombardia. Osserva, tuttavia, che la questione dovrebbe essere affrontata in modo complessivo e non unicamente per una Regione.

 

La senatrice PALERMO (RC-SE) illustra quindi l’ordine del giorno n. 0/1183/1/8a

 

Il relatore MONTINO (Ulivo) esprime avviso favorevole.

 

Il senatore GRILLO (FI), si pronuncia in senso contrario.

 

Il senatore BUTTI (AN) ritiene che la norma relativa alla Regione Lombardia non attribuisca poteri di organo concedente.

 

Il senatore MAZZARELLO (Ulivo) considera importante il ruolo da attribuire alle Regioni nella realizzazione delle infrastrutture anche a carattere nazionale. Condivide, tuttavia, la necessità di un approfondimento della materia.

 

Il sottosegretario CASILLO esprime avviso favorevole sull’ordine del giorno.

 

Su richiesta della senatrice PALERMO (RC-SE) l’ordine del giorno, previa verifica del prescritto numero legale, viene posto ai voti e approvato dalla Commissione.

 

Il senatore FUDA (Misto-PDM) fa suo l’emendamento n. 10.1.

 

Tale emendamento viene quindi posto ai voti e approvato con il parere favorevole del Relatore e del rappresentante del Governo.

 

Il relatore MONTINO (Ulivo) dà quindi lettura di una proposta di rapporto favorevole sulla tabella relativa al Ministero delle infrastrutture e alle parti connesse del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore MARTINAT (AN) dichiara il proprio voto contrario su tale proposta, sottolineando come le presunte risorse finanziarie aggiuntive a cui si fa riferimento nel parere non abbiano un effettivo valore, in quanto la manovra di bilancio prevede la utilizzazione di stanziamenti, come il fondo centrale di garanzia per le autostrade, destinate ad altre finalità e su cui si realizzerà inevitabilmente un contenzioso. Dopo aver ribadito il proprio giudizio negativo per il comportamento del Governo con riferimento alla autostrada Asti-Cuneo, esprime sorpresa per la mancanza di emendamenti finalizzati ad integrare le risorse per le situazioni di disagio abitativo.

 

La presidente DONATI precisa che tale ultima materia non appartiene alla competenza della Commissione.

 

Il senatore MARTINAT (AN) osserva che avrebbero potuto comunque essere presentati degli ordini del giorno.

 

Il senatore PISTORIO (DC-PRI-IND-MPA) dichiara il proprio voto contrario, precisando, con riferimento ai fondi per la Sicilia che non si possano confondere i finanziamenti per il ponte con quelli della viabilità. Ritiene che la scelta di utilizzare le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate per la viabilità ha un carattere centralistico ed autoritativo. Diverso è il caso degli ex finanziamenti per il ponte, dato che gli interventi saranno definiti successivamente.

 

Il senatore GRILLO (FI) preannuncia il suo voto contrario sulla proposta di rapporto presentata dal Relatore. Sottolinea, in particolare, che l’incremento dei fondi previsto dalla legge finanziaria è solo formale: esso riguarda infatti la competenza, mentre per la cassa si registra un notevole decremento rispetto alle previsione dello scorso esercizio finanziario. Appare discutibile inoltre la norma che consente di rimodulare in via amministrativa le diverse annualità dei finanziamenti. Condivide le valutazioni del senatore Martinat sull’utilizzazione del fondo di garanzia per le autostrade ed osserva come l’impostazione della manovra sia fortemente statalistica. Trova, infatti, inaccettabile il ricorso a finanziamenti pubblici per la realizzazione di opere in aree del Paese molto sviluppate, per le quali si potrebbe ricorrere a risorse private. Prende atto delle precisazioni del senatore Montino circa la diversa impostazione dell’attuale Governo che vuole privilegiare le opere diffuse sul territorio, ma segnala come non sia possibile annullare impegni già assunti per i quali sono previsti anche fondi europei.

 

Il senatore Paolo BRUTTI (Ulivo) osserva che il fondo di garanzia per il sistema autostradale ha carattere pubblico ed è certamente legittimo che la legge ne preveda una utilizzazione attiva, evitando così che le relative risorse restino inutilmente bloccate. Fa presente, inoltre, che le previsioni di cassa non riguardano la competenza del prossimo esercizio finanziario, ma si riferiscono agli impegni pregressi. Ritiene pertanto che le impostazioni di bilancio siano corrette, anche con riferimento alla possibilità per il Ministro di tener conto annualmente dell’andamento degli interessi. Condivide, invece, le valutazioni del senatore Grillo sul sistema di finanziamento delle opere nelle Regioni più sviluppate, per le quali si dovrebbe ricorrere anche ad investitori privati.

 

Il sentore GRILLO (FI) ribadisce come la limitazione della previsione di cassa determinerà conseguenze negative per la realizzazione delle opere.

 

Il senatore MONTINO (Ulivo) osserva che i tempi di realizzazione delle infrastrutture consentono una gradualità nella gestione della cassa, che per il primo esercizio può essere limitata.

 

Il senatore MAZZARELLO (Ulivo) ritiene che nel rapporto della Commissione possa essere anche inserita una osservazione relativa al sistema delle concessioni autostradali, in linea con quanto indicato nell’ordine del giorno presentato sul decreto-legge collegato al disegno di legge finanziaria.

 

Il relatore MONTINO (Ulivo) prende atto delle osservazioni formulate sulla proposta di rapporto favorevole che ha presentato, ma considera preferibile confermare il testo originario.

 

La presidente DONATI, non essendovi ulteriori richieste di intervento, pone in votazione il rapporto favorevole presentato dal Relatore che viene approvato.

 

Si passa quindi alla tabella concernete il Ministero delle comunicazioni e alle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il relatore PAPANIA (Ulivo), premesso di considerare essenziale una efficace opera di informazione sulle scelte contenute nella manovra, anche con riferimento alle misure alternative alla realizzazione del ponte sullo Stretto, replica agli intervenuti esprimendo apprezzamento per la discussione e precisando che la discussione sul disegno di legge Gentiloni si dovrà svolgere nella sede opportuna. Osserva, tuttavia, che a suo avviso tale disegno di legge non ha un intento punitivo nei confronti di alcun soggetto che opera nel settore delle comunicazioni. Dopo aver apprezzato le considerazioni del senatore Butti, che ha riconosciuto i passi in avanti contenuti nei documenti di bilancio per questo settore, sottolinea anche le linee di continuità con la precedente legislatura e si sofferma, in particolare, sulle misure concernenti la diffusione della banda larga e il digitale terrestre. Concorda con l’esigenza di incrementare gli incentivi su tale ultima finalità. Dà quindi lettura di una proposta di rapporto favorevole.

 

Il senatore BUTTI (AN) , nell’accogliere la richiesta di rinviare ad altra sede la discussione sul disegno di legge Gentiloni, considera però opportuno segnalare alcune evidenti contraddizioni anche rispetto a quanto previsto dai documenti di bilancio. Ciò vale sia per la proposta di anticipare il passaggio al digitale terrestre solo per due canali sia per le diverse impostazioni che concernono il riassetto della Rai. Ribadisce che taluni aspetti della manovra sono positivi ma che sono anche rinvenibili evidenti lacune. Si sofferma in particolare sul problema della diffusione della banda larga, segnalando che dovrebbe essere affrontato con maggiore determinazione il problema del digital divide. Prende atto di non aver ricevuto risposta sul problema dei fondi per le trasmissioni parlamentari di Radio Radicale e preannuncia il proprio voto contrario.

 

Il senatore GRILLO (FI) condivide le valutazioni del senatore Butti relativamente alle contraddizioni rinvenibili nella impostazione del Governo che, ad esempio, stanzia risorse per le emittenti private, ma non prevede interventi al riguardo nel disegno di legge Gentiloni. E’ evidente come si risenta ancora di una impostazione basata sulla logica del duopolio. Pur apprezzando talune aperture contenute nel rapporto proposto dal Relatore dichiara il proprio voto contrario.

 

La proposta di rapporto favorevole presentata dal Relatore, previa verifica del prescritto numero legale, viene posta ai voti e approvata.


ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1183 CONCERNENTI LE PARTI CORRISPONDENTI AGLI STATI DI PREVISIONE DEI MINISTERI DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 

 

0/1183/1/8a

Confalonieri, Palermo

 

"L'8a Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato, in sede di esame del disegno di legge n. 1183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007)

 

Premesso che:

- con emendamento del Governo è stato introdotto il comma 545 all'articolo 18 col quale viene assicurato il concorso dello Stato al completamento della realizzazione delle opere infrastrutturali della Pedemontana lombarda, attraverso un contributo quindicennale di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007, di 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008 e di 40 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009;

- con l'articolo 18, comma 545 della finanziaria per il 2007 è resa possibile per la regione Lombardia la costituzione di un organismo di diritto pubblico, partecipato dalla stessa regione, a cui può essere affidato da ANAS la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture autostradali lombarde;

 

Considerato lo stato di grande difficoltà in cui versano le infrastrutture ed i servizi ferroviari nell'area pedemontana e, più in generale, in Lombardia.

 

Considerata inoltre la necessità di intervenire sul potenziamento dei sistemi urbani, attraverso l'incremento dell'offerta di servizio di trasporto rapido e di massa nella grande area metropolitana milanese

 

impegna il Governo

a reperire le necessarie risorse per potenziare la rete metropolitana e le ferrovie regionali, contestualmente al reperimento di risorse previste per le opere autostradali, confermando per la loro realizzazione le normative vigenti in tema di affidamento".

 

 

0/1183/2/8a

Donati

 

"L'8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni), in sede di esame del disegno di legge n. 1183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007)

 

Visto che:

- da diversi anni le risorse impegnate nel sostegno all'autotrasporto, stanziate anche dal nuovo governo con il recente decreto legislativo n. 262 convertito in legge, non solo non hanno contribuito a risolvere in modo strutturale i problemi della mobilità e del trasporto merci, ma anzi hanno aggravato lo squilibrio modale del nostro Paese a sostegno del trasporto su strada e quindi penalizzando la crescita dei sistemi a minore impatto e maggiore sostenibilità come il trasporto ferroviario e via mare;

- l'articolo 38 della legge 166 del 2002 prevede al comma 5 che alle imprese che si impegnano contrattualmente per un triennio a realizzare un quantitativo minimo annuo di treni completi di "trasporto combinato" o di "merci pericolose", e' riconosciuto un contributo in funzione dei treni-chilometro effettuati stabilito con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, in funzione del limite massimo di risorse a tale scopo attribuite con l’istituzione al comma 6 della stessa legge nell'ambito dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del "Fondo per la contribuzione agli investimenti per lo sviluppo del trasporto merci per ferrovia, con particolare riferimento al trasporto combinato e di merci pericolose ed agli investimenti per le autostrade viaggianti";

- che questo sistema di incentivi è stato sottoposto al vaglio della Commissione Europea che ha autorizzato questi aiuti di stato destinati alle imprese previsti all'articolo 38 della legge n. 166 del 2002 stante la valenza ambientale e sociale del provvedimento.

 

Considerato che:

- uno dei principali obiettivi che il Governo si è dato con il PGTL, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 2001, è quello del trasporto intermodale, come indicato anche dal libro bianco della commissione europea sui trasporti;

- lo sviluppo del trasporto merci per ferrovia è una componente sempre più strategica nel trasporto delle merci in Italia, dato che l'evidente congestione delle autostrade e strade nel nostro Paese si può combattere in primo luogo offrendo agli operatori economici alternative valide e competitive all'autotrasporto;

- il trasporto combinato, il trasporto di merci pericolose e le cosiddette autostrade viaggianti rappresentano quindi un settore che lo Stato deve sostenere in attesa che vengano finanziati in futuro i necessari interventi strutturali volti a migliorare il complessivo sistema logistico intermodale.

 

Considerato inoltre che:

- il traffico motorizzato sulle reti stradali ed autostradali ed in particolare nelle realtà urbane e metropolitane ha raggiunto in Italia livelli preoccupanti di congestione, di emissioni inquinanti, consumi energetici ed emissioni crescenti di C02, che danneggiano fortemente l'accessibilità dei cittadini e delle imprese, e che vede una crescita sistematica del traffico motorizzato privato e del trasporto su strada;

- questa situazione di crisi produce elevati livelli di inquinamento acustico ed atmosferico, incentiva i consumi energetici e le emissioni di climalteranti, incrementa le malattie e la perdita di benessere da parte dei cittadini, aumenta l'incidentalità e l'insicurezza stradale e genera forti costi diretti ed indiretti sui cittadini, le imprese e più in generale sulla collettività;

 

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte ad incrementare e a rifinanziare adeguatamente l'articolo 38 commi 5 e 6 della legge n. 166 del 2002 a sostegno del trasporto intermodale".

 

 

0/1183/3/8a

Donati

 

"L'8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni), in sede di esame del disegno di legge n. 1183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007)

 

Considerato che:

all'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV), istituita con il d. lgs. n. 66 del 1999, dotato di autonomia amministrativa, regolamentare, patrimoniale, contabile e finanziaria, sono attribuiti due compiti fondamentali quali la conduzione delle inchieste tecniche relative agli incidenti ed agli inconvenienti occorsi ad aeromobili nel settore dell'aviazione civile e lo svolgimento delle attività di studio e di indagine per migliorare la sicurezza del volo;

il funzionamento dell'Agenzia è condizionato dalle disposizioni delle leggi finanziarie che hanno reso applicabile nei confronti dell'ANSV il blocco delle assunzioni del personale con contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato rendendo difficile all'Ente di completare i propri organici;

la legge 311/2004 (Finanziaria 2005, art. 1, commi 93-94) ha previsto altresì la rideterminazione delle dotazioni organiche, con una riduzione non inferiore al 5% della spesa complessiva relativa al numero dei posti in organico;

la stessa legge 311/2004, mentre dispone al comma 95 il mantenimento del divieto di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato (ad eccezione delle categorie protette), non ricomprende espressamente fra le "indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza" indicate come prioritarie al comma 97, le assunzioni a tempo indeterminato che l'ANSV potrebbe chiedere di effettuare in deroga al divieto stesso per acquisire tutto il personale tecnico necessario che non ha finora potuto assumere - se non parzialmente ed a tempo determinato - per poter assolvere la missione istituzionale che le è stata conferita;

il disegno di legge n. 1183 dispone all’articolo 18, comma 147 che Il personale utilizzato dalle agenzie e dagli enti pubblici non economici per le funzioni di supporto, inclusa la gestione delle risorse umane, dei sistemi informativi, dei servizi manutentivi e logistici, degli affari generali, dei provveditorati e della contabilità, non può eccedere il 15 % delle risorse umane complessivamente utilizzate dalle amministrazioni determinando, nel caso specifico dell’ANSV, la riduzione del personale dell’area amministrativa a 3 unità con la conseguente discontinuità delle attività amministrative.

 

Tenuto conto che:

l’art. 16, comma 231, riconosce ad alcuni enti tra cui l’ENAC, la possibilità di derogare al blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, ma analoga previsione normativa non esiste per l’ANSV;

 

l’International Civil Aviation Organization (ICAO), l’agenzia specializzata dell’ONU nel trasporto aereo, ha riconosciuto, nel recente audit fatto al sistema aviazione civile italiano, l’importante ruolo svolto dall’ANSV nel campo della prevenzione degli incidenti aerei. L’ICAO, dopo aver sottolineato che l’Italia - tramite l’ANSV - ha messo in piedi un efficiente sistema di investigazione tecnica e di prevenzione, operante nel rispetto della normativa internazionale in materia, ha mosso rilievo sul fatto che l’ANSV, a fronte di una forte mole di lavoro, è sensibilmente sotto organico (del 30% nell’area amministrativa e di circa l’80% nell’area investigativa/tecnico-operativa);

della necessità, alla luce dei recenti e gravi incidenti avvenuti in Italia nel settore aereo, di effettuare verifiche e controlli al fine di garantire la sicurezza dei voli in Italia appare sempre più un'esigenza improrogabile anche in ragione dei numerosi episodi di emergenza sui velivoli passeggeri avvenuti negli ultimi anni con un aumento esponenziale dei casi segnalati, raddoppiati negli ultimi 5 anni;

 

impegna il Governo

ad adottare, nell’ambito del disegno di legge n. 1183 o con il primo provvedimento utile, le opportune iniziative legislative volte ad escludere l’ANSV dalle limitazioni imposte da predetto disegno di legge".

 

 

0/1183/4/8a

Donati

 

"L'8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni), in sede di esame del disegno di legge n. 1183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007)

 

Considerato che:

il nostro territorio e le città devono affrontare pressioni prodotte dalla crescente mobilità di persone e merci, Nelle principali città italiane si raggiungono punte di 60-65 automobili ogni 100 abitanti, con insormontabili problemi di traffico che limitano la mobilità collettiva comportando costi derivati, soprattutto relativi alla salute delle persone, valutati nell'ordine del 4% del Pil in Italia, di cui il 2% per incidentalità e l'altro 2% per patologie originate da inquinamento;

il governo nella precedente legislatura tagli dei finanziamenti per gli enti locali e per il trasporto pubblico

questa situazione di crisi produce elevati livelli di inquinamento acustico ed atmosferico, incentiva i consumi energetici, produce una mancata accessibilità, incrementa l'incidentalità e l'insicurezza stradale (oltre due terzi degli incidenti avviene in ambito urbano), e genera forti costi diretti ed indiretti sui cittadini, le imprese e più in generale sulla collettività;

l'inquinamento derivante dai veicoli di trasporti è rappresentato al 95% dai mezzi privati

l'Ufficio Regionale per l'Europa dell'OMS, in uno studio recentemente pubblicato, ha fornito dati preoccupanti in merito agli effetti dell'inquinamento atmosferico in ambiente urbano, con particolare riferimento alle polveri sottili, dai quali emerge con allarmante chiarezza che l'inquinamento atmosferico da particolato fine (PM) accorcia in media la vita di ogni persona all'interno dell'Unione Europea (UE) di 8,6 mesi e i valori salgono per l'Italia: 9 mesi di vita nel 2000;

in settori d’importanza rilevante come le infrastrutture ed i sistemi di mobilità, cruciali per la qualità delle città e del territorio, la qualità ambientale deve costituire un criterio di riferimento fondamentale per una effettiva valutazione del rapporto costi-benefici, per un impiego razionale delle risorse, per la scelta delle priorità, per modalità decisionali in grado di valorizzare la partecipazione dei cittadini;

è necessario introdurre politiche di incentivazione fiscale per le azioni a favore della mobilità sostenibile a partire dalla deduzione fiscale dei costi degli abbonamenti annuali ai mezzi di trasporto collettivo e di introduzione su scala nazionale del ticket trasporto a partire dai dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di incentivare il ricorso ai mezzi di trasporto pubblico e la fidelizzazione degli utenti del trasporto pubblico locale

 

impegna il Governo

a definire un'apposita previsione di spesa per sperimentare ed incentivare la defiscalizzazione dell'acquisto di abbonamenti annuali nominativi ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale, interregionale e ferroviario, anche attraverso una detassazione dei costi sostenuti dai cittadini e per istituire il "ticket trasporto".

 

 

0/1183/5/8a

Donati

 

"L'8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni), in sede di esame del disegno di legge n. 1183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2007)

 

premesso che:

la mobilità nelle realtà urbane e metropolitane ha raggiunto in Italia livelli di congestione, di blocco degli spostamenti che danneggiano fortemente l'accessibilità dei cittadini e delle imprese, e che vede una crescita sistematica del traffico morotizzato privato e del trasporto su strada;

nelle principali città italiane si raggiungono punte di 60-65 automobili ogni 100 abitanti. Questo provoca insormontabili problemi di traffico che limitano molto la mobilità collettiva e intollerabili livelli di inquinamento atmosferico ed acustico che comportano costi derivati, soprattutto relativi alla salute delle persone, valutati nell'ordine del 4% del PIL in Italia, di cui il 2% per incidentalità e l'altro 2% per patologie originate da inquinamento;

l'Ufficio Regionale per l'Europa dell'OMS, in uno studio recentemente pubblicato, ha fornito dati preoccupanti in merito agli effetti dell'inquinamento atmosferico in ambiente urbano, con particolare riferimento alle polveri sottili, dai quali emerge con allarmante chiarezza che l'inquinamento atmosferico da particolato fine (PM) accorcia in media la vita di ogni persona all'interno dell'Unione Europea (UE) di 8,6 mesi e i valori salgono per l'Italia: 9 mesi di vita nel 2000;

lo stesso studio stima che nella UE, con la diminuzione della mortalità legata alla riduzione del PM fino all'anno 2020, si avrebbe un vantaggio monetario annuo compreso tra i 58 e i 161 miliardi di euro, mentre con la diminuzione delle malattie dovute al PM si risparmierebbero intorno ai 29 miliardi di euro l'anno;

l'inquinamento derivante dai veicoli di trasporti è rappresentato al 95% dai mezzi privati.

 

Considerando che:

l'attuale livello di offerta dei servizi di Trasporto Pubblico Locale non è adeguata a servire una domanda in crescita e che richiede il miglioramento delle prestazioni, velocità e confort, in cui risulta evidente che la dotazione infrastrutturale delle reti per il trasporto rapido di massa (metropolitane e tramvie) vede l'Italia all'ultimo posto in ambito europeo e che occorre rapidamente colmare questo deficit infrastrutturale;

a fronte di un problema così grave e serio come quello della salute dei cittadini, il Governo, nel periodo 2001-2005, non ha provveduto a realizzare un programma di interventi strutturali e radicali per fronteggiare le criticità derivanti dalla congestione da traffico nelle aree urbane, ma ha invece concentrato gli investimenti in opere autostradali che aumentano soltanto il traffico autostradale e, conseguentemente, le emissioni derivanti dai veicoli.

nel 1992 è stata approvata la legge 211 per la realizzazione di reti per il trasporto rapido di massa che attualmente risulta sottofinanziata rispetto alla dimensione dei problemi aperti;

degli investimenti, approvati dal CIPE per le alle opere della Legge Obiettivo, solo il 6% di queste risorse (pari a 3,2 mld di euro), sono state destinate al miglioramento delle infrastrutture "urbane'' e cioè destinate a reti metropolitane;

 

impegna il Governo

ad assicurare finanziamenti adeguati ed aggiuntivi per la realizzazione delle reti per il trasporto rapido di massa di cui alla legge 26 febbraio 1992, n. 211, ed a procedere ad una efficace accelerazione delle procedure e del sistema di autorizzazioni per consentire una rapida realizzazione dei progetti al fine di garantire servizi efficienti e di qualità per la mobilità urbana dei cittadini".


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184 - TABELLE 11 E 11-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

valutato positivamente l'insieme delle misure contenute nella manovra finanziaria che incidono sul settore delle comunicazioni;

rilevata l'attenzione posta al settore delle emittenti radiotelevisive;

ritenuto di dover proporre una riflessione in ordine alla necessità di sensibilizzare i cittadini, con adeguati metodi di comunicazioni e con l'impiego di ulteriori risorse, sulle innovazioni tecnologiche cui possono accedere rilevando l'importanza degli incentivi per l'acquisto di televisori sintonizzatori digitali integrati;

rilevato come una parte consistente degli stanziamenti finanziari per il settore delle comunicazioni faccia capo a postazioni di bilancio riferite al Ministero dell'economia e che sarebbe pertanto auspicabile determinare una più precisa corrispondenza tra le competenze funzionali del Ministero e l'attribuzione delle risorse, in modo da rendere più chiari i processi di spesa e controllabile il raggiungimento degli obiettivi;

apprezzate le disposizioni finalizzate a favorire la transizione verso il digitale terrestre;

condivisa l'assoluta priorità assegnata alla diffusione della banda larga anche in considerazione del ruolo strategico come fattore di sviluppo e di coesione che essa può assumere nelle aree tecnologicamente meno avanzate del Paese,

 

esprime un rapporto favorevole


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DEI TRASPORTI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184 - TABELLE 16, 16-BIS E 16-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dei trasporti per l'anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

- valutato favorevolmente il complessivo impegno nel dare risposte positive, di riforma e rilancio, per un riequilibrio modale dei diversi comparti del sistema dei trasporti del Paese, oggi in crisi e difficoltà;

- valutate positivamente le disposizioni riguardanti il settore portuale ed in particolare quelle relative all'autonomia finanziaria delle Autorità portuali che rappresentano una svolta positiva per il rilancio della portualità italiana;

- considerate con favore le disposizioni in materia di demanio marittimo;

- espresso apprezzamento per la previsione di un trattamento di integrazione salariale straordinaria per i lavoratori portuali che prestano lavoro temporaneo nei porti;

- condivisi gli interventi finalizzati allo sviluppo del porto di Gioia Tauro, in quanto piattaforma logistica del Mediterraneo;

- visti positivamente gli interventi finanziari tesi al miglioramento della mobilità dei pendolari;

- sottolineati gli interventi previsti per la realizzazione di importanti assi ferroviari, che presuppongono la contestuale soluzione dei gravi problemi finanziari del gruppo Ferrovie dello Stato;

- giudicato positivo l’intervento verso l'ENAC e dunque per la sicurezza dei voli

 

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni:

 

- sarebbe auspicabile e prioritario prevedere l'adozione di misure e risorse che consentano di pervenire ad una efficace soluzione del rinnovo del contratto collettivo dei lavoratori autoferrotranvieri;

- in materia di sviluppo degli Hub portuali di interesse nazionale, sarebbe opportuno riferirsi, piuttosto che a singoli Hub, alla definizione dei diversi sistemi portuali;

- sempre con riguardo al tema della portualità, sarebbe auspicabile, ai fini di un pieno rilancio del settore portuale del nostro Paese, un'integrazione del disegno di legge finanziaria, nel senso di prevedere nuove norme per la realizzazione del dragaggio dei fondali;

- con riferimento alle disposizioni relative al settore ferroviario sarebbe necessario valutare l'opportunità di attribuire alla società Ferrovie dello Stato, al fine di consentirle di recuperare capitali dal mercato, la disponibilità dei pedaggi derivanti dal congelamento di ISPA, oltreché maggiori risorse, in particolare destinate al trasporto locale;

- il Governo inoltre dovrebbe impegnare le Ferrovie dello Stato a coordinare con le Regioni il pieno utilizzo delle tratte liberate dall'entrata in esercizio dell'Alta Velocità/Alta Capacità;

- ai fini dell'equilibrio modale, si dovrebbe rifinanziare la legge a sostegno dell'intermodalità e della logistica;

- per quel che concerne il settore dell'autotrasporto, dopo l’impegno finanziario contenuto nella legge, sarebbe opportuno che in futuro venissero adottate ulteriori misure volte a restituire competitività a tale settore, attraverso una profonda riforma;

- è opportuno modificare le norme che prevedono il passaggio al demanio statale delle aree di competenza delle società aeroportuali, onde evitare una grave difficoltà degli scali italiani in particolare di quelli piccoli e medi;

- risulta utile considerare un prolungamento, nel quadro delle norme europee, della concessione per la società Tirrenia;

- nella prospettiva di un maggior equilibrio modale e del trasporto dei cittadini, sembra necessaria un aumento del finanziamento per il trasporto rapido di massa per introdurre misure a sostegno degli abbonamenti annuali per lavoratori, studenti e pensionati;

- per la sicurezza del volo è necessario il superamento del blocco del personale, al pari di ENAC, per l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, così come è opportuno valutare la rivisitazione dei requisiti di sistema;

- è opportuno apportare miglioramenti alla normativa ed introdurre nuove misure, in continuità con i positivi impegni già assunti, per il sostegno anche finanziario della sicurezza stradale, a cominciare dalla sagomatura dei profili dei camion che deve procedere in tempi rapidi coinvolgendo l'intero parco dei mezzi;

- sia considerato l'impegno ulteriore per nuovi mezzi e risorse a sostegno del lavoro crescente della Guardia costiera.

 


AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

Mercoledì 22 novembre 2006

34a Seduta

Presidenza del Presidente

CUSUMANO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 13 e 13-ter) Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), relatrice, illustra il disegno di Legge finanziaria per il 2007 che, insieme al DPEF 2007-2011 e al decreto-legge n. 262 del 2006, in materia tributaria, costituisce uno strumento prioritario per il risanamento e lo sviluppo del Paese, in un contesto fortemente vincolato dallo stato dei conti pubblici.

Rileva infatti che il disegno di legge in esame ha dovuto tenere conto della situazione della finanza pubblica ereditata dall’attuale Esecutivo, caratterizzata da una preoccupante combinazione di deficit elevato, esaurimento dell’avanzo primario e risalita del debito. Sottolinea quindi che la manovra di bilancio presentata dal Governo si muove in tre distinte direzioni: quella del risanamento, dello sviluppo e dell’equità, procedendo ad un riequilibrio delle risorse finanziarie disponibili. Rilevato che il volume delle risorse ammonta complessivamente a circa 19 miliardi di euro e che vi è un incremento netto delle spese di circa 3,5 miliardi, evidenzia come l’obiettivo dichiarato è quello di pervenire, al termine della legislatura, alla ricostituzione di un avanzo primario intorno a 5 punti di PIL, portando il bilancio al pareggio e il debito pubblico sotto la soglia dei 100 punti. Illustra quindi le disposizioni del disegno di legge che attengono ai profili di competenza della 9a Commissione, contenute in diversi commi dell’articolo 18, a seguito della presentazione di un maxi-emendamento da parte del Governo nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati.

Richiama preliminarmente l’attenzione sul fatto che il comparto agroalimentare si presenta attualmente in condizioni congiunturali ancora difficili ed in parziale controtendenza rispetto ai segnali di più netta ripresa che pervengono dal complesso dell’economia nazionale. Rileva che la forte e rapida contrazione della superficie agricola utilizzata, con punte del 40 per cento nel settore cerealicolo, non può non richiamare all’attenzione le modalità di applicazione in Italia della riforma della PAC, con l’introduzione del disaccoppiamento in assenza di adeguate politiche di filiera. Con riguardo invece alla produzione alimentare nel suo complesso e alla bilancia commerciale di settore, il comparto presenta segnali di vivacità nelle esportazioni che registrano una interessante ripresa nella seconda metà dell’anno.

Per quanto concerne il merito della manovra finanziaria, constata in primo luogo che il contributo del settore agroalimentare all’intervento di risanamento del bilancio non determina aggravi per nuova fiscalità o incrementi dei prezzi. Le misure contenute a questo proposito nella manovra sono rivolte a far emergere situazioni di non corretta applicazione delle normative fiscali o comportamenti di elusione ed evasione contributiva. A questo proposito richiama quindi il dibattito svolto in Commissione, nel corso dell’esame per la conversione del decreto-legge n. 262/2006, in merito all’aggiornamento del catasto, alla verifica dei requisiti di ruralità dei fabbricati, e all’imposta di successione, sulla quale il Governo ha accolto un apposito ordine del giorno.

Rileva che il disegno di legge in esame conferma tutte le agevolazioni fiscali per il comparto agricolo in scadenza al 31 dicembre 2006: l’aliquota IRAP ridotta all’1,9 per cento per le imprese agricole e le cooperative della piccola pesca (articolo 18, comma 106) le misure a favore della pesca costiera e della pesca nelle acque interne previste dall’articolo 11 della legge n. 388/2000 (comma 107), le agevolazioni in materia di imposta di registro e ipotecaria per la formazione e l’arrotondamento della proprietà contadina (comma 108) e l’accisa zero per il gasolio impiegato nel riscaldamento delle serre (comma 110, lettera h). Al riguardo ritiene peraltro opportuno richiamare, così come emerso più volte nei dibattiti della Commissione, l’opportunità di valutare una stabilizzazione del regime fiscale in agricoltura superando il regime di proroga annuale e l’estensione alla pesca del regime speciale IVA vigente per il settore agricolo. Su tale innovazione, introdotta in via sperimentale nel corso del 2006, ravvisa la necessità di sollecitare un pronunciamento definitivo della Commissione europea. Sottolinea inoltre che il regime ICI per i fabbricati delle cooperative agricole richiederebbe un indirizzo interpretativo della disciplina nazionale nel senso dell’applicazione del regime agevolato.

Ritiene inoltre che una riduzione degli oneri contributivi, seppure ridotta nel settore agricolo per la particolare configurazione dell’occupazione, si determina per effetto delle misure contenute nell’articolo 18, commi da 15 a 19 concernenti il cuneo fiscale, che consente ai datori di lavoro di portare in deduzione dal calcolo dell’IRAP un importo pari a 5.000 euro per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato o a tempo parziale di tipo verticale e di tipo misto. Con riguardo al comma 405, che prevedeun intervento sulla contribuzioneINAIL, ravvisa l’opportunità di prevedere a vantaggio del settore agricolo, proprio perché in gran parte escluso dai benefici del cuneo fiscale, una riserva specifica sulla riduzione dei premi, al fine di consentire alle imprese del settore un canale di accesso preferenziale alla riduzione contributiva. Sottolinea comunque l’importanza del pacchetto di norme contenute nel disegno di legge finanziaria per combattere il fenomeno del lavoro irregolare in agricoltura e facilitarne l’emersione, anche dopo i gravi episodi portati a conoscenza dell’opinione pubblica nei mesi scorsi. Illustra, in particolare, le disposizioni di cui all’articolo 18, commi 683-684 riguardanti l’obbligatorietà del documento unico di regolarità contributiva (DURC), i commi da 685 a 687 relativi all’adeguamento degli importi delle sanzioni amministrative, i commi da 688 a 693 concernenti la comunicazione telematica all’INPS dei rapporti di lavoro che peraltro lasciano invariate per i datori di lavoro agricoli, a seguito di un emendamento del Governo introdotto alla Camera dei deputati, le procedure già previste dall’articolo 1, comma 9 del decreto-legge 10 gennaio 2006 n. 2, ed infine i commi da 699 a 708, che introducono misure specifiche per l’emersione del lavoro irregolare. Ritiene che, in sede di attuazione delle suddette norme, vada valutata attentamente l’esigenza di non aggravare gli adempimenti burocratici per le piccole imprese, con particolare riferimento alla modulistica ed all’aggiornamento tempestivo delle banche dati INPS. Ritiene comunque che, nel suo complesso, vi sia un intervento di forte sostegno alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro in agricoltura e degli adempimenti contributivi che si completa con le disposizioni introdotte nel maxi–emendamento (commi 620 e 680) riguardanti rispettivamente la proroga al 31 dicembre 2005 della dilazione dei pagamenti INPS a favore delle imprese operanti nelle aree colpite da eventi atmosferici eccezionali o emergenze sanitarie e la modifica delle disposizioni in merito all’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali. Segnala infine, sempre nel contesto delle innovazioni in materia contributiva, le norme contenute nel comma 407, in merito alla decorrenza degli interessi legali per le prestazioni di disoccupazione agricola, e nel comma 408, concernenti la definizione della base imponibile per il prelievo contributivo relativo alle prestazioni dei piccoli coloni e dei compartecipanti familiari.

Giudica, inoltre, gli interventi per il comparto agroalimentare, potenziale protagonista del rilancio del made in Italy, articolati ed innovativi. L’articolo 18, commi da 21 a 29, prevede il credito di imposta, nella misura massima consentita dall’Unione europea, per l’acquisizione dei beni strumentali da parte delle imprese operanti in tutte le regioni meridionali, con l’obiettivo di stimolare il rinnovo del parco-macchine e delle attrezzature produttive anche in campo agricolo. Il comma 39, introduce la possibilità di portare in detrazione IVA le spese per la somministrazione di alimenti e bevande nel corso di congressi e manifestazione varie, un incentivo al consumo di prodotti agroalimentari in questo contesto. Giudica con favore l’avvio di forme attive di sinergia fra il comparto turistico e quello agroalimentare previsto dal comma 514, con il sostegno a progetti promozionali e di internazionalizzazione realizzati da consorzi misti dei due settori; ritenendo che possano essere utilmente impiegate anche le risorse stanziate con il comma 515, con l’incremento di 20 milioni di euro del fondo istituito per favorire la penetrazione commerciale all’estero e l’adozione di marchi consortili del prodotto ‘made in Italy’, in attuazione dell’articolo 4 della legge 24 dicembre 2003 n. 350.

Tra le misure di sviluppo per il settore agricolo ricorda i commi 605 e 606 che elevano per gli imprenditori e le società agricole (rispettivamente fino a 80.000 euro e fino a 2 milioni di euro) il valore della produzione che possono vendere direttamente al pubblico in deroga al decreto legislativo n. 114 del 1998, e prevede, nell’ottica di favorire un forte sviluppo sul territorio nazionale di questa forma di commercializzazione che consente di mantenere il valore aggiunto all’origine, la definizione con decreto ministeriale degli standard per la realizzazione di mercati in vendita diretta. A sostegno della multifunzionalità dell’impresa agricola interviene il comma 607, laddove si facilita la possibilità per le pubbliche amministrazioni di affidare direttamente contratti di appalto di opere pubbliche o di servizi agli imprenditori del settore, elevando il limite di affidamento diretto a 50.000 euro per le singole imprese e a 300.000 per gli imprenditori associati. A favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari sono invece orientati i commi da 621 a 625, con disposizioni rivolte a sostenere la penetrazione delle imprese nazionali nei mercati esteri mediante esclusione dalla base imponibile dell’investimento pubblicitario all’estero, con particolare attenzione rivolta a consorzi e raggruppamenti di imprese o a prodotti oggetto di intese di filiera o contratti-quadro, con possibilità pertanto di accedere direttamente al sostegno e con modulazione dell’aiuto rivolta a stimolare le aggregazioni di filiera. Ad incentivare la crescita delle dimensioni medie dell’impresa agricola nazionale e della sua capacità di competere sono invece dedicate le norme contenute nei commi da 626 a 629, che prevedono una facilitazione significativa allo diffusione della forma societaria in quanto si consente anche alle società agricole di optare per il sistema di imposizione sui terreni fondato sul reddito agrario, oggi riservato ai soli imprenditori agricoli individuali; rileva che la formulazione tecnica di questa disposizione richiede peraltro un perfezionamento concernente la compatibilità della nuova norma con il Testo unico per le imposte sul reddito (TUIR) riguardante il reddito dominicale per le società agricole. Con riferimento alle ultime due disposizioni sopra citate (aiuti all’internazionalizzazione e all’adozione della forma societaria) osserva che il comma 639 pone un limite massimo di spesa decisamente insufficiente (1 milione di euro) che sarebbe opportuno rivedere in sede di esame del provvedimento. Richiama inoltre l’attenzione sui commi 617 e 618, concernenti il Programma quadro per il settore forestale. La promozione di interventi, d’intesa con le Regioni, per valorizzare la multifunzionalità, la gestione sostenibile delle aree forestali e l’integrazione della filiera forestale con quella agroenergetica, danno sostanza ad un settore che ha grandi potenzialità inespresse nel nostro Paese. Giudica di particolare importanza a questo proposito la possibilità di accesso per le azioni previste dal programma-quadro alle risorse per le aree sottoutilizzate di cui all’articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289. Ritiene peraltro opportuno valutare l’inserimento nel dispositivo pervenuto dalla Camera dei deputati di un chiaro riferimento allo sviluppo della certificazione forestale, quale elemento qualificante nella prospettiva dello gestione sostenibile del territorio. Con riferimento al comma 619, che definisce le risorse destinate complessivamente ai Piani di settore, nella misura di 10 milioni di euro per l’anno 2007 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 segnala la necessità, già a più riprese discussa ed oggetto di emendamenti specifici approvati dalla Commissione Agricoltura della Camera, di riservare una quota congrua di tali risorse al Piano di azione per l’agricoltura biologica e i prodotti biologici, già previsto dall’articolo 1, comma 87, della legge 30 dicembre 2004, e ad oggi mai attuato per scarsa consistenza della dotazione assegnata e mancata pubblicazione dei relativi bandi. Ritiene che il disegno di legge finanziaria potrà, a questo riguardo, colmare il notevole ritardo rispetto ai concorrenti comunitari. Sempre nel campo delle misure per lo sviluppo, richiama la disposizione, di notevole rilievo anche per il settore agricolo, relativa alla costituzione del Fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle immissioni dei gas ad effetto serra (comma 639), con particolare riferimento al finanziamento a tasso agevolato di impianti di microgenerazione diffusa ad alto rendimento e ad impianti di piccola taglia per l’utilizzo di fonti rinnovabili nella produzione di elettricità e calore che possono avere ampia diffusione nel comparto delle agroenergie.

A questo proposito ravvisa la necessità di trattare approfonditamente le disposizioni specifiche in materia di biocarburanti e filiere agroenergetiche, ampiamente riformulate in sede di maxi-emendamento alla Camera e contenute nei commi da 88 a 99, in considerazione della rilevanza strategica che questi temi rivestono per l’economia agricola del Paese. Evidenzia che le disposizioni presentate dal Governo sono rivolte in particolare a dare concreta attuazione all’obbligo per i soggetti che immettono al consumo carburanti prodotti da fonti non primarie, introdotto con il decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, ma ad oggi sostanzialmente inattuato, di provvedere alla miscelazione di una quota minima di biocarburanti, che viene contestualmente fissata all’1 per cento per il 2007 e al 2 per cento per il 2008. A successivi provvedimenti attuativi, adottati d’intesa fra i Ministri competenti, sono demandate la definizione delle sanzioni amministrative pecuniarie in caso di mancato rispetto dell’obbligo e la fissazione dei criteri e modalità per il raggiungimento degli obiettivi di miscelazione, considerando le condizioni di effettivo sviluppo delle filiere agroenergetiche e in base a criteri che, in via prioritaria, tengano conto della quantità di prodotto proveniente da intese di filiera e contratti-quadro. Particolare importanza assume la definizione di un sistema di tracciabilità per l’origine delle materie prime e la chiara definizione del reddito derivante agli imprenditori agricoli dalle attività agroenergetiche e ad esse connesse quale reddito agrario, soggetto pertanto alla specifica disciplina fiscale del settore. Viene completamente ridefinito il sistema delle accise sui biocarburanti, che transitano da un regime di esenzione totale ad una aliquota ridotta al 20 per cento, con l’istituzione di una procedura di monitoraggio costante dei costi di produzione che consenta di prevenire eventuali sovracompensazioni, mentre di particolare rilievo sono le disposizioni contenute nel comma 99 che estendono alle filiere agroenergetiche le disposizioni vigenti in materia di intesa di filiera e contratti-quadro. Ritiene che tali disposizioni costituiscono certamente un passo in avanti per la costituzione di un comparto agroenergetico effettivamente operante sul territorio nazionale, anche se limitano l’attenzione del legislatore al settore dei biocarburanti. Richiama quindi le osservazioni di organizzazioni di categoria del comparto agricolo che a questo proposito hanno sottolineato la necessità di intervenire con altrettanto impegno nel settore dei biocombustibili, dove la filiera corta e la possibilità di attivare impianti di microgenerazione consente una più ampia partecipazione imprenditoriale e alla formazione del reddito per gli agricoltori, con particolare riferimento all’impiego dell’olio vegetale puro a fini energetici per uso aziendale o consortile e ad un intervento per definire un ‘certificato verde’ meglio tarato sulle esigenze degli impianti da biomassa agricola.

Rileva, inoltre, che il disegno di legge finanziaria per il 2007 contiene numerose altre norme di diretto interesse per le competenze della Commissione. Richiama il comma 205 che esclude dalla riduzione obbligatoria delle spese per consumi intermedi l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN) e tutti gli enti di ricerca facenti capo al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (C.R.A.); il comma 215 che consente, in deroga alle norme vigenti in merito alle assunzioni nella pubblica amministrazione, un significativo rafforzamento delle attività di vigilanza esercitate dal Corpo forestale dello Stato nelle aree naturali protette; i commi da 594 a 601 che contengono le disposizioni introdotte dal disegno di legge finanziaria in materia di controlli nel settore agroalimentare e di semplificazione; il comma 594 che attribuisce all’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi (ICRF), le funzioni statali in materia di vigilanza sull’attività di controllo degli organismi pubblici e privati addetti alla certificazione obbligatoria della produzioni agroalimentari di qualità; il comma 595 che affida all’AGEA a decorrere dal 1° luglio 2007 l’espletamento dei controlli sulle operazioni che rientrano nel sistema di finanziamento del fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG); il comma 596 che interviene sui controlli nel settore vitivinicolo; il comma 597 con cui si assegnano 23 milioni di euro per l’anno 2007 ai controlli e alle attività di competenza di Agecontrol S.p.A. in materia di qualità dei prodotti ortofrutticoli; il comma 598 che introduce, in attuazione della nuova regolamentazione comunitaria, un contributo, a carico dei consorzi di tutela, destinato a coprire le spese istruttorie conseguenti alle domande di registrazione, di opposizione, di cancellazione o di modifica delle denominazioni; il comma 599 abroga il comma 5-ter dell’articolo 3 del decreto-legge 182 del 2005; il comma 600, aggiunto durante l'esame presso la Camera dei deputati, cheestende al Corpo forestale dello Stato la possibilitàdi conferire assegni per la collaborazione ad attività di ricerca, e il comma 601 con cui si sopprime lo specifico Fondo per la razionalizzazione e la riconversione della produzione bieticolo-saccarifera costituito presso l’AGEA assegnando le risorse all’AGEA stessa; i commi 602-603 che intervengono sull’organizzazione del sistema idrico nazionale trasferendo alle Regioni Puglia e Basilicata le funzioni di indirizzo sull’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia e dispongono la proroga di un anno dell’attività dell’Ente irriguo umbro-toscano. Ritiene peraltro necessario segnalare la necessità di affrontare in questa sede le problematiche connesse alla mancata attuazione del Piano irriguo nazionale approvato con Delibera del CIPE n. 74/2005 che richiede un intervento urgente per assicurare quanto prima l’avvio di opere già cantierabili. Rileva che un emendamento presentato dal Governo alla Camera non risulta inserito nel testo pervenuto all’esame del Senato, e richiama i gravi rischi per interventi non più rinviabili, in un contesto che vede vaste aree del Paese soggette a fenomeni di ricorrente siccità. Invita pertanto il Governo a farsi carico di inserire nel corso dell’iter al Senato del disegno di legge tale emendamento, che si fa carico di tali problematiche.

Dà inoltre conto dei commi da 608 a 611 che disciplinano il cambio di finalizzazione, nel rispetto del pronunciamento in proposito della Commissione europea, per lo stanziamento già previsto relativo al credito d’imposta in favore dei giovani imprenditori agricoli. Richiama la costituzione di un apposito Fondo per l’imprenditoria giovanile che sarà disciplinato con successivo atto di natura non regolamentare del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; illustra poi i commi 612-613 che intervengono sulla finalizzazione di risorse originariamente destinate all’emergenza aviaria per promuovere la costituzione, d’intesa con le Regioni, di un apposito Fondo per le crisi di mercato; il comma 614 che, adempiendo ad un impegno assunto dal Governo nel quadro della recente riforma dei Consorzi agrari, ripristina la vigenza dell’articolo 5, comma 6 della legge n. 410 del 1999; il comma 615 che chiarisce come alla delimitazione delle aree colpite da calamità naturali devono provvedere le Regioni, in quanto in assenza della declaratoria regionale non sarebbe possibile accedere per i lavoratori salariati del settore agricolo ai benefici previsti dalla legge 223 del 1991.

Richiama infine le norme contenute nei commi da 720 a 730 che sono rivolte a responsabilizzare le Regioni e gli altri enti pubblici in ordine al rispetto della normativa comunitaria ed a prevenire l’instaurazione di procedure di infrazione con le conseguenti regolazioni finanziarie attivate dall’Unione europea nei confronti dell’Italia. In particolare per il settore agricolo è introdotto il diritto di rivalsa dello Stato in danno degli enti che sono stati indicati dalla Commissione quali responsabili dell’uso improprio di risorse provenienti dai fondi FEAGA e FEASR e dai fondi strutturali; il comma 748 che sopprime l’autorizzazione di spesa destinata alla costituzione della Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie e il comma 767, che provvede al rifinanziamento con 25 milioni di euro per l’anno 2007 del Fondo nazionale per la montagna.

Rileva, con riguardo alle proiezioni finanziarie, che la dotazione complessiva per il settore per l’anno 2007 (Tabelle A,B,C,D,F) è pari a 1.002 milioni di euro e presenta una incremento di disponibilità nel confronto con la Legge finanziaria per il 2006 pari a 328 milioni di euro. In particolare ritiene che il congruo stanziamento di 214,7 milioni di euro in Tabella B (fondo speciale di parte capitale), azzerato invece nel precedente esercizio, restituisce al settore agroalimentare la capacità progettuale per nuove leggi e la concreta possibilità di supportare, anche con il lavoro delle Commissioni parlamentari, il processo di sviluppo del comparto. Esprime inoltre soddisfazione per lo stanziamento in Tabella D (Rifinanziamento norme vigenti in conto capitale), pari a 220 milioni di euro, con il cospicuo rifinanziamento degli investimenti del MIPAAF ai sensi della Legge n. 499 del 1999, che rilancerà gli interventi strategici di sostegno alle filiere agroalimentari.

In conclusione esprime un giudizio favorevole sull’impianto complessivo sul disegno di legge finanziaria, sull’insieme delle disposizioni che concernono più specificamente il settore agroalimentare e sulle relative dotazioni di risorse. Auspica al contempo che un dibattito ampio ed articolato in Commissione e nella Commissione Bilancio, in un clima di confronto costruttivo, possa apportare ulteriori e sostanziali miglioramenti alle disposizioni in esame, nell’interesse dei consumatori e di chi opera in un settore economico di assoluto rilievo per le prospettive dell’economia nazionale e per l’immagine internazionale dell’Italia.

Passa quindi ad illustrare il disegno di legge n. 1184, con le relative note di variazioni e lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l’anno finanziario 2007 (Tabb. 13 e 13-ter). Ricorda preliminarmente che il bilancio dello Stato è suddiviso negli stati di previsione dei singoli Ministeri. La ripartizione degli stati di previsione avviene in unità previsionali di base (UPB) le quali, suddivise in capitoli, costituiscono l’insieme organico delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità amministrativa. La determinazione delle unità previsionali di base deve assicurare la piena rispondenza della gestione finanziaria agli obiettivi generali perseguiti dalle politiche pubbliche di settore ed all’esigenza di verificare la congruenza delle attività amministrative agli obiettivi medesimi.

Con riguardo alla Tabella 13 rileva che essa prevedeva inizialmente uno stanziamento complessivo in termini di competenza pari a 1189,6 milionidi euro. In base alla seconda nota di variazioni, che tiene conto degli effetti del disegno di legge finanziaria 2007 come approvato dalla Camera dei deputati, la spesa complessiva registra un aumento di 325,2 milioni di euro e pertanto si attesta su 1514,8 milioni.

Rilevato che nell’esercizio 2006 le risorse inizialmente iscritte in bilancio erano pari a 1276,4 milioni di euro, divenuti 1.401,5 milioni a bilancio approvato, e con la legge di assestamento ulteriormente rivisti a 1.445,7 milioni, richiama l’attenzione sul fatto che la Tabella 13 prevedeva inizialmente spese di parte corrente pari a 704,9 milioni (795,8 per il 2006), e spese in conto capitale pari a 484,7 milioni (480,6 milioni nel 2006). In base alla seconda nota di variazioni le spese di parte corrente raggiungono i 779,8 mentre le spese in conto capitale si attestano a 734,9 milioni, con un aumento di 250,3 milioni.

Dà quindi conto analiticamente degli stanziamenti relativi ai singoli centri di responsabilità del Ministero, quali il Gabinetto e gli uffici di diretta collaborazione all’opera del Ministro, il Dipartimento delle filiere agricole e agroalimentari, il Dipartimento delle politiche di sviluppo, l’Ispettorato centrale repressione frodi, il Corpo forestale dello Stato.

 

Il presidente CUSUMANO ricorda che, come convenuto nell’Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti alla Tabella 13 del disegno di legge finanziaria e di ordini del giorno, è fissato per le ore 12 di lunedì 27 novembre.

La Commissione conviene.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

Giovedì 23 novembre 2006

35a Seduta

Presidenza della Vice Presidente

PIGNEDOLI

indi del Presidente

CUSUMANO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 13 e 13-ter) Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana del 22 novembre scorso.

 

Si apre la discussione generale.

 

Il senatore MASSA (Ulivo) ringrazia la senatrice De Petris per la puntuale relazione svolta e rileva che gli interventi previsti dal disegno di legge finanziaria si raccordano con il documento di programmazione economica e finanziaria e il decreto-legge n. 262 del 2006 in materia fiscale. Ricordato che il comparto agricolo risulta maggiormente esposto, sul piano finanziario, rispetto ad altri, ai rischi legati alle condizioni di operatività, rileva che gli emendamenti presentati nel corso dell’esame presso la Camera hanno contribuito a migliorare il testo del disegno di legge. Evidenzia, quindi, la necessità di sollecitare il Governo, anche mediante un apposito atto di indirizzo da esaminare in Commissione, a intervenire per affrontare le problematiche relative alle opere irrigue del Piano idrico nazionale. Con riferimento al tema delle bioenergie, rileva che il disegno di legge finanziaria 2007 vi dedica ampio spazio, anche se ritiene che, essendovi su tali tematiche una maggiore attenzione nei confronti del mondo dell’industria rispetto a quello agricolo, si dovrebbe procedere ad una valorizzazione dell’intera filiera agroenergetica.

Con riferimento alle dimensioni della manovra, anche alla luce dei dati contenuti nella Tabella 13 e nelle parti di competenza del disegno di legge finanziaria, sulla quale la Commissione potrà sollecitare il Governo a introdurre delle modifiche, sottolinea che per il comparto primario sono comunque già previste delle risorse maggiori rispetto alla manovra finanziaria dello scorso anno.

Conclude osservando come gli strumenti previsti nei disegni di legge in esame renderanno l’agricoltura italiana maggiormente competitiva e che la manovra di bilancio, nel suo complesso, darà una spinta decisiva per lo sviluppo del comparto primario.

 

Interviene, quindi, il senatore BOSONE (Aut), rilevando che il disegno di legge finanziaria 2007 presentato dal Governo in tanto risulta obiettivamente complesso per il Paese, in quanto si pone degli obiettivi importanti, fra i quali il risanamento del bilancio, che consentirà all’Italia di acquisire maggiore dinamismo sul piano economico. Giudicando equilibrata, quindi, la manovra di bilancio, che mira ad una redistribuzione del reddito, ritiene si debbano creare delle condizioni di giustizia fiscale per favorire la competitività del Paese e quelle imprese agricole che si sono sempre attenute al rispetto delle regole. Evidenzia, quindi, che il Governo ha deciso di stanziare delle risorse maggiori rispetto agli anni precedenti, per il comparto primario, che viene ritenuto fondamentale per far ripartire lo sviluppo del Paese. Richiama, inoltre, l’importanza delle misure volte alla riduzione del cuneo fiscale, che rappresentano un primo tentativo di ridurre il costo del lavoro nel settore agricolo, e del mantenimento delle agevolazioni fiscali, già previste per il comparto. Con riferimento alle agevolazioni previste sui contributi INAIL, rileva l’opportunità di individuare un meccanismo premiale per le imprese maggiormente virtuose, che hanno avuto un numero esiguo di incidenti sul lavoro. Ritenendo positivi, infine, gli obblighi derivanti dall’entrata in vigore del Documento unico di regolarità contributiva (DURC), ai fini dell’emersione del lavoro nero, rileva che, con riferimento al comma 688 dell’articolo 18 del disegno di legge in esame, relativo all’assunzione di manodopera agricola, sarebbe opportuno prevedere che la comunicazione del datore di lavoro dell’avvenuta assunzione, al servizio competente, possa avvenire lo stesso giorno dell’instaurazione del rapporto di lavoro, anziché il giorno precedente.

Si riserva comunque di integrare il proprio intervento nel prosieguo del dibattito.

 

Il presidente CUSUMANO , in considerazione dell’imminente inizio dei lavori dell’Assemblea, rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

 

Il seguito dell’esame congiunto è rinviato.

 


AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

Martedì 28 novembre 2006

36a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

CUSUMANO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 13 e 13-ter) Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 23 novembre scorso.

 

Il presidente CUSUMANO ricorda che nella seduta del 22 novembre scorso la Commissione aveva convenuto di fissare il termine per la presentazione di emendamenti alla Tabella 13 e di ordini del giorno alle parti di competenza del disegno di legge finanziaria alle 12 di ieri. Tenuto conto dei tempi a disposizione per il dibattito e dell’esigenza di consentire comunque la presentazione di ordini del giorno e di emendamenti nei termini dianzi indicati, propone di posporre la presentazione del termine alle ore 14 di oggi.

 

Conviene la Commissione.

 

La senatrice ALLEGRINI (AN) esprime preliminarmente una valutazione fortemente negativa sulla manovra di finanza pubblica, osservando che risulta pienamente confermato il giudizio negativo già espresso nel Paese anche attraverso delle manifestazioni di piazza a carattere generale. In particolare, il settore agricolo non riceve adeguata attenzione sotto il profilo delle politiche in primo luogo fiscali: infatti si continua con il sistema delle proroghe annuali in particolare per il settore della pesca e mancano i chiari interventi in relazione all’ICI dei fabbricati delle cooperative, questione sulla quale sarebbe auspicabile un preciso impegno in sede di Commissione agricoltura.

Altrettanto disatteso è il problema rappresentato dal costo del lavoro in agricoltura, mentre anche in tema di semplificazione burocratica, per esempio per le variazioni colturali, non si è corrisposto alle aspettative e alle richieste avanzate dal settore. Altrettanto importante sarebbe prevedere un’estensione del beneficio del credito di imposta per l’acquisto delle macchine agricole, ora previsto solo per il regime a bilancio. Si sofferma quindi sui problemi della irrigazione in agricoltura, stigmatizzando la carenza di interventi programmatori e di realizzazione attinenti al piano irriguo nazionale: al riguardo, ricorda l’esigenza di assicurare la piena realizzabilità degli interventi già previsti. Quanto poi ai problemi fiscali, non appare soddisfacente la normativa predisposta in tema di cuneo fiscale, come pure in materia di TFR, che si configura come un vero e proprio prestito forzoso, che non reca alcun beneficio alle aziende agricole.

Quanto poi agli interventi cosiddetti di deruralizzazione, che dovrebbero costituire il contributo finanziario del settore alla lotta all’evasione, ricorda che in alcuni casi, che fanno riferimento anche al carattere multifunzionale delle aziende agricole, non sarebbe corretto applicare tale norma e, a tal fine, preannuncia che la sua parte politica ha già predisposto delle proposte emendative volte a meglio circoscrivere e delimitare il citato intervento di deruralizzazione.

Dopo aver quindi segnalato l’esigenza di prevedere una modifica migliorativa alle disposizioni relative ai consorzi agrari, richiama l’attenzione della Commissione sull’enorme dotazione prevista per il Gabinetto del Ministero delle politiche agricole e valuta negativamente il divieto di vendita di alcolici nelle aree di servizio autostradali per le negative ripercussioni sul settore. Infine, ribadisce il giudizio negativo sulla manovra di bilancio che non offre alcuna soluzione strutturale, ma meri palliativi ai problemi del settore.

 

Il senatore BOSONE (Aut), precisando di integrare l’intervento già avviato nella precedente seduta, ricorda di aver fatto rilevare l’opportunità, in relazione alle agevolazioni previste per i contributi INAIL, di un meccanismo premiale per le imprese più virtuose con un numero esiguo di incidenti sul lavoro. Dichiara quindi di convenire sull’esigenza più volte richiamata di prevedere interventi integrativi, attuativi del Piano irriguo nazionale, segnalando che tali problematiche investono, oltre alle regioni meridionali, anche il Nord. Ricorda al riguardo che proprio lo sviluppo del ricorso alle agroenergie, che si avvalgono di tecniche che richiedono un maggiore consumo di acqua, non può che suggerire un potenziamento del Piano irriguo medesimo. Si sofferma quindi sul settore biologico, per il quale occorre prevedere un’attenzione particolare e adeguati finanziamenti, ritenendo che al riguardo il Governo potrà fornire adeguate assicurazioni. Ritiene inoltre necessario un chiarimento e una precisazione in ordine alla possibilità per le aziende di costituire società di capitale.

Conclusivamente ritiene che gli interventi previsti nella manovra di bilancio per il settore agricolo siano particolarmente positivi e formula una valutazione favorevole sulla manovra nel suo complesso.

 

La senatrice PIGNEDOLI (Ulivo), dopo aver ricordato che la legge finanziaria configura una manovra impegnativa per l’entità e coraggiosa negli obiettivi, concorda con la valutazione positiva e con l’analisi molto equilibrata effettuata dalla relatrice, senatrice De Petris, in ordine alla manovra per il settore agricolo, che preserva le imprese dal punto di vista fiscale, e assegna più risorse di quelle previste a legislazione vigente.

In particolare segnala che la manovra concentra gli sforzi in direzione della promozione della competitività, per fare emergere le qualità delle produzioni nazionali, come pure incentiva il percorso di filiera con una strategia, ispirata alla qualità generalizzata, che segue il prodotto dalla produzione alla sua immissione al consumo. Rilevato altresì come la modulazione del credito fiscale opportunamente premi anche l’internazionalizzazione di quelle imprese che riescano ad aggregarsi, segnala peraltro l’esigenza di recuperare, attraverso opportune modifiche, l’esclusione nei confronti della cooperazione sotto tale profilo. Altrettanto positiva è la azione volta ad incrementare la crescita della dimensione media dell’impresa, tenuto altresì conto del quadro generale offerto dalle imprese. Viene inoltre confermata l’attenzione verso le produzioni tipiche e di qualità come leva per promuovere ulteriormente il settore e intrecciare un legame trasversale fra agricoltura e turismo. Anche gli interventi volti a favorire la cosiddetta filiera corta si collocano all’interno di una strategia che tende a legare più strettamente il consumatore al territorio e alla genuinità del prodotto: vanno quindi valutate favorevolmente le misure per la vendita diretta, richiamando infine l’importanza di sostenere la costituzione di soggetti giuridici per gestire l’offerta e anche di disciplinari sulle regole di trasformazione: in tal senso riterrebbe opportuna l’introduzione della denominazione "prodotti di fattoria" all’interno dei sistemi di vendita diretta.

Conviene sull’opportunità di dedicare adeguata attenzione e finanziamenti al settore del biologico, come pure sulla esigenza di redigere un autonomo piano di sviluppo all’interno del Piano idrico nazionale, che metta insieme anche il Ministero dell’ambiente, dell’economia e delle infrastrutture, prevedendo altresì forme di razionalizzazione nell’uso agricolo e metodi innovati nelle tecniche di irrigazione.

Conclusivamente ribadisce la valutazione positiva sull’insieme degli interventi previsti a favore del comparto primario.

 

La senatrice NARDINI (RC-SE) osserva che il giudizio complessivo della sua parte politica sull’insieme della manovra è equilibrato e, in particolare, positivo sulla politica fiscale, mentre si sarebbe aspettata segnali più forti per quel che riguarda gli interventi sulla precarietà del lavoro e sulla sanità. In particolare sono avviati interventi in tema di emersione del lavoro nero, osservando che si tratta di una azione difficile e che comunque richiede dei necessari correttivi, per esempio in termini di salario, al fine di pervenire complessivamente ad una riforma delle regole del collocamento agricolo.

Passa quindi ad esaminare la questione dei contributi agricoli, osservando che per la prima volta il problema viene affrontato, anche se in maniera non del tutto soddisfacente; al riguardo, sottolinea comunque che la situazione che si è determinata a carico degli agricoltori non è tutta addebitabile agli operatori del settore, ma bensì dipende da come la situazione è stata concretamente gestita in passato.

Nell’esprimere apprezzamento per la relazione svolta dalla senatrice De Petris, precisa che non intende entrare nel merito delle molte questioni affrontate, bensì soffermarsi su alcuni problemi particolari. Con riferimento alla manovra fiscale sull’IVA, ritiene non comprensibile prevedere alcune agevolazioni solo per un settore, e non per l’intero comparto come pure non ritiene soddisfacenti le azioni e gli interventi con cui si affrontano le questioni relative alle bioenergie. Si sofferma quindi sul settore dell’agricoltura biologica, a cui non è stato adeguatamente riconosciuto il ruolo di settore strategico e trainante nell’ambito del comparto: ritiene pertanto che tale questione potrà essere affrontata con un apposito ordine del giorno volto a prevedere consistenti finanziamenti al settore. Quanto poi alle questioni del cosiddetto "ciclo corto", strettamente legato ai problemi della sovranità alimentare, ritiene necessario che il Governo rafforzi i propri impegni al riguardo, tenuto conto che l’incentivazione del meccanismo della vendita diretta può produrre norme e benefici in termini di risparmi e di qualità dei prodotti, pur nella consapevolezza che non si possano così risolvere tutti i problemi del settore.

Particolare attenzione va inoltre dedicata ai profili imprenditoriali dell’attività agricola, offrendo soluzioni e incentivi anche rispetto alle aspettative del mondo giovanile per consentire un ricambio generazionale nella conduzione delle imprese e delle aziende. Si dichiara infine sicura che il Governo in un proficuo rapporto di collaborazione con il Parlamento, terrà adeguato conto degli orientamenti che potranno emergere in sede di Commissione.

 

Il senatore SANCIU (FI) dichiara di avere esaminato con estrema attenzione le proposte del Governo per il settore agricolo, sottolineando come a tale importante comparto dell’economia nazionale venga invece riservato un ruolo assolutamente marginale rispetto alle strategie di sviluppo del Paese. Tale considerazione totalmente negativa è comunque condivisa da vasti settori dell’opinione pubblica a livello generale e con riferimento al mondo agricolo. Gli interventi previsti nella manovra di bilancio non promuovono adeguatamente la spinta concorrenziale dei prodotti nazionali, spesso definiti di nicchia, sui mercati, come pure non si incentiva la aggregazione delle imprese e non si presta adeguata attenzione ai profili occupazionali dell’impresa agricola.

Richiama altresì l’attenzione sull’estensione sempre crescente di territori abbandonati, e ciò a causa del mancato riconoscimento del ruolo fondamentale, svolto dall’impresa agricola, a tutela del territorio e dell’ambiente.

Dopo aver richiamato il valore, in termini di PIL, del settore primario,ribadisce il carattere strategico dell’attività agricola, costretta a confrontarsi con una concorrenza sempre più accesa sul piano internazionale, e tale da richiedere azioni volte a tutelare e proteggere la qualità dei prodotti. Mancano altresì adeguati incentivi per l’ingresso dei giovani nelle imprese agricole e per promuovere comunque la competitività del settore.

Nel preannunciare una serie di proposte emendative volte a correggere l’impostazione della manovra fin per il settore, auspica che si possano creare le condizioni per intervenire, almeno su alcune grandi questioni, relative alle esigenze del mondo agricolo, in termini di maggiore ruolo dell’agricoltura e di incremento del reddito degli agricoltori. Assicura disponibilità a valutare eventuali proposte di modifica dirette a tale finalità.

 

Il senatore PICCIONI (FI) esprime una valutazione completamente negativa sulla manovra finanziaria che il Governo ha previsto per il settore primario, ricordando al riguardo le numerose manifestazioni di protesta che si sono avute nel Paese per esprimere la contrarietà agli indirizzi di politica finanziaria attuati dal Governo.

Dopo aver richiamato l’attenzione sul forte incremento della pressione fiscale, che scontenta tutti i settori produttivi, fa osservare che la stessa maggioranza parlamentare appare consapevole della inadeguatezza della manovra che va contro gli interessi del Paese, laddove il forte incremento delle entrate fiscali, frutto delle politiche fiscali virtuose del precedente Governo, aveva invece posto le premesse per impostare una manovra finanziaria più leggera sul piano degli interventi fiscali.

Nell’esprimere comunque apprezzamento per la relazione della senatrice De Petris, osserva che, dagli stessi interventi dei senatori dei gruppi di maggioranza è emersa l’esigenza di una correzione di rotta rispetto agli interventi previsti per il settore.

Dopo aver richiamato anche l’attenzione sul rilevante incremento di fondi per gli Uffici di Gabinetto del Ministro, esprime considerazioni critiche sulle modalità applicative del credito d’imposta in relazione all’acquisto di macchine agricole.

Si sofferma quindi sulla esigenza di dare piena e completa operatività al Piano irriguo, già finanziato nella passata legislatura, sottolineando altresì la necessità di prevedere nuovi interventi infrastrutturali per l’approvvigionamento idrico, in particolare anche nella zona delle province di Vercelli e di Biella, ove la forte produzione risicola richiede la costruzione di nuovi invasi.

Esprime pertanto profondo rammarico per la circostanza che la ventilata proposta governativa relativa al settore irriguo non sia stata poi recepita nel maxiemendamento presentato alla Camera dei deputati. Infine, sottolinea la necessità che, in relazione alle innovazioni fiscali recentemente introdotte, il patrimonio agricolo venga considerato come bene strumentale dell’azienda agricola, al fine di evitare che un’eccessiva pressione fiscale sul settore disincentivi il ricambio generazionale e l’ingresso dei giovani nelle aziende agricole. Auspica infine che la manovra finanziaria per il settore possa essere significativamente migliorata, preannunciando che, in assenza di positivi miglioramenti, la Sua parte politica non potrà che esprimere un parere contrario.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

Martedì 28 novembre 2006

37a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

CUSUMANO

indi della Vice Presidente

PIGNEDOLI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 13 e 13-ter) Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana.

 

Il presidente CUSUMANO ricorda che nella seduta antimeridiana sono intervenuti i senatori Allegrini, Bosone, Pignedoli, Nardini, Sanciu e Piccioni.

 

Il senatore MARCORA (Ulivo) dichiara di concordare con le valutazioni fornite dalla senatrice De Petris nella sua relazione, sottolineando in particolare che l’impostazione della manovra di bilancio va valutata positivamente, anche perché traduce in pratica il programma dell’Unione, attraverso un recupero di competitività sul fronte dei costi, per esempio con la riduzione del cuneo fiscale e con le disposizioni relative alla stabilizzazione dell’aliquota IRAP e alle agevolazioni fiscali per la proprietà contadina.

Sottolinea in particolare che gli interventi finanziari previsti con i documenti di bilancio, per un ammontare di 35 miliardi di euro, configurano una manovra seconda solo a quella realizzata dal ministro Amato nel 1992; pertanto ritiene che le valutazioni sulla portata e la natura degli interventi previsti non possano non tenere conto di tale importante dato, sottolineando altresì che le misure fiscali non sono state reperite, per quel che riguarda il comparto agricolo, all’interno del settore, ma facendo leva sulla prevista deruralizzazione dei fabbricati, in una logica di trasparenza. Nel ritenere condivisibili le esigenze sottolineate in relazione al settore della pesca, anche sotto il profilo fiscale, dichiara comunque che il bilancio sugli interventi previsti per il comparto è positivo perché sono state prese in adeguata considerazione le speciali esigenze del settore. Tutti gli interventi adottati verso il sistema delle imprese rappresentano perciò un significativo passo avanti verso una politica di sviluppo e di crescita che fa leva sulle misure per l’internazionalizzazione della produzione, sulle disposizioni per elevare la quota della vendita diretta, sul credito di imposta e anche sulla semplificazione degli adempimenti burocratici in materia di obbligo di tenuta dei documenti contabili; d’altro canto, l’entrata in vigore dell’obbligo del documento unico di regolarità contributiva configura un importante strumento di lotta al lavoro nero e allo sfruttamento dei lavoratori irregolari.

Si dichiara comunque convinto che sussistano spazi per migliorare gli interventi per il settore, in particolare per la proroga del regime fiscale IVA per la pesca, per l’estensione del cuneo fiscale ai lavoratori a tempo determinato, per il credito di imposta (da estendere anche al settore della cooperazione agricola), per le agevolazioni agli interventi per la internazionalizzazione dei prodotti (pure da estendere al mondo della cooperazione), e, infine, per il settore del biologico, per il quale occorre prevedere un adeguato incremento degli stanziamenti.

Conclusivamente, ribadisce che la manovra attuata con la legge finanziaria nel settore agricolo contiene significative novità nelle strategie dedicate al settore, e nella scelta di non aumentare la pressione fiscale, tanto più da apprezzare alla luce della situazione di crisi che si deve registrare dopo cinque anni di Governo da parte del Centro-destra, ribadendo il valore delle misure introdotte per il potenziamento e lo sviluppo del settore.

 

Il senatore SCARPA BONAZZA BUORA (FI), rivolte parole di ringraziamento alla relatrice per l’eccellente relazione illustrativa, ricorda comunque come, per effetto del maxiemendamento di oltre ottocento commi presentato dal Governo, la legge finanziaria all’esame del Senato appaia di difficile interpretazione, anche per effetto dei molti annunci contraddittori fatti dal Governo Prodi costretto a continui compromessi con la sua maggioranza.

I documenti di bilancio all’esame del Parlamento denotano un insieme di misure, di scarsa qualità, che finiranno con lo scoraggiare lo sviluppo del sistema economico ed aumentare la pressione fiscale per i cittadini e le imprese, anche alla luce degli ulteriori interventi fiscali introdotti con il provvedimento collegato. Tale aspetto della manovra non è controbilanciato da una politica rigorosa di tagli di spesa, ma anzi si registra un notevole incremento di risorse, per esempio per il MIPAAF, cui risultano assegnati oltre un miliardo di euro.

E’ peraltro grave che il regime fiscale per il settore sia ritornato ad una situazione di precarietà e di indeterminatezza per effetto del ritorno a sistemi di proroghe in campo fiscale e per la mancata proroga del regime fiscale IVA al settore della pesca.

Ricorda al riguardo che il precedente Governo aveva manifestato l’intenzione di stabilizzare tale regime, mentre la decisione del Governo non potrà che produrre l’effetto di determinare un maggiore ricorso al lavoro nero, anche in tale comparto. Si sofferma quindi sulla grave situazione del settore della pesca alla luce, in particolare, dall’accordo, raggiunto in questi giorni, in sede di Unione europea, per la pesca nel Mediterraneo, che contiene decisioni particolarmente gravi e onerose per la pesca italiana, specie artigianale, non solo delle regioni meridionali, ma anche di quelle settentrionali. In realtà sottolinea che quanto previsto nell’accordo non offre soluzioni nuove o diverse rispetto a quelle che furono respinte dal precedente Governo circa quattordici mesi fa e che ora vengono accettate senza obiezioni dal ministro De Castro, stigmatizzando comunque la circostanza che né il Ministro stesso, né alcuno dei Sottosegretari – che peraltro non risultano affidate deleghe sulla materia – fossero presenti alla riunione.

Dopo aver richiamato i consistenti risultati raggiunti dal precedente Governo, per il settore della pesca, grazie anche all’opera da lui stesso prestata in qualità di sottosegretario con delega a tale settore, ribadisce che il pacchetto di misure varate a Bruxelles si traduce in un inaccettabile aggravio per gli operatori del settore, anche del mondo della cooperazione. Si sofferma quindi sugli effetti negativi frutto delle modifiche alla tassa per le successioni e donazioni, recentemente approvato dal Governo e dalla maggioranza, aderendo ad una impostazione ideologica ed iniqua, che mette in secondo piano alcune misure, pur positive, adottate per il settore agricolo. Nel sottolineare che nelle misure previste per le società agricole sono escluse le società agricole per azioni, sottolinea che il Fondo per lo sviluppo per l’imprenditoria giovanile, di cui ai commi 608 e 609 dell’articolo 18, ha solo un effetto di annuncio per l’esiguità dello stanziamento, come pure ritiene grave che le risorse originariamente stanziate dal precedente Governo per l’emergenza aviaria, siano ora finalizzate ad altri interventi, ritenendo che tali misure non siano state adeguatamente sostenute in ambito comunitario. Si sofferma quindi su quanto previsto dai commi da 621 a 629 del medesimo articolo 18, relativamente alla penetrazione delle imprese sui mercati esteri e alla diffusione della forma societaria, svolgendo comunque considerazioni critiche, per esempio sulla esclusione delle società per azioni agricole e sull’insufficiente dimensione finanziaria degli interventi.

Svolge quindi considerazioni critiche su quanto previsto dal comma 748 dello stesso articolo 18, che sopprime, a decorrere dal 2007, l’autorizzazione di spesa correlata alla costituzione della Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie, osservando da un lato l’importanza di sostenere la ricerca anche in tale settore, e dall’altro la gravità di sopprimere i relativi finanziamenti.

Quanto poi alla conclamata invarianza fiscale nel settore agricolo, ritiene conclusivamente di dover ribadire un giudizio totalmente negativo sul trattamento riservato dal Governo alle imprese agricole, agroalimentari e della pesca, che necessiterebbero di un plafond di risorse molto superiore a quello previsto.

 

Il presidente CUSUMANO, tenuto conto dell’esigenza di assicurare la presenza del ministro De Castro - ancora trattenuto all’estero da un importante impegno internazionale - ai lavori della Commissione sui documenti di bilancio, propone di anticipare l’inizio della seduta già prevista per domani alle ore 9, valutando in alternativa se completare oggi l’esame dei documenti di bilancio.

 

Il senatore SCARPA BONAZZA BUORA (FI), nel rilevare che sarebbe la prima volta che il Ministro competente non interviene all’esame dei documenti di bilancio in Commissione, esprime pieno apprezzamento per la costante presenza del sottosegretario Boco ai lavori della Commissione, pur facendo osservare che il Gruppo di Forza Italia potrà essere presente a partire dalle 9,30.

 

Si associa la senatrice ALLEGRINI (AN).

 

Su proposta del presidente CUSUMANO, la Commissione conviene quindi di anticipare alle ore 9,30 l’orario di inizio della seduta di domani.

 

Ha quindi la parola il senatore ZANOLETTI (UDC), il quale svolge alcune considerazioni generali negative sulla impostazione della manovra di finanza pubblica, che gli imprenditori agricoli subiscono non solo in relazione alle misure adottate per il settore, ma in generale in quanto cittadini, in particolare per effetto delle decisioni assunte in materia di costruzione di infrastrutture da parte dell’attuale compagine governativa, facendo ad esempio il caso delle negative conseguenze che si determineranno per gli imprenditori vitivinicoli della sua zona in conseguenza delle decisioni assunte in ordine al relativo sistema autostradale. Dopo aver in particolare stigmatizzato il metodo seguito dalla maggioranza, che non ha ritenuto opportuno di effettuare alcuna concertazione con il mondo categoriale, ritiene non opportuno il paragone effettuato con la manovra finanziaria realizzata a suo tempo dal Governo Amato, alla luce del rilevante incremento delle entrate fiscali che si è recentemente registrato e che avrebbe suggerito una manovra molto più adeguata alle esigenze del Paese. Nel criticare inoltre il carattere disomogeneo della coalizione di maggioranza, ritiene che i provvedimenti adottati per il settore agricolo presentino anche qualche aspetto positivo, ma è grave che non siano state riprese alcune misure varate dal precedente Governo, ad esempio per l’IVA per il settore della pesca.

Alla luce di tali considerazioni, svolge rilievi critici sulle disposizioni relative ai contratti di filiera, sull’inadeguatezza del complesso degli interventi recati dai commi da 621 a 629 dell’articolo 18, sull’internazionalizzazione delle imprese e sull’adozione della forma societaria, sulla mancata estensione del cuneo, che si può definire contributivo, per i lavoratori a tempo determinato.

Conclusivamente annuncia la presentazione, con spirito collaborativo, di proposte emendative, precisando una valutazione contraria in caso di mancato accoglimento.

 

Il senatore Giovanni BATTAGLIA (Ulivo) dichiara di voler svolgere alcune considerazioni preliminari a titolo personale in relazione al dibattito che si è aperto sugli strumenti disponibili per l’esame in Parlamento dei documenti di bilancio ricordando che a partire dalla presentazione e dall’approvazione delle risoluzioni parallele sul DPEF fino alla conclusione della sessione di bilancio in senso proprio, il Parlamento risulta impegnato nell’esame delle tematiche finanziarie per circa metà dell’anno. Dopo aver richiamato l’esigenza di una riforma della strumentazione contabile per il controllo degli andamenti di finanza pubblica, come richiamato anche autorevolmente ai più alti livelli istituzionali, ritiene comunque che la formulazione di giudizi critici da parte dell’opposizione sulla manovra di bilancio presentata dal Governo abbia un carattere sostanzialmente rituale, osservando che la concreta configurazione degli interventi non può che tenere conto della situazione congiunturale dell’economia, interna ed internazionale, anche alla luce dello stato dei conti pubblici ereditato dal precedente Governo. Richiama inoltre gli obiettivi di finanza pubblica che l’attuale manovra di bilancio intende conseguire in termini di crescita del rapporto deficit-PIL, in termini di risanamento, di sostegno allo sviluppo e di equità, invertendo la tendenza nel rapporto deficit-PIL e nel tasso di crescita della spesa corrente.

Nell’osservare quindi che perde credibilità quel Paese che non raggiunga gli obiettivi enunciati, si sofferma sulla manovra per il settore agricolo, sottolineando che non si può prescindere dal quadro complessivo di compatibilità della finanza pubblica testé enunciato, ribadendo che è all’interno di tale quadro finanziario che occorre individuare appunto la griglia di compatibilità rispetto alle esigenze dei vari settori.

Dichiara di condividere quindi in pieno l’impostazione della relatrice De Petris, anche in termini di suggerimenti critici e di richieste di intervento, in particolare in materia di IVA per il settore della pesca, in materia di successioni per il settore delle imprese, per il settore delle bioenergie e per il comparto del biologico, ritenendo che sussistano gli spazi per delle proposte migliorative della manovra, comunque positiva, realizzata per il settore.

 

La presidente PIGNEDOLI informa che sono stati presentati alcuni ordini del giorno alle parti di competenza del disegno di legge finanziaria (pubblicati in allegato al resoconto della seduta odierna) e ricorda che l’esame congiunto dei documenti di bilancio potrà concludersi domani con eventuali ulteriori interventi, con le repliche e la votazione degli ordini del giorno, anticipando, come richiesto dai rappresentanti dei gruppi di opposizione, alle ore 9,30 la seduta prevista per domani.

 

Il senatore SCARPA BONAZZA BUORA (FI) interviene per precisare che, di fronte alla richiesta del Presidente di anticipare alle 9 la seduta già convocata per domani alle ore 10,30, si è limitato a far rilevare che i senatori del suo Gruppo potranno essere presenti a partire dalle ore 9,30, sottolineando nuovamente che il sottosegretario Boco assicura comunque la costante presenza del Governo ai lavori della Commissione.

 

La presidente PIGNEDOLI, nel prendere atto della precisazione fornita dal senatore Scarpa Bonazza Buora, conferma l’anticipo dell’orario di inizio della seduta per domani alle ore 9,30.

 

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

 


AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)

Mercoledì 29 novembre 2006

38a Seduta

Presidenza del Presidente

CUSUMANO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 13 e 13-ter) Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Rapporto favorevole con osservazioni)

 

Riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana del 28 novembre scorso.

 

Il presidente CUSUMANO (Misto-Pop-Udeur) osserva preliminarmente che l’agricoltura, la pesca e il sistema agroalimentare rivestono un ruolo fondamentale, nel disegno di una manovra di finanza pubblica volta a perseguire obiettivi prioritari individuati dal Governo nel riequilibrio dei conti pubblici e nello sviluppo dell’economia nazionale, ponendo le basi per un deciso potenziamento delle prospettive di crescita economica del Paese, al fine di mantenere gli impegni assunti con l’Unione europea. Le misure previste, inserite nell’ottica di risanamento della finanza pubblica, forniscono un valido supporto alle prospettive di crescita del comparto, pur considerando le attuali difficili condizioni congiunturali e la tendenza recessiva degli anni più recenti. In questo senso preme rilevare – prosegue il Presidente - come gli interventi complessivamente previsti per il settore configurano scelte che, anche confermando le misure di proroga per fiscalità senza incremento dei prezzi, privilegiano profili fondamentali, quali innovazione, qualità e competitività, attraverso la predisposizione di specifiche risorse e di strumenti in grado di offrire nuove opportunità per le imprese operanti nel contesto dei nuovi mercati. In linea generale, pertanto, gli obiettivi ispiratori dell’azione complessiva per il comparto, in coerenza e nel rispetto delle regole comunitarie, si traducono nell’individuazione di alcuni punti fermi, quali fra l’altro il rafforzamento della capacità competitiva delle imprese e il potenziamento dell’imprenditorialità giovanile, la promozione dello sviluppo sui mercati e della internazionalizzazione, il sostegno alle filiere innovative, lo sviluppo dei biocarburanti e delle agroenergie, il rafforzamento della forma societaria, la tutela della qualità, in un quadro finalizzato a creare e sostenere un ampio e articolato progetto di sviluppo del complessivo sistema agricolo e agroalimentare.

Nel richiamarsi pertanto alla articolata relazione della senatrice De Petris, che ha approfondito tutti i profili di competenza della Commissione, si sofferma su alcune questioni meritevoli di ulteriori approfondimenti.

In primo luogo, il settore concernente le risorse idriche e irrigue, che assume evidente rilevanza nel contesto del comparto dell’agricoltura, è considerato all’interno dell’articolato della legge finanziaria nei commi 602 e 603 dell’articolo 18. Le disposizioni ora richiamate affrontano peraltro alcuni aspetti relativi all’organizzazione del sistema idrico nazionale, intervenendo su alcuni enti di rilievo dotati di competenze in materia. Richiama tuttavia l’attenzione della Commissione sull’opportunità di alcune riflessioni in merito alla tematica relativa al Programma idrico nazionale di cui alla delibera CIPE n. 74/05. Allo stato, tuttavia, pur sussistendo le risorse finanziarie allo scopo stanziate (dalla legge n. 350 del 2003, nonché dall’articolo 1, comma 78 della legge finanziaria 2006), l’avvio di progetti di irrigazione contenuti nel Programma citato appare per la massima parte ancora da definire, con conseguenti gravi situazioni di rischio per molte aree del Paese, che necessitano con urgenza di interventi per contrastare i fenomeni di ricorrente siccità cui sono soggette.

Auspica pertanto che, nel corso dell’esame presso il Senato, possa trovare idonea collocazione la proposta volta a rendere operativi gli interventi relativi ai progetti di irrigazione già previsti. In questo contesto, peraltro, segnala come gli stanziamenti annuali complessivi indicati prevedono una destinazione atta a privilegiare le aree centro-settentrionali del Paese, rispetto alle regioni meridionali e insulari, che devono affrontare, a suo avviso, in misura maggiore gravi momenti di crisi legati al clima e alla siccità, nonché a una situazione strutturale caratterizzata da incertezza operativa e difficoltà finanziarie per quanto riguarda i Consorzi di bonifica operanti nelle regioni stesse. Tali difficoltà gestionali inducono a riflettere sulla opportunità di istituire una nuova Agenzia che, dotata di propria autonomia gestionale, possa costituire un valido referente per i consorzi irrigui e un adeguato sostegno per l’agricoltura delle aree in questione, espletando le funzioni già attribuite al Commissario ad acta, limitatamente a tali aree.

Il Presidente ritiene che si potrebbe così prevedere l’istituzione di una Agenzia per l’utilizzo delle risorse idriche in agricoltura, cui applicare gli articoli 8 e 9 del decreto-legge n. 300 del 1999, che potrebbe essere finanziata attraverso risorse finanziarie per l’assistenza tecnica e il supporto alla progettazione per interventi nelle aree sottoutilizzate, già stanziate con deliberazione del CIPE a favore del MIPAAF, e con ulteriori assegnazioni a valere sui finanziamenti disposti per l’attuazione del Piano generale delle infrastrutture irrigue e per i programmi in corso nel limite del 2 per cento dei finanziamenti stessi. In questo senso, invita il Governo a valutare con attenzione la scelta dello strumento normativo con il quale poter concretamente procedere all’istituzione di tale importante organismo regolatore, indispensabile per risolvere i gravi problemi irrigui in particolare del Sud.

Si sofferma sulle problematiche relative al comparto della pesca e della filiera ittica che rappresenta una delle attività di maggiore tradizione economica e su cui pesano attualmente tutta una serie di fattori legati alle regole della politica di pesca dell’Unione, alla concorrenza degli altri Paesi rivieraschi del Mediterraneo, alla situazione degli stock ittici, ai problemi infrastrutturali e di commercializzazione, ricordando al riguardo che si confermano per il settore della pesca, anche per il 2007, le agevolazioni fiscali già vigenti. Nel sottolineare l’importanza delle misure adottate volte a favorire il settore della pesca che sta subendo notevoli difficoltà negli ultimi anni, segnalate dalle organizzazioni del settore, il presidente Cusumano ricorda che tutte le organizzazioni di settore hanno avanzato con forza la richiesta di interventi per quelle imprese che esercitano la pesca costiera e la pesca nelle acque interne e lagunari. ro e un esonero del 70 per strutturali per contrastare i forti aumenti registrati nel prezzo del carburante, che incidono in maniera sensibile sui costi di produzione; ricorda altresì che è stata richiamata dalle stesse organizzazioni di settore l’esigenza di misure rivolte a rafforzare l’impresa ittica sul versante della integrazione di filiera, della semplificazione amministrativa e della effettiva implementazione di importanti strumenti assicurativi e finanziari già previsti dalla legislazione vigente e non attuati. Auspica pertanto che sia possibile, nell’ambito degli interventi dedicati al settore, una considerazione adeguata delle esigenze richiamate, come esplicitato anche nell’apposito ordine del giorno presentato. Chiede infine chiarimenti sulle implicazioni dell’accordo sulla Pesca nel mediterraneo, da poco concluso in sede UE.

Per quanto riguarda il settore zootecnico, richiama l’attenzione sulla necessità di procedere alla costituzione di un Fondo (da istituire attraverso un prelievo sul prezzo di vendita al dettaglio delle carni, e, grazie ad una riduzione dei costi per l’intera filiera, senza incremento dei prezzi per il consumatore finale) presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali al fine di garantire la prevenzione, il presidio alle calamità e alle crisi di mercato, lo smaltimento delle carcasse animali e degli scarti di macellazione, e la divulgazione delle informazioni fondamentali per la sicurezza alimentare, la salute dei cittadini e la tutela ambientale.

Infine il Presidente richiama l’attenzione sulle disposizioni di cui ai commi da 621 a 625 che mirano all’internazionalizzazione del sistema agroalimentare, con cui – per affrontare le difficoltà che le imprese del settore hanno, nel penetrare nei mercati esteri, a causa della frammentazione dell’offerta e dell’assenza di incentivi specifici all’esportazione – vengono introdotti una serie di benefici fiscali per gli investimenti effettuati in attività di promozione pubblicitaria che siano realizzati sui mercati esteri da parte di consorzi o raggruppamenti di imprese agroalimentari. Al riguardo ricorda che la realtà dell’agroalimentare italiano costituisce un patrimonio molto apprezzato nel mondo e richiama l’attenzione sull’esigenza, avvertita da tutto il settore agroalimentare, di una incisiva politica sia sul versante nazionale che su quello internazionale, volta a promuovere il made in Italy agroalimentare nel suo complesso con delle apposite misure. Il disegno di legge finanziaria si muove in questa direzione, nella consapevolezza che le sfide dei mercati globali devono essere affrontate anche cogliendo le opportunità offerte dai nuovi mercati. Per effetto della globalizzazione dei mercati ai consumatori "tradizionali" si aggiungono oggi i nuovi consumatori che possono cominciare a permettersi gli stessi prodotti targati made in Italy che attualmente sono già richiesti dai mercati dell’Europa e del Nord America. Ricordato che il disegno di legge finanziaria prevede un beneficio fiscale per gli investimenti promozionali realizzati dalle imprese nei mercati esteri, rileva l’importanza di tali misure che consentiranno di ampliare la presenza sul mercato dei prodotti agroalimentari italiani che molto spesso non hanno una concreta possibilità di inserimento, dovuta a ragioni dimensionali dell’impresa e all’assenza di un’efficace politica di sostegno delle esportazioni dei prodotti agroalimentari.

 

Nessun altro chiedendo di parlare, il presidente CUSUMANO dichiara chiusa la discussione generale e dà la parola alla relatrice, senatrice De Petris e al ministro De Castro per le repliche.

 

Interviene, in sede di replica, la senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), relatrice, ringraziando il ministro De Castro e i colleghi per gli interventi svolti. Ricordato che sul disegno di legge finanziaria in esame sono state espresse diverse valutazioni nel corso del dibattito, rileva tuttavia che, come è nella tradizione della 9a Commissione, vi è un interesse comune costituito dalla necessità di individuare gli strumenti per fare in modo che il comparto, secondo per importanza in ambito nazionale, possa superare le difficoltà che ha dovuto affrontare negli ultimi anni. Ribadito che vi è stato un consistente aumento delle risorse finanziarie per il comparto rispetto alle manovre di bilancio degli anni precedenti, ricorda la necessità che l’industria agroalimentare sia strettamente legata al mondo dell’agricoltura, nella convinzione però che non vi possa essere una prevalenza dell’industria rispetto all’agricoltura. Richiamata, quindi, l’importanza delle misure volte alla valorizzazione dei prodotti dell’agroalimentare italiano all’estero, e di quelle che prorogano le agevolazioni fiscali per il settore, auspica che si proceda ad una generale stabilizzazione delle misure agevolative già previste. Segnala, in particolare l’esigenza di estendere l’IVA agricola agevolata al settore della pesca e l’opportunità di precisare con norme interpretative l’applicazione del regime agevolato ICI relativamente ai fabbricati della cooperazione agricola, mentre rileva, con riguardo al sistema degli incentivi previsti per l’internazionalizzazione delle imprese, che tali misure debbano essere ampliate sempre al settore della cooperazione. Con riferimento al settore agroenergetico sottolinea la necessità di procedere ad una incentivazione e ad un potenziamento reale della filiera che parta appunto dai produttori agricoli italiani. Ritiene inoltre che si debba procedere ad una riduzione dei contributi INAIL per i lavoratori del comparto, anche in considerazione del fatto che i benefici derivanti dalla riduzione del cuneo fiscale non risultano rilevanti per il settore agricolo che vede una prevalenza di lavoratori con contratto a tempo determinato. Ricorda, anche, che vi è un’emergenza, segnalata, in particolare, dal senatore Marcora, dalla senatrice Nardini e da altri senatori dell’opposizione nel corso dei loro interventi per quanto riguarda il settore biologico, per il quale si rende necessario un adeguato finanziamento per l’apposito Piano nazionale. Ricordata, inoltre, l’importanza di incentivare la vendita diretta dei prodotti da parte degli agricoltori per promuovere la multifunzionalità dell’agricoltura, sostenendo così il reddito dell’imprenditore agricolo, conclude ribadendo che non vi sono, con riferimento ai profili fiscali, degli aggravi per il settore. Richiama infine l’importanza di escludere l’applicazione della tassa di successione alle imprese del comparto, così come ribadito anche nel corso dell’esame del disegno di legge n. 1132, di conversione del decreto-legge n 262 del 2006, in materia fiscale. Conclude, infine, osservando che il disegno di legge finanziaria in esame contiene una serie di iniziative rilevanti che consentiranno di avviare la ripresa economica del Paese e di porre le basi per dare nuovi impulsi all’intero comparto primario.

 

Il ministro DE CASTRO rivolge preliminarmente parole di ringraziamento alla relatrice, senatrice De Petris, e a tutti i senatori intervenuti nel dibattito, che hanno acconsentito di approfondire tematiche di grande interesse per il settore di competenza della Commissione, assicurando il proprio impegno all’opera di perfezionamento dei documenti di bilancio per il settore agricolo.

Sottolinea, in particolare, che la manovra di finanza pubblica per il settore agricolo ed agroalimentare ha mantenuto in primo luogo l’impegno programmatico alla stabilità fiscale, che non si presenta a costo zero in quanto tutte le misure di stabilizzazione adottate (in materia di IRAP, IVA e di ulteriori misure accessorie sul piano fiscale), hanno un valore finanziario di 350 milioni di euro. Sottolinea altresì che anche la dotazione finanziaria per il settore degli investimenti si presenta di particolare rilievo, alla luce di quanto stanziato nella Tabella B, relativo al fondo speciale di parte capitale, alla Tabella D, relativamente al rifinanziamento della legge n. 499 del 1999 e alla Tabella C, con particolare riferimento alla dotazione finanziaria, di 100 milioni di euro, prevista per il Centro per la ricerca in agricoltura.

Quanto agli ordini del giorno presentati, su cui analiticamente si soffermerà il sottosegretario Boco in fase di espressione del parere, preannuncia che sono tutti largamente accoglibili dal Governo, sia pure con qualche maggiore sottolineatura in alcuni casi.

In particolare, dichiara di ritenere condivisibile l’impegno relativamente al settore dell’agricoltura biologica, per il quale già risulta uno stanziamento di 5 milioni di euro, condividendo l’esigenza di prevedere risorse aggiuntive specificatamente riservate all’attuazione del relativo Piano nazionale d’azione, come richiesto nell’apposito ordine del giorno.

Quanto ai problemi relativi all’avvio delle opere relative al Piano irriguo nazionale, nel ricordare che il problema era complicato dalla circostanza che nella precedente legislatura per il Piano approvato non sussistevano sufficienti risorse, il ministro De Castro condivide l’esigenza di assicurare appositi stanziamenti per il nuovo triennio di riferimento pari a 400 complessivi milioni di euro (così suddivisi, 100 milioni per il primo anno e 150 per il 2008 e il 2009) appositamente finalizzati al Piano irriguo medesimo, cui si potranno aggiungere ulteriori risorse tratte dalla legge pluriennale di spesa per giungere ad un plafond complessivo di stanziamenti di 900 milioni di euro, da destinare alle esigenze sia delle regioni settentrionali che meridionali. Sempre facendo riferimento al fondo di parte capitale (Tabella B del disegno di legge n. 1183), ricorda che era stato già presentato per il fondo bieticolo-saccarifero un emendamento per un finanziamento di 65,8 milioni di euro, assicurandone la ripresentazione.

Dichiara, quindi di condividere pienamente la richiesta della Commissione relativamente ai premi INAIL, ricordando che sin dall’origine, nel configurare l’applicazione del cuneo fiscale solo per i lavoratori stabilizzati, sussisteva un impegno di massima a realizzare un intervento secco di riduzione dei premi INAIL, pari all’1 per cento, e chiede a tal fine il sostegno delle forze di maggioranza e anche di opposizione. Quanto poi ai crediti di imposta, già attualmente previsti nel disegno di legge n. 1183 per il Mezzogiorno e per l’internazionalizzazione delle imprese del settore, conviene sulla opportunità di migliorare le modalità di accesso per il mondo della cooperazione, per le quali la misura prevista di abbattimento fiscale dell’imponibile non si traduce in un concreto vantaggio, assicurando che è già stata formulata una proposta emendativa assentita dal Ministero dell’economia. Condivide inoltre l’opportunità di portare avanti l’impegno richiesto in materia di società agricole, per le quali, già in sede di disegno di legge finanziaria, è prevista un’agevolazione per le S.r.l. costituite da imprenditori agricoli che si mettono insieme, da estendere anche al campo della commercializzazione dei prodotti.

Infine, il ministro De Castro si sofferma sul problema delle provvidenze per le imprese colpite da influenza aviaria, per le quali era stato approvato nella passata legislatura un mero rinvio di tutte le rate a ottobre 2006: nel ricordare che è stata accolta una proposta volta a prevedere un ulteriore rinvio di quattro mesi nei pagamenti, precisa che le relative risorse di copertura potrebbero essere più utilmente impiegate per prevedere una rateizzazione in dieci rate mensili e preannuncia una proposta emendativa in tal senso. Infine, quanto al problema dell’IVA per il settore della pesca conviene che sarebbe utile e condivisibile procedere all’estensione in via definitiva richiesta dai senatori proponenti nell’ordine del giorno n. 0/1183/1/9a, dianzi illustrato, pur richiamando le difficoltà che si incontrano in sede di Commissione europea per tale questione, tanto più in quanto il settore della pesca è inquadrato in un "allegato" diverso da quello relativo al settore agricolo. Nel precisare quindi di ritenere condivisibile l’ordine del giorno citato, assicura comunque un proprio personale impegno a Bruxelles per identificare una soluzione positiva a tale problema.

Il ministro De Castro, concludendo il proprio intervento, ribadisce il pieno impegno del Governo a procedere alle finalizzazioni dei fondi previsti nella Tabella B, relativamente al settore irriguo e al settore biologico e alle modifiche dell’articolato in materia di società agricole di estensione del credito di imposta alla cooperazione.

Informa quindi di non poter assistere ai lavori della Commissione fino alla conclusione dell’esame, per un concomitante impegno di Governo inerente proprio ai documenti di bilancio.

 

La seduta, sospesa alle ore 10,30, è ripresa alle ore 10,40.

 

Il presidente CUSUMANO avverte che si passerà all’esame degli ordini del giorno presentati alle parti di competenza del disegno di legge n. 1183 (pubblicati in allegato al resoconto della seduta pomeridiana di ieri).

 

La relatrice, senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) dà per illustrati tutti gli ordini del giorno presentati su cui esprime parere favorevole.

 

Il senatore MASSA (Ulivo) dichiara di aggiungere la propria firma agli ordini del giorno nn. 4, 11, 12 e 13.

 

Il sottosegretario BOCO ringrazia la senatrice De Petris e i senatori intervenuti nel corso del dibattito dell’esame del disegno di legge in titolo. Richiamato, quindi, l’intervento del ministro De Castro che ha precisato gli impegni che l’Esecutivo intende assumere con riguardo al comparto primario nel corso del prosieguo dell’iter dei documenti di bilancio, esprime parere favorevole su tutti gli ordini del giorno presentati. In particolare, richiama l’importanza delle tematiche affrontate dagli ordini del giorno nn. 0/1183/2/9a, 0/1183/5/9a, 0/1183/8/9a, 0/1183/12/9a e 0/1183/13/9a , ai quali sarà riservata una particolare attenzione, essendo anche già in larga parte predisposta una apposita proposta emendativa da presentare alla Commissione di merito. Dichiara quindi di accogliere tutti gli ordini del giorno all’esame della Commissione.

 

Il senatore SCARPA BONAZZA BUORA (FI), intervenendo sul complesso degli ordini del giorno prende atto che il rappresentante del Governo, nell’esprimere il proprio parere, ha volutamente fatto ricorso a delle "sfumature" nella espressione del parere favorevole, quasi a motivare una maggiore adesione ed accoglimento nei confronti di alcuni degli strumenti di indirizzo all’esame della Commissione. Ritiene che tale modo di procedere sia particolarmente stravagante e denoti che all’interno delle forze di Governo e di maggioranza sussista una sotterranea "opposizione" alla manovra di bilancio varata dal Governo e poi approvata anche dall’altro ramo del Parlamento, in quanto non esaustiva delle numerose ulteriori richieste presentate, come testimonia l’elevato numero di ordini del giorno presentati dalla maggioranza. Per tali considerazioni, ritiene perciò di non poter condividere il modo di procedere scelto dalle forze di maggioranza che non sembrano essere state in grado di incidere adeguatamente, per esempio in materia di politica fiscale, sul Governo per conseguire concreti risultati in termini di modifiche alla manovra medesima.

 

Il senatore ZANOLETTI (UDC), in sede di intervento, condivide la valutazione effettuata dal senatore Scarpa Bonazza Buora sulle anomalie che contrassegnano la conduzione da parte della maggioranza dei rapporti con l’Esecutivo in relazione alle questioni sollevate nei vari ordini del giorno che astrattamente potrebbero anche essere condivisibili.

 

La senatrice ALLEGRINI (AN) ritiene sostanzialmente inutile la decisione, assunta ieri, di rinviare ad oggi la conclusione del dibattito per consentire al Ministro di essere presente ai lavori della Commissione, in quanto si è trattato sostanzialmente di un "blitz", non avendo il Ministro ritenuto opportuno nemmeno assistere fino alla fine ai lavori della 9a Commissione.

 

Il senatore LIOTTA (RC-SE) chiede di apporre la propria firma a tutti gli ordini del giorno presentati.

 

La relatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) dichiara, alla luce del parere favorevole espresso su tutti gli ordini del giorno dal rappresentante del Governo, che ha dichiarato di accoglierli, di non insistere per la votazione.

 

Il PRESIDENTE, dichiarato che tali ordini del giorno risultano conseguentemente accolti e che non risultano presentati emendamenti o ordini del giorno alla Tabella 13, dà la parola alla relatrice De Petris per l’esplicitazione dello schema di rapporto.

 

La relatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) dà lettura di uno schema di rapporto favorevole con osservazioni (pubblicato in allegato al resoconto della seduta odierna).

 

Interviene, quindi, il senatore ZANOLETTI (UDC) che, richiamandosi al suo intervento precedente e alle considerazioni svolte in sede di discussione generale, rileva come il testo del disegno di legge finanziaria presentato dal Governo non è stato accettato dalla maggioranza stessa. Preannuncia, quindi, il voto contrario del suo Gruppo di appartenenza.

 

Il senatore SCARPA BONAZZA BUORA (FI), richiamandosi agli interventi svolti dai senatori Sanciu e Piccioni, preannuncia il voto contrario del suo Gruppo, per la inadeguatezza degli interventi previsti complessivamente nella manovra di finanza pubblica per il settore agricolo e il comparto della pesca, cui non sono assicurate le risorse necessarie per affrontare le sfide di una concorrenza sempre più accesa. Nello stigmatizzare come le continue modifiche apportate al disegno di legge finanziaria denotano una sostanziale ammissione di fallimento della coalizione di maggioranza, frutto del potere di interdizione delle sue diverse componenti, ribadisce un convinto voto contrario.

 

La senatrice ALLEGRINI (AN) preannuncia il voto contrario del Gruppo di Alleanza nazionale, esprimendo un giudizio negativo sul disegno di legge finanziaria nel suo complesso e ritenendo insoddisfacente le specifiche misure previste per il settore primario. Rileva inoltre che tali carenze sono dimostrate anche dalla presentazione di una serie di ordini del giorno da parte dei senatori di maggioranza e dalle osservazioni presenti nello schema di rapporto illustrato dalla relatrice.

 

Interviene la senatrice NARDINI (RC-SE) per precisare una correzione di forma (volta a sopprimere il termine "non" alle righe trentatreesima e quarantesima) all’ordine del giorno 0/1183/10/9a di cui è prima firmataria. Segnala poi alla relatrice, senatrice De Petris, inoltre, la opportunità di integrare lo schema di rapporto proposto, richiamando l’attenzione sull’opportunità di incrementare ulteriormente il valore delle produzioni provenienti dalle aziende agricole, che possono essere ammesse alla vendita diretta.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com), relatrice, accetta la proposta di integrazione avanzata dalla senatrice Nardini.

 

Il presidente CUSUMANO, preso atto della correzione, verificata la presenza del prescritto numero legale, pone in votazione lo schema di rapporto favorevole con osservazioni, così come testé integrato dalla relatrice (altresì pubblicato nell’allegato al resoconto della seduta odierna).

 

La Commissione approva.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 13 E 13-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminati lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l'anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

premesso che

- le disposizioni relative al comparto primario risultano coerenti con gli indirizzi contenuti nel documento di programmazione economico-finanziaria in merito alla rilevanza strategica da assegnare al comparto agroalimentare per la crescita economica del Paese;

- il contributo del settore al necessario intervento di risanamento del bilancio dello Stato è rivolto a far emergere situazioni di evasione ed elusione fiscale e contributiva e non determina aggravi per nuova fiscalità o incrementi di prezzi al consumo;

- sono stati inseriti nel disegno di legge finanziaria significativi interventi per lo sviluppo del settore e la competitività del made in Italy agroalimentare, con particolare riferimento al sostegno ai progetti di internazionalizzazione, all’incremento della vendita diretta e alla multifunzionalità delle imprese, allo sviluppo della forma societaria in agricoltura, al programma-quadro in materia agroforestale e allo sviluppo della filiera agroenergetica;

- viene previsto un sostanziale incremento delle risorse a disposizione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali rispetto alla Legge finanziaria per il 2006, con particolare riferimento al fondo speciale di parte capitale (Tabella B) e al rifinanziamento in conto capitale di norme vigenti (Tabella D), incremento che consentirà di supportare, con una idonea politica di investimenti, il processo di sviluppo del settore;

 

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni:

- con riferimento a quanto previsto dall’articolo 18 del disegno di legge finanziaria, commi 106, 107, 108 e 110, lettera h), è necessario provvedere alla stabilizzazione del regime fiscale delle imprese agricole superando la prassi della proroga annuale, nonché estendere in via definitiva il regime speciale IVA, vigente per il settore agricolo, al settore della pesca e procedere ad un chiaro indirizzo interpretativo per il regime ICI da applicare ai fabbricati delle cooperative agricole nel senso dell’applicazione del regime agevolato;

- al fine di consentire anche al settore agricolo, che partecipa solo in minima parte, in relazione alla prevalenza dell’occupazione a tempo determinato, ai benefici previsti in materia di cuneo fiscale (articolo 18, commi da 15 a 19 del disegno di legge finanziaria), di accedere in modo congruo ad una riduzione degli oneri contributivi, si provveda ad introdurre una dotazione specifica a favore delle imprese del settore per ridurre i premi INAIL, in analogia a quanto previsto per i settori dell’artigianato e dell’industria con l’articolo 18, commi 404 e 405;

- facendo seguito a quanto già discusso in sede di conversione del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, in tema di imposta di successione, si preveda una specifica disciplina agevolativa per i trasferimenti successori di azienda nei casi di continuità produttiva, che tenga conto delle peculiari esigenze del settore agricolo;

- con riferimento al credito d’imposta per le imprese, previsto dall’articolo 18, commi da 21 a 29 del disegno di legge finanziaria, si provveda a modificare la formulazione pervenuta dalla Camera dei deputati al fine di consentirne l’applicazione alle imprese agricole e cooperative, tenendo conto delle modalità di determinazione del reddito su base catastale e di criteri specifici per il calcolo degli ammortamenti ai sensi del decreto del Ministro delle Finanze del 31 dicembre 1988;

- nell’ambito del credito di imposta si preveda un intervento di sostegno alle imprese operanti nei comparti sottoposti a certificazione obbligatoria della qualità di cui ai regolamenti CE n. 510/2006 del Consiglio, del 20 marzo 2006 e n. 2092/1991, del Consiglio, del 24 giugno 1991, al fine di ridurre gli oneri di certificazione;

- sia modificata la formulazione tecnica delle disposizioni previste dall’articolo 18, commi da 626 a 629 del disegno di legge finanziaria, per agevolare la diffusione della forma societaria nel comparto agricolo, al fine di consentirne la compatibilità con quanto disposto dal Testo Unico delle imposte sul reddito (TUIR) in merito al calcolo del reddito dominicale e l’accesso alla cooperazione;

- sia aumentata in modo congruo l’autorizzazione di spesa prevista dall’articolo 18, comma 629, relativa agli incentivi per l’internazionalizzazione delle imprese e per la diffusione della forma societaria in agricoltura;

- sia prevista una specifica e congrua autorizzazione di spesa per consentire l’attuazione del Piano nazionale d’azione per l’agricoltura biologica e i prodotti biologici di cui all’articolo 1, comma 87, della legge 30 dicembre 2004, n. 311;

- per quanto attiene al comparto delle agroenergie e alle disposizioni di cui all’articolo 18, commi da 88 a 99 del disegno di legge finanziaria, sia inserita una idonea incentivazione anche per la filiera corta dei biocombustibili di origine agricola, con particolare riferimento all’esenzione da accisa per l’uso energetico, in autoconsumo aziendale e consortile, dell’olio vegetale puro e ad una diversa modulazione dei "certificati verdi", rivolta ai piccoli impianti alimentati con prodotti e residui provenienti dall’agricoltura, dalla zootecnia e dalle attività forestali;

- si provveda ai necessari stanziamenti in Tabella B per consentire l’avvio delle opere previste dal Piano irriguo nazionale, approvato dal CIPE con delibera n. 74 del 27 maggio 2005, trattandosi di interventi di primario interesse per la tutela idrogeologica del territorio e la prevenzione della siccità;

- si valuti l’urgenza di intervenire per limitare le conseguenze per le imprese del settore derivanti dalla forte crescita dei costi del gasolio, in particolare con interventi a favore delle imprese di apicoltura che effettuano il nomadismo e delle imprese della piccola pesca.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 13 E 13-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminati lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per l'anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

premesso che

- le disposizioni relative al comparto primario risultano coerenti con gli indirizzi contenuti nel documento di programmazione economico-finanziaria in merito alla rilevanza strategica da assegnare al comparto agroalimentare per la crescita economica del Paese;

- il contributo del settore al necessario intervento di risanamento del bilancio dello Stato è rivolto a far emergere situazioni di evasione ed elusione fiscale e contributiva e non determina aggravi per nuova fiscalità o incrementi di prezzi al consumo;

- sono stati inseriti nel disegno di legge finanziaria significativi interventi per lo sviluppo del settore e la competitività del made in Italy agroalimentare, con particolare riferimento al sostegno ai progetti di internazionalizzazione, all’incremento della vendita diretta e alla multifunzionalità delle imprese, allo sviluppo della forma societaria in agricoltura, al programma-quadro in materia agroforestale e allo sviluppo della filiera agroenergetica;

- viene previsto un sostanziale incremento delle risorse a disposizione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali rispetto alla Legge finanziaria per il 2006, con particolare riferimento al fondo speciale di parte capitale (Tabella B) e al rifinanziamento in conto capitale di norme vigenti (Tabella D), incremento che consentirà di supportare, con una idonea politica di investimenti, il processo di sviluppo del settore;

 

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni:

- con riferimento a quanto previsto dall’articolo 18 del disegno di legge finanziaria, commi 106, 107, 108 e 110, lettera h), è necessario provvedere alla stabilizzazione del regime fiscale delle imprese agricole superando la prassi della proroga annuale, nonché estendere in via definitiva il regime speciale IVA, vigente per il settore agricolo, al settore della pesca e procedere ad un chiaro indirizzo interpretativo per il regime ICI da applicare ai fabbricati delle cooperative agricole nel senso dell’applicazione del regime agevolato;

- al fine di consentire anche al settore agricolo, che partecipa solo in minima parte, in relazione alla prevalenza dell’occupazione a tempo determinato, ai benefici previsti in materia di cuneo fiscale (articolo 18, commi da 15 a 19 del disegno di legge finanziaria), di accedere in modo congruo ad una riduzione degli oneri contributivi, si provveda ad introdurre una dotazione specifica a favore delle imprese del settore per ridurre i premi INAIL, in analogia a quanto previsto per i settori dell’artigianato e dell’industria con l’articolo 18, commi 404 e 405;

- facendo seguito a quanto già discusso in sede di conversione del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, in tema di imposta di successione, si preveda una specifica disciplina agevolativa per i trasferimenti successori di azienda nei casi di continuità produttiva, che tenga conto delle peculiari esigenze del settore agricolo;

- con riferimento al credito d’imposta per le imprese, previsto dall’articolo 18, commi da 21 a 29 del disegno di legge finanziaria, si provveda a modificare la formulazione pervenuta dalla Camera dei deputati al fine di consentirne l’applicazione alle imprese agricole e cooperative, tenendo conto delle modalità di determinazione del reddito su base catastale e di criteri specifici per il calcolo degli ammortamenti ai sensi del decreto del Ministro delle Finanze del 31 dicembre 1988;

- nell’ambito del credito di imposta si preveda un intervento di sostegno alle imprese operanti nei comparti sottoposti a certificazione obbligatoria della qualità di cui ai regolamenti CE n. 510/2006 del Consiglio, del 20 marzo 2006 e n. 2092/1991, del Consiglio, del 24 giugno 1991, al fine di ridurre gli oneri di certificazione;

- sia modificata la formulazione tecnica delle disposizioni previste dall’articolo 18, commi da 626 a 629 del disegno di legge finanziaria, per agevolare la diffusione della forma societaria nel comparto agricolo, al fine di consentirne la compatibilità con quanto disposto dal Testo Unico delle imposte sul reddito (TUIR) in merito al calcolo del reddito dominicale e l’accesso alla cooperazione;

- sia aumentata in modo congruo l’autorizzazione di spesa prevista dall’articolo 18, comma 629, relativa agli incentivi per l’internazionalizzazione delle imprese e per la diffusione della forma societaria in agricoltura;

- sia prevista una specifica e congrua autorizzazione di spesa per consentire l’attuazione del Piano nazionale d’azione per l’agricoltura biologica e i prodotti biologici di cui all’articolo 1, comma 87, della legge 30 dicembre 2004, n. 311;

- per quanto attiene al comparto delle agroenergie e alle disposizioni di cui all’articolo 18, commi da 88 a 99 del disegno di legge finanziaria, sia inserita una idonea incentivazione anche per la filiera corta dei biocombustibili di origine agricola, con particolare riferimento all’esenzione da accisa per l’uso energetico, in autoconsumo aziendale e consortile, dell’olio vegetale puro e ad una diversa modulazione dei "certificati verdi", rivolta ai piccoli impianti alimentati con prodotti e residui provenienti dall’agricoltura, dalla zootecnia e dalle attività forestali;

- si provveda ai necessari stanziamenti in Tabella B per consentire l’avvio delle opere previste dal Piano irriguo nazionale, approvato dal CIPE con delibera n. 74 del 27 maggio 2005, trattandosi di interventi di primario interesse per la tutela idrogeologica del territorio e la prevenzione della siccità;

- si valuti l’urgenza di intervenire per limitare le conseguenze per le imprese del settore derivanti dalla forte crescita dei costi del gasolio, in particolare con interventi a favore delle imprese di apicoltura che effettuano il nomadismo e delle imprese della piccola pesca;

- con riferimento alle disposizioni dell’articolo 18, commi 605 e 606 del disegno di legge finanziaria, concernenti la vendita diretta dei prodotti agricoli e volte a promuovere il ciclo corto, si valuti l’opportunità di incrementare ulteriormente il valore delle produzioni provenienti dalle aziende agricole, che possono essere ammesse alla vendita diretta.


INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO (10a)

Martedì 28 novembre 2006

19a Seduta

Presidenza del Presidente

SCARABOSIO

indi del Vice Presidente

PECORARO SCANIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 3, 3-bis e3-ter) Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l’anno finanziario 2007

- (Tabb. 14 e 14-bis) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

- (Tabb. 19 e 19-ter) Stato di previsione del Ministero del commercio internazionale per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio.)

 

Il presidente SCARABOSIO dichiara aperto l’esame dei documenti di bilancio, per le parti di competenza della Commissione. Ricorda che l’esame congiunto, in sede consultiva, dei disegni di legge in titolo si concluderà con la votazione di tre distinti rapporti, riguardanti rispettivamente: lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero per i beni culturali (limitatamente al turismo), nonché, infine, del Ministero per il commercio internazionale e le connesse parti del disegno di legge finanziaria. A tale proposito ricorda altresì che i predetti rapporti, compresi quelli eventuali di minoranza, dovranno essere trasmessi alla Commissione bilancio entro le ore 13 di domani, mercoledì 29 novembre.

Prima di dare la parola ai Relatori designati, propone di fissare alle ore 20 di stasera il termine per la presentazione di eventuali ordini del giorno ed emendamenti onde procedere, nella seduta convocata per domani alle ore 9,30, alle votazioni degli ordini del giorno e degli emendamenti, qualora presentati, nonché alla votazione dei rapporti che verranno proposti.

Ritiene opportuno ancora ricordare che sono proponibili in questa sede emendamenti (di carattere compensativo) alle tabelle di competenza in esame, mentre emendamenti al disegno di legge finanziaria devono essere presentati presso la Commissione bilancio.

Svolte le relazioni introduttive, per l’economia dei lavori propone di procedere, dopo le relazioni introduttive, alla discussione generale sui provvedimenti in esame, alla quale seguiranno le repliche dei relatori e dei rappresentanti del Governo.

 

Non facendosi osservazioni, così rimane stabilito.

 

Il senatore MANINETTI (UDC), relatore per il disegno di legge n. 1183 (legge finanziaria per l'anno 2007), nonché per il disegno di legge n. 1184 (bilancio di previsione dello stato per l'anno 2007), limitatamente allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico (Tabella 3), riferisce sinteticamente sui profili di interesse della Commissione, rinviando alla relazione (il cui testo scritto deposita) per una più analitica esposizione delle disposizioni in commento.

In particolare, si sofferma sui commi da 84 a 87 dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria, in materia di fiscalità ed efficienza energetica. Riferisce che a tal fine viene istituito un fondo, con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro, al quale destinare, nel limite massimo di 100 milioni di euro annui il maggior gettito fiscale derivante dall'incidenza dell'IVA sui prezzi dei carburanti e dei combustibili di origine petrolifera, dovuto ad aumento del prezzo del petrolio greggio, prendendo come riferimento il valore previsto dal documento di programmazione economico finanziaria 2007-2011. A tale proposito osserva che la norma contiene delle incongruenze dovute al fatto che per un fondo di natura permanente viene previsto un meccanismo di alimentazione avente come parametro di riferimento un dato contenuto nel documento di programmazione economica 2007-2011 mentre sarebbe più opportuno fare riferimento al prezzo del petrolio indicato nel DPEF di ciascun anno. Inoltre, prosegue il relatore, considerando che l'aumento del prezzo del greggio è eventuale e che anzi nell'ultimo periodo tale prezzo di è ridotto significativamente, appare evidente come sia del tutto improbabile un maggiore gettito fiscale da destinare alle finalità sottese dalla disposizione. Inoltre occorrerebbe coordinare il suddetto comma 84 con il comma 4 dell'articolo 1 dello stesso disegno di legge finanziaria, in base al quale per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, le maggiori entrate sono destinate alla riduzione del saldo netto da finanziare salvo che si tratti di interventi urgenti ed imprevisti, ovvero volti a ridurre la pressione fiscale per conseguire gli obiettivi di sviluppo ed equità sociale indicati nel DPEF. Il relatore si sofferma altresì sul comma 100, sempre dell'articolo 18, che modifica le prestazioni di fornitura di energia termica alle quali è applicabile l'aliquota IVA agevolata del 10 per cento. Al tale proposito sottolinea che le prestazioni alle quali è applicabile l'IVA agevolata vengono indicate con modalità differenti rispetto alla legislazione vigente, e pertanto non è verificabile se per effetto di questa disposizione si realizzi concretamente un restringimento del campo di applicazione dell'IVA agevolata. Anche su questo punto occorrerebbe chiarire quali siano gli effetti complessivi di gettito, ma nel complesso le disposizioni in esame risultano incongrue e contraddittorie dal punto di vista della copertura finanziaria; le stime e i dati forniti dal Governo appaiono incerti e lacunosi e sarebbe pertanto opportuno un approfondimento di tali aspetti per verificare la tenuta complessiva degli equilibri di bilancio. Conclusa l’esposizione delle parti di competenza della Commissione, il relatore Maninetti svolge alcune considerazioni sull’impianto generale della manovra di bilancio, con particolare riguardo alla tematica dello sviluppo economico.

Ribadisce che l’entità della manovra appare sproporzionata rispetto ai dati di bilancio e agli obiettivi da raggiungere. Il rientro nei parametri europei poteva essere conseguito, a suo giudizio, ricorrendo ad una manovra di minore entità, evitando di comprimere l’economia con una strozzatura fiscale, proprio quando sembrano emergere i primi segnali di ripresa.

In realtà, nella finanziaria in esame, non viene dedicato molto spazio per lo sviluppo e per la crescita del Paese, obiettivi che pure erano contemplati nel DPEF, ma che sono stati del tutto disattesi, alla luce dei contenuti del provvedimento in esame.

Ritiene, al contrario, che si persegua, invece, una falsa idea di equità, operata soprattutto con la leva fiscale, che però produrrà solo un aumento delle tasse, senza vantaggi per nessuno e meno che mai per le categorie più deboli.

Emerge un palpabile pregiudizio per il mondo delle imprese e del lavoro autonomo, additati indistintamente come evasori fiscali, piuttosto che come motore di sviluppo dell’economia.

Il relatore esprime poi una valutazione totalmente negativa sulla misura relativa al trasferimento all’INPS del trattamento di fine rapporto, che -fortunatamente - è stata modificata in corso d’esame alla Camera, rendendosi adesso necessaria una dichiarazione esplicita del lavoratore in tale direzione, e essendo escluse le imprese con meno di 50 addetti.

Tuttavia, considerato che parte del fondo TFR da costituire presso l’INPS sarebbe stato destinato all’innovazione e alle infrastrutture, questi finanziamenti diventano ancora più aleatori. Fa inoltre presente che alcune disposizioni della finanziaria riprendono i contenuti di alcuni provvedimenti all’esame del Parlamento e ciò rischia di svuotare di significato il lavoro svolto soprattutto in Commissione e di sottrarre al Parlamento stesso scelte importanti che attengono alla riforma del settore energetico e degli incentivi. Proprio in relazione alla politica energetica, la sua parte politica non condivide le misure adottate che non sono organiche, rischiano di sovrapporsi a quelle esistenti, e di confondere il quadro normativo, oltre che presentare forti rilievi critici sotto il profilo finanziario. In conclusione, ritiene di dover constatare che allo sviluppo in questa finanziaria vengono riservate le briciole, e per di più con un grande punto interrogativo sul se e sul quantum di queste risorse, che non sono strutturali ma che, ribadisce, dipendono dall’intervento in materia di TFR. Sulla rottamazione degli elettrodomestici sarebbe stato necessario un intervento più incisivo e pertanto, conclusivamente, formula un auspicio che possano essere introdotte misure migliorative del testo.

 

Il senatore BORNACIN (AN), relatore per il disegno di legge n. 1183 (legge finanziaria per l'anno 2007), nonché per il disegno di legge n. 1184 (bilancio di previsione dello stato per l'anno 2007), limitatamente allo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali (Tabella 14), illustra le disposizioni concernenti il settore del turismo.

Il decreto-legge n. 181 del 2006 recante "Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri", convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, ha attribuito al Presidente del Consiglio dei Ministri competenza in materia di turismo, stabilendo altresì che ai fini dell'esercizio delle suddette funzioni il Presidente del Consiglio si avvalga di un nuovo dipartimento per il turismo, da istituirsi presso il Ministero per i beni e le attività culturali, previo trasferimento a tale Ministero delle dotazioni finanziarie, strumentali e di personale delle direzione generale del turismo già del Ministero delle attività produttive. Dato che il progetto di bilancio presentato alla Camera dei deputati è stato redatto in base alla legislazione vigente al 30 settembre 2006, in tale documento il dipartimento in questione si trovava ancora nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali (tab. 14), in applicazione del decreto-legge n. 181 del 2006. In particolare, i capitoli di spesa relativi al turismo facevano capo al centro di responsabilità "Dipartimento per la ricerca, l'innovazione e l'organizzazione" e rientravano tra le spesa in conto corrente destinate ad interventi, ossia destinate all'esterno.

Il relatore dà quindi conto analiticamente delle somme per le spese correnti, per le spese in conto capitale e il rimborso di passività finanziarie delle singole unità previsionali di base.

Con riferimento poi al disegno di legge finanziaria, dà poi conto dei commi commi 731, 732 e 733 dell'articolo 18, che prevedono stanziamenti finalizzati al sostegno del settore turistico per il triennio 2007-2009. Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo- si provvede all'attuazione del presente comma. Ricorda poi che la materia turismo è da considerarsi di competenza esclusiva delle regioni e, al riguardo, la Corte Costituzionale, con varie sentenze, tra cui la n. 197 del 2003 e n. 90 del 2006, ha precisato che il turismo è materia di competenza legislativa residuale. Tuttavia, secondo un indirizzo giurisprudenziale ormai consolidato, il fatto che una materia rientri tra quelle residuali attribuite alla competenza delle regioni non esclude totalmente che lo Stato possa legiferare su quella materia. Esprime pertanto, l'avviso che un intervento dello Stato in materia, potrebbe considerarsi costituzionalmente legittimo solo con la previsione di un'intesa con la Conferenza Stato- Regioni.

Non può non sottolineare, comunque, un dissenso di fondo nel trasferimento che è stato attuato con la legge n. 233 del 2006. Come risulta da moltissimi indicatori, il turismo è una delle industrie più floride della nostra economia. L' aver affidato la gestione di tale importante settore al Ministero per beni culturali significa di fatto aver negato tale evidenza. Il turismo italiano è stato collegato ai beni culturali e architettonici del nostro paese, ma in realtà presenta tutta una serie di altre peculiarità e la sottrazione di tale specifica competenza al Ministero dello sviluppo economico rende di fatto più difficile la realizzazione di una più puntuale e efficace politica del turismo in Italia. Il fatto poi che questa materia sia affidata alla competenza esclusiva delle Regioni rischia di complicare il quadro normativo e quindi la possibilità di sviluppare coerenti sinergie regionali e nazionali nel settore. Oggi anche paesi come la Spagna, che notoriamente solo venti anni fa erano molto in ritardo rispetto all'Italia hanno compiuto progressi notevoli tali da superare i livelli attualmente esistenti nel nostro paese. Peraltro, gravano negativamente sulle possibilità di sviluppo del settore le continue indecisioni del Governo che, ad esempio annuncia l'introduzione della tassa di soggiorno e poi la ritira.

Il relatore Bornacin conclude la propria illustrazione preannunciando l'espressione di un rapporto di tenore contrario.

 

La senatrice ALFONZI (RC-SE), riferisce sul disegno di legge n. 1183 (legge finanziaria per l'anno 2007), nonché sul disegno di legge n. 1184 (bilancio di previsione dello stato per l'anno 2007), limitatamente allo stato di previsione del Ministero del commercio internazionale (Tabella 19).

Il riordino delle competenze dei Ministeri introdotto dal decreto-legge n. 181 del 2006, ha istituito il Ministero del commercio internazionale ed ha comportato una ridefinizione degli aspetti organizzativi per il neo ministero relativa alla promozione delle politiche per il commercio con l’estero; si è sviluppato il processo di integrazione con istituzioni internazionali e in particolare si sta sempre più prestando attenzione alle competenze ed alle conoscenze del contesto istituzionale europeo.

Il Ministero del commercio internazionale ha l’importante missione di definire le politiche e gli indirizzi in merito alle strategie per il miglioramento della competitività del nostro paese nell’ambito internazionale, focalizzando la sua azione sulla promozione della trasparenza e sull’efficacia della concorrenza nei settori produttivi che operano a livello internazionale.

La tabella 19 e relativa seconda nota di variazione stabiliscono lo stato di previsione per l’anno 2007 per il Ministero del commercio internazionale in 239,3 milioni di euro di previsioni di competenza, a fronte dei precedenti 217,3 milioni di euro con un incidenza sul bilancio dello Stato pari al 0,04 per cento sul totale. La voce più rilevante dello stato previsionale del Ministero del commercio internazionale riguarda la funzione – obiettivo "Affari economici", 233,9 milioni di euro, che comprende la stragrande maggioranza delle attività del Ministero: Attuazione e coordinamento in ambito internazionale della politica commerciale, promozionale ed internazionalizzazione delle imprese; Indirizzo politico; Programmazione e coordinamento in ambito internazionale della politica commerciale, promozionale ed internazionalizzazione delle imprese; Ricerca in ambito industriale; Ricerca in materia di energia; Supporto all’attività istituzionale dell’amministrazione; Tutela del mercato dei consumatori; Vigilanza per la sicurezza nucleare.

La relatrice dà quindi conto della ripartizione delle spese tra i centri di responsabilità amministrativa che, per il Gabinetto è di 6,6 milioni; DG servizi generali: 8,5 milioni; DG internazionalizzazione: 2,9 milioni; DG promozione scambi: 215,3 milioni; DG politica commerciale: 6,0 milioni.

 

Al riguardo osserva che circa il 90 per cento delle risorse del Ministero sono assegnate alla gestione del centro "Direzione generale per la promozione degli scambi". All'interno di questo centro di responsabilità, la maggior parte degli stanziamenti sono appostati nell'U.P.B. 4.1.2.4. "Istituto Commercio Estero" con 155,3 milioni. L'U.P.B. 4.1.2.4 comprende i capitoli 2530 e 2531. Il capitolo 2530 relativo alle spese di funzionamento dell'ICE in Italia e all'estero, è dotato dal disegno di legge di bilancio per il 2007 di 95,3 milioni; il cap. 2531 relativo al finanziamento dell'attività di promozione dell’Istituto, presenta stanziamenti pari a 60 milioni.

A fronte di uno stanziamento di competenza già indicato in 239,3 milioni, lo stato di previsione per il 2007 reca 81,9 milioni di residui presunti al 1° gennaio 2007: 12 milioni di parte corrente e 69,9 per spese in conto capitale. Gran parte dei residui riguarda le spese facenti capo al centro di responsabilità amministrativa "Direzione generale per la promozione degli scambi" (80,1 milioni). Si prevedono autorizzazioni di cassa per complessivi 265 milioni.Rispetto al volume della massa spendibile (residui+competenza), pari a 321,2 milioni, il coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile) risulta dell’81,2 per cento.

Ritiene poi necessario segnalare che lo stanziamento esposto in Tabella C, afferente al funzionamento dell'Istituto per il commercio estero, in seguito alle riduzioni che sullo stesso verranno operate in applicazione dei comma 206 e 208 dell'articolo 18 della legge finanziaria, rischia di affievolirsi in maniera consistente mettendo fortemente in difficoltà l'Istituto stesso ai fini dello svolgimento dei suoi compiti istituzionali. Ricorda in merito che negli anni scorsi il Parlamento ha varato un’importante riforma riguardante sia l’ICE, che la SACE (Società di assicurazione per i crediti all’esportazione), sia per la SIMEST (Società italiana per l’impresa all’estero) dotando le imprese di strumenti più efficaci per l’internazionalizzazione delle loro attività. Occorrerebbe pertanto effettuare un primo bilancio sull’insieme della riforma e sui effetti onde riflettere sulla modalità della presenza delle imprese italiane nel contesto dell’economia globalizzata. In particolare occorrerà individuare strumenti idonei per contrastare il fenomeno della cosiddetta delocalizzazione industriale, che causa la perdita di posti di lavoro in Italia a favore di paesi esteri dove sono più carenti i vincoli sociali, ambientali e fiscali e dove i lavoratori sono senza tutela e diritti. Su questo punto la relatrice sottolinea che c’è bisogno di una svolta decisiva consistente nel disarticolare la logica assistenzialista che ha contraddistinto molte imprese italiane, che negli ultimi anni hanno proposto - con l'assenso del precedente Governo - progetti industriali e commerciali deboli, risultati poi dei veri e propri fallimenti. Per quanto riguarda gli effetti del disegno di legge finanziaria, ricorda che il comma 206 dell’articolo 18 prevede che sia accantonata e resa indisponibile una quota delle dotazioni delle unità previsionali di base del bilancio dello Stato relative a talune categorie di spesa, facendo alcune specifiche esclusioni. Il Governo, ha presentato in occasione della seduta del 3 novembre 2006 della Commissione V Bilancio della Camera dei deputati, una documentazione, allegata al resoconto della seduta, recante gli effetti del comma 206: per il Ministero del commercio internazionale la quota accantonata e resa indisponibile in virtù di tale disposizione, è pari a 25,1 milioni di euro nel 2007, 26,8 milioni nel 2008 e 23,9 milioni nel 2009.

La relatrice dà poi conto delle altre parti di competenza della Commissione, contenute nel disegno di legge finanziaria. Il comma 511 riguarda l’unificazione in un unico fondo di tutti i fondi rotativi gestiti dalla SIMEST (Società italiana per l’impresa all’estero), destinati ad operazioni di venture capital (capitali di rischio) in paese non aderenti all’UE; il comma 512 modificando il decreto-legge n. 251 del 1981, recante "Provvedimenti per il sostegno delle esportazioni italiane", prevede che il fondo rotativo possa essere garantito dall'ente gestore (Simest spa) contro i rischi di mancato rimborso presso una compagnia di credito; il comma 513 novella la normativa prevista dalla legge n. 100 del 1990 sulla partecipazione a società ed imprese miste all'estero; infine, i commi da 515 a 518 ( Interventi in favore del marchio "Made in Italy") prevedono un incremento di 20 milioni di euro annui per il triennio 2007-2009 a favore del Fondo a sostegno del made in Italy.

Conclusa la sua esposizione, la relatrice Alfonzi, in considerazione delle importanti competenze in materia di competitività internazionale e politica commerciale e promozionale con l'estero che il nuovo Ministero ha assunto in seguito allo scorporo dal Ministero dello sviluppo economico, preannuncia la presentazione di un rapporto favorevole.

 

Il presidente PECORARO SCANIO dichiara aperta la discussione generale sui provvedimenti in titolo.

 

Il senatore POSSA (FI) rivolge preliminarmente un saluto all'indirizzo del ministro Emma Bonino, per la prima volta presente ai lavori della Commissione.

Ricorda inoltre che i componenti della Commissione appartenenti alle forze dell'opposizione avevano precedentemente criticato il nuovo riparto di competenze delineato dal cosiddetto decreto sullo spacchettamento dei Ministeri, ed in particolare la separazione del Ministero per il commercio internazionale, competente ad amministrare un comparto responsabile di ben il 25 per cento del PIL: tale separazione risulta a suo avviso preoccupante proprio in quanto un settore di tale rilievo si trova a dover affrontare crescenti spinte competitive dall'estero.

Con riguardo ai documenti in esame, nel dichiarare di condividere pienamente le relazioni dei colleghi Maninetti e Bornacin, si sofferma sull'illustrazione svolta dalla senatrice Alfonzi, che contiene alcune interessanti indicazioni sulle dinamiche delle esportazioni.

Esprime tuttavia forti perplessità sull'impianto complessivo del disegno di legge finanziaria, basato su un coacervo di norme ripartite in ben 810 commi, con tutte le inevitabili conseguenze in termini di sovrapposizione normativa e di complessità di reperimento delle disposizioni. Un impianto così farraginoso - prosegue l'oratore - risulta più che mai inopportuno in un provvedimento che, allo stato, consiste di fatto nell'unica vera occasione per poter svolgere un reale confronto sulle politiche generali per lo sviluppo economico. Diversamente, il disegno di legge finanziaria costituisce un provvedimento omnibus che non ha precedenti nelle passate legislature e che rende estremamente complessi l'interpretazione e la concatenazione dei riferimenti normativi.

Sottolinea le difficoltà incontrate nel reperimento di adeguate relazioni tecniche sulle misure varate dal Governo, osservando che le medesime difficoltà si sono riscontrate anche nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, privando pertanto i parlamentari della possibilità di poter svolgere le necessarie verifiche su basi analitiche sufficientemente precise.

Richiama quindi l'attenzione sulle Tabelle a) e b) del disegno di legge finanziaria, esprimendo forti perplessità in ordine alle dotazioni previste per i Ministeri rispettivamente dello sviluppo economico e del commercio internazionale sia sotto il profilo delle spese di parte corrente che per quelle in conto capitale, soffermandosi poi sugli stanziamenti previsti in favore dell'ENEA e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Con riguardo ai commi 206 e seguenti dell'articolo del disegno di legge finanziaria esprime alcune considerazioni critiche sulla scelta di accantonare e rendere indisponibili alcune dotazioni, stigmatizzando inoltre la possibilità, ivi prevista, di attribuire al Ministro dell'economia e delle finanze la possibilità di modificare le dotazioni relative alle singole unità previsionali di base, in quanto tale opzione non tiene adeguatamente conto delle decisioni del Parlamento.

Si sofferma quindi analiticamente sulle disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria, ed in particolare su quelle relative al cuneo fiscale, che risulta di entità ben inferiore a quanto dichiarato inizialmente dal Governo, nonché sugli aggravi delle tasse automobilistiche di cui al comma 52, sempre dell'articolo 18, che si tradurranno in un ulteriore costo per le imprese, esprimendo le più vive perplessità al riguardo.

In relazione alle misure per il risparmio energetico, pur dichiarandosi favorevole in linea di principio, fa osservare come non sia possibile né opportuno porre sullo stesso piano fonti profondamente differenti quali biodiesel, bioetanolo ed il cosiddetto bioidrogeno, rilevando altresì che vi sono talune fonti alternative, come l'olio di palma, che non producono benefici significativi sul piano ambientale.

Con riguardo alle norme sulla rottamazione degli elettrodomestici, pur dichiarandosi in linea principio favorevole, lamenta le considerevoli difficoltà nell'individuare le reali dotazioni previste, osservando altresì che l'ampiezza di destinazioni per le somme stanziate dal Governo comporta il rischio di una inopportuna dispersione dei fondi disponibili.

 

Il senatore STANCA (FI) esprime apprezzamento per la presenza, per la prima volta, del ministro Emma Bonino ai lavori della Commissione.

Nel rilevare preliminarmente che lo stanziamento di fondi, largamente insufficienti, per le politiche di promozione dell'esportazione costituisce con risalente errore che accomuna numerosi Esecutivi delle ultime legislature, punto sul quale occorrerebbe a suo avviso svolgere un confronto realmente collaborativo per reperire soluzioni idonee, si sofferma quindi sui provvedimenti in esame, esprimendo gravi perplessità sugli indirizzi di politica di sviluppo che emergono dal disegno di legge finanziaria per il 2007. In termini generali rileva altresì che lo strumento della legge finanziaria si dimostra anno dopo anno sempre meno idoneo a perseguire le finalità per le quali era stata istituita; tali aspetti risultano fortemente aggravati dal provvedimento in esame che si caratterizza, a suo avviso, per una discutibile sovrapposizione di politiche eterogenee tra le quali in ogni caso emerge un taglio eccessivamente dirigistico.

A tale proposito fa osservare che su tali aspetti si sta svolgendo da tempo un serrato dibattito circa il ruolo che deve essere riservato allo Stato, che non dovrebbe ingerirsi sui processi economici e di mercato attraverso aprioristiche selezioni dei settori da promuovere. In questo modo infatti si finisce per adottare un approccio ormai obsoleto, sul quale si innestano posizioni divergenti non solo nell'ambito delle forze di maggioranza, ma addirittura, in alcuni casi, degli stessi esponenti del Governo.

Lamenta inoltre lo scarso rilievo attribuito a politiche di promozione dell'innovazione, ed in particolare la mancata adozione di meccanismi di incentivo fiscale sulla formazione che, diversamente, costituisce uno dei settori sui quali maggiormente lo Stato dovrebbe investire. È inoltre fortemente errato - prosegue l'oratore - limitare l'interesse per l'innovazione alla sola componente industriale, quando è ormai acclarato che il principale gap di competitività delle imprese italiane risiede sull'impatto dei servizi.

Dichiara infine di condividere le considerazioni critiche del senatore Possa in ordine all'attuale formulazione dei documenti di bilancio, che dovrebbero costituire l'occasione per poter discutere di problemi complessivi quali le politiche di settore, e le linee guida da adottare, e non risolversi in un insieme di complesse tabelle contabili.

 

Il senatore BANTI (Ulivo) ritiene condivisibili le considerazioni in ordine all'opportunità di modificare alcuni aspetti relativi all'iter parlamentare di esame dei documenti di bilancio, ricordando che tali esigenze sono state sottolineate nella scorsa legislatura dall'allora Presidente del Consiglio - al quale rivolge i migliori auguri di un pronto recupero - oltre che, di recente, dall'attuale Presidente della Camera dei deputati. A suo parere, tuttavia, occorrerà valutare molteplici aspetti per conseguire un miglioramento significativo delle procedure di esame.

Nel prendere atto delle critiche testé formulate sul carattere eterogeneo del disegno di legge finanziaria, che accanto a disposizioni di natura contabile contiene altresì numerose norme di carattere ordinamentale, rileva l'opportunità di valutare l'introduzione di un meccanismo differente basato su disegni di legge finanziaria più sintetici, e su nuove disposizioni inerenti l'esame dei cosiddetti collegati.

Con più diretto riguardo ai profili di competenza Commissione, nell'esprimere apprezzamento per tutte le relazioni svolte, ritiene tuttavia che quelle concluse con un giudizio fortemente negativo risultino più influenzate da concezioni di taglio politico, sicuramente legittime, che da valutazioni oggettive inerenti la consistenza delle misure proposte. In particolare, ritiene condivisibili le disposizioni previste per la riqualificazione degli edifici ed in generale per assicurare un maggior risparmio energetico, richiamando in proposito alcuni provvedimenti già all'esame della Commissione che vertono proprio su tali aspetti, e che hanno il pregio di guardare al futuro con concretezza, a prescindere dal giudizio sulle soluzioni previste. Ritiene pertanto positivo che il Governo intenda adottare politiche in tale direzione, considerando che si tratta di un cammino ormai inarrestabile e già intrapreso dall'Europa e dalla maggior parte dei paesi industrializzati. Tali misure consentiranno una crescita della platea dei consumatori che potranno adottare tali interventi di efficienza energetica a prescindere dai costi che questi comporteranno.

Si sofferma quindi sulle disposizioni in materia di biocarburanti, che ritiene in ogni caso opportune, pur convenendo sulle considerazioni del senatore Possa in ordine alle differenze che sussistono tra le varie tipologie.

Con riguardo poi al settore turistico, ritiene che l'impostazione del disegno di legge finanziaria sia coerente con le linee già annunciate dal Governo con l'emanazione del decreto sul cosiddetto spacchettamento dei Ministeri, anche per quanto concerne la tutela e la valorizzazione del made in Italy. Ritiene infatti che le pur interessanti considerazioni svolte dal relatore Bornacin, in ordine alla forte crescita nel mercato turistico degli altri Stati membri come la Spagna non contraddicano la necessità di rilanciare il turismo mediante un'ottica nazionale, volta a promuovere efficaci politiche, sia pur nel rispetto delle competenze regionali, garantite dalla Costituzione, come dimostra a suo avviso il ben noto caso delle denominazione di origine protetta.

Ritiene tuttavia di dover svolgere alcune considerazioni critiche in ordine alle dotazioni finanziarie del fondo per la montagna già oggetto in passato di numerose riduzioni, particolarmente nella scorsa legislatura, ed attualmente ancora insufficienti. Al riguardo, auspica che nel corso dell'esame possano essere individuate risorse aggiuntive.

 

Interviene quindi il senatore SANTINI (DC-PRI-IND-MPA), il quale preannuncia di volersi soffermare specificamente sugli aspetti relativi ai settori turistico e della montagna. Sottolinea in primo luogo la necessità di ricondurre il comparto turistico all'area del commercio estero, proprio in quanto tale settore costituisce a suo avviso un bene economico che dovrebbe essere veicolato all'esterno del territorio nazionale. Ritiene infatti fortemente inopportuno, sotto il profilo economico-produttivo e particolarmente per ciò che attiene alle prospettive ed alle potenzialità di incidenza sul PIL, affidare il turismo al Ministero dei beni culturali che ha competenze in altri settori.

Esprime forti perplessità sulla dotazione di risorse pari ad appena 10 milioni di euro, che ritiene appena necessari per la promozione di politiche basate su materiali cartacei e produzioni audiovisive, sottolineando che tale scelta si pone sulla stessa prospettiva dell'errore compiuto già in sede di Unione europea, nella quale il turismo venne considerato materia propria degli Stati membri. È in virtù di tali scelte che a suo avviso attualmente l'Italia si trova ad essere superata dalla Spagna e che l'Europa viene, sotto certi aspetti, ormai superata da paesi quali la Cina e gli Stati Uniti.

Fa osservare che la regione Trentino-Alto Adige, che pure certamente ha i vantaggi di un'autonomia speciale, ha stanziato risorse pari a 46 milioni di euro, proprio in quanto il turismo ne costituisce uno dei perni economici: occorrerebbe pertanto adottare politiche più decise, in particolar modo per le regioni a statuto ordinario; diversamente, in assenza di misure basate su una logica economico - produttiva, tale settore non avrebbe in tali regioni significative prospettive di sviluppo.

Con riguardo alle aree montane, tradizionalmente sottovalutate quanto a rilevanza economica in sede europea, fa osservare che in Italia la prospettiva risulta rovesciata, in quanto il territorio nazionale è in prevalenza montagnoso, ed assomma una porzione estremamente rilevante degli abitanti: immaginare pertanto che il fondo per la montagna possa essere finanziato con risorse pari ad appena 25 milioni di euro è a suo avviso fortemente discutibile. Osserva inoltre che i 20 milioni di euro previsti nella precedente legge finanziaria furono il risultato di una successiva serie di riduzioni, poichè lo stanziamento inizialmente previsto era pari ad 80 milioni di euro. Nel ribadire la necessità che le esigenze delle aree montane vengano prese in maggior considerazione, ritiene altresì opportuno riformare profondamente la normativa prevista in materia.

 

Il senatore STEFANI (LNP) ,espresso apprezzamento per la presenza del ministro Emma Bonino, si sofferma preliminarmente sul tema dello scorporo del commercio con l'estero dalle competenze del Dicastero dello sviluppo economico. Rileva che, a prescindere dalle valutazioni di merito, se è vero che nelle relazioni si è fatto riferimento ad un aumento nelle esportazioni, occorrerebbe d'altro canto sottolineare che la percentuale di incidenza italiana nel commercio internazionale risulta attualmente in diminuzione. Ciò è a suo avviso tanto più meritevole di profonda attenzione ove si consideri che risulta pressoché dimostrato che l'investimento in tale comparto fornisce ritorni economici estremamente rilevanti. Sulla base di tali considerazioni ritiene possibile ed opportuno, che su tali aspetti si raggiunga un'intesa per adottare misure adeguate, a prescindere dalle posizioni delle differenti parti politiche.

Si domanda quindi se possa considerarsi ancora valido lo strumento degli sportelli presso le ambasciate, per favorire l'internazionalizzazione delle imprese, in considerazione degli attuali elevati livelli tecnologici. Ritiene in particolare necessario intervenire in modo significativo su istituti quali ICE, SACE e SIMEST, sottolineando che, ad esempio, il primo di essi si caratterizza per un numero di addetti estremamente rilevante e determinante specie se confrontato con gli omologhi Istituti esteri. Ad avviso dell'oratore, peraltro, il ruolo delle ambasciate dovrebbe essere improntato ad una visione maggiormente orientata alla logica di funzionamento delle imprese. Poiché settori di punta dell'economia nazionale, quali quello calzaturiero, dell'abbigliamento e dell'oreficeria risultano attualmente in crisi occorrerebbe approfondire le modalità di investimento delle risorse in favore dell'ICE, auspicando l'impegno del ministro Emma Bonino in tale direzione.

Il senatore Stefani, nel sottolineare fortemente la necessità di prevedere stanziamenti di ben altra entità per la promozione del made in Italy, si sofferma sul settore turistico dichiarando di condividere le considerazioni del senatore Santini in ordine alla necessità di adottare politiche in grado di valorizzare il turismo nazionale sul piano complessivo, pur nel rispetto delle competenze regionali. Ciò, anche in considerazione del fatto che sulla base dei dati inerenti il tasso di sviluppo del settore a livello internazionale, l'Italia tende a posizionarsi verso il basso. A tale proposito, esprime alcune perplessità in ordine alle modalità con le quali è stata recentemente riformata l'Agenzia nazionale per il turismo, lamentando fortemente inoltre il trasferimento di competenze in materia turistica al Ministero per i beni e le attività culturali.

Soffermandosi infine sulle misure a sostegno delle energie prodotte da fonti rinnovabili, esprime le più profonde perplessità al riguardo.

 

Il senatore SCARPETTI (Ulivo) esprime apprezzamento per le approfondite relazioni svolte sui documenti in esame, richiamando in particolare la parte conclusiva dell'illustrazione del senatore Maninetti, nella quale viene criticato il carattere eccessivamente pesante della manovra varata dal Governo. A tale proposito rileva che l'ampiezza delle misure adottate è stata determinata dalla necessità di risanare i conti e di perseguire il duplice obiettivo dello sviluppo e del ripristino di una maggiore equità sociale. Ritiene pertanto ingenerose le critiche rivolte alla manovra, proprio con riguardo alla sua incidenza sulle imprese, osservando che una quantità così ampia di misure a favore del ceto produttivo non ha probabilmente precedenti in Italia.

Nel condividere pienamente la necessità di promuovere alcune riforme strutturali, atte a consolidare i processi di rilancio dell'economia osserva che non è certo il disegno di legge finanziaria lo strumento deputato a tali scopi.

Si sofferma quindi sulle disposizioni inerenti il settore turistico, osservando come, al di là delle critiche, risulterebbe che il Governo abbia lievemente incrementato le risorse disponibili. Ritiene tuttavia necessario promuovere politiche di sostegno e di attento monitoraggio nell'andamento di tale settore, osservando che una delle probabili cause del temporaneo declino della domanda turistica è probabilmente da ricondursi al rilevante aumento dei costi, ai quali non sempre corrispondono adeguati miglioramenti dei servizi sotto il profilo qualitativo. Esprime quindi l'avviso che sia rilevante l'introduzione dell'Osservatorio per le strategie di settore di carattere nazionale, osservando come tale misura dovrebbe incontrare il favore degli esponenti di tutte le parti politiche, per superare l'attuale gap riscontrabile nelle politiche regionali, spesso caratterizzate da forte eterogeneità.

 

Il senatore PECORARO SCANIO (IU-Verdi-Com) con riguardo alle considerazioni svolte dal senatore Stefani, fa presente che per la sua parte politica e in generale per la maggioranza, le fonti rinnovabili costituiscono una prospettiva estremamente rilevante per il futuro dell'approvvigionamento energetico del paese.

Nell'esprimere apprezzamento per l'analiticità della relazione del senatore Maninetti, si sofferma sulle disposizioni di cui al comma 514 dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria, che ritiene adeguate all'esigenza di promuovere più strette sinergie tra le piccole e medie imprese. Sottolinea altresì che, sotto tale aspetto, acquisisce particolare importanza anche il profilo della tutela dell'ambiente, che risulta essenziale in settori quale quello agroalimentare. Richiama pertanto fortemente l'attenzione sull'importanza di tali disposizioni, che vanno inquadrate in un contesto complessivo di valorizzazione della produzione nazionale, mirata all'esportazione, come dimostra l'attribuzione della competenza al Ministero del commercio internazionale.

Con riguardo al turismo ritiene che tale settore necessiti di una vera e propria cabina di regia in grado di superare le attuali differenze tra le varie regioni.

Nel ribadire pertanto la necessità di adottare politiche in grado di promuovere le sinergie tra le varie realtà produttive, valorizzando le caratteristiche e le ricchezze disseminate nei vari territori, ricorda ancora che sulle disposizioni in materia di fonti rinnovabili, considerate dalla sua parte politica di particolare importanza, la Commissione sta già esaminando alcuni provvedimenti che potrebbero risultare decisivi per l'energia e per l'ambiente.

 

Il senatore GALARDI (Ulivo), dopo aver rivolto alcune parole di saluto al ministro Emma Bonino, ringrazia i relatori per lo sforzo profuso, preannunciando tuttavia la presentazione di rapporti alternativi, di tenore favorevole ai documenti presentati dal Governo.

Nel richiamarsi preliminarmente alle considerazioni già svolte dai senatori Banti e Scarpetti, ritiene poi condivisibili taluni rilievi espressi dall'opposizione circa la necessità che l'esame dei documenti di bilancio debba costituire l'occasione di una più ampia discussione sulle politiche e le linee strategiche da adottare; osserva tuttavia che quantomeno in tali occasioni sarebbe a suo avviso più opportuno che le funzioni di relatore venissero svolte da esponenti delle forze di maggioranza.

Comprende, peraltro, le preoccupazioni espresse dall'opposizione, anche se si evince la presenza di prospettive di politica economica profondamente differenti. Osserva peraltro che la manovra in esame ha la caratteristica di puntare in modo significativo sulla capacità di crescita del Paese, con risultati che auspica più favorevoli di quelli raggiunti dalle finanziarie precedentemente varate dai Governi di centro-destra. L'obiettivo del Governo è infatti quello di introdurre un risanamento dei conti pubblici in grado di reperire al contempo adeguate risorse da investire in politiche per lo sviluppo, proprio in quanto la visione delle forze di maggioranza è fondata su l'estrema attenzione e fiducia per il ruolo delle imprese.

 

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, il presidente SCARABOSIO dichiara chiusa la discussione generale.

 

Interviene in sede di replica per i profili di propria competenza il ministro Emma BONINO la quale auspica che l'esame dei documenti di bilancio costituisca l'occasione per instaurare un rapporto serrato e proficuo con la Commissione.

Con riguardo in generale al settore del commercio internazionale, esprime amarezza per la scarsa elasticità dimostrata dal sistema Italia ad adeguarsi alle nuove sfide competitive di un mercato che risulta oggi profondamente diverso da quello di quindici anni fa, a causa della presenza di molteplici fattori quali la rapida evoluzione tecnologica ed il ruolo del petrolio, la cui crescita nei prezzi ha determinato l'emersione di nuovi paesi ricchi, confermando l'attuale tendenza ad uno spostamento verso i paesi dell'Est nel quadro dei rapporti economici internazionali.

Ritiene pertanto assolutamente necessario un significativo cambio di direzione sotto il profilo delle politiche di promozione, proprio in quanto il sistema Italia si basa ancora in maniera decisiva sull'apporto delle piccole e medie imprese, che pur caratterizzate da estrema vitalità, registrano maggiori difficoltà a competere in mercati complessi.

Rileva che molto spesso si parla di necessità di promuovere i prodotti italiani, senza considerare che il vero problema sta forse nella necessità di assicurare un'adeguata rete di distribuzione per prodotti che sono già estremamente noti e tuttavia spesso non reperibili in numerosi paesi. Osserva inoltre che risulta estremamente difficile promuovere il turismo in Italia se la stessa compagnia aerea di bandiera presenta una rete poco diversificata sul territorio mondiale.

Con riguardo poi alle considerazioni relative alle necessità di inquadrare il turismo in una logica economico-produttiva anche al fine di ampliarne l'arco temporale lavorativo, osserva che il caso dell'Andalusia presenta caratteristiche peculiari, in quanto basato anche sui benefici indotti da un importante accordo con le organizzazioni sindacali del Nord-Europa. Rilevato che il turismo rientra nella competenza esclusiva delle regioni e che l'internazionalizzazione rientri invece nella competenza concorrente, fa osservare che per poter realizzare un'efficace opera di coordinamento a livello centrale, occorrono adeguati poteri, nonchè adeguate risorse economiche, per assicurare omogeneità di scelte delle varie realtà regionali.

A tale proposito, auspica che al termine della sessione di bilancio possa essere aperto un dibattito tra tutti gli operatori economici per individuare cosa realmente debba intendersi per made in Italy, anche al fine di poter adottare scelte coerenti in sede comunitaria. A tale proposito infatti occorrerebbe valutare la reale adeguatezza dell'attuale formulazione del comma 517 del disegno di legge finanziaria, come modificato dalla Commissione attività produttive della Camera.

Con riguardo al ruolo ed alle prospettive dell'ICE, ritiene fermamente che tale Istituto debba essere ristrutturato e potenziato, tenendo conto dei nuovi paesi economicamente emergenti, in quanto l'attuale rete risulta obsoleta e spesso non efficiente sotto il profilo della distribuzione delle risorse di uomini e di mezzi. A tale proposito preannuncia l'intenzione di sottoporre tali questioni anche in sede di Conferenza Stato-regioni.

Nel soffermarsi quindi sulle caratteristiche ordinamentali dell'ICE, che risulta ancora al 100 per cento di proprietà pubblica sia pure con una propria autonomia di gestione, fa osservare che negli ultimi anni i fondi ad esso destinati sono stati ridotti in modo consistente, e che il bilancio dell'Istituto risulta già estremamente rigido, con circa il 75 per cento delle spese che sono destinate al personale. Ritiene pertanto che l'ICE debba essere ristrutturato senza tuttavia avallare l'ipotesi di chi ritiene che tale opzione debba essere esercitata attraverso la netta chiusura degli uffici situati all'estero.

Per tali ragioni auspica che tale questione venga affrontata nell'ambito dei rapporti che verranno presentati dai senatori di maggioranza.

 

Interviene in sede di replica il sottosegretario GIARETTA con riferimento allo stato di previsione del Ministero per lo sviluppo economico, nonchè con riferimento allo stato di previsione del Dicastero per i beni e le attività culturali, limitatamente al settore del turismo. Dopo aver ringraziato i relatori per l’approfondita illustrazione delle tabelle di competenza della Commissione, nonchè gli oratori intervenuti nel dibattito per gli interessanti punti di riflessione, desidera precisare che la dimensione della manovra dipende da una parte dalla necessità di recuperare lo sfondamento dei conti pubblici rimettendo in linea il bilancio con i parametri richiesti dall’Unione europea, ma per altra parte la manovra tende a soddisfare adeguatamente l’esigenza di incentivare le politiche di sviluppo mediante strumenti significativi di intervento, come preannunciato già nel Documento di programmazione economico finanziaria. Con particolare riferimento all’attuazione delle politiche di sviluppo economico è stata scelta la strada del reperimento delle risorse attraverso gli interventi per la riduzione del cuneo fiscale, riprendendo il percorso di riduzione del costo del lavoro, costituendo presso l'INPS il fondo TFR. Sono stati peraltro previsti diversi interventi di razionalizzazione delle agevolazioni per il sistema produttivo, riorganizzando i molteplici fondi precedentemente previsti, riconducendoli quindi ad unità, premiando soprattutto l’attività di ricerca per l’innovazione tecnologica. Sottolinea a tale proposito l’importanza del carattere di automaticità del credito di imposta per le spese sostenute dalle aziende nell’attività di ricerca come classificata dalla normativa europea. Tale automaticità esclude quindi la farraginosità delle precedenti procedure per l’assegnazione delle risorse e se tale tipo di intervento avrà successo, verrà senz’altro rafforzato. Con riferimento alle osservazioni critiche del senatore Stanca circa la necessità di stabilire un chiaro orientamento della politica industriale, rileva che la individuazione di cinque progetti nazionali sui quali concentrare le risorse costituisce un elemento di grande novità, in funzione di un efficace sostegno all’attività imprenditoriale che dovrebbe premiare soprattutto l’innovatività sviluppata nei settori della politica energetica, dei trasporti, del turismo, dell’innovazione tecnologica. Anche gli interventi finalizzati al risparmio e all’efficienza energetica non sono fini a se stessi, ma è indubbio che produrranno benefici effetti in una serie di settori indotti, sia sul versante imprenditoriale che su quello dell’occupazione. Cita a tale proposito il successo delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie che hanno messo in moto più di un settore produttivo.

Con riferimento alle osservazioni critiche circa lo scorporo del settore del turismo dalle competenze dello sviluppo economico, esprime l’avviso che il fatto che il vice Presidente del Consiglio detenga la relativa delega è senz’altro indice di una grande attenzione per quell’importante settore. Certamente si può dissentire sull'adeguatezza dei fondi a disposizione affinche gli interventi a sostegno del turismo siano efficaci ma va considerato che ogni azione per l’attuazione delle politiche per favorire il turismo è subordinata ad un preventivo accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni e contemporaneamente necessita il coordinamento fra le regioni stesse. Coglie l’occasione infine per osservare che le incertezze di sviluppo del settore turistico sono dovute anche alla mancanza di strutture idonee sul territorio (manca ad esempio una catena alberghiera italiana in grado di sostenere adeguatamente l’offerta turistica).

 

Svolge una breve replica il senatore MANINETTI (UDC) il quale desidera sottolineare che la problematicità della manovra economico finanziaria in esame è acuita da difficoltà di carattere metodologico e procedurale che auspica possano essere in un prossimo futuro adeguatamente risolte. Ribadisce che le considerazioni che portano ad esprimere un rapporto di tenore contrario si basano essenzialmente su alcuni punti qualificanti. In primo luogo l’obiettivo dichiarato della manovra di perseguire efficacemente la lotta all’evasione fiscale, in realtà si risolve in un aggravamento della pressione tributaria che costituisce già una criticità del nostro paese. Inoltre, il prelievo forzoso del trattamento di fine rapporto (TFR) a favore dell’INPS indurrà i cittadini a rivolgersi preferibilmente alla previdenza complementare. Ancora, l’opera di razionalizzazione dei fondi per agevolare nei vari settori l’attività delle imprese non è in grado di sostenere efficacemente la politica di sviluppo perchè di fatto gli incentivi per l’innovazione e lo sviluppo sono, a suo giudizio, irrisori rispetto al necessario. Infine sottolinea criticamente che nel disegno di legge finanziaria sono state anticipate, ma in modo non organico e coerente, diverse disposizioni proposte rispettivamente nei disegni di legge n. 691 sulla liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas e n. 786 sull’attuazione del protocollo di Kyoto. In conclusione, il relatore Maninetti, rilevato che le risorse destinate al Ministero dello sviluppo economico incidono solo per lo 0,93 per cento sul bilancio statale, ribadisce il giudizio fortemente negativo sull'intera manovra.

 

Avendo il senatore Bornacin rinunciato ad intervenire in sede di replica, ha quindi la parola la relatrice ALFONZI (RC-SE) che sottolinea preliminarmente l’alto livello di illegalità diffusa in Italia, soprattutto con riferimento all’evasione e all’elusione fiscale. E’ quindi questo l’obiettivo centrale della manovra finanziaria e, anche se molte delle misure assunte per condurre la lotta all’evasione possono sembrare impopolari, in realtà sono suggerite da un criterio di equità. Certamente va riconosciuto che occorrerebbe una maggiore concertazione per l’adozione di tali incisive misure, proprio perchè ci sono categorie di lavoratori, soprattutto dipendenti, che scontano il prelievo fiscale direttamente alla fonte di produzione del reddito. Rimane tuttavia l’obiettivo di fondo di educare alla tematica del rispetto alla legalità, dopodichè si potrà discutere del come e del quanto degli interventi. Con riferimento alle misure a sostegno della politica industriale, la relatrice ricorda che lo Stato non può assumersi sempre come prioritario l’obiettivo di tutelare le imprese. Pertanto, la questione della sottrazione del trattamento di fine rapporto alla disponibilità delle imprese, andrebbe valutata anche con riferimento al fatto che quelle risorse sono comunque prodotte da lavoratori e lavoratrici, che hanno il diritto alla salvaguardia del loro salario differito.

Con riferimento alle osservazioni critiche emerse sulla organizzazione del comparto del turismo, esprime l’avviso che tale settore abbia trovato la sua giusta collocazione poichè non può essere ridotto in alcun modo ad un mero fattore economico, in considerazione dei qualificanti aspetti legati alla promozione della cultura e anche dell’ambiente. La sua opinione è che occorre evitare di incentivare quel turismo "rapace" che può soltanto degradare l’ambiente anzichè sviluppare le potenzialità soprattutto di carattere culturale delle diverse realtà territoriali. Osserva inoltre, con riferimento alla tematica sulle energie rinnovabili, che non si può soltanto parlare di costi indotti dall’attuazione del protocollo di Kyoto perchè occorrerebbe al contrario verificare la grave entità dei danni provocati per il mancato rispetto di quei parametri di compatibilità ambientale. Certamente alcune criticità della manovra che pure la sua parte politica ha messo in evidenza scontano il fatto che si tratta di misure di una fase di transizione ed occorrerà quindi un approfondimento di tutte le tematiche sulle quali si interviene. Per quanto riguarda il settore del commercio internazionale sottolinea che anche in questo campo gli scambi aventi ad oggetto le fonti rinnovabili possono incidere significativamente sull’indotto industriale e soprattutto sull’occupazione. Dopo aver espresso ampio apprezzamento per l’intervento del ministro Emma Bonino, ritiene che l’espressione di un rapporto di tenore favorevole non intende sottacere quelle criticità della manovra finanziaria in taluni casi evidenziate, ma proprio ritenendo che essa svolga un ruolo in questa fase di transizione, auspica una maggiore considerazione di quello che può essere considerato l’aspetto etico, soprattutto con riferimento ai rapporti di scambio con altri paesi, affinchè venga effettivamente diffuso un più generale sviluppo economico e sociale. A tale proposito, cita il recente accordo commerciale tra il Venezuela e Cuba come esempio virtuoso per lo scambio di professionalità e per la soddisfazione di reciproche esigenze e non avente quindi carattere squisitamente produttivo.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

 


INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO (10a)

Mercoledì 29 novembre 2006

20a Seduta

Presidenza del Presidente

SCARABOSIO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni,, approvato dalla Camera dei deputati

(Tabb. 3, 3-bis e 3-ter) Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l’anno finanziario 2007

(Tabb. 14 e 14-bis) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(Tabb. 19 e 19-ter) Stato di previsione del Ministero del commercio internazionale per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame congiunto. Rapporto favorevole con osservazioni per le Tabelle 3, 3-bis e 3-ter e per le connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole con raccomandazione sulla Tabelle 14 e 14-bis (limitatamente alle parti di competenza) e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole sulle Tabelle 19 e 19-ter e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta di ieri, nella quale - ricorda il presidente SCARABOSIO - è stata svolta la discussione generale sui provvedimenti in titolo, cui hanno fatto seguito le repliche rispettivamente dei Rappresentanti del Governo e dei relatori. Avverte quindi che l'esame proseguirà disgiuntamente con l'illustrazione e la votazione dell'unico emendamento presentato.

Successivamente si passerà alle votazioni dei rapporti, previe eventuali dichiarazioni di voto.

 

Il senatore POSSA (FI) illustra l'emendamento 10.3.Tab.3.1 finalizzato ad aumentare lo stanziamento per la promozione turistica di un milione di euro, sottraendo per pari importo le risorse per l'Istituto di promozione industriale, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Precisa in merito che dato il limitato tempo a disposizione per formulare incisive proposte emendative, ha ritenuto opportuno richiamare l'attenzione almeno su un qualificante elemento, meritevole a suo avviso di una maggiore attribuzione di risorse economiche, stante l'emersione, nel corso della discussione generale, di una particolare sensibilità per le tematiche del turismo.

Il relatore BORNACIN (AN) esprime un convinto parere favorevole all'emendamento testé illustrato.

 

Il sottosegretario GIARETTA, espresso apprezzamento per le considerazioni del senatore Possa, particolarmente attento alle implicazioni economiche del settore del turismo, ritiene che le finalità sottese alla proposta emendativa sono senz'altro apprezzabili in quanto tendenti comunque al sostegno della promozione turistica. D'altro canto, non può non rilevare che la sottrazione di risorse all'Istituto di promozione industriale, per compensare l'incremento per la promozione dell'attività turistica, rischia di compromettere seriamente la funzionalità dell'Istituto in questione e per queste considerazioni non può che esprimere un parere contrario. Ritiene tuttavia di poter dichiarare l'impegno fattivo del Governo affinchè possa essere trovata una soluzione soddisfacente al tema proposto dal senatore Possa, nel corso dell'esame della Commissione bilancio.

 

Il senatore SANTINI (DC-PRI-IND-MPA) dichiara il proprio voto favorevole all'emendamento, che ha peraltro sottoscritto, ricordando che nel corso nella discussione generale di ieri aveva già posto l'attenzione proprio sulla necessità di risorse adeguate per sostenere la promozione turistica nonchè a favore della montagna, settori questi troppo spesso trascurati nelle manovre finanziarie. Preannuncia pertanto che presenterà emendamenti al disegno di legge finanziaria, presso la Commissione bilancio, al fine di sensibilizzare su tali tematiche.

 

Il senatore BORNACIN (AN) ritiene apprezzabile la dichiarazione di impegno espressa dal sottosegretario Giaretta sulle tematiche del turismo, ma la stessa appare nel contempo insufficiente per raggiungere lo scopo in modo tale che possano essere intrapresi fattivi interventi per il sostegno delle strutture di accoglienza e delle iniziative di promozione turistica. Esprime pertanto il convinto voto favorevole del Gruppo di Alleanza nazionale, auspicando che il Governo prenda finalmente piena cognizione delle grandi potenzialità economiche ed occupazionali del settore del turismo.

 

Il senatore STEFANI (LNP) non ritenendo di dover aggiungere nulla oltre a quanto già efficacemente detto nel corso della discussione generale, nonchè nelle dichiarazioni di voto sulla tematica del turismo, dichiara a sua volta il voto favorevole della sua parte politica osservando, per inciso, di non aver mai avuto contezza dell'operatività dell'Istituto di promozione industriale di cui si sta parlando.

 

Il senatore CABRAS (Ulivo) espresso apprezzamento per la chiara e motivata illustrazione della proposta emendativa del senatore Possa, richiama l'attenzione sull'espressa volontà del Governo di assumersi un impegno fattivo per reperire adeguate risorse per la promozione turistica. Esprime pertanto a nome dei Gruppi di maggioranza il voto di astensione.

Previa verifica del prescritto numero legale, viene posto in votazione l'unico emendamento presentato (10ª.3.Tab.1) che risulta non accolto dalla Commissione.

 

Il presidente SCARABOSIO avverte che essendo esaurita la trattazione degli emendamenti e non essendo stati presentati ordini del giorno, si procederà con l'esame dei rapporti riferiti alle rispettive tabelle di competenza. Propone quindi una breve sospensione della seduta.

La Commissione concorda.

 

(La seduta, sospesa alle ore 10, riprende alle ore 10,30).

 

Il relatore MANINETTI (UDC) dà lettura della proposta di rapporto contrario sulla tabella 3 (sviluppo economico) e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria (allegata al presente resoconto).

 

Il senatore GALARDI (Ulivo) presenta e illustra una proposta di parere alternativo sulla medesima tabella, di tenore favorevole con osservazioni.

 

Posta in votazione, la proposta di rapporto contrario del relatore Maninetti risulta respinta dalla Commissione che, con successiva votazione, approva la proposta alternativa di rapporto favorevole con osservazioni testè illustrata dal senatore Galardi (allegata al resoconto).

 

Il senatore BORNACIN (AN) illustra la proposta di rapporto di tenore contrario per la tabella 14, limitatamente alla parte di competenza del turismo e connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore GALARDI (Ulivo) dà quindi lettura di una proposta alternativa, alla medesima tabella, di rapporto favorevole con raccomandazione.

 

Previa verifica del numero legale, la Commissione, con separate successive votazioni respinge la proposta di parere contrario formulata dal senatore Bornacin, ed accoglie la proposta alternativa di parere favorevole con raccomandazione testè illustrata dal senatore Galardi (allegata al resoconto).

 

Infine, la relatrice ALFONZI (RC-SE) dà lettura della proposta di rapporto favorevole sulla tabella 19 e connesse parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore POSSA (FI) illustra una proposta alternativa, di tenore contrario, sulla medesima tabella (allegata al presente resoconto).

 

La proposta di rapporto favorevole illustrata dalla senatrice Alfonzi con riferimento alla tabella 19, previa verifica del numero legale, è quindi posta ai voti e risulta accolta dalla Commissione.

 

Il presidente SCARABOSIO avverte che anche la proposta del senatore Possa (risultata preclusa) verrà trasmessa ai sensi dell'articolo 126, comma 6, del Regolamento, alla 5ª Commissione.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-bis e 1184-ter – Tabelle 3, 3-bis e 3-ter) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminato lo Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2007 (Tabella 3, 3-bis e 3-ter), nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

premesso che

le disposizioni relative allo stato di previsione in titolo rispondono pienamente agli indirizzi contenuti dal Documento di programmazione economico finanziaria in materia di sviluppo economico del Paese;

l’atto garantisce opportuni e diversificati interventi in materia di risparmio energetico, incentivazione di biocarburanti e sostegno alle fonti rinnovabili, con positivi effetti ambientali ed economici;

si valuta positivamente la qualità e la quantità degli interventi posti in essere per il sostegno al sistema industriale e produttivo del Paese;

gli effetti delle disposizioni in materia di ricerca scientifica e tecnologica applicata, nonché di sviluppo precompetitivo, e la riorganizzazione dei fondi in materia consentono di rafforzare il grado di innovazione presente nel tessuto produttivo nazionale, garantendo la crescita e lo sviluppo;

formula un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni:

sia inserita idonea incentivazione, per quanto attiene al comparto delle agroenergie e alle disposizioni di cui all’art. 18 commi 88 e 89, anche per la filiera corta dei biocombustibili di origine agricola;

si valuti di destinare il fondo di cui all’articolo 18 comma 84 in via prioritaria ad interventi di sostenibilità sociale ed ambientale;

si valuti di integrare con adeguati aumenti, vista la rilevanza della materia, il fondo per la montagna disposto all’articolo 18, comma 767.

 


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 14 E 14-BIS) (LIMITATAMENTE A QUANTO DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007 (Tabelle 14 e 14-ter), limitatamente a quanto di competenza, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

preso atto che la proposta in esame interviene efficacemente sulla promozione del made in Italy, garantendo un processo di rafforzamento del Paese come patrimonio di qualità, con possibili effetti sul comparto del turismo;

valutato positivamente che è garantito un adeguato rifinanziamento del Fondo nazionale per il cofinanziamento di interventi regionali nel settore del commercio e del turismo;

rilevato come le disposizioni relative allo stato di previsione in titolo rispondono pienamente agli indirizzi contenuti dal Documento di Programmazione Economico-Finanziaria in materia di sviluppo del comparto turistico;

ritenuto che la strategia integrata di promozione internazionale di comparti quali l’agroalimentare e il turistico-alberghiero può consentire una reciproca e significativa crescita;

valutati positivamente gli effetti di quanto disposto in materia di interventi a sostegno del settore turistico, con particolare riferimento all’unicità della titolarità tra proprietà e gestione di beni ad uso turistico-ricettivi,

formula un rapporto favorevole con la seguente raccomandazione:

che le incentivazioni dei processi di crescita dimensionale delle imprese turistico-ricettive previste all’articolo 18 comma 732 siano destinate avendo come prioritario parametro la sostenibilità ecocompatibile delle strutture ricettive, anche con l’obiettivo di promuovere il turismo di qualità e di attrarre nuovi utenti sul mercato estero.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 19 E 19-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero del commercio internazionale per l’anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

rilevate le importanti competenze in materia di competitività internazionale e politica commerciale e promozionale con l'estero che il nuovo Ministero ha assunto in seguito allo scorporo dal Ministero dello sviluppo economico;

auspicando che lo stanziamento esposto nella Tabella C della finanziaria, afferente al funzionamento dell'Istituto per il commercio estero, sia rimodulato in modo da consentire all'ICE di mantenere e riqualificare i suoi compiti istituzionali,

 

formula rapporto favorevole.

 

 

 


PROPOSTA DI RAPPORTO DEL SENATORE MANINETTI SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 3, 3-BIS E 3-TER)E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l’anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

considerato che

la manovra di bilancio per il 2007 ha una consistenza smisurata rispetto agli obiettivi di rientro del deficit, soprattutto alla luce del notevole incremento delle entrate fiscali;

il Paese dopo anni di congiuntura negativa, dà segnali di ripresa economica che andrebbe sostenuta con misure adeguate a sostegno del sistema industriale, visto anche il notevole sforzo che esso sta affrontando per recuperare competitività sul mercato internazionale;

al contrario, questa manovra penalizza fortemente il mondo dell'impresa, soprattutto di quella medio-piccola, considerata più come soggetto da vessare e punire che come motore dell'economia;

le misure più consistenti sono rivolte all'inasprimento della pressione fiscale, non solo per la generalità dei cittadini, ma soprattutto per le imprese, con una notevole complicazione degli adempimenti burocratici e delle sanzioni previste che rischiano di causare forti difficoltà, che potrebbero condurre in alcuni casi al fallimento;

scarsa è l'attenzione dedicata all'importante settore delle infrastrutture cui si destinano le risorse tutt'altro che certe derivanti dalla discussa operazione di trasferimento all'INPS del TFR delle imprese e dalla lotta all'evasione e all'elusione fiscale. Trattandosi di risorse eventuali e non quantificabili, è del tutto evidente l'aleatorietà del sistema di finanziamento delle reti infrastrutturali, fondamentali per lo sviluppo e la crescita;

non ci sono inoltre misure rilevanti in materia di politica industriale, essendo presenti solo interventi non organici e non diretti ad incentivare in modo strutturale sviluppo e innovazione;

in materia di energia, liberalizzazioni e incentivi alle fonti alternative vi sono solo misure sparse e limitate ad alcuni aspetti, senza un disegno organico, come invece richiederebbe l'importanza strategica della politica energetica. L'aver inserito nel disegno di legge finanziaria tali disposizioni, in parte coincidenti con i contenuti di due disegni di legge attualmente in discussione presso la 10a Commissione del Senato recanti rispettivamente norme per l’attuazione del Protocollo di Kyoto e liberalizzazioni nel settore dell'energia elettrica e gas, rischia di esautorare il Parlamento rispetto a tematiche per le quali è necessario un largo consenso e un'adeguata riflessione;

rilevato inoltre che:

sono decisamente scarsi i fondi destinati alla montagna;

sono ridotti di 1/3 i fondi destinati alle politiche di sviluppo;

si nota una scarsa incidenza dei fondi del Ministero sul bilancio dello Stato,

 

esprime rapporto contrario.


PROPOSTA DI RAPPORTO DEL SENATORE BORNACIN SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 14 E 14-BIS) (LIMITATAMENTE A QUANTO DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l’anno finanziario 2007, limitatamente a quanto di competenza, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

considerato che:

il turismo è una delle industrie più floride della nostra economia;

con l'istituzione del nuovo dipartimento per il turismo presso il Ministero per i beni e le attività culturali, il turismo italiano è stato inserito nel contesto dei beni culturali e architettonici del nostro paese, mentre in realtà si caratterizza per tutta una serie di altre peculiarità;

la sottrazione di tale specifica competenza al Ministero dello sviluppo economico rende di fatto più difficile la realizzazione di una più puntuale e efficace politica del turismo in Italia;

che gravano negativamente sulle possibilità di sviluppo del settore le continue indecisioni del Governo come verificatosi per l’annuncio ed il successivo ritiro della proposta sulla tassa di soggiorno,

 

esprime rapporto contrario.


PROPOSTA DI RAPPORTO DEL SENATORE POSSA SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE PER L’ANNO FINANZIARIO 2007 (1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 19 E 19-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La 10a Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero del commercio internazionale per l’anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria;

 

considerato che:

il disegno di legge finanziaria si basa su un coacervo disordinato di norme ripartite in circa un migliaio di commi, che non permettono un reale confronto sulle politiche generali per lo sviluppo economico;

le dotazioni per il Ministero del commercio internazionale sono insufficienti rispetto alle fondamentali necessità di promozione delle nostre esportazioni, il che determinerà gravi danni alla competitività delle nostre imprese;

il comma 206, dell’articolo 18 del disegno di legge finanziaria, con la disposizione di accantonamento ed indisponibilità di rilevanti dotazioni di bilancio e con la possibilità di attribuire al Ministro dell’economia e delle finanze la modifica delle dotazioni relative alle singole unità previsionali di base, esautora gravemente le prerogative legislative del Parlamento sul bilancio dello Stato;

le disposizioni del disegno di legge finanziaria non tengono in alcun conto le oggettive difficoltà del settore farmaceutico, derivanti da una cattiva determinazione dei tetti per la spesa farmaceutica pubblica e convenzionata,

 

formula rapporto contrario.


EMENDAMENTO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

Tabella 3

 

10a-3-Tab.3.1

POSSA, SANTINI

 

Alla tabella 3, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, per l'anno finanziario 2007, alle unità previsionali di base sotto elencate, apportare le seguenti variazioni:

 

N. 3.1.2.9 (Promozione turistica):

CP: + 1.000;

CS: + 1.000.

 

N. 3.1.2.11 (Istituto di promozione industriale):

CP: - 1.000;

CS - 1.000.

 


LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

Giovedì 23 novembre 2006

33a Seduta

Presidenza del Presidente

TREU

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 – 2009 e relative note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 4 e 4-ter) Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 18 e 18-ter) Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

Il presidente TREU ricorda che l'esame congiunto, in sede consultiva, del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria, si concluderà con la votazione dei due rapporti, riguardanti rispettivamente lo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, e lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari ha fissato per le ore 13 di mercoledì 29 novembre il termine per la trasmissione dei predetti rapporti alla Commissione bilancio. Entro lo stesso termine, devono essere presentati anche gli eventuali rapporti di minoranza.

Il Presidente ricorda quindi che nel corso dell'esame dei documenti di bilancio, la Commissione può esaminare ordini del giorno ed emendamenti, riferiti però solo alle tabelle di bilancio, poiché gli emendamenti al disegno di legge finanziaria possono essere presentati solo alla Commissione bilancio.

Ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento - prosegue il Presidente - possono essere esaminati in Commissione gli ordini del giorno aventi ad oggetto le materie di competenza, mentre quelli di carattere generale sono esaminati dalla Commissione bilancio. La Commissione è sede inderogabile di esame degli ordini del giorno, e la loro approvazione, ovvero la dichiarazione di accoglimento da parte del Governo, hanno carattere definitivo. Gli ordini del giorno respinti, o per i quali il Governo abbia dichiarato il non accoglimento, possono invece essere ripresentati solo in Assemblea, con la firma di almeno otto senatori.

Gli emendamenti al disegno di legge di bilancio vanno presentati alla Commissione competente, che è, ai sensi dell'articolo 128, comma 2 del Regolamento, sede inderogabile di esame degli stessi. Se accolti, gli emendamenti sono trasmessi alla Commissione bilancio, come proposta della Commissione. La reiezione, in sede consultiva, ovvero in sede referente presso la Commissione bilancio, consente al proponente di ripresentare l'emendamento in Assemblea, dove non sono invece presentabili gli emendamenti ritirati o già dichiarati improponibili.

Dopo aver fornito alcuni ragguagli relativamente ai profili di possibile improponibilità degli emendamenti, il Presidente propone che la Commissione torni a riunirsi nella giornata di martedì 28 novembre, in due sedute, antimeridiana, alle ore 10, e pomeridiana, alle ore 15, per lo svolgimento della discussione, e, se possibile, delle repliche dei relatori e del Governo, proseguendo poi l'esame nella mattina di mercoledì, 29 novembre, alle ore 8,30.

Considerata la stretta connessione delle materie trattate con riferimento allo stato di previsione del Ministero del lavoro e del Ministero della solidarietà sociale, il Presidente propone altresì di svolgere la discussione congiuntamente, con disgiunzione dell'esame nella fase della votazione dei rapporti.

Per quanto concerne le modalità di prosecuzione dei lavori, dopo le repliche, si passerà all'illustrazione e votazione degli eventuali emendamenti ed ordini del giorno che non siano stati illustrati dai proponenti nel corso dei loro interventi. A tal fine, propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno per le ore 12 di martedì 28 novembre. Successivamente alla votazione degli emendamenti - conclude il Presidente - si passerà alla votazione dei rapporti, previe eventuali dichiarazioni di voto.

 

La Commissione conviene su tutte le proposte formulate dal Presidente.

 

Il relatore alla Commissione sulla tabella n. 4, recante lo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria LIVI BACCI (Ulivo), dopo avere ricordato che la dimensione della manovra di finanza pubblica per il 2007 risulta pari complessivamente a 34,7 miliardi di euro, fa presente che le disposizioni riguardanti la competenza della Commissione lavoro contenute nel disegno di legge finanziaria sono diverse e molto numerose, e pertanto, per motivi di economicità dell'esposizione, in sede di illustrazione preliminare si limiterà a dare conto delle misure più rilevanti, fatta salva la possibilità di procedere, nel corso del dibattito e eventualmente anche in sede di predisposizione del rapporto per la Commissione bilancio, a specifici successivi approfondimenti, su singoli temi.

Tra gli aspetti più qualificanti delle misure previste dal disegno di legge finanziaria in materia di lavoro, assume una particolare rilevanza l'intervento per la riduzione del cuneo fiscale e per l'incentivazione dell'occupazione femminile, di cui all'articolo 18, commi da 16 a 19. La norma all'esame riprende un percorso di riduzione del costo del lavoro già avviato nella precedente legge finanziaria e, al tempo stesso, si propone anche di incentivare il lavoro a tempo indeterminato; essa intende realizzare tali obiettivi mediante la riduzione dell'incidenza del costo del lavoro ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).

Per quanto riguarda i profili più rilevanti delle disposizioni all'esame, il relatore segnala che la nuova formulazione della lettera a) del comma 1 dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 446 del 1997, di cui al comma 16, lettera a), indica due nuove deduzioni ammissibili in favore dei soggetti passivi diversi dalle amministrazioni pubbliche, escluse le banche, gli altri enti finanziari, le imprese di assicurazione e le imprese operanti in concessione nei servizi. Il beneficio consiste nell'abbattimento forfetario della base imponibile per un importo pari a 5.000 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo d’imposta. Tale importo - prosegue il relatore - può essere aumentato fino a 10.000 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo d’imposta nelle regioni del Mezzogiorno: questa ultima deduzione è alternativa alla prima e può essere fruita nel rispetto dei limiti derivanti dall'applicazione della regola comunitaria de minimis. Vengono resi altresì deducibili i contributi assistenziali e previdenziali relativi ai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, estendendosi in tal modo ai soggetti passivi che determinano la base imponibile con metodo analitico - imprese ed esercenti arti e professioni -, quanto è già operante per i soggetti che determinano invece la base imponibile con il metodo retributivo.

Nello stesso comma 16, un altro punto di rilievo riguarda la lettera e), che integra l'articolo 11 del decreto legislativo n. 446 del 1997 introducendo un nuovo comma 4-sexies, recante una disposizione agevolativa per le imprese che impiegano lavoratrici rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato posta dal regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 5 dicembre 2002, in materia di aiuti di Stato a favore dell'occupazione. L’agevolazione prevista è configurata come aumento della deduzione per incrementi dell’occupazione relativamente alle aree svantaggiate, ed è alternativa alla quintuplicazione già prevista per i nuovi occupati in tali aree dal comma 4-quinquies nei quattro periodi d'imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2004.

Nella disposizione all'esame - prosegue il relatore - l'importo deducibile è moltiplicato per sette nelle aree ove gli aiuti siano consentiti per fare fronte a un tenore di vita anormalmente basso, ovvero a una grave forma di sottoccupazione, ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera a) del Trattato che istituisce la Comunità europea; è invece moltiplicato per cinque nelle aree dove, ai sensi del medesimo articolo 87, paragrafo 3, lettera c) del Trattato, sono ammessi gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche. In questi casi, l'intera maggiorazione spetta nei limiti di intensità e alle condizioni previsti dal predetto regolamento comunitario sui regimi di aiuto a favore dell'assunzione di lavoratori svantaggiati.

Il disegno di legge finanziaria - prosegue il relatore - contiene norme rilevanti in materia di previdenza complementare: in primo luogo, con la lettera a) del comma 7 dell'articolo 2 si anticipa la decorrenza delle nuove disposizioni in materia di previdenza complementare, introdotte dal decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, fissandola al 1° gennaio 2007, anziché al 1° gennaio 2008. Ai sensi di tale disposizione, nonché del comma 388 dell'articolo 18, sono conseguentemente ridefiniti i termini di scadenza e di decorrenza relativi al passaggio al nuovo regime e ai connessi adempimenti.

Il comma 389 dell'articolo 18 reca l’istituzione, dal 1° gennaio 2007, del "Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile", gestito dall’INPS secondo il principio finanziario della ripartizione, su un apposito conto corrente aperto presso la tesoreria dello Stato.

Il Fondo garantisce ai lavoratori interessati l’erogazione del TFR, secondo quanto previsto dal codice civile, per la quota corrispondente al contributo versato dal datore di lavoro, pari alla quota di TFR maturata dal 1° gennaio 2007 e non destinata a forme di previdenza complementare, come specificato nel successivo comma 390. Lo stesso comma, coerentemente con i termini dell'intesa intercorsa tra il Governo e le parti sociali il 19 ottobre, esclude dall'obbligo di versamento delle quote del TFR non destinate alla previdenza complementare, i datori che abbiano meno di 50 dipendenti, mentre, con riferimento agli altri, dispone il versamento dell'intera quota suddetta. I successivi commi 392, 393 e 394 disciplinano la destinazione delle risorse disponibili del Fondo al finanziamento di interventi per lo sviluppo nonché le relative procedure. Le finalizzazioni sono indicate nell'elenco 1, allegato al disegno di legge finanziaria, ed è previsto che attraverso la conferenza di servizi siano trimestralmente accertate le risorse del Fondo, al netto delle prestazioni e degli oneri indicati nel comma 393.

Il comma 395 - prosegue il relatore - novella i commi da 1 a 4 dell'articolo 10 del più volte richiamato decreto legislativo n. 252 del 2005, avente ad oggetto le compensazioni alle imprese per la perdita del TFR. In particolare, le novelle di cui ai capoversi 1 e 2 prevedono l'estensione anche alle quote di TFR destinate al Fondo costituito presso l'INPS ai sensi del comma 389 dei benefici fiscali e contributivi attualmente relativi alle quote di TFR maturando attribuite alle forme di previdenza complementare.

Il comma 397, lettera a), riformulando l’articolo 8 del decreto legge n. 203 del 2005, modifica la disciplina relativa alle forme di compensazione per i datori di lavoro che conferiscono il TFR maturando alle forme pensionistiche complementari, peraltro prevedendo che tali compensazioni spettino anche per la quota di TFR destinata al Fondo di cui al comma 389 dell’articolo 18 in esame.

In sostanza, viene confermata, seppur con parziali modifiche, la vigente disposizione relativa alla compensazione costituita dalla riduzione dei contributi sociali, mentre vengono implicitamente abrogate le norme relative al Fondo di garanzia per agevolare l'accesso al credito delle imprese a séguito del conferimento del TFR a forme di previdenza complementare. Il nuovo testo dell’articolo 8 riconosce ai datori di lavoro, sempre a titolo di compensazione, una riduzione, a decorrere dal 1° gennaio 2008, del versamento dei contributi di previdenza ed assistenza dovuti alla gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti, per ciascun lavoratore.

Il relatore si sofferma quindi sulle disposizioni recanti l'adeguamento di alcune aliquote contributive, a decorrere dal 1° gennaio 2007. In particolare: il comma 398 prevede l’innalzamento delle aliquote contributive pensionistiche per il finanziamento delle gestioni speciali presso l’INPS dei lavoratori artigiani e commercianti che dal 1° gennaio 2007 sono fissate nella misura del 19,5 per cento e dal 1° gennaio 2008 del 20 per cento.

Il comma 401 ridetermina le aliquote contributive dovute dai datori di lavoro per gli apprendisti artigiani e non artigiani, nella misura complessiva del 10% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Per i datori di lavoro che occupano un numero di dipendenti pari o inferiore a nove, la predetta complessiva aliquota del 10 per cento è sostituita da una pari ad 1,5 punti percentuali per i periodi contributivi maturati nel primo anno di contratto di apprendistato e da una pari a 3 punti percentuali per quelli maturati nel secondo anno di contratto, restando fermo il livello di aliquota del 10 per cento per i periodi contributivi maturati negli anni successivi al secondo.

Va poi segnalata, per il suo particolare significato, la disposizione di cui al comma 410, che estende, a decorrere dal 1° gennaio 2007, per i collaboratori a progetto e le categorie assimilate iscritti alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, alcuni benefici riconosciuti ai lavoratori per la malattia e la maternità: si prevede, in primo luogo, la corresponsione di un’indennità giornaliera di malattia, a carico dell’INPS, entro il limite massimo di venti giorni annui, con esclusione degli eventi morbosi di durata inferiore a quattro giorni, pari al 50 per cento dell'importo corrisposto a titolo di indennità per degenza ospedaliera, previsto dalla normativa vigente per tale categoria di lavoratori; e in secondo luogo ai lavoratori in questione, aventi titolo all’indennità di maternità, a decorrere dal 1° gennaio 2007, viene corrisposto un trattamento economico per congedo parentale, limitatamente ad un periodo di tre mesi entro il primo anno di vita del bambino, in misura pari al 30 per cento del reddito preso a riferimento per la corresponsione dell’indennità di maternità.

Tra le altre misure di sostegno all'occupazione, di cui ai commi da 667 a 674, si segnala, in particolare, ai commi 667 e 668 la disciplina degli accordi di solidarietà tra generazioni, ossia degli accordi che contemplano, su base volontaria, la trasformazione a tempo parziale dei contratti di lavoro dei dipendenti che abbiano compiuto i 55 anni di età e la correlativa assunzione con contratto di lavoro a tempo parziale, per un orario pari a quello ridotto, di giovani inoccupati o disoccupati di età inferiore ai 25 anni, oppure ai 29 anni, se in possesso di diploma di laurea.

Il comma 680 - prosegue il relatore - prevede, per il settore agricolo, una completa equiparazione alla disciplina sanzionatoria generale, relativa alla fattispecie di omesso versamento - da parte del datore di lavoro - dei contributi previdenziali ed assistenziali.

Tra le misure riguardanti il contrasto del lavoro irregolare e la promozione dell'emersione, si segnalano in particolare i commi 681 e 682, recanti disposizioni volte a promuovere la regolarità contributiva mediante l'introduzione, in via sperimentale, per alcuni settori economici e alcune categorie di imprese, di indici di congruità intesi a valutare se il rapporto tra qualità dei beni e servizi offerti e la quantità delle ore di lavoro sia congruo rispetto alle risorse impiegate.

I commi da 685 a 687 prevedono la quintuplicazione delle sanzioni amministrative per violazioni di disposizioni in materia di lavoro e previdenza sociale, ad eccezione di quelle connesse alla omessa istituzione ed esibizione dei libri paga e matricola, che sono punite con la sanzione amministrativa da 4.000 a 12.000 euro, destinando le maggiori entrate al Fondo per l'occupazione.

Le comunicazioni al datore di lavoro sono oggetto della disciplina recata dai commi da 688 a 691. Si segnala, in particolare: il comma 688, che, riformulando l’articolo 9-bis, comma 2, del decreto legge n. 510 del 1996, è volto ad estendere a tutti i datori di lavoro l’obbligo della comunicazione preventiva dell’assunzione dei lavoratori, introdotta recentemente dall’articolo 36-bis, comma 6, del decreto legge 223 del 2006 per il solo settore dell’edilizia.

I commi 696 e 697 - prosegue il relatore - recano misure in materia di ammortizzatori sociali: in particolare, il comma 696 è volto a concedere la cosiddetta mobilità lunga, entro il 31 dicembre 2007, a 6.000 lavoratori dipendenti da imprese o gruppi di imprese, i cui piani di gestione delle eccedenze occupazionali siano stati oggetto di esame presso il Ministero del lavoro nel periodo dal 1° gennaio al 28 febbraio 2007, avuto anche riguardo ai processi di ristrutturazione, riorganizzazione, crisi o modifica degli assetti societari e aziendali, anche al fine di evitare il ricorso al trattamento straordinario di integrazione salariale. La norma, oltre a definire i requisiti anagrafici e contributivi che i lavoratori devono possedere al momento della cessazione del rapporto di lavoro per usufruire della mobilità lunga, dispone anche che agli stessi continueranno ad applicarsi gli attuali requisiti per accedere al pensionamento di vecchiaia e di anzianità. Pertanto, tali lavoratori, in deroga alla nuova disciplina sul trattamento pensionistico di anzianità introdotta dalla legge n. 243 del 2004, che si applicherà a partire dal 1° gennaio 2008, potranno accedere al trattamento pensionistico anche dopo il 31 dicembre 2007 sulla base dei requisiti anagrafici previsti dalla più favorevole disciplina precedente.

Con il comma 697 si proroga per il 2007, con una spesa di 460 milioni di euro a valere sul Fondo per l'occupazione, l'analoga disposizione in materia di concessione di ammortizzatori sociali di cui dall'articolo 12, comma 410 della legge n. 266 del 2005, prevedendo che con decreto del Ministro del lavoro possano essere disposte, in deroga alla vigente normativa, concessioni di trattamenti straordinari di integrazione salariale, di mobilità e di disoccupazione speciale, nel caso di programmi finalizzati al reimpiego dei dipendenti di aziende che versano in situazione di crisi occupazionale, definiti con specifici accordi in sede governativa.

I commi da 699 a 708 recano una serie di misure volte a promuovere l'occupazione e l'emersione del lavoro irregolare, sulla base di accordi aziendali o territoriali, e con la concessione al datore di lavoro che procede alla regolarizzazione, di agevolazioni relative al versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi pregressi.

Il relatore si sofferma quindi sul comma 700, in base al quale i datori di lavoro possono avvalersi della possibilità della regolarizzazione, di cui al comma 699, solamente dopo aver stipulato apposito accordo aziendale o territoriale, nel caso in cui nelle aziende non siano presenti le rappresentanze sindacali unitarie, con le organizzazioni sindacali aderenti alle associazioni nazionali comparativamente più rappresentative; sul comma 703, nel quale si prevede che i lavoratori siano esclusi dal pagamento dei contributi a loro carico e che la misura del trattamento pensionistico per il periodo regolarizzato sia calcolata in proporzione alla percentuale di contribuzione effettivamente versata; e sul comma 707, che, per evitare utilizzazioni strumentali della regolarizzazione senza una effettiva volontà di far emergere in modo stabile il lavoro irregolare, condiziona la concessione delle agevolazioni al mantenimento in servizio del lavoratore per almeno 24 mesi dalla regolarizzazione del rapporto di lavoro, salve le ipotesi di dimissioni volontarie o licenziamento per giusta causa.

I commi da 709 a 717, in attesa di una modifica della disciplina in materia di totalizzazione e ricongiunzione dei periodi assicurativi, recano le misure per la stabilizzazione del rapporto di lavoro. Tali misure sono dirette a promuovere la trasformazione dei rapporti di collaborazione in rapporti di lavoro subordinato, prevedendo la possibilità di stipula di accordi aziendali o territoriali tra committenti datori di lavoro ed organizzazioni sindacali, a seguito dei quali i lavoratori interessati alla trasformazione sottoscrivono atti di conciliazione individuale. L'efficacia della conciliazione è condizionata all'adempimento dell'obbligo, per il solo datore di lavoro, di versare alla gestione separata di cui all'articolo 23, comma 26 della legge n. 335 del 1995, un contributo straordinario, pari alla metà della quota di contribuzione a carico dei committenti per i periodi di vigenza dei contratti di collaborazione, per ciascun lavoratore interessato alla trasformazione del rapporto. Al lavoratore, a seguito dell'approvazione ministeriale degli accordi, è riconosciuta all'INPS una posizione contributiva equivalente a quella prevista per i lavoratori dipendenti. Per gli oneri derivanti da tali disposizioni, è previsto un limite massimo di una spesa pari a 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

Il comma 718 consente anche per il 2007 ai lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo da aziende con meno di 15 dipendenti di essere iscritti nelle liste di mobilità, con conseguenze concessione ai datori di lavoro degli sgravi contributivi previsti dalla legge in caso di assunzione.

Da segnalare, infine, i commi 235 e 238 dell'articolo 18, relativi all'assunzione all'immissione in servizio di cento ispettori del lavoro, importante nella prospettiva di rafforzare l’attività di contrasto al lavoro sommerso.

Il relatore dà quindi conto del contenuto delle tabelle allegate al disegno di legge finanziaria, a partire dalla Tabella A, che costituisce un fondo per le spese di natura corrente derivanti dai provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio di riferimento, e che assegna, per l'accantonamento relativo al Ministero del lavoro e della previdenza sociale, una dotazione pari a 9.140 migliaia di euro per il 2007 e a 3.187 migliaia di euro annui a decorrere dal 2008.

La Tabella B - che costituisce un fondo per le spese di conto capitale derivanti dai provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio di riferimento - non reca alcun accantonamento per il Ministero in esame.

Riguardo alla Tabella C, il relatore ricorda che essa concerne le norme per le quali la quantificazione delle dotazioni finanziarie permanenti è rimessa alla legge finanziaria. Tuttavia, ai valori iscritti nella medesima Tabella C occorre applicare la riduzione globale disposta, in termini lineari, dall'articolo 18, comma 208, del presente disegno di legge finanziaria e gli importi così risultanti devono sommarsi algebricamente con la riduzione derivante dal summenzionato taglio di cui all'articolo 18, comma 206 - qualora la voce di spesa rientri nell'ambito di quest'ultimo taglio -.

La Tabella D - recante il rifinanziamento di norme relativi ad interventi a sostegno dell'economia - prevede un incremento della dotazione del Fondo per l'occupazione, pari a 675.000 migliaia di euro per il 2007, a 245.000 migliaia di euro per il 2008 e a 164.000 migliaia di euro per il 2009; la medesima Tabella contempla anche (con riferimento allo stato di previsione del Ministero dell'interno) il rifinanziamento dei lavori socialmente utili nel Comune e nella Provincia di Napoli e nel Comune di Palermo, nella misura di 100.000 migliaia di euro per ciascuno degli anni 2007-2009.

Riguardo al complesso dello stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale - Tabella 4 del disegno di legge di bilancio -, il relatore rileva che, mentre il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente appare rispecchiare il livello tendenziale della spesa del Dicastero, tenendo conto, naturalmente, anche degli effetti derivanti dalla costituzione del nuovo Ministero della solidarietà sociale, l'articolo 18, comma 206, del disegno di legge finanziaria opera, per gli anni 2007, 2008 e 2009, un taglio "trasversale" della spesa dei Dicasteri relativa - salve le eccezioni ivi individuate - ai consumi intermedi, ai trasferimenti correnti, alle altre uscite correnti ed alle spese in conto capitale.

In sostanza - prosegue il relatore - tale taglio si sovrappone anche agli eventuali incrementi o riduzioni delle singole voci di spesa previsti nel medesimo disegno di legge finanziaria. Gli effetti finanziari del taglio medesimo sono individuati analiticamente in un documento presentato dal Governo presso la Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera e pubblicato in allegato al resoconto sommario della seduta del 3 novembre scorso della medesima Commissione.

Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, la riduzione derivante dal taglio suddetto ammonta complessivamente a 11.886,6 migliaia di euro per il 2007, a 13.539,9 migliaia di euro per il 2008 e a 12.634,3 migliaia di euro per il 2009.

 

Il relatore alla Commissione ZUCCHERINI (RC-SE) illustra quindi la tabella n. 18, recante lo stato di previsione del Ministero delle politiche sociali, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, richiamando innanzitutto l’attenzione, tra le aree di intervento sociale del disegno di legge finanziaria per il 2007, su quella attinente alla disabilità, rispetto alla quale le misure previste sono finalizzate a promuovere la partecipazione alla vita economica e sociale delle persone disabili.

Un'altra direttrice importante contenuta nel disegno di legge finanziaria per il 2007 – relativamente alle politiche sociali – riguarda il settore dell’immigrazione. Alla base degli interventi previsti è ravvisabile l’esigenza fondamentale di promuovere l’inserimento sociale degli immigrati, e conseguentemente di risolvere i problemi attinenti alla dimensione lavorativa, sanitaria, e abitativa di tali soggetti, nonché di soddisfare i bisogni formativo-culturali degli stessi, non meno importanti e non meno significativi.

Le politiche per l’immigrazione costituiscono uno dei capitoli strategici nell’attuale contesto economico globalizzato, e vanno intraprese a partire dalla consapevolezza che gli immigrati rappresentano una risorsa preziosa per il Paese, da valorizzare e da integrare nel tessuto economico-sociale, considerato anche il rilievo assunto dai lavoratori stranieri, in generale e, più nello specifico, per il ruolo prevalente che hanno assunto in settori particolarmente delicati, come quello dell’assistenza alle persone non autosufficenti.

Anche le politiche di sostegno alla famiglia, promosse con il disegno di legge finanziaria in esame, rivestono una valenza notevole, soprattutto alla luce dei mutamenti demografici verificatisi negli ultimi anni nel paese, per quanto attiene alla denatalità e al conseguente invecchiamento ella popolazione.

Peraltro - prosegue il relatore - in un contesto economico-produttivo caratterizzato negli ultimi anni da incertezze alimentate anche dalla crescente precarietà del lavoro – che la riforma del mercato del lavoro varata nella passata legislatura ha accentuato e che il disegno di legge finanziaria tende invece a contrastare – molte tensioni si sono scaricate sulle famiglie, che si sono trovare spesso a dovere fronteggiare, senza adeguati sostegni, situazioni di grave difficoltà, sia economiche sia di altra natura.

Passando ad esaminare gli interventi inerenti alla disabilità, il relatore si sofferma in primo luogo sul comma 669 dell’articolo 18, inserito durante l’esame alla Camera dei Deputati, che incrementa la dotazione annua del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, attualmente corrispondente a circa 60 miliardi annui di vecchie lire, portandola in particolare a 37 milioni di euro per il 2007 e a 42 milioni di euro annui a decorrere dal 2008.

Il comma 760 del predetto articolo 18, al fine di garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti, istituisce presso il Ministero della solidarietà sociale un fondo denominato «Fondo per le non autosufficienze», al quale è assegnata la somma di 100 milioni di euro per l’anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009: si tratta di una misura di particolare rilevanza, che potrebbe concorrere ad affrontare situazione di grave disagio sociale, ad oggi prive di reali ed efficaci supporti.

Ai sensi del successivo comma 761 - prosegue il relatore - si prevede che gli atti e i provvedimenti concernenti l’utilizzazione del Fondo di cui al comma 760 sono adottati dal Ministro della solidarietà sociale, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro delle politiche per la famiglia e con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

Nella relazione illustrativa del disegno di legge finanziaria – nel testo normativo originario - si puntualizza che le risorse finanziarie in esame potranno essere utilizzate per la sperimentazione di modelli di intervento a favore di soggetti non autosufficienti, in previsione della creazione di un sistema integrato, che dovrà essere realizzato nel rispetto delle competenze istituzionali disciplinate dagli articoli 117 e 119 della Costituzione e nell’ambito dei principi dettati dalla legge n. 328 del 2000, recante una disciplina in materia di realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

Il comma 762 dell’articolo 18, inserito nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati, concerne la disciplina del congedo spettante alla lavoratrice madre o, in alternativa, al lavoratore padre o, dopo la loro scomparsa, ad uno dei fratelli o sorelle, conviventi di soggetto con handicap in situazione di gravità, contenuta nell'articolo 42, comma 5, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni. La disposizione all'esame prevede che i soggetti summenzionati, qualora usufruiscano del congedo in esame per un periodo continuativo non superiore a sei mesi, hanno diritto a permessi non retribuiti in misura pari al numero dei giorni di ferie che avrebbero maturato nello stesso arco di tempo lavorativo, senza riconoscimento del diritto a contribuzione figurativa.

Per quel che concerne i profili attinenti alla tematica dell'immigrazione, va evidenziato che il comma 764 dell’articolo 18 istituisce presso il Ministero della solidarietà sociale un fondo denominato «Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati», assegnando allo stesso 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Va a tal proposito precisato che la dizione "inclusione sociale" si riferisce a politiche sociali – tra le quali rientrano anche le politiche per l’occupazione - collegate alla povertà, all’emarginazione e agli altri problemi posti dalle società multietniche. In particolare, le azioni destinate a promuovere l’inclusione sociale possono essere incentrate in primo luogo sulle politiche dirette a favorire l’accesso all’alloggio da parte degli immigrati e a promuoverne l’inserimento lavorativo, con particolare riguardo alle donne.

Il comma 765 dispone che gli atti e i provvedimenti concernenti l’utilizzazione del Fondo di cui al comma 764 sono adottati dal Ministro della solidarietà sociale, di concerto con il Ministro delle politiche per la famiglia e con il Ministro della salute.

I commi da 770 a 772 - prosegue il relatore - disciplinano i casi di erronea attribuzione a cittadini extracomunitari dei benefici economici - 1.000 euro nel 2006 - previsti dalla legge finanziaria relativa allo scorso anno in favore dei genitori, in caso di nascita o di adozione di un bambino. Si ricorda in particolare che la legge n. 266 del 2005 - articolo 1, commi 331-334 - riservava tale beneficio esclusivamente ai cittadini italiani o comunitari residenti in Italia.

Le norme in esame sanciscono la non ripetibilità delle somme indebitamente percepite da soggetti extracomunitari, l’inefficacia delle ordinanze-ingiunzioni emesse a norma dell’articolo 18 della legge n. 689 del 1981 e l’estinzione dei procedimenti di opposizione pendenti.

La relazione illustrativa del disegno di legge finanziaria - nella versione originaria - sottolinea i numerosi casi di indebita percezione del contributo accertati dalla Guardia di finanza, determinati anche da un erronea comunicazione degli uffici ministeriali, con la quale era stata data notizia del beneficio - e inviato il relativo modulo di autocertificazione - a tutti i genitori dei bambini nati nel 2005, inclusi i soggetti extracomunitari. La relazione evidenzia altresì che in caso di contenzioso, l’esito sarebbe quasi sicuramente negativo per l’Amministrazione.

Altre importanti misure sociali attinenti a vari settori e ad ambiti eterogenei sono contenute nell’articolo 17, inserito nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento, che istituisce un contributo di solidarietà, a decorrere dal 1° gennaio 2007 e fino al 31 dicembre 2009, sulle quote eccedenti un determinato importo dei trattamenti di fine rapporto o servizio dei lavoratori dipendenti pubblici e privati, nonché dei trattamenti integrativi delle forme pensionistiche che garantiscono prestazioni definite in aggiunta o ad integrazione dei suddetti trattamenti.

Va poi evidenziato che i commi 768 e 769 dell’articolo 18 prorogano dal 30 aprile 2006 al 30 giugno 2007 i termini massimi per l’utilizzo delle risorse relative agli anni 2001 e 2002, destinate alla prosecuzione della sperimentazione del reddito minimo di inserimento. E’ previsto, altresì, che le somme non spese entro la suddetta data devono essere comunque versate all’entrata del bilancio dello Stato, per essere poi riassegnate al Fondo nazionale per le politiche sociali.

Il relatore ricorda quindi che l’istituto del reddito minimo di inserimento, introdotto in via sperimentale dalla legge n. 449 del 1997, riguarda - come si legge testualmente nella predetta legge - i soggetti privi di reddito ovvero con un reddito che, tenuto conto di qualsiasi emolumento a qualunque titolo percepito e da chiunque erogato, non sia superiore alla soglia di povertà stabilita, all'epoca, in Lire 500.000 mensili per una persona che vive sola. In presenza di un nucleo familiare composto da due o più persone, tale soglia di reddito verrebbe ad essere determinata sulla base della scala di equivalenza allegata al decreto legislativo.

Relativamente agli interventi di sostegno alla famiglia – rientranti nell’ambito delle competenze del Ministro della famiglia, oltre che, per taluni profili, di quello della solidarietà sociale – va evidenziato che il comma 750 dell’articolo 18 stanzia 210 milioni di euro annui nel triennio 2007-2009, finalizzati ad integrare le risorse del Fondo per le politiche per la famiglia.

Vengono altresì precisati – al comma 751 dell’18 - le finalità ed i criteri di utilizzo delle risorse con riferimento all’istituzione e al finanziamento dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, nonché al finanziamento delle iniziative di conciliazione del tempo di vita e lavoro di cui all’articolo 9 della legge n. 53 del 2000; alla sperimentazione di modalità di riduzione dei costi dei servizi per le famiglie con almeno quattro figli; al sostegno dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia; alla valorizzazione delle iniziative adottate in tali settori da enti locali ed imprese; al sostegno delle adozioni internazionali e della Commissione ad esse preposta; al finanziamento della realizzazione di un piano nazionale per la famiglia, d’intesa con le altre amministrazioni statali competenti e con la Conferenza unificata; alla realizzazione di un’intesa, unitamente al Ministro della salute, in sede di Conferenza unificata, relativa alla riorganizzazione dei consultori familiari per potenziarne gli interventi sociali in favore delle famiglie ed infine alla promozione e all’attuazione di un Accordo in sede di Conferenza Stato regioni, d’intesa con i Ministri del lavoro e della previdenza sociale e della pubblica istruzione, per la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari.

I commi 755 e 756 - prosegue il relatore - prefigurano un piano straordinario di interventi per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi. In particolare, il comma 755 – riformulato durante l’esame della Camera – prevede che il Ministro delle politiche per la famiglia, di concerto con i Ministri della pubblica istruzione, della solidarietà sociale e per i diritti e le pari opportunità, promuova una intesa in sede di Conferenza unificata avente ad oggetto il riparto di una somma di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, nonché la definizione, sulla base dei princìpi fondamentali contenuti nella legislazione statale, dei livelli essenziali delle prestazioni e dei criteri e delle modalità sulla cui base le regioni attuano un piano straordinario di interventi per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi, al quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi, diversificati per modalità strutturali, di accesso, di frequenza e di funzionamento, e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati.

Passando all’analisi complessiva dello stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale, si rileva preliminarmente che, mentre il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente appare rispecchiare il livello tendenziale della spesa del Dicastero, l'articolo 18, comma 206, del disegno di legge finanziaria opera, per gli anni 2007, 2008 e 2009, un taglio "trasversale" della spesa dei Dicasteri relativa ai consumi intermedi, ai trasferimenti correnti, alle altre uscite correnti ed alle spese in conto capitale.

In sostanza, tale taglio si sovrappone anche agli eventuali incrementi o riduzioni delle singole voci di spesa previsti nel medesimo disegno di legge finanziaria. Gli effetti finanziari del taglio medesimo sono individuati analiticamente in un documento presentato dal Governo presso la Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera e pubblicato in allegato al resoconto sommario della seduta del 3 novembre scorso della medesima Commissione.

Per quanto riguarda in particolare lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale- prosegue il relatore - la riduzione derivante dal taglio suddetto ammonta complessivamente a 189.696,5 migliaia di euro per il 2007, a 213.736,8 migliaia di euro per il 2008 e a 152.506,3 migliaia di euro per il 2009.

Il relatore si sofferma quindi sulle tabelle allegate al disegno di legge finanziaria: in particolare, la Tabella A del disegno di legge finanziaria - che costituisce un fondo per le spese di natura corrente derivanti dai provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio di riferimento - dispone, per l'accantonamento relativo al Ministero della solidarietà sociale, una dotazione pari a 45.250 migliaia di euro per il 2007, a 195.250 migliaia di euro per il 2008 e a 195.000 migliaia di euro annui a decorrere dal 2009. Nel bilancio a legislazione vigente, naturalmente, non esiste alcun accantonamento per il Ministero in esame, essendo quest'ultimo stato istituito in corso d'anno.

La Tabella B - che costituisce un fondo per le spese di conto capitale derivanti dai provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio di riferimento - non reca alcun accantonamento per il Ministero in esame.

Riguardo alla Tabella C, si ricorda che essa concerne le norme per le quali la quantificazione delle dotazioni finanziarie permanenti è rimessa alla legge finanziaria. Tuttavia, ai valori iscritti nella medesima Tabella C occorre applicare la riduzione globale disposta, in termini lineari, dall'articolo 18, comma 208, del presente disegno di legge finanziaria e gli importi così risultanti devono sommarsi algebricamente con la riduzione derivante dal summenzionato taglio di cui all'articolo 18, comma 206 - qualora la voce di spesa rientri nell'ambito di quest'ultimo taglio -.

Il relatore segnala quindi che, in base a tali interventi, la dotazione per il 2007 del fondo nazionale per le politiche sociali - di cui all'art. 59, comma 44, della legge n. 449 del 1997 - è pari a 1.446.862 migliaia di euro, mentre la dotazione a legislazione vigente per il medesimo 2007 sarebbe pari a 1.481.780 migliaia di euro: si prevede, quindi, una riduzione pari a 34.918 migliaia di euro.

 

Il Presidente TREU, dichiara aperta la discussione generale sui provvedimenti in esame e preso atto che nessuno chiede di intervenire, rinvia il prosieguo della stessa ad altra seduta.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

Martedì 28 novembre 2006

34a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

TREU

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 4 e 4-ter) Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 18 e 18-ter) Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta del 23 novembre scorso.

 

Il presidente TREU ricorda che nella precedente seduta sono state svolte le relazioni sullo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e sullo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale, nonché sulle parti connesse del disegno di legge finanziaria.

 

Interviene quindi nella discussione il senatore DI SIENA (Ulivo), il quale rileva che l'avvio del confronto sulla manovra di finanza pubblica, positiva e condivisibile nella sua impostazione e nelle finalità perseguite, ha palesato una serie di problemi che il Governo e la maggioranza politica che lo sostiene dovranno affrontare senza indugi, e che riguardano, essenzialmente, le modalità di costruzione della manovra medesima, e degli strumenti normativi attraverso i quali essa viene attuata. Attualmente, infatti, tali modalità esaltano le spinte corporative e settoriali, suscettibili di contraddire, quando non di travolgere, indirizzi di fondo ed obiettivi elaborati dal Governo e dal Parlamento. In una certa misura, questa situazione è determinata anche dal persistere di aree di indeterminatezza per quanto riguarda alcune scelte di politica economica, sulle quali è necessaria una riflessione da parte dell'Esecutivo e delle forze politiche della maggioranza, in grado di approfondire e specificare strumenti ed obiettivi della stagione di riforme che dovrebbe aprirsi subito dopo il varo della legge finanziaria per il triennio 2007-2009, e per la quale è necessario sin da subito indicare alcune priorità.

Proseguendo nel suo intervento, il senatore Di Siena si sofferma quindi sul comma 696 dell'articolo 18 del disegno di legge finanziaria, avente ad oggetto il collocamento in mobilità lunga di 6.000 lavoratori: si tratta di una misura di per sé accettabile, ma desta forte perplessità la conseguenza che viene prospettata sul piano pensionistico. A questi lavoratori viene infatti applicato il trattamento più favorevole, già previsto dalla riforma pensionistica del 2004 per un contingente di 10 mila lavoratori beneficiari di trattamenti di mobilità e di sostegno del reddito, in base al quale l'accesso al pensionamento di anzianità è consentito, anche dopo il 1° gennaio 2008, a chi abbia maturato nel periodo di fruizione dell'indennità di mobilità, i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla legislazione vigente. Al fine di evitare che si determini un'ingiustificata disparità di trattamento, suscettibile di penalizzare i lavoratori già collocati in mobilità e che sono integralmente assoggettati al regime pensionistico previsto dalla citata legge n. 243 del 2004, si dovrebbe prevedere l'estensione del regime previsto dal comma 696 a tutti i soggetti che si trovano a fruire di trattamenti di mobilità lunga: una tale estensione, oltre a realizzare un intervento dovuto sotto il profilo dell'equità, comporterebbe oneri finanziari piuttosto contenuti, poiché i lavoratori collocati in pensione cessano di percepire l'indennità di mobilità, che, come la pensione, è erogata dall'INPS. Queste considerazioni sono alla base dell'ordine del giorno n. 1, che il senatore Di Siena ritiene quindi di avere illustrato.

 

Il senatore NOVI (FI) osserva che per comprendere nei suoi tratti essenziali la manovra di finanza pubblica all'esame occorre ricondursi alla massiccia opera di disinformazione sulle condizioni economiche del paese, messa in atto, nei mesi conclusivi della passata legislatura, dalle forze politiche di centro-sinistra e sostenuta da autorevoli centri di ricerca pubblici e privati, come gli uffici studi della Banca d'Italia e della Confindustria. In questo clima di alterazione della verità si collocano le analisi catastrofiste sullo stato dei conti pubblici e il ricorrente richiamo ad un presunto declino dell'Italia, espressione peraltro presto caduta in disuso per la manifesta infondatezza delle valutazioni ad essa sottostanti. La stessa Confindustria, dopo avere aderito a questa impostazione, la ha sostanzialmente smentita, ammettendo che sin dall'estate del 2005 vi erano chiari segni di ripresa economica. Analoghe tardive ammissioni, peraltro, sono giunte dal Governatore della Banca d'Italia: a ridosso dell'apertura dei seggi, egli ammise l'inconsistenza delle argomentazioni basate su un presunto declino del paese, mentre sulla grande stampa apparivano contestualmente le prime notizie sul balzo in avanti delle entrate fiscali, da ascrivere, quindi, all'azione del Governo di centro-destra. Questa realtà è stata occultata nel periodo conclusivo della XIV legislatura, perché se l'elettorato ne avesse avuto sentore, probabilmente dalle urne sarebbe uscito un risultato diverso, non favorevole al centro-sinistra.

Sia la Confindustria, sia la Banca d'Italia non hanno mai voluto riconoscere che tra il 2002 e il 2005 l'intero sistema produttivo italiano ha attraversato un processo di ristrutturazione che lo ha riposizionato in termini di competitività sul mercato internazionale. Questi soggetti hanno sostenuto e sostengono un blocco sociale, che fa capo alle forze politiche di centro-sinistra, imperniato sulla grande industria, su alcune categorie di lavoratori, sul pubblico impiego e su tutti i soggetti che usufruiscono, a vario titolo, di benefici a carico della finanza pubblica. A tale blocco se ne contrappone un altro, facente capo alla coalizione di centro-destra, e basato essenzialmente sulla piccola impresa e sui lavoratori non assistiti dalla mano pubblica: in sostanza, si tratta di uno scontro tra garantiti e non garantiti, nel quale può compendiarsi la vicenda politica degli ultimi dieci anni e che è bene esemplificato dalla vicenda della crisi FIAT - durante la quale solo il governo Berlusconi contrastò con successo il progetto dell'azienda di avvalersi in modo parassitario dell'ausilio delle risorse pubbliche - o da un processo di privatizzazione delle imprese pubbliche dal quale è derivato, nel corso degli anni '90, un vero e proprio saccheggio del pubblico erario a vantaggio di pochi gruppi affaristici, che ricambiano oggi con il loro sostegno l'aiuto a suo tempo ricevuto dall'attuale Presidente del Consiglio.

Il disegno di legge finanziaria - prosegue il senatore Novi - è coerente con le scelte politiche di fondo testé illustrate. In particolare, l'intervento sul cuneo fiscale avvantaggia esclusivamente la grande industria, sicuro sostegno dell'attuale Governo, mentre la maggior parte dei lavoratori, in particolare i lavoratori autonomi e i titolari dei redditi meno elevati, sono penalizzati da una manovra sulle aliquote IRPEF che colpisce in particolare i ceti sociali che hanno maggiormente sofferto le conseguenze di una crisi indotta da un cambio punitivo tra la lira e l'euro. Dalla manovra di finanza pubblica è poi del tutto assente qualsiasi intervento in materia di disoccupazione, mentre risulta invece evidente l'urgenza di una nuova e più salda rete di protezione sociale, indispensabile complemento dell'aumentata flessibilità del lavoro. A conferma del carattere classista della manovra all'esame, va poi sottolineato che viene cancellata un'importante misura contenuta nella legge finanziaria per il 2006, riguardante la possibilità di acquisire alloggi di edilizia popolare mediante mutui proporzionali al reddito familiare: piuttosto che creare nuovi proprietari, il Governo ha scelto la strada di conservare strutture inefficienti e clientelari come gli IACP.

 

Il senatore VIESPOLI (AN), dopo aver sottolineato il carattere rituale e didascalico dei reiterati richiami a rigore, sviluppo ed equità sociale con i quali gli esponenti del Governo continuano a presentare la manovra di finanza pubblica per il 2007, rileva che la dimensione quantitativa complessiva della stessa non può essere giustificata da esigenze attinenti al risanamento dei conti pubblici e al rigore. Tale argomentazione, fondata su un'impostazione "catastrofista" diffusa strumentalmente dalle forze politiche del centro-sinistra nel corso della campagna elettorale - e confermata nel Documento di programmazione economica e finanziaria per il 2007 - è risultata nel tempo sempre meno credibile, come emerge anche dalle più recenti dichiarazioni dello stesso Presidente del Consiglio e del Ministro dell'economia.

Una manovra orientata esclusivamente sull'esigenza di riallineamento dei conti pubblici ai parametri comunitari avrebbe sicuramente avuto una dimensione complessiva più contenuta - pari a circa 10 o 12 miliardi di euro - e conseguentemente appare evidente che il richiamo agli obblighi contratti in sede europea risulta meramente strumentale, atteso che l'intervento di finanza pubblica in discussione si giustifica esclusivamente alla luce di specifiche scelte politiche effettuate dall'Esecutivo attualmente in carica.

Peraltro va evidenziato che le misure contenute nel disegno di legge finanziaria all'esame risultano incompatibili con le linee guida che stanno emergendo in ambito europeo, specie per quel che concerne le politiche di sviluppo e le politiche attive del lavoro. In particolare, le misure adottate per favorire il turn over dei lavoratori di età superiore ai 55 anni con manodopera più giovane, attraverso il ricorso al rapporto di lavoro a tempo parziale, contraddicono la prospettiva di prolungamento della vita attiva dei lavoratori anziani, che costituisce invece un asse portante della politica comunitaria.

In realtà, il disegno di legge finanziaria non persegue coerentemente l'intento di favorire la trasmissione di esperienze dai lavoratori anziani a quelli recentemente assunti, come si può desumere dall'indifferenza che traspare in esso nei confronti dell'apprendistato, fortemente valorizzato invece dalla legge n. 30 del 2003 anche come strumento di raccordo tra generazioni di lavoratori: la manovra all'esame, infatti, non sembra orientata a contrastare l'inerzia delle regioni, che, non legiferando nelle materie di loro competenza, contribuiscono ad ostacolare il decollo dell'apprendistato medesimo, e a ridurre conseguentemente le opportunità di lavoro per i giovani. A questo proposito, occorrerebbe anche che il Governo chiarisse quali iniziative intende intraprendere per la formazione professionale, in particolare per quel che concerne le risorse stanziate a tal fine nel disegno di legge finanziaria, pari a circa 23 milioni di euro.

La misura inerente alla riduzione del cuneo fiscale è stata presentata come una componente essenziale della strategia volta al rilancio della competitività del sistema economico. Per questo aspetto - osserva il senatore Viespoli - il Governo sembra avere accolto un'impostazione che aveva a suo tempo duramente contestato, fondata sull'idea che un recupero di competitività del sistema produttivo debba fondarsi prioritariamente sulla riduzione del costo del lavoro, piuttosto che sull'innovazione, la ricerca, le tecnologie e la valorizzazione del capitale umano. In realtà, come peraltro hanno sostenuto anche alcuni autorevoli economisti politicamente vicini all'Unione, la riduzione del cuneo fiscale rappresenta una misura di carattere contingente, di corto respiro, priva di quella valenza strategica che le si vorrebbe attribuire, e paragonabile, nei suoi effetti, alle svalutazioni competitive che si sono succedute in Italia fino all'avvento della moneta unica.

Riguardo poi ai profili attinenti al Mezzogiorno, gli effetti delle misure volte alla riduzione del cuneo fiscale nonché quelle inerenti al credito d'imposta per investimenti - peraltro non cumulabili tra loro - rischiano di risultare fortemente ridimensionati dalla regola comunitaria de minimis, della quale però occorrerebbe precisare in maniera più analitica i risvolti e l'ambito di applicazione, soprattutto con riferimento all'abbattimento della base imponibile IRAP per i lavoratori occupati nel Mezzogiorno.

Va peraltro sottolineato che, fatta eccezione per taluni profili, è ravvisabile una sostanziale continuità tra il disegno di legge finanziaria in esame e quello approvato per l'anno 2006, relativamente alle misure concernenti deroghe o proroghe della cassa integrazione e dei trattamenti di mobilità, in quanto in entrambi i provvedimenti si prospettano interventi provvisori e frammentari, senza un approccio organico e complessivo rispetto alla tematica degli ammortizzatori sociali, che sarebbe invece fortemente auspicabile. A tale proposito, appare grave e non condivisibile una recente affermazione del ministro Damiano, circa la necessità di rinviare ogni intervento strutturale sugli ammortizzatori sociali al momento in cui saranno reperite le risorse finanziarie necessarie.

Non si può poi non sottolineare il carattere dirigista e autoritario della misura che, per le aziende con oltre cinquanta dipendenti, destina le quote del TFR maturando, non destinate alla previdenza integrativa, al Fondo istituito presso l'INPS: è inaccettabile che, a seguito di tale scelta, venga nei fatti stracciata un'intesa sottoscritta da 23 sigle sindacali, sulle compensazioni per le imprese, in spregio alle più elementari regole del sistema delle relazioni industriali, e si decida in modo unilaterale di orientare forzosamente parte delle retribuzioni dei lavoratori verso gli investimenti per le infrastrutture. Rispetto a tale anomalia non può essere sottaciuta una specifica responsabilità delle principali organizzazioni sindacali confederali che hanno accettato supinamente una misura contro la quale si sarebbero attivamente mobilitate, qualora fosse stata adottata dal precedente Esecutivo.

 

Il senatore PICCONE (FI), dopo aver sottolineato preliminarmente il carattere confuso e contraddittorio di gran parte delle misure contenute nel disegno di legge finanziaria per il 2007, osserva che in esso le quote del TFR maturando, forzosamente devolute al Fondo istituito presso l'INPS, sono considerate, in modo del tutto infondato, come somme da iscrivere tra le entrate del bilancio dello Stato, mentre i rapporti in questione rivestono natura debitoria, dovendo comunque lo Stato provvedere alla liquidazione ai lavoratori di tali emolumenti.

L'impostazione complessiva sottesa alla manovra finanziaria all'esame si incentra da un lato sull'aumento delle entrate e dall'altro sull'incremento delle spese, con tutte le conseguenze negative di tale opzione, che hanno portato al recente declassamento dall'Italia da parte delle più autorevoli società di rating.

Dopo aver osservato che le misure introdotte relativamente alle procedure contabili inerenti all'ICI indeboliscono notevolmente le potenzialità finanziarie degli enti locali, il senatore Piccone si sofferma sulla politica seguita dall'Esecutivo attualmente in carica rispetto alle infrastrutture, che ha comportato l'inopportuno blocco delle procedure di realizzazione di talune importanti opere pubbliche. Sul versante fiscale, poi, si persegue in modo preoccupante la scelta di adottare misure di carattere retroattivo, già intrapresa con la manovra correttiva varata nell'estate, e colpevolmente proseguita in palese contrasto con i principi solennemente stabiliti nello Statuto del contribuente varato nel 2000 da un Governo di centro-sinistra.

Parimenti risulta eccessivamente rigida la disciplina fiscale e contributiva volta a incentivare il ricorso da parte delle imprese al lavoro subordinato a tempo indeterminato, suscettibile di compromettere le esigenze di flessibilità sottese all'attuale mercato del lavoro.

Le misure definite di stabilizzazione dei rapporti di lavoro - inserite nel disegno di legge finanziaria in seguito alle ben note vicende delle ispezioni condotte dai servizi competenti del Ministero del lavoro presso società di gestione dei call center - celano maldestramente dei condoni previdenziali, in palese contrasto con le vivaci critiche mosse al Governo dalle forze politiche di centro-sinistra nel corso della passata legislatura, per il varo di alcuni condoni fiscali che, peraltro, non hanno mancato di produrre apprezzabili effetti di riequilibrio dei conti pubblici.

Le misure attinenti alle proroghe dei trattamenti di mobilità per i lavoratori di imprese assoggettate a processi di ristrutturazione e di riorganizzazione, vengono poi prospettate senza l'individuazione preventiva di un criterio oggettivo, con la conseguenza che non si interviene in alcun modo in comparti attraversati da gravi situazioni di crisi, come ad esempio quello saccarifero.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


ORDINE DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE

N. 1183

 

 

0/1183/1/11a

DI SIENA

L'11a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007;

premesso che:

all'articolo 18, comma 696, del disegno di legge finanziaria si prevede la collocazione in mobilità di 6000 unità entro il 31 dicembre 2007;

a costoro, ai fini del trattamento pensionistico, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 11 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e della tabella allegata al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, come sostituita dalla citata legge n. 724 del 1994, nonché le disposizioni di cui all'articolo 59, commi 6, 7, lettere a) e b), e 8, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni;

impegna il Governo:

ad estendere, ai fini del trattamento pensionistico, a tutti coloro che attualmente si trovino in mobilità e ne maturino i requisiti l'applicazione delle norme di cui sopra.


LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

Martedì 29 novembre 2006

35a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

TREU

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 4 e 4-ter) Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 18 e 18-ter) Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.

 

Il senatore MERCATALI (Ulivo), dopo avere espresso un giudizio complessivamente positivo sull'impostazione del disegno di legge finanziaria, osserva che il Governo ha operato in modo del tutto condivisibile mettendo in campo una manovra molto consistente, che individua come priorità il risanamento dei conti pubblici. In effetti, il solo obiettivo dell'allineamento ai parametri europei avrebbe potuto essere conseguito con meno degli oltre 34 miliardi di euro che costituiscono l'ammontare complessivo degli interventi all'esame, ma occorre tenere presente che in questo importo sono incluse anche le risorse da destinare allo sviluppo. Senza nulla concedere al catastrofismo evocato in alcuni interventi, occorre infatti prendere atto che la ripresa di cui si registrano i segnali a partire dall'inizio dell'anno è ancora debole, e di dimensione notevolmente ridotta, soprattutto se raffrontata al ben più sostenuto andamento dell'economia di altri importanti Stati membri dell'Unione europea. E' altresì indiscutibile che il problema di ridurre il debito pubblico riguarda sia la maggioranza che l'opposizione, poiché esso costituisce una vera e propria ipoteca sulla crescita e sulla competitività del paese.

In materia di lavoro, alcuni giudizi espressi dai senatori appartenenti ai gruppi politici dell'opposizione destano non poche perplessità, anche perché su alcuni temi sarebbe invece possibile ed auspicabile realizzare delle convergenze: non c'è dubbio, ad esempio, che l'intervento per la riduzione del cuneo fiscale, oltre a porsi in linea di continuità con misure più contenute già inserite nella legge finanziaria per il 2006, ha recepito anche le preoccupazioni espresse sovente dallo schieramento di centro-destra, sull'incidenza negativa che può derivare alla competitività delle imprese dalle anomalie del costo del lavoro. Le misure proposte nel disegno di legge finanziaria, per la loro consistenza, hanno raccolto un ampio consenso nel mondo imprenditoriale, e possono realmente concorrere ad assicurare migliori condizioni per accelerare e stabilizzare la crescita in essere. A tal fine,occorre anche puntare a una significativa riduzione dell'elevato tasso di precarietà che caratterizza attualmente il mercato del lavoro, e che rischia di tradursi in un fattore di incertezza anche per le imprese.

Le affermazioni su una presunta sottrazione del trattamento di fine rapporto alla libera disponibilità dei lavoratori - prosegue il senatore Mercatali - risultano poi eccessive; occorre peraltro considerare che la destinazione di una parte del trattamento di fine rapporto maturando al finanziamento degli interventi per le infrastrutture ha carattere emergenziale, e non strutturale, e come tale dovrà essere sottoposta ad una successiva verifica, insieme alle parti sociali.

Sono infine apprezzabili, e costituiscono segnali positivi e incoraggianti, anche se parziali, gli interventi in favore della famiglia, in particolare per quel che concerne la rimodulazione degli assegni familiari ed il sostegno alle famiglie in cui siano presenti portatori di handicap.

 

Il senatore TURIGLIATTO (RC-SE) esprime apprezzamento per le misure contenute nel disegno di legge finanziaria relativamente alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, che, peraltro, viene incentivata anche attraverso gli interventi per la riduzione del cuneo fiscale. Per rafforzare questo aspetto della manovra, tra l'altro, la sua parte politica ha intenzione di presentare alcuni emendamenti. Poiché gran parte delle disposizioni del disegno di legge finanziaria aventi ad oggetto il lavoro privilegiano il profilo delle garanzie alle imprese, occorrerà anche verificare se e in che misura queste ultime destineranno effettivamente alla promozione della crescita le risorse aggiuntive che riceveranno.

Vi sono molte perplessità - ed anche il dibattito in Commissione le ha evidenziate - sulle misure riguardanti a destinazione del trattamento di fine rapporto, sia per quel che riguarda le vistose lacune che si sono registrate sul piano della consultazione delle parti sociali, sia perché sono prevalsi orientamenti molto discutibili, per quel che concerne l'istituto del silenzio assenso, e per la scelta, ad esso conseguente, di favorire i fondi pensioni, escludendo a priori altre scelte possibili, come, ad esempio, quella di consentire ai lavoratori di destinare il proprio trattamento di fine rapporto a rafforzare la pensione pubblica. Nel disegno di legge finanziaria, occorrerebbe comunque precisare che devono essere le imprese a liquidare il TFR al lavoratore, anche per la parte versata al Fondo istituito presso l'INPS, salvo poi a procedere alle necessarie compensazioni con l'Istituto.

Mentre vanno valutati positivamente gli interventi di rifinanziamento del Fondo per l'occupazione, occorrerebbe pensare di intensificare gli interventi per la prevenzione e la sicurezza sui posti di lavoro, anche alla luce di recenti, tragici incidenti. In particolare, occorrerebbe reperire risorse al fine di reclutare nuovi ispettori del lavoro, in aggiunta alle nuove assunzioni già previste nel disegno di legge all'esame, e per dare vita a fondi specificamente mirati al sostegno dei familiari delle vittime di gravi incidenti sul lavoro e per le vittime dell'amianto.

 

Il relatore per la Tabella 18 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria ZUCCHERINI (RC-SE), intervenendo sulle parti del disegno di legge finanziaria connesse allo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, esprime apprezzamento per la finalità di favorire l'emersione del lavoro irregolare sottesa alle procedure di cui al comma 703 e seguenti dell'articolo 18 – procedure riguardanti anche i datori di lavoro operanti nell’area dei call center - ma osserva che il comma 704 dovrebbe essere modificato, escludendo il versamento dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dagli effetti estintivi prodotti dal versamento della somma di cui al comma precedente. Analogamente, al successivo comma 705 occorrerebbe valutare l'opportunità di prevedere che dalla temporanea sospensione delle eventuali ispezioni e verifiche da parte degli organi di controllo, nei confronti dei datori di lavoro che hanno presentato l'istanza di regolarizzazione di cui al comma 699, siano comunque escluse le attività ispettive riferite alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori

Sarebbe inoltre opportuno prefigurare un aumento della contribuzione del socio lavoratore di cooperative – attualmente commisurata ad una retribuzione convenzionale - anche al fine di accrescere l’ammontare delle future prestazioni pensionistiche spettanti allo stesso.

Dopo avere espresso un giudizio positivo sugli interventi contenuti nel disegno di legge finanziaria volti a contrastare la precarizzazione del lavoro e ad estendere alle lavoratrici con contratto di lavoro atipico le tutele per la maternità a rischio già contemplate dall'ordinamento le lavoratrici dipendenti, il senatore Zuccherini prospetta l'opportunità di individuare appositi stanziamenti aggiuntivi a favore di organizzazioni rappresentative di invalidi, che costituiscono un momento associativo significativo nella vita di soggetti disabili.

 

Il senatore TIBALDI (IU-Verdi-Com), dopo aver preannunciato la presentazione di un emendamento relativo ai profili attinenti al contenzioso in ambito pensionistico, auspica il ripristino della disposizione, già presente nel testo esaminato dalla Camera dei deputati, per effetto della quale la liquidazione del trattamento di fine rapporto e delle relative anticipazioni al lavoratore è effettuata comunque dal datore di lavoro, anche per la quota corrispondente ai versamenti effettuati al Fondo istituito presso l'INPS. Il rafforzamento della tutela antinfortunistica - la cui urgenza è posta in evidenza dai recenti drammatici incidenti sul lavoro - richiederebbe inoltre l'adozione di piani pluriennali di prevenzione, e al tempo stesso si dovrebbe assicurare, già nel disegno di legge finanziaria, un'adeguata incentivazione a favore delle aziende che risultino in regola con le prescrizioni antinfortunistiche e che operino con continuità ad assicurare condizioni di lavoro sicure. Sottolineata l'importanza delle misure volte ad assicurare anche alle lavoratrici titolari di contratti di collaborazione il trattamento di maternità per periodi di tempo prolungati connesse a situazioni di rischio della gravidanza, già previsto per le dipendenti, l'oratore osserva che, per affrontare in modo incisivo il problema del precariato, occorre anche intervenire per riassorbire l'attuale differenziale di costo tra il lavoro flessibile e il lavoro subordinato, anche sotto il profilo del trattamento retributivo. Al tempo stesso, occorre evitare che, come è avvenuto in passato, l'innalzamento della contribuzione a carico dei collaboratori a progetto si traduca in una corrispondente riduzione dei compensi.

Il senatore Tibaldi auspica, in conclusione, che nel rapporto che la Commissione si accinge a varare sia inserito un punto relativo all'esigenza di disporre di risorse adeguate per il rinnovo del contratto dei lavoratori del trasporto pubblico locale.

 

Il senatore BOBBA (Ulivo), dopo aver sottolineato la sussistenza, nell’ambito del disegno di legge finanziaria per il 2007, di significativi stanziamenti destinati al finanziamento delle politiche di sostegno alla famiglia, fa tuttavia presente che occorrerebbe prevedere una rimodulazione della normativa fiscale a favore delle fasce sociali economicamente più deboli.

Non vengono inoltre contemplati nell'ambito della manovra in esame talune misure di rilevante valenza sociale, quali quelle attinenti al fondo di sostegno per l'acquisto della prima casa, nonché le detrazioni fiscali per il costo di utilizzo degli asili nido.

Occorrerebbe poi rafforzare i meccanismi fiscali di detrazione a favore delle famiglie con persone non autosufficienti a carico, come pure occorrerebbe prospettare nuovi criteri di determinazione delle tariffe dei servizi pubblici, che tengano conto anche della consistenza dei nuclei familiari.

In conclusione, il senatore Bobba evidenzia infine la necessità di intervenire sul fenomeno dell'incapienza, anche introducendo meccanismi di rimborso per le detrazioni non godute, al fine di conseguire una maggiore equità nel sistema fiscale.

 

Il relatore per la Tabella 4 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria LIVI BACCI (Ulivo), intervenendo sullo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria, dichiara di concordare con le osservazioni formulate dal senatore Bobba nel corso del precedente intervento, pur esprimendo una certa perplessità sulla proposta di dare vita ad un fondo per il sostegno all'acquisto della prima casa, che, a suo avviso, potrebbe sortire effetti non desiderati, nel senso di ostacolare la mobilità dei giovani, necessaria invece nell'attuale contesto economico-produttivo.

 

Il senatore VIESPOLI (AN) prende la parola, sottolineando brevemente che la posizione critica espressa precedentemente sul cuneo fiscale risulta anche in linea con le tesi sostenute dal Presidente della Fondazione degli italiani europei.

Riguardo invece al trasferimento all'INPS del TFR non conferito dai lavoratori ai fondi pensione, osserva che il gettito stimato dal Governo, pari a circa sei miliardi di euro, qualora risultasse effettivamente sussistente in fase applicativa, comporterebbe la sottrazione di rilevanti risorse al sistema di previdenza complementare, impedendo in tal modo il decollo dello stesso.

 

Il presidente TREU osserva che, contrariamente a quanto è stato sostenuto in altri interventi, i primi segnali di ripresa del sistema economico italiano datano all'inizio dell'anno in corso. Si è trattato di segnali confortanti, ma non sufficienti, tali, comunque, da giustificare l'esigenza di delineare una manovra di finanza pubblica che, oltre all'obiettivo del risanamento dei conti pubblici, contenesse misure atte ad assicurare un sostegno adeguato ad una ripresa ancora incerta, nonché primi interventi in tema di riordino dello Stato sociale. Questa scelta, ovviamente, è stata molto dibattuta, e lo stesso Ministero dell'economia ha convenuto sulla possibilità di un intervento più ridotto per il rientro nei parametri europei, che, però, non avrebbe consentito di operare ai diversi livelli delineati dal documento di programmazione economico-finanziaria e dalla successiva nota aggiuntiva, per quanto attiene, oltre che al risanamento dei conti pubblici, anche alle misure per la riduzione del costo del lavoro e agli altri interventi nel comparto lavoristico e previdenziale.

Non c'è dubbio che vi è stata una certa difficoltà, da parte del Governo e della maggioranza politica che lo sostiene, a comunicare in modo convincente al paese la portata delle scelte effettuate con la manovra di finanza pubblica all'esame: nel disegno di legge finanziaria, anche per le sue notevoli dimensioni, molti interventi sono rimasti in secondo piano, e molti spunti positivi non sono stati adeguatamente valorizzati.

In un contesto di misure volte a stimolare la ripresa - prosegue il Presidente - si collocano anche le disposizioni del disegno di legge finanziaria riguardanti la stabilizzazione dei rapporti di lavoro: infatti, i processi di precarizzazione si sono accentuati perché il sistema produttivo, negli ultimi cinque anni, ha funzionato poco e male, disincentivando le imprese a promuovere rapporti di lavoro stabili, la cui diffusione è invece strettamente connessa al consolidamento e alla qualità della ripresa in corso.

A questo proposito, non c'è dubbio che la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro è una misura di corto respiro, e non è del tutto infondato il parallelo con le svalutazioni competitive del passato: come queste ultime, però, anche l'intervento sul costo del lavoro assume una valenza non trascurabile, in quanto offre un sollievo temporaneo ma efficace alle imprese, in una congiuntura economica particolarmente delicata. D'altra parte, nel disegno di legge finanziaria non sono contemplati solo gli interventi sul costo dal lavoro, ma è presente anche una serie articolata di misure volte a promuovere l'innovazione e la competitività dell'impresa, che prefigurano una politica industriale attiva - al cui interno si collocano anche le necessarie liberalizzazioni - indispensabile a determinare una prospettiva più ampia di sviluppo.

Per quanto riguarda le politiche del lavoro, il disegno di legge finanziaria si limita a definire alcuni interventi di maggiore urgenza, relativi in particolare alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro e alla regolarizzazione dei lavoratori precari, in particolare nel settore pubblico, facendo salvo il principio costituzionale del concorso come canale ordinario di reclutamento. Vi sono poi misure urgenti in tema di sicurezza del lavoro che, insieme alle altre sopra richiamate, concorrono a definire un quadro, certo non organico, ma significativo di interventi nelle materie di competenza della Commissione, fermo restando che una iniziativa legislativa organica sui temi del lavoro e dello Stato sociale, così come sul tema della riforma degli ammortizzatori sociali - rispetto ai quali è stata giustamente sollevata la questione del superamento del sistema delle proroghe e delle deroghe, inefficaci e costose -, sarà adottata quanto prima dal Governo, all'esito della concertazione con le parti sociali.

Sulla differenziazione e sull'efficacia degli interventi di sostegno all'occupazione nel Mezzogiorno, in particolare per quanto attiene all'abbattimento della base imponibile IRAP per ogni lavoratore occupato a tempo determinato nelle regioni del Sud Italia, il senatore Viespoli ha sollevato delle questioni meritevoli di attenta considerazione, che dovranno essere oggetto di specifici approfondimenti.

In numerosi interventi - prosegue il Presidente - è stato affrontato il tema della destinazione del TFR: a questo proposito, è stato giustamente osservato che l'istituzione del Fondo di cui all'articolo 18, comma 389, è una misura di carattere emergenziale, i cui effetti, come ha ricordato di recente anche il Ministro dell'economia, saranno quanto prima oggetto di un'attenta verifica. E' però sbagliato parlare di un esproprio ai danni dei lavoratori, poiché il disegno di legge finanziaria si limita a sostituire, in alcuni casi, la figura del debitore, senza minimamente disconoscere il debito.

Anche per quanto riguarda il sostegno alla famiglia, il disegno di legge finanziaria reca alcune disposizioni significative: giova ricordare, a proposito di questo tema, l'importanza di politiche attive rivolte in particolare a promuovere l'occupazione delle donne e degli anziani, che costituiscono settori particolarmente deboli del mercato del lavoro.

 

Il PRESIDENTE, nessun altro chiedendo di parlare, dichiara quindi chiusa la discussione generale e dà la parola ai relatori e ai rappresentanti del Governo per gli interventi di replica.

 

Il relatore per la Tabella 4 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria LIVI BACCI (Ulivo) sottolinea l'importanza degli interventi di contrasto del lavoro sommerso, evidenziando la preoccupante dimensione del fenomeno, anche in relazione alla sua incidenza sul prodotto interno lordo nazionale.

Tra le principali criticità del mercato del lavoro, vanno evidenziate, ai due estremi della vita attiva, quelle relative all'alto tasso di inattività della popolazione anziana del Paese, e quelle relative all'ingresso tardivo nel mondo del lavoro, che impedisce di sfruttare tempestivamente preziose energie fisiche ed intellettuali dei lavoratori più giovani: questi ultimi, peraltro, sono ulteriormente penalizzati dal vistoso differenziale retributivo che li separa dai lavoratori di fascia anagrafica più alta.

Nel corso della discussione, in più di un intervento è stata evidenziata la positiva articolazione degli interventi contenuti nel disegno di legge finanziaria in materia di lavoro: giova però ritornare brevemente sulle misure volte a favorire il part-time dei lavoratori ultracinquantenni. Le critiche rivolte a tali disposizioni non sono condivisibili, poiché, senza enfatizzarne i possibili effetti, esse offrono comunque maggiori opportunità a chi intende prolungare la propria permanenza al lavoro, e realizzano un potenziale incremento della flessibilità in uscita. Anche l'intervento sul cuneo fiscale è una misura limitata, ma significativa, che intende rispondere all'obiettiva esigenza di riduzione del costo del lavoro: al tempo stesso, è evidente che esso è insufficiente ad assicurare il rilancio del sistema economico, che deve articolarsi anche e soprattutto sui versanti della ricerca, dell'innovazione tecnologica e della valorizzazione del capitale umano.

Riguardo alle questioni attinenti alla riforma degli ammortizzatori sociali, va ricordato preliminarmente che l'Esecutivo precedentemente in carica, pur avendo introdotto forti meccanismi di flessibilizzazione del mercato del lavoro, non ha effettuato alcun intervento organico di riordino delle tutele in questione. Si tratta invece di questioni fondamentali, che attengono alla sfera delle tutele del lavoro, e che dovranno pertanto essere affrontate quanto prima.

Relativamente alle questioni poste dal senatore Viespoli riguardo ai profili attinenti all'apprendistato, occorre tenere presente che l'intervento della legge dello Stato subisce delle limitazioni, proprio a causa delle competenze regionali in materia, dallo stesso senatore Viespoli richiamate.

Riguardo ai rilievi critici formulati dal senatore Piccone in ordine alle procedure di regolarizzazione dei datori di lavoro operanti nei call-center, va rilevato che le stesse non si configurano in alcun modo come un condono poiché si prefiggono l'obiettivo di definire un percorso di stabilizzazione del lavoro irregolare, senza, tra l'altro, perseguire alcuna finalità di cassa.

 

Il relatore per la Tabella 18 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria ZUCCHERINI (RC-SE) sottolinea preliminarmente che nel corso della passata Legislatura si è accreditata l'opinione, del tutto infondata, che l'evasione fiscale dovesse essere consentita a gruppi e ceti impropriamente e strumentalmente identificati con i ceti medi produttivi. Di conseguenza, il contrasto all'evasione fiscale è stato presentato dalle forze politiche di opposizione come una sorta di rivalsa di classe, secondo una visione del tutto erronea e iniqua sul piano sia giuridico che sociale.

Va inoltre evidenziato che il sistema economico è attraversato da modifiche profonde, che comportano il superamento di un modello incentrato su un sistema di produzione di tipo tradizionale, e nel quale il costo del lavoro è diminuito sensibilmente, come hanno recentemente dichiarato anche alcuni rappresentanti della FIAT. Sotto questo profilo, le misure volte a favorire il part-time dei lavoratori ultracinquantacìnquenni, richiamate da ultimo nella replica del senatore Livi Bacci, destano alcune perplessità circa la loro adeguatezza rispetto al fine che si prefiggono.

Nella manovra finanziaria del 2007 sono presenti importanti misure volte a risolvere il problema della precarietà del lavoro, nonché ad incrementare gli standard qualitativi e quantitativi dell'assistenza. Si tratta di problemi rilevanti, che devono essere affrontati senza esorcizzare il conflitto sociale, che è un elemento fisiologico dell'evoluzione del sistema economico, anche sotto il profilo della qualità e della sostenibilità dello sviluppo. Va al tal proposito rilevato che l'infortunio mortale avvenuto recentemente in Umbria è il drammatico effetto di una generalizzata inadeguatezza del sistema produttivo, che appare disposto a sacrificare i diritti alla sicurezza dei lavoratori alle esigenze del profitto.

 

Il sottosegretario DE LUCA sottolinea preliminarmente che le linee direttrici delle politiche sociali contenute nel disegno di legge finanziaria in esame si incentrano su taluni punti nodali, in linea con le priorità individuate nell'ambito del programma politico elettorale dell'Unione.

Coerentemente con tali linee di indirizzo, è stato incrementato il fondo per le politiche sociali ed è stato altresì istituito un fondo per le non autosufficienze volto a garantire i livelli essenziali di assistenza, che il Ministero della solidarietà sociale sta definendo, di concerto con quello della famiglia.

Il fondo per l'immigrazione è poi essenziale per la promozione di politiche di integrazione e di accoglienza rispetto ai lavoratori stranieri ed altresì risultano parimenti importanti il fondo per la famiglia e il fondo per le politiche giovanili, tutti previsti nell'ambito del disegno di legge finanziaria in titolo.

Alla base di tutti gli interventi fin qui descritti sussiste una concezione dello sviluppo economico innovativa, volta in particolare a considerare la coesione sociale un presupposto essenziale per la crescita ordinata del Paese.

 

Replica quindi agli intervenuti il sottosegretario RINALDI che, dopo espresso apprezzamento per l'esauriente illustrazione preliminare del senatore Livi Bacci, sottolinea come nel disegno di legge finanziaria si sia cercato in particolare di approntare strumenti normativi incisivi per quanto concerne il superamento della precarietà e il contrasto del lavoro nero, e di compiere ulteriori passi avanti nella disciplina in materia di sicurezza del lavoro, rispetto alle norme introdotte con il decreto legge n. 223 del 2006, che, peraltro, hanno prodotto risultati molto soddisfacenti, soprattutto per l'impulso che hanno conferito all'attività ispettiva. E' auspicabile che un contributo in tal senso venga anche dalla disciplina relativa agli indici di congruità, che offre ulteriori strumenti all'attività di vigilanza, suscettibili di svolgere un ruolo importante nel processo di emersione del lavoro nero. Anche per quanto riguarda il personale, il disegno di legge finanziaria opera nel senso del rafforzamento delle funzioni ispettive: a tal fine, peraltro, si rende indispensabile un'adeguata riflessione per quel che concerne l'effettivo coordinamento dei vari soggetti istituzionali coinvolti in tali attività.

Il Ministero del lavoro - prosegue il sottosegretario - è comunque intenzionato a valutare la possibilità di integrare il testo del disegno di legge finanziaria con ulteriori disposizioni: si sta pertanto valutando la possibilità di presentare emendamenti relativi, in particolare, al superamento della contribuzione convenzionale per il socio lavoratore di cooperative, per realizzare l'adeguamento dei contributi alla retribuzione effettiva, e alla definizione di misure premiali per le imprese che risultino in regola con le prescrizioni antinfortunistiche, per le quali si potrebbe prevedere una riduzione degli oneri assicurativi.

Le misure di stabilizzazione per i lavoratori atipici, che partono dalle esperienze realizzate attraverso le ispezioni presso le società che gestiscono i call center, non costituiscono in alcun modo un condono, bensì un investimento per la regolarizzazione che, peraltro, non comporta oneri a carico dei lavoratori, mentre è prevista la rateizzazione dei versamenti contributivi per le aziende che avranno intrapreso il percorso di regolarizzazione entro il marzo 2007.

Dopo essersi riservata di acquisire gli elementi necessari per quanto attiene alle segnalazioni del senatore Viespoli, circa l'efficacia delle misure di abbattimento dell'imponibile IRAP per i lavoratori occupati stabilmente nelle regioni del Mezzogiorno e circa la loro compatibilità con la disciplina comunitaria de minimis, la rappresentante del Governo osserva che l'ordine del giorno del senatore Di Siena, sul quale si riserva di esprimere il prescritto parere in fase di votazione, pone un problema rilevante, già posto, peraltro, nella riforma delle pensioni del 2004, con la previsione di un contingente di 10.000 lavoratori, fruitori di trattamenti di mobilità e di altri analoghi sostegni del reddito, per il quale, anche dopo il 1° gennaio 2008, sarebbe stato possibile accedere al pensionamento di anzianità con i requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla legislazione vigente. Già al momento in cui venne approvata tale riforma, si pose da più parti il problema della inadeguatezza del contingente medesimo: sembra peraltro opportuno che la questione sollevata dal senatore Di Siena con il suo ordine del giorno venga affrontata nell'ambito del riordino del sistema pensionistico e del sistema degli ammortizzatori sociali. A tale proposito, è di certo opportuno e condivisibile il richiamo all'esigenza di superare il sistema delle deroghe e delle proroghe per alcuni trattamenti di sostegno al reddito - peraltro al momento necessari - attraverso una programmazione efficace degli interventi, anche con il concorso delle regioni, finalizzato ad utilizzare al meglio le risorse disponibili.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

 


LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

Mercoledì 29 novembre 2006

36a Seduta

Presidenza del Presidente

TREU

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 4 e 4-ter) Stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale per l'anno finanziario 2007

- (Tabb. 18 e 18-ter) Stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Rapporto sulle tabelle 4 e 4-ter favorevole con osservazioni e raccomandazioni. Rapporto sulle tabelle 18 e 18-ter favorevole con osservazioni)

 

Riprende l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

Il presidente TREU ricorda che nella precedente seduta si è svolta la discussione generale sui provvedimenti in titolo e sono stati effettuati gli interventi di replica dei relatori e dei rappresentanti del Governo. Avverte quindi che, come aveva già preannunciato all'inizio dell'esame in sede consultiva dei disegni di legge in titolo, essendosi conclusa la discussione congiunta, si procederà separatamente, passando prima alla votazione dell'ordine del giorno predisposto dal senatore Di Siena e del rapporto alla Commissione bilancio sulla Tabella 4 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria, e, successivamente, alla votazione del rapporto alla Commissione bilancio sulla Tabella 18 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Ricorda infine che non sono stati presentati emendamenti alle Tabelle di bilancio.

 

Si passa quindi all'esame dell'ordine del giorno 0/1183/1/11a (v. allegato), già illustrato nella seduta antimeridiana di ieri dal senatore Di Siena.

 

Il relatore per la Tabella 4 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria LIVI BACCI (Ulivo) sottolinea che nello schema di rapporto sarà inserita un'osservazione, relativamente al comma 696 dell'articolo 18, con la quale si ipotizza una specifica iniziativa legislativa - eventualmente nell'ambito della riforma degli ammortizzatori sociali - finalizzata a determinare condizioni non discriminanti ed omogenee per quanto attiene all'accesso ai trattamenti di anzianità dei lavoratori collocati in mobilità. Invita pertanto il senatore Di Siena a ritirare l'ordine del giorno, precisando che in caso contrario il suo parere sarà negativo, considerati i consistenti oneri economici derivanti dall'attuazione del dispositivo dell'atto di indirizzo in votazione.

 

Il sottosegretario RINALDI esprime parere contrario sull'ordine del giorno, precisando che sarebbe preferibile riportare, comunque, la trattazione delle questioni affrontate nell'ambito del confronto con le parti sociali sugli ammortizzatori sociali, che sarà attivato dopo la conclusione dell'iter della finanziaria.

 

Il senatore DI SIENA (Ulivo) esprime rammarico per le valutazioni espresse dal rappresentante del Governo, evidenziando altresì che l'osservazione contenuta nello schema di rapporto predisposto dal relatore Livi Bacci e da questi testé richiamata dovrebbe comportare come logica conseguenza la formulazione di un avviso favorevole sull'atto in votazione.

 

Si passa alle dichiarazioni di voto.

 

Il senatore VIESPOLI (AN) preannuncia, a nome del Gruppo politico di appartenenza, il voto contrario sull'ordine del giorno in votazione, sottolineando in senso critico la mancata prospettazione nell'ambito dello stesso di politiche di reimpiego, a protezione dei lavoratori in mobilità.

Esprime inoltre forti perplessità sulle considerazioni formulate dal sottosegretario Rinaldi, dalle quali si evince che il Governo intenderebbe rimandare gli interventi di riordino di importanti settori - quali quello degli ammortizzatori sociali e delle pensioni- ad una fase successiva all'approvazione della legge finanziaria: un'adesione coerente a questa impostazione, comporterebbe peraltro la soppressione di tutte le disposizioni del disegno di legge finanziaria in titolo riguardanti la previdenza dei lavoratori autonomi, di chiara valenza peggiorativa.

 

Il senatore SACCONI (FI) fa presente che le iniquità ravvisabili nell'ambito delle disposizioni concernenti il trattamento previdenziale dei lavoratori in mobilità sono suscettibili di inficiare la legittimità costituzionale di tale disciplina.

Preannuncia, inoltre, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sull'ordine del giorno in discussione, in quanto nell'ambito dello stesso non viene prospettata alcuna politica di reimpiego, da inserire nell'ambito di un programma di protezione attiva dei lavoratori in mobilità destinatari delle disposizioni del disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore ZUCCHERINI (RC-SE), dopo aver precisato che la disciplina in questione prefigura una congrua modalità di gestione degli esuberi, coerente con le prassi spesso seguite in tali casi, prospetta tuttavia la possibilità di una riformulazione dell'ordine del giorno, volta all'inserimento nello stesso di uno specifico riferimento alle politiche di reimpiego dei lavoratori in mobilità.

Sarebbe opportuno che il Governo assumesse lo specifico impegno di risolvere il problema segnalato nell'ambito dell'ordine del giorno contestualmente all'apertura della trattativa sugli ammortizzatori sociali .

Preannuncia infine, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, un voto favorevole sull'ordine del giorno 0/1183/1/11a.

 

Il senatore TIBALDI (IU-Verdi-Com), pur ravvisando l'opportunità di introdurre alcune modifiche migliorative al dispositivo dell'ordine del giorno, ritiene comunque che lo stesso prefiguri una soluzione congrua, preannunciando a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, un voto favorevole sullo stesso.

 

Il relatore per la Tabella 4 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria LIVI BACCI (Ulivo) propone di riformulare l'ordine del giorno 0/1183/1/11a, attraverso l'introduzione nello stesso di un riferimento alla auspicabile riforma degli ammortizzatori sociali ovvero ad interventi legislativi sul sistema previdenziale, precisando che, nel caso in cui il presentatore accolga tale proposta, esprimerà un avviso favorevole sull'ordine del giorno medesimo.

 

Il senatore DI SIENA (Ulivo) accoglie la proposta del relatore e riformula conseguentemente l'ordine del giorno, nel testo 2, ricordando che già nell'ambito della legge n. 243 del 2004, recante una riforma del sistema previdenziale, la disciplina transitoria prevista nel comma 18 dell'articolo 1 - relativa al trattamento previdenziale dei lavoratori in mobilità - risulta applicabile esclusivamente nei limiti della soglia massima di 10.000 lavoratori beneficiari: già da tempo ci si è resi conto che tale limite massimo è eccessivamente ristretto e conseguentemente risulta quanto mai opportuno l'allargamento della platea dei beneficiari della disciplina transitoria in questione.

 

Il sottosegretario RINALDI esprime parere favorevole sull'ordine del giorno nel testo riformulato.

 

Il PRESIDENTE, dopo che il senatore DI SIENA (Ulivo) ha insistito per la votazione, previa verifica del numero legale, pone ai voti l'ordine del giorno 0/1183/1/11a (testo 2), che viene approvato dalla Commissione. Avverte quindi che si passerà alla votazione sugli schemi di rapporto, iniziando da quelli riferiti allo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e alle connesse parti del disegno di legge finanziaria, e invita il relatore Livi Bacci a illustrare lo schema di rapporto da lui predisposto.

 

Dopo che il relatore per la tabella 4 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria LIVI BACCI (Ulivo) ha illustrato lo schema di rapporto favorevole con osservazioni e raccomandazioni, da lui predisposto (v. allegato), il senatore SACCONI (FI) illustra uno schema di rapporto contrario (v. allegato) - sottoscritto anche dai senatori Poli e Viespoli - rilevando che la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro risulta del tutto inefficace ai fini del rilancio della competitività del sistema economico. Rispetto a questa misura, sarebbe stata sicuramente preferibile l'introduzione di una tassazione separata delle componenti premiali del salario, finalizzata ad una rimodulazione del rapporto tra retribuzioni e produttività.

Le misure fiscali contenute nel disegno di legge finanziaria risultano poi del tutto incongrue e penalizzanti per le fasce reddituali più basse, come hanno da ultimo evidenziato anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori metalmeccanici facenti capo alla UIL.

Il trasferimento all'INPS del TFR non destinato ai fondi pensione priva poi i lavoratori della facoltà di continuare l'accantonamento secondo le modalità previste dalla disciplina attualmente in vigore, mentre l'incremento dei contributi previdenziali per lavoratori dipendenti, autonomi, apprendisti e collaboratori a progetto non solo non genera alcun miglioramento delle relative prestazioni previdenziali, ma comporta altresì un ridimensionamento del reddito di tali soggetti.

Va inoltre evidenziato che nella manovra finanziaria all'esame la mobilità viene modulata in modo tale da comportare la precoce espulsione dei lavoratori anziani dal mercato del lavoro, senza che venga prefigurata alcuna politica di reimpiego degli stessi.

Le disposizioni volte al contrasto del lavoro sommerso si incentrano su indici di congruità determinati autoritativamente dalla pubblica amministrazione, con conseguente lesione dell'autonomia delle parti sociali, e le politiche di ricambio generazionale, promosse nell'ambito del disegno di legge finanziaria, sono volte esclusivamente a ridurre il costo del lavoro in maniera anomala e sono pertanto destinate a non sortire alcun effetto positivo per quel che concerne l'occupazione.

 

Si passa alle dichiarazioni di voto.

 

Il senatore TOFANI (AN) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sullo schema di rapporto illustrato dal relatore Livi Bacci e viceversa il voto favorevole sullo schema di rapporto illustrato dal senatore Sacconi. Ritiene infatti deludenti le misure contenute nel disegno di legge finanziaria all'esame, e considera inoltre le stesse suscettibili di determinare un grave pregiudizio per le condizioni di vita dei ceti sociali più deboli, che vengono assoggettati a nuovi oneri finanziari, più gravosi che in passato.

Risulta parimenti incongrua la disciplina di riduzione del cuneo fiscale, come pure quella attinente agli assegni familiari, che introduce ingiustificate disparità di trattamento nell'ordinamento lavoristico.

Dopo aver sottolineato l'inadeguatezza degli interventi per le aree del Mezzogiorno, l'oratore si sofferma sulla disciplina volta a devolvere parte del TFR maturando all'INPS, evidenziando che la stessa non solo sottrae al lavoratore il diritto di disporre di tali accantonamenti - trasferiti forzosamente nella sfera della finanza pubblica - ma è anche suscettibile di compromettere il decollo della previdenza complementare.

La manovra finanziaria per il 2007 determina quindi un grave pregiudizio soprattutto per i ceti medio-bassi e l'atteggiamento reticente assunto in proposito da talune organizzazioni sindacali è la logica conseguenza di una colpevole acquiescenza.

Relativamente alle politiche della famiglia non sono ravvisabili misure mirate, ma solo fumose enunciazioni di tipo sociologistico, destinate a non produrre alcun effetto rilevante.

 

Il senatore NOVI (FI) preannuncia, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sullo schema di rapporto illustrato dal relatore Livi Bacci e il voto favorevole sullo schema di rapporto illustrato dal senatore Sacconi.

Dopo aver ricordato che le politiche promosse dal centrosinistra sono state sempre orientate a favore dei grandi gruppi industriali e bancari, fa presente che la manovra finanziaria del 2007 non espleta alcun effetto sul piano redistributivo, pregiudicando al contrario fortemente l'interesse dei ceti medio-bassi. Va infatti precisato che la cosiddetta soglia di neutralità - ossia la fascia reddituale nell'ambito della quale le misure fiscali prospettate nel disegno di legge finanziaria non espletano alcuna incidenza, né in senso positivo né in senso negativo - si attesta per il contribuente senza familiari a carico su 15.000 euro annui, per quelli con coniuge a carico su 32.000 euro annui e per quelli con coniuge e due figli a carico su 38.000 euro.

Alla luce di tali dati appare evidente che il disegno di legge finanziaria per il 2007 pregiudica fortemente non solo gli interessi dei ceti medi produttivi, ma anche quelli dei lavoratori dipendenti, contenendo misure a vantaggio esclusivo della grande industria, quali ad esempio la riduzione del cuneo fiscale.

 

Il senatore TURIGLIATTO (RC-SE) preannuncia a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza il voto favorevole sullo schema di rapporto illustrato dal relatore Livi Bacci, facendo presente che provvederà a presentare alla Commissione bilancio un emendamento per quel che concerne i profili attinenti ai lavoratori dei call center.

 

Poiché non vi sono altre richieste di intervenire per dichiarazione di voto, il PRESIDENTE pone ai voti lo schema di rapporto favorevole con osservazioni e raccomandazioni, predisposto dal relatore Livi Bacci.

 

La Commissione approva.

 

Il PRESIDENTE avverte che resta conseguentemente preclusa la votazione dello schema di parere contrario illustrato dal senatore Sacconi, che verrà trasmesso, come rapporto di minoranza, alla Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 126 comma 6 del Regolamento. Avverte quindi che si passerà alla votazione del rapporto sullo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale e sulle parti connesse del disegno di legge finanziaria. Invita quindi il relatore Zuccherini ad illustrare lo schema di rapporto predisposto.

 

Dopo che il relatore per la Tabella 18 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria ZUCCHERINI (RC-SE) ha illustrato lo schema di rapporto favorevole con osservazioni (v. allegato), il senatore BOBBA (Ulivo) propone di integrare lo schema stesso con un riferimento alle misure di detrazione fiscale del costo di utilizzo degli asili nido, nonché alle politiche a favore degli incapienti.

 

Il relatore per la Tabella 18 e per le parti connesse del disegno di legge finanziaria ZUCCHERINI (RC-SE) integra lo schema di parere precedentemente illustrato, nel senso indicato dal senatore Bobba.

 

Il senatore SACCONI (FI) illustra lo schema di parere contrario formulato in ordine allo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale e alle parti connesse del disegno di legge finanziaria, sottoscritto anche dai senatori Poli e Viespoli, soffermandosi sui contenuti dello stesso. Preannuncia inoltre, a nome del Gruppo parlamentare di appartenenza, il voto contrario sullo schema di rapporto favorevole illustrato dal senatore Zuccherini, sottolineando che la politica fiscale promossa nell'ambito della manovra per il 2007 penalizza fortemente le famiglie. Rileva altresì che taluni interventi contenuti nel disegno di legge finanziaria comportano uno sperpero di risorse finanziarie, destinate al finanziamento di osservatori, fondi ed altre strutture, senza alcuna ricaduta concreta sul piano sociale. Altre conseguenze negative deriveranno dalla reintroduzione del reddito minimo di inserimento e dalla riproposizione di misure di proroga a vantaggio dei lavoratori socialmente utili, soprattutto per quanto riguarda gli effetti di disincentivazione alla ricerca del lavoro.

 

Poiché non vi sono altre richieste di intervenire per dichiarazione di voto, il PRESIDENTE, previa verifica del numero legale, pone ai voti lo schema di rapporto favorevole con osservazioni, formulato dal senatore Zuccherini, nella versione da ultimo illustrata e integrata secondo le proposte formulate dal senatore Bobba .

 

La Commissione approva.

 

Il PRESIDENTE avverte che resta conseguentemente preclusa la votazione dello schema di rapporto contrario presentato dal senatore Sacconi, che verrà trasmesso come rapporto di minoranza alla Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 126 comma 6 del Regolamento.

 

Il senatore VIESPOLI (AN) sottolinea che la sostituzione del senatore Pininfarina con un altro senatore di nomina elettiva - operata dal Gruppo Misto - risulta incompatibile con la connotazione intuitu personae della carica di senatore a vita.

Ritiene necessario in ordine a tale profilo introdurre una modifica regolamentare atta ad eliminare tale anomalia.

 

Il senatore SACCONI (FI) si associa alle considerazioni espresse dal senatore Viespoli, mentre il senatore TIBALDI dichiara di dissentire da tale opinione, in quanto a suo avviso è fortemente opinabile sindacare la condotta dei singoli senatori, soprattutto per quanto attiene alle modalità di partecipazione all'attività del Senato, fermo restando che la possibilità di effettuare sostituzioni in Commissione nell'ambito dello stesso Gruppo di appartenenza è puntualmente disciplinata dal Regolamento.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE (1184 - TABELLE 4 E 4-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La 11a Commissione permanente (lavoro, previdenza sociale),

esaminata la tabella 4, relativa allo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale per il 2007, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria,

 

considerato che:

il disegno di legge finanziaria traduce in maniera coerente gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici, di sostegno allo sviluppo e di ripristino dell'equità sociale, indicati nel documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2009 e nella successiva nota di aggiornamento;

la manovra finanziaria in esame consente, in ordine al risanamento dei conti, il rispetto dei parametri concordati con l'Unione europea relativamente al contenimento del deficit e del rapporto debito-Pil, ricostruendo l'avanzo primario;

gli obiettivi di crescita, posti al centro della manovra insieme a quelli del risanamento dei conti pubblici e per la promozione di una maggiore equità sociale, risultano perseguiti in modo realistico, in relazione alle priorità individuate e alle risorse disponibili, anche per quanto riguarda gli interventi in materia lavoristica e previdenziale;

gli interventi di carattere fiscale, in particolare attraverso l'adeguamento degli assegni familiari e delle deduzioni fiscali, favoriscono i bassi redditi, sia dei lavoratori autonomi sia dei lavoratori dipendenti e dei pensionati (i quali rappresentano circa il 90 per cento dei contribuenti), e si muovono nella direzione del ripristino di condizioni di equità sociale, particolarmente urgente se si considera che attualmente l'Italia è tra i Paesi europei con il minor tasso di mobilità sociale e la più alta disuguaglianza tra i redditi, cresciuta negli ultimi anni a causa del massiccio spostamento di ricchezza dai ceti medio-bassi alle fasce di reddito più alte;

valutato che nell'ambito di competenza della Commissione, sono previste misure positivamente volte alla riduzione del costo del lavoro, attraverso l'azione sul cuneo fiscale e contributivo; ad anticipare l'entrata in vigore delle nuove normativa in materia di previdenza complementare; alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro - sia nel settore privato che nel settore pubblico -; a favorire l'emersione del lavoro irregolare e del lavoro nero; a garantire maggiore sicurezza sul lavoro e una più ampia tutela della salute dei lavoratori; ad assicurare gli ammortizzatori sociali nelle situazioni di crisi aziendale; a tutelare l'occupazione e ad adeguare il sistema previdenziale, in particolare per accrescere la tutela sociale dei lavoratori «parasubordinati»;

 

esprime parere favorevole, con le seguenti osservazioni:

all'articolo 17, comma 1, occorrerebbe chiarire se il contributo di solidarietà ivi istituito sia deducibile dalle imposte sui redditi;

all'articolo 18:

al comma 388, la rimodulazione dei termini di cui all'articolo 23, commi 3 e 4 del decreto legislativo n. 252 del 2005, connessa all'anticipazione di un anno della data di entrata in vigore di tale provvedimento, fa rinvio ad un termine mobile, di trenta giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di cui al successivo comma 396. Si rileva, tuttavia, che quest'ultimo comma prevede l'emanazione di due diversi decreti, un decreto del Presidente del Consiglio e un decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Il riferimento sembra concernere quest'ultimo decreto; appare necessario, tuttavia, un chiarimento riguardo a tale profilo;

al comma 390, quarto periodo, valuti la Commissione di merito la possibilità di prevedere che la liquidazione del trattamento di fine rapporto e delle relative anticipazioni al lavoratore venga effettuata dal datore di lavoro, anche per la quota corrispondente ai versamenti effettuati al Fondo istituito presso l'INPS, fatte salve le successive compensazioni con l'Istituto medesimo;

al comma 397, lettera a), con riferimento alla riformulazione dell'articolo 8 del decreto legge n. 203 del 2005, andrebbe valutata la congruità della data di decorrenza delle misure di compensazione in termini di riduzioni contributive di cui alla predetta novella, dal momento che tali benefici sono previsti solamente a decorrere dal 1° gennaio 2008, mentre i maggiori oneri per i datori di lavoro per la perdita di parte del TFR maturando si determinerebbero già dal 1° gennaio 2007, a causa sia dell’anticipazione al 1° gennaio 2007 dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare di cui al decreto legislativo n. 252 del 2005, sia dell’introduzione a decorrere dalla stesa data dell’obbligo di versamento di parte del TFR al Fondo di cui al comma 389;

al comma 401, occorrerebbe chiarire se la contribuzione per l'indennità di malattia sia compresa nel contributo complessivo del 10 per cento dovuto dai datori di lavoro per gli apprendisti, nonché nelle contribuzioni ridotte di 1,5 e di 3 punti percentuali, introdotte, rispettivamente per il primo e per il secondo anno del contratto di apprendistato;

ai commi 404 e 405, recanti norme per la riduzione dei premi INAIL per la gestione artigiani, non è indicato alcun criterio circa la ripartizione delle risorse relative alle predette riduzioni tra i premi che l'artigiano deve versare per sé stesso e quelli dovuti in qualità di datore di lavoro; sarebbe inoltre opportuno indicare i termini temporali (sia pure ordinatori) per l'emanazione dei decreti ministeriali di attuazione;

al comma 413, recante norme di tutela della maternità per le lavoratrici iscritte alla gestione separata INPS, di cui all'articolo 2, comma 26 della legge n. 335 del 1995, si dovrebbe prevedere un termine temporale, sia pure ordinatorio, per l'adozione del decreto ministeriale di attuazione;

al comma 682, relativo alla determinazione degli indici di congruità, valuti la Commissione di merito se il riferimento alle "violazioni in materia di incentivi ed agevolazioni contributive" sia del tutto chiaro, e se non sia preferibile, anche al fine di ampliare la portata della disposizione, riferirsi alle violazioni in materia di regolarità delle assunzioni e di regolarità contributiva;

al comma 684, relativo al decreto ministeriale avente ad oggetto le modalità di rilascio e i contenuti analitici del Documento unico di regolarità contributiva, sul piano della formulazione del testo, sarebbe opportuno far riferimento alle "organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative", invece che alle "parti sociali comparativamente più rappresentative";

al comma 686 valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere particolari condizioni di adempimento dell'obbligo di tenuta ed esibizione dei libri paga e matricola per le aziende di servizi i cui dipendenti siano impiegati abitualmente presso soggetti terzi;

al comma 696 la previsione della possibilità, per i 6.000 lavoratori per i quali è prevista la concessione della mobilità lunga, di potere accedere - in deroga alla nuova disciplina sul trattamento pensionistico di anzianità introdotta dalla legge n. 243 del 2004, che si applicherà a partire dal 1° gennaio 2008 - al trattamento pensionistico anche dopo il 31 dicembre 2007 sulla base dei requisiti anagrafici previsti dalla più favorevole disciplina precedente, rende necessaria un'iniziative legislativa - eventualmente nell'ambito della riforma degli ammortizzatori sociali - finalizzata a determinare condizioni non discriminanti ed omogenee per quanto attiene all'accesso ai trattamenti di anzianità dei lavoratori collocati in mobilità;

al comma 703 recante la disciplina delle modalità di regolarizzazione ai fini contributivi e assicurativi, in caso di emersione, potrebbe essere opportuno precisare che l'accesso alla regolarizzazione e il versamento previsto da tale disposizione esclude l'applicazione delle sanzioni civili di cui all'articolo 116, commi 8 e 9, della legge n. 388 del 2000;

al comma 704, si ritiene opportuno escludere il versamento dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dagli effetti estintivi prodotti dal versamento della somma di cui al comma 703; andrebbe altresì valutata l'opportunità di estendere i predetti effetti estintivi connessi alla regolarizzazione anche alle omissioni o irregolarità relative alle registrazioni sui libri di cui è obbligatoria la tenuta, che integrano ipotesi di evasione e non di semplice omissione;

al comma 705, occorrerebbe valutare l'opportunità di prevedere che dalla temporanea sospensione delle eventuali ispezioni e verifiche da parte degli organi di controllo, nei confronti dei datori di lavoro che hanno presentato l'istanza di regolarizzazione di cui al comma 699, siano escluse le attività ispettive riferite alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori;

al comma 714, andrebbe valutata l’opportunità di estendere gli effetti estintivi connessi al regolare versamento del contributo straordinario integrativo anche alle omissioni o irregolarità relative alle registrazioni sui libri di cui è obbligatoria la tenuta, che integrano ipotesi di evasione e non di semplice omissione;

e con le seguenti raccomandazioni:

la Commissione segnala l'esigenza di superare l'attuale situazione di reiterate deroghe e proroghe relative agli interventi di sostegno al reddito, e di puntare ad un riordino organico del sistema degli ammortizzatori sociali, costruito su basi universalistiche e mirante a promuovere il ricollocamento e la riqualificazione professionale dei lavoratori, nella prospettiva di garantire occupazione stabile e qualificata;

a fronte del susseguirsi di gravi incidenti sul lavoro, occorre rafforzare gli interventi già previsti nel disegno di legge finanziaria in materia di sicurezza del lavoro, in particolare attraverso l'individuazione di incentivi adeguati nei confronti delle imprese che risultino in regola con le prescrizioni antinfortunistiche e che operino con continuità ad assicurare condizioni di lavoro sicure, e attraverso il reperimento di risorse da destinare, eventualmente attraverso la creazione di appositi fondi, al sostegno delle famiglie delle vittime di gravi incidenti sul lavoro e delle vittime dell'amianto;

occorre altresì uno specifico impegno del Governo a reperire le risorse necessarie ad assicurare il contratto dei lavoratori del trasporto pubblico locale;

anche al fine di conseguire una maggiore armonizzazione dei regimi contributivi, occorre pervenire al superamento del contributo convenzionale per il socio lavoratore di cooperative, per realizzare l'adeguamento della contribuzione alla retribuzione effettiva.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA SOLIDARIETA’ SOCIALE (1184 - TABELLE 18 E 18-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione della spesa del Ministero della solidarietà sociale per il triennio 2007-2009 e, per le parti di competenza, il disegno di legge finanziaria per il 2007,

 

premesso che :

le aree di intervento sociale su cui incide il provvedimento in questione rivestono una notevole importanza e che fra le stesse rientra anche quella attinente alla disabilità, rispetto alla quale le misure previste sono finalizzate a promuovere la partecipazione alla vita economica e sociale delle persone disabili;

le risorse finanziarie stanziate a favore dei disabili potranno essere utilizzate per la sperimentazione di modelli di intervento a favore di soggetti non autosufficienti, in previsione della creazione di un sistema integrato, che dovrà essere realizzato nel rispetto delle competenze istituzionali disciplinate dagli articoli 117 e 119 della Costituzione e nell’àmbito dei principi dettati dalla legge n. 328 del 2000;

alla base delle politiche promosse con il disegno di legge finanziaria per il 2007 è ravvisabile altresì l’esigenza fondamentale di promuovere l’inserimento sociale degli immigrati, e conseguentemente di risolvere i problemi attinenti alla dimensione lavorativa, sanitaria, e abitativa di tali soggetti, nonché di soddisfare i bisogni formativo-culturali degli stessi, non meno importanti e non meno significativi;

le politiche per l’immigrazione costituiscono uno dei capitoli strategici nell’attuale contesto economico globalizzato e gli immigrati costituiscono una risorsa preziosa per il Paese, da valorizzare e da integrare nel tessuto economico-sociale, atteso anche il rilievo assunto dalla manodopera straniera, attualmente impiegata in settori delicati, quali ad esempio quello relativo all’assistenza agli anziani;

anche le politiche di sostegno alla famiglia, promosse con il disegno di legge finanziaria per il 2007, rivestono una valenza notevole, anche alla luce dei mutamenti demografici verificatisi negli ultimi anni nel paese, che registrano una diminuzione delle nascite e un aumento degli anziani;

occorre quindi promuovere politiche che valorizzino il ruolo della famiglia, che realizzino una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che pongano in essere nuovi servizi per l’infanzia e la famiglia e nuove opportunità per le donne;

Esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni:

- riguardo all’articolo 17, sembra opportuno chiarire che rientrano nell'àmbito di applicazione di tale disposizione i trattamenti o prestazioni relativi a cessazioni del rapporto di lavoro intervenute nel triennio e che, dal punto di vista giuridico, siano erogabili nel triennio medesimo, a prescindere dai tempi impiegati in concreto per l’erogazione effettiva dei predetti emolumenti;

- occorrerebbe anche chiarire, sempre con riferimento all’articolo 17, se il contributo di solidarietà in oggetto sia deducibile dalle imposte sui redditi;

- il modulo procedurale contenuto nel comma 761 dell’articolo 18 sembra sovrapporsi a quello contemplato nel comma 763, il quale fa riferimento a decreti di riparto emanati dal Ministro della solidarietà sociale. Appare quindi opportuna una più chiara definizione di tale profilo;

- si valuti l'opportunità di individuare appositi stanziamenti aggiuntivi destinati alle organizzazioni rappresentative degli invalidi, che costituiscono un momento associativo significativo nella vita dei soggetti disabili;

- sarebbe inoltre auspicabile l'inserimento nell'ambito del disegno di legge finanziaria per il 2007 di specifiche misure a sostegno degli asili nido, nonché il rafforzamento dei meccanismi fiscali di detrazione a favore di famiglie con persone non autosufficienti a carico;

- si valuti infine l'opportunità che nella determinazione delle tariffe dei servizi pubblici si adottino criteri che tengano conto anche della consistenza dei nuclei familiari.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA SOLIDARIETA’ SOCIALE (1184 - TABELLE 18 E 18-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione della spesa del Ministero della solidarietà sociale per il triennio 2007-2009 e, per le parti di competenza, il disegno di legge finanziaria per il 2007,

 

premesso che :

le aree di intervento sociale su cui incide il provvedimento in questione rivestono una notevole importanza e che fra le stesse rientra anche quella attinente alla disabilità, rispetto alla quale le misure previste sono finalizzate a promuovere la partecipazione alla vita economica e sociale delle persone disabili;

le risorse finanziarie stanziate a favore dei disabili potranno essere utilizzate per la sperimentazione di modelli di intervento a favore di soggetti non autosufficienti, in previsione della creazione di un sistema integrato, che dovrà essere realizzato nel rispetto delle competenze istituzionali disciplinate dagli articoli 117 e 119 della Costituzione e nell’àmbito dei principi dettati dalla legge n. 328 del 2000;

alla base delle politiche promosse con il disegno di legge finanziaria per il 2007 è ravvisabile altresì l’esigenza fondamentale di promuovere l’inserimento sociale degli immigrati, e conseguentemente di risolvere i problemi attinenti alla dimensione lavorativa, sanitaria, e abitativa di tali soggetti, nonché di soddisfare i bisogni formativo-culturali degli stessi, non meno importanti e non meno significativi;

le politiche per l’immigrazione costituiscono uno dei capitoli strategici nell’attuale contesto economico globalizzato e gli immigrati costituiscono una risorsa preziosa per il Paese, da valorizzare e da integrare nel tessuto economico-sociale, atteso anche il rilievo assunto dalla manodopera straniera, attualmente impiegata in settori delicati, quali ad esempio quello relativo all’assistenza agli anziani;

anche le politiche di sostegno alla famiglia, promosse con il disegno di legge finanziaria per il 2007, rivestono una valenza notevole, anche alla luce dei mutamenti demografici verificatisi negli ultimi anni nel paese, che registrano una diminuzione delle nascite e un aumento degli anziani;

occorre quindi promuovere politiche che valorizzino il ruolo della famiglia, che realizzino una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che pongano in essere nuovi servizi per l’infanzia e la famiglia e nuove opportunità per le donne;

Esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni:

- riguardo all’articolo 17, sembra opportuno chiarire che rientrano nell'àmbito di applicazione di tale disposizione i trattamenti o prestazioni relativi a cessazioni del rapporto di lavoro intervenute nel triennio e che, dal punto di vista giuridico, siano erogabili nel triennio medesimo, a prescindere dai tempi impiegati in concreto per l’erogazione effettiva dei predetti emolumenti;

- occorrerebbe anche chiarire, sempre con riferimento all’articolo 17, se il contributo di solidarietà in oggetto sia deducibile dalle imposte sui redditi;

- il modulo procedurale contenuto nel comma 761 dell’articolo 18 sembra sovrapporsi a quello contemplato nel comma 763, il quale fa riferimento a decreti di riparto emanati dal Ministro della solidarietà sociale. Appare quindi opportuna una più chiara definizione di tale profilo;

- si valuti l'opportunità di individuare appositi stanziamenti aggiuntivi destinati alle organizzazioni rappresentative degli invalidi, che costituiscono un momento associativo significativo nella vita dei soggetti disabili;

- sarebbe inoltre auspicabile l'inserimento nell'ambito del disegno di legge finanziaria per il 2007 di specifiche misure di sostegno degli asili nido a partire dalle detrazioni fiscali per il costo dell'utilizzo degli stessi, nonché il rafforzamento di meccanismi fiscali di detrazione a favore di famiglie con persone non autosufficienti a carico;

- si valuti l'opportunità che nella determinazione delle tariffe dei servizi pubblici si adottino criteri che tengano conto anche della consistenza dei nuclei familiari;

- si evidenzi la necessità di intervenire sul fenomeno dell'incapienza, anche introducendo meccanismi di rimborso per le detrazioni non godute, al fine di conseguire una maggiore equità del sistema fiscale.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAI SENATORI SACCONI, POLI E VIESPOLI SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE (1184 - TABELLE 4 E 4-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La 11a Commissione lavoro, previdenza sociale del Senato, esaminato lo stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, esprime su di essi parere contrario, con le seguenti osservazioni critiche:

- la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro a carico delle imprese è di modesta entità per la gran parte di esse e non migliora il reddito disponibile dei lavoratori e delle famiglie in quanto il ridisegno delle aliquote e degli scaglioni è accompagnato dalla sostituzione delle deduzioni per carichi di famiglia con detrazioni, rendendo ancor più oneroso il prelievo addizionale degli enti locali, ulteriormente incrementato dal taglio dei trasferimenti ad essi; più utile alla produttività del lavoro e al potere di acquisto dei lavoratori sarebbe una "secca" tassazione separata delle componenti premiali del salario in modo da stimolare il collegamento tra salari e risultati sulla base di accordi in ambito aziendale;

- il trasferimento del TFR inoptato all'INPS priva i lavoratori della possibilità di proseguire il regime vigente ed introduce un'altra soglia dimensionale che frena la crescita dimensionale delle imprese;

- l'incremento dei contributi previdenziali per lavoratori dipendenti, autonomi, apprendisti e collaboratori a progetto non genera un aumento delle relative prestazioni previdenziali, penalizza il reddito di subordinati e collaboratori, disincentiva i contratti di apprendistato, riduce e sommerge molte collaborazioni;

- il contributo di solidarietà su alcune prestazioni previdenziali introduce il pericoloso principio della riduzione retroattiva delle prestazioni stesse;

- le misure rivolte al ricambio generazionale penalizzano i lavoratori anziani in quanto ne incentivano la precoce emarginazione nel mercato del lavoro motivata solo dalla riduzione del costo del lavoro;

- la mobilità lunga viene disciplinata in termini tali da incentivare l'espulsione di lavoratori cinquantenni senza la contemporanea promozione di politiche di reimpiego e creando una discriminazione tra lavoratori in ordine ai requisiti di pensionamento;

- le disposizioni rivolte al contrasto del lavoro sommerso prevedono l'estensione del DURC a settori diversi dall'edilizia senza che in essi sussistano le stesse immediate esigenze e, soprattutto, senza la tempestiva possibilità di erogazione del documento da parte di enti analoghi alle casse edili; tali norme prevedono, ancor più colpevolmente, l'avvio di indici di congruità del fattore lavoro con i quali l'amministrazione pubblica limita l'autonomia organizzativa delle imprese;

- le misure volte a promuovere l'emersione di rapporti di lavoro sommersi o irregolari vincolano la fruizione degli incentivi al solo canale degli accordi sindacali, che dovrebbe invece sempre porsi in competizione con la possibile alternativa di procedimenti pubblici;

- l'innalzamento dell'età minima di lavoro appare opportuno se collegato con una pluralità di percorsi di transizione dalla scuola al lavoro.


SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAI SENATORI SACCONI, POLI E VIESPOLI SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA SOLIDARIETA’ SOCIALE (1184 - TABELLE 18 E 18-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La 11a Commissione lavoro, previdenza sociale del Senato, esaminato lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, esprime su di essi esprime parere contrario, con le seguenti osservazioni critiche:

- le politiche sociali appaiono diffusamente concepite in funzione dell'incremento della spesa corrente in favore di comitati, osservatori e fondi per le politiche attive di cui dovrebbero beneficiare più gli operatori sociali che non gli effettivi soggetti svantaggiati;

- la famiglia risulta penalizzata, come già osservato, dalla nuova disciplina fiscale con cui si sostituiscono le deduzioni con le detrazioni;

- il fondo per le non autosufficienze non dispone di una dotazione sufficiente per una minima politica di sostegno che richiede, peraltro, azioni di riforma concertate con gli Enti Locali e le Regioni;

- la riproposizione del reddito minimo di inserimento prescinde dalle patologie riscontrate nella sperimentazione, prima tra le quali la produzione di un effetto di allontanamento del beneficiario da comportamenti responsabili nella ricerca di un posto di lavoro.


ORDINE DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE

N. 1183

 

 

0/1183/1/11a

DI SIENA

 

L'11a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007;

premesso che:

all'articolo 18, comma 696, del disegno di legge finanziaria si prevede la collocazione in mobilità di 6000 unità entro il 31 dicembre 2007;

a costoro, ai fini del trattamento pensionistico, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 11 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e della tabella allegata al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, come sostituita dalla citata legge n. 724 del 1994, nonché le disposizioni di cui all'articolo 59, commi 6, 7, lettere a) e b), e 8, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni;

impegna il Governo:

ad estendere, ai fini del trattamento pensionistico, a tutti coloro che attualmente si trovino in mobilità e ne maturino i requisiti l'applicazione delle norme di cui sopra.

 

 

0/1183/1/11a (Testo 2)

DI SIENA

 

L'11a Commissione permanente del Senato,

in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007;

premesso che:

all'articolo 18, comma 696, del disegno di legge finanziaria si prevede la collocazione in mobilità di 6000 unità entro il 31 dicembre 2007;

a costoro, ai fini del trattamento pensionistico, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 11 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e della tabella allegata al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, come sostituita dalla citata legge n. 724 del 1994, nonché le disposizioni di cui all'articolo 59, commi 6, 7, lettere a) e b), e 8, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni;

impegna il Governo:

ad estendere, ai fini del trattamento pensionistico, e nell'ambito della riforma degli ammortizzatori sociali o di interventi legislativi sul sistema previdenziale, a tutti coloro che attualmente si trovino in mobilità e ne maturino i requisiti l'applicazione delle norme di cui sopra.

 


IGIENE E SANITÀ (12a)

Giovedì 23 novembre 2006

30a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis - 1184 - ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 15 e 15-ter) Stato di previsione del Ministero della salute per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5ª Commissione. Esame congiunto e rinvio)

 

Il PRESIDENTE ricorda che, ai sensi dell'articolo 126 del Regolamento, sul disegno di legge di bilancio e sul disegno di legge finanziaria, per la parte di competenza della Commissione, dovrà svolgersi un'unica discussione generale.

Per quanto riguarda la presentazione di ordini del giorno questi, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, devono esclusivamente concernere la materia di competenza della Commissione.

Per gli emendamenti al disegno di legge finanziaria, sede inderogabile di competenza è esclusivamente ai sensi dell'articolo 128 , comma 1, del Regolamento, la 5ª Commissione permanente.

Nella Commissione di merito possono essere presentati unicamente emendamenti concernenti la tabella di bilancio. Premesso che l'unità elementare dello stato di previsione su cui cade l'approvazione parlamentare è costituita dall'unità previsionale di base, sono proponibili emendamenti compensativi concernenti lo stesso stato di previsione, emendamenti che propongono riduzioni nette ad un singolo stato di previsione, non correlate con variazioni di segno opposto in altri stati di previsione, infine emendamenti privi di conseguenze finanziarie. Dà quindi la parola alla senatrice Bassoli per lo svolgimento della relazione.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo) si sofferma inizialmente sui commi da 414 a 417 dell’articolo 18 del disegno di legge n. 1183, che introducono disposizioni dirette a favorire il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica nel comparto sanitario e la riqualificazione della spesa, anche sulla base degli indirizzi concordati in sede di Conferenza Stato-regioni.

Con riferimento ai livelli del finanziamento del servizio sanitario nazionale (SSN) cui concorre lo Stato, la relatrice osserva che essi sono pari a 96.000 milioni di euro per il 2007, 99.042 milioni di euro per il 2008 e 102.245 milioni di euro per il 2009, comportando così la necessaria certezza in merito al finanziamento del sistema, con particolare riferimento alla possibilità delle regioni di programmare la spesa e alla garanzia della prestazione dei livelli essenziali di assistenza. Rileva quindi che una quota di 50 milioni di euro annui, come del resto già disposto dalla legislazione vigente, è destinata all’ulteriore finanziamento dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma. I richiamati importi includono anche lo stanziamento integrativo pluriennale di 1.000 milioni di euro, previsto dalla scorsa legge finanziaria, che viene pertanto limitato all’anno 2006.

Quanto al comma 414, lettere a) e b), osserva la previsione dell'istituzione di un Fondo transitorio, con una capienza pari a 1.000 milioni di euro per il 2007, destinato alle Regioni nelle quali si è registrato un elevato disavanzo a condizione che queste ultime stipulino programmi di rientro dello squilibrio economico e innalzino l’addizionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). La relatrice osserva in proposito che il citato Fondo rappresenta uno strumento importante ai fini della trasparenza e dell'efficacia della spesa sanitaria delle regioni.

Prosegue rilevando come, in base alla lettera c) del comma 414, il meccanismo di incremento automatico delle aliquote sia esteso anche agli anni successivi al 2006. La lettera b) del comma 414 dispone altresì che, in caso di mancato conseguimento degli obiettivi intermedi, è disposto l’automatico innalzamento - per l’anno di imposta dell’esercizio successivo - delle imposte citate oltre i livelli massimi previsti dalla legislazione vigente e fino alla copertura integrale dei disavanzi. Nel caso inverso di miglioramento dell’andamento della spesa rispetto agli obiettivi intermedi prefissati, la regione potrà invece disporre una riduzione di tali imposte sempre per l’anno di imposta dell’esercizio successivo. In base all’ultimo periodo della lettera b), gli interventi individuati dai programmi operativi di riorganizzazione del servizio sanitario regionale sono vincolanti per la regione che ha sottoscritto il richiamato accordo e le determinazioni in esso previste possono comportare effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima regione in materia di programmazione sanitaria. La relatrice osserva che tale disposizione parrebbe incidere indirettamente sul sistema delle fonti regionali, così da rendere opportuno un approfondimento in termini di compatibilità con l’assetto istituzionale delineato nel Titolo V della Costituzione.

Circa il comma 414, lettera d), rileva che esso modifica la disciplina delle anticipazioni di tesoreria per il finanziamento della spesa sanitaria corrente: le anticipazioni di tesoreria vengono aumentate dal 95 al 97 per cento delle somme dovute "a titolo di finanziamento della quota indistinta" (la restante quota del 3 per cento, sarà versata alle regioni secondo le modalità della disciplina ‘premiale’ o ‘incentivante’); attivate a partire dal conseguimento dell’intesa sulla ripartizione in sede di Conferenza Stato-Regioni, senza attendere la successiva delibera del CIPE; vincolate, per una quota-parte delle maggiorazioni, al rispetto dei limiti di spesa e, in particolare, all’esito positivo della verifica che di quel rispetto e di quei limiti è fatta da un apposito «tavolo tecnico» istituito nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni. La disciplina delle anticipazioni stabilita per le regioni a statuto ordinario è peraltro estesa alla Regione Sicilia. Al riguardo, la relatrice segnala che il comma 435 aumenta progressivamente la misura della partecipazione della regione Sicilia al finanziamento del SSN nel suo territorio, stabilendo allo scopo le seguenti quote: 44,85 per cento per il 2007, 47,05 per cento per il 2008 e 49,11 per cento per il 2009. Aggiunge che, relativamente alla regione Sardegna, ai sensi del comma 439 dal 2007, essa provvederà al finanziamento del SSN sul proprio territorio senza apporti a carico dello Stato.

Nel richiamare l'attenzione sul tema della spesa farmaceutica, la relatrice fa presente come, stando alla lettera f) del comma 414, siano confermate per gli anni 2007 e seguenti le determinazioni assunte dal dicembre 2005 al settembre 2006 dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ai fini del contenimento della spesa farmaceutica, consistenti nella riduzione del 10 per cento del prezzo dei farmaci, nello sconto dello 0,6 per cento a carico del produttore e in una rimodulazione del prontuario con riferimento ai prodotti per i quali si è registrato un incremento significativo dei consumi nel 2006.

In merito alla seguente lettera g), nota come venga modificata la disciplina vigente in materia di accesso al contributo integrativo dello Stato previsto per le regioni che abbiano raggiunto gli obiettivi di contenimento della spesa nel comparto farmaceutico, estendendolo anche alle regioni che abbiano registrato un disavanzo della spesa farmaceutica territoriale, purché adottino un provvedimento che preveda una quota per confezione rivolta ad assicurare il ripiano del 40 per cento del disavanzo e della spesa farmaceutica non convenzionata, subordinatamente alla presentazione di uno specifico piano di rientro. La relatrice osserva in proposito che tale misura costituisce un provvido incentivo rivolto alle regioni ai fini del necessario equilibrio finanziario.

Rileva poi che la seguente lettera h) dispone modifiche alla procedura per la definizione dei percorsi diagnostici e terapeutici, ai fini di un utilizzo appropriato delle risorse finanziarie del SSN. Tali percorsi sono costituiti, da un lato, dalle linee guida dettate dalla Commissione nazionale sulla appropriatezza delle prescrizioni e, dall’altro, dai percorsi definiti dal Ministro, d’intesa con la Conferenza Stato Regioni, su proposta del Comitato strategico del Sistema nazionale linee guida, integrato da un rappresentante dell’ordine dei medici.

La relatrice segnala quindi la previsione di aumento da 17 a 20 miliardi della spesa complessiva pluriennale per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed ammodernamento tecnologico di cui all’art. 20 della legge n. 67 del 1988, particolarmente necessario a sanare le persistenti inadeguatezze strutturali, gravi in modo particolare nelle regioni meridionali.

Relativamente alle prestazioni di laboratorio automatizzabili, la relatrice rileva che, rispetto alla disposizione originaria, nella quale si demandava ad apposito decreto ministeriale l’individuazione di quelle che potevano essere eseguite con metodiche automatizzate - le cui tariffe sarebbero dovute essere ridotte del 50 per cento - la Camera ha apportato significative modifiche, per cui la lettera l) del comma 414 prevede in particolare, che le strutture private accreditate, ai fini della remunerazione delle prestazioni rese per conto del SSN, pratichino uno sconto pari al 2 per cento o al 20 per cento a seconda del tipo di prestazioni di diagnostica di laboratorio prevista dal medesimo decreto ministeriale. Fermi restando i predetti sconti, è prevista l'adozione da parte delle regioni di un piano di riorganizzazione della rete delle strutture pubbliche e private accreditate eroganti prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio.

La successiva lettera m) è volta, prosegue la relatrice, a correggere la tendenza ad un ricorso spesso eccessivo alle prestazioni specialistiche e di pronto soccorso. Sono pertanto introdotti nuovi ticket, con esclusione dei soggetti esenti, sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale, nonché sulle prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero, classificate con il "codice bianco" o con il "codice verde", ad eccezione dei casi di avvelenamenti acuti e di traumatismi. E' stata inoltre soppressa la norma originaria che faceva salve le disposizioni regionali concernenti la previsione di ticket di maggiore entità sulle prestazioni di pronto soccorso ed è stato specificato che i ticket relativi alle prestazioni suddette non sono dovuti dagli assistiti non esenti di età inferiore ai quattordici anni. La relatrice pone in rilievo la disposizione di cui al comma 414, lettera n), che prevede la modifica degli allegati al decreto del 29 novembre 2001 sui livelli essenziali di assistenza, al fine di ampliare sia le prestazioni da erogare in sede ambulatoriale anziché ospedaliero, sia le prestazioni erogabili in regime di ricovero ospedaliero diurno.

Rileva quindi che, ai sensi del comma 414, lettera o), i cittadini che non ritirano i risultati di analisi o visite, anche se esenti dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, sono tenuti a pagare l’intero costo della prestazione, secondo quanto sarà disposto da provvedimenti regionali. Si tratta al riguardo di una disposizione volta a responsabilizzare gli utenti e disincentivare la richiesta di prestazioni inappropriate.

La relatrice si sofferma successivamente sulle disposizioni riguardanti la disciplina dell’accreditamento delle strutture private (comma 414, lettere p), q) e r)) secondo cui dal 1° gennaio 2008 cesseranno gli accreditamenti transitori; dalla medesima data i nuovi accreditamenti saranno subordinati ad un provvedimento regionale di ricognizione e di determinazione della capacità produttiva; dal 1° gennaio 2010 avranno termine gli accreditamenti provvisori.

In tema di dispositivi medici, il comma 414, lettera s), intende favorire un ribasso dei prezzi dei dispositivi che maggiormente incidono sulla spesa sanitaria, attraverso l’individuazione di nuovi prezzi da assumere come base d’asta per le forniture del SSN e la realizzazione di nuovi studi in materia. La relatrice osserva in proposito l'esigenza di un'adeguata valutazione complessiva sul sistema dei prezzi al fine di contrastare la tendenza ad eccessive e ingiustificate differenze.

La successiva lettera t) è volta a modificare la disciplina sull’obbligo per il medico di attenersi alle indicazioni terapeutiche e alle modalità di somministrazione indicate dagli organismi competenti al momento dell’autorizzazione all’immissione in commercio. In particolare, viene circoscritta la facoltà del medico di procedere ad un diverso impiego del farmaco in quanto ritenuto più idoneo di altri prodotti in commercio ai soli casi di sperimentazione clinica di cui al decreto-legge n. 211 del 2003, prevedendo in caso contrario l’applicazione di sanzioni disciplinari e l’adozione di provvedimenti regionali anche al fine di individuare responsabilità amministrative per danno erariale.

Passando a illustrare il comma 415, la relatrice rileva lo stanziamento di finanziarie aggiuntive per un importo pari a 2.000 milioni di euro per l’anno 2006, da ripartire fra le regioni. È poi confermato, per il 2006, lo stanziamento per le spese di funzionamento del Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (SiVeAS), mentre - nell’ottica di razionalizzare la spesa sanitaria - risulta ridotto quello per gli anni 2007 e 2008. Al fine di recepire le disposizioni del disegno di legge finanziaria nel Piano sanitario nazionale 2006-2008, il comma 417 ne prevede un aggiornamento.

La relatrice fa presente quindi come il disegno di legge finanziaria in esame rechi ulteriori specifiche disposizioni di particolare interesse. Segnala pertanto in primo luogo il comma 185 dell'articolo 18, inserito dalla Camera, che, modificando il regime di contribuzione obbligatoria in favore della fondazione Opera nazionale per l'assistenza agli orfani dei sanitari italiani (ONAOSI), ne limita l’obbligo ai sanitari pubblici dipendenti.

Quanto al comma 248, osserva come esso ridefinisca la disciplina sui vincoli alla spesa per il personale degli enti del SSN. Questi dovranno adottare le misure necessarie a garantire che la spesa per il personale per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 venga ridotta dell'1,4 per cento rispetto a quella del 2004. La relatrice rileva in proposito l'esigenza di un'efficace riorganizzazione strutturale, idonea a ridurre laa spesa senza compromettere le potenzialità del servizio.

Con riferimento al settore farmaceutico, la relatrice rileva come, in armonia con le politiche di liberalizzazione caratterizzanti l'azione del Governo, i commi da 418 a 421 dispongano - con una norma transitoria fino al 31 dicembre 2007 - che il prezzo al pubblico dei medicinali non soggetti a prescrizione medica sia stabilito da ciascun rivenditore, con modalità trasparenti. Nel medesimo ambito, i commi 431 e 432 prevedono un accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni al fine della definizione di un programma per l’impiego delle risorse destinate alle iniziative di farmacovigilanza e di informazione sulle proprietà, sull'impiego e sugli effetti indesiderati dei medicinali, nonché per le campagne di educazione sanitaria sulla materia e dettano disposizioni volte a rendere più chiara la leggibilità della data di scadenza e del numero di lotto riportati sulle confezioni di medicinali per uso umano. A parere della relatrice le misure descritte sono più efficaci, ai fini della riduzione della spesa farmaceutica dell'introduzione di ticket,verso cui già si sono peraltro orientate diverse regioni.

La relatrice rileva inoltre che i commi da 422 a 424 istituiscono un Fondo per il cofinanziamento di progetti volti a superare le disomogeneità tra le diverse aree territoriali nell’attuazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale. La dotazione del fondo è pari a 65,5 milioni di euro annui per il triennio 2007-2009.

Il successivo comma 425 prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro nel 2007 e di 18 milioni di euro annui per il biennio 2008-2009 al fine della prosecuzione nelle regioni meridionali e insulari degli interventi di screening oncologici previsti dalla legislazione vigente. La relatrice sottolinea la congruenza di tale previsione rispetto alla persistente esigenza di un riequilibrio nell'efficacia del servizio sanitario a favore delle regioni meridionali.

La relatrice, soffermandosi sul comma 426, del medesimo articolo 18, inserito dalla Camera, osserva che esso reca alcune novelle all’articolo 50 del decreto-legge n. 269 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 326 del 2003, riguardante l’introduzione della tessera sanitaria. L'ambito di applicazione del sistema di rilevazione e di collegamento dei dati relativi alla tessera sanitaria è esteso ai dispositivi di assistenza protesica e di assistenza integrativa ed alle strutture di erogazione. Inoltre, a partire dal primo luglio 2007, il Ministero dell’economia e delle finanze renderà disponibile il collegamento in rete dei medici del SSN per la trasmissione telematica dei dati delle ricette al Ministero stesso e delle certificazioni di malattia all’INPS. In relazione alla trasmissione telematica dei dati delle ricette, si riconosce un contributo per l’anno 2008, in favore dei medici convenzionati con il SSN, nel limite complessivo di 10 milioni di euro. È inoltre prevista l’esclusione delle strutture di erogazione dei servizi sanitari non autorizzate al trattamento del codice fiscale dell’assistito dall'accesso al codice fiscale medesimo, nell'ambito del sistema di collegamento dei dati rilevati in base alla tessera sanitaria. Si ricorda che la norma attuale già esclude dall'accesso al codice fiscale le farmacie pubbliche e private.

La relatrice prosegue osservando come il comma 427 dia facoltà all’autorità competente di disporre la decadenza dall’autorizzazione all’esercizio della farmacia nei confronti del farmacista titolare di farmacia privata o di direttore di una farmacia gestita da una società di farmacisti, che sia stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per il reato di truffa nei confronti del SSN. La decadenza è sempre dichiarata quando il danno accertato in sentenza sia superiore a 50.000 euro. Quando la truffa ai danni del SSN, accertata con sentenza passata in giudicato, sia posta in essere da altro sanitario che, personalmente o per il tramite di una società di cui sia responsabile, eroghi servizi per conto del SSN, il comma 428 prevede l’avvio immediato delle procedure di risoluzione del rapporto con il SSN. Il rapporto è risolto di diritto in caso di danno accertato superiore a 50.000 euro.

Osserva poi che il comma 429 reca una quota delle risorse destinate al finanziamento di progetti di ricerca sanitaria di cui alla tabella C allegata al disegno di legge finanziaria per gli anni 2007, 2008 e 2009 con i seguenti vincoli: 10 milioni per progetti proposti dagli Istituti zooprofilattici sperimentali in materia di sicurezza degli alimenti; 9 milioni per il finanziamento di progetti concernenti il miglioramento degli interventi di diagnosi e cura delle malattie rare anche in riferimento alla facilitazione della erogazione ai pazienti dei farmaci orfani, l’utilizzo delle cellule staminali e la qualificazione ed il potenziamento delle attività di tutela della salute nei luoghi di lavoro. Il comma 430 autorizza lo stanziamento di 8 milioni per gli anni 2007, 2008 e 2009 in favore dell’Istituto superiore di sanità, ai fini del completamento delle attività relative alla tutela della salute pubblica, di sorveglianza dei fattori critici incidenti sulla salute e di gestione dei registri nazionali previsti dalla vigente legislazione.

La relatrice segnala poi le disposizioni di cui al comma 434, che prevede la creazione di un Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, i commi 750 e 751, che recano stanziamenti aggiuntivi a favore del fondo per le politiche della famiglia, il comma 775 che incrementa il fondo nazionale per le politiche giovanili, nonché i commi 760 e 761 che istituiscono il fondo per le non autosufficienze, di cui era ormai da tempo avvertita l'esigenza da parte delle diverse forze politiche.

Con riferimento alle tabelle allegate al disegno di legge finanziaria, la relatrice segnala che la Tabella A, recante stanziamenti per le spese di natura corrente derivanti dai provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio di riferimento, prevede, con riguardo al Ministero della salute, una dotazione pari a 103.000.000 euro per il 2007 e di 104.000.000 euro annui a decorrere dal 2008. Non sono invece contemplati accantonamenti per il Ministero della salute nella Tabella B, recante stanziamenti per le spese in conto capitale derivanti dai provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio di riferimento.

La Tabella C - che concerne le norme per le quali la quantificazione delle dotazioni finanziarie permanenti è rimessa alla legge finanziaria - opera alcune rimodulazioni, inerenti allo stato di previsione del Ministero della salute, rispetto agli stanziamenti stabiliti dalla legislazione vigente. In proposito, rileva che ai valori iscritti nella medesima Tabella C occorre applicare la riduzione globale disposta, in termini lineari, dall'articolo 18, comma 208, del presente disegno di legge finanziaria e che gli importi così risultanti devono sommarsi algebricamente con la riduzione derivante dal summenzionato taglio di cui all'articolo 18, comma 206, qualora la voce di spesa rientri nell'ambito di quest'ultimo taglio. Nello specifico, l'articolo 18, comma 206, del disegno di legge finanziaria opera, per gli anni 2007, 2008 e 2009, un taglio "trasversale" della spesa dei Dicasteri relativa - salve talune eccezioni - ai consumi intermedi, ai trasferimenti correnti, alle altre uscite correnti ed alle spese in conto capitale. Detta decurtazione si sovrappone, sommandosi algebricamente, anche agli eventuali incrementi o riduzioni (delle singole voci di spesa) previsti nel medesimo disegno di legge finanziaria.

Passando a considerare lo stato di previsione del Ministero della salute, rileva quindi che la riduzione derivante dal taglio suddetto ammonta complessivamente a 91.632,5 migliaia di euro per il 2007, a 103.370,5 migliaia di euro per il 2008 e a 90.035,5 migliaia di euro per il 2009. In base a tale somma algebrica, il fondo da destinare ad attività di ricerca e sperimentazione, di cui all'art. 12 del decreto legislativo n. 502 del 1992, è pari, per il 2007, a 304.845.000 euro, mentre, a legislazione vigente, la dotazione per il 2007 sarebbe pari a 269.500.000 euro (con un incremento, quindi, di 35.345.000 euro).

Relativamente alle Tabelle D (recante gli stanziamenti di spesa per il rifinanziamento di norme che prevedono interventi di sostegno dell’economia classificati tra le spese in conto capitale) ed F (recante rimodulazione di quote per il triennio 2006-2008 delle leggi di spesa in conto capitale pluriennali), la relatrice segnala che lo stanziamento relativo agli interventi in materia di edilizia sanitaria, di cui all'art. 50, comma 1, lettera c), della legge n. 448 del 1998, presenta un incremento di 400.000.000 euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008, una riduzione pari a 1.000.000.000 euro per il 2009 ed un incremento pari a 1.200.000.000 euro per il 2010. Di conseguenza, il combinato disposto delle Tabelle D e F contempla un incremento totale pluriennale pari a 1.000.000.000 euro.

 

Si svolge quindi un breve dibattito sull'ordine dei lavori, cui prendono parte i senatori TOMASSINI (FI), GRAMAZIO (AN), BAIO (Ulivo) e CURSI (AN), al termine del quale il presidente MARINO propone di stabilire il termine per la presentazione di eventuali emendamenti alla tabella del bilancio e di ordini del giorno alle ore 12 del 28 novembre prossimo.

 

La Commissione conviene.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


IGIENE E SANITÀ (12a)

Giovedì 23 novembre 2006

31a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Vice Presidente

SILVESTRI

indi del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 15 e 15-ter) Stato di previsione del Ministero della salute per l’anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5ª Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana di oggi, nel corso della quale il presidente SILVESTRI ricorda che era stata svolta la relazione introduttiva sui provvedimenti in titolo.

Dopo aver ricordato altresì che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti riferiti alla tabella di bilancio ed ordini del giorno è stato posto alle ore 12 di martedì 28 novembre, il Presidente dichiara aperta la discussione generale.

 

Ha la parola il senatore BODINI (Ulivo), il quale esprime una valutazione complessivamente positiva in merito alle misure approntate per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Questo beneficerà infatti di un effettivo e consistente incremento di risorse per il prossimo triennio, con conseguenze favorevoli rispetto alla possibilità delle Regioni di programmare con la dovuta certezza gli investimenti nel settore sanitario.

Ugualmente positivo è il suo giudizio sui meccanismi di contenimento della spesa delle Regioni, specialmente riguardo al personale e ai farmaci. Osserva che sono poste oltretutto le premesse per un riallineamento delle Regioni che negli ultimi anni hanno registrato il disavanzo più consistente. Dopo un cenno relativo alle disposizioni concernenti le anticipazioni di tesoreria per il finanziamento della spesa corrente, rileva come l’esigenza che nelle diverse Regioni venga assicurata l’omogeneità nella qualità delle spese in sanità sia tra i dati qualificanti la manovra finanziaria.

Ricapitola quindi brevemente i dati relativi agli stanziamenti previsti per l’ammodernamento e l’innalzamento del livello qualitativo delle strutture, destinati in particolar modo ad adeguare la sanità delle regioni meridionali a quella del resto del Paese.

Rispetto al tema dei ticket, rileva come l’incidenza di tale metodo di partecipazione alla spesa sanitaria sia destinato a rimanere sostanzialmente marginale per la generalità dell’utenza. L'introduzione del ticket appare peraltro congrua come mezzo di contrasto all’eccessivo e ingiustificato afflusso di utenti alle strutture di pronto soccorso. Menziona poi ulteriori misure che caratterizzano positivamente il disegno di legge finanziaria in esame, quali il programma per la riduzione del costo dei farmaci, l’incremento delle risorse destinate alla ricerca medica, l’inasprimento delle sanzioni contro gli illeciti, il sostegno alla lotta contro le malattie rare e alla diffusione dei farmaci orfani e si sofferma sull'opportuna attenzione ai bisogni delle famiglie e al problema delle patologie connesse ai fenomeni dell’immigrazione nonché, più in generale, della povertà.

Da ultimo dedica una riflessione al tema dei medici specializzandi, riguardo al quale preannuncia la presentazione di un ordine del giorno ed evidenzia la necessità di sanare la loro situazione dal punto di vista previdenziale, mediante un intervento nelle sedi più opportune nel corso dell'esame dei documenti di bilancio.

 

Il senatore IOVENE (Ulivo) rileva anzitutto che la manovra economica si fonda su tre pilastri: risanamento, sviluppo ed equità. Quanto al primo, si tratta di un obiettivo prioritario alla luce delle difficoltà economiche in cui versa la finanza pubblica, ed in particolare il comparto della sanità. Lo sviluppo, osserva il senatore, costituisce poi una finalità, efficacemente perseguita dal disegno di legge finanziaria, che non sarebbe stato possibile procrastinare. Con riferimento all'equità, l'oratore fa presente che esso risponde all'esigenza di operare un riequilibrio rispetto alle ingiustizie economiche e sociali determinatirsi nel corso degli anni.

Giudica indi positivamente il metodo seguito dal Governo nella redazione del disegno di legge finanziaria, che - soprattutto con riferimento al settore sanitario - ha condotto alla definizione di regole condivise, come testimonia la sottoscrizione del Patto per la salute.

Ritiene altresì importante l'incremento del Fondo sanitario nazionale, l'individuazione di un Fondo transitorio destinato alle Regioni che hanno registrato elevati disavanzi, nonché la previsione di significativi stanziamenti per l'edilizia sanitaria e l'ammodernamento tecnologico.

Né vanno poi dimenticati gli interventi volti a contenere i costi nel settore farmaceutico e a responsabilizzare i cittadini e gli operatori del settore.

Soffermandosi infine sulle politiche socio-sanitarie, a suo avviso trascurate negli ultimi anni, esprime apprezzamento per le misure volte a favorire la riduzione delle barriere architettoniche, la revisione della disciplina del congedo parentale, l'istituzione di un Fondo per le non autosufficienze, il rafforzamento per le politiche sociali e la reintroduzione del finanziamento derivante dal 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche per il sostegno del volontariato e della ricerca scientifica e sanitaria.

 

La senatrice BINETTI (Ulivo) osserva preliminarmente che i documenti di bilancio all'esame della Commissione hanno alcuni elementi in comune con i principi che hanno ispirato il decreto-legge n. 223 del 2006 in materia di liberalizzazioni del quale ella stessa è stata relatrice quando la Commissione igiene e sanità lo ha esaminato in sede consultiva. Esprime poi apprezzamento per le misure contenute nel disegno di legge finanziaria destinate al risanamento della spesa sanitaria sostenuta dalle regioni, riguardo alla quale evidenzia la necessità di mettere a punto alcuni indicatori che possano segnalare tempestivamente in che direzione si muovano le Regioni. In tal modo l'accesso al previsto Fondo transitorio costituirà uno strumento efficace, senza ingenerare la dannosa previsione di un intervento dello Stato pronto a sanare gestioni senza sufficiente controllo.

Con riferimento alla spesa farmaceutica, dopo aver rilevato la tendenza, a suo parere da contrastare, consistente nella preferenza per i farmaci di ultima generazione, sottolinea l'opportunità di verificare la diffusione dell'uso dei generici e di diffonderne l'acquisto anche nelle strutture ospedaliere, nonché di incentivare la produzione e la vendita delle confezioni monodose.

Sempre nel senso di una maggiore razionalizzazione delle risorse, ritiene utile l'approfondimento sulle linee guida da adottare per percorsi diagnostico terapeutici appropriati, in merito ai quali più precise indagini potrà svolgere l'istituita Commissione di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale.

Dopo aver ricordato le possibili economie di scala che deriverebbero da una migliore organizzazione dei laboratori convenzionati e soprattutto da una riduzione del loro numero, affronta il tema della ricerca sanitaria, esprimendo il suo assenso agli stanziamenti per la sicurezza degli alimenti e per le malattie rare, riguardo alle quali reputa opportuna l'individuazione di un numero limitato di centri di diagnosi e di studio. Sottolinea inoltre, in merito a tale punto, come il tema della ricerca legato alle cellule staminali, pur esistendo chiari limiti legislativi all'utilizzo delle cellule staminali embrionali, dovrebbe essere integrato con un esplicito riferimento alla ricerca da cellule staminale adulte o da cordone ombelicale.

Richiama poi la figura del ricercatore medico, particolarmente diffusa in altri paesi, e sottolinea l'utilità della sua diffusione anche in Italia per l'efficacia di uno studio vicino al paziente, anche in relazione a temi delicati affrontati attualmente della Commissione igiene e sanità, come quello dei pazienti in coma e di coloro che siano soggetti a nutrizione e idratazione.

Esprime infine vivo apprezzamento per la creazione dell'Istituto nazionale per la salute delle popolazioni migranti e per l'introduzione di misure legate alle politiche per la famiglia, per i giovani e per i non autosufficienti.

 

Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato gli intervenuti, rinvia il seguito della discussione generale ad altra seduta.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


IGIENE E SANITÀ (12a)

Martedì 28 novembre 2006

32a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 15 e 15-ter) Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2007.

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio.)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana del 23 novembre scorso.

 

Prosegue la discussione generale.

 

Il senatore CURSI (AN) osserva preliminarmente come il disegno di legge finanziaria presenti contorni non ben definiti per quanto attiene la ripartizione delle competenze fra lo Stato e le Regioni, così come configurata a seguito della riforma del titolo V della Costituzione, soprattutto per quanto attiene ai rilevanti problemi che attengono alla spesa sanitaria. Rileva inoltre che non è dato ancora oggi conoscere l'esito degli impegni che le Regioni hanno assunto in sede di patto per la salute, per i quali erano stabiliti termini precisi, scaduti o di imminente scadenza.

Osserva poi come sia radicalmente mutato in senso positivo l'atteggiamento delle Regioni in merito agli stanziamenti del Fondo sanitario nazionale, in passato sempre giudicato sottostimato. Tale atteggiamento, certo non giustificato da una sostanziale differenza delle cifre o da un maggior virtuosismo delle Regioni, sembra far dubitare delle vere motivazioni delle precedenti dichiarazioni.

In merito poi alla possibilità delle Regioni di andare oltre i tetti stabiliti per la spesa sanitaria, critica l'attuale meccanismo che di fatto consente di riversare sull'IRPEF e l'IRAP i comportamenti non virtuosi, invece di adottare le soluzioni più efficienti dal punto di vista dell'impiego delle risorse. Si chiede in proposito se debba considerarsi ancora in vigore la normativa che fa ricadere sulla responsabilità del direttore generale dell'ASL la mancata copertura del deficit dell'azienda stessa.

Manifesta la sua contrarietà all'introduzione dei ticket sulle visite specialistiche e sugli interventi di pronto soccorso, riguardo ai quali vi è sempre stata una rivendicazione di competenza da parte delle Regioni, preannunciando la presentazione di emendamenti volti alla loro abrogazione.

Ritiene inoltre che all'aumento di stanziamento per l'ammodernamento tecnologico, previsto dall'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, non corrisponde un adeguato incentivo per le Regioni ad utilizzare i fondi stanziati mediante la conclusione dei necessari accordi di programma.

Dopo aver sottolineato l'eseguità del Fondo per la non autosufficienza, che non attiene alle competenze del Ministero della Salute, critica la prevalenza del ministero dell'Economia in settori che concernano la salute, che sempre più finisce per essere considerata un mero prodotto. Conclude preannunciando la presentazione, presso la Commissione bilancio, di emendamenti volti a estendere, a favore dei soggetti danneggiati da emotrasfusioni, i benefici previsti dall'attuale normativa per altre categorie.

 

Il presidente MARINO rileva in merito all'ultimo punto che molti componenti della Commissione converranno sull'opportunità di presentare proposte emendative riferite al disegno di legge finanziaria.

 

Il senatore GHIGO (FI) rileva preliminarmente che la stipula del patto per la salute fra le Regioni ed il Governo ha condotto ad un risultato certamente positivo per quanto attiene allo stanziamento delle risorse finanziarie, che per l'anno 2007 ammontano a 96 miliardi di euro, da intendersi comunque comprensivi dei fondi necessari per soccorrere le Regioni in difficoltà. Osserva tuttavia come al buon risultato in termini di stanziamento ottenuto dalle Regioni non corrisponda da parte del Governo il raggiungimento dell'obiettivo della razionalizzazione della spesa sanitaria, che tuttavia rappresenta in termini percentuali rispetto al prodotto interno lordo una quota in linea con gli altri Paesi europei.

Ritiene che sarebbe stato utile vincolare gli stanziamenti a favore delle Regioni al perseguimento da parte delle stesse di comportamenti virtuosi, che purtroppo, secondo i dati che provengono dalla definizione dei disavanzi degli anni pregressi, non sembrano prevalenti.

A suo parere, in considerazione della non controllabilità della domanda in materia sanitaria, le Regioni spenderanno una somma superiore rispetto a quella stanziata e gli effetti di tale comportamento non potranno che ricadere sui cittadini.

I probabili disavanzi, che dovranno essere coperti con piani di rientro, utilizzando risorse proprie delle Regioni costringeranno le regioni stesse, oltre al taglio di altre spese, ad aumentare le aliquote di IRPEF e di IRAP, in misura non insignificante.

Sottolinea pertanto che l'attuale manovra, presentata dall'Esecutivo come finalizzata al raggiungimenti di una maggiore equità sociale, finirà con il produrre i suoi effetti negativi non solo sui ceti meno ambienti, ma anche sulle attività produttive, con inevitabili ricadute sull'intero comparto economico.

Dopo aver manifestato la propria sfiducia nell'efficacia dell'introduzione del ticket sul pronto soccorso, riguardo al quale preannuncia l'intenzione di presentare nelle sedi più opportune proposte emendative volte nella sua soppressione, nonché la contrarietà alla introduzione del ticket sulle visite specialistiche, svolge osservazioni negative riguardo alla regolamentazione della spesa farmaceutica. Osserva in proposito come il previsto abbattimento del costo dei farmaci, lungi dal consentire una reale situazione di controllo sulla spesa farmaceutica finirà, anche in virtù dell'attuale regolamentazione della spesa farmaceutica regionale, col mettere ulteriormente in difficoltà l'industria farmaceutica italiana, con effetti negativi per quanto attiene alla ricerca e allo sviluppo.

Conclude rilevando come complessivamente nei documenti di bilancio all'esame della Commissione il Governo non appare minimamente aver affrontato strutturalmente i problemi del finanziamento del settore sanitario, conducendo peraltro una politica contraria all'annunciato proposito del perseguimento di un migliore equilibrio sociale.

 

Il senatore TOMASSINI (FI), osserva in generale come l'attuale maggioranza, pur uscita dalle elezioni con un margine esiguo, anziché promuovere una politica suscettibile di essere condivisa più ampiamente, ha introdotto, attraverso l'attuale manovra finanziaria misure distruttive, vessatorie e, in taluni casi, ispirate anche alla cultura del sospetto fiscale, con un aggravio dei costi, destinato a ripercuotersi sui cittadini.

Ritiene che vi sia una diffusa contrarietà nel Paese rispetto ad un disegno di legge finanziaria che, pur apparentemente richiamandosi ad un principio di equità, non tocca la vera ricchezza, ma incide pesantemente sui ceti medi e sulle fasce più povere della popolazione, senza peraltro adottare misure strutturali e di sviluppo.

A suo parere vengono favoriti solo pochi grandi gruppi industriali, mentre sono intaccati beni essenziali fra i quali rientra senz'altro la tutela della salute.

Riguardo al tema specifico di competenza della Commissione, rileva alcuni apprezzabili elementi che, pur con qualche contraddizione, affiorano nel testo, quali taluni fondi per la ricerca, per la sicurezza alimentare e per le non autosufficienze.

Lamenta l'esiguità di finanziamenti essenziali soprattutto riguardo al personale sanitario, con inevitabili rischi per tutto il settore dell'emergenze e delle urgenze. Critica poi lo scarso sviluppo dato alla tessera sanitaria e le inefficaci misure in materie di farmaci, ove si rischia di incentivare farmaci generici senza le necessarie assicurazioni e garanzie.

Osserva inoltre come i tagli in tali settori, incidendo pesantemente sul bilancio delle aziende farmaceutiche, possano determinare una stasi nella ricerca e nella formazione, con una ricaduta sulla produzione di farmaci innovativi e per le malattie rare.

Con riferimento all'adozione del sistema dei ticket per il servizio di Pronto soccorso giudica la misura, oltre che pericolosa - in quanto introduce un contenzioso fra il cittadino e il medico - anche un modo per ignorare l'inefficienza e l'insufficiente offerta di servizi per quanto attiene alla medicina generale e al servizio di Guardia medica. Richiama a tal proposito anche i problemi annessi alla chiusura dei presidi sanitari più piccoli e il rischio di un incremento nel numero dei ricoveri.

Critica la riduzione del tariffario delle prestazioni dei laboratori accreditati anche alla luce della sua mancata estensione al settore pubblico; giudica negativamente l'introduzione del ticket per le visite specialistiche, che avvicina, a suo parere, tali prestazioni a quelle acquisibili nel settore privato e ritiene, riguardo alla riformulazione dei LEA, che il contenimento dei costi possa determinare una rinuncia a prodotti tecnologicamente validi.

Conclude dichiarando inaccettabili le misure adottate in quanto, tralasciando di affrontare i veri problemi della prevenzione, dell'accesso alle terapie, delle emergenze e del finanziamento sanitario, appaiono orientate alla salvaguardia del settore pubblico, a scapito di quello privato, finendo per far pagare di più i cittadini per un servizio di livello inferiore.

Il PRESIDENTE rinvia il seguito della discussione generale.


IGIENE E SANITÀ (12a)

Martedì 28 novembre 2006

33a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 15 e 15-ter) Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2007

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.

 

Il presidente MARINO avverte che sono stati presentati 14 ordini del giorno riferiti alle parti di competenza del disegno di legge finanziaria in titolo, nonché tre emendamenti alla tabella n. 15 del disegno di legge di bilancio. Invita i proponenti ad illustrare gli ordini del giorno nel corso della discussione generale.

 

I senatori TOMASSINI (FI), GRAMAZIO (AN), MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) e GHIGO (FI) ritengono preferibile che l'illustrazione degli atti di indirizzo avvenga solo successivamente alla discussione generale.

 

Il presidente MARINO, dopo aver assicurato che darà la parola al termine del dibattito ai senatori che ritengano preferibile illustrare gli ordini del giorno in una fase successiva, dà la parola alla senatrice Bianconi, iscritta a parlare nella discussione generale.

 

La senatrice BIANCONI (FI), dopo aver stigmatizzato l'assenza di numerosi esponenti delle forze di maggioranza, dichiara di condividere le considerazioni svolte dai senatori Ghigo e Tomassini nel corso del dibattito.

Con riferimento alla revisione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), recata nel disegno di legge finanziaria, sottolinea che si tratta di una questione prettamente politica e non certo assimilabile ad un mero atto amministrativo.

Lamenta indi che le misure contemplate non siano idonee a contrastare efficacemente le inefficienze nell'utilizzazione delle risorse destinate alla sanità, che invece dovrebbe rappresentare un obiettivo prioritario di un intervento nel settore.

Quanto alle disposizioni che introducono i ticket per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e per il pronto soccorso, ella argomenta la propria contrarietà giudicando l'intervento, da un lato, inefficace a ridurre le liste di attesa e, dall'altro, lesivo delle competenze regionali.

Né ritiene di poter condividere la previsione secondo cui tutti i cittadini, anche se esenti, dovranno corrispondere l'intero costo della prestazione qualora non ritirino i risultati delle analisi e delle visite. In proposito, rileva come essa comporti un aggravio burocratico, senza alcun vantaggio.

Entrando nel merito di altre disposizioni, critica l'esiguità degli stanziamenti destinati agli screening oncologici e sottolinea come si continui a finanziare l'edilizia sanitaria senza prospettare forme di controllo sui relativi impieghi.

Giudica altresì grave l'assenza di norme volte a risolvere alcune importanti criticità, come ad esempio il tabagismo, la bulimia e l'anoressia, nonché la scarsa attenzione all'individuazione di misure di contrasto al dolore, sia cronico che oncologico e alla promozione di attività sperimentale di farmaci innovativi, che ella auspica siano svolti dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA).

Avviandosi a concludere, esprime la propria contrarietà anche con riferimento alle innovazioni introdotte in materia di tariffe per prestazioni di laboratorio automatizzabili e di disciplina degli accreditamenti delle strutture private, che giudica estremamente penalizzanti per il settore.

 

La senatrice MONACELLI (UDC) lamenta l'assenza di linee strategiche in grado di coniugare le necessità imposte dal risanamento finanziario ed il rispetto delle prerogative costituzionali riconosciute alle regioni.

Soffermandosi in particolare sull'introduzione di ticket su prestazioni ambulatoriali e di pronto soccorso, ritiene che si tratti di una misura del tutto inadeguata a ridurre le liste di attesa. Al riguardo, coglie l'occasione per sottolineare come quest'ultimo fenomeno dipenda da altre cause, che dovrebbero indurre ad intervenire, ad esempio, potenziando il ruolo dei medici di famiglia, nonchè della medicina di base sul territorio.

Critica altresì le disposizioni in materia di tariffe per le prestazioni di laboratorio e di accreditamenti delle strutture private, che penalizzano un comparto che ha sino ad oggi svolto, a suo avviso, un prezioso ruolo di supplenza nei confronti del settore pubblico.

Relativamente all'edilizia ospedaliera, richiama l'opportunità di prefigurare un effettivo monitoraggio nei confronti delle regioni, onde verificare che le risorse siano impiegate in modo razionale.

Dopo aver lamentato la grave carenza di personale sanitario, cui il disegno di legge finanziaria non fa fronte, conclude rilevando che le norme volte a ridurre i prezzi dei dispositivi medici non tengono conto del conseguente scadimento della qualità.

 

Il senatore GRAMAZIO (AN) lamenta che le disposizioni recate nei provvedimenti in titolo sottendono, ancora una volta, la prevalenza delle esigenze economiche e finanziarie sui temi della salute.

Coglie inoltre l'occasione per criticare le recenti nomine dei componenti del Consiglio superiore di sanità, nelle quali sono stati a suo avviso seguiti criteri clientelari.

Soffermandosi indi sull'introduzione del ticket per prestazioni di specialistica ambulatoriale e di Pronto soccorso, ritiene che si tratti di una misura che, come del resto è stato evidenziato nelle realtà locali che lo avevano introdotto, è destinata a non arrecare benefici neanche dal punto di vista economico.

Quanto alla riduzione delle tariffe per prestazioni di diagnostica di laboratorio, ne evidenzia l'effetto penalizzante, anche in considerazione della circostanza che dette tariffe sono rimaste invariate sin dal 1996.

Né i provvedimenti in titolo, egli prosegue, individuano soluzioni efficaci al fine di ridurre le differenziazioni territoriali con riferimento agli interventi di ristrutturazione edilizia ed ammodernamento tecnologico di cui all'articolo 20 della legge n. 67 del 1988.

Lamenta poi l'assenza di investimenti volti a potenziare i servizi di emergenza sanitaria, che dovrebbero invece costituire a suo avviso una priorità.

Relativamente alle misure volte a risanare i disavanzi indotti dalla spesa sanitaria, egli lamenta la loro inadeguatezza, tanto più a fronte della mancata attuazione della vigente normativa che dispone specifiche sanzioni amministrative nei confronti dei responsabili che non adottino per tempo piani per il ripiano dei disavanzi.

In conclusione, egli ribadisce la propria contrarietà nei confronti della manovra economica che a suo avviso non affronta le principali criticità del settore.

 

Il presidente MARINO rivendica anzitutto l'attenzione del disegno di legge finanziaria sul tema della ricerca sanitaria, del resto indispensabile per accrescere la competitività del Paese. Al riguardo, ritiene importante riconoscere il ruolo strategico dei giovani ricercatori e puntare ad un loro maggiore coinvolgimento nella predisposizione e nell'attuazione di progetti di ricerca. Auspica pertanto che nello schema di rapporto vi sia un esplicito riferimento a tale esigenza.

Sempre in tema di ricerca sanitaria, esprime apprezzamento per gli stanziamenti disposti a favore delle malattie rare e coglie l’occasione per richiamare l'attenzione della Commissione sull'opportunità di avviare una iniziativa legislativa volta a introdurre una disciplina organica. Con riferimento a tale questione, illustra l'ordine del giorno 0/1183/2/12a, volto ad impegnare il Governo a sostenere, nelle sedi opportune, tale iniziativa.

Dopo aver illustrato l'ordine del giorno 0/1183/1/12a, giudica altresì importante l'incremento dello stanziamento destinato alla ristrutturazione edilizia e all'ammodernamento tecnologico, anche al fine di ridurre le differenze fra le diverse realtà territoriali. In proposito, occorre a suo avviso un particolare sforzo per superare la situazione di arretratezza che caratterizza in particolare talune regioni meridionali, con riferimento, ad esempio, a strutture per l'effettuazione di attività radiodiagnostica e radioterapia. Anche su tale tema, preannuncia l'intenzione di presentare una iniziativa legislativa.

Ritiene inoltre che l'esame del disegno di legge finanziaria possa rappresentare un'importante occasione per risolvere talune annose questioni nel settore sanitario, come ad esempio l’individuazione di indennizzi per i pazienti danneggiati a seguito di trasfusioni con sangue o emoderivati infetti.

Inoltre, auspica che siano riconosciute ai medici specializzandi le legittime aspettative contrattuali e previdenziali, in riferimento alle quali ricorda peraltro di aver trasmesso una lettera, sottoscritta da tutti i componenti della Commissione, al Presidente del Consiglio dei ministri, nonché ai Ministri della salute e dell'università e della ricerca.

Ritiene altresì importante che nel disegno di legge finanziaria siano inserite specifiche disposizioni volte ad incentivare la produzione e la vendita di confezioni monodose alle strutture ospedaliere, onde realizzare un significativo risparmio.

Auspica che le richiamate questioni possano essere recepite nello schema di parere che presenterà alla Commissione sui documenti in titolo.

 

Il senatore CAFORIO (Misto-IdV) dopo aver espresso apprezzamento per il disegno di legge finanziaria che a suo giudizio si avvia sul percorso di una vera programmazione dell'azione sanitaria, svolge alcune osservazioni in merito al sostanziale divario ancora esistente riguardo al livello delle prestazioni sanitarie fra il Nord e il Sud del Paese.

Giudica positivamente le misure volta a fronteggiare le truffe ai danni del Sistema sanitario nazionale con la previsione della decadenza dall'autorizzazione dell'esercizio della professione del farmacista, nonché le disposizioni orientate al contenimento della spesa farmaceutica.

Svolge poi osservazioni critiche sulle disposizioni volte ad acquisire dispositivi medici secondo il principio del massimo risparmio, anche in considerazione della discrezionalità di cui godono in materia le singole ASL, che rischiano di acquistare lo stesso prodotto a costi diversi o prodotti poco funzionali e scadenti.

Rileva quindi come sia necessario in tale campo tener conto delle differenze sostanziali che esistono fra i vari dispositivi in virtù della tipologia di assistenza cui essi sono destinati. Osserva come la strada della centralizzazione degli acquisti, che è stata tentata attraverso la CONSIP, non sembra aver dato soddisfacenti risultati.

Conclude rilevando che il disegno di legge finanziari non sembra offrire sufficienti garanzie per l'attuazione di alcune riforme che da tempo attendono di essere realizzate, come quella relativa all'assistenza protesica.

 

Il presidente MARINO propone di sospendere brevemente la seduta per consentire ai senatori iscritti a parlare, momentaneamente impegnati in altre Commissioni, di essere presenti.

 

La seduta sospesa alle ore 16, riprende alle ore 16,10.

 

Il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) riporta preliminarmente il giudizio negativo dell'OCSE in merito alla manovra finanziaria, a fronte invece dei rilievi positivi forniti dalla stessa organizzazione sui miglioramenti che si andavano profilando in materia di esportazione e di occupazione. Con riferimento alla materia sanitaria dichiara di condividere gli interventi svolti dai senatori dei gruppi di opposizione che lo hanno preceduto.

Si sofferma sulle misure volte alla revisione dei LEA, sulle quali risulta una apprezzabile convergenza delle varie forze politiche. Rileva a tal proposito come sarebbe opportuno introdurre, accanto alla previsione del rimborso per le parrucche contenuta in apposito ordine del giorno, anche quella per il linfodrenaggio e la pressoterapia peristaltica, terapie che risultano altrimenti di non facile accesso.

In merito al finanziamento della spesa sanitaria esprime critiche per un sistema che rischia di premiare proprio le regioni meno virtuose, consentendo che solo il 40 per cento dello sforamento rispetto agli stanziamenti previsti venga ripianato con le risorse delle regioni stesse.

Esprime rilievi critici sulla prevalenza del Ministero dell'economia rispetto a quello della salute e su una visione della sanità improntata a criteri economicisti. A tal proposito sottolinea come l'individuazione dei percorsi terapeutici appaia dettata, piuttosto che da principi di efficacia, da mere considerazioni di carattere economico e come, d'altro canto, le misure introdotte riguardo alle modalità di acquisto dei dispositivi medici possano condurre all'acquisto di beni tecnologicamente obsoleti e di scarsa qualità.

Ritiene che le norme volte alla riduzione degli importi delle prestazioni di laboratorio automatizzabili, contenute nel disegno di legge finanziaria, peraltro applicata a tariffe ferme al 1996, avranno delle pesanti ricadute sul settore pubblico anche in termini di un numero maggiore di ricoveri.

Giudica negativamente anche l'introduzione del ticket per visite specialistiche e per il Pronto soccorso, rispetto al quale tuttavia ammette che sia opportuno evitare un uso inappropriato.

Critica decisamente la previsione contenuta nel disegno di legge finanziaria secondo la quale dal 2007 la regione Sardegna provvede al finanziamento del Servizio sanitario nazionale sul proprio territorio senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato, in ragione di maggiori somme che dovrebbero affluire al bilancio della regione soltanto però a partire dal 2011.

Dopo aver sottolineato l'importanza di un intervento significativo a favore dei danneggiati da emotrasfusioni ed in particolare dei talassemici, giudica del tutto insufficiente e risibile lo stanziamento effettuato per il Fondo per le non autosufficienze, peraltro lodevole nelle sue finalità.

 

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente MARINO dichiara chiusa la discussione generale.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo), intervenendo in sede di replica, esprime apprezzamento per il positivo dibattito svoltosi che ha consentito un proficuo confronto su testi che, al di là delle accuse di debolezza rivolte al Governo, risultano invece migliorati rispetto alla loro versione iniziale, grazie al positivo confronto con le forze politiche e le istanze sociali.

Valuta positivamente il riconoscimento effettuato dal senatore Ghigo sul raggiungimento da parte delle regioni di uno stanziamento migliore, per l'anno 2007 rispetto a quello precedente e ritiene, da parte sua, che tale giudizio possa estendersi anche agli anni 2008 e 2009. In tale quadro finanziario reputa che le regioni possano effettuare una adeguata programmazione della politica sanitaria, che consenta una razionalizzazione delle risorse.

Giudica opportuna l'operazione di trasparenza che si sta svolgendo da parte delle regioni al fine di appurare il livello di indebitamento raggiunto negli anni precedenti e sottolinea come, pur convenendo che in definitiva il deficit finisce, come previsto già dalla normativa vigente, per gravare sui cittadini, non sono emersi anche da parte dei Gruppi dell'opposizione indicazioni di una soluzione alternativa.

Segnala l'opportunità che le regioni perseguano tenacemente l'obiettivo di un'efficace programmazione anche la fine di una necessaria politica di investimenti nelle strutture e nella ricerca tecnologica, che tuttavia non trascuri il profilo umano delle prestazioni da modellare attentamente sui bisogni della persona.

Si tratta, prosegue la relatrice, di adeguare le strutture ospedaliere agli standard moderni, secondo le linee emerse anche a livello di Unione europea e recepite dalle Regioni, riequilibrando nel contempo l'offerta sanitaria fra Nord e Sud del Paese, anche sotto il profilo della dotazione tecnologica. In merito alle misure adottate sul Pronto soccorso, sottolinea la necessità di un uso corretto di tale struttura che deve essere riservata all'intervento per problemi urgenti e non come rimedio alla mancanza di altri più adeguati servizi.

Per quanto concerne il ricorso eccessivo e inappropriato di esami diagnostici, che alcune misure nel disegno di legge finanziaria tendono a limitare, ribadisce come occorra scoraggiare la tentazione di un consumismo che non assicura il diritto alla salute.

Riguardo al Fondo per le autonomie conviene sull'insufficienza del finanziamento, ma sottolinea l'importanza dell'impegno per l'avvio di un'opera volta inizialmente soprattutto alla segnalazione delle non autosufficienze e alla loro prevenzione.

La relatrice evidenzia poi gli aspetti positivi che emergono dai documenti di bilancio all'esame della Commissione che si sostanziano essenzialmente in una programmazione pluriennale della spesa, nella sua riqualificazione, nella revisione dei LEA, nell'incentivazione all'introduzione di nuove tecnologie e in una diffusa attenzione per i nuovi problemi sociali derivanti dall'invecchiamento della popolazione, dalla denatalità e dalla diffusione di stili di vita dannosi. Preannuncia, infine, la presentazione di una proposta di rapporto che terrà conto dei suggerimenti emersi dagli interventi svolti durante la discussione generale.

 

Il sottosegretario ZUCCHELLI, intervenendo a sua volta in sede di replica, giudica anzitutto importante che, sia le forze di maggioranza sia quelle di opposizione abbiano riconosciuto il ruolo strategico del Servizio sanitario nazionale, senza evidenziare alcun pregiudizio ideologico nei confronti dell'intervento pubblico.

Con riferimento alle disposizioni che prefigurano una revisione dei LEA, conviene che essa costituisce un atto politico e preannuncia la disponibilità dell'Esecutivo a tenere informato il Parlamento sugli sviluppi.

Riguardo indi alle disposizioni dirette a rafforzare il controllo sulla spesa farmaceutica, rivendica la necessità di operare un bilanciamento fra gli interessi delle industrie farmaceutiche e le esigenze di bilancio delle pubbliche amministrazioni. In proposito, preannuncia la disponibilità del Governo ad accogliere talune proposte emendative che mirino a tenere nel debito conto le necessità provenienti dal comparto farmaceutico.

Respinge poi le critiche rivolte alle norme tese a ridurre i prezzi dei dispositivi medici, sottolineando l'opportunità di operare un efficace controllo su una delle principali voci di spesa.

In merito all'introduzione dei nuovi ticket per le prestazioni ambulatoriali e per quelle di pronto soccorso, riconosce che si tratta di una misura dettata prevalentemente da considerazioni finanziarie. Ritiene tuttavia positiva la modifica introdotta nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, volta a ridurne l'entità e circoscriverne l'applicabilità, anche al fine di perseguire l'obiettivo di responsabilizzare gli utenti.

Sul tema delle liste d'attesa, egli prosegue, il Governo ha operato senza alcuna cesura rispetto agli indirizzi del precedente Esecutivo, condividendo l'importanza di un efficace governo della domanda di prestazioni.

Soffermandosi indi sulle novità introdotte in tema di accreditamento delle strutture private, giudica imprescindibile un serio impegno da parte delle Regioni a subordinare le autorizzazioni ad una previa verifica dei requisiti dei richiedenti.

Avviandosi a concludere, sottolinea che nel disegno di legge finanziaria non vi è alcun blocco delle assunzioni, che potranno pertanto essere effettuate, nel rispetto del previsto limite complessivo per tale voce di spesa.

Rivendica inoltre l'individuazione di scelte condivise con le Regioni, nell'ambito di un rapporto di continuo confronto volto ad evitare logiche conflittuali.

Conclude sottolineando che i documenti in esame sottendono il perseguimento di linee strategiche nel settore della sanità, dirette ad accrescere gli investimenti nell'ambito di una razionalizzazione della spesa.

 

Il presidente MARINO, dopo aver riformulato l'ordine del giorno 0/1183/1/12a prevedendo uno specifico impegno dell'Esecutivo anche con riferimento all'assistenza in relazione a procedure di linfodrenaggio e pressoterapia peristaltica e altre terapie atte a prevenire e curare le sindromi post-operatorie, invita i senatori che hanno presentato ordini del giorno ed emendamenti a darne illustrazione.

 

La senatrice BAIO (Ulivo) illustra l'ordine del giorno 0/1183/3/12a volto ad impegnare il Governo ad una particolare attenzione ai temi della bulimia e dell'anoressia, nonché ai relativi disturbi del comportamento.

Dà infine conto dell'ordine del giorno 0/1183/4/12a, diretto a rafforzare i servizi per la lungodegenza sul territorio nazionale e a sostenere l'assistenza dei familiari ai pazienti in stato di coma.

 

Il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) illustra l'ordine del giorno 0/1183/5/12a, volto a promuovere la rappresentanza di professionisti sanitari non medici in sede di rinnovi contrattuali presso l'ARAN, cui aggiungono le firme le senatrici BINETTI (Ulivo) e MONACELLI (UDC).

Si sofferma poi sull'ordine del giorno 0/1183/6/12a, diretto ad istituire un osservatorio nazionale con il compito di analizzare gli errori medici, nonché sull'ordine del giorno 0/1183/7/12a, in tema di tariffe relative alle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Con riferimento all'ordine del giorno 0/1183/8/12a, esso è volto a prevedere idonei indennizzi a favore dei pazienti talassemici, danneggiati da emoderivati infetti.

 

Accogliendo la richiesta del presidente MARINO di estendere l'impegno del Governo a tutti i pazienti che hanno riportato una patologia a seguito di trasfusione con sangue o emoderivati infetti, il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) riformula l'ordine del giorno in tal senso.

 

La senatrice BIANCONI (FI) illustra indi gli ordini del giorno 0/1183/9/12a, volto ad impegnare il Governo a ritirare il decreto, recentemente adottato, con cui è stato innalzato il quantitativo massimo di principio attivo di cannabis, detenibile per uso personale. Dà indi conto degli ordini del giorno 0/1183/10/12a,0/1183/11/12a, 0/1183/12/12a e 0/1183/13/12a, esprimendo soddisfazione per la convergenza dei Gruppi di maggioranza su tali atti di indirizzo.

Illustra indi le proposte emendative presentate alla Tabella n. 15, pubblicate in allegato al presente resoconto, soffermandosi anzitutto sull'emendamento 12ª-15-Tab.15.1, volto ad incrementare le risorse destinate alla lotta contro le sofisticazioni alimentari e le repressione del traffico illecito degli stupefacenti. Quanto agli emendamenti 12ª-15-Tab.15.2 e 12ª-15-Tab.15.3, essi sono diretti ad accrescere le risorse, rispettivamente, per il funzionamento del sistema informativo dei trapianti e per l'effettuazione di ricerche contro la sterilità e l'infertilità. Si passa poi all'espressione del parere del relatore sugli ordini del giorno, pubblicati in allegato al presente resoconto.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo), dopo aver raccomandato l'accoglimento degli ordini del giorno 0/1183/1/12a,0/1183/2/12a, 0/1183/3/12a, 0/1183/4/12a 0/1183/14/12a, di cui è firmataria, esprime parere favorevole sugli ordini del giorno 0/1183/8/12a, così come modificato dal proponente, 0/1183/10/12a, 0/1183/11/12a, 0/1183/13/12a, subordinatamente ad una riformulazione tesa a sopprimere il riferimento a determinate patologie costituenti linee di intervento prioritario verso cui indirizzare i progetti specifici e le risorse.

Il parere è invece contrario sugli altri ordini del giorno, ad eccezione dello 0/1183/5/12a, per il quale si rimette al Governo.

Conclusivamente preannuncia l'intenzione di rinviare l'espressione del parere sugli emendamenti nella seduta di domani, al fine di svolgere gli opportuni approfondimenti.

 

Il sottosegretario ZUCCHELLI esprime parere favorevole su tutti gli ordini del giorno presentati, ad eccezione dei 0/1183/5/12a, 0/1183/6/12a*, 0/1183/9/12a e 0/1183/12/12a, per i quali l'orientamento è contrario, nonché del 0/1183/8/12a, per il quale si riserva di svolgere uno specifico approfondimento. Con riferimento all'ordine del giorno 0/1183/5/12a, sottolinea l'inopportunità di un intervento governativo volto a modificare le regole della contrattazione collettiva, mentre relativamente al 0/1183/6/12a, fa presente che è già operante presso il Dicastero della salute una struttura incaricata di affrontare la questione degli errori medici.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


 ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

0/1183/1/12

MARINO, BAIO, BODINI, BASSOLI, IOVENE, BINETTI, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MASSIDDA, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, TOMASSINI, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, EMPRIN GILARDINI, VALPIANA

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

premesso che l'articolo 18, comma 414, lettera n), prevede la modifica degli allegati al decreto del 29 novembre 2001 sui livelli essenziali di assistenza;

considerato che uno degli effetti della sottoposizione alla chemioterapia dei soggetti affetti da forme tumorali è la perdita dei capelli;

rilevato che ciò determina un'evidente situazione di disagio nei rapporti interpersonali che rende necessario il ricorso ad una parrucca;

ritenuto che l'acquisto di tale protesi, lungi dall'essere una spesa voluttuaria, rappresenta un'ineludibile esigenza anche al fine di assicurare la dignità del paziente;

preso atto che la normativa vigente non riconosce alcun sostegno economico per l'acquisto di tali protesi;

 

impegna il Governo ad inserire, in sede di revisione del citato decreto del 29 novembre 2001, la fornitura di parrucche per i soggetti sottoposti alla chemioterapia nei livelli essenziali di assistenza (LEA), nonché la previsione di forme di assistenza in relazione a procedure di linfodrenaggio e pressoterapia peristaltica e altre terapie atte a prevenire e curare le sindromi post-operatorie..

 

 

0/1183/2/12

MARINO, BAIO, BODINI, BASSOLI, IOVENE, BINETTI, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MASSIDDA, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, TOMASSINI, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO

 

La 12ª Commissione permanente del Senato,in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge fmanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

espresso apprezzamento per l'individuazione di specifici finanziamenti triennali in funzione di contrasto alle malattie rare, con particolare riferimento all'ammontare, pari a 30 milioni di euro annui, del fondo per il cofinanziamento dei progetti attuativi del Piano sanitario nazionale (articolo 18, comma 423), nonché alla quota, pari a 3 milioni di euro annui, del fondo per la ricerca sanitaria (articolo 18, comma 429);

preso atto del ritardo dell'Italia rispetto alle principali realtà internazionali sul versante della legislazione sulle malattie rare e sui farmaci orfani;

rilevando l'opportunità che l'Italia si doti quanto prima di un idoneo strumento normativo, che assicuri idonee forme di assistenza farmaceutica per i pazienti affetti da patologie rare e adeguati incentivi per stimolare la ricerca, la produzione e l'immissione sul mercato di farmaci orfani;

 

impegna il Governo a promuovere e sostenere l'introduzione di una disciplina organica nel settore delle malattie rare e dei farmaci orfani.

 

 

0/1183/3/12

BAIO, MARINO, BODINI, BASSOLI, IOVENE, BINETTI, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MASSIDDA, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, TOMASSINI, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

l'aumento esponenziale dei casi di bulimia ed anoressia e dei correlati disturbi del comportamento rende evidente in modo drammatico la diffusione, in particolar modo fra gli adolescenti, di queste malattie;

 

impegna il Governo:

a monitorare il fenomeno di tali disturbi , nonché a reperire le risorse necessarie al fine di istituire, all'interno delle strutture ospedaliere, servizi adeguati ad affrontare i problemi relativi alla fase acuta e ad offrire un adeguato supporto psicologico necessario dopo il superamento di detta fase;

a provvedere a realizzare un'efficace campagna di informazione sull'anoressia e la bulimia e sui disturbi di comportamento ad essi correlati.

 

 

0/1183/4/12

BAIO, BODINI, BASSOLI, IOVENE, BINETTI, MARINO, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MASSIDDA, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, TOMASSINI, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, EMPRIN GILARDINI, VALPIANA

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

nel testo in esame non viene affrontato il drammatico e diffuso problema delle situazioni di coma e delle strutture che offrano adeguata assistenza;

 

impegna il Governo:

a verificare l'esistenza e la distribuzione dei servizi per la lungodegenza sul territorio nazionale;

a reperire le risorse necessarie al fine di provvedere all'istituzione, su tutto il territorio nazionale di adeguati presidi in modo da consentire ai familiari di coloro che si trovano in coma di stare vicino ai medesimi, diversificando l'offerta di servizi tra assistenza domiciliare ed assistenza residenziale.

 

 

0/1183/5/12

MASSIDDA, SANCIU, BIANCONI, CARRARA, COLLI, CURSI, GHIGO, GRAMAZIO, LORUSSO, TOMASSINI, TOTARO, MONACELLI, BINETTI, SILVESTRI

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che,

la legge 8 gennaio 2002, n. 1, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario, ha valorizzato, sia da un punto di vista professionale che manageriale, il ruolo dell'infermiere professionale;

l'articolo 4 della legge 10 febbraio 2006, n. 43, recante istituzione degli ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione, è finalizzato ad assicurare una maggiore qualificazione professionale degli operatori sanitari, non medici, attraverso un riordino dei percorsi accademici; in ltalia, secondo il rapporto OCSE, mancano oltre 40.000 infermieri, ed i giovani non si avvicinano a questa nobile professione anche per la remunerazione, troppo bassa rispetto alla qualità e alla quantità del servizio prestato;

 

impegna il Governo ad assicurare la presenza dei rappresentanti dei professionisti sanitari non medici al tavolo di lavoro, presso l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), nei periodici rinnovi contrattuali.

 

 

0/1183/6/12

MASSIDDA, SANCIU, BIANCONI, CARRARA, COLLI, CURSI, GHIGO, GRAMAZIO, LORUSSO, TOMASSINI, TOTARO

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

spesso vengono diffusi dati allarmanti su presunti casi di malpractice, o di «errori medici» che suscitano comprensibili reazioni di tutto il mondo medico e non solo, provocando lo stupore e la preoccupazione in tutti i cittadini, e minando in modo irreversibile il rapporto di fiducia tra medico e paziente;

certamente non si può negare la possibilità di errori medici, imprevedibili e comunque sempre involontari, non valutabili secondo le dimensioni allarmistiche diffuse dai dati riportati, ma è necessario ricordare anche le condizioni non ottimali in cui a volte il medico è costretto a lavorare, derivanti da organici insufficienti, basse risorse economiche, mancanza di posti letto, e così via;

 

impegna il Governo

ad attivarsi per istituire un osservatorio nazionale sui problemi inerenti questo argomento coinvolgendo i rappresentanti dei sindacati medici direttori sanitari, i direttori generali, le società scientifiche e i rappresentanti delle regioni per evitare che questa problematica provochi un accanimento ed una strumentalizzazione sul personale assistenziale e sulle strutture sanitarie in genere.

 

 

0/1183/7/12

MASSIDDA, SANCIU, BIANCONI, CARRARA, COLLI, CURSI, GHIGO, GRAMAZIO, LORUSSO, TOMASSINI, TOTARO, MONACELLI

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

il disegno di legge finanziaria per il 2007 prevede un drastico taglio degli importi delle tariffe massime praticabili per le prestazioni di diagnostica di laboratorio rese dalle strutture private accreditate;

da tale abbattimento conseguiranno, quasi certamente, uno scadimento a livello qualitativo delle prestazioni e servizi erogati dalle strutture suddette e, cosa assai grave, una riduzione sul territorio della presenza delle stesse;

altra grave conseguenza è il danno arrecato ai pazienti che possono incorrere in servizi scadenti a livello qualitativo e di sicurezza;

il provvedimento in esame, stabilendo un drastico taglio degli importi; provocherà la dispersione del patrimonio professionale, tecnico e scientifico di primissimo ordine, che pone allo stato attuale il nostro Paese in una posizione leader in Europa;

 

impegna il Governo:

ad attivarsi per rivedere il nomenclatore tariffario di tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali;

a istituire, con assoluta urgenza, il tavolo tecnico di confronto tra Governo, Regioni e associazioni di categorie pubbliche e private, al fine di risolvere i problemi normativi ed economici che riguardano la specialistica ambulatoriale.

 

 

0/1183/8/12

MASSIDDA, SANCIU, BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, COLLI, CARRARA, LORUSSO, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, BAIO, BASSOLI, BINETTI, BODINI, IOVENE, MARINO, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, EMPRIN GILARDINI, VALPIANA

 

La 12 Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

vi sono oltre 1.900 cittadini affetti da talassemia che hanno contratto infezioni e hanno subìto danni severi attraverso trasfusioni di sangue infetto e sono in attesa di essere indennizzati e risarciti;

il disegno di legge in esame ignora completamente i diritti pazienti che in seguito ad emotrasfusione con sangue o emoderivati infetti abbiano subìto un aggravamento della loro condizione di salute;

in particolare, il disegno di legge in esame dovrebbe prevedere l'esplicito riconoscimento a questi soggetti del diritto ad essere risarciti per il danno subìto, come previsto dall'articolo 3 del decreto-legge 23 aprile 2003, n. 89, convertito in legge, con modificazioni dalla legge 20 giugno 2003, n. 141;

tutte le vicende legislative inerenti la problematica del risarcimento da parte dello Stato ai soggetti danneggiati attraverso il contagio con il sangue o i derivati infetti ammettono una responsabilità pubblica, con successivo provvedimento normativo di supporto verso quei cittadini che sono stati fisicamente e/o psichicamente menomati, o resi addirittura perennemente infermi;

la legge n. 210 del 1992 e il decreto-legge 23 aprile 2003, n. 89, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 giugno 2003, n. 141, riconoscono un indennizzo, non solo ai pazienti emofilici, ma anche ai talassemici che hanno subìto un danno a seguito di trasfusione di sangue infetto;

nella passata legislatura, molto è stato fatto al fine di portare a rapido compimento tali contenziosi giudiziari, e in particolare, si ricorda che con il decreto-legge 23 aprile 2003, n. 89, è stata autorizzata la spesa di novantotto milioni e cinquecentomila euro per il 2003 e di centonovantotto milioni e cinquecentomila euro, sia per il 2004 che per il 2005 per il risarcimento dei soggetti emotrasfusi danneggiati da emoderivati infetti;

 

impegna il Governo

al fine di una corretta equiparazione dei diritti dei pazienti a prevedere tempestive ed idonee iniziative per superare l'iniqua discriminazione perpetrata nei confronti dei pazienti che hanno riportato una patologia a seguito di trasfusione con sangue o emoderivati infetti..

 

 

0/1183/9/12

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, LORUSSO, COLLI, MASSIDDA, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, MONACELLI

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

con decreto del 4 agosto 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 novembre 2006, il Ministro della salute, Livia Turco, ed il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, hanno innalzato da 500 milligrammi a 1.000 milligrammi il quantitativo massimo di principio attivo di cannabis detenibile per uso personale;

tale radicale correzione dei minimi tabellari delle sostanze stupefacenti, redatti dal precedente Governo appena otto mesi fa, depenalizza di fatto la detenzione fino a 40 dosi di cannabis, rispetto alle 20 dosi previste dalla normativa promossa dal precedente Esecutivo e può essere considerato un primo passo verso la legalizzazione delle droghe, a torto ritenute «leggere»;

segnali di questo tipo da parte del Governo sono ambigui o comunque fuorvianti per i giovani; i consumatori infatti sono per lo più giovani e giovanissimi e incoraggiati dalle nuove misure, saranno destinati a subire danni sempre più gravi alla loro salute;

l'assunzione di maggiori quantitativi, inoltre, può rappresentare un pericoloso avviamento verso altre sostanze stupefacenti;

il Governo ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini e di trasmettere messaggi che diano il senso, il valore della vita e aiutino le persone, soprattutto i giovani, a vivere ed affrontare le difficoltà;

un numero sempre più cospicuo di spacciatori sfuggirà alle maglie della giustizia ed il traffico di stupefacenti lieviterà ulteriormente, finendo per coinvolgere un numero crescente di adolescenti;

 

considerato che:

è molto grave, in un Paese che si definisce democratico, che modifiche di tale rilevanza e su temi così delicati e controversi, anche all'interno delle singole coalizioni sfuggano al confronto parlamentare e vengano adottati per via amministrativa e soprattutto senza le necessarie acquisizioni scientifiche, nella specie di ordine tossicologico, ma solo in base a prese di posizione di ordine ideologico;

rilevata pertanto la necessità di revocare il decreto, anche al fine di permettere una discussione sulle linee guida di una seria politica di prevenzione e di contrasto del traffico e della diffusione di sostanze stupefacenti;

 

impegna il Governo ad intraprendere formali iniziative per ritirare il decreto in questione.

 

 

0/1183/10/12

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, COLLI, CARRARA, LORUSSO, MASSIDDA, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, BAIO, BASSOLI, BINETTI, BODINI, IOVENE, MARINO, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, EMPRIN GILARDINI, VALPIANA

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

le azioni volte a contrastare il dolore, cronico e oncologico, devono essere obiettivo prioritario di un sistema sanitario realmente a misura del malato e criterio di verifica della qualità dei Sistemi Sanitari regionali;

il sollievo dal dolore trova ormai posto in codici deontologici e documenti internazionali;

con D.M. 28 settembre 1999 veniva istituito il Programma nazionale per la realizzazione di strutture per le cure palliative;

con le linee guida del 24 maggio 2001 venivano istituiti i Comitati senza dolore;

dalle ultime rilevazioni disponibili risultano essere 104 gli hospices attualmente in funzione, contro i 186 previsti, con una diffusione pesantemente disomogenea sul territorio nazionale, al punto che in alcune regioni non sono stati istituiti;

nel sistema sanitario italiano non si è ancora affermata la cultura della terapia antalgica, anche a causa dello scarso peso accordato alle attività di formazione degli operatori e alle poche iniziative nel campo dell'informazione ai cittadini;

vi sono ancora molte resistenze, anche a causa della complessità delle procedure burocratiche, alla prescrizione di farmaci oppiacei per contrastare il dolore;

nell'ambito delle patologie caratterizzate da un'alta incidenza del dolore, oncologica, traumatica, ortopedica, chirurgica, una fattispecie particolare è rappresentata dai pazienti in età pediatrica,

 

impegna il Governo:

ad attivare le necessarie procedure per la revisione della legislazione in materia di prescrizione e utilizzo di farmaci oppioidi antidolorifici;

a finanziare appositi percorsi di formazione che coinvolgano anche i medici di medicina generale per arrivare alla diffusione, su tutto il territorio nazionale, di una reale cultura della terapia antalgica;

ad emanare specifiche linee guida per contrastare il dolore in età pediatrica, anche attraverso la definizione di scale di rilevazione della sofferenza che tengano conto della specificità dell'età infantile;

a impegnare le Aziende sanitarie ad azioni volte a informare i propri operatori e i cittadini delle metodiche in uso per contrastare il dolore forzato.

 

 

0/1183/11/12

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, COLLI, CARRARA, LORUSSO, MASSIDDA, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, BAIO, BASSOLI, BINETTI, BODINI, IOVENE, MARINO, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, EMPRIN GILARDINI, VALPIANA

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

l'infezione da papilloma virus umano/HPV è causa necessaria per lo sviluppo del cancro alla cervice uterina;

l'infezione avviene per trasmissione sessuale e che il picco di maggior incidenza è tra i 18 e i 20 anni;

nel mondo, il cancro alla cervice uterina è per diffusione il secondo tumore maligno che colpisce le donne;

in Italia, ogni anno vengono diagnosticati 3.500 nuovi casi e che i casi di morte sono 1.700;

i programmi di prevenzione secondaria (screening) attualmente in uso hanno permesso negli ultimi anni una riduzione dell'incidenza e della mortalità del cancro alla cervice uterina, pur in presenza di una forte disparità di programmazione e trattamento nei diversi Sistemi sanitari regionali;

oltre al pap test, metodica attualmente in uso per gli screening della cervice uterina, si potrebbe utilizzare anche l'HPV test che secondo ricerche pubblicate ha dimostrato una maggiore efficacia;

dal prossimo anno sarà in vendita in Italia il vaccino contro il papilloma virus umano/HPV e si è dimostrato che tale vaccino è in grado di prevenire i casi di cancro causati dai tipi di virus presenti nel vaccino;

una campagna di vaccinazione, rivolta alle giovani generazioni, le proteggerebbe in età adulta dal rischio di contrarre il cancro alla cervice uterina;

 

impegna il Governo a:

predisporre azioni di sensibilizzazione delle donne, attraverso campagne di informazione aventi per oggetto il cancro alla cervice uterina e focalizzate su:

malattia;

cause;

prevenzione;

assicurare programmi efficienti di screening del cancro dell'utero in tutte le regioni del territorio nazionale, così come previsto dal decreto-legge 29 marzo 2004, n.81, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2004, n. 138;

facilitare alle donne l'accesso a nuove tecnologie di diagnosi (HPV test);

predisporre programmi di prevenzione primaria (vaccinazioni) volti a eliminare il cancro alla cervice uterina.

 

 

0/1183/12/12

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, COLLI, CARRARA, LORUSSO, MASSIDDA, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, MONACELLI

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

i dati statistici testimoniano che i disturbi mentali, seppure diversi per qualità e durata, interessano 2 milioni e 200 mila persone in Italia, con un numero estremamente elevato numero di suicidi, e che un trattamento tempestivo eviterebbe il pericolo di aggravamento, di cronicizzazione o di suicidio;

a fronte della rilevante diffusione delle patologie psichiatriche, i servizi disponibili sul territorio nazionale sono, nel complesso, inadeguati a fornire una risposta alla domanda di assistenza proveniente dai cittadini;

i servizi psichiatrici, si stima, trattino solo il 10 per cento delle persone che in un anno presentano disturbi psichiatrici e ciò, in parte per carenze strutturali, in parte per il timore di molti di dichiarare la propria condizione;

una vera riforma dell'assistenza psichiatrica non può prescindere dal superamento dell'accezione «psichiatria» per arrivare ad una nuova nozione di «salute mentale», connotata sia in termini di prevenzione e diagnosi precoce che in termini di miglioramento della qualità della vita;

è necessario focalizzare l'attenzione sull'integrazione in rete di tutti i servizi che oggi operano in maniera disaggregata, nonché sulla riorganizzazione e differenziazione delle diverse forme di assistenza oggi disponibili, anche individuando una nuova figura professionale di coordinatore interdipartimentale e interservizi;

i processi di riforma dovranno essere implementati con il supporto diretto sia delle famiglie dei malati, che devono rimanere parte integrante del percorso terapeutico, sia delle associazioni di familiari e di volontariato che rappresentano un risorsa fondamentale da valorizzare ulteriormente;

solo attraverso lo sforzo comune di tutte le figure e le istituzioni coinvolte nel problema, sarà possibile combattere lo stigma di cui sono fatti oggetto, ancora oggi, e indipendentemente dal tipo e dalla gravità della patologia, coloro che presentano disturbi mentali;

 

impegna il Governo:

a procedere ad una revisione della legge 13 maggio 1978, n. 180, in materia di accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori;

a responsabilizzare le regioni, affinché, in stretta collaborazione con gli enti locali e nel rispetto degli indirizzi generali nazionali, intervengano per riorganizzare l'assistenza psichiatrica;

a verificare che le regioni perseguano l'obiettivo di destinazione del 5 per cento dei fondi sanitari regionali alle attività di salute mentale;

ad adottare le misure necessarie per garantire l'assistenza ai pazienti per tutta la vita, anche dopo la morte dei genitori, quindi per affrontare il fenomeno del «dopo di noi».

 

 

0/1183/13/12

BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, COLLI, CARRARA, LORUSSO, MASSIDDA, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, BAIO, BASSOLI, BINETTI, BODINI, IOVENE, MARINO, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, EMPRIN GILARDINI, VALPIANA

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

le problematiche della salute delle donne sono cambiate in conseguenza al mutato ruolo sociale;

l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un allarme denunciando che le donne risultano essere sempre più svantaggiate rispetto agli uomini per quanto riguarda le problematiche sanitarie e che in ambito sanitario «differenze di genere» non sono tenute in debita considerazione;

che il report annuale dello IOM (Institute of Medicine) ha rilevato nelle proprie conclusioni che la differenza di genere apre interrogativi su molte problematiche che finora non sono state affrontate;

nella programmazione sanitaria nazionale emerge ancora la mancanza di un approccio complessivo ai temi della salute femminile, a differenza di quanto accade in ambito lavorativo e politico in cui si riscontra una grande attenzione al tema di provvedimenti legislativi settoriali;

pur riconoscendo che non esistono, nel nostro Paese, situazioni di palese discriminazione, vi è comunque una molteplicità di fattori che determinano uno stato di sostanziale svantaggio delle donne in tema di tutela alla salute;

ritenendo auspicabile che, quanto prima, si possa giungere ad una nuova cultura di programmazione sanitaria che sappia cogliere le specifiche dell'universo femminile, predisponendo una risposta assistenziale più adeguata e che tenga conto dei molteplici fattori presenti;

 

impegna il Governo,

coerentemente con le linee programmatiche tracciate dal Ministro Turco in Commissione,ad attivare le necessarie procedure volte a realizzare un autentico e profondo cambiamento culturale all'approccio delle problematiche connesse alla salute delle donne;

 

 

0/1183/14/12

BODINI, MARINO, BAIO, BASSOLI, IOVENE, BINETTI, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MASSIDDA, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, COLLI, CARRARA, LORUSSO, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, EMPRIN GILARDINI, VALPIANA

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

è da considerare prezioso e insostituibile l'apporto che i medici specializzandi offrono al funzionamento del Servizio sanitario nazionale, supportando di fatto i medici strutturati in tutte le funzioni assistenziali, talora anche coprendo carenze di organico e ricoprendo turni di guardia notturni e festivi, andando ben oltre l'orario contrattuale e le funzioni proprie di un medico in formazione;

 

impegna il Governo

a utilizzare le risorse già allocate al fine di regolamentare, nel più breve tempo possibile, la situazione dei medici specializzandi, attraverso la predisposizione di un contratto, valido su tutto il territorio nazionale, che, rifacendosi al testo del decreto legislativo n. 368 del 1999, preveda un inquadramento di tipo subordinato a tempo determinato, nonché un trattamento previdenziale conseguente.

 


IGIENE E SANITÀ (12a)

Mercoledì 29 novembre 2006

34a Seduta

Presidenza del Presidente

MARINO

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relativa Nota di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 15 e 15-ter) Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2007.

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Rapporto favorevole con osservazioni)

 

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.

 

Il presidente MARINO invita la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere i rispettivi pareri sulle proposte emendative presentate alla Tabella n. 15.

 

La relatrice BASSOLI dichiara di rimettersi al Governo.

 

Il sottosegretario GAGLIONE esprime parere contrario sulle proposte emendative. Coglie peraltro l'occasione per accogliere l'ordine del giorno 0/1183/8/12ª, su cui si era ritenuto opportuno svolgere alcuni approfondimenti, che investe una tematica, quella relativa agli indennizzi a favore dei pazienti i quali hanno contratto una patologia a seguito di trasfusione con sangue o emoderivati infetti, su cui assicura una particolare attenzione da parte del Governo.

 

Si passa indi alla votazione delle proposte emendative.

 

Previa verifica del numero legale, la Commissione, in esito a separate e successive votazioni, respinge gli emendamenti 12ª-15-tab.15.1, 12ª-15-tab.15.2 e 12ª-15-tab.15.3.

 

Con riferimento agli ordini del giorno, presentati al disegno di legge finanziaria, il presidente MARINO, dopo aver espresso apprezzamento per l'accoglimento da parte del Governo degli ordini del giorno 0/1183/1/12ª e 0/1183/2/12ª nella precedente seduta, dichiara di insistere per la votazione.

 

In dichiarazione di voto favorevole sull'ordine del giorno 0/1183/1/12ª, ha la parola la senatrice VALPIANA (RC-SE).

 

Posto in votazione, l'ordine del giorno 0/1183/1/12ª è indi accolto all'unanimità.

 

Sull'ordine del giorno 0/1183/2/12ª, interviene la senatrice EMPRIN GILARDINI (RC-SE), la quale dichiara di condividerlo, suggerendo tuttavia una riformulazione volta a specificare che l'impegno dell'Esecutivo è rivolto a sostenere iniziative parlamentari in materia di malattie rare.

 

Il presidente MARINO dichiara la propria disponibilità a riformulare l'ordine del giorno, al fine di impegnare il Governo a mettere in atto tutte le iniziative per un'idonea copertura finanziaria delle richiamate iniziative parlamentari.

 

Il senatore CURSI (AN) esprime perplessità in merito ad un eventuale riformulazione orientata a vincolare il Governo al sostegno di un'iniziativa parlamentare, che lo indurrebbe a ritirare la firma sull'ordine del giorno.

 

La senatrice BAIO (Ulivo) condivide invece la proposta di riformulazione avanzata dal Presidente.

 

Seguono indi gli interventi dei senatori MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA), che richiama l'opportunità di un impegno del Governo a sostegno di iniziative legislative sul versante delle malattie rare, e del senatore TOMASSINI (FI), il quale auspica la convergenza su un atto di indirizzo che interviene su un tema di estremo rilievo.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo) e il sottosegretario GAGLIONE si esprimono favorevolmente su un'eventuale riformulazione nel senso indicato dal Presidente.

 

Su proposta del senatore GRAMAZIO (AN), il PRESIDENTE conviene di accantonare l'ordine del giorno, onde sottoporre alla Commissione una sua riformulazione su cui possano convergere le forze politiche presenti.

 

Il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) dichiara di insistere nella votazione dell'ordine del giorno 0/1183/5/12ª, che non era stato accolto dal Governo.

 

Il senatore SILVESTRI (IU-Verdi-Com) preannuncia il proprio voto favorevole.

 

Il senatore CURSI (AN) dichiara a sua volta il voto favorevole sull'ordine del giorno e coglie l'occasione per stigmatizzare il ritardo con cui si sta procedendo a dare attuazione alla legge n. 43 del 2006, istitutiva degli ordini delle professioni sanitarie non mediche.

 

A nome del proprio Gruppo, anche il senatore TOMASSINI preannuncia il voto favorevole sull'atto di indirizzo, ricordando l'impegno comune di tutte le forze parlamentari nell'approvazione della legge n. 43 del 2006.

 

Il senatore CAFORIO (Misto-IdV) dichiara a sua volta il voto favorevole sull'ordine del giorno, che sottoscrive.

 

Il senatore BODINI (Ulivo) esprime invece, a nome del proprio Gruppo, orientamento contrario, richiamandosi alle considerazioni svolte nella seduta di ieri dal rappresentante del Governo.

 

Intervenendo in dissenso dal proprio Gruppo la senatrice BINETTI (Ulivo) preannuncia il proprio voto favorevole sull'ordine del giorno, ritenendo importante che sia riconosciuta la pari dignità delle professioni.

 

La senatrice EMPRIN GILARDINI (RC-SE) preannuncia il voto di astensione.

 

È indi posto ai voti ed accolto l'ordine del giorno 0/1183/5/12ª.

 

Il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) richiama i contenuti dell'ordine del giorno 0/1183/6/12ª, non accolto dal Governo, volto ad istituire un osservatorio nazionale per monitorare il fenomeno degli errori medici, che incidono significativamente sul rapporto di fiducia fra medico e paziente.

 

Il senatore TOMASSINI (FI) e GRAMAZIO (AN) dichiarano l'orientamento favorevole sull'ordine del giorno, qualora esso venga posto ai voti.

 

La senatrice VALPIANA (RC-SE) esprime invece la propria contrarietà sull'ordine del giorno, atteso che nell'attuale formulazione esso non prevede alcun coinvolgimento della società civile ed in particolare delle associazioni rappresentative degli interessi dei malati.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo) ribadisce l'orientamento contrario sull'ordine del giorno.

 

Su proposta del senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA), la Commissione conviene di accantonare brevemente l'esame dell'ordine del giorno.

 

La senatrice BIANCONI (FI) insiste indi per la votazione dell'ordine del giorno 0/1183/9/12ª.

 

Per dichiarazione di voto favorevole interviene la senatrice BINETTI (Ulivo), la quale suggerisce un'ampia riformulazione, cui subordina la propria firma. A tale riformulazione condizionano l'apposizione della loro firma i senatori BAIO (Ulivo), BOSONE (Aut) e CAFORIO (Misto-IdV)

 

La senatrice BIANCONI (FI) dichiara indi di ritirare l'ordine del giorno.

 

La senatrice BINETTI (Ulivo) fa proprio l'ordine del giorno testé ritirato, che riformula in nuovo testo (allegato al presente resoconto).

 

Il senatore SILVESTRI (IU-Verdi-Com) preannuncia il proprio voto contrario nei confronti di un atto di indirizzo che investe una tematica per la quale si è avviato un intenso confronto volto ad individuare soluzioni efficaci.

 

La senatrice SERAFINI (Ulivo) invita i proponenti a ritirare l'ordine del giorno, ritenendo preferibile la predisposizione di una apposita proposta emendativa al disegno di legge finanziaria, finalizzata a sostenere un'efficace campagna informativa contro l'utilizzo di sostanze stupefacenti. Con riferimento alla legislazione nel settore, sottolinea l'importanza di un proficuo coinvolgimento da parte di tutte le forze politiche al fine di individuare soluzioni condivise.

 

La senatrice BIANCONI (FI) dichiara di aggiungere la propria firma all'ordine del giorno testé riformulato.

 

Il senatore CURSI (AN) preannuncia, a nome del proprio Gruppo, la piena adesione all'ordine del giorno 0/1183/9/12a (nuovo testo), che dichiara di sottoscrivere. Coglie peraltro l'occasione per ricordare che, con riferimento al decreto ministeriale con cui è stato innalzato il quantitativo massimo di principio attivo di cannabis detenibile per uso personale, il suo Gruppo ha presentato un apposito atto ispettivo. Nega poi che la normativa varata nel corso della precedente legislatura sanzioni con la carcerazione l'uso della richiamato sostanza.

 

La senatrice EMPRIN GILARDINI (RC-SE) preannuncia il voto contrario della propria parte politica, ritenendo importante accordare priorità a soluzioni alternative rispetto all’approccio autoritario e repressivo scelto e voluto dalla precedente maggioranza. Giudica peraltro svilente affidare tematiche di tale rilievo ad un estemporaneo atto di indirizzo presentato nel corso dell’esame nei documenti di bilancio.

 

Il senatore BOSONE (Aut) propone una breve sospensione della seduta, al fine di poter meglio valutare le implicazioni derivanti dalla riformulazione dell’ordine del giorno.

 

Su tale proposta, segue un dibattito.

 

Il senatore TOMASSINI (FI) giudica che sarebbe grave sospendere la seduta, tanto più che le dichiarazioni di voto sono già state avviate.

 

La senatrice MONACELLI (UDC) ritiene politicamente significativo l’atteggiamento contraddittorio delle forze di maggioranza.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo) auspica di contro una breve interruzione onde approfondire i contenuti dell’atto di indirizzo, anche in considerazione della circostanza che, rispetto all’ordine del giorno originario, su cui aveva espresso il parere, quello in esame presenta una formulazione estremamente innovativa.

 

Il senatore CURSI (AN) dichiara di opporsi ad ogni ipotesi volta a dilatare i tempi di votazione dell’ordine del giorno.

 

La senatrice EMPRIN GILARDINI (RC-SE) lamenta che, a seguito della riformulazione dell’ordine del giorno, la Commissione è chiamata ad esprimersi su un testo con nuovi contenuti, che necessita pertanto un opportuno approfondimento.

 

I senatori GRAMAZIO (AN) e GHIGO (FI) invitano a non sospendere la procedura di votazione in corso.

 

La senatrice VALPIANA (RC-SE) chiede alla Presidenza se si tratti di un ordine del giorno nuovo, nel qual caso esso doveva essere considerato improponibile in quanto presentato oltre il termine convenuto in Commissione.

 

Il presidente MARINO (Ulivo) tiene a precisare che non si tratta di un ordine del giorno presentato tardivamente, bensì di una riformulazione dell’atto di indirizzo originariamente presentato dalla senatrice Bianconi, indi ritirato dalla stessa e fatto proprio dalla senatrice Binetti.

Ritiene tuttavia opportuna una breve sospensione, onde consentire alla relatrice di svolgere l’approfondimento richiesto, a tal fine, invita i rappresentati dei Gruppi ad esprimere una valutazione definitiva in tal senso.

 

Hanno indi la parola, a nome dei rispettivi Gruppi, la senatrice BIANCONI (FI), la senatrice MONACELLI (UDC), il senatore GRAMAZIO (AN), il senatore DIVINA (LNP) ed il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) che dichiarano la ferma contrarietà ad un eventuale sospensione della seduta, dettata dalla mancanza di una posizione comune all’interno della maggioranza sul tema delle sostanze stupefacenti.

 

Dopo un breve intervento della relatrice BASSOLI (Ulivo) , che sottolinea la legittimità della propria richiesta, il senatore TOMASSINI (FI) ribadisce la propria contrarietà ad ogni ipotesi di sospensione della seduta in corso, che, da un lato, sarebbe a suo avviso illegittima dal punto di vista Regolamentare e, dall’altro, rischierebbero di ampliare eccessivamente i tempi di esame dei documenti di bilancio, rendendo problematica l’espressione di un rapporto alla Commissione Bilancio.

 

Chiede indi di intervenire il sottosegretario GAGLIONE, il quale si associa alla richiesta di una breve sospensione, a suo avviso opportuna in considerazione del rilievo dei temi in esame. Riterrebbe peraltro proficua una ulteriore riformulazione dell’ordine del giorno, al fine di favorire la convergenza di altre forze politiche.

 

La senatrice BAIO (Ulivo), firmataria dell’ordine del giorno, nega la propria disponibilità ad eventuali riformulazioni.

 

Il PRESIDENTE prende atto dell’assenza di una posizione condivisa all’interno della Commissione e avverte che non si procederà ad alcuna sospensione dei lavori. Invita pertanto i senatori a concludere le dichiarazioni di voto.

 

Per dichiarazione di voto favorevole, ha la parola il senatore DIVINA (LNP), il quale giudica importante l’ampia condivisione fra le forze dell'opposizione e componenti della maggioranza sull’ordine del giorno in votazione.

 

Il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA), la senatrice MONACELLI (UDC) e il senatore GRAMAZIO (AN) preannunciano, a nome dei rispettivi Gruppi, il voto favorevole sull’ordine del giorno, che dichiarano di sottoscrivere.

 

Il senatore SILVESTRI (IU-Verdi-Com) dichiara la ferma contrarietà all’ordine del giorno in votazione, su cui registra orientamenti contraddittori all’interno della maggioranza.

 

L’ordine del giorno 0/1183/9/12a (nuovo testo) è indi posto ai voti e accolto dalla Commissione.

 

La senatrice BIANCONI (FI), dopo aver fornito assicurazioni in merito al favorevole atteggiamento del suo Gruppo politico sul prosieguo dei lavori della Commissione per poter giungere tempestivamente alla conclusione dell'esame dei documenti di bilancio, insiste per la votazione dell’ordine del giorno 0/1183/12/12a, che, posto in votazione, non è accolto.

 

Il presidente MARINO (Ulivo) presenta una nuova formulazione dell’ordine del giorno 0/1183/2/12a (allegato al presente resoconto), con la quale ha inteso recepire talune considerazioni emerse nel corso della seduta.

 

Dopo che la relatrice BASSOLI (Ulivo) ha espresso orientamento favorevole anche sulla riformulazione testé avanzata, ha la parola il sottosegretario GAGLIONE, il quale dichiara di accogliere l’ordine del giorno 0/1183/2/12a (nuovo testo).

 

Previe dichiarazioni di voto favorevoli dei senatori CURSI (AN) e DIVINA (LNP), la Commissione approva indi all’unanimità l’ordine del giorno 0/1183/2/12a (nuovo testo).

 

Il PRESIDENTE ricorda che era stato accantonato l’ordine del giorno 0/1183/6/12a.

 

Il sottosegretario GAGLIONE precisa che il Governo è già impegnato ad istituire in apposita struttura con il compito di monitorare il fenomeno degli errori medici e, pertanto, il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA) dichiara di non insistere per la votazione.

 

Concluso l’esame degli emendamenti riferiti alla Tabella n. 15 del disegno di legge di bilancio e degli ordini del giorno al disegno di legge finanziaria, la relatrice BASSOLI (Ulivo) illustra uno schema di rapporto favorevole con osservazioni.

 

La senatrice BIANCONI (FI) chiede di integrare lo schema di rapporto con un'ulteriore osservazione, diretta a richiamare l’importanza della regolamentazione dell’ippoterapia a livello nazionale.

 

La relatrice BASSOLI (Ulivo) dichiara di accogliere tale suggerimento e riformula di conseguenza lo schema di rapporto, in ordine al quale il sottosegretario GAGLIONE si esprime favorevolmente.

 

Per dichiarazione di voto, interviene la senatrice BIANCONI (FI), la quale, pur giudicando condivisibili le osservazioni recate nello schema di rapporto, dichiara di non poter aderire allo stesso, atteso giudizio contrario sulla intera manovra finanziaria.

 

Per dichiarazione favorevole, a nome dei rispettivi Gruppi, hanno la parola la senatrice BAIO (Ulivo) ed il senatore BOSONE (Aut), i quali esprimono apprezzamento per il proficuo lavoro della relatrice.

 

E’ invece contrario l’orientamento del senatore DIVINA (LNP).

 

La senatrice EMPRIN GILARDINI (RC-SE) preannuncia il voto favorevole, a nome del proprio Gruppo, sullo schema di rapporto nel quale si evidenziano i contenuti positivi della manovra economica, che segna, a suo avviso, una netta cesura rispetto all’impostazione seguita dal precedente Esecutivo.

Ciò premesso, dichiara tuttavia di non condividere talune misure, come ad esempio l’introduzione di ticket sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di pronto soccorso.

 

Il senatore SILVESTRI (IU-Verdi-Com), pur manifestando perplessità sull’introduzione dei richiamati ticket, giudica positivamente la manovra finanziaria ed in particolare la creazione di un Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti. Preannuncia pertanto il voto favorevole sullo schema di rapporto, del quale dichiara di condividere in particolare l’osservazione volta a sollecitare specifiche risorse a favore per la consulta sull’AIDS.

 

Il senatore CAFORIO (Misto-IdV) preannuncia il voto favorevole al nome del proprio Gruppo.

 

Il senatore TOMASSINI (FI), intervenendo sull’ordine dei lavori, stigmatizza l’atteggiamento della maggioranza che, a fronte della disponibilità manifestata dalle forze di opposizione a comprimere gli interventi in dichiarazione di voto per consentire la conclusione dell’esame degli atti in titolo entro il termine prefissato delle ore 13, non sta facendo altrettanto.

 

Il senatore CURSI (AN), dopo aver lamentato che è ormai stato superato il termine entro cui la Commissione avrebbe dovuto trasmettere il rapporto alla Commissione bilancio, esprime la propria contrarietà nei confronti dello schema di rapporto, anche con riferimento alle osservazioni in esso contenute, a suo avviso eccessivamente generiche e prive di idonee indicazioni di tipo finanziario.

 

Anche la senatrice MONACELLI (UDC) preannuncia il voto contrario del proprio Gruppo, ribadendo che la manovra economica è priva di linee strategiche, impone ai cittadini, con riferimento ad esempio all’introduzione dei ticket, inopportuni oneri ai pazienti e mostra scarsa attenzione nei confronti delle esigenze dei diversamente abili, come testimonia l’eseguità dei finanziamenti per il Fondo per le non autosufficienze.

 

Il senatore MASSIDDA (DC-PRI-IND-MPA), pur esprimendo apprezzamento per il lavoro della relatrice, dichiara di non poter aderire ad uno schema di rapporto favorevole. In particolare, giudica grave la scelta di addossare alla regione Sardegna l’intero finanziamento della sanità e del trasporto, senza prevedere idonee risorse.

Richiamandosi poi all'atteggiamento tenuto dalle forze di maggioranza nel corso dell'esame dell’ordine del giorno 0/1183/9/12a (nuovo testo), rivendica l'esigenza di garantire su tali temi ampia libertà di voto, come del resto era avvenuto all'interno dei Gruppi di maggioranza nella scorsa legislatura.

 

Il senatore GRAMAZIO (AN) giudica irrituale che si stia procedendo all’esame dei documenti in titolo nonostante sia stato superato il termine delle ore 13 entro cui la Commissione era tenuta a rendere il proprio rapporto alla Commissione bilancio.

 

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva lo schema di rapporto favorevole con osservazioni, illustrato dalla relatrice BASSOLI, così come modificato.


ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

0/1183/2/12a (nuovo testo)

MARINO, BAIO, BODINI, BASSOLI, IOVENE, BINETTI, POLITO, SERAFINI, CAFORIO, MASSIDDA, MONACELLI, BOSONE, SILVESTRI, BIANCONI, CARRARA, COLLI, GHIGO, LORUSSO, TOMASSINI, GRAMAZIO, TOTARO, CURSI EMPRIN, VALPIANA

 

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l’anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

espresso apprezzamento per l’individuazione di specifici finanziamenti triennali in funzione di contrasto alle malattie rare, con particolare riferimento all’ammontare, pari a 30 milioni di euro annui, del fondo per il cofinanziamento dei progetti attuativi del Piano sanitario nazionale (articolo 18, comma 423), nonché alla quota, pari a 3 milioni di euro annui, del fondo per la ricerca sanitaria (articolo 18, comma 429);

preso atto del ritardo dell’Italia rispetto alle principali realtà internazionali sul versante della legislazione sulle malattie rare e sui farmaci orfani;

rilevando l’opportunità che l’Italia si doti quanto prima di un idoneo strumento normativo, che assicuri idonee forme di assistenza farmaceutica per i pazienti affetti da patologie rare e adeguati incentivi per stimolare la ricerca, la produzione e l’immissione sul mercato di farmaci orfani;

 

impegna il Governo a porre in atto tutti gli atti istituzionali pertinenti e necessari per sostenere le iniziative legislative in questo settore, confermando l'impegno dei fondi economici previsti dal Piano sanitario nazionale e dal Fondo della ricerca.

 

 

0/1183/9/12a (nuovo testo)

BINETTI, BIANCONI, TOMASSINI, GHIGO, CARRARA, LORUSSO, COLLI, MASSIDDA, GRAMAZIO, CURSI, TOTARO, MONACELLI, BAIO, BOSONE, CAFORIO

 

La 12ª Commissione permanente del Senato, in sede di esame delle parti di competenza del disegno di legge finanziaria per l’anno 2007, con particolare riferimento all'articolo 18, comma 414,

 

premesso che:

con decreto del 4 agosto 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 novembre 2006, il Ministro della salute, della giustizia e della solidarietà sociale hanno innalzato da 500 milligrammi a 1.000 milligrammi il quantitativo massimo di principio attivo di cannabis detenibile per uso personale;

la correzione dei minimi tabellari delle sostanze stupefacenti depenalizza di fatto la detenzione fino a 40 dosi di cannabis rispetto alle 20 dosi previste dalla legge n. 49 del 2006;

segnali di questo tipo sono ambigui per i giovani che sono i principali consumatori di cannabis;

sentendo il dovere di tutelare la salute dei cittadini e di trasmettere messaggi che diano il senso, il valore della vita e aiutino i giovani ad affrontare le difficoltà;

 

considerato che:

il problema delle tossicodipendenze, nelle sue molteplici forme, richiede una grande prudenza e va affrontato contestualmente in tutti i suoi aspetti: dalla educazione, alla prevenzione, dalla cura al maggior recupero possibile;

qualunque modifica alle discipline vigenti richiede previamente l'attivazione di tavoli di confronto in cui possano interagire non solo i Ministri firmatari del decreto, ma anche quello dell'istruzione pubblica e della famiglia e che comunque vada sentito anche il Parlamento almeno nelle Commissioni competenti, senza peraltro escludere il mondo scientifico e quanti sono quotidianamente impegnati nel confronto con i tossicodipendenti;

 

impegna il Governo a riesaminare il suddetto decreto, a predisporre azioni finalizzate alla prevenzione delle droghe e ad affrontare globalmente il problema della detenzione di sostanze stupefacenti.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER - TABELLE 15 E 15-TER) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI AL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione igiene e sanità, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero della salute per l'anno finanziario 2007, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria,

 

valutati positivamente:

il complessivo incremento degli stanziamenti in favore del Servizio sanitario nazionale (SSN), con la previsione di uno stanziamento integrativo per l’anno 2006 e la ridefinizione del livello di finanziamento complessivo per ciascun anno del prossimo triennio, in modo da consentire una programmazione pluriennale;

l’obiettivo di favorire il risanamento della spesa sanitaria sostenuta dalle Regioni, anche con un finanziamento integrativo connesso a piani di rientro dei disavanzi regionali, secondo una procedura trasparente di programmazione e di attuazione delle relative misure;

il Patto per la salute sottoscritto dallo Stato e dalle regioni, il quale garantisce una programmazione intesa al conseguimento di nuovi e più qualificati obiettivi relativi alla salute, tra i quali la riduzione del divario tra il Nord e il Sud del Paese per quanto riguarda la quantità e la qualità dei servizi sanitari;

 

espresso altresì apprezzamento per:

i meccanismi di contenimento della spesa delle Regioni, con riferimento - fra l’altro - alla spesa farmaceutica;

l’incremento delle risorse destinate alla ricerca medica ed in particolare gli stanziamenti per la cura delle malattie rare e per la diffusione dei farmaci orfani;

l’entità delle risorse stanziate per l'edilizia sanitaria e l'ammodernamento tecnologico, con particolare attenzione agli investimenti per l’innovazione tecnologica nelle regioni meridionali;

la previsione di finanziamenti per la realizzazione di strutture residenziali dedicate alle cure palliative (hospices) e per la diffusione degli screening oncologici;

l’inasprimento delle sanzioni contro le truffe ai danni del SSN;

l’attenzione ai bisogni delle famiglie, alle problematiche giovanili e alla salute degli immigrati;

l’introduzione di meccanismi atti a contenere l’inappropriatezza delle prestazioni, che rappresenta una delle principali cause - fra l’altro - della lunghezza delle liste di attesa per l’accesso a prestazioni sanitarie;

l'istituzione di un Fondo per le non autosufficienze, il quale costituisce un’importante risposta ad alcune emergenze del Paese, legate anche alla crescita del numero delle persone anziane e all’elevamento delle aspettative di vita;

il rafforzamento delle politiche socio-sanitarie, fra cui la revisione della disciplina del congedo parentale e la reintroduzione del finanziamento derivante dal 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche anche per il sostegno del volontariato e della ricerca scientifica e sanitaria;

 

ritenendo indispensabile - al fine di accrescere la competitività del Paese e migliorare la qualità dei servizi sanitari - puntare sui giovani ricercatori, assicurandone la crescita scientifica e rafforzandone l’indipendenza, attraverso l’introduzione di un sistema innovativo nell’assegnazione dei finanziamenti ai progetti di ricerca;

 

esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni riferite al disegno di legge finanziaria.

 

1. Si invita ad introdurre disposizioni atte ad incentivare la produzione e la vendita delle confezioni monodose, a promuovere la diffusione dei farmaci generici presso i cittadini e le strutture ospedaliere e ad avviare uno studio inteso a soddisfare l’esigenza del passaggio dalla prescrizione del farmaco alla prescrizione del principio attivo.

2. Si suggerisce di inserire una disposizione che introduca un sistema innovativo di assegnazione di parte dei finanziamenti per progetti proposti da giovani ricercatori, basato sulla valutazione fra pari secondo la migliore esperienza internazionale.

3. Preso atto positivamente delle esenzioni introdotte per il ticket sul pronto soccorso e considerata anche la natura sostanzialmente temporanea di quest’ultimo, si invita a verificare l’efficacia e la praticabilità dell’applicazione del ticket medesimo, soprattutto con riferimento al codice verde.

4. Si sollecita il superamento della disparità di trattamento nei confronti di talune categorie di soggetti, danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, definendo un ampliamento della tutela costituita dall’indennizzo di cui alla legge n. 210 del 1992, e successive modificazioni.

5. Si richiede l’individuazione delle risorse necessarie a provvedere all’istituzione, sull’intero territorio nazionale, di adeguati presidi, in modo da consentire ai familiari dei soggetti in coma di stare vicino ai medesimi, nonché alla diversificazione dell’offerta di servizi per la lungo-degenza tra assistenza domiciliare ed assistenza residenziale.

6. Si sollecita l’istituzione di un fondo per il sostegno di progetti specifici finalizzati a migliorare la salute della donna.

7. Si raccomanda l’individuazione di risorse aggiuntive finalizzate all’attività, da parte di enti pubblici specifici, di prevenzione del cancro.

8. Valutata positivamente l’istituzione della consulta per la lotta all’AIDS, si richiede una particolare attenzione alla definizione di risorse per favorire il conseguimento degli obiettivi fondanti.

9. Si richiama l’esigenza di una particolare attenzione al rafforzamento degli strumenti di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di prevenzione degli infortuni.

10. Si invita a tenere in considerazione la regolamentazione dell'ippoterapia a livello nazionale.


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

Giovedì 23 novembre 2006

37a Seduta

Presidenza del Vice Presidente

RONCHI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tabb. 9 e 9-ter) Stato di previsione del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2007.

- (Tabb. 10, 10-bis e 10-ter) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Esame congiunto e rinvio. Esame delle Tabelle 9 e 9- ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio. Esame delle parti di competenza delle Tabelle 2, 2-bis e 2-ter; 10, 10-bis e 10-ter; 14, 14-bis e 14-ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio.)

 

Il relatore, senatore PIGLIONICA (Ulivo), riferisce sulla Tabella 9 e relative noti di variazioni recanti lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, osservando in via preliminare che i governi nazionali sono chiamati a fronteggiare sfide impegnative in merito alle tematiche ambientali che sempre più coinvolgono anche modelli di sviluppo socio-economico. La complessità di tali sfide esige peraltro un cospicuo fabbisogno di risorse finanziarie che, per quanto concerne in modo particolare l'Italia, non può non tener conto però del peso del debito pubblico e della mancata crescita verificatasi nell'ultimo quinquennio. Anche sulla base di tali elementi, emerge quindi la notevole sproporzione tra la dimensione dei problemi da affrontare e l'esiguità delle risorse finanziarie disponibili. Più specificamente, le emergenze nazionali più significative risultano essere quelle del dissesto idrogeologico e dell'aumento delle emissioni di sostanze inquinanti nell'atmosfera determinato dai cambiamenti climatici.

Con riferimento allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente si avverte in generale una maggiore attenzione nei confronti delle tematiche ambientali, come dimostrato dal fatto che lo stanziamento complessivo è pari ad oltre 1.350 milioni di euro, con un aumento di circa 300 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate del 2006. In relazione all'analisi per Centro di responsabilità si riscontra una riduzione delle risorse assegnate al Gabinetto e agli uffici di diretta collaborazione del Ministro che in passato assorbivano in modo anomalo oltre il 70 per cento del budget complessivo. Per quanto concerne la suddivisione delle spese la maggior parte degli stanziamenti resta iscritta al menzionato Centro di responsabilità per un importo di oltre 570 milioni di euro, mentre significativi stanziamenti sono assegnati ai Centri di responsabilità della ricerca ambientale, e sviluppo - in modo particolare per i fondi rotativi e gli accordi con organismi internazionali - della protezione della natura e dei servizi interni del Ministero. Inoltre, si registra un incremento dei fondi a favore del sistema delle aree protette che consentirà di rilanciare un settore che negli ultimi anni si è trovato in difficoltà sia per problemi legati alla struttura organizzativa degli enti parco, sia per la riduzione delle risorse che si è avuta nonostante l'incremento delle aree protette. Sono altresì indicativi gli stanziamenti previsti per la salvaguardia ambientale, mentre positivo è il decremento dei residui passivi. Per quanto concerne poi le tabelle al disegno di legge finanziaria per il 2007, si segnala nella Tabella D un rifinanziamento delle norme previste per gli interventi di bonifica dei siti inquinati.

Soffermandosi sugli articoli del disegno di legge finanziaria di competenza, rileva che, all'articolo 18, il comma 72 reca interventi per l'installazione di pannelli fotovoltaici, mentre i commi 73 e 74 contengono misure di sostegno per la promozione di nuova edilizia ad alta efficienza energetica. Nel medesimo articolo si segnalano poi i commi 75-78 e 80-82 riguardanti i contributi per apparecchi domestici, mentre i successivi commi 84-87 recano interventi sulla fiscalità energetica per finalità sociali e per favorire l'efficienza energetica. Inoltre, l'articolo 18, commi 253-256, prevede altresì il potenziamento dell'organico del Comando dei Carabinieri anche per fronteggiare la criminalità ambientale. Inoltre, degni di nota sono il comma 633 - avente ad oggetto interventi per la difesa del mare - ed i commi 639-644 concernenti il fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle immissioni dei gas ad effetto serra. Infine, i commi 645-647 ed i commi 648-649 del medesimo articolo trattano, rispettivamente, dei fondi per la mobilità sostenibile e per lo sviluppo sostenibile.

 

Il relatore, senatore BRUNO (Ulivo) illustra in primo luogo le parti di competenza dello stato di previsione del Ministero delle Infrastrutture il cui bilancio di competenza per il 2007 reca spese per circa 4.100 milioni di euro. A tale riguardo, peraltro, una comparazione con i dati dell'anno precedente non risulta possibile in quanto l'attuale stato di previsione sconta le disposizioni del decreto legge n. 181 del 2006 che ha separato le competenze e le relative risorse finanziarie tra i due nuovi ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per quanto riguarda le disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria segnala l'articolo 18, commi 62-65 sulla istituzione delle zone franche urbane, da individuare in aree e quartieri, particolarmente degradati nelle città del Mezzogiorno, nelle quali favorire lo sviluppo socio-economico anche mediante interventi di recupero urbano. A tal fine è istituito un apposito fondo con una dotazione complessiva di cento milioni di euro, dei quali cinquanta milioni a partire dal 2008 e di altri cinquanta a decorrere dal 2009. L'istituzione delle zone franche intende dare una risposta alle sollecitazioni emerse al tavolo del Mezzogiorno, sebbene bisognerà attendere l'identificazione e la perimetrazione delle menzionate aree da parte del CIPE. Inoltre, gli sgravi fiscali dovranno essere sottoposti anche all'assenso dell'Unione europea. Appare comunque opportuno mantenere per le aree in questione la denominazione di zone franche o eventualmente di sostituirla con quella di zone a fiscalità differenziata od agevolata.

Degna di nota è altresì la previsione contenuta nell'articolo 18, comma 520, che autorizza la spesa di 95 milioni di euro per il 2007 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 per la prosecuzione degli interventi per la salvaguardia di Venezia.

Si sofferma quindi sulle parti di competenza dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, evidenziando che le Unità previsionali di base relative alla Protezione civile recano dotazioni di oltre 78 milioni di euro per gli interventi del Dipartimento della Protezione civile e di oltre 1.688 di euro per i capitoli riguardanti, tra l'altro, le spese per le emergenze derivanti da eventi calamitosi. Con riferimento all'articolato del disegno di legge finanziaria, all'articolo 18, i commi 564-571 contengono misure per la prosecuzione degli interventi in zone colpite da calamità naturali. In particolare, il comma 564, prevede risorse non inferiori a 85 milioni di euro per il 2007 e a 35 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione per le zone colpite dal terremoto nella regione Molise, con specifico riguardo al territorio del comune di San Giuliano di Puglia. Si precisa altresì che la ripartizione dei contributi avverrà con ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri. Il successivo comma 565 prevede risorse per la prosecuzione degli interventi a favore dei comuni della Val di Noto, mentre il comma 566 autorizza stanziamenti per il completamento degli interventi di ricostruzione nelle zone del Belice colpite dal terremoto del 1968. Il comma in esame dispone anche che dalla data di entrata in vigore della legge non saranno più ammesse domande di contributo finalizzate alla ricostruzione delle zone terremotate. Il comma 567 prevede la definizione della posizione dei soggetti destinatari delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri adottate per fronteggiare i danni conseguenti agli eventi sismici e vulcanici che colpirono la provincia di Catania, mentre il comma 568 reca contributi per l'opera di ricostruzione nei territori delle regioni Umbria e Marche colpiti dal terremoto del 1997. Tale contributo sarà erogato con decreto del Presidente del Consiglio, anche se ordinariamente la ripartizione delle somme avviene con ordinanza del Presidente del Consiglio.

Inoltre, i commi 569 e 570 autorizzano contributi, rispettivamente, per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione nei territori delle regioni Basilicata e Campania e per l'attuazione di interventi a sostegno delle popolazioni delle regioni Marche, Liguria e Piemonte colpite da eventi alluvionali nell'anno 2006. Per entrambe le disposizioni appare opportuno comunque estendere i benefici previsti anche alla regione Calabria, tenendo conto che nel 2006 si è verificato nella zona di Vibo Valentia una alluvione che ha provocato quattro morti.

Si sofferma infine sulle parti di competenza dello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali nel quale il centro di responsabilità di maggiore interesse della Commissione è quello del Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici che registra una spesa pari a circa 591 milioni di euro, con un aumento di oltre 49 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2006.

Infine, ritiene opportuno che da parte della Commissione bilancio si valuti l'opportunità di estendere i benefici del cosiddetto cuneo fiscale, previsti all'articolo 18, comma 16, anche a favore delle imprese di raccolta e smaltimento rifiuti, poiché tale misura consentirebbe di recare un ulteriore beneficio nei confronti delle zone colpite dall'emergenza nel settore rifiuti.

 

Il presidente RONCHI ricorda che nella riunione di ieri dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi si è convenuto che l'esame dei disegni di legge finanziaria e di bilancio proseguirà martedì prossimo, 28 novembre 2006, a partire dalle ore 15, con lo svolgimento di una discussione unica alla quale saranno invitati a prendere parte, fin dall'inizio, i rappresentanti dei diversi dicasteri interessati. In considerazione di tale calendario dei lavori propone che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti ed ordini del giorno sia fissato per lunedì 27 novembre 2007 entro le ore 12.

A tale riguardo ricorda che presso le Commissioni permanenti sono proponibili emendamenti relativi alle parti di competenza delle singole tabelle in esame, purché gli stessi siano compensativi sullo stesso stato di previsione o propongano riduzioni nette ad un singolo stato di previsione senza correlazioni con variazioni di segno opposto in altri stati di previsione o siano privi di conseguenze finanziarie. Gli emendamenti all'articolato del disegno di legge finanziaria devono essere presentati presso la Commissione bilancio. Inoltre, sono proponibili in Commissione ordini del giorno relativi agli articoli dei disegni o alle tabelle su cui è circoscritto l'esame della Commissione.

 

Non facendosi osservazioni, la Commissione conviene sulla proposta avanzata dal presidente Ronchi.

 

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

Martedì 28 novembre 2006

38a Seduta

Presidenza del Presidente

SODANO

indi del Vice Presidente

RONCHI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tabb. 9 e 9-ter) Stato di previsione del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2007.

- (Tabb. 10, 10-bis e 10-ter) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Seguito dell'esame delle Tabelle 9 e 9- ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio. Seguito dell'esame delle parti di competenza delle Tabelle 2, 2-bis e 2-ter; 10, 10-bis e 10-ter; 14, 14-bis e 14-ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria e rinvio)

 

Riprende l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta del 23 novembre 2006.

 

Il presidente SODANO, dopo averlo ringraziato, fa presente che il Ministro dell'ambiente ha chiesto di intervenire.

 

Il ministro PECORARO SCANIO, dopo aver ringraziato il presidente Sodano e la Commissione, ricorda che in sede di esame del documento di programmazione economico-finanziaria ha dedicato una specifica attenzione alle problematiche ambientali, come la promozione delle energie rinnovabili, la tutela della biodiversità e del mare e le misure per l'attuazione del protocollo di Kyoto. Tali aspetti sono stati poi in larga parte recepiti nell'articolato del disegno di legge finanziaria, mediante interventi mirati: all'articolo 18, infatti, il comma 72 reca interventi per l'istallazione di pannelli fotovoltaici, mentre i commi 73 e 74 propongono misure per la promozione dell'efficienza energetica. Sono poi previsti interventi e misure sulla fiscalità energetica, in materia di biocarburanti, per il potenziamento del comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente, nonché risorse finanziarie per la difesa del mare e per l'istituzione di Fondi per il finanziamento delle misure di riduzione della immissione dei gas ad effetto serra, per la mobilità sostenibile e per lo sviluppo sostenibile.

Emerge altresì un complessivo incremento di risorse per la tutela del suolo, per il sistema delle aree protette e per la demolizione dei cosiddetti ecomostri. Anche per l'attuazione del protocollo di Kyoto sono destinate specifiche risorse, sebbene non sfugga l'esigenza di un impegno finanziario più consistente. In ogni caso, rispetto ai tagli di spesa presenti nelle precedenti manovre di bilancio, si registra una maggiore consapevolezza circa il fatto che il rilancio complessivo del Paese sarà possibile anche intervenendo sulle aree protette e in favore della mobilità sostenibile.

Al di là di questi elementi di per sé incoraggianti, il passaggio parlamentare dei documenti di bilancio presso il Senato può costituire l'occasione per apportare ulteriori miglioramenti, a cominciare dalla introduzione di una disposizione che consenta di riassegnare i fondi, attualmente bloccati, per il danno ambientale, relativamente alla bonifica del sito di Porto Marghera. Analogamente, bisognerebbe adoperarsi affinché sia inserita una norma che favorisca i cosiddetti acquisti verdi, mentre si può aprire uno spazio di riflessione sul tema della rottamazione dei veicoli vecchi, in quanto tale misura può di certo contribuire alla riduzione dei livelli di inquinamento, ma la priorità deve essere accordata al miglioramento del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile.

 

Si apre la discussione.

 

Il senatore MATTEOLI (AN) , dopo avere ricordato che proprio la sua precedente esperienza ministeriale lo rende consapevole della difficoltà che ogni Ministro incontra nel reperire risorse nell'ambito della manovra di finanza pubblica, esprime un giudizio complessivamente negativo sui documenti di bilancio, in quanto in essi non è delineata una strategia per le politiche ambientali, ma si prospettano interventi spot, talvolta iniqui e contraddittori. Infatti, alcune misure in sé condivisibili - quali, ad esempio, gli interventi a sostegno delle zone franche urbane e l'aumento dell'organico dei comandi dei Carabinieri - non sono inquadrabili in una visione organica e spesso hanno soltanto un sapore dirigistico e burocratico. Inoltre, la previsione, contenuta nell'articolo 18, comma 75, di contributi per apparecchi domestici, così come formulata, rischia di essere assai problematica; difatti, si prevede una detrazione dall'imposta lorda, per una quota pari al venti per cento degli importi pagati dal contribuente e fino ad un massimo di 200 euro per ciascun apparecchio, per le spese documentate entro il 31 dicembre 2007 per la sostituzione di frigoriferi e congelatori. Tale previsione così congegnata non si applicherebbe ai contribuenti che vantano un credito d'imposta e neppure a coloro che rientrano nella no tax area.

Per quanto concerne ulteriori interventi previsti nel disegno di legge finanziaria, si riscontra una sostanziale inadeguatezza delle risorse stanziate: ad esempio, all'articolo 18, commi 645-647, la dotazione di 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 per il Fondo per la mobilità sostenibile appare insufficiente rispetto alle richieste avanzate dai Comuni. Analogamente, le risorse stanziate per il Fondo rotativo per le misure di attuazione del Protocollo di Kyoto non risultano soddisfacenti, anche perché esse non sono coordinate né con la normativa vigente né con le iniziative legislative in itinere. Peraltro, in alcuni casi, emerge la volontà del Governo di fare tabula rasa rispetto a precedenti provvedimenti introdotti negli anni precedenti che, invece di essere azzerati, potevano essere rifinanziati. Inoltre, suscita profonde perplessità quanto previsto dall'articolo 10, comma 27, poiché si configura un rallentamento nel passaggio verso il sistema tariffario per quanto riguarda il settore dei rifiuti. In relazione al tema della rottamazione dei veicoli usati fa inoltre presente che è senz'altro auspicabile una riflessione, tenendo conto, comunque, che tale intervento è stato introdotto da numerosi Governi, senza però arrecare effetti incisivi sulla riduzione dei livelli di inquinamento.

Nel ribadire il proprio giudizio critico sullo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria, ritiene apprezzabile la volontà del Ministro circa possibili miglioramenti da introdurre nei documenti di bilancio e, in tal senso, si riserva di presentare appositi emendamenti nel corso dell'iter in Assemblea.

 

Il ministro PECORARO SCANIO, fa presente che, rispetto al meccanismo attualmente previsto per l'assegnazione dei contributi per l'acquisto di elettrodomestici, si rende senz'altro necessaria una verifica.

 

Ad avviso del senatore FERRANTE (Ulivo) è comprensibile che in un testo così complesso siano presenti sviste o errori materiali; ad esempio, la norma, in sè condivisibile, in base alla quale si esentano le aree protette dal rispetto dei vincoli derivanti dal Patto di stabilità dovrebbe ricevere una diversa formulazione, in modo da estendere l'esenzione ad ogni ulteriore aspetto relativo a tale Patto. Analogamente, i rilievi avanzati dal senatore Matteoli in merito al meccanismo che assegna i contribuiti per l'acquisto di elettrodomestici sono senz'altro degni di approfondimento.

Rispetto a queste osservazioni preliminari, la maggioranza è disponibile affinché siano introdotti appositi miglioramenti purché la presentazione di queste proposte non costituisca un modo surrettizio per stravolgere i parametri, la complessiva cornice finanziaria e le coperture di spesa che sono un vincolo insuperabile rispetto alla manovra di finanza pubblica. Pertanto, se è pur vero che tale disegno di legge finanziaria non possiede ancora un'anima propriamente ambientalista, si deve comunque sottolineare l'inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti perché i miglioramenti introdotti sono giù significativi.

 

Il senatore RONCHI (Ulivo) osserva che, per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente si registra un complessivo incremento delle disponibilità finanziarie, nonché una riduzione dei residui passivi. Al di là di questi elementi contabili in sé incoraggianti, resta tuttora da affrontare il tema della revisione delle strutture del Dicastero dell'ambiente per rendere più efficiente il ciclo della spesa, anche mediante un attento sistema di monitoraggio. In tal senso, appare ancora anomalo che presso il fondo del gabinetto del Ministro si concentrino gran parte delle risorse assegnate per la difesa del suolo.

Nella lettura dei documenti di bilancio, relativamente alle problematiche ambientali, deve purtroppo registrarsi una complessiva insufficienza degli interventi per l'attuazione del Protocollo di Kyoto rispetto al quale l'Italia si trova in forte ritardo rispetto agli altri Paesi europei. A ciò si aggiunga che il livello delle emissioni inquinanti è in preoccupante aumento, soprattutto nei settori dell'energia elettrica e dei trasporti, al punto che gli scenari più pessimistici sembrano sul punto di avverarsi. Come peraltro avvalorato dal rapporto presentato dall'economista inglese Stern le conseguenze dei cambiamenti climatici sull'Italia sarebbero rilevanti.

Rispetto a questo quadro certamente non incoraggiante alcune misure prospettate nei documenti di bilancio sono condivisibili; ad esempio, la deducibilità fiscale per gli interventi per l'efficienza energetica è senz'altro meritevole, sebbene siano fondate le riserve avanzate dal senatore Matteoli circa il meccanismo di assegnazione dei contributi di cui all'articolo 18 comma 75. Peraltro, occorrerebbe individuare modalità tali da garantire incentivi e benefici anche a favore dei soggetti non tenuti al versamento dell'IRPEF, come enti pubblici, imprese ed onlus. Inoltre, è condivisibile la previsione di un Fondo per il finanziamento delle agevolazioni per la riduzione delle immissioni dei gas ad effetto serra, sebbene l'esatta portata di queste agevolazioni sia ancora ignota e la dotazione di 200 milioni di euro per il prossimo triennio risulti inadeguata.

Sulla base di queste considerazioni, ritiene dunque di aver illustrato l'ordine del giorno numero 1, volto ad impegnare il Governo a presentare al Parlamento un rendiconto delle politiche e delle misure per la riduzione dei gas ad effetto serra e per predisporre un progetto di prelievo fiscale sulle emissioni di carbonio, sostitutivo di altre forme di prelievo. Inoltre, resta necessario un intervento anche per quanto riguarda il sistema degli incentivi a favore delle fonti energetiche rinnovabili, nel senso già prospettato dal disegno di legge n. 786, attualmente all'esame del Senato. A tale riguardo, infatti, si rende indispensabile una semplificazione delle procedure e una messa appunto di un supporto tecnico ed efficace.

 

Il presidente SODANO, nel dare la parola al senatore Di Bartolomeo, entrato a far parte della Commissione, in sostituzione del senatore Iorio, coglie l'occasione per formulargli, anche a nome della Commissione, i migliori auguri di buon lavoro.

 

Il senatore DI BARTOLOMEO (FI) , nell'esprimere vivo apprezzamento per l'intervento svolto dal senatore Matteoli, sottolinea l'esiguità delle risorse destinate alle problematiche ambientali e preannuncia la propria disponibilità a sottoscrivere proposte emendative migliorative del disegno di legge finanziaria.

Chiede quindi al Ministro se siano state destinate adeguate risorse per l'attuazione della Carta di Aalborg sullo sviluppo sostenibile e se siano stati svolti, negli anni scorsi, i necessari controlli sull'utilizzo dei fondi stanziati da parte degli enti locali.

 

Chiede di intervenire il ministro PECORARO SCANIO, il quale fa presente al senatore Di Bartolomeo come, per la prima volta, la Carta di Aalborg sia stata espressamente citata in un testo normativo avente forza di legge, dal momento che vi si è fatto riferimento nel decreto-legge sull'emergenza rifiuti in Campania. Quanto alla strutturazione del fondo per lo sviluppo sostenibile, comunque, il Governo è sicuramente disponibile a tener conto delle considerazioni e delle proposte migliorative che dovessero essere avanzate anche dall'opposizione.

 

Il senatore CONFALONIERI (RC-SE) , nel condividere quanto poc'anzi sottolineato dal senatore Ronchi, osserva con soddisfazione come la manovra economica attualmente all'esame del Senato rappresenti una significativa inversione di tendenza per quanto riguarda sia la quantità, sia l'allocazione delle risorse destinate alla tutela dell'ambiente. Si è finalmente voltata pagina e, a questo punto, occorrerebbe una maggiore coerenza nella politica del governo. In altri termini, nel momento in cui, ad esempio, si destinano significative risorse per lo sviluppo della mobilità sostenibile, occorrerebbe contestualmente intervenire sul modello infrastrutturale, che andrebbe radicalmente ripensato. In concreto, i senatori di Rifondazione Comunista presenteranno, in sede di esame del disegno di legge finanziaria, un emendamento volto a modificare l'articolo 18, comma 545, in materia di infrastrutture stradali nella regione Lombardia.

Un'altra problematica sulla quale occorrerebbe intervenire è quella dei certificati verdi e, in particolare, del sostegno per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, che non andrebbe più assicurato alle fonti assimilate.

 

Il seguito dell'esame viene quindi rinviato.


ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE

N. 1183

 

0/1183/1/13

RONCHI, FERRANTE, DE PETRIS

La 13ª Commissione permanente,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria per l'anno finanziario 2007,

 

premesso che:

1. Il Senato della Repubblica, in occasione della Conferenza di Nairobi, ha approvato a larghissima maggioranza la mozione 1-00039 che impegna il Governo:

– ad attuare il protocollo di Kyoto come occasione per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e la fattura delle importazioni energetiche del Paese, con lo sviluppo dell'efficienza energetica, con l'innovazione tecnologica, della mobilità, del sistema di produzione dell'energia elettrica e del calore,

– ad aggiornare la delibera CIPE 123/2002 ed il relativo Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di gas di serra in modo da far fronte alla accresciuta distanza (97,7 Mt di CO2) dall'obiettivo di Kyoto,

– ad integrare tale Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di gas di serra in un programma nazionale energetico ambientale,

– a promuovere con maggiore efficacia lo sviluppo di tutte le fonti energetiche rinnovabili (idriche, geotermiche, eoliche, solari, biomasse) superando l'incentivazione delle fonti energetiche non rinnovabili assimilate e quella dei certificati verdi, con un sistema incentivante differenziato per fonte, senza tetti, accessibile, certo e di lunga durata;

2. Per far fronte alla più grave crisi ambientale globale della storia dell'umanità, causata dall'inquinamento prodotto dai gas serra, che, secondo un rapporto, coordinato per conto del Governo inglese dall'economista Nicholas Stern, potrebbe provocare anche gravissime ripercussioni economiche con un calo del PIL mondiale fino al 20 per cento, la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che si è tenuta a Nairobi con la partecipazione di 189 Paesi, ha trovato una convergenza su una dichiarazione finale che prevede che il mondo, entro il 2050, dovrà dimezzare le emissioni di gas di serra, ed ha avviato la discussione per una seconda e più impegnativa fase di riduzione di tali emissioni a partire dal 2012, a chiusura del primo periodo di verifica del Protocollo di Kyoto;

3. L'Italia è in forte ritardo nelle politiche e misure per ridurre i gas di serra: rispetto ai valori del 1990 (senza costruire nuove centrali nucleari a partire da quella data) l'UE ha ridotto le proprie emissioni di circa il 3 per cento, la Germania le ha ridotte del 17,5 per cento, il Regno Unito le ha ridotte del 14 per cento, la Francia del 2 per cento, l'Italia le invece ha aumentate di circa il 13 per cento. Dal 1990 le emissioni di gas di serra in Italia sono aumentate del 27,5 per cento nel settore dei trasporti, del 17 per cento nel settore della produzione di energia elettrica, del 10,6 per cento nel settore civile e terziario.

Questa situazione non è compatibile con il ruolo e la responsabilità europea e internazionale dell'Italia che è anche un Paese pesantemente esposto alle conseguenze dei cambiamenti climatici: per i rischi per la salute per le elevate temperature, per l'intensità e la frequenza delle alluvioni, per l'estensione degli incendi boschivi, l'erosione delle spiagge, le lagune e le zone costiere di poco sopra il livello del mare, l'aridificazione e la desertificazione in vaste aree;

4. La crescita delle emissioni di gas di serra, e la mancata adozione di efficaci misure per ridurle, hanno un costo anche economico crescente: per fronteggiare le conseguenze ambientali, perché le mancate riduzioni comportano acquisti onerosi all'estero di certificati di emissione, perché anche gli interventi all'estero, per finanziare il ricorso ai meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto, sono onerosi, perché stiamo perdendo competitività nei settori a basse o nulle emissioni di carbonio che stanno crescendo d'importanza sui mercati internazionali. In Italia è quasi assente la produzione di mini turbine idrauliche, di pannelli solari, di turbine eoliche; nelle auto a bassissime emissioni siamo a presenze simboliche, nei materiali e tecniche di costruzione in edilizia siamo agli ultimi posti per efficienza energetica e via dicendo;

5. Le misure e gli stanziamenti della legge finanziaria 2007 per politiche e misure connesse con la riduzione delle emissioni di gas di serra, che riflettono il quadro delle difficoltà delle finanze pubbliche, possono esser considerate una tappa utile, ma non sufficiente per recuperare i gravi ritardi accumulati. Supponendo di dover acquistare sul mercato dei certificati di emissione di CO2 le 97,7 Mton di tonnellate al costo di riferimento di 15 euro la tonnellata, si dovrebbero pagare, all'anno, circa 1,46 miliardi di euro. Se l'obiettivo di Kyoto fosse realizzato, entro il 2012, solo con misure nazionali (13 per cento + 6,5 per cento), supponendo di mantenere costante il mix attuale di combustibili fossili importati, vi sarebbe una riduzione di circa il 20 per cento delle importazioni di fossili, con una riduzione della bolletta energetica (2005) corrispondente di 7,2 miliardi di euro, che divisi per cinque anni (2008-2012), fanno 1,44 miliardi di euro l'anno. L'ordine di grandezza delle cifre per l'attuazione dell'impegno di Kyoto, realistiche se lo si vuole attuare davvero e convenienti per la riduzione della bolletta energetica, dovrebbe essere di circa 7 miliardi di euro in cinque anni e di circa 1,4 miliardi di euro l'anno;

 

la 13ª Commissione permanente impegna il Governo:

– a presentare al Parlamento, prima della presentazione del Documento di programmazione economica e finanziaria, un rendiconto delle politiche e misure adottate, in corso e in previsione per ridurre i gas di serra, dei risultati raggiunti e di quelli attesi nella riduzione di tali emissioni nei diversi settori in Italia e di quelli all'estero, con la relativa quantificazione delle risorse finanziarie spese, di quelle impegnate, di quelle disponibili e di quelle necessarie per rispettare gli impegni del Protocollo Kyoto; ad integrare tale rendiconto con uno studio sugli impatti e le conseguenze del cambiamento climatico in Italia e sulle misure di adattamento, con la relativa stima dei costi economici;

– a predisporre un progetto che, dopo una valutazione del Parlamento, possa eventualmente essere tradotto in una iniziativa legislativa, di prelievo fiscale sulle emissioni di carbonio che sia sostitutivo di altre forme di prelievo sui redditi da lavoro e da impresa e, per una parte, renda disponibili nuove e adeguate risorse per gli investimenti necessari per far fronte agli ingenti impegni necessari per recuperare il ritardo dell'Italia nelle politiche per ridurre i gas di serra, ridurre il consumo di combustibili fossili, promuovere l'innovazione energetica e la competitività economica a basse emissioni di carbonio;

– a promuovere la generazione distribuita con la diffusione di impianti di piccola taglia, l'attivazione delle piccole e medie imprese, le iniziative dei cittadini, con misure che favoriscano anche impianti minieolici, piccoli impianti a biomasse, cogenerativi di energia elettrica e di calore, a promuovere forme di incentivazione per ristrutturazioni ed efficienza energetica degli edifici e degli impianti di riscaldamento, oltre ai soggetti tenuti al versamento dell'IRPEF, anche ad altri (enti pubblici, imprese, onlus);

– a istituire il Registro nazionale dei serbatoi di carbonio agro-forestale e a completare l'Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio, così come previsto dalla delibera CIPE 123/2002.

 

0/1183/2/13

DE PETRIS

La 13ª Commissione permanente,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria per l'anno finanziario 2007,

considerato che:

è necessario rendere disponibili le somme versate allo Stato a titolo di risarcimento del danno ambientale a seguito della sottoscrizione di accordi transattivi non riassegnate ai sensi dell'articolo 1, comma 46, della legge 23 dicembre 2005, n. 266;

la mancata riassegnazione di tali risorse rischia di mettere a repentaglio la realizzazione degli interventi in corso e quelli programmati per la realizzazione di attività e opere di ripristino ambientale già pattuite con i soggetti responsabili dell'inquinamento;

 

impegna il Governo:

ad assicurare l'iscrizione ad apposito capitolo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle somme versate allo Stato a titolo di risarcimento del danno ambientale a seguito della sottoscrizione di accordi transattivi nell'anno 2005 e 2006 e non riassegnate per effetto dell'articolo 1, comma 46, della legge 23 dicembre 2005, n. 266;

ad assicurare che le somme derivanti dalla riscossione dei crediti in favore dello Stato per il risarcimento del danno ambientale siano versate all'entrata del bilancio dello Stato, per essere riassegnate ad un fondo istituito nell'ambito di apposita unità previsionale di base dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al fine di finanziare interventi di disinquinamento, bonifica e ripristino ambientale, con particolare riferimento alle aree per le quali abbia avuto luogo il risarcimento del danno ambientale, nonché altri interventi per la protezione dell'ambiente e la tutela del territorio e del mare.

 

0/1183/3/13

DE PETRIS

La 13ª Commissione permanente,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria per l'anno finanziario 2007,

 

premesso che:

l'articolo 11 della legge n. 431 del 1998 ha istituito il «Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione»;

le risorse di tale Fondo, ripartite tra le singole Regioni e Province autonome, e successivamente ripartite dalle Regioni tra i Comuni, sono utilizzate per la concessione di contributi ai conduttori di alloggi in locazione, in possesso di determinati requisiti, con particolare riferimento alle fasce economicamente e socialmente più deboli della popolazione;

negli ultimi anni l'erogazione dei contributi ai cittadini ha subito gravi rallentamenti a seguito della progressiva decurtazione delle risorse attribuite al Fondo, decremento cui è corrisposto un significativo aumento dei prezzi delle locazioni;

 

considerato che:

l'emergenza sfratti, in particolare nelle grandi aree urbane e nei comuni ad alta tensione abitativa, richiede da subito l'attivazione di interventi incisivi e coordinati, anche a seguito della decadenza del decreto legge 29 settembre 2006, n. 261,

 

impegna il Governo:

ad incrementare in misura consistente il capitolo 1690, relativo al Fondo di cui all'articolo 11 della legge n. 431 del 1998, in modo da riportarlo progressivamente ad un livello adeguato a contribuire significativamente, in un quadro di rilancio delle politiche abitative e sociali, all'accesso al mercato delle locazioni da parte dei cittadini in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge.

 

0/1183/4/13

DE PETRIS

La 13ª Commissione permanente,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria per l'anno finanziario 2007,

 

premesso che:

l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) è l'organismo di ricerca e consulenza per lo Stato e gli enti locali in tema di conservazione e gestione del patrimonio faunistico nazionale;

l'INFS è un ente pubblico istituito con la legge 11 febbraio 1992, n. 157, sottoposto alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri e della Conferenza Stato Regioni e svolge un ruolo di valutazione tecnica degli interventi di conservazione e gestione delle risorse faunistiche;

l'INFS ha il compito di censire il patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica, di studiarne lo stato, l'evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali, di elaborare progetti di intervento ricostituivo o migliorativo delle comunità animali e degli ambienti naturali con l'obiettivo di una riqualificazione faunistica del territorio, di collaborare con gli organismi esteri, ed in particolare con quelli dell'Unione Europea aventi analoghi compiti e finalità, di collaborare con le università e gli altri organismi di ricerca nazionali, di controllare e valutare gli interventi faunistici operati dalle regioni e dalle province autonome, di esprimere i pareri tecnico-scientifici richiesti dallo Stato e dagli enti locali;

le attuali difficoltà finanziarie ed i problemi organizzativi dell'Istituto, con riferimento anche all'organico, determinano una situazione problematica per lo svolgimento dei compiti istituzionali;

 

impegna il Governo

a trasferire presso il Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare le competenze e la vigilanza sull'INFS, al fine di favorire un rafforzamento delle attività dell'Istituto di ricerca, conservazione e gestione del patrimonio faunistico nazionale attraverso adeguata dotazione finanziaria e di personale.

 


TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

Mercoledì 29 novembre 2006

39a Seduta

Presidenza del Presidente SODANO

indi del Vice Presidente RONCHI

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 , approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tabb. 9 e 9-ter) Stato di previsione del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2007.

- (Tabb. 10, 10-bis e 10-ter) Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

- (Tabb. 14, 14-bis e 14-ter) Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza).

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ) approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporti alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell'esame congiunto. Seguito e conclusione dell'esame delle Tabelle 9 e 9-ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole con osservazioni. Seguito e conclusione dell'esame delle parti di competenza delle Tabelle 2, 2-bis e 2-ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole. Seguito e conclusione dell'esame delle parti di competenza delle Tabelle 10, 10-bis e 10-ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole. Seguito e conclusione dell'esame delle parti di competenza delle Tabelle 14, 14-bis e 14-ter e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rapporto favorevole)

 

Prosegue l’esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta di ieri.

 

La senatrice DE PETRIS (IU-Verdi-Com) sottolinea innanzitutto come le relazioni svolte dai senatori Piglionica e Bruno abbiano offerto alla Commissione un quadro esaustivo della manovra economica impostata dal Governo per quanto riguarda i settori di competenza della Commissione ambiente, in un contesto caratterizzato da un lato dall’esigenza di risanare la finanza pubblica e dall’altro da quella di assicurare uno sviluppo equilibrato del Paese, in un’ottica di equità e di opportuna redistribuzione delle risorse. Le somme stanziate per le tematiche ambientali sono state, in modo assai significativo, incrementate di circa 300 milioni di euro rispetto all’anno scorso, il che rappresenta un’ulteriore conferma della grande attenzione che ha il Governo per tale settore.

Fra le disposizioni introdotte nei documenti di bilancio, particolare importanza rivestono quelle relative al Fondo per la mobilità sostenibile, al Fondo per lo sviluppo sostenibile – le cui risorse si auspica vengano ulteriormente incrementate – alla fiscalità energetica – le disposizioni che potrebbero peraltro essere rese maggiormente omogenee – al rendimento energetico nell’edilizia, con la previsione di agevolazioni per la riqualificazione energetica anche degli edifici esistenti e la promozione del fotovoltaico, nonché all’efficienza energetica, con l’incentivazione dell’uso delle lampade a basso consumo.

Un primo positivo segnale è poi rappresentato dallo stanziamento di 10 milioni di euro per l’attuazione dei programmi per la difesa del mare, dall’incremento delle risorse per gli interventi di bonifica, dalla promozione del libero accesso alle spiagge, dall’aumento dei fondi per la difesa del suolo, nonché dalla previsioei di specifici interventi volti ad affrontare il problema rappresentato dalla presenza di opere abusive nelle aree protette.

Dopo aver auspicato l’approvazione del disegno di legge n. 786, all’esame delle Commissioni 10ª e 13ª riunite, illustra infine brevemente gli ordini del giorno n. 2, 3 e 4, il primo dei quali è volto ad impegnare il Governo a far si che vengano iscritte in un apposito capitolo del Ministero dell’ambiente le risorse versate allo Stato a titolo di risarcimento del danno ambientale. L’ordine del giorno n. 4 è invece finalizzato ad impegnare il Governo a trasferire presso il Ministero dell’ambiente la vigilanza sull’Istituto nazionale per la fauna selvatica, mentre l’ordine del giorno n. 3 – afferente alle parti del disegno di legge finanziaria corrispondenti alla Tabella 10 – mira ad impegnare il Governo ad incrementare in misura consistente le dotazioni del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, così da riportarlo progressivamente ad un livello adeguato a contribuire significativamente all’accesso al mercato delle locazioni.

 

Il senatore FERRANTE (Ulivo) chiede al Presidente di poter presentare un ordine del giorno, in materia di difesa del suolo, che per una banale svista non era stato consegnato agli uffici entro i termini.

 

Il presidente SODANO autorizza il senatore Ferrante a presentare l’ordine del giorno in questione che, contrassegnato con il n. 0/1183/5/13ª, sarà pubblicato in allegato al resoconto della seduta.

 

Viene quindi chiusa la discussione.

 

Il relatore sulla Tabella 9 e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria, PIGLIONICA (Ulivo), nel ringraziare tutti i senatori intervenuti nel dibattito, dà atto ai rappresentanti dell’opposizione, ed in particolare all’ex ministro dell’ambiente Matteoli, di aver saputo resistere alla tentazione di affrontare le tematiche in esame in modo rituale. In particolare, il senatore Matteoli ha riconosciuto che, per quanto riguarda i temi della difesa del suolo e dell’attuazione del Protocollo di Kyoto, si registra una evidente sproporzione tra le risorse realmente disponibili e quelle che invece occorrerebbero per seguire efficacemente gli obiettivi prefissati.

D’altra parte, sulle tematiche ambientali, si deve riconoscere che vi è una significativa inversione di tendenza, essendo stati comunque incrementati gli stanziamenti, pur in una congiuntura finanziaria non certo facile.

Fa quindi presente di avere l’intenzione di redigere un rapporto favorevole con alcune osservazioni, volte ad auspicare che siano adottate misure che semplifichino la fruizione degli incentivi per l’efficienza energetica, che venga affrontata in maniera unitaria il tema del passaggio agli Enti parco della responsabilità gestionale delle riserve naturali, che sia attuata una rivisitazione dei contributi alla produzione di energia, limitandoli alle fonti rinnovabili e non anche a quelle assimilate, che sia inserito nel Fondo speciale di conto capitale un’apposita voce per la copertura degli interventi legislativi in materia ambientale, che sia rivisitata la regolamentazione dell’attività venatoria nei Siti di interesse comunitario ed infine che sia garantita la riassegnazione al Ministero dell’ambiente delle somme derivanti da transazioni con aziende private in tema di bonifiche.

Esprime da ultimo parere favorevole sugli ordini del giorno nn. 1, 2, 4 e 5.

 

Il sottosegretario DETTORI , dopo aver ringraziato i senatori intervenuti nel dibattito e il relatore Piglionica, sottolinea come la 13ª Commissione permanente del Senato abbia saputo affrontare le tematiche ambientali nel modo più corretto, interpretando al meglio la "voglia di futuro" che è sempre più diffusa nel Paese e che si traduce nel tentativo di invertire la tendenza rafforzando in modo mirato gli interventi a favore dell’ambiente. Il Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare, dal canto suo, non mancherà di utilizzare le risorse disponibili in modo da velocizzare le spese rendendole maggiormente adeguate ed efficienti, così da evitare il formarsi di residui passivi.

A nome del Governo, accoglie infine gli ordini del giorno nn. 1, 2, 4 e 5.

 

Intervenendo per dichiarazione di voto sulla proposta di conferire al relatore Piglionica mandato a redigere un rapporto favorevole con osservazioni sulla Tabella 9 e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria, il senatore MUGNAI (AN) annuncia il voto contrario dei senatori di Alleanza Nazionale sui documenti rappresentativi di una manovra a dir poco incompleta, che per di più pecca di disorganicità e disomogeneità. Difatti, come sottolineato ieri dal senatore Matteoli, ben poco valore ha un incremento delle risorse stanziate se poi gli interventi disposti peccano di scarsa finalizzazione, non consentendo di selezionare gli obiettivi; d’altra parte, potendosi disporre di fondi palesemente insufficienti rispetto alla pluralità e alla delicatezza dei fini da perseguire, sarebbe estremamente importante selezionare gli interventi di modo da renderli quanto più possibile omogenei. Ciò appare ancor più significativo laddove occorra tener conto dell’impianto normativo esistente, con il quale sarebbe assolutamente necessario raccordarsi al meglio.

 

Il senatore LIBE' (UDC) annuncia il voto contrario della sua parte politica, sottolineando come i documenti di bilancio rechino lievi incrementi degli stanziamenti, che però appaiono purtroppo velleitari, anche perché sono finalizzati per lo più ad interventi non immediati, ma previsti a partire dal 2008.

 

Il senatore SCOTTI (FI) osserva come il pur positivo aumento delle risorse destinate alla tutela dell’ambiente non si inquadri però in un disegno organico ed unitario mentre, per altro verso, taluni interventi destano perplessità, non sembrando adeguatamente mirati rispetto agli obiettivi da perseguire: si pensi, in particolare, alle misure sull’efficienza energetica degli edifici, limitate dal disegno di legge finanziaria agli edifici di elevate dimensioni, quando invece, specie nelle regioni settentrionali, sarebbe opportuno prevedere forme incentivanti anche per i nuovi edifici di medie e piccole dimensioni, che al di fuori delle maggiori aree urbane appaiono nettamente prevalenti.

Annuncia pertanto il voto contrario del gruppo di Forza Italia.

 

Il senatore FERRANTE (Ulivo) , dopo aver ringraziato il relatore, annuncia il voto favorevole dei senatori dell'Unione poichè sebbene, come già detto in precedenza, la manovra finanziaria sia ancora priva di quell'anima ambientalista che avrebbe dovuto rappresentare una priorità, ha però il merito non solo di aver aumentato i fondi destinati all'ambiente, ma anche di aver previsto stanziamenti qualificati e qualificanti. A tale riguardo, sono significativi gli interventi previsti per il risparmio energetico nell'edilizia, in quanto attraverso gli stessi si favoriscono gli investimenti nell'innovazione tecnologica. Inoltre, sono disposti fondi specifici per l'attuazione del Protocollo di Kyoto, con una inversione di tendenza apprezzabile rispetto al passato, anche se tale argomento meriterebbe una manovra finanziaria straordinaria.

Si registra altresì un aumento anche negli stanziamenti riguardanti la difesa del suolo, anche se occorre monitorare la qualità degli interventi, come, peraltro, la Commissione sta facendo nell'ambito di alcune indagini conoscitive.

 

Il senatore CONFALONIERI (RC-SE) , annunciando il proprio voto favorevole, ritiene che le disposizioni riguardanti il comparto ambientale siano tanto più apprezzabili se si considera il contesto economico difficile all'interno del quale interviene la manovra di finanza pubblica. Le misure e gli interventi previsti per le politiche ambientali segnano una reale inversione di tendenza sia per la quantità delle risorse stanziate, sia per la loro allocazione.

Tale giudizio complessivamente favorevole non nasconde però alcune incongruenze, che potrebbero essere rimosse. Ad esempio, appare contraddittorio, proporre, da una parte, stanziamenti per la mobilità sostenibile e, dall'altra, mantenere l'attuale modello trasportistico. Una ulteriore linea d'intervento è poi rappresentata dall'esigenza di superare l'attuale sistema di incentivazione che si estende anche a fonti energetiche non rinnovabili.

 

Previa verifica del prescritto numero legale, la Commissione conferisce mandato al relatore Piglionica a redigere un rapporto favorevole con osservazioni sullo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il relatore, senatore BRUNO (Ulivo) , intervenendo in sede di replica sulle parti di competenza delle Tabelle 2, 10 e 14 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria, dichiara che è sua intenzione redigere altrettanti rapporti favorevoli. Difatti, pur non nascondendosi la complessità della manovra finanziaria, si deve riconoscere l'esistenza di vari interventi che hanno il merito di fronteggiare la pesante eredità del passato. Al di là del merito, reputa assai positivo il clima collaborativo che si è instaurato nella Commissione, anche grazie all'apporto delle forze di opposizione; tuttavia, nutre seri dubbi che tale dialogo e confronto possa proseguire nell'iter in Assemblea dei documenti di bilancio.

Esprime infine parere favorevole sull'ordine del giorno n. 3.

 

Il sottosegretario DETTORI, intervenendo per conto dei rispettivi rappresentanti del Governo sulle parti di competenza delle Tabelle 2, 10 e 14, nell'associarsi alle considerazioni svolte dal relatore Bruno, dichiara di accogliere l'ordine del giorno n. 3.

 

Il senatore DI BARTOLOMEO (FI) , nell'annunciare il voto contrario di Forza Italia sui mandati al relatore a redigere rapporti favorevoli sulle parti di competenza delle Tabelle 2. 10 e 14, coglie l'occasione per manifestare la propria insoddisfazione circa la risposta evasiva data, nella seduta di ieri, dal Ministro dell'ambiente in ordine alla esigenza di un chiarimento circa i fondi relativi all’attuazione della Carta di Aalborg. Qualora non fosse fornita alcuna valutazione su tale specifico argomento, anche in considerazione del differenziato livello di attuazione di tale documento internazionale da parte dei Comuni, si riserva di sollecitare l'apertura di una procedura di infrazione presso i competenti organi comunitari.

 

Il presidente SODANO fa presente al senatore Di Bartolomeo che il Ministro dell'ambiente ha già fatto presente che nel decreto legge sull'emergenza rifiuti in Campania, attualmente all'esame dell'altro ramo del Parlamento, è contenuto per la prima volta un espresso riferimento alla Carta di Aalborg. Per quanto concerne la necessità di configurare precise linee di indirizzo per i Comuni al fine di evitare un dispendio di risorse, invita il senatore Di Bartolomeo ad attivare gli strumenti del sindacato ispettivo.

 

Il sottosegretario DETTORI fa presente al senatore Di Bartolomeo che lo stesso Ministro dell'Ambiente si è impegnato a svolgere una opera di monitoraggio sulle tematiche a lui segnalate.

 

Con separate votazioni, previa verifica del prescritto numero legale, la Commissione conferisce mandato al relatore Bruno a redigere rapporti favorevoli, rispettivamente, sulle parti di competenza delle Tabelle 2, 10 e 14 e sulle corrispondenti parti del disegno di legge finanziaria.

 

Il presidente SODANO dichiara quindi chiuso l'esame dei documenti di bilancio.


RAPPORTO REDATTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 2, 2-BIS E 2-TER LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminate le parti di competenza dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2007, e le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

esprime rapporto favorevole.

 

 

 


RAPPORTO REDATTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE, DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 9 E 9 TER ) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2007, e le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

considerato che tale stato di previsione reca quanto alla competenza spese per complessivi 1.353,7 milioni di euro, con un aumento pari a 296,1 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2006;

rilevato che la quota più consistente di questi finanziamenti afferisce alla U.P.B. 1.2.3.6, Fondo unico da ripartire, investimenti difesa del suolo e tutela ambientale con 492,33 milioni di euro in termini di competenza e cassa;

valutata positivamente la costituzione di un fondo rotativo per l'importo di 200 milioni di euro nella U.P.B. 4.2.3.18, allo scopo di rilanciare l'impegno del Paese a fine di ridimensionare in maniera significativa le emissioni di gas serra in atmosfera, anche per ridurre la dipendenza energetica dai fossili, segnando in tal modo una netta inversione di tendenza rispetto al passato;

sottolineati i positivi elementi contenuti nel disegno di legge finanziaria relativi alla incentivazione e al sostegno di interventi tesi a migliorare l'efficienza energetica in edilizia, negli elettrodomestici ed in altri settori

 

esprime rapporto favorevole, con le seguenti osservazioni:

 

a) in fase di attuazione siano individuate modalità che semplifichino la fruizione degli incentivi per l'efficienza energetica;

b) sia affrontato in maniera unitaria dal Governo il tema del passaggio agli Enti parco della responsabilità gestionale delle riserve naturali ricadenti interamente o in parte all'interno dei Parchi stessi, come già indicato nell'ambito della Conferenza Stato-regioni;

c) sia attuata una rivisitazione dei contributi cosiddetti "CIP 6" alla produzione di energia da fonti assimilate, riconducendo il tutto ad una rigorosa osservanza della direttiva comunitaria in materia;

d) sia inserita nel fondo speciale di conto capitale di cui alla tabella B del disegno di legge finanziaria un'apposita voce al fine di prevedere la copertura degli interventi legislativi in materia di ambiente e tutela del territorio da approvare nel corso del 2007;

e) sia avviata, di concerto fra i Ministeri competenti e d’intesa con le Regioni, la rivisitazione della regolamentazione dell'attività venatoria nelle aree SIC nel rispetto della direttiva 79/409/CE;

f) sia garantita la riassegnazione al Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare delle somme derivanti da transazioni con aziende private in tema di bonifiche, somme transitate al Tesoro.


RAPPORTO REDATTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 10, 10-BIS E 10-TER LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La 13ª Commissione permanente, esaminate le parti di competenza dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture per l’anno finanziario 2007 e le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

esprime rapporto favorevole.

 

 

 

 

RAPPORTO REDATTO DAL RELATORE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI (DISEGNO DI LEGGE N. 1184, 1184-BIS E 1184-TER – TABELLE 14, 14-BIS E 14-TER LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

 

La Commissione esaminate le parti di competenza dello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2007, e le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria,

 

 

esprime rapporto favorevole.


ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE

N. 1183

 

 

0/1183/5/13

FERRANTE, FAZIO, BRUNO

 

La 13ª Commissione permanente,

 

in sede di esame del disegno di legge finanziaria per l'anno finanziario 2007,

 

considerato che:

il suolo è una risorsa che può definirsi "vitale" per la varietà unica delle sue funzioni indispensabili alla vita. Esso è allo stato sottoposto a crescenti influenze negative, che ne rendono improcrastinabile un adeguato e tempestivo intervento di protezione, per assicurare anche il corretto conseguimento dell'obiettivo di uno sviluppo sostenibile.

A livello internazionale l'importanza della protezione del suolo è stata progressivamente riconosciuta sempre in maggior misura, sino a che al vertice di Rio del 1992, i paesi partecipanti sono giunti ad adottare una serie di misure specificamente rilevanti al riguardo.

In particolare, si è posto l'accento sul concetto di sviluppo sostenibile e sono state stipulate convenzioni giuridicamente vincolanti in materia di cambiamenti climatici, diversità biologica e desertificazione.

In materia di protezione del suolo vi è stata anche l'emanazione di una specifica "Comunicazione (COM/2002/0179) 16 aprile 2002" da parte della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni intitolata proprio "Verso una strategia tematica per la protezione del suolo".

Le politiche di protezione del suolo devono conferire un'importanza particolare all'uso sostenibile e alla gestione dei suoli agricoli per tutelarne la fertilità e il valore agronomico ed al contempo per proteggere la biodiversità del suolo anche in via precauzionale.

L'istituzione di uno specifico Osservatorio varrebbe ad assicurare coerente ed efficace attuazione di quelle linee della politica europea che già si sono iniziate a delineare per la protezione del suolo, garantendo l'adozione di un approccio precauzionale basato sulla prevenzione del futuro degrado del suolo, che valga ad integrare la protezione del suolo finalizzata in via principale ad arrestare i processi di degrado in corso.

Si porrebbe per tale via una base per una concreta azione di monitoraggio dello stato del suolo, che è materia assai più ampia rispetto a quella più limitatamente rientrante nelle competenze del già istituito Comitato Nazionale per la lotta alla siccità ed alla desertificazione, in modo da mettere a punto un approccio, basato sulle conoscenze, che assicuri un'adeguata pro-tezione del bene monitorato.

L'istituzione presso il Ministero dell'Ambiente di un apposito Osservatorio sul degrado ambientale dei suoli e sulla desertificazione, denominato con valenza onnicomprensiva "Osser-vatorio sul degrado del suolo", è in conclusione finalizzata ad individuare un centro di raccolta, elaborazione, aggiornamento e diffusione dei dati, delle informazioni e delle conoscenze pertinenti alle aree degradate ed in particolare a quelle colpite da fenomeni di siccità e dalla minaccia di desertificazione, in modo da rispondere all'attuazione della Convenzione ONU per la Lotta alla Siccità ed alla Desertificazione – UNCCD, ratificata dall'Italia con Legge 170/1997. Ciò risulta vieppiù urgente considerato l'incremento dei fenomeni di dissesto idro-geologico che con sempre maggiore frequenza interessano il nostro suolo nazionale.

Obiettivi specifici dell'Osservatorio sono il reperimento, l'analisi, la valutazione e la messa a disposizione delle informazioni di carattere tecnico-scientifico inerenti lo stato del suolo a livello nazionale agli interlocutori politico-istituzionali per la formulazione di strategie, programmi, progetti e azioni su scala differenziata (locale, regionale, nazionale ed internazionale) nonché, se valutato opportuno dall'organo politico di vertice, alla società civile, ai mass media ed al pubblico in generale.

A tal fine dovranno essere adeguatamente sviluppati:

strumenti tecnici per la raccolta, la classificazione e l'elaborazione dei dati e delle informazioni alla luce anche di indicatori socio-economici e ambientali, con le relative linee guida, compresi gli indicatori integrati dell'impatto fisico, biologico, sociale ed economico;

metodi e strumenti utili al miglioramento dell'omogeneità/confrontabilità dei dati e delle informazioni, anche in rapporto agli standard internazionali;

iniziative di diffusione delle informazioni;

programmi di educazione ambientale finalizzati alla conoscenza dei fenomeni in oggetto;

reti di scambi ed interazione con reti di monitoraggio, osservatori, centri di eccellenza, ecc. nonché con organismi di ricerca, enti ed istituti specializzati, associazioni, organizzazioni non governative e singoli esperti, sia in ambito nazionale, sia nell'area mediterranea, sia a livello internazionale.

L'Osservatorio opererà in stretto collegamento con il Comitato Nazionale per la Lotta alla Siccità ed alla Desertificazione (CNLSD) a cui fornirà adeguato supporto tecnico-scientifico e sarà diretto da un Presidente nominato dal Ministro dell'Ambiente e della Protezione del Territorio e del Mare. L'Osservatorio sarà composto da un numero di componenti individuato nel relativo regolamento, comunque scelti tra esperti di chiara e riconosciuta competenza nelle tematiche individuate. La sua composizione ed il suo funzionamento saranno definiti con apposito DM dal Ministro dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare. Per la sua funzionalità operativa, sarà costituita una segreteria tecnica composta da personale scelto nell'ambito del personale della Direzione Generale Difesa del Suolo MATTM, che dovrà anche assicurare il necessario supporto logistico ed organizzativo, fatta salva l'invarianza della spesa,

impegna il Governo

a istituire entro 90 giorni presso il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nell'ambito della Direzione Generale per la Difesa del Suolo, l'"Osservatorio sul degrado del suolo", di seguito semplicemente "Osservatorio", quale unitario centro di raccolta, di classificazione, di aggiornamento e di diffusione dei dati e delle informazioni inerenti i fenomeni di degrado del suolo. L'Osservatorio cura in collaborazione con il Comitato Nazionale per la lotta alla siccità ed alla desertificazione anche la raccolta e la gestione dei dati e delle informazioni pertinenti alle aree colpite da fenomeni di siccità e dal pericolo della desertificazione, in attuazione della Convenzione ONU per la lotta alla Siccità ed alla Desertificazione -UNCCD, ratificata dall'Italia con legge 1997 n.170. La composizione ed il funzionamento dell'Osservatorio saranno disciplinati con apposito DM, senza che ciò comporti nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;

il Ministero dell'Ambiente sosterrà, anche attraverso l'"Osservatorio sul degrado del suolo", lo studio, l'inven-tario ed il progresso delle Conoscenze Tradizionali per la gestione dei suoli, per le architetture rurali e monumentali, per la razionale organizza-zione dei centri urbani in funzione anche ambientale, nonché per pro-muovere l'uso sostenibile delle risorse naturali ed in particolare di quelle idriche.

il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare concorrerà inoltre, anche al fine di incentivare l'utilizzo e la diffusione delle Conoscenze di cui al comma 2, alla istituzione di una Banca Dati Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali, da realizzarsi nel rispetto della UNCCD del 19 giugno 1994 ed in collaborazione con l'UNESCO.


POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (14a)

Martedì 28 novembre 2006

15a Seduta

Presidenza del Presidente

MANZELLA

 

 

IN SEDE CONSULTIVA

 

(1184, 1184-bis e 1184-ter) Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007 - 2009 e relative Note di variazioni, approvato dalla Camera dei deputati

- (Tabb. 2, 2-bis e 2-ter) Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 (limitatamente alle parti di competenza)

(1183) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 ), approvato dalla Camera dei deputati

(Rapporto alla 5ª Commissione. Esame congiunto. Rapporto favorevole con osservazioni)

 

Il presidente MANZELLA , dopo aver rivolto un indirizzo di saluto al ministro Bonino, dichiara aperto l’esame congiunto dei documenti di bilancio, per le parti di competenza della Commissione.

Egli, inoltre, informa che, dal punto di vista procedurale, la sessione di bilancio interessa la 14a Commissione nella sua sede consultiva, essendo chiamata ad esprimere un parere per la 5a Commissione, entro le ore 13 di domani 29 novembre, come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo.

 

Il relatore ENRIQUES (Ulivo) introduce l’esame congiunto sui provvedimenti in titolo, osservando come i documenti di bilancio che la Commissione è chiamata ad esaminare si articolino nel disegno di legge finanziaria e nel disegno di legge di bilancio, a cui si aggiungono le note di variazioni derivanti dal "decreto fiscale", il decreto-legge n. 262 del 2007 (Atto Senato 1184-bis) – parte integrante della manovra – e le note di variazione al bilancio derivanti dalle modifiche alla legge finanziaria approvate dalla Camera dei deputati (Atto Senato 1184-ter). Per quanto riguarda le tabelle annesse al bilancio, a questa Commissione compete in particolare l’esame della tabella n. 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, con le relative note di variazione Tab. 2-bis e Tab. 2-ter.

Dal punto di vista dell’ordinamento comunitario, la manovra di bilancio per il 2007 deve tener conto anzitutto degli impegni presi in sede europea, con la Raccomandazione del Consiglio Ecofin del luglio 2005, per una correzione del disavanzo in grado di far rientrare il rapporto deficit/PIL sotto la soglia del 3 per cento entro il 2007. Altrettanta importanza riveste il contenimento del debito pubblico, in relazione al quale occorre prestare particolare attenzione a ristabilire un adeguato avanzo primario e a tenere sotto controllo altri fattori, come le operazioni di bilancio "sotto la linea" (le partite finanziarie).

A tale riguardo - continua il relatore - gli impegni presi in sede comunitaria, come risulta anche dalla Nota di aggiornamento al DPEF, risultano confermati nonostante l’insorgere di nuovi elementi rispetto all’evoluzione del quadro macroeconomico e di finanza pubblica, tra cui in particolare il minor gettito IVA derivante dalla sentenza della Corte di Giustizia europea del 14 settembre 2006 sulla detraibilità delle auto aziendali, nonché una crescita più sostenuta del prodotto interno lordo e un andamento delle entrate tributario più favorevole e di carattere strutturale e duraturo.

Riguardo al minor gettito derivante dalle misure relative alla detraibilità dell’IVA per le auto aziendali, occorre ricordare che esso verrebbe peraltro in una certa misura compensato da un conseguente aumento della base imponibile per le imposte sui redditi e l’IRAP. Inoltre, in base alle modifiche apportate in sede di conversione del decreto-legge, è stata chiesta alle istituzioni europee l’autorizzazione ad applicare (salvo che per gli agenti o rappresentanti di commercio) una misura ridotta della percentuale di detrazione dell’imposta sul valore aggiunto assolta per gli acquisti di auto aziendali. Per quanto riguarda invece la restituzione della mancata detrazione (a valere sull’esercizio finanziario 2006), è stata approvata una modifica che prevede la possibilità di chiedere il rimborso in misura forfettaria, sulla base di determinate percentuali di detrazione dell’imposta distinte per settori di attività.

La manovra, quindi, secondo il relatore, conferma l’obiettivo del ridimensionamento dell’indebitamento netto della Pubblica Amministrazione al di sotto della soglia del 3 per cento già dal prossimo anno, per giungere ad un suo azzeramento alla fine del periodo quinquennale considerato. L’indebitamento previsto passa infatti da un -2,8 per cento del 2007 ad un +0,1 per cento del 2011. Parallelamente, è prevista una riduzione del debito in rapporto al PIL, che passa dal 106,9 per cento del 2007 al 97,8 per cento del 2011.

Un altro aspetto di cui occorre tenere conto è quello della Strategia di Lisbona, su cui la 14a Commissione ha svolto un’indagine conoscitiva nella scorsa legislatura – prima di altre Commissioni affari europei dei parlamenti nazionali dell’UE – e il cui piano d’azione è ritenuto essenziale per porre le basi per una ripresa della produttività e della competitività dell’economia nazionale ed europea. A tale riguardo si ricorda che lo scorso 11 ottobre si è svolta un’audizione del ministro Bonino, la quale ha illustrato i contenuti del nuovo Programma nazionale di riforma denominato "Piano per l’innovazione la crescita e l’occupazione" (PICO), per diversi aspetti integrativo rispetto al programma elaborato lo scorso anno, e che sono stati comunicati alla Commissione europea.

Per quanto riguarda gli stanziamenti destinati alle politiche di innovazione, crescita e occupazione, il Ministro dell’economia e delle finanze, nel corso della sua audizione presso la Commissione Bilancio del Senato nella seduta del 27 novembre, ha precisato che la manovra finanziaria, pari a 35,4 miliardi di euro, è articolata, per 15,2 miliardi, in interventi di correzione del deficit e, per 20,2 miliardi, in interventi per lo sviluppo e per l’equità, di cui 5,5 miliardi sono destinati alla riduzione del cuneo fiscale e 7,7 miliardi specificamente destinati allo sviluppo.

Il disegno di legge di bilancio per il 2007, a legislazione vigente - prosegue il relatore - prevede entrate finali per 431,4 miliardi di euro e spese finali per 454,4 miliardi di euro, con un saldo netto da finanziare di 23 miliardi di euro, che risulta inferiore rispetto a quello dello scorso anno. Per il 2007, infatti, rispetto al bilancio assestato del 2006, è previsto un aumento delle entrate finali di 30 miliardi e un aumento delle spese finali di 18,5 miliardi di euro. A ciò corrisponde un risparmio pubblico di 15,1 miliardi di euro – a fronte di un risparmio negativo per il 2006 pari a -3,1 miliardi – per poi raggiungere quota 31,1 miliardi nel 2008 e 48,1 miliardi di euro nel 2009.

Per quanto riguarda la Tabella n. 2, allegata al disegno di legge di bilancio, relativa allo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, gli aspetti di competenza della 14a Commissione riguardano soprattutto gli stanziamenti relativi al Dipartimento per le politiche comunitarie, alla quota di contribuzione italiana all’Unione europea e al Fondo di rotazione per le politiche comunitarie di cui all’articolo 5 della legge n. 183 del 1987.

Il relatore evidenzia, quindi, che le spese relative al Dipartimento per le politiche comunitarie sono ricomprese nell’Unità previsionale di base (UPB) 3.1.5.2 "Presidenza del Consiglio dei ministri". L’ultima nota di variazione prevede uno stanziamento totale per il 2007 di quasi 969 milioni di euro (rispetto ai circa 380 milioni di euro del 2006). Questa somma complessiva tiene conto degli interventi previsti dal "decreto Bersani", delle modifiche derivanti dal decreto sul riordino della attribuzioni dei ministeri, nonché delle variazioni derivanti dal decreto fiscale (Tab. 2/bis) e delle variazioni previste dal disegno di legge finanziaria come approvato dalla Camera (Tab. 2/ter).

Per quanto riguarda la contribuzione dell’Italia al bilancio dell’Unione europea, la Tabella n. 2 della legge di bilancio prevede all’UPB 4.1.2.8 tre capitoli di spesa di parte corrente, classificate tra quelle vincolate, in quanto giuridicamente obbligatorie. Si tratta delle cosiddette "risorse proprie" dell’Unione europea, costituite dalle "risorse proprie tradizionali" derivanti dall’unione doganale, costituite dai dazi doganali riscossi dai Paesi membri negli scambi con Paesi terzi, dai prelievi sulle importazioni di prodotti agricoli da Paesi terzi, nonché dai contributi provenienti dall’imposizione di diritti alla produzione dello zucchero (capitolo n. 2752); dal contributo degli Stati membri commisurato alle quote parte dei RNL (reddito nazionale lordo) nazionali sul RNL comunitario, e dal contributo a carico di ciascuno Stato membro calcolato applicando un’aliquota uniforme all’imponibile nazionale dell’IVA (capitolo n. 2751); e infine dagli importi di compensazione monetaria (capitolo n. 2750).

Il Fondo di rotazione per le politiche comunitarie, dedicato anche agli interventi cofinanziati dall’Unione europea, figura all’UPB 4.2.3.8, con un reintegro netto di 2,2 miliardi di euro per il 2007, rispetto al 2006. L’aumento deriva dalle misure contenute nel disegno di legge finanziaria (Tab. 2-ter), e prevede uno stanziamento totale – come di consueto – di più di 4 miliardi di euro per il 2007, a fronte dei 2 miliardi dell’anno precedente.

Prima di illustrare alcuni dei punti più significativi del disegno di legge finanziaria, dal punto di vista comunitario, il relatore ribadisce i dati fondamentali di questa manovra da 35,4 miliardi, che è fortemente improntata ad un risanamento dei conti ed a misure dirette a dare impulso allo sviluppo economico, in maniera duratura.

La manovra, per il 2007, è pari al 2,3 per cento del prodotto interno lordo. Tuttavia, grazie al suo carattere strutturale, essa esplica i suoi effetti anche per gli anni successivi, assicurando una correzione dei dati tendenziali persino in misura crescente e senza misure cosiddette una tantum. Per il 2008 è infatti previsto un effetto pari al 2,4 per cento del PIL e per il 2009 del 2,6 per cento (per il 2010 del 2,5 per cento, e per il 2011 del 2,4).

Da queste proiezioni ne consegue, per tutto il prossimo quinquennio, il rispetto del limite del 3 per cento nel rapporto deficit/PIL, un avanzo primario crescente ed una conseguente riduzione del rapporto debito/PIL al di sotto della soglia del 100 per cento entro il 2011, in linea con le indicazioni formulate dalle istituzioni dell’Unione europea.

Venendo all'analisi puntuale del disegno di legge finanziaria occorre rilevare che gran parte delle disposizioni previste riguardano materie che per loro natura si intersecano con l’ordinamento comunitario. Appare tuttavia opportuno - ad avviso del relatore - soffermarsi in particolare su alcune delle disposizioni previste all’articolo 18 del disegno di legge.

I commi da 16 a 20 recano interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo, nonché incentivi all’occupazione e in particolare all’occupazione femminile. Si tratta di misure che si inseriscono pienamente nel contesto della Strategia di Lisbona, essendo dirette a favorire la competitività delle imprese, in particolare attraverso la riduzione del cosiddetto cuneo fiscale, intervenendo sulla disciplina dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), nonché prevedendo ulteriori deduzioni e speciali disposizioni agevolative per l’impiego di lavoratori a tempo indeterminato nelle regioni del Mezzogiorno e nel caso di impiego di donne lavoratrici.

Il contenimento degli oneri contributivi e fiscali a carico delle imprese, per il personale dipendente, è una misura che assorbe 5,5 miliardi di euro della manovra finanziaria e che risulta particolarmente apprezzabile dal punto di vista del rilancio dello sviluppo economico. Su tali aspetti, peraltro, il relatore ricorda che la 14a Commissione si era espressa in senso analogo, il 12 ottobre 2005, in occasione dell’esame dell’ultima legge finanziaria della scorsa legislatura, la quale aveva già previsto una riduzione del cuneo fiscale e contributivo, anche se in misura inferiore.

A tale riguardo, sarebbe opportuno valutare se l’esclusione, dallo sgravio del cuneo fiscale, di banche, assicurazioni e imprese operanti in concessione e a tariffa, non possa configurarsi come un’agevolazione non generalizzata e pertanto come un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 87 del Trattato CE.

Apprezzabile appare, quindi, la disposizione di cui al comma 16, che alla lettera a), capoverso 4-sexies prevede deduzioni maggiorate in caso di assunzione a tempo indeterminato di lavoratrici donne rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato di cui al regolamento (CE) n. 2204/2002, ovvero "qualsiasi donna di un’area geografica al livello NUTS II [si tratta delle regioni Calabria, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Campania e Puglia, Piemonte, Friuli, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio] nella quale il tasso medio di disoccupazione superi il 100 per cento della media comunitaria da almeno due anni civili e nella quale la disoccupazione femminile abbia superato il 150 per cento del tasso di disoccupazione maschile dell’area considerata per almeno due dei tre anni civili precedenti".

Lo stesso comma 16 prevede anche la deduzione dei costi sostenuti dall’impresa per il personale addetto alla ricerca e sviluppo, da parte delle imprese o di consorzi tra imprese costituiti per la realizzazione di ricerca e sviluppo. Alla ricerca è possibile destinare anche il 5 per mille dell’IRPEF, come previsto dal comma 738. Queste norme si pongono in linea con l’esigenza di incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte del settore privato, come peraltro già evidenziato in occasione dell’esame dell’ultimo disegno di legge finanziaria della scorsa legislatura. In tale contesto infatti la 14a Commissione, su norme analoghe, ha espresso la necessità di un rafforzamento delle misure dirette a favorire una maggiore partecipazione dell’economia privata al finanziamento della ricerca in Italia, considerato il ruolo essenziale dell’innovazione ai fini di una ripresa economica.

I commi da 21 a 29 prevedono crediti d’imposta per le imprese che acquisiscono beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive delle regioni del Mezzogiorno. Tali agevolazioni saranno sottoposte all’autorizzazione della Commissione europea.

I commi da 388 a 397 recano la riforma relativa al versamento del trattamento di fine rapporto, che - ai sensi del comma 394 - è subordinata alla decisione delle autorità statistiche comunitarie relative al trattamento contabile dell’istituendo "Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto" in seno all’INPS e alla conseguente compatibilità dei suoi effetti complessivi con gli impegni comunitari relativi al programma di stabilità dell’Italia.

Il comma 487 dispone un finanziamento di 3 milioni per 15 anni, destinato alla realizzazione delle infrastrutture per la mobilità al servizio della Fiera del Levante di Bari, della Fiera di Verona, della Fiera di Foggia e della Fiera di Padova, inizialmente previsto dalla legge finanziaria 2002 e successivamente dalle leggi finanziarie per il 2004, il 2005 e il 2006. Tuttavia, ai fini di un rilancio del commercio internazionale e dei settori produttivi e terziari, nell’ottica della politica commerciale comunitaria e di un’economia sempre più integrata a livello europeo e internazionale, sarebbe opportuno non limitare il finanziamento ai soli eventi fieristici predetti, ma estenderlo a tutte le fiere di rilevanza nazionale, indirizzandolo verso il Fondo per la mobilità al servizio delle fiere, previsto dalla legge n. 105 del 2006. I 3 milioni per 15 anni verrebbero così ad aggiungersi ai 3 milioni di euro già destinati a tale Fondo, per il 2007, dalla Tabella F del disegno di legge finanziaria.

Di interesse per la 14a Commissione appare poi il comma 510, che esclude i progetti cofinanziati dall’Unione europea, dalla regola del limite del 2 per cento dell’incremento di spesa rispetto all’anno precedente, prevista dalla legge finanziaria 2005.

Il comma 584 prevede che, nell’ambito delle opere infrastutturali contenute nel piano economico-finanziario che l’ANAS è tenuta a presentare ai sensi del comma 574, sia data priorità alla messa in sicurezza delle gallerie della rete stradale transeuropea di lunghezza superiore a 500 metri, in ottemperanza alla direttiva 2004/54/CE. Si rileva a tale riguardo che l’articolo 10, comma 7, del decreto legislativo 5 ottobre 2006, n. 264, di attuazione della direttiva 2004/54/CE, prevede che "i lavori di adeguamento delle gallerie sono realizzati secondo un programma operativo e dovranno essere completati entro il 30 aprile 2019". Pertanto la priorità prevista dal comma n. 584 in esame andrebbe commisurata all’arco temporale di cui all’articolo 10, comma 7, del decreto legislativo 5 ottobre 2006, n. 264.

Di particolare interesse sono poi i commi da 720 a 730, che dispongono una serie di misure dirette ad evitare che l’inadempimento di obblighi comunitari da parte degli enti territoriali e altri enti pubblici comporti un esborso a carico del bilancio dello Stato.

In particolare i commi 722-724 prevedono il diritto di rivalsa dello Stato, nei confronti dei predetti enti pubblici, in relazione all’obbligo, gravante sullo Stato, della restituzione di somme indebitamente percepite, provenienti dai fondi strutturali europei, e del pagamento di sanzioni derivanti da sentenze di condanna della Corte di giustizia delle Comunità europee e della Corte europei dei diritti dell’uomo. Inoltre, il comma 730 prevede che eventuali aiuti di Stato possano essere ricevuti solo da imprese che non risultino aver trattenuto indebitamente precedenti aiuti di Stato dichiarati dalla Commissione europea incompatibili con l’ordinamento comunitario. Quest’ultimo comma è stato introdotto nel corso dell’esame presso l’Assemblea della Camera, la quale ha contestualmente soppresso due commi, uno dei quali richiamava il Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, di attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, il quale prevede adempimenti da parte delle regioni e province autonome.

Ai fini di una maggiore organicità normativa, in materia di partecipazione dell’Italia all’Unione europea, sarebbe più opportuno riformulare i predetti commi da 720 a 730 come novelle, di identico contenuto, alla legge n. 11 del 2005 ("legge Buttiglione"), recante norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari.

Il relatore conclude la sua esposizione svolgendo un paragone tra la legge finanziaria e i vecchi atlanti geografici che si usavano a scuola: questi ultimi presentavano prima una carta generale dell’Italia, poi delle carte particolari delle regioni, poi ancora una carta generale dell’Europa. Restando nella metafora, in questa finanziaria, a suo avviso, sono rappresentate sia le carte regionali che la carta dell’Europa, in cui non è segnata soltanto Maastricht, ma anche Lisbona.

 

Il senatore GIRFATTI (DC-PRI-IND-MPA) , prescindendo dal contenuto del rapporto presentato dal relatore, interviene sull’ordine dei lavori, per chiedere quali siano i tempi di esame, per la Commissione, di un provvedimento - la legge finanziaria, appunto - su cui, molto probabilmente, verrà posta dal Governo la questione di fiducia.

 

Il PRESIDENTE risponde chiarendo che, per l'esame delle parti dei documenti di bilancio da parte della Commissione, è stata prevista anche una seduta domani mattina, salvo la possibilità di concludere l'esame stesso nella seduta odierna, se esistono le condizioni e la volontà politica.

 

Il ministro BONINO, relativamente al problema sollevato dal relatore riguardante le somme, previste nella Tabella 2 del disegno di legge di bilancio, destinate al Dipartimento per le politiche europee, precisa che esse, come correttamente sostenuto dallo stesso relatore, sono ricomprese nella tabella 2 del disegno di legge di bilancio. Purtroppo, a fronte di un aumento degli stanziamenti, per il 2007, per la Presidenza del Consiglio, occorre prendere atto di una sostanziosa diminuzione, da 4.834 a 3.448 milioni di euro, delle risorse allocate per le politiche comunitarie.

Si tratta, continua il Ministro, di una decurtazione pari al 28 per cento delle spese, rispetto al 2006, che ricomprende tagli che incidono sull'operatività stessa del Dipartimento: si pensi alla riduzione, da 431 mila a 300 mila euro, del capitolo riguardante le missioni all'estero dei funzionari, oppure alla riduzione, da 565 mila a 171 mila euro, del capitolo relativo a partecipazioni a convegni e congressi che interessano l'attività d'istituto.

Per quanto concerne gli altri punti specifici messi in evidenza dal relatore, il Ministro fa notare che, nel disegno di legge finanziaria è stata, opportunamente, inserita una sorta di clausola di salvaguardia per le questioni attinenti il TFR e il cuneo fiscale, dal momento che su di esse pende un giudizio di aderenza ai parametri comunitari da parte delle istituzioni di Bruxelles.

Relativamente al cuneo fiscale, precisa che esso non è stato esteso agli istituti di credito e assicurativi, in quanto ideato per favorire e incentivare i settori produttivi della nostra economia.

Dichiara, inoltre, di concordare con il relatore relativamente al tema della priorità della messa in sicurezza delle gallerie della rete stradale transeuropea.

Per quanto riguarda la delicata questione del diritto di rivalsa dello Stato nei confronti degli enti locali, nei casi di inadempimento di obblighi comunitari da parte di questi ultimi, è del parere che, in tali frangenti, debba essere applicato il principio "chi sbaglia paga".

La reintegrazione a 4 miliardi di euro del Fondo di rotazione, ridotto, nella scorsa finanziaria a 2 miliardi, è stata operata - continua l'oratore - per perseguire le finalità e la missione tipiche del Fondo stesso.

Il Ministro conclude il suo intervento - oltre che auspicando una competenza rafforzata della Commissione 14a soprattutto nella valutazione degli aspetti macroeconomici comunitari della manovra di bilancio - mettendo l'accento sulla centralità della strategia di Lisbona nel percorso di sviluppo di gran parte dei paesi membri dell'Unione Europea, pur essendo consapevole del fatto che, a differenza dei parametri di Maastricht, le direttive contenute in detta strategia non hanno un valore vincolante.

Il Ministro, infine, rivolge un appello - che pur esulando dall'oggetto della trattazione all'ordine del giorno della Commissione, ritiene possa essere comunque condiviso da tutti i gruppi parlamentari - affinché venga accolta la proposta di inserire nel vigente calendario dei lavori dell'Aula del Senato la conclusione dell'esame della legge comunitaria, che, come è noto, non è stato possibile approvare la scorsa settimana per motivi eminentemente procedurali.

 

Il PRESIDENTE, nel reputare opportuna l'integrazione dello schema di rapporto con una notazione che valuti negativamente la riduzione del 28 per cento dello stanziamento per il Dipartimento per le politiche europee, dichiara aperta la discussione generale.

 

La senatrice BINETTI (Ulivo), relativamente alle misure dirette ad incoraggiare il finanziamento privato della ricerca, pone in rilievo l'esigenza di concepire la ricerca come sollecitazione alla competitività intellettuale; in tal senso, a suo modo di vedere, è fondamentale che le imprese adottino una mentalità che conduca alla massima espansione dell'innovazione.

Sotto tale profilo, richiama l'attenzione dei presenti e, in particolare, del Ministro, sulle modalità con le quali tale nuovo approccio alla ricerca possa collegarsi ai mezzi e alle risorse messe a disposizione dall'Unione europea.

 

Il senatore STRANO (AN) , dopo aver osservato che il Ministro avrebbe dovuto minacciare le dimissioni in seguito ai consistenti tagli operati al proprio Dicastero, dichiara di non essere in sintonia con il contenuto della relazione illustrata dal senatore Enriques.

Al riguardo, informa che, in data odierna, l'OCSE ha espresso un giudizio fortemente critico sui dati economici dell'Italia e sulle misure predisposte dal Governo in materia finanziaria, facendo notare, in particolare, che la complessiva manovra di bilancio è imperniata prevalentemente su incrementi della tassazione, piuttosto che su riduzioni di spesa.

Tale bocciatura della politica finanziaria governativa, proveniente da una istituzione internazionale prestigiosa come l'OCSE, è, tra l'altro, ulteriormente confermata da decisioni che, oggettivamente, vanno contro l'integrazione europea, come quella recentemente presa di annullare la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

 

Il senatore ALLOCCA (RC-SE) sottolinea l'esigenza di affrontare, in via prioritaria, il problema della precarietà del lavoro, problema che interessa non solo l'Italia ma l'intera area continentale e che, pur essendo affrontato nella manovra di bilancio del Governo, presenta degli aspetti di gravità che richiederebbero interventi finanziari di sostegno ancora più incisivi.

 

La senatrice SOLIANI (Ulivo) è dell'avviso che la premessa dei documenti di bilancio per il 2007 sia fondamentalmente europea.

L'oratore dichiara, inoltre, di concordare con l'impostazione dello schema di rapporto, per cui la strategia di Lisbona e l'occupazione femminile costituiscono uno snodo cruciale delle politiche sociali a livello sia nazionale che europeo.

Per quanto riguarda il finanziamento delle infrastrutture fieristiche, rileva che, al riguardo, va preso in considerazione il sistema Paese nel suo complesso.

Quanto al problema del finanziamento privato della ricerca, reputa che ci si trovi solo agli esordi di una appropriata politica di settore, ancora non esistendo una relativa e conferente strategia.

 

Il PRESIDENTE, appurata l'intenzione del Ministro di non replicare, avendo egli già svolto le sue considerazioni, e accertata la presenza del numero legale, pone, quindi, in votazione lo schema di rapporto favorevole, come illustrato dal relatore ed integrato dalle ulteriori osservazioni emerse nel corso dell'esame.

 

Esso risulta accolto dalla Commissione.


RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE (1184, 1184-BIS E 1184-TER - TABELLA 2, 2-BIS E 2-TER)

(LIMITATAMENTE A QUANTO DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

 

La Commissione,

 

esaminati lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007, limitatamente a quanto di competenza, e le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria 2007;

ricordato che, sulla base della riforma del Patto di stabilità e crescita, approvata dal Consiglio europeo del 23 marzo 2005, il Consiglio dei ministri economici e finanziari (Ecofin) ha indirizzato all’Italia il 12 luglio 2005 una raccomandazione relativa alla procedura d’infrazione per deficit eccessivo, con la quale ha accordato una proroga fino al 2007 per ricondurre il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo entro la soglia del 3 per cento;

ricordato inoltre che, per quanto riguarda il debito pubblico, il Consiglio Ecofin ha raccomandato di ristabilire un adeguato avanzo primario nel medio periodo e di prestare particolare attenzione ad altri fattori, come le operazioni di bilancio "sotto la linea" (le partite finanziarie);

rilevato che la manovra conferma l’obiettivo del ridimensionamento dell’indebitamento netto della Pubblica Amministrazione al di sotto della soglia del 3 per cento rispetto al PIL già dal prossimo anno, per giungere ad un suo azzeramento entro il 2011, e che si prevede anche una riduzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, che passerebbe dal 106,9 per cento nel 2007 al 97,8 per cento nel 2011;

tenuto conto degli obiettivi delineati dalla Strategia di Lisbona, come rinnovata a partire dal Consiglio europeo di primavera 2005, su cui la 14a Commissione ha svolto un’indagine conoscitiva nella scorsa legislatura – prima di altre Commissioni affari europei dei parlamenti nazionali dell’UE – e il cui piano d’azione è ritenuto essenziale per porre le basi per una ripresa della produttività e della competitività dell’economia nazionale ed europea;

ricordato che lo scorso 11 ottobre 2006 si è svolta un’audizione del Ministro per le politiche comunitarie, in cui è stato illustrato il contenuto del nuovo Programma nazionale di riforma denominato "Piano per l’innovazione la crescita e l’occupazione" (PICO), che per diversi aspetti integra il programma dello scorso anno, e che è stato comunicato alla Commissione europea entro la prevista scadenza del 15 ottobre;

considerato che la manovra per il 2007, pari a 35,4 miliardi di euro, secondo i dati illustrati dal Ministro dell’economia e delle finanze, nel corso della sua audizione presso la Commissione Bilancio del Senato nella seduta del 27 novembre, è fortemente improntata a dare impulso allo sviluppo economico, oltre che ad un risanamento dei conti, in maniera strutturale e duratura per gli anni successivi, ed è articolata, per 15,2 miliardi, in interventi di correzione del deficit e, per 20,2 miliardi, in interventi per lo sviluppo e per l’equità, di cui 5,5 miliardi sono destinati alla riduzione del cuneo fiscale e 7,7 miliardi specificamente destinati allo sviluppo;

considerato che il disegno di legge di bilancio per il 2007, a legislazione vigente, prevede entrate finali per 431,4 miliardi di euro e spese finali per 454,4 miliardi di euro, con un saldo netto da finanziare di 23 miliardi di euro ed un risparmio pubblico di 15,1 miliardi di euro per il 2007, di 31,1 miliardi per il 2008 e di 48,1 miliardi di euro per il 2009;

considerato che lo stanziamento iscritto all’Unità previsionale di base (UPB) 3.1.5.2 "Presidenza del Consiglio dei ministri", in cui rientra anche il Dipartimento per le politiche comunitarie, prevede per il 2007 una somma di quasi 969 milioni di euro (rispetto ai circa 380 milioni di euro del 2006), che tiene conto degli interventi previsti dal "decreto Bersani", delle modifiche derivanti dal decreto sul riordino della attribuzioni dei ministeri, nonché delle variazioni derivanti dal decreto fiscale (Tab. 2/bis) e delle variazioni previste dal disegno di legge finanziaria come approvato dalla Camera (Tab. 2/ter);

rilevato a tale riguardo che, secondo i dati forniti dal Ministro, per il Dipartimento politiche comunitarie è previsto un taglio del 28 per cento delle risorse rispetto al 2006, che passerebbero da 4.834.400 euro a 3.448.500 per le spese correnti e di funzionamento della struttura;

considerato che gli stanziamenti assegnati all’UPB 4.1.2.8 "Risorse proprie Unione europea", da cui si desume la contribuzione dell’Italia al bilancio dell’Unione europea, ammontano complessivamente a poco più di 17,4 miliardi di euro;

considerato che per gli stanziamenti assegnati all’UPB 4.2.3.8 "Fondo di rotazione per le politiche comunitarie", dedicato anche agli interventi cofinanziati dall’Unione europea, è previsto un reintegro netto di 2,2 miliardi di euro rispetto al 2006, per un totale di più di 4 miliardi di euro per il 2007;

considerato che il disegno di legge finanziaria 2007 prevede all’articolo 18 (a cui sono riferiti i commi di seguito presi in considerazione), commi da 16 a 20, interventi di riduzione del cuneo fiscalee contributivo, nonché incentivi all’occupazione e in particolare all’occupazione femminile, che si inseriscono pienamente nel contesto della Strategia di Lisbona, essendo dirette a favorire la competitività delle imprese e il rilancio dello sviluppo economico, intervenendo sulla disciplina dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), nonché prevedendo ulteriori deduzioni e speciali disposizioni agevolative per l’impiego di lavoratori a tempo indeterminato nelle regioni del Mezzogiorno e nel caso di impiego di donne lavoratrici;

apprezzata in particolare la disposizione di cui al comma 16, che alla lettera a), capoverso 4-sexies prevede deduzioni maggiorate in caso di assunzione a tempo indeterminato di lavoratrici donne rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato di cui al regolamento (CE) n. 2204/2002, ovvero "qualsiasi donna di un’area geografica al livello NUTS II [Calabria, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Campania e Puglia, Piemonte, Friuli, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio] nella quale il tasso medio di disoccupazione superi il 100 per cento della media comunitaria da almeno due anni civili e nella quale la disoccupazione femminile abbia superato il 150 per cento del tasso di disoccupazione maschile dell’area considerata per almeno due dei tre anni civili precedenti"; nonché le misure dirette ad incoraggiare il finanziamento privato alla ricerca e la deduzione dei costi sostenuti dall’impresa per il personale addetto alla ricerca e sviluppo, da parte delle imprese o di consorzi tra imprese costituiti per la realizzazione di ricerca e sviluppo;

considerati i commi da 21 a 29, che prevedono crediti d’imposta per le imprese che acquisiscono beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive delle regioni del Mezzogiorno, che saranno sottoposti all’autorizzazione della Commissione europea;

rilevato che i commi da 388 a 397, che recano la riforma relativa al versamento del trattamento di fine rapporto, prevedono che essa sia subordinata alla decisione delle autorità statistiche comunitarie relative al trattamento contabile dell’istituendo "Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto" e alla conseguente compatibilità dei suoi effetti complessivi con gli impegni comunitari relativi al programma di stabilità dell’Italia;

considerato che il finanziamento di 3 milioni di euro per 15 anni, previsto dal comma 487 in favore della realizzazione delle infrastrutture per la mobilità al servizio della Fiera del Levante di Bari, della Fiera di Verona, della Fiera di Foggia e della Fiera di Padova, ai fini di un rilancio del commercio internazionale e dei settori produttivi e terziari, nell’ottica della politica commerciale comunitaria e di un’economia sempre più integrata a livello europeo e internazionale, potrebbe essere più opportunamente destinato al Fondo per la mobilità al servizio delle fiere, previsto dalla legge 27 febbraio 2006, n. 105, perché sia disponibile per tutti i sistemi fieristici di rilevanza nazionale;

considerato il comma 510, che esclude i progetti cofinanziati dall’Unione europea, dalla regola del limite del 2 per cento dell’incremento di spesa rispetto all’anno precedente, prevista dalla legge finanziaria 2005;

considerato che, ai sensi del comma 584, l’ANAS è tenuta a dare priorità, nell’ambito delle opere infrastutturali individuate nel suo piano economico-finanziario, alla messa in sicurezza delle gallerie della rete stradale transeuropea, in ottemperanza alla direttiva 2004/54/CE, e che, a tale riguardo, l’articolo 10, comma 7, del decreto legislativo 5 ottobre 2006, n. 264, di attuazione della direttiva 2004/54/CE, prevede che "i lavori di adeguamento delle gallerie sono realizzati secondo un programma operativo e dovranno essere completati entro il 30 aprile 2019";

considerati con particolare attenzione i commi da 720 a 729, diretti ad evitare che l’inadempimento di obblighi comunitari da parte degli enti territoriali e altri enti pubblici comporti un esborso a carico del bilancio dello Stato, prevedendo la possibilità per lo Stato di rivalersi nei confronti dei predetti enti pubblici, in relazione all’obbligo, gravante sullo Stato, della restituzione delle somme indebitamente percepite, provenienti dai fondi strutturali europei, e del pagamento di sanzioni derivanti da sentenze di condanna della Corte di giustizia delle Comunità europee e della Corte europea dei diritti dell’uomo;

considerato inoltre, il comma 730, che prevede la possibilità di ricevere aiuti di Stato solo per quelle imprese che non risultino aver trattenuto indebitamente precedenti aiuti di Stato dichiarati dalla Commissione europea incompatibili con l’ordinamento comunitario,

 

formula, per quanto di competenza, un rapporto favorevole, con le seguenti osservazioni:

 

riguardo alle risorse destinate al Dipartimento politiche comunitarie, si ritiene incongrua la riduzione del 28 per cento rispetto all’anno precedente, in considerazione delle importanti funzioni che competono alla struttura in questione, nel contesto dei rapporti con l’Unione europea relativi sia alla "fase ascendente" di formazione della normativa comunitaria, che alla "fase discendente" di attuazione della stessa, nonché della gestione dell’eventuale relativo contenzioso;

in relazione all’articolo 18, comma 584, del disegno di legge finanziaria, si ritiene opportuno evidenziare che la priorità ivi prevista per la messa in sicurezza delle gallerie transeuropee, è da considerasi commisurata all’arco temporale di cui all’articolo 10, comma 7, del decreto legislativo 5 ottobre 2006, n. 264, di attuazione della direttiva 2004/54/CE in materia di sicurezza per le gallerie della rete stradale transeuropea, ovvero entro il 30 aprile 2019;

riguardo alle misure dirette ad incoraggiare il finanziamento privato alla ricerca si esprime apprezzamento, tra l’altro, per le disposizioni di cui al comma 16 dell’articolo 18 che prevede la possibilità, per le imprese o i consorzi tra imprese costituiti per la realizzazione di ricerca e sviluppo, di dedurre i costi sostenuti per il personale addetto alla ricerca e sviluppo, e di cui al comma 738 dello stesso articolo 18, che prevede la possibilità di destinare alla ricerca il 5 per mille dell’IRPEF, ritenendo tuttavia necessaria un’azione più incisiva al fine di avvicinare i livelli nazionali di investimento in ricerca e sviluppo alla media europea del 2 per cento e di colmare l’eccessivo divario tra finanziamento pubblico e partecipazione privata a questo settore essenziale per un recupero di innovazione, produttività e competitività dell’economia nazionale;

si ritiene più opportuno destinare lo stanziamento di cui al comma 487 al Fondo per la mobilità al servizio delle fiere, previsto dalla legge 27 febbraio 2006, n. 105, piuttosto che alle sole fiere di Bari, di Verona, di Foggia e di Padova, al fine di renderlo disponibile a tutti i sistemi fieristici di rilevanza nazionale, in ciò ottemperando al principio generale della politica commerciale comunitaria che mira allo sviluppo di un’economia sempre più integrata e concorrenziale a livello sia nazionale che europeo;

ai fini di una maggiore organicità normativa in materia di partecipazione dell’Italia all’Unione europea, si ritiene opportuno riformulare i commi da 720 a 730, dell’articolo 18, del disegno di legge finanziaria, pur mantenendo identico contenuto, come novelle alla legge 4 febbraio 2005, n. 11, recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari.