XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 446 di domenica 27 dicembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 23 dicembre 2020.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boschi, Buffagni, Cancelleri, Casa, Cirielli, Davide Crippa, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Frusone, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Iovino, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lupi, Melilli, Molinari, Nardi, Paita, Perantoni, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Tasso, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 (A.C. 2790-bis-A/R); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2790-bis-A/R: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023; Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.

Ricordo che nella seduta del 23 dicembre si è concluso l'esame degli emendamenti e degli articoli.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che, per un mero errore tipografico, l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/209 risulta a prima firma Fragomeli, anziché Dal Moro.

Ha chiesto di parlare per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/54 la collega Fitzgerald Nissoli, che tuttavia non è presente in Aula.

Ho una decina di iscritti per illustrare gli ordini del giorno, dopodiché toccherà anche ai colleghi che stanno chiedendo ora di parlare. Si prenda nota cortesemente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà. Lasciamo il Governo lavorare. Ripeto: lasciamo il Governo lavorare! Prego, onorevole Berardini.

FABIO BERARDINI (MISTO). Grazie, Presidente. Illustro l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/22, a mia prima firma, che riguarda appunto l'annoso e dibattuto tema dei navigator. Questo perché - lo ricordo a me stesso e lo ricordo ai colleghi - durante la discussione sulla legge di bilancio è stato presentato un emendamento a prima firma del collega del MoVimento 5 Stelle, Cominardi, il 68.05, il quale chiedeva e quindi imponeva la proroga dei navigator fino al 31 dicembre del 2022. Successivamente, a causa della compressione dei lavori parlamentari e della posizione della questione di fiducia, questo tema non è stato nemmeno dibattuto in Aula, ossia nessun membro del Governo, a partire dal Ministro Luigi Di Maio è venuto in Aula a dirci qual era l'intenzione del Governo su questi lavoratori; ricordiamo: lavoratori. Perché questi 2.700 ragazzi io penso abbiano una dignità e, quindi, siccome sono dei lavoratori precari, in quanto ricordiamo che il contratto scade il 30 aprile del 2021, io mi sarei aspettato che chi ha inventato questa nuova e futuristica figura dei navigator - avendo voluto l'inventore dei navigator, Mimmo Parisi, a capo dell'ANPAL - almeno venisse in Aula a dirci perché non voleva prorogare i contratti dei navigator.

Ma leggiamo, invece, un'intervista del Ministro Luigi Di Maio a il Fatto Quotidiano dell'11 gennaio 2019; parlando appunto dei navigator diceva testualmente: “Il nostro obiettivo è dar loro un contratto a tempo indeterminato nei prossimi anni. Si andrà verso la stabilizzazione: questo è un impegno che prendo con tutti i navigator”. Lo assicura l'allora Vice Premier, Luigi Di Maio. Tante persone sono state a questo punto illuse, con la speranza di questo futuristico progetto e soprattutto, se i navigator erano e sono la colonna portante del reddito di cittadinanza, una volta che non ci saranno più, perché il contratto scadrà appunto il 30 aprile e non si sono trovate le risorse per prorogare questo contratto, cosa ne sarà del famoso reddito di cittadinanza e di queste colonne portanti?

Quindi, io mi aspetto che, con questo ordine del giorno, si apra una discussione in merito a cosa dovrà essere il reddito di cittadinanza e soprattutto dire con chiarezza - ripeto: con chiarezza - se queste persone saranno prorogate oppure no, anche perché un giovane che si dovesse trovare in questa condizione vorrebbe sapere se chiaramente deve trovarsi un'altra occupazione, oppure se lo Stato ha intenzione di prorogare questo contratto. Io penso che sia dovuto dare a queste persone una risposta e, quindi, con l'ordine del giorno chiedo appunto se è intenzione del Governo trovare queste risposte, oppure no; quindi, chiedo chiaramente una risposta chiara e definitiva su questa problematica.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/136 Gusmeroli: l'onorevole Gusmeroli non è presente.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/243 Trano.

L'onorevole Trano intende intervenire sul suo ordine del giorno? Sempre presente, prego.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Grazie Presidente. Gentili colleghi, lo scorso 2 dicembre la Commission on Narcotic Drugs, organo dell'Onu, si è espressa in favore della rimozione della cannabis dalla tabella 4 della Convenzione unica del 1961. A distanza di sessant'anni, 27 Paesi su 53 hanno accolto le raccomandazioni dell'OMS e l'hanno posizionata nella tabella 1, riconoscendone in pratica le proprietà medicinali. Perché? Perché la cannabis ad uso terapeutico può essere utilizzata da pazienti con molteplici patologie, dall'epilessia al morbo di Parkinson, passando per la sclerosi multipla, dolori cronici, glaucoma e un'infinita lista di altri disturbi e malattie gravi. Pertanto, è diventata una pietra miliare, che oggi deve porre dei seri interrogativi su come la politica nazionale sta gestendo il settore della canapa industriale, che, ripeto non ha nulla a che fare con la canapa droga. Anzi, la produzione di canapa è stata per decenni il fiore all'occhiello della produzione agricola nazionale: l'Italia è stata a lungo il secondo produttore al mondo di canapa, posizionamento che è rimasto fino agli anni Cinquanta e si pensi già che nel 1913 si contavano coltivazioni per oltre 100.000 ettari. Mentre però in Italia ci si inviluppa ancora con questo tipo di ragionamenti (canapa sì, canapa no), ci sono altre nazioni del mondo che hanno tratto un enorme vantaggio in termini fiscali ed occupazionali dal ripristino della produzione. Il mercato mondiale sta attraversando un vero e proprio boom: da 4,6 miliardi di dollari fatturati nel 2019, si stima che nel giro di sei anni si arriverà a 26,6 miliardi di dollari, al ritmo di un tasso di crescita annuo del 34 per cento. Ma a cosa è dovuto tutto questo? Gli esperti lo attribuiscono proprio ad un aumento della legalizzazione nella coltivazione della canapa industriale e la decisione della Commissione ONU va proprio in questo senso: le proprietà funzionali dei semi di canapa e dell'olio di semi di canapa e il loro maggiore uso in diverse applicazioni alimentari e un numero crescente di malattie croniche. Poi c'è il segmento della fibra di canapa, con l'utilizzo nell'industria tessile della carta, della cellulosa, grazie alle sue fibre lunghe e resistenti rispetto al cotone, nell'edilizia, nell'agricoltura, nel settore delle automobili, nei mobili, nelle costruzioni. Insomma, in un futuro, un forte impulso al suo utilizzo potrebbe esserci anche nel settore dei biocarburanti e delle bioplastiche. Insomma, quanto basta per capire che questa pianta dai mille usi ha tante potenzialità quanti nemici. I Paesi a noi vicini, come la Francia, la Germania e il Regno Unito, hanno già compreso le opportunità che il settore offre e stanno aumentando rapidamente la produzione. La canapa industriale ha fatto segnare in Europa una produzione di 50.000 ettari, di cui 18.000 in Francia, dove attualmente vige una legislazione molto restrittiva. Ma perché rimanere indietro? Se oggi si tornasse a coltivare gli stessi 120.000 ettari coltivati in passato, sarebbero circa mezzo milione di posti nuovi di lavoro diretti ed ulteriori 120.000 posti relativi all'indotto manifatturiero e di trasformazione. D'altro canto, se solo si applicasse all'infiorescenza di canapa priva di efficacia drogante un'accisa, un'imposta sul consumo del 10 per cento, avendo quest'ultima un irrilevante impatto sulla salute umana, si avrebbe un gettito fiscale di circa 950 milioni di euro, che assolutamente farebbero bene alle casse dello Stato. E adesso arrivo all'ordine del giorno: qui veniamo a un oggetto specifico, che fa riferimento a un emendamento, il 117.016, che è stato appena approvato e che è recante risarcimento economico degli imputati assolti con sentenza penale passata in giudicato che, così come riformulato ed approvato in Commissione bilancio, prevede l'introduzione nel codice penale e dell'articolo 177-bis. Con l'introduzione di questo articolo nel processo penale, all'imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile perché il fatto non sussiste e altre fattispecie analoghe, è riconosciuto un rimborso delle spese legali nel limite massimo di importo pari a 10.500 euro. La totalità dei procedimenti penali a carico dei rivenditori di infiorescenze di canapa light priva di efficacia drogante, secondo quanto disposto dalla sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite penali del 30 maggio 2019, si sono conclusi con l'assoluzione piena degli indagati e, a quanto mi costa, parliamo attualmente di altri 200 tra procedimenti giudiziari o di applicazione di misure conclusisi a favore degli imputati, a cui andranno ad aggiungersi altri in futuro.

Ora, in considerazione del fatto che la soglia limite di efficacia drogante è stata recentemente individuata dalla bibliografia nel limite dello 0,5 per cento di principio attivo di THC, così come peraltro esplicitato nel parere scientifico rilasciato dal Dipartimento di chimica dell'Università di Roma La Sapienza lo scorso 30 ottobre, si chiede di variare una modifica al DPR n. 309 del 1990 ed adeguarlo a tale limite scientificamente riconosciuto, evitando così gravosissimi costi di rimborsi delle spese legali ingiustamente sostenute dagli indagati successivamente assolti e generando un risparmio di spesa da dedicare ad altre iniziative in favore del potenziamento del sistema giustizia, attualmente non efficiente, tant'è che la Commissione europea l'ha inserito nelle sue raccomandazioni al Paese Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, mi dispiace dirlo, perché è la nostra Italia, però questo è un Governo senza idee, senza progettualità e oggi, con questo ordine del giorno, cerco di fornire delle idee a questo Governo, che in questo momento sta facendo tantissimi danni. Abbiamo ieri sentito la notizia, dalla CGIA di Mestre: 420 miliardi di euro persi dalle piccole e medie imprese quest'anno e solo il 7 per cento ristorato. Perché? Perché non possiamo più parlare di ristori, ma dobbiamo parlare di risarcimenti danni e soprattutto di rilancio dell'economia. Attività che chiudono, 500.000 posti di lavoro persi, ma un 2021 purtroppo ricco di tantissime incognite. Avete deciso o state decidendo di riaprire le scuole, ma non avete fatto piani relativi ai trasporti, quindi, in assenza di piani tecnici sui trasporti: parlo delle metropolitane, dei treni, dei pendolari, dei pullman, pullman privati che sono negli hangar, sono nei vari garage, ma non vengono utilizzati per aumentare diciamo la forza dei nostri trasporti. Avete spostato scadenze delle tasse di tre mesi in tre mesi, anche qui senza progettualità: pensiamo soltanto al fatto che non avete pensato minimamente ad aiutare i comuni per non far pagare ai cittadini la tassa rifiuti. Pensate che, dal 1° di gennaio del 2021, entrerà in vigore per tutta Italia un nuovo conteggio della tassa rifiuti, per cui, per assurdo, le famiglie numerose, che in questo momento soffrono di più, pagheranno di più, quindi saranno meno aiutate. Un'impreparazione anche nella gestione dei vaccini: negli altri Stati stanno pensando di utilizzare strutture private, centri commerciali dove fare i vaccini, noi pensiamo alla Primula di Boeri, pensiamo alle siringhe diverse, perché noi dobbiamo essere diversi, perché noi dobbiamo sempre dimostrare la nostra impreparazione. Ebbene, adesso, dal 1° di gennaio, dopo una ulteriore proroga di tre mesi, scadono 31 milioni di cartelle esattoriali, che colpiranno famiglie, cittadini, attività economiche e allora, per una volta - una volta - fate qualcosa di strutturale. Strutturale cosa vuol dire? Vuol dire qualcosa che risolva di per sé il problema, perché qui non parliamo di evasione fiscale, ma di persone che non sono riuscite a pagare le tasse perché questo è un periodo terribile, dove ci sono attività chiuse, che non guadagnano e ci sono anche attività aperte che non guadagnano. Non possiamo pensare che dal 1° di gennaio, tutto un tratto, questa situazione scompaia. Quindi la proposta, con questo ordine del giorno, è sostanzialmente quella di rinviare e rateizzare questi 31 milioni di cartelle che colpiranno quasi tutti i cittadini italiani, in 15 anni. Rateizziamole in 15 anni senza parametri o condizioni, senza l'ISEE, rateizziamo in 15 anni e sistemiamo per una volta strutturalmente un problema di questo Paese.

Nel corso del 2021 affrontiamo insieme, ma questa volta con il Parlamento, non come nel 2020, anche la questione dell'enormità del peso fiscale e della complicazione fiscale italiana, che non ha eguali al mondo.

Chiedo che venga approvato l'ordine del giorno della Lega a mia prima firma sulla rateizzazione a 15 anni delle cartelle esattoriali che arriveranno dal 1° gennaio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli: non è presente in aula.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno tratta un argomento, direi, più che un argomento, un diritto essenziale riconosciuto anche dai valori fondanti della nostra Repubblica, che è il diritto alla casa, e lo tratta in un aspetto ancora più peculiare, che è quello dell'edilizia sociale. Vede, nella nostra nazione succede una cosa abbastanza curiosa, che porta anche una disparità di trattamento tra cittadini e cittadini e tra enti pubblici di diversa accezione.

L'alloggio popolare cosiddetto, ovvero l'alloggio di edilizia sociale, in Italia, di solito, è un patrimonio demaniale del comune o delle regioni, secondo quanto prevede anche la nostra Costituzione. Gli ex IACP si sono divisi, appunto, tra comuni e regioni. E, per esempio, nella nostra Lombardia, nella nostra Milano, succede una cosa particolare: il comune di Milano gestisce i propri immobili di edilizia sociale - sono circa 28 mila - e, ovviamente, non paga l'IMU, non paga l'IMU a se stesso. La Regione Lombardia, attraverso le aziende lombarde per l'edilizia residenziale, per esempio quella di Milano, gestisce, tra la città e la provincia, circa 65 mila alloggi, poco più di 65 mila alloggi e, per esempio, paga, soltanto al comune di Milano, circa 10 milioni di euro. Quindi, lo stesso oggetto tutelato dalla nostra Costituzione viene penalizzato se è di proprietà della regione e non viene invece, giustamente, penalizzato se è di proprietà del comune. Allora, io chiedo se su questo paradosso il Governo voglia lavorare. Io credo che un alloggio di edilizia sociale non debba essere soggetto a una tassazione come quella dell'IMU.

Succedono dei paradossi ulteriori, cioè, se l'immobile è occupato abusivamente, l'azienda che gestisce l'alloggio, pur avendo fatto tutte le procedure per ottenere l'estromissione dell'occupante abusivo e non ottenendo l'escomio, perché, magari, le autorità non concedono questa possibilità, è costretta a pagare l'IMU anche sull'alloggio occupato abusivamente. Ecco, io credo quindi che, anche in un momento in cui ci sono difficoltà ad incamerare i canoni da parte di queste aziende, difficoltà a reperire fondi - perché sappiamo che, dai tempi dell'abolizione della Gescal, non esiste una tassazione che vada direttamente ad aiutare con risorse l'edilizia sociale, l'edilizia residenziale pubblica -, in un momento in cui siamo in difficoltà, penalizzare così delle aziende sia abbastanza inopportuno, uso un larghissimo eufemismo.

Quindi, chiedo al Governo che ragioni affinché l'IMU sulle case popolari non venga più prevista e soprattutto, visto che ormai è tardi per cancellarla per quest'anno, che le risorse derivanti dall'IMU sull'edilizia sociale, invece, vengano destinate, dai comuni che introitano tale imposta, a contributi di solidarietà per gli inquilini stessi o, addirittura - ed è il caso, ripeto, molto importante quest'anno, vista l'emergenza COVID - per la copertura dei minori ricavi dovuti alla morosità incolpevole, in modo da non compromettere ulteriormente i bilanci degli enti gestori. Quindi, ripeto, stiamo parlando di un diritto fondamentale, che è quello della casa, stiamo parlando di risorse pubbliche, dunque non stiamo parlando di avvantaggiare aziende private, stiamo parlando dell'edilizia sociale che, da anni, non vede un piano strutturato e stiamo chiedendo di non tassare un bene pubblico rispetto a una differenziazione di trattamento che c'è tra i comuni e le regioni.

Mi sembra assolutamente possibile, quindi, che il Governo condivida questo ordine del giorno e, soprattutto, si adoperi affinché appunto l'IMU sulle case popolari non ci sia più, una volta per tutte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Illustro l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/18, a mia prima firma, partendo dalla premessa che il territorio di Civitavecchia rappresenta un'area particolarmente nevralgica nell'assetto economico del nostro Paese, con la presenza del primo porto italiano, oltre 2 milioni e mezzo di crocieristi nel 2019, con la presenza del polo energetico dell'alto Lazio che ha rilevanza nazionale, di enti militari strategici per l'intero comparto della Difesa del nostro Paese. Quindi, risultano evidenti le servitù di portata generale ricadenti sull'intero territorio, che sono, tra l'altro, risalenti nel tempo. Un territorio che da decenni contribuisce in maniera grande, forse anche un po' sproporzionata, all'interesse generale e superiore del nostro Paese. Ebbene, i comuni di questo territorio, con deliberazioni formali unanimi dei rispettivi consigli comunali, tra l'altro di differenti colori politici, hanno evidenziato la necessità di potenziare l'assistenza sanitaria per i cittadini e, in particolare, hanno richiesto l'istituzione urgente di un servizio di radioterapia presso l'ospedale di Civitavecchia. L'assenza di un centro di radioterapia presso la struttura ospedaliera di Civitavecchia, infatti, impatta enormemente sulla qualità assistenziale dei pazienti oncologici dell'intero territorio comprensoriale.

Proprio a tal fine, in ambito locale, si è insediato di recente un tavolo ad hoc, sotto l'egida della Fondazione CaRiCiv, con la partecipazione degli enti locali, della ASL, della curia vescovile e dei rappresentanti del volontariato, in particolare dell'Associazione ADAMO ONLUS, con i suoi volontari, da anni impegnati in questo servizio di assistenza, veri eroi del nostro tempo, angeli laici a disposizione costante della comunità, soprattutto dei più fragili, ai quali ogni giorno dovremmo rivolgere un sentito, non formale, ringraziamento. Ebbene, questo tavolo è stato istituito al fine di promuovere, anche in sinergia ed in collaborazione con la Regione Lazio, un'azione risolutiva per giungere a colmare questo vuoto nell'assistenza sanitaria locale, che costringe un numero enorme di malati oncologici a lunghi, difficili, spesso impervi spostamenti verso le città di Roma, Viterbo e Grosseto.

Quindi, con questo ordine del giorno, il Governo si dovrebbe impegnare a garantire supporto, anche attraverso l'attivazione di risorse specifiche, all'azione promossa dalle istituzioni del territorio indicato per l'istituzione di un servizio di radioterapia presso l'ospedale di Civitavecchia. Sarebbe, signor sottosegretario, un messaggio atteso, un messaggio chiaro, dovuto, incoraggiante e positivo ad un territorio in cui i cittadini, compattamente, si stanno battendo per questa causa, nella speranza che le istituzioni tutte possano ascoltare la loro voce (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà. Funziona il suo microfono? No? Riprovi, senza toccare. Prego.

MARA LAPIA (MISTO). Presidente, colleghi, in questa legge di bilancio, condizionata dalla pandemia e dall'emergenza, non si sono affrontati i nodi strutturali della nostra società. Il nostro Servizio sanitario nazionale si è mostrato vulnerabile e debole di fronte alla pandemia. Era ora di assumere iniziative per rafforzarlo per i prossimi vent'anni e così non è stato.

Bisognava sostenere le figure professionali sanitarie, a partire da quella dell'operatore sociosanitario, che è stato impegnato per mesi in prima linea di fronte alla pandemia. Questa figura professionale trova origine nella sintesi dei diversi profili professionali degli operatori dell'area sociale e di quella sanitaria e risponde in modo più adeguato all'evoluzione dei servizi alla persona e in intesa con la globalità dei suoi bisogni alla salute. Gli OSS sono tutte quelle persone desiderose di sperimentare le proprie capacità, andando a ricoprire quei bisogni delle persone in ambiti ospedalieri ed extra ospedalieri, e tra le nuove realtà sia territoriali, assistenziali, domiciliari, emergenti. L'OSS è l'operatore che svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona nell'ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario, al fine di garantire il benessere e l'autonomia dell'utente quando questa viene a mancare.

Gli OSS che operano nel nostro Paese, secondo una recente stima, sono circa 330 mila. Per la loro formazione professionale, questi devono accedere a corsi regionali o a corsi privati. La formazione dell'operatore sociosanitario è di competenza delle regioni e delle province autonome, che provvedono all'organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche. Negli ultimi anni, l'inserimento dell'OSS nel mondo del lavoro e, in particolare, nei contesti di assistenza sanitaria e sociale del nostro Paese, ha fatto emergere diverse problematiche e specifiche mancanze di diversa natura. Il fabbisogno formativo non è bilanciato al fabbisogno occupazionale e la formazione in molte regioni è stata affidata ad enti privati, che hanno effettuato corsi a pagamento e inflazionato il mercato nelle regioni dove si tengono corsi all'interno delle regioni, e in altre regioni i giovani che intendono affrontare questa professione sono costretti a recarsi fuori dalla regione stessa.

Il mio ordine del giorno, oggi, mira a chiedere al Governo delle misure per uniformare il percorso formativo, per migliorare le attività e le competenze previste per la figura dell'operatore sociosanitario, istituendo corsi di istruzione nazionali, al fine di agevolare sia il percorso formativo, che l'inserimento nel mondo del lavoro, per chi intende affrontare questa formazione (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loss. Ne ha facoltà.

MARTINA LOSS (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo su un tema che ho già affrontato in quest'Aula in precedenza riguardo all'azione delle api, che è conosciuta per la produzione di miele, di polline e di pappa reale, sostanze importanti nella nostra alimentazione. Tuttavia, c'è un'altra funzione, su cui oggi chiedo l'attenzione del Governo, forse meno conosciuta ma di gran lunga più importante per l'intero pianeta: si tratta dell'azione di impollinazione, il processo indispensabile per la riproduzione delle piante, alla base della sopravvivenza di molte specie sulla Terra, uomo compreso.

L'impollinazione è il trasporto di polline da parte delle api e rappresenta il principale meccanismo di riproduzione di quasi la generalità delle piante che ci danno nutrimento con i frutti o i semi che ne derivano. Moltissime specie vegetali, infatti, dipendono, per la loro impollinazione, proprio dagli insetti cosiddetti pronubi, come le api, e la maggior parte di quelle coltivate a fini alimentari. Il valore economico globale generato, quindi, dalle api con la loro attività pronuba, ovvero con l'impollinazione, è di gran lunga superiore rispetto al valore semplice derivante dalla vendita dei prodotti dell'alveare. Durante le fioriture nelle coltivazioni, gli allevatori di api si mettono al servizio dei coltivatori fornendo le loro api per consentire l'impollinazione dei frutteti e delle altre colture. Questo servizio di impollinazione, così svolto, rappresenta spesso la prima fonte di reddito per gli apicoltori, seguito poi della vendita del miele e degli altri prodotti apistici.

La metà degli apicoltori pratica il nomadismo per la produzione del miele e del polline, cioè sposta gli alveari per inseguire le fioriture di piante spontanee o coltivate in alcuni casi; e quando gli apicoltori portano gli alveari negli agrumeti o nei campi di sulla, girasole o trifoglio per la produzione del relativo miele, svolgono in contemporanea anche un servizio di impollinazione per quelle colture: un servizio che spesso non è retribuito, purtroppo, anzi in alcuni casi è l'apicoltore stesso a dover regalare qualche vasetto di miele ai proprietari di fondi a titolo di riconoscenza per aver potuto usufruire del terreno su cui sono collocate le arnie.

L'impollinazione è un processo di fondamentale importanza nelle specie frutticole, molti sono gli alberi e le piante che usufruiscono di questo servizio di impollinazione, dal mandorlo, all'albicocco, al susino, al pesco, al melo, al pero, agli agrumi, alla vite e così via. Attualmente, tuttavia, il servizio di impollinazione, ovvero l'azione di affitto delle arnie per il periodo della fioritura, ha una aliquota ordinaria al 22 per cento. Data quest'IVA sfavorevole, gli apicoltori, invece di affittare le arnie con così poco ricavo, piuttosto le vendono ai frutticoltori, ma questi, una volta finita la stagione della fioritura, non avendo interesse a proseguirne l'allevamento, le abbandonano o, ancora peggio, bruciano le api, con arnie e tutto: una pratica assurda e contro ogni logica ecologica e di tutela del benessere delle api, causata solo da questa percentuale dell'IVA.

Durante la discussione del decreto-legge n. 124 del 2019, il cosiddetto “decreto fiscale”, era stato accolto un mio ordine del giorno, con il quale si chiedeva di prevedere, in un futuro provvedimento di natura fiscale, la riduzione dell'IVA sul servizio di impollinazione, ma ad oggi a questo ordine del giorno non è stato dato seguito.

In aggiunta, anche alla pappa reale viene applicata l'aliquota del 22 per cento, in quanto questa non è riconosciuta come un prodotto agricolo, non essendo inserita in una tabella adeguata, che contiene però il miele, la cera d'api, il polline, la propoli, le api e l'idromele. Quindi, con questo ordine del giorno chiedo al Governo di dare seguito al precedente ordine del giorno, già accolto da quest'Aula, prevedendo la riduzione al 10 per cento dell'attuale aliquota IVA relativa al servizio di impollinazione, nonché quella relativa alla pappa reale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Lo scorso 16 dicembre, in Puglia, è stato presentato il progetto “Caserme Verdi”: non è altro che un ambizioso programma del Ministero della Difesa con il quale, nei prossimi vent'anni, vedremo la realizzazione di basi militari di nuova generazione, che servono ad incentivare anche l'interazione tra caserme e territori, a renderle disponibili per l'utilizzo di asili e di strutture sportive, come già avviene in quelle caserme all'avanguardia della Difesa; parliamo, quindi, di caserme di fatto aperte al pubblico.

Il progetto nasce dalla necessità di ammodernare le attuali caserme, dato che alcune sono state costruite addirittura nell'Ottocento e allo stato attuale la gestione e la manutenzione di queste palazzine sono, evidentemente, troppo onerose; e, infatti, l'obiettivo è anche limitare i costi a carico dell'amministrazione della Difesa stessa.

Ad oggi, sull'intero territorio nazionale sono state individuate, per una prima fase, ventotto caserme, in accordo con le amministrazioni comunali e regionali e con i colleghi Deidda e Ferro, in Commissione difesa, abbiamo subito sostenuto questo programma, quando il Capo di Stato maggiore dell'Esercito italiano, Salvatore Farina, è venuto in audizione per la presentazione, anche perché proveniamo da quelle regioni del Sud che vedono la maggioranza dei nostri militari impegnati per la sicurezza nazionale. In Puglia sono state previste tre differenti sedi, le quali saranno riammodernate, rese funzionali ed efficienti anche dal punto di vista energetico e saranno aperte ai cittadini che potranno godere di alcuni servizi.

Quindi, direi che, anche in ragione dell'ottimo lavoro svolto dai nostri comandanti di brigata, i comandanti di reggimento, durante l'operazione “Strade sicure”, oltre ai vari impegni nei vari scenari internazionali, sembrerebbero a mio avviso diversi i reggimenti che meriterebbero l'attenzione del Governo sulle diverse strutture abitate normalmente dai militari.

Allo stato attuale, il parco infrastrutturale della Forza armata è costituito, nella maggioranza dei casi, da immobili realizzati da più di 70 anni, che, oltre a non essere più rispondenti alle esigenze di una difesa moderna, di una difesa efficiente, presentano uno stato di degrado generalizzato, che comporta un rischio altissimo per l'incolumità del personale militare che quotidianamente opera all'interno delle strutture.

Abbiamo diverse caserme che vivono forti disagi in termini alloggiativi, anche a causa dell'impossibilità di poter accedere in diverse palazzine e non vorrei mai che possa accadere qualcosa ai nostri militari, solo perché non abbiamo preso in tempo i giusti provvedimenti, considerando che parliamo di un progetto ventennale, quindi, immagino un risparmio ammortizzato negli anni a venire, i posti di lavoro che si verrebbero a creare, l'efficientamento energetico delle strutture.

Mi pare che questo Governo abbia proprio questa linea di indirizzo, chiedo, quindi, espressamente un impegno del Governo e faccio notare al sottosegretario che nell'impegno del Governo è inserita la dicitura: “a valutare l'opportunità di”, perché davvero vorrei che il Governo prenda questa mia richiesta come un'opportunità e perciò chiedo di assumere delle iniziative per l'istituzione di un fondo dedicato al progetto “Caserme Verdi”, anche al fine di inserire nello stesso le caserme che ho citato nell'ordine del giorno, con l'obiettivo di dare finalmente una risposta ai nostri militari, costretti a vivere situazioni che possono diventare seriamente preoccupanti.

Io spero che il Governo, come me, prenda a cuore la questione; in questo caso, nei prossimi mesi, avremo una battaglia comune da portare avanti nell'interesse dei nostri militari e della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Signor Presidente, vorrei illustrare brevemente il mio ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/224 che, devo dire, è simile, non uguale, ad un ordine del giorno della collega Porchietto, il n. 9/2790-bis-AR/6. Con questo ordine del giorno vogliamo porre all'attenzione del Governo la situazione che stanno vivendo le montagne, gli impianti di risalita, le strutture ricettive: ne è stata prevista la chiusura a Natale, ciò vuol dire il 70 per cento dell'introito di tutto l'anno. È un lavoro stagionale particolare, quello degli impianti di risalita e dei gestori degli impianti sciistici, perché, a differenza di altri lavori stagionali, ha un elemento di costo molto vivo che è l'impianto stesso e la sua manutenzione; anche da fermo, la manutenzione dell'impianto, è costosa; non dico, poi, quando devono fare quello che stanno facendo in questi giorni, cioè usare il gatto delle nevi per ammassare e pigiare la neve in attesa che le stazioni sciistiche vengano aperte; sono soldi che vengono utilizzati appunto dagli impiantisti. Per adesso, i vari “decreti Ristori” hanno previsto, se non in minima parte, un ristoro alle categorie, minimo, perché è stato considerato solamente un ristoro a coloro che svolgono attività sportive e un ristoro a coloro che hanno impianti e ristoranti, ma senza considerare invece l'attività economica nel suo complesso. In Francia, io detesto parlare sempre dei modelli stranieri, perché penso sempre che l'Italia sia un grande Paese e ce la possa fare da sola, però, in Francia, per esempio, hanno previsto il 50 per cento della ristorazione agli impianti e alle strutture montane valutato nei tre anni precedenti.

Dico al Governo di valutare attentamente questo ordine del giorno e quello della collega Porchietto, di pensare a una riformulazione per unire i due ordini del giorno, perché nei giorni scorsi noi, a breve mano, abbiamo sentito sia i colleghi della maggioranza che delle opposizioni che sono disposti a firmare in maniera trasversale questi due ordini del giorno, perché in tutti i gruppi parlamentari c'è l'esigenza di porre l'attenzione su questo tema, appunto, quello della montagna. Abbiamo avuto da parte di tutti i colleghi, sia io che l'onorevole Porchietto, l'assenso a firmare i nostri ordini del giorno e se il Governo facesse una riformulazione unitaria potrebbe essere una bella pagina quella di unire questi due ordini del giorno per un'approvazione unanime di tutto il Parlamento. Perché, vede, le montagne sono molto avvilite, sono territori che non sempre sono nel cuore e nelle menti dei legislatori; tutti noi ci riempiamo le parole dicendo di resistere in quei posti, ma se si toglie l'economia sportiva sciistica quei posti diventano desolati e isolati.

Quindi, io chiedo un'attenzione particolare al Governo e mi fa molto piacere che ci sia il sottosegretario Baretta, perché, pur venendo da una città bellissima e unica come Venezia, mi ha appena fatto vedere la foto delle Dolomiti innevate in lontananza e soltanto lei, sottosegretario, può capire la bellezza e l'importanza di un'economia, come per la sua regione, per la mia, il Piemonte, il suo Veneto e la Lombardia, basata su quelle montagne innevate. Il destino ha voluto che negli anni in cui si poteva sciare, la neve non c'era, quest'anno che non si può sciare la neve cade copiosa, ma speriamo che quella neve venga utilizzata e che i ristori a questo punto non soltanto più una tantum, ma in maniera più coordinata e scientifica, vengano dati agli operatori montani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Porchietto per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/6. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Presidente, se mi permette, ringrazio la collega Fregolent, perché la correttezza della collega va sottolineata perché c'è un lavoro che si sta facendo tutti quanti insieme che non ha appartenenza partitica, ma che ha un unico oggetto, quello di riuscire a trovare delle soluzioni per un sistema che, come tanti altri, è vero, soprattutto in questi giorni, sta chiedendo un'attenzione particolare, perché, giustamente, come ha ricordato la collega Fregolent sta guardando fortunatamente la caduta della neve, ma contestualmente non può immaginare di far partire le attività economiche ad essa collegate.

Sono mesi che lavoriamo tutti insieme, sottosegretario Baretta, io so che lei è particolarmente attento rispetto a questi temi, ma ci tenevamo a sottolineare come ci sia una condivisione di intenti in questo momento. Sappiamo che il 7 gennaio è vicino, ma non siamo certi che si potrà dare il via alle attività economiche della montagna; dobbiamo dare dei segnali forti a questo sistema, perché è un sistema che il 70 per cento dei costi li ha già sostenuti, mentre i ricavi, solitamente, e quest'anno sarà ancora peggio, si riescono ad ottenere in soli quattro mesi. Quest'anno probabilmente la contrazione sarà addirittura superiore, magari, forse, molte stazioni sciistiche non apriranno e il fatturato perso non sarà solo quello degli impianti di risalita, ma sarà quello di tutto il sistema montano.

Allora, noi quello che chiediamo oggi al Governo è di dare un segnale forte, un segnale in un momento estremamente difficile per aree che vanno dalle Alpi agli Appennini e arrivano fino alla Sicilia. Non è soltanto un'economia legata alle principali regioni del Nord, ma è un'economia che tocca tutta la nostra penisola, soprattutto in aree che hanno come unico…

PRESIDENTE. Onorevoli, cortesemente… Mi scusi, onorevole.

Chiederei veramente maggior rispetto per chi interviene, anche perché sono temi assolutamente condivisi e mi sembra interessante per tutti. Prego, onorevole Porchietto.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Quindi, quello che chiediamo al Governo oggi è di avviare un percorso, insieme alle Camere, di costruzione di un modello simile a quello francese. Il governo francese ha fatto una scelta importante, ha già detto come risarcirà il sistema della montagna e ha già dato una sicurezza a quel sistema. Ecco, il nostro sistema è simile a quello francese, ma addirittura è più importante di quello francese, perché il numero di impianti e il numero di addetti è molto superiore rispetto a quello della Francia. Allora, diamo un segnale forte e lo possiamo fare oggi, in Aula, possiamo riformulare e noi siamo assolutamente tutti d'accordo, sappiamo che i colleghi sono estremamente disponibili, io parlo per l'opposizione, i colleghi di Fratelli d'Italia e i colleghi della Lega erano disponibili a sottoscrivere questo ordine del giorno, ci siamo fermati un attimo, perché potrebbe essere importante far pervenire dagli scranni del Governo una riformulazione unica e il Governo ci vedrebbe tutti pronti a votare questa riformulazione. Auspichiamo che ci sia un impegno e non soltanto una valutazione di opportunità, perché, ribadisco, il segnale deve essere dato oggi, preso seriamente, per far sì che poi si possa lavorare immediatamente nel mese di gennaio, per dare un segnale sui risarcimenti e sui ristori a questo sistema. Abbiamo intere famiglie che hanno il coraggio di vivere in montagna che stanno aspettando una risposta; sono persone che vorrebbero non andar via dalla montagna, sono persone che vorrebbero continuare a lavorare e a vivere in montagna. È per questo che è fondamentale un segnale da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (MISTO). Grazie, Presidente. Sono qui, oggi, insieme ai colleghi che hanno voluto sottoscrivere questo ordine del giorno, per portare la voce delle associazioni dei consumatori e in particolare di Assoutenti. Presidente, questa crisi economica che stiamo vivendo rischia di protrarsi, ahimè, a lungo e di diventare insostenibile per tutte quelle persone, quei cittadini che si trovano in condizioni di sovraindebitamento.

Visto che non vogliamo che queste persone in difficoltà finiscano nelle grinfie di usurai o della malavita - anzi, vogliamo che trovino la forza di rialzarsi, di riprendersi -, considerato che anche nel “decreto Liquidità” avevamo ottenuto l'inserimento di una proroga di sei mesi dei termini di adempimento dei piani omologati di ristrutturazione dei debiti del consumatore e degli accordi di composizione delle crisi, chiediamo al Governo due cose. In primo luogo, di prorogare di sei mesi anche i termini di adempimento dei piani aventi scadenze comprese tra il 1° settembre 2020 e il 30 marzo 2021. In secondo luogo, di istituire un Fondo per il pagamento delle spese legali e burocratiche destinato a coloro, che, proprio per impossibilità finanziarie, non potrebbero accedere a tutti quegli istituti previsti dalla legge 27 gennaio 2012, n. 3. Speriamo che questa non sia una “valutazione dell'opportunità di” da parte del Governo, ma un impegno concreto per venire incontro a questi cittadini in difficoltà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucentini. Ne ha facoltà.

MAURO LUCENTINI (LEGA). Presidente, colleghi presenti, signor sottosegretario. Questo non è un ordine del giorno politico. È un ordine del giorno tecnico - sono qui, sottosegretario -, perché quando parliamo di aziende che abbassano la serranda e portano i libri in tribunale e licenziano gli operai, non ci sono colori politici, né divisioni e distinzioni partitiche. Se vogliamo e, soprattutto, se volete, voi che siete maggioranza in questo palazzo, e nel Senato, adottare una misura di buonsenso, approvate questo ordine del giorno, che va a difesa delle aziende, ma, ancora prima, della classe operaia, che una volta anche la sinistra difendeva. Nel “decreto Agosto”, in pratica, ci sono bonus per assunzione giovani. Ci sono esoneri addirittura previdenziali per il personale altamente qualificato e una decontribuzione del 30 per cento degli operai. Cosa succede? Succede che va a toccare le Regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e, in questa legge di bilancio, si proroga fino al 2025 lo sconto del 30 per cento sui contributi e di tutti i lavoratori già attivi. Poi altre misure dal 2026 al 2029. Solo che c'è un problema: attigue all'Abruzzo ci sono le Marche, e ci sono ben tre aree di crisi complesse. C'è quella del distretto calzaturiero fermano-maceratese (pelli, calzature, abbigliamento), 42 comuni, e non lo dico solo perché sono di Montegranaro, che è il paese più industrializzato con la calzatura. C'è anche l'area di crisi interregionale del Piceno, la Valle del Tronto, la Val Vibrata, altri 40 comuni, che qualcuno, qualche sottosegretario, erroneamente aveva pensato che fosse presente in questa legge o in qualche emendamento. Non è così. Poi c'è l'ex area Merloni, Ancona, Macerata, Pesaro, Urbino, 56 comuni, più le aree del sisma 2016-2017, le aree del cratere che interessano tutte le province, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. In più c'è una nota della Regione Marche, Presidente, che il 10 agosto 2020 chiede ai Ministri competenti di estendere i benefici della decontribuzione anche alle aziende delocalizzate nelle aree di crisi complessa della Regione Marche.

Che cosa che chiediamo, in pratica? Chiediamo due punti, semplicissimi: l'introduzione dei benefici della misura decontributiva anche alle aziende localizzate nel cratere del sisma 2016 e in tutte le tre aree di crisi industriale complessa della Regione Marche e di prevedere, per il 2020, che una parte dei residui degli ammortizzatori sociali, pari a circa 26 milioni di euro, già certificati dall'INPS, possano essere utilizzati per la proroga della mobilità in deroga e della NASpI per i lavoratori delle aree di crisi complesse della Regione Marche.

A chi lo chiediamo (così nessuno potrà dire, domani, non l'avete detto)? Io lo chiedo a nove onorevoli della regione Marche. Lo chiedo agli onorevoli dei 5 Stelle, Roberto Cataldi, Maurizio Cattoi, Mirella Emiliozzi, Paolo Giuliodori, Martina Parisse, Roberto Rossini, Patrizia Terzoni, e poi a quelli del PD, Mario Morgoni e Alessia Morani, che è la sottosegretaria marchigiana, addirittura allo Sviluppo economico. Però, volendo, ci sono anche sei senatori: cinque senatori dei 5 Stelle, Rossella Accoto, Donatella Agostinelli, Mauro Coltorti, Giorgio Fede e Sergio Romagnoli; e c'è un senatore del PD proprio della provincia di Fermo, che è il senatore Verducci, che è di Servigliano. Ecco, voi non potete dire, cari senatori e cari onorevoli, che poi non ve l'avevamo detto, perché noi verremo nei territori e vi ricorderemo che quel giorno, quella domenica di dicembre – ok? - c'era un manipolo di uomini della Lega, Lucentini, Andrea Crippa, Toccalini e Marchetti, che vi hanno sottoposto questo ordine del giorno, che è un ordine del giorno di buonsenso. Ed essere persone di buon senso e parlamentari che fanno l'interesse del popolo va dimostrato. E va dimostrato, Presidente, qui, adesso, con l'approvazione di questo ordine del giorno. Non va dimostrato né su Facebook, né sui social, né sulle televisioni, dove spesso si fanno passerelle. La buona politica si dimostra con i fatti, e non va raccontata né nei salotti, né nei palazzi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente L'ordine del giorno che ho presentato è il n. 9/2790-bis-AR/95. Potremmo descriverlo come un omnibus, parafrasando da questa legge di bilancio, ma, in realtà, affronta i temi strutturali della VII Commissione, quella Commissione che, vedete, si occupa dello spettacolo dal vivo, dell'editoria, della innovazione, dello sport, dell'istruzione, su cui poi interverranno anche i miei colleghi.

In particolare, vorrei porre l'accento sulle richieste di questo ordine del giorno, che vanno nella indicazione prevista dalla Commissione, all'unanimità, su proposta spesso di Fratelli d'Italia, a cominciare dalla famosa risoluzione di sette pagine che venne approvata prima dei decreti del Ministro Franceschini e che diede degli indirizzi, fino, purtroppo, agli ultimi emendamenti, che sono quelli, i quattro emendamenti di Commissione, che riguardavano appunto l'editoria, lo spettacolo, la cultura e l'istruzione. Ebbene, in particolare, sullo spettacolo dal vivo, bisogna rilevare che non è ancora stato istituito un registro per gli attori, battaglia storica che noi sosteniamo e condividiamo, i sostegni e i ristori per chi vive di spettacolo dal vivo; un indotto che arriva a 15 milioni di italiani, come affluenza, di fatto non è stato garantito. Stiamo ancora aspettando strumenti di deduzione parziale o totale del reddito dei consumi culturali, battaglia storica di Fratelli d'Italia dal 2013, condivisa da Federculture, AGIS e da tutte le associazioni di categoria, condivisa addirittura dall'ex Ministro Melandri, che, quando era Ministro della Cultura, non lo fece, però, adesso che è presidente del MAXXI, la sostiene.

Andando oltre, abbiamo fatto istituire il tavolo MiBACT - a dimostrazione che gli ordini del giorno, se sono sensati e se sono articolati poi servono a qualcosa – dove, però, siedono 75 organizzazioni. Quindi, l'invito al Ministro Franceschini è di organizzare i lavori per temi, per le imprese di teatro e dello spettacolo dal vivo, poi i teatri nazionali privati di tradizione in crisi, poi le compagnie teatrali, le compagnia di danza, i circhi, che stanno facendo la fame, lo spettacolo viaggiante: andare per temi, in modo da ridurre e rendere efficace il tavolo.

Su questo c'è poi il macrotema della riforma del Fondo unico per lo spettacolo, che già dal titolo inquieta un po', sembra di stare in Unione Sovietica. Ebbene, finalmente, pare che il MiBACT si è deciso a rivederlo, a riorganizzarlo, a riformularlo. Ecco, noi proponiamo un Fondo nazionale per le arti e lo spettacolo dal vivo che si liberi dalla mediazione delle cosiddette commissioni consultive – che, in realtà, poi decidono i progetti – e che sia più meritocratico, più aperto e più organico, senza più distinguere tra extra FUS e FUS, creando discriminazioni.

Arriviamo all'innovazione, all'innovazione pure sui parchi tecnologici. Questo ordine del giorno impegna il Governo, cosa che è stata fatta con gli emendamenti.

Sull'editoria. Fatemi spendere qualche parola in più sull'editoria. Vedete, c'è una crisi strutturale del settore; l'editoria autorevole, che dà informazione con il lavoro dei giornalisti - 1.500 sono già in cassa integrazione - di fatto è in profonda crisi. Avevamo costruito un emendamento e più ordini del giorno, affinché almeno venissero confermate le iniziative sul credito d'imposta per la carta e per la forfettizzazione delle rese.

Ebbene, abbiamo presentato emendamenti, come Fratelli d'Italia e poi come Commissione: incredibilmente, questa legge di bilancio ha ignorato e spazzato via come uno tsunami gli emendamenti di Commissione, come se non avessero le firme di tutte le forze politiche, di tutti i capigruppo. E questa è la dimostrazione appunto che non c'è, da parte del sottosegretario Martella, la vera sensibilità per intervenire a sostegno dell'editoria nazionale, dei giornalisti, della rete delle edicole che Fratelli d'Italia sostiene fin dall'inizio della legislatura, e anche prima. Lo stesso con i contributi diretti per le grandi famiglie del Novecento dei giornali ideologici, cosiddetti ideologici, o quelli della Chiesa; anche lì c'è una grave previsione di crisi.

Concludo con un appello al Governo ad accogliere questo ordine del giorno, perché è una sorta di promemoria operativo delle cose rimaste inusitate da questa legge di bilancio che, come dice non Fratelli d'Italia, ma l'ufficio parlamentare di bilancio, di fatto è fatta da micro interventi settoriali. Avete perso - o forse non avete mai avuto, colleghi - la visione, che è la cosa fondamentale in un momento di crisi della nazione per governare l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Per illustrare l'ordine del giorno n. 84 che riguarda ancora una volta l'annosa questione delle concessioni demaniali perché, come sappiamo, è arrivata la lettera di messa in mora dell'Italia da parte dell'Unione europea e si procrastina - ancora per anni probabilmente - una incertezza che ha colpito le aziende di questo settore che, ricordiamo, sono 30 mila in Italia, di cui circa 8 mila dedicate al settore della balneazione.

Ecco, noi ne facciamo una questione di diritto, oltre che di merito, perché siamo schierati, come Fratelli d'Italia, a fianco di tutte le imprese e, in particolar modo, in questo caso a fianco delle imprese che svolgono la loro attività su concessione demaniale. Ne facciamo una questione di diritto perché è vigente la legge n. 145 del 2018, a cui però questo Governo non sta dando applicazione in alcun modo.

Ora, ci sono Paesi in Europa che sono riusciti a bypassare la strettoia - che poi si attaglia malissimo all'Italia - della direttiva Bolkestein, prorogando le concessioni addirittura di 75 anni, cioè escludendo l'applicazione della Bolkestein nei loro Paesi. Spagna, Portogallo, Croazia hanno levato dal regime di incertezza assoluta i concessionari demaniali; noi, non solo non siamo riusciti a fare questo, ma non stiamo neppure riuscendo a far applicare una legge dello Stato, che era appunto la n. 145. Ancora una volta, quindi, lo Stato italiano non tutela le aziende, in questo caso le aziende del settore della balneazione e dei concessionari demaniali.

Allora, a fronte di questa situazione di incertezza - rispetto alla quale il gatto e la volpe, cioè il sottosegretario Bonaccorsi e il Ministro Franceschini, non stanno facendo assolutamente niente, lasciando passare colpevolmente il tempo -, a seguito di sentenze giurisprudenziali che mettono in discussione la legge n. 145, a seguito del fatto che in molti comuni ancora non si sono adottate le misure contenute nella legge n. 145, noi chiediamo degli impegni precisi al Governo. E non ci si può rispondere che, siccome è in corso una procedura di infrazione dell'Europa, non si può entrare nel merito; appunto perché c'è questa inusitata, incredibile procedura di infrazione da parte dell'Europa, il Governo italiano, per una questione anche di dignità e decoro, si dovrebbe attivare per rimuovere gli ostacoli all'applicazione di una propria legge, cioè appunto la n. 145.

Allora, cosa chiediamo? Intanto, di riformulare o abrogare l'articolo 49 del codice della navigazione che costituisce un pericolo per le aziende che svolgono la loro attività su concessione demaniale e poi di garantire, attraverso le necessarie risorse finanziarie, la sopravvivenza del comparto balneare, emanando velocemente una circolare ministeriale che indichi ai comuni l'obbligo di applicare la legge, perché in qualche comune purtroppo si contesta anche l'applicabilità della legge. Poi, chiediamo di sollevare, mediante atti normativi, da responsabilità civili e penali, i funzionari comunali che dovrebbero operare quest'adozione, cioè adottare la legge n. 145.

Guardate, questo è un altro aspetto del settore del turismo che noi sappiamo essere fra i più colpiti da questa crisi, che veramente dimostra tutta l'inettitudine di un Governo che non solo non tutela le aziende, ma addirittura, come sta facendo nei confronti di quelle della balneazione, le danneggia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Vorrei portare all'attenzione del Governo gli ordini del giorno che, con il collega Borghese, abbiamo presentato alla legge di bilancio in discussione. Il n. 38 riguarda le imprese dei settori zootecnico ed agricolo delle zone montane e svantaggiate del Paese, che si trovano a fronteggiare maggiori difficoltà dovute ai fenomeni siccitosi straordinari dei mesi settembre, ottobre, novembre, dicembre 2020 ed anche ai maggiori costi causati dall'emergenza epidemiologica. In particolare, mi riferisco ai codici Ateco che afferiscono agli allevamenti bovini, bufalini, caprini e ovini, sia per le produzioni di latte crudo che di carne, alle coltivazioni agricole associate all'allevamento di animali e alle coltivazioni di frutti oleosi, quindi per l'olio extravergine e per le olive da tavola.

Naturalmente parlo per conoscenza acquisita del mio territorio, la Capitanata, quindi parlo delle zone montane del Gargano, dei monti Dauni, ma facilmente estensibili a tutto il Paese, ed è nota l'eccellenza di questi prodotti. Ora, io riconosco che nel testo che andremo oggi ad approvare vi siano diverse misure in favore dell'agricoltura, a testimonianza di un concreto interesse per i settori zootecnico ed agricolo in generale, e non si tratta - mi permetto di fare questa osservazione - di mancette distribuite qua e là come ho ascoltato da parte di qualche rispettabile collega, ma di attenzione a mio parere verso settori dove ognuno di noi ha una diversa sensibilità. E quindi per quelli che ho elencato, che non hanno usufruito di alcun contributo finora, auspico fortemente l'accoglimento di questo ordine del giorno, in modo che rimanga agli atti che il Governo intende approfondire la valutazione di quanto ho illustrato, in modo che a partire dai prossimi provvedimenti - magari dal “Ristori-quinquies” - si possa offrire un concreto aiuto a questi imprenditori, che creano buona economia, realizzando prodotti sani e genuini, di qualità, che nulla hanno a che vedere con quelli generati da allevamenti intensivi, che poi hanno tutto un altro tipo di problemi.

Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno n. 39, che riguarda i lavoratori fragili, io rilevo che con l'articolo 81-bis - Disposizioni in favore dei lavoratori fragili - che è inserito nel testo in approvazione, vi siano due criticità, o meglio si vada a creare una duplice discriminazione tra lavoratori fragili. In primis perché vi sono quelli impossibilitati a svolgere il proprio lavoro in modalità smart - penso agli operatori sanitari, agli operai, agli addetti alle mense e ai servizi, ai cassieri, ai trasportatori - in quanto o per la loro mansione non è possibile o perché non è concessa dal datore di lavoro la modalità smart in quanto non resa obbligatoria dalla normativa vigente, ma solo raccomandata. Quindi, questi lavoratori sono, a mio parere, maggiormente esposti al rischio di contagio, sia durante il lavoro in presenza o magari per l'utilizzo dei mezzi di trasporto per raggiungere il posto di lavoro, e pertanto possono subire le complicanze del contagio proprio per le loro precarie condizioni di salute.

La seconda discriminazione si verifica quando questi lavoratori hanno necessità di doversi assentare per motivi precauzionali o di salute legati alla patologia di cui soffrono. Tale assenza è equiparata al ricovero ospedaliero e da alcuni contratti di lavoro non è esplicitamente esclusa dal calcolo del periodo di comporto, cioè quel periodo che assomma le assenze superato il limite delle quali si giunge al licenziamento del lavoratore, dopo la progressiva decurtazione dello stipendio, man mano che i giorni di assenza si accumulano.

Perciò, in sostanza, con questo ordine del giorno - il n. 9/2790-bis-AR/39, lo ripeto - si sollecita l'attenzione del Governo per rendere obbligatoria la concessione della modalità smart del lavoro, ove è possibile. E, poi, le esclusioni delle assenze/ricovero ospedaliero dal computo del periodo di comporto ove i contratti non lo prevedono e la retroattività di questa normativa. È necessaria, sono necessarie entrambe le condizioni per evitare che questi lavoratori fragili rimangano senza tutela in questo periodo pandemico e per evitare che debbano scegliere se essere licenziati e, quindi, di morire di fame o per l'aggravarsi dei loro problemi di salute o per il contagio da COVID-19. Pertanto, come detto, Presidente, auspico l'accoglimento di questi due ordini del giorno e intanto la ringrazio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. La legge di bilancio prevede delle norme con esoneri contributi per sport dilettantistici e tra le discipline sportive in cui gli italiani a livello internazionale conseguono importanti risultati, soprattutto nei giochi olimpici, ci sono le discipline sportive con armi da fuoco. Per questo, con questo ordine del giorno chiedo degli incentivi alla pratica del tiro a volo, come la riduzione dei prezzi delle carte valori, gli stampati, i libretti di licenze per porto d'armi, quindi delle riduzioni su questi prezzi, ma soprattutto chiedo che si superi un problema burocratico, un problema giuridico che riguarda la libera vendita delle armi da fuoco, corte, semiautomatiche o a ripetizione 9x19 parabellum. È un problema che si porta avanti da diversi anni, è un problema che, come dicevo, riguarda semplicemente il rimuovere un anacronismo giuridico e burocratico che impedisce in questo momento a molti sportivi che sono appassionati, appunto tiratori sportivi, di poter acquistare e utilizzare questo tipo di armi da fuoco. Ebbene, queste armi vengono utilizzate in ambito sportivo in tutto il mondo, quindi è permesso in tutto il mondo e non si capisce perché in Italia, invece, si debba continuare a impedire questo e impedire, quindi, anche un commercio, una vendita e - ripeto - un'attività sportiva di molti appassionati.

Quindi, chiedo di rimuovere questo cavillo burocratico e, al contempo, con l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/191, che ho sottoscritto, chiedo di rimuovere un'ingiustizia, invece, da un punto di vista in questo caso di indennità economica per quello che riguarda le Forze armate. Mi riferisco al 4º Reggimento Alpini paracadutisti che sono corpi speciali - i cosiddetti “Ranger” - e però, pur essendo a tutti gli effetti corpi speciali, che agiscono anche su fronti molto caldi, molto delicati e in situazioni di grande pericolo, purtroppo non hanno un'indennità pari a quella delle altre forze speciali. Quindi, da tempo chiedono questa parificazione, chiedono che venga data un'indennità supplementare mensile che vada a parificarli e a eliminare questa ingiustizia, questa, appunto, sperequazione. È una questione che ho molto a cuore perché sono di stanza, tra l'altro, nella caserma “Duca d'Aosta” di Montorio, a Verona, la mia città, e sono consapevole e siamo onorati del grande servizio che fanno per il nostro Paese, come dicevo, su molti fronti molto difficili, mettendo a rischio la propria vita e la propria incolumità per difendere la nostra sovranità, per difendere gli interessi del nostro Paese, per combattere il terrorismo islamico, ma anche per intervenire in certi casi di soccorso in altura, perché hanno, appunto, questa specializzazione che gli permette anche di intervenire in casi estremi in cui serve un soccorso che solo loro, attraverso le loro capacità e la loro preparazione, possono dare.

Ricordo che loro, tra l'altro, sono gli eredi di combattenti, di alpini che hanno combattuto su tanti fronti anche nel passato, dal fronte russo alla Jugoslavia e all'Abissinia, tanti fronti dove hanno dimostrato grande valore. Ancora oggi dimostrano questo grande valore e sono sempre più specializzati e all'altezza delle sfide che si trovano di fronte e, quindi, ritengo assurdo che non abbiano l'indennità che meritano come le altre forze speciali. Quindi, mi auguro che il Governo accetti questi ordini del giorno semplicemente di buon senso, mirati a eliminare burocrazia e ingiustizie dal punto di vista delle indennità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Con questa legge di bilancio non si è riusciti, ancora una volta, a risolvere le gravi problematiche relative alla stabilizzazione del personale della scuola. Drammatica è stata e continua ad essere la gestione. Il Governo e la Ministra hanno speso soldi e tempo per creare, di fatto, solo un'emergenza nell'emergenza e solo i nostri alunni, tutto il personale scolastico e le famiglie, nonostante le vostre scelte sbagliate, non si sono arresi, non hanno mollato. Nonostante continuiate a parlare di priorità per gli alunni disabili, di fatto avete proposto solo misure insufficienti. Solo briciole di posti per l'organico di sostegno, niente stabilizzazioni dei tantissimi docenti precari di sostegno, niente stabilizzazione nei ruoli dello Stato degli assistenti all'autonomia e alla comunicazione, figure professionali specializzate e importantissime senza le quali il processo di inclusione di alunni con disabilità non avrebbe alcun senso. Ed è l'impegno che chiedo al Governo con l'ordine a mia prima firma, il n. 9/2790-bis-AR/99, di avviare la stabilizzazione di questo personale con almeno 36 mesi di servizio anche non consecutivo e svolto nelle scuole sia statali che paritarie di ogni ordine e grado, per potere, quindi, realizzare quel progetto di inclusione richiamato dalla legge n. 104 del 1992. La stabilizzazione porterebbe certamente minori costi, in quanto per le modalità in cui è organizzato oggi il servizio di erogazione, gestito dagli enti locali tramite delle gare di appalto o un sistema di accreditamento di cooperative, il costo è maggiore rispetto a quello che spetterebbe a ogni singolo lavoratore se venisse stabilizzato all'interno dei ruoli del Ministero e, soprattutto, il beneficio è quello per gli alunni disabili, perché avrebbero l'assoluta certezza di avere al loro fianco, all'inizio di ogni anno stabilmente, queste elevate e specifiche risorse professionali, in quanto ogni ritardo e ogni insufficienza nell'assegnazione di queste figure si ripercuotono in modo drammatico sul processo di inclusione dell'alunno stesso e, indirettamente, sulle famiglie. E, allora, chiedo al Governo: non lasciamo tra i dimenticati della scuola anche questa categoria di lavoratori. Con l'approvazione di questo ordine del giorno si può iniziare un percorso importante per il riconoscimento di una dignità sociale, professionale ed economica a dei professionisti che aspettano da troppo tempo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno ancora una volta Fratelli d'Italia sollecita il Governo, in piena pandemia e mentre l'Italia è in ginocchio, a trattenere ogni risorsa in patria per curarne le ferite sanitarie ed economiche, scongiurando l'insano, il malsano, il lunare, il marziano e a tratti immorale proposito di destinare 5 miliardi e 300 milioni, in piena pandemia, alla cooperazione internazionale. Il Presidente del Consiglio, simulando malamente e senza successo il cipiglio dello statista e con atteggiamento grave, ha evocato, nei mesi scorsi, la potenza di fuoco per stare al fianco della nostra economia reale. Dopo mesi, Fratelli d'Italia ha intravisto al più una pistoletta ad acqua scarica: intere categorie chiuse senza preventivi ristori, imprenditori e commercianti che non sanno se riapriranno. Il Presidente del Consiglio ha fatto qualcosa di più, scimmiottando Draghi, senza successo e per darsi un tocco internazionalista che non guasta mai in queste occasioni, e ha ripetuto, come un disco rotto, “whatever it takes”.

Non so se sapesse cosa si intende, ma si intende tutto il necessario, tutto il necessario per la nostra economia, salvo approvare in questa legge di bilancio 3,8 miliardi per il Fondo emergenziale per il sostegno delle attività maggiormente colpite dalle vostre restrizioni per il COVID e, contestualmente, 5 miliardi e 300 milioni per la cooperazione internazionale. È sicuro il Presidente Conte? Siete sicuri, voi della maggioranza, di aver fatto tutto il necessario per le nostre PMI che voi avete chiuso? Per bar e ristoratori chiusi? Per la filiera del turismo flagellata? Per agenti di commercio chiusi, inginocchiati e senza paracadute sociale? È sicuro, Presidente Conte, e questa maggioranza, di poter guardare negli occhi queste categorie senza avvertire vergogna e dire “abbiamo fatto tutto il possibile”, se nel bilancio 2021 destina a queste categorie - che ha chiuso improvvidamente - 3 miliardi e 800 milioni, mentre destina nel medesimo bilancio 5 miliardi e 300 milioni per la cooperazione internazionale? E, ancora, ha ripetuto il Presidente del Consiglio, ormai più attento alla retorica roboante che agli atti di governo: nulla sarà come prima dopo la pandemia. Peccato che gli italiani hanno scoperto che una cosa è rimasta invariata: lo strabismo solidaristico di quella sinistra che antepone sempre gli interessi degli stranieri agli interessi degli italiani! È un difetto genetico il vostro, un marchio di fabbrica che trova una traccia vergognosa all'interno di questo bilancio, ed è quella traccia per cui ci sono 3 miliardi e 800 milioni per le PMI, che avete chiuso e, contestualmente, 5 miliardi e 300 milioni per la cooperazione internazionale, dimenticando decine e decine di migliaia di PMI chiuse, inginocchiate dai vostri provvedimenti prima ancora che dalla pandemia, che fino a ieri hanno costituito l'ossatura economica e occupazionale dell'Italia, che oggi bussano, chiedono, ma a cui a voi rispondete: non ce n'è, perché 5,3 miliardi sono per le PMI tunisine, egiziane o srilankesi! Scegliete voi, le baciate tutte, tranne quelle italiane. Come fate a mostrare tanta incredibile sordità, tanta glaciale indifferenza al grido disperato di dolore dei produttori italiani, inginocchiati prima dal COVID e poi dalla vostra inadeguatezza, al punto da destinare risorse essenziali alla cooperazione internazionale? E, ancora, avete detto: siamo in guerra, ma il nemico è invisibile. Forse sì, il nemico è invisibile, ma la trincea dove si combatte è ben visibile a noi di Fratelli d'Italia ed è quella della Patria, dell'interesse nazionale, della difesa della produzione e dell'occupazione nazionale. Noi siamo lì, anima e corpo, in quella trincea ma non vi vediamo, vi vediamo che siete fuggiti per la cooperazione internazionale. Vi sollecitiamo: fermatevi, trattenete queste risorse in patria! Perché, vedete, la condanna - e termino, Presidente - per la vostra incredibile, devastante, disarticolante inadeguatezza ad affrontare lo tsunami economico che si è abbattuto sulle nostre imprese e sulla nostra occupazione, l'avete già! Ma fermatevi, perché se disertate la trincea dell'interesse nazionale, la condanna morale sarà quella di diserzione nel momento più buio della patria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Invito i colleghi, con un'operazione semplice, a mettere la mascherina bene sul naso; se hanno difficoltà ci sarà qualcuno che viene a mostrare come si fa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno spero che trovi l'attenzione del rappresentante del Governo, perché è un ordine del giorno che parla di Mezzogiorno d'Italia, che parla, in un importante provvedimento come quello che oggi si sta qui a dibattere, di una cifra, di 39 miliardi, per la quale ciò che andrò a chiedere può essere in qualche modo incluso nella parte che riguarda i settori del fisco, del lavoro, dell'economia e della sanità. Sottosegretario, la ringrazio per la sua attenzione. Qui si parla, ovviamente, del sistema portuale, si parla di tutto ciò che, in qualche modo, nel nostro Paese ha inciso nell'ultimo studio del 2017 e ha contribuito per una cifra importantissima, 34,3 miliardi, con un aumento di volumi anche abbastanza consistente, che in qualche modo ha riguardato l'arrivo delle merci tramite i porti italiani. Credo che una delle sfide, guardando al futuro, dovrebbe essere proprio quella di investire e di rendere la nostra Nazione protagonista di tutto ciò. Certamente questo non avrebbe soltanto una ricaduta per quanto riguarda il punto di vista commerciale in sé e per sé, ma anche in ottica, ovviamente, di geopolitica. La consapevolezza, in qualche modo, è che ci voglia un investimento, un investimento che vada sempre a diminuire quello che troppe volte sentiamo in termini di proclami, cioè un gap enorme tra le infrastrutture del Nord Italia e quelle del Sud, che è stato anche ribadito dal Presidente Conte in occasione della sua venuta a Gioia Tauro, parlando del Piano del Sud 2030. Il rilancio del Sud non può non passare attraverso l'adeguamento delle infrastrutture, non può non passare in qualche modo attraverso l'adeguamento di porti, interporti, assi ferroviarie e retroporti piuttosto che approdi. Questo consentirebbe alle tante aziende del Mezzogiorno d'Italia di poter in qualche modo esportare i propri prodotti, di farlo, ovviamente, con una qualità maggiore, ma anche abbattendo dei costi non di poco conto. Quindi, uno sviluppo che in qualche modo possa mettere in condizioni di avere un'efficiente traffico di merci, non soltanto ovviamente in quanto regione che guarda al Mediterraneo. Ed è proprio un interessante rapporto della SACE SIMEST del 2018 che parla di questo gap, che riguarda la logistica, non soltanto di questa parte della nostra Nazione ma dell'Italia tutta, rispetto alla Germania. Questo costa alla nostra Nazione oltre 70 miliardi di export mancato. Una valutazione importante dovrebbe far sì che tutte le risorse statali fossero guidate anche da un principio importante, che è il principio del riequilibrio territoriale in favore del Mezzogiorno. Allora, chiediamo al Governo - chiedo - la possibilità di prendere in considerazione una richiesta di buonsenso, che non riguarda soltanto un fatto regionalistico, anche se in questo bilancio più volte gli emendamenti sono stati esclusi proprio perché una fattispecie riguardava un territorio circoscritto; per alcuni argomenti questo è valso, per altri argomenti certamente non è servito come principio. Quindi, come dicevo, noi chiediamo 10 milioni per la possibilità di ammodernare, potenziare e riqualificare un importante porto come quello di Vibo Valentia e 5 miliardi per il porto di Catanzaro, in modo anche da poter ripristinare le zone ZES, le famose risorse che in qualche modo potrebbero nuovamente trovare un'allocazione fondamentale per l'abbattimento di tutta la parte della semplificazione burocratica e del credito di imposte, per poter consentire alle aziende di venire a investire nel Mezzogiorno d'Italia. Io mi auguro che il Governo dia un parere favorevole per poter smentire la famosa favola di un Mezzogiorno che vede ogni volta l'attenzione di questo Governo, mai nella sostanza ma soltanto nelle parole, e, soprattutto, tante passerelle di cui faremmo certamente a meno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paternoster. Ne ha facoltà.

PAOLO PATERNOSTER (LEGA). Grazie, Presidente, signor sottosegretario Baretta, parliamo dell'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/164, a mia prima firma, che riguarda il CAV, le Concessioni Autostradali Venete, una azienda costituita nel 2008, un'azienda completamente pubblica, partecipata al 50 per cento dalla Regione Veneto e al 50 per cento da ANAS, quindi dal Ministero dei Trasporti. Ebbene, questa azienda ha come scopo, come attività principale la concessione del Passante di Mestre, la Padova-Venezia, la Tangenziale di Mestre e il raccordo autostradale che, dalla Tangenziale di Mestre, porta all'aeroporto Marco Polo.Questa azienda termina la sua attività nel 2032, quando probabilmente sarà terminato il pagamento del passante di Mestre, quella via fondamentale per la nostra viabilità in Veneto, che ha dato sollievo ogni anno a milioni di persone che prima affollavano la tangenziale di Mestre e ora passano tranquillamente quel raccordo, quel tratto di strada in tutta sicurezza, senza tante perdite di tempo, come purtroppo avveniva una volta, pagando una tariffa autostradale che viene incassata da CAV. Ora questo ordine del giorno mira a far diventare CAV una vera concessione autostradale, che quindi può tranquillamente vivere e lavorare oltre il 2032, e quindi una concessionaria autostradale vera e propria che potrebbe gestire nel futuro anche altre tratte autostradali.

Una concessionaria autostradale completamente pubblica, come predilige il Governo attuale, e quindi l'ordine del giorno mira appunto a far rivivere questa azienda, in parte veneta, per i prossimi anni, fino al 2060. È già stato presentato un piano di investimenti importantissimo di un miliardo e 200 milioni di euro, che fa parte del piano di investimenti di CAV, già approvato dall'assemblea dei soci e che verrà sottoposto al Governo nelle prossime settimane, nel prossimo periodo. Questo miliardo e 200 milioni di investimenti sarà naturalmente effettuato, svolto e praticato nelle principali autostrade venete, quindi Padova-Venezia, ma anche il raccordo di Mestre, per cercare di mettere in sicurezza quelle strade che oggi sono affollate da tantissime auto, ma soprattutto anche autotrasportatori che vengono un po' da tutta Europa, perché è una via fondamentale che collega l'Est con l'Ovest dell'Europa.

Quindi, noi chiediamo al Governo l'approvazione di questo ordine del giorno perché ci sembra che sia fondamentale avere una concessionaria del nostro territorio che possa investire bene nel Veneto, dove stiamo aspettando l'autonomia ormai da tre anni da questo Governo, e che sia completamente pubblica, come vuole il Governo, e quindi ci prefiggiamo che il Governo accetti questo ordine del giorno e lo metta sicuramente in pratica nel prossimo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Utilizzerò questi cinque minuti per illustrare brevemente due ordini del giorno che ho sottoscritto, cui tengo particolarmente, su cui spero che il Governo possa dare il parere favorevole. Sono ordini del giorno di buonsenso e, a mio avviso, molto utili per il nostro territorio, e la loro utilità l'ho sperimentata direttamente dalla mia esperienza di amministratore, di sindaco di un piccolo comune e oggi di vicesindaco.

Il primo ordine del giorno è il n. 9/2790-bis-AR/153, a mia prima firma. Con questo chiedo che venga istituito un fondo che possa servire per andare a finanziare la messa in sicurezza dei territori pedecollinari dove insistono dei corsi d'acqua con delle forti pensilità: è evidente che è contro il rischio di rotture arginali. Tra l'altro, in quest'ultimi anni, dove assistiamo sempre ad eventi atmosferici molto irruenti, con dei quantitativi di piogge elevati, abbiamo già visto e sperimentato sulla nostra pelle che queste rotture possono creare veramente dei danni; dei danni non solo economici, ma anche alle persone, perché abbiamo assistito anche nel nostro territorio, in provincia di Verona, a dei morti. Si tratta di interventi che i soggetti che devono gestire queste opere, generalmente il servizio forestale o comunque i vari consorzi di bonifica, non riescono a fare, perché ovviamente le risorse sono ridotte al minimo e a volte riescono anche difficilmente a fare i meri interventi di ordinaria amministrazione; occorrerebbero dei finanziamenti importanti per spensilizzare, quindi togliere gli argini, ed evitare e scongiurare il rischio di queste rotture. Molte volte questi corsi d'acqua attraversano anche centri abitati, e quindi immaginiamoci cosa potrebbe succedere e cos'è successo già anche in alcune parti del nostro Paese quando ci sono stati questo tipo di eventi, quindi devastazione e morte.

Ho anche parlato con qualcuno della maggioranza che condivideva il mio ordine del giorno, che prima era un emendamento. Si diceva, come al solito, “nel prossimo provvedimento prevedremo di inserirlo”. Mi auguro che sia quanto prima, perché questi interventi non possono più essere rimandati.

L'altro ordine del giorno, che riguarda sempre gli enti territoriali, a mia seconda firma, è il n. 9/2790-bis-AR/235. Qui chiedo che sugli interventi che gli enti locali fanno sui propri edifici pubblici per la ristrutturazione, quindi manutenzione ordinaria e straordinaria, possa essere applicata l'IVA agevolata al 10 per cento, e non, come succede oggi, al 22 per cento, soprattutto tra l'altro in questo periodo di crisi importante. Tra l'altro, IVA agevolata che già viene applicata al 10 per cento per quanto riguarda gli edifici che hanno destinazione in prevalenza ad uso abitativo per i privati; quindi, non si capisce come mai questo stesso principio e lo stesso ragionamento non possano essere estesi anche agli enti locali. L'IVA è un mero costo; quindi, si vanno a togliere risorse che potrebbero essere investite nell'opera in sé e quindi nell'utilità al cittadino; invece, devono essere soldi buttati sull'IVA al 22 per cento anziché al 10.

Sappiamo che oggi gli enti locali pagano l'IVA al 10 per cento sulle nuove realizzazioni e sulle nuove strutture, e invece, quando si parla di manutenzione e ristrutturazione, si deve applicare l'IVA al 22 per cento. Quindi, sarebbe molto più ragionevole ridurla e renderla agevolata al 10 per cento anche per questo tipo di intervento. Cosa che salta maggiormente all'occhio - è successo personalmente nel mio territorio - dopo le catastrofi che ci sono state nella provincia di Verona il 23 e 29 agosto: distruzione di un palazzetto dello sport nel comune limitrofo al mio e indennizzo dell'assicurazione di 500 mila euro. È evidente, però, che l'intervento di ristrutturazione dovrà buttar via 50 mila euro per l'IVA, invece che poterli spendere per l'intervento in sé, che è nell'utilità dei cittadini. Quindi, mi auguro che anche su questo ordine del giorno possa essere dato un parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente Rosato, Vice Ministro Misiani, sottosegretario Baretta, relatori, colleghi, di cosa parliamo? È l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/132 sul personale precario che, senza soluzione di continuità, ha prestato lavoro presso gli enti locali della regione siciliana, quindi comuni ed ex province, e che non è ancora stato stabilizzato.

Vice Ministro, per la prima volta - anzi è la seconda, perché lo abbiamo già fatto quando abbiamo parlato nel “decreto Immigrazione” dei PIP, altro personale precario - ma per la prima volta non sento il dramma che sentivo quando, da giudice, non potevo stabilizzare questo personale, perché c'è un disposto normativo che me lo impediva.

Oggi, invece, provo a fare lo sforzo, superando quell'angoscia che poi un po' venne recuperata quando fu riconosciuto il danno comunitario, quindi il risarcimento per questo personale che non è stabilizzato; superando quell'angoscia, vi rivolgo un appello. Il dato storico è che negli enti locali della regione siciliana - parliamo per lo più, rispetto a quelli che sono rimasti fuori, del bacino degli enti in dissesto finanziario con il piano di riequilibrio - vi sono tantissime persone che hanno prestato nel ventennio, senza soluzione di continuità, servizi pubblici essenziali, attività lavorativa. Ora, cosa ha tentato di fare la regione siciliana? Con una legge, che è la n. 21 del 2018, hanno cercato di stabilizzare, cioè di garantire un percorso che, oltre a esplicare lavoro per la cittadinanza, gli garantisse di avere le garanzie che ha il pubblico impiego.

Purtroppo, lo sappiamo, è una competenza che non è della regione, ma è dello Stato, per cui l'assessore Grasso della regione siciliana ha tentato un'interlocuzione, e da qui l'attivazione di un tavolo tecnico con il Ministero dell'Interno e il Ministero per la pubblica amministrazione. L'ultima riunione è del 3 dicembre ultimo scorso: in quella riunione è stato presentato un disegno di legge, una PDL, che è volta proprio alla stabilizzazione di questo personale, con una particolarità: la copertura degli oneri scaturenti dalla stabilizzazione sono interamente posti a carico della regione siciliana. Quella PDL ha già una relazione tecnica, Vice Ministro Misiani, quindi, da questo punto di vista, sulle coperture non c'è nessun problema e nessun dubbio. Relazione tecnica, coperture, e quindi tutto a carico non della finanza pubblica, ma della regione siciliana.

Il problema rimane normativo. E allora, se il problema è semplicemente normativo, una strada la dobbiamo individuare d'accordo e in comune, uno sforzo reciproco che facciamo da questo lato del Parlamento, cercando la condivisione da parte del Governo.

Occorre trovare il cappello normativo, Vice Ministro. In che modo? Impegnandosi con una normativa, con una nuova iniziativa che potrebbe venire dal Governo, ma che potrebbe trovare nel primo provvedimento economico utile anche un emendamento predisposto anche da tutti i parlamentari in forma congiunta, che sia volto alla stabilizzazione di questo personale.

Abbiamo i numeri, Vice Ministro, perché la relazione tecnica che è già stata depositata, come dicevo, nella riunione del 3 dicembre ultimo scorso, individua comune per comune, sono 30 comuni in dissesto e 45 quelli che hanno il piano di riequilibrio; individua per i 75 enti, quindi comune per comune, tutte le posizioni che avrebbero diritto alla stabilizzazione, individua i costi e individua le coperture. Si tratta semplicemente di trovare lo strumento normativo idoneo per garantire ciò che aspettano da vent'anni questi lavoratori.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Ripeto, io l'ho vissuta con molta sofferenza, allorché da giudice del lavoro del tribunale di Palermo mi trovavo a - concludo, Presidente - dover licenziare in maniera negativa la richiesta di stabilizzazione, e a riconoscere solo una forma di risarcimento.

Oggi si impone. Si impone, Vice Ministro, anche perché i nostri sindaci, i nostri amministratori locali, a seguito delle svariate pronunce che ci sono state, che ci sono e che ci saranno da parte dei giudici del lavoro, andranno sicuramente incontro a quella che è una pronuncia della Corte dei conti in termini di danno erariale. Delle due l'una: o li aiutiamo con una norma per fare quello che è giusto fare, oppure esponiamo non solo il personale, ma anche i nostri amministratori locali. Credo che veramente una strada si possa trovare!

Nell'ottica della collaborazione io le chiedo allora unicamente, come sicuramente lei avrà fatto, ma di prestare particolare attenzione. Stavolta, com'è successo l'ultima volta quando ci siamo trovati ad esaminare un ordine del giorno, non cercherò formule d'impegno pieno in parte dispositiva, però conto di trovare un impegno del Governo volto a superare il problema. Ripeto: le coperture ci sono, c'è la relazione tecnica, il tavolo tecnico a livello governativo è già in essere; si tratta semplicemente di enunciare un impegno che nei prossimi provvedimenti possa trovare concretezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Vicepresidente Rosato, io mi rivolgo a lei non soltanto in relazione alla funzione che esercita oggi alla Camera dei deputati, ma come esponente di Italia Viva: non solo l'unico qui presente, ma anche esponente autorevole che ha partecipato alle consultazioni con il Presidente Conte, di ultimo, in relazione alla cosiddetta fantomatica crisi di Governo. Perché su un tema voi avete posto alla vostra maggioranza una questione che ritenevate rilevante, cioè quella della governance del Recovery Fund.

Ora, il mio ordine del giorno spero verrà da lei condiviso, e spero che la maggioranza darà, la maggioranza di Governo, il Governo darà un parere favorevole quindi a questo ordine del giorno, perché nulla altro fa che ripercorre esattamente le richieste che gran parte del Parlamento ha rivolto a questo Governo proprio sulla gestione del fondi europei che dovrebbero arrivare. Ed in particolare questo ordine del giorno chiede a questo Governo di rendere palesi le proprie intenzioni in relazione all'utilizzo dei fondi del Recovery e alla relativa governance, ma non si ferma a questo: dice di riconoscere solo e soltanto al Parlamento il potere di decidere circa le dettagliate modalità di destinazione dei suddetti fondi e la selezione dei progetti con essi finanziati prima della loro presentazione alla Commissione europea prevista entro l'aprile 2021; e chiede altresì di relazionare mensilmente al Parlamento circa lo stato di avanzamento dei medesimi progetti e di conferire ad un'eventuale struttura amministrativa già esistente o da creare (noi riteniamo già esistente) il solo ed esclusivo compito di monitorare: cioè di escludere ogni potere decisorio a qualunque tecnico, task force o quant'altro voi riteniate. Strutture che, ovviamente, non devono portare costi aggiuntivi per lo Stato.

Ora, la centralità del Parlamento è ciò che più ci sta a cuore per quanto riguarda la decisione di come ripartire le risorse e quali progetti finanziare: in particolare, perché riteniamo che il Parlamento non possa essere esautorato da qualunque decisione che si prospetterà da qui al futuro, con riferimento alle risorse necessarie a questa Italia per riprendersi dalla pandemia; mi riferisco anche ai provvedimenti che questo stesso Governo ha adottato nell'intento auspicato e dichiarato di arginare gli effetti della pandemia, ma di fatto con conseguenze devastanti per intere categorie di lavoratori, per intere strutture, filiere, tessuto lavorativo di questa nazione, imprese, partite IVA, ma anche dipendenti, che oggi aspettano risposte più chiare per il futuro dell'Italia.

Non credo dunque, se davvero i problemi di questa maggioranza sono stati risolti con “non esiste nessuna task force, saranno conferiti agli amministrativi soltanto poteri di monitoraggio”, e qui ripercorro le parole del Ministro Bellanova; non credo che questo Governo avrà difficoltà, quindi, a dare un parere favorevole al mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Non credo, se davvero i vostri problemucci di maggioranza sono stati dissipati, non credo che questo Governo mi darà un parere contrario. Io mi aspetto un parere favorevole, lo auspico. Lo auspico per l'Italia; lo auspico anche perché si metta per una volta chiarezza su quello che è successo a questo Governo, che nella vigilia di Natale ci ha tenuto appesi e ha tenuto l'Italia appesa nel far credere che ci fosse una crisi che poteva addirittura portare ad elezioni, visto che autorevoli esponenti della maggioranza hanno detto: se c'è una crisi l'unica soluzione è andare al voto. Bene: vediamo se i vostri problemi sono stati risolti. Presidente Rosato, io spero che lei sia oggi disponibile anche a sottoscriverlo, questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roberto Rossini. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSINI (M5S). Presidente, colleghi, prendo la parola per illustrare a quest'Aula e al Governo l'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/2790-bis-AR/248 sulla trasparenza dei dati sanitari. Una proposta che in questo momento difficile assume un'importanza cruciale e che rappresenta l'ultimo atto di una battaglia sacrosanta, che stiamo portando avanti ormai da molte settimane insieme ad alcuni colleghi deputati e senatori degli intergruppi “Innovazione” e “Intelligenza artificiale”. Una battaglia che abbiamo affrontato cavalcando anche l'onda positiva della campagna “Dati bene comune” per la trasparenza dei dati, lanciata il 6 novembre 2020 e che ha visto il sostegno di 160 tra organizzazioni, imprese e testate giornalistiche, con una petizione che ha raccolto quasi 40 mila firme.

L'ordine del giorno che ho presentato ha raccolto ben 50 firme, sottosegretario: firme provenienti da colleghi di diverse forze politiche, maggioranza e opposizione, fra cui tre presidenti di Commissione, lavoro finanze e cultura, segno inequivocabile della grande condivisione sul tema, diffusa e trasversale sia dentro che fuori dal Parlamento. Provo a spiegare meglio le motivazioni di questa iniziativa, e faccio una doverosa premessa.

La grave pandemia che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero in questi mesi ha costretto tutti i Governi ad attuare politiche anche molto drastiche, di contenimento e limitazione delle libertà personali, al fine di bloccare la diffusione del virus, cercando di gestire sia la grave emergenza sanitaria sia la grave crisi economica che ne è derivata. Le politiche attuate dal nostro Governo, lo sappiamo, sono strettamente necessarie e ovviamente anche impopolari.

Hanno provocato non pochi disagi ai cittadini, suscitando anche diverse critiche, con il rischio di compromettere il clima di solidarietà e collaborazione, nonché la stessa fiducia che i cittadini hanno riposto nei confronti del nostro Governo e della sua azione al contrasto dell'epidemia. Ma, vista la complessità e la delicatezza della situazione economica e sociale che stiamo vivendo, è urgente e necessario rivedere le modalità di raccolta e diffusione dei dati sul COVID-19, per renderli completi, totalmente pubblici e accessibili a tutti, favorendo un meccanismo di monitoraggio più trasparente, pieno ed efficace della diffusione del virus. Considerate la grande importanza strategica di avere dati centralizzati, standard per tutto il territorio nazionale, di avere dati più approfonditi, disgregati a livello locale, di avere a disposizione i dati per la ricerca scientifica, per grafiche statistiche, per analisi e comparazioni, o anche semplicemente per informare il cittadino. Sarebbe un vantaggio per tutti: per il Ministero della Salute, per tutto il Governo, che ne guadagnerebbero moltissimo a livello di immagine e di autorevolezza, di leadership anche a livello europeo; sarebbe un vantaggio per la ricerca, un vantaggio per chi si occupa di dati e statistiche, come l'Istat, e sarebbe un vantaggio per tutti i cittadini, che potranno avere pieno accesso alle informazioni, comprendere meglio certe decisioni e, di conseguenza, assumere comportamenti più consapevoli e responsabili. Chiediamo quindi al Governo tutto di fare un sforzo, di fare tutto il necessario per realizzare un monitoraggio integrato, pieno ed efficace sull'andamento del contrasto al virus, innanzitutto con dati più approfonditi e dettagliati, e che questi dati siano aperti, pubblici e liberamente accessibili a tutti i cittadini. Sarà fondamentale, in questo, il rispetto di alcuni criteri che ho inserito nell'ordine del giorno: dati disgregati a livello territoriale, almeno per comune, a livello di anagrafica almeno per sesso ed età; metodologie e procedure di raccolta dati centralizzati e standard comuni su tutto il territorio nazionale, con descrizione delle fonti e la data di aggiornamento; formato e modalità di pubblicazione e licenza aperta liberamente scaricabile da chiunque.

Concludo, Presidente, con una riflessione. Ciò che chiediamo non è altro che maggiore trasparenza, un concetto che non riguarda ovviamente soltanto l'ambito sanitario o il COVID - che anzi spero che riusciremo a superare molto presto, visto che oggi è anche il Vaccine Day - ma riguarda tutti gli aspetti della nostra società. Il libero accesso ad informazioni dettagliate e comprensibili è un diritto fondamentale dei cittadini. Ora, magari, sottosegretario, non riusciremo a farlo in tempi brevi, non riusciremo a ottenere subito risultati importanti e forse non si riuscirà ad avviare il nuovo sistema prima della fine della pandemia - mi auguro che finisca il prima possibile -, ma è importante iniziare un percorso, un percorso che metta al centro l'importanza del dato, la cultura del dato, che - lo ricordo - è l'elemento fondante delle società moderne (non per niente è chiamato anche “il petrolio del nuovo millennio”). Iniziamo a lavorare, sottosegretario, in questa direzione e potremo fare enormi passi avanti per il futuro del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Onorevole Presidente, grazie. Il comparto aereo rappresenta il 2,4 per cento del PIL mondiale, circa 1.800 miliardi di dollari. L'intera filiera dà lavoro a quasi 29 milioni di persone, tra occupazione diretta e indiretta, e in Italia il trasporto aereo svolge un ruolo di rilievo, rappresentando l'1,8 per cento della produzione e dell'occupazione nazionale; su questo l'impatto del COVID-19 è chiaramente stato imponente. L'Italia ha attualmente una flotta inadeguata per poter concorrere sul lungo raggio, nel momento in cui ci sarà la riapertura del traffico aereo, sostanzialmente per due motivi: il primo è che è una flotta eterogenea, che significa maggiori costi di manutenzione, di formazione dei piloti e di gestione, essendo vettori di case produttrici diverse; il secondo è che non dispone di un numero sufficiente di velivoli atti a coprire il lungo raggio. Ora, la Germania che è presa sempre come faro, come guida da questo Governo, ha già stanziato 1,36 miliardi di euro per gli aeroporti, nella consapevolezza che il sistema aeroportuale - quindi di tutto il comparto nazionale, in questo caso della Germania - è essenziale per lo sviluppo e non solo per il turismo, che è chiaramente correlato, ma anche per la mobilità di cittadini, lavoratori e imprese. Noi non riusciamo a capire come mai il Governo italiano non prenda consapevolezza di questo e non acquisisca, nonostante la rilevanza strategica di un vettore nazionale a presidio delle interconnessioni in momenti particolari di crisi, che questa crisi è globale. Ricordo che è da ottobre che Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, proprio sul turismo chiedono lo stato di crisi del settore del turismo, che è chiaramente correlato anche al trasporto aereo: sono due cose che chiaramente camminano insieme. Tra l'altro, a dimostrazione del fatto che non c'è sensibilità da parte del Governo su ciò, ricordo che ad oggi tutto il comparto aereo ancora non ha avuto da parte dell'INPS tutti quei diritti e quegli emolumenti che praticamente fanno parte del Fondo di riserva e che sono anche autofinanziati dallo stesso comparto aereo. Allora io, con questo ordine del giorno, Presidente, chiedo di scongiurare i licenziamenti e tutelare i lavoratori del comparto aereo e chiedo al sottosegretario presente di valutare in modo favorevole questo ordine del giorno e che si impegni concretamente per la tutela dei lavoratori di tutto il comparto aereo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/130, presentato in quello che è l'atto finale di questo ramo del Parlamento nel 2020, la legge di bilancio. Nella manovra si intrecciano in modo disordinato misure emergenziali, elementi di interventi strutturali e indicazioni di massima sull'utilizzo dei fondi europei, una confusione che non infonde molta fiducia in merito alla capacità di questo Governo - nulla di nuovo, peraltro, sotto il sole - di progettare e porre in essere una ripartenza per il nostro Paese, che non sia solo di facciata, ma che rappresenti quella svolta per il futuro, di cui c'è davvero tanto bisogno. Presidente, si chiude un anno difficile, certamente il peggiore dal dopoguerra e i motivi sono a tutti noi noti. È inutile stendere in questa occasione un resoconto, che sarebbe soltanto retorico. Quando l'emergenza pandemica terminerà cominceranno a vedersi e a diventare realmente misurabili gli effetti di questa crisi, che da sanitaria si trasformerà nella più grande crisi economica di sempre. Il blocco dei licenziamenti, che ha giustamente avuto una proroga all'interno di questo provvedimento, non durerà in eterno e questo lo sanno bene, tanto i lavoratori quanto gli imprenditori. Quest'anno secondo Confindustria, con oltre 400 mila posti di lavoro persi, l'Italia è tornata indietro di 23 anni, e preoccupa - non poco - il numero di giovani disoccupati che nel mese di ottobre è tornato sopra quota 30 per cento, ovvero 2,6 punti in più rispetto all'ottobre del 2019. La crisi pandemica e le mutate condizioni economiche e sociali rischiano di trasformare il 2020 ed il 2021 in un dramma generazionale, con la popolazione degli under 30 duramente colpita dall'impennata della disoccupazione giovanile. Sono ormai solo un ricordo i dati positivi record del 2012: da allora, per i giovani si è fatto davvero molto poco; troppe tasse, un sistema burocratico e normativo eccessivamente oppressivo e, come conseguenza, tanta disoccupazione.

È tempo di reagire ed è tempo di agire; e attenzione a cedere a facili ricette o soluzioni assistenzialistiche, come il reddito di cittadinanza, il cui fallimento, insieme a quello dei navigator, è ormai parte integrante dell'album delle fantomatiche politiche per l'occupazione promosse dal MoVimento 5 Stelle e che certamente passeranno alla storia come esempio di sprechi da non ripetere più. Miliardi di euro gettati alle ortiche, una montagna di risorse che potevano essere investite in un meccanismo di sgravi e di welfare utili per abbassare il costo del lavoro, rendere il nostro sistema industriale e commerciale più competitivo e di conseguenza garantire alle lavoratrici, ai lavoratori e ai giovani un futuro più sicuro e prospero. Il combinato disposto della crisi macroeconomica, dell'alto costo del lavoro e della futura revoca al blocco dei licenziamenti rischierà, Presidente, di attivare un effetto domino, tanto incontrollabile e drammatico quanto purtroppo facilmente prevedibile e per questo motivo è fondamentale agire subito per sostenere chi produce reddito e occupazione e vanno aiutate assolutamente le imprese. Questo ordine del giorno, Presidente, prende le mosse dalla consapevolezza della necessità di valorizzare e potenziare i benefici che un istituto giuridico come il contratto di apprendistato porta con sé: sgravi contributivi per l'impresa e formazione professionale per il lavoratore, un obiettivo chiaro e da perseguire ancora nel tempo attraverso la proroga per ulteriori dodici mesi degli sgravi contributivi relativi ai contratti di apprendistato, quando il datore di lavoro ha sofferto, nel 2020, una perdita del fatturato superiore al 33 per cento a causa della sospensione o della limitazione della propria attività in seguito alle misure restrittive introdotte per limitare la diffusione del contagio. Inoltre, si propone di superare, per tutto l'anno 2021, l'attuale limite di età fissato per l'assunzione in apprendistato, estendendo tale possibilità a chi ha compiuto trent'anni nell'anno in corso e anche a chi li compirà nel 21, così da ampliare, seppur minimamente e in parte, la platea dei beneficiari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti, Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, signor rappresentante del Governo e colleghi - poltrone vuote di questo periodo è strano, ma a quest'ora può anche capitare - il tema che affronta l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/85 è un tema che è stato del tutto trascurato dalla legge di bilancio e cioè il tema del turismo. Nel momento stesso in cui noi siamo qui, bar, ristoranti e alberghi sono praticamente chiusi, non possono utilizzare i giorni delle cosiddette vacanze di Natale per poter cercare di recuperare quei fatturati che hanno perso pesantemente e copiosamente nel corso dell'anno. Non a caso, i titolari di bar, ristoranti e alberghi hanno utilizzato una hastag per qualificare la loro situazione, ed è #noidimenticati ed effettivamente sono stati dimenticati, i grandi dimenticati di questa crisi, assieme ad altre categorie, che rappresentano quel vasto mondo di non garantiti che sempre più teme per il proprio futuro, che sta perdendo la speranza. Fratelli d'Italia aveva indicato da subito, con la proposta di indire lo stato di crisi nel settore del turismo, quale poteva essere la strada per evitare di trovarsi in una situazione di totale perdita di fatturato da parte di queste aziende. Non siamo stati ascoltati. Non c'è più tempo oggi, ma soprattutto non è più ora della politica degli struzzi, quale questo Governo ci ha abituato.

Seimila alberghi non hanno riaperto dal primo lockdown, oltre 50 mila imprese del settore degli hotel, ristoranti e alberghi rischia di chiudere, un settore che rischia di mettere qualcosa come 50 mila imprese che portano in tribunale i propri libri contabili, con migliaia e migliaia di disoccupati. Che cosa serviva? L'intervento che noi abbiamo chiesto, come Fratelli d'Italia, in primis era quello dell'abbattimento dei costi fissi e poi, a seguire, l'anno fiscale bianco, la eliminazione di ogni possibile tassazione e di oneri per quanto riguarda le bollette di gas, luce, telefono, acqua e infine avevamo chiesto di valutare, questo sì, un sistema virtuoso, che consentisse ai proprietari di immobili locati per questi usi, nel caso in cui accondiscendessero alla possibile riduzione del canone, di avere delle agevolazioni da parte dello Stato. Non siamo stati ascoltati, avete continuato a perpetuare una politica che è quella dell'indifferenza. Vede, signor rappresentante del Governo, probabilmente di qui a poco lei, pronunciandosi sugli ordini del giorno, utilizzerà per fare prima una formula di rito: “a valutare l'opportunità di intervenire”. Il problema è un altro: voi dovete lasciare l'opportunità agli operatori di lavorare e oggi ne sono impediti, è questo il problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora guardate, ve lo dico subito: evitiamo il bonus vacanze, ve lo diamo noi un bonus per una vacanza. Andatevene, è l'unica vacanza di cui l'Italia non sentirà la mancanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, c'è un vuoto in questa legge di bilancio, c'è un vuoto evidente per chi lavora quotidianamente nel nostro tessuto produttivo, un vuoto che Fratelli d'Italia ha voluto evidenziare e ha provato a colmare nella presentazione di un emendamento fra i tanti prodotti in Commissione bilancio e che oggi ripresenta con un ordine del giorno a mia firma, il n. 9/2790-bis-AR/91. Non risulta presente la disapplicazione, per l'anno 2020, degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale, i cosiddetti ISA. Ora sappiamo bene che gli indici sintetici di affidabilità, inseriti in sostituzione degli studi di settore, sono lo strumento per la lotta all'evasione fiscale, con cui devono fare i conti, nel vero senso della parola, imprese e partite IVA italiane, nel presentare la dichiarazione dei redditi. Sono quindi lo strumento per dare la pagella all'affidabilità del contribuente, impresa o partita IVA che sia: se è più di sei bene, sei affidabile, anche se puoi ancora essere controllato, se ricevi un voto basso sei rimandato, devi essere attenzionato dall'Agenzia delle entrate e da lì ecco un fiorire di nuovi oneri, in termini di dichiarazioni integrative, adempimenti, istanze di interpello e contenziosi. Ora pare assolutamente inutile approfondire in questa sede la natura anomala dell'anno 2020 e dell'anno 2021 anche, dal punto di vista delle dinamiche economiche, ma allora non resta che domandarci perché, se quest'anno è così anomalo da sconvolgere tutti gli indici di riferimento - e scusate se è poco - se ormai sappiamo che nulla sarà come prima, perché si continua a non voler considerare la seria difficoltà, denunciata a gran voce non solo dai contribuenti, ma anche dai professionisti che li assistono quotidianamente (dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro) anche in audizioni presso le Commissioni parlamentari? Perché non si vuole ascoltare le difficoltà, il dramma delle nostre imprese, dei nostri lavoratori e delle nostre partite IVA e perché non si agisce in modo incisivo e risolutivo per aiutare, sostenere e snellire i problemi di questi nostri soggetti economici? Sì, perché dietro alla mancata approvazione di questo, come di altri emendamenti che oggi ripropongo appunto e quindi nella logica di questa legge di bilancio, si nasconde una visione che tradisce la tendenza a considerare professionisti, partite IVA, piccole e medie imprese come figli di un dio minore.

Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni, ha presentato in ogni sede e in ogni occasione provvedimenti e proposte per riconoscere ai lavoratori, a questi laboratori pari dignità. Da sempre, anche dall'inizio della pandemia, come, ad esempio, nel pacchetto di emendamenti al “decreto Rilancio”, Fratelli d'Italia ha presentato un gran numero di misure per la sburocratizzazione e lo snellimento, tra cui non solo la sospensione degli ISA, ma anche l'abolizione del limite del contante. Le risposte del Governo sono state altre: abbiamo avuto bonus di vario tipo, bocciature di emendamenti richiesti, abbiamo avuto la lotteria degli scontrini, che, al di là del merito, non ha fatto altro che produrre ulteriori problemi a causa dei registratori di cassa da riadattare e anche per la comunicazione dati; e, altro strumento, la lotta al contante, con il faticosissimo lancio del cashback, salvo, poi, chiudere a Natale.

E la visione distorta di cui parlavo è dimostrata dal fatto che per il cashback sono stati stanziati 4,5 miliardi, mentre per tutto il Fondo perduto sul “decreto Ristori” ce ne sono solo 2,7. E, infatti, il Governo è stato bacchettato anche dalla BCE, la Banca centrale europea, che ha asserito la sproporzione dell'intervento alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti, ribadendo ciò che da sempre Fratelli d'Italia sostiene, cioè che il contante è lo strumento di pagamento di tutte le classi sociali, in quanto, quale corso legale, è ampiamente accettato, rapido e agevola il controllo sulla spesa di chi paga.

Bene, noi abbiamo un'altra visione e siamo qui, come Fratelli d'Italia, a dichiarare che continueremo a batterci come sempre, con coerenza e determinazione, per affermare che non esistono lavoratori e operatori economici di serie A o di serie B, perché questo per noi, oltre a essere un significativo contributo al rilancio dell'economia del Paese, è un principio di giustizia sociale e, quindi, è una battaglia di civiltà e, per questo, chiediamo la disapplicazione degli ISA per il 2020, e anche per l'anno 2021 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo direttamente ai membri del Governo, sempre con il passaggio tramite il Presidente di rito, ma l'ordine del giorno è un impegno che riguarda un tema di stretta attualità, soprattutto per i medici specializzandi. Il Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 prevede una profilassi vaccinale nella quale ci dovrà essere - almeno il Piano che deve venir fuori già ci dicono che dovrebbe contenere questa previsione - l'impiego dei medici specializzandi nella campagna vaccinale. Quindi, la profilassi vaccinale avrà un punto di riferimento importante in questi medici, i quali saranno fra i primi ad affrontare anche lo sforzo che il Governo ha descritto organizzativo - ora vediamo come sarà realizzato -, con una prima tornata di 11 milioni di dosi da somministrare nel primo trimestre del 2021. È chiaro, quindi, che sarà necessario adottare misure straordinarie anche per i medici da impiegare nella profilassi vaccinale. Mi pare del tutto evidente che non può essere consentita - mi pare che su questo già c'è stato qualche intervento anche del Ministro dell'Università - una valutazione dell'attività dei medici specializzandi nell'ambito della loro formazione; per capirci, una corresponsione di un credito formativo in funzione dell'impegno nella campagna vicinale, ancor più dell'impegno, eventuale, in funzioni ospedaliere da assegnare in via straordinaria, ulteriori.

È evidente che non può considerarsi, il medico specializzando, un semplice studente, al quale affidare dei compiti ulteriori rispetto a quelli propri della sua attività, ai fini della campagna vaccinale, senza alcuna retribuzione o senza alcun equo compenso, perché ciò sarebbe in violazione delle norme stesse sulla formazione universitaria, e il medico specializzando non è uno studente, ma è già un laureato in medicina, come, evidentemente, tutti noi sappiamo, abilitato alla professione medica, e la specializzazione rappresenta una fase di ulteriore formazione di professionisti che sono già inseriti nel Servizio sanitario nazionale. Quindi, se mettiamo ordine nello statuto del medico specializzando e nel diritto a un'equa retribuzione, che è un diritto di rango costituzionale, è evidente che non possiamo non prevedere almeno un compenso, sia per le funzioni ospedaliere ulteriormente assegnate sia per la partecipazione alla campagna vaccinale. La profilassi vaccinale per il COVID-19 è evidente che deve essere un compito aggiunto a quelli che sono propriamente riferibili alla tipicità del rapporto tra il medico specializzando, la struttura ospedaliera e il Servizio sanitario nazionale, di cui è un elemento fondamentale.

Anche nel “decreto Calabria”, ma anche nella legge di bilancio, anche in altri provvedimenti, più volte si è ricordata l'importanza della figura del medico specializzando e, quindi, se lo impieghiamo in questi ulteriori compiti, mi sembra del tutto corretto prevedere quello che è l'impegno, che parte dal riconoscimento anche della difficoltà in cui ci troviamo, ma, se siamo in una situazione straordinaria e se l'emergenza crea diritto, non si vede perché l'emergenza non possa creare un diritto e una tutela della posizione dei medici specializzandi utilizzati in un momento di straordinarietà e di emergenza per la profilassi vaccinale.

Quindi, leggo l'impegno: “pur consapevoli della gravità del momento e della situazione che stiamo vivendo a causa dell'emergenza pandemica da COVID-19” - impegna il Governo - “a garantire apposita ed equa retribuzione per i medici specializzandi che verranno coinvolti nella campagna vaccinale contro il COVID-19 e a prevedere ulteriori provvidenze per gli specializzandi in relazione alle funzioni ospedaliere assegnate”. Sono disponibile anche a una riformulazione, mi sembra un impegno necessario, in questo momento, per portare anche un messaggio positivo agli specializzandi. Tutti sapete, il Governo sicuramente sarà avvertito del fatto che c'è stata una protesta, molto forte, proprio perché non possono essere considerati, come tutti noi sappiamo - chiunque abbia vissuto l'ambiente universitario lo sa -, come dei semplici studenti a cui riconoscere dei crediti formativi. Se li impieghiamo in funzioni ospedaliere e nella campagna vaccinale, bisogna riconoscere loro una equa retribuzione o valutare, comunque, l'opportunità - il Governo - di intervenire in tal senso. E questo, mi permetto di dire al rappresentante del Governo, anche per dare un messaggio positivo e di riconoscimento del ruolo di tanti giovani medici che stanno, in questo momento, dando un contributo decisivo al funzionamento del Servizio sanitario nazionale e alla risposta alla pandemia. Sarebbe, da parte del Governo, un gesto molto apprezzato sicuramente e spero che possa essere accolto questo impegno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

ROBERTO CAON (FI). Grazie, Presidente. Grazie, Vice Ministro Misiani, grazie sottosegretario Baretta, andrò a illustrare l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/73, un ordine del giorno che penso il sottosegretario Baretta abbia ben in mente, perché abita sicuramente a pochi chilometri da questo cantiere, fermo da più di quarant'anni. È la famosa idrovia Padova-Venezia, che io sto chiedendo, da mesi, che venga utilizzata come scolmatore delle acque dello snodo fluviale Bacchiglione-Brenta e che va a mettere in sicurezza esattamente tre province: la terraferma veneziana, tutto il padovano e una parte della provincia di Vicenza, circa 3 milioni di abitanti, con tutte le zone industriali che ad esse appartengono, in quest'area del Nord-Est molto importante, chiamata - o era chiamata, una volta - la “locomotiva del Nord-Est”, ma che, in realtà, se non mettiamo in sicurezza queste attività produttive, diventerà, o può diventare, un problema per tutto il Paese. Perciò io penso che questa opera sia un'opera prioritaria, perché è inutile, sottosegretario, che domani andiamo a sovvenzionare quelle aziende e che quelle stesse aziende, magari, qualche anno dopo o qualche mese dopo, le troviamo inondate o sott'acqua.

Perciò è inutile finanziare un'azienda, mettere a punto il 4.0 o fare qualsiasi altro intervento per cercare di colmare la differenza concorrenziale che abbiamo con altri Paesi, ma poi ci ritroviamo l'azienda piena d'acqua e ce la dobbiamo sovvenzionare due volte.

Questo ordine del giorno proviene anche da una mozione che è stata votata prima delle ferie di quest'anno, esattamente nel mese di luglio, una mozione votata all'unanimità da parte di questo Parlamento, vista l'importanza di completare quest'opera; è un'opera che potrebbe entrare, anzi entra dentro pienamente e risponde ai principi di spesa previsti proprio dalla Next Generation EU. Cosa meglio lasciare ai nostri figli che un territorio messo in sicurezza, sottosegretario? Entra dentro a pieno merito e a pieno titolo rispetto a questo tipo di finanziamento. Con tutto ciò, io le chiedo la massima attenzione, di cercare di portare avanti questo ordine del giorno nel miglior modo possibile per avere un altro tassello e per riuscire a completare quest'opera molto importante, come ho illustrato fino adesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno e buona domenica anche al sottosegretario Baretta e al Vice Ministro Misiani. L'ordine del giorno che ho presentato è il numero 100, è l'ordine del giorno nel quale io ho invitato il Governo a impegnarsi a individuare le necessarie risorse finanziarie per incrementare il numero dei commissariati di polizia in Italia, soprattutto nelle aree limitrofe alle stazioni ferroviarie.

Ora, quando si parla di stazioni ferroviarie, in maniera particolare anche di quelle più importanti nel nostro Paese, si pensa soprattutto a quelle che sono relative alle aree più urbanizzate, quindi alle stazioni Termini e Tiburtina, alla Centrale di Milano, a Santa Maria Novella. Eppure, le situazioni delicate - mi permetto di dire, Presidente, anche pericolose in alcuni casi - risiedono in tutti quegli snodi ferroviari fondamentali, importantissimi dal punto di vista della logistica e dei trasporti del nostro Paese, che però sono considerati, in maniera impropria, secondari. Le faccio un esempio di quello che sta succedendo, per esempio, a uno snodo ferroviario che conosciamo un po' tutti, anche perché è uno snodo ferroviario anche autostradale che la maggior parte di noi attraversa nel momento in cui da Roma va verso il Nord, vale a dire lo snodo di Orte. I dati Istat dell'anno scorso parlano di un comune con 9.449 abitanti, di cui 2002 stranieri: il 21,19 per cento della popolazione di questo piccolo comune a nord del Lazio è popolazione straniera; un numero, una percentuale doppia rispetto a quella che c'è nel resto del Lazio e nella provincia e addirittura tripla rispetto a quella italiana. A queste persone, che sono regolarmente residenti e quindi censite, va aggiunto una specie di popolo fantasma, Presidente, che ogni sera ritorna, non registrato, a Orte. Consideri che un biglietto - per chi lo paga, naturalmente - di un regionale costa 5 euro (la tratta Orte-Roma) e permette di vivere a 35 minuti dalla capitale, con evidenti spese e costi di vita quotidiani completamente diversi da quelli della capitale. Quindi, per questo, c'è questo popolo fantasma, che tutte le sere, da Roma, torna con l'ultimo treno a Orte e che, poi, alla mattina, scompare senza alcuna possibilità di controllo: si figuri, non tanto in questo periodo di lockdown ma nel periodo precedente, cosa questo volesse dire dal punto di vista sanitario.

Bene, i sindaci sono lì, schiacciati tra necessità dei comuni e servitù, perché poi una stazione come quella è una servitù decisamente molto importante e anche ingombrante; spesso e volentieri danno la disponibilità, con degli immobili, a poter ospitare una presenza maggiore delle Forze dell'ordine, non soltanto dei militari di “Strade sicure”, ma in questo caso la Polfer, la Polizia ferroviaria non è assolutamente sufficiente per poter far fronte a questa massa enorme di persone che si spostano.

Presidente, mi rivolgo soprattutto al Vice Ministro, perché all'università Bocconi c'è un dipartimento, che è un dipartimento di dinamiche sociali e politiche pubbliche, un dipartimento molto interessante, il cui piano di studi è, come posso dire, da approfondire, e mi sembra che, in questo caso, questo sia proprio il momento di applicare almeno una parte di quelli che sono gli studi di questo dipartimento e di metterli in pratica. Gli studi sono, naturalmente, gli insegnamenti che abbiamo ricevuto durante il periodo universitario, ma a questo punto vanno coniugati con la realtà e con la contemporaneità, che vede proprio completamente modificarsi intere parti del nostro territorio, che magari non sono più proprio le dirette periferie, quello che troviamo nelle aree circostanti, ma anche a 30-40 minuti di treno. Per questi aspetti - e mi rivolgo a lei, Presidente, affinché faccia da tramite con i rappresentanti del Governo - io mi aspetto un accoglimento dell'ordine del giorno, perché, se così non dovesse essere, o non abbiamo avuto buoni docenti nel momento in cui abbiamo studiato, oppure siamo stati noi dei cattivi studenti e, magari, anche semplicemente non dei brillanti amministratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Presento l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/89, con il quale chiediamo al Governo di intervenire rispetto a quello che prevede l'ordinamento militare, in special modo per quello che riguarda chi ha prestato servizio militare o chi presta il servizio militare e, in special modo, anche per quelle persone che vengono dalla formazione pluriennale nell'Accademia militare e nelle scuole militari, e che, dopo il servizio militare, passano nella pubblica amministrazione o ad altri tipi di lavori dove il servizio militare non viene contemplato in quella che è l'anzianità di servizio o anche dal punto di vista economico.

Sappiamo bene che il servizio militare viene contemplato in quella che è la previdenza dal punto di vista pensionistico, ma non viene, invece, sfruttato per quello che è il servizio nella pubblica amministrazione. L'ordinamento militare prevede che ci sia, comunque, una valorizzazione di questo tipo di formazione. Sappiamo benissimo che le accademie militari formano del personale, che, oggi giorno, viene assolutamente utilizzato dalle pubbliche amministrazioni e spesso, purtroppo, c'è un problema di inquadramento nella fascia economica di stipendio, della retribuzione.

Questo argomento era stato già oggetto di un'approvazione di un ordine del giorno nella scorsa legislatura presentato dal collega Cirielli, oggi noi lo riproponiamo perché, a distanza di tre anni, non c'è stato un chiarimento di questo aspetto. Le accademie militari e il personale militare sono una risorsa preziosissima, non solo per le Forze armate, ma anche per la pubblica amministrazione, ed è per questo che dobbiamo riconoscere questo prezioso servizio.

Oggi tutti ci stiamo accorgendo di quanto sia importante il ruolo delle Forze armate e di chi, soprattutto, indossa le stellette, smentendo di fatto quella visione che si ha del militare a volte. Qualcuno, con un'uscita infelice, disse ‘più scienziati e meno militari': no, il militare è una persona che studia, che si forma, che impiega la propria vita nel formarsi e che può risultare utile anche nella pubblica amministrazione. Per questo, questo servizio e questa formazione vanno riconosciuti anche nella pubblica amministrazione, ed è per questo che speriamo in un accoglimento. Abbiamo previsto anche, ovviamente, di “adottare ogni più opportuna iniziativa interpretativa”, proprio perché non vogliamo scontrarci col Governo, ma stiamo proponendo delle soluzioni affinché questa formazione venga riconosciuta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Vice Ministro Misiani, sottosegretario Baretta, vorrei porre l'attenzione dei rappresentanti del Governo su questo ordine del giorno, che tratta di zone logistiche semplificate. Il fine ultimo della creazione delle zone logistiche semplificate è quello di incentivare lo sviluppo di reti intermodali di trasporto collegate ad aree portuali in grado di movimentare volumi consistenti di merci e di collegare al meglio il tessuto imprenditoriale del Paese con il resto del mondo.

In Italia abbiamo svariati esempi. In un contesto complesso come quello che stiamo vivendo e con le difficoltà che le imprese italiane registrano nell'accesso al mercato, è necessario consentire anche alle regioni prive di un'area portuale, ma dotate di hub logistici nazionali e internazionali basati su aree aeroportuali rilevanti, di poter accedere alle agevolazioni previste. È l'esempio di una regione come la Lombardia, priva di sbocchi sul mare, ma con la presenza di uno degli aeroporti cargo più importanti d'Europa come Milano Malpensa. Questa disposizione sembrerebbe utile per il rilancio del tessuto produttivo del Centro-Nord del Paese, ad oggi escluso da qualsiasi previsione incentivante, seppur dotato di snodi intermodali che garantiscono un collegamento diretto tra imprese e mercati.

Pertanto, con questo ordine del giorno chiediamo di consentire anche alle regioni dotate di aree aeroportuali cargo di poter avviare le procedure per la costituzione della zona logistica semplificata, secondo la procedura di istituzione delle zone economiche speciali previste dalle norme vigenti.

Quindi, concludo, rinnovando il mio appello soprattutto a lei, Vice Ministro Misiani, in quanto lombardo come me, per porre all'attenzione di tutto il Governo questa necessità delle regioni prive di sbocco sul mare di poter creare zone logistiche semplificate con i loro aeroporti cargo, per poter meglio ripartire successivamente a questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Con gli ordini del giorno che presentiamo quest'oggi siamo a sensibilizzare la situazione che sta vivendo in questo momento la regione Marche e con questo vorrei sensibilizzare il Governo e i nostri colleghi parlamentari. Si tratta di una regione a forte vocazione manifatturiera, con alcune importantissime eccellenze; una regione che, essendo a forte vocazione manifatturiera, ha subìto ancora di più le crisi che in questi 15 anni si sono susseguite. Mi ricordo la crisi del 2008 dei mutui subprime, a cui è conseguita una profonda crisi del settore calzaturiero derivante all'embargo verso la Russia, il terremoto del 2016 e, da ultimo, la crisi del COVID che ha investito purtroppo tutta Italia.

È un momento difficile, è un momento difficile per tutti gli italiani, in particolare per i marchigiani. Questa difficoltà della regione è stata anche riconosciuta a livello europeo perché, nella programmazione 2021-2027, la regione Marche è scivolata da regione sviluppata a regione in transizione, perché la media del PIL pro capite è inferiore al 100 per cento della media UE. Quindi, siamo scesi di un gradino, è un gradino che i marchigiani vogliono velocemente recuperare e lo vogliono recuperare con un sostegno alle attività produttive economiche del nostro territorio. Ricordo che all'interno della regione Marche il 60 per cento dei comuni è coinvolto all'interno di una crisi industriale complessa che, lo ricordo, è quella della Val Vibrata e dell'Ascolano, quella del pellettiero e calzaturiero del Fermano maceratese e l'area del bianco ex Merloni, oltre a tutta l'area del cratere del sisma 2016 che coinvolge 138 comuni tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio.

In legge di bilancio abbiamo cercato di migliorare questa legge di bilancio con appositi emendamenti sull'argomento e sul tema, che purtroppo non hanno trovato accoglimento. Come abbiamo presentato un ordine del giorno al “decreto Ristori”, proprio per sostenere una misura importantissima aperta al Sud, che è lo sconto del 30 per cento dei contributi previdenziali, la famosa “Decontribuzione Sud”, affinché la stessa venisse allargata anche alle Marche, perché le Marche sono plurali, ma hanno un territorio che va sostenuto da Gabicce Mare fino a San Benedetto del Tronto.

Cosa abbiamo proposto noi in legge di bilancio? Ormai - mi riferisco e mi rivolgo al Governo - l'anno 2020 volge al termine e queste risposte non ci sono state: abbiamo bisogno del rinnovo del credito d'imposta per i beni strumentali per sostenere il nostro sistema imprese, ma abbiamo ancora bisogno che gli immobili inagibili non siano soggetti al pagamento delle tasse; quindi è importante prevedere la sospensione, ancora per un altro anno, dell'Ires, dell'Irpef e dell'IMU; inoltre, gli stessi immobili non possono essere computati nell'ISEE. Noi non possiamo pensare che la ricchezza di un cittadino ai fini sociali sia data da un immobile distrutto; questa è un'ingiustizia che va velocemente sanata. Lo ricordo, siamo ormai a fine 2020 e aspettiamo risposte: i cittadini aspettano risposte veloci. Oltre a questo, abbiamo fatto anche altre proposte che ancora sono ferme sul tavolo del Governo. Faccio qualche esempio: nel 2016 fu concessa la busta paga pesante per sostenere, in quel momento, dei territori e dei cittadini che erano in difficoltà; oggi è importante, per una questione di equità fiscale, permettere gli stessi benefici di natura fiscale, quindi, con adeguati sconti e rimborsi, anche a coloro che nel 2016 per mille motivi non ne hanno fatto richiesta. È una questione di equità sociale e di giustizia sul territorio. Noi abbiamo bisogno di ricostruire il nostro territorio, abbiamo bisogno di ricostruire le Marche.

PRESIDENTE. Concluda.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Abbiamo di bisogno di ricostruire - grazie, Presidente, concludo - il nostro tessuto economico; per questo, le Marche dovrebbero diventare un'importante area a fiscalità agevolata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, Vice Ministro Misiani, sottosegretario Baretta, illustro il mio ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/239, che riguarda ancora una volta l'annoso problema del COVID in rapporto alle carceri. Io credo che voi, comunque, per matrice culturale e ideologica, siete sempre quelli che parlano di pene certe e poi, nel 2006, avete fatto un indulto da 25 mila scarcerati e nel 2013 avete fatto un altro indulto da 10 mila scarcerati. Quando si tratta di affrontare il problema carceri vi riempite la bocca di grandi promesse, di grandi principi, ma non fate la sola cosa che qui avreste potuto fare e avete l'occasione di fare ancora, visto che adesso i soldi ci sono, cioè fare la cosa che tutti quelli che operano nel settore chiedono: meno carceri, carceri più grandi. Noi abbiamo 191 istituti, se non ricordo male, che rendono difficilissima la gestione, complicata la vita dei detenuti e del personale, ma, soprattutto, proprio in occasioni come quella purtroppo tragica del COVID che ha colpito il nostro Paese, rendono grave la situazione anche dal punto di vista della sicurezza fisica dei detenuti e del personale che ivi lavora, proprio perché non vi sono spazi, proprio perché non si è avuta quella tempestività di azione che qualsiasi Governo degno di questo nome avrebbe adottato. Ricordiamo i tragici fatti di febbraio, dove, nell'insipienza totale su cosa fare, abbiamo visto 13 detenuti morire e, se non ricordo male, oltre 30 milioni di danni conseguenti a rivolte scatenatesi all'interno degli istituti, a seguito della legittima paura dei detenuti o del personale di rimanere infettati in un luogo dove sono costretti a stare.

Al tempo stesso, l'insipienza è stata dimostrata nell'adottare dopo quello che si sarebbe dovuto fare subito - lo ricordo perché noi abbiamo lo scopo di ricordare al popolo italiano chi ci sta governando - quando sarebbe bastato con poca fatica, come tra l'altro qualche direttore di istituto ha fatto autonomamente, mettere immediatamente a disposizione e sostituire le viste fisiche dei detenuti con i loro parenti tramite connessioni Skype o comunque connessioni video o video contatti con i detenuti, cose che avrebbero alleviato di molto la tensione; invece, avete balbettato, avete fatto sì che questo si facesse dopo.

Ebbene, ancora una volta, in questa occasione, avete perso un'opportunità. Come Bertolaso ha dimostrato, in poco più di un mese o due si possono creare strutture adeguate per contenere il COVID nel mondo civile: figuriamoci se non avreste potuto fin da subito creare all'interno o nelle immediate adiacenze degli istituti di prevenzione e pena degli spazi in cui mettere in sicurezza i detenuti che fossero rischio o il personale che fosse a rischio, quindi riducendo il rischio per tutti, ma anche qui avete balbettato. Quando non c'è unità politica, evidentemente, non c'è neppure chiarezza di idee sul cosa fare. Un emendamento della Lega, a prima firma Turri e anche mia, aveva chiesto, ad esempio, 50 milioni, tratti sempre dal fondo di cui all'articolo 209, per incrementare questa opportunità per ridurre i contagi, che hanno superato già le mille unità, ma, ancora una volta, la vostra lentezza ha portato a ridurre questo fondo della metà.

Quindi, io chiedo che sia accolto questo impegno, questo ordine del giorno che, seppur tardivamente, cerca di emendare gli errori che avete fin qui fatto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Io vorrei illustrare il mio ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/163. Prima, però, vi dico rapidamente che oggi è il 27 dicembre e che, nel 1947, fu promulgata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, lo stesso giorno, la nostra Costituzione, la nostra Carta costituzionale, che è la più bella del mondo, così viene sempre definita. E, invece, nel 2020, il 27 dicembre è il “V-day”, questo giorno utilizzato dal Governo e mediaticamente molto mitizzato, quasi quanto quel “V-day” del settembre 2007, quando a Bologna, Beppe Grillo, il comico Beppe Grillo, iniziò la nascita del partito pentastellato, quindi un partito che nasce sulla lettera “V” evidentemente. Ecco, in questa data così giuridicamente e mediaticamente importante, siamo qui a chiedere al Governo ciò che non è stato accolto dei nostri emendamenti. Spesso sono stati ritirati per una ragione di buon senso, ma soprattutto ci serve attirare l'attenzione del Governo - io parlerò di una infrastruttura essenziale per il mio territorio - su quelle che sono le opere necessarie e che non erano considerate in legge di bilancio. Una legge di bilancio, che è stata criticata, anche dalla stampa più vicina al Governo, ma che addirittura è stata definita dall'Ufficio parlamentare di bilancio come un coacervo di misure senza disegno. Purtroppo, questa mancanza di visione, questa mancanza di unitarietà, questa mancanza di un fine, che possa portare alla ripresa del nostro Paese, la vediamo in tutta la legislazione emergenziale del 2020 e, soprattutto, la temiamo anche per il 2021, come vediamo già nel “decreto Milleproroghe” che, salvo nuove intese, vedrà la luce fra blocco degli sfratti, le attività estrattive, rinvio della lotteria degli scontrini, insomma, anche altre norme molto eterogenee, ma anche di natura sostanziale.

Il mio ordine del giorno, come anticipato, verte su uno degli aspetti meno considerati dalla legge di bilancio, cioè le infrastrutture di collegamento stradale. Forse perché si sta lavorando, fra vari liti nella maggioranza, al Recovery Plan, le infrastrutture non sono state molto considerate in legge di bilancio. Ma ricordo che il Recovery Plan riserva alle infrastrutture e alla mobilità poco più del 10 per cento dell'importo totale, mi sembra 27 miliardi. E ogni anno io sono qui in quest'Aula per la legge di bilancio, a richiamare l'attenzione del Governo, perché c'è un'infrastruttura, che è il nuovo ponte fra Colorno e Casalmaggiore, che deve essere realizzata. Deve essere realizzata perché adesso c'è un'infrastruttura che ha delle problematiche strutturali, perché dal 2018 - io sono qui per dirlo - fu riaperta nel 2019 e il mio è un triste countdown per ricordare la sua necessaria sostituzione. Tengo a dire che questa infrastruttura nel 2018 fu qualificata come da sostituire, perché aveva di fronte una vita di circa sette anni. Ecco, siamo a ridosso del 2021, sono stati stanziati solamente i soldi per il progetto della fattibilità tecnico-economica, ma mancano quegli almeno 62 milioni per realizzarlo. Per la legge di bilancio per il 2019, tramite un emendamento della Lega, fu inserito un fondo di 250 milioni, che serviva proprio per la sostituzione e la manutenzione dei ponti del bacino del Po. Questo fondo fu poi assegnato alle varie strutture. Ma, nonostante la graduatoria prevedesse questo ponte come il primo da essere sostituito per la gravità della situazione e per l'utenza, perché collega due regioni e tre province - e quindi per il numero di utenti che lo utilizzano -, nonostante ciò, quel fondo fu assegnato solamente alla manutenzione di altri ponti del bacino del Po. Quindi, nessun ponte nuovo nascerà da quel fondo, che era però nato per fare nuovi ponti. Quindi, io vi chiedo di valutare e di impegnarvi a un rifinanziamento di questo Fondo del comma 891 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2019 e di assegnare ancora una volta priorità a questo ponte di collegamento fra Colorno e Casalmaggiore, proprio perché queste popolazioni, che hanno subito per quasi due anni la chiusura di questo ponte, non possono pensare di avere un altro stop fra i loro collegamenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Signor Presidente, colleghi, componenti del Governo, noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo presentato una serie di emendamenti, che cercano di dare complessivamente un'immagine diversa - soprattutto una visione - a questa finanziaria che manca. È una finanziaria che, ancora una volta, nonostante la situazione gravissima della nostra economia, sostanzialmente si riduce a essere un insieme di interventi disarticolati, peraltro disarticolati da tantissimi emendamenti proposti e approvati proprio della maggioranza. Certamente, non erano emendamenti di alta economia industriale, piuttosto che emendamenti che potessero rilanciare il mondo del lavoro o che avessero una visione infrastrutturale, che potesse dare un ampio respiro ciclico alla nostra economia, né interventi mirati e capaci di sostenere le aziende, le partite IVA e tutte quelle categorie che sostengono attivamente la crescita del nostro Stato, che sono prostrate dalle misure di riduzione della mobilità sociale e di riduzione dei contatti sociali, che hanno provocato una vera e propria crisi, che in Italia sta diventando anche ciclica.

Per cui noi abbiamo messo in campo una serie di emendamenti, che cercano invece di andare esattamente in una direzione opposta alla vostra. Abbiamo detto più volte ai nostri colleghi quanto questa finanziaria si sia ridotta a una finanziaria di mancette - qualcuno le chiama più volgarmente “marchette” - ma in questa visione specifica disarticolata, che voi avete voluto ancora una volta, soprattutto in un momento così grave, esprimere, Fratelli d'Italia, invece, si inserisce sui grandi temi.

L'ordine del giorno, che io ho predisposto, secondo me, è un tema di carattere generale. Mai come nei momenti di crisi, provocate magari proprio da una pandemia, è necessario rafforzare la struttura delle Forze dell'ordine, che peraltro è stata duramente colpita. Già abbiamo una serie di problemi di carattere strutturale, che questi dieci anni di governi tecnici di larghe intese, egemonizzati dalla sinistra e dal PD - che pure ha perso sempre le elezioni in questi anni - avevano disarticolato l'organizzazione delle Forze dell'ordine. Da una parte, abbiamo un'età media altissima (45 anni) per le nostre Forze dell'ordine e una grande carenza degli organici e, allo stesso tempo, ovviamente, con la pandemia, oltre il 20 per cento tra ammalati, purtroppo a volte anche deceduti - ci sono stati molti deceduti nelle Forze dell'ordine - e moltissimi in quarantena. Quindi, mai come in questa circostanza sarebbe necessario, anche perché abbiamo i fondi. Noi vi abbiamo autorizzato uno scostamento del bilancio, non certamente per rifinanziare il reddito di cittadinanza, piuttosto che l'immigrazione forzata e spinta che state mettendo in campo dall'Africa, ma, invece, per interventi strutturali, tra cui quelli del ripianamento degli organici delle Forze dell'ordine. Peraltro, lo possiamo fare in tempi rapidi, ci sono decine di graduatorie aperte di concorsi, di idonei non vincitori, peraltro moltissimi sono ex militari, quindi hanno superato già più volte i concorsi pubblici e sono stati idonei non vincitori solo perché avete ridotto i posti a concorso. Quindi, in maniera molto intelligente e rapida, possiamo dare una risposta a questi giovani a rimettere in condizioni le Forze dell'ordine di assicurare l'ordine e la sicurezza pubblica in un momento così drammatico come questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Quando c'è stata la prima ondata del COVID, inizialmente, nelle settimane iniziali, quelle cruciali per la diffusione del virus, avete iniziato a raccontare che non servivano le mascherine. Proprio in quelle settimane si lasciavano senza mascherine medici, infermieri, Forze dell'ordine, salvo poi subito dopo rendersi conto che questa teoria non funzionava: lo stavate dicendo semplicemente perché mancavano le mascherine in Italia. A quel punto, siete corsi ai ripari e avete chiesto alle aziende italiane di riconvertire la propria attività, di convertirsi e trasformare, chi produceva camicie, calzini, magliette, di convertirsi tutti a produrre mascherine, perché c'era un'emergenza nazionale. Avete chiesto all'imprenditoria italiana: “Datevi da fare, lo Stato ha bisogno di voi”. E gli imprenditori hanno risposto: si sono convertiti, hanno speso soldi, hanno cambiato i macchinari, hanno modificato le proprie aziende, confidando nella serietà dello Stato, confidando in uno Stato che poi di questo se ne ricorda. Invece è arrivato luglio 2020, è finita la deroga per gli acquisti dei dispositivi di protezione e avete ri-iniziato a importare dalla Cina: il 90 per cento delle importazioni delle mascherine viene dalla Cina, quelle che arrivano dall'estero, e il 30 per cento di tutte le mascherine che girano in Italia arrivano dalla Cina, senza nessuna tutela per le aziende italiane a quel punto. Prima gli avete chiesto di dare una mano allo Stato e poi lo Stato ha svenduto le aziende italiane per aiutare i cinesi! Attenzione, tramite un bando che è clamorosamente sbagliato, perché a un'azienda italiana che produce mascherine si chiede, oltre che il controllo del prodotto, il controllo della filiera; a un'azienda cinese che porta le mascherine in Italia, si controlla solo la mascherina, creando quindi inevitabilmente una difficoltà maggiore per le aziende italiane, aziende italiane a cui avete chiesto una mano poche settimane prima, perché c'era bisogno di loro e perché eravamo in emergenza. Ovviamente il controllo solo sul prodotto delle mascherine cinesi e non sulla filiera, oltre a portare una concorrenza sleale, porta una carenza di sicurezza pubblica, perché non si sa con quali materiali, con quali criteri e con quale filiera produttiva sono fatte le mascherine cinesi.

Guardate, una nazione governata di buon senso aiuterebbe prima le proprie aziende e poi le aziende straniere. Voi non lo fate; voi le penalizzate le aziende italiane! E, guardate, parlare di tutela delle aziende italiane non è un'ideologica e un po' nostalgica autarchia, si tratta di un semplice principio di convenienza economica: le aziende italiane pagano le tasse in Italia, le aziende italiane fanno lavorare le famiglie italiane, le aziende italiane che fanno lavorare le famiglie italiane poi quello che guadagnano lo rispendono in Italia. Circola l'economia, circola il denaro, sono più soldi per lo Stato. Lo Stato no. E allora perché lo Stato privilegia le aziende cinesi rispetto alle aziende italiane nelle mascherine? Manca il buon senso? Allora, noi avevamo questo dubbio, poi abbiamo letto le inchieste di alcuni giornali, come La Verità, e abbiamo scoperto che, mentre le aziende italiane investivano per riconvertirsi, su vostra richiesta, c'era un tal Mario Benotti, che è stato consulente di tre ministri del PD, che prendeva consulenze e commesse milionarie per acquistare le mascherine dalla Cina. E allora, quando noi con questo ordine del giorno chiediamo di privilegiare e di tutelare le aziende italiane rispetto alla concorrenza sleale straniera nella produzione delle mascherine e voi date un parere contrario, perché lo date contrario? Non è che vorreste forse dare l'immagine di chi tradisce le aziende italiane per favorire i propri concorrenti sleali cinesi, magari per far banchettare gli amici del Partito Democratico come sciacalli, mentre ogni giorno chiudono le aziende italiane, muoiono ogni giorno centinaia di italiani? Perché questa è l'immagine che state dando!

E allora guardate che non è un concetto di una destra pericolosa, irresponsabile. Guardate, un ordine del giorno simile - e concludo - è irresponsabile e pericoloso non per gli italiani; siete voi irresponsabili e pericolosi per gli italiani! Questo è un ordine del giorno pericoloso per i banchetti degli sciacalli che vogliono lucrare sulle morti del COVID! E allora, se noi siamo irresponsabili e pericolosi per chi vuole banchettare in questa situazione, ne siamo orgogliosi. Voi dovreste un attimo servire il popolo italiano e pensare meno ai vostri consulenti che si sono arricchiti durante l'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Vede, Presidente, quando manca poco più di una decina di giorni al 7 gennaio, che rappresenta il giorno in cui le nostre scuole dovrebbero riaprire, la domanda che da genitore, ancor prima che da deputato, mi pongo e rivolgo a quest'Aula, rivolgo a tutte le colleghe e a tutti i colleghi, è la seguente: ma le nostre scuole sono sicure? Lo ripeto per i colleghi più distratti: le nostre scuole sono sicure?

Pongo due volte questo interrogativo vista la grande sicurezza e sicumera del Ministro Azzolina, che ripete come un “mantra” che tutte le scuole dovranno riaprire a tutti i costi il 7 gennaio, sicumera suffragata dai continui salamelecchi del Comitato tecnico scientifico, che è passato dalle invocazioni di chiusura a tutti i costi delle nostre scuole a maggio, quando l'indice Rt era pari a 0,67, alle invocazioni di apertura delle nostre scuole a tutti i costi a dicembre, quando l'indice Rt è stato superiore ad 1. E mi chiedo nuovamente, da genitore prima che da deputato, e pongo questa domanda ai colleghi distratti; soprattutto per suo tramite, Presidente, mi rivolgo a quelli del Movimento 5 Stelle che esprimono il Ministro dell'Istruzione: ma il 7 gennaio le nostre scuole saranno sicure? Saranno diverse rispetto a quelle che negli ultimi due mesi hanno veicolato decine e decine di migliaia di contagi tra i nostri studenti, il nostro personale docente e il nostro personale non docente? Beh, permettetemi di dire che è legittimo avere qualche dubbio, qualche perplessità. Io la sicumera del Ministro Azzolina non ce l'ho, soprattutto sulla vita dei docenti che purtroppo, Presidente - e per suo tramite informo i distratti colleghi della maggioranza - continuano a morire dopo essersi contagiati di COVID; questo giusto per vostra informazione.

Qui tutti noi vorremmo riprendere la didattica nella sua naturale esecuzione, cioè nelle scuole, qui tutti noi abbiamo figli che vorrebbero tornare a scuola; però in sicurezza, Presidente! Non basta dire: “Riapriamo a tutti i costi”. Noi vorremmo sapere cosa è stato fatto affinché ci possa essere una riapertura in sicurezza, e soprattutto cosa possiamo fare.

Nel 2020, Presidente - e vengo al contenuto dell'ordine del giorno più specifico - non si può pensare di fermare il contagio tramite aerosol del virus - tralascio le invenzioni dell'Azzolina “a rotelle” - tenendo le finestre aperte per cinque ore, magari con una temperatura esterna pari a zero gradi. Si spera che nel 2020 la scienza e l'ingegneria e tante altre discipline consentano soluzioni alternative!

Guardate, non voglio fare il fenomeno, mi è bastato vedere una proposta dell'Ordine degli Ingegneri della Lombardia, vedere quello che hanno fatto in Germania. Esistono i sistemi di ventilazione meccanica sic et simpliciter - sistemi di ventilazione meccanica; è possibile pensare che anche nella nostra nazione si possa adottare cotanta scoperta scientifica?

Questo ordine del giorno, Vice Ministro Misiani, il n. 183, prevede l'opportunità di stanziare delle risorse proprio per garantire le coperture finanziarie al sistema di ventilazione meccanica, che ovviamente non basta per garantire la sicurezza. Noi, come Lega, avevamo proposto sin dal mese di aprile il dimezzamento del numero degli alunni per classe. Avremmo avuto sei mesi di tempo; purtroppo il Ministro Azzolina non ci ha voluto ascoltare. Con i 10 miliardi di euro previsti per le spese di istruzione del Recovery Fund e con oltre il miliardo e mezzo previsto da questa manovra di bilancio, chiedo di recuperare la stessa cifra che avete stanziato per i banchi a rotelle - che non sono serviti a nulla - cioè 400 milioni circa di euro, per mettere in sicurezza le nostre scuole. Vi chiedo di approvare come Governo questo ordine del giorno: fatelo per 8 milioni di studenti ed oltre un milione e mezzo di lavoratori della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Questo ordine del giorno, il n. 173, vuole porre rimedio all'ennesimo atto discriminatorio che è stato perpetrato nei confronti della Calabria. Non è possibile, signor Presidente, non è accettabile che un impegno già assunto, un impegno già cristallizzato in normativa venga definanziato. Sto parlando dei lavori che riguardano l'ammodernamento e l'ampliamento dell'importante svincolo autostradale di Rosarno, un'opera fondamentale, strategica per le popolazioni che dovrebbe servire, di un'area che avrebbe meritato ben altra attenzione da parte del Governo.

Oggi, invece, scopriamo che quei lavori, che erano stati anche oggetto di un accordo tra Autostrade ed ANAS, non vedranno mai la luce, lasciando così senza quell'opera importante Rosarno, i cittadini e tutti coloro che vivono sulla piana. Vede, Presidente, non è possibile andare avanti con questa indifferente arroganza nei confronti di un territorio che meriterebbe grande attenzione da parte dello Stato: lo dico a lei, Presidente, lo dico ai colleghi della mia regione che sono anche in maggioranza, lo dico al Governo. Tutti noi sappiamo quanto è importante investire in opere strategiche, soprattutto quando le stesse servono per superare problematiche relative alla viabilità e ai collegamenti. Non ci si può rimangiare la parola presa con i cittadini di Rosarno, non si può, signor Presidente; definanziare un'opera così importante. Poi, se a questo aggiungiamo il modo, Vice Ministro Misiani, di come è stato trattato l'argomento Ponte sullo Stretto di Messina, in modo fumoso, come se si stesse parlando del sesso degli angeli, in modo tale da soddisfare delle esigenze di carattere ideologico, in modo tale da trascinare l'argomento, magari fino alla fine del Governo, fino alla fine di questa legislatura; se a questo aggiungiamo il modo ignobile di come potrebbero essere trattate le provvidenze, soprattutto a fondo perduto, contenute nelle possibilità che arriveranno dal Recovery Fund per il Mezzogiorno, con una grave sperequazione che è alle porte; se a questo aggiungiamo, anche e soprattutto, quello che può avvenire per una mancanza da parte del Governo di una visione generale su quello che è l'impegno da porre per lo sviluppo delle infrastrutture, allora, signor Presidente, chiedo al Governo, per il suo tramite, a che cosa servono un Ministro e un Ministero del Mezzogiorno, se non riescono a occuparsi di una parte del Paese su cui dovrebbero impegnarsi di più per le sue esigenze (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, signor Presidente, questo ordine del giorno, il n. 9/2790-bis-AR/173, è una duplice possibilità per il Governo: da una parte, dà la possibilità di porre rimedio e di rifinanziare questa opera strategica che è lo svincolo autostradale di Rosarno; dall'altra parte, si dà la possibilità a questo Governo, che già ha sbagliato tanto con la Calabria, di dare un messaggio distensivo a quei territori, di dare un messaggio distensivo a quella Calabria che oggi non si sente più parte di questa Italia. Se doveste scegliere altrimenti, di non impegnarvi, vi posso garantire che ci vedremo in corrispondenza delle prossime elezioni regionali a febbraio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Durante le varie illustrazioni degli ordini del giorno, ma anche durante la discussione avvenuta per l'approvazione del “decreto Ristori”, questo Parlamento è intervenuto più volte sottolineando la necessità di prevedere adeguati e immediati ristori per tutte quelle categorie che lavorano in tutti quei territori che vivono di turismo invernale vacanziero. In questo periodo, tutte queste realtà, che sono molte e sono diverse perché stiamo parlando dei maestri di sci, stiamo parlando del settore alberghiero, dei rifugi, dei bar, dei ristoranti, delle guide alpine, degli stagionali, degli impianti di risalita di sci e di altri ancora, tutte queste attività sono state maggiormente colpite dall'emergenza sanitaria, e ad ora è ancora incerto l'avvio della stagione sciistica nei territori alpini e nelle zone degli Appennini. Questo sta causando un enorme danno economico a queste attività e a tutte le microaziende, che sono tantissime, che vivono di montagna e che sono il fulcro, sono il cuore pulsante di questi territori che necessitano di sostegno e di attenzione. Ne ha parlato prima anche la collega Fregolent e ne ha parlato anche la collega Porchietto, e anche lo stesso Governo, durante l'esame del “decreto Ristori”, accolse positivamente diversi ordini del giorno che chiedevano di andare verso questa direzione, tra cui anche un mio ordine del giorno, un ordine del giorno a mia prima firma.

Con questo ordin e del giorno che ho presentato - è il n. 9/2790-bis-AR/342 – aggiungo, invece, un passo ulteriore, cioè quello di prevedere adeguate risorse finanziarie a valere sul Recovery Fund, prevedendo, quindi, misure e interventi a favore delle politiche di coesione sociale e territoriale di tutte le aree di montagna. Chiedo al Governo di tener conto delle realtà di montagna, anche e soprattutto all'interno della pianificazione che darà attuazione al programma di Next Generation EU. La ripresa e la resilienza del Paese è imprescindibile da questi territori, che rappresentano un valore altissimo in termini di paesaggio, di cultura e di turismo per tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà.

Colleghi, chiederei cortesemente il rispetto alle distanze di sicurezza e anche maggior silenzio in Aula. Prego, onorevole Viviani.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, n. 9/2790-bis-AR/148, vogliamo impegnare il Governo a eliminare una stortura che, purtroppo, è nata nel “DL Agosto”, cioè l'aumento di 5 volte dei canoni demaniali, che ha coinvolto tutti i settori, soprattutto quelli della pesca e dell'acquacoltura. Vedete, se da una parte siamo soddisfatti, almeno parzialmente soddisfatti, perché è stato riformulato e depotenziato - è stato accolto un nostro emendamento in cui si riesce a creare una parvenza di ammortizzatore sociale per il mondo della pesca - e, quindi, andando a strutturare una richiesta che già avevamo presentato come primi firmatari nel progetto di legge sulla pesca, ora, se da una parte abbiamo quel risultato su cui possiamo dirci soddisfatti, anche perché è stato comunque abbracciato da tante forze politiche (ma è un intervento - fatemi dire - di cui speriamo i pescatori non vadano mai a usufruire, perché parliamo di situazioni di emergenza e quindi di momenti in cui non si lavora, di giornate perse che vanno naturalmente a essere ristorate), dall'altra parte, però, per il 2021 abbiamo una tassa certa, cioè l'aumento dei canoni demaniali.

Avevamo la speranza, dato che c'era stato promesso che questo sbaglio, questo comma 4 dell'articolo 100, venisse risolto - anche tanti colleghi della maggioranza comunque avevano abbracciato questa battaglia -, purtroppo il Governo non ha ascoltato questo grido d'allarme; quindi ci troveremo, col 2021 imminente, con una nuova tassa, con il canone quintuplicato. Parliamo, magari, di piccole imbarcazioni da pesca che si troveranno cinque volte la spesa che devono sostenere durante l'anno.

Perché chiediamo veramente un impegno immediato con questo ordine del giorno al Governo? Perché nel primo decreto si deve subito agire, perché i comuni, ragionevolmente, le autorità di sistema portuale, ragionevolmente, dato che è scritto in norma primaria, devono far rispettare questa legge e stanno già mandando lettere a pescatori e acquacoltori, che non possono in questo momento sostenere una spesa ulteriore; essi stanno già aspettando, purtroppo, i soldi, promessi dal Governo in tanti decreti, che non stanno arrivando al settore della pesca, quindi una nuova tassazione. Ciò sarebbe una stortura ulteriore, in quanto creiamo un Fondo, creiamo comunque un ammortizzatore, creiamo dei fondi per sostenere queste imprese (che comunque hanno garantito - continuo a sottolineare - un prodotto fresco e di qualità sulle tavole italiane, che anche durante la pandemia hanno continuato a lavorare, anche se con dei prezzi sicuramente inferiori, anche con delle flessioni di mercato, continuando a portare un prodotto fresco e genuino sulle nostre tavole), gli promettiamo dei soldi per un'emergenza, che però non arrivano; proprio perché i decreti attuativi non arrivano, gli rendiamo invece certa per il 2021 un'ulteriore tassa. Quindi, spero che il Governo possa accettare questo ordine del giorno ma, soprattutto, dato che sappiamo che gli ordini del giorno molte volte vengono disattesi, nel primo provvedimento possibile del 2021 immetta una proroga o, comunque, cancelli questa stortura che è il comma 4 dell'articolo 100, che ha dato questa nuova tassa per pescatori e acquacoltori (ma anche per tanti altri settori, arrivando in un momento in cui i comuni non erano pronti), con tante concessioni frazionate. Pensate che se uno che pagava 300-400 euro di concessione per dieci concessioni, adesso deve pagare cinque volte tanto, quindi veramente in maniera esponenziale! È una stortura che va corretta il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Siamo a illustrare un ennesimo ordine del giorno ma mi consenta, prima di entrare nel merito, appunto, di questo ordine del giorno numero n. 9/2790-bis-AR/87 a prima firma del sottoscritto, di fare una breve riflessione di carattere metodologico sugli ordini del giorno perché, per noi che siamo in quest'Aula, è un linguaggio di facile comprensione ma, dalla gente che ci guarda fuori da questo palazzo, spesso mi è stato chiesto: ma che cos'è un ordine del giorno? Beh l'ordine del giorno, in realtà, era uno strumento diciamo poco utilizzato, fino a qualche tempo fa. Perché? Perché le forze politiche discutevano a fondo di una legge, di un disegno di legge, si confrontavano con gli emendamenti. Da quando invece questo Governo utilizza lo strumento indiscriminato della fiducia su ogni singolo provvedimento legislativo - abbiamo perso il conto, ormai è un un'estrazione al Lotto: 37, 38, 39 fiducie, non sappiamo più neanche quante siano - l'ordine del giorno è l'unico strumento che noi abbiamo a disposizione. L'ordine del giorno che cos'è? È un impegno che noi chiediamo al Governo di assumere dopo l'approvazione di una legge. E allora, che valore ha questo impegno? Ha un valore legislativo? No, ha un valore di parola, è un impegno che le forze politiche che compongono il Governo assumono. Certo, se le forze politiche sono quelle…

PRESIDENTE. Onorevole Caiata, chiedo scusa. Colleghi!

Prego, onorevole Caiata.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, questa campanella era quasi natalizia.

Allora dicevo, sul valore dell'ordine del giorno, è un impegno di parola. È chiaro che la parola di chi aveva detto, a suo tempo, mai con i 5 Stelle, o il valore della parola di chi aveva detto mai MES, mai TAV, Ilva chiusa, eccetera, eccetera è chiaro che non lascia ben sperare sul valore concreto di questo impegno.

Entrando nel merito, noi abbiamo presentato un ordine del giorno che impegnia il Governo ad implementare l'organico della Polizia penitenziaria. Siamo sempre troppo bravi, noi italiani, a ricordarci degli eroi solamente nel momento in cui vivono un disagio o solamente nel momento in cui si verifica un disastro. Bene, ricordiamo tutti le rivolte nelle carceri e le difficoltà che hanno avuto tutti gli agenti di polizia penitenziaria per fronteggiare queste rivolte. In quel momento abbiamo espresso tutti solidarietà, vicinanza, affetto, l'impegno a dover incrementare e implementare una pianta organica che ormai è sottostimata da troppo tempo. La pianta organica della Polizia penitenziaria ha 41 mila unità; in effetti, manifesta un deficit di almeno 4 mila unità, per quello che sarebbe un impegno minimo, ma in realtà, secondo alcuni studi, manifesta un deficit di almeno altre 10 mila unità e, quindi, richiede ai nostri agenti impegni e sacrifici costanti per mantenere i turni. Ora, è vero che mi sembra che la politica di questo Governo sia più votata a svuotare le carceri che a rinforzare la Polizia penitenziaria, ma è pur sempre vero che dobbiamo dare un impegno di vicinanza a questo settore e a questo reparto. Per cui, chiediamo al Governo di emanare immediatamente i decreti ministeriali per implementare la pianta organica di questo settore grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

Onorevole Prisco? Eccolo lì. Sì, prego onorevole Prisco, benissimo lì. Perfetto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno pone all'attenzione di questo Parlamento un tema importante, che poi riguarda la vita di persone, di famiglie, che è quello delle cosiddette imprese minori, che detto così sembrano dei soggetti economici auto tutelati ma che, in realtà, sono persone fisiche, società di persone piccole, con fatturati minori, che poi sono negozianti, barbieri, le piccole società agricole, il meccanico che sta vicino a casa nostra, che sono un'ossatura importante del sistema produttivo nazionale e che sono stati quelli più colpiti, più ferocemente colpiti dall'emergenza sanitaria ed economica. Come è noto a quest'Aula, la legge di bilancio 2019 ha modificato il sistema fiscale anche per questo tipo di imprese, non consentendo di coprire le perdite con l'imposta dell'anno in corso. Questo significa che tu puoi non avere incassato, e non avere incassato per colpa e anche in conseguenza dell'emergenza sanitaria e delle chiusure disposte per decreto, ma le tasse le dovrai pagare lo stesso. Potrai semmai compensarle nelle annualità successive. Peccato che nelle annualità successive queste imprese rischiano di non esserci più. È per questa ragione che Fratelli d'Italia prova a portare all'attenzione di questa Camera la necessità di consentire anche a questo tipo di imprese, piccole imprese, persone che stanno nell'attività economica nazionale e che sono l'ossatura, anche di presidio, delle nostre città e sociale, di poter utilizzare la facoltà, se ritengono, ovviamente, di poter compensare le perdite che hanno avuto.

PRESIDENTE. Onorevole Prisco, mi scusi.

Io penso che l'onorevole Prisco abbia il diritto di poter illustrare il suo ordine del giorno (Applausi).

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, del richiamo. Dicevo che questo Parlamento - non è stato possibile in questo provvedimento, che è stato, per l'ennesima volta, posto alla votazione di questa Camera con la questione di fiducia - possa introdurre in un prossimo provvedimento normativo anche la facoltà per questa parte importante, quasi il 90 per cento, del nostro settore economico nazionale un regime fiscale che consenta anche di considerare le perdite nel regime fiscale del medesimo anno, così da evitare ai piccoli imprenditori, le persone fisiche o le società di persone che fanno impresa e che dovrebbero avere un sistema semplificato e deburocratizzato, di chiudere per dover pagare le tasse. Io credo che queste persone, che poi sono quelle che vivono accanto a noi, non si meritino questa fine. Credo che qualunque provvedimento, come questo che proponiamo, debba essere posto in essere per salvare quello che è il nostro vicino di casa ma anche, e soprattutto, l'ossatura e una parte fondamentale del nostro sistema produttivo nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Vicepresidente Rampelli. Ne ha facoltà.

Pregherei il rispetto delle distanze di sicurezza.

FABIO RAMPELLI (FDI). Ringrazio il Presidente Rosato. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, diciamo che intorno a questa legge di bilancio più volte è aleggiato il fantasma delle questioni epocali che stanno scandendo la riorganizzazione della società e che si affastellano intorno, in particolare, al Recovery Plan, come fosse un piccolo campo preso d'assalto da migliaia di api che devono fare rifornimento di nettare. La coperta sembra corta e noi abbiamo intravveduto una scarsa capacità dell'attuale Esecutivo di marcare le priorità. Se la coperta è corta, è fondamentale marcare le priorità.

Tra queste priorità, a nostro giudizio, c'è intanto una questione di carattere culturale generale che va trattata e sottolineata in maniera adeguata proprio perché il COVID sta snaturando alcune filiere. Noi abbiamo comunque l'obbligo morale di conservare quella struttura sociale e di relazioni che contraddistingue il nostro modello occidentale, definiamolo così per facilità di comprensione; il COVID, invece, ha accelerato tutti quei meccanismi che paradossalmente mettono in crisi queste nostre capacità relazionali. Nei nostri ordini del giorno ne abbiamo focalizzati diversi, abbiamo ascoltato diversi oratori sottolineare l'importanza di alcuni passaggi: tra questi c'è la necessità di presidiare le nostre piccole e medie imprese, il nostro sistema produttivo diffuso, le nostre partite IVA, i nostri professionisti.

C'è bisogno di investire sulle infrastrutture, c'è bisogno di puntare sulla promozione del made in Italy, ma soprattutto, proprio a causa degli strumenti che si sono andati modificando, dell'aggressione - chiamiamola così - del digitale, del web, dell'e-commerce, abbiamo una crisi che già era pronunciata prima del Coronavirus e oggi è una crisi che prende al collo letteralmente, per esempio, gli esercizi di vicinato, i negozi di strada, il commercio di prossimità. Attraverso il Recovery Plan noi dovremo tentare di dare ossigeno a queste realtà per evitare che ci sia una sorta di desertificazione, che non sarebbe soltanto una desertificazione di carattere economico o commerciale; diventerebbe una desertificazione insopportabile di tipo urbanistico, ci sarebbe un accentuato spopolamento dei borghi intorno alle grandi città, e sappiamo che in Italia i piccoli comuni sono oltre 8 mila.

È un patrimonio importante quello che dobbiamo cercare di salvaguardare da questa trasformazione in nuce, e quindi uno degli ordini del giorno che noi abbiamo presentato serve esattamente a questo, a chiedere che ci siano investimenti importanti, finanziamenti adeguati, per evitare che le periferie delle grandi città vengano prese d'assalto, vuoto per pieno, dalla criminalità organizzata; per evitare che tante luci, troppe luci, che già si sono spente nelle realtà della periferia e delle province italiane, non abbiano più un modo, risorse, ossigeno per riaccendersi.

E l'ultimo aspetto tra queste priorità che vorrei trattare è quello che riguarda, e concludo, la capitale d'Italia, su cui c'è un ordine del giorno specifico presentato da noi, a prima firma Giorgia Meloni, e serve non tanto a fare battaglie di tipo campanilistico, che lasciano il tempo che trovano, ma soprattutto a fornire una chiave di lettura per i sistemi complessi.

Se Roma Capitale torna a crescere, in buona sostanza avremo uno strumento in più per dare ossigeno all'economia italiana e in modo particolare all'economia del Centro-Sud. Questi alcuni argomenti trattati nella sessione di bilancio; ne ho riassunti in particolare due, corrispondenti a due ordini del giorno.

PRESIDENTE. È così esaurita la fase di illustrazione degli ordini del giorno.

In ricordo dell'onorevole Enrico Ferri.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi, lo scorso 17 dicembre si è spento, all'età di 78 anni, dopo una lunga malattia, Enrico Ferri, padre del nostro collega Cosimo Maria, membro di questa Camera nella XI legislatura, componente del Consiglio superiore della magistratura, deputato al Parlamento europeo, Ministro della Repubblica.

Nato a La Spezia il 17 febbraio del 1942, laureato in giurisprudenza, superò, molto giovane, il concorso in magistratura. Nominato nel 1971 pretore a Pontremoli, strinse con questa cittadina un profondissimo legame, che sarebbe durato per tutta la sua vita e che lo avrebbe portato a diventarne sindaco nel 1990, per circa 15 anni.

Le opere infrastrutturali, i restauri da lui voluti e le numerose iniziative da lui promosse - tra cui i convegni del Centro lunigianese di studi giuridici, che hanno visto la presenza delle più importanti figure del mondo scientifico e delle istituzioni - hanno fatto di Pontremoli un importante centro culturale a livello nazionale.

Ministro dei Lavori pubblici nel Governo De Mita, presentò alle Camere e si impegnò per la definitiva approvazione della legge volta a favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici e fu tra i primi a introdurre nel dibattito pubblico il rilevante tema, tuttora di grande attualità, della sicurezza stradale attraverso importanti misure, quali l'anticipazione dell'entrata in vigore dell'obbligo delle cinture di sicurezza e, soprattutto, l'introduzione del limite di velocità in autostrada a 110 chilometri orari.

Eletto alla Camera dei deputati nel 1992, presidente del gruppo del Partito Socialista Democratico Italiano, nel corso della sua intensa attività parlamentare ha dato un fondamentale contributo, anche attraverso la presentazione di un'iniziativa legislativa a sua prima firma, all'elaborazione e alla definitiva approvazione della legge che ha introdotto nel nostro ordinamento l'elezione diretta del sindaco. Si è trattato di un'innovazione che ha provocato forti cambiamenti nella vita politica delle amministrazioni locali e che ha prodotto effetti anche a livello nazionale, generando una nuova consapevolezza del ruolo degli enti locali e dei loro amministratori e divenendo spesso modello per future proposte di riforma istituzionale.

Con la morte di Enrico Ferri scompare un uomo di profonda cultura giuridica, intelligente e brillante, un politico competente, ma soprattutto generoso, che nel corso della sua attività si è sempre prodigato, con passione e convinzione, per la crescita economica e culturale della sua terra e per il bene del Paese e di cui in molti ricordano la grande umanità e altruismo.

Desidero esprimere, anche a nome di tutta l'Assemblea, al nostro collega e ai familiari la più sentita partecipazione al loro dolore. Invito l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Ha chiesto di intervenire il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (IV). Grazie, Presidente. Il 17 dicembre ci ha lasciato Enrico Ferri, l'ex Ministro dei Lavori pubblici negli anni 1988-1989, magistrato, membro del CSM, sindaco, politico, deputato al Parlamento italiano e a quello europeo, una lunga carriera impegnata e movimentata. Ma verrà ricordato da tanti italiani per avere adottato il limite di velocità di 110 chilometri orari in autostrada; detto così, ai nostri giovani può sembrare una cosa semplice, uno dei tanti provvedimenti che i Governi adottano, ma in realtà la vicenda fu molto più complessa e rappresentò una vera rivoluzione per i costumi dell'epoca.

Erano gli anni in cui vi era la possibilità di correre liberamente in autostrada. Ho avuto occasione di conoscere il Ministro Ferri nel maggio del 1988. A seguito di una direzione della Legambiente, Ermete Realacci e Paolo Gentiloni avanzarono l'idea di fare una campagna per l'introduzione di nuovi limiti di velocità in occasione dell'imminente esodo estivo di agosto; idea bella, ma ambiziosa e di difficile realizzazione per i costumi del Paese e per i tempi. Si decise così di chiedere un appuntamento al Ministro dei Lavori pubblici Ferri.

C'era poco tempo ed erano gli anni in cui i Ministri, soprattutto quelli dei Lavori pubblici, non davano facilmente appuntamenti. Il Ministro Ferri invece ci diede l'appuntamento, se non sbaglio era il mese di giugno. Ricordo come fosse oggi quell'incontro: il Ministro ci ricevette; dinanzi alla nostra idea di imporre il limite di 110 chilometri orari per l'esodo estivo, che sarebbe stato poche settimane dopo, non ci rise in faccia, ma anzi, rimase pensieroso ad ascoltare e ci disse che l'idea gli sembrava sensata, sia dal punto di vista della tutela delle vite umane sia da quello ambientale. All'epoca l'esodo di agosto era ancora un vero esodo: le città si svuotavano completamente, le fabbriche e gli uffici chiudevano, milioni di macchine si mettevano in strada e gli incidenti si moltiplicavano. E così nacque l'introduzione del limite dei 110 chilometri orari in autostrada, nell'agosto 1988.

Ma non fu un percorso facile, e soprattutto non fu semplice farlo divenire legge, e quindi valido non solo per l'esodo dell'estate del 1988, ma per tutti gli anni a seguire. Ferri fu bravo e risoluto, e non guardò in faccia a nessuno, né alla politica né alle grandi aziende automobilistiche. Qualche mese dopo a La nuova ecologia giunse una lettera del Ministro Ferri sul dibattito sui limiti di velocità, e qui vorrei ricordare la chiusa: “Per affrontare più serenamente e con maggior rispetto la vita ci vuole coraggio. Anche per mantenere una limitazione della velocità, nella quale crede la maggior parte degli italiani, sembra ci voglia coraggio, anche se dovrebbe essere un comportamento politico scontato”. Ecco, il magistrato, Ministro, politico Enrico Ferri non era un uomo dalle scelte scontate (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, rispetto all'onorevole Enrico Ferri probabilmente ad occhio potrebbero dividermi tante cose: una generazione diversa, storie politiche e culture politiche diverse. Quando Enrico Ferri in quest'Aula rappresentava il Partito socialdemocratico erano gli anni difficili in Italia del 1992, 1993, 1994, gli anni in cui la mia generazione si avvicinava alla destra perché aveva visto i ragazzi del Fronte della Gioventù che facevano fuori da questa stanza i girotondi, il primo girotondo, “Arrendetevi, siete circondati”. Potrebbero sembrare tante le cose che ci dividono. Invece ho avuto la fortuna di conoscere Enrico gli anni in cui ha fatto una politica nel centrodestra, ma soprattutto tramite i figli: non soltanto Camilla o Cosimo, con cui mi divide qui in quest'Aula un emiciclo e poco più, ma ho avuto la fortuna con Jacopo di dividere i banchi in consiglio regionale della Toscana, conoscere una famiglia, quella anche dell'impegno di Filippo, il miglior poliziotto che si sia mai visto a Firenze. Una famiglia impegnata sul territorio, una famiglia capace di rappresentare una politica vera, una politica che oggi è un po' andata via di moda.

Io credo che per noi toscani Ferri non sia il ministro dei 110: Ferri per noi toscani è la Lunigiana: non soltanto nei 14 anni da sindaco di Pontremoli o nei 2 da vicesindaco, ma è la Lunigiana e non soltanto a Pontremoli. È la Lunigiana a prescindere, perché è quella politica fatta di territorio, di chilometri, di rapporti veri, di sudore e di cervello, di scarpe consumate, di ogni famiglia in ogni casa che ha avuto modo di parlarci, di spiegargli le sue difficoltà, i suoi sogni, le sue aspirazioni. Quella politica che può anche cambiare gli schieramenti: in anni di bipolarismo muscolare, una famiglia, la famiglia di Enrico, che riusciva a parlare tranquillamente con qualsiasi amministrazione pensando al bene della Lunigiana. Ebbene, questo è un tipo di politica che ci unisce, una politica con la “P” maiuscola, non fatta di slogan ma fatta di profondità.

E io quindi sono qui a ringraziare Enrico Ferri e a dare la mia vicinanza e solidarietà a tutta la famiglia, non soltanto per l'impegno istituzionale, ma anche per l'esempio, nonostante le profonde diversità delle idee e magari delle storie che ci appartengono, ma per l'esempio di una politica che dobbiamo riuscire a tramandare anche attraverso le generazioni, perché è una politica fatta di territori e cervello (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Presidente, ricordare oggi in quest'Aula Enrico Ferri non significa soltanto ricordare un deputato, un magistrato e un politico che ha ricoperto, come è stato già ricordato, prestigiosi ruoli, come quello di Ministro dei lavori pubblici, di europarlamentare; direi soprattutto di sindaco di Pontremoli, cittadina che peraltro amò tantissimo, nella quale, come i colleghi stanno ricordando adesso, seppe imprimere…

PRESIDENTE. Onorevole Provenza, mi scusi, deve cambiare microfono, perché… Grazie. Mi scusi.

NICOLA PROVENZA (M5S). Dicevo, seppe imprimere una svolta non solo da un punto di vista politico ma anche da un punto di vista culturale.

Però penso che significhi per me, ma anche per noi qui in quest'Aula oggi, onorare la figura di un gentiluomo della politica, che seppe farsi apprezzare; e per questo dobbiamo ricordarlo con stima, con gratitudine, come un uomo perbene, un uomo serio, che però non rinunciò anche alla leggerezza, all'ironia, che forse, come molti ricorderanno, era testimoniata da questo punto di vista dal Paperino che portava all'occhiello della giacca. Ebbe coraggio nella sua azione politica anche di andare controcorrente, come è stato ricordato, rispetto al rilancio della cultura della sicurezza stradale in Italia, ma direi soprattutto lasciandosi ispirare nella sua azione politico-parlamentare della sua vocazione europeista. Questa è l'occasione, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle e mio personale, di rinnovare la nostra vicinanza al collega Cosimo Ferri e a tutta la sua famiglia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Presidente, chi era Enrico Ferri? Era una persona perbene, era un magistrato d'altri tempi, serio, rigoroso, mai feroce persecutore di persone, semmai segugio di reati. Un giurista curioso e raffinato, un uomo buono e naturalmente incline ad aiutare il prossimo. Era un politico sui generis, eclettico e vulcanico: negli anni in cui ebbi il privilegio di frequentarlo, ne ho sempre colto la grande sensibilità e la sua smisurata disponibilità all'ascolto. Oserei dire che l'ascolto dell'altro era la cifra del suo impegno politico: l'ascolto del debole, del diverso; e ascoltava per conoscere, per comprendere, per capire e poi fare sintesi.

Lo ricordiamo tutti come il Ministro dei 110 all'ora: certo, certo, fu anche questo, ma in realtà fu un vero riformista, un vero riformista moderno e liberale. In quei tempi si occupò insieme di sicurezza stradale e di tutele ambientali. Fu intrepido e valoroso, ambientalista moderno ed anche antesignano di quel pragmatismo di Governo da tutti apprezzato. Non finivano mai quelle lunghe ed appassionante discussioni sui temi a lui cari dei diritti civili, alimentati sul piano tecnico-giuridico in quel cenacolo di giuristi che ogni anno riuniva a Pontremoli, creando il Centro lunigianese di studi giuridici.

Collaborai con lui quando mi volle accanto da Ministro dei lavori pubblici del Governo De Mita. Con lui facemmo un tratto di strada politica importante, io segretario nazionale dei Giovani socialdemocratici, e lui prima deputato del PSDI, poi presidente di gruppo, poi segretario nazionale ed infine parlamentare europeo. Dicevo sui generis perché non alzava muri, Presidente, non costruiva steccati, non individuava nemici: semmai lavorava in modo indefesso per costruire ponti, condivisioni, mediazioni di ragionevolezza e di equilibrio.

Alla signora Lucia, ai figli Filippo, Cosimo nostro autorevole collega, al nostro Jacopo, a Camilla, le nostre sentite condoglianze ed il “grazie” del gruppo di Forza Italia per quanto questo marito e questo grande papà ha fatto per il nostro Paese, ed anche per quelli che come me erano giovani, erano socialisti, erano riformisti, erano liberali, ma soprattutto eravamo innamorati della politica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Grazie, Presidente. Non mi soffermerò sull'impegno istituzionale e professionale che ha avuto Ferri, anche perché è stato rimarcato e sottolineato da lei e dagli interventi che mi hanno preceduto, farò riferimento all'impegno politico che ha avuto, come preminente esponente del Partito Socialista Democratico, nel quale ho mosso, quale giovane militante, i primi passi del mio impegno politico. All'epoca, fui spinto da mio padre, che era socialdemocratico, fin dal dopoguerra, quando, a seguito della scissione di Palazzo Barberini, l'11 gennaio del 1947, nacque, grazie all'impegno di Giuseppe Saragat, il partito del sole nascente; e fu proprio grazie a mio padre che ebbi la fortuna e l'onore di conoscere Enrico Ferri quando era Ministro, ben prima di poter solo immaginare che un giorno il mio impegno politico mi avrebbe portato alla responsabilità di sedere in Parlamento. Ferri è stato un punto di riferimento politico e umano, come lo è stato Michele Di Giesi, per la mia Puglia e per tanti di noi che, giovani in quegli anni, si andavano formando intorno ai valori della socialdemocrazia e al simbolo del sole nascente. Riformismo e giustizia sociale: questi erano i principi cardine dell'ideologia e dell'impegno politico, che avevano, come principale fautore, Giuseppe Saragat. Ebbene, oggi il Partito Democratico incarna quegli stessi valori, di cui Enrico è stato inflessibile difensore, cercando di essere sempre all'altezza delle grandi tradizioni di pensiero che hanno preceduto e ispirato la formazione della nostra comunità politica. Un grazie, dunque, ad Enrico Ferri e un saluto commosso per la sua scomparsa. Esprimo, quindi, tutto il mio cordoglio alla sua famiglia e un abbraccio affettuoso al collega Cosimo, col quale ho avuto la fortuna di condividere un percorso politico, nella convinzione che i buoni insegnamenti di un padre sopravvivono al dolore e alla tristezza per la sua perdita (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lolini. Ne ha facoltà.

MARIO LOLINI (LEGA). Grazie, Presidente, colleghi. A nome della Lega, desidero porgere ai familiari le nostre più sentite condoglianze. Personalmente ho conosciuto l'allora Ministro Ferri, un uomo che ha potuto e che ha dovuto credere nella sua terra, come conterraneo, nella nostra Toscana; ha creduto nella sua terra ed è diventato, oltre a già Ministro ed eurodeputato, sindaco della città di Pontremoli. Qui abbiamo conosciuto i valori di questo uomo, soprattutto il valore di mitezza, il valore di solidarietà e soprattutto la sua generosità. Per questo, siamo qui a ricordarlo tutti insieme, e ricordiamo la figura di una persona perbene (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Cosimo sa che con suo papà eravamo amici. Enrico Ferri era una persona colta, gentile, ironica, di grande simpatia umana. Ci eravamo incrociati da colleghi una prima volta nel 1992 alla Camera dei deputati e poi amici nel periodo della mia presidenza all'Autocisa, dal 1998 in poi. Lui era il sindaco di Pontremoli, dov'era molto amato e mi volle, tra l'altro, alla vicepresidenza del premio letterario di Pontremoli, per quella frequentazione così forte che lui aveva con il mondo della cultura.

Sono stato, ovviamente, più volte a Pontremoli, dove il sindaco aveva attrezzato un parco giochi, con una sorta di mini viabilità per educare i bambini all'educazione stradale. Mi fa piacere ricordarlo con grande affetto e amicizia, con un gesto parlamentarmente dovuto, che mi riporta indietro ad un vissuto della politica che merita di essere ricordato e di cui Enrico Ferri è stato un esponente importante (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto esprimiamo la nostra vicinanza al collega Cosimo e alla famiglia per la scomparsa di Enrico Ferri. È già stato detto dai colleghi molto; io aggiungerò alcuni aspetti, che spesso sono considerati secondari, e sono quelli del consenso. Ferri entrò in politica relativamente tardi, a 46 anni, nel 1988, diventando Ministro dei Lavori pubblici nel Governo De Mita, in quota al Partito Socialdemocratico; si candidò al Parlamento europeo e lì dimostrò di essere un uomo molto popolare. La battaglia sui 110 chilometri all'ora divise all'epoca il Paese e lui divenne, diciamo, il rappresentante di una parte significativa dell'opinione pubblica e questo è testimoniato dai dati delle preferenze. Lui fu eletto nel Parlamento europeo nelle liste del PSDI nel 1989, nella circoscrizione del Nord-Ovest, con oltre 34.000 preferenze, e riconfermato poi nel 1994, cosa che non è riportata da tutti, quando il Partito Socialdemocratico ottenne soltanto lo 0,7 per cento nella circoscrizione dell'Italia meridionale con 22.000 preferenze. Nel frattempo, era stato eletto deputato e capogruppo del PSDI - come ha ricordato il Presidente Rosato nella sua prolusione -, eletto a Milano nelle liste socialdemocratiche con quasi 12.000 preferenze. Fu poi segretario del PSDI nel 1993-1994 e quindi dovette gestire la fase del declino, della fine, diciamo, del Partito Socialdemocratico come soggetto politico e, in fondo, la divisione che si compì nel 1989 tra le due anime, che convissero nei socialdemocratici dal 1947 fino al 1989; un'anima più a sinistra e quella più legata alla cultura liberale e socialista moderata, che poi confluì - e non a caso lui fece lo stesso percorso - in Forza Italia.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 13,48)

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiudo, ricordando il suo impegno da sindaco e, da questo punto di vista, lui non fu un teorico, ma fu un uomo pratico, attento alle cose concrete. Da questo punto di vista, la testimonianza di affetto che Pontremoli ha dimostrato al suo funerale credo che sia la migliore testimonianza di quanto la sua capacità di stare sul territorio e di essere sindaco della sua città ed espressione della Lunigiana gli sia riconosciuto da tutti, indipendentemente dagli orientamenti politici (Applausi).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 13,48).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2790-bis-A/R: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 e relativa Nota di variazioni.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2790-bis-A/R)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno. Prego, sottosegretario Baretta.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/1 Fioramonti e n. 9/2790-bis-AR/2 Rossini: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/3 Sani, parere favorevole con riformulazione, nel senso di premettere all'impegno la clausola: “a valutare l'opportunità”. Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/4 Pentangelo, n. 9/2790-bis-AR/5 Saccani Jotti, n. 9/2790-bis-AR/6 Porchietto e n. 9/2790-bis-AR/7 Aprile: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/8 Longo, la seguente riformulazione sostituisce l'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere modifiche in merito alla ripartizione delle nuove assunzioni, anticipandone, quanto prima, la maggior parte di esse”.

PRESIDENTE. Sottosegretario, le chiedo di indossare correttamente la mascherina.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Mi scusi. Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/9 Bologna e n. 9/2790-bis-AR/10 Zennaro, parere favorevole.

Per l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/11 Lapia, si propone la riformulazione: “valutando di prevedere”, invece che valutando l'opportunità; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/12 De Giorgi favorevole, premettendo “nei limiti dei vincoli di bilancio”; n. 9/2790-bis-AR/13 Giannone favorevole al primo impegno a condizione che si scriva “valutare l'opportunità di istituire” e siano soppresse le seguenti parole “dal valore di 3 milioni di euro per il biennio 2021 e 2022”, parere contrario al secondo impegno; n. 9/2790-bis-AR/14 Colucci invito al ritiro oppure parere contrario; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/15 Lupi raccomandazione; n. 9/2790-bis-AR/16 De Maria “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/17 De Toma favorevole se si inserisce “a valutare l'opportunità” e si elimina la quarta premessa; n. 9/2790-bis-AR/18 Battilocchio “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/19 Mazzetti “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/20 Fasano premettere “a considerare la possibilità di prevedere”; n. 9/2790-bis-AR/21 Rospi “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/22 Berardini “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/23 Plangger favorevole; n. 9/2790-bis-AR/24 Piera Aiello “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/25 Incerti “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/26 Novelli “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/27 Magi riformulazione: “impegna il Governo a valutare la predisposizione di un piano per la vaccinazione del personale che opera negli istituti penitenziari e dei detenuti, nel quadro della programmazione nazionale”; n. 9/2790-bis-AR/28 Ciampi favorevole; n. 9/2790-bis-AR/29 Tondo riformulazione: “a considerare la possibilità di adottare tutte le iniziative utili per continuare a dare il giusto rilievo” ed eliminare le parole “in tutto l'ampio spettro della risposta alla grave crisi pandemica ed economica a partire dai prossimi interventi di urgenza”, nonché le parole da “nonché a colmare una grave lacuna” fino alla fine; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/30 Nitti “valutare l'opportunità”, n. 9/2790-bis-AR/31 Lombardo favorevole; n. 9/2790-bis-AR/32 La Marca favorevole; n. 9/2790-bis-AR/33 Quartapelle Procopio favorevole; n. 9/2790-bis-AR/34 Casciello raccomandazione; n. 9/2790-bis-AR/35 Aprea riformulazione: “al fine di promuovere il coding nelle scuole”; n. 9/2790-bis-AR/36 D'Ettore “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/37 Angiola “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/38 Tasso parere favorevole; n. 9/2790-bis-AR/39 Borghese favorevole se riformulato espungendo le parole da “porre rimedio” fino a “utile”; n. 9/2790-bis-AR/40 Mura favorevole; n. 9/2790-bis-AR/41 Viscomi favorevole premettendo ad ogni impegno “a valutare l'opportunità, nei limiti dei vincoli di bilancio”; n. 9/2790-bis-AR/42 Carla Cantone “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/43 Lacarra “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/44 Ermellino favorevole; n. 9/2790-bis-AR/45 Siani favorevole; n. 9/2790-bis-AR/46 Rizzo Nervo favorevole; n. 9/2790-bis-AR/47 Bordo riformulazione: “impegna il Governo, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili e della dotazione organica esistente, a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/48 Campana favorevole; n. 9/2790-bis-AR/49 Carnevali espungere il periodo da “finalizzare” fino a “bilancio per”; n. 9/2790-bis-AR/50 Frate “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/51 Pini favorevole; n. 9/2790-bis-AR/52 Giacomoni riformulazione, sostituire l'impegno con il seguente: “impegna il Governo a monitorare gli effetti applicativi della disposizione citata in premessa e conseguentemente, ove dovesse essere necessario, a valutare l'opportunità di individuare le risorse destinate a potenziare le nuove forme di incentivazione fiscale del risparmio, in analogia con quanto previsto per i piani individuali di risparmio, al fine di accelerare l'evoluzione della fase emergenziale del Patrimonio Rilancio in base ai principi del Temporary framework”; n. 9/2790-bis-AR/53 Cannatelli favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere che l'assenza dal lavoro equiparata a ricovero ospedaliero venga esplicitamente esclusa, sia dal settore pubblico che privato, dal computo del periodo di comporto”; n. 9/2790-bis-AR/54 Fitzgerald Nissoli invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790-bis-AR/55 Mulè accolto; n. 9/2790-bis-AR/56 Zangrillo invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790-bis-AR/57 Polverini invito al ritiro o parere contrario, n. 9/2790-bis-AR/58 Ruffino “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/59 Dall'Osso riformulazione: “valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei limiti di competenza”; n. 9/2790-bis-AR/60 Barelli “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/61 Brambilla “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/62 Paolo Russo “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/63 D'Attis “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/64 Siragusa riformulazione: premettere “a valutare l'opportunità di” e sostituire “entro l'anno 2021” con l'inciso “una volta stanziate le necessarie risorse”; n. 9/2790-bis-AR/65 Conte “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/66 Stumpo favorevole, n. 9/2790-bis-AR/67 Muroni “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/68 Pastorino “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/69 Fratoianni invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790-bis-AR/70 Fornaro invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790-bis-AR/71 Torromino riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le misure necessarie e anche di carattere normativo per la realizzazione della strada statale n. 106 Ionica tra Crotone e Catanzaro, valutando la possibilità di procedere alla nomina del presidente della regione Calabria quale commissario straordinario”; n. 9/2790-bis-AR/72 Cannizzaro “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/73 Caon favorevole; n. 9/2790-bis-AR/74 Spena “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/75 Squeri “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/76 Sandra Savino “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/77 Giacometto favorevole; n. 9/2790-bis-AR/78 Anna Lisa Baroni “valutare l'opportunità; n. 9/2790-bis-AR/79 Polidori invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790-bis-AR/80 Baldini “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/81 Nevi “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/82 Piccoli Nardelli favorevole; n. 9/2790-bis-AR/83 Gemmato favorevole; n. 9/2790-bis-AR/84 Zucconi invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790-bis-AR/85 Foti inserire “a valutare l'opportunità” prima di ogni punto del dispositivo; n. 9/2790-bis-AR/86 Cirielli invito al ritiro o parere contrario; n. 9/2790-bis-AR/87 Caiata riformulazione: “impegna il Governo a compiere le attività necessarie per il completamento delle attività concernenti la definizione delle piante organiche della Polizia penitenziaria”; n. 9/2790-bis-AR/88 Lollobrigida riformulazione: “valutare l'opportunità di prevedere, in uno dei prossimi provvedimenti sottoposti all'esame del Parlamento, misure in favore dei professionisti e degli iscritti alla gestione speciale AGO, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e con interventi già previsti in favore degli autonomi e dei professionisti”; n. 9/2790-bis-AR/89 Deidda “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/90 Prisco alla quarta premessa eliminare le parole “ingiusta e dannosa” e la riformulazione degli impegni con “valutare l'opportunità di ridurre la pressione fiscale e contributiva delle imprese”; n. 9/2790-bis-AR/91 Albano riformulazione: dopo la parola “esclusioni” aggiungere “o rimodulazioni”; n. 9/2790-bis-AR/92 Meloni sul quinto impegno “potenziare i servizi” ed espungere quindi “di individuare le risorse necessarie”, sul resto va bene; n. 9/2790-bis-AR/93 Caretta raccomandazione; n. 9/2790-bis-AR/94 Ciaburro favorevole; n. 9/2790-bis-AR/95 Mollicone raccomandazione; n. 9/2790-bis-AR/96 Silvestroni “valutare l'opportunità”; n. 9/2790-bis-AR/97 Donzelli invito al ritiro o parere contrari; n. 9/2790-bis-AR/98 Frassinetti “valutare l'opportunità”;

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/99 Bucalo, raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/100 Rotelli, “valutare l'opportunità”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/101 Osnato e n. 9/2790-bis-AR/102 Butti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/103 Bignami, “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/104 Delmastro Delle Vedove, invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/105 Galantino, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/106 Trancassini, invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/107 Rizzone, si propone la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la proroga” e, nel secondo impegno: “valutare la possibilità di istituire”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/108 Benigni, parere favorevole, con “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/109 Sorte, parere favorevole, con riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/110 Silli e n. 9/2790-bis-AR/111 Pedrazzini si propone la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità”. L'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/112 Gagliardi è accolto. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/113 Bellucci, nel terzo impegno: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/114 Maschio, “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/115 Lucaselli, parere contrario sul primo impegno e accolto come raccomandazione sul secondo e sul terzo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/116 Ferro, riformulazione: “impegna il Governo a valutare, esaminato il quadro normativo vigente, anche europeo e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'adozione delle più opportune iniziative volte a”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/117 Varchi, riformulazione: “impegna il Governo a proseguire nella definizione di attività istruttorie poste in essere per l'elaborazione di una soluzione normativa che in tempi brevi assicuri l'adozione di una disciplina che delinei lo statuto giuridico ed economico dei magistrati onorari, nel rispetto del quadro normativo costituzionale ed eurounitario”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/118 Rampelli, riformulazione: “impegna il Governo a valutare, esaminato il quadro normativo vigente anche europeo e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'adozione delle più opportune iniziative volte a”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/119 Rizzetto, si formula un invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/120 Costa, riformulazione: “impegna il Governo, anche al fine di consentire lo smaltimento dell'arretrato determinato dalla sospensione dei provvedimenti in conseguenza della crisi socio-economica e sanitaria da COVID-19, a valutare ogni opportuna iniziativa volta a razionalizzare le concessioni di incarichi in posizioni di fuori ruolo in favore dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, nonché di avvocati dello Stato”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/121 Angelucci, “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/122 Biancofiore, invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/123 Versace, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/124 Pezzopane, riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di disporre alcune proroghe per i territori colpiti da sismi e, in particolare, la proroga delle agevolazioni di natura tariffaria per i titolari di utenze di immobili inagibili; la proroga dell'esenzione Irpef, di cui all'articolo 48, comma 16, primo periodo, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229; la proroga dell'esclusione, ai fini dell'accertamento ISEE, del reddito relativo agli immobili inagibili; la proroga del credito d'imposta di cui all'articolo 18-quater del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, convertito in legge, con modificazioni, ai sensi della legge 7 aprile 2017, n. 45, per investimenti, impianti, macchinari e attrezzature”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/125 Schirò, riformulazione: dopo: “non appena le condizioni della crisi pandemica lo consentiranno”, aggiungere: “e assicurando al MAECI adeguate risorse umane e finanziarie”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/126 Soverini, riformulazione: sostituire: “una quota minima di 150 mila euro”, con la seguente: “adeguate risorse finanziarie per investimenti”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/127 Lattanzio, n. 9/2790-bis-AR/128 Braga e n. 9/2790-bis-AR/129 Gelmini, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/130 Mantovani, riformulazione: favorevole ad impegnare e prorogare di dodici mesi tutti gli sgravi contributivi per i contratti di apprendistato e ad erogare per 12 mesi al limite dei trent'anni. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/131 Montaruli, “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/132 Bartolozzi, riformulazione: “impegna il Governo, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili e della dotazione organica esistente, a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/133 Miceli, riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le agenzie di sicurezza private (codici Ateco 80.20.00 servizi connessi ai sistemi di vigilanza; 80.30.00 servizi investigazione privata; 81.10.00 servizi integrati di gestione degli edifici) tra le imprese beneficiarie dei provvedimenti adottati nell'interesse delle aziende in difficoltà”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/134 Bonomo e n. 9/2790-bis-AR/135 Bagnasco, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/136 Gusmeroli, raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/137 Molinari, parere contrario sul primo impegno e favorevole sul secondo. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/138 Vanessa Cattoi, “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/139 Bitonci, si formula un invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/140 Zordan, “valutare l'opportunità” e sostituire le parole: “1 per cento”, con: “da una quota parte”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/141 Morelli, riformulazione: “valutare l'opportunità, prevedendo l'inserimento di uno specifico richiamo alla salvaguardia, di cui all'articolo 35 del decreto-legge n. 76 del 2020”. Qui va riformulato. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/142 Zanella, si formula un invito al ritiro. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/143 Giacometti, n. 9/2790-bis-AR/144 Lolini, n. 9/2790-bis-AR/145 Loss, n. 9/2790-bis-AR/146 Bubisutti, n. 9/2790-bis-AR/147 Liuni, n. 9/2790-bis-AR/148 Viviani, n. 9/2790-bis-AR/149 Durigon, n. 9/2790-bis-AR/150 Comaroli, n. 9/2790-bis-AR/151 Garavaglia, n. 9/2790-bis-AR/152 Molteni e n. 9/2790-bis-AR/153 Turri, si propone la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/154 Gava, “valutare l'opportunità” ed inserire “nell'ambito delle risorse disponibili”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/155 Golinelli, “valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/156 Saltamartini, sostituire le parole: “diretti a ristabilire equità tra le”, con le seguenti: “a favore delle”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/157 Caparvi, n. 9/2790-bis-AR/158 Bellachioma e n. 9/2790-bis-AR/159 Patassini, si propone la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/160 Marchetti, “valutare l'opportunità e compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/161 Lucchini, n. 9/2790-bis-AR/162 Valbusa e n. 9/2790-bis-AR/163 Cavandoli, si propone la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/164 Paternoster, “valutare le opportune iniziative”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/165 Ferrari, n. 9/2790-bis-AR/166 D'Eramo e n. 9/2790-bis-AR/167 Fiorini, si propone la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità”. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/168 Guidesi e n. 9/2790-bis-AR/169 Pettazzi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/170 Toccalini, “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/171 Dara, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/172 Lucentini e n. 9/2790-bis-AR/173 Furgiuele, si propone la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità”. Gli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/174 Minardo, n. 9/2790-bis-AR/175 Capitanio, n. 9/2790-bis-AR/176 Tombolato, n. 9/2790-bis-AR/177 Gastaldi e n. 9/2790-bis-AR/178 Bianchi, sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/179 Racchella, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/180 Patelli, “valutare l'opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/181 Colmellere, parere favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/182 De Angelis e n. 9/2790-bis-AR/183 Sasso, sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/184 Bisa, la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare una modifica dell'articolo 590-bis del codice penale, al fine di introdurre la punibilità a querela di parte nella fattispecie di cui al primo comma della predetta disposizione del codice penale, limitatamente alle lesioni personali stradali gravi.”

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/185 Tateo, parere contrario sulle premesse e la seguente riformulazione sugli impegni: “impegna il Governo a proseguire nella definizione di attività istruttorie poste in essere per l'elaborazione di una soluzione normativa, che in tempi brevi assicuri l'adozione di una disciplina che delinei lo statuto giuridico ed economico dei magistrati onorari, nel rispetto del quadro normativo costituzionale ed eurounitario.”

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/186 Morrone, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/187 Gobbato, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/188 Fantuz, dopo le parole “della Guardia di finanza di Bergamo e di Roma Castelporziano” aggiungere le seguenti “della Scuola ufficiali dell'Arma dei carabinieri di Roma e di tutte le altre scuole ed istituti di formazione delle Forze armate, nonché della Scuola superiore di polizia di Roma.”

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/189 Zicchieri, “valutare l'opportunità”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/190 Boniardi e n. 9/2790-bis-AR/191 Pretto, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/192 Piccolo, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/193 Zoffili, la seguente riformulazione: “nei limiti delle risorse umane e finanziarie disponibili a legislazione vigente”

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/194 Formentini, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/195 Comencini, “valutare l'opportunità” ed espungere dalla parola “previsioni” fino a fine periodo.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/196 De Martini, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/197 Colla, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/198 Iezzi, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/199 Bordonali, espungere la prima premessa e riformulare la terza, togliendo dalle parole “al fine di” fino alle parole “ordine pubblico”, e sull'impegno espungere dalle parole “per espletare le funzioni” fino alla parola “anche”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/200 Fogliani, raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/201 Covolo, n. 9/2790-bis-AR/202 Frassini e n. 9/2790-bis-AR/203 Stefani, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/204 Cestari, invito al ritiro.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/205 Claudio Borghi e n. 9/2790-bis-AR/206 Ribolla, raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/207 Mugnai, n. 9/2790-bis-AR/208 Fragomeli e n. 9/2790-bis-AR/209 Dal Moro, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/210 Buratti, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/211 Gariglio, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/212 Moretto, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/213 Rostan, raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/214 Occhionero, n. 9/2790-bis-AR/215 Noja n. 9/2790-bis-AR/216 Marattin, n. 9/2790-bis-AR/217 De Filippo e n. 9/2790-bis-AR/218 Librandi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/219 Paita, parere favorevole con la seguente riformulazione “nei limiti dei vincoli di bilancio”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/220 Del Barba, n. 9/2790-bis-AR/221 Nobili, n. 9/2790-bis-AR/222 Mor, n. 9/2790-bis-AR/223 Bendinelli, n. 9/2790-bis-AR/224 Fregolent e n. 9/2790-bis-AR/225 Toccafondi, parere favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/226 Colaninno, n. 9/2790-bis-AR/227 Marco Di Maio, n. 9/2790-bis-AR/228 Vitiello e n. 9/2790-bis-AR/229 Gadda, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/230 Ungaro, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/231 Murelli, raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/232 Giaccone, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/233 Tiramani, raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/234 Di Muro, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/235 Potenti, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/236 Bruno Bossio, raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/237 Di Giorgi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/238 Elvira Savino, raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/239 Paolini, la seguente riformulazione: togliere le premesse e riformulare l'impegno come di seguito: “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della norma di cui all'articolo 26 della legge di bilancio: Interventi per il potenziamento infrastrutturale delle articolazioni penitenziarie”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/240 Rixi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/241 Maccanti, la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di attivare ogni misura necessaria alla tutela dei lavoratori”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/242 Napoli, raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/243 Trano e n. 9/2790-bis-AR/244 Carfagna, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/245 Pella, raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/246 Vietina, invito al ritiro.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/247 Romaniello e n. 9/2790-bis-AR/248 Roberto Rossini, “valutare l'opportunità”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/249 Giovanni Russo e n. 9/2790-bis-AR/250 Flati, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/251 Di Lauro, parere favorevole sostituendo le parole “corrente anno scolastico tramite protocollo” con le parole “corrente anno scolastico anche tramite protocollo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/252 Martinciglio, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/253 Currò, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/254 Gallo, invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/255 Sut, “valutare l'opportunità”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/256 Vallascas, n. 9/2790-bis-AR/257 Scanu e n. 9/2790-bis-AR/258 Masi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/259 Berti, la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di estendere la misura agevolativa “Resto al Sud” alle aree di crisi industriale complessa”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/260 Giarrizzo, n. 9/2790-bis-AR/261 Lorefice e n. 9/2790-bis-AR/262 D'Arrando, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/263 Termini, la seguente riformulazione: “equiparazione degli importi dell'indennità di accompagnamento concessa ai ciechi assoluti a quella dei grandi invalidi di guerra”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/264 Suriano, la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di utilizzare, nel quadro delle procedure e in linea con gli obiettivi della legge n. 125 del 2014,”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/265 Zolezzi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/266 Sarli, la seguente riformulazione: aggiungere “senza pregiudizio della ricerca scientifica”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/267 Trizzino e n. 9/2790-bis-AR/268 Ruggieri, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/269 Mammì, raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/270 Sportiello, n. 9/2790-bis-AR/271 Nesci, n. 9/2790-bis-AR/272 Ianaro, n. 9/2790-bis-AR/273 Cancelleri e n. 9/2790-bis-AR/274 Giuliodori, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/275 Del Monaco, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/276 Luciano Cantone, n. 9/2790-bis-AR/277 Emiliozzi, n. 9/2790-bis-AR/278 Grippa, n. 9/2790-bis-AR/279 Marino e n. 9/2790-bis-AR/280 Carinelli, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/281 Manzo, la seguente riformulazione: “nell'ambito delle risorse disponibili”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/282 Buonpane, raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/283 Maglione, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/284 Scagliusi, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/285 Raffa, raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/286 Serritella, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/287 Ficara, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/288 Maraia, “valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/289 Ascari, la seguente riformulazione: sopprimere le seguenti parole: “così come descritto in premessa”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/290 Adelizzi, n. 9/2790-bis-AR/291 Deiana, n. 9/2790-bis-AR/292 Perantoni, n. 9/2790-bis-AR/293 Iovino e n. 9/2790-bis-AR/294 Palmisano, parere favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/295 Carabetta e n. 9/2790-bis-AR/296 Varrica, “valutare l'opportunità”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/297 Vianello e n. 9/2790-bis-AR/298 Zanichelli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/299 Testamento, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/300 Terzoni, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/301 D'Uva, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/302 Galizia, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/303 Cimino, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/304 Barbuto, riformulazione: le parole “1 per cento” siano sostituite da: “quota parte”. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/305 Bella, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/306 Papiro, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/307 Battelli, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/308 Spadoni, raccomandazione; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/309 Misiti, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/310 Lovecchio, raccomandazione; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/311 Rizzo, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/312 Dori, invito al ritiro o parere contrario; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/313 Sodano, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/314 Alemanno, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/315 Parentela, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/316 Gallinella, “valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/317 Cillis, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/318 Marzana, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/319 Gagnarli, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/320 Cadeddu, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/321 Cassese, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/322 Del Sesto, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/323 Pignatone, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/324 Cominardi, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/325 Maurizio Cattoi, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/326 Segneri, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/327 Villani, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/328, Ciprini, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/329 Baldino, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/330 Barzotti, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/331 Amitrano, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/332 Costanzo, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/333 Businarolo, raccomandazione; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/334 D'Orso, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/335 Aresta, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/336 Corneli, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/337 Bilotti, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/338 Bruno, riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di destinare parte delle risorse previste per gli interventi straordinari di ampliamento e ammodernamento degli spazi destinati al lavoro dei detenuti alla realizzazione di locali, nonché delle risorse complessivamente destinate agli investimenti infrastrutturali degli istituti penitenziari, per consentire lo svolgimento di attività teatrali da parte dei detenuti e per la realizzazione di spazi comuni per lo sviluppo di percorsi artistici anche sperimentali volti all'inserimento lavorativo dei soggetti in esecuzione di pena, attraverso l'acquisizione di competenze artistiche, relazionali e professionali”.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/339 Ehm, riformulazione: sostituire il primo paragrafo con il seguente: “impegna il Governo a potenziare gli interventi di costruzione della pace, nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto, da parte delle ONG italiane, anche in linea con gli obiettivi della legge n. 125 del 2014; al secondo impegno, terza riga, riformulare: con i fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/340 Alaimo, raccomandazione; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/341 Di Sarno, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/342 Elisa Tripodi, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/343 Ilaria Fontana, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/344 Federico, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/345 Macina, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/346 Ripani, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/347 Galli, “valutare l'opportunità; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/348 Paolin, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/349 Locatelli, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/350 Lazzarini, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/351 Gerardi, “valutare l'opportunità”.

All'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/352 Anzaldi, espungere l'ultima premessa e riformulare così gli impegni: “ad adottare ogni iniziativa di competenza, nell'ambito dei prossimi provvedimenti legislativi e nei limiti delle risorse disponibili, idonea a garantire un assetto di sistema dei sostegni all'editoria che non penalizzi alcuna testata giornalistica, considerando primario interesse la tutela della libertà di informazione, tenendo conto che dietro ogni prodotto editoriale vi sono giornalisti e maestranze che meritano tutela ed attenzione”.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/353 Nardi, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/354 Sutto, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/355 Della Frera, “valutare l'opportunità”; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/356 Mandelli, raccomandazione; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/357 Cortelazzo, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/358 Fusacchia, riformulare aggiungendo all'impegno: “con organizzatori, movimenti federalisti europei” ed espungendo: “e dalla società civile”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/1 Fioramonti, su cui c'è un invito al ritiro; chiedo al proponente se c'è l'intenzione di ritirarlo, oppure lo mettiamo in votazione. Lo mettiamo in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/1 Fioramonti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, intanto, vi ricordo di mantenere il distanziamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/2 Emanuela Rossini: c'è un invito al ritiro. La proponente lo ritira? Altrimenti lo mettiamo in votazione.

Dichiaro aperta la votazione, parere contrario del Governo. Revoco la votazione. Collega Rossini, le chiedo… Lo ritira, d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/3 Sani, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/4 Pentangelo, n. 9/2790-bis-AR/5 Saccani Jotti¸ n. 9/2790-bis-AR/6 Porchietto e n. 9/2790-bis-AR/7 Aprile, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/8 Longo, favorevole con riformulazione. Viene accettata la riformulazione? Sì

Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/9 Bologna e n. 9/2790-bis-AR/10 Zennaro, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/11 Lapia, favorevole con riformulazione. Viene accettata? No. Ha chiesto di parlare la collega Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO). Non accetto la riformulazione, Presidente. Credetemi, a me sembra incredibile che, ancora oggi, quando è stato ritenuto inammissibile il mio emendamento, dove chiedevo l'aumento del Fondo per l'indennità degli OSS, oggi sono qui, ancora, a convincere questo Governo e questa maggioranza di occuparsi di quella categoria, che in sanità ritengo, oggi, la più debole. Perché è la più debole? Semplicemente perché non se ne occupa nessuno. Chi sono gli OSS? Gli OSS sono quegli operatori sanitari che, in prima linea, si occupano del paziente, quelli che si occupano dell'igiene del paziente, di nutrire il paziente, quelli che fanno quelle operazioni che fa una mamma con un bambino. Tutto questo per una retribuzione imbarazzante, con un sistema di istruzione a macchia di leopardo, costoso e difficoltoso. Abbiamo estrema necessità di questi operatori. Oggi vi chiedo di valorizzarli, oggi vi chiedo di offrire risorse per superare la frammentarietà della formazione degli OSS, una formazione professionale che ha un'esperienza avanzata arretrata nel nostro Paese. Vi chiedo un allineamento uguale a quello delle altre nazioni europee. Non dobbiamo, sottosegretario, “valutare l'opportunità di”: dobbiamo garantirla questa opportunità (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/11 Lapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/12 De Giorgi, viene accettata la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/13 Giannone, viene accettata la riformulazione? Ha chiesto di parlare la collega Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e ritengo indispensabile spiegarne il perché. Probabilmente, il sottosegretario, il Ministro e forse anche il Governo non conoscono, o fanno finta di non sapere, in che condizioni di costante violenza vivono migliaia e migliaia di donne in questo Paese. Solo un paio di mesi fa il Consiglio d'Europa ha ripreso l'Italia perché è preoccupata per l'alto numero di procedure per violenza domestica archiviate. Troppo spesso le indagini preliminari su questo tipo di reati si chiudono con un'archiviazione o con procedimenti che non vengono neanche attivati, perché le donne che denunciano non vengono credute o, almeno finché non arriva il momento che il maltrattante compie un gesto estremo. Per rinfrescare la memoria, ricordo gli ultimi due bambini uccisi per mano del padre solo pochi giorni fa, nonostante le ripetute denunce della madre, preoccupata per atteggiamenti ostili dell'uomo. Strasburgo chiede, inoltre, al nostro Paese di creare rapidamente un sistema completo di raccolta dati: ordine di protezione, dati statistici sul numero di domande ricevute, tempi di risposta delle autorità, numero di ordini attuati, ed altro. Questo per garantire un'adeguata gestione dei rischi legati al ripetersi e aggravarsi di atti di violenza domestica e di bisogni di protezione delle vittime. Il lockdown, inoltre, o la pandemia, per meglio dire, hanno dato un colpo di grazia all'occupazione femminile. L'Italia era già ultima in Europa, secondo i dati Censis del 2019. Prima del COVID, le donne che lavoravano erano poco meno di 10 milioni e rappresentavano il 42 per cento degli occupati complessivi. Se analizziamo i dati del secondo trimestre 2019 e dello stesso periodo del 2020, sono state perse 470 mila lavoratrici, a fronte di 841 mila posti di lavoro in meno, con un incremento di 707 mila inattive, l'8,5 per cento in più. Ciò vuol dire che circa il 60 per cento dei posti di lavoro persi sono effettivamente al femminile. Questo ha contribuito, inoltre, a realizzare un fenomeno che si sospettava, ossia un aumento degli episodi di violenza domestica. Da marzo a giugno 2020, il numero di richieste che sono pervenute al 1522 per la violenza e lo stalking sono aumentate del 119 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2019.

Questa premessa, Presidente, per far comprendere il motivo del mio ordine del giorno, prima ancora depositato come emendamento, prima accantonato e poi svanito, che prevede l'istituzione di un Fondo per l'assistenza legale gratuita alle donne vittime di violenza e maltrattamenti. Le donne, di base, si trovano, nella maggior parte dei casi, in condizione economica di svantaggio, e questa è una realtà. La perdita di lavoro, unita ad una convivenza forzata causa pandemia, ha portato quindi alla situazione che noi stiamo vedendo, soprattutto in questo periodo.

Il Fondo serviva proprio ad aiutare queste donne. Per come è strutturato, coprirebbe a trecentosessanta gradi le vittime di violenza, garantendo assistenza legale non soltanto per la fase giudiziaria al processo penale, ma anche nella fase delle indagini preliminari e, soprattutto, in ambito civile, sia in giudizio che in consulenza preliminare. Le CTU, che hanno dei costi spropositati e che non tengono conto della capacità economica della singola vittima, potrebbero essere coperte dal fondo, anche se, a mio parere, andrebbero eliminate. Una causa civile per il risarcimento del danno subito dalle vittime di violenza sarebbe anche coperta dal Fondo, visto che, nonostante l'esenzione del requisito reddituale, dispensata dalla Suprema Corte, ad oggi questa causa civile resta scoperta dal gratuito patrocinio.

Questa assistenza legale sarà offerta da avvocati, avvocati esperti e formati in queste materie delicate, che non dovranno attendere circa tre anni per i pagamenti del gratuito patrocinio. Piemonte e Lazio hanno attivato già strumenti simili a livello regionale, e i riscontri sono più che positivi. Questa legge di bilancio, dove sono stati stanziati fondi e bonus per svariate e non urgentissime necessità (tipo cambiare i sanitari del bagno, 3 milioni per le bande musicali, cargo bike, 1,3 milioni per l'ottavo centenario del presepe), dall'altra parte non ha tenuto conto di soli 3 milioni per l'anno 2021 e 2022 per questo Fondo. Io credo che le intenzioni del Governo, nonostante gli slogan su quanto si voglia investire sulle donne, non sono poi quelle, concrete, di aiutare le donne vittime di violenza. “Valutare l'opportunità di” istituire un Fondo chissà dove, chissà quando, senza importi e senza vincoli di tempo, che senso ha? È una presa in giro. Il Governo si deve prendere l'impegno vincolante di approvarlo entro pochi mesi, perché è così che si lavora e perché è così che si fa la differenza.

Mi rivolgo, infine, Presidente, a tutte le colleghe, di non votare, per favore, soltanto per imposizione del partito, ma di votare a favore di questo ordine del giorno, così com'è, senza riformulazioni, perché questo Fondo è per tutte le donne, indipendentemente dal colore politico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Collega Muroni, prego.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, volevo chiedere il permesso di sottoscrivere l'ordine del giorno della collega Giannone.

PRESIDENTE. D'accordo. Sottosegretario, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il punto su cui chiedo alla proponente di riflettere è: come si fa a mettere una cifra così precisa e destinata? Quindi, non c'è diversità di impostazione tra quello che viene proposto e tra le finalità, ma, francamente, scrivere una cifra “3 milioni di euro per il biennio 2021-2022 (…)”. Quindi, se potessimo evitare di avere la cifra esplicitamente destinata, mi pare che sarebbe… Omettiamo la cifra, lasciamo la destinazione. Si può fare così?

PRESIDENTE. Il sottosegretario ha espresso un'ulteriore riformulazione. Chiedo alla proponente Giannone se accetta l'ulteriore riformulazione. Prego, collega.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Sottosegretario, io la ringrazio però il problema non è soltanto il fondo di 3 milioni. Lei ha dato parere contrario al secondo impegno, quello “ad adottare entro sei mesi dall'entrata in vigore”, e, quindi, alla possibilità di istituire effettivamente questo fondo. Se non si dà un tempo, se non si dà una cifra, che cos'è che stiamo dando, mi scusi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? È inutile, è insensato, è un ordine del giorno, non è neanche un emendamento! Mi perdoni, ma quella presa in giro non sono io, non sono io! Ogni giorno vediamo bambini uccisi, donne uccise, vittime di violenza costanti. Mi perdoni, ma se lei non vuol dare una cifra, almeno un'indicazione sul tempo! Io non posso accettare, mi spiace (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il sottosegretario intende intervenire? Prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Come vede lo scopo non è una diversa opinione sull'obiettivo, bisogna che proviamo a comprenderci. Stabilire delle cose così precise impegna in un modo tale che non è detto che raggiungiamo lo scopo; quindi, se siamo d'accordo di togliere l'indicazione della cifra e mettiamo una formula più generica sui tempi, accantoniamolo e proviamo a scriverlo in questo modo, se lei è d'accordo.

PRESIDENTE. D'accordo, quindi c'è un accantonamento da parte del sottosegretario. Andiamo avanti, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/14 Colucci. Collega Bellucci, voleva sottoscrivere?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Sì, scusi Presidente. Chiedo alla collega di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/13 Giannone.

CATIA POLIDORI (FI). Presidente!

PRESIDENTE. Polidori, immagino voglia sottoscriverlo. D'accordo.

CATIA POLIDORI (FI). Scusi Presidente, lo sottoscrive tutto il gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Allora, chi vuole sottoscriverlo ovviamente si può avvicinare ai banchi della Presidenza. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/14 Colucci, sul quale c'è un invito al ritiro. Se non viene ritirato, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/14 Colucci, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/15 Lupi, accolto come raccomandazione. Collega Lupi, prego.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie Presidente, mi rivolgo al collega Misiani e agli altri colleghi che hanno seguito il lavoro della Commissione, qui ci sono due ordini del giorno: uno è l'ordine del giorno dell'onorevole Colucci, che è stato bocciato inopinatamente, e l'altro è questo sulle scuole paritarie. Avevamo concordato degli ordini del giorno che impegnavano sul tema dell'IMU agli alberghi, sul tema della proprietà - ormai è stato votato dal Parlamento -, e questo sul tema delle scuole paritarie, dell'impegno riguardo al tema dei ragazzi disabili e del costo che le scuole paritarie devono sostenere per gli insegnanti di sostegno. Il Governo si impegnava - non si raccomandava, si impegnava - a che questa disparità tra ragazzi di serie A e di serie B, solo per il semplice fatto che siano iscritti a scuole paritarie o no, nel tempo fosse colmata, almeno per arrivare - avevamo così detto in Commissione - al 50 per cento dei costi. Abbiamo fatto un grande passo avanti tutti insieme nel destinare 70 milioni; l'impegno, assunto insieme con il Governo in sede di discussione, era proprio quello, con i diversi provvedimenti e le risorse, di procedere verso questo obiettivo. Ricordo che sono 12 mila i ragazzi disabili iscritti nelle scuole paritarie; il costo di un insegnante di sostegno è tra i 25 e i 30 mila euro; ognuno di noi faccia il conto di quanto queste scuole e le famiglie che iscrivono i ragazzi disabili nelle scuole paritarie debbono sostenere direttamente per un effettivo aiuto oggettivo, non soggettivo. Qui non si tratta della raccomandazione, ma di mantenere gli accordi e gli impegni politici che abbiamo preso. Quindi, io chiedo al Governo di ripensarci e, comunque, aspetto una risposta.

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Possiamo prevedere “valutare l'opportunità”, formula classica, e togliamo la raccomandazione così veniamo incontro. Può andare?

PRESIDENTE. Collega Lupi?

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). “Valutare l'opportunità” va bene, ma chiedo il voto del Parlamento come impegno al Governo riguardo a questo ordine del giorno. Quindi, accetto la riformulazione e chiedo il voto del Parlamento.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/15 Lupi, così come riformulato, sul quale il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, ricordo che dovete mantenere il distanziamento, non è possibile votare vicini l'uno all'altro, quindi vi chiedo veramente di trovare delle postazioni alternative.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/16 De Maria, su cui c'è una riformulazione che viene accettata. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/17 De Toma, favorevole con riformulazione. Viene accettata? No. Il collega De Toma chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (MISTO). Grazie Presidente, ho sentito adesso il sottosegretario Baretta che parlava di “favorevole”, però con l'eliminazione di quello che in realtà è il cuore sia dell'emendamento, che avevo presentato, ma adesso dell'ordine del giorno, che riguardava la risoluzione sui carburanti a mia firma votata un anno fa all'interno della Commissione. Vede, sottosegretario, qui parliamo degli aspetti che sono all'interno della risoluzione e, in modo particolare, dell'accessibilità per le persone con disabilità. In questo caso si dice di “no” ad un settore che ha bisogno di una razionalizzazione completa. Una ristrutturazione di tutta l'impiantistica che riguarda il settore dei carburanti è fondamentale; è fondamentale ancora di più guardare, in prospettiva, all'accessibilità, la quale non è consentita in maniera importante e decisa. Ricordo che poco fa abbiamo commemorato - giustamente - l'ex Ministro Enrico Ferri, per il quale l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici è stato uno degli aspetti più importanti per poter dare un contributo a questa categoria di cittadini in difficoltà. Sottosegretario, io non chiedo un parere favorevole come me l'ha sottoposto lei, ma favorevole per me significa accettare l'intero ordine del giorno, e quindi non intendo accettare nessuna riformulazione da parte sua.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/17 De Toma, sul quale il parere del Governo è contrario … Revoco la votazione, il sottosegretario Baretta chiede di intervenire, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. L'obiezione sta sulle premesse, perché sul dispositivo noi abbiamo previsto soltanto “valutare l'opportunità”, quindi non c'è un'obiezione al dispositivo. Sulle premesse possiamo convenire di toglierle, se è un problema per entrambi e abbiamo il dispositivo con la sua importanza.

La ragione sta nel fatto che, nelle premesse, ci sono dei giudizi politici e, quindi, per quello è chiaro che abbiamo detto “no” a una sola delle premesse, la quarta, perché ci sono dei giudizi politici. Quindi, se lei conviene, qui stiamo parlando di ordini del giorno e l'importante è il dispositivo. Se sul dispositivo siamo d'accordo, la proposta potrebbe essere: si tolgono le premesse e si vota.

PRESIDENTE. Collega De Toma? Allora, abbiamo una nuova riformulazione. Chiedo al collega De Toma se l'accetta. Prego.

MASSIMILIANO DE TOMA (MISTO). Allora, stavo verificando il passaggio, che è questo della quarta premessa. L'accetto, va bene.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/18 Battilocchio, favorevole con riformulazione; va bene. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/19 Mazzetti, favorevole con riformulazione; d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/20 Fasano, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Per sollecitare il sottosegretario Baretta affinché consideri che questa è una vicenda della quale abbiamo discusso in occasione dell'emendamento sui vaccini e noi ponemmo questa questione; ponemmo la questione, cioè, che accanto agli operatori sanitari delle strutture pubbliche si prevedesse, anche in via prioritaria, che fossero vaccinati prioritariamente, ovviamente dopo gli operatori sanitari pubblici, anche i medici liberi professionisti e i medici pensionati. Si decise di non trasformare la nostra sollecitazione in emendamento ma di presentare un ordine del giorno, che poi sarebbe stato accolto. Ora trovo “a valutare l'opportunità di”: e “a valutare l'opportunità di” di che cosa?

PRESIDENTE. Sottosegretario, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. No, onorevole. Non ho proposto “a valutare l'opportunità di”; ho proposto “a considerare la possibilità di prevedere”, che è molto diverso. Se guarda il suo testo vede (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)… no, nel senso che il testo dice: “a prevedere che tra gli operatori sanitari (…)” e qui mettiamo: “a considerare la possibilità di”. È politicamente diverso. Veda lei.

PAOLO RUSSO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Sarò ancora antico e legato alla lingua italiana; a me sembra la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ovviamente, io non questiono su questa vicenda, però suggerirei al Governo di essere più cauto su questo fronte, perché se ci esponiamo a valutare e a valutare ulteriormente vuol dire che i colleghi medici pensionati e i colleghi medici liberi professionisti vengono sostanzialmente messi da parte. Invece, credo che il Ministro stesso si sia espresso in forma diversa.

PRESIDENTE. Sottosegretario, prego. Il collega Russo…

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Siccome l'intenzione che ho cercato di spiegare…

PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario. Comunque, al momento non viene accettata la riformulazione. Mi conferma, collega Russo? D'accordo.

Prego, sottosegretario.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ma, infatti, cambio parere. Siccome nella proposta non vi era intenzione dubitativa, raccolgo la sua osservazione e torniamo al testo qui previsto. Favorevole secco.

PRESIDENTE. Favorevole, d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/21 Rospi, favorevole così come riformulato: io vado avanti se non c'è nessun… va bene? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/22 Berardini, favorevole così come riformulato? Non va bene.

Ha chiesto di parlare il deputato Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO). Grazie, Presidente. Io non posso accettare una riformulazione “a valutare l'opportunità di”, perché noi dobbiamo dare una risposta certa e definitiva ai 2.700 navigator e qui il Parlamento deve votare se prorogare - sì o no - questi contratti.

Noi non possiamo continuare a prendere in giro dei lavoratori con una formulazione fantasiosa, con una formulazione vuota. Dobbiamo capire se il Governo ha intenzione di prorogare o meno queste persone, tant'è che questo ordine del giorno ricopia testualmente l'emendamento presentato dal collega Cominardi in sede di legge di bilancio. Chiedo anche al collega Cominardi, che ha un ordine del giorno, il 9/2790-bis-AR/324, di non accettare neanche lui una riformulazione vuota. Non dobbiamo prendere in giro questi lavoratori: il Parlamento si esprima a favore o contro. Se si voterà “sì”, si voterà a favore della proroga; se si voterà “no”, si voterà contro la proroga. Questo per estrema chiarezza.

PRESIDENTE. A questo punto, poniamo in votazione l'ordine del giorno 9/2790-bis-AR/22 Berardini, con parere contrario del Governo…

Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Vorrei invitare il collega presentatore dell'ordine del giorno a non sottoporre questo ordine del giorno importante, per un obiettivo importante, a una votazione che non ha, diciamo, dietro un adeguato approfondimento, perché la risposta secca all'ordine del giorno, “sì” o “no”, può essere fuorviante, dato che per decidere, diciamo, è necessario inserire la partita dei navigator dentro a una valutazione complessiva del reddito di cittadinanza e della funzione che hanno svolto. Mettere il Governo di fronte a una scelta già definita in questo momento e che molto probabilmente porterà a una bocciatura credo sia un autogol rispetto all'obiettivo che si vuole raggiungere.

Quindi, chiederei al presentatore di accogliere la riformulazione che ha fatto il Governo, che non esclude la possibilità di raggiungere l'obiettivo ma di collocare quell'obiettivo in un quadro che consenta di perseguirlo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

FABIO BERARDINI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO). Presidente, noi purtroppo abbiamo avuto tutta la sessione di bilancio per dare una risposta a questi lavoratori. Questi lavoratori hanno un contratto che scade il 30 aprile: non scade tra due anni, scade il 30 aprile. Quindi, questo è un ordine del giorno e il Governo potrebbe accettarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale....

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, grazie della parola. Il nostro gruppo voterà convintamente contro su questo ordine del giorno, non per la questione di merito ma per l'impianto complessivo del reddito di cittadinanza, che è sbagliato. Io credo che il rifiuto di una proroga, che viene richiesta dal collega, segna un ulteriore dato che è conseguenza diretta di quello che abbiamo sempre detto: era sbagliato il reddito di cittadinanza, la formula, e l'impiego dei navigator si è dimostrato tanto inutile da non esserne necessaria la proroga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale…

Revoco l'indizione della votazione (Commenti). Colleghi!

Ha chiesto di parlare il collega Zangrillo. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi! Prego, collega.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Grazie, Presidente. Mi dispiace cogliere disappunto da parte dell'Aula su questo tema, però io credo che non si debba scherzare su un argomento importante come quello del reddito di cittadinanza e sul ruolo dei navigator. La storia di questi due anni ha dimostrato che l'impianto di questo istituto è fallimentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Abbiamo speso un sacco di soldi, gli italiani hanno speso un sacco di soldi per mantenere un sistema che non ha prodotto alcun risultato. Io ricordo perfettamente le parole dell'allora Ministro del Lavoro che sosteneva che il reddito di cittadinanza aveva un duplice obiettivo: quello di combattere la povertà e quello di poter garantire un posto di lavoro a chi non l'aveva. Ecco, questo secondo obiettivo è stato completamente fallito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! La storia dei navigator, che io ho ascoltato con grande interesse in Commissione lavoro dal professor Parisi, è una storia fasulla e non per colpa dei navigator: i navigator son 3000 persone che sono state assunte; peccato che non è stato spiegato loro che cosa avrebbero dovuto fare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e peccato che queste persone non abbiano in alcun modo i requisiti per ricoprire quel ruolo. Quindi, basta buttare via i soldi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non siamo nelle condizioni di buttar via neanche un centesimo! Abbiamo una situazione drammatica e quindi cerchiamo di fare le cose seriamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Altri che chiedono di intervenire? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/22 Berardini, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Intanto, colleghi, chiedo nuovamente di mantenere il distanziamento. Vedo alcuni colleghi che stanno votando nelle postazioni vicine: vedo Albano e Caretta, Occhionero, Colaninno e Scoma che stanno votando nelle postazioni vicine. Quindi, vi chiedo di trovare una postazione alternativa.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/23 Plangger il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/24 Piera Aiello il parere è favorevole con riformulazione.

La collega Aiello non accetta la riformulazione e chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

PIERA AIELLO (MISTO). Presidente, io non accetto questa riformulazione semplicemente perché già prima era stato fatto un ordine del giorno che è stato approvato. Dopodiché è stato presentato l'emendamento che non è stato proprio preso in considerazione, senza neanche rimodularlo, nulla. Adesso lo riscrivo come ordine del giorno e sia come emendamento sia come ordine del giorno mi dicono che il Ministero dell'Interno ha dato parere contrario. Ebbene, cari colleghi, vi posso dire solo una cosa, che qualsiasi cosa arriva sui testimoni, collaboratori, imprenditori vittime di racket e di usura al Ministero dell'Interno viene sistematicamente rimandato al mittente. Questi argomenti non interessano al Ministero dell'Interno. Allora, dico io, questa è la vera lotta alla mafia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Questo è combattere la criminalità? Io mi rifiuto, mi rifiuto di fare questa cosa. Però, in compenso vi devo aggiornare su una cosa: il 7 agosto 2020 il Ministro Lamorgese, unitamente al Ministro Bonafede, ha firmato un decreto, che è il n. 174. Questo decreto viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 dicembre di quest'anno ed entrerà in vigore il 5 gennaio. Questa attuazione della legge n. 6 del 2018 cosa prevede? Prevede di non dare più lavoro ai testimoni di giustizia. Una legge che abbiamo voluto per i testimoni di giustizia, nel 2015, una legge che ci è costata vent'anni per farla approvare. Oggi, con un decreto si rende questa legge inutile. Allora, il Ministro dell'Interno nonché il Ministro della Giustizia firmano qualcosa per togliere la dignità a persone che hanno rinunciato alla loro vita e ve lo posso garantire, perché sono trent'anni che io sono in questo sistema e ne ho viste tantissime passare sotto i ponti. Oggi, ancora oggi si fa in modo che gli imprenditori, vittime di racket, devono sapere oggi chi sta dalla loro parte, chi vuole veramente combattere la criminalità. Io scelgo di metterlo al voto, scelgo di dirlo a tutti i miei colleghi, perché questo voto non deve avere un colore politico, questo voto è un voto di dignità, di valore nella lotta alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto chiedo alla collega Aiello se mi consente l'onore di sottoscrivere questo ordine del giorno.

Dopodiché, dei 350 e rotti probabilmente questo…

PRESIDENTE. Onorevole, mi scusi, le chiedo di cambiare il microfono, se possibile. Grazie.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). È tutto possibile.

Quindi, dicevamo, oltre a sottoscrivere questo ordine del giorno, pregherei l'Aula di leggerlo perché, probabilmente, dei 360 circa ordini del giorno questo è il più importante. Doveva passare già come emendamento in legge di bilancio; poi, purtroppo, fretta e bene le cose non vanno insieme. Era facilissimo farlo passare come emendamento e averlo già come norma in legge di bilancio. Basta dedicare una sezione delle garanzie del microcredito a questa fattispecie. Quindi non c'erano neanche dei costi. Purtroppo i tempi stretti non hanno consentito di arrivare a farlo diventare norma. Adesso, un ordine del giorno è una cosa, però su questo serve un impegno vero del Governo.

Facciamo un giro qua in centro, a Roma. In centro, a Roma, un ristorante paga dai 18 ai 25 mila euro. Avete visto quante serrande abbassate? E i bar? Secondo voi che fine fanno questi bar e questi ristoranti? Ma non c'è solo Roma; tutte le grandi città sono nella stessa situazione. Quindi non pensare, già oggi, di intervenire seriamente mettendo un ombrello enorme su queste attività, mettendo un ombrello enorme dello Stato a garanzia di queste attività, di chi denuncia malaffare, oggi non è consentito. Qualcuno disse: la tua parola sia sì, sì, no, no. Qua non c'è grigio, non esiste valutare una opportunità. Qua serve un impegno del Parlamento per fare questa cosa e i soldi, se non ci sono, per questa cosa troviamoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Grazie, Presidente. In realtà, questo ordine del giorno ha delle radici ben più lontane e parte dal “decreto Liquidità”, quando era stato presentato un emendamento che prevedeva un'autocertificazione con criteri più stringenti per evitare, appunto, che la liquidità finisse nelle mani delle organizzazioni criminali. Poi quell'emendamento fu riformulato ma in realtà è stato snaturato nella sua interezza. Questo ordine del giorno chiede di offrire garanzie al 100 per cento per le imprese che hanno avuto problemi di usura e racket. Oggi il COVID ha accelerato in modo esponenziale questo fenomeno, perché la liquidità che vanno a prendere molti imprenditori è liquidità in possesso, appunto, di queste organizzazioni criminali che non hanno burocrazia e non devono compilare nessun tipo di istruttoria. Ma, per perorare ancor di più l'importanza di questo ordine del giorno, vorrei dirvi che ieri la CGIA di Mestre, l'Ufficio studi, ha emesso un report in cui ha indicato la perdita di fatturato delle piccole e medie imprese in 420 miliardi e il Governo ha stanziato aiuti diretti per soli 30 miliardi di euro. È un impatto insignificante in termini assoluti e i più colpiti, proprio come diceva il collega Garavaglia, sono state le imprese che operano nel settore turistico. Tant'è vero che molte di queste aziende, piccole aziende, quindi bar, ristoranti, bed and breakfast, hotel saranno probabilmente fagocitate dalle organizzazioni criminali e, in parte, in realtà il banchetto è già iniziato, basta vedere cosa sta succedendo sulla riviera romagnola. Pertanto, io vorrei capire se questo Governo è contro l'illegalità e perché non dia un segnale chiaro, netto, senza tentennamenti di sorta. Pertanto, chiedo di rivedere il parere su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sottosegretario, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Accantoniamolo, ci lavoriamo un po' insieme.

PRESIDENTE. D'accordo, l'ordine del giorno è accantonato. Ritorniamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/13 Giannone, che era accantonato. Credo che il sottosegretario volesse intervenire. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, propongo una riformulazione: “ad istituire, nel primo provvedimento utile, un Fondo di assistenza legale per le donne vittime di violenza e maltrattamenti del valore di almeno 3 milioni di euro per il biennio 2021-2022”, e resta così sino alla fine. Nell'ultima frase: “ad adottare, entro sei mesi dalla data di istituzione, un decreto attuativo relativo ai criteri e alle modalità di ripartizione del Fondo”.

PRESIDENTE. Chiedo alla deputata Giannone se accetta questa nuova riformulazione.

VERONICA GIANNONE (M-NI-USEI-C!-AC). Va bene, accetto (Applausi).

PRESIDENTE. Andiamo avanti. La collega Boldrini vuole sottoscriverlo, immagino.

LAURA BOLDRINI (PD). Sì, Presidente, tutte le colleghe del gruppo del Partito Democratico vorrebbero sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/25 Incerti, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/26 Novelli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/27 Magi, parere favorevole con riformulazione. Il collega Magi chiede di nuovo di ascoltare la riformulazione. Sottosegretario, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. “Impegna il Governo a valutare la predisposizione di un piano per la vaccinazione del personale che opera negli istituti penitenziari e dei detenuti, nel quadro della programmazione nazionale”.

PRESIDENTE. La accetta, d'accordo. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/28 Ciampi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/29 Tondo, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/30 Nitti, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/31 Lombardi, n. 9/2790-bis-AR/32 La Marca e n. 9/2790-bis-AR/33 Quartapelle Procopio, pareri favorevoli. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/34 Casciello, parere favorevole come raccomandazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/35 Aprea, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/36 D'Ettore, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/37 Angiola, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. C'è sicuramente un dato politico rilevante, secondo me, in questo parere che è stato formulato da parte del Governo, “a valutare l'opportunità di”, perché questo ordine del giorno, Presidente, solamente dieci giorni fa è stato presentato da parte dell'amico collega Riccardo Magi nella stessa identica formulazione ed è stato bocciato. Per questo dico che è un dato politico rilevante, perché sta cambiando il vento intorno alla piramide preposta, nelle intenzioni del Governo, a gestire il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Sta cambiando il vento e probabilmente questa piramide farà una fine miserevole; questa piramide è parallela ed esterna alla pubblica amministrazione; una piramide complessa e barocca, come è stata definita; una piramide arzigogolata, con quattro livelli nella catena di comando; una piramide che certamente non allevierà le inefficienze e la lentezza della pubblica amministrazione, ma finirebbe, come finirà, se il Governo non cambia definitivamente idea, con l'aggravare la lentezza e l'inefficienza della pubblica amministrazione.

Per questo il dato politico lo ritengo rilevante, che questa piramide parallela stia facendo una fine miserevole, e per questo penso veramente che le nostre battaglie, di Azione e di +Europa, con cui, dal primo istante, subito dopo la pubblicazione della bozza del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, abbiamo messo a nudo i limiti di questa struttura preposta a gestire il piano, evidentemente queste nostre battaglie incominciano a produrre dei risultati. Grazie, Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Allora, collega, se accetta la riformulazione, ovviamente non poteva intervenire; quindi può intervenire nel momento in cui chiede un voto su una riformulazione favorevole. Quindi chiede il voto in Aula? No, d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/38 Tasso, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/39 Borghese, parere favorevole… Ha chiesto di parlare il collega Tasso. Vuole metterlo in votazione?

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Era per l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/39, Presidente.

PRESIDENTE. Per l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/39 Borghese, su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Chiedo prima se viene accettata la riformulazione. Prego, collega.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). È che non ho compreso la riformulazione. So che c'è un periodo da espungere, ma non ho compreso quale.

PRESIDENTE. D'accordo, chiedo al sottosegretario Baretta di riproporre la riformulazione.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Le leggo come resta: “a valutare l'opportunità di prevedere che l'assenza dal lavoro equiparata a ricovero ospedaliero venga esplicitamente esclusa sia dal settore pubblico che privato dal computo del periodo di comporto”.

PRESIDENTE. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/40 Mura, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/41 Viscomi, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/42 Carla Cantone, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/43 Lacarra, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/44 Ermellino, n. 9/2790-bis-AR/45 Siani e n. 9/2790-bis-AR/46 Rizzo Nervo, pareri favorevoli. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/47 Bordo, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/48 Campana, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/49 Carnevali, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/50 Frate, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/51 Pini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/52 Giacomoni, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/53 Cannatelli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/54 Fitzgerald Nissoli c'è invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/54 Fitzgerald Nissoli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/55 Mulè, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/56 Zangrillo c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Zangrillo. Ne ha facoltà.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Grazie, Presidente. Chiederei l'attenzione del sottosegretario Baretta, perché francamente non comprendo la ragione per la quale vengo invitato al ritiro di questo ordine del giorno. L'ordine del giorno in questione si riferisce all'opportunità di prorogare fino a tutto il 31 dicembre 2021 gli effetti del “decreto Dignità” con riferimento ai contratti a termine. Si tratta di un ordine del giorno che non impegna un solo euro dal punto di vista finanziario e credo che sia un ordine del giorno che risponde a una logica di buon senso.

Allora, vorrei ricordare, brevemente e sommessamente, che nel corso del 2020, per effetto della pandemia, perderemo circa un milione di posti di lavoro; di questo milione di posti di lavoro circa il 70 per cento sono contratti a termine.

Penso che il periodo, il ciclo economico che dovremo affrontare nel 2021 e nel 2022 non sarà semplice: avremo un ciclo economico frammentato, un ciclo economico balbettante, senza prospettive certe. Ora, è evidente che noi dobbiamo cercare di dare qualche segnale di fiducia alle nostre imprese. Il “decreto Dignità”, per la parte relativa ai contratti a termine, ha dimostrato la sua completa inefficienza. Era stato concepito, il “decreto Dignità”, sulla parte dei contratti a termine con l'obiettivo di favorire i contratti a tempo indeterminato, obiettivo che non è stato raggiunto; e oggi la realtà ci descrive un'Italia che nel 2020 perde 1 milione di posti di lavoro, e di questi il 70-80 per cento sono contratti a termine.

Allora, sottosegretario Baretta, le chiedo, visto che lei mi invita al ritiro, io quando invito una persona fare qualcosa cerco di motivarle il mio invito: se lei fosse così cortese di spiegarmi il motivo per il quale io dovrei ritirare un ordine del giorno che in qualche modo suggerisce la possibilità di dare alle nostre imprese qualche segnale di fiducia, garantendo un po' di flessibilità nell'utilizzo della contrattualistica. Tutto ciò a favore dei lavoratori, cioè a favore di quelle persone che oggi guardano al futuro con ansia, con preoccupazione, perché non sanno quale sarà il loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Le ripeto allora, sottosegretario Baretta, mi spiega, mi spiega sommessamente per quale ragione io dovrei ritirare questo ordine del giorno? Per quale motivo non è possibile pensare di garantire alle nostre imprese un po' di fiato, un po' di flessibilità, l'opportunità di utilizzare una legislazione del lavoro che favorisce l'occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. No, non glielo spiego, perché cambio parere, e quindi… Nel senso che passiamo da parere contrario alla riformulazione “valutare l'opportunità”, col parere favorevole.

PRESIDENTE. Viene accettata? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/57 Polverini, invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/57 Polverini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/58 Ruffino, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/59 Dall'Osso, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/60 Barelli, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/61 Brambilla, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/62 Paolo Russo, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/63 D'Attis, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/64 Siragusa, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/65 Conte, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/66 Stumpo, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/67 Muroni, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/68 Pastorino, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/69 Fratoianni, invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il collega Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Signora Presidente, metterò in votazione questo ordine del giorno. Devo dire che, pur non essendone contento, non sono particolarmente stupito del parere che ha dato oggi il Governo, alla luce, se posso dir così, delle numerose, frettolose e talvolta improvvide dichiarazioni che hanno accompagnato nelle settimane scorse il dibattito su un emendamento a mia prima firma, ma accompagnato da molte altre firme, come quelle che sottoscrivono questo ordine del giorno, che aveva un obiettivo. Il primo, quello di segnalare un problema, un problema assai significativo per il nostro Paese, per la verità non solo per il nostro Paese, e che riguarda il carattere ormai drammaticamente ineguale della distribuzione della ricchezza nazionale.

Vede, signor sottosegretario, signora Vice Ministra,…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, chiedo di liberare i banchi del Governo. Chiedo di liberare i banchi del Governo, se possibile. Grazie. Prego, collega.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Nel nostro Paese - questa è l'ultima fotografia che ci offrono gli studi di Oxfam - l'1 per cento della popolazione detiene il 22 per cento della ricchezza netta nazionale, il 5 per cento il 41 per cento della ricchezza, 17 volte in più di quanto detiene l'intero 20 per cento più povero. Bene, questa non è solo però una fotografia statica: è il segno di un andamento dinamico. Negli ultimi vent'anni la quota di ricchezza del 10 per cento più ricco è aumentata del 7,6 per cento, quella della metà più povera della popolazione si è ridotta del 36,6 per cento.

Vede sottosegretario, signora Vice Ministra, signor Vice Ministro, noi avevamo avanzato una proposta specifica. Si può naturalmente obiettare nel merito di quella proposta. Molti e molti lo hanno fatto. Alcuni autorevoli leader hanno proposto altre modalità di intervento. Beppe Grillo, liquidando anche lui per la verità un po' frettolosamente la nostra proposta, ha detto: “Però il problema c'è, bisogna mettere ordine; sarebbe utile chiedere il 2 per cento a chi ha più di 50 milioni di euro”. Quella è una delle aliquote che era prevista nel nostro ordine del giorno. Altri hanno avanzato proposte di altra natura, ma tutte legate alla necessità di intervenire su quella che oggi, e con la pandemia in modo ancor più grave, è un'evidente emergenza nazionale, una vera e propria ingiustizia.

Il nostro ordine del giorno, come si vede, non propone numeri, non propone date precise, indica il problema ed invita il Governo a fare una cosa di assoluto buonsenso: invita il Governo a prevedere in prossimi provvedimenti legislativi… È in arrivo una riforma del sistema fiscale, qualcuno ci aveva detto mettetela lì quella proposta, non nella legge di bilancio; ci sono altri strumenti che possono essere individuati come i più idonei a raggiungere questo obiettivo. Dice al Governo: ponetevi il problema di riordinare l'attuale forma di imposizione patrimoniale. Perché è vero, esistono delle imposte patrimoniali: l'IMU sulla seconda casa, l'imposta di bollo; e spesso, lo sanno coloro che le pagano queste imposte, si tratta di imposte che hanno un effetto non equitativo, ma iniquo rispetto a coloro che vengono colpiti.

Dunque vi abbiamo detto: togliamo quelle, e prevediamo un'imposta unica che abbia a cuore il principio dell'eguaglianza e della progressività. Adesso voi date su questo ordine del giorno, che lasciava per la verità al Governo molti margini di manovra, un parere secco negativo, l'invito al ritiro.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Io credo che sia un grave errore, è il motivo per cui lo metto in votazione. Credo anche - e ho concluso - che questo parere dimostri ancora di più, se fosse tristemente necessario, un problema che affligge il dibattito pubblico del Paese. È un problema che ha a che fare con una qualche forma di subalternità culturale su questo tema. Vedete, non si può ogni volta che si parla di questo, ogni volta che si nomina la parola “tassazione”, rispondere che le tasse vanno solo abbassate: perché le tasse vanno sì abbassate sulla stragrande maggioranza degli italiani e delle italiane che ne pagano troppe; forse però chiedere qualcosina in più - non un furto, non una punizione! - a chi ha tantissimo sarebbe una scelta di giustizia, e anche di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, intervengo per ribadire una posizione che è nota, quella di Forza Italia, su questo argomento: noi siamo decisamente contrari alla patrimoniale, ma siamo decisamente contrari all'appesantimento del carico fiscale sugli italiani. Piuttosto, come anche il Presidente Berlusconi più volte ha detto, anche in occasione proprio degli incontri che ci sono stati in questa fase difficile legata all'emergenza COVID-19, l'Italia non ha bisogno di una patrimoniale, la nostra economia non ha bisogno di una patrimoniale. La nostra economia ha bisogno piuttosto di uno shock fiscale, di una flat-tax al livello più basso possibile, di una moratoria fiscale per tutto l'anno.

Ma ci rendiamo conto che siamo di fronte ad uno dei peggiori periodi della storia recente, in cui probabilmente sarà necessario attivare strumenti di vera e propria ricostruzione stile dopoguerra? E il nostro pensiero - non il nostro, il pensiero di qualcuno - sta ad andare a intervenire con ulteriori tasse, che, invece che stimolare all'investimento dei propri risparmi coloro che ce li hanno, quegli italiani che ce li hanno, di fatto li spinge a fare il contrario.

La ricostruzione del Paese, dopo che saremo usciti da questo periodo, speriamo prima possibile, non si potrà fare con il prelievo fiscale, coi soldi pubblici, perché di soldi pubblici qui ne abbiamo già investiti e questo Governo in particolare ne ha investiti tantissimi, in maniera anche sbagliata, facendo debiti che non sono di questa generazione, ma chissà per quante altre generazioni.

La ricostruzione si potrà fare solo risollevando l'economia, facendola ripartire e sarà necessario quindi incentivare l'investimento dei privati, l'investimento nelle imprese, l'investimento nelle imprese che creano lavoro, creano economia e danno la possibilità allo Stato così di incrementare anche le entrate fiscali.

Quindi, Presidente, non potevo non intervenire, probabilmente ci saranno anche altri colleghi che interverranno, perché questo non è un ordine del giorno normale. Tra l'altro, segnalo anche il fatto che quest'ordine del giorno, presentato per coerenza, che va riconosciuta, a un gruppo politico che la pensa diversamente, sconta una posizione differente all'interno della maggioranza e su questo insomma la cronaca della giornata di oggi dice che la maggioranza di Governo è, sul tema delle tasse, evidentemente spaccata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Sì, grazie Presidente, due cose su questo ordine del giorno, e ringraziamo il Governo per l'invito al ritiro. La prima è una curiosità, però consentitemi di dirla: io penso che su questo ordine del giorno, se lo leggessero, LEU voterebbe contrario. Perché? Perché nell'ultima parte viene a dire che le persone fisiche residenti in Italia devono dichiarare gli immobili, cosa che noi abbiamo più volte chiesto in relazione agli immigrati quando fanno la dichiarazione ISEE e ci è stato detto che è una roba da matti. Va beh, prendiamo atto che hanno cambiato idea; ma al netto di questo, evidentemente, non c'è comprensione di quello che si scrive.

Sul tema della patrimoniale, guardiamo il dato: la patrimoniale è stata messa da Monti nel 2012 (finanziaria del 2011). L'effetto della patrimoniale di Monti, 22 miliardi di euro, è stato un calo degli immobili di circa il 15 per cento, poi qualcuno mi dice che sono ottimista, ma è vero perché questa è la media: ci sono stati in realtà cali molto maggiori e qualcuno inferiore. Qual è l'effetto del calo del valore degli immobili? Prendiamo una famiglia di operai con un mutuo, che sta pagando il mutuo della propria casa, ha un figlio in più, vorrebbe cambiare casa e comprarne un'altra e non ce la fa, perché la sua casa vale il 15 per cento in meno, quindi ha avuto un calo del valore per cui sta pagando il mutuo. Capite che è una cosa stupida e che colpisce soprattutto le fasce più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Stessa cosa se quella famiglia vuole andare in banca per avere un prestito liquidità: fa una bella surroga, magari con un po' di liquidità; e la banca gli dice: no, guarda che il tuo immobile non vale più quei soldi, vale il 15 per cento in meno, quindi non ti possiamo dare la liquidità.

Quindi, patrimoniale: lasciamo perdere; solo dire “patrimoniale” in un Paese con la proprietà diffusa come l'Italia è spararsi nei piedi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Intervengo perché davanti a un tema come questo non si può certamente rimanere in silenzio.

Con questo ordine del giorno si svela la vera natura di una parte di questa maggioranza, che è totalmente contro chi si impegna, in questo Paese, per creare ricchezza e per creare delle certezze al proprio nucleo familiare. Ma come si fa: in una fase così delicata per il nostro Paese - in cui ci stiamo dicendo in tutte le occasioni, in ogni momento, che all'emergenza sanitaria c'è una conseguente crisi economica, che la risposta che è necessario dare al mondo delle imprese, al mondo delle libere professioni, agli italiani è quella di alleggerire le imposte, dargli una mano, sostenerli, fare interventi economici di aiuto - l'idea che emerge in questo ordine del giorno, da parte di uno dei partiti che sostengono la maggioranza, è quella di inserire la patrimoniale, di tassare gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Ma dov'è la coscienza nel bisogno reale di questo Paese, quando abbiamo una preoccupazione che viene manifestata da tutti, anche da una parte della maggioranza? Io credo che sia veramente una posizione ideologica, che respingiamo con forza.

Siamo esattamente all'opposto: eliminare tasse per gli italiani e dare un sostegno economico. Credo che, in modo unitario, questo Parlamento dovrebbe esprimersi in questa direzione, grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Ha dato la parola a me, Presidente? Grazie Presidente, posso?

PRESIDENTE. Colleghi! Prego, collega.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie Presidente, io penso che il Governo abbia dato anche un parere negativo perché qui, per come è scritto, vi sarebbe un diritto tributario-diritto Fratoianni, perché non esiste lì il pot-pourri che ha messo qui dentro: l'imposta ordinaria sostitutiva sulla ricchezza individua come base imponibile le attività mobiliari e immobiliari, poi si parla di persone giuridiche residenti in Italia: forse fiscalmente residenti? Rispetto al patrimonio mobiliare invece si parla di attività: che c'entra l'attività? L'imposta di bollo sul conto corrente, sia postale che ordinario, lo mettiamo nell'imposta sostitutiva di patrimoniale? E' chiaro che non sapete manco quello che scrivete e quindi questa non sarebbe nemmeno proponibile come imposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché è un diritto tributario ad hoc, costruito sul rito Fratoianni o non so di chi altro. Almeno sappiatele scrivere e soprattutto parlate di capacità contributiva con riguardo all'articolo 53, riferendovi a tutte le attività mobiliari; e, ripeto, le attività mobiliari non sono quelle che intendete voi, così come è scritto e così come nella premessa.

Quindi, Fassina, sì, lo sa meglio di me; scritta in questo modo speriamo che mai ci sarà un Governo con voi che potete decidere, col Ministero dell'Economia, una simile proposta, perché sarebbe disastrosa per l'Italia nel contesto europeo e internazionale, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie Presidente, ma spiace veramente che, di fronte a certi argomenti, non si riesca ad entrare nel merito: è successo con la canapa industriale, adesso succede con un termine, la patrimoniale, che nel momento in cui viene pronunciato eccita e fa innalzare tutti gli scudi.

Chiedo ai colleghi se hanno letto quello che dice l'ordine del giorno, perché non sono sicuro. Non propone di introdurre la patrimoniale con la “elle” maiuscola e la “pi” maiuscola, indica di riorganizzare le imposte patrimoniali che ci sono: è molto diverso; non prevede maggior gettito, indica di ridistribuire a favore dei contribuenti più piccoli il carico fiscale.

A proposito di effetti sugli immobili, elimina l'IMU, la elimina, introduce una soglia al di sotto della quale quelli che oggi pagano l'IMU sulla seconda casa non la pagherebbero. Ma perché vi dovete spaventare delle parole? Ridistribuisce le patrimoniali che ci sono a favore di chi ha meno.

Quindi, con un minimo di attenzione al merito, si potrebbe fare una discussione che, se ascoltata, ritengo che porterebbe la stragrande maggioranza di questo Parlamento a definirsi d'accordo, perché fa un'operazione di giustizia distributiva, facendo pagare di più chi ha di più, come indica l'articolo 53 della nostra Costituzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, mi pare che il relatore per la maggioranza, improvvisamente, abbia assunto una posizione di minoranza, perché il suo è un parere contrario al contrario parere del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). Ma mettetevi d'accordo, perché, alla fine, questa legge di bilancio la votate assieme, quindi mettetevi d'accordo a proposito di patrimoniali. La destra non ha problemi al riguardo, e lo dico per due ordini di ragioni: la prima, perché la patrimoniale nasce da una cultura, che è quella secondo la quale la proprietà è un furto; la seconda, perché il risparmio sarebbe una iattura. Noi non riteniamo né che la proprietà sia un furto, né che il risparmio sia una iattura. Riteniamo, invece, che proposte come queste, in un momento siffatto, abbiano solo una funzione: quella di deprimere ulteriormente un mercato, ad esempio quello immobiliare, che è ai minimi termini, ha come sua naturale conseguenza un crollo degli investimenti, ha come ulteriore naturale conseguenza il fatto che il cittadino si trova di fronte ad uno Stato che, anziché limitare le spese, pensa di andargli a rapinare ora i risparmi, ora l'abitazione.

Non venite, poi, a dire che cosa state facendo rispetto all'IMU, perché è anche peggio quello che volete spiegare. L'IMU sulla prima casa, come voi sapete, non è pagata, l'IMU sulla seconda, terza, quarta casa verrebbe sostituita da un'imposta ben più grave. E, allora, non si dica che è sostitutiva: è moltiplicativa dell'effetto che ci sarebbe se questa proposta venisse trasformata in legge. È la ragione per la quale noi diciamo al Governo che non solo non si doveva fare, non si deve fare questa patrimoniale, ma bisognava stare attenti ad introdurne anche una surrettizia in quella che è la proroga degli sfratti, perché voi, nel decreto-legge di proroga termini avete inserito la proroga degli sfratti non preoccupandovi di coloro i quali oggi non riceveranno una lira per l'affitto dell'immobile che hanno locato. Anziché preoccuparvi di aumentare i fondi a disposizione sia degli inquilini che, eventualmente, dei proprietari di immobili come risarcimento, avete deciso soltanto una proroga secca che andrà, anche questa, a deprimere il mercato delle locazioni. Evitiamo di andare su questa strada, perché è un fallimento unico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP-PSI). Grazie, Presidente. Intervengo solo perché anch'io trovo assurdo, in tempi di crisi, proporre certi emendamenti e ordini del giorno alla legge di bilancio, però vorrei dare un suggerimento ai colleghi che hanno firmato questo ordine del giorno: prima di presentare patrimoniali in Italia, tra l'altro in un Paese dove la proprietà è abbastanza diffusa e dove l'economia legata all'edilizia è una parte importante del PIL, forse dovrebbero iniziare da un'operazione addirittura più semplice se vogliono parlare di equità fiscale e giustizia distributiva, così diceva anche il relatore, che è la riforma degli estimi catastali. Questo tipo di riforma può farla direttamente la maggioranza senza venire nemmeno qui, in Aula. Allora, iniziamo dalle cose più semplici, sennò facciamo la solita cosa che viene fatta spesso dai colleghi, soprattutto in questo periodo, che è lo spot elettorale. Lo spot elettorale, in periodo di crisi, non va bene: iniziamo dalle cose più semplici, se vogliamo portare un'equità fiscale e una giustizia distributiva nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/69 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

L'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/70 Fornaro risulta ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/71 Torromino vi è un parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/72 Cannizzaro, parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/73 Caon, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/74 Spena, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/75 Squeri, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/76 Sandra Savino, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/77 Giacometto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/78 Anna Lisa Baroni, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/79 Polidori, invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/79 Polidori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/80 Baldini, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/81 Nevi, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/82 Piccoli Nardelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/83 Gemmato, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/84 Zucconi, invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/84 Zucconi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/85 Foti, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/86 Cirielli, invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/86 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/87 Caiata, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/88 Lollobrigida, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione dei rappresentanti di Governo, i sottosegretari Castelli e Misiani.

Questo ordine del giorno, in realtà, è un'appendice di quanto successo durante la lunga sessione, per la verità, ristretta sessione di bilancio, diciamo quella notturna e, cioè, il tema degli ammortizzatori sociali che Fratelli d'Italia, sin dall'inizio di questa pandemia, ha posto all'attenzione; l'idea di colmare le distanze e le differenze fra i cittadini e creare un unico sistema di ammortizzatori sociali, che si occupasse di affrontare al meglio questa emergenza, indipendentemente dalla situazione del cittadino, sia il suo ruolo di autonomo oppure di lavoratore dipendente. Abbiamo posto con forza questo tema, siamo riusciti ad abbattere un muro ideologico, perché, per la prima volta in Italia, è previsto, con un emendamento a prima firma nostro, un sistema di ammortizzatori sociali per gli autonomi; ma non è stato accolto interamente il nostro sistema, la nostra idea, e cioè una visione organica, definitiva e totalizzante rispetto al mondo degli autonomi e delle professioni. Per questo non possiamo accettare la riformulazione, perché questo era oggetto di una trattativa e di una disponibilità che ha dato Fratelli d'Italia. La formulazione deve rimanere quella della nostra presentazione; con la suddetta facciamo prendere l'impegno al Governo nelle prossime occasioni di estendere questo sistema di ammortizzatori sociali anche ai professionisti che hanno partita IVA e anche agli autonomi iscritti all'AGO, in modo da completare il disegno e la proposta di Fratelli d'Italia. Quindi, per questo motivo, chiedo al Governo di lasciare la originale motivazione e chiedo anche il voto su questo, in modo da condividerlo con tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. Il Governo? Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, va bene, accolgo la proposta, prendiamo il testo così com'è. Parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/89 Deidda, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Si chiede di votare l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/88 Lollobrigida? D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/88 Lollobrigida, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo adesso all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/89 Deidda. Chiedo se il collega Deidda accetta la riformulazione. La accetta e chiede che venga messo al voto? D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/89 Deidda, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/90 Prisco c'è un parere favorevole con riformulazione, viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/91 Albano c'è un parere favorevole con riformulazione, viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/92 Meloni c'è un parere favorevole con riformulazione. La collega Meloni chiede di parlare. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, non accetto la riformulazione proposta dal sottosegretario. Confido che il sottosegretario Baretta vorrà modificare questo parere. Mi risulta che questo ordine del giorno presentato da Fratelli d'Italia sia stato condiviso dalla totalità delle forze politiche. Credo che non potrebbe essere, francamente, diversamente - e concludo un attimo, sottosegretario - e approfitto per dire che, anche qualora il sottosegretario Baretta modifichi il parere in parere favorevole, chiedo comunque che l'ordine del giorno venga votato.

Credo che sia il minimo che possiamo fare all'interno di quest'Aula su un tema importante come quello che riguarda i poteri e le risorse per Roma Capitale, perché a me non sfugge che il peso dell'ordine del giorno, anche con parere favorevole del Governo, non è lo stesso peso che questa materia avrebbe avuto se fosse stato accolto l'emendamento che abbiamo presentato in Commissione bilancio, che avrebbe consentito di intervenire immediatamente su un tema importante come quello dello status, dei poteri e delle risorse di Roma Capitale. La questione di fatto viene rimandata ad un successivo provvedimento e vorrei che ci fosse un voto di quest'Aula per dire che, da oggi, ci crediamo tutti, come fin qui ci ha creduto Fratelli d'Italia. Perché guardi, Presidente, io certamente non posso negare di essere una fiera cittadina della capitale d'Italia, ma non è per questa ragione che Fratelli d'Italia conduce questa battaglia: questo non è un problema romano, è un problema nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! La capitale di una nazione è la foto sul suo documento di identità. E questa è la ragione per la quale, in tutte le nazioni, per esempio, dell'Europa occidentale, alle capitali vengono riconosciuti risorse e status che sono particolari, che sono eccezionali, e dovrebbe valere ancora di più per una città complessa come Roma, che, dopo la Brexit, è il comune più esteso dell'Unione europea, è la capitale della cristianità, è la capitale del Mediterraneo, è una città che occupa e ospita ventinove organizzazioni internazionali, lo Stato del Vaticano; ogni giorno vede entrare un milione di persone all'interno dei suoi confini, più di quelli che ci abitano, è il comune agricolo più esteso d'Europa, è una città estremamente complessa: nessuno può pensare che può essere governata con gli stessi poteri di un comune da mille abitanti. Questo tema va risolto una volta per tutte! In qualsiasi altra nazione, un gioiello del genere verrebbe valorizzato, non considerato alla stregua di qualunque altro territorio. È quello che noi chiediamo di fare con questo ordine del giorno, è quello che chiedo al Governo di prendersi carico di fare con noi e che chiedo a questo Parlamento di condividere, per sanare un vulnus che esiste solamente in Italia e che, ripeto, non è un problema romano, ma è un problema italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sottosegretario, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, ripristiniamo il testo originario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole sull'ordine del giorno.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Mi chiedono di verificare un refuso sulle date dei festeggiamenti, controllatelo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Barelli. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI). Grazie, Presidente. Avevo chiesto la parola prima del parere favorevole del sottosegretario, me ne compiaccio. Volevo ricordare e sottolineare che questo Parlamento, durante questa legislatura, ha già discusso alcune mozioni presentate da diversi partiti, quale anche quello di Forza Italia, e che Forza Italia ha presentato sul punto una legge di modifica costituzionale. La collega Meloni ha perfettamente ragione: questo non è più un problema che appartiene a un singolo partito. La capitale d'Italia è la capitale di tutti. Quello che ha detto la Meloni è completamente vero, è il comune europeo che ha un territorio, una superficie maggiore di tutte le altre capitali europee, oltre ad essere un luogo, un territorio all'interno del quale ci sono e perdurano istituzioni dal punto di vista non soltanto religioso, quindi Città del Vaticano, ma tutte quante le altre istituzioni che sono state già elencate, quindi tutti i Ministeri, tutte le ambasciate presenti in Italia e riconosciute, e così altre importanti istituzioni. Quindi, io credo che bisogna uscire dal qualunquismo, bisogna evitare, ogni volta che si toccano questi argomenti, di dire che si è d'accordo però non si fa nulla. Io credo che il suggerimento, che è pervenuto e che perviene anche attraverso questo ordine del giorno, deve essere raccolto senza “se” e senza “ma” da tutte le forze politiche, altrimenti ci si perde in chiacchiere e non si dà alla capitale d'Italia quella che è una forza istituzionale, che oggi non ha a causa della mancanza di una normativa appropriata.

Quindi, da questo punto di vista, io credo, lasciamo le chiacchiere al vento e passiamo ai fatti, non soltanto accogliendo, come il Governo ha fatto, questo ordine del giorno, ma mettendoci subito al lavoro, tutti quanti assieme, per potere definire un assetto normativo che sia adeguato alla nostra capitale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente, e ringrazio la collega Meloni e tutti i colleghi di Fratelli d'Italia che hanno portato questo tema all'interno della discussione del bilancio e, ora, degli ordini del giorno collegati. Questa è una questione che noi riusciremo ad affrontare con qualche speranza di fare dei passi in avanti solo se riusciremo ad affrontarla in maniera trasversale, cioè se questo Parlamento, ovviamente con l'aiuto, per quanto di sua competenza, del Governo, si renderà finalmente conto che abbiamo un grande ritardo sull'ordinamento, sui poteri, sulle funzioni e sulle risorse per fare della capitale d'Italia quello che merita di essere. Purtroppo, in questi decenni, si è sviluppato un sentimento fortemente anti romano nel discorso pubblico e nel discorso politico; ne è segno e ne è emblema il fatto che in occasione dei centocinquant'anni dell'anniversario di Roma Capitale, il 20 settembre scorso, non c'è stata alcuna celebrazione pubblica, neanche simbolica e, anzi, il nostro Paese ha scelto di mettere in quella data una scadenza elettorale.

Ora, non è solamente questione di risorse, è questione di governance; noi rischiamo, se non cambieremo la governance, se non cambieremo l'ordinamento… e si cita qui l'ultimo tentativo, purtroppo fallimentare, che è stato fatto nel 2009, ma successivamente con la legge Delrio, in qualche modo, si è peggiorata la situazione di Roma Capitale, perché la città metropolitana di Roma Capitale non ha avuto un trattamento che ne prendesse in considerazione le specifiche caratteristiche. Quindi, io spero, nel dichiarare anche il voto favorevole a questo ordine del giorno, che questo sia l'inizio di una consapevolezza che ci porti rapidamente ad affrontare il tema. Ogni volta che si parla, ad esempio, di autonomia e di autonomie rafforzate, incredibilmente, non si parla anche del ruolo della capitale. D'ora in avanti facciamoci attenzione e lavoriamoci insieme (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Grazie, Presidente. Io insieme al collega Nobili e, credo, anche al collega Fassina e ad altri colleghi che hanno partecipato a un lavoro che era stato fatto in un tavolo trasversale riguardo a Roma, avevamo sottoscritto questo emendamento. Non vedo le firme, quindi, evidentemente c'è stato un problema tecnico, ma non credo politico, perché ci è stata chiesta la firma. Vorrei dire a tutti noi - sarò brevissimo, Presidente - che, ovviamente, questo ordine del giorno sicuramente tiene insieme e racchiude tutta una serie di problemi che ci portiamo avanti da parecchio tempo. Diciamocelo francamente, non sarà un ordine del giorno che ci fa fare mezzo passo avanti; forse, avremmo avuto l'occasione di poterlo fare nel bilancio di quest'anno o dell'anno precedente, sono anni che la mortificazione di Roma come capitale d'Italia, con tutto ciò che dovrebbe essere garantito, e ovviamente sono i ragionamenti che hanno fatto l'onorevole Meloni e l'onorevole Magi, ha attraversato tutti i Governi che sono venuti avanti.

Quindi, io mi auguro che questo ordine del giorno sia effettivamente l'occasione per passare dalle parole ai fatti, per uscire dall'ipocrisia del parlare di Roma come un'occasione importante per rilanciare… bla bla bla… e poi rimaniamo nel bla bla bla, essendo che poi noi avremo anche la prossima sindacatura di Roma, che sarà quella che dovrà traguardare il Giubileo, oltre che i centocinquant'anni di cui ci siamo occupati in questo ordine del giorno, insomma, io mi auguro che, effettivamente, ci sia la possibilità per un lavoro comune che è partito con i tavoli ai quali abbiamo lavorato trasversalmente e che ci porti finalmente a dare a Roma quello che Roma merita (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Come già detto da molte forze politiche, questa dei poteri speciali a Roma è comunque una tematica che ci sta molto a cuore, anche come MoVimento 5 Stelle.

Non è un caso che già abbiamo presentato una mozione al riguardo, proprio perché ci rendiamo conto, avendo amministrato la città, del fatto che ad oggi sia molto difficile governare Roma con gli stessi poteri con cui si possono governare altri comuni. Quindi, è assolutamente necessario andare avanti in questa direzione; ovviamente abbiamo anche noi sottoscritto l'ordine del giorno; peraltro, ne abbiamo presentato anche uno con le nostre firme, proprio perché abbiamo cercato di utilizzare la legge di bilancio per avviare un discorso e speriamo che adesso sia il momento giusto per portarlo avanti e per dotare Roma di nuove risorse e anche di nuovi poteri. Ovviamente, chiederemo poi di mettere al voto anche il nostro ordine del giorno e ringraziamo tutti i sottoscrittori e coloro che vorranno condividere con noi questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessun'altro chiede di intervenire, quindi, dichiaro aperta la votazione sull'ordine del giorno… Revoco la votazione, ha chiesto di parlare la collega Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Era il dicembre del 1955 quando l'Espresso, molti lo ricorderanno, titolò: “Capitale corrotta, nazione infetta”. Ecco, io vorrei che finalmente, dopo anni in cui Roma non è stata al centro di un dibattito politico serio, nazionale, ma al solo al centro di tanti scandali, si cominciasse a pensare in maniera seria, trasversale, responsabile sul ruolo futuro della capitale d'Italia. Vorrei che l'Espresso potesse titolare tra meno di un anno: “Capitale virtuosa, Paese fortunato”, perché questo noi dobbiamo immaginare per la nostra città. Guardate che non è solo dei romani, Roma è un patrimonio culturale, politico, sociale ed etico di tutti gli italiani, soprattutto in una sede importante quale il Parlamento, dove, lasciatemi dire con molta sincerità, non ho mai visto trasversalità e, come dire, condivisione sui valori importanti economici, politici e culturali di Roma. Ora, abbiamo l'occasione di cambiarla, questa città, di renderla importante, snella, efficace ed efficiente, cosa che Roma non è più ormai da anni.

Io mi ricordo il Presidente del Consiglio che, nel suo discorso di insediamento, ha parlato di un'azione importante nei confronti di Roma; il Parlamento non si può sottrarre a questo che è un obbligo morale e politico per tutti gli italiani. Roma è testimone di eventi straordinari, da qui ai prossimi dieci anni: politici, cristiani, culturali e sportivi. Come facciamo a essere indifferenti alle sorti di Roma? Quindi, ben venga questo ordine del giorno che ho sottoscritto e che abbiamo subito sottoscritto nel Partito Democratico, appena l'abbiamo letto (Applausi del deputato Deidda), ma lavoriamoci seriamente; non lasciamo che questa sia una parentesi che si apre e si chiude oggi, 27 dicembre. Roma val bene una trasversalità (Applausi).

PRESIDENTE. Altri chiedono di intervenire? No, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/92 Meloni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, intanto vi ricordo che alle 19 ci sarà la diretta televisiva; a breve dovremo interrompere per la sanificazione e abbiamo al momento 270 ordini del giorno da valutare.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/93 Caretta, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/94 Ciaburro, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/95 Mollicone, accolto come raccomandazione. Va bene. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/96 Silvestroni, favorevole con riformulazione. Viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/97 Donzelli, invito al ritiro o parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/97 Donzelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/98 Frassinetti, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/99 Bucalo, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/100 Rotelli, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/101 Osnato e n. 9/2790-bis-AR/102 Butti, pareri favorevoli. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/103 Bignami, parere favorevole con riformulazione: viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/104 Delmastro Delle Vedove, invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/104 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/105 Galantino, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/106 Trancassini, invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/106 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/107 Rizzone, parere favorevole con riformulazione: non viene accettata. Ha chiesto di parlare il collega Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (MISTO). Grazie, Presidente. Avrei preferito che fosse mantenuto il testo originale, ma accetto la riformulazione, a patto che venga messo in votazione, affinché in quest'Aula si possano ribadire, in maniera molto evidente, due concetti. In primo luogo, che lo Stato c'è ed è al fianco dei cittadini, soprattutto quelli che si trovano in difficoltà economiche a causa del sovraindebitamento. In secondo luogo, che intendiamo contrastare tutti con forza la piaga chiamata usura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/107 Rizzone, con il parere favorevole, così come riformulato, del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/108 Benigni, n. 9/2790-bis-AR/109 Sorte, n. 9/2790-bis-AR/110 Silli, n. 9/2790-bis-AR/111 Pedrazzini, pareri favorevoli con riformulazioni, che vengono accettate. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/112 Gagliardi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/113 Bellucci, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà. Le chiedo anche se accetta la riformulazione.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente, accetto, però, soltanto una sottolineatura, sottosegretario, perché, in realtà, nella sua…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, lei può intervenire se chiede il voto. Se non chiede il voto, non può intervenire.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Chiedo il voto, allora. Grazie.

PRESIDENTE. Chiede il voto. Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Nella sua riformulazione lei inserisce “a valutare l'opportunità di” inserire il Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga. Volevo sottolinearle che il Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga è previsto per legge. Quindi, mi chiedo come mai lei abbia voluto inserire “a valutare l'opportunità di”, dal momento che è già una legge che ne prevede la sua istituzione.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/113 Bellucci, con il parere favorevole, così come riformulato, del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/114 Maschio, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/115 Lucaselli, accolto come raccomandazione con riformulazione. Viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/116 Ferro, parere favorevole con riformulazione. Collega Ferro, le chiedo se accetta la riformulazione.

WANDA FERRO (FDI). Solo se il sottosegretario può rileggere la riformulazione, per piacere. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo al sottosegretario Baretta se può, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/116, riproporre la riformulazione. Prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa, Presidente. Allora premettere a tutti gli impegni: “impegna il Governo a valutare, esaminato il quadro normativo vigente, anche europeo, e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'adozione delle più opportune iniziative volte a…”.

PRESIDENTE. Collega Ferro, accettare la riformulazione? Sì.

Ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/117 Varchi e n. 9/2790-bis-AR/118 Rampelli, pareri favorevoli con riformulazioni: vengono accettate. Ordine del giorno 119 Rizzetto, invito al ritiro o parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/119 Rizzetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/120 Costa, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Costa. Le chiedo anche se accetta la riformulazione o meno. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e vi spiego perché non accetto la riformulazione. Perché il sottosegretario Baretta, che ovviamente non è a conoscenza dei pregressi sul tema dei magistrati fuori ruolo, mi ha invitato a riformulare con un “valutare” un'opportunità. Io ricordo che, nel mese di giugno, il Governo…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, però, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi! Prego.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Ricordo che, nel mese di giugno, il Governo aveva accolto un ordine del giorno del seguente tenore: invita il Governo ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a ridurre gli incarichi in posizione di fuori ruolo. Non c'era alcuna valutazione. Dal mese di giugno ad oggi è aumentato, non diminuito, il numero dei fuori ruolo. A fronte del numero “x” di magistrati che sono tornati in ruolo, il 50 per cento in più è andato fuori ruolo. Quindi, il Governo ha clamorosamente violato il disposto di questo ordine del giorno. Come può il Governo, oggi, chiedermi di “valutare l'opportunità di” chiedere di ridurre drasticamente, con un provvedimento urgente, il numero di magistrati fuori ruolo? Come può?

Io vorrei ricordare a questo Parlamento che, da un lato, nella legge di bilancio noi stanziamo risorse per assumere dei magistrati, viste le carenze di organico; dall'altro, abbiamo dei magistrati che sono all'Ambasciata d'Italia a L'Aja, al Garante per la concorrenza, alla Commissione antimafia (sono tre), alla Commissione ciclo rifiuti, alla Commissione europea (sono tre), al Consiglio d'Europa a Strasburgo, alla Corte di giustizia a Lussemburgo, alla Corte penale internazionale a L'Aja, alla CEDU a Strasburgo, a Eurojust a L'Aja (ad Eurojust c'è un membro nazionale magistrato, poi c'è un primo assistente magistrato e un secondo assistente, anch'esso magistrato ordinario).

Vi sono altresì in Ucraina addirittura (missione Advisory for civilian security sector), nei Paesi Bassi (Kosovo specialist chambers), uno al MEF, quattro al Ministero degli Esteri, uno al Ministero dell'Ambiente, uno al Ministero della Giustizia del Marocco, a Rabat, uno al Ministero della Salute; 108 al Ministero della Giustizia, di cui 41 con funzioni amministrative. Ma se svolgono funzioni amministrative non si possono prendere degli amministrativi e non dei magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani)? E quelli che sono all'ufficio legislativo, quelli che danno i pareri per conto del Governo, scrivono i pareri, sempre orientati. Ne abbiamo poi uno al Ministero della Giustizia francese e Principato di Monaco, alle organizzazioni internazionali a Vienna, al Progetto di cooperazione, lotta al traffico di droga (questo è in Perù). Ne abbiamo tre a Bruxelles, alla Rappresentanza italiana presso l'Unione europea, cinque distaccati alla Scuola della Magistratura, uno al Tribunale speciale a L'Aja, otto come segretari al CSM. Sempre al CSM, cinque o sei all'ufficio studi, dieci come assistenti dei giudici alla Corte costituzionale. Andiamo avanti? Proseguiamo?

Io penso che questi elementi siano da valutare, perché se noi riteniamo che vi siano scoperture di organico, dobbiamo anche pensare che abbiamo 150, 160, 180 magistrati, solo ordinari, fuori ruolo, che fanno queste cose.

Cosa chiede questo ordine del giorno? Chiede semplicemente che il Governo provveda con urgenza a ridurre drasticamente il numero degli attuali incarichi fuori ruolo. È un sacrilegio? L'avevamo chiesto ed è stato violato l'impegno. Oggi ci viene chiesto di “valutare l'opportunità”: ebbene no, si assumano i deputati la responsabilità di bocciare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Solo per non lasciare nulla di intentato nel chiarimento tra di noi. Il testo non dice “valutare l'opportunità”, dice “valutare ogni opportuna iniziativa”, è un po' diverso.

PRESIDENTE. Collega Zanettin, prego.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Forza Italia voterà convintamente questo ordine del giorno, perché quello dei magistrati fuori ruolo è un cavallo di battaglia da tempo di Forza Italia sotto molti profili. Il sottosegretario Baretta questi temi non li segue in maniera specifica, ma nell'interlocuzione che abbiamo avuto in questi anni con il Ministro tante volte abbiamo sollecitato la necessità di ridurre l'utilizzo dei magistrati fuori ruolo per quelle posizioni che non richiedono necessariamente la figura del magistrato a ricoprirle.

Io voglio lanciare anche - e lei lo trasmetterà al Ministro della Giustizia - un monito che è venuto proprio pochi giorni fa da parte del Consiglio superiore della magistratura (l'agenzia è del 22 dicembre scorso): il dottor Zaccaro, Presidente della terza commissione del Consiglio superiore della magistratura, parla di carenze oggi drammatiche, di scoperture dei magistrati e il consigliere D'Amato, facendo una valutazione prognostica, ha già stimato che entro due anni arriveranno a 2000 le scoperture. È chiaro che il problema dei fuori ruolo non copre, non risolve questo problema, ma è certamente un cattivo esempio quello che dà il Ministro, il quale sottrae risorse vive, nel corpo vivo della magistratura, per destinarlo per esempio - come ha ricordato giustamente il collega che mi ha preceduto - a funzioni amministrative. Quindi, questo ordine del giorno è sacrosanto e francamente credo che sia imbarazzante votare contro questo ordine del giorno per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/120 Costa, sul quale il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il collega Enrico Borghi, prego.

ENRICO BORGHI (PD). Solo per far presente all'Aula che probabilmente alcuni colleghi non hanno considerato il fatto che alle 17,15 ci dobbiamo fermare per la sanificazione e quindi, se andiamo avanti con questo ritmo, tenuto conto del fatto che abbiamo preso un impegno tra tutti i gruppi di concludere la discussione degli ordini del giorno alle 17,15 - perché poi successivamente avremo la Nota di variazioni e poi ci sarà la diretta televisiva - mi permetto di segnalare che siamo all'ordine del giorno n. 121 su 358: forse un minimo di autorganizzazione ci consente di arrivare in fondo e di selezionare con attenzione gli interventi di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega Giachetti, immagino sempre sull'ordine dei lavori. Prego.

ROBERTO GIACHETTI (IV). No, ad adiuvandum. Nella storia qui dentro è già successo alcune volte, ovviamente è nella disponibilità dei gruppi: se noi riuscissimo a estrapolare quelli su cui c'è una riformulazione che viene accettata e, quindi, i gruppi annunciassero preventivamente che sono accettate riformulazioni, ad eccezione di quelle che mettiamo ai voti, sicuramente guadagneremmo molto tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/121 Angelucci, favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/122 Biancofiore, sul quale il Governo ha espresso un invito al ritiro o parere contrario.

Ha chiesto di intervenire il collega D'Ettore. Prego, ha tre minuti e mezzo.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Con tutto il rispetto per l'accordo tra i gruppi, è evidente che siamo qui anche perché la legge di bilancio ha avuto un percorso che è dipeso dalla maggioranza e dal Governo, quindi facciamo quello che possiamo.

Rapidamente, l'articolo 85 della legge di bilancio prevede alcuni requisiti linguistici per l'esercizio delle professioni sanitarie nel territorio della provincia autonoma di Bolzano; prevede, altresì, che alla sezione speciale dell'albo dei medici di Bolzano possano essere iscritti solo i medici di lingua tedesca e l'iscrizione alla sezione speciale autorizza all'esercizio della professione medica esclusivamente nel territorio della provincia autonoma di Bolzano. È l'unico caso al mondo dove si scelgono i medici, anche in una situazione di crisi epidemiologica, non sulle competenze, le capacità e i requisiti, ma solo se conoscono una lingua! Tra parentesi, questo è contrario alla disciplina europea in materia di professioni, perché basta che ci sia la conoscenza di una lingua dei membri dell'Unione quando si esercita una professione. Quindi, è l'unico caso di contrasto con la disciplina europea, ma è una violazione patente, che non lascia dubbi, con tutto il rispetto per l'autonomia dell'Alto Adige, ci mancherebbe, ma non fino al punto di violare anche i principi costituzionali in materia. Quindi, sia il diritto costituzionale interno e l'ordine pubblico interno italiano - che non può essere superato da qualsiasi altra disciplina in materia, perché parliamo di protezione sanitaria, quindi prestazione sanitaria, e c'è la prevalenza della tutela del diritto alla salute - sia il fatto che comunque siamo in totale contrasto con la disciplina europea.

Chiediamo su questo che almeno ci sia una considerazione da parte del Governo, perché è veramente incredibile questa norma; a meno che, al Senato, quei tre voti di qualche forza politica possono essere utili, con tutto il rispetto per questa scelta politica; però, fino al punto di inserire in legge di bilancio questa norma, che è una norma… Non parlo della tutela degli italiani, non sto dicendo questo; sto dicendo che comunque è impossibile accettare una norma di questo tipo per l'albo dei medici, per i medici che esercitano la professione, in un periodo di crisi come questo, anche in difficoltà nel Trentino. E, quindi, possono essere iscritti all'albo solo se di lingua tedesca; solo se conoscono la lingua tedesca, nessun'altra lingua dell'Unione, tantomeno l'italiana può essere sufficiente. Se a voi sembra possibile una cosa simile!

La norma è chiaramente incostituzionale, ma almeno il Governo prenda l'iniziativa di valutare quantomeno l'opportunità di verificare le condizioni di questa disciplina, perché c'era un emendamento abrogativo - abrogativo - e un parere di Fassina che aveva detto che andava bene, dopodiché è scomparso.

Chiudo, e scusate se ho preso un po' di tempo, ma almeno tuteliamo l'italiano e la lingua italiana, se è possibile, e chi esercita la professione medica, indipendentemente dal fatto se sia tedesco, italiano o turco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/122 Biancofiore, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/123 Versace, favorevole; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/124 Pezzopane, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la collega Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Per comunicare l'accettazione da parte di Italia Viva di tutte le riformulazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. D'accordo. Ha chiesto di parlare il collega Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per annunciare che il gruppo del Partito Democratico accetta tutte la riformulazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi, ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/125 Schirò, n. 9/2790-bis-AR/126 Soverini, n. 9/2790-bis-AR/127 Lattanzio e n. 9/2790-bis-AR/128 Braga, va bene; ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/129 Gelmini, il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/130 Mantovani, favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/131 Montaruli, favorevole con riformulazione. Avverto che è stata chiesta dal gruppo di Fratelli d'Italia la votazione per parti separate dell'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/131 Montaruli, nel senso di votare separatamente ciascuno degli impegni che esso reca; poiché ciascuno degli impegni ha una propria autonomia, la richiesta può essere accolta.

Ha chiesto di parlare la collega Montaruli. Ne ha facoltà. Ricordo ai colleghi che avete esaurito i tempi e, ovviamente, verrà concesso un minuto per poter intervenire. Prego.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Solo per dire che ritengo che sia necessario votare questo ordine del giorno anche perché chiedere di “valutare l'opportunità di” rispetto agli impegni che sono indicati nell'ordine del giorno, credo che sia assolutamente anticostituzionale, incostituzionale. Non si può chiedere l'opportunità di esautorare il Parlamento dalla decisione di decidere che cosa fare del Recovery Fund e, soprattutto, al Governo di rendere palesi le intenzioni in relazione all'utilizzo di questi fondi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega Montagnoli, accetta la riformulazione? Non l'accetta, d'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo impegno dell'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/131 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul secondo impegno dell'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/131 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul terzo impegno dell'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/131 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul quarto impegno dell'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/131 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la collega Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Sull'ordine dei lavori, chiedo l'intervento del Presidente Conte e del Ministro Bellanova: che vengano in Aula a spiegarci come mai il Parlamento, in particolare le forze di maggioranza, hanno votato contro le dichiarazioni rilasciate in seguito alla presunta crisi di Governo che c'è stata negli scorsi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno 9/2790-bis-AR/132 Bartolozzi: accetta la riformulazione, collega? Non l'accetta e chiede di intervenire. Prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, io ritengo doveroso intervenire (non me ne vogliano i colleghi del Partito Democratico); mi sento un po' una donna delle stabilizzazioni, in quanto con il Vice Ministro Mauri abbiamo approvato interamente un ordine del giorno che prevedeva in Sicilia la stabilizzazione dei PIP e oggi siamo con i precari degli enti locali, e il Ministro Boccia e il sottosegretario Villarosa sicuramente sanno di cosa sto parlando. La Sicilia ha 5 milioni di abitanti, 390 comuni, 30 enti in dissesto, 45 col piano di riequilibrio: Presidente, Governo, io non ne faccio una questione di responsabilità dei Governi di centrosinistra, di sinistra o di centrodestra; non è questo il punto. Noi per vent'anni, noi tutti che abbiamo amministrato la Sicilia, abbiamo consentito proroghe su proroghe e abbiamo consentito a una fascia di lavoratori per vent'anni di esplicare servizi essenziali negli enti locali: cosa ha comportato questo? Da una parte, la legittima aspettativa - se non un diritto - di continuare a essere accompagnati alla pensione; dall'altra - ancora di più e ancora più forte - anche una sorta di responsabilità della pubblica amministrazione e dei sindaci che, Presidente, assecondando queste continuative proroghe, molte delle quali coperte con provvedimenti del Governo, hanno di fatto esposto gli amministratori locali a responsabilità contabile. Presidente, io lo dico da ex giudice del lavoro a Palermo: non so quante volte ho dovuto, in virtù di quello che è il cosiddetto “danno comunitario”, risarcire questo genere di lavoratori. All'epoca io vivevo - e lo dico ai colleghi - con una sorta di frustrazione l'applicazione secca della normativa; oggi rivendico con orgoglio, a nome di Forza Italia, il diritto di essere Parlamento; c'è un vuoto normativo che va coperto. Abbiamo fatto ciò - ripeto - con i PIP, lo abbiamo fatto con la legge di bilancio e con l'emendamento 52.012 a firma del collega Tucci, per il personale LSU (i lavoratori socialmente utili); rimane questa categoria, i precari degli enti pubblici e - ripeto - precari degli enti pubblici per gli enti in dissesto e per quelli con il piano di rientro. Ora arrivo al dunque, ma la premessa era importante e ringrazio l'onorevole Cancelleri del MoVimento 5 Stelle, l'onorevole Scoma del partito di Italia Viva e l'onorevole Miceli del Partito Democratico, oltre a tutti i colleghi dell'opposizione che sicuramente sosterranno il testo, per averlo sottoscritto in maniera anticipata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ma perché, sottosegretario, non posso accettare la riformulazione? Perché lei mi propone testualmente di riformulare così: “nell'ambito delle risorse disponibili…” e questo potrebbe anche starci, ma c'era la premessa che comunque è la regione a coprire tutte le risorse. Io stamattina, intervenendo in Aula, avevo detto che questo disegno di legge era accompagnato da una relazione tecnica che diceva che si parlava di spesa storica, quindi non c'è nessun onere per la finanza pubblica, ma andiamo al dunque. Lei mi dice: “…nei limiti dei posti disponibili”. Sottosegretario: è proprio questo che io voglio superare, cioè il problema per gli enti in dissesto e per gli enti che hanno il piano di riequilibrio è proprio che i posti non ci sono più disponibili, ma noi abbiamo la gente che da trent'anni lavora lì e ha diritto di essere accompagnate alla pensione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ma le dico una cosa in più. Io avevo anche previsto che laddove poi questo personale va in quiescenza il posto cessa, cioè non è che noi facciamo quello che si dice sempre in Sicilia, per cui inglobiamo tutti punto e basta: noi li accompagniamo perché è giusto così, perché per trent'anni hanno lavorato alla pensione e dopo il posto in pianta organica non c'è più.

Ma le dico un'ulteriore cosa in più, sottosegretario: noi lo dobbiamo fare, abbiamo l'obbligo di farlo, perché - ripeto - noi esponiamo i nostri amministratori alla responsabilità davanti alla Corte dei conti, e glielo consentite voi perché fate continuative proroghe.

Allora, basta con le proroghe, mettiamo il cappello normativo. La riformulazione che le offro, sottosegretario, è questa: mettiamo “nei limiti delle risorse disponibili”, anche se non serve (eh va beh, sottosegretario, non serve); ma, al posto di quel “posti disponibili”, quindi di “nel limite dei posti disponibili”, mettiamo “nei limiti del fabbisogno accertato”; cioè, superiamo il problema dei posti disponibili, che non ci sono, e mettiamo “nei limiti nei limiti del fabbisogno accertato”. È un obbligo che abbiamo tutti. Laddove non fosse così, io chiederò a ogni parlamentare di dire no a personale che da trent'anni lavora alle dipendenze della Pubblica amministrazione, trent'anni! Andatelo a dire voi che devono ritornare a casa senza garanzie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi…

Viene accantonato? D'accordo.

Ritorniamo, a proposito di accantonati, all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/24 Piera Aiello.

Il Governo ha chiesto di intervenire. Sottosegretario Baretta, ha chiesto di intervenire sull'ordine del giorno 9/2790-bis-AR/24 Piera Aiello che era stato accantonato? Prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, c'è una riformulazione: “impegna il Governo a integrare le procedure di intervento finanziario di cui alla legge n. 108 del 1996 e alla legge n. 44 del 1999 al fine di salvaguardare le aziende denuncianti il racket e l'usura istituendo, nel primo provvedimento utile, un fondo di garanzia con un corrispondente impegno alla copertura del rischio di insolvenza pari al 100 per cento dell'erogazione finanziaria, compatibilmente con la legislazione nazionale e la normativa europea sugli aiuti di Stato; a prevedere una procedura di erogazione che avvenga esclusivamente in presenza di un piano asseverato nel quale un professionista indipendente attesti la correttezza, la coerenza e la veridicità dei contenuti del piano di risanamento alla situazione economico patrimoniale dell'impresa, l'equilibrio economico finanziario e, più in generale, la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità economica e giuridica dell'intervento proposto; a non considerare il rating finanziario adottato dagli intermediari quale strumento principale per valutare l'affidabilità e la solvibilità delle aziende soggette a racket e usura, poiché i bilanci di tali aziende inquinati da eventi criminosi potrebbero non rispecchiare le reali condizioni finanziarie delle medesime imprese; ad attingere a strumenti finanziari già esistenti, come ad esempio il fondo di rotazione di cui alla legge 22 dicembre 1999 n. 512”.

PRESIDENTE. Collega Aiello, accetta la riformulazione? Chiede di parlare. Ne ha facoltà.

PIERA AIELLO (MISTO). Accetto la riformulazione e, se è possibile, vorrei comunque porlo al voto. Grazie.

PRESIDENTE. D'accordo.

Collega Ferro, vuole intervenire su questo ordine del giorno? Lo sottoscrive immagino.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Tutto il gruppo intende sottoscrivere l'ordine del giorno a prima firma di Piera Aiello. Già avevamo in passato presentato, con riferimento ad altri decreti, alcune soluzioni e credo che anche la parte della rivisitazione del testo da parte del sottosegretario dia ancora di più certezza a ciò che stiamo chiedendo. Grazie.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ha chiesto di parlare la collega Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Anche io intervengo per sottoscrivere questo ordine del giorno, Presidente.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ricordo a tutti che le sottoscrizioni possono essere anche apposte sotto al banco della Presidenza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/24 Piera Aiello, con parere favorevole del Governo, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27) (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/135 Bagnasco; il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/136 Gusmeroli si accetta la raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/137 Molinari, parere favorevole, si accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/138 Vanessa Cattoi c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/139 Bitonci c'è un invito al ritiro.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/139 Bitonci, con parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/140 Zordan il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/141 Morelli il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/142 Zanella c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la collega Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (LEGA). Velocissimamente. Rifiuto, ovviamente, l'invito al ritiro e mi permetto sommessamente di significare al Governo che, non più tardi di luglio, nella doppia mozione a prima firma mia e di Capitanio, è stato accolto un impegno omologo. Ora, o avete una grande confusione o c'è una spaccatura nel Governo. Io sinceramente vi sento sempre riempirvi la bocca di digitalizzazione; vi diamo dei suggerimenti per accelerare il Piano nazionale banda ultralarga, che è in ritardo di almeno tre anni, ad esempio attraverso il coinvolgimento delle Regioni, ma anche attraverso altri suggerimenti tecnici, e voi vi prendete la responsabilità di rifiutare questi suggerimenti e di rifiutare l'ordine del giorno e l'impegno che vi chiediamo. Quanto meno smettete di riempirvi la bocca di promesse che poi non mantenete. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/142 Zanella, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Sugli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/143 Giacometti, n. 9/2790-bis-AR/144 Lolini, n. 9/2790-bis-AR/145 Loss, n. 9/2790-bis-AR/146 Bubisutti, n. 9/2790-bis-AR/147 Liuni, n. 9/2790-bis-AR/148 Viviani, n. 9/2790-bis-AR/149 Durigon, n. 9/2790-bis-AR/150 Comaroli, n. 9/2790-bis-AR/151 Garavaglia e n. 9/2790-bis-AR/152 Molteni il parere è favorevole con riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/153 Turri. Non viene accettata la riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo al sottosegretario Baretta di poter rivedere il parere che ha dato. Non posso accettare in questo ordine del giorno che “si valuti l'opportunità di prevedere finanziamenti per interventi per la messa in sicurezza dei territori pedecollinari”. Qui si parla di corsi d'acqua con importanti pensilità e la rottura degli argini causa danni, non solo alle cose, ma anche alle persone perché, molte volte, passano all'interno di centri abitati. Quindi, è evidente che non si deve valutare, non si può valutarla. Tutti quanti siamo d'accordo che questo è un intervento che serve.

Mi sarei aspettato eventualmente dal sottosegretario che lo avesse condizionato a limiti di spesa, a somme disponibili, ma non che si valutasse l'opportunità o meno di finanziare interventi che sono necessari per il nostro territorio e che non si possono ancora rinviare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/153 Turri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

A questo punto, andiamo direttamente all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/170, in quanto il gruppo Lega-Salvini Premier ha accettato le riformulazioni. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/170 Toccalini: parere favorevole con riformulazione; non viene accettata la riformulazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/170 Toccalini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ha chiesto di parlare il collega Federico sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. A nome del gruppo MoVimento 5 Stelle, accettiamo tutte le riformulazioni proposte dal Governo e ritiriamo gli ordini del giorno con la richiesta di invito al ritiro tranne per tre, che meriteranno comunque un approfondimento e un dibattito, che sono il n. 9/2790-bis-AR/247 Romaniello, il n. 9/2790-bis-AR/254 Gallo e il n. 9/2790-bis-AR/255 Sut.

PRESIDENTE. Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/177 Gastaldi, su cui c'è parere favorevole come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il collega Gastaldi. Ne ha facoltà.

FLAVIO GASTALDI (LEGA). Grazie, Presidente. Rimango sostanzialmente stupito dal parere di questo ordine del giorno come raccomandazione perché o non ci rendiamo conto della complessità del problema o non si è compresa la semplicità della mia richiesta. La tempesta Alex del 2-3 ottobre ha spazzato via intere vie di collegamento in tutto il Piemonte, tra cui la viabilità dopo il traforo internazionale del Tenda verso la Francia e verso la Liguria, che non esiste letteralmente più. Ci sono, per chi non lo sapesse, due canne del tunnel, di cui una in costruzione, che finiscono nel vuoto. Non so se ci rendiamo conto della gravità del problema. Nell'ordine del giorno chiedo semplicemente la nomina di un commissario straordinario, cosa che la Francia ha fatto già due giorni dopo la tempesta del 2 e 3 ottobre, mentre noi, dopo quasi tre mesi, siamo ancora fermi. Lo abbiamo scritto nella maniera meno divisiva possibile, senza chiedere stanziamenti, in maniera da avere la più ampia condivisione da parte del Parlamento.

Chi mi conosce sa che non sono una persona divisiva, ma qui dobbiamo lavorare tutti tenendo come unico obiettivo l'uscita dall'isolamento del sud-ovest del Piemonte. Su questo ordine del giorno il Governo si gioca la faccia con tutto il territorio, che, con sindaci e tessuto produttivo, si aspetta un parere favorevole secco, senza raccomandazioni, alla semplice nomina di un commissario. Quindi, non raccomandazioni, ma pareri secchi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'Accordo. Anche la collega Ciaburro vuole sottoscrivere.

Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/177 Gastaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/183 Sasso.

Ha chiesto di parlare il collega Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Non accetto come raccomandazione questo impegno che il Governo dovrebbe avvertire a dieci giorni dall'inizio della ripresa delle attività didattiche, come il Ministro Azzolina auspica, in presenza. È un ordine del giorno con cui ci si rivolge a questo Governo, che ha sempre trovato risorse per le proposte della Azzolina, ricorderete tutti i banchi a rotelle, ricorderete le mascherine ad FCA Auto. Stranamente le scuole, il 7 gennaio, dovrebbero essere sicure, eppure i dati sui contagi, pubblicati prima di tutto su una rivista indipendente come Wired, poi anche dall'Istat e, alla fine, anche dal Ministero della Salute, ci parlano di oltre 100 mila contagi. La soluzione del Governo qual è per evitare il contagio nelle nostre scuole, per i nostri figli? Aprire le finestre, non si sa per quanto tempo, con una temperatura esterna che in questo periodo va anche sotto zero in alcune parti d'Italia. Allora, mi chiedo, di fronte a un miliardo e mezzo stanziato per l'edilizia scolastica, di fronte a ipotetici 10 miliardi di euro prestati a strozzo con il Recovery Fund, è possibile che non si riescano a trovare poche decine di milioni di euro, questo ci dicono gli studi di mercato, questo ci suggerisce l'Ordine degli ingegneri della Lombardia, questo ci suggerisce la Società italiana di medicina ambientale, pur di garantire una ripresa nelle scuole? O vogliamo, a tutti i costi, seguire le corbellerie di un Ministro che non si rende minimamente conto del rischio al quale sta esponendo un'intera comunità scolastica, non soltanto chi ci lavora, ma i nostri e i vostri figli?

Per cui chiedo al sottosegretario Baretta di prendere gentilmente in considerazione questa ipotesi di lasciare l'ordine del giorno così com'è, perché nella parte finale invito a valutare l'opportunità, tra tanti soldi spesi in mille modi, di pensare anche ad un sistema serio, perché nel 2020, in un Paese civile, mi sembra oltraggioso, per chi si ammala mentre lavora o per chi si ammala mentre dovrebbe studiare, l'ipotesi di ripararsi da questo maledetto, maledetto COVID-19 semplicemente aprendo le finestre. Siamo nel 2020, esistono dei sistemi di areazione, lo stesso, magari, che c'è qui, in quest'Aula: perché noi possiamo goderne e gli 8 milioni di studenti italiani delle scuole pubbliche e delle scuole paritarie no (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/183 Sasso, con il parere contrario del Governo….No, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Siccome è previsto “a valutare l'opportunità”, possiamo accoglierlo così (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/184 Bisa, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/185 Tateo invece la riformulazione non viene accettata.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/185 Tateo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/190 Boniardi…

Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare il collega Ferrari. Ne ha facoltà. Colleghi!

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Presidente, solo per sottolineare un aspetto relativo a questo ordine del giorno. L'ordine del giorno è molto semplice nella sua formulazione, cioè chiede al Governo di adottare, in un futuro provvedimento, la esclusione da parte dell'Agenzia Industrie Difesa, cioè un'agenzia del Ministero della Difesa che tratta i materiali anche esplodenti, l'obbligo annuale di iscrizione a un registro delle licenze previsto dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Questo impegno era già contenuto in un emendamento presentato al Senato da un senatore del Partito Democratico.

Quindi, mi pare assurdo che il Governo esprima un parere contrario su un ordine del giorno, quindi un impegno blando, quando al Senato uno dei principali partiti di maggioranza si era impegnato con un emendamento in tal senso. Chiedo, quindi, una revisione di questa posizione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Baretta, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Propongo di togliere dalla terza riga l'inciso da “in particolare” fino a “istituzionali”. E quindi resterebbe: “ad assumere quanto prima misure idonee ad accrescere la flessibilità accordata all'Agenzia Industrie Difesa allo scopo di permetterle di svolgere un'azione più incisiva di supporto alla promozione del made in Italy”, eccetera.

PRESIDENTE. Viene accettata, quindi andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/191 Pretto, invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il collega Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Presidente, ritengo vergognoso questo parere. Si tratta semplicemente nell'ordine del giorno della richiesta di un'indennità, che venga parificata per questi corpi speciali. Parliamo di paracadutisti, alpini paracadutisti, cosiddetti ranger, che operano su tanti fronti molto caldi, in situazioni molto delicate, di grande pericolo, e quindi semplicemente chiediamo che abbiano il diritto di prendere la stessa indennità che prendono altri corpi speciali. Non mi sembra di chiedere una cosa fuori da ogni previsione: una cosa di giustizia, di normalità, che dovrebbe essere garantita a questi corpi speciali.

Mi auguro, quindi, che il Governo riveda il proprio parere, e permetta alle nostre Forze armate, in questo caso a questi corpi speciali, di avere una dignità rispetto al lavoro e ai rischi che corrono ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/191 Pretto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/194 Formentini.

Ha chiesto di parlare il collega Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Presidente, io vorrei fare appello per suo tramite al Governo, sottosegretario Baretta, perché non possiamo come Lega accettare un diniego totale a una proposta di buonsenso, condivisa da tanti Governi nel mondo e davvero – davvero - di una semplicità quasi tautologica.

Leggo cosa chiede il nostro impegno. Noi stiamo parlando di Organizzazione mondiale della sanità, di quell'Organizzazione che ha dimostrato nei fatti una sudditanza nei confronti del regime comunista cinese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo stiamo portando alla vostra attenzione! E con quel lumicino di speranza che ancora abbiamo di non vivere in una dittatura come quella comunista cinese, ma in una democrazia come quella italiana, vi chiediamo un sussulto di coraggio nei confronti di quelli che forse decidono le sorti di questo Governo.

Qui noi chiediamo che si segnali quanto prima il sostegno dell'Italia alla richiesta di un rinnovamento profondo dell'Organizzazione mondiale della sanità, un rinnovamento della dirigenza dell'Organizzazione mondiale della sanità. Si è dimostrata l'inefficienza, l'inadeguatezza, migliaia di morti si sarebbero potute evitare; ma qui abbiamo una parte della maggioranza, probabilmente quella a sinistra, che solo nel momento in cui la Lega osa sollevare, in memoria dei 71 mila morti italiani e degli 1 milione 700 mila morti nel mondo, il tema del multilateralismo, che talvolta può anche sbagliare, perché non è, a differenza di quello che tanti colleghi credono, una religione di Stato, bene, in quel momento si dà parere contrario su tutto, senza nemmeno leggere gli ordini del giorno. Perché? Perché davvero è un dogma di fede, così come per il MoVimento 5 Stelle la Cina è esempio di Governo illuminato - così è stato detto in queste Aule parlamentari - di efficienza e forse anche di democrazia.

Un appello quindi fortissimo, con tutto il nostro cuore, per gli italiani morti, per i morti nel mondo di Coronavirus: chiediamo quella verità che avete cercato di negarci, cercando di insabbiare, di affossare la Commissione d'inchiesta chiesta dalla Lega per stabilire la verità sul Coronavirus, sulle origini, sulla gestione della pandemia da parte proprio dell'OMS. Bene, rivedete il vostro parere, se no consegnerete il nostro Paese ancora una volta definitivamente alle dittature e ci negherete quel briciolo di libertà che ci è rimasto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). In qualità di componente dell'intergruppo “Italia-Cina”, per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/2790-bis-AR/194 Formentini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Intanto, colleghi, vi ricordo che alle 17,15 interromperemo la seduta per procedere con la sanificazione, e la riprenderemo alle 18,45.

Ricordo, inoltre, che c'è la diretta televisiva alle ore 19.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/198 Iezzi. Non viene accettata la riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Rubo veramente pochi secondi. Io sono sinceramente sorpreso dalla richiesta di riformulazione; anche perché quello che noi chiediamo è esattamente quello che ha chiesto al Governo il sindaco di Milano Beppe Sala. E, allora, non credo che si possa rispondere con la classica riformulazione “valutiamo l'opportunità di”. Anche perché mentre voi valutate l'opportunità, a Milano si continua a morire, a Milano le donne vengono stuprate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a Milano i furti ci sono e sono in aumento, e Milano è la capitale del crimine, come dimostrano tutte le classifiche, non ultima quella de Il Sole 24 Ore.

E allora, vedete, la vostra richiesta di riformulazione alla nostra volontà di avere più uomini della Polizia e più agenti in strada, dimostra semplicemente due cose: innanzitutto, che al Governo e alla maggioranza quello che succede a Milano non interessa; seconda cosa, che il sindaco di Milano, il grande sindaco di Milano, il grande manager della città di Milano non riesce ad essere ascoltato neanche dal proprio Governo e dalla propria maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, allora, ci penseranno i milanesi alle prossime elezioni a farsi ascoltare!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/198 Iezzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno 9/2790-bis-AR/200 Fogliani. Non viene accolta la raccomandazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/2790-bis-AR/200 Fogliani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno 9/2790-bis-AR/204 Cestari, invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Non so, mi sembrava che ci fosse una riconsiderazione. Grazie.

PRESIDENTE. Viene accantonato sottosegretario? D'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/235 Potenti, su cui c'è un invito al ritiro.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/9/2790-bis-A/235 Potenti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/238 Elvira Savino: viene accettata la raccomandazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/239 Paolini: parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/240 Rixi: parere favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/245 Pella. Accoglie la raccomandazione? No, lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/9/2790-bis-A/245 Pella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/246 Vietina, su cui c'è invito al ritiro o parere contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Vietina, prego.

SIMONA VIETINA (FI). Grazie Presidente, io non comprendo perché io sia invitata a ritirare questo ordine del giorno, quando sono sicura e certa che tutti, in quest'Aula, siano d'accordo sul fatto che la tassazione sia troppo alta e le tasse siano troppe nel nostro Paese, con tutto quello che comporta nei salari reali, incentivi alle imprese e competitività. E se tutto questo era vero al netto del Coronavirus, lo è ancora di più oggi, con tutto quello che succede per le piccole e medie imprese, che sono vicine al collasso, e ricordo che oltre il 70 per cento del lavoro dipendente lo danno le piccole e medie imprese. E con questo ordine del giorno io chiedevo che si semplificasse il sistema di tassazione e che si abbassassero le tasse, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/246 Vietina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/247 Romaniello: chiedo se viene accettata la riformulazione.

Ha chiesto di parlare il collega Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Grazie Presidente, so che il problema grosso nel mio impegno sta nell'aver posto delle cifre, quindi volevo proporre una riformulazione che riguarda la parte in cui dico…(Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Collega, ha concluso l'intervento?

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). No.

PRESIDENTE. Prego.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Stavo aspettando il silenzio dei colleghi…Nella parte in cui dico: “si detragga un importo pari al 50 per cento delle spese documentate fino a un ammontare massimo delle spese pari a euro 500” con “si introduca una sensibile detrazione delle spese documentate”.

PRESIDENTE. D'accordo, è accantonato. Andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/254 Gallo, c'è invito al ritiro. Il collega Gallo chiede di intervenire, prego.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie Presidente questo, è un tema che continueremo ad approfondire e su cui continuerà a lavorare il Parlamento. Capisco e prendo atto che, in questo momento, il Governo non è pronto e quindi ritiro l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/255 Sut, c'è un parere favorevole con riformulazione. Il Governo chiede di intervenire, prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa, parere favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo.

A questo punto andiamo direttamente all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/346 Ripani, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/347 Galli, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Siamo quindi all'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/355 Della Frera, favorevole con riformulazione. Viene accettata? Sì. L'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/356 Mandelli è accolto come raccomandazione e viene accettato. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/357 Cortelazzo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/358 Fusacchia, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Il collega Fusacchia chiede di intervenire, prego. Colleghi, ricordo che ci sono alcuni ordini del giorno accantonati anche. Accetta la riformulazione? D'accordo.

Passiamo agli ordini del giorno accantonati.

Iniziamo con l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/132 Bartolozzi, sottosegretario Baretta.

Sono accantonati gli ordini del giorno n. 9/2790-bis-A/132 Bartolozzi, n. 9/2790-bis-A/204 Cestari e n. 9/2790-bis-A/247 Romaniello.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-A/204 Cestari, la proposta è di togliere “nel prossimo provvedimento utile” e resta quindi “a prevedere uno stanziamento di risorse per le finalità di ricerca scientifica sul fenomeno di induzione dell'ibernazione dell'uomo”.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Accetto la riformulazione.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Per quanto riguarda gli altri due, avrei bisogno ancora di un po' di tempo.

PRESIDENTE. D'accordo. Ha bisogno di tempo per gli altri ordini del giorno accantonati? Sottosegretario, più o meno di quanto tempo ha bisogno?

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Dieci minuti.

PRESIDENTE. A questo punto sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 18,45 con gli ordini del giorno accantonati e con l'esame della Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e Bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 18,45.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Cancelleri, Casa, Castelli, Cirielli, Davide Crippa, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Frusone, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Grimoldi, Invernizzi, Iovino, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Losacco, Lupi, Magi, Mauri, Molinari, Morani, Nardi, Paita, Perantoni, Ruocco, Serracchiani, Tasso, Tofalo, Tomasi, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2790-bis-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2790-bis-A/R.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, sono stati accantonati gli ordini del giorno n. 9/2790-bis-AR/132 Bartolozzi e n. 9/2790-bis-AR/247 Romaniello.

Invito, quindi, il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tali ordini del giorno. Prego.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Prima vorrei chiarire, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/311 Rizzo, che non sono certo che la riformulazione fosse stata recepita nel verso giusto, ed è così: “a valutare l'opportunità di garantire maggiori capacità addestrative”, eccetera, cioè si espunge: “di istituire un fondo per le forze speciali, volto”. Invece, sui due che lei ricordava, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/132 Bartolozzi: “impegna il Governo ad adottare, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili e della dotazione organica esistente, gli interventi normativi di competenza volti”, eccetera e resta il testo precedente.

Per l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/247 Romaniello: “impegna il Governo a prevedere, nel primo provvedimento utile, adeguate risorse affinché dall'importo lordo si introduca una sensibile detrazione delle spese documentate sostenute per l'acquisto di dispositivi”, eccetera. Quindi, viene espunto: “a decorrere dall'anno 2021 si detragga un importo pari al 50 per cento” e viene espunto: “fino ad un ammontare massimo delle spese pari a euro 500”.

PRESIDENTE. Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/132 Bartolozzi: accetta la riformulazione?

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente Fico. Presidente, ho difficoltà perché nell'interlocuzione informale che c'era stata con il sottosegretario Baretta avevamo tolto il discorso del limite della pianta organica: ricordo male, sottosegretario? Adesso, invece, lo rivedo al banco; semplicemente, sulle risorse d'accordo, ma non c'era più il problema dei posti, o perlomeno così eravamo rimasti, però le chiedo conferma.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Nella prima interlocuzione sì, poi dopo, quando abbiamo detto che la cosa più importante era valutare l'opportunità, mi sono concentrato su quello, però non è un problema.

PRESIDENTE. Quindi accetta la riformulazione, deputata Bartolozzi?

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, se il sottosegretario può ripetere la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario, ripeta la riformulazione.

PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. “Impegna il Governo ad adottare, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi normativi di competenze”, eccetera.

PRESIDENTE. Quindi, va bene.

Ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/247 Romaniello: accetta la riformulazione? Va bene, perfetto. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Gava. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA (LEGA). Prima, nell'economia dei lavori, il mio gruppo ha accantonato e ha dato per accettati alcuni emendamenti, un pacchetto di emendamenti; purtroppo vi è entrato anche l'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/154 a mia prima firma, che intendo mettere al voto a meno che non venga cambiato il parere, perché questo ordine del giorno prevede di sostenere la catena di approvvigionamento dell'idrogeno…

PRESIDENTE. Colleghi…prego.

VANNIA GAVA (LEGA). …e quindi non si può dare una riformulazione “valutare l'opportunità di”: o si è d'accordo o non si è d'accordo. Io mi sarei immaginata un “valutare ogni iniziativa a favore di”, visto che vogliamo andare verso la decarbonizzazione, verso la transizione ecologica e che questo è un punto anche fondamentale di questo Governo. Soprattutto, chiedo anche di inserire ulteriori risorse e non mi si può dire “nell'ambito delle risorse disponibili”. Lei capisce, Presidente, che anche grammaticalmente ciò non regge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/154 Gava la riformulazione così fatta non viene accettata. Il Governo rimane su questa riformulazione.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2790-bis-AR/154 Gava, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Avverto che il Governo ha presentato la Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 e che la Commissione bilancio ne ha concluso l'esame, ai sensi dell'articolo 120, comma 7, del Regolamento.

(Esame della Nota di variazioni - A.C. 2790-bis/I)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame di tale documento. Chiedo ai relatori se intendano intervenire. No.

Chiedo al rappresentante del Governo se intenda intervenire. No.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Sospendo, a questo punto, la seduta, che inizierà nuovamente alle ore 19, con la ripresa televisiva diretta, come da accordo intercorso nella Conferenza dei capigruppo.

La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 19.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2790-bis-A/R)

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Avverto che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

Colleghi, colleghi! Abbiamo ripreso la seduta, per favore…

Prego, deputato.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. In questa mia dichiarazione vorrei fornire una risposta e una riflessione. La risposta è “sì”, la componente MAIE che rappresento voterà favorevolmente questa legge di bilancio che ha previsto interventi per vari settori e diversi soggetti, accogliendo anche emendamenti e ordini del giorno da noi presentati.

Mi permetto sommessamente di non essere d'accordo con chi ha etichettato come “mancette” questi interventi, intanto, perché ve ne sono stati di largo interesse e di cospicua entità economica e, poi, perché quest'Aula conta 630 deputati, ognuno con professionalità diverse ed eletto più o meno in territori differenti, territori vissuti dei quali ha contezza delle criticità esistenti e, quindi, oltre all'interesse per i grandi temi nazionali, cerca di dare una mano anche alla realtà che conosce. Non sono, quindi, mancette, ma è attenzione e sensibilità alle problematiche di un territorio e alle esigenze di categorie sociali, professionali e lavorative.

La riflessione che desidero sottoporre all'Aula, invece, è che, come ho dichiarato più volte, la portata delle decisioni in merito alle misure di contrasto alla pandemia che stiamo vivendo e subendo è inversamente proporzionale alla qualità del servizio sanitario offerto, non inteso come qualità degli operatori, ma come strutture. Se disponessimo di strutture efficienti ed adeguatamente sufficienti anche come posti letto, sia ordinari che nelle terapie intensive e subintensive, certamente non dovremmo subire misure così restrittive.

Al di là di questa finanziaria, io auspico che vi sia un maggiore intervento economico nell'ambito sanitario, magari cominciando ad eliminare gli sprechi, che da sempre sono il male di tale gestione, anche perché vorrei finalmente vedere realizzati i buoni intendimenti, fin qui solo professati, che riguardano il potenziamento o le riaperture di quelle strutture, utili ad affrontare con meno patemi questo tragico periodo. Voglio augurare che l'anno che sta entrando sia dirimente da questo punto di vista.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP-PSI). Grazie, Presidente. Presidente, lei ha dichiarato che il suo faro è la centralità del Parlamento. Perfettamente d'accordo, peccato però che, come lo scorso anno, la manovra di bilancio è stata decisa da un solo ramo del Parlamento e per di più senza concedere il tempo necessario per una degna e costruttiva discussione qui alla Camera.

Presidente, noi non voteremo questa manovra. Non la voteremo, perché non guarda al futuro del Paese, perché in tempi di COVID è inaccettabile presentare al Parlamento una manovra fatta di norme microsettoriali e mancette territoriali.

In questa manovra, Presidente, abbiamo finanziato un po' di tutto: la festa per celebrare l'ottavo centenario del presepe, dal bonus TV al bonus rubinetti e ai corsi per cuochi professionisti. Abbiamo finanziato le industrie tessili di Biella, dimenticandoci di tutti gli altri distretti industriali presenti nel Paese Italia, e poi, ancora, i vini di qualità, le droghe leggere, i farmaci per gli animali d'affezione e i rifugi per cani randagi.

Questa pandemia ha colpito e sta colpendo maggiormente i più fragili, gli emarginati, i ceti più poveri, gli anziani, i pazienti cronici, i malati oncologici e le persone con malattie rare, tutte categorie queste dimenticate in questa legge di bilancio, purtroppo. L'unica certezza è che caricheremo ulteriori 22 miliardi di debito sulle nuove generazioni, portando il rapporto debito-PIL a oltre il 160 per cento. Questo debito è una mostruosità, che stiamo consegnando nelle mani dei nostri figli. Privare le nuove generazioni del loro futuro e della loro dignità è la forma, a mio avviso, più grave di disuguaglianza. Come genitori prima e come politici poi, abbiamo il dovere morale di evitare che questo accada. Occorre, Presidente - e concludo - operare oggi per domani. Per fare questo bisogna mettere da parte un po' gli egoismi e guardare tutti insieme al benessere del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Prego.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. È difficile commentare questa legge di bilancio, perché è neutra, impalpabile, senz'anima, frammentaria e spezzettata.

PRESIDENTE. Deputato Costa, provi a cambiare il microfono. Resettiamo il tempo.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, è difficile commentare questa legge di bilancio, perché è neutra, impalpabile, senz'anima, frammentaria e spezzettata. E, per questo, Azione-+Europa voteranno contro. Un articolo con 1.150 commi, che saltano di palo in frasca senza un indirizzo. Vi si legge solo la frenesia di spendere all'impazzata di un Governo diviso e senza idee. Ma cosa ha fatto l'opposizione, una volta tanto coinvolta, che da tempo chiedeva di dire la sua? Nessuna proposta originale, anzi in molti si sono accomodati al banchetto del professor Conte e affamati hanno favorito. Dalla corsa in bici, alla gara di nuoto, all'anniversario del presepe, al bonus bidet, ai corsi di jazz, ai Giochi del Mediterraneo, al filtraggio dell'acqua potabile e così via. Buona parte dell'opposizione non ha contribuito a dimezzare gli errori, ma a raddoppiare gli sprechi. Ha aggiunto interventi frammentari, parziali, settoriali. Solo chi ha santi in paradiso si accaparra una fetta. Opere pubbliche di pari urgenza: taluna finanziata, altre omesse. Eventi sportivi: taluni citati, taluni trascurati. Filiere con pari esigenze: talune supportate, altre dimenticate.

Da anni non c'erano in una legge di bilancio tante risorse da distribuire ed è stato un fallimento di immaturità. Il rapporto maggioranza-opposizione non è stato di condivisione, ma di complicità nello spendere senza criterio; si sono coperti a vicenda.

Noi di Azione-+Europa non ci siamo fatti risucchiare da questo schema, ci siamo distinti facendo poche proposte di principio. Una di queste è stato l'emendamento che prevede di risarcire le spese legali agli innocenti, a chi è stato assolto con sentenza irrevocabile. Incredibile che in Italia già non fosse così! Oggi, in Italia, chi riesce a dimostrare la propria assoluta estraneità al reato non solo deve sopportare il peso del processo - che di per sé è una pena -, ma anche quello delle spese necessarie per difendersi, e questo non è giusto. Con l'approvazione di questo emendamento, lo Stato dovrà prendere atto, con un risarcimento concreto, che la vita di molte persone è rovinata da processi che finiscono nel nulla ed è un importante passo liberale di civiltà giuridica, un raggio di luce in un buio pesto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci, Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Rappresentanti del Governo, malgrado le tante anomalie di questa fase parlamentare, a cominciare dal ritardo nella presentazione al Parlamento della legge di bilancio, la Commissione bilancio ha promosso al suo interno una positiva convergenza istituzionale e politica su misure finanziarie di rilevanza strategica, in presenza di drammatiche difficoltà sanitarie, con pesanti conseguenze sociali ed economiche. È pur vero che era una linea necessaria e doverosa, essendo pericoloso per il Paese registrare un contrasto politico capace di trascinarci in un esercizio provvisorio che sarebbe stato letale per la nostra credibilità in Europa. È giusto che le opposizioni rivendichino il merito di questa scelta responsabile di moderazione istituzionale. Le polemiche sul presunto assalto parlamentare alla diligenza - ne ha fatto cenno anche adesso il collega Costa - sono strumentali, non tengono conto del passaggio assai delicato e complesso che abbiamo attraversato in queste settimane.

Questo bilancio cade in una fase davvero eccezionale, che vede la pandemia mettere in crisi la tenuta dell'assetto produttivo e attentare pericolosamente alla rete di protezione sociale. Non possiamo certo sprecare risorse e l'utilizzo del debito che abbiamo acceso deve essere virtuoso e mettere nella condizione il Paese di esprimere una forte ripresa dello sviluppo. È una sfida per tutti, maggioranza e opposizione. Si vedrà se ci sarà qualità dell'azione politica che saremo in grado di esprimere. Lo scontro politico non può essere portato fino al limite di una grave crisi istituzionale, anzi, è necessario che la doverosa collaborazione istituzionale avvenga in un clima in cui sia la maggioranza che l'opposizione trovano il modo di stabilizzarsi.

Ho concluso, Presidente. Non abbiamo certo bisogno di crescere in incertezza e instabilità, compete al Presidente del Consiglio assumere una iniziativa politica concreta e adeguata a superare i contrasti emersi in questi giorni, chiarendo i contorni politici e istituzionali in cui si muove il Governo, nelle prossime ore, perché non c'è tempo da perdere. Sono certo che sul piano parlamentare ci sarà una risposta conseguente di adeguata responsabilità. In questo senso c'è il voto favorevole della nostra componente politica alla legge di bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, annuncio il voto favorevole della mia componente Minoranze linguistiche, per una manovra di bilancio che ancora contiene misure dell'emergenza, ma si inserisce in un orizzonte temporale che va oltre l'emergenza. Innanzitutto introduce misure di equità, dando così risposte ad alcune diseguaglianze sociali e disparità economiche e fiscali, perché un Paese può avanzare solo se tutti hanno una capacità d'acquisto, di autosostegno, di cura, di formazione per i propri figli e di parità d'accesso, per concorrere insieme a generare quell'accelerazione di azione e di transizione verso il Recovery Fund di cui questa manovra già possiamo considerare in parte un inizio.

Tra le misure che contiene desidero citare quelle che amo di più e per cui mi sono spesa ovvero le misure di sostegno per chi investe in formazione e innovazione, per gli autonomi, per il turismo - anche se il turismo di montagna sarà aiutato a gennaio con speciali sussidi, per riparare a una stagione invernale che non è mai partita.

Poi ci sono le misure per i giovani, come il Fondo per i care leavers, che utilizzeremo per accompagnare questi giovani che non hanno famiglie alle spalle, che sono partiti nella loro vita con più difficoltà di altri, ma che sono diventati, nel nostro Paese, dei maestri di resilienza e di speranza e che ci restituiscono una fotografia di quell'Italia che vuole sempre riscattarsi e che ha bisogno di trovare nelle istituzioni fiducia. È per questo, Presidente, che noi non possiamo mancare nel dire ai nostri cittadini che ci impegneremo proprio per creare prospettive, perché la fiducia e la motivazione nascono quando si hanno prospettive e l'essere umano ha bisogno di vedere il futuro e noi, come Parlamento, come Governo ma anche tutte le amministrazioni locali e regionali, dobbiamo accompagnare i nostri giovani e costruire insieme il futuro di questo Paese senza timori di cambiare, cambiando anche le regole dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Voteremo “no” a questa legge di bilancio, seppure in alcuni punti migliorata dal lavoro comune fatto dall'opposizione di centrodestra: penso agli autonomi, alle partite IVA, alle scuole paritarie, al rilancio della filiera dell'automotive, delle costruzioni e dell'arredo. Una legge di bilancio che ha una vistosa assenza di strategia: un coacervo di misure a pioggia senza un disegno, come dimostrano i 100 emendamenti approvati sotto i 5 milioni. E così siamo arrivati, da febbraio a oggi, ad aver speso più di 150 miliardi di euro tutti a debito che peseranno sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti. In questi mesi ho maturato una convinzione, viste le divisioni all'interno della maggioranza, cioè che il Governo non è sostenuto da quattro partiti ma da cinque: il quinto partito si chiama “COVID”. Non ho ancora capito se è lui che lavora per voi o voi che lavorate per lui. In ogni caso, è l'unico motivo, l'unico collante che vi tiene ancora insieme (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro). Continuate a spostare la soglia dell'emergenza in un'alternanza di annunci e di allarmi che hanno ottenuto il risultato che la maggioranza degli italiani - e questo c'entra con il rilancio del Paese e con la legge di bilancio - vive con un sentimento di incertezza e di sospetto mentre, invece, c'è bisogno di fiducia. Solo la fiducia mobilita energie e risorse e fa sì che questa crisi, invece che continuare come tragedia, possa diventare un'opportunità. La prima condizione per mobilitare questa fiducia è sapere che chi ci governa, chi ci guida, sappia dove vuole andare e non viva, invece, di litigio, nella confusione perenne e nei tentennamenti continui.

Oggi siamo qui per approvare la legge di bilancio ma permetteteci prima una considerazione sanitaria: come è possibile che oggi in Italia siano arrivate 9.750 dosi di vaccino, in Germania 150 mila, in Spagna 350 mila? “Sono dosi simboliche - ci spiega il commissario Arcuri - e più avanti ne arriveranno 470 mila”. Cioè, oggi non è partita la campagna di vaccini. Ecco, su questioni così serie basta simboli e annunci, che fanno titoli sui giornali e ai quali non corrisponde la realtà (Commenti del deputato Fornaro).

PRESIDENTE. Fornaro, deputato Fornaro! Per favore, deputato Fornaro! Prego.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Fornaro, non si preoccupi, stia tranquillo. Speranza è capace di difendersi da solo, non ha bisogno di lei.

PRESIDENTE. Deputato Lupi, deputato Lupi, si rivolga a me. Prego, andiamo avanti.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Gli italiani sono continuamente bombardati mediaticamente e tutto serve per tenere alta la soglia dell'allarme e giustificare la propria permanenza al Governo. Così siamo stati bersagliati per settimane sull'irresponsabilità dei nostri cittadini, i veri responsabili, si è detto, della diffusione del virus, per cui li abbiamo trattati come bambini. Dal “se fai il bravo passi dal rosso all'arancione e poi al giallo e potrai vivere così un sereno Natale”. Poi a dirgli quanti parenti potrai vedere e come sedersi a tavola. Infine, la minaccia: “Vi controlleremo tutti”. Risultato: 800 multe. Su 60 milioni gli indisciplinati sono stati lo 0,0013 per cento. Gli italiani hanno risposto con i fatti alla sfiducia che questo Governo ha nei loro confronti.

Ma c'è il rischio che, pur con tutta la loro buona volontà, la laboriosità e il coraggio delle nostre imprese, la responsabilità dei liberi professionisti, delle famiglie e dei lavoratori, gli italiani non ce la facciano a superare la crisi più grave e duratura che il COVID ha innescato, quella economica e quella occupazionale che ne consegue, perché ogni impegno per costruire ha bisogno di condizioni su cui poter far leva e queste condizioni non gliele state garantendo. Basta vedere la discussione surreale sul Recovery Fund. Il Ministro della Salute, onorevole Fornaro, si lamenta per i 9 miliardi assegnati alla sanità: sono pochi, si dice; mentre ne ha 36 a disposizione e non li usa per motivi ideologici. Sul Recovery Fund continuate a citare 209 miliardi europei ma siete riusciti a litigare su chi li deve gestire, prima ancora che arrivino.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). E iniziamo a dubitare che arrivino presto e che arrivino tutti, perché l'Europa è preoccupata per la mancanza di un progetto credibile.

Per questo - e concludo - voteremo “no” alla legge di bilancio, troppo dispersiva e troppo assistenziale. I 7 miliardi del reddito di cittadinanza dateli alle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che assumeranno le persone, anziché disperderli in assistenzialismo continuo! Ma ribadiamo ancora una volta la nostra leale collaborazione, da parte dell'opposizione. Proprio nella discussione su alcuni capitoli della legge di bilancio e - concludo - si è visto come il metodo sia giusto. Faccio l'esempio dell'assegno unico per i figli fino a 21 anni…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Lupi.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). … e delle scuole paritarie. Quella della parità scolastica è una strada ancora lunga e in salita ma è la strada giusta. Averla imboccata e percorsa insieme, trasversalmente, per un tratto significativo dimostra che la scuola pubblica statale e paritaria sta lentamente acquistando la centralità che merita. L'educazione è la prima risorsa di un Paese ed è, per sua natura, libera. Mi auguro che esempi come questi valgano per il lavoro, per le imprese, per la ricerca, per le infrastrutture, per tutti quei settori veramente strategici nei quali dovremmo investire i soldi europei (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Io prima di tutto desidero ringraziare, a nome del gruppo, i relatori Faro e Fassina per lo splendido lavoro svolto; se lo meritano. Questa è la mia quinta legge di bilancio e devo dire che il compito era arduo, il clima era molto teso, complicato e le parole che mi hanno preceduto, secondo me, rasentano l'inaccettabilità, soprattutto perché ho sostituito indegnamente l'onorevole Fassina come capogruppo in Commissione bilancio, in quanto lui relatore. Quindi, come l'onorevole Lupi, ho seguito passo passo l'esperienza in Commissione. Ricordo bene l'intervento dell'onorevole Lupi, ricordo bene la collaborazione dell'onorevole Lupi, ricordo bene i temi che ha posto l'onorevole Lupi, come quelli che abbiamo posto tutti noi. Tutti nell'ottica di una discussione che ci ha portato - sì, è vero, in tempi stretti - ad un risultato che non sembrava scontato perché, in effetti, la legge di bilancio, per le oggettive circostanze e difficoltà in cui navighiamo, è arrivata molto, molto, molto tardi. L'onorevole Lupi, per esempio, ha citato le scuole paritarie, un tema, a lui caro, che il Governo e la maggioranza hanno fatto proprio, nell'ottica di portare a termine la condivisione di temi e questa legge di bilancio, in un corpo iniziale che già conteneva, comunque, lo sottolineo di nuovo, tante, tante iniziative, come il sostegno alla liquidità. In tema di lavoro e di occupazione, ricordo gli sgravi contributivi, tra tutti, per l'assunzione degli under 35, addirittura fino a quattro anni di sgravio nelle Regioni come la Calabria, l'Abruzzo, il Molise, la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna. Ci sono tante misure fiscali, aiuti ai comuni, alla sanità.

Quindi, io credo che si sia sviluppato un percorso molto utile e costruttivo con l'opposizione, privilegiando l'interesse del Paese rispetto a quelle che potevano essere contingenze politiche. Lo ricordo perché ho ascoltato interventi, a parte questi ultimi, anche in discussione generale, mi dispiace dirlo, da parte di qualche collega, più di un collega, di Fratelli d'Italia - non coloro che hanno partecipato ai lavori della Commissione - che non corrispondono oggettivamente alla realtà. L'onorevole Trancassini mi conforta in questo perché abbiamo avuto momenti di discussione forte ma poi, alla fine, siamo arrivati molto spesso ad una convergenza di obiettivi e di temi. Quindi, se andassi a leggere - lo dico a tanti che hanno parlato prima di me - gli innumerevoli emendamenti meritoriamente presentati dall'opposizione, potrei usare anch'io il termine sbagliato di assistenzialismo o di mancette, ma non è così. Ci sono infatti migliaia di emendamenti dell'opposizione che vanno esattamente nella stessa direzione. Ecco, non vorrei che con queste parole - visto che siamo anche in diretta televisiva - si mettessero in discussione le battaglie che voi avete fatto insieme a noi, che noi abbiamo fatto e che abbiamo fatto insieme e che hanno trovato una risposta positiva da parte del Governo. Abbiamo lavorato insieme su tante questioni importanti, su iniziativa dell'opposizione e su iniziativa della maggioranza, e l'abbiamo fatto convintamente insieme, dopo momenti di necessaria discussione. Mi auguro che continueremo a farlo. Qualcuno ha detto che ci vuole fiducia. Sì, noi abbiamo riposto nella forza delle nostre idee la fiducia che speriamo tutti insieme di trasmettere al Paese ora, con il prossimo “decreto Ristori” e con la riforma del fisco che verrà. Poi cito anche, visto che di cose positive ne ho sentite poche finora, i temi trasversali che abbiamo approvato, almeno alcuni di questi; trasversali vuol dire che sono emendamenti che sono stati sottoscritti e firmati da tutti i gruppi parlamentari, compreso il gruppo Misto, onorevole Lupi, compreso il gruppo Misto, e hanno primogeniture non solo di iniziativa, ma anche di firma stabilite ad un tavolo di concertazione tra le parti. E le cito perché sono iniziative positive: cito il Fondo per l'esonero del pagamento dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti, un miliardo di euro, prima firma Garavaglia, della Lega, sostenuto da tutti. Questo vuol dire che praticamente i lavoratori autonomi non pagheranno i contributi previdenziali l'anno prossimo, o almeno una parte importante di loro, ed è una buona iniziativa, che abbiamo condiviso tutti. Cito poi la valorizzazione delle misure adottate dalle imprese per favorire il rientro al lavoro delle lavoratrici madri, la sospensione dei versamenti per le federazioni sportive nazionali, i ristori per le aziende agricole, gli interventi sugli eventi sismici, il contratto di espansione, che è un tema a noi molto caro, le disposizioni in favore dei lavoratori esposti all'amianto, a prima firma Fornaro. Per esempio, gli straordinari delle Forze di Polizia e dei vigili del fuoco: anche questo è un tema caro a tutti, a tanti; poi lo decliniamo in modo diverso, ma lo abbiamo fatto.

Vi è poi l'indennità straordinaria - questa è la novità vera, a prima firma mi sembra di Fratelli d'Italia - di continuità reddituale ed operativa, la cosiddetta ISCRO, che è una sorta di iniziazione di Cassa integrazione per gli autonomi; questa è una misura che abbiamo previsto noi, non è che viene da Marte, l'abbiamo fatta dopo una discussione. Vi sono poi i contributi per la sostenibilità del pagamento degli affitti di unità immobiliari residenziali a favore del locatario, 50 milioni, le disposizioni in materia di personale, sociosanitario e sanitario, che era rimasto escluso dalle gratifiche precedenti, e ancora l'esenzione, lo ha detto qualcuno, della prima rata IMU per il settore turismo e spettacolo e altre misure del settore turistico. Poi la proroga dell'automotive, l'incentivo all'acquisto dei veicoli, misure e risorse per gli eventi alluvionali 2019-2020, misure a sostegno del settore aeroportuale, il rifinanziamento - questa è una cosa importante - del Fondo morosità incolpevole, e ancora il superbonus, l'ecobonus e il sisma bonus.

Ho citato questi temi perché sono cose buone, che abbiamo fatto tutti insieme, non le ho ancora sentito citare fino ad ora. Poi ci sono anche gli emendamenti proposti e approvati dal mio gruppo e sono anche soddisfatto di questo piccolo contributo, che non considero una mancetta, perché ci sono disposizioni in materia di lavoro portuale, ci sono interventi per favorire la successione nella trasmissione di imprese, un contributo per il progetto Filippide, e quindi progetti di integrazione dei disabili attraverso lo sport, non credo sia una mancetta. Vi sono anche disposizioni per il funzionamento dell'Agenzia del farmaco, l'incremento del Fondo per il diritto di prestito pubblico, e poi c'è una cosa che ci stava molto a cuore, 25 milioni di risorse destinate alla ricerca. Questo lo abbiamo previsto con un emendamento finalizzato a completare il processo di stabilizzazione che era iniziato qualche anno fa con la legge Madia; anche su questo abbiamo dato il nostro contributo. Senza contare l'abrogazione dell'articolo 108, che andava a danneggiare il Terzo settore: un emendamento che avevamo proposto tutti, tutti i gruppi, anche il gruppo Misto, onorevole Lupi, e poi anche altre questioni. Tra le cose che non ci sono, le cito: sono anni che io e la collega Muroni sosteniamo la necessità di una fiscalità riallocativa, ovvero la traslazione di quei miliardi destinati a sussidi ambientalmente dannosi e che noi vorremmo fossero destinati ad altro. Questo pezzo manca, però è un tema che portiamo in agenda e lo continuiamo a proporre. Non ci è stato possibile. Anche oggi in discussione sulle linee generali un onorevole della Lega ha proposto il tema, ma insieme all'onorevole Buratti stiamo provando a modificare una cosa che non rientra nell'emergenza, ma in un provvedimento che riteniamo sbagliato ed è relativo all'aumento smisurato del canone minimo demaniale, che va a colpire non solo i pescatori, ma anche le attività che fanno parte della nostra storia, delle nostre tradizioni, le attività che svolgono i comuni anche su base stagionale.

L'articolo 100 del “decreto Agosto” li ha portati, in un'ottica complessiva di riordino del settore, da 360 euro a 2.500 euro. Capite bene che questa è una cosa che non va bene, non funziona, e stiamo provando in senso bipartisan, con due emendamenti approvati, uno a firma mia e uno a firma del collega del Partito Democratico Buratti, a impegnare il Governo che, nel “decreto Milleproroghe” o nel prossimo “decreto Ristori”, si possa porre rimedio a questa che noi riteniamo una stortura.

Un'altra cosa che manca: oggi abbiamo parlato in Aula - e non ci ritorno - di temi su patrimoniale o contributi di solidarietà, però manca la web-tax. Mi fa piacere vedere qui il Ministro Boccia, perché la sua è la prima proposta del 2013, che io sottoscrissi all'epoca, che il nostro gruppo ha riproposto questa volta, ovvero la proposta che banalmente è la vera web-tax, secondo cui se tu vuoi vendere servizi o beni in Italia e sei una multinazionale, quindi devi avere la partita IVA italiana e pagare le tasse come gli altri, non è stata portata avanti, così come altre formule più leggere di articolazione ulteriore di quella che era la digital- tax…Scusate, è la mascherina; sto bene (Applausi), ma ogni tanto c'è qualche pelucco di mascherina, quindi non vorrei spaventare nessuno. La web-tax manca, perché recependo le indicazioni del Governo siamo in attesa della definizione di una web-tax di profilo europeo, ma io lo dico qui al Ministro Boccia che noi sono anni che aspettiamo questo tipo di proposta, questo tipo di applicazione di normativa. Ciò lo dobbiamo soltanto per la nostra coerenza, nel momento in cui sono mesi che produciamo “decreti Ristori” - li chiamiamo così - e finalizziamo risorse, declinando i temi in modi diversi, ma destiniamo risorse e tante a favore di una platea sempre più larga di attività in difficoltà, senza poi andare a raccogliere i denari che ci servirebbero da quel tipo di platea fiscale, che ad oggi rimane sostanzialmente non toccata dalla nostra fiscalità; solo di IVA sono 5 miliardi di euro.

Ecco, a parte queste tre questioni, io credo - e lo ribadisco - che abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme. Sono fiducioso che possiamo continuare nelle prossime settimane a lavorare in questo modo, a condividere temi, a discutere sui temi, a portarli avanti insieme per il bene del Paese. Dobbiamo avere il coraggio di farlo, perché in effetti dobbiamo recuperare un po' tutti, colleghi, non soltanto noi o voi, la fiducia nel mondo che ci circonda. Facendo operazioni di questo tipo e veicolandole bene, con un messaggio di positività e prospettiva, sono sicuro che faremo tutti quanti un lavoro migliore di quanto abbiamo fatto finora. Quindi, con l'augurio di buon anno, dichiaro il voto favorevole del gruppo di LeU (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, siamo qui questa sera per dare il nostro voto a una manovra finanziaria, la legge di bilancio 2021, che arriva dopo numerosi interventi di necessità e urgenza straordinari, che si sono susseguiti da aprile ad oggi per far fronte alla pandemia e consentire all'economia di non crollare sotto il peso degli effetti dell'epidemia e delle misure adottate per arginarla. In fondo, questa è stata ed è la battaglia di tutti i Governi del mondo: tutti hanno dovuto affrontare in quest'anno che si chiude il fatto di decidere quali misure coercitive adottare per il contenimento del virus e affiancare alle stesse gli strumenti per anestetizzare, o quantomeno ridurre, gli effetti negativi delle misure sull'economia. Dalla qualità di questi interventi ciascuna classe dirigente, quali noi qui in Parlamento siamo, potrà valutare solo alla fine di questo percorso se avrà agito bene per il proprio Paese, o se le scelte si saranno rivelate insufficienti o addirittura sbagliate.

Oggi siamo a un importante crocevia. Chiudiamo una stagione politica difficile, in cui ciascuna forza politica ha fatto il possibile nel proprio ruolo, che può essere di sostegno critico o incondizionato all'azione del Governo, per aprirci a quello che ci aspetta tra pochi giorni, cioè una nuova fase con l'inizio del nuovo anno: nuovi interventi di ristoro, sicuramente, ma anche e soprattutto decisioni fondamentali per il futuro dei nostri figli, attraverso la programmazione/progettazione del Recovery Plan.

Cosa dovremmo dire allora ai cittadini italiani di questa manovra? Come dovremmo raccontarla noi che ne siamo gli artefici ultimi e definitivi?

Partiamo dall'inizio, dalla consegna in Parlamento con un ritardo mai avuto nella storia della nostra Repubblica. La gravità di questa violazione, che anche qui ribadiamo e che del resto tutte le forze politiche in Commissione hanno sottolineato - mi domando e vi domando, colleghi - è il segno di un Governo fuori dalla Costituzione come affermano le minoranze, oppure è l'esito di una situazione gravissima, sotto gli occhi di tutti, che richiede una inedita collaborazione? Ancora: la consegna domani, 28 dicembre, al Senato per la seconda lettura, a tre giorni dall'esercizio provvisorio - mi domando e vi domando, colleghi - è una scandalosa violazione del bicameralismo previsto dalla Costituzione o una semplice e definitiva presa d'atto di un fenomeno che perdura ormai da anni e che trova ora una sua esemplificazione incontrovertibile? Gli stralci abbondanti effettuati dalla Commissione sul testo iniziale del Governo e il sostanziale argine posto agli emendamenti governativi, sottolineano la presenza debordante del Governo nell'attività legislativa o segnano un ritorno alla centralità del Parlamento, prevista dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Mi domando ancora: i faticosi i lavori notturni, che abbiamo portato avanti in un percorso ad ostacoli per la mancanza o un ritardo dei pareri governativi, fondamentali per svolgere il nostro lavoro, sono un campanello d'allarme su una governance complessiva che scricchiola o, in fondo, costituiscono l'ennesima dimostrazione di resilienza del sistema anche sotto stress? Sono delle domande importanti, vedete, che forse troppo superficialmente anche la stampa ha archiviato. Qual è la verità fondamentale su queste domande? Cosa dobbiamo dire ai cittadini? Meritano delle risposte queste domande? È pur vero che il rapporto della sfera politica, delle istituzioni, col tema della verità è stato archiviato definitivamente già duemila anni fa con quella frase “Che cos'è la verità?”; tuttavia, oggi, a questo crocevia così importante, in questo passaggio tra Natale e Capodanno in una zona rossa, fermiamo per un istante questa frenetica corsa verso il baratro della continua propaganda e domandiamoci, per questi pochi minuti in cui ci ascoltiamo, se vi sia una piccola verità, almeno una constatazione comune da cui ripartire domani. Ebbene, io l'ho ascoltata dall'intervento di chi mi ha preceduto e mi fa molto piacere. Sappiamo bene, però, che oggi il nuovo idolo è la falsità: il falso reso virale e fatto circolare a servizio di una propria personale verità; siamo nel pieno travaglio della falsità. Proviamo a mettere la mascherina sul volto della propaganda e della menzogna per fermare anche questo virus. Allora, penso che la notizia più sconcertante, più scandalosa, più inaccettabile che potremmo e dovremmo dare su questa legge di bilancio, è quella che già qualcuno ha rivelato: che nei pochi giorni e nelle poche notti che ci sono state concesse per il nostro lavoro, abbiamo lavorato bene insieme, maggioranza e opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). La camicia di forza a cui siamo stati costretti, la responsabilità immensa che questo ritardo ci ha messo nelle mani, ha prodotto un risultato che, come Italia Viva, riconosciamo positivo per il Paese e in cui vediamo affermate molte delle nostre battaglie e che volentieri oggi possiamo dire nostre battaglie, ma di tutto il Parlamento: sul lavoro, a partire dal tema dei lavoratori autonomi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), del lavoro in generale. Abbiamo accolto e sospinto senza esitazione la proposta, che è venuta dalle minoranze, della decontribuzione per i lavoratori autonomi, perché è pienamente dentro la nostra visione più ampia del mondo del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva); da sempre cerchiamo di portare sotto stesse tutele tutti i lavoratori.

Ancora più significativo, da questo punto di vista, il fatto che tutte le forze politiche abbiano accolto la nostra proposta di offrire per il futuro garanzie a questo mondo, con la rivoluzionaria creazione dell'ISCRO, una sorta di iniziale cassa integrazione per gli autonomi in difficoltà. Sempre sul tema del lavoro, facciamo qua passi avanti enormi con l'accoglimento della nostra proposta - nostra di Italia Viva e ora nostra di questo Parlamento, perché ha trovato le firme di tutti - di un sostegno alle madri lavoratrici, una misura che in tema di fiscalità voglio ricordare assieme a quella che tanto abbiamo voluto, dell'introduzione dell'assegno unico e universale per i figli (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! In questa legge di bilancio stiamo facendo anche questo, riconfigurando le politiche familiari e preparando una riforma fiscale che il Paese attende.

Mi consentirete di ringraziare la Ministra Bonetti, che credo sia qui non solo per rispetto dell'Aula, ma anche per attendere questo risultato su cui ha molto lavorato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Sempre sul tema del lavoro, non ci siamo dimenticati dei lavoratori fragili, con un intervento a cui la nostra collega di Italia Viva, Lisa Noja, ha lavorato con grande passione, fino a renderlo convintamente una volontà comune di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Sono state definitivamente consacrate tante delle idee di Italia Viva sulla decontribuzione, sui bonus in moltissimi settori, sulla ripartenza del settore automobilistico, delle filiere produttive portanti del nostro Paese, compresa l'edilizia e il superbonus che tutti abbiamo apprezzato.

Moltissime anche le misure per le imprese, tutte volte ad impedirne la chiusura. Penso anche a misure a costo zero, ma intelligenti e fondamentali, come la proposta che evita il fallimento di molte aziende, evitando, a fine anno, di portare i libri in tribunale, proposta che abbiamo minuziosamente curato con il collega D'Alessandro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), che è qui davanti a me e che, ancora una volta, è divenuta proposta di tutti, di tutti. Abbiamo, anche per quest'anno, impedito la partenza di una tassa inutile e dannosa, come la sugar-tax e a questa nostra battaglia storica hanno dato un contributo le opposizioni. Colleghi, penso che ogni forza politica potrà elencare, se lo vorrà, i risultati positivi che lei riconosce e che il Parlamento insieme ha fatto propri.

Chiediamo infine, cari colleghi, che, nel frastuono e nelle difficoltà inedite di questi giorni, pur con il peso delle domande iniziali, la cui risposta lasciamo sospesa, che aleggiano ancora sui nostri lavori, si sia mostrato ai nostri occhi un percorso che pochi sono disposti a riconoscere: una strada di metodo e di merito nell'interesse del Paese, fatta di centralità del Parlamento e delle istituzioni democratiche e di visione del futuro imperniata sulla crescita sostenibile ed inclusiva. È questo il clima che abbiamo fatto risuonare migliorando una legge di bilancio che, altrimenti, sarebbe stata insipida per i tempi che corriamo. Oggi, giorno in cui, con il “vax day” si aprono nuove prospettive e speranze, è questa la cifra che ci porta a dare il nostro sì a questa manovra di bilancio e a porre in evidenza la preziosa eredità che ci consegna, nella convinzione che non potrà andare sprecata (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente Fico, grazie di avermi concesso la parola. Colleghi, Presidente Conte, che appare solo quando c'è una telecamera presente in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), oggi è il 27 dicembre, domenica: avremmo voluto tutti passarla con le nostre famiglie, eppure siamo qui e Fratelli d'Italia ha consumato fino all'ultimo secondo a sua disposizione per tentare di trasformare questa legge di bilancio pessima in qualcosa di digeribile al popolo italiano. Abbiamo lavorato e, nonostante questo, questa legge di bilancio non è all'altezza; alcune cose siamo riusciti ad ottenerle e le racconterò.

Una legge di bilancio presentata in ritardo di decine di giorni, discussa per poche ore in Commissione, tra una verifica finta di maggioranza e ricatti tra partiti che compongono la sua coalizione. In altri tempi, il Partito Democratico, quello delle regole a giorni alterni, ricorse alla Corte costituzionale per una riduzione dei tempi molto inferiore a questa. Abbiamo visto che a voi manca il rispetto delle regole democratiche, manca la coesione, ma, soprattutto, manca la visione di una nazione. È questo il problema più grande: non ci sono prospettive in questa legge di bilancio e non potrebbe essere diversamente, perché state insieme solo per tenere la poltrona a tutti i costi, costi che, purtroppo, pagano gli italiani, non voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Negli ultimi otto mesi, 140 miliardi quasi a vostra disposizione e l'Italia è al sicuro grazie a queste risorse? Non direi proprio, perché le avete disperse in mille rivoli, in mille provvedimenti inutili. I miliardi per il bonus vacanze, lo avevamo detto al Ministro Franceschini che sarebbe stato un bagno di sangue. Immaginare di sostenere le famiglie che già andavano in vacanza e di dare o di chiedere soldi agli albergatori, che avrebbero dovuto anticipare, pur se gli mancava liquidità: era una follia. Sarebbe bastato ascoltare le categorie, come facciamo noi, lo avrebbero detto anche a voi, evitando un errore, una operazione inutile. Ed è vero che il turismo ripartirà, come dice qualcuno, ci mancherebbe altro, mica possono rubarci il Colosseo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), i fiumi, il mare, le nostre bellezze, il 70 per cento del patrimonio mondiale che risiede nella nostra terra. Ma siamo certi che le imprese detenute dalle famiglie italiane, quelle tramandate da padre in figlio, resteranno nelle mani degli italiani o finiranno nelle mani degli sciacalli stranieri e della criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Sarà un bagno di sangue, ed è annunciato.

E i ristoratori: dovremmo berci le menzogne di gente come Claudio Amendola, il Che Guevara di Vacanze di Natale, un comico prestato alla ristorazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che racconta che con i ristori si salva la stagione? E se non la salvi, eri evasore. Con lo stesso disprezzo che avete dimostrato per quelle categorie che noi ascoltiamo: le avete umiliate, dandogli poco più che mancette, ingessati nelle vostre pregiudiziali ideologiche, che vi hanno impedito di dargli fondi che superassero quello che era il necessario almeno per pagare i costi fissi. Lasceremo a casa migliaia di ristoratori, migliaia di imprenditori, e con loro le famiglie di quelli a cui danno gli stipendi da generazioni. Questi imprenditori, che non accettano lezioni né da voi, nei dai vostri menestrelli di regime, perché la responsabilità dell'aumento del contagio esponenziale è vostra. Durante l'estate vi avevamo segnalato quali erano i primi interventi necessari per fermare il contagio: decongestionare il trasporto pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), invece di comprare monopattini, Presidente Conte; convenzioni con gli NCC, con i taxi, con le aziende ferme di bus. Ci ha pensato Fratelli d'Italia a mettere, con un emendamento nel “decreto Rilancio”… nel “decreto Ristoro”, 100 milioni per aumentare quel fondo ridicolo che avete previsto. Abbiamo tentato di fermare gli sprechi, non sempre ci siamo riusciti: i milioni e milioni buttati per Dubai, del Ministro Di Maio, che ormai ha amici oltre confine perché quelli in Italia li sta sistemando tutti nei posti dei ministeri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); un'Expo di Dubai, a cui le aziende italiane rischiano di non partecipare perché avete dilapidato le risorse che servivano a salvarle. Ma vi siete resi conto che c'è un pezzo d'Italia in ginocchio? 5 milioni e mezzo di poveri, 7 milioni di cittadini italiani che hanno un livello di vita inferiore a quello dello scorso anno. Abbiamo un'Italia divisa in due, come mai è avvenuto prima: non solo perché il virus colpisce differentemente sul piano sanitario gli anziani più deboli vengono colpiti di più, ma anche perché sul piano economico questo virus colpisce più i non garantiti rispetto ai garantiti; perché c'è una parte d'Italia che, dall'inizio di questa crisi, ha comunque uno stipendio, ed è giusto, ha la Cassa integrazione, e un'altra parte che, durante questa pandemia, ha perso tutto. Vi abbiamo raccontato il grido di allarme di ristoratori, imprenditori, partite IVA, autonomi, che non avevano un sostegno reale da voi. E badate bene, gli imprenditori di cui parliamo non chiedono solo di sopravvivere, è dovuto, chiedono di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché è gente degna, con la schiena dritta, che non si arrende all'assistenzialismo che volete iniettare nella nostra economia, ai redditi di cittadinanza che hanno svuotato le casse di questo Stato. Quelli di cui parliamo vogliono lavorare, produrre, perché è attraverso il lavoro che si dà dignità all'uomo. E quello che la politica dovrebbe fare è dimostrare che lo Stato c'è e ci sarà, che sarà alleato e non nemico di chi lavora, di chi resiste in questa fase. Servono provvedimenti a garantire la continuità di impresa per scongiurare che ci si arrenda, che si molli, che si venda, che si lascino per strada migliaia di lavoratori. Va modificato completamente il rapporto tra Stato e impresa, perché è l'impresa in Italia che produce ricchezza, non è lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Abbiamo fatto decine di proposte in questo senso e Gualtieri, che qui non c'è, probabilmente non avrà nemmeno avuto il tempo di leggersele. Fratelli d'Italia, volando alto, insieme ai colleghi del centrodestra, ha provato a farvi - è stato segnalato anche da qualcuno di maggioranza - proposte che sono state recepite anche in parte. Immaginare che in Italia ci fosse chi dovesse versare 3 mila euro, oltre 3 mila euro di contributi, pur non guadagnando niente, con un fatturato dimezzato, era una vergogna, che almeno per quest'anno è stata eliminata. Dare per assodato che esista in Italia un sistema di protezione come la Cassa integrazione, che consente a chi ha un contratto subordinato di ricevere l'80 per cento del proprio stipendio, e che per gli autonomi non ci sia niente è una vergogna che va cancellata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

È una battaglia storica di Fratelli d'Italia quella degli ammortizzatori sociali universali che non abbiamo certo vinto in questa legge, però, abbiamo fatto breccia e l'ordine del giorno che abbiamo votato oggi potrà riuscire a fare un ulteriore passo avanti per eliminare una discriminazione.

Vi abbiamo costretto, con mesi di battaglia, a parlare di terremoto, di gente che ha sofferto di più, dopo anni, dieci anni di indifferenza dei Governi che non hanno consentito a questa gente di riscattarsi. Abbiamo guardato alla scuola, anche ai più deboli, lo ricordava il collega Lupi prima, alle paritarie, con un intervento che avevate dimenticato; abbiamo fatto molto, ma non ci avete consentito di fare abbastanza, perché eravate troppo intenti a occuparvi di emendamenti finalizzati per raccogliere clientele, quelli che Fratelli d'Italia ha fieramente rifiutato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). E non siamo noi a denunciare questo schifo, lo hanno fatto anche autorevoli esponenti di maggioranza, il collega Trizzino lo ha scritto, voglio vedere come voterà in quest'Aula, se voterà a favore o farà come Fratelli d'Italia e voterà “no” a questa manovra.

Vedete, di marchette ne abbiamo viste tante in quest'Aula, le hanno raccontate i colleghi in Commissione - Trancassini, Rampelli, Lucaselli - lo hanno fatto i colleghi nei tanti interventi, ma potete leggerle anche su qualche giornale di regime, come il Fatto Quotidiano, che, però, ha dimenticato le tante del MoVimento 5 Stelle, che sono le peggiori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Poi, ce n'è una di marchetta, quella fatta alla Südtiroler Volkspartei, scusate se non la pronuncio bene, ma non è la mia lingua, un partito che siede in questo Parlamento, pagato dagli italiani, ma che pensa di discriminare, in Alto Adige, gli italiani di lingua italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); a Bolzano, i medici che parlano solo tedesco avranno un albo speciale, e per che fare? Per avere una sanità, collega Fassina, di serie A per chi parla tedesco e di serie B per tutti gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e lo avete detto anche voi in Commissione, ma avete scambiato i loro voti, in sostegno di questo Governo, per questo obbrobrio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per un partito patriottico come il nostro è intollerabile.

Mi permetta, Presidente, però, di autodenunciarmi, di autodenunciare il gruppo di Fratelli d'Italia, perché noi avevamo 50 milioni che generosamente ci avevate messo a disposizione per farne quello che volevamo e lo abbiamo fatto, abbiamo implementato il Fondo per l'autismo, così come a luglio, di fronte alla stessa cifra, abbiamo aiutato gli invalidi civili ad avere sostegni dignitosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non abbiamo fatto la stessa scelta degli emendamenti mirati, perché anche sul sociale c'è gente che ha sofferto di più; avete idea di che cosa accade in una famiglia sulla quale aleggia lo spettro dell'autismo, durante il lockdown, con le scuole chiuse? I nostri 50 milioni non serviranno a risolvere il problema, serviranno ad assistere meglio, serviranno ad implementare la ricerca…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ma noi vorremmo fossero un esempio dato alle forze politiche, ma soprattutto ai parlamentari che, magari, invece, di finalizzare emendamenti per insegnare il jazz nelle scuole, perché magari suonano la tromba durante l'emergenza, possano occuparsi dei veramente deboli e trascurati in questa nazione.

Voteremo, Presidente Fico, Presidente Conte, convintamente “no” a questa legge di bilancio. E sappiate, signori, che per quanto voi pensiate, la rabbia degli italiani cresce di fronte all'arroganza che state dimostrando e noi contiamo i giorni, perché sappiamo che arriverà il loro giudizio implacabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, il voto finale di questa legge di bilancio cade fra Natale e Capodanno, dopo un anno difficilissimo, forse il più difficile della storia recente e, proprio per questo, noi ci saremmo aspettati una legge di bilancio capace di gettare le basi di una nuova stagione di rinascita per il Paese. Invece, dobbiamo prendere atto che purtroppo non sarà così. Questa manovra manca degli elementi necessari per curare le ferite del Paese e per dare nuova linfa a tutti quei settori economici colpiti dalla pandemia, ma anche dalle restrizioni.

Purtroppo, è una legge deludente per tutti gli italiani; si tratta, semplicemente, dell'ennesimo provvedimento di emergenza; ne abbiamo visti tanti, anche dai titoli altisonanti, dal “Cura Italia” al “decreto Ristori” al “Liquidità”, appunto, con dei titoli importanti, ma con dei risultati non all'altezza delle aspettative (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Anche questa manovra, purtroppo, è una manovra che non ha carattere ed è lo specchio delle vostre divisioni, delle vostre contraddizioni e, soprattutto, dell'incapacità ad assumere decisioni coraggiose. Mentre voi vi trastullate, evocando rimpasti, ipotizzando un Conte ter, ipotizzando verifiche di bilancio e verifiche di maggioranza, rimangono però irrisolti i nodi cruciali, dalla burocrazia alla giustizia, alle tasse, passando dalle infrastrutture. I grandi temi, che potrebbero segnare un cambio di passo nel Paese, rimangono irrisolti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

La manovra viene colpevolmente, peraltro, trasmessa alle Camere, con quasi un mese di ritardo, con il risultato - questa volta è toccato al Senato - di relegare il Senato ad un ruolo di mero passacarte.

Poi, sono troppe le categorie penalizzate, dal settore degli eventi, dei matrimoni, della musica, dello spettacolo, tutto il mondo del turismo - lo hanno detto prima bene sia il collega Lupi che Lollobrigida - passando dai pubblici esercizi, che addirittura hanno comprato delle pagine sui quotidiani, per rappresentare la loro rabbia e, addirittura, si sono autodefiniti come degli interruttori, che il Governo è pronto ad accendere o a spegnere, senza il rispetto che quelle attività meritano.

Per non parlare di un settore importante in queste festività, ma non solo. Mi riferisco al Terzo settore, al no-profit, dove migliaia di donne e di uomini provano, con i propri sacrifici e con la loro dedizione, ad andare incontro ai bisogni delle persone meno fortunate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Anche il Terzo settore, purtroppo, non è stato adeguatamente contemplato.

Eppure, bastava poco. Bastava trasformare blandi ristori in veri risarcimenti, cambiando il metodo di calcolo, facendo riferimento ai costi fissi, da un lato, e a una percentuale del fatturato, dall'altro.

Poi credo che in questa legge di bilancio, guardando alle generazioni future, fosse indispensabile un occhio alla sostenibilità dei conti. Invece, vi siete fatti bacchettare anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio, che non ha potuto non riscontrare l'assenza di una visione e di una strategia.

Quindi, questa legge di bilancio si traduce in una delusione, l'ennesima per gli italiani, perché non è andata meglio sulla vicenda del Natale: l'Italia è passata dall'essere tutta zona gialla ad essere rossa di rabbia. Nonostante questo, dobbiamo riconoscere che gli italiani, non solo hanno avuto buon senso, ma sono stati ligi alle consegne e hanno rispettato le regole, anche quando non le condividevano, nonostante la comprensibile stanchezza. Allora, anche per questo, avrebbero meritato una seria progettualità e non certamente una sterile elencazione di titoli. Invece a noi pare questo la legge di bilancio: un elenco di titoli, ma di temi che poi non vengono svolti, a partire dalla promessa un po' roboante di una riforma fiscale. Ma davvero pensate che gli italiani vi credano, quando voi promettete che il 2021 sarà l'anno buono, che sarà l'anno del taglio delle tasse, delle aliquote e della rivisitazione delle tax-expenditure? Noi non crediamo che gli italiani ormai prendano per buone le vostre parole. E vi avevamo chiesto molto meno: per esempio, una settimana fa, di non far pagare l'ultima rata dell'IMU e di consentire agli albergatori e ai ristoratori, a coloro che hanno un'attività chiusa, di non pagare la tassa rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Vi avevamo chiesto, ancora, di fare del 2020 un anno bianco fiscale e, invece, non ci avete dato retta.

Ma l'elenco dei titoli va avanti e contempla l'assegno unico familiare, sul quale noi sicuramente siamo d'accordo, ma ricordiamo che è zavorrato da troppa burocrazia, quella burocrazia che rischia di indebolirne gli effetti.

Per non parlare del grande dimenticato di questa legge di bilancio, il Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Voi avete considerato il Mezzogiorno solo con le decontribuzioni per i giovani assunti e le nuove assunzioni al femminile; peccato che l'autorizzazione scada a giugno e che, dopo giugno, quell'autorizzazione debba essere di nuovo concessa dall'Unione europea. Ma Mezzogiorno per noi vuol dire infrastrutture, materiali e immateriali, valorizzazione del capitale umano, ricerca, innovazione. Tutto questo non c'è nella legge di bilancio. E, mi spiace dirlo, ma avete sbagliato anche la stagione della lotta al contante, vi siete accaniti con la lotteria degli scontrini, il cashback. Ma non sarebbe stato meglio e più semplice dare le risorse alle attività economiche piegate dalla pandemia e dalle restrizioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) anziché inventarsi questi astrusi meccanismi?

E, nonostante tutto questo, noi, come Forza Italia e come centrodestra, abbiamo provato ancora una volta a dare una mano non al Governo Conte, ma al Paese. Lo abbiamo fatto perché, come ha ribadito oggi il Presidente Berlusconi in maniera autorevole dalle pagine del Corriere della Sera, noi abbiamo scelto di essere un'opposizione nazionale e repubblicana. Non lo facciamo per mera tattica o calcolo, ma pensiamo che in una stagione - lo abbiamo sempre fatto - ma in una stagione difficile come questa si debba anteporre il rispetto delle Istituzioni e soprattutto il rispetto degli italiani ai tornaconti di parte. E per questo con il centrodestra abbiamo ottenuto qualche risultato di cui siamo orgogliosi. Penso ai ristori, ma anche alle decontribuzioni per la platea dei non garantiti, i lavoratori autonomi, le partite IVA, i professionisti. E grazie anche al lavoro dei colleghi della Commissione bilancio, che ringrazio tutti - da Roberto Occhiuto a Stefania Prestigiacomo, al relatore di minoranza Andrea Mandelli, a tutti i commissari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) - abbiamo dato qualche segnale importante al campo dell'automotive, al turismo, all'agricoltura. Non abbiamo dimenticato il tema della scuola e credo che avere riconosciuto delle risorse per la disabilità, per le scuole paritarie, ma anche per le scuole innovative del Sud, per i conservatori musicali, per i collegi universitari, per gli ITS, siano dei “semi” da far crescere, un po' un modo per restituire quello che stiamo togliendo alle giovani generazioni, con un indebitamento particolarmente pesante. E vi devo dire che siamo orgogliosi anche di non esserci dimenticati dei carabinieri, delle Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non gli abbiamo dato abbastanza, ma è un riconoscimento doveroso per chi rischia la vita ogni giorno in trincea. E riteniamo una piccola rivoluzione anche l'emendamento Costa, Zanettin, il rimborso da parte dello Stato all'imputato assolto con formula piena. E in questa giornata storica, perché la prima infermiera dello Spallanzani è stata vaccinata al COVID (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) - e quindi ringraziamo i medici, i volontari, gli infermieri, gli operatori sanitari - voglio anche qui orgogliosamente rivendicare qualche successo nell'ambito della sanità, grazie ai colleghi: penso all'anticipo di liquidità per le tante regioni indebitate, come la Calabria, che potranno in questo modo pagare le forniture e garantire una qualità migliore della sanità ai cittadini; penso alla possibilità di effettuare i test rapidi nelle farmacie piuttosto che all'implementazione del fondo per una malattia che attanaglia tante famiglie italiane, l'Alzheimer, perché i malati di Alzheimer non vanno abbandonati; e penso ancora al contributo per le famiglie non abbienti per curare la vista. Insomma, piccoli risultati che però sono il frutto dell'impegno dei colleghi di Forza Italia. Certo questa legge di bilancio non è la nostra legge di bilancio e gli italiani lo devono sapere. Quello che abbiamo ottenuto non è sufficiente …

PRESIDENTE. Concluda.

MARIASTELLA GELMINI (FI). … ma sicuramente rispetto al passato - e concludo - è stato un passo avanti, è stata una pagina nella quale c'è stato un confronto tra maggioranza e opposizione che si è anche tradotto nell'approvazione di alcuni emendamenti. Tutto questo non basta, e per questo non voteremo a favore di questo provvedimento.

Però, dico anche che confidiamo che il 2021 sia per gli italiani l'anno decisivo per debellare la pandemia, per abbattere il COVID, per tornare alla normalità e per consegnare al Paese non solo un futuro migliore ma anche un Governo migliore, un Governo di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel confermare il voto positivo del Partito Democratico a questa legge di bilancio, è importante tenere sempre a mente il contesto in cui tutti ci siamo mossi. Il nostro Paese sta attraversando, non da solo e purtroppo non indenne, l'emergenza peggiore della sua storia ed è importante che in questa fase tanto complessa il Parlamento tutto abbia saputo andare oltre alle divergenze, assumendosi la responsabilità di arrivare ai cittadini con il sostegno di cui hanno bisogno. “Solo se uniti saremo forti” diceva De Gasperi. In queste settimane, siamo stati uniti nella diversità culturale e di questo occorre ringraziare tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per quanto ci si sforzi di aggiornare le stime sulla caduta del PIL, i costi umani, sociali ed economici di questa emergenza restano incalcolabili. Grandi i sacrifici che siamo costretti a chiedere, perché è più grande il bene che, attraverso quei sacrifici, si voleva e si vuole salvaguardare: il bene della salute, il bene della vita. La pandemia ha rappresentato una sfida inedita per tutti che non merita commenti retorici. L'Unione europea non è stata a guardare anzi, in una primavera sofferta, l'Europa ha trovato la forza per svegliarsi dal torpore che tutti le abbiamo rimproverato in questi anni e, anche grazie all'Italia, sta vivendo una stagione di riforme tanto radicale quanto attese. Next Generation EU, infatti, sarà, insieme a questa manovra, il presupposto della ripartenza per disegnare un futuro di sviluppo all'insegna dell'innovazione e della sostenibilità.

Questa legge di bilancio guarda alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori autonomi e ai dipendenti, introduce incentivi per l'occupazione delle donne e dei giovani, stimola nuovi investimenti e avvicina Nord e Sud del Paese. Innanzitutto, si pianta il seme della rivoluzione fiscale che, da anni, il Paese attende: l'assegno unico è il pilastro che noi riconosciamo di questa rivoluzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), un passo che segna una nuova era per le politiche di welfare e riporta la famiglia al centro della nostra società. È una riforma che gioverà alle famiglie italiane di oggi e a quelle che verranno, perché, guardate, non è una società sana quella in cui una giovane donna deve scegliere se avere un figlio o mantenere il suo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); non è una cosa accettabile che una giovane coppia debba rinunciare a mettere al mondo un bambino per il timore delle difficoltà economiche. Sempre per la famiglia e la natalità, oltre al bonus bebè, rifinanziato per tutto il 2021, abbiamo prolungato da sette a dieci giorni il congedo di paternità e istituito il Fondo per la parità salariale di genere, due proposte che portano la firma convinta del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vorrei ricordare, poi, altri interventi importanti, che servono a riportare un po' di sereno tra le persone più fragili della nostra comunità: il contributo che abbiamo riconosciuto alle scuole paritarie che ospitano alunni con disabilità, indispensabile per sostenere i percorsi educativi specifici; ancora, l'emendamento per potenziare il sistema dei servizi sociali professionali territoriali, un passaggio decisivo per la definizione di un livello essenziale delle prestazioni sociali che metta finalmente la parola “fine” al divario gravissimo tra realtà diverse presenti nel territorio. Grazie al contributo trasversale dei colleghi di maggioranza e di opposizione, riusciamo a ottenere un risultato importante per il Terzo settore. Abbiamo, infatti, evitato l'abolizione dell'esenzione IVA per le prestazioni e i servizi rivolti ai soci, che altrimenti avrebbe spazzato via tutta la rete della solidarietà nel nostro Paese.

Questa manovra, poi, prova a dare qualche importante certezza a un mondo, quello del lavoro, che ha vissuto un anno tremendo. Innanzitutto, diamo continuità a tutte le forme di protezione sociale dei lavoratori, nell'ottica di inaugurare, il prossimo anno, una riforma compiuta degli ammortizzatori sociali che superi le molte inutili complessità oggi esistenti.

Ma abbiamo inteso dare anche un segnale forte ai lavoratori autonomi e ai professionisti, con l'introduzione dell'ISC e con il fondo da un miliardo di euro per l'esonero contributivo per i più danneggiati dall'emergenza. Un primo stanziamento, cui ne seguirà un altro nei provvedimenti che verranno. Ma, come dicevo in precedenza, questa finanziaria ha il compito di declinarsi al futuro per risolvere alcuni dei nodi strutturali del sistema Paese: la disoccupazione giovanile e femminile. In questo senso vanno lette due importanti questioni: la decontribuzione totale per l'assunzione a tempo indeterminato di donne e under 36 nel prossimo biennio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Poi, ci sono tre questioni che ci stanno particolarmente a cuore che, grazie alla volontà di tutti i gruppi, hanno avuto il via libera in Commissione. Abbiamo infatti riparato a un'ingiustizia: l'estensione dell'indennità di tutela del malato a tutti gli operatori sanitari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); non solo medici ed infermieri, ma tutti gli operatori impegnati nei nostri ospedali riceveranno questa meritata gratificazione. La stabilizzazione del contributo per i lavoratori esposti all'amianto e la nona salvaguardia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per traghettare alla meritata pensione un'altra consistente parte dei lavoratori esodati, altro passo decisivo per saldare il nostro debito morale e politico con queste persone. Abbiamo parlato di manovra e Recovery come dei due presupposti per un rilancio rapido e intelligente della nostra economia. Una delle colonne portanti della ripartenza sarà il Piano transizione 4.0, una misura strutturale, automatica, che speriamo attragga investimenti e stimoli la creazione di nuovi posti di lavoro. Infine, signor Presidente, grazie al prezioso lavoro di tutti i colleghi siamo riusciti a introdurre tre misure che si riveleranno centrali per far ripartire tre settori chiave per l'economia nazionale. In primo luogo, portiamo a casa un risultato che il testo della manovra uscito dal Consiglio dei Ministri non prevedeva: la proroga al 2022 del superbonus del 110 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che si estende a nuovi interventi e vede risolti alcuni nodi emersi in questi primi mesi di sperimentazione. È superfluo ricordare quanto importante sia questo strumento che porta la firma indelebile di questa maggioranza, ma l'occasione è buona e utile per ribadire che tutto il PD è impegnato a trovare ulteriori risorse per una proroga ulteriore. In secondo luogo, il comparto turistico, che incide per più del 13 per cento del PIL e che avrà bisogno di nuovi interventi, oltre quelli previsti in questa sede nei ristori. Vengono esentati dalla prima rata dell'IMU 2021 gli immobili ove si svolgono specifiche attività connesse ai settori del turismo, della ricettività alberghiera e degli spettacoli, e viene introdotto con un emendamento un fondo per contribuire alla ripresa delle attività dei gestori aeroportuali, con limiti ad hoc per favorire gli scali piccoli e medi. Non è un regalo ai poteri forti, ma un sostegno per evitare il fallimento di quello che è il punto d'ingresso dei flussi turistici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché senza questo sostegno molti aeroporti italiani, in stragrande maggioranza pubblici, avrebbero avuto serie difficoltà nella riapertura e, dunque, nel sostenere il turismo alla fine della pandemia: questa è semplicemente un'eventualità che non potevamo permetterci. In terzo luogo, vorrei ricordare i 420 milioni di euro che stanziamo per il settore dell'automotive, una misura che servirà a incentivare l'acquisto di auto a basso impatto ambientale e a rottamare i mezzi vecchi e inquinanti. Un impulso all'economia dopo gli eccellenti risultati che questa misura ha dato nel terzo trimestre e un modo per continuare a fare passi in avanti in termini di rispetto per l'ambiente. Fondamentali anche le misure per il Mezzogiorno, a partire dalla proroga del credito d'imposta per gli investimenti, la decontribuzione del 30 per cento per i prossimi anni, cui si aggiunge la proposta del PD per agevolare i nuovi insediamenti produttivi nelle ZES, di cui andiamo particolarmente fieri. Politiche di coesione che ci aspettiamo essere molto rafforzate dalle risorse del Recovery per puntare concretamente, e non solo a parole, al superamento del secolare divario tra il Sud e il Nord del Paese. Non c'è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali, per dirla con Don Lorenzo Milani.

L'anno che ci lasciamo alle spalle sarà difficile da dimenticare. Abbiamo vissuto con sofferenza e impotenza un tragico susseguirsi di eventi che mai ci saremmo aspettati di vedere. Onorevoli colleghi, penso proprio di non sbagliare se dico che è nella speranza di tutti noi vedere la fine di questo incubo. La scoperta del vaccino è stata in questo senso una boccata d'ossigeno per tutti e un segno di speranza. Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza: abbiamo l'obbligo di fare nostre le parole di Seneca. Ecco perché ritengo si possa leggere questa finanziaria come un segno di incoraggiamento per il nostro Paese, un segnale di forza e conforto per tutti. Ci rendiamo conto che non possa essere esaustivo di tutto quello perso, ma Voltaire diceva che il meglio è nemico del bene e continuare a rimandare le scelte, sperando di raggiungere l'ottimo, rischia di non inquadrare mai gli obiettivi da perseguire.

Per la prima volta dall'inizio della crisi sanitaria la politica, tutta, si è dimostrata unita negli obiettivi, pur nella profonda diversità culturale. Ciascuno ha rinunciato a piantare la propria bandierina di partito per tenere alta l'unica bandiera che ci unisce tutti, il tricolore nazionale, che tutti proviamo a servire con dignità e onore: con dignità e onore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi abbiamo capito la difficoltà che ha avuto questo Governo nella fase pandemica, in un'emergenza che non ha avuto precedenti nella storia recente. Abbiamo capito le difficoltà che hanno avuto anche tutti gli altri Governi del mondo ad affrontare un nemico invisibile e le conseguenze sociali, economiche e sanitarie che da questo derivano, però, Presidente, noi voteremo contro questa legge di bilancio perché, se abbiamo avuto modo di criticare le varie misure emergenziali che si sono ripetute durante questo anno, abbiamo cercato di migliorarle e di dare consigli, ci aspettavamo che almeno si arrivasse a un punto in cui questo Governo ci dava una visione politica di come pensa di portare fuori il Paese da questa crisi.

Pensavamo che saremmo arrivati a un punto in cui, discutendo della legge più importante che ogni anno approviamo in questo Parlamento, cioè la legge di bilancio, che è lo strumento per fare programmazione e per progettare il futuro, questa maggioranza avrebbe fatto capire a noi e all'Italia qual è la loro idea di Paese, quali sono le soluzioni che prospettano per il futuro. Ebbene, in realtà di tutto questo, delle tante domande che ci facciamo non c'è nulla. In questa legge di bilancio non c'è risposta alle tante domande che gli italiani vi stanno facendo, non solo perché siamo arrivati al 27 dicembre e stiamo approvando in prima lettura la legge di bilancio alla Camera, e il Senato di fatto non potrà neanche leggerla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non è solo questo il problema, ma, ad esempio, ci siamo chiesti, dopo aver speso 140 miliardi di euro in questo ultimo anno, come mai non ci sia una sola categoria produttiva che sia contenta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), come mai non ci sia un solo lavoratore che ringrazi il Governo, come mai non ci sia un solo settore produttivo che si sia sentito davvero ristorato?

Se aver speso 140 miliardi di euro a debito non ha dato nessun effetto benefico, già questo è un enorme problema politico. Ma questa rischia di diventare una spada di Damocle che può tramutarsi in tragedia considerato quello che abbiamo votato in quest'Aula - anzi, che avete votato in quest'Aula - qualche settimana fa, perché adesso i 140 miliardi di euro di debiti li possiamo fare perché sono sospese le regole europee, perché abbiamo l'ombrello della Banca centrale europea, che sta facendo da prestatore di ultima istanza; ma quando questa emergenza finirà ed entreranno in vigore le nuove norme a cui avete dato il via libera voi, cioè le norme del nuovo MES, sapete chi sarà il prestatore di ultima istanza di un Paese che con un rapporto debito/PIL al 160 per cento e con 140 miliardi di debito aggiuntivo non sarà particolarmente credibile sui mercati? Sarà proprio il nuovo MES! Vorrà dire che, per essere sostenuti finanziariamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), se non ci date una risposta su come ripianare questo debito, gli italiani dovranno accettare che sia tagliato il valore dei loro titoli di Stato, che siano tagliati i loro conti correnti e che l'Italia debba fare un piano di riforme economiche sul modello del memorandum greco: è un tema da porci come ripianare quel debito o no? Mi pare di sì (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e a parte bizzarre proposte di patrimoniale in emendamenti ritirati, qui non c'è una riga su questo! Ma la stessa cosa si potrebbe chiedere su quale progetto avete per trovare un'occupazione a tutti quei lavoratori che perderanno il posto a marzo con lo sblocco dei licenziamenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): non c'è una sola idea su questo!

Vorremmo sapere che idea avete per evitare che le tante partite IVA che sono state chiuse con la ripresa dell'anno non falliscano e anche su questo non è dato sapere assolutamente nulla. Abbiamo fatto tanto debito per i ristori, il debito si può fare anche per ipotizzare una riforma fiscale per aiutare la ripresa. Non vi piace la nostra flat- tax? Ma che diavolo di idea avete voi di riforma fiscale, perché anche su questa legge di bilancio non c'è un solo accenno a quello che pensate di fare per il futuro! Stessa cosa dicasi per le pensioni: non vi piace quota 100? Avete annunciato che non la rifinanzierete? Qual è la vostra idea di riforma delle pensioni? Non c'è nulla in questo documento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non c'è un'idea, non c'è niente!

Il dibattito è stato tutto concentrato, in queste settimane, sul fatto che Renzi stacchi o non stacchi la spina, sul fatto che lei, Presidente Conte, ceda o non ceda la delega ai servizi segreti, su cosa passa per la testa a Zingaretti, se il Governo cade o non cade: gli italiani avrebbero voluto sentir parlare di altre cose, ed è assurdo sentire dagli interventi della maggioranza che le uniche misure politiche che voi vi state spendendo in giro sono quelle che hanno proposto la Lega e il centrodestra, e che sono state approvate anche da voi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È assurdo! Misure che noi abbiamo proposto per tamponare i problemi che avete creato, o per tamponare su quello che non avete fatto, e queste sono diventate le uniche cose che hanno un minimo di rilevanza politica. Grazie al buonsenso del centrodestra, perché, guardate bene, se avessimo voluto e se fossimo degli irresponsabili, il Paese sarebbe andato in esercizio provvisorio. Se la legge di bilancio si potrà approvare, è solo perché noi non abbiamo fatto ostruzionismo, perché ve lo siete fatti da soli, per l'ennesima volta, cari colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Siamo intervenuti sul terzo settore, perché riteniamo che il mutualismo e la solidarietà non possano essere assoggettati alle logiche del consumo e del mercato, rinviando l'obbligo di partita IVA per il mondo del terzo settore. Abbiamo innalzato il bonus mobili e gli acquisti fino a 16 mila euro, per permettere di aiutare la filiera del legno e l'artigianato italiano. Abbiamo cercato di farvi delle proposte sull'automotive; perché vedete, cari colleghi, bene incentivare la rottamazione, ma se incentivate soltanto l'acquisto di auto elettriche vi diamo due notizie: uno, che di auto elettriche in Italia non se ne fanno, e due che la gente l'auto elettrica non ha i soldi per comprarsela adesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E quindi grazie a un emendamento della Lega e al lavoro del centrodestra, vi siete convinti quantomeno a estendere il bonus rottamazione anche per gli Euro 6. Perché vedete, se si danno più di 6 miliardi di euro ad FCA con il “decreto Liquidità”, noi vorremmo che quei soldi servissero per produrre più auto in Italia, per dare più lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché a noi non interessa il brand che c'è sull'auto italiana fatta in Italia, ci interesserebbe dove una società paga le tasse. Ma visto che su questo non possiamo farci nulla, c'è qualcosa su cui noi però possiamo lavorare e intervenire: garantire che l'operaio di Pomigliano o di Mirafiori continui ad avere un lavoro l'anno prossimo, e perché continui ad averlo dobbiamo incentivare la produzione di auto italiane (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

420 milioni sull'automotive sono nulla! Siete sempre lì a fare i raffronti con la Germania e la Francia: la Francia ha fatto un piano sull'automotive da 8 miliardi, la Germania da 2; i tedeschi hanno cambiato addirittura la Costituzione per poter fare più debito e sostenere le imprese, hanno speso più di 200 miliardi rispetto a noi per aiutare le imprese. Non è che i tedeschi dovete copiarli soltanto quando chiudono tutto dopo che non hanno chiuso prima, perché abbiamo paura di due foto su Facebook quando riaprite i centri storici dopo aver incentivato la gente ad andare a fare gli acquisti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Copiamo i tedeschi anche sui ristori e sull'aiuto all'automotive!

Abbiamo cercato di aiutare il settore dei ristoratori. È una goccia nel mare. Abbiamo ottenuto con un emendamento della Lega l'IVA al 10 per cento per chi fa delivery, chi fa consegne a domicilio: di certo questo non risolverà i problemi, ma è un modo per andare incontro a questa categoria così colpita dal lockdown (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Abbiamo cercato di aiutare il mondo delle professioni con l'emendamento sui contributi, per evitare che le partite IVA che hanno avuto un calo di fatturato l'anno prossimo debbano pagare i contributi previdenziali. Perché vedete, voi ve ne eravate inventata una bella: voi vi siete inventati la cassa integrazione per gli autonomi; che detta così suona bene: magari ci fosse una cassa integrazione pubblica per gli autonomi! Poi, andando a leggere la norma, la cassa integrazione per gli autonomi se la devono pagare gli autonomi con le loro casse previdenziali. Voi avete previsto un aumento dei contributi previdenziali per quegli autonomi che non prenderanno una CIG, per pagare la CIG a quelli che fatturano meno di 8 mila euro. Vi siete mai chiesti perché tutti gli ordini professionali e tutte le associazioni di categoria hanno detto di non essere d'accordo? Perché li “fregate” due volte: fate pagare di più a chi non ha potuto lavorare, e rischiate di dare l'ennesimo bonus a chi ha lavorato in nero. Non è questa la soluzione, cari colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Siamo riusciti a far rinviare la sugar-tax; purtroppo la plastic-tax europea entrerà in vigore a breve.

Ma veniamo al grande tema del lavoro. Lo dicevo prima: è possibile che l'unica proposta sensata per le ristrutturazioni aziendali, considerato quello che ci arriverà tra capo e collo a marzo, l'abbia dovuta avanzare la Lega? Il contratto di espansione, emendamento-proposta della Lega che permetterà alle aziende sopra i 250 impiegati di fare il turnover, di prepensionare la gente e nello stesso tempo di assumere giovani. Qual è la vostra idea di politiche del lavoro?

Altri 4 miliardi di euro buttati nel reddito di cittadinanza che non funziona (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), una misura che dopo due anni ha permesso di trovare lavoro al 3 per cento di chi beneficiava del reddito e un lavoro a tempo indeterminato allo “zero virgola” di chi beneficiava del reddito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E allora, vorremmo sapere quali sono le vostre idee, ma non ci sono, perché le idee che vi siete spese sono le nostre. Dov'è che avete speso voi, qual è la misura più importante che avete fatto (e vado a chiudere Presidente)? Voi avete deciso di spendere più di 4 miliardi di euro per il cashback. Tanto per intenderci, sulla sicurezza scolastica un miliardo e mezzo, sulle politiche del lavoro 500 milioni, sul diritto allo studio 500 milioni, sul cashback più di 4 miliardi, che vuol dire dare ai ricchi, cioè a chi ha avuto la possibilità di fare i regali di Natale, e i soldi dello Stato per spendere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché cari signori, chi ha avuto il negozio chiuso, chi è stato licenziato, quest'anno i regali di Natale non li ha fatti. Non servivano i 4 miliardi di euro di tutti per fare l'ennesimo regalo alle banche, incentivando i pagamenti elettronici, e per fare un regalo a chi non ne ha bisogno. Avete investito per il bonus televisore, avete investito per il bonus cellulare, per creare sempre di più una società atomizzata, dove la gente sia isolata a casa propria e il distanziamento sociale, da eccezione, diventi la regola e questo spiega anche l'accanimento che avete avuto verso i ristoratori, perché non si spiega un accanimento di questo tipo, se non in un modo solo: i ristoratori sono l'ultima categoria commerciale che mantiene un'identità, che non si è piegata al globalismo, che ha resistito nella tradizione; voi li volete piegare perché anche i ristoratori devono essere adeguati alla logica mondialista, alla grande distribuzione e alle grandi catene, il disegno è evidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E chiudo Presidente, vede, noi siamo stati collaborativi, abbiamo fatto queste proposte che, come ho detto, cercano di tamponare, perché in tempi ordinari, se un Governo lavora male, l'opposizione politicamente dovrebbe avvantaggiarsene e quindi non avremmo interesse ad aiutarvi, ma noi siamo perfettamente consci di essere in tempi straordinari e, cari colleghi, noi sappiamo perfettamente che se da questo Parlamento non riusciremo a dare le risposte agli italiani, saremo tutti parte dello stesso problema, non si faranno più distinzioni tra maggioranza e opposizione o tra un partito e l'altro: è per questo che abbiamo cercato di collaborare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E vedete - e chiudo Presidente - in tempi straordinari occorrerebbe una visione, un'idea, la capacità di Governo, la capacità di guida. Se non l'avete, dovreste fare la cosa più ordinaria possibile in politica: quando non si sa dove andare, è meglio farsi da parte, perché caro Presidente, per qualcuno è importante salvare la legislatura e le rendite di posizione che ne conseguono, ma credo che oggi agli italiani interessi più che da qui salviamo il Paese, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buompane. Ne ha facoltà. Andiamo avanti, andiamo avanti, colleghi, per favore. Grazie. Prego, deputato Buompane.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Onorevoli colleghe e colleghi rappresentanti del Governo, signor Presidente del Consiglio, la legge di bilancio che voteremo stasera è eccezionale per molte ragioni, a partire dal contesto in cui si inserisce: una pandemia globale del tutto inattesa, che continua a mordere e che ha costretto il Governo ad intervenire pesantemente sul lato economico per sostenere imprese, lavoratori e famiglie. Dobbiamo dirci però che la dimensione di questo intervento non era scontata, vista la situazione della finanza pubblica italiana e la caduta del PIL che ci aspetta. Eppure, questo Governo e questa maggioranza sono riusciti a finanziare, prima ancora della legge di bilancio, una serie di decreti emergenziali che insieme superano i 100 miliardi di euro. Stiamo parlando, tanto per intenderci, di altre 3 o 4 manovre che hanno preceduto la legge di bilancio e che probabilmente la seguiranno se, come ci auguriamo, verrà approvato un nuovo scostamento ad inizio 2021, per continuare a sostenere le imprese con il fondo perduto. È in questo quadro generale che la manovra interviene, aggiungendo altri 40 miliardi di euro.

Guardando con lucidità alle cifre che sto ricordando, converrete con me che era davvero difficile chiedere di più. Naturalmente, nel bel mezzo di una pandemia con gravi ricadute economiche, non è mai abbastanza, ma l'Italia sta facendo la sua parte e continuerà a farla nel 2021 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dobbiamo essere coscienti che, più ci impegniamo oggi a sostenere le famiglie e il nostro tessuto produttivo, più torneremo a crescere in futuro. Risparmiare oggi guardando solo al bilancio pubblico significherebbe costringere alla chiusura definitiva imprese solide che non hanno alcuna colpa della crisi in corso.

Cosa mettiamo in campo, dunque, con questa legge di bilancio, per rispondere alle esigenze dell'economia italiana? Dividerei le misure in due gruppi: prima di tutto, gli interventi emergenziali, con la proroga al 31 marzo prossimo del blocco dei licenziamenti, altre dodici settimane di cassa integrazione, la conferma fino a giugno della moratoria su mutui, prestiti, leasing e della liquidità garantita dal fondo centrale per le piccole e medie imprese e da SACE e quasi 4 miliardi aggiuntivi per la sanità; dall'altro lato, le misure di investimenti per costruire il Paese del futuro, all'avanguardia nei settori strategici dell'ambiente, della sanità, della scuola, dei servizi pubblici.

Un grande investimento, il primo mattone del Recovery Fund italiano è, naturalmente, “Transizione 4.0”, che va ad ampliare sotto tutti i punti di vista gli incentivi già esistenti. Stanziamo 24 miliardi in poco più di due anni per rilanciare gli investimenti delle imprese private, con particolare riguardo per i macchinari e i beni materiali 4.0 e per la formazione innovativa dei lavoratori.

Ricordo, poi, il pacchetto fiscale, che punta a risolvere problemi storici dell'economia italiana, basti pensare alle decontribuzioni: parliamo dello sgravio totale al 100 per cento per chi assume donne e under 35 e la conferma di lungo periodo dello sgravio al 30 per cento per le imprese del Meridione del Paese che assumono. A proposito di Sud, va ricordato anche il credito d'imposta sugli investimenti prorogato fino a tutto il 2022 e l'estensione, attraverso un nostro emendamento, della misura “Resto al Sud” che, da gennaio, sarà valida anche per la fascia di età 45-55 anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma non finisce qui. Il pacchetto fiscale si rivolge anche ai lavoratori e alle famiglie. Per i primi, c'è la conferma e la stabilizzazione degli aumenti in busta paga fino a 100 euro al mese per i redditi annui compresi tra 8 mila e 40 mila euro; si tratta di 16 milioni di lavoratori dipendenti interessati dalla misura. Per le famiglie, invece, entrerà in vigore, a luglio 2021, una misura ambiziosa, come l'assegno unico, che andrà a riunire i bonus già in essere aggiungendo nuove risorse, per un totale di 3 miliardi di euro l'anno prossimo e 5 miliardi e mezzo a regime. Si parla spesso di welfare familiare e di calo della natalità e l'assegno unico è una risposta di peso a questioni molto urgenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per la scuola abbiamo previsto molteplici interventi, in primis, per la digitalizzazione, la cui importanza, qualora ce ne fosse stato bisogno, è stata messa chiaramente in evidenza dalle sfide poste dal COVID-19. Vorrei sottolineare, poi, l'eliminazione del limite di assunzione degli idonei in graduatoria del concorso per direttore dei servizi generali amministrativi nelle scuole, il finanziamento di ulteriori 40 milioni di euro al fine di contrastare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli comuni del sud Italia, nell'ambito del piano triennale di investimenti immobiliari 2021-2023, per la costruzione di scuole innovative.

Mi si permetta, poi, di sottolineare un'importante azione che mi sta particolarmente a cuore: l'assunzione di 25 mila nuovi insegnanti di sostegno, perché, come recita l'articolo 34 della nostra Costituzione, la scuola è aperta a tutti e nessuno - nessuno - deve rimanere indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anzi il grado di civiltà di un popolo si misura proprio dalla sua capacità di includere tutti i suoi cittadini, specialmente quelli più fragili.

La sanità, poi, è - e non sarebbe potuto essere diversamente - uno dei pilastri di questa manovra. Mi sia consentito da quest'Aula, ancora una volta, ringraziare il personale medico e sanitario che, dall'inizio dell'emergenza, è in prima linea al servizio della collettività (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Troppe volte, però, in passato, abbiamo sentito appellarli come eroi e poi, il giorno dopo, essere dimenticati. Ebbene, non è questo ciò che ha fatto questa maggioranza ed il MoVimento 5 Stelle. Proprio a dimostrazione della nostra gratitudine e per dare un tangibile segno della nostra riconoscenza, abbiamo stanziato 850 milioni di euro per le indennità di medici e infermieri, e ulteriori 70 milioni per i tamponi che dovranno essere eseguiti da medici di famiglia e pediatri di libera scelta, anche al fine di potenziare l'assistenza territoriale ed evitare il sovraccarico dei nostri ospedali.

In Commissione bilancio, poi, tutti insieme, maggioranza e opposizione, abbiamo, inoltre, disposto che l'importo di 40 milioni di euro, quota parte della somma di 80 milioni di euro risparmiati dalla Camera dei deputati e affluita al bilancio dello Stato, sia destinato, nell'esercizio 2020, ad incrementare i fondi destinati alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario sempre del personale sanitario direttamente impiegato nell'attività di contrasto all'emergenza epidemiologica da COVID-19 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Abbiamo pensato anche alle fasce più deboli della società. Questa maggioranza ha aumentato di 4 miliardi di euro, dal 2021 al 2029, il Fondo per il reddito di cittadinanza: tale istituto, più volte vituperato, ha evitato il collasso sociale per 3 milioni e mezzo di persone, tra cui 700 mila minori: quindi, andiamolo a dire a loro che non serve, a loro che ne possiamo fare a meno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

I dati, poi, d'altronde, dimostrano che non si tratta di mero assistenzialismo, difatti oggi oltre 365 mila percettori, con tutti gli effetti negativi del virus, hanno trovato un'occupazione: 365 mila su 1,3 milioni di beneficiari occupabili; stiamo parlando di più del 28 per cento di persone che hanno trovato un'occupazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), un dato storico!

Neanche mi soffermo in questa sede sugli investimenti pubblici, che pure sono ingrediente fondamentale di ogni ripresa economica. Mi limito ad osservare che, se riusciremo a rilanciarli nel prossimo triennio, sarà anche per merito di quel Recovery Fund che abbiamo fortemente voluto e che, grazie alla credibilità del Governo e del Presidente del Consiglio, abbiamo infine ottenuto. Nel 2021 arriverà il primo corposo anticipo dei 209 miliardi che spettano all'Italia e, come è noto, l'Italia è il Paese in assoluto più finanziato dal nuovo programma comune europeo.

A questo punto, Presidente, credo sia giusto dare spazio anche al grande lavoro svolto in Commissione bilancio la scorsa settimana, perché, nonostante i tempi ristretti e tutte le difficoltà del caso, la manovra ne è uscita rafforzata, arricchita dalle sensibilità e necessità dei territori e delle categorie, che i colleghi, in particolare della Commissione bilancio di cui faccio parte, hanno portato all'interno dei lavori. La conclusione di tale iter è il risultato di un'intensa e proficua collaborazione anche con le forze di opposizione, che sinceramente ringrazio.

Mi preme, quindi, ricordare solo alcune modifiche che andranno a migliorare, fra cui l'estensione da 7 a 10 giorni del congedo di paternità: quando il MoVimento era all'opposizione, i giorni per il congedo di paternità erano solo quattro, noi li abbiamo più che raddoppiati e questa è una misura che ci fa essere orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); la cancellazione della prima rata IMU del 2021 per le strutture turistiche; il sostegno deciso ai lavoratori autonomi e ai professionisti; i fondi per le popolazioni alluvionate e colpite dal sisma; l'assunzione di 3 mila medici e 12 mila infermieri.

Nell'avviarmi alle conclusioni, signor Presidente, voglio ricordare da ultimo, ma non certo per importanza, l'estensione del Superbonus 110 per cento a tutto il 2022: una misura che tiene insieme occupazione, economia e ambiente: è solo il primo passo e faremo di tutto per prorogarla a tutto il 2023 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Con questa legge di bilancio, signor Presidente, non lasciamo indietro nessuna categoria. Qualcuno ha detto che una catena non è più robusta del suo anello più fragile: ebbene, il nostro dovere oggi è di preservare e rafforzare ogni singolo anello di quella catena, per tirare fuori dalla crisi e proiettare in un futuro di rilancio il nostro Paese.

Per tutte queste ragioni e per l'enorme sforzo economico che il Governo ha sostenuto a partire da marzo, signor Presidente, annuncio con convinzione il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Fabio Berardini. Ne ha facoltà, per un minuto.

FABIO BERARDINI (MISTO). Grazie, Presidente. In questa manovra si sono trovati soldi per tutto: per il bonus rubinetti, bande musicali, jazz, televisori, occhiali, presepi, anche per l'Expo di Dubai; tuttavia, non si è trovata una piccola cifra, irrisoria, per mettere fine a una disparità, una disparità che riguarda l'esonero contributivo dei giovani coltivatori diretti che si sono iscritti per la prima volta alla previdenza agricola. È nostro dovere risolvere questa disparità di trattamento, che penalizza dei lavoratori già di per sé fragili. Presidente, ho esaurito il tempo a mia disposizione e annuncio, per questi motivi, un voto di astensione (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzone. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO RIZZONE (MISTO). Grazie, Presidente. Mentre là fuori i negozianti chiudono definitivamente le loro saracinesche, mentre là fuori ai medici specializzandi viene chiesto di lavorare gratis per vaccinare gli italiani, qui viene stanziato un milione di euro per celebrare l'ottocentenario del presepe, qui viene previsto un bonus bagno per cambiare lo sciacquone del water. Ma ci rendiamo conto? Come possiamo votare una cosa del genere (Commenti)? Sì, è vero, c'è anche qualche nota positiva, come il miliardo di euro per gli autonomi e le partite IVA, categoria che è sempre stata tartassata dai Governi e dimenticata nel momento del bisogno, ma, a dire il vero, questa categoria sarebbe stata dimenticata anche questa volta, se non fosse stato per gli emendamenti dell'opposizione (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La maggioranza, invece, silenziosamente ha preferito dare una mano alle banche; con le DTA, 3 miliardi di euro di sgravi fiscali sono pronti per UniCredit, per incentivarla ad acquistare Monte dei Paschi…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Rizzone.

MARCO RIZZONE (MISTO). Sì, signori, 3 miliardi di euro, non 600 euro, 3 miliardi di euro dello Stato che il MoVimento 5 Stelle ha preferito dare (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Grazie, deputato Rizzone.

Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Presidente, sono sconcertato nel vedere che ancora una volta si è preferito aiutare una multinazionale del tabacco, attraverso il ridicolo aumento dell'accisa, che è nettamente inferiore alla media europea (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Presidente, si doveva, con queste risorse, finanziarie l'assistenza domiciliare, perché il COVID ha mostrato tutta la debolezza del sistema sanitario italiano, ed è incredibile che, mentre qualcuno difendeva le lobby, immagino la mitologica manina, gli italiani morivano in solitudine, a loro stessi abbandonati, e questa è una vergogna (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO). Grazie, Presidente. Eravamo coscienti che le circostanze avrebbero, in qualche modo, condizionato la stesura di questa legge di bilancio, che la pandemia le avrebbe conferito un carattere emergenziale e che un tale approccio avrebbe comportato una certa eterogeneità dei capitoli di spesa; eppure, anche nell'emergenza sarebbe stato opportuno mantenere una visione. Invece, abbiamo assistito a un profluvio di incentivi e di bonus, da Expo Dubai agli occhiali, agli smartphone, ai rubinetti e ai vasi sanitari ecosostenibili; misure accettabili, alcune, se limitate ai redditi più bassi, ma che delineano un sistema di individuazione delle priorità non legato alla giustizia sociale e neppure alla decenza; mi auguro, a questo punto, non legato a interessi di partito e di carrierismo. Le emittenti radio e TV locali, già escluse dall'accesso ai fondi stanziati prima della pandemia, sono in attesa di una boccata d'ossigeno per continuare a garantire il diritto all'informazione. Insomma, è un'occasione persa, proprio quando le risorse a disposizione avrebbero consentito un cambio di passo radicale. Questo è lo specchio di un Governo che ha a cuore la propria contraffazione più del bene e della sicurezza del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Colleghi, il 31 gennaio, con lo stato d'emergenza, avete dichiarato guerra agli italiani e alla Costituzione, cancellando le nostre vite e i nostri diritti, dividendoci tra primule rosse e stelle gialle, con un colpo di Stato di decreti illegittimi, già dichiarati illegali e incostituzionali da vari tribunali. Niente protocollo domiciliare terapeutico salvavita, pur di difendere il COVID, che avete scoperto comportarsi da virus, mutando in migliaia di variazioni; quella inglese in realtà si chiama Brexit, ed è sicuramente tra le più pericolose per voi.

Le migliaia di reazioni avverse, anche gravi, già registrate nel mondo confermano che il vaccino è pericoloso, ma soprattutto totalmente inutile, come riportato anche nel sito dell'Aifa. Cari cittadini, se sarete vaccinati e danneggiati, lo Stato vi lascerà completamente soli. Con l'atto di fede pronunciato dai CTS da salotto, nel silenzio assenso del sommo garante, proseguite nel vostro piano: più povertà per tutti. Ma, tranquilli, italiani, vi nutriranno a suon di OGM, vecchi e nuovi, nelle vostre ciotole e nel vostro sangue. Caro Governo…

PRESIDENTE. Concluda.

SARA CUNIAL (MISTO). …lo so che avete paura di morire e vi sentite in colpa, ma tradire il vostro popolo non è la risposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà, per un minuto.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Gentile Presidente, lei non replicherà, ma alla fine di questa legge finanziaria, conseguente alla limitazione di molte libertà costituzionali, mi chiedo, davanti al Ministro della Giustizia, come spieghi la sentenza del 23 dicembre del tribunale di Roma, che ha concluso che i suoi DPCM sono viziati da violazioni per difetti di motivazione e da molteplici profili di illegittimità, pertanto risultano caducabili (Applausi di deputati del gruppo Misto). I DPCM hanno imposto una ripetuta rinnovazione delle limitazioni dei diritti di libertà. Si tratta di provvedimenti contrastanti con gli articoli della Costituzione che vanno dal 13 al 22 e con le disposizioni dell'articolo 77, violando, prima di tutto, l'articolo 1 della Costituzione! Lei ha costretto gli italiani a non lavorare, non lavorando neanche lei, come ha sempre fatto (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore Fassina. Velocemente, proprio dieci secondi. Fassina, dieci secondi di ringraziamenti, non di più.

STEFANO FASSINA, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente, solo i ringraziamenti agli uffici della Commissione bilancio, per il lavoro straordinario e senza sosta, giorni e notti, e i ringraziamenti agli uffici del Ministero dell'Economia e delle finanze, in particolare alla Ragioneria generale dello Stato (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 2790-bis-A/R)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2790-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2790-bis-A/R: “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43) (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che l'esame delle questioni pregiudiziali Binelli ed altri n. 1 e Zucconi ed altri n. 2, riferite al disegno di legge n. 2835 - Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, recante ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19, (da inviare al Senato – scadenza: 16 febbraio 2021), sarà iscritto quale primo argomento all'ordine del giorno della seduta pomeridiana di martedì 12 gennaio 2021, che avrà inizio alle ore 16.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Per favore, vi chiedo di liberare i banchi del Governo. Per favore, senza assembramenti, grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Ventidue sindaci. Oggi porto in quest'Aula la voce di ventidue sindaci, che per qualcuno probabilmente potrebbero sembrare pochi, ma in realtà sono tanti se, come in questo caso, rappresentano l'intera provincia di Caltanissetta e costituiscono un'enorme forza della comunità. Infatti, in questo momento, nel territorio nisseno stiamo assistendo a uno scontro crescente tra comunità locali, da un lato, e Regione dall'altro, sul piano amianto. Lo dico chiaramente: l'attuale piano non può trovare spazio, perché non è possibile stoccare nei siti di Milena e di Bosco Palo l'amianto. Ciò a maggior ragione perché nel sito di Bosco Palo è già in atto un disastro ambientale e inoltre è una zona che è classificata R4 nel piano per l'assetto idrogeologico.

Tutti i 22 comuni della provincia nissena, che oggi voglio ripetere: Acquaviva Platani, Bompensiere, Butera, Caltanissetta, Campofranco, Delia, Marianopoli, Gela, Mazzarino, Milena, Montedoro, Mussomeli, Niscemi, Resuttano, Riesi, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sommatino, Sutera, Vallelunga Pratameno e Villalba, in maniera chiara hanno detto “no” a questo piano e meritano attenzione. Non si può andare avanti in questo modo, aumentando e alzando continuamente i livelli di scontro. Oggi, in quest'Aula, da siciliano della provincia nissena faccio un invito al Presidente Musumeci: si fermi; non si possono imporre simile forzature al territorio. Dopo l'anno che abbiamo trascorso, le istituzioni hanno il dovere di stare vicino ai cittadini, non si possono fomentare paure e tensioni.

PRESIDENTE. Concluda.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). È necessario fermare il piano, iniziare a discutere con i territori, i cittadini e i sindaci per trovare insieme una nuova e diversa soluzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Io volevo portare ancora una volta in quest'Aula un tema carissimo alla Lega - ma purtroppo solo alla Lega - che è quello dei martiri cristiani, i martiri di oggi; non i martiri che abbiamo conosciuto nel nostro catechismo, ma coloro che oggi muoiono per la propria fede, muoiono perché noi per primi ignoriamo questo martirio; muoiono due volte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi dobbiamo ricordarli, noi dobbiamo riportare l'orgoglio dell'appartenenza, dell'identità delle nostre radici profonde, quelle radici profonde giudaico-cristiane che l'Occidente non è stato capace di riconoscere neppure in quella Costituzione d'Europa della quale tanto si parla, ma che di fatto dimostra di non esistere: non esiste l'Europa quando muoiono i cristiani. A Pemi, nello Stato del Borno, la notte di Natale, la vigilia di Natale, 11 cristiani trucidati, la Chiesa bruciata, un prete sequestrato, e nessuno se ne ricorda (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi qui rendiamo onore ai martiri e diciamo che non è con il nichilismo, non è con il buonismo, non è negando noi stessi che renderemo il mondo più libero; apriremo solo una breccia e un'autostrada per gli islamisti e per la jihad (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare il deputato Novelli. Non è presente; si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il deputato Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). È notizia dell'antivigilia di Natale di un Consiglio dei Ministri in cui è stato licenziato il “decreto Milleproroghe”, salvo intese; lo stesso prevede la proroga del blocco dell'esecuzione degli sfratti sino al 30 di giugno 2021; ricordo che gli stessi sono bloccati dal marzo scorso. Per focalizzare il quadro è opportuno sottolineare che il reddito medio dei proprietari di immobili è di 26 mila euro, rendite comprese; il canone medio di un immobile, invece, è di 7.400 euro all'anno. Risulta quindi evidente come, per effetto di queste norme, un proprietario di un piccolo immobile non ha più disponibilità del suo bene privato nonostante una sentenza passata in giudicato, che ovviamente nulla ha a che vedere con la crisi pandemica, perché stiamo parlando di esecuzioni per morosità del 2018 e del 2019.

Ma non solo. Perdurando su questa impostazione e tenendo conto dei dati medi, gli effetti di questa norma, della durata complessiva di 15 mesi, provocheranno mancati introiti per 9.200 euro per ogni immobile, a cui vanno aggiunte tasse e morosità pregresse, cioè oltre il 40 per cento del reddito medio annuale poc'anzi menzionato. Mi chiedo come sia possibile andare avanti su una linea talmente sperequata senza nemmeno discutere una forma di compensazione per equilibrare due categorie di cittadini che lo Stato deve considerare con pari dignità: l'inquilino e il proprietario. Invece, con questa impostazione ideologica da esproprio proletario si scarica su una categoria di cittadini quello che dovrebbe fare lo Stato, cioè il welfare abitativo. Le conseguenze sul valore dei patrimoni immobiliari e sul mercato delle locazioni saranno drammatiche, con delle ricadute su tutto il Paese. Mi rivolgo alle forze di maggioranza e anche al Ministro Di Maio, che vedo qui in Aula: avete ancora la possibilità di ravvedervi. Vi prego, fatelo finché siete ancora in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Vede, signor Presidente della Camera, il professore Alfonso D'Ambrosio è un fisico ed è un giovane dirigente scolastico campano in servizio attualmente presso l'istituto comprensivo di Vo' Euganeo, comune del Veneto, epicentro del Coronavirus durante la prima ondata di questa tremenda pandemia. Durante la sua carriera il professor D'Ambrosio si è particolarmente distinto, a tal punto da meritarsi, nel 2016, il premio come miglior docente innovatore. La sua scuola, ricorderà, è stata tra le prime in Italia ad avviare la didattica a distanza. A settembre il preside D'Ambrosio ha ospitato il Presidente della Repubblica Mattarella, che ha scelto la sua scuola per inaugurare l'anno scolastico 2020-2021. Fin qui una bella pagina, scritta da uno dei tanti docenti, dirigenti scolastici che stanno reggendo il nostro sistema scolastico in questi difficili mesi. Ora, però, viene la brutta pagina. Già, perché il professor D'Ambrosio ha un grande difetto: quello di pensare, quello di esprimere le proprie opinioni, addirittura quello di criticare l'operato del Ministro dell'Istruzione Azzolina. Critica civile, pacata, concreta, ma lesa maestà perché ha criticato il Ministro Azzolina e per questo motivo è finito sotto inchiesta disciplinare: è finito sotto inchiesta disciplinare per aver osato criticare in maniera civile l'operato del Ministro Azzolina. Esprimo, dunque, la mia solidarietà e quella del mio partito, la Lega, al preside D'Ambrosio, vittima di un vergognoso tentativo di intimidazione da parte del Ministero dell'Istruzione. Ormai siamo a questo: siamo alle intimidazioni verso gli uomini liberi, verso professori modello, che, proprio perché amano la scuola, non ce la fanno a tacere e proprio non riescono a girare la testa dall'altra parte.

PRESIDENTE. Concluda; deve concludere.

ROSSANO SASSO (LEGA). Ministro Azzolina: giù le mani dal professor D'Ambrosio! Dica ai suoi funzionari di rivedere quello che hanno comminato, perché la comunità scolastica e gli uomini e le donne libere che animano la nostra scuola non accettano intimidazioni. Io e la Lega stiamo con D'Ambrosio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

RAFFAELE TRANO (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Trano, su cosa? Perché negli interventi di fine seduta non è iscritto.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Presidente, non è un intervento di fine seduta, è sull'ordine dei lavori. È stata battuta un'agenzia dall'Adnkronos in cui il gruppo MoVimento 5 Stelle chiede di poter sostituire i propri deputati della componente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Ebbene, il presidente è il collega Alvise Maniero e non vorrei che questa fosse una trovata per disarcionare, per spodestare, il collega, presidente Maniero, da questa Commissione perché ha votato in dissenso con il proprio gruppo, perché ha fatto delle esternazioni forti sul voto del MES…

PRESIDENTE. Però, non è sull'ordine dei lavori, quindi concluda velocemente.

RAFFAELE TRANO (MISTO). Io vorrei che venga messa agli atti questa mia dichiarazione.

PRESIDENTE. È chiaro che mentre lo dice è messa agli atti.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 7 gennaio 2021 - Ore 14:

1. Discussione sulle linee generali delle mozioni Lazzarini ed altri n. 1-00246 e Bologna ed altri n. 1-00407 concernenti iniziative per la cura e il sostegno dei pazienti colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e delle relative famiglie .

2. Discussione sulle linee generali della mozione Gelmini, Panizzut, Lollobrigida ed altri n. 1-00404 concernente iniziative per un ampio programma di investimenti e misure nel settore sanitario in relazione all'emergenza da COVID-19 .

La seduta termina alle 20,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Frate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 1 il deputato Guidesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 4 il deputato Mor ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 5 i deputati Anna Lisa Baroni e Battilocchio hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto votare contro;

nella votazione n. 10 la deputata Gagliardi ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 15 il deputato Villarosa ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 17 la deputata Comaroli ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 42 il deputato Siani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2790-bis-A/R - odg n. 1 494 486 8 244 16 470 37 Resp.
2 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/11 494 290 204 146 19 271 35 Resp.
3 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/14 500 494 6 248 214 280 34 Resp.
4 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/15 rif. 500 485 15 243 480 5 33 Appr.
5 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/22 489 485 4 243 16 469 31 Resp.
6 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/54 497 495 2 248 218 277 31 Resp.
7 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/57 499 492 7 247 208 284 31 Resp.
8 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/69 487 481 6 241 19 462 30 Resp.
9 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/79 499 496 3 249 219 277 30 Resp.
10 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/84 498 495 3 248 215 280 30 Resp.
11 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/86 493 491 2 246 215 276 30 Resp.
12 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/88 491 487 4 244 479 8 30 Appr.
13 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/89 rif. 497 493 4 247 489 4 30 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/92 491 485 6 243 478 7 30 Appr.
15 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/97 505 502 3 252 224 278 30 Resp.
16 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/104 509 504 5 253 217 287 30 Resp.
17 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/106 504 502 2 252 218 284 30 Resp.
18 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/107 rif. 504 502 2 252 496 6 30 Appr.
19 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/113 rif. 500 493 7 247 469 24 30 Appr.
20 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/119 498 497 1 249 222 275 30 Resp.
21 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/120 495 489 6 245 225 264 30 Resp.
22 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/122 493 486 7 244 209 277 30 Resp.
23 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/131 p.I 492 491 1 246 232 259 30 Resp.
24 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/131 p.II 492 491 1 246 218 273 30 Resp.
25 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/13 p.III 495 493 2 247 236 257 30 Resp.
26 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/131 p.IV 498 497 1 249 220 277 30 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/24 rif. 495 493 2 247 490 3 30 Appr.
28 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/139 498 496 2 249 220 276 30 Resp.
29 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/142 502 501 1 251 215 286 30 Resp.
30 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/153 497 495 2 248 217 278 30 Resp.
31 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/170 499 498 1 250 217 281 30 Resp.
32 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/177 492 491 1 246 217 274 30 Resp.
33 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/185 495 494 1 248 213 281 30 Resp.
34 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/191 489 488 1 245 213 275 30 Resp.
35 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/194 487 481 6 241 206 275 30 Resp.
36 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/198 473 471 2 236 201 270 30 Resp.
37 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/200 490 486 4 244 207 279 30 Resp.
38 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/235 487 484 3 243 203 281 30 Resp.
39 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/245 492 490 2 246 211 279 30 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/246 489 486 3 244 205 281 30 Resp.
41 Nominale odg 9/2790-bis-A/R/154 409 401 8 201 141 260 43 Resp.
42 Nominale Nota var. Bilancio 2021 e 2021-2023 411 406 5 204 265 141 43 Appr.
43 Nominale Ddl 2790-bis-A/R - voto finale 431 423 8 212 298 125 22 Appr.