Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari sociali
Titolo: Rendiconto 2006, Assestamento 2007 - A.C. 3169 e A.C. 3170 - Commissione Affari sociali
Riferimenti:
AC n. 3169/XV   AC n. 3170/XV
Serie: Progetti di legge    Numero: 274    Progressivo: 12
Data: 22/10/2007
Organi della Camera: XII-Affari sociali


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

 

 

Rendiconto 2006
Assestamento 2007

A.C. 3169 e A.C. 3170

Commissione Affari sociali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 274/12

 

 

22 ottobre 2007


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Affari sociali

 

SIWEB

 

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File: AS0158.doc

 


I N D I C E

PARTE I – Rendiconto 2006 (A.C. 3169)

1. Funzioni e disciplina del Rendiconto generale dello Stato. 3

1.1. La riclassificazione del Bilancio dello Stato. 6

2. Il disegno di legge recante il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2006 (A.C. 3169)14

3. Il giudizio di parificazione della Corte dei conti sul Rendiconto finanziario per il 2006  17

4. I risultati di finanza pubblica nel 2006. 21

5. I saldi del conto del bilancio. 24

5.1 I saldi di competenza. 24

5.2 I saldi di cassa. 25

5.3 I risultati di competenza a raffronto con il livello dei saldi fissato nella legge finanziaria: serie storica. 26

6. La gestione di competenza. 28

6.1 Entrate finali29

6.2 Spese finali31

6.3 Spese per rimborso prestiti ed entrate da accensione di prestiti32

7. Tavole riepilogative. 33

8. Profili di interesse della Commissione Affari sociali42

8.1 Sanità. 42

8.2 Politiche sociali46

PARTE II – Assestamento 2007 (A.C. 3170)

1. L’assestamento del bilancio dello Stato. 55

1.1 Funzione dell’assestamento del bilancio dello Stato. 55

1.2 La struttura e il contenuto del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l’esercizio 2007. 56

2. I saldi del bilancio dello Stato risultanti dal ddl di assestamento. 59

3. Le variazioni di competenza. 63

4. Le modifiche introdotte dal Senato. 67

5. Tavole riepilogative. 75

6. Profili di interesse della Commissione Affari sociali83

6.1 Lo stato di previsione del Ministero della salute. 83

6.2 Lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze. 84

6.3 Lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale. 88

APPENDICE

Glossario dei principali termini macroeconomici e di finanza pubblica. 93

Corte dei conti – Relazione sul Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2006 (stralcio)117

Ministero della salute. 119

Ministero della solidarietà sociale. 161

 

 


PARTE I – Rendiconto 2006
(A.C. 3169)


1. Funzioni e disciplina del Rendiconto generale dello Stato

Il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (anno finanziario) adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.

La disciplina del rendiconto generale dello Stato è dettata dagli articoli da 21 a 24 della legge n. 468/1978; in particolare, l’articolo 22 stabilisce che il rendiconto generale dello Stato è costituito da due parti:

1)   il conto del bilancio, che espone l’entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento;

2)      il conto del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

L’esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita, su appositi stampati, dal conto del bilancio, che risulta costituito dal conto consuntivo dell’entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascun Ministero.

A seguito della riforma del bilancio, di cui alla legge n. 94/1997 e al D.Lgs. 279/1997, anche i conti consuntivi sono redatti per unità previsionali di base, che costituiscono oggetto di decisione parlamentare.

 

Le unità previsionali di base sono ripartite per centri di responsabilità amministrativa, ed evidenziano l’insieme delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità. L’individuazione dei centri di responsabilità amministrativa viene effettuata in modo che la struttura del bilancio dello Stato corrisponda all’organizzazione dell’amministrazione statale.

 

Per ciascuna unità previsionale di base vengono esposti i risultati relativi alla gestione dei residui, alla gestione di competenza e alla gestione di cassa.

La gestione di competenza evidenzia l’entità complessiva degli accertamenti di entrata e degli impegni di spesa effettuati nel corso dell’esercizio finanziario.

La gestione di cassa evidenzia, per la parte di entrata, le somme riscosse e versate nella tesoreria dello Stato e, per la parte di spesa, i pagamenti compiuti dalle amministrazioni statali.

Nella gestione dei residui vengono registrate le operazioni di incasso e di pagamento effettuate in relazione ai residui (rispettivamente, attivi e passivi) risultanti dagli esercizi precedenti.

 

Un apposito allegato tecnico, predisposto per ogni conto consuntivo, espone i risultati disaggregati per i singoli capitoli che sono compresi in ciascuna unità previsionale di base. A seguito della riforma del bilancio, infatti, la ripartizione delle unità previsionali in capitoli viene demandata ad atto amministrativo; i capitoli, peraltro, rimangono la voce contabile fondamentale ai fini della gestione e rendicontazione.

 

In un’apposita appendice del conto del bilancio i dati di consuntivo della spesa sono classificati, con riferimento a ciascun Ministero, per funzioni-obiettivo, attraverso le quali si evidenziano le finalità della spesa medesima.

 

La classificazione per funzioni obiettivo è articolata su quattro livelli, di cui i primi tre sono definiti in base alla classificazione COFOG (SEC95) adottata in sede comunitaria, mentre il quarto livello, relativo alle “missioni istituzionali”, indica gli obiettivi perseguiti da ciascuna amministrazione.

La ripartizione per “funzioni-obiettivo” di 1° livello delle spese complessive (spese finali + rimborso prestiti) è articolata in 10 voci:

Funzioni-obiettivo – 1° livello

1.

Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

2.

Difesa

3.

Ordine pubblico e sicurezza

4.

Affari economici

5.

Protezione dell’ambiente

6.

Abitazioni e assetto territoriale

7.

Sanità

8.

Attività ricreative, culturali e di culto

9.

Istruzione

10.

Protezione sociale

 

A fini conoscitivi, le previsioni del bilancio sono classificate, oltre che in relazione all’analisi funzionale (ripartizione delle spese per funzioni-obiettivo), anche in relazione all’analisi economica (ripartizione delle entrate e delle spese per categorie).

A tale riguardo, a partire dalla legge di bilancio per il 2000, è stata introdotta, in sostituzione delle tradizionali categorie, una classificazione economica degli stanziamenti di spesa elaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95.

La nuova classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato, è articolata in 19 voci di 1° livello, di cui 12 di parte corrente e 7 di conto capitale, così definite:


 


Spese finali: Classificazione per Categorie economiche – Sec95

Titolo I – Spese correnti

Categoria 1

Redditi da lavoro dipendente

Categoria 2

Consumi intermedi

Categoria 3

Imposte pagate sulla produzione

Categoria 4

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 5

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

Categoria 6

Trasferimenti correnti a imprese

Categoria 7

Trasferimenti correnti a estero

Categoria 8

Risorse proprie CEE

Categoria 9

Interessi passivi e redditi da capitale

Categoria 10

Poste correttive e compensative

Categoria 11

Ammortamenti

Categoria 12

Altre uscite correnti

Titolo I – Spese in conto capitale

Categoria 21

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

Categoria 22

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

Categoria 23

Contributi agli investimenti ad imprese

Categoria 24

Contributi agli investimenti a famiglie e istituz. sociali private

Categoria 25

Contributi agli investimenti a estero

Categoria 26

Altri trasferimenti in conto capitale

Categoria 31

Acquisizioni di attività finanziarie

Per quanto riguarda le entrate, la tradizionale classificazione per categorie è la seguente:

Entrate finali: Classificazione per Categorie economiche

Titolo I – Entrate Tributarie

Categoria I

Imposte sul patrimonio e sul reddito

Categoria II

Tasse e imposte sugli affari

Categoria III

Imposte sulla produzione, consumi e dogane

Categoria IV

Monopoli

Categoria V

Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

Titolo II - Entrate Extratributarie

Categoria VI

Proventi speciali

Categoria VII

Proventi dei servizi pubblici minori

Categoria VIII

Proventi dei beni dello Stato

Categoria IX

Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

Categoria X

Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

Categoria XI

Recuperi, rimborsi e contributi

Categoria XII

Partite che si compensano nella spesa

Titolo III – Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti

Categoria XIII

Vendita di beni ed affrancazione di canoni

Categoria XVI

Ammortamento di beni patrimoniali

Categoria XV

Rimborso di anticipazione e di crediti vari del tesoro

 

Si segnala che la rilevanza dei saldi del bilancio dello Stato come indicatori di finanza pubblica è andata negli anni progressivamente attenuandosi, anche in ragione dell’importanza che ha assunto, per il rispetto dei vincoli europei, il saldo dell’indebitamento netto riferito al conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche[1].

 

Nell’ambito del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, si è ridotto peraltro il peso del bilancio dell’amministrazione statale in conseguenza del massiccio trasferimento di funzioni e competenze alle autonomie territoriali, in atto dalla seconda metà degli anni Novanta e poi tradottosi a livello costituzionale nella riforma del titolo V.

1.1. La riclassificazione del Bilancio dello Stato

Nel corso del 2007 è stato svolto un ampio dibattito[2] che è sfociato nell’avvio di un processo di riforma degli strumenti e delle procedure di finanza pubblica, che ha investito vari aspetti della problematica, dal potenziamento degli strumenti per il monitoraggio degli andamenti della finanza pubblica, alla modifica delle modalità con le quali si predispongono le manovre di Bilancio, sino alla riclassificazione del Bilancio dello Stato, anche in funzione di un vasto programma di analisi, valutazione e riqualificazione della spesa pubblica (cd. spending review).

 

In tale ambito, la     Legge finanziaria per il 2007[3] ha predisposto una serie di strumenti finalizzati ad avviare una riforma dei bilanci pubblici, a potenziare il monitoraggio sugli andamenti di finanza pubblica e a consentire il controllo della spesa pubblica, quali:

-        la Commissione tecnica per la finanza pubblica[4] (CTFP), cui sono stati assegnati compiti di studio e analisi, al fine di formulare proposte per accelerare il processo di armonizzazione e di coordinamento della finanza pubblica e di riforma dei bilanci delle amministrazioni pubbliche; con specifico riferimento al Bilancio dello Stato, alla Commissione è stato assegnato il compito di disegnare una diversa classificazione della spesa, anche mediante ridefinizione delle unità elementari ai fini dell'approvazione parlamentare, finalizzata al miglioramento della scelta allocativa e ad una efficiente gestione delle risorse, rafforzando i processi di misurazione delle attività pubbliche e la responsabilizzazione delle competenti amministrazioni;

-        un apposito Servizio studi nell’ambito del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, con finalità di raccordo alla Commissione tecnica (comma 476), ed il rafforzamento delle attività e degli strumenti di analisi e monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica già esistenti, anche con il potenziamento ed il collegamento delle strutture di supporto del Parlamento (comma 481);

-        un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali (cd. spending review), affidato al Ministro dell'economia,volto a superare un approccio puramente incrementale nelle decisioni di allocazione di Bilancio, riesaminando in modo sistematico l’insieme dei Programmi di spesa in atto e valutando la loro corrispondenza agli obiettivi originari ed alle nuove priorità nell’azione di Governo, al fine di migliorare l’efficienza organizzativa e la qualità dei servizi offerti dallo Stato.

 

Ulteriori passi verso la riforma del Bilancio e un processo sistematico di analisi e valutazione della spesa sono stati:

-        la presentazione da parte del Ministro dell’economia al Consiglio dei Ministri e alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato degli “Orientamenti del MEF in materia di struttura del Bilancio e valutazione della spesa” (Gennaio 2007);

-        l’indicazione da parte del Presidente del Consiglio dei Dicasteri che avvieranno la spending review: Giustizia, Interni, Istruzione, Infrastrutture e Trasporti, (Aprile 2007);

-        la pubblicazione della Circolare del MEF per la predisposizione del Bilancio per l’anno 2008, recante una prima ipotesi di riclassificazione del Bilancio dello Stato (7 Giugno 2007) e della Direttiva del Presidente del Consiglio recante le modalità per la presentazione della legge finanziaria[5](3 agosto 2007);

-        la presentazione di un prima relazione sui risultati del programma di analisi e valutazione della spesa e sulle conseguenti iniziative di intervento: “Libro verde sulla spesa pubblica” (6 settembre 2007).

Per quanto attiene al dibattito svoltosi sul versante parlamentare, si ricorda che in data 13 febbraio 2007, che le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato hanno deliberato lo svolgimento di un'indagine conoscitiva congiunta sulle linee di riforma degli strumenti e delle procedure di Bilancio[6].

 

In coerenza con il dibattito sviluppatosi e con agli impegni assunti in sede parlamentare, il Governo ha ritenuto opportuno, ai fini della predisposizione del Bilancio di previsione a legislazione vigente per il prossimo anno e per il triennio 2008-2010, procedere ad una profonda revisione in senso funzionale del sistema di classificazione del Bilancio dello Stato, volta a rendere il Parlamento e i cittadini più informati circa l’insieme complessivo delle risorse disponibili per perseguire specifiche finalità pubbliche.

 

Il disegno di legge del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2008 presentato al Senato (A.S. 1818), reca pertanto una nuova articolazione del Bilancio dello Stato, relativa agli stati di previsioni della spesa, in 34 missioni, divisein 168 programmi.

 

La revisione operata è avvenuta a legislazione vigente, salvaguardando lo schema giuridico previsto dalla citata legge di riforma del 1997, ma capovolgendone l’impostazione.

La normativa vigente prevede infatti una struttura del Bilancio dello Stato imperniata, per ogni stato di previsione della spesa, sui centri di responsabilità amministrativa (aspetto organizzativo), sulle unità previsionali di base (aspetto contabile) e sulla classificazione per funzioni obiettivo (aspetto funzionale).

Con il disegno di legge di Bilancio per l’anno 2008 si passa invece da uno schema basato sulle Amministrazioni e sulle sottostanti unità organizzative, ad una struttura che pone al centro le funzioni da svolgere, individuando le grandi finalità perseguite nel lungo periodo con la spesa pubblica (le Missioni), e come esse si realizzano concretamente attraverso uno o più Programmi di spesa.

Senza tralasciare gli aspetti contabili e organizzativi, il Governo ha inteso privilegiare il contenuto funzionale della spesa, al fine di rendere il Bilancio più trasparente, evidenziando in maniera più chiara il legame tra risorse stanziate e azioni perseguite erendendo per tale via più agevole la misurazione e laverifica degli obiettivi raggiunti, in una rinnovata logica di risultato e responsabilizzazione delle Amministrazioni.

La riclassificazione del Bilancio è stata attuata, come accennato, all’interno della struttura attuale del Bilancio dello Stato, il quale, ai sensi dell’articolo 2 della legge n. 468 del 1978, si articola in stati di previsione, corrispondenti, per quanto riguarda la spesa, ai Ministeri.

Per quanto concerne gli stati di previsione della spesa, la riorganizzazione si fonda su una classificazione delle risorse finanziarie secondo due livelli di aggregazione: 34Missioni, a loro volta articolate in 168 “Programmi.

 

Le Missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa pubblica. Sono una rappresentazione politico-istituzionale del Bilancio, volta a rendere più trasparenti i grandi aggregati di spesa e a meglio comunicare le direttrici principali dell’azione amministrativa delle singole Amministrazioni.

Le Missioni non corrispondono alla ripartizione degli stati di previsione, nel senso che vi sono numerosi ministeri che partecipano a più di una Missione istituzionale e che vi sono Missioni istituzionali affidate alla responsabilità di più ministeri. Esse possono essere pertanto ministeriali o trasversali a più Dicasteri (interministeriali), a seconda dell’attuale ripartizione di funzioni, superando, come accennato, l’approccio tradizionale che articola la spesa pubblica secondo l’organizzazione amministrativa del Governo.

 

Rispetto alla classificazione funzionale della spesa applicata sino al Bilancio 2007, basata per i primi tre livelli sulla classificazione COFOG (classification of functions of government) - ossia sulla classificazione delle funzioni di Governo previste dal SEC/95 ed elaborata in sede OCSE - e per il quarto livello sulle Missioni istituzionali, espressive delle realtà funzionali del nostro Paese, il nuovo concetto di missione, introdotto per il Bilancio 2008, si avvicina al primo livello della classificazione COFOG (Divisioni), avente lo scopo di confrontare macroaggregati e consentire una rappresentazione sintetica della spesa pubblica. Di converso, se ne allontana per la maggiore capacità esplicativa, considerato che la classificazione in Missioni in oggetto ha ricondotto a funzioni primarie dello Stato italiano attività che, nella classificazione COFOG, vengono considerate al secondo (Gruppi) o al terzo (Classi) livello; nel contempo, non fa riferimento ad alcune funzioni di primo livello COFOG che hanno scarsa capacità esplicativa ( come ad esempio gli "Affari economici").

 

La nuova struttura prevede inoltre due Missioni trasversali, presenti in tutti i Ministeri: "Fonde da ripartire" e "Servizi istituzionali e generali". La missione "Fondi da ripartire" raccoglie alcuni fondi di riserva e speciali, che non hanno, in sede di predisposizione della legge di Bilancio di previsione, una collocazione specifica, ma la cui attribuzione è demandata ad atti e provvedimenti successivi adottati in corso di gestione. La seconda - "Servizi istituzionali e generali" - raggruppa le spese di funzionamento dell'apparato amministrativo, le quali sono trasversali a più finalità e non attribuibili puntualmente alle singole Missioni. Rientrano, in particolare, in tale categoria le spese per "l'indirizzo politico" e per "gli affari generali".

 

Ogni missione si realizza concretamente attraverso uno o più Programmi[7].

 

I 168 Programmi individuati rappresentano “aggregati omogenei di attività svolte all’interno di ogni singolo Ministero, per perseguire obiettivi ben definiti nell’ambito delle finalità istituzionali, riconosciute al Dicastero competente”.

Essi sono prevalentemente di competenza di un unico Ministero, anche se non mancano Programmi condivisi tra più Amministrazioni.

Il Programma trova la sua base normativa nell’art. 2, comma 2, della legge 468/78, come modificato dalla legge n. 94/97, e rappresenta il fulcro della nuova classificazione proposta, in quanto, ad avviso del Governo, costituisce un livello di aggregazione sufficientemente dettagliato da consentire all’organo politico di poter scegliere chiaramente l'impiego delle risorse tra scopi alternativi, ma non così circoscritto da ostacolare il superamento, in prospettiva, dell'attuale rigidità del Bilancio.

 

I nuovi Programmi derivano sostanzialmente dall'aggregazione delle attuali Missioni istituzionali (4° livello funzionale successivo ai tre livelli della classificazione COFOG), in modo da identificare aggregati più ampi e significativi rispetto a quelli esistenti.

 

Per ogni Ministero esistono due Programmi trasversali, dove vengono allocate le “spese indirette”, non attribuibili ex ante ai Programmi, e le spese di "indirizzo politico", collegati entrambi alla corrispondente Missione "Servizi istituzionali e generali", sopra richiamata.

 

Ogni programma si compone a sua volta di "Macroaggregati", che costituiscono le nuove unità fondamentali di voto nell’esame parlamentare del disegno di legge di Bilancio e corrispondono alle voci dell’attuale terzo livello delle unità previsionali di base, previsto dall’articolo 1, comma 4, del decreto legislativo n. 279/1997.

I macroaggregati evidenziano le risorse attribuite e gestite dal Centro di responsabilità; i Centri di responsabilità vengono pertanto collocati al di sotto dei macroaggregati, per consentire l'evidenziazione degli stanziamenti di Missioni, Programmi e unità previsionali di base, assegnati agli stessi Centri di responsabilità, secondo le schema seguente:

 

-       Missioni

-       Programmi

-       Macroaggregati (unità di voto parlamentare)

Per la Spesa corrente

-       Funzionamento

-       Interventi

-       Trattamenti di quiescenza, integrativi e sostitutivi

-       Oneri del debito pubblico

-       Oneri comuni

Per la Spesa in conto capitale

-       Investimenti

-       Altre spese in c/capitale

-       Oneri comuni

Rimborso di prestiti

-       Rimborso del debito pubblico

-       Centro di responsabilità amministrativa

 

Nell'allegato tecnico al Bilancio, il quale è comprensivo anche dei capitoli sottostanti a ciascun Centro di responsabilità amministrativa, la struttura contabile, per ogni stato di previsione, alla luce della nuova classificazione, è quindi la seguente:

 

SPESE

§      Primo livello di aggregazione :

-       34 Missioni

§      Secondo livello di aggregazione

-       168 Programmi

Terzo livello di aggregazione

-       9 Macroaggregati ( unità previsionale di base – unità di voto Parlamentare) per i tre titoli della spesa, di cui n. 5 per la spesa corrente, n. 3 per la spesa in conto capitale, n. 1 per rimborso di prestiti, per ciascun programma.

   Quarto livello di aggregazione

-       Centri di responsabilità amministrativa

-       Capitoli

 

A seguito della riclassificazione, le unità di voto per il 2008 afferenti la spesa presentano una riduzione rispetto alle unità di voto 2007, passando da 1656 per il 2007, a 690 per il 2008, con una diminuzione del 60 per cento circa.

 

Tale diminuzione è ascrivibile al fatto che le poste 2008 da sottoporre al voto delle Camere sono, come detto, i macroaggregati, ossia le unità previsionali di base al III livello (spese di funzionamento, spese per interventi, spese di investimento, ecc.) mentre, fino alla redazione del Bilancio di previsione 2007, le unità di voto erano rappresentate dalle unità previsionali di base al IV livello, determinate con riferimento ad aree omogenee di attività, anche a carattere strumentale, scaturenti dall'articolazione delle competenze istituzionali di ciascun Ministero.[8]

 

I macroaggregati sono a loro volta articolati in centri di responsabilità.

 

L’articolazione del Bilancio per centri di responsabilità è prevista dalla vigente legislazione la quale, all’articolo 2, comma 2, della legge n. 468 del 1978 prevede l’articolazione per “centri di responsabilità amministrativa, cui è affidata la relativa gestione”. Il principio è confermato dall’articolo 1 del D.Lgs. n. 297 del 1997, il quale prevede che le unità previsionali di base costituiscono “l’insieme organico delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità amministrativa”.

 

Nell’ambito della riclassificazione operata il collegamento con il Bilancio gestionale è comunque assicurato mediante la ripartizione dei capitoli per Missioni e Programmi. La legge di Bilancio, definitivamente approvata, sarà infatti accompagnata, conte di consueto, dal cosiddetto "Bilancio per capitoli", pubblicato con apposito Decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze a norma dell'art. 1, comma 2, L. 94/1997.

Il Bilancio gestionale continuerà ad essere strutturato per Centri di responsabilità e, nell’ambito degli stessi, per Missioni, Programmi, macroaggregati e capitoli, a loro volta disaggregati in ulteriori entità contabili, costituite dai piani gestionali.

 

Da ultimo, si ricorda che nel quadro della riclassificazione del Bilancio dello Stato sopra descritta, riferita in particolare al versante della spesa, si é operata anche la revisione dello stato di previsione dell'entrata, al fine di armonizzarlo alla nuova struttura, migliorando nel contempo il livello qualitativo delle informazioni fornite dal documento.

La nuova classificazione dell'entrata è articolata su quattro livelli di aggregazione.

 

Nel primo livello si ha una suddivisione per i quattro titoli:

 

1) entrate tributarie;

2) entrate extra tributarie;

3) entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e dalla riscossione di crediti;

4) entrate derivanti dall'accensione di prestiti.

 

Al secondo livello è stata introdotta la distinzione tra entrate ricorrenti ed entrate non ricorrenti, di particolare rilevanza per la finanza pubblica ai fini della valutazione, per il rispetto del Patto di Stabilità e crescita, dei conti pubblici (in particolare dell’indebitamento strutturale, al netto del ciclo e delle una tantum) da parte dei competenti organismi comunitari.

Nel terzo livello è evidenziata la tipologia dell'entrata: per le tributarie, le voci sono costituite dai tributi più importanti (IRE, IRES, IVA), ovvero raggruppamenti di tributi aventi caratteristiche analoghe (ad esempio, imposte sostitutive, imposte sui generi di monopolio, ecc.); per i restanti titoli, è indicata la tipologia del provento per aggregati più o meno ampi (ad esempio, proventi speciali, redditi da capitale, entrate derivanti da servizi resi dall' amministrazione statale, ecc.).

Per il quarto livello, nelle entrate tributarie si distinguono gli introiti relativi ai singoli tributi in " entrate derivanti dall'attività ordinaria di gestione" ed "entrate derivanti dall'attività di accertamento e controllo", come già previsto nella struttura in essere nel Bilancio di previsione 2007. La suddivisione in parola consente di individuare, tra le entrate relative ad un determinato tributo o aggregato di tributi, la quota che si riferisce ai versamenti effettuati spontaneamente dai contribuenti dalla quota correlata all'attività di accertamento e controllo svolta dagli uffici finanziari, finalizzata alla lotta all'evasione. Nei restanti titoli, al quarto livello, che rappresenta le poste da sottoporre al voto delle Camere, vengono indicate le voci di dettaglio dei proventi che rientrano nelle tipologie di introiti individuate al terzo livello.

 


2. Il disegno di legge recante il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2006 (A.C. 3169)

L’articolo 1 del disegno di legge dispone l’approvazione del Rendiconto generale delle amministrazioni dello Stato e dei rendiconti delle amministrazioni e delle aziende autonome secondo le risultanze indicate negli articoli successivi.

 

Gli articoli da 2 a 5 espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l’esercizio finanziario 2006.

 

In particolare, l’articolo 2 espone i risultati delle entrate:

-          totale degli accertamenti di entrata: 662.170 milioni di euro;

-          totale dei residui attivi alla fine dell’esercizio 2006: 134.449 milioni di euro;

-          totale delle somme versate: 610.416 milioni di euro.

 

L’articolo 3 espone i risultati delle spese:

-          totale degli impegni di spesa: 630.714 milioni di euro:

-          totale dei residui passivi alla fine dell’esercizio 2006: 120.875 milioni di euro;

-          totale dei pagamenti: 617.951 milioni di euro.

 

L’articolo 4 espone il risultato della gestione di competenza, pari a un avanzo di 31.456 milioni di euro, derivante dalla differenza tra il totale di tutte le entrate accertate[9] e il totale di tutte le spese impegnate[10].

 

L’articolo 5 espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro, che evidenzia, al 31 dicembre 2006, un disavanzo di 318.673 milioni di euro, derivante dall’avanzo della gestione di competenza relativo all’esercizio 2006, sommato al disavanzo del conto del Tesoro al 31 dicembre 2005. Quest’ultimo dato viene calcolato in base alla rideterminazione, nel corso della gestione 2006, dei residui attivi e dei residui passivi lasciati dall’esercizio 2005.

 

L’articolo 6 reca l’approvazione dell’allegato previsto dall’articolo 9 della legge n. 468/1978, contenente l’elenco dei decreti del Presidente della Repubblica, adottati su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, con i quali sono stati effettuati, nel corso dell’esercizio 2006, i prelevamenti dal “Fondo di riserva per le spese impreviste”.

L’allegato indica altresì, per ciascun decreto di prelevamento, le spese per le quali sono state utilizzate le somme prelevate, specificando l’amministrazione e l’unità previsionale di base destinataria del prelievo.

Nel complesso il totale dei prelevamenti effettuati dal Fondo risulta pari a 259 milioni di euro in competenza e in cassa.

 

Con l'articolo 7 viene proposta la sanatoria per le eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo, rispettivamente sul conto della competenza, sul conto dei residui e sul conto della cassa. Le eccedenze sono indicate per unità previsionale di base di riferimento e corrispondono a quelle rilevate dalla Corte dei conti nella decisione sul rendiconto generale dello Stato.

Le eccedenze di spesa sono state complessivamente pari a 4.040 milioni di euro in conto competenza, a 85 milioni di euro in conto residui e a 3.447 milioni di euro in conto cassa.

 

Si indicano di seguito le eccedenze di maggiore consistenza in conto competenza, in conto residui e in conto cassa:

-          Ministero dell’economia e delle finanze, UPB 3.1.6.1, “Pensioni privilegiate”, eccedenza pari a 30,2 milioni di euro (competenza e cassa);

-          Ministero dello sviluppo economico, UPB 1.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Gabinetto e uffici di diretta collaborazione del ministro”, eccedenza pari a 2,1 milioni di euro (competenza) e 1,6 milioni di euro (cassa); UPB 2.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento per il mercato”, eccedenza pari a 1,5 milioni di euro (competenza) e 0,344 milioni di euro (cassa);

-          Ministero della giustizia, UPB 4.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”, eccedenza pari a 3,1 milioni di euro (competenza);

-          Ministero degli affari esteri, UPB 5.1.1.1, “Uffici centrali” del centro di responsabilità “Direzione generale del personale”, eccedenza pari a 5,9 milioni di euro (competenza) e 5,9 milioni di euro (cassa);

-          Ministero dell’istruzione, UPB 7.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 437,5 milioni di euro (competenza) e 439,8 milioni di euro (cassa); UPB 8.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 207,9 milioni di euro (competenza) e 207,5 milioni di euro (cassa); UPB 10.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari 234,3 milioni di euro (competenza) e 234,5 milioni di euro (cassa); UPB 15.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 253,4 milioni di euro (competenza) e 255,3 milioni di euro (cassa); UPB 19.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 301,9 milioni di euro (competenza) e 298 milioni di euro (cassa); UPB 20.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 403,9 milioni di euro (competenza) e 404,2 milioni di euro (cassa); UPB 24.1.1.2, “Strutture scolastiche”, eccedenza pari a 335,7 milioni di euro (competenza) e 336,2 milioni di euro (cassa);

-          Ministero dell’interno, UPB 3.1.1.1, “Spese generali di funzionamento”, eccedenza di 36,4 milioni di euro (competenza);

-          Ministero delle politiche agricole, UPB 2.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento delle filiere agricole e agroalimentari”, eccedenza pari a 1,2 milioni di euro (competenza);

-          Ministero della salute, UPB 2.1.2.12, “Indennizzi alle vittime di trattamenti da emoderivati”, eccedenza pari a 3,4 milioni di euro (competenza); UPB 4.1.1.0, “Funzionamento” del centro di responsabilità “Dipartimento della prevenzione e comunicazione”, eccedenza pari a 2,7 milioni di euro (competenza);

-          Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, UPB 1.1.6.2, “Gestioni previdenziali”, eccedenza pari a 10,1 milioni di euro (competenza); UPB 1.4.2, “Lotterie nazionali”, eccedenza pari a 498,3 milioni di euro (competenza).

 

L’articolo 8 espone la situazione, al 31 dicembre 2006, del patrimonio dello Stato (conto generale del patrimonio), da cui risultano attività per un totale di 566.935 milioni di euro e passività per un totale di 1.985.816 milioni di euro.

 

Gli articoli da 9 a 18 espongono i dati relativi ai conti consuntivi delle aziende e amministrazioni autonome (Istituto agronomico per l’Oltremare, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, Archivi notarili, Fondo edifici di culto), indicando per ciascuna il totale delle entrate e il totale delle spese.

 


3. Il giudizio di parificazione della Corte dei conti sul Rendiconto finanziario per il 2006

Il Rendiconto generale dello Stato, predisposto dal Ministro dell’economia e delle finanze entro il mese di giugno dell'esercizio successivo a quello di riferimento, è trasmesso alla Corte dei conti per il giudizio di parificazione (art. 23 della legge n. 468/1978). Successivamente, il Rendiconto viene presentato al Parlamento attraverso apposito disegno di legge (art. 24), unitamente al giudizio della Corte ed alla relazione da questa predisposta.

Oggetto del giudizio di parificazione da parte della Corte dei conti è la verifica di conformità dei dati sulla gestione finanziaria contenuti nel rendiconto con le scritture contabili in possesso della Corte [11]. La Corte verifica inoltre la conformità dei dati sulle entrate e sulle spese agli stanziamenti contenuti nel bilancio di previsione. Qualora si registrino eccedenze di spesa, la Corte formulerà giudizio di parificazione con riserva di sanatoria delle stesse in sede di legge di approvazione del rendiconto[12].

 

La Corte dei conti, a Sezioni riunite, con decisione del 27 giugno 2007, ha disposto la parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2006.

La Corte ha dichiarato regolare il conto del bilancio e i conti allegati per l’esercizio 2006.

Sono stati peraltro esclusi dal giudizio di regolarità:

I)   per quanto concerne il conto dell’entrata:

a)      le voci di bilancio concernenti i residui attivi relativi ad alcuni capitoli (indicati negli allegati da B1 a B7), per i quali emergono discordanze tra il conto consuntivo e i conti periodici definitivi;

b)      le somme riscosse e versate in conto residui di cui agli allegati G1-G2 e H1-H2, che espongono, rispettivamente, riscossioni e versamenti netti negativi imputabili a residui di segno negativo;

c)      le risultanze relative alle somme rimaste da versare, come esposte all’allegato 23 del conto consuntivo;

d)      la classificazione delle somme residue da riscuotere relative alle entrate extratributarie da parte delle amministrazioni diverse da quella tributaria, riportata all’allegato 24 al conto consuntivo;

 

II)  per quanto concerne il conto della spesa:

a)      le eccedenze di spesa relative alla gestione di competenza, dei residui e di cassa riscontrate con riferimento alle UPB indicate nell’allegato L, in cui si riportano i capitoli che registrano spese effettuate in mancanza di stanziamenti di bilancio. Tali spese si sono verificate nei ministeri dell’economia, dello sviluppo economico, del lavoro, della giustizia,degli affari esteri, dell’istruzione, dell’interno, dell’ambiente, delle infrastrutture, delle comunicazioni,della difesa, delle politiche agricole, dei beni culturali, della salute e del commercio internazionale, nonché dell’amministrazione dei monopoli di Stato;

Per tali eccedenze sussiste l’esigenza di specifica sanatoria legislativa: a ciò provvede l’articolo 7 del disegno di legge di rendiconto.

b)      le UPB che comprendono capitoli (indicati in dettaglio nell’allegato M) per i quali non è stato possibile esprimere il giudizio di parificazione per mancato visto e registrazione dei decreti di accertamento dei residui da parte della Corte, a causa della mancata conclusione del procedimento di controllo ovvero perché i decreti medesimi non sono pervenuti.

 

La Corte dei conti ha dichiarato altresì la regolarità del conto del patrimonio per l’esercizio 2006 e dei conti delle amministrazioni ed aziende autonome ad esso allegati, ad eccezione delle poste e degli allegati riportati nell’allegato P.

 

La Corte rileva, inoltre, la mancata corrispondenza tra alcuni conti consuntivi e gli stati di previsione della spesa approvati con la legge di bilancio 2006[13], per effetto della normativa sul riordino delle competenze delle Amministrazioni centrali dello Stato che, a sua volta, non ha trovato compiuta rispondenza nelle intervenute variazioni di bilancio. Pur non incidendo sulla regolarità del Rendiconto, tali incongruenze attenuano, secondo la Corte, la leggibilità e la chiarezza delle scritture contabili nonché il nesso tra bilancio e organizzazione amministrativa, voluto dalla legge di riforma del 1997[14]. Rileva, inoltre, il disallineamento tra il conto generale del patrimonio e la nuova organizzazione delle amministrazioni centrali dello Stato,[15] sottolineando l’esigenza che siano adottate le misure necessarie, organizzative e contabili, onde prevenire analoghe negative ricadute sul conto del bilancio, nonché sul conto generale del patrimonio per il 2007.

Quanto al conto del bilancio, si sottolinea la necessità che l’allegato recante l’esposizione delle regolazioni contabili e debitorie, che viene presentato alla Corte, sia redatto in modo da consentire un collegamento diretto con i pertinenti capitoli di entrata e di spesa e da evidenziare le cause di formazione delle regolazioni stesse.

Da ultimo, la Corte ha rilevato la non corrispondenza fra l’importo dei residui finali riportati nel Rendiconto ed il corrispondente importo ottenuto sottraendo dai residui iniziali i versamenti in conto residui dell’anno ed aggiungendo i residui di competenza, segnalando l’urgente necessità che si provveda a correggere e, in ogni caso, ad analiticamente e compiutamente spiegare le incongruenze di cui agli allegati D1, D2, E1 ed E2.

 

Da ultimo, si ricorda, in linea generale, che nella relazione al giudizio di parificazione del Rendiconto[16], il relatore Presidente di Sezione ha osservato come la contabilizzazione nel 2006 di poste straordinarie (i rimborsi dell’Iva sulle autovetture aziendali a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea e la cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti della TAV) imponga una lettura attenta dei risultati di finanza pubblica dell’Italia. Al lordo di tali contabilizzazioni, infatti, il disavanzo del 2006 risulterebbe il più elevato dell’area europea (4,4 per cento del Pil), mentre escludendo i due fattori straordinari – come appare più corretto sia per il confronto internazionale sia per l’analisi delle tendenze strutturali – il rapporto indebitamento/Pil discende al 2,4 per cento, quindi molto al di sotto della soglia critica. Al netto delle poste straordinarie relative ai conti dell’Italia anche il disavanzo dell’area dell’euro si riduce all’1,3 per cento del Pil. Anche l’avanzo primario, pressoché azzerato nel 2005, è tornato su valori positivi prossimi a quelli di cinque anni prima, superando il 2 per cento del prodotto. Ad avviso del suddetto relatore, si tratta quindi di un risultato particolarmente significativo nella strategia di riduzione del debito pubblico, impegno prioritario dei prossimi anni ma che ha mostrato segni di cedimento già dal 2004. Il rapporto debito/Pil è, infatti, ancora aumentato dal 106,2 al 106,8 per cento, mantenendosi, peraltro, quasi un punto al disotto della stima del DPEF del luglio 2005. I favorevoli risultati conseguiti sul fronte dei saldi di finanza pubblica non consentono, tuttavia, alla Corte di esprimere un giudizio positivo sulle modalità attraverso le quali gli stessi sono stati conseguiti. La contrazione delle spese in conto capitale, ed in particolare degli investimenti pubblici, ha accentuato il divario negativo dell’Italia in tema di infrastrutture, “con conseguenze non lievi sullo sviluppo economico e sulla competitività del nostro apparato produttivo”. Le indicazioni della Corte riguardano un’attenta riconsiderazione delle cause degli insuccessi in tema di controllo della spesa, un richiamo alla trasparenza e veridicità dei conti pubblici nazionali, le criticità manifestate nelle politiche di gestione del personale pubblico, le difficoltà di contenimento della spesa corrente per la finanza locale, la necessità di stabilizzare la spesa sanitaria, “snodo fondamentale per il governo della finanza decentrata”, la delicata materia della spesa previdenziale e la necessità di procedere ad una revisione periodica dei coefficienti a salvaguardia di un sistema di welfare più adeguato. In materia di entrate, infine, la Corte attende di verificare “il grado di permanenza del maggior gettito derivante dalla lotta all’evasione” e segnala con preoccupazione le resistenze incontrate dai nuovi studi di settore.

Nel proprio intervento il Procuratore generale ha invece segnalato, tra l’altro, il permanere di un alto tasso di illegalità “che si concreta in sperperi, sprechi e illecite appropriazioni ai danni dell’Erario”, sottolineando come allarmi il diffuso stato d’emergenza che percorre settori quali l’ambiente, i rifiuti, le riserve idriche, lo stato del territorio, l’ordine pubblico, l’istruzione, la giustizia e la ricerca scientifica.

 


4. I risultati di finanza pubblica nel 2006

 

 

Nel corso del 2006 si è registrata una ripresa dell’economia europea che ha fatto segnare un incremento del PIL più alto (2,7%) rispetto a quello raggiunto l’anno precedente (1,4%), riducendo in tal modo lo scostamento negativo rispetto alla media degli altri paesi industrializzati.

 

Dopo un quinquennio di crescita sostanzialmente piatta (0,7 per cento la media 2001-2005), nel 2006 l’economia italiana ha mostrato una forte ripresa. Infatti, la crescita del PIL è risultata pari all’1,9 per cento[17].

Tale crescita è stata trainata principalmente dalla domanda interna, con un contributo di 0,5 punti percentuali dato dagli investimenti e di 0,9 punti percentuali dai consumi delle famiglie. Inoltre, grazie al forte incremento delle esportazioni in volume, anche la domanda estera netta è tornata a fornire un contributo positivo (0,3 punti percentuali).

 

Per quanto concerne la finanza pubblica, il valore dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato per il 2006 di 64.743 milioni di euro[18], superiore di 6.029 milioni all’indebitamento netto del 2005: in termini di rapporto percentuale al PIL esso si colloca al 4,4 per cento contro il 4,1 per cento del 2005.

 

A questo peggioramento hanno contribuito alcune uscite per oneri straordinari pari a 29.666 milioni. Si tratta, in gran parte, del riflesso sull’indebitamento del 2006 di oneri legati a situazioni determinatesi nel corso dei precedenti esercizi riguardo:

§      i rimborsi di IVA sulle auto aziendali, dovuti dallo Stato in base alla Sentenza della Corte di giustizia europea del 14 settembre 2006;

§      la cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti della società TAV, per il finanziamento dell’Alta Velocità, in conseguenza dell’accollo diretto per 12.950 milioni del debito di Infrastrutture SpA (ISPA) disposto dalla Legge Finanziaria del 2007.

 

Connesso, invece, ad un intervento normativo intervenuto nel 2006, è l’onere, anch’esso di natura una tantum, originato dalla retrocessione alla società di cartolarizzazione dei crediti di contributi sociali dovuti dai lavoratori agricoli, la cui riscossione era stata temporaneamente sospesa per legge.

 

Al netto di tali oneri, l’indebitamento netto sarebbe stato pari al 2,4% del PIL (-35.838 milioni di euro).

 

Nel 2006 si è inoltre registrata una riduzione dell’avanzo primario dello 0,2% del PIL[19] (dai 4,7 miliardi di euro nel 2005 ai 2 miliardi di euro nel 2006).

Anche in tal caso tuttavia l’avanzo primario, al netto dei suddetti oneri straordinari, sarebbe risultato pari al 2,1 % del PIL(31.714 milioni di euro).

 

Per quanto concerne gli interessi passivi, nel 2006 hanno contribuito le minori operazioni di swap, il cui importo è risultato pari a 563 milioni nel 2006, contro un ammontare di 2.387 milioni del 2005. Tali variazioni hanno comportato la riduzione dal 40 al 39,9 dell’incidenza sul Pil delle spese correnti al netto degli interessi e l’aumento dal 4,5 al 4,6 per cento dell’incidenza degli interessi passivi al Pil.

 

Il risparmio delle Amministrazioni pubbliche, dato dal saldo delle partite correnti è tornato, dopo un triennio, ad essere positivo e pari a 19.005 milioni, grazie all’aumento delle imposte correnti, sia dirette (+12,4 per cento) che indirette (+7,8 per cento).

 

Le uscite di parte corrente hanno registrato un tasso di crescita del 3,7 per cento; il loro rapporto sul Pil, stabile rispetto al 2005, è risultato pari al 44,5 per cento. Tale risultato deriva da aumenti del 3,6 per cento delle uscite correnti al netto degli interessi cresciuti del 5,2 per cento dopo un triennio di trend decrescente.

 

Riguardo ai diversi aggregati di spesa corrente si segnala che: i redditi da lavoro dei dipendenti pubblici sono cresciuti del 4,1 per cento riflettendo, tra l’altro, alcuni rinnovi contrattuali e correlata corresponsione di arretrati, tra cui quelli delle regioni e degli enti locali, della sanità, degli enti di ricerca e dell’università; i consumi intermedi hanno registrato una diminuzione dello 0,8 per cento, contro una crescita del 5 per cento dell’anno precedente. Nel complesso, le spese per consumi finali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate del 3,1 per cento, rispetto alla crescita del 5,2 per centoregistrata nel 2005. Le prestazioni sociali in natura (che includono prevalentementespese per assistenza sanitaria in convenzione) sono cresciute del 3,4 per cento, rispetto ad una crescita del 5,6 per cento dell’anno precedente.

 

Le spese in conto capitale sono aumentate per effetto della registrazione degli oneri straordinari sopra indicati (+54,2 per cento). Al netto di tali oneri la crescita sarebbe stata del 2,3 per cento, contro una crescita del 5,3 per cento dell’anno precedente. La sola spesa per investimenti è aumentata dell’1,7 per cento, contro lo 0,4 per cento registrato nel 2005. Sul tasso di crescita degli investimenti diretti incide peraltro la riduzione dell’11 per cento per quelli realizzati dallo Stato.

 

Per quanto concerne le entrate, su un valore complessivo di accertamenti di entrata pari a 662.170 milioni di euro, gli accertamenti relativi a entrate tributarie sono risultati pari a 429.363 milioni di euro, evidenziando un aumento di 51.509 milioni di euro rispetto al 2005. In rapporto al Pil l’incidenza è risultata pari al 42,7 per cento.

 

Per quanto concerne i saldi relativi ai conti di cassa, il fabbisogno del settore statale, al lordo delle regolazioni debitorie, al termine dell’esercizio 2006 è risultato pari a 34.608 milioni di euro (2,3% del PIL). Il dato risulta inferiore di circa 25.400 milioni di euro rispetto a quello dell’esercizio precedente (60.036 milioni).

Il fabbisogno del settore pubblico, al lordo delle regolazioni debitorie, nel 2006 si è attestato intorno ai 54.908 milioni di euro, con una diminuzione di 19.690 milioni di euro rispetto al 2005 (74.598 milioni).

 

Il valore del rapporto debito/PIL a fine 2006 si è attestato al 106,8 per cento, con un aumento di circa 0,6 punti percentuali rispetto al 2005, quando tale rapporto raggiunse il 106,2% del PIL.

In valori assoluti il debito pubblico è aumentato da 1.511.210 a 1.575.447 milioni di euro.


5. I saldi del conto del bilancio

Nelle tavole seguenti sono esposti i saldi del bilancio dello Stato registrati a consuntivo nel 2006, sia in termini di competenza che di cassa, posti a confronto con le previsioni iniziali di bilancio e con quelle definitive, nonché con i saldi relativi all’esercizio precedente.

5.1 I saldi di competenza

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006

Differenza 2006/2005

 

Consuntivo

Previsioni iniziali

Previsioni definitive

Consuntivo

Saldo netto da finanziare

-35.209

-43.741

-45.004

12.949

+48.158

Risparmio pubblico (saldo corrente)

1.509

-11.353

-8.512

49.983

+48.474

Saldo primario

35.461

27.659

30.689

83.750

+48.289

Ricorso al mercato

-203.523

-232.666

-234.129

-150.671

+52.852

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

Il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2006, per quanto riguarda la gestione di competenza, risulta pari (al lordo delle regolazioni debitorie e contabili) a 12.949 milioni di euro, con un miglioramento di 48.158 milioni di euro rispetto al saldo registratosi nel 2005. Il risultato mostra, altresì, un miglioramento rispetto alle previsioni iniziali (-43.741 milioni) e rispetto a quelle definitive (-45.004 milioni).

 

Al netto delle regolazioni contabili e debitorie, pari a 7.843 milioni di euro, il saldo netto da finanziare nel 2006 assume un valore pari a 20.792 milioni di euro, migliore di 51.010 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2005 (pari a -30.218 milioni di euro).

Il valore del saldo netto da finanziare, come determinato dai risultati di gestione, rientra pertanto nel limite massimo di 41.000 milioni di euro, fissato, al netto delle regolazioni debitorie (pari a 7.077 milioni di euro), dalla legge finanziaria per il 2005 (legge n. 366/2005).

 

Il saldo corrente (risparmio pubblico) nel 2006 si è mantenuto positivo, risultando pari a 49.983 milioni di euro, superiore rispetto all’anno passato, in cui il saldo era risultato pari a 1.509 milioni di euro.

Il risparmio pubblico registra un miglioramento rispetto sia alle previsioni iniziali che a quelle definitive (-8.512 milioni di euro) che ne indicavano un valore negativo.

L’avanzo primario di bilancio, pari a 83.750 milioni di euro, è aumentato di 48.289 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2005 (35.461 milioni di euro).

 

Il ricorso al mercato si è attestato a 150.671 milioni di euro, evidenziando un miglioramento di 52.852 milioni di euro rispetto al 2005. Il risultato è migliore anche rispetto alle previsioni iniziali e definitive (-234.129 milioni di euro).

Anche il valore del ricorso al mercato nei risultati di gestione risulta pertanto inferiore al limite massimo, pari a 244.000 milioni di euro, fissato dalla legge finanziaria per il 2006 (legge n. 366/2005).

 

In linea generale, i saldi del bilancio dello Stato hanno registrato un miglioramento sia rispetto ai risultati dell’anno precedente, sia rispetto alle previsioni iniziali e definitive.

5.2 I saldi di cassa

(in milioni di euro)

 

2005

2006

Differenza 2006/2005

 

Consuntivo

Previsioni iniziali

Previsioni definitive

Consuntivo

Saldo netto da finanziare

-48.836

-72.614

-76.074

-31.513

17.323

Risparmio pubblico (saldo corrente)

-16.414

-36.592

-37.647

4.552

20.966

Saldo primario

21.416

-1.274

-327

38.838

17.422

Ricorso al mercato

-222.853

-261.539

-266.645

-189.662

33.191

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

Come già osservato con riferimento alla gestione di competenza,anche in termini di cassa, i saldi nel 2006 risultano migliori rispetto ai risultati dell’esercizio 2005.

 

In termini di cassa, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 31.513 milioni di euro, con un miglioramento di 17.323 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto l’anno precedente (48.836 milioni di euro).

 

Al netto delle regolazioni debitorie e contabili, pari a 6.029 milioni di euro, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 25.484 milioni. Rispetto all’anno precedente, in cui si evidenziava un saldo netto da finanziare in termini di cassa pari a 47.259 milioni di euro, si registra pertanto un miglioramento di 21.775 milioni di euro.

 

Il risparmio pubblico evidenzia un valore positivo di 4.552 milioni di euro, segnando un miglioramento pari a 20.966 milioni di euro rispetto al corrispondente valore del 2005.

 

Anche l’avanzo primario, che si attesta, al lordo delle regolazioni debitorie, a 38.838 milioni di euro, risulta maggiore di 17.422 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto nell’esercizio finanziario precedente.

 

Il ricorso al mercato ammonta a 189.662 miliardi di euro, evidenziando un miglioramento di oltre 33.191 milioni di euro rispetto al dato del 2005.

 

Anche i saldi di cassa a consuntivo risultano migliori delle previsioni, sia iniziali che definitive. In particolare, rispetto alle previsioni definitive di cassa, il saldo netto da finanziare risultante a consuntivo evidenzia un miglioramento di 44.561 milioni di euro. Analogamente, il risparmio pubblico mostra un miglioramento di 42.199 milioni e il ricorso al mercato un miglioramento di 76.983 milioni di euro.

5.3 I risultati di competenza a raffronto con il livello dei saldi fissato nella legge finanziaria: serie storica

Ai sensi dell’art. 11, comma 3, lettera a), della legge 468/1978, e successive modificazioni, nella legge finanziaria viene stabilito il livello massimo, in termini di competenza, del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario.

Nella tabella seguente sono riportati, in termini di competenza, i dati a raffronto tra i valori del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario fissati dalla legge finanziaria ed i risultati di consuntivo registrati in ciascuno degli anni del periodo 1994-2006 (dati in milioni di euro, competenza).

 


Saldo netto da finanziare

Ricorso al mercato finanziario

 

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

1994

79.196

71.059

-8.137

152.200

133.391

-18.809

1995

86.803

73.273

-13.530

192.406

170.424

-21.982

1996

82.788

64.770

-18.018

190.159

162.656

-27.504

1997

55.909

21.725

-34.183

190.418

134.258

-56.160

1998

60.222

43.547

-16.675

221.973

214.184

-7.789

1999

63.618

29.814

-33.805

199.869

206.604

+6.735

2000

58.336

16.312

-42.024

181.173

181.735

+558

2001

55.958

32.775

-23.183

235.091

219.059

-16.032

2002

47.806

43.941

-3.865

224.636

234.733

+10.097

2003

53.960

32.122

-21.838

283.000

262.916

-20.084

2004

61.996

21.156

-40.840

267.000

214.084

-52.916

2005

57.494

35.209

-22.285

245.000

203.523

-41.447

2006

48.077

12.949

-35.128

246.000

150.671

-95.329

N.B.:     I dati sono al lordo delle regolazioni debitorie; a tal fine, relativamente alle disposizioni della legge finanziaria, si considera la somma del livello massimo del saldo netto da finanziare, indicato al netto delle regolazioni debitorie, e dell’importo delle regolazioni medesime. Per quanto riguarda il ricorso al mercato, i dati sono al lordo dell'indebitamento all'estero. I dati di consuntivo sono riferiti alla gestione (differenza tra accertamenti di entrata e impegni di spesa).

 

Il raffronto fra il valore del livello massimo del saldo netto da finanziare contenuto nella legge finanziaria ed il valore corrispondente risultante dal consuntivo, evidenzia come, a partire dal 1994, i valori di consuntivo si siano costantemente mantenuti inferiori ai “tetti” stabiliti con la legge finanziaria.

 

Il ricorso al mercato, a consuntivo, è risultato inferiore al valore stabilito dalla legge finanziaria negli anni 1994-1998; una eccedenza del risultato di consuntivo rispetto al limite posto nella legge finanziaria si è invece registrata nel biennio 1999-2000. Per quanto riguarda gli ultimi quattro anni, fatta eccezione per il 2002 in cui si evidenzia un’eccedenza pari a 10.097 milioni di euro, il ricorso al mercato tende di nuovo a registrare un valore inferiore al tetto stabilito dalle leggi finanziarie.

 

Al netto delle regolazioni debitorie, il raffronto tra il valore del livello massimo del saldo netto da finanziare contenuto nella legge finanziaria ed il valore di saldo risultante dal consuntivo è riportato nella tabella seguente, con riferimento agli ultimi cinque anni (dati in milioni di euro):

 

 

Saldo netto da finanziare

 

L. finanziaria

Consuntivo

Differenza

2001

38.218

16.685

-21.533

2002

33.157

35.356

+2.199

2003

48.200

30.971

-17.229

2004

54.600

15.680

-38.920

2005

50.000

30.218

-19.428

2006

41.000

20.792

-20.208

6. La gestione di competenza

L’analisi della gestione di competenza relativa all’esercizio finanziario 2006 fa riferimento, per la parte “Entrate”, agli accertamenti, e, per la parte “Spese”, agli impegni.

I dati sono posti a raffronto, nella tavola che segue, con le previsioni iniziali (A), come risultanti dal bilancio di previsione per il 2006, e con le previsioni definitive (B), nonché con i risultati relativi all’esercizio finanziario precedente.

 

(dati in milioni di euro)

 

2005

2006

Differenza
2006/2005

Variazioni %
2006/2005

 

Consuntivo

Previsioni iniziali
(A)

Previsioni definitive
(B)

Consuntivo

(C)

Differenza
(*)
(C-B)

Entrate tributarie

377.854

388.072

402.348

429.363

27.015

51.509

13,6

Entrate extratributarie

44.105

28.730

28.698

48.759

20.061

4.654

10,6

Totale entrate correnti

421.959

416.801

431.045

478.122

47.077

56.163

13,3

Alienaz., ammort., riscoss.

10.075

1.874

3.332

1.921

-1.411

-8.154

-80,9

Entrate finali

432.034

418.675

434.377

480.043

45.666

48.009

11,1

Accensione prestiti

195.379

232.666

235.595

182.127

-53.468

-13.252

-6,8

Entrate complessive

627.413

651.341

669.972

662.170

-7.802

34.757

5,5

Spese correnti

420.449

428.154

439.558

428.139

-11.419

7.690

1,8

Spese conto capitale

46.794

34.262

39.824

38.954

-870

-7.840

-16,8

Spese finali

467.243

462.416

479.382

467.094

-12.288

-149

0,0

Rimborso prestiti

168.313

188.925

189.124

163.620

-25.504

-4.693

-2,8

Spese complessive

635.556

651.341

668.506

630.714

-37.792

-4.842

-0,8

Risparmio pubblico (Saldo corrente)

1.509

-11.353

-8.512

49.983

58.495

48.474

-

Saldo netto da finanziare

-35.209

-43.741

-45.004

12.949

57.953

48.158

-

Saldo primario

35.461

27.659

30.689

83.750

53.061

48.289

-

Ricorso al mercato

-203.523

-232.666

-234.129

-150.671

83.458

52.852

-

(*)     Maggiori o minori entrate - economie o maggiori spese.

N.B.:  Dati al lordo delle regolazioni debitorie.

 

L’entità complessiva degli accertamenti di entrata (comprensivi delle entrate per accensione di prestiti) è risultata, nel 2006, pari a 662.170 milioni di euro, con una evoluzione positiva rispetto al 2005 (+34.757 milioni di euro).

 

L’incidenza del totale delle entrate rispetto al PIL è pari al 42,7 per cento.

Gli impegni di spesa assunti nel 2006 ammontano complessivamente (incluse le spese per rimborso prestiti) a 630.714 milioni di euro e rappresentano il 42,9% del PIL. Rispetto ai risultati dello scorso anno, la gestione presenta un complessivo decremento degli impegni di spesa di -4.842 milioni.

 

Il saldo netto da finanziare, pari a 12.949 milioni di euro, corrisponde alla differenza tra un ammontare complessivo degli accertamenti di entrata finali di 480.043 milioni di euro e un ammontare complessivo degli impegni di spesa finali di 467.094 milioni di euro.

 

Rispetto al consuntivo 2005, si evidenzia un incremento dell’entità complessiva degli accertamenti relativi alle entrate finali di complessivi 48.009 milioni di euro, riconducibile per la maggior parte all’aumento degli accertamentirelativi alle entrate tributarie (+51.509 milioni di euro).

 

Gli impegni per spese finali assunti complessivamente nel 2006 evidenziano, rispetto all’anno precedente, una leggera diminuzione di 149 milioni di euro, dovuto essenzialmente alla diminuzione degli impegni relativi a spese di partecapitale di oltre 7.800 milioni di euro, che ha compensato pressoché interamente l’aumento degli impegni di spesa di parte corrente.

 

Gli accertamenti per entrate finali rilevati nel consuntivo 2006 risultano superiori in misura considerevole sia alle previsioni iniziali che a quelle definitive, mentre il dato di consuntivo degli impegni relativi alle spese finali si dimostra inferiore alle previsioni definitive.

 

In particolare, per quanto concerne le entrate finali, i risultati evidenziano un incremento rispetto alle previsioni definitive pari a 45.666 milioni di euro.

Dal lato delle spese finali, il consuntivo 2006 ha fatto registrare una diminuzione pari a 12.288 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive.

 

I complessivi accertamenti di entrata (662.170 milioni) e i complessivi impegni di spesa (630.714 milioni) manifestano entrambi una riduzione rispetto alle previsioni definitive (-7.802 milioni di euro per quanto concerne le entrate complessive e -37.792 milioni per quanto riguarda le spese complessive).

6.1 Entrate finali

Come già accennato, le entrate finali (tutte le entrate del bilancio dello Stato, tranne quelle derivanti dall’accensione di prestiti) hanno registrato, rispetto al 2005, un incremento di 48.009 milioni di euro.

 

Più in particolare, su un valore complessivo di accertamenti di entrata pari a 662.170 milioni di euro, gli accertamenti relativi a entrate tributarie sono risultati pari a 429.363 milioni di euro, evidenziando un aumentodi 51.509 milioni di euro rispetto al 2005.

Anche dal confronto tra i risultati e le previsioni si rileva che le entrate tributarie accertate sono risultate maggiori di 27.015 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali e di 41.291 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive, evidenziando pertanto un buon andamento delle entrate.

 

Anche per quanto riguarda gli accertamenti relativi alle entrate extratributarie, si è registratounvalore superiore rispetto all’esercizio finanziario 2005. In particolare, le entrate extratributarie accertate sono stati pari a 48.759 milioni di euro, con un incremento, rispetto all’esercizio 2005,di 4.654 milioni di euro, pari al 10,6%. Le entrate extratributarie registrano una evoluzione positiva sia rispetto alle previsioni iniziali (+20.029 milioni di euro), sia rispetto alle previsioni definitive, (+20.061 milioni).

 

Gli accertamenti per entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti,pari a 1.921 milioni di euro sono invece risultati in diminuzione rispetto al 2005, di 8.154 milioni di euro (-80,9%).

 

Nell’ambito delle entrate tributarie, la variazione degli accertamenti rispetto al 2005 ha interessato, in particolare, le imposte sul patrimonio e sul reddito, che hanno evidenziato, rispetto al 2005, un aumentodi 32.793 milioni di euro,raggiungendo accertamenti pari a 222.658 milioni di euro (+14.010 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive).

Anche gli accertamenti concernenti la categoria del lotto, lotterie e altre attività di gioco hanno evidenziato un leggero aumento rispetto al 2005, di 588 milioni di euro (+5,9%), attestandosi a 10.781 milioni di euro, inferiori di 136 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive.

Le tasse e imposte sugli affari, invece, hanno fatto registrare accertamenti pari a 156.305 milioni di euro (+17.187 milioni rispetto al 2005) (cfr. la Tavola I riportate in Appendice).

 

Relativamente all’andamento delle singole imposte, nell’esercizio finanziario 2006 risultano aumentati sia gli accertamenti relativi all’IRE (ex IRPEF), da 139.283 milioni a 155.344 milioni di euro (+16.061 milioni di euro), sia quelli relativi all’IRES (ex IRPEG),aumentati da 36.305 milioni a 43.556 milioni di euro (+7.251 milioni di euro).

Anche gli accertamenti relativi all’IVA risultano incrementati di 14.587 milioni di euro rispetto al 2005, risultando pari a 129.512 milioni di euro, a fronte di 114.925 milioni di euro di accertamenti relativi all’esercizio 2005 (cfr. la Tavola II riportate in Appendice).

 

Per le entrate extratributarie si segnalano, soprattutto, sia l’aumento dei recuperi, rimborsi e contributi (+3.057 milioni di euro), che hanno fatto registrare nel 2006 accertamenti pari a 26.032 milioni di euro, sia la riduzione di 1.612 milioni che riguarda la voce degli interessi su anticipazioni e crediti che passano da 9.524 milioni nel 2005 a 7.912 milioni.

6.2 Spese finali

La gestione 2006 ha dato luogo ad impegni di spesa relativi ad operazioni finali (tutte le spese del bilancio dello Stato tranne quelle relative al rimborso di prestiti giunti in scadenza nell’esercizio di riferimento) per 467.094 milioni di euro, con un andamento in lieve diminuzione (-149 milioni di euro rispetto al 2005.

Rispetto alle previsioni definitive, gli impegni finali denotano invece una diminuzione di 12.288 milioni di euro.

 

Gli impegni relativi ad operazioni finali sono riconducibili per 428.139 milioni di euro a spese correnti, che risultano incrementate rispetto al 2005 di 7.690 milioni di euro(+1,8%), e per 38.954 milioni a spese in conto capitale (che presentano, invece, rispetto al 2005 una riduzione di 7.840 milionidi euro, (-16,8%).

 

Tra le spese correnti hanno evidenziato aumenti, rispetto all’esercizio 2005, sia i trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, che si sono attestati a 182.512 milioni di euro (+7.227 milioni rispetto al 2005), sia le spese per redditi da lavoro dipendente (+6.470 milioni di euro, per un totale di 88.213 milioni).

Un incremento rispetto al 2005 hanno anche registrato le spese per interessi passivi (+130 milioni di euro), risultate pari, nel 2006, a 70.801 milioni di euro.

 

Hanno, invece, evidenziato una diminuzione rispetto all’esercizio precedente le spese per consumi intermedi, passate da 12.782 milioni nel 2005 a 12.163 milioni nel 2006, con una riduzione di 619 milioni (inferiori anche alle previsioni definitive di 430 milioni di euro).

 

Relativamente alle spese in conto capitale, che registrano una contrazione di 7.840 milioni di euro rispetto al 2005, diminuiscono sia gli investimenti fissi lordi, pari a 4.138 milioni (-2.032 milioni rispetto al 2005), sia i contributi agli investimenti alle amministrazioni pubbliche che si attestano a 14.769 milioni di euro, con una riduzione rispetto al 2005 di 1.999 milioni di euro.

Aumentano invece i contributi agli investimenti ad imprese, che registrano un valore di 10.107 milioni nel 2006, con un aumento di 1.874 milioni di euro rispetto al 2005 (8.233 milioni).

Gli impegni di spesa per gli altri trasferimenti in conto capitale presentano una diminuzione da 8.730 milioni nel 2005 a 8.626 milioni di euro.

6.3 Spese per rimborso prestiti ed entrate da accensione di prestiti

Per quanto concerne la spesa per rimborso prestiti, i relativi impegni, pari a 163.620 milioni di euro, hanno registrato una diminuzione rispetto al dato del 2005 di 4.693 milioni di euro (il rimborso prestiti nel 2005 era stato pari a 168.313 milioni di euro).

Gli accertamenti di entrata derivanti da accensioni di prestiti sono stati pari a182.127 milioni di euro, con una diminuzione di 13.252 milioni di euro rispetto all’esercizio 2005, nel quale tali accertamenti erano stati pari a 195.379 milioni di euro.


 

 

Tavole riepilogative

Rendiconto 2006


 

Tavola i - Andamento delle entrate finali per categorie economiche e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

CATEGORIE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

I -      Imposte sul patrimonio e sul reddito

185.455

191.970

45,0

189.302

189.865

43,9

208.648

222.658

46,4

II -          Tasse e imposte sugli affari

133.048

137.846

32,3

141.102

139.118

32,2

144.491

 156.305

32,6

III -    Imposte sulla produzione, consumi e dogane

27.440

27.904

6,5

30.032

 29.658

6,9

29.108

 29.676

6,2

IV -    Monopoli

 9.112

8.726

2,0

 9.457

9.020

2,1

9.183

9.943

2,1

V -    Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

 9.901

13.617

3,2

11.538

 10.193

2,4

10.917

 10.781

2,2

Totale Entrate Tributarie

364.956

380.063

89,1

381.431

377.854

87,5

402.347

429.363

89,4

VI -    Proventi speciali

703

650

0,2

670

 795

0,2

608

 772

0,2

VII -   Proventi dei servizi pubblici minori

 7.135

6.098

1,4

 6.994

6.943

1,6

5.408

7.267

1,5

VIII –Proventi dei beni dello Stato

442

443

0,1

653

 327

0,1

392

 293

0,1

IX -    Prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

 2.426

3.013

0,7

 2.426

3.019

0,7

4.075

4.109

0,9

X -     Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

 2.334

5.197

1,2

 5.850

9.524

2,2

5.134

7.912

1,6

XI -    Recuperi, rimborsi e contributi

13.521

18.421

4,3

10.968

 21.478

5,0

11.071

 26.032

5,4

XII -   Partite che si compensano nella spesa

 2.004

1.893

0,4

 1.859

2.019

0,5

 2.011

2.374

0,5

Totale Entrate Extratributarie

28.565

35.715

8,4

29.420

44.105

10,2

28.699

48.759

10,2

XIII -   Vendita di beni ed affrancazione di canoni

14.116

 10.664

2,5

12.272

5.631

1,3

 1.025

 223

0,0

XIV -  Ammortamento di beni patrimoniali

795

 163

0,0

833

 163

0,0

840

 163

0,0

XV -   Rimborso di anticipazioni e crediti vari del Tesoro

201

 165

0,0

 3.281

4.281

1,0

 1.467

1.535

0,3

Totale Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali
e riscossione crediti

15.112

10.992

2,6

16.386

10.075

2,3

3.332

1.921

0,4

Totale Entrate Finali

408.633

426.770

100

427.237

432.034

100

434.378

480.043

100


Tavola II - Andamento delle principali imposte e loro incidenza percentuale sulle entrate tributarie

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

 

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

entrate tributarie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di cui:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ire (ex irpef)

133.816

134.108

35,3

145.648

139.283

36,9

147.292

155.344

36,2

ires (ex irpeg)

28.289

30.374

8,0

28.410

36.305

9,6

40.492

43.556

10,1

ilor

143

355

0,1

531

239

0,1

165

339

0,1

imposte sostitutive

14.803

17.018

4,5

12.381

11.162

3,0

16.205

19.104

4,4

ritenute a titolo di imposta definitiva

843

852

0,2

829

1.036

0,3

1.148

1.398

0,3

iva, di cui

104.874

107.113

28,2

112.168

114.925

30,4

119.083

129.512

30,2

- scambi interni ed intracomunitari

93.209

95.324

25,1

99.239

102.432

27,1

104.671

115.063

26,8

- importazione

11.665

11.789

3,1

12.929

12.493

3,3

14.412

14.449

3,4

altri introiti diretti

1.927

1.853

0,5

1.039

1.258

0,3

1.904

2.736

0,6

condoni e sanatorie, di cui:

8.493

8.830

2,3

514

851

0,2

1.782

278

0,1

. - su tributi diretti

5.635

7.409

1,9

464

582

0,2

1.442

180

0,0

. - su tributi indiretti

2.858

1.421

0,4

50

269

0,1

340

98

0,0

lotto, lotterie e giuochi

9.900

13.617

3,6

11.538

10.193

2,7

10.917

10.781

2,5

accisa e imposta erariale di consumo su:

27.271

27.670

7,3

29.946

29.284

7,8

29.027

29.473

6,9

- olii minerali

21.241

21.467

5,6

23.327

22.028

5,8

22.390

22.219

5,2

- altri prodotti

6.030

6.203

1,6

6.619

7.256

1,9

6.637

7.254

1,7

imposte sui generi di monopolio

9.101

8.725

2,3

9.454

9.014

2,4

9.181

9.940

2,3

imposte sugli affari

1.205

1.235

0,3

1.546

1.454

0,4

1.431

2.122

0,5

altri tributi indiretti

24.291

28.313

7,4

27.428

22.850

6,0

23.720

24.780

5,8

totale entrate

364.956

380.062

100

381.432

377.854

100

402.347

429.363

100


 

Tavola III – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

Dati di competenza
(milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Economia e finanze

273.183

249.994

55,8

287.417

 271.123

58,0

274.247

 260.673

55,8

Sviluppo economico

6.775

6.736

1,5

 4.250

4.248

0,9

 3.439

3.402

0,7

Lavoro e politiche sociali

66.368

 66.312

14,8

68.956

 68.864

14,7

 72.866

 72.103

15,4

Giustizia

7.832

7.700

1,7

 7.655

7.425

1,6

 8.155

7.983

1,7

Affari esteri

2.338

2.156

0,5

 2.511

2.340

0,5

 2.283

2.129

0,5

Istruzione

51.860

 51.964

11,6

51.604

 51.835

11,1

 53.841

 57.046

12,2

Interno

26.898

 26.700

6,0

26.749

 25.581

5,5

 28.311

 27.971

6,0

Ambiente e tutela mare

1.431

1.414

0,3

 1.376

1.357

0,3

 1.199

1.187

0,3

Infrastrutture

8.780

8.080

1,8

 7.779

7.414

1,6

 8.040

7.885

1,7

Comunicazioni

361

 352

0,1

396

 384

0,1

271

 259

0,1

Difesa

21.203

 21.064

4,7

21.335

 21.276

4,6

 20.533

 20.398

4,4

Politiche agricole

1.571

1.460

0,3

 1.767

1.687

0,4

 1.715

1.645

0,4

Beni e attività culturali

2.390

2.594

0,6

 2.392

2.263

0,5

 2.210

2.152

0,5

Salute

 1.422

1.399

0,3

 1.497

1.446

0,3

 1.576

1.568

0,3

Trasporti

-

 -

-

-

 -

-

 3

 2

0,0

Università e ricerca

-

 -

-

-

 -

-

690

 688

0,1

Commercio internazionale

-

 -

-

-

 -

-

 2

 2

0,0

Totale spese finali

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100

479.381

467.093

100

 


 

Tavola IV – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

Autorizzazioni di cassa
(milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Economia e finanze

280.328

 248.306

56,3

294.810

 259.894

57,4

284.178

 258.193

56,2

Attività produttive

 5.894

3.232

0,7

 4.678

3.503

0,8

 3.544

2.514

0,5

Lavoro e politiche sociali

69.823

 66.170

15,0

71.130

 67.390

14,9

 73.978

 71.456

15,5

Giustizia

 7.926

7.109

1,6

 7.848

7.440

1,6

 8.354

7.702

1,7

Affari esteri

 2.397

2.238

0,5

 2.478

2.270

0,5

 2.320

2.082

0,5

Istruzione

53.809

 52.570

11,9

52.726

 51.696

11,4

 55.861

 57.379

12,5

Interno

28.128

 25.587

5,8

28.772

 25.981

5,7

 28.356

 26.971

5,9

Ambiente e tutela mare

 1.996

1.308

0,3

 1.846

1.391

0,3

 1.667

1.136

0,2

Infrastrutture

10.436

7.045

1,6

 8.773

5.713

1,3

 9.810

6.134

1,3

Comunicazioni

480

 357

0,1

390

 340

0,1

286

 268

0,1

Difesa

21.813

 21.509

4,9

22.242

 21.959

4,9

 21.191

 20.957

4,6

Politiche agricole

 2.629

1.693

0,4

 2.287

1.523

0,3

 2.197

1.438

0,3

Beni e attività culturali

 3.623

2.347

0,5

 2.491

2.147

0,5

 2.435

1.901

0,4

Salute

 2.241

1.593

0,4

 2.097

1.333

0,3

 2.055

1.523

0,3

Trasporti

-

 -

-

-

 -

-

 2

 2

0,0

Università e ricerca

-

 -

-

-

 -

-

233

 145

0,0

Commercio internazionale

-

 -

-

-

 -

-

 2

 1

0,0

Totale spese finali

491.523

 441.064

100

502.568

 452.580

100

496.469

 459.802

100


 

Tavola V – Evoluzione delle spese finali per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 


FUNZIONI-OBIETTIVO

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

1 -   Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

229.823

208.143

46,5

238.537

226.306

48,4

234.367

225.326

48,2

2 –  Difesa

20.975

20.813

4,6

20.976

20.770

4,4

19.291

19.319

4,1

3 -   Ordine pubblico e sicurezza

22.182

21.884

4,9

22.526

21.971

4,7

23.717

23.437

5,0

4 -   Affari economici

55.247

53.857

12,0

52.891

51.164

11,0

50.450

48.272

10,3

5 -   Protezione dell'ambiente

2.223

2.188

0,5

2.067

2.016

0,4

1.866

1.833

0,4

6 -   Abitazioni e assetto territoriale

1.658

1.592

0,4

1.841

1.649

0,4

1.973

1.891

0,4

7 -   Sanità

9.975

9.069

2,0

14.970

14.636

3,1

11.910

11.706

2,5

8 -   Attività ricreative, culturali e di culto

14.469

14.651

3,3

14.797

12.675

2,7

12.798

9.832

2,1

9 –  Istruzione

49.128

49.203

11,0

49.242

49.441

10,6

52.651

55.848

12,0

10-  Protezione sociale

66.732

66.525

14,9

67.837

66.615

14,3

70.360

69.629

14,9

Totale spese finali

472.412

447.925

100

485.684

467.243

100

479.383

467.093

100

 

 


 

Tavola VI – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)


CATEGORIE

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Redditi da lavoro dipendente

79.686

 79.487

17,6

82.601

 81.743

17,5

 85.642

 88.213

18,9

Consumi intermedi

14.072

 13.769

3,0

13.198

 12.782

2,7

 12.593

 12.163

2,6

Imposte pagate sulla produzione

 4.374

4.339

1,0

 4.414

4.391

0,9

 4.667

4.844

1,0

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

169.319

 168.059

37,2

177.800

 175.285

37,5

183.939

 182.512

39,1

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

 4.159

4.102

0,9

 4.218

3.862

0,8

 4.920

4.668

1,0

Trasferimenti correnti a imprese

 5.467

5.248

1,2

 5.074

4.875

1,0

 4.739

4.598

1,0

Trasferimenti all'estero

 1.671

1.505

0,3

 1.704

1.615

0,3

 1.739

1.576

0,3

Risorse proprie cee

14.750

 14.138

3,1

15.700

 14.480

3,1

 15.850

 14.577

3,1

Interessi passivi e redditi da capitale

75.120

 60.964

13,5

76.413

 70.671

15,1

 75.695

 70.801

15,2

Poste correttive e compensative

50.973

 47.662

10,6

51.824

 49.294

10,5

 46.750

 43.274

9,3

Ammortamenti

794

 163

0,0

833

 18

0,0

840,0

163,0

0,0

Altre uscite correnti

 3.478

1.125

0,2

 4.094

1.433

0,3

 2.184

 751

0,2

Totale spese correnti

404.491

 391.594

86,7

437.873

 420.449

90,0

439.558

 428.140

91,7

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

 5.763

5.659

1,3

 6.199

6.170

1,3

 4.196

4.138

0,9

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

19.515

 19.139

4,2

16.931

 16.768

3,6

 14.817

 14.769

3,2

Contributi agli investimenti ad imprese

11.852

 11.705

2,6

 8.383

8.233

1,8

 10.223

 10.107

2,2

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

115

 115

0,0

122

 122

0,0

130

 130

0,0

Contributi agli investimenti a estero

263

 252

0,1

404

 396

0,1

399

 399

0,1

Altri trasferimenti in conto capitale

 4.989

4.445

1,0

 9.215

8.730

1,9

 9.190

8.626

1,8

Acquisizioni di attività finanziarie

 6.052

6.049

1,3

 6.557

6.375

1,4

868

 784

0,2

Totale spese conto capitale

61.602

 60.036

13,3

47.811

 46.794

10,0

 39.823

 38.953

 8,3

Totale spese finali

466.093

 451.630

100

485.684

 467.243

100

479.381

 467.093

100


 

Tavola VII – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. (III livello)

RENDICONTO 2004

RENDICONTO 2005

RENDICONTO 2006

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Funzionamento

82.568

 82.027

18,2

83.642

 82.498

17,7

 87.774

 90.325

19,3

Interventi

245.659

 240.088

53,2

254.709

 248.126

53,1

257.142

 250.540

53,6

Oneri comuni

18.714

 15.601

 3,5

21.396

 17.378

 3,7

 17.330

 14.856

 3,2

Trattamenti di quiescenza

 1.159

1.258

 0,3

 1.081

1.169

 0,3

 1.164

1.187

 0,3

Oneri del debito pubblico

75.763

 61.587

13,6

77.045

 71.278

15,3

 76.147

 71.232

15,3

Totale spese correnti

404.491

 391.594

86,7

437.873

 420.449

90,0

439.557

 428.140

91,7

Investimenti

45.440

 44.789

 9,9

44.904

 44.253

 9,5

 36.509

 36.098

 7,7

Altre spese in conto capitale

182

 182

 0,0

362

 243

 0,1

492

 413

 0,1

Oneri comuni

 2.927

2.393

 0,5

 2.545

2.298

 0,5

 2.823

2.444

 0,5

Totale conto capitale

61.603

 60.036

13,3

47.811

 46.794

10,0

 39.824

 38.955

8,3

Totale spese finali

466.093

 451.630

100

485.684

 467.243

100

479.381

 467.095

100

 

 

 

 


8. Profili di interesse della Commissione Affari sociali

8.1 Sanità

E’ utile evidenziare preliminarmente che le risorse destinate alla sanità sono contenute solo in parte nello stato di previsione del Ministero della salute, perché esse affluiscono anche ad altre Amministrazioni statali e, in particolare, al Ministero dell’economia, cui fanno capo parte delle disponibilità relative alla tutela della salute (e segnatamente il Fondo sanitario nazionale e gli stanziamenti per l’edilizia sanitaria).

Le funzioni istituzionali sono svolte dal Ministero della salute non solo attraverso un raccordo con le altre amministrazioni dello Stato (e, in primis, con il Ministero dell’economia, cui spetta un ruolo assai rilevante nell’ambito dei processi di contenimento e razionalizzazione della spesa del settore), ma anche in collaborazione con le singole Regioni, con la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza Unificata Stato e autonomie locali, sedi di confronto tra i diversi soggetti istituzionali che operano nel comparto sanitario.

Con riferimento alle attività programmatorie e di indirizzo, si ricorda che con il D.P.R. 7 aprile 2006 è stato adottato il Piano sanitario nazionale per il triennio 2006-2008, che si inserisce nel quadro delle linee di intervento definite dall’Intesa Stato-Regioni 23 marzo 2005.

Come evidenziato dalla Relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato, le principali iniziative di competenza del Ministero della salute svolte nel corso del 2006 hanno riguardato la qualità delle prestazioni rese dal Servizio sanitario nazionale, gli investimenti, i livelli essenziali di assistenza, la riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani, la realizzazione di strutture residenziali di cure palliative e di assistenza ai malati terminali, l’attuazione del programma straordinario di investimenti in sanità, le misure per il rientro dai disavanzi finanziari delle regioni.

Con riferimento a quest’ultimo aspetto, in attuazione dell’accordo, di cui all’articolo 1, comma 180, della legge n. 311 del 2004 sottoscritto tra le Regioni interessate ed i Ministeri dell’economia e finanze e della salute è stato elaborato un Piano di rientro[20] finalizzato all’impostazione dei singoli piani regionali, che ha individuato gli interventi necessari per il perseguimento dell’equilibrio economico, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza. Nel 2006, nell’ambito degli Accordi di programma appositamente sottoscritti, sono stati finanziati, tra l’altro, gli interventi di potenziamento delle strutture di radioterapia e quelli finalizzati ad assicurare lo svolgimento della libera professione intramuraria[21].

Ulteriori interventi hanno interessato le attività connesse alla procreazione medicalmente assistita, gli indennizzi (con particolare riferimento a quelli destinati alle vittime dei trattamenti da emoderivati), l’assistenza sanitaria, l’innovazione (segnatamente in relazione alla ricerca corrente e finalizzata e all’attività dell’Istituto superiore di sanità, dell’Istituto superiore per la prevenzione e sicurezza sul lavoro, dell’Agenzia italiana del farmaco, dell’Agenzia dei servizi sanitari regionali e della Croce rossa italiana). Risultano rilevanti anche le iniziative concernenti la prevenzione, tra le quali si segnalano quelle inerenti al Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, alla distribuzione dei vaccini, al contrasto dell’AIDS, ai trapianti, alla prevenzione della cecità, al fenomeno del randagismo.

L’Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-Regioni il 23 marzo 2005 conferma il ruolo di indirizzo e coordinamento del Ministero della salute nell’ambito degli interventi volti ad individuare le soluzioni più idonee al conseguimento degli obiettivi generali di razionalizzazione della spesa. In tale ambito, una importante funzione di supporto tecnico scientifico è svolta anche dall’Agenzia per i servizi sanitari regionali. Un ruolo primario è poi assicurato dal sistema informativo nazionale, alla cui alimentazione contribuiscono tutti i soggetti interessati.

Di seguito sono evidenziati i dati aggregati più significativi concernenti le risorse per la spesa sanitaria assegnate al Ministero della salute e al Ministero dell’economia e delle entrate, rinviando alla relazione sul rendiconto generale dello Stato (pubblicata, per i profili di competenza, in allegato al presente dossier) per l’analisi analitica delle singole U.P.B (unità previsionali di base).

Lo stato di previsione del Ministero della salute

Lo stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2006 – di cui alla legge 23 dicembre 2005, n. 267, Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006-2008, (Tabella n. 15) – reca le seguenti dotazioni iniziali:

 

 

 

Competenza

Cassa

Dotazione iniziale

parte corrente

1.236.032.554

1.297.218.991

conto capitale

      105.983.400

445.114.246

Totale

  1.342.015.954

1.742.333.237

(Valori in euro)


In sede di rendiconto le assegnazioni complessive sono state pari a:

 

 

 

Competenza

Cassa

Previsioni definitive

parte corrente

1.421.521.880

1.591.556.742

conto capitale

154.766.066

463.199.679

Totale

1.576.287.946

2.054.756.421

(Valori in euro)

 

Le variazioni rispetto alla dotazione iniziale, in termini assoluti, sono pertanto le seguenti:

 

 

 

Competenza

Cassa

Variazione

parte corrente

185.489.326

294.337.751

conto capitale

48.782.666

18.085.433

Totale

234.271.992

312.423.184

(Valori in euro)

 

Il totale dei residui al 31 dicembre 2006 ammonta ad Euro 1.486.261.887,86.

Lo stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle finanze

UPB 4.2.3.3 (cap. 7464) Edilizia sanitaria.

 

 

Competenza

Cassa

Previsioni iniziali

284.000.000

284.000.000

Variazioni

--

550.000.000

Previsioni definitive

284.000.000

834.000.000

     (Valori in euro)

 

I residui totali del capitolo 7464a fine esercizio (31 dicembre 2006) ammontano ad Euro 3.092.481.508,92.

 

UPB 4.1.2.1Fondo sanitario nazionale di parte corrente.

Gli importi di competenza e di cassa sono determinati dalla somma dei seguenti capitoli:

- Fondo sanitario nazionale - cap. 2700;

- finanziamento del Fondo sanitario nazionale in relazione alle minori entrate dell’IRAP (Cfr. D.Lgs. n. 56/2000, art. 13, comma 3) - cap. 2701;

 - contributo alla regione Friuli Venezia Giulia a titolo di anticipazione sulle maggiori compartecipazioni ai tributi statali, da devolvere in relazione al maggiore fabbisogno della spesa sanitaria - cap. 2702;

 

 

Competenza

Cassa

Previsioni iniziali

7.676.273.000

7.676.273.000

Variazioni

- 275.076.519

   194.501.847

Previsioni definitive

7.401.196.481

7.870.774.847

(Valori in euro)

 

I residui totali per i capitoli interessati ammontano a fine esercizio (31 dicembre 2006) ad Euro 4.287.298.321,20.

 

UPB 5.2.3.1 (cap. 7630) Fondo sanitario nazionale in conto capitale.

 

 

Competenza

Cassa

Previsioni iniziali

--

--

Variazioni

--

15.000.000

Previsioni definitive

--

15.000.000

(Valori in euro)

 

I residui totali per il cap. 7630 ammontano a fine esercizio (31 dicembre 2006)  ad Euro 24.114.224,77.

 


8.2 Politiche sociali

L’analisi finanziaria ed organizzativa tiene conto, per tutto l’anno 2006, della ripartizione dei centri di responsabilità determinata dall’emanazione del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con la legge 17 luglio 2006, n. 233 (e del conseguente D.P.C.M. 30 marzo 2007), che ha scisso il precedente Ministero del lavoro e delle politiche sociali nei due Ministeri del lavoro e della previdenza sociale e della solidarietà sociale.

Peraltro, mentre le competenze relative alle politiche per la famiglia e alle politiche giovanili sono state attribuite a due Ministri senza portafoglio, al Ministero della solidarietà sociale sono state attribuite le competenze in materia di politiche sulle dipendenze e di servizio civile, in precedenza proprie della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Si ricorda che il Ministro della solidarietà sociale, il 21 dicembre 2006, ha emanato uno specifico Atto di indirizzo. Le priorità dichiarate nel citato Atto di indirizzo riguardano: lo sviluppo degli interventi diretti a migliorare la qualità della vita delle persone e a garantire la piena esigibilità dei diritti di cittadinanza, con particolare attenzione alla definizione dei livelli essenziali di assistenza sociale; la revisione della disciplina riguardante l’immigrazione e realizzazione di misure dirette a favorire la piena integrazione delle persone provenienti dai Paesi extracomunitari; il potenziamento delle azioni dirette alla valorizzazione degli organismi compresi nel Terzo settore, anche attraverso il consolidamento dei rapporti con le istituzioni pubbliche; l’attuazione di misure per la lotta alle dipendenze, anche mediante interventi di informazione, prevenzione e cura e riduzione del danno; lo sviluppo delle politiche intersettoriali.

Si riportano di seguito i dati relativi allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Centro di responsabilità n. 7 Gestione del Fondo nazionale delle politiche sociali e monitoraggio della spesa sociale”, che vede attribuiti gran parte degli stanziamenti riguardanti la solidarietà sociale.

Tali risorse sono utilizzate, principalmente, per le iniziative relative alla promozione dell’infanzia e dell’adolescenza, all'associazionismo, alla cooperazione, alla solidarietà sociale, al volontariato, alla famiglia, agli anziani, ai disabili, alle dipendenze e al contrasto dell'emarginazione. Fanno inoltre capo al centro di responsabilità n. 7 la U.P.B. (7.1.2.1), relativa ai trasferimenti da erogarsi a favore di invalidi civili, ciechi e sordomuti, e la U.P.B. (7.1.5.2), relativa al Fondo per le politiche sociali in cui confluiscono gli stanziamenti relativi al finanziamento delle principali leggi in materia socio-assistenziale.

 

 

 

 

Competenza

Cassa

Previsioni iniziali

15.864.314.224

15.941.414.045

Variazioni

275.057.438

308.059.428

Previsioni definitive

16.139.371.662

16.249.473.473

(Valori in euro)

 

I residui totali per il Centro di responsabilità n. 7 a fine esercizio (31 dicembre 2006) ammontano ad Euro 629.658.746,06.

 

Per quanto concerne il Fondo nazionale per le politiche sociali[22], nel 2006 le risorse del Fondo, ripartite con il D.M. 25 agosto 2006, sono state pari ad un totale di Euro 1.624.922.940[23]. Tali risorse afferiscono a diversi capitoli di spesa dello stato di previsione del Ministero del lavoro e della solidarietà sociale:

§    capitolo 3671[24] «Fondo da ripartire per le politiche sociali»: risultano iscritti, in seguito alle note di variazione, euro 1.149.00.000.

§    capitolo 3535[25]: risultano stanziati euro 105.000.000 (assegno a nuclei familiari disagiati);

§    capitolo 3532[26]: risultano stanziati euro 6.713.940 (benefici ai parenti di soggetti portatori di handicap);

§    capitolo 3537[27]: risultano stanziati euro 2.600.000 (Benefici per lavoratori affetti da talassemia major e depranocitosi);

§    capitolo 3532: risultano stanziati euro 37.829.000 (Somme da erogare per la copertura degli oneri derivanti ai familiari di persone handicappate ai sensi articolo 33 della legge n. 104/92);

La ripartizione delle risorse del Fondo avviene con decreto annuale del Ministro della solidarietà sociale, d’intesa con la Conferenza unificata Stato ed autonomie locali.

Come evidenziato dal decreto di riparto per il 2006 (posto a confronto nella tabella seguente con il riparto degli anni 2004 e 2005), le risorse del Fondo risultano gestite direttamente dal Ministero della solidarietà sociale solo in minima parte (50 milioni circa); una quota molto consistente è infatti assegnata all’INPS (755,4 milioni circa) per il finanziamento degli interventi costituenti diritti soggettivi e alle Regioni (775 milioni), che decidono autonomamente la loro destinazione; un’altra quota, infine, è destinata ai comuni (44,5 milioni di euro).


Tabella di confronto della destinazione delle risorse finanziarie prevista dai decreti di riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali negli anni 2004, 2005, 2006

(importi in euro)

 

 

 

 

2004

2005

2006

 

 

 

 

Totale risorse

1.884.346.940[28]

1.308.080.940

1.624.922.940

 

 

 

 

A)    Totale fondi destinati all’INPS

di cui

808.630.000

706.630.000

755.429.000

A1) Assegni ai nuclei familiari etc (L. n. 448/98, art. 65)

366.000.000

344.000.000

326.000.000

A2) Assegni di maternità etc (L. n. 448/98, art. 66)

275.000.000

253.000.000

240.000.000

A3) Agevolazioni di soggetti con handicap grave (L. n. 104/92, art. 33)

61.000.000

106.000.000

148.000.000

A4) Lavoratori affetti da talassemia major (L. n. 448/2001, art. 39)

3.630.000

3.630.000

3.600.000

A5) Onere pregresso

103.000.000

------

37.829.000

B)    Somme destinate ai comuni (promozione diritti dell’infanzia ex lege n. 285/1997)

 

44.466.939

44.466.939

44.466.940

C)    Risorse del Dipartimento politiche antidroghe della Presidenza del Consiglio

14.000.000

----[29]

----[30]

D)   Totale risorse destinate a Regioni e province autonome

di cui

 

1.000.000.000 [31]

 

518.000.000

 

775.000.000

D1) Risorse indistinte

479.565.306

518.000.000

775.000.000

D2) Risorse di cui all’ex Fondo per gli asili nido (L. n. 448/2001, art. 70)

150.000.000

----- [32]

------

D3) Politiche per la famiglia, l’acquisto della prima casa ed il sostegno della natalità

173.434.694

-----

-----

D4) Misure di sostegno della povertà

------

-----

-----

D5) Politiche per la famiglia e in particolare per gli anziani e disabili

70.000.000

 

 

D6) Abbattimento delle barriere architettoniche (L. 9 gennaio 1989, n. 13)

20.000.000

 

 

D7) Integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap

40.000.000

 

 

D8) servizi per la prima infanzia e scuole dell'infanzia

67.000.000

 

 

 

 

 

 

E)   Risorse destinate al Ministero della solidarietà sociale per interventi di carattere sociale

di cui

17.250.001

38.984.000

50.027.000

E1) Fondo immigrazione (D.lgs. n. 286/98)

3.000.000

Non specificato

Non specificato

E2) Contributo Federazione pro ciechi (L. n. 284/97)

1.032.914

Non specificato

Non specificato

E3) Infanzia (L. n. 285/97; L. n. 451/97)

1.200.000 e 1.410.000

Non specificato

Non specificato

E4) Famiglia (L. n. 328/2000)

1.770.900

Non specificato

Non specificato

E5) Volontariato e associazionismo (L. n. 266/91; L. n. 342/2000; L. n. 438/1998)

6.088.473

Non specificato

Non specificato

E6) Politiche sociali e reddito ultima istanza (L. n. 328/2000)

2.329.114

Non specificato

Non specificato

E7) Fondo di rotazione per il finanziamento dei datori di lavoro per la costruzione di asili nido (art. 91 della L. n. 289 del 2002 - legge finanziaria 2003)[33].

 

----------

 

-------

 

-------

E8) Rimanenze

418.600

 

 

 


PARTE II – Assestamento 2007
(A.C. 3170)


1. L’assestamento del bilancio dello Stato

1.1 Funzione dell’assestamento del bilancio dello Stato

L’articolo 17 della legge n. 468/1978 prevede l'istituto dell'assestamento di bilancio per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.

 

Sotto questo profilo, il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il disegno di legge di rendiconto relativo all’esercizio precedente: l’entità dei residui, sia attivi che passivi, sussistenti all’inizio dell’esercizio finanziario, che al momento dell’elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene, infatti, definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.

 

Più in generale, con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio sono adeguate in relazione:

 

a)      per quanto riguarda le entrate, all’eventuale revisione delle stime del gettito;

b)      per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute;

c)      per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento (in termini di cassa), alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell’esercizio precedente.

 

Per quanto riguarda le previsioni di entrata, poiché esse sono il frutto di una valutazione di carattere tecnico, eventuali modifiche possono essere determinate dall’evoluzione della base imponibile e dagli effetti derivanti dall’applicazione della normativa vigente.

 

In riferimento alle variazioni di spesa, la legge di assestamento presenta il medesimo vincolo che sussiste per il bilancio di previsione, cioè il rispetto della legislazione sostanziale vigente.

Non possono pertanto essere modificati, in sede di assestamento, gli stanziamenti di spesa direttamente determinati da norme vigenti.

 

Va infine ricordato che, ai sensi del comma 2 dell’articolo 17 della legge n. 468/1978, anche dopo l’approvazione della legge di assestamento possono essere presentate al Parlamento, comunque entro il 31 ottobre, ulteriori variazioni delle dotazioni di competenza e di cassa per l’esercizio in corso.

1.2 La struttura e il contenuto del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l’esercizio 2007

L’articolo 1 del disegno di legge di assestamento dispone l’approvazione delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2007 (approvato con la legge n. 298/2006), indicate nelle annesse tabelle.

Le tabelle si riferiscono allo stato di previsione dell’entrata, agli stati di previsione della spesa dei singoli Ministeri e ai bilanci delle Amministrazioni autonome.

 

Il disegno di legge di assestamento, infatti, contiene, sia per lo stato di previsione dell’entrata che per ciascuno degli stati di previsione dei Ministeri di spesa, le proposte di variazione degli stanziamenti di bilancio in termini di competenza e di cassa, che vengono effettuate tramite il disegno di legge medesimo e che costituiscono oggetto di approvazione da parte del Parlamento.

 

In allegato al disegno di legge è invece evidenziata, a fini conoscitivi, sia per lo stato di previsione dell’entrata che per gli stati di previsione della spesa, l’evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio, per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo.

 

Per ciascuna U.P.B. si indicano, inoltre, le variazioni che si registrano nella consistenza dei residui, in linea con le risultanze definitive esposte nel Rendiconto dell’esercizio precedente. A partire dalla previsione iniziale, le eventuali variazioni intervenute per atto amministrativo o proposte con il disegno di assestamento determinano, per ciascuna U.P.B., la previsione assestata.

 

Le variazioni disposte in bilancio nel periodo gennaio-maggio con atto amministrativo derivano dall’applicazione di nuovi provvedimenti legislativi intervenuti successivamente all’approvazione del bilancio (per le quali il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le conseguenti variazioni), oppure dall’applicazione di procedure previste dalla normativa contabile.

La maggior parte delle variazioni apportate con atto amministrativo non ha effetto sui saldi (variazioni compensative)perché si tratta o dello spostamento di somme tra capitoli di spesa, oppure di modifiche della stessa entità ma di segno contrario dell’entrata e della spesa.

Le variazioni compensative dipendono:

 

-       dall’utilizzo dei fondi speciali recanti gli accantonamenti di parte corrente e in conto capitale destinati alla copertura di provvedimenti legislativi da approvare nel corso dell’esercizio finanziario;

-       dai prelievi dal fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine (ivi compresi i prelievi necessari alla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto corrente[34]);dal fondo di riserva delle spese impreviste (articoli 7 e 9 della legge n. 468/1978); dal fondo di riserva per l'integrazione delle autorizzazioni di cassa (di cui all’articolo 9-bis della legge n. 468/1978, inserito dall'articolo 8 della legge n. 94/1997), nonché dal fondo di riserva per l’integrazione delle autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente inserite nella Tabella C della legge finanziaria (di cui all’articolo 9-ter della legge n. 468/1978, inserito dall’art. 2 della legge n. 208/1999);

-       dalla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto capitale, mediante prelievo dall’apposito fondo di cui all’art. 8 della legge n. 468/1978;

-       dalla riassegnazione ai capitoli di spesa di somme affluite all'entrata nei primi cinque mesi dell’anno in corso, in base alla procedura disciplinata con D.P.R. 10 novembre 1999, n. 469[35].

 

Tra le variazioni delle dotazioni di bilancio apportate con atti amministrativi hanno invece natura non compensativa, e incidono quindi sui saldi di bilancio:

 

-       le riassegnazioni ai capitoli di spesa di somme affluite in entrata nell’ultimo bimestre (periodo 1° novembre-31 dicembre) dell’anno precedente, ai sensi di quanto previsto dall’art. 2, comma 2, del citato D.P.R. n. 469/1999;

-       gli slittamenti di copertura, vale a dire l’utilizzo di quote dei fondi speciali stanziate nel bilancio di previsione per l’esercizio precedente e non utilizzate entro il termine di tale esercizio, ai sensi dell’articolo 11-bis, comma 5, della legge n. 468/1978[36];

-       il trasporto all’esercizio in corso di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, con la conseguente integrazione delle autorizzazioni di cassa, ai sensi dell’articolo 17, ultimo comma, della legge n. 468/1978[37].

 

L’articolo 2 si riferisce allo stato di previsione del Ministero dell’interno. In particolare, viene introdotto il comma 4-bis all’articolo 8 della legge di bilancio per il 2007, con il quale si autorizza il Ministero dell’economia a riassegnare con propri decreti, nello stato di previsione del Ministero dell’interno, le somme versate all’entrata del bilancio dello Stato derivanti dall’incremento di cinquanta centesimi di euro a passeggero dell’addizionale sui diritti d’imbarco sugli aeromobili, avvenuto in applicazione dell’articolo 1, comma 1328 della legge finanziaria 2007 (l. n. 296 del 2006).

 

Il comma 1328 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2007 prevede, al fine di ridurre il costo a carico dello Stato del servizio antincendi negli aeroporti, il suddetto incremento di 50 centesimi a passeggero dell’addizionale sui diritti d’imbarco e l’istituzione di un apposito fondo con dotazione di 30 milioni di euro, alimentato dalle società aeroportuali in proporzione al traffico generato. Il suddetto comma prevede altresì la ripartizione del fondo tra le u.p.b del centro di responsabilità Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile dello stato di previsione del Ministero dell’Interno, sulla base di decreti del Ministero dell’Interno, da comunicare al Ministero dell’economia, anche con evidenze informatiche, nonché alle commissioni parlamentari competenti e alla Corte dei Conti.

 

L’articolo 3 dispone l’approvazione degli allegati 1 e 2 del disegno di legge, nei quali sono contenute le modifiche all’elenco delle unità previsionale di base e all’elenco delle funzioni-obiettivo individuate nel bilancio di previsione per il 2007.


2. I saldi del bilancio dello Stato
risultanti dal ddl di assestamento

 

La relazione al disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per il 2007 (A.S. 1679) evidenzia, sulla base delle previsioni assestate poste a confronto con le previsioni iniziali, un miglioramento del saldo netto da finanziaree degli altri saldi del bilancio.

 

I dati che seguono si riferiscono al contenuto del disegno di legge originario presentato al Senato, non tenendo pertanto conto delle modifiche apportate nel corso dell’esame presso l’altro ramo del Parlamento, che sono invece specificamente analizzate nel paragrafo 4 del presente dossier (cfr.oltre).

 

Si ricorda, altresì, che tali dati non incorporano gli effetti del decreto-legge n. 81/2007[38] in materia finanziaria, il quale ha utilizzato a copertura degli oneri da esso recati, una parte delle maggiori entrate tributarie (+7.403 milioni di euro) rispetto alle previsioni del bilancio dello Stato 2007 iscritte nel disegno di legge di assestamento.

a) I saldi di competenza

(dati in milioni di euro)

 

Rendiconto 2006

Previsioni iniziali 2007

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate 2007

Saldo netto da finanziare

20.792

-22.972

-52

4.218

-18.806

Risparmio pubblico

55.763

15.607

104

4.389

20.100

Saldo primario

91.592

51.078

-52

5.583

56.609

Ricorso al mercato (*)

-150.671

-224.591

-52

5.333

-219.310

N.B.:  Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili. I dati di rendiconto sono riferiti alla gestione.

(*)            Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

In termini di competenza, le previsioni assestate per il 2007,risultanti delle variazioni apportate per atto amministrativo fino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con il disegno di legge di assestamento presentato al Senato, determinano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, una riduzione del saldo netto da finanziare,al netto delle regolazioni debitorie e contabili, da 22.972 milioni di euro a 18.806 milioni di euro, con un miglioramento di circa 4.166 milioni di euro.

 

Si rammenta, come sopra accennato, che tale dato non tiene conto degli effetti recati dal citato decreto legge n. 81/07, i cui oneri, per un importo pari a 4.131 milioni di euro per l’anno 2007, sono stati coperti utilizzando quota parte delle maggiori entrate tributarie registrate in corso d’anno ed iscritte nel disegno di legge in esame[39].

Occorre inoltre rilevare che, tenendo conto della variazioni apportate nel corso dell’esame presso il Senato - che hanno comportato una revisione delle previsioni in conto competenza relative sia alle entrate (+ 5.978 milioni di euro) che alle spese (- 2.032 milioni di euro) - il saldo netto da finanziare registra, rispetto alle previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, un ulteriore miglioramento di 8.010 milioni di euro. Anche in tal caso, tuttavia, tale miglioramento risulta in gran parte ridimensionato a seguito delle misure adottate dal Governo con il decreto legge n. 159/07, collegato alla manovra di finanza pubblica [40] (sul punto cfr. oltre, il par.4).

 

In particolare, le entrate finali, come determinate sulla base delle previsioni contenute nel disegno di legge, risultano pari a 439,9 miliardi di euroe registrano un aumento di7,6 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali di bilancio (432,3 miliardi di euro).

Le spese finali, sulla base delle previsioni assestate, ammontano a circa458,7 miliardi di euroa fronte di una previsione iniziale di 455,3 miliardi di euro(+3,4 miliardi di euro).

Al lordo delle regolazioni debitorie, pari a 9.310 milioni di euro, il saldo netto da finanziare si attesta a 28.116 milioni di euro (rispetto a una previsione iniziale di 32.237 milioni di euro).Esso risulta dalla differenza tra entrate finali pari a 470,4 miliardi di euro e spese finali pari a 498,5 miliardi di euro.

 

Il valore del saldo netto da finanziare che si determina sulla base delle previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento risulta quindi inferiore al limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2007[41], che lo ha fissato in 29.000 milioni di euro.

 

La tavola seguente riepiloga i valori del limite massimo del saldo netto da finanziare fissato dalla legge finanziaria, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, del saldo risultante dal bilancio di previsione e di quello derivante dalle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento, a raffronto con il dato di consuntivo. La tabella è redatta al netto delle regolazioni debitorie, fatta eccezione per i risultati relativi agli anni 1996-1997, in quanto il rendiconto di quegli anni fornisce soltanto dati al lordo di tali regolazioni.

Evoluzione del saldo netto da finanziare nel ddl di assestamento

(miliardi di lire – milioni di euro, competenza)

Anno

Legge finanziaria

Legge di bilancio

Ddl di assestamento

Consuntivo

Limite massimo

Regolazioni debitorie

miliardi di lire

1996

147.900

12.400

147.738

147.277

125.412 (*)

1997

91.500

16.754

91.457

99.576

42.066 (*)

1998

87.800

28.807

87.740

84.040

46.398

1999

60.700

33.267

60.590

57.932

30.188

2000

79.500

33.454

78.666

72.820

12.581

milioni di euro

2001

38.218

17.740

38.136

43.087

16.685

2002

33.157

14.649

32.763

36.155

35.356

2003

48.200

5.760

47.764

56.105

30.971

2004

54.600

7.396

53.873

62.223

15.680

2005

50.000

7.494

48.643

51.102

30.218

2006

41.000

7.077

36.664

38.463

36.114

2007

29.000

9.310

22.972

18.806

 

N.B.:     Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili. I dati di consuntivo sono riferiti alla gestione.

(*)         Per i consuntivi 1996 e 1997, i dati sono al lordo delle regolazioni debitorie e contabili.

 

In corrispondenza con l’evoluzione del saldo netto da finanziare, le previsioni assestate evidenzianoanche un miglioramento, rispetto alle previsioni iniziali, del saldo corrente (risparmio pubblico) e del saldo primario (differenza tra entrate finali e spese finali al netto della spesa per interessi).

In particolare, il saldo corrente passa dalla previsione iniziale di + 15.607 milioni di euro ad una previsione assestata pari a + 20.100 milioni di euro, con un miglioramento di 4.493 milioni di euro.

 

Rispetto alle previsioni iniziali, l’avanzo primario passada 51.078 milioni di euro a 56.609 milioni di euro (+ 5.531 milioni di euro).

 

Il ricorso al mercato (che risulta dalla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti), evidenzia un miglioramento di 5.281 miliardi di euro, passando da 224.591 milioni di euro a 219.310 milioni di euro(il dato comprende anche le regolazioni debitorie).

 

Anche il valore del ricorso al mercato che si determina sulla base delle previsioni assestate risulta pertanto inferiore al limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2007 in 240.500 milioni di euro (compreso l’indebitamento all’estero per un importo non superiore a 4.000 milioni).

 

b)I saldi di cassa

(dati in milioni di euro)

 

Rendiconto 2006

Previsioni iniziali 2007

Variazioni per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate 2007

Saldo netto da finanziare

 -25.484

-61.691

2.840

-1468

-60.319

Risparmio pubblico

10.450

-16.758

5.241

216

-11.301

Saldo primario

44.865

12.362

3.269

45

15.676

Ricorso al mercato (*)

-189.662

-263.310

-634

-2.257

-266.201

N.B.:  Dati al netto delle regolazioni debitorie e contabili.

(*)            Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

In termini di cassa, il saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, si attesta a 60.319 milioni di euro, con una riduzionedi 1.372 milioni rispetto alle previsioni iniziali (61.691 milioni di euro).

Anche il saldo corrente (risparmio pubblico) in termini di cassa mostra un miglioramento, passando da un valore negativo di 16.758 milioni di euro ad unvalore negativo di 11.301 milioni di euro.

Il saldo primario, che già nelle previsioni iniziali evidenziava un valore positivo di 12.362 milioni di euro, nelle previsioni assestate evidenzia un miglioramento passando a 15.676 milioni di euro.

Il ricorso al mercato in termini di cassa, che nel bilancio di previsione era quantificato in 263.310 milioni di euro, sale, nelle previsioni assestate, a 266.200 milioni di euro (al lordo delle regolazioni debitorie), con un peggioramento di circa 2.891 milioni di euro.

 


3. Le variazioni di competenza

Nella tavola seguente è esposto il quadro analitico, in termini di competenza, al netto delle regolazioni debitorie e contabili e dei rimborsi IVA, delle previsioni iniziali contenute nel bilancio per l’esercizio in corso, delle variazioni intervenute mediante atti amministrativi, delle variazioni proposte dal disegno di legge e delle previsioni assestate come risultanti dal disegno di legge originario presentato al Senato. Il complesso delle previsioni assestate, comprensive delle variazioni introdotte durante l’esame presso il Senato, è invece indicato nel paragrafo 6 e nelle tabelle riepilogative allegate al presente dossier.

 

I dati che seguono sono posti altresì a raffronto con i risultati di consuntivo relativi all’anno 2006, come esposti nel disegno di legge di Rendiconto (A.C. 3169).

 

Variazioni al bilancio 2007 - Competenza

(milioni di euro)

 

Rendiconto 2006

Previsioni iniziali
2007

Variazioni
per atto amministrativo

Variazioni proposte ddl assestamento

Previsioni assestate 2007

              Entrate

Entrate finali:

459.681

432.304

141

7.437

439.882

- Entrate tributarie

 

404.669

0

7403

412.072

- Entrate extratributarie

 

25.497

141

33

25.671

- Alienazione, ammortamento

 

2.139

0

0

2.139

              Spese

Spese finali:

438.889

455.277

193

3.219

458.689

-Spese correnti netto interessi

 

340.508

37

1.683

342.228

- Interessi

 

74.050

0

1.365

75.415

- Spese conto capitale

 

40.719

155

171

41.045

Rimborso prestiti

 

189.099

3.500

-1.405

191.194

 

 

 

 

 

 

Saldo netto da finanziare

20.792

-22.973

-52

4218

-18.807

Risparmio pubblico

55.763

15.608

104

4389

20.101

Avanzo primario

91.592

51.077

-52

5.583

56.608

Ricorso al mercato (*)

-150.671

-224.591

-52

5.333

-219.310

N.B:   Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA. I dati di rendiconto 2006 sono riferiti alla gestione.

(*)     Il ricorso al mercato è al lordo delle regolazioni debitorie.

 

Negli allegati al disegno di legge di assestamento (A.C. 3170/I-II-III) sono esposte, a fini conoscitivi, le variazioni agli stanziamenti di bilancio determinate da atti amministrativi e intervenute nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2006.

 

In termini di competenza, le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati nei primi cinque mesi dell’esercizio finanziario hanno determinato:

a)        un incremento delle entrate finali di 141 milioni di euro, totalmente risultante da un aumento delle entrate extra tributarie;

b)        una riduzione delle spese finali di 193 milioni di euro, dovuto essenzialmente alle spese correnti al netto degli interessi (+37 milioni di euro) e alle spese in conto capitale (+155 milioni di euro).

 

Come indicato, le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati sulla base della legislazione vigente nei primi cinque mesi dell’esercizio finanziario sono esposte, negli allegati al disegno di legge di assestamento, a scopo meramente conoscitivo.

Sono invece oggetto di approvazione parlamentare le variazioni alle previsioni di bilancio che il Governo propone con il disegno di legge di assestamento.

 

Per quanto riguarda le entrate, il disegno di legge di assestamento registra un incrementodelle entrate tributarie di 7.403 milioni di euro così ripartito: 5.038 milioni relativo alle imposte dirette e 2.365 milioni per quelle indirette.

Per quanto concerne le altre entrate, il disegno di legge in esame apporta una variazione in aumento di 33 milioni di euro, unicamente riferite alle entrate extratributarie.

 

Come sarà indicato più analiticamente in seguito, le modifiche approvate al disegno di legge nel corso dell’esame presso il Senato hanno introdotto variazioni in aumento delle previsioni di entrata, adeguandole all’andamento particolarmente positivo del gettito tributario derivante dall'autoliquidazione delle imposte sui redditi (cfr. oltre il paragrafo 4).

 

Per quanto concerne le variazioni proposte nel disegno di legge di assestamento relativamente alle spese finali, essecomportano un incremento complessivo di 3.219 milioni di euro.

Tale variazione risulta da un aumento delle spese correnti al netto degli interessi per 1.683 milioni di euro, della spesa per interessi di 1.365 milioni di euro e della spesa in conto capitale per 171 milioni di euro.

 

L’aumento delle spese correnti interessa, in particolare, le dotazioni relative a:

 

-          trasferimenti correnti alle autonomie territoriali per 1.265 milioni di euro, di cui:

-          trasferimenti alle Regioni (+1.213 milioni di euro), determinati per la gran parte dalle maggiori occorrenze necessarie per le regolazioni contabili delle entrate erariali della Sicilia e della Sardegna (+ 856 milioni);

-          trasferimenti ai Comuni (+52 milioni di euro)

-          trasferimenti per redditi da lavoro dipendente (+335 milioni di euro), consistenti principalmente nell’incremento dei capitoli delle retribuzioni del comparto scuola (+192 milioni);

-          consumi intermedi (+485 milioni di euro);

-          trasferimenti correnti a famiglie, imprese ed estero per complessivi 208 milioni di euro, consistenti principalmente in maggiori risorse assegnate agli istituti di patronato, alle scuole private e agli enti e associazioni fruitici dei finanziamenti derivanti dal fondo del 5 per mille;

-          trasferimenti correnti a imprese (+66 milioni di euro).

 

Nell’ambito della spesa in conto capitale si registra, invece, un aumento di 171 milioni di euro, ascrivibile per la gran parte all’aumento degli investimenti fissi dei Ministeri e dei crediti di imposta alle imprese (+215 milioni di euro) e solo in piccola parte ai contributi ad investimenti all’estero (+12 milioni), mentre diminuiscono contemporaneamente i contributi agli investimenti ad amministrazioni locali (-55 milioni di euro circa).

Le variazioni rispetto alle dotazioni del bilancio 2007 delle singole categorie di spesa sono evidenziate nella tabella seguente (dati di competenza):


 

CATEGORIE

Legge Bilancio
2007

Atti amministrativi

Ddl assestamento

Assestato
2007

Redditi da lavoro dipendente

84.870

566

335

85.771

Consumi intermedi

9.904

364

485

10.753

Imposte pagate sulla produzione

4.575

2

-91

4.485

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

187.635

1.130

1374

190.140

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

3.916

58

91

4.065

Trasferimenti correnti a imprese

5.727

-63

66

5.730

Trasferimenti all'estero

1.758

136

51

1.945

Risorse proprie cee

17.400

0

0

17.400

Interessi passivi e redditi da capitale

74.050

0

1365

75.415

Poste correttive e compensative

15.648

2

-672

14.978

Ammortamenti

841

0

0

841

Altre uscite correnti

8.234

-2157

44

6.120

Totale spese correnti

414.558

37

3048

417.643

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

5.746

-80

92

5.757

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

17.573

0

-55

17.518

Contributi agli investimenti ad imprese

7988

30

123

8.141

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

91

0

0

91

Contributi agli investimenti a estero

203

139

12

354

Altri trasferimenti in conto capitale

8.749

66

0

8.815

Acquisizioni di attività finanziarie

370

0

0

370

Totale spese conto capitale

40.720

155

171

41.045

Totale spese finali

455.278

192

3.219

458.688

N.B:      Dati al netto delle regolazioni debitorie, contabili e rimborsi IVA.

 


4. Le modifiche introdotte dal Senato

In sede di esame presso il Senato sono stati approvati due emendamenti del Governo che complessivamente hanno comportato una revisione al rialzo delle previsioni in conto competenza relative alle entrate (+ 5.978 milioni di euro) e una riduzione delle previsioni relative alle spese (-2.032 milioni di euro).

A seguito di tali modifiche, il saldo netto da finanziare registra, rispetto alle previsioni contenute nel disegno di legge di assestamento, un miglioramento di 8.010 milioni di euro[42].

 

Si illustrano di seguito le previsioni assestate definitive, comprensive delle variazioni approvate nel corso dell’esame al Senato rispetto alle previsioni iniziali nel disegno di legge in esame (dati in euro).

 

 

 

DDL

Modifiche parlamentari

Assestamento

emendato

 

ENTRATA

 

 

 

1.1.1.1

Ire – Entrate derivanti dall’ attività ordinaria di gestione

3.333.180.000

- 4.240.000.000

- 906.820.000

1.1.1.2

Ires- Entrate derivanti dall’ attività ordinaria di gestione

1.182.650.000

6.289.000.000

7.471.650.000

1.1.4.1

Imposte sostitutive - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

366.300.000

2.197.000.000

2.563.300.000

1.1.5.1.

Ritenute a titolo di imposta definitiva - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

102.000.000

- 274.000.000

- 172.000.000

1.1.7.1

Altri introiti diretti – Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

- 51.130.000

- 51.000.000

- 102.130.000

1.1.7.2

Altri introiti diretti – Entrate derivanti dall’attività di accertamento e controllo

104.000.000

- 694.000.000

- 590.000.000

1.1.8.1

Iva su scambi interni e intracomunitari – Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

2.432.730.000

3.580.000.000

6.012.730.000

1.1.11.1

Iva su importazioni – Entrate derivanti dall’ attività ordinaria di gestione

- 821.000.000

- 851.000.000

- 1.672.000.000

1.1.12.1

Accisa e imposta erariale di consumo sugli oli minerali - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

130.100.000

- 827.000.000

- 696.900.000

1.1.13.1

Accisa e imposta erariale di consumo su altri prodotti - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

4.770.000

- 107.000.000

- 102.230.000

1.1.14.1

Imposte sui generi di monopolio - Entrate derivanti dall’attività ordinaria di gestione

- 56.000.000

396.000.000

340.000.000

1.1.15.1

Tasse e imposte sugli affari, su atti concernenti il demanio ed il patrimonio dello Stato. Entrate derivanti dall'attività ordinaria di gestione.

211.610.000

308.000.000

519.610.000

1.1.20.1

Altri tributi indiretti. Entrate derivanti dall'attività ordinaria di gestione

755.290.000

188.000.000

943.290.000

1.1.20.2

Altri tributi indiretti. Entrate derivanti dall'attività di accertamento e controllo

0

64.000.000

64.000.000

 

 

 

 

 

 

SPESA

 

 

 

 

Tabella 2: Ministero dell’econo­mia e finanze

 

 

 

2.1.5.3

Fondi da ripartire per oneri di personale

17.457.830

+ 901.798

18.359.628

3.1.2.22

Servizio del gioco del lotto

- 702.000.000

- 750.000.000

- 1.452.000.000

4.1.2.8

Risorse proprie Unione europea

0

- 1.300.000.000

- 1.300.000.000

4.1.5.10

Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine

0

- 15.080.098

- 15.080.098

4.2.3.1

Risanamento e ricostruzione zone terremotate

0

- 20.000.000

- 20.000.000

6.1.2.4

Devoluzione canoni sulle radioteleaudizioni

- 35.000.000

+35.000.000

0

 

Tabella 6: Ministero degli affari esteri

 

 

 

4.1.1.0

 Funzionamento

0

+25.000

25.000

6.1.1.2

Uffici all'estero

598.338

+ 5.145.000

5.743.338

6.1.5.4

Fondo di riserva consumi intermedi

6.500.000

- 4.910.000

1.590.000

6.1.5.5

Fondo per il rafforzamento delle misure di sicurezza

6.480.000

- 6.480.000

0

8.1.1.1

Uffici centrali

1.000.000

+ 2.100.000

3.100.000

8.1.1.2

Uffici all'estero

0

+ 500.000

500.000

8.2.3.1

Beni mobili

0

+ 500.000

500.000

8.2.3.2

Informatica di servizio

1.200.000

- 500.000

700.000

10.1.1.1

Uffici centrali

100.000

+ 720.000

820.000

10.1.2.1

Promozione e relazioni culturali

6.000.000

+ 400.000

6.400.000

11.1.1.0

Funzionamento

38.000

+ 2.500.000

2.538.000

 

Tabella 8: Ministero dell’interno

 

 

 

3.1.6.2

Altri trattamenti

0

+ 889.345

889.345

4.1.2.8

Fondo di solidarietà per i reati di tipo mafioso

0

+ 10.000.000

10.000.000

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

60.640.917

- 10.000.000

50.640.917

5.1.1.3

Mezzi operativi e strumentali

27.038.085

+ 10.000.000

37.038.085

5.1.6.3

Altri trattamenti

0

- 1.022.592

-1.022.592

 

Tabella 9: Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio

 

 

 

3.2.3.1

Piani disinquinamento

0

+ 1.293.000

1.293.000

7.2.3.3

Risanamento e valorizzazione del territorio

0

+ 2.840.300

2.840.300

 

Tabella 10: Ministero delle infrastrutture

 

 

 

3.2.3.4

Risanamento e ricostruzione zone terremotate

0

+ 20.000.000

20.000.000

 

Tabella 12: Ministero della difesa

 

 

 

1.1.1.0

Funzionamento

0

- 661.675

-661.675

2.1.1.1

Spese generali di funzionamento

1.000

+ 40.815

41.815

2.1.1.2

Spese generali di funzionamento di onoranze ai caduti in guerra

0

- 69.313

-69.313

2.1.1.3

Magistratura militare

0

+ 705.988

705.988

3.1.1.1

Spese generali di funzionamento

20.761.600

- 47.215.815

-26.454.215

3.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

9.190.000

- 47.191.571

-38.001.571

3.1.6.1

Indennità

0

+ 133.247

133.247

4.1.1.1

Spese generali di funzionamento

7.283.011

+ 47.550.000

54.833.011

4.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

11.324.175

+ 1.859.400

13.183.575

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

0

+ 28.041.571

28.041.571

5.1.1.2

Mezzi operativi e strumentali

1.876.000

+ 14.919.100

16.795.100

6.1.1.1

Spese generali di funzionamento

0

 - 23.050.000

-23.050.000

6.1.1.4

Mezzi operativi e strumentali

7.171.000

+ 43.221.500

50.392.500

7.1.1.1

Spese generali di funzionamento

0

- 6.300.000

-6.300.000

 

Tabella 13: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 

 

 

3.1.1.0

Funzionamento

20.000.000

+ 4.000.000

24.000.000

3.1.2.1

Enti e istituti di ricerca, informazione, sperimentazione e controllo

0

- 9.750.000

-9.750.000

3.1.2.7

Restituzione e rimborsi di imposte

5.800.000

- 5.600.000

200.000

5.1.1.1

Spese generali di funzionamento

136.140

+ 7.350.000

7.486.140

5.1.2.4

Interventi-Economia montana e forestale

0

+ 4.000.000

4.000.000

 

Tabella 18: Ministero della solidarietà sociale

 

 

 

2.1.1.0

Funzionamento

1.000.000

+ 45.000

1.045.000

 

 

Sulla base di quanto affermato dal Governo in sede di presentazione delle proposte di variazione formulate nel corso dell’esame al Senato, si osserva che le principali revisioni operate sul versante delle entrate riguardano:

 

-       le ritenute IRE.Le previsioni concernenti le ritenute da lavoro dipendente sono state emendate al ribasso rispetto a quanto previsto dal disegno di legge di assestamento, per riflettere il differente andamento del gettito effettivo rispetto alle stime, il quale, nei primi otto mesi dell’anno, è cresciuto meno di quanto si stimasse (nel quadro macro fornito dal DPEF 2008-2011) potessero crescere i redditi da lavoro dipendente.

-       Il gettito dell’autoliquidazione IRE, IRES ed IVA su scambi interni. In sede di DPEF 2008-2011, le stime relative a tali imposte erano fortemente influenzate dagli effetti stimati della sentenza “IVA auto aziendali” e dai provvedimenti associati.

Tali provvedimenti recepivano le disposizioni della sentenza e prevedevano in relazione tecnica minori entrate IVA su scambi interni pari a 5,2 miliardi di euro, compensati da minori deduzioni per le imposte dirette che portavano maggiori entrate nel versamento dei saldi di autoliquidazione per IRE, IRES e IRAP. Tali provvedimenti avevano l’effetto di deprimere il gettito IVA atteso ed aumentare il gettito da autoliquidazione a saldo rispetto ai trend storici di stima con effetti neutrali sul gettito totale.

Sulla base del gettito osservato nel periodo gennaio-agosto, è stata rivista verso l’alto la stima del gettito IVA su scambi interni (+ 3.580 milioni), e al ribasso quella del gettito da autoliquidazione IRPEF. In particolare, per l’IRE la revisione più consistente è avvenuta sul saldo, la cui stima iniziale risentiva dell’effetto stimato della sentenza “IVA auto aziendali”. Per l’IRES, e al rialzo il gettito IRES (+ 6.289 milioni di euro) la revisione è stata effettuata per riflettere pienamente gli straordinari andamenti del gettito registrati, sia in sede di saldo e di primo acconto tra giugno e luglio, sia dei versamenti effettuati in settembre.

A tal proposito, il Governo[43] ha osservato che a fronte di un previsione di crescita delle entrate IRES di circa il 27 percento annuo, già incorporata nella stima di base per tutti i contribuenti IRES, si sono verificati versamenti eccezionali di alcuni grandi contribuenti privati, alcuni dei quali hanno presentato tassi di crescita annuali dei propri versamenti superiori al 400 percento. La gran parte di tali contribuenti hanno versato il proprio saldo e acconto per la prima volta in settembre. I risultati di tali versamenti sono stati disponibili per il Governo solo alla fine del mese di settembre, di qui la presentazione del secondo emendamento del Governo, che ha comportato un ulteriore incremento della previsione dell’entrata relativa a tale tributo di 900 milioni di euro, sia in termini di cassa che di competenza.

 

Si ricorda che la somma di 5.978 milioni di euro, risultante dalle suddette maggiori previsioni di entrata introdotte nel corso dell’esame al Senato, è stata interamente utilizzata a parziale copertura delle misure recate dal decreto legge n. 159 del 1° ottobre 2007[44], collegato alla manovra di finanza pubblica.

 

Per quanto riguarda la spesa, e in particolare lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, le variazioni apportate nel corso dell’esame al Senato riguardano:

 

§      l’adeguamento del Fondo unico di amministrazione del personale dei dipartimenti del Ministero dell’economia e delle finanze in relazione alle quote variabili relative all’attività di assistenza fiscale svolta nel corrente anno prestata a favore dei dipendenti delle Amministrazioni statali;

§      la riduzione concernente il servizio del gioco del lotto, volta ad adeguare lo stanziamento al prevedibile andamento del gioco stesso, in relazione all’ammontare delle regolazioni contabili da considerare in entrata del bilancio dello Stato per garantire la lordizzazione del gettito, considerato che una parte delle vincite viene direttamente erogata alla fonte (dai tabaccai) e quindi viene a ridursi l’ammontare delle somme versate;

§      la riduzione di 1.300 milioni di euro della spesa relativa all’u.p.b concernente le risorse proprie dell’Unione europea, derivante dalla rideterminazione delle quote richieste dalla Commissione UE quale contributo al bilancio comunitario per il corrente anno.

A tal proposito, si segnala che anche la somma di 1.300 milioni risultante dalla previsione di una minore spesa per il contributo italiano al bilancio comunitario è stata interamente utilizzata dal citato decreto – legge n. 159 del 1° ottobre 2007 a copertura delle misure da questo introdotte.

§      la riduzione del fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine per importo che non compromette le prevedibili occorrenze di utilizzo (-15 milioni di euro) a fronte della quale vengono proposti incrementi negli stati di previsione del Ministero dell’economia e finanze (adeguamento del fondo unico di amministrazione, per +901.798 euro), del Ministero dell’interno (Fondo di solidarietà per i reati di tipo mafioso, per +10 milioni), del Ministero dell’ambiente (risanamento e valorizzazione del territorio, per +2,8 milioni di euro) e del Ministero della solidarietà sociale (lavoro straordinario, per +45.000 euro);

 

Per lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri le modifiche sono volte a promuovere variazioni di natura compensativa mediante riduzione del Fondo di riserva per consumi intermedi (- 4,9 milioni di euro) e del Fondo per il rafforzamento delle misure di sicurezza (-6,5 milioni di euro) iscritti nello stesso stato di previsione, e un contestuale incremento di alcuni capitoli di spesa, onde consentire un tempestivo utilizzo delle risorse da parte dei singoli centri di responsabilità.

 


Per lo stato di previsione del Ministero dell’interno, le modiche proposte hanno:

§      apportato variazioni di natura compensativa fra settori di spesa (pari a 10 milioni di euro) al fine di attenuare le criticità di ambiti, quali il funzionamento dei presidi dell’arma dei carabinieri dislocati sul territorio;

§      determinato il trasferimento di una quota parte delle risorse allocate presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza - a favore del Dipartimento dei Vigili del fuoco, Soccorso pubblico e difesa civile del medesimo stato di previsione, e a favore del Centro di responsabilità “Segretario generale del Ministero della difesa”, in modo tale da assicurare una pertinente gestione dei fondi per la successiva erogazione degli stessi ai familiari superstiti delle vittime del dovere;

§      destinato, a favore delle vittime dei reati di tipo mafioso, proventi derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata.

 

Per lo stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare le variazioni apportate dal Senato sono state giustificate dalla necessità di garantire il pagamento di impegni indifferibili già assunti in materia di risanamento e valorizzazione del territorio, relativi a somme andate in economia per mero errore materiale determinato dal malfunzionamento del sistema informativo.

 

Per lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture, la variazione viene proposta per trasferire dallo stato di previsione del Ministero dell’economia e finanze le risorse autorizzate per l’anno 2007 dalla legge finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1010) per il completamento degli interventi per la ricostruzione delle zone terremotate del Belice.

 

Per lo stato di previsione del Ministero della difesa, le variazioni apportate dal Senato hanno comportato una variazione tendente ad attenuare le criticità di molti degli ambiti organizzativo funzionali attinenti:

§      alla manutenzione dei mezzi e dei sistemi d’arma. In particolare, a fronte di una riduzione delle risorse per il vettovagliamento, legata alla diminuzione dei militari in servizio quotidianamente, si è reso necessario un adeguamento degli stanziamento di alcuni capitoli relativi al mantenimento di mezzi e sistemi in dotazione alle forze armate;

§      al necessario riallineamento delle previsioni di spesa tra i capitoli stipendiali del personale militare e civile;

§      alla corretta allocazione delle risorse finanziarie relative alle spese per l’esercizio e la manutenzione dei velivoli adibiti al trasporto aereo civile di Stato;

§      alle spese generali per il funzionamento degli uffici.

Per quanto concerne lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, sono state operati aumenti degli stanziamenti di competenza per spese di funzionamento ed interventi di economia montana e forestale e riduzione di u.p.b concernenti enti e istituti e restituzione e rimborsi di imposte.

 

Infine, per lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale, le variazioni in aumento delle spese di funzionamento sono finalizzate al pagamento del lavoro straordinario svolto dal personale, tenuto conto delle maggiori esigenze connesse alla recente istituzione del dicastero.

 


Tavole riepilogative

Assestamento 2007


Tavola i – Andamento delle entrate finali per categorie economiche e incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

 

Previoni Definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

i - imposte sul patrimonio e sul reddito

208.648

222.658

46,4

226.109

49,2

-

0,0

ii - tasse e imposte sugli affari

144.491

156.305

32,6

154.141

33,6

-

0,0

iii - imposte sulla produzione, consumi e dogane

29.108

29.676

6,2

29.169

6,4

-

0,0

iv – monopoli

9.183

9.943

2,1

9.861

2,1

-

0,0

v - lotto, lotterie ed altre attività di giuoco

10.917

10.781

2,2

12.320

2,7

-

0,0

totale entrate tributarie

402.347

429.363

89,4

431.600

94,0

 445.005

93,4

vi - proventi speciali

608

772

0,2

648

0,1

-

0,0

vii - proventi dei servizi pubblici minori

5.408

7.267

1,5

4.546

1,0

-

0,0

viii - proventi dei beni dello stato

392

293

0,1

645

0,1

-

0,0

ix -  prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione

4.075

4.109

0,9

3.690

0,8

-

0,0

x -   interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro

5.134

7.912

1,6

4.532

1,0

-

0,0

xi - recuperi, rimborsi e contributi

11.071

26.032

5,4

9.172

2,0

-

0,0

xii - partite che si compensano nella spesa

2.011

2.374

0,5

2.263

0,5

-

0,0

totale entrate extratributarie

28.699

48.759

10,2

25.496

5,6

25.671

5,4

xiii - vendita di beni ed affrancazione di canoni

1.025

223

0,0

1.272

0,3

-

0,0

xiv - ammortamento di beni patrimoniali

840

163

0,0

841

0,2

-

0,0

xv -    rimborso di anticipazioni e crediti vari del tesoro

1.467

1.535

0,3

26

0,0

-

0,0

Totale alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione crediti

3.332

1.921

0,4

2.139

0,5

5.639

1,2

Totale entrate finali

434.378

480.043

100

459.235

100

476.315

100


Tavola II – Andamento delle principali imposte e loro incidenza percentuale sulle entrate tributarie

(Competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

 

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

 

Previsioni Definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

Entrate tributarie

 

 

 

 

 

 

 

di cui:

 

 

 

 

 

 

 

ire (ex irpef)

 147.292

 155.344

36,2

 161.332

37,4

 160.425

36,1

ires (ex irpeg)

 40.492

 43.556

10,1

 46.921

10,9

 54.393

12,2

ilor

 165

 339

0,1

 85

0,0

 85

0,0

imposte sostitutive

 16.205

 19.104

4,4

 13.625

3,2

 16.188

3,6

ritenute a titolo di imposta definitiva

 1.148

 1.398

0,3

 1.297

0,3

 1.125

0,3

iva, di cui

 

 

 

 

 

 

 

- scambi interni ed intracomunitari

 104.671

 115.063

26,8

 110.835

25,7

 116.848

26,3

- importazione

 14.412

 14.449

3,4

 15.962

3,7

 14.290

3,2

altri introiti diretti

 1.904

 2.736

0,6

 2.787

0,6

 2.095

0,5

condoni e sanatorie, di cui:

 

 

 

 

 

 

 

- su tributi diretti

 1.442

 180

0,0

 62

0,0

 63

0,0

- su tributi indiretti

 340

 98

0,0

 3

0,0

 1

0,0

lotto, lotterie e giuochi

10.917

 10.781

2,5

 12.320

2,9

 12.115

2,7

accisa e imposta erariale di consumo su:

 

 

 

 

 

 

 

- olii minerali

22.390

 22.219

5,2

 22.298

5,2

 21.601

4,9

- altri prodotti

6.637

 7.254

1,7

 6.792

1,6

 6.690

1,5

imposte sui generi di monopolio

9.181

 9.940

2,3

 9.860

2,3

 10.200

2,3

imposte sugli affari

1.431

 2.122

0,5

 2.278

0,5

 2.798

0,6

altri tributi indiretti

23.720

 24.780

5,8

 25.145

5,8

 26.088

5,9

Totale

402.347

429.363

100

 431.602

100

 445.005

100


Tavola III – Evoluzione della spesa finale dei singoli stati di previsione ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

STATO DI PREVISIONE

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

 

Previoni Definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

economia e finanze

 274.247

 260.673

55,8

 292.379

59,1

 290.308

58,5

sviluppo economico

 3.439

 3.402

0,7

 6.361

1,3

 6.451

1,3

lavoro e politiche sociali

 72.866

 72.103

15,4

 56.015

11,3

 56.855

11,5

giustizia

 8.155

 7.983

1,7

 7.774

1,6

 7.816

1,6

affari esteri

 2.283

 2.129

0,5

 2.238

0,5

 2.455

0,5

istruzione

 53.841

 57.046

12,2

 42.174

8,5

 42.396

8,5

interno

 28.311

 27.971

6,0

 24.662

5,0

 25.204

5,1

ambiente e tutela mare

 1.199

 1.187

0,3

 1.409

0,3

 1.428

0,3

infrastrutture

 8.040

 7.885

1,7

 4.079

0,8

 4.106

0,8

comunicazioni

 271

 259

0,1

 310

0,1

 328

0,1

difesa

 20.533

 20.398

4,4

 20.195

4,1

 21.487

4,3

politiche agricole

 1.715

 1.645

0,4

 1.677

0,3

 1.728

0,3

beni e attività culturali

 2.210

 2.152

0,5

 1.970

0,4

 1.985

0,4

salute

 1.576

 1.568

0,3

 1.342

0,3

 1.348

0,3

trasporti

 3

 2

0,0

 3.890

0,8

 3.948

0,8

università e ricerca

 690

 688

0,1

 11.037

2,2

 11.102

2,2

solidarietà sociale

-

-

 

 16.960

3,4

 17.282

3,5

commercio internazionale

 2

 2

0,0

 256

0,1

 262

0,1


Tavola IV – Le spese complessive per funzioni-obiettivo ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

SPESE FINALI PER FUNZIONI-OBIETTIVO

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

1 -Servizi generali delle pubbliche amministrazioni

234.367

225.326

48,2

441.682

64,6

445.383

64,8

2 –     Difesa

19.291

19.319

4,1

18.124

2,7

19.679

2,9

3 -Ordine pubblico e sicurezza

23.717

23.437

5,0

20.681

3,0

20.977

3,1

4 -Affari economici

50.450

48.272

10,3

55.412

8,1

55.138

8,0

5 -Protezione dell'ambiente

1.866

1.833

0,4

1.615

0,2

1.557

0,2

6 -Abitazioni e assetto territoriale

1.973

1.891

0,4

1.607

0,2

1.608

0,2

7 -Sanità

11.910

11.706

2,5

13.106

1,9

13.064

1,9

8 -Attività ricreative, culturali e di culto

12.798

9.832

2,1

11.741

1,7

10.289

1,5

9 –     Istruzione

52.651

55.848

12,0

50.176

7,3

50.517

7,3

10- Protezione sociale

70.360

69.629

14,9

69.617

10,2

69.472

10,1

Spese complessive

479.383

467.093

100

683.761

100

687.684

100


Tavola V – Evoluzione della spesa finale per categorie ed incidenza percentuale sul bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

CATEGORIE

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO
EMENDATO 2007

Previsioni definitive

Consuntivo

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

Redditi da lavoro dipendente

85.642

 88.213

18,9

 84.870

17,2

 85.720

17,3

Consumi intermedi

12.593

 12.163

2,6

 9.904

2,0

 10.813

2,2

Imposte pagate sulla produzione

4.667

 4.844

1,0

 4.575

0,9

 4.488

0,9

Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche

183.939

 182.512

39,1

 188.305

38,1

 191.079

38,5

Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private

 4.920

 4.668

1,0

 3.906

0,8

 4.075

0,8

Trasferimenti correnti a imprese

 4.739

 4.598

1,0

 5.727

1,2

 5.730

1,2

Trasferimenti all'estero

 1.739

 1.576

0,3

 1.758

0,4

 1.945

0,4

Risorse proprie cee

 15.850

 14.577

3,1

 17.400

3,5

 16.100

3,2

Interessi passivi e redditi da capitale

 75.695

 70.801

15,2

 74.050

15,0

 75.415

15,2

Poste correttive e compensative

 46.750

 43.274

9,3

 45.739

9,2

 44.428

8,9

Ammortamenti

840,0

163,0

0,0

 841

0,2

 841

0,2

Altre uscite correnti

 2.184

 751

0,2

 8.234

1,7

 6.105

1,2

Totale spese correnti

 439.558

 428.140

91,7

 445.309

90,0

 446.739

90,0

Investimenti fissi lordi e acquisti di terreni

 4.196

 4.138

0,9

 5.746

1,2

 5.759

1,2

Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche

 14.817

 14.769

3,2

 16.452

3,3

 17.501

3,5

Contributi agli investimenti ad imprese

 10.223

 10.107

2,2

 7.938

1,6

 8.140

1,6

Contributi agli investimenti a famiglie e istituzioni sociali private

 130

 130

0,0

 91

0,0

 91

0,0

Contributi agli investimenti a estero

 399

 399

0,1

 203

0,0

 354

0,1

Altri trasferimenti in conto capitale

 9.190

 8.626

1,8

 17.499

3,5

 17.535

3,5

Acquisizioni di attività finanziarie

 868

 784

0,2

 1.490

0,3

 370

0,1

Totale spese conto capitale

39.823

38.953

8,3

49.419

10,0

49.750

10,0

Totale spese finali

479.381

467.093

100

494.728

100

496.489

100


Tavola VI – Andamento delle U.P.B. (III livello) ed incidenza percentuale sulle spese finali del bilancio dello Stato

(competenza – milioni di euro – dati al lordo delle regolazioni debitorie e contabili)

 

U.P.B. (III LIVELLO)

RENDICONTO 2006

BILANCIO 2007

ASSESTATO 2007 EMENDATO

Previsioni definitive

Impegni di spesa

%

Legge Bilancio

%

ddl assestato
emendato

%

Funzionamento

87.774

90.325

19,3

81.045

16,4

83.173

16,8

Interventi

257.142

250.540

53,6

257.571

52,1

259.770

52,3

Oneri comuni

17.330

14.856

3,2

30.949

6,3

26.688

5,4

Trattamenti di quiescenza

1.164

1.187

0,3

1.104

0,2

1.104

0,2

Oneri del debito pubblico

76.147

71.232

15,3

74.640

15,1

76.005

15,3

Totale spese correnti

439.557

428.140

91,7

445.309

90,0

446.740

90,0

Investimenti

36.509

36.098

7,7

36.683

7,4

37.014

7,5

Altre Spese in conto capitale

492

413

0,1

122

0,0

122

0,0

Oneri comuni

2.823

2.444

0,5

12.614

2,5

12.613

2,5

Totale conto capitale

39.824

38.955

8,3

49.419

10,0

49.749

10,0

Totale spese finali

479.381

467.095

100

494.728

100

496.489

100


6. Profili di interesse della Commissione Affari sociali

Ai fini della valutazione da parte della XII Commissione Affari sociali sono qui di seguito esaminate le variazioni delle principali poste di bilancio degli stati di previsione dei Ministeri della salute, dell’economia e della solidarietà sociale.

6.1 Lo stato di previsione del Ministero della salute

Lo stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2007 (approvato con legge 27 dicembre 2006[45], n. 298) reca previsioni di spesa per le seguenti somme:

 

 

Residui

Competenza

Cassa

correnti

359.262

1.332.390

1.476.319

c\capitale

702.696

  9.746

653.847

TOTALE

1.061.958

1.342.136

2.130.166

(valori in migliaia di euro)

 

 

Rispetto a queste previsioni iniziali il disegno di legge di assestamento:

        tiene conto delle variazioni già apportate al bilancio 2007 nel periodo gennaio-maggio 2007 attraverso atti amministrativi;

        propone ulteriori variazioni.

 

Tutte le variazioni interessano le U.P.B. approvate dal Parlamento con la predetta legge n. 298 del 2006 e si collocano sui vari capitoli nei quali le unità medesime sono state successivamente ripartite con l’emanazione, ai fini della gestione e rendicontazione, del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 29 dicembre 2006 (art. 3, comma 1, del decreto legislativo n. 279 del 1997).

 

Rispetto alle previsioni iniziali, risultano complessivamente le seguenti variazioni:

 

 

 

 

Residui

Competenza

Cassa

 

Parte corrente

159.459

5.853

33.204

Conto capitale

264.844

 310

24.412

 

 

TOTALE

424.303

6.163

57.616

(Valori in migliaia di euro)

 

Nel complesso, le previsioni di bilancio per il 2007 vengono ad assestarsi come segue:

 

 

 

Residui

Competenza

Cassa

 

Parte corrente

518.772

1.338.243

1.509.523

Conto capitale

967.540

     10.057

  678.260

 

 

TOTALE

1.486.262

1.348.300

2.187.783

(Valori in migliaia di euro)

6.2 Lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze

Le voci da considerare nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze attengono principalmente agli stanziamenti per l'edilizia sanitaria, per il ripiano del deficit della spesa sanitaria e per il Fondo sanitario nazionale di parte corrente e di parte capitale.

Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria[46] occorre prendere in considerazione la seguente UPB:


U.P.B. 4.2.3.3 (Edilizia sanitaria, capitolo 7464)

 

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

Variazioni del ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

3.340.786.092

=

- 248.304.583

3.092.481.509

Competenza

784.000.000

=

=

784.000.000

Cassa

784.000.000

=

150.000.000

934.000.000

(Valori in euro)

 

Per quanto riguarda il ripiano del deficit della spesa sanitaria, occorre prendere in considerazione la seguente UPB:

U.P.B. 4.2.3.22 (Ripiano deficit)

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

Variazioni per il ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

=

=

3.315.042.962

3.315.042.962

Competenza

=

=

=

=

Cassa

=

3.315.050.000

-7.835

3.315.042.165

(Valori in euro)

 

Per quanto concerne le risorse complessive afferenti al Fondo sanitario nazionale di parte corrente di cui all’U.P.B. 4.1.2.1 (composto dai capitoli 2700, 2701, 2702, 2704) la variazione di maggior rilievo appare essere quella relativa ai residui del capitolo 2700 (Fondo sanitario nazionale).

 

 

 

 

 

 

 

I dati complessivi del Fondo sanitario nazionale di parte corrente (U.P.B. 4.1.2.1) sono riportati nei seguenti prospetti:

 

U.P.B. 4.1.2.1

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

Variazioni per il ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

2.090.728.798

=

 2.196.569.524

4.287.298.322

Competenza

9.991.458.000

=

-53.230.730

9.938.227.270

Cassa

9.991.458.000

=

-53.230.730

9.938.227.270

(Valori in euro)

 

capitolo 2700 (Fondo sanitario nazionale)

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

Variazioni per il ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

2.090.728.798

=

 2.196.569.523

4.287.298.321

Competenza

8.282.638.000

=

-53.230.730

8.229.407.270

Cassa

8.282.638.000

=

-53.230.730

8.229.407.270

(Valori in euro)


 

capitolo 2701 (Finanziamento del Fondo sanitario nazionale in relazione alle minori entrate dell’IRAP)

 

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

Variazioni per il ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

=

=

=

=

Competenza

670.000.000

=

=

670.000.000

Cassa

670.000.000

=

=

670.000.000

(Valori in euro)

 

 

capitolo 2702 (Contributo alla regione Friuli Venezia Giulia a titolo di anticipazione sulle maggiori compartecipazioni ai tributi statali ecc)

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

Variazioni per il ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

=

=

=

=

Competenza

38.820.000

=

=

38.820.000

Cassa

38.820.000

=

=

38.820.000

(Valori in euro)

 

capitolo 2704 (Fondo transitorio per il riequilibrio, ecc.)

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

Variazioni per il ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

=

=

=

=

Competenza

1.000.000.000

=

=

1.000.000.000

Cassa

1.000.000.000

=

=

1.000.000.000

(Valori in euro)

 

 

 

 

Per il Fondo sanitario nazionale in conto capitale previsto dall’U.P.B. 4.2.3.38 (somme per investimenti nel settore farmaceutico, cap. unico 7592), la situazione risulta la seguente:

 

capitolo 7592

 

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

variazioni per il ddl di assestamento

previsioni assestate

Residui

=

=

100.000.000

100.000.000

Competenza

=

=

=

=

Cassa

=

=

 

=

(Valori in euro)

 

6.3 Lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale

Lo stato di previsione del Ministero della solidarietà sociale è stato costituito sulla base di quanto disposto dal già citato decreto-legge n. 181 del 2006[47], (Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri).

Le previsioni di spesa in termini di competenza per il comparto della solidarietà sociale nell'esercizio finanziario 2007 risultano complessivamente pari a 16.960.196.000 di euro (di cui 16.960.056.000 di euro sono per le spese correnti).

La consistenza dei residui presunti al 1° gennaio 2007 risulta, nel progetto di bilancio presentato al Parlamento, valutata complessivamente in 686,9 milioni di euro circa di parte corrente e in 7,3 milioni di euro circa per quelle di conto capitale.

 

Rispetto a queste previsioni iniziali il disegno di legge di assestamento:

        tiene conto delle variazioni già apportate al bilancio 2007 nel periodo gennaio-maggio 2007 attraverso atti amministrativi;

        propone ulteriori variazioni.

 

Tutte le variazioni interessano le U.P.B. approvate dal Parlamento con la predetta legge n. 298 del 2006 e si collocano sui vari capitoli nei quali le unità medesime sono state successivamente ripartite con l’emanazione, ai fini della gestione e rendicontazione, del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 29 dicembre 2006 (art. 3, comma 1, del decreto legislativo n. 279 del 1997).

 

Rispetto alle previsioni iniziali, tenuto conto delle modifiche apportate nel corso dell’iter presso il Senato della Repubblica, risultano complessivamente le seguenti variazioni:

 

 

 

Residui

Competenza

Cassa

 

Parte corrente

1.229

321.857

842.462

Conto capitale

2.484

  =

         14

 

 

TOTALE

3.713

321.857

842.476

(Valori in migliaia di euro)

 

Nel complesso, le previsioni di bilancio per il 2007, tenuto conto delle modifiche apportate nel corso dell’iter presso il Senato della Repubblica, vengono ad assestarsi come segue:

 

 

 

Residui

Competenza

Cassa

 

Parte corrente

688.117

17.281.913

17.932.048

Conto capitale

    9.804

            140

         2.704

 

 

TOTALE

697.921

17.282.053

17.934.752

(Valori in migliaia di euro)

 

Le spese finalizzate ad interventi relativi all'assistenza afferiscono sostanzialmente al centro di responsabilità n. 4 (Direzione generale per la gestione del fondo nazionale per le politiche sociali e il monitoraggio della spesa sociale). A detto centro sono attribuite somme per l'adozione di iniziative assistenziali relative alle seguenti principali U.P.B.:

a)      Fondo per le politiche sociali (4.1.5.2);

b)      ONLUS (4.1.2.4);

c)      Fondo per l’infanzia e l’adolescenza (4.1.2.8);

d)      Trasferimenti all’INPS per oneri pensionistici (4.1.2.5)

e)      Trasferimenti all’INPS per trattamenti di famiglia (4.1.2.6);

f)        Protezione e assistenza sociale (4.1.2.2)

 

La principale voce di interesse per i profili di competenza della XII Commissione (Affari sociali) è rappresentata dall’U.P.B. 4.1.5.2 - Fondo per le politiche sociali.

 

 

 

 

U.P.B. 4.1.5.2.

(cap. 3671)

Fondo per le politiche sociali

Previsioni iniziali

Variazioni per atti amministr.

variazioni per il ddl di assest.

Previsioni assestate

Residui

=

=

=

=

Competenza

1.637.141.000

=

=

1.637.141.000

Cassa

1.637.141.000

=

=

1.637.141.000

(valori in euro)

 

Con il decreto del Ministro della solidarietà sociale 16 giugno 2007 sono state ripartite le risorse afferenti al Fondo per le politiche sociali, che peraltro ha dovuto tener conto degli effetti dell’applicazione del comma 507 (accantonamenti) dell’articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (Finanziaria 2007).

Per effetto di tale norma, è risultata una riduzione delle disponibilità del suddetto Fondo per circa 186 milioni. Successivamente, l’articolo 7, comma 2, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81 (Disposizioni urgenti in materia finanziaria) ha disaccantonato le suddette risorse, che saranno ripartite con un successivo decreto ministeriale.

In base al decreto 16 giugno 2007, le risorse disponibili pari a circa 1.565 milioni sono state così distribuite:

§         732 milioni all’INPS (erano 755,4 milioni nel 2006);

§         745 milioni alle Regioni e Province autonome (a fronte di 775 milioni nel 2006; fermo restando che alla quota regionale sarà aggiunta appena disponibile la parte disaccantonata);

§         44,5 milioni ai Comuni (come nel 2006);

§         43,5 milioni al Ministero della solidarietà sociale (rispetto ai 50 milioni del 2006).

 


APPENDICE


Glossario
dei principali termini macroeconomici e di finanza pubblica

 

Accensione di prestiti

Ammontare delle operazioni di indebitamento a medio e lungo termine (debito patrimoniale), con esclusione di quelle di durata inferiore all’anno (debito fluttuante). In sede previsionale, nel bilancio dello Stato, l’accensione di prestiti coincide con il ricorso al mercato.

 

Aliquota

Quota d’imposta per ogni unità di base imponibile.

 

Amministrazioni pubbliche

Nell’ambito del sistema di contabilità nazionale, complesso delle unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita ovvero nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese; le risorse principali sono costituite da versamenti obbligatori effettuati direttamente o indirettamente da unità appartenenti ad altri settori.

Il settore delle amministrazioni pubbliche è composto di tre sottosettori:

1)  amministrazioni centrali, che comprendono i ministeri, la Presidenza del Consiglio, gli organi costituzionali (Camera, Senato, Presidenza della Repubblica, Corte costituzionale) e quelli a rilevanza costituzionale (Corte dei Conti, CSM, CNEL) e gli enti centrali con competenza su tutto il territorio del paese (quali ANAS, CONI, CNR, ISTAT, Autorità amministrative indipendenti ...);

2)  amministrazioni locali, che comprendono gli enti la cui competenza è limitata ad una parte del territorio nazionale (quali regioni, province, comuni, ASL, Aziende ospedaliere, IRCCS, camere di commercio, università, autorità portuali …)

3)  enti di previdenza e assistenza.

Le pubbliche amministrazioni costituiscono il settore di contabilità nazionale preso a riferimento in ambito europeo per la definizione dei parametri di finanza pubblica previsti dal Trattato di Maastricht.

Le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidatosono individuate annualmente in un elenco pubblicato dall’ISTAT. Per l’anno 2006, l'elenco è contenuto nel Comunicato ISTAT 29 luglio 2005, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 29 luglio 2005, n. 175. La compilazione di tale elenco risponde a norme classificatorie e definitorie proprie del sistema statistico nazionale e comunitario. Secondo il SEC95 (Sistema europeo dei Conti) , ogni unità istituzionale viene classificata nel settore delle pubbliche amministrazioni sulla base di criteri di natura prevalentemente economica, indipendentemente dal regime giuridico che la governa.

 

Ammortamento

Secondo il SEC95, è la perdita di valore subita dai capitali fissi (quali macchinari, impianti, mezzi di trasporto) nel corso dell'anno a causa dell'usura fisica, dell'obsolescenza (perdita di valore economico dei beni capitali per il progresso tecnico incorporato nei nuovi beni) e dei danni accidentali assicurati. Il concetto di ammortamento economico differisce da quello fiscale o finanziario in senso lato.

 

Avanzo (complessivo, corrente, primario)

 

“Saldo complessivo”, “Saldo corrente”, “Saldo primario”.

Base imponibile

Valore o grandezza a cui si commisura un’imposta, costituendo la traduzione quantitativa del presupposto.

 

Capitolo

Voce contabile individuata nell’ambito di ciascuna unità previsionale di base , rilevante ai soli fini della gestione e della rendicontazione. I capitoli non sono oggetto di approvazione parlamentare.

L’articolazione delle U.P.B. in capitoli - in relazione allo specifico oggetto per l’entrata e secondo il contenuto economico e funzionale della spesa – è effettuata, annualmente, con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, adottato contestualmente all’entrata in vigore della legge di approvazione del bilancio.

 

Cassa (bilancio di)

Bilancio nel quale le previsioni di entrata si riferiscono agli incassi e le previsioni di spesa ai pagamenti [ “Entrata (procedimento contabile)”, “Spesa (procedimento contabi­le)”].

Il bilancio annuale di previsione dello Stato viene redatto sia in termini di cassa che in termini di competenza .

 

Centro di costo

Unità organizzativa cui è assegnata la responsabilità di gestire risorse che generano costi. E’ la struttura in riferimento alla quale sono effettuate le rilevazioni della contabilità economica per centri di costo .

 

Centro di responsabilità amministrativa

Ufficio di livello dirigenziale generale cui sono attribuite, nell’ambito di ciascuno stato di previsione, le risorse finanziarie individuate da un insieme di unità previsionali di base  deliberate dal Parlamento. I centri di responsabilità amministrativa sono individuati in modo da assicurare il costante adeguamento della struttura del bilancio dello Stato all’organizzazione dell’Amministrazione statale.

 

Classificazione economica

Aggregazione delle spese e delle entrate secondo la loro natura economica, articolata in categorie.

Le principali categorie della tradizionale classificazione economica delle entrate del bilancio dello Stato sono: Imposte sul patrimonio e sul reddito, Tasse e imposte sugli affari, Imposte sulla produzione, consumi e dogane, Monopoli, Lotto, lotterie ed altre attività di giuoco, Proventi dei beni dello Stato, dei servizi pubblici minori e speciali, Interessi su anticipazioni e crediti vari del tesoro.

La classificazione economica delle spese finali del bilancio dello Stato è stata rielaborata secondo i criteri di contabilità nazionale previsti dal SEC95; le principali voci sono: Redditi da lavoro dipendente , Consumi intermedi , Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, a famiglie e istituzioni sociali private, a imprese, Interessi passivi e redditi da capitale, Investimenti fissi lordi  e acquisti di terreni, Contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche e a imprese, Acquisizioni di attività finanziarie.

 

Classificazione funzionale

Aggregazione delle spese in base alle finalità cui sono destinate, articolata in funzioni-obiettivo .

 

Competenza (bilancio di)

Bilancio in cui vengono iscritte, relativamente al periodo considerato, le entrate sulla base degli accertamenti e le spese sulla base degli impegni [ “Entrata (procedimento contabile)” e “Spesa (procedimento contabile)”].

Il bilancio annuale di previsione viene redatto sia in termini di competenza (giuridica) che in termini di cassa .

 

Consumi finali

Rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi.

Si dividono in:

a)   consumi delle famiglie residenti;

b)   consumi delle pubbliche amministrazioni e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

Sono utilizzati due diversi concetti: la spesa per consumi finali e i consumi finali effettivi. La differenza sta nel trattamento riservato ad alcuni beni e servizi che sono finanziati dalle amministrazioni pubbliche  o dalle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, ma che sono forniti alle famiglie come trasferimenti sociali in natura; questi beni sono compresi nel consumo effettivo delle famiglie, mentre sono esclusi dalla loro spesa finale.

 

Consumi intermedi

Corrispondono al valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo di produzione nelle attività delle pubbliche amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure esauriti nel processo produttivo.

 

Contabilità economica per centri di costo

Secondo quanto disposto dalla legge n. 94/1997, a partire dal 2000, per le Amministrazioni dello Stato è stato introdotto un sistema di contabilità analitica per centri di costo, volta ad individuare i costi di gestione di ciascuna organizzazione, cioè il valore dei fattori produttivi impiegati per la produzione di determinati beni o l’erogazione di determinati servizi. Il sistema di contabilità economica analitica si articola in centri di costo, servizi (che rappresentano le attività svolte dai singoli centri di costo) e piano dei conti (che rappresenta lo strumento, articolato su più livelli, mediante il quale viene effettuata la rilevazione economica dei costi).

 

Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni

Conto che espone le entrate e le spese del settore isti­tuzionale delle amministrazioni pubbliche , nell’ambito del sistema di contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza economica.

Nel conto economico consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri soggetti istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro (concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).

Il conto consolidato delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di programmazione economico-finanziaria).

 

Conto economico delle risorse e degli impieghi

Riassume la situazione macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata dalle risorse (PIL ed importazioni ) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private  ed investimenti fissi lordi , cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore, nonché le esportazioni ).

 

Conto riassuntivo del Tesoro

Documento che, pubblicato mensilmente in Gazzetta ufficiale, dà conto di tutte le operazioni di tesoreria  (incassi e pagamenti in termini di competenza e residui; debiti e crediti di tesoreria). Per ciascun periodo di riferimento evidenzia: il risparmio pubblico , il saldo da finanziare , il disavanzo complessivo [ saldo complessivo] e la situazione del Tesoro.

 

Contributi sociali effettivi

Nel SEC95 , comprendono i versamenti effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità, invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali e per gli assegni familiari.

 

Contributi sociali figurativi

Nel SEC95 , sono definti come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente – cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto. Comprendono, ad esempio, le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure e infortuni. Il loro ammontare si stima pari alle prestazioni versate al netto dei contributi sociali effettivi a carico dei lavoratori dipendenti.

 

Debito delle amministrazioni pubbliche (debito pubblico)

 

E’ l’insieme delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore.

L’aggregato include i seguenti strumenti finanziari:

a) le monete e i depositi; questi comprendono le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime;

b) i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni locali;

c) i prestiti erogati in favore di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a carico di queste ultime.

Il debito delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea.

 

Deduzioni

Spese che non concorrono alla determinazione della base imponibile.

 

Detrazioni

Importi relativi a spese che devono essere sottratti, in tutto o in una determinata percentuale, dall’imposta lorda, come risultante dall’applicazione dell’aliquota al reddito imponibile, al fine di determinare l’imposta netta.

 

Disavanzo (deficit)

 

Saldo negativo dei conti di finanza pubblica. Se riferito a conti economici corrisponde all’indebitamento netto ; se riferito a conti finanziari coincide con il fabbisogno .

In base ai parametri definiti in sede europea, per disavanzo si intende l’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni .

 

Disavanzo (complessivo, corrente, primario)

 

“Saldo complessivo”, “Saldo corrente”, “Saldo primario”.

Entrata

(procedimento contabile)

 

Come disposto dal regolamento di contabilità generale, le entrate dello Stato sono costituite da tutti i redditi, proventi e crediti di qualsiasi natura, che lo Stato ha il diritto di riscuotere in virtù di leggi, regolamenti o altro titolo.

Il procedimento contabile di entrata si articola in tre fasi:

1) accertamento: fase in cui sorge per lo Stato il diritto a percepire una determinata somma attraverso l’iden­tificazione della ragione del credito e la persona che ne è debitrice; 2) riscossione: fase che consiste nell’esigere dal debitore la somma dovuta allo Stato; 3) versamento: fase in cui le somme riscosse sono versate nella tesoreria dello Stato.

 

Entrate complessive

Costituiscono la somma totale delle entrate.

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni , corrispondono alla somma delle entrate correnti  e delle entrate in conto capitale .

Nel bilancio dello Stato corrispondono alla somma dei quattro titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, Titolo II – “entrate extratributarie” (che insieme costituiscono le entrate correnti), Titolo III – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti” (entrate in conto capitale) e Titolo IV – .”accensione di prestiti” .

 

Entrate correnti

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni , sono costituite principalmente da entrate tributarie (imposte dirette e indirette ) e dai contributi sociali (effettivi e figurativi) .

Nel bilancio dello Stato, corrispondono ai primi due titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, in cui rientrano le entrate di natura fiscale (IRPEF, IRPEG, IRAP, IVA ecc.) e Titolo II – “entrate extratributarie” nel quale sono considerati tutti i proventi diversi da quelli di carattere fiscale, che non incidono sul patrimonio.

 

Entrate in conto capitale

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni , sono le entrate derivanti da imposte in conto capitale , da cofinanziamenti dell’Unione europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.

Nel bilancio dello Stato, corrispondono al Titolo III delle entrate – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti”.

 

Entrate finali

Nel bilancio dello Stato, sommatoria dei primi tre titoli delle entrate: Titolo I – “entrate tributarie”, Titolo II – “entrate extratributarie” (che insieme costituiscono le entrate correnti) e Titolo III – “alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti” (entrate in conto capitale).

Esse rappresentano le risorse definitivamente acquisite al bilancio per il raggiungimento dei fini istituzionali, con esclusione delle entrate derivanti dall’accensione di prestiti.

 

Esportazioni

Sono costituite dai trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti.

Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al resto del Mondo.

Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Le esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

 

Esportazioni nette

Risultano dalla differenza tra le esportazioni e le importazioni.

 

Fabbisogno

Risultato differenziale relativo ai conti di cassa, che evidenzia l’eccedenza dei pagamenti rispetto agli incassi con riferimento al complesso delle operazioni di parte corrente, in conto capitale e finanziarie. Quando gli incassi superano le erogazioni si ha la cd. “disponibilità”.

Il fabbisogno è un dato monetario, in quanto costituisce il quantitativo di risorse monetarie e finanziarie necessarie a colmare lo squilibrio tra i flussi di entrate e di spese dello Stato o di aggregati più vasti.

Nella Relazione trimestrale di cassa, esso viene calcolato con riferimento al settore statale  e al settore pubblico .

 

Fabbisogno complessivo

 

E’ il fabbisogno  aumentato delle regolazioni debitorie pregresse  effettuate (o da effettuare) in contanti nei confronti dei soggetti esterni al settore cui si riferisce il conto e diminuito dei crediti maturati a fine periodo da parte dei fornitori.

 

Fabbisogno primario

E’ il fabbisogno  calcolato al netto delle uscite per interessi passivi.

 

Fondi speciali

 

Somme, iscritte su apposite unità previsionali di base (una di parte corrente e una in conto capitale) dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, destinate alla copertura finanziaria dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati dal Parlamento negli esercizi finanziari compresi nel bilancio pluriennale. L’ammontare del fondo speciale di parte corrente e del fondo speciale di conto capitale è determinato, rispettivamente, dalla tabella A e dalla tabella B della legge finanziaria. Le tabelle A e B indicano altresì gli accantonamenti relativi ai singoli Ministeri nei quali ciascun fondo è ripartito. Le quote del fondo speciale di parte corrente e, se non corrispondono a progetti di legge già approvati da un ramo del Parlamento, di quello in conto capitale non utilizzate entro l’anno cui si riferiscono costituiscono economie di bilancio.

 

Forze di lavoro

Comprendono le persone occupate  e le persone in cerca di occupazione .

 

Funzioni obiettivo

Voci della classificazione funzionale  individuate con riguardo all’esigenza di definire le politiche pubbliche di settore. La classificazione per funzioni obiettivo è articolata su quattro livelli, di cui i primi tre sono tratti dalla classificazione standard adottata in sede europea (COFOG-SEC95), mentre il quarto livello, determinato in sede nazionale, indica gli obiettivi perseguiti da ciascuna amministrazione. Il primo livello (divisioni) rappresenta i fini primari perseguiti dalle Amministrazioni; il secondo (gruppi) esprime le specifiche aree di intervento delle politiche pubbliche; il terzo (classi) identifica i comparti di attività in cui si articolano le aree di intervento del livello precedente; il quarto livello (missioni istituzionali) rappresenta gli obiettivi perseguiti da ciascuna Amministrazione.

Le funzioni-obiettivo di primo livello sono 10: Servizi generali delle pubbliche amministrazioni; Difesa, Ordine pubblico e sicurezza, Affari economici, Protezione dell’ambiente, Abitazioni e assetto territoriale, Sanità, Attività ricreative, culturali e di culto, Istruzione, Protezione sociale.

 

ICI (imposta comunale sugli immobili)

Presupposto dell’imposta è il possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli siti nel territorio dello Stato destinati a qualsiasi uso. La base imponibile è il valore degli immobili. Il valore dei fabbricati è determinato dal rapporto tra le rendite catastali e appositi moltiplicatori diversificati per gruppi immobiliari. Il valore delle aree fabbricabili è quello di mercato al 1° gennaio di ciascun periodo di imposta. Il valore dei terreni agricoli è il risultato del prodotto tra il reddito dominicale e un moltiplicatore pari a 75. L’aliquota è determinata dal Comune, ciascun anno per l’anno successivo, e deve essere definita in un valore compreso tra il 4 e il 7 per mille. In assenza di delibera comunale si applica l’aliquota del 4 per mille.

 

Importazioni

Sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Le importazioni di beni possono essere valutate:

a)      al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione;

b)      al valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob” dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese esportatore e la frontiera del paese importatore.

Nel conto economico delle risorse e degli impieghi  sono valutate al valore “fob”.

 

Imposta

Prelievo obbligatorio e senza contropartita che le amministrazioni pubbliche pongono a carico dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni private per far fronte alle spese pubbliche.

 

Imposta diretta

Imposta il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio.

 

Imposta di bollo

Imposta indiretta reale applicata su tutti gli atti civili e commerciali, giudiziali e stragiudiziali, su scritti, avvisi, manifesti, registri indicati in un elenco previsto dalla legge, che distingue tra atti per i quali è obbligatorio il bollo e atti soggetti a bollatura solo in caso di uso.

 

Imposta di registro

Imposta indiretta reale che viene applicata in relazione alla registrazione, in molti casi imposta dalla legge, di atti di varia natura (negoziale, amministrativa, giudiziaria: cessioni di immobili e atti societari, contratti di locazione degli immobili).

 

Imposta indiretta

Imposta il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale. .

 

Imposta personale

Imposta il cui ammontare è determinato anche in funzione di caratteristiche soggettive del contribuente (livello del reddito, carichi familiari, stato di salute).

 

Imposta reale

Imposta il cui ammontare è determinato solo in relazione all’oggetto dell’imposta, indipendentemente dalle caratteristiche soggettive del contribuente.

 

Imposta sostitutiva

Imposta proporzionale [v. proporzionalità] applicata a componenti del reddito che non rientrano nella determinazione del reddito complessivo. Si applica principalmente, in determinate ipotesi, ai redditi di capitale ed ai redditi diversi.

 

Imposta sulla produzione (o accisa)

Imposta indiretta reale che colpisce la produzione di un determinato bene. Tra queste possiamo ricordare le imposte sugli olî minerali (gasolio, olio combustibile, benzine) e sui prodotti alcolici.

 

Imposte in conto capitale

Sono le imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti.

Comprendono:

a) le imposte sui trasferimenti in conto capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);

b) le imposte straordinarie sulle attività o sul patrimonio netto (quali i condoni).

 


Indebitamento netto

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni , è il saldo conclusivo risultante dalla differenza tra le spese complessive e le entrate complessive; se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. Quando si indica genericamente l’indebitamento netto, si intende fare riferimento a questo saldo, che è il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.

Analogamente, nel bilancio dello Stato si definisce indebitamento (o accrescimento) netto il saldo risultante dalla differenza tra le entrate complessive e le spese complessive, escluse le operazioni finanziarie (partecipazioni azionarie e conferimenti, concessione e riscossione di crediti e accensione e rimborso di prestiti).

 

Indebitamento netto strutturale

È l’indebitamento netto (riferito al conto economico consolidato della pubbliche amministrazioni) depurato degli effetti del ciclo economico. Con lo stesso termine può peraltro intendersi l’indebitamento netto depurato degli effetti del ciclo economico e al netto delle misure una tantum.

 

Indice di Gini

L’indice di concentrazione di Gini è una misura sintetica del grado di disuguaglianza della distribuzione del reddito. È pari a zero nel caso di una perfetta equità della distribuzione dei redditi, quando tutte le famiglie ricevono lo stesso reddito; è invece pari a uno nel caso di totale disuguaglianza, quando il reddito totale è percepito da una sola famiglia.

 

Indici a catena

Sono utilizzati dall’ISTAT dal marzo 2006 per le valutazioni reali degli aggregati economici, in accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari.

Il metodo degli indici a catena prende a riferimento in ciascun anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi, l’anno corrente e l'anno base (come avveniva del sistema precedente), ma che incorpori l'andamento complessivo presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.

Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici.

Il principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso; l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti.

 

Inflazione

L'inflazione al consumo è un processo di aumento del livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, cioè uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno.

L'ISTAT produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:

§      l’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale (NIC), che misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano.

§      l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (non agricolo). E' l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari (ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato);

§      l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Prende a riferimento l'intera collettività nazionale, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita. A differenza degli altri due indici, inoltre considera non il prezzo pieno di vendita ma prezzo effettivamente pagato dal consumatore (ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore, cioè il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale e l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati sono calcolati anche al netto dei tabacchi.

 

Inflazione programmata

Rappresenta il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) come valore di riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene rapportato all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, esclusi i tabacchi “Inflazione”]. Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione nazionale.

 

Investimenti fissi lordi

Sono costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti (cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti). Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Sono fissi in quanto non comprendono le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore.

Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti.

 

IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive)

Il presupposto dell’imposta è costituito dall’esercizio di un’attività diretta alla produzione o allo scambio di beni e alla prestazione di servizi. Soggetti passivi sono gli imprenditori individuali, le società, gli enti commerciali e non commerciali, gli esercenti arti e professioni, le amministrazioni pubbliche, enti e società non residenti (per il valore aggiunto prodotto nel territorio regionale). La base imponibile è costituita, in via generale, dal valore aggiunto netto prodotto nel territorio nazionale. Per un’impresa in contabilità ordinaria, essa è calcolata per differenza tra il valore della produzione (ricavi, variazioni delle rimanenze e lavori in corso) e una serie di costi di produzione, tra cui i costi di acquisto delle materie prime, i costi di ammortamento delle immobilizzazioni materiali e immateriali. Non sono invece deducibili i costi di personale e gli interessi passivi (fatta eccezione il costo dei contratti di apprendistato, del costo dei contratti di formazione e lavoro, delle spese relative ai disabili e dei costi sostenuti per il personale addetto alla Ricerca e Sviluppo). L’aliquota è pari al 4,25 per cento. Alle regioni è attribuito il potere di variare l’aliquota fino ad un massimo di un punto percentuale. In via transitoria l’aliquota per i soggetti addetti nel settore agricolo è stata fissata all’1,9 per cento e, per il 2006, al 3,75 per cento.

 

IRES (imposta sul reddito delle società)

Imposta diretta sulle persone giuridiche. Soggetti passivi sono: a) le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e di mutua assicurazione; b) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, sia che abbiano sia che non abbiano per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali; c) le società e gli altri enti di ogni tipo con o senza personalità giuridica non residenti nello Stato limitatamente ai redditi prodotti nel territorio dello Stato. La base imponibile è determinata dal reddito d’impresa (la differenza tra i ricavi, da un lato, e i costi d’esercizio, gli ammortamenti e gli interessi passivi, dall’altro). L’imposta è proporzionale [v. proporzionalità] ed è prelevata con un’aliquota unica del 33 per cento. Dal 1° gennaio 2004, come previsto dal decreto legislativo 12 dicembre 2003, n. 344, l’imposta ha sostituito la preesistente imposta sul reddito delle persone giuridiche (IRPEG)

 

IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche)

Imposta diretta di tipo personale; il presupposto dell’imposta è costituito dal possesso di un reddito attribuibile ai soggetti passivi che sono le persone fisiche residenti (con riferimento sia ai redditi prodotti in Italia sia a quelli prodotti all’estero) e non residenti (unicamente per i redditi prodotti in Italia) nello Stato. La base imponibile è costituita dalla somma di tutti i redditi del soggetto passivo (redditi fondiari; redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria  redditi di lavoro dipendente; redditi di lavoro autonomo e redditi d’impresa, quest’ultimi assoggettati all’IRPEF solo se prodotti da imprenditori individuali o da società di persone). Essa viene determinata sottraendo al reddito complessivo del soggetto (vale a dire la somma algebrica delle diverse componenti del reddito sopra richiamate) le deduzioni “tradizionali” (contributi previdenziali e assistenziali per lavoratori autonomi; rendita catastale dell’immobile adibito ad abitazione principale; spese mediche per l’assistenza ai portatori di handicap; oneri contributivi pagati per domestici e per addetti a servizi personali). Dal reddito imponibile lordo così ottenuto devono essere altresì “sottratte” –in misura decrescente al crescere del reddito - le deduzioni volte a determinare il livello minimo di reddito escluso dalla tassazione (c.d. no tax area) e quelle per carichi di famiglia in modo da ottenere il reddito imponibile a cui, per determinare l’imposta lorda, verranno applicate le aliquote dell’imposta, volte a garantirne la progressività (attualmente, a seguito della riforma operata dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311: 23 per cento per i redditi fino a 26.000 euro; 33 per cento per i redditi fino a 33.500 euro; 39 per cento per i redditi fino a 100.000 euro; per i redditi superiori a 100.000 euro si applica l’aliquota del 39 per cento maggiorata di un “contributo di solidarietà” pari al 4 per cento). All’imposta lorda dovranno essere applicate le detrazioni per determinare l’imposta netta. Negli ultimi anni sono state istituite delle addizionali regionali, provinciali e comunali dell’IRPEF. La legge 7 aprile 2003, n. 80, recante la delega per la riforma del sistema fiscale, prevedeva la sostituzione dell’IRPEF con l’IRE (imposta sul reddito). La delega non ha trovato tuttavia attuazione con riferimento a tale aspetto.

 

IVA (Imposta sul valore aggiunto)

Imposta indiretta reale che colpisce il valore degli scambi di merci e delle prestazioni di servizi effettuate in un dato periodo di tempo. In particolare, l’IVA si applica agli incrementi di valore realizzati in ciascuna fase del processo di produzione e di commercializzazione del bene o del servizio. Soggetti passivi dell’imposta sono gli imprenditori, gli esercenti arti e professioni e tutti i soggetti che effettuano importazioni o acquisti intracomunitari. I soggetti tenuti al versamento dell’imposta hanno l’obbligo giuridico di rivalersi sull’acquirente. La base imponibile è costituita dall’ammontare complessivo dei corrispettivi dovuti a colui che cede il bene o al prestatore del servizio. L’aliquota normale è del 20 per cento; sono inoltre previste due aliquote ridotte del 4 e del 10 per cento. La disciplina è regolata sulla base di principi uniformi stabiliti dalla normativa europea, che vieta altresì l’istituzione di altre imposte sulla cifra d’affari.

 

Monopolio fiscale

Istituto in base al quale lo Stato si riserva la produzione e/o la vendita di determinati beni. I monopoli fiscali principali riguardano la vendita dei tabacchi, il lotto e i giochi di abilità e i concorsi pronostici.

 

Occupati

 “Persone occupate”.

 

Occupazione

 “Unità di lavoro standard”, “Tasso di occupazione”.

 

Output gap

E’ la differenza tra PIL nominale  e PIL potenziale  in percentuale del PIL potenziale. Se il PIL nominale è inferiore al PIL potenziale, l’output gap risulta di valore negativo; viceversa, se il PIL nominale è superiore al PIL potenziale, l’output gap è di valore positivo.

 

Perenzione amministrativa

 

Eliminazione dalla contabilità finanziaria dei residui passivi  per i quali non siano state effettuate le relative operazioni di pagamento.

I residui passivi relativi a spese correnti si intendono perenti decorsi due esercizi finanziari successivi a quello della loro iscrizione in bilancio (con l’eccezione dei residui relativi a spese per lavori, forniture e servizi, che si intendono perenti decorsi tre esercizi finanziari). I residui passivi relativi alle spese in conto capitale possono essere mantenuti in bilancio non oltre il settimo esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione.

 

Persone in cerca di occupazione

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:

§      hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

oppure:

§      inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

 

Persone occupate

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;

§      hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;

sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

 

PIL – Prodotto interno lordo

(nominale e reale)

Corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi  e aumentata dell’IVA  e delle imposte indirette  sulle importazioni . È altresì pari alla somma dei valori aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM).

Quando gli importi sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di mercato o PIL nominale.

Per determinare il PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006, al PIL calcolato sulla base degli indici a catena .

 

PIL potenziale

E’ la produzione massima che il sistema economico può sostenere senza generare spinte inflazionistiche; esso corrisponde al livello della produzione che si ottiene quando il tasso di utilizzazione del capitale è considerato a livelli “normali”, il fattore lavoro impiegato è coerente con il tasso naturale di disoccupazione ed la produttività totale dei fattori coincide con quella di lungo periodo.

 

Prestazioni sociali

Sono trasferimenti correnti, in denaro o in natura, finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte, invalidità, disoccupazione…).

Comprendono trasferimenti correnti e forfettari dei sistemi privati di assicurazione sociale con o senza costituzione di riserve e i trasferimenti correnti da amministrazioni pubbliche e istituzioni senza scopo di lucro, al servizio delle famiglie non subordinati al pagamento di contributi (assistenza).

 

Presupposto dell’imposta

Situazione di fatto alla quale la legge ricollega l’obbligo di pagare l’imposta.

 

Progressività dell’imposta

Un’imposta risulta progressiva quando l’aliquota media aumenta all’aumentare della base imponibile. In base all’articolo 53, secondo comma, della Costituzione “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”: la disposizione riguarda tuttavia il sistema nel suo complesso e non impone la progressività di ciascuna imposta.

Proporzionalità dell’imposta

Un’imposta risulta proporzionale se l’aliquota media rimane costante all’aumentare della base imponibile.

 

Redditi da lavoro dipendente

Secondo il SEC95 , corrispondono al costo sostenuto dai datori di lavoro a titolo di remunerazione dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che intellettuali. Sono composti dalle retribuzioni lorde e dai contributi sociali effettivi e/o figurativi .

 

Redditi di capitale

Redditi derivanti dall’impiego di capitale finanziario, quali interessi e dividendi. In generale, tali redditi possono essere sottoposti ad imposta sostitutiva ovvero a ritenuta alla fonte a titolo d’acconto. Sono comunque previste due aliquote: 12,5 per cento per titoli pubblici ed equiparati, obbligazioni e titoli similari privati con scadenza non inferiore a 18 mesi; cambiali finanziarie, dividendi relativi a partecipazioni non qualificate, fatta eccezione per quelli relativi a titoli non quotati di società residenti in paesi a fiscalità privilegiata che concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il loro intero ammontare; 27 per cento per depositi e conti correnti bancari e postali; certificati di deposito e buoni fruttiferi delle banche; obbligazioni e titoli similari con scadenza inferiore ai18 mesi. I dividendi relativi a partecipazioni qualificate concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il 40 per cento del loro ammontare (si definiscono qualificate le partecipazioni che rappresentino almeno il 2 per cento dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria o il 5 per cento del capitale della società partecipata, nel caso di titoli quotati, ovvero il 20 per cento dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria o il 25 per cento del capitale della società partecipata, nel caso di titoli non quotati). Inoltre, i redditi di capitale, se percepiti nell’esercizio dell’attività di impresa individuale, costituiscono componenti del reddito di impresa e concorrono alla base imponibile IRPEF.

 

Redditi diversi (di natura finanziaria)

Plusvalenze derivanti principalmente dall’impiego di capitale finanziario. Questi redditi sono sottoposti a tassazione sostitutiva con l’aliquota del 12,5 per cento, fatta eccezione per le plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni qualificate che sono ricondotte alla base imponibile dell’IRPEF per il 40 per cento del loro ammontare, e per quelle relative a titoli non quotati di società residenti in paesi a fiscalità privilegiata, che concorrono alla base imponibile delle imposte sui redditi per il loro intero ammontare. Se percepiti nell’esercizio di attività di impresa individuale, i redditi diversi costituiscono componenti del reddito di impresa e concorrono anch’essi alla base imponibile IRPEF.

 

Regolazioni contabili

Definizione contabile di partite debitorie e creditorie tra lo Stato e gli altri soggetti giuridici con iscrizione del relativo importo nei rispettivi bilanci.

 

Regolazioni debitorie pregresse

Operazioni con cui lo Stato regola in contanti o in titoli la posizione debitoria propria o di un altro soggetto pubblico, relativa a transazioni effettuale in esercizi precedenti.

 

Residui (propri)

 

Si distinguono in residui attivi, che corrispondono a entrate accertate ma non ancora riscosse o versate e residui passivi, che corrispondono a spese impegnate ma non ancora pagate [ “Entrate (procedimento contabile)” e “Spesa (procedimento contabile)”].

I residui vengono accertati al momento della chiusura dell’anno finanziario ed iscritti nel Rendiconto generale; essi vengono mantenuti nella contabilità degli esercizi successivi fino a quando non siano effettuale le relative operazioni di incasso o pagamento oppure, nel caso dei residui passivi, siano eliminati per perenzione .

I residui attivi, che rappresentano dei credito vantati dallo Stato, vengono classificati in funzione della loro esigibilità: quelli considerati assolutamente inesigibili vengono eliminati dalle scritture contabili con decreto ministeriale.

 

Residui di stanziamento

(impropri)

Stanziamenti di bilancio relativi a spese per i quali è autorizzata la conservazione in bilancio anche se, entro la fine dell’esercizio finanziario, non hanno dato luogo all’assunzione di impegni verso terzi (per questo differiscono dai residui propri).

In via generale i residui di stanziamento relativi a spese in conto capitale possono essere mantenuti in bilancio fino all’esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione; se iscritti in forza di disposizioni legislative entrate in vigore nell’ultimo quadrimestre, possono essere mantenuti in bilancio fino al secondo esercizio finanziario successivo alla prima iscrizione. La conservazione in bilancio dei residui di stanziamento è subordinata alla ricognizione da parte del Ministe­ro dell’economia e delle finanze dello stato di attuazione dei programmi per i quali le somme sono state stanziate.

 

Ricorso al mercato

 

Con riferimento al bilancio dello Stato, risultato differenziale tra le entrate finali  e le spese complessive .

Esso esprime l’entità dell’indebitamento a medio e a lungo termine relativo all’anno di riferimento. In sede previsionale il limite del ricorso al mercato è fissato dalla legge finanziaria.

 

Risparmio pubblico

 

Con riferimento al bilancio dello Stato, è il saldo corrente , risultante dalla differenza tra il totale dei primi due titoli delle entrate (entrate tributarie+entrate extratributa­rie=entrate correnti ) e il primo titolo della spesa (spese correnti ).

 

Ritenuta alla fonte

Regime di imposizione applicato per alcune categorie di redditi (in particolare, redditi di lavoro dipendente e determinate ipotesi di redditi di capitale), che prevede che la ritenuta sia effettuata da parte del soggetto emittente al momento della corresponsione. La ritenuta è eseguita a titolo d’imposta, se con essa si esaurisce l’obbligo tributario; a titolo di acconto, se il reddito con cui è operata concorre alla formazione del reddito complessivo del soggetto.

 

Saldo complessivo

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate complessive  e le spese complessive .

 

Saldo corrente

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate correnti  e le spese correnti .

 

Saldo finale

Nel bilancio dello Stato, saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate finali  e le spese finale .

 

Saldo in conto capitale

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate in conto capitale  e le spese in conto capitale .

 

Saldo netto da finanziare

 

Nel bilancio dello Stato, risultato differenziale tra le entrate finali  e le spese finali ; sono dunque escluse operazioni di accensione e rimborso prestiti.

Il limite massimo del saldo netto da finanziare in termini di competenza è indicato nel DPEF e, quindi, fissato normativamente nella legge finanziaria, per ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale.

Se le entrate superano le spese si parla di “saldo netto da impiegare”.

 

Saldo primario

Saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra le entrate complessive  e le spese complessive , al netto della spesa per interessi passivi.

 

SEC 95
(Sistema europeo dei conti nazionali e regionali)

Sistema armonizzato di contabilità nazionale, che permette una descrizione quantitativa completa e comparabile della situazione economica dei paesi membri dell'Unione europea (UE), attraverso un sistema integrato di conti di flussi e di conti patrimoniali definiti per l'intera economia e per raggruppamenti di operatori economici (settori istituzionali). I settori istituzionali individuati sono cinque: società non finanziarie; società finanziarie; amministrazioni pubbliche; famiglie; istituzioni sociali private. In rapporto all’Unione economica e monetaria assume specifico rilievo il settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche .

Per la registrazione delle operazioni viene adottato il criterio della competenza economica . Il SEC95 è stato approvato con regolamento (CE) n. 2223/96 del Consiglio, del 25 giugno 1996.

 

Settore pubblico

 

Aggregato costituito dal settore statale , dagli altri enti delle amministrazioni centrali, dalle amministrazioni locali e dagli enti di previdenza.

Gli enti minori centrali, locali e previdenziali non corrispondono esattamente a quelli inclusi dall’ISTAT nelle amministrazioni pubbliche.

 

Settore statale

 

Aggregato costituito dalla gestione del bilancio dello Stato, dalla gestione di tesoreria (quest’ultima ricomprende principalmente le operazione dei bilanci delle ex aziende atunome).

In sostanza, tale settore è costituito dagli enti che imputano direttamente le loro operazioni di cassa sulla tesoreria statale.

 

Spesa (procedimento contabile)

 

Come disposto dal regolamento generale di contabilità, sono spese dello Stato quelle alle quali si deve provvedere a carico dell’erario a norma di legge, decreti, regolamenti o altri atti di qualsiasi specie e quelle, in genere, necessarie per il funzionamento dei servizi pubblici che dipendono dalle amministrazioni dello Stato.

Il procedimento contabile della spesa si articola in quattro fasi:

1) impegno: atto con cui nell’ambito di uno stanziamento di bilancio, una determinata somma viene destinata in modo specifico ad un provvedimento di spesa; l’impegno ha l’effetto di costituire un vincolo per la somma impegnata, che non potrà essere utilizzata per destinazioni diverse; 2) liquidazione: fase in cui viene determinata la persona del creditore e l’ammontare del debito; 3) ordinazione: fase in cui si dà ordine alla tesoreria o agli altri organi competenti di pagare la somma in precedenza liquidata; 4) pagamento: fase in cui gli agenti pagatori o la tesoreria adempiono materialmente all’obbligazione.

 

Spese complessive

Costituiscono la somma totale delle spese.

Nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni , corrispondono alla somma delle spese correnti  e delle spese in conto capitale .

Nel bilancio dello Stato corrispondono alla somma dei tre titoli delle spese: Titolo I – Spese correnti , Titolo II – Spese in conto capitale (che insieme costituiscono le spese finali), Titolo III – Rimborso prestiti.

 

Spese correnti

Spese destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi statali, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi.

Nel conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, le spese correnti sono costituite principalmente da spese per: redditi da lavoro dipendente , consumi intermedi , prestazioni sociali in denaro  e interessi passivi.

Fra le ulteriori spese correnti, si ricordano: le prestazioni sociali in natura , gli ammortamenti , le imposte indirette , i contributi alla produzione, gli aiuti internazionali e gli ulteriori trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie e alle imprese).

Nel bilancio dello Stato, sono individuate dal secondo numero delle unità previsionali di base , che corrisponde a “1”.

 

Spese finali

Nel bilancio dello Stato, sommatoria dei primi due titoli delle spese: Titolo I – Spese correnti  e Titolo II – Spese in conto capitale .

Rappresentano le somme necessarie per le amministrazioni statali per perseguire i propri scopi o fini istituzionali. Dalle spese finali sono quelle escluse relative al rimborso di prestiti (titolo III della spesa), definite “spese strumentali”.

 

Spese in conto capitale

Spese che incidono, direttamente o indirettamente, sulla formazione del capitale.

Nel conto consolidato delle pubbliche amministrazioni le spese correnti sono costituite principalmente sono costituite principalmente da spese per investimenti fissi lordi . Fra le ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti (soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale (anch’essi soprattutto in favore di imprese).

Nel bilancio dello Stato, sono individuate dal secondo numero delle unità previsionali di base , che corrisponde a “2”.

 

Tassa

Corrispettivo di un servizio fornito dallo Stato (rientrano in questa categoria le tasse scolastiche e quelle giudiziarie).

 

Tasso di attività

Rapporto tra le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) la popolazione nella corrispondente classe di età. L’ISTAT fornisce generalmente il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni.

 

Tasso di disoccupazione

 

Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione).

Questo tasso può essere corretto per la CIG (cassa integrazione guadagni), considerando tra le persone disoccupate gli addetti equivalenti alle ore per le quali risulta concesso l’utilizzo della CIG per il periodo di riferimento [ “Unità di lavoro standard].

 

Tasso di inflazione

 “Inflazione”.

 

Tasso di occupazione

 

Rapporto tra le persone occupate e la popolazione nella corrispondente classe di età. L’ISTAT fornisce generalmente, in linea con i criteri Eurostat, il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni.

 

Titoli di Stato

Titoli obbligazionari del Tesoro. Comprendono i prestiti emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT (Buoni ordinari del Tesoro, privi di cedole, emessi con scadenza variabile da 1 a 12 mesi), BTP (Buoni del Tesoro poliennali a tasso fisso con cedola semestrale, emessi con durata compresa tra i 2 e i 30 anni; dal 2003 sono emessi anche BTP indicizzati all’inflazione) e alcune tipologie di certificati del Tesoro (Titoli obbligazionari emessi dal Tesoro).

 

Unità di lavoro standard(o Equivalente tempo pieno)

 

È l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.

Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del lavoratore.

Questo indicatore non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa. Esso quantifica dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese.

 

Unità previsionale di base

 

Unità fondamentale della struttura del bilancio dello Stato, come determinata dalla riforma introdotta dalla legge n. 94/1997.

Le UPB formano oggetto di approvazione parlamentare.

Le UPB di spesa sono classificate per centri di responsabilità amministrativa  e sono determinate con riferimento ad aree omogenee di attività in cui si articolano le competenze istituzionali di ciascun ministero.

In particolare , le UPB di spesa sono contrassegnate da 4 numeri; il primo numero indica il centro di responsabilità amministrativa, il secondo il titolo della spesa (1=spesa corrente; 2=spesa in conto capitale).

 

 

 

 

 


Corte dei conti – Relazione sul Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2006 (stralcio)

 


 

Ministero della salute

 


Ministero della solidarietà sociale



1     A differenza dei saldi del bilancio dello Stato, l’indebitamento netto si riferisce alle operazioni di entrata e di spesa effettuate dal complesso delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, amministrazioni locali, enti previdenziali ed assistenziali) e non soltanto dall’amministrazione statale.

Il conto economico delle amministrazioni pubbliche viene inoltre elaborato secondo le regole di contabilità nazionale, sulla base del criterio di competenza economica.

Le previsioni e i risultati del bilancio dello Stato, invece, sono invece determinati con riferimento ai criteri di competenza giuridica e di cassa.

[2]     Si veda, al riguardo, il dossier del Servizio Studi, Documentazioni e ricerche, “Il dibattito sulla riforma degli strumenti e delle procedure di bilancio”, n. 73.

[3]    Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, commi 474-481.

[4]    Istituita dalla Legge finanziaria per il 2007, è stata costituita con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 16 marzo 2007.

[5]    In base a tale atto di indirizzo, al fine di razionalizzare il processo di formazione del disegno di legge finanziaria, i singoli Dicasteri sono stati chiamati a formulare le proprie proposte - sulla base della nuova classificazione del Bilancio in Missioni e Programmi - distinte per programma e a indicare, in ordine di priorità, le opzioni di riallocazione di risorse all’interno dello stesso stato di previsione, specificando altresì gli obiettivi che si intendono perseguire.

[6]    Si rinvia, al riguardo, al citato dossier del Servizio Studi, Documentazioni e ricerche, “Il dibattito sulla riforma degli strumenti e delle procedure di bilancio” n. 73.

[7]    Ciascuna missione è di norma suddivisa in più Programmi, ma non mancano Missioni (Missione n. 25 – Politiche previdenziali – Missione n.31 - Turismo) che consistono in un unico programma.

[8]    Si ricorda che la tabella 4 del disegno di legge di Bilancio per il 2008 reca il prospetto che per ogni Ministero mette a confronto le unità previsionali di base, presenti nel disegno di Bilancio di previsione 2008, con le unità previsionali di base esposte nel Bilancio di previsione 2007.

[9]    Dato dal totale tra somme versate, somme rimaste da versare e somme rimaste da riscuotere.

[10]   Dato dal totale tra somme pagate e somme rimaste da pagare.

[11]    In particolare, l'istruttoria del giudizio di parificazione è volta ad accertare se i dati siano conformi, sul versante dell'entrata, ai dati contenuti nei conti periodici e nei conti riassuntivi generali trasmessi alla Corte dalle varie amministrazioni e, sul versante delle spese, alle scritture tenute dalla Corte stessa (per gli impegni di spesa assoggettati al controllo preventivo di legittimità) ovvero alle scritture che le ragionerie centrali (adesso uffici centrali del bilancio) sono tenute ad inviare alla Corte (anche attraverso il sistema informativo di collegamento diretto).

[12]    A rigore, sono da ritenersi sanabili con l'approvazione del disegno di legge di rendiconto unicamente quelle eccedenze relative ad impegni (o pagamenti) che oltrepassano i limiti dell'autorizzazione contenuta nel bilancio di previsione, ma che comunque risultano conformi alle leggi di merito che dispongono la spesa. Diverso è il caso di eccedenza in violazione non solo della legge formale di bilancio, ma anche della legge sostanziale che dispone la spesa. In tal caso, il giudizio contabile si concluderà con una decisione di parificazione parziale del rendiconto e la sanatoria in sede di approvazione del rendiconto non sembra legittima, dovendosi allo scopo far ricorso ad apposita norma di legge sostanziale.

[13]    Legge 23 dicembre 2005, n. 267.

[14]    Legge 3 aprile 1997, n. 94 e decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279.

[15]    Di cui al decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2006, n. 233.

[16]    Si veda il comunicato stampa sul sito internet della Corte: www.corteconti.it.

[17]   Per quanto concerne il PIL nominale, nel 2006 si è registrato in Italia un aumento del 3,7% e si è attestato, in valore assoluto, a 1.475,4 miliardi di euro.

[18]    I dati sono tratti dalla Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica.

Si ricorda che l’indebitamento netto è il saldo del conto economico delle amministrazioni pubbliche e rappresenta il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli derivanti, a livello comunitario, dal Trattato CE e dal Patto di stabilità. A differenza dei saldi del bilancio dello Stato, l’indebitamento netto si riferisce, pertanto, alle operazioni di entrata e di spesa effettuate dal complesso delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, amministrazioni locali, enti previdenziali ed assistenziali) e non soltanto dall’amministrazione statale. Il conto economico delle amministrazioni pubbliche, inoltre, viene elaborato secondo le regole di contabilità nazionale, sulla base del criterio di competenza economica. Le previsioni e i risultati del bilancio dello Stato, invece, sono determinati con riferimento ai criteri di competenza giuridica e di cassa

[19]    Il saldo primario è risultato pari allo 0,1 per cento del Pil a fronte dello 0, 3 per cento registrato nel 2005.

[20]   Con riferimento al ripiano dei disavanzi pregressi dei servizi sanitari regionali, si ricorda che è stato adottato il decreto-legge 20 marzo 2007, n. 23, (disposizioni urgenti per il ripiano selettivo dei disavanzi pregressi nel settore sanitario), convertito, con modificazioni, dalla legge 17 maggio 2007, n. 64.

[21]   Specifiche disposizioni relative all’esercizio dell’attività intramoenia (con particolare riferimento a quella cd. “allargata”) sono state adottate con la legge 3 agosto 2007, n. 120 (Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria).

[22]   A tale riguardo si ricorda che la legge n. 289/2002 (Finanziaria 2003, art. 46) ha modificato la disciplina relativa al Fondo, facendovi confluire gli stanziamenti previsti per numerosi interventi disciplinati da altre disposizioni.

[23]Alle risorse presenti nei capitoli elencati bisogna aggiungere: 300 milioni di euro derivanti dall’integrazione per il triennio 2006-2008, di cui all’articolo 18 del D.L. n.  223 del 2006, e 23,8 milioni di euro, ai sensi del comma 63 della legge n. 266 del 2005 (Finanziaria 2006).

[24]    U.P.B. 7.1.5.2.

[25]    U.P.B. 7.1.2.6.

[26]    U.P.B. 7.1.2.6.

[27]    U.P.B. 7.1.2.7.

[28]    Tale importo include anche i 150 milioni di euro, destinati alle regioni, inizialmente destinati al Fondo per gli asili nido (cfr. pagina seguente).

[29]    Le risorse finanziarie per il funzionamento del Dipartimento non fanno più parte del Fondo in quanto sono state imputate a diverso capitolo di bilancio.

[30]    Le risorse finanziarie per il funzionamento del Dipartimento non fanno più parte del Fondo in quanto sono state imputate a diverso capitolo di bilancio.

[31]    Tale importo comprende anche 150 milioni di euro, destinati alle Regioni, inizialmente finalizzati agli asili nido ai sensi dell’art. 70 della legge n. 448/2001 (vedi la lettera D2).

[32]    L’art. 1, comma 59, della legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311/2004) dispone che lo stanziamento destinato dalla legge n. 448/2001 per gli asili nido sia compreso nel calcolo definitivo della compartecipazione all’IVA, con conseguente soppressione del Fondo. Tale disposizione si è resa necessaria a seguito della sentenza n. 370 del 17 dicembre 2003 della Corte costituzionale, con la quale è stata dichiarata la parziale illegittimità dell’art. 70 della legge n. 448/2001, che prevedeva la creazione di un Fondo vincolato per gli asili nido (materia riservata alla competenza delle regioni), anziché fare rientrare tali risorse nel normale finanziamento delle regioni e degli enti locali.

[33]    La Corte costituzionale, con sentenza n. 320 del 2004, ha dichiarato l’illegittimità di tale Fondo.

[34]    La perenzione dei residui, vale a dire l’eliminazione contabile dal bilancio non implica il venir meno dell’obbligazione assunta per contratto o in compenso di opere prestate o di lavori e di forniture eseguiti; nel momento in cui deve essere effettuato il relativo pagamento, le somme di volta in volta occorrenti vengono prelevate dal fondo in questione con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze e reiscritte nei capitoli pertinenti (la procedura è stata disciplinata con D.P.R. 24 aprile 2001, n. 270).

[35]   Recante “Norme di semplificazione del procedimento per il versamento di somme all'entrata e la riassegnazione alle unità previsionali di base per la spesa del bilancio dello Stato, con particolare riferimento ai finanziamenti dell'Unione europea, ai sensi dell'articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59”.

[36]    Ai sensi dell’articolo 11-bis, comma 5, della legge n. 468/1978, le quote dei fondi speciali di parte corrente e, se non corrispondono a progetti di legge già approvati da un ramo del Parlamento, di quelli di parte capitale non utilizzate entro l'anno cui si riferiscono costituiscono economie di bilancio. Tuttavia, nel caso di spese corrispondenti ad obblighi internazionali ovvero ad obbligazioni risultanti dai contratti del pubblico impiego o dalla disciplina del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale, la copertura finanziaria prevista per il primo anno resta valida anche dopo il termine di scadenza dell'esercizio a cui si riferisce purché il provvedimento risulti presentato alle Camere entro l'anno ed entri in vigore entro il termine di scadenza dell'anno successivo. Le economie di spesa da utilizzare a tal fine nell'esercizio successivo formano oggetto di appositi elenchi trasmessi alle Camere a cura del Ministro dell’economia e delle finanze entro il 25 gennaio; detti elenchi vengono, altresì, allegati al conto consuntivo del Ministero dell’economia e delle finanze.

[37]    Ai sensi dell’articolo 17, ultimo comma, della legge n. 468/978, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad integrare, con propri decreti da registrarsi alla Corte dei conti, le dotazioni di cassa in correlazione al trasporto all'esercizio successivo di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, limitatamente a quei capitoli di spesa le cui dotazioni di cassa non presentino, nelle more dell'assestamento, sufficienti disponibilità per il pagamento dei titoli trasportati.

[38]    Recante “Disposizioni urgenti in materia finanziaria”.

[39]    Si ricorda che sulla base delle indicazioni della relazione tecnica al suddetto D.L. n.81/07, le maggiori entrate tributarie (pari a 7.403 milioni di euro per l'anno 2007) sono state utilizzate per 4.131 milioni a copertura degli oneri recati dal decreto-legge e per 3.219 milioni a copertura di maggiori spese iscritte nel disegno di legge di assestamento.

[40]    In particolare, il citato decreto legge n. 159 del 1° ottobre2007 ha utilizzato a parziale copertura degli oneri da esso recati 5.978 milioni di euro di maggiori entrate e 1300 milioni di euro di minori spese, iscritte nel disegno di legge assestamento a seguito delle modifiche apportate nel corso dell’esame presso il Senato (cfr. oltre, il par. 4 del presente dossier).

[41]   Cfr. articolo 1, comma 1, della legge n. 296/2006.

[42]    Tale dato non tiene conto degli effetti del decreto legge 1 ottobre 2007, n.159, collegato alla manovra di finanza pubblica, il quale ha utilizzato la somma di 5.978 milioni di euro di maggiori entrate e di 1.300 milioni di minori spese per il contributo italiano al bilancio comunitario – iscritte nel ddl di assestamento nel corso dell’esame presso il Senato - a parziale copertura delle misure da questo introdotte (cfr.oltre).

[43]    Come risulta dalla relazione e dalle dichiarazioni formulate in sede di presentazione degli emendamenti presentati dal Governo al Senato.

[44]    Recante “Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale”.

[45]   Bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007-2009.

[46]   Stanziamenti relativi all'edilizia sanitaria sono presenti anche nello stato di previsione del Ministero della salute (Cap. 7130 UPB 2.2.3.5).

[47]   Convertito con modificazioni dall’art. 1 legge n. 233 del 2006.