XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 323 di giovedì 11 luglio 2024

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 11,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 83, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Nuova articolazione dei lavori dell'Assemblea per il mese di luglio.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 10 luglio, è stata stabilita la seguente nuova articolazione dei lavori per la restante parte del mese di luglio:

Giovedì 11 luglio

(ore 11,30)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1946- Conversione in legge del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale (approvato dal Senato – scadenza: 14 luglio 2024).

Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(ore 13,10)

Votazione per appello nominale.

(al termine-ore 20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Esame degli ordini del giorno, dichiarazioni di voto finale e votazione finale.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1929- Proroga del termine per il riordino organico delle disposizioni che regolano il sistema tributario mediante adozione di testi unici (deliberata l'urgenza).

Venerdì 12 luglio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Lunedì 15 luglio (ore 11, con votazioni non prima delle ore 14 e con prosecuzione notturna)

Esame del disegno di legge n. 1902- Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell'anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca (da inviare al Senato – scadenza: 30 luglio 2024).

Martedì 16 luglio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Martedì 16 (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 17 luglio (9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1902 - Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell'anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca (da inviare al Senato – scadenza: 30 luglio 2024).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi:

disegno di legge n. 1929 - Proroga del termine per il riordino organico delle disposizioni che regolano il sistema tributario mediante adozione di testi unici (deliberata l'urgenza) (ove non concluso nella seduta dell'11 luglio).

disegno di legge n. 1691 - Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale (collegato alla manovra di finanza pubblica - approvato dal Senato) (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di merito presentata).

Mercoledì 17 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Mercoledì 17 luglio (al termine delle votazioni)

Esame del disegno di legge n. 1896 - Conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica (da inviare al Senato – scadenza: 28 luglio 2024) (con votazioni non prima di due ore e trenta minuti dall'inizio dell'esame).

Giovedì 18 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e venerdì 19 luglio (ore 9,30 e pomeridiana, con prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1896 - Conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica (da inviare al Senato – scadenza: 28 luglio 2024).

Lunedì 22 luglio (ore 10, con votazioni non prima delle ore 13 e pomeridiana, con prosecuzione notturna)

Discussione congiunta sulle linee generali del disegno di legge n. 1951 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023 e del disegno di legge n. 1952 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 960 – Destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero.

Discussione congiunta del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 (il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 13 di lunedì 22 luglio).

Esame del disegno di legge S. 1161 - Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 agosto 2024).

Martedì 23 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Martedì 23 (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 24 luglio (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1161 - Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 agosto 2024).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1951 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023 e del disegno di legge n. 1952 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024.

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 552 - Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione della liberazione anticipata, e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 695 - Modifica all'articolo 133 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di applicazione del premio minimo su base nazionale, ai fini dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli, in mancanza di sinistri negli ultimi dieci anni.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 960 - Destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero.

Mercoledì 24 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Giovedì 25 luglio (ore 9-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge S. 1161 - Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 agosto 2024).

Seguito dell'esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024.

Eventuale seguito dell'esame degli altri argomenti previsti nella giornata di mercoledì 24 luglio e non conclusi.

Venerdì 26 luglio (ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 12 e pomeridiana, con prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del Doc. XXII, n. 23 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali.

Esame del disegno di legge n. 1937 - Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport (da inviare al Senato – scadenza: 28 agosto 2024).

Lunedì 29 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), martedì 30 (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 31 luglio (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 1 agosto (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1937 - Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport (da inviare al Senato – scadenza: 28 agosto 2024).

Esame del disegno di legge n. 1930 - Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2024, n. 84, recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico (da inviare al Senato – scadenza: 24 agosto 2024).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Seguito dell'esame del Doc. XXII, n. 23- Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali.

Martedì 30 luglio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Mercoledì 31 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 2 agosto (ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 13 e pomeridiana, con prosecuzione notturna)

Esame del disegno di legge S. 1162 - Conversione in legge del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 10 agosto 2024).

La discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1660 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario avrà luogo nella settimana 5-9 agosto, al termine delle votazioni degli argomenti che vi saranno iscritti.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1138 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale (Approvato dal Senato) (A.C. 1946​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1946: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

Ricordo altresì che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 13,10 previo svolgimento delle dichiarazioni di voto.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1946​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare la deputata Gruppioni. Ne ha facoltà.

NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Presidente, colleghi, signor rappresentante del Governo. Prima di entrare nel merito del provvedimento - l'ennesimo - per il quale ci apprestiamo a votare la fiducia - ennesima anch'essa - trovo sia doveroso stigmatizzare, in questa fase, il comportamento dell'Esecutivo e della maggioranza che, presentando i provvedimenti e calendarizzando l'iter in Aula, hanno imposto alla Conferenza dei presidenti di gruppo e a tutta la Camera dei deputati un tour de force fatto di decreti, fiducie e ratifiche che davvero, al di là dei temi e della loro importanza, svilisce il Parlamento e il ruolo che in quest'Aula dovremmo tutti ricoprire.

Il calendario proposto dal Governo costituisce davvero una forzatura inaccettabile a cui tutte le minoranze si sono opposte, perché comprime il dibattito su tutti i temi proposti e impedisce un esame sereno e produttivo di provvedimenti, alcuni dei quali, come questo, sarebbe di rilevante importanza.

Detto questo e prendendo atto con rammarico di quanto il Parlamento sia sempre meno incisivo e sempre meno - non per colpa delle opposizioni - contribuisca a migliorare disposizioni, che pure di miglioramenti avrebbero assoluto bisogno, passiamo ad esaminare l'articolato su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, che ci apprestiamo a votare. Quello che ci è stato proposto come un provvedimento organico e completo su un settore di primaria importanza per l'economia del Paese, ci pare, invece, un insieme di disposizioni frammentarie e confuse che risultano ben lontane dalle reali esigenze del comparto agricolo e che rappresentano un tentativo maldestro e mal riuscito di coprire i problemi, senza individuare - né tantomeno affrontare e risolvere - le criticità strutturali che affliggono il settore.

Vedete, colleghi, noi viviamo nell'era dell'innovazione tecnologica e ci avviamo verso un nuovo metaverso dell'intelligenza artificiale. Eppure, nulla troviamo, in questo provvedimento, sulla tecnologia applicata all'agricoltura. Siamo in presenza di un'assoluta e colpevole mancanza di visione. A parte qualche piccola sovvenzione in questo o in quel settore, manca totalmente un disegno di insieme che abbia l'obiettivo di traghettare il mondo dell'agricoltura nel futuro tecnologico che negli altri comparti economici del Paese è già presente.

Ci sono sempre più emergenze ambientali ed eventi atmosferici estremi e non si possono lasciare il comparto e i singoli agricoltori ad affrontare questi fenomeni in totale solitudine, né si può pensare che sia saggio - o anche solo sufficiente - indennizzare solo in parte chi ha subito perdite e visto raccolti distrutti a danno avvenuto.

Riguardo, poi, ai temi dell'importazione di materie prime e alla filiera di trasformazione alimentare, sentiamo solo parole e indignazione, quando questi fenomeni sono solo le conseguenze di un mondo globale e andrebbero governati con saggezza, garantendo e valorizzando le filiere produttive nazionali, ma anche essendo accorti a non danneggiare le industrie alimentari di trasformazione, almeno quelle che i loro prodotti finiti li destinano all'esportazione e che - non dobbiamo assolutamente dimenticare - danno lavoro e ricchezza al sistema del nostro Paese.

Sulle rinnovabili poi, sul sistema delle autorizzazioni, sulla transizione energetica, questo provvedimento rappresenta un enorme passo indietro. Un passo indietro che mette a rischio gli stanziamenti ingentissimi del PNRR sul solare. La forza politica che rappresento - e io per prima - non è mai stata convinta che una transizione ecologica spinta e priva delle accortezze necessarie a preservare la realtà economica e la produttività fosse la soluzione giusta da adottare. Al contrario, ritenevamo che fosse necessario programmare un mix energetico che garantisse produttività e consentisse una transizione virtuosa, nella quale fosse dato tempo e modo alle aziende di operare una riconversione green con il minore impatto economico e occupazionale possibile. E questo noi lo pensiamo assolutamente e convintamente ancora. Pur tuttavia, abbiamo circa 90 milioni di euro da spendere sul solare e, francamente, abbiamo anche soluzioni tecniche che consentirebbero installazioni di impianti su aree agricole che non andrebbero a pregiudicare le coltivazioni e i raccolti.

Da questo punto di vista, riteniamo che le disposizioni contenute in questo provvedimento rappresentino assolutamente un'occasione persa. Anche le modifiche apportate in Senato appaiono soluzioni di facciata che poco cambieranno i fatti nella loro applicazione. Avete inserito la possibilità di mettere impianti fotovoltaici nelle cave e nelle discariche e avete inserito un comma sull'agrivoltaico, ma le disposizioni che sono nell'articolo (le norme relative alla locazione dei terreni, alla loro durata e alla stipula dei contratti) in realtà non sono cambiate e impediranno, di fatto, la realizzazione di tutte le belle intenzioni contenute nei commi aggiunti in sede referente al Senato.

Infine, con rammarico, vediamo che davvero pochi e frammentari sono stati gli interventi sulle emergenze che si sono manifestate negli ultimi mesi. Allora vediamo che il Governo pensa agli ammortizzatori sociali per fronteggiare eccezionali situazioni climatiche da qui al 31 dicembre ma, inevitabilmente, nulla si fa per quegli eventi che si sono verificati prima dell'emanazione di questo provvedimento, e ancora - ultima chiosa - sulla peste suina, tema che mette a rischio aziende e allevamenti importanti in zone come l'Emilia-Romagna, e che rappresentano l'eccellenza del settore a livello nazionale e il fiore all'occhiello della produzione a livello internazionale.

Le indecisioni legislative e gli annunci roboanti che promettevano di coinvolgere Esercito e Protezione civile, nonché l'inefficacia dei provvedimenti messi in campo dal Commissario straordinario hanno fatto sì che il problema sia diventato emergenza e, continuando su questa strada, faranno sì che l'emergenza si trasformi in un assoluto disastro.

Per questi motivi, colleghi, e anche a nome del gruppo parlamentare di Italia Viva, annuncio il voto convintamente contrario alla questione di fiducia posta dal Governo su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, il decreto legge su cui è stata posta la questione di fiducia affronta numerose questioni urgenti, tra cui molte inerenti al settore agricolo, un settore troppo spesso trascurato dalla politica, nonostante il suo ruolo strategico. Si tratta di un settore che, invece, è particolarmente importante per il nostro Paese, sia sotto il profilo economico e culturale, ma anche di genere. Sì, anche di genere, perché oggi l'imprenditoria al femminile in agricoltura sta prendendo uno spazio sempre più rilevante in tutti i settori. Sono più di 200.000 le imprese al femminile che si occupano di allevamento, florovivaismo, agriturismo, coltivazione della frutta e verdura fino ad arrivare al settore estetico. Penso alle Donne Impresa Coldiretti, alle fattorie della tenerezza che aiutano le persone in difficoltà e ai prodotti della gentilezza che combattono la violenza di genere.

Si parla tanto di economia green e di transizione ecologica. Ricordiamoci che i primi a voler difendere l'ambiente e a puntare sulla sostenibilità sono proprio gli agricoltori; soprattutto i più piccoli, da sempre custodi del territorio, nonché depositari di tradizioni millenarie.

L'agricoltura italiana ha un grande valore, che abbiamo il dovere di preservare, ed è proprio grazie al fatto che in essa ancora vivono le nostre tradizioni che oggi possiamo vantare una filiera alimentare di assoluta eccellenza, quel made in Italy fatto di moltissimi prodotti tipici, praticamente inimitabili, che tanto piacciono all'estero. Si può scrivere Parmesan su un'etichetta, ma il vero Parmigiano Reggiano lo sappiamo fare solo noi. Non è, del resto, un caso che l'Italia possa vantare un primato mondiale nelle denominazioni di origine protetta (DOP) e nelle indicazioni geografiche protette (IGP). Solo la regione Veneto, da cui provengo, ha individuato e proposto 380 prodotti tradizionali, che sono stati riconosciuti dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e inclusi nell'elenco dei prodotti agricoli tradizionali (il PAT); pensate a quanta varietà e ricchezza abbiamo. Ce l'abbiamo perché la produzione italiana è sinonimo di qualità ed è proprio questa caratteristica che diventa un vantaggio competitivo anche per diversi settori connessi a quello agricolo, ovvero quello enogastronomico, quello turistico - importantissimo - e quello dell'industria alimentare.

L'agricoltura è solo il primo tassello della filiera, ma è un tassello fondamentale. Per sfruttare a pieno questo potenziale, è tuttavia necessario implementare politiche che rendano attrattivo il settore e sostengano produttività e innovazione, ovviamente sempre nel rispetto delle tradizioni, con la consapevolezza del nostro ruolo di nazione leader nell'agroalimentare.

L'intervento del legislatore diventa oggi ancora più importante di fronte a una serie di congiunture avverse, tra cui il cambiamento climatico, la guerra in Ucraina, non ultima la sempre più rapida diffusione di virus e fitopatologie. Un contesto che determina gravi ripercussioni, sia sul fronte economico che sociale, una crisi a cui il Governo sta rispondendo con determinazione. In particolare, il provvedimento sul quale ha posto la questione di fiducia, che voteremo, prevede misure di sostegno al lavoro agricolo, norme di contrasto alla concorrenza sleale e al caporalato, norme volte a fermare la diffusione della peste suina africana e della brucellosi e a impedire la crescita incontrollata di specie invasive come il granchio blu. Vengono, inoltre, previste misure per ottimizzare la spesa e migliorare l'efficienza del Sistema informatico agricolo nazionale. Azioni concrete, che si affiancano alle altre misure già approvate, come, ad esempio, il sostegno all'imprenditoria agricola giovanile.

Tra i vari interventi inseriti nel decreto è prevista la sospensione della quota capitale delle rate dei mutui per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura in caso di una drastica riduzione di fatturato. Il credito d'imposta per il 2024 viene rimodulato a favore delle imprese che operano nella produzione di prodotti agricoli, della pesca e dell'acquacoltura e che acquistano beni strumentali destinati alle strutture produttive delle ZES.

Considerati, inoltre, i danni causati dalle alluvioni nel 2023 in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, viene ampliata la platea dei datori di lavoro agricoli nelle zone colpite che possono beneficiare delle agevolazioni contributive. Il provvedimento, quindi, risponde in maniera tempestiva al grido d'aiuto delle imprese e delle associazioni del settore, pianificando interventi, investimenti e tutele e utilizzando in maniera oculata e lungimirante le risorse destinate all'agricoltura nel PNRR.

Guardiamo al futuro con concretezza e buon senso; viene, ad esempio, posta finalmente fine all'installazione indiscriminata di impianti fotovoltaici a terra, in modo da evitare che la speculazione sottragga prezioso suolo destinato all'agricoltura. Credo che la politica dovrebbe dare maggiore peso alla gestione del rischio, proprio come fanno le aziende, guardare al futuro prevedendo anche gli scenari peggiori e attrezzarsi di conseguenza. Non parlo solo delle terribili guerre alle porte dell'Europa, ma anche delle minacce di natura biologica. Dopo il COVID-19, la lezione dovremmo averla imparata. Il Governo dimostra di averlo fatto, tant'è che nel provvedimento sono presenti norme volte a contrastare la diffusione, negli allevamenti, della peste suina africana, nonché quella di altre patologie che potrebbero costituire un pericolo, a livello fitosanitario. Sapete quanto indotto genera il settore suinicolo per la produzione di prosciutti, culatelli e quant'altro? Si tratta di un business da 20 miliardi di euro, che va preservato; investire in prevenzione è fondamentale, oltre alla possibilità di coinvolgere, in questa opera di contrasto, anche le Forze armate e le organizzazioni di volontariato. Vengono, quindi, stanziati 5 milioni di euro per il 2024 e 15 milioni per il 2025, per incentivare gli investimenti in biosicurezza da parte degli imprenditori del settore.

Altro punto molto importante del provvedimento riguarda il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, una piaga odiosa, che dobbiamo estirpare e di cui abbiamo avuto esempi dolorosi proprio nella cronaca recente. Senza alcun dubbio, dobbiamo farlo con una ragione etica e morale, ma in realtà anche per un interesse di natura economica. Non dobbiamo competere al ribasso sul terreno dei costi, ma su quello dell'eccellenza e dell'alta qualità. Considerate le caratteristiche delle nostre produzioni, solo con la qualità possiamo essere leader mondiali e mantenere tale posizione nel tempo.

Il decreto istituisce un sistema informativo per la lotta al caporalato, coinvolgendo vari enti istituzionali per individuare e prevenire situazioni di sfruttamento. Il sistema coinvolgerà, non solo i Ministeri competenti, ma anche l'intera filiera istituzionale, dall'INPS (che gestirà anche la banca dati degli appalti in agricoltura) fino all'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura).

Grazie a una vasta mole di dati incrociati tra loro, si potranno individuare situazioni anomale, consentendo di intervenire con azioni mirate di prevenzione e contrasto. Quindi, alla sterile propaganda di un'opposizione che spesso si indigna, ma che, a conti fatti, negli anni non ha saputo mettere in atto risposte efficaci a tutela di chi lavora nei campi, questo decreto risponde con una serie di proposte concrete.

Per affrontare le sfide che la concorrenza internazionale ci impone, dobbiamo ridurre la burocrazia e la pressione fiscale e migliorare i sistemi di controllo, con l'obiettivo primario di garantire qualità e sicurezza in tutta la filiera alimentare, dal campo alla tavola, a garanzia dei consumatori, ma anche di quei tantissimi produttori onesti che rispettano le regole, rispettano l'ambiente e danno dignità al lavoro.

Considerato che senza acqua non c'è agricoltura, altre importanti misure del provvedimento riguardano il rafforzamento del ruolo del commissario per la siccità e il piano straordinario per potenziare ed efficientare il sistema idrico. Dotare l'Italia di una rete idrica efficiente è quanto mai strategico: l'acqua è un bene prezioso da salvaguardare; l'acqua è vita, Presidente, e non lo dico solo perché vengo da Venezia.

Ultimo punto cardine del provvedimento, non certo in ordine di importanza, viste le somme stanziate, è quello della tutela delle imprese di interesse strategico nazionale, come l'ex Ilva di Taranto, con l'introduzione di una norma a tutela dei futuri acquirenti dei compendi aziendali. Occorreva urgentemente assicurare la continuità operativa degli impianti, garantirne la sicurezza e disciplinare le procedure relative all'amministrazione straordinaria. Anche in questo caso, un asset industriale che non possiamo permetterci di perdere.

Quindi, Presidente, alla luce di tutte queste considerazioni, annuncio il voto favorevole alla fiducia da parte del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Signora Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, oggi discutiamo di un decreto-legge e un decreto-legge dovrebbe affrontare le urgenze del Paese, nella fattispecie l'agricoltura.

Ecco, questo è un esempio di come questo Governo sia totalmente sconnesso con le vere emergenze del Paese; alcune - siamo onesti, dal punto vista intellettuale - ci sono in questo decreto, ma l'emergenza che sta mettendo in ginocchio l'agricoltura, che sta facendo chiudere, in queste settimane, centinaia di imprese agricole, che sta alzando i prezzi dei prodotti agricoli, non viene affrontata da questo Governo. Mi riferisco al dramma della siccità, della desertificazione, dell'assenza di infrastrutture idriche, che non riescono a supportare l'agricoltura, ma non solo a questo.

Ecco, questo è l'elemento di una totale sconnessione con il Paese e di un'impostazione totalmente ideologica che voi avete dato alla vostra azione di Governo perché troppe volte - e devo dire, per quanto riguarda il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, in maniera estremamente irritante e fastidiosa - vi rivolgete a noi parlando di eco-follie. Vediamo quali sono queste eco-follie, però, nella fattispecie.

Dall'8 febbraio, la regione Sicilia ha dichiarato lo stato di emergenza per la siccità. Ebbene, nonostante ci sia questo stato di emergenza legato alla siccità, questo decreto Agricoltura non interviene assolutamente in questa direzione, se non ricordando - e devo dire questa è un'ammissione grave di colpa - che esiste un Commissario straordinario per gli interventi idrici, che deriva da un decreto-legge fatto esattamente un anno fa, che ancora sta facendo il monitoraggio delle opere che sono necessarie.

Questa è l'Italia che non vogliamo, cioè quella di utilizzare i commissari non solo per dare gli stipendi, ingrassare, ingolfare con strutture commissariali, che poi vanno a riempire la corte, a volte anche di partiti politici che governano, dopodiché ci troviamo di fronte a un Commissario per l'emergenza idrica e la siccità, propagandato dalla Meloni, da Salvini, dallo stesso Ministro dell'Agricoltura Lollobrigida come la risoluzione di tutti i mali. Bene, dopo un anno ci troviamo in una situazione in cui ancora stiamo parlando del monitoraggio.

Signor rappresentante del Governo, in queste settimane le famiglie italiane che vanno nei supermercati, che vanno dal fruttivendolo … quei fruttivendoli che ancora sopravvivono alla grande distribuzione, devono sopportare aumenti dei prezzi incredibili. Pensi che le ciliegie - mi perdonerete se entro in dettagli che per qualcuno non sembrano di alta politica - alcune settimane fa sul mercato del Veneto e della Lombardia stavano a 20 euro al chilo. Sapete perché? Perché le alluvioni e le grandi piogge hanno distrutto i campi del Nord, mentre nel Sud le temperature altissime hanno ugualmente prodotto lo stesso effetto. Per non parlare della caduta della produzione dell'olio e delle pere, per non parlare della caduta della produzione del grano del meno 12 per cento.

È una situazione drammatica che ha portato a danni pari a 9, 10 miliardi di euro nel 2023. Il 2024, che è appena iniziato, sarà purtroppo più orribile del 2023, ma io mi chiedo e vi chiedo: ma cosa deve accadere per avere un'impostazione diversa rispetto a questi problemi?

Nella Sicilia, in questo momento, ci sono laghi che sono totalmente prosciugati, abbiamo un milione di persone che hanno l'acqua potabile razionata, le autobotti - su cui in questo caso noi, e lo dirò tra poco, poniamo un serio problema per quanto attiene la speculazione - portano l'acqua ogni 20 giorni. C'è una piccola città dell'agrigentino, Ravanusa, che riceve l'acqua ogni 20 giorni.

Tutto ciò cosa pone a voi come un elemento di riflessione? Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono cifre totalmente irrisorie per affrontare il grande tema della dispersione idrica. La Sicilia è al 51 per cento, la media italiana è quasi vicina al 40 per cento della dispersione idrica. È questa per noi la vera emergenza delle infrastrutture che si dovrebbero realizzare, non quella che il Governo oggi sta imponendo al Sud e a tutta l'Italia, dal punto di vista della finanza pubblica, attraverso il ponte sullo Stretto di Messina che costerà 14 miliardi di euro, mentre la grande questione oggi della siccità e della desertificazione è un'emergenza che, ripeto, oggi per voi non sta nell'agenda politica.

Lo dico anche alla Premier Meloni, che oggi non è qui. Lo dobbiamo dire perché lei è la responsabile, non della crisi climatica: la Meloni gioca sempre con le parole, dicendo “ma cari amici e care amiche di Alleanza Verdi e Sinistra, mica penserete che Giorgia Meloni sia responsabile della crisi climatica?”. No, non lo pensiamo assolutamente, però riteniamo che le politiche che sta facendo siano quelle stesse che oggi implementano e amplificano la crisi climatica perché vanno nella direzione opposta a quella che ci dice la scienza.

Ora, abbiamo una serie di laghi, come dicevo, che sono prosciugati e l'agricoltura ne risente fortemente, ma in questo contesto cosa prevede questo articolo? Prevede, ad esempio, in una norma, il cui titolo è: norme per il contenimento del consumo di suolo, il blocco totale delle energie rinnovabili. È una cosa incredibile. Leggendo quel titolo: norme per il contenimento del consumo di suolo, io avrei detto, ma qualunque cittadino in realtà: “Meno male”. Questo Governo - di cui non condivido quasi nulla, per non dire nulla, perché mi sembrerebbe brutto dire che non condivido nulla, quindi dico quasi nulla - fa un provvedimento in cui prevede norme per il contenimento del consumo di suolo.

Cari colleghe e colleghi, uno che cosa si sarebbe aspettato? Insomma, diciamo stop alle trasformazioni agricole per realizzare centri commerciali, diciamo stop per fermare quelle lottizzazioni che hanno trasformato le aree agricole. Ci dice l'ISPRA, quindi non Alleanza Verdi e Sinistra - per chi non lo sapesse, per i cittadini che ci stanno vedendo attraverso il sistema web TV della Camera dei deputati, è l'Istituto per la protezione ambientale, un organo strumentale alle dipendenze del Ministero dell'Ambiente -, che il consumo di suolo arriva a 2 metri quadri al secondo. Ecco, Angelo Bonelli nel momento in cui adesso ha parlato 3, 4, 5 secondi, se ne sono andati via dieci metri quadri perché capannoni, centri commerciali e altro hanno invaso le aree agricole.

Ma voi che cosa fate? Che cosa fa il Ministro Lollobrigida? Dice che il problema oggi nel Paese è il fotovoltaico, anche l'agrivoltaico. Quando il Consiglio nazionale delle ricerche, onorevole rappresentante del Governo, anche questo un istituto estremamente importante dal punto di vista scientifico, ci dice e vi dice che l'agrivoltaico è uno strumento essenziale per contrastare la desertificazione e recuperare l'umidità dei suoli necessaria per recuperare i terreni agricoli che stanno andando verso la desertificazione stessa. Sapete questo articolo che danni sta producendo dal punto di vista economico? Ci accusate sempre che noi siamo contro lo sviluppo, contro gli imprenditori, che non abbiamo una visione economico-industriale del Paese? Ebbene, lo dice Elettricità Futura, una componente di Confindustria, la quale dice chiaramente che questa norma determinerà una perdita di investimenti in Italia, tra pubblici e privati, di ben 60 miliardi di euro: 45 nel settore privato e la restante parte dal punto di vista degli interventi pubblici, determinando quindi un ritardo nel raggiungimento degli obiettivi climatici.

Sommessamente vi ricordo che il raggiungimento degli obiettivi climatici non è un vezzo, un capriccio, un compitino di scuola per cui qualcuno dice: “Oh, insomma, ci siamo capiti e dai basta, no?”. È un elemento fondamentale proprio per costruire, nel medio e lungo termine, una risposta agli eventi meteo estremi, di cui oggi noi stiamo profondamente discutendo con grande grande preoccupazione.

E poi, c'è un problema, che è incredibile, che palesa la vostra totale inadeguatezza. C'è il Ministro Musumeci che viene qui e ci dà continue lezioni, ma lui, da presidente della regione Sicilia, si è fatto bocciare 31 progetti su 31 sugli impianti di irrigazione che riguardavano il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma da quale pulpito può venire una lezione di capacità di governo da chi da presidente della regione si è fatto bocciare 31 progetti su 31 per la sua regione?

Idem Schifani, è in ritardo totale da questo punto di vista. Allora, dovete cercare di utilizzare questo sistema del decreto-legge, di cui state abusando in maniera incredibile, svuotando il Parlamento delle proprie funzioni e della legittimità e del ruolo che la Costituzione gli assegna, facendo cose buone e giuste per il Paese e non mettendovi di traverso rispetto alla questione delle politiche sul clima che sono una urgenza.

Concludo dicendo, a chiunque è già intervenuto e a chi interverrà riproponendo sempre la solita storia, ossia che gli ambientalisti sono nemici dell'agricoltura, che la crisi climatica è nemica dell'agricoltura. E voi non avete la capacità di governo di promuovere un decreto-legge, una norma che vada nella direzione, non solo della sostenibilità, di aiutare gli agricoltori perché nella Piana di Catania stanno estirpando gli agrumeti; in Sicilia stanno abbattendo animali perché non c'è acqua e non c'è foraggio, non so se vi è chiaro.

Dovete cambiare rotta perché vi state macchiando di una responsabilità politica enorme per non voler affrontare questa grave crisi climatica che è anche quella agricola (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). La ringrazio, signora Presidente. Governo, colleghi, desidero fare innanzitutto alcune considerazioni sulla decretazione d'urgenza - non ci possiamo sottrarre - e poi, certamente, altre considerazioni sul decreto che va in votazione oggi.

Ci preme ricordare che il Parlamento ha il compito di legiferare, forse bisognerà ricordarlo più e più volte, perché proprio oggi devo constatare con amarezza che il Parlamento non svolge questa funzione. Aggiungo ancora che il decreto-legge n. 63 ha la caratteristica di un piccolo omnibus in miniatura. Ci troviamo di tutto: dall'agricoltura, alla pesca, ai vigili del fuoco e tanto altro ancora. Verrebbe da dire: un bel minestrone. È immotivata, assolutamente, la posizione della fiducia su questo decreto. Ritengo ci sia un problema di rapporti tra Esecutivo e Parlamento, Parlamento che oggi ha il ruolo di passacarte: dichiarazioni di voto, ordini del giorno - mi soffermo su questo - stravolti dal Governo, corretti come se il rappresentante del Governo fosse il professore e noi fossimo gli allievi, ordini del giorno che perdono veramente di senso. Tutto ciò, forse, potrà passare alla storia.

C'è un forte imbarazzo nei gruppi, lo ricordo, non soltanto nei gruppi di minoranza ma anche nei gruppi di maggioranza. Infatti, non c'è più la possibilità di mettere mano ai provvedimenti e, quindi, il Parlamento è umiliato, ed è esattamente quello che veniva detto dall'attuale maggioranza quando era in minoranza. È cambiata la modalità di agire. Io penso che bypassare il Parlamento significhi non avere due caratteristiche importanti da parte del Governo. Significa avere un'assenza di strategia e anche un'assenza di programmazione. L'assenza di programmazione è lampante perché ci sarà un ingolfamento di provvedimenti per tutto il mese di luglio per poi trascinarsi anche ad agosto. È un po' una “siccità parlamentare”, una siccità quanto quella che stiamo vivendo sul nostro territorio e che deve essere combattuta, un problema che attanaglia tutta l'Italia.

Bene le grandi opere, che purtroppo toccano soltanto alcune regioni - l'Emilia-Romagna, il Lazio, il Piemonte, la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e il Veneto -, ma la siccità non si ferma a queste regioni. Non sono sufficienti queste opere, il Piano nazionale supera i 100 milioni ma non tiene conto di un territorio vasto, diverso, problematico, che vive un'emergenza devastante. Proprio perché da diversi anni il nostro Paese è chiamato ad affrontare situazioni di siccità che condizionano l'intera Penisola, occorre sviluppare un approccio sistemico e integrato, con diverse soluzioni. Parliamo di una strategia idrica nazionale, che abbia come obiettivo non solo l'accumulo per affrontare i periodi di carenza ma soprattutto la ricerca di soluzioni in termini di ottimizzazione, riduzione e gestione della risorsa idrica. Mancano del tutto le azioni meno costose, quelle più velocemente realizzabili, concrete, utili non solo alla siccità. Tant'è che, tra i vari provvedimenti possibili, ci sarebbe quello delle vasche di accumulo dell'acqua piovana, che costituiscono una soluzione significativa per mitigare gli effetti della siccità. Oltretutto, possono anche ricoprire un altro ruolo, che è quello relativo agli incendi che durante l'estate riscontriamo sulle varie parti del territorio. Per fare questo, che cosa occorrerebbe fare? Intanto, occorrerebbe avere un dialogo, un contatto con gli amministratori locali, mediato da ANCI, per cercare di capire dove possono essere posizionate queste vasche di accumulo che avrebbero un costo assolutamente risibile e sarebbero di immediata realizzazione. Faccio presente che non ho trovato traccia dei dati dell'Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, l'ANBI. Servirebbero oltre 2.000 nuovi invasi, oltre alla pulizia di quelli esistenti. In Italia, infatti, solamente l'11,3 per cento dell'acqua piovana viene immagazzinata, con un conseguente spreco. Riflettiamo su questi dati e cerchiamo di prevedere un piano di durata almeno triennale, in coordinamento - come dicevo - con gli enti locali. Questo significherebbe dare risposte immediate.

C'è un altro aspetto importante per il gruppo Azione-PER, ed è quello del sostegno alle attività agricole, l'investimento su quella che possiamo definire come “economia reale”. Spesso il costo di produzione è superiore al costo di vendita, allora come possiamo pensare a un proliferare dell'agricoltura e delle imprese agricole? Auspichiamo che il made in Italy sia un valore aggiunto. Le difficoltà dei nostri agricoltori sono una quotidianità, come pure è una quotidianità la perdita dei posti di lavoro, la quantità sempre maggiore di terra non coltivata e questo è un altro grave problema. La tutela delle piccole imprese, spesso formate da giovani, dovrebbe essere una delle priorità del Governo, imprese che combattono contro la brucellosi, la Xylella, la peste suina. Questo è un altro tema che vediamo viaggiare sottotraccia per il Governo. Ci sono nuovi registri che richiedono tempo e generano costi, una burocrazia improduttiva. La burocrazia che non accenna a diminuire e porta via tempo ai nostri agricoltori, tempo e risorse e non è assolutamente garanzia di sicurezza. Ho dimenticato, in tutto questo bailamme, il granchio blu, che vede la nomina di un commissario.

Concludo il mio intervento citando la piaga che affligge l'agricoltura: il caporalato, lo sfruttamento, l'assenza di tutele. Come controllare? Possiamo pensare che le produzioni esorbitanti, se parametrate al numero dei dipendenti, debbano essere controllate con maggiore attenzione? Direi di sì. Possiamo affermare, dobbiamo affermare che combattere in ogni modo il caporalato, lo sfruttamento che spesso sconfina in schiavitù, deve essere un'assoluta priorità per questo Governo e per l'intero Parlamento. Si è rafforzata questa deformazione socio-lavorativa schiavistica che nega i diritti e la dignità, che crea forme di sudditanza psicologica. Serve la funzione relatrice dello Stato garantendo diritti certi ai lavoratori, a tutti i lavoratori. Pensiamo che il vero rilancio del settore agricolo debba passare attraverso l'etica e le produzioni valorizzate e non giammai dalle strategie della profughizzazione, dello sfruttamento dei lavoratori. Satnam Singh è una delle tante vittime del caporalato, forse quella che ci ha colpito ancora di più per la crudeltà. Vogliamo pensare che il mondo dell'agricoltura sia un mondo solidale; è quel mondo che ha costruito un binomio inossidabile, inscindibile con la tutela dell'ambiente. Non avendo ritrovato le caratteristiche di cui ho parlato e molto altro ancora, annuncio per il gruppo di Azione-PER il voto contrario alla fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Castiglione. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, grazie. Più volte in quest'Aula è stato ribadito che non era necessario lo strumento del decreto-legge, ma io penso che questo sia proprio l'esempio classico di quando si debba intervenire in maniera urgente. Ringrazio per questo, il Sottosegretario, il Governo Meloni, per aver voluto questo decreto-legge al fine di incidere in maniera significativa in un momento così particolare.

Lo hanno detto un po' tutti, negli interventi che mi hanno preceduto: ci sono interi comparti in grave crisi produttiva e ci sono settori, come quello cerealicolo, in cui oggi, come si è detto, in alcune aree si è perso più del 15 per cento della produzione. Io potrei aggiungere che, addirittura, in Sicilia siamo al 20 per cento della produzione e, se mettiamo il settore zootecnico, se pensiamo al settore olivicolo e a tutto il sistema arboricolo possiamo dire, quindi, che oggi c'era la necessità di intervenire con uno strumento urgente. Quindi, il decreto-legge è lo strumento più idoneo per far sì che tutti gli interventi, in maniera così puntuale e così precisa, possano essere inseriti all'interno di questo provvedimento e, anche con il contributo portato da parte dei senatori, penso che oggi ci sia un provvedimento che certamente non è esaustivo, ma che oggi incide in maniera significativa su alcuni temi all'ordine del giorno della nostra politica agricola.

Io ricordo lo scorso inverno, quando tutta l'Europa è stata messa a soqquadro da una serie di manifestazioni che certamente hanno messo in crisi i Governi nazionali, ma hanno messo in crisi anche la Commissione europea. La Commissione europea è intervenuta addirittura con una procedura d'urgenza. Voi sapete e capite benissimo cosa significa modificare la politica agricola comune, eppure si è intervenuti in procedura d'urgenza ed è stata modificata e revisionata la politica agricola comune. Quindi, maggiore velocizzazione delle procedure burocratiche, maggiore semplificazione e maggiore capacità di intervenire in casi straordinari, e penso alle emergenze climatiche. Quindi, anche la Commissione europea ha fatto sì che si potesse procedere in ragione di urgenza e poi si è fatto questo provvedimento.

In Italia quelle manifestazioni non hanno avuto, così come è successo in tante regioni d'Europa, quel carattere virulento, perché sono state poste in essere alcune azioni molto significative. Tutto è avvenuto perché il Governo ha saputo instaurare, anche con il mondo agricolo, un rapporto di grande fiducia e di grande dialogo, e non una mera contrapposizione. Quindi, sono stati individuati alcuni strumenti e alcune misure di cui, per buona parte, oggi parliamo in questo provvedimento. Per esempio, penso al tema del prezzo dei combustibili, che in Italia è tra i più alti in Europa. La protesta degli agricoltori ha riguardato solo marginalmente questo aspetto, perché l'Italia ha voluto mantenere l'incentivo al sistema della distribuzione dei carburanti per il settore agricolo. La misura certamente incide sul bilancio dello Stato: la misura costa 1 miliardo di euro l'anno, ma è fondamentale per mantenere la nostra qualità, le nostre produzioni, le nostre imprese agricole e le imprese dell'agroalimentare.

Il sistema agroalimentare oggi vale - e tutti conoscono il dato più significativo - 621 miliardi di euro di fatturato, circa il 15 per cento del prodotto interno lordo. Tutti andiamo orgogliosi di questo risultato, però, se andiamo a verificare la catena del valore, noi sappiamo che per ogni 100 euro di consumi, un terzo viene remunerato alla sezione logistica, al packaging e alle utenze, un altro terzo va al personale e circa il 20 per cento va alle casse dello Stato, mentre solo il 5 per cento va alle imprese, agli operatori agricoli. Allora, questo è un grande tema, cioè come ridistribuire, come riallineare la filiera del valore. La strada maestra è incentivare certamente gli accordi di filiera, dove l'anello debole possa non essere rappresentato dagli operatori agricoli. Poi, c'è il tema dell'aggregazione delle imprese. Penso che per le nostre organizzazioni dei produttori debba essere elevato il minimo per poter costituire una organizzazione di produttori. Quindi, il tema dell'aggregazione è sempre più presente. Senza scelte politiche strategiche che rafforzano le imprese in un Paese come l'Italia, che presenta aziende di piccole e piccolissime dimensioni e con una parcellizzazione estrema della nostra proprietà, è più difficile arrivare sui mercati e poter competere.

Poi, come è stato ribadito e come è stato detto un po' da tutti, c'è il tema dell'acqua. Io ritengo che gli interventi previsti, quali la velocizzazione, lo snellimento delle procedure e l'utilizzazione delle risorse del PNRR, certamente siano un segnale molto positivo.

Sono stati recuperati - ho sentito l'intervento di poco fa - anche quei progetti che nella precedente programmazione non era stato possibile approvare. Quindi, oltre alle risorse del PNRR, sono state messe a disposizione anche le risorse del Fondo di sviluppo e coesione. Con le regioni e con il Fondo di sviluppo e coesione sono stati inseriti provvedimenti e risorse che serviranno al settore agricolo e, soprattutto, allo schema irriguo, al potenziamento degli schemi irrigui.

Come dicevo, ci sono situazioni dove bisognava intervenire in termini di urgenza. Per esempio, la situazione nell'Isola è molto grave per le produzioni biologiche, per il settore zootecnico, per il settore cerealicolo e per quello agrumicolo. Quindi, si è intervenuti prontamente, così come avevamo anticipato anche in un precedente intervento, perché c'era la necessità di provvedere con ristori immediati alle imprese agricole, e su questo punto è stato rafforzato quello che già in sede regionale - per esempio, in alcune regioni come la Sicilia - era già stato fatto. Dunque, un ristoro immediato e poi occorre anche lavorare in prospettiva.

È chiaro che la revisione della politica agricola è assolutamente necessaria, perché i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. Inoltre, sono cambiati le condizioni di mercato e l'approvvigionamento energetico e c'è la guerra in Ucraina. Quindi, sono condizioni e contesti diversi rispetto a quando è maturata la politica agricola comune in Europa.

Vanno poi ricordati anche gli interventi fatti. Per esempio, nel mese di maggio scorso, è stato sottoscritto, dal Ministero dell'Agricoltura, dalla Cassa depositi e prestiti e da Banca Intesa, un accordo per promuovere politiche creditizie; è, infatti, molto necessario l'apporto del credito, cioè la necessità di avere un credito a sostegno delle imprese agricole. Quindi, è possibile anche attingere, attraverso questo accordo, a una sinergia con il sistema bancario privato e utilizzare anche proficuamente le risorse del PNRR. Io ritengo che anche altri operatori del settore, altri operatori bancari, debbano fare altrettanto e debbano poter mettere a disposizione risorse, cioè liberare risorse che oggi servono al comparto agricolo.

In queste settimane, si è lavorato al nuovo Parlamento e alla nuova Commissione, che si costituirà da qui a brevissimo. C'è un tema che riguarda la politica agricola comune e c'è il tema della rivisitazione e della revisione di quella politica, che, come dicevo, è nata in altri contesti storici. Oggi l'incidenza della politica agricola comune sul bilancio europeo è pari al 30 per cento. Io ricordo che nel 2004, allorquando ero al Parlamento europeo, la politica agricola comune incideva per il 40 per cento del bilancio dell'Unione europea. Oggi ci sono nuove esigenze, quali la ricerca e la difesa, però non c'è dubbio che bisogna rafforzare il budget destinato alla politica agricola comune, che è sempre più un budget che guarda alla produzione agricola, che guarda alla produzione agroalimentare e sempre più un budget che deve guardare alla sostenibilità ambientale. Quindi, ambiente e produzione agricola devono andare di pari passo e in stretta sinergia.

Maggiori risorse, dunque, vanno destinate alla politica agricola comune e di questo penso che il Governo, caro Sottosegretario, debba farsi carico, nella nuova programmazione, nei nuovi piani finanziari, nella nuova strategia europea a sostegno del comparto agricolo. Quindi, noi pensiamo ai risultati positivi, ma guardiamo anche al futuro. Pensiamo a quanto oggi il Paese riesce a guadagnare con nuovi spazi di mercato e con gli scambi commerciali. Quest'anno abbiamo raggiunto i 64 miliardi di euro; non è un traguardo, ma è una tappa di un percorso che vede le nostre imprese agricole sempre più competitive, sempre più qualificate e, soprattutto, sempre più capaci di stare sui mercati internazionali.

Allora, il Governo in questi mesi ha certamente lavorato, certamente ha fatto bene a varare un decreto-legge e ha fatto bene a corredare questo provvedimento anche di ulteriori apporti di natura parlamentare. Pertanto, caro Sottosegretario e signor Presidente, annunzio, date tutte queste condizioni…

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (FI-PPE). …per la completezza dell'intervento - ma certamente vi sarà bisogno anche di altri strumenti e di altri interventi in un prossimo futuro, e l'attenzione del Governo è molto alta -, il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Il provvedimento di cui stiamo discutendo, il cosiddetto decreto Agricoltura, ci fa sorgere, in realtà, più di un dubbio, dubbi e perplessità che sono stati ben evidenziati anche di recente dai nostri colleghi al Senato. Nonostante ciò, nonostante tutte le criticità emerse anche nell'altro ramo del Parlamento, oggi si chiede di votare un testo senza alcuna modifica né seria discussione, dopo aver posto l'ennesima questione di fiducia, la sessantesima questione di fiducia in neanche due anni di Governo. Oggi, veramente festeggiamo un grande traguardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si tratta di un provvedimento che sembra essere un mero annuncio vuoto, trasformato in decreto-legge in fretta e furia, senza neanche metterci le risorse che sarebbero servite. Un decreto-legge che dovrebbe concentrarsi - come dice il nome stesso - sul settore agricolo e sul suo rilancio e che, invece, accoglie al suo interno addirittura interventi per l'Ilva di Taranto, con uno stanziamento di ben 150 milioni di euro. Cospicue risorse pubbliche, quindi, inserite all'interno di un provvedimento blindato che, in realtà, dovrebbe parlare di tutt'altro. Questo è un modus operandi subdolo e profondamente scorretto.

Si tratta, allora, di un decreto omnibus, che tocca diversi argomenti, ma lo fa poco e male. Temi come allevamenti, concorrenza, siccità, imprese di rilevanza strategica, caporalato meriterebbero una discussione seria ed approfondita, anche e, soprattutto, per ricercare soluzioni durature e non estemporanee per i fini elettorali di qualcuno. Come sempre, dopo il caso di cronaca, arriva il decreto: un modo di fare che mira alla propaganda più che al bene comune, ma di questo ormai non ci meravigliamo più. Tutti gli emendamenti che abbiamo presentato in Commissione - ben 150 - sono stati bocciati, non c'è stato modo di esporre le nostre ragioni e difenderli, di spiegare le migliorie di buonsenso che avremmo potuto apportare, dall'Ilva al triste fenomeno del caporalato. Abbiamo provato a proporre modifiche per dare una visione d'insieme a questa serie di interventi spot, effimeri e sicuramente non strutturali.

Entrando nello specifico, vorrei ora soffermarmi su alcuni punti. Anche in questo decreto siete riusciti ad inserire norme per il contrasto alla fauna selvatica, che davvero è diventata un'ossessione di questa maggioranza e di questo Governo, che, ancora una volta, si certifica come nemico degli animali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un Governo che, come sempre, si premura di soddisfare i desideri della lobby dei cacciatori e che è riuscito a far passare alcune aberrazioni anche in questo provvedimento. Ad esempio, per risolvere problematiche come i danni generati alle coltivazioni da parte dei cinghiali o contrastare la diffusione di virus, come la peste suina africana, si è deciso - udite, udite - di militarizzare gli interventi. In pratica, in Italia, impiegheremo l'Esercito per ammazzare gli animali: una cosa allucinante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Anziché assicurare la presenza di professionalità esperte nel rispetto dell'ambiente e l'impiego di politiche di contenimento e prevenzione degli elementi di contaminazione, si sceglie di adottare il mezzo militare, con il risultato che difficilmente, ma davvero difficilmente, si riusciranno a ridurre gli attuali rischi, anzi, potenzialmente, si potrebbero generare ulteriori danni dovuti alla diffusione dei virus anche ai suini sani.

Tra qualche mese, sono sicura che saremo di nuovo qui a parlarne, perché la soluzione alla questione non è questa. Non ci può essere una soluzione, perché il problema non è il virus, il problema non è il contrasto al virus, il virus è una conseguenza, il virus è un effetto. Noi dobbiamo ricercare la causa, dobbiamo andare alla radice del problema e la radice del problema - mi spiace dirlo, ancora una volta, forse, inutilmente - sono gli allevamenti intensivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il problema è un sistema intero che va cambiato e questo non lo dice solo il MoVimento 5 Stelle o qualche altro partito che fa dell'ecologia e del rispetto dell'ambiente e degli animali la propria bandiera, ce lo dicono anche scienziati provenienti da tutto il mondo, che ci dicono che la prossima pandemia, con ogni probabilità, arriverà da virus che si sviluppano all'interno di questi allevamenti.

Questo sistema di produzione aberrante, che danneggia animali, ambiente ed esseri umani è insostenibile. Ma, davanti a tutto ciò, voi chiudete gli occhi e vi nascondete dietro l'etichetta del made in Italy, una fantomatica eccellenza, ma, se non ve ne foste accorti, anche con documentari e prove alla mano, di eccellente in quegli allevamenti non c'è proprio nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Cosa dire, poi, delle misure di ampliamento dei poteri del commissario straordinario alla peste suina africana e - udite, udite, questa è un'altra chicca - del fatto che saranno facilitate le uccisioni degli animali attraverso la possibilità di cacciare di notte grazie a particolari visori. Cioè, la notte, anziché dormire, si va a caccia con i visori. Io mi chiedo: cosa vi pensate di essere? Lara Croft in Tomb Raider? Uscite dal videogioco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché vi state accanendo, ancora una volta, contro esseri senzienti. Sì, esseri senzienti, ditelo al Ministro Lollobrigida. Su questo tema, noi vi ostacoleremo sempre, dentro e fuori dal Palazzo. Ma continuiamo, andiamo avanti.

Un altro punto dolente è il tanto discusso articolo 5, che decreta lo stop al fotovoltaico a terra su terreni agricoli. Qui dobbiamo constatare - come dicevo inizialmente - la totale mancanza di uno spazio per la discussione. È un argomento importantissimo, delicato, in quanto bisognerebbe certamente trovare un equilibrio tra la salvaguardia dei terreni agricoli, senz'altro preziosi e importantissimi, e la necessità di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, anch'essa importante.

Ma andiamo avanti, perché i punti critici sono anche altri. Mi riferisco alla sospensione per 12 mesi del pagamento della parte capitale della rata dei mutui per le imprese che hanno subito una riduzione del volume di affari di almeno il 20 per cento. L'Associazione bancaria italiana - quindi, non il MoVimento 5 Stelle - ha avvertito che le aziende coinvolte possono incorrere in problematiche legate alla definizione della loro posizione debitoria ovvero potrebbero essere inserite tra le aziende deteriorate. Quindi, anziché aiutare le aziende in difficoltà, in questo caso, praticamente, aggravate la loro situazione.

Sul gravoso problema del lavoro in agricoltura e sulle criticità legate al caporalato e alla sicurezza sui campi agricoli, il Governo, solo successivamente, dopo essersi accorto delle mancanze, tramite degli emendamenti, istituisce il Sistema informativo per la lotta al caporalato, al quale concorrono il Ministero del Lavoro, il Ministero dell'Agricoltura, il Ministero dell'Interno, l'INPS, l'INAIL, l'Ispettorato nazionale del lavoro, l'Agea e l'Istat. Un lavoro significativo, quindi, peccato, però, che non sia previsto alcun finanziamento o programma operativo. In pratica, un sistema così importante e decisivo per la lotta al grave fenomeno del caporalato rischia di essere un annuncio vuoto. Stessa sorte che toccherà, con ogni probabilità, anche alla banca dati degli appalti nel settore agricolo.

Si parla, poi, anche di ristori verso agricoltori in ginocchio a causa delle fitopatie. Anche qui, tema importante, peccato, però, che gli stanziamenti siano praticamente briciole rispetto ai danni patiti e i destinatari di questo provvedimento, purtroppo, lo scopriranno a breve proprio sulla loro pelle.

Sulla scarsità idrica, invece - altro tema delicato e fondamentale -, il Governo arriva con estremo ritardo, soprattutto dopo che aveva già approvato il cosiddetto decreto Siccità lo scorso anno e che, tramite la cabina di regia, avrebbe dovuto elencare opere ed interventi urgenti da realizzare. Invece, ci troviamo adesso, in piena estate di un anno dopo, a ricominciare da capo, con vaste porzioni di territorio italiano rimasto a secco. Anche qui bisogna andare alla radice del problema e la radice del problema sono i cambiamenti climatici, altro dramma che vi ostinate a non vedere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Presidente, mi avvio alla conclusione. È davvero un peccato che si sia persa l'occasione di intervenire in maniera seria, concreta e strutturale su temi tanto cruciali e importanti per il nostro Paese. Questo sarà un decreto dannoso, che, con i suoi interventi spot, non farà altro che aggravare i vari e tanti problemi che intende affrontare e che fa finta di risolvere. Uno specchio per le allodole per il tornaconto di pochi, a danno di molti.

Per tutto quanto detto, annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carloni. Ne ha facoltà.

MIRCO CARLONI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, il decreto-legge oggi in definitiva approvazione offre una prima e concreta risposta alle esigenze del settore primario, grazie allo stanziamento di oltre 500 milioni di euro per i prossimi tre anni a favore delle nostre imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, indebitate dalla crisi indotta dalle tensioni geopolitiche in atto e a causa degli effetti depressivi sui prezzi delle derrate agricole e del contestuale aumento dei costi dei prodotti energetici, nonché anche dalle crescenti avversità climatiche, fitopatologiche e zoonotiche che affliggono il comparto.

In sede di conversione in legge, il provvedimento è stato in modo rilevante modificato, grazie all'integrazione del lavoro parlamentare su questa proposta del Governo, segno anche dell'attenzione posta dal Parlamento agli obiettivi perseguiti dal decreto-legge con interventi ampi e diversificati. Si pensi alle misure che sostengono le imprese in difficoltà, quali, in particolare, la moratoria sui mutui e i finanziamenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, che hanno subito un calo del volume degli affari, una riduzione della produzione o, nel caso delle cooperative agricole, una riduzione delle quantità conferite o della produzione primaria. Tale misura agevolerà un'azienda agricola italiana su tre.

È stato previsto anche l'incremento del Fondo per la sovranità alimentare, la destinazione di risorse alle ristrutturazioni delle imprese agricole del settore olivicolo-oleario, di quello agrumicolo e di quello lattiero-caseario del comparto del latte ovino e caprino, il sostegno ai produttori di grano duro dell'intera filiera produttiva cerealicola, nonché alle imprese dei consorzi della pesca e dell'acquacoltura per il sostegno e lo sviluppo della filiera ittica, il contrasto alla proliferazione del granchio blu, i contributi per gli allevatori di specie e razze autoctone a rischio di estinzione o a limitata diffusione.

Altra previsione contenuta nel provvedimento in discussione e che riteniamo, come Lega, molto rilevante dal punto di vista economico è la destinazione di risorse importanti per specifiche colture colpite da fitopatie, quali la peronospora, la flavescenza dorata della vite, la morìa del kiwi, la Xylella, nonché l'epidemia del bostrico tipografo, che affligge i boschi e le foreste italiani.

Ancora, ricordo le azioni per contrastare la brucellosi e la tubercolosi particolarmente dannose per i nostri allevamenti. Per tutelare il settore suinicolo nazionale, al fine di limitare i danni causati dalla peste suina africana, è stato previsto un finanziamento del Fondo per incentivare gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza. E, ancora, vi è il riconoscimento di un credito d'imposta nella ZES per il settore della produzione primaria di prodotti agricoli, della pesca e dell'acquacoltura, nonché il potenziamento del Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole, causati da alluvione, gelo e siccità.

La crescente instabilità delle condizioni meteorologiche renderebbe prioritario rafforzare a livello nazionale un meccanismo di sostegno assicurativo per il ristoro, spesso non quantificabile, dei danni in agricoltura, che gli agricoltori non riescono a coprire con le loro polizze assicurative.

Sempre sul fronte dei danni, vale la pena anche ricordare l'allocazione di risorse aggiuntive per gli indennizzi per la siccità che sta devastando la Sicilia. Ed è proprio per tutelare la produttività, che è stata prorogata al 31 dicembre 2025 la sperimentazione in materia di tecniche di evoluzione assistita, che consentiranno di ottenere piante più resistenti alle malattie e più adatte a fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico, riducendo l'uso di pesticidi e fitofarmaci e razionalizzando l'uso dell'acqua.

Sono state, altresì, introdotte norme volte a garantire una maggiore trasparenza dei mercati, quali il rilancio del Granaio Italia che, prevedendo la registrazione informatizzata delle operazioni di carico e scarico dei cereali, rafforzerà la tutela dei nostri produttori e agricoltori dalla concorrenza dei prodotti provenienti dall'estero, nonché, per assicurare una migliore tracciabilità dei prodotti vitivinicoli, è stato previsto il collegamento tra i registri dematerializzati di tali prodotti e lo schedario viticolo.

Il provvedimento in discussione pone l'attenzione anche sul grande tema della redditività delle aziende agricole, stabilendo che nella formazione del prezzo di cessione dei prodotti agricoli dal fornitore all'acquirente si tenga conto dei costi di produzione che anche le imprese agricole subiscono, indipendentemente dalla loro organizzazione produttiva, come, ad esempio, il costo delle materie prime.

In riferimento alle pratiche sleali, verranno rafforzate le azioni di contrasto nei mercati all'ingrosso e potenziati i controlli a carico dell'ICQRF dell'Arma dei carabinieri.

Per combattere il caporalato, sono state introdotte misure più efficaci, con l'istituzione di un sistema informativo pubblico dove saranno condivise le informazioni degli organismi statali e regionali a partire dall'INPS, dall'INAIL e dall'Ispettorato nazionale del lavoro, collegandosi con Agea e con un database informatico organico per prevenire e combattere gli abusi.

Per consentire un uso consapevole del suolo agricolo è stata limitata la possibilità di installare impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra solo in talune aree, classificate zone agricole dai piani urbanistici vigenti.

Il decreto-legge posto all'attenzione di quest'Aula, nell'offrire sia soluzioni normative sia rilevanti strumenti economici, rappresenta il primo di una serie di provvedimenti che si rendono necessari per dare una risposta tangibile alle giuste istanze del comparto agricolo, della pesca e dell'acquacoltura che, pur non avendo in questa sede ancora trovato accoglimento, rappresentano una priorità per il Governo e l'intera maggioranza che, oggi, come Parlamento, ci prefiggiamo di impegnare in un'azione di sostegno e rilancio del settore primario, quale asse portante della nostra economia.

È per queste motivazioni che il gruppo Lega-Salvini Premier voterà “sì” alla fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Eccoci qui ad esprimere il nostro parere sull'ennesima fiducia, la cinquantasettesima, che non sarà l'ultima, ahimè, e su un provvedimento fondamentale per il Paese, nel solco di un metodico svilimento della democrazia parlamentare che caratterizza questo Governo.

Avete chiamato questo provvedimento “Disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale”, ma, di fatto, è un decreto omnibus, un decreto che risponde alle emergenze, ma che non dà risposte strutturali ai bisogni di un comparto che soffre da diverso tempo, perché l'emergenza climatica non è arrivata adesso, la peste suina nemmeno, per citare un paio di eventi emergenziali in corso; emergenze che continuate a rincorrere, anche tardivamente, se penso alla siccità che da mesi tiene nella morsa le regioni del Sud e alla quale provate a dare risposte solo adesso, vista l'inefficacia della gestione commissariale che in 14 mesi non ha prodotto risultati apprezzabili.

Rispetto a questo tema, mi chiedo come riescano a stare tranquilli i colleghi di maggioranza del Sud, con le navi che portano acqua e il piano invasi che non è mai partito, nonostante, appunto, fosse previsto. Gli annunci altisonanti che hanno accompagnato questo decreto non ne coprono la fragile infrastruttura.

A noi fa piacere vedere inserite in questo decreto molte delle richieste che come Partito Democratico abbiamo fatto nel corso di questi anni su diversi provvedimenti. Non siamo interessati alla primogenitura, ma al bene dell'agricoltura, che rimane l'asse portante del nostro Paese.

Ciò che manca in questo provvedimento è la visione, a cui il Paese con le DOP più apprezzate al mondo dovrebbe ambire. Manca una strategia di lungo corso, improntata su provvedimenti sostanziali, strutturali, innovativi e coraggiosi, finalizzati a proteggere la redditività delle imprese e a mantenere alto il nome del made in Italy nel mondo, che si sostiene sull'operosità e sulla sapienza di centinaia di migliaia di piccoli e medi produttori e trasformatori, che non beneficeranno delle ricadute di queste iniziative del Governo.

Si susseguono, infatti, in questo decreto, interventi costruiti sull'onda della cronaca quotidiana e sulle leve del consenso. Non si intravedono azioni di largo respiro in grado di sostenere il settore primario nelle sfide cruciali che lo attendono e che sta già in parte affrontando, senza poter contare su un'azione politica consapevole e illuminata. Parlo degli stravolgimenti provocati dai cambiamenti climatici, le cui conseguenze rimangono irrisolte per tempi biblici e che questo provvedimento non affronta con adeguate misure strutturali. Parlo della peste suina, che continua a imperversare, con il numero di cinghiali in progressivo aumento e un commissario che fatica a trovare soluzioni, se non quella di incaricare l'esercito, e di altri eventi epidemici, invasivi e patogeni, che la globalizzazione e le trasformazioni climatiche verosimilmente ci costringeranno ad affrontare, senza che questo decreto preveda strumenti dedicati e misure preventive.

Parlo di prevenzione, senza dimenticare di segnalare i gravi ritardi che già rallentano la catena degli aiuti alle colture colpite da patogeni o calamità. Parlo della concorrenza selvaggia che stravolge i meccanismi del giusto prezzo e che porta sulle nostre tavole prodotti di qualità, ma dei quali non ci si preoccupa di conoscere le condizioni di lavoro di tutti quei lavoratori che hanno contribuito al prodotto finale, dal momento che è ancora troppo basso il numero delle aziende che aderiscono alle reti di qualità. Non ci si preoccupa dei salari, in calo del 7 per cento rispetto al 2019, secondo gli ultimi dati dell'OCSE. Parlo della micidiale burocrazia che soffoca il made in Italy. Parlo della mancanza di manodopera e di una razionale e umana regolamentazione dei flussi migratori che, superando la Bossi-Fini, offrirebbe alle nostre campagne la forza lavoro di cui necessitano, stroncherebbe il caporalato e restituirebbe dignità ad esistenze disperate, come quella di Satnam Singh. Il fatto che una tragedia così brutale si sia consumata nell'ambito del lavoro agricolo appare significativo: come se, in certi settori dell'agricoltura italiana, si fossero già consolidate prassi di illegalità e di sfruttamento, alimentate da un sistema che non garantisce né equità ai produttori e ai lavoratori, né giustizia economica e sociale. Il decreto tratta superficialmente questa piaga, facendo riferimento a misure già previste nella legge Martina-Orlando, basate sull'incrocio delle banche dati: la stessa legge sul caporalato che prevedeva anche l'istituzione di un tavolo del caporalato, convocato a dicembre del 2022. C'è da chiedersi se ci sia la volontà di riconvocarlo perché - diciamocelo - per molti di voi è molto meglio non porsi il problema, perché il problema, in questo modo, non esiste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo provvedimento non investe sul futuro dell'agricoltura italiana, perché non investe adeguatamente sui giovani e sul ricambio generazionale. Poco o nulla è previsto in termini di esonero dagli obblighi contributivi per gli imprenditori agricoli under 41, per il credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali, agevolazioni fiscali e facilitazioni per l'accesso al credito e al microcredito.

Voglio sottolineare, inoltre, come il provvedimento sia gravemente miope sui temi che riguardano la ricerca, l'innovazione e il sostegno alla transizione ecologica nelle campagne. Va, pertanto, stigmatizzata l'arroganza con cui, per l'ennesima volta, il Governo ha rigettato qualsiasi proposta che il Partito Democratico ha avanzato nel merito e non per posa ideologica, come spesso si vede fare tra la maggioranza. Le nostre proposte emendative erano finalizzate anche a migliorare, in termini di efficacia e di continuità, i provvedimenti legati alle emergenze congiunturali, a partire dagli aiuti per le colture colpite dagli eventi climatici, dalla siccità, il caporalato, la peste suina e il giusto prezzo.

L'incapacità di ascolto che ha accompagnato l'iter di questo decreto non è solo lesiva della democrazia parlamentare: mettendo a tacere la nostra voce, avete messo a tacere anche le voci di centinaia di agricoltori che operano nei territori a maggiore vocazione agricola del nostro Paese, le cui istanze volevamo rappresentare attraverso proposte emendative migliorative, che avete respinto in maniera unilaterale, sistematica e ideologica. Per queste ragioni voteremo “no” convintamente a questa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cerreto. Ne ha facoltà.

MARCO CERRETO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Sottosegretario, con questo decreto, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, questo Governo ha dimostrato, ancora una volta, con i fatti - non con le parole - di saper rispondere alle esigenze del mondo agricolo. Con gli stanziamenti e gli interventi presenti in questo decreto, ammontano a 20 miliardi di euro i fondi messi a disposizione di un settore che noi abbiamo riportato al centro della politica italiana e - mi si consenta, Presidente - al centro della politica europea che, con l'ultima riforma della politica agricola comune, aveva generato un distacco così forte col mondo rurale da dover tornare sui suoi passi.

Ed è proprio da questa visione distorta - vedete - che dobbiamo partire. La Commissione, nella redazione dei regolamenti di base della riforma della politica agricola comune, andava a creare asimmetrie, per la prima volta, dal 1962, cioè, da quando esiste - dopo l'istituzione dei Trattati di Roma - la PAC stessa, che si è sempre basata sull'armonizzazione di tre pilastri fondamentali: la sostenibilità economica, la sostenibilità sociale e la sostenibilità ambientale. Si è passati dall'ammodernamento del Piano Mansholt del 1970, alla riforma MacSharry degli anni Ottanta, alla riforma Fischler del 2003. Si arriva, oggi, ad assistere a una riforma che rischiava di far saltare l'economia agricola di mezza Europa, in virtù di una condizionalità ambientale rafforzata e dell'affermazione del principio del disaccoppiamento, fino ad arrivare al paradosso che questa Europa pagava l'agricoltore per non produrre.

Con questo Governo si è invertita la rotta e si è rimesso al centro della nostra visione di sviluppo del mondo agricolo e agroalimentare - che per noi è un settore vitale e che rappresenta la base della nostra economia - la tutela dell'ambiente e la sicurezza alimentare dei nostri cittadini. Lo si deve grazie all'azione del Governo Meloni e alla tenacia del Ministro Lollobrigida se, soltanto dopo un anno, la politica agricola comune è stata revisionata. Si badi: normalmente, la politica agricola comune viene revisionata nel check, cioè, in quella revisione di medio termine che si fa dopo due anni e mezzo o tre anni. Ebbene, la pressione era talmente alta e le nostre buone ragioni, evidentemente, erano tali che, soltanto dopo un anno, la Commissione europea è dovuta tornare su se stessa e ha dovuto porre in essere una revisione. Abbiamo, quindi, rimesso l'agricoltura al centro dell'agenda della politica europea e abbiamo messo l'agricoltore al centro di un sistema vitale, senza il quale non si può neanche immaginare di parlare di temi come l'approvvigionamento, la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale. Abbiamo ribadito, sempre grazie a un non-paper dell'Italia del febbraio del 2024, che l'agricoltore è il primo bio-regolatore della natura e non di certo un eco-vandalo o un inquinatore, cosa che la Commissione europea aveva indotto molti Stati a pensare. Abbiamo revisionato il PNRR, rafforzando la programmazione negoziata: miliardi di euro per rafforzare le filiere, perché non ci può essere sostenibilità alcuna se non c'è prima la sostenibilità economica. Abbiamo rifinanziato e formulato meglio del precedente Governo, la possibilità di dotare le nostre aziende agricole di impianti agrisolari. Arriviamo, infine, alla redazione di questo decreto, che assume - a nostro avviso - un'importanza storica, perché ha avuto il coraggio di affrontare temi importanti, che incidono profondamente sulla tenuta stessa delle nostre filiere, anche a causa di eventi non prevedibili, come i fenomeni atmosferici o i teatri di guerra che hanno ingenerato, ovviamente, asimmetrie economiche e sociali.

All'articolo 1 di questo decreto si prevede, infatti, una moratoria sui mutui e sui finanziamenti per le imprese agricole e della pesca. Sottolineo “e della pesca” perché, grazie a questo Governo e al nostro Ministero, finalmente abbiamo equiparato i pescatori agli agricoltori, non considerandoli più dei produttori di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ebbene, in tutti questi mesi, anche in Italia, si sono creati dei presidi agricoli, che abbiamo incontrato. Vorrei sottolineare che erano tutti, ovviamente, pacifici, a differenza di altri Stati. Quello che ci chiedevano gli imprenditori era proprio questo: “Sollevateci dal peso che abbiamo e che non possiamo sostenere rispetto ai debiti, che oggi non possiamo onorare. Abbiamo una situazione emergenziale e questo Governo deve rispondere”. Per la prima volta, questo Governo effettua una moratoria importante, che solleva le nostre aziende agricole, ove esse abbiano, ovviamente, o il 20 per cento di calo di volume di affari o il 30 per cento del calo della produzione. Abbiamo immaginato di continuare a sostenere le filiere. È importante in questa fase lo stanziamento di 5 milioni per la ristrutturazione delle imprese agricole nel settore olivicolo e oleario, nel settore agrumicolo e nel settore lattiero-caseario, oltre a quello ovicaprino. Si destinano risorse del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, nel limite di 32 milioni di euro, ai produttori di grano duro e dell'intera filiera cerealicola.

Inoltre, per i Consorzi della pesca sono previsti interventi in conto capitale, destinati al sostegno e allo sviluppo della filiera ittica e al contrasto della crisi generata dalla proliferazione del granchio blu.

Abbiamo immaginato di equiparare la disciplina per le aziende agricole a quella più ampia delle zone economiche speciali. In materia di contrasto al caporalato, abbiamo deciso di affrontare il problema utilizzando due innovazioni: quella che prevede il personale dei Carabinieri in servizio presso l'Ispettorato nazionale del lavoro, che abbia quindi, da oggi, accesso a tutte le banche dati dell'INPS e dell'INAIL per l'anno 2024; ma vi è di più, si prevede anche l'istituzione, presso il Ministero del Lavoro, di un sistema informativo dedicato esclusivamente alla lotta al caporalato al fine di rafforzare il controllo e il monitoraggio sul fenomeno indegno dello sfruttamento dei lavoratori, a cui questo Governo ha dichiarato una guerra senza quartiere ed è per questo che abbiamo deciso di coinvolgere tutti gli attori possibili in questo ambito.

Vedete, non vogliamo fare assolutamente demagogia, Presidente, ma anche su questo aspetto vi sono stati in questi giorni certi interventi sia sulla stampa, sia in Aula: in particolare, mi sembra che esistano deputati che, forse, sono iscritti al partito, al gruppo politico dei marziani, che all'improvviso hanno scoperto il fenomeno del caporalato, accusando quasi il Governo Meloni, che esiste da 18 mesi, di non aver fatto nulla per quest'orrendo fenomeno. Ebbene, non vorrei sparare sulla Croce Rossa, ma non posso non ricordare che il Ministro Lollobrigida ha firmato il suo primo atto, nel novembre del 2022, un decreto interministeriale sulla condizionalità sociale.

Ma vi è di più. Esiste - peccato che nessuno se ne sia accorto - una vera e propria macchina infernale, che si insinua nel decreto Flussi - quel meccanismo che serve per richiedere manodopera straniera - e mi sembra che ci sia voluto un esposto del Presidente del Consiglio in persona il 4 giugno; ha dovuto fare un esposto alla Procura antimafia per andare a scoperchiare un sistema che è vittima della criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Peccato che qualche marziano fino ad oggi non si sia accorto di tutto questo.

Abbiamo pensato a sostenere la lotta alle fitopatie. In questo decreto ci sono importanti disposizioni che recano e allocano risorse per la lotta a svariate fitopatie, per la peronospera della vite e del kiwi; un sostegno di 30 milioni di euro per i reimpianti e le riconversioni tramite cultivar di olivo resistenti per le imprese agricole danneggiate dalla Xylella, sul cui fenomeno opera ancora un'indagine. Voglio ringraziare il presidente e tutta la Commissione agricoltura della Camera, che ha avviato un'indagine conoscitiva su quella che oggi non possiamo più considerare un'emergenza, perché non può essere assolutamente un'emergenza ciò che esiste in Puglia senza soluzione di continuità da oltre 17 anni.

All'articolo 4 di questo decreto vi è - secondo me - la più grande innovazione che un Governo potesse pensare, anche in uno Stato liberale. Per anni, abbiamo dibattuto con tanti colleghi, con tante organizzazioni agricole e abbiamo riflettuto, molto spesso, su quella che è un'asimmetria conclamata, oggettiva, che esiste nella filiera agricola: ovvero la redistribuzione della ricchezza, che molto spesso vede l'anello debole della catena proprio nel produttore. Proprio a colui che produce non va il giusto profitto. Questo Governo ha immaginato un'innovazione importante. Senza ledere ovviamente gli interessi e ciò che avviene nel libero mercato, ha introdotto il principio del costo medio di produzione. Il costo medio di produzione, che sarà calcolato da ISMEA, farà in modo che ogni prodotto avrà un costo medio di produzione, al di sotto del quale quei contratti, che saranno indotti ad essere sottoscritti, da un punto di vista sinallagmatico, al di sotto di quel prezzo, faranno scattare automaticamente le indagini del nostro coordinamento antifrode, istituito nel frattempo dal Ministro Lollobrigida, che prevede il coinvolgimento di tutte le Forze di Polizia.

Ed è quindi in virtù di queste innovazioni e in virtù di queste norme che, per noi, questo decreto è a completamento di una grande inversione di tendenza che il Governo Meloni fa nel mondo agricolo, compiendo una vera e propria rivoluzione conservatrice. Ed è per questo che annunciamo il voto favorevole alla fiducia del provvedimento in essere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13,10, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 13,10.

La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 13,10.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1946​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Nadia Romeo.

Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 13,50)

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 296

Votanti: ………………… 292

Astenuti: ………………….. 4

Maggioranza: …………... 147

Hanno risposto : ……… 181

Hanno risposto no: ……... 111

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Boscaini Maria Paola

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Caparvi Virginio

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Casasco Maurizio

Castiglione Giuseppe

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cerreto Marco

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Crippa Andrea

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Filini Francesco

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Lollobrigida Francesco

Longi Eliana

Lucaselli Ylenja

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nisini Tiziana

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Ravetto Laura

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Stefani Alberto

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zucconi Riccardo

Hanno risposto no:

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Casu Andrea

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Gallo Francesco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Gribaudo Chiara

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartini Andrea

Raffa Angela

Roggiani Silvia

Romeo Nadia

Rosato Ettore

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scotto Arturo

Simiani Marco

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Traversi Roberto

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Ascani Anna

Bagnai Alberto

Barbagallo Anthony Emanuele

Bergamini Deborah

Bignami Galeazzo

Bitonci Massimo

Brambilla Michela Vittoria

Cappellacci Ugo

Carfagna Maria Rosaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cesa Lorenzo

Colosimo Chiara

Costa Enrico

De Corato Riccardo

Faraone Davide

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Fitto Raffaele

Freni Federico

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giorgetti Giancarlo

Gusmeroli Alberto Luigi

Letta Enrico

Loperfido Emanuele

Lupi Maurizio

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Molteni Nicola

Patriarca Annarita

Pichetto Fratin Gilberto

Polidori Catia

Rampelli Fabio

Richetti Matteo

Rixi Edoardo

Romano Francesco Saverio

Scerra Filippo

Silvestri Francesco

Sportiello Gilda

Tajani Antonio

Zoffili Eugenio

Sull'ordine dei lavori (ore 14,10).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Questo intervento è per noi doveroso, per stigmatizzare ancora una volta - non è la prima - l'assurda gestione della VII Commissione da parte del presidente Mollicone. Una gestione frettolosa, una gestione approssimativa, una gestione che possiamo definire a tutti gli effetti, in realtà, antidemocratica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È ormai chiaro che in realtà, per il presidente Mollicone, il dibattito politico, il confronto e un po' tutte le procedure democratiche previste dai nostri regolamenti sono solo un fastidio, perché ci ritroviamo costantemente dinanzi a una compressione dei tempi, a una gestione in cui addirittura è difficile capire cosa si sta votando, se un emendamento piuttosto che un altro, e le conseguenze di questo atteggiamento sono chiare e non le pagano solo i deputati di opposizione, ma le pagano anche gli uffici, perché ci si trova in un costante caos. È ciò che è avvenuto ieri e stamane nella diretta testimonianza, perché ci siamo ritrovati a una riformulazione veloce di un emendamento su cui non c'era stato dato neanche il tempo di leggerlo e, difatti, poi quello che è accaduto è che ci siamo trovati dinanzi a un emendamento sbagliato, su cui poi si è dovuto rimediare. E non parliamo di drafting normativo, perché ci troviamo chiaramente davanti a una questione in cui ieri abbiamo votato un emendamento - non lo abbiamo votato noi, ma la Commissione ha votato un emendamento - e nel resoconto di Commissione se ne trova un altro. Ovviamente, sia chiaro che non stiamo dando colpa agli uffici, che - ripeto - sono vittime di una gestione pessima.

Allora, è chiaro che così non si può andare avanti. Ovviamente, non è un problema - lo sappiamo - solo della nostra Commissione, ma, per quanto ci riguarda, lì si è raggiunto il culmine. È diventato assolutamente intollerabile questo atteggiamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E siamo qui a denunciarlo ancora una volta, perché si va a minare la democrazia così come altrove. Ricordo, per esempio, quello che è accaduto sull'autonomia differenziata, in cui il voto non andava bene e, allora, si va di nuovo al voto, contro ogni regolamento.

Allora, signori, così come per il presidente Mollicone, è diventato chiaro, chiarissimo, quanto questo Governo sia allergico alla democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Stiamo parlando di questo, e noi non ci stiamo e saremo qui a ricordarlo costantemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, la deputata Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Mi unisco anch'io alle parole del collega Caso, avendo condiviso con lui e con gli altri colleghi del gruppo parlamentare del Partito Democratico le ultime ore all'interno della Commissione cultura, in particolar modo l'esame del decreto-legge n. 71 del 2024, che è stato, se vogliamo, il culmine, per la sua conduzione, di un modo di lavorare che non è più sostenibile, né accettabile. È un modo frettoloso, confuso e arrogante, e noi pensiamo che non sia possibile, soprattutto per la delicatezza e l'importanza delle tematiche oggetto di questo provvedimento, così come di altri, all'interno della Commissione. Si tratta di provvedimenti che riguardano la vita delle persone, dei lavoratori e dei docenti, che riguardano il tema del sostegno, per esempio, che il Ministro Valditara ha tanto a cuore.

Noi pensiamo che l'errore che è stato evidenziato dal collega Caso sia un po' il culmine di come si intende lavorare, con emendamenti votati alla velocità della luce e senza neanche rendersi conto di cosa si stia votando. Non è possibile accettare questo e, tra l'altro, lo diciamo a poche ore da un blitz che la maggioranza ha fallito, che la maggioranza ha tentato rispetto al tema della valutazione del voto in condotta, con un'accelerazione ulteriore dopo che in Commissione si era svolto un dibattito civile, ma nel merito, delle questioni e senza che venisse evidenziato un così frettoloso cambio di programma.

Noi riteniamo che sia necessaria una riflessione complessiva su questo modo di lavorare, che mette davvero anche in grave difficoltà gli uffici, che, per primi, si trovano a dover lavorare sui testi normativi, ma non possiamo evitare di evidenziarlo in questa sede, nella sede dell'Aula, a dimostrazione del fatto che forse si è superato un livello di accettazione del modo di operare che non è più tollerabile, che richiede una presa di coscienza del fatto, appunto, che i provvedimenti meritano il tempo necessario per l'importanza del loro contenuto.

Gli emendamenti che riguardano i testi di legge richiederebbero anche un dibattito tra maggioranza e minoranza, ma non posso dare io lezioni ai colleghi di maggioranza. Servirebbe un dibattito nel merito, e con il tempo per il dibattito nel merito, che deve essere condotto, che fino a ora e con l'ultimo provvedimento è stato tutto fuorché assicurato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra ci associamo alle proteste dei colleghi del PD e del MoVimento 5 Stelle per quanto accaduto in Commissione cultura, scienza e istruzione e lo facciamo perché in un luogo come questo, il luogo del legislatore, la procedura e la forma sono anche sostanza.

Noi sappiamo che il rispetto dei regolamenti, il rispetto dei tempi, il rispetto dei testi e il rispetto dell'esito delle votazioni sono il cuore del funzionamento della democrazia e delle istituzioni e ogniqualvolta le istituzioni vengono piegate all'obiettivo di aggiustare un errore o di cancellare qualcosa, che per alcuni rallenta la propria fretta, ogniqualvolta che le regole vengono piegate in qualche modo si costruisce un precedente che può essere pericoloso per il futuro.

Come diceva anche la collega Manzi, noi in Commissione cultura troppo spesso non abbiamo il giusto dibattito, probabilmente non abbiamo i giusti tempi e proprio ieri un emendamento è arrivato in fretta e furia - una riformulazione - sui nostri banchi e non abbiamo avuto nemmeno il tempo di verificare, se non con messaggini concitati, in pochi minuti, la reale cogenza della nuova riformulazione e gli effetti che avrebbe prodotto e poi scopriamo che quella riformulazione era scritta male e scopriamo che viene pubblicato un testo corretto proprio per cercare di rimediare all'errore.

Tutto questo, Presidente, non è accettabile. Se c'è bisogno di tempo per scrivere i testi normativi si sospende la seduta e si prende il tempo necessario, si dà alle opposizioni il tempo di guardare nel merito e con cura e si rispetta l'esito delle votazioni, perché altrimenti qui vengono meno le regole della convivenza e del gioco democratico. Quindi, la invito a richiamare il presidente Mollicone a una gestione diversa anche della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Rispetto alle istanze dei tre colleghi, ovviamente farò riferimento al Presidente Fontana in ordine a quanto emerso adesso in Aula.

A questo punto, sospendo brevemente la seduta, al fine di consentire la predisposizione dell'elenco dei deputati in missione per la parte pomeridiana, il cui numero dovrà essere comunicato all'Aula alla ripresa della seduta. Pertanto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.

La seduta, sospesa alle 14,18, è ripresa alle 14,33.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 84, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, Sottosegretario Luigi D'Eramo. Ne ha facoltà.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, Presidente. Chiedo una sospensione dei lavori di 30 minuti (Commenti).

PRESIDENTE. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,05.

La seduta, sospesa alle 14,35, è ripresa alle 15,05.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1946.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 1946.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1946​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1946/40 Molinari è stato ritirato dal presentatore.

Avverto inoltre che, per un mero errore materiale, all'ultimo capoverso delle premesse dell'ordine del giorno n. 9/1946/51 Ghirra, le parole: “8.000 gigawattora” e “3.864 gigawattora” sono da intendersi correttamente come: “8.000 megawattora” e “3.864 megawattora”, e le parole: “6,264 gigawattora” come: “6,264 GW”.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, Sottosegretario D'Eramo, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/1 Bonafe', il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “compatibilmente con i limiti di finanza pubblica”, espungendo le ultime due premesse.

Sugli ordini del giorno n. 9/1946/2 Fossi e n. 9/1946/3 Simiani il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/4 Carotenuto il parere è favorevole con riformulazione del dispositivo: al primo capoverso: “a valutare l'opportunità di promuovere”, al terzo capoverso: “a valutare l'opportunità di individuare”, mentre il parere è contrario sul secondo capoverso.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/5 Caramiello il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/6 Sergio Costa il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: al primo capoverso: “affinché il Governo valuti l'opportunità di assumere (…)”, al secondo capoverso: “a valutare l'opportunità di introdurre (…)”. Sul terzo capoverso il parere è contrario, mentre sul quarto capoverso il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/7 Caso il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/8 Pavanelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere la quarta e la quinta premessa; relativamente all'impegno, espungere dalla parola: “valutando” fino alla fine.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/9 Cherchi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/10 Scutella' il parere è contrario sulle premesse e favorevole sull'impegno con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere, per quanto di competenza e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, ogni ulteriore iniziativa ritenuta necessaria per contrastare gli sprechi delle risorse idriche sotterranee, contenere le perdite di rete e garantire una gestione efficace nelle risorse idriche, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno”.

PRESIDENTE. Quindi il parere è favorevole con riformulazione.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sì. Sugli ordini del giorno n. 9/1946/11 Della Vedova e n. 9/1946/12 Lovecchio il parere è contrario.

Chiedo l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1946/13 Fede.

PRESIDENTE. Va bene.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sugli ordini del giorno n. 9/1946/14 L'Abbate e n. 9/1946/15 Donno il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/16 Nevi formulo un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Quindi invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/17 Squeri il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare misure per favorire percorsi di economia circolare che consentano il riutilizzo dei materiali provenienti da operazioni di disinterramento e pulizia di invasi e bacini artificiali, disciplinando a tal fine la gestione del materiale estratto dagli invasi in sede di decreto attuativo dell'articolo 48 del decreto-legge n. 13 del 2023, convertito con modificazioni dalla legge n. 41 del 2002, in corso di predisposizione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/18 Gatta il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere in sede di esercizio della delega di cui all'articolo 26, comma 4, della legge 5 agosto 2022, n. 118, un espresso riferimento alla necessità di tutela della produzione agroalimentare in essere”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/19 Forattini il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/20 Scotto il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/21 Guerra il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”, ed espungendo il secondo capoverso delle premesse. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo, al fine di assicurare condizioni di trasparenza del mercato e di contrastare l'andamento anomalo dei prezzi nelle filiere agroalimentari in funzione della tutela del consumatore, della leale concorrenza tra gli operatori commerciali e della difesa del made in Italy, a valutare l'opportunità di istituire, presso il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste una cabina di regia per il monitoraggio sull'andamento dei costi medi di produzione agricola e dei prezzi medi all'origine”.

PRESIDENTE. Mi dicono che forse si è confuso con l'ordine del giorno n. 9/1946 /23 Peluffo.

Vuole ricontrollare l'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari, per cortesia?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo, al fine di assicurare condizioni di trasparenza del mercato e di contrastare l'andamento anomalo dei prezzi nelle filiere agroalimentari in funzione della tutela del consumatore, della leale concorrenza tra gli operatori (…)” e così via. È quello che ho letto prima.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, Sottosegretario. L'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari è relativo agli eventi climatici, l'ordine del giorno n. 9/1946/23 Peluffo…

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Allora ci deve essere un errore sulla stampa, Presidente.

PRESIDENTE. È probabile. Quindi, questo che lei sta leggendo è presumibilmente l'ordine del giorno n. 9/1946/23 Peluffo. Perché, se non riusciamo a recuperare l'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari, lo accantoniamo, se lei concorda.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sì, Presidente, accantoniamolo. Sull'ordine del giorno 9/1946/23 Peluffo il parere è contrario.

PRESIDENTE. No, aspetti, il parere sull'ordine del giorno n. 9/1946/23 Peluffo è quello che ha letto adesso, con la riformulazione?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. No.

PRESIDENTE. Quindi il parere sull'ordine del giorno n. 9/1946/23 Peluffo è contrario.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/24 Marino il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/25 Romeo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo, al fine di contenere il fenomeno della diffusione della specie granchio blu e di impedire l'aggravamento dei danni inferti all'economia del settore ittico, a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica, adeguati stanziamenti a favore dei consorzi e delle imprese di acquacoltura e della pesca che provvedono alla cattura ed allo smaltimento della predetta specie”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/26 De Luca il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di utilizzare gli strumenti di emergenza a disposizione a favore degli imprenditori agricoli e delle associazioni fondiarie che hanno subito danni dalla diffusione del mal secco del limone”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1946/27 Manes, n. 9/1946/28 Ubaldo Pagano, n. 9/1946/29 Lacarra e n. 9/1946/30 Gadda il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/31 Magi il parere è favorevole, se riformulato con l'espunzione delle ultime due premesse.

PRESIDENTE. Quindi, il dispositivo rimane uguale?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sì, Presidente. Anzi, mi scusi, relativamente all'ordine del giorno n. 9/1946/31 Magi, il parere è favorevole, espunte le ultime due premesse; per quanto riguarda la parte del dispositivo: “impegna il Governo a garantire che siano tutelate quelle iniziative di ricerca che hanno ottenuto il via libera dal Ministero affinché non siano soggette ad attacchi e danneggiamenti; a prolungare la deroga alla normativa di cui al decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224 concessa per quella tipologia di coltivazione estendendola ad altre sperimentazioni in corso e in particolare a quelle che impiegano le tecniche di CRISPR-Cas9; ad adottare iniziative organiche sull'intera normativa, anche con le dovute interlocuzioni a livello europeo, che ha oggi superato i vent'anni di età e rischia di non rispondere alle necessità non solo della ricerca scientifica che ha progredito in maniera sostanziale dal 2023, ma anche dal comparto agroalimentare che necessita della sinergia con i centri di studi e ricerca, nonché con le università per prepararsi al meglio a rispondere alle future sfide”.

PRESIDENTE. Quindi, la riformulazione riguarda solo le premesse, perché abbiamo seguito il dispositivo, che è identico. Perfetto, quindi, rimaniamo come detto poc'anzi.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/32 Soumahoro il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/33 Carmina il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di assumere, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, ogni ulteriore iniziativa ritenuta necessaria per fronteggiare la crisi idrica in atto nel territorio della regione siciliana”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/34 Amendola il parere è contrario sulle premesse e favorevole sull'impegno con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere, per quanto di competenza e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, ogni ulteriore iniziativa ritenuta necessaria per contrastare gli sprechi delle risorse idriche sotterranee, contenere le perdite di rete e garantire una gestione efficiente delle risorse idriche, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno”.

PRESIDENTE. Colleghi, cortesemente… Dobbiamo seguire tutte le modifiche, per cortesia, altrimenti non riusciamo a sentire.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/35 Ruffino il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/36 Davide Bergamini formulo un invito al ritiro.

Gli ordini del giorno n. 9/1946/37 Bruzzone e n. 9/1946/38 Zinzi sono accantonati.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/39 Coin il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1946/40 Molinari è stato ritirato.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. L'ordine del giorno n. 9/1946/41 Pierro è accantonato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/42 Bof il parere è favorevole, se riformulato con l'espunzione della quarta e della quinta premessa.

L'ordine del giorno n. 9/1946/43 De Bertoldi è accantonato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/44 Cannata il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/45 Ciaburro il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare presso i tavoli europei una diversa gestione della specie lupo, ai fini di un migliore contemperamento degli interessi coinvolti”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/46 Dondi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica, di prevedere ulteriori misure a sostegno delle imprese produttrici di pere, al fine di far fronte alle perdite effettivamente subite a causa di fitopatie che aggrediscono facendo ammalare le piante, le produzioni frutticole del nostro Paese, così da sostenere la filiera, quindi rilanciando la produttività e la competitività della stessa”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/47 La Salandra il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/48 D'Attis il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/49 Cerreto vi è una riformulazione nel senso che il parere è favorevole agli impegni c) e d)

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole agli impegni c) e d) mentre per il resto è tutto contrario, compresa la premessa?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Si, Presidente.

Sugli ordini del giorno n. 9/1946/50 Zaratti, n. 9/1946/51 Ghirra, n. 9/1946/52 Borrelli, n. 9/1946/53 Bonelli e n. 9/1946/54 Zanella il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/55 Dori il parere è contrario sulle premesse; è, invece, favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di assumere, per quanto di competenza e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, ogni ulteriore iniziativa ritenuta necessaria per contrastare gli sprechi delle risorse idriche sotterranee, contenere le perdite di rete e garantire una gestione efficiente delle risorse idriche, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1946/56 Mari e n. 9/1946/57 Grimaldi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/58 Mattia il parere è favorevole con riformulazione, aggiungendo nell'impegno, dopo la parola “adottare”, quanto segue: “ulteriori misure, anche di carattere normativo, nel rispetto delle direttive europee”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/59 La Porta il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare misure a favore dei terreni agricoli colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi il 1° maggio e il 2 novembre 2023 nel territorio toscano”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/60 Gribaudo il parere è favorevole all'impegno con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/61 Barbagallo il parere è contrario sulle premesse e favorevole all'impegno con la seguente riformulazione: “a perseguire nelle misure, sia di carattere emergenziale che di carattere strutturale, adottate per fronteggiare la gravissima crisi che la regione Sicilia sta attraversando, con conseguenze che rischiano di avere pesanti ricadute su tutte le produzioni zootecniche e del settore agroalimentare”.

PRESIDENTE. Torniamo all'ordine del giorno n. 9/1946/1 Bonafe', su cui il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto volevo chiedere se, per cortesia, può essere riletta la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Allora, il parere è favorevole con riformulazione: nelle premesse, espungendo le ultime due premesse; relativamente all'impegno: “Impegna il Governo, compatibilmente con i limiti di finanza pubblica, ad adottare ulteriori iniziative normative”.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafe', accetta la riformulazione?

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Presidente, è evidente che non possiamo accettare questa riformulazione da parte del Governo. Prendiamo atto con piacere che, comunque, c'è stato un passo avanti, ma non lo riteniamo sufficiente. Quando noi abbiamo letto il decreto abbiamo pensato che ci fosse un errore. Abbiamo detto: ma com'è possibile che il Governo vari un decreto dove prevede sgravi contributivi per le aziende che hanno subìto i danni derivanti dall'alluvione e ne lasci fuori una parte? Già al Senato abbiamo provato a dare una mano al Governo, perché pensavamo fosse un errore, presentando emendamenti che andavano a sanare questa situazione e che prevedevano quegli stessi sgravi contributivi per tutte le zone colpite, anche quelle colpite dall'alluvione del 2023. Anche perché, non ci dimentichiamo che già era stato dichiarato lo stato di emergenza da parte del Governo e, quindi, era stato riconosciuto che lì c'era un problema.

Ci sono danni enormi. Peraltro, stiamo parlando di aziende produttive ancora in difficoltà, perché ci sono stati ritardi nel ristoro dei danni e pensavamo che il Governo volesse salvaguardare sia i livelli occupazionali che il rilancio di queste filiere, così importanti per l'economia della Toscana, e non solo. Quindi, Presidente, noi prendiamo atto che, purtroppo, ancora una volta, il Governo non vuole prendere a cuore il destino di queste aziende e, ahimè, siamo costretti a non considerare sufficiente il passo in avanti, che pure abbiamo notato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/1 Bonafe' ed altri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/2 Fossi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sanzo. Ne ha facoltà.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno. Vorrei far osservare che in questo decreto sono state approvate misure per quanto riguarda il dissesto in Emilia-Romagna. C'è stato un incontro con i parlamentari, con la regione Toscana, da cui ci saremmo aspettati che tali accortezze fossero riservate anche alla provincia di Firenze, e, in particolare, non solo le infrastrutture - che, tra l'altro, richiamiamo in quest'ordine del giorno - per la provincia di Firenze non sono presenti nel decreto, ma ci viene anche dato parere contrario all'impegno che viene richiesto nell'ordine del giorno, il che oggettivamente ci sorprende.

Quindi, vorrei richiedere al Governo - se il Governo, dai banchi del Governo, mi ascolta - se ci potesse essere almeno un ripensamento. Presidente, se magari può richiamare il Governo all'attenzione, che vorremmo richiedere…

PRESIDENTE. Chiedo al Governo la cortesia di ascoltare, Sottosegretario, per cortesia.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Sottosegretario, grazie dell'attenzione. Chiederei se ci potesse essere un ripensamento, almeno un accantonamento, per il momento, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1946/2 Fossi, per queste infrastrutture, che sono di vitale importanza per la provincia di Firenze e il contrasto al dissesto idrogeologico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/2 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/3 Simiani, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rimango veramente allibito del fatto che ci sono due ordini del giorno, uno che riguarda le aree alluvionate e il fiume Bisenzio, tutta la parte legata al dissesto idrogeologico, al rischio idraulico e, poi, anche un altro ordine del giorno, questo che stiamo discutendo, per quanto riguarda la parte più agricola della Toscana, che è la Maremma, nell'ambito della zona alluvionata nel 2013, dove sono stati fatti importanti investimenti sul rischio idraulico.

Quest'ordine del giorno richiede anche un ulteriore sforzo, nell'ambito non solo del rischio idraulico, ma soprattutto nell'ambito della siccità. In tutta quella parte non esiste un invaso che può, in questo caso, sopperire alla scarsità d'acqua, ma soprattutto anche al rischio incendio. Ecco perché non vedo e non capisco come mai, da parte vostra, c'è questo limite sulla Toscana. Ormai è chiaro che, da parte vostra, sulle risorse del dissesto idrogeologico per la Toscana, non c'è storia.

Vorrei capire, Sottosegretario - per suo tramite, Presidente -: cosa state facendo sul rischio idraulico in Toscana? Cosa state facendo, visto che ci sono stati danni veramente gravi a causa dell'alluvione dello scorso anno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e non è stato ancora messo un euro sulla ricostruzione, un euro? Allora, vorrei capire cosa volete fare sulla Toscana e vorrei capirlo, veramente, dai parlamentari della maggioranza, perché abbiamo fatto un incontro, anche in regione, dove abbiamo messo chiaramente in fila le cose. Qui ci sono tutte opere, tutti interventi puntuali - sia in quello di prima, dell'onorevole Fossi e anche in questo, che abbiamo presentato insieme, nell'ambito anche dei parlamentari toscani; oggi non c'è stata data alcuna risposta, anzi un voto contrario, una cosa assurda.

Ecco perché chiedo al Governo di poter ripensare, di poter accantonare non solo quest'ordine del giorno, ma anche quello di prima, perché sarebbe veramente un errore, ripeto, un errore respingerlo. Qui si parla non tanto di programmazione, che è una cosa seria, lo so che voi avete un'idea solamente di ragionare sugli investimenti sulle opere idrauliche e sulle infrastrutture in base a una visione della Legge obiettivo. Non funziona; voi dovete ritornare su un'idea di programmazione, soprattutto sulle opere idrauliche, con cui oggi si va a difendere non solo un territorio, ma, soprattutto, i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Governo, qual è il parere in ordine alla richiesta di accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1946/3 Simiani?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/3 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/4 Carotenuto, parere favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Chiedo la votazione per parti separate, a questo punto. Vorrei che si votassero il primo e il terzo impegno, sui quali il parere è favorevole, e chiedere di votare separatamente il secondo, sul quale farei una dichiarazione, chiedendo anche una rivalutazione del parere.

PRESIDENTE. Quindi, se non abbiamo capito male, lei accetta la prima e la terza riformulazione e chiede di votare separatamente il resto, ho capito bene?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Esatto.

PRESIDENTE. Quindi adesso fa la dichiarazione di voto?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Come volete, possiamo anche votare prima.

PRESIDENTE. No, no, non lo può fare.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Va bene, allora noi siamo soddisfatti, vi dico la verità; sulle premesse siamo tutti d'accordo e questo già è importante, perché vuol dire che analizziamo tutti quanti la situazione con la stessa prospettiva e accogliamo favorevolmente la riformulazione dei due impegni, quello sulla banca dati digitale e l'estensione del DURC di congruità.

Vi dico che siamo un po' perplessi sulla chiusura al secondo impegno e chiediamo un ripensamento, perché fondamentalmente chiediamo di avviare - lo leggo - “un percorso di riforma del lavoro in agricoltura, trovando le modalità per superare il modello delle 150 o 180 giornate che, per le sue caratteristiche, avalla il lavoro irregolare, non solo nell'ambito degli immigrati”.

Perché, vedete, è proprio questo meccanismo dei 180 giorni quello che pone sotto ricatto, in particolare i lavoratori immigrati e comunque i più fragili, anche gli italiani. Mi soffermerei, però, in particolare, su quelli che chiedono il permesso di soggiorno o che lo hanno in scadenza, che si ritrovano a dover accettare, sotto ricatto, condizioni di vita che altrimenti rifiuterebbero.

Ecco, a seguito proprio della morte di quel giovane indiano, mi aspetterei che, visto quest'apertura, ci fosse un ripensamento, anche proprio su questo tipo di impegni, che riguarda proprio quella fattispecie di lavoratori fragili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Gli onorevoli L'Abbate e Barzotti sottoscrivono l'ordine del giorno n. 9/1946/4 Carotenuto.

Passiamo alla votazione, per parti separate, dell'ordine del giorno n. 9/1946/4 Carotenuto.

Avverto che, essendo stata richiesta la votazione per parti separate, è nel senso di votare il 2° capoverso del dispositivo, sul quale il Governo ha espresso parere contrario, distintamente dai capoversi 1° e 3°, sui quali la proposta di riformulazione è stata accettata dal presentatore; e, in caso di approvazione del dispositivo, in tutto o in parte, le premesse.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1° e 3° del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1946/4 Carotenuto, come riformulati, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1946/4 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Essendo stato approvato in parte il dispositivo, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/1946/4 Carotenuto, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/5 Caramiello, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Non avevo dubbi sul parere contrario a quest'ordine del giorno, tant'è che riporta anche quello che ho detto ieri in sede di question time e il Ministro, tra l'altro, non mi aveva risposto nel merito.

Ma andiamo a dare delle informazioni: secondo il VI Rapporto agromafie e caporalato dell'Osservatorio Placido Rizzotto si stima che i lavoratori irregolari in agricoltura siano circa 230.000 e rappresentino un quarto del totale degli occupati e oltre il 34 per cento dei lavoratori dipendenti del settore. Dai dipendenti agricoli provengono, annualmente, 820 milioni di ore effettivamente lavorate, delle quali si stima che quasi due quinti - pari a oltre 300 milioni di ore - non sono regolari. Il lavoro non regolare agricolo è diffuso in tutta la Penisola e si concentra soprattutto in Puglia, in Sicilia, in Campania, in Calabria e nel Lazio, con tassi di irregolarità che superano il 40 per cento, anche se in molte regioni del Centro-Nord i tassi di irregolarità degli occupati sono comunque compresi tra il 20 e il 30 per cento.

Notizie degli ultimi giorni: non possiamo dimenticare quello che sta succedendo nelle langhe cuneesi e, quindi, anche in quelle zone, la situazione non è migliorata; quindi non è delle migliori.

Uno dei fattori che certamente contribuisce alla diffusione del fenomeno del caporalato, per la facilità di reclutamento e sfruttamento delle persone, è la diffusione degli insediamenti abusivi dei migranti. Per sostituire tali ghetti con nuove strutture e garantire, così, dignità a questi lavoratori sono stati stanziati 200 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza ed individuata una mappatura puntuale delle aree che necessitano di interventi più urgenti ma, ad oggi, questi Fondi non sono stati ancora toccati e, ieri, il Ministro in sede di question time non ha dato alcuna risposta in merito.

Il progetto di sostituzione dei ghetti era stato avviato dal precedente Governo, ma non è stato portato avanti dall'attuale, che, al momento, ha visto la sola nomina, con due mesi di ritardo, di un commissario straordinario per superare gli insediamenti abusivi, mettendone così a rischio la concreta realizzabilità, specie considerando i tempi e modi di spese delle risorse legate proprio al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Allora, quest'ordine del giorno impegnava il Governo a utilizzare i Fondi, già stanziati dal PNRR - quindi i 200 milioni -, per il loro scopo originario: combattere il caporalato e sostituire gli insediamenti abusivi con strutture dignitose e garantire condizioni di lavoro sicure e rispettose dei diritti umani a tutti i lavoratori agricoli.

Quindi, Sottosegretario, io spero che riveda la sua posizione, perché non possiamo più permettere che questa situazione vergognosa perduri; è tempo di far valere la giustizia e la dignità per tutti senza distinzioni né discriminazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole L'Abbate sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/1946/5 Caramiello.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/5 Caramiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/6 Sergio Costa, con il parere favorevole, previa riformulazione: viene accettata la riformulazione e si insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/6 Sergio Costa, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Una gioia l'ho avuta pure io.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/7 Caso.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per andare al voto, dicendo che, chiaramente, non mi sorprende il parere contrario, purtroppo, perché ogni qualvolta si prova a portare avanti e proporre un qualcosa di sensato e logico, quello che otteniamo è che questo Governo vada in direzione opposta. Quindi, ripeto, non ci meravigliamo del parere contrario, non ci aspettavamo diversamente. Purtroppo, per l'ennesima volta, non si coglie un'opportunità e chiediamo, ovviamente, di andare al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/7 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/8 Pavanelli, con il parere favorevole, previa riformulazione.

Onorevole Pavanelli, accetta la riformulazione?

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione e vorrei fare una dichiarazione di voto, se mi è possibile. L'articolo 1 del provvedimento in esame prevede, al comma 2, la possibilità per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura - che nell'anno 2023 hanno subito una riduzione del volume d'affari per almeno il 20 per cento, rispetto all'anno precedente - di avvalersi della sospensione, per 12 mesi, del pagamento della quota capitale, delle rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale.

Nel nostro ordine del giorno, chiedevamo, semplicemente, di monitorare l'efficacia di questa misura, che è prevista all'articolo 1, e, di conseguenza, di valutare l'adozione di eventuali provvedimenti correttivi, che assicurino il raggiungimento degli obiettivi di sostegno a favore delle imprese che vi accedono, anche sotto il profilo della continuità produttiva e della stabilità finanziaria.

Allora, a me risulta veramente incredibile, perché si chiede semplicemente di monitorare una misura che il Governo mette in campo. Credo che andrebbe fatto con tutte le misure che un Governo mette in campo, perché, magari, una misura funziona bene, un'altra ha bisogno di piccoli correttivi, altre ancora hanno bisogno di grandi correttivi. Come si suole dire, nessuno è “saputo”, cioè nessuno è nato che già sa le cose e magari non le fa sempre bene.

Purtroppo, con questo Governo, sta succedendo sempre più spesso, basta vedere i dati sul calo immenso della produzione industriale.

Allora, forse, fare anche un monitoraggio su questi provvedimenti e semmai fare correttivi, affinché le nostre aziende magari non si ritrovino a dover chiudere i battenti, forse era il caso. Ecco perché non accetto la riformulazione e chiedo che sia messo al voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/8 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/9 Cherchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/10 Scutella', il parere è favorevole, previa riformulazione: la accetta? Sì, però si chiede la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/10 Scutella', come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/11 Della Vedova, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Chiedo al Governo di ripensarci e, comunque, voglio mettere ai voti quest'ordine del giorno. Io credo sia un errore quello che stiamo facendo, peraltro incongruente con il resto delle politiche che anche questo Governo, quantomeno, dichiara di voler intraprendere, cioè un aumento del contributo delle energie rinnovabili ai fabbisogni energetici complessivi.

Questo divieto assoluto e burocratico, di fatto, del solare a terra danneggia le imprese, la libertà d'impresa e le imprese agricole, che, invece, magari, vogliono destinare una parte dei terreni incolti al fotovoltaico, danneggia gli operatori delle energie rinnovabili, sarà fonte di contenziosi con le regioni - ci avete che avete appena imposto l'autonomia e qui, invece, calate dall'alto una norma come questa - e sarà fonte di contenzioso con le direttive europee.

In Italia si stima che ci sia una superficie agricola di oltre 16 milioni di ettari, di cui solo 12,8 destinati effettivamente all'agricoltura, 3,5 milioni di ettari di superficie agricola non utilizzabile e solo 17.000 ettari di superficie cosiddetta agricola sono occupati da impianti fotovoltaici. Io, francamente, signor Sottosegretario, non capisco il perché di questa norma manifesto, che non fa altro che stroncare il fotovoltaico a terra in questo Paese. La trovo una misura inconferente.

Se ci sono da porre vincoli paesaggistici sulla qualità dei terreni, va bene, ma dire semplicemente “no” e basta, salvando solo gli impianti già operativi o in fase di esecuzione, mi sembra veramente un'operazione tafazziana. E non riesco a capire a beneficio di chi, se non di un principio ideologico, tutt'altro che realizzato, dire che le aree agricole non si toccano: non è vero, già ci sono oltre 3 milioni di superfici cosiddette agricole - perché il conto viene fatto di risulta - che non vengono utilizzate.

Per cui chiedo all'Aula di votare quest'ordine del giorno, che almeno impegna il Governo a mitigare questa legge manifesto, da cui dovremmo tornare indietro a seguito di cause perse, o in Corte costituzionale o con l'Unione europea, e nel frattempo perdiamo un pezzo del treno delle energie rinnovabili, di cui abbiamo tanto bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, a nome del gruppo di Azione-PER, l'ordine del giorno del collega Della Vedova, se concorda, e per sottolineare quanto da lui detto, ossia l'intervento del Governo sui moduli a terra del fotovoltaico a noi pare del tutto retorico e anche controproducente. Ci sembra, peraltro, strano che il Governo, che si è espresso in questo senso nelle varie audizioni e anche negli incontri con le rappresentanze degli agricoltori, non accolga un ordine del giorno che, tutto sommato, chiede solo di farsi carico del tema.

Il presunto antagonismo fra l'utilizzo agricolo dei terreni e l'utilizzo per la produzione in modo sostenibile dell'energia, volta anch'essa allo sviluppo dell'attività agricola, ci sembra un irrigidimento non proficuo, neanche da parte di chi l'agricoltura la vuole tutelare. Mi farebbe piacere che fosse accolto l'ordine del giorno del collega, ma comunque vorremmo sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/11 Della Vedova, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/1946/12 Lovecchio su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo un attimo l'attenzione del Governo, perché il parere dato è contrario e forse non è stato ben capito l'ordine del giorno, nel senso che, l'articolo 1 del provvedimento in esame, dice: sono disposti interventi urgenti volti a garantire l'approvvigionamento delle materie prime agricole e di quelle funzionali all'esercizio dell'attività di produzione primaria, nonché a garantire il sostegno alle filiere produttive. In quest'ordine del giorno, noi abbiamo posto l'attenzione sulla birra, che è la bevanda alcolica più bevuta dopo il vino.

Nel Report 2022 di Unionbirrai, viene detto che il 41 per cento dei consumatori è un consumatore abituale di birra e che, negli ultimi 5 anni, nonostante ci sia stata una pandemia, quasi 1 viaggiatore su 5 ha visitato un birrificio o ha partecipato a un evento legato alla birra. Quindi, il 21 per cento dei turisti ha visitato uno stabilimento di produzione di birra. Parliamo, sempre secondo il Report 2022, della birra artigianale, della filiera e del suo mercato: questo comparto conta 1.326 unità, con un totale di 9.612 addetti e una crescita, rispetto al 2015, del 104 per cento.

Negli impegni abbiamo chiesto di non appesantire con obblighi burocratici eccessivi quelle imprese, la cui dimensione è nettamente inferiore in confronto alle grandi industrie. Quindi, dobbiamo favorire questi micro-birrifici, perché rivestono un'importanza anche nel settore turistico. Nell'impegno abbiamo chiesto, altresì, di diminuire la pressione fiscale su questi micro-birrifici, in modo tale da garantire il loro sviluppo - parliamo di aziende molto, molto piccole, con un fatturato che non va a incidere molto sulle casse e sulle finanze statali - e, quindi, un rafforzamento e un sostegno al settore. Dunque, chiedo un accantonamento dell'ordine del giorno e un ripensamento su questo parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/12 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

L'ordine del giorno n. 9/1946/13 Fede è stato accantonato. Ordine del giorno n. 9/1946/14 L'Abbate su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Io volevo chiedere al Governo di riflettere su quest'ordine del giorno e volevo spiegare il motivo per cui chiedo che sia fatta, magari, una riformulazione. Qui stiamo parlando di fotovoltaico, ma è una particolare tecnologia innovativa, perché il fotovoltaico non è messo a terra, ma è un fotovoltaico fluttuante su bacini idrici. Ciò significa che si tratta di una nuova tecnologia, che a questo punto risolve comunque il problema finale e consente l'obiettivo finale al 2050 di decarbonizzare, e, allo stesso tempo, mi libera suolo, perché non è posto sulla terra ma su bacini idrici - chiaramente quelli che non hanno altri scopi - e comunque non crea problemi all'irrigazione o qualsiasi altra cosa.

Un altro fattore importante che ci terrei a sottolineare è quello del rendimento di questo tipo di fotovoltaico. Abbiamo un rendimento maggiore di quello terrestre del 10 per cento, perché il picco maggiore dell'efficienza del fotovoltaico si ha con temperature che oscillano intorno ai 25 gradi. Capite bene che, con il fotovoltaico posto a terra, è un po' difficile riuscire a bilanciare temperature elevate del suolo, soprattutto perché sappiamo che in estate, col cambiamento climatico, noi stiamo arrivando a temperature elevatissime. Si tratta, quindi, di un progetto veramente futurista in quanto, in futuro, noi i 25 gradi in acqua li raggiungeremo e avremo questo 10 per cento in più di rendimento. Per questo noi ci teniamo a farvi riflettere su quest'ordine del giorno, perché va, probabilmente, nella stessa vostra direzione, perché libera suolo, crea un aumento di quella che può essere la parte di energia pulita, quindi posso decarbonizzare, avrò un rendimento maggiore e, soprattutto, potremo dare un supporto anche a quelle aziende agricole nel momento in cui queste andranno nella direzione della decarbonizzazione e potranno avere energia pulita prodotta con questo tipo di apparecchiature. Veramente, vi chiedo di riflettere un attimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo se è possibile sottoscrivere l'ordine del giorno della collega. Vorrei anche aggiungere che, in un momento di crisi, di siccità in tutto il Paese - perché non è solo il Sud Italia ma, in generale, tutto il Paese - questo tipo di impianto permette, tra l'altro, di risparmiare acqua perché va a diminuire l'evaporazione di questi bacini idrici.

Se abbiamo la possibilità, tramite una tecnologia di questo genere, di poter risparmiare, da una parte, acqua, e dall'altra produrre energia, e comunque andare verso la decarbonizzazione, questa tecnologia andrebbe presa assolutamente in considerazione. Io vorrei capire che cosa ha questa maggioranza contro la transizione energetica in questo Paese dove, tra l'altro, con l'articolo 5 di questo decreto, state mettendo in enorme difficoltà le imprese che stanno installando questo tipo di impianti fotovoltaici sia a terra, sia su acqua, sia su aree agricole. È veramente abbastanza anomalo che siete voi, ancora una volta, a dimostrare che siete contro gli imprenditori del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/14 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/15 Donno, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Volevo chiedere al Governo se c'era la possibilità di rivalutare il parere, almeno su alcuni degli impegni di quest'ordine del giorno. Vorrei prima fare questa richiesta, riservandomi, poi, di intervenire.

PRESIDENTE. Sottosegretario? No. Prego, onorevole Donno.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. A me stupisce, sinceramente, questo parere del Governo, e su questo chiedo anche supporto ai colleghi pugliesi, salentini, della maggioranza di centrodestra, perché potrebbero - anzi, dovrebbero - difendere il loro territorio. Allora, andiamo a vedere quali sono gli impegni che si chiedevano all'interno di quest'ordine del giorno. Intanto il primo: a valutare l'opportunità di istituire un Fondo, pari ad almeno 500 milioni di euro annui per il prossimo triennio, per affrontare l'emergenza Xylella, il disastro Xylella, che ha colpito la Puglia, partito, purtroppo, dalla provincia di Lecce, per poi estendersi a tutto il territorio pugliese.

Quindi, su questo, vi è il parere contrario. Il Governo Meloni non ha intenzione di mettere un euro sull'emergenza Xylella.

Ma vediamo il secondo impegno: “realizzazione di progetti volti alla piantumazione di varietà di olivo resistenti/tolleranti al batterio, al recupero della biodiversità, alla lotta alla desertificazione, all'incremento delle superfici boscate o a macchia mediterranea”. Anche su questo, vi è il parere contrario. Quindi, non c'è interesse nemmeno a recuperare aree che ormai sono deserti, non sono più aree verdi. Peraltro, abbiamo perso milioni di alberi, e, a breve, citerò i numeri. Quindi, anche su questo vi è il parere contrario del Governo.

Passiamo al terzo impegno: “incremento dei finanziamenti per la ricerca sulla Xylella fastidiosa”. Quindi, non volete finanziare nemmeno la ricerca, dunque, aumentare la conoscenza e, questo, però, farebbe bene soprattutto a voi.

Non si vuole fare - ed ecco il quarto impegno - “il monitoraggio e il controllo fitosanitario, con particolare attenzione alle aree non ancora colpite dal batterio”. Quindi, non solo ce ne freghiamo - anzi, è il centrodestra che se ne frega - delle aree colpite e abbandonate, ma anche di quelle che, ancora oggi, fortunatamente, non sono colpite, praticamente, ai colleghi pugliesi - ma a tutto il centrodestra - non importa nulla.

Vediamo il quinto impegno: “incentivi economici e assistenza tecnica agli agricoltori colpiti dalla Xylella fastidiosa, facilitando la riconversione delle colture danneggiate”. Quindi, non solo non vi importa dei territori, dei cittadini e dell'ambiente, ma non vi importa nulla nemmeno degli imprenditori, molti dei quali sono falliti, purtroppo, perché sono stati colpiti da questo disastro.

Passiamo al settimo impegno: “promozione di un approccio integrato e coordinato nella lotta contro la Xylella fastidiosa, anche attraverso una costante interlocuzione con le regioni interessate, le organizzazioni agricole e i centri di ricerca”; quindi, non volete parlare nemmeno con le regioni, con le associazioni e con i centri di ricerca, ma non volete fare nemmeno - ed è il sesto impegno - “l'avvio di campagne informative e di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, agli agricoltori e agli operatori del settore agricolo”.

Insomma, avete detto di no a tutti gli impegni. Me lo aspettavo sullo stanziamento di risorse, perché preferite mettere miliardi di euro, magari, sul ponte sullo Stretto piuttosto che per nuove armi e armamenti, ma delle emergenze del Paese abbiamo capito che a voi non importa nulla. Quindi, le priorità non sono queste per voi. Però vorrei ricordare alcuni numeri: oggi in Puglia abbiamo oltre 21 milioni di alberi colpiti dal batterio che sono già seccati, quindi morti, o ancora infetti e che, probabilmente, moriranno da qui a breve. Sul tema vorrei un po' esortare e sollecitare i colleghi della provincia di Lecce, che solo un anno fa, a settembre del 2023, hanno partecipato a un incontro molto partecipato da parte di esponenti politici e associazioni in provincia di Lecce presso la Camera di commercio, nel quale, appunto, si parlava del problema. I parlamentari di centrodestra eletti in provincia di Lecce e sul territorio hanno preso alcuni impegni che non hanno, però, rispettato, perché a un anno - a quasi un anno - di distanza non è accaduto nulla. In provincia di Lecce sono quasi 100.000 gli ettari coinvolti dal batterio Xylella, e quasi 10 milioni - oltre 10 milioni - le piante infette.

Allora, delle passerelle fatte dai parlamentari di centrodestra pugliesi lo scorso anno, presso la Confcommercio, non ce ne facciamo nulla. C'è un crollo della produzione di olio in Puglia, soprattutto in provincia di Lecce, che praticamente ha distrutto un settore, in quanto intere aziende sono fallite e i lavoratori sono rimasti senza lavoro. Solo in provincia di Lecce c'è un crollo che va fino all'80 per cento. Davanti a tutto questo il Governo Meloni dice no, ma, soprattutto, i parlamentari eletti su questo territorio se ne fregano, così come il Ministro Fitto - che è quello che ha il potere di stanziare anche delle risorse importanti con il Fondo di sviluppo e coesione -, evidentemente, del suo territorio se ne frega. Questa è l'attenzione…

PRESIDENTE. Concluda.

LEONARDO DONNO (M5S). …che il Governo Meloni dedica alle imprese, all'ambiente e al territorio pugliese. Grazie, lo ricorderemo a tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà. Onorevole, se vuole può restare seduta, visto il suo infortunio. Prego.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole da parte del gruppo di Italia Viva. Però vorrei lasciare agli atti un commento, perché trovo abbastanza surreale, ridicolo e anche ingeneroso nei confronti dei cittadini e degli agricoltori pugliesi che il MoVimento 5 Stelle, con quest'ordine del giorno, chieda 500 milioni di euro, perché, se rinfreschiamo a noi stessi e al Paese la memoria, chi negli anni ha vietato le eradicazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), chi ha messo il proprio ufficio parlamentare sull'ulivo malato, vietando le eradicazioni, è il MoVimento 5 Stelle!

SALVATORE CAIATA (FDI). Brava!

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Quindi, anziché chiedere soltanto i soldi, magari proviamo a pensarci prima, perché, se si fossero fatte le eradicazioni nel tempo giusto, quando era stato messo il commissario straordinario dall'allora Ministro Martina, non saremmo in questa situazione e l'olivicoltura pugliese non sarebbe distrutta e desertificata. Quindi, forse, in quest'Aula, ogni tanto, un po' di onestà intellettuale ci vorrebbe, perché gli errori costano (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, giusto per dare un'indicazione, che comunque non è bello vedere applausi, da parte della maggioranza, per una cosa del genere, perché la questione della Xylella è una questione che sta creando problemi al Sud, e, quindi, indipendentemente dalla questione destra e sinistra (Commenti), che comunque…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, vi prego.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). …sotto il Governo Conte sono stati messi, dal nostro Ministro, 300 milioni di euro. Quindi, indipendentemente dalla quantità di soldi da mettere o meno con quest'ordine del giorno, il Governo avrebbe potuto riformulare, in tutte quelle forme che prevedevano una forma di supporto per cercare di risolvere il problema. Invece, bocciandolo in toto e senza neanche andare ad espungere quelle parti che probabilmente potevano avere un problema economico, il Governo sta dicendo che non ha intenzione di fare assolutamente nulla, indipendentemente dalla parte dei soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI-PPE). Presidente - grazie per avermi dato la parola - io sono pugliese. Mentre scoppiava la questione della Xylella, venivo raggiunto da una telefonata di un collega del MoVimento 5 Stelle, parlo della scorsa legislatura. Questo collega mi invitava ad andarlo a trovare a casa. La sua casa, mi diceva, era in una campagna posta a pochi chilometri da casa mia. Io sono di Brindisi (Commenti del deputato Donno).

PRESIDENTE. Colleghi.

MAURO D'ATTIS (FI-PPE). Disse “vienimi a trovare presso il mio albero”, e pensavo fosse una battuta. Il collega dei 5 Stelle aveva preso domicilio presso un albero infetto da Xylella e mi invitava ad andare a trovarlo a casa, perché quell'albero, avendo lui preso domicilio, non doveva essere tagliato. Siccome non si è provveduto al taglio di quell'albero, come degli alberi circostanti, siccome il Presidente Michele Emiliano si è messo a ballare la taranta in quel periodo, dicendo che anche la magistratura stava sbagliando a non intervenire, perché doveva sequestrare anche le attrezzature che erano disposte per il taglio degli alberi infetti, noi oggi abbiamo metà Puglia che è stata completamente devastata dalla diffusione della Xylella.

Allora, al netto della questione finanziaria e del giochino dell'emendamento o dell'ordine del giorno, a chi la spara più grossa (stile Totò con gli chèque, a chi ha lo chèque più grande), intanto ci dovrebbe essere la dignità e soprattutto il rispetto nei confronti del Parlamento da parte di coloro che, in quel periodo, forse, non avevano capito cosa stesse accadendo. Il fatto che non l'abbiano capito ci ha portato a questo disastro.

Allora, per rispetto di tutti quegli agricoltori che hanno perso il lavoro, per rispetto di una regione che ha perso uno dei paesaggi che l'hanno sempre caratterizzata (che è quello dell'ulivo), per rispetto anche di se stessi, per evitare di continuare a fare brutte figure, penso che il silenzio valga almeno quanto tutti i soldi che dicono di voler stanziare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Questo Governo, la Xylella, la sta affrontando in maniera seria, senza fare spot elettorali e, per fortuna, in Puglia, si stanno ripiantando gli ulivi e la Puglia - e soprattutto la parte meridionale della Puglia - ritornerà ad essere la terra che è sempre stata (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Congedo. Ne ha facoltà.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Avrei voluto, sinceramente, non intervenire, perché affrontare una questione così drammatica per un territorio, che non è solamente una questione di carattere economico, che ha colpito l'intera filiera…

PRESIDENTE. Colleghi. Chiedo scusa, un attimo di silenzio. Ascoltiamo il collega Congedo. Prego.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Sarò breve, Presidente. Stavo dicendo che trovo veramente sconcertante la superficialità e la demagogia con la quale i colleghi del gruppo 5 Stelle affrontano una questione che per il territorio salentino è drammatica. Non si tratta - come è stato detto - solo di una questione di carattere economico, perché l'intera filiera olivicola ha subito un danno, non solamente per quanto riguarda il taglio degli alberi di ulivo e il fatto che siano stati colpiti da Xylella, ma è tutta la filiera che ne ha risentito.

Tuttavia, il danno peggiore è un danno di carattere paesaggistico e ambientale, perché quelle caratteristiche che hanno contraddistinto il Salento e la Puglia, di avere veri e propri boschi di ulivo, oggi non ci sono più. Basta farsi una passeggiata nel Salento per avere a che fare con un paesaggio spettrale. Se questo è successo, è successo perché, mentre la scienza ci diceva di individuare zone cuscinetto e di eradicare gli alberi infetti per evitare che la malattia si propagasse, c'era chi, non solamente eleggeva domicilio sugli alberi per non farli eradicare, ma anche chi si metteva insieme a sciamani e altri improvvisati scienziati intorno agli alberi per non farli eradicare; chi ha tifato per la procura della Repubblica quando è stato indagato il generale Silletti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), che stava portando avanti un piano per evitare che questo accadesse; chi si è alleato anche con il presidente della regione Puglia, che, piuttosto che seguire la scienza, ha seguito per davvero scienziati improvvisati. Se ora siamo ancora a questo livello, è perché il vero protagonista, l'ente che veramente poteva intervenire sulla questione era la regione Puglia, che ha anche avuto lo stanziamento - come è stato ricordato - di 300 milioni di euro, dei quali solamente una minima parte sono stati spesi. In quella regione Puglia, oggi, il MoVimento 5 Stelle è al governo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), dopo essere stato candidato in alternativa a Emiliano e oggi essere nella stessa giunta esclusivamente per questioni di opportunità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Chiaramente, eviterò di fare speculazione politica su un problema serio che caratterizza la nostra Puglia. Parliamo di fatti, che gli unici soldi che adesso - dobbiamo dirlo anche a casa - attraverso il Presidente, si ritrovano per questo problema Xylella sono i 300 milioni di euro che sono stati messi dal Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono gli unici soldi - ripetiamo, 300 milioni di euro - per il problema Xylella. Dopo, chiaramente, non essendo più noi al Governo, abbiamo ripetutamente chiesto con emendamenti, dal 2022-2023, di destinare altre somme a quello che voi state dicendo, che è un problema serio della Puglia, ma non abbiamo visto un euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, io, che solitamente amo lavorare all'unisono per risolvere i problemi e che non guardo la fascia politica, ma guardo il problema che c'è su ogni territorio, mi chiedo: perché allora anche tutti i colleghi del territorio non hanno, come noi, posto questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per dare incentivi, per aumentare la ricerca, per supportare le problematiche che ci sono in Italia, per supportare gli agricoltori, perché il territorio non sia così devastato e isolato; perché dovete capire che cosa significa vedere terreni spogli, con alberi che sono praticamente morti.

Un'altra cosa che volevo dire ed è giusto che lo dica perché c'è la scienza: io ricordo, molti anni fa, quando iniziò il problema, che cercavo pubblicazioni scientifiche a livello internazionale che mi dessero una soluzione, ma nessuno aveva trovato la soluzione. Quindi, non diciamo “non è stato fatto” o “cosa è stato fatto?”. Guardate, è stata seguita la scienza, ma la scienza - ahimè - non sapeva ancora cosa dovevamo fare, non ci diceva nulla di chiaro, perché non c'era nulla di chiaro, perché il problema era serio. Se, in seguito, si è riusciti ad arrivare a soluzioni, dobbiamo dire grazie alla scienza; sono arrivati risultati che sono quelli che ci portano verso una giusta direzione per risolvere il problema. Dobbiamo dire grazie alla scienza, perché la politica ha cercato di seguire professori che dicevano quello che si doveva fare, questo è. Quindi, non inventiamoci storie per fare una narrazione, che a casa dobbiamo far dire cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Che non state facendo nulla, che ve ne state lavando le mani? State giustificando cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Condivido l'intervento della collega e vorrei ricondurre a un livello meno polemico questo scambio, perché sono d'accordo con quello che è stato detto, a proposito del fatto che il dramma Xylella vada oltre gli schieramenti politici. Tuttavia, dico sia al collega D'Attis, suo tramite, sia al collega Congedo che bisogna essere anche attenti nel riferire in quest'Aula particolari, perché poi il rischio di essere smentiti è altissimo. Quindi, io faccio semplicemente presente che l'onorevole Congedo, da consigliere regionale, e l'onorevole D'Attis erano, in quel momento storico, parte attiva di uno schieramento politico che, come tutti, rispettò in maniera pedissequa le indicazioni che la procura di Lecce, su cui oggi vedo che qualcuno maramaldeggia, diede rispetto a un'indagine controversa - non ci sono dubbi - sull'origine della Xylella, ma che non consentì alla politica regionale e nazionale di occuparsi, in quella fase storica, della lotta alla Xylella. Ciò perché la procura di Lecce - correttamente, dal suo punto di vista - decise di approfondire alcune notizie di reato, che erano state comunicate, certamente non dai 5 Stelle o da altre parti politiche, ma da scienziati che si erano rivolti alla procura di Lecce e che avevano individuato alcune ipotesi di contagio, che poi si sono rivelate evidentemente non corrette. Ma tutti, ripeto tutti abbiamo rispettato, in quel momento storico, il lavoro della procura di Lecce. Quindi, oggi sentire, in quest'Aula, qualcuno che, a distanza, con il senno di poi, si scaglia contro quelle indagini o ritiene che quel lavoro sia stato fatto in maniera non corretta o, addirittura, in malafede, mi fa un po' strano.

Dopodiché, dico all'onorevole Congedo, suo malgrado, che probabilmente la notizia sui 300 milioni di euro non è corretta, perché quei soldi sono stati impegnati tutti, onorevole, tutti. Anzi, c'è un problema perché una parte di quelle risorse sono bloccate da tempo, per la verità non da questo Governo - devo essere onesto -, presso il Ministero dell'Agricoltura e non si riescono a sbloccare tutte le tranche successive di finanziamenti, già in parte realizzati con investimenti fatti da filiere agricole agroindustriali delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, che sono, in questo momento, in una difficoltà enorme. E il sottoscritto ha presentato tre interrogazioni parlamentari per capire perché non si sbloccano quelle risorse. Quindi, semmai, il problema non è chiedersi cosa si è fatto di quelle risorse, ma individuare, tutti insieme, risorse ulteriori, perché quei 300 milioni sono riusciti a riattivare un'attività sul territorio molto importante per l'industria agricola e per il paesaggio della provincia di Lecce.

Poi, volevo chiudere dicendo una cosa: vorrei ricordare a tutti che se oggi al mondo esiste una opportunità di ripartire nelle ipotesi in cui la Xylella fastidiosa colpisca un territorio - e ricordo a me stesso che, in questo momento storico, sono attivi cinque focolai in tutta l'area mediterranea, anche in Spagna uno molto importante, di Xylella fastidiosa - è perché con i soldi della regione Puglia è stata pagata un'attività di ricerca, grazie alla quale sono state brevettati alcune specie resistenti.

Quindi, credo che bisogna restituire alla regione Puglia e al presidente Emiliano il merito di aver condotto, in assoluta solitudine, in quel momento storico, un'attività di finanziamento di una ricerca che oggi dà, su un batterio tremendo, che sta facendo stragi in tutto il mondo, una speranza per il futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie Presidente. Alle falsità propalate, come se fossero presunte verità, rispondo con alcune verità fattuali. L'Unione europea, ricordo al collega D'Attis, ha definitivamente archiviato lo scorso 20 dicembre la procedura di infrazione con sentenza ex articolo 258, avviata contro l'Italia per le presunte inadempienze nella gestione e nel contenimento della Xylella fastidiosa. Se regione Puglia, così come l'onorevole D'Attis ha detto impunemente in questa sede, non avesse invece adempiuto pedissequamente a tutte le prescrizioni, evidentemente, non un Governo amico, ma l'Unione europea non avrebbe fatto sì che quella infrazione, in realtà, si chiudesse con un non luogo a procedere, diversamente da tante altre infrazioni che invece danno luogo a pesanti richieste risarcitorie che ancora oggi l'Italia paga e sulle quali, magari, il Ministro degli Affari esteri potrebbe dire qualche cosa in più, ad esempio quella sulle concessioni balneari, sulle quali però evidentemente hanno una memoria selettiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caroppo. Ne ha facoltà.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente. È anomalo e credo che sia anche fuori luogo tornare a rivangare fatti del 2013, su cui l'opinione pubblica pugliese ha deciso, ha scelto. Quello che è il giudizio storico e tecnico sul 2013, 2014, 2015, sugli errori che non sono solo del presidente Emiliano, ma di chi ha guidato la regione anche in quegli anni. Perché a volte si possono attendere gli esiti della procura, a volte si può sperare che magari arrivi una procura a bloccare, in qualche modo, il taglio degli alberi che era l'unico modo che la scienza ci diceva che era necessario per intervenire per frenare la Xylella. I ricercatori dell'Università della California nel 2013 - molti di noi erano presenti quel giorno - vennero a Lecce e ci dissero che la Xylella fastidiosa in California era presente da cent'anni, che non si era debellata e l'unico modo per arginarlo, seguendo la scienza, era quello di provare a fare un'azione di taglio progressivo degli alberi infetti e fare, in quel momento, rallentare la propagazione del patogeno. Quindi credo che il giudizio tecnico sulle giunte di Vendola e le giunte di Emiliano sia chiuso: tutti si sono espressi in maniera negativa su cosa la politica in quegli anni non ha fatto. Poi, c'è un giudizio politico: certamente il presidente Emiliano ha rivinto le elezioni 4 anni fa ed è legittimato a guidare la regione Puglia, ma credo che in quest'Aula dobbiamo provare a stare alla concretezza dei fatti. I 300 milioni di euro stanziati sono, per gran parte, ancora non utilizzati, e lo sono, per la gran parte, per una serie di difficoltà tecniche, di ritardi, di mancanza di personale e, a volte, per superficialità della regione Puglia. Ma anche, e lo dico in presenza del Sottosegretario D'Eramo, per alcuni ritardi da parte del Ministero sui contratti di distretto. C'è anche questo perché se dobbiamo essere seri e responsabili, dobbiamo provare a denunciare tutti i ritardi e le responsabilità che ci sono, per gran parte in regione Puglia, ma anche un ritardo sull'applicazione e sul pagamento dei contratti di distretto, per quanto riguarda il reimpianto degli alberi. Lo dico al Sottosegretario, questo invito l'ho rivolto più volte al Sottosegretario La Pietra: noi oggi stanziamo attraverso questo provvedimento altri 30 milioni di euro. Fa male? No, non fa male, possono essere necessari in futuro, quando avremo speso i primi 300, più questi ulteriori 30 milioni, provare a stanziarne degli altri.

Credo che sia invece molto più importante avviare, attraverso il Comitato di sorveglianza esistente, che quel Piano di rigenerazione olivicola prevedeva, fare un controllo e un monitoraggio effettivo che ci possa consentire di eliminare le difficoltà che impediscono, tanto alla regione quanto al Ministero, di avere una rapidità della spesa e soprattutto una ripresa delle attività produttive e di minimizzare l'impatto da un punto di vista paesaggistico.

Credo che questo sia il nostro compito, senza parti politiche, perché gli elettori sono stufi. Si sono già pronunciati politicamente, hanno dato la loro verità, e noi invece, come correttamente il Senato ha fatto con quell'emendamento, inserendo nel decreto-legge Agricoltura 30 milioni di euro, continuiamo ad investire sulla ripresa del settore olivicolo. È necessario che, da questo momento in poi, ci sia un'attenzione e un monitoraggio concreto, per fare in modo che questi ritardi siano minimizzati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/15 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/16 Nevi, su cui vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario: viene ritirato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/17 Squeri, con il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. È accettata la riformulazione e non lo si vuole porre in votazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/18 Gatta, con il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. È accolta? Perfetto. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/19 Forattini, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non avevamo dubbi che quest'ordine del giorno non passasse, così come altri ordini del giorno che sono entrati nel merito di quelle che sono le emergenze nazionali. Rischiamo la desertificazione del territorio e, se non si pone riparo, con tutti i mezzi a disposizione, a questa situazione, al deserto dell'agricoltura seguirà inevitabilmente anche una catastrofe economica e occupazionale. Ecco, queste non sono le parole del Partito Democratico ma sono le parole di due presidenti di due consorzi delle arance di Sicilia. Sapete tutti qual è la situazione e questi, gli stessi, danno anche una possibile soluzione, vale a dire quella di attuare la riforma dei consorzi di bonifica, che già c'è, già è scritta. Tuttavia, volevo tornare anche a un messaggio di un altro vostro Ministro, il Ministro Salvini, che, in un videomessaggio all'Associazione dei consorzi di bonifica, ha certificato che saranno effettuati 73 interventi ma molti di questi ancora non hanno la progettazione e il tutto per un milione di euro. Ecco, Presidente, se il Governo c'è, che batta un colpo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/19 Forattini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/20 Scotto, con il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Volevo chiedere se fosse possibile risentire la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario, prego.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di”.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Accetto la riformulazione, però, Presidente, vorrei che venga…

PRESIDENTE. Accetta, quindi?

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Sì e chiedo di votarla. Però vorrei che venga messo agli atti, dei colleghi e dell'Aula, che noi qui stiamo parlando dell'applicazione di una legge che già c'è, cioè la legge n. 199 Orlando-Martina. La riformulazione del Governo si conclude con la classica formula “a valutare di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sia messo agli atti che stiamo comunque partecipando a un'operazione un po' ipocrita - mi consenta questo termine, signor Presidente - perché non si dovrebbe utilizzare il termine “valutare di” quando parliamo di una legge che già c'è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/20, Scotto, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/21 Guerra su cui vi è un parere favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e vorrei, però, fare un intervento e chiedere che l'ordine del giorno venga messo ai voti. La riformulazione fondamentalmente, oltre ad avere lo stesso limite della riformulazione di cui parlava prima il collega Scotto - cioè di chiedere di valutare l'opportunità di realizzare una legge, che è una cosa un po' anomala e forse ridicola -, espunge però anche il secondo paragrafo delle premesse. Accetto questa espunzione solo perché tengo molto a che venga dato un parere comunque favorevole al resto dell'ordine del giorno, che richiede un'applicazione più seria ed accurata della legge sul caporalato, soprattutto nella parte che riguarda la cabina di regia della rete del lavoro agricolo di qualità, portando a compimento l'articolazione territoriale anche, ma non solo ovviamente, in funzione dell'applicazione dei famosi indici di coerenza, di cui abbiamo parlato molto in questi giorni.

Tuttavia, la parte che viene espunta è molto importante a sua volta, perché è una premessa indispensabile, nel senso che ricorda i limiti dei recenti interventi legislativi – e, in particolare, di questo intervento legislativo - per quanto riguarda la tutela del lavoro, la sicurezza e il caporalato. È indubbio, dal momento che in questo decreto non c'è niente su questo tema, salvo la riproposizione, a un anno e mezzo di distanza, di una norma che già era contenuta nel famoso “collegato lavoro”, “collegato fantasma” che emerge e riemerge ma non arriva mai al voto nella Commissione lavoro da un anno e mezzo ed è una cosa piuttosto insolita, grave e incomprensibile.

La seconda cosa che è stata espunta in questo paragrafo riguarda la necessità, che è palesemente condivisa, di superare le illogicità della Bossi-Fini, per quanto riguarda in particolare i flussi programmati, le quote.

È la stessa Presidente del Consiglio che ha reso evidenti i meccanismi perversi di quella legge che favoriscono atteggiamenti di organizzazioni criminali - chiamiamole così - che fingono di promettere, promettono fingendo, posti di lavoro agli immigrati, li fanno arrivare sul suolo italiano, poi non fanno loro il contratto. Si crea così irregolarità e, quindi, un esercito di persone disposte e costrette a lavorare a qualsiasi condizione. Abbiamo visto il video che gira in questi giorni di caporali con i bastoni, che procedono in questo modo, picchiando selvaggiamente i lavoratori, trattando in questo modo la forza lavoro.

Dire che quella legge va superata perché crea questi meccanismi non dovrebbe essere un'eresia, a fronte dell'atto della Presidente del Consiglio che, di fatto, l'ha denunciata, vedendo ed essendo finalmente anch'essa consapevole del fatto che quella legge determina queste storture.

Quindi, accetto la “moncatura” - mi si lasci usare questo neologismo - che è stata proposta, perché comunque quello che resta è molto valido, però mi rammarico della scarsa lungimiranza di questa decisione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/21 Guerra, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

L'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari è accantonato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/23 Peluffo, su cui vi è parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/23 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/24 Marino il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi dispiace che il Governo non abbia espresso parere favorevole su quest'ordine del giorno, perché nel decreto oggi in discussione sono state inserite una serie di misure che riguardano un tema di vitale importanza per il nostro settore agricolo e zootecnico: le misure di contenimento e contrasto alla diffusione della peste suina, la PSA, e la previsione di indennizzi alle imprese agricole che, a causa di quest'ultima, hanno subito danni. Proprio a questo si riferisce il nostro ordine del giorno. Noi, infatti, riteniamo che tali indennizzi non siano sufficienti e, di conseguenza, chiediamo al Governo di intervenire sul tema in modo più incisivo.

La PSA è una malattia virale che ha già causato gravi danni in numerosi Paesi e rappresenta una minaccia concreta per la nostra economia agricola. I cinghiali, principali vettori della PSA, non solo compromettono la salute dei nostri allevamenti suinicoli ma anche la sicurezza alimentare, l'economia rurale e l'intera economia italiana, che, come ben sappiamo, fa forte affidamento sul settore. Gli indennizzi attualmente previsti per risarcire i danni causati dagli ungulati, come accennavo all'inizio, sono limitati e insufficienti.

Gli agricoltori, già provati dalle sfide quotidiane del settore, tra le quali la siccità e le numerose altre crisi dovute a fenomeni ambientali e ad altre circostanze che tutti conosciamo, si trovano a dover fronteggiare perdite significative senza il necessario supporto finanziario.

Inoltre, il processo per ottenere tali indennizzi è estremamente lungo e spesso passano addirittura 2-3 anni prima che un risarcimento venga riconosciuta ed erogato. Questo ritardo inaccettabile rappresenta una beffa per chi lavora duramente per mantenere viva la nostra agricoltura e, come se non bastasse, si rischia che le imprese collassino per mancanza di fondi, nonostante il loro diritto a ricevere gli indennizzi che per legge spettano.

Inoltre, le nostre campagne sono ormai da anni invase da circa 2,3 milioni di cinghiali, proliferati senza alcun controllo. Questa situazione non solo danneggia le colture e gli allevamenti, ma mette a rischio la sicurezza dei cittadini, che, sempre più spesso, si trovano a fronteggiare questi animali selvatici. È evidente, Presidente, che le misure attuali sono inadeguate e serve un intervento deciso per gestire e contenere questa popolazione in eccesso.

Per dare risposte concrete e tempestive alle decine di migliaia di aziende colpite è necessario istituire presso il MASAF un Fondo finalizzato alla concessione di contributi a fondo perduto in favore delle imprese del settore agricolo e zootecnico che hanno subito danni provocati dalla fauna selvatica. Questo Fondo rappresenterebbe un primo passo concreto per alleviare le difficoltà economiche degli agricoltori, permettendo loro di riprendersi più rapidamente e mettendoli in condizione di continuare a contribuire fattualmente alla nostra economia e alla nostra sicurezza alimentare.

Chiedo al Governo di accantonare quest'ordine del giorno e di dare questa opportunità agli agricoltori e agli allevatori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Per suo tramite, voglio chiedere se c'è qualcuno della maggioranza che vuole accusarci anche di avere portato la peste suina in Italia, oltre ad aver portato la Xylella e tutte le malattie. Poi, magari, visto che parliamo sempre di revisionismo storico, chiedo se anche nell'antico Egitto i 5 Stelle avevano portato tutte le piaghe, perché, da quanto ho capito, noi siamo la colpa di tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/24 Marino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/25 Romeo il parere è favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Romeo. Ne ha facoltà.

NADIA ROMEO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Prendo atto del parere favorevole, ma non accetto, in realtà, la riformulazione, e spiego il motivo per cui non l'accetto e, anzi, chiedo al Governo di rivedere il suo parere e di dare, invece, un parere favorevole pieno su quest'ordine del giorno.

Lo abbiamo proposto, sollecitandolo, perché, da parlamentare che proviene dal Polesine e che, quindi, conosce e vive le difficoltà del settore, non potevo non proporre, insieme al mio gruppo, che ringrazio, quest'ordine del giorno, che, però, non si sposa con il vostro parere favorevole di valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, perché questa è un'emergenza.

Noi dobbiamo affrontare immediatamente un'emergenza acuta per preservare le eccellenze assolute che non sono soltanto dei nostri territori. È vero, provengono da alcuni territori, ma ricadono sulla vita e sulle attività economiche di tutto il Paese.

Quindi, oggi dobbiamo affrontare una realtà che è quella per cui i pescatori, i consorzi, le imprese polesane e dell'Emilia-Romagna, come tante altre anche in altre zone d'Italia, oggi sono in un'estrema difficoltà. Come se non bastasse, in queste ultime settimane, al flagello del granchio blu si è anche affacciato quello della mucillagine.

Allora, dall'estate scorsa - inizio dell'emergenza del granchio blu -, fino ai mesi autunnali, le perdite del comparto avevano superato i 100 milioni di euro, con una produzione di vongole decurtata del 70 per cento.

Nel delta del Po, sono oltre 3.200 le persone direttamente coinvolte nell'allevamento delle vongole, più altrettante nelle strutture a terra e nei servizi necessari al funzionamento di un comparto che vale alla produzione almeno 200 milioni di euro all'anno.

È passato, onorevole Presidente, quasi un anno da quando è scoppiata l'emergenza del granchio blu e devo dire che non si è visto nulla di concreto. Sul delta del Po si lamentano le perdite più gravi: non ci sono più vongole, non ci sono più ostriche e il granchio blu continua a fare strage.

È vero che avete presentato, come Governo, il decreto n. 102, che avrebbe dovuto sostenere economicamente i pescatori per i danni subiti dall'emergenza del granchio blu. Però, ad oggi, quel provvedimento è stato completamente inefficace e non lo diciamo noi, come Partito Democratico, ma lo denunciano anche tutte le associazioni di categoria, che ricordano come il problema sia stato del tutto irrisolto e, questo, ce lo ricordano quotidianamente.

Allora, con quest'ordine del giorno chiediamo sostanzialmente un atto di coerenza, se volete, perché ricordo che avete dato garanzia che ci sarebbero stati alcuni fondi per affrontare l'emergenza. Allora, affrontiamola insieme, diamo quei fondi, nominate il commissario - lo avete previsto nel decreto, ma ad oggi non è ancora stato nominato - e, attraverso il commissario, valuterete anche le risorse, ma è un'emergenza, va affrontata oggi e l'impegno deve essere assoluto nell'affrontarla, non nel valutare o nel vedere se ci sono le risorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/25 Romeo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/26 De Luca, il parere è favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Presidente, grazie. Chiedo se sia possibile, per cortesia, riascoltare la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario. È l'ordine del giorno n. 9/1946/26 De Luca.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di utilizzare gli strumenti di emergenza a disposizione a favore degli imprenditori agricoli e delle associazioni fondiarie che hanno subito danni dalla diffusione del mal secco del limone”.

PRESIDENTE. Onorevole De Luca, accetta la riformulazione?

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per suo tramite, non siamo particolarmente entusiasti della riformulazione del Governo, perché noi avevamo chiesto indennizzi rapidi e adeguati. Intervenire con gli strumenti necessari vuol dire tutto o niente. È un tema per noi di estrema importanza, per una produzione strategica di grande qualità, che rappresenta un vanto per il nostro territorio in tutto il mondo. Quindi, in uno spirito di collaborazione, accogliamo la proposta di riformulazione, invitando però, ancora una volta - e su questo faremo attenzione a monitorare che il Governo dia seguito davvero a questo impegno, pur riformulato -, a mettere risorse adeguate, perché, senza risorse, diventa una mera petizione di principio l'impegno a intervenire con strumenti adeguati, che si risolverebbe in nessun intervento concreto a sostegno delle aziende e delle associazioni del territorio. Chiedo, però, al tempo stesso, di mettere al voto l'ordine del giorno, così come riformulato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/26 De Luca, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

L'ordine del giorno n. 9/1946/27 Manes è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/28 Ubaldo Pagano vi è parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Signor Presidente, trovo davvero mortificante il parere contrario che ho ricevuto dal Governo su quest'ordine del giorno, perché la situazione che stiamo osservando sull'ex Ilva è ormai completamente fuori controllo.

Sotto il profilo occupazionale, solo qualche giorno fa, è stato comunicato dal nuovo management il ricorso alla cassa integrazione che, purtroppo, tocca un nuovo storico record: ben 5.200 dipendenti, di cui 4.400 a Taranto, su poco più di 10.000 lavoratori totali. E già questo, un'azienda che conta meno della metà delle sue risorse, la dice lunga sullo stato di salute di quel sito produttivo.

Ma il vero disastro lo si compie sul capitolo delle bonifiche. È proprio con questo decreto che, non so davvero con quale coraggio, togliete 150 milioni di euro dal cosiddetto Fondo per il patrimonio destinato, per garantire la prosecuzione dell'attività produttiva. Verrebbe da chiedersi di quale attività si stia parlando, visto che l'azienda ormai produce pochissimo. Eppure, quel coraggio lo avete trovato e avete, purtroppo, mandato un messaggio chiarissimo: le bonifiche e l'ambientalizzazione possono aspettare, purché la priorità, ancora una volta, sia quella di garantire un ciclo produttivo vetusto e fortemente impattante, ossia mantenete in piedi un'azienda che versa in uno stato, sostanzialmente, vegetativo.

Nel frattempo, sono passati più di 10 anni dalla promessa che lo Stato aveva fatto a Taranto sulle opere di ambientalizzazione, da cui nasceva l'esigenza del sequestro di quelle somme, perché quelle somme fossero un risarcimento per quella città per fare le bonifiche. E pensare che quei fondi dei Riva destinati alle bonifiche dovevano dimostrare la tesi che lo Stato era forte e che, soprattutto, laddove il privato non operava o non aveva operato secondo i dettati costituzionali, vi era la possibilità che quei territori fossero risarciti.

Dal punto di vista industriale, evidentemente, le cose non vanno meglio, ma la cosa che è più inquietante è che, dal punto di vista ambientale, il fatto che ci sia una produzione così bassa, in realtà, non trova corrispondenza nei dati rilevati dagli istituti preposti ai controlli. Infatti ARPA Puglia e ISPRA hanno certificato che, solo lo scorso anno, sono stati registrati 155 picchi, che hanno superato i livelli sostenibili per l'ambiente e per la salute.

In una situazione di questo tipo, vi chiedevamo semplicemente di mettere intorno a un tavolo tutte le istituzioni, evitando di apprendere le notizie semplicemente dai giornali o da qualche giro, in giro per il mondo, del Ministro per le Imprese e il made in Italy e dire ai livelli istituzionali e territoriali cosa, in realtà, vogliate fare.

Perché è evidente, da questo punto di vista, che la strategia è una strategia di galleggiamento, che sta portando non solo alla frustrazione degli intenti originari a valere su quel Fondo, che era stato sottratto ai Riva, ma era anche una strategia di decarbonizzazione che faceva intravedere la luce in fondo al tunnel. Nulla di tutto ciò, solo qualche annuncio sui giornali.

Con quest'ordine del giorno, volevamo riaccendere il coinvolgimento del territorio, ma, evidentemente, quel coinvolgimento voi non lo volete.

PRESIDENTE. Onorevole L'Abbate, lei ha già parlato due volte, può solo sottoscrivere, non può più intervenire. Sottoscrive, perfetto.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/28 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/29 Lacarra il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Qualche tempo fa, l'associazione Genitori tarantini ha promosso una causa contro Ilva e Acciaierie d'Italia per denunciare i danni prodotti dall'inquinamento dell'acciaieria su salute e ambiente e chiedere giustizia. Il 25 giugno è arrivata una storica sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, una sentenza che certifica le numerose violazioni da parte dello Stato e del siderurgico della direttiva sulle emissioni industriali. Le stesse violazioni, peraltro, sono anche oggetto di una procedura di infrazione da parte della Commissione. Verrebbe da dire che non scopriamo nulla di nuovo. Dal 2019 ad oggi, la Corte europea per i diritti umani ha emesso 5 condanne sullo stesso tema. Nel corso degli anni, sono state decine e decine i rapporti e le relazioni sull'inquinamento massivo dell'ex Ilva prodotte da altrettanti organismi e istituti. Tutti arrivano alle medesime conclusioni: l'impatto grave sulla salute della popolazione tarantina e sull'ambiente circostante. Potrei citare le valutazioni fatte da ARPA Puglia e ASL Taranto nel 2017, nel 2021 e nel 2023, oppure l'analogo report dell'Organizzazione mondiale della sanità, pubblicato a dicembre 2023, che correla il numero di morti a ogni tonnellata di acciaio prodotta, oppure il noto, quanto inquietante, rapporto dell'Istituto superiore di sanità, il report SENTIERI, che ha dato una fotografia mobile della correlazione tra inquinamento persistente dell'acciaieria e malattie oncologiche precoci insorte tra bambini e adulti. Ancora oggi, malgrado lo stabilimento di Taranto sia ai minimi livelli produttivi, ARPA Puglia e ISPRA continuano a registrare la produzione di sostanze nocive e cancerogene in quantità preoccupanti.

Perché questa ultima sentenza dovrebbe avere una portata storica, come in molti hanno detto? Perché è la prima ad affermare un principio sacrosanto, valido per l'intera industria europea e su tutto il territorio dell'Unione: se l'attività industriale comporta pericoli gravi e rilevanti per l'ambiente e per la salute umana, questa deve essere sospesa. In soldoni: non è consentito, e non lo sarà più, che sul suolo europeo le esigenze produttive possano prevalere - come è successo a Taranto negli ultimi decenni - sui diritti fondamentali dei cittadini. Dopo quella sentenza, la questione è stata rimessa al tribunale di Milano, che difficilmente potrà discostarsi dall'unica soluzione plausibile: imporre allo Stato italiano una valutazione seria dell'impatto che questa industria ha sulle persone e sul territorio e, nel caso dovesse emergere la prova di un danno, fermare la produzione. Mai più proroghe in bianco dei provvedimenti autorizzativi, mai più omissioni e mai più decreti-legge di sorta.

Quest'ordine del giorno chiede al Governo un impegno chiaro su questa vicenda e, soprattutto, chiede la cortesia di smetterla di far finta di nulla. L'impegno è scontato: sottoporre l'acciaieria di Taranto a una valutazione di impatto sanitario e concedere l'autorizzazione a produrre solo e soltanto a condizione che non ci siano pericoli gravi per le persone e per l'ambiente. Sono anni che lo chiediamo, a qualunque Governo; sono anni che insistiamo sullo stesso concetto: rispettare la Costituzione della Repubblica. L'ex Ilva può esistere e può produrre solo rispettando la salute delle persone e l'ambiente; prendetene atto e agite di conseguenza. Con il parere contrario a quest'ordine del giorno mi pare, invece, che la strada sia totalmente contraria e che della salute dei cittadini di Taranto, a questo Governo, non interessi assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Pavanelli intende sottoscrivere l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/29 Lacarra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/30 Gadda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/31 Magi, con il parere favorevole, previa riformulazione.

Onorevole Magi, accetta?

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Chiederei, se fosse possibile, riascoltare la riformulazione, che, se ho ben capito, tocca solo le premesse, mentre il dispositivo resta uguale. Se è così, bene, chiedo di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Bene, sentiamo il Sottosegretario. Lo vuole sentire? No, vi siete già parlati, con l'alfabeto muto…

Quindi, accetta. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/31 Magi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/32 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Il parere contrario del Governo a quest'ordine del giorno è sorprendente e vado a elencarne alcuni motivi, con la speranza che il Governo possa rivedere il parere.

Nell'ordine del giorno si chiede di stabilizzare nel tempo il tavolo sul caporalato, che attualmente ha una scadenza triennale. La lotta allo sfruttamento e al caporalato non ha scadenza e questo è il primo impegno che si chiede al Governo con quest'ordine del giorno, cioè rendere strutturato l'intervento e strutturale anche nel tempo l'attività del tavolo sul caporalato.

Il secondo impegno ha a che fare con l'attuale struttura, ovvero la segreteria operativa del tavolo sul caporalato che è presso e utilizza le risorse umane della direzione generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Questo cosa vuol dire, cosa significa? Che tutta l'attività, le risorse, in particolar modo, che vengono destinate al funzionamento, all'insieme degli interventi del tavolo sul caporalato provengono dal capitolo migrazione.

Cioè, Paola Clemente non avrebbe mai avuto la possibilità di intervenire al tavolo sul caporalato; Giovanni, Giacomo, Anna, Maria, sono tutti lavoratrici e lavoratori, braccianti italianissimi, ma che non vengono coinvolti all'interno dell'attuale struttura, cioè dal punto di vista delle risorse economiche messe a disposizione per intervenire nel contrasto al caporalato, rispetto allo sfruttamento in agricoltura.

Il terzo impegno ha sempre a che fare con la filiera agroalimentare, ma in particolar modo riguarda i soggetti che siedono all'interno del tavolo sul caporalato. Presidente, per il suo tramite, vorrei attirare l'attenzione del Governo su un fattore: la grande distribuzione organizzata, nel 2022, ha fatturato ben 106,2 miliardi di euro netti - lo ripeto: 106,2 miliardi di euro netti - ma questi soggetti, vale a dire i maggiori soggetti, l'organizzazione della grande distribuzione organizzata, non siedono all'interno del tavolo sul caporalato; tuttavia, sono gli stessi soggetti che per la stragrande maggioranza dei casi vanno ad acquistare i prodotti agricoli dai contadini, dagli agricoltori, da nord a sud, da est a ovest. Come mai non vengono annoverati tra i soggetti che siedono al tavolo sul caporalato?

Il quarto impegno riguarda la lotta al caporalato. Vogliamo fare giustamente una lotta al caporalato; vale a dire, chi crea, genera, just in time, il rapporto tra domanda e offerta di lavoro. Cioè, alle 9 di sera, l'agricoltore decide che, il giorno dopo, per la raccolta delle ciliegie ha bisogno di 20 o 30 persone, ma alle 9 di sera il centro per l'impiego è chiuso. A quell'ora, quell'agricoltore a che cosa può far riferimento? C'è una piattaforma? Allora, qui sto chiedendo di istituire una banca dati, nell'era delle nuove tecnologie, dove con un clic si possa attingere al numero di braccianti, di lavoratori, che il giorno dopo possano andare a fare la raccolta. E, qui, Presidente, vado a concludere. Il Governo non condivide neanche questa proposta, ma nel frattempo si continuano a organizzare convegni e vi sono tante dichiarazioni roboanti contro il caporalato.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Concludo, Presidente. Il quinto impegno prevede di istituire una giornata nazionale annuale sulla filiera agroalimentare. È il minimo. Andiamo ad esaminare, ascoltiamo gli agricoltori e i contadini.

Concludo, Presidente, riguardo al tema della regolarizzazione. Anche qui, ricordo che ci siamo alzati tutti in piedi, Parlamento, Governo: va benissimo; ma Satnam Singh era irregolare, non aveva un permesso di soggiorno. Come vogliamo prevenire? La cultura della prevenzione.

Questi sono gli impegni che chiedevo. Per questo motivo, mi rivolgo a tutta l'Aula, indipendentemente da dove ci sediamo; è un tema trasversale che riguarda tutti, non ci si può nascondere dietro alla lotta contro il caporalato per criminalizzare l'insieme degli agricoltori e dei contadini…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). E non si può generalizzare per criminalizzare chiunque abbia un nome diverso da Giacomo e da Maria, perché in base al nome, nell'ottica lombrosiana, basta che non abbia un'ascendenza italiana e subito è un caporale.

Allora, chiedo all'Aula di considerare questi elementi. Per questo motivo, chiedo di mettere al voto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/32 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/33 Carmina, con parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Carmina?

IDA CARMINA (M5S). Presidente, chiedo cortesemente di risentire la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario, per favore?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/33 Carmina il parere è contrario sulle premesse e favorevole sull'impegno, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, ogni ulteriore iniziativa ritenuta necessaria per fronteggiare la crisi idrica in atto nel territorio della regione siciliana”.

PRESIDENTE. Onorevole Carmina, accetta?

IDA CARMINA (M5S). Presidente, attesa l'urgenza, accetto e ringrazio il Governo, ma mi permetto di evidenziare che in questo caso il richiamo al rispetto dei vincoli di finanza pubblica e di bilancio rischia di apparire pleonastico, perché le risorse ci sono. Bisogna solo fare presto e bene, atteso che la salvaguardia delle risorse idriche e la gestione efficace, efficiente e sostenibile dei servizi idrici rientra tra gli obiettivi del PNRR che ha messo a disposizione centinaia di milioni di euro che non sono spesi, e che il recente decreto appena approvato, il decreto Coesione, all'articolo 2, mette al primo posto, fra i settori strategici, proprio gli interventi sulle reti idriche.

Mi permetto di aggiungere che le risorse ci sono anche perché il Ministro Lollobrigida, giusto un'ora fa, ha già dichiarato che il decreto è legge - non aspettando neppure il voto del Parlamento - con la messa a disposizione di 500 milioni a tutela e a sostegno del settore agricolo e agroalimentare, e che l'articolo 11 di questo provvedimento reca una serie di misure urgenti per il contrasto alla scarsità idrica.

Colleghi, la crisi idrica nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Trapani ed Enna - in tutta la Sicilia, per la verità, ma in particolare in queste province - incide su un territorio che già sconta una condizione di fragilità e marginalità produttiva, economica e sociale gravissima. La situazione è davvero drammatica e la mancanza di acqua è una nuova forma di povertà da contrastare immediatamente, che determina poi di riflesso l'immigrazione. Oggi c'è un articolo di Avvenire che cita come la vera emergenza del Paese sia quella dell'emigrazione.

Non solo, la mancanza d'acqua rischia di sconfinare in problemi di ordine pubblico per la disperazione della gente. Provate ad immaginare: oggi l'acqua è stata interrotta a Caltanissetta, San Cataldo, nonché in vari comuni del nisseno e dell'ennese; viene garantita l'acqua solo all'ospedale e al carcere. Immaginate un po' cosa passano e provano gli allevatori di bestiame a cui manca l'acqua da dare ai propri allevamenti e non hanno neanche il foraggio perché, di riflesso, non si produce neanche il foraggio che è costosissimo. Una catastrofe economica ed occupazionale, a cui va data risposta immediata.

L'8 luglio scorso gli agricoltori di Castelvetrano hanno occupato il consorzio di bonifica e via enumerando. Per non parlare del turismo enogastronomico che vede perdite ingentissime. Bene, non è più tempo di proclami e di ripensamenti ma occorre intervenire subito, anche sull'aspetto della legalità, sulla gestione poco chiara di Siciliacque e sul problema del mercato nero, perché la mancanza d'acqua genera una guerra, una guerra fra poveri: chi ha i soldi per pagare gli autobottisti fruisce del prezioso liquido; chi è in difficoltà economica, no.

Occorre intervenire subito utilizzando, fra le misure, anche l'Esercito, il Genio militare, perché l'acqua in Sicilia c'è: hanno scoperto ora oltre 100 pozzi; il problema è collegarli. Quindi, accetto solo perché è, evidentemente, una necessità urgentissima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per apporre la mia firma all'ordine del giorno a firma Carmina.

PRESIDENTE. Chiedono di sottoscrivere l'ordine del giorno Carmina anche gli onorevoli Marino, Morfino, L'Abbate, D'Orso, Raffa, Bonelli, Provenzano, Carotenuto, Gallo e Piccolotti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/33 Carmina, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/34 Amendola, con parere favorevole, previa riformulazione

Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non per dar fastidio al Sottosegretario, ma visto che aveva dato una riformulazione un po' complessa, potrei chiedere la gentilezza di riavere la riformulazione?

PRESIDENTE. Sottosegretario, prego.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Signor Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/1946/34 il parere è contrario sulle premesse e favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di assumere, per quanto di competenza e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, ogni ulteriore iniziativa ritenuta necessaria per contrastare gli sprechi delle risorse idriche sotterranee, contenere le perdite di rete e garantire una gestione efficiente delle risorse idriche, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno”.

PRESIDENTE. Onorevole Amendola, accetta la riformulazione?

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con dispiacere, avevo capito bene, purtroppo. Non posso accettare questa riformulazione, anche con pareri complessi. Il Sottosegretario mi dà parere contrario sulle premesse. Leggo, giusto per essere obiettivo. C'è una siccità in Basilicata dal 2023: non è un dato che ho dato io, è un dato che danno tutte le statistiche. C'è una minore capacità di raccolta di acqua negli invasi, meno 200 milioni di metri cubi di acqua disponibile rispetto all'anno precedente. Si vede benissimo dai siti del Ministero e da tutte le agenzie statistiche che gli invasi di Monte Cotugno e di San Giuliano perdono acqua.

C'è un problema non solo nel campo agricolo per la diminuzione degli invasi, ma anche perché i comuni di Pisticci, di Policoro, di Montalbano Jonico e altri comuni non hanno più acqua. C'è una capacità infrastrutturale e una criticità, non lo dico io, lo dicono anche tutti i dati statistici della regione Basilicata. C'è un commissario straordinario all'acqua da un anno - questo si sa, non l'ho deciso io, e addirittura, l'ultimo punto, ci sono anche i fondi del PNRR, che è una cosa su cui noi siamo tutti d'accordo da un po' di tempo.

Allora, potrei capire perché c'è un parere negativo su dati non di merito, ma dati oggettivi della situazione così com'è? Perché, altrimenti, non si comprenderebbe uno che fa a fare l'ordine del giorno. Addirittura, mi dà parere favorevole su una riformulazione che cambia tutto l'impegno. A nome non personale e solo del Partito Democratico, ma tutte le organizzazioni agricole della Basilicata, a partire da Coldiretti del Metapontino, chiedono un tavolo di crisi per vedere se lo stato di calamità e l'assenza di acqua può vedere venire incontro il Governo per fare qualcosa. Finalmente abbiamo anche una giunta regionale, dopo 78 giorni: pensate che spettacolo della politica meridionale.

Allora, mi si dice: ti do parere contrario su dati oggettivi, cioè, che c'è la siccità dal 2023, e un parere favorevole che, addirittura, mi riformula e toglie la Basilicata. La Basilicata non esiste più, c'è un Sud generico. Dico che si può dire “sì” o “no”: “sì” a fare un tavolo di crisi con la regione Basilicata, con i comuni e con le associazioni che difendono l'agricoltura, che è molto forte in quella regione, per trovare soluzioni. Ma non mi si può dire: togliamo tutto di mezzo, siamo a favore di un tavolo, vedremo e faremo.

L'emergenza climatica c'è, l'emergenza nel mondo agricolo di quella regione c'è e non posso accettare una riformulazione che, invece, di rispondere “sì” o “no”, dice: vedremo, faremo qualcosa. Mi spiace, ma con questo modo di fare non si dice “no” a me, ma a tutte le organizzazioni che stanno chiedendo un tavolo di crisi insieme alla regione e insieme al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Credo che sia evidente che il Governo non ha ben chiara qual è la situazione che stanno vivendo i cittadini lucani e, soprattutto, coloro che fanno impresa nel comparto agricolo. Cioè, tutto quello che stanno patendo a conseguenza di questa siccità, compreso i danni acclarati economici che stiamo registrando in questa regione. Presidente, quest'ordine del giorno - al di là del merito, per cui è intervenuto il collega Amendola - è anche una segnalazione al Governo, una sorta di grido di aiuto al Governo nazionale, sull'incapacità oggettiva concreta che il governo regionale sta dimostrando, non in questi giorni, ma in questi anni, nell'affrontare questo tema, la crisi idrica.

Come diceva il collega Amendola, questa è la più grave di tutti gli anni, ma è una crisi ormai che è diventata ciclica. Il governo regionale, che è stato rieletto, è stato riconfermato il presidente uscente, Vito Bardi, il 23 aprile di quest'anno, aveva già governato per 5 anni in questa regione e nulla ha fatto per andare incontro agli agricoltori e per risolvere questo problema, cercare di risolvere questo problema. E non è soltanto la prova di chi c'era prima, perché dicono sempre “no, è colpa di chi c'era prima”: prima di loro c'erano loro.

Ma questa incapacità è anche comprovata dal fatto che il 23 aprile ci sono state le elezioni, soltanto 2 giorni fa è stata nominata la giunta. Credo che questo non sia vergognoso, sia raccapricciante sul piano politico. Se, con quest'ordine del giorno, io e il collega Amendola chiediamo che si faccia un tavolo di crisi per chiedere lo stato di calamità, non è che lo chiediamo noi; noi stiamo dando voce a quelle associazioni di categoria, a partire dal capofila, che è Coldiretti. Allora, forse, questo Governo dovrebbe prendersi una pausa di riflessione, per capire se, effettivamente, queste richieste abbiano un fondamento o meno.

Perché, il 2 luglio, il governo Bardi come affronta la situazione? Facendo un tavolo tecnico, chiamando i prefetti, la Protezione civile, per chiedere lo stato di emergenza. Ma lo stato di emergenza sì, va bene, Presidente, ma, se ci sono dei danni economici molto ingenti, se bisogna affrontare, andare in soccorso degli agricoltori, credo che forse dovremmo ascoltare questa volta Coldiretti e, magari, il Governo cambi la propria decisione e accetti quest'ordine del giorno così come è stato scritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/34 Amendola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/35 Ruffino, su cui vi è parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Signor Presidente, Governo, confesso di essere sbigottita per questo parere, perché mi aspettavo almeno un “a valutare l'opportunità di”, e spiego brevemente il perché. Perché quest'ordine del giorno parla di vasche di accumulo, di - ho scritto - “un piano, di durata almeno triennale e in coordinamento con gli enti locali, per la gestione e il potenziamento delle vasche di accumulo dell'acqua piovana”.

Ora, siccome soltanto l'11 per cento dell'acqua piovana viene immagazzinata e c'è, ovviamente, un grande spreco e mancano almeno 2.000 invasi, mi chiedo se davvero, nei prossimi 3 anni, il Governo potrà permettersi di non immaginare di investire delle risorse, di fare un accordo con gli enti locali, di chiedere ad ANCI di occuparsi di questo problema, perché certamente non possiamo pensare che, per magia o per miracolo, termini la siccità. Parlo, ovviamente, di questo aspetto legato a tutta la penisola e non soltanto a quelle regioni che beneficeranno, come da provvedimento portato in Aula, di alcune opere che certamente attenueranno la siccità.

Mi chiedo come sia possibile non fare questo genere di valutazione. Posso immaginare che in questo momento il Governo dica: non valuto neppure l'opportunità di costruire in 3 anni delle vasche di accumulo, non ci penso proprio, farò altro. Non intravedo all'orizzonte questo altro che possa essere fatto e chiedo al Governo presente di rivalutare questo parere, perché, a dire il vero, mi sembra davvero parziale e superficiale. Tanto dalle vasche bisognerà passare, perché non si riuscirà a fare grandi opere che possano accumulare l'acqua, e, quindi, contrastare la siccità. Certa dell'attenzione, ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/35 Ruffino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/36 Davide Bergamini, su cui vi è un invito al ritiro.

Ha chiesto di intervenire il Sottosegretario D'Eramo. Ne ha facoltà.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, Presidente. Abbiamo approfondito l'ordine del giorno, quindi, vorremmo cambiare il parere in favorevole, con riformulazione: sulle premesse, espungere dalle parole “i soci conferiscono”, fino alla fine delle premesse. Nella parte relativa all'impegno, la riformulazione sarebbe la seguente: “impegna il Governo ad assumere iniziative normative volte a individuare altri eventuali soggetti che ricevono prodotti agricoli e alimentari da parte di imprenditori agricoli e ittici nella definizione di ‘acquirente', di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 198”.

PRESIDENTE. Onorevole Davide Bergamini, accetta la riformulazione?

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Bonelli.

ANGELO BONELLI (AVS). Mi scusi, sarò molto breve, signor Presidente. Siccome entriamo in una fase di ordini del giorno accantonati e noi, come gruppo, non abbiamo ben capito l'accantonamento e i pareri successivi, e siccome noi riteniamo alcuni ordini del giorno, francamente, incredibili, come quello che autorizza la caccia allo stambecco (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), capisco che a questa maggioranza piace giocare con le armi - giocano con le armi tra di loro, si sparano tra di loro -, ma, francamente, pensare di cacciare lo stambecco anche no. Quindi, non abbiamo capito se il parere sia favorevole da parte del Governo e ci terremmo a saperlo, perché non è un fatto privato tra la Lega e il Governo che, in questo Paese, si possa consentire di cacciare gli stambecchi.

PRESIDENTE. Ho capito, comunque gli accantonati li facciamo alla fine (Deputati del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra espongono cartelli recanti la scritta: “Fermate la caccia agli stambecchi. #Salvastambecchi” e “Vergogna! Uccidete gli stambecchi. Vergogna Meloni! Fermate la caccia agli stambecchi. #Salvastambecchi”). Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire, per favore assistenti d'Aula. Assistenti d'aula, per favore (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente)!

Colleghi, vi prego. Onorevole Zanella consegni il cartello, per favore. Grazie.

Allora, gli ordini del giorno n. 9/1946/37 Bruzzone e n. 9/1946/38 Zinzi sono accantonati. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/39 Coin, il parere è favorevole, quindi andrei avanti.

L'ordine del giorno n. 9/1946/40 Molinari è stato ritirato.

L'ordine del giorno n. 9/1946/41 Pierro è accantonato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/42 Bof: parere favorevole previa riformulazione. L'onorevole Bof accetta la riformulazione, quindi andiamo avanti.

L'ordine del giorno n. 9/1946/43 De Bertoldi è accantonato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/44 Cannata, il parere è favorevole e andrei avanti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/45 Ciaburro: parere favorevole previa riformulazione. L'onorevole Ciaburro accetta la riformulazione, quindi, andiamo avanti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/46 Dondi: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Dondi?

DANIELA DONDI (FDI). Accetto la riformulazione, ma chiedo che l'ordine del giorno sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo alla collega se sia possibile aggiungere la firma all'ordine del giorno, sottolineando il ravvedimento operoso che il Governo ha operato, accogliendo quest'ordine del giorno sulla questione della pericoltura nel nostro Paese, nonostante il Partito Democratico avesse presentato emendamenti specifici sia al Senato sia alla Camera proprio su questo tema e sarebbe bastato approvarli. Detto questo, prendo atto di questo ravvedimento operoso e, se la collega è d'accordo, aggiungo la firma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/46 Dondi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/47 La Salandra, il parere del Governo è favorevole.

L'onorevole Gatta lo sottoscrive.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/48 D'Attis, il parere del Governo è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/49 Cerreto, con il parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cerreto. Ne ha facoltà.

MARCO CERRETO (FDI). Intervengo per chiedere - suo tramite - al Governo di specificare meglio rispetto al dispositivo, che il Governo stesso ha riformulato nei punti c) e d), che accetto, e per capire invece, per quanto riguarda le premesse, qual è la posizione del Governo essendo, per colui che l'ha sottoscritto, ovviamente non pregiudizievoli, ma propedeutiche al dispositivo consequenziale.

PRESIDENTE. Sottosegretario, le posso chiedere la cortesia di ridare il parere completo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Il parere è favorevole, con la seguente riformulazione ovvero, nella parte relativa all'impegno, favorevoli i punti c) e d) e, quindi, di conseguenza, sono favorevoli anche le premesse.

PRESIDENTE. Quindi a) e b) sono contrari, perfetto.

Onorevole Cerreto, accetta?

MARCO CERRETO (FDI). Sì.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi, possiamo andare oltre.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/50 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole La Salandra, vuole intervenire sull'ordine del giorno n. 9/1946/49 Cerreto?

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Presidente, sul mio, forse mi sono distratto…

PRESIDENTE. Io l'ho chiamata. Se vuole, può intervenire sull'ordine del giorno n. 9/1946/49 Cerreto, altrimenti non può intervenire, mi dispiace.

Torniamo all'ordine del giorno n. 9/1946/50 Zaratti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Intervengo a sostegno dell'ordine del giorno del collega Zaratti e ne approfitto per dire che non si capisce per quale ragione non possa essere neanche prevista la ricostituzione del Corpo forestale dello Stato, che è stato un Corpo che ha onorato il nostro territorio e che rappresenta e ha rappresentato un'eccellenza. Ovviamente, non voglio mettere in difficoltà il Presidente pro tempore, che ne ha fatto parte in modo assolutamente onorevole, però voglio sottolineare una cosa: quando si tratta di fare le cose serie e cioè di dare più forza a chi può presidiare il nostro territorio e, in particolare, nel settore dell'agricoltura e della difesa del nostro territorio e dei nostri animali, non c'è alcun tipo di azione da parte di questo Governo; se si tratta, invece, di abbassare l'età in cui si può andare a sparare a specie protette - orsi, stambecchi, lupi, qualsiasi animale -, lì c'è immediatamente un sostegno assoluto. Tengo a sottolineare anche che è da circa 1 anno e mezzo che è stata annunciata una norma, da parte di un pezzo della maggioranza, che diceva che si sarebbero inasprite le pene nei confronti di chi avesse fatto del male agli animali: scomparsa anche questa, annunciata, addirittura, con una conferenza stampa e ripresa dalle televisioni nazionali.

Allora, a noi sembra evidente che nei confronti della difesa della natura, della difesa degli animali, della difesa del nostro territorio, sostanzialmente, non si vuole fare nulla. Il collega Zaratti aveva semplicemente chiesto di verificare la ricostituzione del Corpo forestale; d'altronde, è un ordine del giorno e sappiamo benissimo che è un impegno a valutare, ma non si vuole neanche valutare questo, perché l'idea è che gli animali, il territorio, il verde, la natura sono di terza importanza, mentre invece per la nostra parte politica saranno sempre una priorità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/50 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/51 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Il 2 luglio è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale, il cosiddetto decreto aree idonee, che individua la ripartizione tra le regioni e le province autonome della potenza aggiuntiva di 80 gigawatt da fonti rinnovabili, rispetto al 31 dicembre 2020, per raggiungere gli obiettivi al 2030, fissati dal Piano nazionale integrato energia e clima, il PNIEC.

Regioni e province autonome hanno 180 giorni di tempo per individuare superfici e aree idonee e non idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili, funzionali al raggiungimento degli obiettivi europei e in linea con il principio della neutralità tecnologica. Come detto, l'Italia dovrà produrre 80 gigawatt aggiuntivi, con un'ipotesi di 11 gigawatt da impianti eolici onshore e 69 da impianti fotovoltaici. La scelta del mix energetico è demandata alle regioni e alle province autonome. La ripartizione è stata attuata in linea con i criteri del regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia, considerando il potenziale teorico di sviluppo per circa l'80 per cento, la domanda elettrica al 10 per cento e la situazione economica, ossia il PIL, al 10 per cento. Per la ripartizione dell'obiettivo di potenza eolico onshore, invece, è stato applicato il solo criterio sul potenziale teorico di sviluppo: la fonte eolica, infatti, non è presente in tutti i territori allo stesso modo e, dunque, gli impianti saranno realizzati nei luoghi che consentiranno di raggiungere gli obiettivi fissati. È del tutto evidente che questa ripartizione comporterà un grande sacrificio per la Sardegna, dove i consumi valgono circa 8.000 MWh e dove, già oggi, vengono prodotti da rinnovabili ma ben 3.864 MWh. Per raggiungere gli obiettivi sarebbe, per noi, sufficiente un aumento di potenza ben inferiore rispetto a quelli indicati nel decreto, pari a 6,264 gigawatt, ma saranno, invece, realizzati impianti in numero molto superiori che in altre regioni d'Italia, per via della forte e costante presenza del vento.

Con quest'ordine del giorno chiedo, quindi, di valutare una riformulazione del decreto Draghi - il comma 6 dell'articolo 20, in particolare - per consentire alle regioni di avere maggiore autonomia nel controllo del territorio, anche attraverso la gestione dei procedimenti autorizzativi. Dobbiamo certamente contribuire a raggiungere gli obiettivi energetici secondo le tempistiche previste, ma chiediamo anche di valutare la possibilità di una distribuzione più equa sul territorio nazionale degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Presidente, non so se lei conosca le problematiche che le troppe richieste di installazione di impianti stanno generando nei nostri territori, rischiando di compromettere l'ambiente, il paesaggio e i beni culturali, senza alcun beneficio per le nostre comunità. Noi sappiamo bene cosa sta succedendo, per questo chiediamo maggiore autonomia, ma anche che si possano prevedere adeguate forme di compensazione e di indennizzo, come, ad esempio, la creazione di tariffe zonali, che comportino almeno l'abbattimento dei costi dell'energia. Mi sembrano richieste ragionevoli e auspico che il Governo possa modificare il parere e dare un segnale positivo alla nostra terra che, in quanto a servitù, ha già dato fin troppo al nostro Stato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/51 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/52 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Il parere contrario ci ha molto meravigliati perché in realtà, con quest'ordine del giorno, noi chiediamo il massimo della trasparenza nei confronti degli OGM. Adesso, io ricordavo che una parte della attuale maggioranza avesse un'idea simile alla nostra sugli organismi geneticamente modificati.

Si è fatta una battaglia di furore ideologico nei confronti della carne coltivata, che non prevede modifiche genetiche, ma quando, invece, parliamo di OGM, e cioè di multinazionali superpotenti, il furore ideologico diventa molto diverso, diventa molto più accondiscendente. Quando si tratta di multinazionali superpotenti, allora possiamo cambiare opinione.

E, soprattutto, la cosa che mi colpisce molto di più è che noi abbiamo chiesto di garantire la massima pubblicità e trasparenza delle sperimentazioni di cui in premessa, pubblicando tutte le informazioni relative ai campi sperimentali. La domanda - come dice qualche collega - sorge spontanea: perché dire di no alla richiesta di trasparenza rispetto a una vicenda che riguarda gli OGM, sui quali ricordo che una parte dell'attuale maggioranza ha fatto battaglie che anche noi abbiamo sposato e abbiamo fatto, dal nostro punto di vista politico? Perché, all'improvviso, quando escono fuori sperimentazioni, non si vuole dare massima trasparenza? E mi meraviglio molto del Governo, perché qui si è chiesto semplicemente di dare la massima trasparenza alle sperimentazioni con organismi geneticamente modificati. Dare il diniego rispetto a una cosa del genere non solo ci lascia perplessi, ma ci preoccupa notevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/52 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/53 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/54 Zanella, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Questo “no” all'ordine del giorno a mia prima firma, senza “se” e senza “ma”, è un “no” alla transizione ecologica; è un “no” alle forze imprenditoriali, che su questo hanno investito e vorrebbero continuare a investire; è un “no” all'obiettivo di dotarci, entro il 2030, di una potenza aggiuntiva di 80 gigawatt da fonti rinnovabili; è un “no” agli obiettivi del Piano nazionale di energia e clima; è un “no” all'attuazione degli impegni Fit for 55; è un “no” alla risoluzione del problema che abbiamo visto, anche quest'anno, nel primo quadrimestre, di mille progetti fotovoltaici, pari a 40 gigawatt che erano in attesa del via nazionale; è un “no” alla soluzione dei ritardi e delle lentezze delle compagnie e delle complicazioni burocratiche; è un “no” alle rinnovabili in agricoltura, con la scusa di limitare l'uso del suolo agricolo per impianti fotovoltaici; è un “no”, quindi, all'agrivoltaico innovativo; è un “no” alle pratiche collaudate di produzione agroalimentare e, assieme, alla produzione energetica. Quindi, è un “no” così netto agli obiettivi e agli impegni rispetto ai quali questo Governo dovrebbe essere impegnato oggettivamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/54 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/55 Dori il parere è favorevole, previa riformulazione: onorevole Dori?

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione. Ci sono alcuni detti o modi di dire che, oggi, con una crisi climatica in atto, sembrano ormai appartenere ad altre epoche. Pensiamo, ad esempio, quando si dice “siamo con l'acqua alla gola”, oppure “acqua in bocca”. Pensiamo a quanti cittadini siciliani oggi direbbero: magari! Il problema è che qui l'acqua, invece, non c'è più. E gli unici a non essersene accorti pare siano proprio dalle parti del Governo, che, forse, dalle loro fresche stanze, con l'aria condizionata, non si sono accorti dei cambiamenti climatici, che infatti negano.

Negano la responsabilità dell'azione umana sui cambiamenti climatici. Con quest'ordine del giorno, in realtà, chiedevamo semplicemente di prevedere investimenti per fare immediatamente fronte alla crisi idrica. Pensiamo, ad esempio, alla dispersione idrica di un sistema di distribuzione colabrodo, che fa acqua da tutte le parti. Oppure pensiamo al fatto che, nel nostro Paese, il 23 per cento delle acque reflue è potenzialmente destinabile al riuso, ma ne viene effettivamente riutilizzato solo il 4 per cento in agricoltura. Quindi no, non accetto la riformulazione, anche perché resti evidente a tutti che il Governo pensa di affrontare la crisi climatica semplicemente negandola (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole L'Abbate sottoscrive l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/55 Dori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/56 Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/57 Grimaldi il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Il provvedimento prova ad affrontare anche la questione del caporalato, ma lo fa in modo del tutto inadeguato, dire insufficiente sarebbe già un complimento. Il caporalato è una questione gigantesca di questo Paese: sono almeno 230.000 le vittime di caporalato e sono almeno 200.000 i lavoratori, vittime di caporalato, che vivono in quelli che ormai tutti quanti chiamiamo ghetti. Le cause di tutto questo affondano anche, ovviamente, nelle norme relative all'accoglienza, nella Bossi-Fini.

Ma noi abbiamo cercato di non esagerare e di chiedere al Governo, con quest'ordine del giorno, impegni in realtà compatibili con la normativa, sebbene sappiamo che, per affrontare correttamente e compiutamente questo problema, sarebbe necessario fare dei salti in avanti significativi e avere molto coraggio, come cominciare a parlare di collocamento pubblico in agricoltura. Noi, invece, ci siamo limitati a due aspetti di questa vicenda: il trasporto e le abitazioni, che sono una parte essenziale di quella condizione.

Il trasporto dei lavoratori dai luoghi di residenza a quelli di lavoro costituisce un elemento costitutivo del caporalato, così come i posti dove questi lavoratori vivono, questi ghetti, sono un altro aspetto di quella condizione. Il caporalato, storicamente, trova fondamento nella necessità di alcune aziende, in alcuni periodi, di avere un determinato numero di lavoratori a disposizione. Per questo esistono i caporali. Noi dobbiamo sostituire a questa funzione quella dello Stato, a partire, - diciamo noi, in quest'ordine del giorno - da iniziative di trasporto pubblico e un sistema di ospitalità, di vivibilità, di accoglienza, che parta dagli alloggi.

È veramente incredibile come non si riesca a guardare a questi problemi, come questo Governo sia capace di girare attorno alle questioni e ai problemi senza affrontarli, però il fenomeno è gigantesco. Di caporalato si muore, si è sfruttati oltre il limite della schiavitù. E in questa vicenda del caporalato - noi lo abbiamo appreso con una visita che abbiamo fatto, come Commissione d'inchiesta sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, a Latina - spesso le donne sono normalmente oggetto di violenza. Allora questo non è più il modo di affrontare tale questione, bisogna entrare fino in fondo in questa vicenda. Abbiamo provato a farlo, ma il Governo ci ha detto di no (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/57 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/58 Mattia, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione. Onorevole Mattia, accetta? Sì, benissimo, andiamo avanti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/59 La Porta, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione. Onorevole La Porta, accetta? Lo accetta, ma chiede comunque di porlo in votazione, d'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/59 La Porta, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/60 Gribaudo, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Sì, grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, ma solo due considerazioni, che sono già state anche fatte poc'anzi dai miei colleghi: la prima riguarda il fatto che ieri, durante il question time, al Ministro Lollobrigida abbiamo chiesto di convocare il tavolo sul caporalato e non ha risposto alla domanda. Voglio sottolineare, quindi, che in questo momento non viene rispettata la legge n. 199 del 2016 da parte del Governo, e anche rispetto a questo decreto non vediamo nessun elemento di novità in positivo per la lotta al caporalato, che, invece, va condotta, soprattutto alla luce dei drammatici fatti di cronaca che tutti i giorni troviamo nei giornali e di cui siamo informati.

Volevo sottolineare al Governo che non posso non accogliere favorevolmente questa riformulazione, perché ci tengo troppo a un elemento fattuale importante, cioè avere i dati a nostra disposizione per capire dove si insinuano sfruttamento e malagestione del lavoro. Ecco perché chiedo ancora al Governo se non sia il caso di ripensarci, visto che noi chiediamo banalmente di predisporre gli opportuni interventi affinché l'INAIL consegni pubblicamente questi dati. La vostra riformulazione “a valutare l'opportunità di” è davvero troppo poco; poi mi accontento di questo poco, ma chiedo al Governo ancora di ripensarci, perché mi sembra davvero un impegno più che sostenibile da parte sua.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/60 Gribaudo, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/61 Barbagallo, su cui il parere è favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione non tanto nella parte relativa all'impegno, quanto in quella delle premesse, perché il parere contrario alle premesse oscura quella che è un'evidente responsabilità del centrodestra nella situazione gravissima della siccità in Sicilia. Sin dall'inizio della legislatura in quest'Aula, infatti, abbiamo evidenziato come le misure messe in campo dal Governo Meloni siano sterili e inadeguate. Anche il provvedimento di oggi conferma questo trend rispetto alla gravissima crisi idrica che sta colpendo la Sicilia in queste settimane. In piena estate il Governo interviene con la decretazione d'urgenza sulla materia del ristoro alle imprese agricole ma, inopinatamente, non individua alcun intervento specifico per quei comuni della Sicilia dove la fornitura di acqua potabile è razionata, con turni di una volta alla settimana o con turni di una volta ogni 10 giorni.

Per non parlare della circostanza che sta affossando l'agricoltura nel Mezzogiorno e, in particolare, l'agricoltura siciliana: la fornitura per uso irriguo che vede i rubinetti a secco da mesi. Il ritornello è sempre il solito: “è stata insediata la cabina di regia”, oppure “domani si riunirà il tavolo tecnico”. Tutte dichiarazioni buone solo per fare melina e per i titoli dei giornali. Ma nessuna - dico nessuna - soluzione concreta. Non è il tempo delle promesse ma è il tempo delle soluzioni, quelle immediate. La destra, in questa crisi idrica, come dicevo prima, ha responsabilità gravi ed evidenti. In quest'Aula più volte abbiamo ricordato i finanziamenti persi relativi al PNRR sull'irriguo per l'ammodernamento delle reti idriche siciliane, con i famosi 31 progetti su 31 per il valore di 400 milioni che si fece bocciare il Governo Musumeci quando era presidente della regione; ed ancora, i 27 progetti individuati dal Commissario per l'emergenza idrica per l'importo di 829 milioni, di cui, ad oggi, non ne risulta finanziato neanche uno. Le uniche risorse disponibili sono i 20 milioni deliberati qualche settimana fa dal Consiglio dei ministri. Ad oggi, quelle risorse sono servite solo per acquistare - incredibile, ma vero - 8 nuove autobotti, ripararne 80 e garantire la fruizione di una nave cisterna che si aggira al largo delle coste dell'isola.

Oggi il quotidiano Domani riporta la circostanza che le nuove autobotti sono adibite soltanto al trasporto cittadino e senza che sia stato formato il relativo personale. Tradotto: sono mezzi inadeguati anche per l'emergenza incendi.

Per il 40 per cento dei lavori individuati mancano i progetti. Si tratta di 130 pozzi su cui, certamente, neanche questa estate - alla fine di questa estate - inizieranno i lavori. Gli unici interventi concreti in queste ore sono quelli che stanno facendo i sindaci con le delibere di somma urgenza come, ad esempio, il sindaco della città di Trapani. Per non parlare del sostegno alle imprese agricole e zootecniche che vedono in queste giornate drammatiche il rischio di mandare in fumo sacrifici di intere generazioni.

Signor Presidente, c'è una fotografia che testimonia più di tutte la drammaticità della situazione di queste ore in Sicilia ed è quella del lago di Pergusa, ridotto a poco più di una grande pozzanghera. Proprio a Pergusa, come Partito Democratico, la scorsa settimana abbiamo fatto un flash mob per chiedere interventi anche a tutela dell'ecosistema, per evitare l'ennesimo disastro ambientale. In definitiva - e concludo - quanto affermato testimonia l'inadeguatezza delle misure finora messe in campo dal centrodestra, dal Governo regionale e nazionale.

Con l'ordine del giorno, anche alla luce del principio di solidarietà economica e sociale, previsto dalla nostra Carta costituzionale, chiediamo di impegnare il Governo ad adottare nuove ed ulteriori misure sia di carattere emergenziale, sia di carattere strutturale, anche attraverso adeguati ristori finanziari, per fronteggiare questa straordinaria e gravissima crisi che sta attanagliando la mia regione.

Chiediamo a tutta l'Aula di votarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Marino, vuole intervenire? Per sottoscrivere?

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Sì, per sottoscrivere l'ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE. Prendiamo tutti i nomi di chi vuole sottoscrivere. Non li ripeto, ma vediamo le braccia alzate per sottoscrivere. Provenzano? Sì, perfetto. Tutto il gruppo del PD intende sottoscrivere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/61 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Adesso passiamo agli ordini del giorno accantonati.

Chiedo al Sottosegretario la cortesia di darci il parere.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/1946/13 Fede il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/37 Bruzzone il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/38 Zinzi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1946/41 Pierro invito al ritiro.

L'ordine del giorno n. 9/1946/43 De Bertoldi è accolto come raccomandazione, espungendo l'ultima premessa.

PRESIDENTE. Quindi, accolto come raccomandazione previa riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/13 Fede, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Chiedo che venga messo al voto e intervengo.

Per un attimo avevamo pensato che l'accantonamento avesse portato il Governo a una sacrosanta revisione e veramente l'auspicio era grande, Presidente, perché parliamo dell'RC auto per i trattori, di prorogare semplicemente una disposizione, che noi chiedevamo con un emendamento, a tutela del settore agricolo, quello che viene sbandierato come uno dei principali, difesi dal Ministro Lollobrigida.

Anche quando gli agricoltori, con i trattori, scesero in strada a febbraio, qualcuno provò a dire: “ma non contestano il Governo, sono contro l'Europa”. Poi abbiamo visto come è andata in Europa, dove è posizionato il Governo Meloni; abbiamo visto che di fatto non avviene mai alcuna difesa concreta e che tutti gli slogan si infrangono contro la dura realtà; è toccato anche a quella delle assicurazioni RC auto dei trattori, perché noi sappiamo bene che, prima, i mezzi agricoli che circolavano esclusivamente nei fondi agricoli e nei latifondi (dove spesso non sono chiamati o costretti ad andare in strada) non erano tenuti a sottoscrivere una polizza (come era giusto che fosse, perché erano mezzi che circolavano solamente su fondi privati). Per cui, noi chiedevamo semplicemente di prevedere di nuovo quella proroga, che era stata tolta dal decreto Assicurazioni, quindi il decreto n. 184 del 22 novembre 2023, il codice delle assicurazioni private, con cui - guarda caso, anche in questo caso - si sono fatti gli ennesimi regali alle società, a quelle più grandi e a quelle che sono tutelate davvero da questo Governo, che non tutela, invece, i cittadini, nelle varie forme, fra cui gli agricoltori.

Quindi, noi chiedevamo di dare una proroga, dal 1° luglio al 31 dicembre 2024. Quando abbiamo visto l'accantonamento abbiamo pensato: allora veramente esiste una riflessione sana, che vada a guardare gli interessi dei cittadini, quelli che meritano la nostra attenzione, perché ricordiamo bene che il settore agricolo ha un deficit che dura da 15 anni, che è in continua difficoltà nella competizione con le varie filiere, con le produzioni, con la siccità, con le alluvioni e, a mano a mano, abbiamo visto che tutte queste promesse venivano smentite. Ahimè, è toccato anche al mondo dei trattori. Forse, se li avessero tinti di verde e ci avessero messo un cannone sopra, scambiandoli per un mezzo da guerra - visto che il Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) sta dando un milione all'Ucraina e tutto quanto quello che sta accadendo a Washington, avrebbero avuto più attenzione. Ahimè, servono a lavorare e a dare profitto ai nostri agricoltori - quelli italiani -, ma, anche in questo caso, non è servito a nulla.

Quindi, mettiamolo al voto. Noi chiaramente siamo favorevoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/13 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo, per una precisazione a nome del suo gruppo, credo di aver capito. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Sì, intervengo, a nome del gruppo di Azione-PER, per rettificare il voto sull'ordine del giorno n. 9/1946/50 Zaratti. Il nostro voto era contrario.

PRESIDENTE. Va bene. Prendiamo atto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari, con parere favorevole, previa riformulazione. Accetta e vuole mettere ai voti? Bene. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1946/22 Vaccari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/37 Bruzzone, con il parere favorevole del Governo. Andrei avanti. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/38 Zinzi, con il parere favorevole, previa riformulazione. Va bene.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cerreto. Ne ha facoltà.

MARCO CERRETO (FDI). Presidente, per sottoscrivere, da parte mia e del collega Cangiano, l'ordine del giorno del proponente Zinzi.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1946/41 Pierro, con invito al ritiro da parte del Governo. È stato ritirato. Perfetto.

Passiamo, infine, all'ordine del giorno n. 9/1946/43 De Bertoldi, che è stato accolto dal Governo come raccomandazione, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Bertoldi. Ne ha facoltà.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Brevemente, io accolgo e chiedo che venga messo al voto e voglio chiarire…

PRESIDENTE. La raccomandazione non si mette ai voti. Se viene accolta, non si mette al voto.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Va bene. Va bene così.

PRESIDENTE. La accoglie, quindi? Grazie.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, secondo Stoltenberg, nel summit Washington la NATO ha approvato il più vasto piano di difesa, dalla Guerra Fredda. Ripeto: il più vasto piano di difesa, dalla Guerra Fredda. I Paesi NATO si sono impegnati a fornire 45 miliardi di armi, entro il prossimo anno, all'Ucraina. Alcuni Paesi hanno iniziato l'invio degli F-16 di attacco, sempre all'Ucraina, su questo conflitto. Nella dichiarazione congiunta finale si stabilisce che il percorso di adesione di Kiev nella NATO è irreversibile. Una follia totale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Una follia totale. Voi non vi rendete conto di cosa state facendo. Invece di avviare un tavolo negoziale per cercare di concludere un conflitto, che è dentro il nostro continente, state continuando a usare gli ucraini per sfidare la Russia militarmente e continuiamo ad averne gli effetti nella nostra economia, per un una guerra che ha un'escalation che aumenta di settimana in settimana. Fino a un anno fa, in questo Parlamento, parlavamo di invio di armi di difesa. Oggi parliamo di F-16. Continua l'escalation e nessuno, in questo Parlamento, ci viene a dire nulla. Sessanta professori americani, fra cui ex analisti della CIA hanno scritto a the guardian per continuare a dire alla NATO di non coinvolgere l'Ucraina in questo momento, perché potrebbe essere la scusa per un conflitto mondiale.

E, in questo Parlamento, non viene nessuno a riferirci di quello che sta succedendo nel resto del mondo e nel nostro continente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questo, mi rivolgo anche alla maggioranza. Ma voi, come parlamentari di maggioranza - mi rivolgo a Fratelli d'Italia -, ad esempio, avete un Ministro della Difesa che continua a tenere il segreto sull'invio delle armi militari, e siamo l'unico Paese al mondo su questo. Ma non avete voglia di prendere la parola e dire qualcosa anche voi? Mi rivolgo ai colleghi della Lega, che hanno un leader con evidenti problemi di identità, che fino a due anni fa si metteva le magliette di Putin, e oggi firma decreti dove invia armi continuamente contro la Russia. E poi rilascia una dichiarazione a un'agenzia dove dice: “Più armi si inviano, più la guerra va avanti”. Ma le state inviando voi. Ma che, vi fate delle agenzie contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Allora, quello che voglio dire è che serve immediatamente che il Presidente Meloni o il Ministro Crosetto o il Ministro degli Esteri Tajani vengano qui, o il capo di gabinetto, il passante, l'usciere, qualcuno in questo Parlamento deve venire e ci deve rendere conto di quello che sta succedendo. Perché l'Italia, in questo momento, risulta uno Stato in cui c'è un Governo non pervenuto nel dibattito su quello che si preannuncia come un conflitto mondiale. E io voglio sapere in quale cespuglio si è andata a nascondere il Presidente Meloni, perché noi, in questo Parlamento - ma anche dalla TV - non sappiamo nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo silenzio deve finire, deve finire. Questo Governo deve prendersi le responsabilità, venire alla Camera dei deputati e dirci dove ci vogliono portare, una volta per tutte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Ieri abbiamo letto che la Premier Meloni ha annunciato che l'Italia rispetterà l'impegno del 2 per cento sul PIL, per quanto riguarda l'aumento delle spese per gli armamenti. Io penso che un simile impegno che impegna l'Italia, la sua finanza pubblica, i conti dello Stato il Parlamento non lo può leggere dai giornali. La Premier Meloni deve venire in Aula, a spiegare come intende impegnare i conti dello Stato su questa spesa degli armamenti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Io darò alcuni numeri, che sono fondamentali. La spesa per gli armamenti nel 2023 ha raggiunto una cifra record di 2.443 miliardi di dollari, mai una cifra del genere è stata raggiunta. L'Europa spende in armamenti 300 miliardi di dollari; gli Stati Uniti d'America si stanno avvicinando ai 1.000 miliardi di dollari; la Russia ha implementato di quasi il 30 per cento e ha raggiunto la cifra di 110 miliardi di dollari; la Cina è a 296 miliardi di dollari. Perché do questi numeri? Perché il punto non è che ci sono poche armi, il punto è che ce ne sono tante. Si aggiungono ancora spese su armamenti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), nel momento in cui vi sono 750 milioni di persone nel mondo che non hanno accesso al cibo. Nel momento in cui la Premier viene a dire che faranno una finanziaria che sarà lacrime e sangue, ci deve anche dire la ragione per cui noi dobbiamo impegnare, nei prossimi anni, 12 o 13 miliardi di euro dei conti dello Stato per aumentare le spese per armamenti, tagliando sanità, trasporto, scuola, istruzione.

Ma la domanda che vorremmo fare e vogliamo fare, quando la Premier verrà in Aula, è la seguente: perché gli impegni internazionali del raggiungimento degli obiettivi su scuola e istruzione, mentre l'Italia è ora nel basso della media internazionale, non sono obiettivi da rispettare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?

Perché gli obiettivi sul tema della sanità pubblica non sono obiettivi da risparmiare? Non potete far credere agli italiani e al mondo che l'aumento delle spese per gli armamenti ci salverà e porterà la pace. Tutt'altro, sta accadendo esattamente il contrario. Da questo punto di vista, è necessario, chiediamo anche noi, come Alleanza Verdi e Sinistra, che la Premier venga in Aula e dia conto delle dichiarazioni che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 18,25.

La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 18,25.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1946.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1946.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1946​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Presidente, +Europa voterà contro la conversione di questo decreto, prima di tutto perché è un decreto e non si ravvedono imprescindibili ragioni di necessità ed urgenza, perché è un decreto passato con la fiducia e ce ne saranno altri 8 da qui alla pausa estiva. Ritengo che questo sia un'umiliazione che il Parlamento non possa accettare, perché è l'ennesimo decreto che arriva con il testo dal Senato a cui la Camera è chiamata a dire semplicemente “prendo o lascio”. Credo che tutto questo non possa non essere messo in cima a qualsiasi riflessione di merito.

Poi voglio individuare un solo punto di contrarietà specifica di questo decreto, che è la fine del fotovoltaico in Italia. Questo decreto, senza ragioni, se non le fumisterie ideologiche che non hanno a che fare con la realtà e la concretezza dei numeri, decide che non si potranno più mettere impianti fotovoltaici nei terreni che vengono classificati come terreni agricoli. I terreni agricoli sono tutti i terreni che non hanno altre destinazioni e - voglio ridirlo -, riguardo alla superficie agricola nazionale, i terreni riguardano 16,5 milioni di ettari, grosso modo.

Di questi 12,8 vengono più o meno direttamente destinati alla produzione agricola e agroalimentare e 3,5 milioni di ettari sono superfici incolte o abbandonate. Ma a quanto ammonta l'utilizzo delle superfici agricole da parte di questi orrendi pannelli solari? Ammonta a 17.000 ettari, cioè 16,5 milioni di ettari complessivi e 17.000 ettari destinati oggi al fotovoltaico. Non capisco veramente questa scelta fondamentalista del Governo, che non ha riscontro, non ha un senso compiuto, se non, ripeto, le fumisterie ideologiche. I campi devono servire per essere coltivati, ma è così, è così. Come pensa l'Italia, visto che il Governo dovrebbe agire con una certa unitarietà, non con un Ministro va da una parte e l'altro dall'altra, con questo divieto fondamentalista di contribuire, invece, all'aumento dell'energia da fonti rinnovabili, eolico compreso?

Certo, possiamo riempire tutti i tetti di tutte le fabbriche, ma voi sapete benissimo che la possibilità di avere un fotovoltaico che cresca adeguatamente e che finisca per incidere nel mix energetico del Paese passa attraverso gli impianti a terra, anche in quelle aree agricole che non vengono utilizzate a scopi agricoli. Si possono mettere tutti i vincoli paesaggistici, sulla tipologia di terreno, sulla tipologia di potenzialità a livello delle colture, ma non si può solo dire “no”. Non c'è il Ministro Lollobrigida, magari riesce anche a spiegarcelo, dubito, ma riesce anche a spiegarcelo, visto che non è un tema: oggi l'occupazione dei campi con il fotovoltaico non è un tema, riguarda una percentuale irrisoria, mentre la necessità di accelerare nella produzione di energia da fonti alternative è una necessità urgente, siamo già in ritardo.

Quindi si poteva individuare un sistema di vincoli ragionevoli per evitare che aree di pregio paesaggistico o anche di altra natura venissero utilizzate. Ma perché, a fronte di agricoltori che hanno magari un terreno marginale, dove non lo vede nessuno, che non è nelle colline del Chianti o di altre aree di pregio, un'area marginale, dove c'è la possibilità di fare un investimento remunerativo, anche per l'agricoltura, glielo volete impedire? In più - e vado a chiudere -, siccome la misura che voi adottate è irragionevole, sarà una fonte di contenziosi. Signor Sottosegretario, sarà così. Sarà così a livello europeo, perché c'è il rischio di andare dritti contro le direttive europee.

Sarà un rischio di contenziosi infiniti con le regioni, perché, da una parte, volete l'autonomia per le regioni e, dall'altra parte, fate una norma totem sul divieto, e sarà un contenzioso con gli agricoltori. Spero che prima o poi questi contenziosi - spero prima e non poi - arriveranno anche alla Corte costituzionale, perché trovo completamente insensato questo divieto. È una cosa tra le tante, ma a me sembra una cosa rilevante e, soprattutto, totalmente inutile. È un manifesto ideologico, che forse farà anche contento qualcuno.

Poi arriveranno dai rappresentanti della categoria le proteste di quelli che dicono: avevo trovato la possibilità di mettere a reddito una parte del mio territorio che non ha nessuna possibilità di essere valorizzata con le colture tradizionali, ma perché non posso farlo, dato che il mio vicino lo ha fatto, lo sta facendo? Gli spiegherete: sì, ma lui lo può fare perché aveva già almeno 1, 5, 6 procedure di autorizzazione in piedi. Tu sei arrivato tardi, è colpa tua, pazienza. Credo che sia totalmente insensato, e lo è anche da un punto di vista ambientale. Poi vi lamentate del Green Deal, si può rivedere tutto, ma sono per la ragionevolezza. Non voglio dire che bisogna mettere pannelli solari ovunque, dappertutto, senza criterio, ma questo, che è un pezzo di un mosaico della produzione di elettricità da fonti rinnovabili, voi lo vietate.

Trovo questo incomprensibile e, oltre alle ragioni istituzionali, danneggia gli agricoltori, danneggia gli operatori, danneggia i consumatori, perché meno energia c'è e più i costi salgono. Danneggia la lotta e il contrasto alla crisi climatica, in definitiva anche il contrasto all'aumento delle temperature, che distrugge l'agricoltura, toglie acqua dai nostri bacini, eccetera, eccetera. Quindi, questa già mi sembra una buona ragione per votare contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Presidente, signor Sottosegretario, è abbastanza complesso fare una valutazione onesta, veramente onesta, su questo decreto. Perché, quando su un provvedimento si stanziano delle risorse, non tutte freschissime - perché in realtà parte di queste risorse erano già state stanziate in legge di bilancio -, sicuramente tutti noi ne siamo contenti. Siamo contenti quando vengono stanziate delle risorse sulle emergenze che colpiscono l'agricoltura nel nostro Paese. Il punto però è, di fronte a queste risorse ingenti, farsi un'altra domanda: gli agricoltori, il singolo agricoltore che cosa vedrà davvero di queste risorse? Infatti, parliamo di qualche centinaio di milioni di euro.

Ma all'agricoltore della Puglia, della Lombardia, della Basilicata, che cosa arriverà davvero rispetto alle emergenze della peronospera, della flavescenza dorata, della Xylella? Arriverà molto poco, perché voi avete scelto in questo provvedimento di frammentare le risorse; un po' uno spezzatino, dove si accontentano un po' tutti, e, nell'accontentare tutti, non si accontenta alla fine nessuno. Oltre al singolo agricoltore, l'altra domanda che ci dobbiamo porre, o meglio, che ci dovremmo iniziare a porre tutti, in modo costruttivo in quest'Aula, è: alla fine, queste risorse cosa lasciano in termini di strategia, di visione per il Paese? Nulla, perché, di fronte alle grandi questioni, ai veri problemi dell'agricoltura, in questo testo non c'è nulla.

Quali sono i problemi dell'agricoltura? L'accesso al credito, il ricambio generazionale. Gran parte del mondo agricolo non ha accesso a un sistema pensionistico stabile. Allora, se dobbiamo parlare di questo, forse sarebbe giunto il tempo di assumersi un po' di responsabilità e un po' di coraggio e dire: anziché frammentare le risorse in un mondo in cui - lo ha detto lo stesso Ministro Giorgetti - ci sarà una legge di bilancio difficile, proviamo a concentrare le scelte e a risolvere i problemi a uno a uno, anziché frammentarli.

Questo provvedimento è un po' il frutto del compromesso, ma non quel compromesso buono che vede le parti trovarsi attorno a un tavolo, discutere e trovare anche una soluzione mediana. Il frutto del compromesso è, per esempio, su alcune questioni, ma quella sul fotovoltaico e sull'agrivoltaico, nello specifico, è una soluzione che - quella trovata dal Governo - di fatto creerà confusione e non risponde alle esigenze vere di mix energetico, ma nemmeno a quelle di preservare la superficie agricola utilizzata, che nel nostro Paese, in questi ultimi 20 anni, è diminuita. E se dobbiamo analizzare bene le ragioni per cui spesso gli agricoltori cedono i loro terreni per mettere gli impianti è perché molte filiere non hanno più remunerazione. Allora, è qui il nodo che va sciolto, è questo il nodo a cui si deve rispondere.

Voi ci avete provato, ci avete provato, ad esempio, anche in questo provvedimento, andando a modificare una scelta sbagliata che avevate assunto qualche settimana fa sempre in quest'Aula - e noi di Italia Viva eravamo stati gli unici a farvelo presente - sulla direttiva relativa alle pratiche commerciali sleali. Però, anche qui, ulteriormente, in questa sede - e io sono sicura che torneremo a rifare questa domanda tra qualche mese o tra qualche settimana, quando si apriranno dei contenziosi -, cosa significa legare il prezzo concordato tra le parti al costo medio di produzione? Va bene che Ismea inizi ad analizzare i trend e le tendenze sul territorio nazionale, con tutte le differenze che ci sono sul territorio nazionale, ma intanto abbiamo chiarito, come vi avevamo detto - e su questo ci avete messo una pezza - che per costo medio di produzione non si è mai dovuto intendere il prezzo minimo garantito e, quindi, di fatto, è un'indicazione che verrà utilizzata negli eventuali contenziosi.

Però, non avete risposto a una domanda: quel costo medio come sarà calcolato? Sarà calcolato premiando le aziende più strutturate, quelle che hanno investito in innovazione, in tecnologia, in efficienza, o sarà un costo medio calcolato anche sulle inefficienze che ci sono nella filiera? Quindi, se vogliamo andare a risolvere i problemi dell'agricoltura, sicuramente c'è un tema di mercato sui prezzi che probabilmente va gestito con politiche più intelligenti, fatte iniziate durante il Governo Renzi e che giustamente i Governi che si sono susseguiti hanno continuato. Penso alle politiche di filiera: quelle, sì, garantiscono un accordo sano tra le parti all'interno della filiera. Se, invece, questi costi medi di produzione andranno ad avvantaggiare quelle imprese che già fanno fatica a stare sul mercato, forse non si è fatto un favore all'agricoltura in termini di prospettiva del Paese.

Poi ci sono altre questioni che in questo provvedimento vengono toccate sull'onda dell'emozione. Giustamente, in quest'Aula, tutti noi siamo intervenuti per applaudire e per ricordare Satnam Singh, trattato come un rifiuto. Però, ricordiamo a noi stessi e al Paese che la legge sul caporalato fu fatta durante il Governo Renzi e quella legge, in grande parte, è rimasta ancora inattuata. Oggi in quest'Aula non è presente il Ministro Lollobrigida, ma ieri abbiamo avuto occasione di interloquire con il Ministro che ha affinato la sua tecnica nel dare sempre colpe al passato: prima sono gli istituti di ricerca che non hanno fatto le analisi sulle fitopatie e poi i commissari che non hanno funzionato. Ma noi siamo qui adesso e tutti insieme dobbiamo trovare soluzioni e, quindi, se dobbiamo trovare soluzioni rispetto al tema del caporalato, non vorrei che con il testo che avete scritto si andassero a punire, con maggiore burocrazia, le aziende sane, quelle virtuose, quelle che rispettano le regole, mentre le altre continueranno a fare quello che hanno sempre fatto.

Questo è un testo che parla di molti commissari e noi siamo d'accordo: c'è il commissario sulla peste suina e ci sono i commissari su tante altre emergenze che colpiscono l'agricoltura e l'allevamento nel nostro Paese.

Poi i commissari, però, bisogna anche verificare che funzionino, che siano effettivi. Se si parla di caporalato ricordo che, durante il Governo Renzi, si nominarono commissari straordinari che andarono a migliorare le situazioni a Castel Volturno, a Manfredonia, a San Ferdinando. Perché? Dove andarono ad agire con le risorse che furono stanziate? Sugli altri temi, connessi al caporalato, che riguardano la casa, che riguardano le situazioni di illegalità, le situazioni di fragilità, il trasporto. Quindi, se dobbiamo risolvere il problema, intanto riconvochiamo il tavolo sul caporalato, che non riguarda soltanto il rapporto tra Ministero dell'Agricoltura e le associazioni agricole. Quel tavolo ha giustamente la sua complessità e coinvolge altri Ministeri, a partire dai Ministeri delle Infrastrutture e del Lavoro, e coinvolge anche gli altri attori che fanno parte di questa filiera virtuosa, per esempio gli enti del Terzo settore che molte volte, anche in carenza e in sostituzione dello Stato, si occupano proprio di quei temi che sono alla base dei problemi del caporalato.

Parlando di commissari straordinari, il commissario sulla peste suina africana, nominato anche da questo Governo, ormai opera da due anni. Quindi, concordiamo quando si fanno norme più precise e più puntuali per dare gli strumenti al commissario per operare, però qualche risorsa in più va stanziata, perché se si sentono gli assessori regionali all'agricoltura di qualsiasi colore politico, tutti porranno un tema: dove sono le risorse, ad esempio, per fare le stazioni e i centri di sosta? Dove si mettono le carcasse nell'attesa che i cinghiali siano analizzati per capire se c'è la peste suina africana o no? Infatti, le risorse sono fondamentali per dare attuazione alle politiche e, quindi, questo provvedimento, nella frammentazione e dispersione delle risorse, queste misure, non le vede.

Poi ci sono altri articoli - ce ne sono tanti in questo provvedimento - di cui alcuni utili. Su alcuni si fanno passi in avanti e noi abbiamo l'onestà intellettuale di ammetterlo, però ci sono misure che, anche qui, lasciano aperti punti di domanda. La misura su Granaio Italia, sicuramente, nasce da una richiesta importante, cioè provare a capire come garantire la tracciabilità della filiera del grano, della filiera cerealicola, all'interno del nostro Paese e capire dove si annidano quelle situazioni di illegalità e di scarsa trasparenza, anche legate alle importazioni di prodotto che proviene dall'estero e che non ha i requisiti previsti non solo dalle norme nazionali, ma anche dalle norme comunitarie, secondo un principio di precauzione.

La norma che voi avete scritto risolverà il problema? Probabilmente no, perché nulla dice rispetto a uno dei temi che riguardano la filiera cerealicola, per esempio quando si gestisce il conto deposito. Allora, lì che cosa faremo? Come sarà gestita la tracciabilità? Mi piacerebbe, poi, entrare su tante altre questioni.

L'ultima questione che voglio toccare è quella di cui all'articolo 1, sui mutui. Il tema vero, che oggi gli agricoltori e gli imprenditori agricoli hanno, è quello degli investimenti e dell'accesso al credito e voi fate una sospensione sui mutui. Ma questa sospensione che cosa aggiunge? È la stessa misura fatta dall'allora Ministra Bellanova, dove lo Stato ci mise le garanzie dello Stato, oppure rimane un rapporto uno a uno tra l'imprenditore e la banca? Purtroppo è la seconda opzione e, quindi, nel rapporto uno a uno, senza nessuna garanzia dello Stato, tra un anno, gli imprenditori agricoli che si vedranno concesso questo allungamento…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). …si troveranno nelle stesse condizioni e tanti altri vedranno semplicemente inattuata questa proposta.

Per queste considerazioni e per tante altre che si potrebbero aggiungere - ma ci torneremo sicuramente nei prossimi mesi e nelle prossime settimane -, annuncio il voto contrario del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signori del Governo, prima di depositare il mio discorso, voglio entrare nel merito del decreto, puntualizzando 4 o 5 punti importanti, come la tutela del comparto agricolo e della pesca, con i 500 milioni messi a disposizione per l'aiuto alle imprese agricole e a quelle della pesca, soprattutto per il prodotto agricolo di qualità, entrando proprio nella tutela del made in Italy, del prodotto di altissima qualità e della sua filiera.

Oltre a questo, parliamo anche del supporto alle imprese agricole che, nel periodo post-pandemico, nel 2023 e all'inizio 2024 hanno avuto difficoltà economiche, con risorse ingenti per aiutarle e supportarle in questo momento di grande difficoltà.

Ritornando al discorso del supporto alle imprese della filiera del made in Italy e della tutela del prodotto italiano, una cosa importante è la lotta al caporalato, con l'accordo tra i vari enti dello Stato - INPS, INAIL, INL e Istat - che portano avanti la lotta contro questo fenomeno che, purtroppo, devasta questo comparto.

Quindi, a nome del gruppo Noi Moderati, esprimo il voto favorevole al provvedimento - che consideriamo il migliore provvedimento che è stato fatto -, ringraziando, soprattutto, l'operato del Ministro Lollobrigida, che veramente si sta battendo per rendere sempre più centrale questo aspetto dell'agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pisano, lei è autorizzato a depositare il suo intervento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Questa è l'ennesima fiducia, oramai stiamo per entrare nel Guinness dei primati. Pensavamo di aver visto l'uso spregiudicato e assolutamente…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, il banco del Governo, per favore. Prego, onorevole.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie. Come dicevo, l'uso spregiudicato della fiducia: anche quando non è necessaria, anche quando si possono trovare punti di dialogo, di discussione, viene posta, perché bisogna fare in fretta, perché dobbiamo fare decreti a più non posso, perché il confronto è faticoso. Certo che è faticoso il confronto politico, ma è anche quello da cui nascono le idee e la capacità di migliorare le attività e le azioni del Governo.

Questo decreto non ha aspetti soltanto negativi, lo dico avendo lavorato per un certo periodo con il Ministero dell'Agricoltura, sono stato assessore all'agricoltura alla provincia di Napoli - quando c'erano ancora le province - e sono stato anche presidente della commissione agricoltura in regione Campania. Il tema è che sembra un po' metadone, nel senso che aiuta un pochettino, le associazioni, giustamente, vedono dei contributi. Quando arrivano i contributi, chi è che dice “no”? Il tema è: l'importanza di affrontare il dibattito, del quale a noi interessa discutere, della prospettiva dell'agricoltura nel nostro Paese è affrontata, in qualche modo, in questo decreto? La risposta, purtroppo, è “no”, anzi, purtroppo, non c'è una visione d'insieme sulle tre cose principali, che per noi rappresentano il futuro di questo settore: in primo luogo, come rivitalizzarlo e impedire che i terreni e le piccole, piccolissime e medie aziende agricole non abbiano un futuro. A me fa impressione vedere che tra i nostri agricoltori, soprattutto alcune associazioni, comincia ad essere preso come punto di riferimento McDonald's: non perché abbia qualcosa in particolare, ma perché non rappresenta certamente l'azienda dell'italianità o la difesa del nostro sistema agricolo o dell'allevamento.

Il tema vero è che stiamo perdendo completamente quella che è sempre stata la grandezza del nostro territorio dal punto di vista agricolo e, cioè, le medie, piccole e piccolissime aziende e attività, che sono quelle più in difficoltà, perché le grandi speculazioni vengono sempre protette, e non solo da questo Governo, sia chiaro. Il problema è che noi perdiamo la nostra peculiarità di Paese produttore. Io ricordo quando facemmo la prima battaglia quando ero assessore all'agricoltura: facemmo una battaglia, che fu contestata, all'inizio, anche da alcune associazioni di commercianti, per realizzare la cosiddetta filiera a chilometro zero. All'epoca - stiamo parlando di molti anni fa -, fu vista come qualcosa di innovativo, non si immaginava che potesse avere un futuro. Ecco, noi stiamo perdendo completamente di vista questo percorso.

E aggiungo, anche sulla questione delle rinnovabili, noi ci poniamo un tema molto serio: se un terreno è, purtroppo, inutilizzabile e con le tecnologie attuali è possibile utilizzare buona parte del terreno per fare attività agricola e di coltivazione, ma un'altra parte si può utilizzare per ottenere energie rinnovabili, perché avere ideologicamente una visione negativa? Questo noi non lo capiamo. Molto spesso, a noi di Alleanza Verdi e Sinistra ci avete accusato di essere ideologici, eppure a noi sembra il contrario: a noi sembra che cerchiamo di darvi punti di vista legati sempre a visioni scientifiche e a studi, ed è per questo che non capiamo il furore ideologico che, molto spesso, c'è alle spalle di azioni che non migliorano le condizioni dei nostri lavoratori e agricoltori.

Rispetto a questo, io ci tengo a segnalare il secondo elemento che non affronta questo decreto, che è il tema dell'acqua. I colleghi che mi hanno preceduto, Angelo Bonelli e Francesca Ghirra, hanno posto con forza il problema dell'acqua, anche in Sicilia, ma il tema che noi cerchiamo di farvi comprendere è che l'acqua è uno dei temi prioritari, se non il tema dei temi, per affrontare il futuro dell'agricoltura in Italia, ma noi scegliamo di rinviare. Uno dei peggiori mali del nostro Paese, della burocrazia e anche di una parte consistente della politica è di non guardare in prospettiva: oggi ci sono io, che ne so, tra due, uno, tre anni, chi ci sarà? Intanto, io faccio contenti quelli che mi votano. Questa visione è completamente sbagliata e, molto spesso, accomuna azioni di Governo, non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale, che, poi, non hanno ampio respiro.

Questa è l'altra critica che noi facciamo: non c'è respiro in questo decreto. Eppure, il Ministro Lollobrigida non è una persona impreparata o incompetente, salvo quando ci regala qualche sua performance, casomai, fuori dal sistema dell'agricoltura. Avrebbe potuto fare qualcosa di più sistematico. Per chiedere la fiducia, bisogna fare qualcosa di veramente importante per il nostro Paese e, invece, viene utilizzata per sistemare la situazione: il contributo da una parte, la deroga dall'altra, ma non viene fatta alcuna azione che noi riteniamo degna di essere sostenuta. Eppure, per esempio, sulla questione dell'energia legata all'agricoltura, avremmo potuto fare una valutazione molto, ma molto più attenta. Ci siamo scaricati - giusto per ricordarlo a noi stessi e al Governo – i dati di quale è, attualmente, la produzione nel nostro Paese di energie rinnovabili. Dobbiamo sapere che noi, attualmente, con il mix di energia prodotta nel 2003 - parlo di fonti Terna, noi parliamo sempre citando le fonti, quello che scrivono ufficialmente, assumendoci la responsabilità -, produciamo il 44 per cento e siamo dietro alla Germania, che sta al 56 per cento, e alla Spagna, che sta al 50 per cento. La nostra domanda è: perché stiamo cercando di diventare un Paese che dalla dipendenza del gas vuole diventare dipendente dalle energie rinnovabili di altri Paesi? Mentre noi non abbiamo produzioni interne - quindi, parliamo soltanto di un aspetto di carattere industriale ed economico -, sulle energie rinnovabili, il nostro Paese, l'Italia, è uno dei Paesi con le migliori esposizioni al mondo, dal punto di vista sia del fotovoltaico che dell'eolico. Eppure ogni decreto, ogni parte, nell'agricoltura, nell'energia, nell'industria, va nella direzione di fermare la possibilità di essere autosufficienti nel sistema energetico, e anche in questo decreto viene fatto un altro passettino per ridurre le energie rinnovabili. Perché si fa una simile scelta? Eppure, le energie rinnovabili, e rendere il nostro Paese autonomo dovrebbero essere una prospettiva non solo per chi governerà in futuro, ma anche per ridurre notevolmente gli importi delle bollette dei nostri cittadini e renderli più liberi. Ecco, la parola libertà che noi leghiamo all'agricoltura. Certe volte, la libertà non la si vuole far avere veramente al popolo, perché libertà significa anche indipendenza, significa anche essere liberi di poter scegliere.

E, molto spesso, questa parola “libertà”, che noi utilizzeremo sempre, non è gradita a chi casomai vuole decidere quando aprire e quando chiudere i rubinetti, un giorno, casomai, del gas, un altro giorno, dell'energia. Ed è per questo che sosteniamo come questa sia l'ennesima occasione persa; in particolare, sottolineiamo una cosa: non c'è un percorso. Visto che l'agricoltura è, assieme al sistema industriale, il primo elemento che consuma acqua pubblica e, soprattutto, acqua potabile nel nostro Paese, è mai possibile che su una cosa del genere, con la Sicilia a secco, e con una prospettiva di riduzione ulteriore di acqua nel nostro Paese, non si ragioni in questa direzione?

Ecco, concludo con la questione del caporalato. Onestamente sembra un pannicello caldo quello che avete preparato; non si capisce neanche che cosa sia, un coordinamento, come se ci fosse bisogno di metterlo per legge. La verità è che il caporalato o lo si affronta o non lo si affronta e in questo decreto, perdonatemi, avete scelto di non affrontarlo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Signor Presidente, colleghi e membri del Governo, debbo dire che negli interventi che mi hanno preceduta molte considerazioni sono state fatte sull'utilizzo, direi, smodato della decretazione. È impossibile esimersi da alcune considerazioni: una, sicuramente è legata a come vengono costruiti questi decreti che chiamo omnibus in miniatura e, poi, anche al fatto della posizione della fiducia, perché debbo dire che da parte dell'Aula mi sembra che ci sia un grande senso del dovere e molto probabilmente i lavori potrebbero essere celeri molto più di quanto si possa immaginare.

Devo dire che, comunque, c'è un grande imbarazzo nei gruppi, sia da parte nostra, sia, devo dire, da parte della maggioranza, perché è impossibile fare anche soltanto piccole modifiche e questo anche da parte della maggioranza. Possiamo definire questo Parlamento umiliato, oppure, mutilato.

Certamente, bypassare il Parlamento significa, magari, immaginare che possano mancare strategie, oppure che serva una maggiore programmazione; il collo di bottiglia di questo mese di luglio, che andrà anche ad agosto, è significativo. Non manca, da parte nostra, la voglia di lavorare e, comunque, di contribuire rispetto a quanto viene portato sia in Commissione sia in Aula.

Ecco, devo dire che il primo passo timido sulla moratoria dei mutui lo abbiamo percepito, per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura.

Intanto, sono aziende che hanno subito un calo di volume d'affari e una riduzione di produzione importanti. Invece, pensiamo sia insufficiente l'aiuto a favore delle imprese che hanno registrato ingenti perdite a causa dei fenomeni siccitosi. Cito, ad esempio, le produzioni di kiwi. Siamo preoccupati per le modifiche introdotte alla normativa su Granaio Italia, la semplificazione e la valorizzazione dei prodotti cerealicoli attraverso le intese di filiera devono assolutamente essere rafforzate.

Sul fronte delle agroenergie, un asset strategico per la transizione ecologica, occorre garantire la continuità produttiva degli impianti di biogas e biometano alimentati con biomasse agricole. Torno su un aspetto importante, quello degli ungulati e della peste suina. In questo caso, servono strumenti per evitare l'espansione nelle regioni maggiormente colpite, come il Piemonte. Sono scelte difficili. Il Piemonte è la mia regione e parlando con un gruppo di esperti mi veniva detto che il corretto contenimento della popolazione dei cinghiali deve considerare la struttura e la dinamica della popolazione stessa.

Quindi, che cosa succede? Succede che l'interesse venatorio spesso tende a privilegiare, quando si caccia, l'abbattimento di individui di maggiori dimensioni, nonché un'attività di controllo non selettiva. Si commettono azioni sinergiche di destrutturazione che alterano le proporzioni naturali e tendono al ringiovanimento eccessivo della popolazione. Quindi, bisognerebbe operare un contenimento selettivo che privilegi l'abbattimento dei soggetti più giovani. È una soluzione tutto sommato semplice e la suggerisco - ma sono certa che il Governo presente ne sia a conoscenza -, che potrebbe portare benefici immediati, perché queste sono informazioni etologicamente corrette: si abbattono i cinghiali giovani, sotto l'anno, e non i cuccioli.

Il Governo non può, oggi, non avere un quadro chiaro per i prossimi tre anni per intervenire sulle emergenze, iniziando a lavorare sullo sviluppo e non più sull'emergenza. Ecco, ad esempio, c'è il tema della Xylella che è molto presente da oltre 15 anni. È un problema che deve essere, anche in questo caso, affrontato con decisione. È probabile che debbano essere riconvertite molte attività e anche in questo caso significa investire risorse.

Ricordo il tema del prezzo del grano che attualmente non garantisce il reddito di chi lo coltiva e su questo aspetto certamente ci dovrà essere una presa di posizione da parte del Governo. E, poi, c'è la questione della siccità, di cui ho parlato prima, quando sono intervenuta sull'ordine del giorno che è stato respinto. Mi riferivo alle grandi opere che toccheranno alcune regioni, come l'Emilia-Romagna, il Lazio, il Piemonte, la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e il Veneto, ma queste grandi opere non saranno sufficienti a dare risposte a questa emergenza ed era per questo che suggerivo al Governo presente l'utilizzo di opere minori, il loro finanziamento, sicuramente più certe come resa, ma mi pare che non ci sia stata una grande attenzione in questo senso.

Dalla mia esperienza mi viene da pensare che serva qualche cosa di veloce ed immediato, di concreto e di facilmente realizzabile, che possa dare soluzioni, soprattutto, poi, se pensiamo all'utilizzo dell'acqua piovana che, come dicevo, è molto, molto sotto utilizzata…

Veramente state parlando ad alta voce, colleghi. Capisco che le dichiarazioni di voto a fine seduta interessino poco all'Aula e al Governo presente. Ma sia da questa parte sia dall'altra è eccessivo.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia… Intervengo per chiedere la cortesia ai colleghi…Siamo tutti stanchi ma chiedo la cortesia ai colleghi.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anche chi interviene è stanco e si rende conto che non c'è una grande presa, ma siamo abituati anche a questo.

Parlando di agricoltura, soprattutto coloro che arrivano da quei territori, dove l'agricoltura un tempo era fiorente e ovviamente anche redditizia, oggi, trovano situazioni piuttosto desolanti, trovano aziende agricole che chiudono, i nostri giovani che si demotivano, perché c'è una parte burocratica troppo importante da seguire. Vediamo il made in Italy che fatica a decollare.

La terra che non viene coltivata è una sconfitta, è una perdita per tutti a partire dalle amministrazioni locali sino ad arrivare ovviamente al Governo.

Voglio ancora parlare della burocrazia, della burocrazia improduttiva, di quella che porta via tempo e risorse agli agricoltori. Sappiamo tutti benissimo quanto i nostri agricoltori amino poco la burocrazia, che comunque, certamente, deve dare garanzie alle produzioni e, soprattutto, ai consumatori.

Tempo addietro avevo portato un'istanza in Aula. Tra l'altro, vi devo dire che sono stata colpita positivamente, durante la discussione generale, dalla presenza del Ministro Lollobrigida in Aula e, proprio al Ministro, avevo chiesto, per cercare di avviare questo processo di sburocratizzazione, di utilizzare nuovamente il RUCI, cioè, il Registro unico dei controlli ispettivi sulle imprese agricole.

È un registro che, se venisse riattivato, diventerebbe molto probabilmente strategico, perché su quel registro verrebbero riportati tutti i controlli. È stato avviato un nuovo gruppo; è stata avviata una nuova cabina di regia; però, devo dire che la mancata applicazione del registro, purtroppo, si ripercuote negativamente non solo sulle imprese agricole ma anche su chi produce la burocrazia e, quindi, sulla pubblica amministrazione.

Concludo il mio intervento dicendo che, certamente, abbiamo toccato tanti punti ma, molto probabilmente, abbiamo inciso poco. L'auspicio è di poter riprendere in considerazione tutto il lavoro fatto in Commissione e anche in Aula. Ci dichiariamo insoddisfatti di questo provvedimento e, quindi, il nostro voto sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatta. Ne ha facoltà.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Prima di consegnare le dichiarazioni di voto finale - com'è d'intesa con i colleghi dei partiti di maggioranza - mi sia consentito, però, per un paio di minuti, di illustrare succintamente le ragioni che mi inducono, questa sera, come è già successo in passato, a votare favorevolmente per questo provvedimento. Non solo per un una sorta di appartenenza culturale a quelle che sono le tematiche in oggetto, ma per un intimo convincimento che questo provvedimento, corposo, estremamente variegato e composito al suo interno, risponda pienamente e si muova nel solco di una politica che vede come centrale il comparto agricolo e - il passaggio non è davvero da poco - la sostanziale equiparazione del comparto agricolo con quello della pesca e dell'acquacoltura.

È un fatto inedito, sono andato a fare alcune ricerche. In passato ci si muoveva su binari paralleli e mai convergenti, devo dire. La pesca veniva considerata una sorta di figlia di un dio minore rispetto all'agricoltura. Abbiamo fatto in modo, da due anni - da quando cioè questo Governo è in carica - di attribuire alla pesca e all'acquacoltura la stessa rilevanza sul piano formale, ma anche e soprattutto sostanziale, dell'agricoltura. Abbiamo fatto in modo che, anche con i provvedimenti ritenuti “minori”, si desse lo stesso lustro, il ruolo e la responsabilità che si merita l'agricoltore, non a caso oggi definito come “il custode dell'ambiente e del territorio”.

Un provvedimento che assegna al comparto agricolo e, più in generale, a tutta la filiera agroalimentare un finanziamento di oltre 600 milioni di euro e risorse supplementari, con una lunga serie di interventi ampi, variegati e articolati.

Quali sono questi provvedimenti? Li enuncio semplicemente. La sospensione della rata dei mutui per la parte capitale o dei finanziamenti in favore delle imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, quando si verifichi una drastica riduzione di fatturato. Non vi è chi non veda la volontà di dare sollievo, ossigeno, a tutte quelle imprese - e, purtroppo, ve ne sono diverse - che hanno subito una drastica riduzione del proprio fatturato e che oggi, grazie a questa legge, vedranno rimpinguare, vedranno riossigenarsi le proprie capacità di produrre reddito.

E ancora: il contrasto alle pratiche sleali, su cui tanto stiamo lavorando in Commissione agricoltura ma anche in quest'Aula; il contrasto alla diffusione della peste suina africana e della brucellosi; il problema della Xylella fastidiosa e della peronospora, che anche in questa legge vengono affrontati con dovizia di particolari e con delle soluzioni congeniali. E ancora: la realizzazione del sistema informatico agricolo nazionale. E chi più di me, che sono pugliese, non può che auspicare che vengano introdotte delle norme che prevedano la registrazione informatizzata delle operazioni di carico e di scarico dei cereali, al fine di mettere in condizioni di parità i nostri produttori di granoturco rispetto ad una concorrenza, spesso sleale, che proviene da prodotti che vengono dall'estero?

E ancora, a dimostrazione tangibile della nostra determinazione di tutelare le produzioni di pregio del comparto agricolo, abbiamo presentato tutta una serie di emendamenti. Mi sia consentito parlare per un attimo solo della materia della genetica agraria, è stata fortemente voluta da Forza Italia la proroga al 31 dicembre 2025 delle attività di ricerca in materia di produzioni vegetali con migliorate caratteristiche qualitative e nutrizionali, nonché di produzioni vegetali in grado di rispondere in maniera adeguata alla scarsità idrica - uno dei temi che si impongono all'attenzione di quest'Aula - e agli stress ambientali.

E ancora, la costituzione del sistema informatico per la lotta al caporalato nell'agricoltura, che coinvolgerà non soltanto i ministeri, ma questa volta tutta la filiera istituzionale, dall'INPS, che curerà la banca dati degli appalti in agricoltura, fino ad Agea.

Mi sia consentito, per ultimo, ma non ultimo, citare alcuni provvedimenti che attengono alla pesca e all'acquacoltura, di cui purtroppo non si è parlato: una moratoria sui mutui e finanziamenti per le imprese agricole della pesca e dell'acquacoltura e, tra gli interventi, ve ne sono anche alcuni destinati alla copertura, totale o parziale, degli interessi passivi dei finanziamenti bancari erogati alle imprese agricole della pesca e dell'acquacoltura; l'incremento della dotazione del Fondo per la sovranità alimentare, nonché l'estensione degli obiettivi perseguiti da quel Fondo, includendovi il rafforzamento del sistema nazionale della pesca e dell'acquacoltura; la destinazione delle risorse di quel Fondo, oltre che ai produttori di grano duro e all'intera filiera cerealicola, alle imprese e ai consorzi della pesca e dell'acquacoltura; un credito d'imposta per investimenti nella ZES unica, per il settore della produzione primaria di prodotti agricoli e della pesca.

Bene, io credo che questo sia più che sufficiente, con una enunciazione, fatta diciamo - visto che ci sono dei patiti di etologia - “a volo di quaglia”, credo che questi siano degli elementi più che sufficienti per poter, senza alcun dubbio, optare per un voto favorevole, convintamente favorevole rispetto a questo testo di legge, che con questi 600 milioni di risorse supplementari ridarà ossigeno, ridarà fiato, ridarà slancio e vitalità ad un settore in cui noi crediamo e che riteniamo di dover ancora di più rilanciare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Mi dispiace che non ci sia in Aula il Ministro Lollobrigida. Presidente, ancora una volta ci troviamo a discutere un decreto blindato dall'ennesima fiducia. Parliamo di un provvedimento vuoto, privo di lungimiranza, colmo di interventi spot e, soprattutto, privo di un progetto a lungo termine per rilanciare il comparto agricolo.

In questo provvedimento è inserito tutto e il contrario di tutto, un decreto omnibus che ha dentro l'Ilva, i kiwi, la peronospora, la brucellosi, la peste suina africana, la caccia e tanto altro. Insomma, Presidente, un'insalata politica senza una visione e una mission chiara per il futuro.

Presidente, sono argomenti che stridono tra di loro, ma facciamo un po' di chiarezza. Onorevoli colleghi, anzitutto, dopo l'attribuzione di coccarde, medagliette e premi, a cui ci ha abituati il Ministro Lollobrigida, ancora una volta il “Cognato d'Italia” si destreggia istituendo nuove poltrone. Del resto, Presidente, i numeri del suo dicastero parlano chiaro: i dipendenti sono aumentati, i costi raddoppiati e la dotazione 2024, a disposizione per l'ufficio, è quasi triplicata rispetto al 2023, per un totale di 2 milioni e 600.000 euro.

Come se non bastasse, Presidente, come denunziato anche da il Fatto Quotidiano negli ultimi giorni, il Ministro avrà per la prima volta anche un suo ufficio del consigliere diplomatico, con relativa struttura. Noi tutti ci chiediamo: ma tutti questi costi ormai, a quasi 2 anni di Governo, hanno portato benefici al comparto? Io direi proprio di no. Il settore agricolo, Presidente, vive un momento di forte crisi e abbiamo visto tutti le veementi proteste degli agricoltori, che sono scesi in piazza, negli ultimi mesi, contro alcune politiche agricole europee, ma anche contro alcune scelte scellerate di questo Governo. E cosa ha fatto il Ministro Lollobrigida? Anziché lavorare a una strategia chiara per mettere in sicurezza e rilanciare un comparto che coinvolge circa un milione di lavoratori, il Ministro ha trovato sue soluzioni che, pian piano, voglio condividere con voi. Presidente, anzitutto, per rilanciare le aziende agricole e tutelare il benessere animale San Francesco - non d'Assisi, ma in questo caso San Francesco Lollobrigida - ha dichiarato che bisogna parlare direttamente con le mucche, poi il Ministro ci dirà che è confidenze politiche gli hanno fatto queste vacche, per risolvere il problema del comparto. Presidente, uno dei punti più alti si raggiunge già con l'articolo 2, dove l'Esecutivo ha posto in essere un autentico capolavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), figlio di quella propaganda a cui ci ha abituati TeleMeloni. Ebbene, dovete sapere che, tra le disposizioni del lavoro in agricoltura, inizialmente non era prevista alcuna misura di contrasto al caporalato e alla connessa sicurezza sul lavoro. Ecco, Presidente, non appena è sopraggiunta la tragica notizia della morte di Satnam Singh, lasciato morire solo, dissanguato, con un braccio amputato messo in una cassetta della frutta, da Palazzo Chigi è stata messa una pezza a questa lacuna e al Senato sono stati depositati emendamenti contro lo sfruttamento dei braccianti. Ma tutto questo, Presidente, non basta: in Italia si muore mentre si lavora per pochi euro l'ora. Ci avete affossato il salario minimo. Delle soluzioni, Presidente, ci sono: si deve intervenire per rendere più stringente l'applicazione della legge n. 199 del 2016 - legge che regola il fenomeno del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro e del caporalato in agricoltura -; bisogna, finalmente, superare la legge Bossi-Fini; ma, soprattutto, subito devono essere utilizzati i 200 milioni di euro previsti dal PNRR per il superamento degli insediamenti abusivi nei campi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ieri, il Ministro non ha risposto al question time proprio in merito a questa cosa e oggi mi avete bocciato un ordine del giorno che chiedeva proprio questo, di utilizzare quanto prima i 200 milioni di euro per contrastare questo fenomeno.

Presidente, cosa dire poi per gli interventi all'articolo 3 e cioè che, con importi spot e assolutamente risibili, questa maggioranza vuole affrontare le problematiche che affliggono, da tempo, i comparti dei kiwi e della viticoltura, in particolare la peronospora. La verità è che la disciplina, introdotta da questo decreto, cerca faticosamente di tappare tanti buchi creati da una pessima gestione ordinaria, e non certo straordinaria, dei settori affrontati da questo provvedimento. Sono anni che migliaia di lavoratori sono stati messi in ginocchio della moria del kiwi: ricordo che, nella scorsa legislatura, è stato fatto un importantissimo approfondimento della materia, con un affare assegnato, conclusosi con una risoluzione e con spunti tecnici di alto profilo. Mi chiedo, Presidente, come faccia il Governo a ignorare mesi di lavoro, mi chiedo come faccia a ignorare un contributo importante, che potrebbe realmente affrontare queste criticità. Presidente, questo era un treno da prendere, ma io so che il signor Ministro, forse, è più bravo a fermarli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

L'articolo 4, poi, dovrebbe servire al contrasto delle pratiche sleali. Le proteste degli agricoltori italiani hanno visto al centro del ragionamento proprio il costo di produzione. Ci sono agricoltori in Emilia-Romagna che preferiscono buttare le pesche, anziché svenderle a prezzi bassissimi. I prezzi dell'ortofrutta, quando questi beni arrivano nelle mani dei consumatori, sugli scaffali dei supermercati, subiscono un rincaro di circa il 300 per cento rispetto alla cifra corrisposta ai produttori del comparto primario. Credo, a questo punto, Presidente, che sia arrivato il momento di specificare, in maniera chiara e univoca, cosa si intende per costo di produzione, e su questo non ci possono essere più tentennamenti.

Per quanto riguarda gli articoli successivi e in merito alla peste suina africana, la diffusione del granchio blu e la diffusione della brucellosi, dobbiamo constatare che le varie nomine dei commissari straordinari sono il chiaro segnale che la gestione ordinaria ha fallito. La militarizzazione degli interventi non è una risposta strategica e lungimirante al contrasto alla peste suina africana.

Poi, Presidente, mentre il Piano di intervento del commissario straordinario per il granchio blu costerà complessivamente 10 milioni di euro per il triennio dal 2024 al 2026, per il commissario per la brucellosi non sono stati previsti compensi. E voglio ricordarvi che solo in Campania, la mia regione, la brucellosi ha messo in ginocchio un intero settore, che ha visto, nell'ultimo decennio, sterminare intere mandrie, per un totale di circa 140.000 capi mandati al macello. E solo grazie a un mio emendamento, nella prima legge di bilancio, il comparto è stato ristorato con 2 milioni di euro. Ministro, è solo una questione di volontà politica. Non continui a prendere in giro questo comparto.

Onorevoli colleghi, che dire poi dell'articolo 11, che disciplina misure volte ad affrontare le criticità connesse alla scarsità idrica, intervenendo con un anno di ritardo rispetto a quanto previsto dal decreto-legge Siccità e, soprattutto, tardivamente rispetto agli obiettivi target del PNRR, che prevedono proprio l'efficientamento del nostro sistema idrico. È evidente che, anche in questo caso, la decretazione d'urgenza rechi l'esclusivo obiettivo di sanare la totale stagnazione normativa rispetto a una problematica che vede, già da tempo, la dispersione idrica sfiorare più della metà dei volumi d'acqua immessi in rete nel Mezzogiorno. È evidente, ancora una volta, che la problematica non tocca questo Governo e questo Ministro, perché riguarda le sorti del Meridione. Ma non lo deduco io, Presidente, lo si apprende dalle dichiarazioni proprio del Ministro, il quale, rispondendo a un question time in Senato, ha fatto impazzire i resocontisti, affermando che per fortuna quest'anno la siccità colpisce molto di più le regioni del Sud, in particolare la Sicilia, e molto meno le zone del Nord. Nel caso di specie, si parlava del Piemonte. Colleghi siciliani, ma vi rendete conto? Ebbene, anche in questo caso…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per cortesia.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). …proprio per stanare l'ignavia di questo Esecutivo, il sottoscritto aveva presentato un emendamento al Milleproroghe, poi approvato, che fornisce la possibilità di utilizzare le acque reflue già depurate per l'irrigazione dei campi, così da contrastare l'emergenza idrica e aiutare gli agricoltori in difficoltà.

Vado a concludere, Presidente. Potevo dire tanto altro. In merito alla caccia, se il partito di Salvini aveva intenzione di impallinare gli animali, noi, in Commissione, abbiamo impallinato la PDL Bruzzone e continueremo a farlo, se questa proposta continuerà a essere portata in Commissione.

Per tutti questi motivi, io dichiaro il voto contrario da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Governo, anticipo che, come gruppo Lega, consegneremo il documento relativo alla dichiarazione di voto.

Vorrei solamente sottolineare, proprio per l'importanza del provvedimento, che come gruppo lo riteniamo uno strumento assolutamente importante per un settore in grande difficoltà come quello dell'agricoltura, che soprattutto in questi ultimi mesi, ma possiamo dire negli ultimi anni, ha lanciato un grido d'aiuto alla politica, e credo che con questo strumento, con uno stanziamento importante che porta in dote 500 milioni di euro, si possa dare una risposta concreta, soprattutto a quei comparti dell'agricoltura che hanno sofferto di più nell'ultimo periodo.

Come gruppo Lega, pertanto, anticipo che il nostro voto è assolutamente favorevole, avendo contribuito alla redazione di questo decreto in modo importante e in modo costruttivo a fianco del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Onorevole Presidente, signor Sottosegretario, colleghe e colleghi, ci ritroviamo ancora qui per l'ennesima posizione di una fiducia ad un decreto, una ogni 11 giorni da quando siete in carica. Ci troviamo per un voto finale su un provvedimento che avrebbe meritato ben altre attenzioni e ben altre procedure di approfondimento e di confronto. Ma ormai il Parlamento è ridotto ad essere la lunga mano del Governo, che ne abusa secondo necessità ed interessi, che spesso mal si conciliano con le necessità e gli interessi del nostro Paese.

Anche al Senato abbiamo provato a migliorare questo provvedimento, ma, come al solito, poche integrazioni e modifiche sono avvenute in stanze diverse da quelle istituzionali, e continuiamo a meravigliarci che anche i colleghi della maggioranza accettino passivamente, di continuo, queste imposizioni dall'alto. Così è successo anche con questo decreto, dove si trova di tutto e di più, che va ben oltre l'emergenza e la circoscrizione dei temi legati al comparto agricolo.

In altri tempi, quello che la Camera sta per votare si sarebbe chiamato collegato agricolo e avrebbe seguito la manovra di bilancio. Oggi invece la anticipa, per l'esigenza del Governo di procedere ad interventi spot che vivranno lo spazio di qualche mese, perché di strutturale non hanno nulla. In questo decreto ci sono questioni che meritano di essere affrontate con misure adeguate, e lo diciamo perché in questi 2 anni basta vedere gli atti parlamentari e le nostre proposte di legge, i nostri emendamenti, i nostri ordini del giorno, con i quali vi abbiamo sollecitato più volte a intervenire sulle stesse questioni, e voi avete girato la testa dall'altra parte.

Forse perché eravate impegnati a legiferare sui premi per i cuochi d'Italia, sostituendovi a Masterchef, ad allargare all'inverosimile gli staff del Ministero dell'Agricoltura, a rimanere in silenzio di fronte al serrato attacco che sta subendo la dieta mediterranea, a svuotare delle risorse necessarie, con un blitz del Ministero dell'Economia, la legge sull'imprenditoria agricola giovanile, dopo che in Commissione era stata raggiunta la massima condivisione, oppure a lasciare al palo le leggi sulla valorizzazione delle donne imprenditrici in agricoltura, o quella sull'agricoltura contadina, solo per ricordare alcune vostre gravi disattenzioni.

Oggi ci presentate un decreto che, tecnicamente, affronta solo la gestione ordinaria dei temi sul tappeto. Ci avete messo sopra un po' di mancette, così potrete continuare a fare propaganda sui territori, finché quei soldi esauriranno la boccata d'ossigeno che le aziende, per un tratto di strada, riceveranno. Poi di nuovo a cercare soluzioni, emergenza dopo emergenza, difficoltà dopo difficoltà, crisi dopo crisi. Così però, badate, non si vuole bene all'agricoltura italiana, così si garantisce solo sopravvivenza. Non è questo ciò che si aspetta il mondo agricolo, che pure plaude - ed è comprensibile - a quelle parti di provvedimento che assegnano risorse dove c'è bisogno.

Ma che altro dovrebbero fare, visto che per loro, dai frutticoltori, ai viticoltori, agli allevatori, ai coltivatori cerealicoli, a chi ha visto distrutta l'azienda da un'inondazione o un raccolto da un cataclisma, quelle risorse aiuteranno almeno per un po'. Non serve intervenire per allungare l'agonia di molte imprese, ma serve ridare loro forza e speranza, perché è dal loro impegno, dalla loro attività, dalle loro produzioni, che dipenderà il futuro delle nostre comunità, interessate a proiettarsi in un mondo diverso, dove sostenibilità, salubrità, equità e giustizia sociale siano cardini di un nuovo modello di sviluppo, anche in agricoltura.

Allora vi sfidiamo sui veri problemi, che naturalmente non affrontate e che, di contro, dovrebbero vederci, invece, impegnati tutti qui, in Parlamento, per trovare soluzioni. Vogliamo parlare della crisi idrica e della siccità? Noi sì, ne vogliamo parlare, anche perché non avete messo in campo nulla, se non commissari nazionali e regionali in regioni martoriate come la Sicilia, nonostante i quali vedremo le grandi navi che porteranno acqua in quelle aree dove non c'è, le autobotti che aiuteranno i terreni agricoli dove le produzioni, in gran parte, andranno perse, mentre, sulle tavole degli italiani, arriverà cibo da altri Paesi con costi impossibili.

Per il Governo siccità e approvvigionamento dell'acqua non sono un problema; a Salvini, Lollobrigida e Fitto non interessa nulla se, quale conseguenza di questa grave situazione in Puglia, in Sicilia, in Basilicata e Abruzzo, le colture di pregio di quelle regioni andranno perdute. Tutto questo contribuisce a spaccare ancora di più il Paese, aumentando le disuguaglianze territoriali in questo settore, come farete con l'autonomia differenziata e come certificato, in questi giorni, dall'ISPRA e dall'Associazione nazionale delle bonifiche italiane, che hanno lanciato l'allarme rosso in molte regioni d'Italia.

È da irresponsabili non prendersi un impegno più concreto per sostenere, con adeguati investimenti che l'emergenza richiede, interventi strutturali delle reti e dei sistemi irrigui. Non bastano i 73 progetti - progetti, non interventi - raccontati all'ANBI dal Ministro Salvini. Senza un'inversione di tendenza su questi temi, sarà emergenza dopo emergenza, dove ci sarà chi perderà tutto e non saprà come ripartire. E voi a fare passerella, come in Emilia-Romagna, indossando gli stivali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e promettendo pieni e tempestivi ristori per tutti, salvo poi fuggire dagli impegni, lasciando sole tante famiglie e tanti imprenditori, che chiedono a gran voce di essere accompagnati nella ripartenza.

Invece, con loro avete tagliato la borsa perché, strumentalmente, pensate agli interessi politici legati alle prossime elezioni regionali a novembre. Vogliamo parlare della peste suina? Noi sì, voi solo per annunciare possibili soluzioni o per nominare commissari. Ora siete arrivati ad invocare l'esercito, ma poi non si procede con la riduzione necessaria della popolazione dei cinghiali. Avete aumentato di un mese la caccia al cinghiale, ma questa misura va bene in una logica di ordinarietà; oggi, di fronte a noi, c'è una straordinarietà, da affrontare con piani straordinari, avvalendosi della collaborazione di tutti, delle guardie venatorie, del mondo venatorio, che in più occasioni si è reso disponibile.

Che fine ha fatto il Piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica, lasciato cadere nel dimenticatoio, dopo avere emanato un apposito decreto che lo ha annunciato, in pompa magna, nel giugno del 2023? È già passato un anno e ogni giorno le cronache dei giornali sono piene di notizie legate al sovrannumero e alle manifestazioni degli agricoltori che denunciano la gravità della situazione.

Sulla peste suina, peraltro, la strategia commissariale fin qui adottata non è risultata adeguata ad arginare la diffusione della malattia, e si rischia di mettere in ginocchio l'importante comparto delle carni italiane.

Infine, ma non certo per ordine di importanza, le vicende drammatiche di questi ultimi giorni, con l'assassinio - perché di questo si tratta, un assassinio - del giovane indiano Satnam Singh (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), un ragazzo che, insieme alla moglie, entrambi irregolari, erano aggrappati alla vita, fatta di stenti e di sofferenze.

Non è morto accidentalmente, ma è stato ucciso da un sistema che, per 4 euro l'ora, ha sfruttato il suo bisogno di lavoro, senza dare alcuna dignità. Un sistema che ha bisogno di donne e uomini invisibili per far girare l'economia e per fare lavori che spesso gli italiani non vogliono più fare; ridotti a schiavi da caporali senza scrupoli, assoldati da pochi “prenditori” alla ricerca di sempre più ingenti guadagni.

Satnam è stato ucciso anche dall'indifferenza e dall'ipocrisia delle istituzioni, che fanno leggi avanzate di tutela e poi, irresponsabilmente, non le dotano dei mezzi e delle risorse necessarie. Lo abbiamo detto, assieme alle organizzazioni sindacali, nelle 3 manifestazioni svolte a Latina, nelle quali il Governo ha brillato per la sua assenza: il caporalato in agricoltura è un male assoluto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), così come lo sfruttamento del lavoro in altri settori da parte di imprenditori voraci e compiacenti.

Servirebbe un colpo d'ala, applicare davvero la legge n. 199 del 2016 e respingere l'assalto dei carnefici. Servirebbe che la buona agricoltura si mettesse alla testa di questa battaglia di civiltà, per isolare e denunciare chi inquina un comparto straordinario e primario, la cui correttezza generale non è mai stata messa in discussione. C'è un interesse collettivo da salvaguardare e c'è la morte di Satnam da riscattare, insieme a tante altre morti che hanno segnato tragicamente le nostre giornate, in altri luoghi di lavoro.

Nelle campagne italiane, come ci ricorda l'Osservatorio Placido Rizzotto, ci sono 230.000 lavoratori senza contratto e senza diritti; di questi, 55.000 sono donne e il 30 per cento non sono migranti extracomunitari, ma cittadini italiani e della UE.

Un bracciante su quattro lavora in nero…

PRESIDENTE. Un attimo solo, onorevole Vaccari. Prego i colleghi di ascoltare il collega Vaccari. Prego, onorevole.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Un bracciante su quattro lavora in nero e la paga media di una giornata di oltre 10 ore è di 20 euro. Dati che devono far riflettere tutti, anche le organizzazioni professionali e la cooperazione, perché possono essere tutelati la maggior parte degli imprenditori che lavorano e producono, nel rispetto delle norme e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici. Allora, leggendo questo decreto, ci si chiede come intende concretamente applicare la legge sul caporalato questo Governo. Perché il tema è questo, badate. Le misere paghe a nero servono per tenere bassi i prezzi dei prodotti. Serve cambiare il sistema, serve cancellare la Bossi-Fini e fare una legge che consideri l'immigrazione una risorsa, programmando flussi e rapporti bilaterali. La nostra proposta è stata quella di costruire, con il concorso delle parti sociali, un DURC di congruità, così come è stato fatto in edilizia, cioè uno strumento che mette in relazione il tipo di coltura che viene coltivata con la manodopera necessaria. Ci si deve arrivare, anche in base alle esperienze già maturate con gli indici di coerenza sperimentati nei patti bilaterali.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Ho finito, Presidente. Allora, c'è bisogno di lavoratori formati con paghe dignitose, sicurezze, tutele sanitarie, contrasto al lavoro irregolare, intolleranza verso l'evasione fiscale e tributaria, giusto prezzo per il cibo pulito e di qualità. Questa è la strada maestra che ci aspettavamo fosse presente in questo decreto, ma non è così. I nostri emendamenti che provavano a tracciare questa strada sono stati respinti. Non bastano (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi, ha finito.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Non bastano più le grida di dolore e le roboanti frasi del giorno dopo. Servono volontà politica, comportamenti e azioni coerenti. Per tutte queste ragioni, voteremo contro questo provvedimento, un provvedimento tardivo, insufficiente a dare le risposte strutturali di cui l'agricoltura italiana ha, invece, bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Stiamo per scrivere una pagina importante della storia della nostra agricoltura: un decreto-legge che rende disponibili oltre mezzo miliardo di euro di risorse supplementari per il nostro settore primario. Si tratta di uno stanziamento inserito nel complesso delle iniziative adottate dal Governo Meloni, e, nello specifico, dal Ministro Lollobrigida, in poco più di un anno e mezzo. E ci tengo a sottolinearlo: poco più di un anno e mezzo di Governo. Dà luogo a un'attenzione per l'agricoltura mai vista rispetto a tutti i Governi che ci hanno preceduto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ringrazio, a titolo personale e a nome di tutti i colleghi di Fratelli d'Italia, il Ministro Lollobrigida, per aver pianificato questo pacchetto di misure, che rappresenta un unicum per l'agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Nei Governi precedenti abbiamo assistito a una logica di intervento dedicata al costante inseguimento delle emergenze, in modo spesso insufficiente e inadeguato. Motivo per il quale molte delle emergenze, che i precedenti Governi non sono stati in grado di affrontare, sono ora inserite in questo pacchetto normativo. La logica che abbiamo sempre promosso parte dall'affrontare un'emergenza, fino alla transizione verso una fase di ricostruzione successiva, in modo da creare un quadro di ripartenza che ponga veramente fine a queste emergenze.

Con questo decreto, il Ministro Lollobrigida, il Governo Meloni e tutta la maggioranza di centrodestra hanno dimostrato che un diverso modo di intervenire è possibile, e questa è la visione che intendiamo portare avanti. Questa visione si riconosce anche nella portata delle modifiche intervenute sul provvedimento che hanno permesso di ampliare e migliorare la portata delle sue disposizioni, così come gli stanziamenti messi in campo, senza stravolgerne la natura. Penso, ad esempio, alla moratoria dei mutui in agricoltura, penso alla tutela delle nostre filiere di eccellenza, passa a 4 milioni di euro la dotazione contro la moria del kiwi e si passa a 40 milioni di euro per gli interventi relativi alla peronospora; risorse importanti che permettono di portare avanti un lavoro concreto e reale di sostegno alle nostre imprese. A questi interventi sono stati aggiunti 30 milioni di euro per la Xylella, 22 milioni per affrontare il problema del granchio blu. Tra le moltissime integrazioni intervenute, il decreto Agricoltura interviene anche sull'annosa questione del bostrico tipografo, con uno stanziamento di 9 milioni di euro per azioni di lotta attiva. Io voglio ricordare che, già nella passata legislatura, in Commissione agricoltura, con la collega Ciaburro, avevamo sottolineato e chiesto di intervenire proprio attivamente su questo grosso problema del bostrico. Devo dire che, con orgoglio, oggi il Ministro Lollobrigida mette 9 milioni per affrontare questo problema. È stato fatto un lavoro importante sulla trasparenza dei prezzi, è stato integrato il Fondo AgriCat, dando nuova linfa a un sistema mutualistico. Anche il contrasto alla peste suina africana ha visto importanti iniziative, e cioè sono stati aggiunti altri 20 milioni per gli interventi di biosicurezza, per contrastare una piaga, questa, dilagante in tutta Italia, anche a causa del lassismo dei Governi precedenti. Siamo poi intervenuti in maniera incisiva sul caporalato con maggiori risorse.

Non basterebbe il tempo messo a disposizione dal Regolamento per approfondire tutte le misure di questo decreto. Tuttavia, ho voluto, in qualche modo, fare una panoramica su alcune delle misure più impattanti per porre un quesito alla sinistra, che tanto parla e ha parlato di questo provvedimento, impiegando il proprio tempo esclusivamente per attaccare il Governo e l'operato del Ministro Lollobrigida. Devo dire che, a fronte di un'approvazione di un decreto-legge che mette in campo oltre mezzo miliardo di euro per le nostre imprese dei nostri agricoltori, in Commissione agricoltura abbiamo visto l'opposizione che ha votato contro, così come farà oggi, in questa sede, abbiamo visto che si sono astenuti, così come qualcuno farà in questa sede.

In discussione generale abbiamo parlato del caporalato, qualcuno ha detto dai banchi dell'opposizione che esiste dalla notte dei tempi, qualcuno ha detto che si combatte prima, qualcuno ha detto che è il male assoluto. Sulla misura della Xylella è stato dichiarato che ha un'assenza di strategia. Allora, mi sto chiedendo, colleghi dell'opposizione, dove siete stati negli ultimi 10 anni, perché questi problemi li avete lasciati irrisolti a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il Ministro Lollobrigida entra nel merito, il Governo Meloni entra nel merito e vuole risolvere la questione. Ci tengo a ricordare, Presidente, che ha fatto più cose questo Governo per l'agricoltura, in 20 mesi, rispetto a tutti i Governi, di ogni colore, che ci hanno preceduto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tuttavia, forse, avevate qualcos'altro da fare: eravate affaccendati a pensare a qualche reddito di cittadinanza o altre misure di questo tipo. Noi quello che abbiamo promesso, come programma e come impegno ai cittadini, lo stiamo portando avanti, e questa si chiama coerenza, tra il dire e il fare. Forti proprio di questa coerenza, vogliamo proseguire con rinnovata convinzione il nostro impegno, volto a dare nuovo slancio all'Italia ed è per questo che annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, se ci fosse un po' di silenzio, gentilmente…

PRESIDENTE. Prego, onorevole.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo in quanto figlio di contadino, perché conosco la fatica dei braccianti. Ho zappato la terra in Italia, ho raccolto la frutta e la verdura in Italia, ho lavorato nelle serre (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). …e ho lavorato negli allevamenti. Conosco il peso della sofferenza del caporalato, conosco il peso del dolore e dello sfruttamento e, in ragione di ciò, insieme a tante braccianti e a tanti braccianti ci siamo organizzati per lottare a viso scoperto contro lo sfruttamento e contro il caporalato e questa lotta nel corso degli anni ha consentito di far istituire nel nostro Paese l'unico tavolo sul caporalato, che esiste da quando è nata la Repubblica democratica nel nostro Paese.

Presidente, io da sindacalista sono stato chiamato in audizione in questo Parlamento per parlare del tema del caporalato. Sono passati ben 10 anni e nel corso dei 10 anni - Presidente, vado a concludere - ci sono stati tanti morti che abbiamo lasciato per strada e tra loro c'è Abdullah Mohammed, morto nelle campagne di Nardò nel 2015 sotto un sole cocente mentre lavorava, c'è Soumaila Sacko, preso a fucilate nelle campagne di Vibo Valentia in Calabria mentre raccoglieva le lamiere, c'è Paola Clemente, morta sui campi sotto un sole infernale, c'è Mohamed Ben Ali, morto carbonizzato (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). …nella sua baraccopoli, tra le lamiere in provincia di Foggia (Commenti).

PRESIDENTE. Mi scusi un attimo. L'intervento è a titolo personale in quanto gruppo Misto, ma l'onorevole Soumahoro può parlare fino a 10 minuti in base al Regolamento. Quindi, per cortesia (Commenti)

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente…

PRESIDENTE. Vi prego. Rimaniamo in silenzio. Prego, onorevole.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, conosco il disprezzo che non è rivolto a me, conosco la denigrazione che non è rivolta a me, ma è rivolta a quelle donne e a quegli uomini che è meglio vedere con la schiena piegata dall'alba al tramonto a zappare e a raccogliere frutta e verdura (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Vanno bene fin quando diranno sempre “sì, padrone”, ma guai quando si azzardano a chiedere più salari e più diritti.

Quindi, non è un problema che mi riguarda, ma riguarda quelle donne e quegli uomini. Quindi, metto da parte l'orgoglio personale e voglio parlare di Satnam Singh, voglio parlare di Paola Clemente, voglio parlare di Soumaila Sacko ma soprattutto, Presidente, vado a concludere dicendo che ho visto 12 braccianti morti mentre rientravano dal lavoro a Lesina, in provincia di Foggia. Era nel 2020, 12 corpi. Ero lì davanti con i soccorritori, con le Forze dell'ordine, in un bagno di sangue in piena estate. Allora, chi ha vissuto sulla propria pelle queste sofferenze sa che le polemiche e la strumentalizzazione sono privilegi riservati, appunto, ai privilegiati. Concludo, Presidente. Questo provvedimento, contro il quale convintamente voterò “no”, non dà risposta agli schiavi delle campagne, non dà risposta agli invisibili schiavizzati, non dà risposta ai contadini e agli agricoltori, che hanno il problema della redditività. Questo lo sa bene il Sottosegretario, lo sa bene il Ministro Lollobrigida e lo sa bene chi conosce la sofferenza dei contadini e degli agricoltori da Nord a Sud.

Presidente, concludo. Se davvero, come ho visto in questo provvedimento, non c'è la volontà di affrontare il tema del caporalato, allora concludo dicendo: legalizziamo finalmente il caporalato e a questo punto avremo risolto qualcosa, perché ci sono caporali con i colletti bianchi e ci sono caporali ai quali non è stata ancora riconosciuta la possibilità di trasformare quell'attività. Lo ritorno a dire: fin quando non affronteremo questo tema è meglio legalizzarlo. Per questo motivo voterò “no” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1946​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1946:

S. 1138 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse fra i gruppi, interrompiamo a questo punto la seduta, che non proseguirà nella parte notturna. Conseguentemente, l'ulteriore argomento iscritto all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla seduta di martedì 16 luglio 2024.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Signor Presidente, intervengo…

PRESIDENTE. Un attimo ancora. Invito i colleghi che intendono uscire a farlo in silenzio, cortesemente, perché i lavori d'Aula proseguono. Abbia pazienza, onorevole Baldino, un altro secondo. Credo che possa intervenire. Prego.

VITTORIA BALDINO (M5S). La ringrazio. Signor Presidente, intervengo per richiedere un'informativa urgente del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, perché la vicenda del detenuto Chico Forti sta assumendo dei contorni sempre più oscuri o, quantomeno, poco chiari, che riteniamo debbano essere chiariti. Questo avviene in una cornice in cui le condizioni di detenzione dei detenuti nelle carceri italiane sono sempre più degradanti, così come le condizioni in cui si trovano a lavorare ed operare i nostri agenti della Polizia penitenziaria. Il 2024 potrebbe essere l'anno record, purtroppo, per i suicidi in carcere e dobbiamo dire che il decreto cosiddetto sulle carceri sicure è nulla di più che un guscio vuoto, perché non risolve alcuno dei problemi: non risolve il problema del sovraffollamento, non risolve il problema del sottorganico, non risolve il problema dei suicidi.

In questa cornice, assume, come dicevo, dei contorni poco chiari la vicenda di Chico Forti, per due ordini di ragioni. Prima di tutto, per il trattamento che gli è stato riservato, per l'accoglienza che gli è stata riservata quando è rientrato in Italia, come se fosse quasi un Capo di Stato. Poi, per il trattamento che gli viene riservato in carcere, che ha ricevuto il disappunto di alcuni detenuti comuni per il fatto che gli sia stata concessa, dopo solo due giorni, la possibilità di vedere la madre malata, quando i detenuti comuni, in media, impiegano almeno 18 giorni per ottenere questo permesso e, spesso, purtroppo, non riescono nemmeno ad arrivare in tempo per visitare i loro congiunti malati e, spesso, purtroppo, non ottengono nemmeno l'autorizzazione per partecipare ai funerali dei propri congiunti.

Assume contorni inquietanti per questo, anche perché gli è stato concesso, in maniera del tutto irrituale, di concedere un'intervista televisiva a una rete pubblica, nel salotto di Bruno Vespa. Ma, secondo alcuni organi di stampa, addirittura, sembrerebbe che il detenuto, ripetiamo, condannato per omicidio, Chico Forti, parlando con un altro detenuto vicino alla 'ndrangheta, gli abbia chiesto di zittire, in qualche modo intimidire, alcuni giornalisti e, nello specifico, Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli, probabilmente per non avergli riservato lo stesso trattamento di giubilo che, invece, gli è stato riservato da una parte della politica italiana e da gran parte della stampa e della televisione italiana. A Selvaggia Lucarelli e a Marco Travaglio va tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma sono notizie di oggi che nel mirino di Chico Forti sembrerebbe essere entrata una terza persona, di cui non si conosceva il nome fino ad oggi.

Ebbene, questa terza persona sembrerebbe essere Aldo Di Giacomo, il segretario generale del sindacato della Polizia penitenziaria, colpevole, probabilmente, di aver denunciato il privilegio ingiustificato riservato al detenuto Chico Forti, rispetto al trattamento di rigore, invece, forse, eccessivo, riservato a tutti gli altri detenuti.

Allora, signor Presidente, non pensiamo che sia ingiusto che Chico Forti abbia potuto, ad esempio, incontrare la madre, novantaseienne, dopo 16 anni che non la vedeva, ma se è giusto che entro due giorni sia stata evasa la sua richiesta è parimenti giusto che lo stesso trattamento sia riservato a tutti gli altri detenuti comuni e che non ci siano detenuti di serie A e detenuti di serie B, non ci siano detenuti illustri o detenuti poco illustri, perché questa vicenda, permettetemi di dirlo, probabilmente, è stata condotta così per un'eccessiva spettacolarizzazione, per un'eccessiva politicizzazione del detenuto e della vicenda del detenuto Chico Forti che, a suo dire, sembrerebbe anche pronto a candidarsi con il centrodestra.

Ciò premesso, ciò detto, bisogna fare piena luce su questi fatti, perché in un Paese dove le minacce alla libertà di stampa si intensificano sempre di più e la lotta alla criminalità organizzata arretra, è fondamentale sostenere coloro che, come Travaglio e Lucarelli, rappresentano un baluardo di informazione libera e indipendente ed è fondamentale sostenere chi, come Aldo Di Giacomo, rappresenta un baluardo di tutela per tutti gli agenti della Polizia penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, intervengo per associarci alla richiesta del MoVimento 5 Stelle e dei colleghi, sottolineando due cose: la prima è che, oggettivamente parlando, la vicenda di questo detenuto, che l'America, gli Stati Uniti, per molto tempo non volevano rilasciare, perché ritenevano che avrebbe avuto un trattamento speciale, non in negativo, ma in positivo, in Italia, ci lascia molto perplessi. La seconda è che, se fosse vera anche solo la metà delle cose che sono emerse e che riguardano il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, la giornalista Selvaggia Lucarelli e Di Giacomo, che è un rappresentante sindacale della Polizia penitenziaria, ci troveremmo davanti a una situazione surreale, in cui sostanzialmente le istituzioni e gli organi di controllo, in questo caso, la stampa, sarebbero messe sotto attacco da un detenuto con una condanna passata in giudicato e, quindi, definitiva, in America per omicidio.

Vogliamo ricordare a tutti che, ad oggi, poi, ovviamente, ci sono le inchieste e le altre cose, ma, ad oggi, questo soggetto ha una condanna passata in giudicato non messa mai in discussione da alcun tribunale. È stato un bene ed è giusto che sia venuto a scontarla in Italia, se però la presenza in Italia diventa altro allora ci preoccupa e da questo punto di vista siamo assolutamente d'accordo nel chiedere un'informativa, soprattutto, per avere chiarezza se per caso c'è un super trattamento speciale per un solo detenuto.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Matera. Ne ha facoltà.

MARIANGELA MATERA (FDI). Onorevoli colleghi, intervengo oggi per commemorare un triste anniversario, l'ottavo, dell'incidente ferroviario sulla linea Andria-Corato del 12 luglio 2016, una data che rimarrà indelebile nella memoria di tutti noi, poiché ha segnato una ferita profonda nel cuore della nostra amata Puglia e non solo. In quella tragica giornata, persero la vita 23 persone, uomini e donne, figli, giovani studenti, madri e padri di famiglia che come ogni giorno viaggiavano su quei treni, raggiungendo luoghi di lavoro, di studio, che si recavano da una provincia all'altra, ciascuno preso dalla propria vita e dai propri pensieri, ciascuno con la propria storia, i propri sogni e le proprie speranze. Ma quel tragitto, che avrebbe dovuto essere un normale viaggio in treno, si è trasformato in un incubo senza fine.

Le parole non possono esprimere il dolore che ancora oggi proviamo per la perdita di queste vite preziose. Le famiglie e gli amici che hanno perso i loro cari sono stati travolti per sempre da questa tragedia. E non possiamo dimenticare i 57 feriti e coloro che hanno subito danni psicologici irreparabili.

Oggi chiedo a ciascuno di voi di unirsi a me nel ricordo delle vittime di questo incidente, con l'auspicio che tali tragedie non si ripetano più. Ogni angolo della nostra Italia merita un sistema ferroviario efficiente con infrastrutture moderne, treni di ultima generazione e tempistiche di traffico adeguato alle esigenze di ogni cittadino. Tutto questo contribuisce all'imprescindibile diritto alla sicurezza che rende un territorio civile e al passo coi tempi.

Possiamo onorare la memoria delle vittime solo agendo, solo impegnandoci per il cambiamento e sono certa che, insieme, anche da questi banchi, potremo fare la differenza e garantire un futuro migliore a tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Alcuni giorni fa un missile russo ha colpito un ospedale pediatrico a Kiev, provocando - ahinoi - decine di morti e un numero imprecisato di feriti. Abbiamo visto scene orribili che hanno portato tutta la comunità internazionale a condannare senza alcun dubbio o reticenza questo orrore. Ebbene, l'ONU ed anche il Ministro Tajani hanno subito sentenziato che si è trattato di un crimine di guerra commesso da Putin. Ed è giusto, se non fosse che, in quella stessa giornata, in un territorio distante qualche migliaio di chilometri, un altro missile, sparato da un altro esercito, ha colpito una scuola dove alcuni ragazzini stavano giocando a pallone. Anche in questo caso decine di vittime - soprattutto bambini - ma palestinesi.

Anche in questo caso, come in decine di casi analoghi negli ultimi sette o otto mesi - ora non ricordo bene - che hanno visto morire decine di migliaia di bambini dentro scuole e ospedali, ebbene, il Ministro Tajani si è ben guardato dal gridare al crimine di guerra.

Allora, ci domandiamo e credo sia lecito domandarsi: quale sarebbe la differenza tra un bambino ucraino e uno palestinese? Tra un ospedale a Kiev e una scuola a Gaza? Sa qual è il rischio, Presidente? Che in questo doppiopesismo possa proliferare una percezione indecente, una legittimazione morale etnocentrica: il razzismo, in parole povere. Perché, se non viene spiegata diversamente, l'unica differenza ben visibile fra i bambini morti a Kiev e quelli morti a Gaza è il colore della loro pelle e dei loro capelli, macchiati, però, dallo stesso colore, rosso, del sangue. Quindi, al Capo di questo Governo, che si dice cristiana, e al Ministro Tajani chiediamo: cos'altro deve accadere perché il nostro Governo si impegni a chiedere sanzioni a Israele, a riconoscere la Palestina e a dichiarare Netanyahu responsabile di una strage di innocenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cerreto.

MARCO CERRETO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, a Marcianise, in provincia di Caserta, opera una multinazionale, la Jabil Spa. Questa multinazionale, che opera in produzione di componenti elettroniche e che impiega più di 400 unità, ha deciso unilateralmente - e sottolineo unilateralmente - di abbandonare il mercato italiano. Per cui ha annunciato, in questi giorni, di voler licenziare tutte le 418 unità. A questi operai, a questi padri e madri di famiglia che da mesi sospettavano questa decisione unilaterale, nonostante il Governo sia intervenuto per comprendere per quale motivo questa multinazionale volesse abbandonare un mercato così fiorente, va la solidarietà e il pensiero affettuoso di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia.

Allo stesso tempo, Presidente, auspichiamo che questi mesi che rimangono prima della chiusura siano accompagnati dal Governo italiano, evitando gli errori che sono stati fatti in passato. Mi riferisco ad altre situazioni che, purtroppo, hanno martoriato la provincia di Caserta e hanno portato il Governo ad erogare fondi - milioni di euro - in maniera benefica, a soggetti che, invece di dimostrarsi imprenditori, si sono dimostrati “prenditori”. Il mio riferimento, ovviamente, ha un nome e un cognome: Softlab. Un altro esperimento - che veniva proprio da un ramo di azienda di Jabil - creato con i soldi dello Stato, dati ad un imprenditore che, tutt'oggi, tutto fa fuorché l'imprenditore.

Quindi, noi auspichiamo che questo periodo di accompagnamento sia seguito dal Governo e che il Governo scelga, al di là degli interventi economici, di metterci la faccia e di accompagnare, in prima persona, quella che non può essere un'altra operazione di desertificazione industriale, che la provincia di Caserta non può permettersi, in questo momento.

Ci sono 400 persone che hanno un know-how importante e che non possono andare in mezzo alla strada. Su questo, la regione Campania – che, fino a oggi, è stata assente a tutti i tavoli – e il Governo devono necessariamente accompagnare con un processo virtuoso di riconversione industriale, perché la riconversione industriale è possibile se viene accompagnata a una classe imprenditoriale responsabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. “Sono Pietro D'Orazio, residente a Bacoli e scrivo in qualità di padre di Federica D'Orazio, la quale, da oltre un anno e mezzo, vive nel terrore di essere giustiziata dall'ex compagno. Dopo anni di maltrattamenti, mia figlia Federica, con l'ausilio di una psicologa e la vicinanza dei genitori, ha deciso di denunciare il compagno per aver ricevuto un pugno in pieno volto, al termine di una discussione stupida. Nella denuncia, fatta il 29 novembre del 2022, ha specificato che non era la prima volta che lui alzava le mani su di lei. A inizio gennaio 2023, lui mi si è presentato davanti, ha minacciato anche me, oltre mia figlia, minacciato di morte. Ho sporto denuncia ai Carabinieri. Per mesi abbiamo subito minacce e offese pubbliche, ovunque, quando lo incrociavamo. Lo incrociavamo, purtroppo, perché vive vicino a noi. “Tu e tua figlia vi devo vedere morti, vi farò vivere nel terrore”, questo diceva. A maggio 2023 ha saputo che mia figlia ha intrapreso una nuova relazione ed ha aggredito i dipendenti dell'agriturismo che lei gestisce. Il 21 giugno 2023 ha cercato, in maniera premeditata, di uccidere mia figlia. Alle ore 6 si è recato nella casetta in cui lei viveva, presso l'agriturismo, ha staccato la luce e tagliato i fili della connessione Internet per isolarla e ha bussato alla porta di casa. Quando lei ha aperto, lui le si è scaraventato contro con la macchina; solo la maggiore larghezza del telaio dell'auto ha fortunatamente evitato il peggio. In soccorso di mia figlia è intervenuto il suo attuale compagno, che è stato anche lui brutalmente aggredito a bastonate ed è finito in ospedale. Quell'uomo non è stato né fermato, né arrestato, nonostante le nostre denunce a suo carico. Oggi c'è un procedimento per tentato omicidio”.

Presidente, questa lettera è il grido di aiuto di un padre, giustamente preoccupato per le sorti della propria figlia. Molti cittadini del comune di Bacoli mi hanno contattato, giustamente, in queste ore, perché sono chiaramente angosciati da questa storia. Come MoVimento 5 Stelle, ci siamo mossi subito, appena abbiamo appreso di tali fatti. Ci siamo mossi a fari spenti, con la nostra assessora al comune di Napoli, Emanuela Ferrante, sentendo le Forze dell'ordine e gli inquirenti che stanno lavorando con forza a questa storia e, fortunatamente, ci sono stati passi avanti.

È doveroso, però, per me oggi essere qui e informare questo Parlamento ed il Governo tutto, perché credo che, davanti a storie come questa, ognuno di noi debba fare la sua parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così terminati gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 12 luglio 2024 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 20,10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: CALOGERO PISANO E DAVIDE BERGAMINI (A.C. 1946​)

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale - A.C. 1946​). Grazie Presidente, Onorevoli colleghe e colleghi, Signori del Governo, essendo un siciliano mi ritengo molto vicino a questo provvedimento, perché coinvolge direttamente una parte importante storicamente ed economicamente della mia regione.

Vengo da una provincia che vanta numerosissime aziende agricole, la maggior parte a conduzione familiare e in grande crescita, e delle storiche marinerie siciliane come Lampedusa, Porto Empedocle, Sciacca e Licata.

Vengo da una tradizione fortemente radicata sul lavoro della terra, sulla pesca e sulla lavorazione dei prodotti del mare, fatta sempre genuinamente e con il rispetto della natura.

Quindi vorrei iniziare esprimendo la mia vicinanza a tutti gli agricoltori e i marinai che stanno lottando da troppo tempo con gli effetti della crisi pandemica e con le crisi climatiche.

Fatta questa premessa, non posso che affermare che ci ritroviamo oggi a votare in quest'aula uno dei provvedimenti che segneranno una importante svolta per il motore produttivo del nostro Paese, e lo facciamo in un momento storico di forte allarme di tutto il comparto. Non è un caso, infatti, che questo Governo abbia voluto fortemente rispondere ad un grido d'allarme forte e chiaro che il comparto agricolo e della pesca lancia ormai da diversi anni e che fino ad ora, ahimè, era rimasto inascoltato.

Prima di arrivare alla vera e propria dichiarazione di voto, che anticipo già sarà favorevole, vorrei ricordare a me stesso e a tutti voi come la produzione agricola del nostro Paese sia fortemente cambiata nel corso degli anni.

Il primo censimento agricolo effettuato nel 1961 mostrava come, indistintamente da nord a sud, la produzione agricola fosse il vero motore economico italiano e coinvolgesse in particolare le famiglie che, coltivando i loro terreni, garantivano una produzione sana massimizzando i costi.

Nel corso degli anni abbiamo assistito ad un drastico crollo dell'agricoltura dovuto da una parte alla riduzione dell'area coltivabile e dall'altro ad una vera e propria specializzazione delle aziende agricole che sono passate dalla conduzione familiare ad una vera e propria industrializzazione che ha anche favorito il conto terzi.

Nel 2024 l'agricoltura vive una nuova stagione, una stagione fatta anche di moltissimi giovani che hanno deciso di ritornare nelle campagne ed applicare nuovi metodi di coltivazione con l'obiettivo della sostenibilità e la garanzia della genuinità dei prodotti. Favorendo una agricoltura amica della terra e che non la sfrutti.

È proprio ai giovani e alle storiche famiglie di marinai e agricoltori che questo Governo vuole dare delle risposte.

Delle risposte serie e concrete che dal COVID non sono mai arrivate.

È dalla crisi pandemica, dove molte aziende agricole e molte marinerie sono state costrette a fermarsi, alcune purtroppo senza riuscire mai a ripartire, che il comparto chiede a gran voce sostegno. Lo ha fatto per il caro gasolio, dove le marinerie sono state lasciate da sole, lo ha fatto in Europa contro il Green Deal e la disparità di trattamento dei diversi Stati Membri, lo fa adesso a fronte delle emergenze climatiche.

Ed è qui che questo Governo interviene, come è già intervenuto a tutela della genuinità dei nostri prodotti con il testo sulla carne sintetica, e come ha fatto già dando risposte immediate alle proteste degli agricoltori in Europa, ponendosi come garanzia in Italia ed in tutte le sedi istituzionali europee per le imprese agricole e le famiglie abbandonate da troppo tempo.

Il testo che votiamo oggi interviene sin dal primo articolo in aiuto di tutte quelle imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, che hanno subito ingenti perdite durante il 2023 e nei primi sei mesi del 2024, consentendogli di avvalersi della sospensione di dodici mesi del pagamento della parte capitale e della realtà degli incentivi ed altri finanziamenti a rimborso rateale stipulati con banche ed intermediari finanziari.

Con questo testo si va anche oltre al sostegno al credito, creando una linea di aiuti specifica per tutti quei territori, da nord a sud, che hanno subito danni a causa di alluvione e siccità.

Solo in Sicilia, a causa della siccità si prevedono danni al comparto per oltre 2,7 miliardi: per questo sono molto soddisfatto di aver visto che dopo lungo lavoro si sia riusciti ad inserire nell'articolo 3 una misura specifica per le imprese agricole danneggiate dalla siccità dal 2023 a maggio 2024, al fine di favorire la ripresa attraverso un incremento di 15 milioni di euro del fondo di solidarietà nazionale.

Vorrei approfittare del mio intervento quindi per ringraziare il Governo per questa misura, ringraziare la regione Sicilia per il lavoro che sta facendo anche al fine di riattivare i dissalatori, e vorrei incentivare il Governo a fare misure sempre più audaci a sostegno dei territori colpiti dalle crisi climatiche.

Come ho anticipato prima, questo Governo e il Ministro Lollobrigida si sono mostrati sin da subito categorici sulla necessità di tutelare le produzioni e la genuinità dei prodotti: per questo accogliamo con favore le misure riguardanti regole più stringenti in materia di tracciabilità e concorrenza sleale, nonché controlli più severi in materia di produzioni con denominazioni protette e biologico.

È necessario infatti promuovere le aziende virtuose che lavorano seriamente ed è altrettanto fondamentale che il consumatore finale sia correttamente informato sulle fasi di produzione prima di acquistare il prodotto a scaffale, magari con una etichetta non chiara o carente di informazioni necessarie.

Infine ci tengo a concentrarmi sulla parte di questo testo che interviene prontamente sulla lotta al caporalato ed al lavoro sommerso.

Ritengo, infatti, che l'aver inserito il sistema informativo per la lotta al caporalato congiuntamente con il Ministero del Lavoro e degli Interni e con l'intervento di INPS, INAIL, INL e ISTAT, al fine di condividere informazioni dettagliate a tutte le amministrazioni statali e regionali, sia di fondamentale importanza per combattere una piaga del nostro Paese che condanniamo convintamente.

Dunque, Presidente, alla luce di tutti questi dati non posso che annunciare il voto favorevole del Gruppo Noi Moderati da sempre a sostegno del comparto agricolo e della pesca.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). (Dichiarazione di voto finale - A.C. 1946​). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, il provvedimento che oggi è all'esame di quest'aula rappresenta un aiuto concreto alla nostra agricoltura e alla pesca italiana. Esso offre risposte puntuali e soluzioni concrete al settore primario, sia dal punto di vista normativo che economico, in un momento particolarmente complesso e pieno di difficoltà.

Il settore agricolo non rappresenta solo la spina dorsale della nostra economia ma anche un insieme di valori, di identità culturali e il benessere dei nostri territori, un settore che negli ultimi anni ha sofferto molto a causa di politiche europee che hanno cercato di ostacolare i nostri agricoltori imponendo limiti e divieti assurdi.

L'agricoltura oggi deve affrontare sfide significative come l'aumento dei costi di produzione e delle tariffe energetiche, oltre agli effetti dei cambiamenti climatici. Questo decreto-legge mette in campo una serie di misure urgenti e nuovi strumenti che rafforzeranno le filiere e tuteleranno il lavoro e la produzione delle aziende agricole italiane. Dimostra, ancora una volta, come la difesa dell'agricoltura e del made in Italy sia un'assoluta priorità per il Governo e la maggioranza di centrodestra.

Con un impegno finanziario di oltre 500 milioni di euro, il decreto stanzia fondi significativi per il settore agricolo, della pesca e dell'agroalimentare. La moratoria sui mutui, una delle disposizioni più importanti, riguarda un'azienda agricola su tre. Questa norma, fortemente richiesta dalle aziende agricole, consentirà una boccata d'ossigeno a circa 150.000 imprese che hanno subito un calo di fatturato o della produzione a causa della guerra in Ucraina e del rialzo dei tassi di interesse bancari.

Oltre a ciò, sono stati destinati oltre 21 milioni a copertura dei costi per interessi di finanziamenti bancari per le aziende agricole e della pesca. Ulteriori 15 milioni sono stati stanziati per le filiere particolarmente colpite come oleario, agrumicolo, lattiero-caseario e ovicaprino. Vengono stanziati 12 milioni per sostenere la filiera del grano e 20 milioni per affrontare il dramma del granchio blu. E ancora, 40 milioni nel 2024 per la ZES unica del Sud e 4 milioni per la concessione di contributi in favore degli imprenditori agricoli che allevano specie e razze autoctone a rischio di estinzione.

Il decreto affronta anche la moria dei kiwi, permettendo alle aziende colpite di accedere alle risorse del fondo di solidarietà nazionale, e prevede ristori per le aziende colpite dalla flavescenza dorata. Inoltre, stanzia 3 milioni di euro annui per azioni di monitoraggio e prevenzione delle infestazioni fitosanitarie causate dal Bostrico tipografo nelle zone alpine devastate dalla tempesta Vaia.

Un altro punto fondamentale del provvedimento è la proroga fino al 31 dicembre 2025 per la sperimentazione delle Tecniche di evoluzione assistita (TEA), che consentono di ottenere piante più resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici, riducendo l'uso di pesticidi e fitofarmaci. Questa proroga rappresenta un sostegno concreto alla scienza e alla ricerca in agricoltura.

Nel contesto delle sfide idriche, il decreto prevede un rafforzamento della struttura commissariale e l'identificazione delle priorità delle nuove opere per affrontare la siccità. Viene inoltre prorogata al 31 dicembre 2026 l'entrata in vigore del deflusso minimo ecologico imposto dall'Unione europea, per consentire sperimentazioni necessarie e risolvere il problema della captazione delle acque.

Nel provvedimento sono poi comprese azioni per contrastare le pratiche sleali e riconoscere il giusto prezzo ai prodotti agricoli.

Infine, il provvedimento prevede la nomina di un Commissario straordinario nazionale per il contrasto e l'eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bovina e bufalina. Questo è un passo fondamentale per tutte le aree colpite da queste malattie che hanno danneggiato gravemente l'economia del comparto e la salute dei consumatori.

In conclusione, il merito di questo decreto-legge è quello di intervenire efficacemente sulle questioni legate alla produttività e alla redditività delle imprese agricole, con una strategia d'azione che garantisce risorse economiche e meno burocrazia, in difesa dei nostri agricoltori che sono presidio del territorio e custodi della nostra biodiversità.

Per questi motivi, a nome di tutto il gruppo Lega-Salvini Premier, esprimo il nostro voto favorevole a questo fondamentale provvedimento.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 6 il deputato Rizzetto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 la deputata Lucaselli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 16 e 28 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 17 e 18 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 25 i deputati presenti del gruppo Italia Viva-Il Centro-Renew Europe hanno segnalato che si sono erroneamente astenuti mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Bof ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 il deputato Giagoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 37 il deputato Deidda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 42 i deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 44 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1946 - ODG N 1 279 277 2 139 115 162 59 Resp.
2 Nominale ODG 9/1946/2 282 278 4 140 112 166 59 Resp.
3 Nominale ODG 9/1946/3 277 275 2 138 114 161 59 Resp.
4 Nominale ODG 9/1946/4 - DISP 1 E 3 RIF 279 279 0 140 277 2 59 Appr.
5 Nominale ODG 9/1946/4 - DISP 2 279 275 4 138 113 162 59 Resp.
6 Nominale ODG 9/1946/4 - PREMESSE 277 276 1 139 268 8 59 Appr.
7 Nominale ODG 9/1946/5 280 276 4 139 111 165 59 Resp.
8 Nominale ODG 9/1946/6 RIF 279 279 0 140 276 3 59 Appr.
9 Nominale ODG 9/1946/7 276 266 10 134 102 164 59 Resp.
10 Nominale ODG 9/1946/8 277 272 5 137 112 160 59 Resp.
11 Nominale ODG 9/1946/9 277 266 11 134 50 216 59 Resp.
12 Nominale ODG 9/1946/10 RIF 273 271 2 136 265 6 59 Appr.
13 Nominale ODG 9/1946/11 279 223 56 112 57 166 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1946/12 276 273 3 137 115 158 58 Resp.
15 Nominale ODG 9/1946/14 278 277 1 139 117 160 58 Resp.
16 Nominale ODG 9/1946/15 274 270 4 136 112 158 58 Resp.
17 Nominale ODG 9/1946/19 269 265 4 133 112 153 58 Resp.
18 Nominale ODG 9/1946/20 RIF 269 269 0 135 265 4 58 Appr.
19 Nominale ODG 9/1946/21 RIF 274 273 1 137 271 2 57 Appr.
20 Nominale ODG 9/1946/23 272 268 4 135 115 153 57 Resp.
21 Nominale ODG 9/1946/24 273 268 5 135 112 156 57 Resp.
22 Nominale ODG 9/1946/25 279 274 5 138 116 158 57 Resp.
23 Nominale ODG 9/1946/26 RIF 275 275 0 138 272 3 56 Appr.
24 Nominale ODG 9/1946/28 274 269 5 135 111 158 56 Resp.
25 Nominale ODG 9/1946/29 263 254 9 128 103 151 56 Resp.
26 Nominale ODG 9/1946/30 264 260 4 131 107 153 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1946/31 RIF 271 240 31 121 228 12 56 Appr.
28 Nominale ODG 9/1946/32 269 266 3 134 109 157 56 Resp.
29 Nominale ODG 9/1946/33 RIF 273 270 3 136 264 6 56 Appr.
30 Nominale ODG 9/1946/34 267 264 3 133 111 153 56 Resp.
31 Nominale ODG 9/1946/35 258 255 3 128 106 149 56 Resp.
32 Nominale ODG 9/1946/46 RIF 256 253 3 127 249 4 56 Appr.
33 Nominale ODG 9/1946/50 250 245 5 123 53 192 56 Resp.
34 Nominale ODG 9/1946/51 252 249 3 125 86 163 56 Resp.
35 Nominale ODG 9/1946/52 251 246 5 124 92 154 56 Resp.
36 Nominale ODG 9/1946/53 259 255 4 128 87 168 56 Resp.
37 Nominale ODG 9/1946/54 261 252 9 127 93 159 56 Resp.
38 Nominale ODG 9/1946/55 258 255 3 128 100 155 56 Resp.
39 Nominale ODG 9/1946/56 250 247 3 124 96 151 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 46)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1946/57 260 257 3 129 98 159 56 Resp.
41 Nominale ODG 9/1946/59 RIF 262 259 3 130 255 4 56 Appr.
42 Nominale ODG 9/1946/60 RIF 260 228 32 115 227 1 55 Appr.
43 Nominale ODG 9/1946/61 257 254 3 128 100 154 55 Resp.
44 Nominale ODG 9/1946/13 249 246 3 124 96 150 55 Resp.
45 Nominale ODG 9/1946/22 RIF 248 247 1 124 246 1 55 Appr.
46 Nominale DDL 1946 - VOTO FINALE 220 219 1 110 148 71 53 Appr.