Allegato A
Seduta n. 108 del 13/2/2007


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INTERPELLANZE ED INTERROGAZIONE

(Sezione 1 - Iniziative per lo scioglimento del consiglio regionale della Calabria)

A) Interpellanza

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri della giustizia e dell'interno, per sapere - premesso che:
tutte le relazioni sulla criminalità organizzata predisposte dal ministero dell'interno, dalla Direzione investigativa antimafia e dalle commissioni parlamentari antimafia hanno sempre evidenziato l'assoluto controllo della 'ndrangheta sul territorio calabrese, attraverso l'accaparramento degli appalti pubblici e la capacità di sostituirsi all'economia legale e di inserirsi nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione;
in Calabria la 'ndrangheta riesce persino ad avere un illecito e cospicuo reddito dal settore della sanità, la cui spesa negli ultimi anni ha provocato un danno all'erario, per quanto risulta all'interpellante, per oltre cento milioni (su un totale nazionale di 288,8 milioni);
non v'è dubbio che in Calabria esiste un forte sodalizio tra politica, 'ndrangheta, imprenditoria e massoneria deviata, che, ad oggi, nonostante il grande e costante impegno delle forze dell'ordine e della magistratura, è stato impossibile disarticolare;
a fronte di quanto sopra le amministrazioni locali calabresi ed i relativi consigli dovrebbero essere composti da persone capaci di amministrare la «cosa pubblica» con assoluta trasparenza e con il rifiuto di qualsiasi contiguità o collusione con ambienti del malaffare;
l'attuale consiglio regionale calabrese, a maggioranza di centrosinistra, eletto nell'aprile del 2005, è stato supportato da numerosi suffragi, che hanno consentito una vittoria con ben 20 punti di distacco dalla coalizione di centro-destra uscente;
diversi consiglieri regionali calabresi eletti avevano già avuto problemi con la giustizia, tanto che sembrerebbe sia stata avviata, a suo tempo, un'indagine su eventuale «voto di scambio»;
a pochi mesi dal nuovo insediamento consiliare regionale calabrese, il 16 ottobre 2005 è stato ucciso il vice presidente, dottor Francesco Fortugno;
il delitto, definito da subito «politico-mafioso», ha richiamato l'attenzione dei massimi vertici istituzionali, ma, a quasi un anno di distanza, la verità sullo stesso rimane avvolta dal mistero, considerato che, fino ad oggi, sono stati catturati «presunti» killer e mandante;
ha destato molta perplessità in tutti i cittadini calabresi che il titolare delle indagini sull'omicidio Fortugno, dottor Giuseppe Creazzo, sostituto procuratore della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, sia stato chiamato a ricoprire un incarico presso il ministero della giustizia;
il professor Tonino Perna, economista e sociologo, ex presidente del Parco nazionale dell'Aspromonte, in un'intervista


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rilasciata al giornale Vita il 4 novembre 2005, ha testualmente dichiarato: «L'omicidio Fortugno è il frutto dell'ostinazione del centrosinistra a voler vincere le elezioni a tutti i costi (....) e il centrosinistra nella locride è passato dal 35 per cento al 70 per cento. In una zona a forte controllo mafioso uno spostamento di voti così massiccio significa che è stato stipulato un patto con la 'ndrangheta e Loiero lo sa bene»;
sul settimanale l'Espresso del 3 novembre 2005, in un articolo intitolato «Politica calibro nove», dove si afferma che «la chiave del delitto Fortugno è nei flussi elettorali (...) perché le cosche hanno scommesso sulla sinistra (...) ma ora temono di perdere i grandi affari», si iniziano a fare i nomi di alcuni consiglieri regionali eletti, anche quello del governatore Loiero, appartenenti alla Margherita e all'Udeur, che avrebbero frequentato uomini delle cosche, dalle quali avrebbero ricevuto favori elettorali in cambio di «crediti», dei quali non si conosce la natura;
il 6 dicembre 2005, in un articolo pubblicato su Il Sole 24 ore, si parlava di una voce secondo cui ben undici consiglieri regionali calabresi sarebbero implicati in provvedimenti giudiziari o sotto processo;
nel mese di giugno 2006 il giornale inglese The Guardian, riferendosi al movente dell'omicidio Fortugno, lo legava «agli sforzi della 'ndrangheta di entrare nella sanità locale», sforzi agevolati dal supporto elettorale che la criminalità organizzata avrebbe dato alle forze politiche calabresi del centrosinistra durante le elezioni regionali del 2005;
alcuni mesi fa un'agenzia di stampa, suffragata da voci ricorrenti anche in Parlamento, riferiva di ben cinque consiglieri regionali calabresi ai quali sarebbe stato imposto «il divieto di espatrio»;
il 16 agosto 2006 il capogruppo dei Democratici di sinistra nel consiglio regionale della Calabria, Franco Pacienza, è stato arrestato dalla guardia di finanza, con l'accusa di truffa per i fondi dell'Unione europea e concussione; in data 29 agosto 2006, il tribunale della libertà ne ha annullato la misura della custodia cautelare in carcere;
l'interpellante, che già nella XIV legislatura aveva presentato atti di sindacato ispettivo sull'argomento, da ultimo, in data 27 luglio 2006, ha presentato l'interrogazione n. 4/00735 per chiedere un'indagine ministeriale proprio sull'elargizione dei fondi della legge n. 488 del 1992 in Calabria;
notizie di stampa hanno riferito di un'indagine sull'utilizzo in Calabria dei fondi della legge n. 488 del 1992, operata nei mesi scorsi dallo Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) della guardia di finanza, nella quale compaiono tutte le truffe attuate da varie aziende e società, alcune delle quali non avrebbero avuto neppure i requisiti per poter usufruire dei fondi; nell'indagine in questione compaiono anche gli interessi della 'ndrangheta, la quale conosce bene i metodi per infiltrarsi laddove è possibile lucrare illecitamente, anche individuando canali attraverso i quali entrare in contatto con le istituzioni;
in data 5 settembre 2006 è stata emessa un'informazione di garanzia nei confronti del vice presidente della giunta regionale calabrese, Nicola Adamo, con l'accusa di truffa, associazione per delinquere e abuso d'ufficio, nell'ambito di un'inchiesta che riguarda presunti illeciti nell'erogazione di finanziamenti a società operanti in vari settori, tra cui l'informatica dove avrebbe svolto un ruolo, in diversi periodi, la propria moglie;
nell'indagine sul complesso intreccio di società che riuscivano ad accaparrarsi i milioni dei finanziamenti europei, statali e regionali, «ve ne sarebbero alcune direttamente o indirettamente collegabili a famiglie della 'ndrangheta calabrese»;
il quotidiano Calabria Ora del 6 settembre 2006 indica, senza precisarne i


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nomi, in ben 22 i consiglieri regionali calabresi che presentano conti in sospeso con la giustizia, per i reati che vanno dall'associazione mafiosa alla truffa, dall'associazione a delinquere all'abuso d'ufficio;
il quotidiano Il Giornale dell'8 settembre 2006, nell'articolo dal titolo «Calabria, tutti gli scandali che imbarazzano l'Unione», cita, indicandone le generalità, alcuni dei consiglieri e assessori regionali calabresi, evidenziando i relativi reati commessi e quelli risultanti da attività investigative;
quanto sopra riportato evidenzia in modo inconfutabile la gravità della situazione in cui versano la giunta ed il consiglio regionale della Calabria, sia dal punto di vista giudiziario che morale; il tutto crea grave inquietudine nei cittadini calabresi e un grave danno d'immagine per l'intera istituzione regionale -:
se non ritengano necessario ed urgente assumere idonee iniziative per giungere allo scioglimento del consiglio regionale della Calabria.
(2-00125) «Angela Napoli».