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PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del disegno di legge di conversione n. 2201-A.
Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto Figlie della Provvidenza di Carpi, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Campa 10.14, Fava 10.15 e Mazzocchi 10.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, poiché apprezzo lo sforzo del relatore, pensavo che sul mio emendamento 10.14, identico al 10.15 (a prima firma del collega Fava) e al 10.17 (presentato dal collega Mazzocchi ed altri) accantonati ieri sera, potessimo addivenire ad una soluzione positiva, visto che ieri per analoghe categorie, quali i parrucchieri e gli artigiani, avevamo previsto la possibilità di presentare la domanda di inizio attività direttamente allo sportello unico del comune. Il relatore sostiene che al riguardo esistono competenze precise e puntuali della Camera di commercio, ma è pur vero che questa ha competenze per tutte le categorie economiche, non solo ed esclusivamente per le imprese di pulizia. Non vi è peraltro ombra di dubbio che ci debba essere la dichiarazione di inizio di attività per tali imprese, così come avviene nel settore del terziario o artigianale. Avremmo però voluto che per un discorso di omogeneità tale dichiarazione fosse presentata allo sportello unico del comune territorialmente competente, per motivi, che mi sembrano tra l'altro davvero ovvi. Innanzitutto, il comune è l'organizzazione al servizio dei cittadini più vicina agli interessi degli stessi.
CESARE CAMPA. Inoltre a nostro avviso lo sportello unico, peraltro voluto anche da voi, evita al cittadino di sottoporsi ad una serie di passaggi burocratici in uffici diversi, con la certezza, una volta presentato l'inizio di attività presso un unico ufficio, di risolvere in tale sede le ulteriori eventuali problematiche connesse all'attività di impresa. Laddove vi fosse bisogno di coinvolgere (come spesso, anzi come sempre accade) diverse organizzazioni o enti per ottenere altri permessi, sarebbe compito dello sportello unico procedere ad effettuare tali passaggi.
Mi sembra che questo sia l'argomento cardine di un discorso relativo alla semplificazione e alla delegificazione. Il cittadino è al centro della nostra attenzione. Visto che ieri sera abbiamo viste soddisfatte le nostre richieste per alcune categorie, con rammarico constatiamo che ciò non avviene per le attività di pulizia e di disinfestazione, di cui al decreto ministeriale n. 274 del 1997, o per le imprese di facchinaggio, che, guarda caso, sono le più piccole ed hanno una minore capacità organizzativa.
Signor Presidente, mi sembra che in definitiva non stiamo andando nella direzione di aiutare le attività economiche del nostro paese, magari perché, come ci è stato suggerito dagli uffici, riguardo a queste categorie (attività di pulizia e di facchinaggio) vi è una competenza della Camera di commercio. Ribadisco che quest'ultima, proprio per la sua natura, è competente in tutte le attività economiche. Avremmo preferito ed ancora preferiamo che la domanda di inizio di attività sia presentata presso lo sportello unico del comune. Invitiamo tutti i comuni e gli organismi competenti ad attrezzarsi e a rispettare la capacità imprenditoriale degli italiani, che deve essere
messa in condizione di non perdere tempo dal punto di vista burocratico, in modo che i cittadini divengano protagonisti nelle loro attività imprenditoriale e si veda così aumentato il prodotto interno lordo del nostro paese. In tal modo, peraltro, consentiremo a voi, che siete tanto avanti sul discorso relativo alle tasse, di poterli tassare di più!
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,55, con immediate votazioni.
La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 10,55.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sugli identici emendamenti Campa 10.14, Fava 10.15 e Mazzocchi 10.17 il deputato Sanga. Ne ha facoltà.
GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, non possiamo accettare gli identici emendamenti in oggetto, perché le competenze specifiche cui si riferiscono sono attinenti alle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, non ai comuni. Lo sportello unico, com'è stato ricordato nei precedenti interventi, determinerebbe pertanto una situazione di grande difficoltà per le amministrazioni locali, che ancora non si sono attrezzate per istituire questo tipo di servizio.
Per questo motivo, riteniamo che non possano essere approvati gli identici emendamenti in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Campa 10.14, Fava 10.15 e Mazzocchi 10.17, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 349
Votanti 330
Astenuti 19
Maggioranza 166
Hanno votato sì 96
Hanno votato no 234).
Prendo atto che il deputato Piro non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Passiamo all'emendamento D'Agrò 10.13.
Ha chiesto di parlare il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ho preso atto del risultato della votazione precedente. Concordo con la valutazione tecnica formulata dal relatore; conseguentemente, ritiro il mio emendamento 10.13.
PRESIDENTE. Sta bene. Dunque, l'emendamento D'Agrò 10.13 si intende ritirato.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Uggè 10.33, Greco 10.35, Fava 10.197 e Saglia 10.259.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, aderendo al contenuto dell'emendamento Greco 10.35 e degli altri, che sono identici, auspico che il mio intervento non sia considerato un atto ostruzionistico nei confronti dei lavori parlamentari.
Come ha ricordato ieri sera l'onorevole D'Agrò, vorrei invitare sommessamente l'onorevole Franceschini a chiarire la sua posizione e il suo pensiero attraverso un'esplicita dichiarazione, per confortarci su ciò che ci ha preoccupato profondamente rispetto ai lavori di ieri sera.
Per quanto riguarda gli identici emendamenti in oggetto concordo con la soppressione del comma 5 dell'articolo 10, ritenendo che tutta la problematica delle autoscuole dovrebbe essere inserita in un
contesto proprio, quindi in una riforma del codice della strada. Si parla di formazione e di sicurezza stradale. A mio avviso si compie una forzatura da parte del Governo, della maggioranza e della Commissione per quanto riguarda la definizione e l'identità delle scuole guida. Tutta questa materia deve essere certamente normata, regolamentata, ma non nel modo in cui lo fa il comma in oggetto, quando stabilisce che «l'attività di autoscuola è soggetta alla sola dichiarazione di inizio attività da presentare all'amministrazione provinciale». Ritengo che ciò sia pochissimo. Credo che debba essere individuata una diversa capacità di valutare il problema, anche perché il tema della sicurezza deve essere affrontato seriamente ed in modo stringente.
Ritengo inoltre che prevedere la vigilanza tecnica da parte dell'amministrazione provinciale sia una forzatura: con quali elementi l'amministrazione provinciale può controllare l'attività tecnica? Abbiamo visto la fine che hanno fatto molte amministrazioni provinciali, quando sono state loro trasferite alcune competenze sulla viabilità! Si è verificato uno svuotamento delle professionalità, ma soprattutto un decadimento dal punto di vista tecnico. Il problema delle autoscuole dovrebbe dunque essere valutato a parte.
Per questi motivi sono favorevole alla soppressione del comma 5. Sono dell'avviso che il relatore ed il Governo, che molte volte è stato definito silente, ma nei confronti del quale nutro molto rispetto, possano dirci qualcosa. Non si parla, ovviamente, degli esercizi degli estetisti, ma di un settore particolare ed impegnativo.
Signor Presidente, mi consenta un'ultima battuta. Come sosteneva ieri l'onorevole Tabacci, vi è sempre un problema di Authority, di competenze e di sconfinamento della definizione del ruolo delle autorità e delle competenze per materia dell'esecutivo.
Credo che anche su questo provvedimento e su queste materie vi sia una grande confusione. Questo provvedimento non fa chiarezza e mette in difficoltà il percorso dell'esecutivo e del Parlamento.
Mi auguro che sia il relatore, sia il Governo, possano esprimere la loro posizione in tema di sicurezza sulla strada e di tutela delle vittime, almeno per tranquillizzare noi parlamentari e chi si sta sforzando per fare della sicurezza stradale un modello di vita e di identità del nostro paese [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, colleghi parlamentari, credo che le motivazioni sottese alla soppressione del comma 5 dell'articolo 10 siano sotto gli occhi di tutti.
Mi dispiace che questa mattina sia in missione il presidente della Commissione trasporti, di cui faccio parte, onorevole Meta, che potrebbe riferire in Assemblea sull'audizione di qualche giorno fa dei rappresentanti dell'ACI, e ribadire la preoccupazione anche di questa associazione rispetto al provvedimento in oggetto, fornendo i dati sulla sicurezza stradale e sugli incidenti, senza entrare nel merito del provvedimento stesso.
Dai dati risulta, in maniera lampante, che, nel nostro paese, occorre rafforzare all'interno delle autoscuole una formazione a tutto campo, perché gli incidenti stradali si evitano solo se vi è una condivisione culturale sul pericolo e sulla sicurezza. Ciò può e deve avvenire (ma, forse, non avviene ancora sufficientemente) all'interno delle autoscuole.
Se questo è vero, siamo del segnale opposto! Si sta cancellando la figura specifica dell'autoscuola, dell'istruttore, della persona che deve avere determinate caratteristiche! Non si può consentire l'insegnamento a persone che non siano competenti! Oggi, anche nel mondo della scuola, vi è assolutamente bisogno di verificare la professionalità degli insegnanti ed il risultato del loro insegnamento. In questo caso, si vuole dequalificare. Non è assolutamente possibile!
Ecco perché dobbiamo chiedere con forza la soppressione del comma 5 dell'articolo 10.
Il Governo oggi è presente in aula con tre rappresentanti - non so, quindi, caro collega Tassone, se sarà o meno silente -; mi auguro che possa interloquire con noi anche perché non siamo qui per fare ostruzionismo, come abbiamo dimostrato anche in Commissione. Al collega Tassone do atto del buon lavoro svolto sia come viceministro sia, oggi, come membro dell'opposizione, per cercare di migliorare il testo del provvedimento in esame che deve prevedere misure a favore dei cittadini.
Ai rappresentanti del Governo, che molto spesso ci ricordano, anche con il presente provvedimento, che il nostro paese deve essere agganciato all'Europa, fornisco alcuni dati che considero importanti. L'onorevole Uggè, insieme ai colleghi Zanetta, Galli e Lazzari, che sono più competenti del sottoscritto in materia di autotrasporto, potranno confermarli.
Non so quante siano, in termini di numero, le autoscuole italiane rispetto a quelle francesi, inglesi o tedesche; il numero delle autoscuole italiane è, come riferitomi da qualcuno, quasi il doppio di quello dei paesi citati. Ho anche controllato alcuni dati, che non hanno a che fare con le autoscuole, ma che cito perché di essi avremo modo di parlare in altre occasioni. Faccio riferimento ai dati relativi al numero dei revisori contabili i quali sono nel nostro paese 110 mila (nel complesso dei paesi comunitari sono circa 85 mila). In Francia, paese in cui vige la più grande liberalizzazione europea, i revisori contabili sono 12 mila 500; in Germania 11 mila, in Gran Bretagna poco meno di 12 mila. In Italia, come detto, i revisori contabili sono 110 mila, nonostante nel provvedimento Bersani si parli di liberalizzazione.
Noi riteniamo che oggi il numero di autoscuole esistenti nel paese sia sufficiente all'insegnamento (i corsi sono molto spesso composti da solo dieci persone). Esse però debbono essere maggiormente qualificate e rafforzate dal punto di vista della formazione alla guida e alla sicurezza stradale. Non possiamo, pertanto, accettare una forma di liberalizzazione che immetterebbe sul mercato chiunque, provocando danni non tanto alle autoscuole quanto ai consumatori, alle mamma e ai papà che dovranno sopportare i danni subiti dai propri figlioli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, desidero citare, come poc'anzi ha fatto l'ottimo collega Campa, alcuni dati forniti dall'ACI. Secondo tali dati, sulle strade italiane si sono registrati 5.426 morti, 313.754 feriti e 225.078 incidenti, con un costo sociale pari a 34 milioni 733 mila euro.
La domanda che si pone è quindi la seguente: un Esecutivo serio che dovrebbe porsi, come ha fatto il Governo Berlusconi - in particolare, il ministro Lunardi - con l'introduzione della patente a punti, l'obiettivo di intervenire per salvaguardare la vita della gente, prevede una forma di liberalizzazione che consentirà a chiunque di svolgere l'attività di formazione.
Per tali motivi, invito tutti i colleghi a riflettere attentamente sulla richiesta contenuta nell'emendamento a mia prima firma, 10.33, di sopprimere il comma 5 dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Germontani. Ne ha facoltà.
MARIA IDA GERMONTANI. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Saglia 10.259, che sottoscrivo, con il quale si chiede di sopprimere il comma 5 dell'articolo 10.
Desidero richiamare l'attenzione del relatore, onorevole Lulli. Gli interventi che mi hanno preceduto hanno già rilevato come la previsione della sola dichiarazione di inizio di attività per l'esercizio di autoscuole senza un'esplicita autorizzazione da parte delle province può costituire un
grave rischio, data l'estrema delicatezza di una materia come è quella della sicurezza stradale.
Desidero ricordare che già con la legge di semplificazione del 1998, presentata nel corso della XIII legislatura, l'allora Governo di centrosinistra aveva previsto nell'allegato 1, al punto 31, di riesaminare e liberalizzare i procedimenti autorizzativi inerenti l'attività delle autoscuole. Successivamente, questo processo sia era fermato per via di una sentenza della Corte di cassazione dalla quale scaturiva, rilevando la particolare delicatezza e complessità del settore delle autoscuole, che l'attività di autoscuola non poteva essere lasciata alle incontrollate e illimitate iniziative dei singoli, e si auspicava l'intervento del legislatore diretto a dettare norme che, specificando condizioni e ponendo limiti all'esercizio di questa attività, contemperasse e armonizzasse il diritto dei singoli con le esigenze della collettività.
È agevolmente riscontrabile anche dagli studi di settore SG88 che le autoscuole sono prevalentemente microimprese con volumi di affari che dimostrano che l'attuale impianto non ha generato sacche di protezionismo né di speculazione, anzi il settore è caratterizzato da un profondo stato di crisi che ha di per sé sviluppato da anni un'eccessiva concorrenza.
È evidente che con l'emendamento in esame e con quello a mia firma e di altri colleghi, non ci si vuole sottrarre alle normali conseguenze dell'evoluzione dei tempi e, ancor meno, si vogliono sottovalutare gli interessi della collettività e dei consumatori, ma si ritiene corretto, nell'interesse di tutti, che si evitino interventi, come quello previsto nel presente provvedimento, male armonizzati che colpiscono le imprese del settore, che hanno investito e continuano ad investire nell'innovazione, in modo così pesante come interviene questo decreto-legge, tale da mettere a rischio anche la sopravvivenza di queste piccole aziende disperdendo la ricchezza culturale e specifica che è bene di tutti.
Cosa può accadere dalla liberalizzazione? Le imprese che hanno recentemente acquistato un'autoscuola, in genere indebitandosi, rischieranno di non poter onorare gli impegni assunti. I titolari di autoscuole prossimi alla pensione subiranno un immediato e pesante danno per la svalutazione dell'avviamento dell'impresa determinata dall'incertezza imposta dal presente decreto-legge. Gli investimenti effettuati in strumenti informatici con l'avvento dell'esame informatizzato risulteranno a questo punto sproporzionati e forse inutili. Torneranno a costituirsi diverse e nuove autoscuole avviate da persone che ha già un reddito primario garantito da altre attività, per le quali la gestione dell'autoscuola risulterà soddisfacente anche a fronte di una bassissima redditività stando la loro esenzione da alcuni oneri economici che gravano invece su chi opera in questo settore in modo esclusivo. Il vigente sistema sanzionatorio e di vigilanza verrà di fatto annullato dalla possibilità di ricominciare in qualsiasi momento e dovunque la stessa attività.
Cosa proponiamo? Considerata la complessità della materia essa non si può regolamentare con un comma di un decreto-legge e, quindi, sarebbe opportuno che l'intervento legislativo si limitasse a sancire il principio di riforma del settore e rimandasse le necessarie modifiche al codice della strada e il relativo regolamento ad una legge quadro per il settore.
In conclusione, chiediamo che si presti attenzione all'emendamento Saglia 10.259 con il quale, lo ripeto, si vuole chiedere la soppressione del comma 5 dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, sottolineo brevemente, data la ristrettezza del tempo a mia disposizione, l'importanza del richiamo che alcuni colleghi, componenti la Commissione trasporti, hanno fatto al presidente dell'ACI nel corso di una recente audizione.
Noi dobbiamo renderci conto che quello della sicurezza è un tema prioritario sia per il nostro paese sia a livello mondiale. In questo settore si stanno mettendo
in piedi una serie di iniziative importantissime che richiedono soprattutto professionalità dal punto di vista dei servizi offerti e delle attività svolte dalle autoscuole. Dequalificare quest'ultime significherebbe mortificare questo obiettivo.
Se ci rendiamo conto che la liberalizzazione in questo settore comporta più rischi che opportunità, sarebbe opportuno, a questo punto, riflettere sugli emendamenti in esame con i quali si chiede la soppressione del comma 5 dell'articolo 10.
Credo che questa riflessione vada fatta, cari colleghi e care colleghe, perché in questo caso ci troviamo di fronte ad un settore particolarmente a rischio. Ecco perché condivido gli emendamenti soppressivi del comma 5 dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo per avvalorare quanto detto dai colleghi Campa e Uggè, soprattutto in riferimento ad una sorta di sostanziale anarchia che viene determinata da questo provvedimento nel comparto particolare che riguarda le scuole guida. Sarebbe facile strumentalizzare i dati che verifichiamo quotidianamente in merito agli incidenti e anche alla scarsa conoscenza delle normative che regolamentano la circolazione stradale ed autostradale. Rimane il fatto che un provvedimento come questo, non suffragato da elementi di sufficiente certezza e veridicità, rischia di perpetrare un proliferare di scuole, le quali fatalmente improvvisano quelle che dovrebbero essere normative improntate alla garanzia del conducente e del cittadino. E le improvvisano senza la necessaria garanzia di sicurezza determinata invece dalla normativa precedente.
PRESIDENTE. Deve concludere.
FABIO GARAGNANI. In conclusione, credo che le valutazioni fatte meritino un'attenta considerazione da parte del Governo. Qui non si tratta di liberalizzare. In realtà...
PRESIDENTE. Deputato Garagnani...
FABIO GARAGNANI. ...si tratta di sancire una sorta di anarchia strisciante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, abbiamo chiesto la soppressione del comma 5 dell'articolo 10, perché riteniamo che di questo argomento non si debba parlare nel decreto-legge sulle liberalizzazioni. Esiste un problema oggettivo, non è tanto una questione di liberalizzazione o di semplificazioni, per fare in modo che ci siano più autoscuole, che le autoscuole aprano più velocemente. C'è il problema opposto, non nel senso che noi siamo contrari a far aprire autoscuole con maggiore facilità ma nel senso che riteniamo debba esserci una maggiore professionalità. Parliamo della professionalità delle autoscuole e non di quella dei cittadini che usufruiscono di questo servizio.
In sostanza, dobbiamo promuovere maggiore professionalità e competenza nelle autoscuole a garanzia delle persone che vi si recano. E non si tratta di persone obbligate a rivolgersi a questi enti, come avviene per altri soggetti di cui abbiamo parlato precedentemente, durante l'esame di questo decreto-legge sulle liberalizzazioni. Dobbiamo fare in modo che ci sia più professionalità. Dobbiamo evitare una norma che dequalifichi il lavoro di chi gestisce le autoscuole. Infatti, con questa disposizione sopprimiamo il controllo delle autorità di competenza. Facciamo in modo che si passi da un'autorizzazione ad una dichiarazione. In alcuni casi è possibile ed anche giusto utilizzare questo sistema. Nel nostro caso non è così. Ci deve essere un maggiore controllo da parte degli enti competenti, perché chi esce da un'autoscuola si immette non sul mercato del lavoro ma sulla strada. Non succede nulla se chi deve avvitare bulloni o spelare fili sbaglia una volta. Se sbaglia un utente che ha utilizzato l'autoscuola fa un danno enorme. Prossimamente in quest'aula si
parlerà di stragi del sabato sera e di argomenti connessi. Quel problema parte proprio dall'autoscuola perché, attualmente, i giovani che escono dalle autoscuole sono formati in minima parte ad utilizzare un mezzo come l'automobile o il motociclo. Sono assolutamente impreparati.
Perciò chi si rivolge ad un'autoscuola deve uscirne con la massima competenza. Piuttosto, diamo un giro di vite nei confronti delle autoscuole in modo tale che garantiscano più professionalità per chi esce, perché chi si immette sul mercato - in senso autostradale, automobilistico - deve avere una conoscenza totale dell'argomento. Prova ne sia il fatto che l'altro giorno stavo investendo una giovane ragazza che era appena uscita dall'autoscuola. La ragazza non concepiva che attraversando lontano dalle strisce potesse essere investita. Si è adirata nei miei confronti perché diceva: doveva essere lei a controllare, non io; io sono un pedone e ho ragione. Può anche avere ragione ma quando una persona viene investita o fa un incidente stradale perde tutto le ragioni. Può anche essere che io dovessi pagare il pedone ma mi sembrava illogico. Questa persona era appena uscita dall'autoscuola. Era appena uscita.
Quindi, teniamo conto che dobbiamo dare uno stretto giro di vite alle autoscuole. Già nella precedente legislatura la Lega ha espresso enormi perplessità in merito alle autoscuole e al sistema della patente a punti. In questo caso, non vogliamo fare un favore alle autoscuole attuali. Vogliamo tutelare i cittadini, in modo tale che, all'uscita dalle autoscuole, abbiano la conoscenza totale delle norme e la coscienza intrinseca di cosa sia la sicurezza quando vanno per strada, sia come semplici pedoni sia come utilizzatori di un'automobile o di un motorino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Galli. Ne ha facoltà.
DANIELE GALLI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Campa 10.57. E faccio mio quanto detto prima dai colleghi Campa ed Uggè. Non posso che rinnovare al Governo l'invito a porre molta attenzione. Infatti, se prima si parlava di fatti economici - e quindi di danni economici all'utenza - qui si parla di danni probabili alla vita dell'utente della strada.
Quindi, non possiamo deregolarizzare la situazione delle autoscuole. Io mi sarei aspettato da parte del Governo che, nel deregolarizzare le autoscuole - e quindi il sistema di insegnamento, che per me è dannosissimo -, avesse perlomeno sentito l'esigenza di introdurre insegnamenti aggiuntivi nell'ambito scolastico per sensibilizzare meglio la popolazione. Invece, cosa si fa? Si destabilizza un sistema di insegnamento. Onestamente, non è il momento, visto quello che succede tutti i sabato sera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, ascoltando il dibattito facevo la riflessione che, in realtà, il tema delle liberalizzazioni si basa su due principi, ai quali dobbiamo tutti badare con molta attenzione e molto senso di responsabilità. Uno è quello per cui bisogna liberalizzare, nel senso di rendere più facili le attività, nel senso di liberare, come si dice, il nostro paese dai «lacci e lacciuoli» - tra virgolette - che tanto spesso o troppo spesso rendono difficile il migliore esercizio delle capacità imprenditoriali. E su questo non ci piove. Tuttavia, bisogna anche tener presente un altro principio: non tutte le attività possono essere trattate allo stesso modo. Non per tutte le attività si può porre un rimedio al danno prodotto successivamente all'inizio della stessa.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIANCARLO LAURINI. Vale per esempio a proposito della professione medica, quando l'ammalato è deceduto e si cerca
di ottenere un risarcimento danni. Quindi, attenzione la selezione è da farsi prima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, il giovane oggi, più che capacità e sicurezza nella guida, cerca la patente, una patente che gli arrivi nel più breve tempo possibile e con la maggiore facilità possibile. Il cliente non ha cognizione, non ha informazioni per poter scegliere. Vale anche per i genitori dei giovani.
Quindi, preoccupa il fatto che la sburocratizzazione possa diventare libertà di accesso ad una attività che è privata, tenuta da privati, ma che svolge una funzione pubblica: l'autoscuola deve garantire per la collettività che chi prenderà la patente è abilitato anche a difendere la vita sua e quella degli altri. L'eccessiva libertà - e ho concluso - nell'esercizio di questa funzione pubblica aggrava quella situazione di insicurezza che vi è lungo le strade del nostro paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Presidente, la soppressione del comma 5 dell'articolo 10 del provvedimento in esame non nasce da uno sfizio, ma da una valutazione che riguarda l'impianto complessivo del provvedimento.
Per cercare di capire da cosa nasca una tale volontà del Governo, dobbiamo rifarci al parere dell'Antitrust del 1997, rigettato, peraltro, nel 1998 dallo stesso ministro Bassanini.
Non vorrei che l'operazione di liberalizzazione delle autoscuole, legata all'abolizione del PRA, che viene avanzata dal disegno di legge Bersani, in qualche modo stravolga un settore così delicato come è quello della motorizzazione italiana. Credo che sarebbe stato più prudente, e anche più confacente alle esigenze di una cultura diversa che questo paese deve avere su tale tema, fare in modo che un disegno di legge di impianto complessivo si preoccupasse di dare valore e contenuto ad una questione così seria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gardini. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI. Presidente, vorrei sottoporre all'attenzione dei tutti i colleghi un aspetto cui sicuramente hanno già pensato, ma che, come madre, mi preoccupa molto.
Sappiamo, infatti, che oggi nelle autoscuole vi sono tantissimi ragazzi che vanno a prendere il patentino a 14 anni per il motorino, a 16 anni per il «125»: allora, quando noi affidiamo i nostri figli alle autoscuole, in una materia così delicata, e sappiamo quali e quanti sono, purtroppo, i risultati quotidiani sulle strade - basterebbe andare in un pronto soccorso o in un reparto ortopedico per vedere quanti dei nostri ragazzi si fanno veramente male -, noi genitori vogliamo che vi siano maggiori garanzie e professionalità certificate, garantite, implementate.
Vorrei dirvi - e vi prego di considerarlo - che si tratta di un aspetto molto delicato perché mettiamo determinate persone a contatto con i nostri minorenni: e su questo fronte si aprono anche altri aspetti che vi prego di prendere altrettanto in considerazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Presidente, un altro aspetto che occorre rilevare, nel momento in cui il Governo decide di liberalizzare il settore, è quello di alcune scuole superiori da cui partono alcuni progetti pilota per insegnare ai giovani il codice della strada e dare i primi insegnamenti di quanto poi dovranno conoscere e sapere quando riceveranno la patente. Ciò perché siamo di fronte ad un settore importante, strategico e anche serio.
Da un lato, vi sono progetti di questo tipo che partono già dalle scuole medie e da quelle superiori, e che quindi coinvolgono diversi soggetti e varie istituzioni in modo serio, dall'altro, il Governo va a deregolamentare un settore che è altrettanto serio e importante, andando forse a svilire quegli stessi progetti...
PRESIDENTE. La prego, deve concludere!
MAURIZIO FUGATTI. ... che vengono intrapresi all'interno delle scuole superiori.
Vedo che ha fretta, Presidente, grazie!
PRESIDENTE. No, ha esaurito il tempo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Presidente, intervengo soltanto per richiamare ulteriormente l'attenzione - so che l'hanno fatto diversi colleghi - perché il comma 5 è realmente stupefacente sia nell'impostazione che negli obiettivi. Io francamente insisto affinché si possa sopprimere e insisterei, in via subordinata, nel chiedere al relatore e al Governo se non intendano quantomeno accantonarlo per una eventuale riformulazione in termini accettabili. Così è francamente inaccettabile!
Vorrei fare la richiesta, Presidente, laddove non venisse accolta la proposta di soppressione del comma 5, di una sospensione dell'esame dell'emendamento per un tempo congruo al fine di verificare se vi siano le condizioni per poterlo riscrivere in maniera migliore.
PRESIDENTE. Sono presenti in aula gli alunni della scuola elementare San Vincenzo Pallotti di Ostia Lido, che salutiamo con simpatia (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, mi associo alle argomentazioni già svolte dall'onorevole La Loggia. Ieri, il relatore Lulli su una questione estremamente delicata e controversa - quella delle guide turistiche - in sede di Comitato dei nove ha trovato una soluzione, se non ottima, sicuramente migliorativa del testo.
Ora, di fronte ad una serie di argomentazioni così ampie e fondate, ritengo che anche su tale questione debba prevalere il buonsenso. Pertanto, credo che un accantonamento ed una riunione del Comitato dei nove per giungere ad una riformulazione ampiamente condivisa possa essere, a mio avviso, l'unica soluzione percorribile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento Uggè 10.33, ricordando al sottosegretario Bubbico che, qualche anno fa, tutti i giornali erano pieni di scandali su autoscuole, patenti facili, compravendite e via dicendo.
Da qui nasceva la necessità di maggiori controlli, tenendo conto anche del fatto che le autoscuole, attraverso la previsione di una serie di penalità e controlli, sono divenute il punto focale di una politica sul traffico e sulla sicurezza nelle strade.
Quindi, ci saremmo aspettati che un provvedimento di questo genere fosse accompagnato dal giusto bilanciamento di una serie di controlli necessitati sull'esercizio dell'attività specifica. Tuttavia, ciò non è accaduto, pertanto siamo di fronte ad una completa deregolamentazione della materia. Credo che almeno un minimo di coerenza da parte del legislatore ci dovrebbe essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Germanà. Ne ha facoltà.
BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, il centrodestra abitualmente è favorevole
alle liberalizzazioni. Ho ascoltato gli interventi di tutti i colleghi, pertanto ritengo che il relatore e il sottosegretario dovrebbero domandarsi perché vogliamo bloccare questa norma. Si cerca di liberalizzare anche coloro che sono competenti a rilasciare le concessioni di porto d'armi. È veramente assurdo che si registrino casi di rilascio di patenti facili!
Credo che il relatore debba riflettere su tale aspetto accantonando l'emendamento in esame, per poi trovare una soluzione più giusta per questi ragazzi che, soprattutto il sabato sera, guidano in maniera spericolata, anche perché la scuola guida non impone un modo serio di guidare le automobili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, anch'io mi associo alla richiesta dei colleghi della Casa delle libertà invitando il relatore e il rappresentante del Governo ad un accantonamento di questo emendamento per addivenire ad una riformulazione condivisa.
Ritengo non sfugga a nessuno l'importanza rivestita dalla professionalità degli istruttori delle scuole guida, specie quando ci accingiamo a discutere, la settimana prossima, il tema delicatissimo dell'educazione seria al rispetto degli altri attraverso comportamenti di guida consoni sulle strade. Mi riferisco alle cosiddette stragi del sabato sera, cui ogni lunedì danno risalto le notizie di stampa.
PRESIDENTE. Deve concludere...
GIANLUCA PINI. Ebbene, mentre, da un lato, siamo impegnati affinché si diffonda il rispetto delle regole, dall'altro deregolamentiamo completamente gli strumenti che devono trasmettere un insegnamento serio e concreto ai ragazzi che prendono la patente di guida. Quindi, il mio auspicio è che si accantoni l'esame del comma al fine di trovare poi una soluzione condivisa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Martinello. Ne ha facoltà.
LEONARDO MARTINELLO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento Greco 10.35; vorrei anche precisare che il centrodestra è a favore delle liberalizzazioni, ma non certo se effettuate in questo modo.
Stiamo discutendo, oggi, di un argomento, le autoscuole, talmente importante da richiedere una valutazione complessiva dei settori dei trasporti, della sicurezza stradale e del codice della strada. Quindi, la proposta di accantonamento avanzata dai colleghi negli interventi dianzi svolti è certamente da prendersi in considerazione.
Inoltre, quanto al controllo delle province, devo osservare che oggi, su queste attività, tali enti svolgono un controllo che si spinge ben oltre la verifica dei requisiti. Ebbene, con la disposizione in esame, si perderebbe tale controllo. Non vi sarebbe più la possibilità di verificare quali nuovi utenti della strada escano da questa scuola di formazione.
Quindi, certamente è da accogliere la proposta di accantonamento avanzata; forse si dovrebbero stralciare queste disposizioni. Nonostante noi siamo favorevoli alla liberalizzazione, non è questo, infatti, il contesto normativo nel quale possiamo operarla. Le stragi cui assistiamo tutti i lunedì e gli incidenti stradali sono il frutto anche di una non accurata preparazione di alcuni automobilisti.
PRESIDENTE. Deve concludere...
LEONARDO MARTINELLO. Noi vogliamo evitare situazioni del genere e perciò chiediamo l'accantonamento della disposizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, ritengo che il Governo abbia elaborato questa
disposizione sulla liberalizzazione delle autoscuole con un po' di leggerezza. L'argomento è troppo importante: la settimana scorsa vi sono stati cinquanta morti sulle nostre strade, il che dimostra quanto si debba stare attenti nel formulare proposte di tal tipo.
D'altra parte, come ha già osservato qualche mio collega dianzi intervenuto, gli stessi istituti scolastici superiori sono legittimati a concedere il famoso «patentino», il che dimostra che si è molto attenti a questa materia. Dunque, da parte del Governo, vi è una contraddizione; se riconosce l'importanza di tale realtà, come può, adesso, proporre questa forma di liberalizzazione che consentirebbe a chiunque di farsi maestro e di concorrere così all'aumento delle morti sulle strade!
PRESIDENTE. Deve concludere...
PAOLA GOISIS. Noi non vogliamo che questo si verifichi e quindi mi associo alla richiesta di accantonamento già avanzata dai colleghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bodega. Ne ha facoltà.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, senza volere esasperare la situazione o dare troppa enfasi ad un settore quale quello dell'insegnamento alla guida dei nostri giovani, desidero anch'io evidenziare come si tratti di un argomento molto importante per i nostri ragazzi. Non solo per loro, anzi, ma anche per chiunque si debba impegnare a guidare. Sappiamo bene che, molte volte, «la pratica vale più della grammatica». È un settore da tenere in seria considerazione; se dunque fosse possibile - come è stato già chiesto dai colleghi - rivedere la stesura di questo comma 5, sicuramente sarebbe cosa buona.
Quindi, nel sottoscrivere l'emendamento, chiedo anch'io la rivisitazione dell'intero comma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Berruti. Ne ha facoltà.
MASSIMO MARIA BERRUTI. Mi appello a lei, Presidente Bertinotti, al suo noto equilibrio, sollecitando il suo intervento affinché questo comma venga assolutamente accantonato.
È importante capire che qui non si tratta di vendere il prosciutto o la mortadella in un negozio, qui si tratta di gente che forma i giovani alla guida di un'automobile, che dà loro delle regole, che dà loro una condotta di guida per le strade, dove il pericolo incombe, in ogni istante del giorno e della notte. Penso che sia una richiesta legittima, coerente ed assolutamente equilibrata da parte di tutto il centrodestra chiedere l'accantonamento di un comma che può, con le sue conseguenze, creare veramente danni. Non parlo solo dei giovani, ma del fatto che con una semplice dichiarazione - ripeto, con una semplice domanda - si venga autorizzati a svolgere un'attività in cui si è formatore di giovani, di regole, di caratteri, di comportamenti e di atteggiamenti sulla strada.
La prego, signor Presidente, nella sua autorevolezza, di voler intervenire affinché si possa accantonare l'esame del comma in questione.
PRESIDENTE. Sono state avanzate, da parte di diversi oratori, richieste di accantonamento degli emendamenti riferiti al comma 5. Chiedo dunque al relatore quale sia il suo parere su tale reiterata richiesta.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, il mio parere è contrario, anche perché - vorrei ricordarlo - in apertura di seduta ho riformulato molti pareri espressi proprio sugli emendamenti riferiti al comma 5 dell'articolo 10.
Vorrei aggiungere alcune riflessioni. La prima è che il decreto-legge in questione non deregolamenta le autoscuole, rende più facile la loro apertura, mantenendo integre le caratteristiche di professionalità, moralità, capacità finanziaria di chi avvia tale attività.
Vi è poi una seconda questione: con un lavoro emendativo che, se potrà essere proseguito, avrà un contributo rilevante
anche da parte dell'opposizione, si rafforzano i criteri qualitativi di svolgimento dell'attività delle autoscuole. Questo è l'interesse preminente rispetto alle considerazioni che ho ascoltato. Infatti, evidentemente, se la situazione - la ravvisiamo, non c'è dubbio che sia in questi termini - è così drammatica, - basta purtroppo leggere i resoconti degli incidenti del sabato sera e verificare come spesso si viaggia sulle nostre strade - è del tutto evidente che vi è un problema di rafforzamento qualitativo del lavoro e dei servizi di autoscuola. Mi permetto di evidenziare che è interesse del Parlamento, delle istituzioni e del Governo evitare che possibili rendite di posizione siano in contraddizione con il lavoro qualitativo necessario per guidare e per stare sulle strade in modo consono.
Allora, è del tutto evidente che non c'è nessuna contraddizione tra facilitare l'apertura di nuove autoscuole da una parte e, d'altra, rafforzare i requisiti di professionalità e di qualità del rilevante servizio reso da queste importanti imprese. D'altra parte, attraverso i pareri che ho già espresso, accogliendo anche numerosi emendamenti presentati dalle forze di opposizione, ritengo si possa rispondere in modo ampio in Parlamento alle esigenze che sono state rilevate.
Inoltre, poiché spesso sento un clima un po' troppo negativo verso i nostri cittadini, permettetemi di osservare come sembri che tutti siano in qualche modo intenti solo a guardare l'interesse immediato, giornaliero o, scusate, a fregare il prossimo. Io, invece, ho grande fiducia sia in chi intraprende questa attività, sia nel fatto che, se investiamo sulla qualità, il nostro paese può rispondere bene. Credo pertanto che possiamo proseguire nelle votazioni degli emendamenti riferiti al comma 5 dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, mi sembra che la questione posta dai colleghi della Lega sia fondata e seria. Noi del gruppo La Rosa nel Pugno siamo sicuramente favorevoli alle liberalizzazioni, ma sulla questione delle autoscuole riteniamo - come ha ricordato il relatore poco fa - che occorra certamente liberalizzare e allo stesso tempo prevedere garanzie in ordine alla professionalità degli istruttori. Anche a me sarebbe sembrato ragionevole che il Comitato dei nove prendesse in esame la situazione.
So che il relatore ha ribadito il suo parere contrario al riguardo, ma sono voluto intervenire comunque a favore di quanto sostenuto dai colleghi della Lega (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baiamonte. Ne ha facoltà.
GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, ho ascoltato con estremo interesse le parole del relatore e mi trovo perfettamente d'accordo. Tuttavia, sono anche d'accordo con chi chiede di sospendere l'esame degli emendamenti riferiti a questo comma, anche perché vedrei con molto favore l'istituzione di corsi di istruzione e perfezionamento presso le scuole per i giovani, presso le scuole, da parte del Ministero dei trasporti di concerto con il Ministero della pubblica istruzione. Ciò proprio per evitare - come diceva il relatore - le cosiddette stragi del sabato sera, nonché gli incidenti che si verificano quotidianamente e che coinvolgono i motocicli. Oggi, i giovani procurano danni a sé stessi, ed i reparti di ortopedia e di rianimazione ne sono colmi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tortoli. Ne ha facoltà.
ROBERTO TORTOLI. Signor Presidente, vorrei rivolgere un ulteriore appello al collega Lulli, da toscano di destra a toscano di sinistra. Vorrei invitarlo a riflettere
sulla possibilità di sedersi intorno a un tavolo per affrontare nuovamente il delicato tema delle autoscuole.
Per quanto riguarda l'attività delle autoscuole, come del resto le attività legate al turismo, non si è considerata in maniera seria la posizione dell'utente: nel caso del turismo, il turista e, nel caso delle autoscuole, i nostri figli e coloro che le frequentano per imparare. Si sottolinea più il problema delle liberalizzazioni, che in questo caso non esiste. Siccome è emersa la volontà di tutto il Parlamento di affrontare il tema in maniera seria, riuniamoci attorno ad un tavolo e riscriviamo il comma 5 dell'articolo 10!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO. Signor Presidente, intervengo sull'ipotesi prospettata di prevedere per le autoscuole la trasformazione dell'autorizzazione in una semplice dichiarazione, visti anche gli interventi del Governo sulla necessità di controllare la situazione sulle strade. Prima di arrivare ad adottare provvedimenti sulle cilindrate delle auto, riflettiamo sull'esigenza di non abbassare il livello quantitativo delle scuole che formano i futuri utenti delle strade.
Visto l'atto di buonsenso giunto dalla sinistra e, in particolare, dall'onorevole del gruppo La Rosa nel Pugno, invito il relatore a considerare l'opportunità di accantonare questo comma per trovare una formulazione più adeguata ai comuni intenti di tutela dei nostri ragazzi sulle strade.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, anche a fronte degli ultimi interventi svolti da alcuni autorevoli esponenti della maggioranza, vorrei che il Governo rivedesse la sua posizione, in modo che si possa ulteriormente approfondire la questione. La richiesta di accantonamento non deve essere percepita come una sconfitta, ma come l'ultimo tentativo per individuare una soluzione migliore.
Credo che la questione dell'educazione nella scuola rischi di essere una foglia di fico: non è uno strumento efficace, se non è supportato da un'architettura legislativa tale da consentire di preparare i formatori, il che - lo lamentiamo - non è presente in questa misura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, vorrei rafforzare l'intendimento e le opinioni sostenute da molti colleghi intervenuti fino ad ora.
Anche dal rappresentante del La Rosa nel Pugno, parte politica che non può certamente essere tacciata di essere ostile al processo di liberalizzazione, è stata ravvisata la necessità di riflettere maggiormente sull'argomento. Ciò non significa che bisogna cancellare la norma, ma individuare un momento condiviso su un aspetto così importante della nostra vita civile. Occorre trovare un percorso comune ed un aspetto di condivisione tra le istanze evidenziate ed evocate legittimamente da parte di alcuni gruppi di opposizione ed i contenuti del provvedimento.
MARIO TASSONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, è stato richiesto il parere del Governo, ma in questo momento non sono presenti in aula né il ministro dei trasporti, né i sottosegretari di tale ministero. Si tratta di una materia abbastanza delicata.
Il ministro dei trasporti ha presentato in sede di Consiglio dei ministri un pacchetto di sanzioni ed altre misure sulla sicurezza stradale. Crediamo sommessamente che il Governo debba esprimere una posizione e mi rivolgo anche a lei,
signor Presidente, perché vi sia una certa razionalità nell'andamento dei lavori dell'Assemblea.
Il relatore non accetta l'accantonamento dei suddetti emendamenti, ma, visto e considerato che stiamo affrontando una materia così delicata, il Governo deve esprimere la sua posizione in termini fermi e decisi, altrimenti lavoriamo a vuoto. Signor Presidente, credo che questo sia anche il suo compito.
PRESIDENTE. Ho già chiesto al relatore se dovesse aggiungere considerazioni ulteriori, ma mi ha risposto negativamente. Il Governo, che è autorevolmente rappresentato, se lo ritenga può risponderle, ma non mi pare che abbia questa intenzione.
MASSIMO MARIA BERRUTI. È sotto minaccia del relatore!
PRESIDENTE. Dunque, non posso che passare ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Uggé 10.33, Greco 10.35, Fava 10.197 e Saglia 10.259, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 359
Votanti 346
Astenuti 13
Maggioranza 174
Hanno votato sì 111
Hanno votato no 235).
Passiamo all'emendamento Attili 10.209.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento se insistano per la votazione.
ANTONIO ATTILI. No, signor Presidente, non insisto per la votazione e accetto di ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Campa 10.57 e Raisi 10.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Sempre riprendendo il discorso di prima e facendo presente che sfortunatamente non siamo riusciti ad intervenire sull'emendamento precedente, che tendeva a sostituire la parola «autorizzazione» con «dichiarazione», vogliamo ribadire che siamo favorevoli alle liberalizzazioni, che si faranno: le farete o le faremo, su questo non vi è alcun problema. Dobbiamo tuttavia anche discutere chiaramente, apertamente e oggettivamente sui problemi che potranno verificarsi nel futuro a causa di questi provvedimenti.
Proprio su questo punto vogliamo ribadire il concetto che siamo contrari a questa norma di rivisitazione per l'apertura delle autoscuole, perché siamo a favore del mantenimento dell'autorizzazione con organi di controllo seri. Il nostro partito è notoriamente a favore degli enti locali, ma attualmente la provincia, penso anche alla mia, quella di Torino, non è un organo competente, non riesce neanche a controllare una riva del fiume, figuriamoci un'autoscuola. Siamo realisti e concreti, non diamo la competenza alle province, perché esse non potranno fare alcunché. Non fanno nulla per situazioni meno gravose, come potrebbe essere nel mese di marzo controllare un fiume o un torrente. Qualora vi fosse un'alluvione in Piemonte, non vorrei essere vicino ad un fiume, perché sicuramente accadrebbe ciò che si è verificato negli anni passati, quando i livelli dei fiumi si sono alzati oltremisura.
Evitiamo di dare un'ulteriore competenza alla provincia, che non potrebbe garantire questo controllo. Lasciamo l'obbligo di autorizzazione e manteniamo il controllo assoluto su queste autoscuole, continuiamo poi a fare pressioni in modo tale che le persone che escono dalle autoscuole guidino con un'ottima preparazione, perché esse rischiano di compiere disastri sulle strade cittadine, come nel
caso delle stragi del sabato sera. Ribadiamo perciò il nostro parere favorevole e sottoscriviamo come gruppo Lega Nord l'emendamento Campa 10. 57 per far capire che siamo contrari non solo ad una parte, ma all'intero comma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galli. Ne ha facoltà.
DANIELE GALLI. Presidente, parlo a titolo personale e chiedo di sottoscrivere l'emendamento Campa 10. 57. Voglio mettere in evidenza il fatto che non basta occuparsi della sopravvenuta carenza dei requisiti morali del titolare e dei parametri atti a revocare l'idoneità fisica: chi risarcirà l'utente che abbia avuto un pessimo insegnamento da questa persona che successivamente sia stata ritenuta non degna di insegnare? Chi risarcirà la società dai danni causati da questa persona, che voi indebitamente collocate sul mercato? Godetevi questo dubbio!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Germontani. Ne ha facoltà.
MARIA IDA GERMONTANI. Intervengo in relazione agli emendamenti 10. 57 e 10. 58 a firma Raisi, Minasso, Saglia.
Il comma 5 dell'articolo 10 prevede di sostituire al comma 3 dell'articolo 123 del decreto legislativo n. 285 del 30 aprile 1992 la parola «autorizzazione» con «dichiarazione» e di sopprimere le parole da « per la limitazione» a «del territorio». Non avendo ottenuto la soppressione dell'intero comma, chiediamo la soppressione di questo punto.
Voglio ribadire che in questi anni le associazioni di categoria hanno perseguito la crescita professionale degli operatori, nonché la distribuzione e la presenza sul territorio delle autoscuole, per consentire al consumatore di ottenere il servizio ad un prezzo concorrenziale e all'autoscuola di non dover concentrare prevalentemente la propria strategia sugli aspetti economici dell'attività. Grazie all'attuale equilibrato rapporto tra ruolo sociale e ruolo professionale, le autoscuole si sono potute impegnare in numerose iniziative socialmente utili, su sollecitazione delle istituzioni.
Con l'approvazione del comma 5 dell'articolo 10, così com'è attualmente formulato nel decreto, con questa liberalizzazione - che poi liberalizzazione non è, perché in realtà è soltanto una facilitazione ad esercitare un'attività estremamente delicata per la sicurezza sociale - ci si dovrà dedicare costantemente al contenimento dei costi, per offrire il prezzo più basso e così si deprimerà il ruolo sociale dell'attività.
Per tutti questi motivi noi sottoponiamo al voto dell'Assemblea, sperando in un accoglimento, la soppressione perlomeno di questa parte del comma 5 dell'articolo 10, che ho specificato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Sull'emendamento precedente abbiamo ascoltato tutta una serie di interventi da parte dei colleghi del centrodestra ed anche da parte di un collega del centrosinistra, nei quali si chiedeva l'attenzione del Governo e della maggioranza su questa problematica: mi pare che la questione sia stata posta in modo costruttivo, di buonsenso e ragionevole. Invece si è trovato un vero e proprio muro di gomma da parte del Governo e della maggioranza, che hanno deciso di proseguire su questa strada, nonostante questi richiami arrivassero non solo dal centrodestra bensì anche da un esponente della maggioranza.
Sappiamo inoltre che comunque anche all'interno della maggioranza le cose non sono proprio così chiare, come ha voluto far credere il relatore. Invito dunque a ragionare ancora su questo aspetto, perché si tratta di una questione seria ed importante. Penso che perdere qualche altro minuto per ragionarci sopra, per poi magari arrivare alla stessa valutazione che vuole fare il relatore, non faccia male a nessuno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Desidero apporre la mia firma su questo emendamento, che prende spunto da una direttiva dell'Unione europea sui servizi (la n. 2006/123/CE), che proprio intervenendo su questo aspetto considera l'attività di autoscuola un servizio di interesse generale e afferma chiaramente che essa deve essere esclusa dalle liberalizzazioni. Nel suo intervento lo stesso relatore, ha dichiarato di essere pronto ad accettare suggerimenti, che tendessero a creare elementi di qualità e quindi a garantire un servizio ai cittadini e agli utenti, che consenta di far crescere il valore della sicurezza; quindi ha implicitamente riconosciuto la necessità di un approfondimento.
Non capisco allora il suo rifiuto ad una richiesta di accantonamento, per verificare effettivamente come si possa intervenire con norme adeguate per creare queste condizioni. Non posso che sollecitare nuovamente un ripensamento del relatore e del Governo, augurandomi ovviamente che ciò sia condiviso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Noi stiamo cercando di far capire che la liberalizzazione degli esercizi non deve significare deresponsabilizzazione; che la liberalizzazione anche della concorrenza non deve andare a danno della qualità del servizio; che, infine, la liberalizzazione non deve significare il mancato controllo della struttura pubblica, dello Stato e dei suoi organi periferici, su attività che hanno una funzione pubblica.
Nel momento in cui è vi è una possibile rincorsa ad aprire autoscuole per fare fronte alla disoccupazione, ciò potrebbe portare ad una facilità di rilascio di patenti con grave danno per la sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, sottoscrivo gli identici emendamenti in esame con il rammarico per il fatto che sia il relatore sia il Governo non abbiano voluto accogliere la richiesta di accantonamento.
Ritengo una forzatura concettuale voler equiparare, gli esercizi commerciali alle scuole guida nell'ambito delle liberalizzazioni: ciò non va neanche nella direzione del consumatore, che è colui che deve avere dalle scuole guida formazione ed educazione, ma soprattutto essere messo nelle condizioni di contrastare ogni pericolo.
Sono d'accordo con gli identici emendamenti in esame con la speranza che vi sia una resipiscenza nei confronti della nostra richiesta. Non per mancare di rispetto al sottosegretario presente in aula, ma avere chiesto la presenza del Ministero dei trasporti era un'esigenza che avrebbe dovuto essere avvertita da parte di tutti, oltretutto perché non facciamo ostruzionismo. Altrimenti, avrebbe ragione il collega Franceschini, quando ha sprezzantemente definito ostruzionistico il nostro contributo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma sugli emendamenti in esame e per portare un piccolo contributo al dibattito, partendo dal presupposto che il mio non deve essere considerato un intervento contrario solo perché proviene dai banchi dell'opposizione.
Dobbiamo valutare, signor Presidente - mi appello alla sua grande attenzione per le problematiche giovanili - la funzione sociale delle autoscuole. Non possiamo trattarle come imprese commerciali tout-court. Quando ci scandalizziamo dei tanti
morti giovani sulle strade, dovremmo porci una domanda. Affidiamo i ragazzi alle autoscuole.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANNA TERESA FORMISANO. Mi avvio alla conclusione. Non possiamo considerare le autoscuole semplicemente come imprese commerciali. Parliamo di un istituto che svolge anche una funzione di educazione sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, invito il relatore ed il Governo a prendere in considerazione l'opportunità di accantonare l'esame degli emendamenti riferiti al comma 5 dell'articolo 10 per motivazioni serie basate su una richiesta pressante proveniente dal paese.
Un vecchio proverbio della mia terra, la Lunigiana, recita che, quando l'asino ha imparato a digiunare, è morto di fame. Esasperando al massimo le liberalizzazioni, fino ad arrivare ad una situazione simile al digiuno del proverbio, queste - per proseguire nella metafora - morirebbero. Le liberalizzazioni non possono cozzare contro il dualismo liberalizzazione-sicurezza.
Non è possibile anteporre un concetto di liberalizzazione tout court alla pressante richiesta che si registra sul suolo nazionale. Un ministro di questo Governo, Alessandro Bianchi, ha preparato un pacchetto per la sicurezza e intanto si butta al vento, si butta a mare il momento della preparazione, la scuola guida. La scuola guida è una cosa seria, è come le scuole. Il ministro Fioroni sta preparando dei decreti per far sì che la nostra scuola sia più moderna, per adeguare gli insegnanti, mal pagati ma anche impreparati, alle richieste del paese in termini di diffusione della cultura, rispetto alle quali non siamo in grado di tenere il passo, e prevedere che il settore dell'autoscuola - un momento tecnico e didattico importante che, con attività anche complesse, prepara i nostri giovani alla guida dei veicoli e al rispetto del codice della strada, - possa essere tout court liberalizzata senza un vero criterio è «delinquenziale».
Non possiamo farci belli mettendo a rischio la sicurezza nelle nostre strade e poi andare a piangere sui morti del sabato sera o dei nostri weekend. Quindi, il mio invito pressante è a considerare - come diceva il filosofo - che solamente i cretini non cambiano idea. Ovviamente, non vi è niente di offensivo su nessuno, ma occorre uno scatto di orgoglio e vi invito a riconoscere che l'opposizione ha ragione nelle sue osservazioni, in questo campo ha la sacrosanta consapevolezza della ragionevolezza dei fatti. Quindi, rivedere ed accantonare gli emendamenti riferiti a questo comma vi farebbe solamente onore. Voler andare avanti con i paraocchi, come i cavalli, vi porterà invece a sbattere ripetutamente contro la realtà e a creare condizioni di insicurezza, determinando una impopolarità che credo vi meriterete se non rivedrete la vostra posizione almeno su questo comma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Signor Presidente, anch'io intervengo per apporre la mia firma agli identici emendamenti in esame. Colleghi (mi rivolgo soprattutto a quelli della maggioranza), ci troviamo di fronte ad una palese incongruenza: da un lato, chiediamo più formazione e, parlando di sicurezza stradale, avvertiamo la necessità di un processo di formazione anche più approfondito all'interno delle scuole; dall'altro, dequalifichiamo proprio il settore delle autoscuole, che su questo aspetto deve dare un contributo sostanziale, riducendo - ecco un passaggio sul quale cortesemente vorrei che si soffermasse l'attenzione dei colleghi - un'autorizzazione con i crismi propri di tale atto ad un mero elemento di natura amministrativa. Questo significa sostanzialmente svuotare di significato, di ruolo e di funzione proprio
le autoscuole e impedire che la formazione abbia quella valenza di interesse pubblico che dovrebbe avere in un paese normale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma agli identici emendamenti in esame, ma, sinceramente, non ho compreso la sintesi delle motivazioni espresse dal relatore per rifiutare l'accantonamento dell'esame dell'emendamento precedente. Il relatore ha detto che le nostre richieste di maggiori controlli - lo ribadisco perché poi le motivazioni concernono lo stesso aspetto - erano giuste, ma non dovevano essere riferite all'autorizzazione bensì ai controlli. Dobbiamo allora realmente operare sui controlli e maggiorarli.
Bisognerà quindi riunirsi per capire in che modo completare le norme sui controlli? Oppure, per adesso si intende procedere in questo modo e poi, un giorno, si vedrà? Questo non l'ho capito!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Berruti. Prego i deputati di chiedere di parlare prima del passaggio ai voti.
Il deputato Berruti ha facoltà di parlare.
MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, in realtà sono stato tra i primi a chiedere di parlare. Forse le è sfuggito, ma lo avevo chiesto un po' di tempo fa. Nulla di male, può accadere.
Intervengo anch'io, al pari dei colleghi che mi hanno preceduto, per sottoscrivere questi identici emendamenti e per significare che, per noi, liberalizzare è fondamentale. Tuttavia, per noi liberalizzare vuol dire anche semplificare in sicurezza, vuol dire rendere più semplice l'ottenimento di autorizzazioni garantendo al tempo stesso la piena sicurezza, che ancora oggi è grandemente richiesta nel nostro paese. Con la scusa e con la falsa motivazione - a mio avviso - di voler liberalizzare, non si può rendere autorizzabile con una semplice dichiarazione un momento importante di formazione dei giovani nella società civile.
PRESIDENTE. Deputato Berruti...
MASSIMO MARIA BERRUTI. Sto per concludere, signor Presidente.
Voglio ricordare a tutti i colleghi, oltre che a me stesso, che quando noi frequentavamo le scuole elementari e medie si studiava l'educazione civica, compresa quella stradale.
PRESIDENTE. Deve concludere davvero, deputato Berruti, non solo annunciarlo.
MASSIMO MARIA BERRUTI. Credo che sia importante, onorevole relatore, che continua a non ascoltare...
PRESIDENTE. Mi scusi, deve concludere il suo intervento.
MASSIMO MARIA BERRUTI. La ringrazio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Campa 10.57 e Raisi 10.58 non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 359
Votanti 357
Astenuti 2
Maggioranza 179
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 242).
Prendo atto che la deputata D'Antona non è riuscita a esprimere il proprio voto e che la deputata Cesini non è riuscita a votare e avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Germontani 10.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma a questo emendamento e per ribadire un concetto che i deputati del gruppo della Lega Nord Padania hanno già illustrato, cioè la assoluta necessità di prevedere una autorizzazione e non una semplice dichiarazione, perché quest'ultima ci sembra abbastanza fuorviante. Perciò avanziamo questa richiesta con assoluta convinzione, non per motivi lobbistici o per compiacere le autoscuole, ma nell'esclusivo interesse dei cittadini. Vogliamo che i cittadini che entrano nelle autoscuole ne escano con la formazione più completa possibile. Ciò discende anche da quanto noi richiediamo con la proposta emendativa in oggetto, cioè chiedendo di prevedere una autorizzazione invece che una semplice dichiarazione.
Perciò, esprimeremo voto favorevole sull'emendamento Germontani 10.60 e ribadiamo che la semplice dichiarazione e l'attribuzione alla sola provincia dei poteri di controllo sulle autoscuole sono misure inefficaci. Perciò è necessaria una totale rivisitazione dell'articolo 10, comma 5, se non l'accantonamento dell'esame di tale punto, per dare modo al Comitato dei nove di riunirsi ed eventualmente elaborare rapidamente ulteriori proposte emendative pervenendo ad un accordo bipartisan.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, dall'Europa provengono segnali esattamente opposti a quelli che noi stiamo inviando. Al momento di liberalizzare attività che abbiano attinenza con la sicurezza del cittadino, si richiede, infatti, maggiore e non minore rigore. Quindi, la liberalizzazione di determinati esercizi non deve andare a discapito della qualità, della capacità professionale e della sicurezza.
Mi dispiace che il Comitato dei nove e il Governo non intendano trovare una via, anche attraverso un testo autonomamente elaborato, per coniugare la liberalizzazione con la sicurezza.
La possibile individuazione di un testo più adeguato attraverso un lavoro più serio su questi argomenti onorerebbe anche questa Camera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Mi associo a quanto appena detto dal collega Buontempo. Infatti, tante volte abbiamo assistito alla sospensione dei lavori in Assemblea a causa di tematiche meno particolari e sensibili rispetto a quella in oggetto, per poi, magari, non risolvere nulla rimanendo ancorati alle idee di partenza. Si è cercato di trovare una quadratura riguardo a questioni finanziarie, fiscali, bancarie, senza riuscire in alcuni casi a risolvere i problemi.
Quindi, la proposta avanzata un attimo fa dal collega Buontempo ci pare di buon senso e, se perderemo del tempo per nulla - magari la posizione non cambierà -, saremo coscienti del tentativo fatto. Per questi motivi invito il relatore e il Comitato dei nove a valutare il da farsi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bodega. Ne ha facoltà.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, penso che la maggioranza abbia scritto questo comma non a cuor leggero, ma, sicuramente, con coscienza e responsabilità. Forse noi, come opposizione, ci lasciamo un po' trasportare dall'emozione,
dal dispiacere che, ormai, si prova quotidianamente nell'apprendere notizie riguardanti incidenti stradali.
L'insistenza con cui vogliamo mettere in evidenza la problematica legata alla liberalizzazione della scuola guida - che sicuramente deve rappresentare un centro di istruzione, di formazione e di responsabilizzazione dei ragazzi futuri guidatori - è volta a favorire (se così si può dire) una migliore stesura del testo definitivo concernente la liberalizzazione di questo settore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Leo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, le considerazione svolte poc'anzi dal collega Buontempo sono sicuramente condivisibili. Noi non possiamo prescindere dal collocare la normativa interna nell'ambito di quella comunitaria. Nel momento in cui la normativa interna contrasta con la normativa comunitaria la conseguenza è che o il legislatore nazionale compie un atto di ravvedimento operoso, oppure bisognerà fare ricorso alla Corte di giustizia. Quest'ultima, sicuramente, si pronuncerà in modo diverso rispetto al legislatore nazionale.
Tra l'altro, il collega Moffa ha ricordato che l'ACI, in una recente audizione, ha posto in evidenza che la sicurezza e la formazione debbono essere messe al primo punto di questo delicato comparto. Quindi, mi sembra illogico che il Governo non accolga le puntuali richieste che da parte nostra sono state avanzate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, intervengo per rinnovare la richiesta avanzata da altri colleghi. Vista la delicatezza della materia e atteso che anche il relatore ha ammesso le ragioni delle giuste preoccupazioni che in questa fase stiamo manifestando, prevedere un momento di riflessione non è da considerarsi una perdita di tempo. Ciò, credo, ci consentirebbe anche di affrontare con maggiore correttezza e coerenza la discussione della prossima settimana sulle mozioni relative alle stragi del sabato sera.
Voi presentate disegni di legge che, in qualche modo, dovrebbero tentare di risolvere una disastrosa piaga sociale e, contemporaneamente, con estrema leggerezza e pur riconoscendo la fondatezza delle nostre preoccupazioni, liquidate in questa maniera (per mancanza di tempo o perché sono le 12,30 di venerdì) un tema così delicato: la cosa non mi sembra seria.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore non ha nulla da dichiarare riguardo alle ripetute richieste di accantonamento della disposizione in oggetto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, mentre il Consiglio dei ministri sta discutendo, come risulta dall'ordine del giorno, un «pacchetto» in materia di sicurezza, per intervenire con l'inasprimento delle pene e per modificare alcune norme, stiamo introducendo, per quanto riguarda coloro i quali debbono formare i nuovi conducenti, una disciplina che, di fatto, sostituisce l'autorizzazione con la dichiarazione ed introduce altre analoghe innovazioni.
Ieri abbiamo stabilito per le guide turistiche il requisito dell'esperienza biennale nell'ultimo quinquennio; ebbene, non si capisce perché non possa valere una prescrizione analoga per gli istruttori di scuola guida! Chi ha fatto un'esperienza di istruttore trenta anni fa, per due anni, può essere esentato, per questa ragione...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO UGGÈ. ...dal sostenere l'esame!
Vogliamo essere seri? Vogliamo considerare centrale il tema della sicurezza oppure vogliamo prenderci in giro? Credo che poniamo questioni serie sulle quali bisognerà riflettere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, siamo qui a parlare da stamattina ma i nostri appelli, purtroppo, rimangono inascoltati: mi sembra di assistere ad una battaglia contro i mulini a vento! Ciò nonostante, mi sento di insistere, di ribadire le nostre richieste, anche perché vogliamo un atto di responsabilità e di responsabilizzazione. Lamentiamo che i nostri ragazzi, i nostri giovani, sono sempre più deresponsabilizzati; ma quale esempio dà loro questo Parlamento se, di fronte ad appelli che suscitano tanta emozione - non dimentichiamo che di fronte a noi c'è la vita di tanti ragazzi: cinquanta soltanto la settimana scorsa; noi insegnanti constatiamo che...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLA GOISIS. ... nelle nostre classi, ogni anno, due o tre ragazzi muoiono! -, siamo così sordi? Chiedo quindi, ancora una volta, di essere ascoltata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Leddi Maiola. Ne ha facoltà.
MARIA LEDDI MAIOLA. Signor Presidente, poiché non sono sorda ed ho ascoltato molto bene, chiedo di capire se, tra i colleghi dell'opposizione, stia passando l'equazione secondo la quale cattive scuole guida equivalgono a morti sulle strade. Siccome l'anno scorso abbiamo avuto 5 mila 400 morti sulle strade, se passa la vostra equazione, significa che le scuole guida stanno formando, in questo momento, ragazzi che si ammazzeranno sulle strade!
PAOLA GOISIS. Anche di più!
MARIA LEDDI MAIOLA. Una simile semplificazione è assurda, non sta in piedi e non fa giustizia riguardo ad un fatto tragicissimo: 5 mila 400 persone muoiono sulle strade perché nelle autoscuole non avrebbero insegnato loro che non debbono andare a 200 all'ora, che non devono bere alcolici, che non devono fare le cose a causa delle quali, purtroppo, circa cinquemila persone - ripeto - muoiono sulle strade!
Credo che, se vogliamo davvero evitare di essere sordi - e non lo sono stata -, se vogliamo davvero dare un contributo al dibattito, non dobbiamo far passare l'equazione secondo la quale la cattiva scuola guida genera cinquemila morti. Andiamo in tutt'altra direzione (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Berruti. Ne ha facoltà.
MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, mi rivolgo al relatore, il quale continua a dire di no alle nostre richieste senza concedersi un momento di maggiore attenzione e riflessione. Mi rivolgo a lui affinché possa riflettere su un dato: come ha appena ricordato l'onorevole Leo, l'Europa già ci ha detto quali sono i limiti della liberalizzazione, e noi ne siamo fuori!
Il rischio di una persona che guida male è quello di sentirsi anche dire: ma chi ti ha dato la patente? Quando il provvedimento cadrà, anche per questo motivo - perché ce lo chiederà l'Europa -, domanderanno a lei, collega Lulli: ma chi ti ha dato la patente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tortoli. Ne ha facoltà.
ROBERTO TORTOLI. Signor Presidente, un deputato della maggioranza ha parlato di equazione ingiusta tra cattive scuole guida e morti sulle strade: probabilmente, è corretto; tuttavia, è anche evidente a tutti che, in questo momento, c'è una forte esigenza di sicurezza, mentre non si avverte una altrettanto forte esigenza di liberalizzazione in tale settore.
Bisogna privilegiare ancora una volta l'utente in questo settore, per avere dei patentati in grado di capire esattamente cosa significa oggi portare un'auto. Infatti, si tratta di un'arma pericolosissima e può fare tanti morti. Con questo non vogliamo criminalizzare le scuole-guida, ma cerchiamo di proporre quei giusti controlli e quella giusta crescita di professionalità che - mi pare di capire - è richiesta da questa Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Galli. Ne ha facoltà.
DANIELE GALLI. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento al nostro esame e vorrei anche precisare sia al relatore, sia al Governo che è vero che la situazione attuale non è soddisfacente e che gli incidenti sono evidenti a tutti e preoccupano la nazione; tuttavia, con la liberalizzazione, l'insegnamento delle scuole-guida non si migliorerà se non si aggiungeranno elementi di serietà e di competenza e non si verificheranno i motivi per cui le stesse non funzionano. Allora, se noi liberalizziamo senza porre dei correttivi, non facciamo altro che incrementare questa strage continua.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Garagnani. Ne ha facoltà.
FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anch'io intervengo per confermare l'arbitrarietà di questa proposta emendativa e di questo articolo. Come hanno già detto molti colleghi, tale proposta non si limita a liberalizzare, ma elimina ogni forma di controllo nel delicatissimo settore che riguarda la popolazione e, soprattutto, i giovani. Qualche collega della sinistra ha chiesto, come paradosso, se noi dell'opposizione intendiamo essere a favore dell'equazione «morti nelle strade-incidenti- liberalizzazione», (che poi liberalizzazione non è, ma è anarchia vera e propria delle autoscuole o delle scuole guida). Credo che un nesso ci sia e sia fondamentale: è segno di irresponsabilità politica affrontare un problema come questo all'insegna dell'improvvisazione, in un settore di una delicatezza estrema. Le vere liberalizzazioni e la possibilità di rendere il cittadino protagonista di determinate scelte si attuano in altri settori, come ad esempio quello della scuola statale...
PRESIDENTE. Deve concludere.
FABIO GARAGNANI. ...(dove c'è un monopolio che non ha uguali in Europa), all'interno di regole comuni. Qui rischiamo veramente di vanificare...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
FABIO GARAGNANI. ...le regole comuni che sono indispensabili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gardini. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI. Signor Presidente, devo dire che resto abbastanza mortificata di fronte a questa maggioranza che risulta così impermeabile a riflessioni che mi sembrano di assoluto buonsenso. Questo arroccamento su posizioni precostituite non le capisco. Infatti, veramente non si comprende che cosa stiamo a fare in quest'aula se non si può discutere seriamente di problemi così vicini al sentire delle famiglie.
Mi meraviglia che una donna abbia la possibilità di dire che non c'entra la qualità dell'insegnamento delle scuole; infatti, non basta solo una formazione tecnica, riconoscere i segnali stradali, bisogna fare una vera e propria educazione. Invece, sappiamo che i giovani spesso, pur avendo il motorino come meta, vengono messi nei corsi frequentati dagli automobilisti. È ovvio che bisognerebbe implementare ed aumentare la qualità per avere una vera e propria educazione...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ELISABETTA GARDINI. ...alla sicurezza. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Moffa. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA. Grazie, Presidente. Io vorrei rilevare che nel pregevole lavoro fatto dal servizio studi della Camera si pone in evidenza come, passando dal meccanismo di autorizzazione a quello di dichiarazione di inizio attività, sostanzialmente si entra nella configurazione prevista dall'articolo 19 della legge del 7 agosto 1990, n. 241. C'è tuttavia un piccolo particolare: l'articolo 19 ha anche stabilito che siano esclusi dall'applicazione di tale semplice disciplina semplificata gli atti assunti dalle amministrazioni preposte alla difesa e alla sicurezza. Allora vorrei capire come si riesce a conciliare questa vostra modifica con quanto stabilito dall'articolo 19 della legge n. 241.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Germontani 10.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 352
Votanti 350
Astenuti 2
Maggioranza 176
Hanno votato sì 108
Hanno votato no 242).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giudice 10.61 e Raisi 10.247, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 354
Votanti 352
Astenuti 2
Maggioranza 177
Hanno votato sì 109
Hanno votato no 243).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Saglia 10.66, La Loggia 10.77, Attili 10.78 e D'Agrò 10.221.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, il gruppo della Lega Nord Padania è favorevole all'approvazione degli identici emendamenti in esame, perché ribadiscono la scelta a favore della dichiarazione di inizio attività. Noi, infatti, vogliamo sottolineare che, in questo caso, dovrebbe essere prevista una autorizzazione, e non una semplice dichiarazione.
Vorrei precisare, inoltre, quanto affermato dai colleghi precedentemente intervenuti: infatti, i morti per incidenti stradali sono non 5 mila, bensì 7 mila. Pertanto, quando si parla, rilevo che bisogna anche fornire cifre precise!
Signor Presidente, il gruppo Lega Nord Padania e l'intera opposizione non stanno compiendo un'operazione di criminalizzazione nei confronti delle autoscuole. Noi, infatti, esprimiamo solamente alcune perplessità sulla norma in oggetto. Ciò perché, a nostro avviso, deve essere garantito, da parte degli enti competenti, il massimo controllo sulle autoscuole.
Vorrei ribadire che tali enti, secondo noi, non devono essere le province. Infatti, noi sosteniamo, da sempre, che questi enti locali dovrebbero essere riformati, se non addirittura soppressi, trasferendo le loro competenze, eventualmente, ai comuni o agli sportelli unici. Ricordo, a tale riguardo, che nei prossimi mesi discuteremo tale argomento.
Ciò per far sì che vi sia un ente di controllo unico, che può essere, ad esempio, la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, anche se noi preferiremmo che il cosiddetto sportello unico fosse competente anche per quanto riguarda questa attività commerciale. Le autoscuole, infatti, sono non associazioni di beneficenza o enti non aventi scopo di lucro, ma attività commerciali. Ciò perché, se un cittadino vi si reca, non gli viene rilasciata automaticamente la patente di guida, ma deve pagare cifre enormi per poterla ottenere!
Vorrei segnalare, peraltro, che, in tale ambito, esistono situazioni che dovrebbero essere controllate: ad esempio, a nostro avviso dovrebbe essere fortemente vigilata l'attività di recupero dei punti delle patenti. Come già detto, non voglio criminalizzare le autoscuole, tuttavia vorrei denunciare una situazione aberrante: su Internet, infatti, adesso si riesce a comprare anche i punti della patente!
Pertanto, bisogna far lavorare considerevolmente gli enti preposti al controllo di tali attività; il provvedimento in esame, al contrario, sottrae competenze alle authority. Mi riferisco, ad esempio, all'articolo 1, il quale sottrarre all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l'intera competenza sul controllo delle telecomunicazioni.
Ribadiamo, dunque, l'esigenza che sia esercitato un forte controllo da parte degli enti preposti; vogliamo, inoltre, che non siano le province ad esercitare tale funzione. Vorrei ribadire, infatti, che tali enti già non riescono a gestire le poche competenze di cui dispongono: figuriamoci cosa accadrebbe, se venisse attribuito loro il controllo delle autoscuole!
Sicuramente, è una loro competenza attuale, però noi vogliamo fare in modo di togliere alla provincia più competenze possibili, in modo tale da svolgere in un prossimo futuro una discussione seria su quali competenze dovrebbero essere assegnate alla provincia ed eventualmente in merito alla soppressione di questo ente che, a nostro avviso, pare abbastanza illogico, essendovi comuni, città metropolitane e regioni che funzionano benissimo. Diamo la competenza al comune, diamola allo sportello unico: questa dovrebbe essere la linea che a nostro avviso è ben determinata da una linearità mentale, da una concezione dello Stato ben precisa. Da parte vostra, non ho ancora capito perché da un lato volete sopprimere le province, come avete già preannunciato di fare altre volte, mentre, dall'altro, intendete assegnare loro una competenza ben precisa in riferimento al controllo. Mettetevi d'accordo se volete mantenere il carrozzone delle province, oppure se cercare di fare un dibattito serio su di esse; e, nel caso specifico, non diamo alla provincia una competenza che poi, successivamente - lo speriamo -, verrà eliminata perché le provincie saranno soppresse.
Ribadiamo ulteriormente il nostro concetto sulle autorizzazioni, perché non siamo affatto favorevoli a prevedere una sola dichiarazione, e continuiamo a ribadire che non stiamo qui a criminalizzare le autoscuole né a trovare il capro espiatorio per quelle settemila morti che avvengono sulle strade. Vogliamo evitare eventualmente che anche le autoscuole creino dei danni ai ragazzi che guidano sulle strade e sulle autostrade italiane.
PRESIDENTE. Ricordo che, sugli identici emendamenti che stiamo discutendo, il relatore ha espresso parere favorevole subordinatamente ad una riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Loggia. Ne ha facoltà.
ENRICO LA LOGGIA. Intervengo, sempre brevemente, per dire che vi è l'opportunità di aggiungere delle garanzie, per quanto possibile, per i consumatori e per gli utenti rispetto ad una formulazione originaria che tali garanzie non prevedeva.
Prendo atto del parere favorevole espresso dal relatore con una riformulazione dell'emendamento da me presentato, a proposito delle dichiarazioni di inizio attività, togliendo le parole «di disciplina». Questo possiamo anche accettarlo!
Mi permetto però di aggiungere che sarebbe assai opportuno aggiungere le parole: «previo accertamento dei requisiti da parte
degli uffici competenti». Potrebbe sembrare una definizione ultronea: nella realtà sappiamo bene tutti che così non è. Immaginate, infatti, che qualcuno inizi per intanto l'attività, e che poi, dall'accertamento dei requisiti, si accerti che i requisiti non vi sono: intanto, tutto il danno possibile che poteva combinare l'ha di già combinato!
Credo realmente che, per una ragione di prudenza, tale aggiunta venga fatta: non è una motivazione politica, insisto nel dire, è una motivazione di buon senso. Credo che il buonsenso, quando si aggiunge, non faccia male a nessuno!
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Vorrei leggere il passo del comma 5 del decreto-legge, dove è scritto: «fatto salvo il rispetto dei requisiti morali e professionali, della capacità finanziaria e degli standard tecnico-organizzativi previsti dalla stessa normativa»...
MASSIMO MARIA BERRUTI. Non significa nulla, Lulli!
PRESIDENTE. Per favore, lei non ha il diritto di interrompere il relatore; quindi, la prego di lasciarlo parlare. Grazie!
ANDREA LULLI, Relatore. Quindi, il controllo dei requisiti è fatto salvo! Oltretutto, voglio qui ripetere come relatore che, ove sarà possibile, nel prosieguo dei lavori, vi saranno diversi emendamenti presentati dall'opposizione sui quali il parere è favorevole. Non comprendo, dunque, fino in fondo il motivo per cui si continui - per carità, legittimamente, ma sul piano politico lasciatemi esprimere qualche perplessità - a non andare avanti nel confronto, avendo peraltro già espresso diversi pareri favorevoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Ho sentito che, sostanzialmente, il relatore accoglie una parte del nostro emendamento. Vedremo nel prosieguo dei lavori se l'aggiunta di quanto richiesto, ad esempio, dall'onorevole La Loggia costituisca o meno un fatto di ridondanza.
Alcune volte - mi rivolgo al relatore Lulli - conviene ripetere, perché spesso ciò può avere anche un valore; tuttavia, può darsi che, in una valutazione schematica più tecnica e più pulita del provvedimento, la ridondanza non abbia significato.
Pertanto, accetto la riformulazione del mio emendamento 10.221 proposta dal relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, quanto evidenziato in precedenza dal collega della Lega in ordine alla funzionalità delle province registra già un esempio; infatti, il compito di intervenire sui problemi dell'autotrasporto e sulla gestione dell'albo sta dimostrando come le province non siano in grado di rispondere a queste esigenze, figuriamoci se attribuiamo loro anche questo aspetto.
Tuttavia, abbiamo presentato questo emendamento cercando di introdurre un altro concetto e il collega La Loggia ha tentato di spiegare che l'accertamento deve essere preventivo. Quindi, o si tiene conto di tale esigenza e dell'accertamento realizzato da parte dei competenti uffici - vale a dire il Ministero dei trasporti - o si rischia di approvare una norma che prevede la presenza di requisiti senza specificare quando questi ultimi saranno accertati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, il relatore ha già affermato che questo emendamento è stato in parte accolto, tuttavia ritengo che la proposta dell'onorevole La Loggia - proprio perché già presente nel testo - poteva benissimo
essere accettata, in quanto consente una maggiore certezza e trasparenza del testo.
Quindi, esprimeremo comunque un voto favorevole su questo emendamento, anche se mi sembra che la maggioranza non sia contraria al contenuto di tale proposta emendativa, secondo la quale la dichiarazione da sola non basta.
ANTONIO ATTILI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare che accetto la riformulazione proposta dal relatore del mio emendamento 10.78.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Berruti. Ne ha facoltà.
MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, le chiedo scusa per il mio irrituale intervento di qualche minuto fa, ma intendevo semplicemente rispondere all'onorevole Lulli che la dizione «fatti salvi i requisiti morali» non vuol dire assolutamente nulla se non si precisa come, attraverso quale tipo di controllo, attraverso quale organismo ciò debba avvenire. Si dice, a posteriori, attraverso le province. Credo che quando ormai le vacche sono scappate è inutile chiudere la stalla!
La verità è che non è possibile fare ciò in forma dichiarativa, ma occorre un'autorizzazione che, preventivamente, controllerà i requisiti morali, professionali e di formazione di queste persone.
PRESIDENTE. Prendo atto che la riformulazione proposta dal relatore è accolta da tutti i presentatori degli emendamenti.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Saglia 10.66, La Loggia 10.77, Attili 10.78 e D'Agrò 10.221, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 336
Votanti 332
Astenuti 4
Maggioranza 167
Hanno votato sì 329
Hanno votato no 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Uggè 10.200 e Meta 10.201, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 332
Votanti 330
Astenuti 2
Maggioranza 166
Hanno votato sì 330).
Prendo atto che il deputato D'Agrò non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Antonio Pepe 10.222, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 329
Votanti 309
Astenuti 20
Maggioranza 155
Hanno votato sì 75
Hanno votato no 234).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzocchi 10.223, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 333
Votanti 313
Astenuti 20
Maggioranza 157
Hanno votato sì 80
Hanno votato no 233).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Saglia 10.224, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 325
Votanti 306
Astenuti 19
Maggioranza 154
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 233).
Prendo atto che la deputata Goisis non è riuscita ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Campa 10.92 e Saglia 10.94, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
CESARE CAMPA. Presidente, ho chiesto di parlare!
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 335
Votanti 326
Astenuti 9
Maggioranza 164
Hanno votato sì 90
Hanno votato no 236).
Invito formalmente i deputati a votare soltanto per sé. Mi viene segnalato che taluno non lo fa: vi prego di attenervi rigorosamente ad una norma che non può essere violata in alcun caso.
Per favore, colleghi, mi pare assolutamente ragionevole che ciascuno si trattenga dal compiere una trasgressione della norma.
Passiamo alla votazione, limitatamente alle parti ammissibili, degli identici emendamenti Saglia 10.97 e Campa 10.235.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, comprendo che ieri sera eravamo stanchi, ma stamattina ci siamo alzati tardi e non doveva esserci stanchezza da parte di nessuno: sono solamente le 13 !
Ebbene, avevo chiesto, dianzi, di poter parlare sull'emendamento Giudice 10.61, ma lei non mi ha dato la parola...
PRESIDENTE. Era aperta la votazione...
CESARE CAMPA. L'ho giustificata, infatti, Presidente. Ma adesso ho chiesto ripetutamente di parlare sulla parte ammissibile dell'emendamento Campa 10.239 e lei non me lo ha consentito, tant'è che non ho potuto neppure esprimere il voto. Pertanto, vorrei risultasse dagli atti parlamentari tale...
PRESIDENTE. Mi scusi, ma mi corre l'obbligo di farle osservare che non avrei potuto darle la parola sull'emendamento Campa 10.239 perché successivo nell'ordine delle votazioni.
CESARE CAMPA. Ha ragione, Presidente; ho sbagliato il numero: mi riferivo all'emendamento Campa 10.92.
In ogni caso, ritengo che dobbiamo procedere con calma per non fare confusione. Così come il relatore e la maggioranza danno atto all'opposizione dell'impegno, sia in sede di Comitato dei nove sia in sede di dibattito in Assemblea, per migliorare il testo, anch'io rendo atto che il relatore sta conducendo questa operazione sulla quale noi concordiamo. Vogliamo però compierla bene e fino in fondo nell'interesse dei cittadini.
Quindi, Presidente, la pregherei di prestare maggiore attenzione nei nostri confronti: non siamo in Assemblea per fare ostruzionismo, ma per migliorare il testo, come ci è stato peraltro ampiamente riconosciuto.
PRESIDENTE. La sollecitazione è accolta.
Colgo l'occasione per informare l'Assemblea che la seguente sarà l'ultima votazione della seduta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, continuo a ribadire che siamo d'accordo con tutti gli emendamenti che modificano - e, perciò, migliorano - questa norma, che è stata forzatamente introdotta nel decreto-legge sulle liberalizzazioni. Vorrei che ciò rimanesse agli atti, per non destare ulteriori sospetti sui voti precedenti. Sicuramente, come ha già detto chiaramente l'onorevole Campa, in Commissione sono state accettate alcune modifiche sostanziose e sostanziali del provvedimento stesso, non solo di questo articolo e di questo comma, ma dell'intera normativa sulle liberalizzazioni
Tuttavia, noi vogliamo ribadire il nostro concetto, ossia che siamo contrarissimi a questo comma, a metter mano alle scuole guida così frettolosamente, perché vogliamo eventualmente porre una discussione più ampia, discutere chiaramente sull'eventuale liberalizzazione delle scuole guida, ma con più chiarezza, più trasparenza e più tranquillità di quelle che vi possono essere in un dibattito parlamentare, per evitare di fare «strafalcioni», di cui potremmo eventualmente, come Assemblea e come Parlamento intero, pentirci in seguito.
Infatti, noi del gruppo della Lega Nord Padania non vogliamo essere partecipi di eventuali omicidi o assassini che si perpetuano nelle strade italiane. Per tale motivo, continuiamo a mantenere il nostro avviso contrario al provvedimento. Non vogliamo assolutamente criminalizzare le autoscuole, perché queste ultime svolgono un'operazione che, enfatizzando un po', potremmo definire sociale, cercando di istruire le persone, non solo i ragazzi, anche se, in questo caso, parliamo di ragazzi, perché normalmente sono proprio i ragazzi (Commenti)... Non ho ancora finito il tempo a mia disposizione (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Ho capito... Siamo stanchi tutti...
PRESIDENTE. Stavo semplicemente invitando, con il campanello, i colleghi a lasciarla parlare...
STEFANO ALLASIA. No, dato che ho le orecchie buone, fortunatamente - non ho più tanto buona la vista, ma le orecchie ce l'ho buone -, ascoltavo i commenti dei colleghi, ma giustamente commentano che forse hanno fame, essendo le 13, ma non sono tutti piemontesi, e considerato che le 12,30 sono passate, potremmo aspettare un attimo...
Sto dicendo che manteniamo la nostra contrarietà a questo provvedimento, mentre su tutti i provvedimenti che l'opposizione ha proposto continueremo a dare l'appoggio non dico incondizionatamente, ma quasi, per evitare di essere partecipi di eventuali omicidi che ci potrebbero essere con questa norma, che verrà approvata nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Saglia 10.97 e Campa
10.235, limitatamente alla parte ammissibile, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 310
Maggioranza 156
Hanno votato sì 92
Hanno votato no 218
Sono in missione 75 deputati).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi parlamentari, il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
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