Doc. XXII, n. 50
RELAZIONE
Onorevoli Colleghi! - Con la presente proposta di inchiesta parlamentare si intende istituire una Commissione parlamentare di inchiesta con l'obiettivo di fare luce sulle cause degli sversamenti di olio combustibile nei terreni sottostanti la centrale termoelettrica della società E.ON energia Spa di Fiume Santo in Sardegna, di accertare la reale entità del fenomeno e di quantificare i danni all'ambiente provocati nell'area della centrale, individuata come sito di interesse nazionale ai fini delle bonifiche, considerando anche i possibili gravi rischi per la salute dei cittadini che vivono e lavorano nella zona.
Il 15 aprile 2015 il comando della guardia di finanza di Sassari ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare domiciliare nei confronti del direttore e del vice direttore della centrale termoelettrica della società E.ON Spa. Sono stati inoltre notificati all'amministratore delegato della società E.ON Produzione Spa, al direttore generale delle risorse umane e sviluppo territoriale di E.ON Italia e all'amministratore della società di analisi chimico-fisiche Lithos srl provvedimenti di interdizione per due mesi dalle rispettive cariche, richiesti dalla procura della Repubblica di Sassari. In seguito agli interrogatori di garanzia, i due dirigenti sono tornati in libertà e sono state revocate le misure di interdizione dagli incarichi per gli altri
manager.
La guardia di finanza di Sassari ha riferito in una nota che i reati contestati sono quelli dell'inosservanza di molte disposizioni del decreto legislativo n. 152 del 2006 in materia di tutela ambientale con riferimento allo scarico delle acque reflue industriali nonché reati previsti dal codice penale. Secondo la procura della Repubblica di Sassari, che ha coordinato le attività di polizia giudiziaria per oltre un anno, i
manager, per garantire un risparmio di spesa all'impresa multinazionale tedesca, avrebbero omesso di segnalare alle autorità competenti, agendo di comune accordo, che vi erano continui sversamenti di olio combustibile nei terreni sottostanti i serbatoi di alimentazione dei gruppi 1 e 2 della centrale termoelettrica e avrebbero consentito, in questo modo, la persistente contaminazione dei terreni e delle falde acquifere del sito interessato, provocando un danno ambientale in aree di interesse pubblico.
Le persone coinvolte, pur essendo a conoscenza dello stato di dissesto ambientale persistente da anni, avrebbero simulato di aver avuto notizia del fenomeno soltanto di recente, inoltrando le prescritte comunicazioni agli organi istituzionali di vigilanza in concomitanza con l'annuncio della società E.ON Spa, nel gennaio 2015, della cessione dei suoi
asset di generazione elettrica a carbone e a gas in Italia al gruppo energetico ceco EPH.
Le citate informazioni destano non poche preoccupazioni in relazione ai danni ambientali nell'area in cui sorge la centrale termoelettrica e ai rischi per la salute dei cittadini residenti nel territorio e dei lavoratori dell'azienda, considerato che un'indagine condotta dall'Istituto superiore di Sanità ha rilevato che nell'area industriale di Porto Torres-Sassari si registra un'incidenza di tumori altissima, superiore alla media regionale.
L'articolo 1 istituisce la Commissione parlamentare di inchiesta e ne definisce i compiti.
L'articolo 2 stabilisce la composizione e la durata della Commissione.
L'articolo 3 definisce i poteri e i limiti della Commissione.
L'articolo 4 stabilisce l'obbligo del segreto relativo agli atti e ai documenti di indagine per i componenti della Commissione, per il personale addetto alla stessa e per tutte le persone che vi collaborano.
L'articolo 5 definisce l'organizzazione interna della Commissione.