XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 349 di mercoledì 18 settembre 2024

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARIA CAROLINA VARCHI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario (A.C. 1660-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.

Ricordo che è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo 33.02 Bonafe'.

(Ripresa esame articolo aggiuntivo riferito all'articolo 33 - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 33.04 Serracchiani, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare la collega Serracchiani. Ne ha facoltà. È il primo del nuovo fascicolo.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi scuso, non riuscivo a trovare l'articolo aggiuntivo. Si tratta, come per la richiesta che è stata fatta ieri, di estendere anche alle vittime per mafia o associazione mafiosa e per criminalità organizzata il Fondo che doveva estendere questa possibilità. Oggi noi chiediamo - e lo facciamo con forza - che vengano date risorse alla Direzione…

PRESIDENTE. Colleghe e colleghi, stiamo riprendendo i lavori. L'onorevole Serracchiani sta cercando di intervenire e dovrebbe farlo nel silenzio dell'Aula. Prego, collega Serracchiani.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevo che con questo articolo aggiuntivo noi chiediamo che vengano date maggiori risorse alla Direzione nazionale antimafia. Ricordo che, proprio recentemente, un importante esponente del centrodestra, di fronte alla richiesta del procuratore Cantone di avere risorse perché ci sono indagini molto importanti e molto delicate che quelle risorse richiedono, ha ritenuto che l'aiuto potesse essere dato dalla Commissione antimafia. Ovviamente, questo non è possibile per ragioni che non possono sfuggire, ma che, in qualche modo, provano e comprovano la necessità che alla Direzione nazionale antimafia vengano date le risorse, sia economiche sia in termini di personale, necessarie per la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata.

Che non ci sia la volontà da parte del Governo - dico quello che ho detto ieri - neanche di chiedere un ritiro dell'articolo aggiuntivo, con un invito a presentare un ordine del giorno in vista della prossima manovra di bilancio, fa pensare che non vi sia alcuna intenzione di prestare attenzione alla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata né di mettere in condizione la Direzione nazionale antimafia di combattere efficacemente, e con tutti gli strumenti a disposizione, la mafia e la criminalità organizzata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33.04 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Aspettiamo i colleghi che stanno arrivando. Chiudo quando non ci sono colleghi nell'emiciclo. Colleghi, siamo in votazione, se riuscite ad affrettarvi. Colleghi, vi ricordo che il preavviso di 20 minuti serve esattamente a prendere le tessere e ad arrivare al voto…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Grazie, Presidente. Il parere è contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza non è presente.

Il Governo?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.1 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.2 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.1000 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.4 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, giustamente, mi fanno notare che c'è tanta confusione e non si riesce neanche a sentire quando chiamo gli emendamenti. Capisco che è l'inizio della seduta, ma, se riusciamo a procedere con un po' più di silenzio, è più facile per tutti lavorare.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 34.1001 Zaratti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente, per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente, intervengo per chiedere al collega Zaratti di sottoscrivere questo emendamento. Si tratta di un emendamento importante. Noi abbiamo parlato ieri, a lungo, dei temi del carcere. Ora, sul carcere quello che si può fare per intervenire immediatamente è anche dare seguito alle sentenze della Corte costituzionale. In particolare, ce ne sono alcune che richiamano all'affettività e alla possibilità di avere luoghi nei quali l'affettività possa essere, appunto, espressa da queste persone, dai detenuti internati.

Ora sappiamo quali sono le condizioni, anche dell'edilizia penitenziaria, ma un impegno, affinché questi luoghi possano essere creati all'interno degli istituti penitenziari, credo sia non solo in termini di civiltà, ma anche un impegno necessario e dovuto per quel recupero e reinserimento sociale a cui, molte volte, ci siamo appellati in questi giorni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente, ringrazio anche la collega Serracchiani per aver sottoscritto questo emendamento. Ritengo sia una delle questioni fondamentali e capisco che sia un po' in controtendenza rispetto a quello che vuole la maggioranza. La maggioranza pensa di risolvere i problemi con maggiore repressione; pensa di risolvere i problemi facendo in modo che anche la resistenza passiva non sia consentita, alimentando in questo modo ancor di più la spirale di violenza all'interno delle carceri.

Noi pensiamo che vi siano diritti fondamentali che riguardano le persone: uno di questi è quello di vivere i propri rapporti affettivi, anche se si è detenuti, in quanto il codice penale prevede delle pene, ma non prevede l'eliminazione della possibilità di avere rapporti affettivi con i propri cari, con le proprie compagne, con le proprie mogli, con i propri mariti. Ed è per questo che noi pensiamo che, in un modo civile, in un carcere che sia rispettoso dei diritti fondamentali della persona, occorre fare in modo che i rapporti affettivi, i rapporti sessuali siano garantiti a tutte le persone detenute (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Nel nostro ordinamento il diritto all'affettività è garantito solo ed esclusivamente attraverso quelli che sono i permessi premio. Sappiamo, invece, quanto determinante sia - proprio per chi vive una situazione come quella del carcere, quindi di restrizione della libertà, con gravissime conseguenze di natura psichica - poter contare sul diritto all'affettività.

Per questo siamo ben favorevoli a questo emendamento del collega Zaratti, perché pensiamo davvero che quella sia la direzione verso cui dobbiamo andare. Ce lo dicono diverse sentenze e, quindi, naturalmente, il Partito Democratico, come è già stato detto, lo condivide, lo sottoscrive e naturalmente voterà a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.1001 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Saluto studenti e studentesse della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Innsbruck, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Passiamo all'emendamento 34.5 D'Orso.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.5 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'articolo 34.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Un pensiero: la funzione rieducativa della pena trova il suo riconoscimento nell'articolo 27 della Costituzione, “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Ecco, noi dobbiamo pensare questo, come gruppo sicuramente lo pensiamo.

In questo articolo troviamo il tema del reinserimento sociale, espressamente finalizzato alla ricollocazione sociale, troviamo i lavori di pubblica utilità, i progetti con la partecipazione di educatori. C'è, però, un problema: questo personale manca, manca il personale di Polizia penitenziaria. Il personale di Polizia penitenziaria che ho incontrato in carcere è sfinito.

Abbiamo esaminato prima gli emendamenti che chiedevano più personale, l'aumento dell'organico; vi è personale stremato che fa straordinari e non riesce ad avere una vita all'esterno dal carcere. Quindi, tutto questo crea una situazione ancora più complessa.

Ho detto ieri, nel mio intervento, che abbiamo delle recidive agghiaccianti: il 68,7 per cento. Questa è la strada che si sta seguendo per i nostri detenuti e per tutto il personale che afferisce al carcere e il tema del reinserimento non può essere assolutamente sganciato da quello degli educatori.

C'è poi il tema degli psicologi: ci sono progetti al carcere Lorusso e Cutugno che terminano a fine dicembre e non avranno più copertura per la prosecuzione. Ora, se riteniamo che quelle figure siano importanti per i detenuti - e io sono convinta che siano importanti - forse bisogna fare qualche riflessione che sfoci in una decisione, perché non posso pensare che tutto quello che abbiamo detto in quest'Aula sia vano e non trovi riscontro nel Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 34.01000 Magi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, Presidente. Intervengo perché questa iniziativa emendativa del collega Magi ha, secondo me, un valore sostanziale sia per quello che rappresenta rispetto al variegato mondo delle carceri e allo straordinario concatenamento di drammi e di situazioni invivibili che ci sono nelle carceri, sia in qualche modo perché, forse, riprende un'ambigua e confusa norma che è stata inserita nel decreto-legge approvato prima dell'estate, il famoso decreto-legge sulle carceri, che poi, diciamo, ha visto la coda alla Presidenza del Consiglio per affrontare il sovraffollamento. E cosa fa questo articolo 34-bis? Prevede l'istituzione delle case territoriali di reinserimento sociale.

Ora, è un ragionamento che rivolgo soprattutto alla maggioranza, soprattutto agli alfieri: ne vedo pochi in Aula di quelli competenti; sì, c'è il Vice Ministro Sisto, ma mancano i Sottosegretari alla giustizia, che invece si sono spesi molto su questo e anche i leader di partito che, al riguardo, ci hanno spiegato come fosse essenziale che - per carità di Dio - nessuna norma portasse allo svuota carceri. Contemporaneamente, però, ci spiegano che dobbiamo agire per diminuire il sovraffollamento carcerario.

Allora, al di là del fatto che può sempre spuntare fuori un mago Merlino in grado di trovare una soluzione che la fisica, prima ancora che la matematica e la politica, non è in grado di trovare, se si vuole diminuire il sovraffollamento carcerario - ricordo che, secondo i dati offerti dal Garante ieri, il tasso di affollamento ha superato il 130 per cento, mediamente, nelle carceri italiane, il che comporta che in alcune carceri siamo oltre il 220 per cento (per essere chiari, in celle dove dovrebbero esserci due persone, ce ne sono quattro; dove ce ne vorrebbero tre, ce ne sono sei; e a questo segue tutto il ragionamento che abbiamo fatto e su cui non vorrei ritornare) -, dovremmo tornare indietro, esattamente come ci ha obbligato a fare, nel 2013, la sentenza Torreggiani, con cui la CEDU ci ha condannato. In quel caso, fummo costretti a porre in essere un provvedimento, che prevedeva la “liberazione anticipata speciale” e che aveva il compito di far uscire dal carcere tutta una serie di detenuti, che si erano comportati bene, che avevano sempre dimostrato di seguire i regolamenti ed a cui mancava un residuo di pena, salvo alcune eccezioni e via seguitando. Perché, se sei condannato per sovraffollamento, l'unica cosa che tu puoi fare è fare in modo che ci siano meno detenuti.

Come ci siamo già detti altre volte, per avere meno detenuti, l'ideale sarebbe togliere dal carcere tutti coloro che non ci dovrebbero stare: quelli legati alle tossicodipendenze; quelli che hanno problemi psichiatrici; quel terzo, che è in attesa di giudizio, di cui la metà, statisticamente, verrà assolta. Certo, se noi facessimo questo avremmo già risolto il problema alla radice: sui numeri, non sulla qualità della detenzione.

Ma siccome noi questo non lo facciamo, dobbiamo trovare una soluzione che consenta di alleggerire la pressione che abbiamo nelle carceri anche perché, sennò, arriverà sicuramente un'altra condanna da parte della CEDU, che si sommerà alle condanne continue che arrivano dai tribunali di sorveglianza - ho finito, signor Presidente -, 4.700 soltanto nel 2023, per condizione disumana e degradante di detenzione di alcuni detenuti, che vengono risarciti con uno sconto di pena.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ho finito, Presidente. Questa norma circa l'istituzione delle case territoriali di reinserimento sociale prevede che i detenuti e gli internati, che debbano espiare una pena residua non superiore a 12 mesi, siano assegnati alle case territoriali di reinserimento sociale dal competente provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria. Sono migliaia i detenuti che attendono e che hanno ancora un anno o meno di un anno. Ricordo, attraverso le parole dei colleghi di Forza Italia, che questo era un elemento di riflessione; addirittura, doveva appartenere ad emendamenti che hanno presentato al Senato e che, ovviamente, hanno ritirato.

Non so se si consideri “svuota carceri” anche questo, però, vi pregherei di considerare che questa è una soluzione intelligente che ha il valore di intervenire sull'emergenza e non sulla fuffa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questo articolo aggiuntivo a prima firma del collega Magi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi riteniamo che questo articolo aggiuntivo vada sostenuto, essendo analogo ad altri che anche noi abbiamo presentato, nonché coerente con alcune iniziative di legge fatte e con quanto il Ministero della Giustizia, per il tramite del Sottosegretario Ostellari, ha detto, coerente con gli intendimenti che in Commissione giustizia ha espresso il capo del DAP. Oggi ci sono migliaia di detenuti - probabilmente 7.000 o 8.000 almeno - che hanno un residuo di pena molto basso e che tra qualche mese usciranno: quindi, il tema è se sono nelle condizioni di essere reinseriti o non lo sono, posto che, qualche mese dopo, saranno nuovamente in società.

Le case di reinserimento sociale consentono di effettuare un percorso di recupero e di alleggerire la popolazione carceraria. Raggiungono, quindi, l'obiettivo della diminuzione del sovraffollamento e, contestualmente, favoriscono il reinserimento sociale. È assurdo votare contro, soprattutto, visto che su questo punto - uno dei pochi - il Governo aveva detto di volersi impegnare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà, per un minuto.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Così come abbiamo già sottoscritto la proposta di legge Magi, come gruppo AVS, chiediamo, con l'autorizzazione dei colleghi, di poter sottoscrivere anche questa proposta emendativa. Le case territoriali di reinserimento sociale certamente sono una soluzione, posto che darebbero, anzitutto, una risposta efficace al problema gravissimo del sovraffollamento ma, soprattutto, avrebbero anche un effetto positivo rispetto al percorso rieducativo e di reinserimento, dopo aver scontato la propria pena, anche nell'ambito lavorativo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo del collega Magi, come gruppo di Azione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per chiedere di sottoscrivere, come gruppo del Partito Democratico, questo articolo aggiuntivo Magi. Una proposta emendativa che io definirei “doverosa”, perché non c'è altra possibilità di abbattere la recidiva, se non pensando di creare delle strutture di reinserimento sociale che tendano a normalizzare quella che è una situazione invivibile, come quella che sono chiamati a vivere i detenuti all'interno delle carceri.

Alcuni dei prossimi emendamenti a firma dei deputati del Partito Democratico vanno proprio in questa direzione, quindi, ben venga questo articolo aggiuntivo Magi, che è una proposta emendativa puntuale e ci consente di fare anche un po' di chiarezza rispetto a quanto enunciato nel Piano carceri del Ministro Nordio, dove tutto è confuso e tutto rimane campato in aria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.01000 Magi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Avverto che il gruppo Italia Viva ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, tuttavia, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.

Passiamo all'articolo aggiuntivo 34.019 Di Biase.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Con questo articolo aggiuntivo noi ci concentriamo sulla vicenda delle case territoriali di reinserimento sociale, chiedendo naturalmente che vengano investite delle risorse congrue per la loro realizzazione. Pensiamo che le case territoriali debbano avere una capienza compresa tra le 5 e le 15 persone e che debbano essere destinate ad accogliere i detenuti che hanno avuto una pena detentiva non superiore a 12 mesi. Abbiamo già avuto modo, durante l'esame dell'articolo aggiuntivo precedente, di sottolineare come le case di reinserimento sociale siano le strutture che al meglio garantiscono l'abbattimento della recidiva e, quindi, invito i colleghi a sostenere e a votare questa proposta emendativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.019 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 34.01001 Dori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà, per un minuto.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo prevede l'estensione del tempo di conservazione delle immagini e dei filmati registrati dai sistemi di videosorveglianza interni alle strutture carcerarie per almeno 60 giorni.

Attualmente, infatti, il tempo intercorrente tra un evento critico e l'eventuale apertura di un procedimento da parte della magistratura, che dispone, poi, l'acquisizione di tali immagini e video, non è sufficiente. Mi è già capitato il caso - che ho riportato in varie interrogazioni parlamentari - di un ragazzo per cui c'è il sospetto di un suicidio in carcere, ma poi è morto in ospedale dopo un certo periodo. Ecco, nel frattempo il materiale audio e video è stato cancellato, quindi non si riesce più a ricostruire la vicenda e abbiamo dei familiari che chiedono verità che, però, non arriverà mai. Con l'estensione a 60 giorni questo problema verrebbe risolto. Non capisco, pertanto, qual è il problema per la maggioranza ad approvare questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo articolo aggiuntivo, perché credo che la trasparenza di eventuali registrazioni mantenute più a lungo - naturalmente, nel rispetto della privacy e su server protetti, in modo tale che i criteri restino corretti - potrebbe aiutare la tutela non solo nei casi come quello sottolineato dal collega Dori, di problemi per i detenuti, ma anche, potenzialmente, in ordine a problemi che si potrebbero verificare riguardo alla salute e al benessere delle guardie penitenziarie. È nell'interesse della trasparenza di quello che succede dentro il carcere che queste registrazioni possano essere tenute disponibili in caso fossero poi richieste attraverso procedimenti giudiziali corretti. Quindi, ringrazio della proposta e la sottoscrivo.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Serracchiani intende sottoscrivere l'articolo aggiuntivo in questione.

Passiamo, ora, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.01001 Dori, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 34.01002 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Qui si parla di reclutamento di personale del Corpo di polizia penitenziaria e si prevede uno stanziamento. Presumo che sia soprattutto per questo che c'è un parere contrario a questo articolo aggiuntivo; ad ogni modo, aspettiamo il Governo al varco, cioè in legge di bilancio, per vedere effettivamente quante promesse verranno mantenute rispetto alle assunzioni per la Polizia penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà per cinque minuti.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anzitutto, intervengo per sottoscrivere questa proposta del collega Dori; mi basteranno, in realtà, anche meno di 5 minuti per esprimere le buone ragioni per sottoscrivere e per votare questa proposta.

All'interno del decreto Carceri - ma anche in tutte le audizioni che sono state fatte e anche rispetto alle parole che abbiamo ascoltato in Aula del Ministro Nordio rispetto alla Polizia penitenziaria - ci siamo resi conto che il personale, per cui vengono determinate le assunzioni, non è assolutamente sufficiente; le assunzioni previste basteranno a coprire i posti di coloro i quali andranno in pensione. Allora è chiaro che se si vuole - così come viene annunciato urbi et orbi - alleviare anche la fatica della Polizia penitenziaria, c'è bisogno di investire delle risorse, c'è bisogno di approcciarsi in modo completamente diverso rispetto a quello che abbiamo visto su questo tema in quest'Aula.

Lo ricordo, perché abbiamo parlato molto di suicidi, abbiamo parlato dei suicidi delle persone ristrette, abbiamo parlato dei suicidi dei detenuti, della piaga e della tragedia che si sta verificando all'interno delle carceri italiane, ma non abbiamo mai sottaciuto come tra i suicidi, tra coloro che decidono di togliersi la vita, ci sono anche gli agenti della Polizia penitenziaria. Diamogli risorse e assumiamoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Intervengo a titolo personale, Presidente, solo per segnalare al Sottosegretario Molteni che nel famoso decreto…

PRESIDENTE. Collega, solo per dirle che non è a titolo personale perché parla per primo, quindi ha 5 minuti sui tempi del gruppo. Può usarne quanti ne vuole, ma è sui tempi del gruppo.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Qualcuno può dire che votiamo a favore?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo solo per annunciare il voto a favore del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Giachetti, ora sì.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Presidente, lei ha il dovere di rispettare la forma. Certe volte la forma, però…

PRESIDENTE. Così sono i nostri Regolamenti, abbia pazienza. Prego.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ha perfettamente ragione, assolutamente. Adesso parlo a titolo personale.

PRESIDENTE. A titolo personale.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). No, perché volevo soltanto ricordare al collega Molteni - e soprattutto al collega Sisto, visto che è qui - che il 7 o l'8 agosto abbiamo approvato il decreto Carceri. In quel decreto Carceri, tra le cose che avete rivenduto come uno straordinario risultato, c'era l'assunzione di 1.000 agenti della Polizia penitenziaria, tant'è che qualcuno di noi ha detto: guardate che 1.000 agenti, rispetto alla scarsità di organico di 15.000, sono una cosa così. Si può sapere perché, almeno non vi alzate e dite che questi 500 possono essere ricompresi nei 1.000 che avete già previsto nel decreto-legge e che dovevano risolvere il problema immediatamente, e, come è del tutto evidente, non saranno mai pronti nelle prossime settimane, ma, se va bene, tra qualche anno?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.01002 Dori, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

Prego, onorevole Pittalis.

PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 35.1 Mauri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento è davvero importante, perché uno dei temi che abbiamo sollevato in questi giorni è proprio legato, quando parliamo di carcere, alla esigenza che i detenuti possano - ovviamente alle condizioni date - poter svolgere attività lavorativa dentro e fuori dal carcere, anche per poter, in qualche modo, garantire quel reinserimento sociale di cui spesso abbiamo parlato. Bene, qui chiediamo di incrementare il Fondo che serve proprio per il sostegno alle attività lavorative; un Fondo che, molto spesso, negli anni, è stato tagliato e il cui incremento potrebbe garantire una platea più ampia di detenuti lavoratori e, quindi, anche dare maggiori garanzie per l'abbattimento della recidiva e il reinserimento sociale. Auspicheremmo che, anche su questo, vi fosse l'attenzione da parte del Governo e, magari, la volontà di poterne parlare nella manovra di bilancio, con l'assicurazione di avere una posta importante all'interno del Fondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie Presidente. L'ha già detto la collega Serracchiani, qui noi chiediamo l'incremento del Fondo per garantire un credito d'imposta mensile a quelle aziende che decidono di assumere un detenuto oppure che decidono di fare formazione. Sappiamo che dare una seconda opportunità ai detenuti costituisce davvero uno straordinario elemento per abbattere la recidiva e, quindi, vi chiediamo di sostenere questo nostro emendamento perché lo ritengo davvero di buon senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 35.01 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A). Le proposte emendative presentate non sono segnalate, per cui passiamo, se nessuno chiede di intervenire, direttamente alla votazione dell'articolo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.4 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.5 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.6 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.03 Casu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo, che ho presentato insieme al collega Mauri, è l'ennesima occasione in cui chiediamo al Governo di rispondere a una domanda: perché il Ministero dell'Interno ha dimenticato gli 800 giovani che nel 2020 hanno superato la prova scritta del concorso per 1.650 posti per allievi agenti della Polizia di Stato? Potete votare contro questo articolo aggiuntivo, ma dovete rispondere perché. Perché non avete dimenticato solo loro, ma avete dimenticato anche le ragazze e i ragazzi che hanno superato il concorso del 2017, del 2022 e del 2023. Nel frattempo, il 23 luglio avete bandito il nuovo concorso del 2024. I PIAO ci dicono chiaramente che mancano 10.000 persone nella Polizia di Stato, che solamente quattro poliziotti su dieci hanno meno di 45 anni, che c'è una grande necessità di rinnovamento - 4.200 pensionamenti nel prossimo anno - e voi presentate un testo, che dovrebbe occuparsi di sicurezza, ma non solo non mettete un euro per le assunzioni, non solo non mettete un euro per intervenire, ma non rispondete nemmeno sulle ingiustizie che stanno subendo migliaia di ragazze e ragazzi pronti a entrare in Polizia da oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Serracchiani e Carmina chiedono di sottoscrivere. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, intervengo per dichiarare il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale e chiedo di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo. Dico semplicemente, facendo riferimento alle dichiarazioni fatte anche di recente dal Ministro Piantedosi sulle assunzioni in Polizia, riguardo alla quale ancora oggi abbiamo una carenza d'organico vertiginosa, che le poche assunzioni fatte sono soltanto il preludio di quelli che poi saranno successivamente i pensionamenti. Quindi, sono solo e unicamente rimpiazzi di personale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.03 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.014 Serracchiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Approfitto, suo tramite, della presenza del Vice Ministro Sisto, che so essere molto attento al tema del reclutamento della magistratura ordinaria. Qui è un appello, Vice Ministro, affinché si acceleri sui concorsi e si facciano nuovi concorsi per la magistratura ordinaria. Sappiamo che, per esempio, fra due anni dovrebbe entrare in vigore quella norma che prevede che per le misure cautelari vi sia un collegio, quindi tre giudici. Se arriviamo, da qui a due anni, senza un inserimento in forze di magistrati che possano oggi occupare quei posti vacanti, nei piccoli tribunali ciò significherà la paralisi. Per cui, posto che il Ministro Nordio ci aveva detto che avrebbe accelerato i concorsi sulla magistratura ordinaria e visto che, in realtà, neppure quelli ordinari di concorsi sono stati fatti, invitiamo allo scorrimento delle graduatorie dei concorsi in essere e anche all'inizio, in fretta e con una certa accelerazione, di concorsi che riguardano la magistratura ordinaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.014 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.08 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.010 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.011 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.012 Gianassi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signora Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo per noi è un emendamento estremamente importante, lo presentiamo sempre, ma siamo sempre inascoltati. Qui si tratta dei lavoratori e delle lavoratrici, degli addetti all'ufficio per il processo, che è uno strumento che ha dimostrato di funzionare e ha permesso l'abbattimento della durata dei processi e l'abbattimento anche dell'arretrato. Noi chiediamo, da tempo, che ci possa essere una forma di stabilizzazione di questi lavoratori, che sono estremamente formati, che lavorano da qualche anno all'interno degli uffici giudiziari e che gli stessi uffici giudiziari ci dicono essere diventati oramai assolutamente ineludibili e necessari. Ci chiediamo come mai su questo non si possa fare uno sforzo in più rispetto a quello che è stato fatto finora.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.012 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.01000 D'Orso.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01000 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01001 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01002 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01003 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01005 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01006 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01007 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01008 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01009 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.01010 D'Orso.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Intervengo per sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Prendo atto del fatto che anche l'onorevole Serracchiani voglia sottoscriverlo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01010 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.01011 Giuliano.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01011 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.01012 Cafiero De Raho.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01012 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 37.01014 D'Orso.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Italia Viva e chiedere anche alla collega se è possibile sottoscrivere l'emendamento, perché è una proposta a cui tengo particolarmente - ringrazio i colleghi del MoVimento 5 Stelle per averla presentata - dato che riguarda il progetto “Liberi di scegliere”, che è diventato famoso alle cronache con questo nome, ma riguarda la realtà di tante persone minori e adulti che, pur non rientrando, ai sensi di legge, nelle caratteristiche che consentano la copertura delle norme rivolte ai collaboratori di giustizia, sono persone che vivono una situazione di pericolo grave per aver deciso di scindere i rapporti, anche familiari, nell'ambito di famiglie che sono parte della criminalità organizzata, ed è un fenomeno purtroppo non così raro, soprattutto in alcune zone del nostro Paese. Ovviamente, questo comporta rischi talmente forti che sono persone che spesso sono costrette ad allontanarsi, a cambiare residenza, scuola, lavoro, città, in alcuni casi, addirittura, nome. È un problema che abbiamo affrontato, quando eravamo al Governo, con una collaborazione molto proficua e preziosa con l'allora procuratore di Reggio Calabria, l'onorevole Cafiero De Raho: nacque da un caso concreto che ci trovammo ad affrontare in Calabria, in quel caso legato a una vicenda di violenza, ripetuta, nei confronti di una minore e quindi con la necessità di allontanare quella ragazza minore di età e la sua famiglia, in assenza di una copertura normativa; riuscimmo, grazie al procuratore, all'allora tribunale dei minori e all'allora presidente del tribunale dei minori di Reggio Calabria, il dottor Di Bella e anche a una collaborazione con la CEI, a sottoscrivere protocolli con il Governo, di cui facevo parte e a riuscire a risolvere la situazione attraverso questi protocolli per casi, purtroppo, non così isolati. Ovviamente, i protocolli però hanno una loro caducità, provvisorietà e, soprattutto, non consentono di avere risorse stanziate in modo permanente, da parte dello Stato, da dedicare a queste esigenze.

Quindi, credo che un intervento normativo sia opportuno e necessario. Da tempo viene rinviato e, anche se questa, ovviamente, è un'altra delle occasioni perse in cui poter dare una definizione sistematica a questa problematica, io credo - e mi dispiace - che il Governo sia disattento in questo momento, perché è un tema che penso debba essere affrontato in modo trasversale da maggioranza e opposizione e, probabilmente, anche con il supporto della Commissione antimafia, perché molti casi riguardano anche reati legati alla criminalità organizzata e famiglie dedite appunto alla criminalità organizzata…

PRESIDENTE. Collega Boschi, mi perdoni. Dobbiamo liberare i banchi del Governo, collega Vinci. Dobbiamo liberare i banchi del Governo, collega Vinci.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Dal momento che tanto la decisione del Governo è di respingere ogni emendamento, capisco che non prestino particolare attenzione agli interventi che si svolgono in Aula questa mattina. Tuttavia, dal Sottosegretario Molteni - che ha seguito i lavori in Commissione con molta attenzione e anche offrendosi ad un confronto vero, in molti casi anche su posizioni diverse - credo che un ascolto su questo emendamento possa essere utile per il futuro, non per la giornata di oggi. Infatti, su questo tema, Sottosegretario - e guardo anche il Vice Ministro Sisto - io credo che un intervento sia necessario.

Vediamo come affrontarlo, parliamone in Commissione antimafia, riprendiamolo in Commissione giustizia, miglioriamo quello che c'è da migliorare. Tuttavia, il tema che cerca di risolvere questo emendamento - lo ripeto, perché adesso ho colto la vostra attenzione - riguarda quelle persone che recidono i legami familiari nell'ambito della criminalità organizzata e che, quindi, si trovano in una situazione di pericolo. Spesso sono anche minori, donne vittime di violenza, che devono cambiare città, identità, che si ritrovano senza casa, senza lavoro, senza scuola, a dover ricominciare daccapo, e però non hanno ancora le caratteristiche per rientrare nella protezione dei collaboratori di giustizia, perché è un percorso che inizia, magari ci arrivano, ma in una fase diversa.

Per ora è stato risolto - lo so perché me ne sono occupata quando eravamo al Governo e abbiamo iniziato noi quando eravamo al Governo - con dei protocolli. Ma una definizione normativa, a mio avviso, serve ed è un tema su cui si può lavorare trasversalmente: se oggi non è la sede, io mi auguro che il Governo, però, su questo, possa prendere un impegno insieme alla maggioranza per trovare finalmente una definizione. Infatti, ripeto, con l'onorevole Cafiero De Raho, nelle sue precedenti vesti anche di Procuratore nazionale antimafia, sono anni che lavoriamo su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Su questo emendamento, che affronta un tema fondamentale, quello di “Liberi di scegliere”, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. La collega Boschi ha ricordato molto bene la genesi di questo emendamento e io, in qualche modo, per sensibilizzare davvero il Governo, tenterei di attualizzarlo e contestualizzarlo ancora maggiormente. Vedete, ci sono delle realtà e procure presso i tribunali per i minorenni che, in questo momento, stanno svolgendo un lavoro molto, molto coraggioso proprio in relazione a queste vicende, in cui ci sono dei minori che possono fuoriuscire da un nucleo familiare in un contesto mafioso e possono rifarsi una vita.

Voglio ricordare che, a Palermo, in questo momento, abbiamo una procuratrice della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, la dottoressa Caramanna, che è destinataria anche di atti di intimidazione e di minacce proprio per questo lavoro che sta portando avanti. Dico: è necessario dare copertura legislativa e dare veramente un segnale di forza, di determinazione, in questo senso, da parte dello Stato. Vi abbiamo sottoposto questo emendamento perché crediamo che non sia più procrastinabile proprio una presa di posizione forte da parte del Parlamento. Quindi, chiedo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Chiede l'accantonamento? Bene, allora devo chiedere il parere del relatore sull'accantonamento.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Bene, insiste per la votazione sull'accantonamento, collega? Sì, allora, a questo punto, devo dare la parola a un oratore contro: qualcuno vuole parlare contro l'accantonamento? No. A favore vuole parlare qualcuno? No. Dunque, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 37.01014 D'Orso, con il parere contrario del relatore di maggioranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 45 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Per dichiarare il voto favorevole e, se la collega D'Orso, prima firmataria, accetta, vorremmo sottoscrivere l'articolo aggiuntivo a nome di tutto il gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Paradossalmente, dentro questo articolo aggiuntivo, c'è uno dei problemi principali di questo provvedimento, e cioè che, come al solito, non vengono messi i soldi. La sicurezza non si fa solamente con le risorse economiche ma, certamente, non si riesce a fare fino in fondo sicurezza senza soldi.

Questo Governo, questa maggioranza ci hanno già abituato, per esempio con il decreto Cyber, a parlare tanto, ma ad aprire molto poco la borsa. Per tale motivo, penso che questo, al contrario, dovrebbe essere il momento per variare la finanza e usarla bene, cioè esattamente il contrario di quello che il Governo ha fatto anche in questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.01014 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che, poiché a tale articolo sono riferiti unicamente emendamenti interamente soppressivi, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo 38.

Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente, per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Aspetti, collega, prima allora devo chiedere il parere, altrimenti l'intervento è sul complesso degli emendamenti. Invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Relatore, il parere sull'emendamento soppressivo?

PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Come dicevo poc'anzi, intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è l'ultimo articolo del DDL Sicurezza e porta questa dicitura: clausola di invarianza finanziaria. Ora, a parte gli articoli 17, 21, 22, 23 e 36 - che riguardano, me lo consentirete se uso questo termine, quisquilie - il resto è tutto a zero euro. Il che significa che tre quarti delle cose che vi siete impegnati a fare non è realizzabile perché privo di copertura finanziaria.

Ora, mi domando che senso ha riempirsi la bocca di “sicurezza”, dire ai cittadini che si stanno prendendo provvedimenti perché quella sicurezza diventi più sicura e poi non metterci un euro. Mi pare, francamente, che l'invarianza finanziaria sia l'esito scontato dei provvedimenti di propaganda a cui stiamo assistendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Questo provvedimento, che vorrebbe fare sicurezza, non investe in Forze dell'ordine, non investe nei comuni italiani, non investe in opere di rigenerazione e trasformazione urbana, non investe in nulla di tutto ciò che invece servirebbe per fare sicurezza.

Quell'articolo, l'ultimo, scolpisce nel testo il fatto che è tutta demagogia quello di cui abbiamo parlato prima: incrementi delle pene, violazione dei diritti, riduzione degli spazi di libertà e dissenso, ideologia della politica della destra. Il risultato per i cittadini sarà compromissione delle libertà e aumento dell'insicurezza nelle nostre città. Infatti, dopo due anni, il fallimento di questa destra sui temi della sicurezza è sotto gli occhi di tutti. Basta chiedere ai cittadini se si sentono più sicuri oggi o due anni fa, quando questa destra salì al Governo e disse che avrebbe risolto tutti i problemi.

Potete continuare a inventare reati, aggravanti, ma la verità è che state fallendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ricordo che, poiché sono stati presentati solo due identici emendamenti interamente soppressivi dell'articolo 38, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.

Passiamo ai voti.

Chi intende sopprimere l'articolo 38 deve votare contro il mantenimento, chi invece intende mantenerlo deve votare a favore.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 38.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, chiediamo una sospensione di 15-20 minuti.

PRESIDENTE. Bene. A questo punto, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 11,30.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A.

Ha chiesto di intervenire il Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente, vi è necessità, per alcune delicate riformulazioni, di ulteriori 15 minuti di tempo, per completare i pareri sugli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Bene, grazie, Vice Ministro. Allora, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 11,50.

La seduta, sospesa alle 11,31, è ripresa alle 11,50.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/1 Candiani, n. 9/1660-A/2 Ziello, n. 9/1660-A/3 Zoffili, n. 9/1660-A/4 Iezzi, n. 9/1660-A/5 Cecchetti e n. 9/1660-A/6 Furgiuele il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/7 Ambrosi invito al ritiro. Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/8 Grimaldi e n. 9/1660-A/9 Soumahoro il parere è contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/10 Battilocchio e n. 9/1660-A/11 Cappellacci il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/12 Benzoni, n. 9/1660-A/13 Richetti, n. 9/1660-A/14 Francesco Silvestri, n. 9/1660-A/15 Appendino, n. 9/1660-A/16 Gianassi, n. 9/1660-A/17 Sportiello, n. 9/1660-A/18 Carmina, n. 9/1660-A/19 Baldino e n. 9/1660-A/20 Alfonso Colucci il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1660-A/21 Alifano è accolto con la seguente riformulazione: espunte le premesse, “impegna il Governo a continuare nelle azioni volte ad assicurare l'incremento di personale della Polizia penitenziaria, dei servizi e degli strumenti necessari per migliorare la situazione degli istituti penali per minori, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/1660-A/22 Auriemma è accolto con la seguente riformulazione: espunte le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile per assicurare l'erogazione di risorse aggiuntive agli enti locali per un aumento delle unità di personale dei Corpi di polizia locale e delle relative dotazioni, nonché per i contributi destinati al ristoro dei medesimi enti e dei relativi amministratori in caso di atti intimidatori, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Quindi, è favorevole con riformulazione.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/23 Penza è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, “impegna il Governo a continuare nelle iniziative volte ad assicurare l'incremento di personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, nel rispetto della normativa vigente e dei vincoli di finanza pubblica”.

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/24 Pellegrini è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/25 Lacarra il parere è favorevole con riformulazione: tolte le premesse, “impegna il Governo, nell'ambito delle sue prerogative, a continuare nell'impegno per il reclutamento di magistrati, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

Il parere sugli ordini del giorno n. n. 9/1660-A/26 Iaria e n. 9/1660-A/27 Cherchi è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/28 Marianna Ricciardi il parere è favorevole con riformulazione: tolte le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/29 Cafiero De Raho il parere è favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a monitorare gli effetti applicativi derivanti dalle modifiche introdotte dal provvedimento in esame al codice antimafia” e viene tolto tutto il resto. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/30 Ascari il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/31 Scutella' il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare eventuali interventi, anche normativi, per garantire la piena attuazione degli articoli da 74 a 77 della legge sull'ordinamento penitenziario che ha istituito il cosiddetto Consiglio di aiuto sociale, al fine di favorire concretamente il recupero e il reinserimento sociale dei detenuti, nel pieno rispetto del principio di rieducazione della pena sancito dalla nostra Carta costituzionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/32 Bruno il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire presso il Ministero della Giustizia e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica un fondo dedicato alla promozione e al sostegno delle attività motorie, sportive e teatrali negli istituti penitenziari, finalizzato alla predisposizione di progetti coerenti con l'idea di rieducazione, anche tramite forme di collaborazione con università, fondazioni, istituti di ricerca, ordini professionali, enti locali, associazioni, esperti, tramite anche l'elaborazione di interventi sulle strutture esistenti, la riorganizzazione degli spazi degli istituti carcerari e l'individuazione di spazi dedicati allo svolgimento delle predette attività”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/33 Barzotti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di destinare incentivi economici e di carriera a favore del personale dell'esecuzione penale esterna”. Il parere sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/34 Giuliano e n. 9/1660-A/35 D'Orso è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/36 Pavanelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse le premesse, “impegna il Governo a continuare nell'implementazione del piano straordinario di assunzioni della Polizia penitenziaria, nel rispetto del principio di equiordinazione delle Forze di Polizia nonché delle altre figure operanti all'interno degli istituti penitenziari quali educatori, personale amministrativo e personale sanitario, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/37 Manes il parere è favorevole se, espunte le premesse, è riformulato con il medesimo impegno dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/11 Cappellacci.

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/38 Maiorano è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/39 Vaccari e n. 9/1660-A/40 Cuperlo il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/41 Orfini il parere è favorevole se riformulato nel seguente modo: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare di predisporre, nell'ambito delle sue prerogative, le misure, sia di carattere finanziario sia relative all'organizzazione, per il reclutamento e la formazione del personale preposto, mantenendo il trattamento e il sistema della probation minorile e delle misure alternative al carcere, potenziando gli uffici di servizio sociale per i minorenni, i centri di prima accoglienza, le case, i centri di comunità e i centri diurni polifunzionali al fine di assicurare l'ottimale svolgimento delle attività trattamentali, formative e rieducative”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/42 Malavasi il parere è favorevole, espunte le premesse, con la riformulazione che si rifà all'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/41 Orfini. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/43 Forattini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse tutte le premesse, “impegna il Governo a continuare ad assicurare il funzionamento omogeneo degli istituti penitenziari sull'intero territorio nazionale e di far sì che ogni istituto abbia garantito il proprio dirigente in via esclusiva, anche al fine di prevenire, nel contesto carcerario, fenomeni derivanti dalla condizione di marginalità sociale dei detenuti; a prevedere che il Ministero della Giustizia-Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente (…), nonché a valutare l'incremento delle risorse destinate al compenso per il lavoro straordinario e nel rispetto del principio di equiordinazione delle Forze di Polizia”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/44 Serracchiani, n. 9/1660-A/45 Scarpa, n. 9/1660-A/46 Ciani, n. 9/1660-A/47 Simiani, n. 9/1660-A/48 Furfaro, n. 9/1660-A/49 Bonafe', n. 9/1660-A/50 Boldrini, n. 9/1660-A/51 Ghio, n. 9/1660-A/52 Di Biase, n. 9/1660-A/53 Scotto e n. 9/1660-A/54 Casu il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/55 Zaratti il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: espunte le premesse, “impegna il Governo a proseguire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, negli interventi volti a garantire il mantenimento dei più alti livelli di vivibilità e di sicurezza per i detenuti e per il personale di sicurezza, nonché a valutare l'opportunità di garantire ai detenuti e agli internati il diritto a una vita affettiva nei termini delle condizioni indicate, da ultimo, dalla Corte costituzionale con sentenza n. 10 del 2024”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/56 Ghirra il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con i limiti di finanza pubblica, di prevedere misure a sostegno delle case famiglia protette al fine di contribuire alla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, nonché al fine di incrementare l'accoglienza dei genitori detenuti con bambini al seguito nelle case famiglia”. Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/57 Mari, n. 9/1660-A/58 Bonelli, n. 9/1660-A/59 Fratoianni, n. 9/1660-A/60 Borrelli, n. 9/1660-A/61 Zanella, n. 9/1660-A/62 Piccolotti, n. 9/1660-A/63 Bonetti, n. 9/1660-A/64 Gruppioni e n. 9/1660-A/65 Faraone il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/66 Boschi il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, con il medesimo impegno dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/56 Ghirra.

PRESIDENTE. Escluse le premesse ha detto?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Escluse le premesse, Presidente.

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/67 Del Barba è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/68 Bonifazi il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: espunte le premesse, il dispositivo ha la stessa formulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/36 Pavanelli.

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/69 Gadda è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/70 Giachetti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare il potenziamento, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, della rete delle residenze per l'esecuzione di misure di sicurezza (REMS) di cui al decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 2014, n. 81”. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/71 Dori è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/72 Onori il parere è favorevole, escluse le premesse e con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/70 Giachetti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/73 D'Alessio, il parere è favorevole, se riformulato nel modo seguente: escluse le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di adottare misure idonee a garantire compiutamente un efficiente e continuativo supporto psichiatrico e psicologico ai detenuti e agli internati degli istituti penitenziari anche attraverso l'eventuale stanziamento delle necessarie risorse economiche, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, e il reperimento di un adeguato numero di personale medico specializzato”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/74 Magi, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/75 La Salandra, il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/76 Guerra e n. 9/1660-A/77 Pastorella, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/78 Ruffino, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/36 Pavanelli.

Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/79 Morfino e n. 9/1660-A/80, Quartini il parere è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/1 Candiani, su cui il parere è favorevole.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Soltanto per chiedere la cortesia di avere le riformulazioni. Se fosse possibile avere il dettaglio delle riformulazioni del Governo, perché molte di queste sono state, ovviamente, articolate e poi comportano una valutazione ulteriore. Se fosse possibile…

PRESIDENTE. Se il Sottosegretario ci dà le riformulazioni, faremo in modo di fotocopiarle direttamente da lì in modo da darne una copia per gruppo…

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). …altrimenti saremmo costretti a chiederne la rilettura, perché è difficile star dietro, oggettivamente.

PRESIDENTE. Certo, per l'economia dei nostri lavori, chiediamo al Sottosegretario se ci consegna i pareri che ha testé letto, in modo da poterne consegnare almeno una copia per gruppo.

Intanto, passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/1 Candiani, su cui il parere è favorevole. Onorevole Candiani, insiste per la votazione e chiede di intervenire? Prego.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo che sia votato, perché è un ordine del giorno particolarmente importante e ringrazio il Sottosegretario Molteni e il Ministro dell'Interno per l'impegno che stanno mettendo, perché la presenza dei Carabinieri cacciatori nell'area del territorio prealpino sta dando effettivi risultati nel contrasto alla criminalità, soprattutto nelle zone più impervie. Quindi, la costituzione di un nuovo raggruppamento e la costruzione in Malpensa di una nuova caserma che possa ospitare gli uomini è cosa attesa dal territorio lombardo e prealpino intero.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/1 Candiani, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco la votazione, perché l'onorevole Mauri voleva intervenire su quest'ordine del giorno. Mi scusi, collega Mauri, non l'avevo vista. Prego.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Presidente, vale per questo e anche per altri ordini del giorno. Io trovo sempre molto curioso che esponenti della maggioranza presentino ordini del giorno su argomenti che avrebbero potuto inserire in questo o in altri provvedimenti. Se siete così convinti delle vostre cose, potevate fare un emendamento, farvelo approvare dal Governo e metterlo all'interno della norma. Di conseguenza, su tutte queste ipocrisie elevate a sistema, ci asterremo, perché, sinceramente, non se ne può più, a prescindere anche dal merito.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Ma lo hai fatto fino a ieri!

PRESIDENTE. Collega Candiani... Collega Candiani.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/1 Candiani, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/2 Ziello, su cui il parere è favorevole.

Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/2 Ziello, chiederei l'accantonamento.

PRESIDENTE. Va bene, lo accantoniamo.

Sugli ordini del giorno n. 9/1660-A/3 Zoffili, n. 9/1660-A/4 Iezzi e n. 9/1660-A/5 Cecchetti, il parere è favorevole, dunque procediamo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/6 dell'onorevole Furgiuele, che chiede di parlare. Prego.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo che l'ordine del giorno sia posto ai voti e intervengo brevemente sul tema. Credo sia importante, riguarda le Forze dell'ordine vittime del dovere. Il provvedimento che abbiamo discusso in Aula e di cui si è discusso anche al di fuori di quest'Aula, con un contributo che evidentemente ha dato anche la minoranza nell'arco di tutta la discussione sugli emendamenti, è un tema fondamentale. Ringrazio il Governo per la sensibilità dimostrata. Il tema riguarda sia provvedimenti in termini di sicurezza, ma anche temi in riferimento al miglioramento delle tutele per le Forze di polizia, le Forze armate e i Vigili del fuoco.

L'ordine del giorno in discussione è un piccolo passo in avanti rispetto al recepimento delle istanze che arrivano da più tempo sulla disparità di trattamento esistente fra le Forze dell'ordine vittime di atti terroristici e le Forze dell'ordine vittime di ferite o traumi subiti durante l'espletamento delle proprie funzioni. Il trattamento fra le due fattispecie, nostro malgrado, era e rimane invariato.

Apprezziamo - e questo è il motivo anche dell'intervento e della volontà di metterlo al voto - l'impegno del Governo ad affrontare il tema, perché rimane la necessità che il sacrificio posto in essere dalle Forze dell'ordine nell'espletamento delle proprie funzioni a tutela della collettività, indipendentemente dal contesto nel quale si svolga, possa avere la medesima considerazione e le medesime tutele giuridiche ed economiche. Ovviamente, facciamo questo, perché abbiamo ricevuto atti concreti e testimonianze soprattutto da parte dei familiari di queste vittime. Il nostro e il mio auspicio è che siano questa legislatura e questo Governo a dipanare questa ingiustizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Premetto che il nostro gruppo voterà a favore dell'ordine del giorno presentato dal collega Furgiuele. Soltanto qualche considerazione legata agli emendamenti di questo provvedimento. Mi riferisco, in particolare, alla Polizia carceraria e all'organico assolutamente asfittico. Noi crediamo che quest'Aula debba rendersi conto delle difficoltà delle varie Forze dell'ordine. Se parliamo di Carabinieri, piuttosto che di Polizia, anche in quel caso ci rendiamo conto di organici sottodimensionati, di auto che, purtroppo, non sono in grado, qualora debba essere fatto, di fare un inseguimento. Quindi, pur valutando positivamente questo atto, che ci fa pensare che ci saranno sviluppi in positivo per le nostre Forze dell'ordine, chiediamo di avere un occhio di riguardo per la Polizia carceraria, che ha bisogno di psicologi, di aumenti di orario e di aumenti di organico. Parlavamo prima di aumenti di organico, senza però ricordarci che, per fare un concorso, bandirlo ed espletarlo, passa un anno, e, per quell'anno, quel carcere o le carceri italiane saranno in grave difficoltà a garantire l'ordine, dunque ciò è anche a tutela della Polizia carceraria.

Chiediamo, quindi, alla maggioranza uno sguardo ampio, un'attenzione a tutte le Forze dell'ordine. E siccome siamo su un provvedimento che riguarda particolarmente il carcere, chiediamo di trovare soluzioni, altrimenti non potremo garantire nessuno, tutto ciò diventa molto grave e quest'ordine del giorno, pur condiviso, perde sicuramente incisività.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/6 Furgiuele, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

L'ordine del giorno n. 9/1660-A/7 Ambrosi è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/8 Grimaldi, il parere è contrario. Prego, collega Grimaldi.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, crediamo che il proibizionismo abbia fallito. Vogliamo la cannabis legale e vogliamo l'Italia libera dalle mafie.

Lo diciamo da tempo: servirebbe la legalizzazione delle droghe leggere per togliere quel monopolio naturale che le organizzazioni criminali detengono. Ma in quest'ordine del giorno vi chiediamo una cosa più semplice. Nessuno, in quest'Aula, credo voglia reintrodurre le pene per il consumo personale o per la detenzione personale. Allora, dopo che avete buttato miliardi di investimenti, un mercato legale da 12.000 dipendenti di cannabis light, ve lo chiedo e ve lo chiediamo, dicendo di provare a iniziare dei processi di legalizzazione almeno dell'autoproduzione; altrimenti, lo chiedo a tutti i liberali presenti in quest'Aula, come potranno ricevere quell'uso personale, quella detenzione personale, se non attraverso le mafie e le organizzazioni criminali? Ve lo chiedo: se non siete disponibili nemmeno, come la Corte costituzionale, a rendere legale l'autoproduzione di 2, 3, 4 piantine, come pensate che si possa risolvere questo problema? Per questo vi chiediamo di aprire gli occhi e farlo alla luce del sole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/8 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Ricordo che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra aveva esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza.

Anche con riferimento all'esame degli ordini del giorno, la Presidenza consentirà a ciascun deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'ordine del giorno in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Resta fermo il limite regolamentare di massimo due interventi per ciascun deputato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/9 Soumahoro.

Ha chiesto di parlare il collega Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, questo parere contrario del Governo ha bisogno di essere condiviso non soltanto con l'intera Aula, ma con chi ci guarda da fuori, in particolar modo dalle zone rurali, dalle campagne, da quei luoghi dannati della filiera agricola.

L'ordine del giorno chiede, sostanzialmente, al Governo l'istituzione di un servizio di trasporto pubblico, al fine di tutelare e garantire la sicurezza dei braccianti lungo la filiera agricola e anche come strumento di lotta al caporalato. Qui stiamo parlando di lotta al caporalato, di tutela dei braccianti e il Governo esprime un parere contrario.

Allora, due sono le cose: o si è dalla parte della legalità, dei braccianti, dei diritti, della tutela del lavoro e della sicurezza o si è dalla parte dell'ipocrisia e della propaganda che trasformano il dramma, il disagio delle persone in un cavallo di battaglia politica.

Qui, finalmente, possiamo dire: giù la maschera dell'ipocrisia, noi siamo per la vita dei braccianti, dei contadini, di chi zappa la terra e non di chi fa la propaganda sulla pelle dei braccianti. Per questo chiedo di mettere al voto l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno, se il collega lo condividerà, e per chiedere al Governo, se fosse necessario, se ci fossero passaggi non condivisibili, di riformulare. Votare contro un tema così delicato, votare contro uno strumento di contrasto del caporalato, votare contro i diritti dei braccianti, votare contro il trasporto pubblico è, francamente, incomprensibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà. È il secondo intervento collega…

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere e per chiedere un accantonamento al Governo e un ripensamento su questo tema.

PRESIDENTE. Mi pare che il Governo non sia d'accordo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/9 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/10 Battilocchio.

Ha chiesto di parlare la collega Matone. Ne ha facoltà.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/11 Cappellacci.

Ha chiesto di parlare il collega Cappellacci. Ne ha facoltà. Vuole votarlo? Collega, deve premere il bottone. Forse abbiamo un problema, cambiamo microfono.

UGO CAPPELLACCI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Chiedo di votarlo e vorrei anche fare una breve dichiarazione di voto. Ringrazio il Governo per il parere favorevole, siamo sulla strada giusta. Purtroppo, il fenomeno delle aggressioni ai medici sta prendendo sempre più piede, sta dilagando: Foggia, Pescara, ieri Cagliari, la mia città, con un'aggressione che ha provocato ben 50 giorni di cure al medico, oggi Napoli; è un fenomeno veramente fuori controllo.

Bene sta facendo il Governo con riferimento alla revisione dell'ipotesi di reato, con l'ipotesi dell'arresto in flagranza, anche differita, bene con riferimento ai sistemi di videosorveglianza, bene però - ed è ciò che chiediamo - con l'aumento dei presidi sanitari.

Forza Italia, su impulso del segretario, il Ministro Tajani, ha avviato su tutto il territorio un processo di verifica, nei luoghi più critici, delle condizioni di lavoro dei medici e della sicurezza. Quello che stiamo rilevando, signora Presidente, è questo: una grande preoccupazione con riferimento, in particolare, all'aspetto culturale, perché queste aggressioni hanno alla base un problema culturale. È un problema di ignoranza, che parte dal complottismo, parte dai movimenti anti-medici, arriva sino ai movimenti anti-istituzioni ed è frutto anche di una certa politica che ha alimentato questa situazione.

Ricordiamoci che ci sono medici che hanno avviato dei centri vaccinali che sono ancora sotto scorta e, purtroppo, una certa politica ha alimentato questo clima nel Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rispetto al posizionamento che abbiamo assunto e assumeremo sugli ordini del giorno, correttamente evidenziato dal collega Mauri, di astenerci laddove ci siano interventi che la maggioranza avrebbe potuto fare, ma che ha rifiutato di fare nel corso del provvedimento con gli emendamenti, o che, magari, toccano aspetti specifici e settoriali, in questo caso, sul tema sollevato dal collega, cioè la tutela del personale sociosanitario, esprimiamo un voto a favore, ma raccogliamo anche l'intervento del collega.

Io segnalo che in quest'Aula, non più di 45 giorni fa, un atto del Partito Democratico che chiedeva di mettere in campo tutti gli strumenti di prevenzione rispetto alla violenza contro il personale sociosanitario, che abbiamo presentato a mia prima firma, è stato bocciato con il parere contrario del Governo e del Ministero della Salute. Solo a fronte dei fatti esplosi nelle scorse settimane, il Governo ora dice che vuole mettere mano e adottare ulteriori interventi. Attenzione a non circoscriverli, ancora una volta, alla materia solo penalistica o all'incremento delle pene, perché stiamo parlando, anche in quel caso, di un intervento successivo alla violenza che si è già verificata.

In questo caso, l'ordine del giorno ha il merito di svolgere un impegno preventivo, con la richiesta, per esempio, della presenza dei presidi di polizia nei pronto soccorso, ad esempio, in orario notturno, quando si verificano maggiormente questi fenomeni. Però, il tema è proprio questo: decidere se il Parlamento vuole, come non ha sempre fatto, e il Governo vuole, come non ha sempre fatto - anzi - tutelare il personale sociosanitario nell'esercizio della sua funzione, che, anche per motivi culturali, alimentati da alcune forze politiche, finisce per essere inviso rispetto a un pezzo dell'opinione pubblica, magari minoritario, e rispetto a situazioni estremamente difficili e problematiche.

Quindi, su questo punto, a fronte delle iniziative assunte dal Partito Democratico negli anni e nei mesi, anche su quest'ordine del giorno, esprimiamo un voto favorevole.

Tuttavia, incalzeremo e continueremo ad incalzare il Governo per l'assunzione di misure che vadano a tutelare la funzione culturale che svolge il personale socio-sanitario e anche la funzione lavorativa, oggi fortemente compromessa per l'assenza di investimenti e di azioni preventive e anche per la mancata attuazione degli strumenti che la normativa, negli ultimi anni, aveva messo a disposizione del Parlamento e del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Giaccone ha chiesto di sottoscrivere. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno Cappellacci e per esprimere, ovviamente, una ferma condanna sull'aggressione che il dottor Roberto Sollai ha subito ieri e, in generale, su tutte le aggressioni al personale medico e sanitario. Ringrazio, inoltre, il Governo, che proprio ieri, ha annunciato ulteriori provvedimenti per affrontare questa drammatica escalation contro il personale sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, naturalmente è un fatto naturale, da parte del nostro gruppo, sostenere tutte le iniziative a supporto del personale sanitario e anche veterinario, che subiscono questi episodi di violenza. Sosteniamo, pertanto, tutte le iniziative che vanno in questa direzione.

Ricordo, però, agli esponenti della maggioranza che, in ambito penale, voi siete già intervenuti nel 2023 con una modifica al codice penale, articolo 583-quater, con la quale sono stati previsti 16 anni di reclusione in caso di aggressioni al personale sanitario, pertanto se ad ogni aggressione si reagisce soltanto incrementando le pene, noi non ne verremo mai fuori.

Il problema, Presidente, è che nei pronto soccorso non funziona più nulla, tutto è andato in tilt, non c'è alcun investimento in ambito sanitario, non è avviato alcun percorso di sensibilizzazione, di costruzione di percorsi di sicurezza, perché negli ospedali c'è una condizione di garanzia di sicurezza da tutelare, legata anche al funzionamento del sistema sanitario. Se continuate ad aumentare le pene e non agite economicamente sulle ragioni che portano a quegli episodi, noi gireremo sempre a vuoto e aggiungeremo sempre un articolo al codice penale senza risolvere un tubo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, per sottoscrivere a titolo personale l'ordine del giorno e per aggiungere due cose. Poco fa ho letto quanto sostenuto da Bassetti, noto medico, che, rispetto alle aggressioni, ha detto: negli ultimi tre anni sono aumentate esponenzialmente per tanti motivi; uno di quelli è stata una certa politica che ha criminalizzato i medici, che ha raccontato che i medici potevano essere aggrediti, che dicevano sciocchezze, che vale più il detto di un santone che di una persona che ha preso laurea e specializzazioni. E, ancora di più, c'è chi immagina che ci siano medici di serie A, che lavorano all'estero e in alcune regioni del Nord, e medici di serie C2, che devono stare in frontiera nel nostro territorio, nel Sud e nelle isole, trattati anche pubblicamente in modo indecente.

L'ultimo episodio ieri sera: un medico della guardia medica è stato aggredito a sediate da cittadini che sono arrabbiati, anche perché c'è una certa politica che li ha fomentati con una sorta di disinformazione e criminalizzazione di coloro che, invece, sono la base. Non esiste una società senza una sanità pubblica e senza la difesa e il sostegno delle figure di tutti coloro che operano nella medicina (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Salandra. Ne ha facoltà.

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Grazie Presidente, per chiedere al collega di poter sottoscrivere quest'ordine del giorno, anche perché essenzialmente in linea con altro che ho presentato e che il Governo ha ritenuto di accogliere favorevolmente.

Una piccolissima dichiarazione, signor Presidente: non va sottaciuto come, sul tema della sicurezza all'interno delle strutture ospedaliere, ci siano anche gravi responsabilità in capo alle regioni. E lo dico come cittadino della provincia di Foggia, che è stata tristemente protagonista di uno degli episodi più gravi che si sono verificati negli ultimi anni.

Allo stesso tempo devo - e non è un atto dovuto, ma è un atto sentito - ringraziare il Ministro Schillaci e il Sottosegretario Gemmato per la prontezza e la presenza, e mi corre il dovere di ricordare a quest'Aula che, al netto degli interventi giuspenalistici di cui questa maggioranza si è resa protagonista - perché non dobbiamo dimenticare che il diritto penale ha anche una funzione deterrente e questo è il nostro dovere quando si parla di sicurezza -, nel dicembre del 2023 questo Governo, il Ministero della Salute, ha dato nuovo impulso all'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, anche per intervenire proprio su questo tema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie Presidente, per sottoscrivere a nome del gruppo quest'ordine del giorno e per ribadire che non è solo una questione di poca fiducia oramai nella classe medica, fomentata in effetti da no-vax e quant'altro, ma penso sia anche una questione del fatto che tutto si incanali negli ospedali.

Nel momento in cui la sanità territoriale è stata depotenziata e si sono fatte delle scelte di concentrare tutto quanto sugli ospedali, e a questo si aggiungono anche le grandissime liste d'attesa - che portano le persone a rivolgersi in extremis al Pronto soccorso proprio perché non riescono ad ottenere altri appuntamenti -, tutto questo crea un tappo, crea un sovraffollamento dei Pronto soccorso, crea situazioni di tensione che poi scaturiscono, molto spesso, in violenze intollerabili. Credo sia bene - e per questo sottoscriviamo quest'ordine del giorno - potenziare i presìdi di Polizia all'interno degli ospedali, in particolare nei Pronto soccorso. Pensiamo che se la situazione della sanità venisse messa in ordine, se ci fosse meno pressione sulle strutture ospedaliere, se si riducessero le liste di attesa e si smistassero bene i pazienti, forse queste tensioni diminuirebbero.

Chiediamo non solo in questa sede, ma lo chiederemo anche in sede di bilancio, di mettere davvero risorse e attenzione sul comparto della sanità, perché questa è solo la punta dell'iceberg, di un iceberg davvero molto grande, con problemi molto profondi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi associo a quanto ha detto poc'anzi la collega sulla pressione eccessiva che c'è sugli ospedali, però vorrei ricordare doverosamente a quest'Aula - anche rifacendomi a un intervento che ho sentito poco fa - che non si può pensare che sulla sanità la responsabilità delle regioni sia a targhe alterne o solo quando fa comodo: le regioni non sarebbero responsabili e quindi non ce ne occupiamo nella Commissione COVID, ma ce ne occupiamo per quanto riguarda la sicurezza negli ospedali, sapendo invece che la sicurezza negli ospedali è di competenza nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

E allora mi domando perché nel DDL Sicurezza - che stiamo proprio esaminando adesso - non è stato messo un euro su questo e mi domando perché non ci si è preoccupati della sicurezza degli ospedali e non ci si è preoccupati della sicurezza degli operatori sanitari, ma si è giunti ad un ordine del giorno e adesso si dice che la colpa e la responsabilità sarebbe delle regioni. Forse varrebbe la pena di ricordare che qui non abbiamo il Ministro per gli Affari regionali, ma chi ha presentato questo DDL Sicurezza si chiama Piantedosi, si chiama Nordio, e anche la Presidente del Consiglio ha fatto la sua parte. Forse, ricordare che non si può utilizzare la responsabilità regionale a proprio comodo, farebbe anche bene agli stessi operatori sanitari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/11 Cappellacci, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/12 Benzoni, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Presidente, quello che abbiamo vissuto in questo provvedimento rispetto alla fine della canapa, l'abbiamo spiegato in Aula, peraltro senza mai ricevere spiegazioni da parte del Governo e da parte della maggioranza in difesa di un provvedimento che addirittura Coldiretti contesta in maniera plateale. Sarà, dunque, la maggioranza a prendersi la responsabilità di questo provvedimento, che confonde la filiera della canapa con la cannabis light, che non c'entra nulla, e sarà la maggioranza a prendersi la responsabilità rispetto a eventuali ricorsi che eventualmente verranno presentati e che vinceranno rispetto alla normativa europea.

Detto ciò, ci sono persone che hanno investito i loro soldi seguendo la legge per fare investimenti. Allora, se la maggioranza vuole prendersi questa responsabilità, che almeno intervenga per risarcire chi ha fatto investimenti di lungo termine in un'impresa che produceva canapa secondo le normative vigenti e, soprattutto, per tutelare quegli 11.000 lavoratori che lavorano oggi nella filiera della canapa e che, grazie a questo provvedimento, perderanno il lavoro.

È una presa di responsabilità, per cui non comprendiamo il parere negativo. Avete fatto una scelta e l'avete difesa in quest'Aula, nonostante in tanti vi abbiamo spiegato le ragioni per le quali era una scelta miope. Pertanto, chiediamo solo che vi prendiate almeno la responsabilità di fronte agli imprenditori e ai lavoratori di questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo al collega se sia possibile sottoscrivere il suo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/12 Benzoni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/13 Richetti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Cambiamo argomento, ma il tema è uguale. I giornali di questa estate hanno parlato di un dibattito molto interessante sullo ius scholae, derivante anche dai grandi successi delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi. Un un dibattito politico molto interessante.

Abbiamo proposto un emendamento che seguiva esattamente quello che abbiamo letto sui giornali e, nonostante ciò, la maggioranza - o, comunque, parte di essa - l'ha bocciato con un escamotage, dicendo che l'emendamento non era uno strumento utile, ma era necessario un prossimo provvedimento da attuare per intervenire, finalmente, sul tema della cittadinanza e sul tema dello ius scholae. Adesso chiediamo semplicemente che si intervenga sullo ius scholae nel primo provvedimento utile o, comunque, con un prossimo provvedimento e, ciò nonostante, arriva il parere negativo e, forse, il voto negativo.

Allora, ai colleghi di Forza Italia, chiedo almeno un sussulto di orgoglio: ci avete spiegato che bisogna intervenire su questo tema in un prossimo provvedimento; pertanto, vi chiediamo semplicemente di intervenire nel prossimo provvedimento. Sarebbe davvero assurdo vedere il vostro voto contrario.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/13 Richetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'ordine del giorno n. n. 9/1660-A/14 Francesco Silvestri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Effettivamente, fate bene a dare parere contrario: non vedo perché cambiare linea, con tutti questi successi che state avendo sulla sicurezza nelle città. Perché accettare i consigli del Parlamento? Riporto alcuni dati: 9,5 per cento in più di rapine; 3,1 per cento in più di percosse e omicidi; 10 per cento in più di truffe online, e tanti altri.

Per la prima volta dal 2013, i dati sulla criminalità sono aumentati anche nelle città: a Roma, più 11 per cento; a Milano, più 9,8 per cento; a Firenze, più 2 per cento. Con questo grande successo, perché effettivamente accettare dei consigli da chi vi dice: aumentiamo la videosorveglianza nelle città; cerchiamo di aumentare i presìdi sul territorio, visto che le uniche assunzioni risalgono ai fondi di quello che fu il Governo Conte? Ancora, perché accettare suggerimenti da chi vi consiglia: cerchiamo di agevolare quelle imprese che cercano di aprire in zone degradate e che, quindi, partecipano a quei processi di riqualificazione urbana?

Ovviamente, se non volete accettare il consiglio del MoVimento 5 Stelle, brevemente, vi dico che c'è chi vi sta scrivendo e voi nemmeno gli rispondete, ovvero, i comitati del rione Esquilino: vi ricordate quella parte di Roma dove la Meloni andava a farsi i video, chiedendo le dimissioni della Lamorgese perché non andava bene? Ecco, è quella stessa zona, a cui prima chiedevate voti, che vi scrive se volete fare qualcosa per la stazione Termini che a, brevissimo, sarà la stazione che ospiterà il Giubileo.

Gli abitanti la descrivono così: “Al momento, uscendo dalla stazione, ci si trova immersi in una delle maggiori piazze di spaccio della città, dove borseggi, scippi, aggressioni fisiche e verbali e prostituzione, sono presenti 24 ore su 24; dove i residenti e i commercianti hanno ormai il coprifuoco nelle ore notturne.”. E c'è tanto altro. Io vi consegnerò questa lettera, perché ve l'hanno spedita e non gli avete risposto; vi hanno mandato un sollecito e nemmeno gli avete risposto. Non è carino andare a fare i video e chiedere i voti e, poi, quando hanno difficoltà, non rispondergli semplicemente perché non ci sono elezioni. Oppure, farete spot quando ci saranno le elezioni romane e tornerete in pompa magna a dire che il problema di Roma è la sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, vi consegno questa lettera. Fate qualcosa per la sicurezza in questo Paese. Non ve la prendete solo con le solite persone e cercate di dimostrare coraggio: almeno, siate all'altezza della propaganda che fate da anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/14 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/15 Appendino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Intanto, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno e, poi, di fare una breve dichiarazione. Io ricordo ai colleghi che, attualmente, circa un milione di famiglie e imprese, in Italia, hanno la casa o i fabbricati e beni aziendali all'asta. In quasi tutti i casi, la vendita è richiesta dai fondi o dalle società veicolo che hanno acquistato i crediti dalla banca che ha erogato il credito oppure da altre società veicolo.

Ormai, anche questi fondi riescono, nella migliore delle ipotesi, a recuperare non più del 35 per cento di quello che era il valore del credito iniziale. E in mezzo a tutto questo, ormai, si è anche sviluppato un mercato secondario dei crediti: non ci sono più soltanto le banche che cedono questi crediti alle società veicolo, ma, ormai, i crediti vengono ceduti tra di loro. Quindi, c'è una compravendita di crediti tra le stesse società. In mezzo a tutto questo, ci sono i debitori esecutati e ci sono le aziende che hanno perso i propri beni. Per provare a risolvere tutti questi problemi - perché ormai il problema riguarda non solo i debitori esecutati, ma riguarda anche le stesse società veicolo, che non riescono più a rientrare nei costi di acquisto, a prezzo vile, di questi crediti - con emendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle e, analogamente, anche dal Partito Democratico - ma anche da Fratelli d'Italia, quindi, a me stupisce il parere contrario su quest'ordine del giorno - si è cercato di potenziare lo strumento della cartolarizzazione sociale. Esistono delle società che si chiamano Reoco che, al fine di non far perdere il valore di questi beni, cercano di gestirli e di farli fruttare, svolgendo anche una funzione sociale: ad esempio, concedendo in affitto, ai debitori esecutati, le case dove questi già abitano con le loro famiglie. Nell'attuale ordinamento già esiste questa possibilità, però non funziona più di tanto perché, come ho detto prima, la norma attuale consente questo soltanto nel mercato primario, cioè, per quei crediti che sono stati ceduti dalle banche alle società veicolo; viceversa, non lo consente nel mercato secondario, cioè, per quei crediti che le società veicolo si cedono tra di loro.

Quindi, con gli emendamenti presentati, ma anche con quest'ordine del giorno, noi chiediamo al Governo di estendere questa possibilità a tutti i crediti in sofferenza, in modo da evitare che famiglie e imprenditori finiscano nelle mani degli usurai: d'altronde, anche questo è oggetto di questo provvedimento. Quindi, io mi stupisco del parere contrario da parte del Governo.

A questo punto, visto che questi ordini del giorno hanno la finalità di venire incontro a esigenze sentite dai debitori esecutati e adesso anche dalle società veicolo e dalle banche, che non riescono a recuperare i loro crediti, mi chiedo a chi convenga questa situazione.

Conviene, credo, secondo me, a chi ha interesse a ricavare da questo sistema la possibilità di ripulire i proventi illeciti, perché questo, purtroppo, è quello che succede, e gran parte delle società che acquistano questi beni all'asta - purtroppo, questo si sta realizzando - hanno casualmente sede in Lussemburgo.

Quindi, chiedo al Governo come mai, pur essendoci la condivisione di tutti i partiti e di tutti i soggetti coinvolti su questo tema, ancora si rifiuti di estendere questa possibilità della cartolarizzazione sociale a tutti i crediti in sofferenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Del Barba, L'Abbate, Dell'Olio, Pellegrini e Carotenuto intendono sottoscrivere l'ordine del giorno in questione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Sì, grazie, Presidente. Intervengo, innanzitutto, per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno. Poi, se posso, vorrei aggiungere una dichiarazione di voto. Anch'io mi unisco a quanto detto dal collega Fenu, perché il fenomeno, in questo momento, è abbastanza pervasivo, e non è semplicemente una questione finanziaria; anzi, se viene visto solo da questa angolazione, ha i tratti, oramai non più convenienti, che venivano ricordati; è soprattutto una questione sociale ed economica, perché riguarda le case di molte famiglie e alcune imprese e, in tutte e due queste situazioni, si può operare affinché le famiglie possano rimanere nelle proprie abitazioni e le imprese possano essere mantenute in essere.

Questo è un vantaggio sociale per tutti, quindi, davvero, l'invito al Governo è quello di un surplus di riflessione, perché già gli operatori di mercato stanno andando in questa direzione e stanno nascendo soggetti che vanno in maniera mirata sugli NPL senza fare più carne da macello. È un'opportunità per il Paese, anche per la maggioranza, e, quindi, forse, vale la pena di essere vista con grande attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Prendo atto che anche gli onorevoli Carotenuto, Morfino e Vaccari hanno richiesto di sottoscrivere l'ordine del giorno in questione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/15 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/16 Gianassi, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Sì, grazie, Presidente. Nei giorni scorsi, i direttori dell'area III della Giustizia hanno manifestato, dinanzi al Ministero della Giustizia, perché sono molto preoccupati sulle ipotesi di dequalificazione della loro categoria, con grave incidenza sulle competenze e sulle professionalità acquisite negli anni, e hanno avanzato la richiesta di inserire e inquadrare l'area nelle elevate professionalità, proprio al fine di garantire la tutela e la salvaguardia delle competenze e delle professionalità acquisite. A noi risultava che il Governo si fosse reso disponibile il 10 settembre, pochi giorni fa, a intavolare una discussione, una riflessione per giungere a quel risultato. Però oggi, a fronte di questo atto che noi presentiamo, con il quale chiediamo al Governo di impegnarsi per tutelare la categoria e inquadrarla nell'area delle elevate professionalità, il Governo esprime parere contrario. Immaginiamo, quindi, che, di conseguenza, la maggioranza voterà contro.

Se così è, oggi riteniamo grave la scelta del Governo, ed eventualmente della maggioranza, di respingere questa nostra richiesta. Noi continueremo, comunque, a sostenere le richieste della categoria, che sono finalizzate - ripeto - a tutelare le professionalità acquisite presso il Ministero della Giustizia, che di tutto ha bisogno tranne che di demansionare o dequalificare il proprio personale, soprattutto in una fase così delicata e così difficile nella quale c'è bisogno del massimo impegno, della massima eccellenza, che il Ministero può sprigionare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/16 Gianassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/17 Sportiello, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno e fare una dichiarazione di voto.

Questo sciagurato provvedimento, che, davvero, ricorda la Santa Inquisizione, tra le tante malefatte, all'articolo 18, sostanzialmente, mette fuorilegge la cannabis, anche la cannabis terapeutica e, in particolare, fa divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, della cannabis e, quindi, sostanzialmente, la rende difficilmente utilizzabile.

Io voglio ricordare che ci sono settori in cui la cannabis è utilizzata per un trattamento sintomatico, per esempio, del dolore cronico che è associato, spesso, a patologie gravissime. Ne voglio citare alcune: per esempio, la sclerosi multipla e le lesioni del midollo spinale; oppure viene utilizzata dopo i trattamenti di chemioterapia o di radioterapia o per curare, appunto, il dolore che proviene da malattie reumatologiche. Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano che la cannabis possa funzionare meglio dei farmaci tradizionali, quelli industriali di sintesi e, anzi, evidenze scientifiche sia nazionali, sia internazionali dimostrano che, nei casi in cui i farmaci di sintesi non funzionano, invece, la cannabis porta benefici.

Allora, davvero, non si capisce perché il vostro furore ideologico, il furore ideologico di questa maggioranza, che non ha alcuna base scientifica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti) - voglio rimarcarlo - abbia come conseguenza…

PRESIDENTE. Colleghi…

MARCO PELLEGRINI (M5S). …che alcune decine di migliaia di cittadini italiani debbano soffrire inutilmente, cioè oltre ad essere affetti da malattie gravissime, come quelle che ho appena elencato, devono anche sorbirsi un dolore che, a tratti, davvero toglie il fiato! Questo tutto per un furore ideologico, per poter dimostrare, non si sa a chi, che si è contro la droga da sballo. Ma cosa c'entra la droga da sballo con questo? Non c'entra niente! E voi porterete sulle vostre spalle il dolore di tanti pazienti che lo proveranno, e io spero che, davvero, rifletterete in futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/17 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/18 Carmina, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, voglio partire, ricordando la figura di Totò Schillaci (Applausi), grande campione siciliano che, con le sue notti magiche, ci ha appena lasciati. Parto da lui e dalla sua storia, che è una riprova che l'atteggiamento securitario non basta a garantire la sicurezza nelle città e nei comuni.

Questo provvedimento pare tutto teso e volto a portare le persone in carcere o in una detenzione amministrativa, eliminando così il problema; ma questo Governo sa bene che il modello è un altro, è il modello Caivano è il modello del CEP, da cui veniva Totò Schillaci, il quale mi confidava come anche lui era stato sul crinale di scegliere cattive strade e l'aveva salvato lo sport, le società di calcio che si occupano dei bambini, un atteggiamento educativo nelle scuole.

Questo è ciò che serve veramente. Nel mio ordine del giorno chiedo di riparare a una trascuratezza di questo Governo che, in questa visione, trascura quella che è la vera esigenza di sicurezza, lasciando soli i sindaci e le cittadinanze che subiscono l'impatto maggiore della gestione del fenomeno migratorio. Questo chiedendo che cosa? Quanto meno che si faccia in modo che per queste popolazioni sia garantita la piena pianta organica delle assunzioni della Polizia locale, perché spesso questi comuni sono in dissesto e sono prevalentemente nel Meridione d'Italia, in Sicilia.

Badate bene, pochi giorni fa il presidente dell'ANCI Sicilia ha sottoposto all'attenzione del Governo il fatto che in Sicilia, con l'aumento dei costi dell'energia, non riusciranno più neanche a garantire l'illuminazione pubblica e andranno in dissesto. Non si possono lasciare soli i comuni.

Guardate che, in questo provvedimento, l'articolo 27, secondo comma, introdotto in sede referente, consente la realizzazione di CPR e anche la localizzazione, l'ampliamento e il ripristino, in deroga a ogni disposizione di legge; significa senza valutare alcunché che la corrispondenza alle leggi penali e alle leggi antimafia. Non basta certamente questo, soprattutto se si lasciano soli i comuni e i sindaci con i quali non viene concordato niente, perché il Ministero dell'Interno si occupa della propria competenza, cioè assicurare il sistema migratorio, ma poi la realtà della sicurezza nelle città è a carico dei sindaci, che sono anche Protezione civile.

Quindi, vi chiedo: accantonate quest'ordine del giorno, eventualmente riconsideratelo e riformulatelo, ma non lasciate soli i sindaci a dover garantire, senza mezzi e a mani nude, la vera sicurezza dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non mi pare che il Governo sia d'accordo sull'accantonamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/18 Carmina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/19 Baldino.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signora Presidente. Mi bastano e sono sufficienti davvero pochi secondi per rivelare tutta l'ipocrisia di una parte di questo Governo e, in particolare, di Forza Italia. Devo dire anche un'altra cosa, Presidente, che mi dispiace: tutta la parabola che abbiamo visto, la parabola del dibattito agostano sullo ius scholae e sul dare la cittadinanza ai bambini stranieri, la parabola da agosto ai voti di oggi in Parlamento dimostra solo la manifestazione e la rappresentazione del perché gli italiani non credono più alla politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché percepiscono la politica come l'arte del chiacchierare fine a se stesso, per riempire un giornale e dissimulare le reali intenzioni di Forza Italia, che non sono quelle di aprire un dibattito per dare la cittadinanza ai bambini e alle bambine, ma quelle di posizionarsi all'interno del Governo, strumentalizzando ancora una volta le vite di queste persone che, invece, ci avevano creduto, ancora una volta, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, mi sono bastati pochi secondi e basterà la foto del cartellone col voto contrario di Forza Italia, non a un emendamento, non ad aprire un dibattito oggi, ma ad assumersi un impegno serio in Parlamento, qui dove dovreste prenderlo e non sui giornali. Voterete contro e ve ne assumerete le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/19 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/20 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/21 Alifano, parere favorevole con riformulazione. Accoglie, collega Alifano?

ENRICA ALIFANO (M5S). Chiedo al rappresentante del Governo la cortesia di rileggere la riformulazione, se è possibile.

PRESIDENTE. Adesso la rileggiamo, però credo che il fascicolo con le riformulazioni sia stato consegnato uno per gruppo. Questa ormai la rileggiamo, per i prossimi, lo dico ai colleghi: il vostro gruppo ha le riformulazioni. La riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/21 Alifano, Sottosegretario?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a continuare nelle iniziative volte ad assicurare l'incremento di personale della Polizia penitenziaria, dei servizi e degli strumenti necessari per migliorare la situazione degli istituti penali per minori, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Collega Alifano, accoglie?

ENRICA ALIFANO (M5S). Signor Presidente, accolgo, però vorrei fare una brevissima dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Quindi, lo votiamo.

ENRICA ALIFANO (M5S). Sì, se è possibile, vorrei fare questa dichiarazione di voto. Penso che sia chiaro a tutti che senza soldi non si può fare sicurezza e, anche in questo campo, è necessario investire delle risorse. L'idea del carcere punitivo nei confronti del minore penso che alla fine sia un'idea assolutamente superata. Quello che, però, bisogna notare è che le politiche fatte da questa maggioranza vanno proprio in controtendenza. Ci sono dei dati: da quando è stato approvato il decreto Caivano, la media degli ingressi negli Istituti di pena minorili è balzata da 4,8 ingressi al giorno a 5,25. Ora, noi non possiamo che essere contenti del fatto che questa maggioranza voglia assumere una battuta di arresto nell'ottica della rieducazione e della devianza minorile. Sicuramente, è necessario per abbattere i tassi di recidiva.

Bisogna ampliare la dimensione riabilitativa del carcere, perché punire per educare oramai credo che sia assolutamente superato. Come è stato scritto dal referente di Antigone, il carcere punitivo aggrava i percorsi di devianza e incattivisce i ragazzi.

Però, signora Presidente, senza soldi e senza risorse non si va da nessuna parte. Quindi, speriamo che il Governo, poi, tenga fede a quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/21 Alifano, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/22 Auriemma, parere favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione e preciso che anche io confido che il Governo possa portare avanti questo impegno, perché i comuni hanno bisogno di assumere personale e il Corpo di Polizia è un presidio di legalità e di controllo dei territori, quindi è fondamentale.

PRESIDENTE. Chiede di votarlo?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Sì, grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Possiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/22 Auriemma, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/23 Penza, parere favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega? Accoglie e chiede che sia votato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/23 Penza, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/24 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/25 Lacarra, parere favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega Lacarra? Accoglie e chiede che sia votato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/25 Lacarra, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/26 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/27 Cherchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/28 Marianna Ricciardi, parere favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega?

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, però vorrei fare una breve dichiarazione di voto e chiedere, poi, di mettere ai voti. Vedete, colleghi, io non condivido la scelta di aver tolto le premesse, per quanto decida di accettare l'ordine del giorno, perché comunque le premesse ci consentivano di contestualizzare il problema. Tutti noi abbiamo visto le immagini agghiaccianti dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari, barricati dietro la porta per sfuggire a quella che è stata una vera e propria spedizione punitiva e sono convinta però che nel caso di Foggia si tratti di veri e propri delinquenti. Dobbiamo tenere in conto, però, che da inizio anno ci sono state circa 11.000 aggressioni nei nostri ospedali e, certamente, questo è legato anche a un clima teso che si respira, purtroppo.

Sono convinta che siano necessarie le Forze dell'ordine nei nostri ospedali, ma non illudiamoci che con questo si possa risolvere il problema perché la radice del problema è a monte. In particolare, noi ci troviamo di fronte a un contesto in cui, da un lato, abbiamo i nostri medici, infermieri e operatori sanitari che fanno turni lunghissimi, di oltre 12 ore - pensate a cosa significhi lavorare per oltre 12 ore di fila, spesso senza avere il tempo di andare in bagno - e, dall'altro lato, abbiamo pazienti che aspettano anche 8 o10 mesi per poter fare una colonscopia, una visita cardiologica e, quindi, anche dall'altra parte c'è un forte disagio. Pensate a quante volte si aspetta di avere un'informazione in attesa nei pronto soccorso, perché i medici e gli infermieri non hanno il tempo per poter dare adeguate informazioni: ci troviamo di fronte a 2 fronti contrapposti, 2 vittime del sistema e basta una scintilla per far scattare la tragedia.

Per questo motivo noi abbiamo inserito, tra gli impegni, la previsione della presenza di una figura esperta nella gestione dei conflitti e delle tensioni, una figura che sappia disinnescare il conflitto e intervenga prima che sia troppo tardi; e ancora, abbiamo chiesto di poter implementare gli organici, proprio perché soltanto aumentando il personale si possono ridurre le liste d'attesa; ancora, abbiamo chiesto, nel nostro impegno, di prevedere la formazione per far sì che i nostri operatori siano capaci di poter fornire le adeguate informazioni e sappiano comunicare e intervenire per la de-escalation dei conflitti.

Sarebbero ancora tanti altri gli interventi necessari che andrebbero fatti: innanzitutto, occorre finanziare adeguatamente il nostro Servizio sanitario nazionale e avere la sanità pubblica come una priorità, deve essere una priorità di ogni Governo; ancora, favorire l'assunzione di neo-specialisti; rivedere la responsabilità professionale degli operatori sanitari, perché com'è possibile che oltre al danno ci sia anche la beffa? Venti tra medici e infermieri, nel caso di Foggia, sono stati anche inseriti nel registro degli indagati, come atto dovuto. È normale, a un certo punto; noi chiediamoci perché nessuno più vuole lavorare in pronto soccorso e perché il 75 per cento delle borse di specializzazione in medicina d'emergenza-urgenza resta deserto, tra aggressioni e denunce. Ma chi ci vuole più lavorare in questi contesti qui?

Oltre a questo abbiamo, però, un problema culturale: occorre anche ristabilire quel patto di alleanza tra medici, infermieri e pazienti. Dobbiamo dircelo chiaramente, è sotto gli occhi di tutti, come dopo la pandemia il fenomeno delle aggressioni si sia esacerbato e sono convinta che l'escalation di aggressività sia anche da ricondurre a una cosa che mi dispiace davvero tanto: è stata alimentata e fomentata dal cosiddetto pensiero no-vax (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che certa parte politica ha cavalcato per il solo tornaconto elettorale. Quindi io dico a chi ha pensato bene di cavalcare questo pensiero di non sentirsi esente da responsabilità, se c'è questo clima di tensione molto, molto teso, che favorisce e innesca le aggressioni.

Pertanto concludo, Presidente, chiedendo un invito a meditare: meditate, gente, e intervenite di conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/28 Marianna Ricciardi, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/29 Cafiero De Raho, parere favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Se possibile vorrei riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Si, collega. Poi, ripeto, magari per le prossime volte, che c'è una copia che è stata distribuita ai gruppi, se è possibile. Prego, Sottosegretario, l'ordine del giorno è il n. 9/1660-A/29 Cafiero De Raho, se può rileggere la riformulazione.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Impegna il Governo: “a monitorare gli effetti applicativi derivanti dalle modifiche introdotte dal provvedimento in esame al codice antimafia.” È espunto tutto il resto e sono espunte le premesse.

PRESIDENTE. Prego, collega Cafiero De Raho, mi dice se accoglie?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Desidererei intervenire sul punto, perché escludendo le finalità, mi sembra che limitare, in questo modo, l'impegno non riesca effettivamente a indirizzare nella giusta destinazione, quindi non accolgo la riformulazione.

I temi erano due, in realtà: da un lato, le conseguenze che derivavano agli uffici di prefettura; dall'altro, l'utilizzo di questo meccanismo per aggirare una norma ed evitare di essere dichiarati decaduti dagli appalti. Ecco, qual è la premessa? È la norma di cui all'articolo 94.1, che viene introdotta nel codice antimafia. Qui si afferma che, laddove il potenziale destinatario dell'interdittiva antimafia chieda che venga esclusa una decadenza o un divieto, per le sue condizioni economiche, che non consentirebbero di sostenere sé e la famiglia, il prefetto, valutata questa istanza ed effettuati gli approfondimenti, consentirebbe l'esclusione del divieto o della decadenza. In questo modo non ci sarebbe più, sostanzialmente, un'interdittiva, perché il soggetto continuerebbe ad operare.

Cosa si evidenziava e questo lo si è fatto già in Commissione? Che ogni qualvolta le mafie conoscono la norma, fanno di tutto per aggirarla. E allora imprenditori che, potenzialmente, sono esponenti delle mafie finirebbero per liberarsi, anticipatamente, di quel patrimonio, il che consentirebbe loro, in qualunque momento, di aggirare la norma e chiedere, quindi, l'esclusione dal divieto dalla decadenza, da un lato. Dall'altro, quale lavoro cadrà sulle prefetture, nel momento in cui dovranno verificare effettivamente quali sono le condizioni economiche del soggetto e se effettivamente potrà essere applicata quella esclusione del divieto o della decadenza? Un aggravio enorme, in un momento in cui le prefetture già non riescono ad affrontare i temi riguardanti le interdittive. Una parte dell'ufficio si dedica a questo e già la procedura collaborativa, che è stata adottata nel 2021, impegna la prefettura su diversi fronti; ora aggiungiamo un ulteriore onere, quello degli accertamenti e, quindi, di ulteriori valutazioni.

Ecco, occorre prevedere un monitoraggio che sia, da un lato, finalizzato a verificare quante istanze intervengono dopo una norma di questo tipo. Effettivamente le mafie si sono precostituite una condizione tale da poter godere dell'esclusione del divieto della decadenza? Questo è già molto importante perché, se così fosse, bisognerebbe correre ai ripari, perché l'interdittiva, altrimenti, non avrebbe alcun senso e qui non ha alcun senso. Ma, dall'altro lato, le prefetture sarebbero in condizione effettivamente di svolgere questo lavoro? Certamente, diventa un lavoro massacrante dover considerare e approfondire le condizioni economiche. Ecco, già era stata criticata in Commissione quella norma, perché non appariva una norma da collocare nell'ambito del disegno di legge Sicurezza, perché qui non c'è nessuna sicurezza, anzi, il contrario: c'è l'indebolimento dell'interdittiva antimafia. In questo modo, più vulnus si aprono, più presupposti per escludere i divieti e le decadenze, tanto più diventa inefficace l'interdittiva antimafia. Questo non lo si è valutato. Si era chiesto, addirittura, di accantonare la norma, di affrontarla nel momento in cui il quadro fosse tutto rivalutato e approfondito. Non lo si è fatto. Si è chiesto un monitoraggio finalizzato e, invece, il monitoraggio non sarebbe tale. Ma, allora, perché si fa il monitoraggio? Se non si stabiliscono le finalità è inutile stabilire il monitoraggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/29 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/30 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/31 Scutella', il parere è favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie, collega? Accoglie e chiede che sia votato. Dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/31 Scutella', nel testo riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/32 Bruno, il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie e chiede che sia votato, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/32 Bruno, nel testo riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/33 Barzotti, il parere è favorevole con riformulazione. Mi dice se accoglie? Accoglie e chiede di votare, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/33 Barzotti, nel testo riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/34 Giuliano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/35 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/36 Pavanelli, il parere è favorevole con riformulazione. Collega Pavanelli, mi dice se accoglie?

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. No, non accolgo la riformulazione e vorrei fare una dichiarazione di voto, se è possibile.

PRESIDENTE. Prego.

EMMA PAVANELLI (M5S). Il 20 agosto scorso il collega corregionale Nevi, di Forza Italia, in tour per le carceri in Umbria dichiarava che il personale è affaticato ed è necessario, quindi, fare uno sforzo in più per venire incontro a situazioni particolari. Io concordo con il collega Nevi. Il problema, però, quando si portano in quest'Aula e in Commissione emendamenti o, in questo caso, un ordine del giorno che va proprio in quella direzione, ossia aiutare a rinforzare tutto il personale penitenziario, non solo la Polizia, ma anche i funzionari amministrativi, piuttosto che il personale sanitario, è che mancano sempre i soldi. Eppure, proprio un paio di giorni fa apprendiamo dalla stampa nazionale che il nostro Governo ha speso altri 7 miliardi in armamenti. Allora, quando volete, trovate i fondi, soprattutto se si parla di economia di guerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma, quando si tratta di pensare al bene dei cittadini piuttosto che a rinforzare le necessità, in questo caso delle carceri, aumentando la Polizia penitenziaria e tutta la forza lavoro delle carceri, ovviamente mancano i fondi. Eppure, questo disegno di legge che ci apprestiamo a votare, anzi, che vi apprestate a votare, con tutti quelli che riguardano la giustizia dall'inizio di questa legislatura, ha fatto un'unica cosa: mandare più cittadini nelle carceri, però si tengono le carceri in condizioni disumane sia dal punto di vista delle infrastrutture, tanto più per quanto riguarda il personale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/36 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Scusi, signora Presidente. Ovviamente, è evidente che non chiuderemo questa fase questa mattina. Ci segnalano - ma parlo anche agli altri colleghi delegati d'Aula - che ci sono alcune bicamerali convocate alle 13,30. Visto che siamo arrivati alle 13,20 chiedo se possiamo concludere qui questa fase, per riprendere dopo, alle 15,00, no alle 17,00, chiedo scusa (Applausi).

PRESIDENTE. Sì, dopo il question time. Interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, dopo la commemorazione di Ottaviano Del Turco, prevista a partire dalle ore 16,15.

In ricordo di Salvatore Schillaci.

PRESIDENTE. Prima di sospendere la seduta e, accogliendo l'invito di alcuni colleghi, desidero brevemente ricordare Salvatore Schillaci, detto Totò, deceduto questa mattina dopo una lunga malattia (Prolungati applausi - L'intera Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). Nato a Palermo, aveva 59 anni ed era entrato nel cuore di tutti gli italiani e le italiane quando, nelle notti magiche di Italia ‘90, le sue prestazioni avevano condotto la nostra Nazionale a conquistare il terzo posto nella competizione mondiale. I suoi occhi spalancati nei momenti di gioia dopo i goal realizzati fecero il giro del mondo e rimarranno per sempre nella nostra memoria. A nome di tutta l'Assemblea, rivolgo, dunque, ai familiari, agli amici di Totò le nostre più sentite condoglianze (Prolungati applausi).

Sospendiamo, a questo punto, la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Università e della ricerca, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'Istruzione e del merito e il Ministro della Salute.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative in relazione al sistema di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, al fine di garantire una selezione basata sulla valorizzazione del merito - n. 3-01417)

PRESIDENTE. La deputata Patriarca ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01417 (Vedi l'allegato A).

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, l'interrogazione di oggi è per sapere, premesso che l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia è stato basato sul sistema dei cosiddetti test TOLC-Med, incentrati sul superamento di un test d'ingresso; tale modalità si è rivelata, alla prova dei fatti, inadatta a consentire di selezionare gli studenti più capaci, meritevoli e motivati sulle materie oggetto dei corsi di laurea in medicina e chirurgia; quest'anno, la scelta di strutturare i test d'ingresso sulla base di quesiti inseriti in una banca dati liberamente accessibile a tutti, fortemente voluta dal Ministero per risolvere i seri problemi riscontrati in sede di prima applicazione, ha prodotto risultati più equi. Tuttavia, anche questo meccanismo di accesso non risulta in grado di permettere l'ingresso nel sistema di soggetti in possesso di una più spiccata attitudine a tale percorso di studi.

Pertanto, chiediamo se il Governo intenda confermare, per i prossimi anni accademici, questo sistema di selezione per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia o se intenda, invece, introdurre correttivi, per permettere di effettuare, sin dall'inizio, una selezione basata su una preparazione scientifica più specifica e sulla valorizzazione del merito, per promuovere un sistema sanitario all'avanguardia, di qualità e altamente competitivo.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Grazie all'onorevole Patriarca. Mi rifaccio a quello che lei ha appena detto, passaggio dai TOLC ai nuovi test. Consentitemi un rapidissimo aggiornamento su questo. A fine luglio si è tenuta la seconda prova, dopo maggio, e da circa una settimana sono partite le assegnazioni e lo scorrimento delle graduatorie per le studentesse e gli studenti. Non era scontato che in pochissimo tempo riuscissimo a trovare una soluzione valida in sostituzione dei TOLC. Ce l'abbiamo fatta, lo abbiamo fatto anche - e soprattutto - grazie al sistema universitario, che ha risposto molto bene, lo abbiamo fatto - come lei giustamente ricordava - creando una banca dati aperta e pubblica, proprio per evitare e annullare per sempre quel mercato parallelo, della formazione opaca e nascosta, che invece la banca dati chiusa aveva generato. Non è più così: fin dall'inizio del mio mandato, ho avviato, il Ministero ha avviato, il Governo ha avviato, un lavoro di riforma dell'accesso programmato a medicina. Infatti, la sua domanda, onorevole Patriarca, va oltre. Anche su questo non abbiamo dato nulla per scontato e abbiamo individuato il fabbisogno reale delle strutture e delle realtà sanitarie, che non sono solo ospedali, e, al tempo stesso, abbiamo tenuto conto della capacità del sistema universitario di formare bravi professionisti, dando loro fondi per aumentare la disponibilità ai luoghi della formazione.

Non ci siamo fermati qui, come sapete. Il nostro traguardo è quello di assicurare che gli studenti siano valorizzati, non sulla base di test diciamo da lancio della monetina, ma sulla base di materie caratterizzanti, attraverso un periodo di studi comune ai corsi di laurea di medicina e chirurgia, odontoiatria e medicina veterinaria, nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti. Ciò consentirà loro di poter comunque reinvestire le conoscenze che avranno acquisito - e le competenze che avranno acquisito - in un altro percorso formativo contiguo, ove non fosse stato possibile superare l'esame e senza così sprecare tempo e risorse.

Una selezione predittiva, in grado di verificare oggi il possesso delle abilità che serviranno domani. Viene in gioco il diritto allo studio di quanti intendano investire le proprie energie, i propri talenti e i propri sogni, anche grazie al sostegno delle famiglie, in un progetto di vita così formativo e prospettico.

Non è possibile - concludo, Presidente - garantire a tutti un posto di lavoro, ma è nostro dovere assicurare a tutti coloro che ne siano capaci la possibilità di ottenerlo. Nel caso dei futuri medici, abbiamo il dovere di formali al massimo delle nostre possibilità.

PRESIDENTE. La deputata Patriarca ha facoltà di replicare.

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare il Ministro, per la risposta esaustiva e precisa, ma, soprattutto, per avere indicato ai nostri futuri studenti di medicina un percorso chiaro, che rispetti la formazione, la competenza acquisita negli anni precedenti.

Ci sono ragazzi che si impegnano tanto e che hanno la vocazione per questa professione, che, oltre a essere una professione, è anche una missione. Sappiamo bene quanto l'Italia abbia bisogno di medici capaci. Abbiamo un'emergenza e un'esigenza di avere presto tanti nuovi medici, ma, soprattutto, di avere medici formati a far fronte alla richiesta di salute, che il nostro Paese ha (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Chiarimenti in ordine all'avvio dei controlli sulle università telematiche previsti dal decreto ministeriale n. 1154 del 2021 e intendimenti in merito alla modifica dei criteri di accreditamento di tali università - n. 3-01418)

PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01418 (Vedi l'allegato A).

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Signora Ministra, parliamo oggi del mondo delle università telematiche. Come lei sa, negli ultimi vent'anni, in Italia sono nati ben 11 atenei, che oggi vedono iscritti - questi sono i dati più recenti - circa 250.000 studenti, cioè il 13,15 per cento degli studenti complessivi. Stiamo parlando di una realtà enorme, che, essendo di fatto una realtà di mercato, ha attirato anche gli investimenti di fondi stranieri. Infatti, si è creato un gruppo, Multiversity, che è una multinazionale, che gestisce di fatto la prima e più grande realtà universitaria europea.

Quindi, vogliamo sapere per quale motivo i criteri di accreditamento contenuti nel decreto del 2021 verranno rivisti - come da lei annunciato - e in quale direzione.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Grazie alla collega, onorevole Piccolotti, e al suo gruppo parlamentare. Il tema è enorme e cercherò di essere sintetica, ma, essendo due interrogazioni, consentitemi di fare una sorta di sequel, se non riuscirò a dire tutto, perché anche il gruppo interrogante successivo mi ha posto il medesimo quesito.

Mi permetto di precisare, prima di tutto, il perimetro dentro il quale ci stiamo muovendo. È vero, ha ragione l'onorevole Piccolotti: le università telematiche, da vent'anni, sono una realtà. Se sono una realtà, è perché, evidentemente, rispondono anche a un bisogno di formazione a distanza di studenti, che non sono solo studenti che potrebbero accedere alle università tradizionali, ma anche studenti lavoratori, studenti non più in età universitaria, studenti che hanno qualche disagio logistico o personale, che scelgono di fare didattica a distanza.

Per quanto ci riguarda, questa non deve essere una forbice aperta. La didattica a distanza, se è un'esigenza, ed è un'esigenza, deve essere erogata così dalle università tradizionali come dalle università telematiche. È una premessa necessaria questa, perché quello che stiamo facendo al Ministero dell'Università, in collaborazione con tutti - la Conferenza dei rettori delle università italiane, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, il Consiglio universitario nazionale - è cominciare a regolamentare la formazione didattica a distanza, non per le università telematiche, ma per tutte le università. Questo fa la differenza, perché quello che il Ministero, che mi onoro di rappresentare, deve fare non è regolamentare il traffico tra università in presenza e università a distanza, ma garantire la qualità dell'offerta formativa, comunque erogata.

Quindi - ripeto - per quanto ci riguarda, per quanto riguarda la qualità della didattica, l'obiettivo è quello di mettere a disposizione degli studenti tutti gli strumenti affinché questa didattica di qualità possa essere erogata, tenendo conto anche delle evoluzioni tecnologiche.

Stiamo parlando di realtà aumentata e di intelligenza artificiale e non solamente di computer sincro e asincro, qualcosa che alcune università in presenza stanno già facendo. È una sfida per tutti - questo è il messaggio che vorrei trasferirvi - ma è soprattutto una grande opportunità.

Spero che mi interrogherete ancora per potervi tenere aggiornati dei lavori che sta facendo in questo momento il tavolo. Ci riuniremo, tra l'altro, stasera alle 18, con tutti gli stakeholder di cui prima vi dicevo. I numeri sono tanti, ma io non li considero numeri che possono spaventare o preoccupare quelli delle università telematiche. Sono una sfida per il legislatore e per il Governo per fare in modo di garantire quello che il nostro Ministero e il legislatore devono garantire, cioè l'elevata qualità dell'offerta formativa per tutti gli studenti che hanno il diritto di agire la loro vocazione allo studio in ogni modo possibile e compatibile con le loro condizioni economiche, di vita sociale e di qualità relazionali.

PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di replicare.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Ministra. Io capisco la scarsità dei tempi, ma lei ha dato una risposta molto vaga, troppo vaga. Noi vorremmo sapere per quale motivo non sta permettendo l'entrata in vigore dei nuovi criteri di accreditamento, che erano già nel decreto Messa, che parificherebbero, in qualche modo, o almeno renderebbero più decenti le condizioni che vengono imposte alle università telematiche. Lei sa che attualmente nelle università telematiche c'è un rapporto docenti-studenti che è 1 a 384, mentre nelle università tradizionali il rapporto docenti-studenti è 1 a 30 e, quindi, c'è una sproporzione incredibile. A noi non sfugge che in mezzo ci sono questioni di fatturato, di miliardi di euro che girano dentro quello che è diventato un gigantesco mercato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) che rischia di avere poco a che fare con la qualità della formazione, perché, appunto, questi numeri ci parlano di una qualità bassa della formazione erogata.

Ministra, a noi viene il dubbio che questo prendere tempo e questa difficoltà nel chiudere il nuovo decreto dipendano anche, in qualche modo, da una trattativa in cui sono entrati tanti attori, anche attori economici. Vorrei ricordare che recentemente uno dei protagonisti di questa vicenda, cioè il sindaco Bandecchi di Terni, con la sua Unicusano, è entrato a far parte della vostra maggioranza e non vogliamo pensare che l'arenarsi del nuovo decreto dipenda dalle pressioni che questo mondo sta facendo sul Governo, perché sarebbe davvero grave (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). La sua missione è quella di garantire la qualità della didattica e in questo momento lei credo stia venendo meno alla sua missione…

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Questo no!

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). …per cui, in qualche modo, la sollecito ad emanare immediatamente il decreto oppure ad avviare i controlli che erano già previsti per l'entrata in vigore di quello precedente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Chiarimenti in merito al contenuto dell'annunciato decreto ministeriale in materia di accreditamento delle università telematiche e iniziative di competenza volte a garantire la qualità dell'insegnamento presso tali università - n. 3-01419)

PRESIDENTE. L'onorevole Caso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01419 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, parliamo di università telematiche, quelle che, come abbiamo potuto vedere anche in un recente servizio di Report, sembrano essere più interessate al profitto che all'istruzione, quelle degli esami a crocette su panieri predefiniti, quelle delle lezioni videoregistrate e quelle che hanno finanziato e continuano a finanziare le campagne elettorali di tanti partiti, in particolare quelli di maggioranza.

Ebbene, lo scorso Governo aveva richiesto l'adeguamento di alcuni criteri proprio per adeguare queste università telematiche a quelle classiche, quelle pubbliche tradizionali, proprio per salvaguardare la qualità della formazione e della didattica. Qualche mese fa la Lega ha provato con un emendamento a bloccarlo e a rinviarlo di un anno. All'epoca - brava - lei si oppose, l'emendamento fu ritirato e lei disse che prima dell'estate sarebbe arrivato un nuovo decreto proprio su questo argomento. L'estate è passata, il decreto non c'è e, quindi, siamo qui a chiederle chiarimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie Presidente e grazie all'onorevole Caso e al suo gruppo parlamentare. Ricordo, dando seguito anche all'interrogazione precedente, che a fine febbraio scorso ho istituito un gruppo di lavoro presso il Ministero dell'Università e della ricerca a cui hanno preso parte, oltre ai rappresentanti delle università telematiche, anche i rappresentanti della Conferenza dei rettori delle università italiane, dell'ANVUR e del Consiglio universitario nazionale per valutare eventuali modifiche per entrambe, per le università in presenza e per le università telematiche, dei requisiti, qualitativi e quantitativi, per l'attivazione dei corsi di studio, per il miglioramento della didattica a distanza di qualità, erogati - lo ripeto - sia dalle università in presenza sia delle università telematiche. Il tema non riguarda solo le università telematiche, perché la didattica a distanza la fanno anche le università in presenza e a me non interessano né fondi, né potentati, né alleanze, mi interessa solo tutelare la qualità dell'offerta formativa in presenza e a distanza.

Come dicevo, a partire dal suo insediamento questo gruppo, che peraltro - lo ripeto - lavorerà anche oggi pomeriggio, ha lavorato per rispondere all'esigenza di garantire la tenuta del sistema della formazione universitaria - cari colleghi, siamo entrati in una nuova dimensione anche tecnologica e di questo ce ne rendiamo conto tutti ogni giorno e, quindi, non possiamo garantire solo la didattica in presenza -, mantenendo un elevato standard qualitativo dell'offerta formativa, pur nella piena considerazione e valorizzazione delle esigenze specifiche della didattica a distanza di qualità, lo ripeto. In particolare, vi segnalo che una delle questioni più significative sul tavolo, che discuteremo anche oggi, riguarda proprio i criteri di accreditamento dei corsi a distanza e la disciplina delle verifiche di profitto, nonché la revisione del rapporto tra docenti e studenti, così da valorizzare l'efficienza e l'efficacia della didattica a distanza assicurando la qualità della formazione.

Concludo dicendo che quello che si sta facendo a questo tavolo non è una decisione autoritativa del Ministero dell'Università e della ricerca, è una decisione che si sta condividendo in un'ottica di trattativa sana, di negoziazione sana, tra le università in presenza, i rappresentanti delle università telematiche e i principali organi consultivi del Ministero dell'Università e della ricerca, ossia l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca e il Consiglio universitario nazionale. Ove io non facessi un tavolo, una scelta e una condivisione decisionale del genere, potreste giustamente accusarmi di prendere una decisione autoritaria, cosa che non ho nessuna intenzione di fare. Da questo partiranno criteri di accreditamento che varranno non solamente per le università telematiche, ma anche per le università in presenza, che stanno, sempre di più, erogando didattica a distanza.

PRESIDENTE. L'onorevole Caso ha facoltà di replicare.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Ministra. Di fatto i suoi sono “faremo” e non ci bastano ovviamente, perché intanto il nuovo anno accademico è partito.

Ministra, non so se lei non sia riuscita o non abbia voluto leggere tra le righe e, quindi, vado al dunque. Chiediamo: le lobby delle telematiche sono arrivate anche a lei? Perché io non voglio pensar male, sia chiaro, però provo a mettere un attimo insieme un po' di fatti. Diverse università telematiche finanziano con decine di migliaia di euro le campagne elettorali di diversi partiti, soprattutto quelli di destra, cosa che - sia chiaro, per carità - è lecita. La Lega, che è tra i partiti finanziati, presenta un emendamento per ritardare tutto questo adeguamento di un anno. I ritardi, che abbiamo avuto sui percorsi abilitanti per la scuola, hanno avvantaggiato tremendamente ed esclusivamente le telematiche, che guadagnano 2.000-2.500 euro a partecipante. Intanto, il Ministro Zangrillo estende il progetto “PA 110 e lode” anche alle telematiche e paga lo Stato. Bandecchi, che possiede una telematica, oltre a fare politica la finanzia anche, ha ufficializzato l'appoggio al centrodestra per le regionali in Umbria. Mettiamo insieme un po' di queste cose e, sebbene non voglia fare assolutamente illazioni, iniziamo a chiederci se determinati ritardi non siano strumentali. Badi bene - e lo voglio sottolineare - che qui non siamo contro i percorsi online, non siamo contro la didattica a distanza, ma siamo contro i “laureifici”, quelli della didattica approssimativa, quelli delle videoregistrazioni delle lezioni, quelli dei panieri per le risposte agli esami, quelli di un professore, 1 docente ogni 385 studenti. Insomma, Ministro, parlano i fatti. Al momento per noi è un temporeggiamento, anche perché non si capisce quali siano i motivi ostativi per avviare i controlli che erano già previsti, che cosa sta accadendo e perché questo decreto, che agli organi di stampa pare sia pronto, invece continua a tardare. Aspetteremo i fatti, al momento i fatti sono questi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Chiarimenti in merito al rispetto del cronoprogramma previsto per la realizzazione del Terzo valico dei Giovi-Nodo di Genova, alla luce della rilevazione di gas in uno dei cantieri - n. 3-01420)

PRESIDENTE. L'onorevole Bruzzone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01420 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, signor Ministro. La Liguria ricopre un ruolo strategico nella logistica europea e ha un ruolo fondamentale nel corridoio europeo.

In tale contesto, il progetto unico Terzo valico dei Giovi-Nodo di Genova risulta determinante per una risoluzione del trasporto ferroviario nel nord del Paese. Signor Ministro, abbiamo appreso dagli organi di stampa che, nei pressi dei cantieri di Val Lemme, in zona Voltaggio, è stata riscontrata una fuga di gas metano, che potrebbe rallentare le tempistiche previste per la realizzazione dell'opera. Quindi, signor Ministro, le chiediamo di sapere se i lavori si sono fermati, se vanno avanti e se si ritiene di adottare iniziative per il rispetto del cronoprogramma.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio per il quesito, che mi consente di fornire a quest'Aula e ai cittadini un aggiornamento sullo stato dei lavori del Terzo Valico dei Giovi, che, a lavori ultimati, unirà in un'ora, con l'alta velocità, Genova-Milano, Genova-Torino e Torino-Milano, e rassicurare i cittadini sulla prosecuzione dei lavori, nonostante le difficoltà legate al contesto geologico e al ritrovamento di giacimenti di gas a cui lei faceva cenno, che, ovviamente, gli ingegneri non potevano prevedere a monte.

L'opera non è stata fermata e procede nella maggior parte dei cantieri che la compongono. Nel dettaglio, su 13 fronti di scavo presenti lungo la linea, si lavora regolarmente su 9, quindi su oltre i due terzi dei cantieri l'attività sta proseguendo a regime. Dei 4 fronti di scavo non attivi, 2 si trovano in località Radimero, dove sono in corso le attività di allargamento dello scavo per estrarre le teste delle frese bloccate. Il riavvio degli scavi è previsto in entrambe le aree, rispettivamente, a dicembre e a marzo 2025. Per gli altri 2 fronti di scavo non attivi, che si trovano in località Val Lemme, i lavori sono stati interrotti per ragioni di sicurezza - che è fondamentale, soprattutto per chi ci lavora - a seguito di fuoriuscita di gas. Preciso che, inizialmente, la presenza del gas ha comportato il fermo degli scavi su ben 5 fronti, ma, grazie alle attività di potenziamento della ventilazione attuata dal general contractor, è stato possibile riprendere l'attività di scavo su 3 dei 5 fronti interessati.

Sono in corso indagini condotte dall'università La Sapienza di Roma, perché la sicurezza sul lavoro per noi è assolutamente fondamentale. Tali analisi si concluderanno entro la fine del corrente mese e, in esito ai risultati, saranno valutate tutte le opportune iniziative da intraprendere.

Mi preme ricordare che il MIT ha lavorato al massimo e su più fronti per garantire l'impegno a completare questo fondamentale intervento. L'impegno proseguirà anche nei prossimi mesi, come detto, in un costante dialogo con la Commissione europea, nella consapevolezza che siamo di fronte a un cantiere unico nel suo genere e fondamentale per i territori.

Concludo dicendo che il rinascimento che la Liguria, da tutti i punti di vista, economici, turistici e infrastrutturali, sta vivendo in questi 9 anni non verrà fermato da fattori esterni, rispetto a quella che è la volontà popolare, che è l'unica sovrana in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Bruzzone ha facoltà di replicare.

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Ministro, per queste importanti rassicurazioni che oggi ci dà. Mi ritengo soddisfatto della risposta e anche ottimista. Aggiungo, però, due considerazioni.

Le scelte fatte sulle infrastrutture e l'efficienza dimostrata per il rilancio della Liguria sono determinanti per la crescita, l'economia e il lavoro nella nostra regione. Tra poco, fra 37 giorni, i liguri saranno chiamati anche ad esprimersi su queste tematiche. Sarà una scelta tra la politica del fare e dello sviluppo, piuttosto che regredire verso un passato che noi liguri abbiamo visto ai tempi delle giunte regionali di sinistra, che oggi si ripropongono in un cosiddetto campo largo al cui interno sono rilevanti movimenti politici - mi vengono in mente i 5 Stelle, piuttosto che i Verdi - dichiaratamente contro le opere e contro lo sviluppo, al punto di proporre in questi giorni l'ulteriore blocco del Terzo valico, il “no” alla Gronda, il “no” alla diga, il “no” al tunnel Fontanabuona, il “no” all'Albenga-Carcare-Predosa, il “no” a tutto.

Signor Ministro, grazie a lei e al Governo per questa determinazione, andiamo avanti con la politica dello sviluppo delle infrastrutture e lo sviluppo economico. Sono convinto che i liguri continueranno a fare la scelta per la giusta crescita avviata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Intendimenti del Governo in ordine a ipotesi di privatizzazione del gruppo Ferrovie dello Stato - n. 3-01421)

PRESIDENTE. La deputata Ghio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barbagallo ed altri n. 3-01421 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dopo gli interventi di campagna elettorale che abbiamo appena ascoltato, torniamo al vero senso del question time.

Abbiamo vissuto un'estate di passione nei trasporti, anche in Liguria, peraltro nel silenzio assordante dei suoi amministratori, in particolare per quanto riguarda i treni, con gravi disagi per gli utenti, ritardi e cancellazioni. Tuttavia, le difficoltà che vive il settore ferroviario non possono essere un alibi per la loro privatizzazione, ma piuttosto l'occasione per un piano di rilancio serio e di cui ancora non abbiamo sentito parlare. Ma lo stesso Ministro, a Torino, ha confermato che l'ingresso dei privati nel gruppo FS è un'ipotesi a cui il Governo sta lavorando. Quindi, mentre la confusione nei trasporti regna sovrana, l'unica cosa chiara è che, dopo l'estate d'inferno per gli utenti, la priorità non è far funzionare le ferrovie, ma venderle al più presto per fare cassa. Ma lei, signor Ministro, che questa estate ha negato l'evidenza, è entrato in una stazione mentre i tabelloni traboccavano di cancellazioni e ritardi e i passeggeri erano accampati in attesa? Signor Ministro, lei in altra sede dovrà rispondere di come ha bloccato i porti. Noi, qui, le chiediamo di non continuare a bloccare le ferrovie e se la sua soluzione per migliorarle consiste nella loro vendita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. L'occasione mi è utile per ricordare che stiamo investendo oltre 30 milioni di euro, finanziati anche tramite PNRR, sulla rete ferroviaria nazionale: quantità di investimenti, soprattutto per la sicurezza, che non conosce precedenti nella storia, con migliaia di cantieri aperti per manutenzione, potenziamento e ammodernamento della rete. È ovvio che la concentrazione di molti cantieri che nei decenni passati non sono stati aperti - ma non sta a me giudicare sulle responsabilità o irresponsabilità altrui - nel corso dei mesi ha determinato e determinerà inevitabili disagi. Io ho seguito e seguo costantemente la situazione, nel corso dell'estate, e c'è un tavolo permanente che, quotidianamente, ci aggiorna sull'andamento dei lavori e sulla circolazione.

Grazie a Ferrovie dello Stato - io ne approfitto per ringraziare le lavoratrici e i lavoratori, che danno il massimo per offrire ai pendolari un servizio all'altezza - le soluzioni da loro proposte contemplano la realizzazione di interventi di manutenzione preventiva sulle apparecchiature, l'adozione di piani di emergenza, la collaborazione con tutte le imprese ferroviarie, la creazione di supporti dedicati alle informazioni al pubblico più puntuali rispetto al passato, l'adozione di piani di riprogrammazione dell'offerta commerciale e l'avviso puntuale agli utenti anche tramite telefonino.

A integrazione di questi rimedi generali, per ciascuna delle principali anomalie verificatesi nel corso dell'estate, il gruppo FS - che torno a ringraziare - ha predisposto un resoconto puntuale di tutte le misure che hanno portato a superare questi disagi.

A tal proposito, confortato dall'impegno e dal lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore, che hanno garantito la compresenza di cantieri e servizi, smentisco qualsiasi ipotesi di svendita per quello che riguarda le Ferrovie. Ribadisco che, al momento, sul mio tavolo non sono giunte proposte in merito di nessun tipo. Ribadisco che, comunque, se arriveranno proposte, che io pragmaticamente prenderò in esame, il controllo era e rimarrà pubblico. E ne approfitto per ricordare che, dopo anni di attesa, stiamo investendo miliardi di euro non solo sull'alta velocità, ma anche sull'acquisto di carrozze nuove per gli Intercity e per i treni pendolari regionali. Quindi, dal mio punto di vista, siamo al lavoro per offrire un servizio sempre migliore, e lo dico da utente della Rete ferroviaria italiana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Casu ha facoltà di replicare.

ANDREA CASU (PD-IDP). Ministro Salvini, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, non possiamo essere soddisfatti della sua risposta, perché lei sta continuando a negare la realtà.

Le diamo una notizia, Ministro Salvini: l'estate di inferno che hanno vissuto gli italiani e le italiane non è finita, sta continuando in autunno e i numeri che lo dimostrano non sono quelli del Partito Democratico; lo dice chiaramente l'Autorità di regolazione dei trasporti che ha presentato oggi il suo rapporto e che ci dice che abbiamo avuto, ogni anno, circa 10.000 interruzioni di linea, che stanno aumentando in maniera esponenziale. Nel primo semestre del 2022 si parla di 17.912 ore; sono aumentate a 19.978 ore nel 2023 e sono diventate 22.904 nel primo semestre del 2024. Ebbene, di fronte a questo fenomeno, non si può continuare a negare.

Vanno ringraziati i lavoratori, ha ragione, ma non vanno solo ringraziati, vanno anche ascoltati: bisogna garantire il rinnovo dei contratti dei ferrovieri, che sono tutti in agitazione, perché sono tutti contratti scaduti e, al tempo stesso, bisogna intervenire per la sicurezza. Il protocollo siglato nell'aprile del 2022 sta vedendo la sua luce solo adesso, con la riunione che è stata fatta il 5 settembre, e il fenomeno delle aggressioni sta, purtroppo, continuando.

Lei è fuggito dal confronto parlamentare, ha preferito tagliare i nastri dei cantieri piuttosto che entrare nelle stazioni e toccare con mano i disagi che stanno vivendo i cittadini, ma non può continuare a fuggire dalle sue responsabilità. I numeri sono impietosi, le azioni che abbiamo di fronte sono fondamentali.

Ci attende un autunno che ha bisogno di interventi e lei non può continuare semplicemente a parlare, senza tenere conto che, se guardiamo alle ultime due legislature, lei è il rappresentante della forza politica che più a lungo ha governato questo Paese: 58 mesi. Questa estate ha guardato con più attenzione le Olimpiadi che i disagi nelle ferrovie. Possiamo fare anche una metafora di tipo sportivo: lei è la medaglia d'oro del Governo nelle ultime due legislature, ha la più grande responsabilità politica nel disastro che sta avvenendo nei trasporti; continuare a negarlo non aiuterà a risolverlo. Noi, come Partito Democratico, non siamo nemmeno sul podio delle forze politiche che sono state più al Governo negli ultimi 7 anni, ma ci assumiamo la responsabilità di fronte al Paese di continuare a segnalarle quello che deve fare e non sta facendo per garantire il diritto alla mobilità per tutte e per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Chiarimenti in merito all'operato del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, alla luce dei comportamenti e delle iniziative intraprese all'epoca della vicenda della nave della ONG Open Arms - n. 3-01422)

PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01422 (Vedi l'allegato A).

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi, da garantisti, non possiamo che augurarle di dimostrare la sua innocenza per il processo in corso. Non facciamo, come lei, che ha augurato, invece, il carcere - e che venissero buttate le chiavi - a tante persone che si sono dimostrate innocenti. Naturalmente le chiediamo, signor Ministro: lei può pensare veramente che gli italiani siano così imbecilli da immaginare che 147 poveri disgraziati potessero minacciare i nostri confini? Chi? I bambini, le donne, le persone che avevano fatto un viaggio ed erano sfinite? Io credo, signor Ministro, che un Vicepremier in carica non possa pensare di difendere i confini del nostro Paese in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Rispondo con il sorriso e con educazione a un'interrogazione surreale, però, d'altronde, ognuno fa la sua parte. Alla fine dell'interrogazione, che lei non ha letto evidentemente per pudore, mi chiede se io, prima, o oggi inviti i dipendenti dei miei Ministeri a violare i principi costituzionali e le leggi vigenti. Evidentemente no. Sono orgoglioso del lavoro svolto da Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e, ancora oggi, prefetti e questori ricordano quei momenti, così come sono orgoglioso del lavoro svolto oggi al Ministero delle Infrastrutture.

I toni sono da PM, da pubblico ministero, non da parlamentare, quelli della sua requisitoria; li comprendo solo perché il leader di Italia Viva e alcuni degli interroganti sono molto esperti di materie giudiziarie che non mi permetto di commentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ovviamente, non ho mai violato, dal mio punto di vista, né mai violerò né la Costituzione né leggi, né mai inviterò i miei collaboratori a farlo. L'interrogazione andrebbe rivolta ai dipendenti del MIT e del Viminale per capire come e quanto abbiano liberamente e positivamente lavorato.

Io non ho mai scaricato su altri responsabilità che mi sono pienamente assunto: infatti, nel processo di Palermo sono l'unico imputato. Non scarico, non sono abituato a scaricare le responsabilità delle scelte su altri. Rivendico i risultati raggiunti, visto che il Ministro del PD che mi precedette ebbe 42.000 sbarchi; nel mio anno si fermarono a 8.691; il Ministro, che piaceva al PD, dell'anno successivo, tornò a 21.618. Il risultato di cui vado più orgoglioso è il fatto che noi riducemmo, durante il nostro mandato al Ministero dell'Interno, del 95 per cento e del 55 per cento i morti e i dispersi nel Mar Mediterraneo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Meno partenze significa meno dramma, meno sofferenza e meno morte. Capisco che per qualcuno contino il fatturato, meglio se arabo, la consulenza o l'interesse economico e bancario. Per me prevalgono passione, orgoglio e dignità, quindi mi dichiaro colpevole, assolutamente colpevole di aver difeso l'Italia e gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di replicare.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Lei, signor Ministro, purtroppo, è un uomo delle istituzioni che ha fatto fortuna politica sempre cercando di speculare sui confini. Io ricordo che prima i confini si fermavano in Padania e noi meridionali eravamo quelli che rubavamo, quelli che rubavamo il lavoro a quelli del Nord, quelli che rubavano le case popolari, quelli che erano i delinquenti a prescindere. Poi, si è ricordato che i meridionali votavano e ha spostato i confini più al Sud, nel Mediterraneo e lì, ora, sono gli immigrati che rubano il lavoro, rubano le case popolari e sono delinquenti a prescindere. Lei sempre su questo ha fondato la sua fortuna: sul diverso, sullo speculare, sulle diversità e costruendo una propaganda finta, compresa la risposta che ha dato al mio quesito.

Lei ha indicato come coloro che minacciavano i confini dei poveri cristi. Negli stessi giorni, invece, i carri armati che erano in Crimea e che invadevano la Crimea - quelli sì, invadevano uno Stato sovrano - venivano, invece, elogiati, perché lei affermava che quell'invasione era legittima. Per cui, signor Ministro, le ripeto, io le auguro con tutto il cuore di dimostrare la sua innocenza - noi non abbiamo mai speculato su fatti che riguardassero carcere, manette e buttare la chiave (Commenti), come ha sempre fatto lei -, dopodiché, però, l'abbiamo già condannata politicamente e moralmente per il suo comportamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative per l'assunzione dei docenti idonei al concorso ordinario 2020, anche nell'ottica del raggiungimento dell'obiettivo delle immissioni in ruolo previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-01423)

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01423 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il tema è quello del concorso ordinario 2020, di queste graduatorie che, poi, il decreto-legge n. 75 del 2023 - è un tema che lei conosce bene - ha trasformato in graduatorie ad esaurimento, subordinate al raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Con questa interrogazione noi segnaliamo che questo scorrimento non va, non funziona, nonostante sia stato dichiarato diversamente.

Quindi, il quesito è molto semplice: se intenda adottare nuove misure al fine di tutelare i docenti idonei al concorso 2020 e le loro legittime aspettative di immissione in ruolo, nel rispetto del criterio cronologico relativo alle graduatorie di merito, sbloccando i tanti in attesa della cattedra e autorizzando tutti i posti disponibili, valutando una soluzione che permetta agli idonei del concorso 2020 di concorrere per il raggiungimento dell'obiettivo previsto dal PNRR, dal momento che questi ultimi hanno superato un concorso ordinario con due o tre prove selettive e sono già abilitati all'insegnamento. Quindi la richiesta, oltre a quello che è stato fatto e osservato, è se si riesca a rendere più fluido questo meccanismo.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Colleghi, gentili onorevoli, occorre premettere che, se oggi gli idonei del concorso ordinario del 2020 possono aspirare a ottenere l'assunzione in ruolo, il merito è esclusivamente di questo Governo, d'altro canto lei stesso lo ha riconosciuto. Tali soggetti, infatti, erano stati del tutto dimenticati dal precedente Governo, che, nel proporre alla Commissione europea un nuovo sistema di reclutamento, non si è fatto carico in nessun modo della loro sorte. Per sperare di essere assunti, non rimaneva loro che svolgere i nuovi concorsi previsti dal PNRR, in quanto le loro graduatorie, avendo validità biennale, erano destinate ad essere presto vanificate.

Noi, invece, abbiamo previsto che tali graduatorie divenissero ad esaurimento, e, in tal modo, abbiamo dato a questi docenti la prospettiva di essere gradualmente assunti, tutti gradualmente assunti, peraltro in parallelo e non dopo le assunzioni del PNRR. Lei ha giustamente citato l'articolo 20, comma 2, del decreto-legge n. 75 del 2023, che invito tutti a consultare. Lo scorso 3 luglio avevo preso l'impegno, proprio in quest'Aula, di iniziare gli scorrimenti di queste graduatorie già a partire da questo anno scolastico, attingendo, oltre che ai vincitori, anche agli idonei. Ebbene, l'impegno è stato mantenuto.

Abbiamo infatti assunto, solo quest'anno, circa 6.000 tra vincitori e idonei dei precedenti concorsi, più di quanto noi stessi avessimo immaginato. Non possiamo sottacere che la realizzazione della riforma del reclutamento del PNRR contiene, tuttora, dei vincoli che dobbiamo rispettare, per evitare di perdere parte di quei 24 miliardi che sono l'ultima tranche del PNRR; vincoli che, grazie a un'intensa e proficua interlocuzione con la Commissione europea, siamo riusciti a rimodulare, ottenendo che l'obiettivo delle 70.000 assunzioni di docenti reclutati secondo il nuovo sistema fosse diviso in tre tranche e spostato temporaneamente fino al 31 dicembre 2026.

Ma vi è di più. Voglio infatti informare che ho già avuto modo di rappresentare al Ministro Fitto la mia convinzione, supportata anche da un'analisi della prima applicazione della riforma del reclutamento del PNRR, di dover svolgere un nuovo confronto con la Commissione europea, per ottenere ulteriori margini di flessibilità nell'attuazione della medesima riforma, in modo da poter tenere conto, tra l'altro, di situazioni specifiche del sistema italiano, come quella che lei ha sollevato, che, nella fase di redazione del Piano fatta dal passato Governo, non sono state tenute in debito conto.

Contrariamente, quindi, alle preoccupazioni sollevate, questo Governo è stato di parola, assumendosi il compito di dare una prospettiva concreta a tali docenti, accogliendo la sfida di conciliare le esigenze di un reclutamento che si svolga ordinariamente attraverso procedure concorsuali con quelle delle diverse categorie di precari e idonei che negli anni si sono formate e alle quali non si era data, finora, alcuna prospettiva e alcuna risposta.

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei non me ne vorrà, ma qua ci dimentichiamo troppo spesso che nel precedente Governo la Lega c'era; magari lei non era Ministro, ma la Lega c'era, e, quindi la colpa va distribuita equamente, al di là delle singole persone, sia io che lei. Dopodiché, sono qua oggi, noi siamo qua oggi a ripresentare questo tema, perché, in effetti, nell'interrogazione di luglio che citava veniva annunciato l'inizio dello scorrimento di questa graduatoria, che però, a dire mio ma di tante persone che mi hanno contattato oggi - vengo dalla Liguria, quindi ho avuto un contatto iniziale con loro, ma poi si è allargato -, questo meccanismo sembra che avrà bisogno di un ulteriore elemento di spinta, perché questi comunque sono docenti che hanno fatto le prove, sono risultati idonei, e quindi - quella situazione è figlia di una stagione politica diversa, va bene, posso essere d'accordo con lei - comunque hanno tutte le abilitazioni necessarie.

Quindi, occorre trovare il modo per ulteriori iniziative per quello che le stavo chiedendo, perché oggi, al di là del Lazio, dove 589 sarebbero gli idonei che sono stati presi in considerazione, in Liguria sono 70, in Puglia 70, in Molise 6, in Campania zero, questi sono i numeri, poi ci sono i vincitori, che sono un'altra cosa. Quindi, per arrivare a 6.000, bisogna un po' capire che numeri sono tra vincitori e idonei. Dopodiché, ha fatto bene a dire a tutti, a noi, a chi ci sta ascoltando, dell'interessamento, che le avrei proposto, da parte del Ministro Fitto, che ha assunto questo nuovo compito, questa nuova delega. Quindi, mi auguro si possa lavorare in questa direzione.

In ultimo, chiudo con un tema che, però, deve essere centrale, oltre il disagio di questi insegnanti, che è quello del diritto allo studio, perché i posti messi a ruolo non sono completi nel loro numero e c'è un ricorso alla supplenza veramente importante nei numeri che comunque il Ministero offre. Quindi, questa situazione mal si concilia con il diritto allo studio che hanno ragazzi e ragazze, che non possono continuare ad avere insegnanti o un percorso formativo sempre zoppo di insegnanti di riferimento, ma fatto di supplenze. Quindi, ci sono due aspetti.

Il primo, che mi auguro lei possa affrontare con maggiore energia, diciamo così, perché oggi non sarei qua ad esporre questo tema, non lo sarei a nome di tante persone che ci stanno seguendo ora, che hanno avuto modo di ascoltare la sua risposta e che, magari, sul passaggio europeo di cui parlava lei, confideranno in un breve tempo.

(Iniziative per assicurare adeguate risorse finanziarie per il cosiddetto bonus psicologo, nonché per consentire la fruizione di tale bonus anche attraverso gli specialisti operanti nei centri medici autorizzati o tramite le piattaforme digitali - n. 3-01424)

PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di illustrare l'interrogazione Grippo ed altri n. 3-01424 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la salute mentale in Italia è ancora un lusso. Non esiste, infatti, un servizio di base per il benessere psicologico come esiste, ad esempio, il medico di base. Sappiamo tutti come la pandemia da COVID-19 abbia avuto un impatto senza precedenti sulla salute mentale, soprattutto dei giovani. Per quell'emergenza era stata messa a punto una misura, chiamata bonus psicologo, che consisteva in un contributo per le spese di sessioni di psicoterapia.

Bene, quella misura è diventata una misura strutturale. Qual è il problema? L'INPS ci dice che quest'anno, nella migliore delle ipotesi, solo il 5 per cento di coloro che hanno fatto domanda riceveranno questo supporto, il 5 per cento. Ministro, c'è bisogno di prevedere stanziamenti adeguati per questa misura e, quindi, le chiediamo di quale incremento stiamo parlando in vista della prossima legge di bilancio, e se si intendano anche superare quei fastidiosi limiti ai meccanismi di erogazione della misura, per cui, ad esempio, posso ottenere il supporto se il mio psicologo opera come uno specialista privato, ma non, ad esempio, se opera attraverso centri medici autorizzati oppure attraverso piattaforme online certificate.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Come ricordato nell'atto ispettivo in esame, per il quale ringrazio gli interroganti, la legge n. 15 del 25 febbraio 2022 ha introdotto nel nostro ordinamento il contributo per sostenere spese relative a sessioni di psicoterapia, il bonus psicologo. Questa norma, com'è noto, tenuto conto dell'aumento delle condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, a causa anche dell'emergenza pandemica, ha riconosciuto l'erogazione, da parte delle regioni e delle province autonome, di un contributo utilizzabile per spese sostenute per prestazioni di psicoterapia. Per sostenere le persone con ISEE più basso, il contributo stabilito nell'originaria formulazione della norma corrispondeva a un importo massimo di 200 euro a persona ed era parametrato nelle diverse fasce ISEE.

Ciò premesso, non posso non sottolineare che, nel corso del mio mandato, ho dedicato una costante attenzione alla tutela della salute mentale della popolazione. In questa ottica, si è provveduto a stanziare rifinanziamenti e, con la legge di bilancio 2023, è stata apportata una sostanziale modifica del beneficio in questione. Nello specifico, si è provveduto a innalzare il limite delle somme destinate per persona, che sono oggi pari a 1.500 euro, nel limite complessivo di 5 milioni di euro per l'anno 2023 e di 8 milioni di euro annui per l'anno 2024. Successivamente, il contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia è stato incrementato di ulteriori 2 milioni di euro per l'anno 2024.

Ricordo inoltre che, con decreto del 24 novembre 2023, abbiamo provveduto a disciplinare i tempi per la presentazione delle domande per accedere al contributo, l'entità e la validità dello stesso. Con particolare riferimento a quest'ultimo decreto, ritengo doveroso evidenziare che non sono previste limitazioni nei confronti dei professionisti che esercitano la professione nell'ambito di studi associati e nelle modalità di erogazione della prestazione, che può essere fruita anche a distanza, e, quindi, ne possono usufruire anche i servizi degli psicologi operanti presso i centri medici autorizzati o attraverso piattaforme che erogano servizi di psicologia online.

Fermo restando quanto ho riferito fino adesso, devo segnalare che sono stati di recente effettuati da parte dell'INPS test di usabilità per migliorare la customer journey degli utenti, congiuntamente ad alcuni psicologi. Gli esiti e le proposte di miglioramento dell'intero processo verranno a breve valutate in un apposito gruppo di lavoro presso il Ministero, anche con rappresentanti del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi.

Al completamento di questa analisi, sarà cura del Ministero della Salute, insieme al Ministero dell'Economia e delle finanze, valutare, con la giusta e debita attenzione, l'opportunità di un ulteriore rifinanziamento del contributo in questione.

Pertanto, ringrazio ancora per l'interrogazione, che mi dà un ulteriore spunto per ribadire che il tema è presidiato e che, come tutte le altre misure che stiamo adottando, fa parte di un progetto organico e strutturale, così da evitare proprio quegli interventi spot del passato che si sono rivelati poco efficaci.

PRESIDENTE. La deputata Pastorella ha facoltà di replicare.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, mi fa piacere che almeno lei riconosca il problema, perché i dati sono preoccupanti. Gliene cito altri, in particolare, sugli adolescenti: 2 milioni con disturbi mentali; 3,6 milioni con disturbi alimentari; il 75 per cento che sente il bisogno di supporto e il più 75 per cento di casi di suicidio. Quindi, è chiaro che l'emergenza c'è ed è anche chiaro - come ha detto anche la mia collega - che questa misura, bonus o voucher, come la vogliamo chiamare, deve essere considerata una misura tampone, palliativa, in attesa di equiparare la salute mentale con la salute fisica, come è sempre più chiaro che si debba fare.

Capiamo i vincoli di bilancio e capiamo le ristrettezze, ma pensiamo che uno sforzo su questo fronte si debba fare, poiché - come dicevamo - solo tra l'1 e il 5 per cento (5 per cento nella migliore delle ipotesi) dei richiedenti riuscirà a fruire di questo bonus. La domanda c'è e noi, come Servizio sanitario nazionale, dobbiamo dare una risposta.

Per quanto riguarda l'ammodernamento delle modalità di erogazione, a noi risulta altro, ovvero, che gli specialisti, che stanno all'interno degli ambulatori e dei centri medici specializzati, possono avere clienti che accedono a questo bonus, ma solo ed esclusivamente in quanto specialisti privati. Quindi, invece, di privarsi di tutte le complessità amministrative, demandandole al centro medico, devono comunque espletarle loro stessi.

Quindi, se il vostro obiettivo - come lei ha detto, giustamente - è di far sì che la user experience sia sempre migliore dal lato di chi fruisce del servizio, ci auguriamo anche che, dal lato di chi eroga le prestazioni psicologiche e psicoterapeutiche, ci possa essere un andare incontro verso di loro, permettendo queste nuove modalità più semplici: perché è bene che uno cerchi lo psicoterapeuta migliore e non necessariamente quello vicino a casa o quello che abita sul pianerottolo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

(Iniziative di competenza volte ad assicurare terapie adeguate per la cura delle sindromi neuropsichiatriche infantili note come PANS/PANDAS - n. 3-01425)

PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi e altri n. 3-01425 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, parliamo oggi delle sindromi neuropsichiatriche PANS e PANDAS, che sono state scoperte recentemente e in molti Stati non sono ancora riconosciute dai sistemi sanitari nazionali: questo, peraltro, succede anche nel nostro Paese dove, appunto, non sono riconosciute.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto il codice identificativo solo della sindrome PANDAS, mentre negli Stati Uniti d'America queste due sindromi sono, invece, riconosciute e curate. Esistono, appunto, delle linee guida, redatte negli Stati Uniti d'America, per la diagnosi e la cura di queste patologie: a queste linee guida, peraltro, si riferiscono anche i medici degli altri Paesi.

I dati raccolti negli Stati Uniti indicano che un bambino su 200 viene colpito da questa sindrome. In Italia, sulla base degli unici dati disponibili, si possono contare circa 47.500 casi, che arrivano ad almeno 60.000 casi, tenendo conto anche di chi ha superato i 18 anni di età.

Ecco, signor Ministro, le chiediamo quali iniziative intenda adottare per offrire terapie adeguate per la cura di queste sindromi che, attualmente, in Italia sono curate solo come disturbi psichiatrici.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Ricordo che gli acronimi PANDAS e PANS indicano due sindromi neuropsichiatriche simili tra loro, accomunate da un processo di neuroinfiammazione autoimmune, con sintomi psichiatrici che si presentano repentinamente.

La PANDAS ha un ipotizzato rapporto eziologico, anche se non completamente dimostrato a livello scientifico, con le infezioni streptococciche. L'epidemiologia delle due condizioni è poco conosciuta e, infatti, si stima, nella fascia di età 3-12 anni, un'incidenza annuale di un caso ogni quasi 12.000 abitanti. Ne deriva che sia la PANDAS sia la PANS risultano poco diagnosticate nella pratica clinica.

Nello specifico, devo far presente che l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù presenta una buona panoramica delle conoscenze attuali e, in tale ambito, ha precisato che, per questi disturbi ossessivo-compulsivi o tic, non è stato identificato nessun autoanticorpo o reazione autoimmune.

Per quanto concerne la parte più importante, ossia, il trattamento terapeutico, ricordo che, secondo quanto riferito da Aifa, la gestione dei bambini con PANDAS è multidisciplinare e si concentra sull'impiego di terapie standard per l'infezione da streptococco di tipo A e per disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi da tic e altri disturbi neuropsichiatrici. Il trattamento comprende una terapia antibiotica per il trattamento dell'infezione streptococcica e una terapia antimicrobica. Inoltre, i bambini dovrebbero ricevere un trattamento neuropsichiatrico standard che non deve essere ritardato. Devo sottolineare al riguardo che, ai sensi della vigente legislazione in materia di esenzioni per malattie - decreto legislativo n. 124 del 1998 - l'esenzione riguarda il pagamento della quota di partecipazione al costo delle prestazioni (ticket), ma non si applica all'assistenza farmaceutica, che resta regolamentata dalle disposizioni specifiche anche per gli esenti. In considerazione del livello di incertezza sulla conoscenza della storia naturale di queste condizioni, finora non è stato possibile considerare il loro inserimento tra le malattie rare, che dà pieno diritto all'esenzione.

Tutto ciò considerato, presso il Ministero della Salute, è stato già costituito un gruppo di lavoro per affrontare in modo sistematico tutti gli aspetti che riguardano le sindromi in questione, per promuoverne una maggiore conoscenza e consapevolezza diagnostica, con l'obiettivo di verificare la possibilità di riconoscere queste patologie come “rare” e di considerare il conseguente loro inserimento nei LEA. Qualora venissero presentate nuove evidenze scientifiche, la Commissione per l'aggiornamento dei LEA procederà alla loro valutazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Bicchielli ha facoltà di replicare.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Come gruppo di Noi Moderati, ci riteniamo soddisfatti della risposta. Oggi abbiamo affrontato una questione di grande rilevanza e sensibilità: il riconoscimento e la gestione di queste due sindromi.

Questi disturbi, sebbene ancora poco conosciuti nel nostro Paese - come diceva anche lei nella sua risposta - rappresentano, purtroppo, una realtà seria e concreta per numerose famiglie italiane.

Alcuni Stati esteri hanno già sviluppato protocolli di cura e adottato misure specifiche rispetto all'analisi di queste patologie. In Italia, invece - come ci ha spiegato - ancora non abbiamo valutazioni ben definite per affrontare questi disturbi e questo ci impone una riflessione approfondita e responsabile.

Signor Ministro, il nostro Paese ha la responsabilità di porsi come priorità assoluta quella di garantire ai nostri cittadini le migliori cure e il supporto possibile, mediante l'attuazione di politiche di sensibilizzazione, prevenzione delle malattie e finanziamento delle ricerche scientifiche, che approfondiscano la comprensione di queste sindromi - tra tante malattie rare - garantendo diagnosi tempestive e trattamenti efficaci.

La creazione di un pool di lavoro, di una task force per la salute, rappresenta sicuramente un importante atto civico e un passo significativo verso il miglioramento della salute pubblica, soprattutto per un Paese come il nostro, che regolamenta il diritto alla salute come un diritto fondamentale e universale. In conclusione, signor Ministro, auspichiamo, come Noi Moderati, che anche l'Italia si allinei al tipo di approccio terapeutico degli Stati Uniti, in modo da non relegare questa ancora sottovalutata patologia a pura malattia psichiatrica, ma sia affrontata secondo protocolli più personalizzati e incisivi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Ulteriori misure per il contrasto delle aggressioni ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie - n. 3-01426)

PRESIDENTE. La deputata Buonguerrieri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti e altri n. 3-01426 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

ALICE BUONGUERRIERI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, continuano a verificarsi, con preoccupante frequenza, le aggressioni verbali e fisiche al personale medico, soprattutto quello in servizio presso i pronto soccorso.

Sin dal suo insediamento, il Governo Meloni si è impegnato a contrastare questo grave fenomeno: cito, fra gli altri, il decreto-legge n. 34 del 2023, che ha modificato l'articolo 583-quater del codice penale, prevedendo la reclusione da due a cinque anni per il reato di lesioni personali in danno di operatori sanitari e socio-sanitari, con possibilità anche di prevedere presso gli ospedali la creazione di posti fissi di Polizia.

Penso al decreto legislativo n. 31 del 2024, che ha reso il reato citato procedibile d'ufficio, e al nuovo impulso dato da questo Ministero all'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari. Ciò posto - e vado a concludere, Presidente - le chiedo, Ministro, quali ulteriori misure intende adottare per la tutela dei nostri medici e dei nostri operatori sanitari, garantendo, ovviamente, al contempo, la qualità del servizio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.

ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente, e grazie agli onorevoli interroganti, perché mi permettono, anche in quest'Aula parlamentare, di illustrare le misure adottate o in via di adozione per fronteggiare questa problematica, veramente delicata, sulla violenza ai danni dei medici e degli operatori sanitari. È una tematica di grande rilevanza e presenta aspetti di criticità; di questo, il Dicastero della Salute ha piena consapevolezza e su questo - come già ricordato - abbiamo avviato e sviluppato un progetto organico di contrasto, nel rispetto anche delle competenze delle regioni, il già citato decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, con il quale questo Governo ha disposto la modifica del secondo comma dell'articolo 583-quater del codice penale. Con il medesimo decreto-legge è stata prevista la possibilità, da parte del questore, di costituire posti fissi della Polizia di Stato presso le strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate. Sulla base di questo, i posti di Polizia, nell'ultimo anno, sono aumentati da 120 a 196 e il numero dei poliziotti negli ospedali è aumentato da 299 a 432. Inoltre, ricordo che il delitto di lesioni nei confronti della medesima categoria di professionisti è stato reso procedibile d'ufficio, indipendentemente dalla volontà della vittima di sporgere denuncia.

I recenti fatti di cronaca, con una recrudescenza delle aggressioni, soprattutto in quelli che consideriamo i posti di frontiera (i pronto soccorso), hanno poi indotto il mio Ministero a proporre ulteriori, urgenti misure normative. In particolare, l'ultima riunione si è tenuta proprio ieri a Palazzo Chigi con i Ministri della Giustizia e dell'Interno e con la Presidenza del Consiglio dei ministri. Stiamo mettendo a punto un intervento normativo d'urgenza che inserisca i delitti di lesione e ogni atto di violenza nei confronti dei sanitari tra quelli che l'articolo 380 del codice di procedura penale contempla, anche a prescindere dalla pena edittale, come quelli che giustificano l'arresto obbligatorio in flagranza di reato con atti di violenza morale e materiale nei confronti del personale sanitario. All'uopo si utilizza il modello già da ultimo contemplato dal codice per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, ossia ipotizziamo anche la flagranza differita o prolungata. Inoltre, per garantire l'ordine e la sicurezza negli ospedali, stiamo vagliando la possibilità di prevedere misure appropriate per filtrare l'accesso dei visitatori e incrementare i sistemi di videosorveglianza.

Accanto alle misure deterrenti e repressive che ho richiamato, ritengo importante ricordare tutto ciò che per prevenzione è proposto nell'ambito dei lavori dell'Osservatorio nazionale della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. Attualmente, l'Osservatorio, ricostituito con decreto del Ministero della Salute nel dicembre 2023, sta espletando un'attività di studio e di approfondimento per ammodernare le raccomandazioni e predisporre standard minimi dei contenuti dei corsi di formazione rivolti a tutti gli operatori del settore sanitario e alla previsione di adeguate campagne di comunicazione, per sensibilizzare la popolazione, come strumento che riteniamo particolarmente efficace per ristabilire il rapporto fiduciario tra pazienti e sanitari.

PRESIDENTE. Il deputato Malagola ha facoltà di replicare.

LORENZO MALAGOLA (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il signor Ministro, per la sua risposta, che ci soddisfa pienamente e che è segno di come il Governo Meloni sia, ancora una volta, garante per quanto riguarda la difesa della legalità e dello Stato, soprattutto quando lo Stato è rappresentato da uomini e donne che tutti i giorni si prendono cura degli italiani che versano in difficoltà e in malattia.

Quindi, non può essere in alcun modo mai accettabile che i nostri medici e i nostri infermieri siano oggetto di attacchi di qualunque tipo, ma comunque violenti, siano essi verbali o fisici. Questo è importante, perché il nostro Servizio sanitario nazionale, che è considerato dall'Organizzazione mondiale della sanità tra i migliori al mondo, ha bisogno che chi ne rappresenta il cuore vibrante sia tutelato da parte dello Stato e da parte delle istituzioni.

Colgo, quindi, con pieno favore la risposta del signor Ministro, in quanto rappresenta un vero e proprio piano d'azione a tutela di questi nostri medici e infermieri e che interviene sulla dimensione più giudiziaria, ma anche sulla dimensione di sicurezza personale. Questo è un piano che vedrà, evidentemente, attuazione nei prossimi mesi e il Parlamento sarà vigile affinché le istituzioni e lo Stato mantengano sempre alta l'attenzione a difesa dei nostri medici e del nostro personale sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Commemorazione dell'onorevole Ottaviano Del Turco.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghe e colleghi, come sapete, nella notte tra il 23 e il 24 di agosto, dopo una lunga malattia, è venuto a mancare, all'età di 79 anni, Ottaviano Del Turco, sindacalista e politico, già membro di questa Camera nella XII legislatura e componente del Senato nella XIII e XIV legislatura. Nato il 7 novembre 1944 in un piccolo comune in provincia de L'Aquila, a Collelongo, sin da giovane si dedica all'attività sindacale, dapprima nell'ambito della segreteria provinciale della Federazione dei metalmeccanici di Roma e, successivamente, presso la FIOM nazionale.

È il 1970 quando a Del Turco è affidato l'incarico di segretario aggiunto della CGIL, che manterrà fino al 1992, guidando la corrente socialista dell'organizzazione. Siamo in una fase storica in cui ai sindacati era riconosciuto un ruolo molto rilevante, non solo in sede di contrattazione, ma anche per l'indubbia capacità di essere protagonisti delle politiche economiche e sociali del Paese. L'esperienza maturata in questo ambito sarà preziosa quando Ottaviano Del Turco si dedicherà pienamente alla politica, diventando segretario nazionale del Partito Socialista Italiano.

È il 28 maggio 1993 e Del Turco si trova a gestire un partito improvvisamente precipitato in una fase di crisi acuta, non solo politica, ma anche finanziaria, che, a seguito della cosiddetta Tangentopoli, interesserà tutte le tradizionali forze politiche dell'arco parlamentare. Sempre fedele alla linea del socialismo riformista tracciata da Pietro Nenni, sarà presto costretto a rassegnare le dimissioni da segretario, a seguito dei risultati molto deludenti ottenuti dal partito nelle elezioni politiche del 27 e 28 marzo 1994 e nelle consultazioni europee del successivo 12 giugno.

Sarà l'ultimo segretario del PSI, perché, di lì a qualche mese, i delegati riuniti nel 47° Congresso nazionale delibereranno lo scioglimento e la messa in liquidazione del partito, per confluire, in buona parte, nel nuovo movimento politico dei Socialisti Italiani, di ispirazione progressista, al quale anche Del Turco aderirà. Nel frattempo, con l'elezione a deputato nel 1994 inizia il suo percorso all'interno delle istituzioni, dove il primo significativo incarico è rappresentato dalla vicepresidenza della Commissione esteri della Camera.

Nella legislatura successiva, la XIII, è eletto al Senato, assumendo la presidenza della prestigiosa Commissione bicamerale d'inchiesta sul fenomeno della mafia. Dopo più di 3 anni di intensa attività rassegnerà le dimissioni da tale importante incarico, per entrare nell'alveo governativo a seguito della nomina, il 26 aprile 2000, a Ministro delle Finanze del secondo Governo Amato. Sarà un'esperienza breve, ma molto significativa, seguita poi, nel 2001, dalla rielezione al Senato anche per la XIV legislatura, che non porterà a termine perché eletto parlamentare europeo nel 2004.

Passa solo un anno e il richiamo della sua terra di origine, l'Abruzzo, cui era profondamente legato, lo induce a candidarsi alle elezioni regionali come governatore. Viene eletto il 22 aprile 2005, ma la sua esperienza di amministratore viene bruscamente interrotta, poco più di 3 anni dopo, dalle dimissioni conseguenti al suo coinvolgimento in un'inchiesta giudiziaria sulla sanità abruzzese, che ne vedrà anche la detenzione in carcere. Una vicenda per lui molto dolorosa, che lo ha visto profondere tutte le sue energie, dapprima per cercare di dimostrare la propria innocenza nel processo, e, poi, per combattere la malattia che lo ha afflitto negli ultimi anni.

Con la scomparsa di Ottaviano Del Turco viene a mancare un protagonista della vita sindacale del nostro Paese, che si è molto profuso nelle istituzioni, dove, con passione, ha posto al centro della sua attività politica la tradizione riformista e progressista del socialismo italiano. La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola ad osservare un minuto di silenzio, salutando caramente il figlio Guido, i parenti e gli amici presenti in tribuna (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Come lei ha ricordato, lo scorso 23 agosto ci ha lasciato Ottaviano Del Turco, ultimo segretario del Partito Socialista, ex sindacalista, parlamentare italiano ed europeo, presidente della regione Abruzzo, già membro del Comitato nazionale del Partito Democratico. Del Turco è stato protagonista di rilievo della Prima e della Seconda Repubblica, fu vicesegretario nella CGIL di Lama ed esponente di spicco del Partito Socialista.

Socialista lo era in un modo piuttosto diverso nell'immaginario consueto del rampantismo anni Ottanta, la “Milano da bere”. Forse più vicino, idealmente, a un Franco Marini, di cui condivideva le origini abruzzesi, tanto che nella sua storia politica ha riscosso stima e apprezzamento del tutto trasversale ai partiti, proprio per la sua misura, la sua serietà e il suo equilibrio. Fu lui, non a caso, l'unico dei suoi a parlare, applaudito, ai funerali di Enrico Berlinguer, in un clima allora piuttosto ostile nei confronti di Craxi, e fu la sola figura di rilievo al congresso del Partito Socialista Italiano del 1987 a denunciare l'esistenza di una questione morale all'interno del partito.

Negli anni successivi, da parlamentare dell'Ulivo, fu presidente della Commissione antimafia, come lei ha ricordato, nonché Ministro delle Finanze nel secondo Governo Amato. Successivamente, venne eletto al Parlamento europeo e, da ultimo, nel 2005 - lo ricordava lei -, fu governatore della regione Abruzzo fino al 2008, anno in cui si dimise a seguito della famosa retata abruzzese che lo portò agli arresti nel carcere di Sulmona, vittima di una vicenda kafkiana, che ha consumato la sua vita politica e personale, condannandolo all'oblio e ad un'uscita forzata dal mondo in cui era nato e cresciuto.

Non basterebbero decine di sedute di quest'Aula per raccontare la vicenda giudiziaria di Ottaviano Del Turco, figuriamoci pochi minuti, ma mi è impossibile non accennarla qui, nel momento in cui lo ricordiamo, perché l'onta pubblica che gli venne immancabilmente riservata, la gogna giudiziaria e mediatica a cui fu sottoposto, nel quasi generale silenzio della dirigenza del partito che lo aveva scelto, rappresentano una macchia indelebile sia sull'onorabilità di certa magistratura, sia su quella di certa politica.

Per chi desidera conoscere dettagliatamente cosa fu il processo abruzzese, rimando ai diversi contributi che il suo avvocato difensore, Gian Domenico Caiazza, ha riportato sul quotidiano il Riformista di qualche anno fa. Consiglio a tutti di leggerli, perché sono dei resoconti agghiaccianti, riscontrabili in atti pubblici, che, non a caso, rimandano alla memoria la vicenda di Enzo Tortora, con cui questa condivide l'esigenza necessaria al sistema di non demolire del tutto il castello di carte creato dai magistrati.

Del Turco e la sua giunta furono accusati di associazione per delinquere, truffa, corruzione e concussione per una vicenda relativa alla gestione della sanità privata regionale, a seguito della quale passò 28 giorni in carcere e subì il sequestro preventivo dei propri immobili. Il principale accusatore, l'imprenditore Vincenzo Angelini, poi condannato per truffa, fu imboccato dalla procura - lo dicono le carte - a sostenere il passaggio di denaro a favore di Del Turco, passaggio mai dimostrato da nessuno a fronte dei titoli roboanti del giorno dopo, che parlavano di prove schiaccianti.

Nel 2018 la vicenda si conclude con la caduta di tutte le accuse, mantenendo solo quella di induzione indebita, la classica, signor Presidente, pezza per non delegittimare in toto un'indagine che aveva massacrato un uomo perbene, espellendolo per sempre dalla vita politica. Già, la politica: in quegli anni ricordo bene l'imbarazzo all'interno di quello che era il mio partito, il Partito Democratico, al di là di una dichiarazione d'ufficio del segretario Veltroni, a prendere una posizione chiaramente garantista e a denunciare, da subito, la platealità roboante degli arresti e delle sentenze già pronunciate. Ricordo un titolo: “È il ritorno di Tangentopoli”. Giudizio lapidario, emesso dall'allora leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Ricordo che solo Pannella protestò per la scelta del carcere e per di più in isolamento e a Sulmona, dove c'era stato in quegli anni un aumento considerevole dei suicidi.

Insomma - e ho concluso, Presidente - in questo Paese certe storie di giustizia si assomigliano tutte, ce ne sono decine, centinaia che nascono, crescono e muoiono nello stesso modo. Ottaviano Del Turco era un galantuomo, una persona perbene, che ha affrontato i processi senza sbraitare, in silenzio, certo della propria buona fede fino all'ultimo, fino a quando, magari, arrivano le malattie, come per Tortora, che sono il conto che si paga, quando la vita ti costringe al contempo a credere, a sperare senza sosta, a confidare nell'innocenza propria, così come nella formazione inevitabile della verità, ultima e unica, a soffrire ma tenere duro anche per i propri affetti, a non cedere restando diritti, mentre si vedono sparire, uno ad uno, gli amici e i compagni, in attesa che tutto finisca e si possa tornare a camminare a testa alta. Ecco, Ottaviano Del Turco se ne è andato troppo presto, se ne è andato dimenticato da molti, ma se ne è andato così come ha vissuto: a testa alta (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Testa. Ne ha facoltà.

GUERINO TESTA (FDI). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a lei, al Vice Ministro e ai colleghi onorevoli. Oggi, come è già stato detto da chi mi ha preceduto, siamo qui a ricordare la figura di Ottaviano Del Turco, nato in un piccolo paesino della provincia dell'Aquila, Collelongo, un sindacalista sicuramente illuminato, come è stato già ricordato vice segretario della CGIL, segretario del Partito Socialista italiano, sicuramente una figura di spicco del panorama politico e sindacale del nostro Paese, che dal 2008, come ha ricordato il collega Giachetti, ha vissuto il tormento di un vero e proprio calvario e una persecuzione giudiziaria, spegnendosi dopo una lunga e dolorosa malattia.

Ottaviano Del Turco non è stato soltanto uno dei sindacalisti più brillanti degli anni Ottanta. Sicuramente viene ricordato come un riformista e un sostenitore del dialogo sociale. È stato molto attento, in quegli anni, ai necessari cambiamenti del mondo del lavoro e dell'economia - in quegli anni ci furono i primi cambiamenti importanti del mondo del lavoro - anche quando ricoprì l'incarico importante di parlamentare europeo, di Ministro delle Finanze, di presidente della Commissione parlamentare antimafia e, da ultimo ma non per ultimo, di presidente della regione Abruzzo, mettendo la sua preziosa esperienza, maturata negli anni, al servizio di ruoli di grande responsabilità politica e istituzionale e dimostrando sempre un grande rispetto per l'avversario politico, cosa che voglio sottolineare perché è un dato molto importante il rispetto per l'avversario politico.

Lo voglio ricordare anche come un pittore e scrittore per passione: nonostante la sofferenza legata alle complesse vicissitudini giudiziarie, che hanno minato la vita e la serenità sua e dei suoi cari, andava alla ricerca di una dimensione di serenità e di normalità nella creazione artistica per contrastare il dolore, l'amarezza e lo sconforto; la cultura e la passione per l'arte lo hanno aiutato per lenire tutti quei guai e quei dolori che ha provato in quegli anni.

Il decennio di insensata persecuzione giudiziaria, vissuta da Ottaviano Del Turco, deve indurre tutti noi ad una profonda riflessione perché, nonostante ad ogni grado di giudizio cadessero le accuse più gravi e infamanti, non è mai stato riconosciuto il grave errore giudiziario, che ha segnato per sempre, come diceva il collega prima, la vita e la serenità di tante persone, che poi spesso hanno visto tanti amici e conoscenti voltar loro le spalle. Con grande coraggio e con grande dignità ha trovato la forza di sedersi sui divanetti del Transatlantico ed è lì che vogliamo continuare a immaginarlo, impegnato in conversazioni e ragionamenti su come aiutare i più deboli, a cui lui amava dedicare un'attenzione particolare. Chiudo, Presidente, dando un pensiero affettuoso alla sua famiglia e, in particolare, a suo figlio, Guido, che ha combattuto con determinazione al suo fianco, fino alla fine, per far trionfare la verità (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ottaviano Del Turco, com'è stato ricordato, avrebbe compiuto 80 anni tra qualche settimana, il 7 novembre, al culmine di una vita piena di prestigiosi incarichi: vice segretario generale della CGIL, a fianco di Luciano Lama; segretario del PSI in anni turbolenti; deputato; senatore; eurodeputato dell'Ulivo; presidente della Commissione antimafia; Ministro delle Finanze nel II Governo Amato; infine, presidente della regione Abruzzo, la terra natia cui sempre Ottaviano fu profondamente legato.

Incarichi tutti ricoperti con un duplice profilo a cui fu sempre rigorosamente fedele: tensione unitaria per l'unità del sindacato, per l'unità della sinistra e del campo progressista e riformismo, come espressione di una sinistra capace di far vivere i suoi valori in una cultura di governo. A questo duplice profilo ancorò la sua azione anche in frangenti difficili, quale fu lo scontro sulla scala mobile, percorso da una conflittualità a sinistra e pulsioni di lacerazione dell'unità sindacale. Ottaviano sostenne da riformista le ragioni obiettive, che consigliavano di arginare gli effetti inflazionistici di un automatismo salariale ma, al tempo stesso, agì per preservare l'unità del mondo del lavoro. Così a quei suoi due profili Del Turco attinse anche quando, nel pieno della bufera di Tangentopoli, fu chiamato a prendere la guida del Partito Socialista Italiano per salvarne l'onore e la dignità, rivendicando con orgoglio il ruolo svolto nella storia italiana dal riformismo socialista e condividendo, al tempo stesso, la scommessa unitaria dell'Ulivo. Furono quei tratti di un uomo di sinistra, unitario e riformista che sollecitò nel 2005 il centrosinistra abruzzese a chiedergli di essere candidato alla presidenza della regione e qui, come ha ricordato il collega Giachetti, iniziò la parte più dura, più dolorosa e più ingiusta della vita di Ottaviano. Impegnatosi a liberare la sua regione da pervasivi e opachi sistemi di potere, soprattutto in campo sanitario, fu da quegli stessi poteri accusato di atti corruttivi, che con clamorosa enfasi mediatica condussero al suo arresto e alle dimissioni dell'intera giunta regionale, innescando un interminabile iter processuale, scandito da accuse pesanti e condanne altrettanto pesanti, che via via si ridimensionarono sempre di più fino a ridursi a un solo addebito, non dimostrato e, peraltro, fondato su un articolo di legge successivo agli atti di indagine.

Accusa che Del Turco respinse con sdegno, sempre, rivendicando la propria onestà e correttezza.

Furono anni di profonda amarezza e di dolorosa solitudine, aggravata da un male che ne minò profondamente il corpo e lo spirito. Non mancarono atti di accanimento giustizialista, anche nelle Aule parlamentari. E furono ragione di grande amarezza troppi opportunistici silenzi, quando non addirittura parole ipocrite di chi gli augurò di dimostrare la sua estraneità, in un inaccettabile rovesciamento del principio costituzionale di presunzione dell'innocenza.

Per questo, credo, oggi, dall'Aula del Parlamento, sentiamo tutti il dovere di rivolgere un atto di riconoscimento e di gratitudine, ricordando che Ottaviano Del Turco è stato un galantuomo ed è stato un uomo politico perbene (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellomo. Ne ha facoltà.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Grazie, signor Presidente. In virtù del tempo limitato, cercherò di descrivere Ottaviano Del Turco per quello che ha dato a chi, come me, solo da due anni, riveste, spero con onore, il ruolo di parlamentare. Per questo, sottoscrivo, parola per parola, quello che il collega Giachetti ha detto sulla sua vicenda giudiziaria. Però, anche altro ci ha dato Del Turco. Era segretario aggiunto della CGIL in un momento particolarissimo del nostro Paese, quello della scala mobile. In quel periodo, vi era una grossissima contrapposizione da parte della CGIL e del Partito Comunista verso il blocco della scala mobile che, come sappiamo tutti, era quel meccanismo automatico di aggancio salariale all'inflazione. In virtù dell'esplosione dell'inflazione nel nostro Paese, il Governo adottò questo blocco.

Ottaviano Del Turco, da membro della CGIL, ha pensato al proprio Paese e non al pregiudizio del sindacato di cui rivestiva un ruolo apicale. Questo è un insegnamento che tutti quanti noi dovremmo avere: il Paese dovrebbe essere il primo nostro fondamento e non il ruolo che rivestiamo all'interno del nostro partito o del nostro sindacato, nel caso di Del Turco.

Per quanto riguarda la sua vicenda giudiziaria, lasciatemi fare anche un po' di autocritica a tutti quanti noi. Dobbiamo finirla di dire le cose dopo e, poi, quando ci sono i provvedimenti in cui noi cerchiamo, con l'ordinanza di custodia cautelare, di limitarne l'abuso che c'è, lo facciamo sempre tutti quanti dopo. Forse dovremmo un po' ricordarci un uomo come Del Turco, un uomo perbene che appunto ha visto prima il Paese e poi sé stesso. Dobbiamo ricordarcelo quando facciamo i provvedimenti.

Questo il ricordo che io ho, un ricordo che mi conservo da un uomo che viene da una parte politica diversa, da cui apprenderò il fatto di essere prima sul merito dei provvedimenti, e poi sul ruolo che rivesto all'interno del mio partito (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ottaviano Del Turco si è spento nella sua casa di Collelongo, dopo anni di calvario sanitario e giudiziario. Ricordarlo in pochi minuti non è certo semplice: una fine profondamente ingiusta e prematura per un uomo che, nella sua vita, ha servito con passione, onestà e dedizione le cause dei lavoratori, del socialismo democratico italiano, della sua regione, del nostro Paese. La figura di Ottaviano Del Turco avrebbe meritato in queste settimane interventi meno imbarazzati e condizionati dal suo caso giudiziario, palesemente grottesco e, come ha detto il collega Giachetti, kafkiano. Un caso che si è concluso, dopo appello e Cassazione, con la rottamazione definitiva di quella montagna di prove schiaccianti che gli inquirenti avevano dichiarato trionfalmente di avere in mano, al momento dell'arresto.

L'avvocato Caiazza, ex Presidente dell'Unione delle camere penali, ha definito giustamente la vicenda nauseante e, tuttavia, tristemente rappresentativa di uno spaccato reale del funzionamento della giustizia italiana. Governatori e sindaci, di tutti i colori politici, quotidianamente nei gangli di un sistema complesso e periglioso di norme, senza meccanismi di tutela legati alla funzione: un tema urgente da approfondire in quest'Aula. Ottaviano è stato un uomo politico che ha segnato col suo operato la storia del nostro Paese, ma è stato soprattutto un grande socialista. La sua è stata un'appartenenza orgogliosamente e fieramente sempre rivendicata, un'appartenenza che gli deve essere costata più di un sospetto in alcuni ambienti, sia nei momenti del successo che nelle altre fasi. I silenzi di quanto gli è accaduto in questi anni e in questi mesi sono stati tanti, troppi, rumorosi, assordanti. Del Turco, leader sindacale, parlamentare italiano ed europeo, Ministro, presidente di regione, era propriamente e, prima di tutto, una persona del popolo ed è stato lasciato colpevolmente solo. Riposa in pace, Ottaviano. Le tue lotte per la libertà e la giustizia sociale saranno per sempre esempio e patrimonio per chi fa della politica leale, onesta e appassionata il suo impegno quotidiano.

Alla famiglia, al caro figlio Guido, giunga il nostro abbraccio e, a Ottaviano, un pensiero commosso e riconoscente, come sarebbe piaciuto a lui, con l'antico e sempre giovane grido dei socialisti: Avanti (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Ottaviano Del Turco ha avuto un'ottima carriera nel sindacato, come qualche collega, tra cui il collega Fassino, ha brillantemente ricordato. È stato vice segretario della CGIL negli anni Ottanta, un periodo particolare per tutto il sindacato italiano, e vicino a Luciano Lama. Ultimo segretario del PSI negli anni 1993 e 1994, anche lì in un momento particolare e un'eredità molto difficile. È stato fondatore del Partito Democratico. Appassionato di arte e cultura, con l'hobby della pittura. Più volte eletto parlamentare, Ministro delle Finanze in un Governo, anche lì, complicato, in un periodo in cui i conti dell'Italia non erano a posto. E noi possiamo ricordare il rigore e la serietà con cui ha avuto la delega alle Finanze. Presidente della Commissione parlamentare antimafia. È stato eletto nel 2004 parlamentare europeo con 180.000 preferenze. Richiamato dagli amici del centrosinistra in Abruzzo per candidarsi a presidente, mentre era ancora europarlamentare, anzi solo da dieci mesi. Con generosità e amore per la sua terra, per la sua Marsica e per il suo Abruzzo, accetta la candidatura e viene eletto con il 58 per cento dei consensi. Io ho avuto il piacere di conoscerlo, ero vicepresidente della provincia di Teramo e ho avuto con lui confronti, riunioni su problematiche specifiche e ricordo ancora oggi il suo pragmatismo, la sua serietà nell'affrontare i problemi. Ha ereditato - dico purtroppo - un bilancio della regione, in particolar modo nel settore della sanità, completamente fuori controllo e fece giustamente una legge che fissava budget per l'assegnazione delle prestazioni alle cliniche private. Bene, il suo accusatore fu una vittima, tra virgolette, corretta di questa legge e questa vicenda giudiziaria nasce, quindi, in questo modo: con accuse pesantissime. Ricordo la conferenza stampa dell'allora procuratore capo, dove c'erano prove schiaccianti; eravamo tutti attoniti noi che conoscevamo la persona, l'uomo, la giunta e gli altri colleghi perché furono tante le persone coinvolte.

Prove che nel tempo si sono sciolte come neve al sole, Presidente. Come neve al sole! Al tempo ci fu poca solidarietà, purtroppo, degli amici di partito, ma anche di quelli sindacali. Molte persone, a partire dai PM di allora e anche da alcuni giornalisti, dovrebbero chiedere scusa a Ottaviano, alla sua compagna, Maria Christine, al figlio, Guido, e a tutte quelle persone coinvolte e poi assolte, perché hanno creato tanta sofferenza in tantissime persone, con un grandissimo danno alla regione Abruzzo, alla nostra regione Abruzzo. Nessuno ha pagato le conseguenze di tutti quanti questi danni, anzi, ci sono state delle promozioni nell'ambito successivo della giustizia.

Allora, le sue battaglie e il suo impegno per il bene della nostra comunità hanno portato tanta sofferenza immeritata, a lui e alla sua famiglia. Per questo, vogliamo testimoniare tutta la nostra vicinanza e riconoscenza. Grazie, Ottaviano, per tutto quello che hai donato all'Italia, all'Abruzzo e alla tua Marsica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. È stato detto: dirigente politico, fino ad essere segretario del Partito Socialista; sindacalista, nel vero senso della parola; segretario della FIOM e poi segretario aggiunto della CGIL; parlamentare nazionale ed europeo; presidente della Commissione antimafia; Ministro; presidente della regione Abruzzo; uomo di grande cultura, conquistata pezzo per pezzo, non scolastica sicuramente; una personalità forte e giusta di questo Paese.

Ottaviano Del Turco ha quindi lasciato il segno, come tanti amministratori, sindacalisti, dirigenti politici. È il segno della sua esperienza, delle cose concrete che ha fatto, del suo contributo di idee, della sua militanza, del suo impegno, del suo attivismo. Nel suo caso, però, è anche di più. Sottolineo, di più, non una diminutio, tutt'altro.

Del Turco ha lasciato anche segni veri e propri, tracce, simboli, che sono presenti e si rinnovano nella vita di migliaia di militanti della sinistra e del più grande sindacato italiano. È una fortuna, un merito, che tocca quasi sempre solo agli artisti, raramente ai politici. Sono sue due intuizioni, due elementi addirittura identitari della sinistra di questo Paese, due testimonianze della sua intelligenza politica e della sua genialità, che testimoniano, tra l'altro, il suo amore per la CGIL e per il mondo del lavoro.

È una sua creazione il quadratino rosso, che è il simbolo della CGIL, il simbolo di uguaglianza, che ancora oggi migliaia di militanti portano, come spilletta, sul bavero della giacca e comunque in tutte le manifestazioni e le iniziative della CGIL. È una sua idea il concerto del 1° maggio, il simbolo della trasmissione dei valori costituzionali alle giovani generazioni. Sembrerebbero due cose piccole e, invece, sono due cose gigantesche (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

Ecco, ci piace pensare che c'è, c'è ancora e ci sarà sempre, un po' di Ottaviano Del Turco nella vita, nell'immaginario e nella militanza di tanti uomini, donne e giovani di questo Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Il suo intervento e quelli dei colleghi che mi hanno preceduto hanno ricordato le tante vite di Ottaviano Del Turco: quella sindacale (dal 1968 al 1992), prima alla FIOM e poi come numero due della CGIL, con ben tre segretari; quella di politico (nel 1993), segretario del Partito Socialista, l'ultimo nella storia del partito, al quale mi lega la mia storia politica; eletto alla Camera (nel 1994); Ministro delle Finanze nel secondo Governo Amato; parlamentare europeo (nel 2004) e presidente della regione Abruzzo (nel 2005). Tutte vite durante le quali Ottaviano Del Turco ha condotto battaglie importanti. Così tante vite vissute con impegno e passione, che consentono, a ciascuno, in quest'Aula e fuori, di poterne ricordare un aspetto.

Io desidero sottolinearne due, di momenti importanti della vita di Ottaviano Del Turco. Quello giudiziario, certamente, ed è stato ricordato da molti colleghi. Purtroppo, Ottaviano Del Turco è diventato, suo malgrado, anche un simbolo. Un simbolo di come un atto giudiziario possa modificare l'attività politica, il governo del territorio, la volontà elettorale. Sono echi che, purtroppo, ritornano. È difficile non fare parallelismi con altre vicende, anche recenti, non ammettere che a volte non serve nemmeno una condanna, un reato commesso, una colpa dimostrata. A volte, basta l'accusa per modificare il corso delle cose, per cambiare il volto di un'amministrazione e per rendere la vita di un uomo un inferno. Registro un fatto senza darne un giudizio, lo registro da convinto garantista, sollevando forse un dubbio in quest'Aula, se il garantismo valga anche per i politici e gli amministratori o se non si confonda la necessità di una condotta specchiata con il mero giustizialismo.

Però, a mio avviso, non si fa giustizia a Ottaviano Del Turco ricordandolo solo per la vicenda che ha sancito la fine del suo impegno politico. Mi piace ricordarlo per le parole che pronunciò in Senato, votando a favore dell'istituzione della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali, il 16 gennaio 1997. Un intervento in cui - ironia della sorte - Del Turco denunciava anche le inefficienze e le inadempienze del sistema giudiziario. Al di là di come andarono i lavori di quella Commissione e anche della posizione espressa dal senatore Del Turco e dal gruppo che rappresentava, trovo ancora attuale il monito e l'appello a lavorare assieme alla modifica delle regole. Un lavoro che, faticosamente, stiamo facendo ancora tutti noi oggi.

Allora, ricordando anche i dolori da un punto di vista sanitario, considerato, purtroppo, il tumore e l'Alzheimer, che l'hanno fatto tanto soffrire negli ultimi anni e che speriamo ora gli permettano di riposare in pace, desidero concludere, Presidente, rivolgendo le più sentite condoglianze, mie e del gruppo di Noi Moderati, ai familiari, soprattutto ricordando a tutti i colleghi l'esempio di Ottaviano Del Turco. Che sia un esempio nei lavori che, in quest'Aula, dobbiamo condurre per il bene del Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Così termina la commemorazione per Ottaviano Del Turco.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato, da ultimo, respinto l'ordine del giorno n. 9/1660-A/36 Pavanelli.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/1660-A/37 Manes, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Manes accetta e che lo vuole porre in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/37 Manes, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Per evitare queste cose, credo che sarebbe opportuno nelle prossime occasioni, finita la fase della commemorazione e prima di iniziare la fase della votazione, di procedere, come abbiamo fatto molte altre volte, a una sospensione di 5 minuti. Credo che dividere le due fasi consenta anche di arrivare in Aula in maniera più ordinata. Mi permetto di suggerirlo per il futuro.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fornaro.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/38 Maiorano.

Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Su quest'ordine del giorno c'era un parere favorevole da parte del Governo; lo mutiamo e diamo un parere favorevole con riformulazione. Questa è la riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare a favore del personale delle Forze di Polizia e delle Forze armate” - questa è l'aggiunta che facciamo - “provvedimenti di competenza (…)”.

PRESIDENTE. Quindi, questa è l'unica riformulazione: questa parte che ha detto. È giusto?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sì, aggiungiamo Forze armate e Forze di Polizia.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Maiorano accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/39 Vaccari, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non siamo sorpresi del parere contrario su quest'ordine del giorno. Come hanno detto già molti miei colleghi, siamo di fronte a un provvedimento solo ideologico, che avrà l'unico scopo di far saltare un'intera filiera e mettere in ginocchio, purtroppo, molte imprese gestite da imprenditori, ahimè, giovani e non porterà alla chiusura dei cannabis shop, come magari avevate auspicato.

Sicuramente, ancora una volta, verremo sottoposti a una procedura di infrazione, perché la canapa industriale non è una droga e, quindi, non lo è tutta la pianta, comprese le infiorescenze che potevano essere trattate, ad esempio, come un trinciato di canapa, come già fanno, ad esempio, in Germania oppure in Francia. La scienza non va calpestata e l'ignoranza non è ammessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/39 Vaccari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Avverto che il gruppo del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a ciascun deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'ordine del giorno in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Resta fermo, ovviamente, il limite regolamentare di massimo due interventi per ciascun deputato.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/40 Cuperlo, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evi. Ne ha facoltà. Tenga conto di quanto ho letto, per favore.

ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Un giovane di 33 anni, di nome Giacomo, incensurato, è sottoposto, in questo momento, alla misura di sorveglianza speciale, misura prevista dal codice antimafia per i soggetti pericolosi. Giacomo ha solo partecipato a diverse azioni non violente di disobbedienza civile per sollevare l'attenzione sulla crisi climatica e sulla inazione di questo Governo. La reazione di questo Governo è repressione, repressione e repressione. Lo vediamo, ancora di più, in questo provvedimento, con un mix di propaganda, disumanità e umiliazione del diritto, della Costituzione, della democrazia e delle persone.

Il nuovo reato di rivolta in carcere o nei CPR, che può riguardare anche proteste svolte con azioni di resistenza passiva, ha il chiaro intento di silenziare ogni grido di aiuto da parte di detenuti e migranti, mentre la pena del carcere per i blocchi stradali se fatti con il proprio corpo rende evidente l'intento di punire solo gli eco-attivisti. Nella foga di mostrarsi con il pugno forte per punire chiunque osi protestare o esprimere un dissenso, questo Governo e questo Parlamento fanno a brandelli la resistenza non violenta e si accaniscono contro chi usa strumenti di pace e di dialogo per chiedere cambiamenti sociali.

PRESIDENTE. Concluda.

ELEONORA EVI (PD-IDP). La cosa drammatica - e chiudo - è che fate tutto questo senza risolvere nemmeno uno dei problemi che attanagliano la nostra società in questo nostro tempo così buio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno e mi trovo assolutamente d'accordo con la collega perché dobbiamo ricordare anche la nostra storia. La nostra storia, se siamo arrivati a questo punto, è data dal fatto che magari noi, quando eravamo giovani - o le altre generazioni - abbiamo lottato e abbiamo lottato anche in strada per ottenere delle cose giuste, non solo in campo ambientale ma in tutti i campi. Perché adesso questo deve cambiare? Veramente è critico quello che si sta facendo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/40 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/41 Orfini, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione.

Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e chiede che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/41 Orfini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/42 Malavasi, con parere favorevole previa riformulazione.

Onorevole Malavasi, accetta la riformulazione?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione, perché credo che questo parere dimostri, da un lato, una presa di coscienza delle difficoltà che oggi ha il sistema carcerario italiano e anche il riconoscimento della necessità di investire sul personale, di incrementare il ricorso a misure alternative per gli adulti e di rimettere al centro anche tutto il sistema di azioni a tutela dei diritti dei minori, nei quali, ovviamente, crediamo moltissimo.

Si tratta di un dispositivo di buonsenso che non ha visto, infatti, il vostro parere contrario ma che al tempo stesso, dal mio punto di vista, evidenzia tutta l'ipocrisia e la contraddittorietà di questo Governo, visto che gli ordini del giorno sono collegati a un provvedimento che va in direzione ostinata e contraria, dove non vediamo né investimenti per prevenire la criminalità, né risorse per il personale, e caratterizzato, invece, da un'ossessione che vuole, atto dopo atto, costruire una narrazione semplicistica, dove si prevedono nuovi reati e dove ci sono aggravanti…

PRESIDENTE. Concluda.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). …come condizione necessaria - e concludo - per migliorare la sicurezza del nostro Paese.

Di fronte a questa contraddittorietà, in un provvedimento che non ha visto alcuna apertura, dove avete bocciato, come maggioranza, tutti i nostri emendamenti, crediamo sia molto più serio e coerente rifiutare la riformulazione e chiedere il voto dell'ordine del giorno così com'è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/42 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Avverto che sono esauriti i tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Essendone stata avanzata richiesta, la Presidenza concederà per gli interventi a titolo personale un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/43 Forattini, il parere è favorevole, previa riformulazione: onorevole Forattini, la accetta?

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e non ne comprendo le ragioni. L'ordine del giorno riguarda l'assunzione di nuovi direttori e il riconoscimento economico per il lavoro straordinario a cui è sottoposto il personale di Polizia penitenziaria. Ritengo che non si possano fare riforme senza le adeguate risorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/43 Forattini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/44 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/45 Scarpa il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà, con i limiti che conosce.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non mi sorprende il parere contrario del Governo su quest'ordine del giorno, perché esponeva e portava anche qualche soluzione concreta al circolo vizioso a cui la destra di Governo continua ad esporci incessantemente. Le carceri sono strapiene. Si decide coscientemente di non investire un euro, né nelle misure alternative, né nel sociale, né negli strumenti che possono mettere in campo, ad esempio, i comuni e le amministrazioni locali in termini di prevenzione del crimine.

Nel frattempo, si alimenta una narrazione che fa tutta leva sulla paura e sull'insicurezza e che utilizza la parola sicurezza come uno scudo per nascondersi dalle pieghe complesse della realtà, raccontando una bugia: che a tutto c'è una soluzione con un nuovo reato. Da questo deriva un disegno di legge dove si creano una decina o una ventina di nuovi reati, le carceri tornano a riempirsi - pazienza che il fine rieducativo dei luoghi di detenzione si perda continuamente - e il circolo continua. Il circolo continua all'infinito, in un teatro di perdita di senso che ci mortifica tutti quanti. Volevo solo far notare anche al pubblico che questo è un cane che si morde la coda, è un circolo vizioso, che, però, non conviene al Paese, ma conviene solo alla destra che ci governa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/45 Scarpa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/46 Ciani vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sembra che ogni provvedimento sia buono per mettere qualcosa di negativo sui CPR. Non è bastato allungare a 18 mesi la detenzione massima, non è bastato mandare i minori in luoghi per adulti, non è bastato inventarsi il CPR extraterritoriale in Albania. Oggi, si inserisce nei CPR anche quella norma obbrobriosa della resistenza passiva non violenta, equiparata alle azioni violente, e soprattutto si introduce la semplificazione delle procedure per la loro realizzazione, localizzazione e ampliamento, in deroga ad ogni disposizione di legge, salvo quelle antimafia (e menomale, almeno quelle).

Noi non capiamo perché ci sia questa ossessione su questi luoghi, che, ripeto, nascono come trattenimento amministrativo e non come centri di detenzione. E, invece, sono centri disumani, dove tante ispezioni hanno dimostrato la non umanità e disumanità dei luoghi. A tal proposito, prego i rappresentanti del Governo di indagare su cosa è accaduto a Palazzo San Gervasio il 4 agosto, dove un ragazzo di 22 anni, Oussama Darkaoui, è morto; ancora non sappiamo per quale motivo e in quali circostanze. Questi luoghi vanno chiusi, non vanno moltiplicati in deroga alle leggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/46 Ciani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/47 Simiani vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno, che vi accingete a respingere, prevede una nostra proposta di intervenire con un approccio culturale, costruttivo e di prevenzione rispetto al tema della sicurezza pubblica e della sicurezza urbana, contro il vostro approccio, che, invece, prevede, come sempre, l'introduzione di nuovi reati e nuove aggravanti.

Si tratta di prevedere l'istituzione di uno strumento, di un fondo a sostegno dei comuni che vogliano investire sulla prevenzione attraverso la cultura e l'arte; l'istituzione di un fondo per aiutare i comuni a sostenere progetti di street art, di rigenerazione urbana, che fanno leva sul prendersi cura, da parte dei giovani, delle proprie città in positivo, sviluppandone cittadinanza attiva, che è senz'altro più efficace delle sterili punizioni, che, invece, sono la vostra ossessione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/47 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/48 Furfaro vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo ancora convinti che la politica abbia un senso quando aiuti le persone. E ci lasci dire che ci fa venire un po' il voltastomaco il fatto che ci sia una parte, la parte governativa di maggioranza, disposta ad arrivare a rovinare la vita di 15.000 persone senza davvero alcun motivo scientifico, reale e concreto, se non quello del proprio tornaconto personale. Non vi è alcun motivo scientifico - alcun motivo! - per il quale non solo si rovina una filiera e si manda all'aria un pezzo di filiera agroalimentare di eccellenza italiana, ma soprattutto si mandano a gambe all'aria 15.000 persone.

E non lo decide Salvini, questo, non lo decidete voi, lo decide l'Harvard Medical School, che, citando l'Organizzazione mondiale della sanità, ci ricorda che il CBD non ha effetti di alcun potenziale abuso o dipendenza, anzi, può risolvere problemi di ansia e insonnia.

Insomma, ancora una volta, passate sopra alla povera gente, agli italiani e ai lavoratori per i vostri tornaconti personali, dando contro alla scienza e facendo decidere a quattro apprendisti stregoni di mandare all'aria un pezzo di industria produttiva italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/48 Furfaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/49 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi siamo sinceramente stupiti del parere contrario a quest'ordine del giorno, perché una relazione sull'attuazione di una norma non si nega a nessuno; anzi, è proprio con una relazione, dopo ore e ore di confronto in maggioranza, che vi siete lavati la coscienza nel mandare in carcere i bambini.

Qui chiedevamo solo di poter prevedere una relazione sull'attuazione, in termini di efficacia, ma anche di logicità, di una norma che noi consideriamo davvero senza senso ed è la norma che prevede un aggravio di pena se un reato viene commesso in stazione.

Cioè, se un reato viene commesso in una stazione, è più grave di un reato che viene commesso in un parco. Presidente, noi continuiamo a ritenere questa norma senza senso e, a questo punto, ci rassegniamo a non avere nemmeno una spiegazione, ma capiamo il motivo, perché capiamo l'imbarazzo del Governo a fornircela (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/49 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/50 Boldrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/51 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. In occasione degli emendamenti e anche della discussione in Commissione abbiamo già espresso la nostra preoccupazione per la grave limitazione posta al diritto di manifestare il proprio dissenso, che viene introdotta con la trasformazione del blocco stradale in reato penale, con la reclusione fino ad un mese. Con quest'ordine del giorno abbiamo fatto una richiesta molto semplice, di buonsenso, direi un monitoraggio dell'attuazione delle norme e la verifica puntuale sull'eventuale limitazione delle libertà fondamentali previste dalla nostra Costituzione.

Nella vostra furia repressiva, non avete preso in considerazione nemmeno questo. Ma, per onestà, credo, dovete dirlo con chiarezza a quelle decine di migliaia di lavoratori che sono scesi in piazza nel corso degli anni e che scendono tuttora in piazza, come oggi i lavoratori del Sulcis, per difendere il proprio posto di lavoro. Dovete dirgli con chiarezza che, oltre a rischiare il lavoro, con questa norma rischiano il carcere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/51 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/52 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Visto che, purtroppo, avete deciso di mandare in carcere le detenute madri e i bambini al di sotto di un anno, con quest'ordine del giorno noi facevamo una richiesta che ci sembrava logica e assolutamente condivisibile, ovvero la piena attuazione della legge n. 62 del 2011, che prevede le case famiglia, naturalmente attraverso un finanziamento. Chiediamo anche che vengano incentivati ed incoraggiati i protocolli tra le amministrazioni comunali e il Governo proprio per individuare quelle che devono essere le case famiglia.

Sottosegretario, un conto è decidere di mandare le donne e i bambini in carcere, un altro conto è decidere di andare contro tutte le norme internazionali di tutela dei minori. Quindi, chiediamo anche che ci sia un monitoraggio attento delle norme proprio per impedire che quelle stesse norme violino i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, così come previsto dalla nostra Costituzione e da tutte le leggi internazionali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/52 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/53 Scotto, con il parere contrario del Governo.

L'onorevole Casu lo sottoscrive.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/53 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/54 Casu, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Avete bocciato l'emendamento che avrebbe aperto immediatamente le porte della Polizia agli idonei del concorso 2020 per l'assunzione di allievi e agenti della Polizia di Stato. Vi siete rifiutati di votare anche l'ordine del giorno, a firma Scotto, che interveniva su un altro concorso. E non ci sono solo i concorsi del 2017 e del 2020: ci sono i concorsi del 2022 e del 2023 e il concorso del 2024. Votando contro quest'ordine del giorno, votate contro l'impegno ad utilizzare l'energia di queste ragazze e di questi ragazzi, che potrebbero da subito rispondere al bisogno di maggiore sicurezza sulle nostre strade.

Abbiamo letto tutti le statistiche emerse in questi giorni, ma il nostro compito di parlamentari non è solo di commentarle sui social, ma anche di prendere impegni per risolvere i problemi di sicurezza che ci sono nelle nostre strade.

Il PIAO 2024-2026 rileva che la forza effettiva della Polizia di Stato è di 10.000 unità in meno rispetto alla dotazione organica prevista e la questione generazionale è grave in tutte le carriere e i ruoli della Polizia di Stato: quasi 6 poliziotti su 10 hanno più di 45 anni, mentre solo 1 su 4 ha meno di 34 anni.

Votando contro quest'ordine del giorno non votate contro il PD, votate contro queste ragazze e questi ragazzi, gli chiudete la porta in faccia ancora una volta. Sono persone che hanno aspettato fin troppo tempo, che meritano di realizzare il proprio sogno. Votando contro quest'ordine del giorno, gli dite che questo sogno non si potrà mai realizzare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/54 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/55 Zaratti, con parere favorevole, previa riformulazione: accetta?

FILIBERTO ZARATTI (AVS). No, Presidente, non accetto. Egregio signor Sottosegretario, ha cancellato, praticamente, il 98 per cento del mio testo. Il 2 per cento che è rimasto, peraltro, lo avete completamente riscritto e significa un'altra cosa rispetto al mio ordine del giorno.

Questa non è una riformulazione, questa, semmai, si chiama presa in giro. Però le voglio ricordare una cosa, egregio Sottosegretario, che, al di là di tutte le questioni che riguardano gli ordini del giorno, che approviamo o non approviamo, che voi non applicate mai e rispetto ai quali non ci date mai nessun riscontro, c'è la questione fondamentale dei rapporti affettivi e intimi dei detenuti, questione che è già stata decisa dalla Corte costituzionale con sentenza n. 10 del 2024. Pertanto, la dovete applicare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Non potete fare tutte le volte come vi pare! È arrivato il momento che voi diate seguito a quello che dice la Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/55 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/56 Ghirra, su cui il parere è favorevole previa riformulazione. Onorevole Ghirra, accetta la riformulazione?

FRANCESCA GHIRRA (AVS). No, Presidente, non accettiamo la riformulazione e vorrei fare una breve dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Non accettiamo la riformulazione perché le premesse sono parte integrante e sostanziale di quest'ordine del giorno, dove ribadiamo la nostra totale contrarietà a questo disegno di legge, che forse è il peggior atto passato all'esame di questa Camera, che ha raggiunto il punto più basso proprio nell'articolo che supera il regime di rinvio obbligatorio, rendendolo facoltativo, per le donne incinte o con bambini minori di un anno, andando contro l'interesse superiore del bambino e sapendo che gli ICAM non funzionano - ce ne sono solo 5 in Italia e sono ancora in fase sperimentale - e sono inadeguati sia dal punto di vista delle strutture, sia dal punto di vista del personale.

Noi riteniamo che non ci sia da valutare l'opportunità di strutturare e rendere funzionante il modello delle case-famiglia, soprattutto non limitandolo con i vincoli della finanza pubblica, visto che non avete stanziato un euro per rendere operativo questo provvedimento. Noi chiediamo, quindi, di porre in votazione l'ordine del giorno così come lo abbiamo presentato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/56 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/57 Mari, su cui il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Nel provvedimento c'è - come è stato detto - furore ideologico, ossessione securitaria. Non c'è dubbio, questa è la cornice, lo sfondo delle misure che avete proposto e che state approvando. Ma c'è anche qualcosa di molto più concreto, c'è un'intenzione precisa dentro questo provvedimento, che è quella di affrontare una fase sociale di questo Paese. Voi affrontate questa fase difficile, che si preannuncia tesa, scegliendo dei nemici.

Voi pensate di affrontare in questo modo la protesta sociale alle vostre politiche, la protesta contro il negazionismo climatico, la protesta contro la guerra e il genocidio in atto a Gaza, la protesta per il reddito e la difesa del posto di lavoro. È questo che sta accadendo in questa società. E questo riportare a livello penale, alla dimensione penale il reato di blocco stradale - peggio, tra l'altro, di come era prima che fosse trasformato in violazione di carattere amministrativo - è il segno preciso di questa volontà. Voi affrontate i problemi, ma li affrontate a modo vostro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/57 Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/58 Bonelli, su cui il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. CasaPound è un'organizzazione neofascista, CasaPound è un'organizzazione che si è resa responsabile di violenze, tra l'altro punite dai tribunali e c'è una sentenza della Cassazione che, proprio a Bari, ha portato al sequestro di un'immobile, la sede di CasaPound. CasaPound è un'organizzazione neofascista che, dal 2003, occupa in maniera illegittima un immobile del demanio, ha accumulato debiti per circa 4 milioni di euro e, da allora, non è stata data esecuzione a un ordine di sgombero per motivi di ordine pubblico.

Chiedo alla maggioranza, al Governo, nell'ambito ovviamente delle proprie competenze, di verificare, di dare attuazione a quanto da loro stessi previsto in questo DDL Sicurezza, in particolar modo a un articolo che è stato introdotto. Penso sia legittimo chiederlo e anche di grande coerenza da parte del Governo di accoglierlo, allo stesso tempo penso sia un segnale importante dal punto di vista democratico, anche in nome della nostra Costituzione repubblicana e antifascista (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Volevo sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/58 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/59 Fratoianni su cui vi è il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/59 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/60 Borrelli, su cui il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, quest'ordine del giorno è coerente con il precedente ordine del giorno che, sul codice della strada, il nuovo codice della strada, ha visto il parere favorevole del Governo, adesso il parere è, invece, contrario. Si tratta del reato dei parcheggiatori abusivi, con la proposta di trasformarlo da una semplice sanzione amministrativa a un reato vero e proprio, come chiedono le Polizie municipali, i sindaci e la magistratura, ma a quanto sembra - tra l'altro, ci stanno dei dossier sull'ingresso della camorra e delle mafie - si vuole continuare a far rimanere questo sistema criminale allo stesso modo di sempre. Quello che mi meraviglia è che una cosa si poteva fare di positivo, che era stata chiesta su questo provvedimento ma si è scelto di non farla, si è scelto che i parcheggiatori abusivi continuino nelle nostre città a dettare legge (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/60 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/61 Zanella, su cui il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Mi verrebbe da dire, Presidente, che non accetto questo rifiuto, perché è incomprensibile e deleterio per la nostra democrazia. Infatti, più di 1 studente su 9, pensate, non ha cittadinanza italiana, oltre il 65 per cento di queste ragazze e ragazzi, bambini e bambine, è addirittura nato in Italia.

Noi ci troviamo di fronte a una normativa vecchia, che non è assolutamente capace di tradurre positivamente la realtà. Veramente, Presidente, mi viene in mente - e chiudo - quanto affermato dalla nostra collega Bakkali, che, nel corso della discussione sulle linee generali, riportava la sua esperienza personale. Pensate: è arrivata qui che aveva 2 anni e ha ottenuto la cittadinanza a 23 anni, dopo ben 21 anni. Questo per dire cosa?

PRESIDENTE. Concluda.

LUANA ZANELLA (AVS). …che adesso - e chiudo - con le lungaggini burocratiche e con tutte le défaillance a cui siamo di fronte quando viene chiesta la cittadinanza, forse, nemmeno a 23 anni sarebbe riuscita a diventare cittadina italiana (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se la collega Zanella lo consente, vorremmo sottoscrivere quest'ordine del giorno, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/61 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/62 Piccolotti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei metterlo al voto, ovviamente, e fare una breve dichiarazione di voto, perché sono particolarmente colpita da questo parere negativo, considerando il fatto... Il Governo non mi sta ascoltando.

PRESIDENTE. Rappresentante del Governo, per cortesia, ascoltiamo l'intervento dell'onorevole Piccolotti.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei che ascoltaste, perché si tratta dei giovani di questo Paese, di come li trattiamo e di come valutiamo, in particolare degli studenti che si avvicinano alle questioni dell'attualità e dell'impegno politico, mobilitandosi, nei loro spazi e nelle loro scuole, attraverso forme di occupazione o di autogestione. Ebbene, in questo Paese, quando ci sono colletti bianchi o persone molto ricche, si procede con sconti di pena, con abolizioni di reati, con condoni, agevolazioni e scudi penali; invece, quando si tratta dei nostri ragazzi - come state facendo con quest'ordine del giorno - vi rifiutate di depenalizzare l'occupazione e l'autogestione: questo è molto grave e la dice lunga della considerazione che avete della loro intelligenza e del loro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/62 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/63 Bonetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Il 30 maggio 2022, nell'ambito della discussione presso questa Camera in merito alla proposta di legge Siani, finalizzata a evitare il carcere ai bambini e alle bambine, c'è stato il sostegno di Forza Italia e della Lega. Allora, avremmo immaginato che per quest'ordine del giorno ci fosse un parere favorevole, perché è molto semplice e pensiamo che l'Aula concordi con quanto abbiamo riportato nell'ordine del giorno circa la tutela delle madri e dei loro figli, riconoscendo un principio fondamentale come l'umanità, che il nostro ordinamento, sino a oggi, ha tutelato, quindi il diritto di un bambino a non crescere dietro le sbarre.

Pensiamo anche che le colpe delle madri non debbano ricadere sui figli, figli che saranno defraudati del diritto all'infanzia e alla spensieratezza, nonché della possibilità di uscire e andare a giocare ai giardinetti. Niente di speciale, ma questo è tutto ciò che contraddistingue la vita e l'infanzia di un bambino. In questo caso, con il contenuto di questa disposizione viene calpestato il principio di eguaglianza e si disprezzano i diritti fondamentali dell'individuo.

Allora, chiediamo, signor Presidente, che l'ordine del giorno di cui sto parlando venga accantonato e rivalutato, perché è troppo importante non opprimere la vita di un individuo in un carcere; peraltro, abbiamo sentito parlare, sino a poco fa, della durezza e dell'invivibilità di questi spazi e di questi locali. Quindi, va bene bilanciare le esigenze di giustizia e di sicurezza, ma è bene anche agire nell'interesse supremo del minore. Pertanto, in questo senso, davvero chiediamo l'accantonamento e che venga rivisto il parere, certi che ci sia un pensiero comune su questo.

PRESIDENTE. Interpello, dunque, il Sottosegretario Molteni, per il parere sulla richiesta di accantonamento.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è negativo.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/63 Bonetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/64 Gruppioni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/65 Faraone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/66 Boschi, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi, ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario, ma non accogliamo la riformulazione e, quindi, chiedo di mettere l'ordine del giorno ai voti, semplicemente perché è difficile comprendere come, di fronte a una richiesta di stanziare più risorse per le case protette per accogliere detenute o detenuti con figli piccoli al seguito, il Governo, anziché limitarsi - com'è normale - a dire nella riformulazione che si sarebbe impegnato nei limiti delle risorse consentite dal bilancio, possa chiedere addirittura di limitare questo impegno “a valutare l'opportunità di...”. Allora, “a valutare l'opportunità di...”, di fronte a un impegno così generico di stanziare risorse per le case famiglia, sinceramente mi sembra, in qualche modo, svuotare l'ordine del giorno di quel minimo di significato politico che ancora può continuare ad avere, soprattutto su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/66 Boschi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/67 Del Barba, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/68 Bonifazi, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Non accetta? D'accordo, passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/68 Bonifazi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/69 Gadda, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Quello che avete fatto con la canapa sativa è, ormai, la vostra prassi. Voi scegliete per ideologia, scegliete per propaganda e non valutate il merito e, soprattutto, gli effetti delle vostre scelte. Chi vi chiede, chi vi ha chiesto ripetutamente di fare un passo indietro non è la lobby degli spacciatori, sono tutte - e sottolineo, tutte - le organizzazioni agricole e le organizzazioni agroalimentari, perché, con un colpo di spugna, voi state azzerando un settore che, dal 2019 al 2023, è cresciuto del 200 per cento, che per il 65 per cento occupa imprenditori under 40 e che esporta il proprio prodotto per circa il 70 per cento delle produzioni.

Con quest'ordine del giorno si chiede una cosa molto semplice: che cosa volete fare, visto che questa scelta, peraltro, interviene a metà dell'annata agraria? Cosa volete fare rispetto alle imprese che, a metà dell'annata agraria, non conoscendo questa vostra novità, hanno fatto degli investimenti? Quali sono le coperture? Quali sono le vostre proposte per garantire la continuità imprenditoriale?

Quindi chiedo, veramente, con un ordine del giorno - sappiamo che valore ha un ordine del giorno - di non voltare la faccia rispetto a persone che vogliono lavorare, a degli imprenditori perbene, perché voi semplicemente - passatemi questo termine - con questa scelta li state lasciando nelle canne (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/69 Gadda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/70 Giachetti, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione.

Onorevole Faraone, accetta la riformulazione?

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). No, Presidente. Non accettiamo la riformulazione perché crediamo che il Governo stia sottovalutando un problema enorme. Io non so se il Sottosegretario Molteni abbia mai messo piede in una REMS e abbia visto con i suoi occhi quali sono le condizioni delle REMS esistenti. Mi è capitato di visitarne un po' e non ci sono agenti penitenziari assegnati alle REMS, ma ci sono guardie di sicurezza privata; non può intervenire la forza pubblica nelle REMS, perché dovrebbero esserci agenti di Polizia penitenziaria e, quindi, né carabinieri né poliziotti possono entrare e intervenire in casi di disordine.

Le condizioni di sicurezza per terapisti, psicologi e tutti coloro che operano all'interno delle REMS sono veramente problematiche, perché stiamo parlando di malati psichici che hanno difficoltà e che sono socialmente pericolosi. Oltre alle REMS esistenti, che non funzionano e che sono in condizioni pietose, ci sono poche REMS, e quindi molti malati psichici sono in carcere, anche se non dovrebbero starci. Per cui, quando lei, Sottosegretario, mi dice: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”, credo che, siccome queste sono strutture previste dalle nostre leggi e le condizioni dei malati che stanno in quelle strutture sono condizioni che devono essere salvaguardate ai sensi della Costituzione, lei non possa dirmi: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Lei deve garantirmi il fatto che i numeri di posti assegnati alle REMS siano compatibili con quello che serve e quelli che ci sono nelle carceri e, al tempo stesso, mi deve anche garantire il fatto che chi opera lì dentro operi in condizioni di sicurezza. Per cui mi rendo conto che è un processo che va portato avanti in progress, però quando sono state introdotte, nel 2014, le REMS, si è avviato un percorso e credo che, ogni anno, bisognerebbe implementarlo. Se lei mi dice che, invece, bisogna farlo semplicemente “compatibilmente con i vincoli di bilancio” - e, le ripeto, la condizione è drammatica -, quindi, non è previsto nessun passaggio ulteriore da parte del Governo, ciò mi preoccupa.

Per cui non accetto la riformulazione e chiediamo, naturalmente, di votarlo e di votare a favore a tutti i colleghi dell'Aula, anche a quelli della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/70 Giachetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/71 Dori, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Non mi stupisce affatto il parere contrario a quest'ordine del giorno sul saluto romano; anzi, è in linea con l'impianto di questo disegno di legge: per voi tre detenuti che protestano in un carcere, magari per un materasso rotto, possono essere perseguiti per un reato che prevede fino a 8 anni di reclusione, mentre se centinaia di neofascisti si riuniscono, ad esempio, ad Acca Larentia, Predappio, Dongo e via di seguito e fanno il saluto romano, rifacendosi alle aberrazioni del fascismo, ecco, per questi bisogna lasciare un salvacondotto.

Quindi il parere secco del Governo è la dimostrazione che volete mantenervi al di fuori della Costituzione, perché quello che noi chiediamo, con quest'ordine del giorno, è assolutamente in linea con la nostra Costituzione antifascista (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole De Maria intende sottoscrivere l'ordine del giorno in questione.

Passiamo, ora, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/71 Dori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/72 Onori, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione.

Onorevole Onori, accetta?

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Sì, grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, chiederei che venga messo alla votazione dell'Aula e procederei con una dichiarazione di voto. La riformulazione che propone il Governo è una riformulazione, probabilmente, al limite della ragionevolezza, e capisco molto bene perché il collega Faraone si sia rifiutato di accettare questa stessa formulazione che il Governo proponeva a due diversi ordini del giorno; capisco il suo sdegno perché è anche il mio sdegno, dato che stiamo togliendo ogni riferimento all'urgenza, stiamo togliendo le premesse, stiamo praticamente riducendo quest'ordine del giorno - che parla di un problema molto grave, che è il sottofinanziamento delle REMS, delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, che è uno degli aspetti più urgenti da trattare per quanto riguarda l'emergenza carceri - a un piccolo impegno in cui vengono eliminati gli aspetti di urgenza e tutte le premesse che, in qualche modo, davano ragione di questa urgenza.

Ciò nonostante accetterò la riformulazione perché su questo argomento noi intendiamo rendervi responsabili, mettervi davanti alle vostre responsabilità.

Accettiamo quest'ordine del giorno perché puntualmente verremo alla vostra porta a bussare e a chiedervi cosa state facendo per onorare l'impegno che pure state prendendo attraverso la riformulazione che proponete. Vorrei citare soltanto un paio di fatti. Nel rapporto del Garante nazionale del giugno 2023 risultava che fossero ricoverati in queste residenze, nelle REMS, 632 persone. Le persone che erano in attesa, invece, di farvi ingresso erano 675.

Di queste, 42, nel frattempo, venivano detenute in carcere. Bene, questa detenzione è illegittima ed è quello che ci dice la CEDU, la Corte europea dei diritti dell'uomo, che, attraverso un provvedimento cautelare del 2024, si esprimeva ordinando al Governo italiano di trasferire la ricorrente - parliamo di una paziente psichiatrica che era detenuta nel carcere femminile di Rebibbia - senza ulteriore ritardo (da qui l'aspetto dell'urgenza), in una REMS o in un'altra struttura dove potesse esserle somministrato un trattamento terapeutico adeguato alla sua condizione psico-patologica.

Noi vi chiederemo conto di questa emergenza che non state assolutamente affrontando. Forse, conviene anche ricordare come ci sia una sentenza, la n. 22 del 2022 della Corte costituzionale, che dice che la legge n. 81 del 2014, che istituisce le REMS, è anticostituzionale. Noi ce la dobbiamo tenere, questa legge anticostituzionale. Se la Corte costituzionale si fosse, infatti, pronunciata in favore dell'anticostituzionalità di questa legge, si sarebbe dovuto procedere all'integrale caducazione del sistema delle REMS, con la conseguenza di un intollerabile vuoto di tutela di interessi costituzionalmente rilevanti. È così grave, il problema, che non possiamo dichiarare anticostituzionale una legge che, in effetti, lo sarebbe.

Io credo che queste siano sufficienti prove per dimostrare l'urgenza di provvedimenti al riguardo e non ci esimeremo dal chiederne conto al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/72 Onori, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 105).

Avverto che il gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/73 D'Alessio, con parere favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione e lo vuole porre in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/73 D'Alessio, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 106).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/74 Magi, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno non entra nel merito della contrarietà che abbiamo espresso durante tutto l'esame del provvedimento e con riferimento alla quale continueremo a mobilitarci rispetto all'articolo 18, che introduce un divieto di produzione e di commercio delle infiorescenze di canapa a basso contenuto di THC.

Quest'ordine del giorno chiede al Governo un'altra cosa. Chiede di attivare la procedura TRIS, cioè quella procedura prevista dalla direttiva europea del 2015 che impone a uno Stato membro dell'Unione che voglia limitare o vietare la circolazione nel mercato interno di un prodotto, anche un prodotto agricolo, come in questo caso, di notificare alla Commissione europea e, per il tramite della Commissione, a tutti gli altri Stati membri il provvedimento che intende adottare, in modo da riceverne delle osservazioni ed eventualmente modificare le previsioni normative che intende introdurre.

Sappiamo che la canapa è considerata, a livello dell'Unione, da decenni, come un prodotto agricolo e anche come pianta industriale, ai sensi del regolamento n. 220 del 2015, senza alcuna distinzione normativa tra le parti della pianta.

Ora, non chiedo al Governo di accantonare quest'ordine del giorno, di riformularlo, non ho così tanta fiducia nella ragionevolezza dell'Esecutivo, dopo quello che abbiamo esaminato in questo provvedimento.

Chiedo una risposta, chiedo al Governo - qui abbiamo solo l'autorevolissimo Sottosegretario Molteni - di dirci perché, se il Governo è così sicuro delle proprie ragioni, non notifica alla Commissione e agli altri Paesi dell'Unione europea l'intenzione che ha, motivandola, come la direttiva prescrive, con i rischi alla salute, con i problemi di tossicità o con altri rilievi che hanno spinto e che spingono l'Esecutivo.

Chiudo, Presidente, ricordando che sulla stessa questione il Governo è andato a sbattere sulla cosiddetta carne coltivata, quando, al momento della promulgazione della norma, il Presidente della Repubblica ha posto, come condizione per promulgare quella norma, esattamente l'avvio della procedura TRIS, che in un primo momento il Governo aveva attivato e, poi, aveva ritirato. Ci piacerebbe sapere perché c'è un parere negativo, perché il Governo, se è così sicuro delle proprie ragioni, non avvia la notifica alla Commissione europea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/74 Magi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/75 La Salandra, con parere favorevole. Vuole intervenire? Nel senso che lo mettiamo ai voti, se interviene.

Ha chiesto di parlare l'onorevole La Salandra. Ne ha facoltà.

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di metterlo ai voti e intervengo per un minuto in dichiarazione di voto. Ritengo di ringraziare il Governo per il parere favorevole su quest'ordine del giorno, particolarmente importante rispetto alla natura di atto di indirizzo, non già semplicemente in relazione agli impegni che il Governo ha inteso accogliere sia per quanto attiene l'implementazione della sicurezza negli ospedali, sia nella previsione di una vera e propria figura professionale quale quella del manager della sicurezza, ma anche rispetto all'opportunità di intervenire sul decreto legislativo n. 81 del 2008 con riferimento alle specificità degli ospedali e delle strutture sanitarie.

Un particolare grazie va inteso anche rispetto alle premesse sia per quanto attiene a quelle forme di pubblicità ingannevole, peraltro nocive, che spesso si consumano nelle adiacenze degli ospedali, con una opportuna revisione e con specifiche limitazioni, ma anche e soprattutto per quanto attiene l'individuazione di misure di contrasto rispetto alla medicina difensiva, perché mai questo Parlamento deve dimenticare che un medico, un professionista della sanità, quando assume una decisione lo fa sempre nell'interesse della salute di ognuno di noi e mai esclusivamente rispetto a quelle che possono essere le conseguenze giudiziarie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rispetto a quest'ordine del giorno, sempre pensando al valore che hanno gli ordini del giorno, vorrei sottolineare che, dando una risposta semplicemente in tema di sicurezza, senza affrontare il tema della riorganizzazione delle attività sanitarie e delle figure sanitarie all'interno dei presidi, si fa una scelta del tutto sbagliata, che rischia di inasprire il clima, di non risolvere il problema.

Questo perché accanto al manager per la sicurezza, accanto alla maggiore prevenzione di possibili infiltrazioni di vario genere, che esistono come problema, vi è il fatto che se non ci sono figure dedicate e capaci di affrontare le criticità che, in alcuni momenti, si verificano all'interno dei presìdi sanitari non diamo la risposta esatta. Quindi, a quest'ordine del giorno, a mio parere, manca tutto questo aspetto, nell'organizzazione di quella che è la vera sanità, che non è solo fare sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/75 La Salandra, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 108).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/76 Guerra.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Presidente!

PRESIDENTE. Lei ha già parlato due volte, quindi non può parlare.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/76 Guerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/77 Pastorella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/78 Ruffino, con parere favorevole, previa riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Ruffino accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1660-A/78 senza richiesta di porlo in votazione.

Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/1660-A/79 Morfino.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/79 Morfino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1660-A/80 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Diciamo che non sono meravigliato della contrarietà del Governo a quest'ordine del giorno, tuttavia sono molto indignato perché, di fatto, con questa contrarietà si afferma e si consacra l'obiettivo principale di questo Governo con questo decreto: reprimere senza prevenire e prendersela con chi è più in difficoltà. La Caritas, solo nella città di Roma, oggi ci ha fatto sapere che ci sono 30.000 nuclei familiari che hanno chiesto un contributo per l'affitto; 6.600, pari a 3 volte quello che succedeva 3 anni fa, sono le persone che hanno avuto uno sfratto e di questi 2.800 sono stati sfratti fatti con la forza pubblica.

Questi 2.800 sfrattati con la forza pubblica, secondo l'articolo 10 di questo decreto, potrebbero andare tutti in galera, pensate un po' a che livello siamo arrivati con questo decreto.

Considerando anche - sempre secondo il rapporto della Caritas - che sono 16.000 le famiglie in attesa di un alloggio per l'edilizia residenziale pubblica, noi, con quest'ordine del giorno, chiediamo idonee politiche abitative per contenere gli sfratti e potenziare l'edilizia residenziale pubblica, assicurando un più efficace sostegno economico alle fasce più deboli della popolazione. Considerando che avete eliminato il Fondo affitto e il Fondo per la morosità incolpevole, voi li volete mandare in galera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), pur avendo gli stessi diritto a un'abitazione. Allora, io, Presidente, vorrei affermare con forza che questo decreto non va chiamato decreto Sicurezza, va chiamato decreto repressione. Una delle cose più gravi che state facendo è che state punendo, con una carcerazione virtuale e differita, Gandhi, don Milani e Martin Luther King, perché punite la resistenza passiva di studenti e operai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), punite la metodologia non violenta. Siamo veramente a rischio: punite Gandhi, perché avrebbe istigato a delinquere.

Per tutto questo, Presidente, noi siamo, francamente, molto indignati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1660-A/80 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Adesso passiamo all'unico ordine del giorno accantonato, il n. 9/1660-A/2 Ziello. Chiedo al Governo il parere in ordine all'accantonamento accordato.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Confermo il parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Non si insiste per la votazione.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Abbiamo appena letto le nuove e terribili agenzie dal Medio Oriente. Esplodono quest'oggi i walkie-talkie in Libano, un'altra ondata, dopo quella dei cercapersone, in cui sono morti in 12, tra cui due bambini, e accecati più di 500. Poco dopo le 3 di pomeriggio di oggi un attacco simultaneo ha fatto esplodere migliaia di cercapersone in dotazione ai miliziani di Hezbollah a Beirut, in diverse altre regioni del Libano e anche a Damasco.

La cosa che vorremmo dirle è che i video pubblicati sui social mostrano uomini che fanno tranquillamente la spesa al mercato, che sono in mezzo a cortei funebri e che sono in mezzo alla gente quando, all'improvviso, saltano in aria, ricoperti di sangue. I dispositivi di ultima generazione in dotazione ai miliziani sciiti filo-iraniani sono da poco tempo lì, sono scoppiati tutti insieme, provocando il caos. Si parla addirittura di 4.000 feriti.

Perciò noi abbiamo appena annunciato - l'hanno fatta i deputati Bonelli, Fratoianni e Zanella - un'interrogazione urgente, per chiedere soprattutto a chi è responsabile per i servizi segreti - quindi alla Presidente Meloni e al Sottosegretario Mantovano e, ovviamente, anche al Ministro degli Esteri - per capire quale tecnologia ci sia dietro e quali siano i contorni di questa vicenda. Siamo qui, a chiedere un'informativa urgente anche al Ministro Tajani, perché, se non ci fosse un Paese dietro, credo che nessuno di voi avrebbe dubbi.

Siamo davanti a un atto terribile, un'azione terroristica senza scrupoli, un atto ignobile contro il diritto internazionale, una guerra senza regole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). E mentre l'operazione era appena stata messa a segno, non rivendicata da alcuno, ma immediatamente attribuita a Israele dal mondo intero, l'aeronautica israeliana ha lanciato raid in tutte le aree coinvolte nel conflitto. Secondo gli esperti, leggiamo: chiunque abbia pianificato e messo a punto l'attacco l'ha preparato a monte, introducendo mini cariche esplosive all'interno dei cercapersone, all'interno dei walkie-talkie, all'interno addirittura di impianti fotovoltaici, con la capacità di far deflagrare simultaneamente i dispositivi con un unico comando.

Ci chiediamo, e mi chiedo, come mai il nostro Governo stia in silenzio, da più di 24 ore. Non una parola su nessuno dei media ufficiali: cos'ha da dire Tajani, Presidente? Davanti al genocidio di Gaza ha chiesto a malapena il rispetto del diritto internazionale, davanti alla violazione della sovranità libanese e iraniana non ha saputo che balbettare parole di circostanza. Presidente, siamo davanti a un'escalation drammatica, a una guerra senza regole. Allora, glielo chiediamo così: quando avrà il coraggio di dire che Netanyahu è un criminale di guerra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e che anche Israele può essere sanzionato per quello che sta avvenendo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle)?

Non basta, non basta stigmatizzare, non basta dire che si è andati oltre: siamo davvero dinanzi a una guerra senza fine ed è inaccettabile che, davanti a queste vicende che colpiscono tantissimi civili, a queste vicende che interrogano tutti noi sui confini della cybersicurezza, questo Governo continui a stare muto. Per questo, chiediamo che il Governo venga in Aula. Per questo gli chiediamo, in un'informativa indifferibile e urgente, di venire a relazionare, quanto prima, sui fatti appena accaduti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimaldi. Ovviamente, mi faccio latore della sua istanza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Sullo stesso argomento, anche noi esprimiamo fortissima preoccupazione - devo dire che non potrebbe essere altrimenti - in merito alle ultime notizie che provengono da quella zona del mondo, dal Medio Oriente. Davvero queste ultime notizie che riguardano l'esplosione di walkie-talkie, cercapersone, pannelli fotovoltaici che stanno facendo morti, tantissimi feriti e colpiscono tanta gente inerme: donne, uomini e bambini che nulla c'entrano con le operazioni terroristiche di Hamas.

Guardate, noi abbiamo espresso il 7 ottobre del 2023, nei giorni seguenti e nelle settimane seguenti la nostra più ferma condanna nei confronti degli atti terroristici posti in essere da Hamas, ma sono mesi che, parallelamente, affermiamo che Israele sta conducendo un'azione militare che è assolutamente sproporzionata e che ha portato a decine di migliaia di vittime, di cui la maggioranza sono donne e bambini che nulla c'entrano con i terroristi di Hamas (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, credo che davvero sia arrivato il momento di chiamare le cose con il proprio nome, come noi facciamo da molti mesi: è in atto un genocidio nella Striscia di Gaza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'Italia e il suo Governo devono avere il coraggio di far sentire la propria voce per porre fine a questo genocidio. Quindi, riteniamo che, nel più breve tempo possibile, il Governo italiano debba venire qui in Aula a relazionare sul tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pellegrini. Come ho già detto all'onorevole Grimaldi, mi farò latore della sua istanza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. È evidente che la richiesta dei due parlamentari che mi hanno preceduto non è un tema di dibattito politico fine a una discussione tra di noi, nel Parlamento, ad accuse reciproche. Perché sappiamo quasi da un anno che quello che sta avvenendo in Medio Oriente, dai massacri di Gaza all'allargamento e all'escalation di un conflitto, riguarda il destino del nostro Paese, riguarda il destino dell'Unione europea, riguarda il destino di come noi costruiamo una soluzione politica a un conflitto che sta mietendo tragedie.

Gli scenari ogni volta sono nuovi e, per questo, la necessità di confrontarci con il nostro Governo, in quanto Parlamento, non è finalizzata a una dialettica, ma è finalizzata a un intervento. Presidente, noi abbiamo la Presidenza di turno del G7; lunedì si aprirà l'Assemblea delle Nazioni Unite a New York, non è possibile stare in silenzio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) perché il silenzio su fatti che si susseguono è una ricerca di un futuro indistinto, in cui tutto quello che accade noi lo guardiamo come spettatori.

Allora, qui, non c'è l'esigenza di un dibattito tra opposti, ma c'è l'esigenza che un grande Paese come l'Italia, che ha responsabilità adesso, faccia sentire la sua voce. E noi chiediamo come forze politiche - io mi auguro che anche la maggioranza sia partecipe - il lavoro della democrazia parlamentare, ma soprattutto la voce di un Governo che vuole, a parole, trovare una soluzione a un conflitto ma che, nel giorno per giorno, non proferisce parola.

Mi permetta, Presidente. Noi abbiamo le nostre truppe in Libano. Lo diciamo sempre, votiamo le missioni, sono su un confine delicato. E se l'escalation e l'allargamento del conflitto diventassero strutturali, come abbiamo rischiato in questo anno, oltre alla tragedia di Gaza, noi non potremo voltarci dall'altra parte. Chiediamo al Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e al Presidente del Consiglio che qui, nel luogo sacro della politica e della ricerca della pace e della soluzione dei conflitti, si vengano a proferire parole non solo di cordoglio per i civili, ma soprattutto di un impegno quotidiano a trovare una via d'uscita.

Abbiamo la Presidenza di turno del G7, lunedì si apre l'Assemblea delle Nazioni Unite e noi chiediamo che l'Italia faccia quello che ha sempre fatto, in Libano come in Terra Santa: trovare soluzioni di pace, e il silenzio non è più possibile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Riccardo Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Nei pochissimi minuti a disposizione per questa dichiarazione di voto, intendiamo esprimere tutta la nostra contrarietà, ma anche tutta la nostra preoccupazione e angoscia, letteralmente, per il tipo di provvedimento che il Governo ha proposto al Parlamento, nella forma del disegno di legge. Un disegno di legge, passato giornalisticamente con il titolo di disegno di legge Sicurezza, ma che, in realtà, non fa altro che produrre caos, conflittualità, tensione. È un disegno di legge contrassegnato dall'uso ideologico e propagandistico del codice penale, delle norme penali. Esattamente l'opposto di quello che un Governo liberale, che un Governo che è nutrito ed è convinto di un'impostazione liberale da un punto di vista delle norme penali… Chiedo scusa, Presidente, anche ai colleghi.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia. Vi prego, ascoltiamo l'onorevole Magi.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Dicevo: è esattamente l'opposto di quello che un Governo liberale dovrebbe fare. Esattamente l'opposto di quello che avevamo ascoltato dalle parole del Ministro Nordio, all'inizio della legislatura, quando aveva espresso al Parlamento le sue linee programmatiche: l'uso del codice penale come extrema ratio di fronte ai fenomeni sociali e la sanzione penale del carcere come extrema ratio all'interno di tutte le possibili sanzioni. Ecco, noi, in questo disegno di legge Sicurezza, abbiamo contato più di 20 fra nuovi reati e aumenti di pena, credo che siano 23 o 24.

È qualcosa di impressionante, e la cosa che ancora più stride rispetto a quanto politicamente il Governo e la maggioranza professano quotidianamente è che si aumenta a dismisura il potere discrezionale della magistratura, perché queste norme sono scritte in modo talmente raffazzonato, talmente impreciso, talmente vago, e in molti casi in contrasto con altre norme o con princìpi costituzionali e fondativi per il nostro ordinamento, che sicuramente daranno molto lavoro ai tribunali e noi, che vorremmo, invece, vedere un Parlamento che sia in grado di legiferare in maniera chiara, razionale e, soprattutto, non usando il codice penale in questo modo, dovremo fare affidamento in molti casi ai tribunali e alla Corte costituzionale, dove alcune di queste norme saranno smontate e - per fortuna - si schianteranno.

Nel frattempo, però, avranno fatto danni, come nel caso della norma che riguarda il settore della canapa industriale. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo anche in questa dichiarazione di voto: pura follia ideologica tagliare le gambe a un settore, che conta tra i 13.000 e i 15.000 addetti, che si è sviluppato in modo esponenziale negli ultimi anni, che annovera tra le 1.000 e le 2.000 imprese (1.500 imprese, circa), che è una filiera tutta made in Italy e che il Governo sta danneggiando. Tra l'altro, non riuscirà a farlo fino in fondo e, quindi, favorirà produttori di altri Paesi, che, all'interno del mercato comune, potranno continuare a esportare.

Ecco, questa è la cifra di quanto l'ideologia e l'ossessione proibizionista e repressiva vi portano a fare. Molte altre sono le norme, che, nel corso della discussione, abbiamo stigmatizzato. Tutta la nostra contrarietà e tutta la nostra solidarietà ai molti cittadini, che si vedono danneggiati da questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ci ritroviamo oggi, dopo la pausa feriale, sostanzialmente dove ci eravamo lasciati. Qualche settimana fa abbiamo votato, come ultimo provvedimento, il decreto-legge Carceri. Un decreto-legge del tutto inutile di fronte all'atrocità e alla disumanità delle condizioni nelle nostre carceri. Un provvedimento talmente inutile, che, proprio nei momenti in cui stavamo votando qui, in Aula, in un vertice a Palazzo Chigi il Ministro Nordio annunciava l'esigenza impellente e urgente di un nuovo provvedimento, proprio sulle carceri, per risolvere una questione dopo il buco nell'acqua che avevano fatto con il lavoro dei due mesi precedenti.

Da allora è passato un mese, un mese in cui noi di Italia Viva abbiamo continuato - anche nel mese di agosto - a fare visite e ispezioni nei CPR e nelle carceri. Il collega Giachetti, insieme a Matteo Renzi, il giorno di Ferragosto era in visita al carcere di Sollicciano. È passato un mese e le condizioni sono semmai peggiorate rispetto a quel 9 agosto. Siamo oltre il 130 per cento di sovraffollamento carcerario. Altre dieci persone, da quel 9 agosto, purtroppo, si sono tolte la vita in carcere, andando a raggiungere la cifra drammatica di 72 detenuti che si sono suicidati dall'inizio dell'anno.

Ovviamente, di quel fantomatico provvedimento annunciato dal Ministro Nordio non si vede nemmeno l'ombra, tanto meno l'attuazione di quel decreto-legge inutile, che il Governo si è affrettato a votare prima delle vacanze. Eppure, il Governo Meloni oggi riesce a fare ancora peggio, con il provvedimento che si accinge a votare la maggioranza, il cosiddetto disegno di legge sulla sicurezza, perché, anziché andare a migliorare la situazione del sovraffollamento carcerario, la peggiorerà drammaticamente, grazie ai nuovi reati, all'aumento delle pene e all'aumento anche delle misure cautelari, che dovranno essere eseguite in carcere, che questo provvedimento comporta.

Verranno intralciati ulteriormente anche i tribunali, già sovraccarichi di lavoro, con un rallentamento ulteriore dei tempi della giustizia nel nostro Paese. È, del resto, dall'inizio del suo mandato che il Governo Meloni non fa altro che aumentare reati e pene a ogni decreto-legge e, dopo due anni di reatificio voluto dal Governo Meloni, i crimini sono aumentati nel nostro Paese, non sono diminuiti. Questo ci dicono i dati diffusi pochi giorni fa dallo stesso Ministero dell'Interno.

Il Governo Meloni continua ad approvare leggi e a inventare nuovi reati. Eppure, nel frattempo, aumentano le rapine, aumentano le violenze sessuali, aumentano i furti nelle nostre città. Le rapine sono aumentate di quasi il 10 per cento rispetto allo scorso anno e di quasi il 25 per cento rispetto al periodo pre-COVID. Questo nonostante i continui decreti-legge del Governo Meloni, perché il crimine, caro Governo, non si combatte nei talk show, si combatte per le strade (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Dopo avere passato il mese di agosto a gridare a fantomatici complotti, le sorelle Meloni oggi dovrebbero ricordarsi delle ragazze che hanno lasciato sole nelle stazioni ferroviarie o delle signore anziane che hanno lasciato sole nelle nostre periferie, con l'insicurezza che abbiamo visto nei dati che ci ha diffuso il Ministero.

Questo provvedimento sembra una rassegna stampa dei giornali di destra. Può essere la scaletta di un talk show di Rete 4. Hanno fatto un collage dei tweet e dei post di Meloni e Salvini degli ultimi anni e li hanno racchiusi in 38 articoli, che inventano talmente tanti reati che non riusciamo nemmeno a elencarli tutti. Toccano 25 fattispecie diverse, tra aggravanti e nuovi reati. Tutto questo per cosa? Per rispondere all'esigenza di qualche like in più, perché la preoccupazione di questo Governo è soltanto essere primi tra gli influencer, non per la sicurezza dei nostri cittadini. Eppure noi una strada ve l'avevamo indicata, ve l'avevamo suggerita già con i nostri Governi, a cominciare dal Governo Renzi: se si vuole sconfiggere la criminalità, se si vuole lavorare sulla sicurezza e sulla legalità, occorre investire risorse, non basta scrivere norme. Investire risorse nella sicurezza, ma, al tempo stesso, nella cultura - un euro in sicurezza, un euro in cultura - perché, per sconfiggere davvero il dramma della droga, non servono norme come quelle che vengono approvate in questa legge, che servono semplicemente a cancellare posti di lavoro in un settore importante come quello della canapa. Serve mandare le Forze dell'ordine nei quartieri più a rischio, nelle notti in cui ci sono spacciatori, in cui ci sono giri d'affari che vanno ad alimentare la criminalità organizzata. Sono stata al Quarticciolo, a Roma, nelle piazze dello spaccio, a vedere di notte cosa succede. C'è una volante, con due poliziotti, che girano per tutto il quartiere. Allora, vanno dotate le Forze dell'ordine di maggiori risorse, di maggiori strumenti, ma va fatto anche un investimento per ricucire il tessuto sociale, per investire sulle periferie, che non sono solo luoghi fisici, ma ormai dell'esistenza. Occorre dare più risorse ai sindaci, a quei sindaci a cui questo Governo sta tagliando i trasferimenti e le risorse. Certo non potevamo aspettarci un'attenzione sulla cultura, sull'educazione, sugli investimenti, dal Ministro Sangiuliano, che abbiamo visto essere molto più preoccupato dalle cene nei ristoranti vista mare che dalle esigenze della cultura del nostro Paese. Eppure, sono lì quelle persone, le loro storie, che aspettano risposte.

Questo provvedimento fa tutto e il contrario di tutto, riesce addirittura a stabilire un reato, punibile fino a 8 anni, per la disobbedienza pacifica e non violenta all'interno delle carceri, equiparandola alla rivolta violenta. Guardate, non è soltanto un problema di una norma che sarà sicuramente dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. È un problema di buon senso. È un problema di ideali e di valori. Cosa è rimasto del Popolo della Libertà? Meno male che avete cambiato nome, nel frattempo. Cosa c'è di liberale in una norma del genere? Perché è consentito alla Presidente del Consiglio e ai Vicepresidenti del Consiglio dichiarare tutto quello che vogliono, a processi aperti, sui procuratori e sulle loro requisitorie, ma a un detenuto, che magari protesta pacificamente perché ha gli insetti e i topi nella cella o perché dorme a mezzo metro dal water nella propria cella, non è consentito far sentire la propria voce?

Quello non va bene, per quello deve avere 8 anni di reclusione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). E cosa dire delle norme sulle detenute madri e sulle donne incinte, che adesso, anche con un bambino di meno di un anno e anche se in stato di gravidanza, potranno andare in carcere. Grande innovazione di questo provvedimento, grande innovazione di questo Governo, anziché mettere soldi - come abbiamo chiesto - nelle case protette. Un tempo si diceva che le colpe dei padri non dovessero ricadere sui figli, mentre, per questo Governo, le colpe delle madri e dei padri, le loro condanne, le loro pene, le devono scontare i figli.

Mi dispiace davvero aver visto i colleghi di Forza Italia fare dichiarazioni, interviste e tweet nel mese di agosto, dicendo che avrebbero fatto una battaglia su questa norma, che mai avrebbero violato quelli che sono i diritti fondamentali dei minori, le convenzioni internazionali. Il nuovo partito dei diritti di Forza Italia cosa ha fatto? Ha girato la testa dall'altra parte, ha ritirato gli emendamenti, ha votato tutto quello che ha chiesto il Governo Meloni, perché si avvicinano le nomine alla Rai, i vertici Rai devono essere rinnovati e allora le detenute madri possono aspettare. Davvero penso che si sia toccato il fondo in questo provvedimento, soprattutto in quello che abbiamo visto accadere sul dibattito sulla cittadinanza.

Forza Italia ha passato il mese di agosto a fare interviste, photo opportunity e video a favore di telecamera, creando aspettative legittime in migliaia di persone che aspettano da anni il riconoscimento dei loro diritti e di avere le stesse opportunità; persone nate e cresciute nel nostro Paese. Abbiamo visto il balletto sugli emendamenti sulla cittadinanza e abbiamo visto addirittura bocciare, da parte di Forza Italia, degli ordini del giorno, cioè un impegno ad affrontare, nei prossimi provvedimenti, lo ius scholae e lo ius culturae. Non c'è niente di più cinico, per uno zero virgola in più nei sondaggi, che andare a distruggere le aspettative e i sogni di persone che loro stessi hanno creato.

Allora, le vere battaglie di Forza Italia forse le possono fare sugli extraprofitti, ma certo non sui diritti. Certo, non è questo il partito garantista, il partito dei diritti che viene raccontato nelle interviste, e ben venga se una donna con un bambino piccolo o incinta può andare in carcere, a differenza degli ex presidenti di regione che magari patteggiano. Una donna incinta in carcere, invece, ci può andare, perché ci è stato spiegato dagli autorevoli esponenti di questa maggioranza che stiamo facendo un favore a quelle donne, che stiamo facendo un favore addirittura a quei bambini, come se li mandassero in un centro termale.

Credo che questo provvedimento sia contrario a quella che è la cultura giuridica del nostro Paese, non soltanto a quelli che sono gli ideali e i valori che le opposizioni hanno portato avanti con interventi in Commissione e con interventi in quest'Aula, facendo emendamenti e cercando di migliorare il testo. Proprio perché condividiamo quello che ha sempre sostenuto il Ministro Nordio, cioè che l'idea di poter risolvere tutto con il codice penale è solo propaganda pericolosa e demagogica, noi voteremo convintamente contro questo provvedimento, perché noi non abbiamo cambiato idea, siamo sempre dalla parte del diritto e dei diritti ed evidentemente il Governo è diventato semplicemente il portavoce dei social network e del populismo giuridico (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Siamo arrivati alla fine di un percorso lungo in riferimento al disegno di legge sul quale siamo chiamati a una dichiarazione di voto e poi al voto finale. Il disegno di legge ha visto una complessità nei suoi lavori in Commissione rispetto alla quale non posso non ringraziare, per la conduzione dei lavori, il presidente Pagano, il presidente Maschio, i colleghi che insieme a me sono stati relatori e gli uffici, che ci hanno sopportato e supportato.

Questo provvedimento credo che risponda a esigenze importanti su alcune materie sulle quali da troppo tempo non si interveniva: sulla prevenzione e sul contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata, su una materia come la sicurezza urbana, nonché sulla tutela del personale delle Forze di Polizia, delle Forze armate e dei Vigili del fuoco. Interviene sulla tutela delle vittime di usura e sull'ordinamento penitenziario.

Ci sono alcuni articoli, che abbiamo introdotto e che consideriamo molto importanti, come l'articolo 21, relativo alla dotazione di videocamere al personale delle Forze di Polizia, per poter fare chiarezza in quelle situazioni in cui qualcuno vuole gettare ombra sull'operato delle Forze dell'ordine, oppure gli articoli 22 e 23, che intervengono sulla tutela legale per dare un aiuto alle Forze di Polizia, al Corpo dei vigili del fuoco e alle Forze armate da un punto di vista legale quando molte volte vengono accusati di reati che non hanno commesso e sono costretti a pagare spese legali a fronte delle quali poi non hanno restituzione.

Ci sembra giusto - anche di fronte alle numerose sollecitazioni che anche da quest'Aula più volte sono state avanzate per aumentare i salari di chi è impegnato nella sicurezza del Paese - almeno dare un segnale di questo tipo, perché vuol dire stare vicino a chi ogni giorno lavora sul territorio, lascia, nel tempo libero, le famiglie per occuparsi della sicurezza pubblica e certe volte non ha lo Stato vicino.

In questa occasione lo Stato è vicino e credo che questi provvedimenti, che spesso vengono indicati dai colleghi della Camera come provvedimenti giustizialisti, non siano per nulla in contraddizione col garantismo a cui il gruppo di Noi Moderati è molto legato. Infatti, garantismo, per quanto ci riguarda, vuol dire evitare che un innocente possa andare in carcere, ma contestualmente garantismo non vuol dire indulgenza.

Per noi il garantismo non rifiuta né la certezza né la durezza della pena, e ci sono importanti e autorevoli garantisti nel nostro Paese, come Luigi Ferrajoli, che hanno elencato i principi sui quali si basa il garantismo, e in tutti questi principi non viene mai menzionata l'impossibilità di aumentare una pena quando i reati sono gravi, recano danno ai minori o mettono a rischio la sicurezza pubblica, come ad esempio il terrorismo.

Nei principi che vengono enunciati da Ferrajoli noi ci ritroviamo: non ci può essere nessuna pena senza reato, nessun crimine senza legge, nessuna legge penale senza necessità, nessuna necessità di legge penale senza danno, nessun danno senza azione, nessuna azione senza colpa, nessuna colpa senza processo, nessun processo senza accusa, nessuna accusa senza prova e nessuna prova senza difesa. Non c'è un punto in cui si parla del tema del parallelismo fra garantismo e impossibilità di incrementare le pene anche nelle parole del Guardasigilli, che più volte ha dichiarato l'importanza della presunzione di innocenza, della certezza del diritto della pena, ma contestualmente ha sottolineato - e questo è successo anche durante il Governo Draghi, in provvedimenti, ad esempio, relativi alle norme contro i piromani - che non c'è disagio nel prevedere un incremento delle pene, se questo garantisce una maggior tutela per i cittadini e consente di avere maggiore possibilità di repressione di gravi reati.

Noi certamente crediamo che, accanto a queste iniziative normative, rimane il diritto di scontare la pena con dignità. Il tema della rieducazione, della reintroduzione nella società e della necessità di non mortificare chi è stato condannato e deve scontare una pena in carcere sono principi fondamentali di uno Stato di diritto. Ma queste norme, che andremo ad approvare tra poco, non sono norme in contraddizione con tutto il lavoro complesso, invece, che bisogna fare da un punto di vista sociale, perché queste leggi sono parti di un mosaico più complesso e di un lavoro più complesso, che vedono il lavoro sulle politiche del Governo sotto tutti i punti di vista.

Il decreto Carceri è un esempio di come in quel caso si sia intervenuti sul tema delle carceri e nessuno sino ad ora - lo si è fatto col Governo Meloni, invece - era intervenuto su questo tema. Quindi, approviamo queste norme oggi. Abbiamo approvato quelle sul decreto Carceri, ma dobbiamo affrontare ancora tante sfide come maggioranza di Governo e come centrodestra - ma confrontandoci in Parlamento - come la pressione migratoria, il degrado sociale di alcune aree del Paese, il disagio giovanile, la minaccia terroristica in conflitti internazionali, il tema delle nuove tecnologie. È la politica di Governo complessiva che dobbiamo portare avanti e che potrà alla fine far valutare se il lavoro ha tenuto conto di tutte le necessità, che correttamente anche diversi colleghi della minoranza hanno evidenziato in Commissione, in Aula e in queste dichiarazioni di voto finale.

Però, non si può pensare che queste norme possano intervenire su questioni su cui stiamo già lavorando o abbiamo lavorato o a cui insieme dovremmo dedicarci. Dobbiamo fare anche un'operazione di tipo culturale, perché le leggi non bastano. Quello a cui abbiamo assistito recentemente, nel carcere minorile di Torino e nel carcere Beccaria di Milano, ci fa capire che c'è un rifiuto del rispetto delle regole. Ci sono strumenti creati e messi a disposizione per rieducare e reinserire gli adolescenti nella società, ma poi, quando improvvisamente nelle rivolte vediamo che vengono incendiati e bruciati libri e strumenti tecnologici finalizzati a quel percorso, vuol dire che c'è un problema culturale ed educativo su cui bisogna lavorare con forza, e questo è un altro ambito su cui dobbiamo intervenire.

Credo che non siamo pienamente politicamente corretti tra di noi, se non ci diciamo che queste norme, in questo disegno di legge, non potevano essere il lavoro complessivo e conclusivo di tutto quello che correttamente ci siamo detti in tante occasioni del nostro confronto. È stato un confronto lungo.

Abbiamo iniziato a lavorare su questo disegno da febbraio e credo che le tante cose che sono state sottolineate possano essere affrontate e recuperate in occasione di provvedimenti prossimi che il Governo si presterà ad apportare o che il Parlamento potrà presentare, perché è l'insieme del lavoro che poi deve avere un giudizio. E quindi, abbandonando le strumentalizzazioni che spesso vengo vengono fatte in queste occasioni, mi auguro veramente che questa esperienza ci permetta di affrontare le prossime iniziative con uno spirito diverso, perché alla fine, possono passare i gruppi parlamentari, i partiti, gli eletti, ma quello che facciamo lascia un segno nel Paese.

E credo che questo lavoro che abbiamo condotto sia l'inizio di un importante percorso per creare un senso civico di cui abbiamo assolutamente bisogno nel nostro Paese e una convivenza tra tutte le persone, di tutte le etnie, di tutte le religioni, affinché in Italia possano veramente trovare il luogo dove poter costruire - questo dev'essere il patto tra tutti coloro che vivono nei nostri confini - e possano contribuire alla ricchezza e alla crescita del Paese, perché questa dev'essere l'unica regola che deve governare i rapporti all'interno di una società civile che vuole contribuire alla crescita di un Paese. E noi vogliamo raggiungere questo obiettivo, ovviamente, lavorando insieme (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe, fino a qualche anno fa immaginare che potesse arrivare in Parlamento un provvedimento come questo era al di là di ogni immaginazione di ogni deputata e deputato, forse anche di ogni cittadino italiano. Pensare che potesse arrivare una proposta di legge autorevole, presentata dalla maggioranza, che andasse a incidere sui diritti delle persone, sui diritti di libertà, sui diritti politici, sui diritti costituzionali, era veramente fantascienza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

È stata fantascienza fino a quando a governare non è arrivato il Governo di destra nel nostro Paese, oserei dire di estrema destra, che ha presentato un disegno di legge tutto ideologico, repressivo, autoritario. Ma, per dare forza a queste parole, è sufficiente vedere chi sono i destinatari di questo disegno di legge: sono i lavoratori che perdono il posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), sono gli attivisti climatici che protestano contro il cambiamento climatico, sono i detenuti che protestano per le condizioni terribili in cui sono costretti a vivere, sono i cittadini che protestano contro le grandi opere come il ponte di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), sono le donne rom, i migranti, sono i 15.000 addetti alla canapa che perdono un lavoro. Questi sono i vostri nemici. Per questo voi avete fatto il DDL Sicurezza, per combattere coloro che stanno combattendo voi. Ma davvero la sicurezza si può affermare attraverso l'istituzione di 20 nuovi reati e aggravanti che sono presenti in questo provvedimento? Che aumentare le pene significa avere sicurezza? No, guardate, signori della destra, la sicurezza non c'entra niente con il reprimere il pensiero, non c'entra niente con il cercare di contenere con la violenza le giuste e legittime lotte che i cittadini mettono in campo. E mi rivolgo anche ai liberali: ma davvero, liberali che siete presenti in questo Parlamento, pensate che la sicurezza coincida con il codice penale? Io non credo che sia così.

La sicurezza è coesione sociale, è risanare i quartieri, i grandi quartieri periferici delle nostre città, che sono in mano alla criminalità e nessuno fa nulla (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). È il lavoro che noi dobbiamo dare, stabile e sicuro, non quello di mezza giornata, che poi passa ad altro lavoratore. È il puntare sulla scuola, sulle attività sociali, sul risanamento, sul futuro, sul dare la speranza ai nostri giovani e alle nostre giovani, soprattutto, che un futuro c'è e si può costruire: quel futuro che ai nostri giovani e alle nostre giovani manca, visto che il numero dei ragazzi e delle ragazze che se ne vanno all'estero è maggiore dei migranti che vengono in Italia. Ma di questo voi non parlate. Voi non dite nulla delle persone - sono quasi 1.300.000 - che sono andate a lavorare all'estero negli ultimi 15 anni, i nuovi emigranti italiani. Questa è la verità. Il problema di questo Paese non sono coloro che vengono a stare qui, ma sono coloro che se ne vanno. È a loro che dovreste pensare. Dovremmo risanare le nostre strade e le nostre piazze, è questa la sicurezza che noi dobbiamo costruire.

In questo provvedimento in salsa repressiva emergono norme che sono assurde e inutili, che sono terribili, allo stesso tempo. Prendiamo la norma sui blocchi stradali: ma vi sembra possibile pensare che i giovani attivisti climatici - che usano il loro corpo per fare la loro lotta e per dimostrare che c'è un'emergenza, per indicare a tutti noi e a tutti voi, ai cittadini e alle cittadine, che i cambiamenti climatici possono distruggere il nostro Paese, come stanno facendo - corrono il rischio, proprio perché utilizzano il loro corpo per interrompere il traffico, di andare due anni in galera? Se ci si va con il trattore - e magari voi strizzate l'occhio a qualche settore sociale che pure l'ha fatto, caro Sottosegretario Molteni - non c'è alcuna condanna penale, c'è semplicemente una multa amministrativa com'era una volta. E, allora, chi vuole interrompere il traffico andasse in auto, che così non corre il rischio di andare in galera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), magari con la macchina elettrica, così quantomeno non inquina. La resistenza passiva: ma si può mai immaginare un Governo talmente di destra da mettere in discussione non soltanto quello che è accaduto nel nostro Paese, ma anche quello che è accaduto a livello mondiale, dove la resistenza passiva e non violenta di grandi leader mondiali, come Gandhi e Mandela, ha portato interi Paesi alla democrazia, senza rivoluzioni, senza morti e senza scontri? E voi la penalizzate, facendo un'opera pessima, perché coloro che manifestano il loro dissenso con la non violenza e con la resistenza passiva non partecipano alle violenze. Invece, equiparare questo tipo di resistenza a quella fatta con le violenze comporterà un aumento delle violenze, caro Sottosegretario Molinari, questa è la realtà… Sottosegretario Molteni, mi scusi, mi ero lasciato andare. Del resto, oggi l'ho nominata così tante volte che era abbastanza intuitivo. Dicevo, caro Sottosegretario Molteni, le manifestazioni contro le grandi opere: ma vi pare che un Governo come il vostro decide di fare una delle opere più idiote che ci sono in questo momento, ossia pensare di costruire il Ponte di Messina con una situazione - che noi abbiamo denunciato - in Sicilia dove manca l'acqua addirittura per bere e per potersi lavare, per non parlare dei danni enormi che sta facendo all'agricoltura di qualità di quella regione?

E voi pensate di spendere 15 miliardi, che poi magari saranno 20, e che poi magari saranno 30, sul Ponte di Messina? Ma vi pare che sia una cosa giusta l'idea, il fatto che i comitati e le persone si mobilitino perché ritengono sbagliata quell'opera, e voi li condannate e create un reato penale per poterli fermare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? O, ancora, vi sembra possibile che le donne rom debbano vedere i propri figli crescere dietro le sbarre dentro le quali voi li mettete? Ma questa è una norma inumana. È una norma che addirittura il regime fascista in Italia, negli anni Trenta, aveva rimosso. Siete peggio di quello che hanno fatto i fascisti, negli anni Trenta. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

E ancora, sui migranti: addirittura togliere loro la possibilità di acquistare le SIM card. Ma questa è crudeltà allo stato puro. E diciamo ai nostri colleghi di Fratelli d'Italia, che parlano di Tolkien e hanno fatto anche una mostra itinerante per avere l'egemonia culturale: ma voi non avete capito niente di quello che c'è scritto in quel libro, non avete capito niente. Voi siete gli agenti di Mordor, voi siete Sauron, voi siete i cattivi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Non avete capito che la lotta è tra il bene e il male. Non avete capito che Aragorn e gli elfi combattono contro il male che è rappresentato da voi. Rileggetelo, fatemi la cortesia, perché forse ne avrete una visione un po' più chiara. Questa crudeltà nei confronti di questi ragazzi e ragazze che attraversano il deserto e il mare per venire qui, e voi rifiutate loro la possibilità di telefonare alle proprie mamme, ai propri papà, ai propri fratelli e alle proprie sorelle! Qual è lo scopo di tutto questo, se non una mera e profonda crudeltà? Un mero e profondo razzismo di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?

È questo quello che voi state facendo. Voi avete introdotto norme fantasiose, oltre che terribili. Per esempio, sul Daspo urbano, oltre alla chiara incostituzionalità di una norma che restringe le libertà delle persone, che non è comminata da un magistrato, ma da un questore, vado a chiudere, in realtà voi state facendo quello che diceva il famoso libro di Philip Dick, Minority Report: state immaginando che uno compia il reato e così, prima che lo faccia, voi già lo condannate. Ma non funziona così il codice penale di questo Paese, non funziona così la Costituzione del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra): si puniscono i reati che si fanno, non quelli che voi immaginate che gli altri possano fare.

E tutto questo per nascondere, per cercare di gestire il conflitto che ci sarà contro un Governo pessimo. Le vostre promesse si stanno sciogliendo come neve al sole d'estate. Ci sono bassi salari, il Paese è isolato dal punto di vista internazionale, c'è un'economia fragile, la nostra manifattura è in crisi, nessun piano industriale, gli extraprofitti rimangono nelle tasche delle banche e delle multinazionali del settore delle energie. Mentre tutta l'Europa e anche gli USA ripensano al progetto di nuovi incentivi sull'edilizia, voi li avete tolti e i bassi salari che ci sono nel nostro Paese sono una vergogna indecente. Indecente! E, poi, ancora, nessuna posizione sulla guerra, su Gaza.

PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per favore.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Concludo. Voi potete anche arrestare tutte e tutti per resistenza passiva, per la non violenza, ma noi non cederemo e vi sconfiggeremo proprio con le armi della resistenza passiva, della non violenza e della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Presidente, colleghe e colleghi, Sottosegretario, ricordo ancora, nelle giornate di novembre del 2023, quando il Consiglio dei ministri ha approvato il pacchetto delle norme sotto il nome “sicurezza”, le grida, gli slogan, le card sui social che ne sono seguite. E penso che questo lungo travaglio di un provvedimento - che arriva oggi in quest'Aula, di fatto, non certamente migliorato o integrato da un contributo di un sano dibattito parlamentare - sia proprio il tipico esempio di una nuova stagione che stiamo inaugurando.

Dopo aver permesso agli slogan, alle piazze, alle urla demagogiche di occupare il dibattito politico, di orientare anche le scelte politiche nel nostro Paese, siamo arrivati al punto in cui noi portiamo a legiferazione le campagne elettorali, perché questi slogan vengono traslati direttamente nei dispositivi normativi che entrano in quest'Aula. Al di là del fatto che, poi, vengano regolarmente smentiti dai dati di realtà nella maggior parte dei casi - questo lo dicono i numeri, i vostri numeri, non attuati da voi stessi nell'azione di governo -, credo che dovremmo iniziare ad assumere una critica, un'autocritica rispetto ad un compito che abbiamo e che ci compete a tutti.

Questo modo di fare, di fatto, indebolisce la nostra democrazia e la indebolisce perché la riduce a posizioni di una parte e contro-posizioni dell'altra parte del tutto disincarnate, prive di connessione e di riferimento nella vita reale del Paese, quando noi, io credo, invece, dovremmo porre le ragioni del nostro agire, anche legislativo, nelle conseguenze, nelle cause che nella vita delle persone e delle comunità risiedono. Altrimenti, abdichiamo al grande compito che la nostra politica e la nostra democrazia ci assegnano, che è quello di fare una politica nelle istituzioni che concorra davvero al progresso del Paese. Questo non sta accadendo, certamente non in questo provvedimento.

Innanzitutto, partiamo dal titolo. Penso che, chiamando disegno di legge “Sicurezza” tale impianto normativo, ci si ponga una finalità, che è quella di garantire la sicurezza dei cittadini. Penso che la parola “sicurezza” non sia certamente una brutta parola, ma sia una parola che appartiene allo spirito anche della nostra Costituzione, che è quello di garantire il bene delle persone e delle comunità. E, in fondo, noi abbiamo sperimentato il rapporto tra la sicurezza delle persone e la libertà, lo abbiamo sperimentato e interpretato, anche con forze coraggiose.

Penso ad alcuni momenti drammatici che il nostro Paese ha avuto, alla famosa stagione del terrorismo, ma anche, in modo differente, ma non certamente meno intenso e grave, al periodo del COVID: il green pass e l'obbligo vaccinale sono stati il migliore strumento di sicurezza, nel pieno rispetto della libertà costituzionale dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle, trattando di vita e di morte delle persone nel nostro territorio. Perché deve essere chiaro che con la vita delle persone non si scherza e non si può fare una becera campagna elettorale, come, purtroppo, troppo spesso accade.

Allora, se questo è il punto, la domanda che deve orientare la responsabilità legislativa è chiederci, di volta in volta, articolo per articolo: questo articolo va a migliorare la sicurezza dei nostri cittadini? Questo il nostro gruppo parlamentare ha fatto, votando anche in modo favorevole alcuni di questi articoli. Ma, complessivamente, questo provvedimento migliorerà la sicurezza del nostro Paese? La risposta, purtroppo, è “no”. Per capire perché “no” è perché si è fatto un maquillage di alcune normative che, però, non vanno ad intaccare davvero i problemi sostanziali. Quindi, si potrebbe dire che è un provvedimento che non è né carne né pesce: qualche miglioramento, molti peggioramenti, ma nulla di devastante. Eppure, no, ci sono dentro norme che nulla hanno a che fare con la sicurezza che, invece, avranno un impatto devastante. E qui arrivo nel merito del primo punto.

Qualcuno mi deve ancora spiegare, con ragioni incontrovertibili, cosa c'entri con la sicurezza del nostro Paese avere creato il danno che la norma sull'impedimento di coltivazione della canapa provocherà al settore industriale, allo sviluppo della bioedilizia, ai produttori di creme idratanti. Voglio capire che minaccia la sicurezza avevano questi produttori e queste imprese che lavorano anche in modo innovativo nel territorio (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). E, guardate, che non sono stati i narcotrafficanti a dirvi di fermarvi sulla norma sulla canapa, sono stati Confindustria e Coldiretti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

Secondo passaggio che nulla ha a che fare, anzi, peggiora la condizione della sicurezza nel nostro Paese. In un Paese normale che vuole aumentare la sicurezza dei cittadini, si portano avanti politiche non solo di integrazione, di solidarietà, ma anche politiche che educano la cittadinanza al rispetto delle regole. Qual è il luogo principe nel rispetto dell'educazione e delle regole nel nostro Paese? È riconosciuto da tutti, credo: la scuola. Allora, mi spiegate il “no” all'introduzione non solo del diritto, ma della responsabilità di una cittadinanza formata dalle scuole, su una proposta di Forza Italia, su cui Forza Italia, insieme alla maggioranza, ancora una volta, vota “no” (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe)? Anche questo rimane un grande punto di domanda.

Lasciatemi dire, anche da donna che si è ispirata ai principi popolari, che piegare la propria coscienza per una disciplina di partito non è degno di quella libertà e di quella fortezza che l'appello di don Sturzo consegna ai popolari del nostro Paese.

Quindi arrivo al punto chiave per noi, che merita il “no” convinto a questo provvedimento e che da solo vale tutte le ragioni di un provvedimento nel quale ci sono articoli che abbiamo anche votato convintamente con un voto a favore. Perché, se anche ci fosse un solo bambino che sarà costretto a nascere e vivere in carcere, lì lo Stato democratico avrà fallito pienamente nel suo compito e noi di questo fallimento non ci vogliamo rendere complici (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). E non raccontateci la favola che state tutelando le donne sfruttate nell'accattonaggio. Nulla ha a che fare con una politica seria, di tutela anche di queste fragilità sociali, che meriterebbero altri contesti. Si chiamano comunità familiari, si chiamano politiche sociali, si chiamano strumenti di sostegno nelle comunità delle quali si sta parlando.

Quella legge che voi stessi, tra l'altro, avete votato la scorsa legislatura e che non ha visto il secondo passaggio al Senato. Noi non smetteremo mai di denunciare lo scempio della norma sulle detenute madri, che permette a bambini piccoli, con meno di un anno, di finire in carcere, e non ci pieghiamo ancora una volta al fatto che, per altri motivi nella maggioranza del nostro Paese, noi non avremo la possibilità di migliorare, invece, al contrario, le condizioni di queste donne e di questi uomini - sento, Presidente, rumoreggiare dai banchi della Lega -, sapendo che si porteranno avanti altri argomenti, ma io, ancora una volta, nonostante il brusio costante, vorrei richiamare ciascuno di noi a chiedersi: di fronte a quelle donne e di fronte a quei bambini che ci guarderanno negli occhi, quale sarà la ragione per la quale quei bambini non potranno vivere in una condizione di libertà e di relazioni sociali?

E se la nostra risposta sarà “la maggioranza, la tenuta del Governo ci ha imposto questo voto”, ecco non solo avremo abdicato alla nostra coscienza personale, ma credo che ciò sarà riconosciuto come un'onta che rimarrà indelebile e che questo Parlamento porterà avanti anche nella memoria futura. Su questo, quindi, convintamente confermo il nostro “no” all'intero impianto normativo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Gentile Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il provvedimento oggi all'esame rappresenta indubbiamente uno dei tasselli qualificanti delle politiche del Governo e della maggioranza in materia di giustizia e sicurezza. Un binomio, giustizia e sicurezza, i cui termini non sono in contraddizione tra di loro, come vorrebbe far apparire l'opposizione, specie quella estrema e di sinistra che certifica, col suo atteggiamento di totale chiusura, come la sicurezza continui a rappresentare nella loro visione una sorta di tabù e non un valore fondante della convivenza civile che tutte le forze democratiche dovrebbero condividere, senza tentennamenti.

Ho sentito, da parte dei colleghi dell'opposizione, parlare di una visione autoritaria della sicurezza, di repressione del dissenso, di oscurantismo, di mancato rispetto dei principi costituzionali, arrivando perfino a tirare in ballo Forza Italia, accusata di non far sentire la propria voce liberale e garantista. Questa ricostruzione è a dir poco fantasiosa e non trova alcun fondamento nella realtà. Vedete, colleghi, garantismo non vuol dire impunità per i colpevoli. Noi di Forza Italia - e se ne faccia una ragione, onorevole Bonetti, onorevole Boschi - non ci stancheremo mai di ripeterlo: siamo sì per la tutela dei diritti, ma nel contempo siamo anche per la certezza della pena e per l'imprescindibile rispetto delle regole che ne governano l'applicazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), come ha ben ribadito il nostro segretario nazionale, Antonio Tajani.

Non è necessario essere raffinati giuristi, basta essere in buona fede, smetterla con la campagna di bugie e di menzogne che diffondete, anche a mezzo social, per capire che questo provvedimento si propone di garantire la sicurezza in stretta osservanza dei principi cardine della nostra Carta costituzionale. Forza Italia, una delle poche forze politiche da sempre coerente con la propria storia di rispetto dei principi e delle libertà fondanti lo Stato di diritto, ha a cuore l'esigenza di salvaguardare il diritto dei cittadini di abitare e vivere in sicurezza nella propria città e nel proprio quartiere, ed è un preciso obiettivo politico, di questo Governo e di questa maggioranza, assicurare e garantire maggiore tutela e sicurezza dei cittadini, tenuto conto delle oramai sofisticate forme di criminalità internazionali e terroristiche, tenuto conto di quelle forme di criminalità locali sempre più diffuse ed allarmanti. Si pensi ai furti nelle case, alle rapine ai danni degli esercenti commerciali, ai borseggi nelle stazioni e nei tram. Conoscete anche voi i dati allarmanti sull'accattonaggio - pratica ancora diffusa -, sulle truffe nei confronti di anziani e di persone indifese.

Sentendo parlare dai banchi dell'opposizione, mi chiedo: in quale Paese vivete? Sono o non sono questi i problemi reali della nostra Italia? Per non parlare, poi, delle occupazioni arbitrarie di immobili destinati a domicilio altrui o a chi impedisce il rientro del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, nel proprio immobile.

E di fronte a queste situazioni, che creano grave allarme sociale e che costituiscono una palese negazione dei diritti delle persone perbene, il Governo e la maggioranza dovevano continuare, come avete fatto voi del campo sinistro, a girare la faccia dall'altra parte? No! Per noi non si doveva e non si deve continuare a tollerare le condotte di bande criminali organizzate, che impiegano minori e donne in stato di gravidanza col solo fine di ottenere l'impunità per i crimini che commettono. Ed è qui la differenza tra noi del centrodestra, tra noi di Forza Italia e voi del campo largo.

Per voi la preoccupazione non è mai stata la condizione della vittima, per voi meglio tutelare chi occupa abusivamente un immobile altrui, per noi, invece, è importante, oltre alla previsione di severe sanzioni penali per chi commette un reato, prevedere al riguardo una procedura snella che consenta, a chi ne ha titolo, il rapido rientro in possesso dell'immobile abusivamente occupato, con provvedimento del giudice nei casi ordinari e, quando l'immobile sia l'unica abitazione del denunciante, con un intervento immediato della Polizia giudiziaria, successivamente convalidato dall'autorità giudiziaria.

E allora non chiedo tanto alle opposizioni, ma io mi rivolgo agli italiani che ci ascoltano: cosa c'è di tanto eversivo in queste disposizioni? Vedete, per noi di Forza Italia la sicurezza urbana è il punto qualificante del programma con il quale il centrodestra si è presentato agli elettori e ha conseguito il consenso.

Per noi è essenziale tutelare le vittime, restituire sicurezza ai cittadini, tutelarli con azioni concrete assicurando alle patrie galere coloro che delinquono abitualmente e turbano con le loro azioni criminali la serenità e la tranquillità delle persone, soprattutto quando questi atti sono diretti contro gli anziani, le persone indifese, le donne e i minori.

E sul tema delle detenute madri: fatevene una ragione, colleghe e colleghi di Italia Viva e di Azione. Mi pare doveroso quanto necessario, a fronte di una polemica che continua in modo assurdo, pretestuoso e mistificatorio, chiarire ancora che nessuno, nessuno, all'interno di questa maggioranza - e men che meno di questo gruppo di Forza Italia - ha mai pensato di mandare in carcere i bambini o di infliggere sofferenze inutili a chi non ha colpe.

Qual è lo scandalo della disposizione introdotta con il presente provvedimento? Al fine di assicurare la certezza dell'esecuzione della pena nei casi di grave pericolo, si modificano le norme relative al rinvio della pena per donne incinte e madri di bambini fino ad un anno di età, in modo da rendere tale rinvio facoltativo, anziché obbligatorio. In questo modo, si allinea la norma a quella che già prevedeva il rinvio facoltativo per le madri di bambini tra uno e tre anni di età, e si prevede comunque che la madre con un figlio tra uno e tre anni possa scontare la pena in alternativa rispetto all'istituto penitenziario ordinario, come è attualmente previsto; e non avete mai cancellato “anche presso l'istituto a custodia attenuata per detenute madri”.

E nelle ipotesi di donne incinte e madri di prole fino a un anno, ove si escluda il differimento della pena per grave pericolo, si prevede sempre e comunque l'esecuzione della pena presso gli istituti a custodia attenuata. Dunque, non c'è nessun arbitrio, non c'è nessun automatismo, nessuna forzatura.

Il giudice sarà chiamato a fare una specifica valutazione caso per caso e, qualora il giudice - non altri - decidesse di dare esecuzione alla pena, la madre verrà collocata all'interno di un istituto a custodia attenuata, dove massima è l'attenzione e la cautela per i minori. Peraltro, mi sembra un fatto singolare che i paladini, i difensori della magistratura e della sua autonomia, si straccino le vesti davanti a una norma che consente al giudice di avere maggiore autonomia decisionale in situazioni così delicate.

Inoltre, sul tema delle carceri, dove ho sentito strumentalizzazioni di ogni tipo, non accettiamo lezioni di garantismo dai più biechi manettari, presenti anche in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! L'attenzione di Forza Italia sulle carceri è massima: potenziamo le agevolazioni per le aziende che impiegano detenuti, anche all'esterno degli istituti penitenziari; incentiviamo il lavoro dei detenuti attraverso misure puntuali; favoriamo, con questo provvedimento, l'apprendistato professionalizzante, nell'ottica di un effettivo reinserimento sociale. È un tema sul quale, peraltro, torneremo, non lasciandoci coinvolgere da iniziative solo strumentali delle opposizioni, aventi il solo obiettivo di dividere la maggioranza. Una cosa è certa: noi non proporremo di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri offrendo seggi al Parlamento europeo o a chi predica la liceità delle occupazioni abusive (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia)!

E c'è un altro versante, che non è meno importante, all'interno di questo provvedimento, che riguarda le disposizioni relative alla tutela delle Forze di Polizia: disposizioni tacciate dalle opposizioni di antidemocraticità. Noi siamo orgogliosi di intervenire per dotare le Forze dell'ordine di strumenti di difesa per la loro incolumità e per la tutela dell'ordine pubblico, al fine di evitare che passi l'idea che i criminali possano agire indisturbati ed offendere impunemente le Forze dell'ordine. Forza Italia respinge con forza questo maldestro tentativo di mettere sotto processo le Forze dell'ordine.

PRESIDENTE. Concluda.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Concludo, Presidente. Noi diciamo a gran voce ai signori della sinistra: le Forze dell'ordine non si toccano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Migliaia di Poliziotti e Carabinieri, donne, uomini, giovani, padri e madri di famiglia, rischiano quotidianamente la vita per la sicurezza e la tutela dei cittadini: pertanto, va a loro tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Body cam sì e numeri identificativi sulle divise degli agenti no! Noi siamo al fianco del popolo in divisa e lo dimostriamo con i fatti, dotando le Forze di Polizia di videocamere.

PRESIDENTE. Concluda.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Ecco perché riteniamo che questo provvedimento vada nella direzione giusta e, per queste ragioni, annuncio il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Questo disegno di legge tradisce il titolo: non assicura sicurezza e non la migliora. Sicurezza è prevenire e reprimere i reati, ma anche assicurare il rispetto delle regole in ogni settore, pubblico e privato; è svolgimento di accurate ed ampie attività di contrasto all'illegalità; è controllo capillare del territorio; è tempestività dell'azione penale; è rapidità del processo, con l'obiettivo della certezza della pena. La sicurezza diventa percepibile con la difesa dei cittadini e solo la tempestività dell'accertamento, con l'applicazione e l'esecuzione della sanzione, esercita un'efficacia deterrente.

Il disegno di legge non stanzia risorse: nulla prevede per gli organici di Polizia e per quelli di magistratura, fortemente carenti e incapaci di portare avanti la loro azione. Senza uomini dello Stato che difendono le regole e i cittadini, non può esservi sicurezza. Il Governo, in questo disegno di legge, mostra di intendere la sicurezza come inasprimento delle pene e introduzione di nuovi reati: già questo, pertanto, evidenzia la miopia del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma quel che è peggio è che l'aumento delle pene e l'introduzione di nuovi reati intervengono per restringere gli spazi di dissenso e protesta, che sono espressione del disagio, dell'emarginazione e del degrado sociale, che avrebbero bisogno di politiche di sostegno e di inclusione, di interventi di risanamento, di realizzazione di abitazioni dignitose e di scuole, di tutto ciò che, invece, il Governo non vede (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma nulla c'è di tutto questo, solo repressione.

La sicurezza doveva essere valutata nel rispetto dei princìpi e dei valori costituzionali del nostro Paese, che pongono la libertà al vertice di tutti i diritti e la solidarietà come fondamento della nostra democrazia, ma l'ideologia del Governo è tutt'altra. Il disegno di legge Sicurezza introduce nuove fattispecie di reato che si caratterizzano per l'indeterminatezza dei contenuti e la irragionevolezza e non proporzionalità delle sanzioni. La condotta sanzionata dal nuovo articolo 270-quinquies, punto 3, è stata estesa ad ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti violenti. Ecco, con ciò si viola il principio costituzionale della determinatezza dell'intervento penale. Identica formula appare nel secondo comma dell'articolo 435, e poi con l'articolo 94, punto 1, del codice antimafia, che nulla ha a che vedere con la sicurezza; si introduce una deroga ai divieti derivanti dall'interdittiva antimafia, quando il destinatario dell'interdittiva sarebbe privato dei mezzi di sostentamento. Con tale nuova formulazione, il destinatario dell'interdittiva potrà, dunque, continuare senza controlli a operare sul mercato, con evidenti rischi di interferenza di carattere mafioso. Appare chiaro che non si interviene sulla sicurezza, ma si indebolisce un istituto di grandissima importanza per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

Con la norma in materia di revoca della cittadinanza, poi, nulla si costruisce per la sicurezza del Paese, mentre si violano i princìpi costituzionali di eguaglianza e proporzionalità. La revoca della cittadinanza qui determina una differenziazione tra cittadini, a seconda di chi è nato da genitori italiani o chi, invece, viene naturalizzato; questa è una disuguaglianza che va innanzitutto a violare un nostro principio della Costituzione.

Non solo, ma addirittura intervenire 10 anni dopo significa disconoscere la portata dell'articolo 27 della Costituzione e, quindi, gli effetti del nostro carcere: rieducazione e risocializzazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dopo 10 anni, dopo il processo, dopo la pena ancora si pensa di revocare la cittadinanza. Siamo per il rispetto dei diritti e delle regole, abbiamo attenzione per la proprietà privata garantita dalla Costituzione, ma del delitto di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui non vi era alcun bisogno; già esistono l'articolo 633, che era già stato modificato nel 2018 da Salvini, e poi esiste l'articolo 633-bis, che è stato introdotto proprio in questa legislatura.

Si è voluta incentivare la risposta sanzionatoria con una nuova disposizione rigida e severa, indifferente all'eventuale stato di bisogno dell'occupante e ad altre eventuali ragioni della condotta attenzionata: problemi di salute, presenza di minori, impossibilità di reperire un alloggio regolare. L'articolo 634-bis punisce allo stesso modo condotte profondamente diverse sia quando vi è violenza o minaccia sia quando si agisce con artifizi e raggiri sia quando, fuori dai casi di concorso, taluno si intromette o coopera nell'occupazione dell'immobile, ovvero riceve o corrisponde denaro o altre utilità. La pena è totalmente sproporzionata, ed è la stessa in tutte queste ipotesi. La norma criminalizza il fenomeno sociale delle occupazioni di immobili.

Il Governo non interviene per colmare la debolezza del sistema pubblico dell'alloggio, per garantire il diritto a una casa a quella larga fascia della popolazione sempre più povera, in un mercato immobiliare sempre più inaccessibile, ma mostra il pugno di ferro verso le categorie più deboli. Peraltro, nel corso delle audizioni, è stato sottolineato che l'obiettivo del Governo è anche quello di colpire quella parte dei movimenti sociali che, in assenza di un intervento statale in questo ambito, si fa carico del bisogno abitativo. Questo sarebbe il motivo per cui è previsto che alla medesima pena, da 2 a 7 anni, soggiace anche chi coopera nell'occupazione. Questa norma manifesta un indirizzo politico-legislativo che colpisce quella parte della popolazione socialmente più vulnerabile, senza mai occuparsi di chi non ha casa. Nulla viene fatto per garantire il diritto all'abitazione.

E ancora, viene sanzionata la protesta, il dissenso, il disagio sociale, punendo con la reclusione il blocco stradale e ferroviario di chi ostacola la circolazione con il proprio corpo. È stato modificato da illecito amministrativo a delitto. Così facendo, si è criminalizzata una condotta non aggressiva, ma solo una manifestazione di protesta. Viene introdotto il reato di rivolta, che criminalizza anche chi non usa violenza, ma semplicemente mantiene una resistenza passiva agli ordini impartiti, cioè non si adegua, per protesta contro determinate condizioni e misure. Tale formulazione oggi è particolarmente grave e la modifica intervenuta non cambia lo stato attuale della norma. Ciò avviene anche a causa delle tensioni che caratterizzano gli ambienti carcerari, che versano in condizioni di assoluta invivibilità. Anche qui viene punito chi protesta manifestando liberamente il proprio pensiero. Così viene sacrificato uno dei diritti fondamentali della nostra democrazia e non si distingue chi usa violenza da chi semplicemente tiene una condotta statica, di sola presenza, alla quale, in quelle condizioni, nessuno si può sottrarre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Nel circuito carcerario vi è un crescente malcontento. Il circuito penitenziario, oggi, presenta un gravissimo vulnus, determinato dal sovraffollamento. La situazione carceraria è insopportabile e indegna per un Paese civile. La prima esigenza sarebbe quella di restituire dignità ai detenuti e, insieme a questa, pari livello è quello di restituire autorità e dignità agli appartenenti alla Polizia penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Né gli uni né gli altri ricevono ciò che dovrebbero avere. È necessario reintegrare l'organico della Polizia penitenziaria, perché possa effettivamente fare fronte alle proprie esigenze.

Le stesse considerazioni valgono per il delitto di rivolta nei centri di permanenza per il rimpatrio o nei CARA. Anche qui, anziché guardare alle condizioni di invivibilità di questi centri, veri e propri lager che ci fanno vergognare davanti al mondo intero, luoghi di carcerazione senza processo, in violazione della nostra Costituzione. Anche qui si reprime il dissenso con lo strumento penale, allargando il campo di applicazione a comportamenti di mera resistenza passiva agli ordini impartiti dall'autorità. Ma come può essere considerato concorrente nel reato di rivolta chi non fa nulla? Poi, si interviene per aumentare il numero dei colloqui dei detenuti, ma non si aderisce a quella sentenza della Corte costituzionale sul diritto all'affettività. Cosa dire, poi, del carcere per i bambini? Una misura gravissima, contro ogni regola. Qui non sono solo la Costituzione o le norme di protezione internazionale dei fanciulli a opporsi, ma il diritto naturale, quel diritto che governa le esigenze più antiche di tutela della nostra società e, primo tra tutti, il diritto dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è possibile tenere i neonati nel carcere. Quella norma sul rinvio obbligatorio della detenzione, che risale al codice fascista, è stata, in questo disegno di legge, soppressa. Andiamo oltre, andiamo indietro nel tempo, abolendo le più elementari tutele dei nostri diritti, Presidente. Neonati in carcere, senza processo e senza imputabilità: questa sì che è la più grave delle violazioni. In questo disegno di legge, in cui domina la clausola di invarianza finanziaria…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). …sì, sto concludendo, Presidente. Non ci sono assunzioni per le Forze dell'ordine, mancano decine di migliaia di uomini, non ci sono investimenti sulle infrastrutture, non vi sono politiche per la casa, non vi sono rigenerazioni urbane, ma giganteggia solo una figura: la repressione penale del dissenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un vulnus per la nostra libertà. La libertà va sempre garantita, perché su di essa poggia la nostra democrazia. Per questo esprimiamo il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo arrivati alla votazione, in prima lettura, di questo disegno di legge sulla sicurezza, dopo una gestazione molto lunga, perché voglio ricordare che il provvedimento è stato licenziato dal Consiglio dei ministri a novembre e siamo arrivati a metà settembre. Questo perché i temi, evidentemente, sono temi molto sensibili e importanti, che hanno generato un ampio dibattito parlamentare nel Paese e anche molte polemiche. Dieci minuti sono pochi, ma cercheremo, in questo tempo, di rispondere ad alcune contestazioni che sono state fatte dalle opposizioni. Principalmente, le contestazioni sono due: da una parte, si dice che questo provvedimento è figlio di una cultura panpenalistica e che, quindi, vede come unico strumento per contrastare la criminalità quello di inventarsi nuovi reati o inasprire le pene dei reati già esistenti; dall'altra parte, il ragionamento è che questo tipo di legislazione sarebbe, in qualche modo, testimone di una svolta autoritaria dello Stato e della trasformazione della Repubblica in uno Stato di polizia. Bene, io vorrei, per provare a smontare queste tesi, partire da un caso, che penso sia paradigmatico della mistificazione che è stata fatta dalle opposizioni su questo testo di legge: il caso, che è stato molto dibattuto, delle detenute madri. Oggi esiste una legislazione che prevede che la madre, la donna incinta o una donna con figli piccoli che commette un reato, in caso di condanna, veda differita l'esecuzione della pena, a tutela dei figli minori o del nascituro. Su questo è evidente che siamo tutti d'accordo, è evidente che il principio della legge è quello per cui un minore non deve crescere in un carcere e non deve passare i primi tempi della sua vita all'interno di un carcere. Ma, per uscire da quello che è un principio giusto e scendere nella concretezza della realtà, penso che basti andare in una stazione ferroviaria o in un mercato rionale o alla fermata di un semaforo per rendersi conto di come questo principio, giusto e sacrosanto, purtroppo, nella pratica, a volte, viene stravolto e il minore diventa lo strumento per continuare a delinquere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché in base alla presenza del minore la donna in questione può continuare a commettere reati. La domanda che c'è da porsi, quindi, in questi casi è: ma cos'è meglio per il minore: continuare a vivere in uno stato di degrado, delinquenza, marginalità o, forse, paradossalmente in certi casi può essere meglio stare in una struttura protetta, un istituto di custodia attenuata? Non lo decide il Parlamento questo, ma quello che abbiamo previsto è che, caso per caso, sia un magistrato a decidere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, quindi, il magistrato di deciderà, situazione per situazione, qual è la situazione e la soluzione più adeguata a contrastare il crimine e per tutelare i diritti del minore.

Siamo intervenuti anche su altri casi di allarme sociale. Ci è stato detto: avete previsto la norma che sancisce l'arresto differito per chi aggredisce gli operatori sanitari. C'è stato modo di contestare anche questo: io penso che, aprendo le cronache, vediamo che questo è un problema cogente. Abbiamo previsto che verso chi usa violenza verso gli operatori sanitari si abbiano 48 ore di tempo per l'arresto in flagranza, arresto che diventa obbligatorio, ma siamo perfettamente consapevoli che non basta questo a risolvere i problemi di sicurezza degli ospedali e, infatti, questo provvedimento va posto in continuità con quanto questo Governo ha già fatto in questi mesi. Voglio ricordare che questo è un Governo che ha aumentato del 50 per cento i presìdi di Polizia negli ospedali, che sono passati da 126 a 189 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e voglio ricordare che è un Governo che ha aumentato le unità di Polizia in servizio alle strutture sanitarie da 228 unità a 411. Quindi, vedete, sappiamo perfettamente che la norma penale in sé non basta, ma norma penale segue un percorso di investimenti che questo Governo ha fatto. La stessa cosa dicasi per la tutela degli agenti di Polizia: noi prevediamo un'aggravante speciale per chi usa violenza o minacce nei confronti degli agenti di Polizia. Pensiamo sia doveroso per tutelare il lavoro degli operatori delle Forze dell'ordine, i lavoratori della sicurezza del nostro Paese, ma questo avviene dopo che nelle leggi di bilancio passate - per questo voglio ringraziare il Ministro Piantedosi e il Sottosegretario Molteni - abbiamo invertito un trend che durava dal 2014-2015-2016, quando altri sulla sicurezza hanno fatto tagli lineari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) sulle Forze di Polizia, e oggi, grazie agli investimenti di 100 milioni di euro all'anno in più per 10 anni, noi stiamo finalmente superando il problema di carenza di personale, assumendo più agenti di Polizia rispetto a quelli che vanno in pensione con il turnover.

Abbiamo fatto investimenti, come abbiamo deciso di tutelare gli agenti in questo provvedimento, raddoppiando la dotazione del Fondo per le spese legali, nel caso in cui un agente sia coinvolto in un processo per ragioni di servizio, come abbiamo previsto l'utilizzo della body cam e lo abbiamo previsto per due motivi: a tutela dei manifestanti, perché se un agente di Polizia sbaglia è giusto che paghi, ma anche a tutela degli agenti, perché non può neanche esserci la corsa alla caccia al poliziotto ogniqualvolta, in una manifestazione, la Polizia deve reagire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché è stata provocata o perché ci sono state situazioni che se che necessitavano dell'intervento; la body cam permette tutto questo. Abbiamo investito anche sulla Polizia locale: ci sono Fondi per 7.800.000 euro, a decorrere dal 2025, che permetteranno di implementare i corpi di Polizia locale.

Ci siamo occupati di problemi che destano grande allarme sociale: il tema delle occupazioni abusive. Sono inasprite le pene per le occupazioni abusive e, soprattutto, è prevista finalmente una procedura veloce, che permetta lo sgombero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) delle case occupate e la rimessa in possesso del legittimo proprietario, anche perché, in un Paese civile, è strano il contrario.

La cosa assurda è che, nonostante le leggi già ci fossero, purtroppo oggi il diritto alla proprietà della casa sappiamo che spesso non è garantito. E se qualcuno va in ospedale a fare una visita, viene ricoverato per qualche tempo, fa una trasferta di lavoro, rischia di tornare a casa e di trovarla occupata e di dover dormire fuori lui. Questo, penso non sia degno di un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo è il motivo per cui abbiamo dovuto intervenire sul codice penale. Per questo, ci siamo occupati delle truffe agli anziani. Sappiamo che già esiste il reato di truffa, ma sappiamo anche che, con le modifiche a quelli che sono i costumi e le abitudini delle persone, la tecnologia ha un ruolo sempre più importante nelle truffe e che, quindi, gli anziani, che già sono vulnerabili per sé, sono ancora più vulnerabili con questo tipo di tecnologia. Per questo, abbiamo previsto un'aggravante e l'obbligo di arresto per chi truffa gli anziani.

Ci siamo occupati anche di un altro tema molto importante: la sicurezza nelle stazioni. Ecco, anche questo merita una riflessione perché qualcuno ha detto: avete inserito l'aggravante perché un reato compiuto in una stazione è più pericoloso di un reato compiuto in un parco. No, siamo perfettamente consapevoli che così non è. Ma, altrettanto, siamo consapevoli che, nelle stazioni, oggi c'è un problema di concentrazione di criminalità e che, quindi, è necessario dare una risposta che non è soltanto l'aggravante. La risposta è anche il Daspo, cioè la possibilità di allontanare i recidivi. Quindi, fare in modo che chi abitualmente commette reati nelle stazioni debba stare lontano dalle stazioni e che, se ha avuto una sospensione condizionale della pena, essa gli venga revocata nel momento in cui contravviene al divieto di andare nelle stazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La cosa più importante, però, anche qui, non è tanto questa norma che aiuta un percorso, ma il fatto è che, grazie alla determinazione della Lega al Ministero degli Interni, noi abbiamo messo mano al portafoglio e abbiamo assunto quasi 2.000 militari per potenziare “Stazioni sicure” e “Strade sicure” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quando chi oggi ci dà delle lezioni, invece, voleva smantellare quel tipo di iniziative.

Oltre a questo, poi siamo intervenuti anche sul tema delle carceri perché gli agenti di Polizia penitenziaria certamente vivono un momento molto complesso. Abbiamo previsto il reato di rivolta in carcere e, soprattutto, abbiamo previsto che chi commette questo tipo di reati non possa godere dei benefici penitenziari. So che questo può irritare le parti politiche che hanno visioni diverse. Io ho sentito recentemente un europarlamentare neoeletta di sinistra spiegarci che il carcere in Italia è razzista ed è razzista perché il 75 per cento dei detenuti a San Vittore è di origine straniera. Bene, visto che io penso che il carcere sia un immobile e, quindi, al massimo, il carcere ha bisogno di una ristrutturazione, non ha opinioni politiche, penso che, quando si parla di razzismo nel carcere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), si voglia quindi dire che sono, nell'ordine, razzisti i poliziotti che arrestano; razzista il giudice che convalida il fermo; razzista il procuratore della Repubblica che chiede la condanna; razzista il tribunale che conferma la condanna; razzista il Tribunale del riesame che ti lascia in galera e, ovviamente da ultimo, sono razzisti i cattivissimi agenti della Polizia penitenziaria.

No, cari colleghi, io penso che il problema sia un altro: forse esiste un collegamento tra immigrazione clandestina illegale e criminalità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non è razzista il carcere, ma se non si contrasta l'immigrazione clandestina, chi arriva illegalmente in questo Paese, per campare, altro non può fare che vivere nell'illegalità. Ed è quello che, con molta tranquillità, diciamo da quando la Lega è nata e banalmente è il tema di dibattito in tutti i Paesi occidentali. In Spagna, oggi c'è un Governo il cui Presidente è socialista, si fanno i respingimenti a Ceuta e Melilla. In Germania si è chiuso Schengen. Il Premier inglese, che è laburista, è venuto a chiedere del modello italiano perché sta funzionando. E allora, le politiche che abbiamo messo in campo quest'anno, che hanno fatto ridurre del 65 per cento gli sbarchi, vuol dire che non erano politiche razziste, ma sono politiche che hanno funzionato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), nonostante le tante critiche che ci siamo sentiti dire.

E quali sono state queste politiche? Banalmente, noi abbiamo riportato in vita il contenuto di quelli che erano i decreti Sicurezza voluti dal Ministro Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), quelle sono le norme attuate oggi dal Governo Meloni che stanno dando risultati. E questo va ricordato ancor di più oggi che il Ministro Salvini rischia sei anni di carcere per aver fatto quelle leggi e averle fatte rispettare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si levano in piedi), per aver preso i voti e aver assunto un incarico di Governo per contrastare l'immigrazione clandestina, esserci riuscito e, oggi, doverne pagare il prezzo davanti a un tribunale.

Allora, colleghi, per chiudere, io posso capire le critiche sul panpenalismo. Sono d'accordo. In teoria, fare troppe normative penali può prodromicamente portare a uno Stato autoritario. Io ho cercato di spiegare perché così non è, puntualmente. In ipotesi, in filosofia può esserlo, ma più che pensare alla filosofia dell'autoritarismo, io cercherei di vedere i comportamenti concreti per capire dove sta l'autoritarismo e l'illiberalismo. Ebbene, io penso che in democrazia, Presidente, non ci sia nulla di più illiberale, di più autoritario che piegare le guarentigie parlamentari garantite dalla Costituzione per fare una battaglia politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si levano in piedi - Commenti), che non ci sia nulla di più autoritario e illiberale che votare per mandare a processo un Ministro, solo perché il suo partito, nel frattempo, è passato dalla maggioranza all'opposizione. Quindi, invece che continuare a cercare il pericolo autoritario nelle norme che fa questa maggioranza, guardiamo il pericolo autoritario nel concreto dov'è e come viene usato quando siete messi alla prova, non solo i giustizialisti, ma anche quei partiti dell'opposizione che a parole si sono sempre detti garantisti. Voteremo il provvedimento, Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei iniziare con una piccola premessa, cioè che la sicurezza è una cosa dannatamente seria. Perciò, quando ci si occupa di sicurezza, bisogna farlo seriamente, perché la sicurezza è un bene comune primario ad alto valore sociale, il che significa che il livello di sicurezza di un Paese incide sulla libertà dei cittadini e sulla coesione sociale, cioè su due elementi che tengono insieme un Paese. Di conseguenza, sinceramente sono allibito, da un lato, per il DDL che il Governo - e non il Parlamento - ha proposto e che in questo momento la maggioranza, prona e sempre pronta a fare il plotone di esecuzione, che schiaccia il pulsante a prescindere da quello che c'è scritto nel provvedimento, si accinge a votare. Ma lo sono anche però - perdonatemi - dopo le parole del capogruppo della Lega Molinari, perché, a parte il fatto che ha parlato d'altro, e cioè è venuto a fare lo spot per Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ha provato a dimostrare, senza riuscirci, che questo non è un provvedimento impregnato di panpenalismo.

Semplicemente, dalle sue parole, tutti abbiamo capito che invece è assolutamente così, perché il modo serio per approcciarsi al tema della sicurezza sarebbe stato quello di declinarla sui due pilastri fondamentali, quello del controllo e della repressione - più tipico delle Forze dell'ordine - e quello della sicurezza urbana e, quindi, di interventi che andassero a garantire la tenuta sociale, a ridurre la marginalità e di conseguenza a prosciugare le ragioni che spesso portano alla criminalità. Questi sono i due pilastri su cui si deve lavorare, se si vuole lavorare seriamente.

In questo provvedimento, c'è tutto meno che questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo DDL, che voi chiamate Sicurezza, ha dentro tutto meno la sicurezza. Questo è un DDL propaganda, che è costruito sostanzialmente su un asse, quello del panpenalismo appunto, cioè aumentare le pene, istituire nuovi reati o allargare quelli già esistente, senza fare nient'altro.

Perché dico questo? Guardate, sono i numeri: dentro questo provvedimento, ci sono almeno 14 articoli in cui si aumentano i reati e almeno 13 articoli in cui si aumentano le pene. Questo è il modo in cui questo Governo e questa maggioranza pensano di risolvere i problemi. Io mi chiedo sinceramente dove arriveremo, perché, se ogni anno aumentano un po' le pene, come hanno fatto tornando anche su decreti già approvati - ricordo il n. 113 del 2018, proprio di Salvini - fra un po' arriveremo alla conseguenza inevitabile che si darà l'ergastolo a chi ruberà perché ha fame. Questa è la loro idea di sicurezza, cioè andare a punire il più possibile i deboli, i fragili e gli emarginati per provare a portare a casa qualche voto in più. Questo è esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare.

Ma riescono a fare di più: non solo si dedicano solamente all'aritmetica dell'aumento delle pene, ma introducono delle norme che sono pericolose e sono pericolose dal punto di vista democratico, perché sono norme liberticide che sono mirate alla repressione del legittimo dissenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quando si danno due anni a dei ragazzi che fuori da scuola occupano parzialmente una strada o si danno due anni a dei lavoratori che per protestare contro il licenziamento si trovano davanti alla propria fabbrica e occupano la strada questo significa dire a queste persone: “statevene a casa; questo non è il Paese che vi tutela e alla sera chiudetevi in casa e fatevi i fatti vostri”.

Questa è la vostra idea di società, che è esattamente il contrario della nostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo fate in questo caso, lo fate nel caso dei blocchi stradali e lo fate anche nel caso, per quanto riguarda i CPR e gli istituti penitenziari, dei carcerati, per i trattenuti, cioè impedite ogni forma di resistenza passiva. Questo vuol dire che se io mi rifiuto di uscire dalla cella o se io mi rifiuto di mangiare sono passibile di altri anni di galera. Questa è la vostra logica, questo è il modo con cui voi pensate di convincere qualche cittadino che voi siete la garanzia della sicurezza. Voi siete la garanzia dell'illegalità fatta Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e qui dentro ci sono delle norme che sono inumane. Il riferimento - non a caso credo che il tema sia che la lingua batte dove il dente duole - a cui alludeva Molinari, è proprio quello delle madri detenute o meglio, fatemi dire, non delle madri detenute, quanto dei bambini e delle bambine detenuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Siete degli irresponsabili! Voi non seguite le priorità del Paese anche dal punto di vista del crimine. No, voi vi inventate le priorità, perché pensate che quelle siano più utili a voi per costruire il vostro consenso. Guardate, è esattamente quello che è accaduto per le madri in carcere, perché in Commissione questo è venuto fuori quando una di voi ha detto chiaramente che la norma era contro le donne rom nelle metropolitane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Siccome danno fastidio a qualcuno, voi giocate sul futuro dei loro figli. Io sono convinto che i cittadini non cascheranno in questo tranello, ma questo dice molto, dice moltissimo di voi e di chi siete.

Poi, fatemi dire, in questa corsa sempre a superarsi a destra nella logica del cattivismo, soprattutto tra Fratelli d'Italia e Lega che fanno sempre più uno sull'immigrazione e sulla sicurezza, io guardo sinceramente, Presidente, con un po' di tenerezza a Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Poverini, diciamocelo, gli siamo vicini. Provano ad alzare la testa un attimo e quella testa gli viene rimessa sott'acqua e vengono qui a provare a dimostrare che invece loro sono i veri coraggiosi. Guardate, Manzoni l'ha detto meglio di come lo posso dire io e l'ha fatto dire a don Abbondio: se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può dare; mettetevi l'anima in pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ma questo disegno di legge è inaccettabile non solo - e sarebbe già ampiamente sufficiente - per le cose che ha dentro ma anche per quello che non c'è, e torniamo all'inizio. Ma come, voi potete parlare di sicurezza e non mettete una lira sulla sicurezza urbana, sulla riqualificazione delle città, sul miglioramento della vita delle persone? Perché non date un euro ai comuni per la sicurezza urbana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Voi parlate di sicurezza e vi riempite la bocca con le Forze dell'ordine e cosa fate di fronte alle nostre proposte? Ma, al di là delle nostre proposte, c'è la necessità evidente di aumentare il personale e gli organici e fare un contratto e qui c'era la possibilità di mettere delle risorse, perché è un contratto che deve essere rinnovato da molti anni, di cui due durante il vostro Governo - non è colpa di qualcun altro; sono due anni -, il contratto del comparto sicurezza che è ancora lì fermo. Le risorse che oggi ci sono non sono sufficienti nemmeno per coprire l'inflazione di questi anni. È una vergogna! È questo il vostro modo di essere vicini alle Forze dell'ordine e agli agenti delle Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Sa, Presidente, da quanti anni non vengono pagati gli straordinari eccedenti alla Polizia? Praticamente da 2 anni! Adesso andranno a pagare quelli di novembre e di dicembre di 2 anni fa, ossia del 2022: è una cosa inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Anche su questo, Molinari prima diceva: abbiamo messo le mani nel portafoglio. Il portafoglio ce l'avevate nell'altra tasca, perché qua, di soldi, non ne avete messi assolutamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Per cui non fate i belli in giro a raccontare le favole, quando c'è da essere concreti. Voi non ci siete! Quando si può fare un danno al Paese, voi lo fate, così come state facendo con la norma sulla canapa industriale. In quest'Aula, la Presidente del Consiglio disse una volta: l'Europa è contro i nostri agricoltori e contro i nostri interessi. Voi state facendo esattamente questa cosa. State uccidendo un'intera filiera produttiva, tra l'altro con migliaia di giovani occupati, 10.000 occupati, 3.000 aziende. Voi la state uccidendo per questo vostro fervore ideologico. E non per proposta vostra, ma perché ve l'ha ordinato Palazzo Chigi, perché voi, qua dentro, siete solamente quelli che schiacciano i bottoni: zitti e obbedire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Noi abbiamo votato contro tutti i vostri articoli, tutti, compreso quello sui fuochi d'artificio: tutti! Perché noi non vogliamo respirare la vostra aria (Commenti)! Noi non ci stiamo a questo gioco, noi ci chiamiamo fuori e voi dovrete pagare verso il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buonguerrieri. Ne ha facoltà.

ALICE BUONGUERRIERI (FDI). Presidente, colleghi, Governo, questo è un disegno di legge fortemente voluto dal Governo Meloni, consapevole che le nostre città e i nostri cittadini sono stati per troppo tempo completamente abbandonati dalla sinistra sul tema della sicurezza. Un provvedimento - come abbiamo sentito, Presidente, anche dagli interventi appena fatti - molto discusso e criticato da una certa parte della sinistra, per la quale, si sa, l'insicurezza non esiste, è solo un problema di percezione dei cittadini, le carceri vanno chiuse o svuotate, anziché costruite o potenziate, l'occupazione abusiva è una buona battaglia politica e, quando si tratta di scegliere da che parte stare, se dalla parte delle Forze dell'ordine e degli agenti di Polizia penitenziaria, o dalla parte di chi delinque, perde sempre l'occasione di stare dalla parte giusta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che per noi è, senza “se” e senza “ma”, quella delle Forze dell'ordine e degli agenti di Polizia penitenziaria, che lavorano ogni giorno per garantire la sicurezza di tutti noi!

Presidente, con questo provvedimento il Governo dimostra di sapere che ogni sacca di illegalità va risolta con rigore, con regole, con legalità, e che non esiste alcun modo di affrontare l'insicurezza se non tutelando i più deboli della nostra società. E chi sono i più deboli, Presidente? Per esempio, chi occupa le case o chi subisce l'occupazione? Ecco, noi, Presidente, non abbiamo dubbio alcuno: per Fratelli d'Italia la proprietà privata è sacra e inviolabile, e come tale va tutelata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ed è proprio in questa direzione, Presidente, che va questo provvedimento, il quale introduce, come sappiamo, il reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui e che prevede ciò che gli italiani, spogliati abusivamente del proprio immobile, attendevano da tempo, ossia la liberazione immediata dell'immobile occupato.

Ora, vede, Presidente, lo abbiamo sentito anche questa sera, io capisco che questa norma urti particolarmente i nervi di chi ritiene che occupare le case altrui sia una giusta battaglia politica o di chi ha candidato ed eletto al Parlamento europeo la paladina delle occupazioni abusive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma questi colleghi, Presidente, se ne devono fare una ragione, perché Fratelli d'Italia non solo è orgogliosa di questa norma, che difende la proprietà privata dai soprusi di chi ragiona ancora con l'esproprio proletario, ma ritiene vergognoso, così come dichiarato anche dal nostro Presidente Giorgia Meloni, che chi ha pagato gli italiani per scrivere leggi sia seduto in Parlamento a fare apologia della violazione delle leggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ritiene vergognoso che dei privilegiati possano occupare case che, invece, sono destinate alla povera gente.

E, ancora, Presidente, non c'è sicurezza, lo dicevamo prima, se non si tutelano le persone più deboli della nostra società. Allora, noi, con questo provvedimento, andiamo ad innalzare le pene, per esempio, per chi sfrutta minori o incapaci per l'accattonaggio, per chi truffa le persone più anziane, con l'intento chiaro, per l'appunto, di tutelare le fasce più deboli della nostra società. Anche su questo la sinistra ha avuto il coraggio di votare contro, evidentemente perché sono norme giuste, ma per loro fatte dal Governo sbagliato.

E aggiungo, Presidente, che mentre noi siamo al fianco delle persone più deboli, aiutiamo, al contempo, anche coloro che le difendono, ovvero le Forze dell'ordine, che qualcuno vorrebbe - come è già stato detto da alcuni colleghi prima di me - catalogare con un numero identificativo e che noi, invece, difendiamo con maggiori assunzioni, con maggiori dotazioni, con maggiori tutele (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché questo per noi è l'unico modo di aiutare chi serve tutti i giorni la nostra Patria.

E, poi, anche riguardo a queste norme c'è stata una grande discussione, un dibattimento in Commissione e in Aula. Noi interveniamo anche in materia di manifestazioni, di blocco ferroviario, di blocco stradale, perché - lo abbiamo detto e lo ripetiamo anche in questa sede - manifestare è un diritto, certo, e il Governo Meloni si è indubbiamente distinto per la tutela del diritto a manifestare, ma deve essere chiaro che chi, durante una manifestazione, danneggia beni mobili o immobili altrui paga e deve essere altrettanto chiaro che il diritto di chi manifesta finisce nel momento in cui inizia il diritto altrui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Nessuna norma repressiva, quindi, Presidente, così come, invece, strumentalmente dicono le opposizioni, che interverrebbe sul diritto a manifestare, così come non c'era alcuna norma repressiva per i giovani che andavano a ballare ai tempi del cosiddetto decreto Rave party. I giovani, anche dopo quel decreto, continuano a ballare, ma è finito il tempo in cui gli sballati di tutta Europa venivano in Italia a sballarsi, occupando immobili altrui e violando le nostre leggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché vede, Presidente, il principio basilare…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, ascoltiamo.

ALICE BUONGUERRIERI (FDI). … è uno e solo uno: tutto ciò che fai lo devi fare rispettando le regole, tutto ciò che fai lo devi fare rispettando i diritti altrui e, certamente, lo devi fare anche rispettando le disposizioni impartite dalle Forze dell'ordine, e questo vale certamente anche per i capitani di navi straniere. Basta con le Carola Rackete tanto care alla sinistra, che per noi, invece, rappresentano soltanto dei delinquenti che, come tali, vanno perseguiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E, poi, sono molteplici le norme le disposizioni, ad esempio, in materia di contrasto al terrorismo, di contrasto alla criminalità organizzata, in tema di sicurezza delle carceri, sulle quali sono intervenuti anche i colleghi che mi hanno preceduto.

Ma, visto che il tempo stringe, Presidente, mi consenta un'ultima battuta su quello che è stato un tema tra i più discussi da parte della minoranza e, cioè, quello delle detenute madri. Presidente, a chi ci dà dei razzisti o dei disumani perché vorremmo far crescere i bambini all'interno delle carceri, io rispondo che certamente i bambini non devono crescere all'interno delle carceri e questo provvedimento non va in questa direzione. Chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma non possono però, Presidente, al contempo esistere comunque casi in cui le madri usano i bambini come scudo per non scontare le pene o, peggio, casi di donne sottoposte a violenza o costrette a fare figli a scopo di lucro, perché la gravidanza garantisce l'impunità. Questo, per noi, è disumano e sottrarre queste donne al giogo della criminalità organizzata è quello che, secondo noi, deve fare uno Stato giusto e uno Stato che tutela le donne e le persone in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti).

E, allora, concludo Presidente, dicendo che, dopo anni di lassismo delle sinistre nell'affrontare il tema della sicurezza, finalmente il Governo Meloni adotta norme a tutela dei cittadini, fornisce alle Forze dell'ordine strumenti per garantire la sicurezza ed è anche per questo che Fratelli d'Italia voterà convintamente il disegno di legge Sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente (Commenti). Presidente, col suo permesso, se c'è il silenzio in Aula, gentilmente.

PRESIDENTE. Un attimo, onorevole. Colleghi, per cortesia.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Umberto Eco, durante una conferenza nel 1995, tenutasi negli Stati Uniti, sul fascismo, sostenne che tra le caratteristiche fondanti del fascismo eterno vi è la necessità di un nemico permanente, costante, all'infinito. Ecco, con questo provvedimento emerge la natura ideologica, psicologica, culturale e anche la natura – direi - politica di questo Governo, perché avete deciso di rendere i disagi sociali e la loro espressione un nemico permanente, da silenziare, da reprimere, da criminalizzare. Parlo, ad esempio, delle manifestazioni di operaie e operai, di migranti, di detenuti, le manifestazioni di studenti, di attivisti ecoclimatici, ma in particolar modo parlo degli ultimi, quelli che disprezzate tanto attraverso questo provvedimento, perché, nella sostanza, avete deciso di prendervela con le vittime delle vostre politiche, della vostra miopia politica, ideologica.

In sostanza, avete deciso di razzializzare i reati e questo si vedeva nel 1948, in Sudafrica, perché era una delle caratteristiche del sistema apartheid. Avete deciso di reprimere, di punire i detenuti che legittimamente manifestano per dire che le carceri italiane sono davvero luoghi disumani.

Presidente - vado a concludere - avete deciso di reprimere le manifestazioni dei migranti chiusi nei lager italiani, ma sono i lager che sono costruiti dallo Stato.

Presidente, su questo provvedimento voterò “no” convintamente, perché, come disse Umberto Eco, l'Ur-fascismo, l'Ur-apartheid, è la ricerca costante e permanente del nemico, perché i vostri nemici sono le vittime delle vostre politiche. Per questo voteremo “no”. Il fascismo è stato abbattuto, ma il fascismo ideologico, la ricerca permanente e costante del nemico si troverà lì, tra i vostri banchi (Applausi di deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di intervenire il presidente della Commissione affari costituzionali, onorevole Nazario Pagano, per un breve ringraziamento.

NAZARIO PAGANO , Presidente della I Commissione. Grazie, Presidente. Le ho chiesto di intervenire, anche a nome del presidente della II Commissione giustizia, Ciro Maschio, solo per fare dei ringraziamenti. Innanzitutto, nei confronti dei relatori, che si sono impegnati tantissimo in questo provvedimento e, in generale, di tutti i parlamentari di maggioranza e opposizione, della I e della II Commissione, che hanno dato vita ad un dibattito, talvolta aspro, ma sicuramente importante per il dialogo che, comunque, ci deve essere a tutti i livelli.

Ringrazio davvero tutti e ringrazio, ovviamente, anche i funzionari e tutti gli addetti della I e della II Commissione che si sono impegnati oltremodo, anche in ore notturne, pur di assecondare le attività di queste due Commissioni riunite. Grazie a tutti (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1660-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1660-A: "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 113) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) – Commenti).

Colleghi, per favore, continuiamo i lavori. Per cortesia, colleghi!

Annuncio dell'elezione dell'ufficio di presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 ha proceduto, in data odierna, all'elezione del proprio presidente, senatore Marco Lisei, di un vicepresidente, deputato Francesco Ciancitto, e di un segretario, deputato Stefano Benigni (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese fra i gruppi, come primo punto dell'ordine del giorno della seduta di domani, giovedì 19 settembre, sarà anticipata la proposta di legge recante “Istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda Guerra mondiale”.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Salandra. Ne ha facoltà.

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo ai colleghi un minuto di silenzio perché questa notte, o forse dovrei dire questa mattina, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha comunicato di aver ritrovato il corpo di Antonio Ciccorelli, un vigile del fuoco della provincia di Foggia, che con il mezzo di servizio, un pick-up, è stato travolto da un'ondata di acqua e di fango. Era un uomo dello Stato. Non ci sarà un funerale di Stato, ma era un uomo dello Stato e credo che sia dovere di ognuno di noi ricordare l'importanza che i Vigili del fuoco svolgono per lo Stato, indossando la loro divisa. Io, più volte, mi sono chiesto perché qualcuno senta di indossare una divisa. Io non conoscevo Antonio, ma conoscevo la famiglia di Antonio, la famiglia Ciccorelli. Io sento il dovere di ringraziare il Ministro Piantedosi per le parole che ha usato, nonché il prefetto di Foggia. Inoltre, sento di dover ringraziare anche la Presidente Meloni, non semplicemente per il suo ruolo di Presidente del Consiglio, ma anche per le parole di affetto che ha avuto verso la famiglia. E, conoscendo la famiglia Ciccorelli, so benissimo, e ho capito oggi, perché alcuni scelgono di indossare la divisa dei Vigili del fuoco, perché hanno un grande cuore e una grande generosità. Vi chiedo di associarvi al dolore della famiglia Ciccorelli, al dolore che ha colpito il Comando dei vigili del fuoco della provincia di Foggia. Grazie ad ognuno di voi (Applausi – L'Assemblea si leva in piedi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole La Salandra. Anche la Presidenza si associa e ringrazia nuovamente.

Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Come già ricordato in quest'Aula, oggi è un giorno di grandissimo dolore non solo per tutta la Capitanata, ma per l'Italia intera, perché abbiamo perso un uomo dello Stato nell'adempimento del suo dovere. Un uomo che è stato ritrovato questa mattina nel pick-up dei Vigili del fuoco mentre prestava servizio insieme a un collega, Filippo Civetta, che è rimasto ferito e al quale vanno i nostri auguri di pronta guarigione. Ma purtroppo Antonio Ciccorelli, caporeparto dei Vigili del fuoco di Foggia, è rimasto ucciso, travolto dall'acqua e dal fango di un fiume in piena proprio lungo una strada statale che collega le città di San Severo, Apricena e Torremaggiore.

Alla famiglia e a tutti i colleghi del Corpo dei vigili del fuoco di Foggia va il nostro più profondo cordoglio e la nostra vicinanza. Al Corpo nazionale dei vigili del fuoco va il nostro più profondo ringraziamento per tutto quello che fanno ogni giorno per la sicurezza di tutti noi, come uomini che incarnano i veri principi del coraggio, della dedizione al lavoro, del sacrificio e del senso del dovere (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Presidente, tutto il gruppo del Partito Democratico si unisce al cordoglio dei familiari e dell'intero Corpo dei vigili del fuoco per la perdita di un servitore dello Stato. Il Corpo dei vigili del fuoco è impegnato da sempre nella tutela e nella salvaguardia del territorio nelle occasioni di principale smarrimento della popolazione. Ed è quello che è accaduto anche poche ore fa, allorquando un fedele servitore dello Stato, richiamato a difesa di una popolazione che aveva vissuto un evento calamitoso straordinario, è stato subito impegnato in un salvataggio che, purtroppo, lo ha visto soccombere perché il pick-up non ha tenuto l'onda d'urto della massa di acqua e di fango. Queste circostanze, finita la tragedia e riconosciuto il valore di unità nazionale, però, ci devono servire per fare una riflessione profonda di quanto sia importante investire sulla cura del territorio, sul dissesto idrogeologico e, soprattutto, sul potenziamento di un Corpo nazionale che troppo ha dato, in termini di vite umane, alla salvaguardia della salute pubblica e delle emergenze. Noi tutti siamo profondamente colpiti da questa perdita e vorremmo che, da questa perdita, ciascuno di noi ne traesse l'insegnamento per fare il proprio dovere in quest'Aula (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Per noi che nel 1990 eravamo dei bambini, a Palermo fu un'estate indimenticabile. I primi ricordi di un grande evento sportivo in TV sono proprio quelli delle partite dell'Italia. Minuto dopo minuto cresceva l'orgoglio per quel giocatore palermitano che segnava praticamente in ogni partita.

La nostra meravigliosa città, fino a quel momento nota prevalentemente per il flagello della mafia, mostrava il suo aspetto sano e genuino nel volto e negli occhi iconici di un ragazzo che trovò nel pallone una ragione di vita, diventando l'eroe eponimo di Palermo, come disse Gianni Brera. I gol di Schillaci ai mondiali del 1990 furono un grande successo sportivo, ma anche un esempio, un riscatto di una generazione che trovava nello sport un'alternativa di vita sana e regolare anche in quartieri difficili. Totò Schillaci ha portato Palermo al centro del mondo, regalandoci notti magiche in cui anche la tristezza della sconfitta aveva il sapore dolce delle cose che non avremmo mai dimenticato, ma ancora non lo sapevamo. Addio Totò, le tue notti magiche non saranno mai dimenticate (Applausi).

PRESIDENTE. Anche noi, come Presidenza, ci associamo al cordoglio per la perdita di Totò Schillaci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, intervengo per ricordare una ragazza nata a Padova e, purtroppo, deceduta in questi giorni a Napoli, per una vicenda ancora non chiara, purtroppo; si teme frutto di una fatalità assurda o di una disattenzione assurda. Parliamo di Chiara Jaconis, nata a Padova, che è morta in questi giorni perché colpita alla testa da un oggetto proveniente da un palazzo nei Quartieri Spagnoli. Una ragazza giovane, solare, un esempio di amore per il territorio, per il nostro Paese, da Nord a Sud, che era in vacanza a Napoli. Alla sua famiglia va un abbraccio fortissimo, per la dignità e per il senso della misura nella quale hanno affrontato una tragedia immane, dando un esempio a tutti noi, non coltivando odio e rancore, ma semplicemente grande umanità e affetto per tutti. Poco fa si è svolta a Napoli, ai Quartieri Spagnoli, una manifestazione, a cui hanno partecipato anche alcuni dei parenti, tra cui il padre, e io mi associo al cordoglio che non solo il sindaco, ma tanti esponenti del nostro Paese hanno fatto a questa famiglia, per questa gravissima perdita (Applausi).

PRESIDENTE. Sono terminati gli interventi previsti per il fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 19 settembre 2024 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione della proposta di legge

MULÈ ed altri: Istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda Guerra mondiale. (C. 1835-A​)

e dell'abbinata proposta di legge: CAVANDOLI ed altri (C. 1851​)

Relatore: MULÈ.

2. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 613 - Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Dakar il 4 gennaio 2018 (Approvato dal Senato). (C. 1149​)

Relatrice: MARROCCO.

S. 563 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ghana in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Accra il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 1150​)

Relatore: COIN.

S. 676 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d'Armenia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Roma il 22 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 1260​)

Relatore: BILLI.

S. 694 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla cooperazione di polizia, fatto a Roma il 12 novembre 2020 (Approvato dal Senato). (C. 1388​)

Relatore: LOPERFIDO.

3. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 924-bis - Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati (Approvato dal Senato). (C. 1830​)

Relatrice: DI MAGGIO.

4. Seguito della discussione delle mozioni Bakkali ed altri n. 1-00314, Zanella ed altri n. 1-00317, Baldino ed altri n. 1-00320, Faraone ed altri n. 1-00323 e Richetti ed altri n. 1-00324 concernenti iniziative per una riforma della disciplina in materia di cittadinanza .

5. Seguito della discussione delle mozioni Caso ed altri n. 1-00315, Manzi ed altri n. 1-00318, Faraone ed altri n. 1-00319, Sasso, Amorese, Tassinari, Pisano ed altri n. 1-00321 e Grippo ed altri n. 1-00325 concernenti iniziative volte a garantire il diritto allo studio .

6. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulle richieste di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Vittorio Sgarbi (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 3-A)

Relatrice: DONDI.

7. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Vittorio Sgarbi (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 8-A)

Relatrice: CAVANDOLI.

La seduta termina alle 20,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 6 il deputato Quartini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 i deputati Dell'Olio e Lomuti hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 12, 36, 86, 98 e 104 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 22 e 72 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 38 e 39 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 40 il deputato Pierro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 41 il deputato Amato ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 43 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 la deputata Marchetto Aliprandi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 il deputato Giaccone ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 55 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 56 il deputato Marchetti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 77 alla n. 85 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 92 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 105 i deputati Ambrosi, Ciancitto e Furgiuele hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 106 il deputato Furgiuele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 110 e 111 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1660-A - ART AGG 33.04 243 240 3 121 96 144 77 Resp.
2 Nominale EM 34.1 246 237 9 119 92 145 74 Resp.
3 Nominale EM 34.2 251 192 59 97 43 149 74 Resp.
4 Nominale EM 34.1000 255 246 9 124 94 152 74 Resp.
5 Nominale EM 34.4 258 243 15 122 90 153 74 Resp.
6 Nominale EM 34.1001 264 261 3 131 102 159 71 Resp.
7 Nominale EM 34.5 265 262 3 132 104 158 70 Resp.
8 Nominale ARTICOLO 34 270 268 2 135 162 106 70 Appr.
9 Nominale ART AGG 34.01000 273 271 2 136 111 160 69 Resp.
10 Nominale ART AGG 34.019 284 281 3 141 114 167 68 Resp.
11 Nominale ART AGG 34.01001 285 285 0 143 116 169 67 Resp.
12 Nominale ART AGG 34.01002 284 281 3 141 113 168 66 Resp.
13 Nominale EM 35.1 283 279 4 140 109 170 65 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ARTICOLO 35 281 277 4 139 172 105 65 Appr.
15 Nominale ART AGG 35.01 285 281 4 141 113 168 65 Resp.
16 Nominale ARTICOLO 36 286 282 4 142 172 110 65 Appr.
17 Nominale EM 37.4 287 276 11 139 100 176 65 Resp.
18 Nominale EM 37.5 288 277 11 139 107 170 65 Resp.
19 Nominale EM 37.6 286 282 4 142 113 169 65 Resp.
20 Nominale ARTICOLO 37 288 284 4 143 176 108 65 Appr.
21 Nominale ART AGG 37.03 283 279 4 140 117 162 65 Resp.
22 Nominale ART AGG 37.014 286 282 4 142 114 168 65 Resp.
23 Nominale ART AGG 37.08 283 279 4 140 113 166 65 Resp.
24 Nominale ART AGG 37.010 286 283 3 142 114 169 65 Resp.
25 Nominale ART AGG 37.011 287 278 9 140 110 168 65 Resp.
26 Nominale ART AGG 37.012 286 283 3 142 117 166 65 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ART AGG 37.01000 285 281 4 141 113 168 65 Resp.
28 Nominale ART AGG 37.01001 284 279 5 140 115 164 65 Resp.
29 Nominale ART AGG 37.01002 285 280 5 141 111 169 65 Resp.
30 Nominale ART AGG 37.01003 286 276 10 139 108 168 65 Resp.
31 Nominale ART AGG 37.01005 284 281 3 141 116 165 65 Resp.
32 Nominale ART AGG 37.01006 286 279 7 140 111 168 65 Resp.
33 Nominale ART AGG 37.01007 287 278 9 140 109 169 65 Resp.
34 Nominale ART AGG 37.01008 285 284 1 143 117 167 65 Resp.
35 Nominale ART AGG 37.01009 285 283 2 142 116 167 65 Resp.
36 Nominale ART AGG 37.01010 284 280 4 141 114 166 65 Resp.
37 Nominale ART AGG 37.01011 282 278 4 140 113 165 65 Resp.
38 Nominale ART AGG 37.01012 286 282 4 142 114 168 65 Resp.
39 Nominale ART AGG 37.01014 276 274 2 138 113 161 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 38 280 276 4 139 164 112 64 Appr.
41 Nominale DDL 1660-A - ODG N 1 268 181 87 91 181 0 63 Appr.
42 Nominale ODG 9/1660-A/6 282 231 51 116 231 0 63 Appr.
43 Nominale ODG 9/1660-A/8 278 274 4 138 107 167 63 Resp.
44 Nominale ODG 9/1660-A/9 284 281 3 141 114 167 63 Resp.
45 Nominale ODG 9/1660-A/11 282 282 0 142 278 4 63 Appr.
46 Nominale ODG 9/1660-A/12 277 274 3 138 114 160 63 Resp.
47 Nominale ODG 9/1660-A/13 283 280 3 141 114 166 63 Resp.
48 Nominale ODG 9/1660-A/14 280 215 65 108 52 163 63 Resp.
49 Nominale ODG 9/1660-A/15 282 272 10 137 107 165 63 Resp.
50 Nominale ODG 9/1660-A/16 281 278 3 140 116 162 63 Resp.
51 Nominale ODG 9/1660-A/17 276 275 1 138 112 163 63 Resp.
52 Nominale ODG 9/1660-A/18 273 270 3 136 110 160 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1660-A/19 269 266 3 134 109 157 63 Resp.
54 Nominale ODG 9/1660-A/20 274 271 3 136 112 159 63 Resp.
55 Nominale ODG 9/1660-A/21 RIF 274 274 0 138 268 6 63 Appr.
56 Nominale ODG 9/1660-A/22 RIF 270 269 1 135 268 1 63 Appr.
57 Nominale ODG 9/1660-A/23 RIF 270 269 1 135 267 2 63 Appr.
58 Nominale ODG 9/1660-A/24 274 272 2 137 112 160 63 Resp.
59 Nominale ODG 9/1660-A/25 RIF 275 274 1 138 269 5 63 Appr.
60 Nominale ODG 9/1660-A/26 275 272 3 137 108 164 63 Resp.
61 Nominale ODG 9/1660-A/27 275 271 4 136 112 159 63 Resp.
62 Nominale ODG 9/1660-A/28 RIF 272 271 1 136 269 2 63 Appr.
63 Nominale ODG 9/1660-A/29 266 251 15 126 94 157 62 Resp.
64 Nominale ODG 9/1660-A/30 261 258 3 130 106 152 62 Resp.
65 Nominale ODG 9/1660-A/31 RIF 268 267 1 134 266 1 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/1660-A/32 RIF 259 258 1 130 258 0 62 Appr.
67 Nominale ODG 9/1660-A/33 RIF 264 263 1 132 262 1 62 Appr.
68 Nominale ODG 9/1660-A/34 267 264 3 133 108 156 62 Resp.
69 Nominale ODG 9/1660-A/35 265 263 2 132 105 158 62 Resp.
70 Nominale ODG 9/1660-A/36 255 252 3 127 98 154 62 Resp.
71 Nominale ODG 9/1660-A/37 RIF 244 243 1 122 243 0 76 Appr.
72 Nominale ODG 9/1660-A/39 251 247 4 124 104 143 75 Resp.
73 Nominale ODG 9/1660-A/40 259 256 3 129 103 153 73 Resp.
74 Nominale ODG 9/1660-A/41 259 255 4 128 103 152 72 Resp.
75 Nominale ODG 9/1660-A/42 265 262 3 132 106 156 71 Resp.
76 Nominale ODG 9/1660-A/43 268 265 3 133 106 159 70 Resp.
77 Nominale ODG 9/1660-A/44 270 266 4 134 105 161 70 Resp.
78 Nominale ODG 9/1660-A/45 273 270 3 136 110 160 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale ODG 9/1660-A/46 264 261 3 131 107 154 69 Resp.
80 Nominale ODG 9/1660-A/47 273 270 3 136 111 159 67 Resp.
81 Nominale ODG 9/1660-A/48 270 266 4 134 109 157 67 Resp.
82 Nominale ODG 9/1660-A/49 270 267 3 134 110 157 65 Resp.
83 Nominale ODG 9/1660-A/50 266 262 4 132 106 156 65 Resp.
84 Nominale ODG 9/1660-A/51 271 268 3 135 109 159 65 Resp.
85 Nominale ODG 9/1660-A/52 271 267 4 134 106 161 65 Resp.
86 Nominale ODG 9/1660-A/53 264 259 5 130 103 156 65 Resp.
87 Nominale ODG 9/1660-A/54 267 263 4 132 107 156 65 Resp.
88 Nominale ODG 9/1660-A/55 269 266 3 134 109 157 65 Resp.
89 Nominale ODG 9/1660-A/56 270 266 4 134 109 157 65 Resp.
90 Nominale ODG 9/1660-A/57 264 260 4 131 104 156 65 Resp.
91 Nominale ODG 9/1660-A/58 269 265 4 133 108 157 65 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale ODG 9/1660-A/59 264 260 4 131 104 156 65 Resp.
93 Nominale ODG 9/1660-A/60 268 263 5 132 107 156 65 Resp.
94 Nominale ODG 9/1660-A/61 271 266 5 134 107 159 65 Resp.
95 Nominale ODG 9/1660-A/62 266 263 3 132 105 158 65 Resp.
96 Nominale ODG 9/1660-A/63 273 268 5 135 107 161 65 Resp.
97 Nominale ODG 9/1660-A/64 272 268 4 135 107 161 65 Resp.
98 Nominale ODG 9/1660-A/65 273 269 4 135 108 161 65 Resp.
99 Nominale ODG 9/1660-A/66 270 270 0 136 111 159 65 Resp.
100 Nominale ODG 9/1660-A/67 271 268 3 135 107 161 65 Resp.
101 Nominale ODG 9/1660-A/68 270 267 3 134 108 159 65 Resp.
102 Nominale ODG 9/1660-A/69 268 266 2 134 108 158 64 Resp.
103 Nominale ODG 9/1660-A/70 268 265 3 133 107 158 64 Resp.
104 Nominale ODG 9/1660-A/71 268 268 0 135 107 161 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 113)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale ODG 9/1660-A/72 RIF 270 269 1 135 260 9 64 Appr.
106 Nominale ODG 9/1660-A/73 RIF 268 267 1 134 260 7 64 Appr.
107 Nominale ODG 9/1660-A/74 265 263 2 132 104 159 64 Resp.
108 Nominale ODG 9/1660-A/75 267 219 48 110 208 11 64 Appr.
109 Nominale ODG 9/1660-A/76 262 257 5 129 105 152 64 Resp.
110 Nominale ODG 9/1660-A/77 267 262 5 132 104 158 64 Resp.
111 Nominale ODG 9/1660-A/79 261 254 7 128 102 152 64 Resp.
112 Nominale ODG 9/1660-A/80 258 253 5 127 99 154 64 Resp.
113 Nominale DDL 1660-A - VOTO FINALE 256 253 3 127 162 91 59 Appr.