XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 180 di mercoledì 29 maggio 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 10,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Claudio Borghi, Brescia, Colletti, Colucci, Comaroli, D'Inca', Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Frusone, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Liuzzi, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Paolo Russo, Saltamartini, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 11. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 11.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria (A.C. 1816-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1816-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria.

Ricordo che nella seduta del 27 maggio si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della V Commissione reca alcune condizioni formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: 12.18 Ferro, 12.33 De Filippo, limitatamente ai commi 6-bis e 6-ter, 13.105 Mandelli.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in sede referente, in quanto estranee rispetto ai contenuti del provvedimento: 12.0100 Trizzino, che modifica alcuni requisiti che il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, nelle pubbliche amministrazioni, deve possedere per essere assunto a tempo indeterminato, e 13.100 Boldi, diretto a novellare l'articolo 18 del decreto-legge n. 148 del 2017 in materia di finanziamento di specifici obiettivi connessi all'attività di ricerca, assistenza e cura relativi al miglioramento dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

Avverto che sono in distribuzione i subemendamenti Carnevali 0.4.100.1 e D'Arrando 0.12.200.1.

Avverto infine che, fuori della seduta, l'emendamento Viscomi 1.8 è stato ritirato dal presentatore.

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti la deputata Lorenzin. Chiedo ai colleghi deputati di fare silenzio e di prendere posizione nelle rispettive postazioni. A lei la parola deputata Lorenzin.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Questo è un decreto estremamente complesso perché, al di là del titolo che sembra riferirsi unicamente ad una questione di cambio dei commissari in Calabria, è un decreto che, nei suoi articoli, trasforma e mette mano in modo profondo ad alcuni aspetti del Sistema sanitario nazionale, in particolare riguardo alla riorganizzazione del personale sanitario e allo sblocco del turnover. Quindi, ci si sarebbe aspettati che, a fronte di un intervento così… Scusi, Presidente non riesco a parlare.

PRESIDENTE. Ha ragione. Facciamo un secondo appello: lei rimanga in silenzio per qualche istante in modo tale che l'Aula possa comprendere che è necessario osservare un atteggiamento consono anche nel rispetto dei deputati che sono impegnati nei loro interventi. Colleghi, se vogliamo provare a procedere, vi chiedo di osservare il silenzio necessario per consentire alla collega Lorenzin di svolgere il suo intervento, altrimenti possiamo ancora attendere.

Prego. Riproviamo.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Allora, vorrei invitare i colleghi a prestare un attimo di attenzione a questo provvedimento, perché è un provvedimento che riguarda alcuni aspetti profondi e estremamente articolati e complessi dell'organizzazione sanitaria di tutto il Paese, non soltanto della Calabria. Un provvedimento che, nei suoi primi articoli, immagina l'ideazione di un commissario ad acta con poteri straordinari per quanto riguarda la regione Calabria.

Ora, io lo dico senza malizia perché in questo provvedimento ci sono delle buone idee, ma non sono accompagnate né da un'analisi di sistema e di tenuta dell'intera organizzazione sanitaria, né da un aumento del fondo sanitario o di un'allocazione nelle poste di bilancio di un adeguato finanziamento che permetta di far diventare le cose che qui sono scritte sulla carta realtà.

PRESIDENTE. Deputata Lorenzin, le chiedo scusa. I deputati qui di fronte a me, quinto settore, terzultima fila… Brescia… Macina… deputati, scusate se disturbiamo. È inutile che io ripeta che, ovviamente, è consentito parlare, ma possibilmente non andrebbe fatto in Aula mentre intervengono dei colleghi. Quindi, chi vuole, chi ritiene di aver bisogno di discutere con qualche collega, si deve accomodare fuori dall'Aula. Prego, collega Lorenzin.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Sa com'è, la sanità è una cosa con cui si fanno le conferenze stampa in campagna elettorale, ma poi i dibattiti sul tema hanno meno attenzione.

Allora, qui parliamo della regione Calabria. Io mi sarei aspettata - poiché il patto della salute, così come previsto dalla legge di bilancio, nel mese di dicembre doveva finire ed essere esaurito proprio in questi mesi, cosa che non è avvenuta - che quello fosse il luogo dove si poteva rivedere in modo complessivo il meccanismo dei commissariamenti delle regioni in piano di rientro; meccanismo che, come da me stessa più volte detto, non è più adeguato al tipo di intervento che dobbiamo fare nelle regioni di rientro, anche alla luce delle esperienze e dei vari tentativi fatti in questi anni.

Abbiamo, invece, un intervento di urgenza, che mette il commissario ad acta, nominato dal Ministro, con dei super poteri anche di nomina diretta dei direttori delle singole aziende, quando emerga che non siano adeguati al loro lavoro. Ora, detta così, sembra una cosa buona, peccato che ci sono dei problemi, come abbiamo individuato e segnalato già in Commissione anche ieri. Innanzitutto, a questo super commissario - che va da solo a dover fare una azione di super commissariamento di tutta la regione - si danno 30 giorni, da solo, senza una struttura organizzativa, senza supporto e senza aiuto e, soprattutto, senza neanche un supporto economico per poter avere strumenti e persone adeguate, 30 giorni per fare la due diligence e cioè l'esame accurato della situazione quantitativa e qualitativa, cioè i livelli essenziali di assistenza e situazione economico-finanziaria di tutte le aziende, di tutte le ASL e le strutture della regione Calabria. Ora, chiunque di voi ha un po' di esperienza sa che, solo per fare la due diligence di un singolo ente, ci vuole qualche mese; come è immaginabile che possa farlo una persona da sola, piazzata lì, con super poteri? Dovrebbe essere un supereroe per poter fare questo lavoro in soli 30 giorni.

Non solo. Si prevede l'affiancamento di una task-force ministeriale. Questa task-force del Ministero ha 50 mila euro…

PRESIDENTE. Deputata Lorenzin, sono costretto a interromperla di nuovo. Intanto, bisogna lasciare liberi i banchi del Governo e non avvicinarsi… poi ci sono… chiedo scusa… i deputati Maglione, Critelli, Cillis, L'Abbate… ho atteso invano che si autorichiamassero all'ordine… i deputati Ricciardi, Rospi, Fontana, qui, più vicini a noi… riusciamo a riprendere il lavoro questa mattina in maniera dignitosa? Presidente D'Uva, mi dia una mano, per cortesia… presidente D'Uva… se collabora un pochino anche lei, grazie… deputato Sisto, chiedo scusa.

Prego, deputata Lorenzin.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Così è un po' difficile, comunque, la conoscenza della materia porta la possibilità di continuare il ragionamento.

Allora, dicevo, questa task-force del Ministero, a cui si danno solo 50 mila euro, è composta dai funzionari del Ministero, che sono sempre i soliti quattro che fanno le ispezioni per tutta Italia su tutti i problemi che vengono denunciati ogni giorno nel Sistema sanitario nazionale, e cinque -dico cinque! - specialisti. Ora, perché cinque, quando c'è da mettere insieme una analisi dettagliata e aiutare e supportare un commissario su tutti i livelli essenziali di assistenza e sul tipo e la qualità delle erogazioni prestate dalla regione Calabria? L'impressione che si ha è che si siano volute fare le nozze con i fichi secchi, e questo è il leitmotiv di tutto questo provvedimento: si pongono delle figure, a cui si danno dei poteri straordinari - straordinari! - di revoca, di subentro nella nomina dei direttori generali e degli amministratori, ma non gli si danno né gli strumenti conoscitivi, né gli strumenti adeguati per poter fare un lavoro di supporto necessario a un commissario che viene mandato con questa funzione così importante e delicata in Calabria; motivo per il quale credo che, tra gli emendamenti che sono stati presentati, molti sono di buon senso e cercano quantomeno di riportare in un alveo di normalità di gestione del lavoro, lo stesso lavoro che il commissario dovrebbe compiere.

C'è, però, un grande tema: io credo che questo articolo, come altri di questo provvedimento, sia facilmente impugnabile, perché tutto il lavoro fatto in questi anni ha sempre visto un confronto molto complesso, sia con la Conferenza Stato-regioni, ma anche con la Corte costituzionale, sugli ambiti di interferenza o di sovrapposizione delle funzioni tra il lavoro del Governo e quello delle singole regioni, cioè il tema degli articoli 116 e 117, così come dell'articolo 120 della Costituzione sulle clausole di supremazia, è tutto sul tavolo, è ancora qui, non è stato risolto con il referendum e sicuramente non viene risolto con una norma di rango ordinario, che dovrebbe superare una norma costituzionale. Rischiamo, quindi, di fare un lavoro, che poi i cittadini si aspettano, le strutture sanitarie si aspettano, ma che poi, nella realtà, non vedrà cambiare assolutamente niente.

Andiamo avanti con l'articolo. Questo decreto, poi, ha l'ambizione di mettere mano a uno dei problemi principali che noi abbiamo nella sanità e nel sistema sanitario nazionale, e cioè il blocco del turnover: la carenza, da un lato, dei medici e degli operatori sanitari, non solo dei medici, che viene denunciata da più parti e ormai è allo stato dell'arte nel lavoro delle amministrazioni sanitarie e, dall'altro, lo sblocco del turnover, che permette l'ingresso anche di nuovi specialisti. Ecco, qua siamo al paradosso, dove il decreto-legge nega gli effetti di una legge che è stata approvata pochi mesi fa, e cioè quella di “quota 100”. Questo Parlamento, la maggioranza, ha votato “quota 100”, permettendo l'anticipo di pensionamento a moltissimi italiani. Chi sono questi italiani? Molti di questi sono medici del Servizio sanitario nazionale, i quali possono andare in pensione anticipatamente di due anni. Che cosa vi sareste aspettati? Che avremmo avuto quello che ci era stato detto, e cioè una apertura e la sostituzione di questi posti di lavoro dei medici che vanno in pensione con nuovi posti di lavoro, quindi nuovi concorsi per i medici, l'assunzione e la stabilizzazione dei medici, l'apertura delle specializzazioni e, quindi, un aumento delle borse di studio per le specializzazioni. Non c'è niente di tutto questo! C'è il paradosso che noi, cosa facciamo? Li mandiamo in pensione due anni prima e poi chiamiamo per emergenza, legittimando la norma veneta, i medici andati in quiescenza, cioè i medici in pensione. Quindi, da una parte, li pensioniamo due anni prima e, dall'altra parte, riprendiamo i pensionati a lavorare: mi sembra che questa non sia la soluzione per il Sistema sanitario nazionale e tanto meno riguarda minimamente i giovani medici italiani, che continuano ad andare a lavorare strapagati nel resto del continente europeo. E quindi il problema rimane sul tavolo enorme e gigantesco.

Anche lo sblocco del turnover, così come è presentato adesso, andatevelo a leggere attentamente. Che cosa dice questa norma? Le regioni che non sono in piano di rientro possono assumere in base allo sblocco del turnover; le regioni in piano di rientro, cioè le regioni in sofferenza economica, tutte le regioni del sud Italia, non possono assumere neanche un medico, neanche uno, e quindi il paventato sblocco del turnover che avrebbe dovuto far entrare migliaia di nuovi medici nei ranghi del Servizio sanitario nazionale vale solo per le regioni del nord, come se il Sistema sanitario nazionale non fosse un unico complesso sistema. Così, ancora una volta, continuiamo a dare ossigeno giustamente alle regioni del nord, pensando che per le regioni del sud il problema sia solo quantitativo. Siamo cioè ritornati ad una visione della sanità della Ragioneria generale dello Stato: la sanità si fa al MEF e non si fa al Ministero della Salute e non c'è alcuna visione di politica sanitaria nel provvedimento: nessuna! C'è soltanto un'analisi dei costi. Al sottosegretario che ieri è venuto in Commissione bilancio ho fatto una domanda; gli ho detto: mi scusi, mi dice se per assumere nuovi medici e per fare lo sblocco del turnover c'è un euro in più? Gliel'ho chiesto tre volte e tre volte mi ha detto: no, è isorisorse. Sappiamo tutti che al Fondo manca più di un miliardo e che c'è il rinnovo del contratto, tanto è vero che nella legge di bilancio si erano vincolati 2 nuovi miliardi al Patto della salute: peccato che il Patto della salute non è stato fatto; il rinnovo dei contratti sta ancora lì e sono 850 milioni e in più abbiamo tutte le spese di gestione tra cui le spese dovute al fatto che dobbiamo assumere nuovo personale. Non si fanno le nozze con i fichi secchi. Il provvedimento crea aspettative che non riesce a portare avanti ed è un problema concreto, pratico del funzionamento del Servizio sanitario. Anche i meccanismi che sono paventati in una serie di emendamenti, come il fatto di prendere gli esternalizzati, sono soltanto elementi di tampone. Abbiamo necessità di metterci ad assumere di nuovo medici e lo sblocco del turnover della sanità non è uno spreco: per i fabbisogni non abbiamo bisogno di aspettare i nuovi calcoli al 2021 e così di rimandare alle prossime leggi di bilancio. Il calcolo dei fabbisogni è già stato fatto: è alla direzione programmazione del Ministero della Salute, ci hanno lavorato due anni insieme anche al Ministero dell'Economia e delle finanze anche in base ai calcoli dei pensionamenti. Quindi, se si vuole fare, si fa e non si rinvia a un fantomatico 2021, facendoci una conferenza stampa dove si annuncia che è stato risolto il problema dello sblocco del turnover. Così come non è stato risolto il problema delle borse di specializzazione e, quindi, di come si dà adito alle nuove specializzazioni.

Però il provvedimento fa una cosa: poiché mancano i medici, oltre a prendere quelli in pensione, si dice anche, sapete che c'è, aumentiamo il numero dei pazienti ai medici di medicina generale e ai pediatri, cioè te ne do di più. Ma ti pago di più? Si rinvia tutto alla contrattazione collettiva. Ma tu mi garantisci che stai facendo il lavoro che devi fare? A meno che tu non pensi che, per ogni paziente che hai, tu gli dedichi cinque minuti al giorno, a visita; che il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta visita solo a studio e non va a casa, cioè non fa tutto il lavoro di cure primarie, di presa in carico del paziente anche fuori dallo studio, cioè a domicilio, che è l'unico lavoro che può fare per scaricare le spese dagli ospedali, far funzionare le cure primarie, far funzionare la medicina del territorio e non portarci tutto nell'ospedale che diventa il cul de sac in cui va a finire tutta la richiesta, il fabbisogno, le necessità di salute dei cittadini, in particolare in quelle regioni del sud che sono ancora una volta penalizzate dal provvedimento.

Dico l'ultima cosa perché il capolavoro è stato fatto su AIFA perché, per giustificare una nuova governance dell'Agenzia del farmaco, e, quindi, la nomina di un direttore scientifico e di un direttore amministrativo, cosa legittimissima di una riorganizzazione, si dice nel testo di legge in Gazzetta, che c'è una carenza di medicinali in Italia, che c'è un'emergenza: viene detto qui, in questo provvedimento…

PRESIDENTE. Si avvii a concludere.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). …e come si pagano questi due nuovi dirigenti? Sopprimendo delle figure di seconda fascia, cioè così si fa la riorganizzazione di un'agenzia che gestisce 37 miliardi di spesa farmaceutica in Italia, cioè pizza e fichi, non trovando neanche 200 mila euro…

PRESIDENTE. Concluda.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). …all'interno del sistema per immaginare una nuova riorganizzazione, se uno la vuole fare (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede d'intervenire invito la relatrice e il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo unico del disegno di legge di conversione.

DALILA NESCI, Relatrice. Presidente, la Commissione esprime parere contrario, all'articolo 1, sugli identici emendamenti 1.3 Santelli, 1,4 Ferro e 1.5 Viscomi; e sugli emendamenti 1.1 Maria Tripodi; 1.7 Viscomi e 1.8 Viscomi che è stato ritirato.

PRESIDENTE. Sì, è ritirato.

DALILA NESCI, Relatrice. All'articolo 2, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 2.1 Santelli; 2.2 Viscomi; 2.3 Viscomi; 2.4 Carnevali; e sull'articolo aggiuntivo 2.01 Ferro; 3.39…

PRESIDENTE. Articolo 3, quindi 3.39 Siani.

DALILA NESCI, Relatrice. Emendamento 3.39 Siani parere contrario; 3.102 Santelli contrario; 3.31 Carnevali contrario; identici 3.2 Rostan, 3.9 Santelli, 3.30 Bruno Bossio e 3.105 Bellucci contrario; 3.21 Ferro contrario; identici emendamenti 3.10 Santelli, 3.24 Ferro, 3.32 Viscomi contrario; 3.25 Ferro contrario; 3.26 Ferro contrario; 3.27 Ferro contrario; 3.11 Santelli contrario; identici 3.3 Rostan, 3.5 Maria Tripodi e 3.22 Ferro contrario; 3.12 Santelli contrario; 3.33 Viscomi contrario; 3.13 Santelli contrario; 3.6 Santelli contrario; 3.23 Ferro contrario; identici emendamenti 3.1 Rostan e 3.103 Santelli contrario; 3.28 Ferro contrario; identici emendamenti 3.4 Rostan e 3.34 De Filippo contrario; 3.35 Viscomi contrario; identici emendamenti 3.15 Santelli, 3.29 Ferro contrario; identici 3.14 Cannizzaro e 3.106 Bellucci contrario; 3.16 Santelli contrario; 3.100 Stumpo contrario; 3.36 Viscomi contrario; 3.7 Maria Tripodi contrario; 3.37 Carnevali contrario; 3.300 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento favorevole. Ricordo che c'è un altro fascicolo…

PRESIDENTE. Emendamento 3.300 favorevole, quindi.

DALILA NESCI, Relatrice. Emendamento 3.140 D'Ettore contrario; 3.101 Stumpo contrario; identici emendamenti 3.17 Santelli e 3.107 Bellucci contrario; 3.18 Santelli contrario…

PRESIDENTE. Identico all'emendamento 3.20 Ferro, giusto?

DALILA NESCI, Relatrice. Emendamento 3.18 Santelli che è identico al 3.20 Ferro contrario.

Per quanto riguarda l'articolo 4, emendamento 4.1 Ferro contrario; 4.100 Nappi favorevole.

PRESIDENTE. Quindi c'è il subemendamento - chiedo scusa - 0.4.100.1 Carnevali?

DALILA NESCI, Relatrice. Contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 4.100 Nappi con riformulazione, giusto?

DALILA NESCI, Relatrice. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Ci deve dire la riformulazione, collega.

DALILA NESCI, Relatrice. Mi scusi, ho sbagliato. Il parere sull'emendamento 4.100 Nappi è favorevole e poi passiamo all'articolo 5. Avevo letto male io...

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole senza riformulazione?

DALILA NESCI, Relatrice. E' riformulato.

PRESIDENTE. Allora, ci deve leggere la riformulazione.

DALILA NESCI, Relatrice. La leggo (mi perdoni, Presidente). Allora: “dopo il comma 1, aggiungere il seguente: 1-bis. Nei casi di decadenza ai sensi del comma 1 e in ogni altro caso di vacanza degli uffici di direttore sanitario o di direttore amministrativo, l'Ente pubblica nel proprio sito Internet istituzionale un avviso finalizzato ad acquisire la disponibilità ad assumere l'incarico. Qualora, trascorsi 15 giorni dalla pubblicazione, non sia pervenuta alcuna manifestazione di interesse, tale incarico può essere conferito anche a soggetti non iscritti negli elenchi regionali di idonei, di cui all'articolo 3 del decreto legislativo n. 171 del 2016, che siano in possesso di comprovata esperienza nelle discipline oggetto dell'incarico”.

PRESIDENTE. Quindi, con questa riformulazione il parere è favorevole. L'articolo 5?

DALILA NESCI, Relatrice. Identici emendamenti 5.3 Ferro e 5.6 Carnevali, contrario; 5.100 Stumpo, contrario; 5.101 Cannizzaro, contrario; 5.7 Viscomi, contrario; 5.8 Carnevali, contrario; 5.5 Ferro, contrario; identici emendamenti 5.1 Santelli e 5.9 Viscomi, contrario.

Passo ora all'articolo 6.

PRESIDENTE. Sta bene.

DALILA NESCI, Relatrice. Identici emendamenti 6.2 Rostan, 6.16. Bruno Bossio e 6.102 Ferro, contrario; emendamenti 6.11 e 6.10 Ferro, 6.20 Bond, 6.5 Santelli, 6.103 e 6.4 Cannizzaro, 6.13 Ferro, 6.17 Viscomi e 6.100 Stumpo, parere contrario.

Emendamento 6.6 Santelli, parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, non è più accantonato ma il parere è favorevole.

DALILA NESCI, Relatrice. Sì, Presidente. Emendamenti 6.101 Stumpo, 6.7 Santelli, 6.18 Rizzo Nervo, 6.12 e 6.14 Ferro, 6.8 Santelli, 6.15 Ferro e 6.104 Santelli, contrario; identici emendamenti 6.1 Rostan e 6.19 Bruno Bossio, contrario; 6.9 Cannizzaro, contrario.

Emendamento 7.100 Massimo Enrico Baroni, favorevole.

Emendamento 8.1 Viscomi, contrario

Emendamenti 10.3 Carnevali, 10.2 e 10.1 Maria Tripodi e 10.4 Viscomi, contrario.

PRESIDENTE. Articolo 11.

DALILA NESCI, Relatrice. Per il momento accantoniamo le proposte emendative riferite all'articolo 11 perché dovrà essere riconvocato - glielo anticipo - il Comitato dei nove. Quindi, andiamo all'articolo 12.

PRESIDENTE. Quindi, superiamo tutte le proposte emendative riferite all'articolo 11, compreso l'articolo aggiuntivo 11.060 Rizzo Nervo?

DALILA NESCI, Relatrice. Sì, Presidente, tutto.

PRESIDENTE. Andiamo all'articolo 12, allora.

DALILA NESCI, Relatrice. Sì, a pagina 23 del fascicolo.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, o esprime i pareri o ci fermiamo…

PRESIDENTE. È accantonato l'articolo. Intanto, si possono esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 12 (Commenti del deputato Fiano). Le chiedo di pazientare.

DALILA NESCI, Relatrice. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Collega Fiano, ci faccia capire: qual è il problema? A lei la parola.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Premetto che altre volte per prassi si procede con i pareri per articolo, ma comunque va benissimo procedere con i pareri su tutto il provvedimento; però, siccome la relatrice annuncia che avranno bisogno di un'interruzione e noi non sappiamo quali saranno le decisioni né le materie trattate nel corso dell'interruzione, abbiamo i pareri fino all'articolo 10 e adesso ci interrompiamo. Noi non sappiamo che cosa deciderà il Comitato dei nove e neanche lei lo sa.

Ci interrompiamo su un articolo su cui le decisioni del Comitato dei nove potrebbero avere conseguenze anche sui pareri conseguenti all'articolo 11 e, dunque, ci fermiamo. Cioè, non è che noi diamo i pareri a intermittenza.

Dunque, o la collega relatrice - e non dico certo per responsabilità sua - è in grado di dare i pareri su tutte le proposte emendative o io voglio avere il quadro completo. Se il quadro completo, visto che lei non ha ritenuto opportuno procedere articolo per articolo, non si può avere, ci fermiamo finché il quadro dei pareri è sicuro.

Io non so cosa succederà dopo la riunione del Comitato dei nove. Dunque, o i pareri su tutto oppure ci fermiamo. Ovviamente, spetta a lei la decisione, ma secondo me sarebbe più corretto così.

PRESIDENTE. Deputato Fiano, la sua osservazione è lineare, ma la prassi sui decreti-legge dice una cosa diversa; cioè, il Regolamento, oltre che la prassi - chiedo scusa – prevede che non ci sia l'espressione dei pareri articolo per articolo ma ci sia in blocco, così come stiamo facendo.

Oltretutto, se non fossimo d'accordo così, alla proposta di accantonamento si dovrebbe procedere con una votazione, con l'intervento di un oratore a favore e uno contro e si va avanti, ma quando ci arriveremo. Adesso, continuiamo con l'espressione dei pareri.

DALILA NESCI, Relatrice. A pagina 23, articolo 12…

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, ho chiesto di parlare sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Aspetti relatrice. Deputato Enrico Borghi, abbiamo già fatto un richiamo sull'ordine dei lavori con il suo collega Fiano. Io la faccio parlare, però ci sono oltre 120 votazioni e cerchiamo di non replicare su interventi già fatti e su cui già c'è stata un'espressione da parte della Presidenza.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente. Naturalmente, non intendo in alcun modo sindacare il suo lavoro e il suo giudizio. Il mio intervento è solo per far rilevare un dato di carattere strettamente tecnico che, però, porta con sé una considerazione di carattere politico e, cioè, che l'interruzione che, in questo caso, verrebbe proposta è suffragata dal fatto che fino all'articolo 10 si sta discutendo del Capo I, che è relativo alle disposizioni urgenti del servizio sanitario della regione Calabria.

Ora, la relatrice ci chiede, invece, di accantonare l'articolo 11, che non parla più della vicenda della regione Calabria, ma pone disposizioni urgenti in materia di salute sull'intero territorio nazionale.

Quindi, in questo senso potrebbe avere una sua legittimità la richiesta di accantonamento. Poi, se qualcuno vuole tirare delle conclusioni politiche possiamo anche dire che, probabilmente, rispetto a questo articolo 11 c'è una contraddizione all'interno della maggioranza che in queste ore si sta cercando di dirimere.

PRESIDENTE. Prendo atto della sua valutazione politica. Se il Partito Democratico insiste… in realtà, qui siamo soltanto in presenza di una proposta della relatrice. Quindi, l'accantonamento lo voteremo quando arriveremmo all'articolo 11. Vada avanti, deputata Nesci.

DALILA NESCI, Relatrice. Allora, pagina 23, articolo 12. Emendamenti 12.20 Carnevali e 12.10 Ubaldo Pagano, parere contrario. Subemendamento 0.12.200.1 D'Arrando, parere favorevole. Emendamento 12.200 della Commissione, favorevole.

Identici emendamenti 12.3 Pedrazzini, 12.21 De Filippo e 12.101 Bellucci, parere contrario; identici emendamenti 12.4 Pedrazzini, 12.23 De Filippo e 12.104 Bellucci, parere contrario; emendamenti 12.24 De Filippo, 12.105 Bellucci, 12.22 Carnevali, 12.102 Bellucci, 12.25 Carnevali, 12.100 Bond e 12.26 De Filippo, parere contrario.

Emendamento 12.11 Ubaldo Pagano, parere contrario. Emendamento 12.27 De Filippo, parere contrario. Emendamento 12.28 De Filippo, parere contrario. Emendamento 12.30 Carnevali, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 12.18 Ferro è inammissibile.

DALILA NESCI, Relatrice. Emendamento 12.33 De Filippo, parere contrario. Identici emendamento 12.8 Novelli e 12.35 De Filippo, parere contrario. Emendamento 12.32 De Filippo, parere contrario. Emendamento 12.107 Novelli, parere contrario. Emendamento 12.34 Carnevali, parere contrario. Emendamento 12.38 Ubaldo Pagano, parere contrario. Emendamento 12.36 Rizzo Nervo, parere contrario. Emendamento 12.37 Schirò, parere contrario.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 12.0100 Trizzino è inammissibile.

DALILA NESCI, Relatrice. Articolo aggiuntivo 12.0101 Carnevali, parere contrario. Articolo aggiuntivo 12.0102 Carnevali, parere contrario. Articolo aggiuntivo 12.0103 Carnevali, parere contrario.

Passiamo agli emendamenti all'articolo 13. Emendamento 13.102 Novelli, parere contrario. Emendamento 13.51 Carnevali, parere contrario. Emendamento 13.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Emendamento 13.52 Carnevali, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 13.105 Mandelli è inammissibile. Come anche il successivo, 13.100 Boldi.

DALILA NESCI, Relatrice. Passiamo allora all'articolo 14. Emendamento 14.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

Articolo 15. Emendamento 15.1 Santelli, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Sta bene.

Intanto salutiamo gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore “Di Poppa-Rozzi” di Teramo, che stanno assistendo ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico (Applausi).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.3 Santelli, 1.4 Ferro e 1.5 Viscomi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Santelli, 1.4 Ferro e 1.5 Viscomi...

Revoco l'indizione della votazione perché il deputato Viscomi intende prendere la parola.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Viscomi. Ne ha facoltà. Non l'avevo vista.

ANTONIO VISCOMI (PD). Presidente, pochissimi secondi per riprendere le ragioni di questo emendamento soppressivo, che non è una sorta di clausola di stile che si è soliti fare in Aula. L'emendamento soppressivo nasce da ragioni di merito e di metodo, che noi abbiamo cercato di esprimere sia nella questione pregiudiziale di costituzionalità sia nella discussione generale che si è svolta lunedì.

Sul piano del metodo, e quindi della legittimità, ribadiamo la contrarietà alla Costituzione di questo decreto-legge, e soprattutto del Capo I del decreto-legge, non soltanto agli articolo 116 e 117: soprattutto all'articolo 120 sull'esercizio dei poteri sostitutivi da parte del Governo centrale rispetto ai governi locali, ricordando in questa sede anche la posizione comune assunta da tutti i presidenti delle regioni nella sede propria della Conferenza delle regioni.

E vorrei ricordare che l'articolo 8 della legge n. 131 del 2003 prevede il rispetto del principio di leale collaborazione e del principio di proporzionalità anche nell'esercizio dei poteri sostitutivi.

Ma poi c'è una ragione di merito. Riteniamo che questo decreto-legge sia una terapia sbagliata per una malattia che ci può anche essere, c'è sicuramente, ma la terapia è sbagliata perché fa una diagnosi sbagliata: attribuisce la responsabilità dello sfascio della sanità in regione Calabria alla questione dei commissari, e quindi attribuisce al commissario ad acta un superpotere di nomina dei commissari straordinari delle aziende.

Io non credo sia un problema di chi nomina chi, il problema della sanità in regione Calabria: è un problema di fondi, di risorse; è un problema soprattutto di organizzazione, e di organizzazione in questo decreto-legge non c'è traccia. Tant'è - a dimostrare che non c'è traccia della consapevolezza dei profili organizzativi in questo decreto - che il Governo ha dovuto introdurre in Commissione un emendamento per portare in Calabria una sorta di unità di crisi speciale per la regione Calabria, composta dai funzionari, dai soliti quattro, come diceva prima l'onorevole Lorenzin, da cinque esperti che in 30 giorni dovrebbero fotografare e dare le diagnosi di tutto il sistema sanitario calabrese. Veda, è proprio l'istituzione della task force che dimostra da un lato il senso di colpa, diciamo così, del Governo, che della dimensione organizzativa non si fa carico, ma dimostra soprattutto la logica ragionieristica di questo provvedimento. Come diceva prima – ripeto le sue parole – l'onorevole Lorenzin, la sanità è governata dal MEF piuttosto che dal Ministero della Salute, come vedremo negli emendamenti e negli articoli successivi.

Proprio per queste due ragioni, di merito e di metodo, la richiesta di sopprimere l'articolo non è una richiesta di stile, ma è una logica conseguenza della violazione delle norme costituzionali in materia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, la soppressione dell'articolo 1, che significherebbe sostanzialmente sopprimere il cuore di questo decreto-legge, un decreto che è contestato, come già diceva il collega precedentemente, sia da un punto di vista strettamente costituzionale… E anche qui non è una formula di rito. Lo dico ai colleghi che non conoscono la situazione della regione Calabria: noi arriviamo da ormai 10 anni in cui non c'è un ente-regione che gestisce la sanità, ma c'è una corresponsabilità, piena, dei Governi che si sono succeduti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io ritengo che mai, mai (lo dico anche alla collega Lorenzin), mai la sanità in Calabria ha vissuto un momento più buio come nei precedenti quattro anni, quando abbiamo vissuto la guerra di potere logorante fra la regione Calabria e i commissari mandati da un Governo omogeneo a quello della regione Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Guerra di potere. Mai si è discusso di cose concrete sulla sanità: guerra esclusiva di potere, con figure inviate da Roma a gestire tutte le vicende di poltrone, con corresponsabilità (e lo dico alla collega Nesci e al Governo e al Ministro Grillo, che oggi fa questo decreto), con responsabilità enormi dell'Agenzia nazionale Agenas, coloro i quali sono i vincitori assoluti di questo decreto. Cioè il Governo insediato oggi fa un decreto che è un decreto esclusivamente di potere e di poltrone, chiamando alle responsabilità di gestione esattamente i responsabili principali del dissesto della sanità in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Semplicemente per ribadire a quest'Aula, che evidentemente probabilmente conosce la questione della sanità in Calabria soltanto per sentito dire. Ribadisco quello detto dai colleghi precedentemente: sono dieci anni che la sanità in Calabria è gestita attraverso un commissario dei Governi nazionali, e oggi questo Governo del cambiamento, per modificare le cose, dà i superpoteri ad un commissario che è venuto in audizione in Commissione affari sociali semplicemente a piangere sui problemi della sanità in Calabria senza dare alcune risposte.

La verità, anche attraverso il superamento dell'albo nazionale, è che si vogliono nominare semplicemente dei direttori amici degli amici. Quindi, l'emendamento soppressivo è importante, perché questo è un decreto-legge di potere del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, per associarmi a quanto detto dai colleghi che mi hanno preceduto, e rispetto soprattutto ad una richiesta di abrogare quello che poi rappresenta l'ossatura di questo decreto-legge: mi riferisco al Capo I di questo decreto, in quanto in violazione della Costituzione.

Pensavo a questi dieci anni di una Calabria da sempre commissariata, sempre commissariata sulla base di appartenenze politiche, sempre con l'intenzione più che di guardare ai calabresi e a coloro che hanno bisogno di cure soltanto ad occupazioni di poltrone.

Quello che mi lascia sinceramente perplessa e preoccupata, considerato che questa proposta emendativa, seppur con piccole differenziazioni, posta da tutte le opposizioni, è pensare che sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico.

Ritengo che ci vorrebbe una giusta riflessione rispetto a quanto più volte detto nella Conferenza Stato-regioni dagli enti che hanno comunque, ovviamente, capacità di manovra, soprattutto in quanto detentori di parte di quel settore, ma soprattutto dire al Ministro Grillo che il decreto passerà alla storia, come già è avvenuto nel recente passato, come un decreto che, invece di aiutare i calabresi, affosserà i calabresi, che hanno bisogno, purtroppo, di emigrare per potersi curare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

DALILA NESCI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI, Relatrice. Presidente, spiego perché sono irricevibili i soppressivi: perché i soppressivi praticamente negano l'emergenza della situazione della sanità calabrese, quindi sopprimere questo articolo significa negare l'evidenza. Abbiamo agito nel rispetto della Costituzione, dell'articolo 120, si è superata anche la pregiudiziale di costituzionalità in questo senso. Ricordo che i livelli essenziali di assistenza in Calabria sono i più bassi d'Italia, con un ponteggio a 136, quando il minimo è previsto nel numero di 160. Dunque, non si può andare a negare, e purtroppo devo dire che hanno parlato per lo più personalità che hanno avuto anche incarichi di Governo e incarichi regionali, dunque conoscono bene la situazione del passato, di questi più di dieci anni di commissariamento che ci sono stati sia con Governo di centrodestra che di centrosinistra.

Si è scelto di agire nei pieni poteri che la Costituzione dà per cercare di risollevare i livelli essenziali di assistenza e dando degli strumenti, attraverso queste misure appunto speciali, alla Calabria per un periodo limitato di diciotto mesi. Quindi, non c'è nessun abuso, nessun tentativo di sovvertire la democrazia, ma di aiutare i servizi a risollevarsi e a creare condizioni affinché la sanità calabrese possa tornare alla normalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, è che a volte la pezza che si prova a mettere è peggiore del buco, nel senso che non si può dire che è irricevibile quando poi abbiamo assistito a una quantità industriale di pareri contrari da parte della relatrice e della maggioranza e si è dato parere favorevole ad un solo emendamento dell'opposizione e a quelli della Commissione, per cui l'irricevibilità viene per una volontà politica. E la contrarietà sta nel fatto che si sta scrivendo un decreto - che qualcuno approverà e se ne assumerà la responsabilità - che è un decreto politico, che non va ad incidere sui problemi atavici della sanità calabrese e dei cittadini calabresi riguardo la sanità.

Noi abbiamo tutti un punto di vista - a prescindere dall'essere cittadini calabresi o dall'essere stati eletti in Calabria - dei problemi della sanità, però non bisogna esagerare neanche con le bugie, perché questo commissariamento sta avvenendo su dei dati che sono stati in qualche modo anche contestati da quelli che hanno gestito la sanità calabrese. Per esempio, mi riferisco ai LEA: oggi ci è stato detto che i LEA sono a 134 punti, ma c'è un documento che dice che sono a 161, un punto sopra il limite effettivo. E anche fossero a 161, la sanità calabrese ha serissimi problemi, per cui non siamo qui a discutere della gravità della sanità calabrese, ma a provare a migliorare un decreto che non è fatto per risolvere i problemi dei cittadini, prima di tutto calabresi, ma soltanto per occupare alcune postazioni.

Negli emendamenti successivi, se dobbiamo agire in questo modo, inizieremo anche a dire quali sono i punti di occupazione della sanità che si vogliono fare (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà, per un minuto.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, credo sia importante sottolineare anche alla relatrice Nesci, alla quale si può riconoscere il lavoro fatto in Commissione anche nello spirito della valutazione emergenziale del provvedimento, che nessuno nega questa emergenza, che conosciamo bene, ma una cosa è l'emergenza che comporta una serie di provvedimenti volti a far fronte alla situazione che si è creata in Calabria - e non è certamente questo provvedimento che la risolve - altro è esautorare completamente le regioni da ogni compito in materia di sanità, con un vulnus che è chiarissimo alle garanzie costituzionali e alle prerogative costituzionali della regione. Questo provvedimento, in questa prima parte, ha natura incostituzionale; bisognava farlo in modo tale da consentire una partecipazione, una leale collaborazione fra Stato e regioni nell'ambito di quelle che sono le regole, sia di legge ordinaria, sia di norme costituzionali. Questo è il tema di fondo, che voi tentate di superare e sul quale sicuramente questo provvedimento si fermerà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bond. Ne ha facoltà, per un minuto.

DARIO BOND (FI). Presidente, le considerazioni che faccio sono relative alle audizioni che abbiamo fatto in Commissione e mi appello alla relatrice perché quando abbiamo sentito AgeNaS, che ha fatto un intervento dimostrando l'operatività che doveva portare in Calabria, la stessa relatrice scuoteva la testa: giusto? Allora, in 40 secondi dico che gli strumenti che stiamo per usare ed impiegare sono assolutamente inefficienti rispetto alla cura che dobbiamo applicare. Dobbiamo responsabilizzare di più le istituzioni calabresi a partecipare alla gestione della sanità calabrese; se facciamo ciò dall'esterno sarà sempre qualcosa di non vissuto e soprattutto di obbligato, senza nessun risultato economico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.3 Santelli, 1.4 Ferro e 1.5 Viscomi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Maria Tripodi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. L'importanza di questo decreto credo che non sfugga a nessuno, perché con questo decreto noi ci occupiamo della situazione della Calabria, ma non solo e lo vedremo poi negli articoli in particolare del secondo capo. Voglio, però, sottolineare l'emendamento 1.7 Viscomi, perché noi abbiamo molto contribuito, nonostante noi pensiamo ci sia di fatto un'interdizione, rispetto a quello che può fare la minoranza, perché abbiamo già visto nei pareri che se c'è quello dei 5 Stelle allora va bene, se gli emendamenti sono proposti dai 5 Stelle va bene, mentre per tutti gli altri, a prescindere, come ho già detto in Commissione, di attenzione proprio non ce n'è per nessuno: voi andate dritti per la vostra strada, avete il vostro disegno e tutto il resto non è un problema.

Però qui - e voglio farlo notare - c'è un'incongruenza rispetto al rifiuto e al parere contrario di questo emendamento, perché noi abbiamo lottato come dei leoni per fare questo decreto, che è partito con l'idea che ci è stata spiegata per cui i livelli essenziali non vengono garantiti, e siamo riusciti a metterlo nell'ambito di applicazione all'articolo 1. Però, vedete, il punto vero è che se voi andate poi a leggere l'articolo 2, sempre il comma 1, si parla solamente ed esclusivamente - questo è il punto vero - che il commissario ad acta è lì per l'attuazione del piano di rientro. Allora, davvero non lo so: capisco che in particolare la collega Nesci non ne faccia una questione, non dico personale ma sul piano politico, quindi non una questione personale e umana, bensì una questione sul piano politico circa l'importanza di questo decreto.

Quello che non capisco - e francamente voglio una spiegazione dalla collega - ed è la preoccupazione più grande è che con questo decreto di soldi non ne mettiamo neanche mezzo: non ci sono soldi! Gli unici soldi che abbiamo recuperato riguardano una parte del payback, sul quale dite - e poi ci arriveremo all'articolo 5 - che siccome vi abbiamo sollevato un problema, cioè chi paga i debiti che sono stati accumulati fino adesso, è stato detto che una parte di quei debiti li faremo utilizzando il payback, ovvero una parte dei soldi di recupero dei payback. Tuttavia, di soldi, di fatto, per il personale, per aumentare l'acquisto di prestazioni e servizi, per aumentare le prestazioni sanitarie e quindi per raggiungere e incrementare quei livelli essenziali di assistenza, non c'è un penny: niente!

Allora, almeno, vorremmo dare come obiettivo di mandato che non ci sia solo il rientro, cioè un'azione esclusivamente di natura economico-finanziaria; l'obiettivo vero che voteremo qui è quello di ripristinare una sanità all'altezza della dignità della persona anche in regione Calabria.

PRESIDENTE. Cogliamo l'occasione per salutare e ringraziare per la loro presenza qui nelle tribune gli insegnanti e gli studenti di italiano del Dipartimento di lingue e culture internazionali della “Rice University” di Houston, in Texas (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Viscomi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

L'emendamento 1.8 Viscomi è stato ritirato prima della seduta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Santelli, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

JOLE SANTELLI (FI). Presidente!

PRESIDENTE. Posso proporle, deputata Santelli, di parlare all'emendamento successivo? La votazione è in corso da un po'.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.2 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà. Chiedo anche cortesemente, siccome le votazioni sono molte, è impossibile intervenire in maniera postuma per dare la parola a votazione iniziata. Quindi, se fosse possibile prenotarsi con un minimo di tempestività.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. Purtroppo ho sbagliato io e le chiedo scusa, però il tema che abbiamo affrontato e l'emendamento che è stato appena bocciato è un emendamento fondamentale. Noi abbiamo adesso, secondo questo decreto, esclusivamente il Governo che interviene sulla sanità in Calabria e l'esclusione dell'ente regione. Noi chiedevamo una cosa facile, e chiedo anche un ripensamento successivo in una eventuale riformulazione da parte del relatore: che il commissario possa creare un organo consultivo dove inserire i sindaci dei territori dove insistono gli ospedali, è una cosa necessitata.

Noi ci troviamo in una condizione - questo capita ovviamente in tutta Italia, da noi dove c'è un'emergenza assoluta è ancora più drammatico - in cui il sindaco, di fatto, finisce per rispondere politicamente di quello che accade in una sede ospedaliera, immaginiamo il pronto soccorso di Cosenza, immaginiamo l'ospedale di Locri come simbolo di tutto ciò, dinanzi ad una situazione sanitaria in cui non può e non ha alcuna voce in capitolo, se non quella di poter fare alcuni comunicati stampa. È possibile che questa maggioranza - e lo chiedo alla Lega, così attenta sempre alle esigenze territoriali-, è possibile che non si possa ottenere una consulta, una discussione con chi sul territorio rappresenta gli elettori, rappresenta i cittadini, per tentare almeno di valutare insieme alcune scelte? Credo che la responsabilità che si è assunta la maggioranza, ma lo dico in maniera seria, e la responsabilità che si è assunta parte dell'opposizione, specificamente il PD, ad astenersi sulla necessità di consultare i sindaci sia una responsabilità gravissima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Viscomi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Viscomi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.4 Carnevali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Di questo decreto abbiamo detto che l'obiettivo è giusto, ma la ricetta è sbagliata e spero che la collega Santelli, che ha sollevato prima un tema che si ripropone esattamente con questo emendamento, rinforzi i concetti che voglio rappresentare. Questo è un decreto che fa delle deroghe praticamente il capitolo principale, perché noi andremo in deroga a quello che vale per tutte le altre regioni. Poi in particolare la relatrice le ha motivate, dicendo: “Non c'è nessun commissario che vuole venire a mettere le mani in Calabria, non c'è nessun direttore sanitario che vuole venire in Calabria, non c'è nessun direttore amministrativo”, quindi facciamo tutto in deroga a quello che tutte le altre regioni devono fare e cioè senza un albo nazionale dove c'è un'iscrizione, dove almeno vengono valutati i criteri minimi con i quali affidiamo un progetto così importante. Qui i criteri saltano. Francamente io credo che l'affermazione che faceva sempre la relatrice prima, che diceva: “l'abbiamo fatto nel rispetto dell'articolo 120 della Costituzione” sia un parere personale, ma lo vedremo, perché, se qualcuno su questo farà ricorso, direi che siamo veramente al limite di quella che è la leale collaborazione prevista nella Costituzione, che si realizza con questo decreto. Ma c'è di più: francamente qualcuno - e non ci ha dato meno di mezza spiegazione, ed è l'obiettivo di questo emendamento - ci dice che i direttori generali sono scaduti. Va bene, non funzionano, nessun problema, se il giudizio è negativo io non sto a discutere se bisogna fare il ricambio o tutto quello che volete, però bisogna farlo senza i pareri dell'articolo 2, commi 4 e 5, del decreto legislativo n. 171, ossia i pareri della Conferenza dei sindaci. Questo decreto è un decreto che praticamente, d'imperio, stabilisce che facciamo tutto a livello centrale, senza nemmeno quel minimo di consultazione. Se è vero che ci stanno diciotto mesi - io glielo auguro, ma faccio fatica a pensare che arrivi un Mandrake che, in 18 mesi, risolva tutto - qualcuno mi deve spiegare perché facciamo una cosa invisa, contro, senza neanche sentirli, perché quel comma lì prevede “sentita”; è una cosa che non sta né in cielo né in terra, però, siccome dobbiamo fare gli imperatori, questo decreto lo facciamo a prescindere, un'altra volta, e quindi fuori anche la Conferenza dei sindaci. Non ha senso; io ho cercato di spiegare in questi quindici giorni che ci sono delle scelte, anche quando si vuole usare il braccio forte, che bisogna fare creando consenso, non pensando che basta semplicemente fare tabula rasa, mettere la Guardia di finanza, i Carabinieri e poi io non so ancora chi caspita volete portare in Calabria, perché, tra diciotto mesi, quella roba lì la dovete consegnare a qualcuno e quel qualcuno deve essere convinto, tanto quanto noi e voi, che quello che è stato fatto ha una ragione di senso. Quindi io davvero mi auguro che, invece di usare una strumentalità ideologica nei confronti delle minoranze, si guardi al merito degli emendamenti e si cambia almeno il parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà, per un minuto.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Io credo che il parere contrario su questo emendamento sia proprio l'emblema di quello che vuole fare non tanto questa maggioranza in generale, ma in particolare il MoVimento 5 Stelle e in particolare la Ministra Grillo e la deputata Nesci, cioè non solo vogliono nominare direttamente i direttori generali, ma vogliono sostanzialmente avere mano libera anche rispetto alla legge n. 171, che - ricordo ai deputati - non è una legge della Calabria, ma è una legge nazionale, che chiede il rispetto delle regole e della trasparenza, quindi supercommissario senza nemmeno le regole di trasparenza della legge n. 171: questo è il decreto che stiamo votando stamattina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. In merito alla discussione che si è appena aperta sulla cosiddetta mancata consultazione dei sindaci, mi permetto semplicemente di rilevare che già adesso, come giustamente rilevato dalla collega Bruno Bossio, la legge n. 171 del 2016 già prevede che le regioni debbano istituire, nell'atto della programmazione sanitaria e sociosanitaria, la consultazione della Conferenza dei sindaci. Questo avviene in sede di programmazione proprio dell'atto aziendale dell'ASL locale e questo dovevano farlo delle leggi regionali recepite proprio dalla legge n. 502 del 1992, che proprio stabilisce che la legge regionale disciplina la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio sanitaria. Quindi la Conferenza dei sindaci non è assolutamente esclusa, ma viene coinvolta prima di emanare l'atto aziendale. Questo è semplicemente per puntualizzare che cosa dice la legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.01 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Solo per entrare un po' nello specifico di questo emendamento, che devo dire non ha sortito nessuna possibilità di un parere favorevole. Abbiamo sempre pensato guardando a questo decreto, ancor di più fatto da un Ministro che appartiene al MoVimento 5 Stelle, che nel corso degli anni insomma ha posto grandi barricate in Calabria rispetto ai vari anni di commissariamento, che quel commissariamento andasse addirittura cancellato, mentre oggi invece viene riproposto con poteri ancora più forti e ancora più ampi. Tra le priorità di questo decreto sicuramente c'era quella di poter assicurare l'assistenza e soprattutto la tutela dei livelli assistenziali, quindi dei famosi LEA, attraverso il personale. Quindi, abbiamo proposto con questo emendamento che il commissario ad acta, nei primi 30 giorni, faccia una ricognizione dei fabbisogni del personale, nella successiva fase degli altri 30 giorni possa disporre le graduatorie del fabbisogno e procedere, ovviamente, alla sostituzione, attraverso contratti di lavoro a tempo determinato, dalle graduatorie già esistenti rispetto ai concorsi già espletati. Qualora non ci fossero le figure adatte e richieste nei concorsi espletati, a quel punto ci si può rivolgere, eventualmente, senza aggravio di spesa, alla richiesta di una terna all'Ordine dei medici e degli odontoiatri. Noi riteniamo che, senza il personale adeguato, il collasso delle strutture ospedaliere continuerà e soprattutto aumenterà sempre di più il disagio - come diceva la collega Santelli - di ospedali come Locri, ma credo che ormai tutti vivano momenti di poca tranquillità, ma soprattutto dove il cittadino non riesce ad avere le risposte che auspicavamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli… questa volta l'abbiamo vista, in ritardo sempre. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). No, in ritardo questa volta non io. Condividiamo l'emendamento presentato dalla collega Ferro, anche perché finalmente entriamo nel merito dell'organizzazione sanitaria della salute, di quello che dovrebbe voler fare questo Governo, che dice di voler fare a parole, ma non scrive nel decreto. Allora, nel momento in cui, come dice giustamente la collega, verifichiamo qual è lo stato dell'arte, organizziamoci sulla base delle necessità e sugli strumenti che si possono utilizzare. Io chiedo alla relatrice e chiedo alla maggioranza: voi vi state assumendo sulla Calabria una responsabilità enorme, voi state chiedendo i pieni poteri, ma subirete un boomerang spaventoso. Stiamo cercando, per senso di responsabilità, ma soprattutto nell'interesse dei calabresi, di correggere in alcune parti in termini migliorativi questo decreto per riportare il termine “salute” nel decreto in questione e non esclusivamente potere, poltrone, nomine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Ferro, con il parere contrario della Commissione, del Governo della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 3.39 Siani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. L'assunto di questo provvedimento, come è stato fatto notare dai tanti colleghi che hanno parlato prima di me, è il seguente, molto semplicemente: quando c'è un problema nel nostro Paese, è consentito, per risolvere quel problema, prima di mandare l'ONU e i caschi blu, bombardare le regole della Costituzione, perché solo in quel modo una emergenza, che è sicuramente evidente nel sistema sanitario calabrese, può essere risolta.

Da questo punto di vista, il decreto ha conosciuto un una sorta di crescendo rossiniano nel corso della discussione, perché, come noteranno i colleghi, con molto rispetto per il Governo e la maggioranza che, in maniera abbastanza disarticolata, sostiene questo decreto, è un crescendo, perché abbiamo visto fino ad ora come viene commissariato il commissariamento della Calabria e, da qui a qualche minuto, come verrà commissariato, ancora una volta, chi ha commissariato il commissario della Calabria, perché è prevista anche una task force, una cabina di regia, che commissaria il commissario, che a sua volta ha commissariato il commissario della Calabria. È proprio così, è un crescendo rossiniano.

Noi proviamo a intervenire con grande attenzione su alcuni articoli che sono una evidente incursione indebita nella Costituzione, che ha dislocato, fino a prova contraria e fino a modifica, la sanità su due livelli di competenza, che sono quelli regionali e quelli nazionali. Questo emendamento prova a far capire che non si può fare una strage delle regole solo perché c'è un'emergenza. Una emergenza, come abbiamo provato a far capire in Commissione e anche oggi in Aula, si affronta con serietà, senza l'ausilio di una militarizzazione sostanzialmente, perché questo è il sottinteso obiettivo almeno di una parte della maggioranza.

L'emendamento 3.39 Siani interviene sull'articolo 3, perché fa capire che, comunque, alcune regole semplici che la Costituzione prevede devono essere rispettate. Non c'è stato niente da fare fino a questo momento, speriamo che l'Aula, la maggioranza - che, ripeto, è abbastanza disarticolata su alcuni punti di questo decreto - intervenga a supporto non della posizione dell'emendamento Siani, ma a supporto della logica della Costituzione e del diritto, che viene in questo caso travolto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.39 Siani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 3.31 Carnevali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Qui andiamo a uno dei cuori dei problemi più controversi di questo decreto, perché siamo all'articolo 2, che riguarda i poteri del commissario ad acta e la nomina dei commissari straordinari che vanno in sostituzione dei direttori generali. Io ho affermato prima che questo decreto ha due grandi caratteristiche, direi l'imprinting principale: è il decreto delle deroghe ed è il decreto della quiescenza; qui possiamo stare certi che tanti che sono in pensione qui finalmente troveranno qualcosa da fare.

Ma il punto vero è che con questo in particolare - ho espresso davvero tutta la mia contrarietà a questa scelta - è che viene introdotta una modifica al decreto legislativo n. 171 del 2016 che introduce il fatto che il Commissario ad acta, per andare a scegliere chi saranno i commissari straordinari, che cioè suppliscono i direttori generali, lo fa a prescindere da quell'albo nazionale rispetto al quale, voglio ricordare a quest'Aula, non è che il Ministero, dove prima c'era la Ministra Lorenzin e adesso c'è la Ministra Grillo, e quella commissione composta da magistrati per così dire ha cambiato mestiere: continua a fare quel mestiere in cui valuta quali sono le condizioni, i criteri, la qualità delle persone che ambiscono ad avere ruoli dirigenziali nella sanità. Qui non si capisce per quale ragione, anzi l'abbiamo capita francamente benissimo, perché avete bocciato l'emendamento, su cui discuteremo ancora, che era riferito invece all'articolo 4, perché qui non solo deroghiamo al decreto legislativo n. 171 del 2016 e all'albo nazionale su cui la Commissione con i magistrati del Ministro che viene poi esposta all'albo. Voglio ricordare qui al Governo e alla presidente: non è che il punteggio non c'è; il punteggio c'è, perché quelli che vengono selezionati hanno un punteggio. Però, siccome c'è stato un problema delle regioni che pensavano che la propria libertà fosse stata lesa, essendo materia concorrente, sul sito lo trovate in ordine alfabetico: sono più di 700 persone che hanno superato quella prova. Ritengo che tra quelle 700 persone - sappiamo che spesso le nomine, diciamo così, sono fiduciarie - forse qualcuno disponibile ad andare in Calabria per diciotto mesi, secondo me, c'è, visto che vale anche come graduatoria di merito e metteremo una medaglia al valor civile.

Ma il punto è - insisto - che non hanno derogato, ma introducete quella parolina che cambia tutto, che dice “anche” e che quindi se è “anche”, possiamo andarli a prendere anche in quiescenza. La cosa più assurda degli assurdi è che “con comprovata… esperienza, in particolare in materia di organizzazione… o di gestione aziendale”. Almeno la fantasia è un criterio unico che vale su tutto il territorio dice anche che qualcuno certifica la comprovata esperienza: basta andare a prendere il decreto legislativo n. 171 del 2016, che naturalmente non avete neanche letto, cosa dice alla lettera a) e alla lettera b) e magari anche gli obblighi insomma che ci sono dalle altre parti. Qui, invece, facciamo carta straccia di tutto perché a noi interessa in particolare che le scelte saranno fatte dal Commissario ad acta nominato dal Ministero e che naturalmente esiste un ragionamento che in questo caso non è politico ma si chiama fiducia e vale: però, non vale per la fiducia che vale per gli altri. Per cui qui facciamo le conferenze stampa dove diciamo che vogliamo il merito per le regioni; però non vogliamo il merito invece per quanto riguarda i direttori generali che mettiamo lì.

Guardate, non ho una rigidità su migliorare la trasparenza, su premiare il merito, ma se vogliamo parlare di merito vale quando queste nomine le fa la Ministra Grillo come deve valere quando queste nomine le fanno anche le altre regioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non può essere che da una parte andate a blandire la questione del merito e della trasparenza e, dall'altro, volete mano libera e neanche avete voluto i criteri minimi che sono praticamente nazionali e che valgono su tutto il territorio. Allora, questa cosa qui si riduce a una sola cosa.

PRESIDENTE. Concluda.

ELENA CARNEVALI (PD). Si riduce semplicemente alla volontà - concludo - di fare un emendamento che più mi dispiace dirlo un manifesto: io mi auguro che non avvenga. Ma sia un manifesto e soprattutto la possibilità di lasciare mano libera alla Ministra Grillo e al suo Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il 18 aprile scorso a Reggio Calabria si è consumato l'ennesimo teatrino, l'ennesimo spettacolo del Governo giallo-verde perché il Governo proprio il 18 aprile, arrivando a Reggio Calabria, dopo le consuetudini insomma i selfie ai bronzi di Riace, al Museo della Magna Grecia, alla passeggiata sul chilometro più bello d'Italia da parte di tutti i Ministri e del Presidente Conte, si è riunito in pochi minuti, ospitati dai locali della prefettura di Reggio Calabria, per licenziare quello che è il decreto Calabria sulla sanità, che oggi voi tenterete di convertire, convertirete chiaramente in legge dello Stato.

Lo ponete come la soluzione: arriva il Governo giallo-verde in Calabria come il salvatore della patria. Siete bravi, bravissimi a comunicare tale messaggio: peccato però che poi nella sostanza, nel corpo del testo, dite completamente l'opposto e attuate azioni che vanno contro la volontà dello stesso decreto-legge. Allora, mi pare di capire che il decreto-legge vada a criminalizzare in maniera assolutamente precisa anche la parte buona della sanità calabrese, anche la sanità pulita. Infatti anche in questa occasione mi piace ricordare in quest'Aula che in Calabria esiste una sanità pulita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), una sanità buona. Certo, chiaramente il messaggio che è passato a livello nazionale e anche oltre negli ultimi mesi è certamente negativo perché sono stati immortalati momenti disastrosi come, ad esempio, l'ospedale di Locri, altri ospedali delle altre province calabresi compreso quello della città di Reggio Calabria. Ma vi posso assicurare che c'è una parte buona, una sanità buona che tutti i giorni sopperisce anche alle lacune della sanità pubblica e mi riferisco alle strutture private che voi con il decreto-legge metterete in ginocchio e costringerete anche i privati, le aziende private a licenziare tantissimo personale qualificato che oggi rappresenta anche l'eccellenza della sanità in Italia. E allora noi, attraverso l'attività emendativa, il nostro potere, abbiamo cercato di contribuire, di apportare miglioramenti al testo e non lo abbiamo fatto solo ed esclusivamente per partecipare e per dire che ci abbiamo provato a chi comunque ci ha sottoposto le istanze che provengono dal territorio. Lo abbiamo fatto convintamente per cercare di apportare miglioramenti al testo che definiamo assolutamente scellerato perché comunque si pone in un modo che è assolutamente contrario rispetto alla volontà di alcuni esponenti del MoVimento 5 Stelle che peccato però professino ed evidenzino i danni del passato che chiaramente ci sono e certamente sono attribuibili anche ad una parte politica che in questo momento sta governando la regione Calabria come il Partito Democratico. Peccato però che già il MoVimento 5 Stelle abbia indicato i nuovi dirigenti della sanità calabrese e vi do una notizia, per il suo tramite Presidente, al Governo e quindi attraverso il sottosegretario, avete nominato soggetti che, negli anni precedenti, hanno già contribuito allo sfascio della sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è una gravità inaudita. Quindi, fatemi la cortesia: non vi ponete come i salvatori della patria e della sanità calabrese in Calabria perché non lo siete affatto. Il decreto-legge mira a mettere ancora di più la sanità calabrese in ginocchio; non avete per nulla considerato il ruolo dei sindaci che sono lì insomma quotidianamente a portare quelle che sono anche le istanze anche in questo comparto del territorio. Avete mortificato e continuerete a farlo nel momento in cui approverete…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). …definitivamente il decreto-legge e mi avvio a concludere, Presidente. Allora mi auguro che, nelle prossime ore, la relatrice, l'onorevole Nesci, e il Governo possano collaborare, tentare di collaborare, perché mi rendo anche conto che è difficile tra gli amici della Lega, che tra l'altro sostengono alcuni nostri emendamenti,…

PRESIDENTE. Concluda per favore.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). …e il MoVimento 5 Stelle, che non ne vuole sapere, quindi è difficile trovare una sintesi. Però mi auguro e auspico che, nelle prossime ore, possano rivedere gli emendamenti proposti da Forza Italia che porterebbero eventualmente a un miglioramento al testo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo ora su questo emendamento anche perché ce ne saranno altri che sulla parola “anche” continueranno ad incidere, perché qui passa un po' l'idea sulla quale si sta fondando il commissariamento e, cioè, che ad alcuni è consentita la possibilità e l'idea di essere dalla parte del giusto e, quindi, poter superare le norme e che, invece, a tutti gli altri non è consentito neanche il beneficio del dubbio.

E allora io attraverso di lei, Presidente, vorrei chiedere alla relatrice di sospendere un attimo la discussione e di accantonare questi emendamenti perché ci sono delle cose che si potrebbero fare seguendo una linea politica culturale che è stata quella del MoVimento 5 Stelle fin qui. Siccome si parla di merito e di trasparenza e invece si dice “anche” ma senza sapere fino in fondo il merito e la trasparenza - c'è qualcuno che la giudicherà ma non è detto che sia un criterio a monte - allora io vi chiedo… e il Vicepremier Di Maio tempo fa ha detto che si potrebbe fare a sorteggio togliendo “anche” e restando nell'ambito del decreto legislativo n. 171 del 2016, ma io non dico il sorteggio perché voglio stare di più nel merito e siccome quella graduatoria è in ordine alfabetico ma chi ha la possibilità di accedere sa che ci sono anche dei criteri di merito e siccome voi avete detto che in 18 mesi proverete a risolvere dei problemi seri per la sanità calabrese, allora io vi chiedo, dicevo, di mettere un criterio che è quello di inviare i migliori nove di quell'albo - i migliori nove di quell'albo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)! - e dire anche che in un decreto, se si vuole forzare la regola, lo si fa in positivo, stringendo e non allargando i criteri discrezionali. E, allora, se si vuole, si può inserire il fatto che chi si rifiuta di andare in Calabria, come la relatrice ci ha detto, paga pegno e non, invece, siccome non si trova nessuno, si prendono da fuori.

E, allora, con serenità in Commissione abbiamo provato ad affrontarlo e ci è stato detto, sia in Commissione sia qui, “parere contrario”. Allora, io chiedo ulteriormente una pausa di riflessione e di usare dei criteri oggettivi più forti per migliorare la sanità in Calabria, altrimenti, su tutte le cose che si sono dette fin qui sull'occupazione, tra gli altri, significa che si sta provando a fare un puro “sostituismo” e diventare i nuovi padroni della sanità col bancomat in mano, come qualcuno diceva prima (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. La proposta di accantonamento è formale e ufficiale? Lo è.

Quindi, chiedo alla relatrice di esprimersi e poi darò la parola a un deputato a favore e a uno contro. Prego, deputata Nesci.

DALILA NESCI, Relatrice. Presidente, la proposta di accantonamento è rigettata.

A questo punto, sulla proposta di accantonamento, chiedo di intervenire contro.

PRESIDENTE. Prego.

DALILA NESCI, Relatrice. Dobbiamo votare sulla proposta di accantonamento?

PRESIDENTE. Sì, perché la proposta di accantonamento è ufficiale. Prego, deputata Nesci.

DALILA NESCI, Relatrice. Presidente, sono semplicemente contraria sull'accantonamento.

PRESIDENTE. Quindi, ha espresso soltanto il parere.

Ha chiesto di parlare a favore sulla proposta di accantonamento la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, io pensavo di intervenire sul mio emendamento 3.30 ma colgo l'occasione di questa richiesta. Io credo che l'articolo 3 sia l'emblema di questo decreto e, in particolare, nel secondo comma quando dice: “Il Commissario straordinario è scelto, anche nell'ambito dell'elenco nazionale di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171 (…)”. Come hanno detto anche i miei colleghi prima di me, il decreto legislativo n. 171 del 2016 è il provvedimento che sostanzialmente attua la materia della dirigenza sanitaria e, in particolare, l'articolo 1 dice che è istituito presso il Ministero della Salute l'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina a direttore generale. Quindi, in questo momento il decreto n. 171 è direttamente sotto il controllo del Ministero della Salute, anche se chi deve poi valutare il merito dei direttori generali è una commissione terza formata da soggetti esperti, magistrati eccetera. Quindi, questo articolo 1 del decreto n. 171 garantisce la trasparenza.

Questo decreto cosiddetto “Calabria”, che vuole affrontare le questioni, come dicono nella loro propaganda anche calabrese i deputati e i parlamentari dei 5 Stelle, con la meritocrazia e la trasparenza, che cosa si inventa?

Si inventa di trovare sostanzialmente i direttori generali fuori dall'elenco meritocratico e trasparente. E con quale criterio l'abbiamo già visto, perché mentre discutevamo in Commissione e il Vicepremier Di Maio addirittura tirava fuori l'idea del sorteggio, cosa che potrebbe starci dentro un elenco meritocratico e trasparente, nel frattempo sono stati nominati - perché voglio ricordare all'Aula che questo è un decreto in questo momento già in attuazione sostanzialmente - già sette commissari, che poi potranno diventare direttori generali e, guarda caso, tra quelli che non sono nell'elenco c'è un direttore generale evidentemente in quiescenza - viene nominato commissario un personaggio evidentemente in quiescenza - che ha avuto in questi tre anni un merito soltanto: sussurrare all'onorevole Nesci contro la sanità calabrese! Questo è il risultato di questo decreto e dell'articolo 3: fare un'operazione elettorale.

Io chiedo alla collega Boldi, capogruppo della Lega nella Commissione affari sociali, che si era posta il problema della trasparenza, oggi, in quest'Aula, vogliamo riflettere sul delitto che state commettendo non in confronto della Calabria, ma in confronto delle istituzioni democratiche, in nome, appunto, della trasparenza e della meritocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro la proposta di accantonamento il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Nel merito proprio di questo emendamento di cui viene chiesto l'accantonamento, ricordiamo alla maggioranza che è vero che noi abbiamo previsto che per diciotto mesi è possibile richiamare anche personale in quiescenza, ma è altrettanto vero che nella scorsa legislatura, nell'atto di conversione della “delega Madia”, io ebbi un durissimo scontro col Governo e col collega Fiano proprio in ordine all'emendamento dei colleghi Fiano e Giorgis che reintroduceva nella “delega Madia” la possibilità di richiamare in maniera stabile e continuativa, per dare loro incarichi dirigenziali e direttivi, i pensionati all'interno della pubblica amministrazione.

Allora, delle due l'una: rimanete coerenti su questa posizione, perché la nostra posizione assolutamente prevede una straordinarietà all'interno della difficoltà di poter chiamare personale con poteri straordinari, perché dall'altra parte c'è chi ha previsto che il personale in quiescenza venisse richiamato in maniera stabile addirittura nelle partecipate. Allora, questa non è una posizione che credo che chi mi ha preceduto possa continuare a sostenere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 3.31 Carnevali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 40 voti di differenza.

Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo di Baschi, in provincia di Terni, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, solo per ribadire che non interverrò ovviamente su quello successivo a firma mia e della collega Bellucci, rispetto alla richiesta che abbiamo avanzato di togliere quella parte che in qualche modo lascia intravedere un requisito a monte di una scelta già fatta rispetto a quella mancata trasparenza che tutti abbiamo sottolineato, e quindi la possibilità di eliminare quella già in quiescenza.

Sinceramente mi viene da pensare che attraverso questo decreto-legge viene fuori tutto ciò per il quale i 5 Stelle per tanto tempo hanno accusato i vari Governi che si sono succeduti rispetto alla trasparenza, rispetto alla meritocrazia, rispetto ai criteri da utilizzare in Aula, che vedono ancora una volta un decreto che viene riconvertito, togliendo insomma la giusta competenza al Parlamento di legiferare autonomamente. Una lottizzazione totale della sanità, e soprattutto rispetto a nomi che già sono scesi in campo; per di più, dei tanti nomi che sono stati fatti, tranne uno, gli altri vengono tutti da fuori Calabria, quasi in qualche modo ad intravedere che quella terra non possa esprimere professionalità all'altezza, professionalità capaci di svolgere questo ruolo.

Noi riteniamo che la Calabria abbia delle personalità importanti, che quell'elenco a cui tutti ovviamente ci siamo richiamati dovrebbe consentire un po' quella che è la regola che si usa nello sport: i bravi scendono in campo e gli altri rimangono in panchina. Purtroppo credo che si continui a perpetrare quello che già è successo nel recente passato, dove, invece di guardare alla meritocrazia, si guarda più che altro alla simpatia politica del professionista di turno.

Concludo dicendo che, insomma, è proprio vero che bisogna dare gli strumenti giusti, ma in questo caso, oltre a togliere gli strumenti, quei pochi che si mettono in campo sicuramente non saranno gli strumenti giusti per riconvertire la sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Presidente, solo per rafforzare lo sconcerto già espresso da vari colleghi rispetto all'atteggiamento della maggioranza su questo emendamento, un atteggiamento che disvela le reali intenzioni di questo decreto-legge. Avevamo chiesto un supplemento di ponderazione, è stato chiesto anche poco fa, e ci è stato risposto sempre di no. Ne va della credibilità dell'impianto generale, perché se da un lato continuate a dire che questo decreto si muove nella direzione del rigore, della trasparenza, dell'efficacia, della competenza, ciò che garantisce quel decreto legislativo n. 171 del 2016, che definisce un elenco nazionale dei direttori generali, dall'altro introducete subdolamente quell'“anche” che vuol dire “anche no”, e quindi fate la scelta di non attingere, di poter non attingere da quell'elenco e da quel rigore procedurale, e lo fate usando la tesi che necessariamente va fatta questa scelta…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA RIZZO NERVO (PD). …perché pochi possono venire a fare i commissari per diciotto mesi.

PRESIDENTE. Grazie.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Ma se davvero aveste avuto questa intenzione – e concludo – avreste aggiunto: qualora non vi fosse la disponibilità di chi è presente in quell'elenco, si può attingere anche altrove. Invece, questo non avviene: in realtà vi tenete le mani libere…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Concludo. Dite “la politica fuori” quando a scegliere sono gli altri, e invece vi assumete tutta l'arbitrarietà quando a scegliere siete voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bellucci. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, noi chiediamo che la Calabria abbia bisogno di chiarezza, di rispetto delle regole, pensiamo che qualsiasi tipo di ambiguità debba essere eliminata, assolutamente eliminata, ed è per questo che abbiamo cercato di aiutare il Governo proponendo questi tanti emendamenti. Rimaniamo basiti dalla contrarietà a tutti, quasi tutti, tranne uno, gli emendamenti proposti, ma soprattutto rimaniamo basiti rispetto alla contrarietà su questo emendamento, correttivo di quello che vuole negare la chiarezza inserendo anche nell'ambito del rispetto del decreto legislativo n. 171 del 2016, ma anche di quello che vuole pensare di rispondere a quella che si presume l'assenza di disponibilità a diventare commissari nella regione Calabria…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …riferendosi alla quiescenza.

Ebbene, noi crediamo che le persone debbano essere motivate, debbano esserci persone energiche, vitali e competenti, e che sia compito del Governo andare ad individuare i migliori uomini e le migliori donne per la regione Calabria, che va tutelata e difesa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Viscomi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO VISCOMI (PD). Proprio collegandomi alle ultime parole sulla quiescenza, è veramente incredibile questa utilizzazione del personale in quiescenza. Non è la prima volta, per la verità, il Governo del cambiamento ci sta abituando. Già nel “decreto-legge concretezza” si parlava dei commissari di gara in quiescenza, solo che, nel “decreto-legge concretezza”, c'era un limite di tempo: in quiescenza da non più di quattro anni; qui neanche un limite è posto all'utilizzazione del personale in quiescenza. E, però, quiescenza spesso fa rima con obsolescenza delle competenze, delle capacità, delle abilità, degli skill.

Da questo punto di vista, allora, l'uso del personale in quiescenza è veramente pericoloso per la gestione organizzativa di aziende complesse, in crisi, deficitarie ed infiltrate dalla criminalità mafiosa, come è scritto nel decreto-legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà, per un minuto.

DALILA NESCI (M5S). Un minuto?

Presidente, nell'articolo di cui discutiamo c'è scritto che la possibilità di scegliere…

PRESIDENTE. Chiedo scusa: aveva parlato il deputato Baroni ma sull'accantonamento, quindi lei ha 5 minuti a disposizione.

DALILA NESCI (M5S). L'articolo di cui discutiamo dice chiaramente che c'è la “possibilità”, quindi è solo una facoltà quella di scegliere i nuovi direttori generali fuori dall'albo nazionale, così come è anche una facoltà eventualmente scegliere soggetti anche in quiescenza: quindi, la chiarezza della norma in questo senso è evidente. Si parla, tra l'altro, di soggetti di comprovata competenza ed esperienza in materia di organizzazione sanitaria o di gestione aziendale, quindi non l'uomo qualunque.

Non scenderò nelle polemiche di nomine che non ci competono, che tra l'altro sono oggetto di interlocuzione istituzionale con il presidente della regione Calabria. Ribadisco la situazione complicata che esiste in Calabria, perché nascondere le motivazioni che sottendono a questa norma non ha senso.

Ho ribadito chiaramente in Commissione, e lo faccio anche qui a beneficio dell'Aula, che è purtroppo una realtà il fatto che a lavorare ai vertici della sanità calabrese non c'è una fila o una gara ad arrivarci, perché sicuramente la situazione è complicata; i limiti giustamente temporanei che abbiamo messo a queste misure speciali sono di 18 mesi, quindi giustamente un professionista valuta anche la possibilità di riuscire a conseguire dei risultati; però, nel rispetto della Costituzione, non potevamo che delineare in questo modo la misura speciale per la regione Calabria.

Ricordo, anche se qui si fa finta di nulla, che quei direttori generali che fino a poco fa erano ai vertici delle aziende sanitarie e delle aziende ospedaliere calabresi erano di nomina politica del presidente della regione Calabria, e sono stati nominati direttori generali soggetti che hanno creato disavanzo di bilancio, che hanno fatto fallire i bilanci, che in virtù di una stessa legge regionale, la n. 11 del 2004, dovevano decadere proprio perché responsabili di disavanzo.

Quindi, la facoltà dell'uscire anche fuori dall'albo è perché, all'interno di quest'albo, ci sono anche questi stessi soggetti che la politica regionale ha scelto di mettere ai vertici delle ASP e delle aziende ospedaliere.

La nomina di dirigenti non è una questione di poltrone o di amici degli amici. Tra l'altro, tra parentesi, ad avercene amici in quell'ambiente, visto che ci siamo inimicati tutti facendo denunce ed esposti alle procure calabresi ed alla Corte dei conti, tra l'altro denunce giuste a causa dell'illegalità diffusa nel sistema sanitario calabrese. E non lo dice la relatrice, non lo dice una persona qualunque, ma lo diceva già la commissione ministeriale Serra-Riccio del 2008, che parla chiaramente di questo e di come la situazione non sia cambiata.

A riprova del contesto ambientale complicato - che non significa dire che tutta la sanità va male, che tutti sono corrotti, che tutti sono mafiosi, perché noi qui stiamo incidendo solo per le parti malate del sistema sanitario calabrese e, giustamente, era necessario dare la possibilità al commissario ad acta di scegliere le persone più giuste, tra l'altro disponibili, oltre che competenti a guidare le aziende sanitarie ed ospedaliere - ricordo che noi in Calabria abbiamo avuto, nel 2005, l'omicidio del vicepresidente del consiglio regionale, che era anche dirigente medico dell'ex ASL di Locri, il dottor Fortugno, e che queste indagini che hanno fatto seguito all'omicidio hanno portato anche successivamente allo scioglimento delle vecchie ASL di Reggio Calabria e di Locri, e c'è stato lo scioglimento della ASP di Vibo Valentia. Ultimamente questo Governo è stato costretto a sciogliere per infiltrazioni mafiose l'ASP di Reggio Calabria, e in altre ci sono commissioni d'accesso, quindi la situazione è davvero difficile.

Qui nessuno pensa di risolvere tutto con la bacchetta magica, ma ci siamo preoccupati e abbiamo avuto la responsabilità istituzionale di trovare delle misure per riportare la Calabria piano piano alla normalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, ero intervenuto anche in Commissione su questo emendamento, perché trovo veramente scandaloso che in questa Italia, visto che si va in deroga all'albo nazionale, invece di aprire alle nuove generazioni, a professionisti che si stanno formando e che, purtroppo, sono costretti a scappare all'estero per le norme troppo restrittive della pubblica amministrazione, noi chiamiamo il personale che sta andando in pensione o che è già pensionato.

Forse, sarebbe stata l'occasione di fare un patto generazionale e dare la possibilità ai giovani professionisti italiani, soprattutto in campo sanitario, che stanno scappando; invece, torniamo indietro e andiamo a ripescare persone che forse non sono preparatissime, che hanno un curriculum strepitoso ma forse non hanno il coraggio o la preparazione che oggigiorno i nostri italiani hanno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bond. Ne ha facoltà, per un minuto.

DARIO BOND (FI). Presidente, solo per dire che questo articolo e il suo contenuto - l'ho scritto anche, e guardo il sottosegretario - è un gravissimo precedente. Quando sarà legge, questo provvedimento sarà utilizzabile per tante altre situazioni, e le tante altre situazioni vogliono dire discrezionalità, perché la parola “anche” non dà una linea, ma dà discrezionalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico), e questo, per un Governo del cambiamento, è qualcosa di non giusto.

Veramente, riflettete su questo passaggio, perché questa non è trasparenza ma pura discrezionalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Filippo. Ne ha facoltà, per un minuto.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, il pathos con il quale la relatrice difende punto per punto disvela nella sostanza anche una novità nella discussione dell'Aula, quasi un conflitto d'interesse su questa materia.

Presidente, tramite lei vorrei dire alla collega che l'albo nazionale è stata la prima grande sottrazione di discrezionalità nella nomina dei direttori generali nel nostro Paese, perché era evidente che le regioni in Italia si comportavano sulla base di requisiti diversi, in maniera molto diversificata, e quindi, introducendo l'elenco nazionale, abbiamo dato una uniformità nella nomina dei direttori generali.

Con una congiunzione, con una parola, “anche”, noi travolgiamo questa possibilità e introduciamo una discrezionalità - esattamente come diceva il collega Bond - nella nomina soltanto in questo caso: la sostituzione di chi sceglie questi commissari e questi direttori generali sulla base di un requisito probabilmente etico che la collega conosce e che noi ovviamente non condividiamo e non conosciamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, sono favorevole a questo emendamento per tutt'altro motivo rispetto a quelli che sono stati presentati.

Scrivere in un testo di legge “è consentito scegliere tra cittadini in quiescenza” è un'offesa e una discriminazione nei confronti degli anziani e di coloro che sono in quiescenza, perché non si deve impedire agli anziani di essere alla pari dei giovani. È come se si scrivesse “è consentito scegliere i direttori generali tra le donne”: sarebbe una discriminazione, perché sempre si ha il diritto di lavorare e di essere parte di un comitato, quale che sia. Quindi, scrivere in una legge che è consentito agli anziani in quiescenza di essere scelti è una violazione degli anziani nei confronti di chi non è anziano. Per questo motivo io voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà, per un minuto.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, volevo fare alcune precisazioni. Innanzitutto, la nomina dei commissari non è in questo momento in interlocuzione con il presidente della regione, il quale ha detto pubblicamente - lo sa bene l'onorevole Nesci - che non intende prestarsi a questa pratica di questo decreto, che, come già detto, è stato bocciato dalla Conferenza Stato-regioni e dai sindacati. La parola “anche” non è altro che un modo per nominare gli amici degli amici, e l'onorevole Nesci sa bene a che cosa mi riferisco. Se si voleva nominare dei direttori diversi da quelli nominati finora - ricordo che i direttori calabresi nominati finora fanno comunque parte dell'elenco nazionale -, a parte questi dieci, ce ne sono altri 690 tra i quali si poteva attingere. La verità è che questo “anche” serve a nominare una sola persona, che in questi diciotto mesi doveva essere al posto sostanzialmente dell'onorevole Nesci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, questo articolo è l'articolo del Gattopardo: tutto cambi perché nulla cambi. A cambiare è il MoVimento 5 Stelle, che per tutti questi anni ha parlato di trasparenza, di merito, di politica anti-clientele, di politica fuori dalla sanità e oggi scrive un articolo per dire: tutto ciò non andava bene perché comandavano gli altri, ora comandiamo noi, e comandiamo come ci pare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Queste due deroghe - e ne abbiamo parlato in astratto, ora ne parliamo in concreto, perché abbiamo i nomi -, leggendo i nomi, leggendo le storie, leggendo da dove arrivano geograficamente, sono palese lottizzazione politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Scrivere che non si prende dall'albo nazionale, scrivere che non si prende “in quiescenza” dimostra oggi che queste norme sono ad personam! Sappiamo per chi sono state scritte, con nome e cognome! Vergognatevi, colleghi del MoVimento 5 Stelle! Vergognatevi per quello che state facendo! Vergognatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, in Commissione, prima delle nomine, il sottosegretario ci disse - noi accogliemmo quella sua risposta - che questa norma poteva servire a trovare, anche oltre l'elenco prescritto dalla legge, persone che potevano essere adeguate al compito, perché non se ne trovano tante che possono venire a svolgere questo ruolo così importante, e noi accogliemmo questa spiegazione. Le nomine poi hanno dimostrato l'esatto contrario: in effetti, sono norme ad personam. La valutazione discrezionale è totale, o meglio è una valutazione per quote: avete fatto uno scambio politico-elettorale con una norma di legge! I primi che l'hanno fatto sono i Cinquestelle! Avete scritto una norma per gli affari vostri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà, per un minuto. Ricordo che c'è un'intesa tra i capigruppo per una pausa dalle ore 13, cioè sei minuti fa: mi auguro che questo possa essere l'ultimo intervento a titolo personale.

FEDERICA DIENI (M5S). Presidente, non accettiamo alcun tipo di critica da chi ci ha ridotto in questa situazione in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qui si sta parlando di sanità e di diritto alla salute che questi partiti che si stanno riempiendo tanto la bocca a parlare di nomine hanno sottratto ai cittadini calabresi, perché adesso noi per curarci dobbiamo andare fuori regione e non abbiamo neanche i servizi essenziali, vedi l'ASP di Reggio Calabria, commissariata per 'ndrangheta. Quindi, smettiamola di essere ipocriti, perché noi non abbiamo alcun interesse a nominare alcuno di nostra fiducia, ma semplicemente persone che cerchino di mettere a posto una sanità distrutta dalle logiche clientelari regionali che hanno utilizzato la sanità calabrese come un bancomat. Quindi, se siamo qui oggi per questo decreto, è perché voi siete stati veramente delle persone che hanno messo le mani in pasta ovunque (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e hanno distrutto la sanità in Calabria, hanno distrutto i servizi essenziali. Noi non ci possiamo più curare e da cittadini pretendiamo persone per bene.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, l'espressione “voi avete le mani in pasta ovunque” la collega lo dice a qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché questo non è un tribunale, la collega non è un pubblico ministero, noi non abbiamo le mani in pasta da nessuna parte. Presidente, la invito ad un richiamo formale, perché dire “avere le mani in pasta” significa subodorare un'azione di rilevanza penale che noi respingiamo al mittente. Non si permetta in quest'Aula di accusare il Partito Democratico di azioni di rilevanza penale. Le chiedo, Presidente, una personale azione di censura delle parole che abbiamo ascoltato, che sono inammissibili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Fiano, non mi pare che vi siano gli estremi per una censura, nel senso che la deputata Dieni ha fatto un suo ragionamento sicuramente abbastanza duro nei giudizi che ha espresso, come sono stati duri anche i giudizi degli interventi precedenti, dall'una e dall'altra parte; non ha citato non solo persone, ma neanche partiti. Quindi, insomma, è stato un argomento dialettico, retorico, che non credo possa essere censurato, sinceramente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Sia chiaro che quello che stiamo facendo oggi non siamo felici di farlo, perché in questo momento prendere le redini della sanità in Calabria è una grande e forte assunzione di responsabilità, con anche il rischio di non riuscire a ottenere risultati immediati, e quindi di pagarne il dazio dal punto di vista politico; ma, se lo stiamo facendo, è perché veramente dobbiamo prendere un provvedimento forte rispetto al disastro che persone molto vicine anche a vecchi esponenti della peggiore partitocrazia regionale hanno contribuito a creare nella nostra regione, sia alla mia destra sia alla mia sinistra. Quindi, oggi prendere lezioni da quelle persone veramente è inaccettabile.

Noi stiamo cercando di porre un rimedio, di porre un freno a una situazione vergognosa che molte di quelle persone che oggi parlano hanno contribuito ad avallare con il loro silenzio o con la loro complicità o con la loro collaborazione e il loro sostegno a quei politici che hanno negato il diritto alla salute ai cittadini calabresi. Quindi, oggi ci lascino giocare le nostre possibilità di sistemare questo problema ed evitino veramente di farci la morale perché non ne hanno alcun diritto, né morale né politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.31 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Secondo le intese intercorse, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, che avrà luogo alle ore 15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, il Ministro della Giustizia, il Ministro per i Beni e le attività culturali, la Ministra per il Sud e il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a favorire la ripresa economica e a contrastare la disoccupazione nelle regioni meridionali, anche alla luce della chiusura degli stabilimenti della catena Mercatone Uno – n. 3-00742)

PRESIDENTE. L'onorevole Gemmato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00742 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, venerdì 24 maggio il tribunale fallimentare di Milano ha respinto la richiesta di concordato presentata dalla Shernon holding, di fatto sancendo il fallimento della stessa. La società Shernon holding aveva acquisito Mercatone Uno. Il fallimento di questa azienda provocherà la perdita di circa 1.800 posti di lavoro dislocati su 55 sedi distributive e provocherà, chiaramente, un danno economico anche alle aziende produttrici che in questo momento hanno servito per circa 250 milioni di euro la stessa azienda. La situazione determinata dal fallimento di Mercatone Uno si ripercuoterà sicuramente sulle regioni meridionali dove alta è la presenza di questo deposito. Pensate che in Puglia ci sono più di cinque siti distributivi, cento operatori, concentrati nella zona fra Bari, Terlizzi e Matino. Sono a chiederle, Presidente, cosa intenda fare per salvaguardare i livelli occupazionali e garantire il diritto al lavoro al Sud.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha facoltà di rispondere.

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Grazie Presidente, colleghi deputati, rispondo al quesito posto dagli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro Di Maio, impossibilitato a partecipare. Come è noto il tribunale di Milano, il 23 maggio scorso, ha decretato il fallimento della Shernon holding Srl, società di proprietà al 100 per cento della maltese Star Alliance Limited, che aveva acquisito Mercatone Uno dopo un apposito provvedimento di autorizzazione ai commissari, rilasciato il 17 maggio 2018, all'esito di tre successivi esperimenti di vendita a trattativa privata che hanno impegnato la procedura da giugno 2016 fino a maggio 2018. Il tribunale ha escluso, altresì, la possibilità di disporre l'esercizio provvisorio dell'impresa, in considerazione degli elevati costi di gestione maturati e che sarebbero potuti maturare. Da ciò è conseguita la successiva chiusura di 55 punti vendita, acquisiti dalla Shernon in tutta Italia, che ha coinvolto circa 1.800 lavoratori. Prendendo atto con estrema preoccupazione della circostanza, il Ministro Di Maio ha anticipato al 27 maggio la convocazione già prevista del tavolo di confronto con le parti interessate. Il tavolo, presieduto dallo stesso Ministro Di Maio, si è quindi riunito lunedì, con la partecipazione dei commissari straordinari, del curatore, dei rappresentanti delle regioni coinvolte e delle organizzazioni sindacali. L'obiettivo prioritario, secondo i propositi del Ministro, è stato quello di definire la tabella di marcia per riavviare l'attività commerciale, in modo da non disperdere il valore del patrimonio aziendale e salvaguardare la dignità dei lavoratori coinvolti, tutelando gli stipendi e i posti di lavoro. Successivamente sono state indicate le iniziative da avviare per risolvere la situazione nel breve e nel medio termine, anche alla luce delle osservazioni delle rappresentanze sindacali. Nell'immediato, i commissari dovranno chiedere al tribunale l'autorizzazione alla ripresa dell'esercizio provvisorio dell'attività, così da consentire il ricorso agli ammortizzatori sociali. Nel medio termine, invece, partirà la fase della reindustrializzazione, nella prospettiva della cessione dell'attività aziendale con apposito bando. Un nuovo incontro del tavolo tecnico è previsto per domani, al fine di analizzare e trovare possibili soluzioni alle problematiche relative alla tutela dei fornitori e dei creditori della società.

In conclusione, si informa che tutte le parti presenti al tavolo hanno accolto con favore gli obiettivi posti e che, allo stato, sono in corso le verifiche tecniche con tutti gli interlocutori istituzionali, anche al fine di individuare il percorso per la riconsegna dei beni aziendali alla procedura di amministrazione straordinaria del gruppo Mercatone Uno e garantire tutti i lavoratori coinvolti.

PRESIDENTE. L'onorevole Gemmato ha facoltà di replicare.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, mi ritengo parzialmente soddisfatto dalla sua risposta. Guardi, a quel tavolo di concertazione ero presente anch'io e notavo negli occhi, soprattutto dei sindacati, ma anche degli operatori, sgomento, perché quel tavolo deve riacquisire credibilità. Perché, se noi mettiamo le lancette indietro e andiamo a vedere anche quella che è la filiera delle responsabilità, ci rendiamo conto che l'istituzione non può ritenersi estranea nel momento in cui si è affidata in amministrazione straordinaria ad un soggetto, appunto la Shernon holding, evidentemente si è esercitata una discrezionalità, c'è una culpa in vigilando. Perché, se questi signori hanno prodotto ulteriori debiti, e di questo, vivaddio, si occuperà la magistratura, non è detto che a pagarne le responsabilità debbano essere i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che sono stati - lo voglio ricordare, c'è anche un tema di dignità dei lavoratori - avvisati di essere stati licenziati con un sms, lo hanno appreso da Facebook. Allora, anche rispetto a questo noi dovremmo dare un segnale di discontinuità e fare in modo che si possa ridare speranza e dignità a questi lavoratori. Per esempio, la parametrazione degli ammortizzatori sociali deve essere fatta non in base al reddito stabilito con il nuovo contratto derivante dall'accordo con la Shernon holding, ma rispetto ai vecchi livelli di orario lavorativo e, quindi, di stipendio. Diversamente, gli operatori si troverebbero ad avere una retribuzione inferiore al reddito di cittadinanza e questo non è possibile, proprio per la dignità dei lavoratori soprattutto meridionali, soprattutto delle terre, ripeto, della Puglia, di Terlizzi, di Bari, che in questo momento si sentono maltrattati dalle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi abbiamo il compito di ridare dignità alle istituzioni e, quindi, Ministro chiedo alla sua maggioranza un segno di discontinuità rispetto a ciò che è stato fatto fino a ieri. Abbiamo affidato un'azienda in mano - me ne assumo la responsabilità - a delinquenti quantomeno dal punto di vista amministrativo, se è penale lo deciderà il tribunale, ridiamo, quindi, credibilità alla politica, diamo speranza a questi operatori e ai nostri lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a chiarire l'efficacia delle notifiche degli atti giudiziari attraverso gli indirizzi INI-PEC e Registro imprese, anche alla luce della giurisprudenza della Corte di cassazione – n. 3-00743)

PRESIDENTE. L'onorevole Emanuela Rossini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00743 (Vedi l'allegato A).

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, la sentenza n. 3709 del 2019 della Corte di cassazione ha aperto un vuoto interpretativo, visto che viene riconosciuto come valido solo uno dei siti PEC del Ministero, ovvero ReGIndE, per le notifiche processuali. Ora ciò sta portando gli avvocati a non avere più certezza della validità delle notifiche via INI-PEC e Registro imprese, secondo la normativa vigente. Pertanto, sono qui a chiederle, innanzitutto, di rassicurare il mondo dell'avvocatura circa la validità di tutti i registri ufficiali del Ministero PEC, come dice la normativa vigente, e secondariamente a chiederle con quali strumenti normativi si intenda intervenire per risolvere il dubbio interpretativo aperto dalla sentenza della Corte di cassazione.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio la deputata interrogante per la sollecitazione, che investe anche il mio Ministero di una questione che ha animato il mondo dell'avvocatura negli ultimi mesi, e cioè a quale account di posta elettronica vada fatta la notifica via PEC affinché sia valida: agli indirizzi contenuti nell'elenco del Registro generale degli indirizzi elettronici (ReGIndE) o anche a quelli contenuti nell'elenco INI-PEC. Come ricostruito nell'interrogazione, la Cassazione, lo scorso 8 febbraio, ha emesso una pronuncia che ha generato non poco fermento nella classe forense, poiché avrebbe negato che gli indirizzi contenuti in pubblici registri, diversi da quelli inseriti nel ReGIndE, possano considerarsi valido domicilio digitale ai fini della bontà delle notifiche.

Sostiene la deputata interrogante, dunque, che, stando alla decisione della Cassazione, sarebbe nulla una notificazione in proprio effettuata ad un indirizzo PEC differente da quello risultante dal Registro generale degli indirizzi elettronici. Orbene, partendo dall'assunto che, nel registro INI-PEC, confluiscono sia gli indirizzi di PEC degli Ordini o Collegi professionali, sia quelli del Registro delle imprese e che, pertanto, l'indirizzo PEC presente nel ReGIndE è necessariamente lo stesso di quello che si rinviene nell'elenco INI-PEC, la Cassazione, con ben due ordinanze, la n. 9893 e la n. 9897, emesse successivamente a quella richiamata e precisamente in data 5 aprile 2019, ha già cambiato indirizzo rispetto al precedente orientamento.

Ciò, ritenendo rispettivamente valida sia la notifica effettuata all'account INI-PEC della società destinataria, in quanto indirizzo pubblico informatico, sia la notifica che fa riferimento all'indice degli indirizzi di posta elettronica certificata delle imprese e dai professionisti istituito dal Ministero dello sviluppo economico per la validità della notifica a mezzo PEC. Parrebbe, quindi, già superato l'indirizzo interpretativo della sentenza del febbraio 2019 e, di conseguenza, sedata la querelle, peraltro prontamente sottolineata dal presidente del Consiglio nazionale forense al primo presidente della Corte di cassazione, a cui non posso che rimettere ogni valutazione, poiché ogni iniziativa eventualmente adottata dal Ministero della giustizia si risolverebbe in un inammissibile travalicamento delle prerogative che l'ordinamento giudiziario attribuisce all'autorità giudiziaria, trattandosi di questione meramente interpretativa. In poche parole, posso dire che l'Avvocatura può sentirsi rassicurata già dal cambio di orientamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Rossini ha facoltà di replicare.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Ministro, la ringrazio per questo chiarimento. Le dico che questa interrogazione nasce da una forte preoccupazione da parte del mondo dell'Avvocatura, che mi ha fatto pervenire proprio la richiesta di chiederle un chiarimento e, quindi, questo sicuramente rassicurerà. Mi chiedo se potrà essere data una comunicazione anche ufficiale tramite tutti gli ordini, di modo che vengano dissipati proprio dei dubbi interpretativi, perché, appunto, molti ancora, proprio per una difficoltà ad intrecciare, a recuperare le varie sentenze successive, si sentono un po' in un limbo interpretativo. Pertanto, sono certa che la chiarezza con cui ci ha risposto rassicuri, magari se si potrà anche con una comunicazione ufficiale.

In ultimo, il 90 per cento di chi fa le notifiche processuali le fa attraverso le PEC ufficiali registrate, pertanto l'incertezza è nata proprio perché nella sentenza della Corte di cassazione, che operava nell'ambito del diritto amministrativo, non venivano distinte le tipologie di causa; dunque, non era un errore, ma proprio una mancanza di paletti e di distinzione, che non era stata fatta. La ringrazio anche da parte del mondo dell'Avvocatura che, tra l'altro, oggi inaugura l'anno giudiziario: visto che questa situazione sembrava andasse a ledere anche la professionalità di tutto quel mondo, penso che oggi questa sua comunicazione sarà apprezzata.

(Iniziative volte a migliorare il trattamento giuridico ed economico dei giudici di pace – n. 3-00744)

PRESIDENTE. L'onorevole Federico Conte ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fornaro e Conte n. 3-00744 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Nel 1991, con la legge n. 374, è stato istituito l'ufficio del giudice di pace. Il giudice di pace è stato pensato come esercitante una competenza non vicaria, non sostitutiva, ma complementare rispetto a quella del giudice ordinario e gli sono state attribuite, per il primo grado, competenze esclusive per alcune materie e concorrenti per altre. Il rapporto dei giudici di pace è stato incardinato come un rapporto a termine e non si è mai più stabilizzato, si è proceduto con delle proroghe.

Il legislatore è intervenuto, poi, nel 2016 e, unificando la figura del giudice di pace a quella di altri giudici ordinari, ha addirittura peggiorato la situazione, aggravando i caratteri di precarietà e di subordinazione, addirittura riducendo da full-time a part-time il rapporto, riducendo, seppur con pagamenti a cottimo, le tariffe, lasciando questo personale giudiziario - perché tale è - senza copertura previdenziale e assistenziale e privandolo di autonomia accorpandolo all'ufficio del processo con gli assistenti giudiziari e i tirocinanti. Chiedo il Ministro cosa intenda fare per provvedere su questo tema.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio i deputati interroganti per avermi dato l'occasione di esporre in Parlamento uno degli obiettivi che il Ministero che rappresento ha sentito come prioritari nell'intervento complessivo sul sistema giustizia. Da sempre abbiamo sostenuto la necessità di offrire un concreto riconoscimento al ruolo fondamentale che i giudici di pace e tutti i magistrati onorari offrono quotidianamente all'amministrazione della giustizia italiana e, proprio in quanto convinti del contributo essenziale dagli stessi fornito, siamo intervenuti a modificare la cosiddetta riforma Orlando che, altrimenti, avrebbe provocato, oltre all'abbassamento drastico dei livelli di tutela ordinamentale anche un grave pregiudizio all'intero sistema giudiziario, indebolendone una delle componenti essenziali con una sorta di tsunami normativo, che avrebbe travolto il lavoro di tutti i componenti della magistratura onoraria.

La modifica del decreto legislativo n. 116 del 2017 e delle altre fonti normative in riferimento, proprio in questa prospettiva, costituisce uno dei punti specifici del contratto di Governo, a cui è stata dedicata all'attenzione che la categoria dei magistrati onorari, a giusta ragione, rivendica da tempo e ciò nell'interesse dell'intero servizio giustizia. Secondo il metodo del dialogo e della collaborazione, l'obiettivo riformistico è stato raggiunto dal Ministero della giustizia dopo mesi di costruttivo confronto sviluppatosi nel contesto di un apposito tavolo tecnico, i cui lavori si sono conclusi con un testo approdato nei giorni scorsi in Consiglio dei ministri. In particolare, a coloro che erano già in servizio al momento dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 116 del 2017 è stato consentito di mantenere, anche dopo il primo quadriennio successivo alla riforma, lo status precedente, riconoscendosi in aggiunta la facoltà di opzione sulle modalità di corresponsione del compenso fisso o a cottimo, nonché prevedendosi che, al pari dell'attività di udienza, anche l'eventuale impiego nell'ufficio del processo sia comunque remunerato, con la possibilità di doppia indennità a seconda della durata dell'impegno.

Il testo di riforma prevede, inoltre, una serie di interventi migliorativi per tutta la categoria, come a dirsi per la disciplina dell'incompatibilità, che viene uniformata a quella più elastica prevista per i magistrati togati, la possibilità di conferma per quadrienni fino al sessantottesimo anno di età, il pagamento dei compensi con cadenza bimestrale e la possibilità di ottenere trasferimenti a domanda al fine di assistere un familiare con disabilità. Ulteriori ritocchi e miglioramenti potranno senz'altro essere apportati nel corso dei prossimi lavori parlamentari, che auspico spediti e coerenti con gli obiettivi prefissati, fermo restando che tali obiettivi, nell'ambito delle proprie competenze, sono stati senz'altro già conseguiti dal Ministero della giustizia.

PRESIDENTE. L'onorevole Federico Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Ministro, le sue parole sono ricche di buoni propositi, ma povere di risposte concrete. I giudici di pace hanno scioperato negli ultimi mesi già per quindici volte: sono 115 giorni di sciopero, durante i quali le loro cause, le loro udienze sono state rinviate. In un Paese in cui per ottenere una sentenza penale ci vogliono 535 giorni, contro meno della metà della media europea, e per ottenere una sentenza penale ci vuole addirittura il doppio, evidentemente il ruolo di questi 1.240 giudici a tutti gli effetti, che sopportano il 70 per cento del contenzioso, meritava la risposta definitiva che lei aveva promesso. Non è una risposta affidabile a un iter incerto di carattere parlamentare, mentre veniamo a sapere che lei chiede un miliardo di euro al suo Governo per investimenti e gliele riconoscono soltanto 650. Un iter parlamentare, peraltro, che vede gravare l'ombra dell'autonomia differenziata che, se sciaguratamente approvata, porterebbe a vedere ridotto l'ufficio del giudice di pace a un ufficio regionale, con la conseguenza che le regioni meno dotate di risorse del Paese - quelle meridionali, come la mia Campania - dovrebbero provvedere con i propri pochi mezzi a garantire un servizio già deficitario. Ciò si tradurrebbe in denegata giustizia.

I giudici di pace sono giudici a tutti gli effetti ma, come lei ha riconosciuto con onestà intellettuale, sono dei precari. Allora, mi chiedo e le chiedo: come può una persona che non ha una condizione di vita serena giudicare con serenità sulla vita degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)?

(Elementi e iniziative in ordine alla situazione nelle carceri e politiche volte a favorire il decremento della popolazione carceraria – n. 3-00745)

PRESIDENTE. L'onorevole Miceli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bazoli ed altri n. 3-00745 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, signora Presidente. Onorevole Ministro Bonafede, io spero che al Ministero qualcuno le abbia riferito quali sono i numeri che ruotano attorno al problema carcerario: 60.512 detenuti a fronte di 46.904 posti regolamentari disponibili, con un aumento di 3 mila unità solo nell'ultimo anno; 10.300 atti di autolesionismo nel 2018, con un aumento del più del 10 per cento rispetto all'anno precedente, per non parlare, poi, dei suicidi, passati dai 50 del 2017 ai 64 del 2018 e sono già 10 riscontrati nel 2019.

Ebbene, dinanzi a questi numeri preoccupanti, signor Ministro, credo che per voi sia arrivato il momento di decidere, di scegliere se continuare a trattare i detenuti come delle bestie da mostrare come trofei di caccia, come avete fatto per Battisti, come soggetti per i quali vale la pena buttare la chiave, da lasciare marcire in galera, come dice il suo Ministro dell'Interno, oppure se non volete tornare a quello che è il lavoro degli stati generali dell'esecuzione penale, dando esecuzione a quella parte della legge n. 107 del 2013 che ancora non avete eseguito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Il problema dell'affollamento carcerario che interessa il circuito dei maggiorenni rientra senza dubbio fra le priorità del Ministero della Giustizia. Come ho già più volte esposto, un approccio alla questione che sia serio e credibile deve puntare anzitutto all'incremento dei posti detentivi, combinato con una accorta politica di espulsione a favore dei Paesi di origine dei detenuti stranieri, anziché alla comoda scorciatoia dei provvedimenti “svuota carceri”, i quali, di fatto, eludono il problema senza risolverlo, svilendo il principio della certezza della pena e vulnerando, al contempo, le altrettante primarie esigenze di sicurezza collettiva e di ordine pubblico. In questo binario va a incanalarsi l'azione di riqualificazione e potenziamento dell'edilizia penitenziaria, perseguita dall'attuale formazione governativa, anzitutto attraverso il cosiddetto decreto semplificazione, che ha conferito al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, tra l'altro, la possibilità di individuare immobili nella disponibilità dello Stato, al fine della loro riconversione in strutture carcerarie.

Sulla scia del nuovo corso inaugurato da tale provvedimento è stata avviata una proficua collaborazione con il Ministero della Difesa e l'Agenzia del demanio, per il reperimento di caserme da poter riconvertire in istituti penitenziari. Devo altresì dare atto dei numerosi interventi in atto, quali l'avvenuto completamento di tre padiglioni detentivi da 200 posti ciascuno, presso gli istituti penitenziari di Parma, Lecce e Trani, avviati dal piano carceri e la realizzazione, tuttora in corso, di due padiglioni detentivi da 200 posti, presso gli istituti penitenziari di Sulmona e Taranto, a cui devono aggiungersi la progettazione e la realizzazione di interventi di ammodernamento di sezioni detentive presso numerose strutture del territorio, tra cui, a titolo di esempio, Napoli Poggioreale, Napoli Secondigliano, Aversa, Palmi, Augusta, Trapani, Ragusa, Catania, Piazza Lanza.

Per amore di verità devo altresì sconfessare la lamentata riduzione delle risorse che era ventilata nella interrogazione, in quanto, a fronte dei 4,9 milioni di euro stanziati nel 2016, per il corrente anno sono previsti stanziamenti nell'ordine di 13 milioni di euro per gli investimenti e di 23,6 milioni di euro per manutenzione ordinaria e riparazioni. Si tratta di un dato senza dubbio indicativo della particolare attenzione riservata al tema che è altresì certificata dal costante monitoraggio sui livelli di presenza nelle strutture detentive, a cui, non di rado, segue la diretta adozione, a livello centrale, di movimentazioni extra distretto.

Quanto sin qui evidenziato, nulla toglie all'impegno profuso da questo Ministero, per agevolare quanto più possibile il ricorso alle misure alternative. Nel solco di tale obiettivo, nel corso del 2018, è stato avviato uno studio interdipartimentale sulle criticità ostative alla fruizione delle misure alternative da parte dei detenuti che, pur essendo nelle condizioni oggettive per poterne godere, di fatto, non ne fruiscono, perché privi di riferimenti familiari, alloggi od opportunità lavorative. In questa direzione si sta lavorando, anche attraverso il confronto fra gli uffici dell'esecuzione penale esterna e la magistratura di sorveglianza e sono, altresì, state elaborate linee guida per la redazione di accordi operativi che facilitino l'ammissione alle misure alternative.

Detto questo, ricordo che la riforma che era stata portata avanti sull'ordinamento penitenziario la scorsa legislatura era stata ritirata dal Partito Democratico in prossimità delle elezioni, perché ritenuta impopolare, salvo poi presentarla ad elezioni superate.

PRESIDENTE. L'onorevole Bazoli ha facoltà di replicare.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Al netto di alcune mistificazioni, come l'ultima che abbiamo sentito, perché semplicemente non abbiamo avuto il tempo di portarla a termine, quella riforma, e voi l'avete cassata completamente, noi siamo molto preoccupati, perché la risposta che lei dà ai gravi problemi che sono stati denunciati dal mio collega Miceli è una risposta che semplicemente dice: più carcere, più galera, più carcere per tutti. Ed è esattamente in linea con la concezione della pena che ha il vostro attuale capo vero del Governo, il Ministro Salvini, secondo il quale, esattamente, i condannati devono marcire in carcere, cioè non devono essere reinseriti e recuperati, ma devono marcire in carcere, e che avete anche confermato con la vostra legge sulla legittima difesa, che lancia il messaggio agli italiani che se un ladro entra in casa tua puoi giustiziarlo sul posto. Questa è la vostra idea, questa è la concezione della pena che avete oggi in Italia; è una concezione che soddisfa gli istinti e le pulsioni di vendetta che serpeggiano nella società, ma che confligge con i principi costituzionali, e glieli voglio ricordare, signor Ministro: secondo l'articolo 27, le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Ora, il garante dei detenuti ha ricordato, nel marzo scorso, che l'aumento della popolazione carceraria è dovuto esattamente non a un aumento degli ingressi in carcere, ma a una diminuzione delle uscite, perché c'è un problema nella esecuzione delle misure alternative. Ma voi non avete fatto nulla in quella direzione; avete bandito un concorso per l'aumento dei posti nei penitenziari, ma non avete fatto nulla per aumentare gli organici degli uffici dell'esecuzione penale esterna, e noi sappiamo che quello è l'unico strumento. C'è un 40 per cento di scopertura negli uffici dell'esecuzione penale esterna, non c'è nulla che vada in quella direzione, ma quello è l'unico strumento per dare una risposta concreta al sovraffollamento.

Noi ci siamo incamminati in una direzione, quella del principio “legge ed ordine”, che è invalsa negli Stati Uniti, dove hanno costruito un sacco di penitenziari, hanno una popolazione carceraria nove volte superiore alla nostra e hanno un tasso di omicidi otto volte superiore al nostro, otto volte superiore. Quella è la strada su cui siamo incamminati. A Chicago in 2 mesi ci sono più omicidi che in tutto l'anno in Italia. È questo il prezzo che volete far pagare all'Italia per la vostra propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

(Iniziative in relazione ad asserite irregolarità in ordine alla procedura di selezione per la nomina del nuovo direttore generale della Reggia di Caserta – n. 3-00746)

PRESIDENTE. L'onorevole Patelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00746 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CRISTINA PATELLI (LEGA). Presidente, signor Ministro, l'ultima selezione pubblica internazionale per la nomina del nuovo direttore generale della Reggia di Caserta sarebbe stata viziata da un clamoroso errore matematico che avrebbe escluso dalla terna dei settantasette candidati quello che aveva il punteggio più alto. Uno dei candidati, Antonio Tarasco, ha chiesto l'annullamento del concorso, presentando istanza in autotutela, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri e a lei, signor Ministro. La commissione di valutazione, il 5 aprile del 2019, tra tutti i settantasette candidati ha selezionato una terna dei migliori, da sottoporre poi alla scelta discrezionale del Ministro che ha reso noto, successivamente, di intendere proporre alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la nomina a direttore generale della Reggia di Caserta l'architetto Tiziana Maffei.

Epifanio Mario, Maffei Tiziana e Palumbo Francesco risultano aver conseguito un punteggio inferiore al candidato Tarasco, dunque il mancato inserimento di quest'ultimo all'interno della terna da proporre al Ministro interrogato, in particolare per quanto concerne la terna per la Reggia di Caserta appare evidentemente il frutto di un errore di calcolo della stessa commissione esaminatrice. Diversamente, si tratterebbe di una deliberata ed ingiustificata esclusione.

Fatte queste premesse, sono a chiederle, signor Ministro, se alla luce di quanto emerso non ritenga opportuno annullare il procedimento di selezione, prima ancora che la nomina della Maffei venga ufficializzata dal Consiglio dei ministri.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, ha facoltà di rispondere.

ALBERTO BONISOLI, Ministro per i Beni e le attività culturali. Buongiorno, signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli, temo che ci sia un qui pro quo e vi rubo un minuto per spiegare di che cosa si tratta. Vedete, la nomina del nuovo direttore è intervenuta all'esito di una selezione che è stata svolta secondo il decreto-legge n. 83 del 2014 che, nel frattempo, ha superato positivamente il vaglio della giurisdizione superiore, ovvero del Consiglio di Stato e della Corte di cassazione. Questo decreto prevede che il processo sia articolato in tre fasi: una prima fase di scrematura dei candidati in base ai titoli, una seconda fase con i colloqui e una terza fase dove, all'interno di una terna di nomi, il Ministro, in questo caso, fa la sua scelta.

Permettetemi di illustrarvi in breve le diverse e autonome fasi della procedura. Come dicevamo, la prima ha a che fare con l'analisi dei titoli che, quindi, viene fatta in assenza del candidato, viene fatta solo sulla carta e in base a questa viene redatta una graduatoria che è quella a cui si riferiva l'onorevole con un punteggio dove quelli che ottengono il punteggio maggiore vengono selezionati per passare alla fase successiva; la fase successiva, che in questo caso, a memoria, mi sembra fosse di dieci persone che sono state intervistate, ha a che fare, appunto, con una valutazione da parte della commissione dei titoli, delle esperienze professionali e di altre competenze, delle capacità e attitudini del candidato ad affrontare le caratteristiche e le problematicità del museo specifico per il quale si è presentato.

Perché ci tengo a dire questo? Perché, quando viene fatta questa seconda fase, il primo punteggio non viene più tenuto in considerazione come se ci fosse un reset, quindi si riparte da zero. Quindi tutti i dieci che sono state ammessi alla seconda fase partono esattamente dallo stesso punto. Infatti, quando arriva la terna, io stesso come Ministro non so chi dei tre ha avuto il punteggio migliore nella fase precedente, perché sono fasi autonome, che si differenziano l'una dall'altra e, nel passaggio dall'una all'altra, i punteggi non sono stati sommati e in questo caso vi confermo che la commissione correttamente non ha sommato i punteggi dall'una all'altra. Mi sorprende un po' che un dirigente del Ministero, appartenente tra l'altro alla direzione generale dei musei, ignori le sottigliezze di questa giurisprudenza. Però, al di là di tutto, vi confermo la bontà della scelta che è stata fatta e auguro al nuovo direttore che proporremo per la Reggia di Caserta, l'architetto Tiziana Maffei, auguri di buon lavoro.

PRESIDENTE. L'onorevole Patelli ha facoltà di replicare.

CRISTINA PATELLI (LEGA). Grazie, signor Ministro. Grazie per l'esaustiva spiegazione sull'analisi dei titoli e della fase successiva e la valutazione. Mi ritengo pienamente soddisfatta della risposta e le auguro buon lavoro.

(Misure a favore degli imprenditori e delle attività produttive della città di Crotone, danneggiati dagli eccezionali eventi atmosferici del 25 novembre 2018 – n. 3-00747)

PRESIDENTE. L'onorevole Barbuto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00747 (Vedi l'allegato A).

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, in data 25 novembre 2018 la città di Crotone è stata colpita da una tromba d'aria che ha provocato ingenti danni ad alcune imprese tra le più operative e produttive di un territorio già sprovvisto di infrastrutture adeguate e penalizzato nei collegamenti con il resto della Calabria e dell'Italia. Gli imprenditori, dopo un periodo di sospensione, hanno ripreso a lavorare per ripristinare le loro strutture senza licenziare alcun dipendente ma, non disponendo di adeguate risorse per riparare i danni e far ripartire contestualmente le aziende, non sono stati in grado di onorare le scadenze fiscali e contributive e oggi temono un recupero coatto gravato da sanzioni e interessi da parte dell'Agenzia delle entrate e degli enti previdenziali. In mancanza dell'auspicato provvedimento di sospensione che la sottoscritta, prima firmataria del presente atto, ha sollecitato già in data 21 dicembre 2018, si potrebbe profilare la triste prospettiva dell'apertura di una procedura fallimentare che si andrebbe ad aggiungere alle innumerevoli procedure concorsuali già iscritte presso il tribunale di Crotone.

PRESIDENTE. Concluda.

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). Sì, Presidente, concludo subito. Premesso questo, si chiede quali iniziative intenda intraprendere per tutelare gli imprenditori di Crotone e sostenere le iniziative necessarie al ripristino degli stabilimenti e degli impianti danneggiati dagli eventi atmosferici del 25 novembre 2018, anche mediante la sospensione dei tributi.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Grazie, Presidente. Dieci giorni dopo il 25 novembre 2018 avevo già in programma una visita in Calabria e ho avuto quindi occasione di visitare anche Crotone e di parlare con le aziende interessate, che ringrazio per il loro impegno nel non licenziare nessuno, mettendo di tasca propria del proprio denaro per poter andare avanti. Ricordo che la Protezione civile ha fatto tutti i sopralluoghi dovuti e che purtroppo però non ha ritenuto tali i danni da consentire anche lo stato di emergenza. Ora noi abbiamo provato, come l'onorevole interrogante sa già sicuramente, a inserire nel decreto-legge “crescita” il provvedimento di sospensione per andare incontro a questi imprenditori, ma purtroppo non è stato dichiarato ammissibile dal Presidente della Camera. Ora quello che vi posso dire è che sicuramente non è una questione trascurabile e, nell'ambito delle mie competenze, cercherò un altro veicolo normativo al fine di sostenere le imprese di Crotone.

PRESIDENTE. L'onorevole Barbuto ha facoltà di replicare.

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta e le do atto sicuramente del suo tempestivo e costante interessamento in merito alla vicenda sin dalle prime battute di questi, purtroppo, tragici episodi. Tuttavia non posso fare a meno di dichiararmi parzialmente soddisfatta anche perché, ripeto, la situazione degli imprenditori di Crotone è veramente drammatica, in parte per motivi attribuibili alla regione Calabria che non ha adeguatamente istruito la pratica relativa alla declaratoria di stato di calamità nazionale, cosicché oggi ci troviamo in una situazione che vede le imprese escluse dalle ripartizioni dei fondi effettuate con il decreto legislativo di aprile per le attività produttive colpite da eventi simili; una situazione di cui non si riesce a intravedere se non una tragica conclusione in un territorio in cui, oltre al danno provocato alle aziende, si continuerà a provocare un danno all'economia dello stesso che già da anni oramai soffre di un declino, purtroppo particolarmente drammatico. Quindi, auspichiamo che qualunque tipo di provvedimento, più volte sollecitato, venga adottato con estrema celerità.

(Intendimenti in ordine all'effettiva realizzazione della linea alta velocità/alta capacità Torino-Lione – n. 3-00748)

PRESIDENTE. L'onorevole Bergamini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00748 (Vedi l'allegato A).

DEBORAH BERGAMINI (FI). Grazie, Presidente. Ministro, con il voto di domenica scorsa l'85 per cento dei piemontesi ha detto “sì” alla Torino-Lione, “no” ai veti del MoVimento 5 Stelle. È stato un verdetto chiaro, uscito dal voto: bisogna prenderne atto. Certo non è la piattaforma Rousseau: è la democrazia; è un insieme di cittadini veri, in carne ed ossa, liberi, che pagano le tasse, che vogliono un Paese moderno nel quale crescere bene i propri figli. Sono italiani che, a differenza vostra, non pensano che dietro ogni appalto ci sia per forza un atto di corruzione o un abuso ma magari la possibilità di sviluppo, magari una speranza. La nostra interrogazione è molto semplice: lei ci deve dire - basta una parola - se la Torino-Lione si farà o non si farà. È una risposta che lei deve non a me, non a Forza Italia, ma a tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente, e ringrazio anche i colleghi interroganti per l'occasione che mi danno di riferire sul tema del treno ad alta velocità Torino-Lione e ribadire che tutta l'attività svolta finora dal Governo in trasparenza e spirito di confronto costruttivo ha lo scopo di tutelare gli interessi dei cittadini italiani, come evidenziato dal Presidente del Consiglio lo scorso 7 marzo con la lettera inviata al soggetto attuatore dell'opera in questione. La procedura al momento prevede che, una volta conclusa la fase attuale relativa agli avvisi di manifestazione di interesse, la documentazione passerà al vaglio dei Governi di Francia e di Italia. È noto a questo proposito come la realizzazione dell'opera fosse già ampiamente in ritardo prima dell'insediamento di questo Governo e di come la sua realizzazione abbia posto valutazioni di opportunità che richiedono di essere discusse approfonditamente in sede intergovernativa. Gli approfondimenti in questione non possono diventare oggetto di strumentalizzazione per negare l'intenso lavoro che, al contrario, il Governo sta svolgendo sulla realizzazione delle opere utili, grandi e piccole che siano. La messa a punto del decreto attualmente in Aula al Senato, chiamato appunto “sblocca-cantieri”, è stata infatti avviata ben prima delle recenti elezioni europee e si chiuderà a breve, come sapete. Il decreto ha previsto una serie di misure strutturali che hanno lo scopo di facilitare l'affidamento dei lavori delle opere numericamente più rilevanti che spesso sono le più urgenti e le più diffuse sul territorio e creano anche occupazione per le nostre piccole e medie imprese locali. Al tempo stesso il decreto, in corso di conversione in legge, consentirà di individuare commissari che avranno il compito di accelerare le procedure per una serie di opere stradali e ferroviarie di rilevante entità diffuse su tutto il territorio nazionale (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, funziona così: il deputato interrogante illustra - funziona proprio così, da Regolamento - la sua interrogazione, il Ministro replica e poi il deputato interrogante o i cofirmatari hanno facoltà di replicare. Se rispettiamo il Regolamento vedrete che ci troveremo tutti meglio. Prego, Ministro.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Al tempo stesso il decreto, in corso di definitiva conversione in legge, consentirà di individuare commissari che avranno il compito di accelerare le procedure per una serie di opere stradali e ferroviarie di rilevante entità, diffuse su tutto il territorio nazionale e per un valore complessivo stimabile in alcune decine di miliardi di euro.

Confermo, quindi, l'impegno del Governo, pienamente condiviso, sugli investimenti per il rilancio dell'economia attraverso il miglioramento e il potenziamento della mobilità di persone e merci e per l'indifferibile messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Bergamini ha facoltà di replicare. Colleghi, onorevole Scalfarotto, iniziamo. Onorevole Mulè. Se volete poi facciamo l'appello, ma io credo che sia meglio lasciar intervenire la collega Bergamini. Prego, onorevole Bergamini.

DEBORAH BERGAMINI (FI). Grazie, Presidente. Ministro, io ricordo bene lei quando era seduto qui da questa parte e stava all'opposizione. Lei una risposta come quella che ha dato non l'avrebbe considerata degna del nome di una risposta e l'avrebbe considerata insultante. Io ricordo come lei era aggressivo seduto da questa parte (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Invece, lei ci consegna una risposta che è una “supercazzola” - e mi consentirà il Presidente - e non dovrebbe ridere…

PRESIDENTE. Colleghi, invito tutti a utilizzare un linguaggio consono a quest'Aula.

DEBORAH BERGAMINI (FI). Lei non dovrebbe ridere perché non c'è nulla da ridere, Ministro. Di che cosa ride? Stiamo parlando di un'infrastruttura fondamentale per il futuro del nostro Paese e le ho chiesto un “sì” o un “no”. Se lei avesse rispetto non di Forza Italia e non del Parlamento ma del Paese lei avrebbe risposto o un “sì” o un “no” ma non ne è stato capace (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Però, mi fanno rilevare giustamente i colleghi che un “no” lei non l'ha detto ed è giusto così perché il vostro azionista di maggioranza nel Governo, Salvini, in questi giorni ha detto che la TAV si farà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico) e, quindi, forse avete capito che la democrazia è una cosa complicata, complessa e non è, appunto, la piattaforma “Rousseau”.

Voi, che professate tanto la democrazia diretta e la democrazia digitale, imparate intanto a rispettare la democrazia che c'è, imparate a farlo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Lei non ha ancora dato una risposta ma colgo politicamente che non è un “no” e, quindi, capisco che è un “sì”. Pensi in che condizioni avete messo questo Parlamento.

Voi in un anno di Governo non avete capito niente dell'Italia ma l'Italia ha capito tutto di voi, tant'è vero che avete perso sei milioni di voti in un anno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È il crollo di consenso più grande della storia della nostra Repubblica ma evidentemente non imparate neanche dai vostri errori perché pensate di essere esenti da errori e questo, purtroppo, sarà il più grande boomerang per voi. Il tema vero però - e noi ce ne preoccupiamo - è che è un boomerang per il Paese. Abbiate la dignità, perché Ministri più competenti e più capaci di lei hanno avuto e hanno trovato dentro di loro la dignità di fare passi indietro per cose molto meno gravi. Abbiate un sussulto di dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Brescia, Colletti, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Grande, Liuzzi, Lorefice, Lorenzin, Molinari, Saltamartini, Sisto e Vitiello sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1816-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento 3.31 Carnevali.

Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione. Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 11.200 e 11.201, che sono in distribuzione (vedi l'allegato A).

Avverto, infine, che fuori della seduta l'emendamento 11.100 Panizzut è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.2 Rostan, 3.9 Santelli, 3.30 Bruno Bossio e 3.105 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

La votazione è aperta e chi intende parlare naturalmente è pregato di iscriversi prima dell'apertura della votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.21 Ferro.

C'è qualcosa che non va nel tabellone. Colleghi! La Camera ha respinto e potete visionarlo anche voi. C'è qualcosa che non funziona nel tabellone, credo. Colleghi, però…

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, premesso che la maggioranza ha espresso su questa votazione 216, cioè circa 130 presenti in meno del numero della maggioranza che sostiene il Governo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), su un argomento che sappiamo divide anche la maggioranza,…

PRESIDENTE. Colleghi!

EMANUELE FIANO (PD). …volevo chiederle di esprimere anche di quanto è stato il numero legale, con quanti partecipanti sopra il numero legale si è svolta la votazione.

PRESIDENTE. Glielo facciamo sapere. Le votazioni comunque lei sa… Un attimo, onorevole Fiano: l'abbiamo detto prima, evidentemente non è rimasto impresso sul tabellone a lungo. Se per favore mi fate sapere, così rassicuriamo l'onorevole Fiano.

FEDERICA DIENI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICA DIENI (M5S). Presidente, solo per rilevare che io prima ho alzato la mano per cinque minuti e non sono stata vista da nessuno per intervenire. Quindi magari, siccome sono emendamenti, man mano uno alza la mano e prova ad iscriversi…

PRESIDENTE. Lei ha ragione, ed alla Presidenza siamo in tanti, nessuno di noi l'ha vista…

FEDERICA DIENI (M5S). No, però essendo anche il primo voto magari una maggiore attenzione…

PRESIDENTE. Faremo sicuramente maggiore attenzione.

FEDERICA DIENI (M5S). Non c'era… Stavano rientrando i colleghi, quindi non c'era tutta questa emergenza.

PRESIDENTE. Grazie. Se abbiamo i numeri, li forniamo direttamente all'onorevole Fiano.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.21 Ferro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.21 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.10 Santelli, 3.24 Ferro e 3.32 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, approfitto perché magari riusciamo un attimo a riassestarci rispetto alla discussione che abbiamo lasciato prima della pausa pranzo, perché noi stiamo discutendo dell'articolo 3, che riguarda appunto la questione della nomina dei commissari straordinari…

Presidente, le chiedo se riesce solo un minuto…

PRESIDENTE. Sì. Colleghi, vi chiedo di fare… Colleghi… Onorevole Zanichelli, anche… Colleghi, chiedo a tutti un po' di silenzio, per cortesia. Proviamo, onorevole Carnevali.

ELENA CARNEVALI (PD). La ringrazio, la ringrazio molto.

La discussione che noi stiamo facendo, per cercare di ritornare nel merito di quello che stiamo affrontando con questo decreto-legge, è che per la scelta dei commissari straordinari (e lo vedremo poi successivamente a questo punto anche per la scelta dei direttori sanitari piuttosto che di quelli amministrativi), con questo decreto-legge si stabilisce che non ci riferiamo più alla regola nazionale che vale su tutto il territorio nazionale, che è quella che fa riferimento al decreto legislativo n. 171 del 2016. Io approfitto di questa occasione anche per interloquire, ovviamente tramite lei, con la relatrice, che nell'intervento precedente ha cercato di motivare, e forse a mio giudizio anche in qualche modo di sminuire la portata di questa scelta, dicendo alcune cose.

La prima: noi non andiamo a scegliere la qualunque, un uomo qualunque. Il punto politico, che noi abbiamo sollevato più volte, è che non riusciamo a capire perché non sia possibile tenere in considerazione, se non l'adempimento totale del decreto legislativo n. 171 del 2016, almeno quelle condizioni essenziali che servono per tutte le persone che si devono occupare di dirigenza sanitaria, di modelli organizzativi nella sanità. Faccio solo alcuni esempi. Mi riferisco per esempio al fatto che credo conveniamo tutti, che almeno per le persone alle quali chiediamo di compiere questa impresa molto impegnativa, che abbiamo anche giudicato eroica, di cercare di ripristinare una condizione, in particolare sui livelli essenziali di assistenza, della regione Calabria, ci siano alcune condizioni. Io penso che almeno un diploma di laurea quinquennale, come viene chiesto, di laurea specialistica e magistrale come vale per tutti (stiamo parlando dell'articolo 1, comma 4, lettera a) per quel che riguarda appunto gli elenchi dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale). Faccio notare che per i direttori sanitari e amministrativi le richieste di competenze sono ancora più forti, come si può leggere appunto nel decreto legislativo n. 171 del 2016. Questo - cominciamo così - è un po' il minimo sindacale che viene chiesto a tutti.

Perché in questo articolo quella comprovata esperienza anche in materia di organizzazione sanitaria e gestione aziendale non ci dice praticamente nulla: quanti anni deve aver maturato una persona per avere una comprovata esperienza? Almeno su tutto il territorio nazionale uno, si dice, deve avere almeno un'esperienza quinquennale nel settore sanitario o settennale in altri settori. Qui non si stabilisce alcun criterio! Quindi, forse se andiamo a prenderli in quiescenza noi speriamo che abbiano almeno un'esperienza maturata negli anni. Anche questi non ci è dato di sapere che titoli hanno: neanche i titoli! Ma se noi abbiamo approvato una legge per stabilire quali sono i titoli, quali sono le competenze che chiediamo a coloro che devono dirigere le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere in tutta Italia, non si capisce perché in questa si va invece non solo in deroga all'albo nazionale, ma si va in deroga anche ai requisiti: è questa cosa che io non riesco a capire.

E poi, l'ultimo punto: io capisco che uno possa dire che può essere un problema il fatto che abbia un corso di formazione specialistica certificato da Agenas…Va bene, queste possibili persone magari questo corso specialistico non potranno averlo, questa certificazione; ma santo Iddio, ma almeno i due primi criteri, una laurea quinquennale e almeno una competenza quinquennale o settennale, criteri minimi che chiediamo a chi va a fare un'impresa complicatissima come quella che viene chiesta nel decreto-legge “Calabria”. Quindi io da questo punto non sento una motivazione. Il Governo ce lo spieghi! Lo chiedo a lei Presidente, così come lo chiedo alla collega Nesci: ci dica qual è il problema per poter inserire almeno questi due requisiti, che mi sembrano davvero il minimo che si possa chiedere, per trasparenza e anche per omogeneità su tutto il territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, lo ribadisco: questo è uno dei temi fondamentali di questo decreto-legge; e per spiegarlo bene ai colleghi ma anche a chi ci ascolta, una delle battaglie fondamentali sulla sanità è stata: “lontano le mani della politica dalla sanità”. La politica compie scelte, le scelte possono essere e saranno ovviamente discrezionali o fatte con arbitrio; con questo decreto-legge il Governo non accetta di compiere scelte discrezionali all'interno delle regole precostituite dalla nostra legge, ma pretende di avere libertà maggiore, quindi arbitrio nella scelta dei soggetti.

Torniamo quindi al merito e alla trasparenza tanto declamati dai 5 Stelle. Vede, se ci sono degli elenchi nazionali, ci sono degli elenchi nazionali perché qualcuno quelle persone le ha valutate. Io non ho ascoltato, né dal Ministro Grillo né dalla relatrice, una motivazione convincente sul perché quello che tutte le regioni fanno, cioè scegliere all'interno di un elenco nazionale, debba essere derogato dal Governo. Perché il Governo può scegliere oltre? Si immagina che in un elenco nazionale ce ne siano di professionalità, allora non si cerca la professionalità, ma si cerca di individuare i criteri per nominare qualcuno di specifico. Ma si va oltre, perché oltre all'elenco nazionale si dice che si può anche optare per le persone in quiescenza. Ribadisco, colleghi: hai voglia che urlate in Parlamento, questa norma ha un nome e un cognome! Ha un nome e un cognome! Voluta dai Cinquestelle in Calabria! Questa è una norma ad personam per mettere un determinato commissario in una ASP specifica, e per far questo si deroga all'albo, perché non fa parte dell'albo, e si inserisce che sia una persona anche in quiescenza, perché la persona in questione è in pensione. Chiedo alla Lega, che ha fatto una battaglia per “quota 100”: ma come, stiamo distruggendo il bilancio dello Stato perché dovete mandare prima in pensione la gente e poi prendiamo la gente in pensione e la rimettiamo nell'amministrazione, nei posti definiti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)? Ma di che stiamo parlando? Io credo che la maggior parte dei colleghi di Cinquestelle non sappiano di che cosa stiamo parlando in questo decreto: stiamo parlando dell'occupazione del potere con persone specifiche scelte dai vostri governanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.10 Santelli, 3.24 Ferro e 3.32 Viscomi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.25 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, solo per illustrare questo ennesimo emendamento che certamente non avrà un esito favorevole nella votazione, di questo ne siamo più che certi. E ciò, anche rispetto a quanto fino ad ora c'è stato più volte sottolineato, ossia che molta gente non intende accettare ruoli di questo tipo, raccontando di una sfida impossibile, che però stiamo delegando a pochi uomini e donne al comando. Noi consideriamo - oltre a togliere quello che abbiamo già ribadito col precedente emendamento, che ha abortito rispetto all'esito che auspicavamo - la possibilità di inserire eventuali professionalità che potessero provenire da società a totale capitale pubblico, anche per avere un ampio bacino di scelta rispetto a quei requisiti che la collega prima diceva, che dovrebbero essere dei requisiti minimi per chi in qualche modo dovrebbe rimettere in sesto delle sacche, e non tutta quella sanità che viene descritta, ma delle sacche certamente di grandi difficoltà nella sanità calabrese; ovviamente questo doveva essere un testo che, oltre a risolvere i problemi (non li risolverà certamente, ma ne creerà, quindi in questo caso la cura è peggio del rimedio), avrebbe dovuto in qualche modo rilanciare anche quelle idee che sono state messe in campo in tanti anni dal MoVimento 5 Stelle: dalla trasparenza alla meritocrazia a quella volontà di reperire le professionalità non soltanto in un determinato bacino.

Sinceramente credo che in questo momento si stia tradendo, ancora una volta, quell'attesa che tutti avevano e, come dice Giorgia Meloni, che lo ha dimostrato nei fatti e in campo, mentre noi abbiamo in qualche modo mille idee ma una sola parola, in questo caso, per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, hanno poche idee, poche promesse, ma soprattutto mille parole che ogni volta vengono puntualmente sconfessate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.25 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.26 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.27 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.3 Rostan, 3.5 Maria Tripodi e 3.22 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, questo emendamento prova a risolvere un'altra delle chicche presenti in questo decreto, perché qui siamo proprio al paradosso: si va in una situazione complicata, si commissaria l'intera sanità di una regione, perché è messa male, e si scrive che può essere nominato un unico commissario straordinario per più enti del servizio sanitario. Ovvero, siccome la situazione è complessa, una persona lavora il doppio e riesce a risolvere in diciotto mesi tutti i problemi.

Poi, siccome siamo al paradosso del paradosso, nel comma successivo, per possibilità di risparmio, per come si interpreta solitamente eticamente da una parte la questione pubblica, chi viene scelto per fare un doppio lavoro viene pagato anche il doppio, che è una questione che veramente è la prima volta che si sente nella pubblica amministrazione.

Allora, non si trova nessuno che vuole andare in Calabria, bisogna superare tutti i criteri, i criteri non sono restrittivi, ma si allargano, e poi, però, anziché fare le cose uno per ASP, è possibile mandarne anche più di uno, e si pagano il doppio.

Ora, da alcuni giornali abbiamo appreso della nomina di sette su nove commissari: basterebbe nominarne altri due e, per il buon gusto, cancellare queste due norme, a meno che qualcuno non ci dica che, tra quei sette, qualcuno verrà nominato in altri due posti oppure uno in tre posti, e per la modica cifra di circa 600 mila euro l'anno andrà a risanare i conti spendendo e sperperando il denaro pubblico.

Veramente, penso che si stia arrivando al paradosso. Almeno sul risparmio del denaro pubblico tutta la maggioranza e tutto il Parlamento abbiano un senso comune di risparmio, non dell'etica, del risparmio del denaro pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Ho grande rispetto del collega Stumpo e, in particolare, anche di questo intervento, che solleva una questione non da poco.

In realtà, il collega Stumpo ci ha rivelato il potenziale stipendio del commissario straordinario che dovrà fare le veci, auspichiamo, di ogni singolo ente del servizio sanitario locale regionale. Allo stesso momento, però, dice che questa è una spesa, una spesa importante, e propone comunque la soppressione del comma 4 dell'articolo 3, perché comunque all'interno della discussione in Commissione affari sociali è venuta fuori più volte la difficoltà di trovare persone che sarebbero e saranno disponibili a continuare in maniera indefessa in questa missione di risanamento del disavanzo regionale.

Però, allo stesso momento, all'ottimo collega Stumpo faccio rilevare una contraddizione: se lui dice che, allo stesso momento, non è giusto e non è corretto utilizzare più di un commissario straordinario per una singola azienda, allo stesso momento dice che questo tipo di remunerazione viene duplicata se non le accorpiamo.

Allora, dobbiamo decidere una direzione: noi abbiamo lasciato la facoltà, perché qui abbiamo un problema di facoltà, di potestas, perché fino adesso, oltre a dare le responsabilità alla politica regionale, c'è un comune sentire che dice che non ci sono le condizioni minime per riuscire a operare in maniera efficace. Questo, collega, mi permetta, è venuto più volte fuori in discussione in Commissione affari sociali.

Allo stesso momento, rispondo alla collega Carnevali, che prima si preoccupava relativamente alla questione della formazione delle eventuali persone che sarebbero state trovate all'esterno dell'albo nazionale.

E quali sono le loro qualifiche, quali sono le loro competenze: anche questa è una facoltà, è semplicemente una facoltà che lasciamo in più per dare più poteri in un tentativo di risanamento eccezionale di diciotto mesi. Ma allo stesso momento rispondo alla collega Carnevali e a tutto il Partito Democratico, che comunque, in maniera surrettizia, ci fa delle accuse nel momento in cui dovrebbe guardarsi allo specchio, la questione della “delega Madia” l'ho detta già prima. E allora ripeto ora, in questo momento, che sicuramente noi non sceglieremo né persone indagate, né delle persone appartenenti alla massoneria, questo è poco, ma è sicuro. Allora, cerchiamo anche di vedere le cose come stanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per questi identici, che vedono scendere in campo le forze di opposizione, ma per cercare di porre rimedio a qualcosa che sembra quasi strabiliante, perché il Governo immagina di risolvere la questione della sanità in Calabria con dei supercommissari, metà uomini e metà divinità, che dovrebbero, e preciso, non ricoprire più di un incarico, e cioè due…

PRESIDENTE. Colleghi! Scusi, onorevole Bellucci. In tutti i settori, colleghi, colleghi, vi chiedo di evitare i capannelli e di abbassare il tono della voce.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. La previsione è di immaginare commissari straordinari per più enti del servizio sanitario regionale, e quindi un commissario per uno, due, tre, quattro, cinque e così via enti insieme. Allora, già l'impresa è un'impresa improba, quella di 18 mesi, sì, di azzerare, ma anche di trovare delle risposte sulla base di un'analisi puntuale. Noi ci chiediamo come un uomo da solo possa ricoprire più incarichi insieme. Appoggiare questa previsione del Governo significa appoggiare una misura che ha il fallimento nel suo DNA e che non ha alcuna logica, perché, al di là di quello che veniva detto prima, cioè che venga individuato un commissario etico, efficace, efficiente, competente, con le vigorose energie necessarie, c'è il fatto che è impossibile che una persona possa risolvere la questione della sanità in Calabria avendo più incarichi tutti insieme.

E inoltre, poi, nel comma successivo viene anche stabilito che il compenso sarà in riferimento, ovviamente, al numero di incarichi stabiliti. Certo, noi capiamo che il Governo si preoccupa di individuare un commissario, ma ritorno a dire che il Governo dovrebbe motivare le giuste persone e dovrebbe farlo attraverso una capacità di convincere che l'impresa che si va a svolgere è un'impresa importante per la Calabria, ma non soltanto, per l'Italia intera, nel garantire il diritto alla salute e i livelli essenziali di assistenza. E, allora, non si può pensare che un'unica persona possa svolgere questo compito, è inimmaginabile. Noi dovremmo immaginare quasi un avatar, un navigator avatar che insieme, in Calabria, assurge dentro di sé tutta una serie di competenze e di sfaccettature. Noi su questo chiediamo davvero al Governo di poterci riflettere, di poter pensare di accantonare questi emendamenti e di poter, quindi, introdurre una misura che sia più giusta e doverosamente giusta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. Speravo che l'intervento dell'onorevole Baroni almeno ci levasse qualche curiosità, ci facesse comprendere le motivazioni di alcune scelte. E, invece, sento che al solito si cercano delle parolone: noi non nomineremo gli indagati, noi non nomineremo i massoni. No, state nominando i vostri amici, non vi preoccupate, non sappiamo chi sono, ma sono vostri amici (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Ma il tema è un altro, perché bisogna tenere una logica, in certe cose bisogna mantenere una logica: se, onorevole Baroni, nel magnifico mondo 5 Stelle funziona che: la Calabria è una terra disperata, in Calabria non ci sono professionalità, peccato che i calabresi gestiscono le maggiori strutture sanitarie nazionali, ma in Calabria non possono farlo, quindi bisogna cercarli altrove, e poi queste persone altrove non vogliono venire in Calabria, ma noi, che siamo il MoVimento 5 Stelle, reagiamo con durezza e convinceremo i nostri prodi eroi a venire in Calabria. E che cosa facciamo, però? Siccome è un elemento quasi eroico venire in Calabria, probabilmente non li troveremo, i magnifici nove non li troveremo, ne troveremo solo sette. Non lo so come funzionerà, ce lo diranno i giornali nelle prossime ore. Non vorrei - e lo chiedo alla relatrice - che, in realtà, si sappia già che, fra quei sette, due di quelli occuperanno un doppio incarico, con doppio stipendio e doppia mansione, perché questo succede nel magnifico mondo dei 5 Stelle e del gattopardismo dei 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie. Forse a questa Assemblea sfugge che bisogna anche andare a vedere l'articolo 14, che parla delle disposizioni finanziarie, cioè delle coperture, per quello che stiamo andando a discutere ora e, in particolare, dell'articolo 3 e delle risorse che vengono impiegate per poter sostenere i costi dei vari commissari, compreso il fatto che persone che hanno il ruolo non solo di commissario straordinario in un ente, ma, magari, in due, hanno la possibilità di avere un cumulo degli emolumenti che gli vengono dati.

Come ho dichiarato in Commissione - e lo voglio ribadire qui, in quest'Aula -, io sono tra quelle che pensano che le professionalità vadano pagate e vengano riconosciuti il ruolo e le competenze che le persone hanno. Quindi, francamente, personalmente, non mi sconvolge che noi dobbiamo sostenere i costi di un emolumento a chi stiamo affidando nelle mani il futuro della regione Calabria.

Cos'è che non va bene? Che qui, però, ad un certo punto, ci si è allargati, perché, in primo luogo, c'è un problema di contiguità territoriale che penso che i colleghi della Calabria vi possano spiegare: non è che muoversi da una parte all'altra è facile in quel territorio. In secondo luogo, c'è un altro tema: noi abbiamo anche previsto che gli paghiamo le spese, eventualmente, per i costi dei trasferimenti che questi futuri direttori devono avere. Ricordo alla Lega e agli altri colleghi che noi abbiamo un sottosegretario, di cui abbiamo fatto nome e cognome - Coletto -, che ha assunto un ruolo - e veniva da tutt'altra regione -, al quale non abbiamo dato alcun emolumento. E ricordo ai colleghi che, quando andiamo a prendere da quell'albo nazionale che voi non volete le persone competenti, non è che nel contratto noi gli riconosciamo un aggiuntivo perché si devono trasferire. Invece qui gli paghiamo anche le spese di soggiorno, la rava e la fava. Quello che vi voglio dire è che almeno un minimo di metro, di misura poteva essere sostenuto e, quindi, troverete una serie di emendamenti che tendono, in qualche modo, a ridimensionare.

Però, voglio anche ricordare, e qui, tramite lei, Presidente, lo dico al collega dei 5 Stelle che è intervenuto prima dicendo “noi non andremo a prendere indagati”, e lo dico con tutto il rispetto, che in quest'Aula c'è un'ipocrisia che francamente non tollero più, perché noi abbiamo, in quest'Aula, persone magari in altri ruoli, magari hanno pure patteggiato, però noi siamo quelli che lavano sempre più bianco, quelli che stanno alle mie spalle, quelli che stanno al mio fianco. Allora, forse, bisognerebbe smetterla con questa sorta, come dire, di finta ipocrisia, in realtà totalmente vera e reale, perché nelle regole, quando si prendono e vengono assunte le persone, esistono delle condizioni di incandidabilità e di ineleggibilità che valgono per tutto il territorio nazionale se applichi il decreto legislativo n. 171 del 2016. Certo, se non lo applichi, è chiaro che a questo punto le mani sono più sciolte e, allora, abbiamo il problema di dichiarare in quest'Aula che loro non andranno a prendere persone indagate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

DALILA NESCI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI, Relatrice. Giuste le domande che hanno sollevato i colleghi; già avevo risposto in Commissione affari sociali, quindi è giusto che lo dica, sempre a beneficio di chi non ha seguito direttamente i lavori. Con il comma 4 di questo articolo 3 si attribuisce al commissario ad acta la facoltà di nominare un commissario straordinario per uno o più enti del sistema sanitario regionale. Ribadisco: è sempre una facoltà, quindi non c'è una obbligatorietà, non stiamo dicendo che tutti i commissari avranno doppi o tripli incarichi. Ma qual è il motivo di inserire in questa norma la facoltà?

La facoltà di nominare lo stesso commissario ad acta per più enti del sistema sanitario regionale non ha nulla di complottista o di trascendentale: siccome è possibile che si debbano agevolare dei percorsi di aggregazione di enti, per esempio di aziende ospedaliere, qualora ci fosse questa necessità, anche finalizzata alla revisione della rete territoriale o ospedaliera della regione, sarà possibile far coincidere queste figure. Quindi, semplicemente per agevolare questo lavoro, ove ce ne sarà bisogno e se si vorrà fare tesoro di questa facoltà. Per quanto riguarda il dubbio sulle retribuzioni, il cumulo delle retribuzioni, ricordo, ed è già scritto nella norma, che ci sarà un decreto ministeriale che stabilirà quale sarà la retribuzione aggiuntiva e, quindi, dirimendo anche questo dubbio che oggi c'è. Quindi, volutamente è stata demandata al decreto ministeriale la definizione di questo. Per quanto riguarda le difficoltà oggettive di ricoprire questi incarichi ai vertici delle aziende sanitarie calabresi per tutti i motivi emergenziali e anche cronici della regione Calabria stessa, ho ribadito, e lo dico anche qui, che la retribuzione prevista per l'incarico di direttore generale in Calabria era più bassa rispetto alla media, allo standard nazionale. Quindi, anche qui, non si è alzato il compenso, lo si è equiparato ad una media nazionale; poi, per il resto, si tratta di rimborsare le spese vive che penso sia d'obbligo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (M5S). Grazie, Presidente. I colleghi sia del centrodestra, che del centrosinistra, del PD, Forza Italia parlano di criteri di meritocrazia, ma non lo scopriamo certo oggi che la sanità in Calabria è stata commissariata dal 2009: ha iniziato prima il centrodestra chiudendo reparti, ospedali, poi ha continuato alla grande il centrosinistra, che, tra l'altro - il PD -, non ha neanche scelto il proprio presidente regionale, Mario Oliverio, ma gli ha preferito un commissario ad acta, per la cronaca, l'ingegner Massimo Scura. Cosa hanno prodotto gli esperti scelti dal centrodestra e dal centrosinistra? Hanno prodotto lo sfascio della sanità in Calabria: un disavanzo di ben 220 milioni di euro, a cui dobbiamo aggiungere i 340 milioni di euro di mobilità passiva.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO SAPIA (M5S). Questi sono gli esperti del centrodestra e del centrosinistra. Inoltre voglio ricordare, Presidente…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

FRANCESCO SAPIA (M5S). …che a Reggio Calabria sono spariti 400 milioni di euro, sempre grazie agli esperti del centrodestra e del centrosinistra, che oggi si lamentano del nostro decreto atto a ridare dignità ai malati calabresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.

FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente. Io mi sorprendo che in quest'Aula ci si sorprenda che questo è un decreto-legge per la situazione particolare che c'è in Calabria, perché è una situazione eccezionale, è una situazione eccezionale alla quale si risponde con un provvedimento eccezionale. Chi non abita in Calabria non si può rendere conto della situazione in cui, purtroppo, i nostri medici, il nostro personale sanitario deve lavorare. È molto probabile che, spesso, per fare carriera, per lavorare bene, per avere la strumentazione necessaria, i migliori medici se ne vanno, quindi chi non può non se ne va; e per farli tornare, ovviamente, dobbiamo dare degli incentivi, perché sono zone disagiate. Questa situazione non l'abbiamo voluta noi, l'abbiamo subita e siamo qui per risolverla. E invece di attaccare noi, che stiamo cercando di portare legalità, cercate di farvi un esame di coscienza per tutto quello che avete creato e arrecato ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Non mi piace mai la polemica, soprattutto quando devo dire poi che, alla fine, è una polemica spesso fine a se stessa rispetto anche al centrodestra e al centrosinistra. Per il centrosinistra sicuramente non sta a me parlare, posso parlare della storia del centrodestra, augurandomi che qualcuno vada a vedere in quel famoso piano di rientro quali furono i dati, purtroppo, anche rispetto a tante strutture chiuse, ma certamente dei dati che non hanno fatto sfigurare quel famoso piano di rientro che all'epoca fu messo in campo. Però, dobbiamo veramente gettare un po' il passamontagna che troppo spesso portiamo rispetto a determinate discussioni, considerato che se da stamattina stiamo chiedendo, rispetto ad eventuali nomine, di scegliere il meglio, di scegliere tutto ciò che può portare un beneficio, voglio ricordare a qualcuno che forse questo decreto è stato finalizzato proprio alla nomina di chi con il centrodestra ha lavorato sul piano di rientro; quindi, qualcosa non mi torna (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, abbiamo avuto conferma dalla relatrice che ci saranno doppi incarichi, che ci saranno personaggi capaci di gestire aziende immense, che ci saranno persone che, quindi, dovranno probabilmente nominare dei subcommissari e ci saranno indennità aggiuntive, di sicuro. Ecco, mi rivolgo alla collega Nesci e agli altri che sono intervenuti: occupatevi pure di scoprire se c'è qualche massone o meno, poi, vediamo come fate a trovarli, attenti che forse può darsi, può capitare che, a volte, uno ce li abbia nei Governi e manco lo sappia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), indagate bene, perché poi, alla fine, attention; ebbene, io mi domando come farà questo super commissario con indennità aggiuntive, triplici incarichi, farà i subcommissari che saranno pagati anche quelli. Invece di stare a ricordare cosa ha fatto uno, cosa ha fatto l'altro, ora, governate voi, se vi si dice: troviamo e facciamo delle scelte meritocratiche, facciamo delle scelte che siano di garanzia, facciamo delle scelte che siano gestionali, ebbene, se non lo volete fare, vuol dire che forse volete fare come ha fatto finora il centrosinistra, perché date colpe anche a noi. Governate voi, in questo momento, ricordatevelo! Questo provvedimento lo fate voi, non noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente. Solo una domanda; lo stato di necessità che prima è stato invocato legittima l'abbandono e l'accantonamento di ogni criterio di buonsenso? Perché noi stiamo parlando del comma 4, comma che consente di nominare un unico commissario per più enti; il super commissario diventa veramente, così, un eroe della Marvel. È stata prima richiamata la questione della contiguità territoriale, c'è un nostro emendamento che prevede di limitare la nomina almeno a due enti e contigui territorialmente, perché altrimenti chi conosce la Calabria sa che è difficilissimo spostarsi. Allora, ribadisco la domanda: lo stato di necessità, oltre a legittimare ogni violazione di norma costituzionale, legittima anche l'abbandono del buonsenso? Io credo di no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

CARMELO MASSIMO MISITI (M5S). Presidente, io penso che sia stato abbastanza chiaro, per quanto riguarda gli emolumenti del direttore, il riferimento alla legge n. 211 del 2014; il tetto massimo degli emolumenti per il direttore generale sarà di 240 mila euro, tetto che, in alcuni casi, non sarà neanche raggiunto, perché lo stipendio medio di un direttore sarà di 123 mila euro e anche aggiungendo i 70 mila euro non si dovrebbero raggiungere i 240 mila euro. Questo giusto per chiarire come sta scritto nel decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Io vorrei rassicurare i colleghi del MoVimento 5 Stelle; la sanità in Calabria ci sta tanto a cuore che nella scorsa legislatura i parlamentari calabresi del PD hanno presentato un'interrogazione in cui chiedevano sostanzialmente il superamento del commissariamento. Ebbene, visto che noi non l'abbiamo fatto, io mi aspettavo che il Governo del cambiamento, rispetto a questi cattivi del centrodestra e del centrosinistra, andassero a un superamento del commissariamento, invece, che fanno? Lo aumentano, lo fanno diventare un super potere, facendo che cosa? Negando le leggi che regolano tutte le altre regioni. Io non credo che questa sia una risposta. Questo è un modo per prendere il potere in maniera illegittima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, gli identici emendamenti 3.3 Rostan, 3.5 Maria Tripodi e 3.22 F erro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.12 Santelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. A noi avevano insegnato che la legge era astratta; credo che questo decreto nei prossimi anni potrà essere considerato il simbolo, invece, di un decreto, non solo molto concreto nei luoghi e nei posti, ma di un decreto ad personam. Prima io paventavo il pericolo che fra i sette magnifici nomi già scelti dal Governo su nove, probabilmente due di quelli avrebbero occupato altre due postazioni; qualche minuto fa la relatrice, con molta sincerità, ha ammesso che così sarà; sappiamo che siamo nell'ennesima norma che il Governo scrive affinché due persone scelte da questo Governo abbiano due postazioni e doppio stipendio, doppiamente privilegiati e, evidentemente, doppiamente amici dei 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente. Sono veramente allibita dal tenore di questi interventi di alcuni colleghi calabresi che mi hanno preceduta; perché sentire persone che sono state molto vicine al presidente Oliverio, indagato per la sanità in Calabria – ricordo tutti i provvedimenti e le indagini che sono in corso –, definire la sanità “potere”, dimostra proprio la concezione che alcune persone hanno della sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La sanità non è potere, non dovrebbe essere potere; in realtà, è stata utilizzata da destra e da sinistra in questi anni. Si deve vergognare chi ha mangiato sulle spalle di noi calabresi, sulle spalle dei cittadini, perché abbiamo, ripeto, una sanità commissariata per ‘ndrangheta, la ASP di Reggio Calabria è commissariata ed è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E ancora qui a dire che è tutto bello, che tutto funziona, che vogliamo mangiare noi! Noi vogliamo un po' di legalità, stiamo cercando di portare legalità (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E questo provvedimento serve a portare legalità; questo è un provvedimento che per noi porterà legalità, perché le nomine sono fatte sulla base di scelte meritocratiche, sulla base di scelte fatte in base a curriculum, non in base all'amicizia o alla parentela. Non sono scelte che sono state fatte come negli anni passati, dove la politica decideva di aprire o chiudere un ospedale soltanto per la propria clientela, perché abbiamo ospedali abbandonati, aperti solo perché il politico di turno prometteva l'apertura di quell'ospedale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E io non lo accetto, non lo accetto, non lo accetto e non accetto il rimprovero da parte di queste persone. Quindi, un po' di dignità e un po' di silenzio, quantomeno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, intervengo per dire, attraverso di lei, che corrispondo all'onorevole Baroni la stessa stima che mi ha manifestato nel suo intervento, però, vorrei precisare alcune cose, perché ho troppo rispetto della nostra Aula, dell'Aula parlamentare per far sì che alcune cose dette non siano riprese, perché si va oltre il limite. Anche quelli come me, normodotati, diciamo, tendono poi a pensare che si superi il limite.

Non si può dire che in una norma si inserisce l'opportunità di fare una cosa, ma solo per quel posto e non per le altre situazioni analoghe, perché nelle altre situazioni non è il caso mentre in questa situazione sì. E allora, siccome questo decreto è composto da due facce diverse: una si occupa di una vicenda specifica, la sanità e il commissariamento in Calabria, e l'altra si occupa, più in generale, della sanità. Se vogliamo dare a tutti la possibilità di riorganizzarsi, come è stato detto, allora dobbiamo dire che in tutte le regioni italiane per la riorganizzazione si può nominare contemporaneamente la stessa persona per due ASP e poi riorganizzarla, perché altrimenti si prova a far passare un imbroglio per una questione normale: non va bene, almeno si abbia il pudore di non prendere per scemi quelli che non lo sono, almeno questo io dico. Si vogliono dare due incarichi alla stessa persona perché si pensa che così si migliora la sanità in Calabria? Fatelo, ma non dite che gli dovete dare il doppio stipendio come opportunità o come opzione, perché c'è scritto. Allora, togliamo il doppio stipendio. Perché, invece, lasciate la questione come opportunità, ma non si può fare in un'altra regione dove c'è lo stesso problema? E, allora, trovate tutte le parole che volete, cercate di fare quello che volete: siete la maggioranza, avete una maggioranza e ve lo votate, però con dignità, con dignità, non venite a raccontare cose così inascoltabili in Aula. Dite semplicemente che di quelle sette persone due o una faranno il doppio e una il triplo lavoro e prenderanno due o tre stipendi. Va bene? Di questo si tratta. State facendo battaglie sui costi, su tutto: cioè, dobbiamo tagliare qualsiasi cosa, tranne lo stipendio di chi mandate a fare il commissario dove ci sono problemi economici per risanare la sanità.

Inoltre, lo dico, sempre attraverso di lei, all'onorevole Dieni: io sono come lei indignato della situazione della sanità in Calabria, però non si può pensare che c'è chi è indignato «di serie A» e chi «di serie B» e quelli «di serie B» hanno le responsabilità e quelli «di serie A» che governano ora le scaricano sugli altri. Questo è un po' troppo e anche dire: ora noi faremo giustizia. Si incappa in errori da tutte le parti che sono già stati fatti. In Commissione si è detto che a gestire la sanità in Calabria non si metteva nessuno che aveva partecipato agli spazi degli anni precedenti: è già stato nominato subcommissario uno che ha fatto il direttore generale nella sanità negli anni passati in Calabria, non è calabrese, ma non è un problema di calabresità; ha già partecipato a rompere la sanità in Calabria e nomineranno, sempre a detta dei giornali, commissario in una o più ASP un ex dirigente della sanità in Calabria. Ma come? Non ci dovevano essere calabresi; non ci dovevano essere persone che si erano occupate di sanità e ne mettiamo uno che è calabrese e che se ne è occupato perché ha dei rapporti particolari? Allora, davvero, davvero, cercate di fare quello che dovreste fare e che dovrebbe fare qualsiasi persona di buonsenso: occuparsi di mettere le persone giuste ai posti giusti. Fatelo come si fa in tutta Italia oppure date a tutti gli italiani la possibilità di fare le stesse cose che state facendo voi in Calabria e metteteli nella seconda parte (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signora Presidente, attraverso di lei, voglio ricordare che - su questo sono d'accordo con chi lo dice ripetutamente – che, in questo Paese che è gestito e diretto attraverso le organizzazioni democratiche che si fondano anche sulla separazione dei poteri, un cittadino indagato è colpevole solo al terzo grado di giudizio, tant'è che la sindaca Raggi e altri esponenti dei 5 Stelle sono indagati, ma non per questo smettono di fare il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma c'è di più: quello che ha detto l'onorevole Dieni è falso, perché il presidente Oliverio non è mai stato indagato sulla sanità e non poteva esserlo! E non poteva esserlo perché sostanzialmente chi ha gestito la sanità in Calabria, come ha detto lo stesso collega Sapia, è stato sostanzialmente il Governo nazionale.

E noi parlamentari PD, nella scorsa legislatura, abbiamo fatto una battaglia perché tornasse alla regione. Dopodiché la sanità in Calabria va cambiata, va modificata ma non attraverso regole che non sono regole del gioco che valgono per tutti, perché il campionato di calcio si gioca con le stesse regole in tutto il territorio nazionale. Se qui in Calabria si vuole giocare in maniera diversa, ammesso e non concesso che si voglia fare in maniera straordinaria per diciotto mesi, bisogna mettere regole ancora più stringenti, non possibilità di sbracarsi. Gli onorevoli del Cinque Stelle dicono che sostanzialmente per loro la sanità non è potere. Ebbene, vi leggo quello che ha dichiarato l'onorevole Nesci qualche mese fa a proposito di uno dei sette commissari nominati fuori dall'albo nazionale: “La disinformazione è il male quanto la malafede e la mancanza di rispetto per le istituzioni.”, naturalmente parlava di un sindaco del Partito Democratico. “Il prefetto Michele Di Bari mi aveva convocato formalmente in qualità di deputata della Repubblica e, siccome non ero in grado di partecipare al tavolo di ieri per impegni d'Aula, ho chiesto al mio collaboratore Scaffidi di fornire un contenuto tecnico alla discussione”. Il collaboratore dell'onorevole Nesci è lo stesso che è stato nominato fra i sette commissari fuori dall'albo nazionale: questi sono i fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non l'ho definito io collaboratore: l'ha definito l'onorevole Nesci (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà. Colleghi, scusi onorevole D'Ettore, colleghi, evitiamo, ve l'ho già chiesto prima, evitiamo capannelli in Aula? Così consentiamo ai colleghi che vogliono intervenire di poterlo fare serenamente.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Mi ha anticipato la collega sul mio intervento: ero lì pronto per dirlo. Ricordo all'onorevole Nesci che nel provvedimento, uno, si sceglie al di fuori di un albo, quindi è un atto puramente politico: si può scegliere un collaboratore di un parlamentare; non so se nella norma di legge volete mettere anche un parente, perché a quel punto si può anche scegliere un parente, non si sa se c'è qualcuno; poi si può anche dare un incarico su più ASP e si pagano indennità aggiuntive. Ma di che cavolo ci parlate di meritocrazia e di onestà, ma di cosa parlate? Di cosa parlate? Andatevene a casa, ce ne andiamo anche noi, ce ne andiamo tutti insieme, ma finalmente non governerete più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Semplicemente per puntualizzare che in effetti…

PRESIDENTE. Onorevole Raduzzi e onorevole Silvestri. Grazie.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Semplicemente per puntualizzare che, sul capo del presidente Oliverio, incombe comunque anche un'indagine legata alla sanità per ipotetici episodi corruttivi legati alla costruzione del nuovo ospedale di Cosenza ma, al di là di questo, qui si tratta di una questione di merito perché è una regione che ha il risultato più basso di LEA di tutta Italia e, a fronte di un'esposizione debitoria che è fra le più alte d'Italia, non può comunque continuare a gestire la sanità con quel modus operandi che ne ha caratterizzato l'azione fino a questo momento e, se non è questa la circostanza in cui un Governo centrale può esercitare i poteri sostitutivi di cui all'articolo 120 della Costituzione, non vedo veramente in quale altra circostanza il Governo possa rivendicare anche il potere di nominare determinati dirigenti per invertire il trend anche eventualmente comunque a propria discrezionalità. Infatti, il modo in cui la regione Calabria ha gestito la sanità in questi anni ha portato un risultato disastroso: il debito pubblico più alto fra tutte le regioni d'Italia o quasi e i LEA più bassi fra tutte le regioni d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, non c'è altro da dire se non questo: il Governo deve…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). …prendere questa palla in mano e non può scaricare le responsabilità ad altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (M5S). Grazie Presidente, cerchiamo di rimanere nel merito e non facciamoci trascinare nelle polemiche assurde della collega Bruno Bossio. Il loro presidente regionale, Oliverio, è stato preferito all'ingegner Scura, però il presidente Oliverio poteva - poteva! - e doveva riscrivere un piano di rientro d'accordo col Ministero per cercare di uscire dalla fase di commissariamento e questo non l'ha fatto. Non l'ha fatto e adesso l'onorevole Bruno Bossio dice che lo dobbiamo fare noi. È chiaro che lo faremo noi. Il decreto “Calabria” nasce appunto per questo, per cercare di riportare la normalità nella sanità in Calabria, sanità in Calabria che prima il centrodestra e poi il centrosinistra hanno distrutto. L'avete sfasciata con nomine di commissari e direttori generali che hanno portato sul baratro la Calabria, direttori generali che non avete neanche rimosso a norma della legge regionale n. 11 del 2004 e ve ne siete infischiati. Il presidente regionale, che adesso scarica tutta la colpa sull'ingegner Massimo Scura…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO SAPIA (M5S). …avrebbe potuto rimuovere i direttori generali ma non l'ha fatto, non l'ha fatto e, anzi, li anche premiati con un surplus.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

FRANCESCO SAPIA (M5S). È questa la verità. Dite la verità, centrodestra e centrosinistra! Avete sfasciato la Calabria, avete sfasciato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sapia.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Ora la sfasci tu (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Onorevole D'Ettore, onorevole D'Ettore, onorevole D'Ettore (Commenti del deputato D'Ettore)! Onorevole D'Ettore, la richiamo all'ordine per la prima volta. Onorevole Sapia! Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, signor Presidente, per capire. Signora Presidente, come suggerisce il mio capogruppo Delrio che vuole che lei sappia che me l'ha suggerito, l'onorevole Bruno Bossio poco fa ha detto cose che, se corrispondenti al vero come non ho motivo di dubitare visto che ha letto un testo ufficiale, sono per quanto riguarderebbe la materia del conflitto di interessi, come lei potrà convenire, di una notevole gravità. Il testo che ha letto l'onorevole Bruno Bossio certifica il nome di una persona collaboratore dell'onorevole relatrice di questo provvedimento. Noi stiamo convertendo un decreto su questa materia…

PRESIDENTE. Il suo intervento è sull'ordine dei lavori?

EMANUELE FIANO (PD). Sull'ordine dei lavori, certo.

PRESIDENTE. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Noi stiamo convertendo un decreto che è già in essere. Con l'adozione del decreto sono già stati nominati dei commissari e una delle nomine di questi commissari fuori dal ruolo è il nominativo che, leggendo un testo già esistente, l'onorevole Bruno Bossio, a meno di smentite formali, ha testimoniato essere un collaboratore dell'onorevole Nesci. Presidente, noi vorremmo capire una cosa: nel mentre convertiamo un decreto, che dovrebbe determinare i criteri per la nomina di commissari straordinari, stiamo venendo a sapere che uno di questi commissari straordinari sulla materia di cui in conversione è un collaboratore della relatrice del provvedimento e senza avere i requisiti, perché stiamo parlando di fuori ruolo? E in questo caso non dobbiamo ravvedere nella conversione di un decreto, che permette questa nomina, una cointeressenza personale dell'onorevole relatrice che fa da relatrice su un testo che permette e che ha già permesso la nomina del suo collaboratore?

RAFFAELLA PAITA (PD). Dimettiti!

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo a lei una verifica di questo aspetto se è vero quello che noi abbiamo letto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché se così fosse, signora Presidente, sarebbe inaudito che la collega Nesci sia relatrice di questo provvedimento che ha permesso la nomina del suo collaboratore. Chiediamo all'onorevole Nesci, per il suo tramite, un chiarimento su questo punto.

PRESIDENTE. Credo che l'onorevole Nesci abbia chiesto di intervenire. Vi ricordo che la discussione verte sulla conversione in legge del decreto e naturalmente la Presidenza non è tenuta a fare verifiche del tipo da lei suggerite. Prego, onorevole Nesci.

DALILA NESCI , Relatrice. Grazie, Presidente. Mi sembra strano perché il collega Fiano in genere è sempre molto attento ai lavori dell'Aula e delle Commissioni. Avevo già risposto stamattina nel merito dicendo che non ci sono delle nomine formalizzate. Capisco gli interventi della collega Bruno Bossio e legittimamente può farli ma si sta parlando di gossip e di nomine che non sono state formalizzate. Poi, per quanto riguarda il resto non so perché lei, Presidente, abbia fatto quella precisazione all'inizio. Comunque, tutte le mie collaborazioni sono sempre state pubbliche, sia quelle a titolo gratuito sia quelle che sono retribuite.

Quindi, non ho nulla da nascondere e ribadisco che si sta creando un caso su nomine che ancora non esistono.

ENRICO BORGHI (PD). Che vuol dire “ancora”? Che vuol dire “ancora”? Deve escluderlo!

PRESIDENTE. Onorevole Enrico Borghi, se vuole intervenire chieda la parola. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Presidente, il problema non è se sono state formalizzate o no delle nomine. Il problema è di sapere, nella sostanza, se sarà nominato questo signore con cui lei ha un rapporto. Il problema non è se è stato fatto ma è: sarà fatto? Lei esclude che lo si faccia? È questo ciò che lei deve dire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). La ringrazio, Presidente. Voglio ritornare sul merito dell'emendamento che riguarda il fatto che all'interno del sistema sanitario nazionale è possibile attribuire allo stesso commissario la direzione temporanea di due aziende. Voglio ricordare che nell'ambito dei piani di rientro e del piano di rientro della regione Calabria è auspicabile ed è possibile che avvenga l'accorpamento, come la relatrice già ha evidenziato, di due aziende. Non vedo assolutamente nulla di così difficile da immaginare laddove lo stesso commissario possa portare all'unificazione di due aziende. Ciò avviene all'interno dei dipartimenti ospedalieri e nelle unità operative complesse, dove il direttore di dipartimento può avere l'interim di più unità operative complesse. Ecco, ribalterei lo stesso ragionamento…

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). …il direttore del dipartimento ovviamente guadagna di più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Non capisco perché stiamo accendendo una discussione quando il provvedimento è molto chiaro. Le nomine vengono fatte dal commissario ad acta e poi devono passare la ratifica del Consiglio dei Ministri, quindi non vedo che cosa si stia richiedendo adesso all'onorevole Nesci. Peraltro stiamo uscendo da quelli che sono i tecnicismi del provvedimento in questo momento.

Prendo la parola anche per stigmatizzare certi atteggiamenti. Non accetto che nel momento in cui stiamo facendo una discussione e prende la parola l'onorevole Sapia io debba sentire dall'onorevole D'Ettore la frase: “Le mani te le metto in faccia”. Questo è immediatamente da stigmatizzare.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Non l'ho detto!

MARA LAPIA (M5S). È stato sentito benissimo qui dai colleghi e dal Comitato dei nove. Quindi, non siamo stati sul provvedimento sia da parte di Forza Italia, sia da parte del PD. Questi comportamenti sono da stigmatizzare. Torniamo sul provvedimento e se poi vogliamo perdere tempo facciamolo ma non con questo tipo di comportamenti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lapia.

MARA LAPIA (M5S). Quindi, restiamo sul provvedimento, Presidente.

PRESIDENTE. Naturalmente, la Presidenza non ha sentito ma richiama tutti a un atteggiamento consono a quest'Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Certamente comprendiamo l'imbarazzo dei colleghi del MoVimento 5 Stelle rispetto a quello che è stato detto in ordine alla possibilità che un collaboratore dell'onorevole Nesci possa essere nominato - o nominando - in questo ruolo, però mi permetto di dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che mi pare che abbiate imparato molto bene dalla Prima Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), perché durante la Prima Repubblica si riuscivano magari a fare delle nomine con delle determinazioni, mentre voi fate un decreto-legge ad hoc ad personam in pieno conflitto di interessi, laddove dovesse essere confermato quello che è stato detto: avete superato tutto ciò che durante la Prima Repubblica doveva avere in una qualche maniera a sua volta scandalizzato l'opinione pubblica. Poi non chiedetevi il motivo per il quale metà degli italiani che vi ha votato vi ha abbandonati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Io voglio un attimo ricordare come funziona e come funzionerà la situazione nella regione Calabria dopo questo provvedimento. Innanzitutto, un commissario ad acta ce l'abbiamo già da cinque mesi e sono già decaduti praticamente tutti i direttori generali, salvo uno. In secondo luogo, spetta - e sta quindi nella discrezionalità molto ampia che stiamo attribuendo con questo decreto-legge - al commissario straordinario che viene nominato dal commissario ad acta scegliere poi quali saranno gli altri dirigenti.

Io vorrei allora che fosse certo e garantito, cioè che la collega Nesci garantisca in quest'Aula, proprio per ciò che avete sostenuto fino adesso, che non ci sarà alcuna promiscuità tra la politica e il ruolo di collaboratore e le nomine, che in questo caso non c'entrano con il commissario ad acta, ma spettano semplicemente ai commissari straordinari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, intervengo sull'emendamento. Se non sono stato male informato, stiamo parlando dell'emendamento 3.12 Santelli che dice: non può essere nominato un unico commissario straordinario per più enti del servizio sanitario regionale. Io sono esterrefatto dal testo, che si vuole modificare e che prevede la possibilità di un unico commissario per più enti del servizio sanitario regionale. Il dottor Tersilli, medico della mutua, alias Alberto Sordi, si sarebbe fregato le mani davanti ad un provvedimento che gli permettesse di dirigere numerosi enti sanitari in una regione. Per questo motivo voterò a favore dell'emendamento e chiedo di sottoscriverlo. Viva i pensionati: pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, al di là del merito dell'emendamento, io vorrei un attimo riportare l'attenzione dell'Aula su un fatto, che riguarda l'etica dei comportamenti pubblici e anche nostri, della politica, su cui oggi siamo chiamati a decidere. La lista dei nomi dei commissari delle ASP calabresi è stata presentata oggi dal commissario al presidente della regione. Dentro quella lista c'è un nome che, lo apprendiamo in questa discussione, potrebbe essere di un collaboratore dell'onorevole Nesci, relatrice di questo provvedimento. Ora, quello che noi vogliamo sapere, perché riguarda un conflitto di interessi ed anche una questione di etica dei comportamenti pubblici di chi riveste il ruolo di parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), è se questa persona è effettivamente un collaboratore dell'onorevole Nesci e se non si ritiene di intervenire affinché questa persona non venga nominata; altrimenti avete voglia di fare discussioni sulla moralità, sull'etica dei comportamenti pubblici, i colleghi dei 5 Stelle, perché non siete diversi da tutti quelli che vi hanno preceduto nei rapporti di clientela e di collusione nella gestione della sanità pubblica nel Sud di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, io ho ascoltato con grande attenzione l'intervento della relatrice Nesci, ed ho il dovere, sento il dovere di chiedere se le parole d'ordine “onestà, onestà” si sono trasformate nel giro di pochi secondi in “opacità, opacità”, perché questo è il senso del suo intervento. Noi abbiamo bisogno di sapere una cosa molto chiara, cioè se Scaffidi verrà o meno nominato commissario straordinario nella ASP e se è o meno collaboratore della relatrice. Queste sono le parole che sono necessarie per fugare ogni dubbio e per rimettere in quest'Aula un criterio di trasparenza assolutamente necessario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, brevissimo riepilogo delle puntate precedenti. Da quanto è emerso in questa discussione, un collaboratore della relatrice ha presentato un'istanza formale al commissario (detto per inciso, un generale) e questa istanza giace oggi sul tavolo del Ministro, Ministro che è dello stesso partito della relatrice. La relatrice ci ha appena comunicato che questa nomina non è ancora stata formalizzata.

Che cosa significa? La relatrice è in condizioni ora di assicurare a quest'Aula che quel nome uscirà dal tavolo delle nomine, oppure no? Se non è in grado di farlo, si deve dimettere in questo momento, perché non è più super partes, non è più in grado di assolvere alla sua funzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E questo investe direttamente la Presidenza, signora Presidente! E le chiedo formalmente di investire, a nome del gruppo del Partito Democratico, il Presidente Fico, perché noi non possiamo accettare che questa cosa passi inosservata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

DALILA NESCI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Non so se la relatrice Nesci aveva chiesto la parola. Lei l'ha già presa prima; se è per un chiarimento gliela concedo, visto il dibattito che si è sviluppato. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI, Relatrice. Presidente, il fatto che ancora non sono state effettuate le nomine, è per precisare il momento temporale: non ci sono formalizzate nomine di alcun tipo. È in processo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)… Mi fate parlare? Sono…

PRESIDENTE. Colleghi, però facciamo proseguire la relatrice, perché altrimenti senza ascoltarla è complicato per tutti, no?

DALILA NESCI, Relatrice. Sono in corso le interlocuzioni sulle nomine e io non mi siedo al tavolo di quelle nomine, perché la legge dice precisamente chi sono le persone che faranno le nomine; poi per ulteriore chiarezza, visto che prima evidentemente non ci sono riuscita, ribadisco che, dalle indiscrezioni che sono uscite sui giornali, e quindi penso di avere capito la persona alla quale si riferisce la collega e gli altri colleghi, questa persona non è mai stato un mio collaboratore stipendiato. Quindi, su questo non ci sono dubbi e potete tranquillamente controllare (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). E ribadisco che io non mi siedo al tavolo delle nomine (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, vi spiego… Scusi, relatrice… Colleghi… Colleghi, provo a spiegarvi (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)… Provo a spiegarvi come funziona…

DALILA NESCI, Relatrice. E non sono deputata a fare alcuna nomina, perché la nomina la fa il commissario ad acta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà. Colleghi, sapete meglio di me come funziona. Avete la possibilità (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…Colleghi! Avete la possibilità di intervenire al microfono chiedendo la parola. Colleghi, ha chiesto di intervenire il collega Scalfarotto. Quando i suoi si rasserenano un attimo, le do la parola; prima credo che sia difficile farlo. Aspetti, onorevole Scalfarotto, non ci sono le condizioni per poter intervenire. Prego, onorevole Scalfarotto.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Signora Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi! Onorevole Santelli, lei ha già parlato, intanto glielo dico: siccome si è prenotata…Se è sull'ordine dei lavori, allora un attimo Scalfarotto, e poi … Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Chi è che aveva le mani in pasta?

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, vorremmo ascoltare l'onorevole Scalfarotto. Prego.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Signora Presidente, qui chiaramente siamo davanti ad un potenziale conflitto di interessi del quale siamo stati informati in Aula. Il punto è che se l'onorevole Nesci ci dice che lei non ha mai stipendiato questa persona, noi non vorremmo che questa fosse l'occasione per dare uno stipendio ad un collaboratore a carico dell'erario, a carico della finanza pubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, per evitare che questo collaboratore gratuito dell'onorevole Nesci finalmente acceda ad uno stipendio a carico dei contribuenti, c'è una sola modalità: che l'onorevole Nesci, che ha una vicinanza a questa persona, ci assicuri subito, in questo momento che garantisce che questa persona ritira in questo momento la sua candidatura a qualsiasi posizione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Cioè che quel curriculum, che si trova sulla scrivania del Ministro Grillo, viene ritirato. Perché altrimenti, dico tramite lei all'onorevole Nesci, qui non viene smentito…

PRESIDENTE. Concluda.

IVAN SCALFAROTTO (PD). …non viene smentito che la vicinanza al relatore del provvedimento è utilizzata per piazzare un proprio famiglio, un proprio collaboratore, cliente, in una posizione pubblica. Altro che è la moralità del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente - Deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente scandiscono: “Onestà! Onestà!”)!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

JOLE SANTELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Colleghi, consentite alla collega Santelli di svolgere il suo intervento sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, da questa mattina si stanno rilevando su questo provvedimento una serie di opacità e di cose orribili. Io chiedo che venga sospesa la seduta e che la Presidenza chiami immediatamente in Aula il Ministro Grillo a spiegarci chi ha scritto questo provvedimento e come verrà eseguito! Il Ministro Grillo deve venire immediatamente in Parlamento a spiegarci cosa farà il Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico – Deputati del gruppo Partito Democratico scandiscono: Onestà! Onestà!)!

PRESIDENTE. Colleghi, c'è una proposta di sospensione, chiedo quindi su questa proposta il parere del relatore, onorevole nesci. Prendo atto che il parere è contrario.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, sinceramente lo scadimento a cui si è assistito oggi riguardo al problema (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Posso continuare?

PRESIDENTE. Colleghi, consentite al sottosegretario! Sottosegretario, intanto la prego di essere rispettoso del dibattito parlamentare, quindi nessun giudizio su un dibattito che si è svolto nel pieno rispetto delle procedure, delle regole e anche delle persone coinvolte (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). Colleghi, consentite per cortesia al sottosegretario di svolgere il suo intervento. Prego.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Innanzitutto, vorrei precisare che io non ho contezza di quanto appunto è stato discusso in quest'ultimo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi, credo che convenga ascoltare.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Poi credo che si stia facendo un processo alle intenzioni, perché fino a che questa persona, di cui io non so nemmeno il nome, non è effettivamente nominata (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

IVAN SCALFAROTTO (PD). No, non deve essere nominata!

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ma mi fate finire?

PRESIDENTE. Onorevole Scalfarotto!

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Cioè, avete perso un'occasione, perché se fosse stata nominata… Io penso che in questo Paese ognuno può presentare una domanda (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)… Ma bisogna dimostrarlo, tutto quello che voi avete detto. Secondo me, avete perso un'occasione.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ma cosa dici?

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, lei lo ha già fatto, ma le sarei grato se potesse comunicare al sottosegretario che cosa convenga a questo gruppo parlamentare o che cosa non convenga lo decidono i deputati della Repubblica che ne fanno parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lei faccia il rappresentante del Governo e citi quello che riguarda l'attività di Governo, la convenienza o meno delle nostre parole in quest'Aula, a parte la Presidenza della Camera, la decidono i deputati di questo gruppo. Quanto poi al fatto che lei ritenga che il conflitto di interessi intervenga soltanto quando una nomina è già stata effettuata, dimostra il fatto che lei di testi di legge sul conflitto di interessi ne ha letti veramente pochi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, io credo che - per natura il nostro gruppo è garantista - la questione vada posta nei termini di legge, ma anche con un riferimento all'etica pubblica, come è stato ricordato prima dal collega Palazzotto. A domanda precisa, la relatrice ha detto che questa persona - di cui ignoro il nome e il cognome - non è stata mai un collaboratore a pagamento, quindi non è stato un collaboratore retribuito. La mia domanda è molto semplice, ma credo che sia la domanda di tutti: che tipo di rapporti lei ha avuto con questa persona (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ovviamente, di tipo lavorativo, per favore!

PRESIDENTE. Colleghi, anche dai banchi del Governo.

FEDERICO FORNARO (LEU). Credo che ci sia una pluralità di possibilità di collaborazione, politica o di amicizia, che sta dentro le regole, l'importante è la trasparenza. Noi vorremmo sapere, per trasparenza, che tipo di rapporti di lavoro o di vicinanza politica lei ha avuto con questa persona. Questo credo che sia un diritto di quest'Aula.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, il punto è più grave di come lo stiamo cercando di sottolineare, perché l'onorevole Nesci ci ha raccontato qualche minuto fa che lei usa avere collaboratori non retribuiti, quindi in nero. Lei ha specificato che ha due tipi di collaborazione: quelli retribuiti e quelli non retribuiti; poi capita che uno non retribuito è in una lista dove potenzialmente può essere nominato. Lei si rende conto della gravità di questa situazione o no? Stiamo nella Camera dei deputati! Io sono consapevole che lei è inconsapevole della gravità della situazione a cui lei sta trascinando questa maggioranza! Voi fate lezioni di opportunità agli altri - l'avviso di garanzia vale addirittura una dimissione - e l'opportunità di fare passi indietro; l'opportunità di evitare conflitti di interesse del genere, quand'è che ve la ponete? Il tema dell'opportunità, se non deve diventare opportunismo, implica che lei oggi, in questo momento, si alza e si dimette da dove sta, cioè dal tavolo del Comitato dei nove (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – I deputati del gruppo Partito Democratico scandiscono: Dimissioni! Dimissioni!)!

ALESSIA MORANI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, per il suo tramite vorrei dare un consiglio all'onorevole Nesci. Di mestiere faccio l'avvocato, e vorrei consigliare all'onorevole Nesci di evitare di continuare ad intervenire per autoincolparsi, perché è intervenuta in quest'Aula dicendoci - punto primo - che ha un collaboratore che non retribuisce, quindi è un po' come ci stesse dicendo che ha un lavoro un lavoratore in nero; poi - punto secondo - ci dice che la retribuzione di questo lavoratore, magari in nero, viene pagata da tutti i cittadini italiani attraverso un incarico che viene dato dal Ministro della Sanità per il tramite del Presidente del Consiglio. Mi chiedo se l'onorevole Nesci non voglia, con un sussulto di dignità, dimettersi da relatrice di questo provvedimento, perché siamo di fronte ad un conflitto di interessi enorme. È un paradosso, Presidente: è come se il figlio del presidente della RAI lavorasse nello staff del Ministro dell'Interno. Siamo di fronte ad un conflitto di interessi di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, per quanto conoscessimo il rapporto di collaborazione, ovviamente politica, con l'onorevole Nesci e conoscendo anche il dottore Scaffidi, voglio ricordare a qualche amico, magari non calabrese, dei Cinquestelle, che costui è stato nominato all'epoca dal governo regionale di quel centrodestra che avrebbe rovinato la sanità con una funzione apicale molto importante. Ovviamente, sempre con il rispetto politico nei confronti della collega Nesci, credo che questa situazione vada certamente chiarita e soprattutto smentita sulle tante testate che sono uscite in questi giorni, dove annunciano che di tutti questi nomi l'unico è il calabrese Gianluigi Scaffidi, di 68 anni, per di più destinato a ricoprire l'incarico nell'ASP del collegio elettorale della collega Nesci (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ovviamente, generalmente non mi va di scendere a tale tipo di dibattito, ma anche nei consigli comunali, nelle giunte, dove non si sancisce più chi è il controllore e chi è il controllato, credo che ci sarebbe un motivo, non soltanto morale ma soprattutto etico, per alzarsi e in qualche modo assentarsi; soprattutto, per non presiedere una Commissione che ha lavorato su questo decreto solo ed esclusivamente per produrre poi questo ottimo risultato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, giusto per fare un po' di ordine: l'intervento del sottosegretario ha riaperto il dibattito e ci sono altri iscritti a parlare; resta però in piedi la richiesta pervenuta da parte del gruppo di Forza Italia, tramite l'onorevole Santelli, di sospendere l'Aula affinché il Ministro della salute - il Governo - possa prendersi del tempo - un'ora? - per valutare se eventualmente e come fornire chiarimenti. Resta in piedi quindi questa proposta.

JOLE SANTELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Signora Presidente, alla luce anche dell'intervento del sottosegretario, che ha ammesso di non sapere esattamente nulla di quello di cui si sta parlando, credo che l'intervento del Ministro non solo sia urgente, ma sia inderogabilmente da fare entro i prossimi minuti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il parere della relatrice rimane contrario sulla richiesta di sospensione, dunque chiederei se ci sono colleghi che intendono intervenire a favore della richiesta o contro la richiesta. Onorevole Delrio, a favore della richiesta di sospensione?

GRAZIANO DELRIO (PD). Solamente per potere decidere, Presidente, mi scusi. C'è un problema molto serio: abbiamo qui un rappresentante del Ministero. Visto che l'onorevole Nesci non desidera dimettersi da relatrice, non ravvisando nessun elemento di conflitto di interesse visto che non si è ancora realizzata la nomina, almeno il sottosegretario garantisca a quest'Aula che la nomina del Ministero non sarà mai di quella persona. Noi vogliamo sentire dalla sua voce o dalla voce della Ministra Grillo la garanzia che questa persona non verrà nominata, altrimenti è giusto sospendere la seduta fino a quando questa questione non verrà definitivamente chiarita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ci sono deputati che invece intendono intervenire contro la richiesta di sospensione? Onorevole Dieni, prego.

FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente. Noi siamo contrari; si sta facendo un processo alle intenzioni senza avere nulla di concreto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, per questo motivo, la norma è generale; è una norma generale; se già hanno i nomi non lo so, comunque abbiamo una norma generale e noi andiamo a votare la norma, quindi per questo ci opponiamo alla sospensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di sospensione per un'ora della seduta.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 32 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, signora Presidente. Intendo stigmatizzare le dichiarazioni del sottosegretario fatte qui in Aula, che hanno veramente dell'incredibile. Cioè, se ho capito bene, il Governo è venuto qui a dirci che riconosce la totale illegittimità e inappropriatezza della possibile candidatura di una persona a un incarico pubblico e, invece di sottrarre quel nome all'elenco dei possibili candidati, viene a dirci che noi dobbiamo essere grati perché prima bisognava nominare la persona e dopo fare qualcosa. Prima si nominano delle persone in pieno conflitto di interessi, cioè qualcuno che l'onorevole Nesci, relatrice addirittura di questo dibattito, ci ha detto essere un collaboratore “non retribuito”, che quindi diventa retribuito, e il Governo, invece di fare ciò che dovrebbe fare, cioè assicurarci che questa nomina non avverrà…

PRESIDENTE. Deve concludere.

IVAN SCALFAROTTO (PD). …viene a dirci che dobbiamo essere contenti che non è ancora avvenuta. Si vergogni, sottosegretario! Ci mandi subito il Ministro a dirci se è d'accordo con lei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. In questo dibattito surreale che stiamo assistendo, scusatemi, MoVimento 5 Stelle, ma oggi è la vostra ecatombe, oggi è la vostra ecatombe. Però sono stupita e vorrei chiedere ai colleghi della Lega, che immagino con enorme soddisfazione stanno assistendo, dopo un mese di campagna elettorale di sermoni etici da parte dei 5 Stelle, oggi a questo de profundis dell'onestà e della dignità del MoVimento, anche una parola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), una parola, non nell'interesse soltanto di questa strana alleanza che avete fatto, ma nell'interesse di questo Parlamento e dei calabresi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Presidente, ho seguito con piacere l'intervento dei tanti colleghi che danno consigli da avvocati, come me. Allora da avvocati possiamo benissimo dirci una cosa, che valgono le parole dette, non quelle non dette. Se la mia collega Nesci dice che non ha avuto un rapporto retribuito con questo presunto collaboratore, vuol dire anche che può non avere avuto un rapporto non retribuito. Quindi, vorrei proporre di tornare sui lavori del decreto “Calabria” (Commenti del deputato Scalfarotto). Colleghi, per favore, vi ho ascoltato tutti con attenzione, in silenzio, anche quando si alzano i toni forse, e forse abbassare i toni sarebbe anche produttivo, soprattutto per il rispetto della regione Calabria.

PRESIDENTE. Colleghi anche del settore centrale, sta intervenendo una vostra collega. Colleghi!

IVAN SCALFAROTTO (PD). Avete ridotto quest'Aula ad un'arena!

PRESIDENTE. Onorevole Scalfarotto! Onorevole D'Ettore!

MARA LAPIA (M5S). Avere detto di non aver avuto un rapporto di lavoro retribuito non vuol dire avere avuto un rapporto di lavoro non retribuito. Credo che sia produttivo, per quello che stiamo facendo oggi in Aula e per la regione Calabria, ritornare sul decreto “Calabria” e non fare veramente un processo a parole non dette. L'onorevole Morani poco fa ha voluto dare un consiglio da avvocato: allora da avvocati comportiamoci, non andiamo a valutare ciò che non è stato detto in quest'Aula. Quindi, non è stato detto che c'è stato alcun lavoro né retribuito né non retribuito. Propongo, proprio per il rispetto della regione Calabria, di tornare tutti compatti sul lavoro, perché una forma comunque di ostruzionismo, che spero che non si stia facendo, basato su parole non dette non porta bene né a quest'Aula né alla regione Calabria. Quindi, propongo di ritornare sui lavori e sugli emendamenti.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ritirate il curriculum!

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, l'articolo 318 del codice penale sanziona come corruttiva l'abuso della funzione. Ora rammento che qualche minuto fa, Presidente, c'è stato un componente del Governo che, per aver caldeggiato un emendamento, è stato costretto ad abbandonare il Governo. Vi chiedo che differenza c'è (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico) rispetto a chi oggi vuole fare approvare da questo Parlamento una norma tesa a favorire un soggetto chiaramente vicino addirittura alla relatrice, vi chiedo che differenza c'è! C'è una differenza: che qui il concorso di persone è di chi vota quell'emendamento, tutti sono concorrenti in quel reato, tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Allora chiedo, Presidente, non che l'Aula non abbia un moto di protesta rispetto a questa consapevole commissione di un reato, che sarà il 323, sarà il 318, sarà tutto quello che volete, ma siamo di fronte ad una strumentalizzazione penalmente rilevante delle funzioni parlamentari nella consapevolezza di favorire un soggetto. Chiedo alla Presidenza della Camera di valutare…

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, però sull'accertamento dei reati c'è l'autorità giudiziaria, non è competente a farlo certamente quest'Aula.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, io sto chiedendo alla Presidenza della Camera di prendere atto di questo atteggiamento, che io reputo gravissimo, della strumentalizzazione della funzione parlamentare per porre in essere una condotta penalmente rilevante, con una indifferenza rispetto all'Aula che vi sta dicendo: “dite che non lo nominerete”. Che ci vuole a dire “non lo nominiamo” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? No, si insiste: pervicacia, dolo di proposito, premeditazione, tutto quello che di peggio si possa dire. Io credo, Presidente, che non si possa rimanere inerti di fronte a questo tentativo di sopraffazione, ripeto, a mio avviso, con dei sintomi di responsabilità penale, con una indifferenza rispetto a quello che sta accadendo. Allora, segnalo alla Presidenza quello che sta accadendo perché assuma i suoi provvedimenti: richiami la relatrice e la inviti garbatamente ad astenersi dal ruolo di relatore, a rinunciare al ruolo di relatore, riconduca l'Aula in un alveo di normalità e ci consenta di percepire l'attività legislativa come un'attività non orientata verso la privatizzazione dei risultati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); noi siamo qui per fare il nostro dovere non con una direzione delle condotte. Se questo è, Presidente, se questa è la lettura che mi sembra evidente, con la consapevolezza - e ho finito - che chi propone questa forma di mistificazione normativa sa di avere l'appoggio di una parte dell'Aula, io invito quella parte dell'Aula coerentemente a comportarsi secondo legge e a non votare - non votare - questa norma, che non può passare esattamente così com'è (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, se si stia strumentalizzando la funzione parlamentare ai fini della commissione di un reato sarà l'autorità giudiziaria a valutarlo, non certo la Presidenza oppure quest'Aula e neanche lei.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Se posso parlare, cortesemente, grazie Presidente, ripeto che io, come rappresentante del Governo, non avevo contezza fino ad oggi di questa problematica. Se così fosse ed effettivamente venga dimostrata questa cosa, io mi farò portavoce per far ritirare assolutamente questa candidatura perché non può essere nominato.

GRAZIANO DELRIO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, il problema è semplicissimo. Il sottosegretario non deve chiedere un atto di ritiro alla persona: siccome la nomina è del Ministero, la Ministra Grillo venga qui e ci dica che questa nomina non verrà fatta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È semplicissimo, o lo può dire lei a suo nome, non è un problema, è molto semplice. È una soluzione che si può trovare in due minuti e proseguire con l'esame del provvedimento. Però, o la Ministra Grillo o lei per conto della Ministra Grillo dovete dirci che questa nomina non verrà fatta, non che convincerete uno a ritirarsi, che non è nelle vostre facoltà. Cosa c'è dietro? Perché tutta questa difficoltà? Perché questa difficoltà a dire una cosa semplicissima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Qual è il problema? È tutto trasparente: questo signore, per questioni di opportunità, non può essere nominato. Dipende da lei: dica di sì o di no, altrimenti, vada da un'altra parte perché lei è qui per darci risposte, non per prendere ulteriore tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire ancora il rappresentante del Governo. Prego.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Come dicevo, io non ho contezza: devo anche avere modo di verificare se quello che è stato detto è vero. Io non ho letto i giornali (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, però evitiamo il dibattito.

CARLO SARRO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Davvero la discussione sta assumendo toni surreali, perché noi abbiamo da stamattina assistito all'andamento dei lavori e alla definizione di un provvedimento la cui architettura è francamente, quantomeno, singolare per le modalità attraverso le quali viene operata la selezione, per i criteri o, meglio, l'assenza di criteri nella scelta dei nominandi e via dicendo. Il problema è molto semplice: è emersa una situazione di potenziale conflitto di interessi, noi diremmo di più: questo provvedimento, in realtà, è costruito e tutto il percorso del procedimento è definito per favorire la nomina di un soggetto che è stato preventivamente individuato, attraverso l'introduzione delle deroghe, attraverso tutta una serie di meccanismi di amplissima discrezionalità nella nomina.

Allora, noi non chiediamo di imporre all'aspirante di ritirare la nomina, perché questo appartiene alla sfera individuale del soggetto interessato; poiché però la nomina è sicuramente improntata ad una assoluta discrezionalità, noi chiediamo che, a fronte dell'emersione di questa situazione, che è una situazione a dir poco grave, il Ministro, che è deputato ad effettuare la scelta e la selezione sulla base di valutazioni assolutamente discrezionali, assuma l'impegno di fronte al Parlamento di non far cadere su questo soggetto l'individuazione e la scelta della nomina quale commissario. È semplicissimo e basta un minuto, vista tutta questa esigenza di onestà e di trasparenza che viene predicata continuamente e della quale, sinceramente, cominciamo a stancarci perché, di fronte poi alla pratica e alla condotta concreta, noi stiamo assistendo ad un'operazione che fa scempio non solo delle regole fondamentali, ma soprattutto che è una manifestazione delle più deteriori della più bieca politica clientelare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

NICOLA STUMPO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. A me risulta che il giorno 23 di questo mese commissario e subcommissario hanno inviato al presidente della regione un elenco contenente sette nomi, tra cui quello di cui abbiamo parlato. Il problema qui non sono i nomi, è un altro: è che il Governo - e io penso che non abbia mentito, semplicemente ha affermato di non sapere quello che ha fatto una parte del suo Ministero - ci ha detto di non saperlo. Se fosse vero quello che io credo sia vero, cioè che il 23 di maggio queste nomine sono state avanzate al presidente della regione, che ha dieci giorni di tempo per concordarle con il Ministero, altrimenti dal Ministero si può decidere in autonomia, il Parlamento deve sapere se questo è accaduto davvero oppure no, perché se ciò è accaduto, noi dobbiamo avere dal Governo una risposta e anche, come ci ha appena detto, una sospensiva, a questo punto, di quell'elenco per riaggiornarlo.

Per questo, io credo che il Governo ci deve far sapere subito, sospendendo però i lavori perché non si può lavorare in attesa di sapere se è vero che il 23 è stata inviata quella documentazione alla presidenza della regione (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Crediamo anche noi che venti minuti di sospensione dell'Aula possano fare interloquire meglio i gruppi e trovare sicuramente una via d'uscita per questa situazione.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, sull'ordine dei lavori. Siccome pochi istanti fa il sottosegretario per la salute ha qui detto, a verbale di quest'Aula, che non poteva rispondere al presidente Delrio perché non aveva contezza dei fatti, io rilevo che c'è un documento ufficiale, una lettera al presidente della regione Calabria nella quale si intende avviare il confronto istituzionale tra la struttura commissariale e la presidenza della giunta con l'elenco dei curricula vitae dei nominativi proposti per le nomine a commissario. In questo documento ufficiale, che dunque è a conoscenza del Ministero della salute, si cita, al numero 3 “ASP Vibo Valentia, il dottor Scaffidi Ingiona Gianluigi”. Ora io chiedo: dobbiamo noi sentirci tutelati dal fatto che un membro del Governo dica a noi, in quest'Aula - è a verbale - che non ha contezza di una lettera formale che riguarda il Ministero della salute sul nome evocato in quest'Aula più volte? Glielo dico, perché è un fatto che raddoppia la gravità di quello che noi stiamo vedendo in questo momento.

Peraltro, vorrei aggiungere, circa la proposta del collega che mi ha preceduto per la sospensione di venti minuti, che noi vogliamo, a questo punto, come ha già chiesto prima il presidente Delrio, visto che il sottosegretario viene tenuto all'oscuro di quanto succede su queste nomine, la certezza che questa interruzione dei lavori sia propedeutica alla presenza in quest'Aula del Ministro titolare del Dicastero, il quale ha obbligatoriamente contezza di questa lettera con questo nome, perché certifichi che cosa succederà di questo nome; altrimenti i venti minuti di sospensione non servono. A noi non importa se sono dieci, venti minuti, un'ora o due ore: vogliamo che al termine della sospensione parli con certezza formale il Ministro della Sanità, che ha nelle sue mani questa lettera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, che qualcuno del Governo venga a dirci che non ha contezza di un fatto che è formalmente rilevato è grave quasi quanto l'episodio che stiamo commentando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, la Presidenza naturalmente inoltrerà al Governo la vostra richiesta; d'altronde il Governo è anche presente e quindi l'ha ascoltata; naturalmente non può garantire poi materialmente la presenza del Governo, che non dipende appunto da un atto di costrizione della Presidenza.

JOLE SANTELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, la questione che stiamo discutendo è di estrema gravità: qui, non si tratta solo di un nome, si tratta di un decreto scritto. Mi dispiace, ma non è possibile pensare di attribuire una responsabilità esclusiva alla relatrice: c'è un Ministro che ha scritto queste deroghe, c'è un Ministro che deve venire a rispondere in quest'Aula! Non basta e non è giusto dare gli strali nei confronti solo dell'onorevole Nesci; se qualcuno ha ascoltato i suggerimenti dell'onorevole Nesci, il Ministro ci venga a dire se ha scritto questo decreto per la Calabria o per gli interessi dei deputati del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Quindi, non solo il gruppo del Partito Democratico, ma anche il gruppo di Forza Italia chiede che venga il Ministro della salute a riferire in Aula, sui fatti appena accaduti.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sempre sull'ordine dei lavori?

ENRICO BORGHI (PD). Sì, signora Presidente, per porre una domanda. Noi pochi minuti fa abbiamo votato, come Aula, una richiesta della collega Santelli di interrompere i nostri lavori e l'Aula si è espressa in senso contrario. Mi chiedo, siccome l'Aula si è espressa nella sua massima sovranità attraverso un voto, se sia corretto che si sospenda l'Aula, quindi creando un precedente di bypass rispetto all'espressione del voto, oppure se non sia più opportuno, alla luce della richiesta del collega Zanichelli, alla quale noi siamo favorevoli, che si provveda ad una votazione per una questione di linearità formale.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Sempre sull'ordine dei lavori, Presidente, perché mi sembra che il punto a cui siamo arrivati sia particolarmente grave e non riguardi soltanto la nomina di questo signore di cui stiamo parlando, ma il fatto che nei primi articoli di questa legge si metta mano a un provvedimento assolutamente debordante dal punto di vista costituzionale, senza precedenti che siano avvenuti prima nell'ambito sanitario, nel Servizio sanitario nazionale negli ultimi quarant'anni e che si faccia ciò in nome di un azzeramento, a quanto pare necessario, che mette anche a rischio l'ordinaria amministrazione e il funzionamento dell'ordinaria amministrazione nel sistema sanitario regionale, così come è stato dimostrato in quest'Aula. Si fa ciò nel nome di nominare personalità di altissimo livello riconosciuto, almeno così è stato dichiarato e non scritto, che siano completamente estranee al sistema politico. Tuttavia, ora, qui, in quest'Aula, quello che è emerso è che le persone che dovrebbero essere nominate - e già ci sono i nomi - non solo non sono di altissimo profilo, o di profilo rilevante a livello nazionale, non solo sono collegati all'ambito politico, ma qui stanno emergendo anche profili di conflitto di interesse, in una norma debordante. È, purtroppo, una tristissima vicenda di poltrone e solo di poltrone (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non c'è niente di assolutamente nuovo, innovativo o rigenerativo del sistema calabrese. Dico ciò con grande rammarico. Non so se ci sarà la pausa o meno, ma io credo che sia nell'interesse del Governo e di quest'Aula che forse alcuni passaggi di questo provvedimento siano riscritti con attenzione, proprio per dare sicurezza e certezza, innanzitutto, ai cittadini della regione Calabria.

PRESIDENTE. Colleghi, io ho altri iscritti a parlare sull'ordine dei lavori, però è emerso un orientamento, mi pare, largamente condiviso, che è quello di sospendere la seduta per 30 minuti. Se comunque insistete per intervenire sull'ordine dei lavori io vi concedo la parola.

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, devo dire che comprendo il profondo disagio che ha portato il sottosegretario ad abbandonarci, auspichiamo, momentaneamente e ovviamente ci associamo alla richiesta che è venuta sia dal gruppo di Forza Italia che dal PD; siamo in attesa della venuta del Ministro che ci dovrà dare delle spiegazioni molto chiare, però, sinceramente, oltre al danno anche la beffa, rispetto alla risposta del sottosegretario che dice di non essere a conoscenza, che deve capire, che deve comprendere… basta andare sul sito della regione Calabria per vedere che il giorno 23 ci sono delle dichiarazioni rispetto agli atti messi al protocollo che sono stati portati dal commissario Cotticelli e dal sub commissario, che sono ovviamente di nomina di questo Governo. Quindi, vogliamo soltanto chiarimenti, rispetto a quella che, in qualche modo, secondo noi, diventa una pagina di poca trasparenza, alla quale non ci accoderemo e faremo sentire la nostra voce.

L'unica cosa che mi meraviglia rispetto al MoVimento, che utilizza non soltanto i siti piuttosto che i blog, è di non essere informato rispetto a quello che da dieci giorni ormai è su tutte le testate giornalistiche calabresi, ma soprattutto sui siti istituzionali.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sempre sull'ordine dei lavori?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sì, sempre sull'ordine dei lavori…

PRESIDENTE. Mi scusi, ma ha parlato l'onorevole Ferro, era uno per gruppo sull'ordine dei lavori.

Non ho altri iscritti a parlare, pertanto sospendo, a questo punto, la seduta che riprenderà alle ore 18,35.

La seduta, sospesa alle 18,05, è ripresa alle 18,45.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione del decreto-legge recante misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria. Ha chiesto di intervenire la Ministra della Salute, Giulia Grillo. Ne ha facoltà.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Vorrei leggere l'articolo 3 riguardante la nomina dei commissari straordinari degli enti del Servizio sanitario regionale: “In caso di valutazione negativa del direttore generale ai sensi dell'articolo 2, comma 1, il commissario ad acta, previa intesa con la regione, nonché con il rettore nei casi di aziende ospedaliere universitarie, nomina un commissario straordinario.”. Lo ripeto perché penso che l'Aula ancora non l'avesse ben compreso: il commissario ad acta (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia - Commenti del deputato Scalfarotto)!

PRESIDENTE. Ministro… Ministro… Ministro… Ministro… Ministro, l'Aula ha il diritto di chiedere chiarimenti. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi, fate…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Qui tu sei ospite, ricordatelo!

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto…Migliore… Ministro Grillo… Ministro Grillo… Ministro Grillo…colleghi…colleghi, fate…colleghi! Colleghi, fate parlare me. Ministro, l'Aula ha chiesto dei chiarimenti, vanno dati dei chiarimenti senza commenti di questo tipo. Prego, perché l'Aula ha il diritto di capire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Rileggo. “In caso di valutazione negativa del direttore generale ai sensi dell'articolo 2, comma 1, il commissario ad acta, previa intesa con la regione, nonché con il rettore nei casi di aziende ospedaliere universitarie, nomina un commissario straordinario. In mancanza di intesa entro il termine perentorio di dieci giorni, la nomina è effettuata con decreto del Ministro della Salute, su proposta del commissario ad acta, previa delibera del Consiglio dei ministri, a cui è invitato a partecipare il Presidente della Giunta regionale con preavviso di almeno tre giorni. Quando risulti nominato dalla regione, in luogo del direttore generale, un commissario regionale…”; ripeto: “Quando risulti nominato dalla regione, in luogo del direttore generale, un commissario regionale che, a qualsiasi titolo, ne svolge le funzioni, questi decade alla data di entrata in vigore del presente decreto e si applicano le disposizioni del presente articolo.”. Presidente, ho riletto l'articolo perché vengono garantite tutte le prerogative costituzionali attribuite al presidente di regione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico): è prevista l'intesa della nomina…

PRESIDENTE. Colleghi!

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. È prevista l'intesa della nomina su proposta del commissario ad acta con il presidente di regione. Il presidente di regione, che mi risulta essere appartenente al Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), se ha rimostranze, se non condivide, se vuole proporre, se vuole mediare, se non gli piace qualche nome ha il luogo e il momento previsto dal decreto-legge in cui c'è il rispetto delle prerogative…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Il Ministro sta intervenendo. Prego.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Il presidente di regione, che mi risulta appartenere al Partito Democratico, che mi risulta appartenere al Partito Democratico, ha in quella sede Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo terminare.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. …ha in quella sede, prevista da questo articolo del decreto-legge, la possibilità di raggiungere l'intesa con i commissari. Se l'intesa non viene raggiunta (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) …

PRESIDENTE. Deputato Sensi…

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. …successivamente c'è una seconda fase in cui interviene il Ministero. Quindi, ripeto, i commissari ad acta propongono al presidente di regione; il presidente di regione dà o meno l'intesa; se non c'è l'intesa il Ministero della Salute, su proposta del commissario, propone al Consiglio dei ministri in cui viene convocato il presidente della regione. Questa spiegazione è necessaria per dire che in questa fase siamo ancora, da quello che mi risulta, nella fase pre-intesa, cioè nella fase in cui ancora i commissari stanno discutendo con il presidente di regione se e chi devono nominare (Commenti del deputato Enrico Borghi).

PRESIDENTE. Borghi!

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Siccome qui è stato fatto riferimento a una specifica persona presente in questa benedetta lista, allora questa specifica persona, che è una persona come un'altra, perbene, onesta e con un curriculum all'altezza della situazione esattamente come i curriculum dei manager che i presidenti di regione nominano nelle regioni (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) con criterio fiduciario; quindi lo stesso criterio che voi utilizzate oggi per la nomina, è lo stesso criterio che avete utilizzato per nominare i direttori generali delle aziende sanitarie fallite (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia - Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!…

PRESIDENTE. Ministro.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Non mi interessa! Io devo spiegare e spiego! Se devo spiegare, spiego! Se devo spiegare, spiego! Se volete fare caciara, fate caciara (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Colleghi! Deputata Carnevali, prego. Il Ministro ancora non ha concluso, mi sembrava che avesse concluso.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Non ho ancora finito l'intervento. Se io devo spiegare, spiego (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), se voi volete…e fatemi spiegare, spiego, spiego, sono qua per spiegare.

PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo concludere l'intervento. Facciamo concludere l'intervento.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Noi oggi stiamo facendo un decreto-legge, io voglio chiarire anche per chi ci ascolta (Commenti del deputato D'Ettore)

PRESIDENTE. D'Ettore!

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Noi oggi stiamo facendo un decreto per una regione che tutti quelli che l'hanno guidata l'hanno fatta fallire questa regione, va bene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Bene, perché dobbiamo dircele le cose! Allora siccome non l'abbiamo guidata noi questa regione, l'ha guidata Forza Italia e poi l'ha guidata il Partito Democratico, siete riusciti a nominare dei manager che hanno fatto fallire tutte le aziende sanitarie, tutte! Bravi! Tutte! Tutte! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Allora, non solo…non solo…non solo…(Dai banchi dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente si scandisce: “Onestà! Onestà!”). Però, Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo concludere il Ministro. Colleghi! Colleghi!

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Ma mi risulta che il presidente della regione Calabria, del Partito Democratico, abbia qualche “problemino” con la giustizia o sbaglio, perché vabbè, insomma, poi dicono a me “onestà” (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Allora io finisco, io finisco, non mi fate nessuna paura, potete gridare quanto volete!

PRESIDENTE. Colleghi, se facciamo un po' di silenzio, riesco a sentire pure io.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Presidente! Presidente! Presidente, io devo spiegare e lo devo ai cittadini calabresi. Lo devo ai cittadini calabresi perché questo decreto io l'ho fatto per i cittadini calabresi (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, io non riesco ad ascoltare, non riesco ad ascoltare.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. I cittadini calabresi stanno assistendo a questa discussione allucinante in Aula quando sono stati nominati manager che hanno fatto fallire tutte le aziende sanitarie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) e voi state facendo una critica alle intenzioni, una critica alle intenzioni!

PRESIDENTE. Ministro, ha concluso?

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. No, non ho concluso.

PRESIDENTE. Deputato Lupi, deputato Lupi.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Detto questo, visto che avete il coraggio di fare una critica alle intenzioni, alle intenzioni (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Ministro, Ministro, Ministro!

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. No, no, Presidente, no, perché si parla di una nomina ancora neanche effettuata, neanche effettuata!

PRESIDENTE. Ministro… Ministro… faccia…Ministro, faccia…Ministro, faccia…Colleghi… Ministro, faccia parlare un attimo me… Colleghi…

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Ma io sto finendo, Presidente, un minuto e ho finito.

PRESIDENTE. Colleghi, allora io dico che l'Aula ha il diritto di chiedere ciò che vuole, parte dell'Aula, sulle questioni e il Governo ha il diritto di rispondere.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Esatto, esatto!

PRESIDENTE. Cerchiamo di rimanere in una discussione sui temi. Prego.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Presidente, io posso dire che è un processo alle intenzioni? È un processo alle intenzioni (Commenti della deputata Santelli)!

PRESIDENTE. Deputata Santelli.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Detto questo, è evidente che si tratta di una strumentalizzazione sulla pelle dei cittadini calabresi che hanno la peggiore sanità d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), la peggiore sanità d'Italia per i cittadini calabresi - va bene? - e detto questo io oggi non posso rispondere di una cosa che io non ho fatto perché non l'ho fatta e non l'hanno fatta neanche i commissari!

Detto questo (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi, io devo poter ascoltare, devo poter ascoltare! Non sento, non sento! Deputata Boschi. Prego.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. E non sente nessuno; io devo gridare per poter sentire la mia voce, perciò pensate come siamo messi.

Allora, il Presidente della regione…

PRESIDENTE. Deputato D'Ettore!

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Il presidente della regione può o meno raggiungere l'intesa con i commissari. Se non raggiunge l'intesa con i commissari poi entrerà in causa la sottoscritta e il Governo e faremo tutte le opportune valutazioni, se si dovranno fare, faremo le nomine dei commissari e verrò tranquillamente a riferire in Aula su ogni singolo curriculum perché non ho alcun tipo di problema, io non ho alcun tipo di problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Va bene? Non ho alcun tipo di problema!

Detto questo, non c'è ancora nessuna nomina che è stata fatta e, quindi, è un processo alle intenzioni, strumentale sulla pelle dei cittadini calabresi che stanno assistendo a questa discussione attoniti, attoniti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Colleghi!

Ha chiesto di parlare il deputato Delrio. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, colleghi! Deputato Ettore, deve intervenire il collega Delrio. Dopo avrete tutti lo spazio per parlare. Prego, deputato Delrio.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato D'Ettore, deve far parlare il suo collega, per favore. Prego.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, per suo tramite voglio ricordare alla Ministra Grillo che noi non abbiamo posto un problema di accordi col presidente del PD perché noi non siamo abituati a discutere di queste cose nell'interesse del nostro partito, Ministra (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lei sta facendo un comizio (Commenti del deputato Scalfarotto)

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto, sta parlando il suo collega di partito!

GRAZIANO DELRIO (PD). Noi abbiamo posto un problema semplicissimo. Colleghi, con molta calma la Ministra si è dimenticata che lei rappresenta un'istituzione ed è venuta qui a fare un comizio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Presidente, è una cosa che non si è mai vista prima. Però, continui così, Ministra, lei continui a rappresentare il suo partito e non le istituzioni repubblicane, perché lei ha giurato sulla Costituzione e non sullo statuto del suo partito, se per caso ne avete uno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Lei ha giurato sulla Costituzione, lei dovrebbe essere qui a rappresentare tutto il Paese e non gli interessi del suo partito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, parliamo di una cosa specifica e impari un po' di contegno istituzionale, per favore, ne avrebbe molto bisogno.

Dunque, la prima questione è questa: noi non vi abbiamo posto un problema e potete scegliere chi volete, potete scegliere chi volete. Non vi piacciono quelli di prima? Va bene, sceglietene degli altri. Peraltro Ministra, se lei non lo sa, questo è uno di quelli di prima (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Attenzione! È uno di quelli di prima. Non lo sa? Glielo spieghiamo. E poi tocca a lei, perché il presidente della regione ha già detto di no a quell'intesa e, quindi, tocca a lei. Non scappi dalle sue responsabilità. Lei qui ci deve dire se è disponibile o no a nominare l'assistente della relatrice di Vibo Valentia, l'assistente di Vibo Valentia alla ASL di Vibo Valentia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). Lei ci deve dire questo: è disponibile o no a nominare un assistente parlamentare di Vibo Valentia fuori dai requisiti per la relatrice di Vibo Valentia? Ci dica “sì” o “no”: lei è disponibile o no a nominarlo? È questo l'unico problema. È una questione di opportunità, è una questione di decenza e non è una questione penale.

È una questione di onestà intellettuale. Lei ci dica se è disponibile o no a nominare l'assistente dell'onorevole Nesci, che è relatrice di questo provvedimento e che in nessun caso può continuare a essere relatrice di questo provvedimento dopo quello che è successo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). Lei ce lo dica subito. Dipende da lei. Lei non è qui a fare comizi, lei è qui per prendersi le sue responsabilità e la sua responsabilità è dirci oggi se nominerà o no l'assistente parlamentare della relatrice (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). Ha capito o no? Siamo tutti capaci ad alzare la voce, se questo è quello che lei vuole. Risponda così e con molta calma. Noi abbiamo chiesto solamente questo e non che nominiate uno di noi, non che nominiate uno di quelli di prima ma che non nominiate uno in evidente conflitto di interessi, in evidentissimo conflitto di interessi.

Ministra, basta “sì” o “no”: lo nominerà o no a Vibo Valentia l'assistente di Vibo Valentia della relatrice di Vibo Valentia che è, appunto, relatrice di questo provvedimento? Ce lo può dire, “sì” o “no” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Io voglio aiutare il Ministro e quindi voglio, per il suo tramite, dirle cosa abbiamo capito. Abbiamo capito che in queste ore stiamo votando un decreto sulla sanità calabrese che dice che ci saranno nomine assolutamente discrezionali fuori dagli albi nazionali, che sono generalmente a tutela della legalità e della professionalità di chi viene nominato (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico) e che sono proprio per restringere l'area di quella discrezionalità dove si annida spesso la corruttela e il traffico di cose illecite.

Poi, abbiamo capito un'altra cosa e l'abbiamo capita per la viva parola della relatrice di questo provvedimento, la deputata Nesci. Abbiamo capito che certamente fra i candidati nominandi vi è tal Scaffidi. Poi, abbiamo capito un'altra cosa, perché non c'è limite al peggio con gli ex campioni dell'onestà, che oggi si trasformano in campioni dell'inopportunità e dell'immoralità. Abbiamo capito che questa persona, che ha presentato il curriculum per essere successivamente nominato con una procedura assolutamente unica che voi avete introdotto senza nessun motivo e in termini aberranti all'interno del decreto, è un suo collaboratore. Ma non solo: è un suo collaboratore - ci ha tenuto a precisarlo - che non ha mai pagato (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico). Ebbene, a casa mia si chiama postdatato: lavora oggi che ti pago domani, lavora oggi che ti pago domani (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Liberi e Uguali)! E, allora, è questo che noi vogliamo chiedere al Governo e non un comizio che peraltro - me lo consenta - con un italiano da quarta elementare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché noi siamo “attòniti e non attonìti”…

PRESIDENTE. Collega, collega, collega!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Rivendico il diritto a non flagellare almeno l'italiano, dato che la moralità l'abbiamo già flagellata (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Collega, andiamo avanti sul tema.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Almeno l'italiano, almeno quello!

Noi rimaniamo “attòniti” - e non “attonìti” - per una risposta che elude tutti i temi, per il silenzio imbarazzante, angosciante e aberrante della deputata Nesci, per la grammatica opaca della deputata Nesci, per quella che viene chiamata, nelle aule dei tribunali, la reticenza con cui la deputata Nesci evita di intervenire, salvo dire una sola cosa che non avrebbe mai dovuto dire: “Non l'ho mai pagato” perché lo pagheranno gli italiani, perché è così che funziona con i 5 Stelle: non pagate voi per far pagare agli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

E, allora, se posso permettermi, provenendo da un partito, glielo dico con tutta sincerità: se mai avessi messo in campo la metà di questa operazione non c'erano sospensioni di 20 minuti, non c'era un'ora, non c'era un Ministro; c'era uno sguardo di Giorgia Meloni che mi avrebbe fulminato, fulminando la mia carriera politica contemporaneamente.

Allora noi chiediamo una cosa in quest'Aula. Voi, oggi, non domani, ci potete garantire che questa persona non verrà mai nominata in questa circostanza? Diversamente, questo è l'epitaffio politico sulla vostra tomba ed è un epitaffio ad imperitura infamia della vostra esperienza di Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

NICOLA STUMPO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, tramite lei vorrei dire alla Ministra che un po' di rispetto istituzionale e anche un tono di voce più pacato, come io proverò a tenere nel corso del mio intervento e di quelli che ho fatto in precedenza, avrebbero fatto bene all'Aula e al percorso che dovremo ancora affrontare, proprio per il bene e per l'interesse dei cittadini calabresi, perché a nessuno può essere consentito di fare un comizio urlante, ad elezioni terminate, tra l'altro, per cui non c'è neanche un grande profitto (Commenti del deputato Fiano). Non ci sono ballottaggi dei 5 Stelle vicino, per cui…

PRESIDENTE. Deputato Fiano, per favore.

NICOLA STUMPO (LEU). Per cui restiamo con la mente lucida, stiamo alle cose. Io, prima, quando mi sono rivolto al sottosegretario, che però nel frattempo era andato via, giustamente, per fare delle verifiche, avevo chiesto una cosa semplice: a me risultava - e risulta ancora - che il 23 di questo mese il commissario ad acta ha mandato una lettera al presidente della regione - figura istituzionale, non di partito - un elenco con sette nomi. A me, al momento, dei sette nomi non interessa. Siccome qui era stata negata l'esistenza… Scusate, perché prima siamo passati da “prima gli italiani” a “prima le italiane”, quindi è giusto così.

PRESIDENTE. Andiamo avanti, andiamo avanti. Prego.

NICOLA STUMPO (LEU). Quella lettera non è il contenuto dei sette nomi: è l'esistenza di quella lettera che era stata negata e in quest'Aula non si dicono bugie: va bene?

Allora, io avevo chiesto di sapere se era vera la notizia che al presidente della regione era stata inviata quella lettera. Ancora non ho avuto una risposta ufficiale in merito: non l'ho sentita, forse si urlava e non l'ho capita ma vorrei saperlo, perché era stato detto che il Ministero non sapeva che le persone che ha nominato avevano già fatto un pezzo di quel lavoro. Ora, vedete, questo è un fatto non secondario, perché stiamo discutendo di una cosa, di una lettera dentro la quale ci sono alcuni - anche dentro quel decreto ad personam - che possono rientrare. Allora, con questo tono, già prima, alcuni di noi avevano chiesto: perché non restiamo, nel commissariare la Calabria, che ha un problema enorme ed atavico della sanità, in tutte le regole che valgono in tutta Italia? Togliamo gli “anche” e se togliendo gli “anche” salta un nome di quei sette, non succede niente: se ne troverà un altro; la Ministra, quando dovrà fare le nomine definitivamente, metterà altre persone, perché alla fine del percorso di questo decreto-legge “anche” non c'è più.

E perché non mettiamo che oltre all'“anche”, evitiamo di fare i doppi stipendi? Perché sono una cosa sgradevole, i doppi stipendi. Mi è stato risposto che se si accorpano due ASP paghiamo due stipendi: no, perché se si riorganizza la sanità in Calabria e si fa di due ASP una sola, si paga uno stipendio, mica due!

E allora io chiedo ancora alla Ministra, prima di tutto, l'ufficialità di quella famosa lettera e poi il buon senso di rivedere quello che ha scritto: gli “anche” e i doppi stipendi, perché così questo decreto-legge, con una certa velocità, lo si porterà in porto (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

JOLE SANTELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, forse la Ministra Grillo era distratta dal dibattito parlamentare e non si è resa conto della gravità dei fatti che sono emersi in quest'Aula, perché se se ne fosse accorta, non sarebbe venuta su quei banchi. E ricordo al Ministro Grillo che quei banchi sono i banchi del Governo della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e che ha la responsabilità istituzionale di difendere le istituzioni. Mi dispiace, ma non ci si comporta qui da lavandaie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non è questo il metodo! E mi scuso per…

PRESIDENTE. Deputata Santelli… Deputata Santelli, stigmatizzo la parola che ha usato.

JOLE SANTELLI (FI). E mi scuso per il termine. Mi scuso per il termine. Il lavoro… Mi sembra che sia…

PRESIDENTE. Avete capito cosa intendevo. Prego.

JOLE SANTELLI (FI). Mi sembra che sia un lavoro abbastanza importante, importante ed è emerso.

PRESIDENTE. Assolutamente sì, è chiaro questo.

JOLE SANTELLI (FI). Però quando si viene qui, non si viene con la lezioncina. Ministro Grillo, è da stamattina, se non da settimane, che noi questo decreto-legge lo leggiamo e lo rileggiamo: non avevamo bisogno della sua rilettura. Quello che lei deve spiegarci in quest'Aula è come mai ha preteso due deroghe alla legge nazionale, perché lei ha preteso che i suoi nominati fossero anche al di fuori degli elenchi nazionali a cui tutti siamo tenuti, perché potessero essere anche in quiescenza: perché? Perché questo ha avanzato ovviamente, come dite voi dei 5 Stelle, Ministra Grillo, legittimi sospetti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E vede, poi, ad un certo punto, escono i nomi e i legittimi sospetti diventano certezze, perché le due deroghe sono previste da lei, non da un emendamento del relatore, non da un emendamento del Comitato dei nove, ma dal suo Ministero: è uscito dal suo Ministero questo decreto-legge! Chi gliel'ha ispirato, Ministra Grillo? Chi l'ha scritto questo decreto-legge con le due deroghe, due deroghe ad personam, che portano un nome e un cognome? Le ricordiamo, cara Ministra Grillo, che fa i comizi contro Forza Italia, contro il PD, contro il presidente della regione, contro tutti quelli che hanno amministrato la sanità in Calabria, ma stranamente lei va a nominare proprio uno di quelli che hanno amministrato la sanità in Calabria. Complimenti, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico)!

Dopodiché, vede, c'è un punto che forse è stato anche ispiratore del testo. C'è un punto ancora più delicato: lei non può venire qui a dirci che ci sono dei nomi che sono stati fatti, che forse non sono stati fatti, che forse sono in itinere. Ci sono dei nomi che il generale Cotticelli, nominato dal Ministro della salute, ha fatto: si chiama responsabilità politica! Di quei nomi è direttamente responsabile il Ministro Grillo e se non era a conoscenza dei nomi del generale Cotticelli, vuol dire che non sa fare il suo mestiere di Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Allora, questi sono i nomi, questa è la storia. Io capisco, cari colleghi dei 5 Stelle, che siete rimasti non “attonìti” ma immagino “attòniti” da quello che avete sentito, ma questo è il vostro Governo, questo è quello che sta accadendo. Questo, signor Ministro, è quello che sta accadendo alle spalle dei calabresi per una bieca propaganda e per un bieco abuso di potere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, innanzitutto la ringrazio perché lei, con la sua presenza e avendo chiesto la presenza del Ministro qui in Aula, avendo chiesto la presenza del Ministro della salute, ha reso dignità e riportato dignità a questo Parlamento.

Noi abbiamo chiesto attraverso lei al Ministro Grillo di venire in Parlamento, non per comprensibilmente in un periodo come questo fare l'intervento che ha fatto, ma per chiedere - e lo ha detto lei nella sua introduzione - un elemento molto semplice, importante, tra l'altro dovrebbe essere un punto di battaglia, un fiore all'occhiello del MoVimento 5 Stelle e dello stesso Ministro Grillo sul tema della sanità.

Nel corso del dibattito e su un articolo importante - ovviamente chi ha seguito in Commissione il dibattito sa che su questo si è fermato, su questo articolo c'è stata anche, il Ministro lo sa, un'ipotesi di fiducia; c'è stata discussione all'interno della maggioranza e fuori dalla maggioranza -, cioè l'articolo che lei ha spiegato, c'è stata la possibilità, a un certo punto dell'iter che è previsto, che ci fosse discrezionalità da parte del Ministro della salute a intervenire e a nominare il commissario. È emerso, nel corso del dibattito, signor Ministro, un elemento che dovrebbe far pensare anche lei, e su cui le chiedevamo non di fare uno sfogo come ha fatto in quest'Aula, comprensibile o non comprensibile, ma di dare una risposta molto chiara. Le sue battaglie sono state quelle di dire che, sulla sanità, i partiti dovevano fare un passo indietro, le nomine dovevano essere fatte con criterio di trasparenza e nel solco della professionalità. Nel corso del dibattito, a torto o a ragione, è emerso che, nell'elenco da lei richiesto, uno dei candidati ha certamente professionalità, come tutti l'hanno avuta nella storia, ma lei ha risposto esattamente come hanno risposto tutti i Ministri che l'hanno preceduta quando lei faceva le interrogazioni parlamentari da questa parte: quel candidato ha il curriculum, ha il titolo, ha tutti gli elementi possibili e immaginabili, ha la grande dignità. Ma c'è un elemento che è emerso: questo candidato, che ha tutti i titoli e ha tutte le dignità per poter ricoprire quell'incarico, ha un rapporto diretto con un membro del Parlamento, si adombra un conflitto di interesse, che voi avete combattuto dal Nord come al Sud. Avete criticato la regione Lombardia come la regione Calabria, per dire che è una vergogna che vengano eletti collaboratori che hanno avuto almeno un rapporto con la politica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI), senza guardare mai se questi collaboratori avessero la dignità e la professionalità di potere esercitare (l'avete detto voi e non noi); a questo punto, non le chiediamo se avesse i titoli questo collaboratore, ma se lei, Ministro, prima di andare ad approvare questo emendamento, questo articolo, per una questione di opportunità politica e per togliere qualsiasi ombra, per quel candidato, pur avendo tutti i titoli, come li hanno avuto tutti gli altri, quindi non se il presidente della Calabria era del PD o del MoVimento 5 Stelle, perché non ce ne frega niente, lo dica da un'altra parte, lei, da ministro, ritiene opportuno di non procedere in ogni caso, in qualunque momento, alla nomina. Basta questo, avrebbe risolto tutti i problemi, ed è quello che noi ci aspettiamo. Lo toglierà? Non lo nominerà? Lo toglierà dall'elenco perché è inopportuno politicamente, perché nel dibattito parlamentare è emerso questo contagio politico - che non è una colpa - tra un esponente del Parlamento e il potenziale candidato?

Voi avete parlato di contagio della politica nel modo con cui si gestisce la sanità, e quando avete delle responsabilità utilizzate lo stesso metro? Cambiate! Ci dica con chiarezza, perché è quello che noi ci aspettiamo ed è la ragione per cui il Presidente della Camera l'ha chiamata qui, perché non l'ha chiamata qui a fare un comizio ma perché il suo sottosegretario non sapeva rispondere a questa cosa, giustamente, perché lei ha il potere di poterlo fare, è discrezionale. Ci dica: era il miglior candidato, ma è inopportuno politicamente e garantisco al Parlamento che non lo nominerò. Ci vuole tanto a dire questo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? È semplicissimo. Non c'è bisogno di essere sull'orlo di una crisi di nervi, non c'è bisogno di insultare i gruppi politici, c'è bisogno solo di usare un parametro che vale per tutti. Per tutti! Vale anche per lei, adesso che governa e che ha il potere della discrezionalità. La usi bene e ci risponda con chiarezza a questo prima di procedere al voto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ho concesso la parola ad un deputato per gruppo, sono intervenuti tutti i gruppi e dopo si potrà intervenire sull'emendamento.

Prego, ne ha facoltà.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Presidente, innanzitutto, se in qualche modo qualcuno pensa che io abbia mancato rispetto a quell'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), io do tranquillamente le mie scuse, non ho problemi a farlo. Più di questo non posso fare, però.

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, dovete far parlare il Ministro, senza commentare.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Quindi, quella che qualcuno ha definito con aggettivi dispregiativi nei miei confronti è semplicemente passione per quello che faccio, perché so quanto ho combattuto per fare questo decreto per una ragione che ho preso a cuore per la difficoltà enorme che ha. Quindi dovete consentirmi di avere passione per quello che sto facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Detto questo, proprio perché io ho fatto questo decreto consapevole della missione importante che ho avuto come Ministro nel portarlo avanti e che avete adesso voi come Parlamento nell'approvarlo, e poiché io non ho alcun tipo di attaccamento ad un curriculum rispetto ad un altro, purché, come detto sapientemente dal deputato Lupi, abbiano la professionalità sufficiente, posso tranquillamente dirvi che non ho alcun motivo di difendere un curriculum piuttosto che un altro, che oggi si chiama Scaffidi e domani si chiama Pinco Palla, però ci tengo a dire che non vi è alcun conflitto di interessi. Non vi è alcun conflitto di interessi. Rispondo anche a un'osservazione fatta da una deputata: è una norma ad personam? No. Come sapete molto bene, diverse regioni si sono trovate costrette ad assumere medici in pensione, è successo e succede, perché non ci sono sempre le professionalità sufficienti tra i medici non ancora in pensione, quindi ci siamo voluti dare una chance in più per trovare eventualmente figure da mandare in Calabria (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Detto questo, siccome a questo decreto ci tengo, perché voglio portarlo avanti per l'interesse dei cittadini calabresi, se ritenete che io in questo momento debba darvi una risposta su qualcosa che ancora non è avvenuto ma dovrà avvenire, e non ritenete sufficiente il fatto che io vi abbia già detto che sarei venuta tranquillamente a riferire in Aula su qualunque nomina - e verrò evidentemente, a questo punto (Commenti del deputato D'Ettore) …

PRESIDENTE. D'Ettore!

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Il deputato Lupi è stato molto chiaro, anzi lo ringrazio per quello che ha detto, e posso senza problemi dire che, se questo elemento diventa fondamentale per proseguire correttamente in questa discussione, noi rinunciamo a qualunque ipotesi, ribadendo che, per quanto ci riguarda, non c'è un conflitto di interesse, ma sulla base di un'opportunità politica per il Parlamento ora e per i cittadini calabresi sempre, di fare questa nomina in questo momento, se si porrà naturalmente, perché naturalmente se i commissari raggiungono l'intesa col presidente di regione il Ministero della salute, come ho già ribadito, non entrerà neanche in causa. Penso di avere risposto alle numerose domande che mi sono state fatte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Ricordo che prima della sospensione della seduta erano in corso le dichiarazioni di voto sull'emendamento Santelli 3.12, a pagina 6 del fascicolo.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, condivido la discussione che c'è stata finora, in particolare l'intervento del mio capogruppo, ma volevo chiarire due questioni fondamentali alla Ministra. La prima è che il presidente Oliverio ha detto chiaramente in audizione - mi meraviglia che il sottosegretario non l'abbia informata - che non intende partecipare all'intesa perché la regione, i sindacati e la Conferenza Stato-regioni considerano questo decreto illegittimo e la procedura che si sta usando illegittima, quindi è evidente che non ci sarà nessuna discussione e nessuna intesa. Seconda questione: non è vero che non c'è conflitto di interessi, perché questo conflitto di interessi non nasce tanto dal fatto che la deputata Nesci, attraverso di lei, sta scegliendo un collaboratore del suo collegio, ma perché, per arrivare a questo risultato, avete dovuto derogare a una legge nazionale che prevedeva di attingere dall'albo nazionale, previsto dal decreto legislativo n. 171 del 2016.

Quindi, voi potete fare una cosa molto più semplice per evitare conflitti di interesse, perché oggi togliete Scaffidi e domani ne nominate un altro, sempre fuori dall'elenco e sempre amico degli amici. Allora, voi potete fare una cosa semplice: togliere la possibilità della deroga all'albo nazionale e chiunque ci sia viene nominato. A proposito, volevo dire alla deputata Dieni, attraverso di lei, che tra questi nominati, che però fa parte dell'albo, c'è anche un indagato dell'ASP di Palermo. Voglio dire, a questo punto - io naturalmente sono garantista - così come dico che Scaffidi è una persona tra le migliori esperte della sanità, però ci sono delle regole e le regole dovrebbero essere che si prendono questi soggetti solo dagli albi; per questo, che si prenda solo dall'albo e, possibilmente, non si prenda un collaboratore; se poi si vuole prendere un collaboratore, che si dimetta la relatrice Nesci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

OSVALDO NAPOLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie, Presidente. Devo dire che non ho mai sentito nella mia corta - mi permetta l'ironia - presenza in Parlamento un Ministro comportarsi in questa maniera. Guardi, lei forse non ha mai fatto l'amministratore locale, Ministro, perché se sicuramente l'avesse fatto, se avesse fatto il sindaco o qualcos'altro, non si sarebbe comportata in questa maniera; avrebbe tenuto il rispetto di quest'Aula in maniera molto molto diversa (Applausi del deputato Scalfarotto). La passione politica è un'altra cosa, Ministro: non è prepotenza, non è arroganza, non è maleducazione! La passione politica la trasmette in maniera completamente diversa e - mi permetta - lei ha straboccato: lasci stare i problemi giudiziari, ce n'è per tutti, Ministro, glielo posso assicurare.

Mi è dispiaciuto che, nel momento in cui c'era l'intervento del collega Del Mastro, lei sbuffava con le mani e sbuffava con la bocca. Lei deve tenere rispetto nei confronti dei parlamentari. Le aggiungo una cosa: lei predica bene, ma razzola male, poiché lei scrive sul blog dei 5 Stelle…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, se iniziamo con le correzioni, qui non la finiamo più per nessuno. Prego.

OSVALDO NAPOLI (FI). Chiedo scusa. Lei scrive esattamente sul blog dei 5 Stelle: “…creare le condizioni affinché il personale sanitario possa lavorare sempre senza sovraccarico di lavoro e in un clima di serenità e collaborazione, riducendo al minimo le logiche clientelari e antidemocratiche causate dall'ingerenza di varie forme di potere politico lobbistico”. Ministro, lei scrive questo e si comporta in un'altra maniera attraverso, invece, un esponente del MoVimento 5 Stelle di cui lei è rappresentante: ci sono due pesi e due misure che non possono andar bene. Lei, mi permetta, Ministro, al di là delle scuse che ha chiesto, dovrebbe avere dentro di sé un comportamento completamente diverso e, probabilmente, andare a scuola di istituzione: avrebbe fatto in maniera diversa questo suo intervento. Lei, mi permetta, ha una faccia tosta senza limiti: predica bene, ma razzola male (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per sottolineare l'apprezzamento delle scuse che sono arrivate a questo Parlamento da parte del Ministro, certamente con una reazione, direi, scomposta rispetto ad un dibattito che si è aperto in Aula, che certamente si è aperto sulla base di opportunità politiche, ma soprattutto in un'Aula che ormai, come prassi, attraverso questo Governo, ha quella di legiferare attraverso i decreti-legge.

Credo che un decreto di tale importanza dovesse vedere il Parlamento tutto essere l'attore protagonista e non mortificato come in questo caso. Devo dire, siccome in quello sfogo di grande passione per una regione che nessuno nega le stia a cuore - ma poi le parole stanno a zero se i fatti contraddicono questa passione e questo affetto verso una terra dove sicuramente di sanità ce n'è bisogno - un decreto non dovrebbe mirare soltanto ad una discussione di due ore e mezzo rispetto alla nomina di Scaffidi. Avendo il Ministro parlato di un curriculum per il quale non abbiamo nulla da obiettare, considerato che proprio la nostra parte politica si è avvalsa in una delle figure apicali dello stesso Scaffidi, vorremmo capire come mai lei però non si è resa conto che avesse già lavorato nel piano di rientro di qualche anno fa. Questo lo dico, signor Ministro, rispetto anche a quello che ci aspettavamo da questo decreto. Inoltre, non sono d'accordo neanche con lei sul fatto che non ci siano persone capaci o che abbiano la volontà di assumere questi incarichi. La Calabria pullula di professionisti, di gente perbene e non c'è bisogno di importare per 18 mesi persone che non riusciranno neanche a capire da dove partire. Credo che se lei ha sottolineato - e non ho motivo di metterlo in discussione - questo grande amore verso la Calabria, la Calabria ha bisogno di regole di normalità, di regole che non devono andare in deroga in base alle opportunità del MoVimento piuttosto che di altro.

Allora, chiudo dicendo che da questo decreto ci aspettavamo, ovviamente, i migliori nomi da mettere in campo, che non fossero per una volta collegati a niente e a nessuno; ci aspettavamo la tutela dei LEA, di quei parametri che vedono, purtroppo, un blocco del turnover; ci aspettavamo, signor Ministro, che non ci fossero aumenti di compensi di oltre 50 mila euro, più 20 mila euro di missioni; ci aspettavamo una Calabria che potesse dire ai calabresi che possiamo dar loro la possibilità di rimanere lì e di curarsi lì. Purtroppo, ancora una volta, diventerà la fabbrica dei consensi e non la fabbrica della salute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Un richiamo al Regolamento all'articolo 8 combinato con il dodicesimo comma dell'articolo 79. Con le parole del Ministro, Presidente, noi abbiamo parzialmente risolto un aspetto del problema, quello che era in carico alla responsabilità del Ministro. Abbiamo, però, un problema che riguarda quest'Aula e che non abbiamo risolto; le dico ciò perché, ovviamente, lei sovrintende ai lavori dell'Aula (le dico, guardi, che non c'è nulla di personale e anche umanamente io non ho nulla contro la collega Nesci, ma pongo un problema politico e parlamentare). Lei sovrintende ai nostri lavori, quindi, ovviamente, deve vigilare anche su quello che accade in quest'Aula. Non è che il conflitto di interessi non c'è più se lo dice il Ministro della sanità, perché non è così. Noi dobbiamo apprezzare quello che è accaduto qui dentro e qui dentro si è materializzato in maniera evidente un conflitto di interessi tra la relatrice e il provvedimento, che nella fattispecie non solo non ha negato ma ha confermato, cioè che dentro quella lista c'era un suo collaboratore (poi capiremo che cosa vuol dire che era a titolo gratuito, ma comunque c'era un suo collaboratore). Il fatto che il Ministro ci dica che non lo nominerà - ci fa capire che non lo nominerà - non risolve il problema del conflitto di interessi, perché la persona si è adoperata affinché il suo collaboratore potesse trovare nelle maglie di questo decreto, tra virgolette, una sistemazione.

C'è un conflitto di interesse in questo e soprattutto, Presidente - lo dico anche per la serenità della relatrice nell'andare avanti nell'affrontare questo provvedimento -, noi abbiamo saputo di questo conflitto di interessi perché qualcuno lo ha fatto emergere, ma noi non possiamo sapere, Presidente, se possano esserci altre occasioni di conflitto di interessi da parte della relatrice in questo provvedimento. Quindi, la prego, veramente: non è una battaglia di opposizione, è un problema che noi abbiamo e che non abbiamo risolto con le parole del Ministro; è un problema che abbiamo, che dovrebbe essere nella responsabilità della relatrice, però è anche nella sua responsabilità. Qui non possiamo far finta di non avere ascoltato che la relatrice ha avuto un collaboratore che è stato inserito, con i meccanismi di cui abbiamo capito, dentro quella lista che doveva essere funzionale alle nomine e via dicendo. Il fatto che ciò sia accaduto è di per sé qualcosa che inficia l'essere super partes della relatrice ed è un problema della relatrice, è un problema della Commissione, è un problema dell'Aula e, se lei mi consente, è un problema anche suo, Presidente. Non possiamo far finta di non avere ascoltato quello che non noi ma la relatrice ha detto in quest'Aula soltanto poco fa. Io non penso che sia possibile che la relatrice continui a fare la relatrice di questo provvedimento dopo quello che ha detto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, su questo non le do una risposta formale ma le do una risposta di sostanza, perché corrisponde in questo caso alla forma. Il mandato al relatore viene dato dalla Commissione ed è lì che si esplicita questa condizione. La Presidenza, da questo punto di vista, sovrintende ai lavori, ma non ha nessuna responsabilità in questa fattispecie.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Presidente, in merito alle continue richieste, relativamente alla possibilità da parte della relatrice di dimettersi, perché ritrovata in una condizione di conflitto di interessi, è bene fare un po' di trasparenza, perché solo la trasparenza chiarisce effettivamente qual è il limite; infatti, il conflitto di interessi è una condizione, non è un comportamento; quindi, quello che sta denunciando in questo momento l'opposizione è che effettivamente Scaffidi a un certo punto è presente sul blog di Dalila Nesci: “Ce l'abbiamo fatta, come MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato la proposta di legge di iniziativa popolare sul riassetto della sanità calabrese. Adesso il consiglio regionale della Calabria potrà discuterla, oppure potrà ignorarla. In tal caso dovrà risponderne al popolo. Abbiamo raccolto oltre 5 mila firme. Il testo della proposta, redatto con il contributo degli esperti Tullio Laino e Gianluigi Scaffidi, separa la medicina ospedaliera da quella del territorio (…)”. Ebbene, sì, in italiano si chiamano “consulenti”, perché se mi avvalgo di persone per scrivere una proposta di legge, queste si chiamano consulenti a titolo non oneroso, come immagino la politica degli esperti possa assolutamente insegnarci, come tanti sindacalisti medici hanno aiutato le figure apicali della politica che si occupano di sanità a comprendere, a fare atti di sindacato ispettivo, a fare proposte di legge, sì, allora, sì, questa è una condizione di conflitto di interessi, ma lo è per tutti. Se allo stesso momento questa stessa persona scrive abitualmente sul Corriere della Calabria articoli in qualità di editorialista per articoli sanitari, scrive articoli di denuncia contro Scura e contro Oliverio da tempi non sospetti, applicando pienamente la funzione di sindacato dei dirigenti dell'Anaao Assomed, dirigenti pubblici, ospedalieri, e scrive articoli come “Azienda unica a Catanzaro, facciamo due conti”, “A Reggio dirigenti premiati”, “Scura uno e trino nella delibera dell'ASP”, “La sanità calabrese è malata di schizofrenia, nessuna programmazione”, allora questa è una condizione di conflitto di interessi? Ma quali interessi va a ledere? Va a ledere gli interessi che sono stati “vertenziati” da parte di questa persona, in merito all'inerzia che è stata sottolineata in questi articoli, in questa proposta di legge? Allora, sì, il conflitto di interessi c'è, ma va nei confronti di Scura, va nei confronti di Oliverio e, allora, per bocca del capogruppo del PD noi veniamo a sapere, evidentemente, che il presidente Oliverio ha già rifiutato la nomina di questa persona.

Allora, non è conflitto di interessi, questo, che un presidente di regione parli in quest'Aula in merito a notizie che non sono ufficiali (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), lo ripeto, in merito a notizie che non sono ufficiali? Allo stesso momento, c'è chi solleva lo scandalo di questo conflitto di interessi, di queste persone che sono pubbliche, già pubbliche, perché la stessa collega Bruno Bossio ha detto che conosce questa persona e gli ha fatto i complimenti per il modo in cui affronta la sanità calabrese, perché è un personaggio pubblico, è un sindacalista, è una persona che cerca di migliorare dall'interno la sanità calabrese, e lo fa da anni; però coloro che sollevano questi problemi, utilizzando persone all'interno, qui, all'interno, sono persone che in questo momento sono indagate per corruzione e per associazione a delinquere. Allora, questo è un conflitto di interessi o no? Chi dovrebbe in questo momento denunciare un conflitto di interessi ha tutto l'interesse per non migliorare quello che in questo momento la procura di Catanzaro, attraverso l'indagine “lande desolate”, ha messo sotto indagine una persona…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Allora, chiariamo bene che cos'è un conflitto di interessi, perché se queste sono le persone in conflitto di interessi, allora io credo che ci siano persone che dovrebbero essere orgogliose che queste persone si facciano avanti anche nei confronti del commissario straordinario generale Cottarelli, perché altrimenti chi, in quest'Aula, in maniera surrettizia, fa illazioni sul fatto che qualcuno sia andato a suggerire questi nomi e che queste persone non siano indipendenti intellettualmente nelle loro azioni e nelle loro parole dovrebbe informarsi meglio su che cos'è l'indipendenza. Perché non c'è nessun bisogno, rispetto a queste illazioni, di reati, reati penali che sono stati addotti alla mia collega Dalila Nesci e, in maniera assolutamente diffusa, a tutto il MoVimento 5 Stelle. Allora, queste persone stanno scagliando queste pietre quando hanno dei massi sulla testa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Approfitto della presenza della Ministra, che ci ha detto che non c'è conflitto di interessi, per porle qualche domanda molto rapidamente, perché ho poco tempo. Volevo sapere se è vero o non è vero che il dottor Scaffidi non è mai risultato idoneo in nessuna graduatoria o albo nazionale o regionale come direttore generale né che potrebbe esserlo, perché in quiescenza; se è vero o non è vero che come dirigente sindacale della UIL è in una situazione di incompatibilità e inconferibilità di incarichi che comportino la gestione di risorse umane ovvero gare e commissioni di concorso - sono norme fatte da noi, perché noi non parliamo di togliere i politici dalla sanità, noi facciamo le leggi -; se è vero o non è vero che ha partecipato a tavoli istituzionali, come delegato dell'onorevole Nesci, in qualità di consulente e componente della struttura tecnica di supporto, se è vero o non è vero che il dottor Scaffidi ha promosso, come istante di richiesta di accesso agli atti o come denunciante in contenziosi civili o in querele…

PRESIDENTE. Concluda.

IVAN SCALFAROTTO (PD). ...nei confronti di dirigenti e legali rappresentanti della stessa ASP di Vibo Valentia che ora è chiamato a dirigere. Vorremmo sapere questo dalla Ministra e, poi, ovviamente spiegare ancora, per il suo tramite, all'onorevole Baroni, che il conflitto d'interessi sta nel fatto che il consulente o collaboratore dell'onorevole Nesci a titolo gratuito si sta cercando di farlo pagare dai contribuenti. E' chiaro adesso.

PRESIDENTE. Colleghi, come vi ho detto prima noi siamo un passo avanti, perché siamo all'emendamento 3.12 Santelli che è a pagina 6 del fascicolo. Deputata Pini…(Commenti del deputato Massimo Enrico Baroni)

IVAN SCALFAROTTO (PD). Cosa?

MASSIMO ENRICO BARONI….ci sei abituato!

PRESIDENTE. Deputato Baroni, deputato Baroni, la richiamo! È un primo richiamo formale.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo di parlare per fatto personale!

PRESIDENTE. No, a fine seduta; per fatto personale può intervenire a fine seduta. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pini. Ne ha facoltà. Siamo sull'emendamento 3.12 a pagina 6 del fascicolo. Sull'ordine dei lavori abbiamo fatto già molti giri. Sul fatto personale, se voleva intervenire, interviene alla fine dell'Aula, come da Regolamento.

GIUDITTA PINI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, deputata Pini.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente, gentilissimo. Allora, io proprio per stare sull'emendamento ricordo che tutto questo è nato perché stavamo discutendo un emendamento. Cosa succede? Questo decreto, che è fatto dalla Ministra Grillo, perché lei tiene tantissimo ai cittadini calabresi, cambia i criteri con cui si possono nominare questi commissari. È da lì che è nato il problema, perché checché ne dica Lupi, ahinoi, e checché ne dica Baroni, che evidentemente è male informato, come spesso accade, male informato nel senso che è proprio letteralmente male informato, questa persona, uno, non ha i titoli, due, non è che lo diciamo noi perché siamo complottisti, perché non siamo noi quelli che pensano che i vaccini creino l'autismo, non siamo noi quelli complottisti, noi abbiamo preso una intervista dell'onorevole Nesci che è relatrice, che ha detto che visto che lei un giorno non poteva andare a un tavolo convocato dal prefetto Di Bari, non poteva, ci ha mandato il suo collaboratore di fiducia che era questo signore che guarda caso, lo ripeto, che guarda caso, non ha i titoli per fare il commissario e che invece è stato messo nella lista che è stata portata, poi, sul tavolo del presidente. È per questo che è nata la discussione 6 ore fa. Ora, per tornare sull'emendamento e chiudere, la risolviamo facilissimamente, siamo in Parlamento per fortuna, non siamo in pescheria e, quindi, basta votare gli emendamenti che cambiano l'articolo 3, anzi, addirittura, facciamo così, lo togliamo proprio questo articolo 3, e torniamo alle leggi dello Stato, che ci sono, che consentono già di attingere a una lista di persone che hanno i titoli per fare i commissari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Io non sarei intervenuto ulteriormente, Presidente, il dibattito è stato già abbastanza ricco, se non fosse intervenuto il collega del MoVimento 5 Stelle. Vorrei con molta calma spiegare a lei, Presidente, e per il suo tramite ai colleghi, il punto politico di ciò che noi stiamo discutendo perché il signore in questione, signor Scaffidi, non ha, come ha detto il collega Lupi, i titoli per essere nominato o i requisiti che derivano dalle deroghe inserite in questo decreto. Se in questo decreto non ci fossero le deroghe scritte da questa maggioranza... Questo è il punto politico: non è un punto di giustizia dei tribunali, non è la risposta che la Ministra ci doveva: è la scelta politica di questa maggioranza. Agire per deroga in una situazione di commissariamento in una regione in cui la sanità deve essere curata: scusate il gioco di parola. Allora noi assistiamo a questo scenario politico che viene…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Ho concluso. Viene proposta come nomina una persona che non avrebbe i requisiti se non fosse stata scritta una norma ad hoc. Alla fine del dibattito ascoltiamo - è l'ultima frase - che il MoVimento 5 Stelle difende di nuovo questa nomina. Allora noi vogliamo far sapere a lei, Presidente…

PRESIDENTE. Grazie.

EMANUELE FIANO (PD). …che in presenza di questa difesa del conflitto d'interessi certo la discussione sul decreto sarà ancora lunga e laboriosa.

ELENA CARNEVALI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, le chiedo formalmente di poter tornare invece in Commissione perché, come abbiamo già spiegato prima, noi abbiamo non esaurito o comunque abbiamo avuto una risposta per quanto riguarda la prima parte e voglio ricordare a tutti che l'indicazione, tramite un documento, alla regione Calabria è un atto ufficiale: non è una letterina che mandiamo a qualcuno. È un atto ufficiale in cui questo nome di una persona comunque perbene e preparata ma, come abbiamo capito dalla stessa collega, in evidente conflitto d'interessi o perlomeno di non chiarezza rispetto al tipo di rapporti, non verrà messo nell'elenco. Non abbiamo risolto ciò che invece il collega Giachetti ha sollevato prima. Quindi, poiché l'unico luogo, come lei cortesemente ci ha riferito sul cambio invece del relatore, può venire all'interno della Commissione, io le chiedo a questo punto di poter tornare in Commissione per poter avere il cambio del relatore.

PRESIDENTE. Quindi, lei sta formalizzando una richiesta di rinvio in Commissione. Relatrice Nesci, qual è il suo parere sulla richiesta di rinvio in Commissione?

DALILA NESCI, Relatrice. Contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Quindi, un intervento a favore e uno contro.

Ha chiesto di parlare a favore la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Ritengo, Presidente, dopo tutta la discussione che qui è stata fatta, il tema specialmente dell'articolo 3 necessita di un ritorno in Commissione del provvedimento. Signor Ministro, lei non può non rendersi conto che le deroghe che ha previsto nell'articolo, ribadisco, danno a tutti noi il legittimo sospetto, oggi fondato da certezza, che siano deroghe non previste in astratto ma ad personam. Signor Ministro, lei qui non può dire, come ci ha detto, che, siccome in alcuni posti si trovano anche medici, fuori e in pensione, e allora anche per i commissari scegliamo le persone in pensione perché si tratta di sette persone, di nove persone, signor Ministro, ma veramente non ci sono nuove professionalità? Di tutto ciò va discusso decisamente in Commissione sanità perché sta diventando un precedente gravissimo nella storia del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

MARZIA FERRAIOLI (FI). Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. È dello stesso gruppo, non può intervenire adesso. Non essendovi nessuno che chiede di parlare contro, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta di rinvio in Commissione del provvedimento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 65 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.

Interventi di fine seduta (ore 19,52).

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere al Presidente della Camera di insistere sul Governo e in particolare sul Presidente del Consiglio e sul Ministro del Lavoro, Di Maio, in merito alla gravissima situazione che stanno vivendo le lavoratrici e i lavoratori di Mercatone Uno, persone che sabato mattina sono state avvisate attraverso un messaggino via telefono che il loro rapporto di lavoro si interrompeva e che si sono recati al lavoro, trovando le saracinesche chiuse. Le responsabilità del Governo sono enormi: non c'è stata vigilanza su tutto quello che doveva esser fatto e che si prevedeva nel contratto che era stato stipulato poco più di un anno fa. Ritengo grave la situazione: più e più volte il sindacato aveva chiesto un tavolo di crisi presso il Ministero dello Sviluppo economico e più e più volte il tavolo di crisi è stato rinviato su richiesta dell'azienda. È colpevole quindi il comportamento del Ministero che non si è preoccupato di assecondare le giuste richieste dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.

Nella riunione che c'è stata presso il Ministero l'unica risposta che è stata data è ricorrere alla cassa integrazione e ciò ha gettato nello sconforto più nero le lavoratrici e i lavoratori che sperano ancora che il Governo e il Ministero possano invece mettere in piedi un'operazione di salvataggio con una guida autorevole che possa in qualche modo salvare non solo i lavoratori, ma anche le decine e decine di imprese che operano nell'indotto. Si calcola che attorno a Mercatone Uno oltre ai 1.800 lavoratori ci siano circa 8 mila persone che operano in tutto il sistema delle vendite, del trasporto, delle consegne. Oltre ai lavoratori, sono stati beffati molti cittadini che hanno acquistato dei beni che non vengono ovviamente consegnati, visto e considerato quello che è accaduto.

Insistiamo quindi, anche attraverso altre iniziative a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici nei numerosi presidi che sono presenti in tutt'Italia, affinché ci sia un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico che non si limiti a discutere degli ammortizzatori sociali, ma che possa costruire una qualche opportunità, visto e considerato che avrebbe potuto senz'altro intervenire nel percorso e non l'ha fatto…

PRESIDENTE. Concluda, ha finito il tempo.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …quando già i sindacati e i lavoratori avevano lanciato l'allarme.

Dobbiamo essere a fianco di queste lavoratrici e di questi lavoratori e trovare assolutamente delle soluzioni compatibili…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha concluso il tempo.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …con la loro salvezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per fatto personale il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Io mi riservo naturalmente di leggere domani lo stenografico per avere una maggiore chiarezza di quello che è stato detto, però per quello che ho personalmente sentito - e ripeto, poi vedremo cosa dice lo stenografico - l'onorevole Baroni del gruppo del MoVimento 5 Stelle durante la discussione ha pronunciato verso la mia persona le parole: “È un reato… sei abituato”, dandomi sostanzialmente non solo del delinquente, ma del delinquente abituale, diciamo, nella sua generosità.

Ora, evidentemente si tratta di un fatto oggettivamente non vero, perché sono incensurato, e peraltro le posso garantire, signor Presidente, anche persona perbene, però ove mai questo risultasse dallo stenografico - e domani mattina mi riservo di guardare lo stenografico appena cominceremo la seduta - io le preannuncio la richiesta della costituzione di un Giurì d'onore perché la mia onorabilità sia tutelata, perché non può passare, diciamo così, sotto silenzio il fatto che un parlamentare dia a un collega del delinquente abituale, perché dobbiamo recuperare anche - come dire - un po' il peso delle nostre parole qui dentro, signor Presidente. È un luogo solenne, è il luogo della sovranità popolare, dare del malfattore e del delinquente a un collega è una cosa che dovremmo fare con una certa consapevolezza e serietà di quello che si sta facendo.

Certo, dopo lo show della Ministra Grillo di oggi…

PRESIDENTE. È su fatto personale, è su fatto personale, il suo intervento è su fatto personale.

IVAN SCALFAROTTO (PD). …forse era il calore della giornata, però io su questo intendo tornare e intendo chiedere la sua alta sorveglianza su quello che è successo e su quello che succederà.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 19,58)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, c'è grande preoccupazione per la realtà Grancasa Spa, che da anni vive una situazione di criticità. Questa situazione si è ulteriormente complicata per problemi di liquidità che stanno generando ovvie conseguenze sui lavoratori. A marzo 2019 è scaduto il contratto di solidarietà per queste persone, per questi lavoratori della Grancasa. Sono circa 650 dipendenti in tutta Italia, in 19 punti vendita. Nel sito di Sarzana, in provincia di La Spezia, si sono individuati ben dodici esuberi. Al confronto ministeriale è stata avanzata una proposta, da parte delle organizzazioni sindacali, di rinnovo dei contratti di solidarietà, ma l'azienda non ha accettato. Non ci sono, al momento, proposte credibili in campo. I sindacati e tutte le persone coinvolte stanno protestando da giorni e giorni sulla strada che conduce, appunto, alla realtà del centro commerciale.

Ecco, io chiedo che il Governo, e in particolare il Ministro Di Maio, si occupi della questione…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Paita.

RAFFAELLA PAITA (PD). …e tenga in considerazione che stiamo parlando di famiglie, di famiglie che stanno soffrendo e che meritano un'attenzione da parte del Governo immediata e una soluzione ai problemi occupazionali in atto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per fatto personale l'onorevole Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Evidentemente il mio collega Scalfarotto non deve aver compreso completamente ciò che gli è stato detto, essendo lui abituato a urlare continuamente nell'Aula durante quasi tutte le sedute e le assemblee parlamentari a qualsiasi collega della maggioranza o del Governo. Non deve aver ascoltato, perché chi parla, strilla e urla poi, a volte, non sente.

Relativamente a quanto da lui affermato, io gli ho semplicemente detto che accusare è un reato. Evidentemente lui è abituato, perché le sue continue accuse e anche le continue illazioni relativamente anche a tutto quello che è stato detto oggi in quest'Aula, al di fuori di quest'Aula sarebbero ascrivibili, e sono ascrivibili, come reati penali. Nel momento in cui ci sono tutte queste illazioni in merito a ciò che è una condizione di conflitto di interesse, a ciò che in realtà è un comportamento, un comportamento di questo tipo o qualsiasi tipo di comportamento, fare determinate accuse sono reati al di fuori di quest'Aula, forse lui non si rende conto di questo aspetto.

In ogni caso, vedo che è estremamente attento alle proprie referenze, ma non è così attento a quel che dice. Quindi, io veramente pregherei il collega Scalfarotto di fare più attenzione a quel che dice rispetto a quello che ascolta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signora Presidente. Basta con i furbetti del sussidio. Servono controlli più stringenti sulle indennità di disoccupazione INPS che sono illegittimamente riscosse da stranieri che, una volta ottenute, tornano nel loro Paese d'origine. Tempo fa avevo già presentato un'interrogazione sui lavoratori stagionali stranieri e un'altra, più generale, sarà depositata nelle prossime ore, perché è incredibile, è inammissibile che nel 2019 non si riescano a prevenire queste truffe o a contrastarle con un semplice incrocio di dati.

Ci sono centinaia di casi in Italia e decine in Friuli-Venezia Giulia, come è emerso pochi giorni fa a Udine. Un fiume di denaro dell'INPS, quindi prevalentemente di lavoratori italiani, illegittimamente percepito da furbetti stranieri che svolgono o, talvolta, fingono di svolgere in Italia il lavoro per poi tornare nel loro Paese d'origine, campando con l'indennità di disoccupazione. Il Governo e l'INPS devono intervenire subito per impedire nuovi casi e pretendere il risarcimento di quanto versato.

Io, come molti di noi, voglio sapere quanti sono i lavoratori stranieri percettori di indennità di disoccupazione, quali sono i controlli operanti per verificare la permanenza sul suolo italiano di tali lavoratori, quanti sono i casi di truffa come quelli riportati in premessa e riportati dalla stampa e quali provvedimenti il Governo è intenzionato a prendere perché si ponga argine ai citati abusi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Oggi è il settimo anniversario - e, purtroppo, non è stato molto ricordato - della seconda scossa del terremoto del 2012 in Emilia-Romagna. La seconda scossa fu molto più forte della prima e noi non eravamo assolutamente preparati, né alla prima né alla seconda, perché non è un territorio sismico, non lo era (l'abbiamo imparato in quei giorni). La terra, come dicono alcuni, bolliva e sembrava che si muovesse. Ci sono stati 17 morti, centinaia di feriti e migliaia di persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case.

Adesso, dopo sette anni, possiamo dire che tantissimo è stato fatto: il 90 per cento delle famiglie è rientrato nelle proprie case e le aziende, che prima del sisma producevano il 2 per cento del PIL nazionale, adesso sono al 2,4 per cento del PIL. Questo è stato fatto grazie all'impegno delle istituzioni della regione Emilia-Romagna, dei comuni e anche grazie all'Unione europea, che per la prima volta ha dato un contributo per un sisma.

Spiace che in tutto questo si vedano i componenti della maggioranza in campagna elettorale che oggi non abbiano detto una parola su questo e, soprattutto, abbiano deciso di rendere inammissibili gli emendamenti sul sisma al “decreto crescita” che noi avevamo proposto insieme alla regione. Mentre su altri sismi o su altre calamità, e magari su regioni governate da partiti della maggioranza sono stati molto più “larghi” sull'interpretazione, purtroppo ci tocca oggi di ricordare questo. Ma noi continueremo ad andare avanti; e ringrazio per la possibilità di ricordare questa cosa, perché appunto spiace constatare come dopo sette anni questo anniversario stia passando completamente sotto silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Presidente, un mondo, due volti, è quello di cui vi parlo oggi: quello della scarsa coscienza civica, del degrado umano e quello che invece si indigna, reagisce e sfida la voragine dell'inciviltà. Siamo a Carini, in provincia di Palermo, dove un giovane operaio di 27 anni, Giuseppe Cucci, paga con diverse fratture, un intervento e una prognosi di 40 giorni la colpa di aver richiamato un uomo che aveva abbandonato il proprio sacchetto di spazzatura lanciandolo dal finestrino della sua auto. Un uomo - si fa per dire, non degno di tale parola - che non abbassa lo sguardo per sua umiliazione, ma con prepotente furia preme l'acceleratore investendo il giovane. L'assoluta assurdità di tale violenza non può che cercare spiegazioni nella crescente disumanizzazione della società, figlia sicuramente di un disagio culturale e sociale: disagio che in questo caso conduce a pensarsi estranei persino al contesto ambientale in cui si vive, fino all'incuranza di ogni considerazione di ordine morale.

È il gesto di Giuseppe, invece, che ci spinge lontano, come individui e come società: esprime infatti come si possa e si debba sfuggire all'opacità dell'indifferenza, conservando il senso dell'appartenenza e di responsabilità verso la collettività. È responsabilità collettiva preservare un ambiente integro e sano, è essenziale educare al senso civico, promuovere l'ambiente come casa, così come stili di vita ispirati al rispetto e all'autodisciplina. Ma non basta: occorre anche rafforzare il contrasto ai comportamenti scorretti, inasprendo le sanzioni previste.

A Giuseppe, che di questa responsabilità si è fatto carico e a cui invio un forte abbraccio, voglio augurare una pronta guarigione. E concludo con una citazione: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In effetti è l'unica cosa che è sempre accaduta” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Melicchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Presidente, numerosi articoli di stampa riportano informazioni preoccupanti al riguardo dalla procura del tribunale di Cosenza, quali un pubblico ministero fotografato a cena con un indagato. A riguardo di questo e di altri episodi ho presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia: mi riferisco alla n. 4-00815 del 25 luglio 2018. A questa non ho ancora ricevuto risposta; ed è per questo che per suo tramite, Presidente, sollecito la conclusione dell'iter dell'atto di sindacato ispettivo, affinché il Ministro possa chiarire a riguardo di certe informazioni che gettano discredito sull'operato della procura di Cosenza, al fine di tutelare l'immagine della magistratura stessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.

ANGELA RAFFA (M5S). Presidente, nella mattinata del 21 maggio due agenti di Polizia fermavano per le vie di Torino un giovane di colore, privo di documenti validi e in possesso di stupefacenti. Condotto in questura, l'uomo è stato identificato: si tratta di un cittadino nigeriano di 23 anni, irregolare sul territorio italiano e pregiudicato, con precedenti per spaccio, aggressioni e violenza. Uno dei due poliziotti si chiama Lorenzo Galipò, siciliano di Capo d'Orlando, giovane di 31 anni, che come tante migliaia di nostri ragazzi in uniforme ha deciso di servire questo Paese ed i suoi cittadini, anche a costo di farlo lontano da casa e dagli affetti. A causa della reazione violenta del fermato, che ha provato a rubargli la pistola, all'agente è stato quasi staccato un dito. Adesso, dopo un delicato intervento chirurgico, a Lorenzo Galipò sono stati riconosciuti 35 giorni di prognosi. A lui rivolgo i migliori auguri, affinché possa rimettersi il più in fretta possibile; a tutti noi invece pongo alcuni interrogativi: come siamo arrivati a questo punto? Come è possibile che i nostri ragazzi, coloro che paghiamo per difenderci e tutelarci, siano costretti a lavorare in queste situazioni di rischio e pericolo? La tutela dei cittadini e delle forze dell'ordine è un tema importante, e serve la massima severità: da un lato bisogna pretendere la massima professionalità da parte di chi indossa la divisa, anche a tutela delle stesse forze dell'ordine, che a volte vedono minacciata la loro immagine da parte di poche mele marce; dall'altro lato servono ancora più severità, risorse ed impegno per garantire alle forze di Polizia tutte di operare in sicurezza, senza dover considerare il subire aggressioni continue come una parte normale del proprio lavoro. Non lo è e non deve accadere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente Carfagna, io intendo intervenire su quanto accaduto durante il question time, proprio durante tra l'altro la sua Presidenza. Forza Italia ha presentato un quesito al Ministro Toninelli di quattro righe: se il Ministro interrogato possa confermare in via definitiva la realizzazione della linea ad alta velocità Torino-Lione di cui in premessa. Ora, premesso anche che la Presidenza non ha la facoltà di mettersi a sindacare nel merito delle risposte che un Ministro dà all'Assemblea, però certamente i gruppi, pur poi esprimendosi sulla soddisfazione o meno sulla risposta ricevuta, hanno la facoltà di far presente, come io sto facendo a lei, Presidente Carfagna (e prego di portare questo nostro intervento al Presidente Fico), il fatto che il Ministro Toninelli non ha dato alcuna risposta al quesito che è stato illustrato dalla collega Bergamini. Il Ministro Toninelli ha ringraziato gli interroganti, il Ministro Toninelli ha richiamato la lettera del Presidente del Consiglio dello scorso 7 marzo, ha detto qual è la procedura e il fatto che ci sarà una documentazione che verrà inviata ai Governi di Francia e Italia che la vaglieranno; ha detto che l'opera era in ritardo, che la sua realizzazione ha posto valutazioni di opportunità: e ci mancherebbe, ce ne siamo accorti che ha posto valutazioni di opportunità! E poi si è messo a parlare di un provvedimento, che è il decreto-legge “sblocca cantieri”, che è all'attenzione dell'altro ramo del Parlamento.

Allora, Presidente, va bene tutto, ma noi crediamo che, liberissimo il Governo di menare il can per l'aia, ma che si degni almeno di dare mezza risposta, mezza. E questo è un problema che non riguarda soltanto il gruppo di Forza Italia: riguarda i rapporti che intercorrono tra Governo e Parlamento. Se si tengono i question time, quindi anche con la solennità di un atto di sindacato ispettivo che va in diretta televisiva, bisognerebbe fare in modo - e io prego il Presidente Fico che questo concetto lo faccia ben presente al Governo attraverso il Ministro Fraccaro - che si eviti di prendere in giro il Parlamento non rispondendo ai quesiti che vengono posti e parlando di tutt'altre vicende. Perché questa è una vicenda che rischia di diventare altrimenti ridicola e lede il rapporto che lega Parlamento e Governo, specie nel rapporto che intercorre durante gli atti di sindacato ispettivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Riferirò sicuramente al Presidente Fico la sua osservazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, da un paio di settimane sappiamo dell'acquisizione della società controllante della rete di ipermercati e supermercati Simply, Sma e Auchan da parte di Conad. L'operazione rappresenta senz'altro un segnale positivo e in controtendenza, se si pensa che negli ultimi anni abbiamo assistito a molte più acquisizioni di aziende italiane da parte di società straniere: sapere che una grande società italiana abbia deciso di estendersi ed espandere il suo marchio acquisendo concorrenti stranieri è in questo senso una di quelle notizie che vorremmo sentire più spesso. Nessuno quindi può dirsi contrario a priori di fronte ad un'operazione del genere. Piuttosto, però, è fondamentale in questo preciso momento, prima che venga sottoscritto il contratto di acquisto definitivo del gruppo Auchan, restare vigili sulle modalità di acquisizione. Perché, onorevoli colleghi, parliamo di un'azienda, quella di Auchan, che conta quasi 18 mila dipendenti diretti, più 6.500 lavoratori nelle reti affiliate: dunque parliamo di quasi 25 mila persone, alle quali non è stata data ancora alcuna informazione riguardo al piano industriale della nuova realtà che sorgerà.

Ora, mi sembra più che comprensibile il timore dei sindacati che rappresentano queste persone e degli stessi lavoratori coinvolti, preoccupati per eventuali ricadute sul fronte occupazionale, e che in questi giorni ci chiedono di dar loro solidarietà ai cancelli degli ipermercati. In questo scenario di assoluta importanza è opportuno che il Ministro dello sviluppo economico e del lavoro sia presente al tavolo tra le aziende coinvolte e i sindacati.

Bisogna quanto prima fare chiarezza sul piano industriale che Conad vuole proporre, sulle conseguenze occupazionali e sull'eventualità di esuberi del personale. Speriamo che in questo compito, che ci rendiamo conto essere molto gravoso, il Ministro Di Maio abbia più successo, visti i recenti fallimenti che ha collezionato nelle recenti vertenze occupazionali che ha gestito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, intervengo per formulare una richiesta alla Presidenza, tenuto conto del fatto che, stante anche la concitazione precedente dei lavori d'Aula, non è stato possibile convenire per le vie brevi con i rappresentanti dei gruppi l'organizzazione dei lavori di domani, e per fare presente che domani il nostro partito ha un impegno di carattere politico nel pomeriggio, fissato con la direzione nazionale alle ore 15,30. Di conseguenza, molti nostri colleghi si troverebbero nell'incombenza di dover essere chiamati a scegliere tra essere qui in Aula e svolgere la loro funzione e il loro mandato e poter intervenire o meno ai lavori di un importante momento della nostra vita interna.

Tenuto conto del fatto che proprio nella giornata di oggi, secondo le naturali regole del bon ton che sempre presidiano l'organizzazione dei nostri lavori, abbiamo assecondato le richieste, nella fattispecie pervenute dal gruppo della Lega, che ha chiesto di interrompere i lavori questa mattina per svolgere una riunione, e altrettanto abbiamo fatto questa sera interrompendo prima i lavori previsti da calendario per consentire al gruppo del MoVimento 5 Stelle di fare una analoga riunione, vorremmo informare la Presidenza circa l'opportunità che l'organizzazione dei lavori di domani possa essere declinata - visto che lei non l'ha ancora annunciata - in maniera tale da rendere compatibile la presenza dei nostri colleghi con i lavori della direzione del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Naturalmente riferirò al Presidente Fico affinché l'organizzazione dei lavori della seduta di domani possa tener conto di questa vostra richiesta.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di giugno 2019 e conseguente aggiornamento del programma (ore 20,18).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di giugno:

Lunedì 3 giugno (ore 15 )

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge di ratifica:

Disegno di legge n. 1648 - Accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Kazakhstan, dall'altra, con allegati, fatto ad Astana il 21 dicembre 2015

Disegno di legge n. 1660 - Protocollo al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Macedonia del Nord, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019

Proposta di legge n. 1680 - Accordo tra la Repubblica italiana e l'Organizzazione internazionale di diritto per lo sviluppo (IDLO) relativo alla sede dell'organizzazione, fatto a Roma il 14 giugno 2017 (approvata dal Senato

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 622 - Istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino

Martedì 4 giugno (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 4 giugno (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1807 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (da inviare al Senato – scadenza: 29 giugno 2019)

Mercoledì 5 e giovedì 6 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 giugno)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1807 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (da inviare al Senato – scadenza: 29 giugno 2019)

Seguito dell'esame dei progetti di legge di ratifica:

Disegno di legge n. 1648 - Accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Kazakhstan, dall'altra, con allegati, fatto ad Astana il 21 dicembre 2015

Disegno di legge n. 1660 - Protocollo al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Macedonia del Nord, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019

Proposta di legge n. 1680 - Accordo tra la Repubblica italiana e l'Organizzazione internazionale di diritto per lo sviluppo (IDLO) relativo alla sede dell'organizzazione, fatto a Roma il 14 giugno 2017 (approvata dal Senato

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 622 - Istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino

Nella seduta di mercoledì 5 giugno, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Venerdì 7 giugno (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 10 giugno (pomeridiana)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 11 giugno (antimeridiana)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1248 - Conversione in legge del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 17 giugno 2019)

Discussione sulle linee generali della mozione Lazzarini, D'arrando ed altri n.1-00145 concernente iniziative per la cura e l'assistenza del paziente oncologico

Discussione generale della mozione recante iniziative per il contrasto alla violenza sui minori (in corso di presentazione)

Martedì 11 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 12 e giovedì 13 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 giugno)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1248 - Conversione in legge del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 17 giugno 2019)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione Lazzarini, D'arrando ed altri n.1-00145 concernente iniziative per la cura e l'assistenza del paziente oncologico

Seguito dell'esame della mozione recante iniziative per il contrasto alla violenza sui minori (in corso di presentazione)

Nella seduta di mercoledì 12 giugno, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Venerdì 14 giugno (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 17 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1603-bis - Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1549 - Disposizioni concernenti l'etichettatura, la tracciabilità e il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari, nonché delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1368 e abbinate – Modifiche al Codice della strada

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1206 - Modifica all'articolo 315 del codice di procedura penale, in materia di trasmissione della sentenza che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati

Discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative di competenza per l'effettiva interruzione della esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita (in corso di presentazione)

Martedì 18 giugno (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 18 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 19 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 20 giugno (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 21 giugno)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1603-bis - Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1549 - Disposizioni concernenti l'etichettatura, la tracciabilità e il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari, nonché delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1368 e abbinate – Modifiche al Codice della strada

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1206 - Modifica all'articolo 315 del codice di procedura penale, in materia di trasmissione della sentenza che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati

Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative di competenza per l'effettiva interruzione della esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita (in corso di presentazione)

Nella seduta di mercoledì 19 giugno, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Nella seduta di mercoledì 19 giugno, alle ore 16, avranno luogo le Comunicazioni del Presidente

del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno 2019

Venerdì 21 giugno (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 24 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1698 - Delega al Governo in materia di turismo

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 478 e abbinate – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura

Discussione sulle linee generali della Relazione delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 313 - Norme per l'attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d'Italia

Discussione sulle linee generali della proposta di legge popolare n. 2 e della proposta di legge n. 1586 – Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia

Martedì 25 giugno (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 25 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 26 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 27 giugno (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 giugno)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nelle settimane precedenti e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1698 - Delega al Governo in materia di turismo

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 478 e abbinate – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura

Seguito dell'esame della Relazione delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 313 - Norme per l'attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d'Italia

Seguito dell'esame della proposta di legge popolare n. 2 e della proposta di legge n. 1586 – Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia

Nella seduta di mercoledì 26 giugno, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Nella seduta di mercoledì 26 giugno, alle ore 16, avrà luogo la votazione per l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali

Venerdì 28 giugno (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 1603-bis, n. 1549, nn. 24, 1051, 1368 e abb., n. 1206, n.1698, n. 478 e abb., n. 52 e abb., n. 313, nn. 2 e 1586 sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi della mozione recante iniziative per il contrasto alla violenza sui minori e della mozione concernente iniziative di competenza per l'effettiva interruzione dell'esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita sarà definita dopo la loro pubblicazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 30 maggio 2019 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria. (C. 1816-A)

Relatrice: NESCI.

La seduta termina alle 20,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 5 la deputata Lazzarini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 la deputata Pini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 9 e 10 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Basini ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 12 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 il deputato Andrea Romano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 12, 13 e 14 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 13 il deputato Giglio Vigna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 13 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n.14 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Varchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n.12 alla n.18 la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1816-A - em. 1.3, 1.4, 1.5 471 471 0 236 212 259 71 Resp.
2 Nominale em. 1.1 471 471 0 236 111 360 71 Resp.
3 Nominale em. 1.7 471 471 0 236 215 256 71 Resp.
4 Nominale em. 2.1 469 364 105 183 110 254 71 Resp.
5 Nominale em. 2.2 472 472 0 237 214 258 71 Resp.
6 Nominale em. 2.3 475 475 0 238 216 259 71 Resp.
7 Nominale em. 2.4 483 483 0 242 221 262 71 Resp.
8 Nominale art. agg. 2.01 476 476 0 239 112 364 71 Resp.
9 Nominale em. 3.39 472 472 0 237 217 255 71 Resp.
10 Nominale em. 3.102 471 471 0 236 112 359 71 Resp.
11 Nominale em. 3.31 432 432 0 217 181 251 68 Resp.
12 Nominale em. 3.2, 3.9, 3.30, 3.105 217 217 0 109 1 216 80 Resp.
13 Nominale em. 3.21 423 423 0 212 185 238 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 20)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3.10, 3.24, 3.32 450 450 0 226 196 254 73 Resp.
15 Nominale em. 3.25 460 460 0 231 108 352 70 Resp.
16 Nominale em. 3.26 463 463 0 232 110 353 70 Resp.
17 Nominale em. 3.27 464 463 1 232 109 354 70 Resp.
18 Nominale em. 3.11 466 366 100 184 111 255 70 Resp.
19 Nominale em. 3.3, 3.5, 3.22 479 479 0 240 220 259 67 Resp.
20 Nominale em. 3.12 460 460 0 231 200 260 64 Resp.