ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00084

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 102 del 11/12/2008
Abbinamenti
Atto 1/00071 abbinato in data 12/12/2008
Atto 1/00079 abbinato in data 12/12/2008
Atto 1/00082 abbinato in data 12/12/2008
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI LAURA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 11/12/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PORCU CARMELO POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
PAGLIA GIANFRANCO POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA 11/12/2008
BARANI LUCIO POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
DI VIRGILIO DOMENICO POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
SALTAMARTINI BARBARA POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
FARINA RENATO POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
DI BIAGIO ALDO POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 11/12/2008
RONDINI MARCO LEGA NORD PADANIA 11/12/2008
REGUZZONI MARCO GIOVANNI LEGA NORD PADANIA 11/12/2008
RIVOLTA ERICA LEGA NORD PADANIA 11/12/2008
POLLEDRI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 11/12/2008
MUNERATO EMANUELA LEGA NORD PADANIA 11/12/2008


Stato iter:
28/01/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/12/2008
Resoconto MOLTENI LAURA LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/12/2008
Resoconto DI BIAGIO ALDO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 28/01/2009
Resoconto ROCCELLA EUGENIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/01/2009
Resoconto IANNACCONE ARTURO MISTO-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA
Resoconto EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
Resoconto ARGENTIN ILEANA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO
Resoconto FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MOLTENI LAURA LEGA NORD PADANIA
Resoconto TURCO LIVIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PORCU CARMELO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto CIOCCHETTI LUCIANO UNIONE DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/12/2008

DISCUSSIONE IL 12/12/2008

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/12/2008

ACCOLTO IL 28/01/2009

PARERE GOVERNO IL 28/01/2009

DISCUSSIONE IL 28/01/2009

APPROVATO IL 28/01/2009

CONCLUSO IL 28/01/2009

Atto Camera

Mozione 1-00084
presentata da
LAURA MOLTENI
testo di
giovedì 11 dicembre 2008, seduta n.102

La Camera,

premesso che:

il 3 dicembre 2008 si è tenuta la Giornata europea delle persone disabili, istituita nel 1993 dalla Commissione europea e dalle Nazioni Unite, che ha lo scopo di promuovere la diffusione dei temi della disabilità, di mobilitare il maggior sostegno possibile per la dignità, i diritti e il benessere delle persone diversamente abili e di accrescere la consapevolezza dei vantaggi che possono derivare dall'integrazione delle disabilità in ogni aspetto della vita sociale, come stabilito dal «Programma di azione mondiale per le persone disabili», adottato nel 1982 dall'Assemblea generale dell'Onu;

il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, nel suo messaggio in occasione della Giornata internazionale delle persone disabili, ha dichiarato: «Il motto della comunità internazionale dei disabili è: "Niente per noi senza di noi". Una persona disabile dello Swaziland, che ha lottato per l'implementazione di politiche per i disabili nel suo Paese, ha affermato: «abbiamo bisogno di una vera integrazione per evitare di cadere nella stigmatizzazione»;

il Segretario Generale Ban Ki-Moon ha invitato «i Governi e tutti gli attori interessati ad assicurare che le persone con disabilità e le organizzazioni che li rappresentano siano parte integrante di ogni fase dello sviluppo. In questo modo, possiamo promuovere l'integrazione e aprire la strada ad un futuro migliore per tutti nella società»;

il Governo italiano ha prontamente accolto l'appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite, approvando nel Consiglio dei ministri del 28 novembre 2008 il disegno di legge che ratifica la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, firmata il 30 marzo 2007 a New York, e ponendo le premesse per un sensibile miglioramento del nostro corpus normativo in materia di tutela dei disabili. Per le tante persone e famiglie che vivono in condizione di particolare vulnerabilità, la Convenzione rappresenta, infatti, una tappa fondamentale nel lungo percorso di riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza e delle libertà e, in definitiva, nel processo di costruzione di una società per tutti;

il Governo italiano ha dato nuovo impulso alle politiche di inclusione per la disabilità e i principi di dignità e integrità della vita e della persona, prevedendo l'istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. L'Osservatorio nazionale rappresenta non solo una garanzia in più per l'applicazione pratica della Convenzione, ma anche un luogo dedicato alle persone con disabilità, alle loro famiglie e alle associazioni di rappresentanza, che assicuri il confronto costante con le istituzioni, dove esprimere le esigenze e definire insieme le risposte più adeguate;

scopo della Convenzione è, infatti, promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone diversamente abili e promuovere il rispetto per la loro inerente dignità;

i principi cui si ispira la Convenzione sono: il diritto alla vita, il rispetto per la dignità intrinseca, l'autonomia individuale - compresa la libertà di compiere le proprie scelte -, l'indipendenza delle persone, la non-discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione e inclusione all'interno della società, il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell'umanità stessa, la parità di opportunità, l'accessibilità, la parità tra uomini e donne, il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità;

l'indagine Istat sulle condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari del 2004-2005 ha rilevato che in Italia le persone diversamente abili sono 2 milioni 609 mila, pari al 4,8 per cento circa della popolazione di 6 anni e più che vive in famiglia e che ammette una totale mancanza di autonomia per almeno una funzione essenziale della vita quotidiana; ma se si considerano in generale le persone che hanno manifestato un'apprezzabile difficoltà nello svolgimento di queste funzioni, la stima allora sale a 6 milioni 606 mila persone, pari al 12 per cento della popolazione, che vive in famiglia, di età superiore ai 6 anni;

dai dati provenienti dal sistema informativo del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la prevalenza di bambini con disabilità che frequentano la prima classe elementare è pari all'1,32 per cento. Inoltre, alcuni studi specifici stimano una prevalenza alla nascita di bambini con disabilità pari all'1 per cento. Se si ipotizza un trend lineare nell'aumento della prevalenza di disabilità da 0 a 6 anni e si considera come punto di partenza la prevalenza alla nascita dell'1 per cento e di arrivo la prevalenza a 6 anni dell'1,32 per cento, si può stimare, complessivamente, un numero di bambini con disabilità fra 0 e 5 anni pari a circa 42.460;

per quanto riguarda la stima delle persone diversamente abili che non vivono in famiglia ma nelle residenze socio-sanitarie, si può fare riferimento ai dati provenienti dalla rilevazione condotta su queste strutture, che indicano nel 2003 (ultimo anno disponibile) la presenza di 190.134 persone con disabilità o anziani non autosufficienti;

la presenza di disabilità è ovviamente correlata all'età: tra le persone di 65 anni o più la quota di popolazione con disabilità è del 18,7 per cento e raggiunge il 44,5 per cento (35,8 per cento per gli uomini e 48,9 per cento per le donne) tra le persone di 80 anni e più;

i tassi di disabilità evidenziano una differenza di genere a svantaggio di quello femminile: in rapporto al totale della popolazione le donne hanno un tasso di disabilità del 6,1 per cento, mentre gli uomini del 3,3 per cento. Tale fenomeno è determinato in buona parte dall'evoluzione demografica, che ha causato un forte invecchiamento della popolazione, caratterizzato da una crescita della speranza di vita alla nascita per tutta la popolazione, ma in misura maggiore per le donne;

la versione consolidata del Trattato che istituisce la Comunità europea, all'articolo 13 (ex articolo 6), condanna le discriminazioni fondate, fra l'altro, sull'handicap;

il documento COM (2000) 284 def. del 12 maggio 2000, «Verso un'Europa senza ostacoli per i disabili», ribadisce come, al fine di rafforzare le possibilità per i disabili di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita sociale, siano necessari il sostegno e la collaborazione dei pubblici poteri a tutti i livelli, del privato sociale, delle associazioni e delle famiglie delle persone con disabilità;

l'articolo 38 della Carta costituzionale sancisce che ogni cittadino inabile al lavoro ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale e che gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale;

la legge 5 febbraio 1992, n. 104, «Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate», garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata, promuovendone la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società;

la medesima legge impegna le istituzioni a prevenire e rimuovere le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali;

la legge 12 marzo 1999, n. 68, «Norme per il diritto al lavoro dei disabili», promuove l'inserimento e l'integrazione lavorativa delle persone diversamente abili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato;

la legge 8 novembre 2000, n. 328, «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali», prevede che i comuni, nell'ambito delle risorse disponibili e d'intesa con le aziende sanitarie locali, predispongano, su richiesta degli interessati, progetti individuali per le persone disabili comprendenti la valutazione diagnostico-funzionale, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del servizio sanitario nazionale, i servizi alla persona, a cui provvede il comune in forma diretta o accreditata, le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di esclusione sociale, i sostegni per il nucleo familiare;

la legge 21 maggio 1998, n. 162, «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave», sancisce che le regioni possono, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio, programmare interventi di sostegno alla persona e familiare, come prestazioni integrative degli interventi realizzati dagli enti locali a favore delle persone con handicap di particolare gravità, mediante forme di assistenza domiciliare e di aiuto personale;

se la persona disabile è destinataria per legge di una serie di tutele correlate alla sua condizione clinica, psichica e alle sue potenzialità residue, le istituzioni hanno l'inderogabile compito di porre il relativo nucleo familiare nelle condizioni di espletare al meglio il suo difficile compito educativo, di cura e di socializzazione;

la condizione di disabilità non riguarda solo le persone che ne sono colpite e le loro famiglie, ma anche la comunità e le istituzioni, che devono operare in stretta collaborazione nei diversi livelli di responsabilità. In questo delicato settore è d'importanza fondamentale la valorizzazione della famiglia, che va aiutata con interventi mirati, in modo da favorire il processo di autonomia e di integrazione sociale del familiare diversamente abile;

è necessario prevedere un sistema di agevolazioni fiscali mirato ad aiutare le famiglie con persone diversamente abili, in particolare reintroducendo il disposto approvato con l'articolo 1, comma 349, lettera b), numero 3), della legge 30 dicembre 2004, n. 311, «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005)», che prevedeva, per il 2006, una deduzione fino a 1.820 euro per le spese pagate dal contribuente agli addetti (badanti) alla propria assistenza personale o a quella delle persone indicate nell'articolo 433 del codice civile, nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, e, se possibile, a prevedere agevolazioni più consistenti;

va garantito al disabile l'inserimento e l'integrazione nel mondo del lavoro, attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato;

il problema della non autosufficienza sta assumendo nel nostro Paese toni sempre più allarmanti sotto il profilo sociale ed economico, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, dell'elevato numero di incidenti sulle strade e sui luoghi di lavoro, del processo di disaggregazione del contesto familiare tradizionale e dell'incremento delle patologie degenerative legate all'inquinamento ambientale. L'urgenza di tali questioni impone una presa di posizione netta da parte del legislatore, affinché tutti i cittadini si sentano partecipi di un progetto globale e solidaristico, volto ad affrontare un problema che coinvolge l'intera società;

al giorno d'oggi la persona non autosufficiente è ancora un soggetto di estrema fragilità sociale; risultano, infatti, alcuni nodi critici non ancora concretamente affrontati: presenza di barriere architettoniche, non adeguata risposta assistenziale e ricreativa, assenza di servizi finalizzati a una piena presa in carico delle famiglie, insufficienza di servizi domiciliari e così via;

è evidente come troppo spesso i diritti delle persone non autosufficienti corrano il rischio di rimanere inattuati;

da queste constatazioni emerge in maniera inequivocabile un concetto che si deve tenere inevitabilmente presente quando si strutturano interventi legislativi a tutela di questa fascia di popolazione: non si può parlare di persone non autosufficienti senza parlare contemporaneamente di famiglie con persone non autosufficienti. Si deve sempre valutare come sostenere e motivare il nucleo familiare di questi soggetti per metterlo nelle condizioni di espletare al meglio il suo difficile compito educativo di cura e di socializzazione. In particolare, vanno differenziati progettualità e sostegni, soprattutto nei confronti dei soggetti giovani disabili in condizione di non autosufficienza, con l'obiettivo prioritario di migliorare il più possibile la loro qualità di vita e quella delle loro famiglie;

bisogna lavorare affinché muti il modo di affrontare le problematiche legate al mondo della non autosufficienza. È necessario, infatti, pensare alle persone non autosufficienti in termini di centralità dei bisogni, ai quali si devono fornire delle risposte efficaci tese alla valorizzazione dei potenziali della persona e non soltanto incentrate nella misurazione dei deficit. Il bisogno di salute deve essere quantificato in relazione a quanto una persona potrebbe fare se venissero posti in essere quegli interventi capaci di contrastare o di ridurre un deficit e di abbattere quelle barriere che costituiscono un handicap apparentemente insormontabile per la persona con disabilità;

un progetto di riforma del sistema deve partire dalla centralità della persona, al fine di valutare e di rilevare quelli che sono le capacità residue e i bisogni del singolo, seguendo un procedimento inverso rispetto alla tradizionale tendenza di partire dalle risorse collettive per poi arrivare agli stanziamenti a favore del singolo;

i diritti di cittadinanza delle persone non autosufficienti non possono limitarsi all'accesso ai servizi sanitari, all'istruzione nelle scuole e nelle università, alla predisposizione di forme di sostegno socio-assistenziale, alla realizzazione di inserimenti mirati nel contesto lavorativo. Devono essere più ampi, ed è questo il lavoro che il legislatore è chiamato a fare, liberandoci dal preconcetto legato alla funzione assistenziale. La vera pari dignità per tutti si potrà, infatti, raggiungere soltanto quando diverranno di primaria importanza anche il diritto al tempo libero, il diritto di viaggiare, il diritto di esprimersi, il diritto all'attività fisica e il diritto di divertirsi. La possibilità di fruire di luoghi per il tempo libero, per la comunicazione e per la socializzazione non può e non deve essere garantita soltanto ad alcuni. La cultura è patrimonio di tutti;

attenzione progettuale costante e approfondita va dedicata ai disabili in condizione di non autosufficienza. È giunto il momento di garantire un progetto di vita individualizzato per quei soggetti disabili, incapaci di compiere da soli gli atti quotidiani della vita, che rappresentano per i propri congiunti una profonda incertezza dovuta alle difficoltà nel gestire le loro problematiche. È necessario istituire il diritto delle persone non autosufficienti ad accedere a un progetto di vita individualizzato, aggiuntivo rispetto alle prestazioni socio-sanitarie già incluse nei livelli essenziali di assistenza, conferendo piena attuazione alle leggi n. 104 del 1992 e n. 162 del 1998;

il progetto individualizzato deve comprendere sia le prestazioni socio-sanitarie, sia tutte le ulteriori attività volte alla più ampia integrazione del singolo nell'ambiente scolastico, sociale e, ove possibile, occupazionale. I progetti devono essere elaborati in stretta collaborazione con la famiglia del disabile non autosufficiente nell'ottica del massimo rispetto del principio di autodeterminazione e di libera gestione delle attività familiari. Tale progetto di vita deve comprendere anche l'assistenza domiciliare, il trasporto alla struttura diurna, le attività ricreative, le politiche scolastiche, le politiche per la casa,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di intervenire in modo strutturale al fine di rielaborare un sistema di agevolazioni fiscali unico che supporti le persone diversamente abili e le loro famiglie nel raggiungimento di un livello di qualità della vita compatibile con lo stato di salute del disabile;

ad adottare, con tutti gli strumenti a propria disposizione, una completa e puntuale verifica dell'attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68, «Norme per il diritto al lavoro dei disabili», e a proporre, se del caso, i correttivi necessari a garantire nel concreto il diritto delle persone diversamente abili ad ottenere un impiego confacente alla loro riduzione di capacità lavorativa e valorizzando capacità e potenzialità di queste persone, ai fini di una loro effettiva integrazione nel tessuto economico e sociale del Paese;

ad adottare ogni misura necessaria per garantire il riconoscimento individualizzato della non autosufficienza, al fine di garantire a queste persone un progetto di vita individualizzato e un sistema di protezione e di assistenza globale allo scopo di prevenire e di rimuovere le cause che possono concorrere alla loro emarginazione;

a predisporre tutti i previsti atti normativi al fine di ratificare la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata il 13 dicembre 2006, durante la sessantunesima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione A/RES/61/106;

a predisporre percorsi di inserimento lavorativo che consentono il recupero di soggetti disabili a rischio di emarginazione, attraverso la promozione di circoli virtuosi tra bisogni insoddisfatti, qualificazioni professionali e sviluppo occupazionale;

a promuovere servizi integrati in grado di sostenere l'inserimento nel contesto lavorativo, consentendo, quindi, alle imprese di assolvere con più modalità all'obbligo del collocamento e sostenendone la realizzazione con apposite normative;

a potenziare e valorizzare le attività di formazione, coinvolgendo le aziende nell'individuazione e nell'acquisizione delle competenze più richieste dal mercato;

a coordinare maggiormente le organizzazioni del terzo settore che prevedono, nell'ambito delle loro attività, iniziative finalizzate all'inclusione sociale delle persone diversamente abili;

a favorire sempre più l'istruzione scolastica, al fine di avviare nuovi processi formativi, che meglio conducono i soggetti disabili ad entrare in contatto con il mondo del lavoro;

a prevedere l'adozione di strumenti, metodi e tecnologie, capaci di rispondere a quanto viene sempre più pressantemente richiesto in ordine al miglioramento delle condizioni di vita delle persone diversamente abili;

ad attuare un sistema integrato di interventi nei servizi sociali a favore delle persone non autosufficienti o diversamente abili, attraverso l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, quale organismo governativo preposto ad affrontare globalmente le problematiche connesse al mondo della disabilità, ponendo attenzione alla sussidiarietà orizzontale.

(1-00084)
«Laura Molteni, Porcu, Paglia, Iannaccone, Barani, Di Virgilio, Saltamartini, Renato Farina, Cazzola, Di Biagio, Baldelli, Rondini, Reguzzoni, Rivolta, Polledri, Munerato».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritti umani

diritto al lavoro

diritto del lavoro

disabile

discriminazione basata su un handicap

eguaglianza uomo-donna

integrazione sociale

lavoratore handicappato

ratifica di accordo