XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 433 di giovedì 26 novembre 2020

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 10,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione a partire dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella denominazione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che il vicepresidente del gruppo parlamentare Misto, in rappresentanza della componente politica “Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa”, con lettera pervenuta in data 24 novembre 2020, ha reso noto che la nuova denominazione della componente è: “Centro Democratico-Italiani in Europa”.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 25 novembre 2020, la deputata Elisa Siragusa, già iscritta al gruppo parlamentare Misto, ha chiesto di aderire alla componente politica “Centro Democratico-Italiani in Europa” del gruppo parlamentare Misto. Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Annunzio della formazione di una componente politica nell'ambito del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della richiesta pervenuta in data 25 novembre 2020, è stata autorizzata in pari data, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento, la formazione della componente politica denominata “Azione-+Europa-Radicali Italiani”, nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, cui aderiscono i deputati Riccardo Magi, Enrico Costa e Nunzio Angiola. Il deputato Riccardo Magi ne è stato designato rappresentante.

Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti” (2751). Alla luce del parere espresso nella seduta del 25 novembre 2020 dalla V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.

A norma degli articoli 72, comma 1, e 123-bis, comma 1, del Regolamento, il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VII (Cultura), con il parere delle Commissioni I, V, VI, VIII, X, XII, XIII e XIV.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Doc. LVII-bis, n. 3).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta di ieri, 25 novembre 2020 (Vedi l'allegato A).

Avverto inoltre che, sulla base dei precedenti, la discussione si articolerà come segue: dopo gli interventi del relatore e del rappresentante del Governo potrà intervenire un deputato per ciascun gruppo e per ciascuna componente politica del gruppo Misto, nonché i deputati che intendano esprimere posizioni dissenzienti dai rispettivi gruppi. Interverrà, quindi, in sede di replica, il rappresentante del Governo, anche al fine di esprimere il parere sulle risoluzioni che devono essere presentate nel corso della discussione, ai sensi dell'articolo 118, comma 1, del Regolamento. Si procederà, infine, ai voti. Al riguardo, ricordo che, ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 243 del 2012, la deliberazione delle Camere deve essere approvata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.

(Discussione - Doc. LVII-bis, n. 3)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Pietro Navarra.

PIETRO NAVARRA, Relatore. Grazie, Presidente, signora Vice Ministra, onorevoli colleghi. Il 21 novembre 2020 il Governo ha presentato la relazione al Parlamento, predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, nella quale illustra l'ulteriore aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, ai fini della relativa richiesta di autorizzazione alle Camere. L'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 prevede che scostamenti temporanei dal saldo di bilancio strutturale dall'obiettivo di medio termine possono essere consentiti in caso di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione, approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando nel contempo il piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine. La relazione oggi in esame è stata preceduta da quattro autorizzazioni allo scostamento dal piano di rientro, approvate a maggioranza assoluta dalle Camere nel corso del 2020. I primi tre scostamenti di bilancio sono stati autorizzati per compensare l'impatto economico e sociale delle misure di contenimento resesi necessarie per fronteggiare la prima ondata di pandemia.

Il quarto scostamento di bilancio ha, invece, dato una prima risposta agli effetti delle misure restrittive adottate nel nostro Paese per far fronte alla seconda ondata di contagi esplosa dopo il periodo estivo. Le risorse finanziarie della prima autorizzazione presentata il 5 marzo sono state impiegate quasi integralmente per finanziare le misure contenute nel decreto-legge n. 18 del 2020 e in parte per finanziare le misure dei decreti-legge nn. 23 e 34 del 2020. Il 24 aprile del 2020, in occasione della presentazione del Documento di economia e finanza, il Governo ha presentato al Parlamento una seconda relazione, le cui risorse finanziarie sono state quasi integralmente utilizzate per il finanziamento delle misure introdotte dal decreto-legge n. 34 del 2020. La terza relazione al Parlamento è stata presentata dal Governo il 23 luglio 2020, a copertura delle misure introdotte dal decreto-legge n. 104 del 2020. Nei decreti-legge finanziati dai tre scostamenti di bilancio appena menzionati il Governo ha prontamente mobilitato ingenti risorse per fronteggiare la pandemia sanitaria, per sostenere famiglie, lavoratori e imprese ed evitare una grave depressione e favorire una pronta ripresa. Tra i numerosissimi interventi sono state varate misure di rafforzamento dei servizi sanitari e di sostegno ai redditi dei lavoratori dipendenti e autonomi, sono state approvate moratorie rispetto agli impegni finanziari delle imprese e delle famiglie nei confronti della pubblica amministrazione e sono stati attivati aiuti settoriali per i comparti più danneggiati dall'epidemia. È stato affrontato il problema delle nuove povertà attraverso un trasferimento di risorse ai comuni per aiutare le persone in difficoltà a reperire prodotti di prima necessità e generi alimentari, è stata rafforzata l'erogazione di credito alle famiglie e alle imprese, sono stati rinviati gli adempimenti fiscali da parte di lavoratori e imprese e sono state varate misure per accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione verso i propri fornitori. Infine, è stata finanziata la totale soppressione degli aumenti IVA e delle accise previsti dalla legislazione allora vigente.

Per valutare la bontà delle scelte fatte dal Governo possiamo calcolare gli effetti sulla crescita economica del Paese da esse prodotte: nel terzo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo italiano ha avuto un deciso rimbalzo, pari al 16,1 per cento rispetto al trimestre precedente, trimestre quest'ultimo nel quale è deflagrata l'emergenza sanitaria e nel quale si era registrato un calo del 12,4 per cento. Nel confronto con gli altri Paesi dell'area euro l'Italia ha fatto registrare il miglior recupero, dopo la Francia, in termini di PIL guadagnato nel periodo tra il secondo e il terzo trimestre, risultati questi che hanno superato le aspettative dello stesso Governo, che prevedeva un aumento del PIL del 13 per cento, di tre punti inferiori rispetto al 16,1 per cento poi raggiunto. Allo stesso modo, questo risultato ha superato le aspettative di numerose istituzioni economiche e finanziarie e centri di ricerca e di analisi economica nazionali e internazionali, primo fra tutti la Banca d'Italia, che prevedeva una crescita di quattro punti di PIL inferiore, il 12 per cento, rispetto a quella invece registrata dal nostro Paese. Finito il periodo estivo, la temuta seconda ondata, così come nel mondo e in Europa, è arrivata anche in Italia, dove l'andamento dei contagi ha mostrato una netta accelerazione a partire dal mese di ottobre. Il peggioramento della situazione sanitaria ha reso necessarie misure progressivamente più restrittive, di cui hanno risentito particolarmente le attività economiche che si caratterizzano da contatti interpersonali e da rischi di assembramento. È, infatti, ormai ampiamente riconosciuto, oltre che dimostrato dall'esperienza registrata durante la prima ondata dei contagi, che contenere il virus attraverso misure restrittive della mobilità delle persone rappresenta la migliore strategia, non solo per salvare vite umane, ma per recuperare la fiducia necessaria ad instaurare le condizioni di normale funzionamento del sistema economico.

Il DPCM del 3 ottobre, attualmente in vigore, ha introdotto un approccio di contrasto all'epidemia che fa pieno ricorso a una raccolta ormai sistematica delle informazioni sulla diffusione del virus e a una loro analisi scientifica che permette una risposta da parte del Governo graduale e progressiva perché più precisa e differenziata territorialmente. Quindi, il 6 ottobre, in occasione della presentazione della Nota di aggiornamento del DEF per il 2020, il Governo ha trasmesso al Parlamento la quarta relazione per lo scostamento di bilancio, che illustra un ulteriore aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, autorizzato dalle Camere il 14 ottobre con l'approvazione di apposita risoluzione, a maggioranza assoluta.

Le quattro richieste di scostamento autorizzate finora dal Parlamento nel corso del 2020 hanno comportato il ricorso a un maggior deficit, per circa 100 miliardi di euro, pari a 6,1 punti percentuali di PIL.

Come affermato in precedenza, l'aggravamento della situazione sanitaria derivante dalla seconda ondata di contagi ha determinato la scelta di un approccio progressivo e differenziato territorialmente per il contenimento del virus. Le regioni sono state suddivise in base a tre categorie di gravità delle condizioni sanitarie, a cui sono state associate in modo differenziato le regole di distanziamento sociale e di chiusura delle attività economiche.

Per affrontare le conseguenze economiche e sociali di tali restrizioni e in previsione della continuazione di una politica di contenimento dei rischi di infezione fino alla fine dell'anno, si è reso necessario estendere le misure di sostegno in corso di approvazione attraverso la predisposizione di ulteriori interventi per i quali è necessario reperire risorse finanziarie aggiuntive.

Per quanto attiene ai profili di finanza pubblica per l'anno in corso, con specifico riferimento al livello di indebitamento netto in rapporto al PIL, la relazione del Governo in esame rivede in miglioramento la stima dell'indebitamento netto tendenziale al 10,4 per cento del PIL, nonostante l'elevato grado di incertezza del contesto economico. Questa stima è dovuta principalmente al fatto che il livello tendenziale delle entrate si conferma stabile rispetto a quello contenuto nel documento programmatico di bilancio. Dal lato delle spese, invece, gli strumenti di monitoraggio indicano valori più contenuti per consumi intermedi, altre uscite correnti e redditi; inoltre, sono state riviste al ribasso le spese per investimenti e interessi.

Sulla scorta di tale revisione dell'andamento tendenziale dell'indebitamento netto, il Governo, con la relazione in esame, sentita la Commissione europea, richiede per il solo anno 2020 l'autorizzazione al ricorso a un maggiore indebitamento pari a 5 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare e di 8 miliardi di euro in termini sia di fabbisogno che di indebitamento netto. Per effetto della nuova richiesta di scostamento e considerando le precedenti autorizzazioni concesse e gli obiettivi programmatici definiti dalla NADEF 2020 e dal Documento programmatico di bilancio 2021, il livello massimo del saldo netto da finanziare potrà quindi aumentare complessivamente per l'anno in corso fino a 341 miliardi di euro in termini di competenza e fino a 389 miliardi in termini di cassa.

Per quanto riguarda il prossimo triennio di programmazione, nonostante l'elevato grado di incertezza che circonda ogni tentativo di stima, il Governo conferma il percorso di rientro verso l'obiettivo di medio termine, già indicato nella Nota di aggiornamento del DEF, in base al quale si avrebbe un indebitamento netto pari al 7 per cento del PIL nel 2021, al 4,7 per cento nel 2022 e al 3 per cento nel 2023.

Dalla relazione del Ministro Gualtieri in Commissione si apprende che le risorse provenienti dal nuovo scostamento di bilancio serviranno a rafforzare le misure di sostegno economico, a partire dal rinvio delle scadenze fiscali da qui alla fine dell'anno, per tutti i cittadini e le imprese colpiti nel loro reddito e nella loro operatività dalle scelte di temporanea chiusura o limitazione delle attività e che hanno registrato perdite durante la seconda ondata di contagi. A questo fine, subito dopo l'eventuale approvazione della relazione da parte del Parlamento, sarà adottato un decreto-legge.

Il Governo si è impegnato a fondo in queste settimane per affrontare la seconda ondata dei contagi e per proporzionare la risposta in ragione dell'andamento della curva di diffusione del virus; lo ha fatto senza rinunciare mai a un confronto costruttivo con le istituzioni locali e regionali e chiedendo un contributo responsabile a tutti i gruppi parlamentari.

In queste settimane ci apprestiamo ad affrontare la legge di bilancio e, poi, gli obiettivi e le misure del Recovery plan. Dalle scelte a protezione del sistema economico, colpito duramente dagli effetti della pandemia, quindi, si passerà a quelle che riguardano la ripresa del Paese. Si tratta di un passaggio epocale, di una sfida decisiva per superare non solo questa crisi, ma un quarto di secolo di stagnazione e perdita di competitività della nostra economia su scala internazionale.

Siamo fiduciosi che in questo momento, certamente difficile ma anche pieno di opportunità, seppure nel rispetto delle altrui opinioni e visione del Paese, ciascun parlamentare e ciascuna forza politica non farà mancare il proprio prezioso contributo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la Vice Ministra, Laura Castelli, che si riserva di farlo.

È iscritto a parlare il deputato Nunzio Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente Rampelli. Noi di Azione e +Europa abbiamo dato il nostro assenso, nella prima metà del 2020, alla richiesta e ai provvedimenti del Governo collegati ai primi due scostamenti di bilancio. Oggi, ci asterremo per diversi motivi. Prima di tutto, non abbiamo ricevuto da parte del Governo alcuna disponibilità ad accogliere le nostre proposte di miglioramento che, immancabilmente, in questi mesi, abbiamo presentato, visti gli appelli all'unità, che a questo punto giudichiamo di facciata, del Governo. Per questo facciamo presente che se il Governo accettasse la nostra proposta per il superamento dell'imbuto formativo per far fronte a quella che si è rivelata essere la deleteria carenza di medici, se il Governo condividesse le nostre proposte in materia economica, a partire dalla restituzione degli anticipi IRAP e Ires alle imprese, non faremmo mancare il nostro sostegno.

In secondo luogo, prendiamo atto che la sanità è in grande affanno e spesso al collasso. Assistiamo ad una corsa alla costruzione di ospedali da campo, non è stata potenziata adeguatamente la rete degli operatori e dei laboratori per le analisi dei tamponi, non è stata potenziata adeguatamente la numerosità degli operatori dei dipartimenti di prevenzione che devono effettuare la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento, spesso non è stata potenziata la rete ospedaliera delle terapie intensive e tanto altro ancora.

Al danno si aggiunge la beffa: per mesi abbiamo chiesto al Ministro Speranza di volerci comunicare quanta parte dei 9 miliardi di euro stanziati per la sanità fosse stata realmente spesa e quanta parte rimanesse non spesa e, forse, neanche impegnata. Anche per questo ci asterremo, perché il MES sanitario non solo doveva essere azionato, ma doveva essere azionato già da molti mesi e ciò non è accaduto per una deleteria contrapposizione di tipo ideologico che si è consumata sulla pelle degli italiani.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà, per due minuti.

BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Il relatore Navarra ha spiegato i termini dello scostamento ulteriore con un ricorso al maggiore indebitamento per 5 miliardi in termini di saldo netto da finanziare e di 8 miliardi in termini sia di fabbisogno sia di indebitamento netto. Nel triennio, nonostante l'elevato grado di incertezza, che resta la parola chiave che circonda ogni possibile stima, il Governo conferma il percorso di rientro verso l'obiettivo di medio termine. Tutto questo, al fine di far fronte all'aggravamento della situazione sanitaria derivante dalla seconda ondata di contagi che ha richiesto di adottare misure ulteriormente restrittive.

Questa discussione si è già svolta all'interno della Commissione bilancio e in quella occasione era emerso, con un intervento del collega Borghi, ipercritico, il voto contrario della Lega rispetto a questa operazione; Trancassini, a nome di Fratelli d'Italia, aveva manifestato critiche con un preannuncio di astensione; Forza Italia non era intervenuta in quella sede, immagino nell'incertezza di come si sarebbero svolte le questioni all'interno dell'opposizione.

Quello che emerge in queste ore - ma adesso lo sentiremo - è che esce rafforzata la tendenza a una gestione condivisa dell'ulteriore fase della pandemia e questo è un elemento positivo per il Paese. La nostra componente apprezza e annuncia il voto favorevole a tale scostamento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà, per due minuti. Non è presente in Aula, si intende decaduto. È iscritta a parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, anticipo il voto favorevole, in piena coerenza col voto ai precedenti provvedimenti, di tutta la mia componente. Questo scostamento di bilancio che il Governo chiede alle Camere permetterà di mettere in campo misure fiscali pari a 5 miliardi, alle quali si aggiungeranno il rinnovo di bonus ed interventi a sostegno delle maggiori criticità economiche e sociali indotte dalla pandemia.

Come ha detto il Ministro Gualtieri in Commissione bilancio, è un provvedimento che avverrà senza incidere sul deficit, ma contribuirà a proseguire con misure importanti da mettere in atto entro la fine dell'anno.

È chiaro che è un voto che tuttavia impone delle riflessioni e delle riflessioni anche su tutta la manovra di bilancio che ci stiamo apprestando a esaminare. Siamo in una fase estremamente complessa e al Governo è richiesto di adottare a breve termine un piano insieme all'Europa che attende.

Criticità ce ne sono, io credo sia il momento di mettere in campo un coraggio politico, proprio per riavviare gradualmente la ripresa del Paese. I sussidi sono importanti, ma i nostri territori chiedono di poter riprendere a lavorare con una gradualità che vede una convivenza con le difficoltà anche pandemiche.

Non possiamo aspettare di mettere a punto tutto il nostro sistema sanitario prima di ripartire. Pertanto coraggio politico, cautela e lungimiranza anche sul piano economico, e questo lo dovremo dimostrare anche nella legge di bilancio.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, siamo qui oggi a valutare ed a approvare il quarto scostamento di bilancio in questo anno terribile che si va a concludere. Come i precedenti, lo scostamento, che oggi voteremo, è necessario, utile a finanziare misure urgenti di protezione sociale, di sostegno a lavoratori, lavoratrici, alle imprese, alle famiglie. Abbiamo fatto il primo scostamento di 25 miliardi, come ricordate, per finanziare il “decreto Cura Italia”; il secondo, a maggio, di 55 miliardi, per finanziare il “decreto Rilancio”; il terzo, ad agosto, per finanziare l'omonimo decreto di 25 miliardi e oggi arriviamo al quarto scostamento di 8 miliardi. Complessivamente, si tratta di oltre 100 miliardi che abbiamo dovuto autorizzare per soccorrere un'economia così pesantemente incisa dalla pandemia.

Con questo scostamento, come è stato ricordato dal relatore Navarra, finanziamo provvedimenti urgenti: in particolare, provvedimenti che riguardano tasse, contributi e che si aggiungono ai provvedimenti già varati, in modo che, nei mesi che abbiamo di fronte (novembre, dicembre), tutte le scadenze, che riguardano l'Irpef, l'IVA, le trattenute, i contributi previdenziali, vengano spostate all'anno prossimo. È evidente che dovremo tornare su questi spostamenti, sui rinvii, con una valutazione molto attenta del quadro economico, oltre che ovviamente sanitario, nel quale si verranno a collocare, per valutare se, a tali spostamenti, debba conseguire, come ritengo possa essere necessario, in modo selettivo, una cancellazione degli stessi con riferimento a imposte, tasse e contributi che non possono essere sopportati da imprese che, con grande fatica, sopravvivono e si troveranno ancora in una fase difficile.

Con questo scostamento concentriamo le risorse in particolare, ma non solo, su un universo di partite IVA che è in grande sofferenza; ed è stato utile il contributo che hanno offerto alla nostra discussione le opposizioni, in particolare Forza Italia. Però voglio dire con altrettanta franchezza che sono infondate le caricature che abbiamo ascoltato in questi giorni: il Governo e la maggioranza si preoccupano solo dei garantiti, ossia dei lavoratori dipendenti, in particolare del settore pubblico, delle grandi imprese. Non è così: ci sono state differenziazioni nella travagliata vicenda sanitaria ed economica di questi mesi; ci sono state differenziazioni, ma le caricature non vanno bene. Vorrei ricordare a tutti che il “decreto Rilancio” ha cancellato, per un importo complessivo di 4 miliardi, il saldo IRAP e l'acconto IRAP per il 2020 a tutte le imprese; vorrei ricordare che oltre 3 milioni di partite IVA hanno ricevuto un bonus da 600 euro, un altro bonus da 600 euro e un terzo bonus da 1.000 euro; vorrei ricordare che anche i professionisti, che pure sono stati trattati in modo diverso dal resto del lavoro autonomo, con il primo contributo a fondo perduto, hanno comunque ricevuto indennità e bonus. Vorrei sottolineare che sono stati previsti oltre 100 miliardi di crediti garantiti alle piccole e piccolissime imprese, ai lavoratori autonomi. A mio avviso, quindi, va riconosciuto che, seppure con interventi differenziati, c'è stato il tentativo di soccorrere tutti i lavoratori, tutte le lavoratrici, tutte le imprese in difficoltà, indipendentemente dalla loro fattispecie sociale e fiscale. C'è stato, prima di questo rinvio, con il primo “decreto Rilancio”, il rinvio per 5 milioni di partite IVA della scadenza Irpef di novembre, rinviata all'anno prossimo; ma è evidente che c'è bisogno anche dello scostamento che oggi approviamo per quel rinvio di tutte le imposte, di tutte le tasse ed i contributi al prossimo anno.

Con queste operazioni - torno sul piano macroeconomico, che ovviamente è importante - il deficit di quest'anno si avvicina all'11 per cento, dopo il miglioramento che aveva avuto in relazione alla ripresa dell'economia nel terzo trimestre; e ahimè, il debito pubblico molto probabilmente supererà la soglia del 160 per cento ed è evidente che noi dobbiamo preoccuparci della prospettiva del piano di rientro.

Va fatta molta chiarezza. Il primo punto che non ci stanchiamo di sottolineare è che la sconfitta della pandemia è condizione necessaria per la ripresa. Guardate, in questi giorni non è stato un bello spettacolo assistere a tanti presidenti di regione che hanno fatto finta di non capire la necessità di chiudere anche gli impiantisti sciistici, nonostante il dramma che questo comporta su centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, attività economiche; ma è una scelta necessaria, perché, se noi non arginiamo il virus, la ripresa non vi sarà. Una scelta necessaria, ovviamente alla quale consegue un adeguato ristoro in termini e in tempi immediati, ma è una scelta necessaria; come è necessario tenere salde le restrizioni per il periodo natalizio, perché noi dobbiamo a gennaio riaprire le scuole, tutte le scuole, che è la vera priorità. I redditi si possono ristorare, le perdite morali e intellettuali che subiscono centinaia di migliaia di studenti non si possono ristorare sul piano economico. La scuola rimane la nostra priorità. Diamo ristori in più agli impianti sciistici, facciamo qualche cena in meno insieme a Natale, ma, a gennaio, tutte le scuole, tutti gli studenti e le studentesse devono tornare in classe. Questa è la condizione necessaria per ripartire (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Dopodiché sul piano di rientro - e vado a chiudere, Presidente - vi sarà occasione - lo spero - di ritornare, però anche in merito a ciò vorrei fare un discorso di verità.

Guardate, non è ideologia, non è, come dire, disinvoltura, ma non si danno casi nella storia economica di nazioni, di Stati con un debito pubblico così elevato che rientrano da quel debito pubblico così elevato in un contesto di inflazione zero e di crescita che per tante ragioni che qua non posso sottolineare, di carattere demografico, di carattere geopolitico, di impianto mercantilista dell'Eurozona e dell'Unione europea, non si danno Paesi che rientrano da questi livelli di debito senza ristrutturazioni. Allora dobbiamo prendere molto seriamente le proposte che stanno arrivando. È necessario che il debito di tutti i Paesi europei, di tutti i Paesi dell'Eurozona, che è stato acquistato in questi mesi dalle Banche centrali attraverso il programma PEPP, sia conservato dalle banche centrali nazionali. Non vuol dire che deve essere cancellato, perché non può essere cancellato (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); vuol dire che deve essere rinnovato a tempo indeterminato.

Non è un problema per i bilanci delle banche centrali, non è un problema per nessuno. È un'operazione che consente di far respirare l'economia reale. Chiunque pensa di mettere sotto controllo il debito, di rientrare dal debito attraverso gli avanzi primari condanna il Paese a uno scenario da incubo (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per questo, Presidente, abbiamo bisogno di approvare questo scostamento. Spero che tutte le opposizioni possano convergere perché lo facciamo nell'interesse del Paese, tuteliamo tutti gli interessi che vanno tutelati e può essere un passaggio che dà prospettiva e affidabilità a questa classe dirigente, tutta inclusa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Recuperiamo il deputato Antonio Tasso, che ha facoltà di intervenire. A lei la parola.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente, per la cortesia. Non sto qui a ricordare quanto sia importante l'approvazione di questo ulteriore scostamento di bilancio, con il quale si andrà ad implementare una serie di interventi sia per il 2020 che per il 2021. Questo fa parte, ahimè, del conto che ci presenta questa pandemia, che ha colpito con forza tutto il mondo e che si cerca di combattere con tutte le armi a disposizione, nessun tentativo è escluso. Ecco perché il MAIE voterà favorevolmente questo provvedimento; sinceramente non credo che responsabilmente possa esserci un'alternativa a questo. Semmai può esserci l'esortazione a considerare con attenzione ancora maggiore la platea dei destinatari di questi aiuti a sostegno.

Faccio sempre riferimento in questo a ciò che raccolgo sui territori e questo ascolto mi dice che, ad esempio, non è concepibile che chi ha una pensione minima al di sotto del limite di sopravvivenza debba pagare 70 euro un tampone in un laboratorio privato perché i tempi del pubblico non consentono l'erogazione di questo servizio in tempi brevi, oppure che i convalescenti COVID debbano affrontare spese per acquisto medicinali che possono superare i 400 euro mensili in quanto questi non usufruiscono dell'esenzione perché il COVID-19 non è riconosciuto come patologia. Nel breve tempo concesso questi sono solo due casi critici nell'ambito della sanità, ma altri ne emergono quando si considera la doverosa attenzione da porre alle questioni che riguardano i ristori, o indennizzi che dir si voglia, per le categorie commerciali che registrano diversi soggetti purtroppo non ancora considerati. Ma, fatte queste esortazioni ad una attenzione più capillare, a nome del MAIE sottolineo l'apprezzamento per il notevole e difficile impegno del Governo, e quindi dichiaro il voto favorevole allo scostamento in esame.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente, ancora grazie della disponibilità e della cortesia sua e anche del collega Fornaro a nome di tutto il gruppo di LeU, che ha permesso di recuperare anche il nostro intervento in un momento importante come quello che stiamo discutendo. Volevo riallacciarmi, per fare la nostra dichiarazione di voto, alla parte finale dell'intervento del collega Fassina, perché è evidente che questo è un altro passaggio fondamentale che abbiamo davanti. È il quarto scostamento di bilancio che votiamo, 108 miliardi di euro tutti a debito, e il macigno che abbiamo davanti non è solo un macigno di numeri, il macigno del debito pubblico è un macigno di responsabilità di tutti. Non possiamo consolarci - 160 per cento di debito pubblico, quasi 2.650 miliardi di euro di debito pubblico del nostro Paese - che oggi lo spread è basso e che nessuno oggi ci fa pagare, contro qualsiasi criterio economico o indice economico, un 110, 112, 113 per cento. Ma fra un anno, due anni, chiunque ci sarà a governare questo Paese, se non abbiamo utilizzato le risorse nel miglior modo possibile sia sul fronte dell'emergenza sia sul fronte dello sviluppo e della crescita, la responsabilità sarà di tutti, non di qualcuno, perché pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti.

È per questo l'atteggiamento continuo da parte dell'opposizione, e da noi condiviso, di non disperare mai fino all'ultimo, di collaborare insieme nei diversi ruoli perché si conduca e si individui una strada comune che ha come prospettiva questa. Volevo dire tre questioni e vedremo l'accoglimento e il recepimento delle nostre proposte anche nella mozione di maggioranza e la disponibilità, che noi abbiamo detto più volte, anche a votare questo scostamento di bilancio. La prima: la battaglia sulle partite IVA non è una battaglia formale e non è una questione solo nominale.

Le partite IVA non sono dipendenti nascosti o dissimulati come qualcuno immagina; le partite IVA sono imprenditori piccoli di se stessi che rappresentano la spina dorsale dell'Italia, ed è per questo che vanno non sussidiate, ma tutelate, incentivate, spinte a diventare imprenditori, a continuare ad esserlo. Qualcuno si dimentica, ma l'impresa ha una radice etimologica che è intrapresa, la sfida della realtà che vede protagonista la persona e che vede la costruzione di tutti per un futuro migliore. Questa è la ragione per cui diciamo che non bisogna dimenticarsi delle partite IVA; che, se c'è da aiutare, bisogna aiutare anche coloro che sembrano invisibili. Secondo: quando diciamo basta - e vado verso la conclusione - con sussidi, soldi a pioggia, assistenzialismo, non lo diciamo perché non siamo coscienti che in momenti straordinari bisogna dare una mano, ma perché i sussidi, l'assistenzialismo, i soldi a pioggia non servono a nessuno, neanche a quelli a cui si danno. Vi racconto com'è l'Italia: l'Italia è di quel ristorante che fattura un milione e 200 mila, un milione e 300 mila euro, che è un'eccellenza, che dice: “ma se a me dai 5 mila euro o 10 mila euro e ho perso 400 mila euro di fatturato, non mi hai dato una mano a sopravvivere e hai buttato via dei soldi, perché magari quei 5 mila euro o quei 10 mila euro servono al piccolo ristorante, al piccolo tabaccaio. Mi serve di più, che tu fai la battaglia in Europa in cui quei 400 mila euro magari me li presti e te li restituisco in quindici o vent'anni, non in sei anni, perché noi siamo persone che hanno sempre accettato la sfida della lealtà e della responsabilità”. E infine, e concludo, perché insistiamo contro le politiche attive del lavoro? Il lavoro lo danno le imprese. I navigator e il reddito di cittadinanza sono risorse che fanno aumentare il nostro debito pubblico. Sì alla riapertura della scuola, e allora investiamo risorse - e concludo - per quanto riguarda il trasporto pubblico, che è quella la questione che oggi ci impedisce di avere le scuole aperte. Allora, mi auguro che il voto che daremo sia un segnale di collaborazione reale, che dovrà avere il suo punto di caduta nella legge di bilancio e nei fatti concreti, che ci vedano insieme responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Grazie, Presidente. L'occasione dello scostamento del debito in genere richiama in Aula tutti noi commissari della Commissione bilancio, con i nostri abiti più polverosi da ragionieri; insomma, si immagina un argomento noioso, tecnico. E invece, come già l'inizio di questo dibattito ha messo in evidenza, si parla a colori, non in bianco e nero, si parla di futuro, si parla di comunità, si parla di giovani.

E lo si fa anche in maniera molto seria, profonda e articolata, perché stiamo parlando prima di tutto di aumentare un indebitamento netto di 8 miliardi, il che significa andare a prendere a prestito dai nostri figli altri miliardi, altri miliardi per far fronte a una situazione oggettivamente eccezionale. Questo richiede, da parte nostra, ragionare del loro futuro, oltre che del nostro presente, e delle situazioni di oggettiva difficoltà che vogliamo fronteggiare e ragionare di come stiamo assieme, ragionare del concetto di comunità, ragionare - lo possiamo dire forte - del concetto di Europa, perché quello che facciamo oggi sta dentro le regole che ci siamo dati costituzionalmente, ma sta dentro il grande patto sociale ed economico che ci siamo dati nella nostra più grande casa, che è la casa europea. Ebbene, questo percorso, questo percorso di rientro, che consente scostamenti, li prevede, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, per periodi di grave recessione economica relativi anche all'area euro o all'intera Unione europea - e mi sembra che la stiamo affrontando tale recessione - e per eventi straordinari al di fuori del controllo dello Stato, ivi incluse le grandi crisi finanziarie, nonché le grandi calamità naturali. Ebbene, la prima cosa che vorrei osservare, parlando di comunità, di futuro e di giovani, è che, per fortuna, oggi ci troviamo in una condizione per cui il nostro dialogo con la grande casa comune, che è l'Europa, è un dialogo produttivo, che consente di guardare avanti con fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) anche di fronte a numeri che, anni fa, avrebbero fatto tremare i polsi di chiunque, anche dei più incalliti sovranisti.

Questo è il primo aspetto che dobbiamo sottolineare oggi, con forza: la grande casa comune di cui ci siamo dotati ci rende più sicuri e più forti, più capaci di fronteggiare un futuro anche incerto. Quando, lo scorso anno, abbiamo operato perché queste condizioni si potessero attuare con un nuovo Governo, mai avremmo immaginato che il destino ci avrebbe riservato proprio all'indomani di questa scelta un passaggio così duro, dove aver fatto quell'operazione risultasse fondamentale. Ma più che di destino forse oggi posso parlare di provvidenza, senza con questo instillare in nessuno il dubbio di essere diventato improvvisamente l'uomo della provvidenza. Però, oggi veramente ci troviamo in queste condizioni grazie a scelte lungimiranti. E allora, se quello che stiamo compiendo, questo scostamento di 8 miliardi, è qualche cosa che riguarda il futuro dei nostri giovani, qualche cosa che riguarda le regole del nostro stare insieme, altrettanto importante diviene oggi, nel momento in cui l'autorizziamo, scegliere, indicare con forza, con fermezza come spendere questi 8 miliardi. Siamo sul finire dell'anno, nessuno si può illudere di mettere in campo qualsiasi programma, qualsiasi misura che possa essere resa immediatamente operativa, che possa soccorrere in questa nuova seconda ondata, che non sia quella di rinviare immediatamente, con un atto chiaro, risoluto, netto, non burocratico, le scadenze fiscali, come già molti hanno indicato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), rinviare le tasse e farlo con un criterio netto, senza perdersi in burocrazie arzigogolate che non abbiamo il tempo di controllare! Chi ha perso più di un terzo del fatturato abbia le proprie tasse rinviate. No a comunicazioni strane, no scelte che tentino di distinguere con criteri che, alla fine, risulterebbero solo bizantini e carsici, dentro cui perdere le risorse, no burocrazia. Un chiaro soccorso a chi ha avuto una perdita di fatturato.

Allora, è il momento di riservare attenzione a chi è stato fin qui meno garantito perché, se noi prendiamo in prestito i soldi dei nostri figli, dobbiamo anche iniziare a pensare di restituire ai nostri figli una macchina che funzioni; una macchina che funzioni significa imprese che oggi non chiudano e significa investimenti in grado di rendere il sistema complessivo economico maggiormente produttivo non appena comincerà la ripresa che tutti stiamo aspettando.

Allora, non è questo certo il momento - e che a nessuno venga in mente - di elargire altre risorse a chi fin qui è già stato garantito, fortunatamente, per strumenti che tutti abbiamo voluto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! Non è il momento di dare 500 euro in più, ad esempio, a chi è cassintegrato! Piuttosto, parliamo di come riformare, con la legge delega, gli ammortizzatori sociali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! Facciamolo in fretta! Questo è il momento di intervenire con decisione, per dare immediatamente quella liquidità alle imprese, a cui serve per rimanere aperte, non solo per loro, per i nostri figli!

Sono esterrefatto, siamo esterrefatti, poi, di fronte al fatto che, in questo momento, ci sia qualcuno che voglia indicare ai dipendenti pubblici la via dello sciopero (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva); non è possibile! Io credo che sia mortificante per tutti quei dipendenti pubblici che fanno il loro dovere, che sanno di avere, in questo momento, un privilegio rispetto ad altri, che vogliono rimanere lì a lavorare per le proprie comunità. Indicare lo sciopero, in questo momento, non lascia parole per commentarlo.

Allora, mentre con lo scostamento parliamo di comunità, una comunità ritrovata, parliamo di futuro e di giovani, non possiamo perderci nelle beghe quotidiane che hanno accompagnato la politica italiana fino all'altro ieri, fino a prima di questa pandemia che sta cambiando tutto e dovrà cambiare tutto. Ricordiamoci che questo debito rimane in una via di rientro, che piaccia o non piaccia. Quindi, in maniera responsabile, mentre con forza - e dico qui il “sì” di Italia Viva al nuovo scostamento - mettiamo in campo le risorse che servono, in maniera responsabile lo facciamo pensando al futuro, pensando anche al rientro, pensando anche a come rivedere questo debito, perché non è una parolaccia pensare di rivedere il debito, ma bisogna farlo con gli strumenti che sono messi in campo allo scopo, non certo la Banca centrale europea, che serve per fare politica monetaria (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! Per questo c'è il MES, c'è uno strumento preciso che è diventato innominabile in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! Ci sono dei meccanismi messi a disposizione proprio anche per questo! E allora, se vogliamo parlarne, parliamone seriamente, perché di mezzo c'è il presente di molti di noi, di molti che aspettano questo gesto importante da parte delle istituzioni, ma soprattutto c'è il futuro, nostro e dei nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, colleghi, penso che sia opportuno innanzitutto correggere chi ha sostenuto che questo è il quarto scostamento di bilancio: in realtà, questo è il quinto scostamento di bilancio, e sappiamo bene che se ne preannuncia un sesto, all'inizio dell'anno. Quindi, abbiamo il dovere di esprimere un giudizio rispetto non solo agli 8 miliardi oggetto di scostamento oggi, ma alla politica che è stata seguita in questi mesi; una politica che Fratelli d'Italia ha cercato di richiamare ad un realismo che, nel corso dei mesi, è andato scemando, una politica che Fratelli d'Italia ha cercato di indirizzare, da subito, verso la reale portata di un'emergenza che - vorrei ricordare - all'inizio della pandemia aveva portato ad ipotizzare e a quantificare uno scostamento di bilancio, nel corso del 2020, di 5-7 miliardi di euro. Ebbene, oggi, a fronte degli oltre 100 miliardi che sono stati già immessi nella economia non reale, purtroppo, ma in misure, in gran parte, di sostegno esclusivamente al reddito, beh, in questo momento noi abbiamo anche una legge di bilancio che, depositata con 18 giorni di ritardo in quest'Aula, ha avuto un percorso abbastanza strano: è nata vecchia, è stata licenziata “salvo intese”, è arrivata all'esame di quest'Aula già epurata dagli interventi del Presidente Fico, che ne ha eliminato 30 articoli.

È proprio in una situazione di questo tipo e, cioè, in una situazione di incapacità di leggere questa crisi che noi abbiamo cercato, in più occasioni, di dire che questo Governo non può avere la presunzione di fare sempre e comunque da solo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'abbiamo detto in tutte le occasioni, avete fatto orecchie da mercante. Eppure, vedete, noi non possiamo non pensare che già la legge di bilancio, quando verrà approvata, conterrà un fondo di rotazione di 120 miliardi, di cui 104 ipotizzati per il Recovery Fund e 14 per il React EU. E, allora, vedete, a fronte di una situazione di questo tipo, con un indebitamento che aumenta in modo esponenziale, non possiamo soltanto partecipare alla discussione sull'aumento dell'indebitamento, ma si deve avere anche la responsabilità di affrontare per tempo come si dovrà rientrare da quel debito, se non vogliamo gettare un fardello insopportabile di debito sulle future giovani generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che hanno diritto a un futuro.

Allora, vedete, colleghi, io penso che non si possa oggi cercare di far finta di non sapere che siamo a un rapporto debito pubblico-PIL del 160 per cento e oltre. La sostenibilità del debito - qualcuno ne faceva cenno prima - la si può realizzare soltanto in due modi: uno, quello che noi riteniamo, come Fratelli d'Italia, essenziale: favorire la crescita del PIL nominale in modo superiore al costo di finanziamento del debito; l'altro, ricorrendo ad una politica di crescente avanzo primario, che finirà per sopprimere ogni speranza di ripresa, poiché genererà un blocco della economia italiana.

E, allora, mi piace qui ricordare ciò che diceva Milton Friedman: “Nessun pasto è gratis”. Chiunque pensi che ci si lava le mani da ogni problema aumentando il debito sappia che non è così. Il debito deve essere realizzato, il debito può essere aumentato, ma il debito deve essere finalizzato; e ciò che si è fatto finta di non capire e di non sapere in questo periodo è il fiume di danaro che è stato mal speso in questi mesi di grave crisi: centinaia di milioni destinati a consulenze, la giostra di finanziamenti a fondazioni e associazioni, dalla Fondazione Enea Tech alla Fondazione per il futuro delle città, nel momento stesso in cui noi non sappiamo se milioni di italiani avranno un futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, poi, la Casa internazionale delle donne, Studiare Sviluppo Srl e, ancora, assunzioni a tempo indeterminato nei Ministeri, interventi di regolarizzazione degli immigrati, con una spesa di 500 milioni nel biennio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E non bastasse, perché la lista della spesa è lunga, vi siete occupati anche della Vela di Calatrava, con 25 milioni di rifinanziamento e 3 milioni da dare al demanio, dopo i 300 milioni che erano stati già spesi perché essa potesse avere una valorizzazione. E 10 milioni all'Agenzia per le politiche attive del lavoro, cioè l'ente dei navigator: hanno fatto l'ente per i navigator, non ci sono i navigator (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E bandi europei per l'agricoltura, con 10 milioni all'Agea. E che dire, siete stati illuminati a tal punto che all'Istituto Luce, per passare da Srl a Spa, avete dato pure 10 milioni di euro.

Vedete, è una lista della spesa lunga, ma potremmo ricordare anche le politiche sbagliate, dalla tax credit vacanze, al bonus monopattino, ai banchi a rotelle: sono stati tutti soldi spesi e mal spesi che non hanno prodotto ciò che dovevano produrre.

E allora, vedete, è inutile che qualcuno giochi sul piano politico al divide et impera. Ieri, in Commissione, mentre il collega Butti stava svolgendo un intervento in cui lamentava che la maggioranza chiedesse un'apertura di credito solo a una parte dell'opposizione, vi è stato un alto dirigente del Partito Democratico - solo, ovviamente, per la carica che ricopre, non certo per l'altezza politica che ha -, che non ha trovato nulla di meglio che ironizzare e dire: per me vale ancora la pregiudiziale antifascista. Bene, la nostra risposta è una sola: noi non abbiamo pregiudizi, abbiamo un giudizio verso di voi ed è totalmente negativo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), è un giudizio di persone che antepongono quella che è la bandiera di partito a quella che è la necessità che oggi richiede ed impone l'Italia.

E nessuno pensi che il divide et impera porterà da qualche parte: avete cercato di dividere l'opposizione, avete cercato in tutti i modi di far passare nel Paese che questa fosse una opposizione che non ha stile di maggioranza. Questa è un'opposizione che ha stile di maggioranza a tal punto che, da sempre, ha privilegiato l'Italia al proprio interesse elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E, allora, è inutile che vengano tanti appelli ai toni più bassi: occorrono delle idee più alte per uscire da questa crisi, perché, senza di quelle non si va da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, mi sia consentito anche di aggiungere che quella che è la vera bomba sociale che noi abbiamo di fronte oggi è quella che sta profilandosi nel Paese, laddove si sta radicando un sentimento di contrapposizione tra garantiti e non garantiti. E non ci si venga a dire che è solo un problema di sentimento, perché andatelo a spiegare voi a un istruttore di una palestra chiusa se egli non si sente del tutto defraudato rispetto a un insegnante di educazione fisica in smart working (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E andate a spiegare a una guida turistica se non si sente del tutto penalizzata rispetto a un dipendente di un museo. Si vada in più a spiegare a coloro i quali sono stati licenziati ed espulsi dal mondo del lavoro prima della crisi sanitaria perché loro sono stati licenziati ed altri, fortunatamente, non lo sono stati. Non si può dire che sono le stesse situazioni, è evidente che c'è una parte del Paese di non garantiti, che Fratelli d'Italia rappresenta, che ha il diritto di essere sostenuta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E lo diciamo per gli artigiani, per le partite IVA, per i commercianti, per coloro che sono impegnati nel mondo della cultura e che non possono lavorare come avrebbero diritto di fare in normali condizioni.

E, allora, in una situazione di questo tipo, noi abbiamo valutato attentamente, quale ultima apertura di credito dare non a questa maggioranza, ma all'ipotesi che questa maggioranza capisca che è nel confronto, è nel confronto delle idee che si può trovare la via maestra per far uscire l'Italia dalle secche in cui è destinata a finire.

Allora, mi sia consentito di dire che noi non abbiamo secondi fini, il nostro voto non è ispirato a secondi fini: siamo stati, come Fratelli d'Italia, all'opposizione del Governo Conte I; invertendo l'ordine dei Presidenti il prodotto non è cambiato e siamo fieramente all'opposizione del Conte II (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non abbiamo nessun desiderio né di confusione né di commistione di ruoli: abbiamo solo il dovere di rappresentare, in un momento difficile per la nazione, quella che è stata sempre la stella polare di Fratelli d'Italia e, cioè, dalla parte degli italiani, accanto agli italiani. Questo voto non è per voi, non è per questa maggioranza, è per amore dell'Italia, quella vera, che crede e non dispera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Beatrice Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, onorevoli colleghi, io ho avuto l'onore e l'onere di intervenire sul primo scostamento di bilancio. Ormai sono passati molti mesi e oggi intervengo sul quinto. È quasi impressionante immaginare e pensare quello che è accaduto in questo lasso di tempo, non solo in Italia ma nel mondo. Siamo stati travolti da un qualcosa di totalmente nuovo, inaspettato e crudele nelle sue modalità di azione; un nemico subdolo, un nemico invisibile, un nemico a cui è facile attribuire un nome, cioè un virus, che ha sconvolto le nostre vite e tutt'oggi ci lascia una contabilità di vittime che dire drammatica è dire poco. Ogni giorno leggiamo un bollettino che ci ferisce. Molti di noi si sono ammalati, molti sono fortunatamente guariti, altri non ce l'hanno fatta, e in questo momento, mentre noi stiamo discutendo dello scostamento di bilancio, ci sono i nostri meravigliosi angeli del mondo della salute che lottano per salvare vite. In questo stesso momento, per le decisioni difficili che abbiamo preso in Italia, ma che sono state anche prese in altre parti del mondo e nella stessa Europa, ci sono tanti che stanno soffrendo, che hanno incertezza e paura per il loro futuro, i tanti che lavorano nel mondo dell'impresa, i commercianti, i professionisti, i lavoratori autonomi, gli artigiani, coloro che lavorano nel mondo dello sport, gli allenatori, di cui parlava prima il collega, i tanti giovani che guardano a che cosa accadrà nel loro futuro, se avranno le stesse opportunità che abbiamo avuto noi o chi era ragazzo solo cinque anni fa, sei anni fa, chi ha dovuto rivedere i propri programmi di studio, di vita. Le donne - le donne! - sono quelle più massacrate da questa crisi, come anche ieri l'Istat ci ha segnalato, nelle opportunità di lavoro, nella visione del proprio futuro, ai bambini che non stanno nascendo nel nostro Paese. Ecco, questa è la mole gigante di responsabilità che, in questo Parlamento, ci stiamo prendendo e ci siamo presi in questi mesi. E questo scostamento di bilancio che cos'è? È un'ulteriore prova di resistenza del nostro Paese, un'ulteriore prova di capacità di mettere in campo misure per venire in aiuto a chi oggi sta soffrendo. L'appello che è venuto da tanti colleghi, ossia quello di immaginare in prospettiva il nostro Paese, è l'appello a cui siamo chiamati nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Dunque, non solo disegnare interventi per queste categorie, immaginando i ristori come un qualcosa che permetta, oggi, subito, di dare una risposta dal punto di vista fiscale, ossia dal punto di vista delle tasse, a chi dovrebbe pagarle nel momento in cui non sta avendo un reddito, anche con riferimento a misure che permettano a chi oggi fa impresa di prospettarsi nel futuro e di resistere a questo momento, ma anche interventi mirati, immediati di ristoro a chi, signori, vive con il proprio stipendio mensile e che, se non ce l'ha, non ha da mangiare, perché è questo di cui stiamo parlando in molti settori della nostra società, anche in luoghi, in posti e in professioni che non conoscevano la paura della miseria e che vedono lo spettro della perdita del proprio reddito. Quindi, occorre tenere queste due cose, ossia aiutare a mangiare, a sopravvivere, a resistere, in questa fase, chi è più colpito, i colpiti da questa crisi maggiormente, e prospettare la crescita del nostro Paese. Come uscirne? Innanzitutto, abbiamo una buona notizia che dobbiamo dare ai nostri cittadini: se questa è una guerra, ed è una guerra di resistenza al virus, abbiamo finalmente anche una linea di fine, che è data dalla vaccinazione, dalle nuove terapie che arriveranno nel nostro Paese, da un Piano nazionale vaccini che ci verrà presentato qui, in quest'Aula, il 2 dicembre. E, quindi, sappiamo che questo periodo in cui dobbiamo resistere è un periodo limitato nel tempo e dobbiamo mettere in campo quelle misure, attraverso la legge di bilancio e, poi, il Recovery Plan, che ci permetteranno di fare che cosa? Di tornare a crescere, di avere fiducia nel nostro futuro e nelle nostre capacità di resistenza, perché, senza la parola “fiducia”, non andiamo da nessuna parte. È la fiducia la chiave con la quale possiamo uscire da questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È la fiducia, la fiducia nelle nostre imprese, la fiducia nella nostra capacità di immettere liquidità, la fiducia nella gente di rimboccarsi le maniche, ma, per farlo, dobbiamo guardare con fiducia al futuro. Noi accogliamo con grande favore - lo abbiamo sempre fatto - che, in quest'Aula, nei momenti veramente difficili, siamo l'Italia: non siamo i nostri singoli partiti, non siamo i nostri elementi di divisione, non siamo fazioni; siamo l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Brunetta) e, quando facciamo questo, siamo in grado di dare il massimo di noi stessi e diamo anche una risposta a come mai questo nostro Paese, così difficile e complicato da governare, nei momenti più difficili, riesce sempre a sollevare la testa e a stupire il mondo. Dobbiamo credere nella nostra capacità di fare questo, dobbiamo crederci, perché, soltanto così, affronteremo meglio il 2021 e daremo una risposta su come pagare il debito che stiamo mettendo sulle spalle delle prossime generazioni. Come lo pagheremo? Lo pagheremo, tornando a crescere. E come faremo a crescere? Lo faremo con le risposte che, insieme, dobbiamo trovare sul nostro piano di resilienza, sulle misure che qui dentro dovremo votare con riferimento alla legge di bilancio, e dando anche oggi, con questa scostamento di bilancio, una risposta a chi non avrà gli introiti, nei prossimi mesi, per via delle chiusure invernali, per il mondo del turismo, così schiacciato da questa crisi, soffocato, a chi ha i bar, a chi, in questo momento, con i ristoranti, ha dovuto fare un ulteriore sacrificio, e ai tanti professionisti, che si vedono spaventati dal presente e dal futuro. Ecco, io credo che oggi - e noi lo crediamo convintamente - con questo voto e con l'apertura che è venuta anche dalle opposizioni potremo affrontare, anche con maggiore serenità, i prossimi mesi. Questo non vuol dire che ognuno non fa la sua parte. Guardate, io lo dico con grande chiarezza: l'opposizione deve fare l'opposizione, è giusto. È giusto che ci inchiodi laddove ci sono degli errori, è giusto che faccia un lavoro di segnalazione delle cose che non ritiene appropriate, è giusto fare questo lavoro, ma non è, invece, corretto quando si nega che sia stata fatta qualsiasi cosa. Ecco, questo no! Questo vuol dire decapitare, deprivare, distruggere un capitale messo in campo in questi mesi di sacrificio. Io spero che, con questo scostamento di bilancio, noi non solo daremo ristoro alle tante persone che, in questi giorni, sono spaventate per ciò che potrà accadere, ma avremo le misure per affrontare meglio la fine di questa seconda ondata; ci prepareremo, con le misure sanitarie, a trasformare ipotetiche terze o quarte ondate in risacche, con una gestione e un contenimento di un virus che oggi conosciamo molto meglio di ieri. Questa crisi finirà e noi siamo impegnati, come Partito Democratico, a che l'Italia esca da questa crisi con la testa alta e con la capacità e la forza, morale e psicologica, di affrontare un futuro che vogliamo costruire per i nostri figli assolutamente migliore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Renato Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Signor Presidente della Camera, Ministro D'Incà, Vice Ministro Misiani, ci troviamo oggi, per la quinta volta in quest'Aula, in otto mesi, a votare una nuova richiesta del Governo di scostamento di bilancio.

L'equivalente di cinque leggi di bilancio in otto mesi. Cinque leggi di bilancio in otto mesi! La gravità di questi semplici numeri ci rappresentano l'eccezionalità del momento. Tutto è cominciato lo scorso 11 marzo, data che resterà nella storia di questo nostro Paese straordinario. L'Italia, quel giorno, precipita in un lungo lockdown, parola fino ad allora quasi sconosciuta, parola che vuol dire confinamento, isolamento, chiusura, detenzione, blocco. Tutte queste cose insieme che, se applicate alla nostra vita, che, se applicate alle persone, ai nostri cari, alle nostre imprese, danno il segno della gravità. Tutto questo è stato vissuto dalle nostre famiglie e della nostra gente con incredulità, dolore, raccapriccio, insofferenza, reazione. Confinamento, signor Presidente, isolamento, chiusura, detenzione, blocco, ma anche solitudine, abbandono. Anziani, malati, le persone morenti negli ospedali da sole, senza un abbraccio, senza un conforto. Ecco, questo vuol dire lockdown, questo vuol dire quello che abbiamo vissuto, che hanno vissuto soprattutto i più deboli, i più fragili, quegli oltre 50 mila che ci hanno lasciato in queste condizioni.

Signor Presidente, signori del Governo, noi, come Forza Italia, siamo stati responsabili. Forza Italia e tutto il centrodestra votò a favore di quel primo scostamento, ma senza rinunciare a dire che non sarebbe bastato. Ma, nonostante questo, nonostante non sia stato ascoltato, votò a favore di quel primo scostamento, conseguente al lockdown. Disse che quelle risorse non sarebbero state sufficienti, ma quelle risorse servivano a coprire le prime necessità, il “Cura Italia”. Lunga teoria di decreti in materia economica. Il “Cura Italia”, infatti, arriva il 17 marzo, senza che nessuno chiedesse il nostro parere, senza che nessuno chiedesse la collaborazione dell'opposizione. Ma noi votammo ugualmente. Nessuno ci consultò. Fine aprile: un'altra richiesta di scostamento per 55 miliardi. Altro decreto il 19 maggio: anche in questo caso nessuno ci consultò prima e votammo a favore. Votammo, sì, assieme a tutto il centrodestra, con grande senso di responsabilità: 55 miliardi per l'Italia. Le nostre ragioni furono ignorate, ignorato il Presidente della Repubblica Mattarella, ignorato il nostro presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). A fine luglio altri 25 miliardi di scostamento e il centrodestra questa volta si è astenuto. Si è astenuto - e per primo sono stato io ad astenermi - proprio perché non c'era stato nessun terreno di condivisione, come ci chiede sempre il nostro Presidente della Repubblica, perché ignorati, ignorati sul “Cura Italia”, ignorati sul “ decreto Rilancio”, ignorati sul “decreto Liquidità”, ignorati sul “decreto Agosto”. In tutti i decreti l'opposizione è stata ignorata. Il 14 ottobre un altro scostamento, legato alla legge di bilancio, da 24 miliardi, per il 2021. Anche in questo caso, ignorati. Avremmo potuto anche accettare tutto questo, se le cose fossero andate bene, se cioè fosse andato tutto bene, se i soldi fossero stati spesi bene, se non si fosse rincorsa la crisi, piuttosto invece che anticiparla, se non si fossero bruciati 100, 120, 130 miliardi, in inutili spesso sussidi, i monopattini, una parola per tutte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sono state date le risposte a questo Paese? È andato tutto bene, Ministro D'Incà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? È andato tutto bene? No, non è andato tutto bene! Ma noi non abbiamo mai cavalcato, né come Forza Italia né come centrodestra, tutto questo. Non abbiamo mai detto “tanto peggio” o “tanto meglio”: mai! Ci siamo solo astenuti negli ultimi due scostamenti. Non potevamo fare di più. Non è andato tutto bene. Non è andato tutto bene, dal punto di vista delle libertà, dei DPCM, del ruolo del Parlamento, non è andato tutto bene dal punto di vista dell'economia. È stato detto ”Sussidistan” appunto: sprechi, fuochi di paglia. I risultati si vedono nel mondo delle imprese, delle imprese in sofferenza. Ma lo ripeto ancora: noi tutti del centrodestra non abbiamo cavalcato il dolore, la sofferenza, la paura della gente. Mai, mai, un'opposizione, in momenti così difficili, è stata così responsabile. Ne dovete prendere atto. Noi opposizione, certo, ma da una parte sola - l'abbiamo sempre detto - dalla parte degli italiani, dalla parte dell'Italia, con l'Italia nel cuore.

Oggi, però, vede, signor Presidente, signor Ministro, Vice Ministri, un nuovo spettro si aggira per il nostro Paese, una nuova tragica frattura. È la frattura tra garantiti e non garantiti, perché i vostri provvedimenti stanno producendo una lacerazione difficilmente colmabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Avere un'Italia dei garantiti, meno male! Ma avere un'Italia dei non garantiti, degli abbandonati a loro stessi, questo sarebbe insopportabile, perché sarebbe una frattura economica, ma soprattutto una frattura etica, insopportabile e insostenibile, che rischia di diventare irreparabile, con il rischio addirittura di distruggere la nostra comunità nazionale. Perché, se questa frattura continuasse, si allargasse, è l'intera comunità nazionale che sarebbe a rischio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Con il presidente Berlusconi abbiamo chiesto di rimediare immediatamente a questo pericolo, a questa frattura, che rischia di consegnarci un Paese non più comunità, non più popolo unito. Per fortuna - e lo dico al Ministro D'Incà, al Vice Ministro Misiani e alla mia cara Vice Ministra Castelli - si è aperta una nuova fase. Si sta aprendo una nuova fase, una prima nuova fase di ascolto e condivisione, sul fisco, sui non garantiti, sulle partite IVA, sulle imprese, sulle ripartenze, su Berlusconi, sul suo grande senso di responsabilità, sui fondi perduti per le partite IVA (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Certo, tutte cose costose, ma che servono per tenere in piedi questo nostro Paese. Signor Presidente, signor Ministro e signori Vice Ministri, per noi vale sempre da una parte sola: dalla parte della gente, dalla parte del Paese finalmente.

Finalmente il Governo ha cominciato ad ascoltarci concretamente, e lo dico con grande felicità, grande contentezza, grande senso di responsabilità, in linea con quanto diceva prima Beatrice Lorenzin: qui c'è l'Italia, non c'è maggioranza e opposizione; quest'Aula è l'Italia, e quando quest'Aula è coesa e condivide dei provvedimenti, parla l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Io le confesso, signor Presidente, che quando quest'Aula è stata ferocemente divisa in questo lockdown, in questa fase della pandemia, mi sono vergognato di essere in questo posto, perché sentivo di non rappresentare al meglio il mio Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Così come oggi sono contento della possibilità che da quest'Aula venga un “sì” unanime, non tanto al Governo ma all'ossigeno che serve al Paese, perché dire “no”, sarebbe come dire “no” all'ossigeno che serve al Paese, questa volta e le prossime volte! Noi siamo all'opposizione, all'opposizione del Governo, ma noi siamo dalla parte dell'Italia e quando c'è l'ossigeno, le risorse per il Paese, noi diremo sempre “sì” per dare le risorse e l'ossigeno al Paese. Finalmente, dopo le aperture di Berlusconi sul senso di responsabilità, sull'eliminazione della frattura tra garantiti e non garantiti, finalmente dal Governo abbiamo avuto delle risposte, e devo dare atto di ciò al Ministro Gualtieri, ai Vice Ministri; devo dare atto del lavoro fatto proprio per rispondere a quel grido di dolore e per rimediare a questa frattura. Questo è il tema! Io sogno, auspico, oggi che tutto il centrodestra unito dica di sì a questa apertura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), segnando non tanto una fase nuova per questi otto miliardi, ma segnando una fase nuova per il futuro, una fase nuova per il futuro! Questo è il valore che travalica, come sappiamo tutti, gli otto miliardi di questo scostamento, che servono per chiudere l'anno, che servono per le ultime moratorie fiscali, che servono per fare un po' di giustizia già da quest'anno. Tutto questo vale molto di più di 8 miliardi, perché noi rispondiamo in senso unitario al grido di dolore che viene dal Paese. Signor Presidente, signor Ministro, Vice Ministri, questo è il valore della coesione e della condivisione. Oggi potrebbe venire da quest'Aula - certamente da parte nostra verrà - un “sì” alla coesione e alla condivisione, che sono le parole del nostro Presidente della Repubblica, le parole del Presidente Mattarella (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Per la prima volta quest'Aula risponde, potrebbe rispondere, sogno che risponda, auspico che risponda, tutta insieme, con tutti “verdi”, allo scostamento, alle parole del Presidente della Repubblica: non lo ha mai fatto fino ad oggi; oggi potrebbe farlo e questa è la svolta, questa potrebbe essere la svolta. Questa svolta sarebbe anche - è anche - una risposta al valore della responsabilità del nostro presidente Berlusconi, che ha aperto, rischiando in proprio, questa fase mostrando tutto il suo senso di responsabilità, senza calcolo alcuno. Presidente Mattarella, presidente Berlusconi, oggi viene questa risposta, potrebbe venire questa risposta! Noi di Forza Italia voteremo convintamente “sì” a questo scostamento e auspico che tutto il centrodestra faccia altrettanto, aprendo tutti insieme, unitariamente, questa nuova fase per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimo Garavaglia. Ne ha facoltà.

MASSIMO GARAVAGLIA (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, il Parlamento nasce in Inghilterra nel duecento, dopo che la Magna Charta del 1215 stabilisce un principio molto semplice: che il re non può mettere tasse se non c'è un Parlamento che decide quante tasse mettere, chi le paga e che cosa farne. Il punto chiave è proprio la trasparenza di come viene gestito il bilancio dello Stato, di come vengono utilizzate le risorse messe a disposizione dai cittadini per i cittadini.

Oggi decidiamo di questo scostamento, l'ennesimo scostamento. La Lega, se ci saranno delle aperture su delle richieste in termini di detassazione, di decontribuzione, eccetera, che facciamo da tempo, voterà a favore; vediamo. Però, i provvedimenti presi finora ahinoi non sono stati ben fatti; sono stati tanti, confusi, contraddittori, spesso inefficaci. Tra quattro giorni - quattro giorni - c'è il secondo acconto Irpef, Ires, IRAP: si paga sì o no? Mancano quattro giorni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Come fa un imprenditore a organizzarsi in questa confusione? Chi paga tutta questa confusione? La pagano i cittadini, la pagano le imprese, la pagano i commercialisti. Apro una parentesi su questa categoria particolarmente vessata in questo periodo: oltre a doversi studiare norme che cambiano in continuazione e che sono una contro l'altra, si sono visti anche - due esempi, due cose veramente fastidiose - tagliare del 25 per cento i compensi in caso di fallimenti. Perché? I giudici fallimentari no: perché questa disparità? Poi i commercialisti, gli studi dei commercialisti, non possono ammalarsi, non possono chiudere per COVID o quarantena COVID; no, perché l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che questo non è un motivo per fare rinviare le scadenze, quindi i commercialisti non possono neanche ammalarsi. Chiusa la parentesi.

La confusione, la vostra confusione, la pagano i cittadini che, banalmente, non si fidano più, non si fidano più del Governo, e non servono i sondaggi. Basta vedere i conti correnti: non c'è mai stato un tasso di risparmio così alto; i consumi sono crollati, gli investimenti sono crollati. Però, attenzione: quei conti correnti sono aumentati - sì -, ma quella è la “media del pollo”. A fronte di chi ha aumentato di molto, c'è chi li ha svuotati completamente: artigiani, commercianti, partite IVA, i cosiddetti “non garantiti”. Oggi ne parlano tutti: benvenuti! Serve un riequilibrio tra garantiti e non garantiti, anche perché, Ministro Gualtieri, Vice Ministra Castelli, pensate a un commerciante che è rimasto chiuso per legge, a cui è stata imposta la chiusura, o magari un commerciante che è rimasto aperto però vede degli incassi ridicoli a fine sera (20 euro, 30 euro, 50 euro d'incasso). Ieri ho preso un taxi alle nove di mattina, ma era in giro dalle 5 per la prima corsa. Il tassista sta in piedi perché il figlio gli gira la paghetta; il figlio gira la paghetta al padre. Voi pensate davvero che tutte le tasse e i contributi rinviati in primavera da questa povera gente potranno essere pagati? È evidente che le tasse non vanno spostate: tasse e contributi vanno cancellati, non basta spostare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Anche perché, poi, tanto, queste tasse non arrivano, questi contributi non arrivano e il Governo, lo Stato, si troverà con un buco in bilancio: meglio pensarci prima.

Poi ci preoccupa, in particolare, il buco contributivo: è per quello che pensiamo a un anno bianco contributivo per i non garantiti, per gli autonomi. Se ci pensate, è un po' come la cassa COVID per le aziende; alle aziende che cosa si è detto? “Divieto di licenziamento, ti do la cassa COVID”. Ebbene, diciamo a un autonomo: “Se non chiudi la partita IVA, per quest'anno, le tasse e i contributi te li paga lo Stato, te li versa lo Stato”, è una questione di equità.

Sempre in tema di pensioni, anche nella legge di bilancio ci sono un sacco di norme discriminatorie: mi spiegate come mai una fiorista deve andare in pensione due anni dopo l'impiegata delle poste? Dov'è la giustificazione? Dov'è l'equità? Va riequilibrato tutto, le regole devono essere uguali per tutti, autonomi, dipendenti, pubblica amministrazione, anche perché poi, per inciso, l'impiegata delle poste spesso ha anche lo “scivolo”, per cui va in pensione quattro anni prima della fiorista.

Va bene quindi lo scostamento, ma è un segreto di Pulcinella che il Governo sta già lavorando a uno scostamento a fine gennaio, e qui casca l'asino, ma ci torneremo. E poi non possono certo bastare i 4,6 miliardi che ci sono in legge di bilancio per fare tutto quello che serve e che bisogna fare; 4,6 miliardi, attenzione, non gli 800 milioni del fondo malamente nominato “per le esigenze parlamentari”; 4.600 milioni, perché ci sono anche i 3,6 miliardi all'articolo 207 che sono di disponibilità del Parlamento, dei parlamentari, ma non esigenze parlamentari; tagliare tasse e contributi è un'esigenza del Paese.

Servono senz'altro poi altre risorse anche perché ci sono altre emergenze che il Governo crea con le proprie azioni; la novità di adesso è quella dello sci: okay, okay tutte le regole - 20 miliardi di giro d'affari solo considerando la base, senza considerare l'indotto - peccato che se uno da Milano va a Cervinia ci mette due ore e un quarto, se uno da Milano va a San Bernardino, in Svizzera, ci mette due ore; se uno da Milano va a Bormio ci mette due ore e mezza, se uno da Milano va a Saint Moritz, in Svizzera, ci mette due ore e un quarto. Secondo voi come finirà?

Oltretutto, pensiamo anche all'Austria; tra l'altro, l'Austria ha dimezzato l'IVA sul turismo, dal 10 al 5 per cento - tra l'altro - cosa che dovremmo fare anche noi se vogliamo rimanere competitivi.

Quindi, abbiamo capito che servono tante risorse, servono risorse aggiuntive. Però - attenzione - lo scostamento è previsto dalla Costituzione all'articolo 81 e dalla legge rinforzata, la n. 243 del 2012, all'articolo 6, ed è chiarissimo: si può fare uno scostamento di bilancio, cioè variare la legge di bilancio annuale, con una maggioranza qualificata, in caso di eventi straordinari al di fuori del controllo dello Stato. Questo andava benissimo a febbraio o marzo, la legge di bilancio era stata appena fatta, arriva il virus cinese, cambia il mondo, c'è necessita di fare uno scostamento, è giusto; è giusto farlo, giusto anche il rispetto delle regole, però nel 2020. Adesso che c'è il COVID lo sappiamo – ahinoi - quindi non esiste approvare una legge di bilancio e un mese dopo fare uno scostamento di bilancio, anche perché si è fatta pure una gran confusione sugli scostamenti, 100 miliardi di scostamenti. Peccato che, però, non si è fatto come chiedeva la Lega: subito 100 miliardi di scostamenti, subito a marzo, subito detassazione per le imprese e cassa integrazione per tutti: si dava un messaggio chiaro. Avete preferito tenere il braccino corto, fare le cose poco alla volta. Risultato: una enorme confusione e norme inefficaci, ahinoi inefficaci.

L'inefficacia la dimostra la sfiducia degli operatori economici. Avete sentito le audizioni: anche le aziende che vanno bene, anche le aziende che esportano hanno bloccato gli investimenti. Tante aziende, tante nostre multinazionali tascabili che vanno bene non vedono più l'Italia come la sede naturale, ma la considerano una country come le altre, un mercato come gli altri e stanno pensando di andare via. Misure inefficaci, tanto che, quando c'è stata la Nota di aggiornamento, abbiamo chiesto al Ministro Gualtieri: “Caro Ministro, di questi 100 miliardi, quanti ne sono stati spesi, quanti ne sono rimasti”? Ci rispose: “zero”. Dopo una settimana, adotta il “decreto Ristori”, mettendo quattro miliardi, coprendo con 4 miliardi di soldi non spesi. Vabbè, noi non ci offendiamo, però si offende il Parlamento perché è una questione di trasparenza. La Commissione bilancio ha chiesto ormai da un mese questo dato al Governo; è un mese che chiediamo al Governo quanti di questi 100 miliardi ancora non sono stati spesi, quanti decreti necessitano ancora di decreto ministeriale, quante norme non sono operative. E ora, se anche ci venite a dire che li avete fatti tutti, non prendiamoci in giro: è peggio la toppa del buco perché sanno tutti che, se hai fatto il decreto adesso, manca un mese e quei soldi vanno in economia e non li spendi. Però, l'effetto poi è banale: se uno guarda il conto di tesoreria, a ottobre ci sono 77 miliardi, a ottobre dell'anno scorso in tesoreria ce n'erano 55; per capirci, scostamento di 100 miliardi e abbiamo 20 miliardi in più in tesoreria. Ci spiegate perché? È come se uno fa un mutuo da 100.000 euro e poi tiene 20.000 euro sul conto corrente: è una roba logica? Non lo so, ma sono domande che facciamo per avere trasparenza, per poter capire che cosa sta succedendo, questo è il punto.

Adesso siamo alla legge di bilancio, c'è la legge di bilancio: sarebbe un bilancio falso un bilancio che si modifica un mese dopo con un nuovo scostamento, sarebbe un falso in bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Nel 2021 non ci sono eventi straordinari, lo abbiamo già detto; purtroppo, che il COVID c'è lo sappiamo. E allora, se c'è da fare questo ulteriore sforzo, mettiamo queste risorse aggiuntive in bilancio, mettiamo 50 miliardi, poi si farà il debito che serve. Non si spenderà tutto, si spenderà il necessario, ma cittadini e imprese devono sapere che il Governo e lo Stato c'è subito, non che interviene quando poi è troppo tardi; questo è fondamentale e oltretutto è anche il rispetto delle norme e anche il buon senso.

Come Lega, poi ci impegniamo anche a dire che una quota di queste risorse aggiuntive non vengano spese, vengano lasciate perché si deciderà in corso d'anno cosa è meglio fare, però così si fa, questo è il modo di operare: trasparente, corretto e serio nei confronti del Parlamento, dei cittadini e delle imprese che hanno il diritto di sapere qual è il bilancio dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un bilancio che si approva e viene modificato dopo un mese non è un bilancio vero, quindi, Presidente e colleghi, la Lega c'è, abbiamo però diritto di avere da parte del Governo rispetto e trasparenza dei dati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (M5S). Grazie, Presidente, grazie colleghi. Grazie allo scostamento di bilancio che andremo a votare fra poco possiamo dare veramente continuità invece ad una serie di misure decisive per sostenere imprese, famiglie e lavoratori, nel mezzo di una crisi economica senza precedenti.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 11,50)

MICHELE SODANO (M5S). Da marzo scorso sono oltre 100 i miliardi di nuovo deficit messi a disposizione e gli 8 miliardi aggiuntivi di oggi ci consentiranno di sfruttare quei margini di bilancio prodotti dal rimbalzo economico del terzo trimestre del 2020, che è andato ben oltre le previsioni - questo non l'ha detto nessuno - con un inatteso più 16,1 per cento di prodotto interno lordo.

Con le maggiori entrate garantite da quel rimbalzo è doveroso approfondire il nostro intervento a favore di chi ha subìto ampie perdite di fatturato e di chi, già prima della crisi, era in grave difficoltà economica. Su questo punto, badate bene, è bene soffermarsi; se l'Italia ha potuto accumulare un tesoretto quasi inaspettato, grazie a una crescita nel terzo trimestre, è perché ha spinto sull'acceleratore appena la crisi economica ha cominciato a farsi sentire, nella scorsa primavera. I decreti “Cura Italia”, “Rilancio” e “Agosto” sono stati fondamentali per contenere la caduta del PIL e per aiutare decine di migliaia di attività a non gettare la spugna e a continuare a lavorare, con orgoglio, nel nostro Paese, nonostante le gravi difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E questo ci dà anche un'intuizione economica, ci dà una lezione, ci dice che il deficit non è un male di per sé, come troppo spesso si pensa, ma, al contrario, il deficit è uno straordinario strumento di politica economica, che va utilizzato, sì, con raziocinio, ma senza risparmiarsi nel momento del bisogno. Difatti, meno deficit in quella fase avrebbe comportato sicuramente meno crescita, quindi meno gettito fiscale, non solo nel breve periodo, ma anche nel lungo.

E diciamoci cosa è successo nell'ultimo mese, perché, anche all'inizio della seconda ondata di Coronavirus, la maggioranza ha risposto come non mai, “presente”, intervenendo di nuovo con la massima rapidità. Difatti, non appena sono scattate le nuove restrizioni, il 24 ottobre, è stato predisposto in poche ore, in un tempo record, il primo “decreto Ristori”, a cui sono seguiti il “Ristori-bis” e il “Ristori-ter” e con quest'ultimo, con un fondo perduto alle imprese, è stato finanziato anche un fondo di cui siamo orgogliosi, Presidente, un fondo da 400 milioni di euro per contrastare l'emergenza alimentare nei comuni, per aiutare chi non riesce a mangiare in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Nessuna classe politica è stata mai così attenta nei confronti degli ultimi. Si tratta di una misura che si è affiancata al reddito di cittadinanza, che tutti i dati ci dimostrano essere stato fondamentale come presidio anti povertà, e al reddito di emergenza che noi abbiamo, prima, istituito e, poi, prorogato.

Però, adesso, tornando al fondo perduto, tornando al settore produttivo del nostro Paese, voglio ricordare che, solo con i tre decreti “Ristori” fino ad ora approvati, abbiamo messo a disposizione delle attività produttive circa 4 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6 miliardi della primavera scorsa all'interno del “decreto Rilancio”, per un totale di 10 miliardi complessivi. Nella manovra che già è approdata alla Camera e su cui stiamo già lavorando, sono stati stanziati altri 3,8 miliardi per i ristori del 2021 e, non lo neghiamo, per aiutare questo Paese, è probabile che all'inizio dell'anno prossimo il Governo interverrà ancora, con maggiore forza, come non è stato mai fatto, attraverso un nuovo scostamento che potrebbe aggirarsi intorno ai 20 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed è questa una politica economica innovativa e necessaria per superare la crisi economica che deriva dal Coronavirus. Questi, infatti, Presidente, sono numeri di intervento senza precedenti, di cui io e i miei colleghi siamo orgogliosi; senza precedenti sia per ampiezza che per estensione temporale. Tra il maggior deficit dei decreti menzionati e la manovra del 2021 - diciamolo, scriviamolo sui giornali - si superano i 140 miliardi di euro di sostegno diretto all'economia, a cui aggiungere lo schema di garanzie pubbliche per la liquidità bancaria alle imprese e la moratoria su mutui, leasing e prestiti bancari. E, in particolare, grazie alle garanzie pubbliche del Fondo di garanzia per le PMI e di SACE, il sistema creditizio ha potuto già finanziare le imprese per oltre 100 miliardi.

È questa una delle grandi differenze tra la crisi in corso e le crisi del passato, come quella del 2008, che è stata gestita in maniera completamente diversa. Questa volta il credito bancario, fra l'altro, non si è ristretto, ma ha agito in funzione anticiclica, sostenendo l'economia e le imprese.

Presidente, con gli 8 miliardi che oggi sbloccheremo noi potremo continuare su questo percorso finanziando un “decreto Ristori-quater” che dovrà avere come priorità assoluta il congelamento della riscossione fiscale del 2020, e mi riferisco, in particolare, alla sospensione degli acconti Irpef, Ires, IRAP e al rinvio della scadenza del 10 dicembre prossimo per la “rottamazione-ter” e il saldo e stralcio.

Noi siamo pienamente consapevoli, al di là di quello che hanno affermato le opposizioni, che sarebbe completamente irresponsabile chiedere a imprese e contribuenti, che stanno in questo momento faticando terribilmente a fatturare, di anticipare anche l'Irpef, l'Ires e l'IRAP e sappiamo bene che sarebbe anche irresponsabile chiedere a chi ha deciso da tempo di mettersi in regola con il fisco, con la rottamazione delle cartelle esattoriali, di pagare tutti i suoi debiti in un colpo entro il 10 dicembre. È in corso da mesi una pandemia di portata globale, noi dobbiamo tenerne conto e congelare letteralmente la riscossione fiscale del 2020, ed è per questo che oggi si vota questo scostamento, e chi vi si oppone sta opponendo se stesso a uno stop delle tasse alle imprese e ad ulteriori aiuti per i cittadini in difficoltà che noi del MoVimento 5 Stelle, con questa maggioranza, siamo aiutando come non mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! In questo senso, naturalmente, non vanno dimenticate le partite IVA, non vanno dimenticati, assolutamente, i lavoratori autonomi che, magari, non hanno smesso di lavorare a causa delle restrizioni, ma che, appartenendo alla filiera delle attività sospese, hanno subito enormi perdite di fatturato. Anche per loro è urgente finanziare un sostegno a fondo perduto, e per questo motivo abbiamo sempre ampliato la platea di codici ATECO da aiutare, perché, lo ricordiamo ancora una volta, noi del MoVimento 5 Stelle per davvero non vogliamo lasciare nessuno indietro, e lo dimostriamo ogni giorno con i nostri provvedimenti! Naturalmente, e mi avvio a concludere, Presidente, tutto l'impegno e le risorse che stiamo mettendo in campo per l'emergenza non sottraggono il nostro Paese a quei problemi strutturali che erano presenti già prima della pandemia. Noi ne siamo pienamente consapevoli; quando siamo entrati in questa maggioranza di Governo sapevamo che le condizioni economiche del nostro Paese non erano delle migliori, e per questo motivo la nostra legge di bilancio percorre nello stesso tempo due dimensioni complementari: difatti, da un lato, noi andiamo avanti con la continuità degli interventi emergenziali, quegli interventi per aiutare chi sta subendo le conseguenze economiche del Coronavirus, ma non dimentichiamo che vogliamo continuare a disegnare un Paese del futuro che sia straordinario, e per questo motivo ci sono altri investimenti produttivi e grandi investimenti fiscali sull'occupazione e sulle imprese. Difatti, se da un lato facciamo continuare la proroga del blocco dei licenziamenti, pensiamo a una cassa integrazione del Coronavirus, dall'altro lato basta ricordare che noi stiamo facendo andare avanti il Piano di transizione 4.0 per gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali e per la formazione innovativa dei dipendenti. Questo è un piano da 24 miliardi di euro, che va avanti da due anni e continuerà nel corso del tempo, per produrre risultati di grande innovazione nel nostro Paese. Ma pensiamo a quello che c'è in questa grande legge di bilancio, pensiamo a una decontribuzione totale al 100 per cento per le imprese che assumono under 35 o donne e a una decontribuzione parziale al 30 per cento per le imprese del Mezzogiorno che assumono nuovi lavoratori.

Quest'ultima norma, stabilizzata fino al 2029, serve a far capire al Sud che uno Stato c'è e ci sarà anche in futuro; ma in tutta Italia stiamo facendo finalmente quello che non era mai stato fatto: stiamo finalmente abbassando il costo del lavoro, e non lo facciamo speculando sui lavoratori, ma diminuendo le tasse e i contributi degli imprenditori, che in questo modo potranno assumere di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E il nostro Paese solo in questo modo può ripartire, grazie alla nostra politica economica sul lavoro. Dulcis in fundo, il capitolo investimenti pubblici, con il 2021 che vedrà finalmente l'esordio del Recovery Fund, che il nostro Presidente Giuseppe Conte è riuscito ad ottenere in Europa, portando a casa in Italia, sbattendo i pugni sul tavolo, dei risultati straordinari, che mai nessuno che ci ha rappresentato in Europa è riuscito a raggiungere. Grazie al Recovery Fund, veramente potremo trasformare il nostro Paese: e questo è bene che sia noto a tutti, perché va a beneficio di ogni cittadino del nostro Paese. Riusciremo a finanziare un grande piano di investimenti verdi, a pensare a un ambiente, pensare ad una sostenibilità, e finalmente anche ad un progetto di innovazione, di digitalizzazione, per interrompere quel gap che c'è tra l'Italia e i Paesi più avanzati come quelli del Nord Europa; noi lo facciamo, grazie alla nostra azione di Governo. Per sancire un principio economico importante, per rovesciare quelli che fino adesso sono state le regole e i fondamentali che hanno strutturato e determinato la linea economica del nostro Paese. Noi pensiamo bene che investimenti e decontribuzioni, quando vengono finanziati insieme, sono una ricetta per impostare veramente una crescita solida e sostenibile di lungo periodo; e non sarebbe nemmeno pensabile, se nel frattempo non stessimo contenendo l'emergenza passo dopo passo, come abbiamo fatto con grande responsabilità da marzo fino a oggi, e come continueremo a fare, fino a quando la crisi del Coronavirus non sarà messa finalmente alle spalle. Questo Governo ha agito con grande responsabilità, e tutti in quest'Aula dobbiamo dargliene merito, ma tutti dobbiamo lavorare insieme per costruire un Paese più forte, quando il Coronavirus sarà finito, da destra a sinistra, tutti quanti. Concludo dicendo che, per tutte queste valide ragioni che ho citato fino adesso, con orgoglio, con grande spirito di resilienza, con responsabilità, dichiaro il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle a questa risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Si è così conclusa la discussione. A questo punto, su richiesta del gruppo Fratelli d'Italia, sospendo per cinque minuti la seduta.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 12,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Per favore, per favore, liberare i banchi del Governo. Per favore, per favore. Colleghi, colleghi, colleghi, per favore, ai propri posti.

(Annunzio di risoluzioni - Doc. LVII-bis, n. 3)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi n. 6-00153 e Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro, Tabacci e Tasso n. 6-00154 (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Parere del Governo - Doc. LVII-bis, n. 3)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo, che invito ad esprimere il parere su tali risoluzioni, precisando quali intenda accettare.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e le finanze. Presidente, grazie. Nel ringraziare i colleghi e augurare buon lavoro, perché questo scostamento non era previsto, lo abbiamo dovuto fare per le situazioni che tutti conosciamo, ma da qui si aprono anche i lavori della legge di bilancio e dei decreti che ancora si stanno producendo, quindi, con sincerità, auguro buon lavoro nel rispetto del confronto reciproco che tutti voi oggi avete manifestato, il Governo accetta la risoluzione n. 6-00154 della maggioranza ed esprime parere contrario sulla risoluzione n. 6-00153.

(Votazione - Doc. LVII-bis, n. 3)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della risoluzione Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro, Tabacci e Tasso n. 6-00154, accettata dal Governo.

Ricordo che, a norma dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 243 del 2012, per l'approvazione di tale risoluzione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera.

Ricordo, altresì che, in caso di approvazione della risoluzione accettata dal Governo, risulterà preclusa l'altra risoluzione presentata.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro, Tabacci e Tasso n. 6-00154, accettata dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, stiamo aspettando dei deputati che stanno facendo il login nelle tribune.

Ci siamo quasi. Colleghi, per favore, velocizziamo le operazioni, anche di login. Colleghi, stiamo aspettando i colleghi nelle tribune…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi).

Vi chiedo, per chi deve uscire, di uscire con ordine. A seguito dell'approvazione della risoluzione Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro, Tabacci e Tasso n. 6-00154 risulta preclusa la votazione della risoluzione Molinari, Gelmini, Lollobrigida e Lupi n. 6-00153.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che il deputato Riccardo Magi è stato nominato vicepresidente del gruppo, in rappresentanza della componente politica “Azione-+Europa-Radicali Italiani”.

Nuova organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, a seguito della formazione della componente politica del gruppo Misto, denominata “Azione-+Europa-Radicali italiani” e del mutamento della denominazione della componente politica del gruppo Misto “Centro Democratico-Radicali italiani-+Europa” in “Centro democratico-Italiani in Europa”, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A) sarà pubblicata la nuova organizzazione dei tempi per l'esame degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre, in sostituzione di quanto già pubblicato nel medesimo allegato A al resoconto stenografico della seduta del 25 novembre 2020.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Vorrei accendere i riflettori della nostra attenzione su Termoli, città della mia regione, sede distaccata dell'Unimol del Molise, l'Università del Molise, che è chiusa dal 3 novembre perché le lezioni e gli esami si svolgono solo online. La DAD ha indebolito la resistenza dei docenti e studentesca, e io sono preoccupata che questa chiusura temporanea possa diventare definitiva, cancellando per sempre un luogo di ricerca importante, di studio, di confronto, di dialogo, di cultura che si nutre di dinamismo e di partecipazione. La riflessione che vorrei fare oggi è più ampia di una considerazione locale che mi sta particolarmente a cuore, ovviamente, e che riguarda appunto la didattica a distanza che, per noi deve rimanere una extrema ratio laddove non si riescano a garantire le condizioni di sicurezza, e non una regola. I docenti non sono impiegati a cui si addice lo smart working, e la formazione, l'educazione necessitano della dinamica del dialogo tra insegnanti e alunni. La comunità scolastica e quella universitaria sono laboratori importanti di democrazia, uguaglianza, tolleranza, pluralismo, sviluppo mentale e spirituale. Ecco perché vorrei che il Governo riflettesse su questo e che le scuole e le università si aprissero il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Voglio denunciare, in quest'Aula, quello che sta accadendo nella mia regione, in particolare nella provincia de L'Aquila, nel comune di Avezzano o, meglio, nell'ospedale di Avezzano. La cronaca nazionale sta raccontando una verità scandalosa, nell'inerzia assoluta della regione e della ASL competente, riguardo il reparto COVID o, meglio, il reparto non COVID, dove ancora si riescono a distinguere i malati nei percorsi puliti dai percorsi sporchi, dove, addirittura, sono costretti, i pazienti COVID, per i propri bisogni, a utilizzare dei secchi nelle stanze, dove il personale non ha ancora tutta la strumentazione adeguata per la propria protezione. Mentre tutto questo accade, la direzione della ASL sta di fatto interrogando il personale sanitario per scoprire chi ha diffuso il video che poi è stato diffuso sulle cronache nazionali e che è arrivato alla conoscenza di tutti i cittadini italiani: ossia, la direzione della ASL, invece di risolvere il problema e di dire grazie agli operatori sanitari, sta cercando di capire chi è responsabile per aver diffuso il video-verità che denuncia la vicenda dell'ospedale di Avezzano. Io, tramite lei, chiedo, come ho fatto con una lettera al Ministro Speranza, di mandare immediatamente gli ispettori presso l'ospedale di Avezzano (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Grazie, Presidente Fico. Io sono qui a chiederle cortesemente una interpretazione autentica, perché ho ricevuto ieri comunicazione dal partito MoVimento 5 Stelle di essere stato sospeso per due mesi dal partito stesso, a causa delle mie posizioni sul referendum costituzionale. Io, infatti, ho votato contro l'approvazione della legge costituzionale, quindi contro il referendum. Per questa mia libertà di espressione e di parola sono stato sanzionato dal partito MoVimento5 Stelle con la sospensione per due mesi.

Siccome il gruppo parlamentare è espressione del partito politico MoVimento 5 Stelle esterno, come da articolo 2, comma 2, dello statuto del gruppo parlamentare, tanto è vero che il gruppo parlamentare persegue gli obiettivi politici del partito MoVimento 5 Stelle, le vorrei chiedere se, stante questo quadro e vista la mia sospensione dal partito MoVimento 5 Stelle, io debba anche sospendermi per due mesi dal gruppo parlamentare e transitare nel gruppo Misto per due mesi, per poi ritornare, all'esito della sospensione, nel gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, perché non conosco bene cosa debbo fare.

Ho già richiesto ai probiviri che mi hanno comminato la sospensione di avere una loro interpretazione autentica, ma, considerata la sua Presidenza e anche che lei è un autorevole esponente del MoVimento 5 Stelle, sono a chiederle questa interpretazione autentica (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. È passato un anno da quando, da quest'Aula, sollevavo le problematiche legate al sito minerario Bosco Palo, nel territorio di San Cataldo, in Sicilia, evidenziando come proprio in quei luoghi, per la gestione di quei luoghi, penda un'accusa di gestione di rifiuti non autorizzata - disastro colposo, con pericolo per la pubblica incolumità - a carico di dirigenti della regione siciliana. Avevo anche evidenziato il rischio di depotenziamento degli uffici dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente del centro Sicilia. Ma oggi, purtroppo, devo aggiungere un ulteriore tassello sulla gestione di questi luoghi, perché, proprio nei siti minerari del centro Sicilia e, in particolare, in quelli di Milena, San Cataldo e Pasquasia, si prevede di stoccare l'amianto dell'intera Sicilia.

Alla mia voce, un anno fa isolata, si sono aggiunte tante altre voci, di cittadini, associazioni, sindaci e altre forze politiche, che ringrazio, ma, da siciliano, mi dispiace vedere come la mia regione, al posto di progettare e realizzare programmi di sviluppo del territorio, valorizzando un raro esempio di archeologia industriale, peculiarità di luoghi, come la “Greenway delle zolfare”, percorsi enogastronomici, scelga di farne un sito di stoccaggio di amianto. Eppure, di valorizzazione la regione ha molto parlato, ahimè solo parlato, perché i fatti dicono altro.

Non possiamo permetterci di sacrificare un'ennesima volta questi territori, non possiamo scegliere di rinunciare a progetti di rilancio e sviluppo del territorio per un'opera che, così progettata, rischia di dare un ulteriore e, forse, definitivo colpo allo sviluppo di un intero territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. In quest'Aula, oggi, voglio ricordare una persona perbene, un professionista stimato che, nella notte, ha perso la sua battaglia contro il COVID: l'avvocato Salvatore Murru. L'avvocato Murru, mio collega del foro di Nuoro, era una persona perbene. È venuto a mancare stanotte, all'ospedale “San Francesco”. Era una persona gentile, una persona determinata, che ha portato avanti l'attività della camera penale di Nuoro con il suo grande impegno professionale e sociale a favore dell'intera comunità barbaricina. Grande, infine, è stata la sua forza nel combattere la malattia che, purtroppo, ha avuto il sopravvento.

La scomparsa del mio collega è una di quelle notizie che mai avrei voluto apprendere e che mi ha lasciato attonita e addolorata e che mi spinge, ancora di più, a impegnarmi nel solco del contributo che lui ha dato alle camere penali sarde e all'avvocatura intera.

Sono vicina alla sua famiglia, alla moglie e a tutti i miei colleghi avvocati del foro di Nuoro; tutti abbiamo perso questa notte un importante riferimento. Il suo è stato l'esempio di una persona specchiata, una persona seria, capace e onesta, che accompagnerà i miei passi nell'azione politica. Questo lo devo al mio ruolo istituzionale di deputata e lo devo al mio amico, al mio collega, avvocato Salvatore Murru (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Tre anni fa oggi, a soli quarant'anni, Alessandro Leogrande non è più stato. Un dolore pesante, che dura per chi lo aveva conosciuto e amato, per chi aveva partecipato alle mille e mille iniziative, alle riviste, ai reportage, ai programmi radio, che Leogrande animava con la sua educata e gentile passione.

Manca all'Italia la sua coscienza e anima, al Sud, alla sua Taranto che, oggi, grazie al sindaco, gli ha dedicato una passeggiata che guarda al mare, al nostro dibattito pubblico e a quello europeo, direi. Manca la sua capacità inesauribile di attraversare frontiere, di aprire varchi, di vedere, di vedere gli ultimi, vederli arrivare e andare, di saltare i muri, per usare, Presidente, l'intuizione di Alex Langer che Leogrande amava e con il quale dialogò a distanza, di dare corpo agli invisibili. Carne di vita e di scrittura. Un grande intellettuale europeo: ecco, questo è stato Leogrande, che maledirebbe, chissà, questa retorica d'Aula, lui così attento alle parole, alla loro ombra e questa grazia, questo dispendio, questa misura, la sua, sono tre anni oggi, ci manca e, quindi, ci resta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (MISTO). Grazie, Presidente. Abbiamo appreso questa notte che è stato emanato un decreto dal Consiglio dei Ministri che ha ridefinito i collegi elettorali in tutta Italia, sia alla Camera che al Senato. Ahimè, devo constatare che il collegio di Teramo, in Abruzzo, è stato eliminato, tolto, come il collegio uninominale di Vasto. Questo è successo anche in altre aree del Paese. Non si capisce dal testo del decreto che è circolato quali siano stati i criteri adottati e quali siano i principi che hanno determinato questa eliminazione di collegi storici - addirittura, abbiamo un'unione dei comuni che si trova con dei comuni in un collegio e altri in un altro -, con una non considerazione di storia e tradizione delle comunità locali.

Chiedo, pertanto, al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, quando sia possibile, di venire qui alla Camera e illustrarci quali siano stati i criteri che hanno portato, in questo momento storico di emergenza, di pandemia, a ridefinire i collegi elettorali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO). Grazie, Presidente. Il mio intervento per ricordare uno dei più grandi campioni della storia del calcio che, purtroppo, non è più: parlo di Diego Armando Maradona. Il mio intervento è teso a voler ricordare un uomo che si è contraddistinto per le capacità che ha esteso in questo sport, ma, in modo particolare, per le emozioni che ha fatto provare a tanti concittadini italiani ed in modo particolare alla regione Campania, alla città di Napoli. Sono emozioni che continuano a scuotere i nostri animi di italiani, perché credo che la riflessione, poi, si diffonda in tutto il settore sportivo rispetto anche all'importanza che il settore sportivo possa avere per i nostri concittadini e possa avere a livello internazionale e renderci, in qualche modo, orgogliosi - nonostante si possa appartenere ad un'altra nazione - di essere italiani.

Un argentino che è diventato italiano, perché adottato dalla città di Napoli, in qualche modo, la sua seconda casa, la sua seconda patria; la sua seconda casa, perché lo stadio “San Paolo” verrà intitolato a Diego Armando Maradona ed è qualcosa che, nell'accoglienza del nostro Paese, in qualche modo, è anche un risultato che ci può ricordare questo grande campione e ricordare quanto sia importante il mondo dello sport.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 27 novembre 2020 - Ore 10:

1. Discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. (C. 2727-A)

Relatori: BALDINO e MICELI.

La seduta termina alle 12,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Polidori ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Doc. LVII-bis, n. 3 - ris. 6-00154 558 552 6 315 552 0 25 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.