Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||
Titolo: | Attività dell'Unione europea - Nuove prospettive per lo spazio europeo della ricerca - Libro verde | ||
Serie: | Bollettino consultazioni Numero: 25 | ||
Data: | 08/05/2007 | ||
Descrittori: |
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Attività dell’Unione europeaNuove prospettive per lo spazio europeodella ricerca - libro verdeConsultazionedella Commissione |
Camera dei deputati
Segreteria generaleUfficio rapporti con l’Unione europea |
L’apertura di una consultazione da parte della Commissione segnala di norma il concreto avvio della preparazione di una iniziativa legislativa. Conformemente a quanto previsto negli atti relativi alla qualità della legislazione comunitaria, in particolare nell’accordo interistituzionale “Legiferare meglio” del 16 dicembre 2003, la Commissione infatti svolge, nella fase di definizione di una politica e in quella preliminare all’adozione di atti normativi comunitari, un’attività preparatoria volta sia ad aprire un pubblico dibattito mediante la pubblicazione di documenti (come i libri verdi e i libri bianchi), sia ad incentivare il coinvolgimento delle parti interessate mediante meccanismi di consultazione. A seconda del tipo di problematica, le consultazioni offrono ai rappresentanti degli enti regionali e locali, alle organizzazioni della società civile, alle imprese e associazioni di categoria, ai singoli cittadini interessati, al mondo universitario e ai tecnici del ramo, la possibilità di fornire un proprio contributo alla fase di elaborazione delle norme europee. Con una comunicazione dell’11 dicembre 2002 la Commissione ha indicato principi e regole generali cui intende attenersi nelle consultazioni. ################### Il 4 aprile 2007, la Commissione europea ha presentato il libro verde “Lo spazio europeo della ricerca: nuove prospettive” (COM(2007)161), inteso ad aprire un ampio dibattito per definire quali orientamenti e quali misure siano necessarie per completare lo sviluppo dello spazio europeo della ricerca (SER), considerato uno degli elementi fondamentali per realizzare gli obiettivi della strategia di Lisbona1. Il libro verde sarà sottoposto ad una consultazione fino al 31 agosto 2007. La Commissione formulerà delle proposte nel 2008 sulla base dei risultati della consultazione. - spazio europeo della ricerca: obiettivi e nuove sfide Il concetto di spazio europeo della ricerca, definito dal Consiglio europeo di Lisbona nel 2000, è considerato fondamentale per costruire, in Europa, una società della conoscenza in cui ricerca, istruzione, formazione e innovazione siano mobilitate per soddisfare appieno le ambizioni e le aspettative dei cittadini europei in campo economico, sociale ed ambientale. Il concetto di SER combina tre aspetti tra lorocorrelati: un’idea di “mercato interno” della ricerca, dove ricercatori, tecnologia e conoscenza possono circolare liberamente; un coordinamento efficace, a livello europeo, di attività, programmi o politiche per la ricerca definiti a livello nazionale o regionale; l’attuazione di iniziative finanziate a livello europeo. Il documento della Commissione, nel valutare positivamente i progressi fin qui realizzati nella costruzione del SER, propone di rimuovere i fattori, quali l’eccessiva frammentazione delle attività e dei programmi, che limitano il rendimento dei sistemi di ricerca in Europa. Ciò consentirebbe, inoltre, di affrontare le sfide poste a livello globale da economie emergenti, quali India e Cina, capaci di attirare sempre maggiori investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico. - sei priorita’ per realizzare lo spazio europeo della ricerca Il Libro verde della Commissione prospetta una visione del possibile sviluppo del SER, individuando sei priorità per realizzare appieno lo spazio europeo della ricerca: 1) un flusso adeguato di ricercatori competenti, che risultino stimolati da un mercato del lavoro unico che possa offrire condizioni attraenti e pari opportunità, senza ostacoli, di natura finanziaria o amministrativa, alla mobilità transnazionale e con un elevato livello di mobilità tra istituzioni, tra discipline, tra i settori pubblico e privato e tra paesi; 2) infrastrutture di ricerca di livello mondiale, integrate, connesse in rete e accessibili ad équipe di ricercatori di tutti i paesi europei e del mondo, grazie all’uso di infrastrutture di comunicazione elettronica di nuova generazione; 3) organismi di ricerca "eccellenti", ben inseriti nel contesto sociale ed economico, ma capaci di competere e cooperare dentro e fuori dell’Europa. Tali organismi dovrebbero interagire abitualmente con il mondo dell’impresa e stabilire partnership pubblico-privato durature. Costituendo il nucleo di clusters (raggruppamenti) di ricerca specializzati, perlopiù interdisciplinari, tali partenariati dovrebbero essere in grado di attrarre una massa critica di risorse umane e finanziarie da tutto il mondo. Il SER dovrebbe progressivamente strutturarsi come una rete di clusters di ricerca, localizzati in siti differenti, che opererebbero come "comunità di ricerca virtuali" utilizzando strumenti di calcolo e di comunicazione potenti e mettendo in comune risorse ed attività; --------------------------------------------------------- 1 Il Consiglio europeo straordinario di Lisbona (23-24 marzo 2000) ha concordato un obiettivo strategico per l’Unione del nuovo decennio: diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. |
4) una vera condivisione delle conoscenze, da realizzare:favorendo l’accesso alle basi di conoscenza pubbliche; semplificando ed armonizzando il regime della proprietà intellettuale con l’introduzione di un sistema di brevetti efficace dal punto di vista dei costi, e la condivisione di principi per quanto attiene alla cooperazione tra ricerca pubblica ed industria; attraverso canali di comunicazione innovativi per coinvolgere il pubblico nel suo insieme nella conoscenza scientifica e nei dibattiti sulla scienza; 5) priorità e programmi di ricerca adeguatamente coordinati, ivi compresi investimenti significativi nella ricerca pubblica, da programmare congiuntamente a livello europeo attraverso la definizione di priorità comuni, coordinandone l'attuazione e attraverso una valutazione congiunta; 6) apertura dello Spazio europeo della ricerca al mondo, in particolare ai paesi confinanti, unita ad un chiaro impegno ad affrontare le sfide mondiali con i partner dell'Europa, in modo che la cooperazione in campo scientifico-tecnologico contribuisca con efficacia alla stabilità, sicurezza e prosperità mondiale. La Commissione individua, inoltre, altri tre importanti fattori, trasversali ai precedenti, che dovrebbero caratterizzare lo spazio europeo della ricerca: - la politica europea per la ricerca dovrebbe essere profondamente radicata nella società, contribuendo tanto ad aumentare il livello di diffusione delle conoscenze quanto a dare sostegno alle politiche per lo sviluppo sostenibile nei settori di maggior interesse pubblico quali la salute, l’energia e i cambiamenti climatici; - occorre trovare un giusto equilibrio tra concorrenza e solidarietà, stimolando l’eccellenza al massimo livello mantenendo, al contempo, una forte cooperazione, indirizzata verso obiettivi di interesse comune; - va tratto il massimo vantaggio dalla diversità europea, ulteriormente arricchita all’inizio del 2007 con l’ingresso di Bulgaria e Romania. La natura sistemica del SER, che richiede azioni su più fronti e con tempistiche diverse, impone di intervenire immediatamente per poter giungere ad una piena operatività intorno al 2020. - La consultazione La Commissione, innanzitutto, chiede alle parti interessate se le priorità indicate esauriscano o meno gli elementi essenziali necessari ad uno sviluppo compiuto del SER; quale debba essere il ruolo delle politiche per la ricerca sviluppate a livello comunitario, nazionale e regionale; quali iniziative consentirebbero di sfruttare al meglio gli sforzi, pubblici e privati, per portare a compimento la visione del SER, così come prospettata. Il libro verde della Commissione passa, poi, ad analizzare la situazione della ricerca europea in relazione alle sei dimensioni principali del SER chiedendo, tra l’altro, in relazione a ciascuna di esse: 1) mercato unico dei ricercatori: se, per migliorare la mobilità e le condizioni di lavoro dei ricercatori, occorra un quadro europeo più efficace che contempli anche misure suscettibili di diventare obbligatorie; se occorra un quadro di riferimento europeo per assicurare la trasferibilità delle clausole di sicurezza sociale dei ricercatori attraverso l’Europa; come possano essere applicati al mercato del lavoro dei ricercatori i principi della “flessicurezza”; 2) infrastrutture di ricerca: quale possa essere il modo migliore per prendere decisioni in merito alle infrastrutture paneuropee e ai loro finanziamenti; se occorra sviluppare un quadro legislativo per facilitare la nascita di nuove forme di infrastrutture di ricerca e quali cambiamenti a livello politico e legislativo occorrano per incoraggiare i privati ad investire in infrastrutture di ricerca; se occorre definire principi comuni e trasparenti per la gestione e l’accesso ad infrastrutture di interesse europeo; 3) rafforzamento delle strutture di ricerca: come rafforzare nel modo più efficace le risorse destinate alle istituzioni di ricerca europee le risorse; come incoraggiare la creazione di centri di eccellenza virtuali di livello mondiale e la nascita di comunità di ricerca virtuali; se è necessario una proposta di regolamento per favorire la creazione di partnership pubblico-privato; 4) condivisione delle conoscenze: se occorrono decisioni politiche e pratiche a livello europeo per migliorare l’accesso e la diffusione dei risultati delle ricerche finanziate con fondi pubblici; cosa potrebbe costituire un quadro europeo per la condivisione delle conoscenze tra le istituzioni di ricerca e l’industria; 5) programmi e priorità di ricerca: se occorre sviluppare e usare principi comuni nei programmi di ricerca europei, nazionali e regionali per quanto riguarda le revisioni paritarie (peer review), le certificazioni di qualità e le valutazioni congiunte; se tali programmi debbano aprirsi anche a partecipanti provenienti da altri Stati membri; se vadano condivisi principi in merito alla responsabilità dei finanziamenti per la ricerca pubblica; quali meccanismi di partecipazione possono rendere le autorità pubbliche capaci di individuare temi e prendere decisioni, in relazione alle ricerche su questioni sociali rilevanti; se la Comunità europea debba chiedere di far parte di organizzazioni di ricerca intergovernative; 6) cooperazione internazionale in S&T: come possa la Commissione collaborare con gli Stati membri al fine di definire le priorità in materia di cooperazione internazionale nel settore della ricerca scientifico-tecnologica pur mantenendo: un coordinamento con le altre dimensioni delle relazioni esterne dell’UE, un efficace uso degli strumenti e delle risorse nonché la capacità di parlare ad una voce in iniziative multilaterali; come integrare il SER nella politica di vicinato; se esistono strumenti alternativi agli accordi bilaterali dell’UE in materia di S&T. La Commissione invita istituzioni europee, Stati membri e parti interessate a promuovere un ampio dibattito sui temi del libro verde. La Commissione, inoltre, intenderebbe proporre una riforma del Comitato consultivo europeo della ricerca (EURAB) al fine di assegnargli un ruolo chiave nello sviluppo del SER. La Commissione, infine, intende raccogliere dati e analisi con cui misurare i progressi nella realizzazione del SER. NOTA: Ulteriori informazioni e documenti possono essere richiesti all’Ufficio Rapporti con l’Unione europea ****** XV legislatura – Bollettino consultazioni n. 25, 8 maggio 2007 |