Allegato A
Seduta n. 129 del 19/3/2007


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MOZIONI GIOVANARDI ED ALTRI N. 1-00112, MURA ED ALTRI N. 1-00117, META ED ALTRI N. 1-00118, LEONE ED ALTRI N. 1-00121, MARONI ED ALTRI N. 1-00122 E BELTRANDI E VILLETTI N. 1-00124 SULLE INIZIATIVE PER CONTRASTARE IL FENOMENO DELLE COSIDDETTE «STRAGI DEL SABATO SERA»

(Sezione 1 - Mozioni)

La Camera,
premesso che:
il fenomeno delle cosiddette «stragi del sabato sera» è la prima causa di morte dei giovani nel nostro Paese;
negli ultimi dieci anni hanno perso la vita, il venerdì e il sabato notte, circa 8.000 giovani tra i 18 e i 30 anni e decine di migliaia hanno subito lesioni permanenti;
anche nella notte fra sabato 23 e domenica 24 febbraio 2007 ci sono state 24 vittime, tra cui 9 giovanissimi coinvolti in incidenti dall'esito catastrofico;
le cause del fenomeno sono complesse, riguardando stili di vita, consumo di droga e abuso di alcol, nomadismo fra un locale e l'altro e fra una località e l'altra, nonché orari senza regole di pub e discoteche;
domenica 25 febbraio 2007 in tutto il Nord d'Italia c'è stato il blocco del traffico privato per i danni che possono derivare alla salute dei cittadini dalle polveri sottili;
davanti ai terrificanti dati da vero e proprio bollettino di guerra provenienti dal «fronte» del divertimento, le istituzioni non possono rimanere inerti,

impegna il Governo

ad adottare, d'intesa con le autonomie locali, un'iniziativa tesa a bloccare dalle 22 di un sabato sera fino alle ore 7 della domenica il traffico automobilistico privato, in maniera tale che l'accesso ai locali di trattenimento possa avvenire quella notte soltanto attraverso l'utilizzo di mezzi pubblici o di servizio pubblico.
(1-00112)
«Giovanardi, Volontè, Barbieri, Garnero Santanché, Capitanio Santolini».
(1o marzo 2007)

La Camera,
premesso che:
i dati forniti dall'ultimo rapporto annuale dell'Istat, relativo all'anno 2005, indicano che i morti a causa di incidenti stradali sono stati 5.426, mentre i feriti sono stati 313.727;
gli incidenti stradali che si verificano nelle notti di venerdì e di sabato rappresentano il 43,3 per cento del totale dei sinistri delle notti di tutta la settimana, esattamente con 6.942 incidenti il venerdì notte, cifra pari al 19,8 per cento del totale, e 8.613 incidenti il sabato notte, pari al 24,5 per cento del totale;
gli incidenti che si verificano nelle notti di venerdì e sabato producono quasi la metà dei morti e dei feriti prodotti dagli incidenti stradali che si verificano nell'arco dell'intera settimana. Infatti, nel 2005 i morti registrati nelle sole notti dei fine settimana sono stati in totale 688, cifra che corrisponde al 45 per cento dei


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decessi complessivi. I feriti nelle notti di venerdì e sabato ammontano invece a 25.870, cifra che corrisponde al 47,1 per cento del totale;
da quanto riferiscono gli esperti della polizia stradale, una delle cause principali degli incidenti è costituita dalla guida in stato di alterazione e il 30 per cento degli incidenti è dovuto all'uso di alcol e droga da parte del guidatore;
è provato scientificamente che l'alcol contribuisce in maniera determinante ad abbassare lo stato di lucidità e di prontezza dei riflessi del guidatore, oltre a favorire improvvisi colpi di sonno;
nelle ultime settimane il fenomeno degli incidenti stradali, verificatisi nelle notti del fine settimana, è tornato di preoccupante attualità, facendo registrare 24 vittime nell'ultimo fine settimana del mese di febbraio 2007 (22-24 febbraio), 42 morti nel fine settimana dal 3 al 5 marzo 2007, mentre altri incidenti gravissimi si sono verificati nella notte tra sabato 10 e domenica 11 marzo 2007, che hanno prodotto altri 4 morti, complessivamente nel fine settimana dal 10 al 12 marzo 2007 si sono avuti sulle strade italiane ben 29 decessi;
a quanto riferisce la stampa, la donna che ha provocato la morte del giovane di 19 anni, nell'incidente verificatosi nei pressi della barriera di Milano nord, nella notte tra sabato 10 e domenica 11 marzo 2007, guidava in stato di alterazione da alcol;
chi guida in stato di ebbrezza mette a forte rischio non solo la propria incolumità, ma anche quella degli altri, rappresentando un pericolo sociale,

impegna il Governo:

ad adottare un provvedimento urgente che elevi il divieto di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche dagli anni 16, attualmente previsti dall'articolo 689 del codice penale, agli anni 18, che vieti la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle aree di servizio lungo le autostrade, che vieti nei pubblici esercizi la vendita da asporto e la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche ai minori di anni 18 e che imponga il divieto di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle discoteche e nei locali pubblici a partire dalle ore 01,00 fino alla chiusura nelle notti di venerdì e sabato;
ad attivare in tutta Italia le forze dell'ordine, in collaborazione con la polizia municipale, affinché eseguano controlli a tappeto, soprattutto durante i fine settimana, per un periodo di almeno 6 mesi, e a riferire in Parlamento sul numero di controlli effettuato, sull'esito degli stessi e a verificare, inoltre, l'esito dei controlli in merito all'andamento degli incidenti stradali.
(1-00117) «Mura, Donadi, Evangelisti».
(13 marzo 2007)

La Camera,
premesso che:
dalla «Relazione sullo stato della sicurezza stradale», presentata al Parlamento il 22 luglio 2005, si evince che in Italia, tra il 1973 il 2002, gli incidenti stradali hanno causato circa 230.000 morti e 7,3 milioni di feriti;
in venti anni gli autoveicoli circolanti al mondo sono quasi raddoppiati dai 450 milioni del 1983 agli 861 milioni nel 2004, il 73 per cento dei quali concentrati negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. L'Italia si colloca al primo posto, a livello mondiale, per il più ampio utilizzo di autovetture, raggiungendo nel 2004 oltre 581 automobili per mille abitanti, e al terzo posto, dopo Stati Uniti e Australia, per gli autoveicoli complessivamente circolanti, pari a 654 autoveicoli per mille abitanti;
in Italia si registra un notevole e progressivo uso dei motoveicoli e dei ciclomotori, che, in particolare nelle aree urbane, determinano ulteriori elementi di


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pericolosità, soprattutto tra i giovani che possono guidare tali mezzi, pur essendo in possesso del solo foglio rosa;
benché l'Istat ha rilevato che a partire dal 2003 si è registrata un'inversione di tendenza, poi confermata nel 2004, con la diminuzione del numero degli incidenti stradali, dei morti e dei feriti, si registra in costante aumento il numero dei deceduti a seguito di sinistri relativi ai veicoli a due ruote e la situazione resta di gravità inaccettabile;
infatti, in Italia nel 2004 si sono verificati 224.553 incidenti, che hanno coinvolto quasi 428.000 automobili e causato 322.225 vittime, di cui 5.625 sono decedute (3.739 conducenti, 1.164 passeggeri e 710 pedoni). I decessi di giovani tra i 18 e 24 anni sono stati più di mille;
alcuni provvedimenti normativi introdotti nel corso degli anni hanno sicuramente contribuito a ridurre i fenomeni incidentali (l'obbligo del casco e delle cinture di sicurezza, il conseguimento dell'attestato di idoneità per la guida di ciclomotori, le regole per l'uso dei telefoni cellulari, l'introduzione della «patente a punti» e l'introduzione delle sanzioni comminate a carico di conducenti che guidano in stato di ebbrezza o che incorrono in gravi infrazioni del codice della strada) ma siamo ancora lontani dall'obiettivo di dimezzare gli incidenti entro il 2010, come stabilito dal «programma di azione europeo del 2000», tanto che la IX Commissione della Camera dei deputati ha deliberato di svolgere un'indagine conoscitiva sulla sicurezza nella circolazione stradale, che dovrebbe concludere i lavori entro il 30 giugno 2007;
una percentuale elevata degli incidenti stradali sono attribuibili al consumo di alcol e di altre sostanze psicotrope, in grado di alterare le capacità dei guidatori;
secondo un rapporto della Commissione europea, dal 5 al 20 per cento dei conducenti guida dopo aver bevuto alcolici e dall'1 al 4 per cento dopo aver assunto una quantità di alcol superiore ai limiti stabiliti dalle diverse normative nazionali;
nel periodo 2002-2004 solo il 3 per cento dei patentati italiani è stato controllato con l'etilometro, rispetto al 16 per cento della media europea e al 38 per cento dei Paesi più severi. In Francia si effettuano 7-8 milioni controlli all'anno; in Spagna 3-4 milioni; in Italia 200.000;
in Italia, a differenza di altri Paesi europei, per conseguire la patente di guida non è obbligatoria la frequenza ai corsi di autoscuole e si può ottenere il «foglio rosa», anche senza aver superato le prove teoriche e di conoscenza delle regole di guida e della segnaletica della strada;
è indispensabile attuare tutte le iniziative possibili per combattere l'incidentalità stradale e le conseguenti vittime, feriti e danni economico-sociali,

impegna il Governo:

a dare seguito agli indirizzi già approvati dal Consiglio dei ministri per il raggiungimento dell'obiettivo di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime, come stabilito dal «programma di azione europeo del 2000»;
a definire le azioni strutturali che possono incidere sulla sicurezza stradale, a partire dagli interventi sulle strade a maggior rischio;
a promuovere una serie di azioni ad efficacia rapida, quali l'incremento dei controlli, l'avvio dell'educazione stradale nelle scuole, la revisione di alcune norme del codice della strada, il miglioramento della formazione dei guidatori e degli stessi formatori delle autoscuole;
al rafforzamento delle azioni di contrasto dei comportamenti di guida ad alto rischio;
ad assumere iniziative o provvedimenti normativi volti a dettare ulteriori e specifiche disposizioni mirate ai neopatentandi, ai neopatentati e alla messa in sicurezza della mobilità sulle due ruote;


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a promuovere, anche attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali e delle associazioni dei gestori degli esercizi di ritrovo e di intrattenimento, azioni di sensibilizzazioni a favore dei giovani sui temi della prevenzione e della sicurezza della circolazione stradale.
(1-00118)
«Meta, Barbi, Velo, Albonetti, Attili, Boffa, Carbonella, Cardinale, Carra, Fiano, Lovelli, Lusetti, Giorgio Merlo, Rotondo, Zunino, Castagnetti».
(15 marzo 2007)

La Camera,
premesso che:
dagli ultimi dati Istat (2005) risulta che nella fascia oraria che va dalle ore 22.00 alle ore 6.00 del mattino si sono verificati 35.098 incidenti stradali, pari al 15,6 per cento del totale, che hanno causato il decesso di 1.529 persone, pari al 28,1 per cento del totale, e il ferimento di 54.873 persone, pari al 17,5 per cento del numero complessivo di quanti sono dovuti ricorrere al pronto soccorso;
gli incidenti della notte non sono in percentuale numerosissimi, ma sono estremamente pericolosi, visto che, mentre l'indice medio nazionale di mortalità (cioè il numero dei morti ogni 100 incidenti rilevati dalle forze di polizia) è pari a 2,4 per cento, per i sinistri che accadono di notte schizza al 4,4 per cento, quasi il doppio. Il valore massimo si tocca poi proprio nella notte del venerdì, con una punta del 4,7 per cento;
sempre secondo i dati Istat gli incidenti che avvengono nella notte del venerdì e del sabato rappresentano il 44,3 per cento del totale dei sinistri delle notti di tutta la settimana, esattamente 6.942 il venerdì notte, pari al 19,8 per cento, e 8.613 il sabato notte, pari al 24,5 per cento;
i feriti delle notti di venerdì e sabato rappresentano il 47,1 per cento, 25.870 in totale. Sono stati 10.831 il venerdì notte, 19,7 per cento del totale, e ben 15.039 la notte del sabato, 27,4 per cento del numero complessivo. I morti nelle due tragiche notti rappresentano il 45 per cento dei decessi complessivi delle notti della settimana, 688 in totale. 280 i decessi nella notte del venerdì, pari al 18,3 per cento, e addirittura 408 nella notte del sabato, cioè il 26,7 per cento del totale;
gli incidenti che avvengono nelle aree urbane sono più del doppio rispetto a quelli che avvengono nelle strade extraurbane. Quelli che avvengono nelle strade extraurbane hanno, però, un indice di mortalità quasi quadruplo, pari all'8,9 per cento, contro un tasso del 2,5 per cento dei sinistri dell'area urbana;
i controlli che le pattuglie della polizia stradale operano con l'etilometro ammontano a circa 200.000 l'anno: nel 2002/2004 solo il 3 per cento dei patentati italiani è stato controllato con l'etilometro, rispetto al 16 per cento della media europea e al 38 per cento dei Paesi più severi. In Francia si effettuano 7-8 milioni di controlli l'anno, in Spagna 3-4 milioni, in Italia 200.000. Su 35 milioni di patentati significa una probabilità di controllo ogni 175 anni;
il modello di divertimento seguito dalla maggior parte dei ragazzi italiani nel fine settimana prevede molti spostamenti tra più locali, aumentando le possibilità di incorrere, purtroppo, in un incidente stradale;
il fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti da parte degli adolescenti è in continuo aumento, con un impatto distruttivo sulla vita e sulla salute dei giovani, foriero di comportamenti irresponsabili e, a volte, violenti;
nella società contemporanea si è affermato un approccio al divertimento assolutamente diseducativo, basato sulla cultura dello sballo, della trasgressione, dell'eccesso, a causa della quale i giovani sono spinti ad un consumo eccessivo di alcol e di droga;


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il messaggio che spesso viene diffuso sui mezzi di comunicazione delle pubblicità delle automobili è quello dell'alta velocità,

impegna il Governo:

a favorire l'acquisto da parte dei locali notturni di strumenti per la rilevazione dei tassi eccessivi di alcol o di droga nel sangue da mettere a disposizione dei clienti, allo scopo di renderli preventivamente consapevoli del loro stato e, dunque, di evitare eventuali rischi;
ad intensificare la diffusione, a mezzo dei principali organi di informazione nazionali, giornali, radio e televisioni, di specifiche campagne di sensibilizzazione, nelle quali si affrontino i gravi rischi derivanti da un utilizzo imprudente delle automobili durante il fine settimana;
ad incrementare il numero di autovelox e meccanismi fissi di rilevazione della velocità, soprattutto nelle vicinanze di locali notturni;
a predisporre incentivi per i comuni, affinché utilizzino, nella notte tra il sabato e la domenica, volontari o personale ausiliario del traffico, in affiancamento alla polizia stradale, per monitorare con maggiore attenzione il traffico in prossimità dei locali notturni;
a valutare la possibilità di stabilire, per la fascia oraria che va dalle ore 22,00 del sabato alle ore 6.00 della domenica mattina, limiti di velocità specifici inferiori a quelli stabiliti dall'attuale normativa per le diverse tipologie di strade.
(1-00121)
«Leone, Bertolini, Baldelli, Sanza, Di Virgilio, Carlucci, Cossiga, Paoletti Tangheroni, Licastro Scardino, Santelli».
(16 marzo 2007)

La Camera,
premesso che:
l'affermazione, nel costume sociale giovanile, delle discoteche e dei locali notturni, come sede preferenziale di divertimento, ha determinato la diffusione di alcuni fenomeni degenerativi estremamente preoccupanti, tra cui l'uso di droghe e alcol, provocando il fenomeno delle cosiddette «stragi del sabato sera»;
per la maggior parte dei giovani, eccedere nell'alcol non è solo un fatto occasionale, ma un'abitudine: più di un ragazzo su tre abusa delle sostanze alcoliche almeno una o due volte al mese; quattro su dieci consumano alcol in modo pesante da una a tre volte la settimana; il 2,1 per cento supera le tre volte ogni sette giorni;
gli ultimi dati statistici evidenziano che nel nostro Paese ogni anno si verificano circa 225 mila incidenti stradali, con 5.426 decessi ed oltre 300 mila feriti. Sono numeri drammatici, soprattutto in considerazione del fatto che circa il 30 per cento delle vittime ha un'età compresa tra i 15 e i 29 anni;
l'obiettivo indicato dal terzo programma di azione della Commissione europea, «Dimezzare il numero delle vittime della strada nell'Unione europea entro il 2010: una responsabilità condivisa» - Bruxelles, 14 maggio 2003 - impone all'Italia, quale Stato dell'Unione europea, di attuare una drastica politica di riduzione del numero dei morti e feriti per incidenti stradali; nel 2005 il costo sociale causato dagli incidenti è stato pari a 35 miliardi di euro;
nel corso degli ultimi 30 anni il tasso di mortalità per incidenti stradali è diminuito del 45 per cento, passando da 24 a 13 morti all'anno ogni 100.000 residenti, ma tale diminuzione non è uniforme in tutte le età, visto che il tasso di mortalità della fascia di età tra i 15 e i 29 anni non presenta grandi variazioni nel tempo e, anzi, sembra destinato a diventare quello più elevato;
l'uso di sostanze alcoliche è una tra le principali cause dei sinistri, con 3.300 incidenti l'anno per guida in stato di ebbrezza; secondo stime condotte in altri Paesi europei, almeno il 30-35 per cento degli incidenti stradali è correlato all'uso di alcol;


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tali dati sembrerebbero dimostrare l'inefficacia sia dei controlli sulle strade, che delle azioni di prevenzione e sensibilizzazione contro l'uso di alcol e stupefacenti nelle discoteche fino ad oggi predisposte;
uno strumento efficace ad arginare il fenomeno dell'abuso di bevande alcoliche potrebbe riguardare la previsione dell'obbligo di effettuare al di fuori dei locali notturni il test alcolemico da parte degli organi di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
nel periodo 2002-2004 solo il 3 per cento dei patentati italiani è stato controllato con l'etilometro, rispetto al 16 per cento della media europea e al 38 per cento dei Paesi più severi. In Francia si effettuano 7-8 milioni di controlli l'anno, in Spagna circa 3-4 milioni, mentre in Italia i controlli sono appena 200 mila;
al fine di contrastare gli effetti sullo stato di salute e i costi anche di carattere sociale provocati dagli incidenti stradali collegabili al consumo di alcol, la normativa vigente vieta la sola somministrazione («vendita al banco») di superalcolici tra le 22 e le 6 (legge 30 marzo 2001, n. 125, articolo 14, comma 1) negli autogrill; tale divieto, tuttavia, non consente di per sé di realizzare un'efficace politica di riduzione della disponibilità di prodotti alcolici nei confronti dei guidatori;
in altri Paesi europei, come l'Inghilterra, la Francia e la Spagna, l'adozione di misure di prevenzione ad hoc, anche attraverso campagne di educazione con forme di pubblicità shock, ha dato buoni frutti sul piano della riduzione degli incidenti dovuti all'alcol;
un valido deterrente all'eccessivo consumo di sostanze alcoliche potrebbe essere rappresentato dall'istallazione, nei veicoli, di tecnologie all'avanguardia, che permetterebbero, in concomitanza con l'attivazione di controlli più capillari, di ridurre il numero dei morti che ogni anno si registrano sulle nostre strade;
per rendere efficace la norma di cui all'articolo 186 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, che prevede un limite massimo alcolemico consentito pari a 0,5 milligrammi per millilitro, è necessario attivare controlli capillari e costanti, anche superando l'annoso problema della carenza di personale delle forze dell'ordine, e prevedere sanzioni più severe nei confronti di coloro che guidano sotto l'influenza dell'alcol,

impegna il Governo:

a presentare un'iniziativa legislativa di modifica del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, recante il nuovo codice della strada, affinché, per coloro che si mettono alla guida di un veicolo nei giorni del venerdì e del sabato dalle ore 22 alle ore 7 del giorno successivo, il limite massimo alcolemico consentito sia pari a 0,0 milligrammi per millilitri e, conseguentemente, ad affrontare organicamente tutte le problematiche di cui in premessa;
a valutare l'ipotesi, in via sperimentale, nell'arco temporale di un mese, di un'iniziativa tesa a vietare la vendita ed il consumo di prodotti alcolici nei pubblici esercizi nei giorni del sabato e della domenica dall'1 alle 7 del mattino.
(1-00122)
«Maroni, Alessandri, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Cota, Dozzo, Dussin, Fava, Filippi, Fugatti, Garavaglia, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Montani, Pini, Pottino, Stucchi».
(13 marzo 2007)

La Camera,
premesso che:
dalla «Relazione sullo stato della sicurezza stradale», presentata al Parlamento il 22 luglio 2005, si evince che in


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Italia, tra il 1973 e il 2002, gli incidenti stradali hanno causato circa 230.000 morti e 7,3 milioni di feriti;
in venti anni gli autoveicoli circolanti al mondo sono quasi raddoppiati dai 450 milioni del 1983 agli 861 milioni nel 2004, il 73 per cento dei quali concentrati negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. L'Italia si colloca al primo posto, a livello mondiale, per il più ampio utilizzo di autovetture, raggiungendo nel 2004 oltre 581 automobili per mille abitanti, e al terzo posto, dopo Stati Uniti e Australia, per gli autoveicoli complessivamente circolanti, pari a 654 autoveicoli per mille abitanti;
in Italia si registra un notevole e progressivo uso dei motoveicoli e dei ciclomotori, che, in particolare nelle aree urbane, determinano ulteriori elementi di pericolosità, soprattutto tra i giovani che possono guidare tali mezzi, pur essendo in possesso del solo foglio rosa;
benché 1'Istat abbia rilevato che a partire dal 2003 si è registrata un'inversione di tendenza, poi confermata nel 2004, con la diminuzione del numero degli incidenti stradali, dei morti e dei feriti, si registra un costante aumento del numero dei deceduti a seguito di sinistri relativi ai veicoli a due ruote e la situazione resta di gravità inaccettabile;
infatti, in Italia nel 2004 si sono verificati 224.533 incidenti, che hanno coinvolto quasi 428.000 automobili e causato 322.225 vittime, di cui 5.625 sono decedute (3.739 conducenti, 1.164 passeggeri e 710 pedoni). I decessi di giovani tra i 18 e 24 anni sono stati più di mille;
alcuni provvedimenti normativi introdotti nel corso degli anni hanno sicuramente contribuito a ridurre i fenomeni incidentali (l'obbligo del casco e delle cinture di sicurezza, il conseguimento dell'attestato dì idoneità per la guida di ciclomotori, le regole per l'uso dei telefoni cellulari, l'introduzione della «patente a punti» e l'introduzione delle sanzioni comminate a carico di conducenti che guidano in stato di ebbrezza o che incorrono in gravi infrazioni del codice della strada), ma siamo ancora lontani dall'obiettivo di dimezzare gli incidenti entro il 2010, come stabilito dal «Programma di azione europeo del 2000», tanto che la IX Commissione della Camera dei deputati ha deliberato di svolgere un'indagine conoscitiva sulla sicurezza nella circolazione stradale, che dovrebbe concludere i lavori entro il 30 giugno 2007;
una percentuale elevata degli incidenti stradali sono attribuibili al consumo di alcol e di altre sostanze psicotrope, in grado di alterare le capacità dei guidatori;
secondo un rapporto della Commissione europea, dal 5 al 20 per cento dei conducenti guida dopo aver bevuto alcolici e dall'1 al 4 per cento dopo aver assunto una quantità di alcol superiore ai limiti stabiliti dalle diverse normative nazionali;
nel periodo 2002-2004 solo il 3 per cento dei patentati italiani è stato controllato con 1'etilometro, rispetto al 16 per cento della media europea e al 38 per cento dei Paesi pii severi. In Francia si effettuano 7-8 milioni di controlli all'anno, in Spagna 3-4 milioni, in Italia 200.000;
cause di incidenti stradali sono sovente riferibili anche alle condizioni delle strade, alla qualità non drenante degli asfalti e ad una segnaletica stradale frutto di interventi succedutisi e stratificatisi nel tempo, a volte persino in contraddizione gli uni agli altri, senza una revisione complessiva che la adegui agli altri Paesi dell'Unione europea;
in Italia, a differenza di altri Paesi europei, per conseguire la patente di guida non è obbligatoria la frequenza ai corsi di autoscuole e si può ottenere il «foglio rosa», anche senza aver superato le prove teoriche e di conoscenza delle regole di guida e della segnaletica della strada;
è indispensabile attuare tutte le iniziative possibili per combattere l'incidentalità stradale e le conseguenti vittime, feriti e danni economico-sociali;


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impegna il Governo:

a dare seguito agli indirizzi già approvati dal Consiglio dei ministri per il raggiungimento dell'obiettivo di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime, come stabilito dal «Programma di azione europeo del 2000», evitando al contempo misure sanzionatorie che incidano sulla proprietà e usabilità dei veicoli i cui conducenti siano responsabili di gravi infrazioni;
a definire le azioni strutturali che possono incidere sulla sicurezza stradale, a partire dagli interventi sulle strade a maggior rischio, e a definire un programma che affidi ad apposita struttura il coordinamento della revisione complessiva della segnaletica stradale con tempi certi, nel rispetto delle competenze previste dalla Costituzione;
a promuovere una serie di azioni ad efficacia rapida, la più importante ed urgente delle quali è l'incremento dei controlli sulle strade, in aggiunta all'avvio dell'educazione stradale nelle scuole, alla revisione di alcune norme del codice della strada, al miglioramento della formazione dei guidatori e degli stessi formatori delle autoscuole;
a rafforzare le azioni di contrasto dei comportamenti di guida ad alto rischio;
ad assumere iniziative o provvedimenti normativi volti a dettare ulteriori e specifiche disposizioni mirate alla messa in sicurezza della mobilità sulle due ruote;
a promuovere, anche attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali e delle associazioni dei gestori degli esercizi di ritrovo e di intrattenimento, azioni di sensibilizzazione a favore dei giovani sui temi della prevenzione e della sicurezza della circolazione stradale.
(1-00124) «Beltrandi, Villetti».
(19 marzo 2007)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)